La danza del drago e del lupo

di __Lily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UNO ***
Capitolo 2: *** DUE ***
Capitolo 3: *** TRE ***
Capitolo 4: *** QUATTRO ***
Capitolo 5: *** CINQUE ***
Capitolo 6: *** SEI ***
Capitolo 7: *** SETTE ***
Capitolo 8: *** OTTO ***
Capitolo 9: *** NOVE ***
Capitolo 10: *** DIECI ***
Capitolo 11: *** UNDICI ***
Capitolo 12: *** DODICI ***
Capitolo 13: *** TREDICI ***
Capitolo 14: *** QUATTORDICI ***
Capitolo 15: *** QUINDICI ***
Capitolo 16: *** SEDICI ***
Capitolo 17: *** DICIASSETTE ***
Capitolo 18: *** DICIOTTO ***
Capitolo 19: *** DICIANNOVE ***
Capitolo 20: *** VENTI ***
Capitolo 21: *** VENTUNO ***
Capitolo 22: *** VENTIDUE ***
Capitolo 23: *** VENTITRE ***



Capitolo 1
*** UNO ***


 Lyanna Stark&Rhaegar Targaryen
La danza del drago e del lupo

 







Lyanna stava pregando nel parco degli Dei di Harrenhal, era notte e la luna brillava alta in cielo insieme alle stelle.
Grande Inverno le mancava, le mancava il suo parco degli Dei, le nevicate estive, i giardini coperti e il profumo del vento del Nord; le mancava tutto del suo amato Nord.
Lasciarlo per andare a Capo Tempesta sarebbe stato duro, ma lei era una lady e così stato deciso.
Rhaegar arrivò alle sue spalle senza fare rumore, aveva imparato da tempo ad essere silenzioso come un’ombra.
Lyanna aveva i capelli raccolti in una treccia che le arrivava fino alla vita, e di notte sembravano ancora più scuri.
Lei si voltò e vide il principe in piedi dietro di lei.
«Non volevo disturbare le tue preghiere.»
Lyanna non aveva mai visto un uomo più bello di Rhaegar Targaryen, bensì Robert fosse molto attraente, ma Rhaegar aveva i capelli chiari come la luna e gli occhi violetti, occhi che la osservavano in un modo speciale.
Fece un respiro profondo e tornò la lady di ghiaccio.
«Non mi hai disturbata. Non dovresti essere qui Rhaegar.»
«E tu non saresti dovuta venire la notte scorsa» rispose prontamente lui.
«E’ stato un errore.»
Lyanna si alzò in piedi e sistemò il suo vestito azzurro, fece per andarsene ma la mano del principe afferrò il suo braccio.
«Lasciami andare.»
«No. Ti prego, resta.»
«Che cosa vuoi da me?» chiese lei, le lacrime stavano per uscire dai suoi occhi nonostante i suoi sforzi per controllarsi.
Rhaegar lasciò andare il suo braccio, facendo così decidere a lei se restare o andarsene.
Il principe si avvicinò all’albero diga ripassando i contorni con le dita, quegli alberi lo avevano sempre spaventato fin da quando era bambino, ma quelli erano gli antichi Dei del Nord, gli stessi che Lyanna venerava.
Lei era ancora lì e lo stava osservando.
«Smettila di fare così.»
La sua voce era supplichevole, sul volto di Rhaegar comparve un sorriso amaro ma che lei non vide.
«Adesso mi dici anche come comportarmi? Non ho mai permesso a nessuno di parlarmi così, nemmeno a Elia.»
«Avrebbe dovuto farlo lo stesso invece, tu sai perché ti parlo così Rhaegar.»
«Credevo di saperlo, Lyanna. Ho amato solamente due volte in tutta la mia vita. La prima volta è stata quando è nata Rhaenys, era così piccola e strillava. La seconda è quando è nato Aegon ma non sono riuscito a godermi il momento come avrei voluto. I maestri ci dissero che Elia sarebbe morta. Idioti. Gli urlai contro, li maledissi. Lei non doveva morire.»
«E non è morta.»
«No. Io non amo Elia però tengo a lei e le sono grato.»
Rhaegar lasciò perdere l’albero e si voltò verso Lyanna, era bellissima eppure lei sembrava non rendereste conto.
«Sono sicura che anche lei tenga a te.»
Non voleva parlare di lei, ma non poteva nemmeno essere scortese o irritata. Non aveva quel diritto.
«Credo che provi più che gratitudine. Prima di incontrarti Lyanna non credevo che il mio cuore avrebbe potuto veramente amare una donna. Credevo che l’amore mi sarebbe stato precluso, per sempre.»
«Ti prego non dire altro.»
Lui l’amava e lei amava lui.
«Se solo ti avessi conosciuta qualche anno prima. Ora saresti mia moglie, la madre dei miei figli, una principessa. Un giorno una regina.»
Lyanna sorrise a quel pensiero. Lei regina. No, era assurdo anche solo immaginarlo.
«Non so essere nemmeno una lady, figuriamoci una regina. No Rhaegar, non mi avresti nemmeno vista.»
«Lo avrei fatto.»
«No. Forse avresti posato lo sguardo su di me per qualche istante, ma poi saresti passato oltre. E se avessi sposato me ora non avresti Rhaenys e nemmeno Aegon. Sei un buon padre Rhaegar Targaryen.»
Il principe prese le sue mani. I suoi occhi sembravano freddi, ma lui sapeva che era solo una facciata.
«Non sopporto l’idea di lasciarti andare sapendo che un giorno sposerai qualcuno e che qualcuno non sarà mai degno di te, Lyanna Stark. Avrei dovuto sposarti io. Mi hai conquistato, il mio cuore è tuo e lo sarà sempre.»
«Non era mia intenzione conquistarti, io… non sarei nemmeno dovuta venire
Abbassò lo sguardo, guardare negli occhi Rhaegar sapendo che non sarebbe mai potuto essere suo era un peso che avrebbe portato fino alla fine dei suoi giorni.
«Lo so. E’ per questo che ci sei riuscita Lady Stark.»
Rhaegar le spostò la treccia e poi la baciò, fu un bacio lungo e piacevole.
Le labbra del principe erano come Lyanna aveva immaginato, lei fece una carezza sul suo volto, era morbido, lui chiuse gli occhi e posò la sua mano su quella di lei.
«Addio Rhaegar» disse lei, gli diede un ultimo bacio e poi corse via, mente il principe e gli alberi restavano lì, ad osservarla correre nel cuore della notte, piangendo per quell’amore che mai sarebbe dovuto essere e mai sarebbe stato. 

 

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Capitolo 2
*** DUE ***


Lyanna ricordò come tutto ebbe inizio, il giorno del torneo di Harrenhal. 

Sedeva vicino a suo fratello maggiore, Brandon, mentre i cavalieri giostravano e si sfidavano, alla fine in gara ne erano rimasti soltanto due ma dagli elmi calati era quasi impossibile capire chi fossero. 

Le aste sembravano pesare molto e i cavalli dopo tanti giri erano stanchi, ma nonostante tutto i due cavalieri partirono al galoppo, tenendo strette le redini con una mano e le aste con l’altra. 

Il cavaliere di destra fu più veloce e colpì il cavaliere che correva a sinistra, l’asta lo prese in pieno, fortunatamente aveva l’armatura e ciò lo salvò. 

Il torneo durava da qualche giorno ma ancora non si era abituata a vedere degli uomini gareggiare in quel modo, un modo quasi ridicolo. 

La folla scoppiò in un boato, persino suo fratello Brandon, cosa rara. 

Lei invece si limitò ad applaudire, poi si voltò in direzione di suo fratello Ned e di Robert e lo vide parlare con un altro lord, il torneo ormai era finito e il vincitore sarebbe passato con il cavallo e avrebbe incoronato la sua regina di amore di bellezza. 

Le grida divennero ancora più forti e le ragazze per lo più iniziarono a sussurrare tra di loro, poi anche Lyanna si voltò e ne comprese la ragione. 

«E’ il principe Rhaegar» disse Bran, incredulo come tutti gli altri del resto. 

Il principe fece due giri sul cavallo facendosi così ammirare da tutti, i suoi capelli alla luce del sole erano ancora più chiari e i suoi occhi violetti lo rendevano un uomo davvero affascinante. 

Un uomo porse a Rhaegar una corona fatta di rose azzurre, le sue preferite, lui lo ringraziò e poi fece di nuovo un giro. 

Tutti lo fissavano, gli occhi di tutte quelle persone erano su di lui. 

Rhaegar era abituato a quegli sguardi, crescere a corte non era stato facile ma aveva imparato come si vive da principe e soprattutto come si sopravvive ad una corte spietata come lo era quella ad Approdo del Re. 

Elia Martell sedeva in una sedia di legno più decorata e rialzata e guardava orgogliosa il suo sposo che aveva vinto quella competizione, lei lo amava nonostante il principe non provasse nulla per lei, se non affetto fraterno. 

Lui sapeva che quella corona doveva darla ad Elia, lo sapeva, eppure il suo sguardo cadde su una bellissima lady dai capelli castani e gli occhi scuri e freddi come il suo Nord, un vestito azzurro e bianco che la rendeva quasi una Dea. 

Rhaegar spronò il cavallo e superò Elia, sapeva che la stava ferendo e che non lo meritava, ma sapeva altrettanto che doveva essere lei la sua regina di amore di bellezza.

Non appena il principe raggiunse Lyanna Stark, tutte le voce si zittirono, Harrenhal non era mai stata tanto silenziosa come in quel momento, ma continuò, scese dal suo cavallo e si mise difronte a lei. 

«Per te, mia lady.»

Lyanna non sapeva cosa dire, cosa fare, si volto verso suo fratello Brandon che era sconvolto quasi quanto lei. 

«Io…»

«Ti prego mia signora.»

Brandon le diede una gomitata, tutti i lord stavano osservando e sua sorella non poteva rifiutare quel dono da Rhaegar Targaryen, il principe posò quella corona fatta di fiori sul suo grembo, guardò quegli occhi che sembravano tanto freddi ancora per qualche istante e poi salì nuovamente sul suo cavallo e se ne andò, lasciando i lord a spettegolare di quanto appena accaduto.  

Tutti gli occhi ora erano puntati su Lyanna Stark lady di Grande Inverno, Robert fissò Rhaegar in modo truce, lui amava perdutamente quella ragazza e nessuno, nemmeno Rhaegar Targaryen gliela avrebbe portata via.

La sera ci fu la festa per celebrare la fine del torneo, la giovane lady cercava di nascondersi il più possibile dalle persone che non facevano altro che spettegolare e dire cose non vere su di lei e sul principe. 

Brandon le si avvicinò e le fece una carezza sul viso. 

«Smetteranno Lyanna.»

«Fra quanto Bran?»

«Non appena accadrà qualcosa di più interessante» le rispose il fratello. 

«Più interessante del futuro re che cavalca oltre sua moglie e da a me quella stupida corona di fiori?» rispose irritata. 

Brandon aveva tentato di tirarla su, ma lei si sentiva troppo in collera con il principe Targaryen. 

Poi una musica soave riempì la stanza, era così bella e così malinconica che non sembrava nemmeno suonata da un essere umano. 

Lyanna si guardò intorno finché non vide chi era a suonare, le dita del principe scorrevano veloci su le corde dell’arpa, quasi fossero invisibile producendo quel suono melodioso. 

Rhaegar amava la musica, la amava più della spada, più del combattere, la musica era ciò che lo faceva sentire in pace, almeno un po’. 

Una lacrima rotolò sul volto della lady di ghiaccio, e suo fratello minore Benjen non perse occasione per prenderla in giro, così nel giro di pochi istanti Benjen Stark si ritrovò zuppo di vino di Arbor dalla testa ai piedi e il povero Brandon non poté far altro se non accompagnare il fratello minore nelle sue stanze, mentre Lyanna restava incantata a sentir suonare il principe che l’aveva incoronata regina di amore e di bellezza.

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Capitolo 3
*** TRE ***


Rhaegar amava stupire, e senza dubbio quella dolce e malinconica melodia aveva stupito, gli ospiti erano tutti in silenzio mentre lui suonava, mentre le sue dita sfioravano le corde producendo quella musica. 

Tenne gli occhi chiusi per assaporare la magia che aveva appena creato, sua madre, la regina Rhaella era accanto a lui e osservava colma di orgoglio suo figlio suonare, era la sua miglior dote, oltre all’amore che le dava. 

Aveva i capelli legati in una treccia, fermati da un filo rosso, il mantello messo a metà e sopra una spilla a forma di drago, emblema della nobile casa dei Targaryen. 

Lyanna continuava ad ascoltare in silenzio, beandosi di quella vista, Rhaegar era più bello che mai, ancora più bello di quando le aveva donato quella corona di rose azzurre, le sue amate rose del Nord, era come se avesse sempre saputo che lei sarebbe stata li, come se avesse saputo che quei fiori erano i suoi fiori.

Si asciugò una lacrima mentre il principe suonava le ultime note di quella stupenda melodia, poi fermò le corde con entrambe le mani e la sala addobbata per i festeggiamenti del torneo fu pervasa da applausi, più che meritati. 

Lo vide sorridere, e quel sorriso era così bello, si domandò quante volte gli capitasse di sorridere veramente. 

Doveva essere duro crescere sapendo che un giorno la responsabilità di ben Sette Regni sarebbe stata sua, lui, l’erede predestinato per essere re, il miglior re mai esistito. 

La regina si avvicinò al figlio, gli fece una carezza e lui le diede un bacio sulla guancia, nonostante tutto quello che provava per suo marito, amava troppo quel figlio, Rhaegar era il suo primogenito e anche se era adulto, anche se era diventato padre, ai suoi occhi restava ancora il bambino che amava leggere chiuso nella sua stanza, non si capacitava di quel cambiamento. 

Proprio lui che si spaventava soltanto a vedere le spade, aveva appena vinto un torneo.

Rhaegar sussurrò qualcosa all’orecchio della regina, poi insieme si avviarono verso il punto in cui si trovava Lyanna, che non appena se ne accorse tentò di sistemarsi al meglio.

Le persone continuarono a sparlare come avevano fatto dopo il torneo e ciò la mise ancora più in imbarazzo, cercò con lo sguardo i suoi fratelli o Robert, persino Robert sarebbe andato bene, ma Brandon non si vedeva e nemmeno Ned, in quanto a Robert, Lyanna sperò che non si stesse mettendo troppo in imbarazzo. 

Rhaegar le sorrise, fu un sorriso vero e non di cortesia. 

«Madre, vorrei presentarti Lyanna Stark, lady di Grande Inverno. Lady Lyanna, mia madre, la regina Rhaella.»

La regina indossava un bellissimo abito bianco impreziosito da diamanti, il corsetto ricamato in fili d’oro faceva risplendere i suoi capelli chiari come quelli del principe.

Lyanna fece un inchino goffo, non era mai stata troppo brava in quelle cose, lei era uno spirito indomito, libero come i venti del Nord che facevano sbattere le imposte delle sue stanze, e il vento non può essere intrappolato. 

«Maestà, è un onore conoscerti. Perdonami se avessi saputo io…»

«Non preoccuparti lady Lyanna, posso assicurarti che è stata una sorpresa per te quanto per me. Mio figlio non ha mentito, sei davvero molto bella.»

«Grazie, maestà.»

«Non meritava forse il premio, madre?» disse il principe, aggiustando il suo mantello. 

«Rhaegar…ne abbiamo già discusso. Ti auguro ogni bene lady Stark.»

La regina diede un bacio a suo figlio e poi se ne andò, lasciandoli soli mentre una folla di curiosi parlottava sempre più a bassa voce. 

La giovane lady si sentiva in imbarazzo, non sapeva cosa fare e nemmeno cosa dire, gli occhi del giovane Targaryen la osservavano soppesando ogni sua mossa. 

«Non ti piace essere al centro dell’attenzione, vero?»

«No…non molto a dire il vero.»

«Credo che tu sia la prima persona a dire il vero, lady Stark.»

In quel momento arrivò Brandon, Lyanna tirò un sospiro di sollievo lieta che suo fratello fosse arrivato, così da smorzare l’atmosfera che si era creata. 

«Principe Rhaeagar.»

«Lord Brandon.»

«Hai suonato una bellissima melodia, sei riuscito a far commuovere pure mia sorella.»

Rhaegar sorrise nuovamente. 

«Me ne sono accorto, spero che vostro fratello si sia cambiato.»

Brandon sorrise, come aveva fatto quel ragazzo a notare tutto se non faceva che suonare e tenere gli occhi chiusi?

«Benjen è sano e salvo nella sua tenda.»

Il principe si guardò intorno, era arrivato il momento di congedarsi dagli Stark, ma l’idea di salutare quella giovane lady ribelle non gli piaceva affatto. 

«Devo andare ora, lord Brandon. Mia signora.»

Lyanna faticava a staccare gli occhi dai suoi, si era sentita come una bambina per il suo comportamento, ma Benjen se l’era meritato. 

«Quei fiori ti donano molto lady Stark» aggiunse Rhaegar, poi se ne andò, lasciando soli i due fratelli.

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Capitolo 4
*** QUATTRO ***


La festa procedeva e Harrenhall non era mai stata tanto viva quanto quella sera. 

  La regina Rhaella aveva potuto raggiungere suo figlio solo dopo molte discussioni e con lei era venuto anche il secondogenito il principe Viserys. 

  Rhaegar e Viserys non potevano essere più diversi benché fossero fratelli, Rhaegar era un ragazzo malinconico e solitario e si era affacciato tardi al mondo dei soldati e della guerra; Viserys come suo padre amava cose che a Rhaella spaventavano e per quanto si sforzasse di tenerlo lontano da Aerys era quasi impossibile perciò era felice di essere ad Harrenhall e a quella festa. 

  Suo figlio non riusciva a togliere gli occhi di dosso dalla giovane Stark, suscitando molti commenti fuori luogo e anche occhiatacce da parte di Robert Baratheon e quella cosa preoccupava la regina, aveva messo in guardia il figlio ma a lui non importava ciò che si diceva, a lui importava solo di quella ragazza. 

  Elia Martell aveva trovato la forza di andare ai festeggiamenti, di sorridere ed essere cordiale con tutti ma non aveva smesso di tenere d’occhio suo marito, il loro non era stato un rapporto facile, lei così abituata a Dorne e alle sue usanze si era ritrovata catapultata nella capitale dei Sette Regni e in breve tempo anche sposa dell’erede al trono; benché la sua salute fosse precaria aveva adempiuto al suo dovere di moglie e dato due figli al marito.

  Adorava i suoi figli, Rhaenys e Aegon erano la sua gioia più grande sarebbe morta per loro, avrebbe fatto di tutto e Rhaegar questo lo sapeva; Elia amava vedere come il marito giocava con la figlia e con il suo piccolo “drago” un gattino che Rhaenys aveva chiamato Balerion come il drago degli antichi Targaryen, amava vedere come si prendeva cura di Aegon, di come lo cullava, era un padre perfetto e sarebbero stati anche una famiglia perfetta se solo lui l’avesse amata come lei lo amava. 

  Oltre al marito non aveva smesso di osservare lady Lyanna la ragazza venuta dal Nord e che era stata incoronata regina di amore di bellezza, ovviamente non era colpa sua lei non aveva fatto nulla, non aveva chiesto una cosa simile ed Elia vedeva quanto si sentisse in imbarazzo e la capiva, anche per lei non era stato facile abituarsi ad Approdo del re e alla sua corte, ai loro modi di fare così diversi da Dorne e anche al re, pure con il re non era semplice, eppure lei aveva accettato tutto per Rhaegar. 

  Così seguita da due ancelle si diresse dalla giovane lady che era in compagnia dei suoi due fratelli, Brandon e Eddard Stark, sorrideva e si guardava intorno mentre le persone spettegolavano di lei. 

  Portava un vestito azzurro e bianco, i capelli acconciati e appuntati con un pettine ben lavorato e un filo di trucco sul volto, Elia capiva perfettamente cosa vedeva suo marito in lei. 

  Lyanna Stark era bella, giovane e in salute cosa che a lei mancava spesso. 

  Si avvicinò a testa alta pensando: “che parlino pure quanto vogliono, io sono la principessa, madre dell’erede al trono dei Sette Regni. Io sono Elia Martell di Dorne!”

  Eddard Stark fece un cenno ai suoi fratelli che smisero di parlare, Elia li raggiunse sorridente e lì saluto cordialmente, come si conviene ad una lady e a una principessa. 

  «Principessa Elia» disse il maggiore degli Stark facendo un inchino. 

  «Spero che la festa sia di vostro gradimento.»

  «Lo è, e il principe è un buon intrattenitore.»

  «Si, mio marito ama suonare» rispose Elia, poi il suo sguardo incrociò quello di lady Lyanna. 

  «Non temere lady Lyanna, non ho nulla contro di te.»

  «Altezza io… sono terribilmente dispiaciuta per quanto accaduto.»

  Lyanna era in imbarazzo, non era certa che si sarebbero incontrate ma non lo aveva dato nemmeno per scontato, la principessa Dorniana era molto bella e il suo abito arancio e oro faceva risaltare il colore della sua carnagione, molto più scuro rispetto al suo e a quello dei Targaryen. 

  «Non devi, e non devi temere nemmeno i pettegolezzi prima o poi finiranno.»

  «Non prima che me ne sarò andata.»

  «No e probabilmente nemmeno quando saremo tutti a casa, ma prima o poi ci sarà altro da commentare. Io lo so bene lady Stark, la corte non è facile e non perdona un errore.»

  «L’ultima cosa che volevo era ferire qualcuno.»

  Elia le fece un debole sorriso, quella ragazza sembrava tanto forte eppure dopo averle parlato riuscì a paragonarla ad un uccellino, quella di Lyanna Stark era solo una facciata, come la sua, come quella della regina Rhaella e di tante altre lady del continente. 

  «Vi auguro una buona serata.»

  Le vesti della principessa ondeggiarono quando si girò e tornò da dove era venuta, i capelli castani saldamente appuntati in un’acconciatura perfetta, intrecciati con fili d’oro. 

  «Visto? Smettila di preoccuparti» le disse Ned prendendo la sua mano. 

  Ned, lui era forse tra tutti e quattro quello che le assomigliava di più, la sua facciata dura e il suo cuore tenero, troppo tenero per quel mondo, troppo tenero per essere mostrato agli altri, uno sguardo duro il suo come quello della sorella, freddo come freddo lo era il Nord. 

  In quel momento arrivò Robert, la barba curata un bell’abito eppure a Lyanna proprio non piaceva; non piaceva il suo modo di parlare, non le piacevano i suoi modi a volte perfino rozzi e non amava sentirlo puzzare di vino. 

  Sapeva bene chi era Robert, sapeva tutto su di lui, aveva costretto Ned a raccontargli tutto perché se doveva diventare sua moglie doveva sapere il più possibile e così aveva scoperto che nella Valle, Robert aveva una figlia di nome Mya e che non l’aveva riconosciuta. 

  Quella sera non era ubriaco, ma Lyanna non gradiva molto la sua compagnia, lui le si avvicinò sorridendo, prese la sua mano e la baciò con gentilezza mentre la barba le solleticava la pelle, a volte riusciva a comportarsi come un lord.

  «Lyanna.»

  Da lontano Rhaegar Targaryen osserva, in silenzio, cos’altro poteva fare?

  Ma nonostante tutto giurò che Lyanna Stark non sarebbe mai diventata la moglie di Robert Baratheon.

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Capitolo 5
*** CINQUE ***


CINQUE.




Aver incontrato Elia Martell le aveva lasciato un senso di irrequietezza e la colpa per aver ricevuto quella corona di rose azzurre non se ne era ancora andata.
Lyanna aveva ripensato a quel momento prima di addormentarsi, stringendo tra le mani la corona donatale da Rhaegar.
Quel ricordo e le mani del principe che scorrevano leggiadre sull’arpa dando vita ad una musica così meravigliosa avevano accompagnato il suo sonno.
Il sorriso di lui, i capelli argentei legati con quel nastro rosso, i suoi occhi viola.
Rhaegar Targaryen era perfetto, tanto che sembrava uscito da una ballata.
Il mattino si svegliò con il rumore delle spade, il sole illuminava la tenda che divideva con Benjen, che in quel momento era fuori ad allenarsi.
Lyanna si alzò, si lavò e indossò i suoi vestiti di allenamento, anche se il padre le aveva proibito di portarli.
Legò i lunghi capelli scuri e ricci in una treccia è uscì la tenda.
Benjen si stava allenando con uno degli uomini del padre, ma lei voleva testare quanto effettivamente il fratello fosse migliorato.
«Ti va un duello?» disse lei comparendo all’improvviso.
Benjen era finito a terra e la sua spada era in mano al soldato del padre.
«Lady Lyanna.»
«Ser, mi occuperò io di mio fratello, puoi andare. Grazie.»
Così l'uomo era stato congedato, Lyanna aveva afferrato la mano del fratello e lo aveva rialzato.
«Allora Ben?»
«E va bene» aveva risposto lui, scocciato.
Non voleva essere battuto anche dalla sorella, a Grande Inverno era quasi sempre lei a vincere quando si allenavano.
Inutile dire che gli Lyanna parò i colpi e che nonostante tutti gli sforzi di Benjen in breve riuscì a disarmarlo.
Da lontano due cavalieri avevano osservato, silenziosi come spettri.
Rhaegar era già rimasto rapito dalla sua bellezza, ma Lyanna Stark era molto più della sua bellezza, era piena di vita, forte, ribelle, non sembrava affatto una lady.
Il principe si avvicinò ancora scortato da Ser Arthur, e mentre Lyanna aiutava nuovamente il fratello a rialzarsi, il giovane Targaryen applaudì e Lynna Stark divenne rossa dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli, di certo non si aspettava di trovarlo lì.
«Principe Rhaeagr» disse, facendo - o meglio  provando a fare - un inchino.
«Lady Lyanna, sei davvero piena di sorprese» poi si era voltato verso il fratello di lei, «Lord Benjen, sei stato bravo.»
«Se fossi stato bravo non mi avrebbe battuto» rispose il piccolo lord.
«Solo perché continui a guardare in basso.»
«Cosa?»
«Guardi in basso prima di attaccare. Ecco perché riesco a batterti, perché ci riescono Bran e Ned, e Willis…»
«Hodor» ribattè lui.
«Willis! Il suo nome è Willis.»
Rhaegar andò in soccorso del lord, Lyanna si stava veramente arrabbiando.
«Lord Benjen, posso presentarti Ser Arthur Dayne?»
Benjen sgranò gli occhi per la sorpresa, non poteva credere che fosse davvero lui.
«La spada dell’alba!»
«E’ uno dei miei tanti nomi, si» rispose Ser Arthur sorridendogli.
«Ser, aiuteresti questo giovane lord?»
«Se non ti occorrono i miei servigi, mio principe.»
«Sopravviverò per un po’ senza protezione. Credo» rispose lui spostando gli occhi viola su Lyanna Stark.
«Bene. Lord Benjen seguimi, appena terminato ti scorterò nuovamente alla tua tenda, sano e salvo.»
Lyanna sapeva di essere stata dura, ma non sopportava sentire il suo amico chiamato con il nuovo nome: Hodor.
Nonostante gli anni, ancora faceva male vedere come Willis fosse diventato
«Spero non ti dispiaccia Lady Lyanna.»
«No» replicò lei freddamente.
Posò la spada vicina alle altre, strinse il laccio che fermava la sua treccia con un piccolo lupo e rimase lì, immobile a guardare il principe.
«Come facevi a saperlo?»
«Sapere cosa?» chiese lui curioso.
«Che Ser Arthur è uno degli eroi preferiti di mio fratello.»
«Non lo sapevo.»
«Attento alle bugie principe Rhaegar.»
«Mi stai dando del bugiardo Lady Stark?» domandò più colpito da quella ragazza, che irritato.
«Anche se fosse? Quale sarebbe la mia punizione?»
Rhaegar le sorrise di nuovo e a Lyanna sì scaldò il cuore, il nodo che sentiva in gola pian piano stava svanendo.
«Nessuna mia signora.»
«Dunque avevo ragione io.»
«Si, desideravo solo rivederti.»
«Perché?»
In quel momento una bambina corse verso di loro, seguita da un gatto nero. Rhaegar si voltò e osserva ciò che anche Lyanna stava osservando.
«Rhaenys!»
Il principe si abbassò e la attese a braccia aperte, la strinse forte a se come per proteggerla dal mondo, in lontananza due guardie reali osservavano la scena, come Lyanna.
Rhaegar si alzò, tenendo la figlia in braccio e accarezzandole i capelli scuri, assomigliava così tanto alla principessa Elia Martell di Dorne.
«Lady Lyanna, posso presentarti la principessa Rhaenys?»
Lyanna fece un passo verso di loro e sorrise alla bambina che si nascondeva timidamente tra le braccia del padre.
«Principessa sono felice di conoscerti» disse e Rhaenys Targaryen le sorrise, quel sorriso tanto simile a quello del padre.
«E lui è il suo drago, il terribile Balerion.»
«Un bellissimo drago» commentò lei, non avrebbe infranto i sogni di quella piccola bambina, Rhaegar la ringraziò con gli occhi.
«Ti aspetto stasera lady Stark. Nel parco degli dei» le disse con un tono che non ammetteva repliche, poi se ne andò insieme alla figlia e al suo gattino nero.

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Capitolo 6
*** SEI ***


Lyanna indossò un abito viola, si fece acconciare i capelli lunghi e scuri e indossò un bracciale a forma di lupo, quello che suo fratello Brandon aveva fatto fare appositamente per lei.
Sapeva che presentarsi a quell'incontro era sbagliato, non sarebbe dovuta andare ma la voglia di rivedere il giovane principe era troppo, le restavano solo due giorni poi sarebbe tornato a Grande Inverno, poi non avere non avrebbe mai più rivisto Rhaegar Targaryen.
I suoi passi erano decisi, aveva detto al padre che voleva passeggiare sola e alla fine di fronte alla testardaggine della figlia, il lord aveva consentito.
Avrebbe tanto voluto che sua madre fosse stata ancora in vita, con lei avrebbe potuto parlare di Robert, con lei avrebbe potuto parlare di Rhaegar; le mancava davvero molto, certi giorni più di altri.
Scacciò la tristezza e camminò a testa alta fiera di essere gli Lynna Stark, fiera del suo Nord, fiera delle sue origini.
Quando arrivò nel parco degli Dei lui era già lì ad aspettarla,un sorriso comparve sul volto chiaro quanto i suoi capelli.
«Lady Lyanna.»
«Principe Rhaegar» rispose incantata dagli occhi violetti di lui, dalla spilla con il drago appuntata al colletto della sua giacca, che non faceva altro se non risaltare la sua grazia e compostezza, propria di un futuro re.
«Sono lieto che tu sia venuta, Lady Stark.»

«Il principe ordina e i sudditi obbediscono.»
«Dubito che tu sia davvero portata all’ubbidienza» rispose quasi ridendo di quell’osservazione.
«Infatti non lo sono. Io sono come il mio Nord, ribelle e impossibile da contenere.»
Lui le porse il braccio da vero cavalieri e li Lyanna dopo pochi istanti accettò e così passeggiarono sotto quella volta stellata, il vento scompigliava i loro capelli, quelli agenti come la luna di Rhaegar e quelli scuri di Lyanna.
«Non credi che sarebbe bello solo per una volta lasciare da parte i nostri titoli? Essere solamente Rhaegar e Lyanna? Niente Targaryen e niente Stark, né drago né lupo.»
Quel ragazzo non smetteva mai di stupirla.
«Credo che per una volta si possa fare, se è ciò che desideri.»
«Bene allora.»
«Dimmi perché Rhaegar?» domandò mentre la loro passeggiata al chiaro di luna proseguiva, mentre gli antichi dei del Nord diventavano i testimoni di quell’amore che stava sbocciando tra drago e lupo, tra fuoco e ghiaccio.
«Perché cosa?»
«La corona di rose azzurre, quella destinata alla regina di amore e di bellezza… avresti dovuto darla a tua moglie.»
Quella domanda la assillava da giorni.
«Avrei dovuto darla a Elia, non lo negherò» rispose voltandosi verso di lei, «ma poi il mio sguardo si è posato su di te Lyanna, non avevo mai visto una donna così bella. Dovevi essere tu la mia regina di amore e di bellezza.»
Quel complimento fece battere forte il cuore della giovane lady, dei quanto avrebbe voluto provare un sentimento simile per Robert, eppure gli dei si stavano facendo beffe di lei, facendola innamorare di un uomo che non solo era il futuro re ma che sapeva bene essere sposato e padre di due bambini.
«Non prenderti gioco di me Rhaegar.»
Rhaegar si fermò e si mise di fronte a lei, poi prese le mani di Lyanna e le strinse forte nelle sue.
«Non mi credi?»
«Non so se crederti sia un bene.»
«Sei la prima persona oltre a mia madre che mi parla con tale franchezza.»
«Questa storia non può andare oltre principe.»
«Credevo che avessimo messo da parte le formalità.»
«E’ stato bello» rispose lei con debole sorriso «ma sapevamo che non sarebbe potuto durare a lungo, niente e nessuno può cancellare ciò che siamo e a chi siamo stati destinati.»
«Lyanna…»
«Torna dai tuoi figli, loro meritano di averti vicino.»
Lyanna si inchinò al suo principe a colui che un giorno sarebbe stato il suo re, il cuore in mille pezzi per non poterlo amare come avrebbe tanto desiderato fare.
Poi si voltò e tornò verso la sua tenda.
Rhaegar la guardò andarsene incapace di fermarla, avrebbe voluto ma lei non lo avrebbe ascoltato, questo lo sapeva.
La giovane Stark era tanto bella quanto testarda, restò immobile a osservare finché lei non scomparve, inghiottita dalle tenebre.
«Lady Stark…» sussurrò, poi se ne andò tornando dentro al castello di Harrenhall.
Entrò piano nella stanza che condivideva con Elia, la trovò a riposare, quelle giornate avevano messo a dura prova la salute di sua moglie ancora debole dopo il parto.
La luce della luna illuminava tenuemente il suo corpo, Rhaegar si sentiva davvero in colpa, nonostante tutto, nonostante i figli che le aveva dato non era riuscito ad amarla come avrebbe meritato, sapeva di essere un pessimo marito.
Poco più in la Aegon dormiva beato nella sua culla, ma lui sapeva anche che presto si sarebbe svegliato per reclamare la sua poppata notturna, fece una carezza al figlio e gli diede un bacio e poi uscì da quella stanza, diretto in una vicina alla loro, in quella di Rhaenys.
Anche sua figlia dormiva, forse lui e Lyanna erano gli unici due ancora svegli in tutta Harrenhall, si sedette sul suo letto facendo attenzione a non svegliarla, il gattino - il suo terribile drago -  Balerion dormiva ai suoi piedi.
«Giuro che un giorno sarai libera di amare chiunque vorrai Rhaenys, il tuo titolo non sarà un peso come lo è per me, sia tu che Aegon, anche se dubito che qualcuno possa davvero meritarti.»
Amava quella bambina, e amava Aegon, loro erano il suo cuore e la ragione della sua vita, le diede un bacio e restò a guardarla dormire per qualche istante ancora, era davvero perfetta.
Poi si alzò, accostò la sua porta e tornò nella stanza che condivideva con Elia, sua moglie. 

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Capitolo 7
*** SETTE ***


Quello era l’ultimo giorno ad Harrenhal, il mattino dopo avrebbero smontato le tende e ripreso la strada del Re per tornare finalmente a Grande Inverno.
Lasciare Harrenhall le dispiaceva, ma lasciare Rhaegar le stava spezzando il cuore.
Aveva già detto addio al suo principe dai capelli argento, ma poi il bacio che si erano scambiati nel parco degli Dei aveva riempito il cuore di Lyanna di così tante emozioni che le stavano confondendo anche la mente.
La mattina si alzò tardi, era rimasta sotto le coperte calde, in quel letto che l’indomani sarebbe stato smontato come la tenda, stretta tra le mani la corona di rose azzurre.
«Rhaegar» disse piano, nessuno avrebbe potuto udirla.
Il sole stava riscaldando quella giornata, lì era molto più caldo che a Grande Inverno, ovunque era più caldo che a casa sua.
Alla fine si decise ad alzarsi dal letto, si fece aiutare a prepararsi e indossò l’abito chiaro che aveva al torneo e una volta che il suo letto venne rifatto mise sotto al cuscino la sua corona di rose, non voleva che suo fratello o altri la prendessero in giro.
Sentì dei passi fuori dalla tenda e delle voci, erano Ned e Robert li avrebbe riconosciuti tra mille, Ned rideva sempre quando era in compagnia del suo amico, non capiva proprio cosa unisse quei due.
«Lyanna, sei presentabile?» chiese Ned.
«Si, entrate» rispose cercando di sorridere, anche se non avrebbe desiderato fare altro che piangere tutte le lacrime che aveva fino allo sfinimento, non sarebbe mai dovuto andare a quel torneo.
Ned e Robert entrarono nella tenda, suo fratello le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte indugiando solo qualche secondo, a Lyanna piacevano quelle dimostrazioni di affetto da parte sua e anche di Brandon.
Poi porse la mano a Robert che gliela baciò delicatamente.
«Mia signora» disse lui, poi le porse dei fiori che aveva raccolto poco prima, fiori che avrebbero potuto renderla felice se solo non fosse stata così triste per il principe Targaryen.
«Grazie» rispose lei sorpresa ma ancora con un sorriso forzato.
«Lyanna ti andrebbe di fare una passeggiata?» le domandò Robert, lei lo guardò solo per qualche secondo, quel giorno era vestito bene, il suo alito non sapeva di vino e si era anche messo del profumo; forse c’era un po’ di speranza dopo tutto.
«Mi farebbe piacere Robert» rispose lei, forse una passeggiata le avrebbe fatto bene e forse avrebbe dimenticato anche lui.
Ned li guardò e sorrise, suo fratello la amava ma teneva molto anche al giovane lord di Capo Tempesta, da quale parte si sarebbe schierato se lei… no, non avrebbe mai potuto rifiutare la mano di Robert.
Il lord le porse il braccio proprio come due sere prima aveva fatto Rhaegar Targaryen, entrambi erano belli ma Robert non era Rhaegar e mai lo sarebbe stato.
Prese il suo braccio e insieme uscirono dalla tenda.
Il sole era alto e il caldo era forse fin troppo.
Passeggiarono in silenzio per un po’, e così Lyanna poté godere di quella giornata soleggiata, del canto delle cicale e del profumo dei fiori che si sentiva nell’aria.
«Credo che Capo Tempesta ti piacerà» le disse lui, guardando i suoi occhi grigi e tempestosi come una bufera di neve.
«Mi mancherà Grande Inverno.»
«Potrai tornare ogni volta che lo vorrai.»
«Lo so, ma non sarà la stessa cosa… è la mia casa, scusami non dovrei…»
«Puoi dire tutto ciò che vuoi, anche a me è mancata casa mia quando per la prima volta andai nella Valle.»
C’erano tante cose che lei avrebbe voluto dire ma era più saggio tenerle per se, non indisporre Robert, avrebbero dovuto vivere insieme un giorno quindi era meglio una convivenza pacifica che discutere per il suo passato.
Una folla di curiosi si era radunata poco più in la del punto in cui stavano passeggiando.
«Cosa sarà successo?» chiese lei, ma Robert alzò le spalle.
Pian piano arrivarono nel punto in cui si trovavano tutti i presenti e al centro c’era una bambina che stava piangendo, si era fatta male ed era sola.
Lyanna la riconobbe subito, era Rhaenys, la figlia del suo amato principe.
La sua veste era strappata, il ginocchio ferito e piangeva chiedendo di suo padre e di sua madre.
Nessuno aveva fatto un passo, nessuno si stava muovendo per aiutarla.
Non sopportava di sentirla piangere e chiamare suo padre, così fece un passo verso di lei ma la mano di Robert la fermò.
«Non puoi.»
«Cosa? Ma…»
«Lyanna, è la principessa Rhaenys Targaryen…»
«So chi è, non me ne starò qui mentre quella bambina è ferita.»
«Non ci è permesso aiutarla.»
Rhaenys continuava a piangere e tutte quelle persone a stare immobili ad osservarla, no lei doveva fare qualcosa.
«Lyanna…»
«Se fosse tua figlia non andresti da lei Robert?»
Lui la guardò accigliato, certo che lo avrebbe fatto, nonostante tutto Robert amava Mya.
«Ma non lo è.»
«Non resterò a guardarla piangere e gridare aiuto senza fare nulla.»
Robert la lasciò andare, era inutile controbattere, così si avvicinò alla piccola principessa, le scostò i capelli marroni dal viso.
«Principessa, ti ricordi di me? Sono Lyanna Stark.»
Rhaenys alzò lo sguardo verso di lei, il volto bagnato dalle lacrime e sporco di terra.
Lyanna la prese in braccio e mentre una folla di curiosi iniziava a spettegolare lei la strinse a se e seguita da Robert Baratheon tornò alla sua tenda.
Brandon era lì assieme a Benjen, quando la videro entrare con una bambina in braccio non riuscirono quasi a crederci.
Lei la posò sul suo letto.
«Va tutto bene, ti fidi di me principessa?»
«S-si» rispose lei piangendo.
«Bene.»
«Lyanna… chi è questa bambina?» le domandò Brando lasciando stare Benjen.
«Rhaenys Targaryen.»
«Cosa?!»
«Vuoi aiutarmi oppure no?!»
«Cosa… cosa vuoi che faccia?» le chiese.
Robert era lì ad osservare quella ragazza che davvero era una ribelle.
«Ho bisogno di un po’ d’acqua e di alcune bende.»
«Si.»
Lyanna fece una carezza alla bambina che sembrava già più calma rispetto a prima.
«Principessa, ti va di dirmi cosa è successo?»
«Balerion, lui… è, è…»
«Va bene, dopo ne riparliamo.»
Brandon tornò con l’acqua e con delle bende come la sorella le aveva chiesto.
«Non farà tanto male vedrai, e poi tu sei una bambina coraggiosa vero?»
«Si.»
Lyanna lavò e fasciò la ferita di Rhaenys, poi le lavò le piccole mani sporche di terra e il visino rigato dalle lacrime e dalla polvere, le aggiustò i capelli e per tranquillizzarla le parlò di Grande Inverno e della neve, sembrava funzionare perché in breve la bambina smise di piangere.
«Allora, dov’è Balerion?» le domandò finendo di farle una treccia.
«Non lo so, lo stavo inseguendo e sono caduta.»
«Drago cattivo» disse lei.
Brandon capiva sempre meno di cosa la sorella stesse parlando, i draghi erano morti da tempo ormai.
«Lyanna… dovremmo avvisare che si trova qui, la staranno cercando ovunque ormai.»
«Si, manda qualcuno ad avvisare per favore e…» si alzò dal letto e prese suo fratello da una parte, «trova il suo gattino, si chiama Balerion.»
«Non ci sto capendo nulla.»
«Lo so…Rhaenys ha un gattino nero che però vuole credere che sia un drago, si chiama Balerion come il terrore nero. Puoi trovarlo mentre finisco di sistemarla?»
«Vuoi che vada a cercare un gatto?» chiese lui scettico.
«Ti prego Bran…»
Brandon non riusciva a resistere a sua sorella, alle sue richieste anche se bizzarre, la amava troppo.
«Solo perché sei tu a chiedermelo Lyanna.»
«Grazie» gli rispose dandogli un bacio sulla guancia che fece arrossire un po’ suo fratello.
Nel frattempo Elia Martell correva per tutte le stanze di Harrenhall alla ricerca della figlia che non vedeva da più di un’ora, le guardie non l’avevano vista e lei stava davvero uscendo di testa per la preoccupazione.
Mentre correva e gridava il suo nome si scontrò con il marito.
«Elia.»
«Rhaegar. Rhaenys è scomparsa!»
Elia stava piangendo, i capelli erano sfatti e la sua salute…
«Come scomparsa?»
«Non so dove sia! L’ho cercata ovunque, in ogni stanza, sotto ogni letto, ma non c’è! Non c’è! La mia bambina è scomparsa!»
Rhaegar la strinse a se, mentre il suo cuore si colmava di paura.
«La troverò Elia... non le accadrà nulla, te lo prometto» le sussurrò all’orecchio, mentre lei si lasciava andare contro il suo petto.
Poi la stanchezza del viaggio, la preoccupazione per la figlia presero il sopravvento e lei svenne tra le sue braccia.
Rhaegar la portò nelle sue stanze, fece chiamare un maestro e rimase lì finché non si riprese.
«Trovala te ne prego» disse sua moglie tra le lacrime.
Era quasi morta per dare la vita ai suoi figli, nessuno avrebbe fatto loro del male.
Rhaegar si alzò dal loro letto e uscì fuori, in quel momento Ser Barristan si avvicinò al suo giovane principe.
«Mio signore, ci sono notizie della principessa.»
«Dov’è Barristan?»
«Sta bene, a quanto mi hanno riferito si trova con Lyanna Stark di Grande Inverno.»
Lyanna, pensò il giovane drago.






 

Nota autrice: ci tengo a precisare che questa è una FF, logiamente i fatti che narro non sono quelli che sono effettivamente accaduti o scritti da Martin, sono di mia inventiva per lo più... 
Grazie a chi sta leggendo questa FF, spero di ricevere un vostro parere. 
Lils.

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Capitolo 8
*** OTTO ***


«Ser Barristan ne sei certo?» domandò il principe stringendo il braccio a uno dei suoi cavalieri più fidati.
Era molto preoccupato per Rhaenys e per Elia, la sua salute era molto precaria e le preoccupazioni non le facevano bene, aggravavano solo il suo stato delicato.
«E’ quanto mi è stato riferito da uno dei soldati di Lord Stark.»
«Vieni con me Barristan.»
«Come desideri mio principe.»
Rhaeagr seguito dall'uomo che aveva sconfitto durante il torneo si incamminò verso la tenda di Lyanna Stark.
Le persone che incontrava parlavano già di quanto accaduto.
Rhaegar era cresciuto ad Approdo del re, era sempre stato soggetto di pettegolezzo; prima per gli studi, poi per i suoi allenamenti, per il matrimonio mancato con Cersei Lannister, per le nozze con la principessa Dorniana.
Tutto ciò che voleva era che sua figlia stesse bene, non contava il resto, solo Rhaenys.
Quando arrivò alla tenda di Lyanna trovò ad attenderlo dei soldati.
«Devo vedere la vostra signora, Lyanna Stark di Grande Inverno.»
«Ci è stato ordinato di non far passare nessuno» rispose il soldato di sinistra.
Il principe stava per perdere la pazienza, soprattutto perché c’era di mezzo sua figlia.
«Sono Rhaegar Targaryen, il vostro principe! Esigo di passare.»
«So chi sei mio signore, ma noi rispondiamo solo agli ordini degli Stark, non ai tuoi.»
Se non fosse stato per Barristan, Rhaegar avrebbe estratto la spada e sfidati in un duello, ma in quel momento Lyanna uscì dalla tenda allarmata dalle urla che provenivano da fuori.
Lui la guardò, era ancora la ragazza che faceva battere il suo cuore e lo faceva sentire vivo come non mai.
«Che cosa significa tutto questo lady Stark?» domandò con voce fredda, più fredda di quanto avrebbe voluto, solo per un momento vide la delusione sul volto di quella giovane ragazza.
«Fate passare il principe» ordinò ai soldati, «mi dispiace… vieni.»
Rhaegar oltrepassò i soldati ed entrò nella sua tenda, Rhaenys stava dormendo sul letto di Lyanna, sembrava stare bene.
«Rhaenys!» disse lui, si avvicinò al letto e diede un bacio a sua figlia, poi le accarezzò i capelli - «Perché non è stata portata da sua madre o da me?» domandò osservando Lyanna Stark, poi si accorse che lei non era sola, c’era anche il suo promesso sposo, Robert Baratheon e ciò lo innervosì ulteriormente.
«Io…»
«Non dovevi portarla qui.»
Robert si avvicinò a Lyanna come per difenderla da lui, era stato troppo duro.
«Lady Lyanna ha curato la bambina, sta bene principe. E c’è solo una cosa che potresti fare ed è ringraziare.»
In quel momento Rhaenys si svegliò.
«Papà!» urlò quasi in lacrime.
Rhaegar la prese in braccio e la strinse a se.
«Va tutto bene, va tutto bene Rhaenys.»
«La principessa era caduta, si era ferita e nessuno stava muovendo un dito. Non sopportavo di sentirla piangere e chiedere di te o di sua madre e così mi sono avvicinata e l’ho portata qui. Ho pulito la sua ferita e l’ho fasciata, non è nulla di grave.»
«Non spettava a te farlo lady Lyanna.»
Lyanna non riusciva quasi a credere alle sue parole, che fine aveva fatto il ragazzo con cui aveva trascorso del tempo nel Parco degli Dei?
Che fine aveva fatto il cavaliere che le aveva donato la corona di rose azzurre?
«Avresti preferito che fosse rimasta a terra, sanguinate mentre tutti i presenti spettegolavano invece di aiutarla?! Dimmi principe, avresti davvero preferito questo?!» gli urlò contro Lyanna avvicinandosi a lui, più di quanto fosse consentito soprattutto con Robert nei paraggi.
«No» ammise.
«Allora Robert ha ragione, l’unica cosa che potresti fare se il tuo orgoglio ferito te lo permette è ringraziare.»
Nessuno aveva mai osato parlargli in quel modo, lui era Rhaegar Targaryen!
In quel momento Brandon Stark entrò nella tenda ma si rese conto quasi subito di aver interrotto qualcosa di importante.
Era zuppo dalla testa ai piedi ma aveva in braccio un gattino nero.
«Balerion!» disse Rhaenys sporgendosi verso il suo piccolo drago.
Brandon guardò la sorella con aria interrogativa, ma lei si limitò a scuotere la testa.
Rhaegar si avvicinò al giovane lord e prese anche il gattino che subito dopo diede alla figlia.
«Bran forse è meglio se vai a cambiarti o ti ammalerai» disse Lyanna facendo una carezza a suo fratello.
«Si, forse è meglio.»
«Grazie Bran.»
Brandon Stark salutò il principe ed uscì per andarsi a cambiare.
Rhaegar stringendo la figlia si avvicinò all’uscita della tenda mentre Lyanna rimase immobile ad osservarli.
«Lyanna?» disse la bambina, si voltò e le andò incontro.
«Dimmi principessa» rispose accarezzandole il visino.
«Posso venire a vedere la neve?»
«Ma certo» rispose sorridendole, «quando vorrai Grande Inverno sarà lì ad aspettarti. Ma fino ad allora dovrai fare la brava.»
«Si.»
Lyanna lasciò andare la mano della bambina, anche se farlo le stava davvero spezzando il cuore, tanto quanto le aveva spezzato il cuore dire addio a Rhaegar la sera prima.
«Grazie Lyanna» disse lui alla fine, era il minimo che potesse fare.
«Non l’ho fatto per te» rispose lei, mentendogli.
Avrebbe aiutato chiunque, anche la figlia di un contadino ma sapendo che quella bambina era la figlia dell’uomo di cui si stava innamorando...
«E’ davvero difficile riuscire a capirti, prima mi rimproveri perché non ringrazio e ora che lo faccio…»
«E’ meglio se la porti da sua madre.»
«Si, Elia era molto preoccupata.»
Detto ciò il principe uscì dalla tenda mentre la bambina continuò a salutare Lyanna con la sua piccola mano, la stessa che lei aveva curato poco prima.
Robert le si avvicinò e posò la mano sulla spalla e lei ci poggiò sopra la sua.
«Sarai una brava madre un giorno.»
Era un bel complimento, soprattutto detto da Robert, si voltò verso di lui e gli sorrise era il minimo che potesse fare anche se restava un sorriso forzato.
«Lo pensi davvero?»
«Si, lo penso davvero» rispose lui accarezzandole i capelli, non erano mai stati tanto vicini.
Per la prima volta Lyanna si lasciò andare contro il suo petto e Robert dopo lo stupore iniziale la strinse forte a se, era muscoloso ma al tempo stesso delicato, non se lo sarebbe mai aspettato.
«Vedrai» sussurrò alla donna che sarebbe diventata la madre dei suoi figli.





 

Nota autrice: Eccomi ancora qua!
Allora cosa ne pensate di questa storia? Vi piace l'immagine che ho dato di Rhaeagr e Lyanna? E' più o meno quella che vi eravate fatti anche voi oppure no?
Comunque questi fatti sono di mia inventiva, non sono mai stati scritti di Martin... ricordatelo ;)
Lils

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Capitolo 9
*** NOVE ***


Dopo il pomeriggio trascorso con Robert, Lyanna andò a fare una passeggiata da sola, il sole era ormai tramontato e l'aria si era fatta più fresca ma lei era abituata ai venti gelidi del Nord, in confronto l’aria della sera di Harrenhall le sembrava tiepida.
La reazione del principe l’aveva confusa, quello non era il Rhaegar che lei conosceva, però nonostante tutto Robert si era comportato da vero gentiluomo rimproverando pure il giovane Targaryen.
Rhaegar seguito da Ser Barristan Selmy aveva riportato la figlia nelle stanze sue e di Elia, poi aveva fatto chiamare il maestro per visitarla.
Rhaenys stava bene, la ferita era pulita e ben fasciata e la bambina se ne stava abbracciata alla madre, nonostante lo spavento fosse passato.
Si addormentò poco dopo e lui la lasciò dormire nel loro letto, rimase ad osservare il suo piccolo corpo fare su e giù ad ogni respiro, anche se stava bene la paura che aveva provato non se ne era ancora andata del tutto.
Elia si sedette vicino a suo marito e gli prese la mano.
«Grazie.»
«Non devi ringraziarmi» rispose Rhaegar guardando gli occhi marroni della moglie.
Elia non meriti un uomo come me.
Aveva notato che qualcosa preoccupava il suo sposo, gli scostò i capelli argentei e gli diede un bacio.
«Sai che puoi fidarti di me, qualunque sia la cosa che ti sta tormentando Rhaegar, a me puoi dirla. Tra noi non servono finzioni.»
Rhaegar, lasciati aiutare da me.
Non poteva, il suo malumore dipendeva dalla giovane Stark, ricordò il suo sguardo ferito e poi Robert Baratheon…
«Prima lasceremo Harrenhall e meglio sarà per tutti» disse, anche se sapeva che andarsene da lì non sarebbe cambiato nulla, il suo cuore non avrebbee smesso di provare ciò che provava per Lyanna.
«Presto saremo di nuovo a casa» disse lei accarezzandogli una guancia con la sua mano delicata, lui la prese e gliela baciò dolcemente, Elia colta alla sprovvista da quella vicinanza lo baciò come non faceva da tempo e se Rhaenys non fosse stata in quella stanza forse avrebbero nuovamente giaciuto insieme, anche se sapeva che suo marito non avrebbe voluto, la sua incolumità per importante per lui.
Rhaegar ricambiò, ma avrebbe tanto desiderato quel bacio da Lyanna Stark.
«C’è una cosa che devo fare Elia» le disse, poi diede un bacio a Rhaenys e ad Aegon che dormiva beato nella sua culla, Rhaegar quasi li invidiò per la loro serenità, la stessa che a lui era sempre mancata.
Mise il mantello rosso con lo stemma del drago a tre teste e uscì dalla loro camera, lasciando lì Elia e i bambini.
Rhaenys, Aegon - pensò - che gli Dei siano più clementi con voi di quanto non lo sono stati con me.
Uscì dal castello e senza chiedere a nessun cavaliere di seguirlo si incamminò verso l’accampamento degli Stark, doveva vedere la sua regina di amore di bellezza un’ultima volta.
Quella sera faceva freddo, molto più che ad Approdo del Re, lì era sempre caldo anche l’inverno, a volte invidiava la gente che viveva nel Nord, lì non mancava mai la neve nemmeno durante l’estate.
Proseguì a passo veloce, la voglia di rivedere la ragazza dagli occhi grigi come le tempeste era davvero troppa, lo stava consumando dentro, tornare ad Approdo del re senza di lei sarebbe stato davvero doloroso.
Fuori dalle tende trovò Rickard e Brandon Stark, il padre guardava orgoglioso il suo primogenito e per quanto Rhaegar si sforzasse in lui non notava somiglianze con Lyanna, erano così diversi.
Brandon era più riflessivo, trattenuto e cauto, Lyanna era uno spirito libero, indomita e quasi selvaggia.
Quando il lord si accorse della presenza del principe si inchinò e altrettanto fece Brandon Stark.
«Alzatevi vi prego» disse lui.
«Mio principe, non ti aspettavamo» confessò Rickard Stark.
«Lo so, mi dispiace per avervi interrotti.»
«Come possiamo aiutarti?» domandò lord Stark posando una mano sulla spalla del figlio.
«Sono venuto a parlare con lady Lyanna, con il tuo permesso mio lord.»
«Se mia figlia ti ha offeso con il suo gesto…»
«E’ per questo che sono qui, per scusarmi per il mio comportamento lord Stark. Ero molto preoccupato per Rhaenys e non mi sono comportato come avrei dovuto, sono grato a lady Lyanna per quanto ha fatto e anche a te lord Brandon, per aver ritrovato il gattino, mia figlia è molto affezionata a Balerion.»
«Non ho fatto nulla di che principe, il più lo ha fatto Lyanna.»
Rhaegar sorrise, si era vero, era stata tutta opera sua.
«Puoi aspettarla qui se lo desideri, è andata a passeggiare un po’ ma dovrebbe arrivare a momenti» disse lord Stark.
«Non voglio abusare della vostra gentilezza.»
«Entra pure principe Rhaegar.»
Rhaegar seguì i due Stark nella tenda più grande, gli altri due figli del lord di Grande Inverno si trovavano con Jon Arryn, era così impaziente di rivederla.
Lord Stark offrì al principe della birra, una bevanda che aveva gustato poche volte, non era molto buona ma nonostante tutto e per non offendere nessuno ne bevve qualche sorso.
Lyanna tornò all’accampamento poco prima della cena, era stata fuori troppo e sapeva che suo padre avrebbe potuto arrabbiarsi, ma avrebbe fatto breccia nel suo cuore duro e lui l’avrebbe perdonata.
I soldati la salutarono e lei ricambiò, poi si recò nella tenda di suo padre a salutarlo.
Quando scostò i lembi rimase quasi pietrificata, Rhaegar Targaryen era seduto lì assieme a suo padre e a Brandon e stava quasi sorridendo sorseggiando una coppa di birra.
«Lyanna, ti stavamo aspettando»
«Padre» disse lei, si avvicinò a lui e gli diede un bacio, «cosa fai qui?» domandò freddamente al suo amato principe.
«Lyanna… non è il modo di rivolgersi ad un principe» la rimproverò il padre.
Rickard Stark aveva ragione, ma Rhaegar l’aveva proprio fatta infuriare quel giorno.
«Non preoccuparti lord Stark, credo che lady Lyanna abbia le sue ragioni.»
«Davvero? Dimmi cosa vuoi e vattene.»
Suo padre la rimproverò con lo sguardo.
«Brandon credo che Lyanna e il principe debbano affrontare questo argomento da soli.»
Bran guardò sua sorella cercando di capire se fosse d’accordo a restare sola con il giovane Targaryen ma lei lo rassicurò con il suo sguardo e così uscì dalla tenda.
«Non essere troppo dura con lui» disse suo padre, le diede un bacio sulla fronte e uscì dalla tenda lasciandoli soli.
«Cosa vuoi? Perché sei qui? Se è per rimproverarmi ancora…»
«No» disse lui alzandosi e posando la mano sul braccio di Lyanna Stark.
«Non capisco Rhaegar…»
«Lo so, sono qui per scusarmi. Lyanna ero preoccupato per mia figlia, non avevo idea di dove fosse, se stesse bene o male e Elia… perdonami se puoi.»
I suoi occhi viola erano sempre così tristi, raramente si concedeva di essere felice, ma con lei lo era stato anche se per poco.
«Posso capire la tua preoccupazione.»
«No non puoi e non potrai finché non avrai un figlio.»
L’idea che un giorno avrebbe avuto dei figli da Robert Baratheon gli incendiò il sangue nelle vene.
Istintivamente la sua mano si posò sulla sua pancia piatta, Rhaegar se ne accorse subito, nulla le sfuggiva dei suoi gesti.
«Forse un giorno riuscirò a capirti allora.»
«Ti ho vista con Rhaenys, sarai una brava madre Lyanna Stark.»
«E’ la seconda volta che me lo dicono oggi. Deve essere vero.»
Erano così vicini, l’attrazione che provavano era molta, forse troppa, Rhaegar non riuscì più a resistere e la baciò proprio come aveva fatto nel Parco degli Dei, lei ricambiò, bramava le sue labbra, voleva tutto di lui e non perché fosse un principe, a Lyanna i titoli non erano mai importati veramente.
Si guardarono negli occhi, mentre le loro mani erano unite, strette, quasi indivisibili.
«Non so come riuscirò a lasciarti andare via da me.»
Lyanna gli fece una carezza, passando la mano anche tra i suoi capelli argentei come la luna nelle sere di estate.
«Nemmeno io Rhaeagar, ma i nostri destini sono separati.»
«Lo pensi davvero?»
«Tu no? Abbiamo entrambi dei doveri a quali dover adempiere, per quanto vorremmo che le cose fossero diverse. Non potrò mai appartenerti come vorrei.»
«Lyanna…»
La abbracciò forte, stringendola a se, inebriandosi del profumo dei suoi capelli scuri e ricci, era così bella, sembrava forte ma in realtà era fragile come una rosa, come le rose che le aveva donato il giorno del torneo.
Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre, avrebbe voluto che gli Dei potessero fermare il tempo per farli amare fino alla fine dei giorni.
Poi dovettero separarsi.
Rhaegar le diede un ultimo bacio, avrebbe serbato per sempre nel suo cuore quegli attimi di pura felicità, li avrebbe custoditi con cura e gelosamente, avrebbe ripensato a quei momenti nelle notti fredde e tristi.
Lyanna lo accompagnò fino alla tenda, mano nella mano, restarono a fissarsi per alcuni istanti che parvero un’eternità.
Poi lei lasciò la sua mano e osservò Rhaegar Targaryen andarsene, il mantello rosso con il drago a tre teste svolazzare nell’aria fresca di Harrenhall.
«Addio mio drago» sussurrò osservando l'amore della sua vita andarsene per sempre via da lei. 







 

Eccomi qua con un nuovo capitolo!
Be' spero davvero che vi piaccia tanto quanto a me è piaciuto scriverlo, questa coppia mi piace un sacco.
A presto miei lettori.
Lils

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Capitolo 10
*** DIECI ***


Era poco più dell’alba, Rhaeagar era sveglio nel grande letto che condivideva con Elia, osservava il soffitto di quella stanza illuminata dalla luce opaca della luna.
Mancava poco alla partenza e fuori era davvero buio, si dice che l’ora più buia sia proprio quella che precede l’alba.
Aegon si mise a piangere, così si alzò e si avvicinò alla culla del figlio che con i piedini stava togliendo la copertina.
«Ehi, che succede? Nemmeno tu riesci a dormire?» disse Rhaegar prendendolo in collo e lui smise quasi subito di piangere.
Prese la sua piccola mano e la strinse nella sua, era perfetto.
Aegon proprio come Rhaenys non aveva preso nulla dai Targaryen, non gli occhi ne tanto meno il colore dei capelli, assomigliava così tanto a Elia.
La sentì rigirarsi nel letto, aveva fatto attenzione a non svegliarla, voleva che dormisse, che fosse il più riposata possibile per il viaggio che li attendeva.
Aegon lo osservava con i suoi occhi marroni, poi gli sorrise e quel sorriso lenì il dolore che Rhaegar stava provando, il sorriso di suo figlio era una delle cose più belle che avesse mai visto.
Gli diede un bacio e lo cullò tenendolo stretto a se, ogni giorno che passava lui e Rhaenys crescevano forti e sani, non poteva essere più grato a Elia.
Sapeva che avrebbe voluto ritentare, potergli dare altri figli ma lui non avrebbe messo ancora a rischio la sua vita.
Avevano due figli ed entrambi sani, un giorno Aegon sarebbe succeduto a Rhaegar e la dinastia dei draghi sarebbe continuata.
Eppure non poteva togliersi dalla testa la profezia.
Il drago ha tre teste, si ripeté lui.
Ma come poteva essere? Elia non avrebbe più potuto dargli figli e se anche fosse accaduto… no, non sarebbe morta a causa sua, non se lo sarebbe mai perdonato.
Tenne in braccio il figlio finché i suoi piccoli occhi marroni non cedettero e finalmente tornò a dormire, Rhaeagar gli diede un bacio e lo posò delicatamente nella sua culla, lo coprì e rimase a guardarlo per un po’.
Alla fine prese il mantello uscì dalla stanza, prima passò a controllare Rhaenys e poi se ne andò sulle mura più alte, mentre fuori iniziava ad albeggiare.
Lyanna aveva dormito poco, stringeva in mano ciò che restava di quella corona di fiori, quando il sole iniziò ad alzarsi e a tingere di tenui colori il cielo scuro della notte, si alzò e svegliò anche Benjen.
Suo fratello dormiva beatamente ma presto sarebbe iniziato il loro viaggio per fare ritorno a Grande Inverno.
Casa le era mancata ma Harrenhall le sarebbe mancata ancora di più, Rhaeagr le sarebbe mancato.
Il cuore aumentò i battiti non appena pronunciò dentro di se il nome del suo amato principe.
Benjen Stark non voleva proprio saperne di svegliarsi.
«Ben, avanti…» disse lei cercando di svegliarlo.
Suo fratello si lamentò poi si svegliò e si stropicciò gli occhi.
«Lyanna, ancora cinque minuti» rispose con voce assonnata.
«Faremo tardi, avanti alzati dobbiamo preparaci.»
«Mmh…»
«Avanti Benjen.»
Alla fine dopo qualche capriccio Benjen si alzò e così si prepararono.
Non mise il vestito, avrebbe cavalcato accanto al padre e ai fratelli, non sarebbe rimasta chiusa in una casa su ruote per giorni.
Le piaceva indossare i pantaloni erano molto più comodi di quegli stupidi abiti lunghi che in quanto donna era costretta ad indossare.
Si fece una treccia e la appuntò con il suo fermaglio a forma di lupo, poi insieme a Benjen uscì dalla tenda, mentre i soldati iniziarono a smontarla.
Robert era fuori dalla tenda ad aspettarla, la guardava e non poteva credere alla fortuna che aveva avuto.
«Buongiorno mia signora» le disse facendo un inchino.
«Buongiorno Robert.»
Robert era follemente innamorato di quella ragazza, era bella anche in abiti maschili, non perdeva quella grazia che le era propria.
«Presto verrò a trovarti a Grande Inverno.»
«Sarai il benvenuto.»
A Lyanna quei giorni ad Harrenhall erano bastati, ma a a breve avrebbe dovuto condividere la sua vita con lui a Capo Tempesta, molto lontana dal suo Nord.
Robert le diede un piccolo pacco incartato grossolanamente, erano settimane che ci lavorava, non appena aveva saputo del torneo si era messo sotto a preparare quella sorpresa per lei.
«E’ per te, l’ho fatto io. Spero che possa piacerti» le disse imbarazzato.
Lyanna prese il piccolo pacchetto dalle grandi mani di Robert e lo guardò.
«Ti ringrazio, ma non dovevi farmi un regalo.»
«Aprilo» la incoraggiò lui.
Lei lo guardò qualche istante, poi le sue mani iniziarono ad aprire il regalo, Ned osservò la scena stando in disparte.
Amava sua sorella e voleva molto bene a Robert, era felice che presto sarebbero stati una famiglia.
Lyanna prese in mano la collana che era dentro al piccolo pacchetto, non era in oro e non c’erano gemme o pietre preziose, ma solo un cervo e un lupo.
Era ben lavorata, i dettagli erano stupendi e i due animali sembravano quasi veri, alzò gli occhi e fissò Robert, non riusciva a credere che fosse stato lui a realizzarla.
«Ti piace?» domandò con voce titubante, quasi preoccupata.
«E’ bellissima Robert» rispose lei sorridendogli, e per la prima volta fu un vero sorriso e non di cortesia, «mi aiuti a metterla?»
Lui le sorrise, era la prima volta che Lyanna si dimostrava così volenterosa nei suoi confronti, per lo più era schiva e riservata.
Prese la collana che aveva creato per lei e gliela mise al collo, bianco e perfetto.
Le aggiustò i capelli scuri fermati con il fermaglio a forma di lupo e le fece una carezza sulla guancia.
«Sei tu ad essere bellissima Lyanna Stark e io sono molto fortunato.»
«Robert…»
«Dimmi.»
«Abbiamo molte cose di cui parlare.»
«Lo faremo, parleremo di tutto quello che vorrai.»
«Non voglio indisporti, ma ci sono domande che devono avere risposte.»
Robert le prese le mani piccole e chiare e le strinse nelle sue.
«Risponderò ad ogni tua domanda Lyanna, te lo prometto.»
Poco dopo lord Stark che come suo figlio aveva osservato i due giovani in disparte si avvicinò e salutò il giovane lord di Capo Tempesta.
Sua figlia era cresciuta, non era più una bambina ma non aveva ancora perso del tutto la sua voglia di ribellarsi.
«Lord Stark, vi auguro un buon viaggio.»
«Anche a te lord Robert. Lyanna è ora di andare.»
«Si padre» rispose lei.
Rickard Stark si congedò così che i due si salutassero.
«Ci vediamo a Grande Inverno lady Stark» le disse lui, poi le si avvicinò e incurante dei presenti la baciò.
Quel bacio la colse alla sprovvista, non era preparata per quella vicinanza con lui, e Robert non era Rhaegar, per quanto piacevole potesse essere non era il suo principe, e il bacio che i due si erano scambiati era così diverso da quello con Robert.
Osservò Robert andarsene, mentre la mano toccava la collana con il cervo e il lupo.
Rhaegar era su i bastioni più alti della fortezza, osservava tutte le tende che una dopo l’altra venivano smontate, ma teneva d’occhio una in particolare.
Aveva visto la donna che amava baciarsi con un altro uomo, il suo cuore si era spezzato, non poteva averla ma non riusciva a lasciarla andare, non poteva.
L’aria del mattino scompigliò i suoi capelli argentei.
Se solo fossi un drago coprirei mille leghe con un battito d’ali e volerei da te amore mio.
Vide Lyanna salire su un cavallo dal manto bianco come le nevicate del suo amato Nord, non se ne sarebbe andato da lì finché lei non fosse scomparsa del tutto dalla sua vista, e come se fosse stata richiamata da un suono solo a lei udibile, Lyanna Stark si voltò e alzò lo sguardo verso la fortezza di Harrenhall e lì vide il suo principe, in piedi su quelle alte mura illuminato dal sole nascente del mattino.
Sollevò una mano per salutarlo, poi Brandon la affiancò e spronò il suo cavallo alla volta di Grande Inverno.








 

Ebbene so che oguno ha una propria idea di questa coppia e della loro storia. 
Avendo molti pochi indizzi bisogna lavorare di fantasia, spero solo che la mia idea di Rhaegar e Lyanna possa piacervi... aspetto un vostro parere ragazze/i!
Lils

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Capitolo 11
*** UNDICI ***


Grande Inverno le sembrava diverso, eppure era ancora casa sua.
Il suo cuore era rimasto ad Harrenhall, il suo cuore apparteneva a Rhaegar Targaryen.
La sua mano si posò sopra al ciondolo di Robert, sopra al lupo e al cervo.
Stark e Baratheon - pensò tristemente.
Perché gli dei le avevano fatto conoscere Rhaegar se poi non era libera di poterlo amare?
Era nel Parco degli Dei, lì era libera di essere se stessa, di piangere se avesse voluto, di gridare.
Rhaegar le mancava, le mancavano i suoi capelli argentei e quegli occhi viola screziati di indaco, Rhaegar era l’uomo della sua vita.
Non era Grande Inverno a essere cambiato, ma lei, Lyanna Stark non era la ragazzina che aveva lasciato il Nord, non più, quel viaggio l’aveva profondamente cambiata e anche i suoi sentimenti lo erano.
Quel luogo era sempre uguale, gli alberi con le terribili facce scolpite che pregava e che da bambina tanto l’avevano terrorizzata.
Prima di recarsi lì era passata nei giardini coperti e aveva colto una rosa blu, il suo fiore preferito, il fiore con cui era fatta la corona che il suo principe le aveva donato.
«Rhaegar» sussurrò accarezzando i petali blu della rosa, le sue mani erano piccole e così pallide, il fiore blu che tanto amava era tutto ciò che restava ora.





Rhaenys corse incontro a Lewyn Martell che la attendeva a braccia aperte, Rhaegar guardò la figlia corrergli incontro seguita da Balerion erano davvero inseparabili.
«Principessa!» esclamò il cavaliere stringendola forte a se, mentre il mantello bianco delle guardie reali la copriva.
«Zio!»
«Ahhh, eccola qui. Mi sei mancata, sai?» disse il cavaliere posandole un dito sul piccolo naso.
Quella bambina era bellissima e rallegrava infinitamente il cavaliere, tanto quanto sua nipote Arianne.
«Hai fatto la brava?» le domandò mentre Rhaegar e Elia con in braccio Aegon si avvicinavano.
«Si» rispose lei sorridendogli.
«Bene, allora meriti un premio. Dico bene?» domandò ai futuri sovrani prendendola in braccio e facendole emettere gridolini di gioia.
«La vizi troppo» rispose Elia osservando felice quella scena.
Voleva bene a Lewyn come se fosse stato suo fratello più che un cugino.
«Non ascoltarla» disse lui accarezzando i capelli marroni della piccola principessa.
Balerion si strusciò alle gambe del cavaliere e miagolò per richiedere le sue attenzioni.
«Si Balerion, mi sei mancato anche tu» disse il cavaliere.
Posò la principessa a terra e diede un bacio a Elia e al piccolo principe che stava beato tra le braccia della madre.
«E’ andato tutto bene mentre eravamo via?» domandò Rhaegar guardando preoccupato Lewyn Martell.
«Al solito mio principe.»
«Mia madre?»
«Sta passeggiando nei giardini.»
«Viserys?» la voce di Rhaegar tradì la preoccupazione che sentiva.
La regina Rhaella si era confidata con lui, temeva che Viserys seguendo il re potesse iniziare a comportarsi come lui, era un bambino infondo, poco più grande di Rhaenys e imitava tutto ciò che Aerys faceva, ne era affascinato, con suo grande terrore.
«E’ con il re» rispose il cavaliere, anche lui la pensava come loro del resto, così dicendo face aumentare la sua preoccupazione per il fratello.
«Lewyn accompagna Elia e i bambini nelle loro stanze.»
«Come desideri principe Rhaegar.»
Rhaegar diede un bacio sulla fronte a Elia e fece una carezza a Aegon, poi si abbassò e diede un bacio a Rhaenys.
«Rhaenys vai con la mamma, io torno presto.»
Rhaenys voleva andare a giocare con lui, lo sapeva, non era affatto stanca per il viaggio, ma Elia si e doveva riposare.
«Principessa, vieni con me» cercò di convincerla il cavaliere, «accompagniamo tua madre e tuo fratello nelle loro stanze così che possano riposare e poi tu ed io e Balerion andiamo a giocare un po’. Che ne dici?»
«Si» rispose saltellando Rhaenys.
Lewyn porse il braccio a Elia che lo prese quasi subito, era davvero sfinita dopo tanti giorni, e mentre Rhaenys con il suo piccolo drago correvano avanti a loro, i due e il piccolo Aegon si incamminarono verso le loro stanze.
Rhaegar li guardò finché non scomparirono dalla sua vista, Elia si era voltata un’ultima volta e gli aveva sorriso.
Vorrei riuscire ad amarti come meriti Elia - pensò lui guardando la sua famiglia.
Si riscosse dai suoi pensieri e andò a cercare suo fratello e suo padre.
La Fortezza Rossa era immensa ma lui sapeva già dove cercare, sapeva dove avrebbe trovato il re e suo fratello.
Arrivò fino alla sala del trono e su di esso c’era suo padre e incollo a lui Viserys.
Viserys sorrideva mentre Rhaegar tremava.
Padre, cosa gli stai raccontando?
I suoi passi riecheggiarono nella sala quasi vuota, fatta eccezione per Jaime Lannister.
Ser Jaime si avvicinò al principe sorridendogli, la sua presenza era decisamente migliore di colui che il popolo già chiamava Re Folle, alle spalle, disprezzandolo.
Il regno di Aerys II era iniziato bene, tutto faceva credere che sarebbe stato un grande re, ma poi con il tempo la situazione era peggiorata fino ad arrivare alla sua follia.
«Ser Jaime» disse Rhaegar dandogli una pacca sulla spalla.
«Bentornato principe Rhaegar, ci sei mancato.»
«Ne dubito, ma ti ringrazio.»
«E’ la verità» rispose il giovane cavaliere, Jaime Lannister, era stato lui a nominarlo guardia reale, la più giovane guardia reale della storia.
«Allora ne sono felice.»
La luce filtrava dalle finestre affrescate, illuminando la grande sala quel tanto che bastava.
Gli scheletri dei draghi dei suoi antenati erano allineati ai lati del Trono di Spade, Viserys si accorse che il fratello era tornato e che era lì, saltò giù dalle gambe del padre e scese i gradini che li dividevano, aveva la stessa energia di Rhaenys, la stessa che un tempo aveva anche lui, ma senza la gioia che vedeva riflessa negli occhi viola di suo fratello
«Rhaegar!» urlò Viserys abbracciandolo.
Gli era mancato molto, quando poteva giocava con lui come faceva con sua figlia.
Scompigliò i capelli del suo fratellino e gli fece una carezza.
«Sei più alto» disse Rhaegar sorridendogli.
«Sono felice che tu sia tornato.»
Il re si alzò dal trono e in breve fu accanto ai suoi figli.
«Figlio mio» disse il re abbracciando il suo primogenito, l’uomo che gli sarebbe succeduto come re, un giorno.
«Padre» rispose lui, forse un po’ troppo freddamente.
«E’ andato bene il viaggio?» chiese il re posando la mano sulla sua spalla.
«Lungo, ma bene. Elia e i bambini stanno riposando.»
«Tua moglie è veramente troppo debole.»
«Sai bene che la sua salute…»
«Sisi lo so» rispose Aerys sventolando la mano avanti e indietro come per cacciare un moscino.
Rhaegar strinse i pugni, non amava sentire suo padre parlare così di Elia, lui aveva voluto il loro matrimonio condannandolo a restare sposato con una donna che mai avrebbe amato e ora criticava Elia, nonostante fosse benvoluta da tutti e soprattutto dal popolo che stava perdendo fiducia nel proprio re.
«Viserys, vai dalla mamma» disse lui posando la mano sulla sua testa.
Viserys alzò lo sguardo verso il fratello, quello era il momento di lasciarli soli.
Il principe attese che il fratello uscisse dalla stanza, non voleva discutere con suo padre sapendolo lì, proprio come Rhaella cercava di proteggerlo il più possibile dal padre e dalla sua mente ormai malata.
«Non osare mai più mancarle di rispetto in questo modo in mia presenza. Sono stato chiaro padre?»
«Rhaegar, figlio mio… tua moglie è una donna bellissima ma troppo debole, non so per quanto sopporterà questo» rispose il re allargando le braccia e indicando la sala e con essa il potere e il regno.
«Tu hai voluto il nostro matrimonio. Elia è mia moglie, la madre dei miei figli, merita di essere rispettata.»
«Ha fatto il suo dovere, nulla di più. Non riesco a credere che ancora le sei fedele.»
Il principe stava davvero per perdere la pazienza, se Jaime Lannister non fosse intervenuto probabilmente avrebbe colpito suo padre.
«Mio principe, forse dovresti andare con tuo fratello» disse a voce alta il cavaliere.
«Si, forse dovrei» rispose senza smettere di guardare suo padre, «Jaime, vieni con me.»
Jaime chinò la testa, posò la mano sulla spada e si avvicinò al principe.
«Vai pure Lannister, non so proprio come tu abbia fatto a nominarlo cavaliere. Non fidarti di lui Rhaegar» disse suo padre guardando quel giovane ragazzo.
«Andiamo Jaime.»
Rhaegar uscì furioso dalla sala del trono seguito dal figlio di lord Tywin.
«Non so come tu riesca a non impazzire.»
«Abitudine e devozione alla mia causa.»
«A volte vorrei…»
«No, non dirlo sai bene quanto me che qui anche le pareti hanno orecchie.»
Rhaegar si fermò e posò la mano sulla spalla di quel ragazzo, forse fin troppo giovane, ma lui a differenza di suo padre era certo della nobiltà di Jaime Lannister.
«Hai ragione, grazie per ora e per prima.»
«Non devi ringraziarmi, oggi sono chi sono solo grazie a te principe Rhaegar. Giuro che ti servirò al meglio finché avrò vita.»
«Lo so.»





Si era fatta quasi sera, il sole stava tramontando e i venti del Nord si stavano alzando scompigliando i suoi capelli sciolti e facendola tremare, si era abituata al clima mite di Harrenhall, al suo sole e ai venti meno freddi di quelli di Grande Inverno.
Lyanna si scostò delle ciocche dietro alle orecchie, era ancora seduta nella panca di pietra sotto alle foglie rosse dell’albero diga, rosse quanto il sangue dei primi uomini dai quali lei stessa discendeva.
Sentì un rumore, erba calpestata, si voltò e vide un uomo alto, troppo rispetto agli uomini normali.
«Willis» disse lei alzandosi e andandogli incontro, la rosa blu le cascò di mano e Hodor si abbassò per prenderla e gliela porse nuovamente.
«Hodor» disse lui.
Il cuore di Lyanna si strinse in una morsa di puro dolore, come aveva fatto quel giovane ragazzo di nome Willis a diventare Hodor? Ancora non se ne capacitava.
«Grazie Willis. Sei venuto per riportarmi a casa?» non lo avrebbe mai chiamato Hodor.
«Hodor» rispose lui sorridendogli.
Willis capiva, ma Willis non parlava più, non diceva altro che non fosse Hodor.
Lyanna prese il braccio del suo caro vecchio amico di infanzia, poi si mise in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia.
«Torniamo a casa» disse lei, e tenendosi a braccetto con Hodor fece ritorno al suo castello.

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Capitolo 12
*** DODICI ***


Rhaegar ed Elia stavano aspettando la barca che avrebbe portato a riva Oberyn Martell; a Rhaegar quel ragazzo non piaceva molto, era troppo impulsivo, dissoluto e arrogante ma era comunque il fratello di sua moglie e a lei la sua presenza avrebbe fatto bene.
Sua moglie era raggiante, si era fatta acconciare i capelli come quando si trovava a Dorne, come la prima volta che l’aveva vista, indossava un vestito giallo come il sole impreziosito da ricami e gemme rosse, i colori preferiti di Oberyn, quelli dello stemma dei Martell.
Elia sorrise, un sorriso che da tempo Rhaegar non vedeva sul suo volto, era felice per lei, meritava il meglio dalla vita, lo avrebbe meritato anche da lui se solo fosse stato in grado di darglielo.
«Va da lui» disse Rhaegar dandole un bacio sulla guancia.
Elia lo guardò alcuni istanti poi raccolse il suo vestito e per la prima volta dopo tanto tempo corse come faceva da bambina.
«Elia!» urlò Oberyn che ancora si trovava sulla barca, in piedi a osservare la sua sorellina, era così cambiata in quegli anni, era diversa.
«Oberyn!» lo chiamò lei, poi attese che la barca arrivasse a riva, suo fratello saltò giù agile come un leone e spalancò le braccia per poi stringere forte a se la sorella.
Le diede un bacio sulla fronte senza smettere di abbracciarla, dei se le era mancata.
La sua risata, i bagni che facevano insieme da bambini mentre Doran ormai troppo grande per giocare con loro li osservava felice, Elia era stata la sua compagnia di giochi, la sua confidente.
«Sono così felice che tu sia qui» disse lei con le lacrime agli occhi.
«Anche io sorellina, mi sei mancata molto.»
Elia lo prese per mano e insieme si avvicinarono a Rhaegar che era rimasto in disparte ad assistere a quell’incontro.
«Principe Oberyn» disse Rhaegar porgendogli la mano.
«Principe Rhaegar, ne è passato di tempo.»
«Molto, ben tornato ad Approdo del re.»
«Ne avrei fatto volentieri a meno, non mi piace nulla di questa città.»
«Oberyn…» lo ammonì sua sorella, era appena arrivato e la tensione che c’era tra suo marito e suo fratello si poteva quasi affettare con una spada.
«Spero che le stanze che ti abbiamo fatto preparare saranno di tuo gusto» disse Rhaegar cercando di controllarsi, non voleva discutere con lui, non ora che Elia sembrava così felice.
«Lo saranno, me ne sono occupata personalmente.»
«Non ho alcun dubbio sorellina, grazie Elia.»
«Sono felice che tu sia qui, te l’ho già detto?»
«Mi sembra di si» rispose sorridendole.
«Andiamo, sarai stanco dopo tanto viaggiare.»
«Non molto a dire il vero.»
Rhaegar fu il primo a incamminarsi, mentre Elia a braccetto con Oberyn lo seguirono.
Il principe di Dorne non smise nemmeno per un secondo di guardarlo in modo torvo, aveva saputo dell’affronto che il marito aveva fatto a sua sorella ad Harrenhall.
«Rhaenys sarà così felice di rivederti.»
«Anche io, si ricorderà di me?»
«E’ piccola ma ha una buona memoria, potrebbe dimenticare suo zio?»
«Non penso.»






«Lyanna, vieni con me» le disse suo padre.
Indossava un lungo mantello con una pelliccia, la spada alla vita.
«Dove padre?» domandò lei curiosa.
«Vieni.»
Lo seguì senza fare altre domande, non sempre suo padre amava rispondere o dare spiegazioni, così insieme scesero nel cortile e trovarono ad attenderli due cavalli, uno dei quali era la sua puledra.
Lyanna tolse il guanto e le fece una carezza, le era mancato molto cavalcare, le lunghe corse nei boschi del Nord, la sua bellissima puledra dal manto bianco come la neve.
Suo padre salì sul suo cavallo e lei lo imitò, poi quattro soldati si unirono a loro restando però sempre dietro al loro lord.
Rickard Stark spronò il suo cavallo e uscì da Grande Inverno correndo, finalmente.
Lyanna lo seguì e per un po’ non ci fu nulla che non fosse il vento che frustava i capelli sul volto, che le faceva arrossare la pelle bianca e delicata, nulla che non fosse la libertà che bramava e che provava solo in sella alla sua puledra.
Lord Stark rallentò e ordinò ai suoi uomini di restare dietro, un po’ più lontano rispetto a lui e alla figlia.
«Perché mi hai chiesto di venire?» domandò lei affiancandolo.
«E’ un po’ che non passiamo del tempo soli, tu e io.»
«E’ vero» constatò lei, ultimamente suo padre era stato occupato e poi c’era stato il torneo ad Harrenhall…
«Che ti succede figlia mia? Da quando siamo tornati da Harrenhall sei triste e sofferente.»
Non credeva che suo padre se ne fosse accorto, Rickard Stark non riusciva a dimostrare a pieno il suo amore per i figli, ma avrebbe dato la sua vita per loro.
«Mi dispiace padre, presto passerà. Non devi preoccuparti per me.»
«Non posso non preoccuparmi, il tuo benessere per me è importante.»
Lyanna posò una mano sul suo braccio, lord Stark la prese e la baciò, erano anni che non si comportava così con lei.
«Se qualcosa non andasse, me lo diresti vero?»
«Si. Sai, a volte vorrei che la mamma fosse qui» rispose lei abbassando gli occhi, parlare di sua madre non era semplice, soprattutto con Rickard Stark.
«Anche io, saprebbe meglio di me come consigliarti. Non posso fare altro se non offriti il mio aiuto.»
«Significa molto per me padre, presto starò meglio. Te lo prometto.»
«Bene» rispose suo padre facendole una carezza.
In quel momento arrivò un quinto cavaliere chiedendo a gran voce del lord di Grande Inverno.
«Che succede?» domandò guardando il giovane ragazzo su di un cavallo pezzato.
«Un disertore, è stato catturato.»
Rickard abbassò lo sguardo solo per qualche istante, gli pesava quel compito, era il più ingrato, giustiziare un uomo ma era suo dovere in quanto protettore del Nord.
«Dov’è?» domandò al soldato.
«Lo stanno portando da te mio signore.»
«Lyanna torna al castello» disse lord Stark guardando la figlia.
«Devi proprio farlo?» chiese lei.
«E’ un mio compito, non credere che mi piaccia. Conosci le leggi del Nord, chi emette la sentenza»
«Deve eseguirla» concluse lei.
«Si… torna a casa, non voglio che tu debba assistere» le disse suo padre facendole una carezza.
«Non sono più una bambina e se Benjen può guardare allora posso farlo anch’io.»
«Non è cosa per una lady, dammi ascolto questa volta.»
Lyanna osservò suo padre, i suoi penetranti occhi grigi che chiedevano solo di essere tratta come i suoi fratelli, niente di più.
Lord Stark osservò la figlia, non era più una bambina, una giovane donna aveva preso il suo posto; una donna bellissima, indomita e fiera proprio come un lupo, il simbolo della loro nobile casa.
«Farò come vuoi tu, ma non valgo meno solo perché sono una donna» rispose furiosa a suo padre.
«Non l’ho mai pensato, so che non te lo dico spesso ma sono orgoglioso di te figlia mia. Anche tua madre lo sarebbe.»
«Lo credi davvero?»
«Lo credo davvero.»
Lyanna lo guardò un’ultima volta poi spronò il cavallo mentre due dei soldati che li avevano accompagnati su ordine del padre la seguirono fino al castello.
Rickard Stark aspettò che la figlia se ne fosse andata, poi scese dal suo cavallo e preparò Ghiaccio, la spada della sua nobile casa. 

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Capitolo 13
*** TREDICI ***


Rhaenys era a giocare nel grande parco verde all’ombra della Fortezza Rossa assieme al suo piccolo drago nero, Balerion, Rhaegar la guardava correre cercando di prenderlo, mentre Elia sorrideva tenendosi al braccio di suo fratello Oberyn.
«E’ cresciuta davvero molto» disse Oberyn guardando la sua nipotina, le ricordava molto Elia da piccola, anche lei correva sempre prima che la sua salute si aggravasse.
«Rhaegar forse è meglio se vai a prenderla.»
Il principe le sorrise e poi corse incontro alla figlia che in quel momento era appena caduta a terra per cercare di afferrare il gatto.
Rhaenys si tirò su, ma non pianse, ricordava ancora le parole di Lyanna Stark: le bambine coraggiose non piangono, così le aveva detto.
«Rhaenys» disse suo padre tirandola su e ripulendole al meglio il vestito azzurro.
«Balerion è troppo veloce» si lamentò lei con le piccole mani sporche di terra ed erba.
«Ti sei fatta male?» chiese lui preoccupato.
«No, sto bene.»
Rhaegar le diede un bacio e poi la prese in braccio, era vero, la sua bambina era cresciuta ma per lui era ancora quella cosina piccola che strillava ancora tutta sporca di sangue.
«Andiamo, c’è qualcuno che vuole vederti» le disse incamminandosi con lei in collo, mentre con le braccia si reggeva al collo di suo padre, mentre le sue piccole dita giocavano con i capelli argentei intrecciati del principe.
Oberyn si avvicinò a loro sorridendo alla bambina che gli sorrise.
«Rhaenys!» disse lui spalancando le braccia.
«Zio!»
La principessa si sporse verso di lui e così Rhaegar gliela lasciò e subito lei lo abbracciò forte.
«Eccola qui la principessa più bella di tutti e Sette i regni! Ti sono mancato?» domandò dandole un bacio.
«Si» rispose lei.
Era così bella, perfetta, nonostante tra lui ed Elia non ci fosse amore, Rhaenys e Aegon erano l’unica ragione per cui si trovava ancora ad Approdo del re.
«Dov’è il tuo drago?» chiese il principe di Dorne guardandosi attorno.
«Balerion mi è scappato, è troppo veloce zio.»
«Drago cattivo, ci penso io a riprenderlo se vuoi.»
«Si!»
«Bene» rispose lui posandola a terra, Elia si avvicinò e accarezzò i capelli di sua figlia e poi guardò suo fratello.
«Cerca di non farti male Oberyn.»
«C’è una ragione se mi chiamano la Vipera rossa, sorellina. Sono gli altri a farsi male, non io» disse guardando il principe Targaryen.
Quel ragazzo non smetteva mai di sorprendere Rhaegar, e il più delle volte lo irritava con quel suo fare arrogante, Elia era così diversa da lui.
Il giovane Martell partì alla ricerca del gattino di Rhaenys mentre la famiglia restava lì ad aspettarlo, Elia strinse leggermente il braccio del marito.
«Rhaegar non dare peso alle sue parole, sai che mio fratello ama pavoneggiarsi.»
«Fin troppo.»
«Non cedere alle sue provocazioni.»
«Ci proverò Elia, ci proverò» rispose lui posando una mano su quella della moglie.
Oberyn sarebbe rimasto per un po’ quindi doveva davvero cercare di andarci d’accordo per quanto possibile.




Qualche giorno più tardi Eddard Stark fece il suo ritorno a Grande Inverno, il periodo nella Valle era finito e non desiderava altro che tornare a casa sua.
«Ned!» esclamò Brandon andandogli incontro felice, abbracciò suo fratello e poi gli scompigliò i capelli come faceva quando erano più piccoli.
«Bran!»
Restarono abbracciati per qualche istante, poi nel cortile comparve Benjen e suo padre.
«Sei tornato!»
«Si Ben, sono tornato a casa» rispose guardando il cortile del suo castello, dei se gli era mancato il Nord.
«Figlio mio» disse Rickard Stark posandogli una mano sulla spalla.
«Padre.»
«Sarai stanco dopo il viaggio.»
«Un po’, ma dov’è Lyanna?» chiese il giovane Ned guardandosi attorno.
«La troverai nel Parco degli Dei, passa quasi tutto il tempo lì» rispose Brandon.
«E’ successo qualcosa?»
«Nulla, tua sorella ha bisogno di stare un po’ da sola ma mi ha detto che presto qualunque cosa sia a turbarla così, le passerà.»
«Tra una settimana Robert sarà qui» disse Ned a suo padre.
«Bene, saremo pronti per accogliere il lord di Capotempesta. Ora sali a rinfrescarti e riposare un po’, mh?»
«Si padre» rispose Ned voltando lo sguardo verso il Parco degli Dei.
Dopo un po’ scese nuovamente e andò a cercare la sorella e proprio come Bran aveva detto la trovò lì, seduta sotto all’albero diga con una rosa blu tra le mani, giocava con i suoi petali, annusava il suo profumo, era il suo fiore preferito e questo lui lo sapeva.
«Lyanna» la chiamò.
Lei alzò lo sguardo e vide suo fratello in piedi difronte a lei.
«Ned!» urlò alzandosi in piedi, poi gli gettò le braccia al collo, era così felice di rivederlo, felice che fosse di nuovo a Grande Inverno.
Ned le diede un bacio sulla fronte, poi rimasi in silenzio a guardarla.
C’era qualcosa di diverso in lei, nel suo sguardo, una malinconia che sua sorella non aveva mai avuto prima.
«Che succede sorellina?»
«Nulla di cui tu debba preoccuparti, perdonami se non ero lì quando sei arrivato» disse guardandolo con i suoi grandi occhi grigi colmi di tristezza.
«Va tutto bene» rispose Eddard Stark prendendo la sua mano.
«Mi sei mancato sai?»
«Anche tu, molto.»
«Ti va di dirmi cosa succede?»
«Ned…»
«D’accordo non insisterò ma se vorrai parlarne, ti ascolterò.»
«Lo so, grazie.»
Rimasero seduti su quella panca grigia come i suoi occhi, era freddo rispetto alla Valle ed era freddo rispetto ad Harrenhall, Lyanna sorrise, un vero sorriso da quando erano tornati a casa, aveva sentito molto la mancanza di suo fratello.
«Tra sette giorni Robert sarà qui» la informò Ned.
«Mi aveva detto che sarebbe venuto» rispose accarezzando i morbidi petali blu della rosa, come le rose di cui era composta la sua corona, la corona che Rhaegar le aveva dato al torneo.
«E’ impaziente di rivederti.»
Io no - pensò, ma non lo disse a suo fratello, non poteva, lasciò che quel peso scavasse ancora un solco, sempre più profondo nel suo giovane cuore.
«Ned, prima di chiederlo a Robert voglio chiederlo a te.»
«Cosa?» domandò confuso suo fratello.
Lyanna alzò lo sguardo e lo posò sul suo, sembrava come un cielo in tempesta.
«Voglio sapere della bambina, di Mya. E’ questo il suo nome, no?»
«Si. Cosa… cosa vuoi sapere?»
«Com’è?»
«E’ una bambina dolcissima, adora Robert e ogni volta lo aspetta impaziente. Le piace correre e si diverte a scalare, non importa cosa sia, purché ci sia da salire in alto.»
Lyanna sorrise, doveva essere una ribelle, un po’ come lei.
«E Robert cosa pensa di fare con lei?»
«Dovresti chiederlo a lui.»
«Lo farò, ho molte domande da fargli» disse toccando il ciondolo.
«Ci ha lavorato per giorni, non voleva dartelo perché temeva che non ti sarebbe piaciuto.»
«E’ molto bello e… è stato un bel gesto» dovette ammettere lei.
«Lyanna, io voglio solo che tu sia felice» disse Ned facendole una carezza e sostandole una ciocca di capelli scuri e ricci dietro all’orecchio.
«Anch’io Ned, anch’io.»
Rimasero lì in silenzio a osservare quel posto, il luogo dei loro dei, ognuno perso nei proprio pensieri.
Lyanna e il suo amore tormentato per Rhaegar, il principe d’argento; Eddard e ciò che aveva provato per Ashara Dayne quando i loro occhi si erano incrociati per la prima volta al ballo ad Harrenhall.

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Capitolo 14
*** QUATTORDICI ***


La regina Rhaella stava facendo una passeggiata nei giardini della Fortezza Rossa, le piaceva il silenzio, la pace e il sole.
Rhaegar la osservava da lontano, sua madre era una donna bellissima e nonostante tutto ciò che doveva sopportare era una donna forte e coraggiosa.
Le si avvicinò e le diede un bacio, dietro a loro, più distanti c’erano due guardie reali.
«Madre.»
«Mi chiedevo quando saresti venuto a salutarmi» rispose lei facendo una carezza sulla guancia del figlio, era ancora il suo bambino.
«Perdonami ma sono stato molto occupato. Elia non si è sentita bene, Rhaenys non vuole fare altro che giocare e Oberyn Martell non fa altro che provocarmi, se non fosse il fratello di Elia lo avrei già cacciato dalla capitale e mio padre non aiuta.»
«Rhaegar, prudenza. Oberyn è comunque un principe discende da una nobile casa. Cosa ha fatto tuo padre questa volta?» domandò preoccupata a suo figlio maggiore.
«Nulla di cui tu debba preoccuparti» disse lui non guardando gli occhi viola della regina, aveva già troppe preoccupazioni.
«Dimmelo, ho già abbastanza ancelle che mi nascondono la verità per non parlare delle guardie reali. Sei sempre stato sincero con me, parlami.»
Posò il suo sguardo viola sul volto della madre, Rhaella portava un vestito panna con ricami in oro, una collana di gemme rosse e una spilla con un drago a tre teste.
«Ha avuto il coraggio di criticare mia moglie, sai che è debole e che la nascita di Aegon… sarebbe potuta morire» disse lui.
«Grazie agli dei non è stato così, Elia una ragazza stupenda e il popolo la ama molto più di quanto non ami tuo padre. E ama te.»
«Madre… non potrò mai renderla felice.»
«Avrei voluto lasciarti libero di scegliere, ma non è dipeso da me.»
«Lo so. L’unico motivo per cui sono ancora ad Approdo del re sono Rhaenys e Aegon, altrimenti me ne sarei andato anche a costo di perdere il diritto al trono. Non mi importa, niente ha importanza» disse perdendosi nei ricordi, nei giorni trascorsi a Harrenhall, negli occhi grigi della lady di Grande Inverno, era per lei che il suo cuore batteva, ironia della sorte era l’unica donna che avesse mai amato ma che non poteva avere.
«Sei il futuro re, è il tuo destino.»
«Avrei voluto che il mio destino fosse un altro.»
«Lyanna Stark? Ho visto il modo in cui la guardavi a Harrenhall, figlio mio quella ragazza non potrà mai essere tua.»
«Forse.»
«Rhaegar…»
«Non preoccuparti, non per me. Viserys ha più bisogno di te di quanto ne abbia io.»
«Sei mio figlio, mi preoccuperò sempre per te e ora che sei padre puoi capire.»
«Si.»
«Allora non chiedermi di non preoccuparmi, in quanto a tuo fratello sai che faccio ciò che posso, ma non è facile. Non lo vedo da giorni.»
«Perché?» chiese Rhaegar, sul volto della regina c’era un tale dispiacere che gli spezzò il cuore.
«Tuo padre non me lo consente.»
«Gli parlerò io.»
«Hai già discusso con lui, cerca di non discuterci oltre, te ne prego.»
«Non può tenerti lontana da Viserys, non è giusto.»
«Nulla è giusto a questo mondo. Mi accompagni dai bambini? Non li vedo da Harrenhall» disse la regina accarezzando i capelli argentei di suo figlio.
«Si madre, saranno felici di rivederti.»


Oberyn stava passeggiando sulla spiaggia dove era sbarcato con Elia, avrebbe voluto che sua sorella si riposasse ma la principessa di Dorne non aveva voluto sentir ragioni.
«Dimmi la verità Elia» disse Oberyn fermandosi e facendole una carezza.
Sua sorella era una donna ormai e non più la bambina con cui giocava nei giardini di Dorne, ora era una moglie e una madre.
«Su cosa fratello?» chiese lei.
«Cosa è successo davvero a Harrenhell? Ho sentito molti racconti diversi, voglio sapere il tuo.»
«Nulla» rispose lei scostando gli occhi marroni da quelli di Oberyn.
«Elia.»
«Oberyn, lascia stare ti prego.»
«No, voglio sapere cosa ha fatto tuo marito. Non mi importa se è un principe, non mi importa se sarà il futuro re. Sei mia sorella prima di essere sua moglie, ti deve rispetto.»
«Rhaegar non mi ha mai mancato di rispetto. Tiene a me e ama i nostri figli, è un buon padre.»
«Si non ne dubito, ho visto come si comporta con loro, ma con te? Ti ha umiliata pubblicamente» disse con rabbia, i suoi occhi sembravano bruciare quanto il loro stemma.
«Non ha importanza quello che è accaduto, era solo una corona di fiori.»
«Che sarebbe dovuta essere tua, sei tu sua moglie non quella ragazza del Nord.»
«Lady Lyanna non ha chiesto nulla, te lo assicuro. Ho parlato con lei durante i festeggiamenti, si sentiva così in colpa, tutta quell’attenzione la disturbava e poi ha curato Rhaenys, sono in debito con lei e non voglio discutere con mio marito. Non farlo nemmeno tu Oberyn, smettila di provocarlo.»
«Lo sto forse provocando?» disse il principe dorniano allargando le braccia.
«Oberyn, ti conosco da molto tempo ormai. Rhaegar è un marito fedele e un buon padre, cosa che si può dire di pochi uomini.»
«E se ti avesse tradita?»
«Ma non l'ha fatto, erano solo fiori, non mi importa. Mi fa più male sapere che non vuole più stare con me, teme per la mia vita» disse con voce triste lei.
«Non ti ha più toccata?»
«Una volta ma si è fermato prima, non vuole che mi accada nulla, ancora sono un po’ debole nonostante siano passati diversi mesi dalla nascita di Aegon.»
«Sei viva e questa è la cosa più importante. Hai due figli stupendi e per quanto non mi piaccia ammetterlo, Rhaegar Targaryen ha ragione, non occorre che tu metta ancora a rischio la tua vita. Ha già un erede e una figlia che un giorno farà battere il cuore di molti lord» disse Oberyn accarezzando una guancia a sua sorella.
«Si, Rhaenys è davvero bellissima e lo diventerà ancora di più e Aegon... un giorno sarà re e sarà un grande re.»
«Lo sarà, non potrebbe essere altrimenti con una madre come te.»
«Smettila di adularmi e ti prego, non provocare oltre mio marito sai bene che prima o poi reagirà.»
«Che lo faccia allora.»
«Oberyn ti prego, fallo per me.»
«Proverò a controllarmi.»
«Grazie» rispose Elia, poi prese la mano di suo fratello e continuarono la passeggiata sulla spiaggia.




 

Il castello era in fermento, suo padre desiderava che tutto fosse impeccabile per l’arrivo di Robert, Lyanna provava una strana sensazione.
Agitazione e inquietudine avevano preso possesso di lei.
Robert non le era mancato ma aveva comunque pensato spesso a lui, a come rivolgersi, alle domande da porgli, non voleva altre bugie.
Indossava ancora il ciondolo che lui le aveva regalato a Harrenhall, il lupo e il cervo uniti insieme.
Ma è un drago ciò che voglio - pensò Lyanna toccando la collana e osservando tutti i servitori fare avanti e indietro, lucidare le stanze, le posate, portare candele e da bere, se c’era una cosa che Robert amava quella era il vino.
Uscì fuori, quella notte aveva nevicato, una delle solite nevicate estive ma che a lei piacevano tanto, il suo Nord, la neve fresca, il suo profumo, era ciò che più le sarebbe mancato.
Si diresse nel cortile d’armi dove ser Rodrik allenava i suoi fratelli e talvolta lei, prese uno degli archi e le frecce.
Fece un respiro profondo, incoccò la freccia allineandola bene con le labbra, scaricò la tensione e lanciò, la freccia si conficcò sul manichino di paglia, nel punto dove si sarebbe trovato il cuore.
«Spero che Robert non ti faccia mai arrabbiare» le disse Ned sorridendole, era sul ballatoio e aveva visto tutto.
Sua sorella era determinata, testarda ma infondo era buona e lui l’amava così tanto, più di se stesso.
Fece un sorriso, ma di voglia ne aveva davvero poca.
Ned era preoccupato per lei, non era più la ragazza spensierata che ricordava, voleva aiutarla ma non sapeva cosa dirle e più lui tentava di parlarle più lei si chiudeva a riccio.
Scese dal ballatoio e la raggiunse nel cortile, la neve scricchiolava sotto i suoi piedi, Eddard pensò che non esistesse luogo più bello di Grande Inverno e che un giorno anche Ashara avrebbe potuto vedere la neve e il Nord.
«Bel tiro Lyanna» le disse dandole un bacio sulla fronte, era sempre premuroso con lei, protettivo.
«Grazie fratello.»
«Stai meglio?» le domandò preoccupato, come poteva stare in silenzio mentre lei soffriva?
«Un passo alla volta Ned, mi occorre ancora un po’ di tempo.»
Tempo che non ho, non mi baserà una vita per dimenticarti Rhaegar.
«La mia offerta è sempre valida.»
Lyanna mise nuovamente la sua corazza, ma se solo avesse saputo ciò che sarebbe accaduto avrebbe detto tutto a Ned quel giorno, sarebbe stata onesta con lui e soprattutto con Brandon e con suo padre.
«Non c’è nulla da dire, davvero. Piuttosto dimmi di te» disse lei posando la mano sul suo braccio, Eddard era stato a lungo lontano da Grande Inverno, nella Valle.
«Di me? Cosa vuoi che ti dica?» le chiese curioso.
«Di te Ned.»
«Non mi è successo nulla» disse facendo spallucce.
«Non dirmi bugie, non sei bravo a mentire sai? Dovrai migliorare.»
«E’ la verità sorellina.»
«No, non lo è. Chi è lei?»
Ned la guardò stupito, quanto era cresciuta negli anni in cui era stato il protetto di Jon Arryn? Eppure il loro rapporto non era cambiato di una virgola.
«Lei?» disse tentando di fare l’indifferente.
«Ned.»
«E va bene, mi arrendo» rispose alzando le mani, «lady Ashara Dayne.»
«Dayne, come ser Arthur?» chiese ripensando al cavaliere giurato di Rhaegar.
«Si è sua sorella, una delle dame della principessa Elia. L’ho conosciuta a Harrenhall e… è cambiato tutto. Non lo avrei mai creduto possibile.»
«Già, tutto può cambiare. Vi ho visti danzare insieme, ma non sapevo il suo nome. Ne parlerai con nostro padre?»
«Non lo so Lyanna.»
«Perché? Ned se provi qualcosa per lei non lasciarla andare via così. Sei la persona migliore che io conosca e non lo sto dicendo perché sei mio fratello. Sei buono, leale, altruista, lady Ashara sarebbe fortunata ad averti come marito. Non sprecare questa opportunità, potresti pentirtene» disse guardandolo con i suoi penetranti occhi grigi.
«Sei cresciuta sorellina, sei una donna ormai.»
«Si, ma avrò sempre bisogno di te.»
Lyanna non avrebbe voluto piangere, non davanti a Ned, ma era così tanta la tristezza che provava per quel futuro al quale era stata condannata, un unione che l’avrebbe resa infelice per il resto dei suoi giorni e lo stesso Robert, anche lui sarebbe stato infelice e avrebbe finito con l’odiarla.
Lyanna si asciugò le lacrime con il dorso della mano, poi Ned si avvicinò e la strinse a se, aveva tanto bisogno di un abbraccio.
«Lyanna… dimmi cosa devo fare e lo farò, non sopporto di vederti così» sussurrò al suo orecchio.
«Stringimi Ned» rispose affondando la testa nella sua spalla, scomparendo in quell’abbraccio dove il resto del mondo non poteva raggiungerla.

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Capitolo 15
*** QUINDICI ***


La settimana seguente Robert Baratheon lord di Capo Tempesta giunse a Grande Inverno.
Lord Rickard Stark e i suoi figli erano schierati, pronti ad accoglierlo, infondo il giovane signore di Capo Tempesta ben presto sarebbe entrato a far parte della famiglia a tutti gli effetti.
Lyanna indossava un abito viola chiaro, i capelli stretti in una treccia posata delicatamente sulla spalla sinistra e al collo il dono che Robert le aveva dato poco prima di lasciare Harrenhall.
Lo guardò arrivare aitante sul suo cavallo nero seguito dai suoi cavalieri, e da un uomo che reggeva lo stemma dei Baratheon, un cervo.
Infondo era un uomo bello e forte e valoroso, un combattente, ma Lyanna cercava qualcosa di più di un bell’uomo, cercava uno spirito affine al suo e lui non lo era.
Lo aveva trovato, il suo spirito affine, era un drago non un cervo.
Era Rhaegar Targaryen non Robert Baratheon.
Robert fermò il cavallo e scese dalla sua groppa subito, sorridente, salutò prima lord Richard che gli diede una pacca affettuosa sulla spalla, poi diede un abbraccio a Ned e infine salutò i suoi fratelli, dopodiché andò da lei, fece un inchino e le baciò la mano solleticandole la pelle con la barba.
«Mia signora, è bello rivederti» le disse fissandola con i suoi occhi marroni, ma gli occhi che voleva erano viola screziati di indaco.
Gli occhi del mio drago - pensò amaramente lei.
«Mio signore, benvenuto a Grande Inverno» rispose cortesemente.
«E’ molto più bello di ciò che immaginavo, ora capisco l’amore che provi per queste terre.»
«E’ vero, il Nord è bellissimo.»
«Mai quanto la sua lady» disse Robert senza lasciare la sua mano.
«Sarai stanco dopo il viaggio, entriamo» disse Rickard Stark avvicinandosi alla figlia e al suo promesso.
Robert lasciò Lyanna e assieme al protettore del Nord entrò nel castello seguito da Ned e Benjen.
Brandon invece osservava sua sorella, le si avvicinò e le porse il braccio.
«Tutto bene sorellina?» domandò facendole una carezza, Lyanna era cresciuta, non era più la ragazzina che ricordava, quella selvaggia e indomita di un tempo che rifiutava di essere una signora.
«Si Bran, grazie» rispose dandogli un bacio sulla guancia.
«Entriamo, nostro padre ti starà cercando e anche Robert.»
Prese il braccio di suo fratello ed entrò nel suo castello.
Robert era rimasto affascinato da ciò che aveva visto durante il viaggio, quelle terre quasi infinite, terre che si perdevano oltre l’orizzonte, che andavano oltre ciò che gli occhi potevano vedere, era tutto come Eddard gli aveva descritto, era impaziente di vedere altri posti come il Parco degli Dei, sapeva solo che era molto grande.
Ma ciò che desiderava, ciò che più contava per lui era la ragazza dai capelli scuri e l’abito viola, la sua amata Lyanna.
La ricordava ancora ad Harrenhall con gli abiti maschili.
Il vino scorreva a fiumi, c’era cibo per un reggimento quasi, belle donne, musica, caldo, l’atmosfera perfetta per una festa, il lord si guardava attorno, osservava tutti, ma i suoi occhi nonostante tutte le donne presenti erano solo per lei.
Lyanna si era alzata mettendosi in disparte, le feste non le piacevano molto, la facevano sempre sentire fuori luogo, diversa.
«Qualcosa non va Lyanna?» domandò Robert raggiungendola e porgendole una coppa di vino che però lei non prese.
«No Robert.»
«Puoi essere sincera, non ti giudicherò.»
Lei sorrise, un piccolo sorriso, ma era già molto.
«Non ho paura del tuo giudizio. Queste feste non mi piacciano molto, non mi sento a mio agio» rispose osservandosi intorno.
«Perché mai? Sei la donna più bella in questa stanza» disse aggiustandole la collana che le aveva regalato, il cervo e il lupo.
«Non prenderti gioco di me.»
«Pensi che mi stia prendendo gioco di te?» chiese mettendosi un po’ sulla difensiva.
«Hai detto che non mi avresti giudicata ma lo stai facendo.»
«No, non ti sto giudicando. Lyanna se solo tu potessi vederti come ti vedo io.»
«E cosa vedi Robert?» chiese curiosa.
«Vedo una bellissima e giovane donna, una ribelle, una guerriera. Non sei come le altre, tu sei speciale.»
«Ti sbagli, io non ho nulla di speciale.»
«Questo è ciò che credi tu, mia signora.»
«Cosa vuoi davvero mio lord?» domandò fissando quegli occhi marroni, così diversi da quelli che in realtà desiderava.
«Ti prometto che avremo tutto il tempo per parlare, potrai porgermi tutte le domande che desideri, risponderò a ognuna» rispose sorridendole.
«E se le mie domande non ti piacessero?»
«Risponderò in ogni caso, hai la mia parola. Questa sera però voglio vederti sorridere, mi concederai un ballo?»
«Se lo desideri.»
«Lo desidero molto.»
«E sia.»





In un altro luogo si stava svolgendo un’altra festa, una festa per Oberyn Martell.
Oberyn era ubriaco, il vino di Dorne era decisamente migliore della brodaglia di Approdo del re e la bocca aveva decisamente parlato troppo.
Aveva fatto un brindisi, un brindisi a Rhaegar Targaryen ma non si era limitato solo a quello, nonostante la promessa fatta a Elia non era riuscito a trattenersi, umiliando il giovane sovrano difronte a molti, moltissimi ospiti incluso il re.
«Allora principe Rhaegar» aveva detto il principe di Dorne, «voglio brindare a te.»
Rhaegar aveva alzato la coppa tenendo però le labbra strette, quel ragazzo gli piaceva sempre meno, Elia al suo fianco guardava il fratello supplicandolo di tacere.
«Che nobile principe che sei no? E’ questo che tutti dicono. Il nobile principe Rhaegar, che gran sovrano che sarà» lo schernì lui.
«Oberyn!» tentò di farlo tacere Elia.
«No Elia, lascia che parli» disse Rhaegar posando la sua mano sopra quella della moglie.
«Si sorella, lasciami parlare, lascia che elenchi tutte le virtù del tuo sposo. Di come ti ha umiliata, insultata pubblicamente, dopo quello che hai fatto per lui, dopo i due figli meravigliosi che gli hai donato perdendo quasi la vita» rispose Oberyn svuotando la coppa.
Rhaella si coprì il volto con la mano, il re invece ascoltava in silenzio le parole del dorniano, se fosse stato un altro, uno qualunque, lo avrebbe già fatto punire.
«Dimmi, perché principe Rhaegar? Cos’ha questa ragazza lupo di tanto speciale? Cosa ha fatto per te? E’ forse la tua concubina?»
A quelle parole il giovane Targaryen gettò la sua coppa a terra, si alzò dal tavolo e prese per il collo dell’abito Oberyn Martell.
«Non ti permetterò di insultarmi oltre, mi hai mancato di rispetto in casa mia! Stai umiliando te stesso e tua sorella e anche il rango che ricopri. Un’altra parola su lady Lyanna, su di me, su mia moglie e ti assicuro che…» non terminò la frase, Elia si era avvicinata, aveva posato la mano sulle sue strette alla veste di Oberyn Martell.
«Lascialo Rhaegar, ti prego.»
«Mi ha insultato in casa mia» rispose osservando sua moglie.
«Si l’ho fatto, così come tu hai insultato Elia difronte a centinaia di lord. Dimmi principe Rhaegar, come ci si sente?»
Rhaegar strinse più forte, ma lui non smise di sghignazzare.
«Oberyn basta, così non mi aiuti. Ascoltami, mio fratello non sa ciò che dice è il vino a parlare per lui.»
«Sarò anche ubriaco ma so bene ciò che dico.»
«Non avevo dubbi.»
«Oberyn!» gli urlò lei.
Rhaegar osservò sua moglie, era vero, tutto ciò che Martell aveva detto era vero.
Lui l’aveva umiliata e insultata, l’aveva tradita con Lyanna Stark e ciò che più gli faceva male era il fatto che quel dorniano avesse ragione.
Elia era quasi morta per Rhaenys e Aegon e lui cosa aveva fatto?
Solo che ciò che provava per Lyanna Stark era così forte, così puro, così vero.
Lasciò i suoi vestiti senza smettere di guardarlo, fece una carezza alla moglie e poi se ne andò lasciando la sala e la festa.
«Scappa pure, codardo!» gli urlò dietro Oberyn.
Elia lo guardò male, poi uscì dalla stanza seguendo suo marito mentre i presenti rimasero al loro posto a sparlare.
Lo bloccò nel corridoio.
«Rhaegar! Rhaegar, fermati!»
Lo prese per un braccio e lo fece voltare, suo marito aveva le lacrime agli occhi, i suoi bellissimi occhi viola, stava piangendo.
Gli asciugò le lacrime con il polpastrello e accarezzò il suo volto liscio e perfetto.
«Io non ti merito Elia.»
«No, questo non è vero. Credevo di averlo convinto io… mi dispiace.»
«Perché ti scusi?» gli disse quasi furioso.
«Perché Oberyn ha esagerato, non doveva dirti quelle cose e non in quel modo, non con tutta quella gente.»
«Ha ragione, Oberyn ha ragione. Su tutto.»
«Guardami.»
Lui guardò i suoi occhi scuri, gli stessi di Rhaenys e di Aegon, gli occhi dei loro figli.
«Dovresti urlarmi contro, dovresti essere adirata con me, dovresti provare disprezzo. Perché non ti arrabbi con me?» gli chiese lui prendendo il suo volto tra le mani.
«Perché ti amo. Perché non mi importa ciò che dice Oberyn. Perché non mi importa ciò che è accaduto ad Harrenhall.»
«Dovrebbe invece, ti ho umiliata è vero. Ed è anche vero che ti ho tradita» gli confessò in lacrime.
«Era solo una stupida corona di fiori e per quanto riguarda il resto lo sapevo già, non occorreva che mio fratello facesse quella scenata. Sei andato spesso da lei e capisco anche cosa tu abbia trovato in quella ragazza. Lyanna Stark è bella, in salute e non ha paura di mostrare ciò che è. Se fossi morta ora tu saresti libero di amarla.»
«No, non dirlo mai più Elia. Mai più» rispose arrabbiato, stringendo le mani di lei.
«E’ la verità Rhaegar, la mia morte…» lui la fermò posandogli un dito sulla bocca.
«La tua morte mi avrebbe distrutto, avrebbe distrutto i nostri figli. Quando il maestro mi disse che saresti morta gli urlai contro, lo obbligai a salvarti la vita, lo maledissi quando voleva arrendersi, non potevo sopportare di perderti. Sei importante per me. Lo sei per Rhaenys. Lo sei per Aegon. Non merito il tuo perdono Elia.»
«Ma io ti ho già perdonato. Sei mio marito, il padre dei miei figli e io ti amo anche se tu non contraccambi e forse non lo farai mai. Vorrei poterti dare altri figli, vorrei essere la donna che davvero desideri avere. Invece sono debole, malaticcia.»
«Sei la principessa Elia Targaryen, sei mia moglie. Abbiamo già due figli stupendi.»
«E’ vero, ma so che ne desideri altri.»
«Non se devi pagare con la vita. C'è già un erede, abbiamo fatto il nostro dovere. Proverò a essere un uomo migliore, un uomo degno di te» rispose stringendola forte a se, il profumo del corpo di Elia gli era mancato infondo.
Ma nel profondo del suo cuore pensava ancora a lady Lyanna, nonostante stringesse forte a se Elia, nonostante il calore e il profumo della moglie.
«Non voglio più sentirti dire una sciocchezza simile» le disse senza smettere di stringerla «mai più Elia, promettimelo.»
«Te lo prometto amore mio» rispose abbandonandosi all’abbraccio di lui.

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Capitolo 16
*** SEDICI ***


Il giorno seguente Lyanna aveva fatto sellare due cavalli, uno per lei e uno per Robert Baratheon; suo padre aveva insistito che fosse lei a fargli conoscere meglio Grande Inverno, i boschi che la circondavano, le case, il Parco degli Dei.
Così si era vestita nuovamente da maschiaccio, legato i suoi capelli.
Stava aspettando Robert mentre Willis teneva fermi i cavalli.
Arrivò poco dopo di lei, la barba sempre ben curata, sorridente, i capelli legati indietro come li portava suo padre e anche i suoi fratelli.
Le sorrise mentre per il freddo strofinava le mani.
Robert aveva visto una sola volta la neve, da bambino, ora al Nord l’aveva ritrovata, era così bianca come gli sembrava anche Lyanna Stark.
«Buongiorno mia signora, chiedo scusa per averti fatta aspettare.»
«Buongiorno Robert, in effetti un cavaliere non dovrebbe far attendere una dama» rispose punzecchiandolo un po’.
«E dunque mia signora» disse lui avvicinandosi di più, «come può farsi perdonare questo cavaliere?»
«Rispondendo sinceramente alla domande di una certa lady» rispose Lyanna prendendo le redini del suo cavallo da Willis, gli diede un bacio sulla guancia e salì a cavallo.
«Hodor» disse lui imbarazzato, era già più alto di lei.
«Andiamo Robert?»
«Si, andiamo.»
Robert salì sul cavallo e poi seguì Lyanna al galoppo nei boschi innevati, le punte degli alberi erano bianchi, la neve risplendeva sotto i raggi del sole sciogliendosi in piccole gocce d’acqua.
Lyanna respirò a pieni polmoni il profumo della libertà, dei boschi del Nord.
Robert la raggiunse e mentre cavalcavano insieme pensò che non esisteva ragazza più bella di lei.
La giovane lady invece pensò che tutta quelle neve avrebbe reso felice la piccola principessa Targaryen, si immaginò assieme a Rhaegar mentre Rhaenys giocava per la prima volta con la neve, mentre Balerion avrebbe cercato il posto asciutto più vicino, quel piccolo gatto nero che la bambina voleva credere un drago.
Il volto di Rhaegar era sempre nei suoi pensieri, quando osservava il cielo ripensava ai suoi occhi viola, la luna invece gli ricordava i suoi capelli biondissimi, gli mancava così tanto.
In pochi giorni lui era diventato la cosa più importante, almeno fino a quel momento.
Ma Rhaegar aveva già una famiglia, una moglie, lei era stata solo un'avventura che un principe si era concesso e ora probabilmente si era già dimenticato di lei.
Lyanna fermò il cavallo, Robert la imitò.
Aveva portato una coperta da mettere in terra per proteggerli dalla neve, si sedettero sotto un albero dove c'era meno neve per via delle foglie.
Prese il cibo dalla sua bisaccia e Robert fece lo stesso, lo misero al centro di quella coperta.
Robert la osservava in silenzio, la studiava, Lyanna Stark era ancora un mistero per lui.
«E’ molto bello qui» disse guardandola negli occhi.
«Si, ci venivo spesso da piccola, con mia madre.»
«Ti manca molto?» chiese lui.
«Molto, vorrei che fosse qui. Avrei bisogno dei suoi consigli ora più che mai.»
«So cosa vuoi dire» rispose Robert osservandosi attorno, improvvisamente Lyanna ricordò che Robert era orfano da anni, che i suoi genitori erano morti in mare quando era poco più di un bambino e che si era dovuto far carico di Capo Tempesta e di due fratelli più piccoli.
«Mi dispiace Robert.»
«Non devi, è passato molto tempo» tentò di dissimulare lui.
Non poté fare meno di stringere la sua mano.
«Deve essere stata dura per te.»
«Non lo negherò, è stata molto dura. Ero poco più di un bambino quando morirono in quel naufragio. Renly non ha alcun ricordo di loro, era tropo piccolo.»
«Sei stato forte per i tuoi fratelli.»
«E’ terribile doverlo ammettere ma… non provo nulla per Stannis e Renly, non li amo come dovrei, come un fratello dovrebbe amare. E’ Ned il fratello che ho scelto. Ricordo che Jon era spaventato all’idea che non saremmo andati d’accordo, noi due così diversi, eppure… non cambierei niente del periodo nella Valle.»
«Mio fratello è un ragazzo buono, leale, fin troppo oserei dire.»
«Lo conosci meglio di me, Lyanna. Capo Tempesta non sarà bella quanto Grande Inverno ma ha molto da offrire, so che ci consociamo poco ma prometto che saprò renderti felice.»
«Robert…»
«Ora puoi farmi tutte le domande che desideri, non mi arrabbierò.»
«Temo di si invece.»
«No.»
Lyanna assaggiò il pasticcio preparato da Nan, era davvero ottimo e ne offrì un po’ a Robert che lo prese, dalla sua faccia capì che era davvero così buono.
«Cosa devo aspettarmi dal nostro matrimonio?»
«Un marito che ti ama, un luogo come Capo Tempesta, ti porterò a vedere i posti più belli. C’è una collina dove andavo sempre da bambino, è ancora il mio posto preferito.»
«Robert riuscirai a essermi fedele? Ned mi ha raccontato un po’ di cose, non prendertela con lui, l’ho obbligato a farlo. Temo che tutto ciò che desideri da me sia il mio corpo e che una volta ottenuto passerai oltre. Non voglio passare le notti a domandarmi nel letto di quale donna si trovi mio marito» disse sinceramente posando una fetta del pasticcio.
«Ned… no non posso fargliene una colpa, sei sua sorella e nonostante l'affetto che ci lega ha il dovere di proteggerti, anche da me.»
«Non ho bisogno di protezione, so cavarmela anche da sola.»
«Non ne dubito Lyanna…»
«Non hai ancora risposto.»
«Tu credi che io brami il tuo corpo e in parte è vero, sono un uomo e sono giovane, altri al mio posto non vorrebbero ciò che voglio io? Ma no, non ho intenzione di passare le notti nei letti di altre donne. Lyanna non è solo il tuo corpo che amo di te. Amo il tuo spirito ribelle, la tua voglia di metterti costantemente alla prova, amo come mi fai sentire quando sono vicino a te. Amo i tuoi occhi grigi come una tempesta e i tuoi capelli scuri come la notte. Hai un animo gentile Lyanna, sei pronta ad aiutare chiunque, come ad Harrenhall. Porti una corazza che impedisce agli altri di vedere la parte più debole di te, so che è così perché spesso la uso anch’io.»
Lyanna rimase stupita per le sue parole, Robert infondo era una brava persona e un’altra donna avrebbe potuto davvero renderlo felice, ma non lei.
«Hai ragione, su tutto.»
«Ho abbassato un po’ le tue difese?»
«Solo un po’, mio signore» rispose sorridendogli, ai lati della bocca le si formarono due fossette che la resero ancora più bella.
«Ho ancora un'altra domanda.»
«So già cosa vuoi sapere.»
«Lo sai?»
«Vuoi sapere di Mya, mi sbaglio?»
«No. Voglio sapere di tua figlia, conoscerla attraverso le tue parole. So solo il suo nome e poco altro.»
«Mya ha quattro anni, vive nella Valle. E’ una bambina sveglia, un po’ ribelle come una lady che conosco, le piace correre e scalare. Le piace quando la tiro in aria per afferrarla, amo sentire la sua risata, mi riempie il cuore di gioia.»
«Deve mancarti molto.»
«Si, ogni giorno penso a lei» rispose, poi tolse lo sguardo dal volto di Lyanna, la figlia gli mancava tantissimo, più di quanto avesse osato dire.
«Dovresti portarla a Capo Tempesta e dovresti riconoscerla, sarebbe la cosa più giusta da fare Robert.»
Posò la mano sulla sua spalla, era ampia e forte, Robert era in tensione, ogni fibra del suo corpo lo era.
«No, non posso farti questo torto.»
«Ma cosa dici? Non è un torto. E' tua figlia, riconoscila e portala a Capo Tempesta, porta anche sua madre, non intendo separarle.»
«Lyanna…»
«Prima hai detto che riuscirai ad essermi fedele, voglio crederti, voglio credere che sarà così. Mya merita di avere un padre, un padre che può offrirle molto di più di ciò che ha ora. Sai come la chiameranno vero?»
«Si…»
«Vuoi davvero che venga chiamata bastarda? Dici di amarla, dimostramelo e crederò alle tue parole, metterò da parte ogni mia riserba. Fa la cosa giusta per Mya.»

 

 

 

Rhaegar e Elia avevano dormito insieme, fatto l’amore come non accadeva da mesi ma era stato attento, si era tirato indietro prima che fosse tardi.
Elia dormiva ancora, accoccolata contro il suo petto, la sua pelle era calda e profumata, i suoi capelli castani avevano qualche riflesso rosso ogni volta che il sole li illuminava.
Aegon si era svegliato una sola volta per reclamare la sua poppata, Rhaegar si era alzato e lo aveva portato nel letto e dato alla moglie, era rimasto a guardarlo mangiare, con voracità, era davvero affamato, aveva accarezzato i suoi capelli castani, gli aveva dato un bacio sulla fronte e ringraziato gli Dei per quel figlio che gli era stato donato.
«E’ perfetto» aveva detto sua moglie mentre il piccolo era ancora attaccato al suo seno, si era rifiutata di prendere una balia, voleva essere lei a occuparsene anche se era debole.
Rimase così a guardarla dormire, a osservare il suo corpo debole fare su e giù.
«Se fossi morta ora tu saresti libero di amarla.»
Le sue parole pungevano dentro la sua mene, non avrebbe mai permesso la sua morte, l’avrebbe impedita con ogni mezzo per quanto possibile, la vita di sua moglie era importante, per quanto amasse Lyanna Stark, Elia Martell era importante per lui.
Non si era reso conto che lo stava osservando.
«Da quanto sei sveglio?» chiese accarezzando il suo petto, passando la mano tra i capelli biondi.
«Qualche minuto, non volevo svegliarti.»
«No, non mi hai svegliata. A quest’ora di solito vado da Rhaenys per prepararla.»
«Lasciamola dormire un altro po’, solo per questa volta.»
«Come il principe comanda» rispose dandogli un bacio.
Aegon era nella sua culla, Rhaegar lo aveva riportato lì dopo la sua poppata notturna, dopo che aveva richiuso gli occhi.
«Cosa ho fatto per meritarti?»
«Non lo so ancora» le rispose divertita, «nonostante tutto siamo stati più fortunati di altri, suppongo.»
«Già, molto più fortunati.»
«Al mio posto poteva esserci Cersei Lannister.»
«E’ una bellissima ragazza ma… non fa per me.»
«E’ vero, è molto bella. Promettimi che se dovesse capitarmi qualcosa…»
«Elia…» la interruppe lui.
«Fammi finire.»
«Va bene, ma sai che questi argomenti non mi piacciono.»
«Lo so, ma dobbiamo essere realistici e pronti a tutto. Promettimi che se ti risposerai lo farai per amore, lo farai con una donna che amerà i nostri figli.»
«Non accadrà, vivrai a lungo ed è così che deve essere.»
«Voglio solo che tu me lo prometta» disse accarezzando il volto del marito.
«Sono solo le nostre paure a farci parlare così.»
«Paure o meno… dimmelo.»
«E va bene, te lo prometto ma ora basta ti prego.»
«Basta» disse e subito dopo gli diede un bacio.
Elia si alzò, si mise la sua camicia da notte e poco dopo Rhaenys entrò nella stanza come un tornado seguito da Balerion che saltò nel letto assieme alla bambina.
Si tuffò tra le braccia del padre che la riempì di baci, Elia si mise nuovamente accanto al marito e baciò sua figlia.
Poi Balerion reclamò la loro attenzione miagolando e strusciandosi sulle lenzuola.
«Che terribile ruggito ha questo piccolo drago» disse Rhaegar allungando una mano per accarezzare quel pelo scuro come la notte.
«Davvero un terribile ruggito» sorrise Elia.
«Voglio andare a giocare» disse la bambina guardando i genitori.
«Mi chiedo da dove prenda tutta questa energia, mh?» disse Elia accarezzando i capelli castani della figlia.
«Prima dobbiamo lavarci, vestirci e mangiare, Rhaenys. Dopo andiamo a giocare e portiamo con noi anche Lewyn, un cavaliere in più per scappare dal feroce Balerion» rispose Rhaegar facendo il solletico alla bambina che rise di gusto.
«Avanti Rhaenys, andiamo a prepararci» disse Elia allungando la mano, Rhaenys la prese e scese dal letto, Balerion se ne accorse immediatamente e fece un balzo a terra seguendo la sua piccola padroncina.
Rhaegar rimase disteso sul letto a osservare il soffitto della camera, un nuovo giorno era iniziato e Lyanna non era lì con lui.
Si alzò dal letto e si avvicinò alla culla del figlio, del bambino che un giorno sarebbe diventato uomo, principe e re.
Lo prese in braccio e si mise nuovamente a sedere sul letto, Aegon aprì gli occhi ma non pianse, Rhaegar gli diede un bacio, lo strinse a se e annusò il suo profumo di neonato, di quella purezza che ormai lui aveva perso da tempo.
Rhaenys era la sua primogenita, la sua principessa e la amava incondizionatamente ma amava anche Aegon nonostante tutte le complicanze del parto, nonostante fosse quasi costato la vita di Elia.
«Sarai un grande re, un giorno. Un re grande come Aegon il Conquistatore» sussurrò all’orecchio del bambino che aveva solo pochi mesi. 

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Capitolo 17
*** DICIASSETTE ***


Lyanna era nel Parco degli Dei, era l’unico luogo dove non si sentisse soffocare in quei giorni.
Aveva lo sguardo perso nel passato, le pupille circondate dal grigio si smarrivano pian piano nella sfocata contemplazione del passato attraverso la distanza dei mesi.
Le iridi avevano lo stesso grigio del cielo in tempesta.
Dove sei amore mio? - si chiese.
Poi il suo vuoto venne riempito da un ragazzo alto come un gigante.
Aveva una rosa blu in mano e un sorriso sul volto.
Gliela porse, una mano gigante che teneva un fiore tanto delicato.
«Grazie» disse prendendo la rosa con la sua mano molto più piccola, «siediti con me.»
«Hodor» rispose mentre Lyanna faceva spazio al suo vecchio amico di infanzia, anche da seduto era più alto di lei.
Hodor non poteva più parlare ma i suoi occhi sembravano farle mille domande.
«Sto bene» rispose lei alle sue domande mute.
«Hodor.»
«No, Willis non sto bene e non posso parlarne con nessuno.»
Lui prese la sua mano senza dire nulla, anche se diceva sempre e solo “Hodor”.
«Mi sono innamorata ma non dell’uomo scelto per me» ammise lei, finalmente lo aveva detto a voce alta e a qualcun’altra, non era più sola a condividere quel peso che la stava distruggendo silenziosamente, come tarli con il legno.
«Hodor» disse lui con voce triste.
«Lui è l’uomo più bello che abbia mai visto. I suoi occhi sono viola e indaco e i suoi capelli hanno lo stesso colore della luna in estate e io… Oh Willis, io lo amo come non credevo che si potesse amare» disse guardando il suo amico negli occhi.
Hodor era l’unico con cui poteva parlare del suo amato principe Rhaegar.
Ma poco dopo i due vennero interrotti da Robert Baratheon, per un attimo pregò che fosse l’uomo dai capelli biondi, il suo drago, ma invece era solo il lord di Capo Tempesta.
Willis si alzò subito in piedi.
«Va tutto bene. E’ Robert.»
«Hodor» disse lui e poi scappò via.
«Willis!» lo chiamò Lyanna ma fu inutile.
«Scusami non volevo spaventarlo» disse Robert un po’ a disagio.
«No, non preoccuparti. Mi stavi cercando?»
«Si, Ned mi ha detto che ti avrei trovata qui.»
«Siediti» lo invitò cortesemente la giovane Stark.
Robert si sedette vicino lei e notò la rosa blu, fece domande con lo sguardo, come Hodor prima di lui.
«Willis» rispose lei.
«Lyanna… cosa gli è capitato?»
«Non lo so. Un giorno era un ragazzo normale come tutti noi e il giorno dopo è diventato Hodor» ricordò tristemente.
«Senza una ragione?»
«Se ce n’è una, io non la conosco Robert. Vorrei tanto poterlo aiutare a tornare quello di un tempo» ammise con tristezza Lyanna.
«Mi dispiace per il tuo amico» disse sinceramente Robert.
«Anche a me, ma mi dispiace di più non poterlo aiutare a tornare a essere Willis.»
Robert le prese la mano e la strinse nella sua, Lyanna alzò lo sguardo e si scontrò con quello marrone scuro di lui.
Non la tolse, nonostante tutto aveva bisogno di quella stretta di mano.
Sentiva amicizia e affetto per il lord di Capo Tempesta ma non sarebbe mai stato amore, amore era ciò che provava per il drago dell’antica Valyria.
«Perché mi stavi cercando?»
«Per dirti che tra qualche giorno farò ritorno a casa, ho degli obblighi e non posso sottrarmi a essi.»
«Ma certo, sei un lord.»
«E tu una bellissima lady e non vedo l’ora di poterti sposare e chiamare moglie.»
«Voglio sposarmi qui, nel Parco degli Dei» disse, se proprio doveva sposare Robert, allora sarebbe avvenuto lì, in quel luogo a lei sacro e al cospetto dei suoi dei.
«Se è ciò che desideri, non mi opporrò.»
«Davvero?» chiese sorpresa.
«Lyanna, io voglio solo la tua felicità e se ti rende felice che il matrimonio si svolga qui allora ci sposeremo qui» rispose lui risoluto, «non c’è niente che io non farei per te. Niente.»
«Voglio solo che avvenga qui, nel Parco degli Dei e vorrei…»
«Cosa?» la incoraggiò Robert.
«Vorrei che quel giorno Mya fosse insieme a noi e non come una Stone, ti chiedo solo questo, Robert.»
Robert sospirò e guardò ammirato quella ragazza che presto sarebbe diventata sua moglie.
«Non la conosci eppure sei disposta a fare questo per lei.»
«Saremo una famiglia e anche lei dovrà farne parte, farò del mio meglio per non farla sentire esclusa. Sei suo padre e questa è la cosa giusta da fare, lo sai. Devi chiedere al re il riconoscimento.»
«Lo farò e non solo perché me lo sta chiedendo una bellissima donna dagli occhi come una tempesta, ma perché amo Mya.»
«Non ho dubbi al riguardo.»
Rimasero lì in silenzio ad ascoltare il vento e a osservare di tanto in tanto le foglie cadere.
Forse non sarebbe stata mai felice con Robert ma almeno ci avrebbe provato e avrebbe reso migliore la vita di una bambina che di certo non aveva nessuna colpa, se non quella di non essere nata da una madre diversa. 

 

 

 

Rhaegar era con Rhaenys e Balerion e stavano giocando nei giardini dietro il fortino di Maegor, il vento tirava fresco, la brezza gli ricordò Harrenhall e inevitabilmente Lyanna Stark.
Faceva di tutto per non pensarla ma ormai quella ragazza del Nord gli era entrata dentro, si era insinuata nel profondo del suo cuore.
Avrebbe rinunciato a tutto per lei, anche alla corona che un tempo voleva così fortemente ma non poteva, quella corona era il futuro di suo figlio, il futuro di Aegon.
Sospiro tristemente mentre guardava sua figlia giocare con quel gatto nero, piccolo quanto lei se non di più.
«La mia bellissima principessa» disse accarezzandole i capelli composti in una treccia dove lui aveva posato una rosa azzurra, donava con l’incarnato di Rhaenys.
«Guarda» disse la bambina e poi tentò di far eseguire i suoi ordini a Balerion.
«Balerion!» urlò quando il gatto non fece come voleva.
«Rhaenys deve imparare è ancora piccolo.»
«Non è piccolo e poi è un drago!» rispose incrociando le braccia al petto.
Rhaegar sorrise, un sorriso spontaneo che solo i suoi figli riuscivano a fargli fare, in quella desolazione dove era costretto a vivere.
«E diventerà ancora più terribile» disse qualcuno alle loro spalle, una voce che il principe proprio non avrebbe voluto sentire.
«Zio!» urlo la principessa abbracciandolo, la tirò su e le diede un bacio.
«Ogni volta che ti vedo sei sempre più bella, un giorno farai impazzire molti lord» disse accarezzandola.
Rhaegar la riprese in braccio anche se la figlia era un po’ contrariata.
«Rhaenys io e lo zio Oberyn dobbiamo parlare, non allontanarti.»
«Si.»
«Sono serio, non fare come a Harrenhall, intesi?» le disse mettendosi alla sua altezza, poi le diede un bacio, si tirò su e prese Oberyn Martell per un braccio e lo allontanò da lì.
«Adesso mi impedirai di vedere mia nipote? Pensi che le farei del male?» chiese sdegnato.
«No, so che non le faresti del male.»
«Allora qual é il problema?»
«Prova a ricordare, principe Oberyn.»
«Siamo tornati ai titoli? Sul serio?»
«Non ho dimentico la tua offesa.»
«Ne io la tua, Elia sarà anche tua moglie ma è e sarà sempre mia sorella e se oserai mancarle ancora di rispetto come hai fatto a Harrenhall non ti basterà il tuo titolo per nasconderti.»
«Non mi sono mai nascosto in vita mia, non inizierò ora.»
«Vedremo. Lei ti ama, ti ama più di quanto tu possa meritare Targaryen e merita rispetto non pugnalate alle spalle. Non hai idea del dolore che prova sapendo che non potrà darti altri figli.»
«Condivido il suo dolore. Amo Rhaenys e Aegon più della mia vita, morirei per loro.»
«E Elia? Ami Elia?»
«Lei sa come stanno le cose, lo ha sempre saputo e il nostro matrimonio non ti riguarda.»
«Mi riguarda, invece.»
«Stanne fuori» disse a denti stretti il principe drago.
Lewyn si era accorto della disputa e aveva lasciato i suoi amici per raggiungere e dividere il suo principe e suo nipote.
«Oberyn, basta» disse Lewyn posandogli una mano sulla spalla.
Oberyn era giovane, intraprendente, non pensava mai alle conseguenze ma lì non era Dorne e re Aerys era stato fin troppo calmo la sera precedente.
«Si, sarà meglio» rispose il dorniano, «ma fa soffrire nuovamente Elia e giuro che me la pagherai.»
Oberyn lo guardò male e lanciò un’occhiataccia anche a suo zio ma poi se ne andò, non prima di aver dato un bacio alla nipotina e fatto una carezza al suo piccolo drago nero.
«Oberyn è troppo impulsivo.»
«Non difenderlo Lewyn.»
«Mio principe non lo difendo, ti chiedo di scusarlo.»
«Lo avevo già scusato diverse volte prima di ieri sera e a cosa è servito? Mi ha umiliato pubblicamente, si forse lo meritavo per come mi sono comportato, ma dimmi tu cosa avresti fatto al mio posto?»
«Non sono qui per giudicarti.»
«Lo farai lo stesso, tutti lo fanno perché io sono il principe. Se solo fossi un uomo qualunque.»
«Ma non lo sei, sei il principe e il futuro re. So quanto questo fardello ti pesi, ma non sei solo, sai che hai un amico in me.»
«Non mi odi, dunque?»
«Odiarti?»
«Per ciò che ho fatto a Elia» ammise tristemente.
«Te l’ho detto, non spetta a me giudicare. Ma so cosa significa essere giovani e provare dei sentimenti per qualcuno che non potrai mai avere. Dimenticala, lei appartiene a un altro uomo» disse il cavaliere in bianco posandogli una mano sulla spalla, infondo quel giovane principe colmo di responsabilità gli faceva pena, anche se Elia era sua nipote e lui l’amava infinitamente.
«Non ci riesco Lewyn, non riesco a dimenticarla, ogni cosa me la ricorda» rispose guardandosi intorno.
«Provaci, devi farlo per la tua famiglia.»
«Puoi occuparti di Rhaenys? Io non posso farlo ora.»
«Veglierò io su di lei, vai.»
Rhaegar salutò la figlia che lo chiamava a gran voce, ma doveva uscire da quel castello, togliersi i panni del principe e indossare quelli di un uomo comune.
Raggiunse Barristan e si cambiò d’abito, agguantò la sua lira e uscì con il suo cavaliere senza dire nulla a nessun altro.
«Dove andiamo mio principe?» chiese ser Barristan.
«A Fondo delle Pulci, ho voglia di suonare» rispose l’ultimo dei draghi.







 

Allora cosa ne pensate di questa storia?
Vi sta piacendo?
E' così che vi immaginavate il drago e il lupo?

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Capitolo 18
*** DICIOTTO ***


«Mio principe…»
«Non preoccuparti amico mio, presto tornerò a essere il principe Rhaegar, ho solo bisogno di evadere un po’ e di non pensare. Veglierai su di me anche questa volta?»
«Sempre, l’ho giurato» rispose l’uomo osservando quegli occhi viola, belli quanto una pietra preziosa.
Rhaegar gli sorrise e poi diede una pacca sulla spalla di ser Barristan.
Più Rhaegar camminava, più vedeva la povertà di fondo delle pulci; bambini sporchi e vestiti di stracci, tristemente pensò che tra quei bambini avrebbero potuto esserci i suoi figli.
Se mai diventerò re cambierò questo posto - pensò osservando un bambino seduto a terra e pieno di sporcizia, aveva la mano testa per chiedere denaro.
Rhaegar si avvicinò a lui, si inginocchiò e gli fece una carezza.
Il suo volto era scavato dalla fame, i vestiti laceri e non aveva nemmeno le scarpe.
Provò vergogna per se stesso, per chi era, per la ricchezza nella quale era nato.
«Come ti chiami?» domandò a quel bambino facendogli una carezza.
«Arden, mio signore» rispose timidamente il bambino.
Rhaegar prese un piccolo sacchetto di cuoio che teneva alla cintura e diede ad Arden delle monete che gli avrebbero permesso di mangiare e comprarsi dei vesti nuovi e delle scarpe vere.
«Prendile e fanne buon uso, Arden» disse il principe, diede un bacio a quel bambino e poi continuò a camminare scortato dal suo cavaliere.
«Il popolo ti ama e so per certo che non deluderai le loro aspettative.»
«Hai troppa fiducia in me.»
«Dico solo il vero, tu sei nato per essere re.»
Per tutta la sua vita aveva sentito quella frase, l’unica a non vederlo come futuro re ma come un uomo qualsiasi era stata Lyanna Stark e ora lei era lontana, irraggiungibile per lui.
Rhaegar si fermò, si sedette in mezzo a una strada e posò il cappello a terra, quella sera avrebbe racimolato il più possibile e se non fosse stato sufficiente lo avrebbe messo lui il denaro e poi lo avrebbe portato a uno degli orfanotrofi per poter aiutare più bambini possibile.
La lira risplendeva come i suoi capelli, toccò le corde e diede sfogo ai suoi sentimenti.
All’amore per i suoi figli, all’affetto per Elia, a ciò che provava per Lyanna Stark e alla sua impotenza per non poterla avere al suo fianco ogni giorno.
A sua madre e al fatto che non poteva fare nulla per lei, alla follia di suo padre che andava aumentando e a Viserys che lo imitava sempre più.
Qualcuno mise una moneta nel cappello, ringraziò con un cenno della testa senza smettere di suonare.
Poi la melodia si fece più triste, più malinconica, esprimeva la sua frustrazione per essere ciò che era, dei se avrebbe voluto essere un uomo qualsiasi.
Tutti i passanti diedero qualcosa, sapevano che quelle monete sarebbero state usate bene, soprattutto nelle sue mani.
Chiusi gli occhi e immaginò una bellissima lady dagli occhi grigi e tempestosi nel suo abito azzurro come il cielo, i capelli legati in una treccia con un fermaglio a forma  di lupo, il suo sorriso, le mani protese verso di lui; attorno a loro il Parco degli Dei e la neve che tanto amava.
Lyanna, non ti ho dimenticata, non ti dimenticherò mai - pensò continuando a suonare la sua lira d’argento.
Suonò per molto, circa due ore, poi ripose la lira agguantò il cappello e seguito da Barristan si recò all’orfanotrofio.
La Septa che lo gestiva accolse il principe il suo cavaliere, diede loro da bere e anche del cibo, cibo che i due rifiutarono.
«Ma mio principe…»
«No, questi bambini ne hanno più bisogno di noi. Ti ringrazio lo stesso.»
Diede alla Septa il cappello con dentro le monete e ne aggiunse altre dal suo sacchettino di cuoio.
«Aiutate più bambini che potete, per favore.»
La Septa lo prese con mano tremante, non era la prima volta che li aiutava ma l’incontro con quel bambino lo aveva scosso più delle altre volte.
«E’ molto denaro.»
«So che non è sufficiente, tenterò di farvene avere di più ma non sarà facile. Ti assicuro che un giorno le cose cambieranno.»
«Per noi è comunque molto, mio signore.»
«Lo so, ma non è abbastanza per aiutare tutti i bambini che ospitate e di cui vi prendete cura.»
«Il tuo gesto è molto importante, che gli dei ti benedicano principe Rhaegar.»
Rhaegar uscì da lì un po’ più sollevato, suonare lo aiutava a calmarsi, ad allontanare la malinconia e a tornare ciò che doveva essere, a calare nuovamente quella maschera di principe che gli era stata imposta.




L’indomani a Grande Inverno Robert si preparava per la partenza, quei giorni erano passati abbastanza veloci, notò Lyanna, era appena tornata dal Parco degli Dei.
In mano teneva una rosa blu, questa volta era stata lei a coglierla.
Robert era nel cortile d’armi pronto per la partenza, lo stendardo con il cervo dei Baratheon sventolava fiero come il suo cervo disegnato.
Ned stava parlando con lui quando si avvicinò a loro.
Suo fratello si congedò salutando il suo amico, il suo fratello acquisito.
«Fa buon viaggio Robert e sta attento per favore» gli disse Ned, l’impulsività del giovane Baratheon lo spaventava.
«Proverò a non mettermi nei guai» rispose e poi scoppiò in una fragorosa risata.
Ned guardò Lyanna e poi li lasciò soli così che potessero salutarsi.
«E’ per te» disse Lyanna porgendogli il suo fiore preferito, la rosa blu che cresceva nei giardini coperto del suo Nord.
«Grazie, Lyanna, la conserverò per sempre.»
«Un fiore non può durare per sempre, Robert, prima o poi appassisce e muore» rispose fissandolo negli occhi, questa era un’altra delle cose che amava di lei, non distoglieva mai lo sguardo come invece facevano le altre lady, forse era l’aria del Nord a renderla così spavalda e coraggiosa, proprio come un lupo.
«Questo durerà per sempre, vedrai.»
Lyanna gli diede un bacio sulla guancia.
«Ti auguro un buon rientro, mio signore.»
«Grazie. Lyanna… ho pensato alle tue parole, a ciò che mi ha detto su Mya.»
«Hai cambiato idea?»
«No, amo Mya e voglio che cresca con me al suo fianco, che venga trattata come una lady e che sia una Baratheon. Dopo le nozze chiederò al re il suo riconoscimento e verrà a vivere con noi a Capo Tempesta.»
«E’ la decisione più giusta, per il suo bene.»
«Lo so, avrei dovuto farlo in passato ma… non ero certo di esserne all’altezza, di essere un buon padre per lei.»
«Lo sarai, Robert. Vedo il modo in cui parli di lei, la ami molto come è giusto che sia.»
«Con te al mio fianco so di poter essere un uomo migliore, con te al mio fianco posso fare qualunque cosa.»
«Non esagerare ora.»
«No, non esagero Lyanna Stark, dico solo il vero.»
«A me basta che manterrai la tua parola» disse, il suo sguardo poi si spostò sulla rosa blu e le ricordò inevitabilmente la corona di fiori che Rhaegar le aveva donato ad Harrenhall, era stata la sua regina anche se per poco, aveva danzato con il suo drago, aveva baciato il suo drago e curato sua figlia.
Rhaegar, ci sarai sempre e solo tu nel mio cuore, finché avrò vita.
Robert le fece una carezza.
«Devo andare ora, ho molta strada da fare. Aspetterò i mesi che mancano con impazienza.»
«Si, devi andare. Manda un corvo quando arrivi.»
«Lo farò» rispose, poi montò sul suo cavallo e diede l’ordine ai suoi uomini di partire alla volta di Capo Tempesta.
Ned le si avvicinò e le posò una mano sopra la spalla mentre Robert galoppava ormai fuori dalle porte del loro castello, verso le brughiere innevate del Nord, verso casa sua, Capo Tempesta.
«Fratello, non far passare altro tempo, parla con nostro padre» disse senza smettere di guardare il vuoto, dove prima si trovavano tanti uomini a cavallo.
«Lyanna…»
«Non perdere la tua occasione di essere felice, ti prego» lo supplicò lei.
Trattene a stento le lacrime pensando a ciò che avrebbe perso, alla vita vissuta con Robert mentre avrebbe voluto viverla con Rhaegar Targaryen.
«Tu sei libero, Ned, scegli da solo il tuo destino. Fallo per me» disse stringendogli forte le mani.
«Credevo che con il passare dei giorni saresti stata meglio Lyanna, e invece…»
«No, non angosciarti per me. Vivi la tua vita, non rinunciare a questa lady che ha fatto battere il tuo cuore, non capiterà una seconda volta.»
«Pensavo di essere immune all’amore.»
«Nessuno è immune all’amore, non illuderti» rispose lei, poi fece una carezza a suo fratello e si avviò nuovamente vero il Parco degli Dei seguita da Hodor.
«Lyanna, sorella mia, che ti sta succedendo?» domandò Ned, ma l’unica risposta che ricevette fu quella del vento.





Rhaenys era rimasta sveglia, nel grande letto dei genitori abbracciata alla madre e coccolando Balerion attendeva l’arrivo del padre.
Elia aveva provato a convincerla a dormire, ma non ci era riuscita.
«Rhaenys, amore mio ascoltami, tuo padre questa sera tornerà tardi e tu devi dormire.»
«No, voglio aspettare papà» protestò lei.
«Sei testarda proprio come lui» rispose Elia accarezzandole i capelli e dandole un bacio sulla fronte.
I suoi piccoli occhi scuri lottavano per restare aperti, aveva sonno, ma senza la buonanotte di Rhaegar non si sarebbe addormentata.
Poco dopo entrò dalla porta e posò la sua lira e il mantello.
Rhaenys scattò in piedi e scese dal letto per corrergli incontro.
«Papà!» urlò lei.
Rhaegar la sollevò in aria e la strinse forte.
«Sei ancora sveglia, principessa?» le chiese dandole un bacio.
«Si, ti aspettavo.»
«Non voleva saperne di dormire» disse Elia avvicinandosi a loro e accarezzando la figlia.
«Mi dispiace» disse la bambina.
«Per cosa, Rhaenys?»
«Sei andato via per colpa mia.»
«No. No piccola mia, non è stata colpa tua» disse stringendola forte a se.
Rhaenys piangeva.
Rhaegar la portò sul letto e la fece sedere.
«Rhaenys, non hai fatto nulla, mh?»
«Allora perché? Per lo zio?» domandò stropicciandosi gli occhi con la mano.
Era troppo intelligente per la sua età.
«Che ha fatto questa volta Oberyn?» chiese Elia guardando suo marito.
«Il solito spaccone, Elia. Non preoccuparti va tutto bene e nemmeno tu devi preoccuparti, sei la mia bambina e non smetterò mai di amarti.»
Rhaenys si addormentò poco dopo cullata da Elia, le lacrime avevano smesso di cadere ma Rhaegar si sentiva colpevole, per colpa sua, sua figlia aveva sofferto.
«Domani parlerò con lui.»
«E’ inutile, Oberyn non cambierà mai e poi sappiamo entrambi che ha ragione» rispose tenendo la mano della figlia nella sua.
«E’ passato, voglio solo andare avanti e dimenticare Harrenhall e tutto il resto, ma se mio fratello continua a ricordartelo non sarà possibile per nessuno dei due voltare pagina.»
Non voglio voltare pagina, non posso.
«Elia, deve andarsene» gli disse lui, «so che è tuo fratello e che gli vuoi bene ma non posso più tollerare…»
«Se ne andrà presto, ma tu promettimi che proverai a dimenticarla.»
«Ci proverò.»
«Non posso pretendere il tuo amore, Rhaegar, questo lo so, ma sono io tua moglie per quanto questo possa non piacerti e per il bene della nostra sopravvivenza lei deve uscire dalle nostre vite. Se non vuoi farlo per me, fallo per Rhaenys e per Aegon.»
Per Rhaenys e per Aegon - pensò tristemente mentre il ricordo di lei bruciava più che mai dentro di lui. 

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Capitolo 19
*** DICIANNOVE ***


«Cerca di non metterti nei guai Oberyn» disse Elia dando un bacio al fratello.
Nonostante i conflitti Rhaegar aveva accompagnato la moglie a salutare Oberyn Martell.
Teneva in braccio Aegon che nel frattempo si guardava intorno curioso, vivace come qualsiasi altro bambino.
Rhaenys era attaccata al vestito di sua madre e osservava lo zio per l’ultima volta.
«Non preoccuparti per me, so badare a me stesso sorella.»
«Oberyn…»
«Ti prometto che tenterò.»
«Da un bacio a nostro fratello da parte mia e digli che è sempre nei miei pensieri e anche Arianne. Tutti voi.»
«E tu nei nostri, Elia. Mi mancherai molto.»
«Anche tu, ma è meglio se non torni ad Approdo del re per un po’ di tempo» rispose accarezzandogli una guancia.
Oberyn chiuse gli occhi e cercò di imprimere in se la mano delicata di sua sorella, la stessa mano che gli ricordava quella della loro madre.
La prese e la baciò con delicatezza, non sarebbe tornato tanto presto nella capitale.
«Tornerò quando mio nipote compirà gli anni» disse guardando il bambino che se ne stava beato tra le braccia del principe ereditario.
Il principe di Dorne fece un passo avanti e nello sguardo c’era una sfida verso Rhaegar, ma lui non fece niente, non lo fermò, non gli impedì di salutare il nipote, infondo ne aveva diritto.
«Aegon, ci vedremo presto e per allora giocheremo insieme» disse e poi gli diede un bacio.
Rhaenys attendeva il suo turno pazientemente come una vera principessa.
«Principessa» disse Oberyn prendendola in braccio, «non dimenticarti di me, d’accordo?»
«Perché vai via?» chiese lei.
«Perché… vedi Rhaenys, allo zio Oberyn non piace restare troppo a lungo in un posto ma sappi che tu, tuo fratello e tua madre mi mancherete molto e ti prometto che quando tornerò giocheremo ancora insieme, noi due e il tuo drago.»
La strinse forte e le diede un bacio, annusò il profumo dei suoi capelli castani dove si intravedevano fili argentei, come i capelli dei Targaryen.
Non importa, Rhaenys è mia nipote ed è molto più Martell che Targaryen.
«Fai la brava principessa.»
Posò sua nipote a terra e diede un ultimo bacio a sua sorella.
Si avviò alla barca ma poi si fermò e si voltò verso il principe Rhaegar.
«Abbi cura di loro o giuro sugli dei, antichi e nuovi che verrò a cercarti.»
Elia lo fulminò con lo sguardo, suo fratello e suo marito non sarebbero mai andati d’accordo.
«Non dubitare dell’affetto che ci lega mai più, non mi conosci bene come pensi, principe Oberyn.»
Oberyn si avvicinò di più fino a sussurrargli all’orecchio.
«Conosco i tuoi desideri però, ma Elia è tua moglie e lei deve venire prima di tutto. Lei e i vostri figli.»
Si allontanò dal principe e fece un’ultima carezza al suo futuro re.
«Sorella, abbi cura di te» disse e poi si allontanò dalla spiaggia e salì sulla piccola imbarcazione che lo avrebbe portato a una vera nave, e poi a Dorne.
Rhaenys si avvicinò all’acqua ma Elia la raggiunse e le prese la mano.
La principessa stava piangendo, voleva bene allo zio e gli sarebbe mancato giocare con lui.
«Rhaenys lo zio Oberyn tornerà a trovarci, non piangere» le disse la madre asciugandole le lacrime e dandole un bacio.
«Torniamo a casa» disse Rhaegar guardando la moglie e poi mano nella mano insieme ai figli tornarono alla Fortezza Rossa di Approdo del re.



Lyanna stava contemplando Grande Inverno dalle mura più alte del castello.
Faceva freddo persino per essere nel Nord, il vento le scompigliava i capelli che aveva deciso di lasciare liberi quel giorno, il suo sguardo perso che andava oltre le brughiere del Nord, oltre il vento gelido, oltre mille leghe e raggiungeva il suo drago nella calda capitale.
Non le era mai importato di Approdo del re, nemmeno quando le altre lady ne parlavano, loro miravano alla corte, a essere le dame della futura regina ma a lei questo non era mai interessato e non interessava nemmeno ora.
Il suo unico pensiero era Rhaegar e ciò che sentiva, quell’ondata che la invadeva ogni volta che lo pensava o che pronunciava il suo nome, che fosse a voce alta o silenziosamente dentro di se, quel nome pronunciato come un prezioso tesoro.
«Il mio prezioso drago» disse, la sua voce venne trasportata dal vento ma non sarebbe mai giunta fino al principe d’argento.
Si sentiva spezzata, incompleta senza di lui.
Tra le mani rigirava la collana con il cervo e il lupo, il suo destino era segnato, il suo destino era con Robert, non faceva che ripeterlo a se stessa ma era tutto inutile.
Il suo cuore sembrava battere solo per Rhaegar Targaryen, tutto il resto ormai le era indifferente.
Trovava un po’ di pace solo con Hodor e nel Parco degli Dei, nelle suppliche silenziose che venivano ignorate giorno dopo giorno, dal volto scolpito nell'albero che restava sempre muto a guardarla. 
Bran camminò silenziosamente fino a raggiungere sua sorella, era lì da almeno due ore, persa a fissare il vuoto.
In mano teneva il suo mantello, era stata Nan a darglielo, glielo adagiò dolcemente sulle spalle e lei si voltò verso di lui.
«Ho pensato che ti avrebbe fatto comodo.»
«Grazie fratello» rispose dandogli un bacio sulla guancia, poi il suo sguardo tornò verso Approdo del re, le mani strette alla stoffa soffice del mantello.
«Domani parto Lyanna, ma prima di andarmene voglio assicurarmi che tu stia bene.»
«Parti?» domandò sorpresa.
«Si, devo andare a Delta delle Acque, voglio rivedere Catelyn.»
«Bran, posso chiederti una cosa?»
«Ma certo» rispose sorridendole.
«La ami?»
«Si, la amo. So che ti sembrerà assurdo ma… Catelyn Tully è una ragazza bellissima e dolce, voglio passare qualche giorno con lei. So che casa sua le mancherà molto quando dovrà venire a Grande Inverno.»
«Imparerà ad amare il Nord, ne sono certa.»
«Vorrei che la aiutassi ad ambientarsi.»
«E io vorrei venire con te a Delta delle Acque.»
«Un giorno partiremo, solo noi due senza dirlo a nessuno, andremo ovunque vorrai, Lyanna.»
«Approdo del re?» disse, guardando dritta negli occhi suo fratello.
«Ovunque desidererai andare.»
Da Rhaegar, ma tu non puoi portarmi da lui, Bran.
«Fa buon viaggio e porgi i miei saluti a lady Catelyn.»
«Lo farò. Ma tu devi promettermi che quando tornerò ti troverò sorridente come eri un tempo.»
«Non posso prometterlo.»
«Parla con me.»
«Non c’è nulla da dire, devo solo accettare il mio futuro.»
«Robert sarà un buon marito, è innamorato di te.»
«E per quanto mi sarà fedele? Dopo quanti giorni inizierà a passare le notti nei letti dei bordelli? Bran, un uomo come Robert non cambierà mai, il suo non è amore ma desiderio» ammise distogliendo lo sguardo dagli occhi scuri di Brandon Stark.
In parte Brandon sapeva che Lyanna aveva ragione, ma voleva credere che Robert sarebbe cambiato.
«Non puoi saperlo davvero, sono certo che cambierà per te. Lyanna, questa sarà per sempre casa tua, le porte di Grande Inverno saranno sempre aperte per te, lo sai, vero?» disse accarezzandole una guancia.
Sua sorella era cresciuta, era diventata una giovane donna, bellissima e fiera, orgogliosa e testarda come poche.
«Vorrei non dover lasciare il Nord.»
«Nemmeno io voglio separarmi da te» rispose Bran e poi la abbracciò, la strinse forte a se e seppellì la testa nei suoi capelli scuri e ricci.
«Trattala bene, o dovrai fare i conti con me.»
«Fammi un sorriso e me ne andrò felice.»
Lyanna guardò Brandon, i suoi capelli scuri legati come li portava il padre, il suo atteggiamento da uomo fiero, il mantello che svolazzava e si incrociava con il suo, e poi sorrise a suo fratello.
«Grazie, me ne andrò più tranquillo.»
«Non devi preoccuparti per me.»
«Mi preoccuperò sempre per te, per Ned e per Benjen. Siamo una famiglia e lo saremo sempre.»
Suo fratello stava per andarsene quando Lyanna lo fermò.
«Bran? Lady Catelyn è una donna molto fortunata, non avrebbe potuto avere di meglio» disse orgogliosa a suo fratello, ma Brandon Stark non si sentiva affatto orgoglioso, non era stato sincero, ma se lo fosse stato Lyanna avrebbe perso del tutto la fiducia.
Ti sbagli sorellina, lady Tully meriterebbe meglio di un uomo che già ama un’altra donna.
Brandon Stark la guardò in silenzio per un po’ poi chinò la testa e se ne andò, lasciando Lyanna a osservare l’orizzonte mentre la luna iniziava a farsi vedere e il cielo tingersi dei colori scuri della notte che tormentavano il suo spirito irrequieto e indomito.

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Capitolo 20
*** VENTI ***


Il tempo era passato velocemente, più veloce di quanto Lyanna si sarebbe aspettata, Brandon era andato e tornato da Delta delle Acque, addirittura aveva sfidato un presentente della sua promessa sposa, lady Catelyn Tully, un certo Petyr Baelish che si sarebbe ricordato per tutta la vita chi fosse Brandon Stark di Grande Inverno.
Lyanna si chiese se anche Rhaegar sarebbe venuto a sfidare Robert per averla, ma ovviamente ciò non sarebbe mai accaduto, il suo drago aveva già una moglie, aveva già due figli che amava immensamente, lei, lei era stata solo un passatempo che con il tempo avrebbe finito per dimenticare; mentre per Lyanna i sentimenti per Rhaegar sembravano aumentare con il tempo, piuttosto che affievolirsi.
Le tornò alla mente una delle storie della vecchia Nan, quella di Florian e della sua Jonquil.
Ma Lyanna Stark non era Jonquil e Rhaegar Targaryen non era Florian, erano solo destinati ad amarsi in eterno ma senza poter vivere davvero quell’amore.
Brandon, lei e Ned si trovavano a Delta delle Acque, uscire da Grande Inverno le aveva fatto bene ed era stata felice di conoscere lady Catelyn.
Catelyn Tully era bellissima, occhi azzurri come il cielo in estate, capelli ramati e lunghi, era perfetta, una lady perfetta tanto quanto Lyanna era sbagliata per quel ruolo.
Lei potrebbe essere una regina, non io - pensò osservandola sorridere timidamente a suo fratello Brandon.
Ned la teneva sottobraccio e di tanto in tanto osservava Brandon, molto più grande di loro, pronto per ricoprire il suo ruolo di lord di Grande Inverno e protettore del Nord quando sarebbe giunto il momento.
Lady Tully aveva fatto preparare del cibo e un telo, era già tutto sistemato, avrebbero mangiato vicino al fiume mentre i tiepidi raggi del sole avrebbero scaldato i loro corpi.
Si sedettero tutti e quattro, i capelli di Catelyn sembravano ancora più ramati, più belli, era semplicemente perfetta.
Ned notò il suo sguardo, le prese la mano e la strinse, poi le sorrise.
Lyanna era l’unica persona a parte Robert che sembrava in grado di far sorridere suo fratello.
Occhi grigi e gelidi come il Nord, freddi, ma non per lei, mai per lei.
«Lady Catelyn, ti ho portato qualcosa» disse Lyanna Stark, poi le porse un piccolo fazzoletto con dentro una spilla argentata a forma di lupo, gli occhi erano delle pietre rosse che splendevano al sole quanto i suoi capelli.
«Grazie, lady Lyanna» rispose prendendo la spilla e sorridendole.
«Spero che ti troverai bene a Grande Inverno. Non è vero Bran?»
«Ma certo sorella, non ti mancherà nulla mia signora» rispose educatamente Brandon, poi prese la spilla e garbatamente la appuntò sul vestito della sua promessa sposa, «ora è perfetta.»
Mangiarono in silenzio, gli Stark non erano di molte parole, Ned meno di tutti, ma lei cercò di sforzarsi, di parlare e di essere allegra il più possibile, di non far sentire sola o esclusa la giovane ragazza che sarebbe entrata a far parte della loro famiglia, che sarebbe diventata in un certo senso sua sorella.
Catelyn si guardava attorno, imprimeva nella sua memoria quel paesaggio tanto diverso dal Nord, tanto più caldo e soleggiato.
«Mi mancherà Delta delle Acque» disse.
«E’ naturale, ma potrai tornare di tanto in tanto, sarà sempre casa tua.»
«Faremo in modo che ti manchi il meno possibile, almeno per il tempo che mi rimane da trascorrere a Grande Inverno» rispose tristemente Lyanna.
Rhaegar, vieni a prendermi ti prego.
Ma non lo disse.
«Robert non si comporterà male con te, non lo farebbe mai.»
«Ned… tu conosci il soldato, non l’uomo e un uomo come lui non cambia» rispose risoluta la sorella.
«Non possiamo saperlo, e poi abbiamo ancora tempo» disse Brandon, poi le fece una carezza sul volto.
«Lady Lyanna, posso mostrarti i nostri giardini?» chiese Catelyn nel tentativo di risollevarle il morale, in quel momento decise che lei e quella giovane lady sarebbero andate sicuramente d’accordo, «con il vostro permesso, ovviamente.»
«Ma certo, tutto pur di vedervi sorridere entrambe» rispose Brandon.
Così sia la lady delle terre dei fiumi che la lady del Nord si avviarono insieme verso i giardini di Delta delle Acque.
I fiori al loro interno erano bellissimi, colorati e profumati, sembravano formare un arcobaleno e ciò fece sorridere Lyanna, i fiori le ricordavano il torneo di Harrenhall, Rhagar, Willis, Grande Inverno.
«Tuo fratello è un uomo buono, non avrei potuto chiedere un marito migliore» disse Catelyn annusando una rosa gialla.
«Si, Bran è buono e non ho dubbi che ti renderà felice. So che non è facile dialogare con lui, è un uomo di poche parole, come Ned.»
«E’ solo questione di tempo credo, con il tempo i rapporti migliorano o così voglio sperare.»
«Sarà così e poi è da molto che il Nord non ha una lady» disse Lyanna tristemente tentando di ricordare il volto di sua madre.
«Sei tu la lady del Nord.»
«Non per molto» rispose ancora più tristemente.




«Mio signore» lo chiamò ser Arthur.
Rhaegar si trovava nei giardini della Fortezza Rossa mentre Rhaenys correva dietro al suo gattino nero e Aegon se ne stava tra le sue braccia a dormire sereno.
Elia si sentiva poco bene e del riposo le occorreva tanto quanto l’aria, così aveva preso i bambini ed era uscito fuori, al sole, nel verde, nei riflessi rossi della fortezza che chiamava casa.
Non è davvero casa mia - pensò ricordando gli occhi grigi di Lyanna Stark.
«Arthur» disse il principe raggiungendo il suo cavaliere, il suo amico.
Ser Arthur sorrise vedendo il principe con in braccio suo figlio, il suo futuro re un giorno.
«Perdonami se ti ho disturbato ma ho delle notizie per te.»
«Parla» rispose Rhaegar cullando il bambino che teneva tra le braccia.
«Lady Stark è a Delta delle Acque, so che rimarrà lì per qualche giorno assieme ai fratelli.»
Il cuore del giovane principe prese a battere più forte, Lyanna era così vicina ad Approdo del re, così vicina a lui.
«Sei certo di ciò, Arthur?» chiese con il cuore in gola.
«Si mio principe. Lady Stark è nelle terre dei fiumi in questo momento.»
«Grazie amico mio» rispose Rhaegar.
Tornò a sedersi facendo attenzione a non svegliare Aegon, con gli occhi cercò Rhaenys e vide che era poco più distante, aveva catturato Balerion e ora lo teneva stretto tra le braccia come se fosse stato una delle sue bambole.
Arthur Dayne se ne andò lasciando il suo principe confuso su ciò che era il suo dovere e su ciò che invece il suo cuore desiderava.
Quella notte non chiuse occhio, restò in piedi alla finestra a fissare il cielo scuro, le stelle che brillavano in lontananza, quando pian piano il cielo si tinse dei colori dell’alba Rhaegar Targaryen si vestì, indossò il suo mantello, salutò la moglie che ancora dormiva, prese in braccio Aegon e lo tenne stretto a se respirando il suo profumo di bambino poi lo baciò e lo adagiò nuovamente nella sua culla, aprì la porta e andò a salutare la sua piccola principessa che dormiva beata assieme a Balerion; le accarezzò i capelli e le baciò la fronte.
Rhaenys aprì gli occhi e vide suo padre, se li stropicciò con le piccole mani, disse qualcosa con la voce assonnata, il principe si sedette sul letto accanto a lei.
«Dormi principessa, è tardi» disse tentando di frenare le lacrime che stavano per cadere sul suo viso, se soltanto sua figlia non si fosse svegliata, separarsi da lei sarebbe stato più semplice.
Quando si fu riaddormentata chiuse la porta e lì, lì trovò Elia, la veste da notte bianca sulla sua carnagione scura.
Elia non disse niente, sapeva, lo guardò solo pochi istanti e poi tornò nella loro stanza, ma Rhaegar Targaryen non tornò indietro, per quanto amasse Aegon e Rhaenys, non lo fece.
Chiuse la porta dietro di se e raggiunse i suoi uomini che lo attendevano fuori dalla Fortezza Rossa, oltrepassò il ponte levatoio con il cuore colmo di dolore per ciò che stava lasciando indietro.
Ser Arthur lo affiancò.
«Sei sicuro di volerlo mio principe?» chiese per un’ultima volta.
«Si, ser Arthur. Non desidero altro dal torneo di Harrenhall, non ho mai desiderato qualcosa così tanto, ma né tu né gli altri siete costretti a seguirmi.»
«Noi siamo guardie reali mio principe, abbiamo fatto un giuramento» disse ser Oswelt.
«E la Guardia Reale non viene meno al suo giuramento» aggiunse il lord comandante Gerold.
Rhaegar li guardò, ognuno di loro, sorrise nonostante tutto e spronò il suo cavallo alla volta di Delta delle Acque, alla volta di Lyanna Stark.

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Capitolo 21
*** VENTUNO ***


Eddard si svegliò presto quella mattina, la permanenza a Delta delle Acque era stata piacevole ma il suo posto era ancora nella Valle, al fianco di Robert e sotto la protezione di Jon Arryn, così dopo aver disposto tutto per la partenza andò a cercare i suoi fratelli.
Brandon era assieme a Catelyn Tully, la sua promessa sposa, passeggiavano sotto i tiepidi raggi del sole, cosa che a Grande Inverno non sarebbe stata possibile, sarebbe stato difficile per quella giovane lady del sud abituarsi alla rigidità del Nord, ma Ned tenne per se quei pensieri.
«Bran!» lo chiamò lui da lontano.
Brandon Stark e lady Tully si avvicinarono a lui.
«Ned, sei mattiniero oggi.»
«Sono venuto a salutarvi, devo tornare nella Valle. Robert mi sta aspettando e anche lord Arryn.»
Bran guardò con tristezza il fratello minore, per molto tempo avevano vissuto divisi e ora Ned stava andando via di nuovo.
«Capisco fratello, sta attento. I sentieri della Valle sono pericolosi, gli uomini delle tribù…»
«Farò attenzione, non temere. Vi auguro ogni bene» disse Eddard guardando la giovane Tully e suo fratello.
Chissà cosa penserà lady Ashara, del mio Nord - si chiese Ned.
«Fammi sapere quando arrivi.»
«Chiederò al Maestro di mandare un corvo. Bran, abbi cura di Lyanna. Non so cosa la stia tormentando così, ma sono preoccupato per lei…»
«Anch’io lo sono, ti prometto che sia io che lady Catelyn faremo del nostro meglio, le farà bene avere compagnia e così sarà più facile anche per te mia signora, abituarti a vivere al Nord.»
Lady Tully non rispose, osservò Brandon e Eddard e sorrise, anche se in realtà il pensiero di lasciare casa sua la stava distruggendo.
Dire addio al sole caldo, ai prati verdi, al fiume dove da bambina giocava con i suoi fratelli e con Petyr.
Bran attirò a se il fratello e lo strinse forte per qualche istante, sarebbe passato del tempo prima di rivedersi, forse un anno, forse meno.
Ned se ne andò e si mise alla ricerca di Lyanna, i servitori gli dissero di averla vista andare verso il fiume, così si diressi lì e la trovò con il vestito legato attorno alle cosce e con i piedi a bagno nel fiume.
«Ero certo che saresti venuta qui.»
Lyanna lo guardò quasi sorridente, era da tanto che sua sorella non sorrideva.
«Vieni Ned, siediti qui con me.»
Ned si sedette accanto a lei, il sole era tiepido e piacevole ma a lui mancava molto il vento del Nord.
«Sono venuto a salutarti.»
«Non rimani per il matrimonio di Bran?»
«Il mio posto è nella Valle, Bran lo sa, ma ti prometto che tornerò presto a Grande Inverno. Magari quando tornerò saremo diventati zii.»
«E io dovrò andarmene» rispose guardando altrove, non poteva guardare suo fratello senza provare un’infinita tristezza dentro.
«Capo Tempesta non è così terribile.»
«Non voglio parlarne, non ora.»
«Come vuoi tu Lyanna.»
Ned notò che tra i capelli portava una rosa azzurra, come quelle che componevano la corona della regina di amore e di bellezza che aveva ricevuto dal principe Rhaegar dopo il torneo di Harrenhall, quelle rose erano sempre state le sue preferite.
«Tra un paio di giorni nostro fratello sarà sposato, sarà difficile per lady Tully lasciare questo posto.»
«Immagino di si, infondo è casa sua come il Nord lo è per te.»
«Cercherò di aiutarla ad ambientarsi.»
«Ci riuscirai sicuramente. Non ho molto tempo, tra un’ora devo andarmene.»
«Ned… perché non resti fino alle nozze? La Valle non si sposterà di certo da lì.»
Eddard sorrise.
«No, sicuramente non se ne andrà.»
«Hai parlato con nostro padre?» chiese lei.
«Non ancora.»
«Ah Ned. Sei tanto coraggioso per alcune cose, così come sei tanto fifone per altre.»
«Mi hai dato del fifone?» disse, facendo finta di essersela presa.
«Tieni a quella ragazza?»
«Si» rispose tornando serio.
«Allora parla con nostro padre, sarà lieto di sapere che un altro dei suoi figli convolerà a nozze.»
Eddard e Lyanna rimasero lì finché il giovane lord non fu costretto ad andarsene, diede un bacio sulla fronte alla sorella che amava con tutta la sua anima e anche di più.
Quella sera mentre stava per prepararsi per la notte qualcuno bussò alla sua porta, Lyanna aprì ma non trovò nessuno, abbassò lo sguardo e a terra vide una lettera.
Si piegò e la prese, non c’era nessun sigillo, era semplicemente piegata su se stessa, si guardò attorno nel buio corridoio ma non trovò nessuno, chiunque fosse stato a lasciarla era stato molto lesto nell’andarsene.
Si sedette sul letto e al lume di una candela aprì quella misteriosa lettera.
“Ti aspetto nel Parco degli Dei”
Non diceva altro.
Si chiese chi avesse mandato quel biglietto e perché, era forse una trappola?
In ogni caso non si sarebbe tirata indietro.
Indossò il mantello e prese una spada, era il suo segreto, nessuno lo sapeva, nemmeno Hodor, suo padre non avrebbe mai e poi mai approvato, Bran l’avrebbe presa in giro, forse Ned l’avrebbe capita ma comunque non avrebbe approvato nemmeno lui.
Era buio quella notte, le stelle brillavano alte in cielo e la luna illuminava il suo cammino, era molto rotonda e gialla, le acque del Tumblestone brillavano sotto la sua luce eterea, Lyanna si muoveva con attenzione, scrutava tutto attorno a se, la spada in mano ma ben nascosta sotto il mantello.
Non vide nessuno nel Parco degli Dei, forse era stato solo uno scherzo.
Si avvicinò all’albero, era diverso da quello di Grande Inverno, lì scolpita c’era una faccia triste, quella di Grande Inverno invece faceva paura, a volte ancora oggi ne aveva.
Toccò l’albero con le dite, ripercorse il lineamenti scolpiti in rosso, esisteva da così tanto tempo, aveva visto così tante persone e tante altre ne avrebbe viste dopo di lei.
Era stata sciocca ad andare fin lì, da sola, di notte.
Stava per andarsene quando un fruscio la fece voltare, con il cappuccio ben tirato in testa si voltò.
«Chi sei? Fatti vedere!» urlò, ma non ricevette risposta, il mittente di quella lettera comparve ma anche lui aveva un mantello a coprirlo e se ne stava ben nascosto, «ti avverto che sono armata e so come usare la mia spada!»
Il misterioso messaggero si avvicinò, ancora con il volto coperto, finché non le fu difronte e il cuore di Lyanna Stark per poco non smise di battere.
Lo riconobbe dagli occhi, solamente lui aveva quegli occhi, lasciò cadere la spada a terra e si gettò tra le sue braccia senza dire nulla, gli dei avevano ascoltato le sue preghiere, alla fine.
«Rhaegar!» disse in lacrime accarezzando il volto del suo amato drago.
«No, niente lacrime» rispose, poi la baciò, non aveva desiderato altro in quei mesi trascorsi, abbracciarla, baciarla.
Si staccò da lui poco dopo, ancora con le lacrime agli occhi.
«Cosa fai qui?» chiese guardandosi attorno.
«Sono qui per te, solo per te.»
E’ forse un sogno? Si, sicuramente lo è, non può essere qui.
«No, questo… questo non è reale» disse indietreggiando.
«Lyanna, guardami», Rhaegar le si avvicinò prese le mani di lei e posò sul suo petto, «sono qui.»
«Ma… tu dovresti essere ad Approdo del Re.»
«Dovrei. Ci ho provato, te lo giuro, io… Lyanna Stark non posso vivere senza di te. Io ti amo» confessò il suo drago, i suoi capelli più chiari della luna, gli occhi viola come pietre preziose, «ho bisogno di te. Sposami.»
«Cosa?» chiese confusa.
«Sposami» ripeté lui.
I suoi occhi viola che brillavano.
Lyanna era bella, il suo volto incredulo come quello di una bambina la rendeva ancora più bella, quanto gli erano mancati quegli occhi grigi.
«Sai che questo non è possibile. Tu hai già una moglie e io… io prestò sarò sposta con Robert Baratheon.»
«Guardami negli occhi e dimmi che lo ami e allora ti lascerò andare e me ne tornerò ad Approdo del re.»
«Sai che non posso dirtelo.»
«Vieni con me allora e sposami.»
«Lo vorrei, lo vorrei davvero tanto ma è solo un sogno. Un sogno meraviglioso.»
«Può essere realtà se lo desideri.»
«No mio principe, sai che non è così…»
«Lyanna.»
«Ascoltami…»
«No, non voglio dover rinunciare a te!»
«Credi che io lo voglia?» urlò lei quasi con le lacrime agli occhi, «non abbiamo scelta.»
«Si invece, fuggire. Solo io e te.»
«E andare dove? Rhaegar, ci cercherebbero e ci troverebbero. Non capisci? Non esiste futuro per noi! Tu sei sposato con Elia Martell e avete due figli meravigliosi. Lo hai forse dimenticato?»
«No mai, sai quanto li amo.»
«E per questo non puoi abbandonarli» disse lei, mettendo al primo posto l’amore per quei bambini, un amore di cui lei li avrebbe privati.
«Lyanna non intendo rinunciare a te. Sistemerò le cose, te lo prometto, sarà solo per poco tempo.»
«Non c’è tempo. Presto Robert sarà mio marito e Capo Tempesta la mia casa.»
«Non sposarlo, condannerai te stessa.»
«Lo devo a mio padre, al Nord, non posso disonorare la mia casa in questo modo, fuggendo come una ladra. Imparerò ad amarlo.»
«Menti e non solo a me, ma anche a te stessa.»
Lyanna sospirò, il cuore stretto in una morsa di dolore, si impegnò per non piangere.
«Devo crederci, altrimenti non potrei sopportare l’idea di andarmene e di saperti lontano da me.»
Ma alla fine le lacrime le riparano il volto, dando sfogo al suo dolore.
«Un giorno, quando il momento arriverà, sarò ai piedi del Trono di Spade e ti guarderò diventare il re che i Sette Regni meritano di avere, amore mio.»
Lyanna si avvicinò a lui e lo baciò intensamente, inspirò il profumo della sua pelle, lo accarezzò sapendo che mai più avrebbe potuto percorrerei quei lineamenti perfetti con le dita.
I suoi occhi grigi si bearono dei suoi viola, asciugò una lacrima dal volto di Rhaegar e poi si separò da lui.
«Ti aspetterò qui fino a domani notte, se non verrai farò ritorno ad Approdo del Re e non saprai più nulla di me.»
Lo guardò per un’ultima volta e poi corse via.
Rhaegar rimase laggiù vicino all’albero, con il cuore a pezzi ad osservarla mentre la notte la inghiottiva.

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Capitolo 22
*** VENTIDUE ***


Lyanna corse fino alla sua stanza senza mai voltarsi indietro verso Rhaegar, salì le scale a perdifiato e chiuse la porta dietro di se e poi si accasciò a terra.
Rimase lì, dietro alla porta con le ginocchia strette attorno al petto e le lacrime calde che cadevano dal suo volto.
Quante volte aveva sognato che Rhaegar venisse fin lì per portarla via?
Quante notti aveva desiderato di stringerlo a se e di baciarlo come aveva fatto poco fa?
Eppure aveva dei doveri verso suo padre, verso la sua casa e anche verso Robert.
La collana che indossava con il lupo e il cervo sembrava essere diventata un macigno, un macigno che la portava verso il fondo, un fondo oscuro e profondo dal quale non riusciva a risalire.
Aveva un’unica certezza, amava quel giovane principe e lui era lì per lei.
Si alzò da terra solo quando fece giorno, chiamò una delle ragazze e l’aiutarono a fare un bagno caldo, rimase nell’acqua a pensare per molto tempo, finché sulle dita non comparvero delle righe, era il momento di uscire.
Si fece pettinare e acconciare i capelli, indossò un abito azzurro e poi uscì da quella stanza.
Non fece nemmeno colazione, non voleva incrociare Brandon, avrebbe fatto troppe domande.
Uscì dal castello e si diresse nel Parco degli Dei, a quel vecchio albero che sembrava quasi sorriderle, prendendosi gioco dei suoi sentimenti e di quelli di Rhaegar.
Prima però si fermò alle serre.
«Mia signora» disse un uomo che lavorava lì.
«Non volevo spaventarti.»
«No… nessuno spavento, solo… non mi aspettavo visite.»
«Potrei avere una rosa?» chiese lei.
«Ma certo lady Stark, quella che desideri.»
«Ne vorrei una blu.»
L’uomo era anziano, aveva i capelli bianchi e le rughe, ai lati degli occhi si formavano delle pieghe, stava per raccogliere una rosa quando lei lo fermò.
Si piegò al suo posto e colse una rosa blu, la porse all’uomo che la pulì e gliela ridiede.
Lyanna la annusò e poi la mise tra i capelli.
«Grazie.»
Uscì da lì e si recò nel Parco degli Dei, il luogo dove la sera prima si era ritrovata con Rhaegar dopo molti mesi passati lontani; lui nel Sud ad Approdo del Re e lei al Nord a Grande Inverno.
Respirò a pieni polmoni il profumo di quel luogo, percorse con le dita i lineamenti della corteccia fino a tracciare la faccia scolpita di rosso.
A Grande Inverno c’era una panca di pietra, era dura e fredda, lì invece non c’era nulla così si inginocchiò al cospetto dei suoi Dei.
Guardò l’albero con le lacrime agli occhi, doveva prendere una difficile decisione.
«Oh Dei, cosa devo fare? Amo Rhaegar con tutta me stessa, come non potrò mai amare Robert, ma ho dei doveri verso la mia nobile casa, mio padre ha riposto la sua fiducia in queste nozze. Come posso fargli questo? Come posso fuggire nel cuore della notte? Come posso togliere un padre a due bambini che ne hanno bisogno? Chi sono io per farlo?»
Ma gli Dei non risposero, non diedero alcun consiglio a Lyanna Stark.
Il vento faceva muovere le foglie e scompigliare i suoi capelli, sentiva i petali della sua rosa, la stessa che il suo drago le aveva donato.
«Rhaegar…»
Passò la giornata da sola, evitando Brandon e il padre e chiunque altro, anche lady Tully provò ad avvicinarla ma lei la mandò via con una scusa.
Rimase chiusa in camera sua dopo la passeggiata mattutina, a giocare con i petali scuri del fiore che teneva delicatamente tra le mani.
Il cielo si stava colorando di arancione, era tutto più vivido lì, a Delta delle Acque, così diverso da Grande Inverno.
Le ore passavano inesorabili e ancora Lyanna Stark non aveva preso una decisione.
Andare e vivere la sua vita con chi amava davvero e deludere tutti, oppure restare e condannarsi all’infelicità di un matrimonio combinato?




E la notte calò, la luna inevitabilmente prese il posto del sole e a farle compagnia arrivarono le stelle.
Rhaegar attendeva accanto a quel grande albero meno spaventoso di quello ad Harrenhall, ma Lyanna Stark non si fece vedere e la sua mente vagò fino ad Approdo del Re, poteva quasi vedere Rhaenys fare i capricci perché ancora voleva giocare e non dormire, ed Elia che cercava di convincerla con tutto il suo amore, tentando di farla addormentare raccontandole una storia, mentre la sua principessa stringeva a se Balerion, e poi Aegon… Argon nella sua culla con il fine lenzuolo decorato a coprire il suo piccolo corpo.
Non vedeva l’ora che il figlio crescesse per poter giocare con lui così come faceva con Rhaenys, per potergli insegnare un giorno a combattere, sperando in cuor suo che non dovesse mai davvero farlo.
Era consapevole di ciò che si era lasciato alle spalle, anche se per poco tempo, ma vivere senza Lyanna sembrava una tortura senza fine, le era mancata così tanto e ora che l’aveva ritrovata lei aveva anteposto il bene delle loro famiglie al loro amore.
Cosa che poteva comprendere come principe e futuro re, ma che non riusciva ad accettare come uomo innamorato.
Restò lì per ore, poi Arthur venne da lui.
«Forse è il momento di tornare mio principe.»
«No, no amico mio. So che verrà» rispose risoluto.
Sarebbe rimasto ad aspettarla notte dopo notte, per tutta la vita se necessario.
«Credi davvero che verrà?»
«Tu no?» chiese di rimando lui.
Arthur Dayne sollevò le spalle guardando il suo principe, non gli avrebbe risposto con una bugia.
«Sei libero di fare ritorno ad Approdo del Re se è ciò che vuoi, lo siete tutti.»
«Ho fatto una promessa e la manterrò, è mio dovere proteggerti, anche da te tesso se sarà necessario» rispose ser Dayne guardandolo dritto negli occhi, Rhaegar accennò a un sorriso, o almeno ci provò, solo Rhaenys e Argon erano in grado di farlo sorridere davvero, i suoi figli erano più importanti della sua stessa vita e questo tutti lo sapevano.




E quando l’alba squarciò l’orizzonte nero, Lyanna si riprese, era ormai giorno e il suo principe ormai era lontano.
«Che cosa ho fatto?!» disse disperata.
Prese il mantello e corse fuori dal palazzo di Delta delle Acque, il sole stava sorgendo pian piano, tra qualche ora si sarebbero svegliati tutti.
«Rhaegar!» urlò mentre correva verso il Parco degli Dei tenendo il vestito con le mani per non inciampare, «Rhaegar!», ma nessuno le rispose.
Quando arrivò lì il suo drago non c’era.
«No, dei vi prego!» disse in lacrime toccando il tronco ruvido dell’albero, poi si accasciò ai suoi piedi piangendo.
Era scossa dai singhiozzi e tremava un po’ anche per il freddo, non lo sentì arrivare, finché una mano non si posò delicatamente sulla sue spalle, alzò il volto bagnato dalle lacrime e nonostante gli occhi appannati e rossi per il pianto lo vide.
Si alzò e si gettò tra le sue braccia, affondando il volto bagnato nell’incavo del suo colo e annusando il suo profumo, le braccia di lui la strinsero forte, come se temesse di vederla svanire all’improvviso.
«Lyanna» sussurrò senza lasciarla andare, accarezzandole i lunghi capelli scuri.
Poi lei alzò lo sguardo su di lui, guardò i suoi bellissimi occhi viola screziati di indaco, ripassò le dita i contorni del suo viso.
«Credevo che te ne fossi andato. Credevo di averti perso per sempre» disse lei senza smettere di piangere.
«Non mi perderai mai Lyanna Stark. Ti avrei aspettata per tutta la vita.»

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Capitolo 23
*** VENTITRE ***


Lyanna aveva sepolto la testa nel petto del suo drago, i suoi bracci che la tenevano stretta, si sentiva al sicuro, protetta, amata, si sentiva calda e colma di amore per quel principe che mai avrebbe creduto di amare.
Lei che in tutta la sua vita non era mai stata una lady, ma una indomita ragazza, più amante delle spade che del ricamo, di certo non una donna degna di un principe dell’antica Valyria.
Rhaegar era perfetto, bellissimo, nobile di spirito, aveva un grande cuore e aveva deciso di donarlo a lei.
«Rhaegar…» sussurrò lei ancora stretto a lui.
Le sue mani la accarezzavano i capelli scuri e le labbra di lui si posavano delicatamente sul suo volto.
«Va tutto bene amore mio, sono qui.»
Lyanna alzò la testa, gli fece una carezza, ripassò i contorni del suo viso, gli occhi viola che sembravano pietre preziose.
«Non sai quanto ho desiderato che tu venissi da me, ma non lo credevo possibile. Io non credevo che…»
«Ogni giorno da quando sono tornato ad Approdo del Re… ogni giorno Lyanna ho sognato questo momento. Di poterti rivedere, di poterti baciare e stringere tra le mie braccia.»
«Che triste scherzo ci hanno fatto gli dei.»
«No, Lyanna noi possiamo essere felici, tu e io.»
«Rhaegar…»
«Ti prego fammi finire. Tu non vuoi fare un torto a tuo padre e alla tua casa lo capisco, ma quando saremo sposati agli occhi degli dei e degli uomini, tuo padre lo accetterà e sarà orgoglioso del fatto che un giorno sua figlia sarà una regina» disse lui guardandola.
«Una regina? Io non voglio stare con te per il tuo titolo, non mi importa.»
«Lo so lady Stark» rispose lui sorridendo.
«Nessuno lo accetterà, tanto meno Robert.»
«Robert Baratheon se ne farà una ragione prima o poi. Sposami, sposami e giuro che ti amerò per tutta la mia vita. Lyanna io non sono mai stato davvero felice, persino la mia nascita è stata segnata da lutti e tragedie. Prima di Rhaenys e Aegon io non capivo quanto potente potesse essere l’amore, e poi sei arrivata tu.»
«Tu non lo conosci Rhaegar.»
«Non mi importa di lui, non mi importa di nessuno se non di te. Ho bisogno di te. Vieni via con me, domani notte. Sposami e vivrò solo per servirti» disse, poi le prese le mani e le baciò.
Rhaegar era lì con il cuore in mano, il peso di chi era e di ciò che avrebbe dovuto a suo padre, alla sua casa, al Nord, a Robert, la stavano schiacciando come una pietra enorme e gigante che premeva sempre più sul suo piccolo petto.
Lyanna guardò i suoi occhi, come poteva dirgli di no? Come poteva negarsi a l’uomo che amava veramente?
Un principe che si era innamorato di una ragazza che aveva sempre desiderato combattere e portare la spada.
Si strinse nuovamente a lui, mentre il vento accarezzava la sua pelle e faceva gonfiare il mantello di Rhaegar con l’emblema della sua nobile casa, la casa di Aegon il conquistatore.
Si stava facendo tardi, se ne rese conto quando nel Parco degli Dei comparve una figura, all’inizio era una sagoma indefinita, ma man mano che il cavaliere si avvicinava a loro, Lyanna lo riconobbe.
Il mantello bianco della guardia reale svolazzava nell'aria della notte, la spada che portava di traverso sulla schiena.
«Chiedo scusa per l’interruzione… ma credo sia opportuno che lady Stark rientri ora.»
«Ser Arthur.»
«Mia signora, è un piacere rivederti» disse sorridendole.
«Te l'avevo detto che sarebbe venuta» disse Rhaegar senza smettere di guardarla.
«Perdonami per averci messo tanto.»
«Non ho nulla da perdonarti, ti ho messa in una terribile posizione e me ne rendo conto, così come mi rendo conto della battaglia che infuria dentro di te. Se accetterai la mia proposta, domani notte vieni qui, nel Parco degli Dei, e poi ce ne andremo con i miei cavalieri.»
«E dove andremo?» domandò Lyanna.
«Ovunque vorrai.»
Anche Brandon le aveva detto quelle parole, che un giorno sarebbero andati via, solo loro due, ovunque Lyanna avesse voluto.
«C’è un posto che vorrei vedere.»
«Quale?»
«Roccia del Drago» rispose lei.
Nan le raccontava sempre tante storie, ma pochi luoghi a Westeros la incuriosivano tanto quanto la fortezza creata da Aegon e le sue sorelle, e poi c'era la Barriera, Lyanna un giorno avrebbe voluto vederla.
«E sia, la nostra prima tappa sarà Roccia del Drago, se verrai domani notte.»
Arthur si allontanò di qualche passo, Rhaegar prese il volto di Lyanna tra le mani, dolcemente, poi la baciò con intensità.
«Spero di vederti qui, domani, lady Stark» disse, fece un inchino e poi raggiunse il suo amico e insieme sparirono dalla sua vista, piano piano, come se la notte li avesse appena inghiottiti.
Lyanna restò qualche altro minuto, poi mentre il sole era quasi alto in cielo tornò dentro al palazzo di Delta delle Acque, per un momento si chiese se avesse immaginato tutto, ma il suo principe era reale.
Ricordava bene il suo calore, il suo profumo, i suoi occhi viola che tanto amava, il suo cipiglio che lo faceva sempre sembrare triste.
Sorrise tra sé ripensando a tutte le sue parole
Lei, Lyanna Stark una regina? Non era nemmeno una lady.
«Lyanna?»
Lyanna si voltò, era Brandon, era certa che tutti stessero ancora dormendo ma suo fratello era già sveglio.
Gli si avvicinò tutta sorridente e gli diede un bacio sulla guancia.
«Bran.»
«Sei già sveglia?» domandò lui, osservandola.
«Non sono riuscita a dormire e così sono uscita per passeggiare un po’.»
«Da sola? E se fosse accaduto qualcosa? Nostro padre mi avrebbe ucciso, lo sai.»
«Bran… sono arrivata fino al Parco degli Dei e sono tornata, avevo bisogno di parlare con loro. E poi sono in grado di proteggermi anche da sola.»
«Su questo non ho dubbi sorella.»
Lyanna continuò a sorridergli, dopo molto tempo era nuovamente felice.
«Il soggiorno a Delta delle Acque ti ha giovato vedo. Ne sono felice, ero molto preoccupato per te. Lo eravamo tutti.»
«Non voglio che ti preoccupi per me, sto bene Bran. Dovresti goderti questi giorni, stai per sposarti.»
«Già, così pare.»
«Non vuoi sposare lady Catelyn?»
«Lyanna io…»
Bran si fermò incerto su cosa dire alla sorella.
«Credevo che ne fossi felice, ne ero certa Bran.»
«Catelyn Tully è una bellissima ragazza, imparerò ad amarla e lei imparerà ad amare me e il Nord. E poi tu l’aiuterai.»
«Bran…»
«Si?»
«Nulla. Andiamo a fare colazione? Ho molta fame.»
«Ma certo.»
Brandon le offrì il braccio e Lyanna accettò subito, così i due fratelli, ognuno perso nei propri desideri e sogni si avviarono a fare colazione.








«Mio principe… posso essere onesto con te?»
«E quando non lo sei stato Arthur?» rispose Rhaegar con l’ombra di un sorriso sul volto.
«Credi davvero che lady Stark valga tutto ciò che dovremmo affrontare?»
«Si» rispose lui, e il debole sorriso svanì dal suo volto.
«Indubbiamente è molto bella, non lo discuto ma…»
«Arthur io la amo» confessò Rhaegar Targaryen.
«Molti dissentiranno, e molti altri ti volteranno le spalle.»
«Ne sono consapevole.»
«Sarà richiesto un prezzo per la vostra unione, sei certo di volerlo pagare?»
«Lo pagherò» rispose lui risoluto, «ti ho già detto che sei libero di fare ritorno ad Approdo del Re.»
«E io ti ho già detto che ho giurato di proteggerti e lo farò finché avrò vita, ma ti chiedo da amico e da membro della guardia reale di pensare bene a ciò che vuoi fare. Sposare Lyanna Stark porterà molti guai, credimi.»

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