Incandesce - How I became a Master of the Elements

di Lilith Rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Incandesce

or

How I became a Master of the Elements









Neve.

Ho sempre amato la freddezza del paesaggio innevato di Demacia; tutto è immobile, silenzioso, le strade sono quasi deserte, popolate solo da soldati che devono esercitare il loro turno di guardia.

Mi sento quasi in colpa a stare qui, ad osservare come un fantasma tutto ciò, seduta su una comoda sedia di legno di ciliegio, con un tomo polveroso e una cioccolata calda fumante, poggiata sulla scrivania.

Dietro di me ci sono altri studenti, pronti a tutto pur di ottenere quel titolo tanto agognato: Maestro Supremo degli Elementi.

Il fuoco del camino continua a scoppiettare, vedo che fuori sta ricominciando a nevicare.

Nonostante ci sia un bel calduccio dentro la Sala Studio dell'Accademia, vengo scossa da un brivido di freddo: basta così, hai oziato a sufficienza.

È ora di far vedere a tutti chi sei, Luxanna Crownguard.


***


1


Be afraid of the dark.



Il buio è ciò di cui gli esseri umani hanno paura di più.

Il motivo è semplice: nell'oscurità si sentono “nudi”, emergono le paure più recondite, ogni minimo suono o rumore viene visto come un campanello d'allarme che urla “Attento, il pericolo è vicino”.

Se le ombre possono mettere paura agli adulti, figuriamoci ad una bambina nella sua cameretta.

Era ciò che succedeva ogni notte a Luxanna Crownguard, la piccola e dimenticata figlia del comandante delle truppe Demaciane, che tentava invano di prender sonno nella sua immensa cameretta di un altrettanto vasto edificio, costruito nello stile archittettonico di Demacia, con mura di pietra bianca.

Era appena una bambina di sette anni, con la faccia curiosa, incorniciata da lunghi capelli lisci e biondi. Chi la vedeva, era sempre pronta a giurare che fosse Lady Elisabeth, la moglie di Lord Dominick, padre di Lux, assassinata durante una delle tante guerriglie tra Demacia e Noxus.

Avrebbe tanto desiderato riabbracciare sua madre, sentire l'odore che emanava, ascoltarla canticchiare mentre preparava deliziosi manicaretti per lei e suo fratello Garen. Le sarebbe bastato anche solo vederla sorridere, una luce splendente in quel buio asfissiante, che la circondava ogni sera.

I primi tempi in cui questa sua “fobia” si era presentata, Lord Dominick e Garen, così come la servitù, pensavano fosse una reazione scaturita dalla morte della madre. Tuttavia, passarono due anni e Luxanna non accennava a migliorare, pertanto il padre aveva deciso di ignorarla e sgridarla eventualmente se l'avesse sorpresa a piagnucolare o chiedere conforto a chiunque abitasse l'edificio.

Tutto ciò che poteva fare, in quelli istanti prima di cadere tra le braccia di Morfeo, era tremare in balia dell'oscurità, ascoltando il battito sempre più accelerato ogni volta che sentiva un minimo rumore, un semplice scricchiolìo dell'armadio di legno o di qualsiasi altro mobile che arredava la camera.

Anche quella notte si presentava l'ennesima scenetta.

Luxanna raggomitolata sul suo letto, con le coperte tirate fino sopra il naso e gli occhi azzurro cielo sbarrati, alla ricerca di qualcosa d'ignoto pronto sicuramente ad attaccarla o a farle del male. Chi glielo assicurava che fosse salva in quella casa, dopo ciò che era successo a sua madre?

Chiuse gli occhi e si concentrò su qualcosa che potessa farla stare bene. Tutto ciò che vide spiccare nell'oscurità della sua mente era un'enorme palla di fuoco: il Sole.

Continuare a guardarlo era come provare ad accecarsi da sola, eppure la luce che emanava la tranquillizzava e la rendeva coraggiosa, perciò aprì gli occhi e rimase sbalordita quando si vide circondata da uno strano “scudo” magico, che mandava bagliori luminescenti per tutta la stanza, illuminando quel poco che bastava a non farla spaventare.

Avrebbe dovuto dare di matto alla vista di ciò che era in grado di creare, tuttavia, forse per la prima volta dopo molti anni, era sprofondata in poco tempo in un sonno pieno.

Luxanna era diventata molto più tranquilla adesso, quasi a palazzo Crownguard nessuno riusciva a riconoscerla: era una persona diversa, parlava con i suoi coetanei, giocava con loro, mangiava di buon grado e non aveva più quell'aria malinconica che la affliggeva ogni ora della sua ancora breve esistenza.

Tutto ciò era, senza dubbio, dovuto a qualcosa che la bambina aveva ideato affinchè riuscisse a superare questa sua paura, Lord Dominick ne era sicuro. Perciò, con la convinzione che un Crownguard degno cittadino e servitore di Demacia non avrebbe avuto bisogno di tali escamotage, decise di mettere una guardia davanti la porta della fanciulla, in modo da scoprire cosa combinasse. Il Lord non poteva mai immaginarsi che sua figlia fosse in grado di usare la magia, pensava più a qualche vile stratagemma in cui fosse immischiato qualcuno dei suoi nuovi amichetti o, addirittura, qualche bambinaia dal cuore fin troppo tenero.

Quella notte, Luxanna Crownguard conscia di ciò che l'attendeva, tremava come una foglia dalla testa fino ai piedi. Dopo cena, prima di ritirarsi nella sua camera, aveva implorato il fratello di mandare via la guardia, perchè sicuramente non avrebbe chiuso occhio a causa della sua presenza. Ma Garen l'aveva liquidata con un tenero abbraccio e dicendole: - Sta' tranquilla, la guardia è lì apposta per proteggerti, non ti farà del male! -

- Fratello, per l'ultima volta, non ho bisogno di ulteriori distrazioni prima di dormire - aveva risposto, con la voce leggermente incrinata.

Garen si era limitata a guardarla, assumendo lo sguardo tipico di chi non ammetteva altre “scusanti”, lo stesso sguardo greve che caratterizzava anche il Lord suo padre e che aveva imparato a conoscere ed odiare allo stesso tempo: - Sorella mia, non ho tempo di pensare alle tue infantili sciocchezze! Nostro padre ha detto che vuole essere sicuro che tu dorma sul serio senza imbrogli o stupidi trucchetti da mocciosa quale sei -.

Luxanna sospirò, abbassò lo sguardo e girò i tacchi. Garen si sentì il cuore andare in frantumi, alla vista di sua sorella in quello stato, ma ormai era quasi comandante delle truppe di Demacia. Era l'orgoglio di suo padre e di tutti i Crownguard, non doveva e non poteva assolutamente fallire e quindi farsi distrarre da simili idiozie. Senza ulteriori indugi, si spogliò della sua armatura, spense la candela che illuminava flebilmente la sua camera e si mise sotto le coperte.



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Capitolo 2
*** 2 ***


2



We began in the dark, we end in the dark.



Era un grigio pomeriggio di Novembre, tutto a Demacia sembrava stranamente immobile, i cittadini troppo silenziosi, le strade e le vie, solitamente gremite di bambini che giocavano, completamente vuote. La campana della cattedrale suonava una melodia alquanto cupa, dal timbro profondo, perfetta per accompagnare la processione di gente che seguiva una bara di legno rosso, con varie decorazioni dorate, trasportata da ben sei persone, tra cui Garen Crownguard.

Stavano portando il feretro al cimitero di Demacia, un luogo che Luxanna conosceva anche fin troppo bene. La prima volta che l'aveva visitato era poco più di una bambina, adesso era una giovane ragazza di sedici anni, che non si aspettava di rivivire così presto quei ricordi. Eppure, quel giorno non le sembrava così triste, non provava alcun sentimento tipico della perdita di un caro, forse perché suo padre non lo era mai stato. Forse, si era semplicemente incattivita in tutti quelli anni, trascorsi all'ombra di suo fratello Garen, pieni di paura e privazioni. Con il tempo, la sua antica fobia per il buio si era trasformata in silenzio, disprezzo nei confronti di Lord Dominick, il quale non le aveva mai dato le giuste attenzioni che una bambina, orfana di madre, avrebbe avuto bisogno. Ricordava il momento in cui i poteri della luce - così aveva deciso di definirli - le erano venuti in suo soccorso, ma al tempo stesso, la memoria le richiamava il giorno in cui Lord Dominick le aveva messo una guardia davanti alla porta, al fine di scoprire chissà quale trucco, impedendole così di dormire sogni tranquilli.

Ai tempi, era stata una stupida a nascondere ciò che sapeva fare, ma adesso era veramente un'idiota a continuare con quella farsa. Dopotutto, suo padre era morto, di cause naturali - così affermavano i sacerdoti che avevano visionato la salma - e poteva fare tutto ciò che desiderava, o quasi.

Morto il Lord suo padre, infatti, Garen era diventato, per successione, comandante delle truppe di Demacia, ciò comportava l'assunsione di tutte le responsabilità riguardanti l'esercito, ma anche altri vari compiti, come, ad esempio, prendere parte alle riunioni del Consiglio di Re Jarvan III Lightshield ed ascoltare anche i suoi ordini. Per questo, Luxanna non era convinta che potesse fidarsi di suo fratello o di qualsiasi altro Crownguard, dato che nella sua famiglia non c'erano stati altri individui che sapessero maneggiare la magia, almeno questo era quello che pensava.

Il corso dei suoi pensieri venne interrotto dalla marcia della cerimonia: erano giunti al cimitero, accanto alla bara di sua madre, dove era stato già fatto un buco rettangolare per ospitare il corpo di Lord Dominick. Il prete era davanti alla bara, finalmente poggiata sull'erba fresca e verde. Garen era vicino alla cassa, gli occhi privi di espressione, la faccia pallida e i capelli incollati alla fronte lucida.

Stava piovendo.

Anche le divinità della pioggia sembravano essere tristi per la morte di Lord Dominick, tutti piangevano, singhiozzavano, gli uomini prestavano i loro fazzoletti alle donne, che si soffiavano il naso, cercando di non disturbare il discorso del pastore. Tutti, tranne lei, Luxanna, che stava immobile, con le braccia conserte, in attesa che quella farsa terminasse.

- La sua morte è una perdita dolorosa per tutti noi, per i suoi cari, i cittadini, ma soprattutto l'esercito di Demacia: la sua opera di Comandante si inserisce incisivamente nell'arco di oltre quarant'anni nella vita e nel cammino di questa città, che ha trovato in lui una guida autorevole, sicura, operosa, senza mai dare segni di cedimento, quando si trattava del bene del suo popolo. È stato un uomo rispettoso, padre rigido, ma sempre presente ed amorevole per i suoi due figli, Garen Crownguard e Luxanna Crownguard. Invito essi, se vorranno, a spendere un ultimo pensiero nei confronti di colui che è stata la persona che li ha guidati nella loro crescita fino a questo triste giorno... -

Calò il silenzio, rotto solo dai singhiozzi e lamenti della gente, lo scroscìo della pioggia. Gli occhi dei presenti si puntarono su Garen, impeccabile nella sua armatura, che si accostò al sacerdote. Cercò sua sorella tra la folla e la vide, in prima fila, una fanciulla dai capelli biondi e gli occhi azzurri, come quelli di sua madre, il viso rotondo e dalle guance rosee, vestita interamente di nero.

Garen tossì, poi parlò. La sua voce risuonava alta, forte ed orgogliosa.

- Mio padre, Lord Dominick, è stato un esempio da seguire, per tutti, ma soprattutto per me e la mia adorata sorella - fece una pausa, durante la quale abbassò lo sguardo, verso la cassa, come se si stesse rivolgendo proprio a lui - A volte, durante la nostra infanzia, è stato molto duro, quasi granitico oserei dire, ma il suo comportamento nei nostri confronti ha avuto successo: io e mia sorella, siamo il suo orgoglio e, per ciò, ci impegneremo al fine di proteggere al meglio Demacia ed il suo popolo, com'era suo desiderio. -

Non ci fu altro da aggiungere, ma prima di tornare al suo posto, Garen si avvicinò alla bara, già calata sul fondo del terreno e buttò una manciata di terra sul coperchio. Luxanna evitò di parlare, silenziosamente, raggiunse anche lei il sarcofago e compì lo stesso gesto di suo fratello.

Il rito si potrasse fino a quando le persone più vicine a Lord Dominick non avessero speso due parole per la sua morte, dopodiché terminò. Fu una giornata triste per la popolazione di Demacia, ma non per Luxanna, che ottenne poteri decisionali su ciò che accadeva al palazzo Crownguard.

***

Il Palazzo Reale di Demacia si ergeva maestoso tra le varie abitazioni della capitale. Era difeso da mura imponenti e di marmo bianco; Il re Jarvan III governava dall'alto del suo scranno dalla Cittadella dell'Alba, ovvero una parte dell'edificio che si affacciava sulla vasta Piazza Grande di Demacia, luogo di ritrovo per i cittadini, venuti per celebrare le varie incoronazioni dei sovrani. Infine, vi erano la Sala del Valore, dove i guerrieri caduti venivano ricordati per il loro sacrificio ed il Tempio dei Portatori della Luce, luogo sacro in cui si adoravano tutte le divinità legate a quell'elemento.

Successivamente alla morte di Lord Dominick, Jarvan III aveva ricevuto più volte notizie da parte di guerrieri mercenari, spie ed avventurieri giunti a Demacia e desiderosi di essere ripagati in denaro per quelle comunicazioni, che Noxus fosse in procinto di organizzare un attacco a sorpresa nei confronti di Ionia, da sempre alleata di Demacia.

Ma il re non era sicuro che ciò che giungeva alle sue orecchie fosse vero, pertanto si limitava ad annuire e sperare che si sbagliassero.

Anche quella mattina, un ragazzetto che poteva essere poco più piccolo di suo figlio, il principe Jarvan IV, si trovava inchinato al suo cospetto. Lo guardò con attenzione: sembrava quasi un mendicante per com'era conciato, anzi, molto probabilmente era un orfano venuto da chissà quale città lontana, in cerca di denaro.

- Ho già sentito questa storia - disse Jarvan III, annoiato, dopo aver ascoltato dell'imminente attacco di Noxus a Ionia. - Ti consiglio di tornare a casa dai tuoi genitori, ragazzo -.

Ma il giovane scosse velocemente la testa, facendo traballare gli strani occhiali che portava sulla testa, tra i capelli biondi spettinati e rispose: - I miei genitori sono morti -.

- Mi dispiace tanto, se vuoi posso trovarti una sistemazione, qui a Demacia... -

- Non voglio una casa qui, mio signore. Desidero, soltanto, che ciò che vi ho detto venga ascoltato. Sono Ezreal, vengo da Piltover e sono il figlio di due avventurieri, morti inspiegabilmente durante una delle loro spedizioni. Se non odiassi i Noxiani, non mi sarei nemmeno preso la briga di venire fin qui, a darvi quest' annuncio - spiegò. Poi, frugò nelle tasche dei suoi pantaloni sgualciti e tirò fuori un pezzetto di carta, probabilmente residuo di una pergamena, che Ezreal si limitò a porgere al re, salendo la lunga scalinata di marmo.

Jarvan lesse il contenuto, una semplice frase che stava a significare tutto o niente: “Stanno arrivando”. Non c'era firma, tuttavia vi era un sigillo, che aveva imparato a conoscere bene: una rosa nera.

- Mi trovavo nei pressi del Monastero di Hirana*, quando...- stava raccontando Ezreal, ma il sovrano scattò in piedi e disse, quasi urlando: - Sono stanco di simili sciocchezze! La Rosa Nera non esiste più dai tempi in cui a Noxus vi era l'aristocrazia. Se vuoi dei soldi non c'è bisogno di inventare simili fandonie! -

Con un gesto della mano, le guardie, fino a quel momento immobili ai lati del trono del re, si mossero, prendendo Ezreal per le spalle.

- Dategli ospitalità fino a quando desidererà, ma non voglio più vedere i suoi piedi toccare il prezioso pavimento di casa mia! -

Dopodiché, guardò per l'ultima volta la pergamena e la nascose nella sua armatura dorata. Stava quasi per ritirarsi nelle sue stanze, quando venne annunciato l'ingresso di Garen Crownguard.

Se anche lui è convinto che Noxus invaderà Ionia, giuro di farlo giustiziare nella Piazza Grande”.

Garen avanzava con passo deciso, ma ciò che sorprese il re fu vederlo in compagnia di sua sorella Luxanna. Un brivido lo scosse, quando Garen si inginocchiò e lo guardò dritto negli occhi: aveva solo vent'anni, come riusciva a mantenere quel comportamento?

- Maestà, - iniziò, una volta che anche Luxanna si fosse inginocchiata, - chiedo umilmente perdono per la richiesta che sto per avanzare, ma desidero che venga convocato il Consiglio, al fine di discutere delle recenti voci giunte a Demacia, di cui sarà sicuramente già a conoscenza e della soluzione, forse un po' azzardata ai vostri occhi, a cui sono giunto, grazie a Lady Luxanna, mia sorella qui presente. -

Jarvan vide il tormento negli occhi di Garen, dimenticò tutto ciò che era successo qualche istante prima con quel mendicante ed annuì, conscio lui stesso che qualcosa di brutto stesse per accadere.

- E sia. -



*Monastero di Hirana: Località nei pressi di Ionia.



Spazio Autrice:

Buonsalve (?) a tutti,

eccoci arrivati alla fine di questo capitolo. Che dire? La storia è nata per caso, dopo aver acquistato la skin di Lux Elementalista ed aver chiacchierato con il mio Adc di fiducia del background misero che la Riot ci ha fornito. La trama mi è ancora incerta in alcuni punti e non me ne vogliate se non rispetta al cento per cento la lore di Demacia, Noxus, Ionia. Questa è una storia di pura fantasia, in cui alcuni fatti vengono modificati o inventati di sana pianta, per far funzionare la trama, perciò non venite a scrivere recensioni piene di lamentele in cui mi dite robe tipo “Ma Lux era più piccola quando Noxus ha invaso Ionia” e bla bla bla, perchè il mio scopo non è quello di ricostruire la storia di Demacia, Noxus e Ionia, quanto più leggere e scrivere qualcosa di mio e vostro gradimento.

Detto questo, ringrazio coloro che hanno letto il capitolo precedente e BlueRhylia per aver recensito.

Alla prossima,

Lilith Rose.

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Capitolo 3
*** 3 ***


3



The light will find you”.



Quando Luxanna Crownguard si sentiva insicura sulle decisioni da prendere, aveva sempre un posto dove andare: si trattava di una collina, sopra elevata rispetto all'intera Capitale, dalla quale poteva vedere ogni cosa. Da quell'altezza, le persone sembravano tante minuscole formiche, gli edifici non apparivano così imponenti e maestosi, ma, cosa molto più importante, regnava il silenzio.

Per raggiungere il luogo ci voleva un bel po' di dimestichezza nell'arrampicata, ma una volta lì, tutti i problemi sembravano sparire. Era un posto incantevole, con un manto di prato verde, cespugli di fiori selvaggi e una schiera di alberi alti, di cui Luxanna non conosceva il nome.

- Se solo potessi ascoltarmi, madre... - disse, guardando un punto indefinito del paesaggio mozzafiato. - Lord Dominick è morto e, adesso, posso essere me stessa! Ma come faccio a dire la verità, come posso rivelare a Garen la mia vera natura? -

L'abito nero che indossava, segno di lutto, iniziò a svolazzare: il vento soffiava abbastanza forte da farle lacrimare anche gli occhi.

- Perché non provate a fidarvi un po' più di lui? -

La giovane Crownguard sobbalzò: suo fratello era riuscito a trovarla, oltre a sentire il suo stupido monologo da adolescente malinconica.

Si voltò e lo guardò, con gli occhi lucidi. Giorno dopo giorno, Garen assumeva quell'aria da comandante, fredda e calcolatrice, un atteggiamento che la faceva allontanare. Indossava la sua armatura lucente, ancora di più sotto ai raggi di quel sole malato, aveva i capelli castani scuri tutti scompigliati.

- Cosa dovete dirmi? - incalzò, una volta avvicinatosi. Poggiò le mani callose sulle sue spalle minute e la guardò dritto negli occhi: - Sono ancora vostro fratello, ogni vostro segreto sarà mio, come è sempre stato e nessuno lo saprà. Vi difenderò sempre, in ogni occasione. -

- Per questo motivo non avete preso le mie parti, quando nostro padre decise di rendermi l'infanzia un inferno? -

Garen sospirò, aprì la bocca per ribattere, ma Luxanna fu più veloce: si liberò dalla presa sicura delle sue mani, si allontanò e si avvicinò al ciglio della collina, dandogli le spalle.

Stava singhiozzando, in quel momento si sentiva più fragile del solito, tuttavia, quando Garen le si accostò, prendendola nuovamente per la spalla, disse: - Andiamo in cortile. Sfidatemi, vi farò vedere ciò di cui sono capace -.

- Ma, Lux! - esclamò, rendendosi subito conto che non l'aveva chiamata con quel nomignolo da tanto tempo. - L'ultima volta che abbiamo duellato, siete scoppiata in lacrime e... -

- Sono cresciuta - rispose, ma ricordava con precisione ciò che era accaduto ed il motivo del loro confronto.



***

Era un noioso pomeriggio d'estate, Garen e Luxanna stavano in panciolle sulle poltrone comode del loro giardino, a riposarsi dopo aver giocato per metà giornata a nascondino con Lady Elizabeth. Lord Dominick non era in casa, era stato convocato ad una riunione del Consiglio, alla quale non poteva assolutamente mancare.

- Pensi che nostro padre tornerà presto? - domandò il piccolo Garen, con gli occhioni pieni di speranza. Purtroppo, Lord Dominick non era mai stato molto presente, a causa della sua carica di Comandante dell'esercito di Demacia, tuttavia Lady Elizabeth era abbastanza brava da cercare di “attutire” questo vuoto.

Luxanna alzò le spalle. Il Lord suo padre era alquanto severo nei suoi confronti e, difficilmente, la lodava o le dimostrava affetto.

Un rumore di passi alle loro spalle, fece voltare entrambi i bambini e, chi videro, con grande sorpresa di Garen, se non Lord Dominick in persona?

Sembrava felice per una buona volta e, la stessa Luxanna, non poté fare a meno di constatare che, quando era sorridente, suo padre era davvero affascinante.

Garen corse giù dalla poltrona e gli andò incontro, a braccia aperte. - Padre! - urlò, pieno di felicità.

Luxanna si avvicinò timidamente e, una volta che il Lord avesse smesso di salutare suo figlio, anche lei ebbe la sua fetta di attenzioni.

Ancora inginocchiato a salutare i suoi bambini, Lord Dominick cercò con la mano libera un sacco di stoffa, che destò la curiosità di Luxanna e Garen.

- Allora... - iniziò, frugando nella sacca, - Questa è per Garen -.

Gli porse una meravigliosa, spada di legno intagliato, con il manico dettagliatamente decorato. Al bambino luccicarono gli occhi dalla felicità, la prese con mani tremanti e iniziò a tirare fendenti all'aria, in maniera un po' a casaccio.

- Grazie, padre! - e gli stampò un tenero bacio sulla guancia.

Lord Dominick guardò Luxanna attentamente: era il suo turno. Non perse tanto tempo nel prendere l'oggetto che aveva pensato di regalare alla bambina e, quando glielo porse, lei lo guardò stupita.

Ora, bisogna precisare che, a quei tempi, Luxanna non sapeva niente di magia, ne le interessava più di tanto: si limitava a guardare Garen giocare a far finta di “duellare” con Fiora Laurent, pertanto il suo desiderio era ricevere una spada di legno, per poter prendere parte ai giochi. Tuttavia, ciò che suo padre le stava offrendo era uno strano bastone, anzi, più che un bastone, era una bacchetta, dal manico semplice e dalle estremità riccamente adornate, con dettagli simili a delle torce spente.

Luxanna prese l'oggetto tra le mani, si limitò a ringraziare e raggiunse Garen, che già si stava allenando nel cortile, colpendo selvaggiamente un manichino di stoffa.

- Voglio la tua spada! - esclamò.

Garen si interruppe, osservò l'oggetto tra le mani della sorella e scoppiò a ridere: - E così vorresti la mia spada, eh? Bene! - fece una pausa, poi continuò: - Se la vuoi così tanto ti accontenterò, ma ti dovrai battere con quel... Bastone. -

***



- Quel... Bastone? - domandò Garen, una volta giunti nel grigio cortile della loro splendida casa.

Luxanna sorrise, prendendo con entrambe le mani la sua bacchetta. - Ultimamente, ho scoperto tante cose, Garen - disse. - Anche se non capisco il motivo per cui nostro padre abbia deciso di regalarmi questa bacchetta... Che sapesse della mia vera natura? -

Garen scosse la testa, non riusciva a capire cosa stesse dicendo sua sorella. - Io... Prima di cominciare, devo dirvi una cosa molto importante -.

Ma la fanciulla non aveva intenzione di aspettare così tanto tempo, perciò lanciò un primo incantesimo, che Garen non riuscì nemmeno a percepire: era stato accecato da un bagliore luminoso e, adesso, Luxanna si trovava proprio dietro di lui. Si domandò come avesse fatto.

- Come...? - rimase immobile, con la spada ancora in pugno, e vide la bacchetta illuminata da una strana e potentissima aura.

- Sono qui, Garen! -

Il ragazzo si rese conto che quello era solo un riflesso, uno “specchio di luce”, che ritraeva esattamente sua sorella. Non si era mai spostata ed era sempre stata davanti a lui, adesso con le mani sui fianchi ed un enorme sorriso stampato sulle labbra. - Ricordi, quando, da bambina, ero riuscita a superare la fobia del buio? -

Garen annuì, ma tentò di interromperla di nuovo. Le si avvicinò bruscamente, ma un altro bagliore lucente lo colpì e lo bloccò in una gabbia, che gli impediva qualsiasi movimento.

- Lux, per l'amor di Demacia, mi volete dire che sta succedendo? -

Luxanna rimase in silenzio, poi si decise a parlare: - Ero riuscita a trovare una soluzione grazie alla magia, Garen! E guarda caso, posseggo proprio quelli della luce! - fece una pausa, ma fu interrotta subito, perché scoppiò a piangere: - Ero solo una bambina! Ti rendi conto? Ho avuto paura del buio, ho avuto paura di usare la magia, per colpa vostra e di nostro padre! -

Garen non si era mai sentito così colpevole come in quel momento. Finalmente, l'effetto dell'incantesimo era finito e poté muoversi, la raggiunse, la abbracciò e le sussurrò: - Mi dispiace -, mentre la ragazza si scioglieva in un pianto liberatorio.

- Cosa dovevate dirmi? - domandò Luxanna, una volta che si asciugò le lacrime.

Garen guardò le nuvole grigie che costellavano il cielo: - Presto verranno celebrate le mie nozze con Fiora Laurent - poi, senza accorgersi dell'espressione scioccata di sua sorella, aggiunse: - Adesso, più che mai, ho bisogno del vostro aiuto, Lux. Ho bisogno che veniate insieme a me alla Cittadella dell'Alba, convincerò il re Jarvan a convocare un Consiglio -.

- Perché? - Lux riuscì a chiedergli.

- Perché Ionia è in pericolo, perché Demacia ha bisogno di più maghi e spie che collaborino con l'esercito -.

Luxanna scosse ancora una volta il capo. - Non capisco, che cosa avete in mente? -

Finalmente, la guardò. - Viste le tue doti magiche, ho deciso di mandarvi a Noxus, come infiltrata -

- Cosa? - esclamò, completamente stupita da quella rivelazione. Non si sentiva, certamente, in grado di affrontare una missione di quel calibro.

- Sì, Lux. La notizia del mio matrimonio si spargerà presto in tutta Valoran e sarà allora che Noxus invaderà Ionia, quando nessuno di noi sarà preparato, ma non ne sono sicuro. Perciò, voglio che andiate la, a scoprire cosa stanno tramando, vi darò i dettagli della missione una volta ottenuto il consenso del re-.

- Fiora Laurent, uh? - fu la risposta sarcastica di Luxanna, poi, insieme al fratello, si avviò verso la Cittadella dell'Alba.

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Capitolo 4
*** 4 ***


4





"Tomorrow is a twinkle, but today is a shining promise."



Luxanna non aveva mai partecipato ad una riunione del Consiglio. Era stata un'esperienza unica, ma non sapeva ancora se volesse ripeterla, dato che era stata l'oggetto della discussione di tutta la durata della seduta. In più, si era sentita alquanto a disagio a causa degli sguardi insistenti del giovane principe, Jarvan IV, il quale aveva preso le sue parti, insieme a Garen, nei momenti in cui la maggior parte dei membri del Consiglio criticavano la scelta di affidare una missione di quel calibro ad una ragazzina di sedici anni, totalmente inesperta.

- Quindi, siamo talmente disperati da mandare a Noxus una mocciosa che afferma di avere poteri magici potentissimi, per ottenere la conferma di ciò che sappiamo da mesi? - fu la domanda retorica di uno dei membri del Consiglio, un certo Lord Fruward, un uomo anziano, dalla pelle chiara e raggrinzita, con alcune macchie marroni sulle mani sottili e tremanti.

Luxanna, a quelle parole, si sentì colpita nel vivo, abbassò lo sguardo e arrossì violentemente.

L'uomo aveva ragione: quante possibilità aveva di tornare a Demacia con le giuste informazioni, senza rischiare la vita?

- Lord Fruward, mi permetta di dissentire: può sembrarle una pazzia, ma conosco mia sorella Luxanna e ho visto cosa è in grado di fare, seppur per poco tempo e... - ma Garen venne interrotto quasi subito dallo stesso, che continuò: - No, Garen, permettetemi di dire che non siete assolutamente in grado di capire se la ragazzina in questione sia davvero in possesso di poteri magici o, semplicemente, abbiate preso un abbaglio -.

Luxanna frenò un'irresistibile voglia di scappare via da quell'enorme stanza ed abbandonare tutti i membri, seduti ad un altrettanto grande tavolo di freddo marmo bianco e tornare tra le mura sicure di casa sua. Ma sapeva che un tale atteggiamento, l'avrebbe data vinta a quell'uomo tanto saggio, quanto scettico, pertanto rimase a testa bassa, ad ascoltare il brusìo che quella breve discussione aveva generato.

Per qualche minuto, non sentì altro che frasi che alimentavano lo scetticismo dei presenti, anche dello stesso Jarvan III, il quale, tuttavia, riportò subito l'ordine con una sentenza.

- Signori! - esclamò, battendo le mani callose, riccamente adornate di anelli dorati. - Sono convinto che la situazione abbia lasciato sgomenti anche voi, - inarcò un sopracciglio - tuttavia, la famiglia Crownguard serve egregiamente il popolo e la città stessa di Demacia da secoli e mai ciò che essi hanno affermato si è rivelato un buco nell'acqua, se così vogliamo dire. - fece una pausa, quasi come se stesse cercando le parole nell'aria, poi continuò: - Pertanto, appurato che Demacia sia carente di spie e di maghi abbastanza giovani ed in forze da arruolare nell'esercito ed in eventuali missioni, - e qui Jarvan III lanciò un'occhiata a Lord Fruward, - chiedo al qui presente, Lord Fruward, di giudicare le capacità magiche di Lady Crownguard, essendo lui stesso il direttore dell'Accademia di Magia -.

Se prima di quel discorso, Luxanna voleva tornare a casa, adesso si sentiva così debole e spaventata che avrebbe desiderato, addirittura, svenire e non risvegliarsi per almeno una settimana.

Ora, le era tutto più chiaro: Lord Fruward era un vecchio mago, direttore dell'Accademia, pertanto credeva di poter avanzare scuse come “è troppo giovane ed inesperta”, solo perché nessuno dei suoi studenti avesse mai pensato di servire Demacia, allo stesso modo di quella ragazzina, di cui nessuno conosceva nemmeno il nome, apparsa dal nulla.

- Ho ancora una domanda - disse Lord Fruward, fissando i suoi occhi azzurri in quelli di Luxanna, - la qui presente ragazzina è visibilmente la copia di sua madre, l'amata Lady Elizabeth, assassinata proprio da qualche “emissario” di Noxus. Mi chiedo, se riuscirà a passare l'esaminazione dell'accademia, come si giustificherà, una volta entrata tra le “amichevoli” mura Noxiane? -

La domanda fece scoppiare l'ennesimo chiacchiericcio, interrotto bruscamente dal principe Jarvan IV, il quale, visibilmente infastidito, rispose: - Tutto ciò verrà discusso una volta che Lady Crownguard passerà l'esaminazione, pertanto suggerisco, Lord Fruward, di non soffermarsi su dettagli così infimi -.

- Ma certo, - rispose sarcasticamente - perchè non passare al prossimo argomento, ovvero il matrimonio di Garen Crownguard con Fiora Laurent? -

- Non so a cosa vogliate alludere, Lord Fruward, ma credo vi siano faccende più delicate da affrontare... - rispose Garen.

Luxanna non aveva mai visto suo fratello così adirato e sapeva anche che si stava sforzando per non saltare addosso a quel vecchio così diffidente.

- Tipo quali? - incalzò.

Garen fece un profondo respiro, poi parlò: - Decidere quando Lady Crownguard verrà giudicata dalla vostra abilissima commissione di maghi, discutere di questa - e posizionò il foglio di pergamena stracciata, trovata da quello strano avventuriero di Piltover.

Lord Fruward trasalì, alla vista del marchio dell'antica Rosa Nera. Prese in mano la pergamena, la lesse, forse anche troppo lentamente, dato che vi era scritta una semplice frase che nascondeva chissà quale significato dietro, poi la passò al suo vicino.

- Credo si tratti dell'ennesimo abbaglio - disse, ancora una volta Lord Fruward. - Mi rivolgo direttamente a voi, maestà: quanti avventurieri giungono a Demacia, giorno dopo giorno, con notizie del genere? Cos'ha in più questo giovane straccione di Piltover? Un pezzo di pergamena di cui non sappiamo nulla! La Rosa Nera non esiste più, mi rifiuto di credere che ciò sia oggetto di discussione -.

- Ebbene, non possiamo esserne certi, milord. - fu la risposta secca del principe Jarvan.

- Con tutto il rispetto, principe, ma credo che vostro padre abbia il diritto ed il dovere di arrivare a tali conclusioni - ribatté, acidamente.

Jarvan IV, per la prima volta da quando Lux lo conosceva, aveva arrossito e si era sentito, probabilmente, profondamente offeso.

- Adesso siamo qui per discutere su ciò che il principe Jarvan può asserire o meno? - disse sarcasticamente una donna, l'unica oltre Lux a presiedere il Consiglio. Anche lei era molto anziana, tuttavia si intravedeva dai lineamenti, il volto di una bellezza antica, non del tutto svanita nel tempo.

- Mia cara, Lady Carlynn - disse Lord Fruward con un sorriso tirato, - temo che il principe Jarvan sia troppo giovane per avere poteri decisionali, così come reputo che Lady Crownguard debba pensarci su due volte prima di... -

- È questo il vostro problema: non lasciate spazio ai giovani, alle nuove idee... -

- Possiamo rimandare questo romantico battibecco alla prossima riunione? - disse qualcuno, ormai spazientito da come il discorso stesse prendendo una via del tutto inaspettata per un Consiglio così maturo.

- Grazie, Lord Spelloyal - disse Jarvan III, quando a quelle parole, tutti si zittirono finalmente. - Sono convinto che non abbiamo abbastanza prove che ci consentano di dire che questo documento sia veritiero, tuttavia non voglio nemmeno essere cieco e sordo di fronte alle innumerevoli avanzate di gente che giunge a Demacia ogni giorno. Non so se sia semplicemente una nuova moda, magari per guadagnare un pezzo di pane o una dormita su un morbido giaciglio, non so nemmeno come tutte queste persone riescano ad ottenere queste informazioni e noi no, tuttavia è proprio per questo che ci serve gente come Lady Crownguard. Dobbiamo prevenire e sperare che non sia troppo tardi. Pertanto, ritengo che l'esaminazione avvenga al più presto possibile e che, una volta giudicata idonea, Lady Crownguard parta il prima possibile, in modo che, se notasse qualcosa di strano, dato che la notizia del matrimonio si spargerà molto in fretta e Noxus potrebbe decidere di attaccare Ionia nel momento in cui potrebbe trovarci impreparati, possa avvisarci per tempo. Inoltre, ritengo che sia il caso di mandare delle truppe a pattugliare i confini di Ionia -.

- Credo che sia il caso di avvisare Ionia e di mandare sotto copertura le nostre truppe, non vogliamo che Noxus capisca che siamo in allarme - aggiunse Garen.

A quel punto la riunione era finita e Luxanna si alzò, tremante, dalla sua poltrona. Rimase al fianco di Garen per tutta la durata del tragitto, completamente in silenzio, almeno fino a quando non fu lui ad interromperlo.

- Mi dispiace, Lord Fruward è sempre stato un vecchio bisbetico - disse, sorridendo.

Lux alzò le spalle e continuò a camminare: l'unica cosa che desiderava fare era chiedere a Gurvyre, una delle serve, di preparare un rilassante bagno caldo. Voleva pensare e rimurginare sull'accaduto, a come la sua vita stesse cambiando da quando Lord Dominick era morto, a come, probabilmente, Lord Fruward avesse agito durante l'esaminazione per metterle i bastoni tra le ruote.

- Lady Carlynn e Lord Fruward avevano una relazione, più o meno, alla tua età - fece Garen, il quale non sapeva come attirare l'attenzione di sua sorella.

Lux scosse la testa, sorridendo. - Chissà perché, ma immaginavo una cosa del genere -

- Beh, non conosco i dettagli, ma so che Lord Fruward amava ardentemente Lady Carlynn, tuttavia si lasciarono perché il padre di lei, adesso defunto fortunatamente, era dell'opinione che erano troppo giovani -. Garen sorrise: - Ecco perché, adesso, odia i ragazzini prodigio come te -

- Non credo, semplicemente avrà un odio infondato sui ragazzi che vogliono portare avanti qualcosa in cui credono, visto che lui non ha potuto con la sua relazione - rispose Lux, con lo sguardo perso nel vuoto.

Arrivarono a casa e, finalmente, si congedò dal fratello. Come aveva pensato, chiese a Gurvyre di prepararle un rilassante bagno caldo e la ragazza corse subito ad eseguire il suo ordine.

Fu proprio quando, immersa nell'acqua calda, la stessa Gurvyre le portò una busta, con un enorme sigillo di ceralacca recante il simbolo della casata dei Lightshield. Con le mani bagnate e tremanti per l'emozione, Lux si liberò della busta e lesse la missiva:

Amabilissima Lady Luxanna Crownguard,

volevo comunicarvi, sotto estremo ordine del re Jarvan III, che la vostra esaminazione avverrà l'indomani, alle ore 9.00. Verrete accompagnata da me stesso in persona, pertanto vi chiedo di presentarvi quanto prima possibile per raggiungere l'Accademia della Magia.

Ne approfitto, per invitare voi ed il vostro onorevole fratello alla mia cerimonia di compleanno, che si terrà tra due giorni, presso la dimora Lightshield, nella speranza di poter godere della vostra illustre presenza.

Con affetto,

Principe Jarvan IV Lightshield.”

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