Quel fantastico peggior anno della mia vita

di EleRigoletto
(/viewuser.php?uid=205339)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Iniziò tutto per caso,  in un umido pomeriggio di Settembre,  quando Thomas incontrò un gruppetto di persone che gli avrebbero cambiato la vita per sempre.  Ed una in particolare,  che gliela avrebbe migliorata ulteriormente. 
Thomas,  appena compiuti i suoi diciannove anni,  si apprestó ad alzarsi dal letto per andare a prepararsi,  dato che il mattino stesso si sarebbe dovuto dirigere in università per il suo primo giorno di lezione.  Inutile dire che si sentiva abbastanza nervoso e carico di aspettative;  inoltre avrebbe frequentato il corso di Economia con Teresa,  la sua migliore amica fin dall'infanzia,  e ciò lo tranquillizzò un pochino,  ma non abbastanza da impedirgli di farsi mille castelli per aria. 
Fortunatamente suo padre lo accompagnò in stazione dove si incontrò con Teresa per prendere il treno diretto alla città vicina dove si trovava la facoltà.
Thomas e Teresa parlarono per tutto il tempo,  o meglio,  lei parlò per tutto il tragitto e non sembrò intenzionata a smettere.  Parlò per una buona mezz'ora delle lezioni,  di progetti futuri,  di campagne a cui avrebbe voluto partecipare e a tante altre cose che a Thomas non interessavano particolarmente,  ma cercò comunque di prestarle attenzione e di rispondere nei momenti opportuni. 
Ad un certo punto,  però,  alla visuale di un ragazzo seduto due sedili più in là,  per poco non cadde dal seggiolino dov'era seduto. Il ragazzo aveva appena abbozzato una risata e si era ravvivato i capelli con un semplice e veloce gesto. 
Thomas non era sicuro del suo orientamento sessuale,  a dirla tutta non ci aveva badato più di un tanto,  perché prima di tutto, a lui doveva piacere la persona in sé,  indipendentemente se era maschio o femmina. 
Non era stato con molte ragazze,  giusto quelle storielle che erano finite male,  mentre non si era mai fidanzato con nessun ragazzo, ma aveva giusto avuto qualche cottarella mai andata oltre. 
Ora,  però,  si sentiva come attratto da quel ragazzo seduto poco più in là ... biondo,magro, occhi color nocciola e una maglietta aderente che gli metteva in risalto il petto e la muscolatura.  Stava ridendo e scherzando con qualcuno che non riusciva a vedere a causa della sua posizione. 
Thomas pensò almeno un centinaio di volte a quanto potesse essere bello. 
Era perso nei meandri dei suoi pensieri,  che non si accorse che il biondo si era girato dalla sua parte e lo stava guardando,  un sorriso timido che campeggiava sul suo volto e un'aria interrogativa. 
Thomas distolse lo sguardo e lo riportò su Teresa che non si era accorta minimamente di nulla e stava continuando a straparlare. 
Poco dopo il treno si fermò e andarono ad aspettare che le porte si aprissero. Thomas stava scendendo i gradini che portavano all'uscita della stazione,  era poco più indietro rispetto a Teresa,  stava tentando di raggiungerla,  quando si scontrò con qualcuno. 
Quel qualcuno si girò e per poco Thomas non perse un colpo. 
"Scusa." Mormorò al ragazzo biondo,  quello che stava osservando poco tempo fa sul treno. 
Era pronto a beccarsi un bell'insulto,  ma vide il biondino sghignazzare e sul suo viso campeggiare un'aria maliziosa. 
"Non puoi proprio fare a meno di venirmi dietro,  eh? " Disse poi con aria seria. 
Thomas rimase impietrito dall'imbarazzo e dal disagio.  Non sapeva cosa dire,  se andarsene via a cercare Teresa oppure se rispondergli a tono. 
Il biondo sembrò essersi accorto del disagio del ragazzo e si apprestò a dire:"Hey amico,  stavo scherzando! " Rise poi. 
Thomas si rilassò e tirò mentalmente un sospiro di sollievo.

In lontananza sentì chiamare:"Newt,  vieni che facciamo ritardo! " ed identificò un altro ragazzo, sembrava proprio di origini asiatiche,  in lontananza che si apprestava a venire verso di loro. 
Il biondo si girò ed annuì,  avanzando verso di lui. 
Stava per raggiungere l'asiatico,  quando girò lo sguardo verso Thomas e sorrise. 
"Ci vediamo " disse,  e poi se ne andò, sparendo con l'amico ed altri ragazzi verso l'uscita. 
Thomas,  che in quel momento si sentiva abbastanza frastornato e confuso,  raggiunse a grandi passi Teresa che lo stava attendendo. 
"Ma dov'eri finito Tom? " Chiese con una punta di preoccupazione nella voce. 
Stava pensando se  dire ciò che era successo a Teresa oppure no. Alla fine decise di tenerselo per sé, tanto, pensò, non lo avrebbe sicuramente più rivisto. 
" Mi ero perso nel via vai. " Rispose pochi secondi dopo,  sorridendo involontariamente.  
Teresa lo guardò attentamente e dopo poco disse: "Facciamo che non ci credo neanche un po',  ma ora non abbiamo tempo per pensarci,  altrimenti arriveremo in ritardo in aula e finiremo per essere bollati a vita. " Lo prese per mano ed inizió a correre velocemente. 
Ecco,  Teresa era fatta così: pretendeva di sapere tutto delle persone a cui teneva,  ma allo stesso tempo non voleva rischiare di passare per una impicciona.  Ed inoltre era pazza davvero ma nonostante tutto Thomas pensava che fosse una tosta.  
E la era davvero! 
Corsero per ben dieci minuti dalla stazione alla facoltà e fortunatamente trovarono l'aula, anche se l'impresa risultò abbastanza complessa.  
Appena furono dentro si ritrovarono davanti circa un centinaio di persone,  visi nuovi e caratteri diversi.

Si sedettero dalla parte vicino alla porta. 
"Oddio,  mi sta per collassare un polmone!" Disse Thomas appena appoggiatosi sul seggiolino pieghevole dell'aula. 
Teresa incrociò le gambe e sorrise. 
"Dai Tom,  non farmi ridere che ho male dappertutto! " Si lamentò poi, non potendo fare a meno di abbozzare un sorriso e allo stesso tempo tenersi la milza con la mano. 
Proprio in quel momento,  quando i due erano intenti a ridere dal dolore fisico e mentale che li aveva provati,  entrò dalla porta l'ultima persona che si aspettava di vedere lì,  in quell'aula ed in quella facoltà. 
Subito i loro sguardi si incrociarono e sembravano non volersi più lasciare.

*Angolo autrice*
Salve a tutti,  dopo aver letto bellissime fiction riguardanti gli Newtmas e dopo aver atteso mesi e mesi per poi avere avuto una illuminazione divina,  ho deciso di incamminarmi anch'io per la strada delle fanfictions riguardanti questa splendida coppia.  
Non so bene quale sarà il fine della mia storia, nè il mezzo ma ho delle idee che mi frullano in testa e voglio lasciarle uscire e poi si vedrà. 
Cercherò di non risultare troppo banale e di creare un qualcosa di diverso ma decente. 
Si spera almeno! 
Chiedo scusa in anticipo per eventuali errori. 
Ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


Thomas si ritrovò davanti Newt, il tipo incontrato quella mattina, seguito dal gruppetto di ragazzi che erano con lui.

Newt sembrò accorgersi di lui appena entrato nell'aula e gli brillarono gli occhi di una luce strana e sul suo viso si fece strada un'espressione maliziosa che finì per distorcersi in un sorrisetto indecifrabile.

Teresa notò lo scambio di sguardi tra il suo amico e Newt e diede una spallata a Thomas.

"Heii, chi è quello lì?" Chiese sottovoce lei, aggrottando nel frattempo le sopracciglia.

Thomas distolse lo sguardo da Newt e lo puntò di nuovo in quelli celesti della sua migliore amica.

"Quello? Nessuno ... perchè?" Dissimulò lui, non volendo incentivare la sua amica ad indagare oltre sul tizio del treno.

"Thomas, non costringermi a chiederlo direttamente alla fonte, perchè TU sai che lo farei davvero. Dimmi chi è quel ragazzo che guardavi con occhi sbrilluccicanti e a forma di cuoricino." Disse sempre in un sussurro.

Thomas si ritrovò alle strette e decise finalmente di dirle ciò che era successo quella mattina e di come lui fosse rimasto ammaliato dalla naturale bellezza del biondo. Perché tanto lo sapeva, Teresa era abbastanza determinata di natura e quello che voleva lo otteneva, anche a costo di rimetterci lei stessa. 
Thomas per questo l'adorava.

Appena avvisò l'amica di tutto ciò, Teresa si alzò in piedi con foga e fissò Thomas negli occhi, con il suo sguardo penetrante, pronta a rassicurarlo e piena di buoni propositi.

"Tom senti, se anche lui ti ha guardato a quel modo, ed io so cos'ho visto, forse dovresti conoscerlo e vedere che tipo è. Magari può nascere qualcosa."

"No Tess, non mi va di andare lì da uno sconosciuto e presentarmi ... magari ti sei immaginata tutto e lui non è minimamente interessato a conoscermi e finirò per dover evitare ogni singolo momento un mio compagno di corso. E siamo solo al primo giorno, cacchio!" Thomas si stropicciò la faccia con le mani in segno di frustrazione.

"Beh. io ci proverei comunque. Insomma, è carino e sembra pure simpatico." Si interruppe un secondo per poi dire "In ogni caso, mi sa che oggi vi conoscerete lo stesso dato che sta venendo proprio qui."

Al suono di quelle parole, Thomas non esitò un secondo e si alzò di scatto con un groppo in gola e con gli occhi sbarrati, increduli per ciò che stava accadendo proprio in quel momento, proprio a LUI.

"Ciao" incalzò il biondino appena arrivato. Aveva il sorriso malizioso che lo aveva accolto qualche minuto prima e guardava prima Teresa e poi Thomas.

"Ciaoo!" Disse Teresa con forse un po' troppa foga.

"Ciao." Rispose Thomas, con la gola improvvisamente secca e le guance che bruciavano.

"Siamo in aula Congressi, vero?" Chiese il biondino.

"Sìsì, anche tu e i tuoi amici fate Economia?" Chiese Teresa.

Newt sorrise ed annuì. Poi si fermò a fissare Thomas e assunse un'aria compiaciuta.

"Io sono Newton, ma potete chiamarmi pure Newt." Si presentò lui, facendo velocemente l'occhiolino in direzione di Thomas. Si trattò di un secondo, così poco che Thomas credette di averlo immaginato.

"Io sono Teresa, piacere!" Si apprestò a dire la ragazza, poi, vedendo che il suo amico sembrava come pietrificato, aggiunse "E lui è Thomas."

Quest'ultimo sorrise imbarazzato.

"Io invece mi chiamo Minho, anche se nessuno lo aveva chiesto qui." Sbucò all'improvviso il ragazzo asiatico della compagnia di Newt, accompagnato da un altro ragazzo con l'aria scocciata che si presentò con il nome di Gally.

"Minho, finiscila di imbucarti in ogni discorso possibile! Anche se siamo matricole universitarie, ciò non vuol dire ritornare alle elementari e parlare con chiunque ci capiti a tiro." Lo rimproverò Gally. Poi fece scorrere lo sguardo verso Thomas, per poi fermarsi su quello di Teresa e ne fu affascinato.

Minho alzò le spalle. "Io cerco solo di fare amicizia e loro mi sembrano fighi, quindi ne ho approfittato."

Thomas sorrise all'espressione solare di Minho e pensò che fosse veramente un tipo strano ma gli stava già simpatico.

"Beh. anche tu non sei niente male." Rispose Thomas sorridendo.

"Già!" Confermò Teresa, per poi guardare Gally e sorridere.

"Vi do' tempo due settimane e vedremo se la penserete ancora così. Minho sa essere moolto inadeguato." Si affrettò a dire Newt.

Minho si girò verso il suo amico biondo e gli tirò una gomitata.

"Heii, questo non è vero! Io sono il meglio in assoluto!"

"Dimenticavo anche la modestia... questo ragazzo la nasconde sotto il tappeto." Continuò Newt sghignazzando, prendendosi beffa del suo amico.

A riportarli alla realtà fu l'entrata della professoressa che costrinse il gruppetto di ragazzi a sedersi ognuno ai propri posti ed iniziò la loro prima giornata universitaria.

Non fu per niente pesante, anche se le lezioni erano iniziate già con i programmi.

Durante la pausa pranzo si diressero in mensa dove mangiarono e chiacchierarono tutti insieme. Tutti, nessuno escluso, provarono subito un legame forte che credettero non si sarebbe mai sciolto.

E così successe. 


 

Un anno dopo il loro primo incontro in facoltà, divennero subito amici ed i due gruppetti divennero un unico gruppo solidale, quasi fossero sempre stati destinati a diventarlo.

L'unica cosa che non cambiò, però, fu il sentimento morboso e frenetico che provava Thomas nei confronti di Newt. Ora che erano divenuti pure amici, era anche peggio!

Thomas decise fin da subito di reprimere quel sentimento indefinito, con Teresa che lo aiutava a mantenere la calma, com'era suo solito fare.

Quella sensazione, quella che lo faceva tremare dentro e gli faceva sprigionare milioni di farfalle nello stomaco, quel sentimento, proprio non ne voleva sapere di placarsi. Anzi, divenne giorno dopo giorno sempre più forte, costringendo Thomas a trovare scuse, talvolta prive di senso, per non rimanere da solo con Newt.

All'inizio quest'ultimo non si rese conto di nulla, o forse non ne era sicuro, ma poi notò lo strano comportamento dell'amico e iniziò a farsi delle domande.

Un mattino, quando Thomas si stava avviando nel parco per arrivare in università, credendo che tutti i suoi amici lo stessero aspettando là, fu preso di soprassalto da Newt.

"Oddio Newton, mi hai fatto prendere uno spavento!" Disse Thomas, mentre si era girato a guardare l'amico e mentre, dentro di lui, si stavano sprigionando le solite farfalle che tornavano a fargli visita ogni volta che vedeva il bel viso del biondino.

Newt quella mattina era particolarmente affascinante, più del solito; aveva i capelli scompigliati ma in modo ordinato, una camicia sotto un pullover marrone, dei jeans neri ed i suoi occhi erano più lucidi e vispi.

Thomas pensò che fosse maledettamente perfetto e si diede dello stupido da solo un secondo dopo averlo pensato.

Vide che Newt aveva aggrottato le sopracciglia e lo stava guardando di sottecchi.

"Newton? Che ho fatto di male per meritare di essere chiamato in quel modo proprio da te?" Disse.

"Perchè? non è forse il tuo nome?" Ironizzò Thomas.

"Dai Tommy, sai cosa voglio dire!"

Tommy.

Questo era il soprannome che decise di usare Newt appena ebbe più confidenza con quest'ultimo. Ed era un nomignolo che solo lui poteva usare.

Era una sorta di cosa tra loro due che nessuno voleva toccare.

"Mmmh." Fece finta di pensare il moro. "Non ho ancora imparato a leggerti nella mente, sai?"

Rise, un po' per prenderlo in giro e un po' per cercare di reprimere l'imbarazzo che si stava formando.

"Cavolo, tu e la tua ironia del caspio mi farete diventare pazzo!" Sbuffò sonoramente Newt, portandosi una mano alla fronte.

Risero entrambi.

Dopodiché, mentre si stavo incamminando entrambi verso il ritrovo tacitamente accordato con gli altri, Newt guardò intensamente Thomas, quasi volesse leggergli nella mente.

"Senti, Tommy" iniziò "vorrei chiederti una cosa."

"Spara." Disse quasi in un sussurrò, incuriosito e un po' intimorito da quello che gli avrebbe chiesto l'amico.

"Tutto bene?"

"Ti sembra che io stia male?"

"No, insomma ..."

"Cosa c'è?" Chiese prontamente Thomas, così ansioso che sentì le budella contorcersi.

"Volevo sapere se tra noi era tutto ok ... cioè, in questo periodo sembri molto strano e volevo sapere se era a causa mia."

Il moro imprecò mentalmente.

'Cacchio, se n'è accorto! E ora che caspio faccio??' Pensò infine.

"No, assolutamente. Perchè dovrei?" Chiese retoricamente, abbozzando un sorriso di circostanza ed aumentando il passo.

"Ok, allora bene così." Sorrise, non vedendo però ricambiare il sorriso da parte dell'amico.

Finalmente arrivarono davanti al bar della facoltà, dove si trovavano tutti i loro amici.

Thomas andò a salutare Minho con la loro solita stretta di mano e poi andò verso Teresa e Gally che erano intenti ad amoreggiare.

"Va bene che avete finalmente deciso di dichiararvi ormai da due mesi, ma vi pregherei di non sbaciucchiarvi davanti ad un povero single disperato." Disse Minho, fingendo di assumere un'espressione depressa.

Gally rise, per poi aggiungere "Dai che entro la fine del duemilamai l'avrai trovata pure tu!"

Risero tutti, Minho compreso.

"Dai Gally, non dire così. Se non la troverà Minho, allora perdo le speranze pure io!" Commentò Newt.

Thomas per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, ma dissimulò il tutto tossendo.

"Ma cosa dici Newt?! Sei un bel biondino, simpatico ... tutti vorrebbero starti appresso." Disse Teresa, per poi posare i suoi occhi dritti verso Thomas, che si sentì avvampare d'un tratto.

A Newt non sfuggì questo particolare e guardò con aria interrogativa Teresa, la quale alzò le spalle e si incamminò verso Thomas, i quali camminarono più vanti degli altri intenti a parlottare a bassa voce.

Appena furono entrati di corsa in aula, Thomas sciolse la presa che Teresa aveva su di lui.

"Che cavolo significa questo? Perchè lo hai fatto Tess?!"

Thomas si infuriò.

"Hei calmati, volevo farti un favore. Insomma, Newt è un tipo riservato su di sè, e secondo me è interessato a te. Cioè, è l'unico che ti chiama Tommy, poi ti tiene il posto tutti i mattini ormai da un anno ... e non scordiamoci del vostro primo incontro quando ..."

"Ok, smettila ora!" La interruppe bruscamente Thomas. "Questo non significa proprio nulla, ok?

Non voglio che lui lo sappia, non voglio farmi del male."

"Tom, non puoi sapere cosa prova veramente per te se non gliene parli."

"No Teresa, è diverso. Prima ... quando mi è venuto appresso, mi ha chiesto se tra di noi andava tutto bene. Se ne è accorto, e questo non va per niente bene. Non sapevo che cacchio rispondergli, cosa fare o dire. Non voglio perderlo come amico."

Teresa guardò Thomas con gli stessi occhi dolci e pieni di amore che erano tanto famigliari al moro quando si sentiva giù di morale e lei cercava di risollevarglielo.

Lei lo abbracciò. "Non lo perderai. Prometto che non mi impiccerò più nei vostri affari."

"Lo giuri?" Si scostò dall'abbraccio per guardarla negli occhi.

"Lo giuro."








 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3651814