Juliet & Juliet 2

di shinepaw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Speciale di San Valentino - Parte prima ***
Capitolo 6: *** Speciale di San Valentino - Parte seconda ***
Capitolo 7: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 8: *** Capitolo cinque - Parte prima ***
Capitolo 9: *** Capitolo cinque - Parte seconda ***
Capitolo 10: *** Capitolo sei ***
Capitolo 11: *** Capitolo sette ***
Capitolo 12: *** Capitolo otto ***
Capitolo 13: *** Capitolo nove ***
Capitolo 14: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 15: *** Capitolo undici ***
Capitolo 16: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 17: *** Capitolo tredici ***
Capitolo 18: *** Capitolo quattordici ***
Capitolo 19: *** Capitolo quindici ***
Capitolo 20: *** Capitolo sedici ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***
Capitolo 22: *** Una margherita per dirti ti amo - Extra ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Bella's point of view

Son passati quasi quattro mesi da quando Leya ha deciso di trasferirsi definitivamente qui. È stata ammessa alla scuola d'arte, dopo aver superato brillantemente l'esame d'ammissione. Vive con suo fratello, per intanto, ma sempre più spesso mangia e dorme con me.

Sembra di essere ancora in estate, perché le sue lezioni durano meno delle mie e mi aspetta al parco.

Oggi è una giornata squisita, il cielo è azzurro e non fa troppo caldo, anche perché una brezza lieve rinfresca l'ambiente. Io guardo gli ultimi disegni che ha fatto la mia ragazza e lei è appesa a testa in giù al ramo di un albero, esattamente come il giorno in cui ci siamo conosciute.

- Io un po' ti amo - borbotto davanti al suo viso, arrossendo lievemente e chiudendo il suo blocco da disegno. Mi bacia, sorridendo sulle mie labbra.

- Un po' - ripete, felice. La sua espressione gioiosa mi ricorda quella delle timide creature magiche dei libri, un'espressione così pura.

- Sì.

- Io ti amo tanto, Bella - dice, staccando una mano dal ramo per poggiarla sulla mia guancia. Avvampo ulteriormente.

Un altro bacio. Quando mi scosto i suoi occhi azzurri brillano come non mai, incantevoli come il cielo in questi giorni.

- È ora di andare a casa, Leya - asserisco, alzandomi, naturalmente dopo aver riposto il suo prezioso blocco da disegno nella mia borsa. Scende dall'albero e mi raggiunge, prendendomi una mano e intrecciandovi le dita.

- Andiamo.

- Aspetta...

Le tolgo un bruchetto verde dai capelli e per un lungo istante lo fissiamo, dopodiché scoppiamo a ridere.

- Sentivo qualcosa che mi camminava in testa!

- Sì, sì... non te n'eri nemmeno accorta - sbuffo, divertita. Lo poggio sul tronco dell'albero e finalmente ci avviamo verso casa.

Non vedo l'ora di accarezzare Yuuhi, John l'ha portata a fare un controllo di routine dal veterinario, e di abbracciare Brooklyn. Ma adoro questa parte della giornata: c'è sempre tempo per due chiacchiere mentre facciamo due passi, come c'è tempo per Leya per immortalare col cellulare qualunque cosa voglia poi disegnare.

Arriviamo a casa senza incontrare nessuno; non è però raro incrociare, di tanto in tanto, Akira e Christopher che portano a spasso Haru.

- Siamo tornate! - annuncio, lasciando andare la mano della mia ragazza per frenare Yuuhi quando mi balza addosso. - Ciao, Yuuhi, mi sei mancata anche tu.

Mi lecca la faccia, scodinzolando, poi si butta sulla schiena per farsi fare i grattini da Leya.

- Bentornate - dice John, sorridendo. Sembra stanco. - Tutto bene a scuola?

- Sì - rispondiamo in coro.

- C'è qualcosa che non va? È andata male dal veterinario? - domando. Si passa una mano sul viso e poi fra i ricci scuri. È decisamente stanco.

- Non esattamente... Yuuhi sta bene, ma... sai com'è Brooklyn, voleva occuparsi di ogni animale e, anche dopo averli accarezzati tutti, non voleva tornare a casa. Neanche Ryuu è riuscito a convincerlo e alla fine ho dovuto chiamare la mamma, sebbene fosse ancora al lavoro.

Sospira rumorosamente, io provo un pizzico di pena nei suoi confronti. Di solito mio fratello è così obbediente, posso immaginare che l'abbia fatto disperare.

- Mi dispiace. E adesso?

- È in libreria con la mamma...

- Okay.

Gli do una pacca sulla spalla.

- Non fare quella faccia da 'sono un incapace'. Non hai alcun motivo di sentirti così - sbuffo. - Io e Leya facciamo merenda, poi se ci cerchi siamo in camera mia.

- Va bene - replica sommessamente. I suoi occhi verdi paiono più vivi, ora. Sorrido soddisfatta, dopodiché mi dirigo in cucina, seguita da Leya e Yuuhi.

Qui prendo un gelato con il biscotto e la mia bionda ragazza il suo frutto preferito, il kiwi. Io li detesto, ma de gustibus.

- Vuoi favorire, Leya? - domando, staccando un pezzo di gelato e biscotto. Il mio cane mi guarda speranzoso. - Ho detto Leya, Yuuhi.

Lei afferra ciò che le offro direttamente con la bocca, senza sfiorare però le mie dita, prima di passarsi la lingua sul labbro superiore.

- Il gelato... è più buono nella tua bocca - commenta, pensierosa. La guardo male, strappandole un sorriso languido.

Una volta terminato di far merenda ci spostiamo nella mia camera ad oziare. Mi accarezza pigramente i capelli, mentre io giocherello con una zampa di Yuuhi.

- Perché 'Yuuhi'? - chiede, ad un tratto. Non so come risponderle senza menzionare Akira, non abbiamo mai parlato di lui.

- Ah, uhm...

- Bella! - esclama mio fratello saltandomi, anzi, franandomi addosso e togliendomi il fiato. Lo scosto gentilmente dal mio stomaco quanto basta per poter respirare.

- Ciao, Brook.

Sembra contento e pieno di energie.

- Leya! - la saluta subito dopo. Lei gli sorride indulgente.

- Ciao, Brooklyn.

- Papà mi ha detto che hai fatto i capricci, dal veterinario - esordisco, sperando che non preferisca ignorarmi per fare le moine alla mia ragazza. I suoi occhioni verdi sfuggono ai miei, colpevoli. - Gli hai chiesto scusa?

Abbassa il capo, senza rispondere.

- Non puoi far così, Brook - lo rimprovero pacatamente. - Altrimenti papà non avrà più voglia di portarti con lui dal veterinario.

Ancora silenzio.

- Andate insieme a chiedergli scusa - bisbiglia Leya al mio orecchio. Le accarezzo fugacemente una mano.

- È quello che stavo per fare - replico a voce altrettanto bassa. - Ti lascio Yuuhi.

Mi bacia una tempia, io prendo mio fratello per mano e mi alzo.

- Forza, andiamo da papà. E non ti preoccupare per loro, le troverai qui anche dopo.

John e la mamma sono in cucina, abbracciati. Mi schiarisco la gola.

- Ciao, tesoro - dice la mamma, appoggiandomi affettuosamente una mano sul capo.

- Brooklyn ha qualcosa da dire. Vero, Brook? - lo esorto. Annuisce timidamente.

- Scusa - farfuglia con voce flebile flebile, cercando lo sguardo di suo padre. Lui sorride e gli arruffa dolcemente i ricci, dopodiché lo prende in braccio.

- Scuse accettate.

Sorrido anch'io, prima di tornare da Leya e Yuuhi.

- Resti a cena?

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Questo sequel porterà una miriade di guai... e non solo alle nostre eroine! Non ho idea di quando sarà il prossimo aggiornamento, spero di non farvi aspettare troppo. Baci

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Bella's point of view

Mi sdraio tra le braccia di Leya e lei appoggia una mano sul mio fianco, continuando ad utilizzare l'altra per tenere ed usare il cellulare. Ogni tanto i nostri sguardi s'incrociano, quando distoglie l'attenzione dal display, e io m'innamoro un po' di più delle sue iridi di ghiaccio.

- Ti saluta Maggie - asserisce, accarezzandomi distrattamente una guancia.

- Chi è Maggie? - chiedo, cercando nuovamente i suoi meravigliosi occhi. Abbozza un rapido sorriso.

- La mia migliore amica. E una mia ex - risponde. Non sembra darvi una gran importanza.

- Ricambio il saluto - sussurro, non sapendo cosa dire. Un sacco di domande mi turbinano nella mente.

- Okay...

- La amavi? - domando dopo un po', non riuscendo a trattenermi. Un'altra carezza distratta, ma stavolta mi guarda negli occhi.

- Sì.

Come ami me? Quanto me? Questo non posso chiederglielo.

- E lei ti amava? - insisto, sentendomi una bambina.

- Sì.

- Perché vi siete lasciate?

- Non lo so... probabilmente lei se ne ricorda - scuote lievemente il capo, socchiudendo gli occhi e tornando a guardarmi.

- Quanti anni ha? È bella?

- Ha la mia età. E, sì, è di una bellezza particolare.

- Ti manca?

Sospira piano.

- Sì, un po'. Ma non come pensi tu.

E come penso io?, vorrei chiederle, invece mi sfugge tutt'altro.

- L'avete mai... fatto? - farfuglio, arrossendo. Mi pizzica il naso, prima di mordermi il labbro inferiore. Perché l'ho chiesto? Mi sento ancor più una bambina curiosa.

- Sì.

Ah...

Spegne il cellulare, riponendolo sul comodino. Le sue mani si sistemano una sul mio viso e l'altra sul mio fianco. Mi piace il suo tocco. Chissà quante altre ragazze ha stretto così... probabilmente io sono una delle tante, mentre per me lei è la prima ad abbracciarmi in questo modo, la prima in assoluto.

- E comunque nessuna mi ha mai fatta innamorare tanto da farmi decidere di trasferirmi in un'altra nazione... - mormora, emettendo uno sbuffo divertito. Abbasso lo sguardo, rannicchiandomi contro il suo petto. Mi accarezza dolcemente i capelli. Sta sorridendo, lo so. - Bella...

- Hm?

- E... tu e Akira?

Il mio cuore perde un battito. Deglutisco.

- Io e Akira... cosa?

- Eri innamorata di lui, vero?

- Sì... ma non è mai successo niente. L'ho baciato, tre anni fa, e nulla di più. Mi ha respinta dicendo che tra migliori amici non ci si bacia... e che era fidanzato e innamorato di Christopher. L'ho odiato, perché lui poteva averlo e io no. L'ho odiato, perché è evidente che si amano.

- Piccola - mormora Leya, baciandomi il capo. Mi divincolo, fulminandola con lo sguardo.

- Non chiamarmi così!

- Okay - dice, sorridendo. E poggia un bacio sulla punta del mio naso. Sbuffo, socchiudendo gli occhi in attesa di un bacio vero. Che tarda ad arrivare. - Sì?

Sbuffo di nuovo, prendendomelo da sola. Ride sulla mia bocca, leccandomi innocentemente il labbro inferiore per chiedermi il permesso di insinuarsi tra le mie labbra. Permesso concesso.

- Bella - mi chiama dolcemente, accarezzandomi il viso.

- Cosa?

- Grazie...

Le lancio un'occhiata interrogativa.

- Di avermi parlato di lui.

- Tu mi hai detto di Maggie - ribatto, affondando il viso nell'incavo del suo collo. - Non mi ringraziare.

Per un lungo istante regna il silenzio. Mi sto appisolando, quando...

- Non mi hai ancora spiegato perché 'Yuuhi' - bisbiglia, accarezzandomi delicatamente la nuca. Il tocco lieve dei suoi polpastrelli mi dà i brividi.

- Perché Akira significa alba - borbotto, sperando non mi faccia altre domande. La sua mano sosta tra i miei capelli e io mi sento avvolgere di nuovo dal sonno.

- Buonanotte, Bella. Я люблю тебя.*

- Buonanotte - farfuglio, chiudendo gli occhi.

Leya's point of view

Sospiro piano, sentendo il respiro della mia ragazza farsi più lento. Abbiamo dormito insieme tante volte, ormai, ma ogni volta pare un sogno come la prima. Le bacio il capo, poiché ha nascosto il volto nella mia spalla.

Sono felice che mi abbia parlato di Akira, vuol dire che si fida abbastanza. Non m'immaginavo così questa conversazione, però non posso lamentarmene. Mi hanno sorpresa le sue domande riguardo Maggie... anche se non era gelosa, o almeno così mi è parso. Neanch'io lo sono. Adesso è mia, ho il suo cuore (credo) e l'ombra di Akira non incombe più in esso.

- Sei mia, piccola - sussurro, trattenendomi dal ridacchiare. So dal giorno in cui ci siamo conosciute che non accetterà mai e poi mai un nomignolo, qualcosa di sdolcinato, ma non posso fare a meno di dargliene, in segreto. - Principessa. Dolcezza. Baby. Солнышко.**

Forse un nomignolo in russo lo sopporterà.

E sorrido, felice di aver avuto questa idea. Questo mi rammenta quanto mi manchi la mia lingua madre... ma chissà, magari potrei insegnare un po' di russo a Mikhail!

- Lui lo adorerà. E tu... tu, quando scoprirai il significato, mi sbranerai - dico fra me e me, strofinando il naso nei suoi capelli e inspirando il suo profumo. - Sembra un sogno, stare con te.

~~~

Bella's point of view

Il mattino seguente mi sveglio per il troppo caldo di essere spalmata addosso a Leya e il suo gomito che, nel muoversi, mi solletica il fianco e mi fa sussultare.

- Sei una stufa - mi lamento, allontanandomi e scalciando via le coperte dalle gambe. - Neanche Yuuhi è così calda!

Un latrato.

- Buongiorno, Солнышко - replica Leya. Apro gli occhi: sta armeggiando con il cellulare e intanto sfoggia un sorrisone che potrebbe illuminare a giorno la città. - E buongiorno anche a te, Yuuhi!

- Spero tu non mi abbia fatto foto mentre dormivo.

- Ops!

- Leya! E spero tu non mi abbia insultata... - borbotto, strofinandomi gli occhi con le nocche. So che non lo farebbe mai, ma...

- Era un insulto pesantissimo - afferma, divertita.

E io dovrei crederle?

- Ah sì?

- Sì! Ma non ti dirò nient'altro!

- Okay.

Blocca il cellulare e lo appoggia sul comodino, prima di accarezzarmi il viso e baciarmi dolcemente sulle labbra.

- Солнышко, Солнышко, Солнышко - ripete, felice come Brooklyn quando riceve un nuovo cavallo giocattolo.

- Un giorno scoprirò cosa vuol dire, è una promessa - mormoro seria, perdendomi però nella bellezza del suo viso illuminato dalla gioia.

Poi Brooklyn s'insinua tra di noi e addio coccole del sabato mattina.

- Bella! Leya!

- Buongiorno, Brook - dico, afferrandolo prima che schiacci qualche mio organo vitale. - E non provare ad appioppare qualche 'insulto' al mio fratellino. Non farlo, Leya.

- Peccato - sospira, fintamente dispiaciuta. Il suo sorriso la tradisce. - Stavo già pensando a...

- Shh.

Mi tiro a sedere, mi chino e la bacio rapidamente.

- Non ci provare - ripeto, minacciosa. Gli angoli della sua bocca s'increspano all'insù.

- Baciami, allora.

La accontento, ma solo una volta.

- Forza, Leya. Dobbiamo alzarci. E tu devi eliminare le foto - asserisco, alzandomi e facendo una carezza a Yuuhi mentre al contempo tengo in braccio mio fratello.

In un attimo anche la mia ragazza è in piedi e, poggiata una mano sulla mia spalla, mi posa un bacio sul collo. Dopodiché sistema il mento sulla mia spalla e mima quella dannata parola.

Tsk. Qualunque cosa voglia dire, è già la mia parola preferita.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Anche se in ritardo auguro a tutti i miei pasticcini adorati un felice anno nuovo! Mi dispiace di aver impiegato tanto a scrivere questo capitolo - brevino, mi sa -, ma ho passato alcuni giorni... strani, mi son perfino chiesta se prendermi una pausa dalla scrittura (ma ho deciso di no. Non preoccupatevi). E per ora vi auguro una buonanotte e un 2017 ricco di felicità!

*Ti amo in russo
**Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Bella's point of view

- Leya... ma come ti sei vestita? - chiedo, squadrandola ed inarcando un sopracciglio. Sopra una t-shirt viola indossa una camicia di flanella rossa, abbinata ad un paio di pantaloni verdi e le Converse alte nere.

Mi dona un sorriso enorme, il quale si estende ai suoi luccicanti occhi azzurri.

- Hmmm, non lo so? - risponde in quella che pare più una domanda. Scuoto la testa, poi ci guardiamo ancora e scoppiamo a ridere.

- Un giorno mi dirai come fai ad essere un'artista così talentuosa che però abbina certe cose - sbuffo. Lei piega il capo e sorride ulteriormente.

- Te lo dirò quando vuoi, Солнышко*. Anche perché non lo so nemmeno io!

E fa per baciarmi, però io la spingo via.

- Non ora, arcobaleno. Non abbiamo tempo per questo, mi rifiuto di venire alla festa con te vestita così - borbotto, tirandole addosso una maglietta nera e un paio di pantaloncini.

Infatti un amico di Akira e Ryuu dà una festa e hanno invitato anche noi. Cioè, hanno invitato me, ma non è un problema che Leya mi accompagni.

Si cambia senza alcun pudore davanti a me ed io ammiro la sua figura slanciata. Sa che la sto osservando, poiché il suo sorriso si colma di compiacimento.

- Adesso posso baciarti? - domanda, voltandosi. Poi afferra il mio viso tra le mani e, senza aspettare la mia risposta, posa le labbra sulle mie.

Sbuffo sommessamente, sentendo le sue mani fra i miei capelli.

- Dobbiamo andare o arriveremo in ritardo - mormoro sulla sua bocca. Strofina il naso contro il mio e sorride di nuovo, mollando la presa.

- Va bene, Солнышко.

Alzo gli occhi al soffitto. Devo assolutamente scoprire cosa significhi quella parola.

Ci spostiamo in bagno. Le permetto di spazzolarmi i capelli, dopodiché ricambio il favore. È una cosa estremamente piacevole, rilassante, intima.

- Sei meravigliosa - dice dolcemente, una volta che abbiamo terminato di prepararci. Arrossisco lievemente. - Ti guarderanno tutti.

Non è vero, vorrei ribattere, sarai tu ad attirare sguardi.

- Ti sta bene la mia maglietta - farfuglio invece, strappandole l'ennesimo sorriso. Mi accarezza una guancia e mi bacia la fronte.

La mamma ci aspetta sulla porta con Yuuhi.

- Buona serata, ragazze. Divertitevi - dice, prima di abbracciarmi. - Fa' la brava, non bere e...

- Mamma!

Ridacchia, baciandomi i capelli.

- Sto scherzando, tesoro. Mi fido di te - mormora, lasciandomi andare. Si rivolge a Leya, passando gentilmente una mano sul suo viso. - Te la affido, trattamela bene.

Credo che mia madre abbia preso la mia ragazza per il mio angelo custode. Il che è sempre meglio della mia babysitter.

Leya fa una piccola riverenza, sorridendo.

- Certo.

- Buonanotte, ragazze.

- Buonanotte, mamma.

Accarezzo Yuuhi, dopodiché usciamo. John ci aspetta in macchina. Il viaggio fino alla casa dell'amico di Akira e Ryuu trascorre in silenzio. Leya giocherella distrattamente con le mie dita mentre guarda fuori dal finestrino.

- Ecco, ragazze - annuncia John, una volta arrivati. Si volta, donandomi un'occhiata affettuosa ed apprensiva. - Divertitevi e chiamatemi, se doveste aver bisogno di qualunque cosa.

Abbozzo un sorriso, allungando una mano per dargli una pacca gentile sui ricci. Non so se mai riuscirò a non percepire la parola 'papà' forzata, nel dirla, ma ciò non toglie che gli voglia bene e dimostrarlo, a modo mio, non sia un problema.

- Buonanotte - dice, senza aggiungere altro. E ricambia il mio sorriso.

- Buonanotte - replichiamo in coro io e Leya, scendendo. Suono il campanello. Ci viene ad aprire un ragazzo dai capelli color caffè, gli occhi scuri e l'espressione arrogante.

Ci squadra per un lungo attimo, poi sogghigna.

- Buonasera. Posso aiutarvi?

Il suo atteggiamento già non mi piace, però suppongo che sia il padrone di casa e non posso essere sgarbata.

- Mi chiamo Bella e...

- Bella? - odo alle sue spalle una voce familiare. - Ciao, Bella! Lei è nostra cugina, Derek!

Resto in silenzio, Leya mi lancia una rapida occhiata.

- Oh, certo. Che stupido, avrei dovuto immaginarlo. Entrate, ragazze - miagola Derek, stirando ulteriormente le labbra in un ghigno e spostandosi per lasciarci passare.

Dietro di lui c'è Akira, il quale mi abbraccia non appena mi vede. Lo stringo anch'io rapidamente, tutto sommato felice di vederlo. È pur sempre mio cugino e il mio migliore amico.

- Ciao! - esclama poi, rivolgendosi alla mia ragazza e sorridendo.

- Ciao - replica lei senza alcun particolare tono di voce. Spero non sia gelosa di Akira.

- Dove sono gli altri? - chiedo a mio cugino.

- In piscina, credo.

- Fate come se foste a casa vostra - asserisce Derek, con voce talmente melliflua da provocarmi un brivido lungo la schiena. Non mi piace questo tipo.

E scompare. Akira ci accompagna da Christopher, Blake e Ryuu, poiché la casa... be', casa... la villa di Derek è veramente grande, i suoi genitori devono essere molto ricchi. C'è gente ovunque, ragazzi e ragazze, tutti sconosciuti, tutti che bevono o ballano.

Il giardino è altrettanto grande e un po' meno affollato. Diverse persone si buttano a vicenda in piscina.

- Ehi, ragazze - ci saluta Ryuu, regalandoci un breve sguardo. Blake gli cinge un fianco con il braccio.

- Bella, Leya - dice anche lui, distrattamente.

- Buonasera, ragazze - si aggiunge Christopher, intento ad accarezzare i capelli di suo marito, il quale si è buttato immediatamente fra le sue braccia come un cagnolino felice di vedere il padrone.

E io non provo nulla. Ho qualcun altro a cui pensare ormai da un bel po' di tempo.

Ricambio i saluti, Leya mormora un altro 'ciao'. Non capisco cos'abbia. Chiacchiero un po' con i miei cugini e i loro ragazzi, con qualche sporadico commento della mia, di ragazza. Non abbiamo un granché da dirci, in verità: parliamo di scuola, lavoro e cani... come sempre, d'altronde.

Alla fine io e Leya ci spostiamo all'interno a cercare il bagno e qualcosa da bere.

- Ti aspetto qui. Non impiegarci troppo, o inizierò a preoccuparmi.

Sbuffo sommessamente, però le accarezzo un braccio per rassicurarla e vado in bagno. Almeno qui posso riordinare i pensieri e riflettere su come migliorare l'umore di Leya.

Leya's point of view

Sospiro, sistemandomi il più lontano possibile dagli ospiti. Non mi piacciono le feste... per quanto vi partecipi, non lo faccio mai per ricavare divertimento e piacere personale.

Pessima musica... e questo brusio è ancor più irritante.

Ma Bella mi ha chiesto di accompagnarla e io non so dirle di no. Dunque eccomi qua, già annoiata a morte. Non so cosa fare: è evidente che non son contenta di essere qui, però non voglio rovinare la serata alla mia ragazza e non posso neanche consolarmi baciandola perché non voglio metterla in imbarazzo davanti a tutti.

Qualcuno mi scivola accanto, porgendomi un bicchiere. È Derek.

- Ti stai divertendo? - domanda, sfoderando un sorriso... da gatto. E io sono sempre stata una persona da cani.

- Hmm - rispondo, prima di bere un sorso di ciò che mi ha offerto. È alcolico.

- La tua amica si è presentata, ma tu no, ragazza del mistero.

Inarco un sopracciglio. 'Amica'...

- Mi chiamo Leya - mormoro, puntando lo sguardo sul contenuto del bicchiere. Preferisco non vedere null'altro, se non posso vedere Bella.

- Affascinante, il tuo nome, proprio come te - afferma suadente.

Patetico.

- Hmmm - ripeto, bevendo un altro sorso.

- Vuoi ballare?

- Non mi piace ballare - lo informo asciutta. Anche se, su domanda di Bella, ballerei con lei fino all'alba. Ah, cosa non fa l'amore...

- Che peccato.

- Un vero peccato - concordo, atona. Derek poggia il bicchiere che ha in mano, avvicinandomisi ulteriormente, abbastanza perché il suo profumo mi stuzzichi le narici.

Bella's point of view

Quando esco dal bagno devo far vagare lo sguardo per un po' prima di trovare Leya. È in compagnia del padrone di casa, Derek, e lui le sta appiccicato e la guarda come Yuuhi guarda me quando sto maneggiando qualcosa di commestibile.

Inconsciamente digrigno i denti. E poi era lei a preoccuparsi per me? Ugh.

Non appena mi nota mi viene incontro e mi attira a sé per baciarmi. Non vado pazza per le dimostrazioni d'affetto in pubblico, però questa volta posso chiudere un occhio, se mi è utile per marcare il territorio.

La afferro per i fianchi e le infilo la lingua in bocca, socchiudendo gli occhi per accertarmi che Derek stia guardandoci. La sua bocca ha un sapore dolceamaro. Alcol.

Le sue labbra si separano dalle mie per respirare e intanto si struscia lievemente contro di me, a ritmo con la musica.

Derek's point of view

La mia mano si serra di nuovo attorno al bicchiere: se non fosse di vetro, credo lo ridurrei in frantumi.

Contraggo la mascella, sforzandomi al contempo di non mostrare alcuna emozione.

È così che stanno le cose?

Le osservo continuare a baciarsi e intanto muoversi appena a ritmo di musica, una contro l'altra. I penetranti occhi grigi di Bella, la cugina di Akira e Ryuu, sono fissi nei miei.

Non me ne frega un bel niente, penso, sostenendo il suo sguardo. Mi è bastato vederla sulla porta di casa per decidere di farla mia, non importa come o quando.

Il fatto che non sia single renderà solo tutto più interessante.

Leya. Aspetta e vedrai. Non mi potrai resistere.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Mi sembra di non postare da un secolo... e probabilmente è così, ma dettagli. Venerdì, sabato e domenica sono stati intensi... molto intensi. Comunque credo di riuscire a postare una volta a settimana. Baci

*Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


Bella's point of view

- Casa dolce casa... anzi, letto dolce letto - dice Leya, sdraiandosi sul mio letto. M'infilo la maglietta del pigiama e la raggiungo. Mi fa spazio, prima di accarezzarmi dolcemente il viso.

La festa non è stata un granché. Non so cosa mi aspettassi, forse le mie aspettative erano troppo alte a causa di innumerevoli rappresentazioni cinematografiche, ma non posso dire di essermi divertita. Ho trascorso tutta la serata a baciare la mia ragazza, poiché un bacio tira l'altro. Neanche Akira e Ryuu devono essersi divertiti un granché, siccome non hanno abbandonato un attimo la piscina e non hanno bevuto nulla.

È stato nell'augurar loro la buonanotte che ho trovato mio cugino e Christopher con le lingue ad esplorare le rispettive bocche, avvinghiati l'uno all'altro; Blake invece cingeva ancora il fianco di Ryuu.

- Non mi piace come ti guardava quel tipo - borbotto, corrucciata. Lei abbozza un sorriso e mi bacia la fronte.

- Non piaceva neanche a me. Ma non hai nulla di cui preoccuparti, piccola.

La guardo male.

- Non chiamarmi piccola.

Ride sommessamente, scostandomi i capelli dal volto.

- Mi piacciono i tuoi occhi - afferma, passando delicatamente i polpastrelli sulle mie palpebre quando li socchiudo. - Sono di un colore bellissimo...

Le mie labbra si stringono involontariamente in una linea sottile.

- Né tua madre né tuo padre li hanno così. Sei una piccola magia - prosegue dolcemente. Capisco che le sue intenzioni siano di farmi un complimento, eppure non ottengono alcun effetto.

- John non è mio padre - mi sfugge. Sul suo viso lampeggia la sorpresa. Deglutisco.

- Oh...

Appoggio la mano sulla sua.

- Non ho mai conosciuto mio padre. Spero di non conoscerlo mai, altrimenti non so cosa gli farei. Probabilmente lo farei soffrire quanto lui ha fatto soffrire la mamma e poi lo farei sbattere in galera, dove dovrebbe stare - dico lentamente, sforzandomi di mantenere un tono pacato.

- Oh Bella - sussurra, accarezzandomi ancora con la punta delle dita, senza spostare la mano da sotto la mia.

- Lo odio - mormoro, chiudendo gli occhi per un secondo e deglutendo una seconda volta. È strano parlarne con Leya: vorrei non aggiungere altro e al contempo dirle di più.

Nel dubbio, appoggio piano le labbra sulle sue e lei risponde con dolcezza al bacio.

- Lo odio moltissimo - continuo. Mi abbraccia, stringendomi protettivamente a sé.

- Солнышко* - bisbiglia teneramente, strofinando il naso contro il mio. - Non ci pensare. Dormiamo.

- Hm.

Vorrei confessarle qualcosa che non le dico praticamente mai, ma non ho abbastanza coraggio. Mi limito a chiudere gli occhi e rilassarmi nella sua stretta rassicurante.

Ryuu's point of view

Mentre io e Blake torniamo a casa mi arriva un messaggio di Derek.

'Non mi avevi detto che tua cugina e la sua amica sarebbero state così affascinanti!', dice. Sbuffo e non rispondo.

- Che c'è? - chiede Blake, deve avermi udito sbuffare. Le strade sono deserte e la notte è tranquilla, silenziosa.

- Niente. Un messaggio di Derek. Ha puntato gli occhi su Leya, probabilmente.

- Si accorgerà presto che è tutto inutile.

- Già.

La grande mano del mio fidanzato si stringe attorno alla mia, prima che me ne accarezzi il dorso con il pollice. Senza più proferir parola entriamo in casa, ci mettiamo il pigiama e, mentre sto per infilarmi sotto le coperte, Blake mi solleva e mi poggia sul letto con delicatezza.

Negli ultimi tempi è stranamente più affettuoso del solito e nei suoi occhi... c'è una luce insolita.

- Ryuu - mormora, sorridendo ed accarezzandomi il viso. Mi bacia la punta del naso. - Ti amo.

- Ti amo anch'io - replico, mentre lui mi prende le mani e posa baci delicati sui polpastrelli e sulle nocche. Quando me le lascia andare gliele poggio sul collo e Blake si sporge leggermente verso di me per far combaciare le nostre labbra.

- Sei bellissimo. Dio, quanto sei bello. Sono così fortunato... - farfuglia, tracciando linee fantasiose sul mio volto. - Ryuu... Ryuu...

- Sei sdolcinato, stasera - mormoro, mentre lui segue i tratti della mia mascella, del mio naso e delle mie labbra con i polpastrelli.

- Non posso esserlo con colui che amo, colui con cui passerei tutta la mia vita?

Un brivido mi corre lungo la schiena.

Cosa?

- Non ho detto questo - ribatto a bassa voce. - Era solo una constatazione.

- Okay - lo percepisco sorridere contro le mie labbra. - Ti amo tanto. Tantissimo.

- Anch'io, Blake - rispondo, prima di dargli le spalle e sistemarmi su un fianco. Le sue braccia si avvolgono attorno alla mia vita.

- Buonanotte, Ryuu - bisbiglia, posandomi un bacio sulla guancia.

- Buonanotte.

Il suo respiro mi solletica il collo e il suo corpo premuto contro il mio emana un piacevole calore.

So che non riuscirò a prendere sonno, ho troppi pensieri per la testa. C'è qualcosa nel comportamento di Blake che non riesco ad afferrare, ma mi fido di lui. A distanza di cinque anni è l'unica persona a cui abbia dato di nuovo fiducia, a cui abbia dato il mio cuore. Eppure certi ricordi restano lì, annidati nella mia mente insieme a un pizzico di incertezza.

E vorrei dedicare un pensiero a questa persona nei miei ricordi, ma mi son promesso di non rimuginare mai più sul passato.

Adesso ho Blake e lui mi ama, mi ama tanto, non mi ferirebbe mai in alcun modo. Allora... allora cosa c'è che non va?

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Isa è tornata ieri, un po' ammaccata ma contenta (di essere di nuovo a casa, lol). Mi siete mancati un sacco! Mi dispiace di non aver postato per parecchio. Uff... lo dico sempre, però mi dispiace davvero. Chiedo perdono. Un abbraccione

*Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 5
*** Speciale di San Valentino - Parte prima ***


Leya's point of view

- Mikhaaaaaail - piagnucolo, comparendo nella sua stanza. Sta leggendo, ma non è completamente assorto nella lettura, poiché alza il capo e mi guarda.

- Sì? - dice, abbozzando un sorriso.

- Mi devi aiutare.

- Certo, sorellina - replica, continuando a sorridere. Si alza da dove è seduto e ripone il libro sul comodino.

- Voglio che sia tutto perfetto, fra una settimana. Si festeggia, qua, no...?

- Si festeggia - mi rassicura, avvicinandosi.

- Tu... tu conosci bene i dintorni, vero? Cosa c'è oltre alla spiaggia, la piscina o il parco? Dove potrei portarla?

Mio fratello si gratta la testa, riflettendo.

- Hmm... c'è l'acquario, il cinema, il centro commerciale... hmm... credo di avere un buon programma che copre tutto il giorno, posso proportelo? Anzi... - gli occhi gli luccicano, il sorriso si fa divertito. - Posso proporvelo, o gentil signorina?

Ridacchio, rifugiandomi tra le sue braccia. Adoro mio fratello.

- Certo, saggio avventuriero - replico nel suo stesso tono, mentre lui mi stringe forte, ma con affetto.

- Il mattino potresti portarla all'acquario, quando non c'è quasi nessuno. Non so se le piaccia andare al cinema o fare shopping ma, a parer mio, non vale la pena andarci, ci sarà un sacco di gente e non vi divertirete affatto. Per il pranzo... a quello ci pensiamo dopo, eh? Il pomeriggio potresti portarla ad un concerto, c'è una band locale che suona; so che mancava loro un chitarrista e come sostituto temporaneo hanno preso mio padre, posso procurarvi i biglietti. Non so cosa potreste fare dopo di esso... ci inventeremo qualcosa. Potreste cenare al ristorante, no? E poi una romantica passeggiata in spiaggia...

- Mikhail?

- Hm?

Gli stampo un sonoro bacio sulla guancia e lui arrossisce lievemente.

- È perfetto. Sei un genio, fratellone! - trillo, strofinando il volto contro il suo.

- N-non è niente di che... a-anche io e Liam faremmo cose del genere, se ne avessimo il tempo... - ribatte, avvampando ulteriormente.

- Giusto! - mi allontano un po' per permettergli di respirare. - Cosa farete, tu e Liam?

- Niente - risponde, cercando di mascherare la delusione. Ma a me non sfugge nulla e di sicuro non mi sfugge il breve lampo di tristezza nei suoi occhi di liquirizia. - Probabilmente quello che facciamo ogni giorno.

- Allora faremo qualcosa noi due - annuncio, appoggiando la testa sul suo petto. - Perché ti voglio tanto tanto bene, Mikhail!

- Anch'io ti voglio bene, Leya...

~~~

San Valentino

Bella's point of view

- Allora noi andiamo, tesoro - asserisce la mamma, ridacchiando quando John la bacia sul collo. Non può aspettare di essere fuori, dove io non li posso vedere? - Fa' la brava.

- Avvisaci se esci - aggiunge John. - Ciao, Bella!

- Ne dubito... - borbotto fra me e me, prima di abbozzare un sorriso di saluto. - Ciao. Divertitevi.

Ed escono. È la mattina di San Valentino e io ora sono definitivamente a casa da sola, senza contare la mia immancabile compagna canina: Brook è stato affidato ieri sera allo zio Geoffrey e famiglia e, sempre ieri, John ha annunciato che lui e la mamma sarebbero stati fuori tutto il giorno. Non ho idea di cosa faranno, non lo voglio nemmeno sapere.

Neanch'io so cosa farò. Probabilmente nulla. A volte ci vogliono giornate di ozio totale. Dopotutto Leya non mi ha detto niente, suppongo sia troppo impegnata e non mi dispiace. Credo...

Suonano al campanello ed io vado ad aprire. Sarà John che avrà dimenticato qualcosa come è suo solito fare.

E invece...

- Leya?

- Buongiorno, Солнышко* - dice, sorridendo. - Buon San Valentino. Sei bellissima.

- Io? - chiedo incredula, mentre lei mi attira a sé per baciarmi. La sua bocca è dolciastra di lucidalabbra alla fragola o alla ciliegia.

No, io sono in pigiama e ho i capelli tutti arruffati, mentre lei indossa un vestito rosa chiaro e due treccine le cingono il capo da una parte e dall'altra, mentre il resto dei capelli sono stati lasciati sciolti; una coroncina di fiori finti del medesimo rosa del vestito le impreziosisce il capo.

- Spero non avrai intenzione di restare a casa in pigiama tutto il giorno - mormora sulle mie labbra. - Ho un mucchio di cose in programma per noi due, oggi.

- E se rifiutassi per restare a casa in pigiama tutto il giorno? - la stuzzico. Sorride.

- L'opzione 'rifiuta' non è contemplata. E se lo fosse... non ti libereresti comunque di me.

- Mi arrendo - sospiro, rubandole un rapido, ultimo bacio. - Entra.

- Ma sei a casa sola? - chiede, mentre finisco di fare colazione e lei accarezza Yuuhi.

- Già. Brooklyn è da zio Geoffrey e la mamma e John sono usciti per un super appuntamento o qualcosa del genere - rispondo, pulendo e mettendo a posto ciò che ho utilizzato. Un sorriso enorme compare sul viso della mia ragazza.

- Bella?

- Hm?

- Preparati.

- Per cosa? - domando, fingendo ignoranza.

- Per il nostro super appuntamento.

Sospiro.

- E va bene. Aspettami qui.

- Uff... non posso guardarti mentre ti cambi?

- No - rispondo, ignorando i suoi occhioni azzurri ed imploranti. La consolo con un rapido bacio. - Farò in fretta.

Perciò in dieci minuti scelgo un paio di jeans e una maglietta che siano un po'... eleganti, e poi sistemo i capelli, legandoli in una coda alta.

Torno da Leya e lei mi guarda e sorride: il suo sguardo è intenso, colmo di ammirazione e meraviglia, di devozione. Sotto di esso tremo lievemente, chiedendomi se anch'io la guardi così quando disegna e si estrania dal mondo, quando la osservo pensando che non lo sappia.

- Sei bellissima, Солнышко - ripete dolcemente.

- Anche tu - mormoro, avvampando un poco. Si avvicina e mi bacia la fronte.

- Andiamo.

- Dove?

- È una sorpresa!

Sospiro di nuovo, divertita.

- Yuuhi! Vieni qui! Andiamo a fare una passeggiata con Leya!

La mia migliore amica canina non se lo fa dire due volte e si lascia docilmente mettere il guinzaglio. Leya mi prende la mano libera e non districa le dita dalle mie né quando arriviamo alla fermata del bus né sul bus. Qualche passeggero ci guarda indecifrabile, qualcun altro ci chiede se può accarezzare Yuuhi.

Io ad ogni fermata domando alla mia ragazza se dobbiamo scendere, ma lei sorride e risponde sempre di no.

- Non dirmi che vuoi arrivare al capolinea e tornare indietro... Leya. Non è divertente.

- Goditi il viaggio, brontolona - mi rimbecca lei, divertita, baciandomi una tempia. Un'ora e mezza e due cambi di bus più tardi giungiamo finalmente a destinazione: l'acquario.

Devo lasciare Yuuhi in uno spazio apposito per i cani, eppure non mi sento dispiaciuta quanto dovrei. Almeno avrò le mani libere per fare foto decenti...

- Ricordo di essere venuta qua una volta, quand'ero piccola, con la mamma e Paul - dico, mentre attraversiamo un corridoio il cui soffitto è parte di una vasca.

- Paul? Il suo capo?

- Sì. Non ero una bambina particolarmente vivace, ma rammento che la mamma aveva paura di perdermi e lui ci accompagnò per aiutarla a tenermi d'occhio.

- Che gentile.

- Già.

In verità ci sono stata anche un'altra volta, con Akira e Ryuu: il mio migliore amico continuava a passarmi caramelle e suo fratello non faceva che porre domande alle guide che si trovavano in ogni sala, per poi informarci di tutto quello che sapeva riguardo questo o quell'animale marino.

Però non lo dirò a Leya. Questo è il nostro appuntamento.

E mentre passiamo pigramente di vasca in vasca scappa qualche bacio, qualche tenerezza e tante foto. L'acquario è quasi deserto.

- Signore, signore - dice Leya, fermando un uomo di mezza età. Il suo accento ora non più così marcato rispunta di botto, sembra una turista. - Potrebbe fare una foto a me e alla mia ragazza? Per favore?

Lui ci osserva sbigottito, però annuisce. La mia ragazza poggia le mani dietro la mia schiena e mi costringe a piegarmi all'indietro, rubandomi un lunghissimo bacio.

- Leya! - sibilo, senza fiato, mentre il signore s'affretta a restituirle il cellulare e fugge. Ride.

- Le lontre sono i miei animali preferiti, qui - afferma, indicando quella nella foto che è apparsa alle nostre spalle proprio al momento dello scatto.

- Hmpf...

Alla fine passiamo al negozio di souvenir.

- Vuoi prendere qualcosa?

- Hmm... forse. Tu?

- Ho già preso qualcosa per Dragan l'altro giorno, quando sono stata qui con Mikhail.

- Oh.

Abbozza un sorriso imbarazzato e cala il silenzio.

- L'abbiamo scelto insieme. Dopotutto è pur sempre suo padre.

- Oh - ripeto. La conversazione cade.

È ora di pranzo. Siamo di nuovo sul bus (ho recuperato Yuuhi, ovviamente!) e il mio cellulare vibra. Lo controllo: quattro chiamate perse dalla mamma, una da John e una da Akira. Ops, non ho avvisato che uscivo, troppo presa dall'appuntamento.

Chiamo la mamma e, dopo cinque secondi d'attesa, lei risponde. Aiuto.

- M-mamma?

- Bella, dove sei? - chiede, in ansia. Non sembra arrabbiata.

- Con Leya. Eravamo all'acquario. Scusa, io...

- Oh, grazie al cielo! Ho chiamato a casa ma non ha risposto nessuno, ti ho chiamata, John ti ha chiamata, ho chiesto a Crystal se eri lì ma non c'eri, Akira ti ha chiamata...

- Mi dispiace, mamma - dico con un filo di voce. - Non volevo farti preoccupare. Mi son dimenticata...

Sospira rumorosamente. E io lo so, è un sospiro di sollievo.

- Non farlo mai più.

- Lo prometto. Mi... mi dispiace davvero, mamma. Scusa.

Un altro sospiro decisamente sollevato. E poi... sorride, lo sento.

- Va tutto bene, tesoro. Spero tu ti diverta, con Leya. Solo... non fare tardi, okay?

- Okay. Divertiti anche tu, mamma. Ti voglio bene.

- Anch'io, tesoro.

Due secondi di silenzio prima che attacchi. Incrocio lo sguardo di Leya e lei appoggia la testa sulla mia spalla.

- È tutta colpa tua - bisbiglio.

- Oh no - replica, sorridendo innocentemente.

- Mi fai perdere la testa.

- Ed è un male?

- Il peggiore dei mali.

- Addirittura?

- Addirittura sì.

- Terribile - ridacchia, prima di rubarmi un bacio. Pranziamo a casa sua, con suo fratello. Lui se ne resta discretamente in un angolo per non disturbarci.

Dopo aver mangiato usciamo di nuovo.

- E adesso dove andiamo?

- Altra sorpresa! - risponde Leya, sorridendo. - Ti è piaciuto l'acquario?

- Sì... - borbotto, ed è la verità. Ma quello che mi piace in generale è passare del tempo con lei.

Sorride ulteriormente e io distolgo lo sguardo per non restarne abbagliata. O innamorarmi di più.

- Dobbiamo prendere ancora il bus?

- Sì, ma stavolta non dobbiamo andare lontano.

Infatti scendiamo dopo un paio di fermate. Ah, conosco questo posto: qua si tengono eventi all'aperto come concerti e spettacoli teatrali, e festival della musica, dei fumetti...

Il palco nella grande piazza è stato allestito per un concerto. Non c'è moltissima gente, non dev'essere un cantante o un gruppo famoso. E poi non ho visto manifesti...

- Chi suona?

- Una band locale. Alla chitarra c'è uno dei papà di mio fratello, è lui che mi ha procurato i biglietti. Oh! Non ci ho pensato... spero che la musica non dia fastidio a Yuuhi. Possiamo sempre andarcene.

Abbozzo un sorrido, stropicciando un orecchio del mio cane.

- Le piace la musica, è abituata ai rumori forti. Starà bene.

Leya mi lancia un'occhiata contenente un pizzico d'apprensione.

- Voglio dire... se la musica non ti piace... non siamo obbligate a rimanere fino alla fine...

Premo dolcemente le labbra sulle sue, alzandomi appena sulle punte perché è un poco più alta di me.

- Non hai nulla di cui preoccuparti. È il miglior appuntamento di sempre - bisbiglio, piano, molto piano, perché ammetterlo è difficile.

- Okay... Солнышко - replica, accarezzandomi la nuca. Poi inizia il concerto: la musica non è male, peccato non conosca alcuna canzone. Yuuhi se ne sta tranquilla seduta al mio fianco, percepisco la sua presenza contro la mia gamba.

- Non è così male! - grido, per sovrastare il rumore. La mia ragazza, che mi stava guardando, distoglie rapidamente lo sguardo ed annuisce.

- Sì, lo penso anch'io! Ecco, guarda! Quello è uno dei papà di mio fratello! - esclama, indicandomi un tipo sul palco che penso di aver già visto da qualche parte.

Tre ore più tardi, con immenso sollievo delle nostre gambe, termina il concerto e relativamente in fretta riusciamo ad infilarci nella folla senza perderci e ad andare a riposarci in un posto più tranquillo.

- Mi fanno malissimo le ginocchia - mugugno, distendendo le gambe sull'erba.

- A chi lo dici... beata Yuuhi - asserisce Leya. La mia quattrozampe tende immediatamente le orecchie nell'udire il proprio nome e le chiede un po' di coccole.

- E adesso?

- Adesso ci riposiamo fino all'ora di cena, se non c'è qualcosa in particolare che vuoi fare. Vuoi il gelato?

- Volentieri.

- Ho visto una gelateria, nei dintorni. Dunque... cosa posso portarle, mia meravigliosa principessa?

La guardo male.

- Non penserai di andarci da sola! E di pagare anche per me, magari.

- Perché? - domanda con aria offesa. - Non posso viziare la mia ragazza, il giorno di San Valentino?

- E tutti gli altri trecentosessantaquattro, dimentichi - sbuffo. - Vengo con te.

E così ci ritroviamo in una piccola ed affollata gelateria giusto il tempo di comprare il gelato e tornare fuori, cercando di non rovesciarcelo addosso.

Di nuovo sedute sull'erba, io osservo la gente che passa, Yuuhi tenta di rubarmi il gelato e Leya guarda me.

- A che pensi? - chiedo. Domanda pericolosa. La risposta è quasi sempre eccessivamente sdolcinata, più della vaniglia sul mio cono.

- Al fatto che tu sia bellissima anche con la bocca sporca di gelato come un porcellino.

Come volevasi dimostrare.

Mi passo il dorso della mano sulle labbra.

- A chi hai dato del porcellino? - domando minacciosa, impiastricciandole il naso di vaniglia e cioccolato.

- Bella! - esclama, allibita. Yuuhi le lava la faccia, contenta, strappandole una risata.

Alla fine restiamo lì sedute a far niente per almeno un paio d'ore, ognuna con i propri pensieri. Niente baci, solo mani che si accarezzano distrattamente.

Ceniamo in un ristorante davvero molto chic, molto pieno, la sera. Leya ha pensato a tutto, ha prenotato, perché altrimenti non avremmo trovato posto.

Regna un'atmosfera romantica e lei non fa che giocherellare con le mie dita, sorridendomi.

- Grazie per oggi - mormoro.

- La giornata non è ancora finita - ribatte.

La cena è deliziosa e il conto piuttosto salato, perciò la convinco a dividerlo a metà. Dopo cena ci ritroviamo in spiaggia. Il sole è quasi ormai completamente tramontato oltre l'orizzonte e sta baciando il mare, tingendolo di rosa.

Io e Leya camminiamo per un po' mano nella mano e Yuuhi corre libera davanti a noi; dopo un po' ci fermiamo a scattare una foto.

- Spero che tu abbia apprezzato questo appuntamento - asserisce, attirandomi a sé per i fianchi. Le cingo il collo con le braccia.

- Mi è piaciuto moltissimo - ammetto, baciandola sulla guancia. - Grazie. Ti amo.

E arrossisco, nascondendo il volto nella sua spalla. Prende dolcemente il mio viso tra le mani, sorridendo con tenerezza.

- Ti amo anch'io - sussurra, baciandomi. - Buon San Valentino, Bella.



*Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 6
*** Speciale di San Valentino - Parte seconda ***


Akira's point of view

Un dolcissimo profumo di cioccolato mi solletica il naso, invitandomi a svegliarmi.

- Hmm - mugugno, deliziato.

- Buongiorno, amore mio - dice Chris, sfiorandomi delicatamente le labbra con le proprie nel casto bacio del buongiorno. - Buon San Valentino!

- 'Giorno, Chris - farfuglio, accingendomi ad aprire gli occhi. Stento a credere alla sorpresa di cui si può beare il mio sguardo: non solo mi ha portato la colazione a letto, ma che colazione! Ci sono biscotti e cioccolatini a forma di cuore, una tortina di pastafrolla e cioccolato con al centro un cuore e la cioccolata calda è decorata da un cuore di panna. - U-uh... p-per me?

- Tutto per te - afferma con orgoglio. Avvampo lievemente.

- Oh... grazie, Chris - mormoro, iniziando a mangiare. Lui mi osserva compiaciuto e di tanto in tanto mi accarezza i capelli, gli occhi verdi scintillanti di soddisfazione.

- È buono? - chiede e io semplicemente annuisco, perché ho la bocca piena. - Ne sono contento.

Ah, ho capito. Ha fatto tutto lui: i biscotti, i cioccolatini, forse perfino la tortina...

Il mio cuore trabocca dall'amore che provo per lui e da quello che lui riversa su di me, e trema quando il suo pollice passa gentilmente vicino alla mia bocca per rimuovere una briciola e si sofferma lì, a donarmi una carezza.

- Adoro guardarti mangiare - soffia, facendomi arrossire. - Non mi stancherei mai di farlo. Guardarti. Ci passerei tutta la vita.

I nostri occhi s'incrociano. Le sue labbra s'increspano in un sorriso colmo di tenerezza e anch'io percepisco un sorriso nascere sul mio viso.

- Ti amo - mormoriamo nel medesimo istante.

~~~

Durante il pomeriggio Chris mi porta in un negozio di animali e, con la gentile concessione del proprietario, posso accarezzare tutti gli animali che desidero: cagnolini, gattini, criceti, porcellini d'India, conigli...

- Un giorno te li prenderò tutti. Tutti quelli che vorrai - mi bisbiglia Christopher in un orecchio, mentre ho in braccio un porcellino d'India il cui ciuffo mi ricorda quello di Jake appena sveglio.

- Davvero? - chiedo, commosso.

- Sì - risponde, donando un'ultima carezza ad un cagnolino nero. Mi cinge la vita con le braccia. - Tutti, principessa. Anche il negozio, se vorrai.

Rido sommessamente per non spaventare il timido roditore tra le mie braccia, e Chris mi bacia il collo con la stessa cautela che io rivolgo al porcellino d'India.

~~~

Una volta tornati a casa non gli do il tempo di cambiarsi e lo convinco ad accomodarsi sul divano, prendendo coraggio e salendogli a cavalcioni.

- Vorrei ringraziarti per l'uscita - bisbiglio, baciandogli lentamente la mascella. La sua mano finisce tra i miei capelli e mi accarezza la nuca. - Mi è piaciuta tanto...

- Akira...

- Buon San Valentino - sussurro e lui stringe piano i miei capelli e mi attira sulla sua bocca, baciandomi con passione.

~~~

Jake's point of view

Una voce dolce mi strappa dalle braccia di Morfeo. Qualcuno mi sta canticchiando in un orecchio... ne percepisco il fiato caldo, la lievissima pressione delle labbra contro di esso.

- Rei - biascico, sorridendo anche se non sono ancora abbastanza sveglio da aprire gli occhi. Il suo braccio mi cinge il petto e il suo corpo preme contro il mio.

Lui s'interrompe per una frazione di secondo, prima di concludere:

- Put your lips on me and I can live underwater, underwater, underwater... -.

Mi sistemo lentamente su un fianco, coinvolgendolo in un appassionato bacio del buongiorno.

- Fatto - mormoro, strappandogli una risata.

- Ohayo, Jake-kun - dice, mentre io apro gli occhi. Il suo volto illuminato dalla felicità è la vista più bella del mondo. - Buon San Valentino!

Gli bacio la fronte.

- Buon San Valentino, Rei. Ti amo tanto.

~~~

John's point of view

Le stelle brillano nel cielo blu notte e la brezza agita come di consueto l'erba.

- Mi fa piacere che la tua idea di super appuntamento resti sempre questo posto - commenta divertita eppure felice Virginia, sdraiata al mio fianco.

Siamo qui da quasi tutto il giorno, fuggiti da ogni responsabilità per goderci un po' di tempo insieme, noi due e nessun altro. Poi ci sarà tempo di occuparsi di una certa adolescente innamorata che si dimentica di avvisare (Bella) e un figlio abbandonato - quasi - senza preavviso alle amorevoli cure di zio Geoffrey e zia Crystal.

- Be'? Ti ha soddisfatta questo super appuntamento? Da uno a dieci?

- Posso esagerare?

- Certo, amore mio.

- Il numero di stelle che ci son lassù.

Rido.

- Quello è quanto ti amo, Virginia.

Ride anche lei.

- Pensavo di più, tesoro.

Mi giro a guardarla, prima di cercare la sua mano, la quale scivola immediatamente nella mia.

- In effetti... hai ragione. Ti amo molto, molto di più.

Si sposta, accoccolandosi sul mio petto, e io le accarezzo dolcemente i capelli biondi.

- Ti amo tanto, Virginia - mormoro, mentre una sua mano s'insinua sotto la mia maglietta ed esplora il mio petto, il mio stomaco, così, senza malizia o secondi fini. - Più di tutte le stelle in cielo e più di quanto le parole possano esprimere.

- Anch'io, John...

~~~

Liam's point of view

- Abbiamo finito, per oggi - dice il mio capo, poggiandomi una mano sulla spalla.

- In verità no - ribatto, sorridendo. - Manca ancora un bouquet.

- Ah sì? - mi guarda stupita. È una fiorista molto precisa e dalla memoria di ferro.

- Cinquanta rose e poi amaryllis, delphinium, fiordalisi, garofani, gelsomini, gerbere, lillà e lisianthus.

- Hmm... che bouquet sdolcinato, non ricordavo ci fosse stato chiesto.

- Non è stato chiesto, infatti. Non ancora. Vorrei questo bouquet.

Anche lei sorride.

- Regalo di San Valentino?

Arrossisco, stringendomi nelle spalle e racimolando le ultime rose rimaste. Strano che ce ne siano ancora.

- Sarà di sicuro apprezzato - mi rassicura, sistemandosi una ciocca grigia dietro l'orecchio e dandomi una mano a cercare i fiori che mi servono. - Non ti facevo così romantico, però.

Avvampo ulteriormente, stringendomi di nuovo nelle spalle.

~~~

Entro in casa con circospezione, tendendo le orecchie per captare ogni rumore che il mio fidanzato potrebbe produrre. Silenzio.

Scivolo a passo felpato in salotto, guardandomi attorno con cautela. Non c'è nessuno.

Mi sistemo il bouquet gigante dietro la schiena e mi schiarisco la gola, abbozzando un sorriso.

- Mikha, amore? Sono a casa - annuncio ad alta voce. Dei passi rapidi annunciano l'arrivo del mio ragazzo.

- Liam! - esclama, gettandomi le braccia al collo e baciandomi appassionatamente. Mi sento esplodere di felicità. Misha mi fa questo effetto.

- Allontanati un secondo - bisbiglio sulle sue labbra, prima di porgergli il bouquet. Sgrana gli occhi, portandosi una mano alla bocca.

- P-per... per me?

- Sì, amore mio. Buon San Valentino.

Lui osserva i fiori variopinti e i suoi occhioni di liquirizia si fanno lucidi.

- M-ma io... non ti ho preso niente...

- Non importa. Mi basta stare un po' con te.

Gli asciugo teneramente le lacrime e Misha affonda il viso nei fiori.

- Ti piace il loro profumo?

- Moltissimo. Questi... non sono scelti a caso, vero? Qual è il loro significato?

- Perspicace - mormoro. - Te lo dirò dopo. Ora... voglio fare l'amore con te, Mikha.

Mi guarda timidamente, arrossendo.

- Anch'io...

~~~

Ryuu's point of view

Rincaso che son le undici e mezza di notte. È difficile rispettare gli orari di lavoro, soprattutto quando c'è cioccolato ovunque e cani golosi che se lo mangiano tutto.

Il salotto è illuminato dalla luce soffusa di qualche candela e, non appena manifesto la mia presenza con un sospiro, parte della musica dolce e lenta.

Ah, accidenti... amo queste sorprese.

Blake mi viene incontro, mi lascia un bacio altrettanto dolce e lento sulle labbra e appoggia le mani sui miei fianchi.

- Bentornato - bisbiglia.

- Grazie - mormoro in risposta, cingendogli il collo con le braccia. Abbassa il capo e poggia la fronte contro la mia. Spilungone.

E balliamo, così, ondeggiando piano e vagando per la stanza senza una meta. Non percepisco più la stanchezza del lavoro. C'è la persona che amo a sorreggermi e per questo sto benissimo.

Parte un'altra canzone e...

- Sul serio, Blake? Ed Sheeran?

... And darling I will be loving you 'til we're 70
And baby my heart could still fall as hard at 23
And I'm thinking 'bout how people fall in love in mysterious ways
Maybe just the touch of a hand
Oh me I fall in love with you every single day
And I just wanna tell you I am

So honey now
Take me into your loving arms
Kiss me under the light of a thousand stars
Place your head on my beating heart
I'm thinking out loud
Maybe we found love right where we are...

- Ed Sheeran - conferma in una risata sommessa. - Buon San Valentino. Ti amo, Ryuu.

- Sì... buon San Valentino - sbuffo, coprendo la distanza fra i nostri volti per baciarlo. - Ti amo anch'io, Blake.

-

Note dell'autrice:
konbanwa, pasticcini belli! Isa vi scrive con fatica per via di una tendinite al polso destro (ora immobilizzato con una bella stecca), ma è determinata ad augurarvi un buon San Valentino (facciamo finta che sia già il quattordici, sì?) e a fare dei ringraziamenti, delle piccole dediche: questo capitolo va soprattutto a Sugarcubes, che un San Valentino fa ha compiuto una piccola magia e mi ha restituito la voglia perduta di scrivere e che quest'anno l'ha fatto di nuovo. Questa piccola magia è avvenuta anche grazie a SaraLF1712, pasticcino sempre nel mio cuore. E ovviamente una dedica ringraziamento all'onnipresente Apemox... e a tutti i miei dolcissimi lettori e lettrici! Un bacio

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Capitolo 7
*** Capitolo quattro ***


Bella's point of view

Il mattino a seguito della festa mi sveglio stranamente presto. Il sole filtra già attraverso le tapparelle e mi colpisce il viso. Sbadiglio. Leya mi dà le spalle e si lamenta sommessamente nel sonno. Forse sta avendo un incubo?

Allungo una mano per svegliarla e lo sguardo mi cade su una macchia di sangue sul letto.

Oh. Accidenti. Sono sicura di non essere io... e in effetti Leya sembra parecchio sofferente. Poverina. Le faccio una rapida carezza e scendo dal letto cercando di non svegliarla, dopodiché le prendo dei vestiti comodi e puliti e poi vado in cucina.

La mamma sta bevendo il tè mentre accarezza Yuuhi e le dà i biscottini. Cagnolina viziata.

- Buongiorno, tesoro - dice, sorpresa. - Come mai in piedi così presto?

- Buongiorno - replico, salutando anche la mia amica a quattro zampe. - Leya non sta molto bene e volevo portarle una tazza di tè.

Mia madre sorride ma non dice niente, anche se negli occhi verdi le leggo qualcosa come 'sei così premurosa'. Sbuffo sommessamente.

Il silenzio ci avvolge mentre aspetto che il tè sia pronto: l'unico suono udibile è il fruscio della coda di Yuuhi sul pavimento.

- Dopo farò colazione - asserisco, prima di versare il liquido dorato nella tazza. Do un bacio sulla guancia alla mamma e torno in camera. Il mio cane mi segue.

Leya si sta rigirando nel letto e la sua espressione è tutto fuorché rilassata.

- Ugh... - mugugna. Forse si sta svegliando. La scuoto delicatamente per una spalla.

- Leya... svegliati.

Non ci vuole molto perché i suoi splendidi occhi azzurri si aprano e una smorfia le arricci le labbra.

- ... Bella? Buongiorno...

- Buongiorno - bisbiglio. - Ho notato che non stavi tanto bene e ti ho portato una tazza di tè. Vuoi che ti prepari il bagno?

- Uh? - mi osserva con aria assonnata e vagamente dolorante, per poi serrare le palpebre con forza. - Oh no... mi dispiace un sacco...

- Non ti preoccupare - mormoro, allungando una mano per sfiorarle i capelli. - Sono cose che capitano. Ma è evidente che non stai bene... i crampi mattutini sono orribili.

Si tira a sedere e abbozza un sorriso tirato.

- Già. Ah... mi sento come se mi avessero tirato calci ovunque.

Poso dolcemente le labbra sulle sue, perché neanche certe scocciature vengono prima del nostro bacio del buongiorno. Lei ricambia lentamente, poi si alza con altrettanta lentezza e si appoggia a me. Le poggio una mano alla base della schiena e sfrego piano.

- Vuoi fare un bagno? - ripeto a bassa voce.

- No, grazie.

- Okay - bisbiglio, continuando questa sorta di massaggio. - Okay. Ti ho preparato dei vestiti puliti.

La sua fronte si posa contro la mia.

- Cos'ho fatto per meritarti... - sospira, strofinando il naso contro il mio. Mi bacia, dopodiché va in bagno.

Osservo il letto: non è messo male quanto pensassi, però neppure bene. Sarà meglio che me ne occupi subito, il sangue può essere un perfido ostacolo da debellare.

Mi affretto a rimuovere ogni parte sporca e mi carico il tutto in spalla.

- Bella? Cosa stai facendo? - mi chiede la mamma, mentre passo davanti alla cucina.

- Piccolo incidente! Non preoccuparti, mamma, me ne occupo io.

- Va bene... chiamami, se hai bisogno d'aiuto.

Dopo essermi occupata dell'inconveniente vado ad accertarmi che Leya stia bene. Si è vestita e si sta guardando allo specchio con aria stanca. I capelli le ricadono disordinati sulle spalle e sulla schiena.

Sul lavandino c'è la tazza, ora vuota.

Busso delicatamente sullo stipite della porta per non spaventarla.

- Ti va di fare colazione? - domando, avvicinandomi e pettinandole i capelli con le dita. Recupero un elastico e li lego in una coda bassa, in seguito prendo la tazza.

- Va bene - sospira, e io le accarezzo rapidamente una guancia. Andiamo a fare colazione.

Yuuhi le dà un quieto buongiorno, agitando lentamente la coda e toccandole i polpacci col naso, e lei le stropiccia affettuosamente le orecchie.

- Mi scuso per... - inizia a dire la mia ragazza, rivolta a mia madre, ma viene interrotta.

- Per cosa? Non devi scusarti, cara. Sono cose che capitano - ribatte la mamma, donandole un sorriso indulgente.

Leya ricambia il sorriso e poi sbadiglia. Regna il silenzio mentre mangiamo. Ho quasi finito quando qualcuno mi poggia una mano sulla spalla e la stringe.

- Buongiorno, ragazze. Com'è andata la festa? Ieri sera non mi sembravate particolarmente contente... o forse eravate stanche? - chiede John. Sulle spalle ha Brooklyn e le sue manine sono immerse fra i suoi ricci scuri per aggrapparsi.

- Non era nulla di eclatante - rispondo, sbuffando sommessamente. La mia ragazza borbotta un assenso.

- E oggi cosa fate?

- Penso che resteremo a casa a guardare qualche film, siccome Leya non si sente molto bene. O vuoi fare qualcos'altro, Leya?

- No, mi sembra perfetto.

~~~

E così il pomeriggio ci sistemiamo sul divano con una montagna di cuscini e i peluche di mio fratello, perché abbiamo deciso di guardare 'Spirit - Cavallo selvaggio', il suo film preferito, e naturalmente lui lo riguarderebbe ogni giorno senza mai annoiarsi.

La mia ragazza si siede tra le mie gambe e io avvolgo un braccio attorno al cuscino che tiene premuto sulla pancia, mentre Brook si siede composto accanto a me.

- Fallo partire, fallo partire! - esclama, impaziente.

- È già partito - ribatto, appoggiando il telecomando su una coscia e allungando una mano per scompigliargli i ricci.

Non so quante volte avrò già visto questo film, ma per Leya è la prima volta e da subito sembra apprezzarlo.

Io non riesco a concentrarmi, forse perché conosco la storia o molto più probabilmente perché il corpo della mia ragazza è premuto contro il mio e il suo calore è inebriante e la pelle candida del suo collo mi chiama invitante.

Mi abbasso e vi appoggio le labbra, strappandole un fremito. La sua testa si posa contro la mia.

- Hmm... - mugugna sommessamente. Poso un altro bacio e un altro ancora e lei mugola di nuovo. Pensavo che ricevere una coccola fosse la cosa più piacevole del mondo, ma donarne è assuefacente.

Strofino delicatamente il naso contro il suo collo, dopodiché torno a focalizzarmi sul film, il quale sta ormai terminando.

Leya piange ed anch'io un poco mi commuovo mentre Spirit e Piccolo Fiume si salutano. Brooklyn non si accorge di niente, assorto com'è, finché un rumoroso singhiozzo sovrasta il suono della televisione.

- Leya? - la guarda, stupito, e i suoi occhioni verdi si sgranano e paiono ancor più grandi. - Non piangere!

Lei gli regala un sorriso fra le lacrime.

- Non preoccuparti, Brooklyn, sto piangendo perché il film mi è piaciuto tanto tanto.

Mio fratello mi lancia un'occhiata come a chiedermene la conferma ed io annuisco.

- Sì, Brook, è come quando io e la mamma guardiamo Hachiko. Ci commuoviamo - gli spiego, accarezzandogli i capelli. Una volta rimesso a posto il DVD vado in cucina e prendo il gelato per tutti.

- Grazie - dice Leya, la quale non si è mossa di un millimetro ed ha smesso di piangere. Mi sistemo di nuovo dietro di lei.

- Come va il tuo mal di pancia? - bisbiglio. Abbozza un sorriso.

- Sto bene, grazie alle tue cure - sospira, felice. - Sei la ragazza migliore del mondo e io sono così fortunata ad averti...

Lecco il gelato in silenzio, imbarazzata.

- Non mi dispiace prendermi cura di te...

- Cosa?

- Eh?

- Hai detto... hai detto che non ti dispiace prenderti cura di me? - domanda, sorridendo ulteriormente. Avvampo. Credevo di averlo solo pensato.

- No, non l'ho detto.

- Sì che l'hai detto. Vero, Brooklyn?

Ma mio fratello è troppo occupato a condividere il proprio gelato e a giocare con Yuuhi per badare a quello che diciamo.

- Non provare ad allearti con lui, è tutto inutile - sbuffo vittoriosa. Lei mi ruba un bacio per zittirmi.

- E va bene, Солнышко*. Forse non l'hai detto... ma io ti ho sentita. Ti ho sentita eccome. E ti prego... non smettere mai di farlo. Amo che tu ti prenda cura di me.

- Vedrò - borbotto. I suoi occhi azzurri rifulgono come pietre preziose.

- Suona come una promessa - mormora, sorridendo.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Sono finalmente in vacanza, sono più di vecchia di un anno da ormai una settimana e ho così tante cose da fare che mi servirebbe un mese, non una settimana, per tirare davvero il fiato, ma non ce l'ho e mi sto pure lamentando. Mi dispiace, pasticcini. Mi mancate un sacco. Spero di riuscire ad aggiornare di più e farvi felici. E scusate per le tarde risposte su EFP! Perdonatemi. Un abbraccio

*Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 8
*** Capitolo cinque - Parte prima ***


Ryuu's point of view

È mattina. Un sogno nebuloso, che a malapena ricordo, mi ha indotto ad alzarmi appena sveglio e a recuperare il cellulare ed ora, seduto sul letto, sto cercando una foto. Blake dorme pacificamente.

Ed eccolo, l'unico ricordo che ho deciso di non trasferire sul computer.

- Alex... - mormoro, facendomi travolgere dalla nostalgia. Il suono del suo nome è strano pronunciato dalla mia bocca, dopo tanto tempo.

Sullo sfondo di un cielo azzurro si stagliano due figure, la mia e la sua. Il suo braccio mi cinge le spalle, la mia mano è poggiata sul suo fianco. Ho sempre amato questa foto: i suoi occhi azzurri luccicano vivaci e io sembro così allegro, solare, spensierato.

- Alex - ripeto a voce più bassa, e la familiare stretta al cuore ritorna, un dolore al petto che lascia senza fiato.

No, ti prego. Ti prego, non adesso.

- Chi è? - chiede una voce assonnata direttamente al mio orecchio, ed io sussulto così violentemente che per poco non mi cade il cellulare.

- N-nessuno! - esclamo, bloccandolo. Faccio per alzarmi, ma Blake mi afferra per un polso e me lo impedisce.

- Dalla tua reazione non direi - borbotta, tirandosi lentamente a sedere e poggiando le mani sulle mie spalle per bloccare ogni mio tentativo di fuga.

- Credimi, davvero, non è nessuno.

Credimi, così posso continuare a crederci anch'io come ho sempre fatto. Per favore!

- Non ti credo, Ryuu. Dimmi chi è! - ringhia. Non l'ho mai visto così arrabbiato. Serro le labbra, voltando appena il capo per mettere in chiaro che non glielo dirò. - Maledizione, pensavo che tra noi non ci fossero segreti! Pensavo ci dicessimo tutto, nel bene e nel male!

Sussulto di nuovo.

- Devo andare al lavoro - lo informo, dandomi uno scrollone ed alzandomi. Mi afferra una seconda volta per il polso.

- Non tenermi all'oscuro... ti prego, non escludermi dal tuo mondo - dice supplicante. Mi perdo per un istante nelle sue iridi verde acqua, poi mi libero della sua presa e mi allontano per prepararmi.

- È il mio ex - mormoro, mentre mi vesto e gli do le spalle, perché è più facile dirlo se non vedo la sua espressione. - E non c'è altro da aggiungere.

Odo il letto scricchiolare e poi un paio di braccia si avvolgono attorno alla mia vita.

- Scusa - mormora, baciandomi il collo. Mi rilasso contro il suo corpo, rabbrividendo di piacere ai suoi baci. - Scusa, io... mi son fatto prendere dalla gelosia. Non volevo essere così brusco. Un giorno spero che mi parlerai di lui... ma fino ad allora è okay, se non vuoi.

Mi rigiro nel suo abbraccio e gli circondo il collo con le braccia, stampandogli un bacio sulla bocca. Quando ci separiamo mi culla per un po'.

- Ti amo - soffia teneramente. Nei dolci occhi azzurri gli leggo che è dispiaciuto per prima.

- Anch'io - replico sulla sua bocca. - Scusa. Non volevo farti ingelosire e soprattutto... non volevo che pensassi che non mi fido di te. Non è così. Mi fido di te.

Il suo pollice strofina delicatamente il mio labbro inferiore.

- Non ti deluderò - mormora, come se sapesse che in passato qualcuno mi ha deluso e molto. Non lo sa, eppure mi conosce così bene, più di quanto pensi.

Mi coinvolge in un altro lento, tenero bacio.

- Buona giornata, amore mio.

~~~

Sono trascorse due settimane da quando abbiamo litigato e da allora non ho più menzionato Alex né riguardato la foto; dal canto suo Blake è affettuoso come sempre.

Oggi posso finalmente pranzare con lui e poi ho il pomeriggio libero, oltre che una settimana di vacanza.

- Ryuu - esordisce, accarezzandomi le mani da sopra il tavolo. Abbiamo sparecchiato, lavato i piatti e rimessi a posto, prima di risederci qui senza fare niente. - È da un po' di tempo che ci stavo riflettendo, riflettendo su di noi. Non ho mai avuto una relazione seria come la nostra. Certo, mi sono innamorato qualche volta ma... non ho mai desiderato così ardentemente restare al fianco di qualcuno, non ho mai agognato la presenza e l'amore di nessuno. Con te è diverso... ho bisogno di te come l'aria che respiro. E, lo sai, smetterò di averne bisogno solo quando morirò. Quindi... ecco...

Una mano si stacca dalle mie mentre fruga nelle tasche. Io sono allibito, ma a lui devo apparir emozionato perché mi sorride con dolcezza e poggia una scatolina sul tavolo, aprendola.

Oh no...

- Ryuu... - mormora in tono altrettanto dolce. - Mi vuoi sposare?

Per un lunghissimo istante regna il silenzio. Sento il mio cuore battere ed è un suono assordante, la mia mente è vuota e non riesco a dire nulla, solo deglutire sonoramente.

Mi alzo di scatto e le gambe mi tremano.

- Ryuu?

Vorrei dire qualcosa come 'scusa' oppure 'ho bisogno di tempo', eppure non ci riesco. Riesco unicamente a correr fuori mentre alle mie spalle Blake mi chiede dove stia andando, mi grida di aspettare, di non andarmene.

Ci sono due posti dove potrei andare, ma uno lo scarto a priori. Non è il caso.

Mi fermo, ansimando, e suono il campanello. Dopo non molto la porta si apre e...

- Sì, chi... Ryuu?

- Ciao, Akira...

- È successo qualcosa?

Lo imploro con lo sguardo di non costringermi a dirglielo e lui si fa da parte per lasciarmi entrare. L'appartamento suo e di Christopher è un poco caotico in una maniera allegra che si addice ad entrambi.

- Hai mangiato? - domanda gentilmente. Annuisco.

- Ciao, Christopher - mormoro, notandolo sul divano con un libro. Lui mi fa un cenno di saluto con la testa.

- Andiamo in camera - asserisce pacatamente mio fratello, prendendomi dolcemente una mano e conducendomi in camera da letto. Ci sediamo su di esso.

- Ho bisogno di restare un po' da voi, Akira - dico lentamente. Lui mi scruta per un lungo attimo senza dire nulla.

- Okay - replica con dolcezza, strofinando il pollice sull'interno del mio polso.

- Mi dispiace disturbarvi ma non voglio tornare a casa. Non da mamma e papà e Jake e...

- Non ti preoccupare, Ryuu. Non è un problema.

Mi avvicino e gli poggio il mento sulla spalla. Lui mi accarezza la schiena.

- Hai ucciso qualcuno? - chiede, un poco divertito. Poi torna serio. - Tu e Blake... non vi siete lasciati, vero?

FINE PRIMA PARTE

-

Note dell'autrice:
pasticcini belli, un po' di scompiglio ci voleva, no? A me mancava. Ahah. Questo però è ancora nulla! Nubi ben più grandi si prospettano all'orizzonte. Ma una cosa alla volta, uh? Baci!

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Capitolo 9
*** Capitolo cinque - Parte seconda ***


Blake's point of view

Sono passati tre giorni da quando Ryuu se n'è andato, senza dirmi dove né perché. Gli ho mandato un mucchio di messaggi e l'ho chiamato, ma non ha mai risposto. Sono fuori di me dalla preoccupazione e vorrei chiedere a qualcuno, i suoi genitori, i suoi fratelli, se sappiano dove sia, però qualcosa mi blocca.

Giro inquieto per l'appartamento deserto come un cane ansioso, poi vado nella nostra camera e mi siedo sul letto. In tutta la casa regna un silenzio innaturale, un silenzio che mi fa paura: riesco a sentire il battito del mio cuore, il mio respiro, percepisco rimbombare i miei pensieri.

Non sono belli. Sono pensieri colmi di angoscia e di rimorso, perché forse, se non avessi chiesto a Ryuu di sposarmi, lui non se ne sarebbe andato senza darmi una spiegazione.

O forse se ne sarebbe andato lo stesso, un giorno. Chissà, magari ha incontrato il suo ex e non è più sicuro di ciò che prova.

No... non è possibile.

Scuoto rapidamente la testa. Ha detto che si fida di me. Che mi ama. Ryuu non mi mentirebbe mai.

Mi alzo e m'infilo il pigiama. Il mio corpo è tutto dolorante come se l'avessi sottoposto ad un eccessivo sforzo fisico, ma è solo perché dormo male. Il letto è così vuoto e freddo e duro, senza il corpo caldo e morbido di Ryuu da stringere.

Mi sdraio e tiro su le coperte, sistemandomi su un fianco ed allungando un braccio, con il quale purtroppo non cingerò nessuno. E resto immobile a fissare lo spazio vuoto accanto a me, sperando di svegliarmi da questo brutto sogno. Ma non mi sveglio.

Ti prego, torna da me, penso con disperazione. Due lacrime mi rigano il viso.

- Ti prego, torna da me - mormoro, serrando le dita attorno alle lenzuola. - Ti prego. Ti prego. Torna da me.

Ma nessuno risponde. Ci sono solo io, io e i miei sentimenti, i miei pensieri. Mi manca Ryuu, mi manca il suo corpo flessuoso tra le mie braccia, le sue labbra sulle mie, le sue piccole mani fra i miei capelli e sul mio collo, i suoi luminosi occhi dorati, il suo sorriso deciso, la sua risata così genuina e spumeggiante... e mi mancano i suoi 'ti amo', 'ti voglio', i suoi borbottii la mattina presto, il modo in cui geme il mio nome mentre facciamo l'amore. Mi manca tutto di lui.

Stringo più forte le lenzuola, sperando si trasformino nel ragazzo che amo. La speranza sarà anche l'ultima a morire, però la tristezza e la solitudine sono devastanti.

Affondo il volto nel cuscino e mi pare di percepire una debole traccia del profumo di Ryuu. Ma probabilmente la sto immaginando.

Chiudo gli occhi. Fa troppo male non saperlo qui.

~~~

Il mattino seguente, dopo colazione, non resisto e chiamo Akira. Lui deve sapere dov'è.

- Pronto?

- Ciao, Akira. Sono io... Blake.

- Buongiorno - replica pacatamente. - Hai bisogno di qualcosa?

- Sai... sai dov'è Ryuu?

- Sì - risponde, placando in minima parte la mia preoccupazione. - È qui con me e Chris.

- O-oh... e sta... sta bene?

- Fisicamente? Sì. Sta bene.

Una lunghissima pausa di silenzio. Il cuore mi batte forte dal nervosismo.

- I-io...

- Mi ha detto di dirti che ti ama e che non devi pensare che ti stia lasciando. Ha solo bisogno di tempo e non sapeva come dirtelo senza che pensassi che ti stesse respingendo - sospira. - Mio fratello è davvero complicato.

- P-posso parlargli?

- Okay - un'altra pausa. - Glielo chiedo. Ryuu? Sì, è Blake. Vuoi parlargli?

Nessuna risposta, o perlomeno io non ne sento alcuna.

Akira sospira di nuovo.

- Mi dispiace, Blake... preferisce non parlarti.

La delusione mi colpisce violenta come un pugno nello stomaco. Mi passo una mano fra i capelli.

- V-va bene... - balbetto, cercando di mantenere un tono neutro. - A-akira... potresti... potresti dirgli che lo amo anch'io?

- Lo farò - dice, indulgente. - Blake... sei forte, sai? Ryuu è terribilmente insicuro, in verità, e diffidente... e a volte, non so, credo abbia paura di essere ferito dalla persona di cui più si fida come in passato. Ma questo non sta a me raccontartelo. Buona fortuna... sono sicuro che andrà tutto bene.

- Grazie - mormoro. - Grazie mille.

Sto per attaccare, quando...

- Blake mi ha detto di dirti che ti ama.

- Lo so. Lo amo anch'io.

Sento il cuore stringersi nell'udire la voce di Ryuu. Trattengo il respiro. Akira schiocca la lingua.

- Perché non glielo dici tu stesso? Non vi farò da portavoce per sempre.

Sa che sono ancora qui ad ascoltare...

- Ti ho detto che lo farò, Akira. Ho fatto chiarezza nella mia testa.

- Allora cosa aspetti?

- Io non... non lo so, okay? E se fosse arrabbiato con me?

- Non puoi saperlo, se non ci parli!

Mi aspetto che replichi: okay, ci parlerò, invece suo fratello chiude la chiamata. Accidenti!

~~~

Ryuu's point of view

Mi volto un'ultima volta. Akira mi sorride incoraggiante.

- Grazie ancora - borbotto. - E scusate per il disturbo.

Mi poggia le mani sulle spalle, sorridendo ulteriormente, prima di stringermi forte, anzi, stritolarmi in un abbraccio. Gli do qualche pacca sulla schiena, imbarazzato, poi cedo e lo abbraccio anch'io.

- Sempre - mormora, lasciandomi andare. Ci fissiamo per un istante e i suoi occhi dolci luccicano d'affetto.

Abbozzo un sorriso.

- Ciao, fratellino.

- Ciao, Ryuu.

Torno a casa, camminando lentamente per stare al passo con i miei pensieri.

Che bella giornata. Il cielo è così azzurro. Quella nuvola sembra un labrador. Dovremmo proprio prendere un cane.

Mi fermo e osservo la punta delle mie scarpe. Già, dovremmo.

Il mare è così calmo, oggi. Lo sarà anche lui?

Sospiro. Alla fine sono arrivato a casa. Estraggo le chiavi dalla tasca dei jeans ed entro. Nell'appartamento non vola una mosca.

E se non fosse qui? Magari è tornato dai suoi genitori.

Resto un attimo immobile a riordinare le mie elucubrazioni, dopodiché vado in cucina. Non c'è nessuno. Bevo un po' d'acqua e, prendendo coraggio e un gran respiro, decido di controllare la nostra camera.

È lì, seduto sul nostro letto. La sua figura imponente ora sembra così insignificante, con le larghe spalle incurvate e la testa bassa.

- Blake... - sussurro, appoggiandomi allo stipite della porta. Per un istante non accade nulla. Poi lui si gira, mi nota e mi osserva. I suoi occhi si sgranano.

E in men che non si dica mi ritrovo tra le sue braccia, premuto contro il suo petto. Mi stringe troppo forte, ma io al posto di farglielo notare lo stringo di più.

- Ryuu... Ryuu...

Si allontana ed io ansimo. Il suo volto è rigato di lacrime e provoca anche in me un crollo della diga.

- Scusa - dico con un filo di voce. Mi bacia con passione e io replico con ardore, placando la fame della sua bocca. - Scusa.

Singhiozzo. Mi prende il viso tra le mani e tira un lungo respiro, appoggiando la fronte alla mia.

Non c'è spazio per le parole. Mi spinge sul letto e facciamo l'amore con calma, riempiendo la stanza dei nostri gemiti.

- Mi sei mancato tanto - bisbiglia, baciandomi una spalla. Sono sdraiato al suo fianco, a riprendere fiato.

- Anche tu - mormoro, posando le labbra sulle sue. - Mi dispiace, Blake... non so cosa mi sia preso. Ero terrorizzato dal fatto che dirti che avevo bisogno di tempo e spazio avrebbe rovinato tutto...

Lui mi accarezza i capelli in silenzio.

- Alla fine sono io ad averti deluso - sospiro, cercando di non farmi distrarre dalle sue coccole. - Mi dispiace tanto...

Non replica niente. Si limita a tirarmi sul suo petto e ad osservarmi con dolcezza.

- Di' qualcosa, per favore. Che sei arrabbiato con me, che questa non me la puoi perdonare... per favore, Blake, non restare in silenzio - lo imploro. Abbozza un sorriso.

- Sono solo felice di riaverti qui. Non posso sopportare di saperti lontano.

Stiamo comunque girando in tondo al vero motivo di tutta questa faccenda, mi ritrovo a pensare.

- Ci ho riflettuto - asserisco lentamente, posando la testa sul suo petto. Riprende ad accarezzarmi i capelli. - Non ho mai pensato di sposarmi... soprattutto non così giovane. Ero ancor più contrario all'idea quando Akira ha annunciato che si sposava. Non so perché lo fossi. Negli ultimi tempi... tutti si sposano. Era una cosa che mi contrariava, certo in maniera irrazionale, però mi contrariava.

- Ryuu... - mormora, scostandomi il ciuffo dal viso. - È stato stupido da parte mia saltarmene fuori così. Avrei dovuto parlartene, prima. Solo che... nella mia mente si svolgeva tutto alla perfezione e non ho considerato altri possibili scenari.

- Ha importanza? - borbotto, alzando il capo e poggiando cautamente il mento sul suo petto. - Ho deciso di sposarti.

- Lo sapevo - afferma divertito, sfoggiando un sorriso da illuminare a giorno la città.

- Certo, certo...

Si alza e io lo seguo con lo sguardo, lasciandolo vagare languidamente sui muscoli guizzanti della sua schiena, le sue spalle larghe e muscolose, il suo fondoschiena perfetto. Torna da me e mi prende una mano, baciandone le nocche.

I suoi occhi verde acqua s'incatenano ai miei. Annuisco. Mi fa scivolare l'anello al dito.

- Mio - bisbiglia. Mi tiro a sedere e lo attiro a me, affondando una mano tra i suoi capelli e facendo pressione sulla sua nuca per far combaciare le nostre labbra in un bacio ardente. Gli mordo il labbro inferiore e seguo il contorno della mia bocca con la lingua, senza mai distogliere lo sguardo dal suo. - Non mi provocare.

- Perché? Vuoi aspettare la notte delle nozze? - lo stuzzico. Mi spinge sul materasso e io sghignazzo. - Ti amo, Blake.

- Ti amo anch'io, Ryuu.

-

Note dell'autrice:
konbanwa. Io... non so cosa dire. Ho la sensazione che questa storia sia apprezzata molto poco o quasi per nulla (e non mi sto riferendo ai lettori di EFP) ed è un po' frustrante. Probabilmente è colpa mia. Se così fosse... ditemelo, okay? Scusate se queste note sono strane. Baci

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Capitolo 10
*** Capitolo sei ***


Leya's point of view

È un pigro pomeriggio dopo scuola. Io faccio i compiti seduta contro un albero e Bella cammina avanti e indietro mentre recita con espressione grave le battute del suo copione.

Non avrei mai sospettato che facesse parte del gruppo di teatro della scuola. Mi ha fatto conoscere i suoi compagni, durante le prove fuori dall'orario scolastico. Parrebbero persone affidabili.

Alzo lo sguardo e m'incanto ad osservarla. Le mie dita fremono per tracciare sulla carta i suoi penetranti occhi grigi, i suoi tratti delicati, le sue labbra sottili, i morbidi capelli legati in una coda bassa che le ricadono sulla schiena come una cascata di cioccolato... e le sue dolci curve nascoste dalla maglietta larga, le sue gambe magre messe in risalto dai pantaloncini.

Ma, al posto di iniziare l'ennesimo suo ritratto, mi alzo e l'afferro per un polso, per poi premerla delicatamente contro il tronco dell'albero e baciarla lentamente, con passione.

- Leya...

Poggio le mani sui suoi fianchi, prima di insinuare una mano sotto la sua maglietta per accarezzarle la parte bassa della schiena. Le bacio il collo e lei emette qualcosa di molto vicino ad un gemito soffocato.

- Leya... - ripete. La sua voce m'infiamma. Mi scosto, abbozzando un sorriso. Devo mantenere il controllo. - Uh?

- Andiamo a casa - mormoro, tendendole una mano. - Lo sai che stasera ho promesso a mio fratello di passare un po' di tempo con lui.

Afferra la mia mano, nell'altra stringe ancora il copione. I suoi occhi cercano i miei, perplessi, ma io evito il suo sguardo. Forse mi sarà più facile reprimere il desiderio del suo corpo.

~~~

Devo ammettere che mi mancavano le serate davanti alla televisione con mio fratello e Liam. Sono una compagnia così piacevole!

- Mikhail, volevo chiederti...

- Sì, sorellina? Ah! Liam, smettila! Altrimenti mi siedo da un'altra parte!

Il suo fidanzato cessa di fargli il solletico e lo bacia sul collo.

- Okay, okay. Resta qui, Котик*.

Sorpresi? Se da una parte Mikhail si sta applicando seriamente per imparare il russo, dall'altra Liam non è realmente interessato ad apprenderlo, ma mi chiede lo stesso cose sdolcinate come il nomignolo che ha appena pronunciato.

Un sorriso lieve m'increspa le labbra.

- Quando... quando è stata la tua prima volta?

Mio fratello arrossisce come un semaforo.

- Cos-... p-perché... perché me lo chiedi? - tartaglia, imbarazzatissimo. Liam mi guarda incuriosito e un poco malizioso.

- Be'... m'interessava... - sospiro, passandomi una mano fra i capelli. - Insomma...

I suoi occhioni di liquirizia si sgranano come se avesse appena avuto un'illuminazione.

- Leya! - esclama. Ci fissiamo e poi scoppiamo a ridere.

- Cosa c'è? Non sono una ragazzina innocente - sbuffo, fintamente offesa. - E poi sei tu che sei saltato a quella conclusione.

- Scusa, sorellina - dice, donandomi un sorriso colmo d'imbarazzo.

- Non che non intendessi quello - aggiungo in un borbottio.

- Ah! Lo sapevo - afferma, divertito. - Uhm... avevamo diciassette anni e... e niente! Lo sai!

Liam soffoca una risata.

- Stavamo insieme da un po' ed è successo, tutto qui - conclude, stampando un bacio sulla guancia a mio fratello.

- È difficile aspettare... - mormoro fra me e me.

- È frustrante, vero? - riprende Liam. - Sapessi quanto ho dovuto aspettare Mikha...

- Non ti ho fatto aspettare così tanto!

- A me sono parsi secoli, Котик.

Alla fine auguro loro la buonanotte e li lascio sul divano a baciarsi. Vado a letto. Mi arriva un messaggio di Bella.

'C'è qualcosa che non va? Oggi ti comportavi in modo strano.'

Stringo le labbra.

'No, va tutto bene. Scusa. Non volevo farti preoccupare.'

'Okay. Ma se ci fosse qualcosa... me lo diresti, vero?'

'Certo. Sei la mia ragazza, Bella, non ti terrei nascosto niente.'

Sospiro. Non le sto mentendo. Ho solo avuto un momento di debolezza, oggi, e per il suo bene non le confesserò la verità.

Attendo una risposta, ma non arriva e realizzo che dev'essere imbarazzata, al momento, e una risata lieve sfugge dalla mia bocca.

'Non pensavo che t'imbarazzassi solo perché ho detto che sei la mia ragazza~'

'Non sono imbarazzata.'

'Va bene. Buonanotte, Bella. Sogni d'oro.'

'Buonanotte.'

Sto per spegnere il cellulare quando inizia a vibrare. Bella mi sta chiamando. M'affretto a rispondere.

- Pronto? - bisbiglio. - Bella?

- Volevo solo sentirti dire buonanotte. Sentire... la tua voce - borbotta. Un sorriso enorme mi stira le labbra. La amo così tanto.

- Buonanotte, Солнышко**. Ti amo. Sogni d'oro - dico dolcemente. La sento sospirare piano.

- Leya... che significa quella parola?

Rido sommessamente.

- Lo vuoi davvero sapere?

- Leya...

- Raggio di sole - mormoro.

- Hmm... - mugola, prima di sbadigliare. - Mi piace...

- Vai a dormire, piccola. Ci vediamo domani...

- Okay. Buonanotte, Leya... e non chiamarmi piccola - sbuffa, ma so che sta sorridendo.

- Buonanotte - replico, terminando la chiamata. Spengo il cellulare e lo ripongo al sicuro sul comodino.

Ora più che mai la vorrei qui... qui, per stringerla semplicemente tra le mie braccia, baciarle i lunghi e morbidi capelli, bearmi del calore del suo corpo. E poi ancora assaggiare le sue dolci labbra, annegare nella bellezza dei suoi occhi e lasciarmi inebriare dal suo profumo. Innamorarmi di nuovo di lei e dell'amore, perché è la cosa più bella del mondo.

Ma devo aspettare. Devo aspettare fino a domani. Sospiro, raggomitolandomi su me stessa. Mi manca già.

Misha's point of view

- Sei tremendo - dico, tentando invano di sopprimere un sorriso. Liam smette di vezzeggiare il mio collo.

- E tu, con quel sorriso... m'invogli a farti cose ancor più tremende - risponde, avvolgendomi un braccio attorno alla vita e portando una mano sotto il mio mento per indurmi ad inclinare il capo e permettergli di baciarmi.

- Che sorriso? - bisbiglio. Gli angoli della mia bocca s'inarcano ulteriormente verso l'alto.

- Bellissimo. Il tuo bellissimo sorriso - mormora, baciandomi di nuovo. Si ferma un secondo, sospirando. - Dio, quelle labbra, te le mangerei. Ti mangerei tutto.

- Liam...

- Quando sorridi... m'innamoro di nuovo. Voglio amarti per sempre. Stiamo così bene insieme... Mikha, sei la mia anima gemella - dice in tono dolce ed emozionato e anch'io mi emoziono, mi commuovo, e serro gli occhi mentre mi premo contro il suo petto. Qualche lacrima di felicità si fa strada sul mio viso e lui me le asciuga con le labbra.

- Sei un angelo, lo sai? - lo informo, stringendo il suo volto tra le mani. Voglio piangere ancora, perché sono così fortunato, quest'angelo è mio e mi ama. - Ti amo tanto, Liam.

- Anch'io - soffia, accarezzandomi una guancia con tenerezza. - Si è fatto tardi. Andiamo a letto, amore mio, che ne dici?

- Volentieri - rispondo. Liam giocherella per un poco con i miei capelli e poi mi bacia il capo, prima di prendermi in braccio. Gli cingo il collo con le braccia, accoccolandomi contro il suo petto. Sorride, portandomi nella nostra camera e poggiandomi sul letto.

In men che non dica siamo sotto le coperte, abbracciati. Mi sento così in pace, così al sicuro.

Un bacio delicato sulle labbra è la nostra buonanotte.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Pasticcini, mi dispiace di aggiornare solo ora. Ho avuto una settimana decisamente impegnativa, ho strafatto e ho la febbre. Mi dispiace del ritardo. Perdonatemi. Un abbraccio

*Gattino in russo
**Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 11
*** Capitolo sette ***


Bella's point of view

Yuuhi corre avanti e poi torna da me, scodinzolando. Adora la spiaggia. Le accarezzo il capo, mormorando: brava ragazza. Leya mi stringe la mano.

- Credo che siano là. Vedo qualcuno - dice. In effetti sembra anche a me di riconoscere delle figure umane.

- Ciao, ragazze! - esclama Akira, venendoci incontro. Yuuhi lo placca e cerca di leccargli la faccia. Poco più indietro c'è Christopher. - Ciao anche a te, Yuuhi!

- Dove sono Ryuu e Blake? - chiedo, nonostante non m'interessi davvero. Li vedrò comunque, dopo.

- Ah... stavano cercando qualcosa da mangiare, credo - risponde il mio migliore amico, voltandosi verso il marito. Lui annuisce. - Voi volete qualcosa?

- Stiamo bene così - afferma Leya anche per me. La sua mano stringe ancora la mia.

- Venite con noi? - domanda Christopher, abbozzando un rapido sorriso. Ci lasciamo accompagnare fra le persone intente a divertirsi.

Forse questa festa sarà meno noiosa, ho detto a Leya per convincerla, e poi è in spiaggia!

La musica non è così male e lei sembra rilassata. Le nostre dita restano saldamente intrecciate e, di tanto in tanto, il suo pollice mi accarezza il dorso della mano. Questo gesto e la presenza di Yuuhi mi fanno sentire bene.

Un paio di miei compagni di scuola mi salutano e io ricambio distrattamente.

- Vuoi andare da loro? - chiede la mia ragazza. Scuoto il capo.

- Li vedo tutti i giorni. È sufficiente.

- Anche noi ci vediamo tutti i giorni...

- È diverso - borbotto, e lei si porta la mia mano alle labbra e posa un bacio all'interno del polso. - E poi non sono così simpatici.

- Okay, Солнышко*.

- Un giorno voglio conoscere anche i tuoi compagni - asserisco, arrossendo un poco al nomignolo. Sorride.

- Vieni. Mi pare di averli visti.

Mi trascina verso un gruppetto di ragazzi e ragazze che non sembrano esattamente volersi mischiare con gli altri.

- Leya! - la saluta una ragazza dai ricci voluminosi.

- Anche tu qui? Pensavo non saresti venuta - commenta un ragazzo dai capelli verdi fluo, i quali spiccano sulla pelle scurissima.

- Mi ha convinta lei - spiega Leya, baciandomi una guancia. Avvampo. Una decina di occhi si puntano su di me.

- Oh, è la tua ragazza? Leya ci ha parlato di te - dice 'Capelli Verdi', per nulla sorpreso, e mi porge la mano. Gliela stringo. - A dirla tutta non parla d'altro che di te. Piacere di conoscerti. Io sono Keita, ma puoi chiamarmi Kei.

- Bella - replico. Questo ragazzo... mi mette soggezione. Tutti i compagni di Leya mi mettono soggezione, attorno a loro c'è un'aura davvero bizzarra. Però Yuuhi non sembra percepirla.

La ragazza con i ricci è Casey, poi ci sono Ty, un tipetto tutto tatuato e forse più basso di Ryuu, Zoe, una tipa dall'aria un po' scostante e Brandon, un gigante dal gran sorriso.

- T'immaginavo esattamente così - afferma Casey. Lei è quella che m'incute meno soggezione. Inarco un sopracciglio, perplessa. - I disegni di Leya sono così realistici, così fedeli! Leggendari. Non mi aspettavo di meno.

- Dài, Cas, non esagerare... - cerca di fermarla la mia ragazza, imbarazzata. Le rivolgo una rapida occhiata e lei deglutisce.

'Cas'...

- E chi esagera? - Casey fa una pausa, mi osserva e poi si stringe nelle spalle. - Comunque noi stavamo andando a far razzia di qualunque cosa ci sia di commestibile, dopo forse facciamo il bagno. Vi unite a noi?

- No, grazie - declina Leya anche per me. Si salutano e il gruppo si allontana. Io lascio andare la sua mano e vado nella direzione opposta, seguita dalla mia fidata quattrozampe. - Bella!

Mi riafferra per il polso.

- Tu... sei gelosa?

La fulmino con lo sguardo, fermandomi e incrociando le braccia al petto.

- Okay, okay, domanda stupida... ma non hai motivo di esserlo!

- ... no? - ringhio, nonostante mi sia imposta di stare in silenzio. Mi accarezza un braccio e io mi costringo a stringere i denti e non addolcirmi.

- Casey è la ragazza di Zoe.

Inarco nuovamente un sopracciglio.

- Siamo solo amiche, lei è un po' come Maggie, per questo andiamo d'accordo.

- Ma tu e Mag-...

Mi bacia, io le scocco un'occhiataccia.

- Siamo tutti amici, Солнышко. Qualcuno anche qualcosa di più, ma...

Un'altra occhiataccia.

- Non intendevo quello! Kei. Kei è il ragazzo di Ty e Brandon.

- Ah?!

- È una... una... relazione poliamorosa.

- Ah... contenti loro.

- Già.

Silenzio. Yuuhi si è seduta e fa rimbalzare lo sguardo da me a Leya.

- Ma non è questo il punto! - esclamo, facendo sussultare la mia ragazza. - I tuoi disegni...

- Cosa?

È una scuola d'arte, idiota. È ovvio che si mostrino i lavori a vicenda.

- Niente - mormoro, abbassando il capo e strascicando i piedi. Non posso credere di aver appena fatto una sceneggiata di gelosia. - Scusa. Non so cosa mi sia preso.

Mi abbraccia, accarezzandomi dolcemente la nuca.

- No, scusa tu. Forse avrei dovuto parlarti prima di loro.

Mi aggrappo alla sua maglietta, appoggiandole il mento sulla spalla e godendomi l'abbraccio. Quando si scosta le prendo il viso tra le mani e poso le labbra sulle sue. Dovrei farlo più spesso. Leya strofina il naso contro il mio e si riappropria della mia mano, sorridendo.

- Andiamo a prendere qualcosa da bere, vuoi?

Anch'io sorrido, annuendo.

- Credo di aver visto Ryuu e Blake. Aspettami qui, okay? Ti porto un po' d'acqua - dico, dirigendomi verso di loro senza aspettare la sua risposta.

Mio cugino si sta facendo imboccare dal suo futuro sposo, o così sembra.

- Ryuu, fa' il bravo uccellino...

- Uccellino? UCCELLINO? GIAMMAI!

- Dài, Ryuu! Fallo per me! Di' 'ah'...

- Aah...

Mi metto in fila per prendere da bere, continuando ad osservarli. Sono così innamorati...

Torno da Leya. E trovo una spiacevole sorpresa.

Leya's point of view

Mentre aspetto Bella m'imbatto nuovamente nei miei compagni. Mancano Ty e Brandon.

- Tutta sola? - chiede Kei, toccandomi una spalla in un gesto amichevole. - La tua ragazza?

- Avete litigato? - domanda Casey, in ansia.

- No, no. È andata a prendere da bere. È tutto okay.

- Oh, meno male. Pensavo di aver detto qualcosa di sbagliato...

- Guarda chi si vede! - esclama all'improvviso una voce familiare e sgradevole. Ci voltiamo. È Derek. Yuuhi, la quale è rimasta con me, si tende e un brontolio lieve le sale dalla gola.

Non riesco ad impedirmi di esibire una smorfia, avvicinandomi automaticamente a Kei. Mi chiedo dove siano Ty e Brandon. Ho l'impressione che ci sarà bisogno di loro.

- C-ciao... - borbotto, sforzandomi di suonare neutra.

- Che bello vederti! - prosegue Derek, sorridendo. Il suo sorriso non mi piace per niente.

Kei mi tocca di nuovo la spalla.

- Leya? Chi è questo tipo? Lo conosci? - domanda, sottovoce. Annuisco.

- L-lo... lo conosco...

Purtroppo...

Il suo cellulare squilla e lui s'affretta a rispondere. Derek mi fissa.

- Scusa, Leya, devo andare. Zoe, Cas-... oh, sono sparite anche loro? Accidenti! - Keita si passa una mano fra i capelli verdi. Sono davvero inusuali, mi piacciono. - Sarò qua in giro, okay? Chiamami, se hai bisogno.

Dopodiché mi abbraccia e scompare tra la gente a grandi passi, voltandosi indietro per controllarmi.

- E io? Niente abbraccio? - chiede Derek, spalancando le braccia. Yuuhi ringhia. Le accarezzo il capo, abbassandomi alla sua altezza.

- N-no...

- Che peccato - il suo 'dispiacere' è come il suono delle posate che stridono su un piatto. - Oh, che bel cane. È tuo?

- No. È della mia ragazza - rispondo, guardinga. Yuuhi continua a ringhiare, ostile e sorda alle mie carezze.

- Hai una ragazza? - sembra quasi realmente stupito. - Aaah, già...

- Bella - dico fra i denti.

- Fortunata. È davvero fortunata a stare con una ragazza incantevole come te - afferma Derek, cercando di avvicinarsi. Yuuhi scatta in avanti a denti scoperti, ma la trattengo per il collare. - Uh, che caratterino!

- Va tutto bene - le bisbiglio. - È perché sei un estraneo.

Non è vero, ovviamente. Yuuhi non ha mai ringhiato ad altri estranei: né a me durante il nostro primo incontro, né a mio fratello o Liam...

- Così mi ferisci! - esclama il nostro importunatore con aria melodrammatica. Forzo una risatina. - Allora perché non risolviamo il problema? Potresti darmi il tuo numero e...

Bella's point of view

- Quale problema? - domando, porgendo un bicchiere a Leya. Lo sguardo di Derek si fa freddo, la sua espressione s'indurisce. Contrae la mascella. - Buona, Yuuhi.

La mia migliore amica a quattro zampe si zittisce, riluttante.

- Oh, ciao... Bella.

- Ciao, Derek.

- Nessun problema, stavamo solo... scherzando.

Inarco un sopracciglio, Leya sembra voler dire qualcosa eppure si trattiene.

- Andiamo a cercare Akira e Chris, Leya - asserisco, utilizzando il tono più deciso che possieda. Lei annuisce. Derek fa per avvicinarsi, ma io mi frappongo fra lui e la mia ragazza, accarezzandole il viso.

Il dannato scocciatore si ritrae, interdetto.

- Allora... mi dai il tuo numero? - ha la sfacciataggine di chiedere, sfoggiando un sorriso tutto denti e falsità.

- S-sarà per un'altra volta - risponde Leya, afferrando la mano che le porgo. Intreccio le dita alle sue. - Ciao.

- Buona serata, Derek - gli auguro, cercando di non farla suonare come una provocazione. Lui serra i pugni.

- Grazie. Anche a voi - sibila.

- Yuuhi - dico, dopodiché ci allontaniamo. Leya tira un sospiro di sollievo.

- Grazie - bisbiglia, prima di tirarmi a sé e rubarmi un bacio dolcissimo.

- Quel tipo è una scocciatura anche per me - ribatto, poggiando la fronte contro la sua. Cerchiamo Akira e Christopher per un po', ma non sembrano essere qui. Decidiamo di allontanarci dalla festa e fare una passeggiata.

Non dobbiamo camminare parecchio per incappare nei miei cugini.

- Vi stavate annoiando? - domanda Christopher, alzando il capo. Akira ha la testa poggiata sulla sua spalla.

- Un po' - rispondo ed altro non aggiungo, poiché gli strilli di Ryuu e Blake coprono ogni altro suono. Stanno facendo il bagno... anzi, si stanno schizzando a vicenda.

- Anche noi - mormora Chris, mentre mi siedo non troppo distante da lui. Leya si accomoda accanto a me. - Solo loro si divertono sempre e comunque.

Lo osservo. La luna gli illumina il viso e gli fa brillare gli occhi verdi, ora posati su suo marito. Conosco quello sguardo: la mamma e John si guardano così, Ryuu e Blake si guardano così e forse, molto forse, anche io e Leya ci guardiamo così.

Non posso fare a meno di ammettere che sia un bel ragazzo e, soprattutto, che lui e Akira stiano bene insieme. Sospiro piano, mentre posa un bacio fra i capelli di mio cugino.

- A cosa stai pensando? - chiede Leya, a bassa voce.

- A... niente. È stata una lunga serata.

Mi avvicino, accoccolandomi fra le sue braccia. E, ascoltando il rilassante sciabordio delle onde e l'ancor più rilassante battito del suo cuore, m'appisolo.

Christopher's point of view

- Che bel cielo - dico fra me e me.

- Già - concorda Leya. Bella si è addormentata su di lei. Sono felice per loro. E sono grato che Leya sia entrata nella sua vita, le serviva qualcuno per non pensare più ad Akira.

Lui è solo mio ed è così tenero, dorme sulla mia spalla. Dev'essere piuttosto stanco.

Tornano Ryuu e Blake, fradici fino alle ossa, e si gettano sulla sabbia ridendo. Passo loro le felpe mie e di Akira, ammonendoli di non far troppo rumore. Ridono ancora e si baciano, stringendosi nelle nostre felpe e rabbrividendo.

C'è un bel cielo stanotte e siamo tutti felici, non certo per via della festa, bensì perché siamo qui, sotto le stelle e davanti al mare, con le persone che amiamo.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Isa è ufficialmente guarita e le sembrava giusto, per festeggiare, di postare questo capitolo. Spero vi piaccia! Un abbraccio

*Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 12
*** Capitolo otto ***


Ryuu's point of view

- Resta così, tesoro... fermo... perfetto! Ora puoi aprire gli occhi.

Obbedisco, aprendoli lentamente. La mamma mi osserva compiaciuta ed orgogliosa, Akira è estasiato e Jake sorride. Mi guardo allo specchio: i miei capelli sembrano molto più lucenti e forse anche più lunghi, ora che sono stati pettinati dalle mani esperte di mia madre.

- Che dici, tesoro? Ti piaci così? O vuoi provare a pettinarli all'indietro?

- No, va benissimo - mormoro, ammirandomi ancora. È incredibile come un semplice cambio d'acconciatura possa darmi un'aria così dolce e matura. Assomiglio davvero tanto al mio gemello.

- Allora puoi alzarti - dice la mamma, sistemandosi davanti a me e aggiustandomi e lisciandomi i vestiti. - Sei bellissimo, Ryuu.

Mi sorride, i suoi gentili occhi caramello sono lucidi e fissi nei miei. Allungo una mano e le accarezzo delicatamente una spalla.

L'unica donna che ami. La più importante.

Distolgo lo sguardo.

- Sembri così grande... no, sei diventato grande - asserisce Jake. Anche lui sembra orgoglioso. Sorrido.

Papà entra in camera e mi esamina con calma, prima che il suo volto s'illumini d'affetto e le sue labbra s'increspino verso l'alto.

- Sei incantevole - bisbiglia. Percepisco il cuore gonfiarsi di felicità. Oggi è un giorno magnifico.

~~~

- Ryuu, mio preziosissimo Ryuu. Stento a credere che questo giorno sia arrivato... sembra un sogno, sai? Se papà prima non mi avesse già dato un pizzicotto penso che ne avrei bisogno, ma uno basta e avanza. Da quando ti ho conosciuto... pochi altri eventi valgono la pena di essere citati. Innamorarmi di te, essere ricambiato... e ora sposarti. Questo è ciò che conta. A chiunque abbia deciso che fosse destino che le nostre vite s'intrecciassero... grazie. Sei il mio migliore amico e il mio ragazzo e adesso... - s'interrompe per asciugarsi una lacrima, la prima di tante che seguiranno. - Mio marito. Ryuu, sei bellissimo, sei forte, sei divertente, sei gentile e hai un grande cuore. Grazie di aver deciso di passare la tua vita con me.

Abbozzo un sorriso, ammirando per un lungo istante i suoi lucidi occhi verde acqua. Il mio cuore batte lento eppure rumoroso.

- Caro Blake, lo sai che non sono particolarmente bravo nell'esprimere i miei sentimenti. È una delle tante cose che ho preso da papà. Ma ci proverò. Perché oggi è un giorno speciale, il nostro giorno speciale. Come ti ho già detto... non programmavo di sposarmi, no. Solo che non so dirti di no. Insomma, io al ragazzo più bello, premuroso, dolce e paziente del mondo proprio non lo so dire. Come potrei farlo, quando la domanda è se voglia stare per sempre con te?

Blake arrossisce un poco, annuisce e sorride, lasciandosi sfuggire altre lacrime. Sorrido anch'io, piango anch'io. Muoio dalla voglia di baciarlo.

- Vuoi tu, Ryuu, prendere in sposo il qui presente Blake, e prometti di amarlo ed onorarlo finché morte non vi separi?

- Sì, lo voglio. E tu lo vuoi, Blake? - chiedo con decisione, beccandomi un'occhiata contrariata. Il mio gigante dai capelli caramello sorride ulteriormente.

- Certo che lo voglio - bisbiglia dolcemente.

- Potete b-...

Come se avessimo davvero bisogno del permesso. Le mie labbra sono già premute contro quelle di colui che da oggi è mio marito, le mie braccia attorno al suo collo.

- Ti amo - mormoro sulla sua bocca, chiudendo gli occhi e permettendo alle lacrime di sfuggirmi.

- Ti amo tanto anch'io - replica Blake, stringendomi a sé. E così restiamo, abbracciati, per non so quanto tempo.

Un milione di emozioni mi travolgono. Mi sento così protetto e in pace... non vorrei staccarmi mai. Blake è il mio luogo sicuro; mi pare incredibile, adesso, che abbia potuto stare tre giorni senza di lui. Non lo rifarei, è stata un'esperienza orribile.

Affondo il viso nel suo petto per nascondere il fatto di star piangendo, ancora, ma un singhiozzo mi tradisce.

- Perché stai piangendo, amore mio?

- Io... io... sono così felice - ammetto. Mi bacia i capelli.

- Lo so, Ryuu, lo so... anche io lo sono.

~~~

La giornata è trascorsa quasi fin troppo rapidamente. In men che non si dica è giunta la sera e poi la notte e tutti, noi compresi, abbiamo festeggiato e ballato fino a tardi.

Non amo particolarmente ballare, al contrario del mio gemello. Ma posso affermare che, quando è partita la mia canzone preferita e Blake mi ha stretto a sé, cullandomi, sia stato uno dei momenti più belli.

Ora siamo finalmente a casa. Lui appoggia la giacca su una sedia, sbottonandosi la camicia, mentre io mi limito ad osservarlo.

- Vieni qui - mormora, prima di sfilarmi la giacca e sbottonare lentamente anche la mia camicia. Alzo il capo, distogliendo lo sguardo dalle sue grandi mani. Mi bacia, un bacio delicato e casto.

Ci spogliamo entrambi e ci mettiamo il pigiama, dopodiché ci infiliamo sotto le coperte, continuando a scambiarci piccoli baci. Siamo sfiniti.

- Ryuu - dice piano, accarezzandomi una guancia. Gli poggio le mani sul collo.

- Blake - replico, accennando una carezza con il pollice.

Le nostre labbra si congiungono di nuovo.

- Ryuu... - ripete, teneramente.

- Blake...

Baci. Baci, baci, baci. Baci lenti, per sopperire alle parole.

Non abbiamo bisogno di null'altro. Noi due, i baci. Forse un po' d'ossigeno, di tanto in tanto.

Le nostre gambe s'intrecciano, i nostri corpi premuti uno contro l'altro. Il suo è caldo, solido, forte, si avvolge alla perfezione al mio.

- Domani... domani... - promette, farfugliando. Una lunga pausa di silenzio, nella stanza si odono solo i nostri respiri. - Non lasciarmi mai...

- Ti ho promesso tutta la mia vita - bisbiglio. - Non ti basta?

Lo percepisco sorridere sulle mie labbra.

- Ti amo tanto - mormora con tenerezza.

- Anch'io, Blake.

Ci baciamo ancora per un po'. Abbracciati l'uno all'altro, fronte contro fronte e le bocche che quasi si sfiorano, così ci lasciamo scivolare in un sonno pacifico.

-

Note dell'autrice:
buongiorno, pasticcini. Non so da dove cominciare queste note... vi devo delle scuse, eh? Mi sento davvero mortificata. Sono sparita senza uno straccio di motivo, salvo l'aver detto che stavo passando un brutto periodo. Sono successe tante cose... ma non credo di essere giustificabile per la mia lunghissima assenza. Mi dispiace così tanto... comunque ora che sono in vacanza cercherò di rimediare. Le mie più sentite scuse.

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Capitolo 13
*** Capitolo nove ***


Bella's point of view

È il matrimonio di Ryuu e non potrebbe essere più diverso da quello di Akira: più invitati, meno fiori, insomma, rispecchia i gusti degli sposi (com'è giusto che sia).

Tutti si sono cambiati per ballare, anche io e Leya. Lei è bellissima in un vestito corto, rosa chiaro, i capelli biondi sciolti e le labbra ridenti come i suoi occhi di ghiaccio. Sta parlando con Ryuu e Blake; John è lì con loro, ma si limita ad ascoltare la loro conversazione.

Io mi son allontanata per prendere da bere, sapendo di lasciarla in buone mani. C'è infatti anche Derek, tra gli invitati, però fino ad adesso si è tenuto a distanza.

Mentre osservo i miei cugini e la mia ragazza i nostri sguardi s'incrociano. Abbozzo un sorriso imbarazzato e Leya ricambia, facendomi un cenno con la mano. Per un secondo, guardando gli sposi, il pensiero di me e Leya... sposate, mi solletica la mente, facendomi arrossire. Scuoto il capo.

- A cosa stai pensando? - mi chiede, dopo avermi raggiunta.

- Niente! Assolutamente niente!

- Hmm...

- Perché sei qui? Ti stavi divertendo, con loro - farfuglio, facendola sorridere ulteriormente.

- Mi mancavi - soffia dolcemente, sistemandomi una ciocca dietro l'orecchio. - È ora di ballare, ha detto Ryuu.

- Oh...

Ci spostiamo. Derek viene verso di noi. M'irrigidisco, Leya mi accarezza il fianco che mi sta cingendo.

- Ehi, ragazze - dice lo spasimante della mia ragazza, baldanzoso. - Mi concedete un ballo con voi?

Lancio un'occhiata a Leya. Sorride.

- No, scusa, Derek. Ho intenzione di monopolizzare Bella fino al calar del giorno... e oltre, magari - gli risponde, prendendomi una mano e trascinandomi via.

Ben ti sta, penso, mentre la musica si diffonde nelle nostre orecchie. Mi premo contro Leya e lei poggia le mani sui miei fianchi, accompagnando il movimento del mio corpo con il suo.

- Sei meravigliosa - asserisce, ridacchiando. Mi bacia, e io assaporo la sua bocca come se fosse dolce nettare.

~~~

Si è fatto tardi e, sebbene la festa non fosse ancora terminata, Brooklyn era stanco e si è perfino messo a piangere, perciò la mamma ha deciso che era ora di tornare a casa.

- Buonanotte, cespuglietto - dico al mio fratellino, già partito per il mondo dei sogni, dopodiché gli bacio la fronte.

Io e Leya ci spostiamo nella mia camera e, per un lunghissimo istante, ci guardiamo in silenzio.

- Ti amo - mormoro, abbozzando un sorrisetto pregno d'imbarazzo. I suoi occhi azzurri si sgranano per una frazione di secondo, prima che gli angoli della sua bocca s'increspino all'insù.

- Anch'io ti amo, Bella - replica, azzerando la distanza fra di noi per rubarmi un bacio dolcissimo. Mi aggrappo alle sue spalle e lei mi spinge gentilmente verso il letto.

È una caduta soffice; per un attimo restiamo abbracciate e il silenzio permane. Ma poi Leya si scosta e si sistema a cavalcioni su di me e i nostri occhi s'incatenano.

Deglutisco. Le sue labbra mi accarezzano il collo, poi mi mordicchia e insinua una mano sotto la mia maglietta. Il cuore mi batte fortissimo.

Mi sfiora una guancia con la punta del naso.

- Non ti farò male. Lo giuro - sussurra, in tono rassicurante eppure... supplichevole. La sua mano esita sul mio fianco, solleticandomelo con i polpastrelli. Mi solleva la maglietta e io la tolgo.

Si prende il tempo di ammirarmi. Mi domando cosa stia pensando. Non è la prima volta che mi vede in reggiseno, però... però questa situazione è diversa dalla quotidianità.

- Солнышко*. Ti amo così tanto.

Annuisco lentamente, lei riprende a suggere con delicatezza il mio collo.

- Leya... - la chiamo, con un filo di voce appena racimolato. Il cuore continua a martellarmi nel petto.

Sta accadendo davvero...

- Spogliati anche tu.

~~~

Il mattino seguente mi risveglio in un groviglio di braccia e gambe, mie e della mia ragazza, ovviamente. Mi districo, mi sistemo sulla pancia e la osservo, assonnata: dorme serena, pare una fata o una princessa moderna dai capelli dorati e selvaggi che le ricadono disordinati sul viso.

Ieri notte è stata incredibile...

Le scosto con tenerezza la chioma ribelle dal volto, per poi notare che indossa la mia maglietta. A seguito di una rapida controllata scopro di star indossando la sua t-shirt e i miei pantaloncini, mentre lei ha addosso un paio miei.

Sbuffo, sorridendo e rammentando che ieri, quando abbiamo finito, io sono rimasta a letto e Leya si è alzata, al buio, a prendere i nostri pigiami.

Avvampo, mentre i dettagli della notte passata riaffiorano nella mia mente, e scuoto la testa per scacciarli.

- Leya... svegliati - mormoro, scuotendola gentilmente.

- Hnnn...

- Leya... - insisto, avvicinando il viso al suo e mordicchiandole una guancia.

- Peste - mugugna, afferrando il mio volto tra le mani e rubandomi un bacio sulle labbra, ancora ad occhi chiusi. Ma quando li apre, Dio, quando li apre... sono così luminosi, colmi di adorazione rivolta a me. Sorride sulla mia bocca. - Buongiorno, piccola.

- Ti ho già detto...

- Hai ragione, hai ragione. Dopotutto... ieri abbiamo fatto cose da grandi... - dice, sorniona.

- SHHH!

Scoppia a ridere.

- Ti amo tanto - asserisce dolcemente, accennando una carezza alla mia guancia. Anche ieri l'ha detto.

- Lo so - borbotto. Poi andiamo a far colazione: tutti sono già in piedi, Brooklyn compreso. Dev'essere più tardi di quanto pensassi.

- Buongiorno - sbadiglio. La mamma e John mi fissano in modo strano. Inarco un sopracciglio, perplessa, prima di accomodarmi su una sedia.

- Buongiorno, ragazze...

Mio fratello smette di dare attenzioni a Yuuhi e viene ad abbracciarmi. Lo tiro sulle mie gambe.

- Bella! Bella! Cos'hai sul collo?

Mi tasto il collo, però non trovo nulla. Cerco lo sguardo di Leya, seduta accanto a me, e lei si sporge e mi bisbiglia:

- Un sacco di succhiotti -.

Le scocco un'occhiata scioccata, ricevendo in cambio un sorriso innocente.

- Bellaaa - piagnucola Brook, strattonando la mia maglietta.

- I... i segni dei baci di Leya - m'affretto a rispondere, arrossendo. Ora capisco il perché degli sguardi della mamma e di John...

- Anche io voglio un bacio!

Gliene stampo uno sulla punta del naso.

- E solo questo. Sei troppo piccolo per altri tipi di baci - lo avverto, e lui s'imbroncia, però se ne dimentica in fretta e studia affascinato i miei succhiotti.

Subito dopo aver fatto colazione mi rifugio in bagno per avere un'idea dei danni e fuggire dalla mamma o da John, nel caso volessero dirmi qualcosa.

Il mio riflesso, allo specchio, spicca chiaramente grazie ad una moltitudine di segni rossastri-violacei sul mio collo.

- LEYAAAA! - ululo, facendola ridacchiare. - Cosa sei, una vampira?!

- Può darsi, Солнышко - dice, stringendosi nelle spalle. La guardo malissimo. I nostri volti si avvicinano. Non riesco a tenerle il muso. Ci baciamo. - Sono una vampira innamorata... e quelle sono le mie dimostrazioni d'amore, piccola.

- Argh! Non chiamarmi piccola!

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Non ho nulla da dire, dopo stamattina, se non che mi farò perdonare, lo giuro. Domani, sorpresa sorpresina, potrei aggiornare Patto con la luna. Buonanotte, baci

*Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 14
*** Capitolo dieci ***


Leya's point of view

Uno spensierato chiacchiericcio è il sottofondo della serata. Bella è seduta accanto a me e la sua mano è sotto la mia. A essere sincera, le feste migliori sono quelle alla villa, come quella di stasera, anche se non ho la più pallida idea di cosa ci sia da festeggiare.

Mi squilla il cellulare: è una persona decisamente importante e cara. Mi alzo, lanciando un'occhiata di scuse alla mia ragazza e portandomi il telefono all'orecchio mentre mi allontano.

- Pronto?

- Ciao, Leya.

- Ciao, Dragan! - esclamo, felicissima di sentire la sua voce. Mi manca parecchio... - Come stai?

- Ah, io... - ride sommessamente, quasi l'avessi colto alla sprovvista. - Sto bene. E tu...? Tutto a posto? Mikhail?

- Tutto a posto, stiamo bene - confermo, sorridendo e giocherellando con i capelli. - Al momento sono a cena.

- Oh, non...

- Dragan - sbuffo, sapendo cosa sta per dire. Mio fratello ha preso tutto da lui, sotto quest'aspetto.

- Leya - replica nel mio stesso tono, prima di ridurre la voce ad un mormorio. - La settimana prossima vengo da voi.

Per un attimo smetto di sorridere, dalla sorpresa.

- Cosa...? La... la settimana prossima?

- Lo so che è un po' improvviso, ma non mi tratterrò a lungo, tre o quattro giorni - borbotta, prima di sbuffare impercettibilmente.

- Oh. OH - ripeto, tornando a sorridere più di prima. - È fantastico. Sul serio, è fantastico. Sono così felice... e anche Mikhail lo sarà, vedrai. Non vedo l'ora!

Ride piano, di nuovo. Amo la sua risata, è un suono così prezioso. È triste pensare che un tempo non ridesse mai.

- Ti lascio cenare - dice in tono affettuoso. - Ti faccio sapere quando arrivo.

- Okay! Ciao, Dragan!

Mi siedo sull'erba, vicino alla piscina, concedendomi un po' di tempo per pensare.

Non ci posso credere... Dragan verrà qui. Lui e mio fratello s'incontreranno per la prima volta. 

Sorrido, immaginandomi un incontro tenerissimo, fatto di abbracci e forse anche qualche lacrima. Scuoto il capo. Non è detto che vada così.

Forse verrà anche Liam... e io voglio Bella al mio fianco, rifletto. Qualcuno si siede accanto a me. È Bella.

- Ehi.

- Ehi - replico, lanciandole una lunga occhiata. A volte mi pare incredibile il fatto di essere riuscita a conquistarla.

- Non tornavi più, quindi ho temuto che fosse successo qualcosa e son venuta a controllare - asserisce, giocherellando con un filo d'erba.

- Non ti preoccupare. Era una buona notizia.

- Sì?

Mi poggia la testa sulla spalla e io arrossisco, sentendomi colmare di felicità.

Ti amo ti amo ti amo.

- La settimana prossima viene qui il padre di mio fratello - la informo, prendendole la mano che sta giocherellando con i ciuffi d'erba e intrecciando le dita alle sue.

- Davvero? È proprio una bella notizia.

- Voglio che tu venga con me - bisbiglio, posando il capo sul suo.

- Io? Perché? - chiede, bisbigliando anche lei.

- Perché sei importante per me. E anche Dragan lo è.

- Hmmm...

- Verrai? - mormoro, baciandole una guancia e poi il collo, dolcemente. Mugola sommessamente, chiudendo gli occhi.

- Verrò - acconsente, piegando la testa per cercare le mie labbra.

~~~

Misha's point of view

Io, Liam, Leya e Bella siamo all'aeroporto ad aspettare mio padre. Sono estremamente nervoso. Da quando mia sorella mi ha annunciato che sarebbe venuto qui... non riesco a pensare ad altro.

- Andrà tutto bene - sussurra Liam, accarezzandomi una mano e strofinando il naso contro la mia guancia. - Sono qui. E poi ci sono anche Leya e Bella...

Gli stringo la mano, cercando di scaricare la tensione. Perché sono così in ansia? Nulla, non c'è assolutamente nulla che potrebbe andare storto. Ma non riesco a convincermene.

Leya si stacca d'un tratto dalla sua ragazza, siccome erano abbracciate, controlla il cellulare e poi si volta. Sconosciuti ci passano davanti, raggiungendo altri sconosciuti che li aspettano. Mi sento un poco impaziente.

- È arrivato? - chiede Bella.

- Credo di sì - le risponde mia sorella, studiando il flusso di gente che va e che viene. E si allontana, quasi correndo. - Dragan!

Aguzzo la vista: mio padre è alto, più alto di me, ben vestito; porta un paio d'occhiali da sole fra i capelli scuri, lievemente scompigliati, e abbraccia Leya con dolcezza.

Il cuore inizia a battermi più velocemente. Probabilmente m'irrigidisco, involontariamente, perché Liam mi dà una pacca gentile sul capo e mi bacia la guancia.

Leya torna da noi insieme a mio padre. Mi costringo ad abbozzare un sorriso. Anche lui sorride, notandomi. Un sorriso leggero, quasi imbarazzato. È nervoso anche lui.

- C-ciao... - borbotto. Il mio ragazzo mi sfiora una spalla, rassicurante. - ... Dragan.

Inaspettatamente mio padre mi abbraccia, stringendomi forte. Arrossisco.

- Mikhail... Mikhail - mormora. Il suo accento è uguale a quello di Leya. Lentamente ricambio l'abbraccio, e il pensiero di star abbracciando mio padre... mi scombussola lo stomaco, il cuore, la testa.

Singhiozzo, senza riuscire a trattenermi. Lui mi stringe ulteriormente. Mi scosto dopo un po' per asciugarmi le lacrime.

- S-scusa... - singhiozzo, tirando su col naso. Mi sorride dolcemente. I suoi occhi sono scuri come la liquirizia, esattamente come i miei.

- Non ti scusare - ribatte con altrettanta dolcezza. Per un secondo sembra non saper cosa fare delle proprie mani, forse vorrebbe asciugarmi il viso o farmi una carezza, ma lascia cadere le braccia lungo i fianchi. - Non c'è nulla di male...

Mi giro e affondo il volto nel petto di Liam, riprendendo a piangere rumorosamente. Il mio ragazzo mi accarezza la schiena.

- Shh, amore mio... - bisbiglia, lasciandosi sfuggire una risata sommessa.

- Tu... devi essere Liam, giusto? Piacere di conoscerti - dice mio padre, stringendogli la mano.

- Piacere di conoscerla - replica garbatamente Liam, continuando al contempo ad accarezzarmi. Lo amo così tanto...

- Dammi pure del tu.

- Dragan, lei è Bella - trilla Leya, al settimo cielo. Alzo la testa per non perdermi la scena, asciugandomi di nuovo rapidamente il viso. Liam mi abbraccia delicatamente. - La mia ragazza!

- Piacere di conoscerti - ripete mio padre, porgendole la mano. Bella pare l'unica relativamente indifferente a questo... ricongiungimento, però se è qui ci sarà un motivo e quel motivo porta il nome di mia sorella, poco ma sicuro.

~~~

Anche se aveva detto che si sarebbe trattenuto al massimo quattro giorni, alla fine Dragan ha deciso di restare una settimana.

Leya è felicissima. Si vede che hanno un rapporto molto profondo. E anch'io... anch'io sono felice, felice di tutti gli sforzi che mio padre sta facendo per inserirsi nella mia vita, del suo sguardo colmo di tenero affetto quando mi guarda.

- Mikhail...

- Hm?

Oggi siamo soli: Liam è al lavoro e Leya è a scuola. Ho promesso a mio padre che, non appena avrò terminato di pulire la camera mia e di Liam, lo porterò a conoscere i miei genitori.

- Ho notato... sei sempre in maniche lunghe. Perché? Non hai caldo?

Sussulto vistosamente.

- Ah, io... io...

Mi volto, fronteggiandolo. Sembra preoccupato.

- Io... - ripeto, senza sapere cosa dire. Distolgo lo sguardo dal suo, prima di arrotolare le maniche fino ai gomiti e mostrargli i polsi. Lui deglutisce, allungando una mano e sfiorando i segni su di essi. Rabbrividisco.

Lentamente mi riabbassa le maniche e prende il mio viso tra le mani, accarezzandomi dolcemente. I nostri occhi s'incrociano e stavolta sostengo il suo sguardo.

- N-non piangere, p-papà - balbetto, sorpreso. - Sto b-bene...

- Siamo una famiglia disastrata - dice, abbozzando un sorriso.

- Già.

Ci abbracciamo. Mi piace la mia famiglia disastrata.

~~~

- Papà? Papà, sono io, Misha.

La porta si apre e io vengo travolto da un tornado canino di gioia di vedermi.

- Ang-... Angel, ciao, piccola peste - rido, stringendole le braccia al collo mentre lei mi riempie di baci.

- Ciao, tesoro! Avrei dovuto immaginare che eri tu, era così ecc-... oh? Salve...

- Salve - replica Dragan. Mi alzo, perché la mia amica canina mi ha costretto a terra.

- Papà... - esordisco, nervoso, sorridendo. - Lui è... m-mio p-padre.

- Hm-hm.

- Dragan - si presenta, porgendogli la mano.

- Dylan - risponde cortesemente lui, stringendogli la mano. - Entrate pure.

Lo seguiamo all'interno. Mi sento un poco inquieto, ma la presenza di Angel è un ottimo calmante.

- Olly! C'è qui nostro figlio!

- Misha? È da tanto che non passi, come s-... oh.

La loro reazione non mi piace, penso con ansia, continuando ad accarezzare il nostro cane.

- C-ciao, pa'... sto... sto bene, volevo p-presentarvi mio p-padre...

Lui assottiglia lo sguardo e i suoi occhi viola si fanno duri.

- Dragan - si presenta di nuovo.

- Olly.

- So che è una cosa improvvisa, ma desideravo conoscere le persone che si son prese cura... hanno cresciuto così meravigliosamente Mikhail.

Loro inarcano un sopracciglio nel medesimo istante. Il medesimo sopracciglio. Soffoco una risatina.

- Vorrei parlarle, se non le dispiace.

- Ah, certo, parliamo pure.

Dragan mi lancia una rapida occhiata mentre si allontanano. Io resto solo con Angel D. Junior e il mio moro genitore.

- Stai bene... davvero? - mi chiede, portando una mano sulla mia guancia per farmi una carezza.

Annuisco.

- È stata una sorpresa - sospira, scuotendo il capo.

- Voi... voi sarete sempre i miei genitori - mormoro, abbassando lo sguardo. - E, papà... grazie.

- Di cosa? - ribatte dolcemente, abbozzando un sorriso.

- Di tutto quello che hai fatto per me... - sussurro, percependo un nodo in gola. Se non fosse stato per lui... non avrei mai conosciuto Liam, non avrei mai conosciuto Leya, non avrei mai conosciuto mio padre... non avrei mai ricominciato ad apprezzare la vita.

- Oh tesoro - dice, stringendomi forte, e io piango perché gli sono così grato. - Tu... sei la cosa più preziosa che abbia insieme a tuo padre. Non ti avrei mai più lasciato solo. Eri... eri un bambino e tutto quello... era troppo. Ai miei occhi... ai nostri occhi sei e sempre sarai il nostro bambino, Misha.

- Papà... - singhiozzo, e lui mi bacia il capo.

- Eravamo preoccupati - inizia a bassa voce, accarezzandomi i capelli. - Riguardo a tuo padre. Preoccupati che potessi stare male o ti facesse star male...

Oh. Quindi è per questo... per questo...

- Ma se sei felice, amore mio... a noi va bene. Non hai nulla di cui preoccuparti. Io e papà saremo sempre qui per te...

Tornano Dragan e il mio biondo genitore. Sembrano rilassati. Angel abbaia e saltella loro intorno, scodinzolando, prima di tornare da me. Anche a lei piace la mia famiglia disastrata.

-

Note dell'autrice:
buon pomeriggio, pasticcini! Pensavo di terminare prima questo capitolo, ma vabbe'. Spero che l'apprezzerete, perché a me è piaciuto un sacco scriverlo. Prometto di rispondere alle recensioni di Patto con la luna! Baci

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Capitolo 15
*** Capitolo undici ***


Leya's point of view

Il cielo è azzurro ma non limpido, quasi fosse lievemente di cattivo umore. Come me, d'altronde. Io cammino spedita lungo il marciapiede con i pugni serrati nelle tasche della felpa, un po' più che lievemente di cattivo umore.

Giunta al parco mi siedo sgraziatamente su una panchina, affondando i pugni nelle guance. Un uccello su un albero vicino non la smette di cinguettare in maniera estremamente irritante, costringendomi ad alzarmi e agitare una mano in direzione del ramo su cui è posato.

- Vuoi stare zitto?! Ho litigato con la mia ragazza, quindi se non ti dispiace vorrei stare da sola! In silenzio! - sbotto, inviperita. Sì, è così: ho litigato con Bella. La discussione è nata da qualcosa all'apparenza insignificante, che non riesco a ricordare, ed è rapidamente degenerata; entrambe ci siamo messe a gridare e credo di averla fatta piangere...

Ugh, sono una persona orribile...

Mi sento in colpa per aver esagerato, insomma, farla piangere? Però anch'io sono arrabbiata, accidenti. Siamo entrambe nel torto, non solo io.

Mi risiedo, imbronciata. L'uccello è volato via. Avrei bisogno di uno di quei brani struggenti che Dragan è così bravo a suonare per sbollire la rabbia, ma non ho delle cuffiette con me.

Il mio sguardo vaga distratto per il parco, senza soffermarsi su qualcosa in particolare. Starà ancora piangendo, Bella, con il volto affondato nel pelo di Yuuhi? Starà forzando un sorriso mentre Brooklyn le chiede perché pianga?

Scuoto la testa per scacciarne il pensiero, ma il rimorso non mi abbandona.

Non avrei dovuto, non avrei dovuto, non avrei dovuto...

Faccio per alzarmi, tuttavia ho un ripensamento e mi lascio ricadere. E sulla panchina resto a fissare il nulla, in compagnia dei miei pensieri.

Trascorre il tempo, non so quanto. Una goccia sul naso mi fa alzare lo sguardo: il cielo si è colmato di nuvoloni scuri e minacciosi. Io non mi muovo. Inizia a piovere, a diluviare. Permetto alla pioggia di scivolarmi addosso con indifferenza.

D'un tratto un tartufo scuro mi tocca un ginocchio. Abbasso il capo: appartiene a un cagnolone dalla coda arricciata, a me tutt'altro che sconosciuto.

- Haru! - esclama il suo padrone. - Oh. Leya?

- Akira - mormoro, mentre lui incastra il manico del suo ombrello arcobaleno sotto il braccio e riaggancia il guinzaglio al suo Akita.

- Che ci fai qui da sola, sotto la pioggia? E Bella?

Mi stringo nelle spalle e lui non insiste, bensì mi copre un poco col suo ombrello.

- Non voglio che ti ammali. Vieni a scaldarti. Per favore.

Annuisco debolmente, convinta dal suo tono gentile e l'apprensione nei suoi occhi, grandi e dolci come quelli di Haru, solo di colore dorato.

~~~

Entriamo in un bar.

- Stai tremando - osserva, preoccupato, togliendosi la felpa e invitandomi ad indossarla. Mi va giusto un po' grande, ma non eccessivamente. - Ti prendo qualcosa di caldo. Cosa desideri?

- Un tè va bene. Grazie - mormoro. Mi accomodo ad un tavolo, seguita da Haru, il quale mi appoggia il muso sulle gambe. Lo accarezzo dolcemente. - Hai un padrone davvero premuroso.

- Grazie, ma credo che chiunque farebbe lo stesso - ribatte indulgentemente Akira, sorridendo. In mano ha un vassoio con due tazze fumanti che poggia sul tavolo. È stato rapido.

Prendo la mia, stringendola tra le mani per scaldarmele. Akira mi imita.

- Vuoi dirmi cos'è successo? - domanda. La sua voce è davvero gentile e dolce, rispecchia la sua personalità; capisco perché Bella ne fosse innamorata.

- Io e Bella abbiamo litigato. E l'ho fatta piangere, credo.

Sospiro, guardando il vetro della finestra rigato dalle gocce. Spero che il viso della mia ragazza non fosse rigato dalle lacrime.

- Oh. Mi dispiace... mi auguro non fosse a causa mia.

- No - replico, sospirando di nuovo. - Era una cosa stupida.

- Meno male. Sai... Bella è la mia migliore amica, ma Chris... è la mia anima gemella - dice, avvampando lievemente. Gli occhi gli brillano sognanti.

- Lo ami - constato a bassa voce.

- Sì.

- Avete litigato quando Bella ti ha baciato?

Arrossisce ulteriormente.

- Ah... quindi lo sai - farfuglia. Certo che lo so, vorrei ribattere, io e lei non abbiamo segreti. - Sì, abbiamo litigato.

'- Bella.

- Akira...

- Sei una ragazza fantastica. Ma non ti vedo che come un'amica. A me non farebbe piacere che Christopher baciasse qualcuno che non sia io. E neanche a lui farebbe piacere che qualcun altro mi baciasse. 

I suoi occhi grigi restano coraggiosamente piantati nei miei, in attesa.

- Preferisco che non siamo più amici, onde evitare altri incidenti - sospiro, passandomi una mano fra i capelli.

Lei serra i pugni lungo i fianchi, tanto forte che le sbiancano le nocche.

- Ho capito - mormora. Cerco cautamente il suo sguardo. Sta piangendo.

- Bella... - sussurro, sorpreso, allungando una mano per asciugarle le lacrime. Me la schiaffeggia.

- Non mi toccare! - esclama, singhiozzando. E si volta per andarsene, ma io la trattengo per un polso. Si divincola e io la lascio andare. - Ti odio!

Trattiene il fiato, dopo averlo detto. Non lo intende davvero. La abbraccio.

- Lasciami andare - protesta, tentando di spingermi via. - Lasciami andare.

- No. 

- Akira!

- Puoi convincerti di odiarmi, se ti farà stare meglio - mormoro, accarezzandole i capelli.

- Non è questo...

- Scusa. Non avrei dovuto dire che sarebbe meglio se smettessimo di essere amici. Sei la mia migliore amica e, sotto quest'aspetto, nessuno potrà mai sostituirti. Ma mi auguro che un giorno troverai qualcuno... qualcuno con cui sostituirmi, no, con cui dimenticarti di me.

Soffoca un singhiozzo contro il mio petto e io la stringo dolcemente, spostando il peso da una gamba all'altra nel tentativo di cullarla.

- Anch'io, per tanto tempo... sono stato innamorato di qualcuno che non avrei mai potuto avere - esordisco, ridendo mentalmente perché entrambi conosciamo più che bene questo qualcuno. - Poi ho incontrato Chris. Mi dispiace, Bella... ma lui è l'unica persona con cui voglio stare... con cui voglio invecchiare.'

- Abbiamo litigato. Ci siamo quasi lasciati. Poi abbiamo fatto pace - sorride, sorseggiando ciò che ha preso. Faccio altrettanto, almeno finché Haru non mi tocca una coscia per chiedermi una carezza; allora stacco una mano dalla tazza e gli faccio i grattini dietro le morbide orecchie color grano.

- Ah, sei lì - asserisce Akira, sorridendo ulteriormente. - Haru. Kimi wa ii inu da*.

Il cane agita la coda arricciata, i tondi occhioni castani fissi nei miei. Vorrei chiedere cosa significa ciò che ha detto, però il suo padrone è intento a digitare qualcosa sul cellulare.

- Ti senti meglio, adesso? - domanda, alzando lo sguardo. Le sue iridi dorate sono davvero impressionanti.

- Sì. Grazie mille. Ti rimborserò il più presto possibile.

- Non ce n'è bisogno, l'ho fatto perché volevo farlo.

Cala il silenzio: si ode unicamente il ticchettio della pioggia contro il vetro.

- Haru... vuol dire primavera. Il fidanzato di mio fratello maggiore l'ha preso quando si sono riappacificati dopo un litigio...

- Oh...

Qualcuno entra nel bar, ma non vi bado. Akira invece alza il capo e abbozza un rapido sorriso.

- Leya!

- B-bella? - dico, sorpresa, voltandomi a guardarla: la sua voce è come la musica di Dragan, inconfondibile alle mie orecchie. Lei ansima, tirando giù il cappuccio della felpa. Suo cugino continua a sorridere.

L'ha chiamata lui... 

- Ciao, Bella.

- Ciao, Akira - lo saluta frettolosamente, senza degnarlo di un'occhiata. - Leya! Mi hai fatta preoccupare da morire!

- Sto bene - mormoro, evitando il suo sguardo.

- Andiamo a casa... per favore - dice. Annuisco, alzandomi. Haru va dal suo padrone. Bella si rivolge a lui. - Grazie.

E gli accarezza una guancia. Contraggo la mascella, non riuscendo a sopprimere una fitta di gelosia.

- Non c'è di che - replica dolcemente Akira. Lo salutiamo, gli restituisco la felpa ed usciamo. Adesso pioviggina. Il silenzio ci avvolge mentre camminiamo e anche una volta entrate in casa.

- Vai a farti un bagno - asserisce Bella in tono fermo. - Devi scaldarti. Ti raggiungo fra poco.

Obbedisco. Non ho abbastanza tempo da sola per riordinare i miei pensieri, poiché la mia ragazza, a distanza di pochi minuti, entra nella vasca e si siede dalla parte opposta rispetto a me.

Ci guardiamo, senza proferir parola. L'acqua quasi bollente è estremamente rilassante, ma io sono inquieta. Siamo così vicine, le nostre gambe si toccano, eppure la percepisco così distante. Le sue iridi d'argento sono fredde come la pioggia e penetranti come una punta di metallo.

Abbasso il capo.

- Scusa - mormoro, appoggiando una mano sul bordo della vasca. Inaspettatamente la sua mano raggiunge la mia e si posa sopra di essa.

- Anch'io ti devo delle scuse - replica piano. Mi alzo e mi risiedo fra le sue gambe, certo con qualche difficoltà perché la vasca non è esattamente enorme.

Quando usciamo dal bagno, dopo esserci asciugate a vicenda, ci spostiamo nella sua camera. Si accomoda sul letto, e io mi accoccolo sul suo petto, cingendole la vita con un braccio.

Poi parliamo, pacatamente, senza gridare o innervosirci. Lei è dispiaciuta di avermi fatta arrabbiare tanto che me ne sono andata, io le dico quanto mi senta in colpa d'averla fatta piangere. Mi chiede cosa ci facessi con Akira. Le spiego che mi ha trovata e abbiamo parlato un po'.

Per qualche minuto non aggiungiamo altro. Io mi sistemo in una posizione più comoda per baciarla e poso le labbra sulle sue.

- Ti amo - sussurro, abbracciandola. - Ti amo così tanto.

Mi bacia il collo, soffermandosi ad inspirare il mio odore.

Ho un buon profumo? Saprebbe riconoscermi solo da quello? Perché io la riconoscerei solo dal suo.

- Anch'io. Anch'io ti amo - bisbiglia, ricambiando l'abbraccio. E così restiamo, beandoci esclusivamente della vicinanza e del calore reciproci.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Come state, pasticcini? Avete seguito l'Eurovision? Io no, ahah. Vi sono mancata? Okay, basta con le domande. Spero che questo capitolo vi piaccia. Buona festa della mamma, pasticcini! Vi auguro una buona settimana. Siete i lettori migliori del mondo. Un abbraccione

*Kimi wa ii inu da: sei un bravo cane

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Capitolo 16
*** Capitolo dodici ***


Liam's point of view

È mattino. La città si sta rapidamente svegliando e io, come di consueto, sto andando al lavoro, un po' prima del solito perché Taylor, il mio capo, arriverà in ritardo e mi ha chiesto di aprire il negozio al posto suo.

Giunto davanti alla porta, mentre giocherello con le chiavi, per poco non calpesto qualcosa di viola abbandonato sullo zerbino. Abbasso lo sguardo: è un fiore dalla forma concava, mi sembra di averlo già visto. C'è anche un bigliettino scritto con grafia incerta, recita: Al fiorista con gli occhiali... tu sei il fiore più bello!

Arrossisco, perché il fiorista con gli occhiali non posso che essere io, e m'affretto ad aprire la porta e poggiare sul bancone chiavi, biglietto e fiore.

- Buongiorno, belle signore - dico alle rose, le prime che saluto ogni giorno. - Avete dormito bene?

Intanto che intrattengo queste 'conversazioni' con i fiori la mia mente lavora a pieno regime: non è la prima volta che qualcuno lascia un regalino sullo zerbino, tuttavia non avevo mai pensato che fosse per me.

Questo significa che ho un ammiratore segreto? O un'ammiratrice? Io?

Esco ad occuparmi delle piante esterne, inventando canzoncine per loro. Questo lavoro... è così rilassante!

- Buongiorno...

- Buongiorno - replico rapidamente, alzando il capo. Un ragazzo della mia età con le guance lievemente imporporate e le cuffiette che gli pendono dalla felpa mi osserva con un sorriso gentile a stendergli le labbra. - Oh! La solita margherita?

Annuisce piano, seguendomi all'interno del negozio. Si chiama Ian, è uno studente di fotografia, nonché un cliente abituale: compra sempre un'unica margherita e se ne va. Ogni tanto passa di qui nel tardo pomeriggio, dopo le lezioni, e allora chiacchieriamo un po' oppure facciamo un tratto di strada insieme.

Gli do la margherita e lui mi paga con delle monetine, sfiorandomi il palmo della mano nel consegnarmele. Non ha mai i soldi giusti.

- Oh, un'aquilegia. Che bel fiore - osserva, indicando il fiore viola. - Significa amore nascosto, vero?

Gli rivolgo uno sguardo stupito. Ha ragione, ma... come fa a saperlo?

- Sì...

Mi sorride di nuovo con indulgenza.

- Mio nonno amava molto questi fiori - spiega, prima di stringersi nelle spalle. - Ma io ho sempre preferito le margherite.

Gli do il resto, abbozzando un sorriso cordiale.

- Buona giornata, Ian.

- Buona giornata - replica, arrossendo, prendendo la margherita e uscendo rapidamente.

~~~

Misha's point of view

Liam è pensieroso. Lo so perché il suo sguardo è vacuo da quando abbiamo iniziato a cenare e mangia quasi meccanicamente, masticando con eccessiva lentezza.

- Liam?

Non risponde.

- Liam? - ritento, un po' meno timidamente. - A-amore? C'è qualcosa che non va?

Si riscuote e mi fissa per un lungo istante.

- Ah, no... è che... mi capitano cose strane al lavoro, ultimamente...

- Cose strane? - domando gentilmente, accarezzandogli una mano. Distoglie lo sguardo da me, a disagio.

- Uhm... qualcuno lascia sempre lo stesso fiore sullo zerbino, insieme ad un bigliettino. E questo fiore e questo bigliettino... sono per me.

- Non sono io - asserisco, abbozzando un sorriso. Lui si gratta la nuca.

- Lo so... il tuo non è un amore segreto.

- Eh?

- È... è il significato del fiore.

- Oh.

Il mio ragazzo continua a guardare altrove e massaggiarsi il capo, io lo osservo. Questo vuol dire che c'è qualcuno interessato a lui... qualcuno che potrebbe essere più bello, più intelligente, insomma, migliore di me. Liam potrebbe a sua volta interessarsi a questo qualcuno così dolce che gli lascia sempre un fiore...

E io...? No. Non voglio che questo accada... non voglio che mi abbandoni!

- Mikha... - mi chiama, accarezzandomi dolcemente una guancia. - Amore mio, ti si legge negli occhi cosa stai pensando. No, no, non fare quella faccia, okay? Non ti lascerò per qualcun altro, chiunque sia.

Annuisco, mordendomi il labbro inferiore per non farlo tremare e per trattenere le lacrime. Liam si alza, scosta la sedia e viene ad abbracciarmi.

Non mi dice che posso piangere. Si limita a stringermi mentre io soffoco i singhiozzi contro il suo petto.

- Va meglio? - chiede quando mi allontano per asciugarmi il viso. Annuisco di nuovo. Torna a sedersi e riprendiamo a mangiare in silenzio. Una volta finito di cenare ci mettiamo a lavare i piatti insieme, sempre in silenzio. Non mi sento per niente rassicurato e anche lui è dello stesso umore di prima.

I suoi gesti sono lenti e distratti, la sua espressione assente.

- Mikha, non ce n'è bisogno, è il mio turno. Faccio io - dice ad un certo punto, senza degnarmi d'un'occhiata.

Non vuole che gli stia attorno...

Appoggio nel lavandino il piatto che avevo in mano e vado nella nostra camera, senza replicare. Mi siedo sul letto, perdendomi nelle mie elucubrazioni. Per un istante valuto se chiamare Leya per parlare, ma non voglio disturbarla e decido di tenere i miei pensieri per me. Non so neanche cosa potrei dirle: il mio ragazzo ha un ammiratore segreto che gli regala dei fiori e gli scrive bigliettini? Ho una tremenda ed irrazionale paura che Liam s'interessi a questo suo ammiratore e mi lasci?

Patetico.

Dei passi lievi mi avvertono dell'arrivo del mio fidanzato, però io non muovo un muscolo. Si siede accanto a me ed inizia ad accarezzarmi i capelli, pettinandomeli con le dita, prima di intrecciarmeli.

- Liam...?

- Scusa - bisbiglia, sospirando sommessamente. Mi rilasso, godendomi la sensazione del suo tocco delicato. È così piacevole da darmi i brividi. - Non avrei dovuto parlartene, perché sapevo che ci saresti stato male e non voglio che tu soffra a causa mia. Ma non mi sembrava giusto tenerti all'oscuro, sei il mio fidanzato e con te non ho segreti. Pensavo... pensavo di risolvere la questione da solo, però mi è venuta un'idea in cui mi piacerebbe coinvolgerti.

Fa una pausa, baciandomi un orecchio, e io mi lascio sfuggire un flebile gemito.

- Mikha, ti amo - mormora, dritto nel mio padiglione auricolare. Altri brividi mi percorrono la schiena. - Ti amo tanto. Nessuno... nessuno mi porterà mai via da te, okay? Nessuno può farlo. Solo tu puoi avermi. E io voglio solo te...

Piego il capo e per qualche lunghissimo istante ci guardiamo. Ho sempre creduto che un certo paio d'occhi verde mare fossero i più belli, ma mi son dovuto ricredere. Anche adesso, scuri d'apprensione, quelli castani di Liam sono meravigliosi.

- Liam - bisbiglio. - Ti amo anch'io...

E mi sporgo in avanti per posare le labbra sulle sue, serrate in una linea sottile. Che déjà-vu, mi viene da pensare: anche il giorno in cui gli ho confessato i miei sentimenti la sua bocca era stirata in una smorfia, e anche allora sono stato io a baciarlo.

Strofina il naso contro il mio e mi sussurra sulla bocca il suo piano. Annuisco, baciandolo ancora.

- Sei più tranquillo, adesso?

Un altro rapido cenno di assenso. Ci sdraiamo, abbracciati, e lui giocherella con la treccia che mi ha fatto. Credo sia stata Leya ad insegnargli a farle...

- Non voglia che tu ti senta inferiore o geloso di nessuno - dice, spostando la mano per accarezzarmi il viso. Mi accoccolo contro di lui. Liam mi fa sentire così bene, così protetto e al sicuro, come se nulla potesse ferirmi.

~~~

- Oggi sarà una bella giornata.

- Già.

- Non credo di aver mai visto la città a quest'ora - asserisce Liam, girandosi verso di me per sorridermi. Le sue gentili iridi color cioccolato scintillano alla tenue luce del sole da poco sorto. Ricambio timidamente il sorriso, stringendo più forte la sua mano.

- Io, ogni tanto... uscivo a fare una passeggiata con Angel, a quest'ora - commento, arrossendo un poco. Il mio fidanzato sorride ulteriormente.

- Sei così carino, Mikha - sospira, inclinando il capo per guardarmi meglio. Si ferma. Siamo arrivati davanti al negozio in cui lavora.

- Eccoci qua - mormoro, mentre lui ispeziona lo zerbino. Non c'è nulla. Va a controllare le piante, accosciandosi.

- Buongiorno. Avete dormito bene? Come state? Siete felici di vedermi? Sì, lo so che è presto. C'è anche il mio amore.

Avvampo di nuovo. Liam che parla ai fiori è la visione più tenera di cui mi sia mai potuto beare.

- Mikha, - mi chiama dolcemente - vieni qui.

Lo raggiungo e mi abbasso alla sua altezza.

- Dovrei salutare le piante? - bisbiglio, temendo che mi sentano.

- Certo che devi - risponde, dandomi una pacchetta sopra il ginocchio.

- Buongiorno - esordisco a bassa voce. - Sono il ragazzo di Liam...

Lui scoppia a ridere e mi schiocca un bacio sulla guancia.

- Sei adorabile.

Mi parla un po' dei fiori, perdendosi a spiegarmi il loro significato e impappinandosi a volte con i nomi scientifici più complicati, sempre utilizzando un tono appassionato. Gli piace così tanto questo lavoro...

Alla fine ci appoggiamo alla porta a baciarci. E proprio nell'istante in cui mi lascio prendere dall'audacia e avvolgo una gamba attorno al mio fidanzato, lui mi scosta.

- Ian...? - dice, sgranando gli occhi. Non molto lontano da noi c'è un ragazzo, e ai suoi piedi c'è un fiore viola. Ma non è questo ad attirare la mia attenzione, bensì le lacrime sul suo volto.

Egli fa per voltarsi ed andarsene, tuttavia Liam lo blocca.

- Aspetta! Oddio, tu... oddio... non mi sono mai accorto che fossi innamorato di me!

Il ragazzo, questo Ian, si lascia sfuggire un singhiozzo rumoroso.

- Lasciami andare, per favore - gli chiede con un filo di voce. Liam obbedisce.

- Mi dispiace - mormora. - Mi dispiace tanto.

- Non ti devi scusare. Sono io che dovrei farlo... avrei cercato di non innamorarmi di te, se avessi saputo che eri impegnato. Ma ogni mattina ti vedevo parlare con i fiori... come potevo? Ogni minuto che trascorrevi con me m'illudevo che fosse perché ti piacevo.

Silenzio. Liam forza un sorriso.

- Uhm... be', ecco... posso regalartela, oggi, la margherita? - domanda goffamente.

- No, grazie - risponde Ian, asciutto. - Non ne avrò più bisogno, adesso so che la risposta è 'non m'ama'.

E se ne va, senza raccogliere il fiore viola. Lo prendo io. C'è anche un biglietto.

'Ehi bellissimo... hai fatto sbocciare il fiore dell'amore in me e adesso ho le farfalle nello stomaco. Vorresti prendertene cura? Ian'

Provo un pizzico di compassione per lui, so più che bene come ci si senta quando il proprio amore non è corrisposto e l'altra persona ha già qualcuno. Ma Liam... Liam è innamorato di me.

Abbozzo un sorriso dolceamaro, consegnandogli il suo regalo. Il mio ragazzo mi stringe a sé e mi bacia il capo senza proferir parola.

-

Note dell'autrice:
buon pomeriggio, pasticcini! Lo so, è da un po' che non posto, sono stata abbastanza impegnata. Ma molto presto inizieranno le vacanze estive e allora sarò tutta per voi. Ah, giusto: darò priorità a J&J 2, per ora, e durante l'estate vedrò di portare avanti Patto con la luna. Credo sia tutto. Baci

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Capitolo 17
*** Capitolo tredici ***


Ryuu's point of view

Il cellulare vibra sulla mia coscia e io lo afferro distrattamente, rifilando una pigra occhiata al display.

- Pronto? Zio Chase?

- Ciao, Ryuu.

- Che bello sentirti - mormoro. Blake, che mi sta cingendo la vita con un braccio, mi posa un bacio sul collo.

- Avrei una proposta da farti...

- Certo, dimmi.

- Un desiderio, più che altro.

Mi alzo, liberandomi dal braccio di mio marito. Lui mi lancia uno sguardo interrogativo e poi torna a concentrarsi sul film che stiamo guardando, mentre io mi allontano.

~~~

Leya's point of view

Cammino rapidamente, slittando sul pavimento scivoloso. La sala è ancora deserta, così posso accaparrarmi i posti in prima fila. Be', accaparrarci...

- Voglio sedermi vicino a Leya! - esclama Brooklyn, in braccio a suo padre. Akira, il quale si è accomodato sulla sedia accanto alla mia, si alza per lasciar loro il posto.

- Grazie, tesoro - dice John. Sua moglie si siede di fianco a lui e Akira dopo di lei.

- Quando inizia? Quando inizia? - chiede Brooklyn, guardando prima me e poi suo padre, in attesa di una risposta.

- Tra poco. Ma solo se fai il bravo e stai in silenzio, cespuglietto - gli risponde lui. Suo figlio si zittisce, obbediente.

La sala si riempie in fretta di gente. Ho chiesto a mio fratello e Liam se volessero venire, ma hanno preferito organizzare una serata speciale solo per loro due; Ryuu, il gemello di Akira, si è detto non interessato ad assistere allo spettacolo.

Cala l'oscurità e immediatamente tutti tacciono. Si apre il sipario. Sul palco c'è una ragazza, Bella me l'ha presentata come Tasha.

- Siete pregati di mettere i cellulari in modalità silenziosa. È consentito fare foto e filmati - dice, prima di fare una rapida riverenza e tornare dietro le quinte.

Inizia lo spettacolo: è divertente, strappa parecchie risate e gli attori, i compagni di Bella, sono molto bravi a recitare. Ma sono impaziente di vederla apparire sul palco, e non sono l'unica.

- Dov'è Bella? Dov'è Bella? Papiii!!! - continua infatti a domandare il suo fratellino, ignorato. Si rivolge a me, il faccino scuro come un temporale. Mi fa tenerezza, così crucciato.

- Bella arriverà presto - lo rassicuro, bisbigliando. - Si starà ancora preparando.

Brooklyn si sposta dalle gambe di suo padre e si siede in braccio a me. Gli accarezzo i morbidi ricci color miele, abbozzando un sorriso.

E poi lei appare, bellissima anche con gli abiti di scena e l'espressione cupa. I miei occhi sono immediatamente calamitati da lei.

- Bella!

Per un attimo temo che Brooklyn voglia andare da sua sorella, però se ne resta buono in braccio a me e la osserva con gli occhioni verdi colmi di meraviglia.

Anche io la guardo rapita durante tutta la durata dello spettacolo, o perlomeno del tempo in cui non è dietro le quinte. Il suo talento è innegabile e io sono così fiera di lei!

Non mi sento più le mani da tanto che applaudo, una volta finito. Gli attori si fermano a riordinare il palco, dopodiché scendono tra il pubblico.

- Bella! - esclama Brooklyn, correndo da lei. È stravolta: ha le guance arrossate e ha legato i capelli perché non le diano fastidio.

- Ehi, cespuglietto - replica, abbracciandolo. I suoi genitori la sommergono di complimenti e Akira le cinge le spalle con un braccio, ma i suoi penetranti occhi d'argento sono puntati su di me.

Sorrido.

- Sei stata bravissima - dico, quando mi si avvicina. Mi permette di prenderle le mani, arrossendo ulteriormente, tanto io come posso esserne certa? È già rossa dallo sforzo e il caldo.

- Dici?

- Un'attrice davvero talentuosa - mormoro sulle sue labbra, rubandole un bacio fugace e delicato.

S'affretta a scostarsi. So che preferisce che i suoi compagni non sappiano della nostra relazione. Lo rispetto.

- Bellaaa - piagnucola il suo fratellino, tirandola per i pantaloni. Lei lo prende in braccio e gli stampa un bacio su una tempia.

- Hai fatto il bravo, Brook? Ti è piaciuto lo spettacolo?

Rido sommessamente.

- Sinceramente non credo abbia capito molto dello spettacolo... continuava a chiedere quando saresti arrivata. E quando sei comparsa... era così affascinato.

- Affascinato? Solo lui? - mi sussurra, senza distogliere l'attenzione da Brooklyn. Avvampo.

- A me è piaciuto lo spettacolo - affermo a bassa voce.

- Mi fa piacere - commenta, abbozzando un sorrisetto compiaciuto. Glielo bacerei.

Distolgo lo sguardo.

- Smettila - borbotto, serrando i pugni.

- Di fare cosa?

- Ugh - mi limito a rispondere. Mi bacia dolcemente sulla guancia.

- Devo andare a cena con gli altri - asserisce lentamente. Anche il suo sorriso ora è dolce. - Stasera dormi da noi?

Borbotto un assenso.

- Grazie di essere venuta, Leya - sussurra. I suoi compagni la chiamano. Saluta i propri genitori ed Akira e mi lancia un'ultima occhiata. - Buonanotte.

~~~

Sono nel suo letto a riflettere, insonne.

'Grazie di essere venuta'? Era ovvio che avrei assistito...

Poi capisco che l'ha detto perché le ha fatto piacere, perché era importante che io ci fossi.

Sospiro. È tardi... perché non è ancora tornata a casa? Si sta divertendo così tanto, con i suoi amici? Be', meglio per lei... però mi manca. Sospiro di nuovo.

- Leya? Sei ancora sveglia?

- Hnnn...

- Ciao - bisbiglia, ridendo sommessamente. Si muove nella propria stanza al buio.

- Ciao - replico. - Puoi accendere la luce, se vuoi.

Accende la torcia del cellulare, vaga un po' per la stanza, mette il telefono in carica e finalmente viene sotto le coperte con me.

- Ti sei divertita? - chiedo, abbracciandola e iniziando ad accarezzarle i capelli.

- Moltissimo.

Le bacio la fronte.

- Bene.

- Leya... - comincia, prima di sbadigliare.

- Mi sei mancata... - mormoro, per poi tacere quando mi posa la testa sul petto. Dev'essere stanca...

E anch'io ho sonno, adesso che è qui.

- Buonanotte - sussurro, lasciandomi avvolgere dall'irresistibile abbraccio del sonno.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Pasticcini, lo so, è un secolo che non posto, salvo un paio di traduzioni su Wattpad e qualche capitolo di Text. Mi dispiace... vi chiedo venia, anche perché nel prossimo capitolo ci sarà da soffrire. Ma l'avrete già intuito, no? Un abbraccione

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Capitolo 18
*** Capitolo quattordici ***


Akira's point of view

Io e Ryuu ci sediamo sul suo letto, nella nostra stanza alla villa. Anche se ora viviamo separati, questo posto resta il nostro rifugio.

Mio fratello incrocia le gambe e io lo imito. Giocherella con le mie dita, lo sguardo fisso sulle proprie gambe.

- Cosa c'è, Ryuu? - domando. È pensieroso, dev'essere importante: non mi avrebbe chiesto di venire qui, altrimenti.

- Akira... - comincia, prima di deglutire sonoramente. Alza la testa, cercando i miei occhi. I suoi sono incerti. - Mi ha chiamato zio Chase.

Annuisco, incoraggiandolo ad andare avanti.

- Lui... lui vorrebbe che rilevassi il suo studio.

M'affretto ad analizzare ciò che mi ha appena detto: questo significherebbe doversi trasferire in America.

- Che bel regalo - mormoro, quasi tra me e me. Mi lancia un'occhiata combattuta.

- Ma non so cosa fare. Non so cosa voglio fare. Restare qui? Andare là? È sempre stato il mio sogno avere uno studio tutto mio.

- E Blake? Ne hai parlato con lui? - chiedo. Scuote il capo.

- No. No, sei il primo a cui lo dico.

- Io? Io il primo? E non tuo marito?

Mi guarda male, sospirando e massaggiandosi la radice del naso.

- Blake accetterà qualunque cosa decida, credo - dice.

- E se non lo facesse? Se preferisse restare qui?

- Perché dovrebbe?

- Perché non dovrebbe? - ribatto. Sospira di nuovo e poi sbuffa sonoramente, arruffandosi i capelli. - Pensaci attentamente, Ryuu, e parlane con lui.

- Okay - mormora, cupo. - È solo che... è una grande opportunità. Un'opportunità che potrebbe cambiarmi la vita. E che potrebbe non ripresentarsi mai più.

Gli do un bacio sulla guancia.

- Fa' quello che devi. Io sarò sempre qui per te, lo sai - sussurro, e lui mi appoggia il capo sulla spalla. - Ti voglio bene, Ryuu.

- Anch'io, Akira - borbotta, spostandosi per nascondere il viso nel mio petto. Lo stringo in qualche modo, sorpreso.

~~~

Ryuu's point of view

- Blake... - esordisco, staccandomi da lui, senza fiato. Mi dispiace di dover rovinare questo momento... ci stavamo baciando così appassionatamente.

- Hmm? - mormora, cercando di riavvicinarsi alle mie labbra, ancora ad occhi chiusi. Gli poggio una mano sulla spalla, stringendo per dargli ad intendere che devo parlargli.

- Mi ha chiamato zio Chase, l'altro giorno, ricordi?

Annuisce. Io deglutisco, togliendo la mano dalla sua spalla. Il gesto non gli sfugge, poiché le sue iridi verde acqua guizzano per seguire il movimento.

- Vorrebbe che rilevassi il suo studio - dico lentamente, a bassa voce. Sgrana gli occhi.

- C-cosa?

- Sì. È il suo più grande desiderio. Lo farebbe felice.

- E tu... hai accettato?

Mi stringo nelle spalle.

- No. No, non ancora. Volevo parlarne con te - affermo, distogliendo lo sguardo dal suo. Mi sento a disagio. Nel profondo sapevo che questa conversazione non sarebbe andata bene.

- Stai pensando di accettare? - insiste con calma. Non rispondo, non subito.

- Potrebbe essere l'opportunità della mia vita. Un sogno che si avvera. Il mio sogno - mormoro semplicemente.

- E io? - chiede, ferito.

- Blake...

Mi alzo, perché stargli vicino è troppo difficile.

- Accettare significherebbe trasferirsi là. Lasciare tutto quello che abbiamo qui. Gli amici, la famiglia, la casa...

- Lo so - replico pacatamente. - Non ti obbligherei a seguirmi...

I suoi occhi si fanno lucidi. Non avrei dovuto dirlo.

- Come puoi dire questo? - esclama, singhiozzando. - Sono tuo marito!

- Blake... - ripeto, non sapendo cosa dire. Non avrei mai immaginato che la conversazione avrebbe preso questa piega.

- Cosa vorresti fare, lasciarmi qui? Venirmi a trovare una volta al mese? Credevo mi amassi! - sbotta, le lacrime che gli rigano il viso. Allungo una mano per bloccarlo, ma lui è più veloce ed esce dalla nostra stanza. Qualche secondo dopo odo la porta di casa sbattere.

- Certo che ti amo... - sussurro, sedendomi per terra. Mi stringo le ginocchia al petto, chiudendo gli occhi. - Ti amo da morire. Ma... ma non so cosa fare...

~~~

Blake's point of view

A seguito della nostra discussione, io e Ryuu abbiamo smesso di parlarci quasi del tutto e iniziato a dormire separatamente. Lui è estremamente freddo in ogni minima interazione.

- Lo so perché sei qui - dice Akira, sospirando. - Sempre a giocare al consulente matrimoniale...

- Mi dispiace - replico, cupo. - Non sapevo a chi rivolgermi, altrimenti.

Sospira di nuovo.

- Come posso aiutarti? - chiede con aria indulgente. Questo ragazzo è un angelo, un concentrato di bontà e altruismo. Non potevo innamorarmi di lui, al posto del suo gemello? Ma al cuor non si comanda...

- Tu... lo sai, vero?

- Sì... - sospira per la terza volta. - E disapprovo, sinceramente. Desidero che mio fratello sia felice, che realizzi i propri sogni, ma non si sta comportando in modo giusto con te.

Gli ho raccontato brevemente di quanto ci siamo detti, al telefono, prima di chiedergli di incontrarci. Dopo di me, è la persona che possiede il legame più profondo con Ryuu.

- Non posso credere... non posso credere che stia pensando di abbandonarmi per il lavoro! - esclamo, percependo il familiare nodo ostruirmi la gola. - Non voglio che mi lasci qui come se non contassi niente! Come se non mi amasse! Non voglio! È già orribile stare senza di lui un giorno, come posso fare a meno di lui... sempre?

Sto piangendo, di nuovo. Akira mi porge un fazzoletto di carta.

- Ti prego, Akira! - singhiozzo, afferrando il fazzoletto, senza però asciugarmi le lacrime o il naso che mi cola. - Ti prego! Convincilo a restare! Solo tu puoi farlo, perché a me non dà ascolto!

Sospira per l'ennesima volta.

- Ci proverò, Blake. Ma se non dà ascolto a te, che sei suo marito... dubito di poterci riuscire io.

Mi arruffa gentilmente i capelli.

- Finché c'è amore c'è speranza - afferma dolcemente, abbozzando un sorriso.

Tiro su col naso, asciugandomi il volto.

- Grazie - mormoro, sentendomi patetico.

- Dài, ci penso io a quella testa di cavolo - mi assicura, dandomi una pacca sulla spalla. - E tu bevi un po' d'acqua, fa sempre bene dopo aver pianto.

~~~

Akira's point of view

- Ho parlato con Blake - esordisco, sedendomi accanto a mio fratello, stavolta sul mio letto. - E lui mi ha implorato di convincerti a rifiutare e restare qui.

- Quindi è per questo...

- No, - lo interrompo - non ho intenzione di convincerti a fare nulla, se non riflettere.

- A volte ho l'impressione che tu compensi la mia parte impulsiva con la tua parte riflessiva - mormora fra sé e sé. Emetto una risatina priva di allegria.

- Come tuo fratello, ti dico che mi mancherai. Mi manchi già ora che stiamo vivendo separati. Mi mancherai ancor di più, vivendo dall'altra parte del globo. Mancherai a tutti. Saremo felici di riaverti qui per le feste. E, sempre in quanto tuo fratello, sarò orgoglioso di te per aver realizzato il tuo sogno.

- Non capisco dove...

- Zitto.

Mi guarda, sorpreso, e ammutolisce.

- T'immagino, sai? Fiero del tuo studio, il quale ora sfoggia il tuo nome. Il veterinario più bravo di tutta l'America. Lavora ventinove giorni su trenta, salvo quel giorno di libero in cui torna in Australia per salutare il marito. Poi riparte per rimettersi al lavoro. C'è da domandarsi se abbia sposato un essere umano o il suo mestiere.

- Akira... - dice, minaccioso, perché sa che è la verità.

- Le persone hanno un cuore solo e duecentosei ossa - proseguo pacatamente. - Quando Alex...

Sussulta, fulminandomi con lo sguardo.

- Quando Alexander ti ha spezzato il cuore, gli avrei volentieri spaccato le ossa una ad una.

- Akira... - ripete, esibendo una smorfia carica di disagio. Si è sgonfiato come un palloncino.

- Eri innamorato. Tu eri innamorato, Ryuu! E lui... lui ti ha spezzato il cuore - dico, percependo la rabbia ardermi nel petto al ricordo.

- Io...

- Quindi sai meglio di me cosa si provi a farti spezzare il cuore dalla persona che ami.

- Io non...

- Ti fa così schifo la felicità duratura? Ti ha già stancato? Va' in America, Ryuu! - sbotto. Forse non ho capito nemmeno io quanto voglio che resti. - Vai! E poi dimmi quant'è bello avere solo il tuo lavoro! Non avere nessuno a casa che ti aspetti!

- Akira...

Mi passo il dorso della mano sul naso.

- Voglio solo essere felice per te - dico, sciogliendomi in lacrime e singhiozzi. - Ma mi mancheresti troppo.

Mi bacia la fronte.

- Oh fratellino - mormora, abbracciandomi. Ricambio l'abbraccio.

- Ryuu...

- Grazie - sussurra, scostandomi di nuovo i capelli e poggiando le labbra sulla mia fronte. Abbozza un sorriso. - Grazie di farmi riflettere.

Tiro su col naso e lui strofina il naso contro il mio.

- Verrai a trovarmi in America? - chiede, senza riuscire ad impedire ad un angolo della sua bocca di incresparsi ulteriormente all'insù. Gli tiro un debole pugno sul petto, strappandogli una risata sommessa.

- Sei un idiota, Ryuu - mugugno, trattenendolo per la maglietta.

- È per questo che mi vuoi bene - replica, liberandosi gentilmente della mia presa e alzandosi. Mi bacia il capo.

~~~

Ryuu's point of view

- Blake... - mormoro. Lui mi lancia una rapida occhiata, prima di distogliere lo sguardo e sedersi sul divano, sul quale dorme ormai da un po' di tempo.

- Cosa c'è? - domanda in tono distaccato.

- Ho... ho preso una decisione - lo informo, torturandomi le mani. Cala il silenzio. Il suo sguardo è vacuo, non mi guarda neanche.

- Okay - replica lentamente.

- Blake, io...

- Sbrigati - sibila, massaggiandosi una tempia. Stringe i denti, contraendo la mascella. - Dillo e basta, Ryuu. 'Ti lascio'.

Soffoca un singhiozzo nel palmo della mano.

- Non ferirmi più di così, non farmi soffrire ulteriormente - mi supplica, coprendosi il viso con entrambe le mani. - Ti prego.

- Ho rifiutato - dico in un soffio.

Per un attimo pare pietrificato dalla sorpresa, poi le sue spalle vengono scosse da un singulto. Deglutisco, percependo gli occhi farsi lucidi.

- Come potevo accettare, sapendo che ti avrei perso? Non me lo perdonerei mai! - grido, permettendo alle lacrime di rigarmi le guance. - E ti ho ferito, ti ho deluso di nuovo!

Nella stanza si possono udire solo i nostri singhiozzi. M'inginocchio tra le sue gambe e lui toglie le mani dal volto e mi guarda.

- Ti amo - mormoro, e Blake mi afferra il viso e mi bacia. - Ti amo.

- Ti amo anch'io - risponde, mordendomi le labbra. Mi prende un polso e mi tira su di lui. Continuiamo a baciarci. Le sue mani sono fra i miei capelli, sul mio collo, sulla mia schiena, sulla mia faccia... ovunque, e mi tengono stretto a lui.

Mi accoccolo sul suo petto.

- Mi dispiace - sussurro. - Mi sono lasciato trasportare dall'entusiasmo, però questo non giustifica come ti ho trattato. Sono stato egoista. Ti chiedo scusa, Blake. Ma lo capirò se non vorrai accettare le mie scuse.

Sospira rumorosamente, arruffandomi i capelli.

- Facciamo pace e basta, per favore - dice. Struscio il capo contro il suo petto. Poi facciamo pace a modo nostro.

- Torni a dormire con me, vero?

- Certo...

- Non voglio alzarmi da qui, però - farfuglio, assonnato. Amo dormire sul suo petto, è così rilassante.

- Nemmeno io...

Sbadiglio.

- Ryuu... io... ti amo. E ho sbagliato, anch'io sono stato egoista. Ti ho accusato di non amarmi... e al contempo mi sono reputato più importante dei tuoi sogni.

- Ma tu sei...

- Shh, amore mio. Non voglio che sacrifichi il tuo sogno per me. Voglio che tu sia felice. Ora come ora, però... voglio restare qui. Con te, i nostri amici, le nostre famiglie, la nostra casa... ma in futuro, magari...

- A tal proposito... - mormoro, cingendogli la vita con un braccio. - In verità zio Chase ha ancora cinque anni prima di andare in pensione.

- Cinque anni?! Ryuu...

- Mi dispiace! - piagnucolo, strofinando il viso contro il suo petto.

- Sei tremendo - sospira, di nuovo.

- Però mi ami - bisbiglio, fremendo di piacere quando percepisco i suoi polpastrelli massaggiarmi la nuca.

- Certo che ti amo, sciocco.

Cala il silenzio.

- Buonanotte, Blake...

Ride sommessamente, e il suo petto sussulta sotto la mia testa. Non gli domando perché rida.

- Ryuu, ti prometto che ti seguirò ovunque vorrai andare.

-

Note dell'autrice:
buon... uhm... giorno, pasticcini? Sto morendo di fame, ma devo aspettare e ho pensato che non vi sarebbe dispiaciuto il capitolo. Mi dispiace di essere così poco presente rispetto agli anni passati... e quando posto vi faccio venire un colpo al cuore... mi rivolgo ad un pasticcino in particolare, fufufu. I'm sorry. Vi voglio tanto bene, miei lettori adorati. Baci

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Capitolo 19
*** Capitolo quindici ***


Bella's point of view

Canticchio fra me, entrando nella mia camera. Leya dorme profondamente.

- Ed ecco un raro esemplare di Leya semi-domestica, non è ancora uscita dal suo letargo mattutino - annuncio, poggiando la videocamera sulla scrivania in modo da continuare a riprendere senza problemi.

- Ma che stai blaterando... - farfuglia, sbuffando sonoramente. Sogghigno, sperando che ceda al sonno e non si svegli completamente.

Attendo qualche istante e poi...

- Sveglia, Leya! È ora di alzarsi! - le strillo in un orecchio, facendola sussultare vistosamente.

- UWAH! Cos-... cosa...

- Tanti auguri a te, tanti auguri a te - canticchio di nuovo. Sbuffa sonoramente, affondando il viso nel cuscino.

- Sei una peste, ma ti amo - farfuglia, aprendo un occhio. E nello sbirciarmi un sorriso meraviglioso le increspa le labbra.

- Un inizio perfettamente normale, finora, per questo esemplare - commento. Lei mugugna qualcosa di sconclusionato, alza la testa dal cuscino, la scrolla per scostare i capelli dalla faccia e poi si alza lentamente, prima di prendere il mio volto tra le mani e stamparmi un bacio appassionato sulle labbra.

- Buongiorno... - esala, sorridendo sulla mia bocca. Le passo un braccio dietro la schiena per trattenerla, dopodiché appoggio la fronte alla sua.

- С ДНЕМ РОЖДЕНИЯ* - bisbiglio con un pizzico, anzi, parecchia incertezza. Sorride ulteriormente, felice come una pasqua.

- Ti amo - sospira, cercando di baciarmi di nuovo.

- Non adesso, Leya! Ci sarà tempo dopo per le smancerie; ora preparati, che tutti ti stanno aspettando - la informo, recuperando la videocamera e mettendo in pausa la registrazione.

- Tutti? Tutti chi? - domanda, perplessa.

- Tutti! - rispondo, misteriosa. Le concedo un bacio sulla guancia, prima di dileguarmi. Quando scende a fare colazione noto che indossa una maglietta rosa chiaro e una gonna piuttosto corta: è elegante, ma non troppo. Ed è bellissima.

- Tanti auguri a te Leya! - esclama Brooklyn, correndo ad abbracciare le sue gambe. Lei gli accarezza i ricci.

- Grazie, Brooklyn.

Io lo prendo in braccio, sapendo che altrimenti non si stacca più.

- Vai di là a giocare con Yuuhi, Brook. E controlla che il tuo regalo sia ancora dove l'hai lasciato - gli bisbiglio in un orecchio, prima di schioccargli un sonoro bacio sul viso.

Ridacchia, obbedendo.

- Buon compleanno, Leya - dice la mamma, sorridendo con affetto e abbracciandola. La mia ragazza resta immobile, sorpresa, poi ricambia l'abbraccio.

- Auguri! - si aggiunge John, scostando il giornale giusto per lanciarle un'occhiata affettuosa quanto quella della mamma.

Dopo colazione il mio fratellino le dà il regalo che le ha fatto con tanto impegno, un ritratto di famiglia disegnato da lui. Mi aspettavo che ci aggiungesse qualche cavallo come fa sempre, invece no: ci sono la mamma e John, due omini giganti, io e Leya, due omini un po' più piccoli, e poi un omino piccolissimo con una strana cosa che dev'essere Yuuhi. Attorno alla testa di Leya ci sono infiniti cuoricini rossi.

Lei s'inginocchia, poggia il disegno a terra e tira a sé Brook, ringraziandolo con voce rotta. Io sbuffo, intenerita: si è commossa.

- Dài, Leya! Dobbiamo andare! Ti ho detto che ci aspettano! - sbuffo di nuovo, fintamente impaziente.

- Ma chi? - ritenta, alzandosi e recuperando il disegno.

- Prima usciamo, prima lo scoprirai! - rispondo, ghignando.

- Okay, okay - replica, arrendendosi. Avviso la mamma e John che usciamo. Una volta fuori di casa camminiamo in silenzio, mano nella mano. Yuuhi non è molto contenta di dover stare al guinzaglio.

Purtroppo con le mani occupate non posso continuare a filmare, ma non avrei chissà cosa da dire e non sarebbe divertente.

L'esterno della villa è decorato da dei palloncini. Leya sorride, senza commentare. Suo fratello ci aspetta fuori dalla porta.

- I miei occhi si posano su una principessa: è la festeggiata, è la festeggiata - trilla, posandole sul capo una coroncina dorata di carta. Si abbracciano e lui mi fa l'occhiolino.

Entriamo. Finalmente posso lasciare libera Yuuhi, la quale va subito a giocare con Haru, e riprendere la videocamera. La villa è addobbata da un sacco di festoni.

- Benvenute, ragazze - ci accoglie Ryuu, troppo elegante rispetto agli altri. Leya sgrana gli occhi, meravigliata e poi commossa, di nuovo: ci sono i miei cugini con i loro mariti, suo fratello con il fidanzato e tutti i suoi amici. Mancano solo un paio d'invitati che arriveranno nel primo pomeriggio.

- L'esemplare di Leya che stiamo seguendo è al momento sopraffatta dalle emozioni - commento a bassa voce.

Ci spostiamo in giardino, dove è stato allestito un tavolo con delle sedie.

- Abbiamo la villa tutta per noi, oggi - c'informa Akira. - Leon e Marco sono in vacanza e torneranno il mese prossimo, nostro fratello è in tour con Rei e i nostri genitori si sono organizzati una giornata speciale.

- Poi toccherà a noi pulire e riordinare, quindi cerchiamo di non combinare casini - brontola Ryuu.

- Non ascoltatelo - ribatte dolcemente il mio migliore amico. - Fate tutti come se foste a casa vostra.

Ognuno propone un'attività o un gioco che potremmo fare. Leya decide di giocare a Just Dance e, una volta sfidato ogni invitato, è ora di pranzare. Ovviamente Akira ha stracciato tutti, nessuno escluso. È davvero un ballerino eccezionale.

Ci spostiamo di nuovo in giardino per mangiare, ma suonano al campanello e Mikhail va ad aprire. Torna con ben tre persone, sebbene ne aspettassimo solo due.

- Leya! - esclama la ragazza. Lei si volta e...

- Maggie? Dragan? - dice, incredula, prima di raggiungerla e gettarle le braccia al collo. Mi aspettavo di provare almeno un pizzico di gelosia, dopotutto sono state insieme, in passato, invece sono felice e basta.

La sua migliore amica ha sì un fascino particolare: un viso morbido, incorniciato dai capelli rossi, i quali fanno spiccare un paio di dolci occhi castani; è alta quanto me e possiede un fisico tutto curve.

Accanto a lei c'è il padre di Mikhail.

- Ciao, tesoro - lo saluta, abbracciandolo.

- Ciao, papà.

Dietro di loro c'è Derek e in mano ha un pacchetto.

- Non mi sembra di averti invitato - sibilo, mentre al contempo tengo d'occhio la situazione, sperando che Leya non si accorga della sua presenza.

- Oh-oh. Non vorrai mandarmi via... non sarebbe carino, Bella. E poi voglio solo darle il mio regalo... non faccio nulla di male.

Alzo gli occhi al cielo.

- Okay, puoi restare - ringhio. - Ma se Akira e Ryuu dovessero dire che te ne devi andare...

Esibisce un sorrisetto odioso. M'impongo di fare un respiro profondo. Non posso arrabbiarmi, non oggi.

- Meno male che il tuo gusto in fatto di ragazze non è uguale a quello riguardante l'abbigliamento - sta dicendo Maggie quando mi riavvicino a lei e la mia ragazza.

Leya ridacchia, imbarazzata.

- Complimenti! - esclama la sua migliore amica, rivolgendosi a me. Arrossisco.

- G-grazie...

- Non siamo troppo in ritardo, vero? - domanda Dragan. - C'era parecchio traffico...

- Stavamo giusto per pranzare - lo informo, prima di cercare il mio migliore amico. Sta parlando abbastanza concitatamente con suo fratello, Christopher e Blake.

Li raggiungo.

- Dobbiamo aggiungere un posto a tavola - asserisco, costernata. Neanche loro sorridono più, adesso. - Chi l'ha invitato?

- Nessuno, Bella. O perlomeno non noi - risponde pacatamente Ryuu. - Quindi nessuno.

- Ugh - mi limito a replicare. Vado a sedermi accanto alla mia ragazza.

- Cosa ci fa lui qui? - chiede lei, lanciando una fugace occhiata all'ospite indesiderato.

- Non lo so.

Scrolla le spalle.

- Hai organizzato tutto tu? - bisbiglia al mio orecchio, poggiando le labbra contro di esso in un impercettibile bacio.

- Non tutto... tuo fratello ha fatto la maggior parte del lavoro. Io l'ho solo aiutato - rispondo con noncuranza.

- E da quando complotti con mio fratello? - insiste, ridendo.

- Da quando si avvicina il diciannovesimo compleanno della mia ragazza - sbuffo, sorridendo. Avvampa.

Il pranzo trascorre a meraviglia e tutti sono contenti di mangiare la pizza.

- Vorrei ringraziare alcune persone - asserisce timidamente Leya, le gote lievemente imporporate. - Innanzitutto mio fratello Mikhail e la mia ragazza, Bella, per aver organizzato questa festa; poi i padroni di casa, Akira e Ryuu, per l'ospitalità. Ci terrei a ringraziare di cuore Maggie e Dragan per il lungo viaggio che hanno fatto per venire qui e a porgere un sentito grazie di essere qui agli altri ospiti. Grazie!

Brindiamo, dopodiché intoniamo la canzoncina di tanti auguri a te. Akira porta la torta, una grossa torta ricoperta di glassa rosa con le rose e un arcobaleno.

Dopo averla mangiata alcuni decidono di farsi un tuffo in piscina, altri vanno a recuperare i regali. Quando torno in giardino trovo una spiacevole vista.

- Dài, voglio solo darti il regalo - sta dicendo Derek, e intanto trattiene la mia ragazza per un polso, nonostante si divincoli. - Siediti qui, sulle mie gambe.

- No.

- Dài, non fare la difficile!

- No, no, no!

La strattona, io non so cosa fare. Sto per rivolgermi ai miei cugini o a Dragan, quando Keita (ve lo ricordate, il ragazzo con i capelli verdi?) sbuca dall'acqua e lo fronteggia.

- Ehi tu, smettila, okay? Lasciala andare. Ti ha detto no e no vuol dire no. Non vuole essere toccata.

Derek molla la presa, contraendo la mascella e aggrottando le sopracciglia.

- Forse è meglio che tu vada, Derek - asserisce con calma Ryuu, apparendomi alle spalle. Lui sembra sul punto di esplodere, invece si alza bruscamente e se ne va, borbottando insulti razzisti verso Kei e omofobi verso mio cugino.

- Ma chi è quello? - chiedono tutti.

- Uno svitato - rispondo io, sopprimendo il desiderio di inseguirlo, fermarlo e tirargli un pugno in faccia.

Mentre gli altri si affrettano ad accertarsi di come stia Leya io prendo il regalo di quell'idiota e lo apro: è un braccialetto dall'aria costosa, con un ciondolo a forma di rosa rossa attaccato. C'è anche un biglietto d'auguri con il suo numero. Lo straccio in un impeto di rabbia. Leya decide di regalare il braccialetto a Maggie.

- Chi comincia? - domanda dolcemente Mikhail, riportando il buon umore e l'atmosfera di festa.

- Lasciamo decidere alla festeggiata - replico. Lei si è seduta di nuovo al proprio posto e si è rimessa la coroncina in testa. Mi afferra delicatamente per un polso e mi tira a sé.

- Tu per ultima - mormora, abbozzando un sorrisetto.

- Va bene - dico, stringendole la mano e baciandole le nocche. Avvampa un po', ridacchiando imbarazzata.

- Dài, fratellone, inizia tu.

- Okay!

Le porge un grosso pacco, un signor pacco.

- Non sapevo se prenderti qualcosa di utile o di carino... ma ho pensato che di cose carine te ne avrebbero regalate un sacco, perciò ho optato per qualcosa di utile. Auguri, sorellina.

Nel signor pacco ci sono almeno una decina di blocchi da disegno, due scatole di matite e una di pennarelli.

Leya ride.

- Sei un mito, Mikhail.

Liam le ha portato una piantina di cui prendersi cura. I suoi amici le regalano cover per il cellulare, vestiti, libri. I miei cugini le danno altro materiale da disegno. Maggie le porge un tenero peluche a forma di unicorno rosa.

Dopo di lei c'è Dragan.

- I tuoi genitori mi hanno chiesto di augurarti un felice diciannovesimo compleanno - esordisce, abbozzando un sorriso. - Auguri, Leya.

- Che bugiardo. Grazie, Dragan - sbuffa lei, abbracciandolo. Il suo regalo è un cd.

E poi tocca a me. È banale. È un dono molto banale. Apro la scatolina che ho in mano e deposito sul suo palmo il mio banalissimo dono.

- Lo so, non è un granché, spero che ti piaccia c-...

- È bellissima - mi zittisce Leya, ammirando la catenina con l'anello. Anello sul quale c'è scritto, in argento, ti amo Leya. In russo. Me la porge e io con delicatezza la metto al suo collo. - Grazie, Bella.

E si alza, abbracciandomi e nascondendo il viso nella mia spalla. Sta... piangendo?

Le cingo la schiena con le braccia.

- Sono... così felice di essere qui con voi - singhiozza. - È il compleanno più bello della mia vita.

-

Note dell'autrice:
ohayo, pasticcini! Avrei voluto postare questo capitolo ieri, ma sono stata impegnata ad... organizzare cose per il Pride (qualcuno ci va?) e poi ero troppo stanca per terminare il capitolo. Il prossimo sarà il penultimo! Ma non temete: dopo l'epilogo ci sarà un capitolo bonus... baci!

*Buon compleanno in russo

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Capitolo 20
*** Capitolo sedici ***


Leya's point of view

Yuuhi trotterella al mio fianco, fermandosi di tanto in tanto ad annusare qua e là. Bella starà fuori quasi tutto il giorno perché andrà in scena due volte, le ultime due repliche dell'anno del suo spettacolo, e mi ha chiesto di occuparmi del suo cane.

Io sono più che felice di fare una passeggiata, così, senza cercare nulla di particolare da disegnare. È una bellissima giornata, il cielo è terso e la brezza s'insinua nei miei vestiti. La città è silenziosa, per le strade non c'è quasi nessuno.

Ad un tratto qualcuno mi fischia alle spalle. Non mi volto, anzi, continuo a camminare senza accelerare o rallentare il passo.

- Ehi! Ehi, Leya!

Mi giro. Derek mi fa un cenno di saluto con una mano, sorridendo. Sembra un sorriso genuino. Ma io mi sento a disagio lo stesso.

- Oh, ciao, Derek - mormoro, afferrando con una mano il collare di Yuuhi. Lei ringhia sommessamente.

Fra tutte le persone che potevo incontrare... proprio lui?

- Che bello vederti! - esclama. Non riesco a capire se dica sul serio o se stia solo continuando a provarci con me. Inarco un sopracciglio, forzando un sorriso che di sicuro sarà una smorfia. - Sai, volevo scusarmi per l'altro giorno... al tuo compleanno. Non volevo rovinare la festa.

- Scuse accettate - farfuglio, strascicando i piedi. Devo continuare a trattenere Yuuhi.

- Ti va di fare una passeggiata con me? - domanda, gettando il mozzicone di sigaretta per terra e schiacciandolo.

Vorrei dirgli di no perché non mi sento a mio agio in sua compagnia, però dicendogli di sì forse riuscirò a convincerlo che non sono interessata a lui.

- Uhm... okay.

Mentre camminiamo Yuuhi resta al mio fianco e non mi molla un istante. La sua presenza mi rassicura.

Derek mi sfiora la mano con la sua un paio di volte, prima di cercare di prendermela. Mi scosto.

- Che stai facendo? - chiedo, sforzandomi di suonare neutra. Si ferma.

- È che... mi piaci, Leya.

Mi passo una mano fra i capelli, cercando di scacciare ricordi dei ragazzi delle medie che mi confessavano i loro sentimenti allo stesso modo.

- Mi dispiace, Derek - inizio pacatamente. - Purtroppo per me non lo è stesso. Sai che sto con Bella.

Riprendiamo a camminare.

- Tu sei una ragazza troppo... troppo affascinante per stare con lei. Sei sprecata, a stare con una, invece che con un ragazzo - commenta, facendomi sgranare gli occhi.

- C-cosa? - replico, cercando di non scoppiare a ridere. Non ha senso.

- Come fai a stare con lei? - insiste, come se fosse una cosa che proprio non riesce a capire.

- E tu come fai a stare con una ragazza? - ribatto, non riuscendo a seguire la sua parvenza di ragionamento. - Sto con lei perché la amo.

- Impossibile. La amerai come un'amica, ma...

- Stai scherzando, vero? - esclamo, allibita.

- No... tu stai scherzando! Come fai a dire una cosa del genere? È così sbagliata!

Per un istante resto a bocca aperta, senza sapere cosa controbattere.

- Sono sicuro... - prosegue, afferrandomi per un polso - che dopo che sarai stata con me cambierai idea e capirai cosa ti perdi.

E mi bacia, spingendomi contro il muro. Lo scosto con la mano libera e, quando tenta di baciarmi di nuovo, gli tiro uno schiaffo. Yuuhi ringhia, tuttavia non interviene.

- Ugh...

Ma non si toglie, anzi, mi preme tra il muro e il suo corpo.

- Lasciami andare, Derek, per favore! - lo supplico. - Non sono interessata a te! Non mi piacciono i ragazzi e mai mi piaceranno! Fattene una ragione!

Mi tappa la bocca con una mano, ghignando.

- Mi piacciono le ragazze difficili - afferma. - È ancora più soddisfacente prenderle.

Gli mordo la mano.

- Vaffanculo! - sbotto, dandogli uno spintone. Yuuhi gli pianta i canini nel polpaccio, strappandogli un lamento di dolore. Derek si scrolla e io ne approfitto per sgusciare via.

- Maledetta bestiaccia! - grida, sferrandole un calcio e poi un altro ancora. Guaisce e io percepisco il cuore stringersi.

- Yuuhi! - esclamo, precipitandomi a controllare le sue condizioni.

- Dove credi di andare? - ringhia Derek, riafferrandomi per un polso e sbattendomi di nuovo contro il muro. - Sono stufo dei giochetti, di fare il carino con te.

Mi divincolo, invano. È troppo forte. Yuuhi non mi potrà aiutare tanto presto e la strada è deserta.

- Sei mia, principessa - dice, trionfante. E m'imprigiona i polsi oltre il capo con una mano, mentre con l'altra mi accarezza un fianco. Rabbrividisco, disgustata.

Mi bacia, forzando le mie labbra serrate con la lingua, prima di scendere lungo il mio collo. Scuoto la testa, chiudendo gli occhi.

- Ti prego, smettila - mormoro, e lui mi prende il viso con la mano con cui mi stava accarezzando e mi costringe ad alzare la testa.

- Guardami. Ti piacerà, vedrai - mi rassicura, costringendomi ad aprire gli occhi. Mi sento rivoltare lo stomaco dal disgusto.

Mi sfiora una coscia.

- Rilassati, principessa - soffia, sogghignando. Percepisco le lacrime pizzicarmi gli occhi. Ho paura. Non avrei mai dovuto accettare. Sono un'idiota, perché l'ho fatto?

~~~

Bella's point of view

Saluto i miei amici e loro proseguono per la loro strada. In lontananza scorgo un gruppetto di ragazzi che si dirige verso casa. Casa mia.

Corro loro incontro, sono i miei cugini. È da un po' che non li vedo. Ma non appena mi avvicino, il mio entusiasmo svanisce.

Ryuu porta in braccio Yuuhi e Christopher ha fra le braccia Leya. Le loro espressioni sono cupe.

- Cos'è successo? - chiedo, in ansia. Leya sta singhiozzando contro il petto di Christopher. Nessuno risponde. - Cos'è successo?

- Va' ad aprire la porta - ordina pacatamente Ryuu. Yuuhi alza a malapena il capo e scodinzola debolmente quanto le faccio una carezza sul muso.

Entriamo in casa.

- Ciao, ragazzi! - esclama la mamma. - Che bello v-... oh? Cos'è successo?

- Una brutta cosa - prende parola Blake. Ora che lo guardo attentamente, ha una mano fasciata e il volto segnato, quasi qualcuno gli avesse tirato un pugno.

- Che cosa? - domando. Leya continua a singhiozzare.

- Chris, portala in camera di Bella - sento Akira dire. Lui obbedisce e io lo seguo con lo sguardo.

- COS'È SUCCESSO? - sbotto, guardandoli malissimo.

- Bella, da' un po' d'acqua a Yuuhi - ordina Ryuu, senza rispondere. Serro i pugni lungo i fianchi.

- Prima voglio una risposta!

- Bella, per favore.

- Ho il diritto di saperlo! È la mia ragazza! - ringhio, furiosa. Akira prende in braccio Yuuhi, mi prende per mano e mi trascina in cucina, chiudendo la porta.

Versa un po' d'acqua nella ciotola e poi si siede per terra, controllando che il mio cane beva.

- Ora vuoi dirmi cos'è successo?

Mi guarda a lungo, in silenzio.

- Non so come dirlo, Bella - confessa.

- Dillo e basta, Akira! - esplodo, colpendo il muro con il palmo della mano. Sobbalza.

- Eravamo... eravamo in giro per i cavoli nostri. Abbiamo notato qualcosa di strano. Siamo intervenuti appena in tempo. Derek...

- Derek COSA?

Non risponde.

- No - dico. - Derek COSA, Akira?

Si passa una mano sul viso.

- La stava baciando e... non solo.

Boccheggio, appoggiandomi al muro perché mi sento mancare il terreno sotto i piedi.

- Siamo intervenuti in tempo - ripete lentamente. Ma ciò non cambia nulla, o quasi nulla. - Yuuhi ha ricevuto diversi calci, però il veterinario ha detto che sta bene. Leya... Leya è sotto shock.

Faccio per aprire la porta e andare da lei, tuttavia Akira si alza e mi trattiene per un braccio.

- Bella, no. Ha detto che non vuole vederti. E poi c'è Chris con lei.

- Cazzate! - grido. - Lei ha bisogno di me! Non del tuo Chris!

Mi afferra per le spalle e mi scuote leggermente.

- Datti una calmata! Non le sarai di nessun aiuto, così! - esclama, scuotendomi ancora. - Adesso guardami negli occhi e respira con me.

Lo spingo via, sedendomi sul pavimento. Si siede accanto a me.

- Siamo stati in polizia - m'informa. - Anche se Leya voleva tornare a casa.

- Cosa ne sarà di quel pezzo di merda? - ringhio.

- Non lo so. È troppo presto per dirlo.

Mi alzo. Akira non mi ferma. Quando esco dalla cucina tutti mi guardano.

- Bella... - dice la mamma. La ignoro. Mi rivolgo a Ryuu.

- Grazie di esserti preso cura di Yuuhi. E grazie Blake di... tutto quello che hai fatto.

Mi precipito in camera mia. Christopher ha la schiena contro il muro e Leya è seduta sul mio letto e piange con il volto nascosto dietro le ginocchia.

- Puoi andare, Christopher - mormoro in tono gentile ma fermo. - Grazie di quanto hai fatto.

Lui mi lancia un'occhiata incerta, dopodiché annuisce e se ne va.

Mi siedo vicino a Leya e, quando le tocco delicatamente una spalla, sussulta come un animale spaventato.

- Vai via, Bella - singhiozza. - Non voglio che tu mi veda così.

Non me ne vado. Akira può dire quello che vuole, ma lei ha bisogno di me.

- Non è colpa tua - dico dopo un po'. Singhiozza rumorosamente.

- Sì invece, è colpa mia, io non...

- Non è colpa tua. Non è mai colpa della vittima.

Silenzio, si sente solo lei che piange. Non so cosa dirle per consolarla.

- Ti amo - mormoro. - Non te lo dico mai abbastanza spesso quanto ti amo. Ti amo tanto. Leya...

Alza il capo per asciugarsi il viso e io allungo una mano verso di lei, ma la lascio ricadere prima di toccarla.

- Ti amo - ripeto, sentendomi impotente.

Quella notte dormimmo insieme come di consueto, o meglio, ci provammo. Leya affondò il volto nel mio collo e pianse a lungo, stretta a me. Non mi permise di toccarla, però.

Non lo permise a nessuno per tanto tempo. Né a me, né a suo fratello, neppure a Brooklyn o alla mamma. Nessuno.

Anche suo fratello pianse quando lo informai dell'accaduto. Non so cosa disse Dragan quando parlò con Leya. Una lunga telefonata.

Avrei voluto origliare, non tanto per sentire quello che si dicevano, bensì per ascoltare la voce della mia ragazza. Mi mancava così tanto. Non credevo che non sentirla più dire che mi amava, sentire quello sciocco eppure bellissimo soprannome... mi sarebbe mancato infinitamente.

Non mi mancava solo la sua voce. Anche il suo sorriso mi mancava. Non sorrideva più davvero, se lo faceva era un sorriso triste e stanco. Mi mancavano i suoi baci, quelli lunghi, dolci, intensi. Mi accontentavo di quelli brevi e cauti.

Mi mancava tutto di lei.

~~~

- Bella - dice, quando entro in camera mia. Abbozzo un sorriso, però il suo sguardo è vacuo.

- Sì?

- Io... - esordisce, prima di fare una pausa. Cerca i miei occhi, aprendo e chiudendo la bocca come se volesse dire qualcosa ma le mancassero le parole. Nelle sue iridi di ghiaccio leggo d'un tratto dolore, un dolore immenso. - Non riesco più a disegnare.

Lo sapevo già, penso, eppure taccio. Da mesi i suoi blocchi da disegno giacciono candidi e impolverati sullo scaffale più alto della mia libreria.

Il silenzio perdura. Non so cosa dire. Qualunque cosa suona futile. Scoppia a piangere, prendendosi la testa tra le mani.

- Perché, perché...! Da quel giorno è tutto un incubo! - esclama, scuotendo il capo. Mi si spezza il cuore a vederla così. Lentamente, anche i miei occhi si riempiono di lacrime.

Mi avvicino e la stringo forte. E, contro ogni mia aspettativa, lei ricambia l'abbraccio e mi stringe di più. Piangendo si sfoga, parlandomi del suo dolore, dell'incapacità di provare sentimenti che non siano rabbia, tristezza o... vuoto, un orribile senso di vuoto.

- Sto perdendo tutto ciò che amo! E se non disegnassi più? E se il vuoto non se ne andasse e tu... tu...

- Il vuoto se ne andrà, amore mio - sussurro, tenendola stretta a me e beandomi del suo calore assuefante. - Te lo prometto. Ti aiuterò io, te lo giuro. Non allontanarti da me, ti prego...

Mi prende il volto tra le mani e lentamente posa le labbra sulla mia fronte. Appoggio le mani sulle sue.

- Okay - mormora. - Okay.

Le nostre bocche s'incontrano e si riscoprono, senza staccarsi immediatamente come accade da ormai troppo tempo.

Con questo bacio suggelliamo l'inizio di qualcosa. Non so cosa, di preciso. Ma qualcosa.

-

Note dell'autrice:
buon pomeriggio, pasticcini! Sorpresi di un secondo aggiornamento? Non vi prometto nulla, ma magari stasera potrei postare l'epilogo. Un happy ending, ovviamente. Non nego di aver pianto un po' nello scrivere questo capitolo... forse sono affezionata alle ragazze più di quanto io stessa pensi. A più tardi o a domani! Un abbraccio

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


Bella's point of view

Qualche anno più tardi...

Un tempo, davvero molto tempo fa, sognavo di svegliarmi accanto al mio migliore amico. Di aprire gli occhi e incontrare i suoi dorati. Premere le labbra sul suo sorriso. Passare le dita tra i suoi morbidi capelli castani.

Ma nessun sogno può essere migliore della realtà attuale.

- Leya... - mormoro, accarezzandole dolcemente la chioma bionda. È bellissima quando dorme: le sue lunghe ciglia sono scure all'attaccatura ma bionde alla fine, le sue labbra sono leggermente socchiuse e nell'insieme la sua espressione è tranquilla.

- Hmmm...

- Svegliati - sussurro, dandole un fugace bacio sulla punta del naso.

- Buongiorno, Любимая*... - farfuglia, alzando il braccio con cui mi stava cingendo la vita per stropicciarsi gli occhi. E li spalanca di colpo. - Uh? Cosa?

Si osserva la mano: la luce del sole che inonda il letto fa brillare l'anello d'oro al suo anulare.

- E questo da dove sbuca? - chiede, esterrefatta. Io rido.

- Questo cosa?

- Questo... questo... anello!

I suoi occhi di ghiaccio luccicano di meraviglia e io rido ancora, deliziata.

- Il gemello di questo? - domando, mostrandole la mia mano. Resta a bocca aperta.

- Oh.

- Be'... - esordisco, sbadigliando. - Siccome ci stavi mettendo troppo a chiedermi di sposarti... ho deciso di mettere la parola fine all'attesa.

Si tira a sedere di scatto, portandosi una mano alla bocca.

- Oddio.

- Cosa c'è? - chiedo, tornando alla mia solita espressione seria. Mi siedo anch'io, incrociando le gambe.

- Bella... davvero? - domanda, con le lacrime agli occhi. - Cioè io... credevo che tu non... non volessi... quindi io non... oh Bella, davvero?

Rido sommessamente, prendendole la mano e baciandole le nocche.

- Davvero.

Ride anche lei fra le lacrime e io le bacio tutte. Mi stritola in un abbraccio, atterrandomi sul materasso.

- Non è un sogno, vero? Non mi sveglierò, vero? - chiede, allentando un poco la presa perché altrimenti non riesco a respirare.

- Non è un sogno - le assicuro, accarezzandole una guancia.

- Chiedimelo.

- È un sogno? - domando, perplessa. Ride di nuovo.

- Non quello, stupidina.

- E cosa, allora?

- Lo sai.

Sospiro e le prendo ancora la mano, avvicinandola alle labbra.

- Leya... - chiudo gli occhi, prendendo un gran respiro. - Mi vuoi sposare?

Avvampo violentemente e lei si sistema a cavalcioni su di me e mi tempesta il volto di baci.

- Sì.

Un bacio.

- Sì.

Un altro bacio.

- Ho già detto sì?

Volto il capo, sfuggendo al suo attacco di baci.

- Che scema - rido, ribaltando le nostre posizioni e bloccandole i polsi accanto alla testa. - Ti amo.

Sorride.

- Ti amo anch'io, Bella.

Ci alziamo dopo un po', prendendoci del tempo per farci le coccole. Vado in bagno e lei mi segue, prima di abbracciarmi da dietro e poggiarmi il mento sulla spalla. Il suo viso è luminoso e i suoi occhi vivaci, nel riflesso dello specchio.

- Любимая... - comincia, strofinando il naso contro il mio collo e causandomi una cascata di brividi di piacere.

- Non mi piace quando mi chiami così - brontolo, cercando nel frattempo imperfezioni sul mio volto. Mi bacia l'incavo del collo.

- Солнышко**... - riprova, strappandomi una risata. Mi appoggio a lei.

- Che c'è?

- Niente... sei bellissima - mugugna, sospirando. - Sono così fortunata...

~~~

Leya's point of view

Se un giorno qualcuno mi avesse detto che l'amore della mia vita viveva in Australia, era di due anni più piccola di me e possedeva un cane dal nome giapponese, credo che l'avrei mandato a quel paese.

E avrei avuto torto marcio a farlo. Perché adesso ci vivo, in Australia, con la persona che amo più di chiunque altro e che a sua volta mi ama infinitamente: questa ragazza dalle penetranti iridi d'argento e l'espressione troppo seria, che però si apre in un sorriso meraviglioso quando mi guarda... la mia sposa.

Mi sta venendo incontro, sottobraccio a John. Abbiamo discusso un po' su cosa preferisse... i miei genitori hanno rifiutato l'invito, sapevo che sarebbe andata così (sono sempre stati tremendamente omofobi); ma ero certa che Dragan avrebbe sopperito alla loro mancanza più che volentieri. Bella però ha preferito così e va benissimo.

I nostri occhi s'incrociano. Sorrido, e a sua volta sul suo volto sboccia un sorriso.

Una piccolissima parte di me teme che qualcuno inizi a scuotermi per una spalla e mi svegli. Tuttavia so che non è un sogno.

- Bella - mormoro, avendola finalmente al mio fianco. Non riesco a trattenere delle lacrime di commozione, un fiume di lacrime. È troppo bello per essere vero.

- È buffo, sai? - esordisce. - Dopo la prima delusione d'amore ho gettato la spugna. Io, con quel terribile sentimento, avevo chiuso. Non volevo innamorarmi. Non volevo proprio. E poi sei arrivata tu! Sei arrivata e hai rovinato il mio piano perfetto di non amare nessuno al di fuori del mio cane e della mia famiglia. Non ero molto convinta che saremmo durate, sai? Ti ho chiesto di restare, ma non credevo che l'avresti fatto davvero. Hai riposto così tanta fiducia in me, come potevo deluderti? Tu sei restata. Adesso è il mio turno di rimanere per sempre al tuo fianco.

Inclina il capo. I suoi occhi grigi sono limpidi come il cielo ed estremamente dolci, in questo momento. Io tiro su col naso e cerco di ricompormi almeno un po'.

- Quando ci siamo conosciute... sapevo che volevo portarmi via un po' di te. Del tuo sorriso, la tua risata, il modo in cui dicevi il mio nome, perfino la tua espressione troppo seria! E ci ho provato, ci ho provato ad imprimere tutto quello sulla carta. Ma tu... tu ti sei portata via il mio cuore. Ti sei presa la parte più importante di me senza neanche accorgertene! E grazie di averlo fatto. Grazie di averlo tenuto stretto anche quando avrei voluto riprendermelo e scappare. Grazie di esserti innamorata di me, Bella.

Un'unica lacrima solitaria s'incastra tra le sue ciglia e poi le riga la guancia. Vorrei asciugarla con un bacio, ma devo aspettare.

L'attesa non fa che accendere il desiderio di saggiare la morbidezza delle sue labbra con le mie e assaporare la dolcezza della sua bocca.

- Sì, lo voglio.

Bella afferra il mio viso tra le mani e si alza sulle punte per rubarmi un bacio appassionato.

- Ti amo - sussurro.

- Anch'io! - esclama, baciandomi di nuovo. Poi recupera il bouquet. Io spero che finisca nelle mani giuste... di chi ne ha bisogno. E lei lo lancia. Per un istante trattengo il fiato... finché esso non atterra sul capo di Liam e cade fra le braccia di mio fratello.

Il suo viso si accende di sorpresa e i suoi occhi scuri cercano i miei, prima che le sue labbra si stendano in un sorriso sornione.

E poi una cascata di applausi.

- A quanto pare i prossimi siete voi - dico a mio fratello e il suo fidanzato, sogghignando. Mikhail mi abbraccia. Qualcuno compare alle mie spalle e ci stringe entrambi. È Dragan, ovviamente.

Anche la madre di Bella mi abbraccia, piangendo, mentre Akira stringe a sé Bella. Mi aspettavo che lui si commovesse, però non credevo così tanto.

Intanto piovono congratulazioni da tutti: dai miei amici, dagli zii di Bella, dai suoi amici, dai genitori di mio fratello, da Brooklyn che ora è grande e un po' si annoia ma sotto sotto è felice per noi.

~~~

- Voglio mostrarti una cosa.

- Devo preoccuparmi?

- No, Любимая. Ti fidi a salire?

- Sull'albero? Aspetta, non dirmi che... è quell'albero?

- Chi lo sa!

- Hmmm...

- Allora, ti fidi?

- Come dire di no a mia moglie? - replica, fintamente ironica, facendomi arrossire. Le scocco un bacio sulla guancia, dopodiché ci arrampichiamo sull'albero.

Il tramonto sta calando lentamente sul parco. È una visione bellissima, quasi quanto la ragazza seduta accanto a me sul ramo.

- Wow.

- Non era questo ciò che volevo mostrarti - ribatto, cingendole il volto per rubarle un rapido bacio.

Mi appendo cautamente a testa in giù e Bella, dopo aver tentennato per qualche istante, mi imita.

- È così che mi hai vista la prima volta che ci siamo rivolte la parola?

- Sì.

Resta in silenzio, riflettendo.

- È meraviglioso il tramonto, Leya.

FINE

-

Note dell'autrice:
fine... per ora! Infatti, se non stasera dopodomani, devo ancora scrivere il capitolo bonus. Non temete! Le nostre ragazze torneranno presto. È stata una bella avventura. Un abbraccione, pasticcini

*Amore o tesoro in russo
**Raggio di sole o piccolo sole in russo

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Capitolo 22
*** Una margherita per dirti ti amo - Extra ***


Ian's point of view

Il parco è tristemente deserto a quest'ora del mattino. Potrei anche svegliarmi più tardi, fare colazione a casa e andare direttamente a scuola, tuttavia le abitudini sono dure a morire. D'altronde il lupo perde il pelo ma non il vizio e per un po' ho continuato a fermarmi ad osservare Liam parlare con i fiori.

È così bello... e dolce... e gentile... e guardarlo ogni giorno non mi fa per niente bene, sapendo che ha il ragazzo. Perciò ho iniziato a trascorrere il mio tempo qui, al posto di torturarmi con un amore non corrisposto.

Mi siedo contro il tronco di un albero, sospirando. Da quando ho fatto la spiacevole scoperta non ho più ispirazione. Le mie foto sembrano tutte uguali, piatte, prive di vita. Nulla cattura più la mia attenzione.

Non molto lontano da me c'è un ragazzo seduto su una panchina che sta parlando a voce troppo alta, almeno per i miei gusti.

- Amore! - continua a dire, facendomi sentire ulteriormente depresso... e anche un tantino irritato. Perché deve sventolare in faccia a tutti che sta parlando con la sua ragazza?

- Ugh - sbuffo, appoggiandomi al tronco e reclinando il capo.

- No! Amore, torna qui! - strilla il tipo. Io riesco solo a vederlo inciampare nei miei piedi e spiaccicarsi sull'erba. Mi alzo, sbigottito.

- Ehi... ehi, stai bene? - chiedo, avvicinandomi. Lo sconosciuto alza il capo e sputacchia l'erba. Tra le mani stringe... un topo obeso?!

- Sto bene - farfuglia, lasciando la presa sul topo ciccione e tirandosi a sedere.

- Sicuro? - insisto, studiandolo in cerca di graffi o contusioni. Non ha niente, in apparenza, se non i capelli castani chiari arruffati.

- Sicurissimo! - esclama, esibendo un sorriso così luminoso da accecarmi peggio del flash della macchina fotografica.

Ha i capelli arruffati e un sorriso... molto bello. Anche i suoi occhi sono belli, castani rossicci. È... carino.

- Amore? - chiedo per scacciare pensieri inopportuni, inarcando un sopracciglio.

- È una lunga storia - esala, passandosi una mano fra i capelli. Abbasso lo sguardo: attraverso lo strappo dei suoi jeans noto che ha un ginocchio sbucciato e sanguinante.

- Ho tempo - ribatto. - E tu stai sanguinando.

I suoi occhi seguono i miei.

- Oh mio Dio - dice, impallidendo. - Scusa, il sangue mi fa senso.

- Dovrei avere dei cerotti - replico, sopprimendo un sorriso intenerito. Questo ragazzo, questo sconosciuto... è davvero carino. - Ce la fai a camminare fino alla panchina?

- Certo - sbuffa, offeso. Eppure, dopo aver sistemato il topo in una grande tasca centrale nella felpa, non rifiuta la mano che gli tendo.

Meno male che nello zaino tengo sempre una piccola cassetta del pronto soccorso. Ci sediamo sulla panchina.

- Allunga la gamba sulle mie - ordino, sforzandomi di utilizzare un tono neutro. Non riesco però a fare a meno di avvampare lievemente quando obbedisce.

È una sbucciatura di medie dimensioni, per questo sanguina. Vi applico sopra un po' di disinfettante e poi un cerotto.

- Allora... Amore? - chiedo di nuovo. Arrossisce.

- Dobbiamo proprio parlarne qui... in questa posizione? - domanda, imbarazzato. Ci spostiamo nel bar dove di solito faccio colazione, quello di fronte al negozio di fiori.

- Non ho mai visto una persona andare in giro con un topo nella felpa - commento, imponendomi di non sbirciare fuori dalla vetrata.

Non cercare Liam... non cercare Liam...

- Non è un topo! - esclama lo sconosciuto carino, indignato. - È un cincillà.

- E si chiama Amore?

- Era un regalo per la mia ragazza... ero davanti alla porta di casa sua quando mi ha scaricato con un messaggio. Volevo riportare questa palla di pelo al negozio di animali... ma non ho avuto cuore di farlo. Perché è un amore - spiega, sospirando. Ha poggiato Amore sul tavolo e la accarezza sul capo. - Oh, giusto. Mi chiamo Caleb.

Allunga una mano e io gliela stringo. È estremamente delicato.

- Ian.

~~~

- Buongiorno, Ian!

- Ciao, Caleb.

- E Amore? Lei non la saluti?

Abbozzo un sorriso. Da qualche settimana non sono più solo al parco: c'è questo ragazzo che parla troppo forte con il suo cincillà a farmi compagnia.

- A proposito di Amore...

- Hm?

- Mi piacerebbe farle delle foto. Sai, per la scuola. Sarebbe un soggetto assai inusuale. E originale. Se sei d'accordo, ovviamente.

- Woah, davvero? Ma certo! - risponde Caleb con entusiasmo. - Amore, da oggi sei una modella!

Scoppio a ridere, sistemandomi la macchina fotografica al collo.

- Iniziamo oggi, ti va?

~~~

- La prima volta che ti ho sentito parlare con Amore, credevo fossi al telefono con la tua ragazza. Eri estremamente irritante - dico, mentre il paffuto roditore di Caleb si arrampica su di me e poi si fa un pisolino sul mio stomaco. Non avrei mai creduto di poter andare così tanto d'accordo con un cincillà.

- Ah sì? Perché? - domanda pigramente il suo padrone. Abbiamo iniziato a vederci anche dopo scuola.

- Avevo appena scoperto che la persona di cui ero innamorato stava già con qualcuno! E tu mi stavi sbattendo in faccia la tua felice vita sentimentale! - esclamo, facendolo sghignazzare. La sua risata è estremamente contagiosa e un secondo più tardi scoppio a ridere anch'io. - Non ridere, scemo! Sveglierai Amore!

- E lascia che si svegli - ribatte, esibendo quel sorrisetto che gli fa comparire una fossetta sulla guancia sinistra. Quel dannato sorrisetto. - Le piaci, non andrà da nessuna parte. Stava correndo da te il giorno in cui ci siamo scontrati.

Avvampo, perché nella mia mente s'è insinuato il pensiero che forse Caleb mi piaccia.

~~~

- Davvero è okay che resti qui con me e salti le lezioni?

- Sì. Non ho mai fatto un'assenza durante tutto l'anno... nessuno morirà se per una volta non mi presento.

- Ma perché?

Perché desidero disperatamente passare più tempo possibile con te!, è ciò che vorrei dirgli.

- Così - rispondo, stringendomi nelle spalle. - Non ho molta voglia di andare a scuola.

Lui mi osserva attentamente, quasi cercasse di capire se stia mentendo. E io gli scatto una foto.

- Cos'hai fatto?!

- Niente, avevi un'espressione scema e ho voluto immortalarla.

- Era un'espressione totalmente normale!

- Era scema.

- Stronzo - borbotta, avvampando lievemente. In verità la sua espressione non aveva nulla di sciocco. Proprio nulla. È solo che non sono riuscito a trattenermi.

Ultimamente nella mia macchina fotografica sono comparsi un sacco di scatti raffiguranti Caleb: Caleb che gioca con Amore, Caleb che dormicchia contro il tronco del nostro albero preferito, Caleb che beve il caffè, Caleb che ride.

- Non dovresti cambiare soggetto? O tieni Amore per tutto l'anno? - mi ha chiesto, un giorno.

- No, alla mia professoressa piace - ho risposto. Era una mezza bugia. Mezza, perché alla mia professoressa Amore piaceva un sacco e mi aveva incoraggiato a continuare con il mio progetto. Ma la verità... la verità era che volevo una scusa per continuare ad includerlo negli scatti e fotografarlo di nascosto.

Ho smesso di pensare a Liam. Il giorno in cui mi son trovato a riguardare le foto fatte a Caleb nel giardino di aquilegie del nonno, ho capito che non potevo più fingere di non provare per lui qualcosa di più dell'amicizia.

~~~

Mi fermo davanti all'entrata del negozio di fiori. Liam è dietro il bancone e guarda fuori con aria distratta. Il cuore mi batte così forte nel petto che credo stia per uscirmi dal petto. Prendo un respiro profondo ed entro.

- C-ciao - balbetto, incrociando i suoi dolci occhi castani per una frazione di secondo, prima di abbassare lo sguardo.

- Oh, ciao, Ian - replica, sorpreso. - Come stai?

- B-bene... io... posso avere una margherita?

- Certo.

Mi dà il fiore e io lascio sul bancone i soldi. Sono giusti, non un centesimo di più, non uno di meno.

- G-grazie... buona giornata - farfuglio, uscendo.

- Anche a te - lo sento dire alle mie spalle.

Sono così nervoso! Vado al parco e mi siedo sull'erba, vicino al solito albero.

- M'ama... non m'ama... m'ama... non m'ama...

Quando arrivo all'ultimo petalo, una voce familiare mi fa sussultare.

- E la risposta finale è...? È quella che ti aspettavi, Ian? Sei soddisfatto? - chiede Caleb, sulle labbra solo un'ombra del suo consueto sorriso.

- M'ama - bisbiglio, arrossendo.

Non può essere vero.

- Che fortuna - commenta, forzando un mezzo sorriso. - Per chi stai interrogando i fiori?

- ... guarda - mi limito a rispondere, imbarazzato, porgendogli la mia macchina fotografica. Lui scorre lentamente le foto.

- Lo sapevo - mormora. Per un attimo temo che mi spezzi il cuore. E se la margherita si fosse sbagliata? Ha sbagliato tante volte, con Liam.

- Lo sapevi? - domando con voce strozzata. Non credo di poter sopportare di ritrovarmi un'altra volta con il cuore in frantumi.

- Sì. Aspettavo che facessi il primo passo, che dicessi qualcosa... perché provo lo stesso per te da quando sei comparso al parco, da prima che ci conoscessimo.

Avvampo. Caleb... prova lo stesso per me?

S'inginocchia e mi prende il viso tra le mani.

- Ti amo - sussurra, prima di baciarmi. Rispondo timidamente al bacio.

La margherita non si è sbagliata. Mi ama.

~~~

- Ciao - dico, entrando. Liam alza il capo.

- Oh, ciao. Margherita?

- No. Vorrei una rosa, per favore. Una rosa rossa - rispondo, senza balbettare. Mi lancia un'occhiata sorpresa.

- O-oh, oh, certo! Subito!

Mi porta la rosa che gli ho chiesto in men che non si dica e io pago.

- Grazie mille. Buona giornata, Liam.

- Buona giornata, Ian - replica, prima che esca. Caleb esibisce quel suo dannato sorrisetto che adoro quando mi vede. Dalla tasca centrale della sua maglietta sbuca la testolina grigia di Amore.

- Ehi, piccolo - mi saluta, baciandomi una guancia. - Per me?

- Scherzi? È per Amore, ovviamente - sbuffo, senza dargli la rosa.

- Quindi per me - ribatte, sornione.

- Scemo - rido, e lui mi bacia.

A volte l'Amore unisce nei modi più bizzarri.

-

Note dell'autrice:
e con questo capitolo vorrei ringraziare coloro che tanto hanno insistito perché dessi un lieto fine a Ian. Poche sono le storie che si possono evitare di raccontare, e di sicuro quella di Ian non rientra tra queste. Quindi grazie! Grazie, pasticcini. Con questo capitolo Juliet & Juliet 2 si conclude. Siete pronti a seguire le avventure del caro Brook? Baci

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