Per Tutti I Gusti

di Puragu Chan
(/viewuser.php?uid=188194)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nightmare ***
Capitolo 2: *** Chocolat ***



Capitolo 1
*** Nightmare ***


Titolo: Nightmare
Gusto: Salato
***
 

Xixi si tirò su di scatto.
Aggrappato alle lenzuola, mentre piccole gocce di sudore gli imperlavano la fronte e scivolavano lungo le tempie, respirava lentamente a bocca aperta nel tentativo di fare entrare più aria possibile nei polmoni e bloccare in gola quell'urlo che, non si sa come, era riuscito astento a trattenere. Si portò instintivamente una mano sull'avambraccio tremante che in quell'incubo ricorrente veniva sempre artigliato da figure grandi, troppo grandi per lui. Non era tanto la stazza di quelle figure a spaventarlo, quanto l'inconscia consapevolezza che contro di loro non sarebbe mai riuscito a vincere.
Il suo sonno era tormentato ormai da notti da fauci di lupo e artigli d'aquila che lo bloccavano, lo imprigionavano, permettendo a un qualcosa di ancora più tremendo di martellarlo con lo stesso pensiero: lui era debole.
Rimase fermo per un po', cercando di tranquillizzarsi, concentrandosi sull'aria che entrava e usciva dai polmoni mentre un leggero formicolio gli invadeva l'avambraccio. Passò qualche minuto così, con gli occhi puntati sulla mano tremante, quando il suo sguardo si posò su Jian Yi, profondamente addormentato sul materasso ai piedi del suo letto: le figure del suo incubo presero improvvisamente una forma più chiara e distinta, rivelando i tre uomini che avevano cercato di portare via il suo amico e che, con estrema facilità e inconsapevolezza, gli avevano fatto capire che, se voleva davvero proteggere le persone a cui voleva bene, di strada ne doveva ancora fare, e molta. Perché no, non tutto si può risolvere dimostrando la propria forza facendo a botte e, se lo si vuole fare, bisogna essere forti, forti davvero.
Lui non lo era.
Non contro di loro.
Strinse la presa sull'arto e si lasciò cadere dolcemente sul materasso, sdraiandosi sulla schiena e chiudendo gli occhi. Era stanco, non dormiva bene da...da quanto? Giorni? Settimane? Mesi? Aveva perso il conto di tutte le volte che si era svegliato nel cuore della notte, di soprassalto, tremante e sudato. Non si ricordava da quanto tempo una strana sensazione gli premeva ogni giorno di più sul petto, diventando sempre più pesante, sempre più opprimente.
Il ragazzo si passò una mano fra i capelli, facendo scorrere le piccole ciocche fra le dita, pensieroso: non gli piaceva per nulla, soprattutto in presenza di Jian Yi, ma a quell'ora della notte nessuno lo avrebbe visto o sentito.
Si decise, finalmente, a lasciarsi andare ad un pianto silenzioso. Trovò in questo modo una via di sfogo per quel dannato pensiero inchiodato nella sua testa, che rimbombava all'infinito ogni istante: debole, debole, debole.
Non sapeva cosa fare, sentiva solo il tremendo bisogno di esternare quello che aveva dentro. Se a parole non ci era riuscito, in quel momento si sentiva stranamente più leggero; il corpo era rilassato, il formicolio cominciava ad essere sempre meno fastidioso. Gli sembrava di aver corso per chilometri e chilometri, senza mai fermarsi, per poi stramazzare al suolo e finire lì, sul suo letto, in quel silenzio rotto solo da qualche grugnito emesso per nascondere un singhiozzo, senza un briciolo di forza.
Esausto, si portò una mano agli occhi e li strofinò, facendo poi scivolare con lentezza i polpastrelli sul viso, come se volesse constatare di essere tutto intero e di non essersi frantumato, perché se sua sorella lo considerava forte come una montagna, lui si sentiva fragile come un cristallo. Le dita sfiorarono le palpebre e il contorno occhi, colorato da una linea violacea che segnava profonde occhiaie, salirono appena verso lo zigomo, scesero con dolcezza lungo le guance, arrivarono a toccare la punta del mento, tastando poi le labbra. Zhan Zheng Xi le sentì bagnate, inumidite dalle lacrime, e le leccò, quasi come se volesse assaporare quel gusto [salato] che ora gli impregnava la bocca.
Si sdraiò su un fianco, guardando con gli occhi arrossati Jian Yi dormire tranquillamente vicino a lui e, finalmente, si riaddormentò.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chocolat ***


Titolo: Chocolat
Gusto: Dolce

***


Non era la prima volta che l'intenso profumo di cioccolata invadeva l'appartamento di He Tain.
A San Valentino riceveva talmente tanti dolci -da torte a muffin, da cioccolatini a biscotti- che il più delle volte ne faceva quasi indigestione e cominciava a regalarli a chiunque conoscesse o meno. Ripensò a quella simpatica vecchietta incontrata per strada che lo aveva invitato a pranzo (risparmiandogli così un altro pasto a base di cibi precotti) dopo aver ricevuto in dono una fetta di torta mentre, con la testa pigramente appoggiata sul palmo della mano, osservava Mo Guan Shan occupato ai fornelli.
Il rosso, dopo aver sistemato sul tavolo vari ingredienti, stava svuotando una scatola di cioccolatini in un pentolino per farli sciogliere a bagnomaria.
Accortosi di avere gli occhi puntati su di lui, Mo si lasciò sfuggire un grugnito stizzito.
- Non hai niente di meglio da fare? - sbuffò.
- No. - ridacchiò il corvino, sorridendo gaio. - Non posso fare a meno di guardare quel bellissimo grembiulino. -
Il grembiulino in questione era un regalo di He Tian: era rosa, con la pettorina a forma di cuore, il tutto incorniciato da un orletto a balze bianco. Un obbrobrio, in pratica.
La carnagione di Mo raggiunse la stessa tonalità di colore dei capelli. Cambiò una decina di espressioni facciali nel giro di tre secondi per poi tirare la testa all'indietro, arrendendosi alla stupida provocazione con un altro grugnito. Tornò ad occuparsi dei cioccolatini, cercando d'ignorare la fastidiosa sensazione di essere osservato dalla persona che più odiava sulla faccia della terra. O, meglio, cercava d'ignorare il fatto che fosse osservato da He Tian, di trovarsi nell'appartamento di He Tian, di cucinare una torta per He Tian (con i cioccolatini regalati da una ragazza a He Tian) con indosso l'orripilante grembiulino preso apposta per l'occasione da He Tian. Dopo un'accurata riflessione, realizzò che l'unica cosa che cercava di ignorare in tutti i modi era esattamente He Tian.
Il corvino se ne stava seduto in silenzio, appollaiato sopra una sedia come un gufo, continuando a sorridere in quella maniera maledettamente irritante che faceva cascare ai suoi piedi tre quarti delle studentesse della scuola e che, invece, faceva saltare i nervi al rosso.
- Ehi. -
La voce del moro lo distolse dai suoi pensieri. Mo si voltò verso di lui, alzando un sopracciglio.
- Passamene uno.- He Tian indicò il pentolino colmo di cioccolatini e aprì la bocca.
Irritato, il rosso prese un cioccolatino e glielo infilò letteralmente in bocca. Impiegò qualche istante prima di realizzare cosa avesse appena fatto, pietrificandosi con le dita sulla lingua dell'altro.
Sorpreso quanto lui, il moro rimase per un momento in silenzio, poi gli leccò le dita, gustandosi il sapore [dolce] del cioccolato e lo sguardo esterrefatto dell'altro, che stava raggiungendo nuove tonalità di porpora.
- Molto gentile – He Tian gli fece l'occhiolino e si alzò dalla sedia, aggiungendo allegramente – Vado a fumare una sigaretta – lasciando un imbarazzatissimo Mo Guan Shan senza parole solo con il suo grembiulino.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3641540