Fantasma d'Amore

di HyeSeok
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


IMPORTANTE: QUESTA FANFICTION E’ DELL’EX AUTRICE TEMPERINA CHE MI HA CHIESTO GENTILMENTE DI RIPUBBLICARLA, DATO CHE ERA MOLTO PIACIUTA. QUINDI VI PREGO DI NON SEGNALARLA COME PLAGIO.

<< Signor Leeteuk? Quando arriva l’ Evening Monitor? >> chiese Lee Donghae entrando nell’emporio. Si diresse automaticamente verso lo scaffale dove erano allineati grandi barattoli di vetro e, come al solito, si servì di una manciata di pistacchi. Prima che l’uomo potesse rispodere, dalla porta d’ingresso un ragazzo disse con voce squillante: << Eccolo, fresco di stampa. Cerca una notizia importante? >>
Sorridendo, Donghae scosse la bruna massa di capelli in segno di disniego. << No, proprio no. Soltanto un mio articolo su ciò che è accaduto a Sacramento. Ne sono appena tornato >>.
Prese il giornale che il ragazzo gli porgeva e, dopo aver pagato, si appoggiò al bancone e cominciò golosamente a mangiare i pistacchi.
Dando appena un’occhiata alle altre notizie della prima pagina, cominciò a leggere il suo articolo, ma ne fu improvvisamente distolto da una fotografia, la cui vista lo fece impallidire.
<< No! >> gridò.
<< Lei è un giornalista o qualcosa del genere? >> gli chiese il ragazzo impressionato. << Si, sono un fotoreporter  >> rispose Donghae in modo assente, con gli occhi cangianti incupiti dalla preoccupazione di ciò che leggeva.
<< E’ terribile! >> esclamò, mentre il suo casco da motociclista cadeva a terra con un tonfo. << Lui non può riapparire proprio adesso! >>
Lee Eunhyuk, il nuovo caporedattore del Monitor! No, non era possibile…
La stampa scadente della fotografia non riusciva a nascondere il magnetismo di quegli occhi. Tutti i ricordi che Donghae aveva disperatamente cercato di soffocare lo riassalivano attraverso il volto che gli sorrideva dal giornale.
<< Oh, Yesung, perché mi hai abbandonato proprio adesso? >> sussurrò.
Il signor Park, proprietario dell’emporio, lasciò il cliente che stava servendo e gli si avvicinò, chiedendogli gentilmente: << C’è qualcosa che non va? >>
<< No >> rispose Donghae allarmato, << volevo solo accettarmi che quello che avevo dettato per telefono non fosse stato trascritto male >>.
Odiava le bugie. Ma come giustificare il suo turbamento? Come raccontare che aveva avuto una relazione con Eunhyuk cinque anni prima e che poi aveva sposato un altro?
L’uomo gli battè una mano su una spalla dicendogli: << Sono cose che capitano >>. Poi sbirciando la pagina del giornale ancora aperto disse: << Quello è il nuovo caporedattore? Poco fa è passato Shindong e ha detto che il giovane Lee avrebbe sostituito il signor Yesung  al Monitor. Sa quando arriverà? >> chiese innocentemente.
All’entrata di un nuovo cliente, il signor Park lo lasciò solo con i suoi pensieri. Donghae trattenne il respiro al solo pensiero che avrebbe visto Eunhyuk tutti i giorni in redazione. Era passato tanto tempo… Per quanto ne sapeva poteva anche essersi sposato e avere dei figli! Come poteva essere suo marito? E i figli avevano i suoi stessi occhi magici? A quel pensiero gli si serrò lo stomaco.
<< Va meglio ora? >> chiese il signor Leeteuk riavvicinandosi.
<< Non so quando questo Eunhyuk arriverà >> disse Donghae in modo piatto. << Non sapevo nemmeno che avessero chiamato qualcuno a sostituire Yesung >>.
<< Vuol dire che non l’avevano informato? Potrebbero tenere almeno voi cronisti al corrente dei cambiamenti che avvengono al giornale >>.
Donghae era esattamente dello stesso avviso.
<< No, sapevo soltanto che il signor Yesung aveva intenzione di dimettersi. Era tutto quello che sapevo. Ma sono sicuro che il signor Eunhyuk è molto qualificato >> aggiunse sulla sua difensiva. Doveva esserlo! Quando lo aveva conosciuto era uno dei migliori cronisti della California.
<< Sicuramente, signor Lee >> cominciò il signor Leeteuk, << ma che mi dice a proposito… >>
<< Mi scusi, signor Leeteuk, ma sono appena tornato da Sacramento e devo farmi viva al giornale >> disse Donghae, sperando che la sua mezza bugia sarebbe passata inosservata. Quell’uomo era adorabile, ma lui in quel momento non era in condizioni di parlare.
<< Bene, arrivederci >>. Tornò a casa con il cuore in subbuglio e una miriade di interrogativi e dubbi in testa. Vedeva ancora il volto di Eunhyuk come l’aveva visto l’ultima volta; gli occhi grigi erano quasi neri per la rabbia. Era furioso quando gli aveva chiesto perché voleva interrompere la loro relazione per sposare Heechul. Donghae si era allontanato senza dargli una risposta.
Parcheggiando la sua moto in garage, Donghae si chiedeva come poteva il ritorno improvviso di una vecchia fiamma tubarlo al punto di star male.
Fiamma? Sicuramente c’era un altro termine per descrivere ciò che Eunhyuk era stato per lui.
Avrebbe dovuto lavorare con lui e basta. La loro relazione doveva apparire strettamente professionale. Salendo i gradini di casa era sempre piùà convinto della sua decisione.
Quando aprì la porta, i raggi del sole al tramonto turbarono dei riflessi rossi dai capelli di Donghae che si era appena tolto il casco. Gettò il giornale sulla mensola dell’ingresso; la fotografia di Eunhyuk lo fissava dalla pagina e lui la girò con gesto rabbioso.
Una volta in camera da letto, ritrovò la sua calma passando in rassegna le fotografie da lui stesso scattate e stampate, di cui erano tappezzate le pareti. Prese il telefono e compose il numero dell’Evening Monitor.
<< Monitor, servizio notturno >> rispose una voce gracchiante.
<< Salve, Sungmin. Sono Donghae. Puoi darmi un paio di notizie su questo Eunhyuk? >> domandò.
<< Buono il tuo articolo a Sacramento, Donghae >> disse  Sungmin.
<< Grazie >>.
<< Che cosa vuoi sapere a proposito di Euhyuk? E’ un bel tipo,vero? Ed è anche scapolo. Non mi spiacerebbe affatto averlo qui, in giro per il giornale! >> disse l’uomo, causando a Donghae, con quelle parole, una sensazione di irritazione e sollievo al tempo stesso, che lui cercò di ignorare.
<< Ma veramente non so molto di più di quanto sia scritto sul giornale >> proseguì Sungmin. << KangIn è semplicemente venuto in redazione dicendo che Eunhyuk sarebbe stato il nuovo caporedattore. Yesung gli ha fatto un bel sorriso, dal quale si può supporre che fosse già al corrente della cosa. Hai letto il giornale, no? >>
<< Certo. Ma perché questa sostituzione così improvvisa? Sapevamo tutti che Yesung si stava per dimettere, ma è impossibile che non sia trapelato niente sul nuovo capo fino a ora >>.
Donghae doveva sedersi, perché sentì le gambe tremargli più della voce.
Sungmin proseguì: << siamo stati presi tutti di sorpresa; non so il perché di tutto questo parapiglia. Penso che il nostro amato capo abbia voluto indulgere alla sua attitudine al dramma >>.
Donghae si fece coraggio e chiese: << Per quando lo aspettate? >>
<< Uhm, Yesung ha detto che dal prossimo lunedì andrà, per una settimana, a pesca nella Sierra e penso che la sua partenza coinciderà con la venuta di Eunhyuk: così almeno credo! >>
Donghae sospirando disse: << E’ tipico di Yesung >>.
Anche lui aveva una settimana di vacanza.
Aveva ancora del tempo prima di incontrarlo. Sperando di mascherare il sollievo nella sua voce aggiunse: << Grazie dell’informazione, Sungmin, ci vediamo domani >>.
<< Sicuro, Donghae >>rispose l’uomo. << Oh , dimenticavo! KangIn  ha detto che Eunhyuk vuol conoscere tutto il personale prima di iniziare il suo lavoro. Adiòs >>.
Donghae sentiva come un peso sul petto. Tra una settimana!
Vedendo la pila di negativi e di appunti sulla scrivania, pensò di mettersi al lavoro per scacciare il pensiero di Eunhyuk, ma sapeva che non sarebbe mai riuscito a concentrarsi. Aveva ancora paura di incontrarlo, dopo tanto tempo? Ma sapeva che l’ansia che lo opprimeva non era naturale e questo lo rendeva ancora più furioso.
La sveglia lo strappò dal sonno profondo la mattina di buon’ora e mezz’ora dopo, fatta una colazione leggera, fu pronto per recarsi al giornale. Guidando la sua BMW 650, dopo quindici minuti raggiunse il parcheggio del Monitor.
<< Donghae >> lo chiamò un ragazzo incontrandolo sull’ingresso.
<< Che succede, Ryeowook? >> chiese Donghae.
Ryeowook, il nuovo assistente di redazione, era difficile da trattare la mattina presto e lui cercò di essere cortese.
<< Il signor Yesung vuole vederti subito >>.
Perché quel ragazzo doveva sempre parlare con tono d’allarme? E perché Yesung voleva vederlo? Donghae sentì un senso di panico e seguì il ragazzo in redazione.
<< Lui è in ufficio >> gli disse il ragazzo aprendogli la porta.
Donghae varcò la soglia con una sensazione di paura. Il suo cuore si arrestò nell’avvertire il ben noto odore di sigaro che aleggiava nella stanza. Un odore totalmente diverso da quello che c’era di solito. Fumava ancora la stessa marca di sigari? Un sorriso lieve gli fece capire di aver parlato a voce alta. Si guardò intorno e vide un uomo, alto e snello, che lo guardava di sottecchi mostrandogli il sigaro Macaundo Portofino che teneva tra le dita.
<< Si, fumo sempre gli stessi. Come stai, Donghae? >> disse con voce profonda.
La vibrazione della voce dell’uomo lo raggiunse impedendogli di trovare una risposta.
Anche dall’altra parte della stanza sentiva la forza della sua attrazione, esattamente come se si fossero lasciati da due minuti e non da anni.
Aveva trentadue anni, ma sembrava lo stesso ragazzo di cinque anni prima e se allora Donghae ne era attratto, adesso ne era sconvolto. Distolse gli occhi dalla camicia aderente che sottolineava i muscoli del suo petto per guardarsi intorno.
<< Dov’è Yesung? >> chiese finalmente, rigirandosi il casco tra le mani.
<< In tipografia. Gli ho detto che eravamo vecchi amici e che volevamo incontrarci in privato; lui è stato d’accordo e ci ha offerto il suo ufficio >>.
<< Perché gli hai detto questo? >> chiese Donghae con voce furiosa. << Non era necessario parlare del passato, non c’è n’era nessuna ragione >>. Lo osservò incrociare le lunghe gambe.
Perché doveva indossare dei jeans cosi aderenti?
<< C’è un ottima ragione! >> gli disse l’uomo.
<< Stiamo per lavorare insieme e non voglio che la nostra…relazione interferisca con la redazione >>.
<< Interferire? Come può interferire una cosa che non esiste? >> chiese Donghae con evidente disgusto nella voce. << La nostra relazione è finita cinque anni fa >>.
<< Finita? O solo interrotta? >> rispose lui, aspirando una grossa boccata di fumo dal sigaro.
<< Di cosa stai parlando? Certo che è finita! Io ho sposato Hee…! >> Donghae si sarebbe picchiato per averlo nominato. Eunhyuk non aveva mai accettato il suo matrimonio con Heechul.
Alle sue parole, gli occhi di Eunhyuk divennero quasi neri e lui cominciò a passarsi le mani nei capelli scuri, arruffandoli e arricciandoli intorno alle dita nervose.
<< Lee! Sei stato un pazzo a sposarlo >> disse con asprezza, incurante di nascondere il disgusto nella voce. << Sposarlo è stata la cosa più stupida che tu potessi fare in vita tua! >>
Sebbene Donghae fosse d’accordo con lui, mosse una mano come per liquidare l’argomento.
<< Questo è ridicolo, Eunhyuk. Sono successe troppe cose per riesumere il passato >>.
Avvicinandosi al scrivania, posò il casco su una sedia lì accanto e , scuotendo la testa, pensava che se il loro conflitto non fosse stato risolto, il lavoro sarebbe stato compromesso. Ma cosa poteva fare? Stava pensando a un armistizio, ma l’espressione di Eunhyuk lo bloccò. Guardava con un sopracciglio alzato il suo casco sulla sedia. << Hai imparato da Heechul? Spero che tu non abbia preso altre sue abitudini; ne aveva tante, come scrivere frottole e farle passare per vere >>.
Altro che armistizio1 Corrucciato, Donghae disse gelidamente: << Non ti preoccupare, io non invento balle >>. Prese un portacenere dalla scrivania per darsi un contegno. << Se ben ti ricordi, quando lavoravamo insieme al Beacon, scrivevo ottimi articoli; e ancora la faccio! >>
Fremeva dalla rabbia. Veramente pensava di lui (Donghae) una cosa del genere?
Cercando di calmarsi, Donghae posò il posacenere e stava per sedersi, quando la mano di Eunhyuk lo fermò.
<< Scusami, non volevo offenderti >>.
Il calore della sua mano sulla spalla, gli riportò alla mente le sue carezze e il bisogno di lui, che Donghae aveva per tanto tempo voluto dimenticare, si risvegliò prepotente, travolgendolo. Quel contatto dissipò il gelo che le parole di prima gli avevano causato e istintivamente gli si avvicinò. Ora Eunhyuk gli era talmente vicino, che il corpo di Donghae ne poteva quasi assorbire il calore; il respiro gli diventava affannoso. Eunhyuk gli sfiorò la guancia in una lieve carezza, mentre il suo volto gli si avvicinava.
Confuso dal ricordo del piacere che quelle labbra gli avevano dato in passato e incapace di scuotersi dal suo stordimento, Donghae trattenne il respiro, in attesa di un suo bacio. Ma Eunhyuk si fermò, un secondo prima che qualcuno bussasse alla porta.
<< Signor Eunhyuk! Signor Eunhyuk! >> La voce di Ryeowook penetrò all’interno. << Il signor Yesung la desidera in tipografia! >>
Eunhyuk si scosse impercettibilmente e Donghae si ritrasse, chiedendosi se il bacio fosse stato interrotto da Ryeowook, o prima; a ogni modo non poteva che rallegrarsi di quella interruzione. Si disse ancora, fermamente, che se non si era allontanato da lui prima, era stata per semplice curiosità. No, lui ed Eunhyuk non avrebbero certamente ricominciato con la loro storia.
Avrebbe voluto dirglielo subito, ma vide la sua espressione indurirsi stranamente, come non aveva visto mai prima e Donghae si sentì colpito da tanta freddezza.
<< Le cose sono cambiate, vero, signora Lee? >> gli disse Eunhyuk con sarcasmo, avviandosi verso la porta. Poi si girò per dirgli: << Dio solo sa perché hai fatto quello che hai fatto! >> La porta si chiuse violentemente dietro di lui.
Le ultime parole erano state pronunciate con tale amarezza, che Donghae non osò seguirlo.
Non si era ancora ripreso completamente, quando bussarono ancora alla porta.
<< Dimmi subito se me ne devo andare >> disse Henry, scivolando nella stana.
Il redattore era un uomo sulla cinquantina, dalla figura slanciata e dal volto giovanile, nonostante gli anni: soltanto i capelli striati di grigio, potevano in qualche modo tradirne l’età.
Donghae sorrise e scosse la testa. << Non ti preoccupare, Henry. Stavo per uscire >>.
<< Kyuhyun ha chiamato ancora. Dice che gli dispiacerebbe non parlare con te >> lo informò l’uomo, sorridendo dall’espressione esasperata di Donghae che gli rispose: << E’meglio che mi decida a fare due chiacchiere con lui: è il consulente legale della maggior parte delle società, qui intorno. Non si sa mai, potrebbe essere utile >>.
<< E dicono a me che sono opportunista! >> rise Henry.
Una volta alla sua scrivania, Donghae consultò l’agenda telefonica alla lettere K con una smorfia di fastidio. Quell’uomo alto e  dinoccolato poteva essergli utilissimo per tenerlo al corrente di novità importanti, riguardanti le grosse società di Hannah; doveva tenerselo buono, anche se il suo modo di fare, lo infastidiva e lo disgustava ogni volta.
Kyuhyun, all’altro capo del telefono, cercò coe al solito, di mettere la conversazione su tono confidenziale e Donghae, incuriosito dalle sue allusioni sulla Campbell Chemical, dovette accettare il suo invito a pranzo.
Pensando a quanto avrebbe potuto sapere da Kyuhyun, Donghae girò lo sguardo per la stanza, finchè non si posò sull’alta figura di Eunhyuk, seduto alla scrivania di Henry,proprio nell’attimo in cui lui lo stava osservando. Seccato di essere stato colto a guardarlo, Donghae cercò disperatamente di assumere un atteggiamento disinvolto.
Fece alcune telefonate, prima di mettersi al computer per comporre il suo articolo, imponendosi di non pensare ad altro.
Una mezz’ora più tardi aveva finito il suo pezzo e compose un paio di articoli minori e un quadro riassuntivo del pezzo principale ed era quasi alla fine, quando yesung lo chiamò per sapere a che punto fosse.
<< L’ultimo pezzo l’ho finito proprio…ora >> disse, aspettando che sul video apparisse il rettangolo luminoso che indicava la fine delle sue fatiche.
Recatosi da Yesung, discusse con lui su qualche passaggio, poi azionò la stampante e l’articolo apparve; una sottile striscia di carta, sul lato destro di fianco allo schermo.
<< Ventiquattro pollici. Bene, proprio la lunghezza di cui avevo bisogno >> disse Yesung.
Donghae sorrideva di soddisfazione quando tornò alla sua scrivania e cominciò a lavorare su un articolo per il giorno dopo. Un’ora più tardi si rese conto che mancavano cinque minuti all’una e che era venuto il momento di affrontare Kyuhyun. Sospirando rassegnato, stava preparandosi a uscire, quando Eunhyuk gli comparve accanto dal nulla, preceduto da quel suo odore virile e particolare che lui non aveva mai potuto dimenticare.
<< Vengo a rapirti per il pranzo >> disse lui.
L’espressione fredda e severa di prima era mutata, aveva una strana luce negli occhi e Donghae, preso in contropiede, non seppe cosa rispondere. Cosa poteva significare?
Aprì la bocca per declinare l’invito, ma il bracci di Eunhyuk l’aveva cinto per la ita e lo stava già conducendo fuori dalla porta. Il suo contatto lo lasciava senza respiro, ma quando furono vicini alla Saab di Eunhyuk, si costrinse a dirgli: << Eunhyuk, non posso venire con te; ho un appuntamento con Kyuhyun >>.
Il volto di lui si oscurò e la luce svanì dai suoi occhi. << Chi è questo Kyuhyun? >> domandò, mentre le sue mani lo stringevano per la vita, attirandolo a lui. Il contatto con il corpo flessuoso gli offuscava la mente e Donghae dovette farsi forza per rispondergli in maniera sensata.
<< Kyuhyun è uno dei procuratori legali più in vista della zona, per cui non posso certo piantarlo in asso! >>
La strana luce era riapparsa negli occhi di Eunhyuk quando disse: << Capisco. Dove dobbiamo incontrarlo? >>
Donghae aprì la bocca per protestare, e invece si trovò a dirgli il nome e l’indirizzo del ristorante dove l’ignaro avvocato lo stava aspettando.
Lo scarno volto di Kyuhyun mostrò il suo disappunto nel vedere che Donghae non era solo e lui, da parte sua, si rese conto che le informazioni tanto profusamente promessogli per telefono, avrebbero tardato un bel po’.
<< Non mi avevi detto che ci sarebbe stato un altro commensale, Donghae >> disse questi, oscurandosi in viso, mentre i suoi occhi scuri si posaro su Eunhyuk. << Avrei preferito che la nostra…conversazione fosse avvenuta in privato >>.
<< Ho convinto io il signor Lee a farsi accompagnare >> disse Eunhyuk.
<< Ho pensato che avresti gradito l’opportunità di conoscere il nuovo caporedattore del Monitor, Kyuhyun >> aggiunse in fretta Donghae, sperando di non sembrare confuso, ma lo sguardo di Eunhyuk gli disse che i suoi sforzi erano vani.
Perché si stava comportando così? Normalmente, era perfettamente in grado di fronteggiare situazioni difficili.
<< Eunhyuk sostituirà Yesung alla fine del mese >> continuò imbarazzato.
Fu uno dei peggiori pranzi della sua vita: Kyuhyun,  al suo fianco, ripetutamente evitò di rispondere alle domande che luigli faceva e cercava insistentemente di avvicinarglisi mentre Eunhyuk, da parte sua, evitava perfino di sfiorarlo.
Respingendo per l’ennesima volta la mano indiscreta di Kyuhyun , Donghae non potè fare a meno di ricordare come le mani sottili e nervose di Eunhyuk l’avevano toccato tanto tempo prima. I suoi occhi scuri si illuminarono a uel ricordo e, guardando Eunhyuk, vide che anche lui lo osservava sorridente, certo non immaginando quali fossero i suoi pensieri.
<< Da quanto mi avevi detto al telefono, sembrava che tu avessi più notizie da darmi sulla Campbell, Kyuhyun. E adesso…? >> chiese Donghae.
Kyuhyun sembrava a disagio: << E’ difficile stabilire quali siano le cose più o meno importanti, durante un pranzo; di mattina tutto sembra più semplice, sei d’accordo? >>
No, non era per niente d’accordo, penso Donghae innervosito, ma si limitò ad annuire mentre meditava vendetta nei confronti di Eunhyuk, che con la sua presenza gli aveva forse fatto perdere un’occasione importante per la sua carriera.
<< Comunque, ho una riunione con Campbell, nel pomeriggio,e, se salterà fuori qualcosa di nuovo per te, ti chiamerò domattina >> disse ancora Kyuhyun, facendogli intendere chiaramente che gli stava facendo un favore personale.
Donghae cercò di contenere la collera che provava per Eunhyuk fino all’uscita dal ristorante ma, una volta fuori, il suo malumore esplose: << Ti rendi conto che, per colpa tua, sto uscendo da quel maledetto ristorante con un pugno di mosche? Perché sei voluto venire per forza? Non siamo più al Bacon, non siamo più i due di allora, lo vuoi capire? >>
All’improvviso, Donghae si sentì preso per un gomito da una morsa d’acciaio e cercò inutilmente di liberarsi.
<< Sai benissimo quello che Kyuhyun vuole da te: non si tratta certo di darti delle preziose informazioni per il Monitor! >> Lo fece saltare in macchina, poi si sedette al posto di guida, senza mettere in moto. << santo cielo, Eunhyuk! Ho ventotto anni e mi è già capitato di tenere a bada almeno un paio di scocciatori >>.
Lo sguardo severo che lui gli lanciò lo fece aggiungere: << No. No, sai bene che non alludevo affatto a te, Eunhyuk! >> Sospirando, guardò fuori dal finestrino e non aggiunse più una parola, cercando di convincersi che avrebbero di nuovo potuto lavorare insieme, senza problemi.
<< Perché, questa mattina, non mi hai detto che tuo marito è morto? >> chiese lui con calma, senza traccia di rabbia nella voce.
Donghae lo guardò con i suoi occhi di diaspro: << E’ morto più di tre ani fa >> disse. << Pensavo che lo sapessi >>. Odiava che gli si ricordassero Heechul e gli anni trascorsi con lui.
Ravviandosi i capelli scompigliati aggiunse, un po’ più freddamente di quanto avrebbe voluto: << Per faore, torniamo al giornale. Ho un sacco di telefonate da fare >>

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Donghae arrestò la moto al semaforo, proprio davanti all'emporio del signor Leeteuk e si immerse nei suoi pensieri. Ripensava alla sua ultima intervista ad un importante uomo politico, quando un clacson dietro di lui lo avvisò che il semaforo era di nuovo verde.
Ripartì velocemente nel vento, felice di allontanarsi sempre di più dalla redazione del Monitor e da Eunhyuk. Fortunatamente, nel pomeriggio, era prevista una riunione tra il vecchio ed il nuovo direttore, così Eunhyuk sarebbe stato occupato tutta la giornata con Yesung e KangIn.
Donghae era contento di essere riuscito a buttare giù gli appunti per il lavoro del giorno dopo, così da avere la prima serata libera della settimana.
Il traffico non era intenso e arrivò a casa in poco tempo; appena entrato, attraversando la cucina, salì in camera da letto, appese distrattamente il casco alla maniglia della porta e gettò le altre cose sul letto. Dopo essersi tolto gli abiti che aveva portato tutto il giorno, indossò una vecchia tuta.
Aveva pensato di sviluppare dei negativi, ma non appena cominciò a studiarseli contro luce,si rese conto che non riusciva a concentrarsi e, sbuffando, li mise da una parte. Ovviamente, lavorare con Eunhyuk era più difficile di quanto immaginasse!
Ripensò all'incontro che avevano auto nell'ufficio di Yesung, la mattina; possibile che Eunhyuk non sapesse che Heechul era morto? Comunque ora lo doveva sapere sicuramente, Henry doveva averlo informato più tardi. Ecco spiegata l'espressione pensosa che lui aveva captato nei suoi occhi più volte durante il pranzo! Ma cosa pensava?
L'immagine della testa di Eunhyuk piegata verso di lui gli diede i brividi e cercò con decisione di respingerla. No! Ciò che c'era stato tra di loro era finito. Morto. E se ancora lui non lo sapeva, glielo avrebbe detto al più presto!
Donghae era stato molto coinvolto dalla loro relazione e, ogni volta che erano stati insieme, aveva sentito di perdere un pò di se stesso, finchè aveva avuto paura di annullarsi completamente in lui, proprio come era successo a sua madre.
Più il loro legame diventava intenso, più lui era deciso e Donghae resisteva, disperatamente; Eunhyuk non aveva mai saputo co quanta disperazione si era staccato da lui e aveva accettato di sposare Heechul. Quali scusanti c'erano alla sua stupidità? Pensava di salvarsi con Heechul; non lo amava, non lo avrebbe mai amato,quindi non rischiava di compromettere la sua personalità. Ma con il matrimonio, Heechul aveva cominciato a soffocarlo; ricordava quella sensazione ancora con terrore! Ora non avrebbe più sopportato nessun legame, se non di poca importanza.
Il matrimonio dei suoi genitori era stato un esempio di legame sbagliato e Donghae ebbe sempre l'impressione che il matrimonio avesse finito per allontanarsi del tutto.
Si sdraiò sulla sedia con le gambe appoggiate alla scrivania, fissando, senza vederla,la grande fotografia delle dune di kelso che gli staava davanti. improvvisamente lo sguardo gli cadde su una piccola fotografia che gli diede un tuffo al cuore: era una foto di Eunhyuk che lui stesso aveva scattato ai tempi che lavorava al Baecon: lo ritraeva disteso su una panchina, con una mano sul ginocchio e l'altra che sosteneva il mento; ma fu l'espressione dei suoi occhi che l'attrasse, ricordandogli la dolcezza, la sua allegria, la sua intelligenza. Istintivamente chiuse gli occhi in segno di rifiuto.
Raccolse dalla scrivania una pila di negativi e di appunti insieme ad alcune penne e scese le scale, ma a metà strada tornò indietro per recuperare la fotografia, chiedendosi perchè lo stesse facendo.
Finalmente si recò in cucina e, deposti gli oggetti sul tavolo, pensò alla cena. Mise sul fuoco una pentola con dello stufato e si dedicò al suo lavoro. Dopo un'ora sobbalzò al suono della porta d'ingresso e alzandosi gridò: << Un momento! >> Chiunque fosse, veniva a sproposito. Avicinandosi alla porta raggelò, riconoscendo la sagoma dell'uomo che si intravedeva e rimase con la mano bloccata sulla maniglia senza decidersi ad aprire.
<< Potremmo passare la serata così >> disse Eunhyuk da dietro la porta chiusa, << ma è un pò difficile far passare le rose sotto la fessura >>.
<< Eunhyuk >< esclamo Donhae aprendo la porta, << perchè diavolo mi hai portato le rose? >>
Porgendogli il bianco fascio di fiori, lui gli sussurrò: << Giuro di non rispodere, se non mi inviti ad entrare >> e, prima che lui se ne accorgesse, si chinò per baciarlo. Donghae dischiuse le labbra con sorpresa, non appena Eunhyuk lo baciò con tenerezza, e il sangue gli pulsò nelle vene con il ben noto languido calore. Desiderava abbracciarlo, ma si trattenne.
Ansando si staccò da lui con la mano sulla bocca e, guardandolo con astio, gli gridò: << Provaci un'altra volta e ti sbatto fuori! Non voglio che tu mi aggredisca! >> Ma non potè negare il calore che il bacio gli aveva procurato; le sue parole suonarono false.
Guardava le labbra sensuali di Eunhyuk, quando lui disse: << Era un casto bacio tra amici >>.
<< Casto? Quello lo chiami casto? >>
<< E quello lo chiami aggredire? >>
Donghae non era mai riuscito a restistere  aquegli occhi scintillanti e, suo malgrado, sorrise: << Va bene, pace fatta. Ma è meglio che ne parliamo >>.
<< Del bacio? >>
<< No, della nostra relazione >> gli disse con gli occhi cupi. << O almeno di qualcosa che ci riguarda >>.
Eunhyuk assentì e annusando l'aria disse; << Che buon profumino! >>
<< Ho appena preparato la cena >>.
<< Ho una fame da lupi >> disse Eunhyuk allusivamente. << Ma immagino che si tratti di uno di quei squallidi spuntini precotti! >>
<< Sai benissimo che i precotti non hanno un buon profumo, comunque se hai bisogno di un ambiente di lusso e di cose prelibate, non è certo qui che li troverai >>.
Annusando sncora l'aria, Eunhyuk gli rispose: << Sono reduce da un ricevimento pieno di gente importante e cose di lusso. Il mio dovere l'ho già fatto, signore! >>
<< Sono le sette, non è uhn pò presto per essere già venuto via? >>
<< Non me lo chiederesti se avesi visto che misero antipasto hanno servito! Negli ambienti importanti, spesso, è tutto fumo e niente arrosto >>.
<< Va bene, va bene >> disse Donghae ridendo. << Mi arrendo, ma non credere che mi faccia manovrare troppo facilmente >>.
<< Manovrare facilmente? stiamo parlando dello stesso tenace Donghae con cui lavoravo al Baecon? >>
Dandogli un'occhiata di superiorità, Donghae stava per fargli una domanda che gli morì sulle labbra, nel vere Eunhyuk rogliersi la giacca e gettarla sulla sedia, seguita dalla cravata. Dopo essersi aperto tre bottoni della camicia ed essersi arrotolato le maniche, Eunhyuk si stirachiò con soddisfazione.
Quel gesto rivelò il guizzo dei muscoli sotto la stoffa leggera e Donghae ne rimase ipnotizzato; dimenticando la domanda che aveva in mente, tornò in cucina per riprendere fiato.
Poco dopo Eunhyuk lo seguì e, vedendolo su uno sgabello che tentava di prendere qualcosa su uno scaffale in alto, gli chiese: << Poso aiutarti? >>
<< Certamente >> e così dicendo salì accanto a lui cingendogli la vita e sfiorando, con la punta delle dita, il suo petto; il contatto di quella pelle morbida gli offuscò gli occhi.
<< Eungyuk! >> grido Donghae con un tono minaccioso, scendendo velocemente dallo sgabello.
<< Eccoti il vaso >> gli sorrise Eunhyuk.
Dopo averlo ringraziato, Donghae lavò il vaso per metterci le rose, poi si apprestò a preparare la tavola. Improvvisamente, sentì le labbra di Eunhyuk sfiorargli il collo. Un brivido gli percorse lungo la schiena mentre quelle labbra lo esploravano e, quando sentì le mani di Eunhyuk che lo attiravano contro il suo peto, il sangue gli divenne di fuoco scorrendo con un'intensità sconvolgente. Con le gambe tremanti, si voltò verso di lui: << Accidenti a te, Eunhyuk, smettila! >> gli disse cercando di restare impassibile. << Lasciami preparare la tavola! >>
Prima di lasciarlo, lui gli diede un piccolo morso sull'orecchio che lo sconvolse, ma lui si sforzò di ignorare quel turbamento.
<< Vuoi veramente che me ne stia buono a guardarti lavorare? >> gli chiese Eunhyuk con ironia. Donghae continuò a muoversi per la cucina, ma avendo notato che i suoi occhi erano passati dall'argento brunito al solito grigio scintillante e, conscio del fatto che si era calmato, gli chiese con falsa allegria: << Perchè nhon finisi di apparecchiare, mentre controllo la cena? >>
Vedendolo sorridere non potè fare a meno di ricambiarlo. << I piatti sono nella credenza in alto e le posate in quel cassetto >>. E scivolò via.
Dopo una piacevole cena, durante la quale parlarono dei progetti di Eunhyuk in seno al Monitor, Donghae lo condusse nel soggiorno, vergognandosi un pò dei mobili stile vecchia America, di seconda mano, che Heechul aveva insistito nel comprare e, dopo avergli indicato il divano, si sedette anche lui.
D'un tratto, sentì le caldi mani di Eunhyuk toccargli le spalle e si ritrovò a guardare quegli occhi d'argento brunito che lo fissavano dall'alto. Vedendo che la sua bocca si stava avvicinando, sentì il sangue pulsargli nelle vene e non potè trattenere un gemito. L'emozione ea troppo forte per lui.
Sentendo il suo gemito, le labbra di Eunhyuk cominciarono a stuzzicargli gli angoli della bocca, con piccoli, languidi baci.
<< Non ti arrendi, vero? >> gli chiese Donghae, con la voce roca che a fatica cercava di controllare. << Eunhyuk, dobbiamo parlare! >>
<< E perchè dobbiamo parlare? Ci sono tante altre cose da fare! >>
Ma vedendo l'espressione decisa di Donghae, si allontanò dicendogli: << Va bene, parliamo >>.
Si sedette sul divano accanto a lui con le braccia allungate sullo schienale. Donghae sentiva la presenza di quelle braccia muscolose e, quando Eunhyuk tentò di sfiorargli i capelli, lo guardò con rabbia e cambiò posizione per sottrarsi al turbamento di quella vicinanza.
<< Eunhyuk. non si torna indietro. La nostra storia è stata....speciale, ma è finita >> cominciò a dire Donghae ancora turbato da quel corpo agile a pochi centimetri  da lui. << Che cosa vuoi da me? >> chiese ancora con disperazione.
Quando un lkeggero sorriso comparve sul volto di Eunhyuk, esplose di rabbia. << Basta! Lavoriamo insieme, e questo è tutto, capito? Tra noi non c'è che un rapporto di laoro! Perchè non vuoi accettare questa realtà? >>
<< Non l'accetto perchè non è vero >> gli rispose Eunhyuk, con calma e sicurezza. << Lo sai anche tu, o almeno il tuo corpo lo sa! >>
I suoi occhi l'accarezzarono con passione, quando aggiunse : << Ti olevo allora e ti voglio adesso, e questa volta nonci sarà Heechul a salvarti! >> La luce dei suoi occhi era troppo intensa per lui e Donghae si alzò per sottrarsi a quel fluido magnetico.
<< Lascia Chul fuori da questa storia; non stiamo parlando del Beacon, ma del Monitor >> gli disse con rabbia controllata. << Sono uno dei suoi migliori cronisti, e non ti permetterò di mettermi i bastoni tra le ruote! >>
<< La tua posizione al Monitor non ha niente a che vedere con la nostra relazione >> gli disse Eunhyuk. << Se questa mattina ti avessi incontrato in un supermercato, starei qui lo stesso! >>
<< Non esiste nessuna relazione tra di noi! Vuoi mettertelo in testa? >> gridò Donghae, ma sebbene fosse furioso, sentiva che l'attrazione che provava per Eunhyuk riusciva a sminuire la rabbia in modo pericoloso.
Per tuta risposta, lui gli si avvicinò e Donghae sentì ancora più forte il calore del suo corpo.
<< Quando ho saputo che mi avevi lasciato per sposare Heechul, non volevo crederci! E non venirmi a dire che non sentivi nulla per me, perchè so benissimo che lo sentivi e, maledizione, lo senti ancora! >>
La profondità di quegli occhi e la sincerità di quelle parole impedirono a Donghae di rispondere; guardava Eunhyuk passarsi le mani agitate nei capelli, ma quando lui si avviò alla porta, Donghae istintivamente lo raggiunse e, prima che potesse impedirlo, si ritrovò tra le sue braccia. Rimasero un attimo in silenzio, poi Eunhyuk gli sussurrò: << Accidenti a te, Donghae, crederòp che non c'è più niente tra di noi solo quando non risponderai più a questo >>. E le sue labbra scesero su quelle di Donghae con violenza.
Donghae sentì la tensione interna aumentare non appena le labbra aide dell'uomo cominciarono a muoversi sulle sue. Quel contatto  gli causava calde ondate di piacere in tutto il corpo.
Eunhyuk introdusse la lingua nella sua umida bocca socchiusa, poronta a riceverla. Quando le loro lingue si toccarono, Donghae sentì come un' esplosione dentro di sè ed Eunhyuk, stringendolo ancora più fortemente nell'abbracio, cominciò ad esplorare ogni parte della sua bocca, trasmettendogli la stessa calda, sconvolgente fiammata di piacere.
Con una mano cominciò a carezzargli il collo, poi introdusse le dita nei suoi soffici capelli, mentre i loro corpi erano sempre più avvinghiati. Con l'altra mano, Eunhyuk cominciò a toccargli la schiena, fino a farsi strada verso il petto nudo. Il corpo di Donghae spasimava ed era come se mille meteore gli esplodessero nelle vene. Si stringeva a quel corpo muscoloso, come ricercando la sorgente di tanto calore, come per ritrovarlo e, con le cosce tra le sue gambe muscolose, volle sapere tutto di lui, riscoprirlo nel desiderio, attraverso i movimenti delle sue mani.
Rendendosi conto a malapena di quando faceva, Donghae cominciò a sbottonargli la camicia e gemette di piacere toccando quel petto forte.
Le labbra di Eunhyuk passarona dalla bocca all'orecchio, sconvolgendogli i sensi e Donghae rovesciò indietro la testa, con gli occhi socchiusi, lasciando che lunghi brividi di piacere gli percorressero la schiena. Il ben noto languore cominciò ad invaderlo dal profondo del suo essere, trascinandolo verso un limbo di piacere fuori del tempo.
<< Heechul ti ha mai fatto provare tutto questo? >> gli sussurrò Eunhyuk nell'orecchio.
Quelle parole gelarono Donghae, che immediatamente tornò in sè. Sentì i muscoli di Eunhyuk tendersi alla sua reazione e si sciolse dall'abbraccio.
Eunhyuk lo guardò con rammarico e, ripreso fiato, cominciò a rifilare la camicia nei pantaloni, ma senza abbottonarla.
<< Donghae... >>
Con i capelli in disordine, gli occhi ancora offuscati dal desiderio, la camicia aperta fino alla vita, che rivelava il petto forte e villoso,riusciva ancora a farlo ansare di desiderio. ma lui doveva resistere alla violenta emozione che il gurdarlo gli procurava!
Furioso con se stesso per quel desiderio incontrollabile, gli gridò: << Non ti scusare, Eunhyuk! Lasciami, lasciami solo! >> I suoi ochi mandavano lampi dorati, mentre pronunciavano quelle parole.
<< Perchè vuoi scacciare quello che ci lega? >> gli chiese Eunhyuk.
<< Ci siamo sempre appartenuti! >> Gli afferrò le spalle ed aggiunse: << Non ti lascierò fuggire un'altra volota! >>
<< Bene >> rispose Donghae, << per fortuna domani partirò per una settimana di vacanza e al mio ritorno riuscirò a farti capire che non aooartengo nè a te nè a nessun altro! >>
Si avviò verso la porta, ma tornò indietro per gridargli: << E abbottonati quella maledetta camicia! >>
<< Donghae! >>lo chiamò Eunhyuk, ma lui aveva ormai salito le scale per chiudersi in camera da letto. Subito dopo ridiscese di corsa, con il casco in mano, per raggiungere la sua moto in garage. Dalla finestra di fronte si vedeva la sagoma di Eunhyuk che lo aspettava.
Con la moto attraversò sfrecciando le strade deserte, per dirigersi verso una vecchia strada di campagna, lasciando che il vento spazzasse via la sua rabbia.
Eunhyuk era pazzo a non credergli! Doveva convincerlo!
Improvvisamente, si accorse che stava per schiantarsi contro un palo e, franato bruscamente, fece in tempo a evitarlo.
Scosso dalla paura, fermò la moto e si sedette a lato della strada, sotto una grande quercia, per riprendere fiato.
Era uno sciocco! Non era fuggendo una seconda volta che avrebbe risolto il suo problema con Eunhyuk!
La luna illuminava i campi di luce argentata, la stessa luce che aveva Eunhyuk negli occhi quando era allegro; Donghae cacciò quel pensiero con decisione.
Improvvisamente vide i fari di una macchina avvicinarsi ed ebbe un attimo di paura quando questa gli frenò bruscamentedavanti e un uomo ne discese per raggiungerlo.
<< Dinghae! Stai bene? >>
<< Si, Eunhyuk, sto bene >> gli rispose. Non poteva vedere l'espressione dei suoi occhi, ma sapeva che stava ridendo! Lui si sedette accanto a Donghae sull'erba e con voce ironica gli chiese: << Ancora scappi? >> Visto che lui non rispondeva, aggiunse: << Va bene, non mi arrenderò, ma starò al tuo gioco per un pò di tempo >>.
Donghae, nascondendo la testa tra le ginocchia piegate, disse sospirando: << Non è uno scherzo, Eunhyuk. Si tratta della mia vita, non c'è posto per te! >> Voltandosi vide che lo stava osservando e aggiunse: << Come posso fare per farmi credere? Ho passato tutta la sera a cercare di convincerti, ma tu sei un testone! >>
Scosse desolato la testa prima di aggiungere: << Ho fatto un grosso sbaglio nella mia vita e non voglio farne un altro! >>
<< Con me non sarebbe uno sbaglio, Donghae >>.
<< Che cosa ne sai? Avevo solo ventitrè anni ai tempi della nostra...stroia e ora, dopo cinque anni, sono molto cambiato; il Donghae che tu conoscevi non esiste più e tu questo Donghae non lo conosci affatto! >>
<< Non permetterò che un tipo come Heechul ti allontani da me, Donghae. Qualunque sia stato o non sia stato il ostro rapporto, ora è finito. Ti voglio e ti avrò! >>
Donghae si alzò con rabbia e gli gridò: << Tu non mi avrai, se io non lo vorrò; e io non lo voglio! E non tentare di intralciarmi nel lavoro, perchè io lotterò per la mia posizione al Monitor! >>
Tirando lentamente una boccata dal sigaro che aveva acceso, Eunhyuk gli disse con calma: << Donghae, sto lottando contro i tuoi sentimenti verso di me o contro i tuoi compromessi? La vita è lunga perchè tu possa passarla a pagare uno sbaglio. Ed io non intendo pagare affatto! >>
Donghae restò in silenzio rimuginando sulle sue parole.
Gli ritornarono in mente i tre anni che aveva passato con Heechul: le incomprensioni, le mancanze di riguardoi, gli insulti e il senso di soffocamento in una gabbia da lui stesso costruita.
<< Eunhyuk, vai al diavolo! >>
Eunhyuk cominciò a sfiorargli il viso con gli occhi dolci e disse con tenere fermezza: << Non lascierò che tu ti nasconda! >>
Allontanado la sua mano, Donghae rispose con foga: << Non mi nascondo da niente e da nessuno. Voglio solo essere lasciato in pace. Ci vedremo al giornale, ma niente di più >>.
Gettando il sigaro lontano, Eunhyuk l'afferrò per le spallee, avvicinandogli il viso al suo replicò: << Non starò senza te, te l'ho già detto. Vediamoci ancora ed io non ti tormenterò con kla nostra storia, voglio solo stare con te. Sapessi come sono stati lunghi questi cinque anni! >>
Donghae sapeva he era un compromesso assurdo, ma capiva che tenendogli testa sarebbe stato peggio: << Va bene, potremo vederci ogni tanto, niente di più >>.
<< E' già abbastanza, per ora, Donghae >>.
Eunhyuk risalì in macchina e lo lasciò solo sulla strada con i suoi dubbi. Accingendosi ripensò a riprendere la sua moto, Donghae ripensò alla passione con cui si era baciati e al desiderio reciproco.
Quanto avrebbe resistito il loro accordo?

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


<< Veramente buono il tuo pezzo, Donghae >> disse Yesung. << Che ne pensi di un articoletto di sostegno sui recenti incidenti in cui sono implicate le più importanti fabbriche di macchinari della zona? >> Donghae annuì e andò al computer, iniziando di buona lena a lavorare sull'articolo richiesto.
Era stata una mattinata proficua: Donghae aveva sbrigato in fretta le sue telefonate, aveva ottenuto delle buone informazioni e, soprattutto, Kyuhyun non l'aveva chiamato neppure una volta. Erano ottime ragioni perchè fosse di buon umore, ed anche la ricomparsa di Eunhyuk non gli sembrava più un problema insolubile. Le acque sembravano di nuovo tranquille, si disse con un sorriso.
Stava ancora sorridendo, quando un fruscio di carte l'avvertì della presenza di qualcuno dietro di lui; era Eunhyuk, che gli sorrideva di rimando.
<< Andiamo a pranzo insieme? >> gli domandò, per nulla scoraggiato nel vedere che il sorriso di Donghae si smorzava. Lui sentì il cuore battergli forte: avrebbe voluto ricordargli il loro patto, ma qualcosa, nello sguardo di Eunhyuk, gli disse che ricordava benissimo.
<< Avevi in mente un ristorante in particolare?>> domandò. Proprio in quell'istante, Cho Kyuhyun entrò nella stanza, con un disgustoso sorriso che gli aleggiava sulle labbra, e Donghae si sentì di nuovo in trappola.
Senza aspettare la risposta di Eunhyuk,  aferrò il cellulare e disse alzandosi: << Accetto con piacere >>.
<< Oh, Cho>> disse poi, rivolto a Kyuhyun, << sono desolato, ma stavo proprio uscendo,, per un appuntamento con il signor Lee: spero di poterti vedere più tardi!>>
Scivolò fuori dalla redazione e sospirò di sollievo, sentendo che solo i passi di Eunhyuk lo seguivano.
<< Dovrò ricordarmi di ringraziarlo, la prossima volta che lo vedo >> disse lui in un sussurro.
<< Ringraziare Kyuhyun! E perchè mai? >> ciese Donghae di rimando, guardandolo con una smorfia interrogativa.
<< Per il nostro prenzo insieme >> rispose Eunhyuk.
<< So benissimo che mi avresti risposto di no se lui non fosse venuto >>.
Arrossendo per la verità di quelle parole, Donghae cercò debolmente di negare con un: << No, veramente io... >> che si perse nel rombo del motore.
La trattoria per comionisti, dove Eunhyuk lo condusse, non era proprio quanto Donghae si aspettava, ma a quel punto, non aveva voglia di tirarsi indietro, così decisero di entrare.
<< Non è certo una meraviglia, ma pare che la cucina sia buona >>  disse Eunhyuk accarezzandogli il viso con una mossa afettuosa. Un baccano caotico li accolse, quando entrarono nel locale; il vociare dei numerossissimi clienti era assordante e un'orribile musichetta country-western gli faceva da contrappunto.
<< Sei sicuro di voler mangiare qui? >> disse Eunhyuk, urlandogli nell'orecchio per farsi sentire. Donghae annuì di buon grado.
Si sedettero in fondo al locale e Donghae avvertì lo sguardo ironico di Eunhyuk mentre cercava disperatamente di decifrare il menù orribilmente cosparso di macchie.
<< Non c'è niente che tu desideri in modo particolare? >> domando Donghae, sporgendo la testa dal menù. Eunhyuk lo stava ancora osservando con insistenza e con un'espressione divertita e di desiderio al tempo stesso. Arrossendo un poco, Donghae disse: << Intendevo chiederti se desideravi qualcosa in particolare di quello che c'è sul menù >>.
Furioso per l'allusione sienziosa, ebbe la tentazione di schiaffeggiarlo. Ma volev una soddisfazione più sottile.
<< Perchè non ti mangi un pò di fegato fritto con le cipolle? >> domandò con voce suadente. << Chissà perchè, ho idea che ti piaccia molto >>.
Eunhyuk ridacchiò, poi si oscurò all'improvviso. La sua serietà fece presagire a Donghae che lui avrebbe rivangato gli avvenimenti della sera prima e cercò disperatamente un diversivo.
<< Che cosa pensi che direbbe Yesung, se gli proponessimo un pezzo di colore sulla vita dei camionisti? Magari, se ci potessimo procurare anche un paio di foto e... Ma che cos'hai da sghignazzare così? Mi pare una buona idea! >> gli occhi di Eunhyuk brillavano di una luce divertita e Donghae pensò che era proprio affascinante, anche se non si spiegava perchè ridesse in quel modo.
<< Tesoro, quello che direbbe o penserebbe Yesung non avrà la minima importanza, quando tornerai dalle vacanze>>.
Ora capiva! Come aveva potuto dimenticare! << Che sciocco, avevo dimenticato completamente le dimissioni di Yesung; è la forza dell'abitudine >>.
<< Quale abitudine, Donghae? >> chiese lui con dolcezza. << Quella di pensare a Yesung come caporedattore o a noi come compagni di lavoro? >>
Eunhyuk aveva ragione; fin dal loro primo colloquio al Monitor, Donghae aveva ritrovato, grazie a lui, lo stesso appagamento e gli stessi entusiasmi della loro antica alleanza.
Sembrava che lui di divertisse a metterlo a disagio e istintivamente si ribellò al suo gioco, chiedendogli con voce professionale: << Allora cosa ne penseresti tu di un articolo su questo ambiente? >>
<< E' una buona idea, ma andrebbe scritto in modo un pò originale, visto che di camionisti se ne parla da parecchio tempo e dappertutto >>.
<< Stai dicendo di no? >>
<< Ti sto dicendo semplicemente di sottopormi delle idee nuove >. Sorsegiando lentamente il caffè, aggiunse: <Baecon, prima di sottoporre un'idea al capo, eri solito documentarti parecchio e a fondo >>.
Le parole di Eunhyuk lo ferirono con la loro ironia, come osava criticarlo? In fondo aveva solo sottoposto un'idea!
Per fortuna sarebbe andato via per una settimana, anche se l'idea di non vederlo per sette giorni non riusciva a smorzargli la rabbia che i modi di Eunhyuk gli avevano causato.
<< Come vuole, signor Lee! >> disse gelido e ironico.
<< Donghae... >> cominciò Eunhyuk, ma fu interrotto dal cameriere che portava il conto. << Dannazione >> disse guardando l'orologio. << Devo tornare di corsa al giornale, ho una riunione con KangIn! >>
Donghae stava per alzarsi, quando Eunhyuk lo trattenne e gli disse dolcemente: << Ceniamo insieme questa sera? >>
Donghae scansò la sua mano, dicendogli: << Mi dispiace, devo fare i bagagli: parto verso mezzanotte >>.
Si congratulò con se stesso per il tono distaccato, sicuro che Eunhyuk avrebbe finalmente capito che lui non era disponibile.
Tornando in maccina, Donghae capì ancora una volta che i suoi sensi non avrebbero resistito, se non si fosse allontanato in fretta da lui: la sua vicinanza lo metteva continuamente in pericolo.
<< Perchè parti così tardi? >>
<< Perchè di giorno fa caldo >> rispose brusco.
<< Devo attraversare il deserto e in questa stagione viaggiare di giorno è pazzesco >>.
<< Con che macchina vai? >>
<< Con nessuna macchina. Vado in moto! >>
<< Tu sei matto da legare >> esclamò Eunhyuk inchiodando la macchina con una brusca frenata. << E' una pazzia! Non puoi andartene in giro da solo, di notte e in moto! >> Rinserì la marcia e continupò: << Guarda, se vuoi ti poso prestare il mio camper: è uno di quelli facili da guidare, non ti darà nessun problema >>.
<< So bene che non avrò nessun problema con la tua macchina, dal momento che andrò con la mia BMW >>.
Veramente lo pensava così incapace? Come se non fosse stato in grado di badare a se stesso!
<< Chi pensi di essere, un centauro della notte in cerca di avventura? Tu guiderai il mio camper! >>
Giunti al parcheggio del Monitor, Donghae saltò giù dalla macchina seguito da eunhyuk. Si guardarono con astio.
<< Non hai il diritto di occuparti di quello che faccio! >> disse Donghae sbattendo la portiera. << Partirò questa notte!>> e , giunto sul portone, si voltò aggiungendo: << Con la mia moto e da solo! >>
Entrando in ufficio, dette una rapida occhiata alla corrispondenza e poi, in moto, corse a casa, dove finalmente, nel preparare con meticolosità il suo bagaglio, ritrovò la calma.
Dopo aver caricato tutto sulla moto, compreso il materiale fotografico e il sacco a pelo, si concesse una doccia calda. Alle undici e mezza era finalmente pronto e perfettamente equipaggiato per affrontare il freddo della notte nel deserto. Accertatosi di non aver dimenticato nulla, decise che poteva anche partire.
Alle tre del mattino, Donghae stava percorredo l'autostrada che attraversava Mojave Desert: il paesaggio notturno era magico e Donghae, pur guidando con attenzione, non poteva fare a meno di osservare le strane sagome degli aloberi del deserto ai lati della strada. Improvisamente ebbe la sensazione netta di un pericolo; sentiva uno strano rumore venire da lontano, come se stesse sopreggiungendo un treno. Proseguendo nella sua corsa, avvertiva il rumore aumentare, come se si stesse avvicinando. Nel vedere un grande albero sradicato, meso di traverso sulla strada, capì con terrore di cosa si trattava. Era un'inondazione! Uno di quei fenomeni improvvisi, tipici di quelle regioni.
Un brivido di paura gli corse lungo la schiena. Dette gas per allontanarsi a tutta velocità dall'inondazione in arrivo, mentre un ammasso di piante e alberi sradicati rotolava giù dal canyon e la terra assorbiva quell'acqua improvvisa.
Dopo quattro chilometri circa, si imbattè in una pattuglia della polizia stradale. << tutto bene, signore? >> gli chiese il poliziotto quando lui scese dalla moto. La tensione di poco prima gli provocò una risata isterica e, cercando di frenarsi, si tolse il casco. Scosse i apelli castani, sorridendo all'uomo, che gli disse: << Mi scusi, signore >> dandogli un'occhiata di divertita ammirazione. << Le strade sono interrotte a causa di un'inondazione; passeranno parecchie ore perchè torni la normalità, ma se ha voglia di caffè, il bar è aperto per i viaggiatori bloccati >>. Così dicendo gli indicò una piccola costruzione illuminata, in un'area di parchgeggio.
<< E' proprio quello di cui avevo bisogno >> disse Donghae dirigendosi con la moto verso l'edificio. Il poliziotto l'aveva seguito e lui, tanto per dire qualcosa, gli mormorò: << Speriamo che tutto finisca presto; sono appena scampato da un'inondazione anch'io, a quattro chilometri da qui e passare il venerdì notte coperto di fango non è esattamente quello che desideravo >>.
<< Essere imbrattato di fango era il minimo che potesse accaderle, su quella moto >> gli disse l'uomo ritornando alla macchina.
Donghae, ormai da più di un'ora seduto in quel bar, sorseggiava con sollievo l'ennesima tazza di caffè, quando il poliziotto tornò portandogli le ultime notizie sulle condizioni delle strade.
<< La situazione va normalizzandosi, la strada è di nuovo transitabile >>  disse sedendosi accanto a lui.
<< Meno male, mi aspettavo già di dover piantare la tenda nel parcheggio! >>Donghae era già printo a rimettersi in viaggio, quando vide un piccolo camper parcheggiare proprio di fronte alla finestra. Perchè si sentì improvvisamente come una farfalla presa nella rete? Lo capì un momento dopo, quando vide Eunhyuk, che stava dirigendosi verso di lui.
Fu come se tutto gli svanisse intorno, per lasciare il posto solo al volto di Eunhyuk, che lo fissava con severità.
<< Sei stato maledettamente fortunato! A quest'ora potevi essere sotto una montagna di fango! Come ti è venuto in mente di affrontare questo viaggio?! >> gli disse con una rabbia appena contenuta.
<< Perchè mi hai seguito? >>sibilò. << Avevi promesso di lasciarmi in pace, dannazione! >> Nel vedere il poliziotto che si allontanava con discrezione, Eunhyuk gli disse con sarcasmo: << Il tuo amico aveva fretta di andarsene. Stava cercando anche lui di salvarti? >>
<< Perchè questo tono? Ti dispiace di non avermi trovato affogato ne fango, vero? >>
<< Non essere ridicolo >> gli rispose Eunhyuk sedendosi.
<< Volevi fare l'eroe che veniva a salvarmi e ti secca che io non te ne abbia dato il modo? >>
Eunhyuk battè un pugno sul tavolo. << Maledizione, quando ho saputo che la strada era chiusa per un'inondazione, ti ho pensato in pericolo. Ho guidato come un pazzo per arrivarefin qui e cosa trovo? Lee Donghae che civetta con uno della stradale! >>
<< Civettare? Non sai riconoscere la differenza tra civettare e conversare? >> I suo occhi castani lampeggiavano di rabbia e si alzò di scatto. << Ad ogni modo, pensa quello che vuoi, io me ne vado >>.
E se ne andò infuriato, ma prima di uscire non potè fare a meno di voltarsi erso Eunhyuk per dirgli: << Cerca di non correre troppo, tornando ad Hannah! >>
<< E chi ti dice che ci sto tornando? >>
Donghe sbattè la porta e si avviò versola sua moto, cercando ad ogni passo di scacciare l'immagine di Eunhyuk. Si diresse verso est, verso il giorno che stava appena nascendo. L'alba illuminava immensi cumuli di fango e spettrali tronchi d'albero sradicati.
Accellerò per allontanarsi il più possibile da quella visione desolata.
Era ormai giorno e Donghae poteva edere le immense distese di sabbia e le montagne lontane: si sentìdi nuovo terribilmente solo. L'arrivo inaspettato di Eunhyuk gli riproponeva tutte quelle domande che voleva nascondere anche a se stesso e che l'avevano costretto a fuggire per evitare di rispondere.
Scuotendo la testa, per schiarirsi le idee, vide, nello specchietto retrovisore, che un veicolo lo seguiva da lontano; l'aveva già notato mezz'ora prima, senza dargli importanza.
Ora era più vicino e vide che si trattava di un camper. Non era possibile che l'avesse seguito! Doveva tornare al giornale!
Un segnale stradale gli indicò l'uscita per Death Valley e, affrontando la curva, vide che anche il camper aveva preso la stessa direzione. Accidenti a lui! Invece di una settimana di riposo e di riprese fotografiche, lo aspettavano altre discussioni e tentativi per convincerlo, una volta per tutte, che la loro relazione era passata!
Finalmente vide il cartello stradale che gli indicava la distanza per Furnace Creek e chiese, con angoscia, cosa l'aspettava una volta raggiunto il campeggio. Accidenti a lui!
Ora Donghae malediceva quell'intuizione che aveva empre ammirato in Eunhyuk;  lui avrebbe sempre intuito i suoi dubbi. Come poteva convincerlo se lui stesso non riusciva a convincere il proprio cuore?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La luce del sole sorgeva tra i picchi delle montagne del Panamint Renge; mentre prendeva l'ultima curva, ignorò il veicolo a sinistra blu che continuava a seguirlo.
Ancora affaticato dagli eventi della notte, Donghae entrò nell'area di parcheggio e non notò il camper che stava parcheggiando accanto alla sua moto. iniziò a scaricare un pò di equipaggiamento e stava inginocchiato per piantare i paletti della tenda, quando sentì il rumore di una portiera che veniva sbattuta. Il suo corpò si irrigidì, ma continuò nel suo lavoro, senza alzare la testa.
<< Spero che questo viaggio ti abbia divertito >> disse Donghae. Costretto ad alzarsi per andare dal lato opposto, si trovò faccia a facia con lui e non potè evitare di guardarlo. Lui continuava a fissarlo in silenzio, in modo impassibile. << Perchè io non mi sto divertendo affatto! >> disse lui continuando a battere i paletti.
<< Perchè il fatto che sono qui ti irrita tanto? >> chiese Eunhyuk.
Sorpreso dalla domanda, Donghae battè con più forza sul paletto, causando uno strappo alla tela della tenda. << Maledizione! >> sibilò.
<< Stammi bene a sentire, Eunhyuk >> disse battendo ancora più forte sui paletti. << E' da un anno che aspetto questa vacanza; è uno dei miei posti preferiti per fare fotografie e non ti permetterò di rovinarmela! >> Dicendo quelle parole, mancò il paletto e fece un buco nel terreno. Era disperato.
<< Non affaticarti, c'è un altro letto sul camper >> gli disse Eunhyuk togliendogli di mano il martello e finendo di sistemare il paletto.
Guardandolo in modo freddo e ignorando la sua offerta, Donghae finalmente tirò su la tenda. Dopo aver sistemato all'interno la brandina e il sacco a pelo, gli disse: << Grazie per il tuo aiuto, ma ora vado a riposare qualche oretta >>. Avrebbe voluto dirgli che lo avrebbe visto più tardi, ma non volle dsrgli l'impressione di aver accettato la sua presenza.
Ostentatamente si chiuse nella tenda lasciandolo fuori con gli occhi aggrottati.
Faceva molto caldo, la mattina tardi, quando Donghae si svegliò al suono dei passi sul terreno. Aprendo la cerniera e la finestra della piccola tenda surriscaldata, dove la luce del sole, filtrata dal tessuto, rendeva tutto di un color pastello, si accorse di essere di buon umore.
<< Credevo che volessi dormire tutto il giorno >> disse la voce di Eunhyuk. Girandosi sulla brandina, guardò verso l'apertura e vide i suoi piedi proprio lì davanti. Quando Eunhyuk si chinò per entrare e Donghae vide il suo viso a pochi centimetri da lui, per un momento dimenticò tutto e gli fece un genuino sorriso di benvenuto.
<< Caffè? >> Lui gli porse una tazza fumante che subito Donghae prese con gratitudine. Non sapeva di essere molto bello mentre sorseggiava contento il caffè caldo, con tutti i capelli in disordine.
<< Come sapevi che era proprio quello che desideravo? >> gli chiese, sperando subito dopo, di non averlo detto. Gli occhi di Eunhyuk gli ricordavano perchè lo sapesse  Donghae chinò la testa, con imbarazzo.
<< Grazie >> gli disse rendendogli la tazza vuota. << Fammi cambiare, farò in un minuto >> Lui uscì dalla tenda andandosi a sedere su una panca, aspettandolo.
Dopo essersi cambiato, non senza difficoltà, date le dimensioni della tenda, Donghae, in jeans e malietta, raggiunse Eunhyuk con le scarpe in mano. << Non riesco nemmeno a vestirmi nella tenda: mi sento come una sardina in scatola >> disse sedendogli accanto.
<< Non c'è problema! >> disse Eunhyuk con una smorfia.
<< Senti... >> cominciò Donghae, ma si interruppe vedendo che gli occhi di Eunhyuk indugiavano compiaciuti su di lui, mentre era chino ad infilarsi le scarpe.
Facendo finta di niente, Donghae alzò la gamba sulla panca per finire di allaciarsele, poi, allacciandosi la camicia, con indifferenza, continuò: << Se proprio vuoi restare... >>
<< possiamo andare a fare un giro con il camper >> finì lui.
<< NO! >> gli gridò con le mani nei fianchi.
<< Guarda, Eunhyuk, questa è la mia vacanza e non ti permetto di decidere per me. Non voglio che tu rimanga, ma se insisti per rimanere, io non perderò certo il mio tempo a convincerti ad andartene. Ma se vuoi accompagnarmi a fare fotografie, lo farai come voglio io! >>
<< Con la tua moto? Ma non essere ridicolo! Perchè vuoi ubiacarti di vento, quando possiamo andare comodamente nel camper? >>
Per evitare di rispondergli e farsi prendere dalla rabbia, Donghae si avviò verso la tenda.
Eunhyuk poteva stare comodo come voleva , lui no di certo. Trasportandocon cura i suoi attrezzi fotografici sulla moto, finalmente disse: << non ho intenzione di cambiare i miei piani, perchè tu mi rovini la vacanza. Se vuoi salire sulla moto, va bene, altrimenti ci vediamo più tardi! >> Vedendo che Donghae si metteva una giacca e il casco, Eunhyuk capì che era deciso.
<< Fai sul serio, vero? >> gli disse, e indicando la moto aggiunse: << Non possiamo andarci tutti e due su quel coso. E' da matti! >>
<< Arrangiati, ci vediamo più tardi >>disse Donghae infilandosi i guanti.
<< Aspetta un momento >> Eunhyuk tentò di trattenerlo per un braccio, ma Donghae si divincolò, pensando che forse era meglio che lui non salisse sulla moto, per non dover essere turbato dalla sua stretta vicinanza. MA era troppo tardi! Eunhyuk infatti gli disse con riluttanza: << Va bene, vengo con te >>
<< Non sei mica obbligato, sai >> cercò di dissuaderlo Donghae, ma Eunhyuk, che aveva capito al volo, disse: << Troppo tardi,tesoro >>
Accettando l'inevitabile, Donghae salì sulla sua moto dicendo: << Dobbiamo trovarti un casco; forse all'emporio di Furnace Creek ne troveremo uno >>
Cercò di allontanarsi il più possibile da lui quando salì a sua volta, ma non potè evitare un sussulto quando le sue mani gli cinsero la vita. Senza doverlo guardare, lui sapeva benissimo che stava sorridendo di quella situazione. Eunhyuk fece in modo di non lasciargli spazio e incollò il suo corpo a quello di Donghae, accendendogli i sensi. La sua figura muscolosa era attaccata a quella di Donghae dalla spalle alle cosce e lui, per mascherare l'imbarazzo, cercò di aggiustarsi il casco.
Il breve tragitto fino all'emporio fu un supplizio per Donghae: cercava di ignorare lo scorrere irregolare del sangue nelle vene che la breve sosta per prendere il casco non riuscì a placare.
Il pomeriggio era caldissimo, ma era niente al confronto del fuoco che Eunhyuk gli procurava, stringendolo e accarezzandolo con dita leggere. Poteva sentire i muscoli del petto pressati contro loa sua schiena e cercava di spostarsi più avanti per evitarlo; ma erano troppo attaccati l'uno al altro e la frizione del suo movimento non faceva che accellerare le pulsazioni nelle vene.
Come aveva potuto essere così stupido? Aveva dimenticato che Eunhyuk era un periolo costante! Finalmente arrivarono al parcheggio di Badwater e Eunhyuk, osservando con calore Donghae che si affrettava a scendere dalla moto, gli disse: << Bravo, tu hai sempre avuto buone idee >> Per sottrarsi a quello sguardo magnetico, lui si avviò per il sentiero che attraversava il bacino secco, scintillante di cristalli di sale. Eunhyuk gli camminava accanto in silenzio; arrotolandosi le maniche della camicia, improvvisamente gli chiese: << Perchè continui a sfuggirmi? >> Già, perchè? I suoi passi sottolinearono il silenzio mentre cercava una risposta.
<< Mi fai oerdere il controllo >> disse Donghae scuotendo la testa e, prima che lui parlasse aggiunse: << No, non è questo, è proprio che non ne ho >>
<< Ed è così brutto con me? >>
<< Brutto? Terrificante! mi sento come se io compromettessi non solo il mio controllo, ma la mia anima...la mia vita. E non posso farlo, Eunhyuk, proprio non posso >>
Le sue parole furono inghiottite dall'aria con la stessa sollecitudine con cui furono pronunciate e il silenzio improvviso gli tolse  ogni desiderio di continuare il discorso. Donghae poteva sentire i loro respiri, mescolati allo scrocchiolio del sale sotto i loro passi.
Tornarono verso la moto, senza dirsi una parola; erano soggiogati dallo spettacolo grandioso e imponente del paesaggio intorno a loro, consapevoli soltanto di quanto fossero misere le loro piccole vite in confronto con l'immensità della natura.
Una volta in moto, si diressero verso nord.
Ora Donghae riusciva più facilmente ad accettare la stretta vicinanza di Eunhyuk e sperò che questo fosse dovuto ad un cambiamento avvenuto dentro di sè. Ma alluntanandosi sempre più dal silenzio del bacino salato, ricominciò a sentire il turbamento per quel corpo incollato al suo.
Sentiva il ritmico ansare del petto di Eunhyuk contro la sua schiena e, ben presto, scoprendo che lui stesso respirava alla stessa velocità, cercò di controllarsi; la pressione carezzevole di quelle mani sulla vita gli impedì ogni concentrazione. Una mano scivolò fino alla coscia, mentre l'altra rimaneva a carezzargli la vita. Donghae si irrigidì a quel contatto e si dimenò per liberarsene, ma Eunhyuk non allentava il suo tocco e, se non fosse stato per il vento fresco che lo investiva, si sarebbe consumato al fuoco che gli divampava dentro.
Scese dalla moto, Donghae afferrò la sacca contenente il suo equipaggiamento fotografico e si avviò verso le rovine del Borax Works, senza guardarsi indietro. Riparato il suo fardello all'ombra di una parete, preparò il suo treppiedi e cominciò a studiare una buona inquadratura prima di scattare. Eunhyuk era rimasto indietro a leggere un cartello informativo e, quando lo raggiunse, Donghae divenne teso, sentendo che l'atmosfera ea cambiata, data la sua presenza.
<< Da qui sembra una buona inquadrature >> disse Eunhyuk indicandogli il piccolo masso su cui si era seduo.
<< Grazie, lo controllo tra un minuto >> gli rispose vagamente Donghae, continuando a guardare nel suo apparecchio.
<< Che apertura hai dato all'obiettivo? C'è abbastanza luce? >>
<< Mmm? >> gli chiese lui, cercando di mettere a fuoco e poi, sollevando la testa, aggiunse: << Il diaframma di apertura è regolato... >>
<< Oh! >> rispose Eunhyuk con competenza. << Hai provato quell'edificio lassù? >> Chinandosi di nuovo sull'apparecchio e contando fino a tre prima di rispondere, Donghae dice con voce falsa: << No, Eunhyuk, non ho provato. Non sono obbligato a farlo! >>
<< Scusa, volevo solo aiutarti >>
Il lampo negli ochhi di Donghae, espresse molto chiaramente la sua opinione sulla parola  " aiutarti", quando gli rispose: << Se ti sei scoperto un'improvvisa passione per la fotografia, possiamo andare all'emporio e comprarti una Instamatic, se vuoi >>
Gli rispose solo il silenzio.
Dopo una mezz'ora, Donghae aveva scattato tre rollini di fotografie e stava chinandosi per prenderne un quarto, quando vide Eunhyuk che, appoggiato ad una parete, con le gambe piegate, lo osservava in silenzio. Si sentì improvvisamente in colpa per averlo lasciato lì solo, nel caldo e, riponendo la sua apparecchitura, disse: << Che ne dici se andiamo a cercare da mangiare? >>
Mangiarono un robusto pranzo al ristorantino di Furnace CXreek, dove Donghae, davanti ad un'enorme insalata mista, cercava di condurre una conversazione neutrale, non senza essersi scusato con Eunhyuk della sua insolenza di poco prima. Il sorriso di Eunhyuk intaccò la sua corazza di indifferenza ed istintivamente gli ricambiò il sorriso.
<< No, avevi ragione. Stavo interferendo con qualcosa che conosco appena >> gli disse continuando a sorridere con tenerezza, conscio di quella piccola tregua fra loro. << Ho sempre pensato che stare ad osservare qualcuno "trasportato dal sacro fuoco dell'arte" non avesse senso, ma non dopo aver visto te questa mattina. Era la prima volta che ti vedevo prender fotografie >>
<< Ma se mi hai visto centinaia di volte, al tempo del Beacon! >>
<< Si, ma mai con la passione di oggi >> gli disse Eunhyuk, con gli occhi ancora brillanti a qiel ricordo. << Al Baecon le nostre menti erano troppo occupate dalla storia che stavamo vivendo. Ma oggi era differente... >>
Donghae abassò gli occhi, accigliati, su un'innocente fettina di formaggio. << Non ci avevo mai pensato prima. Credo. Essere trasportata dall'arte e tutte quelle altre banalità...ma, in un erto senso, è proprio quello che mi sta succedendo >>.Stava portandosi una foglia di lattuga alla bocca, ma si fermò con la forchetta a mezz'aria, penseroso.
Aveva cominciato ad interessarsi alla fotografia cinque anni prima, ma finche Eunhyuk non glielo aveva fatto notare, non si era reso conto di quanto fosse importante per lui.
<< E' una grossa fatica mentale quella che faccio per concentrarmi sulla luce, leombre, la distanza, cercando di immaginare la foto finita, così come la vedo nella mia mente >>.
Piegò la testa da un lato, cercando le parole giuste che chiarissero il concetto. << Non so quanto tempi passi, quando faccio questo, ma mi rendo conto che, appena scattata la foto, torno immediatamente al presente e a ciò che mi circonda >>. Gli sorrise timidamente, aggiungendo: << Forse non ha nessun senso >>.
<< E invece ne ha. E molto >>.
La sinceritòà di quelle parole traspariva dagli occhi di Eunhyuk, che lo guardava con tenerezza. Donghae sentì un caldo affetto riempirgli il cuoree, per la prima volta dopo molto tempo, si sentì invadere da un'ondata di felicità.
Eunhyukl' aveva sempre forzato a esaminare e a scoprire quei lati di se stesso che lui poteva solo intuire istintivamente. Adesso si rendeva conto che lui l'aveva sempre fatto sentire vivo. Solo quando lui gli era stato accanto, spronandolo a conoscersi e a superare i limiti del suo carattere, Donghae aveva sentito di essere totalmente felice.
Incosciamente, i suoi occhi gli resero il sorriso e la mano di Eunhyuk si mosse per coprire la sua, trasmettendogli un contatto "elettrico" che ormai si era stabilito fra loro. Donghae sentì di nuovo quella offerta di calore e di protezione che lui gli aveva fatto tanto tempo prima...Ma non poteva permettersi di annullarsi ancora con lui! Ricordava ancora come cinque anni prima, aveva rischiato di cedere alla sua seducente personalità.
<< Quando pensi di tornare al Monitor? >> gli chiese poi, cercando di alleggerire il tono della conversazione. << Yesung avrà sicuramente molte cose da spiegarti >>. Un lampo di irritazione percorse il viso di Eunhyuk, mentre gli rispondeva: << Yesung e io siamo d'accordo che quello che ancora non so, posso benissimo impararlo dopo che avrò assunto l'incarico. E se devo ancora sorbirmi una delle riunioni di KangIn... >>
Donghae rise suo malgrado. << Di solito sta dietro la grande porta di quercia all'altro lato del palazzo e non si scoccia, ma ogni tanto ha una di quelle che Shindong chiama "frenesia da riunione" >>.
Eunhyuk brontolò e chiuse gli occhi come davanti ad una catastrofe: << E ogni quanto ha queste frenesie? >>
<< Oh, due o tre volte...l'anno >> gli disse lentamente, per spaventarlo. Eunhyuk gli diede uno sguardo cupo. << Spero che ne abbia già avuta una prima che io ritorni >>.
L'allegria disparve dagli occhi di Donghae, quando gli chiese: << E quanto conti di partire? >>
<< Probabilmente nonprima della fine della settimana >>.
DOnghae sospirò tra i denti. Oh, come avrebbe voluto che se ne fosse andato prima!
<< Vorrei visitare Zabriskie Point, prima che faccia buio >> lo informò alzandosi di scatto.
<< Donghae... >> cominciò Eunhyuk, ma lui ormai aveva raggiunto la porta senza neanche ascoltarlo.
Quando si fermarono ad ammirare lo spettacolo stupendo della terra sconvolta dai fenomeni geologici, che si estendeva sotto di loro, Donghae sentì i suoi nervi all'erta per la presenza di Eunhyuk vicino a lui. Il vento scompigliava i suoi capelli, ma quando lui cerò di sistemarli, Eunhyuk gli fermò la mano. Tremante,Donghae si allontanò da Eunhyuk per far ritorno alla moto, dando un'ultima occhiata ammirata a quello sconvolgente spettacolo naturale.
<< Vorrei tornare domattina all'alba per fare delle fotografie >>.
<< All' alba? >>
<< A quell'ora c'è la luce migliore. Ognuna di quelle crepe sarà come una lama tagliente. L'alba e il tramonto sono le ore preferite dai fotografi: le ombre lunghe e dense danno alle fotografie dimensioni e profondità perfetto >>.
Tornati al campo, si accinsero a preparare la cena; Eunhyuk tentò un ultima volta: << Ancora non capisco perchè devi alzarti all'alba, soltanto per veder sorgere il sole. Non va bene alle nove o alle dieci? >>
Sospirando, Donghae finì di accendere il fornello, prima di alzarsi e rispondergli in tono paziente: << Quando il sole sta ad una certa altezza, la scena è piatta come un foglio di carta. Sono necessarie le ombre, che danno profondità >>. Avrebbe voluto dargli altre spiegazion, ma, vedendo che lui stava togliendo dalla carta ben cinque hamburger, con aria stupita chiese: << Aspetti ospiti? >>
<< E' solo un piatto per superaffamati, accompagnato da insalata di patate e piselli >> gli rispose ridendo.
<< Se resto bloccato qui con te,mi metterai all'ingrasso, con tutte queste offerte di cibo! >>
<< E che ne pensi di questi? >> disse Eunhyuk, uscendo dal camper e depositando sul tavolo una busta di plastica. << Per il " gran sacerdote" della fotografia! >>
<< Pistacchi! >> Donghae ne agguantò qualcun, cominciando a sbucciarli. << Meravigliosi! Ma come hai fatto a ricordarti di una sciocchezza come questa? >>
<< Come avrei potuto dimenticarla? Per un certo periodo, ho pensato che metà della produzione mondiale di cibo fosse verde. Non solo mi riempivi di verdure, ma gli unici dessert che conoscevi erano: gelato di pistacchi e torta di pistacchi. Il gelato lo sopportavo, ma la torta era terrificante! >>
Donghae sorrise al ricordo dei suoi maldestri tentativi di nutrirlo. << Io non avevo bisogno di una dieta, ma tu si! ><
<< Ora sono abbastanza sano o vuoi tenermi ancora a dieta? >>
Donghae, che stava inginocchiato davanti ai fornelli, alla sua domanda si voltò per guardarlo: con quel fisico, parlava di salute! Si mise un altro pistacchio in bocca per nascondere l’imbarazzo di certi pensieri, quando lui portò gli hamburger verso il fuoco: << penso che la brace vada bene ora, ero? >> disse mettendo la carne sulla griglia. << Dov’è la forchetta…? Oh, eccola lì! >> E, nel prenderla, si avvicinò a lui, baciandogli il collo. Sottraendosi velocemente, Donghae andò dal altro lato del tavolo, cominciando a condire l’insalata.
<< Cosa hai detto? >> chiese Eunhyuk.
<< Uh? Io non ho parlato >> rispose lui con un affascinante sguardo confuso, ancora stordito dall’effetto bruciante di quel bacio.
<< Pensavo avessi detto qualcosa >>.
<< No, no, non ho detto niente >>. Sentendosi uno sciocco, cercava disperatamente qualcosa da dire.
<< Questa insilata sembra buona. L’hai fatta tu? >>
<< No >> rise Eunhyuk e aggiunse: << Il più grande cuoco francese l’ha comprata nel più bel negozio di delicatezze di Hannah! >>
Stando allo scherzo, Donghae aggiunse: << Vuoi dire in quell’ “unico buco” di Hannah! A proposito, lo sai che solo lì ho visto mangiare panini con carne in scatola? Che barbari! >>
<< E chi te l’ha fatto fare di trasferirti ad Hannah? >>
Quelle parole di Eunhyuk risvegliarono in Donghae spiacevoli ricordi e, disse con voce piatto: << Penso che gli hamburger siano pronti >>.
Fu soltanto quando furono seduti davanti al fuoco, che ebbe il coraggio di guardarlo di nuovo. Il sorriso era scomparso dagli occhi di Eunhyuk, divenuti impenetrabili come lastre d’ardesia. Erano vicinissimi e restarono silenziosi finchè Eunhyuk, guardandolo,gli chiese con insistente dolcezza: << Allora perché proprio Hannah? >>
Possibile che non lo capisse da solo?
<< Dopo la morte di Heechul, ho cominciato a cercare lavoro in tutti i giornali dello stato e il Monitor è stato il primo a offrirmelo >>.
<< Solo per questo? E non ti sei preoccupato di sapere che genere di giornale fosse? >> Donghae scosse la testa.
<< Non mi interessava. L’unica cosa che mi importava era che fosse lontano da dove vivevo >>.
Fissando il bagliore delle fiamme, Eunhyuk cominciò a mangiare, pensieroso. Dopo un interminabile silenzio, parlò di nuovo: << La morte di Heechul ti ha colpito molto, vero? >>
<< Si, molto, ma non come intendi tu. Avevamo avuto un litigio e io ero dovuto uscire per un servizio, quella notte. Ero appena rientrato, quando mi chiamò lo sceriffo: non potevo credere che fosse morto. Continuavo a ripetermi che non era possibile… >>
<< Donghae, non voglio farti soffrire ancora >> disse eunhyuk, abbracciandolo, e lui si abbandonò, grato, a quell’abbraccio.
<< Quante volte l’ho maledetto! Sembrava l’avesse fatto apposta per farmi sentire in colpa, pieno di vergogna e per perseguitarmi con il suo ricordo >>. Ma ora quel ricordo stava impallidendo sotto l’effetto del calore che Eunhyuk gli trasmetteva.
<< Quando hai smesso di amarlo? >> gli chiese, con la voce resa aspra dal ricordo del suo stesso dolore.
<< Non ho smesso di amarlo, Eunhyuk >> disse lui con voce pacata, << perché non l’ho mai amato >>.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


L'abbraccio di Eunhyuk non si allentò, come lui si aspettava, dopo le sue ultime parole. Al contrario, ora lui lo stava stringendo sempre più a sè, finchè i loro corpi non furono uniti; il petto di Donghae contro il petto ampio di Eunhyuk.
<< Eunhyuk, io... >> cominciò col dire, interrotto dallo sguardo di lui, che brillava dell'antica passione.
Solo il sottile spessore dei loro vestiti separava i loro corpi: i muscoli potenti gli schiacciavano i capezzoli sensibili e Donghae sentì contrarsi in uno spasimo di desiderio. Abbassò lo sguardò, nel vano tentativo di sfuggire agli occhi d'argento brunito che lo scrutavano. Eunhyuk gli sollevò il mento, obbligandolo a guardarlo in viso. Donghae avrebbe voluto dirgli che Heechul non era più fra loro, che parlarne gli era in qualche modo servito a esorcizzare quel fantasma, ma lui era ben lungi dal volerlo ascoltare.
<< Tesoro, non c'è più nesuno che tu debba maledire >> disse in un soffio, e gli chiuse la bocca con un bacio appassionato. Le labbra di Donghae si dischiusero arrendevoli, docili alla padronanza che la bocca di Eunhyuk esercitava sulla sua. Non potè impedirsi di rispondere al bacio: quell'assalto improvviso non gli aveva permesso di preparare nessuna difesa. ora sentiva la lingua di lui esplorargli la bocca fin nei più intimi recessi, con una lentezza che lo faceva sconvolgere e che faceva esplodere in lui, con violenza, il desiderio così a lungo represso. Cercò ancora,k disperatamente, di rievocare i ricordi spiacevoli del loro passato, poi si arrese, incapace di combattere oltre contro Eunhyuk e contro se stesso.
Donghae cominciò ad accarezzarlo sulle braccia, sulle spalle e fra i capelli e il corpo di lui rispose con un sussulto alla carezze. Gemette di piacere, quando trovò, sotto la camicia, i fianchi morbidi di lui. Con estrema dolcezza, le sue mani risalirono lentamente.
Ipnotizzato da quel gioco estenuante, Donghae assaporava il piacere che lui gli dava: cominciò ad accarezzarlo sulla schiena muscolosa, scivolando, con un tocco leggero e insinuante delle dita, fino alle scapole e giù, lungo la spina dorsale, fino a indugiare fra i jeans e la calda pelle di lui.
<< Donghae, così mi fai impazzire... >> mormorò con voce rotta dal desiderio, continuando a baciarlo sulla pelle profumata del collo e Donghae, svuotato dalla passione, si lasciò andare ai suoi abbracci.
<< Amami, Donghae! Ti prego resta con me e amami! >>
Tornando alla realtà, a quel richiamo appassionato Donghae si irrigidì e si scostò da lui, fissandolo negli occhi.
<< Perchè combatti contro te stesso? >> domandò Eunhyuk. << Tante cose ci legano, come puoi negarlo? >>
<< Ci sono troppe cose che ci legano >> rispose donghae con dolcezza. << Nulla è cambiato, Eunhyuk, nemmeno il passato: non posso cancellare gli anni con Heechul >>.
<< Donghae, Donghae, ma è proprio l'immagine di Heechul che non vuoi e non puoi cancellare, o il tuo desiderio di me? Quale è la vera battaglia che ti ostini a combattere? Quale è il prezzo che intendi pagare per questa lotta contro te stesso? >>
<< Non c'è nessuna lotta: semplicemente non voglio sentire questa specie di strano controllo che eserciti su di me. Non l'ho voluto allora e non lo voglio adesso. Ho cercato di dirtelo, prima, ma non hai voluto ascoltarmi >>.
<< Si che ti ho ascoltato, ma non ti credo >>.
<< ti assicuro ce devi credermi >>.
Eunhyuk si allontanò d lui: ora guardava il fuoco e l'aria fredda della notte aveva già dissolto il calore e il benessere di poco prima.
Restarono così, davanti al falò: Donghae con le braccia conserte, in preda ad una sensazione di gelo interiore, ed Eunhyuk, fumando silenziosamente il suo sigaro.
<< Mi sembra di ricordare che qualcuno volesse alzarsi domattina prima dell’alba >> disse lui, improvvisamente gaio. << Perché non vai a letto, tesoro? >>
<< Ma Eunhyuk, tu non devi… >>
<< Via, a letto! L’alba non aspetta i fotoreporter pigri >> continuò, alzandosi per accompagnarlo alla canadese e dandogli un piccolo bacio sulla fronte in segno di commiato.
Donghae si svestì in fretta e scivolò nel sacco a pelo. Ogni fibra del suo corpo urlava il suo desiderio di lui: con un dolore quasi fisico, rievocò il ricordo lontano del suo grande corpo abbandonato acanto a lui dopo aver fatto l’amore. Cercò di respingere quell’immagine ossessionante, dicendosi che l’indomani avrebbe tenuto Eunhyuk a debita distanza, finchè, finalmente, il sonno lo vinse.
Poche ore dopo, fu risvegliata dall’acuto allarme della sveglia; si vestì in fretta e controllò che il materiale fotografico fosse in ordine. Strava appunto regolando la macchina fotografico, quando Eunhyuk fece la sua comparsa, già vestito e pronto per seguirlo.
<< Che buon odore il tuo caffè! >> disse Donghae guardando con cupidigia la tazza fumante che lui aveva in mano; Eunhyuk gliela porse subito, galante, guardandolo diertito.
<< E’ meglio che andiamo, ora. Il sole sta salendo e, se non ci sbrighiamo, non farò in tempo a scattare le mie foto >>.
Giunsero a Zabriskie Point prima che il sole sorgesse sulle montagne e, quando apparve, Donghae era pronto con la sua macchina fotografica. Con movimenti esperti e sicuri, fotografò le dune desolate da diverse angolazioni, cercando di cogliere, con l’obiettivo, l’intensa drammaticità del paesaggio, finchè, scattata l’ultima foto del suo quarto rollino, si accorse che Eunhyuk lo stava fissando con ammirazione.
<< Tu non sai quanto sei bello! >> gli disse con voce bassa e vibrante. << Quando lavori e sei così assorto, i tuoi occhi diventano d’oro >>.
Gli accarezzò uno zigomo, teneramente. E lui fu preso, come sempre al contatto di lui, da quello strano sortilegio che gli impediva di muoversi e gli toglieva il respiro. Guardò ipnotizzato le labbra di Eunhyuk, che si avvicinavano alle sue.
Si preparò alla forza esplosiva di un suo bacio appassionato, invece le labbra di lui si posarono sulle sue con una tenerezza dolce e struggente. Scosso e confuso, si allontanò da lui per riordinare, alla mene peggio, il suo materiale fotografico.Che cosa era successo? Come poteva un piccolo bacio gentile far vacillare tutte le sue convinzioni e i suoi proponimenti di saggezza?
Quando osò alzare lo sguardo sugli occhi scuri di Eunhyuk che lo fissavano, sentì che stava ancora per arrendersi a un suo bacio. Di nuovo, con desiderio crescente, lui assaporò la tenera morbidezza delle sue labbra con baci esperti ed esigenti finchè Donghae, incapace di resistere, cominciò a baciarlo a sua volta: la sua lingua, superando la bianca barriera dei denti, affondò nella bocca di lui, profondamente, bevendo avido quel bacio, desideroso di ottenere da lui tutto quello che poteva offrire.
I brividi improvvisi che gli salivano dalle viscere era il naturale preludio alla sua irrazionale perdita di inibizioni.
Donghae si sentì salvo, quando un clacson li avvertì dell’arrivo di una macchina nel parcheggio. Staccandosi, rimasero a fissarsi l’un l’altro, cercando di ritrovare il normale ritmo del loro respiro.
<< Che ne dici di mangiare un boccone? >> chiese Donghae, salendo in moto ancora evidentemente scosso.<< Mi pare una buona idea! >>
Tornati al campo, si occuparono della colazione in silenzio.
Eunhyuk preparò le uova fritte col bacon e i toast, mentre Donghae apparecchiava il tavolo da picnic.
Entrambi continuarono a tacere, riluttanti ad affrontare un qualsiasi argomento di conversazione, mentre il bacio a Zabriskie Point era ancora una forza tangibile tra loro.
Donghae sapeva esattamente ormai che le reazioni dei suoi sensi a quel bacio lo stavano portando verso una resa definitiva. Non sentiva rabbia per questo, ma una fredda sensazione di paura si stava impadronendo di lui e pensò disperatamente a un modo gentile per chiedere a Eunhyuk di lasciarlo solo. Si rendeva conto che, se fossero rimasti ad Hannah, sarebbe stato più facile per lui mantenere il controllo della situazione, ma lì, quella profonda attrazione reciproca rischiava di far crollare le barriere che, faticosamente, aveva cercato di porre fra loro.
<< Eunhyuk, dobbiamo riflettere per renderci conto di dove tutto ciò ci sta portando >>
<< Entrambi sappiamo benissimo dove >> rispose Eunhyuk carezzandogli il dorso della mano. << Ci sta portando al tempo in cui ci appartenevamo l’uno al altro >>.
Donghae, ritraendo la mano, rispose con enfasi: << Non capisci; non ci sta portando in nessun luogo! Guarda la scena dal di fuori, Eunhyuk e ti accorgerai che ormai c’è solo un palcoscenico vuoto >>.
<< No, non è un palcoscenico vuoto che ci sta di fronte, ma una vita di felicità e amore da vivere insieme >>.
<< Che cosa stai dicendo? >> gli rispose con una nota isterica nella voce, sentendo già, intorno a sé, le catene di un legame troppo temuto.
<< Che cosa pensi che stia dicendo? Voglio semplicemente che io e te stiamo insieme per sem… >>
<< No! >> gridò Donghae. << Non voglio che tu lo dica!| >> aggiunse trattenendo a stento le lacrime dipanico che gli salivano agli occhi. Poi le parole fluirono rapide, dettate dalla paura: << Non vuoi capirlo? Non staremo insieme. Né ora, né mai! >>
<< So bene cosa succede quando due si dicono "Staremo insieme per sempre" e se ne vanno tutti contenti all'altare. Appena pronunciano il si, la gabbia si chiude e quello che sembrava meraviglioso diventa un inferno; quello che prima era accettabile diventa una condanna: ed ecco lì che giorno dopo giorno, ora dopo ora, ci si ritrova a voler fuggire. Si è obbligati a calarsi in una  parte che non ci si addice >>.
<< Donghae, sai benissimo che non vorrei mai... >>
<< Non vorresti cosa? Farmi cambiare? Ah! >> esclamò alzandosi di scatto e cominciando a passeggiare nervosamente. << Ti ricordi Heechul? I primi tempi, ogni volta che uscivamo insieme, teneva moltissimo a presentarmi a tutti come marito-fotoreporter: " Avete letto quell'articolo!", mi sfoggiava con orgoglio! >>.
<< E ti è dispiaciuto quando ha smesso diki farlo? >> chiese Eunhyuk con una smorfia interrogativa.
<< Magari avesse smesso! Forse sarebbe stato più sopportabile! Invce ha continuato con le sue lodi pubbliche, facendomi sentire che contavo per lui solo perchè ero un giornalista >>.
Si fermò e, in piedi accanto a lui, con le mani puntate sul tavolo, continuò: << Lo sai invece cos'era veramente inportante per lui? Trovare la cena pronta alle sei in punto, proprio quando io ero occupato con una riunione, oppure farmi scenate quando, di notte, dovevo uscire per un servizio >>.
Riprese a camminare agitato, mentre il sole acendeva di riflessi rossi i suoi capelli. << E lo sai perchè era uscito di casa furioso, quella sera che poi è andato fuori strada, uccidendosi? Si era arrabbiato perchè non aveva trovato i suoi calzini preferiti. Un dannatissimo paio di calzini! >>
Era scosso dai singhiozzi e il suo volto era rigato di pianto. Eunhyuk gli si avvicinò, abbracciandolo teneramente, ma le parole che dissero non fecero che aumentare la rabbia: << Donghae, Heechul ha mai più lavorato come giornalista, dopo che dovette andarsene dal Baecon per aver pubblicato quella montatura? >> Donghae si irrigidì e scosse la testa, in segno di disniego, mentre Eunhyuk continuò: << Allora non pensi che il suo comportamento fosse dettato da una specie di rivalità contro di te? Come pensi che potesse sentirsi con un marito guardato con rispetto, nello stesso ambiente da cui lui era stato emarginato? >>
Donghae si liberò dall'abbraccio. << Lo sapevo che avresti preso le sue difese! >>
<< Non lo sto difendendo, sto solo suggerendo che, forse, non era nè il matrimonio, nè il vostro legame a farlo agire così, ma la sua frustazione e la sua invidia >>.
Eunhyuk andò verso di lui, tenendogli le braccia, ma lui si ritrasse. << Non mi toccare! >> disse con voce bassa e minacciosa.
<< Non volevo farti adirare >> si scusò Eunhyuk, stupito dalla sua violenta reazione. << Andremo sulle dune, come avevamo deciso, parleremo più tardi >>.
Sentendosisul punto di svenire, Donghae si sedette, cercando di ritrovare la calma. << No, vai tu. Non ho vogliadi venire >> disse, respirando a fatica.
<< Non credo che sia il caso che tu rimanga da solo. Possiamo andarci più tardi >>.
<< No, per favore, vai >> lo pregò lui, mentre la sua rabbia svaniva per lasciar posto soltanto a un dolore cocente: adesso, tutto ciò che desiderava era di cercare di ricostruire il fragile muro del suo autocontrollo.
Distolse lo sguardo dal viso preoccupato di Eunhyuk. << Ho bisogno di stare da solo per un pò, starò benissimo. A dire la verità, avrei voglia di fare un giro in moto, ma non ne ho proprio la forza >>.
<< Sei sicuro di voler restare, andrò da solo, ma tornerò tra un ora per vedere come va >>.
Donghae annuì ed Eunhyuk si allontanò malinconicamente. << Riguardati, tesoro, ci vediamo tra un ora >>.
 
Un soffio di vento fece olare i piatti di carta dal tavolo da picnic, risvegliando Donghae dallo stato di trance in cui si trovava. guardando l'orologio, vide che era quasi mezzogiorno e cercò di ricordare da quanto tempo Eunhyuk se ne fosse andato: si rese conto che era passato molto più di un ora e lui avrebbe dovuto già essere di ritorno. Preoccupato, cominciò a pensare che forse era andato a pranzo a Furnace Creek, per lasciargli più tempo per star solo. Si, senza dubbio era stato così.
Inconsciamente, cominciò ad aprirsi la camicia e ad arrotolarsi le maniche, pensando al caldo che faceva a Death Valley. Il caldo! Eunhyuk aveva detto dinon esserci mai venuto prima, ma certamente non era così imprudente da esporsi al sole delle dune per così tanto tempo! Oppure era ancora lì?
Afferrando il casco e una borraccia, salì in fretta sulla moto e imboccò la strado verso le dune.
Il camper di Eunhyuk non era nel parcheggio del ristorante e Donghae, a tutta velocità, si diresse verso nord.
Attento a non oltrepassare lo svincolo per Sand Dunes, scrutava l’orizzonte deserto, ossessionato dall’immagine di Eunhyuk in pericolo. Stare esposti al sole per troppo tempo era un grosso rischio da quelle parti e causa di una sicura insolazione.
Quando finalmente imboccò la strada di ghiaia che conduceva al parcheggio di Sand Dunes, vide il camper, ma Eunhyuk non c’era: era ancora sulle dune!
Guardandosi intorno, freneticamente in cerca di un indizio della presenza di lui, Donghae vide una fila di impronte che andavano verso la duna più vicina e, presa la borraccia senza esitare un momento, cominciò a seguirle. Corse pazzamente, affondando fino alle caviglie nella sabbia molle e infuocata, arrancando faticosamente fino in cima alla collina. Ma anche di lì non riuscì a vedere nessun segno di vita: intorno a lui c’era solo un abbagliante mare di sabbia e il silenzio.
Girovagò ancora, disperato, fin quando non vide, dalla cima di un’altra collina, una sagoma scura che si muoveva esitante, parzialmente nascosta dal profilo di una duna.
Avanzando ancora, si rese conto che era proprio Eunhyuk che veniva verso di lui; inciampando, cadendo, ma vivo!
<< Eunhyuk! >> gridò con quanto fiato aveva in gola. Lui si fermò, lo vide e alzò un braccio, in un debole cenno di saluto.
Donghae si precipitò verso di lui. << Mio Dio! >> disse, sedendoglisi accanto e porgendogli la borraccia. << Bevi lentamente, altrimenti ti sentirai male >>. Adesso che gli era vicino, si accorse che, per fortuna, non stava così male come aveva temuto. Si era saggiamente avvolto il capo con un fazzoletto, lasciando che un lembo gli coprisse parte del viso.
<< Grazie >>mormorò, versandosi un po’ d’acqua sul capo prima di ridargli la borraccia, << sono contento di vederti >>.
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Lo aiutò ad alzarsi, vacillando un poco quando lui, sul punto di cadere, gli si appoggiò addossso con tutto il peso del corpo.
<< Tutto andrà bene, quando sarò all’ombra. Mio dio, che caldo! >> disse Eunhyuk con difficoltà. << Non avrei mai immaginato che in ottobre fosse così! >>
<< Siamo nella Death Valley. Ma andiamo via…è ridicolo rimanere qui a discutere del tempo >>.
Il ritorno al camper fu lento, con Eunhyuk che a ogni passo barcollava e rischiava di cadere: Donghae gli cingeva la vita, mentre lui si appoggiava alla sua spalla.
Giunti, con gran sollievo, in vista del camper, Eunhyuk disse: << Credo di aver lasciato aperta la porta posteriore >>. Una volta dentro, si stese sfinito sul divano, godendo del fresco e dell’ombra dell’interno.
<< Tieni, bevi questo >> disse Donghae, porgendogli un bicchiere di aranciata e, mentre lui beveva, regolò il condizionatore d’aria, per ottenere una temperatura più bassa.
<< Oh, che bello! >>esclamò lui, aprendosi la camicia per rinfrescarsi. << Non puoi abbassarlo ancora un po’? >>
<< No, non puoi passare da un estremo al altro. Adesso ti sentirai meglio, vedrai! >>  Togliendogli il fazzoletto dalla testa, Donghae pensò che eunhyuk aveva, probabilmente, un po’ di febbre. << Come va la testa? >>
<< Spaventosamente, grazie. Non credevo che, per due passi al sole, ci si potesse sentire con la testa  presa a martellate >>.
<< E’ brutto, eh?>> gli chiese Donghae, ottenendo solo un grugnito in risposta. << Bene, se il tuo stomaco sopporta l’aranciata, non c’è problema. Più tardi ti darò un’aspirina >>.
<< Non è per insistere, ma io mi sento ancora in fiamme. Sei sicuro che non puoi abbassare il condizionatore? >>
<< No >> disse lui, perentorio. Poi, desideroso di fare qualcosa per aiutarlo, si ricordò di un amico che aveva immerso il suo bambino nell’acqua fredda, per fargli abbassare la febbre. << Aspetta! So cosa fare. Togliti la camicia >>.
Eunhyuk aggrottò le sopracciglia. << Tesoro, non credo che sia questo il momento adatto…! >>
Con uno sguardo esasperato, Donghae si chinò per slacciargliela. << Saanto cielo! Va bene che hai avuto una brutta esperienza, ma non hai mica perso le mani! >>.
<< Beh, se proprio insisti… >>gli disse lui, attirandolo a sé.
<< Eunhyuk! Che stai facendo? >>
<< Ti sto dimostrando che ho ancora le mani! >> gli rispose ridendo. La mano cominciò ad accarezzarlo sotto la camicia e Donghae si divincolò con forza sentendolo bruciare.
<< Ma sei bollente! >> esclamò Donghae.
<< Te ne sei accorto! E’ per la tua vicinanza >>.
Prendendo un asciugamano da uno stipetto, Dognhae disse: << Sii serio, perché non hai detto che scottavi osì? Potrebbe essere pericoloso >>. Dopo aver bagnato e strizzato l’asciugamano, glielo portò. Eunhyuk, che si era tolto la camicia e si era disteso a pancia in sotto, mugolò sentendo il freddo sulla pelle bruciante, ma subito si rilassò al piacevole contatto.
Senza pensarci, Donghae fece scorrere lo sguardo su quella schiena forte e ricordò, con un brivido, come quella pelle compatta e serica aveva risposto alle sue carezze, la notte prima. Si sedette sul bordo del letto, umettandosi le labbra, improvvisamente divenute secche. Spostandogli l’asciugamano dalla schiena alle reni, non potè fare a meno di ammirare, ancora una volta, la stupenda struttura del suo corpo.
<< Volevo dirti una cosa importante >> mormorò Eunhyuk, con il viso affondato nel cuscino.
<< Me lo sono ricordato proprio ora. Pensao a tua madre… >>
<< Sh >> disse gentilmente Donghae. Poiché non aveva capito le sue parole, fu tentato di chiedergli di ripetere, ma non era quello il momento della conversazione. << Possiamo parlarne più tardi, Eunhyuk. Adesso riposa>> gli sussurrò.
Ancora una volta, gli rinfrescò il collo e le spalle, poi si alzò vedendo, dal ritmo regolare del suo respiro, che stava addormentandosi. Aggiustandogli il cuscino sotto la testa, dette uno sguardo dal finestrino e si rese conto che sarebbe stato più prudente far ritorno al campo, piuttosto che rimanere nel parcheggio di Sand Dunes poiché, se Eunhyuk fosse peggiorato, avrebbero più facilmente trovato soccorso.
Dopo aver dato un’ultima occhiata a Eunhyuk, lo lasciò per sedersi al posto di guida.Facendo manovre, vide, nello specchio retrovisore, la sua moto abbandonata nel parcheggio e provò una strana sensazione di dolore, come se stesse abbandonando una parte di se stesso: troppe emozioni l’avevano sconvolto, quel giorno…Sarebbe mai riuscito a essere come prima che Eunhyuk riapparisse nella sua vita?

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Eunhyuk si svegliò d'improvviso quandò Donghae arrivò al campo, ma lui non volle che si alzasse. Aveva guidato senza disturbarlo, perchè aveva più che altro bisogno di riposo.
Seduto accanto a Eunhyuk addormentato, Donghae stava prendendo appunti sul servizio fotografico di Zambriskie Point, quando un raggio di sole si posò sul viso dell'uomo, svegliandolo.
<< Che ore sono? >> chiese con voce assonnata.
<< Quasi le due. Come ti senti? >> disse Donghae, chinandosi su di lui. Con dita leggere accarezzò òa fronte di Eunhyuk per sentirne la temperatura. << Sembri più fresco >>. Passandosi la lingua sulle labbra aride, Eunhyuk si accorse di avere la bocca completamente secca e, tentando di alzarsi, disse: << Ho bisogno di un bicchiere d'acqua >>.
<< Stai sdraiato, te lo porto io...tieni, bevi lentamente >> gli raccomandò Donghae porgendoglielo, ma lui bevve quasi tutto d'un fiato.
Rendendogli  il bicchiere vuoto, gli disse: << Hai mai notato quando sembra buona l'acqua quando stai morendo di sete? >>
<< Capisco benissimo cosa vuoi dire. Anch'io mi sono disidratato, là fuori >>. Porgendogli una piccola scatolina bianca, gli disse: << Metti un pò di questo sulle labbra: le renderà più morbide >>
<< Mi prendi in giro? >>
<< Non essere ridicolo, è lucidalabbra incolore, inodore ed è molto nutriente. Se non ci credi, prova a sorridere >>
Le labra di lui si tesero in un tentativo doloroso. << Va bene, hai vinto tu >>
<< Guarda se nella borsa del pronto soccorso c'è della vasellina >> disse Eunhyuk in tono supplichevole.
<< Va bene, come vuoi >> Dopo aver pazientemente rovistato tra i vari medicamenti, finalmente trovò quello che cercava e lo porse a Eunhyuk.
<< Eco qua, il signore è servito! >>
<< Grazie >> Eunhyuk tentò di sorridergli, ma si arrestò per il dolore che quel tentativo gli procurava. Spalmate le labbra di vasellina, trovò finalmente un pò di sollievo e, rivolgendosi a Donghae che continuava a guardarlo con tenerezza e desiderio, gli disse: << Ero pronto a sentire caldo, ma un colpo di sole proprio non me lo aspettavo. mi sento come se avessi la pelle di cuoio secco >>.
A dire la verità, a Donghae non sembrava così malandato come diceva: aveva un'abbronzatura invidiabile ed un aspetto pieno di salute; poteva al massimo sembrare un pò affaticato, ma non poteva essersi completamente ristabilito.
<< ora ti porto dell'aspirina >> disse premuroso.
<< No, grazie. Sto bene >>.
Donghae lo guardò dall’alto, approfittando del suo temporaneo vantaggio di statura. << Certo, stai benissimo! >> replicò con sarcasmo. << Ed è per questo che ti stai toccando continuamente le tempie, vero? >>
<< Quante storie, per un mal di testa! >> disse Eunhyuk, in tono battagliero.
Donghae, sospirando, gli porse pazientemente due aspirine e un altro bicchiere d’acqua. Ci voleva un po’ di fermezza. << Per quanto mi piacciono i ragazzini, non avevo certo pensato di passare le mie vacanze a fare le coccole ad un pupo recalcitrante, per convincerlo a prendere la sua medicina! >>
Lui si arrese e, sbuffando, ingoiò l’aspirina.
<< Perché non provi a riposare un altro po’? >> continuò Donghae e, vista la sua riluttanza, aggiunse per convincerlo: << non c’è niente che bruci le energie più del sole e del vento. E tu ne hai avuti in abbondanza per oggi >>. Poi restò accanto a lui, finchè non si fu addormentato. Tornò agli appunti, ma i suoi pensieri erano altrove. Donghae si disse che l’isolamento in cui si trovavano stava lentamente distruggendo le barriere tra di loro. Solo ora, troppo tardi, si rese conto che avrebbe dovuto insistere con maggiore fermezza perché lui tornasse subito ad Hannah. Si accorse che ormai era completamente assorbito da lui, mentre ascoltava ogni suo piccolo respiro:era difficile negare quella calda intimità che si era ormai stabilità tra loro.
Cercò di concentrarsi sugli appunti e andò avanti con il suo lavoro.
Era ormai sera, quando Donghae fu interrotto da una strana sensazione: si girò e vide Eunhyuk che lo fissava con un’espressione indecifrabile. Il lenzuolo gli era scivolato, e lui dovette sforzarsi per continuare a guardarlo soltanto negli occhi.
<< Stai meglio? >> gli chiese, sperando che il disagio causatogli dallo sguardo di lui non fosse troppo evidente e girando la sedia per avere Eunhyuk di fronte.
<< Molto meglio. Grazie per avere insistito a farmi dormire…e per l’aspirina >> disse lui alzandosi a sedere sul letto. << Hai lasciato la moto alle dune, vero? >> domandò. << Possiamo andare a prenderla: credo che ce la farei benissimo >>.
<< Non ti preoccupare, la moto può aspettare >> gli rispose Donghae, dubbioso.
<< In fondo, tutto quello che dovrei fare è stare seduto al posto di guida e mettere in moto. Non è una gran fatica… >> replicò lui.
Donghae lo scrutò da vicino. << Sembri migliorato, in effetti. Forse potremmo andare, ma devi promettermi di rimetterti subito a letto, appena torniamo >>.
Il recupero della moto richiese più tempo del previsto. Rientrati al campo, dopo aver parcheggiato la moto, Donghae risalì sul camper e trovo Eunhyuk sdraiato sul divano.
<< Hai fatto colazione ma non il pranzo; vuoi mangiare? >> gli chiese.
<< Hai ragione, fammene una speciale! >>
<< Una cosa? >>
<< …Bistecca, naturalmente! Con patate e tanti spinaci >>.
<< Tu sogni. Devi mangiare leggero: insalata e omelette al formaggio, al massimo >>.
<< Va bene, mi arrendo, ma solo perché ho fame. Però non ti dimenticare i funghi; un’omelette senza funghi non è un’omelette >>.
Donghae si avvicinò al cucinino e, prese un coltello e un tagliere, disse a Eunhyuk con voce scherzosa: << Il grande chef Lee vuole cucinare o preferisce aspettare che sia tutto pronto? >>
<< il primo cuoco Lee dirigerà il suo sottocuoco affinchè faccia un’omelette superba >>.
Dandogli un’occhiata divertita, Donghae aprì il frigorifero, esclamando: << Non è possibile! Ci sono: due pomodori, tre carote, una cipolla, quattro patate ed una busta di funghi. Non ci sono vroccoli, né sedani, né avocado: niente che possa dirsi proprio verde. Ma…aspetta un minuto: prima volevi degli spinaci, allora ti piacciono! >>
<< Beh, lo ammetto: mi piacciono spinaci e carciofi >>.
<< Non sapevo che avessi dei gusti così particolari >>.
<< Una volta non parlavamo di verdure, eravamo troppo occupati in altre cose… >> Le parole di Eunhyuk uscirono lentamente, mentre i suoi occhi lo osservavano ammiccanti.
Donghae arrossì, mentre tagliava la cipolla con gesti nervosi.
Quel cameratismo gli aveva ricordato, con emozione, i tempi della loro relazione e, sentendosi senza difesa, cercò di sorridere con indifferenza dicendo: << No, non parlavamo di verdure, ma del modo in cui salvare il mondo dalla guerra e dalla povertà >>. Si fermò per asciugarsi gli occhi dalle lacrime che la cipolla gli aveva causato. << Mi ero dimenticato di quanto sono stupidi i giovani… >>
<< Che si amano >< finì Eunhyuk. Donghae si bloccò. Il modo in cui lui aveva pronunciato quelle parole, il tono, la dolcezza, la profondità rispondevano da soli a cioò che lui non poteva negare. Continuò a preparare la cena, ma ormai c’era nell’aria quel ricordo struggente delle vette che avevano raggiunto insieme, ai tempi del loro amore.
<< La cena è servita! >> disse,ponendo il piatto davanti a Eunhyuk e sedendogli di fronte. La cena fu piena di tensione; Eunhyuk continuò a seguire ogni gesto di Donghae, fissandogli le labbra ogni volta che portava la forchetta alle labbra, mentre lui masticava quasi inconsciamente non riuscendo a staccare gli occhi da quel torace forte e muscoloso, dalla pelle dorata. Lasciò la sua omelette a metà, perché l’appetito di poco prima gli era passato. I suoi sensi erano tutti tesi verso Eunhyuk: aveva fame di lui. Sparecchiò e mise in ordine, cercando di assumere un atteggiamento disinvolto, per nascondere il desiderio crescente di toccarlo e di possederlo. Ora erano seduti uno di fronte all’altro: Donghae sapeva che l’uomo avvertiva il richiamo del suo corpo e desiderò fuggire nella tenda, ma quando la mano di Eunhyuk gli si poggiò sulla spalla, in una carezza tenera e insinuante, si sentì definitivamente vinto e incapace di allontanarsi da lui.
<< Grazie della cena, tesoro >> disse lui, attirandolo a sé. Donghae, soggiogato, si sedette accanto a lui, che l’abbracciò sussurandogli: << Era proprio quello di cui avevo bisogno >>.
Poi il suo abbraccio si strinse e lentamente, dolcemente e inesorabilmente, le sue labbra si chiusero su quelle di Donghae.
L’attirò sopra di è, nella cuccetta, finchè non furono l’uno sopra l’altro; lo teneva allacciato a sé, premendolo contro la sua mascolinità, mentre con la lingua gli esplorava la bocca in un bacio sconvolgente che risvegliò ogni fibra del suo corpo. Incapace di controllarsi oltre, Donghae cominciò a rispondere alle carezze dell’uomo: con un tocco lieve, le sue dita scesero dalle braccia calde alla vita sottile, danzando la loro danza erotica attorno ad ogni muscolo, sulla pelle dorata e compatta. Per un momento ancora, Donghae cercò di essere presente a se stesso, ma quando lui prese a baciargli il collo, l’ultima barriera della sua razionalità crollò sotto l’ondata di passione che lo travolse.
<< Ah! >> genette di piacere, sentendo la dura mascolinità dell’uomo che premeva contro il suo sesso.
<< Eunhyuk, no >> esclamò con voce vibrante, << non sono pronto per questo… >> Ma non potè continuare; il bisogno di lui gli impedì di parlare oltre. Sapeva che Eunhyuk aveva deliberatamente ignorato le sue parole. Le mani di lui presero ad accarezzargli le cosce per poi scendere a cercare la sorgente del suo desiderio, a conferma della passione che il suo tocco gli avevo risvegliato.
Donghae gemette, spingendosi di più contro di lui, mentre le mani di Eunhyuk, seguendo i contorni morbidi del suo corpo, trovarono, sotto la camicia, il petto turgido, per poi stringere il roseo capezzolo, provocandogli un gemito di piacere. L’eccitazione di Donghae fu un invito per Eunhyuk a continuare; lui stava per protestare, quando sentì le dita di Eunhyuk sbottonargli la camicia. Rimasero un attimo fermi, ansando per l’eccitazione; Donghae si stupì dell’interruzione, ma quando Eunhyuk lo baciò sulla fronte, capì che voleva dargli tempo perché si rendesse conto esattamente di ciò che stava facendo. Ma l’eco della sua protesta era svanita e cominciò ad accarezzarlo sul petto, fino ad arrivare alla cintura. Dopo un lungo gemito, cominciò a slacciarla ed Eunhyuk gli prese la mano, dicendogli: << Ne sei sicuro, tesoro? >> Lui non poteva più negare  la forza del suo desiderio e, come risposta, gli baciò una spalla. Poi l’unico suono nel camper fu il rumore della cintura che cadeva: le mani di Donghae corsero immediatamente alla lampo dei jeans di Eunhyuk ed ebbero conferma del desiderio di lui, quando scivolarono dentro la stoffa consumata.
Il tempo non aveva significato: gli anni passati con Heechul, i cinque anni in cui lui ed Eunhyuk erano stati separati svanirono sotto quel vento di passione. Eunhyuk emise un gemito e Donghae senti le anche muoversi sotto la sua mano. Lo stava accarezzando sensualmente: l’unica barriera era costituita da una leggera stoffa degli slip. Improvvisamente non tollerò più quella barriera e si affrettò a togliergli i jeans ed Eunhyuk l’aiutò, finchè non caddero, insieme agli slip, sul pavimento.
La vista di quel corpo meraviglioso, orgoglioso del suo desiderio per lui, lo fece restare per un po’ in ammirazione, ma le mani di Eunhyuk non ebbero pausa e si affrettarono a denudarlo.
Tutto il resto scomparve, esisteva soltanto il contatto dei loro corpi nudi e il loro desiderio; erano persi nel vortice sensuale che Eunhyuk era sempre riuscito a creare per lui e Donghae era pronto a dare tutto se stesso. Le dita di lui carezzavano la sua forte mascolinità strappandogli gemiti di primordiale piacere e lui stesso annegava in un mare di erotismo spinto al massimo. Conscio della passione che riusciva a creare con le sue carezze. Era travolto da ondate di piacere e il sangue gli scorreva nelle vene come fuoco liquido. La mano di Eunhyuk riscopriva i segreti del suo corpo, i punti più sensibili che aumentavano il suo desiderio.
Le sue labbra seguivano i contorni del viso di Donghae, lasciando una scia umida con teneri, languidi baci. Mentre aumentava il ritmo, lui lo stringeva tra le braccia come in una morsa d’acciaio. Al limite della sua stessa coscienza, Donghae sentiva il respiro aumentare di intensità; il desiderio l’invadeva in ogni parte del corpo e voleva sempre di più. Eunhyuk era sempre più incollato a lui; mentre con una mano stringeva e solleticava il capezzolo eccitato, procurandogli gemiti di puro piacere, le loro labbra si cercavano per poi baciarsi con avidità. La mano di Eunhyuk abbandonò il petto per seguire i contorni del suo corpo fino a raggiungere il suo sesso. A qual contatto, Donghae si sentì trasportato al vertice del piacere e ogni sua cellula voleva arrivare dove sapeva che solo Eunhyuk era capace di portarlo.
Non potevano più attendere oltre e Donghae si ritrovò sopra di lui, che lo teneva per la vita, carezzandogli con una mano i fianchi. Poi un grido di piacere accompagnò l’istante supremo in cui lui lo penetrò. Donghae si abbandonò sul suo petto per accoglierlo dentro di sé; non importava più chi fossero, erano una sola cosa che navigava e si immergeva in un mare di passione e di poesia. Si muovevano all’unisono per incontrarsi, lasciarsi, ritrovarsi, sempre più freneticamente; poi tutto scomparve, sommerso dal loro incontrollato grido di godimento e mille stelle caddero dal cielo per invadere il loro essere e lasciarli esausti, e coperti di sudore, a ritrovare il normale ritmo del respiro. Donghae ritrovò quel meraviglioso senso di spossatezza, che aveva sempre provato dopo aver fatto l’amore con Eunhyuk, dolce come l’acqua dopo una lunga sete. Mormorandogli tenere parole, con voce assonnata, lui lo teneva stretto baciandogli il collo e le spalle.
Poi caddero addormentati, con le gambe e le braccia intrecciate e quel contatto rassicurante procurò loro un senso di pace e di abbandono totali.
La mattina dopo, Donghae venne svegliato dal suono della sveglia e si stupì che nulla intorno a lui fosse cambiato, mentre lui si sentiva un altro uomo: e la realtà lo spaventò. Voleva avere il tempo per pensare e per restare solo: decise di tornare a Zabriskie Point e, dopo aver lasciato a Eunhyuk un biglietto in cui gli diceva che, pur non essendo pentito della notte d’amore, aveva bisogno di riflettere, uscì dal camper in tutta fretta. Fece una corsa con la sua BMW nella fresca aria della mattina, contento di rilassarsi. Raggiunto il posto che cercava, si sedette su di un masso ad ammirare il bianco letto di sale, splendente nella prima luce del mattino. I suoi occhi spaziarono intorno, ma ben presto furono altre immagini che gli si presentarono alla mente; le immagini del suo passato.
Ripenso a Heechul e capì, in quel momento, che lui non l’aveva amato per quello che era, ma per ciò che voleva vedere in lui. Heechul, però, era stato il primo a introdurlo in quel mondo di stupende emozioni visive che è la fotografia, emozioni che l’avevano aiutato ad andare avanti per tutti quegli anni. Non poteva odiarlo, quello che era successo tra loro era stata colpa di entrambi: lui avrebbe forse potuto evitare il fallimento della loro storia se non avesse usato Heechul come una scappatoia da Eunhyuk. E proprio ora,che aveva ritrovato il suo equilibrio, Lee Eunhyuk era ricomparso nella sua vita: il fuoco tra loro era ancora vivo, la notte d’amore ne era stata una conferma. Ma poi? No, lui era troppo cambiato in quegli ultimi cinque anni, per farsi compromettere ancora da Eunhyuk.
Allora perché stava lì, invece che a fare tranquillamente colazione al campo?
Doveva capire esattamente che cosa volevsa.
Sarebbe riuscito a controllare tutto, una volta tornato ad Hannah? E lo voleva veramente?
Certamente! Non avrebbe più accettato quel soffocante possesso. Pensava di aver raggiunto la sua completa indipendenza, ma Eunhyuk, ancora una volta, era riuscito a farlo ricadere nell’incertezza e nei dubbi del suo passato.
Non poteva negare che Eunhyuk stimolava i suoi sensi, la sua creatività e la sua personalità:questo potere già una volta l’aveva spaventato e ne era fuggito. Ora aveva di nuovo paura. Cercava una soluzione ai suoi dubbi, vagando con lo sguardo nella irreale atmosfera della valle, ma non riuscì a trovare alcuna risposta.
Un rumore di sassi smossi l’avvertì di una presenza: era Eunhyuk che l’aveva raggiunto.
Voltandosi verso di lui, per un momento credette di vederlo com’era cinque anni prima e passato e presente gli si confusero nella mente.
Eunhyuk gli sorrise, facendolo sentire indifeso, ma subito si disse che erano cambiati tutti e due, che doveva guardare Eunhyuk con occhi diversi e che, la notte precedente, aveva fatto l’amore solo con un ricordo.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


La ghiaia scricchiolò sotto i piedi di Eunhyuk, mentre si avvicinava. << Ho pensato che ne avresti avuto bisogno  >> disse con voce pacata, poggiandogli accanto una borraccia e un sacchetto di pistacchi. Si sedette vicino a lui.
<< Grazie >> rispose Donghae, dandogli un’occhiata di sfuggita per poi tornare a guardare la vallata. Si umettò le labbra aride e divenne teso mentre con la cosa dell’occhio, lo vide protendersi versi di lui: ma Eunhyuk voleva solo porgergli la borraccia.
<< Tieni, bevi un sorso >> disse dandogliela. Era grato che lui non gli avesse fatto pesare il fatto di averlo lasciato solo; bevve un paio di sorsate e stava per ringraziarlo, quando lui lo interruppe.
<< Donghae, voglio che tu sappia che ciò che è accaduto la notte scorsa è molto importante per me. Credo che nessuno dei due lo abbia fatto con superficialità, ma non penso che implichi necessariamente un legame o un impegno per la vita >>.
I suoi occhi d’argento lo fissavano, sicuri, e Donghae poteva leggervi una grande sincerità: era vero, quello che era accaduto fra loro non significava di certo un impegno permanente, anche se lo sguardo di Eunhyuk non sembrava quello di un uomo in procinto di fuggire da una relazione.
<< Possiamo dividere molte cose >> disse, << ma quello che c’è stato e c’è fra di noi è fragile e deve essere coltivato e nutrito con attenzione. Sulle dune, ho pensato a tua madre e a quanto la sua esperienza negativa abbia condizionato la tua vita. Le mie esigenze e le mie pretese di possesso su di te hanno fatto sì che io ti perdessi e non voglio correre questo rischio un’altra volta >>.
Donghae sorrise. << Mi fai sentire fragile come la porcellana! >>
<< Non ti preoccupare, so bene che sei fatto di carne e di sangue >> rispose lui, ridendo.
La vicinanza e il suo sorriso ebbero su Donghae l’effetto che avevano sempre avuto, facendogli sentire quando era davvero fatto si sangue e carne. Cambiò posizione, sedendosi più comodamente.E Era giunta l’ora di dirgli che doveva andarsene, che lui non lo voleva, almeno per il momento,, imbarcarsi in nessuna relazione. Ma non riuscì ad essere così categorico come si era ripromesso.
<< Non ti faccio promesse, Eunhyuk, ma se non mi correrai dietro, non fuggirò >>. Nervosamente, pescò un pistacchio dal sacchetto e lo schiacciò. Il rumore risuonò nel silenzio.
Lui tacque a lungo e Donghae pensò che non avrebbe accettato il compromesso da lui proposto. Che cosa gli avrebbe detto? Dio mio, era così stanco di fuggire!
<< Non ti voglio mettere fretta >> disse lui, con voce vibrante. << Voglio il tuo amore, Donghae, ma anche la tua amicizia. E so che non avrò nessuno dei due se comincerò a coinvolgerti in problemi personali. Invece, quello che conto di fare è di esigere molto da te professionalmente. Perché sei un bravo fotoreporter >>.
Donghae rise, sollevato. Ma l’immagine inquietante del loro periodo di lavoro insieme, al Beacon, venne a tubarla. Allora il fatto di lavorare con Eunhyuk aveva  contribuito a far crescere la loro attrazione reciproca, fino a farla diventare quel fuoco devastante da cui aveva dovuto fuggire: ed ora, nonostante le assicurazioni di Eunhyuk, stava tutto per ricominciare?
Scosse la testa, in segno di diniego. No, non sarebbe stato così. Era ormai un uomo maturo, in grado di decidere del suo avvenire. D’ora in poi avrebbe smesso di pensare al passato e deciso per il futuro!
Dopo aver bevuto ancora una sorsata d’acqua dalla borraccia, si rivolse ad Eunhyuk con un sorriso: << Non vorrei sembrarti pesante, ma visto che la mia spedizione di ieri sulle dune è stata interrotta, vorrei riprovare >>.
Indicò le ombre che si addensavano nella valle e la luce azzurrastra sulle montagne, a est. << Il sole sta sorgendo >> continuò, << e le dune devono essere meravigliose. Pensi di sentirti in grado di venire? >>
Eunhyuk sorrise. << Il danno psicologico riportato dal famoso giornalista non è poi così terribile >> disse. << E poi, chi potrebbe salvarti se io non venissi? >>
<< Tu salvarmi? Ah! Ma io mica andrò in giro come un’incosciente, senza acqua e senza cappello! >>
<< ingrato! Almeno lascia che ti porti la macchina fotografica >>.
<< Uhm, mica mi fido tanto di affidarti una cosa così preziosa. Hai qualche esperienza? >>
<< ho fatto il raccattapalle ai giocatori di golf da piccolo. Credi che basti? Certo che ora preferirei un titolo più altisonante, tipo indispensabile assistente-fotografo >> scherzò Eunhyuk e risero assieme, andando verso il parcheggio. Erano una coppia ben assortita e il sentimento di cameratismo, cresciuto fra loro in quei giorni, sembrava averli uniti ancor di più: Donghae era contento che lui avesse deciso di seguirlo alle dune.
La moto e il camper erano gli unici veicoli, nel parcheggio. Lui si avviò verso la sua BMW ed Eunhyuk lo guardò, mentre assicurava meticolosamente il materiale fotografico al portabagagli.
<< Non vuoi fare colazione, prima di andare? >> gli chiese.
<< No, grazie. Voglio essere sicuro di fotografare le dune prima che il sole sia troppo alto >>.
<< D’accordo, schiavista. Ti seguo >> disse lui, baciandolo sul naso e chiudendole, subito dopo, il visore del casco.
Eunhyuk giunse al parcheggio delle dune poco dopo di lui.
Riempirono la borraccia al serbatoio del camper e, dopo che Donghae ebbe sostituito l’obiettivo da 50mm con uno da 200, si avviarono.
Eunhyuk portava la borraccia appesa a una spalla e la sacca della macchina fotografica all’altra. Arrampicandosi sulla prima duna, Donghae sentì un sospiro di esasperazione dietro di sé. << Che cosa hai messo dentro questo affare? >> si lamentò Eunhyuk indicando desolato la sacca. << sono blocchi di cemento? >>
<< Solo qualche pellicola, un altro corpo per la macchina e due abiettivi >>. Che cosa aveva da lamentarsi? Di solito lui portava da solo, oltre agli obiettivi, anche il flash! << Posso portarla io, se ti pesa! >> disse indispettito.
<< No, no. Credo di farcela: magari avrò una spalla di dieci centimetri più bassa dell’altra, ma fa lo stesso! >>
La mattinata proseguì tranquillamente Eunhyuk, in silenzio, prendeva in consegna i rollini usati e porgeva a Donghae quelli nuovi. Scambiarono poche parole, perché Donghae era tutto preso da quella che lui avrebbe definito la sua “foga artistica”.
<< Ho preso delle ottime foto! >> disse alla fine. << Vorrei non dover aspettare sabato per svilupparle >>.
Tornarono al parcheggio e i suoi occhi brillavano di contentezza: sorrise, rivolgendosi a lui. << Tutto merito del tuo aiuto, Eunhyuk! Questa volta non ho dovuto perdere tempo a cercare i rollini e gli obiettivi da sostituire. Grazie >>.
Il pranzo fu piacevolissimo e la seduta fotografica del pomeriggio, al Furnace Creek Museum, andò ancora meglio di quella della mattina. La sera, quello che Eunhyuk accompagnò alla sua tenda era un Donghae raggiante.
<< Grazie del tuo aiuto di oggi >> gli disse in un bisbiglio. Era stanchissimo e doveva sforzarsi per tenere gli occhi aperti.
Eunhyuk lo baciò teneramente sulla fronte, prima che scivolasse nella canadese.
Finalmente potè abbandonarsi al sonno e alla piacevole sensazione di calore che il bacio di Eunhyuk gli aveva lasciato.
<< Sei stato in una città fantasma, ultimamente? >> gli chiese Donghae, la mattina di tre giorni dopo. Era seduto dii fronte a lui e, nonostante la deliziosa colazione che lui aveva premurosamente preparato, era ansioso di cominciare la sua giornata di lavoro. << No, veramente no >> gli rispose, perplesso, chiedendosi in quale avventura volesse trascinarlo, questa volta.
<< Benone! >> continuò Donghae, imperterrito.
<< Rhyolite non è lontanissima: è dei primi del ventesimo secolo e ho ancora degli edifici interessanti che non sono crollati e che vorrei fotografare >>.
<< Forse è meglio che usiamo il camper, oggi >> propose Eunhyuk, prudente. Un vento leggero, ma freddo aveva soffiato tutto il giorno sul loro corpo, obbligandoli ad ancorare alla meno peggio i piatti e i bicchieri di carta. Donghae dovette ammettere che Eunhyuk aveva avuto una buona idea. << D’accordo, ma non dimenticare di far rifornimento di carburante a Furnace Creek, perché non c’è un posto neanche lontanamente simile ad un distributore, da qui a Rhyolite >>. Almeno, nel camper, lui sarebbe stato a debita distanza da Donghae.
Una  volta partiti, Donghae  fece da secondo pilota, dando ad Eunhyuk le indicazioni sulla strada da seguire. Lui guidava con abilità sulla strada tutti tornanti, il suo corpo sembrava quello di un felino, apparentemente in riposo, ma in realtà all’erta e pronto a reazioni improvvise.
Guardando i suoi muscoli agili, evidenti sotto le maniche arrotolate della camicia, lui non potè fare a meno di pensare a quelle stesse braccia, strette attorno al suo corpo, quando avevano fatto l’amore. Cercò di non pensarci,guardando il paesaggio che li circondava, finchè le roccie color lavanda che ricoprivano il terreno gli dissero che erano giunti a Rhyolite.
Donghae saltò giù dal camper e cominciò a cercare il punto adatto per iniziare la sua spedizione.
Attorno a loro sorgevano rovine di pietra e di cemento, tutte in diverse fasi di decomposizione. Proprio di fronte a lui c’era il vecchio palazzo della banca, di cui restavano solo due pareti ed una scala, misteriosamente sospesa nel vuoto.
<< Che ne pensi? Non è straordinario? >> domandò Eunhyuk, quando lui gli fu vicino.
<< Non è proprio come lo avevo immaginata >> gridò lui, per farsi sentire attraverso il vento che soffiava forte. << mi aspettavo uno scenario da film western, non una città del 1925 >>.
Donghae cominciò a scattare fotografie, ma non riusciva a concentrarsi completamente. Verso mezzogiorno, dopo un lavoro particolarmente lungo e faticoso, si girò verso Eunhyuk, per scattargli una foto. Guardando nel mirino,fu preso da un attimo di disorientamento.
Lui era seduto su un muricciolo, nella stessa posizione in cui lo aveva ritratto tanto tempo prima, in quella foto che aveva ad Hannah. Davanti a quell’immagine del passato, Donghae si sdoppiò per un attimo tra il ragazzino che aveva scattato quella prima foto e il giovane uomo che era ora.
Cercò di fissare l’inquadratura e le differenze apparvero più evidenti: anche l’espressione di lui era profondamente diversa. Nella prima foto, lui lo guardava con tenerezza e un po’ di indulgenza. Ma ora il suo sguardo era di aperta ammirazione: c’era ancora tenerezza, ma con rispetto ed un desiderio evidente e controllato. In quel momento, Donghae realizzò che, se anche era vero che Eunhyuk gli stava dando tempo, certamente non si sarebbe arreso.
Tornarono a Death Valley, stanchi e affamati dopo un pomeriggio faticoso.
<< Perché non ceniamo nel camper, stasera? Non che sia molto freddo, ma questo vento è troppo fastidioso per mangiare fuori >> disse Eunhyuk.
<< Come vuoi >> rispose Donghae in un bisbiglio.
Era stanco, ma si sentiva piacevolmente vivo e soddisfatto della sua giornata. Riordinò con cura la macchina e gli obiettivi nella tenda, grato ad Eunhyuk che si era offerto di preparare la cena.
<< Uhm? >> Donghae si svegliò di soprassalto, rendendosi conto che Eunhyuk gli aveva chiesto qualcosa che non era assolutamente in grado di ricordare: si ritrovò seduto nel camper, con le braccia poggiate sul tavolo e la testa ciondoloni. Eunhyuk lo guardava sorridendo, anche lui stanchissimo.
<< Andiamo, ti porto a letto >> sospirò, alzandosi a fatica. Fli circondò le spalle con un braccio e l’accompagnò verso la canadese.
Donghae fece per entrare nella tenda, ma inciampò malamente nella lampo non perfettamente aperta. Lui l’aiutò ad entrare e a coricarsi sul sacco a pelo; era troppo stanco per spogliarsi e cullato piacevolmente dal calore del suo abbraccio, semiaddormentato, lo lasciò sdraiarsi accanto a lui.
Giacquero l’uno accanto all’altro, cercando il tepore dei rispettivi corpi, poi Donghae, completamente abbandonato in quel piacevole stato di dormiveglia, sentì dei piccoli, deliziosi brividi di piacere che gli percorrevano il collo e la nuca, alla base dei capelli. Si strinse ancora di più a lui, mentre il suo corpo rispondeva, suo malgrado, alle carezze di Eunhyuk.
<< Uhm >> mormorò, mentre le labbra di lui gli stuzzicavano i lobi delle orecchie; poi lo baciò con un bacio lieve e lento, che gli accese le labbra di un calore languido e bruciante.
Sentì un’ondata di piacere salire dal centro del suo grembo e sommergerlo, inesorabile, come una marea.
Le mani di eunhyuk gli esploravano la pelle di seta, sotto la ruvida stoffa del giubbetto e il loro tocco era così caldo e confortante, che lui non pensò neanche a ribellarsi.
Si premette ancora di più contro il suo bacino, con un desiderio improvviso e divorante. Intanto Eunhyuk, dopo averlo accarezzato teneramente, cominciò a slacciargli la camicia, baciandolo a mano a mano che l’allacciatura lasciava scoperto un pezzetto di pelle rosea.
Le labbra di lui scesero piano piano a stuzzicargli l’ombelico per poi risalire verso il petto. Rispondendo ai brividi di eccitazione con quei baci esperti che gli procuravano, lui inarcò la schiena e, ansioso si sentirlo e toccarlo, gli sbottonò la camicia. Infine, lui giunse a baciargli il petto; tenendo fra i denti i capezzoli arrossati li succhiò e li leccò, fino a farlo gridare, ormai in preda al desiderio incontrollabile che gli infiammava le viscere.
<< Ho bisogno di te! Ti voglio, Eunhyuk, ti voglio! >> rantolò delirante. Per giorni aveva vissuto sentendo l’assoluta comunione spirituale che lo univa ad Eunhyuk e ora anche il suo corpo anelava ad unirsi a lui in un amplesso che li avrebbe resi realmente un’unica persona.
<< Ah, Donghae dolcissimo, sono qui >>  mormorava lui, baciandolo sulla gola, mentre le sue mani cercavano la pelle morbida dei suoi fianchi. << Amore…mio amore adorato… >>.
Le loro bocche si incontrarono in un bacio profondo e struggente, per parlare il linguaggio senza parole del desiderio. Si spogliarono in fretta, sempre baciandosi e cercandosi; Donghae ormai era pronto a concedersi, ma lui volle ancora prolungare il piacere di quell’agonia. Accarezzandogli la pelle liscia delle gambe, cominciò a baciargli l’interno delle cosce, risalendo verso il sesso. Donghae pensò che lui non avrebbe potuto spingerlo oltre, in quel baratro di passione insopportabile, ma non potè trattenere un grido di desiderio disperato. Improvvisamente, il corpo di Eunhyuk fu sul suo e lui gemette inarcando il bacino per incontrarlo.
Lo penetrò subito, fino in fondo e furono uniti.
Si muovevano allo stesso ritmo, lentamente, ognuno assecondando l’altro; poi lui aumentò il ritmo dei movimenti, quando lo sentì prossimo a raggiungere il culmine del piacere. Donghae gemette ancora, tutto il suo essere teso al raggiungimento di quella soddisfazione che non poteva più attendere. Le sue mani strinsero la presa intorno ai fianchi di Eunhyuk, attirandolo ancora di più nello stesso istante in cui sentì di raggiungere al culmine del piacere. Poi vide il corpo dell’uomo su di lui, teso nell’ultimo spasimo, prima dell’abbandono completo. Eunhyuk si staccò d alui, quando ebbe ritrovato il ritmo regolare del respiro e Donghae lo baciò impulsivamente su una guancia. Si sorrisero, nel buio, rimanendo l’uno nelle braccia dell’altro, scambiandosi ancora tenerezze e chiacchierando di piccole futili cose. Ma il calore dell’amore si era dissipato e la fredda aria notturna li fece rabbrividire; lui lo baciò sulle palpebre e disse: << Possiamo entrare tutti e due in quel coso? >> chiese alludendo al sacco a pelo.
<< Potremmo, ma devi promettermi di non rubarmi le coperte! >>
Si infilarono nel sacco a pelo, senza badare troppo alla scomodità di quella sistemazione. La testa di Donghae si adattò benissimo all’incavo della spalla di Eunhyuk e si addormentarono abbracciati, in preda ad una misteriosa felicità che non osarono tradurre in parole.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Si destò all’alba, teso e sudato. Sentì un senso di disagio e capì di aver fatto dei sogni sgradevoli che gli avevano  gli avevano lasciato un senso di soffocamento.
Nel cambiare posizione, svegliò l’uomo accanto a lui che, baciandogli i capelli, gli disse con voce assonnata:  << Buongiorno, amore >>. << Buongiorno. Dormito bene? >>
<< Si, e tu? >> Donghae fece cenno col capo, sentendo il morbido fascio di muscoli della spalla su cui teneva affondata la testa. Ma non era vero: i sogni l’avevano infastidito più di quant volesse ammettere. Cosa era avvenuto dell’atmosfera della prima notte? Si alzò e si sedette al tavolo, ancora a disagio.
<< Odio che inizi questo giorno >> disse ad un tratto Eunhyuk, porgendogli una tazza di caffè. << Perché, che cosa c’è che non va, oggi? Il vento è caldo e la temperatura e perfetta >>.
<< Hannah. Ecco quello che non va. In caso lo avessi dimenticato, oggi è venerdì e sabato dobbiamo andare al party di Yesung, sempre che tu ti senta di andarci >>.
<< Certo che voglio! Pensavo che potremmo partire verso le sette. Non vorrei fare un viaggio come quello di andata! >>
Decisero di visitare Stovepipe Wells ed Eunhyuk insistette per andarci in caper, e non in moto come lui avrebbe voluto. Mentre sistemavano il letto, Donghae ripensò alla notte prima e rabbrividì: il suo corpo lo stava tradendo?
Nel pomeriggio divenne ancora più nervoso perché la presenza inquietante di Eunhyuk gli ricordava troppo quanto fossero stati intimio in quella settimana. Avrebbe voluto fargli capire che era stata solo una parentesi, ma lui non avrebbe accettato quel discorso: fortunatamente era ora di tornare ad Hannah e alla solita vita!
Mentre Eunhyuk parcheggiava il camper, di ritorno dalla gita, Donghae si affrettò ad aprire la porta per scendere, ma lui lo trattenne per un braccio dicendo: << Non avere tanta fretta >>. Donghae non sopportò quel tono basso e dolce e gli rispose con calma calcolata: << Sono quasi le sei, e ti ho detto che volevo partire alle sette! >>
<< Un minuto di più, non fa mica tanta differenza! >> Sentiva che lui stava nuovamente scappando e rialzando le barriere. << Ti ho detto che non ti avrei lasciato fuggire ancore, e dopo ieri notte ne sono ancora più convinto. Non permetterò che tu ti arrenda! >> E lo baciò violentemente per rafforzare le sue parole. La violenza di quell’assalto lo trovò scoperto: voleva combattere contro se stesso, ma non potè negare niente a quelle labbra imploranti risposta e, con mano tremante, gli accarezzò la nuca. Eunhyuk interruppe il bacio per scrutarlo con un’aria di sfida negli occhi. Donghae, cercando di restare impassibile, disse con voce piatta: << Ci vediamo domani sera da Yesung >> e scese dal camper, cominciò a preparare le sue cose, guardando in tralice Eunhyuk che lo osservava senza offrirgli il suo aiuto.
Il viaggio fu lungo e Donghae non potè impedirsi di controllare continuamente lo specchietto retrovisore, senza che vedesse apparire il camper di Eunhyuk.
<< Donghae! Sei tornato giusto in tempo per dirmi addio! >> gli disse Yesung, prelevandolo dal gruppo di cronisti del Monitor intervenuti al party d’addio all’Holiday Inn.
<< Mi mancherai, Yesung >> gli disse baciandolo. Era più vero di quanto lui immaginasse.
Yesung captò la sua tensione e gli disse a voce bassa: << Ti senti bene? Non hai avuto troppo freddo tornando in moto? Sono felice che sei voluto venire, ma non vorrei che ti fossi stancato troppo >>.
<< No, Yesung, sto bene. Solo mi dispiace di non vederti più >>.
<< Non essere troppo triste, spero di stare sempre in circolazione e poi questo Lee Eunhyuk sembra un bravo elemento. Tu hai già lavorato con lui… >> Fu interrotto da Shindong che esclamò: << Sei sicuro di non annoiarti troppo, andando solo a pesca? >>
<< Andare a  pesca? Ma caro ragazzo, sono stazto ingaggiato dalla Sierra Fishing Tours come accompagnatore di gruppi “importanti”. Sarà molto divertente! >> rispose Yesung con una risata.
Donghae approfittò del momento per appartarsi in un angolo, dove purtroppo, dopo poco,  fu avvicinato da Sungmin. << Tutti vogliono sapere di questo Lee Eunhyuk. Ti immagini cosa vuol dire lavorare con un fusto simile? >> Donghae cercò di rispondere a quel sorriso tipo tu-sai-di-cosa-parlo, ma riuscì solo a sentirsi un miserabile.
Era venutoa quel party cercando di non pensare che da lunedì avrebbe lavorato con Eunhyuk ogni giorno, ma era ovvio che tutti parlassero del nuovo caporedattore. Henry gli si avvicinò dicendogli: << Come sono andate le tue vacanze? Ci sei mancato. Non ti sei sentito troppo solo in quel posto abbandonato? >>
Donghae stava per rispondere, quando vide Eunhyuk entrare nella sala e cercare intorno con lo sguardo, per poi fissarlo.
<< Oh, no, non mi sentivo solo, forse il contrario >> disse finalmente. Era sicuro che Henry avesse notato lo sguardo di Eunhyuk, quando gli chiese: << Ti senti bene? Hai un’aria stralunata! Non credo che Yesung si offenderebbe se te ne tornassi a casa >>.
<< Non preoccuparti, sto bene, sono solo un po’ stanco del viaggio. Avrei bisogno di uno o due giorni di recupero. Penso sempre di fare vacanze riposanti e torno più esausto di prima >>.
Il party continuò con discorsi vari sui più strano viaggi intrapresi da ognuno degli ospiti, finchè non venne il momento di congedarsi. Donghae era già sulla porta, quando Eunhyuk gli si avvicinò dicendogli: << Non sarà altrettanto facile fingere al giornale >>.
<< Non ci sarà bisogno di fingere, tu lo sai. Saremo solo colleghi e niente di più >>.
<< Forse hai ragione, amore mio, ma se mi ecciterai, chi lo sa cosa potrei fare? >> Sorrise e fece un passo indietro. << Ci vediamo lunedì sera alle sette in punto >>.
Il lunedì mattina, appena entrato in ufficio, Donghae avvertì la presenza di Eunhyuk.L’atmosfera era carica di entusiasmo, come non lo era mai stato ai tempi di Yesung. I primi giorni fu tutto facile: Eunhyuk era occupato a imparare i trucchi del suo nuovo lavoro e Donghae stesso era coinvolto in quella nuova sferzata di energia che lui era riuscito a trasmettere a tutti. Sebbene notasse che Eunhyuk gli si avvicinava un po’ troppo nel parlare di lavoro, o che lo guardasse un po’ troppo intensamente, lui riuscì a sentirsi rilassato.
Normalmente Donghae amava il venerdì sera; poteva stare alzato fino a tardi per sviluppare le sue foto, ma trovò difficile farlo capire all’uomo che gli stava di fronte, sulla porta. << E’ venerdì sera, Eunhyuk, non c’è nessun impegno di lavoro e voglio starmene tranquillamente a casa >>.
<< Bene >> rispose Eunhyuk entrando nell’ingresso << io starò con te >>
<< Eunhyuk! Maledizione, sto lavorando nella camera oscura >> gli disse seguendolo in cucina. << A me sembra che stiamo insieme in cucina >>. << Non fare il cretino, sai bene cosa voglio dire >>.
<< Non hai un tegame? >> gli chiese senza  ascoltarlo, prendendo una padella. << Cosa diamine vuoi fare? >>
<< Preparare la cena >>.
<< Sapevo che non dovevo farti entrare! >>
<< Vai a lavorare,  ti chiamerò io quando è tutto pronto >>
Senza riuscire a opporsi, Donghae salì le scale verso la sua stanza da lavoro. Dopo aver sviluppato parte delle foto prese a Death Valley, stava rimettendo in ordine i suoi attrezzi, quando Eunhyuk entrò nella stanza.
<< Non entrare mai più senza il mio permesso. Avresti potuto rovinare tutto il mio lavoro! >> gli disse con voce bassa, ma molto più tagliente che se avesse urlato.
<< Non ti sembra di esagerare? >>
<< No. Non esagero! Spadroneggi a casa mia, entri nella camera oscura senza permesso! Sei fortunato se non ti ho tirato dietro una bacinella. Dovresti sapere quanto poco sei gradito! >>
<< Non sono gradito affatto, lo so >>
<< Perche sei  venuto? Stavo così bene questa settimana! >> gli disse pensando alle sue notti insonni.
<< Sono stato molto occupato, altrimenti sarei venuto prima! Avevo rinunciato ai tempi di Heechul. Ora non rinuncerò più! >>
<< Eunhyuk! >> esclamò Donghae con una nota di panico nella voce.
<< No, Donghae, non dopo quello che è successo a Death Valley >>
<< Vattene >> sibilò Donghae.
<< Per rovinare le nostre vite? No, non lo farò. Non più >>.
Lui sentiva quella presenza in ogni parte del suo essere, ma la voleva ignorare. Ad ogni costo.
<< Tu sei abbastanza grande per fare ciò che credi. A me non interessa >>.
Tornarono in cucina dove mangiarono in silenzio la cena più infelice della loro vita.
Per parecchie settimane Eunhyuk fu così impegnato come Donghae non aveva osato sperare. Ma ogni sera che lui era libero, Eunhyuk poteva sedersi nella camera oscura a vederlo lavorare alle foto di death Valley; durante le sue ultime frequenti visite serali, si era creata un’atmosfera di cameratismo che tutti e due cercavano di non far degenerare oltre determinati limiti.
Passavano le serate nella camera oscura, dove Donghae cercava di insegnare ad Eunhyuk la tecnica della stampa. Lui non aveva più cercato di baciarlo, dopo la partenza da Death Valley, ma Donghae  non poteva dimenticare le forti emozioni che aveva provato in quella settimana.
Una sera, mentre erano intenti a sviluppare dei negativi, Donghae non potè fare a meno di ammirare Eunhyuk, per il rispetto con cui trattava le sue pellicole: si era arrotolato le maniche della camicia e procedeva assolto nel suo lavoro di stampa, quando Donghae si mise ad osservarlo. Trattava il suo materiale con cura e amore e questa era una delle cose che lui amava di più in Eunhyuk; molta gente avrebbe fatto quel lavoro senza cura, perché era gente superficiale, ma Eunhyuk, no. Faceva tutto alla perfezione: per lui, ogni cosa doveva essere affrontata nel migliore dei modi, anche una relazione. Non l’avrebbe mai ferito, come aveva fatto Heechul, e Donghae cercò di immaginare come sarebbe stata la sua vita con lui.
No, era forse riuscito a convincerlo dell’impossibilità di avere una relazione, doveva scacciare quei pensieri! E lo fece con grande tristezza.
Senza che lui se ne accorgesse, Donghae procedette alla stampa della foto di eunhyuk, presa a Rhyolite e lo fece più volte, mai soddisfatto del risultato. O il cielo era troppo scuro, o le ombre troppo dense. Voleva che fosse perfetta e, quando finalmente ci riuscì, si accorsero che fuori pioveva.
La pioggia continuò per tre giorni. Il primo giorno, di mattina presto, Eunhyuk venne a prenderlo per condurlo al lavoro. Donghae non protestò, vista l’impossibilità di usare la moto con quel tempaccio: tentò però di rifiutare le chiavi della macchina che lui voleva prestargli, ma dovette accettarle quando Eunhyuk lo minaciò di dargliele davanti a tutti, al giornale. Il terzo giorno la pioggia fu protagonista.
Shindong stava leggendo un rapporto di polizia, quando si girò verso Eunhyuk, esclamando: << Stanno evaquando Jondaw Valley, sotto la diga >>.
<< Me ne occupo io >> disse Donghae alzandosi di scatto, già con un notes in mano.
Improvvisamente ci fu un abbassamento di tensione e tutti i terminali si spensero. Con sguardo preoccupato, Eunhyuk si rivolse a Donghae: << Se va via completamente la corrente, il generatore sarà si e no sufficiente a far uscire il giornale. Chiama lo sceriffo e cerca di sapere qualcosa >>.
Donghae riuscì a sapere che la diga era molto al di sopra delle sue capacità e che si erano prodotte delle falle per la forte pressione dell’acqua.
Mentre si recavano in tipografia, Eunhyuk, prendendolo per le spalle, gli disse: << Stai attento, accidenti a te. Non abbiamo bisogno di premi Pulitzer, fai il tuo servizio, ma senza rischiare. E non preoccuparti per la macchina, potrà portarti dove vuoi >>.
Donghae guidava con molta difficoltà sotto la pioggia torrenziale, con le mani strette sul volante, cercando di concentrarsi il più possibile sulla strada, ma ciò nonostante pensava ad Eunhyuk. Perché gli aveva parlato così freddamente al giornale? Era lo stesso uomo che per tante sere, pazientemente, aveva lavorato con lui nella camera oscura?
Dopo vari tentativi, imboccò la strada giusta ma, dopo una curva, si trovò davantoi un blocco stradale: mostrò la sua tessera di giornalista, perché lo lasciassero passare e fu messo in guardia del pericolo cui andava incontro: le falle potevano peggiorare e la polizia declinava ogni responsabilità.
Dopo aver parcheggiato la macchina in un posto che gli sembrava sicuro, cominciò a scattare fotografie della diga. Era stata costruita molti anni prima e, anche senza falle, avrebbe ugualmente avuto un aspetto decente e pericoloso. Ma Donghae, completamente dimentica le raccomandazioni di Eunhyuk, pensando che l’acqua in tumulo sarebbe stato un ottimo soggetto da fotografare, si arrampicò in cima all’argine.
Per circa quindici minuti rimase a fotografare l’acqua che ribolliva, minacciosa, incurante del pericolo che stava percorrendo. Poi, uno strano rumore lo riportò improvvisamente alla realtà: un tratto dell’argina stava cominciando a franare e minacciava di trascinarlo con sé. Corse a perdifiato e giunse alla macchina appena in tempo per non essere travolto.
Maledicendosi per la sua stupidità, si sedette al posto di guida, finalmente all’asciutto e al sicuro. Eunhtyuk si sarebbe adirato moltissimo, quando avesse saputo il pericolo che lui aveva corso.
Si rese conto del posto che lui aveva nei suoi pensieri, ultimamente.  Ormai sapeva perché: era cambiato, le serate passate insieme nella camera oscura erano diventate sempre più importanti per lui, non solo per la presenza di Eunhyuk, ma perché lui era un Donghae nuovo, un uomo che non fuggiva più da se stesso: un Donghae che poteva ammettere di essere innamorato di lui e di esserlo sempre stato.
Poteva dirlo ad Eunhyuk? Sarebbe stata la vera prova del suo coraggio, ma rabbrividì a quell’idea. Eunhyuk aveva rinunciato lui, dietro sua insistenza. Ma l’amava ancora? O era diventato soltano un amico?
Si guardò attorno: pioveva a dirotto, l’argine stava cedendo in più punti e capì che doveva allontanarsi in fretta, per mettersi al sicuro.
Guidò con cautela, cercando di rimanere calmo e di tenere a mente gli argomenti necessari ad evitare di impantanarsi in quel mare di fango finchè, con il cuore che gli batteva forte, riuscì ad allontanarsi da lì, per far ritorno, sano e salvo, al Monitor e da Eunhyuk.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


<< Dove diavolo sei stato? >>
<< Eunhyuk…io… >>
<< Dannato uomo, ti avevo detto di non fare imprudenze e lo sceriffo mi ha detto che sei andato dritto giù alla diga >> lo rimproverò, con una grande agitazione nella voce e gli occhi fiammeggianti d’ira.
Tutti, in redazione, erano ammutoliti: nessuno osò muoversi, dopo la sfuriata di Eunhyuk. La scena era imbarazzante, ma lui ignorava tutti. Si limitava a fissare Donghae, in attesa di risposta. << Perché ti riscaldi tanto? In fongo, sono stato bloccato solo un’ora e… >>
<< Sei uscito a mezzogiorno: ora sono le quattro! >>
<< Mi stai prendendo per un ragazzino stupido? >> rispose Donghae, ora più arrabbiato che imbarazzato. Eunhyuk sembrò calmarsi e si avviò nel suo ufficio, seguito da Donghae, che si sedette di fronte a lui, accigliato e con le braccia conserte.
<< Era necessario fare tutta quella scena davanti agli altri? >> gli disse adirato.
<< Potevi ucciderti! >>
<< Ma non  l’ho fatto >>. E, protendendosi verso di lui, rispose: << Fa parte del nostro mestiere correre dei  rischi, lo sai >>.
<< Ma non un rischio mortale! La tua vita vale più di qualunque servizio fotografico. Non ti permetterò mai più di metterti in pericolo, puoi starne certo! Shindong può benissimo occuparsi di quel tipo di lavoro, d’ora in poi >>.
<< Cosa?! Shindong può correre dei rischi ed io no? Vuoi che rimango al  sicuro e ben protetto? Ma andiamo, Eunhyuk, non essere ridicolo! >>
Un sottile senso di soffocamento cominciava ad invaderlo e ogni proponimento di riconciliazione svanì.
Eunhyuk stava cercando di esercitare su di lui un potere molto più forte di quello di un capo verso un suo impiegato: e neanche un amico poteva permettersi di decidere della sua vita. La storia con Heechul si ripeteva.
<< Guarda, questo non accadrà mai…piuttosto io… >>
<< Tu cosa? Vuoi andartene? >> si alzò di scatto, fissandolo con uno sguardo di sfida.
<< Fuggire ancore, Donghae? >>
Senza guardarlo, lui rispose: << Non mi sostituire, Eunhyuk >>.
<< E tu cerca di fare il tuo lavoro meno pericolosamente >>. Sempre ad occhi bassi, Donghae annuì.
<< D’accordo! Ti lascio al tuo incarico >>.
Donghae lasciò la stanza e chiese ad Henry di accompagnarlo a casa. Dopo una doccia calda ed una leggera cena, si stava avviando con le gambe pesanti per la stanchezza verso la camera oscura, quando udì squillare il campanello d’ingresso. Se è Eunhyuk, gli sbatto la porta in faccia, pensò, seriamente intenzionato a non lasciarlo entrare in nessun modo. Ma, alla fine, scese.
Aprì, restando sulla soglia, con una mano su un fianco e l’altra a bloccare l’entrata. << No, tu non entri, Eunhyuk. Hai parlato abbastanza oggi in ufficio. Ed io non ho niente da dirti >>.
<< Sono venuto a scusarmi >> gli disse, giocherellando nervosamente con il mazzo di chiavi che aveva in mano.
<< Scuse accettate >> rispose Donghae seccamente, ma senza farlo passare.
<< Fammi entrare, Donghae! >>
<< Ci vediamo domani, Eunhyuk…E mettimi giù! >> gridò, sentendosi afferrato per la vita. << Mettimi già, ti dico! Non ti voglio in casa mia! >>
Ignorando l’ultima parte della sua protesta, Eunhyuk lo mise giù e si chiuse la porta dietro con un calcio, sempre tenendolo per la vita.
 << Adesso che hai fatto la tua imitazione di guerriero vichingo, vuoi lasciarmi andare, o devi trascinarmi sulle scale per i capelli? >>
<< ne sarei tentato. Ma volevo solo dirti che mi dispiace, per oggi >>. La sue mani l’attiravano verso di lui, trasmettendogli il loro calore attraverso la stoffa leggera della camicia. Donghae arretrò verso il primo gradino, per sottrarsi alla stretta. << Ti ho già detto che accetto le tue scuse, ma non è necessario che tu rimanga; non lavorerò alla camera oscura, questa sera >>.
<< Io posso fare molto di più che aiutarti a stampare, anche se ormai sono diventato abbastanza bravo >>. Donghae lo vide ammiccare e si accigliò. Accidenti! Perché non se ne andava? Era così difficile essere risoluto con lui vicino, ma il senso di possesso che aveva mostrato in ufficio lo terrorizzava. Avviandosi per le scale, gli disse: << E’ ovvio che non posso sollevarti di peso e cacciarti fuori! >>
Eunhyuk lo seguì. << Sai, ho parlato della tua camera oscura con un amico. Era verde dall’invidia. Proprio quando stava per comprare tutto il materiale necessario, uno dei figli ha avuto bisogno di cure dentistiche. Sai, non è facile, con una moglie e tre figli. Tu non vuoi ancora avere dei bambini? >>
Donghae chiuse gli occhi. Voleva ancora? Si, li voleva, ma non incidentalmente, né per salvare un matrimonio, né per riempire il vuoto della solitudine. Voleva dei figli da amare, da veder crescere e per riconoscersi in loro. Ma come avrebbe potuto insegnare a dei figli quello che lui stesso non riusciva ad imparare? Sorridendo, gli rispose: << Forse, un giorno… >>
La prima foto che gli capitò in mano era quella di Eunhyuk, a Rhyolite. Come mai proprio quella? La guardò e guardò Eunhyuk. Come poteva restare indifferente con lui accanto?
Eunhyuk lo prese per le spalle e gli sussurrò in un orecchio: << Sono stato un pazzo, oggi pomeriggio. Quando sei entrato e ho visto il tuo sguardo! Ho creduto di morire, solo al pensiero che poteva essere tutto finito >>.
Le sue labbra lo baciarono teneramente dietro l’orecchio e la sua voce lo accarezzava.
<< Dimmi che quella luce esiste ancora, che la fiamma è solo addormentata e può essere ridestata >>. Le sue dita gli sollevarono il mento. << Ridestato da un bacio… >> gli disse, con le labbra gia su quelle di lui.
Fu un bacio tenero e caldo e, proprio per questo, più devastante di un incendio. Donghae poteva tentare di  combattere la passione, ma non quel tenero contatto. Le sue labbra si unirono a quelle di Eunhyuk.
Lui seguì con le dita il contorno della guancia morbida, dicendo : << A Death Valley ho capito che tutto quello che voglio è sentirti vicino, per vederti rinascere. A volte sentivo che eravamo una persona sola, capace di cavalcare il vento ai limiti della immaginazione. Era stupendo, Donghae, ti prego dimmi che avrò ancora tutto questo >>. La sua  voce finì in un sussurro e lo baciò ancora, con passione, chiedendo alle labbra di lui di dividere la sua gioia.
Le parole di Eunhyuk lo scossero profondamente e lui rispose al bacio con una passione che non avrebbe mai più voluto dimostrare. Eunhyuk l’attirò a sé, mentre lui gli carezzava la nuca con un trasporto a lui sconosciuto.
Si sentiva vivo e vibrante in ogni fibra e lascio che le sue labbra parlassero di lui.
Il bisogno di sentirlo lo faceva spasmodicamente stringere a lui, cercando la forza delle sue cosce e della sua virilità ed era come se ogni parte dei loro corpi partecipasse a quel bacio struggente. Come aveva pensato di vivere senza di lui? Senza quelle esplosioni dentro? Cercò di rifiutare l’idea: non poteva accettare di sentirsi posseduto con quella forza.
Si fermò, preso da un senso di panico. Se avesse permesso a qualcuno di esercitare quel potere su di lui, la sua personalità sarebbe stata frustata per sempre.
Eunhyuk doveva aver capito la sua paura: infatti, coprendogli il viso di baci, gli sussurrava: << Donghae, Donghae, potremmo avere così tanto! >> Respingendolo, lui replicò:  Sono successe troppe cose, oggi. Vorrei aver un po’ di tempo per me stesso >>. La sua calma convinse Eunhyuk più che un’esplosione di rabbia e lo fece allontanare.
Con gli occhi lucidi, gli sfiorò il viso, come per imprimerne i tratti nella mente. << Spero che un giorno mi capirai >> gli disse con voce commossa, << e che correrai tra le mie braccia, invece che fuggirne >>. E se ne andò.
<< Ecco! >> gridò Donghae alla stanza vuota. << Hai ottenuto quello che volevi, sei contento? >> La sue gote erano rigate di lacrime.
L’indomani, in redazione, i reporter erano tutti occupati con i loro articoli sulle conseguenze del maltempo e nessuno dette importanza a Donghae che, silenzioso e in disparte, completava il suo articolo su Jondaw Valley.
Improvvisamente, l’attenzione di tutti fu rivolta ad un uomo che, stringendo un giornale in mano, irruppe nella stanza con fare minaccioso. << Voglio vedere il giornalista che ha scritto questo articolo! >> gridò, gettando il giornale sul tavolo di Eunhyuk. << Questa è diffamazione! Sporgerò denuncia! Non si calunniano così degli onesti cittadini! >>
Eunhyuk, con calma, prese il giornale e lesse le prime righe dell’articolo, prima di chiedere: << E’ lei il signor Choi Siwon? >>
<< Si, sono io. Sono quello che avete diffamato in quella cosa che chiamate giornale! >>
Shindong sussurrò sottovoce: << Diffamazione un corno! >>
Donghae non aveva avuto nessuna reazione. Era stato lui a scrivere quell’articolo su Choi Siwon e sul losco traffico di bestiame che avveniva nella zona ad opera sua.
Eunhyuk, guardando Donghae, disse: << Vogliamo andare nel mio ufficio, signor Choi? Sono sicuro che il signor Lee potrà darle una spiegazione >>.
Prendendo coraggio, Donghae ricambiò lo sguardo e Siwon, sospettoso di quello scambio di occhiate, disse: << Uh, uh! Io so a chi dovrete dare spiegazioni, e non certo a me! >>
Anche gli altri cronisti avevano notato la scambio di sguardi tra Eunhyuk e Donghae e lui si sentì arrossire, maledicendo Siwon per il disagio che aveva causato in tutti. Alzando il mento, con fierezza, seguì i due uomini nell’ufficio.
<< Allora, signor Siwon >> disse Eunhyuk, << qual è, esattamente, la ragione della sua protesta? >>
Fece sedere Donghae sulla sua sedia e lui si sedette sul bordo del tavolo e Donghae non potè fare a meno di ammirare quella tattica di coalizione contro l’intruso.
<< Questo articolo mi sa di inganno… >> cominciò Siwon e, per buoni dieci minuti, espose le sue ragioni.
<< C’era qualcosa di particolare in questo articolo, che gli è sembrato sbagliato o inesatto? >>
<< Siete voi che riuscite a far sembrare losche le cose più pulite! >>
<< Se sembrano losche è perché lo sono > intervenne Donghae, gelido. Ancora una volta, Siwon captò lo sguardo divertito che Eunhyuk detta al ragazzo e, ancora più infuriato, replicò: << Lo sapevo che no mi avre dato retta. Voglio una ritrattazione! Parlerò con il mio avvocato e vedrete di che cosa è capace Kyuhyun! >> Avviandosi verso l’uscita,  si  rivolse a Donghae, sibilando: << Lo sappiamo tutti come ha ottenuto questo lavoro… >>
E ad Eunhyuk: << Avrete presto notizie di Kyuhyun! >>
La porta sbattè, ma Donghae non se ne accorse. Alle velate insinuazioni di Siwon, che aveva evidentemente voluto alludere ad una sua relazione con Eunhyuk, era impallidito. Per evitare uno scandalo, avrebbe dovuto lasciare il giornale.
Donghae stava per arrivare a casa di suo padre e della matrigna, a San Francisco. Lui era stato molto comprensivo, quando l’aveva chiamato per annunciargli la sua visita. Aveva rispettato il suo desiderio di vivere da solo, negli ultimi anni ed aveva aspettato un suo primo passo per rivederlo.
Ma ora Donghae aveva bidogno  di lui e, quando suo padre gli disse, con tenerezza, che lui e sua moglie Hyang Sook erano felici di vederla, capì che quella casa avrebbe ritrovato il suo equilibrio.
Donghae non aveva mai conosciuto la moglie di suo padre e provava una certa apprensione per quell’incontro, ma questo disagio non aveva cancellato il ricordo della spiacevole scena con Siwon.
Eunhyuk gli aveva detto: << Non importa ciò che dice e pensa Siwon: potremo sempre lavorare insieme >>.
<< Non è quello che ha detto che mi ha fatto prendere questa decisione, è quello che non ha detto. Se pensa che ci sia qualcosa tra di noi, non potremo impedire uno scandalo. E’ meglio che io lasci il Monitor >>.
<< così, scappi un’altra volta >> gli aveva detto Eunhyuk, mettendogli una mano sulla spalla, proprio mentre lui stava aprendo la porta. << Cosa altro posso dirti? Solo au revoir, amore mio >> e l’aveva baciato dolcemente sulle labbra.
Con gli occhi velati di pianto, Donghae parcheggiò la moto di fronte alla graziosa casa in stile vittoriano, intonacata di azzurro pallido.
Suonò alla porta. Un senso di angoscia gli chiudeva la gola e avrebbe voluto fuggire ma, cercando di dominarsi, aspettò che la porta venisse aperta.
<< Sei Donghae? Benvenuto >> l’accolse la donna slanciata dal luminoso sorriso e con grandi occhi castani che gli stava davanti.
<< Riconoscerei quegli occhi ovunque! Vieni, entra. Io e Seung Yeon stava giusto facendo colazione. Tuo padre sarà così felice di vederti! Tu hai già mangiato? >>
<< No, non volevo fermarmi >> gli disse Donghae, seguendo l’anziana signora attraverso l’ingresso. Si chiese quanti anni potesse avere quella donnaq che riusciva a rendere suo padre così felice; ma in fondo l’unica cosa importante era la loro felicità.
Si fermò per ammirare, attraverso le grandi finestre, un giardino curatissimo e pieno di fiori.
<< E’ tutto merito di Hyang Sook >> disse una voce maschile. Si voltò e vide un uomo sulla cinquantina che lo guardava con ammirazione: aveva grandi occhi cangianti, teneri e affettuosi. Gli corse incontro ridendo e l’abbracciò con trasporto: non c’era bisogno di parole per dimostrare la gioia che quell’incontro procurava loro.
<< Oh, papà, come mi sei mancato! >> disse Donghae, sciogliendosi dall’abbraccio.
<< Anche tu mi sei mancato molto >> gli disse l’uomo porgendogli una sedia. << Stai bene? Per ora questo è importante, il resto ce lo racconterai dopo, se vorrai. Ora hai bisogno di una buona colazione e di riposarti >>.
Donghae assentì, grato per non essere stato sottoposto a nessun interrogatorio.
<< Potrai fermarti quanto credi, Hyang Sook è una perfetta donna di casa >> gli disse l’uomo, scambiando un’occhiata d’amore con la moglie.
Dognhae si rilassò Aveva trovato un rifugio.
Due ore più tardi, cominciò a credere di non poter trovare pace: suo padre era andato a lavoro e Hyang Sook, che era decoratrice di vetri, si era chiusa nel suo studio per lasciarla tranquilla, ma Donghae non voleva restare solo. Gironzolò per casa curiosando, ma senza riuscire a togliersi dalla mente gli occhi grigi di Eunhyuk e la sua voce, l’ultima volta che gli aveva parlato.
Andò in giardino e si sedette sul bordo di una fontana sormontata da una piccola statua di Nettuno ricoperta di licheni e foglie secche.
Sentendo sbattere la porta del soggiorno, cercò di ritrovare il sorriso; non voleva far notare la  tristezza che l’attanagliava ed asciugò, con un gesto rapido, le lacrime che gli rigavano le guance.
<< Pensavo volessi mangiare qualcosa >> disse Hyang Sook potandogli un vassoio con dei sandwich e, sentendosi accanto a lui, continuò: << Seung Yeon mi ha detto che sei un fotografo. Mi piacerebbe vedere qualche tua foto. Non ne hai portate con te? >>
<< Giusto qualcuna, il grosso l’ho lasciato ad Hannah >>.
Dopo aver mangiato, Donghae portò le foto nello studio della matrigna, che cominciò ad osservarle, una dopo l’altr. L’ultima era quella di Eunhyuk e Donghae trattenne il respiro, quando Hyang Sook cominciò a studiarla con attenzione. << Quest’uomo è molto importante per te, vero? E quella luce negli occhi mi dice che anche lui ti tiene in gran conto. Quandfo un uomo ha questo sguardo, vuol dire che ama e stima molto qualcuno: e questo si riflette nella cura con cui hai scattato e stampato questa foto >>.
<< Ma anche le altre sono state fatte con la stessa cura >> protestò Donghae.
<< La stessa cura tecnica, certo, ma questa è superba, Donghae >>.
Con un sorriso di ringraziamento, il ragazzo cominciò a mettere via le foto, ma Hyang Sook lo interruppe: << Sai, con il mio lavoro, sto a contatto con molte gallerie che espongono anche fotografie. Vorrei farle vedere ad un gallerista che ha una grande reputazione. Vuoi? >>
<< Se lo fai per il mio talento e non solo perché sono il figlio di Seung Yeon, va bene >>
<< Ho guardato le foto perché sei il figlio  di Seung Yeon, ma le mostrerò alla galleria Cèsar perché sei un gran fotografo. Ora telefono per un appuntamento >>.
<< Non riesco a crederci >> gridò Donghae abbracciando Hyang Sook, all’uscita della galleria, alcuni giorni dopo. << Ha preso sette delle mie foto! Pizzicami, credo di sognare! >>
<< Certo che è vero. Lui ne voleva otto, perché non gli hai dato la più bella? >>
Donghae distolse lo sguardo dicendo: << Perché non credo che un ritratto si adatti come genere alle altre foto >>.
Come poteva spiegare che nessuno vorrebbe vedere il proprio cuore appeso ad una parete?

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Una settimana dopo, il gallerista chiamò per congratularsi con Donghae ed informarlo che erano state vendute due delle sue foto e, poiché molti erano interessati ai suoi lavori, gli chiese se aveva abbastanza materiale per fare una mostra personale.
Dopo aver riagganciato, Donghae si pentì di non aver accettato di fare una mostra di lì a sei mesi. Quando stava a Death valley, sarebbe impazzito ad un’offerta del genere, ma ora era insicuro e pieno di dubbi. Scese in giardino, che era ormai il suo posto favorito per raccogliere le idee.
<< Oh, stai qui! >> disse Hyang Sook avvicinandosi alla fontana dove Donghae era solito sedere. << Io esco per un po’. Perché non vai a pranzare nel solarium, ti farebbe bene >>.
<< Grazie, Hyang Sook, è una proposta allettante >>.
<< Se vuoi, posso uscire più tardi, se non ti va di mangiare da solo. Ti vedo un po’ giù, non ti senti bene? >>
<< Non preoccuparti, Hyang Sook, sono adulto ormai, vai pure. Sto qui perché adoro rilassarmi, ma sto benissimo >>. Si sentì colpevole per quella bugia, ma non voleva che suo padre e Hyang Sook sapessero dei suoi problemi.
<< Va bene, come vuoi >> rispose Hyang Sook allontanandosi con un sorriso. Donghae rimase ancora un po’ in giardino ad osservare un passerotto che saltellava sulle foglie gialle, poi, ricacciando le lacrime indietro, rientrò in cucina per prepararsi un sandwich e si avviò verso il solarium. Arrivato sulla porta, si bloccò impietrito. Eunhyuk stava appoggiato ad una finestra, guardando verso il giardino.
Ora capiva perché Hyang Sook gli aveva detto di andare al solarium! Preso coraggio, entrò, con le mani sui fianchi, dicendo: << Eunhyuk, prchè stai qui? >>
<< Donghae, voglio che mi sposi >>. Non disse altro, né si mosse verso di lui.
<< Perché mi stai facendo questo? Non riesco a capirti…. >>
<< Ti amo >> rispose Eunhyuk con calma.
Stare in quella piccola stanza con lui gli risvegliò i sensi. Non riusciva a pensare: la sua mente insisteva a ricordargli il conforto ed il calore che aveva provato tra le sue braccia.
<< Donghae, almeno parliamone. Non abbiamo mai affrontato seriamente il problema delle tue paure del matrimonio e dei compromessi >>.
Guardandolo, lui poteva leggergli solo amore e sincerità.
<< Io…io non so cosa devo fare >> gli disse massaggiandosi le tempie.Era vero, aveva sempre sfuggito il problema, pensava di essersi creato una corazza protettiva ma, ciò nonostante, non era mai riuscito a sentirsi veramente libero.
Sedendosi, Eunhyuk, ancora senza toccarlo, continuò: << Io non sono Heechul, non la penso come lui, non ho le sue reazioni, ma sono sicuro di avere una cosa che lui non aveva… >>
Gli carezzò una guancia con tenerezza,guardandolo negli occhi.  << L’amore di Lee Donghae >>
Donghae subì lo shock di quelle parole, senza però poterle negare. La presenza di Eunhyuk forzava una sua decisione che non voleva prendere e la sua mente combatteva ancora contro il suo cuore. << Non mi hai sentito quando ho detto che volevo stare solo? A cosa ci serve un’altra discussione? >>
<< Aspetta fino a domani. Capisco che la mia venuta ti abbia causato uno shock: per oggi me ne vado, ma solo se mi prometti di rivedermi domani >>.
<< Dove? Non qui >>.
<< Va bene Fisherman’s Wharf?? >> gli chiese con la speranza negli occhi. << No, c’è troppa gente >> rispose Donghae accigliato. Sapeva che quell’incontro avrebbe deciso della sua vita. << Cosa ne dici del Palazzo della Legion d’Onore? E’ un museo, ci va poca gente, durante la settimana. Possiamo vederci verso le dieci di mattina >>.
<< Ci sarò e spero che ti sarai reso conto che non rinuncerò a te facilmente. Ti amo troppo >>.
Donghae si avvicinò alla statua di Rodin che Eunhyuk stava ammirando e lui, vedendolo arrivare, gli disse: << Sei arrivato presto! Sono contento che tu abbia indossato dei jeans, se fossi stato abbigliato di tutto punto, mi sarei preoccupato. Vuoi che entriamo o facciamo un giretto? >>
<< Si, camminiamo un po’. Ma perché ti saresti preoccupato del mio abbigliamento elegante? >>
<< Perché so che ti vesti solo quando sei costretto o… se vuoi nasconderti dietro le formalità >>.
Si sedettero su una collinetta erbosa per ammirare la baia San Francisco. Sentendosi osservato, Donghae si rivolse ad Eunhyuk, dicendogli: << Stavo per non venire, ma poiché sono già scappatoo una volta di troppo, starò a sentire quello che hai da dirmi >>.
<< Oltre al fatto che ti amo e voglio sposarti? >>
<< Si, a parte questo >>.
Eunhyuk si stese sull’erba, con le braccia incrociate sotto la testa. << Piuttosto io devo ascoltare ciò che hai da dirmi! >>
<< Io? Pensavo di aver detto abbastanza >> disse Donghae raccogliendo le ginocchia.
<< Si, mi hai parlato del tuo matrimonio con Heechul, ma io non penso che questa sia più una barriera tra noi, vero? >>
<< No, ormai ho esorcizzato quell’esperienza dolorosa. Non ho mai pensato che tu potessi agire come lui, ma il senso di soffocamento che provavo con Heechul poteva rinascere dentro di me e io dovevo assolutamente sfuggirne la causa >>
<< Ero io la causa? >>
<< Un paio di volte. Quando tornai dalla diga, fu una fu una di quelle, per esempio >>:
<< Mi sono comportato da stupido, ma ero terrorizzato che potesse esserti accaduto qualcosa. Ogni volta che ti pensavo in pericolo, morivo un po’ dentro >>.
<< Solo ora mi rendo conto che il tuo comportamento non era naturale, ma dettato dalla paura. Mi rendo anche conto, però, che se fossimo rimasti insieme cinque anni fa, a quest’ora saremmo una coppia separata come tante >>.
Eunhyuk si alzò di scatto. << Perché diavolo devi dire questo? >>
<< Ti ricordi quando, a Death Valley, hai fatto cenno a mia madre? Allora ho fatto finta di niente, ma in realtà ho avuto sempre paura di finire come lei: non mi ero reso conto che il suo fallimento era dipeso soltanto dal suo carattere. Ieri ho parlato a lungo con mio padre e mi ha spiegato i suoi problemi con mia madre. Ora è un uomo totalmente diverso >>.
<< Cioè? >>
<< Queste due ultime settimane sono state meravigliose: papà e Hyang Sook sono stati una rivelazione, per me. Sono veramente felici insieme. Anche se devono discutere su qualcosa, lo fanno sempre con l’aria di risolveremo-tutto-insieme-sicuramente >>.
Eunhyuk gli prese la mano carezzandogliela. << Un uomo e una donna che si amano possono avere una felice vita in comune: non è sempre idilliaca o una favola continua, ma una vita da guadagnarsi e dividere fino in fondo. Io voglio questo con te >>.
La paura gli strinse lo stomaco. << Puoi…puoi darmi un po’ di tempo? Solo poche ore, ne ho bisogno per superare le mie irrazionali paure >>.
<< Sto morendo di fame! >> disse Eunhyuk alzandosi e aiutandolo a sua volta. Lui aveva capito: gli stava dando tempo….
<< Ci sono dei fantastici ristoranti di specialità di pesce a Fisherman’s Wharf >> disse Donghae sorridendo. << Che ne dici se ce ne andassimo a mangiare una bella zuppa di pesce? >>
Arrivati al parcheggio, Donghae subito si rabbuiò, rendendosi conto che Eunhyuk avrebbe dovuto salire dietro di lui sulla moto. Il contatto con il suo corpo non gli avrebbe certo permesso di pensare razionalmente e freddamente ai suoi problemi!
<< Possiamo fare un giretto prima? >> gli alitò Eunhyuk sul collo. << Non ho mai visto Lombard Strret >>.
Donghae gli sorrise annuendo, sentendo l’eccitazione scendergli dal collo fino alle viscere. Cercò di concentrarsi per trovare la strada nel traffico intenso, ma le mani di Eunhyuk che gli carezzavano la schiena non gli resero il compito molto agevole. Ad ogni curva il corpo di Eunhyuk seguiva il suo nel movimento, causandogli un’innegabile sensazione di piacere.
Dopo pranzo passarono il resto della giornata visitando la città e Donghae quasi si dispiacque quando si accorse di essere arrivato di nuovo a casa del padre.
<< Camminiamo un po’ >> disse Eunhyuk prendendolo per un gomito e guidandolo lungo la strada che conduceva in cima alla collina. Da qui potevano vedere le luci della città splendere sotto di loro.
<< Sono un essere umano >> disse Eunhyuk. << Non posso aspettare più a lungo >>
<< Non ho bisogno di altro tempo, Eunhyuk >>. Donghae aveva preso la sua decisione e, anche se ne era ancora terrorizzato, era pronto a rischiare.
<< Davvero, Donghae? Vuoi davvero sposarmi? >> disse Eunhyuk con voce gioiosa.
Donghae l’accarezzò teneramente sulla guancia, prima di rispondere: << Si >>. E si sentì subito rilassato. Eunhyuk lo strinse a sé. Le sue labbra trovarono quelle del ragazzo e gli trasmisero tutta la sua passione.
Come è stata lunga questa attesa! >> gli sussurrò.
<< Ti amo >> rispose Donghae. << Ti ho sempre amato. Il mio cuore lo sapeva, ma dovevo convincer eil resto di me stesso che il nostro matrimonio sarebbe stato meraviglioso >>.
<< Io invece ho sempre saputo che sarebbe stato stupendo,eccitante, esaltante, stimolante e soddisfacente >> disse Eunhyuk, baciandolo sulla fronte.
<< Niente altro? >>gli chiese Donghae sorridendo.
<< Uhm, uhm, anche straordinario >>. Si baciarono a lungo e quel bacio disse parole che non avrebbero mai saputo dire. Ancora assorbiti dal loro amore e dalla loro felicità, tornarono verso casa, strettamente allacciati, certi della riuscita della loro unione.
La cerimonia avvenne nel giardino, sotto gli occhi del piccolo nettuno, di Seung Yeon e Hyang Sook. Il pranzo di nozze fu servito nel solarium; la luce dorata e il verde del prato si riflettevano nei loro occhi pieni d’amore.
Più tardi, mentre erano intenti a preparare i loro bagagli, Donghae disse: << Ci sono molte cose di cui non abbiamo ancora parlato >>.
<< Per esempio? >>
<< Ti dispiacerebbe trasferirti a casa mia? Non credo che i proprietari sarebbero contrari! >>
<< Oh, avevo dimenticato >> esclamò Eunhyuk, porgendogli un foglietto che aveva in tasca.
<< Con tanti auguri per il suo matrimonio, signore! >>
<< Oh, il contratto d’acquisto della mia casa! Come potevi sapere che avrei finito per sposarti? >>
<< Non lo sapevo, infatti, ma, se non potevo essere tuo marito, potevo essere però il tuo padrone di casa! >>
<< Non ti sei mai arreso, vero? Come potevi pensare che non avrei lasciato quell’appartamento? >>
<< Sapevo che eri troppo orgoglioso della tua camera oscura e che non avresti mai potuto lasciarla >>
<< Hai ragione, non avrei mai traslocato da quella casa >>. Donghae divenne improvvisamente serio, quando aggiunse: << Questo si riallaccia anche al mio lavoro… >>
<< Vorresti riprenderlo? >>
<< No, non esattamente.Ti ho mai parlato di quella galleria che ha preso le mie foto? Bene, ho accettato di fare una mostra tra sei mesi. Ho dei soldi da parte, non sarò un peso per te; comunque non voglio più fare il giornalista. Fare il fotografo non mi farà mai diventare ricchissimo, ma è ciò che voglio fare! >>
<< Una mostra! >> esclamò Eunhyuk abbracciandolo. << Perché non me lo hai detto prima? Volevo appunto suggerirti di dedicarti esclusivamente alla fotografia: dopo averti visto a Death Valley, ho capito che quello era il tuo mestiere e… >>
<< E cosa? Non pensavi che fossi un bravo fotoreporter? >>
<< Eri fantastico, ma come fotografo sei eccezionale. Le tue foto della diga sono state scelte per una premiazione! >>
<< veramente? >>
<< Veramente >> rispose Eunhyuk, baciandolo sul naso. << Ma perché non mi hai parlato della mostra? Non voglio che ci si nasconda niente >>.
<< Prima ero combattuto tra la mia carriera di fotografo e la nostra vita insieme. Ora invece so che posso avere tutti e due i miei amori. Tu e la fotografia. Comunque tu avrai sempre la priorità >> aggiunse guardandolo con occhi pieni d’amore.
<< Quando ridi, sei irresistibile >> disse Eunhyuk dandogli un bacio pieno di promesse di gioia.
<< Sarebbe meglio avviarci >> aggiunse poi, << sta per fare buio >>. I suoi occhi scintillanti non nascondevano ciò che avrebbero potuto fare una volta giunti a destinazione-
 
Sulla porta, suo padre gli diede un bacio pieno d’affetto. << Ti auguro una grande felicità >> gli disse. Hyang Sook li abbracciò entrambi, con gli occhi umidi. Era la prima volta che piangeva ad un matrimonio!
Guardando verso la strada, Donghae credette di vederci doppio. Parcheggiata accanto alla sua moto, c’era una BMW 650, identica alla sua. Vedendo la sua aria stupita, Eunhyuk gli disse: << Mi hai preso in trappola! Dopo essere venuto in moto con te, per le strade di San Francisco, ho capito che non volevo più saperne di occuapare il posto passeggero. Almeno finchè eri tu a guidare! >>
Carezzandogli il viso, Donghae l’abbracciò impulsivamente. << Oh, Eunhyuk,, quanto ti amo >>.
Le loro labbra si incontrarono in un lungo bacio. Eunhyuk, con le labbra ancora su quelle di lui, sussurrò:<< Vorrei tanto continuare questa conversazione….ma non davanti alla porta di casa di tuo padre >>.
<< Non c’è trappa strada da fare per arrivare ad Hannah >> rispose Donghae, continuando a baciarlo.
<< Adesso questa è la mia vacanza >> esclamò Eunhyuk. << E io vado a Mendocino >>. Lo baciò ancora in modo caldo e sensuale che dette a Donghae lunghi brividi di piacere.
<< Sarai il benvenuto, se vorrai accompagnarmi >> aggiunse Eunhyuk con un delizioso sorriso.
Con le moto affiancate, attraversarono il Golden Gate bridge, diretti verso il nord California. Sorridendo, Donghae si girò verso Eunhyuk che aveva rialzato la visiera del suo casco e, sebbene lui non riuscisse a sentire le sue parole, potè chiaramente leggere le labbra che diceva: << Ti amo >>.
Gli lanciò un bacio prima di riconcentrarsi sulla strada. Un sorriso rimase a lungo sul suo viso.

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