Oltre la Forma c'è la Forza

di LittleDreamer86
(/viewuser.php?uid=137316)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scena 1 ***
Capitolo 2: *** Scena 2 - Kylo Ren e Ben Solo ***
Capitolo 3: *** Scena 3 - Il Cacciatore è la Forza ***
Capitolo 4: *** Scena 4 - Rey ***
Capitolo 5: *** Scena 5 - Su Degobath ***
Capitolo 6: *** Scena 6 - Scendendo... ***



Capitolo 1
*** Scena 1 ***


 “Portatelo giù!” Braccia incrociate dietro alla schiena. Fiero. Nessuna incertezza nello sguardo, il Generale Hux appena sceso dalla nave comanda.

Una barella sospesa magneticamente discende la rampa della navetta, affiancata da tre armature bianche per lato, passandogli affianco.

Un uomo vi è disteso, privo di coscienza.

“Ma Generale, lo lasciamo così senza nemmeno portarlo al centro medico?” Domandò uno dei suoi ufficiali, mentre gli si affiancava con il blaster in posizione di riposo. La sua armatura spiccava tra le tante per il colore argentato, visto che quelle dei soldati semplici erano tutte bianche.

“Phasma è un ordine che viene dal Leader Supremo e devo eseguirlo. Ma ad esser sincero l’avrei fatto io stesso.”

“E se morisse?”

“Quella carogna stupida?! Sinceramente lo spero. E credo anche il Leader Supremo lo desideri in fondo.” Strinse le mascelle appena. La voce incrinata da una rabbia sempre misurata.   “Ehi, voi! Lasciatelo lì a terra. Toglietegli il mantello, l’armatura…”

“Si, generale!” Vi fu movimento attorno alla barella.

“Ma perché è necessario…” Insistè l’ufficiale dall’armatura argentata.

“Ti sei presa troppo a cuore il Ren o sbaglio? Credo sia una trovata per l’addestramento, ma questo non ci riguarda. Potrebbe morirci? Tanto meglio per noi! Un problema in meno di cui occuparsi.” Poi Hux si voltò verso il gruppo di soldati, ordinando “Ehi...voi, muovetevi!”

Quando tornò a dare attenzione a Phasma, la voce si abbassò assumendo un tono confidenziale “Detto tra noi, questo pianeta mi trasmette un non so che di inquietante, voglio che la nave si allontani il prima possibile…”

“Le confido, Generale, che non siete l’unico a provarlo.” La donna soldato quindi si avvicinò al gruppetto di soldati per sollecitali a muoversi “Avete sentito il Generale, muovetevi!”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Scena 2 - Kylo Ren e Ben Solo ***


Dove sono?

Frullare d’ali. Cinguetti di volatili. Aria che s’insinua tra i contenuti indistinti che ti circondano ma che non vedi, tra le ciocche scure, i ricci fradici appiccicati al tuo volto nudo.

Fresca. Umido alito.

Dov’è il mio casco, la mia armatura? Rumori confusi, suoni, versi di esseri vivi. Uno sfondo sonoro per l’oscurità, per il buio della coscienza.

Tra la veglia e il sonno, percepisci il dolore della sconfitta scavare nel tuo fianco e il volto bruciare. Il rancore verso te stesso e la tua debolezza. Quando hai concesso il potere di dominarti ai tuoi demoni personali, i tuoi soli amici, al tuo Maestro Sith bramavi questo insegnamento. Il tormento straziante ti rendeva più forte.

Ma adesso…è diverso. Rottamaia è colpa tua.


Quando torni a vedere, ti senti inondare la vista dall’acqua di lacrime.

Sconfitta. Ti pesa addosso come un grave, ti trafigge il lato destro del volto. Solo perché hai voluto tacere quell’altra parte di te, negarla a te stesso.

Così il tuo ego è stato punito da una ragazzina. E sanguina dal taglio.

Il lato sinistro è femminile. Creativo. L’intuizione. L’emozione. Dove l’hai intrappolata, dove l’hai nascosta Kylo Ren? Avvinto da quei tuoi sentimenti. Dal rancore, dall’odio, dall’ira hai negato una parte di te. Hai negato Ben.

Il lato destro è Kylo Ren. Il mostro patricida scappato da sua madre. Il potere. L’ira. La Forza bruta.
Il lato destro è quello ferito dalla rottamaia di Jakku, lei Emozione Pura.

Il lato sinistro è Ben. Il ragazzino innocente. Pieno di curiosità e amore per la sua famiglia, suo padre, sua madre, la natura. La Forza scorreva in lui con le sue emozioni. Lo stupore per la vita.

E adesso chi sei? Chi sono? Sono Kylo Ren, il caduto.



Fango. Affondando nel fango. Un passo alla volta, arrancando e respirando l’aria umida di una giungla sconosciuta. Un freddo lacerante penetra il torso nudo dell’uomo che non è più un uomo. Ma solo un rifiuto. Un cadavere che cammina.

La mia preda. Sei tu. Duegambe.

L’uomo provò a sollevare il capo: una mano premuta sul fianco e l’altra sul volto. Sembrava aver percepito qualcosa nell’aria. Un moto e poi più nulla. Un pensiero che s’era insinuato come un serpente fra le pieghe della sua mente.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Scena 3 - Il Cacciatore è la Forza ***


Quando le tue mani hanno trafitto il cuore del tuo nemico, si sono imbrattate di sangue. Ed ora sgocciola giù a macchiare la terra che ti ha concesso di vivere.

Hai sacrificato una vita a lei, per la tua.

Sei rimasto solo. Solo.

Per intere notti e durante le ore diurne hai corso attraverso gli arbusti, gli alberi le felci.

Ti eri nascosto nelle acque fangose di una laguna melensa o negli antri formati dalle radici degli alberi, per scappargli.

Hai bevuto la rugiada da enormi foglie, raccolto le bacche dai cespugli.

Ricordi quando mangiando un fungo dai colori spiccanti hai vomitato anche l’anima, finendo per crollare a terra per ore e ore preda di dolori lancinanti allo stomaco vuoto da giorni?

Ricordi la fame?

La paura di venir catturato dal tuo Nemico? Lui sì che conosceva la Forza. Non tu.

Tu non l’hai mai davvero percepita dentro di te, scorrere attraverso te. Sei sempre stato tu con i tuoi nomi. Ben. Kylo Ren.

Il Cacciatore non ha nomi.

Cercavi di possederla, la Forza. Controllarla. La bramavi. Non sei mai stato come il tuo nemico…la Forza Stessa. Lui che arrivava silenziosamente con l’alito di vento tra i rami e l’erba o come un essere innocuo, curioso. Lui era questa foresta stessa, la sua forma senza forma. Lui era la Forza.

Il cacciatore che diventa la foresta trova le sue prede perché conosce ed è ogni luogo, ogni tana, ogni albero, ogni essere.

Adesso uomo siedi sul cadavere del tuo nemico, del tuo Cacciatore e puoi bere da lui la sua Forza vitale. Comprenderlo ed essere lui. La Belva Nera è morta, ha perso l’involucro e ha dissolto la sua essenza nella Forza. Ora percepisci. Percepisci la Forza, lasciati andare ad essa. Perdi i tuoi nomi. Perdi i tuoi limiti. Sii davvero la Forza.

Che tutto è senza forma, eppure da vita, forma. Sii realmente l’animale che hai sempre voluto essere. Violento. Silenzioso. Inesistente. Sii il suo opposto. Dolce. Sorriso. Svanisci. Il suo esatto opposto.


L’uomo che tanto tempo fa era stato uno jedi e poi un sith, sedeva a gambe incrociate sul cadavere di un enorme animale dal corto pelo nero e lucido. Tra le mani teneva ancora pulsante l’enorme cuore del suo nemico. Un istante e le sue labbra baciarono quel sangue, i suoi denti bianchi affondano nella carne. Si nutriva di esso, lo comprendeva e mentre mangiava, piangeva per lui, per sé stesso e per l’Universo intero. Meraviglioso e terribile nella sua illimitata estensione senza fine. Il quell’istante si sentiva di comprendere realmente il Tutto. L’Anima, la sua Forza emergeva da dentro di sé per diffondersi attorno e scomparire, mescolandosi ed unendosi all’albero, al filo d’erba alle gocce d’umidità presenti nell’aria. Scompariva per sempre il mostro Kylo Ren. Scompariva lo jedi, Ben. Un forma senza forma diventava, senza nome. Emozione Sentimento Ragione assieme, mescolati in un tutto-niente. Chi era ora? Quali azioni aveva compiuto nel suo passato, cosa avrebbe realizzato nel suo futuro? Sembrava tutto così lontano da quell’istante presente. Niente futuro. Niente passato. Li riconosceva, sapeva della loro esistenza ma non gli appartenevano più. Solo l’istante presente in tutta la sua drammatica forza. Le lacrime che segnavano il suo volto erano per la Creatura di cui si stava cibando, per la miseria, per la bellezza e luminosità nera di quest’istante dove tutto era esposto e chiaro. La sua mente svuotata di ogni cosa, dalla paura e dalla passione, era lucida come mai era stata. Era come se fosse un essere Trasparente. Privo di colori, non esiste…ma li comprende tutti.


I Jedi si sono sempre sbagliati. I Sith si sono sempre sbagliati. La Forza non è mescolanza del Lato Chiaro e Lato Oscuro. E’ Trasparenza. Vuoto.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Scena 4 - Rey ***


Luke skywalker venne scosso dalla profondità della sua meditazione. La disperazione e il dolore di suo nipote Ben. Aprì gli occhi e lo sguardo del vecchio si perse nell’oceano di Ach-ho. Un grido nella forza. La sensazione di meraviglia e vastità, l’esplosione della sua energia e poi tutto era svanito. Si levò in piedi, premendo le mani sopra la stoffa ruvida della tunica grigia, cercando la sua allieva con gli occhi, giù verso la piccola capanna e con la mente nella Forza. Le labbra serrate. Non voleva crederci.

Rey, vieni. L’hai percepito anche tu?

Un ragazza giù nella valle stava smuovendo zolle di terra con una zappa rudimentale nel loro orto. Ormai i capelli le erano cresciuti a dismisura in quei mesi di lungo e duro addestramento. Quei tre ciuccini sulla nuca non riuscivano più a sostenerne il peso, così aveva abbandonato l’abitudine di legarli e li teneva sciolti. Solo una fascia grigia impedivano a questi di ricadere sulla sua fronte alta e cosparsa di lentiggini. Levò il volto verso le cime del faraglione di roccia, e il suo pensiero corse verso il Maestro Jedi.

Si, Maestro. Lui non c’è più.

Correva Rey. Correva salendo i gradini che portavano al più antico tempio Jedi e quando arrivò in cima era senza fiato e piena di cordoglio. L’aveva percepito nella Forza quel senso di perdita del suo Maestro e poi com’era arrivato questo sentire si era placato. E la Mente di Luke era tornata calma. Premette le mani sopra la stoffa sporca dei pantaloni, piegando la schiena. < Maestro…mi dispiace. > Un triste sorriso sulle sue labbra rosse. Dispiacere.

Devi andare, Rey.

Ma non sappiamo dove…

Degobath. E’ su Degobath.

Riporterò il suo corpo a sua madre.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Scena 5 - Su Degobath ***


< Seguimi. Se non vuoi morire. >   La voce priva d’emozione. Cristallina. Senza lame d’esitazione.

< Tu…sei…vivo. Kylo Ren…Ben> Non riuscì a nascondere la propria incredulità.

Rottamaia, ti aspettavo. Sapevo saresti venuta…

L’uomo che la fissava era diverso da quello incontrato sulla Starkiller.
Sembrava più vecchio senza esserlo. Il suo aspetto trascurato manifestava il tempo trascorso solo in mezzo ai boschi. Ciocche nere erano appiccicate alle tempie e ricadevano anche davanti alla fronte nascondendone lo sguardo. Le labbra erano spezzate da piaghe e sembravano indurite dalla mancanza mobilità in espressioni diverse o forse dall’atto stesso di masticare qualcosa. Denutrizione. Vedere il suo volto sporco di terra, e le braccia annerite a causa del contatto continuo con un ambiente estraneo a quello sociale e la mancanza di pulizia fu la prima cosa a stupirla. Indossava una tunica nera, lucida che gli arrivava poco sopra le ginocchia. Era tenuta ben stretta alla vita da una fascia dello stesso materiale. Così lucido e nero. Come un abisso, si trovò a pensare. E’ pelle. Pelle di animale, constatò. Non seppe perché ma una lama di profondo terrore si insinuò nella sua mente. L’immagine di un essere senza forma, un ombra con un urlo disumano agghiacciante che gridava dentro la foresta. Le sembrò così reale da costringerla per un istante a buttare lo sguardo oltre le spalle dell’uomo. Ma c’era davvero un animale dal pelo così nero nascosto nel fitto di Degobath?

< Non sei l’unica in grado di sopravvivere in condizioni estreme. > La voce dell’uomo la fece riemergere da quei pensieri. E poi accadde.

Lo stupore e la paura come un onda la sommersero, invadendo le membra del suo corpo e trascinandola a fondo. Non avrebbe dovuto lasciarsi catturare da quello stato emotivo. Non c’è emozione, c’è solo pace…le diceva il Maestro. Ma l’impatto fu così prepotente ed improvviso che non si era potuta opporre. Non fu in grado di muovere un muscolo e nemmeno le labbra le diedero ascolto. La voce. Avrebbe voluto ribattere qualcosa ma era come se ne fosse stata derubata. E quella paralisi si aggravava in tremori sempre più tangibili che andavano propagandosi nel suo minuto corpo allenato da capo a piedi. Un freddo che sa di Morte e Sangue l’invadeva. E poi si sciolse. Non era più nel corpo di Rey. Era l’aria respirata dai polmoni della Bestia Nera. La sua Mente Feroce e Lucida era impeccabile come sempre nella ricerca della preda DueGambe. Lo percepiva dentro il fitto. Era quella Mente, era quel corpo e la foresta. La Bestia conosceva la Forza, sapeva bene come mescolarsi alla foresta e perdere la propria forma per non farsi trovare. Si mescolava, la comprendeva. Percepiva. Sfumava. Poi qualcosa si mosse tra le fronde. Aria, nulla di cui preoccuparsi annotò la mente calcolatrice del Cacciatore.
Dove sei Duegambe? Sei stato quasi mio. Sei abile a nasconderti…ma mai quanto basta a celarti a me totalmente. Sento le tue paure. La paura di morire.
La creatura compì un balzo estremo saltando sul ramo più grosso di un antico albero. La tua debolezza sono i tanti nomi di cui ti sei fregiato. Troppa storia personale hai. Avi. Padre e Madre. Un vecchio deluso dalla tua dipartita. Il suo amore e la sua perdita. E poi…con la sua luce blu quella femmina che ti ferisce il contenitore e lo Spirito. E tanto freddo bianco piangeva quel cielo. L’aria inalata dentro l’enorme torace aveva l’odore di tutte queste memorie disperse nella Forza stessa. Memorie che il Nero Cacciatore percepiva come un odore un odore pungente. Non puoi nascondere la tua debolezza con tutti quei nomi. Li sento spargersi attorno tra queste chiome. Ti definiscono ed io ti vedo. Ti annuso in questa aria. La ruvidezza del ramo venne artigliata tanto basta a produrre un nuovo balzo. Nella notte. Un volo nel cielo nero di Degobath che nessuno sarebbe stato in grado di percepire. Le foglie si scostarono al suo passaggio come fosse vento che non si può catturare. Non era nemmeno un ombra. Invece la sua preda si celava malamente nella Forza, tra le liane, il fogliame alto lì attorno. Ben Solo. Kylo Ren. Io ti vedo. Atterrò in una radura dopo l’ennesimo salto. Sapeva che la preda si trovava esattamente davanti a sé. Percepì pure il masso che gli venne scagliato contro nel momento esatto in cui l’umano decideva di sollevarlo da terra con la forza del pensiero. L’energia della roccia aveva avuto un mutamento in quel territorio: la percepì come una consapevolezza, un odore, una sensazione, un sapere profondo. Levò la zampa destra e i quattro artigli segnarono l’aria in un circolo netto attorno al suo corpo massiccio, nell’atto di colpire e respingere il masso. La roccia si sgretolò a terra in mille frammenti, senza che il Cacciatore lo avesse sfiorato fisicamente, così come la decisione e la fermezza nello sguardo della sua preda. Si perché ora incontrava il suo sguardo. E sapeva che quanto fosse pieno di terrore. Sei mio. Piccolo Duegambe. I muscoli tesi, i tendini delle zampe contratti nell’atto della corsa. Vide fruscelli, arbusti muoversi davanti a pochi metri di distanza. Lasciò alla sua preda almeno una decina di balzi di vantaggio. Perché sapeva bene che una caccia avvincente rendeva più dolce le carni e il sangue delle creature, rendendolo ricco di fervore, andrenalina e speranza.
Riemerse. Fu come riemergere dall’acqua dopo esser rimasti bloccati sul fondo senza riuscire a risalire. Riprese fiato. Gli occhi arrosati dalle lacrime. Eppure neppure un istante era trascorso. Era rimasta in piedi, come incastrata col corpo in questa realtà a pochi passi dalla sua peggiore paura mentre la sua Mente era stata catturata altrove dalla Bestia Nera. Dalla sua caccia.

< L’hai vista, non è così? > Pronunciò l’uomo di fronte. Il volto non mostrava nulla di lui e non vi erano pensieri che Rey potesse percepire dalla sua mente. Non c’era più l’elmetto nero questa volta a nasconderlo, eppure era come se non riuscisse più a capire, a comprendere quel vuoto che sentiva nella Forza, quell’assenza di una figura umana davanti a sé. Lei doveva ammetterlo. Non trovava più nulla di umano in lui. Più nulla. Era solo un immagine. Una forma che gli occhi erano in grado di vedere, ma era come se nella Forza ci fosse solo l’essenza della foresta, di animali selvatici e cadaveri di prede, davanti a Rey.

< Che cos’è? >

< Che cos’era, Rey. Che cos’era…che cos'è, cosa sarà. Non ha mai avuto importanza. Come me. E come te... >

Non furono le parole a mostrarle quella scena brutale. Fu una volontà inflessibile che le si riversò addosso. Erano memorie disseminate nell’aria e che lui raccoglieva e spingeva per lei, verso di lei. La scena si formò. Tanti passati. Kylo Ren ferito e abbandonato. La fame. Bacche. Radici. Sapeva di terra il suo corpo nudo e pieno di cicatrici. Segni d’artigli. Gli occhi neri di pece del Predatore che lo fissava, nascosti nel buio e completamente privi di forma, mescolati alla vegetazione all’energia degli alberi, della terra umida, dell’aria. Un vuoto pieno di foresta. Un vuoto terribilmente pericoloso. Animalesco. E poi la mano che entra dentro la pelle lucida della notte più buia, e il sangue pieno dell’odore di cadaveri, di scheletri, di creature vinte dalla Forza, dalla mancanza di nomi del Predatore che è la Foresta. La comprensione dell’uomo che perde la forma umana. Beve dal cuore del suo nemico. Diviene un cacciatore quando smette di essere preda. Un cacciatore silenzioso, senza nome, senza forma. Senza parole. Senza pensieri. Senza passato. Senza futuro.

< Tu…cosa sei? Dove hai nascosto Ben? DOVE? >

Si trovò affannata a gridare. Il suo volto giovane ormai aveva del tutto perso la calma. Il suo controllo, era del tutto scemato. Con le silenziose lacrime che le sfuggirono dalle estremità degli occhi rigandone il volto.

Continuò a fissarla senza dire una parola. Senza sorriso, senza rancore.

Perché non sento la Forza dentro di te? Perché non riesco a percepirti? Non percepisco nemmeno un vuoto nella Forza. Ti vedo…sento le tue parole…ma tu dove sei? DOVE SEI???

< Vieni, non fartelo ripetere ancora. >

Questa volta il tono e le parole sembrarono dolci. Che avesse compassione di lei? Un lieve sorriso sembrò accennarsi infatti sulle labbra di lui. L’aveva sentita ne era sicura ma non aveva percepito alcuna invasione mentale. Nulla. Subito dopo si voltò, prendendo a camminare verso il folto, dandole le spalle senza la minima esitazione, senza aspettarla.

Perché mi sento così impotente, così debole? Perché non mi rispondi?

Scuote il capo più volte per cacciare quel pensiero da dentro di sè. Avvinta dalla mancanza di segnali, dalla mancanza di pensieri che fossero di Ben, o almeno di Ren.

 Perché pensi di essere importante Rey. Hai paura di morire. Hai paura che nessuno ti ami. Non è forse questo il motivo per cui ti hanno abbandonato su Jakku?

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scena 6 - Scendendo... ***


< Tu…cosa vuoi da me? >

< Nulla. Sei tu che sei venuta a cercarmi. >

< Ma…>

< E c’è un motivo. >

< Volevo riportare il tuo corpo…a tua madre. >

< Non c’è nessun corpo da riportare. Puoi anche andartene. >

< No. >

< Non puoi e non vuoi. Sai perché sei qui, Rey. E non è quello il motivo reale della tua presenza su Degobath. >

La caverna, il rifugio dell’uomo senza più un nome, scendeva giù nella terra. Sebbene l’oscurità diventasse più consistente man mano che procedevano la discesa, Rey poteva vedere benissimo i suoi piedi perché c’era un alone luminoso tutto attorno a lui. Ad un tratto la sua voce cristallina ruppe il silenzio che si era creato tra loro.

< Perché mi hai costretto a venire qui? >

< Non ti ho costretta. >

< Hai detto solo “Vieni se non vuoi morire.” >

< Si. L’ho detto. >

< Allora? >

Lui si voltò e si fermarno.

< Lo dirai tu. Avanti…dì… quello che provi. Quello che senti dentro inghiottirti giorno dopo giorno e rubarti energia, forza, speranza. Ti senti morire, trascinata via. Proprio come quando ci siamo incontrati la prima volta. “Lo sento anch’io” ti dissi quel giorno. Avanti. Dillo. Di quello che provi. E' questo il motivo per cui sei qui, realmente. Se non vuoi morire...dillo. Abbi coraggio. Avere paura è morire, Rey. >

< No! Io… >

< Rey… >

Molto lentamente, un passo alla volta si avvicinò alla ragazza. E man mano che lui avanzava lei retrocedeva finendo con le spalle contro la roccia. Quando percepì l’ostacolo dietro, si rese conto che non poteva più scappare da lì. Lui di fronte, la parete del tunnel dietro. E scostò lo sguardo di lato, per non guardarlo in faccia.

< Cosa fai? > Borbottò. Ma era solo un sussurro, col tono di una preghiera.

< Guardami Rey. >

< No. Non voglio. >

< Non ti faccio male. Non voglio fartene. > Le accarezzò una guancia e poi le sue labbra le si avvicinano così tanto da farla tremare. Abbassò le braccia a circondarla e stringerla tra il proprio corpo e la parete della caverna.

< Ora è più facile, no? > Le carezzò i capelli, delicatamente. Dolcemente.

E finalmente potè parlare.

< Sento sentivo…di essere come te. Sola. Abbandonata. C’è rabbia dentro di me. Rabbia. Mi hanno abbandonata e nessuno mi ha davvero compresa. Amata…Ho paura di questa rabbia. Ho paura che possa esplodere e distruggere quelli che credono in me. Il Maestro Luke, Finn…Leia. Io…ti prego…aiutami a capire. Ho paura…mi sento imprigionata da tutte queste persone a cui voglio bene ma che tengono le estremità delle catene. >

Scoppiò a piangere.

< Sshhhhhh >

< Tu chi sei? Non sei più Kylo Ren…ma lo sei ancora. Non capisco… >

< Non lo so più. Sono tutto. Tutto ciò che esiste. La Forza stessa ed anche te, Rey. Sento quello che provi. Tutto. Quello che pensi nei recessi più nascosti della tua Mente. Vedo fra le pighe della Forza e so che posso aiutarti a comprendere come io ho compreso. Lasciati andare. Fai quello che senti, adesso. >

Lei lo baciò. Tenne le labbra dell’uomo tra le sue.

< Io…credo di amarti. >

< Già. >

< Lo sapevi? >

< Si. Nonostante l’odio che provavi, sentivi… >

< Sento una forte attrazione per te. Qualcosa che va oltre la ragione e si perde nell’irrazionale. >

< Ti insegnerò ad essere trasparente. Nessun Lato Chiaro, nessun Lato Oscuro. Solo noi. Solo la Forza. >





Note: grazie a chi ha letto. Come avete visto non è una vera e propria storia ma solo alcune scene che ho immaginato, anche se hanno una loro sequenza temporale ben definita. Un abbraccio e un saluto a tutte/i.  <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3648447