Jean e Margot

di Faffa Merckson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parte uno ***
Capitolo 2: *** Parte due ***
Capitolo 3: *** Parte tre ***



Capitolo 1
*** parte uno ***


Jean irruppe in stanza: Margot guardava la la luna dalla finestra, un piccolo cerchio bianco che brillava pallido, immerso in un fitto cielo nero. Gli si placò l'animo nel vedere che lei era lì: ella indossava la veste da notte bianca, di seta, quella che indossò la prima notte di nozze; era bellissima. La pallida luce della luna illuminava i morbidi capelli rossi che le cadevano dolcemente sulle spalle. Era lì, fissa; sembrava che non si fosse accorta del suo arrivo. Le si avvicinò lentamente e le posò le mani sulle spalle, lasciandole scivolare lungo le braccia. Lei sussultò e si liberò da quella presa, quasi fosse stata la morte a toccarla. Jean notò che stava piangendo.

:- Perché piangi?-:

:- Quello che tu dici non è vero. -: rispose lei, passandosi freneticamente le mani sulle guance in modo da asciugarsele dalle lacrime.

:- Non è vero, lo sai che ho ragione. -: e così detto le si avvicinò, ma lei cercò di allontanarsi prima che lui potesse sfiorarla; fino a quel momento non lo aveva ancora guardato negli occhi. Era più forte di lei. Jean riprovò a riavvicinarla e appena ci riuscì lei emise un forte sussulto e riprese a piangere. Lui le abbracciò il ventre e poggiò la testa sulla sua spalla, fra i capelli rossi, aspirandone profondamente il profumo. Margot iniziò a rilassarsi e ad abbandonarsi al suo tocco e al suo respiro che le sfiorava il collo; Jean le scostò i capelli in modo da scoprirle il collo, e iniziò a ricoprirlo di leggeri baci. Si accese un forte desiderio in Margot e si girò per guardare quelle iridi castane cosi profonde; ma ritornò in sé e si liberò da quell'abbraccio.

:- Perché continui ad evitarmi, a rifiutarmi? Non voglio farti del male. -:

:- Lo so…-: balbettò lei.

:- Margot, io ti desidero e desidero renderti felice, ma tu...me lo impedisci. -:

:- Perdonami…-:

Jean si avvicinò nuovamente e le accarezzò le braccia.

:- Pensi ancor a Giselle? -:

A quella domanda Margot si girò lentamente e lo fissò negli occhi con aria supplichevole.

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Capitolo 2
*** Parte due ***


Deglutì più volte a vuoto e poi trovò il coraggio per parlare.

:- Ripetimi com'è morta. -:

:- Era sola, sul ciglio del dirupo. Appena mi ha sentito arrivare mi ha intimato a star fermo e a non avanzare di un passo. Io l'ho ascoltata e ho iniziato a calmarla… -:

:- No… -:

:- Lei non voleva sentir ragioni. Ti odiava e si sentiva tradita da me… -:

:- No… -:

:- Voleva suicidarsi, io ho cercato di riportarla alla lucidità, ma lei non ha voluto ascoltarmi.-:

:- No, no, no, no! Non può essere successo per davvero! -:

:- Margot...tu non hai colpe. Giselle non si è uccisa per colpa tua, bensì è stata una sua scelta. Non è riuscita ad accettare che la vostra storia era finita. -:

:- Non era finita, l'ho rotta io. -:

:- Non è un reato innamorarsi. Non sei stata tu a porre fine alla vostra relazione, sai benissimo che tra voi era finita da tempo ormai; lei non ti amava più. -:

:- E allora perché si è uccisa?-:

:- Perché non riusciva ad accettare l'idea che tu potessi esserti innamorata di me, il suo migliore amico. -:

:- No, no, no, no! -:

:- Si Margot! Si! Giselle si è uccisa per sua scelta! Era in depressione e non riusciva più ad amarti! -:

:- Lei ha scoperto che abbiamo fatto l'amore! -:

:- È stato forse un reato? L'hai fatto perché ti sei innamorata di me! -:

:- Lo so! Ed è una colpa. -:

:- Non è una colpa innamorarsi! Vorresti dire che io sono uno sbaglio? -:

:- No! Sono io uno sbaglio! -:

:- La storia fra voi due non sarebbe potuta continuare a lungo, purtroppo. Tuo padre ti avrebbe promessa in sposa prima o poi, e non di certo a Giselle! L'avresti persa lo stesso. -:

:- Ma almeno il colpevole sarebbe stato mio padre… non io. -:

:- Cerca di accettare l'idea che è morta, anche se è difficile. Sforzati di farlo. Adesso siamo sposati e dobbiamo andare avanti, dobbiamo vivere il nostro amore. -:

:- Non voglio costringerti a vivere questo in questo inferno. Voglio che tu sia libero, in qualche modo. -:

:- Cosa intendi dire? -:

:- Possiamo continuare ad essere sposati, ma tu puoi benissimo amare un'altra donna e vivere l'amore. -:

:- È te che amo! -:

:- Anche io ti amo! Ma non riesco a liberarmi dal passato con Giselle. -:

Così detto si gettò sul letto e pianse. Jean non sapeva più cosa dirle per farla stare meglio, per aiutarla ad andare avanti.

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Capitolo 3
*** Parte tre ***


Si sedette sulla poltrona che stava vicino al letto, chiuse gli occhi e iniziò a ricordare, ricordare i momenti felici passati con Margot due anni prima, durante il viaggio in Spagna. Fu quello il momento in cui i due capirono di essere innamorati l'uno dell'altra, fu quello il momento in cui i due fecero l'amore, sancendo cosi la loro unione… e la condanna di Margot.
Ricordava le loro visite ai palazzi, i musei, le mostre d'arte, il negozio di cappelli dal quale Margot comprò un bel cappello bianco, con i fiorellini azzurri, lo stesso azzurro dei suoi occhi. Così intensi. Così fragili.
:- Come mi sta? -: chiese lei, mentre si pavoneggiava.
:- Ti sta d'incanto, Margot. -: rispose lui, mentre la guardava estasiato.
 
I lamenti di Margot lo riportarono alla realtà, tanto lontana da quella idillica dei ricordi.
Non poteva più sopportare quello strazio, perciò uscì dalla stanza e andò in giardino.
Si sedette sulla panchina vicino all'albero di camelie, lei le adorava tanto. Riprese a ricordare: erano adolescenti e lui, Margot e Giselle correvano per i boschi. Giselle e Margot erano già fidanzate.
:- Jean! Non dici nulla della bella treccia che mi ha fatto mia madre? -: chiese Margot.
:- Perché dovrebbe farti dei complimenti? Non è il tuo fidanzato. -: intervenne Giselle.
:- Sì, Giselle ha ragione. Se può farti piacere, però, è davvero bella. -:
:- Lo pensi davvero? -:  disse Margot con gli occhi pieni di luce e contentezza.
È davvero interessante notare quanto il cuore di Margot fosse diviso in due già da allora.
 
Comunque, Jean annuì facendo sì con la testa e  Giselle osservava il tenero quadretto, gelosa, piena di rabbia.
 
''Chissà perché Giselle l'ha tradita.'' pensò Jean, mentre respirava la fresca aria della notte.

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