Love At Work

di _ChocolateKookie_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


capitolo 1 Capitolo 1  

Love At Work

Guardo l'orologio e mi rendo conto che non ce la farò...
Mi ritrovo a correre per le strade affollate di Seoul. Io, la dipendente perfetta e capo team di consulenza fiscale della banca sono in grandissimo ritardo, per la prima volta dopo anni di lavoro. Tra tutti quei giorni perché proprio oggi quella maledetta sveglia non si è decisa a suonare? Tra l'altro nel giorno della presentazione più importante.
Dopo lunghe attese ai semafori e il traffico caotico della città arrivo a destinazione ormai sfinita, e con ancora il fiatone e i capelli al vento rovisto nella borsa per trovare il badge. Rovisto nella tracolla in mezzo alla confusione più totale, dando origine allo stesso casino che c'è nella mia testa, e finalmente riesco a individuare il mio badge che afferro tra le mille cose inutili.

"Sei in ritardo Miyon, non è da te!" dice una voce alle mie spalle. Non mi serviva voltarmi per capire a chi appartenesse quella voce, volevo solo strisciare quel badge e sparire, ma agendo in quel modo dimostravo di voler fuggire da lui, notai la sua figura alta e snella avvicinarsi e molto frettolosamente passai la carta nell'apposita macchinetta. Mi limitai a ignorarlo. Varco il corridoio e a passo svelto schiaccio il pulsante dell'ascensore, si mette di fianco a me attendendo anch'esso l'ascensore che tarda ad arrivare. Alzo di poco lo sguardo e mi incontro con i suoi occhi scuri, abbasso la testa d'istinto e torno a fissare il pavimento. 

Guardò frettolosamente l'orologio "Non avevi una presentazione che doveva iniziare circa... venti minuti fa?" chiede.
"Cretino" parlai senza il mio volere, mi era uscita spontanea la cosa. Le porte dell'ascensore si aprirono ed entrai. JungKook mi seguì sogghignando.

"Non per farmi i fatti tuoi, ma tu come mai vieni al lavoro a quest'ora? Anche tu sei in ritardo" dico acida.
"Oh...ho fatto colazione con una cliente e mi sono trattenuto più del previsto" dice con tono indifferente, portando le mani alle tasche dei pantaloni. 

JungKook è molto nominato in questo edificio, nominato per portarsi fuori tutte le sue clienti. Rimangono accecate da tanta bellezza e fascino, ma io sono ben felice di ritrovarmi a dire il contrario. A forza di pensare a lui mi sono persino dimenticata di premere il pulsante dell'ascensore, ma nemmeno lui lo ha fatto. "A cosa stai pensando con così tanta costanza da non spingere il pulsante dell'ascensore?". Accidenti, la distrazione in quei giorni stava prendendo il sopravvento, ci mancava solo lui per farmi dare di matto.
"Cosa ti sta succedendo? Non sei mai arrivata in ritardo...forse una sbandata per un ragazzo?". Alzo lo sguardo da terra e mi giro verso di lui. "Senti! Non sono affari tuoi del perchè sono arrivata in ritardo, e poi non te ne è mai importato niente quindi smettila di far finta di interessarti", gli dico aspra come un limone.
Lì per lì non sembra turbarlo nemmeno un po' la frase detta da me, ma poi, sulle sue labbra compare un insensato sorrisetto maligno.

"Oh avanti! Come puoi pensare una tale cosa su di me...che non mi interessi..." dice, con ancora quello stupido sorrisetto, e con un gesto veloce porta indietro con la mano la frangia lunga scompigliandola. In quel momento l'ascensore arriva al nostro piano e le porte si spalancano. Con passo deciso esco, ignorandolo completamente. Sento la sua voce alle mie spalle, ora non più come prima.
"Sono stato chiamato per calmare il signor Kim TaeHyung, il tuo cliente, visto che sta attendendo da più di mezz'ora la sua consulente fiscale. Quindi mi riguarda eccome!" detto ciò si incammina a passo svelto nella sala riunioni, rimango stupefatta per un attimo, ma poi riprendo a camminare con il mio passo svelto seguendolo. Afferra la maniglia e apre la porta con decisione, non appena mettiamo piede nella sala noto il mio cliente che sta sorseggiando del caffè, intrattenuto dal nostro capo. Butto uno sguardo su di lui e la sua occhiataccia mi bastava per capire quanto fosse agitato e nervoso vista l'importanza del nostro cliente. Il signor Kim è un tipo che odia aspettare, e uno degli uomini più ricchi di Seoul che non fa altro che viaggiare per lavoro tra l'America e la Corea del Sud. La sua fortuna è di aver ricevuto un'eredità da un parente lontano, e seguendo le orme del padre si è ritrovato a girare mezzo mondo. Con il suo modo severo di comportarsi faceva intimorire chiunque e quasi tutti lo temevano per il suo carattere rigoroso.

JungKook si avvicina con passo deciso verso il mio cliente protendendo la mano "È un piacere rivederla signor Kim!" esclama JungKook.
"Il piacere è tutto mio JungKook" dice il signor Kim stringendo la mano di JungKook e sorridendo calorosamente.
Io, mi limitavo a fissare quei due, su quanto andassero d'accordo. Poi il signor Kim si accorse della mia presenza lanciandomi un'occhiata.
"Ah! Signorina Lee...la stavo giusto aspettando..." l'occhiata non era stata sufficiente visto che persino il suo sguardo burbero e il suo tono di voce erano cambiati rispetto a come aveva salutato calorosamente JungKook.

"Mi scusi per il ritardo, so benissimo che non saranno sufficienti, ma la prego di accettare le mie scuse" nello stesso istante che pronunciavo le parole mi inchinavo, ma vengo interrotta con un suo gesto di mano. JungKook interviene posando la mano sulla spalla del signor Kim, "Ehm signor Kim la prego di accettare le scuse della mia collega ha avuto parecchi problemi in quest'ultimo tempo, una ramanzina farebbe cadere ancor di più il suo morale, non pensa?" Il signor Kim buttò uno sguardo su di me, osservandomi per un breve istante, chiuse gli occhi e sospirò amareggiato. "Bè, signorina Lee sono convinto che dopo oggi non mi farà più attendere per avere la sua presenza qui". E quindi alla fine grazie a JungKook il nostro caro Kim ha ceduto, e io mi sono risparmiata il rimprovero.
"La ringrazio signor Kim per la comprensione, non succederà più!".

Il nostro capo vista la situazione interviene. "Bene! Allora io e JungKook togliamo il disturbo e vi lasciamo lavorare". Entrambi si avviarono verso la porta, ma la voce del signor Kim li fermò. "Seokjin, cosa ne dici se JungKook fosse presente nella riunione, insieme a me e alla signorina Lee?".  
Jin dal canto suo sapeva tutti gli scontri che c'erano stati tra me e JungKook e al solo pensiero sospirò appena, si trovava in grande difficoltà, glielo si leggeva in faccia.

"Ehm, ecco credo che JungKook abbia già un impegno importante per quel giorno" dice con fare agitato torturandosi le mani. Ma quell'appuntamento non avrebbe rovinato i pensieri che il signor Kim aveva fatto, se lui voleva una cosa era quella e non si poteva discutere, come tutte le altre cose gli sarebbe stata semplicemente concessa a suo parere. Non è di certo un tipo che si arrende al primo no, e in confronto il nostro capo è piuttosto deboluccio su questo aspetto, perchè alla fine rischia di farsi convincere.
"Seokjin, sai che come risposta non accetto i rifiuti" il suo tono era calmo e pacato, ma trasmetteva inquietudine al tempo stesso.

Jin annuisce, ormai rassegnato da quella battaglia fatta di sguardi per decidere sul da farsi. "JungKook, credi di riuscire a fare presto al tuo appuntamento?" gli chiede.
"Certo, arriverò in tempo". E proprio in quel momento il viso del signor Kim si fece più sereno e sorridente, soddisfatto della sua vittoria andò a sedersi su uno dei divanetti di pelle nera lucida affiancato dal mio nemico numero uno: JungKook, che attendeva per ascoltare la mia proposta.

Il signor Kim, l'uomo più ricco di Seoul e JungKook, successore di una ricca famiglia, mi scrutano e attendono seduti di sapere cosa aveva progettato la mia mente. Libero la mente da tutte queste distrazioni e inizio la mia presentazione.   

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


capitolo 2 CAPITOLO 2

LOVE AT WORK

Un forte mal di testa a causa della sbronza della sera precedente riesce a farmi dischiudere gli occhi e proprio in quel momento mi accorgo che sono di nuovo in ritardo all'appuntamento. Ormai è diventata un'abitudine e questo non va affatto bene. Da quando ho iniziato a fare così? Forse, da quando la mia vita sentimentale è iniziata ad andare un pò in crisi e mi sono ritrovata sola, per la quarta o quinta volta... così senza pensare alle conseguenze ho affogato i miei pensieri nell'alcol. Mi rendo conto che nella mia vita sentimentale tra i due sono sempre io a essere stonata, non appena constato che la relazione inizia a farsi seria lui apre l'argomento 'convivenza' e io dal mio canto capisco che ciò che voglio non è il tizio in questione. Gli unici ad affezionarsi ai miei ex sono sempre i miei famigliari. All'inizio credevo di aver trovato la mia anima gemella, ma poi tutto è cambiato e la voglia di stare con quella persona è diminuita sempre di più. L'ultimo mio ex si chiama Park Jimin, e ormai con questa fanno ben due settimane da quando non l'ho sentito più. 
Non è una delusione essere stata scaricata, anzi provo sollievo. Almeno è finita in questo modo, poteva andare peggio.

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Raggiungo il mio capo Jin nel suo ufficio, sedendomi sulle sue adorate poltroncine nere.
"Hai avuto una sorta di grazia visto che il signor Kim ha accettato le tue scuse" dice.
"Si come no! Solo perchè i due tizi in questione si conoscono e dopo il lavoro si ritrovano insieme nei locali a brindare, e vista la situazione il riccone non ha potuto non perdonarmi; glielo ha chiesto quella faccia strafottente di JungKook" dico sarcastica.
"Che sia così si sapeva, ma grazie a quella faccia strafottente non hai preso una ramanzina. Comunque ti ho convocata qui per parlarti di altro: allora il singor Kim ha insistito per essere seguito da te e da JungKook, e visto che non sa niente e dico niente dei vostri litigi passati non ho la minima intenzione di divulgare il tutto. Quindi, voi due che siete delle persone adulte potete mettere una pietra sopra al vostro passato dopo tutto questo tempo, e lavorare insieme".

"Questa è bella! Come fai a reputare adulto uno del genere non lo so! Ma tornando al discorso, sai benissimo la questione qual'è!"
"Credo sia difficile per entrambi questa situazione Miyon. Ti prego! Fallo per me o per il tuo lavoro" poggio i gomiti sulla scrivania e con i polpastrelli massaggio delicatamente la testa, ancora dolente. Un sospiro esce dalla mia bocca seguito da un 'ci proverò!'. Non andava per niente bene ma questa era la questione.

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Da quando avevo messo piede in questa banca tutto filava liscio. Partì tutto dal giorno in cui io e JungKook stavamo tranquillamente bevendo un caffè alle macchinette, insieme ad un altro dipendente, a cui venne la brillante idea di fondare un team con il rispettivo capo. Lì per lì non sembrò scaturire il nostro interesse la cosa, ma il nostro amato collega, se così vogliamo definirlo spifferò a tutta l'azienda l'idea che aveva in mente. I dipendenti dell'edificio a tal proposito erano tutti d'accordo, e fecero partire le scommese su chi avrebbe rivestito tale compito. Fu proprio in quel momento che JungKook iniziò a prendere la cosa sul serio, e forse anche io. Tutto cambiò radicalmente, la mia vita era cambiata. A quel tempo JungKook era appena arrivato e in molti lo avrebbero voluto come capo team: era il più giovane, avevano riposto molta fiducia in lui essendo uscito con pieni voti, si aspettavano risultati ottimi se fosse diventato capo team. Ma decisero che non doveva essere lui il capo team ma io. Credevo fosse giusto, in fondo lui era appena arrivato chi era per rubarmi il posto da capo team? Avevo molta più esperienza nel settore essendo più adulta di lui di ben tre anni e dopo la tanta attesa premiazione il sottoscritto JungKook iniziò a rendere la mia vita un inferno: litigavamo per delle sciocchezze e persino nelle riunioni non eravamo d'accordo su niente, insomma ci odiavamo o meglio lui odiava molto di più me, ma con lo scorrere del tempo anche il mio rancore si faceva sentire. Non avevamo peli sulla lingua e ce ne dicevamo di santa ragione, persino mandarci all'altro paese. A tal punto che gli altri dipendenti decisero di affidare a ognuno un proprio team, le nostre strade si divisero e ci vietarono di lavorare insieme, ma la situazione non cambiò di molto visto che era una continua guerra su chi fosse il migliore.

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"Bene, credo che è arrivato il momento di parlare con JungKook per le questioni serie"
"Non so se te l'ho mai detto, ma sappi che sono fiero di avere una come te" dice sorridente Jin.

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Ormai tutta l'azienda lo sapeva, sapevano che a me e JungKook era stato proposto di lavorare insieme. Lo si poteva capire dagli sguardi, scommetto che avrebbero persino scommesso su di noi, un'altra volta, ma cosa mi importava degli sguardi! Non mi era mai importato di quello che pensavano gli altri.
Non sono ancora riuscita a parlare con JungKook, sto semplicemente aspettando che tutti vadano via, non voglio avere occhi indiscreti puntati addosso.
Decido di uscire da quel buco di stanza che mi ritrovavo come ufficio e percorso il breve corridoio arrivo di fronte al suo ufficio, busso con decisione sulla porta e aspetto una sua risposta. Dall'altra parte non sento nessuno e così decido di entrare. Non appena spalanco la porta noto la figura di JungKook, seduto di fronte alla scrivania con lo sguardo fisso sullo schermo del portatile davanti intento a scrivere qualcosa.
"Potresti anche rispondere JungKook!" entro nella stanza e mi siedo su uno dei divanetti. Il rumore veloce dei tasti del pc quasi mi innervosisce e fa finta persino di non ascoltarmi.
"Sto lavorando non vedi? Quale onore ho per averti nella mia dimora...? Per ringraziarmi?"

"Ringraziarti? E per cosa?" distoglie lo sguardo dal pc per un attimo facendo uno di quei sorrisetti.
"Oh avanti Miyon! Se non fosse stato per me a quest'ora avresti avuto il tuo richiamo"
"Bè, io non te l'ho chiesto di difendermi, tu ti sei messo in mezzo" controbatto.
Chiude di colpo il pc con un gesto secco, quasi nervoso e mi fissa dritto negli occhi. "Tra cinque minuti devo uscire da questo ufficio per un appuntamento, e tu capirai che le donne non posso aspettare, sei venuta per dirmi altro? Altrimenti puoi anche andartene!"
"Lo sai benissimo perchè sono venuta! A riguardo del signor Kim per lavorare insieme"

"Era ovvio che scegliesse noi! E comunque una volta che avrai finito di lavorare al progetto lo vedremo insieme" dice.
"Bene allora faremo così! Prima di procedere dobbiamo mettere delle cose in chiaro. A questo lavoro parteciperemo solo io e te. Ed è assolutamente escluso non andare d'accordo, poi se proprio vorremmo prenderci a parole lo faremo fuori di qui. Voglio ricordarti che stavamo rischiando di uscire fuori dall'azienda per questo, e sinceramente non mi va di buttare all'aria questo lavoro. Quindi è tutto chiaro? Accetti o rifiuti?"
"Bè penso proprio di dover accettare altrimenti il povero signor Kim come farà senza la mia presenza" non volevo rispondere, ma la mia bocca non riusciva a rimanere chiusa. Mi infastidiva il suo modo di vantarsi.
"Credo che la tipa con cui stai uscendo ti ha modificato il cervello, in peggio però!" gli dico, ignorando completamente ciò che avevo detto prima. Alza un sopracciglio guardandomi "Sai, ti tapperei quella bocca con un bacio in modo da farti rimanere in silenzio". Infastidita, mi alzo di scatto dalla sedia.

"Allora divertiti! Io tolgo il disturbo." mi incammino verso l'uscita e non ricevendo una risposta torno nel mio ufficio.
 
    

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


capitolo 3 CAPITOLO 3

LOVE AT WORK
 
È finalmente arrivato il fine settimana, e domenica vuol dire che non c'è lavoro, niente lavoro corrisponde a zero stress. In genere trascorro la mia domenica in compagnia della mia famiglia che abita a Gangnam, nella mia vecchia casa. Reputo la mia famiglia la cosa più importante, i miei genitori mi hanno spinta a fare sempre ciò che volevo nella vita lavorativa senza impedire niente, ma della mia decisione di lavorare come consulente fiscale non ne sono stati proprio contenti. Me lo hanno lasciato semplicemente fare. Per quanto riguarda mio fratello Hoseok, ha svolto parecchi lavori fino a quando non si è deciso a rimanere nella polizia; è più grande di me di due anni e quindi in famiglia sono considerata la più piccola.

Sono appena arrivata a destinazione e ho appena parcheggiato la mia vettura sul vialetto, Prima di entrare vado a fare visita al mio amico a quattro zampe Sugar. È un husky siberiano, taglia media ed estramemente dolce e affettuoso. Lui è stato il mio primo amore. Lo amo più di tutti i miei ex messi insieme. È arrivato nella nostra famiglia per puro caso, qualcuno lo ha abbandonato e una come me non lo lasciava di certo vagare. Era spaventato e diffidente, ma ho fatto di tutto per coccolarlo e stargli affianco. Il risultato? Siamo diventati un tutt'uno, quando mi vede mi salta addosso. Non appena giro l'angolo lo vedo giocare con una delle sue palline, nota subito la mia figura e mi corre incontro venendomi addosso. Gli accarezzo la testa facendogli dei grattini sotto il collo, ormai è difficile togliermelo di dosso ma non posso fare altrimenti visto che i miei genitori non vogliono animali in casa. Mi dirigo alla porta d'ingresso. "Sono arrivata!" urlo per far sentire la mia presenza in casa.

Vengo accolta da un buon profumino che arriva dalla cucina, è sicuramente la mamma che sta cucinando qualcosa di squisito."Sono in cucina tesoro!" urla dall'altra stanza mia madre. Noto mio fratello intento a giocare alla playstation, talmente concentrato da non salutarmi. Mi piazzo di fronte allo schermo e almeno in quel modo riesco a ottenere la sua attenzione. "Yah scocciatrice! Togliti immediatamente".
"Almeno ti sei accorto della mia presenza. Ciao anche a te fratellone"
"Sisi ciao, ora spostati sto battendo il mio ultimo record" dice bloccandomi con un gesto di mano, quasi a volermi far capire di andare via.

Mi sposto in cucina dando un bacio sulla guancia a mia madre. "Eccoti finalmente! Sei in ritardo, ti stavamo aspettando" mi fa notare.
"No veramente sono arrivata in tempo, ho perso tempo con Sugar. Sai come fa ogni volta che mi vede, mi è difficile togliermelo di dosso poi"
"Sei pallida Miyon, ti senti bene? Mangi abbastanza?" chiede mia madre.
"Tranquilla mamma, mangio a sufficienza. Sono solo stanca". Mi accarezza leggermente la guancia seguito da un sospiro. "Come fai a lavorare in una banca da consulente fiscale, ancora non riesco a capacitarmi, ma in fondo è una tua scelta" La solita frase che sento ogni fine settimana. Se è una mia scelta perchè continua a rinfacciarmelo?

"Ma Jimin? Perchè non è venuto anche lui?" chiede. Speravo che non notassero questo piccolo particolare, e invece è stato notato all'istante.
"Già, dov'è Jimin?" chiede mio fratello facendo la sua comparsa.
"Ecco...l-lui" balbetto appena, e da quel breve suono intuisce già qualcosa.
"Non mi dire che vi siete lasciati?".
"Veramente..."

Hoseok che nota all'istante la mia rigidità e insicurezza, si intromette. "Oh avanti mamma, Jimin aveva un impegno, non è così Miyon? Hoseok ha capito benissimo che io e Jimin ci siamo lasciati, persino mia mamma lo aveva intuito.
"Certo certo, si è dovuto riunire con la sua famiglia per qualcosa di importante" mento.
"Peccato. Forza è pronto! A tavola!" dice incitandoci a sedere.

"Ciao Miyon" mi saluta mio padre. "Jimin oggi non c'è?".
"Purtroppo no, aveva dei problemi in famiglia" ripeto.
"Cosa succede a Seoul?" domanda ancora mio padre.
"Tutto come è solito essere. Il traffico caotico, le mie solite corse per arrivare al posto di lavoro a causa dei semafori" rispondo sedendomi attorno al tavolo.

"Sai Miyon l'altro giorno sono andata dal parrucchiere e su una rivista c'era un articolo che parlava di un successore di una ricca famiglia e mi pare di aver letto che lavora nella tua stessa banca" dice mia mamma. Mi strozzo con l'acqua che sto bevendo. Ma questa è una persecuzione! Anche qui devo sentir parlare di lui, persino nel mio giorno di riposo.
"Non mi ricordo come si chiama. Aspetta fammi pensare se mi torna in mente" prosegue mia madre.
"Forse...Jeon Jeongguk?" dico.
"Si! Esatto! Lo conosci?" chiede.
"Oh si. Ci vediamo di tanto in tanto per i corridoi dell'edificio, ma niente di più non ci ho mai scambiato quattro parole" dico. Anche perchè ancora non riesco a capire che cosa ci fa uno come lui a lavorare in una banca quando possiede tutte quelle società. Man mano che il pranzo continua finiamo per parlare di altre cose e per fortuna sono riuscita a sorvolare il discorso 'JungKook'. Dopo alcune ore mi ritrovo in macchina, metto in moto e schiaccio il piede sull'acceleratore.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


capitolo 3 CAPITOLO 4

LOVE AT WORK

È arrivato il lunedì! Decido di uscire presto da casa per non morire asfissiata in mezzo allo smog di Seoul, a quell'ora è raro trovare molto caos. Abito in un piccolo appartamento in città, non è molto spazioso, ma personalmente mi va più che bene e poi c'è da dire che da casa mia posso arrivarci anche a piedi in ufficio. Per essere lunedì mattina non c'è anima viva, ma meglio così, posso arrivare nel mio studio in tutta tranquillità senza avere le mille domande dagli altri. Quest'oggi sarà il giorno da segnare sul calendario perchè io e JungKook dopo anni di scontri torneremo a lavorare insieme, solo il pensiero mi innervosisce.

"Buongiorno Miyon", mi saluta Yoongi un collega gentile con tutti.
"Oh buongiorno Yoongi. Com'è andato il fine settimana?" chiedo, ormai siamo sempre alle solite, ogni lunedì ci ripetiamo le stesse domande.
"Come al solito Miyon sono andato a pranzo dai miei genitori e poi a casa. Tu?"
"Anche io la stessa cosa. Ho rotto con Jimin quindi addio vita sentimentale"
"Oh mi spiace, ma in fondo credo che quel tipo non faceva per te, insomma meriti qualcuno di migliore" suggerisce.
"Credo che per un periodo mi concederò una pausa visto che non so nemmeno io cosa fare. E poi c'è da dire che ora come ora qui in ufficio c'è parecchio da fare con il signor Kim, con JungKook in mezzo ai piedi poi"

"JungKook? Cosa c'entra lui? Non mi dire che lavorerete insieme!" chiede.
"Bingo! Naturalmente non per scelta nostra, la presenza di entrambi è stata espressamente richiesta dal signor Kim" spiego. "Comunque già lo sa tutta l'azienda, ormai la voce è circolata" dico proseguendo.
"Mi raccomando non prendetevi a botte perchè altrimenti la vostra carriera finirà definitivamente questa volta. Fighting!" dice Yoongi ridendo.

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"Buongiorno Miyon", mi saluta Jin piombando nel mio ufficio.
"Buongiorno" rispondo, continuando a leggere alcuni dati sullo schermo del mio pc.
"Volevo informarti che la sala riunioni è libera, e sono stato io personalmente a prenotarla per due ore"
"Fantastico! L'ora della condanna è giunta al termine"
"Oh avanti sono convinto che ce la farai".
Si come no! Voglio vederci lui con JungKook.

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Arrivo alla sala riunioni, è dotato di quello che serve anche se la maggior parte delle volte gli apparecchi non sono funzionanti. Quando entro nella stanza trovo JungKook già seduto che si rigira i pollici.
"Hai cambiato tinta?" chiede.
"Si perchè non si può forse? Non vedo cosa c'è di strano" ribatto.
"Cerchi di cambiare il tuo aspetto esteriore, ma in fondo in fondo resti sempre la vecchia Miyon" ed ecco che rispunta il suo solito sorrisetto urtante.
"Beh non vedo dov'è il problema nel restare quella di sempre, a me va bene così"
"Un problema c'è visto che nell'ultimo periodo sei stata sempre scaricata" replica. Yoongi mi aveva detto di non prenderlo a botte, ma giuro che stento a non riempirgli quel bel faccino che si ritrova pieno di lividi, mi sta davvero irritando e la mia pazienza sta man mano scomparendo.
"Vedo che le notizie si divulgano in fretta qui dentro! Ma poi vieni tu a farmi la predica che passi ogni serata con una ragazza diversa e non ti ricordi nemmeno il nome della tizia in questione" dico rispondendo a tono. Ormai ero un fiume in piena ero partita e non riuscivo a fermarmi. Si toglie finalmente quel sorrisetto antipatico che si ritrova per lasciare spazio all'irritazione, ci fissiamo per qualche secondo si è creata decisamente tensione e l'ultima frase con cui me ne sono uscita lo ha lasciato leggermente innervosito.

"Piuttosto che parlare di me pensiamo al lavoro" dico rompendo il silenzio e sedendomi di fianco a lui.
"Il signor Kim è già in grado di fare queste cose"
"Cosa vuoi dire? Allora perchè stiamo lavorando per lui?" chiedo.
"Bisogna solo suggerirgli qualche idea che poi lui ci presenterà come sue"
"Davvero non capisco, se è in grado di risolvere i problemi da solo perchè ricevere il nostro parere? Non ha un senso logico!" dico alterando il mio tono di voce.
"Senti Miyon quello che dici tu non conta va bene? Non è come la pensi tu" insinua.
"Certo, perchè per voi ricchi è così!"
"Senti non ricominciare con le solite storie, diventi noiosa!" ribatte. Ed ecco che la mia pazienza stava crollando di nuovo e stavamo iniziando ad insultarci, anche perchè quando gli ho detto voi ricchi intendevo anche lui, e naturalmente ha capito. Per fortuna che Jin è entrato nella stanza altrimenti non avremmo finito più.

"Siete impazziti o cosa? Vi sentite persino fuori ad urlare. Muovetevi! Venite nel mio ufficio senza fare storie" Jin era infuriato e non aveva tutti i torti, se il signor Kim fosse entrato ci avrebbe trovati a discutere. Finita quella breve ramanzina chiuse la porta alle sue spalle facendola sbattere rumorosamente.
"È stata colpa tua se si è infuriato"
"Questa è bella! Sei tu che hai iniziato ad alzare la voce e io ti ho risposto". Usciamo frettolosamente dalla stanza con lo sguardo puntato di alcuni colleghi che avevano sentito per certo le urla provenire dalla stanza dove stavamo noi, aprii la porta e JungKook mi seguì a ruota. Ci furono attimi di silenzio e finalmente Jin si decise a guardarci negli occhi.
"Io pensavo davvero che dopo tutto questo i vostri litigi si fossero placati, ma evidentemente non è così, quindi vi incontrerete in orario extra lavorativo in qualche locale. Risparmiatevi di fare le figuracce anche in luoghi pubblici...ve lo consiglio. Sono altamente stufo di voi due che continuate a discutere per dei motivi stupidi".
Era molto arrabbiato, ci eravamo davvero comportarti come due bambini.

"D'accordo. Fisseremo un appuntamento"
"Il signor Kim vi aspetta per il fine settimana nella sua dimora, vi pregherei di pensare al lavoro e non ai vostri stupidi litigi da bambini". Uscimmo dalla stanza e ognuno prese una strada diversa per tornare nel proprio ufficio.
  



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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


capitolo 5          CAPITOLO 5

     LOVE AT WORK

Tra mezz'ora circa ho l'appuntamento di lavoro con JungKook e mi devo ancora cambiare. Mi infilo nella mia camera alla ricerca di qualcosa da indossare, certo non vorrei indossare qualcosa di stravagante, non so minimamente come ci si veste per un incontro simile a questo. Afferro il telefono, trovo un messaggio da parte di un numero sconosciuto. Lo apro e cerco di capire cosa c'è scritto: un orario e il nome di un luogo, è sicuramente JungKook! Ha avuto persino il mio numero. Spingo il tasto indietro e scorro la rubrica per trovare mio fratello.
"Sister!" dice Hoseok dall'altro lato del telefono.
"Finalmente! Ce ne hai messo di tempo per rispondere! Ascolta ho bisogno di un consiglio...come ci si veste per un appuntamento di lavoro con un collega?"
"Innanzitutto è uomo o donna?" chiede.
"Ma cosa c'entra questo Hoseok!"
"Oh sister c'entra eccome! Innanzitutto non starai mica tradendo Jimin con questo tuo collega mi auguro, intuisco perfettamente che è un uomo!". Mi fermo un attimo prima di rispondere "Senti Hoseok è solo lavoro va bene? Ti ho chiamato solo per un consiglio non per prendermi una predica" preciso esasperata. Sto per richiudergli il telefono in faccia, ma sento la sua voce precedermi.

"Indossa qualcosa di semplice, non essere troppo elegante se lo reputi un appuntamento di lavoro"
"Va bene, grazie per il consiglio, ciao Hoseok!"
"Ciao sister"
Attacco il telefono lanciandolo sul letto e svuoto mezzo armadio per trovare qualcosa di semplice, proprio come aveva detto Hoseok. Alla fine decido di indossare una semplice maglia con dei pantaloni neri e delle scarpe con un pò di tacco, mi rifaccio il trucco e sciolgo i capelli passandoci la spazzola. In poco tempo sono pronta, giusto il tempo per uscire e arrivare nel luogo dell'incontro.
Raggiungo il locale situato fuori dalla città e una volta dentro cerco di individuare JungKook. Giro tutto il locale e alla fine riesco a trovarlo, una saletta molto piccola, seduto in un tavolo all'angolo vicino alla finestra. Non mi nota all'istante perchè è intento a messaggiare con il suo telefono, ma quando mi avvicino al tavolo si accorge della mia presenza. È rimasto in camicia con la giacca posata sulla sedia di fianco, sempre molto elegante lui!

"Mi fa strano vederti così, non sembri...tu!" dice, osservandomi dall'alto verso il basso.
"Bè, mi sono messa comoda! Niente tacchi vertiginosi e niente minigonna, ti spiace forse?" borbotto.
"Un tantino mi dispiace in effetti, preferisco più la tua tenuta da lavoro"
"Mi spiace di averti deluso, domani mattina potrai ammirarmi quanto vuoi, ora passiamo al lavoro se non ti dispiace!".

"Ieri abbiamo esagerato! Non possiamo continuare così!"
"E a riguardo cosa proponi di fare per non continuare su questa strada?" chiedo.
"È ovvio che dobbiamo cambiare, cambiare entrambi da questa sera se vogliamo continuare a lavorare insieme a questo progetto"
"Niente di sicuro, ma ci proverò. Farò questo ed altro per il mio lavoro"
"La stessa cosa vale per me!"

JungKook con un cenno richiama l'attenzione della cameriera che provvede ad arrivare.
"Cosa prendi?" chiede con tono gentile.
"Una cosa vale l'altra. Quello che prendi tu andrà benissimo!"
"Bene, allora due bicchieri di vino rosso, il più costoso!"
"Dobbiamo lavorare e tu ordini del vino?"
"Oh avanti Miyon cosa vuoi che sia un pò di vino" siamo alle solite. Tiro fuori il fascicolo con dentro tutto il materiale e lo poggio sul tavolo.

Non so nemmeno quanto tempo è passato eppure sento già la stanchezza. Per il resto della serata siamo andati d'accordo, come non si sa! È rimasto tranquillo e non ha detto niente per provocarmi. Ci sta decisamente provando ad andare d'accordo con me anche se io non riesco ancora ad essere così disponibile, ogni qualvolta sono in sua presenza non riesco mai ad essere tranquilla, e proprio come un'influenza, ti colpisce quando meno te lo aspetti. Non posso farmi ingannare da lui, può essere anche tutta una copertura conoscendo il tipo vendicativo arrogante e antipatico che è.
Solleva lo sguardo dai cumuli di fogli osservandomi,"Sei stanca?" chiede.
"Abbastanza, mi gira un pò la testa, ti spiace se continuiamo domani?" dico, massaggiandomi delicatamente le tempie. Con un veloce movimento porta le sue mani sulla mia fronte, a quel tocco indietreggio. "JungKook che fai?" chiedo bruscamente.
"Mi sto solo accertando che tu non abbia la febbre, non mangio mica!" la realtà era una. Non credevo al suo animo buono e gentile, penso costantemente che tutto quello che fa è solo per illudermi ai miei occhi e per farmi stare più buona.
"È solo stanchezza, non c'è bisogno di preoccuparsi".
Fa di nuovo un cenno alla cameriera per poter pagare e dopo vari battibecchi per non farlo pagare per me riesce nel suo intento. Ci alziamo e una volta infilate le giacche ci avviamo all'ingresso. 

"Non era necessario! Perchè hai pagato anche per me?"
"Perchè quando sono con una donna non la faccio pagare"
"Ti ricordo che questa era uscita di lavoro e non un appuntamento, quindi siamo due colleghi"
"Non serve precisare, so cosa stiamo facendo" borbotta.

"Ascolta, visto che in questa prima serata è andato tutto liscio che ne dici se domani ci incontriamo per cena?"
"Si potrebbe tentare! Però scelgo io dove andare"
"Va bene scegli pure tu" dice alzando le mani in segno di resa.
"Ora me ne vado" dico indicando la mia macchina parcheggiata.
"Sei abbastanza lucida per poter guidare?" domanda.
"Per chi mi hai presa? Per una ubriaca? Tanto anche se lo fossi stata non ti saresti di certo scomodato per accompagnarmi"
"Mh infatti hai ragione, non lo avrei fatto. Al limite ti avrei chiamato un taxi. Buonanotte allora" 
"Ecco appunto! Bè immagino che la tua nottata sarà ancora lunga, quindi ciao!"

Entro nella mia vettura e accendo la macchina diretta verso casa.   

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


capitolo 6          CAPITOLO 6

    LOVE AT WORK

Me ne sto seduta al tavolo aspettando il mio nemico definito Jeon Jeongguk. È una piccola pizzeria fuori città e non c'è molta gente: meglio per me visto che non amo particolarmente i posti affolati. Jeon è in perfetto ritardo, picchietto nervosamente le dita sul tavolo mentre il cameriere si avvicina al mio tavolo.
"Vuole ordinare signorina?" chiede gentilmente.
"Ancora no, sto aspettando una persona"
"Va bene signorina, tornerò più tardi allora"

Il telefono poggiato sul tavolo vibra e si accende la luce sullo schermo con su scritto 'mamma', afferro il telefono e rispondo.
"Ciao mamma" la saluto.
"Miyon, stavo giusto parlando con tuo padre riguardo a questo sabato. Verrai a pranzo insieme a Jimin?" chiede.
"Mi spiace mamma, ma questo sabato sarò fuori per lavoro"
"Ma come? Anche il fine settimana? E se venisse solo Jimin?"
"Eh veramente è impegnato anche lui" dico mentendo, sto facendo ingigantire questa bugia come non mai. "Ci vedremo il prossimo sabato, purtroppo è una cosa importante questa" dico.

Proprio nei momenti meno opportuni Jeon si decide ad arrivare. Lo vedo entrare nella sala con lo sguardo cercarmi e poi dirigersi verso il tavolo. Si china su di me con l'intenzione di darmi un bacio sulla guancia.
"Ma che cavolo fai?" dico quasi urlando, scostandomi e dimenticandomi completamente che dall'altra parte del telefono c'è mia madre, e quando me ne rendo conto mi sbatto una mano in pieno viso.
"Miyon? Miyon? Sei ancora lì?"
"Si mamma sono qui!" spero vivamente che non mi ha sentita.
"Chi c'è con te?" chiede subito. Ecco la speranza è svanita!

"Nessuno, forse c'è stata qualche interferenza, sai ultimamente mi capita spesso" altra bugia. "Ora devo proprio andare, buonanotte mamma" riattacco immediatamente e butto il cellulare nella borsa.
JungKook sta ridendo per la scena accaduta poco fa, non mi smentirò mai di dire che è un cretino.
"Cos'hai da ridere!?" bofonchio nervosa.
"Perchè menti a tua madre? Dovevi dirgli che in realtà eri in compagnia di un bellissimo uomo"
"Certo! Così se le dicevo in quel modo sarebbero partite le mille domande che fa di solito, e sinceramente non mi va di discutere con i miei genitori della mia vita sentimentale"
"Sono sicuro che tua madre mi adora se mi vede" 
dice sfoggiando uno dei suoi sorrisi.
"Senti, non iniziare a fare l'impertinente" dico puntandogli il dito contro. "E poi cos'era quella cosa di prima?" chiedo.

"Quale cosa?" chiede innocente.
"Smettila di far finta di niente, lo sai benissimo. Mi stavi baciando o cosa?"
"Ahh quella cosa! Un misero bacio sulla guancia, era per salutarti"
"Bè si da il caso che non mi piacciono questo genere di saluti"
"Hai cambiato discorso però, per evitare la questione di prima. Tutte le madri mi adorano e la tua non sarà da meno"

"Bè ti sbagli, perchè lei non è come le altre, non troverà niente di attraente in te sia chiaro!"
"Credimi, fino ad adesso nessuna e dico nessuna mi ha resistito" insiste con tono arrogante.
"Ma conoscerò mia madre no? Se dico di no è no!" ribatto con altrettanta arroganza.
"Guarda che non mollo su questo argomento, se non lo hai capito!" dice sicuro di sè. Nei suoi occhi si sta accendendo un luccichio, riconosco che tipo di luce è, quella di una persona a cui piacciono le sfide, e a Jeon piacevano le sfide, eccome!.

"Mi spiace dirtelo, ma quello deluso sarai tu, non io!"
"Allora scommettiamo" dice sporgendosi nella mia direzione. Questa volta me la sono cercata! Sapevo che poteva arrivare a tanto, eppure non ho fatto nulla.
"Va bene" dico arrendendomi. "In genere il fine settimana vado dai miei. Puoi passare inconsapevolmente"
"Ok, passerò a ora di pranzo"
"Bene!" dico. Spero possano sbranarti, benvenuto nella gabbia dei lupi.
"Si dà il caso che siamo qui per lavoro, quindi iniziamo!". E così anche quella serata la passammo a lavorare.

***

Quel giorno io e JungKook saremmo dovuti partire per andare a Daegu, per incontrare il signor Kim nella sua villa. Abbiamo discusso per decidere chi dei due dovrà guidare e dopo averlo convinto ha finalmente ceduto, avevo messo il navigatore per arrivare nella dimora del signor Kim, ma quell'aggeggio ci aveva fatto prendere una strada alternativa facendoci passare per delle strade impensabili.

"Fantastico! Direi che grazie a te ci siamo persi" bofonchiò.
"Non ci siamo persi! Stiamo facendo una strada alternativa...vedrai che prima o poi arriveremo"
"Già, prima o poi, prima che faccia notte speriamo. Siamo già in ritardo!". Frenai bruscamente la macchina e mi girai meglio per avere il suo viso di fronte.
"Oh e sentiamo un pò di chi è stata la colpa del nostro ritardo! Se tu non ti fossi portato mille bagagli per i quali abbiamo impiegato mezz'ora per sistemare in macchina, e non ti fossi messo a discutere, di sicuro ora saremmo vicini alla nostra meta"
"Non posso farci niente se nella tua macchina non entra niente" protestò.
"Ora vuoi dire che il problema è la mia macchina? Tu sei completamente andato!" controbattei.
"Ti dispiacerebbe ripartire. Faremo tardi!". Riaccesi il motore e schiacciai violentemente il piede sull'acceleratore, per mia fortuna da lì in poi ci furono poche chiacchiere, io pensavo a guidare tenendo lo sguardo concentrato sulla strada e JungKook se ne stava per gli affari suoi a fare non so che cosa.

Dopo un'ora all'incirca stiamo entrando nella proprietà del signor Kim, un viale ci accoglie nella sua grande villa: solo per raggiungerla abbiamo impiegato cinque minuti. Solo il giardino è immenso e ben curato con fiori di ogni tipo. Scendiamo dalla vettura e dalla porta principale sbucano dei domestici che vengono ad accoglierci. In pochi attimi, sul portone d'ingresso compare anche il signor Kim, sguardo come al solito: spocchioso. Le governanti si inchinano in segno di saluto e noi rispondiamo allo stesso modo.

"Avete fatto un buon viaggio?", domanda premuroso il signor Kim, stringendo la mano ad entrambi.
"Certo signor Kim, a parte qualche piccolo problema, ma niente di cui preoccuparsi"
"Bene! Prego accomodatevi dentro!" dice il signor Kim facendoci cenno con la mano di entrare, "La mia governante vi accompagnerà nelle nostre stanze".

Una volta all'interno, l'atrio dell'ingresso è il primo ad arrivare sotto i nostri occhi: lampadari che spiccano ovunque e spazio, immenso spazio. C'è una scalinata di legno, che porterà sicuramente ai piani superiori delle camere. Le pareti sono tinte di un bianco candido, con su sopra appesi dei quadri di vario genere, sembrava quasi una mostra d'arte per quanti ne erano. Imbocchiamo un corridoio e dopo alcuni metri la governante si ferma e indica quella che doveva essere la mia stanza. "La sua camera signorina Lee" dice, la governante, poi si rivolge a JungKook "Signor Jeon, se vuole seguirmi le indico la sua stanza poco lontana da qui".
"Ci vediamo dopo Miyon" dice.
"A dopo" lo saluto e mi decido ad entrare nella mia stanza. 

 ***

Prima di scendere sotto sistemo il trucco, passando un pò di mascara sulle ciglia e tingo le labbra di un leggero rosso ciliegia. Indosso dei pantaloni e camicia con un maglioncino sopra. Poche ore dopo mi ritrovo seduta su uno dei divani elegantissimi di altissima qualità a sorseggiare un aperitivo: sarà il terzo bicchiere che tengo in mano, e ancora non ho toccato cibo fin'ora. Il signor Kim si decide a fare la sua entrata in scena in smoking "Possiamo accomodarci a tavola?" suggerisce.
"Certo" risponde JungKook. Arriviamo alla sala da pranzo, inutile dire che l'argenteria presente su quel tavolo era impressionante. La cena scorre per fortuna in tranquillità e di tanto in tanto Kim e JungKook scambiano qualche parola. JungKook sembra voler cambiare discorso per parlare dei cosiddetti affari, ma il signor Kim non sembra intenzionato a parlarne.
"Ascoltate vi ho invitato qui solo per conoscervi un pò meglio, potremmo occuparci di lavoro una volta tornati a Seoul". Lancio uno sguardo cupo a JungKook e lui capisce chiaramente che cosa sta frullando nella mia testa. Potevo restarmene a casa invece che venire qui! Il signor Kim ci saluta lasciandoci nel bel mezzo del corridoio che porta alle camere e ci incamminiamo ognuno nelle proprie stanze.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


capitolo 7            CAPITOLO 7

        LOVE AT WORK

Me ne sto seduta
 di fronte al tavolo da pranzo a godermi la mia colazione: del semplice caffè. Sento toccarmi una spalla e sussulto leggermente.
"Ehi buongiorno, scusa non volevo spaventarti" dice spostando indietro la sedia di fianco a me per sedersi.
"Buongiorno a te, non preoccuparti mi hai preso solo alla sprovvista"
Sento squillare il cellulare, lo afferro e rispondo. "Ehi Hoseok"
"Sorella hai letto il giornale per caso?"
"Hhm veramente no, perchè?" dico.
"Beh, ti consiglio di andare a vedere. Ci sono delle tue foto!" esclama.
"Delle mie foto? E con chi?"
"Non so chi sia, ma stai certa che se questo giornale lo vede mamma finirai nei guai"
"Ok, cercherò un giornale il prima possibile" chiudo la chiamata e sbatto il telefono sul tavolo.

"Che succede?" chiede.
Mi alzo molto velocemente dal tavolo in cerca di un giornale, ma qualcuno più astuto di me ha fatto prima ad averlo nelle sue mani. JungKook afferra un giornale posto su un piccolo tavolino e tento di sfilarglielo dalle mani.
"Mi fai vedere questo giornale!" dico acida più che mai.
"Vorrei vederlo prima io!" risponde. Riesco ad afferrarlo e mi risiedo al tavolo cercando e sfogliando le numerose pagine, arriviamo finalmente a quel maledetto articolo. Solo la foto è più che sufficiente: ritrae noi due che usciamo dal locale. Mi alzo e mi dirigo verso la poltrona con il giornale in mano osservando la nostra foto, il mio sguardo cade sul titolo.

"Nuova fiamma per il successore della famiglia Jeon" dico leggendo ad alta voce. Mi basta solo quello, è più che sufficiente. JungKook mi segue sedendosi.

"Cavolo" dico sbuffando e arrendendomi inerme sul divano.
"Qui c'è chiaramente scritto che secondo il tuo sguardo sei attratta da me" dice afferrando e leggendo anche lui le prime righe.
"Dicono delle cavolate, ecco tutto! Io? Attratta da te? Impossibile!" dico quasi ridendo. "È mai possibile che quando si esce con te si finisce sempre sopra ai giornali? Ma guarda in che situazione mi ritrovo!"
"Miyon non è nulla di serio, solo un giornale" controbatte.
"Non voglio sentire altro riguardante quel giornale, fallo sparire, brucialo se è necessario, ma non presentarlo sotto ai miei occhi".

"Innanzitutto andiamo dal signor Kim e pensiamo al lavoro prima di tutto" dico sollevandomi.
"Sono d'accordo!"
E così ci dirigiamo nello studio del nostro cliente per discutere di affari.


Ci ritroviamo di fronte l'enorme portone principale della villa di Kim per salutarlo, entriamo in macchina per tornare nella nostra bellissima Seoul. Abbiamo lavorato per circa due ore e mezza e io e JungKook abbiamo proposto dei suggerimenti che sono stati di buon occhio per il signor Kim, sembrava pienamente soddisfatto del lavoro che stavamo svolgendo.  

*****

È lunedì mattina e sono appena arrivata in ufficio, ormai è la solita routine a differenza che questa mattina tutti hanno letto il giornale di ieri. Appena arrivata mi sono rintanata nel mio ufficio, ma qualcuno non ci ha messo molto ad arrivare.
"Tu e JungKook avete chiarito?" domanda, facendo la sua entrata in scena dalla porta.
"Sia chiaro! Noi due non abbiamo chiarito assolutamente niente" preciso insistente.
"Davvero? Eppure quelle foto di ieri sul giornale ritraggono il contrario" dice scoppiando in una sonora risata.
"Non c'è davvero niente da ridere te lo assicuro, io sono incavolata nera" gli dico sbuffando.
"A primo impatto stento ancora a credere che eravate voi, ma il nome di JungKook impresso a caratteri cubitali mi ha dato la conferma"

"È solo lavoro oppure state uscendo?" continua.
"Ma quale uscire insieme! È stato Jin a dirci di lavorare fuori di qui a causa della nostra discussione dell'altro giorno"
"Bè, comunque anche se tu confermi che è lavoro gli altri qui dentro non la pensano così!"
"Cosa vorresti dire? Cosa dicono?" chiedo.
"Bè lui e single, tu sei single, fai due più due. Stai certa che in questo momento sarete voi le star del momento in questo ufficio"
"Dovrebbero farsi i cavoli loro i dipendenti di questo ufficio" insinuo del tutto arrabbiata.

Yoongi sembra dirigersi verso la porta e nello stesso istante anche JungKook varca la soglia della porta.
"Come stai?" mi chiede.
"JungKook, da quando ci conosciamo non mi hai mai chiesto come stavo" dico un pò arrabbiata.
"Bè, allora inizierò da adesso a chiedertelo. Riformulo la domanda. Come stai?"
"Sto benissimo grazie, hai altro da chiedermi perchè io avrei da fare"
"In verità si, vieni con me a prendere un caffè alle macchinette"
"Cinque minuti non di più" dico costretta ad alzarmi dalla sedia. Mentre ci avviamo verso la macchinetta tutti si voltano nella nostra direzione, proprio come immaginavo la notizia si è diffusa in fretta.
"Ci sono un pò troppe orecchie che ascoltano qui, sarà meglio parlare io e te da soli" sussurra, inserendo la moneta nella macchinetta e selezionando i nostri due caffè.
"Cosa?"
"Possiamo anche parlarne qui, ma in questo modo poi tutti sapranno" dice insistendo. Si sporge in avanti e abbassa ancor di più il suo tono di voce. "Avanti Miyon, accetta di uscire con me" Ci penso un pò su, e a costo di non farlo sapere a tutti preferisco accettare quel maledetto invito.

"Va bene, scegli tu, un posto tranquillo non molto affollato ecco". Ragiono attentamente e dopo aver individuato un locale che fa al caso nostro gli spiego dove si trova.
"Ok. Ci incontriamo per le nove in punto".

*****

Lo attendo al bancone del bar sorseggiando uno dei tanti drink che bevo quando vengo qui. Lo vedo sedersi nello sgabello di fianco. "Buonasera" mi saluta, "Possiamo sederci in un tavolo?" prova a propormi.
"Andiamo! Ascolta ho bisogno urgentemente di cibo"
"Ok allora mangio anche io" ribatte. Il cameriere si avvicina per prendere i nostri ordini e mentre attendiamo lo incito a parlare.
"Allora vorrei parlare con te dell'articolo" inizia.
"Pensavo che quell'argomento fosse chiuso".
"Per tua sfortuna non è chiuso. Tornando a noi, ultimamente sono stato assalito da troppe ragazze, ed è chiaro che lo fanno solo per il mio titolo. Ed è proprio grazie all'articolo che ho trovato un modo per liberarmene. Presentarmi con una delle solite ragazze non è molto credibile, ma con una ragazza non molto attraente...tutte le altre ragazze sono convinte che ti frequento e quindi alluderanno a qualcosa di serio e mi lasceranno in pace" dice esponendo il tutto con un sorriso sulle labbra e sbattendo ripetutamente le ciglia più del dovuto.
"Detto ciò, cosa c'entro io?" domando.
"Bè tu sei perfetta per questo ruolo!" esclama convinto delle sue parole. "Senza contare che ci hanno già fotografati insieme e poi sei l'unica che può intrattenere una finta relazione con me senza desiderarmi"
"Non ho nulla da guadagnarci, quindi non vedo per quale motivo devo aiutarti!" gli faccio notare.

"Certo invece mia cara Miyon, potresti essere vista al fianco di uno dei più grandi successori...pensaci attentamente, qualsiasi donna vorrebbe essere al tuo posto"
"Come ti passa per la mente che io ti aiuti" dopo anni di litigi come gli viene in mente di chiedere il mio aiuto.
"Oh avanti Miyon non hai nulla da perdere!" insiste.
"Nulla da perdere? Perderei la faccia mio caro signorino Jeon.
"Arriviamo a un compromesso va bene? Cosa vuoi in cambio?"
"Oh questa è facile, ti vorrei fuori dalla mia fottuta vita. Spero riuscirai a realizzare questo mio desiderio" gli suggerisco.
"Qualcosa di più concreto?"
"Senti le to spiego chiaramente. Al caso del signor Kim voglio lavorarci solo io, non voglio dovermi confrontare con te" dico tutto d'un fiato.
"Bene non mi vuoi tra i piedi, te lo concederò a patto che mi aiuti" torno a pensarci un pò, ma già so che mi ritroverò ad accettare perchè quel suo maledetto sorriso mi fa decisamente andare fuori di testa, quei maledetti denti bianchi e diritti sono le sue armi per uccidere la sottoscritta, per non parlare di quei bellissimi occhi color nero come la pece e i suoi capelli corvini. Un attimo, ma cosa sto dicendo? Perchè sto pensando queste cose?
"Ti prego un piccolissimo aiuto" dice abbassando la sua voce. Sbatto più volte le ciglia per riuscire a ricompormi. "Va bene", dico controvoglia. Sembra che sta quasi per abbracciarmi e lo fermo all'istante "Ho detto che va bene, ma adesso non ci allarghiamo troppo".

"Ti chiedo scusa, non te ne pentirai di aver aiutato il sottoscritto"
"Se potessi tornare indietro di cinque secondi lo farei, e non combinerei questa stessa stupidaggine" dico già pentendomi. "Tanto per la cronaca, gli appuntamenti dovranno essere pochissimi"
"Certo" dice.
"Bene, possiamo concludere qui la serata visto che abbiamo finito perchè sono decisamente stanca"
"Ti accompagno" ribatte.
"Grazie lo stesso, ma non c'è ne bisogno" pronuncio gentilmente. Non voglio la sua compagnia, voglio solo stare da sola.
"Insisto. Vado a pagare e andiamo". Ha praticamente fatto tutto lui, fa sempre di testa sua, se gli dico di no insiste ugualmente a questo punto che me lo chiede a fare. Usciamo dal locale, ormai il clima freddo inizia a farsi sentire, mi avvolgo nel mio capotto e camminiamo affiancati lungo il viale.
"Senti, non voglio che tutto l'ufficio venga a sapere di questa cosa quindi sarà meglio non parlarne"
"Ok"
"Siamo arrivati, abito qui" dico indicando la palazzina.
"Il fine settimana devo partecipare a una serata e naturalmente tu verrai con me, ti serve solo un vestito da sera"
"Bene" dico facendo la finta entusiasta.
"Buonanotte" vedo il suo viso avvicinarsi e indietreggio di poco. Cosa vuole fare?
"Voglio solo darti un bacio sulla guancia" dice vedendo la mia reazione inaspettata.
"Bè ti ho detto l'altra volta che non mi piacciono questi tipi di saluti, quindi buonanotte". Lui come un incosciente pare nemmeno far caso alle mie parole, continua ad avvicinarsi e io continuo ad indietreggiare fino a sbattere alla porta d'entrata della mia casa. Lo vedo farsi più vicino per baciarmi la guancia, non un rapido bacio, quello in cui ci si rimane due o tre minuti vicini, troppo vicini per i miei gusti. Torno ad incontrarmi con quei maledettissimi occhi neri, un sorriso involontario spunta sul suo viso, "Notte" dice allontanandosi e scomparendo in fretta.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


capitolo 8          CAPITOLO 8

      LOVE AT WORK

Il primo pensiero dopo essere tornata da lavoro è: trovare un vestito adatto per il fine settimana. Apro l'armadio esplorando tra i mille vestiti, inizio a tirarne fuori di ogni genere lanciandoli sul mio letto, in poco tempo ho formato una montagnetta di abiti. Trovo finalmente un vestito, abbastanza abbordabile, lo indosso e mi osservo allo specchio poco dopo bofonchio tra me un 'potrebbe andare'. È un semplice vestito nero, aderente, a cui ho abbinato dei tacchi vertiginosi, anch'essi neri. Sistemo i capelli mossi passandoci la spazzola e perfeziono il trucco, quando sento il citofono suonare. Mi avvicino alla porta e una volta aperta osservo l'immagine di JungKook che sorride sorpreso. Indossa uno smoking perfettamente adatto al suo corpo, una camicia bianca e scarpe nere, il tutto abbinato con una cravatta. I capelli sono più aggiustati rispetto al normale e il suo profumo è decisamente troppo invadente per le mie narici. Butta un'occhiata al mio vestito e sembra voler dire qualcosa, lo blocco all'istante. "Non dire nulla per favore" lo avverto. Alza le mani in segno di resa accompagnando il tutto con un lieve sorriso. "D'accordo, come vuoi tu" ribatte. Poco dopo siamo fuori, la sua vettura è parcheggiata davanti a noi.
"Prego" dice aprendo la portiera ed incitandomi a salire nella vettura.

Mette in moto la macchina e per tutto il tempo nessuno dei due sembra voler iniziare un discorso. Scendiamo dall'auto e lo vedo porgermi il braccio, sorrido forzatamente e afferro il suo braccio. La massa di fotografi all'entrata è pronta per far decapitare la mia vita all'istante, e proprio mentre entriamo ci scattano le foto. Una volta entrati ci dirigiamo verso il bar, prendendo due bicchieri di vino rosso. Con la coda dell'occhio vedo alcune ragazze venire nella nostra direzione, JungKook non appena le nota mi afferra per la vita tirandomi a sè.
"Ciao JungKook" dice una di loro.
"Buonasera a tutte ragazze, lei è la mia amica: Miyon, faremo più tardi le presentazioni" dice trascinandomi con se, e tenendo il suo braccio attaccato alla mia vita. 

"Dimmi, la situazione è sempre così?"
"Direi proprio di sì".
La serata procede tranquilla e di tanto in tanto JungKook mi fa conoscere qualcuno, mi sento come una pecora smarrita in mezzo a questa gente d' alta società, finchè è solo lavoro è un conto visto che si parla di lavoro, ma quando si tratta di incontrarli così la questione cambia. Tra la folla vedo JungKook avvicinarsi.
"Andiamo a ballare" dice trascinandomi sulla pista.
"Ma io non so ballare! Dobbiamo fare per forza questa cosa?" Sembra non dare ascolto alle mie parole e mi stringe a sè, vedo gli occhi delle ragazze di prima scrutarci attentamente. Mi allontano di poco, JungKook si abbassa di poco vicino al mio orecchio e sussurra: "Ora passiamo alle dimostrazioni pratiche".

"Cosa vuoi dire?" al posto di una semplice risposta vedo il suo viso avvicinarsi, non posso di certo tirarmi indietro altrimenti andrebbe tutto all'aria, ma sta per baciarmi! Realizzo in poco tempo che le sue labbra sono già sulle mie. Lo sento stringermi ancor di più tra le sue braccia, dischiude leggermente le labbra, e io faccio altrettanto, ma quando sento la sua lingua toccare la mia, poggio una mano sul suo petto indietreggiando di poco senza farmi notare. Sento il cuore battere più veloce del solito e le guance decisamente accaldate.

"Direi che potrebbe bastare per questa sera" dice distanziandosi dal mio viso. Mi prende per mano e mi conduce fuori dalla sala. "Dobbiamo darcela a gambe adesso" dice. Risaliamo in fretta sulla vettura e partiamo. Una cosa è certa: bacia dannatamente bene.



***



Al mio risveglio il pensiero è fisso sulla giornata che dovrà venire, visto che non promette niente di buono. Sono solo le nove del mattino del lunedì mattina e mio fratello è piombato nel mio ufficio, spero per lui che abbia un motivo valido per disturbarmi, non è da lui farmi visita all'ufficio.
"Ti disturbo sister?"
"Bè in realtà...no, cioè avrei delle faccende da sbrigare, ma un attimo al mio caro fratellino glielo posso concedere"
"Ascolta sister, sono venuto per un motivo ben preciso. L'altra volta ti ho chiamato non appena ho visto l'articolo ma non gli ho dato molto peso, ma oggi ne ho visto uno nuovo. Sono preoccupato per te...insomma non è solito vederti con vestiti del genere!"

"Ho capito Hoseok dove vuoi andare a parare, ma non credo che alla mia età devo dirti chi frequento e con chi esco la sera, insomma non sono più una bambina" rispondo.
"È il tipo affianco a te che non mi piace. Ho intuito che tu e Jimin non state passando un bel momento, ma di certo quello nella foto non è il tipo di uomo che sei solita frequentare. Ti farà solo soffrire Miyon!"
"Senti, non posso spiegarti tutto, ma una cosa è certa, non stiamo insieme siamo usciti solo qualche volta, niente di più"
"Nessuno esce con qualcuno senza un motivo ben fissato in mente" dice.

"Miyon posso parlarti un attimo?" dice JungKook piombando nella stanza.
"Tra un attimo sono da te, il tempo necessario per accompagnare mio fratello". Accompagno Hoseok vicino all'uscita, una volta che mio fratello se n'è andato non mi resta altro che andare da JungKook, visto che sta aspettando nel mio ufficio.

"Eccomi. Allora volevi parlarmi?" chiedo facendo la mia entrata in scena.
"Ne ho la necessità per mia sfortuna, comunque questo fine settimana abbiamo un impegno di lavoro. Ci sarà la cena a casa mia, o meglio a casa dei miei genitori e Kim è tra gli invitati, vuole sfruttare una giornata per parlare con noi. Poi naturalmente ci sarà la cena. Non so quando arriverà il signor Kim, una volta lì vedremo"
"Cosa?" dico quasi spaventata.
"Miyon devi solo rilassarti. Partiremo il sabato pomeriggio, se ci sono nuovi aggiornamenti ti faccio sapere io" conclude. "Bene, ora torno a lavorare ci si sente" dice prima di sparire nel corridoio, diretto verso il suo ufficio.



***



Cerco di chiudere la valigia, imprecando di tanto in tanto, ho cercato di portare il necessario, ma a quanto pare o la valigia si è rimpicciolita oppure la sottoscritta ha messo di più del dovuto. Continuerei a fare ciò che sto facendo se il mio cellulare me lo permettesse, emette uno squillo e, in controvoglia lo afferro e rispondo. 
"Ciao mamma"
"Miyon, domani verrai a pranzo?"
"Ecco, anche domani avrei un impegno di lavoro, mi dispiace" rispondo.
"Non stressarti troppo va bene? A proposito a giorni arriverà tuo cugino, e visto che non ha una sistemazione ho pensato che potrebbe venire da te" sgrano gli occhi per lo stupore.
"Come? Qui? Ma quando?" le mie domande arrivano una dopo l'altra senza nemmeno aver tempo di respirare.
"Non lo so Miyon, gli ho dato il tuo numero e ti contatterà sicuramente" dice con tono calmo.
"Va bene mamma, ora devo andare devo finire di fare la valigia".
Finisco di fare ciò che avevo interrotto, ma vengo interrotta per la seconda volta. Questa volta un messaggio.

"Sono sotto casa tua" leggo ad alta voce. "Già è arrivato JungKook, fantastico!" afferrò la valigia e una volta fuori noto la sua vettura parcheggiata.
Una voce a dir poco famigliare mi blocca. "Miyon! Quanto tempo!". Mi giro verso la persona in questione e chi mi ritrovo? Già mio cugino. Ma proprio oggi doveva arrivare?
"Luhan!" esclamo, "Mia mamma mi ha avvertito del tuo arrivo, ma non pensavo arrivassi così in fretta. Come hai trovato la mia casa?"
"È stato Hoseok! Ma tu stai partendo?" dice osservando JungKook.
"Oh...sto partendo per lavoro non fraintendere. Ma tu puoi comunque rimanere, io sarò di ritorno a giorni quindi ti lascio le chiavi" tiro fuori il mazzo e glielo porgo.
"Fai da sola vero?" dice JungKook interrompendoci. 
"Certo tu non ti scomodare a darmi una mano" bofonchio a denti stretti. Saluto mio cugino e mi dirigo verso la vettura per posare la valigia. 
"Hai detto qualcosa per caso?" chiede rimanendo al posto della guida.
"Oh no, stavo solo parlando tra me" rispondo sarcastica. Mi infilo nella vettura e al tempo stesso lui si infila gli occhiali da sole.

"Chi era quello?"
"Mio cugino, rimarrà per un pò da me".
"Capito! Bene, si parte!".

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


capitolo 9        CAPITOLO 9

    LOVE AT WORK

Quando arriviamo a Busan ormai è notte inoltrata, ovviamente io e JungKook durante il tragitto in macchina in una delle nostre conversazioni ci siamo ritrovati a litigare, ma non è una novità, litighiamo sempre per qualsiasi cosa. Una volta arrivati nella sua abitazione scendo dall'abitacolo e veniamo accolti da uno dei suoi maggiordomi.
"Benvenuti Signorino Jeon e Signorina Lee", ci accoglie con un sorriso stampato in volto.
"Buonasera" rispondiamo entrambi. Mi affretto ad osservare l'abitazione che si presenta ai miei occhi, non è molto diversa da quella del signor Kim, sembrano così identiche che potrei persino imbrogliarmi. Nel frattempo il maggiordomo prende le nostre valigie pronto per portarle all'interno dell'abitazione.

"La mia stanza è sempre nello stesso posto o l'avete spostata?" chiede JungKook al maggiordomo.
"Bè in verità abbiamo avuto dei problemi, e alcune stanze non possono essere occupate"
"Quindi la mia stanza non esiste più?" risponde diretto.
"No Signorino. Vi abbiamo preparato un'altra stanza ancor più bella però, e poi c'è da dire che nella sua vecchia stanza non entrava un letto matrimoniale".
"Come? Letto matrimoniale?" dico con un tono di voce un pò troppo elevato. Il maggiordomo posa subito lo sguardo su di me e persino JungKook che mi lancia un' occhiata a dir poco spaventosa.

"Signorino Jeon suo padre ha visto le foto sul giornale con la signorina Lee, e ha pensato di farvi mettere un letto matrimoniale in una camera più grande. Ci sono forse dei problemi per la signorina Lee?" chiede premuroso, e prima che io possa rispondere lo fa JungKook al mio posto.
"Assolutamente no, lei è felicissima di condividere la stanza con me, non è vero?" dice tirandosi a sè e afferrandomi per la vita.
"Certo sono entusiasta" fingo un sorriso forzato che a quanto pare riesce bene. Il maggiordomo ci accompagna nella nostra stanza, e scompare velocemente dopo aver poggiato le nostre valigie e averci augurato la buona notte.
"Vuoi restare sul ciglio della porta o ti decidi ad entrare?"
"Sto prendendo le giuste distanze che devono esserci tra di noi, e comunque sto entrando"
"Voglio ricordati che siamo in una stanza, per di più con un letto matrimoniale, non credo che ci possa essere molta distanza tra noi, anzi".

Decido di non rispondere per non offenderlo totalmente e osservo l'ambiente attorno a me. Nella stanza è presente uno di quei grandi lampadari attaccati al soffitto che emanano una luce immensa. La mobilia presente è molto antica, persino la parete è di un bianco candido, a fare da pendant è il parquet del medesimo colore.
"Ti piace?" domanda.
"E me lo chiedi? Sarà grande come la mia casa questa stanza. Tornando a noi, dobbiamo per forza condividere lo stesso letto?"
"Non ci sono alternative da come puoi vedere"
"Va bene, ma devi mantenere una certa distanza" ribatto.
"Io la manterrò, ma tu lo farai?". Ed ecco che si ripresenta con il suo tipico stile altezzoso.

"Lo sai che ti sto odiando?"
"Mh ne sono consapevole, mi piace farti innervosire!"
"Dove metto i vestiti?" dico aprendo la valigia.
"Puoi mettere tutto in quell'armadio" dice indicando con l'indice il guardaroba.

"Ti concedo di utilizzare il bagno per prima" dice, indicandomi la stanza, nel frattempo allenta leggermente la cravatta e sbottona il primo bottone. Non guardarlo Miyon, non guardarlo, mi ripeto più volte. Afferro il mio pigiama e mi precipito nel bagno. Una volta rientrata JungKook indossa già il pigiama, una semplice maglia a maniche corte che mette in mostra i suoi bicipiti muscolosi e i suoi pettorali risaltati ancor di più, e dei pantaloncini corti che mettono in mostra le sue gambe. Non dovrei affatto pensarlo, ma la mente è partita da sola, è così maledettamente sexy.

"Niente completino intimo sexy?" chiede ridacchiando.
"Me li risparmio per le occasioni speciali JungKook, e visto che questa non lo è non vedo il motivo per cui indossarlo"
"Bè magari poteva diventare un'occasione speciale".
"Smettila di fare il cretino e fai la persona seria". Mi dirigo verso il letto e m'infilo tra le coperte, JungKook scompare nel bagno e rientra poco dopo, si infila anche lui nel letto si appresta a spegnere la luce e ci ritroviamo schiena contro schiena.
"Buonanotte" dice.
"Buonanotte" rispondo, gli occhi si chiudono molto velocemente e vengo accolta dal sonno in un'istante.



***


Mi trovo in un letto morbido, sento una sensazione calda che mi riscalda ma non riesco a percepire per bene cos'è. Socchiudo a fatica una palpebra e poi apro l'altra, la luce mi impedisce di vedere del tutto, ma mi rendo subito conto di avere la testa sul petto di JungKook, sollevo di poco lo sguardo sperando che il tizio in questione stia ancora dormendo, ma invece di dormire è intento ad osservarmi con un ghigno stampato in faccia. Lo stavo praticamente abbracciando, e anche se non dovrei pensarlo, stavo benissimo.
"Ben svegliata Miyon, ma non doveva esserci una certa distanza tra noi?A me sembra che hai infranto la cosa".  Mi allontano subito arrivando al bordo del letto. "Io...tendo a fare cose strane nel letto" dico inventando la prima scusa plausibile.
"Cose strane?" dice facendo comparire uno dei suoi sorrisi maliziosi.
"Non è niente di quello che pensi tu va bene?! Tendo a parlare e ad abbracciare qualcuno senza accorgermene tutto qui"
"Oh!". Non so il motivo, ma quella sua risposta non mi piaceva proprio per niente. Mi metto a sedere sul letto e sposto le coperte. "Credo che andrò in bagno".
"Ti aspetto sotto!" lo sento dire poco dopo. Una volta pronta scendo le scale e incontro una signora, deduco sia la mamma di JungKook, vista l'eleganza dei suoi vestiti e degli accessori che indossa.

"Devi essere Miyon non è vero?" mi chiede.
"Si molto piacere, lei deve essere la madre di JungKook" porgo la mano in avanti e stringe con presa salda la mia.
"Si sono io" dice con un leggero sorriso.
"Stavo andando a fare colazione giusto?" chiede.
"Si"
"Bene allora faremo questo breve tratto insieme. Da quanto conosci mio figlio?" mi chiede.
"In realtà è da un bel pò di tempo che lavoriamo insieme, esattamente cinque anni"
"Quindi siete colleghi"
"Esattamente". Facciamo il nostro ingresso in sala e JungKook è già seduto a tavola.
"Vedo che vi siete già conosciute"
"Si" rispondo. Ci sediamo entrambe a tavola, ma la madre di JungKook scompare poco dopo lasciandoci soli.



***


La sera non tarda ad arrivare, così come la cena tanto attesa in questa casa. La servitù che va di qua e di là per aggiustare ogni minimo particolare, senza tralasciare nulla, mi sta girando la testa solo a guardarli. Ho indossato il vestito lungo per la gran serata. Sento qualcuno picchiettare sulla mia spalla e quando mi volto, vedo JungKook di fianco a me con due bicchieri con qualche bevanda all'interno. "Ti va di bere con me?" propone, porgendomi il bicchiere.
"In realtà stiamo già bevendo da quando siamo scesi e sto perdendo parte della mia lucidità" rispondo, afferrando ugualmente il calice.
"Sei in compagnia del sottoscritto, quindi non ti succederà nulla. Vieni ti porto a fare un giro fuori" dice trascinandomi con sè. Usciamo nel grande giardino illuminato dalle lampade, e percorriamo il piccolo viale fatto di pietruzze. Con il cielo notturno non si riesce a vedere un granchè a parte qualche cespuglio e qualche albero, ma inizia a fare decisamente più freddo rispetto a prima, un brivido percorre la mia schiena e JungKook si toglie la sua giacca per poggiarla sulle mie spalle, rimanendo con la sua sola camicia che gli sta a pennello, evidenziando ogni lineamento del suo corpo.

"Grazie, non era necessaria"
"Sono un gentiluomo no?" noto una piccola risata e si guarda un pò intorno. "Cavolo!" dice roteando gli occhi al cielo.
"Che c'è?".
"Ci sono delle ragazze, altre che mi perseguitano e stanno vedendo nella nostra direzione" dice spostando gli occhi sulle tizie in questione.
"E allora? Puoi semplicemente parlarci no?"

"No non è nelle mie intenzioni, devo escogitare un piano, e alla svelta" dice sussurrando. "Ho una grandissima idea, seguimi!" mi afferra per un polso portandomi vicino a un lampione, siamo in parte nell'oscurità della notte e in parte sotto a una gran luce. "Cosa vuoi fare?"
"Devi solo collaborare chiaro?" dice. Porta un braccio attorno alla mia vita e mi stringe a sè, ed ecco che mi ritrovo attaccata a lui. Lo vedo abbassarsi alla mia altezza e il suo viso farsi decisamente più vicino. Le sue labbra si poggiano sulle mie e una volta socchiusa la bocca la sua lingua mi invade. Circondo le mie braccia attorno alla sua schiena e continuiamo a baciarci ancora per un pò. Mi ripeto a me stessa che in realtà è solo una finzione e pensando a tale cosa mi rilasso un pò. Mi allontano io, visto che lui sembra molto trasportato dal momento e abbasso leggermente lo sguardo. "Abbiamo bevuto troppo!"

"Forse" dice mordendosi leggermente il labbro inferiore, che non passa inosservato ai miei occhi.
"Forse è meglio andare a dormire" dico togliendomi la sua giacca di dosso.
"Io resto ancora un pò"
"Buonanotte allora", mi volto all'istante per andare nella mia stanza, ma JungKook non ha intenzione di lasciarmi andare, mi afferra per un polso facendomi girare nella sua direzione e mi lascia un bacio sulla guancia. "Buonanotte" sposto lo sguardo altrove indietreggiando, sa che mi dà fastidio perchè continua a farlo? Torno ad incamminarmi per la stradina da cui siamo arrivati e giungo nella stanza.  




 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


capitolo 10       CAPITOLO 10

   LOVE AT WORK

Un tonfo a terra disturba la mia quiete, costringendomi a mettermi in piedi sul letto accendo la luce. Il corpo disteso a terra di JungKook mi fa sussultare leggermente e scendo giù dal letto. "JungKook" lo chiamo e tento di farlo alzare, mugugna qualcosa di incomprensibile. "Non mi dire che ti sei ubriacato! Ma cosa ti passa per la testa!? Idiota!" sembra sollevarsi leggermente e cerco di aiutarlo. "Oh ti prego! Non essere così cattiva con me". Tento di trascinarlo sul letto e lo faccio sedere sul bordo,"Forza spogliati e mettiti nel letto".
"Se mi dai una mano" dice ridacchiando.
"Non mi meraviglia il fatto che anche da ubriaco riesci a meditare su tali pensieri" sospiro e mi avvicino a lui togliendogli la giacca di dosso.
"Puoi togliermi anche la camicia?"
"Solo quella! Al resto penserai tu" dico. Mi abbasso alla sua altezza ritrovandomi il suo viso davanti, avvicino le mie dita al primo bottone e pian piano scendo sotto, gli sfilo la camicia mettendo il mostra il suo corpo e proprio in quell'istante sento le guance andare a fuoco.

"Mh lo vedi, neanche tu puoi resistermi"
"Ma cosa stai dicendo, posso resisterti eccome"
"Ah si? Allora slacciami i pantaloni"
"Sei solo un pervertito! Non lo farò! Arrangiati da solo!" dico, cercando di tornare a infilarmi nel letto. Una mano mi afferra per un polso, e in un istante mi ritrovo tra le braccia di JungKook.
"Ma cosa fai? Lasciami JungKook". Cerco di divincolarmi, imprecando e maledicendolo in tutte le lingue del mondo.
"Fa silenzio per un istante e stai ferma" farfuglia, avvicinandosi al mio orecchio e facendomi cadere sul letto. Smetto di dimenarmi e mi arrendo, la sua mano scivola sul mio viso che prende ad accarezzare. "Vedi che quando vuoi sai essere ubbidiente"  e da lì in poi nella stanza regna il silenzio più totale, cerco di tranquillizzarmi pensando ad altro, ma sembra del tutto inutile perché il mio pensiero torna su di lui. Il suo torace si alza e si abbassa regolarmente, sembra essersi addormentato e alla fine anche io vengo accolta dal sonno.



***



"Dammi le chiavi dell'auto, guido io" dico porgendo la mano.
"Guarda che sono in perfetta forma"
"Oh certo! Infatti questa notte stavi una meraviglia e questa mattina avevi la nausea. Si da il caso che ci tengo alla mia vita quindi dammi le chiavi" la mia ormai suona come una minaccia, e dopo aver sbuffato porta una mano alla tasca dei pantaloni tirando fuori le chiavi che molto agitatamente mi porge. Mi metto al posto della guida e lui di fianco, metto in moto la macchina e partiamo verso Seoul. Il viaggio di ritorno è stato piuttosto tranquillo rispetto all'andata, anche perché non abbiamo conversato per niente. "Terrò io la tua macchina per questa sera, ti riaccompagno a casa". Annuisce lievemente e arriviamo a casa sua.
Scendo dalla vettura e tolgo la valigia dal bagagliaio, rovisto nella borsa per trovare le chiavi, ma realizzo poco dopo che le mie chiavi ce le ha mio cugino Luhan, suono il citofono e attendo. La porta si spalanca mostrando mio cugino in pigiama con i capelli scompigliati.

"Cugina! Sei tornata finalmente!" gli passo di fianco posando a terra la valigia, rilasciando un sospiro di sollievo non appena varco la porta di casa mia.
"Già finalmente..." bofonchio. Ormai mi sono letteralmente buttata a peso morto sul divano cercando di sciogliere la tensione subita.
"Quel tipo che stava in auto l'altro giorno è la causa del tuo stress?"
Mi sollevo a fatica mettendomi seduta e incrociando le gambe."Probabile, i suoi comportamenti mi innervosiscono. Piuttosto, tu come mai a Seoul?" chiedo.
"Per lavoro, o almeno spero di riuscire a trovarlo qui, ti disturbo per caso?"
"Oh no, assolutamente, anzi un po' di compagnia del mio caro cuginetto mi farà sentire meglio"



*** 



Arrivo puntuale in ufficio, e non appena metto piede all'entrata vado diretta verso la macchinetta del caffè scontrandomi con Jin che mi saluta. "Buongiorno! Allora, com'è stato passare un altro fine settimana in compagnia di JungKook? Vi siete fatti la guerra?" chiede.
"Ehm, veramente no, è stato tutto molto tranquillo se così posso definirlo" inserisco una moneta nella macchinetta e aspetto il mio caffè. La faccia di Jin è quasi sorpresa.
"Oh beh! Sono sbalordito da un certo punto di vista, ma lui perché non è qui?" domanda scrutando l'orologio.
"Jin, non abito con lui e tanto meno non faccio la sua baby sitter, quindi non so per quale ragione non si presenta ancora in ufficio" afferro il mio espresso sorseggiandolo di tanto in tanto, e controllando di tanto in tanto la porta d'ingresso.
"D'accordo Miyon, prometto che non farò più domande riguardanti JungKook, fai finta che non te lo abbia mai chiesto...Oh eccolo è arrivato!"
"Vado in ufficio, ho del lavoro da sbrigare" mi dileguo, fuggendo nel mio mini spazio di ufficio, a quanto pare anche il mio cellulare questa mattina non sembra darmi tregua, lo afferro dalla tasca della giacca e leggo il nome 'JungKook'. Perché mi chiama quando potrebbe venire qui? Mi chiedo.

"Dimmi JungKook"
"Buongiorno Miyon, come stai?"
"Io bene, tu piuttosto non sembravi avere una bella cera quando sei entrato" 
"Ah allora mi hai visto, perché sei scappata nel tuo ufficio?"
"Avevo delle cose da sbrigare" mento.
"Comunque rispetto a ieri va molto meglio. Senti...ti ho chiamato per dirti se una di queste sere sei disponibile per venire a cena da me"
"No aspetta JungKook, credo di aver capito male puoi ripetere per favore?" chiedo sbattendo ripetutamente le ciglia.
 
Sospira."Oh hai capito benissimo non farmelo ripetere" dice.
"E a cosa devo una cena?" 
"L'altra notte non ero molto in me, e quindi volevo scusarmi"
"Scuse accettate, pensa che nemmeno ci pensavo più" dico cercando di divagare il discorso.
"Insisto con la cena". Ma perché è così insistente! Mi ritrovo costretta ad accettare, tanto so che non mollerà, è una gara persa in partenza.
"Va bene" dico in controvoglia quasi scocciata.
"Un'ultima cosa, questa sera vengo a riprendere la mia bambina" dice riferendosi alla sua macchina.
"Era ora! Mi stava dando quasi fastidio"
"Ti chiamerò" dice ridacchiando.
E poi chiudiamo entrambi la chiamata.



***


Mentre aspetto JungKook faccio zapping in tv, Luhan è andato a dormire da un bel po', ma a forza di aspettare vengo preceduta dal sonno. Nel momento in cui suona il citofono sussulto leggermente, mi stropiccio lievemente gli occhi leggermente annebbiati e mi trascino verso la porta. JungKook nota subito i miei occhi socchiusi.
"Scusa per l'ora, stavi dormendo?" chiede entrando nell'ingresso.
"Non preoccuparti, se non saresti piombato a quest'ora mi sarei addormentata sul divano, e domani mattina mi sarei ritrovata con il mal di schiena". Lo conduco fino al salotto e lo faccio accomodare sul divano di pelle in tinta nera, "Vuoi qualcosa da bere? Naturalmente non ti propongo niente di alcolico dopo quella sera" mi affretto a dire subito.
Ridacchia, "No grazie sto bene così". Una volta seduta sul divano JungKook poggia la sua mano sul dorso della mia, mi osserva per un po', incatenando quei suoi bellissimi occhi neri con i miei, sposta le sue dita su e giù sfiorando la mia pelle, non riesco a capacitarmi delle azioni che fa e ne rimango quasi sbalordita. Molto pacatamente inizia ad avvicinarsi. Lo blocco, posando una mano sui suoi pettorali e indietreggio appena. "JungKook...non credo sia il caso" dico in sussurro.
"Mi stai solo resistendo Miyon... perché non credi sia il caso?" domanda.
"JungKook..." tento di iniziare un discorso logico, ma mi interrompe nuovamente senza nemmeno ascoltare le mie ragioni.

"Dio... impazzisco quando pronunci il mio nome" sussurra vicino al mio orecchio, afferrandomi per la vita e avvicinandosi a me. Mi bacia, le nostre labbra si sfiorano lievemente all'inizio, e poi si precipita sul mio collo, mordicchiandolo leggermente. Una mia mano si insinua tra i suoi capelli lisci e ordinati. Torna a concentrarsi sulle mie labbra baciandomi avidamente fa scivolare la mano sotto la mia maglia sfiorandomi la pancia. Il rumore di un bicchiere di vetro caduto a terra mi allarma facendomi allontanare da JungKook, e quando riesco a staccarmi da lui davanti agli occhi mi si presenta mio cugino scosso dalla scena: con gli occhi leggermente sgranati e la bocca semi aperta.

Mi sento davvero imbarazzata da questa scena, e in questo momento mi sto odiando a morte per non aver fermato JungKook quando era necessario. Mi alzo in piedi.
"Scusate, non volevo interrompervi avevo bisogno solo di un po' d'acqua" mormora a voce bassa guardando altrove.
"Non preoccuparti non ci hai affatto disturbato".
"Forse è meglio che vado, ti va di accompagnarmi?"
"Si arrivo". Ci dirigiamo all'uscita e una volta fuori sembra voler parlare di quello che è successo poco fa.
"Ecco...io..." sembra in difficoltà e così decido di prendere io la situazione in mano.
 
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


capitolo 11       CAPITOLO 11

    LOVE AT WORK


"Non mi va di parlarne", rispondo in fretta. È questa la scelta giusta così lui non si ritroverà in imbarazzo e io nemmeno.
"Va bene, però...". Perché se cerco di chiudere il discorso lui fa sempre di tutto per riaprirlo?
"Non dirmi che... insomma, davvero vuoi parlare di quello che è successo?" chiedo.
"Io no, ma in genere quando succedono cose come queste voi donne siete sempre le prime a volerne parlare"
"Be' io no, non voglio assolutamente"
"Strano, perché ho l'impressione che tu sia confusa, o in qualche modo vorresti aprire il discorso" dice infilando le mani della tasca dei pantaloni.
"Ti stai sbagliando, non sono confusa e non voglio aprire il discorso, posso assicurarti che sto bene". Riesco a mentire con tutti e tutti ci cascano, ma al contrario lui è quasi impossibile da ingannare.

"Ok, ne parliamo quando ti senti pronta. Buonanotte allora" prima d
i voltarsi mi da un bacio sulla guancia e, ovviamente essendo la freddezza in persona mi scosto appena, non voglio dimostrare che con quello che è successo sono caduta ai suoi piedi, perché non è così! Non mi piace proprio per niente, è solo attraente. Il solo fatto di avere quel viso vicino mi ha mandato fuori strada. "Buonanotte" rispondo rientrando e chiudendo la porta alle mie spalle.
Non appena piombo in salotto mio cugino mi attende sul divano a braccia conserte, direi peggio di mio fratello e tutta la mia famiglia messa insieme. Con timore mi siedo di fianco a lui, fissa un punto sconosciuto davanti a lui e la cosa mi mette a disagio.

"A me non sembra che quel tipo è la causa del tuo stress anzi, tutto il contrario. Poi da te non mi sarei aspettato una scena simile, insomma qui in salotto con un cugino presente in casa, se non mi fossi svegliato scommetto sareste passati alla fase successiva". Quei discorsi mi mettevano in imbarazzo e, ogni qualvolta si venivano a creare momenti così cercavo sempre di divincolarmi.
"In realtà non è come sembra, lui è venuto solo per riprendere la sua macchina" rispondo.
"Mh capisco, lui ti piace?" chiede.
"Cosa? No, è stato solo un bacio non c'è stato nulla oltre a quello" puntualizzo.
"Non lo chiamerei proprio bacio qualunque, eravate affiatati e c'è stato un chiaro scambio di saliva" risponde subito, quasi divertito.
"Non mi piace, davvero!" inizio quasi ad agitarmi, insomma perché non mi prendono mai sul serio?
"Non ne sono così sicuro, staremo a vedere" dice ridacchiando.
"Guarda che non c'è nulla da vedere" rispondo arrabbiata.
"E pensi che il tuo cuginetto ci crede?" si allontana per dirigersi verso la sua camera continuando a ridacchiare, è scontato, è peggio dei miei familiari.







***






Mi sono decisa a venire in ufficio prima del previsto, escludendo il fatto che questa notte non ho chiuso occhio e ho due occhiaie da far paura allo zombie stesso, non riesco ad avere uno sguardo felice. Mi fiondo alla macchinetta del caffè, l'unica fonte per restare in vita in questa giornata; sussulto leggermente vedendo una figura lì di fronte. L'ansia di incontrare JungKook mi assale, ma quando mi rendo conto che il tizio in questione e Yoongi mi rilasso rilasciando un sospiro.
"Ehi buongiorno, hai decisamente un aspetto a dir poco spaventoso questa mattina" afferma serio.
"Lo so" dico rassegnata, inserendo la moneta nella macchinetta. Ho premura di correre e rinchiudermi nel mio ufficio per non vedere quel Don Giovanni da strapazzo. Sento come se da un momento all'altro arrivi, e tanto per complicare la situazione sembra che quel caffè ci stia mettendo un' eternità in confronto alle altre mattine.
"Sai una cosa, in genere in questo ufficio girano molti pettegolezzi...ma questa storia tra te e JungKook...sembra come se sotto sotto ci sia un briciolo di verità"
Il respiro si blocca per un attimo e un brivido mi percorre tutta la schiena, sto sudando freddo. Cerco di riprendermi tornando a respirare e assaggio il caffè ancora fumante.
"Yoongi non c'è niente di vero in questa storia chiaro?" dico quasi agitata.
"Va bene", D'improvviso Yoongi fissa qualcosa alle mie spalle seguito da un "Ciao JungKook" lo saluta. Perché per un attimo non smetto di pensare? Prevedevo il suo arrivo, me la sono decisamente mandata. Mi giro verso il tizio in questione che mi saluta alzando una mano e si avvicina.

"Possiamo parlare un attimo?" chiede. Ecco, dov'è finito il voglio rinchiudermi nel mio ufficio e non vederlo per tutta la giornata?
"Si... anche se in realtà voglio dirti di no" rispondo indifferente.
"Allora io tolgo il disturbo" dice Yoongi filando via come un razzo.
"Voglio parlarti di Kim, dice se possiamo incontrarlo la settimana prossima" Per fortuna vuole parlarmi del signor Kim, e io che mi sono spaventata. Dentro di me sto gioendo.
"Si va bene nessun problema" dico ormai felice con un sorriso stampato in faccia.
"Ma...non voglio parlarti solo di questo" dice abbassando la voce. Impallidisco, ora si che sono terrorizzata. "Hai tempo per un cocktail dopo il lavoro?" chiede, fissandomi con quei suoi occhi neri che mi creano smarrimento.
"Ehm...no" dico quasi tremando.
"No?" chiede perplesso.
"No" questa volta cerco di avere un tono più deciso, anche se sicuramente dovrò inventarmi qualche balla.

"Allora...per la cena? Quella che abbiamo stabilito, che ne dici?" chiede indispettito.
"Vale la stessa cosa, no!". Mi guarda ancora una volta scettico. "Sai rispondere solo no?" domanda irritato.
"Esattamente, qualsiasi cosa riguarda te è no!"
"Perché no? Hai cambiato idea improvvisamente?" chiede ancora insistendo, "Mi stai davvero facendo perdere la pazienza. Ho bisogno di parlarti, devo!"
"Va bene, sia per la cena. Ma che sia l'ultima volta". Annuisce, "Domani sera a casa mia"
"Bene" dico nervosa, fuggendo nel mio ufficio.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


capitolo 12 Guardo la mia immagine riflessa nello specchio, continuo a ripetermi che questa è solo una normalissima cena e niente di più. Più continuo a guardarmi e più sono convinta che qualsiasi abito mi sta un orrore.
"Stai uscendo?", mi chiede Luhan affacciandosi alla porta.
"Ehm si"
"Con il tizio che ti piace giusto?" domanda ancora poggiando il gomito sulla porta.
"Si, ma stai tranquillo è una normalissima cena, niente di più e niente di meno", lo anticipo prima che possa fraintendere perché lo avevo già notato ghignare.
"Certo! Ti do un consiglio cara cugina, se vai vestita in questo modo sono sicuro che ti porterà a letto in un istante" dice indicando il mio vestito.
Rimango un attimo a bocca aperta "Perfetto! Non so nemmeno quanti abiti ho provato questa sera, sono un orrore e se non mi sbrigo farò anche in ritardo" sbuffo e mi siedo sul letto.
"Non provare a cambiarti" mi minaccia "Stai benissimo, sei davvero una favola posso garantirtelo".

Gli scompiglio i capelli, so che gli da fastidio ma lo faccio ugualmente. Si protrae indietro implorandomi di smettere. Ci alziamo dal letto e mi accompagna alla porta. "Non farlo attendere molto mi raccomando, o lo farai impazzire" dice schiudendo la porta.
"Luhan!" continua a ridere come se nulla fosse. "Un'ultima cosa: questa sera non ti aspetto in piedi"
"Ma insomma, vuoi piantarla!" dico, tirandogli una piccola sberla sulla spalla. Mi affretto ad uscire di casa, metto in moto la macchina e mi dirigo verso la casa di JungKook. Proprio nel pomeriggio mi ha mandato un messaggio con l'indirizzo di casa sua. Arrivo a destinazione, un edificio di non so quanti piani mi appare dinanzi agli occhi, leggo nome e cognome al citofono e suono. Alcuni minuti dopo la porta si apre, entro e salgo alcuni scalini che mi portano dritta all'ascensore. In poco tempo arrivo al quarto piano e, una volta che la porta dell'ascensore si apre mi compare lui davanti alla porta del suo appartamento ad osservarmi.

"Be' devo farti i miei complimenti, sei splendida!", dice. Cavolo! Mi sto seriamente spaventando, lui che fa dei complimenti a me.
"Grazie", rispondo avvicinandomi. Si sposta per farmi entrare in casa sua e richiude la porta alle sue spalle una volta dentro. Indossa i suoi soliti vestiti eleganti che ama tanto. Elegante in qualsiasi circostanza. Noto il suo appartamento moderno, abbastanza spazioso. I mobili sono color grigio rovere, mentre i divani in tessuto di un marroncino scuro. Vicino alla finestra la tavola è apparecchiata: tovaglia beige, piatti del medesimo colore, bicchieri e posate di cristallo.

Mi fa accomodare fino al divano. "Ti prendo qualcosa da bere?" domanda.
"Forse è meglio di no" mormoro, sento già l'ansia assalirmi solo per il fatto di averlo così vicino.
"Oh avanti, non vorrai mica farmi bere da solo questa sera". Mi mordo a sangue il labbro inferiore, immaginavo che sarebbe successo.
"Va bene! Ma solo un goccio" acconsento in controvoglia, torturandomi le mani nervosamente. Scompare e riappare pochi secondi dopo con un bicchiere di vino che mi porge.
"Hai davvero un bell'appartamento, mi piace", dico cercando di togliermi quell'ansia di dosso.
"Grazie, ma non credo di rimanerci molto anche perche' sono in affitto" dice posando il bicchiere sul tavolino.
"Tu invece? Hai intenzione di rimanere in quella casa?" domanda.

"La mia intenzione è quella di comprare un appartamento più al centro, ma visti i prezzi alti non so quando sarò in grado di comprarla. Pensa che ne stavo scegliendo una quando stavo con il mio ex, ma alla fine ci ho rinunciato"
"Capisco, con il tuo ex è chiusa definitivamente o vi sentite qualche volta?" chiede tornando a sorseggiare il suo vino.
"No è chiusa definitivamente, e poi dovresti saperlo che non torno mai indietro sulle scelte che faccio"
"Si questo è vero, ma certe volte uno ci ripensa" dice.
"Si ma non nel mio caso, sono convinta ancora adesso che Jimin non è l'uomo adatto a me, siamo troppo diversi e abbiamo idee diverse per il nostro futuro".
"Ah per questo posso capirti alla perfezione" dice.

"Vogliamo accomodarci a tavola? È tutto pronto" dice alzandosi e incamminandosi verso il tavolino, "Ho cucinato tutto io eh, niente cibo da asporto" Una volta seduti, JungKook sembra non voler staccarmi gli occhi di dosso, mi irrigidisco e lui se ne accorge. "Stai bene?"
"Così così, sono solo un po' nervosa, tutto ciò mi innervosisce" ammetto.
"Mi dispiace, non voglio metterti a disagio, davvero". La cena procede tranquilla, ogni tanto JungKook tira fuori degli argomenti su cui parlare altre volte ci ritroviamo entrambi in silenzio, ancora non riesco a capire il senso di questa serata insieme.

"JungKook" pronuncio il suo nome richiamando la sua attenzione. Solleva lo sguardo dal piatto, e quando ricevo la sua attenzione capisco che è pronto per ascoltarmi. "Non capisco ancora il senso di questa cena".
I lati della sua bocca si sollevano in su creando un perfetto sorriso che fa accelerare il mio cuore. "Te l'ho detto. È per scusarmi e... anche per passare un po' di tempo insieme a te" dice. Mi sento avvampare peggio da un fuoco ardente e le mani mi sudano più del solito, persino i suoi occhi fissi sui miei non mi aiutano a stare meglio.
Tira indietro la sedia per alzarsi e per venire nella mia direzione mentre la mia mente inizia a farsi già mille problemi. Si avvicina pericolosamente accarezzandomi il volto.
"JungKook"
"Sei bellissima". Lo richiamo, ma non mi ascolta affatto, con gesti lievi continua a sfiorarmi.
"JungKook" lo richiamo di nuovo. "Smettila!" dico.

"Non ho la minima intenzione di smettere". Non so nemmeno come e con quale velocità mi ritrovo lui avvinghiato, e le sue labbra che combaciano perfettamente con le mie. Sbatto più volte le ciglia, credo sia un sogno ma se JungKook lo vedo così vicino vuol dire che è la realtà. Mi avvicina ancora di più a sè, e quando sento la sua mano intrufolarsi sotto il vestito indietreggio.
"JungKook finiscila!" dico, alzandomi. Se non posso andarmene l'unica soluzione è di allontanarmi, ma a quanto pare il mio tentativo di fuggire il più lontano possibile non riesce visto che JungKook mi segue.
"Devi solo rilassarti"
"Rilassarmi, rilassarmi! Bé non ci riesco, sarò rilassata una volta a casa". Mi afferra per le spalle trascinandomi con sé fino al divano. "Bene, ora poggia la schiena allo schienale e respira" dice avvicinandosi.

"Oh per favore Jungkook" blatero. Il mio obiettivo è di fuggire nuovamente da lui, ma questa volta mi blocca ancor prima di alzarmi. Mi ritrovo alcuni minuti dopo sdraiata sul divano con un JungKook che mi sta baciando con più foga di prima. Inizia a baciarmi sul collo, mordendolo appena con i denti. Poi si avvicina all'orecchio. Credo di aver davvero il senso della ragione da quando mi sono ritrovata le labbra di JungKook. Torna a far scorrere le sue dita sulla mie pelle precisamente sotto il vestito, e tenta di sfilarmelo di dosso.
"Mmh" mugugno "Non farlo".

"Perché no? Voglio toccare e guardare il tuo corpo" sussurra. Qualche minuto dopo sfila l'indumento mostrando il mio reggiseno nero. Mi maledico mentalmente per essermi arresa così velocemente e per non aver fatto resistenza. Le sue labbra raggiungono l'addome, baciando ogni centimetro. Porto le mie mani sulla sua camicia e mi ritrovo alle prese con i bottoni della sua camicia che sfilo di seguito.
"Credo...che dovremmo spostarci da qualche altra parte della casa"
"Non ci penso nemmeno JungKook" protesto decisa. Sorride beffardo, si alza e mi prende in braccio.
"Per l'amor del cielo mettimi giù JungKook" borbotto imprecando verso di lui mentre mi porta nella sua camera.

Una volta in camera mi posa sul letto sdraiandosi di fianco a me. Mi tira a sè facendomi mettere sopra di lui, mi afferra la nuca baciandomi ancora. L'altra mano viaggia sul mio fondoschiena. Le sue labbra sono rosse e gonfie a causa dei troppi baci. Ribalta le posizioni e si accanisce tra le clavicole e il collo dando dei baci famelici.
"Voglio andare a casa JungKook" dico. Riprendo la mia lucidità per non andare oltre.
"Non credi sia troppo tardi ora Miyon?". Tento di alzarmi ma JungKook mi afferra per le spalle sbattendomi sul letto. "Non pensarci piccola" sussurra vicino al mio orecchio "Dobbiamo riprendere ciò che abbiamo sospeso un minuto fa". Riprende ad afferrarmi il viso e torna a baciarmi nuovamente, sparisce anche il resto degli indumenti lanciati da qualche parte della stanza. Questa volta senza fare resistenza mi lascio trasportare da lui. Una voce all'interno mi dice di contraccambiarlo, l'altra mi dice che quello che sto facendo è sbagliato, spero solo di non pentirmene.



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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


capitolo 13 Sollevo le palpebre ed osservo la stanza, ho dei ricordi confusi ma, la figura di fianco a me che dorme profondamente mi fa riaffiorare alcuni ricordi. Proprio come avevo previsto, i sensi di colpa iniziano a farsi più vividi anche se, scompaiono quando lo vedo dormire così rilassato. Dire che non mi attrae sarebbe qualcosa di non vero.
Mi sollevo dal letto scostando le coperte, poggio i piedi a terra e afferro i miei indumenti dandomela a gambe in punta di piedi. Fuggire è l'unica alternativa anche perché non voglio ritrovarmi a parlare con lui di questo argomento, mi sento troppo in imbarazzo a tal punto da farmi arrossire al solo pensiero. Ho bisogno solo di riflettere un po' e starmene da sola per cercare una soluzione coerente. Per tutto il tragitto verso casa non faccio altro che chiedermi come, come siamo arrivati a tutto ciò? Cioè noi ci odiamo eppure lui ieri sera non sembrava affatto di quest'idea. Scarto totalmente il pensiero che io posso piacergli, insomma gli piacciono quasi tutte le donne. Forse, il suo obiettivo era quello di portarmi a letto per poi ricattarmi? O cavolo, sto tornando a farmi mille paranoie che mi sto persino perdendo la strada del ritorno.

Anche se non voglio pensarlo lo penso ugualmente, non posso non dimenticare ciò che è successo tra noi ieri sera, al solo pensiero dei suoi baci mi tornano i brividi lungo la spina dorsale, forse peggio di una scarica di una corrente elettrica. L'unica soluzione buona per il momento è quella di evitarlo, almeno non sarò costretta a parlare dell'argomento più imbarazzante della mia vita con JungKook. Sono convinta che poi mi passa, ma per ora ho seriamente l'ansia di affrontare lui e di affrontare l'argomento.

Quando rientro a casa vengo accolta dal mio favoloso cugino con una faccia più che curiosa e impaziente, so già dove vuole andare a parare perché lui sapeva tutto fin dall'inizio. Mi aveva persino avvisata e io? Che cosa ho fatto? Ho persino acconsentito. Che stupida accidenti!
"Va bene avevi ragione, non guardarmi con quella faccia, chiaro?" dico agitando la mano.
"Avevo ragione su cosa? O una strana amnesia a riguardo" dice facendo il vago.
"Te la do io l'amnesia. Non far finta nulla, ti ricordi eccome" gli punto il dito contro e nello stesso istante mi avvicino a lui.
"Non mi ricordo davvero! Rinfrescami la memoria tu" sogghigna con la faccia da spavaldo, il che non può farmi che innervosire. 
"Lo stai facendo chiaramente apposta. Mi vergogno a dirlo ok? Persino se ci penso mi vergogno, quindi per favore non farmi soffrire più del dovuto" dico tutto nella frazione di un secondo senza prendere un attimo di respiro e, alla fine mi ritrovo persino senza ossigeno. 
"Ok, ti ha portata a letto. Proprio come il sottoscritto aveva previsto"
"Ti prego non dirlo, non dire quella parola, non voglio ascoltare" nello stesso istante mi tappo le orecchie per non ascoltarlo.

"Oh avanti non è nulla di grave! Ti piace! Non vedo il motivo di tanta vergogna"
"Certo non è nulla di grave quando è la prima volta che lo fai, per giunta con una persona che hai odiato per così tanto tempo, ma ora ti uccide dentro per il suo cavolo di fascino e per il suo modo di baciarti" Realizzo poco dopo ciò che ho detto rimanendo a bocca aperta persino io e non solo mio cugino. "Oddio che cosa ho detto?" mormoro.
"Io veramente pensavo che...si insomma, tra e te e Jimin..."
"Non c'è stato nulla, ne con lui e ne con gli altri" confesso.
"Sto iniziando a capire del perché ti hanno mollata cara cugina"

"Cosa vorresti insinuare?"
"Nulla" dice sollevando le mani in aria. "Solo che, ora comprendo il reale motivo del perché le tue relazioni non vanno a buon fine" prosegue poi.
"Senti, è meglio se lasciamo perdere questo argomento perché non sono dell'umore giusto e, tra l'altro non ho voglia di parlarne"
"Va bene ma...quindi cosa hai intenzione di fare ora?" chiede. Lo stava facendo decisamente apposta, gli avevo appena detto che non volevo parlare di questo argomento e lui rigira il coltello nella piaga.
"Secondo te? Lo evito, almeno fino a quando non mi sentirò pronta per parlare di questa cosa" confesso.
Annuisce senza darmi una risposta, sta forse insinuando che è dalla mia parte e che faccio bene a evitarlo? "Sono convinta che sarà lui stesso a venirti a parlare"
"Non ricominciare con le tue supposizioni per favore, altrimenti si realizzano per davvero"
"Comunque...com'è stato?" chiede.

"Com'è stato cosa?" si gratta la nuca prima di prendere parola. "Hai capito! Quella cosa". Rimango nuovamente a bocca aperta per l'atteggiamento sfrontato che si ritrova mio cugino. "Luhan...ma che cavolo di domande mi fai?"
"Pensi che è stato favoloso, non è vero?". Aveva colto il bersaglio in pieno. "Be' diciamo che..."
Scuote la testa a destra e sinistra interrompendomi, "No niente diciamo, è così! Te lo si legge in faccia. Sei troppo trasparente per poter nascondere cose simili cuginetta" afferma.
"A proposito, come lo hai evitato questa mattina?" domanda.
"Sono uscita di nascosto" rispondo. "Ohhh tipico di te scappare".
"Stava dormendo e non mi andava di svegliarlo tutto qui".
"So che non è così, quindi non dirmi balle. A questo punto visto che sei fuggita credo che la situazione cambia perché te ne sei andata senza avvisarlo"
"Luhan ascolta, per un momento voglio solo godermi questa tranquillità, anche perché devo riflettere su qualcosa di sensato" ammetto.

Nemmeno il tempo di finire la frase che il mio maledetto cellulare inizia a trillare. Il mio pensiero va dritto a JungKook e mi viene persino l'ansia di prendere il telefono.
"Che fai non rispondi?" mi distrae Luhan.
Apro la borsa e mi metto a cercare quell'inutile oggetto che trovo in poco tempo.
"Pronto?" rispondo.
"Miyon, ma dove diamine sei?" sbraita furioso JungKook dall'altra parte del telefono. A quanto sembra è davvero nervoso, e io sono davvero in ansia. "JungKook, mi dispiace ma devo chiuderti ne parliamo dopo ciao" richiudo in fretta e furia la chiamata senza ascoltare minimamente la sua risposta.

"Ma che stai combinando?" Mi chiede Luhan.
"Non voglio parlare con lui, forse era meglio non rispondere fin dall'inizio". Il cellulare continua a squillare per la seconda volta così, lo spengo senza pensarci due volte.
"Non puoi evitarlo per sempre"
"Lo so, ma per il momento è questa l'unica cosa che riesco a fare" 
"Anche se hai intenzione di evitarlo prima o poi lo vedrai in ufficio"
"Lo so, intanto oggi dobbiamo andare a pranzo dai miei e sarà un motivo in più per non pensarci e, lunedì mattina analizzerò la questione sul da farsi. Molto probabilmente gli dirò che è stato tutto un errore, lui sarà sicuramente d'accordo con me e finirà tutto lì. Tornerà tutto come prima te lo garantisco"
"Hai pensato all'idea che potrebbe non essere d'accordo? Forse per lui non è stato un errore"
"Lo è stato, credimi" affermo.





***





Arriviamo in poco tempo a casa dei miei genitori, e dopo i vari saluti tra mio cugino e i membri della famiglia ci sediamo a tavola.
"Tesoro, Jimin anche oggi è a lavoro?" chiede mia madre.
Ho la convinzione di aver mentito per troppo tempo sulla mia relazione finita già da un bel pezzo, la cosa giusta è quella di dirle la verità.
"Mamma,  io e Jimin ci siamo lasciati, e anche da un bel po' di tempo" affermo.
Dire che è rimasta a bocca aperta e con gli occhi sgranati era poco. "Ma com'è possibile? Stavate così bene insieme!"
"No mamma, tutto era sbagliato tra noi. A partire dalle idee che avevamo. Scusami per non aver detto subito la verità, non me la sentivo" ammetto.
"L'importante e che tu sei felice" dice. Mio padre al contrario sembra impassibile, non ha espresso nessun giudizio.

"Miyon" mio fratello mi richiama attirando l'attenzione di tutti.
"Voglio presentarti uno dei miei amici" pronuncia di colpo.
Roteo gli occhi al cielo "Non ne ho nessuna voglia" ribatto.
"Perché no?" si intromette mia madre. "Ti stai forse vedendo con qualcuno?" questa volta la domanda arriva da parte di mio padre.
"Certo che no, ma non mi va di conoscere qualcun'altro" rispondo sincera, in effetti è la verità perché tra me e JungKook non c'è nulla.
"Allora puoi conoscerlo visto che non ti stai frequentando con nessuno" insiste Hoseok. La disperazione inizia ad assalirmi ma, qualcuno sembra arrivare in mio soccorso.

"Fuori c'è una macchina di gran lusso che sta parcheggiando proprio in questo momento" dice Luhan indicando il dito verso la finestra. Di scatto si girano tutti e si precipitano verso la finestra. Mi avvicino anche io per osservare la scena e non appena vedo JungKook scendere dalla sua macchina il mondo mi cade addosso. Qualche minuto dopo sentiamo suonare il campanello e Luhan si precipita alla porta. Inizio a pensare a mille alternative per non incontrarlo, ma questa volta l'ha pensata proprio bene. Spegnere il cellulare non è stata una bella idea e persino venire qui.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


capitolo 14 "È qualcuno che conosci?", mi chiede mio padre con voce sospettosa.
"È un collega", dico perché non so cos'altro dire.
Poco dopo entra Luhan. "Miyon c'è quel tuo amico", gli lancio uno sguardo fulmineo e subito si corregge. "Volevo dire il tuo collega. Dice che deve parlarti assolutamente, l'ho fatto accomodare in soggiorno" annuncia.
"C'è anche il cellulare, non poteva usarlo?" chiede Hoseok.
"È scarico!", balbetto sentendo le gote scottare. "Be' torno subito", dico alzandomi dalla sedia. Ma come ha fatto a trovare la casa dei miei genitori? Mi chiedo, mentre con passo svelto raggiungo l'altra stanza, JungKook è seduto sul divano come se fosse a casa sua, percepisco che non prova alcun imbarazzo, sembra a suo agio. Anche se, nel momento esatto in cui sono entrata la sua faccia è diventata più tesa.

"Ma brava! Sei scappata come al tuo solito" dice incrociando il mio sguardo.
"Cosa diavolo ci fai qui?", chiedo furiosa avvicinandomi a lui.
"Hai spento tutti i telefoni e non eri nel tuo appartamento quindi, ho pensato di chiamare il tuo caro cuginetto per indagare sulla tua posizione"
Luhan me la pagherà sicuramente. Come ho fatto a non capire che è stato proprio lui a dargli l'indirizzo!
"Ora che sei qui cosa intendi fare?". Nello stesso istante in cui apro bocca i miei genitori si trasferiscono nella stanza facendo il loro ingresso. Jeon Jeongguk non appena vede i miei genitori si alza e porge la mano a mia madre con fare galante presentandosi. Il solito ruffiano! Persino mia madre rimane incantata da tale bellezza, nemmeno avesse visto un Dio. Aspetta un attimo, ma lui è davvero un Dio. Ma cosa sto pensando? Mi schiaffeggio mentalmente maledicendomi da sola.

"È successo qualcosa di grave?" chiede mia madre a JungKook.
"No, solo una piccola urgenza", dice mentendo in maniera impeccabile.
"Allora, dopo aver risolto può fermarsi a pranzo qui", suggerisce mia madre. Sbianco improvvisamente, neanche se avessi visto un fantasma. Devo impedirlo, non può rimanere qui con i miei, no non lo posso permettere.
"Non può rimanere qui perché ha da fare, non è vero?" dico voltandomi verso di lui dandogli una gomitata di nascosto.
"Veramente no, sono disponile", risponde lui lanciandomi un'occhiataccia.
"Ma è perfetto allora" dice mia madre entusiasta.
"Accomodati pure" interferisce mio padre, che fino ad ora è stato in silenzio. Viene a farci visita anche mio fratello e il cuginetto che fa la spia.
"Io sono Hoseok, il fratello maggiore di Miyon" dice porgendogli la mano, lui contraccambia presentandosi. A mio fratello non è mai andato a genio JungKook, più per il suo titolo. Secondo lui mi spezzerà facilmente il cuore uno come lui."Non sei quel famoso erede? Ho visto molte foto su di te"

"Credo che se mi hai visto in foto non posso negarlo" conferma fiero.
"Erede?" chiede mia madre sconvolta.
"Si, sono l'erede della famiglia Jeon" ripete, come se quel titolo fosse la cosa più importante. Ci sono minuti di imbarazzo dopo la grandiosa scoperta. Intervenire è l'unica alternativa. "Ehm JungKook che ne dici di fare un giro fuori mentre aspettiamo?!", gli propongo afferrandolo saldamente per un braccio.    
JungKook per fortuna sembra capire il mio intento, cioè quello di portarlo via dalla gabbia dei leoni. Si è accorto persino lui che la mia famiglia è rimasta smarrita.
"Certo", risponde calmo.
Lo sottraggo dagli sguardi della mia famiglia e, per fortuna non aggiungono altro, ma ci lasciano allontanarci da loro.
Una volta fuori al giardino, tiro un sospiro di sollievo ben udibile. "Ma come ti è venuto in mente di venire qui", dico rimproverandolo.
"Perché?" domanda non capendo il motivo.
"E me lo chiedi pure? Ti sei presentato qui e per giunta dici persino che sei l'erede della famiglia Jeon" sospiro nuovamente portando una mano alla tempia massaggiandola, "Oh povera me" mormoro a bassa voce.
"Ero arrabbiato va bene? Di chi credi sia la colpa? Non puoi immaginare quante volte ho provato a chiamarti". È chiaro che non ha tutti i torti, però questa non è stata di certo una delle sue idee migliori.

"Cosa vuoi che ti dica? Ho sbagliato va bene? Non posso farci nulla se il panico, l'ansia e l'imbarazzo più totale hanno preso possesso di me", ammetto agitata.
"Wow, non posso crederci, per una volta lo stai ammettendo. Stai ammettendo quello che senti veramente".
"Ma guarda che io dico sempre quello che penso, ti stai sbagliando. E poi non ho ammesso nulla, mi sono resa conto solo di aver sbagliato. Ti avrei parlato domani, a lavoro"
"Allora puoi farlo ora"
"Fare cosa?" chiedo.
"Parlarmi, lo hai detto tu. Non aspettiamo domani visto che sono qui".
"Ehi aspetta, non ho ancora preparato nessun dialogo! Per domani sarà pronto".
JungKook inizia a ridere, credo di non averlo visto mai ridere così da tenersi la pancia. "Per fortuna, per una volta ti ho beccata impreparata. Non voglio sentire i tuoi dialoghi architettati il giorno prima e imparati a memoria".
"Ok ho capito, va bene. Allora...ieri sera...è stato tutto un grandissimo sbaglio e la cosa migliore da fare è quella di dimenticare di tutto"

"Lo immaginavo, ormai mi sei così trasparente che conosco a memoria tutte le tue risposte", dice. "Puoi ingannare qualcuno che non ti conosce, ma non me".
"Immagino che sei d'accordo anche tu!"
"L'ho forse detto?" chiede scrutandomi. "Non sai cosa penso!"
"Beh allora dimmelo!".

"Sei stata bene ieri sera?", chiede.
"Si, ma io non sono il tipo di ragazza che sta con te per una nottata e basta. Siamo diversi JungKook. Vogliamo ribadire tutte le discussioni che sono successe tra di noi? Mi dispiace, ma non succederà più nulla" ribatto convinta della mia idea.
"Ti stai chiaramente sbagliando Miyon, anche se sono accerchiato da belle donne questo non significa che sono andato a letto con tutte". Poco dopo mi attira a sé con l'intento di baciarmi. Lo respingo, indietreggiando.
"Non farlo!" gli ordino.
"Perché non dovrei?" chiede con tono di sfida.
"Perché non voglio, chiaro?" gli rispondo a tono.

"A me invece non sembra" ribadisce. Ci guardiamo per alcuni istanti fino a quando non mi afferra nuovamente stringendomi.
"Vuoi lasciarmi?" dico nel tentativo di liberarmi.
"E tu vuoi calmarti un attimo" ribatte.
"No, non voglio", incontro nuovamente i suoi due bellissimi pozzi neri.
"Dovresti vedere la tua faccia" ride. La sua presa mi impedisce di muovermi. "Lasciami andare JungKook!"
"Ti lascio solo se...mi dai un bacio".
"Poi mi lascerai davvero stare?", gli chiedo quasi esasperata.
"Mantengo sempre le mie promesse" dice. Mi avvicino pian piano al suo viso, il suo braccio circonda la mia vita e in poco tempo mi ritrovo attaccata al suo corpo e alle sue labbra che si impossessano delle mie. Luhan fa irruzione sulla scena poco dopo. Rimane ad osservarci quasi stupito, finché non ci allontaniamo.
"Ah ecco...io volevo solo dirvi che il pranzo è pronto" ci avverte, grattandosi la nuca.
"Ehi, io e te abbiamo un conto in sospeso" gli dico puntandogli il dito. Se la da a gambe non appena gli dico ciò.
"Vogliamo andare?", chiedo a JungKook.
"Certo" risponde, dandomi un bacio a stampo. 

   

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


capitolo 15 Pranzare a casa dei miei non è stata una bella idea, il peggior giorno della mia vita. Non faccio altro che ricevere occhiatacce da parte di mio fratello, ho l'impressione che da un momento all'altro se ne riuscirà con una delle sue frasi inappropriate.
"Allora JungKook..." inizia mio fratello Hoseok, proprio come avevo immaginato, "Tu di cosa ti occupi?". Questo è solo l'inizio, conoscendo mio fratello arriverà ad altro.
"Mi occupo dello stesso lavoro di tua sorella".
"E ti piace questo lavoro?", chiede ancora Hoseok. Nel frattempo, io non riesco a star ferma e inizio a battere l'indice sul tavolino, peggio di un tic nervoso.
"Certo" conferma JungKook tirando uno dei suoi soliti sorrisi.
"A parte lavorare per la stessa banca direi che tu e mia sorella siete troppo diversi".

"Hoseok" decido di intervenire prima di farlo andare oltre. "Io e JungKook siamo solo colleghi, va bene?" dico. Hoseok sembra rivolgermi un altro sguardo, l'aria è decisamente più tesa.
"Non ti occupi degli affari di famiglia, come fa ogni erede?" chiede ancora. Sembra intenzionato andare avanti con le domande e, da come si è messa la situazione dubito che la smetta. "Adesso no, c'è mio padre che provvede a tutto ciò"
"Quindi per quale motivo vai a lavorare quando puoi startene tutto il tempo senza far niente?"
"Mi guadagno da vivere con il mio lavoro come chiunque altro, starmene seduto tutto il tempo non mi porta nessun guadagno"
"In questa famiglia nessuno di noi guadagna così tanto, a parte mia sorella che con il suo lavoro non fa altro che far diventare la gente ricca sempre più benestante".
"JungKook, devi sapere che in questa famiglia il mio lavoro non è ben visto dai miei famigliari" gli spiego.
"Un lavoro ha valore solo se ci si occupa della gente più umile? Credo che questo pensiero che avete è davvero ingiusto"
"Non ci aspettiamo di certo che tu possa capire i problemi della bassa società, d'altronde sei l'erede della famiglia Jeon" dice mio padre che fin'ora era stato ad ascoltare tutta la scena in assoluto silenzio. 

"Sentite, ora basta! Voglio ricordarvi che siete stati proprio voi a invitare JungKook" mi sentivo in dovere di difenderlo, l'atteggiamento che hanno assunto i miei non aveva alcun senso.
"Tranquilla Miyon, non devi difendermi" dice rassicurandomi.
"So che sai difenderti, mi infastidisce il modo sgarbato che usano, tutto qui. Vengo per riposarmi, per distrarmi dal mio lavoro e dallo stress caotico della città, ma a quanto pare non riesco a rilassarmi nemmeno qui". Sembrano ritrovare il lume della ragione finalmente. "Parliamo d'altro" propone mia madre.












***
 







Dopo aver concluso il pranzo mi alzo dal tavolo con la speranza di tornarmene a casa mia.
"Quando passi da queste parti JungKook non esitare a fermarti", gli dice mio padre.
"Molto volentieri, grazie". JungKook gli stringe la mano e poi saluta gli altri. Nel frattempo io richiamo l'attenzione di mio cugino per convincerlo a tornare a casa.
"Dobbiamo proprio andare?" mi chiede.
"Certo che dobbiamo andare e anche in fretta". Usciamo tutti e tre dall'abitazione, ma prima di salire nella mia vettura JungKook mi blocca. "Una volta a Seoul possiamo parlare?" mi domanda.
"Per quale motivo?" chiedo. Tutto quel discorso di oggi non è stato sufficiente?
"Ho bisogno di parlarti" dice senza spiegarmi le motivazioni.
"Va bene" concludo. Per alcuni istanti rimaniamo a fissarci e nessuno dei due sa cosa dire di preciso.
"Allora ti aspetto questa sera" gli dico.
"Ok" annuisce e si dirige verso la sua macchina.








***







Appena tornata a casa non mi resta altro che fare un bel discorsetto con il mio caro cuginetto, ma a quanto pare mi anticipa.
"Non arrabbiarti con me ok?"
"Ah no? E allora con chi dovrei farlo? Sei stato proprio tu a dirgli dov'ero"
"Lui mi ha detto che aveva urgenza di parlarti, non pensavo che in realtà voleva venire per baciarti appassionatamente"
"Ma cosa? Lui non è venuto per baciarmi e comunque viene qui dopo per parlare perché a quanto pare non ha ancora finito"

"Lo so io come deve parlarti" annuisce sorridendo maliziosamente.
"Luhan smettila!" protesto tirandogli una sberla su un braccio.
"È cotto di te! Te lo dico io" dice.
"Non è vero".
"Oh si che è così, se proprio vogliamo essere chiari lo sei anche tu, precisamente dopo che ci sei andato a letto" insiste.

"Luhan finiscila, altrimenti saranno guai grossi per te". La vibrazione del cellulare interrompe la conversazione, afferro il telefono leggendo il nome sul display e con un sospiro e con un po' di coraggio rispondo. "Hoseok" dico sconsolata.
"Adesso esci con lui!" dice. "Te l'ho detto anche l'altra volta Miyon, lui ti farà soffrire perché non vuoi ascoltarmi per una volta?"
"Non lo sto frequentando" mi limito a rispondere.
"Stai facendo un grande errore, e poi tutti noi lo detestiamo"
"Non sono affari tuoi Hoseok" preciso. "Ora ti saluto perché ho da fare" gli dico.
"Va bene, ma non farmi stare in pensiero, chiaro?" conclude Hoseok.
"Chiaro" rispondo, prima di chiudere la chiamata.







***







JungKook citofona, apro e mi ritrovo faccia a faccia con lui.
"Ciao" si affretta a dire entrando.
"Ciao" rispondo.
"Stai bene?" mi domanda con aria interrogativa. Annuisco lievemente, ma chiaramente non è in quel modo. Lo faccio accomodare nel salone e lui si siede sulla poltrona, a ruota lo seguo anche io. "Di cosa volevi parlarmi?" gl chiedo andando dritta al dunque.
"Di ciò che è successo l'altra sera" conferma serio.
"Senti JungKook, ti ho già detto quello che penso: è stato un errore e vorrei tanto dimenticare ciò che è successo... non vedo cosa c'è di non chiaro".
JungKook mi guarda con sguardo deciso, quando fa così non c'è speranza che la conversazione si concluda subito.
"Non dirmi che è stato un errore perché siamo entrambi attratti l'uno dall'altra. Tra noi non c'è stato solo sesso" cerca di convincermi. "Miyon, mi attrai dal primo giorno che sei entrata in quella maledetta banca" confessa.
"Ah" dico sorpresa. Dopo tutti i litigi che ci sono stati me lo viene a dire solo ora.
"Da parte tua?" chiede.
"Non penso" dico sincera, "Non ci ho riflettuto a fondo".
"Sei così trasparente Miyon, perché continui a dire delle cose a cui nemmeno tu credi?" mi rimprovera.

"JungKook" lo richiamo, "Concludiamo questa conversazione".
"Non ne ho intenzione, almeno fino a quando non troveremo una soluzione. Potremmo...provare a frequentarci" propone.
"Stai bluffando. JungKook noi due siamo completamente diversi vuoi capirlo?"
"Ti stai sbagliando Miyon" dice deciso a non mollare. "Non venirmi a dire che non vuoi frequentarmi per la differenza di classe".
"Quello c'entra anche, e tutto ciò che ti circonda che è diverso rispetto alla mia vita. Tutte le donne che hai attorno, la vita movimentata, non riesco a gestire tutte queste cose. Io voglio solo un rapporto tranquillo e non una vita frenetica come la tua".
"Miyon frequentiamo" insiste nuovamente.
"No, hai finito adesso?" dico convinta.

"Ti ho detto che fino a quando non troveremo una soluzione non me ne andrò" In maniera inaspettata mi bacia. Vengo rapita dalle sue labbra dalle quali non riesco a staccarmi. Non voglio che succeda tutto ciò eppure, non riesco a respingerlo.
"Andiamo in camera tua" dice lussurioso.
"No, non se ne parla, assolutamente no!" esclamo liberandomi dalle sue braccia.
"Non c'è problema, significa che la troveremo" dice trascinandomi con sé. Prova a prendermi in braccio. "Non ci provare, non voglio averti vicino".
JungKook ride di gusto. "Hai paura di me oppure di finire di nuovo a letto con me?"

"Io non ho paura proprio di nulla, chiaro? Se non ti dispiace, visto che abbiamo concluso la conversazione puoi andartene per favore?".
Sembra nemmeno ascoltarmi visto che va a sedersi sul bordo del mio letto. Lo seguo sedendomi di fianco. "Non hai grandi problemi con le donne, quindi puoi pur sempre chiamare qualcuna che ti soddisfi".
"È questo il grande problema?"
"Ti ho spiegato che non è solo questo, non voglio un donnaiolo ma una persona seria".
"Io propongo di frequentarci, non dobbiamo uscire sempre, ci vediamo quando vuoi tu".

"Tu vuoi solo venire a letto con me, oltre che a vedermi".
"Questo è vero, ma voglio anche vederti. Alla fine della serata se non vuoi venire a letto con me non ti costringerò di certo"
Il mio silenzio viene interpretato come un assenso per lui a quanto pare, perché poco dopo mi afferra per i fianchi facendomi sdraiare sul letto.
"JungKook che fai?" dico ribellandomi ancora.
"Quello che abbiamo interrotto stamattina" dice riprendendo a baciarmi con foga. Smetto di dimenarmi, riesco a percepire meno forza di volontà per respingerlo, a causa sua e dei suoi dannati baci.

 









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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


capitolo 16 Continuiamo a baciarci per minuti, a quanto pare JungKook non è dell'idea di andarsene e io, come al solito non sono riuscita a resistere a queste cose folli. Mi morde con i denti il labbro inferiore e inserisce la lingua al nostro bacio passionale, dando il via a una danza che non terminerà per le prossime ore.
"Mh, JungKook c'è Luhan in camera sua. Dobbiamo fermarci" lo interrompo posando le dita sulle sue labbra.
"Chiuderemo la porta" sorride maliziosamente e con un movimento rapido da un calcio alla porta.
"Vuoi per caso distruggermi la casa?"
Avanza verso il letto e una volta sopra a carponi si avvicina posizionandosi sopra di me. "È possibile, almeno hai la scusa per restare a casa mia"
"Non sperarci" mormoro. 

Posa le labbra soffici sul mio collo e lascia una serie di baci umidi, lo vedo fermarsi per succhiare una parte di pelle che stringe fra i denti.
Nella stanza illuminata da quella poca luce notturna lo vedo liberarsi dei suoi indumenti per scoprire il suo fisico: dai pettorali scolpiti alle cosce toniche.

Toglie velocemente anche i miei vestiti e nell'arco di pochi secondi si impossessa di me, ci uniamo insieme ancora una volta e, ancora una volta mi sento in colpa per ciò che è successo.







***






In questo primo giorno della settimana mi ritrovo a riflettere nel mio ufficio invece di lavorare, anche perché mi resta quasi impossibile concentrarmi visto che non faccio altro che pensare a JungKook e alla nostra relazione strana. Io e lui ultimamente abbiamo passato troppo tempo insieme e tutto ciò non va bene perché lui mi piace, più i giorni passano e più rischio di innamorarmi sempre di più. Tento di resistere con il mio carattere particolarmente freddo, ma lui il mio nemico, sta riuscendo nel suo intento. Odio ammetterlo ma è la verità.

In ufficio fin dall'inizio ci siamo sempre ignorati e abbiamo continuato a farlo fino ad oggi, ma una volta fuori dall'edificio le cose cambiano perché lui passa la maggior parte del tempo con me. È accaduto tutto l'opposto di quello che speravo, JungKook ha invaso i miei spazi, ci siamo ritrovati a uscire insieme non si sa quante volte e come se non bastasse ha trascorso parecchie notti insieme a me. Sono talmente assorta che non mi accorgo neanche che Yoongi è seduto davanti alla mia scrivania.
"Stai bene Miyon?" dice, richiamando la mia attenzione.
"Diciamo di si" rispondo non molto convinta.
"C'entra per caso JungKook?" chiede curioso.
"JungKook? Oh no..." affermo convinta. Sorride beffardo mormorando un 'certo certo'.
"Cosa pensi di sapere Min Yoongi?"
"Oh nulla di che...solo, che state insieme" dice per nulla scosso.

"Noi non stiamo affatto insieme!" esclamo, mi alzo di scatto facendo spaventare persino lui. "Ci siamo visti qualche volta, ma nulla di più".
"Miyon, qui dentro abbiamo capito tutti che hai cercato di resistere in tutti i modi, proprio come quando un avvocato lotta fino alla fine pur di far vincere il suo cliente, ma...non hai resistito ti sei innamorata di lui"
"Io non sto affatto resistendo e non sono innamorata di lui". Lui alza le spalle, "Se lo dici tu! Qui tutti abbiamo scommesso" lo fisso per un attimo incredula, "Scommesso? Scommesso cosa?"
"Che cederai sicuramente a lui" ammette.
"Voi avete fatto una scommessa su di noi? Ma non avete niente di meglio da fare?" sbraito. Mi alzo per chiudere la porta e per non far sentire la nostra conversazione a orecchie indiscrete.
"Perché, cosa c'è di male?"
"Yoongi, forse è meglio se non ti rispondo, potrei non ragionare su quello che dico" mi massaggio frettolosamente le tempie per il nervoso.
"Va bene, non aggiungerò altro" dice poco dopo alzando le mani in aria. "Però una cosa devo dirla" ricomincia ancora, "Si vede che le cose tra voi sono cambiate, ho notato che nell'ultimo periodo lui ti guarda in modo diverso, e anche tu guardi lui sotto un'altra forma...è chiaro che..." interrompo Yoongi prima che possa aggiungere altro. Quello che dice è vero e me ne rendo persino conto, ma farsi vedere vulnerabili per un ragazzo non è da me.

"È chiaro che nell'ultimo periodo siamo stati molto più in contatto per il lavoro, abbiamo legato un po' di più" mento ancora e lo affermo con tutta la mia convinzione.
"Se lo dici tu! Io torno a lavoro, se hai voglia di dirmi la verità sai dove trovarmi" dice mentre sta uscendo dalla mia porta.
"Ehi, guarda che ciò che ho detto è la verità!".
"Non credo proprio" urla, uscendo definitivamente.







***






Alcune ore dopo mi ritrovo a riflettere sulle parole di Yoongi, ora ci si mette pure lui! E non solo, anche la scommessa mi turba. Il tremolio del cellulare interrompe i miei pensieri, sobbalzo quando vedo scritto il nome di JungKook sul display. Accetto la chiamata scorrendo il dito sul tasto verde.
"Dimmi JungKook" rispondo nervosa.
"Tesoro, andiamo a pranzo insieme?", mi domanda dall'altra parte del telefono. Sono dell'idea di dirgli di si all'inizio, ma non voglio dimostrare di aver perso la testa per lui. La scelta migliore è quella di rifiutare.
"Mi dispiace JungKook, oggi proprio non posso" cerco di avere un tono molto convinto. "Oh! Va bene, allora ci sentiamo dopo tesoro". Chiudo frettolosamente la chiamata e ripongo l'aggeggio sulla scrivania.

Continuo a riflettere sul da farsi, fino a quando non mi viene un' idea. Afferro nuovamente il cellulare per chiamare mio fratello Hoseok, dopo due squilli risponde sorpreso della mia chiamata.
"Miyon, come mai questa chiamata?" il nostro rapporto è diventato teso, tutto da quando JungKook è venuto a casa. Per una volta ho deciso di acconsentire alla proposta di mio fratello.
"Hoseok, pensavo a quella tua proposta di farmi incontrare il tuo amico" gli dico.
"Si, perché no?" Percepisco un pizzico di gioia nella sua voce.
"È ovvio che tra te e quel tizio non ha funzionato..." borbotta.
"Hoseok, ti ho detto che non c'è stato nulla tra noi". Lo sento sospirare, ma poi ritorna sull'argomento che tanto gli interessa.
"Posso dargli il tuo numero e dirgli di chiamarti, va bene per te?"
"Si, come vuoi tu".
"Bene, brava sorella finalmente hai fatto una scelta giusta!". Improvvisamente mi è giunta la curiosità di incontrare l'amico di Hoseok, le mie aspettative sono positive per il momento, forse è più affascinante di JungKook, più affidabile e con le mie stesse idee.
 

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