La leggenda di Santino

di LadyUnicornGirl95
(/viewuser.php?uid=903808)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uno ***
Capitolo 3: *** Due ***
Capitolo 4: *** Tre ***
Capitolo 5: *** Quattro ***
Capitolo 6: *** Cinque ***
Capitolo 7: *** Sei ***
Capitolo 8: *** Sette ***
Capitolo 9: *** Otto ***
Capitolo 10: *** Nove ***
Capitolo 11: *** Dieci ***
Capitolo 12: *** Undici ***
Capitolo 13: *** Dodici ***
Capitolo 14: *** Tredici ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Simone Marella e Daiane Kingstone vivevano felici e contenti con il loro unico figlio di nome Santino. Il bambino aveva compiuto un anno da poco e i due giovani genitori erano felicissimi del loro piccolo miracolo. Simone e Daiane erano due persone meravigliose: facevano lo stesso lavoro ma il wrestling per loro non era solo un lavoro era ciò per cui vivevano la loro vita ed entrambi speravano che il loro figlio Santino avrebbe preso il loro posto un domani.

Non c'è neanche bisogno di dirvi che Simone Marella è l'ultima leggenda del wrestling tanto discussa al momento ma non tutti approvano molto il suo successo. Tutta l'America si chiede come ha fatto un italiano, a diventare la leggenda indiscussa del wrestling americano e per molti la sola risposta a questa domanda è: un semplice colpo di fortuna.

Lo stesso Simone Marella però non se la prendeva se non tutti approvavano il suo successo; a lui gli importava solo fare il lavoro che amava fin da bambino ed era molto soddisfatto di essere riuscito a raggiungere il suo sogno.

Una notte Simone era da solo a casa che teneva compagnia a suo figlio Santino visto che la madre del piccolo era andata a fare un match contro la sua accerima nemica di sempre e quindi, non avrebbe potuto badare comunque a suo figlio. Simone giocava con il piccolo e stava per arrivare l'ora della nanna per Santino. Il bambino era stanco e Simone se ne era reso conto perchè aveva fatto dei piccoli sbadigli.

La camera da letto della famiglia Marella era al piano di sopra ma Simone aveva un po' i brividi solo all'idea di dover andare nella camera con quel buio che la circondava e il brutto tempo che c'era durante quella notte.

« Devo farmi coraggio Santino! I Marella non mollano mai e non si fanno sconfiggere dal buio » aveva detto Simone, inghiottendo la saliva dalla fifa.

Con coraggio e determinazione, Simone si decise a fare le scale nel buio fino a quando non raggiunse l'interrutore della luce. La prima cosa che fece fu mettere Santino a dormire nella sua stanza riservata al suo lettino. Una volta aver messo a letto il piccolo, Simone decise di andare nella sua camera da letto per mandare un messaggio alla moglie e chiederle fra quanto sarebbe arrivata a casa.

Quando Simone entrò nella sua camera da letto, c'era qualcosa del suo letto che non lo faceva stare tranquillo. Non capiva come mai, il letto da una parte fosse più alto chè dall'altra.

« Sarà il vento » disse Simone, sdraiandosi tranquillo sotto la coperta.

Ad un certo punto però decise di alzarsi e provare a rifare il letto visto che si era reso conto che la finestra della stanza era chiusa. Spostò leggermente le lenzuola e si accorse che era spuntato il volto di un uomo. Simone lo esaminò attentamente. Il volto apparteneva al più pericoloso killer di wrestler di tutta la storia del wrestling: niente meno che il perfido Undertaker. Questo voleva dire che lui e Santino erano in serio pericolo.

« Santino! » esclamò Simone, cominciando a correre verso la camera del piccolo.

Dalla disperazione, tentò di chiudere la porta della camera del piccolo ma proprio mentre stava per spostare un mobile per fargli tenere la porta bloccata, Undertaker con un calcione riuscì a sfondare la porta.

Simone stava facendo la guardia a Santino. Quel mascalzone di Taker non si doveva permettere di toccare il piccolo.

« NON TOCCARE MIO FIGLIO, BASTARDO! » gridò Simone dalla rabbia.

« E posso immaginare che sarà un patetico Marella, a impedirmelo » disse Undertaker.

« Il potere di questa famiglia sarà sempre superiore al tuo che al confronto vale zero. L'amore trionferà sempre sul regno della morte, anche se tu non vuoi capirlo, assassino! » gridò Simone.

« Che stupido ed inutile sentimento l'amore... non me ne faccio proprio niente. Ti do la possibilità di scegliere tra te e il bambino chi sacrificare per primo poi, dopo che avrò fatto fuori tutti e due, la dinastia Marella sarà estinta » disse Undertaker.

Simone aveva capito che era giunta la sua ora ma se moriva lui, Santino non avrebbe avuto scampo perché era troppo piccolo e non sapeva nemmeno che quella era l'ultima volta che avrebbe visto il suo papà.

« Posso dire le ultime parole a mio figlio? » chiese Simone.

« Va bene ma sbrigati... non ho molto tempo da perdere con te e quel moccioso di tuo figlio » concluse Undertaker.

Simone abbracciò Santino e le diede delle ultime carezze affettuose ed il piccolo piangeva spaventato.

« Santino sei forte. Io ho fatto quello che potevo, ora il mio tempo è finito. Tu sei forte, sei un Marella e un domani sono sicuro che salverai il mondo del wrestling dalle mani di questo pazzo criminale senza amore. Lui non sa cosa vuol dire amare la vita e il wrestling per questo tu, Santino, sei e sarai più forte di lui, un giorno. Undertaker morirà invano e sarai tu a finirlo per sempre. Papà ti vuole tanto bene. Stai vicino alla mamma » concluse Simone.

Poco dopo Undertaker fece la Tombstone ovvero, la mossa senza perdono chiamata "mossa senza perdono" perché nessun wrestler ne era mai uscito vivo. Tutto quello che rimaneva di Simone in quel momento, era il suo corpo ora mai senza vita. Stessa sorte sarebbe dovuta toccare anche a Santino adesso che non aveva alcuno scudo o una via d'uscita al suo fianco.

« Non so cosa farne di te moccioso. Vorrei finire la tua famiglia definitivamente, ma non ci proverei gusto e credo che voglio conservarmi il divertimento per quando sarai più grande in modo che tu possa vivere una vita di disgrazie, nessuno crederà in te e un giorno, farai la fine del tuo papino arrogante » disse Undertaker.

Tentò di afferrare il piccolo ma Santino si era messo a gattonare velocissimo in modo da non farsi acciufare. All'improvviso, Undertaker sentì una sgommata venire da fuori. Questo voleva dire che la signora Marella era quasi arrivata a casa e quindi doveva andarsene via da quella casa.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Uno ***


Uno

 

Santino cresceva in un noto paesino calabrese chiamato San Fili anche se la strada per diventare Santino era un po' lunga perché la madre si era risposata con un campione di basket della nazionale italiana di origine italo calabresi: un certo David Carelli, che aveva conosciuto durante una partita della nazionale degli USA contro quella italiana. La ex signora Marella si era ricordata che lei e Simone non avevano mai battezzatto Santino e quindi, Daiane e David lo battezzarono con il nome Anthony Carelli.

Anthony cresceva come ho già detto in questo paesino ma la sua infanzia non fu abbastanza facile perché i suoi compagni di classe lo prendevano in giro. Non solo Anthony non aveva amici veri ma aveva anche un padre e una madre che lo avevano costretto a giocare in una squadra di basket quando il bambino sognava di diventare un wrestler e del basket non gli importava praticamente niente. Non era la pallacanestro la sua via ma il wrestling e Anthony pensava di saperlo molto bene.

Un pomeriggio dopo la scuola, Anthony sarebbe dovuto andare nella palestra del basket per allenarsi con la squadra ma non voleva andarci dato che i suoi compagni non facevano altro che ridere di lui quindi era tempo perso. Decise di provare a fare finta di niente e si mise a riposare nel letto.

Alle quattro meno dieci del pomeriggio, il signor Carelli trovò Anthony sdraiato sul letto e lo svegliò molto arrabbiato.

« Perché non sei in palestra tu? Fila subito! » gridò David Carelli.

« Cosa ci vado a fare? È una perdita di tempo... poi il basket proprio non mi è mai piaciuto. Voglio fare wrestling papà. Mettitelo in quella testa! » disse Anthony arrabbiato.

« SE NON TI ALZI E NON FILI IMMEDIATAMENTE IN QUELLA CAZZO DI PALESTRA, TI DICO IO COSA TI FACCIO ENTRARE IN QUELLA TESTA! » gridò David.

« Spediscimi pure al pronto soccorso. Preferisco andare in ospedale che in quella palestra di pervertiti e con quei miei compagni schifosi » commentò Anthony.

« NON OSARE SFIDARMI FIGLIO MIO. ALZA IL CULO DA QUEL LETTO E FILA IN PALESTRA... SUBITO! » continuò David sempre più furioso.

« Mai e poi mai! » concluse Anthony irritato.

« Bene. Allora faccio venire tua madre » disse David.

« IO TI ODIO » gridò Anthony alzandosi dal letto.

« COME TI PERMETTI? AVRESTI SOLO DA RINGRAZIARE PER TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE, RAGAZZINO VIZIATO. SENZA ME, NON AVRESTI FATTO NIENTE! IN PALESTRA TI CI PORTO IO, PER ESSERE SICURO CHE CI VAI DAVVERO E APPENA SIAMO DENTRO TI SCUSI CON L'ALLENATORE E LA TUA SQUADRA » disse David, continuando a voce alta.

Anthony fece un espressione scazzata. Tutte le volte che doveva andare in quella palestra lui andava in collera. Detestava tutti in primis l'allenatore che non poteva proprio vederlo dato che tutte le volte il povero Anthony era costretto a inventare le regole del basket visto che non era interessato a quello sport e lo faceva sempre svogliatamente ma l'allenatore era odioso forse molto più di tutti i suoi compagni di squadra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Due ***


Due

 

Sono passati molti anni. Ora mai Anthony era un uomo dell'età di ventotto anni; frequentava le palestre di Judo e adesso, aveva incominciato ad insegnare Judo ai bambini. Dopo tanta insistenza, era riuscito a convincere il suo patrigno a fargli lasciare il basket per cominciare a praticare arti marziali solamente quando aveva ancora dieci anni. Ovviamente, la cosa non aveva fatto piacere al signor Carelli e anche la madre era preoccupata perché prima o poi, Anthony si sarebbe avvicinato al mondo del wrestling e lei voleva evitare che la cosa accadesse veramente. Era in angoscia a sapere che aveva un figlio che seguiva la via del suo ex marito e che da un momento all'altro, avrebbe potuto ritrovarsi anche senza suo figlio.

Un giorno però mentre era a casa della madre e decise di andare a cercare una cosa in cantina si accorse di una cosa. Nei muri della cantina erano stati appesi dei manifesti che riguardavano sempre lo stesso soggetto. Verificò il nome del soggetto raffigurato nelle immagini: si trattava di un certo Simone Marella. Chi era mai Simone Marella? Non aveva mai sentito parlare di questo wrestler ma fu una foto che trovò più avanti a chiarirgli le idee di chi fosse. Aprendo una confenzione sopra una mensola del muretto, rimase sconvolto e quasi gli mancava il respiro: dentro la confezione c'era una piccola cornice con delle foto che raffiguravano sua madre e questo Simone Marella il giorno del loro matrimonio e c'era anche una foto che rappresentava sua madre quando era una Diva del wrestling.

C'era rimasto molto male. Sua madre aveva nascosto a lui tutte queste cose perché poi? Lei lo sapeva da sempre che lui era destinato a fare il wrestler. Lo aveva sempre saputo. Anthony sperava seriamente che sua madre avesse delle valide motivazioni per nascondergli a lui questa verità perché quella era l'ultima sera che passava a casa con lei. Tutto questo gli aveva ferito l'orgoglio e aveva solo una scelta: andare via di casa, nessuno aveva rispetto per lui in quella famiglia.

A spezzargli ancora di più il cuore fu un'altra foto dove sua madre e questo Simone Marella tenevano un neonato in braccio. Ad Anthony prese un colpo al cuore: lui non aveva mai avuto fratelli o sorelle. Stai a vedere che il bambino nella foto era lui. Girò la fotografia dall'altro lato e trovò scritto in inglese: con affetto a mio figlio Santino.

Santino? No! La cosa non combaciava: lui si chiamava Anthony e non si era mai chiamato Santino o si? E se davvero quel bambino fosse lui? In tutta questa storia per ora, non ci aveva capito quasi niente. Se questo Marella era il suo vero padre allora chi era mai David Carelli? Perché si spacciava per il suo papà? Sopratutto: per quale motivo questo Marella diceva che lui si chiamava Santino quando il suo nome è Anthony? Le cose erano troppo misteriose.

L'unica cosa che poteva fare era farsi dire la verità da sua madre, lei sapeva come stavano davvero le cose che a lui erano sconosciute fino adesso ma aveva sempre pensato che tutto ciò che vedeva e viveva ogni giorno fosse vero.

Anthony entrò bruscamente in casa sua e aveva sbattuto la porta violentemente visto che in quella circostanza non era in grado di controllarsi. La madre Daiane lo aveva guardato preoccupata. Il nostro Anthony stava pure piangendo.

« Anthony, tesoro... che cosa ti sta succedendo? » disse la madre, tentando di calmare il figlio.

« Cosa mi succede? Che mi mentite da quando ero appena nato... » disse Anthony, furioso.

« Non ti comprendo, figliolo! » disse Daiane.

« UN CERTO SIMONE MARELLA TI DICE NIENTE? ADESSO, MI COMPRENDI? » gridò Anthony.

Alla madre di Anthony la cosa non piaceva per niente.

« È stato una grande leggenda del wrestling ma non capisco cosa centra Simone Marella tanto da farti quasi spaccare la porta d'ingresso... » continuò Daiane.

« Fate finta di non capire. Io ho capito abbastanza e lasciami in pace, mi metto a dormire » disse Anthony molto deluso.

Verso le quattro del pomeriggio, la signora Daiane voleva parlare con suo figlio Anthony. Era giunto il momento di dire la verità; aveva tenuto le cose nascoste per troppo tempo. Doveva farsi coraggio anche se la cosa avrebbe portato una piega diversa al rapporto con suo figlio. Lei sapeva che questo momento sarebbe arrivato in ogni momento anche se avrebbe preferito in altre circostanze. Si cominciava a chiedere quale sarebbe stata la reazione di suo figlio e lei avrebbe accettato qualunque cosa avrebbe deciso di fare, dopo aver messo le cose in chiaro.

Entrò nella camera di Anthony e, il giovane stava guardando il soffito.

« Figliolo, ho bisogno di parlarti » disse Daiane.

« Che volete da me? » disse Santino, appoggiando i piedi per terra dal letto e sedendosi per parlare con la madre.

« Voglio farti sapere delle cose anche se per me non è molto facile ammettere che ti ho nascosto troppe cose per tanto tempo ma non è stato semplice nascondere tutto, Anthony, ciò che devi sapere è che l'ho fatto per il tuo bene » spiegò la madre dal figlio.

« Andate avanti madre, vi ascolto... » disse Anthony, preparado anche il fazzoletto perché sapeva che non sarebbe uscito vivo dalle parole della madre.

« Questa storia ha inizio una notte. Tu avevi da poco compiuto un anno di età e io ero uscita di casa quella sera. Insomma, ti sto raccontando come io penso che siano andate le cose perché non ho mai saputo la verità su i fatti anche perché nessuno aveva visto quella scena tremenda a parte tuo padre e se lui fosse ancora qui forse me l'avrebbe raccontata meglio. Quella notte di tempo fa, tuo padre Simone Marella era rimasto da solo a casa con te. Ti aveva appena messo a dormire nel lettino ma tu piangevi. Come quando ti svegli da un incubo; come se quella sera, avevi previsto qualcosa di brutto. Anche lui si era coricato a letto ma pare che Simone mentre si muoveva, avesse urtato qualcosa che si era sdraiata sotto le coperte con lui, niente meno che Undertaker stesso. Tuo padre penso che abbia tentato di difenderti fino all'ultimo da Taker. Lo trovai io quella sera, quando rientrai dal lavoro: il tuo papà era a terra senza vita e del sangue che usciva dall'altezza del collo e tu eri nel lettino che piangevi in stato di shock. Non capivo per quale motivo sulla fronte ti era apparsa una cicatrice a forma di croce, spero che tu te lo sia chiesto come mai avevi inciso quello strano simbolo sulla fronte in tutto questo tempo. Ho scoperto poi che quella croce è il marchio oscuro di Undertaker e quindi da questa scoperto, ho capito che la morte di tuo padre era dovuta a Taker » disse Daiane.

Anthony era totalmente in lacrime. Simone Marella era ufficialmente il suo vero padre. Ora c'era un'altra cosa da sapere: il suo vero nome era Anthony o Santino? Questo per lui era un grande dilemma non voleva nemmeno saperne di aver vissuto ventotto anni con un nome falso.

« Madre, ma alla fine io mi chiamo Anthony o Santino? » domandò Anthony in stato d'angoscia.

« Te lo stavo per raccontare. Dopo la morte di tuo padre, ho deciso di lasciare il wrestling e l'America. Sono venuta qui a San Fili,in Calabria, proprio per dimenticare il mio tragico passato, per tenere te lontano dal passato della nostra famiglia e per metterti al sicuro nel caso in cui Taker avesse deciso di tentare un nuovo attacco. Così, durante una mia e tua vacanza Roma quando avevi quasi due anni di età, durante una partita di basket che ero andata a vedere con tuo zio, ho conosciuto David Carelli giocatore della nazionale italiana di basket. Visto che non avevi ancora ricevuto il battessimo alla fine, dopo che io mi sono risposata con David ti abbiamo battezzato con il nome Anthony Carelli affettuosamente "Santino" » concluse la madre che stava piangendo e Anthony non era messo molto meglio.

Ora però, aveva in chiaro molti dei suoi dubbi. Se avesse voluto fare il wrestler avrebbe potuto farlo. Non c'era più niente che lo separava da quel mondo che sognava da quando era ancora un bambino. Toccava a lui prendere una decisione, adesso.

La madre gli diede delle carezze affettuose sulla schiena.

« Volevo solo dirti che qualunque decisione prenderai da adesso in poi, io me ne farò una ragione. Dopo tutto, devi essere libero di fare le tue scelte » concluse la madre.

Anthony decise che ci avrebbe pensato per un po', il tempo lo avrebbe condotto sulla strada giusta o almeno, lui ci sperava.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tre ***


Tre

 

Anthony prese la decisione di andarsene dalla famiglia, lasciò casa per trasferirsi da un suo amico e collega di lavoro. Un giorno, visto che la federazione del wrestling dava una tappa del tour a Milano in Italia, era andato fino a Milano con altri due suoi amici che erano maestri di Judo anche loro e lavoravano con lui nella stessa palestra. Tutti e tre erano innamorati del wrestling ma Anthony era quello che fra i tre ne aveva fatto una malattia o detto meglio, una interminabile ossessione.

Prima di partire per Milano, aveva avuto il tempo di guardasi un momento allo specchio: era tutto muscolo, alto un metro e ottantatre, occhi marroni, carnagione abbronzata, capelli castani molto corti da sembrare quasi rasati del tutto e un'espressione sempre sorridente. Era rimasto dieci minuti a toccarsi la cicatrice a croce che aveva sulla fronte ora che sapeva a cosa fosse dovuto quel taglio, dava a lui un valore inestimabile. Aveva passato a chiedersi se fosse grazie a quello che era riuscito a sopravvivere quella notte ma sicuramente era merito della difesa e del sacrificio di suo padre che era riuscito a farla franca a Taker.

C'erano stati diversi match durante la tappa a Milano quando fu il momento dell'ultimo incontro il grande Vince McMahon aveva deciso di far entrare qualcuno del pubblico ad affrontare il grande Big Show. In quel momento, i due amici e colleghi di Anthony attirarono l'attenzione di Vince McMahon.

« Vieni tu » disse Vince McMahon indicando Anthony.

« Io? » domandò Anthony incredulo.

« Si, proprio tu!» terminò Vince.

Anthony salì sul ring con un batticuore pazzesco ed era molto emozionato.

« Il tuo nome? » chiese Vince McMahon.

« Santino Marella, San Fili, Calabria » rispose Anthony.

A Vince McMahon brillarono gli occhi. Che fosse figlio o parente di quel Marella che aveva conosciuto per anni? Dopo tutto, sapeva che Simone Marella aveva avuto un figlio ma era una sorpresa trovarselo davanti a gli occhi in quel modo e in quel preciso momento. Vince pensò che se anche fosse stato battuto da Big Show, Santino sarebbe comunque entrato a far parte della federazione. Era un personaggio troppo importante il caro Simone e così, doveva esserlo anche Santino.

« Questa sera avremo un match: il grandissimo Big Show contro Santino Marella di Calabria » annunciò Vince al pubblico con grande entusiasmo.

Il match non andò molto bene per Santino ma poco prima che Big Show potesse infliggere la sua mossa finale a Santino, in soccorso di Santino era arrivato Bobby Lashley, un nero di un metro e novantuno di altezza con muscoli molto in evidenza che fece la sua mossa finale a Big Show e invece che schienarlo lui però mise Santino a fare lo schienamento e Santino vinse il match.

Anthony poco dopo era pieno di gioia non poteva crederci. Quello era il giorno più bello della sua vita. Il suo sogno si era finalemente realizzato ma lui stesso non era sicuro che tutto questo fosse successo davvero. Da quel momento era un membro della WWE. Questo doveva essere il sogno più bello di tutta una vita e desiderava non svegliarsi mai. Ad essere molto contenti per lui, erano i suoi amici e colleghi che erano presenti in quel momento.

Non si poteva dire la stessa cosa per la madre di Anthony che aveva seguito la puntata dello show in televisione. Lei non se la sentiva di tornare in America al momento quindi, suo figlio doveva andarci da solo. Non voleva ritornare in quel posto che le aveva lasciato dei brutti ma anche bei ricordi. Ora mai era convinta che sarebbe rimasta in Calabria fino alla fine dei suoi giorni. Era contenta per suo figlio però che era finalmente riuscito a realizzare il suo sogno e sperava che questo sogno non sarebbe mai finito specialmente per via di Undertaker.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quattro ***


Quattro


Finalmente era arrivato il primo giorno di Santino alla WWE. Era molto contento di cominciare la sua avventura che non riusciva a stare calmo dalla gioia aveva bisogno di festeggiare l'avvenimento con qualcuno. Passava il tempo a chiedersi se i suoi colleghi lo apprezzeranno o se invece sarà ripudiato da tutti tanto che la settimana dopo, tornerà a San Fili immediatamente. Si domandava se appena arrivato i colleghi avessero organizzato un cocktail di benvenuto e appena arrivato ebbe la conferma. Giusto il tempo di entrare nella federazione, un uomo molto alto, muscoloso, con una maglietta di colore arancione piena di scritte strane e, cappellino arancione sulla testa e polsini ai polsi sempre con le scritte, pantaloncini corti in jeans e scarpe da ginnastica aveva notato l'intrusione di una faccia nuova, quella di Santino.

« E questo chi cazzo è? ».

« Mi chiamo Santino Marella » disse Santino.

« Ah! E cosa ci fai qua? » domandò l'uomo.

« Oh cielo! Tu sei John Cena? » chiese Santino, illuminandosi d'immenso.

« No, sono Mark Henry. Certo che sono John Cena. Arrivarci prima no? » disse John Cena.

« Io sono tuo grande ammiratore! La tua mossa finale è spettacolare » disse Santino.

« Ah! Interessante. Hai appuntamento con qualcuno? » chiese John Cena.

« Si, devo ricevere Vince McMahon » disse Santino.

« Vado subito a cercartelo » disse John Cena.

Dopo qualche minuto che John Cena si fosse messo alla ricerca di Vince McMahon, Santino pensava che non era questa l'accoglienza che si aspettava di ricevere e sopratutto, non da uno come John Cena. In televisione gli sembrava molto più simpatico.

Quando girò lo sguardo verso destra e attendeva che qualcuno venisse ad assisterlo, rimase stupito. Davanti ai suoi occhi era apparsa una giovane donna dai capelli lisci biondi, fisico tutto muscoli, occhi azzurri, carnagione abbronzata con un viso angelico leggermente truccato. Indossava un vestito strano di colore verde in paiette che gli metteva in bella vista un piccolo accenno di addome scolpito. In testa per tenere indietro i capelli si era messa una specie di cerchietto verde con disegni geometrici neri.

Sanrtino era proprio senza parole.

« Ciao. Noi due ci conosciamo? » chiese la giovane, a Santino.

Ora mai Santino aveva cominciato a farsi film mentali di lui con quella tipa, la vedeva passeggiare in un prato fiorito con passi di una ballerina e sorrideva venendo verso di lui e altre strane visioni.

« Sono Santino Marella » disse Santino con la testa fra le nuvole.

« Beth Phoenix. Sei uno nuovo? » domandò la donna.

« Si, cercavo Vince McMahon e John Cena è andato a chiamarmelo » disse Santino sorridendo alla giovane.

« Va bene. Buona fortuna. Credo che ci vedremo ancora tante volte, Santino » disse lei.

« Anche per sempre se vuoi » disse Santino, con un'espressione sognante.

« Che cosa hai detto? » chiese Beth.

« Niente » rispose Santino.

« Ah! Mi sembrava che avessi detto qualcosa. Io devo andare. A presto, Santino! » disse la ragazza.

Beth. Santino in quel preciso istante aveva nella testa solamente un nome: Beth. Si era preso una cotta per lei. Tanto che decise che non appena sarebbe arrivato nella sua residenza avrebbe guardato qualche film d'amore per pensare solamente a Beth.

Si era messo misteriosamente a muoversi traballante. Poco dopo però fu svegliato dalla voce di un uomo.

« Ehi tu! Come ti permetti di guardare la mia ragazza? ».

Santino si svegliò tutto di un colpo.

« Beth è la mia ragazza! Non la devi guardare ».

Un uomo alto due metri e tre centimetri, con fisico tutto muscolo e braccia molto ma molto muscolose, espressione non molto amiche che indossava mutande da combattimento bianche, polsini neri e stivali bianchi, era apparso davanti all'espressione sognante di Santino. Niente meno che Vladimir Kozlov.

« Scusa » disse Santino, preoccupato.

« Sei nuovo? » domandò Vladimir Kozlov.

« Io si » rispose Santino.

« Sono Vladimir Kozlov, tu chi sei? » chiese Vladimir.

« Santino Marella » rispose Santino.

« Ah! Vince McMahon ti ha convocato nel suo ufficio, vienti ti accompagno da lui » rispose Vladimir.

Vladimir prima di condurre Santino da Vince, gli fece fare un giro negli uffici della federazione e mostrò anche gli spogliatoi. Quando finalmente arrivarono all'ufficio di Vince, da fuori si sentivano le voci di Vince e John Cena che litigavano.

« Mister McMahon state facendo una pazzia. Con quello in questa federazione ci sarà un morto al giorno. Date retta a me: rispeditelo a casa subito » disse John Cena molto arrabbiato.

« Magari non sarà così. Puo darsi che lui riesca a fermare Undertaker » disse Vince McMahon vedendo Santino come un miracolo del cielo.

« Come no. Sapete che vi dico? Quello non è nemmeno il figlio di Simone Marella è un impostore che cerca un po' di pace in questo mondo, spacciandosi per figlio di altre leggende del wrestling. Date retta a me! Rimandatelo da dove è venuto » disse John Cena, provando ad implorare Vince McMahon.

« Mi dispiace, signor Cena... voglio provare a fare un tentativo » concluse Vince McMahon.

Santino si accertò di non essere visto da nessuno alzò il dito medio come per dire "fottiti Cena, ti rode che io me ne resto qui vero?" . Solo che qualche secondo dopo, John Cena aveva aperto la porta dell'ufficio di Vince per uscire e trovò Santino Marella con il dito medio alzato. John Cena era molto arrabbiato.

« Scusa John ma ho alzato il dito per indicarti che sul soffitto c'è una piastrella che rischia di precipitare addosso a qualcuno » disse Santino, trovando una scusa per farla bere a John Cena.

« Non è che mi stavi mandando semplicemente a fanculo? Guarda che oggi non è giornata per me. Faresti bene a non farti trovare nelle mie circostanze e, a non farmi arrabbiare. Potrebbe finire molto male per te » disse John Cena molto infuriato.

« No, come potrei mai mandare a quel paese il grande John Cena? Siamo diventati tutti pazzi qui? Io non mi azzarderei neanche morto a fare una cosa del genere » disse Santino con un'aria furbetta.

« Sarà meglio per te, Marella! » concluse John Cena irritato.

Santino non capiva perché John Cena lo aveva preso subito di mira. Forse era semplicemente invidioso che lui era una futura leggenda della WWE, non riusciva a darsi altre spiegazione. A Santino però la cosa dispiaceva che John Cena lo avesse subito preso per antipatico quando invece era tutto il contrario. John Cena poteva essere un punto di riferimento importante per lui e non doveva di certo trascurarlo.

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cinque ***


Cinque

 

Quella sera Santino rientrò a casa esausto. Per cena aveva preso una pizza in giro e la serata prevedeva solo pizza e tv anche se nella sua testa aveva in testa solo un nome: Beth. Decise di guardare il film Titanic quello con Leonardo DiCaprio, immaginando che al posto di Jack e Rose ci fossero Santino e Beth. Ovviamente, mentre si guardava il film pensando all'amore si godeva pure la pizza margherita. Solamente che quando arrivò a poco più della metà del film e avesse finito la pizza, a Santino venne una voglia pazzesca di sentire sua madre al telefono. Gli mancava tanto sua madre chissà come le passava le giornate a San Fili senza di lui. Non era poi così sola: David era con lei e forse, loro avevano più tempo per stare da soli visto che lui era scappato negli USA. Peccato che la voglia di sentire la madre era troppo forte tanto che alla fine, prese il cellulare in mano e compose il numero da fare.

« Anthony tesoro! Che bello risentire la tua voce... come stai? » chiese la madre rispondendo alla chiamata.

« Anche per me è bello sentirti, mamma. Io sto bene... ho avuto una lunga giornata di lavoro, adesso ho mangiato una pizza e finisco di vedere un film poi, vado a dormire che domani mi aspetta un'altra giornata » disse Santino, sbadigliando.

« Hai già fatto amicizia con qualche collega? » domandò la madre curiosa.

« Non esattamente madre! John Cena... è molto antipatico. Non mi sta simpatico per niente, oggi mi ha trattato veramente male. Pensa che non ha nemmeno organizzato un coktail di benvenuto per me e per poco, non me ne suonava di santa ragione » spiegò Santino.

« Ti ci devi abituare figlio mio, in quell'ambiente non sono tutti accoglienti, cordiali e amichevoli. La maggior parte di loro ha come unico obbiettivo: suonartene di santa ragione » commentò Daiane.

« Ho anche una novità: mi sono innamorato di una mia collega » ammise Santino.

« I miei complimenti figliolo. Lei è carina? » domandò la madre.

« Stupenda! Ha dei bellissimi occhi azzurri e un sorriso che... ti toglie il respiro per quanto è bella. Il problema è che lei ha un altro! Io vorrei dirle che mi sono preso una cotta per lei ma non ho idea di come cavolo fare » disse Santino.

« Caro figliolo, c'è sempre un altro! Ti confesso una cosa: anche tuo padre prima di mettersi con me ha avuto un rivale ma non posso dirti chi era visto che attualmente questo rivale è un membro della federazione. Sai qual'è la strategia per far cadere ai tuoi piedi qualcuno che appartiene a qualcun altro? Passare più tempo possibile con la persona che ci piace, in modo che concentrandosi su noi, possa perdere interesse per l'altro » spiegò Daiane, a Santino.

In quel preciso istante, Santino cominciò ad immaginare lui che insiste ogni giorno con Beth per vederla tutti i giorni. Era la prima volta che si perdeva per una donna anche perché non aveva mai avuto alcuna storia importante con nessuna fino adesso. Non poteva fare la corte a Beth ogni santo giorno senza che Vladimir se ne accorgesse prima o poi. Era una cosa fuori discussione. Forse doveva provare a vedere se arrivava qualcosa di meglio di Beth ma come fare se nella testa aveva solamente Beth.

« Forse hai ragione madre, devo provare a seguire la tua strategia » disse Santino alla madre.

« Quel furbone di tuo padre riuscì a conquistarmi in questo modo » ammise Daiane divertita.

« Ora ti devo salutare madre, domani devo svegliarmi molto presto e alla WWE sono fissati con la puntualità non posso permettermi alcun tipo di ritardo. A presto! » disse Santino.

« A presto figlio mio! » concluse Daiane.

Santino staccò la chiamata. Aveva bisogno di capire che soluzione seguire per conquistare Beth anche se la cosa avrebbe voluto dire giocare con il fuoco e vedersela contro Vladimir che sicuramente non sarà contento di sapere che lui, Santino Marella, ci prova con la sua ragazza.

Decise che avrebbe trovato una soluzione domani.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sei ***


Sei

 

La mattina dopo cominciarono le complicazioni per Santino: il solito John Cena si era comportato sempre in modo accogliente e cordiale. Santino aveva avuto la solita discussione con lui. Questa volta John Cena si era lamentato per via del suo costume da ring che raffigurava uno stemma della nazionale italiana di calcio con il nome Santino, solo a vederlo il nostro John Cena si era fatto due risate.

« Quindi, questo è il tuo costume da ring? » aveva domandato John Cena, a Santino.

« No, l'ho messo solo per decorazione » rispose Santino.

« Non sono scemo, Marella. Spero che troverai un look da ring migliore di questo se no te ne torni in Italia e smetti di rompere le scatole in questo posto a me e a tutti gli altri membri » disse John Cena.

Quando finalmente John Cena si tolse dalle scatole, Santino fece un gesto come per dire: che bello! Finalmente si è levato dai piedi. Non sapeva nemmeno lui per quanto la presenza di John Cena sarebbe stata insopportabile per lui, non c'era modo di andare d'accordo con quell'uomo. Almeno se la faceva una risata qualche volta? Santino non era ancora riuscito a capirlo.

Per fortuna, davanti a lui erano passati Rey Mysterio e Eddie Guerrero. Santino non poteva crederci era un po' di tempo che voleva vederli e adesso erano in carne ed ossa davanti ai suoi occhi.

« Eddie! Rey! Dove andate? È una vita che sogno di parlarvi e non ci credo che vi ho davanti ai miei occhi in questo momento » disse Santino. Quello doveva essere il giorno più bello della sua vita.

« Ci conosciamo amigo? » chiese Rey.

« Tu sei quello nuovo che ha sconfitto Big Show in un match, giusto? » chiese Eddie.

« Si, Eddie! Ho sconfitto Big Show e io sono Santino Marella » disse Santino.

Eddie e Rey si guardarono sbalorditi come per dire: ma è veramente il figlio di quel Marella che noi conosciamo bene? Non ci credevano nemmeno loro che era arrivato l'erede di Simone Marella.

« Tuo padre era un grande uomo, per molti è stato un idolo di infanzia » disse Eddie.

« Volevo chiedervi una cosa: sapete come far cambiare il comportamento nei miei confronti a John Cena? Mi ha preso di mira senza alcun motivo e mi da molto fastidio » disse Santino preoccupato.

« Tu sei nuovo giusto? » chiese Rey.

« Si, esatto! » ammise Santino.

« Devi sapere amigo che a John Cena i nuovi non sono mai piaciuti. Ti aspetteranno dei mesi duri, John Cena farà di tutto per deprimerti e per convincerti che non vali niente quindi così facendo, ti convincerà a farti tornare in Italia. Lo ha fatto anche con me e con Eddie in qualche modo però noi due riusciamo a non dargli troppo retta e andare avanti per la nostra strada. Lui è convinto di essere il numero uno qui dentro e tu fai in modo di impedirgli di farglielo credere, la cosa lo fa infastidire » spiegò Rey Mysterio con pazienza.

« Tu sei quello che distruggerà Undertaker un giorno o almeno è ciò che si crede di te, solo questo fa rosicare John Cena. Lui ti invidia per questo dato di fatto e vorrebbe essere al tuo posto » disse Eddie Guerrero.

« Grazie mille amici miei! » disse Santino abbracciando Rey e Eddie.

« Ora dobbiamo andare. A presto! » dissero i due a Santino.

« A presto » concluse Santino.

Mancava un'oretta al suo match contro Bobby Lashley. A quell'uomo doveva tutto perché era stato lui a farlo diventare un membro della WWE. Senza il suo aiuto sarebbe ancora a San Fili, in compagnia di sua madre e quello scorbutico di David Carelli.

Proprio in quel momento, si era ritrovato davanti alle macchinette e per un colpo del destino, anche Beth era andata alle macchinette per un caffè. Santino era diventato rosso per l'imbarazzo. A lui quella donna gli dannava il cervello e se la vedeva non capiva più niente. Le piaceva proprio tanto e voleva proporle di mangiare una pizza in sua compagnia una sera ma temeva che Vladimir avrebbe trovato da ridire.

« Ciao Santino. Cosa fai qui? » aveva domandato Beth, sorpresa di vederlo.

« Volevo solo prendere un caffè » rispose Santino, arrossendo leggermente.

« Ti hanno messo contro Bobby Lashley. Secondo me sei morto, non hai speranza contro di lui a mio parere » disse Beth.

« Grazie della tua opinione. Volevo chiederti una cosa: vorresti una sera venire a mangiare una pizza con me fuori? » domandò Santino.

« Perché inviti proprio me? » rispose Beth, molto sorpresa.

« Voglio fare due chiacchiere di amicizia con te e provare a conoscerti un po' meglio. Io ti trovo molto carina e molto simpatica » rispose Santino, molto emozionato.

« Va bene. Accetto il tuo invito » rispose Beth.

« Possiamo fare dopo domani. Hai impegni? » chiese Santino.

« No, sono libera » chiese Beth.

« Allora ci troviamo qui davanti alle otto » concluse Santino.

« Va benissimo » concluse Beth, dandogli un bacio sulla guancia.

Quando salutò Beth, Santino si stava domandando se fosse vero che era riuscito ad invitare Beth ad uscire con lui una sera. Non ci credeva nemmeno lui. Riguardo ad una cosa però la ragazza aveva ragione: non sarebbe mai riuscito a sconfiggere Bobby Lashley e quindi, Santino pensava: figuriamoci se avrebbe avuto probabilità con Undertaker.

Come musica d'entrata sul ring aveva scelto "Buongiorno a te" di Luciano Pavarotti. Nessuno alla WWE capiva mai come mai avesse scelto quel brano come ingresso al ring. A Santino quella canzone dava serenità e tranquillità durante i momenti dove doveva dare il massimo di se stesso perché quando si sentiva sotto pressione finiva per fare un macello sopratutto quando si trovava in un ambiente che frequentava da poco e non era molto abituato a starci come nel caso della WWE.

Beth aveva vinto il match contro Mikie James. Lui aveva assistito al match da dietro le quinte e adesso doveva prepararsi per entrare nel ring. Era ora di andare a prendersene da Bobby e Santino non credeva che lo avrebbe aiutato a vincere anche questa volta. Si complimentò con Beth.

« Sei stata grande sul ring » disse Santino, alla ragazza che era sudata in un modo pazzesco.

« Grazie Santino... in bocca al lupo contro Bobby » disse la ragazza.

« Tranquilla, Santino Marella ha la situazione sotto controllo » concluse Santino, facendosela un po' sotto.

Non aveva per niente la situazione sotto controllo anzi era seriamente molto preoccupato per lui. Con Big Show era stato un colpo di fortuna ma adesso affrontare Bobby era un'impresa apocalittica per lui. Quasi quasi preferiva farsene suonare da Big Show invece che ricevere mazzate da Bobby. Non sapeva nemmeno lui quale delle due opzioni preferiva.

Era partita la sua musica d'ingresso al ring e mentre si avviava verso il ring, si accorse che Bobby lo stava aspettando con l'intento di suonargliene di santa ragione. Santino si era reso conto che sentiva la necessità di due parole al pubblico. Non appena salito sul ring cominciò a parlare.

« Caro pubblico, sono Santino Marella. La mia storia per arrivare fino a qui è stata molto lunga ma un giorno vi racconterò meglio che cosa ho dovuto fare per realizzare il sogno di essere qui oggi » disse gridandolo con voce alta a tutto il pubblico.

Il pubblico non aveva trovato molto interessanti le parole di Santino Marella, loro si sarebbero aspettati altro da lui e la cosa aveva dato fastidio anche a Bobby Lashley.

Il match era cominciato ma Santino per la fifa fece un po' quello che voleva scappare via invece che prendersene di santa ragione. Non aveva coraggio di dargliene a Bobby Lashley e doveva trovare una via di fuga a tutti i costi. Anche se dopo dieci minuti Santino era fuori dal ring a terra. Bobby scese dal ring per andare a prendere Santino. Quando ebbe messo in piedi Santino con la forza sussurrò in un orecchio a Santino: tranquillo ti lascio vincere.

Quello che accadde dopo, il pubblico non riuscì a spiegarselo: Santino era riuscito a sconfiggere Bobby Lashley infliggendogli la sua mossa finale ovvero la Santino cobra e Bobby si era fatto schienare senza alcun problema facendo aggiudicare la vittoria a Santino Marella.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Sette ***


Sette

 

Finalmente era arrivato il momento della serata in compagnia di Beth per Santino. Non vedeva l'ora di fare tante domande alla ragazza con il tentativo di cominciare a conoscerla meglio voleva sapere proprio tutto di lei. Non sapeva ancora come fare a dirle che era innamorato di lei senza che la cosa arrivi anche alle orecchie di Vladimir.

Si era preparato tutto per bene: aveva messo tanto gel nei capelli e i denti erano belli bianchi di un bianco simile al bianco confetto. Come vestiti si era messo una giacca elegante nera con all'interno camicia bianca e cravatta nera poi anche dei pantaloni neri con la cintura bianca e per finire scarpe chiuse nere. Eppure, aveva come la sensazione che le cose sarebbero andate nel modo sbagliato ma lui stesso si augurava di no.

Era in macchina ed era diretto davanti alla WWE con molta emozione anche perché come ho già detto in precedenza, era la prima volta che aveva perso la testa per una donna e faceva sul serio. Sentiva come se quella ragazza fosse sua da sempre anche se fino adesso avevano avuto poco tempo per dirsi due parole. L'importante era che alla fine erano riusciti a trovarsi per un appuntamento. Per Santino era questo ciò che contava solo che aveva paura che Vladimir proprio quella sera potesse decidere di andare a mangiare nel loro stesso posto. La cosa gli faceva venire i brividi solo a pensarci e non voleva davvero che un appuntamento con una collega che doveva essere piacevole, si sarebbe trasformato in un match di wrestling. Come idea lo terrorizzava ma allo stesso tempo si faceva due risate tra sè.

Santino e Beth non si presentavano insieme all'appuntamento solo perché al momento non erano fidanzati a tutti gli effetti e non stavano nemmeno insieme ma erano solo due colleghi e quella cena a base di pizza era più come un appuntamento tra colleghi.

Beth arrivò solo con cinque minuti di ritardo rispetto a Santino che aveva appena trovato il tempo di sedersi a tavola. La ragazza indossava un vestito elegante nero, truccata come sempre e capelli biondi lisci. Santino amava molto lo sguardo sempre attraente di Beth e i suoi capelli biondi e lisci.

« Ti stavo aspettando » disse Santino.

« Scusami tanto... » rispose Beth.

« Complimenti! Stai tremendamente bene. Sei stupenda con quel vestito » disse Santino Marella sorridendo a Beth.

« Grazie. Ma dimmi tu: sembri totalmente diverso dal Santino che conosco quello che sul ring indossa sempre un costume con lo stemma italiano e il nome Santino. Vestito in questo modo sembri quasi un direttore d'orchestra. Sei davvero il Santino che vedo ogni giorno sul ring? » disse la ragazza sorpresa.

« Mi fa piacere che ti piaccio vestito in questo modo » concluse Santino.

I due ordinarono le pizze: Beth prese la margherita e Santino una quattro stagioni.

« Posso farti una domanda? Beth Phoenix è il tuo vero nome o è uno pseudomio che usi solo sul ring? » domandò Santino alla ragazza.

« No, caro! Nella vita fuori dal ring mi chiamo Elizabeth Carolan » disse Beth.

« Interessante, Elizabeth è un nome bellissimo ti chiami come la regina d'Inghilterra. Io invece non ho mai capito come mi chiamo davvero. Come sai io ho perso mio padre quando ero molto piccolo. Simone Marella era il mio papà vero, ma per quasi trentanni ho vissuto con mia madre a San Fili in Calabria e con il mio patrigno di nome David Carelli un altro uomo delle origini di Simone. Il fatto è che mia madre quando ero appena nato, aveva deciso insieme a Simone di chiamarmi Santino poi però Simone è morto. Mia madre Daiane ha conosciuto questo David si è risposata con lui ma visto che non avevo ancora ricevuto il battesimo, insieme a David decise di battezzarmi con il nome Anthony Carelli quindi vivo ancora nel dubbio di sapere quale dei due è il mio vero nome » spiegò Santino.

« Simone Marella è stato un grande uomo nella storia del wrestling. Tua madre anche era stupenda una persona splendida. Lo so perché quando ero bambina seguivo il mondo del wrestling con la televisione. Io sono scappata di casa a diciotto anni invece perché nel mio caso è stato mio padre a risposarsi quando ero piccola. Il mio cognome vero era Kocanski, l'ho cambiato quando sono scappata dI casa a diciotto anni. Non sopportavo più le torture di mio padre che faceva abusi di droga. A quindici anni mi è venuta l'anoressia e mio padre invece che aiutarmi a combatterla, mi ricordava che ero un essere inutile perché troppo fragile e sensibile. Mi rendeva ridicola, debole e mi faceva sentire sbagliata. Mi obbligava anche a seguire lezioni di basket con il risultato che se non mi presentavo un solo giorno alla lezione, a cena mi torturava. Ho detto basta alla fine! Me ne sono andata e non so come ho ripreso in mano la mia vita » concluse Beth mettendosi a piangere.

« Che brutta storia, tesoro. Comunque ti dico una cosa: anche il mio patrigno David mi obbligava a prendere lezioni di basket ma a dieci anni sono riuscito a fargli mettere la testa a posto e a farmi praticare Judo. Io volevo diventare un wrestler non un campione di basket. Il basket non ha mai fatto per me! Non mi piace come è organizzato quello sport, le regole e altre cose. Mi dispiace per quello che hai passato tu, non doveva succedere proprio a te. Tuo padre era proprio un bastardo. Le donne non bisognerebbe trattarle male, picchiarle e altre cose... » concluse Santino che era rimasto commosso dalla storia di Beth.

« Grazie Santino, ma ora devo guardare avanti anche se non ho dimenticato per niente il mio passato, ci provo ma nella vita non si dimentica niente » concluse Beth.

« Sei stata forte come me troppo a lungo. Guarda adesso la meraviglia che sei angelo mio: sei una stupenda e bravissima diva del wrestling, ti pare poco per una che si faceva deprimere dal padre e si sentiva inferiore a gli altri possa aver fatto tutta questa strada? Guarda come sei ora, ti pare poco? » disse Santino, alla ragazza.

« Meno male che sei arrivato tu Santino... a me ha fatto piacere sfogare la mia rabbia con te questa sera. Non mi sfogavo da tempo con nessuno in questo modo » disse Beth, tornando a sorridere.

« Figurati... è stato un piacere per me ascoltare la tua tragica storia ma adesso Beth, bisogna continuare ad andare avanti non voltare le spalle per ciò che è stato. Siamo cresciuti tutti e due. Ci vediamo poi al lavoro domani... » continuò Santino.

« Va bene Santino » concluse Beth. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Otto ***


 

Otto

 

Come ben sapete la mattina seguente di lavoro cominciò con il piede sbagliato per Santino perché il solito John Cena aveva trovato una nuova scusa per deprimere Santino. Il nostro John Cena si era accorto che in due match che ha affrontanto Santino il giovane è uscito sempre da vincitore e in modi del tutto sleali: il primo match contro Big Show è riuscito a vincere grazie a Bobby Lashley, il secondo contro lo stesso Bobby, John Cena non aveva ancora capito che cosa fosse andato storto a Bobby se per caso si era sentito male o altre cose del genere.

Santino che quella mattina era tutto felicissimo per il suo fantastico appuntamento con Beth di ieri sera e pensava solo a quello, non sapeva che cosa avesse in serbo il nostro John Cena per uno come lui. Peccato che John Cena gli era andato incontro più incazzato di sempre.

« Adesso che cosa ho fatto? » si chiese Santino, sorpreso dal mal umore di Cena.

« Che cosa hai fatto? Hai vinto due match in modo sleale! » disse John Cena furioso.

« Ci risiamo! Il solito Cena che non si fa gli affari suoi » continuò Santino credendosi simpatico.

« Signor Marella, in questa federazione ci sono alcune regole e di certo, rubare i match facendosi aiutare da qualche amico non è una di queste ma quello che di più mi fa incazzare è il fatto che sei stato ammesso in questa federazione per un match che hai vinto barando, quando tutti gli altri membri di questo posto, l'ammissione se la sono sudata per una vita » disse John Cena molto arrabbiato.

« E con questo? Dove vorresti andare a parare Cena? » chiese Santino.

« Voglio che tu questa sera ti batta contro di me. Dimostrami che è solo una mia impressione e che tu hai sconfitto Big Show e Bobby perché ti sei impegnato davvero e non barando » concluse John Cena.

« Accetto la sfida. Cena! » concluse Santino.

Santino andò nello spogliatoio preoccupato. Non sapeva nemmeno lui come avrebbe potuto sconfiggere John Cena. Le altre due volte aveva avuto solo fortuna ma ci scommetteva che Cena non lo avrebbe lasciato vincere come niente. Quello gli avrebbe spaccato la faccia in mille pezzi. Cominciò a pensare che l'unico modo per evitare il match contro John Cena fosse quello di fingere una febbre improvvisa ma era poco credibile: lui non aveva la febbre e non era uno studente ai tempi di scuola inoltre, alla WWE c'era un medico e lo avrebbero mandato immediatamente a farsi vedere.

Dopo qualche minuto, Santino sentì bussare alla porta del suo spogliato. Era Beth che era preoccupata per lui.

« Santino, santo cielo! Sono molto preoccupata per te. Ho saputo che ti batterai contro John Cena... è vero? » chiese Beth.

« Si, Beth! Tranquilla però... Santino ha la situazione a suo vantaggio » rispose Santino che in realtà se la faceva sotto come un tacchino, il giorno del ringraziamento.

« Sei sicuro? Non voglio che ti succeda qualcosa di tremendo. Per una volta che c'è qualcuno con cui è piacevole parlare, non voglio che succeda qualcosa di brutto proprio a quella persona » disse Beth, mettendosi leggermente a piangere.

« Ehi! Stai tranquilla, non mi succederà niente di terribile. Posso sapere una cosa però? Ci tieni proprio così tanto a me? » chiese Santino, sorpreso dalla reazione di Beth, alla notizia del suo combattimento contro John Cena.

« Non riesco a stare tranquilla, Santino » disse la ragazza sempre più preoccupata.

Per provare a far stare tranquilla e serena la ragazza, Santino fece un gesto inaspettato: diede un bacio sulla fronte a Beth.

« Adesso, sei più tranquilla? » domandò Santino.

Beth era in stato di shock. Si chiedeva se fosse vero che Santino le aveva dato un bacio sulla fronte.

« Forse presto assaggerò anche le tue labbra » disse Santino facendo l'occhiolino a Beth.

Beth si riprese dal bacio sulla fronte di Santino e decise di ricambiare, dandogli un bacio appassionato sulle labbra.

« Meglio anticipare, non posso aspettare a lungo » concluse Beth, dopo averlo baciato.

Ora mai Santino era decollato in un altro pianeta. Non era più tra i vivi ma la sua mente aveva raggiunto il paradiso. Decise di dare ancora un altro bacio a Beth, sempre sulle labbra.

« Le tue labbra sanno di miele, come mai tutta questa dolcezza? » domandò Santino.

« Perché ti amo » ammise Beth.

Santino era tremendamente con la testa fra le nuvole e lui stava sicuramente sognando.

« Anche io ti amo e ti ho amata da quando ti ho vista la prima volta » ammise Santino.

« Allora dai amore mio! Vai a vincere contro John Cena. Fallo per me » disse Beth.

« Cercherò di fare il possibile per batterlo. Ah! Beth, vorrei invitarti a cena da me una sera. Ci stai? » chiese Santino.

« Va bene amore » disse Beth, uscendo dallo spogliatoio di Santino.

La giornata trascorse tranquillamente e per Santino arrivò l'ora del match contro John Cena. Santino era troppo contento per ciò che era successo con Beth e al rientro a casa avrebbe fatto una telefonata a sua madre per avvisarla della novità. Ora mai Santino si immaginava anche il suo matrimonio con Beth ma era consapevole che non avrebbe potuto prendere moglie fino a quando non avrebbe sconfitto Undertaker e sempre, se ci sarebbe riuscito a sconfiggerlo perché Taker era un nemico della quale lui non sapeva ancora niente, tranne che era il responsabile della morte di suo padre.

Come al solito l'entrata di Santino era stata annunciata con la canzone "Buongiorno a te" di Pavarotti, subito dopo l'entrata di John Cena con la sua "My time is now". Santino avvicinandosi al ring si era accorto che John Cena aveva un'aria molto arrabbiata e la sua espressione era tipica di uno che ti sta minacciando di spaccarti la faccia.

Il nostro Santino però aveva ancora il coraggio di presentarsi bello e divertito sul ring senza prendere sul serio l'incazzatura di John Cena, che non vedeva l'ora di suonargliene di santa ragione.

« Che hai da ridere, Marella? » chiese John Cena infuriato.

« Mi fa ridere la tua faccia, sembri uno a cui è morto il gatto » rispose Santino divertendosi.

« Ah si? Te lo do io qualcosa su cui ridere... » disse John Cena, lanciando il microfono e buttandosi verso Santino.

Santino cominciò a correre come un tacchino all'interno del ring. Se la stava facendo davvero sotto dalla paura e pensò che forse non avrebbe dovuto accettare la sfida contro John Cena ma così, l'avrebbe data vinta a Cena e lui preferiva evitare che ciò accadesse sul serio. Marella decise di scappare fuori dal ring e John Cena invece che fermarsi sul ring e aspettare di vincere per il conteggio fino a dieci, desiderava tanto suonargliene a Santino che finì per rincorrerlo.

Dopo qualche minuto i due si erano ritrovati dietro le quinte e Santino si sentiva un po' stanco di correre ma non doveva fermarsi perché affrontare veramente John Cena era l'alternativa peggiore e desiderava uscire intero da quel match senza qualche osso rotto.

Eppure anche questa volta, Santino ebbe uno dei suoi colpi di fortuna si era diretto verso delle scale che andavano in discesa e John Cena talmente era preso a rincorerlo non si accorse che stava cominciando una scala e fini per rotolare come un salame giù dai gradini.

« Che tu sia maledetto Marella! »

Non appena Santino si rese conto che il suo avversario non aveva forze per risalire le scale decise che quella era la volta buona per avviarsi al ring e vincere il match per via del conteggio. Infatti, Santino si aggiudicò la vittoria per conteggio dell'arbitro.


Angolo autrice: Vi chiedo scusa se l'entrata di Marella è la canzone "Buongiorno a te" di Pavarotti ma l'ho fatto per un motivo che svelerò alla fine della storia. Saluti.     

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Nove ***


Nove
 
Finalmente Santino aveva una giornata libera. Oggi non doveva andare al lavoro ma aveva comunque delle cose da fare. Doveva cominciare a studiare il menù da preparare la sera che Beth sarebbe venuta a casa sua. Lo chef di quella sera sarebbe stato lui stesso perché quando era in Italia aveva imparato a cucinare grazie alla madre che gli aveva insegnato qualche ricetta.
   
L'unico problema era che Beth faceva anche la modella quindi non avrebbe potuto fare cibi troppo calorici ma il fatto era che le cose che sapeva fare bene erano tutti cibi molto elaborati e abbastanza pesanti. Di fare una insalatina scondita durante quella cena romantica fra loro due non se ne parlava neanche un po', lui non voleva saperne di passare la sera a mangiare insalata. Cominciò a pensare che forse avrebbe dovuto cambiare ragazza.
   
Decise di telefonare a sua madre per chiedere consiglio anche a lei. Prese il cellulare e digitò il numero.
   
« Ciao figliolo, che bello risentirti... come vanno le cose alla WWE? » disse Daiane contenta di risentire la voce del figlio.
   
« Benissimo madre, finalmente mi sono liberato di John Cena facendolo infortunare in un match contro di me. Quello voleva spaccarmi la faccia, talmente mi detesta ma io gli ho dato una lezione » disse Santino felice come una pasqua.
   
« Ho visto quella puntata, mi sono cagata sotto anche io per te... ah! Comunque complimenti per gli sbacciuchiamenti con la signorina. È proprio bella come mi avevi detto tu » commentò la madre scherzando.
  
 « Sono contento che ti piaccia... ah! A proposito di Beth, volevo chiederti dei consigli perché sono un po' nei casini: ho deciso di invitare Beth a cena da me una sera ma non ho idea di cosa cucinare perché lei è modella anche e non vorrei cucinare cose che poi le causano danni in salute o sul campo lavorativo » spiegò Santino alla madre che era rimasta stupita.
   
« Hai capito? La inviti pure a cena da te e fai anche da chef personale... quanti vizi alla signorina. Falle due spaghetti aglio, olio e peperoncino quelli non fanno mai male. Tuo padre quando eravamo fidanzati me li faceva spesso poi quando è morto non ho più avuto coraggio di mangiarli » spiegò Daiane.
   
Santino cominciò ad immaginare Beth che divorava un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino... non era una scena molto interessante da vedere in HD. C'era molto di meglio.
  
 « Non hai altre ricette? Magari un po' in stile dietetico... o per modelle? » domandò Santino.
 
  « Fai una cosa: chiama Vince McMahon e fatti spiegare da lui come preparare la famosa pasta "calci e pugni", vedi cosa ti dice » concluse Daiane.
  
 « Va bene. Ti devo lasciare madre. A presto » disse Santino, terminando la chiamate.
   
Non ci pensava nemmeno a chiamare Vince McMahon per chiedere che menù preparare per una cena romantica che sia adatto sia ai wrestler che alle modelle. Però voleva sapere qualcosa sulla pasta "calci e pugni". Forse era semplicemente un modo di sua madre per tagliare la corda e finire la telefonata oppure, Vince McMahon era stato uno chef in passato e aveva creato questo piatto di pasta in particolare. Decise di chiamare Vince McMahon.
  
 « Buongiorno, signor McMahon » aveva detto Santino.
  
 « Buongiorno, signor Marella. Come mai mi ha telefonato di prima mattina? Pensa che la stavo per chiamare io. Mi ha letto nel pensiero... » commentò Vince McMahon cacciando uno sbadiglio.
   
« Ah! Come mai volevate chiamarmi? » chiese Santino.
  
 « Volevo chiederle se questo pomeriggio potevate venire nella mia residenza, voglio fare due chiacchiere con lei signor Marella » disse Vince McMahon.
   
« Nessun problema! Mangio qualcosina e arrivo!! » disse Santino molto contento.
   
« Le mando scritto il mio indirizzo per messaggio. A presto » termino Vince.
   
Alle tre del pomeriggio, Santino Marella era già arrivato alla residenza di Vince McMahon. La residenza era una cosa davvero bellissima e dopo tutto Vince McMahon non era certo un morto di fame quindi poteva permettersi tutte le residenze lussuose che voleva dato che fondando la WWE si era fatto un bel po' di fior di quattrini.
   
Santino guardava con ammirazione i lampadari di seicento tonnellate appesi al soffitto che erano un po' simili a quelli della reggia di Versailles, ma sopratutto, era colpito che le pareti della sala d'ingresso erano state verniciate di color dorato. Santino un giorno, sognava di avere una residenza del genere a San Fili nella sua amata Calabria. Si vedeva davvero bene in mezzo ai calabresi e con un ben di dio del genere tutto per lui. Sicuramente non sarebbe finito sotto l'osservazione degli abitanti di San Fili che lo avrebbero guardato abbastanza increduli. Gli mancava la Calabria ma ora che si trovava negli Stati Uniti aveva l'occasione di vivere una vita diversa e fare quella che era la vita dei suoi sogni poi già il fatto che era diventato un membro della WWE doveva considerarsi un bel traguardo di vita, non tutti arrivano a livelli così alti. Santino ringraziava enormemente Vince McMahon per l'opportunità che gli aveva dato.
   
Vince McMahon era arrivato ad accogliere Santino Marella ed era molto contento di vederlo. Non era la prima volta che un Marella entrava nella sua residenza, anche il papà di Santino ci era entrato molte volte ma più per cercare rissa che per fare due chiacchiere in amicizia con lui. Santino era talmente preso a guardare tutte le lussuosità che c'erano intorno a sè.
  
 « Signor Marella, vedo che siete stupito dal lusso della mia residenza... » lo informò Vince McMahon per attirare la sua attenzione.
   
« Perdonatemi tanto, ma tutto questo ben di Dio è una novità per me... non sono cresciuto in mezzo a tutto questo lusso. Certo, non sono un poveraccio di nascita, ma nel mio paese calabrese non sono molte le residenze lussuose come la vostra signor McMahon » commentò Santino.
  
 « Immagino, signor Marella! Noi americani per fortuna siamo messi un po' meglio economicamente degli italiani dopo tutto siamo americani » commentò Vince fiero di essere americano.
  
 « Per quale motivo mi avete invitato qui? » domandò Santino.
  
 « Volevo farti vedere dei miei ricordi che conservo in memoria del tuo papà... un tempo eravamo molto amici. Tuo padre è stato uno dei primi wrestler che ho selezionato quando la WWE era ancora al suo inizio » commentò Vince McMahon.
   
Santino si era reso conto che Vince aveva ancora il videoregistratore per VHS, le care e ormai dimenticate videocassette. Doveva essere uno affascinato dal passato se ancora possedeva un videoregistratore per videocassette e sopratutto, in una residenza di lusso come quella.
   
Vince aveva accesso la televisione e inserito una videocassetta nel registratore. Aveva scelto quella di uno dei primi match di Simone Marella. In quel match la parte spettacolare era l'entrata di Vince che a quel tempo, entrava insieme a Daiane la madre di Santino.
   
Purtroppo, Santino era rimasto incredulo a vedere che Vince entrava insieme a sua madre che a quel tempo era una giovanissima ragazzina e Vince un uomo ora mai adulto. Non doveva entrare insieme a suo padre, visto che aveva sposato lui e non Vince? Probabilmente a quel tempo non stavano ancora insieme. Cominciò a pensare che doveva essere successo qualcosa e lui non voleva nemmeno saperne di scoprire che magari sua madre aveva avuto una relazione con Vince. Insomma, Vince a quel tempo era già un uomo maturo ma sua madre era una ragazza molto più giovane.
   
Quando finalmente finì la videocassetta, Santino cominciò a farsi delle domande anche sul passato della madre. Non solo aveva dubbi sul suo vero padre ma adesso pensava di non sapere niente nemmeno di Daiane era un periodo quello dove stava cominciando ad avere dei dubbi verso chiunque. Era come se tutti come lui avevano dei segreti da nascondere. Ovviamente, lui non poteva nascondere di essere quello che scampò alla maledizione di Undertaker alla giovane età di un anno visto che ora mai tutta l’America sapeva di questa storia e quindi era sotto l’occhio di tutti.
  
 Cominciò a pensare alla cicatrice a forma di croce che aveva sulla fronte. Quel taglio maledetto era costato la vita del suo papà. Si chiedeva come avrebbe fatto lui a sconfiggere Undertaker se suo padre ci ha rimesso la vita ed era una leggenda del wrestling. Era un concetto che ancora non riusciva a spiegarsi sembrava così tutto strano e poi si chiedeva: perché Undertaker aveva scelto proprio lui? Forse aveva ucciso i suoi per gelosia oppure solo per il piacere di rovinare una delle più belle famiglie di wrestler? Che intenzioni aveva davvero quella notte? Santino non credeva che fosse andato a far visita ai suoi genitori solo per uccidere lui era sicuro che c’era altro dietro a tutto questo.
   
Non sapeva niente del passato di Undertaker. Forse Vince sapeva di più a proposito di lui? Non voleva chiederglielo di persona ma avrebbe aspettato il giorno in cui Vince se sapeva qualcosa del passato di Taker glielo avrebbe mostrato da sé. Per il momento, Santino non era interessato a sapere di più del nemico. Il suo unico pensiero del momento era la cena romantica con Beth.
   
« Hai qualcosa da dire Santino? » gli domandò Vince.
   
« No, signore! » rispose Santino.
   
« Allora puoi andare, ci rivediamo presto » rispose Vince.
  
 « Ah signore! Come si prepara la famosa pasta calci e pugni? » domandò Santino.
   
« Chi ti ha parlato della pasta calci e pugni? » rispose Vince ridendo.
   
« Me ne ha parlato mia madre » disse Santino.
   
« Semplice: fai un piatto di pasta qualsiasi e quando l’interessato comincia a mangiarla lo prendi a calci e pugni » rispose Vince divertito.
  
 « Ah! Cos’è? Una presa in giro? » domandò Santino mettendosi a ridere anche lui.
   
« No » terminò Vince ridendo sotto i baffi.
   
Santino salutò Vince e cominciò a riavviarsi verso casa sua. Era un uomo molto felice ma non aveva ancora idea di quale menù preparare per la sua cena romantica.
   

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Dieci ***


Dieci
 
Nel frattempo, a Londra era notte buia si erano fatte le tre di notte. Gli ultimi guidatori di auto stavano per rientrare nelle loro case. All’improvviso, era calata una fitta nebbia e un silenzio interminabile. Dal nulla in un quartiere abbandonato dove tutti dormivano al riparo nelle loro case mentre le strade erano leggermente illuminate dai pali della luce si sentirono dei brevi passi di qualcuno.
  
Il primo passante notturno era un uomo pelato con affascinanti occhi azzurri vestito con un lunghissimo vestito nero e sembrava da un punto di vista che le mancasse il naso ma in realtà lo aveva solo che non era altro che due piccole fessure tanto da ricordare quasi un serpente. Il secondo invece era vestito con una strana giacca borchiata con le borchie che formavano una croce, pantaloni e stivali neri con anche un lungo mantello che scendeva dalle spalle fino a terra nero. Indossava anche un cappello in testa nero e guanti alle mani neri. Il suo sguardo era spaventoso  e si vedevano appena un accenno dei suoi capelli lunghi anche questi bruni.
  
« Taker, mio viscido amico sei tu? » domanda quello con la testa calva.
  
« Sono io, Signore. Vengo solo per chiedervi un consiglio » dice Taker.
  
« Non me lo aspettavo da te, Taker. Sei un mago come me molto temuto, nessuno dei miei allievi ambiziosi di diventare come me è mai arrivato a questo livello. Un vero mago dell’oscurità che ha studiato nella Casa di Serpeverde non ha bisogno di chiedere aiuto, si arrangia da solo » termina l’uomo calvo.
  
« Lo so mio Signore, non sono qui per chiedervi un consiglio per compiere un nuovo attacco ma per uno strano motivo, non ho idea di come fare per ripresentarmi alla WWE senza farmi vedere. Devo portare a termine la mia missione di distruggere la famiglia Marella voglio madre e figlio morti. Sono riuscito a uccidere Simone tempo fa ma non mi basta … devono morire tutti soprattutto il moccioso. Ora ho scoperto che è un membro della WWE » spiegò Undertaker.
  
« Mio viscido amico siamo nella stessa situazione. Io sto ancora cercando di distruggere Harry Potter in questo periodo sono molto terrorizzato: Potter ha già distrutto tre dei miei Horcrux devo impedirgli di trovare gli altri se no si avvicina la mia ora e non voglio morire, io devo vivere per sempre » commentò Voldemort.
  
« Mio Signore sono desolato per il vostro stato di salute, mi preoccupo per voi. Mi avete insegnato molto, spero che riuscirete a fermare Harry Potter. Domani mio fratello Kane rientrerà alla WWE e potrà osservare attentamente i comportamenti di Santino tanto da studiare le sue debolezze e rivelarle a me » rispose Undertaker.
  
Riguardo a Kane c’era davvero poco da dire: era un uomo molto alto e fisico robusto ma muscoloso, calvo con uno sguardo cattivo proprio come quello di suo fratello Taker forse ancora più spaventoso. Ebbene si, domani Kane sarebbe arrivato alla WWE quindi il povero Santino dopo essersi liberato definitivamente di John Cena avrebbe avuto una nuova gatta da pelare. Undertaker cominciò a pensare che se suo fratello sarebbe entrato tranquillamente alla WWE poteva farlo anche lui. Avrebbe chiesto a suo fratello di dargli una mano. Lo avrebbe raggiunto appena possibile. Prima di tornare in America, Undertaker aveva delle cose da concludere a Londra.
  
« Mandami i saluti a vostro fratello » disse Voldemort preoccupato e terrorizzato a morte all’idea che presto sarebbe dovuto morire.
  
« Lo farò sicuramente mio Signore » disse Undertaker.
 
 La prima cosa che Undertaker avrebbe fatto la notte successiva sarebbe stata quella di radunare i suoi seguaci noti a tutti con il nome di Druids che ricordano non a caso i Mangiamorte di Voldemort solo che a differenza di questi, i Druids non indossano maschere ma hanno dei cappucci che gli coprono gran parte del volto lasciando a vedere solo le labbra ma a volte non si vedono nemmeno quelle.
  
 Voldemort e Undertaker sono due grandi maghi oscuri ma tutti e due sono entrambi molto pericolosi in comune hanno anche il fatto di aver studiato ad Hogwarts nella casa di Serpeverde solo in tempi differenti. Undertaker voleva insegnare pozioni ad Hogwarts ma è stato respinto brutalmente quindi, Voldemort invece voleva insegnare Difesa Contro Le Arti Oscure quando era ancora Tom Riddle. Entrambi quindi non erano poi così diversi già solo che avevano dei seguaci differenti e con nomi diversi. Dopo quel rifiuto da parte del preside di Hogwarts, Undertaker era andato a cercare Voldemort e da lì aveva stretto una tenebrosa amicizia con lui.  
   
Undertaker sapeva che Santino non aveva più molto tempo se voleva capire come distruggerlo. A breve si sarebbe rifatto vivo in quella federazione di wrestler. Avrebbe ucciso lui e sua madre per portare a termine il suo compito di vendetta. La stirpe dei Marella doveva finire.
Quella stessa notte, Santino aveva fatto un sogno terribile. Aveva sognato Undertaker che parlava con un uomo ma nel sogno non era riuscito a risalire a chi fosse quest’ultimo. Aveva però capito che Undertaker si trovava a Londra e a breve sarebbe venuto a cercarlo alla WWE. Che cosa ci faceva Undertaker a Londra? Chi era l’uomo che aveva incontrato? Quando sarebbe arrivato alla WWE? Santino non sapeva nulla né quando Undertaker avrebbe fatto ritorno ma avrebbe parlato con Vince del sogno fatto questa notte al più presto possibile. Non aveva tempo da perdere.



ANGOLO AUTRICE: l'intrusione in questo racconto di Voldemort non era prevista anche perché Harry Potter lo aveva distrutto molti anni prima del arrivo di Santino Marella alla WWE ma ho voluto citarlo perché l'idea di fare una similitudine tra Taker e Voldemort mi piaceva. Scusate se scrivo cose strane!! 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Undici ***


Undici
Beth Phoneix in tanto era nel suo spogliatoio prima di un match pomeridiano contro Melina e non faceva altro che pensare al suo amico Santino. Pensava ancora al bacio che si erano dati nello spogliatoio di lui. Era comunque più un bacio di amicizia che di amore secondo lei ma lei era proprio innamorata di lui.
Si guardava in uno specchio piena di pensieri. Il pensiero che la tormentava era riguardante al futuro di una sua possibile relazione con lo stesso Santino.  Sapeva che Santino era quello che avrebbe dovuto finire il temibile Undertaker una volta per tutte ma lei come si sarebbe sentita se Santino sarebbe stato ucciso da Undertaker? La sua relazione con Santino avrebbe mai potuto avere un futuro? Erano punti di domanda che aveva nella testa.
Il fatto è che pensava spesso a gli occhi di Santino, alla sua espressione scherzosa e il suo modo di fare sempre divertente. Non aveva dubbi sul fatto di essere innamorata di lui. Poco dopo si accorse che Santino era entrato nel suo spogliatoio.
« Santino! Che fai qui? Mi hai spaventata! » disse Beth gridando dallo spavento.
« Sono qui perché ho un bacio in sospeso con te » rispose Santino.
« Tesoro » commento Beth.
Santino si avvicinò alla ragazza, l’abbraccio lungo i fianchi poi le infilò una mano nelle mutandine dandole un bacio in bocca.
« Amore mio, non so perché ma quando vieni a cena da me vorrei fare l’amore con te e sono serio. Puoi stare tranquilla, non me ne vado dopo che avremo fatto l’amore insieme. Sono innamorato di te, vorrei passare il resto della mia vita con te » disse Santino sussurrando queste parole nel orecchio di Beth.
A Beth prese un momento di sconforto.
« Lo vorrei anche io. Come facciamo? Tu puoi morire anche tra dieci minuti » disse lei tristemente,mettendosi a piangere.
« Giusto. Scusa se mi sono fatto prendere. Forse non avrei dovuto. Mi dispiace » rispose Santino andandosene via.
 Beth si mise a rincorrerlo per un po’.
« Santino! Scusami. Solo che sta notte ho avuto dei pensieri non belli, non ho dormito molto. Pensavo alle cose brutte che potrebbero accaderti e non credo sarei in grado di sopportarle » disse Beth con voce chiara, una volta raggiunto Santino.
Santino fece una faccia un po’ scossa poi sorrise.
« Beth tu hai bisogno veramente di tanto amore. Da quanto tempo non fai l’amore? Tra te e Vladimir c’è intimità? » domandò Santino preoccupato.
Beth fece una risata.
« Ah Santino! Io e Vladimir non siamo fidanzati. Mi fingo fidanzata con lui perché non voglio che tutti ci provino con me, come mi è successo in altri posti di lavoro prima di arrivare qui » rispose Beth divertita-
Santino a quel punto lanciò un sorriso di soddisfazione.
« Però… certo che sapete fingere bene! Ma dimmi … quando facciamo l’amore noi due? » chiese Santino guardandola negli occhi.
Beth arrossì.
« Non lo so, magari dopo la famosa cena a cui mi hai invitata? » rispose Beth con voce felice.
« Va bene. Ti farò sentire come una vera principessa » rispose Santino dando un baciò alla ragazza.
   

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Dodici ***


Dodici
John Cena in tanto era a casa sua annoiato e infortunato. Stava a pensare alla strada migliore per il suo futuro alla WWE. Quel Marella non gli piaceva neanche un po’. Era talmente sfigato che non credeva affatto che fosse figlio di Simone Marella. C’era qualcosa che non quadrava in  tutta questa faccenda e a lui non piaceva. Detestava sentirsi inferiore.
   Non voleva ritrovarsi un domani a farsi comandare da Santino Marella magari che era diventato il presidente della federazione WWE. Decise di fare una bella cosa: prese il cellulare e iniziò a digitare il numero di Santino Marella. Lo aveva solo perché glielo aveva lasciato Vince McMahon qualche giorno fa, non di certo perché glielo aveva chiesto a Santino.
   « Pronto? » sentì la voce di Santino.
   « Ciao Santino, sono io… John Cena! » disse John Cena nel modo più sereno possibile.
   « John? Per quale motivo hai cercato uno sfigato come me? » domandò Santino incredulo.
   « Nulla. Solo che volevo dirti che sono partito con il piede storto con te e mi dispiace. Senti, posso essere un tuo alleato collaboratore? Non mi piace averti contro di me » spiegò John Cena.
   Santino rimase un attimo in silenzio.
   « Che cosa stai tramando? » domandò Santino.
   « Nulla! È una proposta dal cuore » rispose John Cena.
   Santino non ci credeva più di tanto, gli pareva la cosa strana.
   « Dammi un paio di giorni per pensarci un po’ … » rispose Santino.
   « Va bene. Se accetti sarò molto onorato » disse John Cena terminando la telefonata.
   John Cena pensò di essere stato davvero un gran furbacchione: aveva pensato che così se un giorno Santino sarebbe diventato capo della federazione, non avrebbe dovuto obbedire a gli ordini di Santino anzi sarebbe stato li ad aiutarlo. L’ultima cosa che voleva dalla vita era quella di prendere gli ordini da uno sfigato e per esperienza sapeva che gli sfigati come Santino poi avevano culo. Sapeva già per certo che Santino avrebbe avuto fortuna con Undertaker aveva già premeditato tutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Tredici ***


Tredici
 
Santino si stava passando un pomeriggio con Eddie Guerrero e Rey Mysterio a casa sua. Aveva da chiedere dei consigli per il menù della cena con Beth di quella sera. Ancora adesso non aveva ancora deciso cosa preparare.
   « Ascolta amigo, noi siamo messicani e sappiamo che il cibo messicano mette d’accordo tutte le donne non c’è una sola donna al mondo che dica no al cibo messicano » commentò Rey Mysterio.
   « La cucina messicana ha troppo peperoncino, non credo che Beth sia per quel genere di cucina » disse Santino non essendo d’accordo con Rey.
   « Prepara qualcosa d’italiano se no … » disse Eddie.
   Santino forse doveva optare appunto per il cibo italiano era più sano e non era piccante come quello messicano.
   « Sapete, penso che preparerò la nostra famosa carbonara » ammise poi Santino.
   « Beh sei tu il capo della serata, devi scegliere tu » disse Rey.
   « Comunque Beth e Vladimir non sono fidanzati. Lo sapevate? » disse Santino.
   « Ah davvero? Eppure sembrano così inseparabili! » continuò Rey
   Una volta risolto cosa cucinare per Beth, Santino aveva un’altra gatta da pelare. Gli era parsa strana la proposta di John Cena. Prima non lo sopportava e adesso voleva fargli da collaboratore. Decise di parlarne con Eddie e Rey.
   « Vi posso dire una cosa che mi ha un po’ lasciato perplesso? Mi ha telefonato John Cena sta mattina e si è proposto di collaborare con me. Non vi pare strano? » chiese Santino.
   Eddie e Rey rimasero in silenzio per qualche secondo.
   « No, non è normale! John Cena non propone mai questo tipo di cose soprattutto ai nuovi arrivati » commentò Rey.
   « Infatti! Vorrei sapere che cosa sta tramando » disse Santino.
   « Ci sono! Forse non vuole rischiare di diventare inferiore a te e quindi così facendo lo vedono tutti come tuo pari » disse Eddie.
   « Guarda che John Cena è un uomo furbo e astuto lo sappiamo tutti dentro la WWE » commentò Rey Mysterio.
   « Cosa dovrei fare secondo voi? » chiese Santino.
   « Fai finta di niente se te lo richiede ignoralo » continuò Eddie.
   Ottima idea! Forse ignorarlo era la cosa più intelligente da fare. Che brave persone Rey Mysterio e Eddie Guerrero.
   Santino salutò i suoi due amici, a breve avrebbe dovuto cominciare a cucinare. Ora però aveva un dubbio: si poteva fare la carbonara con il bacon? Era negli Stati Uniti ed era molto difficile trovare la pancetta italiana a cui era abituato anzi pareva che come pancetta c’era solo il bacon. Ma purtroppo doveva farla lo stesso perché se no non avrebbe avuto altre idee per la cena. Un giorno però avrebbe portato Beth a San Fili in Calabria e avrebbe fatto provare a lei una carbonara come si deve.
   Il suo cellulare squillò di nuovo. Era di nuovo John Cena ma questa volta Santino non rispose, non voleva udire altre cavolate da parte di John Cena.   
 
 
 
   

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3642397