Backstage

di tbhhczerwony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Ritardo ***
Capitolo 2: *** 2 - Parentele ***
Capitolo 3: *** 3 - Figuraccia ***
Capitolo 4: *** 4 - Fasce (e balli) ***
Capitolo 5: *** 5 - Bruno, corvino, rosso o biondo? ***
Capitolo 6: *** 6 - Misericordia ***
Capitolo 7: *** 7 - Caffeina ***



Capitolo 1
*** 1 - Ritardo ***


Okay, lasciatemi spiegare. Per qualche anime mi sono lasciato suggestionare da un qualcosa chiamato "backstage". Anche perché avevo visto una delle OAV di FMA dove tutti... recitavano... erano attori... e boh, cose, mi sono venute idee. Il rating è giallo per il possibile linguaggio scurrile, ma è a fine comico (?) e nulla, spero che vi piaccia e cose che dicono gli autori-

1 - Ritardo

Un ragazzo dai capelli argentati corse verso la porta d’ingresso di un enorme studio. Aveva il fiatone – doveva aver corso per molto tempo e molto veloce per cercare di arrivare in tempo, questo era certo. Cercando di riprendere fiato – e cadendo sotto il bancone mentre la signorina alla reception gli dava il buongiorno – cercò di pronunciare il suo nome.
«S-sono… Nakajima…» si rialzò, «Nakajima… Atsushi… sono qui per conto di Kafka Asagiri… il regista…» e non riuscì più a parlare, mettendosi la mano al petto e reggendo il borsone che aveva in spalla.
«Ah, ecco!» disse la signorina, «Dovrebbero essere al piano di sopra a fare le prove. Ma l’assistente, Sango Harukawa, mi ha detto che entro le cinque dovreste cambiare studio».
Atsushi spalancò gli occhi, «Come?!» esclamò.
«Si rilassi, signorino Nakajima! Guardi, a quanto mi ha detto Harukawa dovreste prendere un pullman tutti insieme. Alcuni suoi colleghi non sono ancora arrivati, di conseguenza vi dovrebbero raggiungere in altri mezzi».
«Capisco… la ringrazio» disse infine il ragazzo, salutando la signorina alla reception e dirigendosi verso le scale. Ma si bloccò subito, voltando lentamente lo sguardo verso l’ascensore – non accorgendosi che la signorina lo stava guardando abbastanza perplessa. Mormorò un “ma chi se ne frega, cosa sarà mai smaltire una banana” ed entrò nell’ascensore.
Non appena arrivò al primo piano del palazzo – e dopo essere uscito dall’ascensore – corse nello studio di “Bungou Stray Dogs”, aprendo repentinamente la porta ed esclamando: «Sono arrivato!».
I colleghi attori lo guardarono attoniti, e in tutta la sala si formò un silenzio tombale.
Dopo qualche secondo si sentì solo la voce di Dazai Osamu.
«Sì, lo abbiamo notato»
E il signor Nakajima Atsushi era di nuovo in ritardo, come sempre.

 

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Capitolo 2
*** 2 - Parentele ***


Non chiedetemi perché, ma fin dalla prima volta che avevo visto Akutagawa e Atsushi, ho sempre pensato che si somigliassero. Prima di vedere l'anime avevo sempre pensato che fossero la stessa persona, solo con due personalità diverse (un po' tipo Dottor Jekyll e Mr. Hyde per dirvi (?)), solo che poi ho visto l'anime e vabbè, li ho conosciuti meglio. Ma se invece dietro le quinte fossero parenti? E nulla, spero che vi piaccia questa flash-

2 - Parentele


«Ragazzi, siamo in estremo ritardo con il programma» cominciò il regista, «Abbiamo girato solo due scene, e se non continuiamo con lo stesso ritmo che avevamo nel primo, la data di uscita del secondo episodio dovrà cambiare». Al che, Kafka si guardò in giro, notando che mancavano alcuni attori; sospirò e prese il suo taccuino in mano.
«Lo sai che assomigli a Kunikida messo così?» ridacchiò Dazai.
«Smettila, mi serve per vedere quanti di voi sono assenti».
«Sembra quasi di essere a scuola…».
«Ti ho sentito!».
Kafka sbuffò nuovamente, scrivendo ben sei nomi: Edogawa Ranpo, Yosano Akiko, Izumi Kyouka, Tanizaki Junichirou e Naomi. Almeno quel giorno Atsushi era arrivato in tempo – solitamente arrivava in ritardo con il suo frequente “la porta di casa oggi mi si stava per chiudere addosso” o cose così, qualche volta cambiava, certe volte il regista non sapeva se prenderlo come una scusa o no.
«Dazai, Nakajima, mi auguro che vi siate memorizzati il copione. Dobbiamo girare la scena in cui Nakajima esce di casa e trova Dazai dentro un fusto d’olio».
«Mi ci mettete voi là dentro, vero?» domandò Osamu, «No, perché io non so come si fa ad entrarci».
Kafka ridacchiò nervosamente, «Mi pare ovvio che ti aiuteremo…».
«No, no, non posso crederci!» continuava ad esclamare Atsushi, mentre frugava nel suo borsone nero.
«E adesso che succede?».
«Ho dimenticato a casa il copione!».
Il regista si sbatté il palmo della mano destra in volto, «Ci mancava solo questa…».
«Credo di avere le battute di Atsushi nel mio…» mormorò Dazai, «Eh, beh, recitiamo la parte insieme, di conseguenza mi pare normale che ci sia».
«Impossibile» intervenne Kunikida, «Tutti i copioni sono stati organizzati personaggio per personaggio. Di conseguenza ognuno ha le sue personali battute».
«E allora perché ce l’ho io?» domandò Ryuunosuke, entrando con dei fogli in mano, «Atsushi, devi averlo lasciato a casa mia ieri sera».
«Ah, ti ringrazio!» esclamò Atsushi, avvicinandosi ad Akutagawa e prendendo il copione che gli stava porgendo.
«No, un momento… “a casa mia”?» domandò Haruno.
«…Sì, io e lui siamo cugini. Ieri è venuto a pranzo da me».
In tutta la sala calò il silenzio più tombale di quelli che ci erano già stati in precedenza.
Ma al solito, non poteva mancare il commento di Dazai: «Ecco perché si somigliano».

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Capitolo 3
*** 3 - Figuraccia ***


3 - Figuraccia

Era tutto pronto, era stata registrata tutta la scena in cui Atsushi usciva dall’agenzia e andava a indagare insieme a Naomi e Junichirou. Mancava l’entrata in scena di Ryuunosuke, che ogni volta che cercava di rimproverare quest’ultimo, si metteva a ridere e si deconcentrava.
«Stop!» esclamò uno degli assistenti.
«Akutagawa, devi fare finta di darle uno schiaffo, non ti devi preoccupare!» lo rassicurò il regista.
«Ma non ci riesco…» continuava a ridacchiare l’altro, accompagnato da Ichiyou.
«Senti» gli disse, «Nessuno si accorgerà che è uno schiaffo fatto in aria e non a lei, ci penseranno i cameramen a dare un’inquadratura adatta. Adesso riprendete».
«Ciak terza, azione!».
Higuchi si rialzò da terra, «Akutagawa, posso occuparmene da sola!» esclamò, come da copione, «Taglia!» interruppe un assistente.
«Che succede? Non ha fatto bene?» domandò Atsushi, ma guardando la scena si rispose da solo. Ryuunosuke prese un guanto verde che gli porsero, e subito dopo il segnale fecero la scena dello schiaffo e la caduta della ragazza.
«Credevo che gli ordini fossero di prendere la tigre mannara viva!» urlò il ragazzo.
«Stop, pausa!».
Il tecnico unì le scene insieme alle altre e nel frattempo Akutagawa e Nakajima decisero di guardare. «…Inquadratura adatta?» ridacchiò Akutagawa, «Sembra che gliel’abbia dato davvero, ora mi sento in colpa».
«E stai tranquillo, e che cavolo!» esclamò scherzosamente Dazai, dandogli una pacca sulla schiena, «è tutta scena, non è vero. Ed è proprio questo che lo rende una figata».
«…Sono confuso» commentò Atsushi.
«Tu sei sempre confuso» rispose Ryuunosuke, «Io vado ai distributori» e andò via dalla grande stanza, andando verso la sala ristoro, dove trovò Ichiyou. Non avrebbe mai voluto ammetterlo, ma quella ragazza gli piaceva. Si avvicinò a lei, che non appena prese una barretta di cioccolato, lui comprò un pacchetto di patatine. Si misero seduti in un tavolino a parlare – fuori dalle scene si conoscevano già, ma solo di vista, eppure a lui piaceva lo stesso.
«Uhm… so che magari può essere un po’ prematuro… ma ti piacerebbe uscire con me, un giorno?».
Higuchi capì e arrossì appena in volto, «O-oh… ecco, non saprei se… se ad Akiko andrebbe bene…».
«A-akiko?».
«Siamo fidanzate, e non so come potrebbe reagire se…».
E mentre lei continuava a parlare, ad Akutagawa cadde il mondo addosso. Quella era di sicuro la figura più brutta che avesse mai fatto in tutta la sua vita.
«A-ah… capisco…».

 

Un altro capitolo dedicato ad Akutagawa! Non chiedetemi perché, davvero - che poi a loro due li shippo pure, ma fuori dalle scene mi sono immaginato una scena del genere - ma Akutagawa OFF BSD lo vedo come uno di quei ragazzi che sono seri, che magari alle ragazze piace pure, ma è sempre sfigato con quella che piace a lui, e boom. E oggi posterò un altro capitolo perché avevo intenzione di dedicarlo a Dazai (finally). 
 

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Capitolo 4
*** 4 - Fasce (e balli) ***


4 – Fasce (e balli)
 
Ogni giorno era sempre la stessa storia. Osamu avrebbe dovuto farsi mettere le fasce in tutto il corpo cercando di resistere al solletico, ma anche quel giorno successe sempre lo stesso. Nel suo camerino – e rimbombava anche fuori – si sentiva solo la sua forte risata.
«T-ti prego, dimmi che hai finito!» esclamò, tra le risate.
Il truccatore lo guardò ridacchiando, «Devo finire le braccia e poi devo procedere giù, lo sai…».
«F-fai in fretta, n-non respiro— HAHAHA!».
Qualcuno bussò alla porta, che non appena sentì l’”avanti” urlato da Dazai, aprì la porta ed entrò: era proprio Atsushi, con delle buste in mano e sempre in spalla il suo borsone.
«Ciao Atsushi!» e riprese fiato non appena il truccatore si era fermato un momento per prendere altre fasce, «Sei appena arrivato, di’ la verità».
Atsushi ridacchiò, «Indovinato» rispose, «Dato che oggi dobbiamo rimanere di più ho pensato di portare qualcosa da mangiare per tutti noi».
«Questa sì che è una bella ide—» e si bloccò non appena il truccatore ricominciò a mettergli le fasce.
«V-va bene… ehm… senti, ci vediamo dopo, okay?» e Nakajima uscì dal camerino ridacchiando nervosamente, con un tocco di imbarazzo. Le risate di Osamu cessarono quando il truccatore finì, l’attore si mise il suo costume e uscì, andando verso la sala dove c’era il green screen.
«Bene, quindi adesso dobbiamo…» cercava di ragionare il regista, ma si distrasse guardando Dazai che ballava – in modo alquanto ridicolo – davanti al green screen, «Dazai. Cosa stai facendo?».
«Fatemi un video e pubblicatelo online, diventerò uno dei più bravi ballerini nei pack MLG!» esclamò, continuando.
«Tu non sei normale, fattelo dire».
«So bene di non esserlo~».

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Capitolo 5
*** 5 - Bruno, corvino, rosso o biondo? ***


Questo capitolo è il più stupido di tutti. Davvero, lasciate ogni speranza voi che entrate. 


5 - Bruno, corvino, rosso o biondo?


Ranpo era nel suo camerino a leggere il copione assegnato per lui, dove c’erano scritte tutte le battute per l’episodio 5. Guardò perplesso alcune battute: “non so prendere il treno”, “ehi, guida! Non so tornare all’agenzia da solo, lo sai!”.
«Che innato senso dell’orientamento ha questo povero cristo…» mormorò tra sé e sé, ridacchiando.
Qualcuno bussò alla porta, che poi si aprì, «Si può?» disse una voce maschile. Non appena Ranpo riconobbe la voce di Junichirou, si voltò verso di lui, «Sì, sì, entra pure» gli disse, invitandolo.
Il rosso entrò, socchiudendo la porta e avvicinandosi ad Edogawa, «Stai leggendo il tuo copione?» domandò subito dopo.
«Sì, e mi chiedo se il regista ci assegna questi caratteri per come ci vede lui… non sono mica uno che si perde facilmente…» gli rispose il corvino, accennando un sospiro.
«Vediamo un po’…» cominciò Tanizaki, leggendo ad alta voce, «“Il tuo personaggio non ha alcuna abilità, però lui è convinto di averla: la chiama Ultra-Deduzione. Quando indossa gli occhiali datogli dal presidente, riesce immediatamente a risolvere il caso. Ma ha uno scarso senso dell’orientamento, non sa prendere il treno e non sa andare in giro da solo, ha sempre bisogno della compagnia di qualcuno quando ha un incarico”» il rosso si mise a ridacchiare, «Wow, è intelligente ma allo stesso tempo è stupido».
«Ti somiglia, sai? Dovevano darlo a te questo ruolo» commentò Ranpo, ridacchiando.
Junichirou inarcò un sopracciglio e ridacchiò nervosamente, «Cosa vorresti dire con questo?» gli chiese, stringendo i denti.
«Beh, sai, dicono che di solito i biondi e i rossi sono quelli meno intelligenti» rispose il corvino.
«Perché i bruni invece lo sono moltissimo».
«Altroché! Io prendo esempio da Osamu».
«Fidati, si vede».
E si sentiva da fuori Osamu che rideva come un pazzo, sicuramente per una delle battute squallide che faceva Kenji.
«So che sei sarcastico, Jun. Non guardare dalle apparenze, Osamu è un ragazzo molto intelligente se si conosce a fondo».
«Ma se lo conosci da qualche giorno…» mormorò Tanizaki.
«Errore!» esclamò Edogawa mentre si voltava verso di lui, facendolo spaventare, «Sei tu che non lo conosci, ma io e lui ci conosciamo da ben due mesi!».
«Due mesi non sono poi così tanti…» sbuffò il rosso, «Senti, piuttosto… non dovresti studiarti il copione?».
«Dai il tempo al tempo, Jun. Ci metterò mezz’oretta».
«Va bene, ne parlerò con Asagiri, e gli riferirò anche che mi hai dato dello stupido».
Proprio quando Junichirou stava per uscire, Ranpo gli saltò prontamente addosso e la porta si aprì con la loro caduta, mentre ci passava davanti Doppo, che li guardò con espressione sconvolta.
«Voi due non dovreste fare queste cose con la porta aperta».
E non appena se ne andò, Ranpo sorrise a Junichirou, «Visto? Lui è biondo, non ha capito quello che è successo».
Inutile dire che Edogawa si beccò una ramanzina da Kunikida.

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Capitolo 6
*** 6 - Misericordia ***


E questo è ancora più stupido dell'altro.

6 - Misericordia

«Orsù,» cominciò Osamu, «Atsushi, ti ricordi che cosa dovevamo comperare?».
Quel giorno Nakajima e Dazai non erano usciti per andare direttamente allo studio, ma per fare compere. E Dazai, oltre ad interpretare il suo personaggio in BSD doveva interpretare anche un altro personaggio – di nome Jack – il quale parlava in modo molto forbito perché l’ambientazione della serie era in tempi più antichi, decise di fare esercizio parlando tutta la giornata così.
Inizialmente Atsushi lo guardava stranito, ma poi stava iniziando a farci l’abitudine – quasi parlava anche lui in questo modo.
«Dovevamo comprare del pizzo bianco… un corsetto… ma sei sicuro che ti serva questa roba?» domandò, prendendo la lista dalla tasca destra dei pantaloni.
«Misericordia, chiaro che sì!» esclamò, «Sicché tu non ti fidi di me, eh?».
«Dove siamo finiti, in Heidi?» chiese una voce maschile dietro di loro, che non appena si voltarono si rivelò essere quella di Chuuya, «E poi non dovremmo essere tutti allo studio? Stavo per entrare, ma la porta era chiusa».
«Ahimè, caro Chuuya, tu non hai saputo la notizia!» rispose Osamu. “Ed eccolo che ricomincia” pensava Atsushi, ridacchiando nervosamente. «Vedi, stamane c’è stata un’invasione di topi, misericordia, che tragedia… e fino a che non finiscono la disinfestazione noi non possiamo entrare».
«Sembri la signorina Rottenmeier…» borbottò Nakahara, «Di’ un po’ Atsu, perché Osa si comporta così?».
«Deve interpretare un personaggio di fine milleottocento…» rispose Nakajima, con un tocco d’imbarazzo nel tono.
«Ooooh, beh, adesso sì che è tutto chiaro. Qual è il nome intero?».
«Jack Edgar Ronald Alexander Michael Stephen Osborne Gower Eterveldo Hall».
Chuuya spalancò gli occhi guardando Atsushi, per poi prendere fiato, «Come fai a ricordarti tutti questi nomi?» chiese, cercando di non balbettare dallo stupore.
«Me li ripete in continuazione quando deve ricordarsi la battuta dove si presenta» rispose l’albino, senza eliminare la sua naturalezza nel dire la risposta.
Il rosso rimase qualche secondo in silenzio, poi fece qualche passo più avanti di loro, «Io devo andare a fare la spesa per mia bisnonna, voi… restate pure a… misericordiare… e cose così…».
«Orsù, allora ci vediamo presto, eh!».
«Ecco, appunto».

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Capitolo 7
*** 7 - Caffeina ***


Okay, sono in ritardo cronico - e anche nell'altra ff più seria sob - e scusatemi per questo. Ma finalmente ho trovato un briciolo di ispirazione nell'anticamera del mio cervello e ho scritto qualcosina! Spero vi piaccia e cose--

7 – Caffeina
 
Ryuunosuke era ancora abbastanza triste per essersi lasciato scappare Higuchi – anche se effettivamente non era del tutto colpa sua, dopotutto era fidanzata con Akiko già da un po’. Ma si sentiva comunque triste e abbattuto, e la scena delle due ragazze che si coccolavano sul divanetto nella sala ristoro non aiutava per niente.
Nello stesso momento, Doppo si sedette nella sedia davanti al corvino, con in mano un bicchierino di caffè, mescolando quello con la bacchettina di plastica – se si ascoltava bene, si poteva sentire anche il rumore dello zucchero che raschiava nella plastica del bicchiere.
Akutagawa continuava a guardare quel movimento circolare e quasi infinito di Kunikida che, dopo qualche secondo, si mise a sorseggiare il caffè.
«Non ne hai già bevuti tre stamattina? Lo sai che fa male, vero?» domandava lui.
L’occhialuto lo fulminò con lo sguardo, smettendo di bere e appoggiando delicatamente il bicchiere sul tavolino, «Dovevo studiare il copione e anche l’argomento che devo portare all’interrogazione domani… lo sai che faccio l’ultimo anno dell’università, se non mi impegno me lo gioco… e in più sto morendo di sonno…» e ricominciò a sorseggiare la bevanda.
Ryuunosuke annuì leggermente, alzandosi dalla sedia e facendo qualche passo avanti, «Tu studi troppo, per questo hai sonno» e se ne andò.
Subito dopo aver bevuto tutto il caffè, Doppo distrusse il bicchiere di plastica con le sue stesse mani e lo buttò all’indietro, facendolo finire direttamente e al primo colpo dentro il cestino dell’immondizia. Proprio lì stava passando Osamu che, stupito, andò verso il collega.
«Che tiro fantastico!» esclamò.
«Ma quale tiro? Dovrei fare una bella dormita…» e successivamente si alzò dalla sedia e se ne andò.
Dazai lo seguì con lo sguardo per un po’, poi mormorò qualcosa, «Però anche io voglio imparare a fare canestro da dietro…».
«Pensa ad allenarti per farlo in avanti» intervenne Atsushi, con una risatina.
«Sciocchezze, sono bravissimo».
Inutile dire che Osamu si mise di impegno per riuscire a tirare delle palline di carta dentro il cestino dell’immondizia, fallendo.

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