Neko Kira

di Okami D Anima
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova Isola ***
Capitolo 2: *** Destinazioni ***
Capitolo 3: *** Ryan ***
Capitolo 4: *** Buone Nuove ***



Capitolo 1
*** Nuova Isola ***




Eccomi qui! Sono tornata con il sequel de Regina di Cuori!
Se ancora non l'avete letta la potete trovare qui: Chronicles of a Cat who fell in love Fire ❤ (basta un click ;D)
BUONA LETTURA!



Neko Kira


Prologo
Nuova isola

 

Partia.
Ecco dove l'avevano portata le sue ricerche; dopo l'isola Hoshi in cui si era separata dai pirati Shirohige, Okami D. Anima si era allontanata dal Nuovo Mondo per ritrovarsi nella zona denominata Paradise.
Era davvero un paradiso a confronto, anzi per lei era addirittura noioso la stragrande maggioranza dei pirati non superava i 70.000.000 di berry a tal punto che la caccia aveva quasi perso completamente interesse.
È troppo facile” pensò annoiata dopo essersi sbarazzata di un altro filibustiere.
Su quell'isola non mancavano di certo siccome era una dei principali punti di arrivo della Avventura Mortale ed aveva bisogno di denari perché per giungere fino a lì aveva dato fondo alle sue finanze; così, di tanto in tanto, diventava cacciatrice di taglie, poco importava che dopo aver consegnato il ricercato rigorosamente morto alla Marina, questi cercassero di catturarla.
Era una ricercata anche lei dopotutto e con una considerevole taglia sulla testa: 350.000.000
Dovrebbero ringraziarmi, gli facilito il compito!” osservò stizzita, ricordando un vecchio episodio.

 

Si era presentata davanti allo studio del Capitano lasciando dietro di sé una fila di soldati svenuti e trascinando un sacco macchiato di sangue secco. Dopo aver spalancato la porta con un calcio aveva mollato il cadavere nel mezzo dell'ufficio.
Il Capitano l'aveva guardato schifato per poi puntarle contro una pistola.
- Abbassa l'arma soldatino, sono venuta a riscuotere – disse indicando il sacco – Sten Bice, detto Il Mietitore aveva una taglia di 80.000.000 -
- È morto? - chiese il marines.
Anima si trattene dallo schiaffarsi una mano in fronte.
- Certo! Così non oppone resistenza, inoltre sull'avviso c'è scritto VIVO o MORTO; se li volete soltanto vivi scrivetelo! - esclamò spazientita – Ed ora voglio ciò che mi spetta -
Alcuni soldati, intanto, si erano rialzati con l'intenzione di sorprenderla alle spalle, con le spade sguainate, aspettando un segnale dal loro comandante il quale stava sfogliando la lista dei ricercati.
- Sten Bice, 80 milioni – prese un sacchetto contenente il riscatto e glielo lanciò.
I sottoposti attaccarono, la ragazza prese il sacchetto al volo poi si piegò all'indietro bloccando le lame con i suoi artigli.
- Mossa sbagliata – ringhiò.
Piroettò su se stessa ferendoli, balzò sulla scrivania disarmando il Capitano con un calcio e sfondò la finestra per fuggire.
- Sayonara! -


Scaricò malamente il corpo su un carretto trainato da un ragazzino che la guardava spaventato e diffidente.
- Ehi piccolo, porta questo tizio al Commando della Marina. Se lo farai ti darò il 10% della somma – disse porgendogli un foglietto.

 

Consegnate i soldi al ragazzino, altrimenti vengo a prenderli a modo mio.
                                                                   
                                                                    Okami D. Anima


- Non mi fido di te – rispose tremante.
- Bravo piccolo! - rise – Ma io mantengo fede alla parola data -
- Sei una pirata? - chiese.
La ragazza annuì.
- I pirati sono cattivi -
- Io non sono una pirata come gli altri – disse con voce dolce.
Il bambino sembrò convincersi prendendo il foglietto che la ragazza gli porgeva.
- Assicurati di farlo avere al Capo – ammiccò.
Il piccolo annuì mentre la ragazza si allontanava.
- Dove posso trovarti? - gridò.
- Non preoccuparti, verrò io... -

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Capitolo 2
*** Destinazioni ***


Capitolo 1
Destinazioni


Due mesi prima.


Anima aveva pensato e ripensato a cosa fare, a chi chiedere e da dove iniziare per avere informazioni su quanto accaduto quindici anni prima. Era arrivata alla conclusione che qualcuno si doveva pur essere salvato, come lei, da quel massacro.
Una sera in cui si stava ubriacando per la frustrazione e la malinconia dovuta all'assenza dei pirati di Barbabianca ma soprattutto per l'assenza di Ace, le era venuto in mente che una delle anziane del suo villaggio le raccontava che, non molto distante dalla loro isola, viveva una sua parente. Accarezzando il piccolo lupo appeso al collo aveva preso la sua decisione; sarebbe tornata vicino a quel luogo di ricordi dolorosi. Forse quella donna poteva avere notizie.
Ace” racchiuse il lupo nel pugno “Ho una destinazione”


Così era cominciato il suo viaggio, aveva trovato una nave disposta ad accompagnarla o per meglio dire aveva sequestrato la nave, minacciando il capitano affinché sottostesse ai suoi ordini. Si era comportata da pirata e non più da assassina.
Quando aveva visto da lontano la sua isola, un senso di tristezza mista a rabbia l'aveva invasa; erano trascorsi cinque mesi da quando l'aveva lasciata, quindici lunghi anni da quando era rimasta sola eppure, ritornando, le sembrava solamente ieri.
Ieri, quando i suoi genitori erano morti; non le importava se non fossero stati i suoi veri genitori, per lei esistevano solo loro.
Ieri, quando la sua infanzia era stata portata via da quel fuoco che aveva consumato quasi ogni cosa.
Ieri.
Per potersi sfogare distrusse l'albero di trinchetto e buttò a mare l'intero equipaggio. Per colpa di questa sua bravata restarono bloccati tre giorni, il tempo necessario per riparare il danno ma nessuno osò aprire bocca.
Appena la ragazza ebbe messo piede a terra, all'arrivo sull'isola designata, i marinai invertirono la rotta urlando che avrebbero avvertito la Marina dell'accaduto.
Per niente preoccupata, Anima cominciò a chiedere informazioni fino a quando non trovò un uomo che la indirizzò verso una casetta in cui abitava una signora sull'ottantina piuttosto arzilla.


Anima bussò più volte alla porta senza ottenere risposta, stava per sfondare la sudetta quando si ricordò che non aveva a che fare con una delle sue solite prede ma con una semplice vecchina.
Riprese a bussare energicamente fino a che una voce alle sue spalle non la fece sobbalzare.
- Se mi aiuti con queste borse posso aprirti -
- I-io... Mi scusi... L'aiuto subito signora! -
Si caricò i numerosi sacchetti sulle braccia chiedendosi come una donna anziana potesse sopportare tutto quel peso.
Non avevo pensato che potesse non essere in casa. Che stupida!”
- Grazie. Non ti ho mai visto prima ragazza – disse la donna aprendo.
- Ho fatto un lungo viaggio per arrivare qui – rispose incerta su cosa dire realmente.
- Posso offriti qualcosa, un tè? -
La mora scosse la testa depositando le borse sul tavolo.
- Sono venuta qui perché forse lei può aiutarmi -
La vecchina studiò Anima con attenzione poi come se la ragazza non avesse parlato, sistemò i suoi acquisti.
- Hai un posto dove stare? - chiese dopo un po'.
- No, signora -
- Come pensavo. Puoi restare qui quanto desideri, un letto ed un pasto caldo non ti mancheranno. Ed ora dimmi, in che altro modo posso aiutarti? -
- Lei aveva una cugina che abitava sull'isola Fengaart? -
L'anziana sgranò gli occhi per poi abbassare il capo tristemente.
- Non esiste un isola con quel nome – ribadì.
- Quell'isola esiste! L'ho vista!! -
Ci ho vissuto...!”
- Il Governo ha cancellato l'isola dalle mappe, non esiste più, non ci vive più nessuno dopo... - s'interruppe con un sospiro.
- Dopo cosa, signora? - incalzò Anima.
- Milly viveva lì, è vero. L'unico villaggio su quell'isola era fiorente e tranquillo prima che la Marina sterminasse tutti con un Buster Call -
- Un Buster Call? -
Hanno utilizzato un Buster Call per dare la caccia ad un bambino?”
- Signora, devo trovare sua cugina è importante! Mi dica dove posso trovarla, per favore -
- Milly è morta. Quindici anni fa, sul quell'isola durante l'attacco - la donna si sedette senza più forze – Perché ti interessa tanto ciò che accadde? - domandò.
- Perché fino a cinque mesi fa, ho vissuto su quell'isola. Sono una sopravvissuta -
La vecchina si portò una mano alla bocca sorpresa, calde lacrime imperlarono le sue ciglia.
- Quale orrore devi aver passato – mormorò.
- Ero solo una bambina, ho visto morire i miei genitori – disse freddamente Anima.
- Per tutto questo tempo hai vissuto lì da sola, perché non te ne sei andata? -
- Non potevo... Non sapevo come fare... Fino a che un giorno alcuni pirati non sbarcarono... - la voce di Anima si affievolì.
- Dei pirati? Oh bambina, ti hanno fatto del male? - chiese preoccupata la donna.
- Tutto il contrario Obasan – la mora scoppiò a ridere – Li ho uccisi! -
Anima vide il sangue defluire dal volto dell'anziana e si ricompose.
- Non volevo spaventarla – disse dispiaciuta.
- Sei... Sei solo una ragazza, come hai fatto...? -
- Ho passato quindici anni in quel posto abbandonato da tutti tranne che da bestie feroci. Ho imparato a difendermi, a cacciare. Ho imparato ad uccidere per non essere uccisa – sospirò – Non le recherò altro disturbo Obasan, me ne vado – si alzò.
- No, puoi rimanere. Non avevi delle domande da pormi? -
- Vorrei solo sapere cosa accadde quella notte. Vorrei conoscere il motivo di quel Buster Call ma per farlo devo parlare con qualche altro sopravvissuto. Lei sa se qualcun'altro si è salvato da quell'inferno? -
La donna le raccontò tutto quello che sapeva sull'accaduto; Anima scoprì così che dopo che gli artefici di quel massacro se ne furono andati, alcune persone che erano riuscite a nascondersi approdarono sull'isola, ancora scossi dissero dell'orrore di cui erano stati testimoni, raccontarono che ad attaccarli era stata la Marina ma non erano a conoscenza del motivo di quel gesto avventato.
Possibile che io soltanto sia stata testimone di quella conversazione? Nessun altro ha sentito che cercavano un bambino?!”
Quelle persone, una volta che si furono ristabilite, presero nuovamente il mare spinte dal desiderio di allontanarsi il più possibile.
- Vi prego Obasan, sapete dirmi dove si sono dirette? - la supplicò Anima.
- Mi dispiace bambina, so solo che volevano proseguire per Paradise -


***


Un paio di giorni dopo il suo arrivo, Anima venne svegliata nella notte dalla vecchina; la Marina era stata avvistata poco lontano dall'isola. Così la mora dovette imbarcarsi su di un peschereccio e scappare il più velocemente possibile...


Appena giunta in Paradise, alla prima isola su cui approdò ricominciò a fare domande e chiedere informazioni. Anima sentiva di star seguendo la rotta giusta; era fermamente convinta che anche la sua gente fosse sbarcata in quel luogo.
Così, seguendo le tracce poco per volta tra minacce, favori e piccoli pagamenti, di isola in isola; la ragazza venne a conoscenza del luogo dove si erano insediati alcuni sopravvissuti, a darle quell'informazione era stato un vecchio pescatore.


Un mese prima.


Anima stava chiedendo ad un taverniere se avesse mai sentito parlare di un'isola chiamata Fengaart ma la risposta fu negativa; un pescatore seduto ad un tavolo si girò dalla sua parte.
- Fengaart hai detto? So dove puoi trovare chi cerchi! - esclamò.
- Lei ha notizie? - chiese eccitata.
L'uomo annuì e le diede appuntamento per il giorno seguente al vecchio molo dell'isola.
Anima raggiunse l'uomo alle prime luci dell'alba, l'aria puzzava di pesce andato a male e salsedine, la mora storse leggermente il naso disgustata; lo trovò vicino ad una vecchia imbarcazione immerso nei preparativi.
Il pescatore smise di sistemare le reti e fissò l'orizzonte con sguardo sognante; con la mente stava vagando indietro nel tempo.
- Circa quindici anni fa – cominciò – arrivò su quest'isola la donna più bella che avessi mai visto! - sospirò melanconico – Era accompagnata da altre tre persone, fra cui suo marito -
Il vecchio storse il naso con disappunto, poi rovistando nella bisaccia al fianco ne estrasse una pipa; Anima attese pazientemente fino a quando l'accese per poi continuare il racconto.
- Me ne innamorai subito e fui contentissimo di sapere che avevano deciso di stabilirsi qui -
- Ma... Chi cerco non si trova qui! - protestò la ragazza.
- Se mi dai il tempo di finire avrai tutte le risposte che cerchi! Ragazzina impertinente – sbuffò l'uomo.
Vecchiaccio scorbutico” pensò Anima trattenendosi dallo scuoterlo come un tappeto.
Lei voleva sapere semplicemente dove fossero andate quelle persone, non le interessava la vita amorosa del vecchio.
- Si chiamava Dalila, aveva gli occhi di un verde brillante, esattamente come i tuoi, identici. Incurante della presenza del marito cominciai a corteggiarla... -
Quel nome le risultava familiare ma non riusciva a collegarlo ad un volto.
- Senti vecchio – Anima lo interruppe – voglio solo sapere dove sono andati, non mi interessa il tuo tentativo fallito, perciò... Sputa il nome! - ringhiò.
- E va bene... Non ti scaldare! Giovani d'oggi... -
La gatta emise un brontolio sinistro.
- Partia -
- Come? -
- È il nome dell'isola in cui si sono diretti. Partia. È lì che si trova la mia bella Dalila – mugugnò l'anziano.


***


Oggi.


Dopo due mesi totali di viaggio; due mesi da quando aveva visto Ace per l'ultima volta, era giunta a Partia.
Ora non mi resta che trovare la signora Dalila”




Angolo autrice:
Salve a tutti! No, non sono morta tranquilli xD
Eccoci con il primo vero capitolo della storia, allora che ne pensate?
Qualcuno di voi ha riconosciuto l'isola in cui si svolgerà tutto il racconto? Partia vi suona familiare?
Ditemelo con una recensioncina ^^
Intanto ringrazio moltissimo chi ha messo la storia nelle seguite ed anche la mia cara sister RoronoaLilly per averla recensita!
GRAZIE!

Mata Ne,
Ann

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Capitolo 3
*** Ryan ***


Capitolo 2
Ryan


- ECCOLA! -
- Ma cos... -
Anima si voltò verso quel grido, un gruppo di pirati stava correndo nella sua direzione.
Come sono carini quando vogliono vendicare i compagni!” pensò divertita incamminandosi nuovamente.
Non aveva fatto che qualche passo quando venne circondata.
- Ehi bambolina, ora verrai con noi – disse uno dei tizi, quello più grosso.
- Oh, dove vorreste portarmi di grazia? - chiese fintamente impaurita.
- Alla base della Marina; ci hanno promesso il doppio della taglia se ti catturiamo viva! -
A quanto pare sono intelligenti. Hanno evitato di venire direttamente loro a cercarmi per non agitare la popolazione ed hanno assoldato la prima feccia che hanno trovato. Questo spiega perché mi hanno già attaccato in molti”
La ragazza si guardò intorno, erano appena una decina se ne sarebbe liberata facilmente; la sua attenzione fu attirata da un gruppo di bambini che giocavano a qualche metro di distanza.
Devo cercare di allontanarmi” pensò adocchiando il fucile di un tipo, non voleva vittime innocenti.
In un attimo le furono addosso, la ragazza sparì sotto a quei corpi che, come un'esplosione, volarono contro le case. Anima stava tirando calci, roteando come un vortice, con le mani poggiate a terra; sapeva lottare anche senza dover usare il potere del suo Frutto.
- Attaccare così una signora... - disse scuotendo il capo – È da maleducati! - concluse togliendosi la polvere di dosso.
- Maledetta... - rantolò il capo del gruppo.
- Si si... Sempre la solita storia. Ci si vede! -
Odio non potermi muovere liberamente” sbuffò “Come faccio a trovare una persona se vengo attaccata in continuazione?!”
Si allontanò salutando beffarda con la mano, dirigendosi in cerca del ragazzino a cui aveva affidato il compito quella mattina.


- Ciao! - la salutò allegramente il piccolo.
Anima rispose con un cenno della testa, sentiva la presenza di diversi marines. L'avevano circondata.
- Hai i soldi? - chiese fredda.
- Certo! Sono tantissimi!!! Cosa farai ora con tutto quel denaro? - domandò curioso il bambino.
- Non sono cose che ti riguardano. Addio! -
Gli strappò il sacchetto di mano e si allontanò velocemente.
- Ehi! - protestò – Mi avevi promesso una parte della taglia! - gridò arrabbiato.
Anima tornò indietro, afferrò il ragazzino per il bavero della maglietta sollevandolo fino all'altezza del suo sguardo.
- Vedi di non farti più vedere se non vuoi che ti uccida! - gridò in modo che potessero sentirla anche i soldati.
Il bambino sbiancò e cominciò a tirare calci, piangendo, nel tentativo di liberarsi.
- Sei come tutti gli altri pirati! SEI CATTIVA!!! -
- Stammi bene a sentire moccioso! Ringrazia gli Dei di essere ancora vivo perché se fosse stato qualcun altro saresti morto ancora prima di avermi dato i soldi! - poi abbassò il tono di voce così che solo il bimbo potesse sentirla – Ti hanno seguito, dietro a queste case ci sono circa venticinque uomini della Marina – il bambino sgranò gli occhi smettendo di dimenarsi – Quando inizieranno ad inseguirmi raggiungi la piazza con la fontana a forma di pesce, ti darò quello che ti ho promesso -
Anima lanciò il ragazzino contro a dei sacchi appoggiati ad una casa, i marines attaccarono in quel momento; la mora si guardò intorno con una finta espressione di stupore sul volto.
- Okami D. Anima! Sei in arresto!! -
La ragazza scoppiò a ridere correndo verso un gruppetto di soldati; saltò sulla schiena del più grosso e schivò un fendente poi si lanciò sul tetto dell'edificio vicino.
- Prendetemi se vi riesce! -
Atterrò dietro la casa ed iniziò l'inseguimento. Il bambino li guardò allontanarsi poi, ancora un po' scosso, si avviò alla piazza.


Dopo aver tramortito diversi marines, Anima si era diretta alla piazza. Il piccolo era stato molto bravo a svolgere il suo compito e, mentre fuggiva, si era resa conto di aver ancora bisogno del suo aiuto.
- Ecco a te piccolino! - esclamò consegnando una parte del bottino.
- Mi chiamo Ryan -
- Che bel nome! Mi piace – gli sorrise.
Ryan arrossì abbassando la testa e grattandosi nervosamente la punta del naso.
- Ti andrebbe di aiutarmi ancora un po'? - domandò la ragazza.
- Certo! Ma prima volevo chiederti scusa... Tu non sei cattiva -
- È tutto a posto, piccolo! - gli scompigliò i capelli dolcemente – Ho dovuto farlo, capisci? Non ti ho fatto male, vero? -
Il bambino annuì assicurandole di stare bene.
- Come posso aiutarti? -
- Sto cercando una pers... -
La ragazza venne interrotta da un grido.
- LAGGIU'! -
- Ancora?! - esclamò esasperata.
Da una parte arrivavano i marines che aveva seminato poco prima e dalla direzione opposta il gruppo di pirati che aveva sconfitto.
- Monta su! - ordinò.
Ryan si aggrappò alle sue spalle cingendogli la vita con le gambe.
- Reggiti!! -
La ragazza si trasformò e balzando di tetto in tetto si allontanò verso la boscaglia che intravedeva al limite del villaggio; una donna urlò lasciando cadere il cesto di frutta che portava.
- Il bambino!! Ha rapito il bambino!!! -
Anima si fermò di botto guardando la donna come se fosse impazzita, stava per ribattere quando un proiettile le sfiorò il viso seguito da altri colpi.
Ci mancava anche questa!!!” pensò riprendendo a correre.
- Anima... È così che ti chiami? - chiese Ryan aggrappato alla sua schiena.
- Sì – la gatta si abbassò di colpo evitando un proiettile.
Non ringrazierò mai abbastanza di avere il dono dell'Haki della Percezione!”
- NON COLPITELA ALLA SCHIENA, IMBECILLI! RISCHIATE DI FERIRE IL BAMBINO, SPARATE ALLE GAMBE! - urlò un marines alle loro spalle.
La ragazza si voltò, alcuni pirati erano saliti sui tetti. Da quella posizione era sotto il loro tiro e potevano vedere qualsiasi direzione avesse preso.
Quell'alleanza improbabile si stava rivelando molto pericolosa per Anima.
- Dannazione! - ringhiò.
- Quel tetto verde! - esclamò Ryan.
- Non è il momento di giocare, piccolo! - sibilò Anima preparandosi a combattere.
- Devi scendere nel vicolo di quella casa, fidati! -
La ragazza voltò di poco la testa in modo da poter vedere il volto del bambino, il suo sguardo color cioccolato era sicuro.
Anima balzò fino al tetto per poi sparire nel vicolo sottostante.
- È saltata giù! -
- Quello è un vicolo chiuso, ormai non può più fuggire! -
Anima guardò l'altissimo muro davanti a sé con rabbia, dietro sentiva avvicinarsi molti uomini di corsa; avrebbe potuto tornare sul tetto ma così si sarebbe esposta di nuovo.
- Mi hai spinta in una trappola! - sbottò.
Ryan saltò giù dalla sua schiena e corse verso dei barili, ne scoperchiò uno facendole segno di avvicinarsi.
La ragazza ci guardò dentro notando un buco al posto del legno di fondo.
- Saltaci dentro, presto! - la incitò il piccolo.
Anima lo guardò per un attimo poi si girò verso l'imboccatura del vicolo, i passi erano sempre più vicini; prese un profondo respiro e si lasciò cadere.
In che pasticcio mi sono cacciata?! Ora sono accusata anche di rapimento!”
Atterrò dopo pochi metri, piegando leggermente le gambe per attutire l'impatto, davanti a lei si apriva un tunnel nero come la pece, riusciva a vedere solo grazie alla sua vista felina. Il buio divenne ancora più totale dopo che Ryan ebbe richiuso la botte, la ragazza sentì un fruscio ed istintivamente allungò le braccia prendendo il bambino al volo.
- Grazie – disse lui riconoscente, poi il respiro gli si smorzò bruscamente.
- Cosa c'è? - domandò la gatta preoccupata.
- I tuoi occhi... Brillano! - esclamò meravigliato.
Anima rise dell'espressione affascinata e stupita del bambino.
- Ho le stesse abilità di un gatto – spiegò divertita incamminandosi nel tunnel.
Sopra di loro, intanto, si erano radunati i soldati; Anima poteva sentirli parlare tra loro.
- Sono spariti, eppure da qui non sono usciti! -
- Dev'essere entrata nell'abitazione da quella finestra! -
- Cerchiamo l'entrata presto! -
Sentì il rumore dei passi che si allontanavano e tirò un sospiro di sollievo.
Per fortuna che non hanno spostato i barili”
- Come fai a conoscere questo passaggio? - domandò.
- Non posso dirtelo... È un segreto – mormorò timoroso.
La gatta non insistette, l'importante era essere al sicuro.
- Dovrebbe esserci una torcia qui vicino -
Il bambino stringeva la giacca della ragazza scrutando il buio. La mora si guardò attorno ma era troppo scuro anche per lei, fiutò l'aria ed individuò l'odore dell'olio usato come combustibile; prese le pietre focaie da una nicchia vicino e con una scintilla l'accese.
Appena il fuoco illuminò la galleria, Ryan allentò la presa.
- Allora, mi dici dove porta questo passaggio? -
- Vieni! - il ragazzino la prese per mano.


Camminarono per un bel pezzo, quando l'odore umido della terra lasciò il posto a quello salmastro del mare Anima intuì la loro destinazione.
- Stiamo andando al porto? - chiese.
Ryan scosse la testa e si mise a correre intravedendo la luce in fondo alla galleria che si apriva in una caverna naturale.
Anima spense la torcia mettendola in un supporto a muro.
- Questo è l'Antro dei Contrabbandieri – disse Ryan orgoglioso.
- L'Antro dei... Ma tu non mi avevi detto che i pirati sono cattivi?! Come fai a conoscere questo posto? - chiese Anima con tono di rimprovero.
La caverna era nascosta a metà della scogliera che dava sul lato ovest dell'isola, il villaggio era situato poco più a sud; l'unico modo per raggiungerla era uno stretto sentiero che scendeva ripido sul mare la cui entrata era nascosta da un grosso cespuglio, ben mimetizzato tra le rocce di modo che anche passando sul ciglio della scogliera e guardando in basso fosse praticamente impossibile da notare.
- Vedevo sempre qualcuno entrare nel vicolo ma non ne usciva, così una volta ho fatto il detective e sono arrivato qui – sorrise.
- Sei un incosciente! Se ti avessero visto?
-
Il piccolo gonfiò le guance offeso.
- Non sei la mia mamma! -
- È vero... Ma sei stato bravo, senza il tuo aiuto starei ancora scappando! - gli diede un buffetto sul naso – Penso che potrei nascondermi qui e far credere alla Marina di aver lasciato l'isola! -
Ryan arrossì come un peperone spostando il peso da una gamba all'altra.
- P-prima dicevi c-che cercavi una persona – balbettò.
- Oh! Sì giusto! Conosci una signora di nome Dalila? O magari la tua mamma la conosce? -
- Non ho mai sentito questo nome –
- Mai? -
Ryan scosse la testa, la ragazza sospirò fissando il sole che iniziava la sua lenta discesa.
- Posso iniziare subito la ricerca! - esclamò il piccolo che non voleva deluderla.
- No. Torna a casa, i tuoi genitori saranno preoccupati e poi si sta facendo notte – disse Anima.
- Ma voglio aiutarti! . Protestò.
- Lo farai... Ma non oggi, la Marina potrebbe chiederti se sai dove mi nascondo e perché ti ho lasciato andare -
- Ma perché la Marina ti cerca mentre per altri pirati non dice niente? - domandò curioso.
- Perché io sono molto più pericolosa degli altri pirati ed ho una taglia molto alta sulla testa. Ora vai! -
- Non sei cattiva! - sbuffò - Ci vediamo domani? -
- Potrebbero seguirti ancora, verrò io da te fra due giorni. Non devi mai venire da queste parti, hai capito? -
Ryan annuì poi si inerpicò per il sentiero e scomparve.
Anima non si mosse dalla grotta fin quando la luna non fu alta nel cielo.
Sarà meglio che mi procuri la cena!” pensò dopo che il suo stomaco ebbe brontolato rumorosamente.
- La taverna mi attende e spero in un una cena tranquilla! - ridacchiò tra sé.
Per quella giornata ne aveva le scatole piene di lotte ed inseguimenti, salì il sentiero e si ritrovò nella boscaglia; per poter ritrovare il posto prese come punto di riferimento un albero di mele che cresceva a picco sulla scogliera poi si diresse verso la città.






Angolo autrice:
Ehilà minna-san! Come state? Vi sono mancata? Mi sa di no xD
Ed eccoci arrivati al secondo capitolo, con una new entry! Il piccolo Ryan ^w^

Che ve ne pare...? Vi piace?

Un grazie speciale alla mia sister RoronoaLilly ed a Delfii per aver recensito lo scorso capitolo! Vi adoro! *v*

Mata Ne,
Ann

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Capitolo 4
*** Buone Nuove ***


Capitolo 3

Buone nuove

 

I due giorni decisi da Anima passarono nell'anonimato più totale, la Marina aveva creduto alla storia di Ryan ed avevano smesso di cercarla convinti che fosse partita. Dal suo nascondiglio aveva visto un paio di galere allontanarsi per mare e tornare senza riportare notizie su di lei; la ragazza era contenta di poter tornare al suo status di pirata sfuggente. Le piaceva quell'aura di mistero: sai che sono qui, sai che posso colpirti ma non sai quando lo farò.
Ryan comparve raggiante, la mattina del terzo giorno, nella caverna, desideroso di cominciare la ricerca; per lui quella era un'avventura.
- Ciao Anima! - salutò saltellando dappertutto.
- Buongiorno campione! - sorrise – Come siamo pimpanti oggi! -
- Andiamo a cercare la signora? Sai, io ho chiesto alla mia mamma se la conosceva però lei mi ha fatto tante domande sul perché la stessi cercando. Allora sono andato in giro da solo a cercarla perché non potevo dirle che ti stavo aiutando. Ho mantenuto il segreto perché sei buona e... -
- Frena, frena, frena!!! Prendi fiato, non ho capito quasi niente di quello che hai detto – l'interruppe la ragazza mettendogli una mano sulla bocca.
Avrà detto una cinquantina di parole in due secondi!” pensò stupita.
Il bambino mugugnò qualcosa di incomprensibile ed Anima lo liberò.
- Scusa! Dove andiamo? Nella parte periferica della città abitano alcune persone anziane magari... -
- Ryan! -
Il piccolo si zittì mordendosi il labbro, la mora rise della sua espressione.
- Sbaglio o ti avevo detto di non tornare più qui?! Sei andato a cercarla da solo? -
Il ragazzino abbassò la testa al rimprovero poi annuì.
- L'hai trovata? - scosse la testa.
- Hai chiesto in giro? - annuì di nuovo.
- Guarda che puoi parlare, solo non sputare fuori frasi a raffica come una mitraglietta! -
Ryan sbuffò tutto il fiato che aveva trattenuto.
- Ho girato tutto il villaggio facendo domande ma nessuno conosce una signora di nome Dalila. Mi hanno chiesto di descriverla ma non lo sapevo. Fermavo tutte le donne chiedendo: Sei tu Dalila? Conosci una persona che si chiama Dalila? Ho cercato dappertutto! Al porto, al mercato, nelle piazze, sono andato in giro per negozi... -
Anima si schiaffò una mano sul viso passandola poi nei capelli, tirandoli indietro, sospirando.
- Ops! - Ryan si coprì la bocca con le mani.
- Quindi nessuno ha mai sentito quel nome o si chiama Dalila -
- Potrebbe aver cambiato nome? - azzardò il minore.
- Può darsi... La persona che cerco è arrivata qui quindici anni fa con suo marito -
- E se non fosse più qui? -
Spero che non sia così”
- Andiamo in città e scopriamolo! - esclamò la mora uscendo dalla grotta.

- Anima? Anima! -
Ryan la stava chiamando da dieci minuti, tirandola per un braccio. La ragazza si riscosse guardandolo infastidita.
- Perché guardi così insistentemente in quella direzione? È la terza volta che lo fai! - chiese il minore curioso.
Anima non lo sapeva, sentiva una strana attrazione verso nord-ovest come una specie di richiamo.
Non capisco cosa mi sta succedendo...”
- Andiamo – disse incamminandosi.


Il bambino era un fonte inesauribile di sorprese, l'aveva portata da una parte all'altra della città; Anima non poteva trovare una guida migliore.
La sua vivacità era esuberante, fermava ogni persona facendo mille domande; a volte le indicava persino i luoghi in cui si fermava a giocare o le raccontava di quando gli abitanti si radunavano al porto per vedere il vincitore della Avventura Mortale.
- Perché ha questo nome? - gli domandò incuriosita.
- Credo perché ha partecipare sono in tanti ma ne arriva sempre solo uno. No, ho sbagliato, ne arrivava sempre solo uno... -
- Arrivava? -
- Sì, vinceva sempre il Generale Gaspardi ma un giorno un altro pirata l'ha sconfitto e sono iniziate ad arrivare sempre più navi. Qualche settimana dopo la Marina ha messo su una base per controllare la zona – spiegò Ryan.
- Quindi è da poco che le forze militari sono su quest'isola -
Il bambino annuì.
- Proviamo ad entrare qui – disse la mora indicando un negozio di vestiti.
Aveva un aspetto vecchio come se fosse lì da diversi anni, la ragazza sperava che il proprietario potesse darle qualche buona informazione.
Appena entrarono lo sguardo le cadde su un cappello nero appeso alla parete a fianco del bancone.
Le ricordava quello di Ace; si portò una mano al collo, triste, giocherellando con il lupetto.
Ace... Chissà cosa starai facendo, mi pensi ancora o ti sei dimenticato di me?”
- Lei ha gusto signorina, quel cappello si abbina perfettamente con la sua giacca! Solo perché è lei, sono disposto a venderglielo per 5000 berry! -
Dal retro bottega era spuntato un uomo sulla cinquantina.
Potrei anche prenderlo, i soldi non saranno un problema per un bel po' di tempo”
- Non sono qui per comprare, stiamo cercando una persona -
- E pensate di poterla trovare qui? - chiese ironico.
- Signore? Lei conosce una persona di nome Dalila? Dovrebbe vivere qui da quindici anni più o meno – intervenne il minore.
Lo sguardo dell'uomo s'incupì leggermente, gesto che non sfuggì ad Anima.
- Mi dispiace, non conosco nessuno con quel nome – rispose evasivo.
La ragazza assottigliò lo sguardo.
- Che peccato – mugugnò il minore.
- Sta mentendo -
L'uomo sussultò leggermente.
- Lei non è originario di quest'isola – proseguì la gatta – La sta proteggendo! -
- Come fate...? Chi siete?! - esclamò indietreggiando.
Anima si mosse fulminea, scavalcò il bancone comparendo alle sue spalle. Bloccandogli l'accesso alla stanza sul retro.
- Dimmi dove posso trovarla! -
- M-mi dispiace, non conosco nessuno con quel nome – balbettò.
- Dalla tua reazione si direbbe il contrario – ringhiò trasformando una mano.
L'uomo sbiancò notando gli artigli affilati.
- Ryan, grazie per il tuo aiuto. Ora vai a casa – intimò la mora al piccolo.
- Ma io... Non voglio! -
- Vai a casa! - ordinò mostrando la sua dentatura felina – Ci rivedremo ancora, te lo prometto. Ora va! -
Il bambino uscì sbuffando, si chiuse la porta alle spalle con un tonfo; una volta fuori corse via, quando si trasformava Anima gli faceva paura.
- Dove si trova Dalila? - chiese per l'ennesima volta.
- Come fai a conoscere quel nome? Quando siamo arrivati qui abbiamo deciso di cambiarli -
- Arrivati...? Sei uno dei sopravvissuti di Fengaart? - domandò stupita.
- Chi sei tu? Come fai a conoscere quell'isola? Sei così giovane... - la fissò – I tuoi occhi... Sono come... -


- SAPPIAMO CHE SEI LI DENTRO! -
Anima guardò fuori dalla vetrina presa in contropiede.
- Merda! Sono riusciti a trovarmi – ringhiò la gatta.
- Sei una ricercata? - chiese l'uomo notando il drappello di marines – Nasconditi nel retro – disse.
- Vuoi aiutarmi?! -
- Non nutro simpatia per il governo – rispose l'uomo.
La gatta lo fissò dubbiosa poi decise di fidarsi sparendo oltre la soglia. Si guardò intorno, la stanza era piena di scaffali e scatoloni, niente finestre o porte che le permettessero la fuga.
- Dannazione sono in trappola! Dovrò combattere – ringhiò.
Sentì la porta del negozio aprirsi ed i soldati irrompere di corsa.
- Una pericolosa pirata è stata vista entrare qui dentro, ci dica dove si nasconde! -
Anima indietreggiò tenendo lo sguardo fisso sulla porta, involontariamente urtò contro una pila di scatoloni facendone crollare quello in cima.
Cazzo!”
- Cos'è stato? - sentì gridare.
- Proveniva dal retro! -
Quel piccolo incidente permise alla ragazza di notare un varco nel muro che prima le era sfuggito.
Un passaggio?!”
Scostò di poco una delle scatole e si lanciò nel buco creatosi, poi la rimise al proprio posto allineandola per coprire l'apertura.
Il buio era totale, l'odore del legno muffito era insopportabile; Anima rimase immobile respirando a malapena senza azzardarsi a scendere le scale.
Il legno è marcio, se scendessi gli scalini potrebbero scricchiolare o peggio ancora crollare...”
- Non c'è nessuno qui, voi siete gli unici ad essere entrati in negozio – disse il proprietario.
- Aiutare una criminale è un reato, lo sa signore? -
- Capitano, guardi -
Gli uomini si avvicinarono alla scatola rovesciata.
- Ecco spiegato il suo rumore Capitano, prima del vostro arrivo stavo sistemando la merce, devo aver appoggiato male la scatola che in seguito è caduta – spiegò secco il negoziante.
Anima avvertì chiaramente la rabbia nascosta in quelle parole, non era la sola ad odiare la Marina Militare.
- Signore! Ho appena ricevuto conferma che il bambino è tornato a casa. Era solo, Signore -
Ryan! Non posso coinvolgerlo di più in tutto questo...!” pensò Anima, preoccupata.
Il Capitano grugnì.
- Andiamocene. Qui non c'è nessuno! Queste soffiate ci fanno perdere solo tempo -
- Ma Signore, in molti affermano di averla vista nelle notti precedenti alla taverna del vecchio Bill -
- Allora avremmo dovuto trovarla. L'hanno vista aggirarsi in questa zona eppure non c'è. Non può essere un fantasma! - disse seccato l'ufficiale.
- Ci scusi per il disturbo – e seguito dai suoi uomini uscì dal negozio.

- La via è libera – annunciò il negoziante.
Anima uscì dal suo nascondiglio.
- Non pensavo riuscissi a scovare la scala che porta alla cantina -
- Sono stata fortunata, se non avessi urtato lo scatolone – disse raccogliendolo – non l'avrei notato e mi avrebbero sicuramente trovata -
L'uomo la fissò intensamente, Anima si grattò la nuca nervosa.
- Hai i suoi stessi occhi -
- Come? -
Anche il vecchio pescatore ha detto la stessa cosa” pensò la ragazza.
- Mi vuoi dire dove abita? - chiese la mora che stava cominciando a spazientirsi.
L'uomo scosse la testa.
- Non voglio che la Marina irrompa in casa di Dalila come ha fatto qui. Potrebbe spaventarsi come quindici anni fa. Incontriamoci questa notte al Fishi's Bar, ti porterò da lei -
Anima annuì, uscì dal negozio e sparì velocemente.
- Non avrei mai pensato... Per quanto fuggiamo, non potremmo mai liberarci del passato – sospirò l'uomo guardando il punto in cui la ragazza era scomparsa.


Un'ombra entrò dalla finestra spaventando il bambino che urlò. Una mano gli tappò la bocca e cominciò a piangere.
- Ehi Ryan, sono io. Calmati! -
- A-Anima... Ho a-avuto ta-tanta p-paura!! -
- Scusami piccolo, non volevo spaventarti – mormorò dispiaciuta accosciandosi per guardarlo negli occhi.
- P-pensavo c-che i so-soldati... - balbettò.
- I soldati? -
- Mi h-hanno fermato – singhiozzò – C-cercavano te e-ed io... -
Scoppiò a piangere, Anima lo abbracciò cercando di tranquillizzarlo.
- Va tutto bene -
- C-credevo... P-pens-avo che m-mi av-rebbero b-buttato in p-prigione – strinse le braccia intorno al collo della mora – perché t-ti a-aiuto! -
Alla ragazza si strinse il cuore, come poteva far passare tutto questo ad un innocente? Dovevano smettere di vedersi. Ora aveva trovato chi cercava e per quanto le dispiacesse non poteva più parlare con il bambino.
- È per questo che sono qui – disse.
Ryan la guardò senza capire.
- Sono venuta a dirti addio. Se ti capitasse qualcosa per colpa mia non me lo perdonerei mai -
- No... Mi piace andare in giro con te... - piagnucolò il bambino.
La ragazza gli scompigliò i capelli affettuosamente.
- Ho trovato chi cerco, tra qualche giorno lascerò comunque l'isola -
- Ma potresti rimanere lo stesso, smettere di fare il pirata! -
Anima toccò il ciondolo.
- Non posso... C'è qualcuno che devo rivedere... - sussurrò.
- Non voglio... - Ryan la strinse forte.
- Ryan... -
- Un giorno... Prenderò il mare! Quando sarò più grande diventerò un pirata ed avrò la mia ciurma! - disse determinato.
La mora sorrise.
- Dovrai allenarti ogni giorno per diventare forte – il piccolo annuì – Magari un giorno ci rincontreremo -
- Arrivederci Anima-nee -
- Addio piccolo e non metterti nei guai! - e così com'era arrivata sparì, silenziosa come un gatto.

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