Il Principe Oscuro di LightPhoenix (/viewuser.php?uid=947265)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il piano del Lord ***
Capitolo 3: *** In trappola ***
Capitolo 4: *** Un tuffo nei ricordi ***
Capitolo 5: *** Allenamenti e riunioni ***
Capitolo 6: *** Il Destino di una spia ***
Capitolo 7: *** Diverso ***
Capitolo 8: *** Ritorno a casa e rapimenti ***
Capitolo 9: *** I due Eredi ***
Capitolo 10: *** Azkaban? ***
Capitolo 11: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 12: *** Caos nell'Ordine ***
Capitolo 13: *** La storia della famiglia Granger ***
Capitolo 14: *** Piani futuri ***
Capitolo 15: *** Verità e scontri ***
Capitolo 16: *** La Battaglia del Ministero ***
Capitolo 17: *** La resa dei conti (Parte 1) ***
Capitolo 18: *** La resa dei conti (Parte 2) ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Ok, questa
storia può risultare “traumatica” per
alcuni, ma a mio parere è molto originale
e sinceramente non è ho viste molte in giro di queste ff.
La storia
originale verrà stravolta a partire dalla rinascita di
Voldemort al quarto
anno. Essendo la mia prima storia che pubblico qui, accetto ben
volentieri
critiche costruttive. Buona lettura.
PROLOGO
Era il 31
Ottobre 1981.
Lord
Voldemort era una furia. Quel babbanofilo di Silente aveva rapito suo
figlio
che era stato affidato ai Potter.
Inoltre a
quanto pare il vero figlio concepito dalla famiglia rappresentava una
minaccia
per lui.
Entrò
nella
casa e uccise l’indifeso James Potter che aveva tentato di
contrastarlo.
Salì
al
piano di sopra, dove c’era Lily, ma nella stanza
c’era solo un bambino, che era
una copia esatta dell’uomo che aveva appena ucciso.
“Lui dov’è?” ringhiò
il mago oscuro.
“Non è qui” rispose
semplicemente la
rossa, prima di venir uccisa dalla furia del Lord.
Si
avvicinò
alla culla, dove era presente il bambino che rappresentava la minaccia
descritta da quella dannata profezia. Avrebbe prima ucciso il neonato,
per poi
cercare suo figlio.
Pronunciò
l’anatema
che uccide, ma tutto non andò secondo il verso giusto.
Sentì
una
forte esplosione, mentre la sua anima abbandonava il suo corpo.
Per colpa di
uno stupido bambino, del temutissimo Lord Voldemort non rimase
praticamente
nulla.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Mamma mia
che inizio! La storia APPARENTEMENTE è uguale, ma tenetevi
forte nei prossimi
capitoli capiremo meglio la situazione sul figlio di Lord Voldemort.
Detto
questo, vi saluto.
LightPhoenix
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Capitolo 2 *** Il piano del Lord ***
IL PIANO DEL LORD
Lord
Voldemort finalmente aveva capito.
Aveva
commesso non 1, ma tantissimi errori con il ragazzo durante i lori
“incontri”
nel corso degli anni, ma a breve avrebbe riottenuto un corpo e tutte le
sue
sofferenze sarebbero finite.
Non si
perdonava ancora l’errore di quella terribile notte, dove non
aveva capito che
lui…
Scosse la
testa, ormai doveva solo pazientare e tutto sarebbe stato pronto.
Finalmente
si sarebbe riunito a lui e avrebbe liberato lei…
Ma per fare
tutto ciò aveva bisogno del ragazzo, lo aveva compreso
quando era venuto a
conoscenza di quel rituale.
Avrebbe
usato il fedele Mangiamorte evaso, Barty Crouch Jr. e avrebbe sfruttato
il
Torneo Tremaghi ad Hogwarts, per realizzare il suo piano.
Perso nelle
sue riflessioni, quasi non si accorse dell’arrivo di
Codaliscia, uno dei
Mangiamorte che riteneva indegno di stare al suo fianco, ma se aveva
una
possibilità di realizzare i suoi obiettivi era anche grazie
a lui.
E ovviamente
anche della cara Nagini.
Quel
serpente gli aveva permesso portarlo ancora più vicino
all’immortalità, e gli
aveva dato un piccolo corpo, anche se era molto debole.
“Si, questa volta non fallirò” pensò
il
Lord con un ghigno.
Le sue
riflessioni furono interrotte dall’arrivo di Codaliscia,
seguito poco dopo da
Nagini che informò Voldemort della presenza di un babbano
dietro la porta, che
venne prontamente ucciso dal Lord.
Alcuni
minuti dopo si svegliò un
Harry Potter,
grondante di sudore, che aveva assistito all’omicidio di un
babbano e aveva
percepito le riflessioni di Voldemort come se fossero sue.
Passata la
paura iniziale, Harry provò un forte sentimento di rabbia
nei confronti del
Lord.
Il mago
oscuro aveva messo fine ad un’altra vita innocente, e lui non
poteva fare
niente per fermarlo.
In punta di
piedi, Harry si diresse verso il bagno per riprendersi.
Si
sciacquò
la faccia, e si calmò, ma nonostante lo specchio davanti a
lui non si accorse
che i suoi occhi per una frazione di secondo divennero scarlatti.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
La frase
finale spero vi abbia lasciati sorpresi e curiosi.
Non
pubblicherò sempre ogni giorno, ma cercherò di
essere puntuale il più possibile
con gli aggiornamenti
Detto
questo, vi saluto
LightPhoenix
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Capitolo 3 *** In trappola ***
IN TRAPPOLA
Harry Potter
ormai era arrivato alla conclusione che non avrebbe mai potuto avere un
anno
tranquillo ad Hogwarts.
Infatti, il
suo nome era uscito dal Calice di Fuoco ed era stato costretto a
partecipare al
pericoloso Torneo Tremaghi.
Dopo quella
terribile notizia, gran parte della scuola iniziò a
considerarlo un imbroglione
e addirittura il suo migliore amico Ron gli aveva voltato le spalle.
Fortunatamente
il rapporto con il rosso era tornato saldo e quella litigata ormai era
solo un
ricordo lontano.
Harry non
capiva il perché, ma negli ultimi tempi era cambiato.
Aveva
scoperto un lato di sé che non avrebbe mai pensato di
possedere.
Possibile
che a volte provasse la voglia di fare del male fisico a Cedric o a
Rita
Skeeter?
Inoltre, ironia
della sorte, questo suo lato “oscuro” sembrava
essere molto compatibile con
alcuni Serpeverde ed era turbato da ciò.
Queste erano
le riflessioni del Bambino Sopravvissuto, quando ormai il giorno
dell’ultima
prova del Torneo era arrivato.
Un
labirinto, uno stupido labirinto,e poi sarebbe tutto finito.
Certo, lui
non aveva sogni di gloria e fama, ma non avrebbe permesso a Diggory di
batterlo.
Ma non
sapeva che alle sue spalle un piano malefico e geniale stava per avere
successo
Quando venne
chiamato per svolgere l’ultima prova, cercò di
pensare che presto tutto sarebbe
finito, ma in realtà il bello doveva ancora iniziare.
Arrivato,
nei pressi del labirinto, si accorse che un enorme folla era sugli
spalti per
assistere alla fine del Torneo.
Prima di
entrare, Moody gli indicò la via.
Harry era
arrabbiatissimo.
Altro che
tutto sarebbe finito presto, aveva incontrato sfingi e altre creature
fastidiose, ma nonostante ciò se l’era cavata.
Mentre
avanzava, sentì un fruscio alle sue spalle, e a sorpresa
vide Krum che sembrava
fuori di sé.
“Crucio”.
Harry
schivò
la maledizione, ma quest’ultima aveva fatto scattare in lui
qualcosa.
Mentre gli
occhi gli divennero scarlatti, in preda ad una furia improvvisa
attaccò Krum,
lasciandolo svenuto al suolo.
Non si
preoccupò neanche di far uscire scintille rosse dalla sua
bacchetta, e senza
rimpianti avanzò.
All’improvviso,
nel pieno centro del labirinto, vide la scintillante Coppa Tremaghi, ma
Cedric
Diggory era molto più vicino alla vittoria.
No, sarebbe
stato lui a prendere il trofeo.
Puntò
la
bacchetta, e colpì il suo avversario, mentre
iniziò a correre.
Cedric
tentò
di rialzarsi, ma Harry lo colpì nuovamente, lasciandolo,
come Krum, steso al
suolo.
Fece per
afferrare la Coppa, trionfante, ma sentì la familiare
sensazione di uno strappo
dietro l’ombelico e poi il buio.
Quando cadde
al suolo, si ritrovò in un cimitero buio e abbandonato.
Dando
un’occhiata
intorno, si accorse con orrore che quel posto lo aveva già
visto in un sogno
che riguardava Voldemort.
Quasi come
se i suoi pensieri fossero stati pronunciati ad alta voce, apparve un
uomo
piccolo di statura con un cappuccio sul volto che aveva tra le sue
braccia… un
neonato o un fagotto di abiti?
Man mano che
l’uomo si avvicinava, il dolore alla cicatrice di Harry
aumentò.
E prima che
potesse fare qualsiasi cosa, venne imprigionato ad una lapide
da… Codaliscia!
Aveva
riconosciuto quel traditore, ma non voleva guardarlo in volto.
Quando
riaprì gli occhi, vide Codaliscia armeggiare con un
calderone di pietra. Il
liquido al suo interno ribolliva e si addensava.
Pochi minuti
dopo, Harry era impietrito dall’orrore.
Un rituale
aveva fatto risorgere Lord Voldemort.
Erano
serviti ossa del padre, carne del servo e quel traditore di Codaliscia
aveva
inserito nel calderone anche alcune gocce del suo sangue.
Ma
perché era
stato usato il suo se serviva un po’ di “sangue
dell’ Erede”? Quello che sorprendeva di
più il ragazzo era come il mago
somigliava alla sua versione del Diario sedicenne leggermente
invecchiata visto
che era risorto con un disgustoso metodo
In ogni caso
non ebbe modo di rifletterci, perché la cicatrice
tornò a fargli male quando
Voldemort chiamò i suoi Mangiamorte.
Harry stava
per chiedersi perché questi non iniziarono a schernirlo o a
guardarlo con
disprezzo, ma i suoi pensieri furono interrotti dal Signore Oscuro che
sibilò:” Mi dispiace,
Halphas(*), ma è l’unico modo.”
Halphas? Ma
che ca…
Il Bambino
Sopravvissuto non finì mai il suo pensiero,
perché venne investito da un fascio
di luce, e poi il buio…
*Halphas
rientra nei tanti nomi oscuri, questo è attribuito a un
conte che ha il potere
di scatenare guerre ed inoltre è molto distruttivo verso i
nemici. Che ve ne
pare?
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Pubblico
questo velocemente, sperando che il capitolo sia stato di vostro
gradimento.
Ho notato
che la storia sta iniziando ad essere seguita da molte persone, vi
ringrazio.
Detto
questo, vi saluto.
LightPhoenix
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Capitolo 4 *** Un tuffo nei ricordi ***
UN TUFFO NEI
RICORDI
Quando
Cedric Diggory riprese i sensi, era nel centro del labirinto, ma la
Coppa,ovviamente, non c’era.
Seppur
arrabbiato per la slealtà di Harry, doveva uscire da
lì per avvisare Silente
che il trofeo era una passaporta.
Infatti, prima
di svenire, aveva notato Harry sparire.
Vicino a
dove si trovava, notò Krum steso a terra, anche lui era
svenuto, possibile che
il Bambino Sopravvissuto avesse attaccato anche lui?
Rapidamente,
sfoderò la bacchetta e lanciò scintille rosse
verso il cielo e
dopo appena un secondo sentì quattro mani
trascinare lui e Krum fuori dal labirinto.
Vedendo quei
due prelevati da lì dentro, un pensiero
attraversò giustamente la mente di
tutti, spettatori compresi.
Dov’era
Harry Potter?
Cedric,
notando la richiesta negli occhi di ogni persona, riferì a
Silente ciò che
sapeva: “Professore,volevo
informarla che
La Coppa è una passaporta, infatti Harry è
sparito una volta toccata”.
La notizia
dilagò rapidamente, una passaporta, e
soprattutto… Harry Potter sparito.
Silente
pensò:”Mi
preoccuperò più tardi della
faccenda, con un semplice incantesimo dovrei riuscire a localizzare il
ragazzo.”
Purtroppo si
sbagliava. Non riusciva a trovare la posizione di Harry.
Possibile
che fosse in un luogo con delle protezioni?
In tal caso,
come avrebbe fatto a rintracciarlo?
Per il
momento non poteva fare niente, quindi tentò di capire come
tutto ciò era
accaduto.
E
velocemente collegò tutto.
A chi aveva
chiesto di mettere la Coppa nel labirinto quella mattina?
Ad Alastor.
Silente non
voleva crederci, era stato davvero lui.
Con un gesto
che lasciò tutti sbalorditi, imprigionò Moody e
si avviò con lui verso il
castello.
Lo
portò nel
suo studio, dove l’ex Auror si trasformò in Bary
Crouch Jr.
Grazie al
Veritaserum di Piton, costrinse il Mangiamorte a parlare.
A quanto
pare era coinvolto in un piano per portare Harry da Voldemort.
Quindi il
Signore Oscuro era risorto ed inoltre c’era la
possibilità che sapesse della
vera identità del ragazzo.
Ma era
impossibile, l’incantesimo di trasfigurazione che aveva posto
anni fa sul volto
di Harry era perfetto ed inoltre, Voldemort ci era cascato in pieno
nella
storia del falso figlio dei Potter.
Quello che
aveva aggredito anni fa era il suo stesso erede e quindi la profezia
poteva
riferirsi soltanto ad un ragazzo: Neville Paciock.
Ma Silente
sapeva che se avesse liberato Harry, Voldemort sarebbe stato distrutto
dal suo
stesso figlio.
Lo aveva
plasmato, mettendo in risalto la luce in sé e limitando il
suo enorme potere
magico con una pozione di Severus.
Molte volte
si sentiva in colpa, ma avrebbe fatto tutto per vincere la guerra.
Non sapeva
però che, a molti chilometri di distanza, il suo ingegnoso
piano stava andando
completamente in frantumi.
Harry si
risvegliò in una stanza luminosa, e prima che potesse
trovare conforto da
quell’ambiente, i ricordi iniziarono a farsi strada nella sua
mente.
Realizzò
quindi, in pochi secondi, che si trovava nella tana del nemico.
Ma allora
perché era stato sistemato in un letto caldo e non nelle
segrete?
Si
alzò e si
diresse verso la porta per tentare la fuga, ma questa venne spalancata
da Lord
Voldemort, e per poco non gli venne un colpo.
Era finito.
Accettando la morte, sibilò con disprezzo:”Avanti
Tom, smetti di recitare e facciamola finita.”
“Tu
pensi che io ti voglia uccidere?
E come potrei far male al mio stesso figlio?
“SMETTILA.
Tuo figlio? Smettila di
illudermi, smettila di torturarmi cosi, uccidimi e basta, quello che
hai sempre
voluto fare.”
“Calmati,
Halphas.” disse Voldemort
con un tono che non
si addiceva ad un Signore Oscuro.
“HALPHAS? IO SONO HARRY!”
“Capisco
che tu non mi creda, ma se
vuoi puoi verificare ciò che ti ho detto con il pensatoio
alla tua destra.”
Ed Harry, o
meglio, Halphas lo vide.
Cosa significava
tutto ciò?
Non costava
nulla visionare il contenuto di quel pensatoio, tanto sarebbe morto lo
stesso.
Titubante si
immerse dentro, seguito con suo enorme terrore dal Lord.
Primo shock.
Vide
Bellatrix, affiancata proprio da Voldemort, con un bambino, che
assomigliava
terribilmente al Tom Riddle del diario, tra le braccia.
“Miei Mangiamorte. Con estrema gioia vi
annuncio la nascita del mio erede, Halphas Salazar(*).
E i Mangiamorte
si inchinarono.
Secondo
shock
Vide
Bellatrix tra le vie di Nocturn Alley e all’improvviso fece
la sua comparsa
Silente, come Harry non lo aveva mai visto, sembrava malvagio e simile
a
Voldemort, che attaccò alle spalle la Mangiamorte e
portò con sé il bambino.
Terzo shock.
In questo
ricordo probabilmente appartenente a Peter Minus, Silente era nel suo
studio,
insieme a lui Sirius, Lily e James e Codaliscia.
Il Preside
di Hogwarts parlò:”Per
quanto mi
dispiaccia fare questo ad un bambino, sono stato costretto a toglierlo
ai suoi
genitori biologici, voi potete capire quale sarebbe stato il rischio di
un
erede di Lord Voldemort. Come vedete, ho trasfigurato il suo volto in
modo che
sia uguale a James e abbia gli occhi di Lily. So che per voi possa
essere dura,
ma non avete ancora figli, siete disposti a crescere questo bambino
dandogli
amore e tranquillità? Inoltre vorrei far trapelare la
notizia della nascita di
un vostro figlio, ovviamente finta, in modo da non dare sospetti e da
far
confondere Voldemort.”
Successivamente,
comparve Piton che riferì a Voldemort una profezia,
un’altra cosa che il
vecchio gli aveva tenuta nascosta.
Un altro
ricordo, Codaliscia rivelò all’Oscuro dove Silente
aveva affidato suo figlio.
Ma perché non gli rivelava anche il resto? Perché
non diceva che Harry e Halphas
erano la stessa persona?
Voldemort,
che stava rivivendo i ricordi insieme al figlio, rispose alla sua
domanda:”Un voto infrangibile,
quando quest’estate
tornò da me ebbe modo di rivelarmelo visto che i Potter
erano morti.”
Ad Harry
venne un colpo, si era dimenticato della presenza del Lord, ed inoltre
era
entrato nella sua mente.
Non ebbe
modo di infuriarsi, comparve davanti ai suoi occhi l’ultimo
ricordo, di quella
terribile notte, ora che sapeva che James e Lily non erano i suoi
genitori non
si spaventò, ma vide la scena con un’angoscia
tremenda.
Mentre
Voldemort puntava la bacchetta sul neonato, Harry si agitò,
perché L’Oscuro non
sapeva, non poteva saperlo, quel bambino uguale a James…
Un fascio di luce verde, e
poi un’ esplosione,
una cicatrice comparve sulla fronte del bambino, mentre di Voldemort
nessuna
traccia.
Uscì
dal
pensatoio, sconvolto.
Il suo
mondo, le sue convinzioni si erano spezzate.
Alzò
lo
sguardo, davanti a lui c’era quello che credeva essere un
mostro, era suo
padre, suo padre…
E sua madre,
Bellatrix, era rinchiusa ad Azkaban, magari uscita fuori di senno per
la
lontananza da Voldemort e dal figlio.
Poi
pensò a
Silente e i suoi occhi divennero scarlatti (con grande gioia del
Signore
Oscuro).
Tutte
menzogne, certo il vecchio aveva fantasia.
Ad ogni
domanda che il ragazzo gli poneva, aveva la risposta pronta.
Era ancora
sconvolto.
Tutto era
diverso, persino il suo nome.
Ma quanto ci
avrebbe messo prima di abituarsi ad Halphas?
All’improvviso,
parlò:”Toglimi subito,
questo
incantesimo, voglio il mio vero aspetto.”
Basta,
avrebbe eliminato ogni traccia delle
bugie di Silente dal suo corpo, dal quel momento tutto
sarebbe cambiato.
Voldemort,
suo padre, si avvicinò a lui, e con un gesto della bacchetta
ripristinò il suo
aspetto originale.
Subito corse
allo specchio in fondo alla stanza, era uguale al Tom Riddle del
diario, e
ovviamente anche al padre, che, lo stava capendo solo ora, era riuscito
a
riottenere il suo aspetto grazie al suo sangue, quello del suo erede.
Si, padre e
figlio erano di nuovo riuniti, pronti a radere al suolo la Gran
Bretagna, se
necessario.
Halphas,
ancora girato, sibilò al padre:”Non
avrò
pace, fino a quando Silente non sarà morto.”
Un ghigno si
espanse sulle labbra di Voldemort, con suo figlio nulla era impossibile.
(*) Come
avete notato durante l’annuncio Voldemort non nomina
volontariamente il cognome
Riddle visto che rinnega la sua parte babbana. Invece per evidenziare
la sua
discendenza con Serpeverde, sceglie Salazar come secondo nome del
figlio.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Il capitolo
più importante di tutta la storia davanti ai vostri occhi.
Spero di
avervi coinvolto con i ricordi del pensatoio e con il resto dello
scritto.
Detto
questo, vi saluto
LightPhoenix
|
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Capitolo 5 *** Allenamenti e riunioni ***
ALLENAMENTI E
RIUNIONI
Halphas era
lì ormai da qualche settimana.
Il padre lo
allenava costantemente e si scoprì molto portato in ogni
campo della magia.
Ma
perché
negli anni a Hogwarts non era riuscito a percepire il suo enorme
potenziale?
In quel momento
il padre parlò:”Per ora
hai una
preparazione adeguata, mi hai sorpreso con la creazioni di quei due
incantesimi,
avrai modo di provarli in seguito. Ora ci dedicheremo al tuo Nucleo
Magico”.
Voldemort
sentì la presenza del potere magico simile al suo e
iniziò ad analizzarlo.
All’improvviso
i suoi occhi divennero scarlatti, una furia si era scatenata in lui.
“Padre?”
“Quello sporco babbanofilo, come ha
osato… io
lo uccido.”
“Di
cosa parli?”
“IL
TUO NUCLEO SEMBRA ESSERE
CONTAMINATO DA UNA POZIONE CHE NE LIMITA LA POTENZA.” ringhiò
il Lord.
Halphas si
arrabbiò non poco facendo tremare il Manor.
Quel lurido
vecchiaccio lo drogava mentre era ad Hogwarts, ecco perché
lì i suoi poteri
erano quelli di un normale mago.
Sbollita la
rabbia, padre e figlio si diressero nel luogo d’incontro che
si sarebbe tenuto
con gran parte dei Mangiamorte.
Questi si
inchinarono al passaggio dei due maghi che si sedettero sul trono.
Prese la
parola per primo Halphas, conosciuto tra i Mangiamorte come il Principe
Oscuro.
“Prima di tutto, vi informerò della
situazione generale. Il Ministro non crede nel ritorno di mio padre,
quindi
questo va a nostro favore. Inoltre con grande gioia vi informo che
Silente sta
iniziando ad essere screditato, e chiedo ai nostri infiltrati al
Ministero,
soprattutto a te, Malfoy, di spingere il Ministro verso la direzione
che sta
prendendo. Grazie all’aiuto indiretto di questi sciocchi,
vorrei al più presto
un attacco ad Azkaban, i dissenatori sono dalla nostra parte, desidero
fortemente riportare mia madre Bellatrix qui.”
Voldemort
era orgoglioso della personalità del figlio, ma questo
continuò:”Per concludere,
in un futuro non molto
lontano prevedo una mia apparizione nel mondo magico, ovviamente sotto
la falsa
forma di Harry Potter, per far cadere ancora più in basso
Silente, che
annuncerà a breve la morte del suo Golden Boy.”
Il Signore
Oscuro fece tremare con la sua ira la stanza:”Non
se ne parla nemmeno, tu resti qui ad allenarti e non parteciperai a
nessuna nostra azione.”
“Modestia
a parte, sono molto più
potente, eccetto te, di tutte le persone presenti in questa stanza,
quindi
sarebbe un peccato non coinvolgermi. Questo è un piano
geniale, screditerei
Silente appoggiando il Ministro, e poi rivelerei la mia
verità al mondo intero,
rovinando ancora di più il vecchio. Già mi
immagino i titoli di giornale. Harry
Potter, il gioiello di Silente, figlio dell’Oscuro ” e Halphas
finì di parlare con una
risata terrificante.
“Effettivamente il tuo piano non è male,
ma
voglio che sia imposta una fitta protezione su di te.”
Halphas
sbuffò, poi proseguì insieme al padre la
riunione, fiducioso per il futuro.
“Severus,
hai partecipato all’incontro
di oggi?”
“No,
il Signore Oscuro mi ha mandato
a svolgere alcune commissioni a Noctur Alley.”
“Va
bene, ma ora che ci recheremo a
Grimmauld Place ti prego di non riferire
l’identità del Principe Oscuro, non
sono ancora pronti, inoltre spero ancora di catturarlo e modificare i
suoi
ricordi recenti.”
I due uomini
si smaterializzarono insieme nel Quartier Generale
dell’Ordine, dove trovarono
molti membri presenti per la riunione.
Silente, una
volta seduto, parlò:”Signori,
ho
richiesto la presenza anche di Ronald ed Hermione perché
porto una tragica
notizia, posso dire ormai con certezza che Harry Potter non
è più tra noi.”
Gemiti e
pianti si levarono dalla tavola, Harry Potter morto, quasi non ci
credevano.
“Quindi questo mi porta ad indurre, che sia
Neville il vero Prescelto. Ora lascio la parola a Severus.”
“Grazie Silente, a quanto pare
contemporaneamente con la morte di Potter, Voldemort ha annunciato la
presenza
di un suo erede, estremamente potente, chiamato tra i Mangiamorte
Principe
Oscuro, costui non ha ancora agito sul campo, ma appena lo
farà diventerà una
seria minaccia.”
Ancora
gemiti si levarono dalla tavolata, Voldemort aveva un figlio.
“So che la situazione può sembrarvi molto
complicata, ma il ragazzo in questione ha soli 15 anni, può
essere attaccato
facilmente. Ora la riunione è terminata.”
Ogni membro
dell’Ordine tornò a casa, shockato dalle notizie
appena ricevute, che mostravano
un quadro ben più complicato di
quanto pensassero.
Severus si
smaterializzò per incontrare Voldemort, ma non sapeva che le
sue azioni erano
state viste da Halphas, che aveva posto su di lui un contatto
telepatico per i
suoi sospetti sul professore di Pozioni.
“Vieni qui, Piton, bravo, non sai che
sorprese troverai tra pochi secondi.” pensò
Halphas, affiancato dal padre,
con un ghigno sadico.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Capitolo di
transizione, anche se pure qui vediamo cose interessanti, con la paura
di cosa
accadrà a Piton nel prossimo capitolo.
Mi
raccomando, recensite se avete un parere sulla storia.
Detto
questo, vi saluto
LightPhoenix
|
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Capitolo 6 *** Il Destino di una spia ***
Nota: Questo
capitolo sarebbe dovuto uscire almeno due giorni fa, ma ho avuto
diversi
impegni improvvisi. Buona lettura
IL DESTINO DI
UNA SPIA
“Ciao Severus, felice di vederci?”.
A Piton
venne un colpo, davanti a lui c’erano Lord Voldemort e il
figlio, che lo
scrutavano minacciosi.
Cosa
significava quella frase?
Possibile
che l’avessero scoperto?
No,
controllò tutti i suoi scudi mentali, erano ben saldi, come
sempre.
Si decise a
parlare, non poteva riflettere ancora per molto.
“Mio Principe, che domande, la vostra vista
mi da sempre gioia, cosi come agli altri Mangiamorte.”
“SMETTILA. Pensi che sia uno sciocco? Sai, ho sempre
sospettato di te, tutto è cambiato in me, ma il mio istinto
no. Credevi di
poter ingannare i due maghi più potenti al mondo?”
“Mio
Principe, non so a cosa vi
riferi…”
“CRUCIO”
urlò
Halphas con gli occhi rossi,
seguito dal padre.
A questo
punto, Voldemort parlò con voce solenne:”Mi
fidavo di te Piton, ora so di essermi sbagliato, per questo
morirai.” e
fece per alzare la bacchetta.
“Padre
no. Lo faremo davanti a tutti
i nostri seguaci. Cosi capiranno quel che succede ai traditori. Intanto
però,
VISIO ENIM AD MALUM SERPENS(*)”.
L’incantesimo
appena pronunciato era una creazione in serpentese di Halphas,aiutato
da
Nagini, questo provocava alla vittima visioni della persona a lui
più cara
attaccata da un serpente. Contemporaneamente, faceva provare dolore al
malcapitato come se fosse davvero morso da un rettile.
Questo
causò
urla e lamenti in Piton, che invocava il nome di Lily, quella che
Halphas
credeva un tempo essere sua madre.
Severus
venne portato nelle segrete, il continuo delle sue pene sarebbe
avvenuto
qualche giorno dopo.
Silente si
smaterializzò verso Grimmauld Place, finalmente non
c’erano notizie tragiche,
in quella riunione avrebbe soltanto ricevuto aggiornamenti sulla
situazione
generale.
Purtroppo,
la fortuna non era dalla parte del Preside.
Infatti poco
prima di varcare la soglia, vide con la coda dell’occhio un
corpo steso per
terra.
Avvicinandosi,
si accorse con orrore che si trattava di Severus Piton, come non lo
aveva mai
visto, sanguinante e in delirio.
L’unica
cosa
che il professore riuscì a dire fu:”Lily,
serpente, colpa mia.”
A questo
punto Silente capì.
Voldemort
aveva scoperto Piton.
Ma non gli
bastava sapere questo.
Doveva
scavare nei ricordi di Piton, nella sua mente ormai distrutta,
facendogli
ancora più male probabilmente, ma era necessario.
Fu facile
trovare quel che cercava.
Vide Piton
tornare al Manor dalla riunione dell’Ordine, trovandosi
davanti i due regnanti
oscuri, che avevano scoperto tutto.
Il ragazzo,
quello che un tempo era Harry, scagliò su di lui una
maledizione in serpentese
e dopo un po’ lo spedì nelle segrete.
Il ricordo
cambiò, c’era tutta la Corte Oscura, Halphas non
perse tempo a scagliare
diversi maledizioni su Piton, una di queste tolse addirittura tutti i
poteri
magici a quest’ultimo.
Dopo
ciò, Il
Principe Oscuro si prese gioco della spia, ponendo un Imperio su di
lui,
ordinando a Piton di scagliare una fattura, ma non poteva, e tutti i
Mangiamorte risero…
Silente
aveva visto abbastanza, infatti uscì dalla mente di Severus
e si rese conto che
aveva un alleato in meno, la situazione ora si
complicava.
Il vecchio
mago guardò Piton, era in condizioni disastrose, non voleva
che soffrisse,
decise di fare una mossa avventata, ma necessaria.
“Mi
dispiace Severus.” disse Silente
sospirando prima che
colpisse il professore con l’Anatema che uccide.
“Padre, è arrivato il momento di
separarci.”
“Non
se ne parla, è troppo presto.”
“Ti
giuro che durerà poco.”
“NO,
NO, E ANCORA NO. Non puoi
tornare nelle grinfie del vecchio, che tra l’altro non ti
crederebbe, visto che
sa la tua identità.”
“Ed
è per questo che dobbiamo far
finta di combattere.”
“Come
scusa?”
“Farò
finta di aver scoperto che sono
controllato da una maledizione Imperius scagliata da te, quindi mi
ribellerò,
dicendo di non avere nulla a che fare con te.”
“Non
smetti mai di stupirmi con le
tue idee, Halphas, ma abbiamo già discusso della cosa,
è rischioso.”
“Non
è vero, ti ho già detto che così
Silente sarebbe un mago finito, fidati di me, voglio renderti fiero di
me.”
“Non
mi devi dimostrare nulla, sei
mio figlio. So che il tuo piano è ben costruito, ma non
posso perderti di
nuovo.
“Si
tratterà di poche settimane.
Pensaci. Quando alla fine rivelerò la mia vera
identità, Silente sarà
screditato anche agli occhi dell’Ordine, che farà
fatica in futuro a muovere un
dito contro di me sapendo che il Principe in realtá è il loro
amato,finto Harry
Potter.”
“E va
bene mi hai convinto, ma hai poco
tempo. Non so come reagirei se qualcuno ti facesse del male. E ora
creiamo
questa scenetta per il vecchio.”
Se Albus
Silente credeva di aver sorpassato il limite per quella giornata
rivelando
all’Ordine di Piton, si sbagliava.
Arrivò
un
Patronus all’improvviso, con una voce che non
riuscì a riconoscere.
“Harry Potter, tornato, visto al Ministero
della Magia.”
Tutti in
quella sala sbarrarono gli occhi.
Harry era
vivo.
Silente
però
era dubbioso. E se fosse una trappola?
Rapidamente
si materializzò, doveva indagare sulla faccenda.
(*) Se ci
sono errori in questa frase latina, perdonatemi, ho usato Google
traduttore per
creare il nome dell’incantesimo.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Capitolo
ricco di informazioni. E cosi il piano malefico di Halphas inizia.
Cosa
succederà?
Vi dico solo
che Halphas farà cose particolari con i suoi
“amici” nei prossimi
capitoli,ovviamente sempre nei panni di Harry, visto che ora ha
più libertà ed
ha la certezza di tornare a casa dal buon Voldy.
Detto
questo, vi saluto, e al prossimo capitolo.
LightPhoenix
|
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Capitolo 7 *** Diverso ***
DIVERSO
“So quello che vuole chiedermi,Preside,so
benissimo che non ci sono i presupposti per fidarsi di me, ma le chiedo
di
ascoltarmi. Voldemort mi ha mostrato la verità, ma
nonostante ciò non mi sarei
unito mai a lui. Allora mi ha posto un Imperio, le lascio libero
accesso alla
mia mente, cosi può verificare tutto ciò che le
ho detto.”
Silente
rimase spiazzato, il ragazzo lo aveva completamente anticipato.
Fece come
detto da Harry e vide un ricordo recente, il Bambino Sopravvissuto
urlava
contro Voldemort, finalmente libero dall’Imperio, lo vide
combattere per
qualche minuto e successivamente fuggire e smaterializzarsi, una cosa
che il
Signore Oscuro gli aveva insegnato.
Il vecchio
mago fece dei rapidi controlli e si rese conto che il ricordo era vero,
non era
stato corrotto o modificato in alcun modo.
“Harry, grazie di avermi dato modo di capire
la situazione, ma conoscendoti non mi aspettavo che tu tornassi da
me.”
“Infatti
non sono tornato da lei, mi
sono recato al Ministero, le dico subito che continuerò a
lottare per l’Ordine,
ma non sarà facile per me perdonarla, ha fatto delle cose
che non mi sarei mai
aspettato da lei.”
Halphas
ghignò interiormente, quella era l’unica frase
vera di tutta la sceneggiata.
Effettivamente il vecchio lo aveva sorpreso con le sue azioni.
“Posso capire, non ti forzerò a un
perdono
che so di non meritarmi. In ogni caso, ammiro la tua lealtà
verso la Luce
nonostante tutto.”
Halphas fece
un segno d’assenso, facendo capire che la discussione per lui
era chiusa e
sfoggiò la sua migliore espressione stanca per convincere
Silente a portarlo al
Quartier Generale, cosa che accadde pochi secondi dopo.
Entrò
nella
stanza seguito dal vecchio, e subito venne avvolto in tantissime paia
di
braccia lo avvolsero.
Per il bene
della copertura, non disse nulla, ma avrebbe voluto fare una strage
lì in
mezzo.
“Copertura fino a un certo punto, ora basta.” e
con questo, si liberò di tutti
quelli che lo stavano soffocando.
“E’ diverso, non ci avrebbe mai
allontanati,
ma del resto, avrà passato l’inferno in questo
periodo.” pensarono
praticamente tutti.
A questo
punto, Molly lo “sequestrò” facendogli
mangiare anche le gambe della sedia.
Inutile dire
che Halphas era un furia, ma era costretto a sopportare tutte quelle
vomitevoli
attenzioni.
Finita
l’ispezione,
Molly invitò lui, Ron, ed Hermione ad andare al piano di
sopra, probabilmente
ci sarebbe stata una Riunione dell’Ordine, Halphas voleva
ascoltare, per
riferire qualcosa a suo padre.
Finse con i
suoi amici di dover andare al bagno, e con un incantesimo senza
bacchetta di
disillusione riuscì ad ascoltare ciò che diceva
Silente
“Molly, Arthur, sapete già. State vicini
ancora di più ad Harry, in questo brutto momento. Informate
i vostri figli di
dover svolgere il loro dovere. Io ovviamente, continuerò a
pagarvi, come sempre
fatto.”
Ad Halphas
venne un colpo, Silente pagava i Weasley per essere amici con lui.
La rabbia
salì potente, certo ora stava dalla parte giusta, quella del
padre, ma sapere
che Ron fingeva, faceva aumentare la sua collera.
Contò
mentalmente
i giorni alla fine del suo piano, al termine del quale avrebbe
sicuramente
fatto strage di quella famiglia di pezzenti.
Disgustato,
salì al piano di sopra, dove li attendevano al piano di
sopra il rosso schifoso
ed Hermione, faceva parte della recita anche lei?
Halphas lo
avrebbe negato, ma nonostante il suo cambiamento, sentiva ancora
affetto verso
Hermione.
Entrò
aprendo rumorosamente la porta, facendo sobbalzare i due.
“Harry, ecco, abbiamo notato, sei strano,
diverso, vuoi parlarcene?” farfugliò
Ron.
“Beh, forse hai ragione, ma avere un amico
come te aiuta.” Halphas calcò
la parola “amico” provocando uno sguardo strano sul
volto di Hermione.
“Comunque, dovresti arrivarci, essere
controllato per mesi da Voldemort non è il massimo, potrei
aver torturato,
potrei aver assecondato il mio nemico, potrei aver…
ucciso.” L’ultima
parola causò brividi nei due ragazzi.
“Oh Harry, mi dispiace.” disse
Hermione.
Halphas
capì
subito che era sincera e che era stata sincera sempre durante gli anni
a
differenza di Ron.
Visto che
Silente non lo drogava più, aveva scoperto di essere dotato
di molti poteri, in
parte ereditati dal padre.
I 3
parlottarono ancora un po’, fino a quando Molly non
ordinò al figlio di andare
a letto, lasciando Harry ed Hermione soli.
E fu cosi
che Halphas ebbe un idea.
Un idea che
da Harry Potter non avrebbe mai avuto.
Certo, aveva
di nuovo il suo finto aspetto, ma tutto era cambiato.
E fu proprio
per questo motivo che decise di dire:”Non
trovi che faccia caldo,Hermione?.” e detto questo
si avvicinò alla strega,
che era paralizzata sul posto.
“Potremmo usare questo bel letto, non
credi?”
facendo venire i brividi alla diretta interessata.
“Forse
ho lasciato in questi anni un
po’ di spazio a Ron, ma ora tocca a me” e si
fiondò sulla strega, eccitata, con sorpresa di Harry, ma
anche timorosa.
“Harry,
ma Ron…”
“Non
pensarci, è la tua vita.”
Dopo questa
frase, baciò Hermione, che ricambiò.
Sarebbe
stata di sicuro una notte infuocata.
Hermione si
svegliò il mattino successivo, nuda, affiancata da Harry.
Subito
realizzò di aver fatto sesso con lui,oddio.
Certo, lo
amava in segreto, ma Ron come avrebbe preso la faccenda se lo avesse
scoperto?
Proprio in
quel momento, Harry si svegliò, quella era
l’occasione giusta, doveva
dirglielo.
“Harry, io ti amo”.
Nessuna
reazione. Prima pugnalata.
“Io no.” Seconda pugnalata.
“Ma
stanotte allora?”
“Stanotte
Hermione, entrambi ne
avevamo bisogno, io per le mie ragioni, tu per le tue, io sono un
ragazzo, tu
una ragazza, tutto combacia. Mi dispiace, ma non ricambio i tuoi
sentimenti. Io
però, non ho problemi a restare amici, se vuoi possiamo
anche ripetere ciò che
abbiamo fatto.”
E Hermione,
con il cuore a pezzi, ebbe modo solo di annuire, era contento almeno
che Harry
non l’avesse illusa.
Scesero a
colazione, era tardissimo, e subito Molly chiese il motivo del loro
ritardo
Hermione
stava per rispondere, ma fu preceduto dal Ragazzo Sopravvissuto che
rispose
davanti a gran parte dell’Ordine con grande
tranquillità.”Niente di
che, io ed Hermione abbiamo fatto sesso, sapete
può
essere molto stancante, e quindi abbiamo risposato molto.”
Hermione
arrossì sorpresa, i membri dell’Ordine sbarrarono
gli occhi, Sirius ghignò
seguito da Remus, mentre Ron si strozzò con ciò
che stava mangiando.
L’unico
a
suo agio era proprio Halphas, o Harry, agli occhi sconvolti di Hermione.
Il primo a
riprendersi fu Ron che chiese con una furia nascosta male:”Tu ed Hermione COSA?”
“Sesso
Ron, sesso. Sai che cos’è? Ci
sono problemi per te sul fatto che io ed Hermione siamo stati
piacevolmente impegnati
stanotte?
Ron divenne
rosso, e non disse nulla.
A gli occhi
di Halphas la situazione era divertentissima, avrebbe fatto questo fino
alla
fine. Inutile dire che Hermione lo voleva uccidere, ma si sarebbe
occupato dopo
della faccenda, sentiva il padre chiedere un contatto con lui.
Con una
scusa, si recò al piano superiore, e permise il padre di
comunicare con lui
attraverso la loro connessione.
Parlò
con un
tono gelido:”Per quanto il tuo
siparietto
possa essere stato divertente, sono sorpreso e infuriato che tu abbia
avuto un
rapporto con una Sanguesporco.”
“Prima
di tutto, mi andava di farlo,
per farla soffrire un po’, ed inoltre, non fermarti alle
apparenze, la ragazza
è molto dotata, anzi, è la migliore della
scuola.”
In risposta
Voldemort grugnì, si fidava del figlio, ma una
Sanguesporco… era una cosa
inaccettabile.
“Padre, inoltre ti dirò che alla fine del
piano la porterò con me, sarà pure nata babbana,
ma è innamorata di me ed
inoltre ora che Piton è morto ci servirebbe qualcuno abile
in pozioni. Tranquillo,
non diventerà una Mangiamorte.”
“Meglio che non ribatto, di questo ne
parleremo dopo, hai scoperto qualcosa in questo primo giorno.”
“Si,
la mia vendetta si amplierà
anche ad altri.”
sibilò con un sorriso enigmatico prima di interrompere il
contatto con il
padre.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Allora, si
lo so sono un bastardo, non vi ho messo la scena migliore, quella di
sesso tra
Hermione e Halphas. A questo proposito, fatemi sapere se la volete nel
prossimo
capitolo, la inserirò come flashback e inoltre vi comunico inoltre che nel
prossimo scritto
saranno guai per Silente.
Come vedete
inoltre, un po’ del vecchio Harry rimane, è grato
ad Hermione per la sua
sincerità, e visto che ha un briciolo di intelligenza a
differenza di tutti i
Purosangue, capisce che nonostante sia dalla parte oscura ha bisogno di
Hermione. E chi lo sa, i due potrebbero avere altri
“incontri.”
Detto
questo, vi saluto e al prossimo capitolo
LightPheonix
|
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Capitolo 8 *** Ritorno a casa e rapimenti ***
RITORNO A CASA E
RAPIMENTI
Il piano di
Halphas andava molto bene. Si stava divertendo tanto nella tana
dell’Ordine, ma
tra qualche giorno sarebbe tornato a casa.
Il Principe
Oscuro, però, aveva intenzione di andare ad Hogwarts per un
paio di giorni,
partendo normalmente il 1 settembre.
Quando lo
aveva riferito al padre, questo divenne furioso, promettendo di
fargliela
pagare cara una volta tornato.
Ad Halphas
non importava.
Doveva
andare per forza ad Hogwarts, il suo piano meritava una degna
conclusione.
Ora
però,
avrebbe dovuto pensare ad altro. Infatti aveva richiesto una conferenza
stampa
con il Ministro, e con un sorrisetto malefico pensò a come
Silente sarebbe
stato distrutto dopo le sue azioni.
I membri
dell’Ordine rimasero spiazzati dalla sua decisione, ma
decisero lo stesso di
accompagnarlo al Ministero.
Meglio
così,
lo avrebbero visto all’opera e si sarebbe divertito ancor di
più.
E fu cosi
che alle 10 in punto si trovò
nella Sala
Conferenza, con un Ministro raggiante di avere Harry Potter dalla sua
parte.
Halphas non
perse tempo e iniziò a parlare davanti a tutti i
giornalisti:”Ho richiesto questa
conferenza, per parlare
di una figura molto conosciuta nel mondo magico, ma che a mio parere ha
superato il limite, ovvero Albus Silente. Rispetto per lui, ma ormai
è
invecchiato, ha diffuso la notizia della mia morte. Credo che debba
essere
allontanato dal Ministero, e che debba essere controllato il suo
operato ad
Hogwarts da un membro del Ministero.”
Tutti in
quella sala sbarrarono gli occhi a quelle parole, Harry Potter che
attaccava
Silente… assurdo.
L’unico
soddisfatto in quella sala era Caramel, con le parole di Potter avrebbe
tenuto
Silente sotto tiro.
Subito il
Ragazzo Sopravvissuto fu assalito dai giornalisti, e per la prima volta
ne fu
felice, avrebbe buttato ancora più fango sul caro Preside.
Tornati alla
base, i membri dell’Ordine della Fenice spennata, cosi
Halphas li avrebbe
chiamati, attaccarano il ragazzo, ma furono interrotti
dall’apparizione di Silente
che puntò la bacchetta sul Principe sibilando:”Mi hai mentito. Arrenditi o scegli
Azkaban.”
“Oh,
fanculo, il vecchio mi ha
rovinato il piano.” Pensò
il ragazzo.
“Parli tu di mentire,
Albus Silente, tu che hai pilotato la mia infanzia, la mia vita, tu che
mi
stavi spingendo ad uccidere il mio stesso padre. Ora basta, io ti
ucciderò, ma
non ora, prima moriranno tutti i tuoi amici, se cosi li possiamo
chiamare,
visto che menti pure a loro, ti consiglio di non minacciarmi mai,
oppure una
cosa che hai fatto ad una persona di nostra conoscenza potrebbe venire
a
galla.”
Halphas rise
alla faccia di Silente, era chiaro il
riferimento a Piton.
Guardandosi
intorno, vide le facce sconvolte e confuse dei
membri dell’Ordine, non ci stavano capendo assolutamente
nulla.
E fu cosi che
eliminò il suo falso aspetto, assumendo quello
originale.
“Io, Halphas, Principe
Oscuro, figlio di Lord Voldemort, farò adesso ritorno a
casa, ma prima mi
prendo qualche souvenir.”
E detto questo,
con uno schiocco delle dita sparì, apparendo
dietro Ron ed Hermione, con uno scatto li prese per le braccia e
sparì.
Caos. Urla.
Pianti.
Ron ed Hermione
rapiti da un pazzo, un ragazzino.
Subito,
però facce arrabbiate verso Silente, e il vecchio
mago fu costretto a vuotare il sacco.
Hermione si
risvegliò dentro un letto caldo, ma subito i ricordi
tornarono a galla, era stata rapita da Harry, cioè, da
Halphas, il figlio di
Voldemort.
All’improvviso
le venne un conato, era andata a letto con il
figlio del Signore Oscuro.
Anche il quel
momento tragico, la sua mente ragionava
velocemente.
Da quel che
aveva capito, Silente lo aveva allontanato dal
vero genitore, dandogli l’identità di Harry
Potter, figlio di Lily e James.
Su questo
aspetto non poteva biasimare il ragazzo, era stato
usato dal Preside.
Un altro
pensiero attraversò la sua testa.
Dov’era
Ron?
Perché
lei era in un bel letto, mentre lui, probabilmente, si
trovava in qualche oscura prigione?
La porte venne
spalancata e lei vide il Principe Oscuro,
affascinante nella sua divisa, affascinante nonostante il suo aspetto
fosse
diverso da quello di Harry.
Ma che pensieri
stava facendo? Lui era un nemico, la aveva
rapita, probabilmente sarebbe morta.
“Oh,
se pensi che ti
ucciderò, ti sbagli di grosso. Vedi, ci sono cose che non
sai.”
Hermione rimase
colpita, non voleva farla fuori?
“Non
posso dire lo
stesso del rosso, per lui ho preparato un trattamento
speciale.”
La ragazza
rabbrividì. Perché Ron si e lei no?
“Harry,
ma perché vuoi
uccidere Ron, lui non c’entra niente.”
“Oh
c’entra eccome.
Sono stupito che non te lo abbia detto, ma Silente pagava i Weasley per
essere
amici con me. E comunque il mio nome è Halphas.”
Hermione
sbarrò gli occhi, era una cosa terribile.
“Ora Hermione, ti
permetterò di scegliere. Vuoi diventare la mia spia o vuoi
perdere la memoria
su questa conversazione e tornare sana e salva
nell’Ordine?”
Cosa scegliere
.Cosa scegliere. COSA SCEGLIERE?
TEMPOREGGIARE. TEMPOREGGIARE.
“Ma sei figlio di..Lui,
non sei contro i Nati Babbani?”
“Guarda,
mi duole
ammetterlo, ma mio padre e i suoi seguaci esagerano, io ho il vantaggio
di
conoscerti, so come sei fatta, mi puoi aiutare molto.”
“Diventerò
la tua
spia.”
Lo aveva detto.
Ma cosa le era saltato in mente? Forse spinta
dall’amore, dal disgusto verso Silente, ora non poteva
più tornare indietro.
“Hai fatto la scelta
giusta, ora se vuoi posso ricompensarti” disse
Halphas con un tono
malizioso ed Hermione ebbe modo solo di cedere davanti a quello
sguardo, pronta
a passare altri momenti piacevoli con Harry, o Halphas o come cavolo si
chiamava.
Silente era nel suo
studio ad Hogwarts.
Mani sul volto,
aveva sbagliato tutto.
L’Ordine
avrebbe continuato a seguirlo, ma ora lo guardavano
con una luce diversa.
Rimpiangeva di
aver creato quella profezia, solo per
spaventare il suo nemico, ora le conseguenze sarebbero state devastanti.
Sarebbe stato in
grado Neville di essere il Prescelto?
Il Prescelto
poi, avrebbe potuto cambiare a suo piacimento
quella dannata profezia e scegliere chiunque.
In quel momento,
una figura comparve nello studio, aveva in
mano sorprendentemente la spada di Grifondoro, un sorriso beffardo sul
volto.
“Hai bisogno di aiuto,
Silente?”
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Allora, in
questo capitolo ho accelerato di brutto, questo è
dovuto a delle riflessioni fatte ieri, dove ho modificato questo e i
prossimi
capitoli, e dove ho deciso di non prolungare di molto la storia, visto
che la
mia idea iniziale era una storia di almeno 30-40 capitoli.
Ho capito che ne
bastano di meno, ed è per questo che credo
che ne avrà circa 20.
Inoltre, sempre
ieri, ho avuto un’idea per una nuova storia
che non vedo l’ora di scrivere, in questi giorni
abbozzerò qualcosa.
Ovviamente la
pubblicherò appena finita questa, altrimenti
impazzirò.
Comunque non
disperate, questa storia avrà fine solo tra
qualche mese, visto che tra poco partirò per le vacanze e
pubblicherò poco o
nulla.
In ogni caso
parlando del capitolo, sorpresi della scelta di
Hermione? Ho deciso di non lasciarla al Manor altrimenti sarebbe stata
derisa
dagli altri Mangiamorte e avrebbe avuto altri problemi.
E infine, chi
è quella figura misteriosa alla fine? Provate a
indovinare.
Prima di
salutarvi, volevo precisarvi che non ho messo la
scena di sesso perché molti nelle recensioni non erano
particolarmente
interessati.
Detto questo vi
saluto, e al prossimo capitolo
LightPhoenix
|
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Capitolo 9 *** I due Eredi ***
I DUE EREDI
Silente
cercò di rimanere calmo, come se non ci fosse uno
sconosciuto con un artefatto
di Hogwarts in mano.
“Con chi ho il piacere di parlare?”
“Oh
Albus, questa è una lunga storia.
Io non ho mai frequentato la tua scuola, e mai sono stato visto nel
mondo
magico. Il mio nome è Modi(*) Grifondoro, ultimo discendente
vivente di Godric.”
Silente
sbarrò gli occhi, non credeva che ci fossero ancora
discendenti viventi di
Grifondoro in persona.
“Prima
che tu me lo chieda Albus, ti
racconterò tutto. Molti secoli fa, dopo la fuga di Serpverde
dalla scuola,
Godric temeva un attacco da parte di Salazar ai suoi familiari. E per
questo da
anni e anni I Grifondoro vivono in un lussuoso Manor, nascosto dai
Reparti più
potenti d’Inghilterra. E se te lo stai chiedendo, veniamo
istruiti a casa
grazie ai consigli che il ritratto di Godric ci da e grazie ai preziosi
libri
presenti lì.”
“Come
fai ad avere la spada?”
“Non
l’ho rubata dal tuo studio,
infatti se ti giri è ancora al suo posto nella teca. Godric,
sempre ai tempi
della fuga di Salazar, per proteggere la sua famiglia, creò
due spade, una da
lasciare ad Hogwarts, come ricordo della sua presenza, ed una da
lasciare al
Manor, in caso di eventuali attacchi.”
“Bene,
ti ringrazio di avermi
riferito tutto questo, ora vorrei chiederti…
perché sei qui.?”
“E’
palese che Voldemort sia tornato,
e a quanto pare ha pure un erede, è per questo che sono
uscito allo scoperto.
Ucciderò l’erede di Serpeverde, come
consigliatomi da Godric, e poi mi occuperò di
Voldemort.”
“Se la
tua intenzione è quella di
uccidere Voldemort, devi sapere che ha creato diversi Horcrux, e sarà
difficile rintracciarli. Uno però è
già stato distrutto diversi anni fa, mentre un altro risiede
proprio nel figlio
di Voldemort.”
Gli occhi di
Modi Grifondoro brillarono
“Quindi è necessario uccidere prima il
ragazzo. Non vedo l’ora, i due Eredi a confronto.”
E detto
questo,con un balzò uscì dalla finestra lasciando
una nube rosso-oro.
“Halphas, ormai devi sapere. Ho creato degli
Horcrux, per essere immortale e ne voglio affidare uno a te.”
L’erede
di
Lord Voldemort rimase stupito, il padre aveva introdotto il discorso
Horcrux
qualche giorno fa, per fargli capire bene la situazione.
Era
orgoglioso di poter tenere un oggetto cosi importante per sé.
“Ora, ci recheremo in una caverna, dove ho
nascosto l’Horcrux, ovvero il Medaglione di Serpeverde,
voglio affidartelo
anche per la tua discendenza con Salazar.”
Apparvero
con un pop direttamente dentro il luogo, e grazie alla presenza del
Lord tutte
le protezioni scomparvero.
Un
imbarcazione sbucò dal lago che divideva le due figure
dall’Horcrux
Arrivarono
rapidamente sull’altra sponda, e la pozione che proteggeva
l’oggetto scomparve.
Voldemort
prese in mano il medaglione, ma qualcosa non andava, non avvertiva la
solita
sensazione quando era vicino ad un suo Horcrux.
Passò
le
dita attorno all’oggetto, ed ad un certo punto questo
scattò aprendosi
rivelando un bigliettino al suo interno.
Questo
diceva:”
Al
Signore
Oscuro,
So
che
avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole
ma voglio che tu
sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Affronto la
morte
nella speranza che,quando incontrerai il tuo degno rivale,sarai di
nuovo
mortale.
R.A.B.”
Un
urlo di rabbia dalla bocca di
Voldemort fece tremare l’intera caverna, Halphas si
tappò le orecchie mentre
metabolizzava il contenuto del biglietto.
Forse…
ma no era una pazza idea… ma perché
non provare?
“Padre,
per caso esiste Serpeverde Manor?”
“Si,
c’è un ritratto di Salazar e diversi libri e
artefatti,ma ora cosa c’entra?”
“Magari
Salazar aveva posto un incanto su
Medaglione in modo da poterlo rintracciare. Possiamo andare al Manor e
chiedere
al ritratto se riesce a localizzarlo.”
“Mi
stupisci sempre di più, giorno dopo giorno,
andiamoci immediatamente.”
Serpeverde
Manor era protetto in modo
eccellente.
All’entrata
veniva richiesto del
sangue, solo i discendenti di Salazar potevano entrare.
L’interno
della casa era totalmente
verde-argento, ovunque c’erano libri contenenti potenti e
antiche magie.
Halphas avrebbe passato tutta la sua vita lì,
giurò di tornare per apprendere
nuovi incantesimi, ma quello non era il momento.
Si
recò insieme al padre al piano
superiore, dove c’era un enorme sala con il ritratto di
Salazar Serpeverde in
bella mostra.
“Presentati
al nostro antenato, sii cortese.”
Halphas
si avvicinò al ritratto, e
disse con voce solenne:”Io sono
Halphas
Salazar, figlio di Lord Voldemort e tuo erede.”
Salazar
lo squadrò, per poi rispondere:”Sono
lieto di incontrarti, mio Erede, ma
deve esserci un motivo per la vostra improvvisa visita.”
“Infatti,
mio padre aveva trovato un luogo per
custodire il tuo Medaglione, ma una volta arrivati sul posto per
riprenderlo
con noi, abbiamo trovato solo un falso. Salazar, ci chiedevamo, sei in
grado di
rintracciare il medaglione?”
“In
effetti posso farcela, ma se si trovasse in
qualche luogo protetto sarebbe complicato riferirvi l’esatta
posizione.”
Padre
e figlio videro Salazar prendere alcuni strumenti presenti nel
quadro, dopo alcuni minuti questo alzò gli occhi verso i
suoi ultimi
discendenti e annunciò:”Il
medaglione si
trova in una casa posta sotto incanto Fidelius, ma non so come riesco a
trovarne
la posizione, è nella dimora dei Black, Grimmauld
Place.”
Halphas
e Voldemort si scambiarono un’occhiata.
“Grazie Salazar, credo che tu
riesca a rintracciare la posizione a causa del sangue Black che scorre
nelle
mie vene. Ora ce ne andiamo,ma torneremo presto.”
“Aspettate,
è arrivato un messaggio qui
al Manor per voi.”
“COSA?
Salazar, io credevo che la casa
fosse introvabile.”
“Infatti
lo è, solo voi sapete la
posizione, una persona che non sia un mio discendente può
cercare questa dimora
per tutta la vita, senza riuscirci. Però, se viene mandato
un messaggio a
Serpeverde viene automaticamente inoltrato qui. E’
complicato, chi ha mandato
questo messaggio ovviamente non può sapere
l’indirizzo del casa, ma lo ha
inviato con destinatario Serpeverde.”
“Bene,
ora leggi il messaggio.”
“Erede
di Serpeverde, sappi che presto
ti verrò a cercare, e per te sarà la fine. Dal
tuo nuovo nemico Modi
Grifondoro.”
Halphas
sbarrò gli occhi, c’era un erede di Grifondoro che
lo voleva
morto. Benissimo, prima avrebbe fatto una visita a Grimmauld Place, e
poi si
sarebbe occupato di Modi Grifondoro.
(*)
Modi, ovvero il dio del Coraggio, qualità richiesta da
Godric nei
suoi studenti.
ANGOLO
DELLO SCRITTORE:
Anche
questo capitolo è ricco di informazioni, scopriamo
l’identità di
questo personaggio misterioso, si prevede uno scontro cazzuto tra i due
eredi.
Vi spoilero che Halphas tornerà a Serpeverde Manor, per
prepararsi al duello.
Vi saluto cosi, riusciranno i nostri regnanti oscuri a recuperare il
medaglione, o tutto andrà come noi conosciamo, con la
distruzione di questo
prezioso artefatto?
Al
prossimo capitolo
LightPheonix
P.S.
forse vi state chiedendo… quando verrà liberata
Bellatrix, ovvero
la madre di Halphas? Presto state tranquilli, ho in mente diverse idee
per
madre e figlio, che spero vi piacciano.
|
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Capitolo 10 *** Azkaban? ***
AZKABAN?
Halphas era
chino su un vecchio tomo trovato a Serpeverde Manor.
Era passati
molti mesi, e lui visitava il luogo per potenziarsi quasi ogni giorno.
C’erano
però
diversi problemi.
Non era
riuscito negli ultimi tempi a recuperare il medaglione, visto che la
casa era
sempre piena di membri dell’Ordine.
Inoltre la
minaccia lanciata dall’Erede di Grifondoro lo metteva in
agitazione.
Non che
avesse paura, ma di certo non si sarebbe aspettato momenti
così complicati da
subito.
Si riscosse
dai suoi pensieri, doveva muoversi.
Dopo tanto
tempo aveva l’opportunità di entrare in Grimmauld
Place.
Infatti, al
termine di diversi sopralluoghi, era certo che
la casa fosse vuota ad esclusione di Sirius quel giorno.
Non sapeva
quanto si sbagliava.
Si
smaterializzò davanti alla casa, le barriere
dell’Incanto Fidelius cedettero al
suo passaggio.
Si
assicurò
di aver lanciato un perfetto incantesimo di Disillusione su di
sé, e con calma
aprì la porta d’ingresso.
Silente quel
giorno aveva riunito a sorpresa i membri dell’Ordine.
Dopo alcuni
mesi, aveva deciso di presentare Modi Grifondoro ai suoi alleati.
Una volta
seduto a tavola con gli altri membri però,
avvertì una presenza sconosciuta, ma
non c’era nessuno a parte gli altri seduti a tavola con lui.
Il resto
della tavolata si accorse del suo disagio e si guardò
intorno, tutto era
tranquillo.
“Cazzo.”
Il suo piano
era saltato.
Era entrato
nella casa e cosa aveva trovato davanti a sé?
Tutto il
fottuto Ordine riunito.
Era sicuro
che anche se fosse invisibile, Silente avvertisse la sua presenza.
Ed ecco
infatti il vecchio, guardare con sospetto in giro per la stanza.
Per Halphas
sarebbero stati guai. Di certo non era facile trovare il medaglione, ci
sarebbe
voluto tempo.
Mentre si
affrettava ad uscire dalla cucina, improvvisamente lo vide.
In cima ad
una serie di oggetti da buttare, il Medaglione di Serpeverde.
Ma come
avrebbe fatto a prenderlo?
Riuscirci
significava sfiorare praticamente molti membri dell’Ordine.
Decise di provarci,
tanto pure se fosse stato scoperto non avrebbe avuto problemi a fuggire.
“Dimentichi che c’è
l’Erede di Grifondoro,
non ti farà scappare facilmente.”
“Grazie
coscienza.”
Finito il
suo monologo mentale, si diresse in punta di piedi verso il medaglione,
che
giustamente si trovava dall’altra parte della stanza.
Con un
miracolo riuscì a recuperare l’artefatto senza
farsi scoprire. Velocemente se
lo buttò al collo, nascondendolo con un incantesimo.
Halphas
tirò
un sospiro di sollievo, ce l’aveva fatta senza farsi scoprire.
Fece per
andarsene, ma l’occhio magico di Moody si posò su
di lui…
Un fascio di
luce rossa volò verso di lui e fu costretto ad evocare uno
scudo, rivelando la
sua presenza.
Ora era
visibile a tutti i membri sconvolti dell’Ordine.
La prima a
riprendersi fu Molly Weasley.
“Cosa hai fatto a mio figlio, mostro?”
“Oh
Molly, stai tranquilla, se mai lo
rivedrai, sarà irriconoscibile.”
Un uomo in
particolare nella Sala fu colpito dalle parole del giovane. Sirius
Black.
Sapeva tutto
dell’orribile piano di Silente, ma si era realmente
affezionato al ragazzo nel
corso del tempo.
Certo, la
madre del ragazzo era Bellatrix, sua cugina, ma tutto era
così diverso.
Dalle
manipolazioni di Silente era nata questa bomba ad orologeria, e
difficilmente
avrebbero fatto progressi nella guerra.
“In questo momento non
ti conviene fare lo sbruffone,Riddle. Sei finito.”
“Oh,
guarda chi abbiamo. L’erede del
buon Godric, giusto? Non ti vergogni di aver minacciato un indifeso
ragazzino?”
Il temperamento
Grifondoro di Modi salì a dismisura. Infatti
si buttò sull’erede di Salazar.
Halphas,
vedendosi spacciato, lanciò un anatema mortale verso
il suo aggressore.
Un tonfo, urla,
ma il suo nemico era ancora lì.
Allora chi aveva
colpito?
Oh, in quel
momento non importava doveva solo fuggire.
Con un
incantesimo imparato a Serpeverde Manor, riuscì a
creare una nube verde argento per distrarre il nemico.
Ma per sua
sfortuna l’Erede di Godric resisteva a questi
giochetti e un incantesimo pungente molto potente si
schiantò sulla sua gamba.
Cadde, il dolore
era insopportabile.
Poi
sentì gli effetti del Crucio, ma gli allenamenti con il
padre gli avevano donato una forte resistenza alla maledizione.
Fu colpito a
ripetizione, per minuti interminabili.
Vide Modi
Grifondoro sopra di lui, pupille infuocate con
contorni dorati.
“Volevo uno scontro con
te, ma ho capito che non sei degno. Io ti ucciderò, ma prima
marcirai ad
Azkaban per un po’ di tempo, cosi sarà
più bello finirti.”
“Vigliacco”
sussurò, prima di
svenire.
Sussurri tra i
Mangiamorte. Litigavano su chi avrebbe dato la
tragica notizia al Signore Oscuro.
Alla fine
decisero insieme che sarebbe andato Codaliscia.
Il piccolo uomo
si avviò tremante verso le stanze di
Voldemort.
Aprì
la porta senza bussare, primo errore.
“Codaliscia, non
conosci le buone maniere? CRUCIO.”
Peter Minus,
ancora scosso dopo la maledizione si affrettò a
parlare.
“Mi scusi, mio
Signore,volevo soltanto informarla che il Principe è stato
catturato, adesso si
trova in una cella ad Azkaban.”
Un
urlo potentissimo fece tremare il
Manor.
“COSA?”
Codaliscia
fuggì, per non subire l’ira di Lord Voldemort.
Una volta solo,
il Signore Oscuro distrusse tutto quello che
aveva a portata di mano.
Cercò
di avere un contatto telepatico con il figlio, ma non
ci riuscì.
Cercò
di calmarsi e ragionare. E finalmente decise di mettere
in atto il piano preparato da mesi.
“Finalmente faremo una
visitina ad Azkban.”
Halphas si
svegliò in uno spazio buio.
Sentiva dolore
ovunque, Modi Grifondoro colpiva duro.
Il suo orgoglio
era stato ferito.
Era in una
disgustosa cella ed era stato sconfitto.
Improvvisamente,
notò una figura con una massa di capelli
scuri dall’altra parte della cella. Strisciò verso
di lei, aveva notato che era
una donna.
Quando fu
abbastanza vicino, sbarrò gli occhi e così fece
l’altra.
“Mamma!”
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Allora, andiamo
con calma. Sicuramente vi state chiedendo,
come mai un mago potente come Halphas è stato battuto cosi?
Prima di tutto, è
stato colto di sopresa. Tra l’altro, ha 15 anni, ha avuto
pochi mesi di
allenamento e anche se è superiore a tutti i Mangiamorte e
tantissimi maghi
potenti, deve ancora imparare qualcosa. Modi Grifondoro ha circa 20
anni, ha
avuto tutta l’infanzia e l’adolescenza per
migliorare le sue doti naturali.
Spero di avervi spiegato bene il quadro. Per farvi un paragone, un
Voldemort
potentissimo non riesce a battere Silente che seppur molto potente,
è
invecchiato. Quindi Halphas non è ancora cosi esperto.
Ultima cosa,
secondo voi l’anatema mortale di Halphas quale
membro dell’Ordine ha colpito?
Al prossimo
capitolo
LightPheonix
|
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Capitolo 11 *** Di nuovo insieme ***
Nota:
Prima di
lasciarvi alla lettura
volevo informarvi che ho pubblicato una nuova storia, ho bisogno dei
vostri
pareri per capire se può essere apprezzata come questa, vi
lascio il link qui,
se volete
dateci un’occhiata. Buona lettura
DI NUOVO INSIEME
La donna
sbarrò gli occhi, mentre le lacrime minacciavano di cadere.
Anni di
carcere, impazzita dal dolore per la paura di non
rivedere più Voldemort e suo figlio.
E invece
eccolo qui.
Gli
accarezzò una guancia, mentre sussurrò
felice:”Halphas…figlio
mio.”
Improvvisamente
realizzò dove si trovavano, e fece due più due.
Suo figlio
era ad Azkaban, cosa aveva combinato?
“Halphas,
perché sei qui? Cosa hai
fatto?”
“Mettiti
comoda, perché questa è una
storia lunga. Come sai, sono stato , ingannato da Silente e sono
cresciuto con
l’identità di Harry Potter. Come ti sarai accorta
dal marchio nero, la scorsa
estate mio padre è tornato. Sapeva la verità su
Harry Potter, aveva capito che
ero suo figlio. Così ha ideato un piano per rapirmi
all’ultima prova del Torneo
Tremaghi. Mi ha mostrato la verità, e da quel momento sono
con lui. Bene, sono
tornato qualche giorno nelle grinfie di Silente per realizzare un
piano,ma sono
stato scoperto anzitempo. Ora, mi sono intrufolato nelle dimora dei
Black per
recuperare un oggetto caro a mio padre,ma sono stato scoperto e
attaccato
dall’Erede di Grifondoro.”
Bellatrix
cercò di assimilare tutte quelle notizie.
Felicità per il ritorno del figlio,
ma di certo non voleva incontrarlo in quel terribile luogo. E poi,
c’era un
Erede di Grifondoro? Come si era permesso di toccare suo figlio?
Istintivamente,
abbracciò Halphas, e altre lacrime di gioia caddero sul suo
volto.
“Mamma, stai tranquilla, sono sicuro che ci
verranno a prendere.” Disse Halphas mentre
baciò sulla fronte sua madre.
Mancava
davvero pochissimo, e poi la famiglia sarebbe stata del tutto riunita.
“Come ben sapete, mio figlio e vostro
Principe è stato rapito. Avevo già pianificato un
attacco ad Azkaban, per
liberare Bellatrix ed altri fedeli Mangiamorte imprigionati, ma i
recenti
avvenimenti hanno cambiato i miei piani. Per questa missione
importantissima,
mi affiderò ai migliori, non deludetemi, altrimenti non
sarete capaci di fare
anche il gesto più banale per molto tempo”
concluse Lord Voldemort con un
ghigno.
Tra i
Mangiamorte scelti per quella missione, ovvero Lucius Malfoy, Nott e
Avery, si
poteva notare l’orgoglio di essere stati scelti, ma anche la
paura per un
eventuale fallimento.
Cercarono di
tranquillizzarsi, avrebbero avuto il supporto dei Dissenatori, non
più fedeli
al Ministero, e sarebbe stato facile attribuire la colpa
dell’evasione a Sirius
Black, cugino di Bellatrix.
Si, tutto
sarebbe filato liscio.
Lord
Voldemort era inquieto, suo figlio era in prigione già da
qualche giorno.
Purtroppo non poteva andare lui stesso ad Azkban, con quello sciocco di
Caramel
come Ministro il suo ritorno poteva benissimo rimanere nascosto.
Perso nei
pensieri, si chiese se Halphas avesse incrociato sua madre Bellatrix,
chissà
quanto avesse sofferto nel corso degli anni.
Il suo
flusso di ragionamenti fu interrotto da Codaliscia,
e tanto per sfogare l’ansia, lo
cruciò.
“Mi scusi, mio Signore. Il Principe e
Bellatrix sono tornati, la missione è andata a buon
fine.”
Voldemort
per la gioia scagliò un altro Crucio su Codaliscia, poi
uscì dalla sua stanza
personale.
Pronto a
riabbracciare suo figlio dopo pochi giorni, e soprattutto accogliere
Bellatrix
al suo fianco.
In una cella
della buia Azkaban,c’era un ragazzo, è stato
catturato da Albus Silente e un
misterioso uomo, nessuno sapeva la reale identità del nuovo
abitante della
prigione.
Ma la cosa
più sconcertante per gli Auror?
Vedere
proprio quel ragazzo accarezzare e confortare Bellatrix Lestrange.
Distratti da
quella visione, non reagirono in fretta al forte scoppio che si
sentì
all’entrata di Azkaban, e furono uccisi da diversi fiotti di
luce verde.
Halphas
perse la cognizione del tempo in quel luogo. Era stato per ore vicino
alla
madre, a confortarla, a
stare semplicemente
vicino alla donna che lo aveva messo al mondo.
Vide gli
Auror osservarlo sorpresi, ma all’improvviso un forte scoppio
catturò
l’attenzione di tutti i prigionieri raccolti in quella zona.
Tre figure
misteriose attaccarono gli Auror con degli Avada Kedavra, uccidendoli.
I tre uomini
si avvicinarono, ed Halphas riconobbe il primo.
“Malfoy!”
“Mio
Principe, Bellatrix, non c’è
tempo, dobbiamo andare.”
E Bellatrix
sperò con tutto il suo cuore che non fosse un sogno, e che
potesse rivedere il
suo amato Lord Voldemort.
Se qualcuno
fosse entrato nello Studio del Preside ad Hogwarts, avrebbe visto Albus
Silente
ed un giovane uomo discutere tranquillamente.
“Te l’ho già detto Albus, lo
ucciderò, ma
prima lo voglio umiliare. Insieme a quel pazzo del padre si crede il Re
del
mondo”
Modi
Grifondoro ridacchiò della sua stessa frase, prima che un
improvviso e
fortissimo mal di testa non lo costringesse a perdere
l’equilibrio e
accasciarsi al suolo dello Studio.
Subito
Silente gli fu vicino, lo chiamava, ma non riusciva a sentire la sua
voce.
Era
imprigionato nella sua mente?
Riviveva
davanti a sé i suoi peggiori ricordi, non riusciva a tornare
cosciente.
Un’altra
fitta alla testa lo fece urlare, davanti a lui comparve Azkaban,
Halphas e
Bellatrix Lestrange grazie ad alcuni Mangiamorte stavano fuggendo. La
sua parte
ancora cosciente lo fece gelare a quella visione.
Si era
lasciato sfuggire l’Erede di Serpeverde.
La visione
della prigione comparve a ripetizione davanti ai suoi occhi,
urlò per il
dolore.
Ma
sentì la
sua voce solo nelle sua mente.
Provò
a
ricordare tutti gli insegnamenti che gli aveva consigliato Godric ad
attacchi
simili.
Ma con
orrore si accorse che la sua mente era svuotata dalle sue conoscenze.
Possibile
che qualcuno fosse riuscito a possedere completamente la sua testa?
Una risata
malvagia rimbombò nella sua mente, e fu tentato di urlare,
mentre una voce che
gli sembrava nota iniziò a parlare dentro la sua testa.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE
Ho poco da
aggiungere, solo un quesito, secondo voi che sta succedendo al potente
Erede di
Grifondoro?
Detto
questo, vi saluto e al prossimo capitolo
LightPheonix P.S. non ho rivelato chi é stato ucciso nello scorso capitolp perché ci dedichiamo quasi del tutto su halphas e bellatrix
|
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Capitolo 12 *** Caos nell'Ordine ***
Nota: Questo
sarà l’ultimo capitolo prima
di partire per le vacanze, forse ne pubblicherò un altro tra
qualche giorno, ma
non vi assicuro nulla. Spero di pubblicare almeno un capitolo ad
agosto, ma
sarà complicato. Sicuramente però, ci ritroveremo
a settembre. Buona lettura
CAOS
NELL’ORDINE
Il classico
vociare di Grimmauld Place era stato sostituito da un disperato
silenzio. Si, perché
Sirius Black era morto, colpito da un anatema inizialmente non
destinato a lui.
Alcuni
membri dell’Ordine provarono a sostituire il dolore con la
rabbia, nei
confronti del Principe, ma era impossibile non pensare a Sirius.
Anche
Hermione era presente lì, richiamata da Hogwarts.
Si sentiva
una persona orribile, lei che faceva il doppiogioco. Ma una voce nella
sua
mente gli diceva che era sulla strada giusta. Perché?
I precedenti
giorni per lei erano stati una tortura, aveva scoperto che Halphas era
stato
catturato, e non era riuscita a chiudere occhio.
Poi la
notizia della fuga da Azkaban dei Mangiamorte le aveva tolto un peso.
Persa nei
suoi pensieri, non si accorse che Albus Silente entrò nella
stanza, trascinando
al suo seguito…
“Ron!”
“Si
fermi signorina Granger, in
questo momento non
può riconoscerla, e
probabilmente non potrà mai più
farlo.”
Silente
aveva ragione. Ron era ridotto malissimo, chissà cosa gli
aveva combinato
Halphas.
Si poteva
amare e odiare contemporaneamente una persona?
Modi
Grifondoro urlò quando una voce stranamente conosciuta
iniziò a parlare nella
sua mente.
“Modi Grifondoro, credevo che tu condividessi
gli stessi ideali di Godric, invece sei solo un vigliacco, non hai
voluto
affrontarmi ad armi pari. Ma non preoccuparti, rimedieremo questo,
perché ti
verrò a cercare e ti distruggerò una volta per
tutte.”
Ogni parola
pronunciata da Halphas causava ancora più dolore
all’Erede di Grifondoro.
Improvvisamente
sentì a testa svuotata, come se un forte peso se ne fosse
andato.
Avvertì
finalmente di essere cosciente e di poter controllare a suo piacimento
la sua
mente, anche se terribili visioni continuavano a tormentarlo.
“Riddle,
questa me la paghi.”
Halphas
sospirò, aveva usato una grande quantità di
magia, ma era soddisfatto.
Era forse il
primo mago a stabilire un contatto telepatico solo grazie al nucleo
magico.
Infatti,
durante la sua visita a Grimmauld Place, aveva studiato il nucleo di
Modi
Grinfondoro e quindi aveva avuto successo nell’impresa.
Ghignò,
pensato quanto dolore aveva causato al giovane uomo.
Per rimanere
in tema, scese nelle segrete per finire dopo un bel po’ di
prigionia Ron.
Come ogni
volta fu svegliato con una vampata di fuoco sul volto, e quando
aprì gli occhi
questi era irriconoscibili rispetto al Ron prima di essere catturato,
erano
pieni di paura e sofferenza.
Halphas
utilizzò la stessa maledizione scagliata su Piton, e Ron
iniziò la sua
lamentela, invocando Hermione.
A quel nome
qualcosa scattò in Halphas, e fu sorpreso dalle sensazioni
che stava provando.
Scacciò
via
questi pensieri, e proprio come sua madre fece impazzire i Paciock anni
fa, lui
portò Ron al limite
della follia.
E per
concludere si smaterializzò vicino Grimmauld Place e proprio
come fece con
Piton depositò il corpo delle sua vittima sulla strada.
Erano
passati alcuni giorni, Halphas era tornato a Serpeverde Manor ed ora si
apprestava a leggere un vecchio tomo intitolato “Elenco delle Famiglie Purosangue.”
Curioso lo
sfogliò e arrivato alla lettera “G”
scorse i Gaunt, ma improvvisamente si
bloccò.
No, non
poteva essere, c’era sicuramente un errore.
Guardò
con
orrore il nome della famiglia scritto in quell’angolo di
pagina, e si accorse
che era tutto vero.
No, non gli
bastava, doveva assolutamente indagare e l’unico modo per
capire sarebbe stato…
Si
smaterializzò nella Londra babbana, girò a vuoto
per circa due ore, era
difficile trovare quel che cercava.
Finalmente
scorse una bellissima villa isolata nel quartiere di Southwark.
Bussò
in
modo deciso alla porta, e venne ad aprire una donna, che lo
squadrò in modo
curioso.
Ma solo Halphas avrebbe
potuto vedere il lampo
di consapevolezza negli occhi della figura davanti a lui.
Così,
già
sapendo la risposta, chiese cortesemente:”Casa
Granger?”
La donna
annuì, ora sembrava spaventata.
“Posso entrare? Abbiamo tante cose di cui
parlare.”
E senza
complimenti entrò lasciando basita la padrona di casa.
Halphas, con
il solito ghigno stampato in fronte, pensò:”Credo
che questa chiacchierata cambierà per sempre la vita di
molte persone.”
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Capitolo
più
corto rispetto agli ultimi, che superavano sempre le mille parole, ma
in ogni
caso i contenuti non mancano, come sempre. Mi dispiacerebbe lasciarvi
con la
curiosità e il fiato sospeso per quello che è
successo nella parte finale del
capitolo, farò di tutto per aggiornare ancora in questi
giorni.
Detto
questo, vi saluto, e al prossimo capitolo
LightPhoenix
|
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Capitolo 13 *** La storia della famiglia Granger ***
Nota: Sono tornato
come promesso a
settembre. Non ho molto da aggiungervi, spero che non abbiate
abbandonato la
storia durante questo periodo di attesa. Buona lettura
LA STORIA DELLA
FAMIGLIA GRANGER
“Chi è lei? sussurrò
la donna al ragazzo
entrato nella sua dimora.
“Nel mondo magico mi conoscevano come Harry
Potter, ma in realtà sono Halphas, figlio di Lord
Voldemort.”
La signora
Granger rabbrividì, possibile che avessero scoperto la
verità?
In tal caso,
il pericolo sarebbe stato immenso.
“Si starà chiedendo il motivo di questa
visita inaspettata. Ebbene, ero nel mio Manor, assorto nella lettura di
un
vecchio tomo. Lei non immagina neanche quel che ho trovato tra le
pagine.”
La padrona
di casa cercò di rimanere impassibile, anche se
l’ansia continuava a salire
ogni minuto.
“Su un elenco delle famiglie purosangue,
incredibilmente c’è il nome Granger. Fino a ieri
credevo che foste una famiglia
babbana. Pretendo delle spiegazioni.”
Non sarebbe
servito a nulla mentire, cosi decise di vuotare il sacco.
“Tanti anni fa, fummo costretti dai
Mangiamorte a svolgere una commissione per conto di suo padre. Eravamo
neutrali
nella guerra, il Signore Oscuro scelse noi perché saremmo
stati insospettabili
agli occhi degli Auror. Dopo la caduta del Lord nel 1981,
saltò fuori il nostro
nome durante uno dei processi. Il Ministero non ci concesse neanche una
difesa,
ci avrebbe sbattuto ad Azkaban a vita. Nel poco tempo rimasto per
ideare un
piano, un uomo mai visto nel Mondo Magico ci offrì il suo
aiuto. Conosceva un
incantesimo antichissimo che avrebbe cancellato il nostro nome dagli
alberi
genealogici dei Purosangue.”
“Chi
era quest’uomo che vi ha
aiutati?”
“Lui…
ci ha rivelato il nostro nome
in gran segreto, non immagina neanche la sorpresa quando ce lo disse.
Il suo
nome è Owen Grifondoro.”
Halphas
sbarrò gli occhi, era sicuramente un parente di Modi.
“E’ ancora vivo
quell’uomo?”
“Che
io sappia no, ma chi lo sa,
forse la discendenza con il fondatore gli avrà dato qualche
potere per farlo
vivere più a lungo.”
“Non
fa niente, perché dopo il corretto
funzionamento dell’incanto non siete tornati nel Mondo
Magico?”
“Devi
sapere, che i maghi purosangue
influenti al Ministero possono accedere ai registri delle nascite. Tra
quelle
del nostro anno spiccava la nostra Hermione, ma dopo
l’incantesimo questa è
stata riconosciuta come Nata Babbana. Quindi saremmo stati mal visti
dai maghi
razzisti. Purtroppo di Owen nessuna traccia, ma se pur fosse esistito
un
contro-incantesimo, avremmo avuto una cella ad Azkaban tutto per
noi.”
“Cercherò
il contro-incantesimo e
cercherò di applicarlo solo al lato oscuro. Mi sono
innamorato di sua figlia,
ho bisogno di far ricordare ai Mangiamorte, in modo che Hermione possa
essere
accettata.”
Halphas si
stupì delle sue stesse parole. Non avrebbe mai immaginato di
confidare per la
prima volta i suoi sentimenti proprio alla madre della sua bella.
Si
smaterializzò rapidamente a Serpeverde Manor, dove erano
presenti i suoi
genitori.
Senza dire
una parola, diede pieno accesso ai due alla sua mente, in modo da poter
valutare la sua recente conversazione.
“Oh, e così il mio piccolo Halphas si
è
innamorato” disse Bellatrix con un ghigno.
“Mamma”
la fulminò il figlio.
“Halphas,
lo sai bene che non avrei
approvato quella ragazza, ma alla luce dei recenti avvenimenti, ti do
il pieno
controllo della situazione. Ora pensiamo a trovare il
contro-incantesimo.”
“Sono
sicuro che si trovi qui, se la
formula era nella casa di Godric Grifondoro, forse Salazar ha trovato
la
soluzione.”
E detto
questo, passò ore interminabili nella biblioteca.
Si vantava
con il padre di aver letto tantissimi antichi tomi in quella casa, ma
si
accorse che ne erano presenti moltissimi altri neanche visti durante le
sue
consultazioni.
Finalmente,
dopo essere arrivato alla pagina 394 del libro “Sortilegi
magici antichissimi”
lesse a gran voce:
“In questo periodo burrascoso nel pieno del
Medioevo, come lo definiscono i babbani, la discriminazione nel mondo
dei maghi
è ai massimi livelli storici. Molti nati babbani sono
costretti a chiedere
aiuto ai maghi più potenti di questa epoca, per cancellare
le loro tracce di sé
nel Mondo Magico, e rifugiarsi nelle comunità estere, dove
le differenze tra
Purosangue e gli altri maghi sono inferiori rispetto alla Gran Bretagna.
Quel che sta
interessando i membri
più influenti della comunità magica, è
proprio l’incanto usato da questi
eccellenti stregoni.
La scoperta di
questo sortilegio è
causata assurdamente proprio da un mago che, seppur potente, si
è vantato
troppo. Ora i maggiori studiosi dei campi della magia, si stanno
chiedendo se
ci sia un rimedio a tutto ciò, ma per ora
non ci sono risposte. E’ sicuro però,
che praticare questo eventuale
contro-incantesimo sia molto pericoloso.”
Halphas,
amareggiato, disse ai genitori che non si erano persi una
parola:”Tante informazioni, ma siamo
al punto di
partenza, non ho trovato la fottuta formula.”
Lord
Voldemort divenne pensieroso, poi sibilò:”Vale
la pena chiedere al ritratto di Salazar, forse ne sa
qualcosa.”
Halphas si
illuminò, e si avviò al piano di sopra desideroso
di informazioni.
Hermione
stava placidamente dormendo, quando si svegliò di scatto
Non riusciva
a localizzare la fonte di alcune parole sussurrate,
ma era sicura che provenissero dalla sua
stanza ad Hogwarts.
Improvvisamente
chiunque stesse parlando smise, e lei fu colpita dalle sensazioni che
iniziò a
provare.
Si sentiva
strana, come se qualcosa le stesse scorrendo in corpo.
Era come se
qualcosa si fosse risvegliato in lei, ma qualcosa non quadrava.
Guardò
più
attentamente la camera, e finalmente scorse due occhi sofferenti che
conosceva
benissimo guardarla, prima di sentire il classico tonfo di un corpo
caduto per
terra.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
In questo
capitolo vediamo un Halphas molto attivo per raggiungere il suo
obiettivo.
Prima di salutarvi, volevo dirvi un paio di cose. La storia credo che
avrà circa
altri 7-8 capitoli per poi concludersi ma non ne sono ancora sicuro. Il
finale
è già nella mia mente, bisogna solo limare
qualche cosa qua e là. In ogni caso,
ho altre storie in mente dopo questa quindi credo che sarò
attivo sul sito
anche nei prossimi mesi.
Al prossimo
capitolo
LightPhoenix
|
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Capitolo 14 *** Piani futuri ***
PIANI FUTURI
“Quel maledetto è entrato nel castello
come
se fosse un gioco innocente, devo dedurre che le tue difese sono
deboli,Silente.”
“Il
ragazzo ha sicuramente dei poteri
fuori dal comune, ma cercherò di rafforzare le barriere
anche con il tuo aiuto
e quello di altri.
Modi
Grifondoro ringhiò, insoddisfatto della risposta.
“Tu prometti sempre, ma non concludi mai
niente. Ti ricordo che a causa delle tue scarse protezioni ho una
ferita che mi
fa ancora male dopo giorni e se Halphas dovesse farsi vivo di nuovo non
potrei
distruggerlo per bene. Tu non mi inganni,Albus, solo io conosco la tua
vera
natura.”
Gli occhi di
Silente scintillarono maligni.
Il vecchio
mago diede un’occhiata all’uomo di fronte a lui e
poi parlò con un tono pacato.
“Effettivamente hai ragione, ho commesso
degli errori, ma ora parliamo di cose che potrebbero risultarci
più piacevoli.”
Modi
guardò
il Preside interrogativo, ma ebbe le risposte che voleva subito dopo.
“Noi sappiamo che Voldemort sorveglia la mia
finta profezia al Ministero e ho la certezza che nei prossimi giorni si
muoverà. Vorrà scoprire se Neville è
il vero Prescelto. E nel giorno in cui
deciderà di andare, noi lo coglieremo di sorpresa.”
“Giusto
Silente, tutto molto bello.
Ma come pensi di fare? Non possiamo mica presentarci al Ministero ogni
giorno
aspettando il Coglione Oscuro.”
“Vero,
ma suppongo che Voldemort
cercherà di attirare Neville lì. Se cosi fosse,
il ragazzo sicuramente ci
avvertirebbe.”
Modi
sorrise, dopotutto il futuro non sembrava così terribile.
“No e poi no, vuoi farti quasi uccidere di
nuovo.”
Halphas
sbuffò, i suoi genitori, in particolare suo padre, erano
tornati molto
protettivi nei suoi confronti dopo l’imprevisto con Modi
Grifondoro.
“Sono ancora inesperto,ovvio, ma sono tra i
più forti, e poi se farai sempre cosi ogni missione non
imparerò mai.”
Voldemort
sbuffò,suo figlio aveva sempre la meglio in queste
discussioni.
“Va bene. Andremo al Ministero, per capire se
dovrà essere Paciock il mio avversario. Attireremo il
ragazzo lì, in modo da
ucciderlo nel caso. Tu, Lucius e Bella guiderete gli altri Mangiamorte.
Io
ovviamente comparirò al momento giusto. Ah, me ne stavo
quasi per dimenticare,
aspettatevi membri dell’Ordine, state in guardia.”
Halphas
annuì, deciso a non riportare alcuna ferita in quella
missione, e a quel
pensiero abbassò lo sguardo verso la benda sulla sua costola
sinistra.
All’improvviso
entrò Peter Minus, con lo sguardo terrorizzato mentre
tendeva un giornale.
Halphas
glielo strappò dalle mani e quando lesse la prima pagina
sbiancò e pensò con
amarezza:”Ho fatto un
casino.”
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Lo so, ho
fatto un mini-capitolo, ma questa è stata una cosa voluta.
Infatti volevo solo
dedicarmi ai piani delle due fazioni e lasciarvi sempre con il fiato
sospeso
alla fine. Non ho svelato la cosa andata storta nel capitolo
precedente, ma lo
farò al 100% nel prossimo.
Inoltre per
farmi perdonare, il prossimo capitolo l’ho fatto
più lungo rispetto al solito,
e per solito intendo 900-1000 parole.
Al prossimo
capitolo
LightPhoenix
|
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Capitolo 15 *** Verità e scontri ***
Nota:
Mi dispiace avervi fatto aspettare di più
rispetto al solito, ma in
questi giorni la pigrizia ha vinto su tutto. Buona lettura
VERITA’
E SCONTRI
Hermione ci
mise qualche secondo per realizzare che Halphas era appena svenuto nel
Dormitorio
della Torre di Grifondoro.
Cosa ci
faceva il ragazzo lì?
Si diresse
in punta di piedi verso il corpo accasciato sul pavimento e
sussurrò:”Innerva”
Halphas
spalancò gli occhi e cercò di mettere a fuoco la
figura davanti a lui.
Quando
riconobbe Hermione, si rilassò
“Harry, ma sei matto? Cosa ci fai qui?”
“E’
difficile spiegare a parole tutto
quello che ho fatto. Ti prego, entra nella mia mente. E comunque, mi
chiamo
Halphas.”
Hermione rimase
un attimo perplessa, prima di accedere alla mente del ragazzo.
Subito
immagini vorticose furono davanti ai suoi occhi.
Halphas che
entrava in casa sua.
Halphas che
parlava con sua madre.
Halphas che
strappava una confessione a sua madre
Halphas che
diceva di amarla
Halphas
che…
Con uno
strattone uscì dalla mente del ragazzo, sconvolta.
In
realtà
era una Purosangue?
Halphas
aveva riportato alla memoria del lato oscuro le sue vere origini?
Ma
soprattutto, Halphas aveva detto che la amava, era vero?
Con gli
occhi bagnati di lacrime, si chinò sul ragazzo e lo
baciò delicatamente,
sorridendo quando il suo gesto fu ricambiato.
Dopo qualche
minuto però, la curiosità assalì la
ragazza.
“Come hai fatto ad entrare nel castello?”
Halphas, che
si era già recato all’uscita, si voltò
e sorrise.
“Magia.”
“Ma dove si sarà cacciato?”
Voldemort
sbuffò per la centesima volta alla frase di Bellatrix.
“Bella non ti preoccupare, Halphas sa gestire
perfettamente la situazio…”
Lord
Voldemort fu interrotto da un debole “crac”
che risuonò come uno sparo nella sala del Manor.
Voldemort e
Bellatrix sbarrarono gli occhi quando riconobbero Halphas accasciato al
pavimento con una pozza di sangue che si estendeva a vista
d’occhio.
I due
genitori subito corsero dal figlio, che alla loro vista sorrise
debolmente, sussurrando:”Ce
l’ho fatta” prima di
perdere i sensi.
Qualche minuto
prima…
Modi
Grifondoro era inquieto.
Quella sera
stava di guardia lungo il perimetro della scuola, ed era certo di aver
avvertito una presenza inquietante circa un’ora prima.
Nonostante
ciò, si rilassò visibilmente quando non
sentì più nulla per i minuti
successivi.
Mentre
rientrava verso il parco del castello notò di nuovo quella
presenza e
infastidito sibilò:”Homenum
revelio.”
Qualche
secondo dopo, la sua bacchetta si illuminò di un azzurro
molto intenso e
tracciò un percorso alla sua sinistra.
Si fece
guidare per qualche minuto dalla bachetta, ma si accorse che era ormai
arrivato
ai confini di Hogwarts, pochi metri e l’intruso sarebbe
potuto scappare.
“Stupeficium” urlò
l’uomo, nella
direzione indicata dalla bacchetta.
Udì
il
rumore di passi frettolosi e capì di aver mancato il
bersaglio.
Ci
riprovò,
per la seconda, terza, quarta volta finchè… SBAM!
Aveva
finalmente colpito il bersaglio, e si avvicinò mentre
l’incantesimo di
Disillusione che nascondeva l’intruso svaniva.
Una volta
riconosciuto colui che aveva colpito, non riuscì a
trattenere una grossa
risata.
“Halphas che bella sorpresa, cosa porta
l’Erede
di Serpeverde qui?”
Credendolo
svenuto, tentò di afferarlo, ma non riuscì a
proteggersi in tempo quando in un
paio di secondi il suo nemico aprì gli occhi e
urlò:”Lacero,Crucio.”
Due fasci di
luce uscirono contemporaneamente dalla bacchetta di Halphas lasciandolo
senza
fiato per il dolore e la sorpresa.
Guardò
in
basso verso il suo stomaco, dove era stato colpito e sbarrò
gli occhi quando
vide un buco di enormi dimensioni.
Rialzò
lo
sguardo e vide Halphas ormai fuori dal confine della scuola, pronto a
smaterializzarsi.
Parlare gli
costò una fatica enorme, ma nonostante ciò
disse:”Infame, ti
ripagherò con la stessa moneta. LACERO.”
Aveva
lanciato l’incantesimo totalmente a caso, ma quando
sentì un urlo strozzato
capì di aver centrato il bersaglio.
Con la coda
dell’occhio vide il
suo avversario
sparire dolorante e sussurrò:”Non
finisce
qui.”
Halphas
aveva già visto Modi Grifondoro prima di entrare nel
castello guardarsi
nervosamente al suo passaggio.
Questo lo
spinse a sbrigarsi, ma tutto non andò secondo il verso
giusto, il rituale gli
aveva tolto molta energia e sommando la fatica nell’abbattere
le protezioni
necessarie per entrare ad Hogwarts era svenuto.
In quel
momento si trovava nel parco del castello, camminando velocemente per
andarsene
definitivamente da lì.
Purtroppo
proprio in quel momento Modi passava per il parco, doveva assolutamente
muoversi.
Ma
l’Erede
di Grifondoro aveva captato qualcosa, infatti lo vide fare gesti con la
bacchetta e qualche secondo dopo un fascio di luce azzurro era puntato
verso la
sua posizione.
A questo
punto decise di correre, tanto l’uomo già sapeva
dove si trovava grazie a quell’incantesimo.
Era quasi
arrivato ai confini di Hogwarts, ce la stava facendo, ma Modi decise di
provare
a schiantarlo con uno Stupeficium.
Lo
mancò per
tre volte, al quarto schiantesimo decise di fingere.
Con un
incanto che avrebbe ampliato il rumore, si gettò a terra
come se fosse stato
colpito.
L’Incantesimo
che lo nascondeva svanì, ma non se ne curò.
Gongolando
internamente, vide Modi avvicinarsi e sbeffeggiarlo.
Oh, vedremo se
riderai tra poco
Quando il
suo nemico cercò di trascinare il suo corpo, capì
che era arrivato il momento.
Aprì
gli
occhi, rimasti semplicemente socchiusi per tutto il tempo e
lanciò un Lacero e
un Crucio alla velocità della luce.
Subito dopo
si alzò, correndo verso il confine oltre il quale si sarebbe
potuto
smaterializzare.
Si
voltò
solo un istante e ghignò quando vide una grossa ferita dove
aveva lanciato le
maledizioni.
Stava
pèr
smaterializzarsi, quando un urlo lo distrasse.
Si accorse
solo all’ultimo che Modi aveva lanciato la sua stessa
maledizione e non ebbe
modo di fare nulla per contrastare il fascio di luce che veniva verso
di lui.
Un dolore
allucinante lo fece urlare, ma non voleva dare questa soddisfazione al
suo
avversario, quindi si smaterializzò immediatamente,
imprecando mentalmente per
come era finita la serata.
Non sapeva
che anche un’altra cosa era andata storta quella sera nel
castello.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Anche in
questo piano, Halphas rimane ferito. In storie del genere di solito il
protagonista è quasi immortale, ma io cerco di essere un
po’ più realista.
Halphas è nelle file del lato oscuro da nemmeno un anno e
come notate è un po’
inesperto, ma non preoccupatevi, con il tempo diventerà
fortissimo.
Detto
questo, vi saluto, e al prossimo capitolo
LightPhoenix
|
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Capitolo 16 *** La Battaglia del Ministero ***
Nota:Non mi scuso per
questa mia enorme
assenza, vi lascio subito alla lettura di questo atteso (spero)
capitolo.
LA
BATTAGLIA DEL
MINISTERO
Hermione
si svegliò come ogni mattina alla solita ora.
Mentre si
preparava per andare a fare colazione, nulla le sembrò
diverso dal solito.
Quando
entrò in Sala Grande però, vide la maggior parte
degli studenti tenere in mano
la Gazzetta del Profeta e indicarla.
Come se
non bastasse, il Preside si avvicinò a lei e le disse di
seguirla nel suo
ufficio.
Una volta
arrivati, la fece e sedere e le raccontò qualcosa che non
avrebbe mai
immaginato.
Quando
Silente terminò il suo discorso,Hermione, ancora in preda
allo shock, ebbe solo
modo di dire:”Quindi la situazione
è
questa.”
“Quindi
la situazione è questa” disse Halphas
rivolto ai genitori.
“Ho
sbagliato qualcosa nel rito ed
ora tutta la Comunità Magica sa la vera identità
dei Granger.”
Voldemort
squadrò il figlio, poi
sibilò:”Questo è sicuramente un
avvenimento inaspettato, ma non
piangerti addosso. Oggi dobbiamo rimanere
concentrati, mettiti subito al lavoro, a partire da quella
cosa.”
“Spero
vivamente che queste scoperte
non mettano in dubbio il tuo schieramento,Hermione.”
“Ma si
figuri,Preside, di certo non
rivedrò cosi facilmente le mie convizioni cosi
facilmente.”
Silente le
rivolse uno sguardo penetrante, non sapeva e non avrebbe mai saputo che
le sue
convinzioni le aveva già cambiate da tempo, e i recenti
avvenimenti ne erano
solo una conferma.
Uscì
frastornata dall’ufficio del Preside, ma non ebbe tempo di
riflettere sulle
recenti scoperte che vide un Neville tremante venirle contro.
“Mia
nonna torturata…al
Ministero…TU-SAI-CHI” riuscì a
spiaccicare il ragazzo.
“Sicuramente
un piano di Halphas”
pensò Hermione.
“Ti
prego, accompagnami dal Preside
per avvisarlo.”
“Ma
Neville, ci sono appena stata.”!
Il
Grifondoro non la ascoltò neanche e la trascinò
di peso nella direzione
opposta.
Hermione
si chiese come mai non era sconvolto come tutti gli altri dalla notizia
sul
giornale, ma poi capì che era troppo preoccupato per
pensarci.
Si
ritrovò
di nuovo davanti l’ufficio del Preside.
Appena li
vide, Silente li guardò interrogativamente e Neville subito
si fiondò a
spiegare l’avvenuto.
“Lo
sciocco ha creduto
alla visione, per fortuna, è il momento di incastrare
Voldemort e il figlio.”
“Dirigiamoci
immediatamente al Ministero, Neville. Hermione, anche tu sei invitata.
Oh, e
devo avvertire i membri dell’Ordine.”
Hermione
restò sbalordita quando vide che anche il Preside essere
fregato dalla visione
di Halphas, chissà se l’arrivo del Preside era
previsto nei piani del suo
ragazzo, ma non aveva modo di avvisarlo.
“Tutto pronto, quindi. Recupera la Profezia
per me. Se riuscirai a toccarla, vuol dire che è solo
un’invenzione del vecchio
pazzo. In caso contrario, mi occuperò personalmente del
ragazzo e anche del
caro Preside.”
“NO.
Silente a me. Ha controllato la mia vita per 14
anni. Mi devo vendicare.”
“Mi
piace il tuo atteggiamento, ma cerca di restare
calmo se lo affronterai.”
“Farò
del mio meglio.”
La
vastità dell’Ufficio Misteri
sorprendeva Neville sempre di più.
Era la terza
volta che rimaneva
imbambolato ad osservare gli alti scaffali.
Quando
ciò accadeva, Silente o
qualche altro membro dell’Ordine lo scuoteva e gli ricordava
il motivo per cui
era lì. Avevano ragione,sua nonna era in pericolo e non
poteva perdere tempo in
sciocchezze.
Mentre il
compatto gruppo avanzava lentamente, Silente
pensò:”Ma quando si
faranno vivi?”
Dopo qualche
minuto, il vecchio Preside si accorse che un
punto dell’Ufficio in particolare aveva di nuovo attirato
l’attenzione dello
sciocco ragazzo.
Con orrore si
accorse che era la finta profezia creata da lui
stesso 15 anni prima.
Non ebbe neanche
il tempo di richiamare Neville che un ombra
nera si avventò sulla sfera di cristallo e la fece
scomparire.
“Eccoli” disse
sottovoce Halphas ai Mangiamorte.
“State fermi qui,
agirete solo quando ve lo dirò.”
Grazie ad un
trucchetto del padre, per una frazione di
secondo Halphas divenne solo un ombra nera.
Riuscì
quindi a recuperare più facilmente del previsto la
sfera.
Realizzò
solo un attimo dopo che era riuscito a toccare la
profezia. Era falsa, l’ennesimo giochetto di Silente.
Con la sua
mossa, però, aveva attirato l’attenzione del
vecchio pazzo e degli altri. Era il momento di uscire allo scoperto.
“Bene bene, chi l’avrebbe
mai detto,Silente che questa profezia fosse falsa. I tuoi soliti piani,
scommetto?”
La reazione fu
immediata. Vide le facce confuse dei membri
dell’Ordine e quella terrorizzata del Preside.
In un angolo
scorse anche…Hermione?
Cosa ci faceva
lì?
Purtroppo
avrebbe dovuto scoprirlo più tardi, non era il
momento per pensarci.
“Di cosa parli,mostro?
Sei un bugiardo, tu e Voldemort siete il male!” gracchiò
Silente.
“Noi il male? Dimmi un
po’, chi ha ucciso Severus Piton?”
Aveva appena
sganciato una bomba. Silente
sbiancò, il resto dei presenti
guardarono sconcertati il preside.
“Non
mi importa cosa
hai combinato con Piton,Silente, voglio solo fare fuori questo piccolo
bastardo”
disse una voce
che
conosceva molto bene.
“Ah,Modi Grifondoro,
chi si rivede. Fa ancora male la ferita?”
replicò beffardo Halphas.
“Basta chiacchere, mi
sono stufato. E’ il momento
di…ATTACCARE.”
Alla parola
“attaccare”, i Mangiamorte si mossero in gruppo e
attaccarono.
Tramite il
contatto telepatico, Halphas disse ai suoi
scagnozzi di non attaccare Hermione.
“Chissà dove sono i
miei genitori” si chiese il ragazzo.
Nel caos della
battaglia, Halphas ne approfittò per scagliare
due anatemi mortali su Modi e Neville.
“Mancati entrambi”
ringhiò.
“Cos’è, hai perso lo
smalto?” lo provocò Modi.
“Ti faccio vedere io.”
La battaglia si
fece sempre più feroce e all’improvviso cadde
il gelo sui membri dell’Ordine.
Al centro
dell’Ufficio Misteri,ormai distrutto, comparve la
coppia oscura, Voldemort e Bellatrix Lestrange.
“Scusate
il ritardo” sibilò
il Signore Oscuro, facendo
venire i brividi a tutti i presenti.
La battaglia
ricominciò, più violenta di prima.
Halphas
riuscì a mettere K.O. per qualche secondo Modi
Grifondoro e si concentrò su Malocchio.
Scagliò
un Anatema che uccide sull’ex Auror.
Non
capì se fosse riuscito a colpirlo perché fu
aggredito da
una potente scarica di colpi inviata da Silente.
Sfidare il
vecchio fu più complicato di quello che si
aspettasse.
Riusciva a
notare che l’energia magica del Preside si
abbassava ogni incantesimo che lui lanciava, ma non riusciva mai ad
avere la
meglio.
Improvvisamente
una maledizione del vecchio lo sfiorò.
Sfortunatamente
Hermione lo vide e pensando che venisse
colpito, si gettò su di lui per difenderlo.
Per Silente fu
facile capire la situazione.
Hermione era
stata scoperta.
Un sorriso folle
si formò sul volto del Preside.
“Avada
Kedavra!”
Il raggio di
luce verde colpì in pieno Hermione.
Halphas
sgranò gli occhi, impietrito per la sorpresa. E in
quel momento odiò ancora di più Silente.
“NOOOOOOOOOO.”
Il suo urlo
risuonò per tutto l’Ufficio Misteri.
Il tempo parve
fermarsi, il respiro di Halphas anche.
Guardò
Silente e corse verso di lui, semplicemente.
Magicamente si ritrovò nell’Atrio del Ministero
con al suo seguito i suoi
genitori e qualche Mangiamorte. Davanti a lui, il mostro, il nemico da
devastare, Silente.
Stava per
scagliare tutta la sua forza verso il vecchio, ma
arrivarono gli Auror.
I suoi genitori
lo spinsero verso i camini, ma si ricordò di
una cosa fondamentale.
Hermione, o
almeno, il suo corpo, era ancora nell’Ufficio
Misteri.
E corse, ancora
una volta.
Tornò
in quel posto maledetto.
C’erano
ancora i Mangiamorte, Modi.
Ma non si
preoccupò di niente, se non di quel fragile corpo,
disteso in un angolo dell’Ufficio.
Lo raccolse e
tornò indietro alla massima velocità.
Nell’Atrio
trovò gli Auror a terra, con sua madre e suo padre
che affrontavano Silente.
Appena lo
videro, si mossero rapidi, insieme verso i camini.
Erano sfuggiti a
quei maledetti.
Ma il suo cuore
era ancora al Ministero.
Si
passò una mano sul volto e si accorse che i suoi occhi
erano pieni di lacrime.
Silente gli
aveva tolto una delle poche cose che lo rendeva
ancora umano.
“Me la pagherai cara.”
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Che dire? Dopo
tanto ritardo, spero che questo capitolo, il
più lungo di tutti quelli pubblicati in precedenza vi sia
piaciuto.
La fine si
avvicina, sempre di più, ma questa storia ha
ancora molte cose da riservarvi.
L’unica
cosa che vi dico del prossimo capitolo, è che ci
sarà
un salto temporale
LightPhoenix
|
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Capitolo 17 *** La resa dei conti (Parte 1) ***
Nota: Colgo
l’occasione per augurarvi buon
Natale(in ritardo) e felice anno nuovo. Ora vi lascio al capitolo.
Buona
lettura.
LA RESA DEI
CONTI (PARTE 1)
Appena lo
videro, si
mossero rapidi, insieme verso i camini.
Erano sfuggiti a
quei
maledetti.
Ma il suo cuore
era
ancora al Ministero.
Si
passò una mano sul
volto e si accorse che i suoi occhi erano pieni di lacrime.
Silente gli
aveva tolto
una delle poche cose che lo rendeva ancora umano.
“Me la pagherai cara.”
DUE ANNI DOPO...
Era tutto
pronto.
“Non andrà come due anni fa, sono
più forte”
pensò Halphas
Era vero.
Dopo la Battaglia del Ministero era ripartito da 0. Aveva dato il
massimo per
migliorare e poteva ritenersi soddisfatto dei risultati.
Purtroppo
l’Ordine della Fenice aveva scoperto il segreto di suo padre.
Alcuni Horcrux
erano stati distrutti. Ma non doveva disperare. Mancavano ancora Nagini
e il
medaglione che gli era stato affidato anni fa.
E il
diadema, ovvio. Il motivo per cui si sarebbe diretto a Hogwarts a breve
con i
suoi genitori e i mangiamorte al completo.
Secondo
alcune fonti affidabili, infatti, Silente era venuto a conoscenza della
Stanza
delle Necessità, dove era nascosto il diadema di Corvonero.
“Quando incontrerò il vecchio pazzo
dovrò
mantenere la calma e ragionare come Hermione.”
Hermione, la
ragazza che amava.
Ricordava
benissimo ciò che era successo due anni prima.
Dopo la
Battaglia aveva vegliato tutta la notte sul suo cadavere. Il giorno
seguente,Hermione aveva aperto gli occhi, tra lo stupore generale e la
gioia
incontenibile di Halphas.
Ci era
voluta qualche ora alla ragazza per ricordare tutto.
Disse che
prima che l’Anatema Mortale sparato da Silente arrivasse a
lei aveva intravisto
uno scudo dorato che l’aveva avvolta.
Nessuno
riuscì a darsi una spiegazione, tranne Halphas.
Forse, nei
discorsi folli di Silente, c’era qualcosa di vero.
L’amore supera ogni magia.
“Ricordi
quello che ti
ho detto tempo fa, Modi? Il ragazzo è un Horcrux, va
distrutto” disse Silente.
“Si,
lo so, ma come la mettiamo con
l’Horcrux nascosto qui nel castello?”
“Nessun
problema, Neville mi ha
rivelato l’esistenza di una stanza segreta. Sono sicuro che
il diadema sia lì.”
“Lo
sai vero che facendo così
Hogwarts verrà attaccata da Voldemort?
“Certo,
ma vedi la situazione da
un’altra prospettiva. Potrebbe essere una
possibilità per eliminare
definitivamente il lato oscuro.
Modi
annuì,
pensieroso. Sicuramente stava per succedere qualcosa di grande e
pericoloso.
“Eccola… la mia prima casa, è
quasi un
peccato doverla distruggerla.” sibilò
Voldemort.
“Iniziate”urlò
Halphas ai mangiamorte.
Hermione
passò di fianco e gli strinse la mano. Era visibilmente
preoccupata.
Le barriere
del castello erano quasi cadute, quando Voldemort si
accasciò a terra con un
urlo strozzato.
Subito
Halphas e Bellatrix gli furono vicini.
Il Signore
Oscuro sussurrò:”E’
stato distrutto. Io
proteggo il serpente, tu il medaglione.”
Halphas
annuì, preoccupato. Puntò la bacchetta verso il
proprio collo e pronunciò tutti
gli incantesimi prottettivi che conosceva sul medaglione di Serpeverde.
Ora era al
sicuro.
Fece un
cenno ai suoi Mangiamorte, che si mossero compatti verso il castello.
La
Battaglia era iniziata.
I membri
dell’Ordine tremarono quando sentirono i rumori provenienti
dall’esterno.
Davanti a loro c’era Silente, che con un lungo discorso
cercava di motivarli.
Molti non lo
ascoltavano neanche. Con il passare del tempo tutti avevano perso la
fiducia
nel vecchio mago, continuavano a seguirlo solo perché era
l’unico punto di
riferimento in quella guerra.
E
così si
ritrovarono nel bel mezzo della battaglia, a rischiare la vita. Forse
avevano
aperto gli occhi troppo tardi.
Neville
camminava a testa bassa, con in mano la Spada di Grifondoro.
Aveva
accompagnato Silente nella Stanza delle Necessità,
chissà cosa doveva fare il
preside. Poi gli aveva affidato quella spada. Ricordò nella
sua mente le parole
del vecchio:”Neville, ragazzo mio,
se
qualcuno di noi dovesse… venire a mancare uccidi il serpente
di Voldemort, e
fallo con questa.”
Si era
chiesto perché il preside riponeva così tanta
fiducia in lui. Cosa si era
perso?
In ogni
caso, era determinato a compiere il suo dovere, per dare una svolta
alla sua
vita.
Al limite
della Foresta Proibita, Halphas e Voldemort discutevano.
“Voglio essere io ad uccidere
Silente,padre.”
“E lo
farai, ma vai a cercare l’Erede
di Grifondoro, sbarazziamoci prima di lui.”
Halphas
sbuffò, ma del resto Voldemort aveva ragione.
Spiccò
il
volo, un’abilità insegnata da sua padre e
scomparve nel caos della battaglia.
Entrò
da una
piccola finestra del castello.
“Qualcosa mi dice che debba salire”pensò
Halphas.
Mentre si
dirigeva verso la rampa di scale qualcosa si mosse dietro di lui.
“Non funzionano questi trucchetti contro di
me, caro Modi Grifondoro.”
“Me lo
aspettavo. Ma che cos’è quella
faccia seria? Non sei felice? Questo è il nostro primo
duello ad armi pari.”
“Sarò
felice quando ti batterò,
feccia!”
E fu
così
che iniziò la battaglia.
Entrambi
mandavano scariche potentissime di colpi verso l’altro senza
pietà.
Dopo qualche
minuto la stanchezza si fece sentire e
Modi ne approfittò per dire:”Molto
carina la tua ragazza,Riddle.”
La rabbia
invase Halphas, ma si calmò subito pensando a Hermione, che
stava combattendo.
“ Devo muovermi, devo andare da lei. Per
concludere lo scontro adesso sono costretto a fare
quell’incantesimo.”
Mentre Modi
lo guardava interrogativo, Halphas mosse due volte la bacchetta
circolarmente e
ne uscì un enorme basilisco che si scagliò
sull’avversario.
Modi, come
se avesse aspettato quel momento da sempre, fece gli stessi movimenti
ed un
maestoso grifone uscì dalla punta della sua bacchetta.
Le due
bestie si scontrarono creando una scossa violentissima.
Sembrava che
nessuno dei due riuscisse ad avere la meglio e le forze di Halphas e
Modi
calavano vistosamente.
Improvvisamente
l’erede di Grifondoro con uno strattone puntò il
proprio grifone verso il
pavimento, che crollò, facendo precipitare i due sfidanti.
Con un
incantesimo Halphas attenuò la sua caduta e vide che Modi
faceva lo stesso.
Atterrarono
in Sala Grande dove Voldemort e Silente combattevano ferocemente. Alle
loro
spalle Bellatrix e Hermione sfidavano alcuni membri
dell’Ordine.
Vennero
però
distratti dall’arrivo dei due giovani.
Il Preside
fece un gesto a Modi ed entrambi spararono una maledizione verso
Halphas, che
colto alla sprovvista fu colpito in pieno.
Cercò
di
rialzarsi, ma si accorse di essere paralizzato.
Modi si
avventò su di lui e disse:”Vediamo
un po’
se hai qualcosa con te”
Con orrore
Halphas si accorse che il medaglione di Serpeverde ora era visibile sul
suo
collo.
Modi glielo
strappò e urlò:”Ardemonio!”
Qualche
istante dopo Voldemort si accasciò a terra. Un altro Horcrux
era stato
distrutto.
A
sorpresa,Silente gridò:”E’
il
momento,Neville.”
Dalle
retrovie sbucò Neville, che affondò la spada di
Grifondoro nel corpo di Nagini,
che era al fianco di Voldemort.
Purtroppo la
protezione sul rettile era svanita qualche minuto prima.
Il Signore
Oscuro, infuriato, ignorò il dolore e lanciò
l’anatema mortale verso Silente
che evocò rapidamente uno scudo.
Accadde
tutto in una frazione di secondo.
Lo scudo di
Silente fece rimbalzare la maledizione a tutta velocità
verso Halphas, che
ancora paralizzato a terra, non ebbe modo di scansarsi.
Le ultime
cose che il ragazzo vide furono l’urlo straziante di suo
padre e il volto pieno
di lacrime di Hermione.
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Questo
è l’ultimo
capitolo del 2016, spero vi sia piaciuto. Il capitolo finale della
storia verrà
pubblicato a gennaio, nella peggiore delle ipotesi a febbraio.
Al prossimo
capitolo
LightPhoenix
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Capitolo 18 *** La resa dei conti (Parte 2) ***
Nota: Non era mia
intenzione pubblicare
questo capitolo cosi tardi, avrei dovuto sfruttare meglio le feste di
Natale.
In ogni caso, oggi andiamo a terminare questa storia, la mia prima
storia su
questo sito e spero che il finale vi piaccia. Vi chiedo inoltre di
leggere
anche il mio consueto angolo dello scrittore alla fine del capitolo
perché vi
dirò cose importanti. Buona lettura.
LA RESA DEI
CONTI (PARTE 2)
Aveva gli
occhi chiusi.
Buio.
Li
aprì.
Sempre buio.
Provò
a
muoversi.
Non ci
riuscì.
Provo a
parlare.
Gli
uscì
solo un lamento.
“Sono morto quindi? E’ così
quando si muore?”
“Non esattamente.”
Halphas si
pietrificò, per quanto fosse possibile visto che
già non riusciva a muoversi.
La voce
continuò a parlare e sembrò rispondere ad ogni
sua domanda non formulata:
“Io sono la Morte Halphas, ma nonostante
questo non sei morto ed è per questo che vedi buio e puoi
solo sentirmi.”
Il ragazzo
rimase basito. Si trovava al cospetto della morte, ma non era morto. Ma
che
cosa era successo?
“E’
giusto che tu sappia prima di
farti decidere una cosa importantissima. Vedi, ragazzo, io so tutto di
voi che
siete sulla Terra, anche da vivi. E posso dirti che non sei morto
perché tu eri
un Horcrux di tuo padre. Si, eri, perché la maledizione che
ti ha colpito ha
distrutto la parte di anima di Voldemort e questo ti ha salvato in
parte.”
Halphas
sbarrò gli occhi. Questo significava solo una
cosa… ora suo padre era
sicuramente mortale. Ma poi pensò… come faceva ad
avere una parte dell’anima
del padre nel suo corpo?
“Ti
risponderò subito. Quella notte
di molto tempo fa, quando eri nella casa dei Potter, Voldemort ti
colpì con la
maledizione mortale, ma come ben sai non funzionò. Questo
perché tuo padre non
sapeva che quel bambino eri proprio tu, ma la sua bacchetta si. Infatti
la
bacchetta “tremò” riconoscendoti come
consanguineo del suo proprietario e
quindi rimanesti in vita. Ma una parte dell’anima di
Voldemort già frammentata
si agganciò a te.
Halphas era
letteralmente sconvolto. Non riusciva a capire se fosse felice per
essersi
liberato di un peso simile oppure se fosse triste per aver
“contribuito” alla
mortalità del padre.
“Ora devi prendere una decisione, se tornare
in vita a combattere o seguirmi. Io non ti influenzerò
perché tanto prima o poi
tutti vengono da me.”
La risposta
era scontata. Halphas DOVEVA tornare indietro per sconfiggere una volta
per
tutte Silente e Modi e per aiutare il padre.
La Morte
come fatto anche in precedenza lesse nel pensiero il ragazzo, sorrise e
fece
per andarsene, ma Halphas, accorgendosi di poter parlare, forse
ingenuamente
gli chiese:”Ma non sei arrabbiato
con mio
padre che ha creato degli Horcrux proprio per evitarti?”
La Morte
sorrise ancora e rispose:”Ti ripeto,
prima o poi tutti vengono da me.” E continuò il
suo cammino chissà verso dove.
E dopo
interminabili minuti di buio, apparve la luce.
Voldemort
avrebbe potuto lanciare le peggiori maledizioni a Silente solo con gli
occhi,
divenuti scarlatti come di consueto in momenti di rabbia estrema. E
questo era
un momento di rabbia esplosiva, unita al dolore che a turno si
presentavano
nella mente del Signore Oscuro.
Ma
all’improvviso sentì uno strano movimento alle sue
spalle e temendo un trucco
del vecchio pazzo si girò, ma vide soltanto con la gioia nel
cuore Halphas che
si stava rialzando, i cui occhi rivedevano la luce. Il suo volto era
arrabbiato
e determinato.
In quel
momento Voldemort abbandonò la battaglia e pensò
solo al figlio e il volto del
Lord stupì molto chi non lo aveva mai visto sorridere.
Ma il mago,
nonostante la sua grande esperienza, dimenticò una regola
fondamentale, mai
dare le spalle al nemico.
Infatti
Silente, fregandosene altamente di un duello leale e sfruttando
l’occasione
lanciò l’anatema mortale che colpì in
pieno il rivale.
Lord
Voldemort morì, ma lo fece con il sorriso sulle labbra, il
sorriso di un padre
che ha ritrovato un figlio.
E come
potevano reagire Halphas, appena tornato in vita che si vide sottrarre
il
padre, oppure Bellatrix ed Hermione, con le lacrime per il ritorno del
giovane
che ora si sommavano a quelle per la morte di Voldemort.
Halphas
avrebbe voluto piangere, buttarsi a terra, ma poi pensò che
il padre
distraendosi era morto e quindi posticipò il suo dolore e si
concentrò sul
nemico.
Poi un
pensiero terribile gli invase la mente, fragilissima in quel momento.
Era stato
lui(indirettamente) ad uccidere il padre. Se non si fosse risvegliato,
il Lord
non si sarebbe distratto.
Mentre gli
mancava il fiato, cercò di ragionare e fece qualcosa che gli
fece sollevare
leggermente il morale. Salvò sua madre ed Hermione. Infatti
sacrificando una
parte della sua forza magica rimasta creò un portale in modo
da far tornare le
due donne e i Mangiamorte rimasti al Manor di famiglia.
Quando si
lamentarono, Halphas sbraitò:”Basta!
Ho
rischiato di morire io, è morto mio padre, salvatevi almeno
voi, che siete
l’unica cosa che mi è rimasta. Il portale
rimarrà aperto per un altro po’ e se
ne avrò bisogno lo userò anch’io, non
preoccupatevi.”
Convinte da
queste parole, Bellatrix, Hermione e tutti i Mangiamorte attraversarono
il
portale con la paura negli occhi.
Finalmente
Halphas ebbe modo di concentrarsi su Silente e Modi, che, sebbene
ancora scossi
per il ritorno in vita del ragazzo, sfruttando il momento delicato, lo
provocarono.
“Appena tornato, hai visto tuo padre morire.
Ovunque tu fossi,
era meglio se ci fossi
rimasto, oppure vuoi morire di nuovo, e questa volta
definitivamente?”
Halphas
rispose lanciando una ventina di maledizioni tutte insieme, ma la foga
di certo
non sarebbe servita in quello scontro.
Silente e
Modi bloccarono tutto con sufficienza e replicarono con molte meno
maledizioni,
ma più precise che colpirono in pieno Halphas che non
provò a difendersi. Si
era per caso arreso?
Halphas
però
provò a rialzarsi senza riuscirci e capì che i
due avversari gli avevano
bloccato l’uso delle gambe, ma poteva ancora strisciare per
terra come un
verme. Di questo L’Erede di Grifondoro ed il vecchio pazzo se
ne sarebbero
pentiti.
Fu proprio
in quel momento che qualcosa si ruppe nel ragazzo, pronto ad affrontare
la
morte che del resto aveva già conosciuto.
Mentre
Silente si avvicinava lentamente, L’Erede di Serpeverde
ingaggiò una complicata
battaglia con la sua coscienza.
“E quindi ti sei arreso, eh? Ma capisci cosa
significa questo?
“Non
ti ci mettere anche tu, sono
stanco fisicamente, mentalmente e poi meglio la morte che la
fuga.”
“Ma
cosa dici, morire così a terra
senza combattere fino alla fine non è onorevole,anzi
è meglio la fuga.
Attraversa quel portale oltre il quale ti aspettano famiglia medici
riposo
seguaci e la possibilità di rivalsa. Quello che non capisci
è che se muori
subiranno conseguenze Bellatrix ed Hermione, che verranno uccise o
peggio
ancora, fatte praticamente schiave da Silente o Modi, e anche tutto il
Mondo
Magico che sarà comandato da un vecchio pazzo tiranno
travestito da eroe che ha
ucciso Voldemort. E
TU VORRESTI DIRMI
CHE VUOI MORIRE?”
Quello sfogo
della sua coscienza lo sfibrò ancora di più, ma
gli aveva aperto gli occhi,
doveva salvarsi per proteggere negli anni a venire quello che restava
della sua
famiglia e per vendicarsi di Silente e Modi in futuro.
Intanto
Silente, convinto della vittoria, continuava ad avanzare con tutta la
calma del
mondo, ma ormai era arrivato a pochi metri dal ragazzo, che senza dare
nell’occhio stava indietreggiando sempre di più.
Parlò
Silente con voce dolce:”Sai, vorrei
così
tanto toglierti quella maledizione e farti morire in piedi, forse
ancora sicuro
di battermi, ma sei adorabile lì giù a
strisciare. Ora muori.”
Era il
momento. Con le ultime forze rimaste Halphas stordì il
Preside e strisciò alla
massima velocità contro il portale.
Quando
Silente si riprese, Halphas non c’era.
Il vecchio
si sfogò con urlo e ridusse in polvere una finestra della
scuola in macerie.
“Questo sarà un bel problema da risolvere
quando sarò Ministro della Magia.”
E’ un
nuovo
giorno Halphas, ma il dolore ti distrugge ancora dentro.
Osservi con
gli occhi pieni di lacrime il medaglione spezzato,il primo oggetto
importante
che tuo padre ti aveva affidato, simbolo del vostro incontro dopo
tanti, troppi
anni separati.
Ma hai
fallito. Hai permesso che fosse distrutto, hai contribuito alla morte
del tuo
punto di riferimento.
Ricordi con
amarezza le parole della Morte di ieri. Non dirai a nessuno di quello che hai vissuto in
quei momenti.
“Tanto prima o poi tutti vengono da me.”
Verissimo,
ma non avresti mai immaginato che a tuo padre fosse successo
così presto.
Perché anche quando era diventato immortale, tu credevi
stupidamente che fosse
invincibile.
“Concluderò quello che tu hai
iniziato” sussurri
al medaglione, quasi come se potesse portare le parole al destinatario.
Ti prepari
per andare dai Mangiamorte. Non puoi mostrarti debole davanti a loro,
hanno
bisogno di rassicurazioni.
Fai il tuo
ingresso.
Nessuno osa
fiatare, ti ammirano e capiscono il momento.
Parli da
vero leader:”Ieri l’Ombra
ha perso. Se ci
troviamo in questa situazione, tutti abbiamo sbagliato qualcosa, io e
mio padre
compresi.
Passeranno anni,
rideranno sui nostri
resti ma vi giuro che ci prenderemo la nostra rivincita.
Ieri sono
caduto, ma ricordatevi che
sarò sempre il Principe Oscuro.”
ANGOLO DELLO
SCRITTORE:
Prima di
tutto, volevo chiedervi se vi è piaciuto il finale e
soprattutto la seconda
persona nel finale, mai usata in questa storia.
Inoltre
volevo ringraziare chi ha recensito praticamente quasi ogni capitolo,
ma anche
i molti che hanno seguito la storia in silenzio, grazie a voi avevo la
motivazione per continuare a scrivere.
Ho capito
gli errori fatti in questa fic (sono andato troppo veloce in alcuni
punti) e
chiedo scusa se per questo motivo qualcuno non ha ritenuto godibile la
trama.
Sono comunque molto soddisfatto, per essere la mia prima storia sul
sito forse
con un po’ di presunzione credo di aver fatto una buona
produzione. Infine
volevo dirvi che leggendo questo capitolo i presupposti per un sequel
ci
sarebbero eccome, ma non so se lo farò perché
avrei paura di rovinare tutta la
trama(infatti mi piace il fatto che il finale sia aperto ed immaginiate
voi
cosa succederà in futuro), in ogni caso aiutatemi anche voi.
Chiedo anche a chi
non ha mai recensito di dirmi se vorrebbe un seguito.
Al prossimo
capitolo, o meglio, alla prossima storia.
LightPhoenix
P.S Inoltre
sarei reticente nel fare un sequel perché dovrei portare
avanti l’altra
storia(per chi vuole la trovate sul mio profilo) e avrei in mente
un’idea per
una nuova storia totalmente staccata da questa, ma come detto sopra
fatemi
sapere voi.
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