Faceless

di Val__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bust Faceless Club ***
Capitolo 2: *** La Maschera di Faceless ***
Capitolo 3: *** Deduzione e Sospetti ***
Capitolo 4: *** "B" come Bacio ***



Capitolo 1
*** Bust Faceless Club ***


Faceless

1. Bust Faceless Club

La porta si spalancò bruscamente, ed una ragazza dal sorriso furbo entrò nella stanza di quello che doveva essere, senza alcun dubbio, il club del doposcuola più improvvisato dell'istituto.
< D'accordo truppa! > Esordì Sarah con entusiasmo < Sappiamo tutti perché ci troviamo qui: abbiamo un mistero da risolvere! > continuò, mani sui fianchi ed atteggiamento militare.
Gli altri quattro ragazzi la guardarono perplessi. Evidentemente non avevano idea di cosa stesse parlando.
Alistair sospirò, divertito. Erano migliori amici dalle medie e ancora non riusciva a capire quello che certe volte saltava in testa a quella ragazza.
< Ma certo! > fece convinto < Per sicurezza però... perché con ti spieghi meglio? >.
Il sorriso della ragazza divenne ancora più marcato, come se non stesse aspettando altro, e senza una parola di più, tirò fuori un foglio spiegazzato dalla tasca, mostrandolo a tutti i presenti in una posa trionfante.
Il foglio presentava un messaggio dal testo e dal font particolare.

Il ladro senza faccia ha preso “in prestito” la tua Spazzola.

Spero non ci fossi troppo affezionata.

- Faceless <3

< Qualche uccellino mi ha detto che anche ad alcuni di voi è arrivato lo stesso messaggio >.
Una delle ragazze saltò in piedi: < È la stessa scritta... è lo stesso tizio! > puntò il dito con rabbia. < Sono stata brutalmente derubata del mio arriccia capelli da quel tizio! > continuò come se stesse accusando con lo sguardo tutti i presenti.
Melory Brooks aveva sempre fatto sfoggio del suo comportamento da regina dei ghiacci (o dei ghiaccioli come amava correggere Sarah) del liceo e quel comportamento sembrava non rispecchiare la sua reputazione perfetta.
< Beh, si è fregato anche le mie ciabatte in piscina, ma non ho intenzione di essere così drammatico > intervenne un ragazzo dalle spalle larghe storcendo la bocca alla reazione di Melory. < Non erano neanche di chissà quale valore... >.
Lance Clark, la perla del team di nuoto della scuola, che era persino riuscito a portarla sul podio nelle ultime competizioni, al contrario della regina dei ghiacci e riscoperta regina del dramma, sembrava reagire come suo solito con dello sfacciato menefreghismo.
< Il punto non è il valore delle cose rubate da quel... “tizio” > iniziò un altro dei presenti mimando un paio di virgolette per aria. < Il punto è che sta creando disordine all'interno dell'istituto e non possiamo permetterci che la nostra fama venga infangata da un comportamento del genere > precisò lanciando un'occhiataccia.
Mark Davis, rappresentante d'istituto, stimato da tutti i professori per la sua media impeccabile, nonché figlio del pezzo grosso, il preside Artur Davis, era sempre a caccia della minima discrepanza. Obbiettivo di vita: la perfezione.
< Nella ultime settimane un mucchio di tastiere dalla classe di informatica e persino un'arpa dalla banda della scuola sono scomparse > continuò Mark.
< Come diamine si fa a rubare un'arpa?! > intervenne sconcerta Melory.
< È il motivo per cui siamo tutti qui! > riprese Sarah con gli occhi che le brillavano.
< Traduzione: vuoi che ci mettiamo a fare una caccia all'uomo > scandì quindi Alistair.
< Ed hai radunato le due vittime ed il principino della scuola per un paio di mani in più > finì per lui una ragazza comparsa solo in quel momento all'ingresso della stanza.
< Allora... perché hai chiamato anche me? > domandò perplessa.
Una improvvisa ondata di disagio colpì tutti i presenti.
Lara Martinez era brava a creare situazioni di quel tipo. Si diceva che il solo nominarla poteva garantirti una settimana intera di punizione da quanto la sua fama con i professori fosse terribile. Era conosciuta in tutta la scuola per il furto delle mascotte (non solo delle scuole avversarie) durante le competizioni più importanti, creatrice di graffiti per eccellenza e c'era chi giurava di averla vista spillare i soldi del pranzo ai ragazzi dell'ultimo anno. Faceva parecchia paura a parecchia gente... ma a quanto pareva non a Sarah, che si fidava di ogni essere vivente fino all'esatto momento in cui non tradivano la sua fiducia.
< Ehi ragazza! > la salutò con nonchalance, come a prova della sua ingenuità.
< Già. Perché la disgrazia della scuola nonché sospettata numero uno è qui? > domandò a denti stretti Mark, saltando in piedi, ma senza perdere la sua aria pacata.
Sarah lo guardò con il solito sorriso < Non ci sono prove contro di lei, quindi ho pensato che dare una mano per scagionarsi potesse essere di suo interesse! > spiegò come se fosse la cosa più logica del mondo. Lara alzò le sopracciglia e si mosse dalla porta, avvicinandosi interessata.
< Qui siamo tutti amici, non c'è motivo di agitarsi, ok? > disse ancora, facendo segno al ragazzo di abbassare la guardia con gesti lenti ed uno sguardo rassicurante.
Mark si rimise a sedere riluttante e solo per il quieto vivere.
< Bene... e io sono qui peeer...? > domandò finalmente Alistair, alzandosi per lasciare la sedia a Lara e posizionandosi in piedi al fianco dell'amica.
< Ma perché sei un nerd di gialli! Proprio come me! > lo abbracciò lei con un versetto acuto ed entusiasta. < E non penserai che non abbia notato la tua strana ossessione per tutti i gossip riguardo i furti... > aggiunse a voce più bassa per non farsi sentire dagli altri.
< Io sarò Sherlock e tu sarai il mio Watson! Sarà perfetto vedrai! > annunciò saltellando sul posto. < Attento a te, Faceless > commentò monotona, ma con uno strano sorriso Lara.

E fu così che ebbe inizio la storia del Club dei Gialli, anche detto “Bust Faceless Club”, ed allo stesso tempo fu così che ebbe inizio la strana collaborazione tra due migliori amici amanti del giallo, la delinquente, l'atleta più premiato, la ragazza più seguita e il principino della scuola, nel disperato tentativo di svelare l'identità del ladro senza faccia, temuto da tutta la scuola.



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Siparietto di Val

Ehilà!
Come già scritto in introduzione la storia partecipante al fighissimo contest "Cantami, o Diva...” Indetto da Dollarbaby sul forum di EFP.
Ripeto anche che visto che solo i primi quattro capitoli partecipano (già scritti ed in attesa del loro beneamato html per essere postati nei prossimi giorni) il rating ed avvertimenti potrebbero essere modificati in quanto ho intenzione di renderla un po' più spicy. *w*
Se riesco già domani posto il secondo capitolo, mentre per i successivi, intorno alla prossima settimana sgusceranno fuori! :3
In ogni caso vi auguro una mmmmeravigliosa giornata/sera/notte!
Lasciate una recensioncina se la storia vi inspira!
Ci si "vede" alla prossima! Kisses <3

Val__

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Capitolo 2
*** La Maschera di Faceless ***


Faceless

2. La Maschera di Faceless

Alistair Brain, solo “Brain” per gli amici, era sempre stato affascinato dal mistero.
Chiunque lo vedesse per i corridoi, lo riconosceva per la costante presenza di un giallo tra le sue mani. Adorava riuscire a raggiungere la soluzione ancor prima dei protagonisti del libro quanto quello stato di confusione e tensione di quando non aveva mezza idea di come risolvere un enigma.
Per questi motivi, alla comparsa del famigerato Faceless e con il diffondersi delle voci sul suo conto, Brain aveva cominciato a tendere l'orecchio più spesso durante le “lezioni di pettegolezzi” che Sarah ed i ragazzi al loro tavolo in mensa sembravano tenere.
La verità era che, il misterioso figuro che si diceva portare un maschera dai particolari troppo complessi per poterli distinguere nel breve momento in cui ti compariva davanti, aveva un certo charme che si riscoprì incapace di negare.
Certo, era il “malvagio” della situazione e tutto, ma al solo pensare di poter scoprire qualcosa in più su di lui, era sufficiente a non fargli chiudere occhio per una notte intera.
E nonostante quel suo scetticismo iniziale, più il tempo passava, più l'idea di Sarah sul Club dei Gialli, si faceva esaltante.

< Quindi come ci muoviamo? > aveva chiesto Mark, senza mai mancare un'occasione per lanciare sguardi diffidenti verso Lara.
Da brava leader, Sarah non si era presentata a mani vuote.
Il piano era di organizzare una serie di interviste in giro per la scuola per scoprire di più sul misterioso ladro senza faccia: testimonianze, ulteriori furti, eccetera, oltre a lasciare un messaggio sulla bacheca della scuola per aumentare il raggio di azione della raccolta di informazioni.
Una volta finita la fase di accumulo di informazioni, sarebbero passati ad una fase di deduzione.
Tutto questo sarebbe avvenuto durante il normale orario scolastico e sopratutto nel doposcuola, quando l'attività di Faceless sembrava raggiungere il suo culmine.
Lance e Mark, già impegnati l'uno con gli allenamenti di nuoto e l'altro con varie attività di organizzazione degli eventi scolastici, erano esonerati quando necessario dalle attività del club.

< Ok, questa cosa è più impegnativa del previsto > sbuffò Lara, aggiustandosi il berretto sulla testa e spostandosi una ciocca scura da davanti gli occhi.
< Sei già stanca? Ci manca ancora tipo metà dell'istituto da interrogare! > obbiettò Sarah, guadagnandosi un'occhiata minacciosa.
< Effettivamente non abbiamo fatto questi gran progressi, tutto quello che abbiamo è la scomparsa della scorta di lecca-lecca dall'infermeria ed un paio di ragazzi dalla dubbia affidabilità che dicono di aver visto un tizio con un mantello ed una maschera molto teatrali, girare per i corridoi nel doposcuola... > si inserì Alistair, sventolando il biglietto che Faceless aveva lasciato al medico della scuola il giorno del furto.
< Cosa odono le mie orecchie!? Due miscredenti! > fece scandalizzata lei, per poi fermarsi di scatto davanti a loro per osservarsi con aria rassicurante. < Abbiamo appena iniziato ragazzi, è normale avere poche piste all'inizio!>.
inizio, facendo una pausa per inumidirsi le labbra. < io vado a cercare Melory nella sua cerchia di fashion guru... e visto che ci sono mi faccio dare un consiglio su queste tremende doppie punte... per attirarla, ovviamente. Intanto perché voi non pattugliate in giro e magari andate a sentire se in qualche club sportivo hanno qualcosa da raccontare! > sorrise con un entusiasmo che a descriverlo contagioso sarebbe stato riduttivo e con una leggera pacca sulla spalla dell'amico, si fiondò per i corridoi, esibendosi in una stilosissima scivolata prima di girare l'angolo.
Brain si ritrovò a sorridere guardandola allontanarsi e con sorpresa notò che anche Lara stava facendo lo stesso.
< Strana tipa! > ridacchiò guardandolo di sott'occhio. < Da quanto vi conoscete? > domandò casuale.
Il trovarsi da solo con lei non era di certo la cosa che più al mondo lo entusiasmava, ma aveva giocato bene le sue carte tirando fuori l'argomento “migliore amica”, avrebbe potuto parlare ore ed ore di Sarah e di tutte le sue stranezze che tanto adorava, ed infatti, senza niente a fermarlo, fu esattamente quello che fece. Raccontando degli anni delle medie in cui lei gli si era appiccicata a mo' di cozza ad uno scoglio e di come l'avesse contagiata con l'ossessione per il mistero e fosse accidentalmente diventata peggio di lui, Brain sembrò rilassarsi ed abbassare la guardia, nonostante la sua “pericolosa” compagnia. La verità era che come ascoltatrice non era niente male.
< È tipo l'unica persona che mi sopporta per più di due ore di fila... e forse vale anche al contrario > finì di raccontare ridendo. Lara lo fissava con un'aria addolcita che bastò a distrugge l'immagine che si era fatto di lei come un mostro ribelle ed aggressivo.
< Tu hai qualcuno come lei? Una migliore amica intendo... > azzardò a domandarle, giusto per non continuare a blaterare, condannandola ad ascoltare per un'altra mezz'ora e ricambiare quindi il favore.
La vide storcere la bocca per poi guardarlo un po' accigliata. < Non proprio...ho alcuni amici, anche dell'ultimo anno... una volta questo tizio, un tizio super forte! Abbiamo fatto dei graffiti pazzeschi! Era arte, giuro! Comunque, questo tipo mi ha addirittura prestato dei soldi per la mensa e nemmeno li ha rivoluti indietro, lui è parecchio forte! > disse in un discorso un po' sconfusionato, ma non propriamente difficile da comprendere. Brain si trovò a domandarsi come mai una tipa tanto esuberante fosse riuscita a crearsi la reputazione da cattiva ragazza.
< Forse ho più persone che mi vogliono fuori da qui che gente che posso considerare amica > concluse con una nota amara.
< Oh... come Mark? > domandò lasciandola un po' sorpresa.
< Mark? Nah... lui è apposto. Cioè è un precisino e tutto, ma eravamo amici tempo fa e lui ha tutta quella cosa della fedeltà che è molto figa, ma non vuole che mi immischi in brutte faccende... e diciamo che non lo ascolto sempre, o meglio che non lo ascolto mai e finiamo per litigare fino alla morte... è un tipo tranquillo per il resto. Ci hai mai parlato per cose al di fuori della scuola? > spiegò.
Brain scosse la testa, troppo stupito da quella rivelazione per rispondere a parole.
Il prototipo di perfezione e la delinquente della scuola... amici?
Lei notò la sua perplessità e riprese a spiegarsi meglio. < Oh! Umm... da piccoli eravamo molto vicini, sai, abitiamo nello stesso quartiere e tutto il resto... >.
< Pensavo che abitasse in un quartiere di quelli in cui una casa costa tipo il doppio di quanto costo io e per questo lo chiamano “Principino” > fece ancora perplesso, per poi collegare quello che implicava il loro essere vicini di casa e guardare Lara ad occhi sbarrati.
Lei rispose con un sorriso furbo. < Lo sai non mi piace che tu sia così sveglio Brain > ridacchiò, dandogli un rapido pugno sul braccio. < Vedi di non spargere troppo la voce >.
Brain annuì massaggiandosi il punto dolente. < Sarà fatto... vostra altezza! > sorrise, beccandosi un altro pugno più leggero.

Arrivarono in palestra che ancora non avevano smesso di chiacchierare.
Chiesero un paio di permessi ai vari professori, annunciando anche l'autorizzazione del preside che Mark aveva procurato loro, in modo da poter fare qualche domanda in giro senza finire nei guai.

< Non ci credo > si stiracchiò la ragazza. < Tutte quelle teste di legno in palestra e nemmeno un povero pirla che abbia visto qualcosa o che addirittura abbia sentito parlare di Faceless, voglio dire è sulla bocca di tutto l'istituto, come si può non saperne niente! > si lamentò uscendo dalla palestra con Brain al suo seguito.
< Ora che si fa? > domandò storcendo la bocca.
< L'unica cosa è tornare da Sarah a riportare il niente che abbiamo trovato... o possiamo andare verso la piscina e i campi da tennis e volano e vedere se ci lasciano fare due domande > propose lui.
Lara lo guardò e con un lamento crollò su di lui < Ma non ne ho voglia > mormorò come se fosse un segreto di stato.
Lui la resse sforzandosi di trattenere l'ennesima risata.
Lei e Sarah non erano così diverse. Odiava il modo in cui si era lasciato ingannare dalla brutta fama della ragazza e rimpianse non averle parlato prima.
Stava per impiegarsi in una dedicata opera di convincimento, quando un rumore improvviso proveniente dallo sgabuzzino dietro l'angolo attirò l'attenzione di entrambi.
Fecero per avvicinarsi alla fonte del trambusto, quando la porta davanti a loro si spalancò ed un carrello colmo di racchette da tennis e da volano sfrecciò nella loro direzione. I ragazzi si lanciarono una a destra e l'altro a sinistra del corridoio per evitare di essere investiti, girandosi a guardare lo strano veicolo subito dopo. Alla guida, un figuro dal mantello svolazzante era seduto tra le varie racchette e li guardava con un ghigno, la parte superiore del viso coperta da una maschera.
Troppo stupiti per muovere un muscolo davanti a quell'insolita scena, rimasero a guardare lo strano tipo scendere dal carrello, fare loro un cenno di saluto con due dita ed il capo inclinato per poi spingere il carrello dietro l'angolo e sparire.
Si guardarono increduli per qualche secondo, rimettendosi in piedi.
Tutt'a un tratto non avevano più dubbi su quello a cui avevano assistito. Faceless aveva colpito ancora proprio davanti ai loro occhi.
Lara fu la prima a reagire < Vado a chiamare i professori! >.
Stava succedendo tutto così in fretta, ma Brain capì che sarebbe riuscito a sfuggirgli se non avesse fatto qualcosa.
< Io gli vado dietro! > si lanciò all'inseguimento senza aspettare nessuna risposta.
Si mise a correre come se non ci fosse stato un domani, con un misto di eccitazione e terrore.
Voleva raggiungerlo, ma una volta raggiunto? Doveva fermarlo, ma di sicuro non aveva il fisico di Lance Clark. E se sotto il mantello si nascondesse un giocatore di football? Quello sì che sarebbe stato un guaio.
Non fece tempo a rifletterci quanto avrebbe dovuto che, girando l'angolo intravide la figura avvolta dal mantello poco più avanti di lui. I loro sguardi si incontrarono poco prima che il ladro sparisse dietro l'ennesima svolta.

Da quella parte c'è l'uscita d'emergenza!

Esausto, raccolse le forze e si spinse in un ultimo scatto per raggiungere il ladro, ma non appena girò, si ritrovò costretto ad inchiodare per non finirgli contro.
Faceless era lì, davanti a lui con quel ghigno macchiato di presunzione fisso sul volto.
Il ladro lo afferrò per entrambi i polsi prima che potesse cadere all'indietro, ma Brain fu sicuro che non si trattasse di un impeto di gentilezza quando sentì la schiena sbattere contro la superficie dura e bitorzoluta del muro.
Lo guardò spaventato, gli occhi sgranati ed il fiato corto.
Era incredibilmente vicino e per Alistair fu come osservare un animale selvatico ad una distanza sconsigliata. Voleva scappare, ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di studiarlo con interesse.
Da quella distanza riusciva a distinguerne le forme. Era decisamente un ragazzo.
La maschera che portava copriva gran parte del suo viso, aveva un taglio particolare e lasciava scoperti gli zigomi pur contornando il naso, lasciando scoperte le narici e tutta la zona inferiore ad esse. I dettagli erano incredibili. Contorni violetti con ricami d'oro sembravano incorniciarla come un'opera d'arte. Sembrava tanto preziosa che istintivamente sentì l'impossibilità di toccarla crescergli dentro.
Da quella distanza riuscì a notare come anche la parte interna del mantello fosse degli stessi colori.
Batte più volte gli occhi per concentrarsi a riconoscere i pochi tratti intravisti e collegarli a quelli di chiunque nella scuola potesse saltargli in testa. Pensò a fare un confronto tra la sua altezza e quella di Faceless, ma il fatto di non riuscire a stare dritto in piedi non lo aiutava per nulla.
< Mi sono appena accorto di non avere un piano > rifletté ad alta voce.
Il sorriso del ladro si allargò ed la sua risata roca e breve come un soffio quasi lo spaventò.
Si ritrovò ad arrossire, mentre una strana urgenza di levarsi da quella posizione cominciava a farsi sentire.
Provò a divincolarsi appena, ma sommando l'incredibile inseguimento di poco prima e la sua scarsa atleticità, gli restava davvero poca forza per ribellarsi a dovere.
L'altro si accorse subito di questo suo momento di lucidità e assicurò maggiormente la presa sui suoi polsi, per poi avvicinarsi terribilmente a lui.
Brain aveva visto abbastanza film romantici per riconoscere le intenzioni del ragazzo mascherato e si ritrovò a tremare leggermente con... anticipazione?
Il suo cervello andò in blackout, non riuscendo nemmeno a domandarsi il perché di quell'assenza di disgusto o perlomeno di dissenso, riusciva solo a concentrarsi sulla bellissima maschera che si avvicinava sempre di più, fino a toccargli le labbra con le sue.
Come anticipato dai suoi precedenti Faceless non era di certo un tipo timido, e nemmeno i suoi baci lo erano. Erano caldi, umidi, tanto lunghi e dedicati da togliere il respiro.
Si staccarono dopo non seppe bene quanto tempo. Brain, con il battito a mille, le gambe di gelatina e la respirazione che di certo non era migliorata dalla sua folle corsa, lo fissò teso, facendosi un poco più indietro dalla maschera che continuò a fissarlo per qualche breve secondo.
Poi ci fu un tonfo e Faceless scattò in ascolto, per poi riprendere a concentrarsi sul suo obbiettivo.
Trascinò Brain per il polsi, accompagnando il suo peso in modo da farlo sedere a terra, mentre lui, incapace di opporre resistenza, lo seguiva inerme.
Gli lanciò un ultimo sorriso soddisfatto prima di trascinare il carrello colmo di attrezzatura fuori dall'uscita di sicurezza.

Quando Lara arrivò con il professore, Faceless era ormai lontano, ma indicò comunque la sua direzione all'insegnante, rassicurandoli che era solo caduto atterra esausto dopo l'inseguimento e facendosi accompagnare in infermeria dalla ragazza.

Che diavolo è successo?!

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Siparietto di Val

Ehilà!
Eccovi il secondo capitolo alla velocità della luce, perché come già spiegato, fino al quarto sono già fatti e finiti!
Faceless finalmente si presenta, e che presentazione!
Se vi è piaciuto il capitolo o se avete qualche teoria complottistica già a questo punto della storia lasciatemi una recensioncina e fatemi sapere cose ne pensate! Perché funziono ad autostima e più pareri uguale più motivazione per scrivere! :D
Vi auguro una mmmmmeravigliosa giornata/serata/notte e ci si “vede” alla prossima! Kisses <3

Val__

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Capitolo 3
*** Deduzione e Sospetti ***


Faceless

3. Deduzione e Sospetti

Ovviamente Brain non aveva nessuna intenzione di raccontare di come si era ritrovato con la lingua di Faceless in bocca, quindi quando Sarah chiese loro di esporle l'accaduto il giorno dopo durante la riunione del gruppo, aveva raccontato solo i dettagli rilevanti.
< Ha una maschera viola e oro che gli lascia scoperta solo la bocca e anche l'interno del mantello ha gli stessi colori > raccontò con un filo di voce, osservato da un po' troppe paia di occhi.
< Hai riconosciuto qualcos'altro? Capelli? Altezza? > chiese attenta Sarah.
< Credo più o meno la mia stessa altezza... o forse più alto, ma non ricordo di aver notato il colore dei capelli... > rispose.

Sai com'è, è un po' difficile essere osservante quando sei piuttosto impegnato a farti limonare...

< Credo avesse una sorta di cappuccio, per quello non hai notato i capelli... > intervenne Lara, attirando in parte l'attenzione e regalandogli un po' di sollievo.
Dopo gli eventi del giorno prima, Alistair non sembrava capace di rilassarsi. Anche solo al nominare il ladro senza faccia, sentiva come se lo stomaco si stesse attorcigliando e il cuore saltagli fuori dalla gola.

Oh Santo Cielo! Non posso prendermi una cotta per il tizio più ricercato dell'istituto!

E invece...
< Quindi cerchiamo un tizio generico, dall'altezza generica e vestito da carnevale... molto utile > commentò Lance.
< Oh, perché tu e i tuoi amichetti del nuoto siete stati molto utili > lo punzecchiò Melory, mantenendo un'aria composta.
< Beh, io ho chiesto! Non è colpa mia se nessuno ha visto niente! > obbiettò lui con una smorfia.
Melory gli lanciò un'occhiata eloquente.
Era vero che non si era sprecato più di tanto fino a quel momento, ma c'era da apprezzare il fatto che come minimo se ne fosse interessato.
< Ok, sentiamo allora, tu che hai fatto? > domandò aggressivo.
< Melory ha sfruttato il suo ampio seguito sui vari social media per divulgare il messaggio lasciato in bacheca e per annunciare pubblicamente la formazione del club. Molte delle nostre informazioni le dobbiamo a lei, compresa quella del furto dell'insegna da esporre per l'open day della prossima settimana, del quale nemmeno io ero a conoscenza > si inserì Mark, massaggiandosi le tempie come se la discussione e la perdita di tempo lo ferissero a livello personale.
< D'accordo, ora che abbiamo queste tanto fighe informazioni? > chiese Lara, accasciandosi sul tavolo ed allungando le braccia in uno strano modo di stirarsi.
Sarah saltò in piedi, trascinando una lavagna bianca a doppia facciata che aveva recuperato chissà dove. La girò, esponendo un elenco di oggetti rubati da Faceless con tanto di proprietari e di informazioni sul suo conto. Ad un lato tutti i biglietti lasciati dal ladro erano fissati con delle vivaci calamite di forme e colori improbabili.
Si fermò brevemente ad aggiungere le informazioni acquisite dal racconto di Lara e Brain per poi girarsi verso il gruppo con aria soddisfatta.
< Ora si passa alla deduzione! > annunciò.
Melory sospirò < Traduzione per favore? >.
< Significa che ora guardiamo i fatti nell'insieme e troviamo dei temi ricorrenti o delle cose che accomunano le vittime dei furti o gli oggetti rubati o... altra roba del genere > spiegò Brain.
La ragazza gli sorrise riconoscente ed Alistair dovette distogliere lo sguardo dopo aver ricambiato timidamente.
I capelli rossi raccolti in una concio scombinato, il trucco impeccabile che dava ai suoi occhi uno sguardo felino, i denti bianchi e splendenti. Non poteva reggere tutta quella perfezione.
Nessuno sarebbe dovuto essere capace di tenere un aspetto tanto impeccabile dopo più di cinque ore di scuola, nessuno. Tant'è vero che non doveva nemmeno guardarsi allo specchio per essere consapevole dell'aria scombinata da scienziato pazzo che i suoi cappelli color castano-banale avevano assunto sin dalla fine del pranzo. Eppure, ogni volta che Melory gli si presentava davanti le sue certezze andavano in fumo per poi esplodere epicamente sotto i suoi occhi.

Passarono il resto del pomeriggio a discutere delle possibili soluzioni, per poi rinunciare frustrati alla fine della giornata.
Lance era così scocciato dall'assenza di progressi che tanto per prendersela con qualcuno si mise a provocare Sarah ed Alistair < Ma voi due non eravate quelli che divorano gialli a destra e a manca? Cos'è, nella realtà è troppo difficile? >.
Venuta da un tizio come Lance Clark, non si sarebbero dovuti sentire nemmeno scalfiti, figuriamoci offesi. Ma una provocazione era una provocazione... e questa sembrava essere andata a segno in modo particolarmente diretto.

Quella sera i due amici non si diedero pace finché non ebbero passato in rassegna tutti i gialli delle rispettive librerie, vari episodi di vecchi telefilm come la signora in giallo, Poirot e persino alcune puntate del loro amato Detective Conan ed il tutto messaggiandosi senza mai una pausa.
Persino una volta steso nel letto, faccia spalmata sul cuscino, Brain non poté trattenere un lamento insoddisfatto. Già si vedeva trascorrere l'ennesima nottata in bianco.
Questa cosa della sua cotta per Faceless poi non migliorava di certo la situazione. Toglierselo dalla testa sembrava una missione impossibile, quindi tanto valeva sfruttare bene quel tempo cercando una soluzione e non fantasticando sulla sensazione delle sue mani calde intorno ai polsi o a quel sorriso tanto affascinante quanto irritante, sopratutto molto meglio che pensare a quel bacio intenso e...

Cazzo.

Si rimproverò mentalmente, tentando di ristabilire la concentrazione. Si allungò verso il comodino per raggiungere lo zaino, frugando per dieci minuti buoni, alla ricerca del foglio sul quale aveva trascritto tutti gli indizi presenti sulla lavagna bianca di Sarah.
Lo fissò insistente, ma con la mente svuotata.

...Niente.

Si massaggiò la base del naso, sentiva gli occhi pronti a chiudersi e stava quasi per arrendersi, quando il suo cellulare si mise a vibrare sul comodino.
Scattò sorpreso, fissandolo per qualche secondo prima di prenderlo in mano.
Una chiamata da un numero sconosciuto alle tre di notte. Chi diavolo chiama alle tre di notte?!
La prima idea che gli passò per la testa fu che si trattasse di qualche folle della compagnia telefonica che voleva morire male svegliando gli utenti ad un'ora più indecente del solito, ma quello sarebbe stato troppo indecente persino per loro.
Stanco di ragionare e troppo curioso per lasciar cadere la chiamata, rispose in un bisbiglio < Pronto? >.
Si aspettava di tutto, dalla voce elettronica, ad un semplice tonto che aveva sbagliato numero, o persino un conoscente ubriaco, ma di certo, non si aspettava che a rispondergli fosse una voce troppo profonda per la norma.
< Ti ho svegliato Sleeping Beauty? > domandò lo sconosciuto dall'altro capo. Alistair rabbrividì. Il tono di chiunque fosse dall'altro capo della chiamate era stato evidentemente modulato ed il risultato era sicuramente degno di qualche film horror.
< S-Sarah? > tentò alquanto terrorizzato.
La voce rise piano e nonostante la modulazione, Brain riuscì a riconoscerla. Roca e breve quanto un soffio. Sussultò, restando in silenzio per un qualche breve attimo.
< Se sei chi penso tu sia, giuro che urlo > deglutì, sperando vivamente di non dover mantenere la parole e svegliare l'intero quartiere.
< Non lo trovo molto conveniente > rise di nuovo il suo interlocutore.

Faceless aveva trovato il suo numero...
Faceless aveva trovato il suo numero e lo aveva chiamato...
Faceless aveva trovato il suo numero e lo aveva chiamato alle tre di notte...

Ora stava decisamente per urlare, ma per un motivo del tutto diverso.
Sentiva le guance farsi bollenti e nel toccarsi un orecchio, imbarazzato, lo senti scaldarsi a sua volta.
< Come hai... il mio numero... Io... > sentiva la bocca asciugarsi e la lingua attorcigliarsi, non c'era modo di riuscire a finire una frase e si sentì d'un tratto molto stupido.
< Ho le mie fonti... > rispose vago il ladro. < Allora, avete qualche pista? In caso contrario sarei molto felice di incontrarti per uno... scambio di informazioni >.
Brain si accese ancora di più, con la netta sensazione che lo scambio in questione non avrebbe riguardato semplici informazioni.
< Oh, certo > cominciò tenendo sempre il tono il più basso possibile. < Come se tu ci guadagnassi a farti beccare > sbottò.
< La mia era solo una proposta... prima riuscirai ad arrivarci, meglio riuscirai a... rimediare >.
Brain batté le palpebre un paio di volte, come per assicurarsi di aver sentito bene.
< Cosa dovrei rimediare, esattamente? > indagò, cauto.
Seguì qualche momento di silenzio, come se stesse riflettendo se e cosa rivelare.
< Diciamo semplicemente che sono il tipo a cui piace fare un po' il bullo con il ragazzo che mi piace > asserì vago. < Vedi di starci attento >.
Dopo un'affermazione del genere, che il cervello di Alistair funzionasse ancora era un miracolo.
Balbettò qualcosa di poco comprensibile in risposta, la cui unica parte chiara era un < 'Ddio! Smettila di incasinarmi il cervello! > borbottato forse un po' troppo ad alta voce, ma che Faceless sembrò apprezzare molto.
< Ma è così divertente... > sogghignò compiaciuto.

Quella sera continuarono a parlare di tutto e niente per un paio di ore e nonostante Brain si sentisse come se stesse camminando a tre metri dal suolo, il risultato della sua notte insonne fu che dovette trascinarsi a scuola come uno zombie. Il lato positivo era che se fosse riuscito a notare qualcuno tanto morto vivente quanto lui, avrebbe individuato un possibile sospetto.
Peccato che andava alle superiori. E lì tutte le mattine i corridori sono popolati da teenagers privati dal sonno per via di nottate di studio disperato dell'ultimo secondo.

Parcheggiò la bici il più vicino possibile all'entrata e si trascinò per il cortile, verso due sagome che riconobbe come Sarah e Melory, sedute sul muretto vicino all'entrata.
Melory era la perfezione anche quella mattina e se ne stava mezza stesa con un paio di vistosi occhiali da sole che la facevano sembra ancora più una diva.
< Buongiorno... > mormorò stanco il ragazzo.
Sarah ricambiò il saluto e gli sorrise appena. Era meno pimpante del solito, ma pensò fosse per la nottata in bianco che probabilmente anche lei aveva trascorso, per motivi più nobili dei suoi.
< Non sapevo fosse iniziata l'apocalisse zombie > commentò Melory. < Niente paura, basterà un quintale di correttore a testa e quelle tremende occhiaie saranno solo un brutto sogno! > affermò, tirando fuori l'attrezzatura e cominciando a trafficare con la faccia di Sarah, che, esausta, non provò nemmeno a ribellarsi.
< Io passo, lo zombie è il mio look naturale e sfidare la natura sarebbe troppo > rispose Brain, facendo sorridere entrambe le ragazze.
Melory stava ancora armeggiando con i capelli biondi di Sarah, quando un altro morto vivente crollò al suo fianco, mentre un ordinato e perfetto Mark si adagiava vicino ad Alistair.
< Clark mio Dio! Perlomeno avvisa se devi arrivare a scuola con quella faccia! > strepitò la rossa, uscendo dal personaggio della regina dei ghiacci, strappando un sorriso a Sarah, che si era scoperta preferirla di gran lunga nelle vesti di regina del dramma.
Lance sbuffò, stirandosi rumorosamente < Ti prego spegniti almeno per stamattina, o se intendi schiamazzare, sopprimimi prima... > borbottò, con la voce ancora assonnata.
Brain lo trovò quasi tenero così stanco certo, questo prima che gli lanciasse un'occhiataccia facendolo tornare in sé. Doveva essere la stanchezza.
< Tu sei bravo in matematica? > tirò fuori all'improvviso.
Alistair batté le palpebre un paio di volte prima di riuscirsi capace a rispondere < Discretamente, perché? >.
Lance si strofinò le tempie, come se avesse difficoltà a rispondere e Mark che pareva averlo notato, parlò per lui.
< È stato chiamato alla lavagna la settimana scorsa e non sapeva una quantità estrema di nozioni base, quindi ora la professoressa vuole fargli una prova di verifica in buona parte su argomenti dell'anno scorso > spiegò lucidamente.
< Ouch, c'è in ballo la promozione? > chiese Alistair.
< Già... Ho provato ad aiutarlo ieri sera, ma il materiale che gli ha fornito è un po' troppo ampio e alcune cose dell'anno scorso... le ho rimosse... > ammise con un po' di disagio.
Mark e Lance erano di un anno più grandi, ma nel caso di quest'ultimo, forse per il suo comportamento un po' infantile, Brain sembrava dimenticarlo spesso.
Sorrise comprensivo, cercando di metterlo più a suo agio < Mi servirà un po' di ripasso, a me basta meno di una settimana per rimuovere tutte le nozioni della verifica, ma un ripasso non mi farà male >.
Lance emise un sospiro di sollievo < Ti devo la vita Brain, LA VITA > scandì.
La risata che ne uscì, si trasformò in uno sbadiglio involontario.
< Possiamo iniziare prima delle attività del club... tanto Lara si fa sempre aspettare... se hai tempo con tutto il tuo multitasking un'altra mano di sicuro farà comodo, Mark > propose.
< E io che pensavo fosse un appuntamento di studio > storse la bocca Melory, prendendoli un po' in giro.
< Perché non lo è? > chiese sarcastico Mark, ma con il solito tono posato.
La battuta fu così inaspettata che dopo una risata collettiva si girarono tutti a guardarlo. Lui restituì l'occhiata, serio < Cosa? Anche io so fare umorismo... > commentò, quasi offeso.

Brain si aspettava parecchie difficoltà nell'insegnare a quello che sembrava essere lo stereotipo dell'atleta dalla testa vuota, per imparare tutto il programma di un anno, più che un po' di ripetizioni, serviva un miracolo per la quale né lui, né il principino della scuola erano attrezzati, ma Lance quel giorno aveva deciso di sorprenderli.
< Tutto chiaro! > aveva esclamato raggiante, dopo appena una mezz'ora di spiegazione. E sembrava esserlo veramente.
Andando avanti di esercizio in esercizio, di spiegazione in spiegazione, Lance Clark affrontava gli argomenti come affrontava le sue gare di nuoto, con impegno e, all'apparenza, con estrema facilità.
Mark e Alistair lo fissavano increduli.
< Ok, come diamine fa la tua media a far piangere, se sei una specie di prodigio dell'apprendimento? > domando scioccato Mark, sistemandosi meglio gli occhiali da riposo sul naso.
Lance alzò le spalle < Studiare non è difficile, ma non è proprio la mia priorità... se sono stanco dopo gli allenamenti semplicemente non apro libro o leggo qualche cosa giusto per la sufficienza > confessò, impegnato a risolvere uno dei problemi dal libro di testo.
< Ma è... > iniziò confuso. < Fenomenale! > finì con il sorriso più raggiante che Brain gli avesse mai visto. < Se ti ci impegnassi potresti sistemare i tuoi voti in un attimo e per l'ultimo anno una borsa di studio non te la toglie nessuno! > continuò. Sembrava essere davvero stupito e mostrava perfino un certo orgoglio negli occhi.
Lance lo guardò imbarazzato, ma con un mezzo sorriso che stava evidentemente cercando di sopprimere.
< Se non te la senti di studiare da solo, sono sicuro che a Mark non dispiacerà aiutarti tra un impegno e l'altro > azzardò Brain con un sorriso gentile, mentre l'altro annuiva convinto.
< Non so... non vorrei essere d'impiccio > mormorò il ragazzo, fingendosi troppo concentrato sul quaderno per rivolgere lo sguardo verso gli altri due.
< Nessun impiccio amico, un ripasso è sempre utile > lo corresse con rinnovata serietà Mark.
Lance saltò appena a quella frase, alzandosi finalmente a guardare i compagni e limitandosi ad annuire con forzata disinvoltura, ma con una certa luce in viso.
Le ragazze entrarono rumorosamente proprio in quell'istante, trascinando a braccetto una Lara più lamentosa che mai.
< Ma non potete lasciarmi fare buco almeno per oggi? Ho DAVVERO troppo sonno > mugugnò lei.
< No can do, sorella! > le rispose Sarah. Un po' del suo brio sembrava essere tornato rispetto al mortorio di quella mattina, forse grazie alla magia del make up di Melory.
Lanciò Lara sulla sedia per poi rivolgere un sorriso agli altri, fermando il suo sguardo su Alistair.
< Ehi Brain! Hai, tipo, due secondi per parlare? > chiese, ed il suo sorriso sembrò farsi un po' più forzato.
Annuì, con una certa preoccupazione, mentre notava che anche gli altri sembravano straniti da quella improvvisata.
La seguì fuori dalla stanza ed ancora per qualche passo per il corridoio. Sembrava volersi allontanare dalla porta il più possibile.
< Sarah? Che hai? Oggi non sembri proprio in te > la fermò lui, poggiandole una mano sulla spalla quando pensò che quel suo camminare fosse più mirato a tardare quel loro chiarimento il più possibile.
Lei lo guardò, più seria di quanto fosse mai stata < Brain. Io ti conosco e mi fido di te, TANTO, ma ho bisogno di chiedertelo e spero tu non me ne faccia una colpa >.
Il ragazzo si faceva più allarmato ad ogni secondo, ma aspettò che continuasse senza metterle fretta.
< Io posso fidarmi di te ciecamente, non è vero? > pronunciò quella domanda scandendo ogni lettera.
< Certo, ovvio! > rispose lui. < Sarah che succede, mi stai preoccupando... >.
Lei non rispose, ma tirò fuori un foglio di carta stropicciato dalla tasca della gonna di jeans e glielo mostrò, attendendo la sua reazione.
A lui bastò un'occhiata perché il panico e la confusione si impossessassero di lui.
< Non capisco > deglutì con urgenza prima di continuare. < Cosa... perché... è il mio nome. Perché è il mio nome? > balbettò nel caos più completo, reggendo il pezzo di carta con mani ora tremanti.
< Non lo so, non ne ho idea, pensavo... non lo so > fece lei con voce incerta e lo sguardo preoccupato.
Alistair continuò a fissare ciò che teneva in mano, cercando di inquadrare la situazione.
Nel foglio che Sarah gli aveva dato, gli oggetti rubati da Faceless erano stati scritti in un ordine diverso da come li aveva presentati in precedenza, messi uno sotto all'altro come un elenco, con la prima lettera maiuscola e dei numeri a fianco.

Arriccia capelli 24/1
Lecca-lecca 31/1
Infradito 8/2
Spazzola 16/2
Tastiera 21/2
Arpa 1/3
Insegna 9/3
Racchette 17/3

< L'altra sera le ho provate tutte, avrò riguardato i messaggi di Faceless un centinaio di volte e ho notato solo in quel momento dei numeri sul retro del foglio > spiegò lei con voce tremolante.
< Date? > chiese lui.
Lei annuì solo.
< Non ho idea perché ci sia il mio nome qui. Te lo giuro, sono confuso quanto te > cercò di convincerla lui.
< Ti credo, al cento per cento > sorrise appena lei. < Ma non sarei riuscita a togliermelo dalla testa finché non te ne avessi parlato >.
Prese un respiro, guardando negli occhi il migliore amico, abbracciandolo senza una parola per quella che gli sembrò un'eternità.
Aprì bocca solo quando si staccarono, con lo sguardo fermo < Rimarrà tra noi due ok? Promesso >.
Non era necessario, ma Alistair apprezzò il gesto e le sorrise per rincuorarla.

Purtroppo Sarah non poté mantenere quella promessa.
Rientrarono al club senza una parola, celando difficilmente l'austerità sui loro volti ed alzando ulteriori sospetti tra i compagni.
< Quindi! > iniziò con voce squillante l'amica, rompendo il silenzio e l'atmosfera rigida, presente sin dal loro ingresso. < Qualcuno ha novità? Perché noi abbiamo assolutamente zero idee di come continuare la ricerca! > annunciò.
Era sempre stata una pessima bugiarda e se non fosse stato così teso, Brain sarebbe scoppiato a ridere davanti al suo tentativo.
< Non mi sei sembrata a corto di pensieri questa mattina... > indagò Melory, in modalità regina dei ghiacci.
Persino dall'altra parte del tavolo, Brain vide Sarah cominciare ad arrossire terribilmente, partendo dalle orecchie. Era sempre a disagio quando doveva raccontare una bugia.
< Puoi dirglielo se vuoi... > intervenne senza pensarci due volte, attirando tutti gli sguardi dei presenti. Non poteva sopportare la vista della sua migliore amica in un bagno di sudore sotto gli sguardi interrogatori degli altri.
Sarah scosse la testa, mordendosi il labbro.
< Di cosa stiamo parlando... esattamente? > intervenne Lara.
La ragazza tirò dietro le orecchie alcune ciocche bionde, lanciando un ultimo sguardo di conferma all'amico, che si limitò ad annuire.

Quello che seguitò il racconto non fu proprio quello che Brain aveva immaginato... fu molto peggio.
Lance aveva preso a guardarlo con sospetto, con l'occhiata omicida più spaventosa di sempre, Mark e Melory avevano iniziato un'interminabile discussione con Sarah su come avesse potuto non dirlo subito, mentre lei difendeva a spada tratta il suo migliore amico, incredula su come gli altri due potessero davvero credere che fosse capace di una serie di furti del genere, mentre Lara assisteva alla discussione con un cipiglio difficile da interpretare e la bocca che si apriva e chiudeva come un pesce rosso fino a quando, stanca di non riuscire a prendere parola, sbatté forte i pugni sul tavolo, zittendo tutti i presenti: < Vorrei ricordarvi che durante le interviste, io ed Alistair eravamo insieme ed ho TOTALMENTE visto lui e Faceless in contemporanea nello stesso posto>.
Sarah puntò il dito contro di lei trionfante < Giusto! Come lo spiegate questo? > sorrise.
Mark si acciglio scuotendo la testa < Peccato che venendo dalla persona più inaffidabile della terra come testimonianza non valga molto >.
Lara lo guardò come se stesse per saltargli addosso da un momento all'altro < Come scusa? > fece furiosa.
Alistair si alzò e le si avvicinò cauto, pronto a tenerla ferma nel caso avesse seriamente l'intenzione di iniziare una rissa.
< Potreste benissimo essere complici e diciamocelo, se fossi stata tu a condizionarlo, pensare ad Alistair come l'autore dei furti sarebbe molto più credibile > aggiunse lui, il mento alto e lo sguardo di sfida.
Lara emise come un ruggito e si alzò pronta ad affrontare il principino a pugni, mettendo da parte le semplici parole, ma Brain scattò ponendosi fra i due e stringendola per la spalle.
< Ok, calma! Stiamo andando un tantino fuori di testa qui > constatò, distraendo la ragazza dalla sua furia assassina. < Avete altre prove oltre ad un pezzo di carta da parte mia e una supposizione basata su precedenti per lei? > chiese, facendo appello alla parte più razionale dei ragazzi del gruppo.
Nessuno di loro aprì bocca.
< Esattamente > li zittì lui, mentre Lara tra le sue braccia aveva smesso di ribellarsi.
< Giusto. Possiamo levare entrambi dalle attività del gruppo fino a quando non avremo delle prove o qualcosa del genere? > propose Melory, guadagnandosi l'ennesimo grugnito da parte di Lara.
< D'accordo... ma solo temporaneamente, chiaro? E ovviamente nessuno deve portare queste accuse fuori da qui, sopratutto che nessuno riferisca nulla al preside > dichiarò Sarah, con una punta di amarezza nella voce.
Tutti si scambiarono una sguardo concorde, mentre Sarah guardava colpevole l'amico.
Brain provò a rassicurarla con un mezzo sorriso, ma Lara interruppe il momento trascinandolo fuori dalla stanza con rabbia ed urlando insulti a tutti i presenti.

Quella sera Alistair, come da routine, non riuscì a chiudere occhio.
Stava ancora fissando il soffitto quando, alle tre in punto, il suo cellulare vibrò leggermente.
Un messaggio da un numero sconosciuto che recitava solamente: “ Ops <3 ”.
Sorrise, rimproverandosi subito dopo.
Quel maledetto lo aveva appena fatto sbattere fuori dal club, ma che diavolo stava facendo?
Sbuffò, rigirandosi tra le coperte e fissando la schermata luminosa del cellulare per qualche altro secondo prima di decidersi a rispondere: “Devo davvero piacerti un sacco per meritarmi tutto questo tormento”.
La risposta arrivò qualche momento dopo: “L'hai detto”.
Signori e Signore, ecco come trasformare la testa di Alistair Brain in un casino con solo tre parole.

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Siparietto di Val

Ehilà!
Dopo una mezza morte causa il mio pessimo tempismo biologico, ho smesso di soffrire nel letto e mi sono laciata nel maledetto html per distrarmi. (Come se non avessi tre libri da studiare con il quale sarebbe decisamente più opportuno distrarsi...)
Terzo capitolo! Questo sì che dovrebbe far nascere sospetti!
Se non nasce niente... ho fatto bene il mio lavoro nel tenervi segreta l'identità del ladro! *w*
Il prossimo sarà l'ultimo dei capitoli partecipanti al contest menzionato in descrizione, quindi preparatevi mentalmente per una bella sorpresa, un mezzo finale (anche se poi andrò avanti) e... purtroppo anche un rallentamento degli aggiornamenti, visto che ho un'altra storia da scrivere e che non ho iniziato il quinto capitolo nemmeno per finta!
Detto ciò, torno a morire! Vi auguro una mmmmmeravigliosa giornata/serata/notte!
Ci si "vede" alla prossima! Kisses <3

Val__

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Capitolo 4
*** "B" come Bacio ***


Faceless

4. “B” Come “Bacio”

Dopo la sua sospensione dal gruppo, le attività di Faceless a scuola cominciarono a farsi ancor più frenetiche, o almeno così gli sembrava dalla faccia esausta di Sarah, che mortificata, era stata costretta ad astenersi dal raccontargli qualsiasi dettaglio sull'argomento.
Le uniche cose che sapeva, le aveva notate osservando i ragazzi del gruppo girare per la scuola.
Sapeva per certo che avevano ripreso ad intervistare gente e aveva sentito Sarah e Melory in classe parlare di pattuglie nel doposcuola, ma non gli era ben chiaro a cosa si riferissero.
Nulla sembrava essere cambiato, tranne che per la crescente irritazione di Lara, che aveva cominciato a stargli più accanto ed a proporgli piani più o meno ragionevoli per provare la loro innocenza.
< Lara, no! È illegale! > la fermò subito Alistair.
< Non lo è se non ti fai beccare! > protestò lei sotto lo sguardo incredulo dell'altro. < D'accordo, Geniaccio, la tua idea? > borbottò lei, il tono troppo alto per la biblioteca nel quale si erano incontrati.
< Il mio piano è non fare casino finché Faceless non si frega da solo > mormorò lui a denti stretti. < Nooooiaaaa > grugnì Lara. < Sul serio non sei arrabbiato? Quello stronzo ti ha praticamente incastrato! > chiese, più infastidita di lui riguardo l'intera faccenda.
Brain si sentì arrossire. Sapeva molto bene il motivo di tutta quella calma, ma per ammetterlo avrebbe dovuto raccontare a Lara tutta un'altra serie di cose che non sapeva se era pronto a sentire sulla bocca di tutti il giorno dopo e che d'altro canto non lo aiutavano ad apparire meno colpevole in tutta quella situazione. Ma Lara non sembrava quel genere di persona.
La ragazza lo notò esitare < Che hai? > domandò stranita, osservandolo con la testa appena inclinata da un lato.
Lui prese un respiro, guardandosi intorno nella biblioteca deserta, giusto per precauzione.
< Sto per dirti una cosa > introdusse il discorso con fare complottista. < Ed è una cosa di cui non vado fiero e che non deve per nessun motivo uscire di qui... nemmeno Sarah la sa > la avvertì, scandendo ogni parola per assicurarsi di essere stato chiaro.
< Certo... spara > fece in tono incoraggiante, forse per la serietà con cui lui le stava parlando.
Le raccontò tutto, dal bacio alle chiamate ed i messaggi a notte fonda, notando come ad ogni passaggio i suoi occhi si facevano sempre più increduli.
< Mi sta incasinando il cervello e non capisco se dovrei essere lusingato, arrabbiato o spaventato dalla cosa... voglio dire il tutto è piuttosto inquietante ora che lo racconto ad alta voce... ma il modo in cui si spiega è in un certo senso disarmante > chiarì con le mani tra i capelli.
Lara lo aveva ascoltato in silenzio fino a quel momento, tra le mani aveva il cellulare di Brain e continuava a fissare i messaggi accigliata.
< Cioè... il tipo ti sta figurativamente fottendo la vita per infilarsi meno figurativamente nelle tue mutande? > domandò perplessa. < Regalarti dei fiori e chiederti di uscire era troppo facile per questo fenomeno? > rise tra sé e sé, strappando un sorriso anche all'amico.
< Non posso dirlo agli altri... atteggiamento incriminante a parte... non voglio si sappia del... bacio > finì la frase con un'improvvisa ondata di calore.
Lara annuì. < Non puoi lasciargli fare i suoi comodi però... aspettare di essere salvato dal corso degli eventi non ti porterà a niente di buono > cercò di convincerlo lei. < Che ne dici se tenessimo d'occhio i corridoi nel doposcuola come gli altri del club? Se ci beccano possiamo inventarci una scusa, tipo un libro dimenticato nell'armadietto o roba del genere > propose.
Alistair sospirò arrendevole < Niente di illegale? > chiese quasi convinto dal suo discorso.
< Niente di illegale > promise di rimando lei.

Il giorno dopo, alla fine delle lezioni, Lara e Brain si armarono di walkie talkie e, dividendosi i piani dell'istituto, si aggirarono in modo meno sospetto possibile per i corridoi.

Falco da corridoio a Bellezza all'ingresso, mi ricevi? Passo “ la voce di Lara risuonò dall'apparecchio.

Ti ricevo... “ ridacchiò lui. “ Ma perché sono io la Bellezza all'ingresso? Passo “ chiese scuotendo la testa con un sorriso.

L'ovvia risposta non tardò ad arrivare “ Non sono io quella che ha rimorchiato il tizio più fuori di testa della scuola, sai! Passo “.

Touché “ rise di nuovo lui. “ Ah, già.. passo ”.

Ascolta! Se vedi qualcosa di sospetto o succede qualcosa di rilevante fammi un fischio e ti raggiungo in due secondi... e non farti sgamare... “ lo istruì lei. “ Nel caso, io e te non ci siamo mai beccati... passo.“.

Ricevuto capo! Passo e chiudo! “ stette al gioco lui.
Se non altro almeno si stava divertendo.

Camminò avanti ed indietro per il piano terra ed il primo, in silenzio, ma dopo il terzo giro sulle scale, sentiva l'urgenza di accasciarvisi contro. Doveva decisamente fare più esercizio. Il dramma è che il divano era così maledettamente comodo...
Stava procedendo con qualcosa come il centesimo giro per il primo piano, con passi lenti e il walkie talkie nascosto nella tracolla, quando il rumore di passi frettolosi alle sue spalle lo sorprese. Si girò di scatto, trovandosi davanti Lance Clark con uno sguardo poco rassicurante. < Cosa diavolo ci fai qui > quel tono colmo di rabbia metteva parecchia soggezione e Brain si trovò incapace di rispondere.
Indietreggio appena, intimorito, ma Lance non lo avrebbe mollato così facilmente.
< Rispondi alla domanda > gridò, la voce appena incrinata. < Io... mi fidavo... > aggiunse in un filo. < Mi fidavo! Stavamo facendo amicizia, no? Perché hai dovuto mentire? > urlò di nuovo, con un'espressione ferita che nonostante la sua assenza di colpe, colpì Alistair dritto al cuore.
Percepì l'urgenza di farsi indietro, ma non riuscì a reagire in tempo. L'assenza di risposte con il passare del tempo fece traboccare il vaso e si sentì prendere per le spalle, in un gesto quasi disperato.
Scattò all'indietro, liberandosi dalla presa, inciampando sulle sue stesse gambe e finendo contro un secchio colmo d'acqua grigiastra, probabilmente lasciato da una delle donne delle pulizie. Nella caduta il liquido gli finì addosso, inzuppando i suoi jeans e in parte anche la felpa.
Lance si fece finalmente indietro, con un'espressione colpevole ed una voce dietro di lui lo chiamò autoritario, facendolo girare di scatto.
< Che diamine succede? > domandò pacato Mark, finendo di scendere le scale e raggiungendoli in una piccola corsa.
Lance mortificato faceva passare lo sguardo tra i due ragazzi.
Brain cominciò ad alzarsi, con improvvisa urgenza < Non l'ha fatto apposta, sono caduto all'indietro e ho fatto un casino > lo giustificò.
Vide il ragazzo battere più volte le ciglia, mentre lo studiava un po' stupito.
< Beh, è di sicuro un bel disastro... > constatò l'ovvio Mark, abbassandosi per aiutarlo a tirarsi su. < Hai dei vestiti di ricambio? Qualcosa dalla borsa di ginnastica? > si informò.
Brain annuì, tirandosi su accettando l'aiuto dell'altro.
< D'accordo, ti accompagno agli spogliatoi > decise. < Lance, va tutto bene, non si è fatto male nessuno > lo rassicurò, poggiando una mano sulla sua spalla. < Perché non vai ad informare le ragazze, vi raggiungerò a breve >.
Il ragazzo annuì e senza un'altra parola salì le scale, lasciandoli soli.
Mark lo prese per le spalle, scortandolo con premura verso la palestra.
< Mi dispiace, credo sia un po' emotivo riguardo certi argomenti, ma lo sai anche tu che non è un cattivo ragazzo > si scusò per lui, neanche fosse sua madre. < E forse anche io non sono stato tanto lucido... > sorrise come a scusarsi, ma senza guardarlo in volto. < Innocente fino a prova contraria è sempre l'affermazione che più si addice alla situazione >.
Alistair si prese un momento per osservarlo a dovere. I capelli scuri tirati indietro in modo ordinato, il mento tenuto alto come di norma, gli occhi scuri e la camicia senza una piega di troppo con il colletto abbottonato a dovere. Gli sembrava strano che fino a pochi giorni prima, lo stesso ragazzo che si stava mostrando così gentile e con dei lineamenti tanto pacati, fosse stato il primo a saltargli al collo.
< È ok... non sei un robot, mostrare emozioni va bene > gli sorrise.
Mostrarsi così indecente davanti a tutto il suo rigore lo fece sentire a disagio, ma pensando alla scena in cui il suo temperamento era venuto a galla lo fece sentire meglio.
Mark gli lanciò un'occhiata, trattenendosi dal sorridergli di sbieco.
Scesero le scale ed imbucarono il corridoio verso la palestra, poco prima della quale si trovavano le stanze in cui gli studenti si cambiavano prima delle lezioni.
< Sarah ti ha parlato degli ultimi eventi? > chiese, tornato al suo tono serioso.
Brain avvolse le braccia intorno al corpo. Nei piani sotterranei dove si trovavano gli spogliatoi faceva sempre un gran freddo. Notò solo in quel momento la mano calda di Mark ancora posizionata tra le sue scapole come a dargli direzioni.
< Le avete fatto promettere di non dirmi niente, quindi no, ma so che c'è stato del casino in palestra... non ho provato ad informarmi più di tanto per non finirci in mezzo di nuovo > si spiegò.
< Io non ho promesso niente > disse solo l'altro, continuando a tenere gli occhi fissi davanti a sé.
A Brain sfuggi un sorriso furbo < Sei in vena di aggiornarmi? >.
< Posso dirti solo questo > iniziò senza esitare un momento Mark. < Sta continuando a fare lo spelling anche del tuo cognome... ma ci manca qualcosa... >.
Quell'esitazione attirò l'attenzione di Brain che si fermò per il corridoio, nonostante il freddo a mettergli fretta.
< Ha rubato entrambe le reti da pallavolo in palestra, tutti gli asciugamani dalle docce e l'irrigatore dal club di giardinaggio... capirai che siamo tutti un po' confusi > continuò a illustrargli il ragazzo, con sguardo indagatore.
< Manca la B... dovrebbe essere prima della R, ma non c'è... forse non sta scrivendo il mio nome? > pronunciò quella frase sentendo subito il bisogno di correggersi, Faceless gli aveva esplicitamente detto che era lui che stava prendendo di mira. Arrossì appena al pensiero.
Mark sembrò cogliere qualcosa si strano nel suo comportamento, perché di nuovo non perse tempo e prese parola < Ne sai qualcosa? Ti ha rubato qualcosa con la lettera B? >.
Alistair si toccò l'orecchio, ormai bollente, cacciando dalla sua mente il ricordo di quello che era avvenuto giorni prima tra quei corridoi.
Tecnicamente gli era stato rubato qualcosa con la B, ma Mark non poteva saperlo, come anche nessun altro se non Lara. Un bacio rubato poteva contare.
< È una domanda parecchio specifica... non credo mi manchi niente > evase la domanda fissandolo dritto negli occhi, ma senza poter evitare di mordicchiarsi appena il labbro.
Era effettivamente una domanda troppo specifica per essere stata buttata lì, ma ricacciò anche quel pensiero lontano dalla sua coscienza, riprendendo a camminare e raggiungendo l'ingresso dello spogliatoio maschile.
< D'accordo allora, torno indietro e vedo di mediare anche per quella persa di Lara... aspettala all'uscita... > borbottò scocciato e con un fare improvvisamente meno rigido, il che strappò ad Alistair un sorriso.
Fece per girarsi ed aprire la porta, quando si sentì afferrare per un braccio e costretto a voltarsi nuovamente dall'altra parte.
< Ah! Stavo per dimenticarmi... > iniziò Mark con un sorriso gentile, avvicinandosi all'improvviso fino a che Alistair, con sorpresa ed una punta di panico, non si trovò le labbra di lui incollate alle sue.
Cercò di farsi indietro in un primo momento, nonostante lo shock, ma quando senti il braccio dell'altro stretto intorno ad i fianchi ed il bacio si faceva più profondo, sentì il suo cervello andare in blackout ed un inquietante senso di déjà vu invaderlo.
Il bacio era umido, bollente e dannatamente lungo, le mani calde, lo stupore che lo faceva sciogliere pian piano, il respiro che si faceva corto e quel corpo familiare così vicino al suo.
Si aggrappò a lui in un gesto inconscio poco prima che si staccassero ed un'ondata di imbarazzo lo stravolgesse.
< Sei sempre carino quando sei confuso > sussurrò Mark, un sorriso arrogante, che poco si addiceva al suo carattere, che si faceva largo sul suo viso.
Il cervello di Alistair gli permise solo in quel momento di collegare il tutto, lasciandolo a corto di parole. Lo guardava ad occhi spalancati e con la bocca che si apriva e si chiudeva nel tentativo di formare una frase di senso compiuto prima di pronunciarsi.
Mark si avvicinò di nuovo al suo viso, fissandolo dritto negli occhi, ma in un modo stranamente morbido che lo ipnotizzo per qualche secondo < Ehi... Domani, tra la terza e la quarta ora non muoverti dalla classe, intesi? > mormorò.
Gli stampò un ultimo bacio prima di staccarsi da lui definitivamente ed avviarsi lungo il corridoio per raggiungere gli altri.
< Fammi sapere se poi ti torna in mente qualcosa o... se hai bisogno di un altro paio di promemoria... non mi offendo > fece l'occhiolino, ridendo con espressione soddisfatta, per poi girare l'angolo e sparire dal campo visivo di Alistair.
Inchiodato sul posto, mentre aspettava che il suo cervello tornasse del tutto operativo, l'unica cosa che riuscì a pensare fu un vago:

Oh mi Dio. Non mi crederà nessuno...

Tornato in sé ricordò vagamente le parole di Mark, poco prima di filarsela.
“Domani, tra la terza e la quarta ora non muoverti dalla classe, intesi”.
Preda della curiosità, prese in considerazione l'idea di fare proprio tutto il contrario, ma il suo buonsenso quella volta prevalse ed il giorno seguente, fece come gli era stato detto, restando seduto accanto a Sarah per tutto il corso delle lezioni, non senza una certa ansia, mentre la lezione pareva non finire mai.
Quando la campanella si decise a suonare si trattenne dal saltare in piedi, fingendo quanta più naturalezza possibile mentre lui e la migliore amica si avviavano agli armadietti, ma non fecero neanche in tempo ad arrivare a metà strada che Lance corse loro in contro.
Lanciò uno sguardo angosciato ad Alistair, per poi concentrarsi a parlare con entrambi < Faceless ci ha fregato > annunciò indicando più avanti nel corridoio dove era locato l'ingresso.
Sarah raggiunse in uno scatto il luogo del reato, con gli altri due ragazzi al seguito.
Ad accoglierli all'ingresso c'era una folla di persone che assisteva alla sfuriata della segretaria della scuola che in piedi davanti alla bacheca, stava puntando il dito verso chiunque le capitasse a tiro < Chiunque di voi teppisti si è permesso di deturpare una proprietà scolastica, sappia che la prigione è quello che l'aspetta uscito di quei! > sbraitò.
Brain, troppo distratto dalla scenata, non si accorse del problema fino a quando Sarah non lo indicò, saltellando sul posto con urgenza.
Alle spalle della segretaria, la bacheca della scuola era stata completamente spogliata di tutte le note, tranne per un foglio molto familiare che recitava:

Il ladro senza faccia ha preso “in prestito” le vostre Note.

Spero non siano troppo importanti.

- Faceless <3

< Oh. > commentò lui, capendo immediatamente quelle che erano state le intenzioni del ladro.
< Dev'essere successo tra la terza e la quarta ora... quando abbiamo cambiato classe prima ricordo che tutto era al suo posto > affermò Lance con un'espressione accigliata.
< È perfetto! > esclamò Sarah, lanciando le braccia al collo dell'amico. < Brain è stato in classe al mio fianco tutto il tempo e Melory può testimoniare! È Impossibile che sia lui Faceless! >.
Lance annuì con un debole sorriso < Mi dispiace... di devo più di un paio di scuse... non dovevo saltare alle conclusioni così in fretta > fece imbarazzato.
< Non pensarci troppo... è stata una reazione comprensibile, ma non pensavo tenessi così tanto alle amicizie, mi piace > cercò di metterlo a suo agio Brain, con il solo risultato di vedere quel bestione di due metri di Clark arrossire.
< Non... ho così tanti amici ed ero davvero felice... voi eravate tutti così gentili... tranne Melory, lei è una strega > parlò coprendosi la bocca con una mano, imbarazzato.
< A proposito di Melory, non era con noi quando siamo usciti dalla classe? > chiese a quel punto Brain, guardandosi intorno.
< Sì, ma voleva andare in bagno prima che si affollasse, le ho detto che la aspettavo agli armadietti se voleva chiacchierare per un po' > lo informò Sarah.
Proprio in quel momento, un acuto ed agghiacciante urlo risuono per tutti i corridoi e niente di meno che la regina del dramma sfreccio giù dalle scale qualche minuto dopo. Capelli sciolti ed appena arruffati e pallida in volto, si fiondo tra le braccia dell'ignaro Lance che stupito da quel gesto, ma che la accolse comunque con fare protettivo, minacciando con gli occhi chiunque provasse a guardarli strano.
< Melory ma che cavolo...!? > sbraitò lui.
< Era nel bagno delle ragazze... NEL BAGNO DELLE RAGAZZE! > rispose lei con un tono altrettanto strepitante.
< Chi? Cosa? > le domandò allarmata Sarah.
Melory tirò fuori dalla borsa l'arriccia capelli e lo glielo sventolo davanti come fosse chissà quale prova del reato ed in un certo senso lo era. Se quello era lo stesso che Faceless le aveva rubato, allora era realmente la prova di qualcosa.
< Dove l'hai trovato? > chiese ancora lei, prendendo tra le mani l'oggetto ed ispezionandolo con interesse.
< Ero in bagno... IN BAGNO! Sento qualcuno entrare e all'improvviso QUELLA sbuca da sotto il cubicolo! Cioè io stavo facendo... la mia roba e QUELLO mi passa da sotto la porta il mio arriccia capelli! > spiegò senza prendere fiato nemmeno un secondo.
Brain notò che Lance tratteneva a fatica una risata e fece lo stesso per non mancare di rispetto alla ragazza che sembrava sinceramente terrorizzata.
< Mio Dio! Cos'è tutto questo casino? > chiese Lara, entrando in quel momento dall'ingresso da quella che sembrava una pausa sigaretta, ma che conoscendola doveva essere un tentativo di fare buco per le prossime lezioni.
< Faceless ha restituito la piastra per capelli a Melory mentre era al gabinetto > ridacchiò Lance, beccandosi un pugno dalla ragazza che però non si mosse dal quella sorta di abbraccio.
< E ha fregato altra roba mentre Brain era totalmente al mio fianco tutto il tempo, quindi siete scagionati e direi riammessi al club con effetto immediato! > gioì Sarah.
Lara sorrise nel vederla saltare in giro. < Forte! > commentò con un sorriso, aprendo le braccia nella direzione della bionda che senza un minimo di esitazione la investì in un abbraccio sincero. < Non vedo l'ora di vedere la faccia del principino... > aggiunse con un sorriso maligno. < A proposito, dov'è sua altezza? > domandò.
< Oggi non sembrava stare un granché e nonostante tutto mi ha salvato andando volontario per un'ora piena di interrogazione in inglese... è un grande > raccontò con ammirazione Lance. < Poco prima che suonasse la campanella l'ho accompagnato in infermeria e quando sono tornato indietro ho visto tutto questo casino e sono venuto a chiamarvi > finì un po' dispiaciuto.

Aspetta... cosa?

Alistair batté più volte le palpebre per inquadrare la situazione.
Lance aveva visto Mark in classe tutto il tempo.
Sarah aveva visto lui in classe tutto il tempo.
Il principio era lo stesso: se il fatto che non si fosse mosso dalla classe scagionava lui, allora per forza di cose scagionava anche Mark... ma la cosa non aveva il minimo senso.
< Quindi nessuno di noi è passato per i corridoi durante questa ora di lezione e nessuno di noi è stato testimone di quello che è successo in bacheca? > si accertò.
Tutti annuirono.
< Beh, eravamo tutti in classe e Lara... > iniziò Sarah.
La ragazza tirata in causa rinnovò quel suo sorriso malizioso. < Ok, lo ammetto... sono appena entrata a scuola > sbuffò.
< Hai le prove? > la provocò Melory.
< Certo! > affermò lei, iniziando a frugare nella borsa per tirarne fuori subito dopo il cellulare. Levò la custodia di plastica morbida, mostrando due biglietti dell'autobus, uno nuovo di zecca e l'altro con sopra registrata l'ora in cui era stato usato.
< Sono salita sul bus poco più di mezz'ora fa, la quantità di tempo esatta che ci mette ad arrivare da casa mia a qui > illustrò lei. < E se non basta la gente con cui ho fatto buco sarà... beh, non troppo felice, ma disponibile a testimoniare della mia presenza, e se non vi basta ancora ho lo scontrino delle sigarette, e se non vi basta ancora...> stava per continuare, quando Brain la fermò sghignazzando.
< Direi che ci basta > asserì mentre gli altri annuivano.

Quella sera non fu affatto diversa dalle precedenti, non perché la passò insonne, ma perché si ritrovò alle tre di notte a pensare a Faceless con la faccia spalmata sul cuscino ed il cervello che era un casino.
Per il precedente quarto d'ora aveva lanciato occhiate strazianti al cellulare sul comodino, nella speranza e allo stesso tempo nel terrore di sentirlo vibrare, ma non accadde nulla e sprofondò in un sonno profondo prima ancora di potersi accorgere di aver chiuso gli occhi.
Si svegliò la mattina dopo rinfrescato, ma decisamente in ritardo per la scuola.
Si fiondò sulla bici senza nemmeno aver fatto colazione e pedalò come un dannato fino all'ingresso, dove Sarah e Melory lo stavano aspettando sedute sul loro solito muretto, ma questa volta, anche Lara faceva loro compagnia e con notò con piacere che stavano tutte e tre sorridendo e chiacchierando con serenità.
Si avvicinò a loro incerto, non volendo interrompere quel clima gioioso.
< Buongiorno... > salutò cortese.
< Buongiorno! > ricambiò pimpante Sarah.
< Ehi Brain! Oggi sei anche più in ritardo di me > notò Lara, facendogli posto per sedersi tra lei e Sarah.
< Mio. Dio. Cos'è successo ai tuoi capelli stamattina? > domandò prima di ogni altra cosa Melory. < Non la spazzola... né la gravità > rispose per lui Sarah, cercando di appiattire il mostro castano. La rossa si fece largo tra le altre due, facendo sbucare una spazzola e del gel da chissà dove e cominciando a domare la bestia. < Lasciate fare ad una professionista >.
Non ribellarsi era stata la scelta migliore che Brain avesse mai fatto, perché quando osservò i suo capelli dal piccolo specchietto che Melory aveva fatto comparire dalla sua borsa, notò come fossero più umani che mai.
Le sorrise, cercando di non farsi abbagliare dalla sua impossibile perfezione attiva anche di prima mattina. < Grazie, così sono molto meglio... spero solo che durino > la ringraziò lui.
< È il minimo dopo averti accusato con così tanto pathos... è un brutto vizio che vedrò di correggere... > gli sorrise.
< C'è anche qualcun altro che ti dovrebbe delle scuse, ma a quello ci penso io > borbottò Lara, assottigliando lo sguardo. < Dì una parola e gli salto alla gola > bisbigliò con fare sospetto, strappando al ragazzo l'ennesimo sorriso.
Un molto pallido Mark ed un preoccupato Lance si fecero avanti in quel momento.
< Woah. Principino sicuro di essere vivo? Perché davvero non lo sembri > commentò Lara.
< È solo carenza di sonno, mi riprenderò appena sarò tornato a casa a riposare > le rispose debolmente.
Vederlo così fragile li spaventò un po' e persino Lara smise di infierire.

Entrarono a scuola, superando un ingresso insolitamente affollato, per trovarsi davanti ad uno spettacolo inatteso: racchette da tennis e da volano appese ai muri come fossero decorazioni, l'insegna dell'open day appesa in bella vista sopra le loro teste e tastiere semi-nascoste tra piante o in bilico su qualsiasi ripiano libero.
Come avevano notato dall'esempio dell'arriccia capelli di Melory, Faceless aveva iniziato a restituire tutti gli oggetti rubati, ma in maniera... non convenzionale...
C'era chi la prendeva sul ride, come Lara e Lance che se non stavano attenti avrebbero perso una mascella per strada quella mattina o chi si incavolava come una biscia, come Melory che più che camminare verso la sua classe stava cercando di far crollare il pavimento ed anche Mark che scuoteva la testa e si lamentava di come sarebbe toccato a lui organizzare la messa in ordine del posto, sarebbe potuto essere un esempio, non fosse per gli eventi di pochi giorni prima.
La sua reazione non fece che confondere ulteriormente Alistair che da quella mattina non cessava di tenerlo d'occhio, nemmeno in quello stato di apparente debolezza.
Al culmine degli eventi di quella mattinata ci fu il ritrovamento della rete da pallavolo nel laboratorio di scienze, avvolta allo scheletro del corpo umano che pendeva inquietante dal soffitto e la pioggia di asciugamani volanti che si verificò durante l'ora di educazione fisica.
E per quel giorno le sorprese non erano finite.
Al termine delle lezioni, trovarono una lunghissima scia di lecca-lecca che dalla classe di storia di Alistair portava alla stanza del club.
Il ragazzo, imparando dagli errori, decise di non avventurarsi tra le braccia di Faceless da solo e disarmato e recuperò in fretta gli altri ragazzi, stando attento a tenersi sempre a distanza da Mark ed il più vicino possibile a quell'armadio a due ante che era Lance.
Raggiunta la stanza alla fine del sentiero di lecca-lecca, la prima cosa che notarono fu l'enorme arpa, che il ladro aveva sottratto nell'aula di musica, situata al centro dell'insieme di bachi che il gruppo usava come tavola rotonda, con uno splendido mazzo di rose rosse ed un biglietto posizionati di fronte ad essa:

Ci viene data solo una piccola scintilla di follia...
vedrò di non perdere la mia...

La storia del ladro senza faccia non finisce qui.

- Faceless <3
P.S.: Spero tu abbia gradito le rose, Alistair.

Sentì le orecchie farsi bollenti ancor prima di notare cinque paia di occhi girati nella sua direzione.
Portò le mani avanti in un disperato tentativo di difesa. < Posso spiegare! > farfugliò ormai colorato di un rosso acceso.
Di sfuggita colse un ghigno sul volto di Mark che era già sparito prima che potesse voltarsi del tutto nella sua direzione.
Giurò a se stesso che lo avrebbe incastrato in un modo o nell'altro.
Era solo questione di tempo, la sua facciata da ragazzo perfetto prima o poi si sarebbe sgretolata in mille pezzi e allora sarebbe stato lui a ridere.

Attento a te, Faceless.



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Siparietto di Val

Ehilà!
Settimana rovinosa quest'ultima! L'arrivo della primavera non è stato un toccasana né per me che sono stanca 24 ore su 24, né per il mio computer... in riparazione e ad un passo dalla morte. RESISTI BRO!
Ringraziamo Sorella per avermi prestato il portatile per ben 1 ora e 45 minuti! <3
Ma passiamo alle cose serie! **
MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA! Alzi la mano chi se lo aspettava!
Spero poca gente, vorrei sapere chi di voi c'è rimasto e chi di voi ha urlato al pc “LO SAPEVO YOU BITCH!”.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e di questo finale provvisorio con una recensioncina! La apprezzerei molto, sopratutto in questo periodo non proprio meraviglioso tra pc che esplodono, esami dietro l'angolo e I MALEDETTI FANTASMI NEL DORMITORIO CHE NON MI LASCIANO DORMIRE (SONO SERIA, AIUTO).
Come ho già anticipato tipo in tutti i capitoli, questo è l'ultimo dei capitoli pronti e partecipanti al contest "Cantami, o Diva...” Indetto da Dollarbaby sul forum di EFP.
I risultati dovrebbero arrivare a breve, incrociate le dita per me!
Il prossimo capitolo è in lavorazione, spero di farlo esistere per la settimana di Pasqua!
Per il momento marco la storia come completa, la riprenderò a breve, apportando le famose modifiche a rating e avvertimenti!
Per il momento è tutto! Vi auguro una mmmmmeravigliosa giornata/serata/notte!
Ci si “vede” alla prossima! Kisses <3

Val__

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