Niente è come sembra

di Giulia_a
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 - Mattew ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** capitolo 23 - Nathan ***
Capitolo 25: *** capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** capitolo 25 - Matthew ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 - Jess ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 - Matthew ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 - Matthew ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 - Matthew ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Molti anni fa c'è stata una grande guerra, molti la chiamano la Terza Guerra Mondiale , ma sui libri di storia è riportata come Guerra delle Guerre , perchè dopo di essa il mondo è stato completamente rivoluzionato. Gli stati non sono più come li conosciamo, molti paesi sono diventati monarchie o costituzioni con elezioni ogni tre anni.

 

L'america è divisa in tre parti : nord , cento , sud. Il nord è diventata una costituzione con un solo ministro eletto ogni tre anni dal popolo. Gli stati uniti d'america sono diventati Uniti del Nord, poiché gli stati sono diventati uno solo, e l'appellativo America è solo usato per indicare il continente. Il Nord, quindi include l'ex USA , il Canada è diventato territorio di isolamento , anche perchè a causa del clima è diventato quasi impossibile viverci.

 

Il Centro è composto dal Messico e dalle isole vicine, in effetti non è cambiato molto, ma solo il nome; è diventata una monarchia con dei sovrani molto amati dal popolo. La famiglia sovrana si chiama Rosancez e il re e la regina sono Maris e Juan Rosancez.

 

Il Sud è composto da Brasile, Argentina, Cuba e tutti gli altri paesi vicini, si sono uniti in una comunità , con rappresentati dei vecchi stati che trovano modo di andare d'accordo per qualsiasi cosa. Viene chiamata la Comunità del Sud.

 

L'Europa, come ben sapete prima era composta da molti stati , ora sono quasi tutti monarchie e anche loro. Il regno d'talia, quello di Germania,Francia, Spagna. Chi non lo era lo è diventato e chi lo era è rimasto. I confini sono rimasti quasi gli stessi proprio per non destabilizzare il popolo più di quanto la guerra non lo abbia già fatto ; ma le monarchie si sono unite in un trattato per evitare di cadere di nuovo un una guerra. Il trattato si chiama Codice della pace , scritto subito dopo la fine della guerra, che impone alle monarchie di non poter invadere le altre se non per chiari motivi .

 

L'Africa è diventata una monarchia molto potente , la famiglia Amun regna l'intero continente . Per navigare vicino alle loro coste bisogna avere un particolare permesso . Se non lo si possiede allora si verrà puniti. 

La famiglia regnante è le più importanti del mondo . In pochi tempo, infatti , dopo la Guerra delle Guerre si sono subito adoperati per aiutare gli altri Stati e per unificare il proprio continente , da allora governano con dedizione e tenendo sempre conto dei bisogni del proprio popolo .

 

L'Asia è diventata il più temuto tra i continenti dopo la Guerra delle Guerre . Il motivo è principalmente per il fatto che il dittatore , King On , considera il suo popolo come schiavi senza alcun bisogno di diritti e di necessità . Chi viola le leggi viene severamente punito , a volte perfino torturato senza pietà. 

Tra i più importati stati e monarchie del mondo si è stabilito che i traditori , assassini , e chiunque venga punito per gravi atti può essere esiliato dal proprio stato e costretto a vivere nello stato che il governo ha deciso per lui . Proprio per questo motivo l'Asia è il continente più temuto , perché chi viene esiliato in questo continente il governo può decidere se punire o meno l'esiliato  . 

La Russia , come il Canada è diventato territorio di isolamento , anche se a causa del clima molto spesso vengono esiliati i criminali più temuti è più pericolosi .

 

L'Oceania , essendo più distante rispetto gli altri continenti , è diventata territorio di studio per scienziati e ingenieri , ma anche per studiosi di storia e di medicina . 

Tutto la ricerca del mondo viene fatta in questo continente . Qui non c'è un vero e proprio governo , ma un Consiglio che decide e approva le nuove scoperte . Il Consiglio è composto da un rappresentante per ogni campo di ricerca che si effettua nel continente . 

 

Il mondo come lo conoscete non è più lo stesso . Dopo la Guerra delle Guerre tutti hanno dovuto fare i conti con ciò che è rimasto. I paesi più in crisi si sono dovuti rialzare a piccoli passi , quelli che hanno sofferto di più in guerra hanno dovuto fare i conti con la popolazione decimata , altri invece hanno dovuto rivoluzionare il proprio stato da cima a terra .

La popolazione di tutto il mondo ha voluto lasciare il passato alle spalle per pensare al futuro , futuro in cui si spera non ci saranno guerre che siano in grado di distruggere e piegare un mondo intero . 

 

 

Spazio autrice 

Spero che come prologo vi sia piaciuta, ho voluto spiegare subito l'ambientazione di questa nuova storia . Spero che prometta bene e che piaccia. ;)

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


La sveglia suona , suona , suona , suona .  Non mi sono ancora alzata è ho già voglia di spaccare la sveglia , incominciamo bene !

Dato che non ho voglia di allungare il braccio per spegnerla sono costretta ad alzarmi . 

Il lenzuolo con cui dormo è finito in fondo al letto , appoggio controvoglia i piedi sul pavimento freddo e mi alzo , sempre controvoglia . Mi do un'occhiata allo specchio prima di andare in bagno , sono tutta spettinata e la canottiera si è leggermente alzata lasciando intravedere un po' di pelle , i pantaloncini invece sono l'unica cosa normale in quello che vedo.  Mi dirigo in bagno , troppo grande secondo me , e scelgo dei vestiti dalla mia enorme cabina armadio che continente così tanti vestiti da farmi dubitare di averli messi tutti almeno una volta . Mi cambio mettendo un paio di pantaloncini e una canottiera bianca con una camicia , ovviamente mi pettino i capelli castani ,indosso le scarpe e vado a fare colazione. Il mio stomaco esige cibo .

 

Ma che sbadata non mi sono presentata , io sono Charlotte , Charlotte Marie Elizabeth Anderson ,ho 18 anni e come avrete capito dal nome sono una principessa . Figlia del re Andrew e della regina Sarah . Ho due fratelli, Nathan , più grande di me di due anni e il piccolo Luke di dieci anni . 

Penserete che sono una di quelle principesse schizzinose , odiose , che pensano solo all'immagine e alla bellezza . No ! Cioè ci sono anche quelle , ma io non rientro nella categoria . Sono particolarmente fuori dal comune per essere figlia dei miei genitori , loro sono tutti composti ed educati e io sono un po pazza a volte , e strana . Ma tranquilli imparerete a conoscermi . 

Cammino per i corridoi per arrivare alla sala della colazione , mi siedo e saluto mio padre - buongiorno papà 

Lui mi rivolge un caloroso sorriso -buongiorno tesoro , dormito bene ?

-si certo ! 

Intanto Greg , il maggiordomo , mi ha portato la mia colazione , bacon e uova , lo ringrazio e comincio a mangiare . Dopo prendo un bicchiere di succo e una brioche al cioccolato . Mentre faccio la mia colazione arrivano i miei fratelli , come al solito Nathan mi tira i capelli e Luke mi saluta con un forte ciao dopo aver salutato papà . Voglio bene ai miei fratelli , ma a volte sono veramente pesanti e fastidiosi . Si siedono entrambi , Nathan alla mia destra e Luke davanti a me . L'unico posto libero è quello della mamma che entra con un grande mazzo di fiori raccolto in giardino . 

-buongiorno ragazzi , buongiorno tesoro ! - saluta tutti e posa il pazzo al maggiordomo - per favore Gerg metti questi un vaso . 

-subito altezza- fa un piccolo inchino e se ne va . 

Mia madre è la persona più dolce e gentile che abbia mai conosciuto è sempre perfetta ed elegante, le voglio un gran bene e so che per qualsiasi cosa io posso contare su di lei , anche perché se parlassi con papà di certe cose , come i ragazzi , credo che commetterebbe qualche omicidio . 

-allora Charlotte cosa fai oggi ? -mi chiede mia madre mentre spalma della marmellata su una fetta di pane . 

-pensavo di uscire con Jane - Jane è la mia migliore amica , non è una principessa , ma è di ceto nobile , ed è pazza come la sottoscritta.

-bene , ma ricordati che questa estate aiuterai tuo padre a volte.

-si mamma non ti preoccupare .- la rassicuro

-bene !

Dato che è cominciata l'estate mio padre vuole che io e mio fratello Nathan lo aiutiamo con il lavoro  ,  cosa che non capisco perché io non sarò mai regina , ma lo faccio comunque per non deludere mio padre , e poi non mi dispiace imparare qualcosa di nuovo .

 

Mia alzo da tavola e vado verso l'entrata . Il palazzo in cui abitiamo è stato costruito sopra  le rovine di Buckingam Palace , perché durante la Guerra delle Guerre è andato distrutto, così hanno deciso di farne uno nuovo . 

Arrivo nell'atrio principale dove di solito entrano le autorità , ma ormai tutti conoscono Jane e la lasciano passare praticamente ovunque . La vedo arrivare saltellando di gioia come una bambina , mi viene in contro e mi abbraccia come se non ci vedessimo da anni , sono solo tre giorni in realtà . 

-Allora ho molte novità da raccontarti! - annuncia prendendomi sottobraccio e andando verso il giardino .

-spara sono tutta orecchi ! 

-per prima cosa ti ricordi di Simon?

-Simon? - chiedo con voce incerta , Jane cambia talmente tanti ragazzi che faccio fatica a stargli dietro per cui a volte non ricordo tutto quello che dice .

-ma come !? Simon quello con gli addominali scolpiti , dai anche tu hai detto che era carino !

-ah sì ! - ora ricordo , Simon è uno degli ultimi ragazzi era molto carino è vero , ma a me non stava molto simpatico , la prima volta che l'ho visto , e anche l'ultima , non mi ha parlato per tutta la serata perchè stava appiccicato alla mia amica come una sanguisuga così io mi sono consolata a parlare con Max il mio migliore amico , da sempre innamorato di Jane , per distrarlo dalla sua ennesima delusione d'amore.

 

- be ... ci siamo lasciati - dice con due occhi da cerbiatta, io fingo di essere dispiaciuta, come al solito quando molla qualcuno, portando una mano sul petto. - ma tranquilla sto bene , e poi non era cosi simpatico come credevo, però credimi ci sapeva fare ! - finisce la frase con uno sguardo malizioso stampato sul viso. Io scoppio in una grande risata , ha sempre detto che sono poco attiva con i ragazzi, ma in realtà ho solo gusti particolari, anche se ho solo conosciuto principi e nobili che vi sconsiglio calorosamente perchè sono noiosi , molto noiosi.

 

Entriamo nell'enorme giardino del palazzo, ha subito parecchie variazioni rispetto a quello prima della guerra ma è comunque bellissimo, i colori dei fiori , gli eterni labirinti , e le magnifiche piante sono stupende , degne di un film a parer mio, è uno dei miei posti preferiti in tutto il palazzo. Ci vengo spesso a sbollire la rabbia o ad allenarmi, o a fare solo una passeggiata. E poi mi piace inoltrarmi nei labirinti, sono l'unica che ha memorizzato a memoria tutte le strade, so come uscire , come entrare. Quando Luke era piccolo una volta si è perso e così i camerieri sono andati a cercarlo nel labirinto, nessuno è uscito in mezz'ora , così sono andata io e ho portato fuori tutti , nessuno escluso. Così adesso quando vengono i giardinieri a potare le siepi li porto io nel labirinto, così non si perdono.

 

Ci sediamo in un tavolino di ferro bianco con moltissimi decori e dettagli e le sedie sono abbinate al tavolo anch'esse bianche , il tutto posizionato sotto una pianta di ciliegio , le preferite di mia madre, mentre Jane mi parla della vacanza che sta facendo Max in Italia. 

- Secondo me dobbiamo andarci anche noi, ha detto che le coste italiane sono bellissime. - dice entusiasta, ha una passione per i viaggi, e ogni volta che posso la porto con me nei viaggi diplomatici, lei sparisce tutto il giorno a fare shopping e io e mio padre partecipiamo a cene e cerimonie .

- Magari - le dico con aria sognante - sono confinata qui tutta l'estate ricordi ?- dico con una punta di tristezza nella voce , ho promesso a mio padre di aiutarlo col lavoro, ora che ho 18 anni dice che devo prendermi delle responsabilità . Penserete che sia noioso, in realtà non molto, cioè si , ma voi non potete nemmeno immaginare le gaff e le stranezze che scopri solo osservando l'ambasciatore francese a una cena. Ovviamente tutto poi documentato a Jane. 

- uffa è vero ! Non puoi dire a tuo padre che lo farai un altro momento ? Tanto ha un intero anno per incastrati con queste cose. - mi propone . Ho appena finito la scuola e ho deciso di prendermi un anno sabbatico, dove girerò un po il mondo con la svampita seduta vicino a me , ma passerò anche del tempo a casa con la famiglia. 

Soffoco una risata per la sua proposta - credo abbia già pianificato tutto , e poi non posso certo deluderlo . 

- mm... si però ogni tanto sei tutta mia , diglielo al re. 

-Ovvio ! -rispondo col sorriso stampato sul volto .

 

Dopo un pò ci raggiungono Luke e Nathan, Jane una volta aveva una cotta per Nathan ma poi gli è passata quando ha iniziato a dedicare più attenzioni a Luke , lui non ha mai detto nulla ma credo che ci sia rimasto male perché tutte le volte che la vede ha uno sguardo triste e tiene la testa bassa , ho il sospetto che un po le piaccia .

Luke si siede sulle gambe di Jane e inizia a parlare con lei , Nathan pero si è allontanato e si è inoltrato nel labirinto . Di solito non è così solitario , anzi il contrario , quando fa così la soluzione è una sola: c'è sotto qualcosa . Mi alzo dal tavolo e provo a seguirlo ma inizia a squillare il mio telefono . Lo prendo e rispondo -ciao Charlotte ! - il mio orecchio percepisce immediatamente una voce familiare

-Ei, Max , che bello sentirti !

-ho un momento libero che ne dite di una videochiamata ?

-si subito il tempo di togliere Luke dalle gambe di Jane ! 

-che ci fa tuo fratello sulle gambe di Jane ?- domanda divertito.

-lascia perdere - dico rassegnata .

Chiudo la telefonata e avviso Jane, che schizza in aria dimenticandosi di mio fratello per sfrecciare in camera mia .

 

Apro il computer e la videochiamata , ci troviamo davanti il volto di Max, capelli ricci , occhi di cioccolato e una pelle chiara che ora è sostituita da una perfetta abbronzatura .

-buongiorno donzelle - ogni volta che ci saluta ci chiama con questo nomignolo.

-ciao Max ! Allora ti diverti in Italia ? - chiedo curiosa dal suo viaggio. Quando ci ha detto che sarebbe partito lo ha fatto il giorno prima di partire proponendoci di seguirlo, inutile aggiungere che lo abbiamo minacciato di documentare tutta la vacanza . 

-ovviamente ! Dovreste esserci anche voi , qui tutto è bellissimo . 

-magari ! Ma sai che miss ho promesso ha mio padre di aiutarlo non può venire - mima delle virgolette con le mani . 

-lo so - dice amaramente , Max sapeva già che non sarei venuta , lo sapeva anche Jane ma nonostante tutto cerca sempre di tentarmi con la vacanza sapendo benissimo che non la farò mai .

Jane si è sdraiata comodamente su di me come se fossi un cuscino , intanto parla con Max di me come se io non ci fossi . 

-Ei ! Voi due ! Io sono qui ! - urlo divertita sbracciandomi per attirare la loro attenzione.

Jane si volta per guardarmi e Max mi fissa dallo schermo.

-che c'è ? - dicono all'unisono .

Sbuffo e scuoto la testa rassegnata dai miei amici . Sono un caso disperato, ma sono i miei amici e non li abbandonerei nemmeno se ci fosse una catastrofe .

 

 

La mattina dopo mi alzo presto , verso le sette . Mi vesto per andare a correre , non per tenermi in forma , anche per quello , ma per pensare . Detto sinceramente il mio fisico non mi interessa molto, cioè mi piace essere in forma ma non mi interessa avere un fisico da modella , mi importa stare bene e basta , correre mi aiuta a schiarire la mente e a rimettere ordine nella mia testolina piena di pensieri. Mi metto un paio di pantaloncini , una canottiera e delle scarpe adatte , afferro il telefono e le cuffie e mentre esco mi lego i capelli in una coda . Attraverso i corridoi del palazzo verso le cucine , si sente solo il rumore dei miei passi decisi, a quest'ora di solito non ci sono molte persone in giro . La giornata di solito inizia alle sette e mezza con la colazione e poi ognuno va a svolgere i propri impegni .

 

Arrivo in cucina dove tutti mi salutano , sono anni che mi sveglio sempre presto per andare in cucina , è bello perché non ci sono regole , non ti diranno mai che prima di mangiare devi metterti il tovagliolo sulle gambe e di non appoggiare i gomiti sulla tavola perché non è educato . Non mi piace considerare le persone che lavorano qui come delle persone che lavorano e basta, perché alla fine passano tutta la vita con noi, si prendono cura di noi , si occupano che tutto sia al posto giusto , che i pasti siano perfetti e che i vestiti siano impeccabili e adatti in ogni occasione.  Preferisco essere amichevole con loro , per far capire che apprezzo quello che fanno che trattarli con sufficienza. Attraverso la grande e bellissima cucina e mi fiondo sui cornetti appena sfornati.

-buongiorno altezza , vedo che si è alzata presto - dice Tomas , il pasticcere di palazzo , è di origini francesi e fa dei dolci spettacolari, ingrassi solo a vederli. Afferrò un cornetto al cioccolato e lo mangio appoggiandomi al bancone dietro di me . -be , ho voglia di farmi una corsetta. -mi siedo sul bancone e guardo tutti , i cuochi e i camerieri a che si preparano per la colazione . 

-salve altezza !  -mi saluta la mia cameriera , Melissa .

-ciao Melissa ! 

-spero che tu non abbia trasformato la tua camera in un campo di battaglia - dice speranzosa , solo perché una volta non sapendo cosa mettere ho tolto tutti i vestiti dall'armadio e li ho buttati in giro per la stanza non vuol dire che io lo faccia sempre , è successo solo una volta . 

-tranquilla - la rassicuro- e poi è successo solo una volta ! 

Mi lancia uno sguardo divertito , è la mia cameriera da anni , ormai mi conosce come sua sorella .

Decido di andare , saluto tutti ed esco dalla porta sul retro , quella per i rifornimenti . 

Esco dal cancello , e mi dirigo verso il sentiero che costeggia il fiume . È un posto bellissimo , di mattina poi è quasi deserto ,  il fiume scorre accanto al sentiero sterrato , e gli alberi dalla parte opposta bloccano i raggi del sole che arrivano , ma non del tutto e qualche fascio di luce arriva lo stesso . Accendo la musica per distrarmi e isolarmi meglio , riprendo a correre e cerco di tenere un andamento costante . Mi sto allenando per cercare di avere più fiato , all'inizio le prime volte dopo poco avevo già il fiato corto , adesso sono migliorata , riesco a resistere più a lungo . 

 

Mentre corro penso al comportamento di mio padre negli ultimi giorni , è stato strano ha passato più tempo in ufficio con Nathan del solito , e in genere non lo fa mai , dice sempre che anche se manda avanti un paese non vuole trascurare la famiglia . Magari mi sto preoccupando per niente , ma la cosa non mi convince , mamma non ha detto nulla , ma a cena , quando eravamo solo io , lei e Luke ha cercato di fare finta di niente, ma io non ci sono cascata . Inoltre , ma forse sono io che sono paranoica , ho notato che le guardie sono aumentate e che sono sempre più in allerta. Qualche giorno fa mio padre mi ha detto che per uscire dovevo sempre dirlo alla mia scorta ed essere sempre seguita, all'inizio non ci ho dato molto peso ma poi ho iniziato ad avere dei sospetti. Che stia succedendo qualcosa che non vogliono far sapere ? 

Strano , il governo di mio padre si è sempre basato sulla fiducia , ha sempre riferito al popolo qualunque problema per questo è così amato, non ha mai nascosto nulla al suo regno . Teoricamente visto che ora sono fuori dal palazzo avrei dovuto avvertire la scorta , ma non l'ho fatto , essere protetta va bene ma ho bisogno di alcuni momenti da sola.

 

Sono quasi arrivata alla fine sentiero e decido di tornare indietro. 

Quando rientro in cucina sono accaldata e sudata, non faccio altro che pensare a una bella doccia rigenerante ma tutti mi guardano in modo strano , prendo un bicchiere d'acqua e mi appoggio al bancone per bere , vicino a me Tomas sta stendendo la pasta per qualche dolce che sicuramente mangeremo a cena . Generalmente mi saluta ma questa volta non mi guarda nemmeno - che ti prende Tomas? - domando prima di bere l'ultimo sorso dal mio bicchiere. Il pasticcere si scambia un'occhiata con Melissa - che c'è ? - domando cercando di non preoccuparmi , sto diventando troppo paranoica. 

-Ecco , tuo padre ha scoperto che sei uscita da palazzo senza preavviso - spiega la mia cameriera dispiaciuta . Dico dispiaciuta perchè so le conseguenze di questa scoperta, chiudo gli occhi sospirando e preparandomi psicologicamente a quello che accadrà . Saluto tutti e mi avvio verso l'ufficio del re, so già che sta aspettano che io vada da lui per la ramanzina. Già mi immagino la sua delusione per il mio comportamento , da piccola vedevo spesso quell'espressione , ma avevo otto anni quindi bastavamo due occhi dolci e tutto si sistemava , ora non credo che due occhi dolci bastino .

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Attraverso i corridoi dove riecheggia solo il suono dei mei passi . Lungo il tragitto incontro solo qualche guardia ferma a lato del corridoio in allerta . 

È una mia impressione o ultimamente sono troppo in allerta ? 

Mi odio mentalmente quando inizio a diventare così paranoica , perché significa che sta succedendo qualcosa , e io odio non sapere cosa succede . 

Al posto di salire le scale per andare in camera mia vado dritta in direzione dell'ufficio del re , posto al centro esatto del palazzo . 

I corridoi sono illuminati da luci gialle , le pareti sono semplici e ogni tanto si trovano ritratti di famiglia o di vecchi re e regine che un tempo governavano il tengo prima della Guerra delle Guerre , il pavimento è coperto da un enorme tappeto rosso , come quello per le star americane , solo che il nostro conduce all'ufficio del re non ad una prima cinematografica .

 

Quando arrivo mi fermo qualche secondo davanti alla porta , so già cosa mi dirà : sono stata irresponsabile , stupida , poteva succedere di tutto  .... 

Prendo un bel respiro e afferro la maniglia con sicurezza , la rigo e apro la porta .  Appena vedo mio padre la sicurezza mi abbandona lasciandomi sola in balia delle conseguenze . 

-entra Charlotte -dice  mio padre con voce fredda. Avanzo nella stanza , sento lo sguardo di Nathan che mi segue e anche quello di un paio di guardie. - allora , lo sai perché sei qui ? - domanda spostando dei fogli di lato per appoggiare i gomiti . 

-si - dico cercando di tenere una voce ferma e decisa .

-bene, allora perché non hai avvisato quando ti ho detto di informare la scorta se fossi uscita da palazzo ? - domanda serio .

-ascolta papà ...-tento di spiegarmi ma mi blocca prontamente con la mano . 

-non voglio sapere le tue ragioni Charlotte , ma voglio che tu sappia che sono molto deluso da te - il suo tono deluso mi lascia stupita , credevo che avrebbe fatto la ramanzina . - visto che non vuoi ascoltarmi ti affiderò una guardia del corpo che si seguirà ovunque - dice accentuando l'ultima parola . 

Ci metto qualche istante per elaborare le sue parole .

-che cosa? - sbottò sconvolta .

-mi hai sentito Charlotte , avrai una guardia del corpo . E da un po che ci pensavo e ora mi hai dato il pretesto giusto per dartelo ora - dice risoluto . L'aria seria con cui pronuncia le parole mi lasciano interdetta , ha parlato come se fosse una cosa di lavoro . Mi guarda per poi chiedere - sono stato chiaro ? 

- si - non posso ribattere altro .

- bene , lui è Mattew Gordin - afferma indicando qualcuno alle mie spalle . Mi volto per capire di chi parla - sarà lui la tua guardia del corpo , ti seguirà ovunque . Se esci o se ti muovi nel palazzo . Deve sempre sapere dove sei chiaro ? - assorbo le parole che dice e poi rispondo con un cenno della testa . 

Un uomo , o meglio un ragazzo , mi si avvicina . Ha capelli marroni e degli occhi che sembrano azzurri , alto e abbastanza muscoloso . Indossa un completo nero e una camicia bianca sotto la giacca . Dopo averlo osservato mi volto verso mio padre - Posso andare adesso ? - chiedo fredda , molto fredda . 

Lui acconsente e io giro i tacchi dirigendomi verso la porta . Aumento la velocità della mia camminata quando sento dei passi dietro di me che mi seguono come un'ombra . Riattraverso il lungo corridoio per poi salire le scale , di fretta , verso camera mia . 

Appena la vedo mi sento sollevata , apro la porta e mi ci butto dentro senza esitare , e soprattutto senza accorgermi che il mio nuovo "amico " mi ha seguita.

Mi giro di catto bloccandomi all'istante e facendolo fermare di botto , mi guarda stupito . 

- che c'è ?

-che c'è ? - ripeto arrabbiata , poi mi calmo leggermene - esci devo farmi la doccia o hai intenzione di seguirmi anche in bagno ? - chiedo incrociando le braccia al petto , gli rivolgo uno sguardo di fuoco . Già non lo sopporto mi ha seguito anche in camera ! 

- be non rientra nei miei doveri , ma se vuoi posso fare uno strappo alla regola - afferma divertito . 

Immediatamente il battici cardiaco accelera , e io credo di essere diventata un bel pomodoro . Lo prendo per un braccio e lo spingo verso la porta, lui non accenna ad opporsi , apro la porta e butto fuori . 

- quando avrò finito ti chiamo , ciao - gli sbatto la porta in faccia e mi ci appoggio esasperata . 

Non ci credo ! Lo ha fatto davvero ! Mi ha preso una guardia del corpo , assurdo ! 

Decido di fare una doccia per rilassarmi , poi chiamerò Jane per avvertirla del mio nuovo "amico " .

 

-Quindi fammi capire bene tuo padre ti ha preso una guardia del corpo solo perchè ti sei allontanata dal palazzo senza preavviso ? - domanda incredula Jane al telefono.
Quando ho finito di fare una doccia ho subito chiamato Jane per sfogarmi , gli ho spiegato tutto e come al solito mi ha ascoltata senza dire una parola . Qualcuno mi ricordi di fare alla mia migliore amica un regalo epico per il compleanno.

-Esatto- dico passando il telefono da una mano all’altra mentre mi avvicino alla mia cabina armadio per prendere una canottiera e un paio di pantaloni corti.
-Ma è assurdo - continua Jane - io a volte non lo capisco proprio .
-Ah non dirlo a me.
Mi siedo sul bordo del letto per riprendere fiato , ho fatto tutto di corsa dopo che ho sbattuto Mattew fuori dalla camera . -ma hai il fiatone ? - domanda Jane bloccando il suo discorso .
-Cosa ? em … si - dico sospirando - ho fatto tutto di corsa , non so perchè -ammetto , dopo anni di amicizia non posso nascondere nulla a Jane , è troppo brava a scoprirlo.
-Ok ,è evidente che hai bisogno di una mano - dice risoluta dall’altra parte del telefono - ecco cosa farai te la prenderai comoda , aspetta un po .
-Perché devo farlo ? - non ha molto senso quello che ha detto.
-perchè lui è piombato nella tua vita come un fulmine a ciel sereno ed è giusto che tu ti prenda il tuo tempo . E poi che ne sa lui di quanto tempo ci metti a fare una doccia - il suo piano mi lascia un po scettica ma la saluto, poi mi sdraio sul letto chiudendo gli occhi.

Non so quanto tempo è passato da quando ho chiuso gli occhi ma il rumore di qualcosa che bussa alla porta di camera mia mi sveglia. Solo io posso addormentarmi solo appoggiando la testa su qualcosa di morbido. Controvoglia mi alzo esasperata perchè so chi sta bussando mi dirigo verso la porta. Afferro la maniglia con tutta la forza che ho e la apro. Il braccio di Mattew rimare per un attimo sospeso nel vuoto , rimane stupito perchè ho aperto la porta con tanta facilità . Mattew si riprende subito gonfiando il petto e lisciandosi la giacca - pensavo che ci avresti messo di meno per una doccia - dice squadrandomi da capo a piedi. Mi sento un po troppo osservata , il che è strano perchè di solito non mi da fastidio quando la gente mi fissa.
-Sono una principessa lo hai dimenticato ? - affermo superandolo per uscire dalla stanza , mi avvio verso … verso …. in realtà non so dove sto andando. Mi fermo all’istante pensando a un posto dove andare mentre aspetto che arrivi Jane.
Mattew si ferma un attimo prima che io riparta nella mia corsa - ei - mi chiama mentre io riprendo il passo spedito che lo ha messo in difficoltà al ritorno dall’ufficio del re.
-Ei ! - mi prende per un polso costringendomi a voltarmi - mi spieghi dove stai andando ?
-tranquillo non esco da palazzo , vado alle cucine a trovare Melissa - lo informo , mi libero il polso e riprendo la mia camminata .
-Melissa ?
-La mia cameriera - gli spiego senza voltarmi. 

 

Per il resto del tragitto non ha più detto nulla , il che mi sorprende un po , pensavo che avrebbe fatto più storie . Scendo le scale e entro nelle cucine, saluto tutti e mi avvicino a Tomas -ei Charlotte com’è andata la ramanzina - domanda divertito mentre aggiunge farina e zucchero in una ciotola .
-Niente ramanzina Tomas solo una guardia del corpo - spiego indicando Mattew dietro di me. Si guarda intorno confuso , in un certo senso è divertente vederlo così , perso non sapendo che fare . 
-Ah , questa volta fa sul serio allora - deduce il pasticcere. Non posso fare a meno di darli ragione , mio padre questa volta non ha sentito spiegazioni ed è andato subito dritto al punto.
Mi avvicino a Mattew guardandolo divertita - che c’è non ti aspettavi una principessa che conosce cosi bene le persone che lavorano per lei ? - rido quando mi guarda confuso.
-Be devo ammettere che non credevo che tu fossi così - ammette sorridendo. Quel sorriso mi piace, mi mette a mio agio , credo. Mattew mi oltrepassa e raggiunge Tomas , lo saluta e inizia a parlare con lui come se lo conoscesse da una vita.
Ora sono io quella stupita , non sembra che Mattew sia nuovo a palazzo.
-Chi è quello ? - una voce distrae i miei pensieri e mi fa voltare la testa . Due occhi verdi fissano Mattew con fosse in adorazione .
-Quello è la mia guardia del corpo - spiego - mio padre questa volta fa sul serio - sospiro sconsolata , non credo di poter avere un minuto da sola senza il mio “nuovo” amico.
-Be io mi farei proteggere volentieri da lui - afferma Melissa , volto la testa di scatto - che c’è ? - chiede notando il mio sguardo - è carino , e non dirmi che non è vero - dice mentre si avvia verso le lavatrici dove la seguo 

- be non è male - confesso , questa risulta una confessione stranamente difficile da pronunciare .
-E allora ? - domanda Melissa intuendo dell’indecisione nella mia voce, mentre lei non smette di lavorare.
-Allora cosa ? E’ la mia guardia del corpo è solo una palla al piede - dico la verità ma Melissa non sembra della stessa idea. La mia cameriera vive nel sogno del principe azzurro , ma non credo che esista veramente. Sarei felice se trovasse qualcuno che la ama e che la fa stare bene , ma è sempre a palazzo , dovrei lasciarle più tempo libero.
-Come dici tu - mi asseconda lasciando la stanza delle lavatrici , la seguo sospirando perchè se Melissa fa cosi vedendo la mia guardia del corpo non oso pensare a cosa farà Jane. Alzo gli occhi al cielo divertita a quel pensiero, se Mattew crede che io sia difficile allora con Jane lo sarà ancora di più.

-Principessa - Mattew mi chiama raggiungendomi , capisco subito che è lui perchè nessuno alle cucine mi chiama principessa , lo fanno solo perchè mio padre vuole che la servitù mantenga una distanza con la famiglia reale , ma io odio quell’appellativo .
-Chiamami Charlotte - dico - odio quando mi chiamano principessa.

-Oh ok - sembra confuso alla mia affermazione ma come sempre si riprende subito - allora adesso cosa dobbiamo fare ? - ha usato il noi ??

-be io - dico accentuando l’io - devo andare a prende Jane nell’atrio , è venuta qui per il pomeriggio - lo informo e senza preavviso me ne vado , sta diventando un’abitudine , io che tento di camminare veloce e di sorprenderlo per seminarlo e lui che mi raggiunge . Ma come fa ? La sua voce mi richiama - charlotte aspetta . Perché corri sempre ? - chiede affiancandomi .
-Perché ? - mi blocco al centro del corridoio stupita - mi stai chiedendo perchè io tenti di seminarti ? - cerco di rendere la mia frustrazione più palese nella speranza che lui capisca.
-Si te lo sto chiedendo - afferma . Credevo fosse più intelligente 

-Sei piombato qui senza preavviso e sei qui da quanto tre ore ? e gia mi stai appiccicato - mi sfogo.
-Be è questo che fa una guardia del corpo , ti segue - dice divertito -dai andiamo dalla tua amica.
Questa volta è lui che parte lasciandomi stupita e confusa . 

 

Lo raggiungo per poi superarlo con sicurezza guardandolo di nascosto , sembra sicuro e leggermente divertito, la cosa mi fa irritare perchè è divertito ? Lo diverto ? 

-allora questa Jane com’è ? - si informa fermandosi all’entrata dell’atrio del palazzo. Lo spazio è enorme , con un soffitto molto alto e illuminato con al centro un enorme lampadario molto elaborato che pende la soffitto ; le pareti sono molto decorate con colori oro e giallo, appesi ci sono alcuni grandi quadri ritrovati dopo la Guerra delle guerre. Davanti a me si trova l’enorme entrata fatta da due enormi portoni di ferro che adesso sono aperti , ma d’inverno viene montata una vetrata con due piccole porte così da non far entrare il freddo. Davanti alle porte di ferro aperte ci sono due guardie , una per lato , che controllano la situazione . Inoltre ce ne sono altre due all’interno, sempre una pre lato , per ogni parete ci sono quatto guardie in uniforme e fisse sul loro posto ; sulle pareti inoltre ci sono anche dei mobili che sono stati ritrovati dalle macerie dopo la guerra.
-Perchè ti interessa tanto la mia amica ? - domando guardandomi in giro , dovrebbe essere arrivata ormai.
-Io cercavo solo di fare conversazione . Sai dovremo passare molto tempo insieme d’ora in poi quindi credo che dovremmo andare d’accordo - sostiene con fermezza. Lo guardo stranita, effettivamente passeremo molto tempo insieme , ma sono scettica sul fatto di andare d’accordo.
- e se io non volessi andare d’accordo con te ? - domando curiosa , alzo un sopracciglio nell’attesa si una sua risposta.
-dovrai farlo che ti piaccia oppure no visto che sono la tua guardia del corpo - dice sicuro e con un sorriso sfacciato .
-Posso sempre chiederne un’altra di guardia - faccio sparire il suo sorriso dal volto

 Lui mi guarda e sicuro di se afferma - non chiederai un’altra guardia .
-Come fai a essere così sicuro ?
-Lo sono e basta.
Abbandono il discorso quando intravedo la testa nera di Jane entrare , indossa una canottiera bianca con un paio di pantaloni neri che sono abbinati a una borsa color crema che tiene a braccetto, Jane non abbandona mai lo stile anche se fa caldo . A volte sembra lei la principessa non io , lei è sempre perfetta , io invece sono il contrario.
-Come mai quel sorriso ? - domando divertita andandole incontro.
-Be - dice allungando lo sguardo verso il ragazzo alle mie spalle - e lui ? - mi chiede a bassa voce avvicinandosi leggermente con il busto .
-Si - dico annoiata , anche lei come Melissa lo guarda con occhi sognanti ,e conoscendola ,anche interessati. 

-Credimi mi farei proteggere volentieri da lui -afferma senza smettere di guardarlo - se non gli salti addosso tu lo faccio - dice con occhi maliziosi e voce seria.
Sospiro alle sue parole - lo ha detto anche Melissa - la informo.
-Ho sempre saputo che Melissa avesse buon gusto , non come te che hai sue fette di salame sugli occhi - la ribecca lei. E’ vero non sono molto brava con i ragazzi , ma non sono messa così male dai . Non è colpa mia se i soli ragazzi che incontro sono principi figli di papà che pensano solo al potere o alle belle ragazze come degli oggetti. Più volte ho dovuto rifiutare un invito con l’aiuto delle guardie perchè non capivano la frase “non voglio uscire con te”. 

-Ei !- mi offendo per pochi secondi poi mi metto a ridere. Ride anche Jane che poi mi supera e si avvicina a Mattew e lo squadra severamente.
-Allora non mi presenti il tuo amico ? - mi chiede alzando le sopracciglia , sa che il termine “amico” attribuito a lui mi irrita. E’ evidente che si diverte a punzecchiarmi , mi lascio a un sospiro .
-Jane lui è Mattew , Mattew lei è Jane - faccio presentazioni veloci e poi me ne vado, credo che questa sarà una lunga giornata.

-Ho sentito Max dopo la tua telefonata disperata - lancia uno sguardo a Mattew , poi torna a guardarmi - dice che si diverte molto .
-Lo so che si diverte , non farmi sentire in colpa perchè non posso andarci - le dico appoggiando la testa allo schienale della mia sdraio . Siamo sedute su due sdraio nel giardino del palazzo assaporando gli ultimi momenti di libertà perchè domani inizierò ad aiutare mio padre in ufficio , quindi non avrò molto tempo da dedicare alla mia amica.
-Ascolta lo so che devi aiutare il re , ma hai anche diritto ad una piccola vacanza. Possono essere pochi giorni - propone.
-Il fatto è che poi avrò un anno sabbatico quindi non vuole farmi perdere tempo per imparare come si governa un regno - le spiego , mio padre è stato categorico io devo sapere governare un regno anche se non erediterò nessun regno.
-Si ma non è giusto , e io ? Cosa farò tutta sola ? 

-Mi dispiace ma non ho alternative - dico dispiaciuta.
-Lo so - afferma, si alza dalla sdraio e poi alza gli occhiali da sole guardandomi, conosco quello sguardo vuole propormi qualcosa - che ne dici di fare un giro fuori ? Porteremo anche il tuo amico cosi tuo padre non dirà nulla - quello che propone è un giro fuori da palazzo per distrarmi dal fatto che domani sarò confinata qui per imparare a gestire un regno ? accetto senza pensarci. Jane sorride e batte le mani esaltata - lo sapevo che avresti accettato.
-Mi dispiace deludervi ma Charlotte non può uscire - dice la voce di Mattew. Così cadono tutte le mie speranze di divertirmi.
-Che vuol dire che non posso uscire ? - chiede voltandomi verso di lui - porteremo anche te , non ti basta ?
-In realtà …. - esita . Perché esita ? - ecco ….
-Mattew c’è qualcosa che devi dirmi ? - chiedo sentendo la rabbia arrivare, evidentemente mio padre ha detto qualcosa che lui non mi ha detto.
-Il re ha dato ordine di non farti uscire da palazzo - afferma - mi dispiace. 

Cosa ?
Ripeto mentalmente le parole della mia guardia del corpo per aver capito tutto alla perfezione.
No ho capito bene , il re non vuole che io esca , mio padre non vuole che io esca ! La rabbia mi pervade e sento lo sguardo di Mattew che cerca di capire cosa mi sta passando per la testa.
Senza dire una parla m avvio a grandi passi verso l’ufficio del re, l’ufficio di mio padre. Sono furiosa, come può permettersi di impedirmi di uscire .
-Aspetta Charlotte - sento la voce di Jane richiamarmi , e so che lei e Mattew mi stanno ricorrendo.
Velocemente raggiungo l’ufficio , e questa volta senza esitare, apro la porta senza nemmeno bussare.
-Che vuol dire che non posso uscire ? - chiedo furiosa irrompendo nella stanza sorprendendo tutti con la mia presenza. Mio padre , però , non sembra sospeso ,anzi alza la testa dal suo lavoro come se si aspettasse che mi sarei presentata li molto presto.
-Vuol dire che non puoi uscire Charlotte - dice semplicemente - non mi sembra ci sia qualcosa da capire . 

-Non puoi impedirmi di uscire da palazzo - dico furiosa - mi hai gia dato una guardia del corpo non mi accadrà nulla .
-Non si discute Charlotte , ora ho del lavoro da fare. - è tornato freddo e distaccato, come questa mattina quando mi ha detto della guardia. Non posso fare altro che andarmene senza dire nulla , ma portando con me la mia rabbia. Quando raggiungo Jane e Mattew sulla soglia della porta li oltrepasso senza dire una parola.
-A dimenticavo - ricomincia mio padre - Jane mi dispiace ma non puoi più a venire a trovare Charlotte.
Questo è troppo ! Mi impedisce di usare da palazzo , mi affida una guardia del corpo e mi impedisce di vedere la mia amica !

Jane rimane senza parole e come risposta annuisce con la testa. Io mi blocco e ritorno da dove sono venuta per urlare contro al re ma un braccio mi blocca la vita e la porta dell’ufficio si richiude all’istante . Capisco che il braccio che mi blocca è quello di Mattew e che le guardi hanno chiuso la porta. Mi ribello subito dalla sua presa ma lui mi tiene ferma senza sforzo.
-Mollami !- gli ordino con rabbia. - devo parlare con lui aprite la porta - dico alle guardie.
Loro però non dicono nulla e continuano a guardare fisso davanti a loro , Mattew non perde tempo e mi carica in spalla e mi porta via da lì.
-Che cosa stai facendo ?  - chiedo furiosa - lasciami subito andare è un ordine.
-Non prendo ordini da te  -mi informa - e poi non ti permetterò di farti dire cose di cui potresti pentirti .- detto questo mi porta in camera mia e mi butta sul letto per lasciare sbollire la rabbia. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


-Potevi essere più delicato sai - lo informo irritata , mi ha caricata in spalla e mi ha portata in camera per poi buttarmi sul mio letto , con poca delicatezza.
-Devi calmarti - afferma andando a chiudere la porta , poi si dirige verso l’enorme finestra che da sul terrazzo, scosta di poco le tende per vedere fuori poi le richiude . Lo seguo con lo sguardo per capire il suo comportamento , sembra un po troppo preoccupato per una semplice sfuriata.
-Io non posso calmarmi , mio padre mi ha praticamente richiuso in casa e mi impedisce di vedere la mia amica- spiego mentre lui passa in rassegna tutta la stanza - puoi stare fermo ? - ma non mi ascolta e va in bagno - si può sapere cosa stai facendo?
Dopo un accurato controllo al bagno Mattew esce e si avvicina a Jane - devi andartene .
-no ! -dico mentre mi alzo , mi avvicino a lui - ma che ti prende ?
-Ascolta lei se ne deve andare , hai sentito tuo padre no ? - afferma serio - vieni Jane ti accompagno nell’atrio - afferra Jane per un braccio e la trascina verso la porta , la apre ma poi si ferma e torna a guardarmi - tu non ti muovere da qui capito ? - mi guarda serio.
-Aspetta cosa … - non finisco la frase perchè lui chiude la posta sbattendola , sento il rumore di una serratura che si muove , intuisco subito che la mia porta è chiusa a chiave. Mi avvicino a controllarla e confermo la mia ipotesi.

Sono chiusa in camera mia , non posso uscire da palazzo e non posso vedere la mia migliore amica. Peggio non può andare. Mi stendo sul letto mentre aspetto la mia guardia del corpo che ritorni per liberarmi.
Sono passati dieci minuti , lui non è ancora arrivato.
Venti minuti e lui non arriva.
Mezz’ora , non è ancora arrivato.
Dopo un’ora la serratura si muove e la porta si apre richiamando la mia attenzione , Mattew entra nella stanza - dove sei stato ? e perchè ti sei cambiato i vestiti ? - al posto del completo nero ha messo una giacca che sembra di pelle e una maglietta grigia con dei jeans.
-Per essere più comodo e adesso calmati - dice avvicinandosi a me.
-Che cosa ? - cerca di farmi risedere sul letto ma lo blocco - aspetta che stai facendo ? perchè hai controllato la mia stanza e perchè hai mandato via Jane ?
-Perchè lo ha detto tuo padre - afferma serio.
-Mio padre non ha detto di controllare la stanza.
-Sei ancora arrabbiata ? - cambia argomento lasciandomi stupita.
-Cosa ?
-Sei ancora arrabbiata ? - ripete guardandomi negli occhi, i suoi occhi azzurri cercano in tutti i modi di cambiare argomento così lo assecondo.
-Be un po' - ammetto , mi ha lasciato in camera mia per quasi un’ora la rabbia mi è passata quasi tutta.
-E di solito come ti sfoghi ? - si informa .
-Di solito vado a correre per sfogarmi ma mio padre ha detto che non posso uscire da palazzo - gli ricordo con voce triste, ora una bella corsa mi farebbe davvero bene.
Mattew pensa un po' alle mie parole , intanto mi chiedo come possono essere così azzurri i suoi occhi . Cosa ? No aspetta non posso pensare queste cose.
-Puoi correre nel labirinto - propone.
-Be - non ho mai pensato di correre nel labirinto , anche se è molto tempo che non ci entro - è un’idea - dico non del tutto convinta. 

-Bene allora cambiati cosi andiamo a fare questa corsa - non ascolta il mio scetticismo e parla come se andasse tutto bene - vai ! - mi sprona vedendo che io non mi muovo.
Apro la cabina armadio e prendo qualcosa di più comodo per correre , poi vado in bagno a cambiarmi. Alla mia uscita tropo Mattew vestito in tuta che mi aspetta guardando i mieli libri - come hai fatto a cambiarti così velocemente ? - chiedo , non credo sia possibile cambiarsi in così poco tempo , insomma o hai dei poteri oppure c’è un trucco.
-Andiamo ? - dice ignorando la mia domanda come se non l’avessi mai fatta.
-Va bene - rispondo confusa. 

 

-Allora prima di entrare devo dirti due cose - mi volto verso di lui , mentre Mattew guarda il labirinto - la prima è devi starmi vicino , molto vicino ok ?
-Vicino ? Per caso hai paura di perderti ? - dice divertito.
-No - faccio sparire il suo sorrisetto spavaldo - ma se non vuoi essere tu a perderti allora dovrai seguirmi. Seconda cosa io sono l’unica in tutto il palazzo a sapere come orientarsi li dentro quindi se ti perdi nessuno verrà a cercarti perchè nessuno poi sa come uscire , motivo che ti collega alla prima cosa . In sostanza se non vuoi perderti devi seguirmi. - gli spiego - questa volta sono io che proteggo te.
-Va bene - dice soltanto - fa strada.
Ci addentriamo nel labirinto , un’insieme di siepi sempre perfettamente potate anche se già entrando noto che qualcosa non va , sembra quasi che il labirinto sia trascurato. E’ alto quasi quattro metri , quindi non permette di vedere nulla ne da sopra ne attraverso le pareti perchè le piante sono talmente fitte che non permettono di far vedere nulla. Abbiamo già percorso molta strada perchè abbiamo svoltato in diverse direzioni, e Mattew mi segue come un cagnolino senza mai fermarsi e stando al mio passo. Dopo aver svoltato per la quinta volta a destra mi ritrovo davanti a un parete dove una volta era presente un fiore , l’unico del labirinto , di un viola intenso e molto particolare , inoltre era l’unica cosa che consente di avere un minimo di orientamento; rallento fino a fermarmi completamente.
-Che c’è sei già stanca ? - chiede fermandosi anche lui. Abbiamo entrambi il respiro affannoso ma non distolgo lo sguardo da quella parete e mi avvicino per osservarla meglio.
-Qui una volta c’era un fiore - gli dico e osservo la siepe , non sembra che ci sia nulla di strano ma avvicinandosi al punto in cui una volta c’era il fiore noto che il ramo è stato tagliato.
-Magari è caduto - dice Mattew in tono ovvio.
-O magari lo hanno tagliato . Hanno tagliato il ramo , ma chi può essere stato ? Quando deve entrare qualcuno qui dentro di solito chiamano me- ragiono ad alta voce.
-Magari lo hanno tolto perchè era rovinato e lo hanno fatto nell’ultima potatura - dice semplicemente Mattew . Non mi convince molto ma non dico nulla per creare una discussione inutile.
-Forse hai ragione - fingo sospirando - lo hanno tolto e non mi sono accorta - mi volto verso di lui e indico la direzione dove andare con un cenno della testa -  dai andiamo.
Riparto riprendendo velocemente il passo che avevamo preso.  

 

Quando arriviamo al centro del labirinto ci fermiamo , o meglio Mattew chiede di fermarsi , ci sediamo su una panchina di petra circolare posta al centro esatto del labirinto. In origine è stata messa proprio per orientarsi , vedendo la panchina si sa con esattezza di essere al centro del labirinto così da avere un po' di orientamento. I muri di siepe circondano la panchina creando un senso di claustrofobia, il sole illumina solo una parte del cerchio di siepe intorno alla panchina lasciando l’altra parte all’ombra.
-Come riesci a orientarti ? - domanda all’improvviso Mattew, è seduto sulla panchina e sembra anche molto sudato , forse sono andata troppo veloce per i suoi standard.
-Da piccola ci venivo spesso e più mi addentravo più lo conoscevo - gli spiego sedendomi accanto a lui. Ho il respiro pesante e le gambe iniziano a farmi male.
-E come mai ci entravi spesso? - è curioso il ragazzo !
-all’inizio lo facevo per dispetto, vedevo che stavano sempre con Nathan così volevo che notassero anche me. Tutte le volte che facevo o imparavo qualcosa andavo sempre dai miei genitori e glielo mostravo ma se lo faceva Nathan allora il più bravo era lui . Così ho iniziato ad addentrarmi qui per farmi notare, all’inizio entravo sempre poco , quanta bastava per non essere notata . Poi più entravo più ero curiosa , così tutti i giorni ripercorrevo quello che sapevo già e poi scoprivo passaggi nuovi- Mattew ascolta le mie parole attentamente guardandomi negli occhi , il colore azzurro del suo sguardo mi mette in soggezione tanto che all’improvviso mi alzo sentendomi a disagio.
-Em …. credo che dovremmo tornare indietro - dico a disagio.
Mattew mi segue con lo sguardo poi si alza - si lo credo anche io.
Mi rimetto a correre nella direzione da dove siamo venuti senza dire una parola e decidendo il passo, senza ascoltare le sue lamentele sul fatto di rallentare. Non so perchè ma il suo sguardo mentre parlavo mi ha messo a disagio , come se mi conoscesse da tanto. Il suo sguardo era intenso e magnetico tanto da mettermi a disagio.

Una volta usciti dal labirinto sono andata senza dire una parola verso camera mia , ho bisogno di stare un po da sola per realizzare tutto quello che è successo. E’ accaduto tutto così in fretta. 

Entro in camera e mi svesto velocemente dirigendomi in bagno , apro l’acqua e mi infilo sotto la doccia lasciandomi cullare dall’acqua che scivola sul mio corpo rilassando i miei muscoli all’istante.
In un giornata sono successe mille cose :Mattew , mio padre , Jane . Troppe.
Per iniziare Mattew , me lo ritroverò tutti giorni al mio fianco e questo vuol dire che non avrò un minuto tutto per me , ma sarò in compagnia dato che Jane non potrà più venire a trovarmi almeno potrò parlare con qualcuno. E posso aggiungere che è anche un bel vedere. Aspetta ! Cosa ? No , no no non posso pensare così della mia guardia del corpo , certo il suo sguardo oggi era bellissimo e il modo in cui mi ha ascoltata mi ha stupita molto , tanto da farmi cambiare idea su di lui.
Cambiando argomento, mio padre e il suo comportamento : privarmi della mia amica e della mia libertà è stato un po troppo duro, posso capire la guardia del corpo ma il resto no.
Devo chiamare Jane appena finita la doccia per scusarmi di tutto quanto, non voglio che smetta di parlarmi solo perchè non posso più vederla.

Chiudo l’acqua ed esco dal box doccia avvolgendomi un asciugamano attorno al corpo , tranquillamente esco dal bagno e mi avvicino alla cabina armadio. Non mi accorgo, però , di due occhi azzurri che mi guardando stupiti; non li vedo fino a quando , dopo aver preso i vestiti per la cena , non mi giro diretta al letto per posarli. Istintivamente lancio un urlo prendendo i bordi dell’asciugamano che mi avvolge , che nella mia mente diventa da grande e comodo a piccolo , molto piccolo.
-Che cosa ci fai qui ? - chiedo agitata , non mi sono mai trovata davanti a un ragazzo quasi nuda.
-Io …. ero … ecco - Mattew è in imbarazzo e porta una mano dietro la testa provando a creare una frase di senso compiuto - ero … venuto a vedere come stavi … ecco .. - abbozza anche un sorriso rassicurante ma viene fuori solo una smorfia.
-Be… sto bene - entrambi siamo imbarazzati e io mi stringo sempre di più nel pezzo di tessuto che mi avvolge. Il cuore batte all’impazzata , tanto che ho paura che possa uscire fuori dal petto.
-Allora …. io … em … va.. vado - Mattew cerca di guardarmi negli occhi ma il suo sguardo scappa su ogni parte del mio corpo , aumentando sempre di più il mio imbarazzo. Velocemente si avvia  verso l’uscita della camera e quando sento il rumore della porta che si chiude capisco di aver trattenuto il respiro. Mi avvicino lentamente al letto perchè sento le gambe tremare, nessuno mi aveva mai vista cosi svestita , certo ho messo molte volte il costume ma è diverso , sotto l’asciugamano non ho praticamente nulla. Quando raggiungo il letto mi siedo cercando di tranquillizzarmi . Non è successo nulla Charlotte , siamo stato entrambi imbarazzati e non è successo nulla. 

 

Quando sono pronta per la cena esco dalla camera , fuori mi ritrovo Mattew che mi aspetta camminando davanti alla porta , dalla postura del corpo percepisco che è in ansia. Quando mi nota si avvicina velocemente , questo fa battere il mio cuore sempre più forte soprattutto quando i miei occhi incontrano i suoi.
-Sei pronta - dice guardando il mio abbigliamento , ho indossato un vestito blu che arriva al ginocchio, è senza maniche e sul retro è presente una trama in pizzo che lascia intravedere quasi tutta la schiena. E’ piuttosto semplice , ma per una cena con il console Tedesco va più che bene.
-Si sono pronta - confermo a disagio sotto il suo sguardo, non so come sia possibile ma stamattina non mi facevano questo effetto i suoi sguardi. Gentilmente Mattew mi indica la strada da prendere. Come se io non la conoscessi ma in questo momento sono troppo stordita per ricordarla. Io mi incammino e lui rimane dietro di me di un paio di passi , sento il suo sguardo che si posa sulla mia schiena ma fortunatamente Luke mi raggiunge urlando a gran voce il mio nome, e quindi distraendomi da Mattew.
-Ciao Luke - lo saluto ricambiando il suo sorriso - vedo che non ti sei ancora sistemato per la cena - lo rimprovero con un leggero sorriso sulle labbra, odia essere rimprovero ma sa che io lo faccio solo per scherzo.
Luke si guarda per un attimo - lo so ora vado subito , altrimenti la mamma si arrabbia - sposta la testa per vedere chi si trova dietro di me - scusa Charlotte ma lui chi è ? - domanda curioso.
-Lui è - mi volto per guardare Mattew . Grave errore . Grandissimo errore perchè lui mi rivolge un bellissimo sorriso che mi manda in tilt per qualche istante - lui …. è la mia guardia del corpo - dico a fatica. Quelle parole mi sono costate uno sforzo enorme ma mio fratello non se ne accorge perché è troppo impegnato a studiare Mattew .
-mmm … perchè tu hai una guardia del corpo e io non ? - fra tutte le domande che poteva fare , fa proprio quella ? Lascia sia me che Mattew senza parole.
-Perchè tua sorella è una ragazza e una principessa deve essere protetta, i principi non hanno bisogno di essere protetti loro sono forti - spiega dolcemente Mattew piegandosi sulle ginocchia per arrivare all’altezza di Luke.
Luke ci pensa un po’ - ma certo lo sapevo - dice come se fosse una cosa ovvia. Poi scappa via e sale le scale verso camera sua.
-Lui è Luke , giusto ? - domanda Mattew come per conferma.
-Si , lui è il più piccolo . C’è anche Nathan ma lui lo hai già visto stamattina nell’ufficio di mio padre - gli spiego - manca solo mia madre ma la vedrai tra poco.
Fianco a fianco ci avviciniamo alla sala dove avverrà la cena, adesso non sento niente a stare vicino a lui , come se Luke avesse magicamente spazzato via l’imbarazzo che si era creato.

Entriamo nella sala , è piccola rispetto alle altre ma comunque decorata come se fosse la cena più importante del mondo. Le tante delle finestre sono legate da un nastro oro e fuori si vede come il sole è ormai tramontato per lasciare posto alla notte. Sulla parete opposta sono appesi quadri e sono presenti mobili antichi e al centro esatto dal soffitto pende un bellissimo lampadario di cristallo , una copia più piccola di quello presente nell’atrio. Sempre al centro troviamo il tavolo dove si terrà la cena, addobbato con ogni bene e già apparecchiato con posate e piatti e con centro tavola ricamati . Mia madre arriva proprio mentre io e Mattew stiamo entrando.
-Tesoro - mi volto , è vestita con un abito lungo e di un rosa tenue , i capelli raccolti in una crocchia ed è elegante come sempre - è tutto il giorno che non ti vedo , saluta tua madre - mi dice mentre mi abbraccia .
-Scusa mamma ma papà mi ha fatta arrabbiare - dico soltanto mentre l’abbraccio.
-Tu devi essere la sua guardia del corpo - si rivolge a Mattew gentile come sempre - mio marito mi aveva avvertita che saresti arrivato . Mi raccomando proteggi la mia bambina ad ogni costo .
-No si preoccupi maestà - risponde Mattew serio e con un cenno del capo.
-E ti ha anche detto che non posso uscire da palazzo e che non posso vedere Jane ? - domando curiosa , non potrei sopportare che mamma ne fosse a conoscenza e avesse approvato tutto quanto.
-Aspetta cosa ? - mi guarda stranita - tuo padre non lo farebbe mai - ribadisce scuotendo la testa.
-Eppure lo ha fatto - dico ricordando bene le parole e il tono che ha usato.
Mamma apre la bocca per parlare ma viene interrotta dalla voce di mio padre che arriva  - ne parlerò dopo con tuo padre - dice per poi avvicinarsi al re a al console Tedesco.

La cena è stata servita da poco , dopo che sono arrivati mio padre e il console è arrivato anche Nathan seguito da Luke. Mio padre e mio fratello maggiore si sono comportati come se oggi non fosse successo nulla , ridono e scherzano a ogni battuta del console. Battute che non fanno ridere.   Tutto questo mi fa infuriare , non sopporto come mio padre abbia cambiato il suo umore, prima freddo e distaccato poi diventa il miglior padre del mondo. Sono seduta di fronte a mio padre e accanto a me ho Nathan e Luke , Mattew è immobile posizionato vicino a una finestra e molte volte mi ritrovo a guardarlo per ignorare , di proposito , quello che stanno dicendo al tavolo.  Avvolto nella sua divisa , quella con cui si è presentato questa mattina , sembra quasi una spia. Una bella spia.
Nathan mi da una leggera gomitata per attirare la mia attenzione , volto lo sguardo verso di lui - che ti prende ? - chiede guardandomi confuso.
-Cosa ?
-Che ti prende , è tutta la sera che ti comporti in modo strano - mi sussurra per non attirare la mia attenzione. Lancio uno sguardo al console , non si è accorto di noi , sta elencando i motivo per cui non ama molto i viaggi in Africa.
-Che mi prende? Che prende a voi , vi comportate come se tutto quello che è successo questa mattina non sia mai accaduto .
-Charlotte papà vuole solo tenerti al sicuro - dice solo, sembra che abbia ignorato la mia piccola sfuriata di qualche istante fa.
-E sei davvero sicuro che non facendomi uscire da palazzo e impedendomi di vedere Jane sia il modo giusto per tenermi al sicuro ? -domando per poi voltami senza guardarlo, guardo dritto davanti a me per ignorare i suoi movimenti.
-Charlotte secondo te un giorno viaggerò come fate tu e Nahtan ? - sento la voce di Luke attirare la mia attenzione , mi volto verso di lui , tiene un pezzo di pane in una mano e mi guarda innocente.
-Ma certo Luke , fra qualche anno andrai tu in viaggio con papà.
Alle mie parole il suo volto si illumina- davvero? - annuisco per confermare e lui torna a mangiare il suo pane.
Alzo lo sguardo per osservare la cena, il console sta gradendo tutto quello che hanno portato e mio padre si sta dimostrando molto bravo a fingere che gli interessi tutto quello che gli dice il console, mia madre è sempre elegante e composta, a volte mi chiedo se io ho preso qualcosa da lei. Io non sono mai stata all’altezza del mio nome, lei invece si è sempre dimostrata all’altezza, sempre pronta e disponibile con tutti , ha un cuore d’oro ed è per questo che la amano tutti. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Tiro un sospiro di sollievo quando entro in camera mia - finalmente - mi butto di peso sul letto - non ne potevo più. 
-Be te la sei cavata bene - dice Mattew chiudendo la porta della camera. 
Mi tiro su con i gomiti per vederlo meglio - stai scherzando vero ? - domando - non ho praticamente parlato e cercavo di evitare ogni conversazione. 
-ma non è andata così male - ribadisce sedendosi sul letto accanto a me.
Non rispondo e torno a distendermi sul letto e fisso il soffitto - non mi sembra che come primo giorno sia andato così male , non trovi ? - la voce di Mattew interrompe il silenzio che si era creato.
-Tralasciando che non posso più uscire da palazzo e non posso più vedere la mia migliore amica - ci guardiamo e ridiamo - si non è andata poi così male. 
-Be c'è sempre un margine di miglioramento - afferma ridendo - domani andrà meglio. 
-Si , anche perchè non può impedirmi molto altro ancora - dico per ribadire che più di così mio padre non può fare. 
-Dovrei ... andare a letto adesso - lo informo guardandolo. 
-Certo - si alza dal letto e si liscia la giacca - adesso vado - si avvicina alla porta poi si volta - allora come primo giorno sono andato bene ? 
-Certo - mi affretto a rispondere - sei stato bravo - lo rassicuro , vedo il suo volto rasserenarsi e sorridere sincero . Poi apre la porta e la attraversa - em ... Mattew - lo richiamo incerta. 
Lui si blocca e si volta di scatto - si ? 
-Em .... - mi schiarisco la voce che esce incerta - mi dai una mano con il vestito ? - chiedo imbarazzata - non ... non riesco a slacciare la lampo ... da sola . 
-C... certo - anche lui è imbarazzato ,è strano come l'atmosfera tra noi cambi così radicalmente . Si avvicina a passo incerto mentre io mi volto , lo sento appoggiare le sue mani sul mio vestito e con una tirare la lampo aprendola , il mio battito accelera e devo lottare contro tutta me stessa per mostrarmi calma e rilassata. 
-Fatto 
Mi volto tenendomi il vestito con una mano sulla spalla e l'altra sul corpetto - grazie - abbozzo un sorriso , lui si passa le mani sui pantaloni poi si avvicina all'uscita. 
-Allora ci vediamo domani , ciao - chiude la porta senza che io possa rispondere. 
-Ciao - sussurro in un misto tra delusione e tristezza. Perché ? mi domando è la mia guardia del corpo non dovrebbe interessarmi. Giusto ?

Il mattino dopo mi sveglio perchè la luce del sole entra nella mia stanza dalle tende illuminando tutta la camera. Mi metto a sedere controvoglia e mi passo una mano sulla faccia . Sono ancora un po addormentata e qualcuno decide di bussare alla porta costringendomi ad alzarmi. Do un'occhiata all'ora e la sveglia segna le sette del mattino . Chi può essere ? Di sicuro non Melissa , sa che non deve svegliarmi perchè di solito lo faccio da sola ,e siccome non posso uscire a correre ho deciso di dormire di più. Chi bussa alla porta è deciso a non mollare perchè adesso è più insistente - arrivo - dico alzandomi seccata . Mi avvicino alla porta e mi preparo a sbraitare contro qualche cameriere che mi ha svegliata ma appena apro la porta vedo Mattew intento a bussare ancora -ah vedo che sei sveglia - afferma superandomi ed entrando in camera mia. Io lo seguo con lo sguardo aggrottando la fronte per il suo comportamento. 
-Che cosa ci fai qui a quest'ora ? - domando ancora un po assonnata mentre chiudo la porta. 
-Be sono qui per andare a correre - dice ovvio , effettivamente non ho notato il suo abbigliamento : una maglietta grigia e un paio di pantaloni della tuta. 
-Correre a quest'ora ? - perchè adesso l'idea di correre alle sette del mattino mi sembra la cosa più difficile fa fare? 
-Si , Melissa e Tomas mi hanno detto che di solito al mattino vai a correre a quest'ora e non voglio farti perdere il vizio , e dato che ieri abbiamo corso nel labirinto ho pensato che potevamo farlo li - spiega, ma vedendo che io non rispondo si affretta ad aggiungere - a correre , andiamo li a correre. 
Annuisco con la testa e abbozzo un sorriso - è una bella idea ma possiamo andarci dopo , io ho ancora bisogno di dormire - afferma sdraiandomi a letto. 
-Cosa ? 
-Ho bisogno di dormire - dico assonnata con la faccia sul cuscino.
-E dopo quando ? Dopo devi aiutare tuo padre con il lavoro
-Cosa ? - alzo la testa di scatto e mi metto a sedere in un modo poco principesco - cosa devo fare io ? - tutto il sonno che avevo è sparito all'istante. 
-Devo aiutare tuo padre con il lavoro , è lui che lo ha deciso. Li da lui gli ordini. 
-Si lo so - rispondo con amarezza ricordando il girono prima. 
-Quindi che vuoi fare ? correre o dormire ? - si dondola leggermente sul piedi mentre aspetta una mia risposta. 
Sospiro rassegnata - mi hai fatto passare il sonno - lo accuso alzandomi - due minuto e sono pronta - lo informo andando verso il bagno . Mi blocco sulla porta e mi volto verso di lui - puoi sederti se vuoi - rido divertita del suo imbarazzo. 

Due minuti dopo esco dal bagno pronta per correre, trovo Mattew sdraiato sul letto con un braccio spora gli occhi per coprirli. Mi avvicino senza fare rumore e mi appoggio piano al letto con i gomiti che sostiene la testa . Sorrido a vederlo così - dormi ? - domando facendolo sussultare. 
-il sole da fastidio se vuoi dormire - mi informa senza muoversi. 
-Lo so . - mi metto in ginocchio su letto per guardarlo dall'alto - allora ti alzi o no ? Non sei venuto per farmi andare a correre ?
Mattew sospira - sai il tuo letto è comodo - mi informa ignorando le mie domande.
-Lo so che è comodo. Ma devi alzarti - lo rimprovero , gli prendo un braccio e lo tiro per farlo alzare - dai muoviti pigione - Mattew si mette a ridere e mi guarda in un modo strano , come se pensasse di voler fare qualcosa ma non poterlo fare. Questa volta è Mattew che mi tira per il braccio , perchè cambia radicalmente espressione e torna serena - dai a chi arriva prima ? - mi stuzzica. 
-Certo , poi lo dici tu al re che qualcuno corre per i corridoi ? - replico uscendo con lui dalla porta. Fuori continuiamo a parlare quando vedo mia madre la saluto - ciao mamma 
-Ciao tesoro - saluta dolcemente me e con Mattew usa un cenno del capo - dove state andando ? - chiede curiosa. 
-A correre nel labirinto - rispondo per poi riprendere a camminare. 
-Nel labirinto ? Be ... va bene . Ma non è un po strano correre in un labirinto ? 
-Papà mi ha impedito di uscire ricordi ? 
-Prometto che gli parlerò - mi rassicura - ora andate pure. 

Ci avviciniamo verso l'entrata del labirinto quanto Mattew mi blocca - posso provare a guidare io oggi ? - domanda osservando le grandi pareti di siepe davanti a noi. 
-Cosa ? Non se ne parla nemmeno , ci farai perdere - asserisco sgonfiando tutte sue aspettative .
-Ma se sei così brava ad orientarti saprai come farci uscire - mi stuzzica con un sorrisetto. 
Sorrido a mia volta - facciamo così - comincio avvicinandomi - tu guidi in andata e in ritorno e se ti perdi puoi chiedere aiuto a me - ora sono io che lo stuzzico , gli do la possibilità di fare duro davanti a una ragazza, accetterà senza esitare. 
-Ci sto - Io lo avevo detto ! - ti guiderò io principessa - evidenzia l'appellativo solo perchè sa che odio quando mi chiamano così.
-Bene fai strada - lo provoco. 
Lui non perde tempo e si addentra nel labirinto , prende subito un ritmo di corsa che riesco a tenere anche se credo lo faccio solo perchè sa che è il mio limite e che se va più veloce io non resisto. Svolta parecchie volte senza esitare, anche se spesso prima di svoltare guarda nelle direzioni disponibili e poi ne sceglie una.
Dopo un po' inizia ad avere un passo incerto , prima di svoltare rallenta e poi riprende la corsa , spesso rallenta senza che se ne accorga ; io per non metterlo in difficoltà non lo affianco , probabilmente starà ripassando mentalmente la sequenza delle svolte per il ritorno. Decido di dargli una mano e chiedo di fermarmi - pensavo che saresti durata di più altezza - mi provoca divertito - con il mio passo non sei molto brava .
-Tanto lo so che andavi così piano per farmi un piacere - il sorriso spavaldo gli sparisce dalla faccia . Charlotte 1- Mattew 0.
-Sei brava lo riconosco - ammette guardandosi intorno. 
-Riesci a orientarti ? - indago .
-Certo non è poi così facile - dice sicuro, intravedo però incertezza dei suoi occhi. 
-Bene , perchè io ci ho mesi anni per orientarmi. Ma se a te servono solo due volte tanto di cappello - mi diverto a provocarlo così. Il suo ego è troppo grande per chiedermi aiuto , così io mi diverto. Lo so , lo so sono cattiva , ma gia immagino quando preso dalla disperazione mi chiederà aiuto
-Alloca cosa facciamo , continuiamo o torniamo ? 
Potei dirgli che voglio continuare , ma sarei molto cattiva - meglio tornare , così mi preparo per il lavoro di oggi.
Lui annuisce e riprende la strada di qualche minuto fa , ora il bello sarà vedere se si ricorderà tutte le svolte. Ne abbiamo fatte quindici , di cui sette a destra e otto a sinistra. Sto dietro di lui di due passi per non leggergli pressione e farlo concentrare meglio , ma dopo cinque svolte si ferma. 
-Tutto bene ? - chiedo come se nulla fosse. 
-Certo , ovvio - risponde fingendosi sicuro - di qua - indica la destra , ma noi dovevamo andare a sinistra . 
-Sicuro ? - provo ad aiutarlo , in fondo non sono così cattiva dai
-Si certo - questo ragazzo è un caso disperato . 
Senza dire nulla lo seguo , sapendo gia che molto presto dovrò prendere il comando , d'ora in avanti nella sua mente ci sarà solo una gran confusione e basta. Una volta che perdi l'orientamento sei finito. 
Dopo dieci svolte si ferma confuso - tutto bene ? - domando innocente. 
-Certo , manca poco - prova a rassicurarmi , ma io sono tranquillissima, probabilmente voleva rassicurare se stesso. 
Inizia a farmi pena - hai bisogno di una mano ? - provo a chiedere. 
-No non preoccuparti , ho tutto sotto controllo .
-Certo - sussurro. Per fortuna lui non mi sente e indica una svolta da seguire , e ancora una volta io provo ad aiutarlo - sei sicuro che dobbiamo andare da quella parte ? - se seguiamo sulla direzione andiamo verso il centro , perchè per adesso ci siamo tenuti vicino al perimetro. 
Mattew non sente ragioni e svolta sicuro di se , sono costretta a seguirlo non posso lasciarlo qua dentro, sopratutto se si è perso. 
Dopo altre cinque svolte decido di prendere in mano la situazione - ok adesso ci penso io.
-No ho tutto sotto controllo - dice meccanico , lo ha detto anche cinque svolte fa , e a tutte quelle prima. 
-No Mattew non hai la situazione sotto controllo ti sei perso quindici svolte fa , e senza offesa ma nemmeno i miei piccoli tentativi di aiuto ti hanno fatto cambiare strada. 
-Aiuto ? - dice offre - io so perfettamente dove siamo , ancora qualche svolta e saremo uscirti . 
-No perchè se svolti a sinistra troverai il centro del labirinto - indico il posto dove ci siamo fermati ieri - guarda che se ammetti di esserti perso il tuo ego non ne risentirà . Promesso . E ti prometto che non lo saprà nessuno al di fuori di noi due - lo rassicuro portando le mani al petto.
Mattew prova a replicare ma chiude subito la bocca rassegnato - fai strada .

In poco tempo usciamo dal labirinto - ma come diavolo hai fatto ? 
-Anni di tentativi - dico andando verso camera mia.
-Si ma tu ci hai messo poco tempo a uscire e io mi sono perso - non di vuole rassegnare al fatto che l'ho salvato . 
Quando raggiungo camera mia lo blocco - ascolta te l'ho detto , ci ho messo anni ad imparare a come orientarmi nel labirinto. Non devi arrabbiarti se non ci sei riuscito subito , anzi all'inizio eri stato anche bravo perchè per tutto il tempo non ti sei avvicinato al centro e sei stato sul perimetro ma poi quando hai sbagliato strada sei andato in confusione - spiego - è normale , ora non pensarci più. Faccio una doccia veloce e poi andiamo da mio padre. 
Mi chiudo in camera e mi lavo velocemente e mi vesto con un vestito a fiori lungo fino al ginocchio e senza maniche. Mi sembra adatto a lavorare con mio padre, perchè secondo lui una principessa deve essere elegante e perfetta anche quando lavora. 
Esco da camera e trovo Mattew gia pronto e vestito per seguirmi - Ora mi spieghi tu come hai fatto 
-Di cosa parli ? 
-Io sono stata veloce , ma tu sei stato un razzo a cambiarti - gli dico guadando un risata da parte sua. 
-Forza andiamo. 

Attraversiamo il corridoio dove solo ieri lo attraversavo con rabbia e odio , mi avvicino alla porta dell'ufficio e busso. 
-Bussi ? - chiede Mattew 
-Si sono una persona educata. 
-Be ieri sei entrata due volte senza bussare ... - una guardia apre la porta impedendo a Mattew di continuare la frase. Entro dove tropo mio padre seduto alla sua scrivania di mogano piena di fogli e di fascicoli e Nathan in piedi intendo a mostrargli qualcosa. 
-Chrlotte eccoti - annuncia mio padre vedendomi entrare - non sarai ancora arrabbiata per ieri vero ? - domanda.
-No -fingo - non papà lo fai solo per il mio bene - dico mantenendomi più calma possibile. Nathan non la beve , ma mio padre si e se lui ci crede allora va benissimo. Rifilo un'occhiataccia a mio fratello per farlo stare zitto. 
-La mia guardia del copro mi ha detto che oggi avrei iniziato ad aiutarti con il lavoro - dico vedendo che mio padre cerca qualcosa tra la pila di fascicoli sulla sua scrivania. 
-Certo , ho gia qualcosa da farti fare - dice senza smettere di cercare - è una cosa semplice per questi giorni , e se vai bene posso darti cose più complesse di cui occuparmi - spiega , quando ha finalmente trovato quello che cercava si illumina - ecco qui tieni - mi passa il fascicolo , una cartellina verde che prendo in mano - troverai nomi di associazioni che devono essere esaminate , quelle simili andranno unite ad altre e quelle inutili andranno soppresse. Tutto chiaro ? - chiede guardandomi. 
-Certo - fingo un sorriso e mi mostro pronta a lavorare - tutto chiaro. 
-Bene vai pure all'ufficio qui vicino , se hai bisogno puoi chiedere a Naomi di darti una mano per qualche chiarimento - mi spiega - buon lavoro tesoro. -mi saluta esortandomi ad uscire. 
Sorrido ed esco seguita da Mattew - qualcosa mi dice che non ti aspettavi un lavoro del genere - deduce dal fatto che mi sono fermata davanti all'ufficio appena la porta si è chiusa. 
Sono un po stupita , credevo mi avrebbe spiegato come lavorano lui e Nathan o che mi avrebbe detto solo di guardare , ma quello che mi ha assegnato viene dato ai tirocinanti i primi giorni di lavoro. 
-Andiamo abbiamo del lavoro da fare - dico solo avviandomi verso la stanza poco lontana da li , una piccola stanza dove ci sono due scrivanie , di cui una perennemente vuota perchè sarebbe quella di Nathan , la userò io . Appena entro saluto Naomi e mi siedo alla scrivania -bene , iniziamo- dico più a me stessa che ai presenti. Metto un paio di ciocca dietro le orecchie per non darmi fastidio e apro il fascicolo per dare un'occhiata al contenuto. 
-Io sarò qui dietro se hai bisogno - dice Mattew sistemandosi dietro di me a fare la guardia.
-Bene anche se non avrò bisogno di te - dico sicura esaminando le carte che ho in mano. 
Tutte dicono per filo e per segno che cosa rappresenta la loro associazione , ci sono quelle dei fabbri , degli orafi e così via. Molte non possono essere unite , e altre non possono essere soppresse perchè sono utili per il popolo. 
-Charlotte mi assento per un po' - mi informa Naomi. 
-Certo non ti preoccupare - la rassicuro tornando al mio lavoro. Quando la porta si chiude rimaniamo solo io e Mattew , non c'è nessuna guardia dato che ho la mia personale. 
-Come stai andando ? - chiede curioso.
-Be ... è un lavoro inutile - concludo - ognuna di queste associazioni non può essere unita ad un altra oppure non possono essere soppresse- spiego. 
-Be magari non hai controllato bene
-Certo che ho controllato bene - mi giro per vederlo in faccia,poi sospiro - non capisco perchè mi abbia affidato un lavoro del genere. 
-Sei agli inizi Charlotte non disperare - mi conforta la mia guardia del corpo.
-Hai ragione , dimostrerò a mio padre che posso fare anche il lavoro più semplice - dico ritrovando la la sicurezza e la determinazione. Mi rimetto subito al lavoro determinata a fare bene. 

Dopo pranzo e dopo altre due ore ho finito il mio lavoro , chiudo la cartellina soddisfatta e mi alzo dalla scrivania - hai finito ? - domanda Mattew.
-Si - dico orgogliosa - Naomi potresti dare un'occhiata al lavoro che ho fatto per favore ? - domando avvicinandomi alla sua scrivania.
-Ma certo - dice sorridente - lo faccio subito .
Dieci minuti dopo sono davanti alla porta dell'ufficio di mio padre intenta a bussare per mostrargli il lavoro finito, Naomi ha detto che ho fatto un ottimo lavoro e spero vivamente che lo pensi anche il re. Le guardie aprono la porta e io entro -Charlotte , hai gia finito ? -domanda mio padre cortese, nella stanza non vedo Nathan. 
-Si - gli dico consegnandogli il fascicolo - per sicurezza ho fatto controllare tutto a Naomi.
Lui prende il fascicolo verde e lo apre dando un'occhiata al lavoro - bene, nel caso posso chiedere a lei se non riesco a controllarlo . Sono contento Charlotte , per oggi hai finito te lo sei meritata . Domani ti assegnerò qualcosa d'altro - parla con un sorriso sulle labbra e io sorrido fiera di me. 
Lo saluto e mi avvio verso l'uscita proprio mentre Nathan entra con una scatola , lo saluto felice e proprio mentre le porte si chiudono lo sento dire - ecco ho portato le carte che riguardano i ribelli .
Le porte si chiudono completamente impedendomi di sentire altro.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


-Ribelli dici ? - Mattew cerca un conferma per quello che gli ho appena detto.
-Si ha detto di aver portato delle carte dei ribelli - ripeto - credo che ci fosse quello dentro la scatola che ha portato nell’ufficio mentre io uscivo- Mattew assume un’aria pensierosa . Dopo quello che ho sentito mi sono incuriosita e , una volta entrata in camera , gli ho riferito tutto. Mi sono cambiata mettendomi qualcosa di più comodo e mi sono seduta sul mio letto a gambe incrociate di fronte a Mattew , ora sto attendendo una risposta.
-Be … magari hai sentito male - dice tornando a guardarmi .
-No - scuoto la testa - sono sicura di quello che ho sentito. Parlavano dei ribelli , ma che io sappia non ci sono ribelli , giusto ? - chiedo per confermare le mie parole. Mattew, però , non risponde subito come mi aspettavo - ci sono dei ribelli ? - domando ancora.
Lui evita il mio sguardo ma risponde - questo lo dici tu - è evasivo ,troppo evasivo.
-Mattew dimmi la verità - mi alzo per raggiungerlo e mi posizione di fronte a lui - guardami - gli predo il volto con una mano e faccio in modo che mi guardi - ci sono ribelli nel regno ?
La risposta tarda ad arrivare e io cerco di concentrarmi su quello che potrebbe dire e ignorare il modo in cui mi sta guardando , con i suoi occhi azzurri , siamo molto vicini perchè sento il suo respiro unirsi con il mio.  -Mattew - lo richiamo per avere risposta ma lui non parla , mi fissa e basta.
 Per un attimo , uno solo , ho avuto la sensazione che si stesse avvicinando quanto basta per baciarmi ma invece si allontana e sfugge alla mia presa ma risponde - pochi , ma ci sono.

Rimango senza parole per qualche istante - credevo … credevo che i ribelli non ci fossero più dalla Guerra delle Guerre - dico quando riacquisto l’uso della parola.
-Infatti , ma con gli anni hanno creato dei gruppi all’insaputa del governo , ma tutto questo non dovrebbe interessarti - Mattew cerca di dissuadermi ma io sono convinta a volerne sapere di più.
-No , no si tratta del mio popolo e voglio sapere - affermo- ribelli - dico in un sussurro - com’è possibile che si siano nascosti? - chiedo incredula - I controlli nel regno sono molto severi , ma nessuno si è mai lamentato.
-Be …. con un po' di ingegno e di astuzia si può fare tutto - commenta Mattew , io mi sono seduta ma lui è ancora in piedi davanti a me - ascolta questa storia devi lasciarla stare , non è affar tutto Charlotte . Rischieresti solo di metterti in pericolo più di quanto tu già non lo sia. - dice ma si pente subito delle ultime parole.
-Cosa? Sono in pericolo ?
-Ignora le mie parole - dice frettoloso
-No - mi rialzo - ecco perchè la guardia del corpo , ecco perchè la sicurezza è aumentata , ecco perchè non posso uscire da palazzo , ed ecco perchè Jane non può venire -ragiono ad alta voce - tutto questo perchè sono in pericolo. Ma da cosa ?
-Dei ribelli - risponde alla mia domanda con un velocità che mi lascia interdetta , lo ha fatto senza esitare e mi guarda serio come non l’ho mia visto - ascolta - si avvicina di più - non cercare di sapere di più , ti basta sapere che sei al sicuro qui a palazzo. - mi posa le mani sulle braccia ma io le tolgo.
-No , no non è possibile , se si tratta di me ho diritto di sapere che sta succedendo - affermo altrettanto seria - e se non me lo dirai tu lo chiederò a mio padre - mi avvio verso l’uscita della stanza.
Matteo mi blocca all’istante passando una mano sui miei fianchi - va bene , mi arrendo - dice sconfitto - ti dirò quello che so , ma non lo devi dire a nessuno. Capito ?
-Tranquillo so mantenere i segreti - lo rassicuro. Ci sediamo entrambi sul letto Mattew ha un’espressione strana , come se non sapesse da dove iniziare.
-Dopo la Guerra delle Guerre il mondo ha dovuto rialzarsi e riformare nuovi governi , ma alcuni erano contrari sulle forme di governo che gli stati hanno scelto, alcuni hanno deciso di lasciare il paese e trasferirsi, ma altri hanno deciso di non dire nulla e accettare. Ma una parte di quelli che non volevano andarsene hanno finito per unirsi in gruppi di ribelli all’insaputa del governo.
-Non capisco - dico quando li fa una pausa - ma mio padre è molto amato com’è possibile che ci siano ribelli che non accettano il governo ?
-Il punto è che non è solo nel nostro regno che ci sono i ribelli . Si sta scoprendo che in tutta l’Europa si sono create situazioni simili. - fa una piccola pausa per permettermi di assimilare tutto quello che ha detto.
-E voi come le sapete queste cose ? -domando un po incerta.
-Spie , le abbiamo mandate all’interno dei gruppi di ribelli per avere informazioni - mi guarda con attenzione per aspettare che io reagisca. Resto in silenzio per un po' e vendendo che non faccio nulla riprende a parlare - ascolta , so che sembra un’idiozia ma è la verità.
-Come … come fate a sapere che vogliono arrivare a me ? -chiedo dopo un po'.
-I gruppi di ribelli decidono una singola persona da attaccare per ottenere l’attenzione del governo , e in Inghilterra hanno scelto te.
-Ma perchè io , mia madre è molto più amata ,e Nathan è l’erede . - tento di dare un senso a tutto questo ma nella mia mente c’è solo una gran confusione.
-Questo non lo sappiamo , ma sappiamo che se esci di qui sarai in pericolo .
-Per quanto ? - domando quando torno a guardarlo - non crederai che io stia qui a palazzo per sempre vero ?
Mattew si stupisce delle mie parole - be … per tutto il tempo necessario - dice mentre mi alzo - ascolta …
-No ascolta tu - mi giro diretta verso di lui decisa a sfogarmi ma appena incontro i suoi occhi azzurri mi blocco e sospiro portandomi entrambe le mani sulla faccia - ho bisogno di stare da sola.
-Va bene allora esco - si alza .
-No - lo blocco - ho bisogno di pensare da sola ma non qui . Vado a fare una passeggiata nel labirinto - affermo con voce atona uscendo dalla camera , nella mia mente sentivo che diventava sempre più stretta facendomi mancare il respiro.
-Non puoi uscire …
-Fermo - lo blocco quando ormai sono sulla porta - devo pensare a quello che mi hai detto e non posso farlo se ci sei anche tu - vedendo dal suo sguardo che non intende mollare aggiungo - puoi seguirmi fino all’entrata ma non oltre.

Mi addentro per i lunghi corridoi di siepi che caratterizzano il labirinto , ci sono entrata da mezz’ora , lo so perché Mattew ha insistito per farmi mettere un orologio . Ha detto espressamente che avevo un’ora poi sarebbe entrato per cercarmi. Eppure ,se prima la sua presenza era diventata di conforto e di compagnia , ora mi da fastidio. Ora che so realmente il motivo per cui ho una guarda del corpo non mi piace più la sua presenza.
Mi avvicino al centro del labirinto ma subito cambio idea tornando tra le altre mura di foglie. Mi sento più sicura , più tranquilla , l’altezza dei muri mi permette di isolarmi da tutto per un po. I ribelli , i ribelli , quella parola mi rimbomba nella testa senza sosta; credevo che ormai non ci fossero più , e invece mi sbagliavo . Mi sbagliavo di grosso perchè voglio me , ma quello che non capisco è il perchè . Perché tra tutte le persone della mia famiglia hanno scelto proprio me , insomma si sono amata dal popolo ma mia madre o Nathan lo sono di più.
E’ tutto così strano ma ,anche se dentro di me spero sia solo un brutto sogno , so che è la verità.
Continuo a camminare per i corridoi costringendomi ad abbandonare quei pensieri per un po , poi senza accorgermene arrivo all’uscita dove vedo Mattew nervoso che mi viene in contro - stavo per venirti a cercare - mi dice affiancandomi.
-Sarebbe stato inutile , ti saresti solo perso - affermo senza un tono preciso .
-Charlotte - mi afferra per un braccio e mi fa fermare per voltami verso di lui - che ti prende ? - è preoccupato.
-Niente- dico sospirando - sto bene . - mento , mento spudoratamente e lui se né accorto ma non dice altro e mi lascia andare .

La settimana passa lenta e monotona, mio padre mi da lavoro semplici e un po inutili eppure io li svolgo senza obiettare e facendo del mio meglio , lui mi elogia per il mio ottimo lavoro e poi mi spedisce via senza accennare a quello che fa . Lui e Nathan ,però , rimangono sempre più chiusi in ufficio, escono solo per mangiare e vanno a dormire a tarda notte per poi ricominciare di buon ora con il lavoro. Io , invece , cerco di non far capire che so dei ribelli , faccio finta di stare bene agli occhi della servitù e della mia famiglia; mia madre un paio di volte si è accorta del mio umore non proprio alle stelle , ma io gli ho risposto che ero stanca.
Se prima parlavo con Mattew spesso , ora è diventata solo la mia ombra, a volte cerca di parlarmi ma io lo ignoro e sa cosa mi passa per la testa. Sono diventata silenziosa e poco attiva, non corro più come prima e se lo faccio impongo a Mattew di non seguirmi , credo anche che Melissa sospetti qualcosa ma non lo chiede . Ho partecipato a delle cene con qualche funzionario del regno o di altri regni in settimana , e come sempre , sono rimasta zitta e composta. In un certo senso mi sto comportando come dovrebbe essere una principessa, solo che non sorrido molto , o quasi più. Nella mia mente continuo a ripensare al discorso di Mattew di qualche giorno fa, non riesco a dimenticarlo e la cosa che mi da più fastidio è che non so perchè i ribelli vogliono proprio me.

E’ domenica e dopo aver pranzato con tutta la famiglia , come ogni domenica, mia madre mi ha spedito in camera mia per prepararmi al galà di questa sera. Melissa è entrata in camera mia con una grande borsa porta abito , lo ha trascinato fino alla mia cabina armadio sotto il mio sguardo curioso - cosa c’è lì dentro ? - domando.
-Non te lo dico - esce dalla cabina e la richiude . Si volta con un grande sorriso sul volto - allora , facciamo qualcosa per renderti regale.
Mi prende e mi spedisce a fare una doccia veloce - fai in fretta , ma prenditi del tempo perchè deve essere rilassante - dice prima di richiudere la porta , mi lascia un po stupita da come sta gestendo la situazione. Sono molto contenta per lei perchè so che mia madre vuole farle assumere un ruolo più importante per la gestione della famiglia reale. Esco dalla doccia e indosso l’accappatoio che Melissa mi ha lasciato . Quando rientro in camera vedo Melissa che tenta di sposare di peso Mattew , ma lui non accenna a spostarsi.
-Voglio sapere se sta bene - dice - sono la sua guardia del corpo .
-Io ti dico che sta bene- dice lei appoggiandosi completamente al suo braccio per spostarlo , la differenza di altezza tra di loro è abbastanza notevole perchè al gomito di Mattew arriva il mento di Melissa. Rido per la buffa scena conquistando l’attenzione di entrambi - ah sei pronta - Melissa si sposta da Mattew , si liscia il vestito nero e gli rivolge uno sguardo di fuoco - ora devi andartene , hai visto che sta bene . Esci!
Lui non la ascolta perchè mi guarda intensamente mettendomi in soggezione - Vado - esce dalla stanza e richiude la porta.
-Quel ragazzo è assurdo , ha preso il suo lavoro con serietà ma a volte è un po assillante non trovi ? - dice mentre si avvicina a me.
-Si … si … hai ragione- era da tanto che non mi guardava in quel modo , e mi è mancato , i suoi occhi azzurri che mi guardavano in modo così intenso avrei voluto che non finisse mai.
Mi siedo sulla sedia che mi indica Melissa e mi posiziono davanti alla specchiera ; davanti a me vedo una ragazza che non mi assomiglia per niente , capelli marroni le incorniciano il volto e duo occhi seguono con attenzione le mani di Melissa che armeggiano con sicurezza. Melissa si è sempre occupata del mio spetto nelle occasioni importanti , la aiutavo anche io ma oggi non me la sento di aiutare.
-Sai l’altro giorno ho rivisto mia madre - dice pettinando i capelli con fare esperto - voleva sapere se a Natale andrò a trovarla .
-Cosa le hai risposto ? - chiedo , ha richiamato la mia attenzione parlando di sua madre , mi ha sempre detto che si lamenta perchè lavora molto.
-Che non posso - dice guardando attraverso lo specchio - a Natale ci sarà la cena con tutte le potenze europee ricordi ?
-Certo - in realtà non me lo ricordavo , ma fingo di saperlo. In questi giorni non ho la testa.
-Vai a trovarla prima di Natale allora - le consiglio.
-E quando pensi che io possa andare ? - mi chiede retorica con una risata.
-Fra qualche settimana - le propongo - per quanto ne so io fra due settimane le cene e gli incontro diminuiranno , quindi non avresti molto lavoro di cui occuparti . Puoi prendere qualche giorno - le consiglio, voglio davvero che vada da sua madre.
-Charlotte ma io non posso assentarmi , come farai senza di me ?

-Mi arrangerò - dico voltandomi verso di lei - Melissa devi andare , mi dici sempre che vuoi andare a trovarla e che lei vuole vederti. - la mia cameriera ci pensa un po su tornando al suo lavoro.
-Ci penso -dice.
-Ne parlerò con mia madre per chiederle se va bene , vedrai non dirà di no - la rassicuro.
Dopo i capelli passa al trucco , non mi trucca molto , fa qualcosa di leggere per farmi sembrare più naturale possibile. Sa che non amo il trucco, ma sa fare qualcosa di bello anche con poche cose.
Mi guardo allo specchio per esaminare il risultato - Melissa hai fatto un ottimo lavoro - la elogio voltandomi verso di lei.
-Grazie - dice arrossendo leggermente - ma manca ancora il tocco finale - sorride a trentadue denti - tutti guarderanno te questa sera - la sua voce eccitata si allontana da me per andare alla cabina armadio - nessuno ti toglierà gli occhi di dosso . Sai , credo che questa volte mi sono superata con le sarte.
-Davvero ? - dico stupita , non ama vantarsi ma quando lo fa mi diverte.
-Si - esce tracciando la borsa porta abito che appoggia sul letto - sei pronta ? - domanda eccitata.
-Pronta - dico curiosa come non mai , questo vantarsi del lavoro fatto mi fa capire che quello che indosserò sarà magnifico e non vedo l’ora di vederlo.
Melissa apre la cerniera del capri abito e la tira lentamente , una volta aperta tutta toglie con calma l’abito dall’involucro rivelando un rosso intenso . Solo il colore mi fa restare senza parole . Melissa tira fuori tutto il vestito , lo tiene per l’ometto e con l’altra mano tiene da sotto la gonna. 

-E’ bellissimo - dico sconvolta , in tutti questi anni non mi avevano mai fatto un abito così bello.
-Ci abbiamo lavorato un mese ma credimi ne è valsa la pena.
Mi aiuta a indossarlo , ed ora mi ritrovo davanti allo specchio della mia cabina armadio con indosso l’abito che Melissa e le mie sarte mi hanno confezionato. 

Sono senza parole , l’abito è di un rosso scuro tendente al bordeaux senza spalline , il corpetto davanti è molto semplice , la gonna dell’abito inizia sui fianchi e cade delicata verso il basso dando all’abito un senso di leggerezza. Dietro c’è un elaborato e preciso disegno in pizzo bordeaux che inizia nell’unione tra il corpetto e la gonna , andando verso l’alto il pizzo si divine in due creando in disegno in direzione delle spalle, il disegno sembra quasi voler uscire dall’abito per raggiungere le spalle; sulla gonna il disegno del pizzo cade leggero verso il fondo appoggiato al tulle creando una sola linea che inizia dai fianchi e si assottiglia sempre di più sul fondo.
-Non ho parole -dico orgogliosa del lavoro che hanno fatto , non le ho mai ringraziate abbastanza per il lavoro che fanno.
-Non devi dirle - dice semplicemente - siamo felici di lavorare per te e ci sembra giusto mostrartelo.
-Ma io non vi ho mai ringraziato abbastanza per tutto - dico sentendo le lacrime arrivare.
-Non c’è né bisogno Charlotte , non piangere o rovinerai tutto il lavoro che ho fatto - dice sorridendo, anche lei ha gli occhi lucidi e io respiro profondamente per evitare che le lacrime escano. Ci mettiamo entrambe a ridere .
Bussano alla porta e Melissa va ad apri dopo essersi ricomposta , lascia entrare mia madre mi saluta uscendo.
-Tesoro sei bellissima - dice portando le mani al petto.
-Grazie - mi volto verso lo specchio per ammirare l’abito- mamma posso chiederti una cosa? - domando subito.
-Certo .
-Melissa ha fatto un ottimo lavoro con le sarte e volevo fare in modo che fossero gratificate, tra un paio di settimane le serate diminuiranno credi che possiamo dargli del tempo libero? Melissa voleva andare a trovare sua madre , non la vede mai .
-Be possiamo fare qualcosa ma non puoi rimanere senza le persone del tuo staff - dice.
-Possiamo fare a turni , Melissa e poi una sarta fino a che tutte abbiano avuto almeno dei giorni liberi- propongo disperata , voglio che abbiamo modo di essere ripagate per tutto questo e il modo migliore che conosco è dagli del tempo libero.
-Be questa idea gia mia piace di più - dice sorridendo. 

Sorrido a mia volta , quando qualcuno bussa alla porta , si apre lasciando entrare Mattew - maestà - saluta mia madre - il re mi ha detto di venire prendere la principessa Charlotte.
-Certo , tuo padre vuole che tutto sia perfetto - dice sorridendo - io vado da mio marito, ci vediamo  dopo cara.- esce sempre elegante e richiude la porta .
Mattew posa finalmente lo sguardo su di me , il mio cuore accelera il suo battito in modo spaventoso . Si avvicina lentamente esaminato il mio abito , seguo i suoi movimenti dallo specchio mentre certo di stare calma.
-Sei bellissima - mi dice a bassa voce quando è vicino al mio orecchio. Dallo specchio lo vedo dietro di me , suoi occhi azzurri mi guardano inettamente facendomi perdere il respiro ogni volta che li incrocio con i miei.
-Grazie - dice in un sussurro facendomi arrossire.
Rimaniamo a fissarsi dallo specchio per qualche secondo , secondi mi sembrano ore , bellissime ore dove ho l’opportunità di osservare meglio l’intensità dell’azzurro nei suoi occhi.
-Dovremmo andare- dice con voce roca. Si allontana leggermente facendomi riprendere il respiro , non mi ero accorta di aver trattenuto.

Ci avviamo verso la grande sala dove si terrà il galà , per tutto il tragitto sento lo sguardo di Mattew sulla mia schiena. Quando arrivo alla sala mi annunciano e io entro, tutta la sala si volta verso di me, tutti i principi mi guardano e io sento che sarà una serata lunga , molto lunga. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


La sala in cui si svolge il galà è la più grande del palazzo , il soffitto è molto alto da cui pende un enorme lampadario di cristallo. Dalle finestre, che arrivano fino in alto , pendono grandi tende color crema , che sono legate a lato per far vedere il giardino al di fuori. Dalla parte opposta , dove non ci sono le finestre ma solo quadri , è stato preparato un lungo tavolo da buffet e in fondo alla sala , dalla parte opposta a dove mi trovo io si trova una piccola orchestra che suona.
Mi addentro nella sala consapevole di avere molti sguardi addosso , quando mi avvicino al tavolo per prendere da bere tutto riprende a com’era prima del mio arrivo. Un cameriere mi versa da bere e io lo ringrazio , poi mi volto verso la grande sala con in mano un bicchiere di champagne.
-Vostra altezza - mi giro verso la provenienza della voce - permettetemi di dirvi che siete incantevole questa sera - mi prende una mano e ci posa un delicato bacio.
-Grazie - dico imbarazzata.
-Probabilmente non mi conoscete - dice il ragazzo che si trova di fronte a me - sono Jampierre , principe erede del regno di Francia , doveva venire mio padre questa sera ma non è potuto essere presente per problemi di salute . - spiega con un accento francese davvero affascinante , è alto e magro ma si intuisce che , sotto quella giacca blu , ha dei muscoli ; i capelli sono biondi e gli occhi azzurri. E’ molto affascinante e sono sicura che Jane , se fosse qui , penderebbe dalle sue labbra.
-Spero stia bene - mi affretto a chiedere al principe .
-Certo - risponde Jampierre - solo l’influenza . Mio padre dice di essere forte e tutto d’un pezzo , ma se prende l’influenza la sua forza vacilla- spiega facendomi ridere.
-Spero che si riprenda al più presto allora, la Francia ha bisogno del suo re.
-Si , ma a me non dispiace fare qualcosa al posto suo , come essere qui stasera , è una fortuna che mio padre sia malato - dice con uno sguardo malizioso.
-Be , siete fortunati , oggi lo chef si è superato nei suoi dolci - affermo divertita allontanandomi e lascio Jampierre da solo a riflettere sulle mie parole. Sicuramente è molto bello , ma non è il mio tipo, i suoi occhi … i suoi occhi non sono nemmeno paragonabili a quelli di Mattew. Aspetta non devo pensarlo , no !
Mi addentro nella sala con il mio bicchiere in mano , ne bevo un sorso e mi guardo intorno.
-Altezza questa sera siete magnifica - mi volto e vedo il principe di Germania guardarmi con i suoi occhi nocciola .
-La ringrazio - dico , credo che se mi faranno ancora complimenti diventerò dello stesso colore del mio abito .
-Stavo cercando suo padre , per caso sa dirmi dove si trova ? -domanda cortese.
-No , sono appena arrivata , ma se prova a chiedere a un maggiordomo sicuramente saprà risponderle - rispondo altrettanto gentile. Lui mi ringrazia e si allontana, ha una trentina d’anni ed è sposata con una donna bionda dalla bellezza inconfondibile , suo moglie la si individua subito tra i presenti , abito argento e capelli biondi come il sole tutto unito alla sua altezza .

Per l’ora successiva non ho fatto altro che salutare e parlare con principi , consiglieri , molti di principi e mogli di re o mogli di consiglieri. E’ stato particolarmente noioso, ma mentre parlavo ho bevuto quattro bicchieri di champagne.
Ora sono seduta in uno dei tavolini messi negli angoli della sala per dare la possibilità alle persone di sedersi. Mi si avvicina un ragazzo e si siede accanto a me , lo riconosco , è il principe di Norvegia, ha la stessa età di Nathan , due anni in più di me e ci ha provato con me svariate volte; so che Jane ha scoperto che si è fidanzato , buon per lui , non mi è mai piaciuto con i suoi modi un po' rozzi e per niente principeschi.
-Salve  - mi saluta posando un braccio sul tavolo .
-Salve - cerco di essere cortese, insomma anche se non siamo mai stati educati tra di noi ora che so che non mi tormenterà più posso essere più tranquilla.
-State benissimo in rosso .
-Grazie - lo guardo di sottecchi per capire che intenzioni ha ma su suo volto non trovo nulla che possa farmi preoccupare.
-Noioso , vero ?
-Ci sono state serate più movimentate - rispondo al suo commento - ho saputo che vi siete fidanzato.

-Si , ci sposiamo fra due mesi .
-Sono contenta per voi , congratulazioni. - dico sempre cortese. Eppure non riesco a rilassarmi con  lui. Sei paranoica Charlotte , è fidanzato non ti farà nulla

Hai ragione , cioè ho ragione.
-Grazie, siete invitata , se volete venire.
-Bene - dico , ma poi ricordo che non posso uscire da palazzo- vedrò se potrò essere presente . - dico un po vaga .

-Be speriamo che possiate venire allora - dice sorridendo e guardandomi , guardandomi intensamente.
Mi alzo stirando la gonna del mio abito - vado a fare un giro , a dopo.- lo saluto cortese e mi avvio a una porta finestra lasciata aperta. Mi affaccio per prende aria, intanto sento una presenza avvicinarsi a me , non c’è bisogno di guardare perchè so già chi è : Mattew.
-Come va la serata ? - domanda guardando fisso davanti a se per non essere notato.
-Noiosa come al solito - guardo fuori e mi soffermo sulla luna che si vede nel cielo .
-Ti guardano tutti , il tuo abito è bellissimo .
-Grazie , ma non è opera mia .
-Stai bene ? Sei strana - domanda questa volta guardandomi.
Incontro il suo sguardo perchè mi sono voltata per guardarlo ma i suoi occhi sono carichi di preoccupazione - no … insomma non è che abbia molta voglia di stare qui. - dico mascherando i miei sentimenti, non sono dell’umore giusto per stare con così tante persone nella stessa stanza.
-Sei sicuro che gia giusto far entrare tutte queste persone a palazzo ? - ma la mia domanda è :“è giusto far entrare tutte queste persone a palazzo se fuori ci sono ribelli che mi vogliono ?”.
Mattew capisce dal mio sguardo e risponde - dobbiamo fare in modo che sembri tutto normale Charlotte , se i ribelli hanno dei sospetti che noi siamo a conoscenza della loro esistenza allora sei ancora più in pericolo.
Annuisco poco convinta e mi stacco dallo stipite a cui sono appoggiata per rientrare nella massa di gente.

Dopo qualche minuto sento una mano che viene a contatto con il mio braccio , rivolgo subito l’attenzione all’artefice incontrando due occhi azzurri e capelli biondi.
-Permettete altezza ? - domanda gentile Jampierre.
-Certo - prende il mio quinto bicchiere e lo posa su un vassoio dei camerieri , gli permetto di avvolgermi la vita con il suo braccio e con l’altro sostenere la mia mano , io gli poso l’altra sulla sua spalla e insieme ci uniamo agli alti mentre ballano.
Ma mano che la musica va avanti noi siamo sempre più vicini , sento la sua mano che inizia a muoversi lentamente sulla mia schiena, segna dei piccoli movimenti che probabilmente non vengono notati dalle altre persone. A quel contatto mi vengono i brividi e vedo , con la coda dell’occhio , gli angoli della sua bocca che si curvano verso l’alto.
Cambia la musica e diventa più lenta , quasi simile a un valzer - non mi capacito ancora come una ragazza bella come voi non abbia un uomo al suo fianco - sussurra seducente al mio orecchio.
Il movimento sulla mia schiena , le parole sussurrate al mio orecchio in quel modo , la musica lenta , i nostri copri vicini, sento che sto per andare a fuoco. Cerco di allontanarmi leggermente dalla sua presa ma lui non demorde e l’unica cosa che ottengo è quello di sfregare il mio corpo contro il suo.
Lo sento soffocare una risata - sono sicuro che hai una fila di pretendenti che aspettano lunga quando il Tour de france - dice alludendo alla grande corsa in bici che si praticava molti anni fa, è rimasta tuttora nota ma non viene più svolta.
La musica finisce e ci allontaniamo , io non vedevo l’ora ma lui lascia la mia schiena con riluttanza.
-Posso avere l’onore di ottenere un altro ballo insieme a voi ? - il suo sguardo seducente e sicuro di se mi fa agitare più di quanto non lo sia già.
-Scusate , ma ho bisogno di prendere una boccata d’aria - dico e senza aspettare una sua risposta  mi allontano .

Quando esco in giardino , l’aria mi inonda e io respiro tutto l’ossigeno possibile.
Passeggio lentamente , la festa è un po' noiosa come mi aspettavo , mentalmente di dico che devo resistere ancora un’ora poi posso andare a letto a dormire , anche perchè odio i tacchi.
Cammino fino ad affiancare il lato destro del labirinto ma non ci entro.
 Sento una mano passarmi attorno alla vita e circondarla completamente , la mano mi attira indietro fino ad entrare in contatto con il corpo di qualcuno. Credo di aver bevuto troppo champagne perchè a quel contatto non reagisco , anzi mi lascio cullare da quel contatto e sorrido appoggiando la testa sulla sua spalla.
-Sapevo che avresti ceduto - dice una voce seducente, la riconosco all’istante : è quella di Jampierre. Il mio corpo si irrigidisce all’istante , l’ossigeno sembra evaporare dal mio corpo lasciandomi in apnea più totale. Mi giro tra le sue braccia, gli poso le mani sul petto e cerco di  allontanarlo il più possibile da me.
-Io … non … - le parole mi muoiono in gola , le sue mani si muovono velocemente su tutta la mia schiena e stringendomi a lui. Sono nel panico, tutte le volte che stava per verificarsi una situazione del genere stavo sempre attenta a non farlo allontanare troppo per poter sgattaiolare via , ora sono intrappolata tra le sue braccia e non so cosa fare. Jampierre muove le mani su tutto il mio corpo e lascia piccoli baci sulla mia spalla.
In un attimo il contatto con lui sparisce , il freddo della notte mi avvolge lasciandomi allo spettacolo che si presenta davanti a me . Mattew ha preso Jampierre per un braccio e lo ha allontanato da me strattonandolo, gli da un pugno sul viso facendo barcollare il principe francese e cade a terra respirando affannosamente ma lanciando a Mattew uno sguardo di fuoco.
-Vieni - Mattew si avvicina e mi cinge le spalle - andiamo a letto.
Mi accompagna in camera mia e per tutto il tragitto non dice una parola. Io sono scioccata e frastornata , mi lascio guidare da lui perchè sento che posso fidarmi. Arrivati davanti alla mia stanza Mattew apre la porta e fa entrare prima me e dopo che è entrato anche lui la richiude.
Si avvicina a me , dalla sua espressione capisco che vorrebbe toccarmi per sapere come sto ma ci ripensa qualche volta e alla fine parla e basta - come ti senti ? - la sua voce è preoccupata , ma io sospiro e sento una lacrima attraversare la mia guancia per cadere fino a terra. Mattew mi raggiunge senza indugio e mi abbraccia - è tutto finito , tranquilla - sussurra piano mentre mi accarezza i capelli. Sento il bisogno di sedermi , anche se lì tra le sue braccia sto benissimo , non potrei chiedere di meglio. Mi siedo trascinando anche lui, io non piango ma sono ancora un po sconvolta.
-come ti senti ? - Mattew ritenta ancora , io alzo lo sguardo su di lui ignorando la sua domanda. Analizzo attentamente i suoi lineamenti , sono un misto tra dolcezza e decisione uniti all’azzurro dei suoi occhi , i più profondi che abbia mai visto. Alzo lentamente una mano e la poso sulla sua guancia , lui risponde al mio tocco chiudendo gli occhi . -Charlotte… - lo pronuncia quasi come un lamento , come se quello che stiamo facendo fosse proibito. Non dovrei farlo , non dovrei pensare a lui in quel modo , non dovrei pensare a come sarebbe baciarlo , a come sarebbe stare tra le sue braccia. Non dovrei farlo , eppure … non posso farne a meno.
Senza che me ne accorga ci siamo avvicinati , sento il suo respiro farsi più frequente , come il mio , e sento che è indeciso se andare avanti oppure no.
Decido di prendere io la decisione al suo posto e annullo la distanza che c’è tra noi, le mie labbra si posano sulle sue che all’inizio non corrisponde. Si lascia andare quando con entrambe le mani gli prendo il volto , lui mi prende subito i fianchi e li circonda con le sue braccia. Mi attira a se come se fossi l’unica cosa a cui aggrapparsi. Io faccio andare le mie mani sul suo collo e poi verso i suoi capelli. A quel gesto lui impazzisce e mi attira più vicina fino a salire sulle sue gambe. Il bacio è diventato passionale ma viene brutalmente interrotto da qualcuno che bussa alla porta facendoci tornare alla realtà. Ci stacchiamo riluttanti e col fiatone, la paura si impossessa di me e lancio uno sguardo spaventato a Mattew che mi fa segno di stare zitta.
-Altezza siete qui ? Vostra madre ha detto di avervi visto andare via - dice la voce dall’altra parte della porta.
Il mio battito accelera subito , il cuore potrebbe schizzarmi via dal petto e io potrei non accorgermene perchè sono troppo occupata ad essere spaventata. Mattew si avvicina al mio orecchio e sussurra - digli che va tutto bene , senza paura - mi sprona dolcemente.
Cerco di trovare le parole che sono scappare via per la seconda volta in una sera - si … sto … sto bene - credo di aver fatto capire che sono agitata.
-Va bene , buona notte altezza - risponde la voce ,probabilmente quella di una guardia , non si è accorta di nulla ma io trattengo il respiro fino a quando sento i tacchi delle sue scarpe rimbombano mentre scendono le scale .
Ci lasciamo andare riprendendo a respirare . Sento il suo sguardo su di me , ma lo evito. Delicatamente mi fa alzare e si posizione davanti a me , io tengo lo sguardo fisso a terra come se ad un tratto ci fosse la cosa più interessante del mondo - è meglio che vai a dormire - dice con un tono diviso tra dolce e imbarazzo. Ecco cosa c’è tra noi in questo momento : imbarazzo, imbarazzo per quello che abbiamo fatto , che entrambi volevamo fare ma nessuno dei due vuole ammettere. Annuisco sempre con lo sguardo verso terra. Vedo i suoi piedi voltarsi , avvicinarsi alla porta e fermarsi - buona notte Charlotte - dice dolcemente e pronunciando il mio nome nel mio più bello che avessi mai sentito.
Richiude la porta lasciandomi in mezzo alla stanza sola confusa.
Pigramente vado in bagno e mi tolgo l’abito posandolo delicatamente su una sedia senza rovinarlo, cerco il mio pigiama ma non lo trovo , così opto per una maglietta e mi sdraio sul letto.
Guardo il soffitto in cerca di sonno , ma l’unica cosa a cui riesco a pensare è : cosa ho fatto ?

La mattina dopo mi sveglio lentamene , senza nessun rumore o senza nessuna luce fastidiosa. Il risveglio perfetto , tranne per il fatto che gli eventi della sera prima mi inondano come uno tzunami.
Il galà , Jampierre , Mattew … Mattew , il  bacio , il ricordo  delle sue mani sul mio corpo e della sua presa forte e sicura mi fanno venire i brividi , brividi di piacere . Decido di ributtarmi sul letto, se rimango a letto tutto il tempo magri riesco a non dover affrontare tutto , no ?
Qualcuno bussa alla porta , si apre lentamente lasciando Mattew, io mi metto a sedere esaminato la sua figura , la esamino attentamente , non ha lo smoking come ieri sera ma ai miei occhi appare come il più bello anche sono con una semplice giacca e un paio di jeans.
-Buongiorno - mi saluta con un lieve imbarazzo stando vicino alla porta.
-Buongiorno - lo saluto altrettanto in imbarazzo . E’ troppo tardi per rimettersi a dormire vero ?
-Speravo di trovarti sveglia devi andare da tuo padre dopo colazione , vuole parlarti. - afferma serio , mi spaventa un po il suo tono . Non gli avrà detto di ieri sera vero ? No , no , non può averlo fatto , andrei in una marea di guai , e anche lui.
-Okey - rispondo scostando il lenzuolo per alzarmi dal letto. Mi avvicino a lui con passo incerto.
-Per ieri - diciamo all’unisono , io faccio una piccola risata d’imbarazzo ma lui serra la bocca e la fa diventare una linea sottile, i suoi occhi corrono su tutta la mia figura e sono ora mi ricordo di indossare sono una maglietta, solo una maglietta.
Divento rossa come un peperone e farfuglio parole a caso - io …. em …  e … cioè …. ecco …. - poi quando raggiungo il picco dell’imbarazzo mi dirigo in bagno chiudendomi dentro . Solo quando sento la porta della camera chiudersi riprendo a respirare e mi trascino a terra.

Quando sono pronta esco dal bagno e trovo Melissa intenta a sistemare la colazione su un piccolo tavolino vicino alla finestra - ciao - mi saluta cercando di essere felice , ma il suo sguardo mi dice che sa cosa è successo ieri sera.
-Ciao - la saluto facendo finta di niente - come mai oggi faccio colazione qui?
-Sono tutti impegnati a salutare gli invitati di ieri sera , e tua madre ha pensato di farti fare colazione in camera - spiega prendendo il vassoio dove prima c’erano le cose che ha sistemati sul tavolino.
-Ah .. va bene - dico con poca convinzione. Melissa mi saluta ed esce dalla camera in silenzio.
Mentre mi siedo per mangiare capisco di non avere molta fame in realtà, prendo una brioche ma la rigiro tra le mani senza mangiarla.
-Mangia - dice una voce alle mie spalle. Faccio un piccolo salto sulla sedia per lo spavento , Mattew si posiziona davanti a me , è entrato dalla finestra non mi ero nemmeno accorta che fosse aperta. - Devi mangiare Charlotte- mi ripete guardandomi.
-Io.. non ho fame - rispondo posando la brioche e scuotendo la testa, tutto questo senza guardarlo negli occhi.
-Charlotte … - comincia sotto voce ma viene interrotto da una guarda che bussa, apre di poco la porta e chiede se posso andare da mio padre . Matteo stringe le labbra fino a farle diventare una linea sottile. Io mi alzo seguendo le parole delle dalla guardia, sento Mattew dietro di me.
No ho ancora guardato in faccia Mattew da ieri sera…. ieri sera … Non non pensarci adesso!
Attraverso il corridoio a passo spedito e quando le guardie mi vedono arrivare aprono la porta da sole , senza che io dica nulla. Entro in ufficio , trovo mio padre seduto alla sua scrivania che parla con Nathan , quando mi vedono arrivare si zittiscono . Poi , seduto su una poltrona davanti alla scrivania , vedo Jampierre che si tiene una mano sul suo livido vicino all’occhio sinistro. Mi blocco all’istante , perchè è qui ?

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Jampierre mi rivolge uno sguardo di fuoco quando mi vede entrare ma  io cerco di ignorarlo e di avvicinarmi a mio padre il più possibile , o a chiunque sia in gradi di dare pugni.
-Charlotte , tesoro come stai oggi ? - mi domanda mio padre rivolgendomi tutta la sua attenzione, non ha fogli sparsi per la scrivania , non tiene niente in mano , anzi le tiene unite davanti a se.
-Em .. meglio credo - rispondo titubante , credo che si parlerà di quello che è successo ieri sera con Jampierre.
Mio padre incassa le mie parole e annuisce - questa mattina di buon ora il signor Gordin mi ha riferito che ieri sera il principe Jampierre ti ha importunato , è vero ? - mi chiede andando dritto al punto , mi guarda con i suoi occhi per sapere se dico la verità.
-Si - rispondo solo , non ci sono altre parole da aggiungere , e tutta questa storia vorrei solo lasciarmela alle spalle, ma Mattew non è della mia stessa idea.
-Bene - dice serio , poi rivolge uno sguardo di fuoco a Jampierre , dietro di me - ha sentito principe ? - chiede in modo glaciale.
-Resta ancora il fatto che una sua guardia mi ha picchiato ! - dice alzando la voce , al solo pensiero che ieri sera il suo accento mi piaceva … mi si rivolta lo stomaco.
Mio padre alza le sopracciglia fingendosi sorpreso ma poi ritorna freddo e glaciale - non si rivolga a me in questo modo principe . Signor Gordin mi può spiegare cortesemente come mai il principe Jampierre ha un occhio nero ?
-Certo Sua Maestà - risponde serio Mattew , mi volto per guardarlo, è composto e si trova a pochi passi da me - il principe importunava la principessa Charlotte , e io come sua guardia del corpo , l’ho difesa - mentre parla alza lo sguardo su di me per qualche istante , poi torna a rivolgersi a mio padre.
Mio padre annuisce ancora , si rivolge al principe francese - ha sentito ? Il suo volo parte fra un’ora è meglio sbrigarsi se non vuole scomodare suo padre . - a quelle parole Jampierre alza la testa di scatto - inoltre chiamerò immediatamente il re di Francia per informarlo dell’accaduto. Può andare adesso. - mio padre e Jampierre si fissano a lungo , poi Jampierre si alza e mentre esce mi guarda furioso .

La porta dell’ufficio si chiude e io riprendo a respirare , ultimamente tendo a trattenere sempre il respiro.
-Non preoccuparti Charlotte non ti darà più fastidio - mi rassicura la voce di mio padre.
-Grazie - dico sincera, questa volta lo ringrazio davvero , devo ringraziare anche Mattew , io probabilmente non avrei detto nulla su tutto questo. 

-Signor Gordin - a sentire il suo nome Mattew raggiunge subito la scrivania di mio padre , mi affianca e gonfia il petto , probabilmente ha capito che ora gli spetta la ramanzina perchè ha picchiato un’autorità straniera. - ben fatto! - dice invece il re , tutti nella stanza rimaniamo senza parole. Mio padre non ha mai fatto complimenti a nessuno che abbia mai picchiato qualcuno.
Io , Nathan e Mattew sgraniamo gli occhi - ha fatto un ottimo lavoro , è per questo che l’ho  assunta .- l’orgoglio nella voce di mio padre mi fa capire che è fiero della sua decisione.
Tiro un sospiro di sollievo per Mattew , e anche lui si rilassa e sorride.
-Dovere signore.
-Ora potete andare , oggi giornata libera - dice mio padre sorridendo , tento di protestare ma lui mi spedisce fuori. Una giornata senza lavoro .

Usciti dall’ufficio ci avviamo verso una meta non ben precisa - grazie - dico rompendo il silenzio, alzo lo sguardo su di lui incontrando i suoi occhi.
-E’ stato un dovere - risponde soltanto.
-No- lo afferro per un braccio e lo faccio fermare - io probabilmente non avrei fatto nulla , per cui grazie di aver fatto - dico sincera. L’atmosfera tra noi assume una sfumatura particolare perchè si fissiamo meglio occhi per alcuni istanti , istanti che sembrano minuti.
Il silenzio viene interrotto dal mio stomaco che fa un rumore poco principesco - qualcuno ha fame ? - domanda ironico Mattew - dai andiamo a mangiare qualcosa .
Ridendo ci avviamo verso le cucine per mangiare qualcosa, nel tragitto incontriamo mia madre intenta a sistemare dei fiori.
-E se li sposti leggermente a sinistra ? - sta dicendo con la testa inclinata e le mani sui fianchi.
-Certo altezza - un cameriere la sta aiutando e io decido di dargli una mano .
-Ciao mamma ! - mi avvicino sorridente con Mattew al seguito.
Mia madre si volta e mi rivolge un grande sorriso - ciao tesoro , Mattew. Come stai oggi ? - domanda premurosa accarezzando i miei capelli.
-Sto bene , grazie - rispondo scoccando un’occhiata a quel povero cameriere - senti da che parte arrivano quei fiori ?
-Oh li ha portati il principe di Danimarca , un gesto molto bello se non fosse che non so dove metterli - spiega assumendo un’aria pensierosa.
-Secondo me vanno bene li - vedo il volto del cameriere assumere un’aria speranzosa di poter andarsene.
-Dici ? E se li spostassimo leggermente …
-Mamma . Vanno bene - dico sorridendo.
-Oh , lo so che lo fai solo perchè sai che stresso i camerieri. - dice scoprendo le mie carte.
-Ei ! Come credi che faccia a essere così amata se non faccio qualcosa ? - entrambe finiamo per ridere. Mia madre congeda il cameriere e ci saluta per raggiungere Luke, io e Mattew raggiungiamo la cucina con la colonna sonora del mio stomaco che chiede cibo.

In cucina vengo accolta con un gran sorriso da parte di tutti , Melissa si avvicina sorridendo - com’è andata ? - chiede guardando me e Mattew.
-Cosa ? - domando colta alla sprovvista.
-Con tuo padre ? Per ieri sera !
-E’ andata bene Melissa - la rassicura Mattew.
Credo di essermi persa qualcosa
-
Ok , sono confusa - Melissa mi trascina a un tavolo di lavoro , che ora non è occupato da nessuno e tira fuori la colazione che mi aveva portato in camera , quella che io non ho mangiato.
-Sapevo che saresti tornata - spiega vedendo il mio sguardo.
-Tu si che mi conosci - detto questo comincio a mangiare qualsiasi cosa si trovi sul vassoio davanti a me sotto lo sguardo della mia fidata cameriera.
-Dov’è Mattew ? - quando ho alzato lo sguardo dal vassoio mi sono accorta che non c’era più.
-Tranquilla è andato da qualche parte , ha detto che tornava subito - mi rassicura Melissa.
-Sai , ieri sera l’ho trovato in corridoio furibondo - comincia a parlare attirando subito la mia attenzione - gli ho chiesto il motivo e mi ha spiegato tutto.
-Tutto ? - domando preoccupata , non può avergli detto del bacio .
-Tutto . Mi ha detto tutto quello che è successo con il principe francese , mi dispiace tanto Charlotte - io tiro un immaginario sospiro di sollievo e lei si avvicina per confortarmi.
-Non preoccuparti è acqua passata. E poi ora so che Mattew non è male come guardia del corpo quindi non più nulla di cui preoccuparmi.
Continuiamo a parlare fino a quando non finisco la colazione , ho spazzolato tutto quanto e Melissa mi ha fatto i complimenti come se fossi una bambina.
Mattew arriva mi rivolge un bel sorriso - allora adesso che facciamo ?
Apro la bocca per dare istruzioni ma in realtà non so cosa fare- io non lo so - dico stupita.
-Corsa ? - domanda Mattew alzando un sopracciglio.
-Ho appena mangiato Mattew …
Lui mi blocca  - che c’è hai paura di perdere principessa ? - chiede con aria di sfida.
-No , ma  .. -la sua espressione fa capire che non intende mollare, inizia ad indietreggiare con uno sguardo furbo che si forma sula suo volto , dopo qualche passo scatta verso la porta della cucina lasciandomi ferma e impalata come uno stoccafisso. Mi volto verso Melissa , la quale come me , è rimasta scioccata, alza le spalle senza dire una parola.
Sospiro e mi butto all’inseguimento della mia guardia del corpo , attraverso i corridoi correndo, cosa che mio padre odia, e la cosa mi diverte. Da piccola lo facevo ma , crescendo , la tata me lo impediva sempre più frequentemente e così ho smesso.
Durante il tragitto vedo Nathan che porta una scatola con in cima qualche foglio, mi vede arrivare - non correre Charlotte - mi rimprovera . Rallento , solo per dargli la soddisfazione , e ci incontriamo a metà strada.
-Che fai ? - domando allegra , la colazione e la corsa mi hanno messo di buon umore.
-Aiuto papà - dice senza fermare la sua marcia- tu cosa fai ?
-Pensavo di andare a fare una corsa nel labirinto - rispondo seguendolo .
-Dov’è Mattew ? - si guarda un pochino intorno , il tutto senza fermarsi. Anche se si ferma non muore nessuno!
-E … è andato prima di me , ho perso la gara , mi starà aspettando al labirinto - confesso sotto il suo sguardo stupito.
Ride - lo sai che se papà lo …
-Scopre finirò nei guai ? - finisco la frase per lui , sono anni che me lo ripete ormai so quando fa il fratello maggiore.
-Io non ho visto niente - dice rivolgendo il suo sguardo verso la fine del corridoio .
Sorrido - ti voglio bene - dico mentre mi allontano e mi rimetto a correre. Sento la sua risposta arrivare debole, ma so che ha chiuso un occhio solo per quello che è successo ieri sera, altrimentii avrebbe già fatto la spia.

Quando arrivo all’entrata del labirinto Mattew sta osservando dei fiori li vicino.
-Sei lenta - commenta al mio arrivo.
-Ho incontrato Nathan nel corridoio - non voglio assolutamente giustificarmi per aver perso . No , assolutamente . - mi sono fermata a parlare.
-Ho capito , adesso ti va una corsa ? - mi chiede con i suoi occhi azzurri , dove io mi ci perdo , perdendo anche l’uso della parola quindi annuisco convinta.
Ci mettiamo a correre , dopo che Mattew si è perso non ha più voluto guidare lui , seguo un percorso lungo , giro intorno al centro facendo il giro completo e poi , quando decido che è il caso di una pausa , mi fermo e mi siedo sulla panchina del centro del labirinto. Mattew mi imita sedendosi accanto a me . Nell’aria si sente solo il rumore dei nostri respiri che si calmano. Mattew è piegato con i gomiti sulle ginocchia , io sono con le braccia appoggiate dietro di me per sostenermi. Osservo la sua figura, la schiena si alza e si abbassa cercando di riavere un ritmo tranquillo e regolare , non abbiamo ancora parlato di quello che è successo ieri sera in camera mia.
Apro la bocca decisa ad affrontare l’argomento ma esce tutt’altro - pensavo fossi tu .. - dico tutto d’un fiato.
Matteo gira la testa di scatto verso di me e mi guarda da dietro la sua spalla con uno sguardo confuso.
Prendo un bel respiro - ieri … in giardino .. pensavo fossi tu . Se avessi saputo che era lui … non … io mi sarei allontanata subito. -spiego tenendo lo sguardo incastrato con il suo. Ho pensato di toglierlo ma sarebbe stato inutile, tanto vale che capisca che provo qualcosa per lui.
Mattew si tira su raddrizzando la schiena , mi guarda senza dire nulla.
-Hai .. hai capito cosa ti ho detto ? - chiedo sperando in una sua risposta , questa attesa mi sta uccidendo.
-Si …si ho capito - risponde subito , si mette a guarda davanti a se - ieri sera - comincia , e io so gia dove vuole andare a parare - il bacio …
Deglutisco nervosa . Va bene abbiamo capito che provo qualcosa per lui , ma adesso mi sto rendendo conto che mi importa sapere se lui prova lo stesso -Si ..- lo incito a continuare.
L’aria tra di noi è diventata all’improvviso carica di incertezza, da parte di entrambi nel parlare , e di nervosismo , credo solo da parte mia nel sapere la sua risposta.
-Perchè pensavi fossi tu ? - cambia totalmente argomento lasciando che l’ansia e il nervoso lascino posto a un grosso macigno che cade su di me.
-em …. perchè …. non lo so . -ammetto , questa volta sono io che mi piego sulle ginocchia - ho sentito un braccio che mi avvolgeva e ho solo pensato a te - confesso guardando il pavimento.
L’attesa di una sua risposta ritorna a puntarmi in faccia un mitra pronto a sparare in qualsiasi momento - io … - comincia ma poi si ferma subito .
Mi rialzo verso di lui e lo trovo nella stessa posizione di poco fa , gomiti sulle ginocchia , ma questa volta si tiene la testa fra le mani .
-So che credi che sia sbagliato - comincio cercando di dare una spiegazione per tutti e due .
-No - mi blocca rivolgendosi a me - tu non … Charlotte non dovresti … - prova a parlare , scuote la testa , mi allontana di poco ma io non ci sto e mi butto su di lui per baciarlo. I miei ormoni hanno deciso per entrambi , desideravo così tanto risentire le sue labbra, risentire il suo tocco …
Mattew non mi respinge e ricambia all’istante , mi prende fra le sue braccia , il bacio si fa passionale , e ogni minuto che passa l’intensità aumenta. Io passo le mani sul suo petto e poi salgo verso le spalle e infine le infilo tra i capelli . Lui abbassa lentamente le sue mani sulla mia schiena provocando brividi su tutto il mio corpo , afferra i fianchi e mi fa mettere sulle sue ginocchia. Mi siedo a cavalcioni cercando di non interrompere il bacio. Mattew risale leggermente con una mano infilandosi sotto la maglietta , poi interrompe il bacio dedicandosi al mio collo . Mi lascia dei piccoli baci lungo tutto il collo per poi finire sulla spalla. Io mi abbandono completamente al suo tocco e lascio che il piacere mi invada come un’onda in balia di una tempesta.
Poi , decido di prendere il controllo e questa volta sono io che lo bacio sul collo, nell’incavo della spalla, vicino all’orecchio , lascio che le sue mani passino sotto la maglietta salendo piano piano.
Ci fermiamo per guardarci negli occhi , entrambi siamo eccitati e vorremmo continuare , quando poso le mani sulle sue guance mi blocca - Charlotte .
-Che c’è ? - chiedo mentre lascio un baci leggero vicino al suo orecchio .
Mattew perde leggermente il controllo ma lo riacquisisce subito - Charlotte , se continuano cosi si chiederanno dove siamo finiti.
Ha ragione .  Mi fermo e mi allontano controvoglia  - hai ragione - ho la voce un po delusa , ma anche il suo sguardo non è da meno.
Ci alziamo entrambi , poi mi prende per mano - non preoccuparti - mi accarezza una guancia con delicatezza- possiamo sempre continuare dopo - afferma malizioso , io sorriso per le sue parole.
 -Non ho voglia di correre - affermo incamminandomi verso le pareti di siepe.
-Allora camminiamo - dice semplicemente Mattew. 

 

Per tutto il tempo abbiamo parlato , riso e scherzato. E’ stato estremamente dolce e molto simpatico .
-Quindi fammi capire bene hai dato un calcio al re di Russia ? - domanda Mattew ridendo come un matto.
-Si - confermo ridendo a mia volta - avevo cinque anni , non avevo idea che quell’uomo fosse importante . Mi ha salutato in russo e io ho avuto paura.
-Charlotte ma ti ha solo salutato - dice tra le risate.
-Prova tu a cinque anni capire quando un uomo grande e grosso si abbassa verso di te per parlare in una lingua che non conosci - lo sfido diventando seria. - non è divertente , se fossi stato al posto mio avresti avuto la mia stessa reazione.
-Ok , ok scusa - dice baciando la mia fronte- solo una domanda , tuo padre che ha detto ?
-Ha chiesto scusa al re e gli ha spiegato che mi sono spaventata , poi il giorno dopo mi ha sgridata dicendo che non potevo andare in giro a dare calci a chiunque mi facesse paura - ricordo perfettamente la situazione. Il re Russo sembrava ancora più grande con il grande cappotto per proteggersi dal freddo . E poi da piccoli tutto sembra più grande.

Tra qualche altra risata usciamo dal labirinto, Mattew mi lascia la mano ma rimane al mio fianco, e continuiamo a parlare in modo tranquillo.
Nel corridoio vediamo arrivare Melissa - Charlotte ! - grida per attirare la mia attenzione.
-Melissa qualcosa non va ? - domando preoccupata.
-No , solo che ho trovato questo per terra . E di Nathan - mi consegna un foglio - volevo portarlo a lui ma non lo trovo , non trovo neppure il re.
-Strano , non preoccuparti ci penso io - la rassicuro.
-Grazie - dice mentre si allontana  - torno alle cucine.
Mentre Melissa si allontana io do un’occhiata al foglio che mi ha consegnato, elenca dei nomi con a fianco un numero .
-Cos’è ? - chiede Mattew avvicinandosi per guardare.
-Non lo so , ci sono nomi e dei numeri .
-Non sono numeri , sono graduatorie - spiega indicando i numeri - guarda 2, 4 , 6 sono graduatorie di importanza , più il numero è piccolo più è importante la persona.
-Importante ?
-Si , sono i nomi dei ribelli con le rispettive graduatorie . Qui il numero più piccolo è il due , e il più alto è quindici. Non è molto importante come informazione, ma è qualcosa. -dice pensieroso. Poi piega il foglio e lo mette in tasca - vai in camera tua io torno subito , vado a consegnare il foglio al re.
Si allontana senza dire una parola , io resto un attimo ferma nel corridoio a pensare al suo strano comportamento. E’ stato come se fosse il diretto interessato, o come se comunque la faccenda lo coinvolgesse.
Raggiungo la mia camera piena di domande ,domande a cui poi cercherò di dare risposta. 

 

Quando Mattew entra in camera mia io sto guardando il panorama dalla finestra , il giardino si estende fino a un punto molto piccolo della visuale. Il labirinto predomina sul resto , è il principale protagonista del panorama, dall’alto si riesce a vedere qualche corridoio e a seguire un percorso , ma poi ci si perde. Mattew mi raggiunge e mi abbraccia da dietro , appoggia la testa sulla mia spalla .
-Che fai ? - mi chiede sotto voce .
-Guardavo il giardino - rispondo , sento che lui inizia a darmi dei piccoli baci sulla mia spalla, interrompo il contatto voltandomi verso di lui - tutto bene ? - domando guardandolo.
-Si certo - risponde sicuro , una sicurezza che nei suoi occhi vacilla .
-Sicuro ? - riprovo , ho il sospetto che mi sita nascondendo qualcosa , ma forse sono paranoica.
-Certo , non preoccuparti - fa posare la mia testa sul suo petto dove mi accoccolo. Eppure sento che qualcosa non va.
-Ma ci hai messo un po per consegnare un foglio - dico cercando i suoi occhi.
Le mani che prima si muovevano sulla mia schiena si sono fermate , lui sembra indeciso su cosa rispondere - è che non riuscivo a trovare tuo padre , ma poi ci sono riuscito.
-E dov’erano ?
Mattew sembra non aspettarsi la mia domanda , l’ho loto di sorpresa - be , erano al centro di comando della sicurezza - dice quasi incerto - ma pensavo che erano nel suo ufficio.
Melissa ha detto che nel suo ufficio non li aveva trovati , vorrei dirglielo ma decido di stare zitta.  Mi costringo ad annuire lentamente e posare di nuovo la mia testa sul suo petto. Riprende i movimenti della schiena in modo tranquillo, quando io tranquilla non lo sono proprio.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Gli altri giorni della settimana passano tranquilli ,senza nessuna novità o qualcosa di interessante , la storia del principe francese è ormai acqua passata. Mio padre è tornato a darmi lavoro ogni giorno , Nathan come al solito lo aiuta e Luke passa molto tempo con la tata in giardino, mia madre ha iniziato a fare delle piccole uscite per incontrare il popolo . Con Mattew credo stia andando bene , vorrei che ci fosse Jane per sfogarmi e parlare con lei ma , così ho deciso di parlarne con Melissa . Quando le ho detto che lo avevo baciato ha strabuzzato gli occhi e ha iniziato a saltellare tutta eccitata dicendo - davvero ! Non ci credo , wow !!! .-  Adesso ogni volta che lo vede mi lancia sguardi maliziosi e trattiene piccole risate.
Ogni momento che passiamo da soli non perdiamo l’occasione di baciarci e di coccolarci , ma quando siamo vicino anche a solo una guardia siamo composti e ci comportiamo come se non fosse accaduto nulla.
In questo momento sto finendo il lavoro che mio padre mi ha affidato controllare se tutti gli stipendi del mese sono stati consegnati a tutte le persone che lavorano a palazzo. Quando ho finito , chiudo il computer che mi è stato affidato e dico a Naomi di aver concluso. Lei mi rivolge un gran sorriso - va bene allora dopo pranzo controlliamo assieme , e magari ti faccio vedere di cosa mi sto occupando se il re non ti da altro. - sforzo un sorrido pensando che i mei progetti per il pomeriggio sono andati in fumo . Io e Mattew volevamo andare a correre nel labirinto , cioè io lo volevo e quando gliel’ho proposto mentre lo baciavo non ha rifiutato, sapendo benissimo che una volta arrivati al centro si saremmo presi una piccola pausa . Un pausa fatta di baci .
Con la coda dell’occhio vedo lo sguardo di Mattew spegnersi ma senza essere notato.

Quando esco dall’ufficio e attraverso il corridoio con Mattew dietro di me mi dirigo verso la sala per il pranzo. Ad un tratto una mano afferra il mio polso e mi trascina in una stanzetta , appena vedo il volto di Mattew mi tranquillizzo subito sapendo che è stato lui . Non perde tempo e mi bacia con passione , passa sul mio collo e ritorna sulla mia bocca.
-Dato che per il pomeriggio non se ne fa niente meglio rimediare non credi - mi dice tra un bacio e l’altro.
Io rido - mi hai fatta spaventare - dico mentre le sue mani passano su ogni centimetro del mi corpo , mi abbandono a lui come non ho mai fatto. In questo momento non vorrei essere in qualsiasi altro posto se non le sue braccia.
Dopo qualche minuto lo allontano leggermente - credo sia ora di andare , si chiederanno dove sono finita - lui mette il broncio come un bambino ma io lo bacio all’istante .
Quando usciamo ci guardiamo in giro per essere sicuri che non ci abbia visto nessuno. Dopo di che vado a pranzo e lui si dirige nelle cucine a mangiare insieme alle altre guardie.

Mi siedo a pranzo proprio mentre mia madre sta per parlare - ah eccoti tesoro stavo per dire una cosa importante a tutti - la sua voce allegra mi contagia . O forse sono stato i baci di Mattew ? -allora , questa sera come sapete ci sarà la serata dedicata all’orchestra di palazzo , e io sono riuscita a far venire anche la principessa di Portogallo come ospite d’onore. - il suo sguardo è indirizzato a Nathan. Tempo fa ad una cena sono stato sorpresi insieme , e poi so che si sono sentiti per qualche mese , ma a quanto ne so io non si sentono da quasi un anno.
-Mamma perchè l’hai invitata ? - si lamenta Nathan.
-Ho saputo che vi siete sentiti qualche volta e l’ho trovata una bella idea dato che non è venuta al galà della settimana scorsa .
Nathan si rivolge a me con uno sguardo assassino - gliel’hai detto tu vero ? spiona !
-Cosa ? Neanche per sogno , non ho detto niente Nathan . Al contrario di te io non faccio la spia - lo ribecco. Lui agita in aria una mano per farmi segno di stare zitta e si gira dall’altra parte.
-Sono stato io - alla voce di mio padre tutti lo guardiano sorpresi
-Tu? -chiede Nathan.

-Si figliolo , dovresti saperlo il re sa sempre tutto.
Le sue parole serviranno a Nathan la prossima volta che vuole stare con una ragazza , ma un pensiero mi balena in testa , se lui ha saputo di Nathan e della principessa portoghese allora quanto ci metterà a scoprire di me e Mattew? Anche se siamo stati bravi fino ad ora a tenere il segreto , e so che Melissa non dirà una parola , sicuramente non potrò mentire in eterno. Spero solo che non lo scopra presto perchè non ho idea di come spiegarlo.
-E poi ci sarà anche suo fratello - continua mia madre riferendosi a me.
-Mamma suo fratello si è sposato sei mesi fa .- le ricordo , il suo sguardo si spegne per un nano secondo - ricordi ci è arrivato anche l’invito alle nozze.
-Hai ragione . Vuol dire che a te ci penseremo dopo - non dico nulla e lascio che mia madre faccia tutto da sola, si ostina a presentarci persone con cui potremmo andare bene , ma io e mio fratello iniziamo a non sopportarla più, spero solo che quando Luke sarà grande abbia smesso.
Alla fine del pranzo mio padre si avvia subito e io e Nathan lo raggiungiamo con calma.
-Se stasera succede qualcosa non esitare a urlare , capito ? - mi raccomanda , da quando è successo quel fatto con il principe francese è diventato stranamente affettuoso nei miei confronti.
-Non preoccuparti , cercherò non stare troppo lontana da Mattew o da qualsiasi altra guardia - lo rassicuro stando al suo fianco.
Lui annuisce e si lascia andare un sospiro frustrato - che c’è ? - chiedo .
-Ma niente.- dice - solo non capisco perché mamma si ostina a voler trovare qualcuno per noi.
-Gia - rispondo con un pizzico di tristezza.
-Insomma , non dico di poter sposare una senzatetto , solo vorrei che potessimo decidere noi chi scegliere ecco.
-si hai ragione - concordo con lui  -ma Nathan tu dico così per dire  o perché , ecco , insomma c’è qualcosa ? - indago , non è da lui volere qualcosa che non può avere , si è sempre adattato a tutto.
-Cosa ? no … io … io lo dico così per dire ecco. - mi sembra un po incerto ma decido di credergli, non sarò io a indagare , insomma sono curiosa ma se lo tiene nascosto c’è il motivo per cui non faccio altro. E poi parlo proprio io !
Quando arriviamo all’ufficio mi saluta e io proseguo per qualche metro fino ad arrivare al mio.
Entro e vedo che Naomi non è ancora arrivata ma Matthew si. Mi segue con lo sguardo mentre e entro e raggiungo la scrivania.
-Ho sentito di regina wedding planner - scherza mentre mi siedo.
-Ah lascia perdere - dico - mia madre non fa altro che fare così , sopratutto con Nathan.
-E’ dolce si preoccupa per voi - risponde sincero.
-E’ dolce ? Non fa altro che presentarci principi e principesse, per fortuna che in Europa li abbiamo conosciuti tutti altrimenti organizzerebbe serate solo per farceli conoscere - spiego alterandomi. Non capisce il punto , lei da per scontato che io e Nathan sposeremo qualcuno di nobile , ma se non fosse cosi? Se io non volessi un principe? Mia madre è di ceto nobile , è cresciuta sapendo giù che avrebbe sposato qualcuno di importante , e adesso da per scontato che io e mio fratello faremo lo stesso. Ma purtroppo anche parlarle non serve a nulla lei è convita che faremo così punto e basta.
Fermiamo la discussione quando entra Naomi - buon pomeriggio ! Allora Charlotte vieni diamo un’occhiata al tuo lavoro. - prendo la sedia e mi siedo a fianco a lei . Iniziamo a controllare quando qualcuno bussa alla porta.
-Mi scusi altezza ma il signor Gordin è richiesto dal re - dice la guardia , Mattew esce senza dire nulla.
Continuiamo il lavoro , io devo prende la cartella di ogni persona a palazzo e controllare che abbia ricevuto tutti gli stipendi da un anno a questa parte. Li sfoglio uno a uno , io e Naomi stiamo facendo un gran lavoro , ogni cartella contiene la foto di riconoscimento , un piccolo curriculum , i dati anagrafici e anche la fedina penale.
-Bene ora passiamo a Melissa Mass - dice Naomi , io predo la sua cartella e la apro . La foto di riconoscimento è in alto a sinistra , lei vestita gia con la divisa nera e il grembiule bianco, i capelli neri raccolti in una crocchia e un piccolo sorriso sulle labbra. E’ nata a Londra venti anni fa , ha iniziato a lavorare qui sette anni fa quando era solo una ragazzina , è stata abbandonata dalla sua famiglia, la mia vecchia cameriere l’ha trovata e l’ha tenuta con se e le ha fatto imparate tutto fino a quando lei non era pronta per cavarsela da sola, poi è andata in pensione. Nel suo curriculum troviamo saper fare i lavori domestici di ogni tipo , ottime capacità in cucina e grande spirito di adattamento. Quando abbiamo finito con lei passiamo ad un altro fascicolo quello di Tomas il pasticciere del palazzo. E’ nato in Francia ma a vent’anni si è trasferito qui , dove poco dopo ha iniziato a lavorare qui , prima come semplice aiutante poi ha imparato tutto e ora è il capo pasticciere . Inutile dire che mio padre ha una vera e propria venerazione per quell’uomo appena ha assaggiato i suoi biscotti ha subito ampliato la cucina per fagli avere uno spazio tutto suo per cucinare.
Dopo alto cartelle troviamo quella di Greg il capo maggiordomo , ha la bellezza di sessant’anni e anche se potrebbe andare in pensione lui preferisce stare qui a lavorare per noi. Nella foto appare più giovane di qualche anno , i capelli sono meno grigi di adesso. Mia madre pensa che sia il migliore che abbiamo mai avuto come maggiordomo, da piccola non mi facevo servire da nessun altro se non da lui. Quando finiamo con Greg passiamo alle cartelle delle guardie, dopo averne passate alcune arriviamo a quella di Mattew. La foto di riconoscimento , in alto a sinistra, è molto recente i capelli sono tagliati nello stesso modo di adesso, il suo volto è serio e i suoi lineamenti lo fanno apparire più duro di quanto sembri. I dati anagrafici lasciano capire che è nato in Scozia ma vive a Londra , in periferia , il curriculum fa capire che è molto bravo nelle arti di difesa , sa sparare ed è un ottimo stratega. Ha tutte le qualità per essere un ottimo soldato , allora perchè è la mia guardia del corpo ? Il suo fascicolo però è il più piccolo di tutti , molto spoglio come se non fosse molto chiaro quello che ha fatto , infatti non si parla della famiglia o sella sua istruzione , inoltre il suo indirizzo non è ben precisato. La cosa mi lascia particolarmente stranita , in genere , quando vengono assunte persone per lavorare a palazzo viene fatto un minuzioso controllo sulla persona : famiglia , istruzione , abilità , intelletto , lavori svolti, hobby; eppure qui c’è ben poco per capire bene chi sia .
-e con questo abbiamo finito - Naomi schiaccia l’ultimo tasto sul computer e sorride soddisfatta - per fortuna che questa volta avevo l’aiutante , questo lavoro è parecchio noioso.
-ma abbiamo finito , è questo che conta - eppure uno strano presentimento che si sta formando nel petto, chi è davvero Mattew Gordin ?
-Bene , mentre io sistemo dei particolari tu porta questo foglio a tuo padre - mi consegna un foglio che io prendo, mi alzo e mi avvio verso l’ufficio di camera mia.
Davanti alla porta dell’ufficio stranamente non ci sono le guardie ,mi avvicino e poso una mano sulla maniglia pronta per essere girata quando sento delle voci provenire da dietro la porta .
-Hanno oltrepassato il confine polacco - dice quella che intuisco essere la voce di Nathan.
-Abbiamo poco tempo prima che arrivino anche qui - questa sembra quella di Mattew.
-Cosa proponi ragazzo? - la voce di mio padre è inconfondibile ma ha delle sfumature di rabbia e disprezzo.
-Dico di tenere sotto controllo i loro movimenti , e se si avvicinano alla costa allora evacuare il palazzo e la città - Mattew sembra deciso e sicuro mentre parla.
-Evacuare ? E’ una misura estrema .
-Preferisci morire principe ? - domanda ancora Mattew.
-No , dico che posso esserci altre soluzioni . Possiamo mandare l’esercito ad attaccare per avere più tempo - propone mio fratello.
-No non c’è abbastanza tempo per addestrare i soldati .
-Addestrare ? - chiede mio padre.
-Si , i ribelli hanno modi diversi di combattere. Bisogna essere addestrati.
Segue un momento di pausa dove spero non abbiano capito che li sto ascoltando , ma la voce di mio padre interrompe il silenzio - ne parlerò con il Generale Baston per sapere anche il suo parere, tenetevi pronti ad una riunione d’emergenza .
Capisco che ormai l’argomento è chiuso quindi decido di bussare , aprire lentamente la porta ed entrare. Nella stanza l’aria è tesa come una corda di violino , credo che se aprissi la bocca scoppierebbe una rissa. Sento lo sguardo di Mattew e di Nathan seguirmi fino alla scrivania. Mio padre è dietro di essa , a lato si trova mio fratello e Mattew è davanti a fianco a me.
-Naomi ha detto di consegnarti questo - dico mentre gli porgo il foglio .
-Grazie Charlotte - si sforza di sorridere per non destare sospetti ma fallisce clamorosamente - puoi andare a prepararti per questa sera , vorrei che accogliessi la principessa insieme a tua madre.
-Certo - mi lascio sfuggire un piccolo sguardo Mattew.
-Non preoccuparti ti restituisco la tua guardia del corpo - mi rassicura scherzoso. Io sorrido ed esco dalla stanza.

Quando arrivo alla mia camera sono più confusa di prima. Trovo Melissa intenta a sistemare la mia cabina armadio, mi posiziono sullo stipite della piccola porta e la guardo. Ha uno sguardo concentrato intento ad esaminare gli abiti che tiene in mano.
-No non va bene - farfuglia posando un abito lungo verde smeraldo al suo posto .
-Ei a me piace quel vestito - Melissa salta sul post per lo spavento e mi rifila un’occhiata di fuoco.
-Non è adatto all’occasione - dice mentre io mi siedo su tuffo quadrato rosso poco distante da lei.
-E’ una serata per celebrare l’orchestra di palazzo non devo essere perfetta.
Lei mi guarda con due occhi spalancati - come ? Charlotte sei una principessa ,tu devi essere perfetta. - esamina attentamente ogni abito appeso fino a quando non ne trova uno , accuratamente separa gli abiti e lo entrare per mostrarmelo - sapevo che eri ancora qui - dice rivolgendosi all’abito. E’ un abito lungo con due spalline non tanto larghe , uno scollo a v sia davanti che dietro e di color crema. Semplice ed elegante come piace a me. Sorridiamo entrambe .
-Provalo- mi sprona . Mi alzo pronta per indossarlo ma alza una mano per bloccarmi bruscamente - aspetta ! Prima preparati-mi caccia fuori dalla mia cabina armadio e posa l’abito sul letto. Mi spinge nel bagno e prende un asciugamano - tieni lavati .
Quando esco mi fa sedere su una sedia davanti alla specchiera per acconciarmi i capelli e per truccarmi. In modo molte veloce mi acconcia i capelli raccogliendoli , per il trucco resta molto molto semplice come piace a me.
-Bene ora il pezzo forte- mi fa alzare e prende l’abito.
Mi posiziono davanti allo specchio, introno a me Melissa sistema gli ultimi ritocchi per i capelli , io guardo soltanto il mio riflesso : l’abito mi ricade dolcemente dalle spalle fino a terra, lo scollo a v è un po profondo ma non eccessivo , dietro invece lo scollo è più audace lasciando scoperta buona apre della schiena e le scarpe col tacco che indosso elevano ancora di più la mia altezza. Il vestito evidenzia delicatamente le mie forme facendo dimenticare l’adorabile immagine della piccola principessa di palazzo. Davanti a me , nel mio riflesso , nel suo sguardo sicuro e deciso vedo una donna.

Melissa mi guarda soddisfatta - a volte mi stupisco perfino di me stessa - ammira la sua opera , cioè io , girandomi in torno come un falco. Rido per la sua affermazione.
-Sei la migliore - dico sincera , la guardo attraverso lo specchio dove incontra il mio sguardo sorridendo. Lei non è una cameriera è un’amica.
Bussano alla porta , una guarda annuncia che mi avrebbe accompagnato all’entrata per accogliere la principessa portoghese. Rimando delusa che non sia Mattew ma cerco di non darlo a vedere.
La guardia mi accompagna all’entrata dove trovo mia madre - tesoro sei bellissima - indossa un avito avorio senza maniche che arriva fino a terra, molto semplice abbinato solo a una piccola collana.
-Grazie - dico affiancandola. Due figure entrano nel grande atrio , ci vengono in contro.
-Slave altezza - la principessa portoghese fa un piccolo inchino per salutare mia madre e poi me.
-Salve Blanca , è un piacere rivederla - la saluta mia madre -si ricorda di mia figlia vero ?
Blanca mi rivolge uno sguardo e sorride stupita - certo che mi ricordo , state benissimo questa sera.
Ringrazio in modo eruttato , anche lei non è da meno. L’abito che indossa ha la gonna un po ampia ma è molto bello , lungo fino a terra e di colore rosa pastello ha due spalline e uno scollo girocollo. La pelle leggermente abbronzata fa risaltare ancora di più il suo abito , e i suoi capelli neri sono sciolti e posizionati dietro le spalle.
Mentre parliamo ci avviamo verso la sala dove l’orchestra terrà un piccolo concerto. Ricordavo la principessa di Portogallo che stava sempre con Nathan e che parlava solo con lui , e non potevo immaginare che fosse una così brava persona e anche molto simpatica. Ci ritroviamo a ridere ricordando quando Luke , sempre l’anno scorso , ha rovesciato un pasticcino con la crema sul suo vestito e per non farsi scoprire dalla mamma e dalla tata ha provato a chiedere a una guardia la sua cravatta , ma la guardia non gliel’ha data.
Quando arriviamo alla sala ci accomodiamo nella seconda fila di sedie posizionate davanti all’orchestra che si prepara per l’esibizione.
-Non so tu ma io odio stare troppo davanti -dice Blanca mentre si liscia la gonna .
-Concordo , anche perchè tutti ti guardano - dico guadagnandomi un suo cenno con la testa per farmi capire che la pensiamo allo stesso modo.
-Blanca è un piacere rivederti - annuncia Nathan dietro di me , si siede vicino a Blanca e inizia a parlare con lei . Intanto la sala inizia a riempirsi si cariche come il primo ministro o il capo dell’esercito invitate per l’occasione.
Io mi guardo intorno alla ricerca di Mattew , lo vedo in disparte in un angolo , incrocia il mio sguardo e con lo sguardo mi supplica di andare da lui.
-Signori e signore sedetevi prego , l’esibizione sta per iniziare - annuncia mio padre.
Mia madre mi passa accanto, d’impilo la fermo -mamma , credo di non sentirmi bene .
Il suo guardo si fa preoccupato - come ? 

-Si , io - mi blocca.
-non preoccuparti se hai bisogno di andare a stenderti in cerca tua vai tesoro - mi accarezza dolcemente , le ho raccontato una bigia ma era l’unica scusa che mi è venuta in mente per porte andare a parlare con Mattew senza attirare sguardi indiscreti.
Mi alzo e raggiungo la mia guardia del corpo vicino alle altre - Mattew credo di non sentirmi bene - dico per farmi sentire dalle altre guardie - vorrei tornare in camera mia.
-Certo altezza- mi accompagna fuori dalla sala dove fino ad arrivare in camera mia non diciamo una parola.

Chiudo la porta e sento le braccia di Mattew circondarmi - mi sei mancata - dice mentre mi bacia dietro l’orecchio. Combatto con l’impulso di dirgli di aver origliato la conversazione con mio padre e Nathan, ma i suoi baci hanno la capacità di lasciarmi andare in un mondo fatto solo di due persone : me e Mattew.
Mi volto verso di lui per baciarlo , alzo le mani per farle andare direttamente nei suoi capelli , sapendo che lo fa impazzire.
-Posso chiederti una cosa ? -domando tra un bacio e l’altro.
-Certo - si ferma per permettermi di parlare. Anche perchè se avrebbe continuato difficilmente sarei rimasta lucida.
-Cosa vuole va da te mio padre oggi ?
-niente , voleva solo un resoconto di come ti comporti , per sapere se fai pazzie oppure no - mi guarda negli occhi mentre lo dice. Mi ha mentito , lo ha fatto guardandomi negli occhi.
Matteo riprende a baciami sul collo , sulla spalla fino ad arrivare alla spallina del mio abito , per un arrivo rimango impalata pensando a come mi ha mentito poi i suoi baci mi riportano nel nostro mondo , mi trasportano via da tutti i pensieri e dalle domande che mi affliggono.
Mi abbandono a lui ,sposta le mani sui miei fianchi lasciando che la mia pelle si cosparga di brividi al suo passaggio. Cerco la sua bocca e lo bacio con passione , sposto le mani sulla sua giacca e afferro i bordi per attirarlo di più a me, come se potesse scappare e andare via.
-Chrlotte- sussurra tra i baci . Ci fermiamo per un attimo , giusto il tempo per guardarci negli occhi e per fagli leggere la mia indecisione.
Questa volta lo fa lui, prende la decisione da solo e si sfila la giacca e la butta a terra. Torna a baciami con molta passione, sembra che in un attimo tutto sia cambiato. La passione ora è coinvolgente , gli prendo la cravatta e mentre lo bacio cerco di toglierla e la butto sul pavimento .
La sua camicia fa la stessa fine , dopo che accuratamente ho slacciato tutti i bottoni sotto i suoi baci trascinanti . Rimango ad ammirarlo a metto nudo , i suoi muscoli scolpiti lo fanno sembrare un dio sceso dal cielo per ammaliare le persone. Sorride vendo che lo fisso ammutolita e torna a baciarmi , passa le mani sulle mie braccia facendomi infuocare ancora di più. Torno a spogliarlo , questa volta però lui si toglie le scarpe e lo stesso faccio io. Lo attiro a me e gli slaccio la cintura per togliergli i pantaloni, in questo modo rimane sono in boxer davanti a me. La perfezione in persona mi guarda bramoso dei mei baci . Delicatamente mi attira tra le sue braccia e la scorrere una mano sul mio braccio fino ad arrivare alla spallina del vestito , bacia la pelle attorno e poi sposta leggermente la spallina per posarci un piccolo bacio. Toglie delicatamente la spallina per poi baciare tutta la spalla, fa lo stesso con l’altra e a quel punto il vestito cade a terra , facendomi rimanere nuda davanti a lui solo con incollo le mutandine.
Dolcemente mi fa stendere a letto e si posiziona sopra di me , mi bacia ovunque , passa dalla bocca per passare al collo , poi scende verso i mei seni e prosegue fino ai mei fianchi.
Da lì diventa un vortice di passione puro e incontrollato , che mi fa dimenticare per un po il resto del mondo ,e per farmi concentrare solo sul ragazzo che si trova con me in questo momento, perchè chiunque sia veramente mi è entrato nel cuore. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Qualcosa si muove alle mie spalle, un peso caldo si sposa dal mio corpo per muovere anche il lenzuolo con cui sono coperta. Nel mio stato di dormiveglia intuisco che Mattew si è alzato dal letto.
-Ci sto lavorando - dice la sua voce cercando di non fare troppo rumore - Jess smettila , ti ho detto che ci sto lavorando - il suo tono diventa pieno di rabbia e di frustrazione. 
Passano attimi di silenzio in cui non so cosa sta facendo , ma poi mi ritrovo a pensare chi è Jess ?? 
Lo sento muoversi nella stanza e poco dopo aprire la porta e richiuderla. Mi alzo lentamente , con una mano mi sostengo sul materasso e con l'altro tengo il lenzuolo sul petto . Guardo la stanza e il punto , dove presumo , c'era lui prima. Dov'è andato ? 
Lentamente mi metto a sedere, ripenso alla serata di ieri , così bella e intensa che solo a pensarci mi vengono i brividi. Ora mi ritrovo sola nella mia stanza , nuda e con la sagoma di Mattew ancora calda nel mio letto. Non so se essere delusa dal fatto che se ne sia andato o rilassata perchè voglia mantenere le apparenze , ovviamente una guardia del corpo che esce dalla stanza di una principessa la mattina presto creerebbe qualche domanda troppo invadente. 
Mi sistemo e indosso un paio di pantaloni e una maglietta , non ho voglia di indossare un vestito , ma so che se indosso dei pantaloni lunghi mio padre non si lamenterà. Esco e mi ritrovo davanti Melissa che mi spinge dentro come se fosse appena arrivato un tornado .
-che ti prende ? - chiedo confusa. 
-Che cosa hai fatto ? - domanda sconvolta i capelli sono sciolti , sento che è di fretta.
-Fatto cosa ? - non sto capendo cosa stia succedendo, per cui punto i piedi e incrocio le braccia al petto.
-fatto cosa? - ripete la mia domanda avvicinandosi - Nathan ha visto uscire Mattew dalla tua camera qualche minuto fa , sembrava che si fosse appena rivestito. 
-Cosa ? - avete presente tutte quelle domande che mi ero fatta su Mattew , ecco , dimenticatele ho qualcosa di più importante di cui occuparmi. 
-Si , ha detto che sembrava di fretta. 
La paura di impossessa di me - e ... tu ... insomma come ... come fai a saperlo ? - mi ritrovo all'improvviso senza parole. 
Melissa sembra colta alla sprovvista e agita le braccia - non stiamo parlando di me ora , ma di te. 
-Che ... che cosa devo fare ? - ora mio fratello sa tutto ,fantastico farà la spia di sicuro. 
-Fai come se non fosse accaduto nulla - propone. 
-Cosa ? Ma sei pazza , sicuramente Nathan è già corso da papà per dirgli tutto - dico preoccupata. 
-No , non lo farà - risponde sicura. 
-Si Melissa sai com'è fatto , è un spia quando vuole. 
-No , fidati questa volta non lo farà. Se ti fidi di me non preoccuparti non dirà nulla. 
Il suo sguardo è sincero , mi posso fidare di lei , l'ho fatto in tutti questi anni e continuerò a farlo adesso. Annuisco velocemente e mi avvio verso la porta - sicura ? - chiedo prima di uscire. 
-Sicura. 
Esco dalla porta e mi preparo ad affrontare la colazione.

Greg mi sta versando del succo di frutta quando Nathan entra nella stanza salutando tutti. Si siede accanto a me e mi saluta come se niente fosse . Fai sul serio ? Un ragazzo esce dalla camera di tua sorella di prima mattina e tu non fai nulla? Proprio nulla ? 
Mi ritrovo a fissarlo sorpresa dal suo comportamento, poi mi costringo a fingere che vada tutto bene. Be se ignori il fatto che ieri sera hai fatto sesso con un ragazzo e che questo se né andato senza dire nulla allora va tutto bene. 
-Charlotte dopo puoi venire come me per una cosa ? - mi chiede Nahan prendendo una fetta di crostata. 
-Certo - Ecco mi sembrava strano che non avrebbe fatto nulla ...
-Buongiorno - mio padre entra e si siede al suo posto , ha l'aria stanca , come se fosse stato sveglio tutta notte - ragazzi - si rivolge a me e a Nathan - dopo vi voglio nel mio ufficio senza discussione. - il suo tono non ammette scuse , volto la testo verso Nahtan e con lo sguardo indico nostro padre. Lui lo guarda e poi torna a guardare me , mi fa cenno di non preoccuparmi. 
La colazione continua serena , io non parlo e Nathan neanche , mia madre continua a parlare della serata di ieri senza sosta. 
-E' stata un vero successo , peccato che te la sia persa Charlotte .
-Si è un vero peccato - dice Nathan senza smettere di guardarmi , sotto il suo sguardo accusatorio cerco di non sentirmi in soggezione e di non farmi intimidire. Ad un tratto si alza , mi guarda come a far segno che devo seguirlo, si avvia e poco dopo lo seguo. 
Lui mi aspetta vicino al corridoio che porta alle scale verso le stanze ma mi prende per un braccio e mi trascina in una piccolo sgabuzzino , chiude la porta di scatto e mi guarda furioso. 
-Dimmi che non lo hai fatto - inizia furioso, ma quando vede che non rispondo lo ripete - dimmi che non lo hai fatto.

-Fatto cosa ? - so cosa intende ma voglio sentirlo dire prima di ammetterlo. 
-Dimmi che non hai fatto quello che penso - ripente provando a contenere la rabbia.
-e sentiamo cosa pensi che abbia fatto ? - lo provoco. 
-Dimmi che non hai fatto sesso con lui Charlotte, ti prego dimmi che non lo hai fatto - il suo tono diventa una supplica.
-Be mi dispiace deluderti ma è così - vedo il suo sguardo passare da delusione a rabbia. Sospira presattemtne e di gira nel piccolo spazio a disposizione mentre si mette le mani nei capelli. 
-Ti rendi conto di cosa hai fatto ? - dice stranamente calmo.
-Nathan ci ho fatto sesso non l'ho mica sposato -dico scaldandomi , non mi piace quando fa così , quando mi giudica per quello che faccio. 
Nathan ride - tu non - lo blocco .
-No. Tu non hai capito, sono grande e capace di decidere cosa fare da sola senza il bisogno della balia - mi sfogo su di lui e poi esco dalla piccola stanza sbattendo la porta. 

Entro nell'ufficio di mio padre , lo trovo alla scrivania con Mattew li vicino . Quando entro si bloccano all'istante e mi guardano entrare. 
-Tuo fratello ? - si informa il re. 
-Non lo so arriverà - dico alterata , la "chiacchierata" con lui mi ha fatta infuriare . Come si permette di giudicare quello che faccio , io non mi informo mica della sua vita privata . 
Mattew mi chiede con lo sguardo se sto bene , io volto la testa da un'altra parte non voglio parlane nemmeno con lui. Anzi sono così arrabbiata che credo che finirò per litigare anche con mio padre. 
-Tutto bene tesoro ? - chiede mio padre con un tono preoccupato. 
Ma perchè sono tutti preoccupati oggi ? 
-Si sto bene - dico chiudendo il discorso. 
Entra anche Nathan scoccandomi un'occhiata furiosa. Dovrei essere io quella arrabbiata non lui ! 
-Bene ora che ci siamo tutti possiamo iniziare - comincia mio padre alzandosi dalla sedia. Prende una cartina e la stende sulla sua scrivania, sopra tutti i fogli e tutto il resto. La cartina comprende tutta l'Europa - bene allora , prestate attenzione.- la voce di mio padre comincia a parlare spiegando la situazione che si rivela non essere delle migliori. 
-i ribelli si sono mossi , sono partiti dalla Polonia e ora minacciano il ragno di Germania. Sappiamo che si muovono a gruppi di cinquanta persone quando vogliono attaccare e a gruppi di dieci quando vogliono contrattare. Cosa che accade raramente. Hanno attaccato la Polonia da quattro parti , due est e due ovest. Sono stati rapidi neutralizzando subito i punti più difficili , poi è stato questione di pochi giorni che hanno preso tutto lo stato. 
-In quanti gruppi? - si informa Nathan
- Cinquanta per parte - risponde Mattew , questo vuol dire che sono sui duemila e cinquecento per parte , per un totale di diecimila ribelli. 
-Ma come possono essere in così tanti ? - chiedo .
-Perchè tu pensi solo a quelli nel tuo regno Charlotte, fuori hanno invaso e conquistato molto di più. I paesi est - Mattew indica i paesi come Bielorussia , Ucraina, Moldavia e latri paesi - sono tutti in mano ribelle. Quelli ovest sono in allerta , come noi. 
-Quindi stanno per venire qui , giusto ? - ho capito ma chiedo comunque per conferma. Tutti e tre annuiscono. 
-Si - dice mio padre - pensiamo che quando avranno preso il regno di Germania verranno qui ma lo prevediamo non prima di una settimana. 
Assimilo tutto con attenzione , la minaccia dei ribelli è più grave di quanto di pensi e la cosa è strana.
-Charlotte voglio che tu non si stacchi da Mattew nemmeno per un minuto capito ? - dice mio padre , ignaro di quello che sta accadendo.
-Certo - lo rassicuro , ed è vero lo rassicuro perchè non voglio morire ma lo rassicuro anche perchè non deve sapere cosa è successo, già lo sa Nathan e sembra che sia successo un mezzo disastro . 
-Bene allora- la porta dell'ufficio viene bruscamente aperta lasciando entrare Luke con il broncio rincorso da Melissa che , disperata , tenta di bloccarlo. 
-Aspetta -dice seguendolo a grandi passi - mi dispiace vostra maestà ma non sono riuscita a fermarlo. 
Mio padre ride divertito , si avvicina a mio fratello minore e si inginocchia per essere alla sua altezza - allora come mai il mio campione è arrabbiato ? - domanda dolce. 
Luke continua a tenere il broncio e batte il suo piccolo piedino per terra lamentandosi - Melissa dice che non posso andare dalla mamma .
-e' occupata con la principessa portoghese - spiega Melissa vicino a lui. 
-Ho capito - dice mio padre pensieroso. 
-Che ne dici di fare un giro in giardino ? - propongo attirando la sua attenzione - potremmo entrare nel labirinto - alle mie parole gli occhi gli si illuminano di desiderio.
-Si si si si ! Andiamo andiamo ! - inizia a saltellare felice , mi raggiunge e mi tira per una mano - forza andiamo andiamo ! - la sua piccola voce urla per tutto l'ufficio ridando ,per un momento, un attimo di tranquillità e di famiglia. Facendo dimenticare che una minaccia è imminente e che presto saremo attaccati. 
Lo assecondo lasciando che mi tiri - va bene va bene andiamo - rido mentre lui mi porta fuori dall'ufficio. 
Mi fermo per un attimo quando la porta si chiude- perchè ti fermi dobbiamo andare ! - mi sprona Luke guardandomi dal basso. 
-Tranquillo adesso che ne andiamo così potete divertirvi - lo rassicura Nathan che però non dimentica di lanciare uno sguardo di fuoco a Mattew. Mentre Melissa e Nathan si allontanano stando vicini , molto vicini, Mattew si avvicina vistosamente a me fissando i suoi occhi azzurri nei miei.
-Possiamo parlare ? - chiede supplicandomi con lo sguardo. 
-No - rimando irremovibile - non adesso - prendo Luke per la mano e questa volta lo tiro io verso il giardino. 
-Aspetta - mi raggiunge e mi blocca quando un colpo produce un rumore si diffonde per tutto il palazzo. 
-Cos'è stato ? - domando.
-Non lo so - subito si mette in allerta avvicinandosi ancora di più . Un altro colpo si diffonde e questa volta in modo più violento e spavento . Istintivamente attiro a me Luke e mi attacco al braccio di Mattew. O forse è lui che mi ha attirato a se , non ricordo. 
-Nathan ! - la voce di Mattew si diffonde per il corridoio richiamando mio fratello che ripercorre a grandi passi la distanza che ci separa, con lui anche Melissa che tiene stretta per mano. 
-Altezze ! - Greg mi fa girare - eccovi ! - ci raggiunge e si unisce a noi per formare un piccolo gruppo, insieme a lui ci sono due domestiche e due camerieri.
Il terzo colpo arriva ancora più forte , e questa volte mi sembra che le pareti abbiano iniziato a tremare, infatti ,un quadro cade a terra generando un tonfo che ci fa spaventare tutti. 
Tutti tranne Mattew che sembra avere in mano la situazione - non muovetevi - dice mentre si stacca da me . Si rivolge a Nathan - non far muovere nessuno - mio fratello annuisce sicuro e Mattew si allontana.
-Mattew ! -lo richiamo ma Nathan mi blocca. 
-Charlotte , stai tranquilla poi torna . 
La paura si impossessa di ogni parte del mio corpo , mi abbandono per un momento all'abbraccio di mio fratello attuando ancora più stretto Luke che si è fatto zitto e non accenna a mollare le mie gambe. Da lontano vedo Mattew uscire dall'ufficio assieme a mio padre, si scambiano qualche parola e prendono delle strade diverse : Mattew viene verso di noi e mio padre va dalla parte opposta. 
Intanto , i colpi non danno segno di voler smettere , anzi si susseguono senza sosta creando crepe nei muri sempre più spessi e facendo cadere lampadari e quadri. In poco tempo non riesco a vedere che fine fa mio padre perchè un lampadario di cristallo cade ostruendomi la vista . Mattew ci raggiunge - è andato da vostra madre - ci dice per rassicurarci. Ma io non sono sicura , anzi , sono più spaventata , terrorizzata e ansiosa di prima. Prima che possa aggiungere altro un lampadario cade improvvisamente accanto a noi, tutto il cristallo si disperde come una bomba ma noi siamo gia fuggiti , eppure sento una forte fitta sopra al fianco sinistro ma mi costringo a continuare. 
-Andiamo - mi aggrappo istintivamente a lui come un piccolo in cerca della sua mamma perchè solo il suo contatto mi rassicura e mi convince ad andare avanti. Si dirige verso una parete che trema visibilmente , mi molla per avvicinarsi ancora di più , ma quando mi fa cenno di stare dove sono io ubbidisco. Da un'occhiata al muro e con un calcio secco butta giù una parte di parete, che si rivela essere una porta nascosta . 
Ci fa cenno di andare seguendo il corridoio che si trova dietro la porta che ha sfondato , Nathan è il primo ad andare e tutti lo seguiamo a ruota, Mattew chiude il gruppo. 
Il corridoio è lungo, stretto e buio , sono costretta a tenere Luke davanti a me per essere sicura che non gli accada nulla . Poco dopo arriviamo in una stanza con delle pareti di metallo e un tavolo al centro non tanto grande,su un lato ci sono degli scaffali pieni di roba. Quando mi volto vedo Mattew entrare e chiudere la grande porta di metallo e sospirare appoggiandosi alla porta. 
Ci troviamo in un bunker sotterraneo costruito per occasioni del genere, contiene tutto il necessario per sopravvivere per un mese con cibo in scatola e acqua. 
-Dove ci troviamo ? -domanda una domestica con una voce spaventa. 
Mattew si sposta dalla parete e si volta , se per un attimo ha ceduto alla situazione adesso ne ha ripreso il pieno controllo - siamo in un bunker sotterraneo sono stati costruiti per ripararci da attacchi simili- spiega. 
-Secondo te erano i ribelli ? -gli domando sotto voce.
Lui incrocia il mio sguardo e scuote la testa -non lo so , ma se sono loro allora abbiamo sbagliato a ragionare sui loro spostamenti. 
Annuisco incapace di rispondere . Poi mi volto verso gli altri , i camerieri sono seduti contro la parete e vicino a loro ci sono le domestiche , hanno un'aria spaventata e terrorizzata. Accanto siede Greg cercando di non dare a vedere la sua paura , ma è piuttosto evidente il terrore nei suoi occhi. Infine poco distante sono seduti Nathan e Melissa abbracciati , lui le accarezza dolcemente il braccio cercando di tranquillizzarla, lei è rannicchiata contro il suo petto annuendo alle sue parole.
-Melissa perchè hai la gamba rossa ? - la voce di Luke attira l'attenzione di tutti i presenti. Melissa si muove da seduta come se fosse presa da una scossa e fissa terrorizzata la ferita alla gamba che noto solo ora. Mattew non perde tempo e cerca una cassetta di pronto soccorso che trova velocemente e si avvicina a Melissa per medicarla. Le prende la gamba e la esamina attentamente , poi rovista nella cassetta per trovare l'occorrente. Prende in mano una boccetta di plastica verde che lascia intravedere il liquido al suo interno , da una tasca tira fuori un fazzoletto e versa del liquido sul tessuto per poi iniziare a pulire la ferita. Melissa lancia piccole grida di dolore a ogni contatto, Nathan però cerca di tranquillizzarla in tutti i modi. Quando la ferita è pulita la barba viene fasciata con una benda dopo aver applicato delle garze. 
-Per ora va bene ma quando daremo alla base dovrai farti controllare la ferita - dice Mattew sistemando alla bell'e meglio la cassetta di pronto soccorso. Melissa annuisce si torna a rannicchiarsi contro il petto di Nathan , anche Luke si avvicina a lui e si rannicchia li vicino. 
Io rimango in piedi , quando Mattew si alza vedo che sul suo volto traspare tutta la fatica e la stanchezza della situazione. Mi avvicino lentamente , non sapendo cosa voglio fare , forse foglio solo stargli vicino. 
-Come ti senti ? -chiedo preoccupata.
Lui sospira stanco - poteva andare peggio - forza un sorriso che ricambio. 
Sono persa a fissarlo negli occhi, perché non voglio staccarmi dal suo sguardo , mi fa forza e sicurezza e in questo momento mi serve , mi serve più di ogni altra cosa. 
-Charlotte, Charlotte ! - la sua voce riattiva la mia attenzione e il suo volto preoccupato mi invade il campo visivo. 
- Che c'è ?- chiedo ,ad un tratto tutta la stanchezza mi pervade lasciando che il mio corpo abbandoni le poche forze rimaste. 
-Stai sanguinando - dice , rivolge lo sguardo verso il punto in cui il santo esce, la mia maglietta è invasa da una grande macchia rossa che sembra non volersi più espandere. Velocemente Mattew mi fa sedere sul tavolo di metallo per darmi un'occhiata. Sono talmente stanca che non reagisco quando sento il metallo freddo venire a contratta con il mio fondo schiena.
Matteo solleva lentamente la maglietta , io sento il tessuto staccarsi dalla mia pelle ridandole respiro. 
-Hai perso un po di sangue - dice , io mi sento sempre più stanca per cui annuisco e basta - charlotte , ei , stai tranquilla - mi prende il viso tra le mani per rassicurarmi. 
Poi si occupa della mia ferita, sento un dolore acuto provenire da lì che mi fa urlare . 
-Scusa , il vetro era rimasto dentro . Ora la parte brutta è finita. 
E invece non era finita per niente perchè quando inizia a disinfettare la ferita non posso fare a meno di urlare, poso le mani sul metallo fretto dietro di me per darmi sostegno. A ogni contatto il dolore si fa sempre più forte tanto che mi ritrovo a indietreggiare leggermente. Poi sento due braccia che mi tengono ferma e mi impediscono di muovermi. Nathan è venuto ad aiutarmi , o meglio è venuto ad aiutare Mattew. Intanto lui sta medicando la ferita come può, dopo averla disinfettata applica delle garze e mi passa una benda per tutto il fianco per fermare le garze. 
Quando ha finito , Nathan mi lascia a ritorna da Melissa e da Luke. 
-Ce la fai a scendere ? - chiede Mattew. 
-Si - sussurro , provo a spostarmi ma il dolore è lancinante e acuto. Le mie smorfie fanno capire a Mattew che non posso scendere dal tavolo da sola , così mi prende in braccio e mi porta vicina a Nathan e Melissa. 
-Voi due - dice rivolgendosi ai camerieri - guardate se trovate delle coperte e qualcosa da mangiare. - i due annuiscono velocemente e si alzano intenti a cercare tra gli scaffali. 
Io , mi accascio a terra senza forze, lo guardo dal basso mentre lui aspetta i due ragazzi. 
Quando i ragazzi hanno trovato le coperte le passano a tutti, Mattew prende l'ultima e la stende su di me - tra poco inizierà a fare freddo- dice mentre mi rimbocca la coperta. Poi prende un barattolo di cibo in scatola e si siede vicino a me per darmi da mangiare. Io rifiuto e mi accascio scontro il suo petto, incapace di fare qualsiasi altra cosa. Poi a fatica sistemo meglio la coperta in modo che possa coprire anche lui. Rimaniamo così tutti quanti , coperti da una coperta e in attesa di qualcosa.

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Capitolo 11
*** capitolo 10 ***


Sono ancora tra le braccia di Mattew quando apro gli occhi , credo di essermi addormentata così come gli altri . Sbircio i camerieri e le domestiche e vedo che’ stanno dormendo tranquillamente , do un'occhiata a Nathan che ha chiuso gli occhi come Melissa e Luke che sono rannicchiati vicino a lui . Alzo lo sguardo su Mattew per vedere che ha chiuso gli occhi .

-come va ? - la sua voce parla mentre gli occhi sono chiusi , me si aprono con calma per posarsi su di me .

-non lo so credo un po meglio - rispondo . Effettivamente non riesco a capire come mi sento , sono successe così tante cose nelle ultime ore che non ricordo nemmeno bene la sequenza dei fatti . In questo momento mi sembra tutto così sfocato che non mi prendo la briga di ricordare . 

Mattew riappoggia la testa al muro e continua a guardarmi - dovrebbero essere già qui - dice pensieroso .

-chi ? 

-la base , dovrebbe aver mandato qualcuno a prenderci . Ma a quest'ora dovrebbero essere già arrivati . 

-che base?- Nathan si intromette nella nostra conversazione sotto voce . Io mi volto per guardarlo , ha gli occhi stanchi e credo che se potesse si sveglierebbe immediatamente da questo incubo . Se solo fosse un incubo .

-c'è un motivo se non tutti sanno dei ribelli. Esiste una base creata apposta per respingere i ribelli . Sono loro che mi hanno mandato qui e sono loro che devono venire a prenderci per portarci al sicuro .

La sua voce mi entra nella testa , Mattew è stato mandato qui? E perché ? Ma sopratutto cosa c'è stato fra noi ? Qualcosa o no ? L'idea che possa avermi usato per arrivare i suoi scopo mi fa male come una fitta allo stomaco . E non sto parlando della mia ferita , no quello in confronto è un solletico. Istintivamente mi alzo leggermente dalla posizione in cui sono , appoggio la schiena al muro spostandomi quindi da Mattew . Non riesco a stare vicino a lui dopo quello che mi ha detto .

Dopo le sue parole Nathan non ha più detto nulla , si è rimesso a coccolare Melissa e Luke . Lo guardo mentre si prende cura di lei , mi ritornano in mente le sue parole quando mia madre ha parlato della principessa portoghese.

-allora non lo dicevi così per dire - gli sussurro ricordando la conversazione con lui .

Lui mi guarda e poi sorride - come lo hai capito ? 

-nel modo in cui la rassicuri adesso , nel modo in cui siete andati via prima che succedesse tutto questo - indico la stanza in cui siamo e poi torno a guardarlo negli occhi - e per il fatto che questa mattina Melissa fosse di fretta - le mie parole lo fanno ridere - Melissa non ha mai i capelli sciolti e da quando la conosco ha sempre messo il grembiule anche per andare in bagno .

-sei perspicace - dice con gli occhi che sorridono .

-sai quando ho conosciuto la principessa portoghese ? - annuisco ricordando la serata - ecco quella sera gli ho dato appuntamento vicino al labirinto ma lei non si è mai presentata . Poi ho visto Melissa che gironzolava tutta sola e mi sono avvicinato . Non ho ben capito quando sia iniziato tutto ma so che lei è importante .

La sincerità nelle sue parole mi riempie il cuore di felicità , ho sempre sperato che Melissa trovasse qualcuno adatto a lei, e chi se non un principe ? 

-Nathan - lascio in sospeso le parole perché sono troppo colpita mio fratello . Tutte le volte che lo vedevo sorridere così tanto , tutte le volte che Melissa cantava mentre lavorava , avevano una ragione per essere così . Sono felice per loro . 

-ti avverto - assumo in tono serio - falla soffrire e ti uccido anche se siamo fratelli. -lo ammonisco , teoricamente dovrei dirlo a Melissa ma lei per me è molto importante e so che ha sofferto e non voglio che soffra più . 

Nathan ride - tranquilla non soffrirà te lo prometto.

-sarà meglio per te - dico guardandolo con la coda dell'occhio , ma alla fine mi ritrovo a  sorridere . 

 

Durante la mia conversazione con Nathan  non mi accordo che Mattew si è alzato e ha girovagato per la stanza, sinceramente non so come comportarmi con lui . Credo che quando arriveremo in questa base avrò bisogno di tempo per pensare .

-non capisco perché faccia così freddo - dico senza riflettere , un brivido mi percorre tutta la schiena e mi costringe e rannicchiarmi nella mia coperta più di quanto già non lo sia . 

-il sistema di areazione immette aria fredda è programmato per andare avanti per sei mesi , ma non sappiamo se è stato attaccato anche quello - Mattew deve avermi sentito. 

-ma non è sotto terra ? -domanda Nathan. 

-si ma non sappiamo nulla di ciò che c'è là fuori adesso - risponde Mattew . Ha assunto un'aria frustrata e tesa.

-quando hai detto che dovevano venire a prenderci ? - chiedo.

-già da qualche ora - risponde lui , sta girovagando nella stanza facendo avanti e indietro senza sosta . 

-da quanto tempo siamo rinchiusi qua dentro ? 

-da dieci ore quasi - risponde lui senza smettere di camminare . 

-dieci ore - sussurro stupita , vuol dire che è quasi sera . Siamo qua dentro da tutto il giorno . 

-è tutto il giorno che siamo qui - Nathan dice quello che io ho pensato e Mattew si ferma per guardarci . 

-si - sospira stanco - ascoltate verranno a prenderci - ci rassicura . 

E io mi fido , perché nei suoi occhi vedo che è sincero , ma anche preoccupato . Preoccupato per qualcosa . Ad un tratto prende la cassetta di pronto soccorso e si avvicina a me . 

-fammi rivedere la ferita . Magari dobbiamo cambiare la benda.

Credo sia solo un modo per tenersi occupato e io gli lascio fare . 

Mi solleva la maglietta e osserva la ferita .

-di sangue non ne esce più ma devono essere messi dei punti altrimenti non guarirà mai .

-allora mi farò mettere dei punti 

Mi guarda e sospira . Si siede accanto a me e con calma mi cambia la benda .

-si , lo so . Ma il fatto è che.. 

-che sarebbero dovuti venire già ore fa - finisco la frase per lui , mi guarda e annuisce .

-arriveranno -dico per mantenere la speranza , anche se lo dico più a me stessa che agli altri . Anche io inizio a preoccuparmi, e poi qui dentro da sempre più freddo . Solo il fatto che mi stia medicando mi fa tremare , ma non perché mi sta così vicino dopo quello che ha detto , ma perché le sue mani sono fredde e io sto tremando come una foglia . 

Mattew finisce in fretta e mi ricopre con la coperta . Sostiene il mio sguardo , devo ammettere che la profondità del suo sguardo mi è mancata . Mi è mancata parecchio, tanto che non mi accorgo subito di un rumore che proviene dalla porta . Tutti ci mettiamo in allerta e guardiamo la testa in atte a che succeda qualcosa .

Mattew si alza e lentamente si avvicina alla porta . Ad un tratto quella si apre lasciando entrare due uomini vestiti di nero dalla testa ai piedi e con due armi in mano . Dietro di loro entra una donna , ha lo sguardo fiero di se è appena entra ci guarda tutti con occhi di giudizio. 

-sei in ritardo - dice Mattew in tono duro .

La donna rivolge lo sguardo verso di lui e sul suo volto compare uno sorriso -ma come pensavo fossi felice di rivedere tua sorella .

 

-questo non cambia il fatto che sei in ritardo - dice Mattew a denti stretti . 

La donna sbuffa e si concentra su di noi - forza non perdiamo tempo e andiamocene da qui - dice mentre esce dalla stanza . 

Mattew rimane immobile, gli uomini armati si avvicinano a noi e ci tirano in piedi con la forza. Quando tentano di alzarmi Mattew li blocca subito - aspettate , fermi ! Lei ha una ferita al fianco la porto io - si avvicina a me e mi prende in braccio - lei invece ha una ferita alla gamba - indica Melissa che si sta sostenendo con l'aiuto di Nathan. 

Quando usciamo dalla stanza e ci addentriamo nel corridoio che abbiamo percorso di fretta e terrorizzati ritorniamo a vedere la luce del sole . O meglio il colore rossastro che caratterizza il tramonto . Costringo Mattew a posarmi a terra dicendogli che posso camminare da sola ma lui mi posa a terra e mi sostiene da una parte . 

Quando mi accordo dell'ambiente attorno a me rabbrividisco . Il palazzo è mezzo distrutto , enormi crepe si sono formate sui muri e sono sicura che qualche ala dell'edificio sia crollata . I lampadari sono distrutti in tanti piccoli pezzi e dispersi sul pavimento . I quadri giacciono a terra , alcuni sono rovinati e altri hanno solo la cornice distrutta . Le finestre sono prive del vetro , il quale si trova insieme al cristallo dei lampadari a terra . Nella direzione dell'ufficio di mio padre si vede chiaramente come il tetto abbia ceduto e sia crollato trasportando qualche parte di muro ma non tutto .  

La luce che filtra infilandosi in ogni buco pur di entrare rende lo spettacolo magnifico quanto tetro .

-sono stati i ribelli - il mio è quasi un sussurro e di certo non era una domanda ma Mattew risponde comunque. 

-si, sono stati loro .

Raggiungiamo il gruppo di persone che si avviano fuori dal l'edificio . 

Fuori si trova un'enorme navicella pronta a decollare . Il portellone è calato è pronto per far salire tutti quanti . In cima si trova la donna che ci ha trovato con le braccia conserte e uno sguardo di fuoco . 

Mattew mi riprende in braccio, non dico nulla perché credo che l'abbia fatto solo per dare fastidio alla donna . Infatti lei quando vede che Mattew mi carica in braccio stringe le labbra in una linea molto sottile e ci tiene sotto il suo sguardo di fuoco per tutto il tempo , fino a quando Mattew mi posa . Mi siedo in una dei sedili posizionati ai lati.
Mi posiziono a fianco a Gerg -tutto bene altezza ? - mi domanda premuroso. Nonostante tutto si preoccupa che le persone che ha servito per anni stiano bene . Lo trovo un eufemismo i ribelli ci hanno attaccato , abbiano rischiato di morire e lui si preoccupa se sto bene . 

-si credo di sì. Ma Greg non chiamarmi più altezza non lo sono più .

-signorina lei sarà sempre una principessa - ne dubito seriamente ma non lo dico .

Quando siamo tutti saliti il portellone si chiude dopo che gli uomini vestiti di nero sono entrati. I piloti della navicella hanno acceso i motori e sono partiti levandosi lentamente in aria. Il viaggio procede senza nessuna complicazione e questo mi da modo di osservare Mattew che si è allontanato da me per avvicinarsi alla donna che ci ha trovato. Si trovano vicino ai comandi della navicella dietro a delle porte di vetro .Sta parlando animatamente con lei ,ogni tanto lancia delle occhiate veloci verso il punto in cui ci troviamo ma poi torna a discutere con la donna.
Le loro voci si sentono anche dietro al vetro .
-Avresti dovuto tornare qui subito !- la donna rimprovera Mattew appena passata la porta.
-E che cosa avrei dovuto fare sentiamo!- la rabbia di Mattew è inconfondibile nel suo tono di voce.
-Non avresti dovuto farti distrarre , cosa hai fatto per tutto questo tempo ? - la donna alza la voce.
-Ho fatto quello che mi hai chiesto ! Non avrai mica pensato che li avrei lasciati lì vero ?
-ah quindi solo perché sei una brava persona hai pensato di restare contro gli ordini? Per colpa tua ora ci ritroviamo senza un re e con un palazzo distrutto e un regno in balia di attacchi!
-Dove stiamo andando ? - la voce di una cameriera richiama l’attenzione un po di tutti. Ha fatto la domanda che nessuno osava fare per la paura. In fondo che cosa sappiamo di queste persone? Nessuno risponde alla domanda e io mi riconcentro su Mattew e la donna. Mattew alza le braccia in aria in malo modo e poi si volta nella direzione delle porte, le quali si aprono non appena gli si avvicina.
-Ei ! mi hai sentito Mattew ! Torna qui! - le urla della donna si sentono solo nel momento in cui Mattew attraversa la porta e torna da noi. Dal suo volto traspare tutta la rabbia che ha in corpo , e si vede come le parole della donna siano completamente vane perchè lui non torna a parlare con lei.
Si siede nel posto vicino al mio e posa i gomiti sulle sue ginocchia per passare le mani sulla faccia.
-Dove stiamo andando ? - la cameriera ripete la domanda attirando l’attenzione di Mattew che cambia immediatamente espressione, adesso fa finta di essere rilassato e tranquillo ma sappiamo tutti che non lo è.
-Andiamo alla base, non preoccupatevi li saremo al sicuro.
Dopo quelle parola non parla più nessuno, nessuno osa parlare per paura di sapere cosa accadrà , perchè fino ad ora era tutto prevedibile ma adesso invece nulla è più come prima.

Passano i minuti e il silenzio nella navicella è il dittatore più assoluto. Nessuno parla o ha il coraggio di parlare.
-Senza un re - Nathan interrompe il silenzio anche solo sussurrando le parole.
Mattew che dopo aver rassicurato tutti si è chiuso in un assoluto silenzio fissando il vuoto davanti a se, alle parole di Nathan sembra riattivarsi - si - la sua voce è stanca ed è come se non volesse pronunciare quelle parole - vostro padre è morto, o almeno così crediamo. Durante la perlustrazione non hanno trovato nessun corpo ancora in vita.
Le sue parole mi risuonano nella testa cercando di dargli un senso - e … e mia madre ?
La mia voce è un sussurro ma appena udibile, Mattew volta la testa verso di me , i suoi occhi lasciano capire solo una cosa : è morta anche lei.
Non mi accorgo di piangere quando tiro su con il naso e sono costretta a togliere delle lacrime dalle guance. Mi ritrovo ad osservare Luke , così piccolo e ingenuo e ignaro di quello che sta realmente succedendo. Dorme beato tra le braccia di Nathan . Lo stiamo sballottando da un posto all’altro e lui non dice nulla , non si lamenta e accetta senza condizioni tutto quello che accade. Mi chiedo come faremo io e Nathan a dirgli che i nostri genitori sono morti. Come una codarda mi dico che lo farò dopo , che lo faremo dopo.

Passano un paio ore e non siamo ancora scesi fino a quando la donna che ci ha trovato esce dalla cabina di comando e si avvicina a noi a passo spedito . Si posiziona davanti a Mattew senza guardarlo, guarda solo noi , con odio e disprezzo come se fossimo un peso.
-Stiamo per arrivare, quando scendete non fate nulla, seguite le nostre indicazioni e nessuno verrà punito.
Come incoraggiamento non è il massimo ma capisco che è meglio non rispondere e fare come dice.
Immediatamente la navicella rallenta la sua velocità e inizia ad abbassarsi , quando tocca il suolo il portellone si apre lentamente rivelando la luce che inonda tutta la navicella.
La donna non perde tempo e scende andandosene senza dire una parola.
A quel punto Mattew prende un grande respiro e si alza - bene andiamo vi porto in infermeria. - prova a prendermi in braccio ma io rifiuto.
-Ce la faccio - dico soffocando una smorfia. Lui annuisce non molto convinto ma rimane vicino a me nel caso non resista.

 

Quando scendiamo dal portellone ci troviamo davanti un enorme costruzione, non grand per altezza ,ma per larghezza. Davanti alla porta si trova un enorme stemma con una rosa stilizzata nera e due lettere rosse , la R e la P, dove la R è rivolta al contrario.
Scendiamo lentamente ammirando la costruzione davanti a noi, è tutta grigia ma la grandezza lascia tutti a bocca aperta.
-Venite da questa parte  - Mattew ci giuda nella costruzione mentre gli uomini in nero si mettono in allerta , ma quando entriamo non si seguono.
Percorriamo diversi corridoi tutti di un grigio chiaro , ogni tanto ci sono delle svolte che si posso prendere per diversi settori, o così li ha chiamati Mattew. Ha detto anche che ci verranno assegnati degli alloggi e che avremo qualcuno che per qualche giorno ci aiuterà ad ambientarci.
Alla fine arriviamo davanti a delle porte bianche che si aprono appena ci posizioniamo davanti . Deve essere l’infermeria perchè ci sono diversi lettini e luci bianche.
Veniamo accolti da una donna vestita di bianco , con i capelli castani legati dietro la testa che saluta Mattew - finalmente iniziavo a darti per disperso.
-Non preoccuparti non ti libererai facilmente di me - la schernisce lui divertito- ti ho portato un po di lavoro.- ci indica e la donna subito accorre da noi.
-E tu lo dici con così tanta tranquillità ! - la sua voce diventa acuta quando si avvicina a noi osservandosi velocemente - oddio ! vieni cara siediti qui - fa sedere Melissa al letto più vicino e poi chiama qualcuno - servono infermiere veloci !
Uno ad uno ci sistema sui lettini , alcuni non hanno nessuna ferita ma vogliono fargli dei controlli per essere più sicuri. Mattew mi fa sedere su un lettino e poi chiama la donna castana che quando si accorge della mia maglietta sporta spalanca gli occhi e corre a prendere una cassettina da cui estrarre qualcosa.
-Potevi dirmelo che lei è la più grave , levati ho da lavorare - sgrida Mattew mentre non smette di lavorare , mi alza la maglietta e toglie la benda , la osserva con cura e poi torna a rovistare nella cassettina - la ferita ha bisogno di punti .
-Lo so ma l’unica cosa che potevo fare era disinfettarla - sembra quasi che Mattew si stia difendendo dalle parole della donna.
Lei però alza solo lo sguardo come segno di rimprovero e torna a concentrarsi sulla mia ferita , provo a guardare cosa fa ma Mattew mi chiama.
-Charlotte - mi guarda preoccupato.
-Che c’è ? - domando , non capisco perchè sia cosi preoccupato ma quando sento la pelle che pizzica, questo mi fa sussultare ma cerco di trattenermi.
-Cerca di resistere cara manca poco - la donna muove abilmente le mani sulla mia ferita mentre io soffro . Quando ha finito mi applica un grande cerotto sulla ferita e mi dice di fare attenzione nei movimenti e che fra qualche giorno dovrò tornare per togliere i punti.

Nell’infermeria si sentono solo le voci delle infermiere che parlano quando le porte si aprono lasciando entrare una ragazza che si avvicina velocemente a Mattew e gli salta addosso abbracciandolo.
-Sei tornato ! Non vedevo l’ora ! - poi si stacca dall’abbraccio e si guarda introno notando tutti entusiasta - ma guarda quanta gente hai portato.
L’abbraccio di quella ragazza a Mattew mi ha fatto male . Lui è il mio Mattew. Non cara non lo è più .  E questo mi fa sorgere una domanda : cosa siamo adesso io e lui ?
Questa domanda viene accantonata momentaneamente quando Mattew sorride - hai visto gli ho salvato la vita.
La ragazza gironzola per la stanza poi si volta di scatto per guardarlo con un sorrisetto sulle lebbra - quanto è arrabbiata ?
-Molto arrabbiata - risponde Mattew sorridendo anche lui.
-Questa volta l’hai fatta grossa - dice la ragazza scuotendo la testa.
-Non mi importa , ho salvato delle vite e non mi pento di averlo fatto.
La ragazza non sembra convita - e come lo dici a tuo nonno questo ? - incrocia le braccia al petto.
-Ci penserà Jess - liquida tutto con un gesto della mano e poi si concentra su di me.
-Come ti senti ? - domanda premuroso.
-Em … credo meglio - mi sento un po in imbarazzo a rispondere dopo che quella ragazza lo ha abbracciato.
La ragazza mi guarda sorridere e annuisce - ora ho capito perchè sei rimasto - ha l’aria maliziosa e a quelle parole Mattew rimane spiazzato.
-Em .. si .. ecco - tenta di formulare una frase ma l’unico risultato è quello di far ridere tutti quanti nella stanza.
La ragazza invece si avvicina a me - mi chiamo Annie e se pensi che io sia la sua ragazza ti sbagli di grosso ,te lo lascio tutto a te questo ragazzo - si presenta e parla di Mattew con finto disprezzo.
-Em … grazie - la ragazza sorride - mi chiamo Charlotte - mi presento e dentro di me mi maledico per aver pensato anche solo un secondo che lei fosse la ragazza di Mattew . Ma per la prima volta mi presento solo come Charlotte e non più come un principessa.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


E’ passata un’ora da quando siamo arrivati , Annie si sta rivelando davvero una brava persona, non smette di battibeccare con Mattew su qualunque cosa. In un certo senso sono divertenti, un pizzico di spensieratezza e divertimento in un momento non proprio tranquillo.
Le infermiere mi hanno controllato se i punti stavano facendo bene il loro lavoro e non perdono l’occasione per controllare anche tutti gli altri.
Appena Annie ha visto Luke non ha perso tempo e ha fatto subito amicizia con lui , inoltre lo ha accompagnato in una sezione della base dedicata ai bambini - è per avere tutti i bambini sotto controllo se accade qualcosa - ha detto lei. Da quanto ho capito fino ad ora la base è un’enorme vecchia base militare dismessa e risistemata per accogliere e permettere di far lavorare le persone. In sostanza è una piccola città sotto un tetto, ma Mattew continua a ripetere che si sta espandendo, sono in costruzione due nuove aree che faranno da dormitori e si pensa di creare anche una nuova palestra per permettere a tutti coloro che vogliono combattere di farlo.

Vorrei capire di più ma ho come la sensazione che Mattew non me lo voglia permettere , ogni volta che provo a chiedere qualcosa , ma non solo io anche gli altri , lui si chiude subito a riccio e svia il discorso verso qualcos’altro.
Le porte automatiche dell’infermiera si aprono lasciando entrare un uomo vestito di nero e armato - Gordin è richiesto dal capitano - il suo tono è senza emozione come se fosse una macchina.
Mattew lo guarda per qualche istante poi si scambia un’occhiata con Annie - non avevi detto che ci avrebbe pensato Jess? - chiede la sua amica, il suo tono è leggermente ironico ma sfuma subito quando il volto di Mattew si fa sempre più teso.
-Si è quello che ho detto - si alza dalla sedia vicino al mio letto e si sporge per darmi un leggero bacio sulla fronte, dopo di che esce senza dire una parola.

Sono confusa e stordita dal suo comportamento , non lo capisco. Credo lo abbia capito anche Annie perchè mi guarda comprensiva - credimi non l’ho capito io in tutti questi anni di amicizia sarebbe un miracolo se lo capissi tu.
-Da quanto siete amici ? -capisco di averlo detto ad alta voce quando la sua espressione cambia subito e torna sorridente.
-Be i nostri genitori lavoravano insieme e noi siamo cresciuti insieme. Noi e sua sorella Jess. Ma lei preferiva sempre stare più in disparte, più cresceva più preferiva occuparsi di aiutare i nostri genitori. Poi quando sono morti i miei si è dedicata con anima e corpo.
-Mi dispiace - mi esce spontaneo ma poi ricordo che probabilmente anche i miei genitori sono morti.
-Non preoccuparti è passato tanto tempo e Mattew mi ha aiutato molto e poi ora mi sono fatta una vita per cui non ho motivo di piangere ancora. - la sua sicurezza mi da fiducia.
-Quando ci ha trovato però sembra sprizzare odio da tutte le parti - la voce di Nathan si fa spazio nella nostra conversazione coinvolgendo , a questo punto , anche tutti gli altri.
-Oh non dovete preoccuparvi - dice agitando una mano - lei fa così con chiunque varchi il portone per la prima volta , ma poi se ne farà una ragione. Credo abbia difficoltà a capire che se qualcuno arriva qui è perchè ha bisogno di aiuto e non per uccidere qualcuno.
-Che intendi ? -la mia domanda la fa trasalire e improvvisamente sembra a disagio nel dare la risposta.
-niente … nulla - sforza un sorriso - è solo per dire.
-Ma io non ho capito dove siamo di preciso - Melissa parla distogliendo Annie da una risposta difficile e la conversazione da una piega apparentemente strana.
-Be questa è una base di ribelli . Ribelli di pace - si affretta a chiarire - i ribelli ci sono sempre stati , ma parliamo di quello che non accettano il governo attuale e che , secondo loro , va cambiato. Ma noi invece vogliamo solo riportare la pace. Questa base è stata l’idea dei nostri genitori anni fa e che il nonno di Mattew gestisce. Qui si accolgono le persone che hanno bisogno e spesso andiamo a rallentare i ribelli per dare tempo al governo di reagire. In molti stati ci sono dei ribelli di pace ma i governi non lo sanno.
-Ma se il vostro compito è quello di rallentare i ribelli allora perchè ci hanno attaccato cosi presto ?- domanda Nathan.
-Io non so niente di strategie e attacchi , so solo quello che dicono negli aggiornamenti settimanali, ma spesso non dicono molte cose. Nella base però nessuno ha del tempo libero, tutti si occupano di un lavoro ben preciso per permettere di vivere in tranquillità. 

 

Per la notte Greg , i camerieri e le domestiche sono stati accompagnati nei loro dormitori e gli è stato assegnato un lavoro da iniziare il giorno dopo. Io, Nathan e Melissa siamo rimasti in infermeria per precauzione, in realtà Nathan non ne aveva bisogno ma ha insistito per rimanere e le infermiere si sono arrese. Per quanto riguarda Luke , Mattew è passato per assicurarsi che tutti stavamo bene che ci avrebbe pensato lui al piccolo. Mi stupisce il suo comportamento , prima affettuoso , poi freddo e distaccato.

-Cosa faremo adesso ? -Melissa spezza il silenzio che si è creato fra noi tre.
-Faremo quello che ci diranno di fare - dice Nathan. Volto la testa per vederlo disteso nel letto a fianco al mio , ha gli occhi chiusi e un braccio alzato a coprire la fronte.
-E non faremo nulla ? Insomma il palazzo è stato distrutto - la voce di Melissa cerca una speranza a cui aggrapparsi ma poi cede vedendo che Nathan non reagisce.
-è una guerra più grande di noi Melissa , non possiamo farci nulla. - risponde Nathan , sembra abbia dimenticato che fino a poche ore fa eravamo nell’ufficio di mio padre a discutere come reagire ai ribelli.
-Ma il regno .. - tento di controbattere ma lui rimane sulle sue idee.
-Il regno non ha più un re Charlotte , non ha più nulla- alza la voce mentre parla e questo fa capire che il discorso è chiuso. Io non rispondo ma penso che non sia giusto abbandonare tutto , come se gli ultimi anni non fossero mai esistiti , come se la nostra famiglia non sia stata spezzata con un semplice attacco.
-Dovremmo dire a Luke di mamma e papà - dico lentamente ,so che Nathan sta pensando lo stesso.
-Glielo diremo - dice solo. Capisco che non è in vena di parlare e quindi non dico più niente , Melissa preferisce non parlare ma dal letto accanto a quello di Nathan allunga una mano come per confortarlo. Lui ha Melissa , ha qualcuno con cui può iniziare una nuova vita. Io chi ho ? Ho solo Luke oltre a Nathan.
Mi chiedo come prenderà Luke la morte di mamma e papà, io credo di non averlo realizzato pienamente, mi sembra che da un momento all’altro possano entrare nella stanza e rassicurarci che andrà tutto bene. La protezione che i genitori mi davano mi è stata drasticamente portata via , lasciando che tutto mi piombi addosso come un macigno.

Il giorno dopo mi risveglio lentamente, lascio che i miei occhi si abitui lentamente alla luce dei lampadari. Jakie , la capo infermiera che mi ha medicato appena sono arrivata, si accorge che sono sveglia e viene subito a controllarmi. - credo che tra una settimana i punti si possono togliere, e fra un paio di giorni il dolore possa passare - dice togliendo i guanti per aggiornare una piccola cartella - comunque dovrai stare attenta per qualche giorno , nessuno sforzo o movimento brusco - mi avverte.
-Capito - mi metto a sedere sul mio letto - quando posso uscire da qui ?
Jakie mi lancia uno sguardo divertita poi chiede la cartella e si appoggia al mio letto diventa improvvisamente seria - so che vorresti uscire e voler fare qualcosa , ma devi pensare prima di tutto a te stessa e ai tuoi fratelli - lancia uno sguardo a Nathan che dorme tranquillo nel letto accanto al mio - ma provare a fare l’eroe non servirà a niente se prima la tua famiglia non sta bene.
-come sai che voglio fare qualcosa?
-ho ascoltato la conversazione che hai avuto con tuo fratello , capisco che vuoi fare qualcosa ma i tuoi fratello hanno bisogno di te adesso - detto questo prende la cartella ed esce dalla stanza lasciandomi sola con i miei pensieri.
Forse è solo un sogno ? Uno di quelli brutti che ti sembrano reali , ma che poi si interrompono proprio quando sei in fin di vita e ti svegli nel tuo letto caldo, nella tua stanza.
Guardo Nathan di fianco a me , ieri quando ha parlato sembrava sollevato a essere qui ,lontano dal lavoro e dai doveri; è come se fosse contento di non fare più il principe.

Le porte dell’infermiera si aprono lasciando entrare Mattew . Questo mi risveglia dai pensieri e mi fa capire che non sono in un sogno ma nella realtà, una realtà in cui mi ritrovo in una base di ribelli che vogliono ristabilire la pace.
-Come ti senti oggi ? - Mattew si è seduto vicino al mio letto.
-Meglio , spero di poter uscire oggi da qui - dico evitando il suo sguardo , non so cosa io possa trovarci, ultimamente non è molto coerente - e Luke?
-Ha chiesto di voi, ma poi è crollato sul letto come un sasso. Oggi è tornato ancora nell’area bambini. Se vuoi puoi andare a trovarlo.
-Bene - forzo un sorrido e non posso fare a meno di guardarlo. Mi ritrovo a tuffarmi ancora nel suo sguardo , rendendomi conto che mi è mancato.
-Oggi vi affideranno un alloggio. - lancia uno sguardo a Nathan - e anche un lavoro da svolgere. Cercherò di farvi avere un alloggio unico.
Seguo il suo sguardo - Grazie - in un momento di completo imbarazzo si alza dalla sedia.
-Io devo andare , ci vediamo dopo - detto questo esce dalla stanza senza dire nulla di più.
Mi accascio sul cuscino del letto, non riesco più a capire Mattew.

Dopo un’ora è arrivata Annie come un tornato nell’infermeria dicendo che ci avrebbe pensato lei a noi - vi porto nel vostro alloggio - dice entusiasta.
-Bene , non vedevo l’ora si uscire da qui - dico scendendo dal letto , soffoco una smorfia di dolore. La ferita mi fa ancora male ma è un male sopportabile diciamo.
-Riesci a camminare o hai bisogno di ..
-Riesco a camminare , ho una ferita al fianco non sono un malato terminale - mi ritengo leggermente offesa. Sospetto che Mattew si sia assicurato che non facessi fatica, ci metterei una mano sul fuoco.
Anche Melissa riesce a camminare, zoppica ma almeno cammina con le proprie gambe.
-Bene allora tutti in marcia - si mette davanti al gruppo felice come una pasqua. Mi stupisce la sua allegria , mi chiedo come faccia. Io non m sento per niente allegra, anzi se potessi scegliere di fare cambio con una vita da cameriera ma al sicuro a posto di dove sono ora sicuramente non esiterei a fare cambio.
Annie ci guida attraverso i corridoi spiegandoci per filo e per segno ogni centimetro della base - la parte che stiamo attraversando è quella della sanità dove c’è l’ospedale , quella che avete visto voi è solo una delle stanze dell’infermeria , diciamo che è quella dedicata a ferite superficiali- ma poi si blocca e si affretta a spiegare- non che la tua non lo sia Charlotte, ma ecco forse non volevi stare accanto a persone che urlano di dolore per una gamba tagliata.
-Comunque - riprende allegra - quest’ala della base è attaccata all’area addestramento , ovvero alla palestra- svoltando in un corridoio passiamo davanti a una porta di vetro bianca opaca leggermente aperta, passando riesco e intravedere dei ragazzi che stanno combattendo corpo a corpo; intravedo anche Mattew intento a parare un colpo - ma questo non importa per ora.
Finito il corridoio oltrepassiamo un’altra porta opaca bianca che ci fa uscire all’aperto.
Il sole però deve passare attraverso il tetto di vetro antiproiettile - questa sistemazione permette di avere luce naturale ma essere tutti protetti - Annie continua il tour senza smettere di spiegare e senza omettere nessun dettaglio. Sembra che sia orgogliosa si tutto questo.
-Le aree sono divise in capannoni, noi eravamo nel capannone sanità e compatimento. - dice mentre passiamo per quello che sembra essere la via principale, che si estende per tutta la larghezza dell’edificio.
-Se ve lo state chiedendo , si sono tanti capannoni in un solo edificio . Ma alcuni capannoni , come i più esterni sono un tutt’uno con l’edificio. Nella parte est, ci stiamo espandendo come vi ha detto Mattew- continua Annie, mentre tutti e tre ammiriamo quella che ormai è casa nostra.
-Adesso stiamo andando nel primo capannone dei dormitori , ce ne sono altri sparsi per la base. Vengono assegnati in base alle esigenze e siccome voi siete in quattro siete stati messi in quello vecchio . Io sono nel secondo capannone non lontano dal primo.
La via principale è piena di persone che parlano , camminano , e che ci guardano curiosi . E’ strano , non essere sotto gli occhi di tutti ma, essere visti da quelle persone come nuovi arrivati. Persone che sono arrivate in cerca di aiuto.

Stiamo attraversando quasi tutta la via quando ad un tratto svoltiamo verso destra arrivando davanti a una porta con stampato sopra un grande uno sulla parte superiore.
-Eccoci arrivati - Annie ci fa salire per le scale e ci accompagna davanti a una porta di legno. Tutto ha la sensazione di essere quasi accogliente, come se facessero di tutto pur di rendere tutto già normale possibile. Annie apre la porta e ci fa entrare - d’ora in poi dormirete qui. Ora p questa casa nostra.
La stanza è divisa in quattro stanze principali , due stanze con due letti singoli , un bagno , e un piccolo salotto. E’ grande quasi come la mia stanza e la mia cabina armadio messi assieme che avevo a palazzo. Mi guardo un po intorno , i mobili così semplici, la piccola televisione e il divano rosso che sembra usato, le stanze che sono composte solo da letti, comodini e armadi; il bagno così piccolo quanto semplice. Dentro di me sento che non avevo mai voluto tanto una cosa del genere fino a quel momento. Mi ritrovo a vagare per quella che ora è casa mia come un sorrido da ebete sulla faccia.
E’ tutto così … normale. Semplice. Tranquillo.
Non ci sono quadri antichi di persone con lo sguardo perso nel vuoto e un volto che sembra porcellana vestiti in abiti tanto belli quanto pesanti che avranno indossato solo per quell’occasione.
Non ci sono mobili antichi che anche solo con lo sguardo hai la sensazione di disintegrare.
Non ci sono ampie stanze piene di talmente tante cose che probabilmente nessuno sa con certezza cosa di sia effettivamente.
Non ci sono corridoi interminabili illuminati da luci gialle.
Non c’è nulla di tutto questo.
Ci sono solo le cose essenziali , quelle che servono tutti i giorni.
-Mi piace - dico lentamente tornando nel piccolo salotto.
-Ce lo faremo andare bene - dice Nathan , dalla sua faccia capisco che non la pensa come me. Secondo lui una casa deve essere grande e piena di cose , non piccola e semplice.
Annie sembra un po' spiazzata dalla sua reazione , ma subito Melissa interviene in soccorso - va bene , c’è tutto quello che serve.
Nathan entra in una stanza lasciando tutte e tre in silenzio. Annie rimane in imbarazzo e si dondola sui piedi. Melissa si guarda intorno un po delusa dalla reazione di Nathan.
-Lascialo stare Annie , fa cosi quando non accetta le cose - dico scusandomi per mio fratello. Ha sempre fatto così, quando le cose non gli andavano bene diceva due parole e poi spariva da qualche parte.


Annie sembra rasserenarsi alle mie parole - bene allora direi che posso portarvi al vostro lavoro.
Detto questo si avvia verso la porta dove la raggiungo mentre aspettiamo che Melissa chiami mio fratello.
-Da quanto tempo sei qui ? -chiedo curiosa - se non sono invadente - aggiungo.
-No non preoccuparti , sono stata tra le prime persone a venire qui , i mei genitori e quelli di Mattew lavoravano insieme - mi spiega - ma lui e Jess hanno l’alloggio qui , invece io nel secondo dormitorio. Prima ero qui anche io ma quando i miei genitori sono morti mi hanno spostato in una camera singola.
Annuisco - quindi anche Mattew vive in questo dormitorio ? - chiedo per conferma.
-Si ma non ti aspettare di vederlo spesso , ha orari strani quel ragazzo - dice sospirando , come se avesse perso le speranze con Mattew. Vedendo la mia espressione stranita però si affretta a chiarire le sue parole - ma non ha orari strani perchè sta con qualcuno , no assolutamente .  Mattew non ha la ragazza , no. - fa una piccola risata imbarazzata - anzi non so bene cosa faccia ma credo che si alleni da solo in palestra o sta da solo al centro di controllo.
Annuisco ancora, mi sento stranamente rilassata dal chiarimento di Annie , non che abbia subito pensato male ma una piccola parte di me, una molto piccola, forse ha pensato che fosse per una ragazza.

Melissa e Nathan ci raggiungono e così usciamo dal nostro alloggio. Annie ci consegna anche le chiavi per quanto torneremo stasera.
Usciamo dal nostro dormitorio per immergerci ancora nella via principale , ma questa volta prendiamo una via secondaria che ci porta nel capannone che contiene le cucine e la sala comune dove si pranza e si cena.
-La colazione è a scelta, ma la cena e il pranzo sono obbligatori. Il comandante vuole che nessuno rimanga senza cibo. - ci spiega mentre saliamo una scala , poi arriviamo davanti a una porta bianca, Annie la apre e ci fa entrare - ecco a voi le cucine.
La prima sensazione è quella di entrare nelle cucine a palazzo, solo che sono più grandi e contengono più persone, il tutto mi mette addosso una profonda tristezza , che ne sarà stato di tutte  quelle perone ? Saranno morte tutte ? e se si sono salvate adesso dove sono ?
-Io lavoro qui , be faccio anche altro ma principalmente questo. Charlotte e Melissa voi mi seguirete per i primi giorni , fate quello che faccio io. Nathan tu aspetti che arrivi Mattew, avrei potuto lasciarti subito alla palestra ma volevo farti vedere il tuo alloggio.- spiega Anni prendendo un grembiule per se e due per me e Melissa.
In tutta la mia vita non avrei mai pensato di dover cucinare. Passare da essere una principessa servita e riverita a dover cucinare per molte persone ; c’è chi considererebbe il tutto come un salto colossale verso il basso ma io in un certo senso sono felice. Felice che per una volta quando entro in cucina nessuno mi guarda come se non dovessi essere lì.
Questo cambio repentino di vita mi fa capire che in fondo niente è come sembra.

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


Incredibile ma vero sono riuscita a tagliarmi ben due volte con il pelapatate. 
Chi ha detto che pelare una patata fosse semplice ?
Siccome io non so fare praticamente nulla in cucina mi hanno affidato le cose base come tagliare le verdure. Annie ha detto che pelare le patate era una cosa semplice ma io non ne sono molto convinta, dopo che mi ha fatto vedere come fare pensavo fosse semplice. Mi sbagliavo. Mi sono tagliata due volte, quindi adesso oltre a dei punti sul mio fianco ho anche due nuovi cerotti. 
-Ma è incredibile ! - dico esasperata, lascio cadere il pelapatate e la patata per concentrarmi sul terzo taglio. 
-Mi devi spiegare come fai - dice Melissa soffocando una risata.
Le lancio uno sguardo di fuoco ma col risultato di farla ridere ancora di più. 
-Se continui cosi la scatola dei cerotti te la regalo - Annie mi porge di nuovo la scatola dei cerotti da cui ne prendo uno e accuratamente lo posiziono sul taglio.
Annie si sta occupando di controllare che tutto sia pronto per i cuochi , è una sorta di capo che controlla che tutti gli ingredienti siano al loro posto e della quantità giusta. Anche Melissa sta tagliando le verdure ma la differenza è che lei è una cameriera e ci è nata in questo ambiente , io no.
-Sai le mie tutrici non mi hanno mai spiegato come pelare una patata - prendo la scatola e la ridò ad Annie.
-No te la regalo veramente - dice sorridendo , così me la metto nel mio grembiule per averla sotto mano. 
-io so come disporre un esercito in modo efficace ma tagliare le verdure non me lo hanno mai insegnato - dice Nathan appoggiato al bancone. Annie ha detto che deve venire Mattew per portarlo al suo lavoro ma non si è ancora fatto vivo. 
-e comunque quando arriva Mattew? - domanda mio fratello .
-vallo a sapere , ma si farà vivo ci scommetto quello che vuoi- risponde Annie mentre controlla gli ingredienti su una cartellina. 
-ti sei scelta proprio un bel ragazzo sorella - commenta Nathan facendo ridere Annie e Melissa, gli altri mi lanciano occhiaie confuse , io mi sento in imbarazzo. 
-stai zitto - lo minaccio con il pelapatate.
-altrimenti ? - mi provoca.
Non trovo nulla con cui ribattere, a palazzo lo avrei minacciato di spifferare qualcosa a mamma e papà. Ma poi ricordo che non siamo più a palazzo. Un peso mi cade sullo stomaco quando ricordo che mamma e papà sono morti e mi rattristo cercando di non darlo a vedere. 
-io ... io .... - tento di trovare qualcosa qualunque cosa poi mi viene in mente una cosa e subito la mia espressione assume un sorriso malizioso - altrimenti racconto a Melissa di quando camminavi in giro per il palazzo con in pannolino e fingendo di essere il re - il suo volto cambia completamente espressione diventando scioccato. 
Annie e Melissa , ma anche alcune persone nella cucina , scoppiano a ridere. 
-Non oseresti- dice a bassa voce. 
-o questo è quello che credi tu - ribatto voce altrettanto bassa. 
-davvero andavi in giro col pannolino fingendo di essere il re ? - domanda Melissa tra le risate.
Nathan prova a rispondere ma io lo precedo - certo che lo faceva e poi comandava tutti a bacchetta dicendo di essere il re. Ma se lo scopriva papà scappava a gambe levate verso la tutrice - mi guadagno uno sguardo di fuoco da parte di mio fratello. 

Ad un certo punto la porta si apre e le risate si spengono all'istante quando si sente una voce femminile urlare - ti ho detto di fare il tuo lavoro non di impiccarti in cose che non ti riguardano.
Cala immediatamente il silenzio e dalla porta entra Mattew con il volto coperto di rabbia, si blocca quando vede tutti che lo fissano ma poi i suoi occhi incrociano i miei si rilassa e le sue labbra assumono la forma si un piccolo sorriso. 
Io abbasso immediatamente lo sguardo trovando che pelare le patate sia diventato il lavoro più interessante del mondo. 
Sento Mattew avvicinarsi a me - come stai ? - ultimamente è l'unica cosa che riesce a dire.
-Bene - dico senza staccare gli occhi dal mio lavoro. 
-Avresti dovuto essere qui molto prima - lo rimprovera Annie, e la ringrazio perchè mi stavano fissando tutti.
-Ho avuto da fare - dice solo, poi si allontana e va a prendere una mela tra la frutta. 
-Non prendere il cibo Mattew te l'ho già detto ! - la sua voce diventa isterica quando Mattew addenta la frutta davanti a lei - e poi cosa avevi di tanto importante da fare per non venire qui ? 
-Jess - dice soltanto. Si posiziona da parte a me mentre addenta la sua mela - come ti sei fatta tutti quei tagli ? - chiede curioso.
-Charlotte non sa pelare le patate - dice Melissa ridendo.
Mattew si mette a ridere ma smette immediatamente quando vede il mio sguardo di fuoco. 
-scusa tanto se a palazzo non mi hanno insegnato come pelare una patata - dico offesa. 
-no io non .. nemmeno io so pelare una patata -tenta di rimediare ma fallisce clamorosamente. 
-Senti al posto di fare il cascamorto perchè non porti via Nathan? Se lo trova Jess senza lavoro va su tutte le furie- sussurra Annie tra i nostri volti. 
Mattew sospira e si volta verso di lei - e che mi importa se Jess va su tutte le furie , ultimamente sembra fare solo quello - dice lui addentando la mela. 
-Fallo lavorare - ribatte Annie allontanandosi.
Matteo scuote la testa alza gli occhi al cielo - forza Nathan andiamo a fare come dice mamma Annie - dice ad alta voce chiamando mio fratello, il quale si era appoggiato annoiato sul bancone a fianco a Melissa , adesso si alza si fretta e posa un bacio delicato sulla guancia di Melissa che arrossisce subito. 
-Non chiamarmi mamma ! - urla Annie di rimando. 
-come ti pare , andiamo Nathan - Mattew si avvicina alla porta seguito da mio fratello , apre la porta e lascia passare Nathan che esce poi prima di fare la stessa cosa mi guarda e con le labbra mima "a dopo".

Rimango ferma a guardare il punto in cui mi ha detto quelle parole fino a quando non mi passa da parte Annie esasperata - come se combattere fosse un lavoro poi - dice sistemando dei fogli sulla sua cartellina.
-Nathan andrà a combattere ? -domanda Melissa preoccupata.
Annie alza lo sguardo verso di lei - si hanno ritenuto fosse un ottimo stratega e soldato , utile contro i ribelli - poi le sorride -tranquilla quando è insieme a Mattew non hai nulla da temere.
Melissa annuisce non proprio convinta e poi torna al suo lavoro. 

Prima di pranzo Annie dice a me e a Melissa che possiamo andare a trovare Luke, ci ha spiegato la strada , e spero di ricordarla. 
Usciamo dalla cucina dopo aver appeso i nostri grembiuli , scendiamo le scale e ci immergiamo nella via principale seguendo le direttive di Annie. 
-Allora come ti è sembrato lavorare per la prima volta ? - mi domanda curiosa Melissa.
-E' stato strano all'inizio ma nulla di così sconvolgente - confesso - in realtà pensavo peggio - dico sporgendomi leggermente verso di lei. 
-Bene sono contenta anche perchè credo che qui non sarete trattati come prima - dice pensierosa.
-Non mi importa più essere trattata come prima , anzi sono contenta di lavorare e tagliarmi le mani - indico i cerotti sulle mie mani - per tutta la vita sono sempre stata considerata di porcellana , finalmente ora sono come tutti gli altri. 
Melissa mi guarda sorridendo - mi piace il fatto che questo cambio drastico di vita non ti abbia demoralizzata- dice ma poi si rabbuia - invece Nathan non ne così positivo.
-Vedrai alla fine toglierà il broncio - la consolo - fa sempre così ma poi cambia idea. 
-Sarà - non è molto convita ma la conversazione finisce qui. 
Mentre camminiamo per le strade dell'edificio che si fanno sempre più stretta a causa dei tanti capannoni , in un certo senso mi ricorda il labirinto perchè non ci sono indicazioni o cartelli. O sai dove andare o ti perdi. La cosa bella è che io ricordo perfettamente come uscire dal labirinto e questo mi da un vantaggio posso apprendere più facilmente come orientarmi qui dentro. 
Arriviamo davanti a una porta colorata, lo sfondo giallo con una scritta rosa che dice "bambini". 
-Ma come hai fatto ? io mi sarei già persa - dice Melissa stupita.
-Mi oriento facilmente - rispondo aprendo la porta. 
Entrando si sentono subito urla e voci piccole e squillanti dei bambini, dei bambini ci passano vicino correndo e ridendo come piccoli diavoletti. 
-Non correte ! - dice una donna venendoci incontro - me che lo dico a fare tanto non mi ascoltano - dice tra se ,poi ci guarda e sospira sorridendo radiosa - salve , come mai qui?
-Siamo venuti a trovare mio fratello Luke , è arrivato ieri- rispondo.
-Ma certo si Mattew mi ha detto che sareste arrivati venite - ci dirige verso una sala verde piena di giochi sparsi per il pavimento - adesso stanno giocando ma poi ci sono anche delle ore dedicate allo studio per i bambini , invece quando crescono vengono spostati nelle scuole - mi spiega. 
Individuo immediatamente la testa mora di Luke che è impegnato con un puzzle , mi avvicino subito a lui e lo saluto - ciao Luke.
Lui si concentra su di me e mi salta addosso quando io mi piego alla sua altezza - Charlotte ! 
Una piccola fitta mi trapassa i fianchi e ricordo che ho una ferita con dei punti che sta guarendo , quindi cerco di spostare Luke in modo che non mi faccia male - ehi attento la ferita non è guarita. 
-Ti fa ancora male ? - i suoi occhioni mi guardano e io non posso fare a meno di sorridere. 
-Non tanto ma ogni tanti si - gli scompiglio i capelli con fare giocoso ricordando quanto lui lo odi. 
-Ciao Luke - Melissa saluta Luke sedendosi anche lei vicino a me , Luke la guarda poi le salta addosso. Melissa rimane interdetta da tutta quella felicità nei suoi confronti ma poi ricambia l'abbraccio. 
-Dov'è Nathan ? - domanda Luke quando si sposta da Melissa per sedersi in mezzo a noi.
-Sta lavorando ma poi viene a trovarti non preoccuparti - lo rassicuro, i suoi occhi infatti si tranquillizzano immediatamente e il sorrido dipende possesso del suo fascino. 
-E poi questa sera andrai nella tua nuova casa - dice Melissa. 
-Davvero ? - domanda curioso. 
-Si , insieme a me , a Nathan e a Melissa . Contento ? 
-Si ! - risponde entusiasta - ma ieri io e Mattew abbiamo giocato , possiamo farlo anche noi ? 
-Certo - rispondo.

Dopo mezz'ora siamo dovute andare via , abbiamo scoperto che Mattew ha fatto vedere a Luke una pistola e un fucile , devo ricordarmi di ucciderlo la prima volta che lo vedo. Non si può far vedere delle armi a un bambino! 
Ci incamminiamo verso la sala comune per pranzare - come si fa a far vedere delle armi a un bambino ? - chiedo esasperata. 
-Magari non lo ha fatto apposta - dice Melissa .
-Si ma questo non cambia il fatto che doveva stare più attento - ripeto arrabbiata. 
Arriviamo velocemente verso la sala comune dove tutti si stanno radunando , intravedo Annie e la raggiungo insieme a Melissa . 
Quando ci vede ci viene incontro - eccovi , vi stavo aspettando dai prendiamo qualcosa da mangiare e sediamoci a un tavolo - prendiamo dei vassoi e ci mettiamo in fila per prendere il pranzo. La sala comune è strutturata in modo che appena entri hai sulla sinistra un grande e lungo bancone dove sono posizionati tutti i piatti che abbiamo preparato in cucina. Anche se ho solo pelato le patate. Sulla sinistra invece si sono tutti i tavoli rotondi con delle sedie per sedersi. C'è un tavolo più grande rispetto agli altri , non so per chi è .

-Per caso hai visto Mattew? - chiedo ad Annie mentre avanziamo nella fila.
-No perchè ? -domanda maliziosa.
-Non pensare male - la rimprovero - ha fatto vedere a Luke delle armi, lo devo prendere a schiaffi.
Annie mi guarda sconvolta - non lo avrà fatto apposta. 
-Lo so ma devo comunque fargli capire che non può farlo, Luke è piccolo - dico arrabbiata. 
Annie annuisce - verrà per pranzo così puoi fargliela pagare davanti a tutti .
Alzo gli occhi al cielo ridendo e avanzando nella fila. 

Una volta preso il pranzo tutte e tre e ci guardiamo nella sala - e adesso ? -domanda Melissa con in mano il vassoio pieno di cibo, come il mio. 
-Adesso ci sediamo - afferma Annie decisa, si fa spazio tra i tavoli e tra le persone che parlano e ridono tranquille. Ci fermiamo davanti a un tavolo con gia tre persone sedute.
-Ragazzi loro sono Charlotte e Melissa, ragazze loro sono delle persone simpatiche , Alex, Jake e Judie - i due ragadi alzano la testa come sento di saluto e la ragazza ci saluta felice. 
-E Mattew? - domanda quello che credo sia Alex, ha la carnagione scura ,e dei grandi muscoli che si fanno notare da sotto le maniche della maglietta.
-arriverà - risponde Annie ormai già concentrata sul cibo nel suo piatto. 
-Charlotte ... - inizia quello che credo sia Jake - non dirmi è quella Charlotte ? - domanda incredulo il ragazzo ad Annie. 
Annie alza la testa con la forchetta a mezz'aria poi sbuffa - si è lei ma è gia di Mattew e Melissa è già occupata. 
-Si però così non vale - si lamenta Alex.
-Ragazzi è inutile che ci provate tanto non trovate nessuno che starebbe con voi - dice Judie ai due divertita, poi si rivolge a noi - ogni volta che una ragazza entra dal portone loro si fiondano a conoscerle sperando che nasca il vero amore - dice teatrale - ma tanto poi non concludono mai nulla - continua ovvia. 
- Ei cosi mi offendi - Alex si porta una mano sul petto fingendosi offeso. 
-Be non mi sembra che tu sia messa tanto meglio no ? - domanda Jake a Judie che lo guarda truce - sai se proprio non trovi nessuno io ci sarò sempre per te - le sussurra Jake all'orecchio. 
La ragazza arrossisce e si volta verso di lui - non lo farò mai , nemmeno se fossi l'ultimo essere maschile rimasto sulla terra.
Jake scoppia a ridere e poi torna a mangiare - tanto prima o poi cederai.

In lontananza vedo un tavolo con tanti bambini pieni di vita e agitati che mangiano, vedo anche la testa di Luke che ride e scherza con gli altri, sono contenta che almeno uno di noi l'abbia presa bene questo mi da speranza.

Improvvisamente accanto a me una figura si materializza e si siede. Capisco immediatamente che si tratta di Mattew , dal suo profumo , dai suoi movimenti sempre cosi perfetti e spontanei.
-ei - mi saluta ignorando tutti gli altri. 
-E' bello sapere che gli amici vengono salutati prima di tutti - lo ribecca Alex.
Mattew si volta verso di lui e sfodera un sorrido magnifico ridendo - scusa amico.
Rimango ferma a fissare il suo profilo mentre ride , parla, si mettere a mangiare.
-Che c'è ? - domanda curioso con la forchetta a mezz'aria.
Mi riprendo immediatamente - non niente - mi concentro sul mio piatto e contino a mangiare. 
Intanto è arrivato anche Nathan, sembra stanco e affamato, infatti saluta Melissa e , accanto a lei , dedita tutte le attenzioni al suo piatto pieno zeppo di cibo. 

Accanto al nostro tavolo passano delle persone con in mano i vassoi di cibo che si incamminano verso un grande tavolo alla fine della stanza dove tutti si siedono, arriva anche Jess che lancia un'occhiataccia al fratello che la ignora e continua per la sua strada.
-Fanno parte del consiglio - mi dice Judie - e si siedono sempre allo stesso tavolo , ma tra di loro non c'è il comandante , lui non esce quasi mai dal suo studio è sempre indaffarato con il lavoro , o così dicono in giro. 
-Si così dicono - sussurra Mattew guardando il tavolo in fondo alla stanza.Non capisco cosa voglia dire ma decido di ignorarlo perchè mi ricordo quello che mi ha raccontato Luke.

-Ti sei divertito ieri con Luke ? -domando innocente.
-Si è un bravo bambino -dice tra un boccone e l'altro.
-E cosa avete fatto di bello ? - continuo come se niente fosse , tutto il tavolo mi guarda non capendo dove voglio arrivare.
Mattew invece è troppo occupato a mangiare per capire e quindi risponde senza esitare - si abbiamo giocato un po poi è crollato come un sasso sul letto. Ho dovuto dormire sul divano.
-Mmm capito - dico tranquilla tornando al mio piatto , ma subito dopo mi volto verso di lui - e dimmi gli hai fatto vedere anche le armi ? - chiedo a bruciapelo.
Lui rimane con la bocca aperta intento a mangiare e mi guarda - cosa ? - si sistema sulla sedia a disagio - come lo sai ?
-me lo ha detto mio fratello , sai com'è un bambino si ricorda quando gli fai vedere delle armi - dico sentendo la rabbia impossessarsi del mio corpo , anche se tento di restare calma.
Matteo appoggia la forchetta sul vassoio e mi guarda - non l'ho fatto apposta okay ?Non mi sono ricordato che avevo lasciato delle armi sul tavolo e quando è entrato e le ha viste si è fiondato ad ammirarle. Ma non le ha toccate , le ho messe subito in un posto sicuro. - dice deciso. - mi dispiace .
Si scusa eppure io non riesco a far calare la mia rabbia - dovevi stare più attento , Luke è piccolo non può vedere delle armi - sbotto furiosa. 
-Mi dispiace mi è sfuggito, quando sono tornato in camera non ho pensato che un bambino sarebbe entrato - capisco che è sincero e che vuole scusar.
-Be la prossima volta stai più attento - dico consentendo la rabbia. 
-Mi ha anche chiesto dovere fossero i suoi genitori - continua Mattew guardando prima me e poi Nathan.
Io e Nathan ci blocchiamo all'istante , sapevamo che Luke avrebbe chiesto di loro ma io non pensavo che sarebbe stato così difficile dirgli la verità - e ... e tu cosa gli hai detto ? - chiedo titubante.
-Gli ho detto che presto gli avrebbe rivisti.
Io spalanco gli occhi e lo guardo scioccata - come puoi avergli mentito - dico , anche Nathan ha avuto la mia stessa reazione.
-E che cosa avrei dovuto rispondere sentiamo ? Che i suoi genitori sono morti in un attacco dei ribelli ? -abbassa la voce per non farsi sentire. 
-Io non lo so ma potevi inventarti qualcosa sei così bravo a mentire - rispondo acida. Tutti al tavolo ci stanno guardando in attesa di un reazione di Mattew , ho toccato un tasto dolente. 
Mattew scuote la testa e mi guarda - Charlotte io non .. 
-non cosa ? non mi hai mentito ? - rido amara - certo come no. 
Mi alzo dal tavolo furiosa ed esco dalla sala comune sotto lo sguardo di tutti .
In lontananza sento un pugno sbattere sul tavolo e la voce di Annie dire - sei un idiota. 
 

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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


Sono seduta appoggiata a un muro nella via principale con la testa tra le mani. Sto cercando di rimanere calma ma le circostanze non mi aiutano di certo. Luke continua a chiedere di mamma e papà ma io e Nathan non abbiamo il coraggio di dirgli la verità. Ho rinfacciato a Mattew il fatto di avermi mentito perchè sono troppo codarda per ammettere la verità .
Sento che qualcuno si siede vicino a me , in silenzio , io tiro su la testa e mi volto verso di lui .
Mattew siede accanto a me , con le braccia appoggiate sulle gambe piegate e lo sguardo rivolto verso il nulla .
-avevo undici anni quando sono morti - comincia malinconico - sono arrivati delle persone ritrovate in un paesino distrutti dai ribelli , sono entrati tranquilli e spaventati ma ad un tratto hanno tirato fuori delle pistole . Mio padre si è avvicinato per provare a calmarli ma l’uomo non ha sentito obiezioni e ha sparato a mio padre. L’ho visto cadere a terra e il sangue diventare sempre più invadente sul pavimento. Mia madre si è fiondata subito su di lui disperata e a pregato l’uomo di smetterla . Lui invece ha sparato anche a lei senza esitazione. Gli uomini sono stati subito catturati. Si è scoperto che erano infiltrati dei ribelli mandati per uccidere più persone possibili ma hanno fatto solo due morti. Li ho visti morire sotto i miei occhi , mentre Jess urlava disperata sui loro corpi , io rimanevo senza parole a guardare i loro corpi senza vita - rimango a sentire le sue parole senza fiatare , i genitori di Mattew sono morti davanti a lui.
-In un certo senso ti invidio sai , avrei voluto non vederli morire - continua , si volta verso di me con gli occhi leggermente lucidi - quello che voglio dire è che Luke ha il diritto di sapere che i suoi genitori sono morti . Aspettare non servirà a nulla , se non a rendere il tutto ancora più doloroso. Soffrirà certo , ma poi lo supererà.
-Tu lo hai superato ? - gli domando piano.
Lui appoggia la testa al muro con lo sguardo rivolto verso l’alto - credo di si . Ma Luke ha te e Nathan sicuramente lo aiuterete molto e poi c’è anche Melissa.
Rimango zitta pensando che io non ho ancora pianto la loro morte , ho paura quando accadrà perchè sarà il momento in cui tutti i pezzi che mi tengono insieme con un sottile filo si sgretoleranno .

Intorno a noi le persone hanno ricominciato a camminare per la via , non ci guardano e continuano per la loro strada , li ringrazio perchè non potrei sopportare anche il peso dei loro sguardi.
Credo che ci voglia poco per farmi cadere a pezzi , e non voglio che accada perché non so se potrei mai più rialzarmi.


- be credo che adesso dovremo andare a lavorare - la sua espressione cambia tornando ad essere rilassata , si alza e mi porge una mano per aiutarmi. La accetto e quando mi alzo mi ritrovo faccia faccia con lui , i nostri volti sono separati da pochi centimetri. Ci guardiamo per qualche istante indecisi su cosa fare. Sento che il mio cuore inizia ad accelerare .

-Mattew! - ci separiamo immediatamente quando sentiamo la voce di Nathan chiamarlo.
Mattew si passa una mano dietro la testa e si guarda introno imbarazzato - ci vediamo dopo .
Si allontana senza sentire la mia risposta lasciandomi da sola con il mio cuore impazzito. Sospiro al pensiero che eravamo sul punto di baciarci ma non lo abbiamo fatto, mi mancano i suoi baci e la sensazione che mi davano le sue mani sul mio corpo.

Accantono quel pensiero chiedendomi quando riaccadrà e decido di tornare al lavoro.
Salgo le scale della cucina e , una volta entrata, prendo il grembiule e lo indosso dirigendomi al mio posto. Sento degli sguardi su me , ma li ignoro.
-Annie che cosa devo fare ? - domando facendole distogliere lo sguardo dalla cartellina.
-Tagliare patate - afferma - probabilmente da domani le odierai ma è meglio così per abituarti.
-Va bene - prendo subito in mano il pelapatate e una patata e inizio il mio lavoro.

Dopo qualche minuto sento lo sguardo di Melissa su di me , smetto di lavorare e la guardo - che c’è ?
-niente - si rimette a lavorare ma poi smette subito - avere chiarito ? insomma sembrava parecchio arrabbiato quando sei andata via.
-Penso di si - rispondo tornando al lavoro.
-Che vuol dire penso? - domanda Annie dietro di me.
-Non lo so , mi ha spiegato come sono morti i suoi genitori e mi ha detto che la cosa migliore da fare è raccontare a Luke la verità - rispondo.
Annie mi squadra da capo a piede e si sporge verso di me - non si è mai aperto così tanto con qualcuno lo sai ?
Sbuffo - ma va non dire stuppidaggini.
-Non le dico infatti , non ha mai raccontato a nessuno come sono morti i suoi genitori. E credimi non è uno che parla dei suoi sentimenti con facilità. - Annie ha le sopracciglia alzate per la sorpresa e io rifletto sulle sue parole. 
-Non avrei mai detto che tu fossi così importante per lui - continua prima di andarsene.
Mi rimetto al lavoro scuotendo la testa.

A cena mi siedo allo stesso tavolo del pranzo, saluto Alex , Jake e Judie e mi metto a mangiare.
-Charlotte sono curioso com’è essere una principessa ? - domanda Alex facendomi alzare la testa dal mio piatto.
-In realtà non è nulla di che , solo che hai persone che si prendono cura di te e che come casa hai un palazzo enorme pieno di stanze.
-Da come lo descrivi non sembra poi così divertente - commenta Jake.
-Be - mi soffermo a pensare alla mia vita a palazzo, si è stata bella molto bella ma in fondo ho sempre saputa che quella vita un po non mi apparteneva. Ho sempre saputo che avrei voluto cucinare il mio piatto e fare altre cose che non mi erano permesse - si effettivamente non era poi cosi bello- detto questo mi rattristo ripensando anche ai miei genitori.

In realtà era bello , ma anche brutto. Non so se mi spiego ma io mi sono sentita sempre in una sorta di gabbia. Una gabbia dove potevo fare tutto, ma anche niente. C’erano limitazioni , poche libertà. Fare la principessa era bello quando dovevi indossare abiti magnifici e lunghi per serate di gala ma per il resto io mi sentito sempre bloccata.

Annie si siede insieme o noi e ci guarda sorridente - come mai di buon umore Annie ? - domanda Alex addentando un pezzo di pane.
-o niente o saputo una cosa - mi guarda di sottecchi - ma non posso dirla .
-Cosa ? - chiedo d’impulso.
-Non posso dirtelo - è evidente che si contiene perchè sorride come un ebete e non la smette si sghignazzare.
Dietro di me seno due mani che mi coprono gli occhi - chi sono ? - domanda una voce.
Una domanda scontata dato che so gia di chi è la voce e a chi appartiene il suo profumo , fingo di pensarci su ma poi rispondo - per caso sei Nathan ?
-No sbagliato - dice la voce divertita.
-Allora sei Luke - ritento ridendo.
-Ma hai visto la dimensione delle mie mani ? - domanda offeso la voce.
-In realtà no visto che mi copri gli occhi . Sei Mattew.
Le mani spariscono e io riapro gli occhi per guardare Mattew dietro di me.
-Secondo te ho le mani uguali a quelle di Luke ? cosi mi offendi - dice teatrale.
Tutto il tavolo scoppia a ridere , come me , e Mattew si finge offeso ma si siede accanto a me.
-Dov’è il tuo vassoio ?
-Non mi serve e non servirebbe neanche a te - afferma Mattew prendendomi una mano per farmi alzare.
-Cosa ? - domando confusa.
-Si dai vieni come me - mi prende per una mano e con l’altra afferra il vassoio. Mi trascina verso i cuochi e gli consegna il mio vassoio poi mi porta fuori dalla sala comune.

-Dove stiamo andando ? - ripeto, stiamo attraversando la via principale .
-Non te lo dico , non ora almeno.
-Ma ad Annie lo hai detto - lo ribecco divertita.
-Mi ha praticamente costretto a confessare il mio piano - sfodera un sorriso bellissimo che mi fa dimenticare per un attimo tutti i pensieri , tutti i problemi.
Andiamo verso un capannone bianco con tante finestre a specchio. Mattew apre la porta e teatralmente mi fa entrare per prima - prego altezza.
Rido per l’affermazione - grazie , ma credo sia rimasto poco di altezza.
Chiude la porta e mi riprende per mano per trascinarmi su delle scale - penso che chi nasce in un modo rimane in un modo. Un contadino nasce contadino ma anche se trova la fortuna finisce per morire da contadino. Le radici non di abbandonano Charlotte.
Forse ha ragione , rimarrò sempre una principessa, ma io non mi sento più tale.
Alla fine delle scale arriviamo davanti ad una porta di vetro che lascia entrare l’oscurità della notte.
Mattew apre la porta e mi fa passare per prima mentre io rimango a bocca aperta , mi ha portato sul tetto della base , dove ha preparato un piccolo cesto con un telo colorato steso per terra.
-Che cosa …
-Pace. Qui c’è molta pace per pensare con lucidità. Ci venivo spesso dopo la morte dei mei genitori. - spiega. Ci avviciniamo al telo dove ci desiamo. Apre il cesto e inizia a tirare fuori i piatti che sono stati preparati in cucina questo pomeriggio - non sarà una cera degna di una principessa ma ci adatteremo.
-Non mi spetto una cena degna di una principessa - i nostri sguardi si incrociano dandomi la possibilità di guardare i suoi occhi .
-be per me sarai sempre una principessa - mi porge un piatto e cominciamo a mangiare.
Segno minuti di silenzio quando ho finito il piatto e lo poso a terra, lo guardo mentre finisce il suo.
-Perchè mi hai portata qui ?
Lui posa il piatto e mi guarda intensamente - volevo pensare. Anche tu devi pensare. Dire a qualcuno che i suoi genitori sono morti non è semplice. E poi volevo stare con te. - le ultime parole mi spiazzano , non che non le abbia attese per tutto il tempo ma perchè è stato diretto e coinciso, senza giri di parole.
Mi stendo per guardare il cielo stellato , il buio della notte viene spezzato solo dalla luce della luna chiara sopra le nostre teste. Sento che anche Mattew si sta sdraiando accanto a me.
-Sono contenta di non essere più a palazzo - dico a bruciapelo - sono crudele ad ammetterlo lo so, ma sono contenta di non dover essere più una principessa. Tutte quelle pressioni , quei doveri , quei limiti - chiudo gli occhi e sospiro - sono crudele ma sono contenta che sia tutto finito.
-Non sei crudele - dice Mattew - ammetti solo la verità. Ci vuole coraggio per farlo.
La situazione è molto romantica ma non stiamo parlando di quello , anzi stiamo parlando di tutt’altro - sai quello che hai fatto stasera è degno di un film romantico -volto la testa per guardarlo.
-Pensavo che per una volta non volessi essere tra tutte quelle persone - dice lui.
-Si infatti - dico con un tono un po deluso.
Poi sento qualcosa muoversi accanto a me , mi ritrovo il volto di Mattew a pochi centimetri dal viso -tanto lo so dove volevi arrivare - le sue labbra assumono un sorriso magnetico , incapace di farmi spostare lo sguardo.
-Iniziavo a pensare che fossi un po tonto - ironizzo facendo ridere entrambi.

-Mi è mancato il suo sorriso - sussurra dolce. In quel momento mi sciolgo all’istante . Si avvicina lentamente e mi bacia sul collo, lasciando baci delicati , dolci fino ad arrivare al retro del mio orecchio. Porto le mani nei suoi capelli .
-Mattew - mi lamento , voglio baciarlo sentire ancora il suo sapore e sentire di nuovo la sensazione delle mie labbra sulle sue.
Lui sembra ascoltarmi perchè mi bacia subito , lasciando che li bacio sia subito passionale e travolgente senza esitare. Fa scorrere una mano su tutto il lato sinistro del mio corpo , la pelle d’oca si propaga in tutti il mio corpo scosso dal suo tocco.

Mattew si allontana leggermente dal bacio , e quando io mi lamento provando ad attirarlo a me mi fa sedere.
-Dovresti farlo adesso - dice , intuisco subito che si riferisce a Luke.
-Lo so - chiudo gli occhi e sospiro. Appoggio la mia testa sulla sua spalla - è solo che non voglio farlo. Ho paura di come possa reagire.
-Ma devi farlo - mi accarezza la schiena dolcemente per farmi sentire che lui è vicino- ma devi farlo o sarà peggio per tutti.
-Lo so - affondo la mia faccia nel suo petto per concedermi per un momento di essere codarda e non voler affrontare niente.

Dopo qualche secondo mi alzo e prendo un per respiro - va bene , vado.
-Aspetta ti accompagno - Mattew sistema velocemente il cesto e piega il telo , mi prende per mano e mi riaccompagna verso la via principale.
-E’ normale essere nervosi ? - domando quando siamo sulla via principale sotto lo sguardo di tutti , perchè Mattew mi tiene per mano.
-Si credo di si - poi si ferma - io vado ad appoggiare questo in cucina, tu ce la fai da sola ?
-Si certo vai ad aggiornare Annie - dico facendo ridere entrambi. Mattew si sporge per darmi un leggero bacio sulla guancia- passo dopo a vedere se va tutto bene - sussurra.
-Va bene .
Da qui le nostre strade si dividono e io vado verso il mio dormitorio e Mattew verso le cucine.
Apro la porta e salgo le scale del mio dormitorio con un grande peso sul petto , mi sento male solo al pensiero di dover distruggere la vita di un bambino innocente. Mi chiedo come abbia fatto Luke a meritarsi questo ?
Nulla , propio nulla. E‘ questo il problema , le tragedie peggiori capitano a chi non ha fatto niente.

Apro la porta del mio alloggio , entro e poso le chiavi sul piccolo mobiletto accanto.
-Nathan ? - chiamo mio fratello andando verso la sua stanza . Mio fratello esce da camera sua guardandomi stranito.
-Che fine hai fatto a cena?
-Non importa - liquido tutto con un gesto della mano - senti dobbiamo dirglielo.
Lui cambia subito espressione e mi trascina per un braccio in camera sua , dove c’è anche Melissa - no assolutamente no , non adesso , lo distruggeremmo - la sua voce è ferma e decisa , non mostra indecisione o altro.
-Ma dobbiamo farlo Nathan , non può vivere così.- cerco di essere altrettanto ferma e decisa ma mi risulta difficile. La verità è che sono talmente codarda da volermi togliere questo peso.
-no Charlotte ! - tenta di fermarmi ma io apro la porta della camera e mi dirigo verso quella che divido con Luke. Lo trovo seduto sul letto che lette un piccolo libro con le lettere scritte a caratteri cubitali. Appena mi vede si illumina, ma io invece mi sento solo peggio al pensiero di spegnere quel sorriso.
-Luke vieni qui - Nathan cerca di chiamarlo ma io lo blocco sul letto.
-Che cosa leggi ? - chiedo , sento gia le lacrime agli occhi.
-Un libro su un elefante e una giraffa che diventano amici- risponde con la sua voce dolce e innocente.
-Be - prendo un bel respiro - devo dirti una cosa importante - gli prendo il libro dalla mano e lo poso accanto a me.
Sento che Nathan è arrivato sulla soglia della stanza ma mi rifiuto di guardarlo perchè non voglio perdere il coraggio che ho acquisito.
-Allora - le parole faticano ad uscire ma cerco di essere forte ai suoi occhi , come dovrebbe fare una buona sorella - ti ricordi quando siamo dovuti andare via da palazzo? - gli prendo le piccole manine per sentirlo ancora più vicino.
Lui annuisce - si mamma e papà non sono ancora tornati mi mancano.
-Si ecco , vedi -una lacrima mi scende lungo la guancia catturando la sua attenzione - la mamma e il papà non torneranno .
-Perchè ? Non ci vogliono più bene ? - la sua voce è innocente e il suo sguardo confuso.
Scuoto la testa incapace di parlare  - no Luke , loro sono morti -dico tra le lacrime.
Lui mi guarda confuso ,sbatte molte volte le palpebre - ma … loro non … - i suoi occhi si riempiono di lacrime e balbetta piccole parole.
Lo prendo tra le braccia e lo stringo forte a me , tra le lacrime riesco a parlare - promettimi una cosa . Prometti che non ti lascerai abbattere , promettimi che andrai avanti e sarai felice  - lo bacio sui capelli quando sento che lui ha realizzato realmente cosa gli ho detto.
Gli ho distrutto la vita , ma so che lo supererà .
Lo sento piangere e urlare tra le mie braccia.
-Spostati - Nathan mi stacca da Luke con forza e lo prende tra le braccia, il suo volto è la rabbia in persona - hai già fatto abbastanza , vai via.
Melissa mi posa una mano sulla spalla per darmi conforto ma io mi sento di troppo in quella stanza , ho bisogno di aria. Esco dalla stanza tra le lacrime, mi appoggio al muro e mi lascio cadere prendendo la testa tra le mani. Lascio che tutte le mie lacrime escano da me per sfogarmi. Sento che finalmente mi sto svuotando .
Una mano mi accarezza la schiena dolcemente - Charlotte che cosa ci fai qui ? - dice Mattew preoccupato.
Alzo la testa per guardarlo e gli butto le braccia al collo , voglio sentire un profumo familiare , conosciuto . Per una volta voglio che qualcuno si preoccupi per me .
Cerca di calmarmi mentre io piango senza sosta - tranquilla , tranquilla  - mi accarezza i capelli e mi fa alzare  - tranquilla, vieni andiamo nel mio alloggio.

Nel suo alloggio mi fa sedere sul divano senza farmi staccare da lui, e ringrazio che non lo faccia perchè in questo momento ho bisogno di qualcuno con cui sfogarmi.
Mi toglie le mai dal suo collo ma permette che mi appoggia al suo petto , continua a cullarmi per cercare di tranquillizzarmi - mi vuoi raccontare cosa è successo ?
Io cerco di calmarmi , grazie alle sue mani sulla mia schiena.
Allontano il mio volto per guardarlo - ho detto a Luke la verità senza che Nathan fosse d’accordo - la mia voce è impastata e roca- ma Nathan era furioso e mi ha detto che avevo già fatto abbastanza.
-Hai fatto la cosa giusta - mi dice tra i miei capelli .
-Ma ho spezzato il cuore di Luke , un bambino innocente che non centra nulla con tutto questo .Perchè ? - la mia voce e ovattata dal suo petto ma un piccolo pugno mi parte dalla mano per atterrare sul suo petto .Mattew sembra non sentirlo e non smette di cullarmi.

Dopo quasi mezz’ora sono più tranquilla , sono ancora tra le braccia di Mattew, siamo in silenzio . Si sente solo il rumore del mio naso che tira su .
-Forse è il caso di dormire , domani andrà meglio - dice Mattew lentamente.
-Si credo che dormire farà meglio . O lo spero- sussurro.
Mattew si alza lentamente e mi guarda - la stanza è di li , io dormo sul divano .
-No - la mia voce è roca - dormo io sul divano .
-Ma ..
-Non voglio discutere Mattew , non adesso - mi sdraio su divano e mi accuccio. Mattew sparisce in camera sua per poi tornare con un cuscino e una coperta . Stende la coperta su di me e si avvicina per darmi un bacio sulla fronte - se hai bisogno io sono di la- sussurra.

Quando sento la porta schiudersi mi sento improvvisamente sola, senza nessuno. Anche se so che Mattew farebbe di tutto per me so che comunque non è la mia famiglia. La solitudine unita al buio della notte non mi fa dormire. Mi ricorda quanto io sia sola.

Dopo un po decido che non ce la faccio più , mi alzo dal divano e mi circondo con la coperta. Apro la porta della camera di Mattew e ci entro. Mi avvicino al letto e scosto la coperta con cui Mattew dorme. Mi infilo sotto la coperta trascinando anche la mia , ma la abbandono quando sento di essere vicina a Mattew.
-Charlotte - pronuncia Mattew mezzo addormentato.
-Shh no dire niente ,ho bisogno di qualcuno - mi accoccolò contro di lui. Mattew mi prende per i fianchi e mi fa avvicinare pericolosamente, sento tutto il suo corpo contro il mio. Affondo la testa sul suo petto e lascio che il sonno si impossessi di me per godermi un momento di pace. 

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Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


Al mio risveglio cerco istintivamente la figura accanto a me, ma quando allungo il braccio trovo solo il calore del suo corpo rimasto a segnare la sua presenza durante la notte.
Mi porto una mano sulla faccia, forse mi sono illusa , finalmente sembrava che io e Mattew avessimo sistemato qualunque cosa fossimo io e lui e invece mi sono illusa come una cretina.

Mi alzo a sedere quando la porta si apre lasciando entrare la figura di Mattew a torso nudo con i pantaloni della tuta. Sembra non essersi accordo che mi sono svegliata , meglio così mi posso godere il bel panorama.
Lui si volta di scatto con una maglietta in mano e mi raggiunge sul letto accanto a me  , lo seguo con lo sguardo mentre i suoi muscoli si muovono facendomi arrossire.
-Ti piace quello che vedi ? - sussurra al mio orecchio , mi da un bacio li vicino mentre io arrossisco come un pomodoro.
-Pensavo fossi gia uscito - rispondo beandomi della sensazione delle sue labbra a contatto con la mia pelle - l’ultima volte che abbiamo dormito assieme te ne sei andato lasciandomi nuda nel letto.
Si blocca di colpo , come se le mie parole fossero un fulmine a ciel sereno. Si allontana di poco per poter vedermi il viso , i suoi occhi azzurri mi scrutano - non volevo che andasse così quella mattina. Jess mi ha chiamato per essere aggiornata ma come hai visto se una cosa non le va bene  va su tutte le furie . Scusa se non sono rimasto - torna a baciarmi proprio dove lo avevo interrotto.
-Va bene - tutte le sensazioni che mi sta facendo provare, però , svaniscono appena ricordo cosa è successo ieri sera. Allontano Mattew sentendomi subito triste .
-Che c’è ? - mi guarda confuso.
-Non sono in vena - mi alzo dal letto , vado verso il bagno e mi ci chiudo dentro. Mi appoggio alla porta e lascio che qualche goccia cada sulle mie guance. Dopo un paio di minuti mi asciugo le lacrime , mi rinfresco la faccia e poi apro la porta. Mattew mi guarda senza parlare , e ne sono grata.
-Andiamo ? - lo incito ad uscire . Apro la porta e mi incammino, non lo aspetto perchè so che mi raggiungerà lui.

Infatti subito dopo mi sento tirare per il braccio - Charlotte facendo così non risolvi niente - mi rimprovera Mattew.
-Lo so - sbuffo esasperata - ma voglio solo sapere come sta Luke. Adesso non voglio sapere altro .
-E che farai se Nathan ti impedirà di vederlo ? - mi chiede mentre riprendiamo a camminare .
-Non può impedirmelo , è mio fratello . E poi non può mettermi il muso per l’eternità .
-Lo spero.

Arriviamo alla sala comune e prendiamo qualcosa da mangiare , o meglio Mattew prende qualsiasi cosa ci sia disponibile ,io prendo una brioche e del caffè.
Ci dirigiamo al solito tavolo dove tiriamo Annie, Jake, Alex ,Judie e Melissa.
-Dov’è Nathan ? - domando a Melissa.
-Ha detto che non aveva fame , è andato subito in palestra.
Annuisco addentando la mia brioche - e Luke ?
-Si è addormentato piangendo , e questa mattina non ha detto nulla. Credo che lo stia affrontando per non far arrabbiare troppo Nathan . Quando te ne sei andata è andato su tutte le furie, ho dovuto minacciarlo di andarmene anche io per farlo smettere.
-Io ho dovuto farlo Melissa .
-Lo so - mi posa una mano sulla spalla - e credimi sono pienamente d’accordo con te . Anche se credo che abbiate esagerato entrambi. Tu sei stata troppo frettolosa con Luke e Nathan sa che ormai la famiglia è tutta sulle sue spalle. Il fatto che tu abbia fatto di testa tua lo ha fatto infuriare. Ma sapeva anche lui che Luke doveva saperlo.
Annuisco grata, anche perchè Melissa sa perfettamente come siamo fatti io e Nathan e sa anche come aiutarci .
-Dagli tempo , vedrai che tutto si sistemerà - mi rassicura - dove sei stata questa notte ?
-Sono andata da Mattew - rispondo .
Melissa lancia uno sguardo verso di lui che sta parlando con gli altri seduti al tavolo e sorride maliziosa- e ti sei lasciata consolare ? - sussurra divertita.
-Smettila ma che dici ! - la spingo per la spalla facendola ridere.
-Allora perchè sei arrossita ? - si diverte.
-Smettila , non è successo niente. Che doveva succedere?
Melissa non fa in tempo a rispondere perchè Mattew mi distrae dandomi un bacio sulla fronte - ci vediamo dopo.
Se ne va insieme a Alex , Jake e Judie, lasciandomi sola al tavolo con Annie e Melissa che mi guardano con un sorriso malizioso.
Le guardo - che c’è ? - chiedo esasperata.
-Niente - dice Annie - solo che Mattew non è il tipo da saluto con bacio.


Dopo la colazione andiamo in cucina per lavorare, entriamo e sento gia gli sguardi di tutte le ragazze che mi guardano.
-Charlotte non uccidermi ma oggi tagli patate - dice Anni controllando la sua fidata cartellina.
-Non ti uccido tranquilla - rispondo mentre unisco i lacci del mio grembiule dietro di me.

La mattinata procede tranquilla , nella cucina c’è molto fermento come al solito. Gli sguardi di alcune ragazze sono finiti ma di altre no.
-Come andiamo ? - domanda Annie vicino a me .
-Bene ma posso sapere perchè le ragazze mi guardano .
Annie si guarda intorno - be Mattew è un partito molto ambito ma lui non ha mai dato corda a nessuno. Poi arrivi tu e di colpo lui perde la testa e esprime i suoi sentimenti apertamente. Capirai che vogliono sapere tutti cos’hai di così speciale.
Annuisco e riprendo il mio lavoro.

Dopo un po la porta della cucina di apre lasciando entrare la figura di Mattew, con la maglietta sudata.
Ma come può farsi vedere in giro così ? Io non voglio svenire nel vederlo ! 
Mi raggiunge si appoggia al bancone vicino a me - non ti stufi a tagliare sempre patate ?
-Dopo un po mi abituo.
Annuisce fingendosi interessato - cosa ci fai qui ? - chiedo.
-Ma come io pensavo che fossi felice di vermi ? - chiede appoggiandosi al bancone con il gomito.
-Ma non vedi come salto di felicità? - rispondo ironica.
-Mattew ? - Melissa richiama la nostra attenzione .
-Si?
-Come , come va con Nathan ? Insomma , lui sta bene ? -domanda titubante .
-Mi stai chiedendo se ha preso a cazzotti qualcuno per la rabbia ? -chiede Mattew. Melissa annuisce.
-Be ha fatto un occhio nero a Jake - risponde Mattew, io e Melissa sgraniamo gli occhi - ma nulla di grave , capita a volte.
-Capita ? - domando io - come si può fare per sbaglio un occhio nero a qualcuno.
-Rilassati a lui ci penso io - mi posa una mano sulla spalla - Davvero ci penso io - si rivolge a Melissa.
-Cosa vuoi ? - Annie si intromette nella conversazione un po irritata .
-Ero venuto a fare un saluto - risponde Mattew innocente - come al solito.
-Se Jess ti vede a far niente si arrabbia , e con chi?  con me !- continua Annie furiosa.
Mattew alza gli occhi al cielo - va bene , va bene me ne vado . - si allontana da me e prende una mela.
-E non prende la mela ! - urla Annie .
-Ci vediamo dopo - Mattew mi bacia sulla fronte e se ne va.

Quando esce dalla cucina Annie lancia un urlo frustrato - ma è mai possibile che quel ragazzo sia così irritante a volte !
-Sai cosa dovrei fare ? - continua rivolta a me - dovresti fagli passare la voglia di mela. Si perchè le mangia tutte lui !
-Annie sei sicura di stare bene ? Ieri non eri così furiosa quando è venuto.
-Certo !
Detto questo  se ne va . Io continuo il mio lavoro fino a pranzo e poi lo continuo al pomeriggio.




Devo ammettere che la forza di volontà di mio fratello nel non parlarmi è veramente notevole. Dopo una settimana , si esatto, una settimana che non ci parliamo. L’unico mediatore è Melissa , ma credo che non ne possa più di questa situazione. Luke lo vedo all’area bambini e a pranzo e ogni tanto lo riaccompagno nel suo alloggio. Io , invece , dormo da Mattew , ci siamo molto riavvicinati in questa settimana ma il fatto che Nathan non voglia parlarmi mi fa imbestialire.
-Gli passerà - mi ha detto Mattew. Lo ha detto tre giorni fa.
A colazione non c’è mai , e nei pasti mi evita clamorosamente .

-Ti avverto che se il tuo ragazzo continua a fare così prima o poi impazzisco - avverto Melissa. Lei , che dice di voler stare fuori dalla nostra lite familiare ,cerca di non stare a quello che fa Nathan.
-Ti ricordo che il mio ragazzo è tuo fratello - mi ribecca lei.
-Si ma il suo è un comportamento infantile- continuo-
-No Charlotte , entrambi siete infantili - dice Jake. Il gonfiore sul suo occhio è diminuito ma il colore violaceo è rimasto lievemente. Mi sono scusata tante volte per il comportamento di Nathan ma lui ha detto che a volte capita un pugno in più.

Rimango zitta perchè so che entrambi stiamo facendo i bambini , al contrario di Luke , il quale sembra superare lentamente l’assenza di mamma e papà . Lo fa lentamente ma ce la sta facendo , e io ne sono orgogliosa. Nonostante tutto io e Nathan cerchiamo di non far capire a Luke che stiamo litigando , l’ultima cosa che vogliamo è fargli capire che non ce la facciamo come famiglia.
-Pensi ancora che gli passerà ? - domando a Mattew , seduto accanto a me .
Lui risponde senza guardami mangiando i suoi biscotti - penso che abbia ancora bisogno di tempo.
-Quanto ? Una settimana non è sufficiente ? - sbotto.
-Una volta Jess non mi ha parlato per un mese  , la volontà dei fratelli maggiori a volte è immensa - ribatte.
Io sbuffo - be sicuramente non può andare avanti in eterno - commento.

Dopo qualche minuto davanti a me passa Nathan che parla con dei ragazzi con cui va in palestra, cammina con il vassoio in mano , parla , saluta Melissa , Nathan , Annie , Alex , Judie e Jake . Ma non saluta me. Per lui sono invisibile.
-E’ bello essere ignorati - commento quando lui ormai è lontano , non che non voglia che mi senta ma magari considererebbe l’idea sul non parlarmi per sempre.
-Cambiamo argomento , quando togli i punti ? - mi domanda Mattew.
-Devo andare oggi - rispondo  -quindi Annie dopo non vengo subito in cucina - riferisco alla mia amica. Dico amica perchè ormai abbiamo legato molto , anche con Alex , Jake e Judie .
-Bene , allora vengo anche io , ma dopo non andiamo in cucina , vieni con me - dice Mattew.
Lo guardo stranita - non ho bisogno di una balia, e poi cosa devo fare dopo per non tornare in cucina.
-Vai al lavoro . La cucina era solo un modo per tenerti occupata mentre la ferita guariva - mi spiega. Vedendo che non rispondo aggiunge - ammettilo sei felice di non dover più tagliare patate.

Dopo la colazione io e Mattew andiamo in infermeria per togliere i punti . Mi sembra strano ripercorrere i corridoi che abbiamo visto perla prima volta . Prima non sapevamo più cosa fare , adesso invece abbiamo una nuova vita che ci aspetta .
Quando Jakie mi vede entrare mi saluta sorridente - ecco qui la mia principessa per togliere i punti .
-Non sono più una principessa Jakie - le ricordo.
-non è quello che dice il tuo maggiordomo - mi conduce su un lettino , mi siedo e attendo.
-Greg ?
-Salve altezza - una voce carica di esperienza e vissuta si rivolge a me.
-Greg come mai sei qui ? Tutto bene ?- domando preoccupata.
-Non si preoccupi altezza solo un la pressione bassa , non più giovane come un tempo - ride ironizzando su se stesso.
-Non preoccuparti , non è abituato a lavorare come facciamo noi . Ma dagli qualche giorno e si riprenderà in men che non si dica -mi rassicura l’infermiera.
Annuisco non molto convinta, lascio che Jakie inizi il suo lavoro - se ti faccio male dimmelo , d’accordo ?
-Va bene.
Quando mi estrae i punti sento solo un leggero pizzichio, e il tutto dura pochi minuti.
-Bene , da adesso puoi saltare , correre, divertiti , rotolarti fai quello che vuoi. L’unica cosa che devi ricordarti è di non tornare qui . - mi sorride serena, ma io rimango un po sorpresa. Apprezzo il suo modo di dirti che è stato bello vederti ma che non vuole rivederti qui dentro. 


Dopo aver salutato Greg, io e Mattew usciamo dall’infermeria.
-allora dove lavoro adesso ? - chiedo seguendolo tra i corridoi.
-In palestra - risponde tranquillo .
-Cosa ? - mi blocco all’istante  , lavorerò con mio fratello. E poi andare in palestra è un lavoro ?
-Si , dai abbiamo gia perso tempo dobbiamo andare- mi riprende senza discussioni.
Riprendo a seguirlo e lo affianco - lo sai che Nathan potrebbe decidere di sfogarsi su di me , vero ? E quando dico sfogarsi intendo che potrebbe uccidermi .
-Lo so - risponde Mattew - ma io ti insegnerò a difenderti . E poi è un ottimo modo per allenarvi.
Entra nella palestra , ma io i blocco sulla porta- certo un modo per allenarci , come no - sussurro.
La palestra è veramente grande , si può fare quello che si vuole. C’è una parete per scalare , dei bersagli per archi e armi , tappeti per combattimenti e anche altri attrezzi per allenarsi.
-Bene , d’ora in poi lavorerai qui - inizia Mattew , lo seguo mentre io mi guardo intorno - hai mai lottato ?
-No, non era una cosa da principessa.
-Bene , allora prendi - mi lania un bastone di legno che vedo solo all’ultimo e che afferro per un soffio - ma perchè lo hai fatto ?
Mattew non mi ascolta e sale su una pedana quadrata azzurra- forza vediamo che sai fare.
Rimango immobile per qualche secondo non capendo le sue intenzioni - forza non abbiamo tutto il tempo! - salgo immediatamente in pedana e mi posiziono davanti a lui.
-divarica le gambe , devi essere stabile e ferma - faccio come dice Mattew  - tieni il bastone con due mani per darti più forza.
Poi , senza nessun preavviso , mi attacca con ferocia. Io urlo e mi difendo come posso , blocco il suo attacco con il bastone ma poi mentre lui carica un colpo mi sposto , ma lui è più bravo e in men che non di dica mi ritrovo a terra, lui sopra di me che mi punta la punta del bastone come se fosse un’arma.
-Puoi migliorare - commenta , si sposa e mi tende una mano per aiutarmi.

Per tutta la giornata ho lavorato con Mattew sulla difesa - prima di attaccare devi saperti difendere - mi ripete .
Io lo ascolto e cerco di assorbire tutto quello che dice e mi fa vedere come una spugna.
A metà pomeriggio facciamo una piccola pausa , mi siedo per terra e riprendo fiato - mi fa male tutto - mi lamento. Mattew si siede vicino a me e ride.
- non ridere - lo riprendo - è vero, ho scoperto di avere muscoli dove non credevo esistessero.
Mattew probabilmente risponde ma io mi sono gia distratta, infatti dall’altra parte della palestra su una pedana due ragazzi stanno combattendo, Nathan e Alex.
Nathan attacca con rabbia , di capisce che vuole sfogarsi . Alex , invece, è più calcolatore , aspetta a controbattere e ragiona sui movimenti di mio fratello. Nonostante tutto Nathan abbatte Alex con facilità .
-Ha imparato in fretta - dice Mattew dietro di me - ma la rabbia gli offusca i sensi. Avrebbe potuto vincere in maniera diversa.
In poche parole : è colpa mia. Come se non fosse abbastanza devo anche assistere al fatto che mio fratello usa troppa forza e poco cervello.
Mi rialzo senza dire niente - forza riprendiamo.
Mattew annuisce e fa lo stesso.

-Sei ancora viva ? - mi domanda Mattew mentre sistema i bastoni al loro posto.
-Credo di si . Ci sei andato giu pesante - dico. Durante l’allenamento non si è risparmiato per quanto riguarda la forza. Mi ha anche spiegato come vincere con l’astuzia e come analizzare il proprio avversario per trovare i difetti e possibili punti deboli.
-Dai andiamo a mangiare.
Mentre usciamo incrociamo Nathan , in procinto di fare la stessa cosa. Si blocca a metà delle piccole scale per uscire e mi guarda - che ci fai qui?
-E’ stata spostata qui Nathan non lamentarti - dice Mattew al posto mio .
-Era meglio prima - commenta sotto voce uscendo.
Io sospiro e chiudo gli occhi , finirà mai questa rabbia ?
-Dai poi gli passa- Mattew mi passa una mano sulla schiena per consolarmi.
-Lo hai detto tutti giorni , e non è cambiano niente - dico secca andandomene. Non voglio arrabbiarmi con lui , perché mi sta aiutando e lo apprezzo.

Prima di cena passo a trovare Luke , e insieme andiamo nella sala comune.
Mi sembra più sorridente di giorno in giorno , e questo mi regala un po di serenità .
Mi racconta anche di come i bambini gli stanno vicino e lo aiutano - sono tutti gentili con me , non preoccuparti Charlotte -mi rassicura con la sua vocetta , dovrei essere io a rassicurare lui , invece è il contrario.

-Come stai ? - mi chiede Melissa appena arriva , non si siede nemmeno per parlare.
Io sobbalzo - bene , un po dolorante da qualche parte ma sto bene - rispondo mentre lei si siede di fianco a me.
-Non ti siedi vicino a Nathan? - le domando puntando gli occhi su mio fratello , seduto a un tavolo lontano dal nostro.
Melissa gli lancia uno sguardo ma poi torna a rivolgersi a me - no, se vuole stare con me allora deve farlo qui , altrimenti non mangeremo insieme finché non smetterà di fare il bambino - dice secca. Le sorrido sincera e le mimo un grazie con le labbra.

-Mattew ! - la voce di Jess si espande in tutta la sala comune, richiamando immediatamente  l’attenzione di tutti.
Mattew , invece , si volta verso la sorella con calma, senza fretta - che vuoi ?
Jess si avvicina al nostro tavolo e lancia un’occhiata a tutti quanti - devo parlarti - dice stranamente pacata.
-Non vedi che sto mangiando ? - ribatte il fratello indicando il piatto.
Il volto di Jess si tinge di rabbia ,ma lo contiene , probabilmente per non fare scenate - è urgente.
Mattew scuote la testa visibilmente contrariato , si pulisce la bocca con un tovagliolo e si alza dal tavolo - forza andiamo.
Si avviano verso l’uscita e spariscono nella via principale.Tutti al tavolo ci guardiamo confusi.
-Che strano non ha mai fatto così - dice Annie pensierosa.
Tutto questo è molto strano anche ai mei occhi, lancio un’occhiata a Annie - dove vanno ? - domando cercando di essere il più naturale possibile.
-Al centro di controllo o sala generale chiamala come vuoi - mi risponde lei .
Io mi alzo dal tavolo velocemente e prendo il mio vassoio - io vado , sono stanca - poso il mio vassoio insieme a quelli gia vuoti e cerco di capire dove si trovi questa sala generale.
-Che fai ? - una voce mi fa salare in aria per lo spavento , mi volto verso di essa e vedo Melissa fissarmi .
-Ma sei matta ? mi hai spaventato - rispondo portando una mano sul petto.
-Dove vai ? Charlotte non dirmi che hai intenzione di cercare la sala generale , vero ? - mi domanda , io vorrei rispondere che sto facendo esattamente quello che a detto ma la figura di mio fratello che spunta in lontananza alle sue spalle mi distrae. Insieme ad altri ragazzi che ho visto oggi in palestra si sta dirigendo proprio lì.
-Ma che ? - domando mentre Melissa mi tartassa di domande per ottenere la sua risposta.
-vieni - la prendo per un braccio e la trascino dietro di me. Seguo Nathan senza farmi vedere .
Lo vedo entrare nella palestra insieme ai ragazzi , mi avvicino di soppiatto alla porta lasciata aperta di poco. Ci butto dentro l’occhio e osservo la scena.
Nathan sulla pedana azzurra e un ragazzo si trova di fronte a lui ,gli altri invece sono giù dalla pedana a braccia conserte.
-Dai Nathan non ti sembra di esagerare ? -domanda li ragazzo sulla pedana con lui .
-No, ho bisogno di sfogarmi - risponde e mio fratello.
-Si ma dovresti chiarire con tua sorella , continuare così non ti fa bene - ritenta il ragazzo.
-Lei non c’entra niente - dice Nathan esasperato - forza combattiamo . Il ragazzo in pedana con lui sospira e si posiziona, il combattimento inizia e io sono concentrata su quello fino a quando un ragazzo giù dalla pedana dice - non avrei mai detto che avrebbe preso la morte dei suoi genitori cosi male. 

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Capitolo 16
*** capitolo 15 - Mattew ***


Dobbiamo avere quelle carte Mattew - spiega mia sorella nella sala generale. Ci siamo solo noi due, gli altri sono a mangiare o sono già andati nei loro alloggi. Dietro la porta di metallo che si trova davanti a me , invece, si trova il comandante. Non si fa mai vedere, non ama stare tra la folla , tra la gente . Ma in realtà è solo perchè è corroso dal dolore e dal senso di colpa.
Sono seduto al grande tavolo rettangolare della sala generale, davanti a me mia sorella mi sta parlando delle carte che a quest’ora dovevamo avere ma che non abbiamo perchè ho preferito salvare delle vite piuttosto che dei pezzi di carta.
-Ma mi stai ascoltando ? - urla Jess furiosa.
Riposto la mia attenzione su di lei e sospiro - in realtà no - lei assume un’espressione sconvolta e io mi alzo - perchè non lo chiedi al comandante al posto di chiederlo a me. Magari così fa qualcosa al posto di stare rinchiuso in quattro mura.
-No , non ne parlo con lui perchè queste carte avremmo gia dovuto averle da settimane - sbotta Jess fuori di sé.
-Va bene , va bene allora cosa vuoi fare , mandare degli uomini in un palazzo attaccato dai ribelli con il rischio che vengano uccisi solo perchè tu vuoi avere dei pezzi di carta- dico di rimando.
Jess a quel punto si sposta verso un computer situato alla sinistra della stanza e digita qualcosa sul computer, sul grande schermo davanti a me appaiono immagini del palazzo mezzo distrutto dopo l’attacco dei ribelli.
-Lo abbiamo monitorato appena siete arrivati, nessuno ha provato ad avvicinarsi nell’ultima settimana. Crediamo che sia sicuro entrare senza correre rischi - mi spiega Jess girando la sedia per guardarmi .
-Crediamo chi ? - domando scettico.
-I consiglieri  - risponde lei ovvia.
-I consiglieri - alzo le sopracciglia - certo fidati di gente che non ha mai messo il naso fuori di qui da quando è arrivato anni fa e che non capiscono cosa voglia dire essere là fuori, con il rischio di saltare in aria in ogni momento- urlo furioso - ti chiedo una cosa Jess, se ti dicono che è sicuro buttarsi da un ponte tu che fai? Mandi tutta la base a buttarsi perché i consiglieri dicono che è sicuro ?- sono quasi sicuro che il comandante ci sita sentendo, anzi voglio che mi senta così almeno esce e si mette a fare qualcosa. Sembra che questo posto lo stiamo comandando io e Jess, non un comandante.
Jess si zittisce per qualche istante poi scuote la testa - c’è un motivo se sono stati eletti Mattew.
-Certo , sono state elette persone che non sanno minimamente come lavorare da persone che ne sanno meno di loro.
-Mattew non ricominciare - mi ammonisce Jess - sai perfettamente perchè sono state elette.
E lo so perchè sono state elette, i miei genitori erano i direttori , insieme al comandate , della base ; ma tutti hanno iniziato a credere che in realtà pensassero solo ai fatti loro e che della base non gli importasse niente. Quando sono morti è stato deciso che il consiglio sarebbe stato composto da persone elette dal popolo della base. Da quel momento il comandante non si è più fatto vedere in giro , molto meno di prima.
-Io me ne vado , visto che il mio parere non interessa a nessuno - dico andandomene. Apro la porta con rabbia e la richiudo con altrettanta rabbia.

Mi avvio verso il mio alloggio con la speranza di rilassarmi un po con Charlotte, una parte di me è contenta che per il momento stia da me , anche se so che è giusto che lei faccia pace con suo fratello.
Quando arrivo all’entrata dell’alloggio numero uno mi ricordo di non aver chiuso la palestra , per cui torno indietro. Quando arrivo all’entrata della palestra trovo trovo due ragazze che stanno sbirciando dalla porta socchiusa. Riconosco subito la testa mora di Charlotte e sicuramente la ragazza vicino a lei è Melissa. Rido in silenzio per evitare che mi sentano, in qualche modo lei riesce a farmi sorridere e la cosa mi piace.
Mi avvicino lentamente a loro e mi sporgo per essere più vicino possibile all’orecchio di Charlotte.
-Che stai facendo ? - le sussurro dolcemente. Lei salta in aria per lo spavento seguita da Melissa, si volta spaventata e i suoi occhi castani si incastrano nei miei.
-Mattew? Mi hai fatto spaventare - mi aggredisce.
Io rido - che cosa ci fate qui nascoste dietro la porta ?
Melissa risponde per prima  - Nathan sta combattendo con un ragazzo.
Il sorriso sparisce in fretta quando sento nominare il nome di Nathan , sapevo che avrebbe fatto qualcosa per sfogarsi , come sapevo che avrei dovuto chiudere prima la palestra ma Charlotte voleva andare a trovare Luke.
Mi fiondo subito dentro alla palestra dove trovo Nathan impegnato a combattere con Bob, fuori dalla pedana trovo altri tre ragazzi che appena entro mi guardano sorpresi.
-Mattew abbiamo provato a calmarlo ma non ha voluto ascoltare - mi dice uno di loro.
Adesso vede come mi sente, non può combattere con tutti sperando che la sua ira si plachi. Avevo detto a Charlotte che tutto si sarebbe sistemato, credevo che Nathan avrebbe superato la fase dell’ira e della rabbia verso chiunque, eppure vedo che non è così.
Salgo sulla pedana pronto a prenderlo a pugni se necessario.
-Nathan ora basta ! - dico autoritario. I due però non mi ascoltano e continuano a combattere. Quando Nathan attacca Bob mettendolo al tappeto decido di intervenire. Lo prendo per un braccio e lo tiro via dal povero ragazzo che è incappato nella sua ira.
-Nathan ! Nathan ! - lui mi guarda furibondo e affannato.
-Che cosa vuoi ?- mi risponde di rimando.
-Smettila tutto questo non ti porterà a nulla - dico con il suo stesso tono di voce. Se con la calma non capisce niente , forse urlando qualcosa gli entra in testa.
-Tu cosa ne sai ? - mi urla.
-Nathan - vicino alla pedana si vede la figura di Melissa spaventa , vicino a lei Charlotte guarda il fratello delusa.
Nathan guarda Melissa e tutta la rabbia scivola via dal suo corpo - Melissa.
Ma Melissa è già scappata via con le lacrime agli occhi, Nathan scende dalla pedana provando a rincorrerla ma si arrende e si guarda intorno frustrato.
Vado verso Bob e gli porgo una mano per alzarsi che accetta - come stai ?
-Bene .
Scendo dalla pedana e raggiungo Nathan , gli poso una mano sulla spalla - calmati.
-Calmarmi , come faccio a calarmi ! - si sfoga contro di me.
Decido che forse è il caso di farlo sfogare davvero, così forse smetterà di prende a pugni tutti.
-Va bene - lo guardo - va bene . Andate via tutti , andare nei vostri alloggi. - tutti mi guardano confusi- Andate ! - urlo deciso. Mi volto verso Charlotte che ora guarda il fratello preoccupata - vai a lui ci penso io.
Lei prova a controbattere ma poi si arrende, se ne va e quando esce chiude la porta.

Ora rimaniamo solo io e Nathan. Lo guardo e mi siedo sul rialzo della pedana.
-So cosa provi - dico.
Lui ride amaro - no , non lo sai - si siede accanto a me.
-Si , i miei sono morti perchè un tizio è entrato alla base e hai iniziato a sparare senza motivo. Io li ho visto morire .
Nathan rimane in silenzio , ceca di placare il respiro affannoso ma non parla, probabilmente zittito dalla mia rivelazione.
-e come hai fatto dopo ? - chiede dopo un po’.
-sono andato avanti. Jess si è messa a lavorare sempre più duramene e non c’era mai per me. Sono entrato in palestra e ho chiesto di potermi allenare qui. Più andavo avanti più non capivo il motivo per cui quel tizio ha sparato ai miei genitori.
-e l’hai superato ?
-non credo si superi mai realmente la morte di qualcuno che ami - rispondo alla sua domanda.
-io non riesco ad accettare il fatto che non ho potuto fare niente per salvarli - comincia lui - ho pensato solo a salvare me e Luke e Charlotte. Vorrei fare qualcosa , ma non so cosa.
-i tuoi non avrebbero voluto che tu rischiassi di morire per proteggerli. I genitori non lo vogliono mai . Quello che puoi fare è aiutare Luke ad andare avanti . Voi tre dovete rimanere uniti , devi preoccuparti per Melissa. Ora sei tu il capo famiglia e devi tenere tu uniti tutti.
Nathan mi guarda annuendo - era inutile volve sfogare la rabbia combattendo con tutti vero ?
-non nego che anche io sono stato arrabbiato per molto tempo , ma credo che sfogarsi con gli altri non serve a nulla perchè loro non c’entrano niente. Ho saputo trasformare la rabbia in determinazione per andare avanti.
-ho rovinato tutto - dice abbassando la testa.
-no non è vero
-si invece, ho litigato con Charlotte anche se lei aveva ragione, ho deluso Melissa , Luke si è chiuso per colpa mia.
-puoi ancora rimediare - gli dico - Charlotte vuole fare pace con te , e so per certo che Melissa ti perdonerà e credo che a Luke serva un maschio che lo aiuti a superare la cosa.
-Grazie Mattew
-Non c’è di che - rispondo al suo sguardo grato.
-Sono contento che Charlotte abbia qualcuno come te , so che posso stare tranquillo - dice sincero.
-Grazie. 

-Ma se la fai soffrite ti picchio senza esitazione - continua serio.
Io rido e gli do una pacca sulla spalla  -afferrato.
Ci alziamo e ci avviamo verso l’uscita , chiudo finalmente la palestra e andiamo verso il dormitorio.

Al dormitorio Nathan apre la porta del suo alloggio titubante , entra e guarda le ragazze sedute sul divano con Luke addormentato tra loro due.
-Posso entrare - chiede Nathan.
-Sei gia entrato - le fa notare Charlotte.
La situazione è un po buffa , Nathan non sa come comportarsi con le ragazze e io sono sullo stipite della porta che guardo la scena da spettatore.
-Si , ecco , io volevo scusarmi con voi - comincia Nathan a disagio, porta una mano tra i capelli per il nervosismo. - io ho capito di aver esagerato con te Charlotte. Avevi ragione tu e io ero troppo arrabbiato per pensare lucidamente. Melissa scusa mi sono comportato male. Mi potete perdonare ? - le ragazze lo guardano ed esaminano le sue scuse.
-Vedremo - risponde Charlotte. Nathan si preoccupa visibilmente , ma Charlotte cambia espressione sorridendo - certo che ti perdono - sposta delicatamente Luke e si alza per abbracciare il fratello . Nathan si rilassa all’istante e abbraccia la sorella.
Melissa si alza senza svegliare Luke e si avvicina verso Nathan , lui l’abbraccia e la bacia con passione.
Charlotte si avvicina a me si appoggia al muro come me - non so cosa tu gli abbia detto ma grazie.
-Io non ho fatto molto - rispondo.
-Si invece, Melissa no aveva mai visto Nathan cosi furioso. Grazie - si avvicina e mi bacia sulla guancia. Dò un’occhiata alla coppia davanti a me , li vedo particolarmente affiatati.
-Credo che sarebbe il caso di lasciarli un po da soli per oggi non credi ? - lei segue il mio sguardo verso Melissa e il fratello e ride.
-Si lo credo anche io . Nathan  - richiama i fratello che si stacca a malincuore dalla ragazza che ha di fronte  - metti a letto Luke , io vado da Mattew stanotte, così avete del tempo per voi - dice sorridendo.
Nathan mi guarda e annuisce - va bene , ma non peritimi di averti lasciato mia sorella - mi avverte. 

-Non preoccuparti a lei ci penso io . Tu preoccupati di non fare troppo rumore.

Nel mio alloggio Charlotte si muove come se fosse il suo , in effetti è stata più qui che nel suo, e penso che ora che hanno sistemato le cose in famiglia non godrò del suo corpo caldo nel mio letto spesso come prima. La cosa mi dispiace ma ora che la vedo con indosso solo la mia maglietta entrare in camera penso che se devo sacrificare qualche notte per averla vestita così lo faccio volentieri.
-Sai in un certo senso mi dispiace che tu e Nathan abbiate fatto pace - dico abbracciandola - così non potrò averti per me tutte le notti - le bacio il collo lentamente sapendo quanto le piace.
Lei mi abbraccia e si gode i miei baci lenti e delicati. Si gira e mi abbraccia , posa la sua testa sul mio petto - sta tranquillo , non ho certo intenzione di dimenticarmi di te - mi bacia il petto dolcemente .

-anche perché sarebbe un peccato dimenticarsi di me - dico ironico. Mi becco un piccolo pungo sul petto .

-dai andiamo a letto sono stanca .

Charlotte mi trascina nel letto , dove ci accoccoliamo l'uno all'altra , dormiamo così per tutta la notte .

 

Non credo di aver mai tenuto a qualcuno che non fosse la mia famiglia o Annie . Ma guardare Charlotte dormire tra le mie braccia in questo momento , mi fa capire che probabilmente è lei più speciale di quanto pensassi . Vorrei che non stesse passando tutto questo , che fosse sempre felice e sorridente . Ma so che non posso farlo, quello che posso fare è starle più vicino possibile per aiutarla . 

Charlotte si muove tra le mie braccia e si volta dall'altra parte dandomi le spalle. Le bacio una spalla e poi dietro l'orecchio . Lei muove la testa e si volta verso di me - io stavo dormendo - mi rimprovera con voce assonnata . 

Io rido e continuo a baciarla - scusa , non ho resistito .

Continuo a baciarla quando sono costretto a fermarmi , qualcuno ha bussato alla porta .

Mi alzo controvoglia e mi dirigo verso la porta del mio alloggio , la apro e davanti a me trovo la figura di una Jess particolarmente agitata che entra nel mio alloggio con irruenza e parlando senza sosta .

-finalmente sei sveglio , sono passata tre volte ma non mi hai sentito . Dormiglione come sei sapevo che adesso ti avrei trovato - io la fermo con una mano.

-Jess sono le sette del mattino parla con calma - vado verso il mobile accanto alla televisione , che viene usata solo per gli annunci , e prendo una bottiglia di acqua per berne un sorso .

-lei che ci fa qui ? - la domanda di Jess mi fa voltare . Charlotte è sulla soglia della camera che guarda mia sorella, con indosso la mia maglietta .

-che ti importa ? - chiedo .

-certo che importa, ha il suo alloggio !

-rilassati Jess , ha dormito qui per lasciare un po di privacy a suo fratello .

Alle mie parole Jess sembra rilassarsi - a , be allora va bene .

-che volevi ? - le domando.

-non qui , al centro di controllo tra venti minuti - lancia un'occhiata a Charlotte e se ne va . 

 

-deve essere una cosa importante - commenta Charlotte alla sua uscita.

-non lo so , per me poteva anche dirlo al comandante .

-e perché non lo fa ? 

-perché secondo il consiglio ha troppo lavoro , e non deve distrarsi per cose superflue - le dico - parole del consiglio , non mie - aggiungo quando alza le sopracciglia.

-ma non sembri molto contento nel dirlo - indaga.

-io ritengo che debba sapere tutto , non a caso è il comandante . Ma cambiamo argomento - la raggiungo e la prendo per i fianchi - dove eravamo rimasti ? - mi avvicino a lei per baciarla ma lei mi respinge . 

-no hai solo venti minuti ricordi?

 

Dopo venti minuti sono al centro di controllo in attesa che mia sorella arrivi , non è ancora arrivato nessun consigliere , strano , di solito sono puntuali come orologi svizzeri .

La porta si apre e Jess entra nella stanza stranamente di buon umore . 

-come mai così allegri ? - domando  curioso .

Jess mi guarda come se non si aspettasse la mia presenza - ho i miei motivi - risponde vaga . Se sarà ancora così allegra indagherò .

-dove sono i consiglieri ? 

-gli ho detto di arrivare più tardi , dobbiamo parlare .

-Jess se riguarda il cambio di ruolo di Charlotte io penso che ...- so dove vuole arrivare ma io so che Charlotte è molto intelligente e intuitiva , può essere molto utile contro i ribelli . 

Però Jess mi blocca con la mano - so tutto su suo cambio di ruolo . Ho letto il rapporto che hai mandato al comandante .

-e cosa ne pensi ? - chiedo titubante .

-penso che potresti avere ragione - sussulto per la sorpresa - ho detto potresti - ribadisce . 

-ma la cosa importante è un altra - riprende - ci servono le carte su cui stava lavorando il re , e le dobbiamo avere al più presto . E poi è un ottima occasione per fare rifornimento di scorte . Raccogliere roba utile non ti pare ? 

-si ma ... 

-bene , allora io credo che tu e qualche uomo e anche Charlotte dobbiate andare laggiù e recuperare tutto quello che riuscite a caricare sulla navicella e ovviamente anche le carte .

La mia mente si ferma quando sento nominare il nome di Charlotte  -aspetta , cosa c'entra Charlotte . Non ho intenzione di portarla in un campo di battaglia  - dico secco .

-Mattew non è un campo di battaglia e poi lei serve per aprire le camere blindate che contengono tutti i documenti ufficiali .

-è diventato un campo di battaglia nel momento in cui i ribelli hanno attaccato il palazzo . E poi può anche aiutarci Nathan , senza usare Charlotte . -propongo ,Charlotte non è abbastanza addestrata per uscire , ma sono più sicuro sapendo che non è in pericolo .

-no Mattew ci serve lei . Per tradizione i re usano sempre una combinazione o qualcosa che lega il re con il suo secondogenito . Nathan non servirebbe a nulla .

Non rispondo e mi volto , non voglio metterla in pericolo , ma penso anche che mia sorella mi nasconda qualcosa.

-Mattew non abbiamo scelta - ripete Jess.

-va bene - cedo alla fine , mi rivolto verso di lei - ma ad una condizione . Lo faremo solo quando ritengo che Charlotte possa essere in grado di uscire .

-di questo passo avremo le carte per l'anno prossimo - scocco a mia sorella uno sguardo di fuoco ma lei lo ignora - ti do una settimana , massimo due .

 

Esco dal centro di controllo e mi avvio verso la palestra. Jess è stata chiara : ho due settimane al massimo per andare a prendere le carte. Credo che però non sia così facile come voglia far credere, prima di tutto dubito che Charlotte possa sapere il codice per sbloccare la porta della cassaforte dell’ufficio del re. Anche se lei si è dimostrata molto sicura su questo io tengo ancora i miei dubbi. Come seconda cosa Charlotte non è abbastanza addestrata, ma se davvero Jess ha ragione , devo fare in modo che in due settimane sappia almeno difendersi e sopravvivere. 

Arrivo alla palestra e guardo con piacere che tutti si stanno allenando, Jake e Jakie stanno aiutando Charlotte e Alex sta combattendo con Nathan. 

Mi avvicino alla pedana dove Charlotte sta combattendo , Jakie sta sferrando diversi colpi abbastanza deboli ma noto con piacere che Charlotte non se la cava affatto male. 

Salgo in pedana e i ragazzi smettono di combattere , Charlotte mi guarda , con il respiro affannoso e il sudore sul volto - allora com’è andata con Jess?

Alzo le spalle - E’ stata stranamente calma , poi ha detto che dobbiamo recuperare le carte di tuo padre.
Alle mie parole rimane un attimo a pensare - va bene , e allora?

-Allora abbiamo due settimane per farti combattere. 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Dopo una settimana sono piena di dolori e perfettamente in grado di difendermi e atterrare qualcuno. Matthew ha detto che le armi le useremo oggi. 

-Così puoi iniziare a prenderci confidenza - lo ha detto mentre accarezzava dolcemente un mitra. 

Mentre accompagno Luke all’area bambini noto che la vita alla base è molto tranquilla, nonostante fuori ci siamo minacce di ogni genere. Da quanto ho capito nel poco tempo che sono qui è che le persone venivano e vengono tutt’ora per trovare la pace. 

In un certo senso è quello che ha adesso Luke , anche a palazzo veniva oscurato da tutto, secondo i mei genitori era troppo piccolo per sapere certe cose. Eppure si aveva sempre la sensazione che alla fine veniva a conoscenza di tutto . Probabilmente sentiva i camerieri parlare tra loro , mia madre faceva si arrabbiava sempre con loro quando Luke faceva domande strane. 

Stando qui Luke ha conosciuto molti bambini con cui giocare , a palazzo giocava solo con la tata. Sono contenta che almeno uno di noi si diverta, è tranquillo e sereno e la cosa mi fa sentire meglio di quanto pensassi; sapere che lui è al sicuro e felice mi fa affrontare tutto meno ansiosa. 

 

Ci fermiamo davanti all’entrata dell’area bambini, mi piego sulle ginocchia per essere alla sua stessa altezza. 

-Oggi niente a prenderti Melissa - gli dico.

-e Nathan ? - domanda con i suoi occhi pieni di curiosità e innocenza - venite apre tu , Melissa o Matthew. Quand’è che viene Nathan ?- il suo tono nasconde una leggera supplica perchè non vuole darlo a vedere, sa che io e Nathan stiamo lavorando sodo e lui è così bravo da non fare domande. 

-Luke , Nathan è occupato - ultimamente passa tutto il tempo che ha ad addestrare me o a combattere con gli altri , così alla fine e troppo stanco per occuparsi di Luke, così andiamo io , Melissa o Matthew e Nathan parla con Luke quando arriva in alloggio. Si è affezionato molto anche a Matthew ma niente batte il fratello maggiore, neppure un nuovo amico. 

 

Alla fine lascio Luke all’area bambini facendogli promettere che avrebbe aspettato con pazienza che le acque si sarebbero calmate . Quanto Matthew ha spiegato la missione a tutti Nathan si è subito preoccupato che tutti fossimo pronti, così siccome lui non viene allora si è imposto di addestrarmi personalmente per prepararmi alla perfezione. Matthew non ha avuto nulla da ridire, penso che sia il modo di Nathan per contribuire. Quando arrivo in palestra trovo Nathan che si prepara al allenarsi. 

Mi deve mentre lo raggiungo - Luke ? - domanda.

-Sta bene . lo rassicuro mentre tolgo la felpa - ma vuole che lo accompagni anche tu ogni tanto. 

Nathan sospira - io … Charlotte lo sai che non riesco a fare tutto. 

Ed è così, vuole che per la missione siamo talmente pronti che si ferma anche dopo cena per allenare gli altri - lo so , ma a lui piacerebbe se lo accompagnassi qualche volta , Sai , io posso essere allenata da Jake , Alex oppure Matthew. C’è anche Bob. 

Nathan scuote la testa e si dirige verso la pedana - No , ne abbiamo già parlato.Ti rimane solo una settimana , non ti lascerò andare a palazzo senza sapere che puoi difenderti - il suo tono è secco e questo mi fa capire che la conversazione è finita. Lo raggiungo e iniziamo a combattere. 

 

A pranzo Matthew arriva sorridente come non mai.

-Come mai così contento ? - domanda Alex malizioso. 

-Oggi è il grande giorno - dice teatrale rivolto verso di me . 

Io lo guardo non capendo - il grande giorno ? 

-Si oggi inizierai con le armi - spiega entusiasta - sarà divertentissimo . 

Io non sono molto convinta che sparare sia una cosa bellissima ma decido di non distruggere il suo entusiasmo e continuare a mangiare .

-ah così Charlotte , scoprirai il primo amore di Matthew - commenta diverto Jake. 

-Il primo amore ? - domando. 

-Ignorali - mi dice Matthew - come se loro non avessero altri interessi .

-Devi sapere Charlotte - inizia Jake - che Matthew ha un amore sconfinato per le armi , se potesse sposarle lo farebbe. 

-Non è vero - si intromette Matthew. 

-Ma come non eri tu che una volta mi hai intimato di riporre tutte le armi al loro posto e per di più di pulirle ? - aggiunge Alex. 

Matthew non risponde e io rido dentro di me per la simpatica scenetta. 

 

Così dopo pranzo Matthew mi istruisce sul meraviglioso mondo della armi , parole sue non mie. Arrivati in palestra mi porta oltre le pedane , sul muro davanti a me è disposta una quantità di armi tale da farmi sbattere le palpebre qualche volta per credere a quello che vedo. L’ho visto qualche volta , il muro pieno di armi anche perchè difficile da non notare. 

-Be, non si può dire che manchino le armi - commento sarcastica. 

-Si ,stiamo attenti ad usarle solo se strettamente necessarie - risponde Matthew, che si avvicina alla parete e prende una pistola un fucile , quello che credo che sia un mitra , un arco e frecce e un bastone e li posa su un tavolo vicino. 

-Allora , ora che sai difenderti sono un po' più sicuro, ma mi sentirei completamente tranquillo se sapessi usare uno di questi - inizia Matthew. 

-Dunque , puoi iniziare con una pistola , piccola maneggevole , ottima per essere nascosta , o come ultima arma. Il fucile , è troppo ingombrante , anche se molto predico , il mirino è modificato e molto più preciso di quelli normali. Le pallottole possono arrivare a cinquecento metri - ascolto attentamente quello che Matthew mi dice. 

-Questo - prende il mitra in mano e lo guarda con ammirazione - questo si chiama tracide, è la migliore modifica dei nostri ingeneri , prima era un semplice mitra ma ora è un’arma letale. Ha una capacità di cinquanta pallottole , ma non è questa la sua bellezza - Matthew rigira tra le mani l’arma , posa la mano sull’impugnatura e preme un piccolo tasto. Si piazza davanti a un bersaglio posto dall’altra parte della palestra, si assicura che nessuno passi nel suo raggio d’azione , prende la mira e spara . Ma non spara normalmente , dall’arma esce una scia luminosa che va direttamente a centrare il bersaglio, il quale cade a terra con un buco in centro mezzo bruciacchiato.

Tutta la palestra guarda per un attimo Matthew poi torna a fare il proprio lavoro. Io rimango stupefatta e guardo Matthew allibita. Lui di tutta risposta sorride compiaciuto e torna al tavolo con le altre armi. 

-Come … come hai fatto ? - domando ancora scioccata.

-Energia compressa - risponde Matthew - Se schiacci questo pulsante - dice indicando il pulsante che aveva premuto poco prima - l’arma spara energia ad alta velocità al posto delle pallottole. Più efficace e più distruttiva. E a distanza ravvicinata è capace di uccidere un gruppo di dieci soldati. Un vero gioiellino .

-Ho come l’impressione che tu preferisca quella cosa a me - dico con un sorrisetto divertito.

-No, prima di tutti è un’arma e non “quella cosa” - risponde Matthew fingendo la mia voce mentre attraversa il tavolo per avvicinarsi - e poi non potrei mai preferirla a te - continua dandomi un bacio leggero.

 

Matthew mi osserva attentamente mentre sparo. Il suo sguardo scrutatore e attento mi mette in soggezione tutte le volte che lo incrocio. Dopo qualche altro sparo, poso la pistola e mi volto verso di lui stufa del suo sguardo. 

-Perchè ti fermi ? - mi domanda subito lui.

-Non riesco a concentrarmi se mi guardi così - dico con un tono leggermente accusatorio.

Matthew mi guarda stranito - così come ?

-Così ! - agito le mani indicandolo - tu mi stai giudicando ! Mi metti ansia ! 

Matthew sospira e ride - ascolta stavo solo guardando come metti in pratica quello che ti ho detto. 

-Si, beh potresti farlo con uno sguardo meno … meno accusatorio. - dico incrociando le braccia al petto.

 

 

Dopo quella volta Matthew dice che sono migliorata molto. 

-Tecnicamente hai ancora molto da migliorare , ma ora che so che sai difenderti mi sento decisamente più sicuro - mi ha detto. 

Mancano solo tre giorni alla missione , e io non faccio altro che allenarmi con Nathan. Matthew , invece, passa tutto il tempo a pianificare nei minimi dettagli la missione , perchè vuole assicurarsi che tutti sappiano cosa fare. Più di una volta ci ha illustrato tutto il piano. 

-Il piano è semplice - comincia Matthew , davanti a tutti nella palestra . Sta spiegando per l’ennesima volta la missione prima di domani - atterriamo nel giardino del palazzo, entriamo e ci dividiamo in tre squadre. La prima scende e perlustrano il campo per sicurezza . Le altre due squadre , una volta ricevuto il via libera , si divideranno tra le aree est e ovest. Il vostro compito sarà prendere tutto quello che trovate , cibo , vestiti , oggetti che possono essere utili qui alla base. I rifornimenti sono sempre ben accetti. E per ultima cosa io , Charlotte ,Jake e Alex ci occuperemo di recuperare le carte del re. Tutto dovrà essere fatto nel più breve tempo possibile , non possiamo sapere se i ribelli attaccheranno o no. 

 

Mentre Matthew spiega nei dettagli le aree del castello che si presume siano agibili io mi perdo a riflettere sulla strana sensazione che avverto da qualche giorno. Come se sapessi che succederò qualcosa , ma non riesco a capire se sia positiva o negativa. 

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Capitolo 18
*** capitolo 17 ***


La mattina mi sveglio, sempre con la stessa sensazione che ho ormai da giorni, mi vesto e mi preparo per la missione. Melissa mi aspetta sulla porta per salutarmi con lo sguardo preoccupato e le mani unite al petto, segni di preoccupazione che non mi fanno calmare. 

-Non sto andando in guerra Melissa, non devi essere così preoccupata - cerco di rassicurarla . 

- Lo so ma ho una brutta sensazione - dice, poi mi abbraccia . 

“Anche io ho una brutta sensazione” vorrei dirle, ma non lo faccio per non aumentare la sua ma anche la mia preoccupazione. 

-Salutami Luke . 

 

Nathan mi sta accompagnando alle navicelle, percorriamo i corridoi, la via principale per poi arrivare alla grande capannone che contiene tutte le navicelle; che sono pronte per la partenza , le armi cariche e già sulle navicelle. Alcuni soldati stanno gia salendo sulla navicella. 

Matthew mi vede arrivare e si fionda su di me  - vieni, ti devo dare le armi.

Mi da una giacca da indossare nera, con molte tasche.

-Una pistola e le pallottole per caricarla . Una tracide , questa la devi mettere dietro la schiena. 

Infilo la tracide dietro la schiena come mi ha detto e mi guarda per qualche secondo. 

-Andiamo.

 

Saluto Nathan e salgo sulla navicella. 

Il peso nel mio petto si fa sentire sempre di più , come una fitta al cuore che non vuole sparire. 

Sulla navicella mi siedo vicino a Matthew. Tutti hanno uno sguardo serio e concentrato. Mi sento un po fiori posto , in fondo io non sono proprio un soldato. 

Matthew allunga una mano e la unisce con la mia , mi guarda per incoraggiarmi. 

-Andrà tutto bene - mi rassicura.

Annuisco , incapace di parlare momentaneamente , e stringo la sua mano . 

 

Durante il volo scorgo con lo sguardo di Alex e Jake che parlano, loro accompagneranno me e Matthew all’ufficio di mio padre per recuperare le carte. 

-Matthew ? 

-Si - Matthew si volta verso di me.

-Hai già in mente come recuperare le carte, insomma , mio padre le avrà messe in qualche camera blindata o roba simile. -chiedo a Matthew.

-be ho in mente qualche cosa - la sua risposta non mi rassicura per niente , ma non aggiungo altro e resto zitta. Matthew non mi sembra più tranquillo di me , o di Alex e Jake. 

C’è qualcosa in questa missione che non fa stare tranquillo nessuno, e non credo che sia per il fatto che potremmo trovare dei ribelli . Oppure è la mia immaginazione , la mia mente è talmente offuscata dalla mia brutta sensazione che non riesce a ragionare lucidamente. 

 

Dopo un paio d’ore ci comunicano che stiamo per atterrare. Tutti si preparano per l’atterraggio , un gruppo di una decina di persone si alza e afferra le armi . 

-Loro sono la prima squadra , controlla che non ci siano ribelli - mi spiega Matthew. 

Questo lo sapevo ma non gli dico niente per non aumentare il suo nervosismo . Forse il fatto di essermi utile lo fa in qualche modo calmare. 

La squadra scende dalla navicella con le armi pronte per attaccare se necessario. 

 

Nei minuti che seguono nessuno fiata , nessuna parola , nessun rumore . Se non sentissi il mio petto alzarsi e abbassarsi per seguire il ritmo del mio respiro probabilmente penserei di essere morta. Per tutto il tempo Matthew mi tiene la mano , lo sguardo fisso verso il vuoto , probabilmente a pensare. 

Dopo una decina di minuti una voce metallica proveniente da un altoparlante si diffonde nella navicella - via libera non abbiamo trovato nessuno. 

Tutti ci alziamo e ci prepariamo davanti al portellone, che si apre lasciando entrare lentamente la luce del sole. Ogni squadra scende dalla navicella riversandosi sul grande giardino del palazzo. 

Le giornate passate al sole , ad accogliere i ministri , a giocare con Luke. Tutti i ricordi mi invadono la mente , come a ricordarmi che una volta ero li a divertirmi o a lamentarmi di fare la principessa. Adesso sono qui a recuperare delle carte per combattere dei ribelli . Fa quasi ridere. 

 

La navicella si alza in volo , più tardi tornerà a prenderci , ma adesso si occuperà di sorvolare il palazzo dall’alto. Stiamo per dividerci quando avvertiamo uno sparo che ci mette tutti in allarme. I soldati alzano le armi e si guardano attorno creando un cerchio attorno a noi . 

-Credevo che non ci fossero ribelli - dice Alex alzando la tradice. 

Io mi guardo introno per cercare Matthew , lo vero ragionare sulla prossima mossa. Ma troppo rapidamente provengono altri spari che ci costringono a richiuderci su noi stessi. I soldati mi si piazzano davanti per farmi da scudo , ostruendomi la vista. 

-Matthew che facciamo ? - domanda Jake vicino a me, ha l’arma alzata pronta a sparare, come tutti del resto , ma nessuno fa niente. Tutti aspettano solo gli ordini di Matthew, che sembra tardino ad arrivare. 

Il soldato davanti a me cambia il peso del corpo spostandolo da un piede all’altro, per un attimo la mia vista si libera , consentendomi di vedere l’entrata del labirinto. Pensavo che non lo avrei mai più rivisto, che non ci sarei mai più entrata. Eppure … 

-il labirinto - dico di getto. 

-Cosa ? - Matthew mi guarda stranito - che hai detto ?

-Il labirinto - adesso mi rivolgo a lui - se riusciamo a entrare nel labirinto siamo salvi. 

-no , Charlotte siamo sotto tiro non possiamo permettere di spostarci. 

Si sentono altri spari, e il cerchio si stringe sempre di più.

-Che cosa vogliono secondo voi ? - domanda Alex.

-Matthew preferisci farci sparare qui dove non possiamo difenderci o preferisci provare a salvarci? - mi chiedo dove io abbia trovato tutto questo coraggio che evidentemente stupisce Matthew. Lui sembra pensarci qualche istante e poi scuote la testa. 

-Va bene , ascoltate tutti. Al mio tre corriamo verso l’entrata del labirinto. non perdete la formazione, una volta dentro Charlotte prende il controllo , lei sa dove andare. 

-Pronti  ? Uno , due , tre !

Come una sola cosa ci fiondiamo tutti nel labirinto, gli spari iniziano un attimo dopo la nostra fuga. I ribelli non avevano capito che cosa avessimo in mente. 

 

Prendo la tracide dalla schiena e la alzo nel caso servisse. 

-Come sai dove andare ? - mi domanda Alex.

-Ci sono cresciuta qui dentro - rispondo ovvia - allora, se i ribelli tentano di seguirci qui dento sicuramente si perderanno.

Ragiono in fretta sulla strategia migliore , se ci teniamo sul confine saremo facilmente individuabili, perché sicuramente i ribelli proveranno a sparare attraverso le siepi. Ma non sapendo come sono attrezzati non possiamo nemmeno spingerci al centro, perchè essendo grande e spazioso dall’alto è facilmente riconoscibile, e poi non si può nemmeno provare a far atterrare la navicella perchè e troppo grande. 

Tutti mi guardano in attesa delle mie istruzioni.

-Allora , non possiamo stare troppo sul confine perchè potrebbero provare a sparate attraverso le siepi ma non possiamo nemmeno entrare nel centro perchè non abbiamo idea se hanno delle navicelle o roba simile. Penso che dovremmo addentrarci abbastanza da avere uno strato di siepi abbastanza spesso per non essere attaccati , ma allo stesso tempo non dobbiamo stare troppo al centro. 

Giro su me stessa e mi metto in marcia, sento i passi dei soldati muoversi, stanno facendo rumore. Svolto a destra e poi a sinistra. Un senso di tranquillità , e calma mi invade ma non mi impediscono di abbassare la guardia. A ogni svolta controllo se il corridoio è libero, anche se dubito che i ribelli siano entrati se hanno un minimo di cervello. 

Ricordo ogni svolta , ogni corridoio, ogni cambio di direzione come se non avessi mai smesso. Eppure sento troppo rumore. Mi fermo e mi volto verso i soldati. 

-Tutto bene ?- mi domanda subito Matthew. 

-No , fate troppo rumore - dico senza alzare la voce. 

-Ma non possono sentirci , siamo abbastanza dentro adesso no? -domanda Alex.

-Si ma le siepi non sono insonorizzate , se fate un rumore si sente - abbasso la voce e mi avvicino a loro - se vogliamo essere silenziosi non dobbiamo fare nemmeno il più piccolo rumore. 

-Come fanno a sentirci ? 

-Il labirinto sarà grande ma è anche fatto di siepi, e le siepi lasciano intravedere le cose, se non facciamo rumore si immagineranno di aver visto qualcosa. 

-come le sai tutte queste cose? - domanda un soldato.

-Da piccola facevo cosi per non farmi trovare dalle tate, col tempo ho affinato la tecnica. 

Mi volto e continuo a camminare. 

 

Dopo un po mi si affianca Matthew 

-Brava te la stai cavando bene. 

-Grazie - rispondo. 

-Hai avuto una bella idea a venire qui.

-Si ma c’è una strana sensazione che non vuole andare via- svolto l’angolo con la tradice alzata ma la abbasso quando vedo che non c’è nessuno - credevo che sarebbe andata via dopo essere entrata qua dentro.

-Sono venti minuti che ridiamo a zonzo qua dentro , dobbiamo riuscire ad arrivare al castello senza essere visti.

-Si ma non vedo come possiamo fare. L’uscita del labirinto è una sola , ed è l’entrata. Non possiamo uscire senza essere visti , anche passando uno alla volta - dico sotto voce. 

Facciamo un’altra svolta , con l’arma alzata ma mi blocco subito. Non c’è nessuno ma in fondo al corridoio c’è un fiore viola , di un colore intendo e molto particolare, i petali sono ricchi di leggeri ghirigori viola scuro che sfumano verso il centro. L’ultima volta che sono entrata nel labirinto , con Matthew , il fiore non c’era. 

-Che c’è ? - domanda Jake. 

-L’ultima volta il fiore non c’era - dico. 

-Quale fiore ? - chiede Matthew. 

-Quello -indico il fiore viola davanti a noi - l’ultima volta non c’era. 

-E quindi ? 

-e quindi … - quando ero con Matthew avevamo pensato che l’ultima volta i giardinieri lo avevano tolto quando avevano tagliato le siepi ,ma ora è qui. 

-magari è ricresciuto - propone Jake. 

-No , o sempre visto lo stesso , sempre quello tutto l’anno. Nessun petalo per terra, con la neve o col sole lui c’era sempre. 

Mi avvicino lentamente al fiore. C’è qualcosa che mi sfugge ne sono sicura. Come può essere che un fiore una volta c’è e l’altra no, e poi che ricompare di nuovo. 

Sfioro lentamente i petali del fiore, al tatto è morbido e caldo . 

Caldo ? 

Come può essere caldo se non batte il sole ? 

Ritraggo la mano e noto che i miei polpastrelli sono colorati leggermente di viola, come se il fiore rilasciasse un po del suo colore quando viene toccato. 

Mi guardo in torno , dietro di me i soldati e Matthew stanno aspettando che io faccia qualcosa. Sul corridoio a fianco a me non arriva nessuno. 

C’è qualcosa che sto dimenticando, o che sto tralasciando. 

-Charlotte non possiamo stare fermi qui - la voce di Matthew arriva ovattata alle mie orecchie perchè io pensando al fiore. 

E se.. 

La mia mano ragiona prima della mia mente ,si allunga verso il fiore e lo avvolge in modo tale da poterlo tirare. Una volta tirato il fiore sparisce dentro il muro di siepe, le foglie iniziano a tremare e lentamente si aprono , come se il muro si stesse dividendo in due per far vedere un’entrata. Ed è proprio quello che fa , il muro si ferma e davanti a me rimane sono un entrata buia. 

-Ma che cosa ? 

Entro nell’entrata che rivela un corridoio buio e freddo seguita da tutti gli altri. 

-Che cos’è questo .. posto ? - domanda un soldato. 

-Non lo so , credo sia un passaggio segreto o una cosa simile - rispondo camminando. 

-Aspetta - Matthew si posiziona davanti a me alzando l’arma davanti a se e continua a camminare -Sapevi di un posto simile ? 

-No - rispondo confusa. Un passaggio segreto nel labirinto ? Sicuramente è l’ultima cosa che mi sarei aspettata.

 

In silenzio percorriamo il corridoio che diventa più stretto ad ogni metro. Ho la strana sensazione che il corridoio inizi a scendere , come per arrivare a un punto in profondità.

Mi chiedo cosa stia succedendo là fuori , i belli probabilmente saranno entrati nel labirinto, e probabilmente si saranno persi. 

-Perchè ti fermi? - domando a Matthew improvvisamente fermo.

-c’è una porta - risponde lui.

-Una porta? - lo sorpasso per trovarmici faccia a faccia .

La porta è di metallo , al centro si trova un piccolo schermo illumina. Mi avvicino per vederlo meglio e tocco lo schermo. Subito una voce metallica femminile si diffonde nell’aria.

-Inserire codice di sicurezza.

-Codice di sicurezza ? - esclama Alex - ma che diavolo dice ?

-E’ una camera segreta di pare che la lascino senza un sistema di sicurezza ? - commenta Jake accanto a lui. 

-Aspettate - si intromette Matthew - Jess mi ha detto che per entrare il re aveva messo come codice qualcosa che collega il suo secondogenito.

-E pensi che sia questa la stanza che intendeva ?

-E’ alla fine di un passaggio segreto, non fatico a credere che sia questa la camera che intende .

-Si ma se mio padre ha inserito qualcosa che lo collega a me , che cos’è? -domando zittendo tutti.

-Be questo non lo so , Jess non me cha detto- dice Matthew.

-Non penso che il re prima di morire abbia sbandierato ai quattro venti il codice di sicurezza di una camera blindata - commenta Alex.

Annuisco dubbiosa, e col timore di non riuscire ad entrare nella stanza.

 

 

 

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Capitolo 19
*** capitolo 18 ***


Eravamo ancora lì , alla fine del passaggio segreto. Jake , Alex e Matthew discutono su quale possa essere il codice da inserire. 

-e se fosse una data ? - domanda Alex.

-andiamo, se fossi il re non metterei una data come codice per aprire una camera segreta - risponde subito Jake.

-forse stiamo solo perdendo tempo, stiamo sbagliando tutto- cerca di ragionare Matthew.

Li lascio parlare e mi concentro sullo schermo luminoso della porta. Illumina quasi tutti i volti delle persone li vicine , ma comunque da un po di luce al passaggio segreto. Quello sicuro è che lo schermo con la scritta “codice di sicurezza” con sotto lo spazio per inserire numeri e lettere è vuota. In sottofondo si sentono le voci di Jake , Alex e Matthew . 

Un soldato mi si avvicina - scusi altezza.

Mi ero completamente dimenticata che alcuni soldati fossero rimasti con noi. Così rivolgo la mia attenzione al soldato - io non sono più una principessa - gli faccio notare. 

-Mi dispiace altezza, ma per noi sarà sempre una principessa - risponde il soldato. 

Vorrei controbattere, dire che non sono una principessa dal momento in cui il castello è crollato . Ma probabilmente non lo sono mai stata dentro di me. Eppure lo ha detto con così tanta convinzione che non ho saputo ribattere.

-ha un’idea di come entrare ? - mi domanda il soldato.

-no , mio padre ha utilizzato qualcosa che lo collega a me. Ma non ho idea di cosa possa essere.

-forse se tentiamo qualche volta potremmo avere fortuna- propone lui.

Fortuna , è proprio quello di cui abbiamo bisogno in questo momento. Poi però penso che se non ci proviamo non possiamo aspettare che la soluzione ci capiti tra le mani come se niente fosse.

-si hai ragione - dico pervasa da una nuova speranza. Gli faccio spazio vicino a me per vedere lo schermo.

-da dove cominciamo ? - domanda. 

 

 

-non possiamo arrenderci così - mi sprona il soldato.

-si ma le abbiamo provate tutte ormai - mi lamento

Dopo non so quanto tempo , abbiamo provato un’infinità di possibili codici che non li ricordi nemmeno più. 

Abbiamo usato la mia data di nascita , l’abbiamo usata di nuovo insieme al mio nome , ho provato il mio nome completo, anche insieme alla data di nascita. Ho utilizzato anche vari soprannomi che mio padre usava quando ero piccola. Ho perfino combinato il mio nome insieme a quello dei miei fratelli. Ma niente , tutte le volte lo schermo diventava rosso e la voce metallica ormai famigliare diceva “codice errato si prega di riprovare”.

Alla fine avevamo attirato l’attenzione degli altri. 

Picchietto le dita sul lato dello schermo frustrata. Le ho provate tutte, sono sicura.

-forse sbagli a scrivere - dice Alex.

-so come si scrive il mio nome e quello dei miei fratello - ringhio come risposta.

Alex si agita e tenta di chiedere scusa ma Matthew parla per lui - quello che voleva dire è che magari nella fretta hai sbagliato qualche lettera - mi posa le mani sulle spalle mentre parla e questo mi rilassa ma solo leggermente. 

-no sono sicura . Ho scritto tutto giusto. 

Chiudo gli occhi cercando si ripassare mentalmente tutti i tentativi fatti. Sono sicura di aver provato tutto , ho cercato di calarmi nella testa di mio padre, eppure non sono riuscita a trovare la soluzione. 

 

 

Seguono attimi di silenzio , in cui ammetto mentalmente che mio padre ancora una volta è stato più furbo di me. 

Ad un tratto come un filmine a ciel sereno mi viene in mente una cosa. Mi giro verso Matthew, che si trova dietro di me, per avere la conferma di quello che penso. 

-ripetimi quello che ha detto Jess sul codice per aprire la camera blindata - gli chiedo. 

Sul suo volto vedo formarsi il perchè di quella domanda - be ha detto che la camera blindata contiene tutte le carte riguardo al regno e alla politica straniera. 

-no , non su quello che contiene , ma su come si apre.

-si dice che il re usa qualcosa legato al secondogenito.

Ecco! Ho avuto la conferma. Mi rivolto verso lo schermo e mi avvicino per inserire il codice. Ci vogliono due tentativi , ma finalmente la luce blu diventa verde e la voce metallica dice “codice accettato”.

La porta di metallo si apre completamente e tutti entrano finalmente tra gli archivi del regno. I muri sono pieni di scaffali e di schedari pieni zeppi di carte e decreti emanati dal re. 

Sopra gli scaffali ci sono diversi scatoloni con scritti sopra gli anni dei documenti che contengono. 

-ma come hai fatto ? - domanda stupito Matthew.

Fiera d me gli spiego come go fatto , anche se in realtà lo spiego a tutti. Credo che molto ormai avessero perso le speranze.

-tu hai dato che si usa qualcosa legato al secondogenito, ma non che sia solo legato al secondogenito. 

-Non capisco. 

-Quando è arrivato Luke mio padre ha dato una settimana di ferie più o meno a mezzo castello per la felicità. Ho solo fatto qualche tentativo e siamo entrati - spiego con tranquillità. Tutti invece mi guardano con stupore, compreso Matthew il quale si avvicina con un meraviglioso sorriso sul volto. 

Mi da un bacio leggero e aggiunge - la mia ragazza ha un intuito geniale.

-lo dici come se fosse una novità .

Ci stacchiamo e Matthew riprende il controllo della missione - bene il secondo gruppo esce e va in perlustrazione , Charlotte dagli le indicazioni per uscire dal labirinto , dobbiamo sapere se ci sono ancora ribelli e se il primo gruppo è ancora vivo. Per chi rimane qui dobbiamo prendere tutto, ogni foglio , ogni ogni cartella ,ogni scatola. Dobbiamo svuotare la stanza. 

Tutti si rimettono al lavoro e io do le indicazioni per uscire dal labirinto al secondo gruppo. 

-Matthew dopo che abbiamo finito qui che cosa dobbiamo fare ? - domanda Alex mentre toglie alcuni scatoloni da sopra gli scaffali. 

-Dobbiamo prendere tutto quello che troviamo nel castello, nella parte che non è crollata. Qualunque cosa possa essere utile per qualcosa la prendiamo. Le scorte iniziano a scarseggiare. 

Detto questo nessuno parla più , un silenzio tranquillo e il rumore dei fogli fanno da padrone nella camera . 

Tutto sembra tranquillo. 

Appunto : sembra.

 

Nel momento esatto in cui la porta della camera blindata si è aperta o pensato : c’è l’abbiamo fatta. 

Sbagliato , è tutto sbagliato.

I ragazzi impilano scatole su scatole creando piccole torri di documenti e scartoffie che mio padre ha letto e riletto , più e più volte. Non ho mai pensato che fare il re fosse una passeggiata , ma non pensavo potesse essere così impegnativo . Matthew mi ha detto che io e lui avremmo cercato i documenti che servono tanto da costringere Jess a mandarli in Messico e qui. Matthew ha detto che dovrebbe essere in una cartellina senza nome , ma quello che mi passa tra le mani sono solo fogli pieni di leggi , decreti e altre questioni politiche da far venire il mal di testa. 

-sei sicuro che sia in una cartellina ? - domanda Matthew .

-L’ultima volta che l'ho visto tuo padre lo ha inserito in una cartellina come questa - dice indicando quello che ha in mano .

Non sono tanti sicura che sia così , visto il codice usato per entrare credo mio padre abbia trovato un nascondiglio più sicuro che una semplice cartellina  senza nome per documenti così importanti .

 

Dopo che tutti gli scaffali sono stati svuotati e gli scaffali impilati accanto alla porta blindata io e Matthew abbiamo controllato tutte le scatole più importanti o quelle che credevamo essere le più probabili cove mio padre avesse nascosto quella maledetta cartellina. 

-Niente , per ora niente - dice Matthew con una punta di delusione nella voce. Sinceramente non ho mai pensato che questa missione fosse semplice, ma si sta rivelando davvero un calvario.

Un soldato della seconda squadra torna nella camera - la terza squadra è salva , si sono rifugiati nel castello durante l’attacco dei ribelli. Hanno detto che i ribelli sono andati via dopo un po' che siamo entrati nel labirinto. La seconda squadra è pronta per caricare gli scatoloni.

-Bene iniziamo subito - ordina Matthew - noi intanto usciamo da qui e andiamo al castello - continua riferito al gruppo che ha svuotato la stanza. 

 

-Matthew se le carte non sono qui allora dove sono ? - domanda Jake mentre percorriamo il lungo corridoio che ci fa sbucare nel bel mezzo del labirinto.

-Non lo so , forse non le ha mai sistemate nella camera blindata  - risponde Matthew.

-Forse le ha sistemate in un altro posto - comincio.

-Impossibile , come ha fatto ? Le stava per prendere prima dell’attacco, non potevano essere tanto distanti - si affretta a specificare. 

-Si ma … - provo a ribattere , ma non trovo argomenti per farlo. Decido di tacere e condurre tutti fuori dal labirinto. 

 

Il sole splende sul giardino come se non fosse successo nulla. I soldati vanno e vengono dal castello portando sulla navicella tutto ciò che trovano. 

-Matthew molti dipinti sono distrutti non ha senso prenderli - dice un soldato con in mano un dipinto di un re. 

-Va bene , prendiamo tutto quello rimasto adesso, il resto lo recuperiamo più avanti - lo rassicura - com’è il castello ? E’ agibile ? 

-Abbastanza.

 

Entriamo nel castello , dove tutto è rimasto come lo avevamo lasciato dopo il crollo. 

-Non c’è un altro modo per raggiungere l’ufficio del re ? - mi domanda Matthew.  

-Non che io sappia - mi volto verso di lui, dove noto che il corridoio che ho percorso tante volte è completamente inagibile. 

-Ma i castelli non hanno i corridoi segreti o roba simile ? - chiede Alex.

-Be potrebbero anche esserci ma io non li conosco .

-Dobbiamo trovare una soluzione. Se foste il re dove mettereste delle carte sulla politica? - dice Matthew.

-Sicuramente in un posto che nessuno si aspetti - risponde subito Jake pensieroso. 

Mi metto a pensare ad un posto simile, ma non mi vengono in mente molte idee. 

-Forse la camera da letto dei miei genitori - ipotizzo - ma sembra il luogo più probabile dopo l’ufficio. 

-Altre ipotesi ? 

-Non lo so - scuoto la testa - considerando il decide per entrare nella camera blindata potrebbe essere ovunque. 

Un senso di sconforto arieggia nel gruppo. Sembra che queste famose carte stiano giocando con noi , non vogliono farsi trovare. Ma propio quando penso che non abbiamo nessuna speranza di riuscire nella missione mi viene in mente una cosa. Mi volto e mi dirigo immediatamente verso le scale per andare nelle camere. 

-Dove vai? - mi grida dietro Matthew. 

-Mi è venuta in mente una cosa 

-Cosa ?

Corro diretta in camera mia , anche se lungo il tragitto trovo molti calcinacci caduti , tende per terra e finestre rotte. 

- Mi vuoi spiegare cos’hai in mente ? - mi chiede Matthew frustrato una volta che mi ha raggiunto. 

Entro in camera , vado verso la cabina armadio e ci entro. 

-I vestiti si possono prendere tutti, si possono riutilizzare - dico di fretta ricordando solo adesso la quantità di abiti che possiedo. 

-Ma cosa c’entrano i vestiti ? 

-Infatti non c’entrano - dico arrivata alla fine del mio armadio. 

Davanti a me si trova un quadro. Non ho mai capito il motivo di avere un quadro in un armadio, ma ricordo perfettamente quando a cinque anni ho visto mio padre aprire il quadro. 

Si avete capito bene : mio padre ha aperto il quadro. 

Prendo la cornice e tolgo il quadro dal chiodo. 

- Ecco a cosa mi riferivo - dico a Matthew che fissa senza parola la cassaforte nel mio armadio.

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Capitolo 20
*** capitolo 19 ***


-Non me lo spiego - dice Alex fissando la cassaforte. 

-Non ha un senso - dico osservando la cassaforte - c’è e basta. 

Tutti quanti stiamo osservando la cassaforte come se fosse oro . Forse c’è l’oro li dentro . Penso , comunque sospiro frustrata : un altro codice da trovare. 

 

-Vai a chiamare qualcuno che tolga tutti i vestiti che ci sono qua dentro - sento dire da Matthew. 

-Va bene - dice Alex rinvigorito di una nuova esaltazione .

-va bene cosa ? - domando confusa. 

-Va bene diamoci da fare. Dobbiamo trovare il codice , ma con questa cassaforte è più difficile. Non basta tentare e sperare che si apra. 

Effettivamente la cassaforte non è l’ultima novità, è una di quelle antiche , con la manopola da gi rare e sperare che il portellino di metallo si apra e riveli il contenuto.

-Cosa ne sai tu di cassaforte ? -domando. 

-Non so molto , ma so che quando il codice che inserisci è giusto la manopola non di blocca ..

-si che novità - commenta Jake.

-… e che dopo un tot di tentativi si blocca la cassaforte e quindi si può dire addio al contenuto. 

-Che vuol dire : si può dire addio al contenuto ? - spero non sia quello che penso io , penso allarmata. 

-Vuol dire che entro un certo numero di tentativi se non azzecchi li codice allora dici ciao ciao a quello che c’è dentro.

-Non è possibile ! - sbotto - non c’è una altro modo per aprire queste cose - inizio a scaldarmi . E’ impossibile che dopo tutti questi anni non ci sia un altro modo per aprire una scatola di metallo. 

-Possibile invece. C’è un motivo se la cassaforte viene usata ancora dopo tutti questi secoli. - ribatte Alex. 

Non rispondo perchè so che ha ragione. 

 

-Allora a che punto siamo ? . domanda Matthew che ci ha raggiunto dopo aver dato alcuno ordini ai soldati. 

-Ad un punto morto - dico.

-Non proprio molto - mi corregge Alex. 

-In poche parole abbiamo un numero imitato di tentativi , poi la cassaforte si blocca e non si potrà più prendere il contenuto -spiega Jake per tutti. 

-Non è un buon punto - concorda Matthew. 

-Già - borbotto , mi sposto dai ragazzi e mi siedo su una sedia li vicino. Mi passo le mani sulla faccia per calmarmi e appoggio i gomiti sulle ginocchia. Mi ritrovo a fissare il quadro appoggia alla parete. Il quadro raffigura una stanza , la prospettiva è quella che si osserva quando si guarda la porta di una stanza dalla parete opposta. Ai lati si trovano molti abiti appesi , lunghi o corti , con molti colori o semplicemente monocolore. La luce della finestra al centro del dipinto illumina la stanza che probabilmente si trova oltre la porta del quadro. Le ombre sui vestiti, l’ombra delle tende che si riflette sul pavimento in legno. Sembra tutto cosi reale che inizio a pensare a quanto assomigli alla mia cabina armadio. 

Aspetta. 

Mi tiro indietro con la schiena ripensando a quello che mi sono detta.

Il dipinto è la mia cabina armadio. 

Il quadro raffigura esattamente la stanza in cui mi trovo in questo istante. Mancano solo qualche sedia ma sono stati aggiunte dopo. Il pavimento è identico, per ogni asse di legno. 

Trovo solo una differenza : un’asse del pavimento nel dipinto ha una scritta. 

La cosa mi incuriosisce a tal punto da voltarmi verso il punto in cui dovrebbe esserci l'asse con la scritta. Più volte sposto lo sguardo dal dipinto alle assi del pavimento. Le voci dei ragazzi mi entrano nella testa impedendomi di pensare lucidamente.

-State zitti !- urlo frustrata.

I ragazzi mi fissano come se fossi comparsa lì per magia. 

-Che c’è ? - mi domanda Matthew.

-C’è che le vostre stupidi discussioni sulla possibile chiave di quella cassaforte mi distraggono dal capire come mai quel dipinto è l’esatta copia della mia cabina armadio - sbotto alzandomi .

-Ma che stai dicendo ? 

Prendo il dipinto in mano e lo mostro a loro - guardate , non vi sembra una prospettiva che avete gia visto ? - gli domando - Adesso voltatevi , immaginatavi vestiti su vestiti appesi di ogni tipo lunghi , corti ,di tutti i colori possibili. E la luce che attraversa la stanza riflettendo l’ombra della finestra sul pavimento. 

A quel punto Matthew si volta verso di me - non capisco. 

-Non c’è nulla da capire - dico abbassando il dipinto - mio padre ha messo un dipinto uguale alla stanza in cui ci troviamo per una ragione. Solo , solo una cosa non capisco.

Mi avvicino a loro e gli mostro il dipinto - qui c’è un’asse del pavimento che ha una scritta , ma nella realtà non l’asse non c’è . 

I ragazzi si girano in torno e iniziano a fissare il pavimento. 

-Dove hai detto che si dovrebbe trovare l’asse ? - chiede Alex.

-Più o meno dove ti trovi adesso - rispondo controllando il dipinto . 

Alex tasta le assi del pavimento vicino a lui attentamente. Ad un tratto un’asse emette uno strano rumore, come uno scricchiolio di qualcosa di antico. 

Ci guardiamo tutti , consapevoli che probabilmente siamo arrivati ad una svolta. 

Alex si abbassa ad esaminare l’asse che ha provocato il rumore. Tenta di alzarla e dopo vari tentativi ci riesce. 

Il retro dell’asse si rivela essere esattamente come quello del dipinto, di colore più scuro rispetto al fronte e con incise una serie di numeri . 

-è questa la scritta ‘ -domanda Alex .

-Si è esattamente quella- osservo la scritta affascinata. Strano come una semplice serie di numeri possa rivelarsi tanto importante e indispensabile. 

Jake si avvicina alla cassaforte e , facendo ruotare la manopola , inserisce le sequenza di numeri. Dopo poco si sente uno scatto e lo sportello si apre di qualche centimetro, Jake la apre del tutto e tutti ci avviciniamo per vederne in contenuto. 

Troviamo parecchie scartoffie, probabilmente sono li da molto tempo , sul lato sinistro c’è una piccola scatoletta di velluto rosso. La prendo e la apro delicatamente , ci trovo una piccola spilla a forma di ballerina , con il vestito formato da piccoli diamanti. Mentre io osservo la spilla Matthew esamina le varie carte che troviamo. 

-Trovato qualcosa Matthew? - domanda Alex il quale osserva il suo amico da sopra la spalla. 

-Per ora no … aspetta, ecco! Eccola ! - Matthew passa le altre carte a Jake mentre lui esamina con attenzione e ammirazione le carte che ha in mano. 

-Sono quelle ? Le abbiamo trovate ? -domando per chiedere conferma. 

-Si Charlotte le abbiamo trovate - la felicità nella sua voce mi lascia finalmente sospirare. 

Non abbiamo fatto tutta questa strada per niente. 

 

Osservo la mia stanza ormai spoglia , tranne per i mobili che non possiamo portare con noi ma Matthew ha detto che nel caso servissero qualcuno verrebbe a prenderli. 

-Charlotte siamo quasi pronti - Matthew si avvicina a me e si appoggia allo stipite della porta. 

-Non è strano ?- domando con lo sguardo fisso sulla mia stanza - che tutto questo era pieno di vita e di ricchezza e in un attimo tutto è stato travolto , distrutto. 

-A volte la vita è strana - osserva lui. 

-Si ma .. 

Matthew chiude delicatamente la porta della mia ormai vecchia stanza , come se servisse a qualcosa, e insieme ci avviamo verso la porta che da sul giardino per andare alla navicella. 

-Non credo di averlo ancora superato - affermo dopo qualche passo. 

-cosa? 

-Tutto . La morte dei miei genitori , il castello distrutto , la mia vita stravolta. 

-Tempo al tempo Charlotte, è normale che tu sia ancora scossa. 

Annuisco convinta che sia la verità, perchè è la verità. Me lo ripeto da quando abbiamo aperto la camera blindata, perchè appena la pesante porta di metallo si è aperta una strana sensazione mi è arrivata come una pugnalata alla schiena. 

In questi giorni credo di aver eretto un muro che mi fa sembrare forte e determinata , ma so che se quel muro viene sfiorato potrei crollare da un momento all’altro . La serie di eventi avvenuti non mi ha mai fatto realizzare realmente la morte dei miei genitori , perchè anche se molte volte discutevo con loro non averi mai voluto perderli. Il castello non sarà mai più la mia casa, un’infinità di spazio che possono sembrare troppi e dispersivi ma che per me rappresentano solo la mia casa con la lettera maiuscola davanti. 

 

Prima di salire sulla navicella mi volto per un momento ad osservare la mia vecchia casa, parte dell’edificio è crollato ma io riesco ancora a vedere l’edifico come ho imparato a conoscere, e voglio ricordare quello , non i resti che sono avanti ai miei occhi. 

 

Il viaggio di ritorno mi è sembrato breve o forse mi sono soffermata a riflettere troppo sul peso che sento tanto da non aver sentito la navicella atterrare. Un piccolo sobbalzo e la navicella si ferma e il portellone si alza. I soldati iniziano subito a scaricare le cose e a portarli alla base.

Io mi alzo lentamente e scendo senza creare intralcio. L’abbraccio di Nathan mi sorprende e ci metto qualche istante a rispondere ma alla fine lo ricordo con le mie braccia. 

-Finalmente siete arrivati - inizia - mi stavo preoccupando . Jess continuava a dire che sareste arrivati presto. 

-Si tranquillo adesso sono qui - forzo un sorriso che non ho voglia di fare e lascio che mi accompagni verso il mio alloggio mentre lui parla. Non lo sto ad ascoltare , perché una massa di stoffa rossa mi passa davanti e mi blocco subito. 

-Aspetta -urlo al soldato, il quale si blocca subito e si volta in cerca della voce che lo ha fermato .

-Quello dove lo porti ? - domando indicando l’abito che ha in mano. 

-Alle sarte , forse ne ricavano vestiti o altro - cerca di riprendere il cammino ma gli afferro un braccio e lo fermo. 

-No! - urlo attirando l’attenzione di tutti - non puoi portarlo li , hai idea del lavoro che c’è dietro ? - gli domando.

-Non lo so ma adesso è solo un abito da riutilizzare. 

-No ! 

-Aspetta - Matthew mi raggiunge e mi prende per le spalle - quello non portarlo alle sarte , ce ne sono molti altri di abiti .

Il soldato alza le spalle poco convinto e poi gli passa l’abito - come vuoi Matthew. 

-grazie - dico a Matthew prima di prendere l’abito e andare al mio alloggio. 

 

Il giorno dopo io ,Matthew , Jess , Jake e Jakie ci ritroviamo tutti nella sala di controllo per esaminate tutti i documenti trovati . 

-Le carte sui ribelli che avete recuperato sono state date al consiglio - spiega  - intanto noi esaminiamo queste. 

Matthew sbuffa e prende una delle tante scatole impilate nella stanza. Gli altri fanno lo stesso e io pure. Afferro una scatola ma il mio sguardo cade sulla stato con scritto “Charlotte Marie Elizabeth”, la afferro e mi avvicino al tavolo. Tolgo il coperchio e trovo la scatola piena zeppa di documenti. Inizio ad esaminarli : sono vecchi documenti , vecchi diplomi di scuola, vecchi articoli di giornali in chi mi raffigurano insieme a mio padre o con i miei fratelli. Sposto i ritagli sulla pila che ho creato vicino a me .Un foglio attira la mia attenzione ,è il mio certificato di nascita. 

 

Nome :Charlotte Marie Elizabeth

Cognome : Anderson

Data di nascita : 12 Maggio 3018

Padre :  Andrew Anderson

Madre : SCONOSCIUTA

 

Il mondo intorno a me si blocca, forse ho letto male .Eppure rileggendo più e più volte la parola “ “SCONOSCIUTA” ritorna sempre davanti ai miei occhi come un secchio di acqua ghiacciata. 

Presa dal panico cerco disperatamente la scatola di Nathan. Mi costringo a non impazzire e di restare calma per non dare nell’occhio mentre recupero il certificato di nascita di Nahtan.

 

Nome :Nathan Jhoswa 

Cognome : Anderson

Data di nascita : 24 Gennaio 3016

Padre :  SCONOSCIUTO 

Madre : Sarah Maddesh

 

Non può essere , probabilmente sto impazzendo. Il peso che mi attanaglia da ieri si fa sempre più grande dentro di me, un brutto pensiero si insinua nella mia testa ed io spero che non sia la verità. Cerco la scatola di Luke, la trovo e la apro . 

 

Nome :Lukas George Michael

Cognome : Anderson

Data di nascita : 15 Dicembre 3028

Padre : Andrew Anderson

Madre : Sarah Maddesh

 

Sento l’ossigeno mancare, mi siedo per realizzare pienamente quello che ho appena scoperto. I tre certificati di nascita sono nascita sono davanti a me . Tutto è scritto nero su bianco. Tutto è chiaro come il sole. 

Andrew Anderson non è il padre di Nathan.

Sarah Maddesh non è mia madre. 

Andrew Anderson e Sarah Maddesh sono i genitori di Luke. 

 

Nathan non è il vero erede al trono del regno , sono io .

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

 

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Capitolo 21
*** capitolo 20 ***


1 Mese dopo 

 

La sala del consiglio è piena zeppa di uomini che credono di sapere cosa fare. Io , Matthew , Jess e Nathan siamo da una parte, gli uomini del consiglio dall’altra. Si sono messi a discutere l’uno contro l’altro per come gestire la situazione, ovviamente non pensano che un ragazzo, Nathan ovvero il legittimo re , possa prendere il loro posto come se nulla fosse. 

Nell’ultimo mese Nathan ha sempre più preso il controllo, diventando piano piano la cosa più simile a un comandante che esista. Matthew e Jess si occupano di aiutarlo nelle decisioni e nel gestire la base. Io sono con loro probabilmente solo perchè sono sua sorella , resto molto in disparte a vedere come e cosa fa. Non mi metto molto in mezzo. Dopo la missione il mese scorso cerco di tenere un profilo basso, senza creare problemi. 

Le cose tra me e Matthew vanno bene, dormiamo e mangiamo insieme. Parliamo poco , molto poco secondo me . Forse stiamo solo facendo finta che le cose vadano bene. Lui è sempre impegnato con Nathan a lavorare. Invece io e Jess ci siamo avvicinate molto , superato il momento di odio nei miei confronti , abbiamo iniziato ad essere civili l’una con l’altra e adesso parliamo spesso durante il pranzo insieme a Melissa. 

Stufa degli uomini che si stanno scannando a suon di parole mi alzo dalla sedia dove ero seduta e mi avvio verso la porta. 

-Dove vai? - mi domanda dolcemente Matthew. 

-Ho mal di testa , questa situazione non la sopporto - dico lanciando uno sguardo agli uomini in giacca e cravatta. In realtà non ho il mal di testa, ma ultimamente preferisco stare nel mio , anche se mi ritrovo spesso a pensare e a diventare matta. 

Dopo che ho scoperto di essere io la legittima erede del regno sono svenuta , mi sono risvegliata in infermeria accanto al letto di un certo Lucas , un ragazzo simpatico e spiritoso . Ho scoperto che ha avuto un brutto incidente qualche anno fa , una lesione al midollo spinale che gli ha impedito di tornare a camminare, da allora è rimasto a letto ma nei suoi occhi posso ancora leggere il dolore ogni volta che guarda le sue gambe immobili sotto le coperte. Torno spesso a trovarlo , gli porto dei libri da leggere e lo informo su quello che succede alla base. Ci tiriamo avanti a vicenda , io sopravvivo al peso che non ho il coraggio di liberare , e lui sopravvive alle quattro mura in cui è costretto a vivere. Ho provato molte volte a chiedergli se aveva mai provato ad usare una sedia a rotelle ma il suo umore cambiava drasticamente e mi mandava via. All’inizio mi arrabbiavo , ma poi ho capito che era il suo modo per ignorare la cosa e ora non me la prendo più di tanto.

-Ciao Lukas - lo saluto entrando in stanza. Sono passata dalla biblioteca prima di venire , ed ho preso un paio di libro che potrebbero interessargli - ti ho portato questi , la mia tata me li ha letti spesso da piccola. 

-Ei - afferra i libri che gli porgo e li esamina per qualche istante , alza un sopracciglio - le cronache di Narnia ? Davvero ? 

Rido per la sua espressione - no , sono sette storie del regno di Narnia. Guarda che sono molto belle. 

-Beh tanto vale dagli un’occasione - posa i libri sul comodino accanto a lui - spero solo non sia come Harry Potter . Anche se io avrei tenuto la bacchetta di Sambuco . 

-Lucas ne abbiamo già parlato ,lui ha fatto la sua scelta. - gli dico in tono lamentoso. Non lo vuole ammettere ma Harry Potter gli è piaciuto più di quanto pensasse. 

-Allora come mai sei qui così presto ? 

-I membri del consiglio stavano litigando tra loro , non li sopportavo più . 

-Ah ho capito , la burocrazia ti uccide povera principessa - non mi faccio chiamare più principessa, ma Lukas lo fa solo per darmi fastidio e lo lascio fare se fa stare bene lui.

-No , più ci penso e più non capisco cosa ci faccio io con loro tre. Non sono capaci si fare tutto da soli ? 

-Sai come la penso - dice lui . Infatti so cosa pensa , Lucas sa che devo parlare con Nathan , ma non sa di cosa. Questo mi va bene , lui non fa domande e io non le faccio a lui. 

-Lo so , non trovo mai il momento giusto. 

-Be se come dici può cambiare tutto allora dovresti farlo il prima possibile.

 

Lascio l’infermeria per pranzo , metto il cibo sul vassoio e passo a salutare Luke tra gli altri bambini. Lui è l’unica cosa che mi fa andare avanti, se lui è qui e sta bene allora io sarà al suo fianco. Non merita di soffrire più , lui non c’entra nulla con quello che hanno fatto i miei genitori. Lui è tutto. 

Mi siedo al tavolo con gli altri e mangio quello che ho nel vassoio. Melissa si siede accanto a me e sospira - oggi in cucina è stato un delirio. 

-Come mai ?

-Dicono che le scorte stanno finendo - mangia un boccone e aggiunge - ma non ha senso vengono aggiornate ogni settimana e dal castello è stato portato via una marea di roba. Non  è possibile che abbiamo già finito tutto. 

-com’è possibile ? - domando guardandomi intorno , nessuno sta ascoltando la nostra conversazione. 

-Non lo so. Ma non hai notato come il cibo sia diminuito oggi ? Abbiamo dovuto razionare tutto. 

Ne dubito , c’è qualcosa che non va. Lancio uno sguardo al bancone dove viene distribuito il pranzo, effettivamente ci sono meno piatti, e c’è un cartello con scritto “seconda porzione vietata”. Potrebbe essere perchè qualcuno ne prende troppi ma significa solo una cosa : c’è un problema che non ci dicono.  Mangio velocemente e mi dirigo in infermeria per parlando con Lucas. 

Entro velocemente e vado nella sua stanza , ha fatto in modo di non avere mai più nessuno in camera con lui per avere privacy. 

-Ciao principessa - mi saluta mangiando la sua minestrina. 

-Le scorte di cibo stanno finendo - sbotto davanti a lui.

Lucas aggrotta la fronte - com’è possibile ? 

-non lo so , me lo ha detto Melissa. In cucina hanno dovuto razionare il cibo. A pranzo non si può prendere un secondo piatto. - faccio il giro del letto per avvicinarmi a lui e sedermi sulla sedia. 

-Si ma non vuol dire niente non poter avere il bis - alza le spalle come per dire una cosa ovvia. 

-No ! Ascolta quante volte hai mangiato la minestra questa settimana ? - indico il suo piatto. Il liquido verdastro dentro sembra quasi vomito, non so come faccia a mangiarlo. 

-Be… tutta la settimana e anche quella prima - dice pensandoci su qualche istante. 

-Visto ? 

-Visto cosa? 

-C’è qualcosa che non va !

-Si non avrebbero dovuto parlane al consiglio ? 

Ci penso qualche secondo , questa mattina abbiamo parlato solo si ribelli, delle carte che abbiamo ritrovato e sei vestiti da ridistribuire. Ma non si è parlati di cibo. 

-Non ne abbiamo parlato - rifletto - ma perchè ? Dovrebbe essere una cosa importante no ? 

-Non lo so - Lucas alza solo le spalle. 

-Torno dopo - mi alzo ed esco rapidamente, voglio andare in fondo a questa storia. 

In lontananza sento Luca urlare - dove stai andando ? - ma io sono già fiori. 

 

Al capannone dello scarico e carico merci decoro di capire dove possono essere posizionate le scorte di cibo. In travedo Greg, il mio vecchio maggiordomo, un paio di camerieri , li raggiungo e li saluto. 

-Salve altezza - Greg mi rivolge un grande sorriso - sono contento di vederla. 

Vorrei dirgli che non dovrebbe chiamarmi così , ma ho paura di rompere qualcosa in lui , di eliminare la speranza. 

-Dopo che siamo arrivati mi hanno affidato il compito di dirigere la sezione di archivio. 

-Be sono contenta - dico sinceramente  - Nathan mi ha chiesto di dare un’occhiata se siamo a corto di qualche alimento . Per sapere se deve organizzare qualche missione di recupero - mento spudoratamente , ma lo faccio a fin di bene. Almeno è questo che mi ripeto. 

-Si certo  -  mi accompagna alle casse di cibo. Prende una cartellina appena a un muro e controlla.

-Non abbiamo bisogno di niente per il momento. 

-Sicuro ? 

-Si certo , oggi sono arrivate due casse di verdura da un villaggio qui vicino e anche carne a sufficienza per qualche giorno. 

-Va … va bene . Allora … grazie Greg. 

-Di niente altezza. 

Mi allontano di qualche passo , sento che Greg è ritorno al lavoro. 

 

-Hanno appena ricevuto rifornimenti  - dico a Lucas.

-Ne sei certa? - domanda per esserne certo. 

-Sicura , ho intravisto due casse di legno e altre tre apposite lì vicino . 

Mi sono diretta subito da Lucas per parlarne con lui.

-Tutto questo non ha senso . Perché dire che siamo a corto di scorte, quando ne abbiamo appena ricevute? 

-Non lo so - appoggi i gomiti sul suo letto.

-Dovresti parlane con Nathan - mi consiglia lui. 

-No , non se ne parla neanche. Se provo a parlare con lui mi dice che non ha tempo. Ultimamente mi chiedo se ho ancora un fratello - dico amareggiata. 

-Va bene , allora parliamo di quello che gli devi dire . 

A sentire le sue parole alzo la testa di scatto - no , non puoi. 

-Prima o poi dovrai farlo - mi ricorda.

-Lo so ma …. ma non è il momento - dico agitata. 

-Non è mai il momento per te ! - mi dice alzando la voce - devi pelarli il prima possibile . 

-Lo so  - Lucas non sa la verità , gli ho solo detto che potrebbe distruggere quel che rimane della mia famiglia. 

-Ma come faccio - mi lamento - non posso dirlo come se fosse una sciocchezza. 

-Sai cosa mi fa pensare tutto questo ? - mi domanda Lucas. 

-Cosa ? 

-Che stai rimandando perchè hai paura di cosa può succedere dopo , non perchè hai paura di come reagirebbe. 

Lo fisso. Ha ragione , e questo lo so . Se dico a Nathan che non è lui il vero re, io dovrò assumere tutte le responsabilità, e non credo di essere pronta. 

-E cosa mi dici di te ? - dimando appoggiandomi completamente alla sedia . Se è il momento di parlare dei miei problemi tanto vale farlo anche per lui.

-Di cosa parli ? - domanda facendo finta di non capire. 

-Sei qui , in questo letto da quanto ? 

-Tre anni - dice abbassando lo sguardo. 

-Non è abbastanza Lucas ? Non vuoi uscire per vedere cosa succede? 

-E cosa potrei fare ? - il suo tono amaro mi destabilizza , non mi ha mai parlato così - alla base se non puoi lavorare sei inutile . Tanto vale restare qui , no ? 

-Lucas…

-Charlotte almeno tu hai una via di fuga , un modo per sviarlo . Io no . 

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, poi mi alzo e me ne vado. Ma quando sono sulla porta mi giro verso di lui e dico - sai potresti fare molto anche senza le gambe. 

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Capitolo 22
*** capitolo 21 ***


Alla fine raggiungo Nathan al centro di controllo , che sta riesaminando per l’ennesima volta le carte recuperate insieme a Matthew.

-che cosa cercate ? - domando loro quando entro . La sala è vuota, il grande tavolo al centro della stanza è ricoperto da scatole e fogli sparsi e le sedie sono riposte con cura vicino al tavolo. I ragazzi sono in piedi su due scatole diverse a estrarre fogli a posarli accanto a loro , alzando la testa solo quando parlo.

-Cerchiamo dei documenti - risponde Matthew. 

-Posso darvi una mano - propongo.
Per tutta risposta Nathan alza la testa e mi guarda come se stesse pensando a cosa dire -per caso tu sai dove posso essere i nostri certificati di nascita ? - Sono costretta ad appoggiarmi al tavolo per evitare di cadere appena pronuncia quelle parole.

A cosa gli servono ? Perché li vuole ? 

-No - rispondo dopo qualche istante - come mai ? 

Nathan china di nuovo la testa e torna al lavoro - il consiglio vuole accertarsi che io sia il vero erede. Ovviamente non credono che io sia il vero re. Vogliono proteggere il loro ego - sbuffa.

-Ah …. em … non ne ho idea. Eri tu che lavoravi sempre con papà - dico a fatica. 

-Si lo so, ma vanno trovati Charlotte - risponde mio fratello senza smettere di cercare.

Ad un tratto Nathan alza la testa e mi fissa. 

-Greg - dice - Greg, ma certo ! Vai da Greg e chiedigli se lo sa. Lui deve saperlo. Papà si fidava di lui - nel suo sguardo si accende un pò di speranza. 

 

Al posto di andare al capannone di carico e scarico merci mi dirigo agli alloggi. Salgo velocemente le scale e apro la porta della stanza. Matthew mi ha lasciato un paio di cassetti e un pò di posto nell’armadio, dato che praticamente vivo da lui. Raggiungo uno dei miei cassetti e lo apro frettolosamente. Tolgo delle magliette e fisso la busta di plastica sul fondo del cassetto. La prendo lentamente e ne estraggo il contenuto. 

Rileggo i fogli , li rileggo di nuovo. 

 

Nome :Charlotte Marie Elizabeth

Cognome : Anderson

Data di nascita : 12 Maggio 3018

Padre :  Andrew Anderson

Madre : SCONOSCIUTA

 

Nome :Nathan Jhoswa 

Cognome : Anderson

Data di nascita : 24 Gennaio 3016

Padre :  SCONOSCIUTO 

Madre : Sarah Maddesh

 

Nome :Lukas George Michael

Cognome : Anderson

Data di nascita : 15 Dicembre 3028

Padre : Andrew Anderson

Madre : Sarah Maddesh

 

Una lacrima mi riga la guancia ma la blocco con la mano e tiro sul col naso. Ripiego i certificati di nascita e li rimetto al loro posto. Dopo aver risistemato le magliette , richiudo il cassetto. Quando richiudo la porta alle mie spalle faccio un respiro profondo e riprendo a camminare. 

 

Quando arrivo al capanno vedo Greg parlare con alcuni soldati. E’ bello sapere che loro sono andati avanti. Mi dà un po di speranza. 

Mi avvicino a Greg e gli chiedo se ha un momento per parlare, ci appartiamo vicino ad alcune casse di legno impilate in attesa di essere sistemate.

-Di cosa ha bisogno altezza ? - il suo tono sempre gentile ed educato mi impedisce di restare concentrata. Sembra che non sia mai andato via dal palazzo, e fosse sempre pronto a ricevere ordini come se niente fosse. 

-Greg tu hai lavorato a palazzo per molto tempo vero? 

-Certo altezza, vi ho visto crescere. Per me siete quasi come figli miei - ammette un po' imbarazzato. 

-Greg tu sai tutta la verità , non è vero ? - domando senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. 

-Come lo sa? - domanda dopo aver capito tutto. 

-Ho trovato i certificati di nascita - dico soltanto. 

Il mio maggiordomo esita qualche secondo, prende un paio di respiri e torna a guardarmi. 

-I vostri genitori si sono conosciuti quando erano giovani. Un giovane erede al trono , bello e affascinante e una ragazza di famiglia benestante altrettanto bella. Vostro nonno ha subito capito che vostra madre sarebbe stata una regina ideale. Educata , elegante , affascinante. 

Mentirei se vi dicessi che i vostri genitori non si sono frequentati per qualche tempo. Vostro nonno era entusiasta , a tal punto di chiedere a vostro padre di sposarla. Lui non si oppose , le nozze furono organizzare velocemente e i vostri genitori si sposarono nel giro di pochi mesi. 

Tutto sembrava perfetto, fino a quando i vostri genitori non si misero a lavorare, e vostro padre non diventò re. Il lavoro era stressante e intenso , i vostri genitori passavano giorni senza parlarsi. A quel punto era evidente che qualcosa si era spezzato. Vostro padre ha iniziato a passare molte notti fuori dalla propria camera da letto , e sua madre lo stesso. Non lo sapevano all’inizio , che entrambi avevano degli amanti, ma a tutto il palazzo era ovvio. Poi vostra madre rimane incinta. 

-Di Nathan - dico interrompendo Greg. 

-Si . Per vostro padre a quel punto fu evidente la cosa. Accettò di far tenere il bambino a vostra madre e così Nathan fu il primogenito della famiglia reale. All’inizio non lo voleva vedere, cercò di avere un erede legittimo , ma quando fu chiaro che non ne avrebbe avuto uno accettò Nathan con molta riluttanza. A tutti doveva apparire come un padre che voleva bene a suo figlio. Ma poi la sua amante rimase incinta .

-Di me - affermo con voce sempre più incrinata.

-Si ,sua madre non poté fare altro che accettare la gravidanza , come fece suo padre per Nathan. Per nascondere la cosa a regno vostra madre rimase rinchiusa al castello negli ultimi mesi prima del parto. Nonostante tutto , vostra madre vi trattò come se foste davvero sua figlia . 

Dopo qualche anno sua madre rimase di nuovo incinta, questa volta di vostro padre. 

-Luke - dico con un filo di voce. 

-Esatto , ma oramai un altro figlio legittimo non serviva più a vostro padre. Accettò la gravidanza senza dire niente. Da quel momento dovettero sembrare il più uniti possibile. Per vostro fratello. Il piccolo Luke non meritava la diffidenza che hanno riservato a voi.

 

 

-Charlotte. Si sicura che non vuoi parlarne ? 

Lucas mi osserva preoccupato dal letto accanto, dove io sono sdraiata. 

Dopo aver parlato con Greg , l’ho ringraziato e me ne sono andata. Sono venuta da Lucas, mi sono striata sul letto senza dire niente.

Dopo un po mi raggomitolo su un lato , dando la schiena al mio amico , e inizio a piangere . Libero tutto quello che ho in corpo, la tensione , la preoccupazione , la paura.  

Una cosa è certa , però , la famiglia perfetta che ci hanno fatto sembrare fin dall’inizio, non era così perfetta. 

 

 

Con un po di fortuna Nathan si sarà dimenticato di me. Mi sono assentata per qualche ora, il tempo di piangere tutte le lacrime in corpo e di ricompormi. Lucas non ha fatto domande, ed io ne sono grata , non le avrei sopportate. 

Stavo per andare al centro di controllo quando la porta si apre e Nathan e Matthew escono di fretta. 

-Dove andate ? -domando quando mi superano .

-C’è un problema in palestra - dice solo mio fratello. 

Nonostante tutto entro lo stesso al centro di controllo dove è rimasta solo Jess , la quale mi saluta quando entro. 

-Hai trovato i certificati ? - mi chiede senza staccare gli occhi dai fogli.

-No , Greg non lo sa - mento.

-Mi sembra strano - alza la testa e mi guarda pensierosa - che gli unici documenti che non si trovano sono i vostri certificati di nascita. 

-Già , hai ragione.

-Come se ci fosse qualcosa da nascondere. 

-Si , esatto - la mia voce è diventata sempre più bassa. Jess scuote la testa e torna al lavoro, non ha idea di quanto è andata vicino alla verità. Dopo qualche ora andiamo a cena, al nostro tavolo ci raggiunge anche Melissa, al contrario dei ragazzi, che invece non si vedono.

La sera io e Matthew ci prepariamo per andare a dormire, lui si spoglia e rimane in boxer, io esco dal bagno con solo un asciugamano che mi copre. Ormai siamo abituati a questa intimità, dormiamo insieme ma non parliamo. Apro un suo cassetto e prendo una delle sue magliette e la uso come pigiama. Nonostante tutto amo il suo profumo, e mi incanto ancora a guardarlo quando è mezzo nudo. 

-Cosa stiamo facendo ? - mi domanda mentre mi spazzolo i capelli.

-Stiamo per andare a letto - dico semplicemente. Dal suo tono di voce capisco che alla fine si è accorto che le cose tra di noi non vanno più come prima.

-No , dico cosa stiamo facendo ? - si avvicina un a me , la mia schiena sfiora il suo petto ed io smetto di usare la spazzola. 

-Non lo so - ammetto. 

-Charlotte - posa la fronte sulla mia spalla e gli da un bacio leggero. Mi attira a se, le sue braccia mi circondano i fianchi. Per un attimo mi dimentico di tutto se non che mi manca.. 

-Ultimamente non parliamo molto - dico sottovoce. 

-Lo so. Tu sei cosi distante - posa il mento nell’incavo tra il collo e la spalla. Di fronte  a noi non c’è uno specchio , o una finestra , ma comunque sia guardiamo davanti a noi. 

-Anche tu - dico lentamente. 

-Charlotte - si lamenta. Mi volto verso di lui e ci guardiamo intensamente.

-Che c’è ? 

-Dalla missione sei diversa . Siamo diversi - dice preoccupato.

-Io ? Tu non sei venuto in infermeria a vedere come stavo , ho ricevuto bigliettini di pronta guarigione e le infermiere che mi dicevano che avevi chiesto di me. Mi viene quasi da pensare se lo hai fatto veramente - la verità fa male, ma a volte è necessaria. Mi sento male quando il suo sguardo viene attraversato dal dolore. Mi allontana di poco , ma tanto da sentire la mancanza del calore del suo copro . 

-Charlotte come ti viene in mente ? - chiede ferito - ho avuto da lavorare. Nathan deve prendere il controllo e io lo sto aiutando . 

-Il controllo - dico sarcastica mentre mi allontano da lui. 

-Si, il controllo. Lui è il re e il regno ha bisogno di un re. - afferma serio. 

-Un re - sussurro senza togliere lo sguardo dal suo - il tempo del re è finito . 

-Ma che dici ? Dovresti sostenerlo , aiutarlo . Ma l’unica cosa che sai fare è non fare niente! Tu non fai niente!  - si pente immediatamente delle sue parole , glielo leggo in faccia, ma è tropo tardi, afferro un paio di pantaloni, li metto velocemente ed esco dall’alloggio. 

-Charlotte !  - Matthew mi rincorre - Charlotte aspetta ! Io non volevo … mi  dispiace . 

Nel corridoio mi afferra per un braccio e fa voltare verso di lui.

-Charlotte , vieni dentro . Parliamo - mi prega pentito. 

-No , non c’è niente di cui parlare adesso. 

Mi libero del braccio e mi allontano trattenendo le lacrime. 

 

-Ei , come mai sei qui? 

Lucas mi guarda mentre vado verso il letto accanto al suo e mi ci sdraio sopra. 

-Ah guai in paradiso principessa ? - tenta di fare sarcasmo . Ovviamente non attacca, l’ultima cosa di cui ho bisogno adesso è del sarcasmo. 

-Altezza - affermo dopo un po. 

-Cosa ?

-O maestà , vedi tu. 

-Non capisco - dice confuso. 

-Sono la legittima erede al trono - lo guardo - io sono la regina. 

Nel suo sguardo c’è confusione , così gli racconto tutto , le parole di Greg, i certificati che ho nascosto. Mi libero di un peso, e ne sono felice. Non vedevo l’ora di scaricare il peso delle mie parole anche su qualcun altro.

Lucas rimane in silenzio per qualche minuto , per assimilare le mie parole. Lo capisco , io ho pianto dopo averlo saputo , non mi stupirei se iniziate ad insultarmi o a urlarmi contro. 

-Glielo dirai ? - domanda calmo. 

-Lo devo fare - rispondo altrettanto calma. 

-E’ una cosa grossa - continua dopo un po' .

-Lo so -concordo - è enorme. 

Non parliamo molto , ma capisco che nessuno dei due riesce a dormire, mi giro su un fianco per vederlo in faccia. 

-Ero in missione , con altri tre soldati. Eravamo una squadra piccola- sta parlando del suo incidente, lo lascio fare. A quando pare oggi è la serata delle verità - dovevano fare solo un sopralluogo , era una missione semplice. Ma qualcosa andò storto , ci furono spari e due di loro rimasero feriti. Fummo costretti a ritirarci , i due uomini morirono nel tentativo di tornare alla base. Io fui ferito al midollo spinale e tornai alla base vivo quasi per miracolo. 

A quel punto una domanda mi tempestava  - e come mai non sei più uscito? 

-Quando ti accusano di aver lasciato morire due soldati di tua spontanea volontà non superi la cosa facilmente. Specialmente quando la persona che ti accusa è la donna che ami. 

Dopo quello non parliamo più , alla fine mi addormento e dormo per qualche ora. 

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Capitolo 23
*** capitolo 22 ***


La mattina dopo mi risveglia l’infermiera di turno che è venuta a controllare Lucas. Mi rigiro nel letto e mi metto a sedere. Lucas mi passa una tazza di caffè che ha nel suo vassoio e io mi allungo per prenderla.
-Non mi vuoi dire come mai sei venuta qui ieri sera? - domanda inzuppando un biscotto nel latte.
Molte volte apprezzo il suo silenzio , altre volte odio le sue domande. Ma so che a questa devo rispondere, glielo devo , lui mi ha raccontato una parte di se.
-Ho litigato con Matthew. Lui non capisce come mai siamo così distanti - dico fissando la tazza nelle mie mani.
-E tu lo sai ? -mi chiede calmo.
Lo guardo senza dire nulla e lui capisce , ultimamente ruota tutto attorno al segreto che custodisco. Non posso farci nulla, ho paura di rovinare la mia famiglia, di distruggerla. Io e Nathan possiamo anche convive con questo perso , ma Luke non ha fatto nulla per meritare tutto questo.
-Forza allora oggi mi fai fare una visita guidata - annuncia il mio amico.
-Cosa ? - penso di aver capito male, forse l’ho sognato.
-Ho chiesto una sedia a rotelle - spiega tranquillamente - ho pensato che siccome ci siamo confidati i nostri segreti , forse è il caso di fare un passo avanti.
Quelle parole mi riempiono il cuore , mi alzo dal letto e lo abbraccio.
Dopo mezz’ora arriva la sedia a rotelle, ho provato ad aiutare Lucas ma ha voluto fare tutto da solo. Gli ho affiancato la sedia a rotelle al letto e lui si è scostato le coperte e aiutandosi con le braccia è salito sulla carrozzina.
-Bene , dove mi porti ? - domanda lui mentre faccio il giro della sedia.
-Non lo so ancora - ammetto. Già il fatto che abbia voglia uscire mi fa andare su di giri.
Procedo con calma nel spingerlo , non voglio che si spaventi.
-Non sarebbe male accelerare il passo - mi becca , sembra che mi abbia letto nel pensiero.
-Scusa - usciamo dall’infermeria e ci avviamo verso una meta non ben precisa. Lo faccio passare per i vari capannoni , cerco di farlo girare il più possibile, molti ci guardano o bisbigliano e altri ci guardano male. Io li ignoro e cerco di far passare a Lucas una bella mattinata. Anche lui sembra non farci caso ,ma so che li ha visti. Passiamo anche da Melissa che è felice di conoscere Lucas.
-Charlotte mi ha parlato di te - dice.
-Ah - Melissa mi lancia uno sguardo stupito.
Poi passiamo un pò di tempo con Luke, il quale è felicissimo di conoscere persone nuove.
Verso pranzo lo riporto in infermeria, ma nel tragitto ci imbattiamo in Matthew. Quando ci vede cambia direzione e ci raggiunge. Quando di ferma davanti a me riserva a Lucas uno sguardo di fuoco. E credo che il sentimento sia reciproco perchè lo sguardo di Lucas non è da meno.
-Non sei tornata ieri sera - afferma come un cucciolo ferito.
-Lo so , dovevo pensare.
-Pensare ? E dove sei stata ? - domanda preoccupato.
-Non sono affari tuoi - cerco di superarlo ma lui mi blocca un braccio.
-Charlotte non fare cosi - afferma pentito. Il dolore nei suoi occhi è come una pugnalata al cuore. Se solo sapesse la verità.
-Matthew - lo ammonisce Lucas. I due si guardano in cagnesco poi Matthew se ne va e io riporto Lucas in infermeria.
Prima di andare via Lucas mi dice una cosa - io sono uscito da qui , adesso sai cosa devi fare. 

 

Il pranzo lo passo sola, o meglio non parlo con nessuno , al tavolo ci sono tutti ma io non sono in vena di parlare. Subito dopo pranzo ho passato un po di tempo con Luke.
Adesso sto salendo le scale per andare al mio alloggio , apro la porta e fisso la cassettiera. Mi ci avvicino e faccio lo stesso procedimento di ieri. Apro il cassetto , tolgo le magliette e prendo la busta, ma questa volta ripongo tutto senza sistemare la busta. 

 

Le porte di vetro automatiche si aprono quando passo sotto il sensore, la sala di controllo è vuota tranne per Matthew, Nathan e Jess che mi guarda quando entro.
-Eccoti finalmente , ho del lavoro per te.
-Devo parlare con Nathan - la blocco. Lei mi guarda stizzita e guarda suo fratello e poi il mio. 

-Che c’è ? - domanda mio fratello fissandomi. Lancio sul tavolo la busta di plastica senza guardano in faccia, perchè so che se lo guardassi cambierei subito idea.
-I certificati - dico soltanto. Nathan afferra la busta e si alza di scatto.
-Brava, sapevo che erano da qualche parte. Dove li hai trovati ? In qualche scatolone ?
-No, nel mio cassetto - i tre al tavolo mi guardano confusi.
-Come ? - domanda mio fratello.
A quel punto sento che è arrivato il momento di dire la verità , tutta la verità , senza tralasciare niente.
-Li ho trovati dopo la missione , sono svenuta dopo averli letti.
-Dopo averli letti ? Charlotte sono certificati di nascita - dice stanco , crede che lo stia prendendo in giro.
-Non li avete letti quando li avete rimessi a posto , vero ?- domando a tutti e tre.
-Charlotte eravamo preoccupati per te - si intromette Mattehw. 

-Leggili -dico a mio fratello ignorando gli altri due.
-Non leggo cose che so già - afferma lui serio - tutto questo non ha senso.
-Leggili ! - il tono della mia voce tanto che Nathan mi guarda stupito e si decide a guardare i fogli.
-Charlotte sono normali certificati - mi dice lui mostrando quello di Luke.
-Leggi il mio , leggi il tuo.
Lui fa come gli ho detto con riluttanza, quando arriva al suo certificato sbianca , le mani gli tremano e mi guarda con gli occhi lucidi.
-Che significa ? - chiede lanciando i fogli verso di me.
-A quanto pare la nostra famiglia non era proprio perfetta.
Matthew e Jess guardano i fogli e poi noi con sguardi confusi.
-Com’è possibile ? - chiede Jess a nessuno in particolare.
-Se vuoi spiegazioni parla con Greg - dico a mio fratello. Io mi siedo su un sedia e mi copro le mani con la faccia. Nathan fa chiamare Greg e Matthew mi raggiunge.
Nella sala è calato un silenzio pesante, nessuno osa parlare. Nathan si è spostato verso la parte finale della stanza ,lontano da me. Dopo qualche minuto arriva Greg, il quale vedendo le nostre facce intuisce subito il motivo per cui è stato chiamato.
-Voglio sapere tutta la storia Greg -gli dice mio fratello. Io non ascolto , non voglio risentirla una seconda volta quella storia , la storia che ha distrutto la mia famiglia. La mano di Matthew mi accarezza la schiena dolcemente, penso a quanto mi è mancato quel semplice gesto, a quanto mi è mancato lui . Ieri io e lui abbiamo litigato per questo , per la mia famiglia , per quello che ha fatto mio padre , per quello che ha fatto mia madre.
Quando Greg finisce l’unica cosa che riesco a fare è incrociare lo guardo di quello che , contrariamente a quello che dice in sangue, è mio fratello e lo prego con lo sguardo dell’unica cosa che mi importa in questo momento. Lui annuisce e chiude gli occhi - Luke non lo deve sapere. 

 

Per il resto del giorno non ci siamo visti , Matthew e Jess hanno lavorato e io e Nathan abbiamo fatto altro. La sera , dopo cena , sono da Matthew. Esco dalla doccia, mi avvolgo in un asciugamano e sento la porta del bagno aprirsi. Lo vedo dallo specchio che si appoggia allo stipite della porta mentre il suo sguardo mi trafigge .
-L’hai saputo per tutto questo tempo- la sua frase sembra quasi una domanda , ma sono una constatazione. Vuole capire perchè non ho detto niente subito.
-Come ti sentiresti se ti dicessero che Jess non è tua sorella ? - domando per fagli capire cosa provo - che ti dicessero che la tua vita è stata tutta una menzogna.
Matthew sistema un pò il peso del corpo e poi scuote la testa  - avresti dovuto ..
-Avrei dovuto diglielo vero ? - lo blocco - avrei dovuto distruggere la mia famiglia. Avrei dovuto disintegrare quel poco che rimane senza pietà ? - mi volto, mi avvicino e lo guardo negli occhi - questo segreto mi ha quasi uccisa .
Matthew mi guarda , fa per dire qualcosa ma ci ripensa, e mi attira a sé . Mi avvolge con le sue braccia, la sua maglietta non impedisce che io senta i suoi muscoli contrarsi e di sentire il suo calore. Posa la testa sulla mia e rimaniamo così per un po.
-E per questo che eri così distante - dice ad un tratto.
-Non avevo il coraggio di farlo - dico sprofondando nella sua maglietta.
Dopo un po' mi prende il viso tre le mani e mi bacia, un bacio passionale , disperato . Mi mancava, gli mancavo , il bacio diventa sempre più intenso. Ci lasciamo trasportare dalla passione, e gli sfilo la maglietta, tocco il suo torace, i muscoli e lo bacio per fargli capire quanto mi è mancato. In poco lui rimane sono il boxer e io sono con l’asciugamano. Matthew sfila lentamente il pezzo di stoffa e quasi immediatamente finiamo a letto, i nostri corpo di uniscono , il nostro sudore diventa una cosa sola. Finalmente siamo tornati solo noi due, per adesso non conta nient'altro. 

 

La mattina dopo mi sveglio sentendo il suo profumo invadermi le narici, le sue mani stanno giocando con i miei capelli . Alzo la testa per guardarlo e lo bacio .
-Buongiorno - mi saluta tra un bacio e l’altro.
-Buongiorno - rispondo a mia volta mentre mi posiziono a cavalcioni su di lui.
-Come ti senti oggi ? - chiede dolcemente. I ricordi affiorano velocemente , rimando immobile per qualche istante , con le mani sul suo petto.
-Non lo so , ma sono contenta che abbiamo chiarito - dico prima di baciarlo ancora. Non mi stancherò mai delle sue labbra. Non mi stancherò mai di lui. Matthew ride sulle mie labbra e capovolge la situazione, mi imprigiona tra le sue braccia e bacia lentamente ogni parte del mio copro .
-Non sai quanto mi sei mancata - dice tra un bacio e l’altro - non sopportavo più questa situazione.
Sotto di lui io muoio dal piacere che mi sta dando - sei così bella. Mi sei mancata tantissimo.
Dopo essere sicuro di non aver tralasciato nessun punto risale e mi guarda negli occhi.
-Questa cosa che c’è stata tra di noi mi ha fatto capire che non posso più state senza di te.
Come risposta lo bacio , ancora e ancora . In quel momento , tra le sue braccia capisco che vorrei pronunciare una parola . Solo tre lettere .

 

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Capitolo 24
*** capitolo 23 - Nathan ***


Il mio riflesso rispecchia perfettamente quello che sono in questo momento : distrutto, a pezzi. Ci sarebbero anche altri aggettivi per descrivermi , ma me ne vengono in mente solo due da dire. Ora come ora il detto “ è meglio essere feriti dalla verità che consolati dalla menzogna” non mi è mai sembrato più vero che mai. Il detto ha ragione , sapere di essere cresciuto nella menzogna, nella bugia per tutta la vita è peggio che sapere la verità. Certo se lo avessi saputo prima ogni cosa sarebbe stata diversa, ma almeno ora non starei soffrendo. E’ egoista , lo so , ma in questo momento vorrei solo risvegliarmi da un brutto sogno, questo brutto sogno.
L’acqua mi gocciola dal volto e ricade nel lavandino , solo ora noto le differenze. Gli occhi leggermente più chiari di quelli di mia sorella, i lineamenti più delicati che richiamano quelli di mia madre, i capelli castani chiaro e non scuro. Tutto mi sembra così ovvio adesso che so la verità. In tutta la vita ho avuto sotto gli occhi l’evidenza e non l’ho notata.
Chiudo gli occhi cercando di respirare profondamente, non posso avere attacchi di panico , non posso cadere a pezzi.
Quando Charlotte ha detto la verità ho letto nei suoi occhi tutto il dolore che provava, quanto è stato difficile dire tutto. Si potrebbe pensare che sia stato egoista da parte sua, ha saputo tutto per giorni , ma col senno di poi è facile giudicare. Io avrei fatto esattamente la stessa cosa. Una notizia del genere distrugge la famiglia, la disintegra. E’ quello che dobbiamo evitare , per Luke.
Prendo un asciugamano e mi asciugo la faccia, poi esco dal bagno e mi siedo sul letto prendendomi la testa tra le mani. Resto così per un pò a riflettere , a respirare.
E’ terrificante sapere e prepararsi per tutta la vita a diventare re per poi scoprire che è tutto falso.
Mio padre voleva che Charlotte iniziasse a lavorare a palazzo al più presto. All’inizio non capivo il motivo , pensavo che cercasse di istruire i figli più grandi per un eventuale successione al trono , in modo da avere un re con un consigliere fidato. Solo adesso capisco che il suo scopo era un altro , voleva sapere che in caso sarebbe venuta fuori la verità il vero erede sarebbe stato pronto a prendere il controllo. 

 

Mi alzo dal letto e mi guardo intorno , poi esco dal dormitorio e vado verso la parte del capannone per i bambini, ma non entro. Li guardo attraverso i grandi finestroni che lasciano intravedere dentro. I bambini corrono agitati e spensierati, i giochi sono sparsi per terra e le maestre cercano di farli stare tranquilli. In un angolo vedo Luke, è sdraiato a pancia in giù impegnato con un altro bambino a parlare di una costruzione. Adesso noto chiaramente i tratti che accomunando me e Charlotte . Luke ha i capelli marroni come quelli della sorella e gli occhi come i miei , ma i lineamenti sono un misto tra quelli dei miei genitori. Se solo ripenso a loro mi sale la rabbia . Come hanno potuto farci questo! Con che coraggio! L’unica cosa che io e Charlotte vogliamo è che Luke non debba preoccuparsi di niente. La morte dei genitori lo ha distrutto per qualche tempo, ma piano piano si è ripreso. Ha ricominciato. Non voglio distruggere quello che ha fatto per colpa di persone che non sono nemmeno più vive.
Dopo un pò me ne vado e mi dirigo verso le cucine dall’unica persona che voglio accanto adesso. Entro nelle cucine e vedo Melissa impegnata a parlare con alcuni cuochi. Appena mi vede si illumina e mi raggiunge subito. Mi butta le braccia al collo e mi bacia.
-Come mai il mio cavaliere è qui ? - chiede allontanandosi quanto basta per guardarmi negli occhi.
-Nessun motivo in particolare, volevo vederti - ed in parte è la verità.
-Mmmmh c’è qualcosa che devo sapere ? .
-No , cioè … ne parliamo dopo - la bacio sulla guancia e la lascio tornare al suo lavoro mentre io esco. Mi stupisce ancora quanto mi conosca bene. Nonostante si stata la cameriera di mia sorella mi conosce benissimo , tanto da capire tutto con un solo sguardo. 

 

Mi ricordo come se fosse ieri la sera in cui tutto è iniziato, avevo dato appuntamento alla principessa portoghese nel giardino , ma non si è presentata. Ritornando in camera ho notato Melissa che si scioglieva i capelli e si rilassava. Non mi ero mai accorto di quanto fosse bella, forse perchè essendo la cameriera di mia sorella non le davo molta importanza, ma guardala in quel momento mi ha incantato. Mi sono avvicinato con la scusa che mi mancava un asciugamano in camera. Lei , con grande efficacia , me ne ha procurato uno in poco tempo , lo ha portato in camera e mentre lo sistemava in bagno o trovato una scusa per trattenerla il più possibile.
-Mi chiedevo … ecco se potevi - mi sono guardato in camera in cerca di una scusa - controllare il letto.
Lei ha scoccato uno sguardo al mio letto e mi ha guardato corrucciata - il letto ?
-Si … ecco …- ho balbettato qualcosa senza senso col risultato di farla ridere.
-Be credo che per queste cose dovrebbe chiamare il proprio cameriere altezza - ha risposto con un sorrido sulle labbra ma sempre cordiale ed educata.
Alla fine è uscita dalla stanza senza che io concludessi nulla, ma poi ho cercato scuse su scuse per passare del tempo con lei la sera , quando finiva di aiutare Charlotte. Le risate si sono trasformate in baci e tutto ha iniziato a essere più serio.
A volte Melissa dormiva con me , la mattina mi malediva per averla fatta restare mentre si sistemava in fretta mentre io la guardavo disteso sul letto. Era importante non far capire niente a nessuno , soprattuto a mio padre. Lui aveva già i suoi progetti , voleva che io sposassi una principessa per rafforzare la monarchia. Io lo sapevo , e anche Melissa , ma questo non ci impediva di vederci , di scambiarci baci o di lanciarci sguardi e sorrisi.
Sorrido a quei ricordi mentre rientro nel mio alloggio e mi siedo contro la porta. 

 

Rimango così fino a sera, quando arrivano Melissa e Luke.
-E poi abbiamo fatto una costruzione bellissima , l’abbiamo sistemata in modo da continuarla domani - dice Luke mentre entra insieme a Melissa.
-Bene , diventerai un grande architetto da grande se vai avanti così - afferma la mia ragazza chiudendo la porta. Io rimango in piedi in mezzo alla stanza a fissarli ridere, poi si accorgono di me e Luke mi abbraccia raccontandomi quello che ha detto anche a Melissa. Poi lo faccio lavare e lo metto a letto. Gli rimbocco le coperte e questa volta rimango più del solito.
-Pensi che Charlotte sia contenta con il suo amico ? - domanda fissando il letto vuoto accanto al suo e mentre mi siedo accanto a lui.
Seguo il suo sguardo e poi guardo lui - Charlotte è grande , e poi abbiamo concordato insieme che Matthew è un bravo ragazzo vero? - faccio riferimento al discorso fatto con lui qualche tempo fa. Non capiva come mai sua sorella volesse dormire con il suo ragazzo tutte le notti, ha perfino pensato di essere la causa e di andare a scusarsi con lei. Gli ho assicurato che lui non centrava niente e ho dovuto spiegargli che quando due persone si amano allora dormono insieme.
Chiudo la porta della sua stanza per raggiungere rovo Melissa che si sta sistemando con una mia maglietta addosso e un paio di pantaloncini.
Mi guarda e mi sorride mentre io la raggiungo e la abbraccio.
-Oggi sei strano - afferma mentre si sdraia sempre con me attaccato come un koala. Mi piace stare così io che la abbraccio e mi sdraio sopra di lei .
-Si , lo so - alzo la testa e mi stacco da lei per sdraiarmi accanto - oggi è successa una cosa.
-Bè ogni giorno succedono molte cose .
-Questa è … - solo adesso mi rendo conto che non so come definirla , bella o brutta? - non so come definirla, credo brutta.
-Ne vuoi parlare ? - chiede preoccupata.
-I miei genitori si sono sposati per volere di mio nonno - racconto piano - ma tra di loro non c’era molto amore. Così iniziarono ad avere degli amanti, mia madre rimase incinta di me e l’amante di mio padre rimase incinta di Charlotte - la sento trattenere il fiato e immagino anche che i suoi occhi siano diventati lucidi - hanno costretto mia madre a rimanere nel castello negli ultimi mesi della gravidanza prima che nascesse Charlotte. Poi alla fine è nato Luke , ma questa volta non c’erano amanti. Me lo ha detto Charlotte , a quanto pare sono stati i certificati di nascita a rivelare la verità - dico tremando dalla rabbia.
-Oh Nathan - Melissa mi abbraccia e mi coccola per qualche minuto. Io le accarezzo i capelli e aspetto che si calmi un pò prima di parlare, è rimasta più scossa di me.
-Sono sollevato sai , almeno così non ho più responsabilità, è Charlotte adesso che è l’erede - il mio sguardo è fisso davanti a me ma sento comunque che scendono delle lacrime sulle mie guance , come sfogo - ma sono anche arrabbiato perchè per tutta la vita mi hanno insegnato cosa deve fare un re , come deve essere un re, quali decisioni prendere e quali no - involontariamente stringo la presa su Melissa e pronuncio le parole stringendo i denti - non posso nemmeno chiedergli perchè lo hanno fatto.
Melissa si libera dalla mia presa e mi abbraccia, lascio che le lacrime escano e che per una volta mi mostri debole , perchè è quello che sono adesso.
Dopo diversi minuti siamo ancora nella stessa posizione e Melissa non accenna a lasciarmi andare  , mi accarezza i capelli e mi coccola.
-Adesso che succederà ? - mi chiede cauta.
-Credo che dovrà parlare con il comandante - rispondo riferendomi a Charlotte - i certificati di nascita dovevano servire a chiare che io ero il re , ma avevano da ridire per la mia età, chissà cosa diranno di Charlotte.
-Si … ma insomma ..
Mi libero da lei e la guardo negli occhi - ascolta , le cose non cambiano okay? La famiglia non cambia. Io , Charlotte e Luke siamo e rimaniamo una famiglia. L’unica cosa che mi importa adesso è proteggere Luke e aiutare Charlotte. 

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Capitolo 25
*** capitolo 24 ***


Alla fine abbiamo dovuto abbandonare il caldo e confortevole letto per andare al centro di controllo. Mentre camminiamo Matthew mi tiene la mano, ed io non posso che essere più felice di quel piccolo gesto. 

-Allora come hai conosciuto Lucas? 

-Be eravamo nella stessa stanza in infermeria - rispondo semplicemente, e lo guardo socchiudendo gli occhi - non dirmi che sei geloso - lo stuzzico.

-No assolutamente - dice guardando ovunque che me - era solo strano. Non si va vedere per tre anni e poi arrivi tu e riesci a farlo uscire. 

-Be quando hai segreti come i miei riesci a far muovere chiunque. 

Non ribatte alle mie parole però mi da un bacio sulla fronte come se fosse un segno di perdono per quei tempi.  Riprendiamo a camminare ma veniamo subito interrotti da Alex che arriva correndo.

-Jess vuole Charlotte al centro di controllo subito - annuncia guardando prima Matthew e poi me. 

-Si ci stiamo andando adesso.

Alex si guarda intorno e poi si avvicina di qualche passo guardandomi - è vero che si è visto Lucas in giro ? - il suo tono e il suo sguardo incrociano quello di Matthew che si fanno altrettanto duri.

-Si , è vero. 

-Bene - mi guarda prima di allontanarsi da noi - sai dove trovarci se hai bisogno. 

Riprendiamo a camminare senza dire una parola e arrivano al centro di controllo trovando Jess che cammina da una parte all’altra della stanza. 

-Eccoti ! Finalmente - mi viene in contro e mi afferra per un polso - Allora , il comandante vuole vederti. 

-Cosa ? 

-Il comandante vale vederti , ha voluto vedere i certificati di nascita e ha chiesto subito di vederti. Non so cosa voglia dirti ma stai calma e tutto andrà bene - mi guarda negli occhi per cercare di tranquillizzarmi ma nei suoi vedo la mia stessa paura. 

-Ma , adesso vuole vederla ? - si intromette Matthew.

-Ha detto il prima possibile - risponde sua sorella con la voce non proprio tranquilla, poi si rivolge a me - bene , Charlotte vai , ti sta aspettando. 

Jess mi indica la porta chiusa davanti a me. Prendo un bel respiro e mi ci avvicino . La porta di apre da sola ed entro con cautela. Davanti a me trovo una scrivania e una sedia girevole vuota , le pareti spoglie e la luce bianca che illumina la stanza come se fosse un obitorio. Il tutto non mi fa stare tranquilla. 

-E cosi finalmente vi conosco vostra maestà  - una voce arriva dietro di me , mi volto e trovo un uomo anziano appoggiato al muro che mi sta guardando. 

-Non mi chiami così - rispondo cercando di sembrare tranquilla - non sono una regina. 

-Oh io credo di si - si sposta dal muro e si incammina verso la scrivania , ma non si siede , si posiziona in modo da darmi le spalle - chi ha sangue reale rimane un reale. Vostro fratello non lo ha e di conseguenza non ha il diritto nemmeno di essere chiamato reale. 

Il riferimento a Narhan mi fa infuriare all’istante , ma cerco di essere calma e non trasformare una chiacchierata in una lite. 

-Sia io che lui non sapevamo la verità fino a qualche giorno fa - affermo.

-Beh questo non ci importa adesso maestà - dice voltandosi , adesso siamo faccia a faccia e i segni degli anni si vedono ancora meglio sotto la luce bianca, la quale accentua anche il colore bianco dei capelli - abbiamo altro a cui pensare. I ribelli stanno avanzando e minacciano il suo regno. Ha intenzione di stare qui a fare niente o vuole fare qualcosa? 

-Ho intenzione di fare qualcosa - dico alzando di poco il mento - ci metteremo subito al lavoro.

-Bene perchè ora è lei che comanda , ora è lei che decide, ora è lei che ha il controllo - si avvicina di qualche passo . E’ più alto di me e sono costretta ad alzare la testa per guardarlo negli occhi.

-Mi dica maestà - questa volta pronuncia l’appellativo quasi con disprezzo - si sente in grado di prendere il comando ? Capisce cosa voglia dire essere la regina di un regno ? Capisce che milioni di vite sono nelle sue mani e che chiunque muoia lei dovrà fare i conti con la sua coscienza? - il tono di voce si è alzato e gli occhi trasmettono quasi odio, il riferimento che mi lancia cerco di non afferrarlo e di rispondere con durezza e decisione.

-Certo che lo so . Non prendo questo ruolo con leggerezza , so a cosa vado incontro - so che le parole che dico sono vere perchè ci ho messo un mese per dire la verità . Verità che sapevo che avrebbe cambiato tutto.

Il comandante di mette a ridere e si allontana - una ragazzina al comando di un regno. Siete come vostro padre. Testardo e scommetto che come lui sarete una codarda - urla. 

-Codarda ? - anche io ho alzato la voce, adesso siamo uno di fronte all’altro ed entrambi sappiamo che la conversazione è finita con una lite. 

-Si , codarda! Codarda come vostro padre !  

-Lei non ha il diritto di chiamarlo cosi!

-Mi creda ne ho tutto il diritto. Quando i ribelli hanno iniziato ad attaccare cos’ha fatto suo padre per noi , il suo popolo? - domanda furioso. 

-Io non so come governava mio padre.. - inizio a dire.

-No , non lo sa ! Adesso siamo governati da una ragazzina che crede di poter fare la regina sono perchè lo dice uno stupido certificato di nascita !

-Io non sono come lui !

-La mela non con cade mai lontano dall’albero ragazzina - il suo sguardo rivela odio, furia e rabbia.

-Esca da qui - dico calma dopo qualche istante. 

-Come? - ora la sua espressione è pura confusione.

-Ha detto che sono la regina adesso. Ha detto che adesso comando io. Quindi adesso esca da qui - pronuncio le ultime parole lentamente , per fare in modo che le capisca alla perfezione. 

-Lei non ha sa cosa sta facendo - dice l’uomo senza muoversi.

-Ho detto - alzo il mio tono di voce - esca subito da qui. Nessuno parla male di mio padre senza passarla liscia. Nessuno insinua che Nathan non è mio fratello perchè lo dice il sangue. 

I nostri sguardi infuocati si incrociano per qualche minuto poi l’uomo mi si avvicina - lei non ha idea di cosa stai facendo. 

-Mi creda , lo so perfettamente - affermo più seria che mai. 

L’uomo mi sorpassa ed esce dalla sala di controllo. Quando mi calmo esco anche io dalla stanza e trovo gli altri nella sala di controllo. 

-Che cosa è successo li dentro ? - chiede mio fratello. 

-Nathan il posto è tuo - dico uscendo dalla stanza. 

-Cosa ? 

Mi segue con lo sguardo ma l’unica cosa che riesco a fare è uscire pronunciando qualche parola - non discutere sei tu il nuovo comandante. 

 

-Charlotte penso che possa bastare per oggi - dice Judie mentre si rialza a fatica. 

-No , non mi sono ancora sfogata - mi preparo per ricominciare a combattere. La discussione con il vecchio comandante mi ha fatta infuriare talmente tanto che non riuscivo più a trattenermi così sono andata in palestra e ho chiesto a Judie se voleva combattere con me. 

-Si ma è già la quinta volta che riprendiamo potremmo fare una pausa che dici ? - chiede speranzosa tra un respiro e l’altro.

-No, se sei stanca fai cambio con qualcun altro - dico piena di rabbia. 

-Va bene - borbotta. La sento scendere dalla pedana e intuisco che chieda a qualcuno di far cambio con lei. Poi sento qualcuno salire sulla pedana così mi volto per poter riprendere a combattere. Mi trovo davanti Matthew.

-Che cosa è successo li dentro ? - domanda senza dare l’impressione di voler combattere.

-Niente, abbiamo solo discusso un po - affermo guardandomi le mani. 

-Charlotte non poi aver solo parlato con lui per essere finita così - dice facendo riferimento al nuovo lavoro di Nathan. 

Faccio un grande respiro e mi avvicino per poter parlare con lui più apertamente - ha insinuato che mio padre non abbia fatto nulla per il regno da quando ci sono i ribelli, e ha detto che Nathan non può essere definito mio fratello perchè non abbiamo lo stesso sangue. 

-Beh questo spiega tutto - dice sospirando - ma perchè mandarlo via ? 

-Perché se devo fare questa cosa - dico riferendomi al mio nuovo ruolo - devo fidarmi delle persone con cui lavoro. E chi meglio di mio fratello può aiutarmi?

-Ci avevi già pensato ? - domanda - avevi già pensato a mandarlo via ?

-No - rispondo seriamente - non fino a quando ha insinuato che sono una ragazzina. 

Matthew si mette a ridere e mi abbraccia - questa si che è la mia ragazza. Ma perchè sei venuta qui ? 

-Dovevo sfogarmi. 

 

 

A pranzo siamo tutti seduti allo stesso tavolo e Judie si lamenta per alcuni pugni che le ho dato. 

-Davvero non pensavo potessi avere tutta quella forza. 

-Scusa credo di aver perso il controllo qualche volta - dico mortificata. 

-Solo qualche volta ? - chiede Judie sbalordita. 

-Va bene , va bene - interviene Alex per placare la conversazione - in fondo non è stato male vedere due ragazze picchiarsi. 

-Sopratutto se una sbatteva al tappeto l’altra sempre , sempre, sempre  - le parole di Jake vengono bloccate da un pizzicotto di Judie sul braccio.

-Smettila ! Non è divertente - lo riprende.

-Ei ! - Annie si siede accanto a me  - ho sentito la novità , in cucina non si parla d’altro - dice esaltata. 

Io , Jess, Nathan e Matthew ci guardiamo all’istante preoccupati. Nessuno sa che sono io la vera erede, non è stato detto ancora a nessuno. 

Annie ci guarda come se fossimo stupidi e poi spiega - il nuovo comandante è Nathan. 

Tiriamo subito un sospiro di sollievo e sorridiamo a quel commento ma ci guardiamo ancora sperando che il nostro segreto sia ancora al sicuro. 

Durante il pranzo Matthew mi tiene una mano sulla schiena con fare protettivo mentre parliamo con gli altri ma si blocca quando arriva Lucas dietro di noi. 

-Ei Charlotte - si avvicina con la sedia a rotelle mentre io mi giro. 

-Ei - lo saluto sorridente ma noto che al tavolo si è creata una strana tensione che comprende anche Lucas. Sposta lo sguardo da me a Matthew - tranquillo ero solo venuto a salutarla. 

Io li guardo non capendo cosa succede. Jess ha uno sguardo terrorizzato e Alex e Jake guardano Lucas in cagnesco , mentre Judie e Annie spostano lo sguardo da lui a Jess preoccupate. 

-Ci vediamo - Lucas fa retro front con la sedia e si avvia verso l’uscita. 

La tensione al tavolo non sparisce però , tutti riprendono a mangiare ma soltanto Alex parla - ci vuole coraggio a farsi vedere in giro dopo quello che ha fatto. 

 

Ancora confusa dal pranzo vado a cercare Lucas e lo trovo al centro della via principale. Lo raggiungo e lo saluto. 

-Non avrei dovuto venire a pranzo - dice per scusarsi. 

-Non preoccuparti sono solo tesi - cerco di smorzare la situazione ma è difficile, è evidente che Lucas ha fatto qualcosa di grave. 

Mentre parliamo arriva un soldato che mi consegna un pacco. 

-Hanno detto di consegnarlo solo a lei - mi riferisce. 

-Va bene , grazie. 

Il pacco è incartato con attaccato un piccolo bigliettino che non appena apro mi fa gelare il sangue.

A sua maestà la regina Charlotte.

 

-Dov’è ?- domanda Matthew entrando a grandi passi nella sala di controllo - che ci fa lui qui ? - chiede notando Laucas accanto a me. 

-Era con me quando mi hanno dato il pacco - spiego - e poi lui sa tutto. 

Matthew lo guarda male ma poi mi si avvicina e si siede. Manca solo Jess che quando arriva sbianca leggermente e domanda  - che cosa ci fa lui qui? 

Matthew ignora la sua domanda - è arrivato questo pacco a Charlotte e pare che sappia tutto. 

Nathan esamina il biglietto e scuote la testa  - anonimo. 

-Non penso che chi lo ha mandato voglia far sapere che è - dice Lucas. 

-Stai zitto - borbotta Matthew al mio fianco. Lo ignoro e cerco di ragionare. 

Prendo il pacco e lo scarto, apro la statola e ci trovo foto. Foto di me. Foto con i miei fratelli, con Jane , con Melissa , con Matthew. 

Sono foto della mia vita. 

Faccio qualche respiro per calmarmi mentre gli altri esaminano le foto. 

-E’ questo che facevi quando eri li ? - domanda Jess mostrando al fratello la foto di me e lui che ci baciamo nel labirinto. 

Ci sono talmente tante foto da farmi girare la testa, quando parlo con Matthew al ballo, quando rientriamo in camera.

-Chi può averle mandate? - domanda Jess preoccupa. 

-Qualcuno che sapeva tutto fin dall’inizio - dice Matthew.

-I ribelli - afferma Lucas. 

Matthew ride - certo e dopo questa - afferma ironico - Lucas non dire stupidaggini. 

-Non dico stupidaggini - afferma deciso - chi le ha fatte sapeva la verità. Sapeva che Charlotte è la legittima erede e questo - dice indicando le foto sparse sul tavolo - sono solo un modo per intimidirla. 

-Intimidirla ? - domanda Nathan. 

-Si , vuole fagli credere che ci siano altre persone contro di lei, ma sono solo le stesse. 

-Non pensi di essere stato lontano da queste cose troppo a lungo ? - domanda Matthew con disprezzo. 

-No, certe cose non si dimenticano. 

-Ok , mettiamo che le abbiano mandate i ribelli , ma perchè ? - cerco di ragionare ad alta voce per far dimenticare il piccolo battibecco tra Matthew e Lucas. 

-Perchè siamo in guerra.

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Capitolo 26
*** capitolo 25 - Matthew ***


Quando un uomo è contento con la propria donna tutto sembra più bello , giusto ? Eppure io non riesco ad esserlo a causa di un parassita con le rotelle che la importuna. E’ vero, è anche colpa mia se sono diventati tanto amici, non so perchè in quel periodo ci siamo allontanati così tanto. Lei aveva il suo segreto ma io non avevo nulla… No, la verità è che sono un codardo, pensando che tutto sia diventato semplice ho lasciato che Charlotte si allontanasse. Ma fortunatamente adesso ci siamo chiariti, la notte appena passata rimarrà una delle mie preferite per molto tempo.
Quando entriamo nella sala di controllo troviamo Jess particolarmente agitata -eccoti ! Finalmente - dice a Charlotte - allora , il comandante vuole vederti.
-Cosa ?
-Il comandante vuole vederti , ha voluto vedere i certificati di nascita e ha chiesto subito di vederti. Non so cosa voglia dirti ma stai calma e tutto andrà bene -cerca di tranquillizzare Charlotte ma è evidente che anche lei è nervosa.
-Ma , adesso vuole vederla ? -mi intrometto.
-Ha detto il prima possibile - mi risponde mia sorella con la voce non proprio tranquilla, poi si rivolge a Charlotte - bene , Charlotte vai , ti sta aspettando.
Jess le indica la porta chiusa davanti a se e lei ci entra.
-Quando te lo ha detto ? - domando avvicinandomi a mi sorella.
-Adesso , potevate venire prima non credi? - mi aggredisce sbuffando.
-Scusa se volevo passare un pò di tempo con la mia ragazza - mi difendo.
Lei mima una faccia schifata e rabbrividisce - non voglio sapere cosa fai con lei.
-Peccato avrei affrontando volentieri il discorso - dico divertito, adoro quando la stuzzico perchè poi finisce per arrabbiarsi per cose stupide ed è troppo buffa quando fa così.
Jess respira profondamente un paio di volte e si avvicina al tavolo - non ho tempo per litigare.
-Certo - concordo - come ti senti ?

Mi lancia un’occhiataccia ma poi il suo sguardo si ammorbidisce - ero finalmente riuscita ad andare oltre, ma poi lui arriva e rimette tutto in discussione! - spiega riferendosi a Lucas.
-Pensavo ti saresti arrabbiata con Charlotte per averlo fatto uscire.
-No , Charlotte non centra nulla.
-Non dirmi che ti piace - la stuzzico per farla sorridere - allora Jess cuore di pietra ha dei sentimenti - dico scimmiottando un po la voce.
-Ei ! Non ho un cuore di pietra ! - si finge offesa ma dal suo sguardo capisco che sorride - e poi … non è male come pensavo.
-Certo certo , tanto lo so che prima o poi vi troverò a letto a sparlare dei ragazzi come due dodicenni . E sono più che sicuro che si uniranno anche Annie e Melissa - la ribecco.
-Matthew puoi fare il serio per favore ? - mi rimprovera.
-Eccomi eccomi scusare il ritardo - Nathan entra di corsa e trova solo noi due - dov’è mia sorella?
-E’ con il comandante , voleva conoscere la vera erede - gli spiego.
-Ah - Nathan fissa la porta per qualche istante , poi torna a guardarmi - bene allora adesso come facciamo , insomma dobbiamo aiutare Charlotte no?
Io e Jess ci guardiamo straniti per un momento - non ti da fastidio che adesso sia lei al comando ? - chiede Jess cauta. La gelosia fraterna è la peggiore.
-No , cioè sono più arrabbiato con i miei genitori per quello che hanno fatto - ammette lui sedendosi - ma non posso incolpare Charlotte per averlo tenuto nascosto, voleva solo proteggere me e Luke. Io avrei fatto la stessa cosa - fa una pausa mi guarda - ma adesso abbiamo altro a cui pensare.
-Quindi nessun rammarico ? - tasto il terreno.
-si Matthew tranquillo , e poi la posso aiutare molto , mio padre - si ferma un momento quando parla del vecchio re ma poi riprende subito - lui mi ha insegnato molto e posso essere utile.
-Bene - afferma Jess ispirata da una nuova energia.
Intanto dietro alla porta le voci iniziano ad alzarsi e tutti e tre ci guardiamo. Mi avvicino alla porta quando si apre da sola e ne esce il comandante rosso dalla rabbia. Dopo poco esce anche Charlotte che passa davanti a noi.
-Che cosa è successo lì dentro ? - le chiede Nathan.
-Nathan il posto è tuo - dice soltanto.
-Cosa ?
La seguiamo con lo sguardo fino alla porta quando pronuncia le ultime parole - non discutere sei tu il nuovo comandante.
-Ma che cosa è successo li dentro ? - esclama Jess alzando le braccia.
-Non qualcosa di bello - commento io - ci vuole parecchio per farla arrabbiare.
-Be , è un’altra giornata da buttare - borbotta mia sorella sistemando delle carte sul tavolo.

Dopo un’ora vado a cercare Charlotte , ho promesso a Nathan di trovarla e di farla calmare perchè pensa sia per colpa sua . Probabilmente il comandante ha insultato Nathan in qualche modo e Charlotte non l’ha sopportato. Il primo posto che mi viene in mente è l’infermeria , probabilmente è andata da Lucas. Mi fa infuriare che si stia sfogando con lui , non ha il diritto di aiutarla non dopo quello che ha fatto. Entro sbattendo la porta e chiedo alle infermiere se hanno visto Charlotte ,poi trovo Jake - Ei, hai visto Lucas?
-Si è rientrato qualche minuto fa - mi informa - vuoi che ti accompagno da lui ? - insieme andiamo verso la camera di Lucas.
-Non è strano occuparsi di lui dopo quello che ha fatto ? - le domando lungo il tragitto. Jakie è il capo dell’infermeria ed è abituata a vedere e sopportare cose orribili ma tutti siamo rimasti sconvolti da quello che ha fatto.
-Dopo un pò ci ho fatto l’abitudine , ma non mi occupo mai di lui - dice con lo sguardo per terra e stringendo una cartellina bianca al petto - non ne ho il coraggio.
-Si , è diventato il nuovo amico di Charlotte - dico stringendo i denti , se solo fossi stato più presente…
-Lo so, le infermiere non parlano d’altro. Hanno pure ipotizzato che vi foste lasciati .
-Non ci siamo lasciati - ribadisco con fermezza - anzi andiamo a gonfie vele.
-Ne sono contenta - mi lascia davanti a un porta che mi indica con la testa. La saluto ed entro lentamente senza bussare. La stanza è come tutte le altre, tranne per qualche libro su un comodino vicino al suo letto. E’ impegnato a passare dalla sedia al letto quando entro e così non può vedermi. Si sistema più saldamente e con le braccia e spinge a lato la sedia per non creare intralcio.
-E’ inutile che stai lì a fissarmi - la voce tagliente di Lucas mi fa spostare davanti a lui. Lo osservo mentre si sdraia e sposta le gambe sotto la coperta - non è carino fissarmi - mi rimprovera.
-Hai visto Charlotte ? - domando senza giri di parole.
-No , perchè ? - la preoccupazione nel suo sguardo mi fa bollire di rabbia.
-Non sono affari tuoi , volevo solo sapere se l’avevi vista - faccio per andarmene ma mi blocca.
-Non la vedo da questa mattina quando l’ho salutata con te.
-Va bene - affermo voltandomi - Hai altro da dire ?
-No .
Ci fissiamo per qualche minuto , la tensione è alta , se qualcuno dovesse entrare in questo momento probabilmente farebbe scoppiare la sorta di guerra che facciamo con lo sguardo.
-Cos’hai contro di me ? - sbotta ad un tratto.
-Tutto - rispondo soltanto. Ed è vero, se non fosse per la sedia a rotelle lo avrei già preso a pungi un paio di volte e non solo io , c’è la fila per chi lo vuole pestare.
-Sono passati tre anni - afferma sotto voce.
-Si , è vero. Ma lei lo amava - il mio tono tagliente gli fa alzare la testa di scatto.
-Credi che io sia felice di quello che ho fatto ?
-Ci manca solo che tu non lo sia ..
-Non ne vado fiero - alza il tono di voce, come se fosse utile per farmi capire meglio le sue parole. 
-Ascolta non mi importa se sei pentito, o se non ne vai fiero. Fosse per me non saresti nemmeno qui a fare la bella vita da malato - le mie parole rivelano tutto l’odio che provo per lui - ma non parlare con Charlotte.
-Lei può scegliere di parlare con chi vuole.
-Lei non c’entra nulla con questa storia.
Detto questo me ne vado e sbatto la porta della stanza.
 

 

Quando penso di essermi calmato vado in palestra , quando ci entro trovo finalmente Charlotte . In piedi su una pedana sta aspettando che Judie si rialzi dopo averla messa al tappeto.
Mi avvicino ad Alex che le sta osservando accigliato - che succede ?
-E’ arrivata e ha chiesto a qualcuno di combattere, è la quinta volta che ricominciano. Deve essere davvero arrabbiata.
Si lo è , penso.
Raggiungo Judie sulla pedana e le dico che adesso ci penso io .
-Buona fortuna - mi da una pacca sulla spalla e scende verso Alex. Quando cammino verso Charlotte si volta.
-Che cosa è successo lì dentro ? - domando senza preparami a combattere.
-Niente, abbiamo solo discusso un po - dice senza guardarmi negli occhi e trovando estremamente interessanti le sue mani..
-Charlotte non poi aver solo parlato con lui per essere finita così - dico provando farla parlare.
Lei fa un grande respiro e si avvicina per poter parlare più apertamente - ha insinuato che mio padre non abbia fatto nulla per il regno da quando ci sono i ribelli, e ha detto che Nathan non può essere definito mio fratello perchè non abbiamo lo stesso sangue.
-Beh questo spiega tutto - dico sospirando - ma perchè mandarlo via ?
-Perché se devo fare questa cosa - dice riferendosi al suo nuovo ruolo - devo fidarmi delle persone con cui lavoro. E chi meglio di mio fratello può aiutarmi?
-Ci avevi già pensato ? - domando - avevi già pensato a mandarlo via ?
-No - risponde seriamente - non fino a quando ha insinuato che sono una ragazzina.
Io mi metto a ridere e la abbraccio - questa si che è la mia ragazza. Ma perchè sei venuta qui ?
-Dovevo sfogarmi.

 

 

Quando penso che tutto vada finalmente per il verso giusto il destino decide che è meglio mettermi i bastoni tra le ruote. E per ruote intendo quelle della sedia a rotelle di Lucas. Il quale trovo tranquillo al centro di controllo insieme a Charlotte.
-Dov’è ?- domando entrando a grandi passi- che ci fa lui qui ? - chiedo all’istante quando lo vedo.
-Era con me quando mi hanno dato il pacco - spiega Charlotte con uno sguardo ammonitore - e poi lui sa tutto.
Lo guardo male , molto male , ma poi decido che Charlotte è più importante e mi siedo accanto a lei . Manca solo Jess che quando arriva sbianca leggermente e domanda - che cosa ci fa lui qui?
Ignoro la sua domanda e indico la scatola - è arrivato questo pacco a Charlotte e pare che sappia tutto.
Nathan esamina il biglietto e scuote la testa - anonimo.
-Non penso che chi lo ha mandato voglia far sapere che è - dice Lucas.
-Stai zitto - borbotto scuotendo la testa , Charlotte però mi guarda male e cerca di ignorare la mia rabbia. Prende il pacco e lo scarta, apre la statola e ci trova foto.
Foto di lei. Foto con i suoi fratelli, con Jane , con Melissa , con me.
Sono foto della sua vita.
Fa qualche respiro per calmarsi e riprende a esaminare foto.
-E’ questo che facevi quando eri li ? - domanda Jess mostrandomi la foto in cui bacio Charlotte nel labirinto .
-Chi può averle mandate? - domanda Jess preoccupa.
-Qualcuno che sapeva tutto fin dall’inizio - dico prendendone in mano alcune. Sono estremamente nitide e chiare. Non mi piace che per tutto il tempo sia stata controllata così da vicino.
-I ribelli - afferma Lucas.
Io rido - certo e dopo questa - affermo ironico - Lucas non dire stupidaggini.
-Non dico stupidaggini - afferma deciso - chi le ha fatte sapeva la verità. Sapeva che Charlotte è la legittima erede e questo - dice indicando le foto sparse sul tavolo - sono solo un modo per intimidirla.
-Intimidirla ? - domanda Nathan.
-Si , vuole fagli credere che ci siano altre persone contro di lei, ma sono solo le stesse.
-Non pensi di essere stato lontano da queste cose troppo a lungo ? - domando con disprezzo.
-No, certe cose non si dimenticano.
-Ok , mettiamo che le abbiano mandate i ribelli , ma perchè ? - Charlotte cerca di ragionare ad alta voce per far dimenticare il piccolo battibecco tra me e Lucas.
-Perchè siamo in guerra.
 

La sera Charlotte decide di accompagnare Lucas all’infermeria , non ero molto d’accordo ma non volevo fare una scenata quindi controvoglia le ho detto che sarei andato con Alex da Jake per un po. Lei in tutta risposta ha definito la chiacchierata che farò con loro come “ il momento giusto per parlare della tua ragazza”, mi piace che si definisca tale, perchè lo è. Non mi sono mai impegnato tanto con una ragazza come con lei , è speciale , e credo lo abbiano capito tutti.
-Quindi come va con Charlotte ? - domanda spudoratamente Alex mentre saliamo le scale per arrivare all’alloggio di Jake.
-Bene , anzi da stamattina molto molto meglio - affermo ricordando la mattina. Era magnifico vedere Charlotte contrarsi dal piacere sotto di me.
-Ah ma guarda come sorridi allora questa principessa è davvero speciale - sorride divertito.
-Si , si lo è .
-Bene , sono contento per questo amico ,davvero.
-E tu ? Nessun passo avanti con Judie ? - è eternamente innamorato di lei da anni , e questo lo sanno tutti. Tutti tranne lei ovviamente , è sempre stata troppo occupata a non fare come i suoi genitori che si sono amati talmente tanto da averla da giovanissimi per poi urlarsi contro ogni giorno dai suoi dodici anni.
-Nessuno - abbassa lo sguardo come un povero cucciolo.
-Prima quando combatteva con Charlotte volevo fare cambio con lei solo per evitare che si facesse male. Ma non sarebbe stato giusto con Charlotte , non voglio subire la tua ira- rido per le sue parole - tu ridi ma la tua ragazza picchia duro quando vuole.
-Me lo ricorderò allora.
Siamo arrivati all’alloggio di Jake e bussiamo alla porta. Sentiamo arrivare degli strani rumori dall’alloggio e ci guardiamo preoccupati.

-Ti ha detto che aveva qualcuno ? - chiedo al mio amico.
-No - scuote la testa.
Ad un certo punto sentiamo la porta aprirsi e troviamo Jake a torso nudo con una faccia sorpresa.
-Ei, che …. che ci fate qui ? - domanda chiudendosi la porta alle spalle ma lasciandola abbastanza aspetta da vedere che c’è qualcuno con lui .
-Ti avevamo detto che saremmo venuti -gli ricorda Alex.
-Certo … certo - Jake sembra pensarci mentre io mi appoggio allo stipite della porta, lascio un’occhiata all’interno e intravedo di sfuggita delle gambe nude scappare via.
-Dai Alex non l’hai capito che era con qualcuno ? - domando ironico al mio amico indicando la porta socchiusa. Alex capisce all’istante e mi imita sorridendo allusivo - e così il nostro Jake ha trovato una piccola amica con cui divertirsi - lo stuzzica.
Jake sembra un pò a disagio a quelle parole e inizia a farfugliare risposte senza senso.
-E dire che noi ci siamo sempre per te , cosi ci ferisci - mi fingo ferito portando una mano sul petto.

-E dai ragazzi …
-Non ce la presenti ? - Alex si stacca dalla porta e cerca di spostare l’amico . Alex è muscoloso e molto più di Jake quindi non ci vuole molto perchè lo sposti ed entri di prepotenza. Io lo seguo a ruota divertito dalla situazione. Jake sa che facciamo così quando ha qualche ragazza nuova per cui non può lamentarsi. Il sorriso però mi sparisce sul volto quando trovo Annie davanti a me mezza nuda imbarazzata.
-Annie ?
-Ei - lei ci saluta come se nulla fosse.
-Chi lo avrebbe mai detto - commenta Alex.
-Va bene ,basta uscite da qui - ci rimprovera Jake coprendo Annie dai nostri occhi, o meglio da quelli di Alex , perchè per me Annie è come una sorella.
-Non fa niente - Annie sparisce velocemente e riemerge dalla senza vestita con tutti i capelli pettinati - me ne vado io. Ciao. Ci vediamo domani Jake - ci saluta frettolosamente ma quando saluta Jake si addolcisce, poi apre la porta e sparisce in un soffio.
Alex si congratula subito con Jake ma io rimango impalato.
Annie , la mia piccola dolce Annie. La mia sorellina . Con Jake!
-Matthew posso spiegarti - afferma cauto Jake quando lo guardo.
-Bene , aspetto - cerco di mantenere la calma.
-Io … ecco …. è iniziato quando sei andato al castello …… e … - si passa una mano sulla fronte e suda freddo - amico … lei mi piace .
Non posso obiettare, i suoi occhi parlano per lui - dannazione Jake è Annie !
-Lo so !
Gli do una pacca sulla spalla - falla soffrire e ti uccido . Capito ?
-Si … em … si
Poi la tensione sparisce e ci ritroviamo seduto sul divano a parlare come dei dodicenni.
-Non voglio sapere cosa fate tu e Annie , Jake ! - lo rimprovero , Annie è come una sorella e non voglio sapere cosa fa mia sorella in camera da letto.
-Va bene , va bene - afferma Jake alzano le mani.

 

 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


La sera mentre raggiungo il mio alloggio trovo Jess sul corridoio appoggiata alla porta, mi blocco alla fine delle scale indecisa se andare a chiederle come sta o scendere e riprovare più tardi.
Alla fine decido di avvicinarmi e quando arrivo davanti a lei alza la testa e mi guarda con gli occhi rossi .
-va tutto bene ? - chiedo incerta . Anche se siamo diventate amiche non vuol dire che ci confidiamo ogni cosa .
-si - risponde inizialmente , ma poi cambia espressione e sbuffa guardando un fazzoletto nelle sue mani - no .
-e ... come mai ? - ho paura che mi aggredisca dicendomi che non sono affari miei , annullando tutto quello che abbiamo fatto nell'ultimo mese .
-vieni - apre la porta del suo alloggio e mi fa entrare . L'alloggio è esattamente come gli altri , il che non dovrebbe attirare la mia attenzione tranne per alcune foto incorniciate poste sopra alcuni mobili .
-probabilmente non ti sembra normale vedermi piangere - inizia dopo aver chiuso la porta .
-no , certo . Ma ecco ... insomma volevo sapere come stavi - balbetto imbarazzata .
-dimmi una cosa , come hai conosciuto Lucas ?
Sembra la domanda del giorno , ma i suoi occhi mi dicono che c'è un motivo per il quale me lo sta chiedendo .
-quando sono svenuta mi hanno messo accanto al suo letto - spiego - è simpatico - alzo le spalle.
-si lo so - mi sorpassa facendomi voltare - e non ti ha raccontato come mai è così ?
Il suo riferimento all'incidente di Lucas è limpido come l'acqua - si me lo ha raccontato , ma questo cosa centra ? Non capisco che problema avete tutti con lui .
Jess si posa le mani sul volto e sospira pesantemente - va bene, va bene. Siediti.
-No , sto bene in piedi.
-Va bene come vuoi - Jess si siede e respira qualche volta - una volta ci fidavamo di Lucas. Era il migliore, tutti chiedevano di lui o lo volevano in qualche missione. Abbiamo avuto una storia , ma molto breve. Una volta quando è tornato da una missione l’ho trovato a baciare un’altra. Ti posso solo dire che la nostra relazione , per quanto breve era finita. Matthew non lo sa però. Se sapesse che mi ha anche tradito lo ammazzerebbe senza pensarci due volte.
-E perchè lo stai dicendo a me ? - dico mentre mi avvicino lentamente.
-Perchè devi sentire la storia da entrambe le parti . Dopo che ci siamo lasciati ho iniziato a frequentare Tomas, inutile dire che Lucas era geloso. Ma io lo amavo, stavamo insieme da un anno quando lo hanno chiamato per una missione insieme a Lucas. Sapevo che era pericolosa, ma Tomas era talmente preoccupato che mi ha chiesto di sposarlo. Io lo amavo talentante tanto che non mi sono fatta molte domande e l’ho sposato. Poi lui è partito.
Una strana sensazione si fa spazio nella mia mente. Possibile che sia la stessa missione ?
-Stai parlando della missione in cui Lucas … - mi siedo accanto a lei , lasciando la domanda in sospeso nell’aria.
-L’ho aspettato, tanto. Ma non è mai più arrivato - le lacrime di Jess si sono seccate lasciando solo gli occhi rossi - quando ho sentito che erano arrivati dei superstiti ho sperato che fosse lui. Io lo volevo così tanto da stare male.
-Ma …
-Ma non era lui. Era Lucas. Io , non me ne sono andata dalla sua stanza per una settimana. Quando si è svegliato, ha scoperto che non poteva più usare le gambe. Puoi solo immaginare come si è sentito, la disperazione gliel’ho letta sul volto. E .. io … volevo…
-Jess .. - le lacrime iniziano a riformarsi sui suoi occhi e sento invano di provare a bloccarla , penso di aver sentito abbastanza, ma lei continua.
-Charlotte… - mi prende le mani e le unisce alle sue - io l’ho accusato di aver ucciso Tomas. Io … sono orribile .
La abbraccio per farla piangere, mentre io ripenso alle sue parole.
io l’ho accusato di aver ucciso Tomas
la persona che ti accusa è la donna che ami
io l’ho accusato di aver ucciso Tomas
la persona che ti accusa è la donna che ami
io l’ho accusato di aver ucciso Tomas
Dopo qualche minuto , sono sicura che Jess abbia smesso di piangere perchè ha scelto l’abbraccio e ha guardato ovunque tranne che me.
-Lo ami ? - chiedo incapace di trattenere i dubbi.
-Come ? - Jess spalanca gli occhi arrossati e mi guarda sorpresa.
-Tu lo ami ? - lascio in sospeso il soggetto della domanda : Lucas.
-Non lo so . So solo che ogni volta che lo vedo , rivedo lui e rivedo tutto il dolore che gli ho provocato perchè pensavo fosse solo geloso.

Sto uscendo dal bagno quando Matthew rientra, mi volto a guardarlo e sorride.
-Sei tornato presto - noto mentre mi abbraccia.
-Lo so, ma volevo tornare - mi bacia delicatamente la fronte e appoggio la testa sul petto.
-Sembra tutto così normale, tu che torni a casa e io che ti aspetto come una brava ragazza - dico.
Per quanto sembri normale quello che stiamo passando, questo momento di apparente tranquillità mi sembra strana adesso, ma è anche una sensazione piacevole che avevo dimenticato. Quanto Matthew si stacca va in bagno per qualche secondo e torna per trascinarmi a letto con lui.
-Che cosa avete fatto ? - gli domando curiosa . Mi ha fatto piacere che passasse del tempo con i suoi amici , ma questo mi ha fatto anche diventare matta dalla curiosità.
-Abbiamo parlato - risponde vago.
-Non mi basta. Avete parlato di me ? Oppure avete parlato di lavoro? - Matthew si mette a ridere - Non avete parlato di lavoro vero? Io ti lascio passare del tempo con loro e voi parlate di lavoro?
-Non abbiamo parlato di lavoro - dice quando finisco la parlantina.
-Ah, meno male. Allora di cosa avete parlato ? - ma Matthew ignora la mia domanda e si limita a fissarmi - smettila di fissarmi. Non è molto bello lo sai?
-Annie sta con Jake - dice alla fine.
-Cosa ? - mi alzo a sedere sul letto spostando le coperte e senza volerlo rivelo il suo petto nudo.
-Era con lui quando siamo arrivati io e Alex. Jake ha provato a nasconderla ma uscire mezzo nudo non è stata una grande mossa.
-E da quando ?
-Da quando sono andato a palazzo - fa una smorfia.
-Non sembri molto contento - noto ritornando tra le sue braccia .
-Non è che non sono felice, è che per me Annie è come una sorella. Ed è … strano - ammette.

-Sarebbe successo un giorno lo sai?
-Si , ma non pensavo così presto.

 

Il giorno dopo ,mi rigiro nel letto più e più volte.
-Charlotte - la voce assonnata di Matthew mi costringe a stare ferma.
-Scusa.
-Cosa c’è ? - domanda voltandosi verso di me.
-Non riesco a dormire - confesso. E tutta la notte che ripenso alla conversazione con Jess. Sapevo che nel racconto di Lucas era stata omessa una parte. Adesso so che era stata Jess ad accusarlo, posso solo immaginare il dolore di entrambi. Da una parte un uomo che una volta vista la sua vita crollare ha sentito anche il suo cuore ; e dall’altra una donna il cui uomo è stato ucciso brutalmente.
-Vuoi parlarne ? - mi chiede Matthew facendomi tornare alla realtà.

-No, sto bene - gli do le spalle e lascio che si accoccoli contro di me, poi sento il suo respiro farsi pesante ma i miei occhi rimanere aperti. La mia mente continua a lavorare senza sosta. Ora che la storia mi è stata raccontata da entrambe le parti ,mi rimane sono un dubbio da chiarire. Come mai Tomas ha sposato subito Jess ? Forse aveva paura di Lucas nel caso fosse morto ? Ma non ha molto senso.

 

La mattina gironzolo nella base come un anima in pena , la storia di Jess mi ha un po scosso, probabilmente lo avete capito. Sarei dovuta passare da Lucas , ma non avevo il coraggio. Mi incammino nella strada principale mentre un soldato entra urlando.

-Il comandante! Il re ! Qualcuno venga qui - urla disperato.
Tutti iniziano a guardarsi e a parlare preoccupati. Piano piano il panico si sta diffondendo nelle persone e la preoccupazione si impossessa dello sguardo di tutti. Qualcuno dice di andare a chiamare Matthew e Nathan mentre io mi avvicino al soldato.
-Che è successo ?
-E’ stato trovato un uomo alle porte pochi minuti fa , è ridotto parecchio male - non aggiunge altro e si incammina verso il punto , dove presumo , sia stato ritrovato l’uomo. Due infermiere lo stanno sistemando su una barella e un paio di solati lo controllano costantemente.
Quando finalmente arrivano Matthew e Nathan il soldato si decide a parlare - è arrivato così mal ridotto. Ha urlato parole senza senso e poi ha detto che voleva parlare col re.
Tutti e tre ci guardiamo , non sappiamo quanto sia al corrente il regno sugli ultimi avvenimenti , ma credo che secondo molti il re , mio padre , sia ancora vivo.
-Bene , portatelo in infermeria quando potrà parlare vedremo cosa ha da dire - afferma Matthew serio. Dopo di che ci dirigiamo al centro di controllo dove Jass sta già controllando i video della sorveglianza esterna.
-Novità ? - chiede Matthew entrando.
-No, l’uomo è arrivato da solo e ha bussato qualche volta alla porta , ha farfugliato cose senza senso e alla fine sono arrivati i soldati .
-Strano - commenta il fratello - perchè mandarlo di giorno.
-Pensi che siano i ribelli ? - domanda Nathan.
-Non vedo altre alternative, ma perchè mandarlo di giorno ? - dice Matthew più a se stesso che ha noi .
-Il soldato ha detto che voleva parlare col re … - dico guardando Nathan.
-Pensano che lui sia ancora vivo - finisce la frase per me. In questo periodo ci siamo concentrati su di noi che abbiamo dimenticato il nostro dovere.
-Dobbiamo fare qualcosa - dice - non possiamo lasciarli soli.

 

In infermeria aspettiamo Jakie uscire dalla stanza , e quando esce si ferma davanti a noi per aggiornare la cartella , poi mette via la penna nel taschino del camice.
-E’ ridotto male, dai tagli e dai segni pensiamo che sia stato torturato - poi da uno sguardo alla cartella e torna a guardarci - continua a chiedere dell’erede al trono , il vero erede . Non capisco cosa voglia dire - io , Matthew e Nathan ci scambiamo degli sguardi quando Jakie se ne va - non fatelo stancare troppo - ci raccomanda.
-Il vero erede , credete che lo sappia ? - sussurro ai ragazzi.
-Lo hanno torturato , potrebbero avergli messo in testa di tutto - dice Matthew - ma per adesso mandiamo Nathan .Dobbiamo mantenere le apparenze.
Quando Nathan chiude la porta alle sue spalle , io non faccio altro che pensare a quello che ha detto Jakie. Possibile che qualcuno lo sappia ? Di solito i certificati di nascita vengono scritti quando nasce il bambini e poi archiviati nelle cartelle dedicate al neonato. Quasi nessuno ha accesso a quegli archivi , anzi forse solo uno : il re. Nel cavou che ho dovuto aprire c’erano i nostri certificati , e solo il re sapeva il codice . Ma mio padre lo aveva collegato al secondogenito , ma io per mio padre sono la primogenita. Mio padre voleva salvare le apparenze , proprio come stiamo facendo adesso.
-So cosa stai facendo - dice Matthew distraendomi dal mio ragionamento - stai ragionando.
-E’ solo che non capisco come sia possibile che qualcuno sappia la verità se il cavou lo poteva aprire solo il re - spiego. Prima che Matthew possa replicare, la porta si apre rivelando Nathan .
-Non sente ragioni vuole parlare con te - si riferisce a me.
Sento che Matthew tenta di opporsi ma io sono già entrata. La stanza non è diversa dalle altre al centro è posizionato il letto, dove giace l’uomo coperto fino al busto, una flebo è stata attaccata al suo braccio , con accanto un apparecchio che emette un costante bip a intermittenza. Mi avvicino lentamente a mi siedo lì accanto . Non so proprio come comportarmi , quindi aspetto che sia lui a parlarmi.
-Suo fratello non l’ha presa bene lo sa ? . chiede l’uomo soltanto leggermente la testa.
-E’ molto protettivo - mi difendo - cosa ti hanno fatto i ribelli ? - chiedo piano.
-Hai mai conosciuto qualcuno sopravvissuto alle torture russe ?
-No, mai.
-Be , io si . Mi creda ci sono andati molto vicino se il loro tentativo era eguagliarli - la sua voce è debole e bassa, si capisce quanta fatica faccia a parlare - è vero che i ribelli hanno ucciso il re ?
-Si è vero . Ma dove sei stato , cosa vi hanno detto?
-Hanno detto di deporre le armi. Morirete tutti.
-Le campagne sono state prese , le persone sono terrorizzate .
-Ma com’è successo ?
-Dopo l’attacco al castello ci aspettavamo che il re attuasse qualche piano , ma non è successo. Hanno detto che il re era morto, che avevano preso il potere , che erano loro che comandavano. Che la famiglia reale era morta. Alcuni hanno messo in giro voci che i figli del re erano ancora vivi, che la regina era viva. Chi si ribellava, chi sosteneva che la monarchia non era finita , veniva picchiato davanti a tutti. I peggiori venivano portati via e non si vedevano più. Si può solo immaginare cosa hanno subito.
-E a te cosa hanno fatto ? - non riesco a capire come ho fatto a formulare la domanda e a pronunciare le parole.
-Ero uno che si ribellava.

-E’ orribile - la voce di Jess spezza il silenzio che si è creato una vota che ho ripetuto a tutti le parole dell’uomo. Matthew e Nathan hanno insistito che ripetessi le esatte parole , e così ho fatto.
-Come fanno a sapere che sei tu la regina adesso ? - chiede Matthew.
-Hanno sentito alcuni fornitori riferire pettegolezzi che circolavano nel palazzo già da tempo.
-C’è già chi sapeva - afferma Nathan - una talpa , non è escluso.
-Potrebbe anche essere , se sanno davvero così tante cose allora la talpa è un ottima strategia per ottenere informazioni - ragiona Matthew.
-Deve aver parlato con papà ed essere uno di cui si fidava molto - continua Nathan.
-La cosa che mi preoccupa adesso è che le campagne sono state prese, tutte quelle persone devono essere salvate - dice Jess preoccupata.
-Si hai ragione . Possono morire da un momento all’altro e noi siamo qui al sicuro - concordo con lei mentre ci guardiamo e pensiamo la stessa cosa.
-Dobbiamo fare qualcosa Matthew, dobbiamo salvare quelle persone - Jess supplica il fratello e io lo guardo speranzosa. Matthew ci guarda un attimo poi si avvia verso la porta - odio quando mi guardate cosi . Mando una squadra solo se ne trovo una disponibile. Non prometto nulla.
In palestra Matthew cerca una squadra pronta ad una missione all’ultimo minuto , mentre aggiorniamo Judie su quello che è successo.
-I ribelli sono più avanti di quello che pensassi - afferma scioccata.
-Si e sanno anche troppo - commento fissando io mio ragazzo.
-Perché cosa sanno ? - chiede Judie confusa.
-Cose …. importanti - dice Jess prima di me - em ….
-Ho capito , va bene - Judie alza le mani per farci capire che non vuole sapere altro.
Matthew ci raggiunge e ci informa sulle novità - ci sono dei ragazzi che sono disponibili . Andranno solo a fare un sopralluogo , nulla di più.
-Direi che va bene - dice Jess entusiasta - quando sapremo com’è la situazione potremo fare qualcosa di più per salvarli.
-C’è c’è ? Non ti sembra un’ottima idea ? - domando notato lo sguardo di Matthew non proprio entusiasta.
-Hanno mandato quell’uomo per un motivo , e non per fargli togliere le campagne. C’è qualcosa che non mi convince- dice scuotendo la testa.
Nonostante tutto alla fine la squadra è pronta per partire , stanno finendo di prendere le armi quando entra Lucas spingendo la sedia a rotelle per raggiungerci.
-Fermi, fermate tutto non potete andare.
-E come mai ? - domanda Alex avvicinandosi a Jess con fare protettivo.
-Ho parlato con l’uomo, ho dato un’occhiata ai filmanti di sorveglianza.

-Da quando hai tutte queste libertà ? - domanda Jake con odio.
Lucas ignora la domanda e continua guardando Matthew - è stato mandato per un motivo. Vogliono dimostrarci che loro sanno molto più di quanto pensiamo , e che sono più potenti. Se noi andiamo da loro , facciamo solo il loro gioco. Loro vogliono che andiamo da loro per dimostrarci che non possono essere battuti.

Dopo le sue parole guardiamo tutti Matthew in attesa di una risposta, i due si fissano senza battere ciglio . Matthew sposta il peso da un piede all’altro e scuote la testa - la missione è annullata. Lucas ha ragione.
Con lo sgomento di tutti Matthew se ne va e Lucas sorride compiaciuto.
-Solo fortuna - commenta Alex andandosene.
Quella sera , prima di tornare al nostro alloggio veniamo armati da dei soldati che ci dicono di seguirli. Ci portano in infermeria e ci mostrano un corpo. Sollevano il lenzuolo solo per mostrare il volto e ci riferiscono di averlo trovato davanti all’entrata. L’uomo morto , è stato torturato e portato da noi solo con un messaggio.

Alla regina d’Inghilterra.
Astuti a non venire, ma la guerra è appena cominciata

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


L'uomo trovato morto si chiamava George Mirkaus , di origini tedesche. Era venuto in Inghilterra per amore della moglie. C'è lo ha spiegato John , l'uomo che è stato torturato . Abbiamo saputo che veniva dallo stesso paese.
Sapere che quest'uomo ha un nome, e probabilmente anche una famiglia, rende tutto ancora più brutale e orribile. Quella sera io non ho dormito , Matthew nemmeno. Ad un certo punto si è rigirato nel letto e ha fissato il soffitto senza dire una parola.
Nel cuore della notte mi alzo e mi vesto.
-Che cosa fai ? - mi chiede Matthew.
-Non lo so , ma non riesco a stare senza fare niente.
-Charlotte era troppo rischioso mandare qualcuno a ..
-Non mi riferisco a quello - sospiro - è solo che mi sembra di non saper fare niente. Negli ultimi giorni non ho combinato nulla di buono. Non so fare la regina.
-Non è vero. E' solo una situazione difficile - cerca di rassicurarmi.
-Sarà ... ma non riesco a starmene qui a far nulla.

Matthew scosta le coperte per alzarsi ma lo blocco rimettendolo a letto - dormi, ne hai più bisogno di me.

Al centro di controllo trovo Nathan , quando entro alza la testa e ride sotto i baffi.
-E' proprio vero che siamo fratelli - sorrido alla sua affermazione e mi sistemo accanto a lui.
-Già , non sono capace a fare la regina - affermo con amarezza spostando lo sguardo sul tavolo.
-Non è un ruolo semplice - comincia lui - ma non è vero che non sei capace. In situazioni del genere si prendono decisioni su cui si è costantemente incerti.
-Si ma le persone non fanno altro che morire.
-Meglio perdere dieci persone se possiamo salvarne mille , non credi ? - le sue parole mi fanno riflettere. Ho fatto morire una persona , soltanto per prendere una decisione sbagliata. Non voglio essere ricordata come la regina che ha fallito, ma come quella che ha aiutato.
-Dobbiamo metterci al lavoro - affermo ispirata da una nuova speranza - dobbiamo creare un nuovo consiglio , capire dove sono e cosa fanno i ribelli e poi ...

-Proteggere la base - mi aiuta Nathan.
-Si, e poi dobbiamo spiegare la situazione. I tempi felici sono finiti - dico con amarezza.
-Ecco la mia sorellina. Dai mettiamo ci al lavoro.

Orami il sole è sorto, la giornata è praticamente iniziata alla base. Io e Nathan siamo svegli da cinque ore a lavorare senza sosta. Mi ha aiutato tantissimo , da papà ha imparato tanto e sono felice che almeno uno dei due sappia cosa fare.
Quando le porte di vetro si aprono entra una Jess sorridente insieme a Lucas, Jess si blocca e fa il rigo del tavolo stringendo gli occhi.
-Come mai già in piedi ? - dice guardandoci dalla testa ai piedi.
-Non riuscivamo a dormire - affermo soddisfatta. Nota da ricordare: chiedere a Jess perchè quel sorriso insieme a Lucas.
-Mmh ...
-Siete proprio fratelli - Lucas scuote la testa e ride rigando intorno al tavolo.
-Ho fatto chiamare anche gli altri, dobbiamo discutere su alcune cose molto importanti. Dobbiamo anche parlare alla base. Abbiamo molte cose da fare oggi - mi alzo mentre Jess mi blocca confusa.
-Cosa ?... Aspetta di cosa stai parlando ?
-Nella notte io e Nathan abbiamo fatto un pò il punto della situazione - la informo - ma per sapere di più aspettiamo gli altri.

Jake, Alex, Judie, Matthew, Jess , Annie e Lucas sono disposti davanti a me e Nathan, tutti in attesa che dica qualcosa.
-Allora , io e Nathan abbiamo preso alcune decisioni questa notte. Tutte voi fate parte del nuovo consiglio della base. Aspettate prima di parlare - blocco tutte le bocce aperte pronte a parlare e continuo - se devo fare la regina voglio avere al mio fianco persone di cui mi fido, e di voi mi fido. 
Nella sala è sceso il silenzio . Inizio ad avere paura , gioco con le unghie delle mani per il nervoso . Questo è l'ennesimo esempio della mia incapacità a governare , nemmeno con un aiuto .
-Mi sembra una buona idea - la voce di Lucas si fa spazio nella stanza insieme a un sorriso rassicurante sul suo volto . Gli altri iniziano a scuotere la testa facendomi tornare a respirare . Solo Matthew e Jess non dicono niente , si scambiano diversi sguardi. 
Matthew ride sotto i bassi - ammettilo - dice soddisfatto rivolto alla sorella .
Jess scuote la testa - va bene è brava. Ma non vuol dire che avevi ragione tu .
Tutti nella stanza sono confusi , io per prima . Matthew ignora la sorella e si rivolge a noi - ottimo .

Per pranzo stiamo per scendere alla sala comune per mangiare, ma Annie ci precede e si informa che ci sono alcune persone che stanno protestando.
Arrivati alla sala comune dobbiamo farci spazio tra la folla per poter capire chi ha iniziato tutto. Un uomo è al centro delle folla e non appena individua Matthew gli punta un dito contro e urla furioso.
-Vogliamo capire costa sta succedendo - la sua voce produce un eco che si ripete nella sala , sovrastando i tanti brusii delle persone.
-Non c'è bisogno di urlare, possiamo risolvere tutto - dice cauto Matthew.
-Perché il comandante è qui ? Perché adesso non è più al comando ? Vogliamo sapere la verità ! - alle ultime parole alcuni alzano a pugno come lui per sostenerlo.
-Non vediamo mai il comandante - ripete l'uomo - ma ora lo vediamo sempre ! Abbiamo lasciato che governasse perchè ci fidavano di lui. Ma dopo l'arrivo dei principi è cambiato tutto - ora il brusio si fa sempre più intenso, ma viene fermato non appena l'uomo alza la mano.
-Vogliamo delle risposte ! Abbiamo il diritto di sapere !
Lo sguardo delle persone passa in rassegna Nathan e me , so benissimo che è arrivato il momento di parlare con questa gente; ma so anche che dobbiamo essere cauti.
-Ascoltate . Siamo in un momento difficile , i ribelli hanno invaso parte dell'Europa e dell'Inghilterra.
-Dove'è il re ? - urla una voce attraverso la folla.
Matthew lancia uno sguardo a me e Nathan prima di parlare , sa che è arrivato il momento di dire la verità - il re è morto. Gli eredi al trono sono stati portati qui . Ora è compito loro.
Non sapendo cosa fare guardo Nathan , lui fa la stessa cosa guardando me. Sembra che con lo sguardo voglia chiedermi " che cosa facciamo ?" . Sinceramente non lo so nemmeno io , ma so che non possiamo mantenere il segreto a lungo.
-Ascoltate - faccio un passo avanti per farmi vedere meglio - il comandante è qui perchè non è più il comandante. E' Nathan - la folla inizia a bisbigliare e a guardarmi come se fossi pazza ma cerco di farmi coraggio e andare avanti.
E qui vi chiederete : Come si fa a dire che l'erede che tutti credevano non è il vero erede? Quando trovare un modo potete farmelo sapere , perchè io non ne ho idea.
-E' Charlotte l'edere al trono - sgrano gli occhi e mi volto verso mio fratello scioccata come tutta la sala. Ecco, io non pensavo di dirlo cosi ... ma ogni uno fa a modo suo. Il problema adesso è spiegare tutto ....
-Cosa ?
-Ma che significa ?
La folla inizia ad urlare ,nella sala cala il caos è più totale. Nessuno sa cosa sta succedendo veramente, fino a quando l'uomo che aveva parlato prima alza la mano e la folla si zittisce.
Da ricordare: quest'uomo è molto influente.
L'uomo guarda me e Nathan in attesa che diciamo qualcosa per spiegare la situazione.
-Il re era un brav'uomo - la voce di Greg si fa spazio tra la folla , avanza lentamente tra le persone e si posiziona la centro - certo , non tutti siamo perfetti , lui nemmeno. E' stato un ottimo padre ve lo posso assicurare, ha amato tutti i suoi figli. E' risaputo che i tempi più bui svelino dei segreti. La regina e il re , si sono spostati presto e giovani , sono sicuro che ve lo ricorderete. Ma non si può pensare che la famiglia reale sia perfetta , i vostri vecchi sovrani hanno fatto di tutto per unire la loro famiglia. La principessa Charlotte , ormai la nostra nuova erede , e il principe Luke sono i legittimi eredi , solo figli del re ormai deceduto. Il principe Nathan, è solo figlio della regina , non anche del re.
Il silenzio torna a regnare sulla folla, sono rimasti tutti sconcertati dalle parole di Greg. Io stessa non avrei saputo dirlo meglio e gli sono grata per averlo fatto lui. Ha tolto sia me che Nathan da un grosso fardello.
-Volete davvero lasciare che siano due ragazzini a governavi ? - il vecchio comandante , il nonno di Matthew e Jess , esce dalla folla - due ragazzini che non sanno cosa c'è la fuori ? Volete davvero che siano loro a gestire le vostre vite?
-Nonno ora basta - Jess gli si avvicina e cerca di portarlo via - ti prego non è il momento.
-No Jess , non permetterò che altre persone perdano la vita. Loro non sono addestrati - si libera dalla presa della nipote e si avvicina a me e mio fratello.
-Io ho lavorato con mio padre , so tutto ciò che bisogna sapere - si difende Nathan.
-Sapere non è abbastanza ! Bisogna agire ! Non c'è più tuo padre a richiamarti se sbagli le strategie , qui ci sono in gioco vite vere ! - l'eco della sua voce si diffonde fino a svanire lentamente.
-Sono perfettamente in grado di sapere come proteggere delle persone , di salvarle !
-Certo , tu forse ... ma lei - mi indica con la mano come se fossi lo zimbello della situazione. Tutto questo non fa altro che alimentare la mia rabbia nei suo confronti - lei non ha la minima idea di cosa stia facendo. Da quando è qui non ha fatto nulla di buono.
-Non parli così di mia sorella ! - lo aggredisce Nathan.
-Io dico solo la verità - afferma l'ex comandante arretrando di qualche passo. Matthew corre a bloccare Nathan , furente di rabbia.
-Basta ! - faccio bloccare tutti e li faccio voltare verso di me - è vero forse sarò inesperta , ma mi fido delle persone con cui lavoro e so che possiamo fermare i ribelli e salvare tutti quanti.
-Non mi sembra che recentemente tu abbia salvato un vita però - la voce mi arriva dritta al petto come una pugnalata al cuore, sa dell'uomo morto .
-Quell'uomo è stato ingiustamente ucciso , cosa che io non avrei voluto - ora mi rivolgo a tutta la folla - se non volete credermi credete a Matthew , o a Jess , o a chiunque altro lavori con noi. Io voglio fermare la minaccia dei ribelli , e non voglio che nessun altro muoia. Per cui se volete credermi va bene , altrimenti seguite loro e fidatevi di loro.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 - Jess ***


Di solito non sono una che fissa le persone , non mi piace che la gente mi fissi per cui cerco di non farlo a mia volta . Ma questa volta è diverso , prendetemi per pazza o per stupida ma non riesco a fare a meno di fissare Charlotte e Lucas. La tranquillità con cui parlano è invidiabile, anzi odiosa. Di solito non odio le persone, forse il mio comportamento spesso e volentieri viene frainteso. Non posso farci niente, sono stata ferita e ho eretto un muro enorme per evitare che la gente tenti ancora di ferirmi.
Mi fermo in mezzo alla via per osservarli, Charlotte spinge la sedia di Lucas e parlano ignorando gli sguardi di tutti. Per lei è facile , non ha dovuto soffrire o subire quello che abbiamo subito tutti.
Tutti alla fine se ne sono fatti una ragione, sono andati avanti , perchè io no? Perché io non riesco a farmene una ragione ? Sono passati tre anni da quando mio marito è morto e non riesco a smettere di soffrire. Ogni volta che lo guardo rivedo lo sguardo che mi ha rivolto quando mi ha detto che Tomas era morto.
Per tutto il tempo che è rimasto in infermeria , senza che nessuno lo vedesse, sono stati utili per rimarginare la ferita. O così credevo.
Adesso non riesco a stare vicino a lui , ma una parte di me vorrebbe rivedere il ragazzo che conoscevo prima.
Charlotte e Lucas spariscono dalla mia visuale e decido di salire alla sala di controllo . Dopo la quasi rivolta che abbiamo dovuto affrontare Charlotte ha paura di non essere ben voluta. In parte la capisco , tutti hanno storto il naso quando ,dopo che i miei erano morti , io ho aiutato costantemente mio nonno, il comandante . Adesso penso di poter dire che la conosco abbastanza bene per affermare che è in grado di affrontare il suo ruolo senza problemi. Si fida di chi le sta attorno , e questo è già un grande punto in più.
Entro nella sala vuota e mi prendo qualche minuto per stare un pò da sola. Ora che Matthew ha Charlotte sono un po' più sola . Che sia chiaro sono contenta che Matthew sia felice, ero stufa di ascoltarlo mentre mi parlava di quella e quell'altra ragazza.

-Ei , sei già arrivata - Charlotte entra nella stanza, distraendomi dai miei pensieri e diffondendo una sensazione di felicità e spensieratezza.
-Si , sono appena arrivata - la osservo mentre recupera delle carte da un armadietto e le dispone sul tavolo. Porta i capelli dietro le orecchie e si mette a esaminarle.
-Come sta ? - la mia bocca è stata più veloce della mia mente.
Charlotte alza la testa e mi fissa confusa - ehm ... di chi parli ?
Mi osservo le mani e decido di sedermi - di Lucas , so che siete amici e ... pensavo ... che ... insomma come sta ?
-Bene - mi osserva attentamente , consapevole di quanto sia difficile per me parlare apertamente di lui .
Annuisco e mi guardo intorno , ma ovviamente la mia mente oggi ha deciso di staccarsi dalla mia bocca, lasciando che le parole escano senza averle dato il permesso.
-Jess ?
Torno a guardare Charlotte, questa volta trovo due occhi marroni che mi fissano preoccupati e ansiosi.
-Pensi che abbia fatto bene ? A fare quello che ho fatto ? - le posizioni sembrano invertite, ora è lei quella nervosa e insicura.
-Ti riferisci a Nathan e al comandante ? - annuisce vistosamente e si fa piccola piccola sulla sua sedia.
-Non ho molta esperienza , e ... insomma ... se avessi fatto le scelte sbagliate ... se non avessi capito nulla ?
-Hai fatto quello che ritenevi giusto , lascia che ti dica che la penso come te e ti fidi delle persone con cui lavori . Stai andando alla grande - la rassicuro . Devo dargliene atto , quando era arrivata credevo fosse la solita principessa altezzosa e spocchiosa . Non riuscivo a capire perché mio fratello avesse rischiato così tanto per lei . Adesso posso dire di essermi sbagliata , sbagliata di grosso . Non si è mai lamentata , non ha mai detto "questo non lo faccio " ,"questo non lo so fare". L'avevo mandata in cucina per dispetto , ma anche perché volevo vedere la sua faccia quando si sarebbe lamentata con Matthew . Non è successo , ha sempre fatto quello che le veniva detto di fare .
Mi ero sbagliata sul suo conto , e sono pronta ad ammetterlo . Non ha Matthew però , me lo rinfaccerebbe a vita.
-Jess... lui... a lui dispiace per quello che è successo . Lo sai vero ?
Questo continuo passare tra due argomenti diversi porterebbe sembrare strano , eppure sembra il modo migliore per parlarne .
Mi facci coraggio e la guardo meglio occhi - lo so ... io gli volevo bene una volta .
Charlotte annuisce , riflette qualche istante sulle mie parole e torna all'attacco prendendomi in contropiede - e adesso ?
Le parole rimangono sospese nell'aria , come se aspettassero qualcosa , in realtà stanno aspettando me -non lo so - rispondo sinceramente -non so più cosa pensare .
Le confido più di quello che dovrebbe sapere , non sono brava ad esprimere i miei sentimenti. Non le dico , però , che la mia fiducia nei confronti di Lucas rimane invariata , nonostante quello che ha fatto, so che non è stata completamente colpa sua . Eppure accusarlo , dare tutta la colpa a lui , sembrava l'unica cosa da fare in quel momento .
-Mi fido di lui . Sa quello che fa .
Charlotte analizza le mie parole attentamente e annuisce lentamente .
-anche io mi fido di lui - mi informa - ora dobbiamo farlo capire a Matthew .
Ridiamo per la battuta , ma penso che sappia quanto sia andata vicino alla verità . Dopo che Tomas è morto , Matthew voleva farla pagare a Lucas . Poi ha scoperto che non poteva più camminare e gli ho chiesto di lasciarlo stare , gli ho detto che la punizione che ha subito era abbastanza. Se ne è fatto una ragione , ma ora che lo vedo con Charlotte credo che la voglia sia tornata . Spero solo che per il bene di Charlotte non faccia stupidaggini .
-Quindi ti fidi di lui ? - mi chiede come conferma.
-Si, so che può non sembrare ma ... mi fido.

Dopo qualche ora dei ragazzi non si vede nemmeno l'ombra, ma io e Charlotte lavoriamo come matte.
-C'è qualcosa che non coincide - dice ad un tratto Charlotte.
-Che succede ? - mi avvicino a lei e mi mostra le carte in questione.
-Qui, guarda. Secondo quesi documenti mio padre ha autorizzato diverse spedizioni nelle campagne , ma controllando nei registri dell'esercito delle spedizioni non c'è traccia.
-In effetti è un pò strano - concordo osservando le carte.
-Le ho controllate tutte - dice Charlotte confusa.
-Effettivamente è come se non ci fossero mai state. Ma non è possibile che non siamo state fatte , no ?
-No , gli ordini del re devono essere sempre rispettati. Non possono essere violate.
La cosa non mi quadra , com'è possibile? Un pensiero si insinua nella mia testa , spero vivamente che non sia vero.
-Nathan ha lavorato con tuo padre , vero ? - chiedo per conferma.
-Si.
-Bene - mi alzo e prendo le carte trascinando con me anche Charlotte.
-Dove stiamo andando ? Da Nathan ? - domanda lei correndomi dietro.
-Si , voglio sapere se quello che penso è vero.
Arrivate in palestra troviamo Matthew e Nathan intenti a combattere. Salgo sulla pedana ignorando tutti e sapendo che si bloccheranno.
-Ei ! - Matthew si ferma alterato - non hai visto che stavamo facendo altro !
-Ho cose più importanti da fare che allenare i muscoli - lo rimprovero. Odio quando rimane in palestra se abbiamo del lavoro da fare - parlo anche con te - riprendo Nathan , poi gli metto davanti le carte.
-Guarda . In queste carte tuo padre ha autorizzato una missione nelle campagne , ma secondo i registri dell'esercito nessuno ha mai fatto niente.
Nathan aggrotta la fronte e guarda le carte - com'è possibile ? C'ero anche io quando ha autorizzato la missione.
-E' questo che non capiamo , papà ha provato ad aiutare le campagne , ma realmente sembra che non abbia fatto nulla - dice Charlotte.
-Posso vedere le carte ? - Lucas richiama la mia attenzione e mi volto . Lo trovo fuori dalla pedana , in attesa di vedere le carte.
Avete presente quando fate una doccia fredda ? Lo shock per la temperatura dell'acqua è terribile. Ecco, io preferirei farla che vedere il suo sguardo. Nei suoi occhi color cioccolato si leggere chiaramente quanto la sedia a rotelle sia d'intralcio, un peso. Istintivamente mi muovo verso di lui , portando le carte sotto i suoi occhi. Mi rivolge uno sguardo di gratitudine quando gliele porgo.
-Il generale era sempre lo stesso ? - domanda a Nathan.
-Si , certo - risponde scendendo dalla pedana e avvicinandosi a noi.
-Mh... - la sua espressione pensierosa attira l'attenzione di tutti , anche di Matthew.
-Qualcosa non torna ? - chiede mio fratello intuendo il motivo del silenzio.

-Ci sono due firme diverse . Mi spiego meglio , il nome è lo stesso, ma le prime sono diverse. Sul documento firmato dal re il generale ha firmato , ma guardando le firme sui registri le firme non coincidono.
-Cosa? - Nathan si avvicina a Lucas ancora di più , incredulo alle sue parole .
-Com'è possibile ? - domando confusa.
-Il generale ha firmato insieme al re o in un altro momento ? - indaga Lucas.
-Insieme al re - risponde Nathan - la passi è che il documenti ufficiale viene firmato dal re e dal generale , e poi il generale autorizza la missione registrandola sui registri dell'esercito.
-Questo vuol dire che chi ha firmato il documento e i registri non sono la stessa persona. Manca completamente la parte che riguarda quella missione.
-I ribelli - Matthew parla come se avesse trovato dell'oro - sono stati i ribelli. Erano al palazzo già da tempo.
-Ecco come hanno fatto a fare le foto - continuo io per lui. Speravo che le mie teorie fossero sbagliate , ma non è così.
-Resta solo da capire come hanno fatto ad entrare - dice Nathan.
-Si semplice - ironizza Charlotte chiaramente a disagio dalle rivelazioni.

Lascio la palestra per portare le carte al sicuro. Non è prudente lasciarle perse per la base. Una cosa chiara a tutti è che i ribelli sono sempre stati sotto il nostro naso senza saperlo. Non oso pensare come si sentano Nathan e Charlotte dopo averlo saputo.
Dietro di me sento la presenza si qualcuno e mi volto per vedere chi è .
-Scusa , non volevo spaventarti - Lucas mi guarda dispiaciuto.
-Non mi hai spaventato - lo rassicuro - sto andando a sistemare le carte. Vuoi venire con me ?
Non so perché l'ho detto , ma nei suoi occhi è comparsa una strana scintilla . Ha afferrato le ruote della carrozzina pronto per partire .
Saliamo con l'ascensore che c'è vicino le scale e parliamo tranquillamente . È strano come sia tutto così normale , quasi non mi sembra vero .
-non oso pensare cosa stia passando Charlotte - rifletto ad alta voce .
-già , sapere che si è sempre stati controllati . Immagino sia un brutto colpo - concorda lui . La campanella dell'ascensore suona segnalando che siamo arrivati al piano giusto . A quel punto esco seguita da Lucas , che mi da una mano a sistemare i documenti .
-ti manca mai ? - la sua voce mi arriva fin dentro le ossa , come una folata di vento ghiacciata . Respiro profondamente e chiudo gli occhi . No c'è bisogno che sia più specifico , perché so di chi parla .
-ogni giorno - inizio senza voltarmi . In questo momento ringrazio si aver sistemato i documenti dell'armadio in modo da dargli le spalle .
-io ...
-ogni giorno da quel momento mi è mancato - continuo senza permettergli di parlare - ma sono passati tre anni . È inutile rimuginare sul passato - dico calma .
-mi dispiace - afferma soltanto .
-lo so , lo hai già detto - non voleva sembrare un'accusa, ma Lucas ha sussultato facendomi voltare .
Si crea una strana tensione dove entrambi non sappiamo cosa fare .
- dimmi una cosa - domanda dopo un po' .
Lo guardo aspettandomi la sua domanda , anche se subito che avrei il coraggio di rispondergli adesso .
-lo amavi ? - il suo sguardo è carico di desiderio . Vuole così tanto sapere se lo amavo ? Ovvio , altrimenti perché lo avrei sposto .

-certo che lo amavo - rispondo ovvia .
-e lo ami ancora ? - i suoi occhi fissano i mei , sono incapace di distogliere lo sguardo . Ho paura che facendolo lo ferirei ancora più di quello che è già .
-io ... penso di sì - incerta , la mia voce è uscita incerta . Ma perche ? Tomas è morto , ma io lo amo , no ? Si , certo .
Non sono sicura che sia vero , una parte di me pensa che lo abbia detto solo per convincermi . Ma l'altra parte , la stessa che voleva vedere Lucas come il ragazzo di prima , vorrebbe che sia falso .
Lucas sembra pensare bene sulle mie parole , ma non risponde . So per certo che le sta analizzando , ci sta pensando , eppure non risponde .

La sera a cena capisco che la mia bocca non è ancora attaccata alla bocca. Lucas si sposta dal tavolo in direzione dell'uscita.
-Vai di già ? - gli chiede Charlotte.
-Si , non voglio subire l'ira di Jakie . Quella ragazza sa far paura quando vuole - risponde facendo ridere tutti.
-posso accompagnarti ? - la mia voce, è la mia voce ad aver parlato. Al tavolo tutti mi guardano confusi , anche io sono confusa.
-Emh .. okey - Lucas annuisce confuso , quasi indeciso se credermi o no.
Mi alzo per raggiungerlo e lui parte stando al mio fianco.

Raggiungiamo l'infermeria in completo silenzio, tra di noi si è creato un leggero imbarazzo. Appena chiudo la porta dietro di me troviamo Jakie che appena mi vede si blocca.
-Ciao - mi saluta sorpresa.
Io la saluto mentre seguo Lucas diretto alla sua stanza - hai visto Jake , ho fatto il bravo oggi , sono arrivato in orario - le dice sorridente.
-Si , ho visto - Jake passa lo sguardo da me e Lucas continuamente.
Apro la porta della stanza lasciando passare Lucas che mi ringrazia con lo sguardo. Lo seguo e osservo la stanza : bianca , semplice , su un comodino accanto al letto ci sono alcuni libri impilati. Lo fisso mentre si sistema sul letto facendo leva sulle braccia , vorrei aiutarlo ma non ho idea di cosa fare , di cosa dire. Quando ha finito mi avvicino nervosa e sistemo la sedia in modo che sia comodo se dovesse volerla prendere da solo.
-Leggi molto - dico osservando nuovamente i libri, e sorrido al pensiero che questo suo aspetto non sia cambiato.
-Si , Charlotte mi consegna libri sui libri - dice lui seguendo il mio sguardo , che ricade su uno dei libri che ho preso in mano.
-Sai .... stavo pensando di cercare un alloggio - continua dopo un po. Non capisco se sia una cosa bella o brutta.
-E'... bene - poso il libro e mi tormento le mani nervosa - nel senso , bene è bello che tu voglia avere un posto tuo.
-Ho pensato molto da quando ho conosciuto Charlotte. Ho voglia di andare avanti , sono stato in questo letto per tre anni , a piangermi addosso per quello che ho fatto. Non posso farlo per tutta la vita, devo andare avanti e ... credo che sia arrivato il momento.
Cosa rispondere a parole simili ? Vi prego , ditemelo se lo sapete.
Ne ha tutto il diritto , anzi , pensavo che l'avesse già fatto. Lui vuole andare avanti , vuole continuare a vivere perchè l'ha superato.
E io ?
La domanda da un milione di dollari a cui non so dare una risposta.
Lucas mi fissa in attesa di una risposta , ma io farfuglio qualcosa dicendo che ho da fare. Nei suoi occhi compare una delusione simile ad una pugnalata al petto.
-Scusa - mi chiudo la porta alle spalle e cerco di regolare il respiro. Jakie mi raggiunge preoccupata e mi chiede se sto bene , io annuisco e mi stacco dalla porta .

La mano non smette di tremare nemmeno quando busso alla porta dell'alloggio. La porta si apre rivelando Matthew a torso nudo e sorridente , sorriso che scompare non appena mi vede.
-Jess.
-C'è Charlotte ? - chiedo ignorando la sua preoccupazione.
-Si ,ma com'è successo ? - domanda preoccupato. Non penso di avere una bella cera , perchè la sua mano si stringe sulla porta e i suoi lineamenti diventano duri dalla rabbia. Lo ignoro e lo sorpasso entrando mentre cerco Charlotte con lo sguardo.
-Jess ? - quando mi vede aggrotta la fronte preoccupata e mi raggiunge.
-Possiamo parlare ? - le domando lanciando uno sguardo a mio fratello che si è posizionato accanto a me. Lei segue il mio sguardo e annuisce - okay , Matthew rimani qui.

-Cosa ? - rimane impalato a osservare la sua ragazza mentre mi trascina per un polso verso la sua stanza. Charlotte chiude la porta ma non prima di aver detto - cose da donne - a mio fratello.
Mi raggiunge sul bordo del letto dove sono seduta e si posizione di fronte a me.
-Lucas vuole prendere un alloggio - dico iniziando dalla parte già recente.
-Si , me lo aveva accennato - dice guardandomi attentamente.
-E mi ha chiesto se lo amo - dico alla fine. Sbircio la sua reazione , ma non fa nulla.
-Lui ... ti ha ..
-Mi ha chiesto se amo Tomas - a quel punto Charlotte annuisce piano.
-E tu ... lo ami ?
-L'ho amato. Io so di averlo amato - rispondo con calma.
-Jess .. mi prometti che non mi uccidi se ti faccio una domanda ? - chiede cauta la ragazza di fonte a me. Annuisco senza dire una parola , ho paura di cosa possa chiedermi.
-Tu ami Lucas ?

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


-Non penso di essere pronta - dico tornando verso la porta.
-Charlotte , non fare la bambina - Nathan mi prende per le spalle e mi riposiziona nel punto di prima.
-E se lo fai tu ? Con che coraggio andiamo lì e distruggiamo tutta la sua vita - dico agitata.
-Charlotte , dobbiamo farlo insieme - ripete mio fratello deciso. Sapevo che sarebbe arrivato il momento, solo che non pensavo sarebbe arrivato così presto. Ora che tutta la base sa la verità , anche Luke merita di saperlo. Faccio vari respiri e blocco Nathan per l’ennesima volta quando prova ad entrare in camera di Luke.
-Non possiamo rimandare troppo a lungo - mi ripete liberandosi dalla mia presa. Lo seguo rassegnata , Nathan si è già seduto sul letto che occupavo io appena siamo arrivati in modo da essere davanti a mio fratello. Mi siedo a fianco a Luke , il quale è seduto a gambe incrociate sul letto e ci guarda con i suoi occhi innocenti.
-Dobbiamo parlarti di una cosa Luke - Nathan inizia a parlare facendo subito spaventare nostro fratello. Gli lancio subito un’occhiataccia , non doveva iniziare cosi !
-Ce ne andiamo ? - domanda lui preoccupato - perchè io qui mi trovo bene , ci sono un sacco di bambini con cui giocare.
-No , non ce le andiamo - lo rassicuro subito infuriandomi con Nathan in silenzio , mentre Luke si rilassa visibilmente.
-E’ solo che abbiamo scoperto che … - esito quando incontro i suoi occhi , così innocenti e ingenui , non meritano di sapere tutto quanto.
-Che io non sono il vero re - conclude Nathan per me. Il nostro fratellino passa lo sguardo da me a Nathan qualche volta sbattendo gli occhi - non capisco - dice alla fine.
-Il mio papà , non è il tuo papà. Io .. ne ho un altro, e la mamma di Charlotte, è un’altra.
-Cosa vuol dire ? - domanda con voce confusa. Al contrario di quello che pensavo non si è messo a piangere, non ha urlato spiegazioni; al contrario sta cercando di capire tutto per capire il modo migliore per affrontarlo. Il mio fratellino è più forte di quanto pensassimo.
-Vuol dire che Nathan non è il vero re , perchè il suo papà non è il vero re. Ma lo sono io , perchè il mio papà è come il tuo, il re. Ma la mamma di Nathan è la tua mamma - mi volto meglio verso di lui e gli prendo le mani con le lacrime agli occhi - ma questo non cambia niente , tu sei e resterai il nostro fratellino; e noi saremo sempre fratelli.
Aspettiamo che sia Luke a parlare per primo , aspettiamo in silenzio , mentre i suoi occhi passano da me a Nathan senza sosta.
-Quindi … anche se non abbiamo tutti gli stessi genitori siamo comunque fratelli ? - domanda per conferma dopo un lungo silenzio.
-Si - conferma Nathan per entrambi.
-Va bene - abbraccio il mio fratellino , come se non volessi lasciare mai più andare.
-Charlotte non respiro ! - mi dice corto il petto facendo ridere tutti , allento la presa e lo bacio sui capelli. 

Dopo essermi tolta quel peso posso continuare a concentrarmi sui ribelli . È evidente che ormai sono diventati una minaccia, e la cosa che odio più è come e quanto si siano insinuati nel palazzo . Il solo pensiero di come mi sentissi al sicuro tra quelle mura si fa strada nella mia mente, con i ribelli che osservavano ogni nostra mossa . L'unica cosa che mi viene difficile capire è come facciano a sapere la verità sul vero erede al trono .
Siamo al centro di controllo da qualche ora quando un soldato entra di corsa nella stanza urlando - maestà , c’è un ragazzo che la cerca.
-Un ragazzo ? - domando confusa.
-Si maestà - ripete una volta che si è ricomposto - un ragazzo chiede di lei . Chiede solo di lei.
Scambio uno sguardo con Jess e Lucas e mi alzo per seguire il soldato.
Appena scendo le scale non faccio in tempo a guardare chi sia che qualcuno mi salta addosso facendomi perdere l’equilibrio per un attimo. Mi sciolgo velocemente dalle braccia dello sconosciuto per guardarlo in faccia , incontro i suoi castani , i suoi riccioli neri , la sua pelle chiara. Per un momento sembra che il tempo si sia fermato , Max , Max è qui.
Il mio migliore amico , Max.
Vedo che mi sta parlando ma non capisco realmente cosa mi sta dicendo fino quando non torno alla realtà .
-Charlotte ! Charlotte !
-Sono qui , sono qui - mi riabbraccia ancora, come se avesse bisogno di accertarsi che sono veramente io e non il frutto della sua immaginazione. Cerco di rassicurarlo ma sotto le mie mani trema leggermente e il suo respiro è veloce.
I soldati mi guardano preoccupati e alcune persone si sono fermate a vedere la scena incuriosite , prendo il mio amico per le spalle e lo porto in infermeria da Jakie.
Solo quando è sdraiato sul letto bianco , tra le lenzuola candide e una flebo attaccata al braccio noto quanto è diverso dall’ultima volta che l’ho visto. Anche se era attraverso un computer me lo ricordo bene. I riccioli erano più corti , la pelle più abbronzata , gli occhi felici e spensierati. Mi sembrano passati anni , invece solo un paio di mesi. Se ripenso al ragazzo che conoscevo mi sembra che non sia rimasto quasi nulla, come se per tutto questo fosse stato sostituito da un’altra persona. I riccioli sono diventati più lunghi , la pelle è diventata spaventosamente pallida , il viso è scavato da enormi solchi sotto gli occhi . Sono stati gli occhi a spaventarmi di più : spenti , spaventati , impauriti.
Mi raggomitolo sulla sedia vicino al suo letto mentre la porta della stanza si apre. Matthew entra in silenzio e si avvicina alla sedia.
-Ei - mi saluta dolcemente mentre io lo guardo.
-Ei .
-Come sta? - domanda guardando il mio migliore amico nel letto.
-Jakie ha dovuto sedarlo perchè non la smetteva di muoversi , gli hanno fatto una flebo. Sto aspettando che si svegli.
-E tu come stai? - Matthew è stato poco al castello, per questo non ha potuto vedere veramente quanto fossi amica di Max e Jane, e apprezzo che sia così comprensivo in questo momento.
-Non lo so, mi sembra diverso. Non è lo stesso ragazzo che era partito per l’Italia qualche mese fa.
-Come credi sia arrivato qui ? - domanda piano. Nella sua voce intuisco che , anche se è comprensivo , non si dimentica i problemi che abbiamo .
-Non lo so - passo una mano sul viso e lo guardo sospirando - tu hai qualche idea ?
-Per quanto ne sappiano i ribelli sono in tutta Europa. L’ipotesi più probabile è che lo stato abbia espatriato tutti i turisti. Ma non so come sia arrivato qui . Lucas e Jess ci stanno lavorando.
Annuisco e torno a guardare il mio amico.
-Charlotte , potrei sembrarti insensibile e mi dispiace ma devi tornare alla sala di controllo , serve che tu approvi dei sopralluoghi - pronuncia le parole sottovoce, temendo che farlo in tono più alto possa non avere lo stesso effetto. Non smetto di guardare Max, e annuisco alzandomi dalla sedia. Matthew mi abbraccia circondandomi con il suo calore, facendomi sentire al sicuro. Mi prendo qualche istante per chiudere gli occhi e dimenticarmi momentaneamente di tutto. Mentre ritorno alla sala di controllo Matthew mi tiene la mano per tutto il tempo.

-E’ una follia !
-Non non è vero.
-Si, lo è ! E’ troppo rischioso.
Quando arriviamo Jess e Nathan stanno urlando, guardo Lucas e gli domando con lo sguardo cosa sta succedendo. Lui alza le spalle e mi raggiunge con la sedia a rotelle - Nathan ha proposto un sopralluogo che non piace a Jess.
-Posso sapere che succede ? - domando ad alta voce per farmi sentire. Jess e Nathan si guadano in cagnesco ma smettono di parlare. Raggiungo mio fratello e gli domando cos’è successo.
-Ho proposto una spedizione alle ambasciate per sapere se ci sono informazioni sui ribelli nel resto dell’Europa, ma Jess pensa sia una perdita di tempo - dice senza guardarmi.
-E’ una perdita di tempo ed è anche troppo rischioso. Metteremmo in pericolo soldati utili - dice furiosa. So che tutti si aspettano una mia risposta, ma decido di sedermi al tavolo e aspettare che i due si calmino.
-Non dici niente ? - domanda Nathan quando mi siedo.
-Mi sembra inutile parlare se siete arrabbiati - affermo sistemandomi sulla sedia - non possiamo litigare, abbiamo altro di cui occuparci - Nathan abbassa lo sguardo al mio rimprovero e si siede anche lui. Quando anche Jess si siede decido che è il caso di andare avanti - credo che spetti ai comandanti dell’esercito decidere se vale la pena mettere a disposizione soldati.
-Quindi passi la patata bollente a Matthew, non è carino ! - afferma Jess ancora furiosa.
-Non passo la patata a Matthew. Secondo me non è una brutta idea, potremmo avere informazioni nuove sui ribelli ma se lui pensa che sia troppo rischioso allora non faremo nulla - spiego facendo zittire Jess.
-Per me va bene, ma manderemo sono tre uomini , non daranno troppo nell’occhio e possono recuperare abbastanza informazioni - afferma Mathew dopo essersi consultato con Lucas. Trattengo un sorriso al pensiero che quei due stiano andando d’accordo senza volerlo, ma decido di farglielo notare dopo, quando saremo soli.
Per altre due ore passiamo in rassegna varie idee su vari sopralluoghi da fare per scoprire nuove informazioni sui ribelli. Essendo stati troppo tempo senza agire non sappiamo quando loro siano avanzati. Firmo varie carte per autorizzare tutte le spedizioni, a quanto pare la firma del comandante non serve a molto se c’è la regina. Senza andare a cena mi dirigo direttamente in infermeria a trovare Max. Lo trovo ancora a letto addormentato, mi siedo sulla sedia che ho usato prima e aspetto. 

Mi risveglio nel cuore della notte, dò un’occhiata a Max che sta ancora dormendo. Mi alzo senza fare rumore e ed esco dalla stanza. La base vista di notte sembra una città in piena estate. Sapete quando le persone vanno in vacanza e in città rimangono in pochi o nessuno, i negozi sono chiusi per ferie. Mi fermo al centro della via per assaporare la calma e il silenzio che ci sono in questo momento , di giorno una tranquillità del genere è inconcepibile. Tutti devono lavorare e hanno cose da fare, sembra che essere nella base non li distragga dal voler andare avanti nella propria vita. Probabilmente molti di loro non hanno mai visto cosa c’è al di fuori di qua. C’è un mondo, un mondo pieno di persone e opportunità che i ribelli vogliono distruggere. 

La mattina esco dalla sala comune con in mano una tazza di caffè, non avevo molta voglia di fare colazione e mi dirigo a trovare Max. Nel tragitto mi imbatto in un gruppo di persone che si sono ammucchiate, probabilmente per osservare qualcosa, mi avvicino anche io incuriosita.
Rimango sconvolta quando vedo l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere. Mi faccio largo tra la folla e lo raggiungo . Accanto a lui trovo una ragazza bionda, alta quasi quanto lui, attaccata al suo braccio come se fosse l’ultima cosa a cui aggrapparsi per sopravvivere.
-Sono perfettamente in grado di fare da solo grazie ! - il principe norvegese si allontana dai soldati che lo vogliono aiutare e avvolge il corpo della ragazza al suo fianco con fare protettivo. Quando mi vede si affretta a raggiungermi - principessa Charlotte, eccola! Finalmente l’abbiamo trovata. Dobbiamo parlare con vostro padre immediatamente.
Consapevole delle persone che ci guardano, guardo il principe e la ragazza - seguitemi se volete parlare - mi volto verso le persone radunate - voi andate, non c’è nulla da guardare.
Prima di andare via però dico ad un soldato di chiamare Matthew e Nathan.
Porto nella sala di controllo i due nuovi arrivati , stupendo Jess e Lucas quando entriamo.
-Chi sono loro ? - domanda sistemandosi subito sulla sedia.
-Sono il principe di Norvegia e ..
-Jannine mia moglie - il principe si affretta a presentare la ragazza al suo fianco.
-Eccoci perchè ci hai chiamato ? - Nathan e Matthew entrano nella sala, Matthew aggrotta subito la fronte e Nathan si avvicina al principe sorpreso.
-Noah ! - mio fratello abbraccia il principe sorprendendo tutti.
-Nathan !
Quando si allontanano dall’abbraccio mi sento in dovere di capire cosa sta succedendo , anche per gli altri - potrei sapere come mai vi conoscete cosi bene ?
-Charlotte tu hai i tuoi amici, io ho i miei - risponde solo mio fratello facendomi zittire.
-Noah questi sono Matthew, Jess e Lucas e Charlotte ma lei la conosci già - mi presenta come se fossi meno importante, credo si sia dimenticato che sono la regina ! Va bene, forse sono un po gelosa ma, come vi comportereste voi con un fratello cosi ?
-Vogliamo chiedere asilo politico a vostro padre - spiega subito Noah.
Io e Nathan ci guardiamo, ovviamente mio fratello mi guarda come per dire “ci pensi tu?” ; vorrei strangolarlo.
Dopo un profondo respiro mi avvicino a Noah - il re è morto. Io sono diventata la regina - dico con calma.
Noah rimane confuso per qualche istante , guardano me e mio fratello per capire meglio, questo però non sembra fermarlo da quello che ha in mente - quindi lo chiedo a te l’asilo politico - dice alla fine.
-Beh … - questa volta sono io che guardo Nathan per cercare aiuto.
-Certo che lo avrete - afferma lui - sedetevi qui, e dicevi come mai siete scappati.
Noah si preoccupa subito di far sedere sua moglie prima di lui, poi prende le mani della moglie riunisce le sue per dare sicurezza.
-I ribelli hanno invaso la Norvegia, prima si sono insinuati nelle campagne, poi hanno preso le città. Sono arrivati alla capitale e mio padre ha emanato uno stato d’assedio. Così l'esercito è sceso in campo ma la famiglia reale è stata spostata dal castello. Io e mia moglie non eravamo ancora sposati, così ha deciso di farlo subito, non volevo più aspettare. Poi c'è stato riferito che i ribelli avevano preso il castello reale, così siamo dovuti scappare. Abbiamo viaggiato attraverso il mare del Nord con una nave di merci,  ci siamo finti una coppia che scappava dalla guerra. Una volta arrivati in Inghilterra abbiamo cercato di arrivare al palazzo, ma ogni volta che arrivavo ad un paese questo era occupato dai ribelli.
-E come siete arrivati qui ?- domanda Lucas.
-Abbiamo seguito di carichi di merci, abbiamo pensato che così potevano portarci a qualcuno, quando siamo arrivati qui abbiamo ricercato il re. 

Di sicuro l'arrivo di un principe ha dato qualcosa di cui parlare, perché mentre Nathan spiega a Noah e a sua moglie come siamo organizzati tutti guardano solo loro.
-Sicuramente ha dato qualcosa di cui parlare - commenta Melissa sedendosi accanto a me.
-Almeno si distraggono - dico iniziando il mio pranzo.
-Allora come sta max?
-Dopo vado a controllare, ma era ancora sconvolto. Mi chiedo cosa abbia dovuto passare - rispondo rimanendo soprappensiero sull'ultima parte.
-Sicuramente qualcosa di brutto - commenta la mia amica.
Qualcosa, o meglio dire qualcuno, mi dà un bacio sulla fronte; so già chi è, Matthew, gli sorrido quando lo vedo sedersi accanto a me.
Sto per parlare quando qualcuno irrompe nella sala urlando.  Tutti si voltano vedere chi sia, Max indossa un camice bianco, inseguito da alcuni infermiere tra qui Jackie. Appena mi individua mi corre incontro, andando a scontrarsi con alcune persone sulla sua strada. Gli vado incontro per alcuni bassi, e quando ci troviamo l’uno davanti all’altra mi preoccupo per lui.
-Max… - faccio un passo verso di lui, ma il mio amico indietreggia come inorridito da me.
-Avresti dovuto dirmelo- mormora ferito.
-Cosa?- domando, cerco nei suoi occhi un inizio che mi aiuti a capirlo, ma vedo solo che il mio migliore amico non c'è più.
-Jane - dice in un sussurro facendo indietreggiare - avresti… dovevi dirmelo! - urla le parole facendo spaventare tutti.
Cerco di trattenere le emozioni, faccio un paio di respiri profondi prima di parlare - Max, andiamo a parlare in un altro posto.
-No - il suo urlo disperato mi fa male, una pugnalata al petto sarebbe sicuramente meno dolorosa.
-Max
-Jane . Dov'è Jane ? Sono qui tutti che lei?
-Max non è il posto…
-Smetti di fare così!- chiude gli occhi, si porta le mani alla testa come se fosse troppo per lui - smetti di fare la regina, smetti di fare la diplomatica per un momento e dimmi dov'è Jane ! - stizzita osservo il suo sguardo disperato , perso.
-Non lo so- dico con le lacrime agli occhi. Ammettere che la nostra amica potrebbe essere dispersa o morta è troppo per entrambi. Ma mentre io cerco di mantenere un contegno, Max non nasconde niente. Si lascia cadere in ginocchio in preda dei singhiozzi e dal dolore. Le infermiere lo aiutano ad alzarsi e lo portano via. Non oppone resistenza, è troppo distrutto distrutto dal suo dolore per pensare ad altro. 

Mi risveglio quando sento il materasso muoversi sotto il peso del corpo di Matthew . Mi giro verso di lui, due occhi azzurre mi guardano preoccupati e posso dire di conoscerlo abbastanza bene da sapere che vuole parlarmi. Attendo il silenzio che lui mi dica qualcosa ma non fa nulla.
-Dì qualcosa - sussurro .
-Possiamo farlo domani - risponde dolcemente . Dopo che Max è andato via dalla sala comune me ne sono andata anche io, la stanza era carica di troppe emozioni, di troppe persone . Sono uscita e sono andata nel mio alloggio, mi sono buttata sul letto e mi sono sfogata . Quando ti sbattono in faccia la verità fa male, ammettere che la tua migliore amica , la persona che avresti difeso a qualunque costo potrebbe essere morta è peggio di una pugnalata al petto. In confronto fa il solletico. Non c'è l'ho con Max , lui ne aveva tutto il diritto di chiedere di lei .
Il pensiero di Jane mi aveva sfiorata qualche volta, ma non ci avevo dato troppo peso . Ho pensato che poteva essersi salvata, ma vedendo quello che è successo negli ultimi giorni ... non pensavo che la situazione fosse degenerata così tanto .
Matthew mi circonda con le sue braccia, rimaniamo così fino a quando non ci addormentiamo tutti e due . 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 - Matthew ***


Lascio dormire Charlotte ancora per un po' , ieri è stata una brutta giornata per lei e il compito che ha è abbastanza duro, per cui decido di aiutarla come posso . So già che si arrabbierà per averla lasciata dormire , ma le terrò da parte la colazione . Quando esco dall'alloggio vado dritto in infermeria da Jakie per avere informazioni su Max. La scenata che ha fatto ieri era sicuramente un crollo emotivo . Quando arrivo trovo Jakie dietro un bancone che sta controllando delle cartelle .
-Ciao Jakie - la saluto facendole alzare la testa.
-Ciao , come mai qui ?
-Volevo sapere come sta Max , l'amico di Charlotte .
La faccia che assume non mi piace per niente , si sporge per prende una cartella da una pila e la controlla - ha avuto un crollo emotivo , lo abbiamo sedato per fargli delle analisi . Deve aver passato l'inferno - afferma , poi si alza e aggira il bancone avvicinandosi a me .
-Però abbiamo trovato una cosa interessante - mi pone davanti la cartella , in modo da poter vedere l'immagine che è attaccata ad un foglio.
-Cos'è ? - domando incuriosito.
-É un tatuaggio alla spalla sinistra . Lo abbiamo notato facendo gli esami.
Il simbolo che mi trovo di fronte è caratterizzato da diverse linee nere che si congiungono in una stella ad otto punte .
-Magari lo aveva già - dico non capendo dove vuole arrivare .
-É questa la cosa strana , analizzandolo attentamente abbiamo scoperto che è recente . Molto recente .
-Recente? Non penso lo abbia fatto in Italia -ragiono ad alta volte .
-Italia ?
-Si era in Italia quando il palazzo è crollato . Pensiamo che con la minaccia dei ribelli i vari stati abbiamo espatriato tutti i turisti .
-Si, ma se fosse così il tatuaggio avrebbe qualche segno. Sarebbe ridotto come il suo corpo - Jakie scuote la testa e indica ancora il tatuaggio - è come se dopo aver passato quello che ha passato avesse deciso di fare un tatuaggio . Guardalo, è troppo perfetto per avere non più di qualche giorno . Si è appena cicatrizzato .
Rifletto sulle sue parole con attenzione . Questa storia non mi piace, come non mi piace la storia dei ribelli . Non mi piacerebbe che le sue cose fossero collegate , perché favorirebbe solo un'unica teoria . Non lo dico per scaramanzia ma credo di aver ragione .
-Posso prendere la foto ?
-Si ma poi riportala - mi raccomanda Jakie .
-Grazie .

Uscendo dall'infermeria mi imbatto in Lucas , sta uscendo con Jess al suo fianco . Sorridono e ridono mentre Jess tiene aperta la porta a Lucas per farlo passare, atterro di qualche passo per nascondermi dietro un patere. Escono dall’infermeria senza essere notato ma io una cosa l’ho notata, Jess. Il modo in cui sorrideva o parlava erano sinceri, e i suoi occhi non erano così luminosi da tanto tempo. Mi avvio lentamente riflettendo su quello che ho visto. Può sembrare strano che io ci dia così tanto peso , ma mia sorella ne è uscita distrutta dalla morte di Tomas , e quello sguardo …. quello sguardo manca da allora.
Sto per salire le scale quando Charlotte arriva verso di me correndo , si è fatta una coda ai capelli rivelando il suo volto. Mi rivolge uno sguardo di fuoco mentre io mi preparo a quello che dirà.
-Non mi hai svegliato - mi rimprovera avvicinandosi.
-L’ho fatto di proposito - mi chino su di lei per baciarla - volevo che riposassi.
-Io sono riposata - dice mentre si stacca dal bacio.
-Sono andato da Jake prima - le riferisco mentre saliamo le scale appiccicati , si blocca a metà strada guardandomi preoccupata , le sfioro un braccio ma questo non fa altro che aumentare il dolore nei suoi occhi. Odio vederla così.
-Abbiamo trovato un tatuaggio sul corpo di Max, sapevi se ne aveva uno ?
-No - tutta l’energia di poco fa è sparita lasciando posto ad una ragazza distrutta dal dolore - lui odiava i tatuaggi.
La trascino fino alla sala di controllo dove troviamo Jess e Lucas ridere, smettono all’istante quando vedono Charlotte.
-E’ stato trovato questo sul corpo di Max - dico subito senza mezzi termini , pongo la foto sul tavolo in modo che tutti la possano vedere - Jakie pensa che glielo abbiano fatto da poco.
-Da poco ? - si informa Lucas.
-Si , si è appena cicatrizzato - confermo vedendolo annuire pensieroso.
-Matthew … - Jess è sbiancata mentre si allunga per guardare la foto con più attenzione , deglutisce vistosamente prima di posare il suo sguardo su di me - questo - la sua voce trema leggermente - questo simbolo io l’ho già visto. Era sul corpo dell’uomo che ha ucciso mamma e papà. 

-Magari è stato preso a caso ?
-No, è stato preso per una ragione. E questo simbolo deve essere un segno o qualcosa che contraddistingua i ribelli.
Le voci di Lucas e Nathan mi arrivano ovattate alle orecchie , fisso la foto senza sosta, chiedendomi come sia possibile non averlo notato prima. Il simbolo, i tratti, la forma, la dimensione sono identici a quello che aveva quell’uomo quel giorno. Ero piccolo ma lo ricordo bene. Quando uccidono i tuoi genitori davanti ai tuoi occhi non lo dimentichi facilmente . Non mi è sfuggito il modo in cui Lucas ha cercato di confrontare Jess, ha posato una mano sulla sua ma lei è voluta andare via. Lo farei anche io se non ci fosse in ballo una cosa tanto grande.
-Matthew - Charlotte sussurra il mio nome accanto a me , mi guarda dispiaciuta . Leggo nei suoi occhi che non ha idea di cosa fare, è buffa e dolce. La avvicino a me e la stringo forte, voglio che capisca che un abbraccio mi basta più di qualsiasi altra parola.
-Dovremmo mandare qualcuno a ..
-No - la mia voce decisa interrompe la discussione che si è creata , allontano di poco Charlotte e guardo i due ragazzi.
-Non manderemo nessuno da nessuna parte, abbiamo già approvato una spedizione non ne faremo un’altra. Lucas fa per protestare ma lo blocco - il punto è : non importa quanti soldati manderemo a ottenere informazioni, loro saranno sempre un passo avanti.
Mi blocco a riflettere e mi guardo intorno.
-C’è qualcosa che non quadra - inizia Lucas - com’è possibile sapere tanto sulla famiglia reale se i controlli per entrare a palazzo sono minuziosi ?
Non parla con Charlotte o Nathan , parla con me. Ha capito qualcosa, glielo leggo in faccia, vuole farlo capire anche a me.
-Fingendosi qualcuno.
-Si , ma se non funziona ? Qual’è il modo migliore entrare in un posto dove i controlli sono al massimo senza essere troppo notati.
-Con una situazione di caos . Con una festa, o un ricevimento . Avere tante persone che entrano fa abbassare i controlli .
-Esatto.
-Fatemi capire bene, quindi sanno così tanto su di noi perchè si sono infilati nel palazzo sfruttando una situazione di caos? - domanda Charlotte confusa.
-Facendo entrare tante persone che sai che hanno la propria scorta non ti fa controllare tutte le persone - spiega Nathan alla sorella.
-Si, ma questo vuol dire che devono aver finto di essere qualcuno .. una guardai del corpo o cose del genere - continua Charlotte.
-Si, resta solo da capire chi sono - dice Lucas annuendo soddisfatto.
-O chi erano - precisa Nathan - il palazzo è crollato, i sopravvissuti sono meno di una decina. 

Con la testa piena di teorie andiamo a pranzo, trovo Jess già seduta al tavolo. Prendo velocemente il mio vassoio lasciando Charlotte a parlare con Lucas e raggiungo mia sorella.
-Come stai ?- le domando preoccupato.
-Sto bene - si lamenta lei - ho solo avuto un momento brutto, ma sto bene.
-I due tatuaggi sono collegati - dico guardandola.
-Lo so, e so anche che c’è un motivo se hanno scelto questo Max .
-Hanno in mente qualcosa. Sospettiamo che abbiamo sfruttato un momento di caos nel palazzo per far entrare le spie - la aggiorno sui progressi fatti in sua assenza.
-Si vale come teoria. Ma resta il fatto che non abbiamo nulla di concreto, solo supposizioni.
-Che vuoi dire ? - domando confuso.
-Dico solo che questa storia dei ribelli è una teoria.
-I ribelli non sono una teoria, lo sai - la rimprovero per la stupidaggine che ha detto.
-Si, sono una minaccia. Ma sono fuori . Matthew … - si passa una mano sulla faccia sospirando frustrata - questa cosa è già grande di noi.
-C’è la possiamo fare - dico speranzoso - forse adesso non abbiamo molte informazioni ma le avremo - affermo deciso mentre lei scuote la testa.
-Quando mamma e papà sono morti i ribelli c’erano ma abbiamo vissuto senza che ci dessero fastidio.
-Jess - dico in tono ammonitore sapendo già dove vuole arrivare.
-Cosa ? Tu non la pensi cosi ?
-Tu cosa vuoi ? - le domando - vivere fuori da qui, in tranquillità, o vivere rinchiusi in quattro mura per il resto della tua esistenza. Questa non è vita Jess, è fare quello che vogliono loro.
-Si ma qui si sta bene - afferma con le lacrime agli occhi - Matthew questa cosa noi non la sappiamo gestire, non sappiamo da che parte andare, cosa fare.
-C’è la faremo, c’è l’abbiamo sempre fatta .
-Lo dici per lei. Perché sei innamorato di lei. Se non ci fosse non diresti così.
-Lei non c’entra, mi ha solo ridato la voglia di tornare la fuori, anzi di scoprire cosa c’è fuori - dico serio - se vuoi mollare fai pure, non mi offendi. Ma io resto .
-Finirà male, finirà come con Tomas - sussurra.
-Tomas ..
-Tomas è morto per questo - afferma dura - mamma e papà sono morti per questo. Tu sei quasi morto.
-Ma sono ancora qui.
-Adesso ! Ma domani? Fra un mese? Dovrai fare qualcosa che potrebbe costarti la vita. Ho già perso troppe persone che amo, Matthew non posso perdere anche te.
-Ma io sono qui Jess - la abbraccio, cosa che non facciamo mai, per dimostrale che non vado da nessuna parte. 

Seduto sulla pedana mi fisso le mani sudate, regolo il respiro affannoso dopo aver combattuto con Alex per un pò. Non sento le porte aprirsi, ne tantomeno la sedia a rotelle di Lucas entrare .
Alzo lo sguardo e lo fisso domandandomi perchè è qui. Diciamo solo che la palestra non è il posto per lui , senza offesa ma non saprebbe cosa fare.
-Jess ha paura - afferma dopo qualche minuto.
-Lo so - mi alzo e prendo un asciugamano per pulirmi la faccia piena di sudore.
-Devi capirla - dice ancora.
-Io la capisco Lucas - mi volto verso di lui - so che ha già sofferto tanto, ho sofferto anche io. Lo capire se volesse mollare, non la biasimerei.
-Matthew … - vuole dire qualcosa ma si blocca e guarda i suoi piedi immobili sulla sedia.
-Dimmi una cosa perchè non ti sei fatto vedere per tre anni ? - alza la testa di scatto, sorpreso da quelle parole.
-Perché mi vergognavo e perchè avevo paura - risponde subito. Sarà anche la verità, ma non la bevo, non del tutto.
-E … - lo incoraggio a continua ma scuote la testa alzando le spalle.
-Non ci sono molti altri motivi Matthew, ho fatto una cosa orribile ..
-Non è colpa tua, e lo sai . Tu non sei uscito perchè la ami. Non sono un idiota, so quando mia sorella è innamorata. Non ho bevuto la storia che vi eravate lasciati perchè eravate troppo diversi. E non ho amato molto Tomas per averla sposata subito, ma era felice e io volevo solo quello.
-Matthew…
-Lasciami finire. Anche tu non eri molto contento, te lo si leggeva in faccia. Ma quando sei tornato ho avuto così tanta voglia di ucciderti che dovevo fare uno sforzo enorme per non avvicinarmi a te. Ma non perchè Tomas era morto, o perché la missione è andata male. Avevi fatto soffrite Jess, e questo non lo sopportavo.
-Io …
-Tu … hai solo pensato che sarebbe stato meglio sparire, non farti vedere. Questo avrebbe aiutato tutti, avrebbe aiutato Jess. Lascia che ti dica che il grande soldato che eri una volta adesso non lo sei più. Sei solo un codardo, hai lasciato che lei soffrisse.
-Matthew se solo tu sapessi …
-Cosa! Che la ami! Lo so benissimo quello che provi per lei ! - sgrana gli occhi per quello che ho detto e abbassa la testa colpevole.
-Lei non prova più lo stesso per me - dice solo. Con la sedia a rotelle si gira e si avvicina alla porta. Non lo raggiungo, lascio che se ne vada da solo.
Sono stato uno stronzo, lo so. Ma almeno mi sono sfogato, volevo così tanto tempo dirgli quelle cose che adesso che l’ho fatto quasi mi sento in colpa. Sa tutto quello che gli ho detto, ma sentirsele dire fa ancora più male che saperle. 

Quando rientro nell'alloggio Charlotte è già a letto. Mi tolgo la maglietta e i pantaloni e mi infilo con lei. Appena mi sente reagisce all'istante mettendomi le braccia al collo e attirandomi verso il suo corpo.
-Sei arrivato tardi - bofonchia mezza assonnata .
-Lo so - le bacio i capelli e la stingo a mia volta - ho parlato con Lucas .
-Bene - la su voce è soffocata dal mio petto .
-In realtà non è andata tanto bene - commento ottenendo qualche reazione da parte sua .
-Come ? - alza la testa di scatto e mi fissa .
-Beh ... è preoccupato per Jess, a pranzo mi ha detto che ha paura di perdermi, e che questa situazione è più grande di noi .
-Matthew - Charlotte si mette a sedere con voce lamentosa .
-Ce la faremo - dico in mia difesa mentre lei mi fissa - anche tu la pensi come lei ? - la osservo bene .
-No, ma - sospira e scuote la testa - non è che abbiamo molto dalla nostra parte. Siamo piuttosto indietro rispetto ai ribelli .
-Si, ma possiamo farcela Charlotte. Possiamo vincere - dopo un attimo di pausa mentre mi metto a sedere come lei continuo - io voglio poter uscire da qui, vivere fuori, senza problemi. Tu hai vissuto tutta la vita lì, qui dentro non di senti oppressa ?
-Io mi sto abituando a vivere qui .
-Ma non possiamo rimanere qui in eterno - ribatto - possiamo vincere.
-Come ? Non abbiamo niente - ripete lei .
Ha ragione, ma io sono sicuro che c'è la possiamo fare .
-Troveremo un modo - affermo quando ritrovo le parole.
Ci rimettiamo a letto senza dire niente di più, lei si riaccoccola contro di me e io non smetto di pensare ai ribelli. C'è un modo per sconfiggerli, ne sono sicuro, dobbiamo solo trovarlo. 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 - Matthew ***


Al mio risveglio trovo il letto vuoto, Charlotte è già andata via. Mi vesto e vado nella sala comune a prendere un caffè per svegliarmi completamente. Mi incrocio con Noah, il principe norvegese che è arrivato l’altro giorno.
-Come ti trovi qui? - domando prendendo una tazza.
-Bene, presto ci assegneranno un lavoro. Mia moglie è un pò preoccupata ma sono sicuro che se la caverà egregiamente. Prima di sposarmi faceva la cuoca in un ristorante.
Incuriosito dalle sue parole gli chiedo come si sono conosciuti. Dice di aver assaggiato la sua cucina una volta ed esserne rimasto colpito tanto da volerla a palazzo, quando si è presentata ha scoperto che era una donna, da quel momento ha sempre fatto in modo di vederla una volta al giorno .
-Se è davvero brava come dici le farò conoscere Annie, è un’amica che lavora nelle cucine .
-Sarebbe fantastico, la aiuterebbe molto.
Ci avviamo ad un tavolo e continuiamo a parlare. Finora di principi conosco solo Nathan, con cui vado d’accordo e Jeampierre, il principe francese che ha aggredito Charlotte. Non posso dire di aver molta esperienza con i reali. Noah sembra abbastanza simpatico, non è affatto come lo aveva descritto Charlotte. Evidentemente ha cambiato carattere da quando ha conosciuto sua moglie.
-Quindi avresti preso il posto di tuo padre fra qualche mese ? - chiedo per confermare quello che ha detto.
-Si - annuisce bevendo del succo - avrebbe abdicato in mio favore.
Potrebbe tornarci utile, è addestrato da un re, sa comandare un esercito. Lo porto con me, dopo la colazione, mente gli espongo la mia idea.
-Le tue capacità e conoscenze possono tornarci utili in tempi come questi - lo vedo annuire e riflettere bene - è comprensibile che tu voglia ricominciare, lo capirei se non volessi accettare.
-Non ci penso nemmeno, i ribelli mi hanno distrutto il regno. Voglio mandarli via tanto quanto lo vuoi tu - afferma deciso, un lampo negli occhi mi dice che non cederà facilmente. Sto cominciando a creare una cerchia di persone fidate, con cui possiamo sconfiggere i ribelli. Forse le ragazze non vedono ancora bene questa possibilità, ma io si. I ribelli ci hanno distrutto la libertà , la vita . E’ nostro diritto lottare per riottenerle.

 

Lascio che Noah prenda confidenza con gli altri ragazzi e che lo conoscano mentre io cerco Charlotte. Mi blocco appena vedo qualcosa che non mi piace, e non mi riferisco alla mia ragazza.  
Mio nonno sta parlando con Lucas, li raggiungo subito per porre fine alla scena.
-Nonno - alza la testa e mi guarda con i suoi occhi grigi pieni di sicurezza e superiorità .
-Matthew che sorpresa - non mi faccio abbindolare dalle sue parole e lo fisso contrariato - stavo parlando con Lucas per sapere come sta andando con i ribelli.
-Si, certo - scocco un’occhiata a Lucas e torno a fissare mio nonno - non sono più affari tuoi comunque.
-Non posso fare a meno di interessarmi alla base - la sua sicurezza non vacilla nemmeno quando gli ricordo che non è più il comandante, per volere della mia ragazza, cosa che non gli è piaciuta affatto - comunque sono costretto ad andarmene al mio nuovo lavoro, Matthew mi dispiace non avere molto tempo per parlare ma non posso fare ritardi, probabilmente la tua ragazza potrebbe esiliarmi.
Stringo le mani talmente forte da farmi male, quando si allontana abbastanza da poter riprendere a respirare normalmente mi rivolgo a Lucas.
-Cosa voleva ?
-Voleva sapere se avevamo fatto progressi - risponde con riluttanza.
-Spero che tu non abbia detto niente - stringo i denti per la rabbia. Possibile che mio nonno non sappia fare quello che gli dicano.
-Niente che debba sapere, comunque non dovresti preoccuparti anche se mi odi non spiffero ai quattro venti quello che facciamo - mette le mani sulle ruote e inizia a muoverle per andarsene.
-Non ti odio - dico seguendolo di qualche passo.
-Non è quello che hai detto ieri sera - risponde subito.
-Lo so, mi dispiace ma … io ..
-Perché non ammetti a te stesso che ti da fastidio vedermi con lei - si blocca all’improvviso lasciandomi senza parole .
-No, io ...
-Matthew è comprensibile che tu voglia proteggere tua sorella e la tua ragazza, ma sono capaci di capire da sole se fidarsi o meno di me .
Una doccia fredda sarebbe molto meno dolorosa ve lo assicuro, il fatto che Lucas abbia capito alcune delle mie preoccupazioni fa capire quanto non sia cambiato, è sempre stato bravo a capire le persone.
Rimango immobile dopo le sue parole, sapendo che ha ragione .
-Ora non parli più ? - mi domanda Lucas guardandomi negli occhi .
-Mi dispiace - riesco solo a dire. Ed è vero, sono stato uno stronzo, e mi sono meritato quello che mi ha detto .
-Ascolta Matthew io non voglio litigare con te, una volta andavamo d'accordo. Dobbiamo risolvere i nostri problemi, per il nostro bene ma anche per quello di Jess e Charlotte .
Mi sento un po' come un bambino che è stato sgridato, con il genitore che lo guarda dall'alto e gli dice che non può più fare quello che vuole. Prima della missione di Lucas l'ho sempre stimato, era un ottimo soldato e anche adesso so che le sue qualità non sono peggiorate. Ci ha aiutato quando pensavo di sapere cosa fare. Mio nonno mi direbbe che non sono ancora pronto e che non merito la mia posizione.
-Hai ragione - lo assecondo - è solo che dopo quello che è successo con Tomas …. io ho paura che possa soffrire ancora - spiego con calma.
-E’ comprensibile - afferma facendo un mezzo sorriso - ma se sono riuscito ad essere qui è anche perchè lei mi è mancata. Se pensi che la farei soffrire ancora … beh ti sbagli di grosso.
Annuisco compito dal tono sicuro che ha usato. Sono anni che lo conosco, eppure una sicurezza tale nei suoi occhi non l’ho mai vista. Comincio a pensare di essere un idiota ad aver pensato che fosse una minaccia.
-Credo di doverti delle scuse - sentir uscire quelle parole della mia bocca ha stupito anche me, non solo lui.
-Beh le accetto volentieri, spero che adesso potremo andare d’accordo - afferma sorridente.
-Certo !

 

Non pensavo che lo avrei mai detto, ma chiarire le cose con Lucas ha decisamente migliorato il mio umore e tolto un enorme peso dal petto che non sapevo di avere. Quando mi incammino a cercare la mia ragazza la vedo che sale verso le cucine con Annie, stanno parlando fitto fitto così decido di non interromperle. Devio il mio percorso andando verso la palestra, percorro i corridoi tranquillamente fino a quando non mi imbatto in mio nonno.
-Matthew - comincia lui fingendosi sorpreso - continuiamo a incontrarci oggi .
-Si, certo - lo osservo bene - non devi essere al tuo nuovo lavoro? - domando trattenendomi.
Mio nonno sorride divertito - certo - mi oltrepassa, ma proprio quando penso che sia tutto finito lui ricomincia.
-Sai, prima quando ho parlato con Lucas, ho avuto la sensazione che non volesse dirmi nulla. Gli hai detto di non dire niente vero? Lo hai detto a tutti - dice fingendosi divertito, dico fingendosi perchè lo conosco perfettamente, e so che in questo momento vuole solo ottenere informazioni, vuole sapere se stiamo fallendo come spera lui.
-Non c’è bisogno che dica nulla, sanno che quello che succede nel consiglio rimane nel consiglio - cerco di stare tranquillo e di non far salire la rabbia.
-Si, ho anche saputo che hai sciolto il consiglio.
-Non l’ho sciolto io, la regina ha ritenuto opportuno formarne uno nuovo - le mie parole suonano molto diplomatiche ma sto trattenendo la rabbia quindi sono scusato.
-Certo, la tua ragazza - in un attimo di silenzio penso si stia preparando per dire qualcosa su Charlotte, sapendo benissimo che non la ritiene in grado di comandare, ma mi stupisco quando nomina Lucas - ti fidi di lui ?
-Certo - rispondo un pò lentamente preso alla sprovvista ma non mento.
-Dove pensi sia stato in tre anni?
-Sicuramente non a farsi un giro, con una sedia a rotelle non si può andare molto lontano fuori da qui - cerco di difenderlo in tutti i modi, consapevole che vuole insinuare qualcosa.
-Non voglio insinuare niente Matthew non preoccuparti, è solo che non mi fido di quel ragazzo ecco tutto. Devo ricordarti quello che è successo l’ultima volta?
Lui dice di non preoccuparmi, io mi preoccupo. Lui non si fida, io mi fido. Lui vuole ricordarmi cosa è successo, io non ne ho bisogno. Ho lei idee molto chiare su quello che penso di Lucas, e non permetterò che mio nonno cerchi di cambiarlo.
-Io non ho bisogno di ricordare niente, so perfettamente quello che ha fatto e quello che sa fare.
-Preferisci le sue capacità alla sua lealtà ?
-No, io so che posso fidarmi. Non avrei mai permesso che diventasse amico di Charlotte, o che si avvicinasse tanto a Jess se non mi fidassi di lui - non mi rendo conto di quanto mi sono avvicinato. Mio nonno non smette di fissarmi e annuisce riflettendo sulle mie parole.
-Forse lei oscura le tue idee non torvi? Se non sbaglio l’ultima volta che ho controllato volevi uccidere quel ragazzo - afferma lentamente.
-No - la mia voce è lenta e dura, per fargli capire che non accetto suggerimenti - sono perfettamente in grado di pensare con la mia testa. Adesso vai a fare il tuo lavoro. 

 

-Matthew stai bene? - la voce di Judie mi arriva dritta alle orecchie mentre sferro un altro colpo al sacco di sabbia appeso per allenarsi. Aspetto che torni verso di me, mentre io mi preparo.
-Che succede? - domanda Alex avvicinandosi a Judie.
-Non lo so, è arrivato qui, si è messo a fare calci a quel sacco. Mi fa un pò paura - risponde le preoccupata. Seguono attimi di silenzio in cui si sentono solo i miei calci al sacco di sabbia, fino a quando non torna più indietro. Alex lo ha bloccato e ora mi fissa.
-Amico perché prendi a calci un sacco?
-Perché una persona non può prendere a calci un sacco? - domando io col respiro affannoso.
-Perché generalmente tu combatti con qualcuno - afferma semplicemente lui.
-Non volevo disturbarvi - provo a riprendere il sacco ma lui mi blocca.
-Ascolta, ci conosciamo da tanti anni, non puoi fare prima a dirmi che hai?
Mi allontano da lui e sospiro pesantemente - mio nonno pensa che Lucas nasconda qualcosa, e pensa che stiamo andando dalla parte sbagliata.
-Lo ha detto lui?
-No, ma lo ha lasciato intendere .
-E questo non ti piace? - domanda il mio amico.
-No, non è capace a farsi i fatti suoi. Adesso sono solo problemi nostri su come comandiamo la base, non suoi - la voce mi esce più alta di come dovrebbe. Questo aiuta a far capire ad Alex la gravità della situazione. Gli leggo negli occhi quante domande vorrebbe farmi, ma non lo fa e si avvia alla pedana.
-Forza muoviti devi sfogarti. 

 

Due giorni dopo a cena ho finalmente superato la conversazione con mio nonno, dopo essermi sfogato con Alex ne ho parlato con Charlotte e Jess. Mi hanno ascoltato pazienti e mi hanno chiesto cosa ne pensavo. Mi sono ritrovato a difendere Lucas, cosa che a loro ha fatto molto piacere. Questo mi ha fatto guadagnare punti con la mia ragazza, anche se non ne avevo bisogno.
-E’ una mia impressione o il cibo è decisamente migliore da qualche giorno ? - chiede Jake a nessuno in particolare.
-Non è una tua impressione - risponde Annie - Marshia , la principessa norvegese era una cuoca. Ci ha insegnato nuovissime ricette - dice su di giri. Marshia ha decisamente fatto colpo su Annie, il che vuol dire che la sua permanenza qui è assicurata.
Mi fermo ad osservare Charlotte mentre mangia, la mia ragazza sembra sempre più bella anche semplicemente con una coda di cavallo. A palazzo la sua bellezza risaltava dai vestiti che indossava, ma qui i vestiti sono più semplici e questo non ha diminuito nulla.
-Mi fissi - sussurra avvicinandosi a me sorridente.
-Lo so, è vietato ?- dico di rimando vedendola arrossire.
-No… mi piace - la bacio dolcemente, ma sono costretto a fermarmi a causa di uno scappellotto da parte di Nathan. Lo fisso confuso.
-Va bene che stai con lei ma non sbianderarmelo in faccia per favore .
-Non ascoltarlo - dice invece sua sorella, tirandomi più vicino a lei per continuare il bacio. É quello che sto per fare se un soldato non si fosse posizionato silenziosamente da parte a me. Lo guardo per invitarlo a dirmi come mai mi distrae dalla mia ragazza.
-C’è una visita per la regina - afferma .
Sospiro mentre Charlotte mi guarda confusa. Lo sarei anche io se avessi potuto baciarla, è una cosa un pò egoista ma non posso mai farlo tranquillamente.
-Di chi si tratta ? - domando alzandomi.
-Non lo vogliono dire, dico che hanno l’ordine di parlare con la regina - il soldato mi fissa in attesa di una risposta e poi precisa - solo con la regina.
Mi metto subito in allerta, lancio uno sguardo ai ragazzi al tavolo che drizzano le orecchie anche loro.
-Falli entrare qui - dico prendendolo per un braccio - non dirgli dove li portate e fate mettere due soldati armati alle porte - sussurro in modo che nessuno possa sentire.
Il soldato annuisce e si allontana velocemente, io mi volto verso Charlotte che si alza confusa.
-Che succede ?
-Delle persone vogliono parlarti, il che non mi stupirebbe ma vogliono farlo da soli con te, cosa che non voglio.
-E quindi?
-Quindi lo faranno qui davanti a tutti - affermo serio - stai tranquilla, se non vogliono problemi diranno quello che devono dire e se ne andranno.
Annuisce poco convinta ma sospira per calmarsi per farsi forza. Guardo verso Alex e lo mando a prendere delle armi ma di non farsi notare, non voglio che le persone si allarmino per niente. Sento  sulla schiena lo sguardo severo di mio nonno che giudica ogni mio movimento, ma non ho tempo per quello adesso.
Jake e Nathan si alzano in fretta ma costringo a far risedere solo Nathan che protesta.
-Devo essere lucido per tenere la situazione sotto controllo, e due principi sotto tiro non mi aiutano - gli intimo.
Mentre spetto mi guardo intorno, le persone sono ai loro tavoli, ignare ancora per poco di quello che sta succedendo.
-Matthew stai attento - sento dire da Jess, le rivolgo un sorriso per tranquillizzarla ma non funziona. 

 

Due dei nostri arrivano seguiti da alcuni soldati, indossano uniformi uguali completamente nere con alcuni inserti di un grigio chiaro. Le armi sui loro fianchi sono delle semplici pistole per quanto guarda i primi due, ma quelli dietro hanno in mano dei mitra, anche se non sembrano voler sparare. Due dei nostri si posizionano ai lati delle porte come avevo detto, una volta arrivati davanti a Charlotte i nostri si posizionano ai lati degli ospiti lasciando che siano faccia a faccia con la mia ragazza.
Io e Jake ci posizioniamo a lato della regina, rimanendo un passo indietro ma pronti per intervenire. Con la cosa dell’occhio intravedo Alex con della armi in mano che mi fa cenno di essere pronto con le armi. Charlotte respira profondamente mentre assume un’aria seria e controllata.
Uno dei soldati che sono arrivati va un passo avanti, mettendo subito in allerta tutti. Lui scocca un’occhiata a me e Jake che lo fissiamo a sua volta ma ci ignora e si avvicina ancora di più a Charlotte che non fa una piega.
-Vostra maestà, su ordine nel nuovo re di Francia le consegnamo l’invito di partecipazione al gala che ha organizzato - comincia l’uomo.
-Gala? - domanda Charlotte afferrando con riluttanza la busta che l’uomo le porge.
-Si, maestà. Il re di Francia ci tiene a farle sapere che la sua partecipazione sarebbe molto gradita. Inoltre verrà annunciato il fidanzamento del re .
Detto questo l’uomo torna tra gli altri e si avviano verso la porta in religioso silenzio. Mentre i nostri soldati li seguono per sicurezza, tutti osservano Charlotte che fissa la busta con la paura negli occhi. 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


-E’ una mia impressione o il cibo è decisamente migliore da qualche giorno ? - chiede Jake a nessuno in particolare.
-Non è una tua impressione - risponde Annie - Marshia, la principessa norvegese era una cuoca. Ci ha insegnato nuovissime ricette - dice su di giri. Annie mi ha detto che è molto felice di avere in cucina Marshia, ha risollevato il molare stimolando anche ai cuochi a sperimentare qualcosa di nuovo.
Sento lo sguardo di qualcuno su di me mentre mangio, non c’è bisogno che mi preoccupi perchè so che è quello di Matthew.
-Mi fissi - sussurro avvicinandomi a lui con un sorriso.
-Lo so, è vietato ? - dice di dimando e facendomi arrossire.
-No… mi piace - rispondo timidamente mentre mi bacia con dolcezza, è costretto a fermarsi a causa di uno scappellotto da parte di Nathan. Si volta per guardarlo confuso.
-Va bene che stai con lei ma non sbianderarmelo in faccia per favore .
-Non ascoltarlo - dico riportando la sua attenzione su di me, lo tiro più vicino per continuare il bacio. E lo continueremmo se un soldato non si fosse posizionato silenziosamente da parte a Matthew. Lo guarda per invitarlo a parlare.
-C’è una visita per la regina - afferma .
Lo vedo sospirare, non so bene perchè, mentre io mi metto subito in allerta. Chi può essere? E come fanno a sapere dove sono?
-Di chi si tratta ? - domanda alzandosi.
-Non lo vogliono dire, dico che hanno l’ordine di parlare con la regina - il soldato fissa Matthew in attesa di una risposta e poi precisa - solo con la regina.
Tutto il tavolo di mette in allerta, e io mi preoccupo ancora di più. Lancio uno sguardo a mio fratello che alza le spalle e scuote la testa.
-Falli entrare qui - dice prendendolo per un braccio, poi lo avvicina per dirgli qualcosa , ma non lo sento perchè parla troppo piano.  
Il soldato annuisce e si allontana velocemente, mentre il mio ragazzo mi guardo io mi alzo confusa e preoccupata .
-Che succede? - domando con la voce tremante.
-Delle persone vogliono parlarti, il che non mi stupirebbe ma vogliono farlo da soli con te, cosa che non voglio - il suo sguardo è determinato e preoccupato allo stesso tempo, ma dal suo tono so che posso stare tranquilla, non permetterà che mi succeda niente.
-E quindi?
-Quindi lo faranno qui davanti a tutti - afferma serio - stai tranquilla, se non vogliono problemi diranno quello che devono dire e se ne andranno.
Annuisco poco convinta e sospiro per calmarmi per farmi forza, non posso permettermi di sembrare debole. Devo fare la regina.
Guarda verso Alex e lo manda a prendere delle armi. Jake e Nathan si alzano in fretta ma li costringe a far risedere solo Nathan che protesta. Si avvina per dirgli qualcosa che non capisco, mentre io mi volto verso il tavolo dove le ragazze mi fissano preoccupate.
-Stai tranquilla - Annie mi prende una mano per rassicurarmi e io le la ringrazio col sorriso, perchè non ho proprio la forza per parlare adesso. Mentre spetto mi guardo intorno, le persone sono ai loro tavoli, ignare ancora per poco di quello che sta succedendo.
-Matthew stai attento - sento dire da Jess, Matthew cerca di rassicurarla ma non funziona. 

 

Due dei nostri arrivano seguiti da alcuni soldati, indossano uniformi uguali completamente nere con alcuni inserti di un grigio chiaro. Le armi sui loro fianchi sono delle semplici pistole per quanto guarda i primi due, ma quelli dietro hanno in mano dei mitra, anche se non sembrano voler sparare. Due dei nostri si posizionano ai lati delle porte come avevo detto, una volta arrivati davanti, i nostri si posizionano ai lati degli ospiti lasciando che siano faccia a faccia con me.
Matthew e Jake si posizionano accanto a me ,rimanendo un passo indietro ma pronti per intervenire. Respira profondamente e assumo un’aria seria e controllata.
Uno dei soldati che sono arrivati va un passo avanti, mettendo subito in allerta tutti. Lui scocca un’occhiata a Matthew e Jake che lo fissano a sua volta ma li ignora e si avvicina ancora di più a me, mentre mi costringo a rimanere calma.
-Vostra maestà, su ordine nel nuovo re di Francia le consegnamo l’invito di partecipazione al gala che ha organizzato - comincia l’uomo.
-Gala? - domando afferrando con riluttanza la busta che l’uomo mi porge.
-Si, maestà. Il re di Francia ci tiene a farle sapere che la sua partecipazione sarebbe molto gradita. Inoltre verrà annunciato il fidanzamento del re .
Detto questo l’uomo torna tra gli altri e si avviano verso la porta in religioso silenzio. Mentre i nostri soldati li seguono per sicurezza, tutti mi osservano, e io fisso la busta con la paura negli occhi e il panico che cresce dentro di me. 

 

Rigiro la busta tra le mani, la poso sul letto, la riprendo in mano e la riposo sul letto. E’ un circolo vizioso, non riesco a smettere. Proprio quando penso di essere pronta a leggerla, cambio idea.
Sento la porta dell’alloggio aprirsi, sento che Matthew è entrato. Sono rinchiusa qui da due ore, è comprensibili che sia venuto a vedere come sto. Sento le sue mani circondarmi la vita, posarmi un bacio sui capelli.
-Non l’hai ancora aperta - osserva guardando la busta sul letto.
-Si, non ho ancora avuto il coraggio - rispondo appoggiando la testa alla sua. Si allontana da me e raggiunge il letto, prende la busta e la osserva.
-Dovresti aprirla - afferma osservandomi.
-Lo so - lo raggiungo e mi siedo accanto a lui - ma …
Non finisco la frase perchè Matthew apre la busta e la legge ad alta voce per farla sentire anche a me. 

Vostra maestà, regina sovrana del regno d’Inghilterra, è ufficialmente invitata al gran gala organizzato dal giovane re del regno di Francia, Jeampierre D’ondrantes. 
Sarebbe un onore, avere la vostra persona presente per l’occasione. 
La informiamo inoltre, che durante la cerimonia il nuovo sovrano del regno presenterà in pubblico la futura regina. 
Cordiali saluti re del regno di Francia, Jeampierre D’ondrantes

Mi si gela il sangue al suono di quelle parole. Matthew mi guarda preoccupato dalla mia reazione, ma io non dico nulla. Mi volto a fissare il vuoto, sperando di perdermi dentro tanto da non poterne più uscire.
Solo quando Matthew mi scuote ritorno alla realtà.
-Charlotte - sussurra dolcemente.
Mi abbandono al suo abbraccio, lasciandomi cullare dal calore del suo corpo, dalle sue braccia che mi circondano e mi tengono stretta come se non volessero più lasciare andare. 

 

Manca circa una settimana dal gala del re di Francia. Tutti sono convinti che io non voglia partecipare. Mi trattano come se fossi di cristallo, avendo paura che possa rompermi da un momento all’altro. Smettono di parlare del gala quando arrivo, non toccano l’argomento in mia presenza.
Al tavolo tutti cercano argomenti il più distanti possibile dal problema che abbiamo. Jake sta parlando di come sia difficile combattere con un Alex arrabbiato quando stufa sbatto la forchetta sul vassoio attirando l’attenzione di tutti.
-Che c’è ? - Matthew si affretta ad avvicinarsi di più, mi posa una mano sulla schiena e inizia a creare dei piccoli cerchi per tranquillizzarmi.
-Voglio andare - sbotto irritata.
-Andare dove ? - finge di non aver capito, ma sa perfettamente di cosa sto parlando .
-Al gala - mi fissa, e quando non ottengo nessuna risposta continuo - voglio andare a quel ricevimento, che voi lo vigliare oppure no.
Matthew annuisce lentamente e si scosta da me, cosa che mi provoca una fitta al petto, che succede ?
-Ne sei sicura ? - domanda improvvisamente serio.
-Si
Improvvisamente i ragazzi iniziano a parlare fra di loro, chi era sicuro che io volessi andare, chi non era affatto convinto.
-Te l’ho detto - lo rimprovera mio fratello - conosco mia sorella.
-Lo so, lo so - Matthew liquida tutto con una mano e afferra la mia  - ho capito, ho capito. 

 

Quello che viene è tutto un susseguirsi di programmi su programmi. Jess è andata su tutte le furie quando ha parlato con Lucas.
-Ha detto che era sicura e che abbiamo spettato troppo per organizzarci, e poi ha fatto un commento poco carino su Matthew - mi ha detto il mio amico mentre lo incrociavo nella via principale.
Matthew continua a farmi ripassare tutte le armi che abbiamo a disposizione, come usare  come difendermi.
-Non voglio tralasciare nulla al caso - afferma quando gli chiedo il motivo di tanta preoccupazione - andiamo in un territorio nemico.
A quanto ne so, se non è cambiato nulla , con una navicella verremo portati nei pressi del palazzo di Francia, a Parigi. Successivamente verremo portati al castello per partecipare al gala. Saremo io e Matthew a partecipare alla serata con Judie che sarà la mia cameriera personale e Jake che sarà un’altra guardia del corpo oltre a Matthew. Alex ha protestato quando Matthew ha detto che sarebbe venuta lei al suo posto. Alex, però, deve prendere il posto di Matthew, come Nathan deve prendere il mio posto. Tutta la missione, come la chiama Matthew, dovrebbe durare un paio di giorni. Arrivare, partecipare, andare via. Questo è il piano che ha stabilito Lucas insieme agli altri.
Jess mi ha costretto a proteggere Matthew, come se non ci avessi già pensato. Sono sicura, anzi certa, che Nathan abbia fatto la stessa cosa con il mio ragazzo.
Annie e Melissa hanno solo dovuto annuire e assecondare le scelte fatte, come se avessero alternative. Annie però ha chiesto a Judie di postare a casa Jake intero. 

 

Vi chiederete come io abbia avuto la malsana idea di accettare un invito da parte di un ragazzo, che odio, e che mi ha importunato. Ecco adesso vi do la risposta, tutti inizia con me, che dopo che Matthew ha aperto la busta a l’ha letta, sono andata dal mio migliore amico. Max era disteso sul letto, respirava profondamente fino a quando non ha aperto gli occhi e mi ha salutato come se niente fosse.
-Tu diventi quasi pazzo e mi dici ciao ? - il aggredisco furiosa, ma poi passa tutto quando incontro i suoi occhi. Quelli che mi parlavano da uno schermo e che fissavano me e Jane durante le nostre liti.
-Mi sei mancato - gli dico mentre lo abbraccio.
-Calma, calma ragazza - dice sussultando mentre mi allontano da lui - sono ancora ridotto male, l’infermiera carina ha detto di avermi visto molto male, ma che sto migliorando.
-L’infermiera carina è Jakie , ed è amica di Matthew.
-Accidenti e io che volevo provarci - si finge deluso mentre io rido, il suo sarcasmo non è cambiato, è il mio amico. Gli racconto quello che si è perso, quello che è successo e che Jane non ho idea di quello che sia successo a Jane.
-Supponiamo che sia morta - afferma dopo un pò - così non rimarremo delusi.
-Gia - lo assecondo sedendomi sulla sedia accanto al letto.
-Mi hanno detto che sono stato uno stronzo.
-Non sei stato stronzo …
-Ti ho ferito, mi stupisce che tu mi parli ancora - osserva le coperte per un pò, poi torna a guardarmi - che hai intenzione di fare ?
-Non lo so ancora - dico riferendomi al gala, ovviamente ho dovuto aggiornarlo anche su quello che si è perso a palazzo ( Matthew, Jeampierre e tutto il resto ), fino ad arrivare a Lucas e la busta del re francese.
-Mhmm .. vuoi davvero andare al gala di uno che ti ha quasi molestato ?
-Non mi ha molestato, mi ha solo importunato - preciso irritata, non mi piace ricordare quei momenti.
-Come ti pare, comunque come ha detto che ti hanno invitato ?
-Sono arrivati dei soldati - così gli rispiego tutto nei dettagli, descrivendo per filo e per segno quello che è successo. Sembra quasi di ricordare i vecchi momenti, solo che prima parlava Jane e io e Max ascoltavamo.
-Mhmm non mi sembrano nuovi dei soldati così.
Inutile dire che ho riferito tutto a Matthew, il fatto che a lui sembrasse familiare qualcosa ha fatto scattare un campanello d’allarme. Il mio ragazzo ha chiesto conferma a Max, sperando che si sbagliasse. Alla fine, siamo usciti dall’infermeria, consapevoli che i soldati che abbiamo visto, e i ribelli che hanno torturato Max: probabilmente sono le stesse persone.
Ed eccoci qui che arriviamo alla conclusione del discorso, tutti sono preoccupati che le nostre supposizioni siano vere. Lucas ha insinuato anche che il re di Francia sia in contatto con i ribelli, ma questo non spiegherebbe come mai sanno così tanto su di me.
Ci sono tante domande che mi frullano nella testa , tante domande a cui ovviamente noi non riusciamo a dare risposta. 

 

La sera prima di andare al mio alloggio, passo da Melissa e la trascino in sartoria. Tutti i vesti raccolti al palazzo sono stati quasi tutti riutilizzati , alcune trame e magliette le rivedo in giro ogni tanto. Dimostrazione che ne avevo davvero troppi. Alcuni, i più semplici li ho tenuti ma per il resto, ho pensato che altri li avrebbero usati meglio di me. Nathan però ha voluto tenere tutti gli abiti più preziosi, forse perchè molti erano fatti da Melissa.
-Charlotte perchè siamo qui ? - entro in sartoria, dove ci sono ancora alcune ragazze che ci guardano stranite. Avvicino Melissa dove hanno messo i vestiti e apro l’armadio di metallo e ne estraggo l’abito che voglio indossare. Sul volto di Melissa compare il ricordo delle ore passare a crearlo. Lo accarezza con delicatezza e mi guarda - vuoi davvero indossare questo ?
Ci sarebbero molti motivi per cui non vorrei indossarlo ancora, eppure non mi immaginerei con nessun altro abito.
-Voglio questo, risistemalo, cambialo, tagliato. Fai quello che credi ma voglio indossare questo.
La determinazione nei miei occhi viene percepita da Melissa e trasferita ai suoi, sorride e lo prende per posarlo sul grande tavolo che si trova vicino a noi.
La lascio tagliare e cucine dopo aver arruolato anche un paio di sarte. Sorrido sapendo che tirerà fuori un magnifico lavoro. 

 

Prima di entrare nel padiglione del mio alloggio incontro il nonno di Matthew e Jess, l’ex comandante della base. Sembra sorpreso di vedermi, anche se non lo penso davvero, e mi raggiunge.
-Vostra maestà - inizia con finto interesse .
-Salve - lo saluto un po' riluttante mentre mi guardò in torno .
-Ho visto il soldato che sono arrivati oggi - dice senza giri di parole - sa già cosa fare?
-No, ne parleremo al consiglio - affermo, teoricamente hanno affidato a me il compito di di decidere, ma non lo dico a lui - comunque mi scusi adesso devo andare .
Faccio per superarlo ma mi blocca appena apre bocca, per parlare ancora. Non è il fatto che ha parlato ancora, ma quello che ha detto .
-Sono sicuro che dopo che Matthew ti ha parlato della sua vecchia missione adesso il vostro rapporto sia migliorato - afferma consapevole delle sue parole .
-Quale missione? - lo guardo per cercare traccia di falsità, ma non trovo nulla, solo una sfacciata sicurezza .
-Allora non lo ha fatto? Mi aspettavo un comportamento migliore da parte sua - rimprovera il nipote, ma quando vede che non reagisco continua a parlare .
-La missione per recuperare le carte di vostro padre. È stato deciso di mandare Matthew, era il più qualificato. Inoltre serviva un modo per entrare a palazzo, e quale modo migliore se non con la principessa di palazzo. La storia della guardia del corpo è stata una vera fortuna, ha resto la missione ancora più reale. Certo è stato un po' un rischio, ma cosa non si fa in guerra.
La terra sembra allontanarsi dai miei piedi, il respiro si fa più rapido, oppure si ferma non ne sono sicura .
-Qualcosa mi dice che non lo sapeva vero? - si finge dispiaciuto per qualche secondo, poi cerca di nascondere un sorrido di vittoria. Mi allontano lentamente da lui, con la voglia solo di scappare lontano da qui, il più lontano possibile .
Invece, salgo le scale, attraverso i corridoi fini al mio alloggio. All'alloggio di Matthew. Entro con le lacrime che mi offuscano la vista e la paura che le parole di suo nonno siano vere.
Quando chiudo la porta il mio ragazzo mi raggiunge e mi avvolge tra le sue braccia.
-Non arrivavi più - afferma baciandomi il collo. Generalmente mi scioglierei sotto il suo tocco, ma non adesso. Mi rigiro tra le sue braccia e mi allontano bruscamente da lui.
-Tuo nonno mi ha detto che quando sei venuto a palazzo in realtà volevi avvicinarmi solo per avere le carte - la mia voce si spezza qualche volta. Avevo la consapevolezza che la missione di Matthew non fosse quella di salvarmi, ma sapere il reale motivo fa male, tanto male .
-Charlotte - Matthew cerca di avvicinarsi ma io indietreggio. Non voglio toccarlo adesso .
-No ... non avvicinarti . Perché? Era solo una scusa, una stupida scusa per avete le carte di mio padre. Perché sei ancora qui? Perché? Adesso le hai puoi andare da chi vuoi?
Le lacrime scendono sulle mie guance fino a cadere a terra. Matthew mi raggiunge, cerca di abbracciarmi ma io lo respingo . Ovviamente lui è più forte di me, quindi vince la lotta senza problemi. Il mio corpo aderisce perfettamente al suo, mi avvolge con le sue braccia e mi bacia i capelli. Il suo è un abbraccio disperato, come se non volesse lasciarmi andare mai più.
Quando le nostre fonti si toccano noto che ha gli occhi lucidi anche lui .
-Charlotte - sussurra lentamente - è vero, la missione era solo per recuperare le carte. Ma quando ti ho conosciuto ho cambiato idea. Sapevo che i ribelli avrebbero attaccato il palazzo, il piano prevedeva che io mi avvicinassi al re, fino al punto in cui il re si fidasse tanto da mostrarmi dove tiene i documenti. Io avrei preso quelli sui ribelli e sarei tornato alla base .
-Perché non lo hai fatto? - mi accorgo di aver parlato solo quanto Matthew sussulta.
-Come potrei anche solo averlo fatto sapendo quello che vi aspettava? Mio nonno ha sempre detto che i reali erano attaccati solo al loro nome e alla loro posizione sociale. Quando ti ho conosciuto, quando ho visto la vostra famiglia ... tutto quello che sapevo era sbagliato .
-Matthew ...
-Quando Jess mi ha chiamato sarei dovuto tornare alla base - aggiunge tutto d’un fiato, come se volesse difendersi in qualche modo.
-Ma non lo hai fatto - gli ricordo con un sussurro.
-Come avrei potuto dopo quello che abbiamo fatto ? - la voce di Matthew diventa disperata, quasi come una supplica - ho deciso di andare dal re e dirgli quello che sapevo, la stessa sera che ha saputo di Jeampierre. La mia nuova missione era quella di salvarvi.
Incapace di parlare sento solo le lacrime scendere sulle mie guance, e il silenzio intorno a noi, come se stesse ascoltando anche lui .
-Quando i ribelli hanno iniziato ad attaccarvi ho subito pensato a mettervi al sicuro. Sapevo che Jess avrebbe mandato qualcuno a prenderci. Sono tornato indietro, da vostro padre, volevo salvare più persone possibili. Ma lui mi ha detto che avrebbe pensato a vostra madre. Ho cercato di farlo ragionare, ma non sentiva ragioni, mi ha detto di proteggerti e di aiutarti .
Non poteva immaginare quanto fossero vere quelle parole. Non mi accorgo di averlo abbracciato, di essermi nascosta nel suo petto a piangere .
-Charlotte io ti amo. Non avrei mai potuto lasciarti lì a morire.

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 - Matthew ***


Risvegliarsi con la donna che si ama accanto a se non ha prezzo, questo è sicuro. Il profumo dei suoi capelli mi invade non appena riapro gli occhi. Quando metto a fuoco, mi rendo conto di essere solo a letto. Il profumo che sento è quello rimasto sul cuscino, prima che lei si alzasse. Mi metto a sedere su letto mentre la mia ragazza esce dal bagno avvolta solo da un asciugamano e coi capelli bagnati.
-Non guardarmi cosi ! - mi rimprovera - non sono affatto presentabile.
-Per me potresti stare sempre cosi .
-Ma cosi dovrei rimanere rinchiusa in camera - si avvina per baciarmi mentre osserva il mio corpo mezzo nudo coperto solo da un lenzuolo.
-Non sarebbe una brutta idea - la trattengo per ottenere un altro bacio, poi sgattaiola via e si veste davanti a me. Mi alzo mentre mi godo lo spettacolo e vado in bagno per darmi una rinfrescata.
Mentre mi asciugo la faccia con un asciugamano sento le mani di Charlotte sul mio corpo, ne blocco una con la mia e la faccio voltare.
-Sembri pensierosa - osservo accarezzando il dorso della sua mano delicatamente.
-Non è niente - cerca di divincolarsi da me, ma non glielo permetto. All’inizio tiene lo sguardo basso, come a voler ammirare i miei addominali, ma suppongo che non sia quello il motivo.
-Charlotte puoi dirmelo - la sprono a parlare senza costringerla, non voglio che si senta obbligata a dirmi quello che le passa per la testa.
-E’ che …. - nell’attesa che continui alza lo sguardo su di me e incastra i suoi occhi marroni con i miei - voglio battere i ribelli, voglio che il mio regno possa continuare tranquillo come lo ha lasciato mio padre. Ma soprattutto non voglio che loro siano morti - annuisco coinvolto dalla sua determinazione, l’ho vista poche volte così seria e decisa, e sono felice che questa sia una di quelle -voglio fare di tutto per rivendicare la loro morte. 

 

Quando Charlotte chiude la porta dell'alloggio mi bacia sorridendo - sei allegro oggi - afferma avvicinandosi a me
-Quando sono vicino a te lo sono sempre - affermo tenendola stretta. Sono attimi di tranquillità, meglio goderli fino all'ultimo secondo.
Tengo per mano la mia ragazza quando attraversiamo la via centrale, veniamo raggiunti da Judie, che ci accompagnerà insieme a Jake nella missione. Dopo averla salutata trascina via la mia ragazza mimando delle scuse con le labbra. Non posso fare altro se non proseguire da solo.
Nel centro di controllo c'è solo Lucas, con lui negli ultimi tempi non ho avuto un ottimo rapporto, o meglio, io mi sono sfogato con lui per quanto si sia avvicinato mia sorella. Adesso però, ho bisogno che gli stia vicino, ho bisogno che Jess sappia chi può fare affidamento su qualcuno che non sia io.
-Sei pronto, per la missione?- domanda Lucas quando sono seduto.
-Si penso - il mio tono passa da sicuro e incerto. Lucas coglie la sfumatura della mia voce e alza la testa.
-Hai qualche dubbio? - si mette subito ad indagare.
-No, cioè… - sospiro e penso se devo sfogarmi con lui.
-Matthew - la voce di Lucas mi ricorda che devo fare ancora una risposta e mi volto verso di lui, ma col tavolo che ci divide, intuisco subito quando sia pronto a sentire le mie parole.
-Ho solo un brutto presentimento, come se… come se andassimo per niente.
-E’ tutto? - mi studia per capire se ho altro da dire.
-Si - sostengo il suo sguardo per qualche secondo, poi butto fuori tutto il resto - quando saremo lì Charlotte sarà nel suo posto, lei è una principessa, o regina come vuoi. Comunque sia resta il fatto che lei è nata in quell’ambiente.
-E di cosa hai paura?
-Di non sapere cosa fare. Lei saprà perfettamente come comportarsi, e io … io no. Quando ero a palazzo per la missione dovevo solo fare la guardia del corpo. Non dovevo indossare smoking, o dovermi attenere a regole di comportamento.
Lucas non risponde subito, ma annuisce calmo e cerca le parole adatte con cui rispondere.
-Credo di aver capito. Tu hai paura che quando andrete là Charlotte si renda conto di quanta differenza ci sia tra voi due - Lucas aspetta una qualche reazione da parte mia, che non c’è, perchè ha centrato perfettamente il problema.
-Matthew non c’è nulla di sbagliato nel temere una cosa del genere; credo comunque che Charlotte non sia il tipo che cambia idea facilmente. Se lei avesse avuto dei ripensamenti non credi che lo avrebbe mostrato in qualche modo?  
Quello che dice è giusto, lo so, il mio cuore lo sa, ma la mente è più difficile da convincere. C’è qualcosa in tutto quello che stiamo facendo che mi sembra sbagliato, la mia mente lo collega alla mia ragazza, anche se è sbagliato. 

 

La chiacchierata con Lucas è stata parecchio strana, primo perchè non abbiamo litigato; secondo perchè ha ragione, Charlotte non è la causa del mio brutto presentimento.
Mi imbatto in Nathan mentre vado a controllare che la navicella sia stata fornita di tutto quello che ci serve.
-Ciao - mi saluta sorpreso nel vedermi.
Lo saluto e gli spiego le mie intenzioni - ho già controllato io - mi dice mentre si incammina sulla mia strada - volevo che tutto fosse pronto.
Ovviamente abbiamo avuto la stessa idea, Charlotte deve essere al sicuro.
-Senti, non ti ho chiesto molto da quando siamo qui - comincia quando siamo quasi arrivati alle navicelle - ma fai in modo di far tornare Charlotte, intesi ?
-Certo Nathan - gli do una pacca sulla spalla, il massimo che tra ragazzi si possa ottenere, per confortarlo - anche io voglio che lei ritorni.
Dopo che anche io ho controllato la navicella possiamo tornare indietro. Nathan mi ripete di tornare indietro vivi e va al centro di controllo, mentre io mi dirigo dalle sarte. Charlotte ha detto che al mio smoking ci avrebbe pensato Melissa. Ricordo quando era al castello, era la sua cameriera personale, e le ha creato degli abiti magnifici.
Quando entro in sartoria Melissa alza lo sguardo su di me e mi viene incontro - eccoti, Charlotte è appena andata via - mi prende per un polso e mi avvicina ad un camerino, dove di solito si indossano i vestiti che si prendono, ma nel mio caso Melissa mi mette in mano un abito nero.
Quando l’ho indossato mi fa posizionare davanti ad uno specchio e mi sistema gli ultimi dettagli.
-Non ho dovuto modificare molto, era l’abito che hai usato come guardia del corpo a palazzo - mi spiega passando in rassegna ogni centimetro del mio corpo.
-Immagino che anche tu mi dirai di tornare con Charlotte intera giusto? - provo a spezzare la tensione ma ricevo solo un’occhiataccia da lei.
-Sono sicura che ci ha pensato Nathan - risponde guardandomi attraverso lo specchio.
-Si esatto - confermo.
-Quindi il mio compito è solo assicurarmi che tu possa tenere un’arma in un abito fatto su misura. Ma non potrebbero esserci dei controlli? - continua posizionandosi di fronte a me per ammirare tutto.
-Immagino che invitare dei reali in un momento come questo faccia capire che le persone vogliano stare al sicuro - rispondo guardandomi allo specchio.
-Jake ha voluto che anche le ragazze avessero delle armi - dice questa volta guardandomi con attenzione.
-Ha fatto bene, ma non possiamo portare molto comunque - mi volto per dirigermi verso il camerino.
-Spero solo che vada tutto bene - sento dire da Melissa quando entro nel camerino per cambiarmi. 

 

Mi tendo conto ora di quando sia frenetica questa giornata, i controlli alla navicella, assicurarsi che andando via non ci siano problemi può essere impegnativo; tanto che non ho ancora visto mia sorella fino ad ora.
-Matthew! - la voce di Alex attira la mia attenzione facendomi voltare verso di lui, lo vero arrivare a grandi passi verso di me ad un lato della via centrale. Quando mi raggiunge ci guardiamo negli occhi, è alto poco più di me, ma questo non mi fa sentire per niente intimidito da lui, nemmeno quando è così serio.
-Manda me al posto di Judie - afferma quasi subito.
Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa - non se ne parla Alex, ne abbiamo già parlato. Serve qualcuno qui che possa gestire tutto.
-Judie è perfettamente in grado - ribatte.
-Judie ci serve in missione, come tu ci servi qui. Ascolta mi dispiace, so che non vuoi che vada ma devo sapere che andando via ci sia qualcuno che sappia cosa fare in caso di necessità - avevamo già fatto il discorso, qualche giorno prima. Alex ha insistito tanto per non andare con Judie, ma lei si è offerta e non ho potuto farci molto. So che avendo Nathan e Noah, due principi che sono stati addestrati a gestire un regno saprebbero benissimo cosa fare, ma se dovesse succedere qualcosa le persone qui devono sentirsi al sicuro. Lasciare che Alex venga con noi sarebbe come dire che vada tutto troppo bene, le persone si fidano di lui e io mi fido di lui.
Alla fine Alex lascia cadere il discorso, ovviamente è riluttante, lo capisco anche io non sarei contento a mandare la ragazza che amo in una missione per nulla semplice.

 

-Hai preso tutto quello che ti serve ? - Jess mi osserva mentre seleziono le armi che posso postare  con me e da far portare agli altri.
-Si, penso di si - io, Jake e Judie avremo armi e coltelli, due pistole e due coltelli ciascuno, Charlotte avrà solo dei coltelli. Le ho insegnato come combattere corpo a corpo con un arma, ma spero che non debbano servirli.
-Lo sai come la penso - comincia dopo un po.
-Lo so - osservo le armi disposte sul tavolo, mi sembrano poche ma sono anche troppe per quello che possiamo portare.
-Matthew sta attento - mia sorella mi raggiunge e mi abbraccia, un abbraccio che non avevamo da tempo. Jess si aggrappa al mio corpo come se fossi la sua ancora, nasconde il viso nel mio petto e mi tiene stretto .
-Jess, fammi un favore - è più piccola di me di qualche centimetro per cui riesco ad appoggiarle il mento sulla testa - adesso, quando io non sarò qui se hai bisogno vai da Lucas va bene ?
-Ma io pensavo..
Cerca di divincolarsi ma adesso sono io che la tengo stretta - lo so, ma ti fidi di Lucas e anche io. Non affiderei la tua vita a nessun altro se non a lui.
Rimaniamo così, fermi l’uno nelle braccia dell’altro, per un pò. Il nostro abbraccio più lungo risale alla morte dei miei genitori, Jess mi ha consolato per tutta la notte. Anche se ho sempre sospettato che consolasse se stessa più che suo fratello. 

 

Mi guardo allo specchio, sembro un uomo importante, qualcuno da cui prendere esempio. La giacca mi fascia il petto, chiusa solo da due bottoni che lasciano intravedere la camicia bianca che indosso. Il colletto è chiuso e fasciato da un papillon nero coordinato con il resto del completo. I pantaloni ricadono morbidi e in tutto questo mi fisso allo specchio sbalordito. Non mi sono mai vestito più bene di così, non sono mai stato più elegante.
Jake esce dal camerino osservandosi come un bambino che apre i regali di Natale, quando arriva allo specchio fa un fischio di apprezzamento.
-Caspita, mai stato più elegante - non smette di guardasi allo specchio stupito, mentre io non faccio altro che fissarmi consapevole di quello che andremo a fare.
Melissa arriva e ci dà un’ultimo controllo prima di annuire compiaciuta - sotto pressione do il meglio di me - afferma posando le mani sui fianchi.
-Grazie Melissa, hai fatto un ottimo lavoro - dico sincero.
Tuttavia la ragazza alza le sopracciglia e mi guarda maliziosa - mi ringrazierete quando avrete visto le ragazze.
Io e Jake ci guadiamo, Melissa ha sistemato il mio abito e creato uno smoking a Jake in pochi giorni, cosa può aver fatto alle ragazze.
Incuriositi raggiungiamo l’uscita della sartoria e seguiamo Melissa. La via centrale è piena di gente incuriosita che vuole guardare la regina; comprensibile, Charlotte è sempre bella.
Melissa fa spazio tra la gente e così raggiungiamo le ragazze. Rimaniamo impalati ad ammirarle, indossando i loro abiti minuziosamente perfetti e che esaltano le loro forme alla perfezione.
-Smettetela di fissarle - mi sussurra Melissa.
Mi riprendo e mi guardo introno, sono tutto pronti per la nostra partenza.
Jake sta salutando Annie con un lungo bacio - non preoccuparti, andrà tutto bene - lo sento dire.
Alex si avvicina a Judie e le sussurra qualcosa all’orecchio, comunque sia la fa ridere, ma nei suoi occhi non scompare la preoccupazione.
-Ma loro ? - mi domanda Charlotte in un sussurro mentre non stacco gli occhi dai miei amici.
-Si - rispondo mentre le cingo la vita - sarebbe anche ora che Alex si desse una mossa.
Charlotte ride e Nathan mi chiama dicendo che è ora.
Dò un ultimo abbraccio a Jess e uno sguardo d’intesa a Lucas. Richiamo Jake e do qualche secondo ancora a Judie ma poi sono costretto a chiamarla. Lei mi guarda preoccupata e infine da un lungo bacio a Alex, il quale sorpreso all’inizio non corrisponde ma poi le cinge la vita per stringerla a se. Judie si sottrae velocemente alla stretta di Alex e si avvicina a Charlotte con il viso rosso, non saprei dire se di eccitazione o di imbarazzo. Io e Jake lanciamo un ultimo sguardo a Alex, rimasto impalato come un sasso nel punto in cui lo ha lasciato Judie.
Saliamo tutti sulla navicella, il portellone si chiude, i motori si accendono e in poco tempo siamo in aria , diretti verso la Francia. 

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


Mi sveglio presto, consapevole di quale giorno si tratta. Sono agitata e impaurita, un mix di emozioni mi attraversa lo stomaco da farmi quasi male. Bacio delicatamente la guancia di Matthew, è sdraiato a pancia in giù e col respiro regolare. Vederlo dormire è sempre bello, in quel momento è tranquillo e posso osservare ogni piccolo dettaglio. Come la barba che sta spuntando, o il suo bellissimo corpo coperto solo da un legno lenzuolo. Abbandono il letto senza svegliarlo e mi faccio una doccia calda. Quando esco il bagno è pieno si una sottile nebbia creata dall’acqua calda, lo specchio sopra il lavandino è completamente appannato. Con un asciugamano lo tolgo tutto lo strato che appanna il vetro e trovo la mia immagine riflessa. I capelli bagnati mi ricadono sulle spalle e il mio corpo è fasciato da un asciugamano bianco. Mi ricordo che con me non ho portato dei vestiti, sono costretta ad uscire. Apro la porta e trovo Matthew che mi fissa sorpreso e con un sorriso sereno che gli si forma sul volto.

-Non guardarmi cosi! - lo rimprovero - non sono affatto presentabile.

-Per me potresti stare sempre cosi  - risponde facendomi l’occhiolino. Sento le guance andare a fuoco e mi dico di non distrarmi e ricordami cosa devo fare.

-Ma cosi dovrei rimanere rinchiusa in camera - mi avvino per baciarlo mentre mi concedo di osservare il suo corpo mezzo nudo coperto solo da un lenzuolo.

-Non sarebbe una brutta idea - mi trattene per ottenere un altro bacio, poi sgattaiolo via e mi vesto davanti a lui. Il mio ragazzo si alza mentre senza smettere di guardarmi e va in bagno. Raggiungo Matthew mentre si aggiunga la faccia, gli passo le mani sul corpo e lo avvolgo con le braccia. Lui mi blocca una mani e si volta verso di me.  

-Sembri pensierosa - osserva accarezzando il dorso della mia mano creando piccoli cerchi.

-Non è niente - cerco di divincolarsi da lui, ma non me lo permette. All’inizio tengo lo sguardo basso, come a voler ammirare i suoi addominali, ma so che mi conosce bene e sa che per quanto siano belli i suoi muscoli adesso non mi sto concentrando su di loro.

-Charlotte puoi dirmelo - mi sprona a parlare, ma nella sua voce non c’è nessun obbligo.

-E’ che… -prima di continuare alzo lo sguardo su di lui e incastrando i suoi occhi azzurri nei miei - voglio battere i ribelli, voglio che il mio regno possa continuare tranquillo come lo ha lasciato mio padre. Ma soprattutto non voglio che loro siano morti - annuisce comprendendo la mia determinazione - voglio fare di tutto per rivendicare la loro morte.





Quando chiudo la porta dell'alloggio bacio ancora il mio ragazzo - sei allegro oggi - affermo mentre mi avvicino a lui.

-Quando sono vicino a te lo sono sempre - afferma tenendomi stretta.

Mi tiene per mano quando attraversiamo la via centrale e veniamo raggiunti da Judie, che ci accompagnerà insieme a Jake nella missione. Dopo averla salutata trascina mi trascina via minando delle scuse con le labbra a Matthew. Mi concedo di guardalo mentre mi allontano, noto un lampo di tristezza nei suoi occhi, mi ci vuole tutto il mio autocontrollo per tornare indietro e baciarlo ancora .

Judie mi trascina da Melissa in sartoria, dove la troviamo intenta a modificare la gonna del vestito rosso che ho indossato una volta. Me lo ricordo quell’abito, lo indossavo quando ho baciato Matthew per la prima volta. Ricordo anche come mi aveva baciato, come mi aveva toccato e come mi ero sentita quella sera. Avevo quell’abito anche quando Jaempierre mi ha importunata, e Matthew mi ha salvato.

Melissa alza la testa dal suo lavoro per un momento e ci guarda arrivare - Judie! - si sposta su un abito blu e glielo posa sulle braccia - provalo - non aggiunge altro, il suo tono autoritario è stato sufficiente, Judie si dirige in camerino e io mi avvicino alla mia amica.

-Come sta andando il lavoro? - domando osservando il tavolo ricoperto di stoffe.

-Procede. Gli smoking dei ragazzi sono pronti, devono provarli per essere sicura che tutto sa perfetto. Per l’abito di Judie ho unito un tuo abito e uno di tua madre. La tinta era la stessa, ma ho giocato sulle tonalità. Per il tuo ho deciso di modificare il pizzo. Quando arriverai lì tutti gli occhi saranno su di voi, non c’è dubbio.

L’energia con cui parla è contagiosa, tanto che mi mancava vederla così spensierata. Per Melissa era una sfida continua crearmi abiti insieme alle sarte di palazzo. Una sfida che lei amava, e che ogni volta superava. Mi sono sempre chiesta come faccia, a rinnovarsi, a creare ogni volta abiti magnifici. Adesso nei suoi occhi vedo solo passione e divertimento.

Judie esce dal camerino un pò impacciata, l’abito è più lungo di lei, non che sia bassa ma l’abito è lungo abbastanza da essere indossato con dei tacchi alti. Le rivolgo un sorriso d’incoraggiamenti e Melissa le avvicina dei tacchi da indossare. Judie le guarda impaurita e scuote la testa - non se ne parla, sto indossando questo coso, non mi fare indossare anche quegli aggeggi.

-Non sono aggeggi Judie sono tacchi - le dico ridendo.

-Mi sento strana - dice toccando l’abito in diversi punti - sono senza reggiseno. Come fai tu?

E’ possibile non indossarlo? Non posso farei modo di indossarlo? - passa lo sguardo da me a Melissa come un cucciolo impaurito.

-Va bene - Melissa sospira e prende qualche spillo e si mette a lavorare direttamente su Judie.

-Come fai tu? Cioè come fai a essere presa sul serio qui dentro? - indica l’abito con un gesto della mano facendomi ridere. E’ comprensibile che si senta a disagio, le prime volte anche io mi sono sentita fuori posto. Dopo qualche volta ho acquistato più fiducia e sicurezza.

-L’importante - le spiego mentre mi avvicino evitando Melissa che traffica con gli spilli - è non lasciarsi intimorite. Devi camminare a testa alta, spalle dritte, pancia in dentro, petto in fuori - spiego sistemando il suo corpo come aveva fatto la mia istruttrice di comportamento con me.

-Mi sento scomoda - commenta Judie dopo le mie correzioni .

-E’ nomale all’inizio, dopo un pò ti sembrerà normale.

Melissa infila un filo in un ago e si mette a cucine su Judie mentre lei ma guarda inorridita - smettila di muoverti non riesco a lavorare - la rimprovera Melissa. Judie si blocca diventando un pezzo di legno, guarda Melissa muoversi agilmente con gli occhi socchiusi, sperando che non gli si conficchi l’ago nella pelle.





Dopo aver sistemato l’abito ho dato qualche lezione di comportamento a Judie con i tacchi. Ne indosso un paio anche e le faccio vedere come comportarsi mentre aspetto che Melissa termini il mio abito.

-Fammi capire bene, quindi tu hai imparato cosi? Cioè avevi un’insegnante bacchettona che ti faceva usare i libri per farti stare dritta? - domanda Judie cercando di non far cadere un libro dalla sua testa mentre fa qualche passo sui tacchi.

-La bacchetta no, ma i libri si. La mia insegnante era portoghese e non russa come si possa pensare e quando i miei fratelli sbagliavano qualcosa lei imprecava in portoghese.

-Davvero?

-Si

-C’è lo vedo Nathan sbagliare apposta per farla arrabbiare - commenta Melissa immersa nel suo lavoro.

-Infatti lo faceva apposta per le cose facili, ma in quelle difficili aveva paura di sbagliare - confermo la sua teoria.

Dopo un’ora intera ad aiutare Judie posso dire che ha buone capacità.

-Quindi non sono una frana? - domanda per l’ennesima volta.

-Si, ne sono sicura, ho visto principesse meno aggraziate di te - ed è vero, a quanto pare  l’etichetta non è insegnata a tutti.

-Ho finito! - esclama Melissa ad alta voce sospirando per la felicità. Alza le mani per stiracchiarle e le passa sul collo per rilassarsi. Dopo di che prende l’abito e mi manda in camerino ad indossarlo.

Dopo essere riuscita nell’impresa indosso le scarpe ed esco per mostrarmi alle ragazze.

Quando mi guardo allo specchio noto quando l’abito sia cambiato l’abito : Melissa ha aggiunto delle spalline bordeaux dello stesso colore del vestito , ricoperte dal pizzo che richiama il disegno sulla gonna. Il corpetto non è cambiato molto, sono stati aggiunti piccoli dettagli; la gonna è stata un pò sgonfiata togliendo alcuni strati di tulle sotto la gonna, rendendola ancora più leggera di prima ma facendo in modo che la gonna scendesse delicata. L’elaborato disegno in pizzo che c’è dietro la gonna è stato spostato sul lato destro , prima quando si divide in due andava in direzione delle spalle, adesso una parte si allunga verso l’alto sul corpetto e l’altra parte si allunga sul retro. La linea sottile che prima iniziava dai fianchi e che scendeva fino in fondo è stata divisa in due creando dei piccoli ghirigori che si diramano sul corpetto e sulla schiena; quasi a voler essere un prolungamento del pizzo.

Per l’ennesima volta, dopo che vedo quest’abito, rimango sconvolta. Guardo la mia amica e scuoto la testa senza parole .

-Non c’è bisogno che ti dica nulla - dice al posto mio.

-E’ meraviglioso - sento dire da Judie dietro di me. Mi volto verso di lei e le sorrido. Il suo abito blu sembra fatto su misura per lei, quando in realtà è solo l’unione di due abiti diversi. Lo scollo a V serve a evidenziare il decoltè, creando un effetto elegante, per nulla volgare. Quando l’abito scende verso il basso è attraversato da diverse strisce di abito brillantinato blu. Ad ogni suo movimento crea un effetto incredibile con le paillettes. Sulla schiena Melissa ha dovuto chiuderlo un pò per mettere Judie a suo agio, ma comune parte ne rimane scoperta rivelando una buona porzione di belle.

-Bene, adesso pensiamo al resto.





Mi sembrano passati anni da quando Melissa mi ha sistemato per l’ultima volta per un evento. Per lei, invece, sembra non essere passato nemmeno un giorno. Destreggia egregiamente le ciocche dei miei capelli creando una treccia a lisca di pesce morbida che rimane sulla spalla destra.

Per Judie ha raccolto tutto in uno chinion morbido, sempre su sua richiesta, ma Melissa ha saputo valorizzare anche un’acconciatura semplice come quella. Ha lasciato due piccole ciocche ai lati che ha arricciato, creando un effetto ancora più elegante e raffinato.

Jess in tutto questo è rimasta dietro, insieme ad Annie, ad osservare la mia ex cameriera ripetere il suo lavoro con una scintilla di gioia e tranquillità negli occhi che non vedevo da tempo.

-Incredibile - commenta Annie osservandoci quando abbiamo finito.

-Lo prendo come un complimento - afferma Melissa riordinando la scrivania piena zeppa di elastici, forcine e gel.

-Sono senza parole - commenta Jess.

-Non servono a granché - le risponde Melissa orgogliosa di se stessa mentre mi sistema un ciuffo ribelle.

-Si ma ..

-Ho soltanto fatto quello che so fare meglio - dice Melissa bloccando Annie che cercava di dire alto - vado a vedere se i ragazzi sono pronti per indossare i loro abiti.

La guardo allontanarsi dal mio alloggio e chiudere la porta, lasciando sole me, Judie, Annie e Jess.  





-Charlotte ti prego tieni d’occhio Matthew, so che lui farà la stessa cosa per te. E’ capace di dimenticarsi che deve pensare anche a se stesso, lo ha già fatto una volta e sono sicura che lo rifarà ancora.

-Tranquilla Jess lo tengo d’occhio - le mie costanti rassicurazioni non sembrano confortare Jess più di tanto. Jess afferma che vede andare, così rimango sola con Judie e Annie.

Annie sta fissando Judie intensamente - gli guarderai le spalle vero ?

-Certo che lo farò - la rassicura Judie, riferendosi sicuramente a Jake.

-E guarda anche Matthew - aggiunge subito Annie.

-Tranquilla.

Tre donne che non sono affatto tranquille si avviano verso la navicella per partire. I ragazzi non sono ancora arrivati, ma le persone si stanno già ammassando per vedere la regina nel suo habitat naturale.

-Sembro goffa - commenta Judie barcollando sui tacchi.

-Rilassati - le consiglio prendendole la mano per aiutarla.

Tutti ci guardano meravigliate, mentre Alex ci consegna le armi. Io avrò solo due coltello, mentre Jake , Matthew e Judie avranno anche due pistole.

Sistemiamo le armi dove Melissa ha creato dei piccoli taschini per l’occasione e aspettiamo i ragazzi.

Alex e Judie si guardano preoccupati. Sono sicura di aver visto Alex con il labbro che tramava quando ha dato le postole a Judie.  

Ad un certo pinto vediamo tornare Melissa seguita a ruota da Jake e Matthew. Matthew fa scorrere i suoi occhi azzurri su tutto il mio corpo ì, e io faccio lo stesso sul suo. Lo smoking gli dona, non c’è altro da dire. Assomiglia tanto ad un principe, un principe che io vorrei conoscere volentieri.  

-Smettetela di fissarle - sento dire da Melissa il mio ragazzo, il quale si riprende e si guarda intorno.

Jake sta salutando Annie con un lungo bacio - non preoccuparti, andrà tutto bene - lo sento dire .

Alex si avvicina a Judie e le sussurra qualcosa all’orecchio, comunque sia la fa ridere, ma nei suoi occhi non scompare la preoccupazione.

-Ma loro? - mi avvicino a Matthew e gli domando in un sussurro mentre non stacca gli occhi dai suoi amici.

-Si - risponde mentre mi cinge la vita - sarebbe anche ora che Alex si desse una mossa.

Rido mentre Nathan ci dice che è arrivato il momento di andare.

Matthew da un abbraccio a Jess, e io faccio la stessa cosa con Nathan e Luke.

-Ascolta quello che dice tuo fratello - raccomando ai piccoli occhi davanti ai miei.

-E adesso hai tu il controllo, fai il bravo - abbraccio Nathan, concedendomi un momento in cui respiro gli ultimi attimi di famiglia prima di salire sulla navicella. Matthew richiama Jake e da qualche secondo ancora a Judie. Lei lo guarda preoccupata e infine da un lungo bacio a Alex, il quale sorpreso all’inizio non corrisponde ma poi le cinge la vita per stringerla a se. Judie si sottrae velocemente alla stretta di Alex e si avvicina a me con il viso rosso, non saprei dire se di eccitazione o di imbarazzo. Matthew e Jake lanciano un ultimo sguardo a Alex, rimasto impalato come un sasso nel punto in cui lo ha lasciato Judie.

Saliamo tutti sulla navicella, il portellone si chiude, i motori si accendono e in poco tempo siamo in aria , diretti verso la Francia.

Adesso sono sicura: la guerra è appena cominciata.




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