Rimpianto

di cenli
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - La collana ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 – Nuovi arrivi e Vecchi rancori ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 – C’è chi Riesce e chi Fallisce pt.1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo


Eccomi di nuovo li, la fronte al muro bianco, le lacrime che scorrono e il mio pensiero fisso a te, sempre e comunque. Non posso farne a meno anzi, non riesco a farne a meno. Sei rimasto dentro di me, fino alle ossa e non riesco a liberarmi di questo sentimento che mi assale, mi pervade, mi riempie e mi trascina via, via dalla realtà, via da ciò che mi circonda. Ma questo non va bene, non va bene perché mi fai male, e so che è l’ultima cosa che vorresti, o forse è proprio quello vuoi… no, tu non sei così, tu sei la persona più buona di questo mondo e non potresti mai volere me ridotta in questo stato.
 
Tu ormai non sai più nulla di me, non ci vediamo da così tanto, eppure per me è come se non ti avessi mai perso; continuo a immaginare come sarebbe stato se non avessi commesso quell’errore che mi è costato te, come saremmo ora, cosa saremmo ora, o forse doveva andare esattamente così?
 
A volte, quando mi ritrovo a pensare a te, mi piace immaginare che a te capiti lo stesso, chissà se attraverso i tuoi pensieri qualche volta. No, non credo. Tu sei andato avanti, probabilmente per te non sono altro che storia passata, mentre io invece rimango ancorata a quel passato che non sono pronta a lasciar andare, e che ogni volta che torna alla memoria fa male da morire.
 
E mi mordo le mani, e le morderò sempre perché quella mia stupida paura irrazionale, paura ancora di non so che cosa, mi ha fatto rovinare tutto con te, e mi ha impedito di vivere la nostra storia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - La collana ***


Capitolo 1 - La collana
 


20 Luglio, stasera finalmente lo vedo, sono davvero nervosa lo ammetto, quasi terrorizzata. Ha detto che vuole dirmi qualcosa, ancora non ci credo, ci sono cascata di nuovo. Lorenzo, due anni più di me, due anni che lo conosco, due anni che proviamo a stare separati perché lontani millecento chilometri e due anni che ogni volta che ci vediamo d’estate non riusciamo a stare l’uno senza l’altro.
                                        
Ah già, dimenticavo, mi chiamo Denise, ho 16 anni e vivo in un paesino al nord vicino Milano, ma d’estate - oh d’estate! – torno nel mio paese, quello in cui sono nata, quello in cui vivono tutte le persone a cui tengo e dove mi ritrovo con tutte le altre che sono nate li, come me, ma vivono sperdute in qualche paesino per l’Italia; è li che comincia la mia storia, in quel paese che si affaccia sul Tirreno in Calabria; Amantea, che per me è come casa.
 
Dicevo, Lorenzo, il ragazzo più conosciuto di tutto il paese, il più desiderato, ma a me questo non importava perché anche io, a mio modo, ero piuttosto conosciuta. Con lui è scattato qualcosa, sin dal primo momento in cui ci siamo visti per la prima volta, due anni prima sul lungomare. Cominciammo a scriverci, con lui era facile parlare, sapevo di potergli dire tutto, anche le cose più intime e private, quelle che non avevo avuto il coraggio di dire a nessuno. Per me era un’esperienza nuova, non mi era mai capitato, era tutto nuovo e terribilmente spaventoso, ma non mi tirai indietro, e così fu lui, si, fu lui la persona a cui donai il mio primo bacio e si, l’anno seguente anche il mio cuore. L’invernò ci separò ma l’estate successiva non ci importò di cosa fosse successo, tornammo insieme, e questa volta seriamente. Fu in questo momento che capii che per me lui era importante. Questa volta cercammo di stare insieme anche l’inverno, purtroppo però la lontananza era il nostro più grande difetto e non fece che allontanarci di più.
 
Così eccoci qui, la terza estate, ma quest’anno volevo fosse diverso, non volevo ricaderci, perché durante l’anno avevamo avuto altre storie e non ci eravamo lasciati nel modo più sereno possibile. Mio malgrado - anche se ancora non sono convinta sia un male - non sono riuscita a portare avanti questo proposito, tutto per colpa sua perché è proprio quando io decido di stargli lontana che lui tira fuori il suo lato romantico e mi scrive una dichiarazione d’amore grande quanto tutta la strada sotto casa mia << Vorrei donarti i miei occhi per farti capire quanto ti amo >>. Si lo so, può sembrare banale, e poi la frase lascia un po’ desiderare, ma a dire la verità mi ha commosso perché nessuno aveva mai fatto un gesto simile per me, soprattutto se la nostra storia era segreta.
 
Il problema è sempre stato questo e lo è tutt’ora; essendo Amantea un paesino del sud chiuso in se stesso, la gente parla e spettegola, e io volevo evitare tutto ciò dato che tutti i miei parenti si potevano inserire in quella categoria di pettegoli. Ecco perché ogni volta per vederci ci nascondevamo, usando qualsiasi tipo di diversivo: il mio era Katerina, la mia fedele cugina, a cui da poco mi ero avvicinata, che vedevo più spesso di chiunque altra, benché abitasse a due ore di distanza. Con lei c’era sempre stato un rapporto di amore-odio, un giorno ci sopportavamo e l’altro no, finché un giorno, senza nemmeno sapere il motivo, ci siamo ritrovate a parlare di tutto e di tutti, come se l’avessimo sempre fatto, fino a diventare inseparabili.
<< Allora il piano è questo, stasera usciamo come al solito, passeggiamo un po’ sul lungomare con gli altri e poi a mezzanotte, quando ormai saranno sicuramente tutti seduti su una panchina del lido Carioca, diremo loro che andiamo a fare un giro >>.
<< Ai suoi ordini Katerina, ma come la mettiamo con Lorenzo? >>.
<< Di questo non ti devi preoccupare, ci ho già pensato io. Gli ho scritto che ci troviamo a mezzanotte di fronte alla pizzeria “Il sombrero” e poi scendiamo in spiaggia >>.
<< Vedo che hai già pianificato tutto! >> esclamo un po’ seccata. A volte non mi sta per niente bene che Ka abbia un’amicizia così stretta con Lorenzo.
<< Ovvio, altrimenti non sarei io! Ma ora basta domande perché so dove vuoi arrivare e no, non ti svelerò mai la sorpresa che ha in serbo per te >>. Ecco di nuovo quell’atteggiamento di “io so tutto del tuo ragazzo”, anche se per il momento ancora non era ancora il mio ragazzo, in fondo ci eravamo solo baciati dopo la scritta che mi aveva fatto. << Tu pensa solo a prepararti >> continua Ka << al resto ci penso io >>.
 
Non mi resta quindi che prepararmi, ma ecco l’altro interrogativo, come mi vesto? Voglio dire, qualcosa di bello perché voglio fare colpo su di lui, mi piace quando mi fa i complimenti, ma allo stesso tempo voglio qualcosa di comodo, siamo pur sempre in spiaggia.
 
Deciso, jeans attillati neri, top azzurro e tacchi neri.
 
Perfetto, sono pronta, è ora di andare.
 
*****
 
Mezzanotte meno cinque, sono in preda all’ansia, non resisto più, devo sapere perché mi vuole vedere. Prima, passeggiando per il lungomare l’ho incontrato un paio di volte, ma dovendo tenere la storia segreta mi sono dovuta limitare a salutarlo con qualche colpetto alla testa mentre passava, è così che ci salutiamo ed è la cosa che più amo di lui, la sua solarità e il fatto che nonostante tutto sfodera sempre il sorriso, esattamente come me.
<< Ka >> bisbiglio per non farmi sentire dagli altri << dobbiamo andare, mancano cinque minuti >>.
<< Ragazzi, >> alza il tono per farsi sentire dagli altri << noi andiamo a fare una passeggiata, a dopo >>.
 
Ci incamminiamo verso il sombrero, mi sembra quasi di andare al patibolo tanta è la mia angoscia.
 
Eccolo lì, bello come sempre, con i suoi capelli castani schiariti dal sole tenuti a mo’ di mezza cresta, col suo viso mascolino, abbronzato e sorridente, vestito come suo solito con jeans pinocchietto e t-shirt, semplice ma bello. Ogni volta che lo vedo non faccio altro che perdermi nei suoi occhi nocciola, il cuore comincia a battermi forte, e lui non fa a meno di notarlo.
<< Denise, va tutto bene? Ti vedo persa >>.
<< No no, tutto bene >> assicuro schiarendomi la voce diventata improvvisamente roca, è sempre questo l’effetto che mi fa.
<< Faremmo meglio ad andare >> avvisa Katerina << da questo momento fate come se non ci fossi, sarò invisibile e mi farò gli affari miei. >>
 
Ci avviamo verso la riva del mare, che da poco si era calmato lasciando delle dune nella sabbia in mezzo alle quali ci fermiamo.
<< Ti ho portato qui >> inizia Lorenzo << perché voglio parlarti di una cosa >>.
Non so cosa aspettarmi così dalla mia bocca esce un semplice << Dimmi >>.
<< So che tra noi è difficile, che ne abbiamo passate tante e che forse abbiamo iniziato col piede sbagliato, ma io non ho mai smesso di amarti e dato che tu non avevi la minima intenzione di ascoltarmi, dovevo fartelo capire in qualche modo e quindi ti ho fatto quella scritta sotto casa, sapendo quello che rischiavo. >>
<< Hai ragione io non volevo parlarti ma quella scritta n.. >>, << Fammi finire >> mi interrompe. << Quando mi hai detto che non era necessaria mi hai ferito, e poi mi hai baciato e allora io non ho capito più nulla. Ora come ora sono confuso, non so quello che c’è tra noi e quindi semplicemente te lo chiedo; mi vorresti dare un’ultima possibilità? >>
 
Nel momento in cui me lo chiede tira fuori dalla tasca uno scatolino, lo apre davanti a me e ne tira fuori una collana d’argento con due cuori, uno più grande e uno più piccolo, al cui centro vi era la serratura di un lucchetto. Solo in questo momento capisco tutto, mi guardo intorno, il mare calmo, la luna piena, le dune di sabbia, noi due, illuminati dalla luna e lui, di fronte a me, con la collana in una mano e il cuore nell’altra che mi chiedeva di perdonarlo e di dargli un’ultima possibilità. Così dalla mia bocca riesce a uscire un solo suono, un’unica parola << Si >>.
 
Si avvicina, gli sollevo i miei capelli e lui mi allaccia la collana, dopodiché mi guarda, come mai aveva fatto prima, con gli occhi lucidi e dolci, mi prende il viso tra le mani e mi dà un bacio casto sfiorandomi appena le labbra. Mi guarda di nuovo, questa volta sono io ad avere gli occhi lucidi, anzi ormai sono quasi in lacrime dall’emozione, lui lo nota e mi bacia di nuovo, questa volta meno casto, affettuoso e dolce, e allo stesso tempo pieno di passione, quasi volesse assaporare ogni singolo angolo della mia bocca.
 
Improvvisamente si allontana di un centimetro, quanto basta per fermare il bacio, mi invita a sedermi davanti a lui e mi abbraccia da dietro. E così rimaniamo per un’ora, abbracciati, guardando il mare e lasciandoci avvolgere dal suono delle onde.
 
Tutto il mondo sparì, compresa Katerina, ancora li a farci da copertura.
 
Il quel momento esistevano solamente Denise, Lorenzo e il mare, nient’altro.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 – Nuovi arrivi e Vecchi rancori ***


 

Capitolo 2 – Nuovi arrivi e Vecchi rancori


 Sono passati due giorni da quella magica sera ma io non posso fare a meno di ritornare continuamente li col pensiero. È stata la serata più bella di tutta la mia vita, non posso credere che sto vivendo tutto questo, proprio io! Mi sembra di essere in una favola. Okay Denise, pedi per terra per favore! La collana, non faccio altro che giocherellarci tutto il giorno, è perfetta al mio collo, e non devo neppure nasconderla, è bastato dire a Mamma che l’avevo comprata insieme a una mia amica in un negozio vicino casa; mi ha creduta all’istante.
 
<< Denise io e zia andiamo in aeroporto >> mi avvisa Mamma.
<< Perché dovete andare in aeroporto? >>, non ricordo mi abbia detto se arriva qualcuno, che io sappia Papà scende verso ferragosto, non prima.
<< Perché andiamo a prendere gli amici di Simone. In realtà li va a prendere il pullmino della pensione Margherita, dove staranno per dieci giorni, ma andiamo comunque in aeroporto con Simone >>.
 
Me ne ero dimenticata, oggi arrivano gli amici di Simone, mio cugino, nonché fratello di Katerina. Se non ricordo male dovrebbero essere cinque, tre suoi compagni di classe, la sorella di uno di loro - più piccola di me di un anno e amica di mia sorella maggiore Veronica, erano andate insieme in vacanza studio a Dublino l’anno prima - e ultimo se non sbaglio un ragazzo più piccolo con la madre che penso se lo sia portato dietro perché è venuta con le madri degli altri. Ora che ci penso, con tutte queste persone in giro riuscirò a ritagliarmi i miei momenti con Lorenzo? Lo spero. Però forse sarà il contrario, voglio dire, tutti saranno impegnati a occuparsi di loro, portarli in giro per fargli vedere il paese, il mare, le attrazioni e tutto il resto, e se giocherò bene le mie carte potrei addirittura passare più tempo con lui senza interruzioni; sarebbe fantastico.
 
<< Va bene, io e Katerina aspettiamo qui oppure possiamo uscire? >>.
<<Potete uscire ma quando torniamo vorranno sicuramente andare in spiaggia. Dico a Simone di mandarti un messaggio una volta in spiaggia così li raggiungete e vi presentate >>.
<< Va bene, a dopo Ma >>.
 

****************

<< Ka, mi ha scritto tuo fratello, dice che sono tra il lido Mediterraneo e il Lido Azzurro, nello spazio libero in mezzo >>.
<< Ok, andiamo da loro >>.
<< Dobbiamo andare da loro per forza? >> tra poco Lorenzo finisce di lavorare e verrà in spiaggia al sombrero, non voglio andarmene, è l’unica occasione per vederlo in costume! Mi piace stare a guardarlo mentre fa il bagno, gioca a calcio con gli amici, si diverte.
<< Lo so che vuoi vedere Lorenzo e mi dispiace che ce ne dobbiamo andare ma è pura cortesia, e poi sono simpatici! C’è Matteo, non lo conosco benissimo ma mi sembra simpatico, Giada la conosci, anche se tua sorella ci ha legato di più, suo fratello Luca lo hai visto più volte quando sei venuta da noi per Natale, per Pasqua… Poi c’è Alberto, sinceramente non lo conosco nemmeno io, è venuto con la Manu, Manuela sua mamma E poi c’è Francesco, ah vedrai Francesco ti piacerà! È stra-simpatico e ti fa morire dal ridere! >>.
Non posso dire di no, è pura cortesia, e poi Ka mi ha convinto, voglio vedere se Francesco è davvero così simpatico come dice, lo spero, qui ci vuole qualcuno che risollevi l’umore in una compagnia si sole ragazze – solo due ragazzi, Simone e Giorgio, un ragazzo del posto che conosciamo fin da piccole – che la maggior parte delle volte si annoia e passa la serata seduta su una panchina.
 

****************

Ka aveva ragione, per quanto ho potuto vedere ieri sembrano simpatici, soprattutto Francesco, è il più sociale di tutti, si è presentato subito, capelli biondo scuro, occhi verdi, un bel ragazzo dal viso simpatico, anche se non troppo alto. Gli altri sono invece un po’ più chiusi. Matteo è alto e robusto, moro e occhiali, ci ho scambiato due parole di numero quindi ancora non posso esprimermi anche se non sembra male. Invece Luca e Giada erano molto silenziosi, soprattutto Giada, insolitamente non ha quasi aperto bocca, se non con Katerina; forse si aprirà di più al ritorno di mia sorella da Lipari, è andata con due nostre cugine al concerto di Ligabue. Alberto, al contrario, è un tredicenne un po’ rompiscatole, ma dopotutto sembra simpatico e spontaneo.
Oggi al mare mi sono proprio divertita con loro, è stato diverso dagli altri giorni, meno abituale e scontato. L’unica cosa che non mi va molto a genio è che abbiamo cambiato spiaggia sul lungomare, siamo andati al lido Azzurro, perché pernottando alla pensione Margherita hanno compresi gli ombrelloni del lido; ciò significa che non vedrò Lorenzo in costume per due settimane. Non è giusto.
 
A proposito di Lorenzo, sento che devo fare qualcosa, lui mi ha regalato una bellissima collana e io non gli ho nemmeno fatto il regalo per i diciotto anni. Però posso rimediare ora, ecco l’idea! Mi serve Katerina.
 
<< Ka! Ho bisogno del tuo aiuto, è urgente! >> è davvero urgente, non posso aspettare, sono già passati due giorni, devo farlo oggi, altrimenti poi sarà troppo tardi.
<< dimmi Deni >> smette di guardare il cellulare e mi presta tutta la sua attenzione.
<<Ho avuto un’idea. Allora, Lorenzo mi ha regalato la collana, e io non gli ho nemmeno fatto il regalo per i diciotto anni! >> comincio un po’ in preda al panico, non so nemmeno se si tratta di una buona idea.
<< Okay..? Non capisco dove vuoi arriv.. >> non le faccio neppure finire la frase << Voglio comprargli un regalo e voglio darglielo stasera! >> ecco l’ho detto tutto d’un fiato. Cosa Penserà Katerina? Le piacerà l’idea oppure è un’enorme cavolata?
<< Si! >> esclama Ka tutta compiaciuta.
<< Si? >> gli faccio eco io un po’ perplessa dalla sua reazione.
<< Si, penso sia un’idea grandiosa. Hai già pensato a cosa potresti prendergli? >>. No che non l’avevo fatto! Mi era venuta l’idea come se fosse un lampo di genio ed ero andata subito a chiedere il suo parere, ma a quello proprio non avevo pensato.
<< No, non ne ho la più pallida idea! Cosa si può regalare a un ragazzo? >> panico, e se non mi venisse un’idea? Andrebbe tutto in fumo.
<< Aspetta, chiedo a mio fratello >> ottimo, lui avrà qualche idea. << Simo! >> grida Ka per chiamarlo e farci raggiungere nella sua stanza, lui era  momentaneamente in cucina.
<< Ka, mi hai chiamato? >> chiede Simone entrando nella stanza.
<< Si, >> gli conferma Katerina <<avrei bisogno di un tuo parere >>.
<< A proposito di che cosa? >>.
<< Se una ragazza volesse farti un regalo, cosa ti farebbe piacere ricevere? >>.
<< Che tipo di regalo? Uno serio e impegnativo o un pensierino? >>.
<< Uno serio >> rispondo io.
<< Si, uno serio, del tipo per i diciotto anni >> si affretta ad aggiungere Ka, per evitare che Simone cominci a fare troppe domande a cui non posso rispondere.
<< Okay, allora in tal caso, se non volete spendere troppo, sarebbe carino una collana a cordoncino – le preferisco a quelle a catenina - con un ciondolo particolare, magari con un simbolo, oppure un bracciale semplice e lineare; ma dovete prenderlo qui? >> ecco, lo sapevo, è diventato sospettoso e comincia a fare domande. Vediamo come posso rispondere senza dire troppo.
<< Si, in una delle gioiellerie in via Margherita, qualcosa di carino che non costa troppo, dato che le disponibilità sono quelle che sono >>.
<< Si ma Deni, tieni conto di una cosa. Fare un regalo del genere a una persona è impegnativo, voglio dire, significa qualcosa di importante, non perdere di vista questo aspetto, una volta fatto il regalo non puoi più tornare indietro >>. Non so dove vuole arrivare, non ne ho la più pallida idea, e sinceramente la cosa mi spaventa un po’.
<< Perché mi dici questo? Certo che sono sicura di volerlo fare e so che è un gesto importante, magari voglio che lo sia >>.
<< Non dirmi che è per Lorenzo!? >>.
 
Ci risiamo. Simone ha sempre saputo di Lorenzo, fin dal giorno in cui l’ho conosciuto, ogni volta che avevo bisogno di un consiglio maschile andavo da lui. All’inizio lui, come tutti gli altri – come anche mia sorella – mi appoggiavano, non avevano niente contro Lorenzo, ma dopo questi due anni ha sviluppato come un odio nei suoi confronti, un disprezzo, e gli altri pure, il che è comprensibile dopo tutto quello che è successo, solo vorrei che non me lo facessero pesare ogni volta che parlo di lui. Per questo motivo quest’anno ho deciso di tenerlo nascosto a tutti, tranne all’unica persona che l’ha conosciuto più degli altri, l’unica persona che mi appoggia in questa scelta e che lo difende a spada tratta – a volte forse anche troppo – per questo a volte mi sorge qualche dubbio – ma comunque l’unica persona che capisce quello che sto passando: Katerina.
La scelta è quindi tra confermare, sorbendomi così la ramanzina di mio cugino e quelle future ogni volta che programmerò di vederlo, oppure negare e continuare a tenere tutto segreto, pur sapendo che sarebbe rimasto sospetto, perché la storia che gli avrei rifilato non l’avrebbe di certo convinto.
È deciso, mi prendo i miei rischi e nego.
 
<< No, ma cosa ti salta in mente! Non voglio più sentire parlare di Lorenzo dopo tutto quello che mi ha fatto l’anno scorso, non voglio averci più niente a che fare! Il regalo è per un mio amico, un mio compagno di classe, che tra un po’ compie diciotto anni e voglio fargli un regalo carino, qualcosa che arrivi direttamente da Amantea >> mento spudoratamente, a volte mi sorprendo di come riesco a mentire con naturalezza e di come possa essere convincente la storia che invento. Non fraintendetemi, non mi piace mentire, per nulla, ma nella situazione in cui mi trovo ne sono costretta, e per quanto mi sforzi di non pensarci, so che prima o poi tutte le storie che ho inventato mi ricadranno addosso; non a caso di dice che le bugie abbiano le gambe corte e il naso lungo.
<< In tal caso va bene, ma tu ricorda che un regalo del genere è comunque impegnativo, chiunque sia la persona destinataria. Ora, se non avete bisogno di altro, torno a fare quello che stavo facendo >>, si gira e ritorna in cucina, poco convinto, ma non mi importa, l’importante è che io non gli abbia detto niente.
<< Ka andiamo, ho un’idea di cosa comprare e dove >> sono decisa a farlo.
<< Via Margherita? >> chiede, anzi afferma quasi mi avesse letto nel pensiero.
<< Via Margherita >> confermo io.
 

**************

Erano passate tre ore da quando eravamo uscite in cerca del regalo perfetto, due delle quali avevamo passato a girare per negozi senza trovare nulla, fino a quando l’illuminazione. Eravamo entrate nella gioielleria sotto casa di mia zia, fortunatamente senza farci vedere, chiedendo al gioielliere qualche consiglio a proposito di collane e bracciali maschili. Di tutti quelli che l’uomo aveva tirato fuori non me ne era piaciuto nessuno quando a un tratto, casualmente, notai nella vetrina sottostante il bancone, un ciondolo circolare, nero sul bordo e argento all’interno con inciso un segno zodiacale, precisamente il segno del cancro, che per pura coincidenza era il segno di Lorenzo. Non avevo più dubbi, era il regalo perfetto, dovevo comprarlo.
 
Così eccomi a casa, sdraiata sul letto, con un pacchetto regalo in mano. Ora devo solo organizzare la serata. Per mia fortuna stasera c’è un’occasione che non posso non cogliere al volo. Simone e i suoi amici andranno a giocare a calcio al campetto del Paese, e quasi tutti andranno a vederli, tranne forse due persone. Ciò li terrà impegnati almeno fino alle ventitré e trenta, di conseguenza se uscirò prima potrò stare per circa un’ora e mezza da sola, e preciso sola perché non avrò bisogno della presenza di Katerina, con Lorenzo.
 
Sono così emozionata e non vedo l’ora di stasera, spero arrivi presto, non posso fare a meno di pensare cosa accadrà.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 – C’è chi Riesce e chi Fallisce pt.1 ***


Capitolo 3 – C’è chi Riesce e chi Fallisce pt.1

Ok, lo ammetto, quello che è successo dopo non mi è ancora chiaro; voglio dire, è confuso, è stato una successione di eventi uno più incredibile dell’altro. Un attimo prima sono sulla spiaggia con Lorenzo, più felice che mai, l’attimo dopo corro disperatamente per il lungomare per poi finire la serata mangiando un cornetto in compagnia inaspettata. Cose dell’altro mondo! Va bene, torniamo un attimo indietro, una cosa per volta.

**************

Ventidue e dieci; dieci minuti che lo aspetto al solito posto e lui ancora non si fa vedere. Non è possibile! Più ci impiega e meno tempo avremo per noi. Per non parlare di tutte le scuse che mi sono inventata con Giada e Alberto, Katerina mi ha aiutato ma mi chiedo se ci abbiano creduto. A questo punto poco mi importa, sono qui che lo aspetto, con la felpa sopra il top scelto con cura – c’è un po’ di vento stasera – e il regalo in borsa, indifferente nei confronti di una coppia anziana seduta di fronte a me che mi guarda curiosa. Manca solo Lorenzo. Ecco che improvvisamente sento un rumore di motore; inconfondibile. In camicia e jeans, bello come sempre, mi viene incontro e mi saluta con un bacio, per poi prendermi per mano e avviarsi insieme a me verso il mare. La coppia nel frattempo capisce il motivo per cui stavo li ferma e la signora mi sorride teneramente.

<< Sei in ritardo lo sai sì? >> puntualizzo mentre camminiamo lungo la spiaggia, di solito lo sono io e lui me lo fa costantemente notare, quindi penso ora sia il mio turno; o almeno per una volta.
<< Dieci minuti! Che ci fa? >>. Che ci fa? Te lo dico io ora che ci fa!
<< Sono dieci minuti in meno per noi! Sai che ci tengo e che lo organizzo da un po’, è la sola occasione che abbiamo! >> mi secca, ma non ho motivo di prendermela troppo “a' male”.
<< Lo so e lo apprezzo. Mi dispiace, mi perdoni? >> mi chiede con tono così tenero e dispiaciuto, e io come posso dirgli di no? Non posso, e non voglio, in fin dei conti non me la sono presa davvero, ma mi piace stuzzicarlo sempre un po’.
<< No. >> e scoppio a ridere, non riesco mai a mentirgli su quello che sento. << Ci sediamo qui? >> gli chiedo, << è abbastanza appartato >>. Quindi ci sediamo sulla sabbia, uno accanto all’altro, alla fine della passerella del lido; davanti a noi solo il mare e le sue onde che si infrangono sugli scogli.
<< Sono felice di avere più tempo per noi >>, come sempre mi batte forte il cuore. Lui infatti lo capisce subito, mi conosce bene, e mi abbraccia. Stiamo così per un po’ di tempo, non so con precisione quanto, mi sentivo talmente bene che avrei voluto fermare il tempo e rimanere così per sempre. Non riesco nemmeno ad esprimere quella sensazione, so solo che non penso di essere mai stata così bene in tutta la mia vita.
<< Non ti sarai mica addormentata!? >> mi grida nell’orecchio staccandosi di colpo; ma è impazzito o cosa? Dormire? No, stavo solo così maledettamente bene e lui si stacca! No ma fammi capire un momento!
<< No, ma ti pare! Stavo semplicemente bene! Mi hai fatto saltare mongolo! >> gli grido di rimando scansandolo da parte con una spinta. A questo punto comincia ridere, ma di gusto, e non la smette! Ecco il segnale, e via a discussione, solletico e risate. Il tempo vola quando sono con lui, sono già le ventitré, e non so quanto tempo ci rimane ancora; è il mio momento.
<< Lorenzo devo dirti una cosa >>, pausa, forse sono stata un po’ dura e ambigua; come mio solito correggo ciò che dico solo dopo averlo detto – è un mio difetto.
<< Ma mi vu fa spagnare!? >> mi chiede tutto preoccupato. Non posso fare a meno di ridere, è divertente quando parla in dialetto.
<< No ma va! >> lo rassicuro, << anzi è pure una cosa bella! >>, non potevo iniziare in modo peggiore, ma l’importante è come va a finire.
<< Ma allora cosa inizi con “Ti devo dire una cosa”? >> ride, << dì direttamente quello che devi dire! Prima o poi mi ci farai rimanere così! >> ed ecco la sua ironia, uno dei suoi aspetti che più mi fa impazzire.
<< Va bene, allora, devi sapere che quando l’altro giorno mi hai regalato la collana mi hai davvero sorpreso, non me lo aspettavo e mi sono trovata del tutto impreparata >>, devo trovare le parole giuste, so quello che voglio dire, devo solo trovare il modo di renderlo speciale, come voglio che sia.
<< In che senso impreparata? >> mi interrompe confuso.
<< No per favore non mi interrompere o mi perdo e non riesco più a dirti quello che ti voglio dire, sai come sono fatta! >> rido mentre lui annuisce in segno di conferma; è un atro dei miei difetti e non posso farci nulla a riguardo, purtroppo quando sono concentrata nell’esporre un concetto se vengo interrotta mi perdo e non sono più in grado di esprimerlo, o almeno non nel modo in cui l’avevo previsto inizialmente – talvolta è un bene perché poi le parole mi vengono naturali e dal cuore, ma talvolta non fa altro che incasinare tutto e lasciare l’altra persona piuttosto perplessa.
<< Quello che voglio dire è che tu ti sei esposto molto, mi hai regalato un collana e io non ti ho fatto nulla, ero talmente arrabbiata e delusa che non sono nemmeno riuscita a farti gli auguri per i tuoi diciotto anni, ti ho quasi insultato per la scritta e a momenti non ti permettevo nemmeno di rivolgermi la parola per scusarti di tutto! >>.
<< Non ti preoccupare, non ci fa nulla, l’importante è che … >>.
<< No aspetta, non è questo il punto! >> lo interrompo bruscamente, << Quello che sto cercando di dirti è che ho davvero apprezzato tutto quello che hai fatto per me, e per questo motivo voglio riavvolgere tutto, cancellare il mio comportamento della settimana scorsa, e per farlo … >> ecco ci siamo, è il momento << … ti ho portato una cosa: buon compleanno, scusa il ritardo >>.
Tiro fuori dalla borsa il pacchetto della gioielleria, ancora in perfetto stato, e glielo porgo; lo si legge sul suo viso, è sorpreso ed emozionato allo stesso tempo, non se lo aspettava.
<< Non era necessario Deni, davvero! >> sostiene con la voce ancora un po’ incredula.
<< Così però mi offendi! >> gli faccio di rimando.
<< Non devi offenderti, piuttosto non ti ricorda nulla? >> mi chiede in modo ironico.
<< Non ti seguo … >> aspetta aspetta, non starà mica … << Non ci posso credere, mi stai citando! Non è valido dai, mi sto appunto scusando per quello! >>.
<< Me l’hai servita su un piatto d’argento, non potevo non farlo! >>, eccolo che inizia a prendermi in giro! Io creo il momento perfetto, gli faccio un regalo esponendomi parecchio e lui che fa? Mi prende in giro! Dovevo aspettarmelo, è fatto così, e io amo questa sua caratteristica.
<< Adesso ti faccio vedere io cosa succede… >> lo spintono un po’ per fargli abbassare la guardia << …a chi mi prende in giro! >> inizio a fargli il solletico alla pancia per fargliela pagare e lui “soccombe” sotto l’ira delle mie mani.
<< D’accordo, d’accordo! >> alza le mani in segno di resa << non lo farò più, promesso! >>.
<< Si, si, però adesso aprilo! >> sono impaziente, non vedo l’ora di vedere la sua faccia mentre lo apre. Oddio e se non dovesse piacergli? No Deni smettila, ma certo che gli piacerà, ormai conosci i suoi gusti.
<< Okay lo apro, ma tu rilassati >>, non posso, è da quando sono uscita dal negozio che non aspetto altro che questo momento.
Lorenzo, nel frattempo, è impegnato ad aprire delicatamente il pacchetto, cercando di non rovinarlo; non mi sono mai resa conto di quanto sia bello quando è concentrato, il modo in cui corruccia la fronte e stropiccia gli occhi, come si mordicchia leggermente le labbra, potrei stare a guardarlo per ore, persa in ogni sua singola sfaccettatura. Ecco, sta aprendo lo scatolino.
<< Non ci credo, Deni è bellissimo, grazie mille! >> la sua faccia è un misto tra stupore e orgoglio, sorride, anche con gli occhi, cosa che fa solo quando il sorriso è vero, e io non posso fare altro che sciogliermi in quell’espressione, quello sguardo, quel sorriso … gli piace davvero, gli piaccio davvero.
<< Sono davvero contenta che ti piaccia, non appena l’ho visto ti ho pensato e non ho potuto fare a meno di prenderlo, è perfetto per te >>.
<< Deni grazie, davvero, è meraviglioso, tu sei meravigliosa >> si avvicina, mi prende il viso tra le mani e mi bacia lentamente e delicatamente. Il mio stomaco si contorce dall’emozione, nei libri parlano sempre di fuochi d’artificio e farfalle nello stomaco, ma a quanto pare non vale per me, il mio corpo è pervaso dai brividi per un tempo senza fine.
Poi si allontana, quanto basta per guardarmi negli occhi a un centimetro di distanza, mi sorride, uno di quei sorrisi che dicono tutto e niente allo stesso tempo.
<< Ti amo, Deni >> oddio, è la prima volta che me lo dice! Si, è vero, siamo stati insieme circa due anni, ma pieni di tira e molla, distanti, me l’aveva scritto certo, anche se io non avevo mai risposto, ma non è la stessa cosa.
<< Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo! >> ciascuno seguito da una piccolo bacio sul collo.
A questo punto credo si giunto il momento che anche io venga a patti con i miei sentimenti e gli dia finalmente una risposta, d’altronde lo amo anche io, certo non l’ho mai detto prima, ma se è davvero quello che provo non dovrei avere alcuna difficoltà.
Ti amo anche io, Lorenzo.
Un momento, perché la mia mente parla ma dalla mia bocca non esce alcun suono? Sono completamente paralizzata. Lorenzo ha uno sguardo perso, tra il triste e il malinconico. Per l’amor del cielo dì qualcosa Deni!
<< I-Io non … >> le parole escono frammentate.
<< D’accordo, non importa, lo dirai quando sarai pronta >> le parole confortanti e comprensive, il viso triste e insicuro.
No, non è così che doveva andare! Perché non riesco a dirgli che lo amo? Non è forse vero? Ma certo che lo è, cos’è se non è amore? Ma allora perché non riesco a dirglielo, sono forse una codarda?
<< Ascolta, posso chiederti un favore? Mi terresti il regalo in borsa per adesso, per favore? >>.
Annuisco << Va bene, ma ricordami di dartelo dopo >>.
Prendo lo scatolino dalle sue mani e lo ripongo maldestramente in borsa, le mani mi tremano, il freddo o quello che è appena successo? Temo la seconda.
Ad un certo punto, in sottofondo, si sente Far Away dei Nickelback, ci metto un po’ prima di realizzare che si tratta del mio cellulare che squilla.
<< Ma, dimmi! >> rispondo diretta, alzandomi in piedi scrutando il lungomare col timore di essere stata scoperta da mia madre.
<< Dove sei? >> chiede in tono interrogativo. Ecco il tranello. E adesso cosa le dico? Lei piuttosto dov’è? Sa perfettamente dove sono e cosa sto facendo oppure mi sta mettendo alla prova?
<< Sono sul lungomare, con Katerina, perché? >> comincio a salire nervosamente verso il lido, dimenticandomi di dare spiegazioni a Lorenzo, che rimane seduto dov’era.
<< Ma sei con lei adesso? >> ecco mi ha scoperto, è sicuro.
E adesso cosa mi invento?

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