She Don't Like The Lights

di BlazeHope
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** She Don't Like The Lights ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 18. ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** She Don't Like The Lights ***



 

She Don't Like The Lights


She don't like the flash, wanna keep us in the dark

She don't like the fame, hated when we're miles apart

And she getting to the point where it's too much for her

And throw us all away, 'cause it's too much for her

She don't wanna think 'cause the world knows who we are

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 

Chapter one.
Just give me a reason..

Aprii gli occhi, la luce era soffusa. Le pareti di quella camera, per quanto potessi capirne, erano bianche, la mia schiena era scoperta e disteso accanto a me c'era un ragazzo. Provai a ricordare cosa fosse accaduto la sera prima ma un forte dolore alla testa rendeva le cose difficili.
Solo di una cosa era certa, quella non era la mia stanza.

Ero ad un concerto, al suo concerto. Urla, pianti e tanta emozione. Milioni di ragazze e ragazzi con indosso un cappellino viola, il suo nome scritto ovunque, pareti, cartelli, biglietti, volti, braccia... Aspettavo con ansia il suo ingresso, poi un botto seguito da una luce abbagliante. Apparve un ombra sul grande schermo, la sua ombra. Poi il display si aprì, ed eccolo lì, il mio idolo. 
Poche ore dopo ero già fuori dall'arena. Era tutto così stupendo.. il suo sorriso, la sua voce.. L'avevo visto, era lui, a pochi metri da me, in tutta il suo splendore!
Pioveva, ero completamente bagnata ma continuavo a ridere e piangere senza sosta. Poi una luce, un urlo e infine il buio.

Spalancai gli occhi e a quel punto capii. Mi trovavo in ospedale. Le immagini nella mia mente erano sfocate e confuse. Cos'era successo?
Senza rendermene conto delle lacrime salate cominciarono a solcare il mio volto, sentii una leggera pressione sul polso, una stretta delicata.
Mi voltai con cautela molta cautela, un po' per la paura, un po' per il dolore straziante alle gambe . La luce al neon della stanza accanto si spense, eliminando così l'unica forma di illuminazione presente e la paura crebbe, impossessandosi di corpo e mente. Provai a scendere dal letto ma mi sentivo come risucchiata da un vortice, la stanza sembrava muoversi e le gambe non mi ressero, ma qualcuno prontamente mi afferrò dalla vita, adagiandomi sulle sue gambe.

Tranquilla, è tutto finito. Ci sono io con te, ora.
La flebo mi pizzicava il braccio e il macchinario che riproduceva il mio battito cardiaco sembrava sul punto di esplodere. Ero esausta, sfinita, senza forze. Il mal di testa era sempre più forte, avevo i conati di vomito e tremavo per il freddo. Nonostante tutto mi sentivo leggera, come se non fossi fatta di materia. Mi sentivo aria. 
Qualcuno parlava, anzi, gridava. La luce si accese e guardai il ragazzo che mi sosteneva. La paura nei suoi occhi. 
Justin pronunciai con quell'ultimo briciolo di energia che mi era rimasto. Uscì come un soffio. 
Vidi una donna che si dimenava vicino a noi, mi poggiò qualcosa sul viso, poi crollai.

***

Una forte luce traspariva dalle palpebre disturbando il mio sonno, cominciai a sfregarmi gli occhi bofonchiando infastidita. 
Dottoressa venga, si è svegliata!
Mhm, si buongiorno.
Aprii gli occhi e un tumulto di persone in camice bianco riempì la piccola stanza. Qualcuno mi puntò una luce dritta negli occhi, qualcun altro m'infilò una stecca di legno in bocca facendomi quasi vomitare, un altro studiava i miei riflessi picchiettando con un martellino sulle mie ginocchia e un'altro ancora appuntava il tutto su alcune cartelline, poi uscirono rapidamente. Finalmente non avevo più ne flebo ne elettrodi collegati al mio corpo.

Buongiorno sweetie- mi sorrise Justin Bieber prendendo posto accanto al mio letto. No aspetta, cosa!?
J..Justin? Cosa ci fai qua?-chiesi sconvolta.
Dopo il concerto mi hanno chiamato dicendomi che una fan era stata investita proprio fuori dall'arena, così sono venuto subito qui.
Chi è stato investito?.. oh. Ma ma..tu non dovevi.. cioè tu oggi dovevi essere il Polonia, no?
Wow, qualcosa la ricordi allora! Maglio, vuol dire che la tua testa sta bene anche se sei un po' arretrata nei tempi.
Che vorrebbe dire?
Il concerto a Cracovia doveva essere tre giorni fa.
Tre giorni? Ma se ieri sono stata al tuo concerto ed era solo 23.
"No piccola, ieri era 26."
Ma.. oddio.. quanti concerti hai saltato, quindi?
Tre, con questa sera quattro.
Ma sei impazzito?! Hai la minima idea di quante fan ci sono in quattro concerti? Hai infranto il sogno di milioni di ragazze! Da quant'è che sei qua?
Dal 23 sera.Tu.. tu sei incredibile-disse con tono dispiaciuto.
Era conciato veramente male. Indossava ancora i vestiti del concerto, gli occhi erano cerchiati di nero e il viso sciupato dalla stanchezza. 
Devi andare da loro.. a scusarti!
Io, non ti credo! Sono qua per te. Vuoi veramente che vada via per andare a chiedere scusa per aver saltato tre concerti?
Si, loro non lo meritano. Forse era la loro unica opportunità per realizzare il loro sogno e tu l'hai mandata in fumo.
Pensavo di compiere una buona azione, mi sentivo tremendamente in colpa per ciò che ti è accaduto e volevo starti il più vicino possibile nonostante fossi una perfetta estranea! A quanto pare mi sbagliavo.
Justin io nemmeno realizzo che tu sei qua con me, per me. È così bello da sembrare surreale, ma guardami, non ne valgo la pena. Torna in tour, non voglio che tu abbia problemi a causa mia!Lo osservai con tristezza ma non potendo reggere il suo sguardo mi voltai verso la finestra. Il ticchettio della pioggia sul vetro riecheggiava nella camera. Il discorso aveva preso una nota irrazionale.
Ad una condizione.Rispose il biondo con convinzione.- Tu vieni con me.
Non puoi essere serio. Dovresti come minimo odiarmi.
Per quale assurdo motivo dovrei odiarti?
Ti sto gridando contro per essermi stato vicino e avere realizzato il mio sogno! Questa frase è così tremendamente assurda. Mi starà prendendo sicuramente per cretina.
Per difendere il sogno di miliardi di persone.
Bhe, so cosa si prova. Non mi aspetto nulla in cambio.
Non voglio lasciarti qua sola, ti prego.Le mie labbra si incurvarono in un lieve sorriso.
Andiamo.

Velocemente, per quanto le ferite me lo permettessero, provai ad infilarmi la tuta constatando che con l'impatto si era ridotta a brandelli. Justin si tolse la giacca, porgendomela. Infilai le mie vans e presi la borsa.

Justin però come facciamo ad uscire? Non mi hanno ancora dimessa e non può sparire una paziente dall'ospedale così nel bel mezzo della notte.
Chi ti ha detto che non può?-ammiccò.
__________


🌸 Buonsalve 🌸
Ecco a voi il primo capitolo di questa storia. 
Vorrei sottolineare che si chiama così in merito alla canzone di Justin. So perfettamente che c'è un errore grammaticale ma è assolutamente intenzionale!
Mi farebbe veramente tanto piacere sapere cosa ne pensate, quindi per favore stellinate e commentate se questo primo capitolo vi è piaciuto almeno un po'!
Con affetto
Blaze 🍃



 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2.

All around the world, people want to be loved
All around the world, they’re no different than us
All around the world


-All Around The World


Sono le due di notte e sono qua, in mezzo alla strada principale di Bologna, seminuda, appena scappata dall'ospedale, sotto la pioggia, con il mio idolo accanto.

Scusate, non mi sono presentata.
Mi chiamo Adelina Qua Qua, no, scherzo, Sparks. Ho diciassette anni e vivo ad Aosta. Vi starete chiedendo da dove venga Sparks dato che sono italiana, o forse no, io ve lo dico ugualmente. Bene, i miei nonni sono canadesi, di Vancouver.
Sono alta, magra, ho lunghi capelli biondi leggermente mossi e dei grandi occhi tra il verde smeraldo e l'azzurro. Dalla descrizione posso sembrare la ragazza perfetta ma in realtà sono tutt'altro che.. una ragazza direi. La mia femminilità è come dire, inesistente.
Amo le tute e gli scarponcini da militare.

Quanto cavolo è bello? Ancora non mi capacito del perché sia rimasto con una sconosciuta, chiuso in ospedale, più che essere in giro per il mondo. Ha dei lineamenti perfetti e un fisico scolpito. Per non parlare del suo sorriso, quel meraviglioso sorriso che farebbe invidia al sole.
A distogliermi dai miei pensieri fu l'arrivo di un bus a dir poco enorme che si fermò di fronte ai nostri corpi infreddoliti. La porta si aprì e Justin mi fece cenno di salire dopodiché mi seguì a ruota.
Wow, sarà grande quanto casa dei nonni, che, se consideriamo che vivono in una villa nel quartiere presidenziale di Vancouver non è per niente piccolo.
''Justin! Finalmente tesoro, mi hai fatta preoccupare.''-disse Pattie stringendolo in un abbraccio.
''Che brutta cera fratello!'' -lo salutò Fredo.
''Oddio. Tesoro, vieni qua! Ma guardati, adesso capisco come mai Justin non sia tornato dopo il concerto. Allora, cosa avete combinato voi due?''-esordì Pattie mentre il ragazzo si dimenava alle sue spalle.
''Noi non abbiamo fatto proprio niente. ''-incenerì la donna con uno sguardo assassino.-''Dai, vieni. Hai bisogno di una doccia.''
''Vieni tesoro, ti mostro il bagno.''
''Grazie mille signora.''
''Oh, chiamami pure Pattie''-questa donna è qualcosa di meraviglioso. Ha un sorriso così dolce.
''Allora grazie, Pattie''

Mi chiusi in bagno e mi fiondai sotto la doccia. Lasciai che il getto d'acqua rovente bagnasse interamente il mio corpo, rigenerandolo. Notai molti cerotti sulle mie gambe e sul mio addome che lentamente furono trasportati dall'acqua. Mi abbandonai ai miei pensieri cercando di ricordare il più possibile dell'accaduto ma solo un immagine era fissa nella mia mente. Lui con delle ali argentate che sovrastava la testa di tantissime fan in delirio. Lui, il mio angelo.

Qualcuno cominciò a bussare alla porta riportandomi sul pianeta terra. Uscii velocemente dalla doccia e cominciai a cercare qualcosa con cui coprire il mio corpo. Decisi di afferrare il primo accappatoio che mi capitò sottomano e aprii.
''Qua ci sono dei pantaloncini di Carly e una mia felpa. Spero vadano bene''
''Perfetto. Grazie Justin.''-il biondo sorrise e poi cominciò a scrutare il mio corpo.
''Perché hai il mio accappatoio?''-chiese dubbioso.
''Oh, e tuo.. scusa tanto io lo tolgo subito.''
''Tranquilla, almeno rimarrà il tuo odore.''
''Ehm.. ok.. e.. non è che potresti uscire gentilmente? Mi dovrei vestire.''-dissi imbarazzata.
''Oh, certo certo, scusa.''

Mi sistemai e dopo aver sniffato un po' del profumo di Justin intrinso nella  la felpa uscii dal bagno.
Una folla di gente mi accerchiò cominciando a presentarsi.
''Piacere, sono Ryan''
''E io sono Chaz bellezza''
''Hai capito Bieber..''
''Lasciatela stare. È appena uscita dal coma!''
''Si certo..''
''Siamo scappati dall'ospedale''-sghignazzò felice.
''TU HAI FATTO COSA? SCAPPATI? Cioè, spiegami. Tu hai fatto scappare dall'ospedale una ragazza appena uscita dal coma? SEI PAZZO?''-sbraitò Pattie in presa al panico.
''Bhe, tecnicamente lei ha accettato di scappare..''-lo fulminai (incenerì) con lo sguardo.
''Tesoro come stai?''
''Un po' ammaccata''-ammiccai.
''E' pure spiritosa. Justin se fossi in te non me la farei scappare.'p
La tinta del mio viso diventò rossa come quella di Bieber che dopo qualche secondo se ne uscì con un 'Buonanotte' e mi trascinò al piano superiore.
Entrammo in una camera da letto abbastanza piccola. C'era un lettino con le lenzuola di Super Mario e una sedia accanto alla porta del bagno. Justin si svestì velocemente rimanendo in box e si coricò. Lo guardai intensamente per fargli capire che aveva dimenticato qualcosa ma non ci arrivò.
''Non dimentichi qualcosa?''
''Hai ragione, devo farti le medicazioni''- Un genio. Proprio sperto.
Mi fece sedere sul letto e si mise a terra armato di bende e disinfettante e cominciò a infasciarmi le gambe.
La porta si spalancò facendo volare Justin con la testa nello scollo della mia maglia. La testa di Pattie fece capolino da dietro la porta.
''Justin! Cosa stai facendo?''
''La sto medicando.''-si ricompose.
''Da dentro la sua maglia?''
''Em ecco.. mi hai fatto volare..''
''Se se.. dai, dormite.''
''Notte Pattie.''

Justin si rimise ne letto e mi fisso.
''Vuoi dormire o no?''
''Si s.. em.. dove?''
''Qua!''-mi guardò ovvio.
''Ok.''- mi distesi accanto a lui che, cercando di farmi spazio, urtò una delle ferite. Sobbalzai dal dolore. Prontamente si scusò e fece attenzione a non colpirmi nuovamente. 
''Non so ancora il tuo nome, sai.''
''Adelina.''
''Ilina''
''ADElina''
''Ah, ok. Comunque, belle tette ADElina''-mi sentii avvampare.
''Buonanotte!''

 

____________________

Justin's tour bus.

Che. Orrore.
Vi prego perdono.


Blaze

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3.
Girlfriend, girlfriend,
you could be my girlfriend
you could be my girlfriend
until the world ends

-Boyfriend
 

''Goodmorning beautiful''-un sussurro sulla mia pelle.
''Vuoi farmi tornare nuovamente in coma o cosa?''-un sorriso si dipinse sul suo volto.
''Bhe, se vuoi non lo faccio più!''
''Mai detta una cosa del genere''-dissi con fare ovvio.
Ci fissammo qualche secondo prima di scoppiare a ridere come due bambini.

''Dai, smuoviti. Le mie beliebers mi aspettano!''
''Infatti. Aspettano te, mica me.''-mi rimisi a letto avvolgendomi tra le lenzuola a mo di bozzolo.
''Alzati.''-mi colpì con un cuscino.
''Ora mi alzo. ''
''Alzati.''-un'altro colpo.
''Ora mi alzo.''
''Alzati!''-terzo colpo.
''ORA MI ALZO!''

***
''Ti odio.''
''Grazie.''
Telecamere, milioni di telecamere, fan urlanti ovunque, milioni di fan urlanti ovunque.
Guardavo incantata tutta quella folla che accoglieva la nostra auto. Miliardi di fogliettini avevano ricoperto la vettura. Un sorriso stupendo era stampato sul volto di Justin mentre dei lievi 'I love you' si dipingevano sulle sue labbra, rivolti a quelle ragazze piangenti che ricordavano tanto me pochi giorni prima.
''Hai bisogno di un invito speciale per scendere?''-quel tocco d'ironia mi riportò sulla terra.
''Mi vedranno..''
''A meno che tu non sia la donna invisibile, mi sembra ovvio.''
''E cosa diranno? Non saranno deluse? Chi sono io? Questo non è il mio mondo.. è il tuo. Va da loro.''-sorrise. Un sorriso così bello e raggiante che m'illuminò il cuore.
''Tranquilla, ti faccio lasciare all'altro ingresso se preferisci''
''Grazie."

Eravamo arrivati in Polonia alle prime ore di questa mattina, per fare un unico concerto nello stadio più grande per recupperare i tre giorni persi. 
Ero seduta su un divanetto dietro le quinte  mentre tutto lo staff era in subbuglio per vari problemi con gli amplificatori. Justin sul palco che provava le coreografie con la crew, Scooter in direzione per gestire le luci, Pattie e Kenny fuori a regalare i biglietti rimasti. Era tutto così strano..

''Justin smuoviti! Devi essere in scena fra tre minuti!''-continuava a gridare Scooter. Aveva gli occhi fuori dalle orbite mentre cercava di distogliere lo sguardo di Justin da quello di Mally, i quali continuavano a giocare come se niente fosse. Io me ne stavo tranquilla e indisturbata su un divanetto in un angolino mentre divertita guardavo la comica scena. Erano così buffi.
''Due minuti, mancano solo due minuti.''- Scoot strappo dalle mani di Bieber Mally e me la porse.
''Guai a te se pensi solo a ridargliela!''-trattenni una risata e accarezzai la scimmietta, intenta a cucciare il mio dito, poi una scena attirò la mia attenzione.
La crew si era tutta riunita formando un grande cerchio. Si tenevano per mano e pregavano. Prima parlò Pattie, poi Scoot, poi Justin e poi tutti insieme.
''Aspettate, manca una persona!''-esitò Justin, guardando verso me. Il resto della crew lo guardò avansare
''Bella scusa, ma Mally rimane là!''-lo avvertì Scoot.
''Ma io parlavo di Adel.''
''Io..non faccio parte della crew.. questa è una cosa vostra.''
''Ma dai, vieni!''
''No, non posso..''
''Invece si''
''No''
''Mancano trenta secondi, alza quel bel sedere che ti ritrovi e vieni prima che Justin arrivi in ritardo anche oggi.. tre giorni sono abbastanza''
''E va bene..''

 

Ladies and gentlemen, welcome.
Now you are entering another world,
a world where there are no limits,
no rules, only endless possibilities.
Can you hear it? The vibration of the
beat, the rhythm of your heart and
the electricity running trough your veins.
Allow to be remixed. Let go of everything
butt what exists.
Be strong, be brave,
but most importantly,
BELIEVE.



Da dietro le quinte osservavo attentamente tutte quelle fan. E ripensai a quel meraviglioso 23 Marzo. Presi in braccio Mally e cominciai a ballare sulle note di Alla round the world.

***
Il tour procedeva e il rapporto tra me e Justin era sempre più stretto. È il migliore amico che ogni ragazza desidera avere. Sa sempre come portarmi il sorriso e ,naturalmente, come farmi emozionare.
Ci troviamo nella cameretta del tour bus, diretti a Monte Carlo. Saranno state le quattro del mattino, eppure, non riuscivo a prendere sonno. Il suo respiro sul mio collo mi attraeva troppo. Sentivo i battiti del suo cuore e il suo dolce profumo. Avete presente il Justin quello buffo, divertente, pazzo.. ecco. Quello è veramente lui.
Nessuna, a parte la crew sapeva della mia esistenza. Non mi perdonerei mai se qualcuna vedendomi se la prendesse con Justin.
La mattina mi sveglia sopra Justin con la guancia appiccicata alla sua. Mi girai per guardarlo, si girò per guardarmi e boom le nostre labbra entrarono in contatto.
''Io ehm.. ops, scusa'-dicemmo entrambi abbastanza imbarazzati -'Buongiorno'-continuammo.
'Senti, mi piace abbastanza averti sopra di me, ma.. saremmo arrivati..'
'oh, si certo.'
Scesi in cucina per fare colazione. Tutti mi correvano intorno presi dal panico. Ci saremo fermati in un hotel quel giorno così tornai in camera a preparare il bagaglio quando realizzai che non avevo niente con me. Brava la genia(?)
'ADELINA MUOVI IL CULO'-sbraitò Justin vedendomi fissare il letto.
'Pane e dolcezza questa mattina?'
'Scusa.. ma dobbiamo andare e ancora non hai preparato niente'
'Bhe, non avendo niente, è difficile preparare qualcosa.'
'Avevo dimenticato che vivi di tute mie. Ti prendo qualcosa di Carly e oggi rifacciamo il guardaroba'
'Ehm.. hai dimenticato anche che sono senza soldi?'
'No'
'E allora come vorresti pagare?'
'Babbo Natale.. cioè ragiona! Vivi con me, pago io!'
'Non se ne parla!'

Justin mi chiuse nel camerino di New Look sotto una miriade di vestiti. Preparava gli abbinamenti e me li passava. Dopodiché pretendeva che io uscissi dalla stanzetta per mostrargli come l'indossavo. Ma tutto questo non accadde. Continuavo a rilanciare fuori tutto ciò che mi porgeva senza nemmeno provarlo. Vestito, vestito, tacchi, gonna, pantaloni attillati, bamboline. No, non metterò queste cose.
'La smetti di rilanciare tutto ciò che ti porgo e smuoviti! Il negozio non può rimanere chiuso tutto il giorno'-sporsi la testa fuori dalla tendina che ci separava e inarcai le sopracciglia.
'Si, è vero. Può stare chiuso ma vorrei vederti con vestiti che non siano da uomo. Non ti ho mai abiti femminili.'
'Oh, e va bene. Ma niente tacchi e vestiti'
'E per questo che li lanciavi fuori?'
'Si, non indosso cose simili. Sono troppo appariscenti.'
'Mai vista una ragazza così'-aggiunse scioccato.
Corsi nel reparto femminile. Acchiappai qualche maglia e vari pantaloni e tornai nel camerino. Dopo poco uscii sorridente con indosso una tuta e tutta felice la mostrai a Justin.
'Cos'è cambiato?'
'Era nel reparto femminile!'
'prova qualcosa di più femminile. Devi stare accanto al grande Bieber. Non va bene la tuta!'
Rientrai di malavoglia nella cabina. Jeans chiari molto attillati e una maglia larga verde acqua. Raccolsi i miei lunghi capelli in una treccia e uscii.
'Wow, hai questo fisico e stai in tuta?'-arrossii -'Andiamo?'
Ci catapultammo alla cassa Bieber pagò e uscimmo dal retro. Salimmo sull'auto blu e sfrecciammo tra le vie di monaco. Arrivammo in una strada piena di negozi di scarpe. In modo discreto scendemmo, senza farci notare e mi feci trasportare davanti a una grande vetrina piena di tacchi, bamboline.. poi un'enorme insegna attirò la mia attenzione 'Vans off the wall' esposte ne vidi un paio authentic del medesimo colore della maglia. Senza pensarci due volte entrai e le provai.
'Ma sei pazza? Non puoi sparire così.!'
'stavi guardando i tacchi.. cosa dovevo fare?'
'su andiamo'
'Aspetta, devo togliere le scarpe'
'Per quale motivo? Sono tue!'
'Oh mio dio grazie!'-lo stritolai con tutte le mie forze e gli baciai la guancia.

Usciti dal negozio un milione di fan in delirio ci accerchiò, tantissime guardie si fecero spazio tra la folla per farci passare. Poi una domanda bloccò Justin e la risposta bloccò me.
'Chi è lei?'-chiese una belieber
'La mia ragazza'-rispose Justin.

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Ecco a voi il terzo capitolo :) 
Scusate eventuali errori. Spero vi piaccia, ci tengo a questa storia. 


Un bacione
Blaze

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***



 

Capitolo 4.

If I could take away the pain
and put a smile on your face
Baby I would, baby I would

I Would-Justin Bieber


 

 
I suoi occhi colo nocciola cominciarono ad avvicinarsi sempre più, il suo respiro adesso lo potevo sentire sulla mia. Finse un sorriso, posò le sue dita sotto il mio mento e fece incontrare le nostre labbra. Non ricambiai il bacio, mi lasciai semplicemente baciare.
Subito dopo fece un cenno di saluto ai fan, mi prese per mano e salimmo in macchina.
 
Non fiatò per tutto il tragitto, si limitò a poggiare una piccola scatola sulle  mie gambe. Tornammo in albergo ci salutammo velocemente e ognuno si diresse nella sua camera.
Feci una doccia veloce e mi sedetti sul letto. Toccai con la punta dell’indice le mie labbra, le quali, poco prima erano state baciate da Justin. Presi coraggio, rimisi i vestiti e mi diressi in camera sua.
 
‘E’ permesso?’
‘Si’
‘Ciao’
‘Oh, Adel..’
‘Bhe, ecco.. io..’
‘Ah, ecco. Senti, grazie tanto per avermi retto il gioco oggi. Scusa se non ti ho avvisato ma quando ho visto Selena non ci ho visto più. Sei stata bravissima, una grande attrice.’
‘D.. di niente’
 
Pff.. che stupida. Come ho fatto a non pensarci prima. Era ovvio, figuriamoci se Justin mi volesse come ragazza. È una cosa che non sta ne in cielo ne in terra, e poi, a me nemmeno interessa.
 
Mi strinse forte tra le sue braccia lasciandomi un delicato bacio sulla gota destra.
‘Andiamo  a cena?’
‘Si, sto morendo di fame’
‘Allora mi permetta di scortarla mia amata fidanzata?-ammiccò. Quanto può essere meraviglioso questo ragazzo?
 
‘DOOOORMIGLIONA!!’
‘Ma mi vuoi morta? Dimmelo su..’
‘Ahahah no dai, buongiorno amore’- amore o.o ho sentito bene ijehhe
‘Buongiorno’
‘Dai smuoviti che prima delle prove ci aspetta una giornata di shopping’
‘Ti devo accompagnare per forza? lo sai che non mi piace lo shopping’-protestai
‘non posso mica provare i vestiti per te, genia!’
‘Per me? Ancora’..
‘Ovvio, oggi dopo il concerto abbiamo una festa.. e la ragazza di Bieber deve essere all’altezza!!’
‘Bhe nientetacchievestitiper me va bene!’
‘Cosa?’
‘Niente tacchi e vestiti!’
 
Ed eccomi qua, dopo due ore a provare vestiti e tacchi. La comodità di queste scarpe e sovrannaturale. Sovrannaturalmente (?) inesistente!!
‘Esci da quel camerino o no?’
‘No’
‘Al mio tre apro la tenda!’
‘No!’
‘Basta, ci rinuncio. Non ti capirò mai.’
Andò via e io rimasi nel camerino. Ero dispiaciuta, lui stava facendo così tanto per me non volevo deluderlo. Mi decisi a prendere un vestito e dei tacchi. Li provai e a malincuore li comprai.
 
‘Pattie! Dov’è Justin?’
‘E’ alla festa tesoro.. come mai non sei con lui?’
‘Ehm.. io mi stavo preparando’
‘Wow, ma stai benissimo. Dai, ti faccio accompagnare da Kenny’
‘Grazie’
 
***
Bello schifo, mi sono dovuto presentare solo alla festa. Tutti che mi chiedono di lei e lei è dove? In hotel a dormire.. flash flash, Justin guarda qua, rispondi a questa domanda.. bastam non ne posso più, sempre la stessa storia. Finalmente riesco ad entrare all’interno della sala dove milioni di personaggi famosi mi accolgono calorosamente. Eppure, mi piacerebbe se ci fosse pure lei. Passa una mezz’oretta. Sono stanco di fare interviste. Mi siedo su un divanetto in fondo al grande salone da ballo nella reggia di Montecarlo sperando un qualche minuto di pace. Bevo indisturbato il mio drink quando, ad un certo punto, tutta la gente si precipita di fronte la porta principale. ‘Io.. io.. j.. Justin?’ riesco a sentire la sua voce, timida e delicata. Mi precipito pure io cominciando a farmi spazio tra la gente. Adesso, riesco a vederla, bella come non mai. Indossa un vestitino bl.. aspetta, indossa un vestito! E dei tacchi! Ha fatto tutto questo per me, lo sapevo che non mi avrebbe deluso. Le corsi incontro afferrandola per la vita. Un coro di ‘Kissi si alzò sovrastando il volume della musica. La guardai negli occhi e la bacia delicatamente. Come il giorno prima si lascò baciare, senza ricambiare. ‘Ti odio’-sussurò al mio orecchio. Risi e l’accompagnai a posare giacca e borsa.
Ballammo tutta la notte, come pazzi. Non avevamo bevuto assolutamente niente ma sembravamo ubriachi.
‘Vuoi qualcosa da bere?’
‘Un po’ d’acqua, grazie.’
‘Torno subito’
 
Le porsi il bicchiere ne bevve un sorso dopodiché  lo lascò cadere a terra, frantumandolo in mille pezzi. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, la bocca spalancata e gli occhi lucidi. Guardai nella stessa direzione per capire cosa fosse accaduto, poi capì.
‘E’.. è Rihanna!’sussurrò
‘Si’
‘O mio Dio!’- si posò una mano sulla bocca. La presi sotto braccio e la condussi nella stetta direzione della mia grande amica Rihanna.
‘Oh, ciao Justin’-mi abbracciò la rossa
‘Rihanna! Ciao.. Oh, ti presento Adelina, la mia fidanzata.’
‘Piacere’-riuscì a sussurrare
‘Piacere mio’
‘Justin, potresti rispondere a qualche domanda?’
‘Certo, ragazze scusate ma vi devo lasciare un attimo’
‘Tranquillo, io mi rubo per un po’ Adelina’
 
Tornammo all’albergo. Adelina ancora non connetteva.
‘Terra chiama Adel.. Adel rispondi!’- si girò di scatto tuffandosi tra le mie braccia.
‘Ehi ehi, non respiro!’
‘Grazie’- gli occhi le brillavano era così dolce. Ricambiai l’abbraccio e dopo poco si staccò. La guardai attentamente.
Aveva sciolto, finalmente, i suoi lunghi capelli biondi, i suoi occhi verdi sono contornati da un ombretto naturale e le ciglia allungate dal mascara. Sembrava una dea. Bellissima. Le poggiai le dita sotto il mento e adagiai le mie labbra sulle sue. Ma questa volta, con mia grande sorpresa, ricambiò.
La trasportai nella parte opposta dell’hotel. Era deserto. Era molto tardi. Probabilmente erano tutti a letto. Le diedi un altro bacio poggiai le mie braccia sulla sua schiena, stringendola forte a me. La mia mano si posò sulla cerniera del vestito. L’abbassai lentamente e le lasciai scivolare giù il vestito. Mi tolsi la maglia i pantaloni e le scarpe. Lei sfilò le sue e insieme ci buttammo in piscina. 

 
Ehi ehi, voi. Cosa stavate pensando OuO pervertite!!
Ahahah pace e amore <3
P.s. Non so cosa c'entri la citazione con il capitolo ma..dettagli :)

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***




Capitolo 5.
I'm in love with you
And all your little things.

Little Thing-One Direction

 


Un raggio di sole filtrò dalla tende arrivando ai miei occhi. Un forte dolore alla schiena mi fece alzare ma un braccio mi teneva attaccata al suolo. Mi voltai lentamente costatando che il braccio appartenesse a Justin. Accennai un sorriso, era così cuccioloso mentre dormiva.
Aprì un occhio e con voce assonnata pronunciò un lieve ‘buongiorno’. Mi liberai dalla sue presa e mi sollevai da terra. Ebbene si, dopo la lotta in piscina eravamo entrambi crollati, a bordo piscina. Ecco perché il dolore alla schiena. Aspettai che il principe si alzasse con tutti i suoi comodi, dopodiché prendemmo gli abiti e raggiungemmo le nostre camere.  Lasciai tutto sul pavimento e mi fiondai sotto la doccia. Aprii al massimo il getto dell’acqua calda e lo lasciai scorrere sulla mia pelle. Amo la doccia, la considero un po’ come una migliore amica. La libero la mente  dai pensieri e lei scorrendo li porta tutti con se.  Mentre facevo le solite riflessioni mi ritornò in mente la sera precedente. Avevo incontrato un altro dei miei idoli, avevo conosciuto Rihanna, ancora non riuscivo a crederci. E poi, quel bacio. Istintivamente sfiorai le mie labbra. Come mi era venuto in mente di ricambiarlo.. Ok, avevo dato il mio primo bacio al mio idolo ma non era vero era una messa in scena, un bacio senza amore. Bussarono alla porta. Cacciai via tutti quei pensieri, usci dalla doccia, mi strinsi nel soffice accappatoio di spugna dell’hotel e andai ad aprire. Justin.
“Buongiorno bellezza”-aveva il sorriso di quello che vuole qualcosa-“Lo sai che sei stupenda questa mattina?”
“Sputa il rospo su”
“Perché sei convinta che tutto ciò che faccio ha sempre un secondo fine?”-inarcai un sopracciglio.
“Ecco il secondo fine oggidovraifareunintervistaintvsola, ti amo”
“Non ho capito nemmeno una parola”
“Oggi dovrai fare un intervista, sola. Ti amo”
“Che cazzo hai detto?”- lo guardai sbigottita. Che sia chiaro,‘Cazzo’ era per rafforzare il concetto.
“I love you to the moon an back”
“Ti odio”
“Sei la stella che illumina il mio tragitto”
“Ti odio”
“Adesso mamma ti accompagna a comprare qualcosa per l’intervista ci vediamo questa sera io starò in camera a guardarti e a fare il tifo per te, ok?”-mi lasciò un veloce bacio sulla guancia e scappò ma lo afferrai per il colletto della maglia.
“E no bello mio, tu vieni con me”
 
“Oh, eccoti Adelina su dai veloce hai l’appuntamento con l’estetista esattamente tra 20 minuti, dopo con il parrucchiere a seguire il centro commerciale.”-cominciò Pattie appena uscii dalla mia camera. Mi afferrò per un braccio io afferrai Justin, il quale rideva compiaciuto. Bello mio, non riderei tanto al posto tuo. Ci sei dentro tanto quanto me.
“Eh no Justin, mi dispiace ma tu starai in hotel. Questo è una giornata per le ragazze.”- si allontanò e ci salutò con un cenno della mano, poi sulle sue labbra riuscii a leggere ‘Bieber 1 Adel 0’
“Pattie, potresti prestarmi un attimo il telefono. Ho scordato di dire una cosa a Justin.”-mi porse il suo IPhone e velocemente scrissi a Jus.
 
To:Justin
Text: Ricorda che sono io a dover fare un intervista xoxo Adel.
 
From:Justin
Text: *emoticon rappresentante l’urlo di munch* (?)
 
To: Justin
Text: Adel 2, Justin 1. Epic win
 
***
Non so se sia meglio urlare o affondare le unghie nel lettino dell’estetista. Per la mia dignità decisi di affondare le unghie, che talaltro non ho, nel lettino mentre la donna di fronte a me era impegnata a versare la cera calda sulle mie gambe e sradicare i peli dalle mie gambe. Tutto ciò viene comunemente chiamato ceretta. Incrociai lo sguardo di Pattie che nonostante fosse sottoposta come me a questa tortura era tranquilla e placida che leggeva una rivista. Accennai un sorriso. Dopo le gambe la donna passo alle sopracciglia. Fortunatamente di mio le avevo abbastanza sottili cosi la seconda parte della tortura durò relativamente poco. Manicure, pulizia del viso e finalmente lasciai quella casa degli orrori. Adesso parrucchiere.
Ma porco canguro dico io oh. Sono riusciti ad inventare un aggeggio come l’Iphone 5 e non sono riusciti a creare un lavabo per parrucchieri che non ti frantumi il collo?! Bha.
Scalai leggermente i capelli per rimuovere le doppie punte,mi feci schiarire le punte con 'Lo Sfumato'di L'Oreal-perchè noi valiamo- e poi feci raccogliere il tutto in uno chignon alto. Realizzato con la ciambella. Prima di uscire estrassi in fiocco verde smeraldo dalla mia borsa in cuoio con le frange e lo feci applicare esattamente sotto lo chignon. Adesso mancava l’ultima tappa prima dello studio televisivo.
Il telefono di Pattie prese a squillare. Dalla smorfia che si dipinse sul suo volto non doveva essere niente di entusiasmante.
“Tesoro riesci a fare in fretta? Scusa ma ho urgente bisogno di collegarmi da un computer è successo un macello!”
“Vai all’hotel, tranquilla. Posso fare sola”
“Sicura? Non è  che ti dispiace? E’ urgente..”
“Ma figurati, vai.”
“Va bene, torno dopo con Kenny a prenderti per andare in studio”-scappò via.
Mi voltai e entrai in quell’enorme centro commerciale. Non avevo idea di dove andare, di come ci si dovesse vestire per andare in tv. Sicuramente non on la tuta e gli anfibi, Justin non me lo perdonerebbe mai, anche se mi piacerebbe immaginarlo mentre sclera davanti la tv.
Pensa Adel pensa. Idea. Cominciai a camminare ,direzione: Zara.
 
***
‘’JUSTIIIN! Apri immediatamente la porta. Ho urgente bisogno del portatile. JUSTIN!”
“Eccomi eccomi, arrivo. Con la calma però”
“Sgomma Bieber, e molla il pc.”
“Quante storie oh, è li sul tavolo!”
Chissà cosa l’è preso. Meglio che vada a controllare come si sta combinando Adelina va.
 
“MAMMA DOV’E’ ADELINA?”-sbraitai correndo per i corridoi del piano messo a disposizione dall’hotel.
“Al centro commerciale.”
“Sola?”
“Ovvio.”
“CHE CAZZO DI RISPOSTA E’ OVVIO? TU HAI LASCIATO ADELINA SOLA? AL CENTRO COMMERCIALE? QUANDO SAI CHE DEVE FARE UN INTERVISTA IN DIRETTA MONDIALE. TU LASCI LEI, SOLA A COMPRARE VESTITI!? MA COSA HAI IN QUELLA TESTA”
“Rilassati Justin, Kenny sta andando a prenderla”
“Ma ma.. lei non è una ragazza. Chissà quale tuta avrà scelto.”
 
Non voglio vedere, sono terrorizzato. Oddio, Signore, ti prego aiutami tu. Scoot arriva e accende la tv. Sta per cominciare. Tremo. Che figura.
 
‘Signori e signori benvenuti al Gracie Show. Oggi con noi in studio un ospite speciale. Accogliamo con un caloroso applauso Adelina Sparks’
 
Misi le mani sugli occhi. Non voglio guardare.
 
‘Buonasera’-oddio, quella dolce vocina. È lei, è uscita. Sento un ‘oh’ del pubblico. La curiosità mi assale.
‘Justin guarda’-dice Scoot senza fiato. Sbircio dallo spazio tra le dita della mano per poi lasciar cadere le braccia giù lungo i fianchi e spalancare la bocca.
 Eccola li, in tutta la sua bellezza. Indossa un paio di shorts verde smeraldo a vita alta, che fanno risaltare il suo fisico slanciato, con una camicetta bianca semitrasparente, smanicata, con delle borchie dorate sul colletto e un po’ sblusata sui fianchi. Delle jeffrey Campbell neutre con una pochette del medesimo colore. I capelli raccolti in uno chignon e un trucco leggero e sobrio sul viso. È meravigliosa.
 
***
Aiuto. Aiuto. Aiuto. L’ho già detto? aiuto. Mi sto letteralmente cacando in mano. Non sono a mio agio ne nel luogo, ne con i vestiti che indosso. Ecco, è il mio momento, devo entrare. Faccio un respiro profondo e via.
 
“Benvenuta Adelina. Piacere, sono Gracie”
“Piacere mio, chiamami pure Adel.”
“Allora, parlaci un po’ di te. Da dove vieni?”
“Bene, allora sono Italiana. Vengo da Aosta.”
“Non si direbbe che sei italiana dal tuo cognome, sembra più americano.”
“Infatti lo è. Mio padre è canadese, è originario di Vancouver, i miei nonni vivono là.”
“Quali sono le tue passioni più grandi?”
“Sicuramente l’arte e lo sport. Amo dipingere”
“Wow, e invece per quanto riguarda lo sport? Ne pratichi qualcuno?”
“Amo tutti gli sport più o meno, a parte il tenni e il calcio. Si, faccio pattinaggio artistico anche se è passato un bel po’ dall’ultimo allenamento”
“Sei una pattinatrice allora, complimenti. Ma desso passiamo al vero motivo che ci ha spinto a chiamarti in studio. Gira la voce che tu sia la nuova fiamma di Bieber, come ha confermato lui pochi giorni fa.”
“Ebbene si, colpevole”
“Parlami un po’ del vostro primo incontro.”
“Che dire, un modo buffo d’incontrarsi. Me lo sono ritrovato accanto, in ospedale.”
“Come in ospedale?”
“Era il 23 Marzo. Ero appena uscita dall’arena di Bologna dopo aver assistito al suo concerto. Si, sono una Belieber. Non ricordo granché dopo il concerto perché mentre cercavo un taxi sono stata investita entrando in coma.”
“Oh mio dio è terribile”
“Mi sono svegliate tre giorni dopo in ospedale, in braccio a Justin. Ricordo che era veramente distrutto. Aveva indosso ancora glia abiti che aveva usato per cantare Baby. Non ricordavo niente e mi sentivo tremendamente in colpa. Aveva saltato molti problemi  a causa mia e per questo mi scuso con tutte le ragazze che sono state male per questo.  L’ho trattato malissimo quella sera. Volevo allontanarlo da me e fargli riprendere il tour. Però non so come riuscì a ricattarmi. Mi volle con se e io accettai. Stando tutti i giorni insieme ci siamo conosciuti meglio e adesso stiamo insieme.”
“Wow. Non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da Bieber. Chi continua ad odiarlo e dargli del bambino è veramente stupido.”
“Già, ma poco importa. Lui ha le sue beliebers che non lo lasceranno mai. Nessuno può immaginare quante vite abbia salvato con la sua musica. Ma lui lo sa ed è questo l’importante. Ha salvato anche me prima mi ha salvato dalla  mia vita con la sua musica, poi ha salvato la mia vita con quel meraviglioso gesto. Sono veramente fiera di lui. Come tutte le beliebers credo.”sorrisi.
“Che meraviglia. Adesso parlami un po’ di lui. Ciò che ti piace o meno.”cominciai a guardare tutte le foto di Justin che andavano scorrendo sullo sfondo alle mie spalle.
“Bhe, la prima cosa che mi ha colpito di lui, oltre alla sua voce sono stati i suoi occhi. Sono un vortice di caramello fuso nel quale potresti annegare. Mi ci perdo ogni volta che li guardo e poi quel suo sorriso meraviglioso. E la sua risata, così contagiosa, è uno dei suoi più soavi che le mie orecchie abbiano mai sentito. Per non parlare di quando mi abbraccia, come dire, I just die in his arms. Amo quando vuole giocare a fare il bambino. Si mette quella faccia da cucciolo bastonato e così mi sciolgo. Naturalmente, come tutti gli umani ha i suoi difetti. Ne ha di insopportabili ma ha così tante cose belle che quasi quasi non ci faccio caso, se non raramente. Come ho detto prima mi ha salvato, prima con la sua musica poi con un gesto. Gli sarò riconoscente a vita. È sempre stato un po’ il mio angelo custode. Quell’ancora di speranza su cui poter contare sempre. Adesso che ho avuto la fortuna di conoscerlo realmente ed essermi resa conto di chi sia veramente Justin Biebre sono veramente fiera di lui. Amo quando mi guarda, quando lo sento cantare sotto la doccia. Amo le sue mani. Amo ogni suo piccolo difetto. Il suo sorriso illumina le mie giornate trasmettendomi felicità.”
“Si vede che sei proprio innamorata”-ritornai sulla terra e solo allora mi resi conto di aver detto tutto ciò ad alta voce. Sentii le gote avvampare. Chissà di che colore sono diventata, oddio che vergogna.
“Ed eccoci arrivati alla conclusione del programma. Grazie tante per essere stata qui con noi Adel. Spero che verrai a farci presto visita, magari con Justin. E dal Gracie Show è tutto. Vi auguro una buona serata.
Salutai la conduttrice e uscii dall’edificio in attesa di Kenny. Una ragazza si avvicinò timidamente a me. Le sorrisi, arrossì.
“p..posso fare una foto con te, per favore?”
“Parli con me?”-chiesi con gli occhi fuori dalle orbite.
“S..si”
“Certamente vieni qua”-quella che credo sia la madre scattò la foto dopodiché si allontanarono entrambe.
Arrivò Kenny, mi fiondai in macchina distendendomi, occupando tutti i sedili posteriori. 
 
Innamorata? Ero innamorata di Justin? Forse si

 

SAAAlve a tutte. chiedo perdono per il ritardo e per il capitolo capace di far cagare pure un bradipo stitico ma ok.
domani sistemo il testo. scusate errori ecc..
questi sono i vestiti per l'intervita o meglio ciò che più gli somiglia.
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=86882887&.locale=it

VOLEVO ASSOLUTAMENTE RINGRAZIARE DUE PERSONE FANTASTICHE CHE MI HANNO CONTATTATO PER CHIEDERMI DI AGGIORNARE. SAPPIATE CHE VI AMO <3 <3
KISS
_Blaze

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6.
Cause if you let me
here's hat i'll do
I'll take care of you


Take Care-Drake ft. Rihanna



Nessun fiato si udiva in quella camera. Eppure conteneva tutta la crew. Eravamo tutti fermi, immobili con la bocca spalancato e lo sguardo fisso sullo schermo al plasma al centro della stanza. Nessuno osava dire niente o forse non trovava le parole per ribattere. Ero sorpreso quanto loro, le parole di Adelina mi erano entrate nel cuore. Era stata bravissima, spigliata e sorridente. Era riuscita a non farsi prendere dal panico non sembrava nemmeno sotto stress anche se dentro moriva di paura. Mi aveva elogiato con parole meravigliose eppure qualcosa non andava. Delle parole precise mi avevano colpito ‘Prima mi ha salvato dalla mia vita con la sua musica’ solo in quel momento mi resi conto di non sapere niente sul suo passato, sulla sua vita, su di lei. Non mi ero mai interessato a come fosse stata la sua vita prima di incontrarmi nonostante non avessi visto i suoi genitori all’ospedale. Adesso che ricordo non ha nemmeno un cellulare e mai ha chiesto il mio per contattarli o chiamare qualche amica, niente. Come se fosse sempre stata sola. Quel suo sorriso sempre così luminoso in realtà nascondeva tristezza. Ma io non ne sapevo niente, invece lei, di me, sapeva tutto. Non sapevo fosse canadese, non sapevo che facesse sport o che amasse dipingere adesso che ci penso non so nemmeno quando fa il compleanno.. e se fosse già passato? Cazzo!. Viviamo insieme da più di un mese quasi e sono venuto a conoscenza di queste poche informazioni grazie ad un intervista. Mi sento uno schifo.
A riportarmi sulla terra furono i continui ‘bip’ proveniente da ogni strumento elettronico che possedevo. Suonavano così tanto tutti contemporaneamente che credevo stessero per esplodere. Mi decisi e andai a controllare. Aprii twitter, mi arrivavano 10.000 menzioni al secondo ne lessi velocemente qualcuna e rimasi a dir poco sbalordito. Tutte le mie fan e non si complimentavano con me per il gesto, continuavano a ripetermi che erano fierissime di me e i mie follone erano aumentati di quasi in milione. Ero completamente senza parole.
 
Dopo aver risposto a molte fan controllai l’ora. Si erano fatte le 3 ,caspita. Spensi quell’aggeggio e mi coricai.
 
***
‘Justin dai smettila, siamo in ritardo!’
‘Shh.. Chaz può aspettare’
‘Chaz forse si, ma il prete no. Non può aspettare di celebrare un matrimonio perché tu non hai scelto i vestiti’
‘Dai, vieni qua. Lo so che mi trovi più sexy se sto solo in boxer’-la afferrai per i fianchi e le gettai sul mio letto
‘Justin, mi stai sgualcendo tutto il vestito!’
‘Da quando t’importa dei vestiti?’
‘Da.. adesso’
La fissavo negli occhi, quanto è bella. E’ veramente stupenda. Spostai il mio sguardo dai suoi occhi al suo sorriso, anch’esso magnifico e lo esaminai attentamente. Labbra rosee e carnose, denti perfetti, una meraviglia. Mi avvicinai lentamente a quella calamita finché sentii  la loro morbidezza sotto le mie labbra. Esitò qualche istante per poi lasciarsi andare. Il cellulare cominciò a squillare. Chaz
‘Bro sei il testimone.. ricordi’ DOVE CAZZO SEI? Amen.’
‘Scusa bro arrivo, c’è traffico’
Finalmente arrivammo davanti la chiesa, Adel scese velocemente dalla macchina. Lasciai le chiavi all’autista e la raggiunsi stavo per prenderla sotto braccio quando qualcuno mi precede lasciandole poi un dolce bacio sulle labbra. Qualcuno invece si attaccò al mio di braccio. Selena. Anche lei pretese il suo bacio. Non capivo niente, li non è più mia, adesso appartiene un altro. Si, io ho Selena ma non la amo. Continuo a fissarla sembra felice, senza me. Il mio sguardo cade sulle sue mani, un anello.
 
Mi sveglia di soprassalto sbattendo la testa sul baldacchino e in seguito rotolando sul pavimento.
Che sogno strano. Mi ricomposi e guardai l’orologio. Sono le 4 del mattino.
Ma quanto sono stupido? Ero così preso dai complimenti e dalle belle parole delle mie fan che non ero nemmeno andato a ringraziare la ragazze che aveva fatto tutto ciò.  Stupido. Stupido, stupido stupido.
Usci dalla mia camera cercando di non fare sbattere la porta. Percorsi tutti il piano in punta di piedi fino a raggiungere la sua porta, una volta li esitai qualche istante prima di entrare poi mi decisi ad aprire la porta e a fiondarmi nel suo letto. La avvolsi da dietro in un abbraccio lasciandole un piccolo bacio sui capelli.
“Justin?”
“Si, sono io.. Buonanotte piccola e grazie” farfugliò un buonanotte e si riaddormento. Mi strinsi un altro po’ a lei facendomi picolo piccolo. Il suo profumo inebriò  le mie narici e in pochi secondi mi ritrovai su un altro pianeta.
 
***
Mi svegliai con il sorriso dipinto sulle labbra. Justin aveva dormito qua, tenendomi stretta tra le sue braccia tutta la notte. Ero abituata a questo, dormivamo così sul Tour bus ma questa sera è stato diverso, speciale. Mi alzai e andai in bagno, feci una lunga doccia rigenerante e uscii. Sul letto trovai i vestiti che avrei messo quel giorno. Ormai era così, Justin mi aveva rifatto il guarda roba e ogni mattina mi preparava l’abbinamento della giornata ma intendiamoci, lui è quello che esce con i pantaloni di Super Mario così ogni mattina mi ritrovavo a modificare quasi tutto di quel bizzarro outfit. Oggi però era riuscito ad azzeccare, in parte.
Afferrai la mia inseparabile borsa in cuoi e uscii. Pattie mie stava aspettando per raggiungere l’arena. Guardavo entusiasta le prove dal più alto degli spalti. Rammentai a quel magico 23 Marzo. Quando per la prima volta lo vidi, realizzando così il mio sogno. Ero la giù, sotto quel palco con il volto inondato dalle lacrime. Lacrimoni da mezzo litro l’uno colmi di emozioni diverse. Sicuramente mentre ero la sotto non mi sarei mai aspettata che qualche giorno dopo avrei ripreso il tour con lui. Il mio più grande sogno. A qui pensieri i miei occhi diventarono leggermente lucidi e un sorriso affabile si rivoltò sulle mie labbra.
Qualcuno si sedette accanto a me, Justin. Ero così presa dai ricordi che non mi accorsi che le prove erano finte. Mi porse il sacco bianco dello starbucks contenente due enormi biscotti con gocce di cioccolato  e un frappé al cioccolato con panna e caramello. Ne sorseggiai un po’ per poi ingerire un morso del biscotto. Diedi il secondo a Bieber che nel frattempo sorseggiava il suo di frappé.
“A cosa pensi, principessa?”-mi chiese dolcemente il biondo scostando una ciocca di capelli ricadutami sul viso.
“A quando stavo proprio li sotto aspettando in ansia di realizzare il mio più grande sogno”-risposi io con voce sognante. Sorrise, sorrise con mai lo avevo visto sorridere. Mi s’illuminò il cuore. Poi tutto d’un tratto divenne cupo.
“I..io ho d..detto qualcosa di sbagliato?..s.scus.”
“No sono io sbagliato è questa la verità”
“Ma di cosa stai parlando? Io forse.. cioè ho fatto qualcosa? N..Non volevo”
“No, non è colpa tua. La colpa è solo mia.”
“Non ti sto capendo..”
“Da quant’è che ti conosco? Un mese? Forse di più. Non mi sono mai degnato di capirti, di conoscerti mentre tu continui a sbalordirmi con tutto ciò che dici. Stai sempre a sorridere anche e a fare forza agli altri quando dentro sei debole e la prima ad avere bisogno di forza sei tu. Ieri con quelle parole mentre rilasciavi l’intervista ho capito quanto non ti conosco mentre di me sai praticamente tutto. Non ti sfugge niente ma tieni sempre la tua posizione. Io..”
“Scusami per ieri io all’intervista non sapevo ciò che dicevo nel senso.. a me è sfuggito non volevo.. io..”
“Ma di cosa stai parlando? Grazie a ciò che hai detto le mie beliebers mi hanno perdonato e sono pure aumentate. Visto? Ti preoccupi sempre per me, in continuazione dicendo che mi fai spendere soldi, che non sai come poterti sdebitare e cavolate varie senza accorgerti che lo fai già tutti i giorni. Vorrei vederti più aperta con me come io lo sono con te. E’ così che fanno due veri migliori amici.”-Sinceramente non capivo molto di cosa gli stesse succedendo. Forse è arrabbiato perché ha capito che sono innamorata di lui e non gliel’ho detto? Non posso dirglielo. Perderei la nostra amicizia e io non voglio. Come ha detto lui siamo migliori amici e preferisco esserlo per il resto della vita più che confessare tutto e averlo distaccato da me.
“Dove sono i tuoi genitori Adel..”-rimasi spiazzata da quella domanda.
“A casa penso”
“Lo sai che non intendevo questo..Cos’è successo? Perché non erano in ospedale?”
“Loro..io sono un peso per loro. Continuavo a metterli in difficoltà parlando dei miei sogni, delle mie aspettative per il futuro. Ma loro non potevano e non possono permettersi ciò che sogno. Erano sempre tristi tutte le volte che mi guardavano. Non vedevo un sorriso sul loro volto da anni, tutte le sere sentivo mamma piangere per i troppi debiti. Non sono mi stata una bambina che chiedeva tante cose. Ho sempre aiutato a casa e mi sono sempre accontenta dell’indispensabile. Crescendo ho cominciato a coltivare l’idea di una vita migliore, fuori da quella piccola città capace di offrire solo neve. Una sera mi decisi a parlarne con loro mamma mi ascoltava attenta e con occhi sognanti. Appena finì di fantasticare papà si alzò bruscamente da tavola gridando ‘è impossibile’ e dando tutta la colpa a mamma se ero diventata una sognatrice. Diceva che mi aveva portato su una cattiva strada da quando mi aveva regalato quella piccola radiolina/mp3 per il mio compleanno. Li per la prima volta sentii la tua voce. Era così delicata che nonostante stessi piangendo cominciai a sorridere. Da qual giorno cominciai a scaricare ogni tua canzone. Era un po’ come una medicina per me. Ti avevo fatto sentire pure a mamma e insieme il pomeriggi ci mettevamo a ballare alcune delle tue canzoni. Avevo espresso il desiderio di andare al tuo concerto del 9 Aprile, ancora non avevo capito il grosso problema che c’era a casa la riposta fu uno schiaffo. Non mi azzardai mai più a parlare di te a casa. Poi un giorno quando uscì Believe mamma mi promise che mi avrebbe portata a vederti ma usciti i biglietti non li poté comprare. Lo capivo e non ero arrabbiata solo un pò triste. E da quella sera in cui mio padre infranse tutti i miei sogni con quella stupida frase che giurai a me stessa che sarei stata a quel concerto. cominciai  a fare dei lavori senza dirlo a nessuno e appena raccolsi la cifra  necessaria acquistai il biglietto. La sera prima del concerto scappai da casa lasciando un biglietto nascosto a mamma. Mio padre non mi guardava più in faccia, non mi salutava, faceva come se fossi invisibile. Non sopportavo più quella situazione così scappi e raggiunsi te. “
**
La guardavo seduta la, sulla gradinata raccontarmi la sua storia mente le lacrime le sgorgavano a fiumi dagli occhi ormai arrossati. Appena finì non riuscii a controllarmi. Sentivo il bisogno di stringerla a me come se tra le mie braccia fosse protetta. Poi le asciugai le lacrime e la lasciai riaccoccolarsi al mio petto. Che genio, se non me ne aveva mai parlato forse era per evitare di ricordare quegli spiacevoli eventi. La strinsi ancora più forte e cominciai a intonare ‘Be Alright’ i suoi singhiozzi dopo un po’ cessarono e non sentendo più niente smisi.
“Non smettere ti prego.. “
"Mi prenderò cura di te.."
 

Ma buonsalve (?)
Amatemi e odiatemi allo stesso tempo:
amatemi perchè non ho mai aggiornato in vita mia così presto.. solitamente passano mesi ma adesso solo pochi giorni sono fiera di em*si stringe sola la mano*
odiatemi perchè il capitolo è a dir poco orripilante e anche corto. Vi chiedo perdono ma mio padre mi ha staccato la connessione mentre scrivevo perchè doveva sistemare una lampada. .-. In più ora devo correre in palestra quindi vi lascio, almeno vi facilito l'andata al bagno con questo capolavoro ;)
Scusate gli errori non ho ricontrollato.

http://www.polyvore.com/panda/set?id=87005927
 questi sono i vestiti che portava Adelina quel giorno. Li ho messi per farvi capire un pò il suo stile :9
adesso starete pensando ' o mio dio che tammarra!' e già..
mi dileguo
#peaceandlove <3
per chi volesse sono @italylovesbiebe su twitter :))

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


 



Capitolo 7.

There's gonna be one less lonely girl
I'm gonna put you first
I'll show you what you're worth
If you let me inside your world
There's gonna be one less lonely girl.


One Less Lonely Girl-Justin Bieber

 

I giorni passavano e ormai ci trovavamo in primavera piena. L’aria era fresca e profumata e i raggi del sole emanavano un tepore delicato. Delicato come la mia Adelina. Si, lei è mia e di nessun’altro. Sono estremamente geloso di lei. Era vero, la stavo ‘sfruttando’ per far ingelosire Selena, ma era come il prezzo da pagare per vitto e alloggio, anche se non mi piace vederla sotto questo punto di vista. Mi fa sentire una vera merda.

Siamo seduti al Royal Park di Londra. I raggi del sole filtrano tra i suoi capelli facendoli risplendere lasciando vedere i riflessi più chiari. La sua pelle così chiara sembra brillare al contatto con la luce primaverile. Le sue morbide labbra color pesca hanno le estremità ripiegate in un meraviglioso sorriso che mette in bella vista la sua dentatura perfetta. I suoi occhi sono pieni di gioia e spensieratezza. Non l’avevo mai vista raggiante come quel giorno e questo non poteva far altro che farmi sorridere scaldandomi il cuore. Rimasi abbagliato alla vista di cotanta meraviglia.

Dal giorno della chiacchierata all’arena si era aperta molto nei miei confronti anche se non quanto sperassi. Mi ha raccontato molte cose ma altre le ho dovute scoprire per i fatti mie. Ad esempio, l’indomani sarebbe stato il suo compleanno e nonostante avessi già una mezza idea su cosa organizzare non avevo fatto niente di concreto.

“Justin?”-una voce amabile mi distrasse dai miei pensieri.

“Si?”

“Ti va di fare un gioco?”

“Mm.. quale?”
“Vieni qua, distenditi accanto a me e guardiamo le nuvole. A turno ne indichiamo una e ognuno dice la forma con cui la vede. Ci stai?”
“Si, sembra divertente.”-mi alzai dalla mia postazione e andai a coricarmi di fianco al suo fragile corpo. Da lì cominciò la ‘battaglia delle nuvole’. Cominciarono a uscire le forme più bizzarre al mondo, dagli umpalumpa agli unicorni. Tutto ciò a gli occhi degli altri può sembrare abbastanza stupido e infantile e invece posso confermare che è qualcosa di veramente divertente o forse era la sonora risata di Adel a trasmettermi così tanta gioia e allegria. Continuammo a giocare dimenandoci sull’erba fresca inebriati dai vari profumi emanati dai fiori. Si poteva udire il sibilo del vento che strusciando sulle foglie si univa alla nostra fragorosa risata. Rotolammo un po’ su noi stessi finché i nostri corpi s’incontrarono. Ritrovai le mie labbra ad un soffio da quelle di Adel e solo quando lo sguardo mi cadde su quest’ultime mi resi conto di quanto le mie le bramassero. Era da un po’ che non assaporavo quei piccoli spicchi di velluto (?). Era passato tanto tempo, forse anche troppo dall’ultima volta che le nostre labbra si erano fuse insieme completandosi come il pezzo di un puzzle. Mi avvicinai il più lentamente possibile così che lei potesse capire le mie intenzioni forse però non era la stessa cosa che voleva lei, tanto che si scostò velocemente. Rimasi un po’ deluso da quel gesto ma non dissi nulla, mi limitai a raggiungerla per poi dirigerci insieme verso il più vicino starbucks, subito dopo essere sati raggiunti da Kenny. Come sempre ordinammo il solito. Milkshake al cioccolato con panna caramello e nutella con quattro mega biscotti al cioccolato.
“Ammettilo, vuoi farmi ingrassare per poi mangiarmi!”-sospirò la bionda bevendo un sorso della gustosa bevanda.
“Si, mangiarti di baci”-a quelle parole le sue guance si colorirono di un leggero rosso. Finita la merenda riportai Adel all’Hilton, l’hotel dove alloggiavamo, e poco prima di lasciarle attraversare le porte girevoli in vetro, mie acerrime nemiche l’attrassi a me.
“Ti è rimasta un po’ di panna proprio qua.”-le sussurrai prima di lasciarle un piccolo bacio sulle labbra carnose.-“Dovevo riprendermi quello che mi hai negato prima”-ammiccai e detto ciò mi rimisi in cammino per le strade di Londra sempre seguito dalla mia guardia del corpo.
Dovevo riuscire a organizzare qualcosa di magico e indimenticabile, voglio dire, è sempre il suo diciottesimo compleanno e poi lei, si merita il meglio.
Dopo aver passato l’intero pomeriggio a fare compere tornai in albergo. Dovevo organizzare un ultima cosa e tutto sarebbe stato perfetto per il ‘grande giorno’.
***

Ed eccomi nuovamente qua, dietro le quinte del favoloso Believe Tour a vedere ogni minimo elemento della crew sclerare perché come al solito manca Justin. Tutti che lo cercano e nessuno che lo trova. Ma come tutte le star che si fanno rispettare lui si fa aspettare. Quale stupido non lo farebbe?! Io aspetterei tutta la mia vita per lui.
“Te lo giuro, un giorno darò fuoco a quella cazzo di scimmia”-sbraitò Scooter con le vene che pulsavano sul collo. Era la prima volta che lo vedevo così furioso.
“Dovresti calmarti, sai bro.”-Ammiccò il biondo per poi porgermi la morbida scimmietta. “E mi raccomando,  ricordati quella cosa.”-continuò sempre rivolto a Scoot. Poi mi lanciò un tenero bacio che feci finta di afferrare, spiegò le sue ali e volò all’interno dell0 stadio accompagnato da milioni di urla. (…).
“Adesso è arrivato il momento della OLLG. Una fortunata ragazza salirà qui sul palco e siederà sul suo trono. Ma questa sera non sarà la solita OLLG, no. Sarà una ragazza veramente speciale e voi dovete accoglierla con tutto il vostro amore.”-mentre Justin pronunciava queste parole alcuni componenti della crew cominciarono a portare i vari pezzi che assemblati avrebbero poi formato il cosiddetto trono. Sentii le prime note della canzone e mi lasciai andare sul divanetto di fianco alla tv dalla quale vedevo cosa accadeva sul palco.
“Adelina Adelina corri! Dai vieni è urgente”-sentii il tono disperato di Scooter distogliermi dalle fantasticazioni che stavo facendo sulla possibile OLLG della serata”
“Eccomi eccomi, cos’è successo?”
“Un macello è successo, un macello. Il direttore luci si è sentito male e ha lasciato lo studio senza avvisare nessuno. Io non posso andarle a gestire perché devo occuparmi dei.. fuochi d’artificio, si. Quindi ti sarei grato se muovessi il culo verso quella porta e andassi a giocare con quei bottoni colorati”-mi stava letteralmente spingendo verso quella stupida porta.
“Ma ma.. io non ne so niente di ste cose… e se dovessi sbagliare? No, ho paura!”
“Stai zitta e entra, non ti servirà niente!”-detto ciò con un colpo deciso fece sbattere il mio corpo contro la porta ,aprendola, e facendomi ritrovare nella sala.. Oh cazzo! Questa non è la sala.
Mi girai su me stessa convinta di trovarmi nella sala luci ma non mi ci volle molto a capire che invece ero sul palco e davanti a me c’erano milioni di ragazze che mi fissavano continuando a cantare. Vidi Justin avvicinarsi a me e porgermi la mano che afferrai saldamente. Giuro, stavo per svenire. Mi fece strada verso il trono situato al centro del palco e mi fece accomodare. Lo guardai negli occhi, anche se riuscivo a vedere ben poco dato il gran numero di lacrime che oziavano all’interno del mio occhio, mi persi in quelle sfere di miele. Justin, come una vera OLLG, m’incoronò e si sedette accanto a me tenendomi sempre la mano e continuando a fissarmi negli occhi. Dopo un po’ però mi resi conto di cosa stava accadendo cosi mollai la presa del biondo correndo sulla lunga passerella guardai per pochi secondi gli sguardi persi di alcune ragazze. Uno mi colpì in particolare. Aiutata dai ragazzi della sicurezza la feci salire sul palco e la condussi sul trono. Sorrisi ad entrambi e mi feci un po’ da parte. La canzone finì ,la ragazza scese e sul palco rimanemmo solo noi. Questa volta si sedette lui sul trono facendomi poi accomodare sulle sue gambe.
“Voglio sentire un forte applauso per la mia bellissima fidanzata!”-gridò entusiasta mentre un mega applauso si sollevava tra la folla.
“E non è finita qui, adesso voglio il vostro aiuto per cantare un’altra canzone, siete con me?”
“SSSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII”
“Perfetto! E uno due, un due tre.. Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri ad Adelina tanti auguri a te!”-Dopo aver finito questa piccola canzone si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi-“Buon compleanno principessa.”-poi mi lascio un bacio umido tra la mascella e il collo.
In quel momento non riuscii più a trattenere le lacrime che cominciarono a solcare le mie gote sgorgando a mai finire dagli occhi ormai stracolmi. Lanciai le mie braccia intorno al suo collo stringendolo così forte a me che ebbi quasi la sensazione di potergli rompere qualche osso. Aspettò che mi ripresi e qualche minuto dopo mi prese per mano per condurmi verso l’uscita ma prima che poté trascinarmi via corsi nuovamente lungo la piattaforma centrale del palco lanciando poi la coroncina verso il pubblico. Fiera di me tornai indietro afferrai nuovamente la mano di Justin e insieme uscimmo di scena.
Il concerto proseguì e ancora in lacrime rimasi a guardarlo da uno degli schermi che si trovavano nel back stage. Ancora non riuscivo a credere a cosa fosse appena successo.. e la cosa che mi sbalordì di più fu che non era ancora finita..



Buonsalve a tutti :)
Ed eccomi nuovamente qua a scartavetrarvi le ovaie. Vi sono mancata vero!? No, lo so..
Allora, che ne pensate di questo capitolo? Non è troppo dolce?! Così dolce da far venire la cacarella..
Comunque grazie a tutti coloro hanno recensito o aggiunto la storia a preferiti/seguiti/ricordati vi amo.
Avete visto il banner? Della seri ovvio è all'inizio, capitan ovvio. A me piace da morire me lo ha fatto una ragazza meravigliosa che su ask si chiama

stylesmean il suo account twitter lo potete trovare nelle note del primo capitolo.
Devo dire che sono un pò incerta su questa storia. E' vero, ho ricevuto delle bellissime recensioni ma mi è dispiaciuto vedere 39o visualizzazzioni al primo capitolo e 60 all'ultimo.. Non so, devo continuare o no?
Fatemi sapere..
Baci

p.s. scusate errori di qualsiasi tipo, ho ricontrollato 41441445 milioni di volte ma sono le 3.35 e non connetto molto.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***




Capitolo 8.

When you hold me, when you hold me in your arms

When you hold me, yeah I can feel your heart beating


Hold Me-Tom Odell

 


“Justin?”
“Uhm?”
“Dove stiamo andando? Non mi sembra la strada che porta alla base.”-Chiese curiosa la bionda. Cacca! Cosa rispondo adesso?
“Stiamo facendo il giro largo, la strada principale è bloccata dalle fan.”-Si Justin, vai così. Sei un fottuto genio.
La bionda annuì poco convinta e poggiò la testa sulla mia spalla crollando per la stanchezza.
Finalmente il Rage Rover nero si fermò davanti il luogo prestabilito. Speriamo che vada tutto bene. Cominciai a scrollare un po’ Adel cercando di farla svegliare.
“Adel, appoggiati a me. Siamo arrivati. Dai che ti accompagno..”-scese di malavoglia dall’auto e sostenuta da me cominciò a camminare. E tre, due, uno..
“SORPRESAAAAAAAAAAA!”-gridarono tutti gli invitati sbucando da ogni angolo della sala da ballo del prestigioso Hilton West di Londra facendo saltare in aria la neomaggiorenne che rimase pietrificata davanti l’ingresso.
“Buon compleanno principessa”- le sussurrai dolcemente al orecchio per poi lasciarle un bacio umido sulla guancia.
Quando prese coscienza si getto tra le mie braccia ripentendo grazie con la voce rotta dal pianto. La strinsi forte a me. Poi tutto d’un colpo si staccò.
“Oddio, ma io sono vestita per andare in palestra e voi tutti eleganti nell’hotel più elegante di Londra. Che figura.”-sussurrò.
“Cosa sentono le mie orecchie. Da quando ad Adelina Sparks importa dei vestiti?”
“Cretino! Sono seria…”
“Ho pensato a tutto, vai nella suite 593”-ringraziò e corse verso la stanza. 
 
**
Corsi verso l’ingresso alla ricerca delle di un ascensore che mi conducesse nelle suite. Avevo ancora le gote umide. Troppe sorprese in un giorno, non ero abituata a tutto questo. Chiamai l’ascensore e in sua attesa attenzioni il mio riflesso sulle porte dorate. La maggior parte dei VIP del mondo mi ha vista in queste condizioni, oddio. Ho i capelli spettinati gli occhi gonfi e rossi. Un mostro. Le porte si aprono e mi precipito all’interno di quell’aggeggio mobile, do il numero della camera al ragazzo che si occupa dei pieni a saliamo. Apro la porta e rimango abbagliata dalla bellezza della camera. Penso che casa mia sia più piccola.
Sul letto trovo un paco enorme. To Adel. Lo apro e al suo interno trovo un meraviglioso abito lungo, color cipria.
‘Tesoro finalmente sei qui”-sobbalzo dalla paura quando vedo che è solo Pattie. Annuisco. Sono troppo su di giri per rispondere.
“Perfetto! Dai che ti aiuto a prepararti.. “
“Grazie”
Ed ecco che torno nel grande salone tutta agghindata stile ‘I’m a barbie girl’. Che odio. Anche se devo ammettere che Justin ha scelto un vestito veramente stupendo. Tre, due, uno.. entro basta!
Ho gli occhi di tutti puntati addosso ,cammino velocemente  anche se i tacchi quindici rendono la cosa complicata e raggiungo Justin.
“L’abito rende molto più su di te che non su Chaz. Grazie per avermi fatto dimenticare quella scena. “-scoppiamo entrambi in una sonora risata.
Facciamo un breve giro turistico all’interno della sala in modo che io possa conoscere gli invitati. C’è tutta la crew, star come la Swift, Ed, i Oned, Rihanna, Usher, Lil, Chris Brown e tante altre persone. Passammo la serata a ballare e scherzare finché non portarono la torta. Una torta raffigurante un cuscinetto dello stesso colore dell’abito con sopra una coroncina. Justin si mise accanto a me prese la coroncina e la pose sulla mia testa.
“Questa sera sei la mia principessa”- sussurrò dolcemente. Lo abbracciai forte e poi tornai alla torta. Feci qualche foto e prima di spegnere le candeline espressi il desiderio. Poi soffiai.
“Auguri tesoro”- un sussurro, piccolo, delicato. Sembrava quasi vero. Ma il mio desiderio non poteva certo realizzarsi. Chiusi un istante gli occhi e immaginai la scena, sorrisi involontariamente. Qualcuno posò poi una mano sulla mia spalla distogliendomi dalle mie fantasticazioni. Riconobbi subito quel tocco inconfondibile, che sarei capace di riconoscere tra mille. Mi voltai di scatto e la trovai, li, mia madre. Gettai un gridolino isterico e corsi verso lei fiondandomi tra le sue braccia accoglienti che per anni mi avevano ospitato facendomi sentire al sicuro.
“Tu..t.tu..sei…vera?”-sussurrai con la voce rotta dal pianto. Le parole mi morivano in gola.
“Si amore mio, sono qua adesso. Qui con te”-mandai il gran trucco per il quale Pattie aveva dovuto combattere molto e mi lasciai andare in un pianto liberatorio, li, davanti a tutti. Ancora stretta tra le braccia della mia adorata mamma.
“Non piangere piccola, sono qua.”
“Scusa, scusa se sono scappata. Ti ho lasciata sola, scusami tanto”-mi condusse verso la veranda. Avevamo bisogno di un momento io e lei.
“Non lo dire nemmeno per sogno. Ho trovato la lettera e speravo veramente che un giorno saresti scappata. Guardati, la mia trottolina adesso ha diciotto anni, diciotto. E guarda dove sei arrivata. Hai creduto sempre nei tuoi sogni e adesso li hai realizzati. Hai incontrato il tuo idolo e adesso vivi con lui. Stai girando il mondo come hai sempre voluto e hai un ragazzo che è la fine del mondo, bello dolce e gentile. E’ stato un amore. Mi ha fatto venire a prendere e sul jet mi hanno trattato come una principessa. Gli hai detto che avevo paura, vero?”
“Lui ti ha portata qua? No lui, non sapeva niente.. dove vivo, che hai paura.. ha fatto tutto solo.”
“Speravo che trovassi un fidanzato così un giorno”-sorrise contenta.
“Già, ma non è il mio fidanzato.”
“E ha fatto tutto questo anche se non sei la sua ragazza?”-chiese allibita -“Forse allora lo vuole essere..”
“Non credo proprio, lui ama Selena..”
“E tu, lo ami?”
“Questo non è importante..”
“Va bene, non parlo più. Ho toccato una nota dolente a quanto pare.”
“Comunque ti ha portata da me, non sai quanto mi sei mancata.”
“Anche tu.. chi lo avrebbe Mai detto che i nostri piani un giorno sarebbero diventati reali? Tu in tour con Justin e io che vengo a trovarti a Londra, la città dei miei sogni.”
“E’ vero, sembrava tutto così impossibile..”
“Già.. adesso basta stare qua. Il tuo principe ha fatto tutto questo per te e tu non ci sei? Va da lui.”
“Hai ragione, a dopo.”-le stampai un sonoro bacio sulla guancia e rientrai nella sala alla ricerca di Justin. Non lo trovai in sala così lo cercai tra i vari corridoi dell’albergo. Niente. Ritornai nel grande salone delle feste e dopo poco le luci si spensero. Cominciò un lento, mi feci da parte per lasciare le coppiette ballare.
“cercavi me’”- sussurrò qualcuno al mio orecchio afferrando i miei fianchi da dietro. Non dissi nulla, mi voltai e lo abbracciai. Non avevo parole sufficienti per ringraziarlo. Aveva realizzato il sogno di mia mamma e il mio. Un angelo, solo questo può essere. Qualcuno la su ha ascoltato le mie preghiere e ha mandato lui sulla terra per salvarmi. Mi spinse un po’ più verso la pista e cominciammo a ballare. Lui con le braccia avvinghiate alla mia schiena e io, invece, intorno al suo collo e il viso poggiato sulla sua spalla.
“Sei bellissima”-senti qualcosa di umido sul mio collo, le sue labbra.
“Incantevole”-la sensazione di umido si spostò esattamente sopra il punto in cui l’avevo percepita la prima volta.
“Una principessa”-le sue labbra continuavano a salire sul mio collo
“La mia principesco.”-e detto ciò fece combaciare le nostre labbra trasformando così le leggiadre farfalle che popolavano il mio stomaco poco prima in massicci e pesanti bisonti. Non era il semplice bacio, finto, dato così per reggere il teatrino messo in scena per Selena, no. Era un bacio pieno di amore, voglia, passione. Un bacio vero. La canzone finì ma noi rimanemmo in quella stessa posizione per minuti ancora, il bacio era stato seguito da tanti piccoli baci dati con foga e poi basta. Come prima. Avvinghiati l’uno all’altra come fossimo una cosa unica. Speravo solo che pure per lui tutto ciò significasse almeno un quarto di quello che stava significando per me.
In quel momento sarebbe potuto finire il mondo ma non me ne sarei nemmeno resa conto. Avevo un sorriso enorme. Ero felice si, felice come non mai. Felice come è un bambino quando gli si regala una caramella gigante, felice come una ballerina quando le viene assegnato un assolo sulle punte felice e basta. Lo amo, lo amo come non so cosa ma adesso non è più quell’amore platonico di una fan per il suo idolo, no. È l’amore che prova una persona quando è innamorata perché si, sono follemente innamorata di Justin. Potrei gridarlo al mondo, vorrei gridarlo al mondo, ma non posso. Lo perderei, per sempre. Ma lo amo troppo e sono disposta a passare i miei giorni vedendolo cadere ai piedi di un’altra ragazza pur di averlo vicino. Alzo lo sguardo per poter guardare meglio i suoi meravigliosi occhi caramello. Quegli occhi visto solo sulle pagine dei giornaletti e adesso erano qua, solo per me, fissi nei miei occhi smeraldo. Cominciammo a riavvicinarci l’uno all’altro fino a fondere i nostri respiri e poi annullare completante la distanza tra noi in un bacio pieno d’amore. Si staccò dalle mie labbra per tornare a lasciare baci umidi sul mio collo mentre continuavamo a ballare un lento nonostante stesse passando That Power. Terminò quella meravigliosa tortura e mi prese per mano trasportandomi fuori dalla sala, via lungo il corridoio verso l’ascensore. Ogni tanto guardava dietro e sorrideva mentre la nostra corsa continuava. Entrammo in ascensore e subito riprese a baciarmi con foga. Non mi accorsi nemmeno se c’era o no il tizio dei piani. Non me ne fregava una ceppa. C’eravamo io e lui. Stop. Arrivammo al piano dove era situata la nostra suite e riprendemmo la nostra corsa. Che poi mi sembrava stupido correre ma la testa non connetteva. L’istinto mi diceva di seguire Justin e così feci.  Ed ecco la suite 593. Mi appoggiai stremata alla porta il legno laccata. Justin mi prese a mo’ di sposa e mi pose sul letto dopo aver chiuso la porta. Ed eccolo di nuovo sul mio collo e poi sulle mie labbra. Continuava a baciarmi con foga tanto che non mi resi conto di cosa stessiamo facendo. Ero bramosa delle sue labbra, del suo tocco, bramosa di lui. Così in poco tempo mi ritrovai ad unirmi a lui in una cosa sola.


 

-------------------
Ciao a tutti. Eccomi tornata. Allora Grazie mille a tutte coloro hanno messo la storia tra preferiti/seguiti/ricordati. Vi amo.
Grazie mille anche a chi ha recensito. Siete la mia forza e vi amo infinitamente.
Allora, passiamo ai fattii.
Vi piace la storia? i personaggi?
Se avete idee, suggerimenti, e preferenze sul seguito della storia io sono qua, pronta ad ascoltare tutto ciò che volete dirmi critiche e non.
Come vorreste fare continuare la storia?
Adesso vi lascio con tante foto. Ora che le so mettere niente mi può fermare. *risata malefica*
A presto
Blaze

Hilton.




Vestiti :)
http://www.polyvore.com/18/set?id=92300802

Torta :)

ok, non mi piace ma era per la storia. lol

ciao  atutti :)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


 
 



Capitolo 9.
All my tears have been used up
On another love, another love

Another Love-Tom Odell



Un profumo di viole invase le mie narici. Schiusi un occhio, ma me ne pentii immediatamente quando venni abbagliata dalla forte luce che penetrava dalla finestra.

Abituai per qualche istante gli occhi alla luce e poi li aprii del tutto.
Sull’altra piazza del letto matrimoniale trovai poggiate un vassoio stracolmo di prelibatezze e ai piedi del letto una scatola bianca con un nastro azzurro. Posai lo sguardo, poi, sulla parte del cuscino. Li trovai una coroncina di fiori viola intrecciati e con del nastro lilla legato sulla chiusura. La coroncina della OLLG.  “Per la mia OLLG preferita.”
Accanto, una lettera.
 

“Buongiorno Principessa
Scusa se non sono lì, accanto a te, a riempirti di baci
mentre ti accarezzo quei morbidi capelli,
ma l’arena aveva bisogno di me.
Mi farò perdonare nel pomeriggio.
Comunque..
Nonostante debba ammettere che la coroncina di brillanti ti donasse molto,
 ho riservato per te una coroncina di fiori, visto che la tua l’hai lanciata alle fan.
Sei stata la prima OLLG a fare un gesto del genere e l’ho apprezzato tantissimo.
Ti ho fatto preparare un’abbondante colazione come piace a noi,
spero sia di tuo gradimento.
Non vedo l’ora di vederti
A dopo principessa
Tuo Justin
 

 

P.s. Spero che il regalo ti sia piaciuto.
Scusa se ti è arrivato in ritardo ma ieri ho avuto altro da fare,
dopo il compleanno.”
 

 

Justin ha una scrittura da femmina,pensai. Poi mi schiaffeggia mentalmente per aver meditato sulla sua scrittura più che sulle sue parole. Questo ragazzo è la dolcezza. Rilessi nuovamente la lettera mentre un sorriso a trentadue denti invadeva le mie labbra. Dopo la terza rilettura mi ricordai che non avevo ancora aperto il regalo. Caspita, non immagino cosa regalerà a qualcuno per il suo matrimonio.
Srotolai il fiocco turchese e aprii l’enorme scatola.
Io. sono. sconvolta.
 

 

“La vita da star è stressante e non voglio rovinarti il soggiorno qui con me.
Quindi ho pensato a qualcuno che ti tenesse compagnia durante la mia assenza.
 Dolce e coccoloso, proprio come me.
Anche se io lo sono di più.
Buon compleanno piccola.”

 
Gente, il mio idolo mi ha regalato un cane.
 
****
“I cuccioli piacciono a tutti. Vai sul sicuro Justin”-mi aveva detto Scooter. Speriamo bene. Sono in ansia. E se non le piace la razza? E se fosse allergica? O porca carota.
“Justin! Ti concentri o no? Mi spieghi a cosa stai pensando?”-sbraitò Scoot facendomi ritornare sulla terra.
“Sta pensando ancora alla nottata con Adel, lasciatelo stare.”-Si intromise Alfredo.
Avvampai d’un colpo. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, pure quelli di  mia mamma. Oddio, che vergogna. Alfredo, considerati un uomo  morto. Ti conviene cominciare a correre.
“Guardate, il grande Bieber è arrossito.”-mi cantilenò Ryan. Stronzo.
“Io.. ho bisogno di un momento di pausa. Si, un momento di pausa. Vado.. vado al bagno.”-una risata generale si alzò sull’arena. Corsi via verso l’uscita più vicina. E mi rifugiai tra gli spalti più alti. Presi il mio IPhone e sbloccai lo schermo. Sorrisi guardando lo sfondo della home. Io e lei, al parco. Volevo sapere se il regalo le era piaciuto così cercai nella rubrica il suo numero, poi, ricordai che non possedeva un telefono. Merda! Dovevo regalarle un iphone, non un cucciolo. Mentre ero intento a schiaffeggiarmi mentalmente sentii il cellulare vibrare. Lil.
“Ehi bro, come butta?”
“Ehi Jus, tutto bene. Senti ma stasera porti pure Adel?”
“Dove?”
“A casa mia.”
“Per quale motivo dovrei venire a casa tua?”
“Perché quando ti ho detto della festa tu mi hai detto che saresti venuto.”
“Orco, è vero. Scusami. Mh, Adelina? Non credo verrà.. se le chiedo di mettere nuovamente i tacchi me li infila in culo.”
“Ahha, povero bro. Fammi sapere.”-cosa ti faccio sapere, pensai. Non verrebbe nemmeno a fucilate.
 
“Secondo me dovresti provare”-disse mia madre sedendosi vicino a me.
“Odia i riflettori e le cose appariscenti. Odia essere al centro dell’attenzione. Lo sa come funzionano queste feste, già una volta è venuta e non era così entusiasta. Che sia benedetta Rihanna. Se non ci fosse stata lei chissà cosa avrebbe fatto. Me la immagino nascosta in un angolino, il punto più scuro della casa. Quando hanno provato a farci una foto si è subito nascosta dietro di me. Le piace fare cose per gli altri ma non si aspetta mai qualcosa in cambio. Le piace essere anonima. La maggior parte delle persone che mi girano attorno cercano solo fama, mi vogliono solo perché sono conosciuto. Lei no, è diversa. Tutte le volte che ha la possibilità di farsi vedere con me chiede sempre di entrare dal retro. Soprattutto davanti le mie beliebers preferisce non farci vedere insieme, dice sempre che loro sono la per me. Lei mi può vedere sempre per molto di loro invece sarà la prima e ultima volta. Lei non è fatta per questa vita.”
“Ma è fatta per te.”-non ebbi il tempo di ribattere che scooter mi trascinò sul palco. Forse è stato un bene perché sinceramente non so cosa avrei risposto.. se solo ci fossi riuscito.
 
Finirono le prove e cominciarono i preparativi per il concerto. Ancora Adel non c’era. Non potevo fare un concerto senza lei. Lei mi da la forza di dare il massimo con quel sorriso incoraggiante che mi regala prima che io spieghi le mie ali. Ho bisogno di vederla. Era la prima volta che non era lì, con me. Da quel ventitré Marzo.
“Signori e signori mancano ancora dieci minuti e Bieber è già qua. Ti ha proprio stregato quella ragazza.”
“Ed ecco qua l’unica donna al mondo oltre a Pattie capace di stregare Justin.”-appena Alfredo finì di pronunciare quelle parole mi voltai subito verso la porta e la vidi, alla fine del corridoio accompagnata dalla madre e dal cucciolo. Portava la coroncina che le avevo regalato quella mattina. Purtroppo però devo entrare, non ho avuto il mio sorriso ma almeno l’ho vista.
 
***
“Pattie, Pattie.”
“Si tesoro?”
“Sai per caso dove posso trovare Justin? Non lo vedo da ieri e volevo ringraziarlo per lei”-dissi indicando Molly, ovvero il mio cucciolo di Labrador.
“Oh, è alla festa di Lil. Scusa ma non ti ha detto niente?”
“No.. forse voleva stare un po’ solo.. nel senso solo con i suoi amici.”-cercai di non fare trasparire la tristezza nel pronunciare quella frase. Ovviamente voleva i momenti solo per lui non pot..-
“Ma che stai dicendo. Ti porterebbe pure in capo al mondo.”-Pattie mi spiegò tutta la storia. Justin aveva paura che non mi piacesse questa vita. Che non  i piacesse farmi vedere con lui. La sua vita è una tv sempre accesa. Tutti sanno ciò che fa. io voglio che quando è con le sue beliebers siano solo loro. Non voglio rubare a loro quei pochi istanti che hanno per vederlo. Dovevo fare qualcosa. Non mi va che Justin pensi questo, soprattutto dopo tutto quello che ha fatto per me.
 
 
“Ehi Adel, Che sorpresa averti qua. Vieni accomodati. Sei uno schianto questa sera.”
“Ehi Lil, grazie mille. E scusa l’intrusione. Scusa sai dov’è Justin?”
“Si certo, è al piano dio sopra nella camera degli ospiti. Sai la strada.”
“Grazie mille.”
Attraversai il grande salone fino alla scalinata che portava a i piani superiori. Percorsi il corridoio fino alla camera. Ero felice. Mi bloccai un secondo davanti la porta e ripensai a tutti i momenti passati insieme. Mi specchiai mezzo secondo nello specchio situato accanto alla porta. Mi ero vestita carina, o quanto meno in modo femminile. Avevo messo un vestito che mi aveva regalato lui, i tacchi, ho sciolto i capelli e Pattie ha insistito affinché mettessi anche un velo di trucco. Dire che mi piacevo era troppo ma per una sera mi sentivo  carina. Forse perché era stata una mia decisione combinarmi così, o non so cosa. A Lil è piaciuto. Adesso speriamo solo che piaccia pure a Justin. Presi un respiro profondo e aprii di botto la porta.  Purtroppo però, non trovai ciò che mi aspettavo. Per un secondo mi sentii mancare il fiato ma cercai di non farlo vedere. Dopo qualche secondo chiusi la porta sussurrando un lieve ‘mi dispiace’.
“Ehi principessa”-disse Justin uscendo dalla camera.
“Ehi”-ed ecco che la mia seconda faccia prende il sopravvento sulla prima. Mostrando un sorriso mentre le lacrime fanno a pugni per cominciare a scorrere. Non so quanto posso resistere questa volta.
“Grazie, grazie per tutto. Il nostro trucchetto ha funzionato e Selena è tornata da me. Ti sono debitore. “
“Niente..”
“Scusa ma adesso torno dentro.”-detto ciò torno nella camera. Senza nemmeno un cenno di saluto.
Tolsi i tacchi e corsi giù per la scalinata. I rubinetti dei miei occhi(?) stavano per aprirsi e e quelle gocce salate avrebbero cominciato a straripare.
Inventai una piccola scusa a Lil e scappai fuori da quella casa. Lontano da tutti e da tutto. Pensai di prendere per il parco ma me ne pentii immediatamente. Passai nel punto in cui ero stata con Justin ed ecco altre lacrime bagnare le mie gote. Vedevo tutto sfocato, guardavo in basso e andai a sbattere contro una figura nera, avevo corso troppo, mi lasciai cadere sul prato umido continuando imperterrito a piangere. I singhiozzi andavano aumentando e le forze invece si stavano esaurendo.  Rimasi sul suolo portandomi le braccia al petto. Avrei dato fuoco a quello stupido vestito.
“Stai bene?”-chiese una voce che mi parve familiare. Non  riposi, continuai a singhiozzare.
“Tranquilla, adesso va tutto bene. Qualcuno ti ha fatto del male? Come posso aiutarti?”-continuò il ragazzo. Avevo solo bisogno di un abbraccio così mi sporsi sul petto dello sconosciuto. Non m’importava se era un drogato, un pedofilo, un killer, o una persona
normale. Avevo bisogno di sfogarmi. Subito l’altro, capendo la situazione, mi strinse tra le sue braccia accarezzando i lunghi capelli. Quando mi tranquillizzai un po’ feci per andarmene, subito dopo averlo ringraziato, ma ilo ragazzo volle accompagnarmi per forza all’Hotel. Una ragazza, sola, la notte, a Londra, obbiettivamente non era il massimo, come dargli torto. Uscimmo dal parco. Finalmente la via era illuminata dalla fievole luce dei lampioni londinesi. Ma comunque mi bastò per riconoscerlo.
“Tom?”
“Scusa, ci conosciamo.?”
“Si, sono quella che ti tortura di tweet su twitter.”-Justin mi aveva fatto un account twitter dal quale mi ero collegata poco ma ogni volta che lo facevo mandavo dai cinque ai dieci tweet a Tom Peter Odell.
“Ah, bene. Piacere.. e tu sei?”
“Adelina.”-strinsi la mano che mi aveva porso –“Piacere mio.”
“Allora Adelina, si può sapere il motivo che ti h portato  a piangere in questo modo? Facendo arrossare i tuoi begl’occhi? “
“Niente.. oh, eccomi sono arrivata. Grazie mille, e scusa il disturbo.”
“Di niente.”-detto ciò sparì nel buoi della notte.
 
Salii nella suite, tolsi i vestiti e li posi nell’armadio. Molly venne subito da me, la presi e la strinsi forte poi mi lascia cadere sul letto. Un forte odore invase le mie narici, il suo odore. Le lacrime cominciarono a sgorgare nuovamente fuori dai miei occhi.



 

--------------------------
Buonsalve bella gente (?)
Ecco, questo capitolo è molto depresso.
dovete vederlo un pò come un epilogo della prima parte della storia, anche se quello vero sarà il prossimo.
chi di voi ricorda il sogno di Justin?
Tenetelo a mente, è molto importante.
ALLORA, VOLEBVO CHIEDERVI UNA COSA.
SE VOLETE ESSERE AVVERTITE QUANDO AGGIORNO MANDATEMI UN MESSAGGIO O SCRIVETELO NELLA RECENSIONE.
NON VORREI PORTARE DISTURBO SCRIVENDOLO IO OGNI VOLTA
COSì ANZICHè MANDARE IL MESSAGGIO A TUTTI LO MANDO SOLO A CHI LO DESIDERA.

Sappiete che vi amo. Siete in venti a seguire questa storia.
grazie mielle per le recensioni, mi verrà il diabete a furia di leggerle. Aw.
Grazie mille anche ai lettori silenziosi, vi amo tutti
Adesso vi lascio con qualche foto.
Un bacione

                                          Blaze



Juistin e Adelina al parco di Londra.



Lo sfondo dell'Iphone di Justin.



 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***



 

Capitolo 10

So wake me up when its all over
When I’m wiser and I’m older
All this time I was finding myself
And I didn’t know I was lost

(Wake me up-Avicii)

 

“Mamma, sai dov’è finita Adelina? In camera non l’ho trovata.”
“E’ partita ieri sera”
“Partita? Dov’è andata?”-spalancai gli occhi
“E’ tornata a casa”
“A casa? Per quale assurdo motivo?”
“Adesso dobbiamo andare in Sud Africa e dato che lei è stata male è meglio evitare.. Ha fatto come le hai suggerito tu quando lei hai detto che là sarebbe stato pericoloso”-disse la mora mentre continuava a sistemare cianfrusaglie varie.
“Oh, vero. Me n’ero dimenticato.”-
“Dovresti ricordarti ciò che dici alla tua ragazza.”
“Mamma, io sto con Selena.”
“Niente Sud Africa?”
“Niente Sud Africa.”-conclusi abbassando lo sguardo.
“Oh Dio, Justin sei un disastro.”
“Non può essere andata via veramente.”-cominciai a correre verso la suite. Tutti i suoi vestiti erano riposti nell’armadio. Tutti tranne la tuta che le avevo comprato recentemente e le sue vans rosse. Aveva portato con se pure il cane e la madre.Era arrivato il momento di preparare le valige, quando finii la mia cominciai a piegare i suoi vestiti. Li riposi uno alla volta nel suo bagaglio, sniffando di tanto in tanto qualche capo.
 
Justin ma che stai facendo, è una cosa da femminuccia.
Si lo so, ma è un odore così buono..
Oddio, Justin riprenditi. In questo momento ti schiaffeggerei.
Fallo, no? Forse è quello che mi ci vuole.
Sono la tua coscienza, sto dentro te. Come faccio, spiegami.
Molto bene adesso parlo con me stesso dentro la mia testa chiedendomi di schiaffeggiarmi internamente. (?) Vi prego, ricoveratemi.
Ritornando alla vita reale. Non riuscivo proprio a capire cosa l’avesse spinta a partire e perché non avesse portato con se i suoi abiti.
Finiti i bagagli mi cambiai per raggiungere l’arena. Stava per cominciare il meet&great. Poi, mi sarei esibito nella stessa arena della serata precedente.
Finii di scattare le foto con le varie fan e successivamente mi recai nel camerino per mettere i vestiti della scena. Quando ebbi finito mi recai dai tecnici che m’imbracarono, assicurarono ogni cavo e fecero partire il conto alla rovescia. Ero in ansia. Mi mancava qualcosa, quel qualcosa che mi serviva prima di ogni esibizione. Ciò che mi dava la forza, il coraggio. Questa sera non era li con me. ‘Justin’-continuavo a ripetermi -‘Hai fatto sei mesi di tour senza questa specie di medicina, puoi farcela anche ora.’ Detto ciò i cavi ai quali erano fisse le ali cominciarono a scorrere sul carrello permettendomi così di entrare in scena. Ma senza quella sicurezza di sempre. 
***
Casa, odiata casa. Ero tornata, nella prigione della mia vita. Nella cassaforte del male, nella casa dell’orrore. Si, probabilmente sto esagerando ma è questo ciò che per me rappresentavano quelle quattro mura. Era  notte fonda. La sera, dopo la festa da Lil, dopo avere salutato Pattie avevo trasportato mia mamma in giro per Londra e successivamente eravamo andate all’aeroporto in cerca di un volo con qualche offerta last minute.
 Papà era via, come sempre. Il lavoro era molto importante. Avevo paura di vederlo, dopo essere scappata chissà cosa avrebbe potuto farmi. Non era mai stato un tipo violento. Quando ero piccola avevamo un buon rapporto, giocavamo spesso insieme e ci divertivamo molto. Crescendo ci siamo un po’ allontanati ma non era mai arrivato a tanto. Quella sera, per la prima volta ho avuto paura di mio padre. ‘Ti ho fatto male? Io, se voglio, ti posso massacrare’ al solo pensiero un brivido attraversò la mia schiena.
Lasciai che quei pensieri scorressero via da me insieme al getto d’acqua bollente che stava a dir poco ustionando la mia pelle. Non so se sia una vera e propria forma di autolesionismo, ma sicuramente bene non mi fa, a parte a farmi sentire meglio. Quando sono distrutta moralmente mi getto sotto l’acqua bollente della doccia. Lo faccio da anni ormai. Ogni volta spostavo di poco il calorimetro dell’acqua finché un giorno anche il getto più caldo a contatto con la mia pelle sembrava giaccio così cominciai a cambiare la temperatura dello scaldabagno. Non lo facevo da mesi ormai, ma quella sera ricaddi in quella sorta di trappola provando nuovamente la sensazione della pelle che scotta, va a fuoco, prude, si arrossa, comincia a far male tutto la zona circostante a dove punta il getto. Per poi uscire con il corpo color sangue.
Mi avvolsi velocemente in un telo per poi lasciarmi andare sul mio letto. Pensavo, pensavo e ripensavo. Dovevo distrarmi, distogliere l’attenzione da quel punto fisso e cercare di sfogarmi nel modo che amavo di più al mondo. Decisa, sollevai il mio gracile corpo dal morbido materasso per passare a rovistare da cima a fondo l’armadio. Erano ancora lì, i miei vecchi, trasandati, sporchi, rotti  e meravigliosi pattini di sempre. Le mie scarpe preferite. Continuai a rovistare alla ricerca di una tuta abbastanza pesante, per le temperature del pala ghiaccio. Dopo averla trovata mi vesti in fretta, afferrai scarpe e cane e m’incamminai verso la struttura. Fortunatamente era il giorno di chiusura quindi nessuno sarebbe stato al suo interno e grazie al passaggio segreto avrei potuto svolgere il mio allenamento senza interruzioni. Indossai quelle magiche scarpe e cominciai a fare qualche giro prendendo un po’ di velocità. La lama faceva veramente schifo però dovevo accontentarmi. Dopo un breve riscaldamento feci partire come base ‘Another Love’ di Tom Odell e mi misi a volteggiare sulla lastra di ghiaccio. Ero arrabbiata, frustrata, delusa. Avevo voglia di saltare, spiccare il volo. Uno, due, tre, quattro prove, quattro cadute. Cinque, sei.. dieci. Continuavo a rialzarmi. Ancora un giro, ancora un salto, ancora una caduta. Quella volta però non riuscii ad risollevarmi, rimasi a terra, sul ghiaccio, piangendo, con le ginocchia strette al petto.
 ***
Finito il concerto ritornai subito in camera. Entrando con foga nella suite 593 feci inavvertitamente cadere una boccetta di profumo sulla moquette. Mi chinai per tamponare il liquido contenuto nel flacone andato in frantumi. Raccolsi i vetri e feci per buttarli nella pattumiera quando al suo interno scorsi la coroncina da OLLG e una lettera, la mia lettera. Mi lasciai cadere sul letto, lo stesso nel quale avevo condiviso quella notte con lei. Percepii un corpo estraneo rispetto al morbido cotone delle lenzuola. Un pezzo di carta.

“Caro Justin
Adesso che il mio lavoro qua è finito tolgo il disturbo.
 Grazie mille per tutto. Mi hai regalato i momenti più belli della mia vita.
Ti auguro una vita felice insieme alla tua ‘nuova’ e bellissima principessa.
 
                                            Al più presto cercherò di mandarti il ‘conto’.
         Scusa se ci metterò un po’.
 
                                           Adel “

 
Alcune parole erano sbiadite, a causa di qualche lacrima caduta sopra.
Al solo pensiero che delle lacrime avevano rigato il suo viso dai lineamenti perfetti mi si chiuse il cuore. Provai ad addormentarmi ma il suo profumo, oltre ad essere intriso nelle lenzuola, aveva impregnato anche la camera. Perché si, era caduta la sua boccetta di profumo. Il che rendeva la ‘separazione’ ancora più difficile.
Justin sei ufficialmente il ragazzo più coglione al mondo. Come potevo pretendere che sarebbe rimasta con me? Io amo Selena e l’ho sempre amata. Lo sapeva che la nostra relazione era basata su un imbroglio che lei aveva accettato. Ma come potevo pretendere che dopo il ritorno con Selena non mi avrebbe lasciato? Perché lo ha fatto? È la mia migliore amica e anche se adesso ho una ragazza non vuol dire che mi sarei dimenticato di lei, cazzo. Proprio non capisco. Io no posso stare senza lei, è il mio sorriso, la mia felicità, il mio tutto. È una parte di me. Perché? Perché lo ha fatto? Senza dirmi niente poi. Lei è speciale, è diversa, è.. meravigliosa. Spero che aspetterà ancora un po’. Perché io non posso vivere senza lei al mio fianco.
Io, io.. la amo.

___________________


Molly


Buonsalve (?)
Si, sono tornata
e con me ho portato questo scarto della natura.
Non avrò più molto tempo per aggiornare quindi ho preferito farlo subito.
Ma Molly non è troppo dolciosa *-*
Scusate eventuali errori, un bacio.
Blaze

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***



 

Capitolo 11
'We are the crazy people'


Odio quando le persone mi osservano, lo odio. Era il primo giorno di scuola, almeno, il mio. Certo non potevo pensare che la ex fidanzata di Justin Bieber sarebbe passata inosservato, in fondo ci speravo un po’, ma ovviamente non fu così. Ogni giorno mi rendevo conto della falsità delle persone. Non hai fatto niente che la massa ritiene esilarante? Bene, per loro puoi pure morire. Diventi la fidanzata di una star mondiale (che molti affermano di odiare, tra l’altro)? Tutti come per magia ti conoscono e vogliono essere i tuoi migliori amici. Alcuni potrebbero approfittare della situazione, tranne me. Continuavo a camminare spigliata per i corridoi della scuola senza calcolare anima viva. La falsità mi fa schifo. Attenzione, non voglio essere asociale, gli amici non mi mancano, ma voglio attorno a me persone vere, genuine. Non ancora globalizzate dalla massa.  Tornai  a casa a piedi. Riposi ordinatamente tutto ciò che mi era servito in quelle sei strazianti ore e presi i pattini per sfrecciare subito al pala ghiaccio. Quel giorno, nonostante i ragazzi della scuola, mi sembrava speciale. Diverso. Ero in un certo senso felice, dopo una settimana non sentivo più quel peso sullo stomaco. Durante l’ora d’informatica ero riuscita a collegarmi a twitter. Mi piaceva quel social, era diverso dal solito . Ogni volta che potevo, scroccavo un po’ di connessione dagli Iphone di quelle poche ragazze con cui avevo stretto negli anni precedenti. Ero in estasi perché qualche giorno fa avevo mandato un tweet a Tom e lui mi aveva risposto.  “Non ci posso credere, ho incontrato Tom Peter Odell gente.”  “Già bellissima. Ci siamo incontrati, per fortuna.” In più aveva cominciato a seguirmi. Ero troppo felice. E’ vero, Justin è il mio idolo e lo è sempre stato ma per Tom provavo un forte sentimento che non sarei in grado di descrivere.
Cominciò  così la straziante routine: sveglia, doccia, colazione, scuola, allenamento, doccia, compiti, letto e poi di nuovo dall’inizio. Ricatapultarsi in questa vita era davvero brutto. Non ero più abituata a tutto questo e la vita con Justin mi mancava.  Fortunatamente ad alleggerire il tutto erano i messaggi di Tom. Ormai sentirci era un abitudine. Ci mandavamo vari dm grazia ai quali scoprì che era un ragazzo simpatico, dolce, autocritico, loquace, tenero  e divertente.  Un amore di persona.  Alleggeriva le mie giornate e riusciva a strapparmi sempre qualche sorriso.  Era arrivata l’ora d’informatica, accesi il computer e aprii il profilo.
“Buongiorno biondo J”- digitai velocemente sulla tastiera.
“Buongiorno bellezza. J”- rispose l’altro.
“Che fai di bello?”
“Parlo con una ragazza bellissima. Tu?”
“Informatica c.c “
“Ahha, è così noiosa?”
“Si.”-risposi secca per trasmettere tutto l’entusiasmo che provavo nei confronti di quella materia.
“Pensa: se non ci fosse stata l’informatica adesso tu non potresti parlare con un bel fusto come me, e io con la ragazza più bella che conosca. Ci guadagniamo entrambi. J”
“Bhe, hai ragione. Però sai cos’altro guadagnerò?”
“Mm, no. Cosa?”
“Un bel tre in pagella. E dato che devo fare gli esami tra poco, dovrò rifare il quinto d’accapo!”
“Oh. Potrei darti io qualche lezione.. u.u”
“Grazie biondo ma, rifiuto l’offerta e vado avanti. Un altro anno in questa scuola e mi butto giù dal balcone.”
“Allora ti lascio fare lezione. Riuscirai a vivere tre mesi senza me?”- no, non ci riuscirei mai.
“Certo che si. Invece tu? Riusciresti a vivere senza me per il resto della vita?”
“Non riuscirei a stare senza te nemmeno un giorno.”-Spiazzata. Rimasi semplicemente spiazzata. Ero felice.
“Bene, allora non farmi bocciare.”
“Ok, ok. Ti lascio. Tieni il telefono a portata di mano che questa sera ti chiamo.”
“Avendone uno.”
“Ti chiamerò domani allora.”
“Se  non ne ho uno oggi, non lo avrò nemmeno domani.”-continuai a ripetergli di non averne uno ma mi ignorò del tutto. Non rispose più così chiusi la pagina e prestai attenzione alla lezione. Oh, ma tu guarda, una volta che voglio seguire suona la campana. Peccato, sarà per la prossima volta.
Passarono altre cinque ore. Non ce la facevo veramente più. Avevo un’ora di spagnolo, inglese, informatica, tedesco, francese e italiano.  A volte mi veniva difficile credere nella mia nazionalità.
Tornai  a casa contemplando le varie lingue studiate oggi. Sistemai la stanza e aiutai mamma  a fare le  pulizie dopodiché andai al pala ghiaccio. Mi allenai per due ore e mezza. Riscaldamento, esercizi, e poi un po’ di coreografia. La stavo montando su ‘Another Love’. Avevo pure provato un triplo ma ancora non era cosa per me. Tornai  a casa alle 21.30 e cominciai a studiare. Verso l’una staccai e feci una doccia bollente. Finalmente alle 2.00 riuscii ad andare a dormire sapendo che dopo quattro ore sarebbe ricominciato tutto.
***
“T..Tom?”
“Adel.. Adel? Adelina cosa succede’?”
“Io..v..vieni, ti prego.”-l’ambiente era scuro. Io seduta a terra con le lacrime che rigavano il viso. Una puzza acida bruciava l’aria. Lo sguardo perso nel vuoto, la voce tremolante..
Le note della ‘piano version’  di As Long As You Love Me mi riportarono alla realtà. Il cuore tamburellava all’interno del petto. Che strano sogno. Confusa m’infilai sotto la doccia lasciando che l’acqua calda scacciasse via quei pensieri. L’odore della pioggia primaverile si poteva sentire anche da sotto la doccia, probabilmente avevo dimenticato di chiudere la finestra della mia stanza, che sbadata. Uscii da quella ‘sauna’ avvolgendomi nel morbido accappatoio in spugna.  Mi asciugai in fretta e presi qualcosa da indossare. Quella giornata era particolarmente fredda. Optai per una felpa, non molto pesate, di due taglie più della mia e dei semplici leggins neri il tutto abbinato a le mie vans rosse. Entrai in cucina scroccando un bacio sulla guancia di mia madre. Sorrise e mi porse un cornetto ai cinque cereali , i nostri preferiti. Lo addentai affamata, bevvi un po’ di latte e riposi tutto nel lavello. Salutai mamma, presi lo zaino e uscii fuori. Soffia un leggero vento fresco, mi strinsi nella mia felpa e m’incamminai verso la scuola. Prima ora, interrogazione di francese. Seconda ora, compito di matematica. Terza ora,  spiegazione di storia. Ricreazione, andai in biblioteca con la scusa di dover fare qualche ricerca per la tesina. Accesi il pc  cercando di contattare Tom. Niente. Poteva andare peggio di così? Ebbene si,  dopo tre strazianti ore di latino, tre ore, tornai a casa accompagnata dal diluvio universale. Ovviamente a piedi però.  Più zuppa che mai trascinai i piedi fino alla cameretta. Liberai il mio corpo dagli indumenti bagnati per coprimi con qualcosa di asciutto.  Mentre studiavo un conato di vomito mi salì in gola. Corsi in bagno  a rigettare tutto. Pensai attentamente a cosa avesse spinto il mio stomaco a rivoltarsi finché non giunsi alla soluzione. Una cosa era certa, non avrei mai più mangiato niente a scuola. Che schifo. Sciacquai la bocca e ripresi lo studio.
Studiai fino a tardi. Mamma tornò verso le nove, aveva portato due sacchetti pieni di cibo cinese. Ci buttammo sul divanetto e cominciammo a mangiare quelle prelibatezze.
Forse vi starerete chiedendo di mio padre, bene. Non lo vedevo dal giorno della mia fuga. Da quanto avevo capito lavorava fuori e per non spostarsi dormiva la. Il fatto che non fosse a casa non mi dispiaceva minimamente, anzi. Se fosse stato a casa penso che non sarei qua a raccontarvi tutto ciò. Sia io che la mamma eravamo tranquille e soprattutto non provavamo paura, ansia, angoscia, dolore. Niente. Però prima o poi sarebbe tornato e avrei voluto che quel giorno non arrivasse mai.
Mi accoccolai al petto di mia mamma de stendendo le gambe. Cominciò il nostro film preferito, ‘Quel mostro di suocera’. La nonna era sempre stata aggressiva nei suoi confronti e quindi con quel film ci facevamo le migliori risate. Ero sul punto di crollare in un sonno profondo quando mi madre ebbe un’illuminazione.
“Oh tesoro, quasi dimenticavo. Oggi hanno consegnato un pacco per te. È in camera mia.”-esordì.
“Mh, chi lo ha consegnato?”-chiesi  ttubante.
“Non so, il postino non me lo ha saputo dire.”-disse contorcendo il naso.-“Su, vai a prenderlo. No?”
M’incamminai verso la sua camera, entrai e accesi la luce. Frugai un po’ in giro finché non vidi un pacchettino adagiato a una mensola. Usci la scatola dal pacco e strappai l’involucro, all’interno un’altra scatola avvolta da carta colorata. Strappai anch’essa e finalmente giunsi alla vera sostanza di quel pacco. Strabuzzai gli occhi e spalancai la bocca. Rischiai quasi di far cadere per terra quel ‘delicato’ oggetto.
Attaccato ad esso notai una busta contenente un bigliettino e una scheda. Il bigliettino diceva –Avevo promesso che ti avrei chiamato.J- e nella parte opposta c’era inciso un numero di telefono e la firma del committente. La scheda era una scheda telefonica internazionale.
Tornai in salone con il mio nuovo Iphone 5 nero tra le mani. Fortunatamente era stato così intelligente da attivarlo precedentemente sapendo che non possedevo un computer  così mi bastò inserire la sim e digitare il numero.
“Tom Peter Odell sei ufficialmente pazzo
.”

________________________
piu schifo di così non potrebbe fare. scusate è solo un capitolo di passaggio.
vado di fretta e non posso vedere gli errori.
spero di aggiustarlo presto.
un bacio

Adelina e la sua mamma


Tom
ok, non sarà Justin ma lo amo ugualmente.

adios(?)

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***



Capitolo 12.
 
《E quindi la biochimica è necessaria per..Signorina Sparks?》-il professore interruppe la lezione.
《Si?》
《È sicura di stare bene?.. La vedo un po'... pallida.》-l'intera classe si girò fissandomi.
《No, sto bene. Non si preoccupi.》-le ultime parole prima di svenire.
Fui soprafatta da un dolore lancinante al ventre. Ho creduto veramente di morire. Non riuscivo a respirare a causa del forte dolore.
Nel giro di pochi secondi mi ritrovai in infermeria con quattro paia di occhi che mi fissavano. Il capo doleva un po' e non mi sentivo nel pieno delle mie forze, ma quanto meno il dolore ai piani bassi(?) si era calmato.
Recuperate le forze e fatti gli ultimi controlli il preside mi mandò a casa. 
Naturalmente era deserta.
 Preparai una tazzona di latte e caffè, indossai una tuta e i miei calzini antiscivolo, legai i capelli e mi distesi sul divano. Mi avvolsi in un plaid e guardai LoL, pazza del mio migliore amico.
 
Stavo per crollare in un sonno profondo quando il mio cellulare squillo: un messaggio.
-Buongiorno bellezzaCuori neri (carte)-
-Giorno..-
Ed ecco che le note del pianoforte risuonarono nella camera insieme ai primi versi di 'Another Love'.
"Pronto?"
"Che succede?"
"Ehi Tom.. niente, sono un po' acciaccata."
"Cioè? Non sei a scuola, scusa?"
"No, mi sono sentita male e mi hanno rimandata a casa."
"Oh, povera la mia piccola. Scusa ma adesso vado a provare. Ti chiamo questa sera."
"Un bacio."
Durante il pomeriggio altre fitte avevano contratto il mio intestino. Ancora una volta e mi sarei buttata giù dal terrazzo.Il tutto era accompagnato da conati di vomito che ripetutamente bussavano alla mia gola. Forse il latte e caffè non era stata una buona idea o forse dovevo solo mangiare.
Già. A parte le cene con mamma non mangiavo quasi mai.  Ecco spiegato il mistero.
 
Nel frattempo si erano fatte le 18.00 in punto. Stanca di guardare la tv andai in camera mia e cominciai a frugare nei vari scaffali alla ricerca di un libro che potesse ispirarmi. 
A furia di cercare trovai 'The last song''. Lo avevo letto giusto una decina di volte, troppo poche. Mi buttai sul letto coperta con il piumone fino al naso e una borsa di acqua calda sulla pancia. Cominciai a leggere il libro e ,senza rendermene conto, si fecero le 21.00.
Il rumore delle chiavi che giravano nella toppa mi fecero sollevare lo sguardo dalle pagine ingiallite di quel vecchio libro.
《Amore.. stai male per caso?》
《Oggi mi faceva male lo stomaco.. ma mi sono ricordata che avevo mangiato poco.》
《Oh, cucciola mia. Ora va meglio?》- disse mia madre sendendosi ai piedi del letto.
《Molto meglio》-mentii. 
La mora sorrise e sparì nella sua camera.
Dopo un po' cenammo e poi ci accoccolammo sul divano finche il mio telefono non riprese a squillare.
《Good evening, honey..》
《Ciao Tom》-lo salutai prima di affondare i denti in una pralina lindt.
《Come stai?》-dal suo tono di voce si poteva percepire la stanchezza che si portava dietro, eppure c'era sempre quel pizzico di allegria che mi faceva sorridere.
《Oh, tutto bene. Fortunatamente il dolore è passato.》
《Meglio così. . Ma, no che per caso stai mangiando.. ah?》
《...》
《Qualcosa mi fa dire che è una pralina al cioccolato.》
《Ormai mi conosci troppo bene..》
《Ahhahaha. Ma senti..》
《Oh, aspetta un secondo che vado ad aprire la porta.》-avevano bussato. Panico.. l'idea di potermi trovare faccia a faccia con mio padre mi fece salire un brivido lungo la schiena. Cioè. . Sono le 22.30... chi verrebbe mai a fare visita a noi e poi ora..
《Tranquilla vai pure..》
《Non chiudere..》
《Non chiudo..》
《Ti voglio bene..》
《Aw sei la dolcezza. .》-ero così intenta a parlare con Tom che aprii la porta senza nemmeno chiedere chi fosse, o guardare dallo spiraglio. 
 
《Ciao dolcezza..》
Pietrificata. Ero pietrificata. La bocca spalancata e un espressione sconcertata sul viso. Davanti a me un ragazzo dai capelli biondo platino e un sorriso smagliante. Allungo' un dito e presso' sotto il mio mento per farmi chiudere la bocca.
《Non mi saluti?》-gli saltai addosso a mo' di koala con il telefono ancora in chiamata stretto in mano.
《Oppure se preferisci puoi saltarmi in braccio..》-gli scroccai un sonoro bacio sulla guancia prima di scendere dal suo corpo e raddrizzarmi.
《Scusa, sono un po' impulsiva..》
《Ahha, tranquilla.》
 Lo trascinai dentro casa lo presentai a mia mamma. 
Ricapitolando la mia 'storia' con Tom:
Lo avevo incontrato al parco
Mi aveva accompagnato all'hotel
Mi aveva scritto su twitter
Mi aveva regalato un telefono
Mi chiamava tutti i giorni
Si era presentato a casa mia.
 
《T..Tom.. ma.. cosa ci fai qui?》-chiesi perplessa non riuscendo a capire il motivo della visita.
《Stavi male così sono venuto per accertarmi della tua salute.》
《Che ragazzo d'oro.》-s'intromise mia mamma.
Sorrisi e mi gettai a peso morto sul divano accanto ai due.
《Vuoi qualcosa da bere? Puoi scegliere tra acqua, acqua e acqua. Allora?》
《Mi sa che prenderò un po' d'acqua, grazie.》-sorrise. 
Ma quanto è bello.. e poi quando sorride.. e.. l'acqua. Adiamo a prendere l'acqua.
《Ok, vieni in cucina.》
Il biondo mi seguii nella stanza. Aprii il frigo e guarda attentamente l'interno.
《Lo sa, lei è davvero fortunato. Oggi ha anche il privilegio di scegliete tra acqua naturale o frizzante.》
《Naturale, grazie mille.》
Presi la bottiglia e versai un po' del contenuto in un bicchiere della nutella, con stampati Bi Bip e Willie il coyote.
《A lei》-ci guardammo un secondo negli occhi e poi scattammo a ridere.
《Seriamente, non ho nient'altro da offrirti. Mi dispiace. Abbiamo solo Pan di Stelle. 》
《Ma tranquilla. 》
Presi il bicchiere ormai vuoto e lo misi nel lavello. Mentre ero intenta a sciacquarlo sentii delle mani cingere i miei fianchi.
《Carino il piagiama, ma le calze sono un tocco di classe. 》-sussurrò con tono sexy al mio orecchio prima di scoppiare in una fragorosa risata.
Diedi un occhiata veloce al mio corpo prima di avvampare. Le mie guance diventarono rosso fuoco e probabilmente ci si poteva cucinare sopra, tanto erano calde.
《Senti, io ero pronta per andare a nanna. Non potevo immaginare che saresti venuto così, a casa mia. Ok? Ok.》-mi voltai furiosa verso di lui.
《Ahhha sei così carina mentre cerchi di fare l'acida. Ma le tue guance rosse non ti rendono credibile.》
《Stronzo.》
《Cosa cosa? Stronzo.. io? Se ti acchiappo ti faccio pentire di ciò che hai detto.》
Cominciammo a inseguirci intorno al tavolo ridendo come matti. Dopo un po' mi prese e mi getto' sul divanetto cominciando a solleticare ogni parte del mio corpo. Stavo entrando in coma, non riusvivo a respirare per le troppe riste. Le lacrime scorrevano veloci sulle mie gote mentre continuavo a dimenarmi tra le sue braccia.
《Basta,  ahaha basta. Ti prego. Ahahha. Tregua.》
《Mm.. tu devi dire che sono bellissimo e che non ami nessuno al di fuori di me.》
《Mai.》
《Allora non la smetto》 -sorrise compiaciuto mentre le sue dita affusolate continuavano a infliggermi quella tortura.
《Tom, ti prego.. basta. Non respiro. Non..》-il ragazzo cessò i movimenti guardandomi preoccupato.
《Adel.. stai bene?》
《Certo. Fregato!》
《Hai vinto..stronza.》
《Mai sfidare Adelina Sparks》
《Stronza. .》
Continuammo a ridere ancora un po' finche i nostri sguardi non si fusero. Tutto intorno a noi stava sperendo, compresa la distanza minima che separava in nostri volti. Continuavamo a fissarci e avvicinarci allo stesso tempo, ma..
 
To be continued...
 
---------
Che orrore.
Scusate ma non sono proprio ispirata per ora. Poi, scrivere con il cellulare è davvero un impresa..
Comunque. .. aww. Grazie mille a tutti .
Via amo.
Scusate i ritardi ma da ora in poi non ho più capitoli pronti..
Scusate gli errori ecc..
 
A presto
Blaze
 Cuori neri (carte)

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. ***


Capitolo 13.

 
 

《No no, Molly no. Non puoi fare pipí su Tom. Molly..? Ops.》-il cucciolo pelosino liberó la sua vescica proprio sulla gamba del biondo. Proprio in quel fottuto momento.

《Tom, mi dispiace tantissimo. Ti prego. Vieni, ti faccio vedere il bagno e mentre prendo una tuta di mio padre.》 

《Figurati, posso andare a cambiarmi in aereo.》-il mio viso si ripiego' in una smorfia.

《In aereo? All'aeroporto? Ma stai fuori? È troppo distante.. fermati qua o almeno cambiati.》-il ragazzo annuì seguendomi successivamente nella toilet.  Presi una tuta di mio padre e gliela porsi, poi lo lascia cambiare.

Uscì dopo qualche minuto. Si squadro' attentamente per poi guardarmi con un'espressione buffa. Scattai a ridere istantaneamente.

《Tu.. hai dove stare? Cioè. . Quanto ti fermi? Dove?》

《Ancora non ho deciso quanto fermarmi. Io pensavo finché  non ti fossi ripresa ma a quanto pare..》

《Oh mio Dio. Sto malissimo, reggetemi.》

《Con questo vorresti farmi capire che devo restare?》

《Io..》

《Ok mi hai convinto. 》

 

Dopo poco più di un'ora di discussionee riuscì a convincere Tom a fermarsi da me. La casa non era grande ma riuscimmo ad organizzarci: io andai a dormire con mamma e a lui lasciai la mia stanza.

 

La mattina seguente mi svegliai verso le sei. Feci la doccia e indossai una delle mie solite tute con le Dr. Martens rosse. Scrissi un bigliettino a Tom e lo adagiai sul comodino. Era un cucciolo mentre dormiva, aw.

 

***

《Tom smuoviti! Ho allenamento e non ho intensione di arrivare in ritardo. E tu, signorina, smetti di giocare con lui.》

《Ma è lei.. guardala. Mi mangia le mani!》-ma adesso dico io, sembra un ragazzo di ventidue anni? VENTIDUE! No, ne dimostra cinque. Cerca pure di dare la colpa alla mia cucciolotta.

Agganciai al collare di Molly il guinzaglio tirandola via dal ragazzo, poi uscii di casa diretta al palaghiaccio.

 

Tom era qua già da una settimana e non avevamo mai più toccato l'argomento partenza. 

Ormai è essenziale per me, un po' come lo era, e lo è tuttora la sua musica.

 

Raggiungemmo la struttura e subito mi fiondai nello spogliatoio. Infilai gli scalda muscoli, i pattini e una felpa presa in Inghilterra. Uscita, liberai la cagnetta negli spalti e cercai nei vari scaffali un paio di pattini della taglia di Tom, dopodiché entrammo in pista.

 

Long Way Down, l'ultimo album di Tom, andava a ripetizione mentre mi riscaldavo leggermente sulla lastra di ghiaccio. Dopo un po' cominciai a trascinarmelo dietro. 

Era un po' impacciato, infatti gli tenevo le mani cercando di farlo avanzare mentre io spingevo il mio corpo all'indietro.

Quando partì Hold Me lo lasciai e cominciammo ad inseguirci sulla pista. Non faceva altro che cadere e rotolare sul ghiaccio mentre io mi sballicavo dalle risate. 

Mi avvicinai allo stereo selezionando Another Love, in modo da provare la coreografia . Il biondo si sollevò da terra appoggiandosi poi alla ringhiera.

Era colmo di nevischio, reduce dell'ultima caduta.

Mi guardò con insistenza mentre le lame affilate dei mie pattini rigavano il suolo. 

Cominciò ad avanzare verso di me ed io verso di lui.

"On another love, another love

All my tears have been used up

On another love, another love

All my tears have been used up"

Sussurrava le parole della canzone ,che mentre faceva da sottofondo, senza mai distogliere il suo sguardo dal mio. 

Ormai I nostri corpi erano vicini e  i nostri occhi non riuscivano a smettere di fissarsi e poi..Tom cadde a terra come un sacco di patate, proprio ad un soffio da me.

Scoppiai in una risata assordante. Piegata in due, con le mani sullo stomaco e gli addominali doloranti.

Stavo per entrare in iperventilazione.

Non riuscii a resistere alla forza delle mie gambe, inciampai sul corpo del ragazzo travolgendolo con tutto il mio peso. 

Distesa su di lui continuai a ridere e alla mia risata si aggiunse la sua.

Poi in un attimo il tempo si blocco, i nostri sguardi si fusere e in men che non si dica ero attaccata alle sue labbra in un bacio travolgente ma delicato. Pieno di passione ma dato senza foga.

Assaporai a pieno le sue labbra senza riuscire a staccarmi.

Sentii le sue braccia avvolgersi ai miei fianchi, mentre la mia testa scendeva ad accoccolarsi sul suo petto. 

《Mi concederesti l'onore di essere il tuo ragazzo?》-soffio sul mio orecchio.

Sollevai il capo di botto incontrando i suoi occhi. Tentennai un attimo prima di fondere le mie labbra con le sue.

Non so come riuscii a fare tutto ciò, mi venne istintivo. Come se qualcun'altro stesse controllando il mio corpo.

《Si, si.》-mi rifiondai su di lui, assaporando ancora una volta le sue labbra rosee e carnose.

Poi sorrisi, sorrisi come non mai.

Eravamo ancora distesi sul ghiaccio ma poco importava.

 

 

Ma si sa, le cose belle durano poco.

____________________


Molly

Allora, eccomi qua, sono viva.
Scusate non ho riletto ma sto poco bene.
Mi dispiace non riuscire ad aggiornare spesso, vi giuro.

Appena posso torno a sistemare.
Grazie a tutti, vi amo.

                         Blaze.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***



 

Capitolo 14.
Why is everything with you so complicated


 

Felice, era così che mi sentivo.

Stavo con Tom da poco più di una settimana e il sorriso non aveva mai lasciato le mie labbra da quel giorno al palaghiaccio. 
Lo avevo sempre vicino e sapevo che questa volta era vero. Tom era il mio primo vero ragazzo e questo non sarebbe cambiato.
Il nostro "amore" era sincero, costruito sulle nostre emozioni. Niente balle, niente messe in scena, solo noi.

《Dai, lasciami. Farò tardi a lezione!》-ripetevo al biondo da una ventina di minuti.
《Ok..》-sospirai-《Però prima devi darmi un'altro bacio.》- Sollevò le sopracciglia prima di sigillare le labbra a cuore e chiudere gli occhi.
《Con questo principio te ne ho già dati una quindicina.》
《Giuro, è l'ultimo.》
Gli stampi velocemente un'ultimo bacio a fior di labbra, scesi dall'auto e mi fiondai in classe.

Quelle sei noiosissime ore passarono lentamente come tutti i giorni. Il tempo sembrava non finire mai e ad ogni frase pronunciata da un alunno seguiva un 'Quest'anno ci sono gli esami!' di un professore. La cosa era altamente snervante.
Siamo solo ai primi di settembre e pensano già a Maggio!
In più avevo un ansia...

Tom durante la pausa mi aveva scritto che sarebbe passato a prendermi lui alle 14.20 e che ci sarebbe stata una sorpresa. Ero impaziente di scoprirla così quando suonò la campanella che segnava la fine della giornta mi affrettai all'uscita.
Ma per una volta che avevo veramente fretta poteva non esserci qualcuno che non doveva dirmi qualcosa?
Gaëlle mi fermò per invitarmi alla sua festa di compleanno e Bruno, mio ex migliore amico, mi bloccò tenendomi un'ora in palestra per chiarire.
Solo dopo averlo salutato mi accorsi che erano le 15.50.
52 chiamate perse
523 messaggi
1589 notifiche dei vari whatsapp, tango, viber ecc..
Digitai un veloce arrivo mentre correvo tra i corridoi del liceo.
Giunta ormai all'uscita la segretaria, Miss Lorane, mi fermò, porgendomi una busta.
Le rivolsi una smorfia in cerca di spiegazioni.

《Oh, sono i risultati delle analisi. Li ha mandati oggi l'ospedale.》-notai che il sigillo era sollevato, li aveva letti.
Mi affrettai a percorrere l'ultimo corridoio prima dell'uscita mentre con le mani sfogliavo le varie pagine consegnatemi pochi minuti prima. Erano scritti in aramaico antico, con tanto di segni presumibilmente greci e anche qualche geroglifico. Questo purtroppo non mi evitó la comprensione del messaggio e quella parola evidenziata in grassetto colpì i miei occhi come un sasso.
Mi sentii svenire, tutte le forze che avevo in corpo mi abbandonarono. I miei occhi si riempirono di lacrime, oscurandomi la vista, un conato di vomito risalì la gola e un furioso mal di testa cominciò a tamburellarmi sulle tempie.
Lasciai cadere tutto ciò che avevo in mano
e sulle spalle e corsi verso il bagno. Mi misi in ginocchio accostandomi alla tavoletta per poi rimettere tutto ciò che avevo in corpo.
Dopo aver vomitato pure l'anima mi acccasciai al suolo, con le ginocchia strette al petto e lo sguardo perso mentre i singhiozzi rimbombavano nel vuoto.
Il mio telefono squillo una ventina di volte prima che mi decisi a rispondere.

"T..To..Tom?"
"Adelina! Che succede?..  Adel?"
"V..vieni... ti prego."
"Dove sei? Adel.. Adel!"
《Adelina! Adelina dove sei?》-qualcuno chiamava il mio nome e il suno inconfondibile della voce di Tom arrivò chiaro e forte alle mie orecchie. La porta del bagno si spalanco' ,sbattendo sul muro e il biondo varco' la soglia lanciandosi su di me, stringendomi in un forte abbraccio.
《Cosa ti è successo? Ti prego, non piangere più. 》
《 T..Tom.. io.. io..sono incinta.》-lasciai scivolare il mio capo sul suo petto.
《T..tu? Veramente? io... cioè, wow. 》-balbetto' qualcosa prima di diventare cupo. Spostò lo sguardo, fisso nel mio, poi parlò.-《Noi.. noi non abbiamo mai. .》
Si scosto' velocemente da me, guardandomi, mentre chissà quali pensieri attraversavano la sua mente. A dirlo dallo sguardo non dovevano essere cose piacevoli.
Milioni di pensieri così cominciarono a trafiggermi la mente, come tante coltellate.
Lo avevo deluso? Mi avrebbe lasciato? Avrebbe continuato a stare con me? Cosa dovevo fare?
In quel momento mi sentii completamente sola, abbandonata a me stessa.
Vidi il biondo scivolare sulla parete opposta, fino a toccare terra con un tonfo.
《S..scusa. Io.. io non volevo, cioè io.》-scoppiai nuovamente a piangere, come una disperata. Abbassai lo sguardo desiderando di sparire, svanire nel nulla. Una mano calda però asciugo' le lacrime che stavano corrodendo le mie gote come acido.
《Ti amo.》-due parole, semplici e dirette, colpirono i miei timpani frantumandoli in mille pezzi, come un vetro che crolla.
Avevo appena detto al mio fidanzato di aspettate un bambino, evidentemente da un altro ragazzo e lui? Cosa ha fatto di tutta risposta? Mi ha detto 'ti amo'.
Mi fiondai tra le sue braccia stringendolo forte a me, però non riuscii a ricambiare. Qualcosa mi bloccava e un nodo si formó alla bocca dello stomaco.
《Per me potremmo stare così anche tutta la vita ma si sono fatte le 20 e tua mamma ci avrà dato per dispersi. Poi, voglio dire, l'odore qua dentro non è dei migliori.》
Nonostante fossimo al buio riuscii a percepire un sorriso sulle sue labbra, che subito dopo si avvicinarono alle mie prima però di essere bloccate dalla mia mano destra .
《La causa di questo profumino così gradevole è proprio la mia bocca, io credo che non sia il caso.》

《Sei incinta, dovrò abituarmi alle tue nausee mattutine.》
_______________

Corto, da orribile a scendere, come dire?
Una cacca!
Ok, non uccidetemi, lo so che è pietoso ma...
No, non ho scuse capaci di giustificare tutto ciò.
Allllllora... che ne pensate?
eh eh.. lo avevate capito tutti, vero?
Non so che dire... c.c
Ciao amori miei ♥
Blaze

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***



 
 

Capitolo 15.

All I knew is the morning when I woke

Is I know something now, something now I didn’t before.

 

《COSA? INCINTA? TU? SCHERZI? VOGLIO IL BIONDO FUORI DA CASA MIA.》-Sbraitava mia mamma gesticolando con le mani.
《Mamma..》
《Fuori.》
《Il 'biondo' responsabile non ha mai messo piede in questa casa.》- Mimai le virgolette con le dita.
Diventò pensierosa, poi il suo viso si corrugo' in una smorfia, come se adesso tutto le fosse chiaro.
Abbassai lo sguardo, impaurita dal suo pensiero, a me sconosciuto. Tremavo, sudavo freddo e dei brividi percorrevano la mia schiena. Chiusi gli occhi e una lacrima scivolò veloce sulla guancia. Brutta bastarda.
《Tesoro, non piangere. Scusami e che.. mi ha fatto un certo effetto.》- Mi strinse forte in un abbraccio, uno da mamma, uno di quelli che ti fa sentire protetta.
《Scusami, ho sbagliato. Non dovevo, è succeso tutto così in fretta. Mi sono fatta ingannare dall'amore..che non esisteva.》- Scoppiai nuovamente a piangere, ancora più forte,  ancora più addolorata.

Quanto ero stata stupida? Mi ero fatta abbindolare da quegli occhi color caramello, che quando si posavano su di me, potevano trapassarmi anche l'anima; le sue mani, che mentre scorrevano sicure sulle mie linee, bruciavano ogni angolo della mia pelle, e le sue labbra, erano droga per le mie.

I pensieri riaffiorarono e limpidi come l'acqua bussarono al mio cervello mandandolo in corto circuito.
Subito mi maledissi per quella pena che mi stavo autoinfliggendo pensando a lui.
Credevo veramente che sarebbe rimasto con una poveraccia, rinunciando a quella meraviglia fatta persona? Povera illusa.

Aumentarono i singhiozzi, aumentó il dolore che mi lacerava il cuore.
Guardai mia mamma, triste e afflitta. L'avevo delusa, avevo deluso Tom, ma in primo luogo avevo deluso me stessa.
Come sempre, in queste situazioni, lasciai alla maschera 'sono una ragazza forte' la possibilità di occupare il mio viso: bevvi un sorso d'acqua, salutai la donna e senza versare una lacrima andai in camera mia.

***

《Buongiorno principessa.》- Se non avesse quella faccia da cucciolo e non avesse condiviso la notte con le mie ciabatte,  disteso sul tappeto, probabilmente adesso avrebbe ben cinque dita stampate in volto.
Lui mi chiamava 'principessa' e quel nomigliolo mi ricordava il mio compleanno: la causa di tutto ciò.
Accennai un 'giorno' stropicciandomi gli occhi.
Tom si fece spazio sotto le coperte e mi strinse forte a se. Riuscii a percepire un forte odore di cioccolato all'interno della camera e a quel punto mi sentii parte di un cartone animato, quando la scia di profumo guida un Jerry affamato al suo formaggio.
《Dammene uno.》- Dissi ancora con gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno.
《Cosa?》
《Sai cosa. Ne voglio uno.》
《Ma..》
《Una donna incinta è come un segugio del FBI, non si fa scappare niente. Adesso molla la pralina.》-Il ragazzo sbuffo' porgendomi poi quella pallina prelibata.
《Adesso pretendo un bacio al cioccolato.》
《Povero illuso.》-sorrisi compiaciuta e sollevai il piumone fino al capo. Si, era settembre.  Si, c'erano sette gradi.
《Niente sorpresa allora.》- Brutto stronzo. Resisti Adelina, resisti.-《E quella scatola li giù di praline.》
《Praline? Dove? Dov'è il cioccolato?》- mi catapultai giù dal letto alla ricerca di esse. Io amo il cioccolato. Io vivo per le praline rosse della lindt.
《AHAHHAAH. Prima il bacio bellezza.》
《Lo sai che potrei vomitarti in faccia? Sgancia il cioccolato e nessuno si farà del male.》-Il ragazzo mi porse la scatola dei cioccolatini che afferrai senza esitare. Ne mangiai qualcuno e successivamente andai in bagno per fare una doccia.
Aprii l'acqua facendola riscaldare, mi spogliai e entrai nel box. Lasciai che l'acqua mi bagnasse per intero, cancellando dal mio viso i solchi scavati dalle lacrime. Insaponai per bene i capelli e in seguito il corpo, mi risciacquai in fretta e rimasi ancora un po' sotto il getto.  La doccia mi aiuta a pensare, mi rilassa, mi rigenera, mi fa stare meglio: amo la doccia.
Guardai attenatamente il mio corpo, istintivamente sfiorai il ventre: prima o poi si sarebbe gonfiato, il mio corpo sarebbe cambiato, come la mia vita. Cosa dovevo fare? Non avevo mai pensato a un possibile 'figlio', quantomeno non adesso. Dovevo dirlo a Justin, o forse no. Subito mi apparve una scena: Justin che gioca con un bambino, un neonato, io lo guardo. I suoi occhi trasmettono amore e sembra anche felice poi si volta verso di me e stampa un dolce bacio sulla mia guancia.
Scossi la testa per cancellare quelle immagini dalla mia mente. Era tutto impossibili, lui non deve saperlo.

Uscii dalla doccia, mi asciugai e mi fiondai davanti l'armadio. Presi un maglione largo di lana, un jeans chiaro e le vans del medesimo colore della maglia; asciugai i capelli  e uscii di casa, dove Tom mi aspettava da un po'.

***

《Dobbiamo stare ancora molto in macchina? Mi annoio.》
《Se non ci fossimo fermati ad ogni minimo Autoglir alla ricerca di cibo a quest'ora saremmo già arrivati.》
《Senti, io mi devo nutrire, per due. Non rompere.》
《Siamo arrivati?》
《No.》
《Siamo arrivati?》
《No.》
《Siamo AR-RI-VA-TI?》
《N.. si!》
《Halleluja. 》
La vista che si mostava ai miei occhi era a dir poco meravigliosa: un paesino, che sembrava uscito da un cartone animato, le casette in legno tutte colorate e con il tetto innevato. Ero abituata a tutto ciò, ad Aosta l'ambiente è quello, ma in se 'Chamonix' aveva qualcosa in più, che lo rendeva magico e speciale.
Ci fermammo in una locanda molto rustica, che rispecchiava l'ambiente esterno.
Ci sistemammo in camera, piccola e accogliente, il bagnetto, l'armadio, tv, un letto matrimoniale, un l.. UN LETTO MATRIMONIALE? Porca merda e io dove dormo?

 
____________________

#True

Buonsalve (?)
Che gran cagata.. sono troppo triste per scrivere.
Comunque... Come va l'organizzazione del Natale? Viaggi? Regali?
Io l'1 faccio 16 anni *yuppie*
Scherzo, è 'na cacata fare il compleanno a capodanno.
So..
Cia'. ⛄

Ah *rullo di tamburi* ho scritto una nuova storia!
Si chiama 'La Sposa Cadavere'
Vi lascio il link-(L'immagine)


Ciè, l'ho fatto io il banner. Vorrei dire.
*movimento della testa*

Ok, mi dileguo.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


 
Capitolo 16.
• Don't tell me your my heartbreaker
'Cause girl my heart is breaking •
                                      
                                     
《Justin dai smettila, siamo in ritardo!》
《Shh.. Chaz può aspettare.》
《Chaz forse si, ma il prete no. Non può aspettare di celebrare un matrimonio perché tu non hai scelto i vestiti.》-ribatté lei con fare ovvio.
《Dai, vieni qua. Lo so che mi trovi più sexy se sto solo in boxer.》-la afferrai per i fianchi e le gettai sul mio letto.
《Justin, mi stai sgualcendo tutto il vestito!》
《Da quando t'importa dei vestiti?》
《Da.. adesso.》-sorrise compiaciuta.

La fissavo negli occhi, quanto è bella. E' veramente stupenda.
Spostai il mio sguardo dai suoi occhi al suo sorriso, anch'esso magnifico e lo esaminai attentamente. Labbra rosee e carnose, denti perfetti, una meraviglia. Mi avvicinai lentamente a quella calamita.. Esitò qualche istante per poi allontanarsi e sistemare le pieghe del vestito celeste, di chiffon, che le nascondeva le linee.

Il cellulare cominciò a squillare. Chaz.
''Bro sei il testimone...ricordi? DOVE CAZZO SEI? Amen.''
''Scusa bro arrivo, c'è traffico.'"

Finalmente arrivammo davanti la chiesa, Adel scese velocemente dalla macchina. Lasciai le chiavi all'autista e la raggiunsi, qualcuno però mi anticipó prendendola sotto braccio, lasciandole poi un dolce bacio a fior di labbra.
Qualcuno invece si attaccò al mio di braccio. Selena. Anche lei pretese il suo bacio.

Non capivo niente, lei non era più mia, apparteneva a un altro. Si, io avevo Selena ma non era la stessa cosa. Lei era la mia migliore amica.

Continuai a fissarla: sembrava felice, senza me.

 
__________
 
•Hola•
Gente sono risorta.

Sono tornata per dirvi che vi amo. grazie.

Detto ciò... SBAM, colpo di scena.
Avevo intenzione di pubblicarlo già finito ma non mi andava di farvi aspettare ancora. Quattro mesi bastano.
So.. che ne pensate? Cosa accadrà nel seguito?  ta tA TAAAA. *musica da film horror*
Ciao bella gente.
Blaze. 

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Capitolo 18
*** Capitolo 16. ***



Capitolo 16.

• Don't tell me your my heartbreaker
'Cause girl my heart is breaking •

«Pronto? Tesoro sei già a Los Angeles?»
«Si mamma, siamo appena arrivati da Chaz.»
«Perfetto, chiamami più tardi.»
«Un bacio.»

Entrai in casa di Chaz accompagnato da Selena. Il viale della villetta era pieno di candele che conducevano al gazebo sul retro dove si sarebbe tenuta la cena, a bordo piscina. Era l’ultima prova prima del grande evento.
Presi il soprabito di Selena e entrai nel salone per riporlo nell’apposito armadio. Aprii le ante e subito un odore particolare mi rapì . Era un profumo conosciuto, ma che non riuscii a identificare.

« Allora, buonasera. Grazie a tutti per essere venuti a quest’ultima prova. E’ un piacere avervi qua.
Detto ciò ora assegnerò le coppie. Per evitare litigi vari io e Madison abbiamo pensato di sorteggiare i nomi. Quindi.. Chris e Selena, Zac e Carly, Rayan e Molly e infine Justin e Adelina.» 
Adelina, Adelina Adelina.. Adel..
« Ciao Justin. » -mi sorrise una ragazza dai lunghi capelli biondi.
« Adelina! » -si avvicinò e mi abbracciò.
«Quanto tempo, come stai? »
« Tutto bene, grazie. Tu? »
« Tutto bene, grazie. » -sorrise, mostrando la dentatura quasi perfetta. 
« Potresti scusarmi un attimo? Torno subito.»

« CHAZ! » -mi guardò con ansia prima di tornare verso il tavolo.
« A tav.. »
« No, prima parla con me. Cosa ci fa lei qua?»
« Tu l’hai esclusa dalla tua vita bro. Non io.. »
« Io non ho.. ecco. Perché dopo cinque anni che non vi vedete l’hai ugualmente invitata?»
« Ecco, noi ci siamo visti più volte. La prima volta l’ho incrociata a Londra per caso, da li siamo rimasti in contatto. Ha stretto molto pure con Madison.. »
«Tu.. perché non me lo hai mai detto?»
«Justin.. io, non volevo complicare la situazione. Ecco.. ehm.. »

«Lascia stare.»

Mi diressi verso il tavolo cercando di non pensare al tradimento che aveva compiuto il mio migliore amico. Presi posto accanto Adelina e cominciammo a mangiare.
La serata trascorse in pace e tranquillità, qualche battutina ogni tanto e altrettante frecciatine da parte di Selena. Come al solito bevve quel sorso in più che la destabilizzò, costringendo così Madison a portarla nella stanza degli ospiti a dormire ormai per notte.
Non era la prima volta che succedeva, così non me ne curai più di tanto.
Dopo aver mangiato, bevuto, scherzato e provato decisi di ritornare alla mia lussuosa caverna. Il giorno dopo mi aspettava un duro lavoro in studio.

«Adelina, mi dispiace tantissimo ma Selena si è addormentata nella camera degli ospiti. Non ho altre camere libere. Scusami.» -Madison si avvicinò a noi.
«Oh, tranquilla.  Mi hai già ospitata per due giorni. Posso andare in hotel. »
«Grazie mille, scusa ancora cara. Justin? Potresti gentilmente accompagnare Adelina?»
«Certo, hai delle valigie?»
«Si, sono in camere.» 
Madison mi accompagno a prendere la roba di Adelina, lasciai un bacio a Selena e dopo aver salutato tutti ci accomodammo in macchina.

«Allora signorina, dove la devo accompagnare? »
« Mm.. al Comet Motel, grazie. »
« Perché dovresti dormire in un Motel? Tra l'altro è il più brutto di tutta Los Angeles. »
« Si, ma è anche il meno caro. Dato che Madison ha insistito per pagarlo, non mi sembra giusti andare in un Hotel lussuoso. Mi hanno già pagato il viaggio dall'Italia. »
« Capisco.  »
« Justin, questo non è il Comet. »-disse la bionda non appena ci fermammo davanti il cancello di una villa. 
« Lo so. »-risposi semplicemente. 
« Justin, dove mi hai portata? »
« A casa mia. »
« Ma.. »
« Sei a Los Angeles finalmente,  non ti farò certo dormire in un Motel cacato. » -non ribatté più. Mi conosceva bene, troppo bene. Notai appena il sorriso leggermente accennato su le sue labbra, poi fermai la macchina nel vialetto.
« Benvenuta a casa Bieber,  signorina. » -le aprii lo sportello per farla scendere- « Il Motel più bello al mondo e per altro gratis. Adesso, se vuole seguirmi la scortero' nella sua suite. » -le porsi il braccio e le si adagio', ridendo.
« Signor Bieber,  lei è un vero cretino! »
« Ehi! » 
Scoppiammo entrambia a ridere come pazzi, senza pensieri.  Sembra non fosse trascorso nemmeno un giorno dall'ultima volta che l'avevo vista. Se non fosse per il suo corpo ormai da donna, le curve più marcate e i capelli più lunghi. Il suo viso però rimaneva quello di una bambiana, bello e fresco.
Accompagnai Adelina nella camera degli ospiti,  posai la sua valigia sul mobiletto, le mostrai il bagno e le augurai la buonanotte.


« Adelina, cosa ci fai qua? »
« Justin, mi hai fatto prendere un colpo! Scusa, non riuscivo a dormire. Mi sono presa la libertà di prendere un po' d'acqua. Ti ho svegliato? »
« No no, tranquilla. Nemmeno io riuscivo a dormire. » -mi avvicinai alla penisola e presi un bicchiere,  versai del latte e mi accomodai su uno dei tanti sgabelli. Sorseggiai lentamente la bevanda, finché mi venne un idea brillante.
Indossai una camicia e infilai le scarpe,  presi un casco e lo porsi a Adeli.
« Andiamo » 
« Dove? »
« E' una sorpresa. »
« Ma sono.. in intimo »
« Non fa niente. »
Le porsi una mia camicia e infilò un paio di vans prese al volo dal bagaglio, uscimmo in garage e salimmo in moto. 
Uscimmo dal centro della città diretti verso la montagna, arrivati nello spiazzale più largo fermai la moto e la sistemai sotto un capanno.
«Chiudi gli occhi. »
« Perché? »
« Tu fallo, ti fidi di me? »
« Si. »
Portai la mia mano destra sui suoi occhi e con l'altra le bloccai la vita, in modo da indicarle il cammino. Salimmo le scale e entrammo nel capanno,  poi altre scale fino alla mansarda. Scostai la mia mano dal suo viso e le presi la mano.
« Apri »
Eravamo sul tetto di un vecchio capanno,  da li si vedeva tutta Los Angeles e in più la scritta Hollywood,  illuminata dalle stelle. Una bellissima luna piena dava un tocco speciale al tutto.
« Quando non riesco a dormire, vengo sempre qua. Nessuno calcola mai questo posto, a maggior ragione a quest'ora. Guardo le luci, le stelle e penso. A volte mi viene anche l'ispirazione per qualche canzone. »
« Wow, Justin è meraviglioso, veramente. Beato chi può condividere questi momenti.  »
« Non ci ho mai portato nessuno in verità.  E' il mio piccolo rifugio e mi piace pensare che sia solo mio. »
« Ma adesso io lo conosco.. »
« Vorrà dire che d'ora in poi sarà nostro. »

***

« Justin dai smettila, siamo in ritardo! »
« Shh.. Chaz può aspettare. »
« Chaz forse si, ma il prete no. Non può aspettare di celebrare un matrimonio perché tu non hai scelto i vestiti. » -ribatté lei con fare ovvio.
« Dai, vieni qua. Lo so che mi trovi più sexy se sto solo in boxer. » -la afferrai per i fianchi e le gettai sul mio letto.
« Justin, mi stai sgualcendo tutto il vestito! »
《Da quando t'importa dei vestiti?》
《Da.. adesso.》-sorrise compiaciuta.

La fissavo attentamente. Quanto è bella. E' veramente stupenda. 
Spostai il mio sguardo dai suoi occhi al suo sorriso, anch'esso magnifico e lo esaminai attentamente. Labbra rosee e carnose, denti perfetti, una meraviglia. Mi avvicinai lentamente a quella calamita.. Esitò qualche istante per poi allontanarsi e sistemare le pieghe del vestito celeste, di chiffon, che le nascondeva le linee.
Il cellulare cominciò a squillare. Chaz.

''Bro sei il testimone...ricordi? DOVE CAZZO SEI? Amen.''
''Scusa bro arrivo, c'è traffico.'"
Finalmente arrivammo davanti la chiesa, Adel scese velocemente dalla macchina. Lasciai le chiavi all'autista e la raggiunsi, qualcuno però mi anticipó prendendola sotto braccio, lasciandole poi un dolce bacio a fior di labbra. 
Qualcuno invece si attaccò al mio di braccio. Selena. Anche lei pretese il suo bacio.

Non capivo niente, lei non era più mia, apparteneva a un altro. Si, io avevo Selena ma non era la stessa cosa. Lei era la mia migliore amica.
Continuai a fissarla: sembrava felice, senza me.


 

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• Buonsalve•
Scusaaaate.. vi ho fatto aspettare un sacchissimo. Mi dispiace ma tra prove preparazioni e studio non ho più tempo nemmeno per dormire. Sono distrutta.
Comunque. . ecco a voi la cacata del secolo. ✌
Non doveva essere così,  ma alla fine è uscito solo questo. E' tutto dialogato e questo no me gusta.. però è questo. 
Fatemi sapere che ne pensate..
Adiós ♡

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Capitolo 19
*** Capitolo 17. ***




Capitolo 17.
Ben presto spensero le luci e io fui di nuovo sola
con l’unica compagnia del mio cervello iperattivo
e tutti i miei fantasmi.


La cerimonia, dopo il nostro arrivo, cominciò senza ulteriori intoppi. Fu celebrata nella chiesa cattolica del buon pastore, lungo la Bedford Drive di Los Angeles. Non c’era molta gente, avevano deciso di fare qualcosa di intimo, ma non troppo, riunendo nel loro giorno amici e parenti più stretti. 

Madison fece il suo ingresso in chiesa, preceduta dalle sue damigelle, con indosso un abito semplice ma elegante, che le stava alla perfezione. 
Gli occhi lucidi dall’emozione erano nascosti dal velo, che le ricadeva morbido sul viso. Era veramente bellissima. 
Nonostante tutto non riuscii a staccare gli occhi da Adelina, la quale continuava a cercare lo sguardo di quello spilungone che l’aveva accolta prima.

Finita la messa ci dirigemmo tutti al Fleur De Lys a Beverly Hills, dove si sarebbe tenuta la cena. I tavoli degli invitati erano disposti a bordo piscina, mentre quello degli sposi era posto sotto un piccolo gazebo avvolto da nastri color panna, mossi da quel poco di vento che rendeva l’aria fresca.  
Dopo l’ingresso degli sposi e l’aperitivo traslocammo all’interno, nella sala da ballo dove un dj dall’aria esperta giocava con i suoi attrezzi facendo divertire gli invitati.
Mi appoggiai a una delle colonne sorseggiando il mio drink e guardando la gente lasciarsi andare in danze stranissime.
Tra la folla scalmanata riuscii ad individuare Adel, stava danzando con il piccolo Jaxon. Sorrisi.

Bella vero?
Come?
E’ bella Adel, vero?
Oh, si. Molto bella.
Finalmente si è ripresa.
Perché, cosa le è accaduto? 
Eh, l’incidente l’ha destabilizzata molto.
Scusa, non ti seguo.-Tom Odell, il fidanzato di Adel, continuava a parlarmi mentre insieme guardavamo lei giocare con i vari bambini presenti in sala, sopratutto tenendoocchio Jaxon e Jaz. Anche se ripensandoci non li aveva mai incontrati in quel periodo passato con me.
La prima volta che l’ho vista era in lacrime al Royal Park di Londra, a notte inoltrata, in una sera di primavera. Ci scontrammo per puro caso, lei correva disperata e io cercavo l’ispirazione per un nuovo pezzo. La mattina seguente mi recai all’Hotel per parlare con lei ma mi comunicarono che aveva preso il primo volo per l’Italia. Non mi raccontò mai perché quella sera stesse piangendo. 
Un giorno, dopo aver passato mesi a scriverci esclusivamente su Twitter mi decisi e regalarle un telefono e, dopo poco tempo, andai a trovarla. Rimasi a casa sua per un po’, finché la notizia della gravidanza turbò sua madre, così preferii prendermi Adel e portarla in Francia per una breve vacanza. I mesi passavano e il bambino cresceva sano, era una bimba.  Superato il panico Adelina sembrava veramente felice di portarla in grembo, era rinata, sembrava una nuova persona, forte, determinata e pronta a tutto. Una vera mamma.
Poi l’incidente cambiò tutto. Non tocco più cibo per molto tempo, la sua pelle sembrava una sfoglia di riso, dalla quale si intravedevano le vene. Perse moltissimo peso, rischiando di diventare anoressica. Non volle mai più sapere del pattinaggio, dell’arte, niente di niente. Costruì una barriera intono a lei, come uno scudo protettivo, per nascondersi dal mondo, dalla vita. Fu così per quasi tre anni, parlava a stento e solo con me e sua mamma. Passava le giornate in giardino, seduta, con il vento che le scompigliava i capelli.
Stanco della situazione comprai casa a Londra, nel punto più lontano dall’Hilton e la portai lì, a vivere con me. Inizialmente cadde in depressione ancora più di prima, poi, col passare del tempo, cominciò a riprendersi.
Adesso eccola qua, dopo cinque anni, sana e forte come una roccia, sempre con un sorriso vero stampato in viso. A guardarla sarebbe impossibile credere che abbia passato tutto ciò, eppure. Ecco la mia donna, la mia futura moglie.

Tua futura cosa? -Chiesi con gli occhi di fuori.
Moglie, ci sposiamo fra cinque mesi.
Congratulazioni.

Detto ciò uscii fuori a prendere aria e un’altro drink. Ero sconvolto, bloccato…La mia Adelina aveva avuto in figlio con quello spilungone, il quale non contento se la voleva pure sposare!
Bere, si, ho bisogno di bere. 
Passai tutta la sera accovacciato su uno sgabello del chiosco, allestito per i vari cocktail, finché qualcuno non venne a sollevarmi la testa dal bancone. 

Justin, va tutto bene?
Adel, certo.
Queste bestioline ti volevano salutare. -sorrise tranquilla.
Ciao bestioline.
Bibo, perché parli così?
Come tesoro?
Sembri arrabbiato- disse Jaz sedendosi sulle mie ginocchia.
Oh, no farfallina. Bibo è solo stanco.
Ah, okay. La conosci Adelina?
Certo che la conosco amore.
Vero? Io la adoro. Jaxon dice che sono fidanzati ma in verità la vuole come baby sitter.
Ma tu lo sapevi che tanto tempo fa io e lei eravamo fidanzati?
Veramente?
Si
Perché non lo siete più ora?
Sai, per via del lavoro. Lei è dovuta tornare dalla sua famiglia in Italia e io dovevo lavorare fuori così siamo rimasti amici.-vidi Adelina sorridere ai bambini, ma qualcosa nei suoi occhi cambiò.
Ora siete nuovamente insieme, perché non tornate fidanzati?
Perché ormai ci siamo fatti una nuova vita, io sono sposato con Selena e lei sta per sposarsi con Tom, io devo pensare al lavoro e alle fan e lei al suo bambino, al suo matrimonio..
Adelina hai un figlio?-chiese Jaz perplessa. Vidi la bionda sbiancare, mentre gli occhi le diventavano lucidi.
No, scusate ma Tom mi aspetta.-rispose severa, liquidandoci per scappare via. Ma questa volta non l’avrei lasciata andare, non di nuovo. Prima doveva spiegarmi un po' di cose.
Adelina.. Adelina fermati! Perché scappi!?
Lasciami stare!
No, non ti lascio stare. Smettila si scappare una volta per tutte e affronta le situazioni! Sei già fuggita una volta da me e non te lo lascerò fare una seconda.Passarono pochi secondi prima che cadesse con le ginocchia sul prato, con le mani strette al petto. Avevamo corso molto, nel gridino della villa, tanto da non sentire più la musica.
Mi accostai accanto a lei, accarezzandole dolcemente la schiena.
Non farlo di nuovo, ti prego. Non chiuderti di nuovo, rendimi partecipe della tua vita. Per favore..
Questa volta è diverso…io…non posso.
Si che puoi, lo sai, a me puoi dire tutto.
Ne sei sicuro?
Certo
Cosa vuoi sapere?
Perché hai detto a Jaz di non avere un figlio? Prima ho parlano con Tom, mi ha detto che mentre eri incinta ti ha portato in Francia e tutte quelle cose..
Aspettavo un bambino Justin, ma non ho figli.
Scusa, non ti seguo.
L’ho perso Justin. Io…avevo letto del tuo matrimonio con Selena. Ero nervosa, triste, frustrata, così sono andata a pattinare per scaricare tutta la tensione. Correvo in pista come non mai. Quando sono tornata a casa mi sono mesa sul letto con Tom, a contemplare la mia pancia. Non era molto sporgente, leggermente accennata. Mi piaceva da morire, ma mi piaceva ancora di più che Tom fosse al mio fianco. Nonostante tutto, con lui ero felice. Durante la notte però, mi sveglia di soprassalto. Perdevo sangue. Ci fiondammo all’ospedale, ma li confermarono solo i miei presentimenti. Piansi tutta la notte, poi non piansi più. 
Mi dispiace tantissimo-la strinsi forte a me-Avrete sofferto tanto tu e Tom… io non ti sono mai stato vicino.
Justin.. io e Tom, ecco, non abbiamo mai..
Come? E il bambino allora? Mi guardò un secondo con quegli occhi color smeraldo pieni di lacrime e in quel secondo mi si aprì il mondo.-I..Io?
Si Justin, tu.
__________
Buonsalve bella gente
scusate sono in super ritardo ma mi sono trasferita da poco in America (yuppie) e sono nel bel mezzo dell'adattamento.
Vi scrivo anche dal mio primo (e ultimo sicuramente) pc
il capitolo fa cagare ma spero abbia chiarito i vostri dubbi.
scusate ma ultimamente non sono ispirata.
Con affetto
Blaze
♡

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 18. ***


Capitolo 17.
L'amore è un gioco, io voglio giocarci.

Pietrificato. Ero completamente pietrificato. Non sapevo che dire, che fare… e comunque qualsiasi gesto o parola sarebbe stato inutile, completamente.

 

Avevo aspettato un figlio e lo avevo perso, anche io, ma senza saperlo. Non avevo potuto condividere quella gioia, sicuramente tormentata, e non mi ero unito a lei nel dolore, che forse, se non fossi stato così stupido, non avrei nemmeno creato. Perché si, in fondo la colpa era mia. Probabilmente non tutta, ma senza dubbio non era quello il momento adatto per discuterne.

 

«Tranquillo. Nessuno sa la verità.. e ormai sono passati cinque anni. Non metterei mai a rischio la tua carriera. »

«Adelina io.. »

«Per favore, non dire niente. Anzi, dimentica tutto. »

« Come posso? »

«Ce la farai benissimo. Di me ti sei scordato in poche ore… »

«Adel.. »

«Ti chiama tua moglie Justin, non farla aspettare. »

«Non ti ho mai dimenticato Adel. Ma solo dopo che sei andata via mi sono reso realmente conto di quello che avevo, e, per stupidità, mi ero fatto scappare. Ma in questi cinque anni non ho passato un giorno senza pensarti, senza sognare di riabbracciarti, senza desiderare di riaverti con me. »

«Perché non ti sei mai fatto vivo allora? Un messaggio, una chiamata.. una lettera. Perché hai sposato lei? »

«Ho avuto paura… paura che mi odiassi.»

«Addio Justin. »

 

Il viaggio di ritorno verso casa lo passai nel silenzio più totale. Ero ancora turbato dalla discussione avuta con Adelina, non riuscivo nemmeno a concentrarmi sulla strada.

Selena, come sempre, era ubriaca. L’avevo sistemata nel sedile dietro in modo che potesse dormire.

Anche il suo comportamento era colpa mia. Per i media eravamo la coppia perfetta, ma in realtà non ci potevamo definire nemmeno ‘coppia’, tanto meno marito e moglie. Una volta si, eravamo innamorati, ma dopo nemmeno un anno il nostro matrimonio è andato in crisi. Lo stress del lavoro, la vita da tour.. e poi, diciamoci la verità, ci siamo sposati molto giovani, con ancora tutta la vita davanti. Come se questa si possa definire vita…

Così ho cominciato a spassarmela la sera nei pub, con i mie amici… e lei ha provato a fare lo stesso per un po’, ma non lo ha retto. Lei cerca stabilità, io cerco … io non so cosa cerco.

Comunque non ci siamo mai lasciati. Una volta avevo pensato di chiedere il divorzio, ma poi l’avevo vista, così fragile e vulnerabile, le avevo già distrutto la vita e anche un po’ la salute.. abbandonarla non mi sembrava la cosa migliore da fare, non ce l’ho fatta.

Vorrei poter rimediare a tutto lo schifo che sto creando, non ho più nemmeno l’appoggio delle mie fan.. sono solo.

 

Arrivammo  a casa dopo una buona mezz’ora. A Los Angeles, anche alle quattro del mattino, c’è traffico. Scesi dall’auto e presi Selena dal sedile posteriore, la portai in camera, le tolsi le scarpe e i gioielli e la sistemai bene sotto le coperte del lettone poi, come sempre, presi le mie cose e mi recai nella ‘stanza degli ospiti’ che ormai si poteva definire mia e mi chiusi in bagno per una doccia rilassante. Quando terminai di riflettere sulla vita mi misi a letto ma dopo pochissimo qualcuno suonò il citofono.

Scesi scalzo in cucina per rispondere e fui sorpreso nel vedere Adelina davanti il cancello.

 

«Scusa, mi dispiace disturbarti a quest’ora. Ho lasciato tutte le mie cose qua e ne avrei bisogno.»

«Hai ragione, me n’ero dime.. Entra, tranquilla. Fai entrare anche Tom, la temperatura scende molto nella notte. Starà congelando. »

«Tranquillo, grazie. Tanto faccio subito. »

«Insisto… Tom? Vieni, accomodati. Fai come se fossi a casa tua. Di là c’è il frigo, io vado sopra ad aiutare Al con la valigia e scendo. »

«Magari con una maglietta indosso.. grazie mille comunque. Sto bene così. » Il biondo si accomodò sul divano, sembrava perplesso.

 

Accompagnai Adel sopra e l’aiutai a raggruppare tutta la roba sparsa per la mia stanza (sempre in maniera molto ordinata), finché non si decise a parlare.

« Grazie per avermi ospitata in questi giorni, giuro che toglierò il disturbo, dammi solo due minuti. »

«Tu non disturbi mai Al, lo dovresti sapere ormai. »

« Ah, come avrei dovuto capirlo? Illuminami. »

« Ecco.. ehm. Dove andrete questa sera? »

« Uh.. lo immaginavo. Comunque non lo so, stiamo ancora cercando qualcosa. »

« Beh, rimanete qua no? Non c’è problema! »

« Io, non credo sia una buona idea. »

« Ti prego.. lascia almeno che sia tuo ‘amico’ » mimai le virgolette con le mani.

 

Dopo una discussione molto carica riuscì a convincere la bionda che non avrebbero trovato niente a quell’ora.. anche se eravamo a Los Angeles. Un’altra discussine altrettanto accentuata, quindi, servì a lei per convincere Tom.

 

Così, dopo un’oretta i mie ‘ospiti’ si accomodarono nella rispettiva camera e io, raccolte un’altra volta le mie cose, scesi in salotto e mi sistemai sul divano. Fortunatamente era molto comodo.. così caddi in un sonno profondo.

 

 

‘Justin dai smettila, siamo in ritardo!’

‘Shh.. Chaz può aspettare’

‘Chaz forse si, ma il prete no. Non può aspettare di celebrare un matrimonio perché tu non hai scelto i vestiti’

‘Dai, vieni qua. Lo so che mi trovi più sexy se sto solo in boxer’-la afferrai per i fianchi e le gettai sul mio letto

‘Justin, mi stai sgualcendo tutto il vestito!’

‘Da quando t’importa dei vestiti?’

‘Da.. adesso’

La fissavo negli occhi, quanto è bella. E’ veramente stupenda. Spostai il mio sguardo dai suoi occhi al suo sorriso, anch’esso magnifico e lo esaminai attentamente. Labbra rosee e carnose, denti perfetti, una meraviglia. Mi avvicinai lentamente a quella calamita finché sentii  la loro morbidezza sotto le mie labbra. Esitò qualche istante per poi lasciarsi andare. Il cellulare cominciò a squillare. Chaz

‘Bro sei il testimone.. ricordi’ DOVE CAZZO SEI? Amen.’

‘Scusa bro arrivo, c’è traffico’

Finalmente arrivammo davanti la chiesa, Adel scese velocemente dalla macchina. Lasciai le chiavi all’autista e la raggiunsi stavo per prenderla sotto braccio quando qualcuno mi precede lasciandole poi un dolce bacio sulle labbra. Qualcuno invece si attaccò al mio di braccio. Selena. Anche lei pretese il suo bacio. Non capivo niente, lei non è più mia, adesso appartiene ad un altro. Si, io ho Selena ma non la amo. Continuo a fissarla sembra felice, senza me. Il mio sguardo cade sulle sue mani, un anello.

 

 

Un’altra volta, un’altra fottutissima volta mi sveglia di soprassalto per questo stupido incubo, che poi, era semplicemente la verità. Fanculo i sogni premonitori, fanculo due volte perché l’unica parte buona di questo stupido sogno non era accaduta.

 

Spalancai gli occhi e lanciai uno sguardo alla finestra, vidi Al, con indosso il mio camicione –la mia camicia che a lei faceva da camicione- seduta sul davanzale, sorreggendo una tazza contenente sicuramente qualcosa di molto caldo, dato il vapore che ne usciva. Aveva la testa poggiata al vetro, i raggi di luce dell’alba le contornavano il viso. Sembrava piccolissima, come quando ci eravamo conosciuti.. cinque anni prima. Il viso da bambina senza nessuna traccia di impertinenza.. anche se quel dolore le aveva lasciato un segno molto visibile, aveva il volto scavato, più tirato.

 

Ma nonostante tutto, quella visone mi fece ricordare perché mi ero innamorato di lei. E forse, mia aiutò a capire che lo ero tutt’ora. 
 

____________________


Weee ce l'ho fatta 



 

 

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


                                                                 

 

Camminando su quelle scale
Ti ho visto tra le braccia di un altro
Siamo rimasti separati per più di cinque anni 
Sembravi più felice


 
Mentre l'intensità della luce cresceva man mano che il sole si levava continuavo a guardare il suo viso mutare ad ogni nuovo riflesso al quale veniva esposto. Quel cipiglio sul volto, indice dell'iperattività della sua mente, le conferiva un aria ancora più tenera. Forse la stavo fissando da una buona mezz'ora quando di scatto si girò a guardarmi con sguardo intenso. 
«Vuoi per caso una foto? » disse con superiorità come era suo solito fare. «Si, ti prego, sono un tuo grande ammiratore è un onore per me poter stare a così poca distanza da te Adeline ti prego fammi un autografo sulle tette. » Le strappai un sorriso amaro che cercò subito di nascondere dietro la cascata di capelli dorati. 

Ti ho visto ballare tra le sue braccia
Ti ha detto qualcosa per farti ridere
Ho visto che i vostri sorrisi erano più belli rispetto ai nostri
Si sembri più felice, certo


 
Finalmente trovai la forza di alzarmi dal divano e mi andai a sedere sul davanzale insieme a lei. Stavamo semplicemente così, uno difronte l'altro a guardarci di sottecchi come due amanti proibiti, come se avessimo paura di essere scoperti. Una volta riuscivo a leggere la sua anima con un solo sguardo, ma in quel momento sentivo la presenza di una barriera tra di noi, che non potevo abbattere in nessun modo. 

Non c'è nessuno che ti possa ferire più di quanto abbia fatto io
Ma nessuno ti potrà amare come posso fare io
Ti prometto che non la prenderò sul personale, piccola
Se ti vedi con qualcun altro
Perché tesoro sembri più felice, si


 
E' strano come una persona che per tanto tempo ha rappresentato il tuo tutto abbia una vita sua nella quale non sei completamente incluso, nemmeno citato per sbaglio. 


I miei amici mi hanno detto che un giorno lo sarò anch'io
Fino a quel momento sorriderò per nascondere la verità
Ma io so che ero più felice con te


 
Mi resi conto di quanto quella situazione mi stava stretta, era come se potessi vedere la mia vita ideale scorrermi davanti senza però poterne fare parte, ero semplicemente uno spettatore. Avrei voluto fermare il tempo per definire uno spazio da me prescelto, porre rimedio a tutti i casini della mia vita e poi far ripartire il cronometro. Non sapevo se stavo vivendo esattamente un sogno o un incubo, mi sentivo come il vecchio Marinaio che aveva ucciso l'Albatros il quale era semplicemente accorso in suo aiuto pensando fosse la scelta migliore e invece aveva scatenato semplicemente il putiferio ritrovandosi solo in mezzo al peggiore degli incubi. 
«Non si possono nemmeno contare le volte che mi sono sbronzato consapevole di aver mandato a puttante la mia vita.. » 
« Justin ti prego.. »
«Il giorno che sei andata via non sono riuscito a chiudere occhio per tutta la notte, sentivo la mancanza di qualcosa di essenziale, ero profondamente turbato e non sapevo veramente come occupare il tempo perché stare a letto, solo, al buio, mi stava facendo diventare pazzo perché continuavo a pensare e ripensare a tutto quello che era successo, continuavo ad arrovellarmi il cervello al punto da avere un attacco di panico così mi alzai e andai e sistemare le ultime cose rimaste nella tua stanza d'hotel. Mi sedetti sul pavimento e inizia a piegare le ultime cose, rimuginandomi addosso. Sentivo la tua presenza in quella stanza, il tuo profumo era così intenso la dentro.. evidentemente quando sei uscita quella mattina, hai rovesciato per sbaglio la boccetta di profumo sulla moquette. Non so se fu veramente quello a farmi addormentare o semplicemente il fatto che ero sfinito dalle tante lacrime ma una volta essermi disteso su quelle lenzuola crollai in un sonno profondo. Da quel giorno spruzzo sempre un po' di quel profumo sul pigiama prima di andare a letto, lo so che sembra malato e ridicolo ma non so spiegarmi il perché è l'unico rimedio per l'insonnia veramente efficace. »

Seduto nel angolo della stanza
Tutto mi ricorda te
Scolandomi una bottiglia vuota
Dicendo a me stesso che sei più felice ora
Non lo sei?


 
Non ricevendo risposta continuai il mio monologo. « Io lo so che ti ho fatto stare male, se che non c'è scusante per ciò che ho fatto ma non me ne pento minimamente. Cioè ovvio che mi pento di come mi sono comportato e di cosa ti ho fatto passare ma non mi pentirò mai di quello che abbiamo vissuto perché anche se sotto forma di farsa è stata l'esperienza più reale e sincera che avessi mai potuto vivere. Ti sembrerò ipocrita e lo capisco ma ti sto parlando con il cuore in mano. Non puoi capire l'angoscia che ho provato quando ho capito che non ti avrei più rivista, mi è crollato il mondo addosso, eri andata via senza nemmeno un saluto e capisco che non lo meritavo ma era troppo per me da reggere. Eri scappata da me e avevi tutte le ragioni del mondo per volerlo fare per questo non ti ho inseguito, sapevo che saresti stata meglio senza di me.. »
« Meglio senza di te un cazzo Justin, ero perdutamente innamorata di te e ti sei scopato un'altra dopo nemmeno ventiquattro ore da me, avevi ancora il mio odore sulla pelle quando ti sei infilato nel suo letto lurido verme ma nonostante ciò il sentimento che provavo per te era troppo grande e autentico per poter essere spazzato via anche da una cosa del genere. Sono stata male per anni, cinque fottutissimi anni, e non puoi nemmeno immaginare il mio disappunto quando ho capito che non ti saresti mai fatto vivo. Non volevo un messaggio di scuse, avevamo lottato per arrivare a quel punto ed eri riuscito ad ottenere finalmente ciò che volevi, non dovevi scusarti di nulla ero stata io stupida a credere possibile che la situazione potesse cambiare ma era da idiota illudersi che potessi provare sentimenti reali per me, ma almeno per l'amicizia che ci legava, mi sarei aspettata anche solo un semplice 'Buon Viaggio' o una cretinata simile, un pensiero, un saluto.. no so nemmeno io cosa. Ti ho dato veramente tutto, e tu hai dato tutto a me.. partire è stata veramente l'unica cosa che credo di aver fatto per me o per la mia salute mentale ma allo stesso tempo è stata la decisione più dura da prendere in vita mia. Vogliamo parlare del bambino poi? Anzi no non ho completamente voglia non so nemmeno perché ti sto dicendo tutto questo. Prendo la mia roba e vado via. »

Non c'è nessuno che ti possa ferire più di quanto abbia fatto io
Ma nessuno ha più bisogno di te di me
Lo so che ci sono altri che ti meritano
Ma tesoro mio, io sono ancora innamorato di te
Perché cara sembri più felice, si


 
Si alzò svogliatamente scrociando le gambe portò prontamente una mano al viso per scacciare via le lacrime dagli occhi abbuffati che aveva ma riuscii comunque a bloccarle l'altro braccio strattonandola con forza fino a far aderire interamente il suo corpo al mio, la stinsi con tanta foga da temere di romperla. Si lasciò andare in un vero pianto singhiozzando così forte da non riuscire a respirare. Le carezzavo delicatamente la schiena disegnando cechi immaginari sulla sua spina dorsale sporgente mentre la cullavo tra le mie braccia con mio corpo baciandole la fronte e canticchiando una melodia inventata mente la sua testa era infossata nel mio petto stretta tra le sue mani. Era così fragile ma allo stesso tempo forte, testarda come poche e sensibile come un fiore delicato. Le sollevai leggermente la testa dal mento spingendola a guardarmi negli occhi. Mi persi nel suo sguardo, in quegli occhi pieni di pagliuzze dorate contornate dall'azzurro più limpido del mondo e dal verde smeraldo più puro. In quegli occhi potevo vedere l'infinito e sentirmi finalmente completo. Il mondo attorno a me si stava annullando e ci ritrovammo solamente io e lei in un turbinio di stelle stretti l'uno all'altro come difesa contro il mondo. Istintivamente la baciai, la baciai delicatamente, piano piano mettendoci poi tutta la passione del mondo intensificando quel bacio al punto da sentimi pulsare la testa per la forte emozione provata, sentivo il cuore esplodermi nel petto e l'adrenalina scorrermi nelle vene, un esperienza psichedelica dagli effetti collaterali delle droghe. Ero stato cinque fottutissimi anni lontano da quelle labbra, arco di tempo che era stato riempito da qualcun altro, dall'uomo che aveva imparato ad amare anche dopo aver perso tutto, dalle labbra di colui che probabilmente l'amava e la meritava veramente. Solo sul primo punto potevo non essere assolutamente sicuro. Presi un respiro profondo e sulle sue labbra depositai quelle parole che non avevo mai detto ma che non poteva non sapere. «Ti amo Adeline. » 


I miei amici mi hanno detto che un giorno lo sarò anch'io
Fino a quel momento sorriderò per nascondere la verità
Ma io so che ero più felice con te
Piccola sembri più felice, si


 
Spezzai l'abbraccio e la lascia andare, la lasciai libera di tornare alla sua vita, di tornare da Tom, di tornare in Italia, libera di decidere di prendere nuovamente le distanze da me. Ovviamente scappò di spora in camera e scesa poco dopo pronta per partire mano nella mano con il suo futuro marito. Sorrisi amaramente e andai a salutarli da buon amico quale avrei voluto essere. Li scortai alla porta e li aiutai con le valigie, dopo una beve stretta di mano con Tom mi voltai in direzione di Adel per salutarla un'ultima volta. La bionda mi lanciò le braccia al collo e mi ringraziò per l'ospitalità, subito dopo, poco prima di spezzare definitivamente il contatto sussurrò qualcosa al mio orecchio che realizzai di aver sentito solo quando era ormai troppo lontana.
« Ti amo Justin. »
 
Lo so che un giorno ti innamorerai di qualcun altro
                                                 Ma se lui ti spezza il cuore come fanno gli amanti
                                                                                                             Sappi solo che sarò qui sorridente per te...



 
The End
 

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