Pokémon Luce e Ombra

di GettAmourZe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Precipitando nei ricordi ***
Capitolo 2: *** Un piccolo gesto ***
Capitolo 3: *** Il passo oltre il confine ***
Capitolo 4: *** Continua ad evolvere ***
Capitolo 5: *** Chiudere una porta per aprirne un'altra ***
Capitolo 6: *** Un panino imbottito d'orgoglio! ***
Capitolo 7: *** Incontri e incontri! La famiglia si ingrandisce! ***
Capitolo 8: *** A pranzo con il prof!? Collinopoli, la capitale di Forsia! ***
Capitolo 9: *** Il tradimento di Pikachu!? Greninja Fuori Gioco!? ***
Capitolo 10: *** Inizino i Botti! Pikachu vs Spotpup! ***
Capitolo 11: *** Persi nella Foresta!? Intesa Fra Ragazze! ***
Capitolo 12: *** Una Rivale Per Serena!? La Pazza da Legare! ***
Capitolo 13: *** Detective Lidia all'inseguimento! Il Ladro Canino! ***
Capitolo 14: *** Guerra per difendere il Pranzo! Maggasta all'Assalto! ***
Capitolo 15: *** Serena vs James!? una sfida a colpi di mattarello! ***
Capitolo 16: *** Un Rapimento in Piena Regola! La Cura Miracolosa di Brock! ***
Capitolo 17: *** Sorridi Plarky! Un Ornitorinco Speciale! ***
Capitolo 18: *** Sfida alla seconda palestra! Pericolo Gommoso! ***
Capitolo 19: *** Leafala vs Spectrelish! Lotta a Denti Stretti! ***
Capitolo 20: *** Il ritorno di Yanchan! Pancham la puoi sopportare! ***
Capitolo 21: *** Episodio 18: Pikachu e Meowth Genitori!? Una strana condizione familiare! ***
Capitolo 22: *** Illusioni a Gogò? La ragazza dai mille trucchi magici! ***
Capitolo 23: *** La Magia dei Sogni e degli Ideali! Questo è solo li continuo! ***
Capitolo 24: *** Oltre la barriera del suono fiammeggiante! Sarò le tue gambe per correre! ***
Capitolo 25: *** A volte ritornano! Un nuovo piano malefico! ***
Capitolo 26: *** Un consiglio di Felicità? Il primo sguardo di un Sogno ***
Capitolo 27: *** C'è' un vampiro in casa!?Volpe che abbaia non morde! ***
Capitolo 28: *** Uno sgarro di dolcezza? Occhio per occhio, dente per dente! ***
Capitolo 29: *** Giù le Ali,Su le Ali!La corrente vittoriosa! ***
Capitolo 30: *** Doppio Guaio sul Ghiaccio! La fiamma della Passione che scioglie tutto! ***
Capitolo 31: *** Spruzzo Attraverso le Ere! L'amore che l'acqua non ha rigenerato! ***
Capitolo 32: *** Una spiacevola fioritura? La danza di rose del varietà ***
Capitolo 33: *** Episodio 30: Finalmente ti ho ritrovato! Ora staremo per sempre insieme?! ***
Capitolo 34: *** Episodio 31: Serena qui, là, su, già… è davvero lei? Malato di cuore, non di testa! ***
Capitolo 35: *** Attenzione ai desideri! Avventura ai limiti dell'incredibile! ***
Capitolo 36: *** Due nuove reclute? Scoppia l’ardore insoffocabile! ***
Capitolo 37: *** Un nuovo squarcio nella leggenda!! Spiazientito dal ricatto! ***
Capitolo 38: *** Episodio 35: Caccia tra le rovine! Il risveglio degli antichi spiriti! ***
Capitolo 39: *** Episodio 36: Un passo di troppo! Sogni lasciati alle spalle! ***
Capitolo 40: *** Episodio 37: Il vaso di pandora? Aperto. ***
Capitolo 41: *** Episodio 38: Senza voltarsi indietro! Eco di lancette prepotenti! ***
Capitolo 42: *** Risonanza di forze unite! La verità sull’eredità! ***



Capitolo 1
*** Precipitando nei ricordi ***


Spazio d'autori:
Ciao a tutti! Noi siamo i Realuse: Un gruppo di persone che hanno deciso di creare una propria serie di fanfiction basate sull'anime Pokémon, principalmente per ignorare ciò che stanno facendo nell'anime Pokémon ad Ash e rendergli "giustizia" e tributo, rispettando il suo sviluppo e crescita come avrebbe voluto l'autore originale Shudo.
Questa fanfiction sarà principalmente basata sull'avventura di Ash in una regione, con l'obbiettivo di proseguire dove XY ci ha lasciati, toccando uno sviluppo adeguato che riprenda gli ultimi fatti (la sconfitta alla lega, il bacio con Serena e i toni maturi della serie). Ash dovrà riscoprire cosa voglia dire diventare "Maestro Pokémon", sogno che ha fin da bambino ma che potrebbe guardare con occhi diversi crescendo, e essenzialmente scoprire come il suo percorso da allenatore possa incastrarsi con altri aspetti della vita: amore, amici, famiglia, e tante dinamiche con altri personaggi.
Questa fic sarà la prima di una lunga trilogia e introduzione/prequel al vero racconto finale delle avventure di Ash! Speriamo la apprezzerete!Inoltre, facciamo il possibile per offrirvi la migliore qualità possibile, ma a volte ci capita di non notare piccoli errori di battitura. In caso lo facciate voi, ci scusiamo e vi chiediamo di scriverci privatamente nella casella messaggi in modo che possiamo correggerli quanto prima!

Ultima nota importante! Questo capitolo prima della sua riscrittura era stato pubblicato in un'unica parte, però vista la lunghezza estrema a cui è arrivato, abbiamo optato per dividerlo in due parti e facilitarvi la lettura! I nostri capitoli tendono ad essere parecchio lunghi, ma questo superava la norma. Vi consigliamo quindi di leggere il seguente per trovare la seconda parte!

 

Capitolo 1: Precipitando nei ricordi

 

ll mondo Pokémon, un luogo abitato da umani e da creature fantastiche, tutte da scoprire. Ci sono Pokémon di tutti i tipi, di ogni colore, forma e carattere... alcuni più rari, altri più forti. E' proprio con questi amici che gli allenatori si sfidano tra di loro per competere per vari titoli. C'è chi preferisce fare scontri, chi gare, chi esibirsi...

E un ragazzo in particolare aspira al sogno di diventare Maestro Pokémon, viaggiando in lungo e in largo, conoscendo sempre più Pokémon e rendendoli suoi amici. Il suo nome è Ash Ketchum, allenatore proveniente da Biancavilla, il quale ha esplorato in diverse regioni sempre accompagnato dal suo migliore amico e fedele compagno: Pikachu.

Ha salvato il mondo insieme ai suoi amici, reso speciali le vite di molti e contribuito a rendere il mondo un posto migliore, con la speranza di realizzare un giorno il suo sogno: diventare Maestro Pokémon.
Ultimamente, però, il nostro eroe non sembra avere la grinta che lo ha sempre contraddistinto...


L'umore con cui il ragazzo si era alzato dal letto non si abbinava di certo alla splendida e solare giornata. La preoccupazione principale era che ormai era più un'abitudine rispetto ad un occasione rara. Le sue giornate si erano fatte meccanose, un loop continuo tra il dormire e il passare il tempo con i suoi Pokémon al laboratorio.
"Ciao mamma..." sbadigliò lui salutando sua madre.

"Buongiorno tesoro! Dormito bene?" lo salutò sua madre, la signora Delia Ketchum.

"Abbastanza" rispose lui cercando di non preoccuparla. Per quanto riuscisse a dormire, il suo sonno non era sereno e finiva per svegliarsi come se non avesse chiuso occhio. Non poteva dirlo alla madre, ma nemmeno poteva affermare totalmente il contrario, se ne sarebbe di sicuro accorta.

Nemmeno Pikachu pareva capace di tirarlo su da quello stato vuoto in cui il giovane allenatore sembrava essere piombato. Non era pigrizia o depressione, sembrava pià che la sua mente fosse assente... confusa.

Non c'erano tanti allenatori da sfidare o Pokémon nuovi da conoscere e, sebbene si potesse pensare che un viaggio avrebbe risolto tutto, era proprio l'impulso di partire che gli mancava.
Nessuno lo aveva chiesto direttamente al ragazzo, ma chi lo conosceva provava serie preoccupazioni al riguardo. Il professore aveva immaginato di vederlo partire subito alla volta di una nuova regione dopo il ritorno da Kalos, invece erano passati 7 mesi e non aveva mai menzionato nulla. Tracey aveva cercato di mettersi in contatto con Brock e Misty per ricevere un aiuto in merito, ma il primo non si trovava più nemmeno a Plumbeopoli e non era riuscito a parlarci, mentre l'altra era troppo impegnata alla sua palestra. La ragazza avrebbe chiuso la palestra e sarebbe corsa a Biancavilla se fosse stato unicamente per lei, ma erano in periodo pre lega e bisogna tenere aperto per gli ultimi allenatori che dovevano conquistare le ultime medaglie prima del torneo.

Anche Delia aveva i suoi dubbi. Era sempre stata la prima ad aver espresso il desiderio di godersi un po' il suo bambino ormai cresciuto e averlo di più a casa. Eppure come madre vedeva però quanto fosse innaturale da parte di suo figlio questo comportamento e quanto sembrasse malsano.
Se tutto fosse ok non sarebbe ancora lì a casa. Sarebbe fuori a continuare a inseguire il suo sogno, mentre ora sembrava comportarsi come se non ce ne fosse alcuno.
L'essere cresciuto non era una scusa sufficiente, gli ormoni e le crisi adolescenziali non arrivavano a tanto.

Era ovvio che era successo qualcosa a Kalos. Quel viaggio era stato senza precedenti e poteva solo immaginare quanto fosse stato importante per la maturazione del figlio. I suoi occhi ad ogni videochiamata brillavano pieni di ambizioni e determinazione, soddisfazione e serenità.
Ne era sicura, Ash a Kalos era stato felice. Aveva avuto degli amici speciali che lo avevano fatto sentire come in una seconda famiglia, aveva raggiunto livelli di potenza incredibili ed era migliorato sotto ogni aspetto.

Certo c'erano la sconfitta alla lega, la battaglia contro il Team Flare, l'aver lasciato là Greninja e Goodra, la separazione da Lem, Clem e Serena...
Non pensava che avrebbero avuto un tale impatto sul figlio, dopotutto era abituato agli addii e alle riscoperte. Dopo la prima separazione da Brock e Misty era riuscito ad accettare la cosa con positività.
Eppure erano bastati pochi giorni dopo il rientro a casa e il suo diciottesimo compleanno a vedere il cambiamento.
Non sapeva come affrontare la questione, anche se da mesi sentiva il bisogno di farlo.

Pikachu saltò sul tavolo per sgranocchiare la sua colazione. Di norma quel momento della giornata era il più caotico, o così si era abituato in passato. Ash si avventava sul cibo non appena pronto ed era una gara a chi si abbuffava di più. Ash era convinto che mangiare fosse fondamentale per affrontare ogni giornata con la carica, ma ormai essa era sparita e così l'appetito.

"Pikapi?" lo chiamò Pikachu, cercando di richiamare all'attenzione il suo allenatore. Se non ci fosse riuscito lui chi avrebbe potuto farlo?
Persino un attacco del Team Rocket lo avrebbe stimolato in quel momento, ma anche loro erano spariti e non si erano più fatti vivi per attaccarli. Una vacanza innaturalmente lunga da parte loro.

Delia appoggiò un piatto enorme pieno di frittelle davanti ad Ash, vedendo che i biscotti non volevano proprio entrare nel suo stomaco e con affetto gli appoggiò una mano sul capo "Su tesoro. So che ultimamente non è un bel periodo, ma se non mangi come tuo solito potresti ammalarti" vide il figlio annuire con un lieve sorriso, sforzato il più possibile. Rincuorata allora alzò la forchetta con fare scherzoso e minaccioso e gliela puntò addosso "Adesso mangia o mi toccherà fartelo ingoiare con la forza!"

Il ragazzo rilasciò una risata spontanea e iniziò a mangiare. Per fortuna alcune pratiche da mamma ancora funzionavano.
Però prima o poi avrebbe dovuto scoprire cosa c'era nella testa del figlio e perché sembrasse tanto assente.
Le si strinse il cuore a vedere quel sorriso forzato. Oltre a metterci più tempo del solito, finì la porzione con estrema fatica.

"Grazie mamma! Era ottimo come sempre." Adorava il cibo di sua madre, era straordinario sia come sapore che come quantità di affetto, ma c'era questo peso fastidioso sullo stomaco che faceva passare la fame.



"Io esco a fare due passi, vieni con me Pikachu?" Il topino elettrico annuì e saltò sulla sua spalla, doveva pur tenere d'occhio il suo allenatore


"Vai al laboratorio?" Chiede Delia.

"Oh, no non ancora. Penso che farò una passeggiata nel bosco" sorrise mettendosi il berretto in testa "Non preoccuparti, non penso starò via molto" la rassicurò mentre si avvicinava alla porta.

"Mi raccomando, non cadere da qualche albero di nuovo" scherzò sua madre ricordando la caduta di qualche settimana prima.

"Eddai!" sbuffò lui un po' imbarazzato mentre chiudeva la porta dietro di sé.

Non servì però vederlo oltre la porta per percepire il totale cambio di umore che probabilmente aveva assunto ora che non era più in sua presenza. Nemmeno le servì sentire il sospiro del figlio che si allontanava da casa.
Non poteva andare avanti così.

Si tolse il grembiule da cucina e salì insieme a Mimey nella camera di suo figlio per rassettare la stanza. Non è che ci fosse un grande disordine ma da come era tutto disposto si vedeva una mancanza di... vitalità. Suo figlio era sempre stato diligente quando si trattava di tenere in ordine la stanza, o almeno renderla decente. Non aveva smesso, ma era visibile che non riusciva a farlo bene di recente e non era per mancanza di voglia.
Il letto era fatto ma faceva rabbrividire, sembrava la tana di un Bidoof. I peluche di Pokémon erano sparsi per la stanza, i portamedaglie storti come se li avesse guardati per ore e appoggiati senza pensarci.

Un'altra abitudine che aveva perso e che preoccupava la donna era guardare lotte in televisione. Ash non era mai stato un grande amante della tv, aveva sempre preferito giocare all'aperto o esplorare l'ambiente. Tuttavia c'erano delle eccezioni e quelle erano per le lotte Pokémon. Se la televisione era stata accesa da Ash era per qualche scontro da seguire e da cui imparare. Non smetteva mai di informarsi su Pokémon e tornei delle varie regioni, alle volte guardava anche i Contest di Vera o Lucinda se ne aveva l'occasione, oppure le lotte dei suoi vecchi rivali.
Delia lo aveva sempre visto come specie di monito ad un'imminente partenza.

Ma quella volta era tutto diverso. Non guardava più lotte Pokémon o news, le poche occasioni in cui il ragazzo aveva acceso la televisione era per controllare i Contest della regione di Hoenn, spegnendo spesso dopo l'annuncio delle partecipanti. Aveva intuito che forse voleva vedere le prime gare di Serena, ma probabilmente non riusciva mai a beccare quella giusta.
Poi pian piano era arrivato a smettere, forse rassegnato.

I giorni erano passati uno dietro l'altro eppure lui era rimasto. Non aveva menzionato l'intenzione di partire verso una nuova regione, partecipare a qualche torneo, non aveva più chiesto se erano arrivate riviste con informazioni e soprattutto aveva smesso di parlare delle sue avventure a Kalos, cosa che invece aveva fatto quasi ad ogni singola ora nei primi giorni successivi al suo ritorno. Inizialmente pensava volesse solo una pausa, ma qui c'era qualcosa di decisamente strano nel suo bambino.
Forse riordinando avrebbe trovato qualche spunto per capire.

Sistemò per prima cosa il letto, poi il guardaroba con i suoi vestiti, non trovando assolutamente nulla. Passò l'aspirapolvere, pulì pavimenti e finestre, tolse la polvere dai comodini e rimise a posto tappeto, puff e peluches.

Arrivò il momento di controllare gli effetti personali di Ash. Sentiva un pò di rammarico nel farlo, perché ormai suo figlio era grande e aveva diritto di gestirsi le sue cose private. Però, a mali estremi, estremi rimedi.
I portamedaglie ora erano dritti così come i suoi trofei.
Aveva di sicuro considerato che riguardasse la sconfitta alla lega di Kalos. Ricordava la promessa che le aveva fatto prima di partire ed era arrivato così vicino a mantenerla. Forse avrebbe dovuto dirgli che non le pesava il fatto che non ce l'avesse fatta? Che era un orgoglio continuo per lei che ce l'avesse messa tutta? Che non doveva ripagarla di nulla o dimostrarle qualcosa?
Forse aveva perso la motivazione di rincorrere il suo sogno?

La sezione in cui aveva messo ciò che aveva portato da Kalos era quella più disordinata prima che la sistemasse. C'era la medaglia datagli per aver salvato Kalos, ricordo del mezzo infarto che aveva avuto nel sapere al telegiornale della guerra a cui stava partecipando, poi quella per il secondo posto alla lega, gli stemmi delle varie palestre e poi altri oggetti. Ciò che la lasciavano più confusa erano: i diversi sacchettini di stoffa che emanavano un aroma di biscotti, una pokéball probabilmente appartenuta a Greninja e Goodra e delle foto. Parecchie foto.
Prese in mano le fotografie scattate durante il suo viaggio, la maggior parte erano di lui, Serena, Lem e Clem. Ash non aveva mai portato troppe fotografie a casa dei suoi viaggi, questa era la prima volta davvero che ne trovava un mucchio. Erano tutte foto molto... quotidiane.

Alcune erano in posa, altre invece erano scattate cogliendo l'attimo. In un certo senso le riempiva quel vuoto di non poter vedere suo figlio comunemente, vivere con lui la vita di ogni giorno.
Sembrava così felice in quelle foto.
Avrebbe voluto tanto invitarli lì a casa. Sembravano bravi ragazzi e sopratutto rendevano felice suo figlio. Purtroppo il fato non era stato molto gentile nel separarli, chissà come sarebbe andata se avessero continuato assieme il viaggio in un'altra regione...
Gli aveva fatto così tanto male lasciare i suoi amici? Si trovava così bene a Kalos? Avrebbe dovuto spingerlo a stare con loro un po' di più? Forse gli aveva fatto sentire troppa pressione per tornare e non farle sentire più la sua mancanza?

C'erano molte opzioni, forse era un miscuglio di tutte quante, ma doveva cercare di farlo stare meglio.
Mimey si avvicinò a lei, vedendola con un triste sorriso. Sapeva che le faceva male vedere suo figlio in quello stato e non vederlo felice, ma non doveva colpevolizzarsi di ciò. "Mi?"
Forse doveva rendere ufficiale quell'invito a cena per i suoi amici.

"Non preoccuparti, ma c'è qualche chiamata che dobbiamo fare" passò una man sull'occhio strofinandolo anche se non scendevano lacrime. "Cosa hai lì in mano?" gli chiese puntando il dito verso una specie di Walkie-Talkie con schermo. Un pò stravagante per essere un banale telefono, oltre al fatto che non le pareva Ash avesse un cellulare.

Sul dispositivo vi era attaccato un bigliettino con la strana scritta: "Dispositivo Lemmico Chiamamici"

Lo afferrò con curiosità, forse era del suo amico Lem? Sapeva che amava costruire invenzioni e il nome dello strumento sembrava il suo. Pigiò il comando d'accensione e dopo un po' si sentì una voce robotica "Potere alla scienza, il futuro è qui! Dispositivo Lemmico attivato!"

Rilasciò una risatina mentre vide quattro faccine apparire sullo schermo, sembravano proprio i tre amici di Ash. Cliccò l'icona dell'inventore con gli occhiali in stile chibi. Subito il dispositivo iniziò a squillare e si accorse di aver probabilmente avviato una chiamata. In brevissimo tempo apparve sullo schermo del dispositivo la faccia di un ragazzino biondo con gli occhiali.

"Hey Aaaa... " La voce da entusiasta divenne confusa. Il ragazzo si sistemò gli occhiali confuso, non capendo subito come mai ci fosse la madre di Ash davanti a lui. L'aveva riconosciuta, ma non immaginato di essere chiamato da lei "M-Ma.. lei è Delia?" chiese la conferma.

Delia un po' confusa ribatté "Si sono io, ciao Lem!"

"Ah... mi scusi. Il fatto è che l'oggetto con cui mi sta chiamando l'ho regalato tempo fa ad Ash per le emergenze e non mi aspettavo di..."

Delia, imbarazzata, lo interruppe "Scusami tu. Presumo che ti aspettavi di vedere lui sullo schermo!"

"Già proprio così!" Puntualizzò il capopalestra.

Una risatina lasciò qualche secondo di pausa alla loro conversazione. Ci fu un attimo di silenzio ma al progredire del leggero imbarazzo Lem decise di andare al nocciolo della questione. "Mi scusi se lo chiedo... ma Ash come sta? Insomma, perché mi chiama lei?" Si accorse di essere sembrato sgarbato e provò a correggersi "Non che mi dispiaccia o mi dia fastidio! Ma questo strumento probabilmente ce lo eravamo tutti dimenticati quando ci siamo separati quindi già vederlo usato mi stupisce, ancor più se non è Ash"

Delia sospirò "Beh, a dire il vero stavo solo riordinando la sua stanza e vedendo questo dispositivo ho provato ad usarlo! A dire il vero però volevo chiamarti normalmente quindi ne approfitterei per chiederti qualcosa..."

"Oh, chieda pure!"

"Quale era il tuo rapporto con Ash? E gli altri compagni con cui viaggiavate? Insomma lui me ne ha parlato e sembrava molto contento ma vorrei sapere da te..."

"Beh abbiamo un forte legame tra di noi... è stato un viaggio meraviglioso ed eravamo molto uniti!." rispose il capopalestra, ripensando al viaggio insieme ai suoi amici. "Signora Ketchum, non vorrei sembrare inopportuno, ma..."

"Chiedi pure" stavolta fu lei a pronunciare quelle parole cordialmente con una voce materna.

"C'è qualche problema? Mi pare un po' stanca signora Ketchum..." si preoccupò l'inventore.

Delia sorrise alla premura del ragazzo "Chiamami pure Delia e... non hai tutti i torti" ripensò al periodo che stava passando e decise di essere completamente sincera "In effetti c'è qualche problema che riguarda Ash"

Lem sembrò turbato sentendo quelle parole. Un problema con Ash? Cosa poteva esserci di così grave da far preoccupare tanto sua madre "In che senso?"

"Conosco bene mio figlio e... ultimamente non sembra più se stesso. Credo che con il tempo anche tu ti sia fatto un'idea di come sia: sempre allegro, solare, curioso, determinato, empatico... imprudente. Se è motivato difficilmente si riesce a tenerlo fermo."

"Sì, la descrizione mi pare prettamente uguale" si trattenne da lasciare una risatina. Quello era il modello principale di Ash Ketchum, una persona che pochi vedevano in malo modo.

"Beh, poco combacia adesso" Si sedette con rammarico "All'inizio, dopo il ritorno da Kalos, mi è sembrato appena diverso; maturato sotto ogni punto di vista. Era molto contento del tempo passato con voi e mi ha raccontato quasi tutto, non smetteva di parlarmi delle vostre avventure! Non lo avevo mai visto così soddisfatto!Il punto è... che questa gioia pian piano si è spenta, mentre invece mi aspettavo di vederlo partire subito dopo, di informarsi per nuove regioni"

"Aspetti" la fermò Lem "Ash si trova ancora a Biancavilla? Da come ci eravamo lasciati io pensavo avrebbe continuato a viaggiare"

"Appunto. Non fraintendermi, adoro poter passare più tempo con mio figlio, ma non voglio nemmeno vederlo come un Pidgey zoppo che non riesce più a prendere il volo. Ha lo sguardo perso... assente, gli manca l'appetito e non sembra interessato in alcun modo a continuare il suo percorso per diventare maestro Pokémon. Per quanto provi a sorridere sa bene di non convincermi. Mi sembra un Goldeen fuori dall'acqua"

Guardando lo schermo vide la faccia scioccata e perplessa di Lem, quasi a chiederle se stesse davvero parlando dell'Ash che conoscevano.

"Ho pensato che possa essere la sconfitta nella lega... però non credo sia l'unica ragione. Penso che gli manchiate tutti"

Il biondino portò la mano sotto il mento, sentendosi altrettanto preoccupato "Se non me lo descrivesse con così tanta precisione farei fatica a crederle. Io non ho notato tutti questi cambiamenti quando ci siamo lasciati..." ammise con sincerità "Ash in fondo è migliorato, dovrebbe essere ancora più determinato a partire e credere nella vittoria, trovare nuovi amici... o almeno è quello che ci si aspetterebbe da lui"

Forse il problema era più cosa si aspettava Ash da se stesso?

"Ascolta Lem, non so davvero come aiutarlo in questa occasione. Vorrei che Ash trovasse la sua strada senza sentirsi condizionato da me in alcun modo. Non posso dare una risposta ai suoi dubbi probabilmente, ma so che come mamma posso almeno cercare di risollevarlo. Ricordi quella cena di cui vi ho parlato prima che Ash partisse? Mi farebbe davvero piacere ospitare te e tua sorella per un po'!"

Il volto di Lem si illuminò per un istante, ma ben presto si tramutò in un sorriso smorzato "Non desidererei altro ma..."


Delia annuì comprensiva "Capisco, a Luminopoli è ancora tutto molto difficile, giusto?"

Il ragazzo annuì abbassando il capo "Già. Il sindaco ci tiene molto e sono responsabile per gran parte delle manutenzioni elettriche, Luminopoli ha bisogno di una mano per ripartire. Per quanto riguarda Clem, lei non avrebbe nessun problema conoscendola ed è più in gamba di quel che si creda! Però non so quanto sia conveniente mandarla a fare un viaggio così lungo da sola" Continuò lui a parlottare.

"Capisco..."



"Ma Ash è un caro amico e voglio aiutarlo come lui ha aiutato tutti noi. Potrei arrangiare qualcosa! Sono sicuro che se spiegassi al sindaco e chiedessi a mio padre..."

La donna lo fermò con un caldo sorriso: "Non preoccuparti, Lem. Hai grandi responsabilità e sono sicura che l'ultima cosa che Ash vorrebbe è scoprire che hai trascurato faccende importanti per il suo bene".

"...Sì, non gli piacerebbe..."

 

"Ma questo non significa che tu tenga meno a lui. Sono sicura che lui questo lo sa".

"Ma certo! E' come un fratello per me e mia sorella!" Annuì in fretta sistemandosi gli occhiali "Delia, io e Clem non possiamo venire ma di sicuro faremo una chiamata ad Ash in questi giorni." 

"Grazie, sono sicura che lo rallegrerebbe molto!"

"Spero... anche se vorrei poter fare qualcosa in più..." la sua voce rallentò mentre una scintilla di un colpo di genio gli illuminò gli occhi "Aspetta! Forse io e Clem non potremo venire, ma conosco qualcuno che può farlo. E conoscendola, ha maggiori possibilità di risollevare il morale di Ash!"

"Oh?" La curiosità dipinse i lineamenti di Delia.


...

Nel frattempo, Ash stava passeggiando nel bosco con espressione tranquilla e sobria. Stava pensando, come ormai faceva da giorni e forse questo gli aveva mandato in tilt il cervello. Ogni certezza su cui si era affidato in questi anni era sparita in quello che per lui era stato un battito di ciglia, ma che in verità era tanto tempo. Le sue certezze di essere più vicino al suo sogno si facevano lontane.
Persino l'idea stessa del suo obbiettivo ormai gli sembrava incerta.

Perché voleva diventare Maestro Pokémon?
Cosa era davvero quel titolo?
Lo avrebbe raggiunto nel modo in cui stava andando avanti?

Fin'ora, nonostante tutti i suoi progressi, non era ancora riuscito a farcela e aveva di nuovo mandato tutto all'aria. Ultimamente all'inizio di ogni viaggio aveva come impostato un reset. Ripartire da zero, con un nuovo team e nuova voglia di vincere, ma stesso sogno e stesso bagaglio di esperienze che aveva raccolto nei suoi viaggi. Ciò gli aveva permesso di migliorare tanto eppure...

Stavolta non voleva davvero premere quel bottone, non del tutto almeno.
E se ne era accorto quando ormai era tardi.
Tutti gli amici che si era fatto, la famiglia che si era costruito con Serena, Lem, Clem, Alan, Goodra, Greninja e quella forte sicurezza che stavolta ce l'avrebbe fatta... sembravano considerarsi un capitolo chiuso del suo percorso.
Sembrava tutto così chiaro quando era con loro. Gli era sembrato di raggiungere i cieli più alti per finire con il perdere quota.

Stavano andando tutti avanti con le loro vite.
Perché lui non riusciva stavolta?
Era il primo ad incoraggiare gli altri ad inseguire i loro sogni, ispirarli e a sembrare sicuro di ciò che dovesse fare per migliorarsi. Adesso però gli sembrava invece di essere lui davvero quello che non aveva idea di cosa stesse facendo, di quale percorso davvero doveva intraprendere.

Si chiedeva se resettare e inseguire alla ceca il suo sogno come le altre volte lo avrebbe davvero portato a qualcosa.
Se lasciare indietro sua madre con promesse poi mancate ogni volta sarebbe prima o poi valso qualcosa.

Certo, non da fraintendere, sapeva che nulla è tempo sprecato in un viaggio e che ogni esperienza arricchisce il bagaglio che poi porta a crescere e migliorare.

Allora come mai la sua mente era così incasinata? Perché non riusciva a ricordarselo?

Aveva dato troppi pesi a sua madre in tutti quegli anni. Voleva realizzare il suo sogno e vivere la vita che lei non era stata in grado di sfruttare appieno, vincere quel titolo che non era stata in grado di inseguire.
Inizialmente era solo un suo sogno e una sua personale ambizione, ma ora sapeva che non avrebbe mai riguardato solo lui, ma anche altre persone. Chi lo sosteneva, chi credeva in lui, chi aveva delle aspettative... e chi percorreva il suo stesso cammino.

Il modo in cui aveva lasciato Kalos era stato macchinoso, quasi per ripetere il ciclo che aveva già svolto nelle altre regioni. Arrivare, fare esperienza, andarsene.
Il suo non voler lasciare che finisse come le altre volte lo aveva solo portato a fuggire.

Aveva fatto tutto troppo in fretta ed era scappato a causa della confusione che lo perseguitava. Avrebbe dovuto fermarsi più a lungo e prendersi del tempo per pensare a come proseguire il suo viaggio.
Almeno avrebbe avuto i suoi amici ad aiutarlo e avrebbe potuto dare una mano a Luminopoli un po' di più. Forse avrebbe potuto riprendersi dal grande shock della guerra contro il Team Flare con persone che avevano vissuto la stessa esperienza.
Era proprio a causa dell'intera vicenda che i pensieri erano cominciati, sentendo con ogni fibra del suo essere quanto il titolo fosse stato davvero utile nel grande schema delle cose. Come vincere o meno la lega avessi significato qualcosa quando la posta in gioco del mondo dipendeva dalle persone e dal legame con i loro Pokémon.
Capire quale forza avesse davvero un valore.
 
Ora sembrava che avesse affrettato le cose per entrare in un periodo di attesa.
Come se si fosse sbrigato a fare una promessa e ora non avesse idea di come mantenerla.
Il ricordo di un certo bacio nella sua fugacità dimostrava quanto tutto fosse stato forzato e affrettato. E lui non poteva far altro che ricordare a se stesso che probabilmente Serena si stava impegnando a fondo per mantenere la sua parte della promessa, mentre lui stava perdendo tempo.
 
Mai prima di allora, almeno fino a quel sentito scambio tra loro, aveva sentito l'impulso di renderla orgogliosa come lo provava ora. Voleva essere degno di essere il suo obiettivo. Il che non fece altro che riportare il suo pensiero all'evento che gli aveva scombussolato la testa e il suo significato.
Se fosse rimasto a Kalos e la loro partenza fosse stata posticipata, sarebbe stato in grado di notare qualcosa alla fine? Di affrontare la questione con Serena in modo diverso? Forse avrebbe avuto una cosa in meno a rendere il suo cervello un caos...

"Pika?"

Ash si girò in direzione del suo fidato compagno cercando di smorzare un sorriso "Non preoccuparti, sono solo un po' confuso, come tutti i giorni ormai" si grattò il capo ridacchiando "Andrà tutto a posto prima o poi..."

A Pikachu quel prima o poi non piaceva per niente. Non voleva più vederlo così, faceva star male se stesso e chi gli voleva bene. 

Se solo avesse saputo che sarebbe finita così, avrebbe supportato Dedenne e la sua fuga. Avrebbe persino contribuito a far perdere l'aereo ad Ash e Serena, costringendoli a rimanere a Kalos.
 
Leggendo lo sguardo del suo Pokémon, Ash capì subito i suoi pensieri: "So che tutti sono preoccupati per me, non credi che me ne accorga? L'ultima volta che non ho pensato a ciò che gli altri stavano provando mentre mi buttavo giù, mi sono beccato delle palle di neve in faccia" ricordò, non con sentimento negativo però. Tutto sommato aveva un ricordo piuttosto dolce di quell'esperienza.
 
"Tu vuoi aiutarmi, ma allo stesso tempo so che non posso sempre lasciare che siano gli altri a dare le risposte ai miei problemi" sorrise a malincuore "Posso accettare il sostegno, naturalmente, ma... non so nemmeno come esprimere tutto questo, visto che si tratta di un sacco di questioni diverse. Non riuscirei a mantenere un sorriso e a rassicurarli, per questo ho bisogno di stare da solo per riflettere".

"Pika chu..."

"Non che serva a molto, non riesco a trovare chiarezza e ormai dovrei smetterla di cercare di fingere di stare bene con mia madre... ma non voglio più farla preoccupare" aprì le braccia, lasciando che Pikachu gli saltasse in braccio e strofinasse il naso sotto il mento dell'allenatore "Tutto è rimasto a Kalos: la mia convinzione di realizzare il nostro sogno, gli amici...".

Smise di camminare quando si trovò davanti a un albero. Perché quel luogo era così familiare? Guardò di nuovo l'ambiente che lo circondava e un senso di deja-vu lo colpì. A quanto pare i suoi piedi erano collegati ai pensieri che avevano invaso la sua testa.

Stava parlando di Kalos e ora si trovava sotto l'albero dove aveva incontrato la sua cara amica.



Inspirò ed espirò.
"Vorrei che non fosse passato troppo tempo dal nostro ritorno a casa. Che tutto fosse ancora lì ad aspettarmi come l'ho lasciato e il tempo si fosse fermato" sorrise con un po' di amarezza.
Ma era troppo tardi, no? Serena stava viaggiando per Hoenn e stava giustamente inseguendo i suoi sogni, lui non avrebbe mai potuto mettersi in mezzo. Greninja aveva una responsabilità ben più grande sulle spalle e tutta Luminopoli contava su Lem, con Clem a sostenerlo.
Abbassò la visiera del cappello, cercando di evitare che i raggi filtrati dalle foglie raggiungessero i suoi occhi "Se mi deprimo sempre, sarò solo un peso e non posso chiedere che le loro vite si fermino a causa dei miei desideri egoistici".
 
Il Pokémon abbassò le orecchie affranto dal sorriso nostalgico del suo migliore amico, mentre la sua mano accarezzava la superficie dell'albero.
 
"Pikachu..." la sua voce si interruppe "E se il nostro sogno non esistesse?".

Il topo drizzò subito le orecchie e piegò la testa per la confusione. Il loro sogno? Ash voleva diventare un Maestro Pokémon e lui, in quanto suo migliore amico, voleva partecipare a questo obiettivo.

Ed essere un Maestro Pokémon significava...
...essere il più forte?

Essere un Maestro Pokémon significava solo diventare più forte? Vincere la Lega? Qual era il ruolo e come lo avrebbero raggiunto?

Vincendo la Lega, si possono sfidare i SuperQuattro e, se si sconfigge il Campione, si prende il suo posto. Ma quello non era il Maestro Pokémon, vero? Forse se poi sconfiggi tutti gli altri campioni e dimostri di essere il più forte del mondo...?

Un tempo così aveva pensato Ash, ma dopo essere stato così vicino a fare un passo avanti, aver superato i limiti che aveva incontrato come allenatore, affrontato i folli ideali di un pazzo che voleva la sua forza...

Tutto si stava ponendo in una prospettiva diversa.
Era possibile che per anni avessero cercato di raggiungere qualcosa che era solo frutto della loro immaginazione?
 
L'adolescente dai capelli corvini scosse la testa, scacciando dalla mente ciò che aveva appena espresso e distraendo anche Pikachu dal suo ragionamento. "Andiamo a casa", disse Ash ridacchiando, pensando a cosa gli avrebbe detto una certa persona se lo avesse visto in quello stato. Lo avrebbero rimproverato? O forse questa volta avrebbero fatto qualcosa di diverso? Sapeva che in quel momento un suo sorriso gli avrebbe fatto davvero bene.


...

"Stasera ho preparato le tue polpettine fritte preferite! Ne ho fatto un po' di più del solito, mi aspetto di vedere il piatto pulito!" Avvisò Delia posando davanti ad Ash un piattone pieno di crocchette enormi.

Il ragazzo sembrò quasi intimidito dalla quantità "A-Ah, o-ok" ma anche dal tono della madre. Mai contraddirla quando usava tanta convinzione. Si chiedeva se ci fosse dietro qualcosa.

Attese qualche secondo per iniziare tuttavia. Nell'aria vi era solo silenzio, a parte lo sfrigolare del cibo nelle salsine che si scaldavano sui fornelli. "Oggi ho fatto un giro nella foresta vicina al campo estivo del Professor Oak" tentò lui con fare quieto.

"Hmm." Rispose affaccendata mostrando quasi... indifferenza? Eppure sul suo viso c'era un sorriso.

Per Ash quella era una reazione strana, quindi tentò di avviare un discorso, per quanto fosse una cosa che di recente faceva sua madre. "Non ho visto Pokémon..."

"Hmm."

A quel punto il Biancavillino alzò un sopracciglio stranito. Pikachu copiò la sua espressione, altrettanto confuso. Eppure Delia era sorridente e tranquilla, ma non gli prestava un minimo di attenzione. O forse lo faceva ma non ci dava molta importanza.

Non che ad Ash dispiacesse che sua mamma si preoccupava meno, però se c'era una delle cose che lo spaventasse di più di tutto erano quegli atteggiamenti che assumeva quando le passavano idee in testa.

Però se si fosse stufata di dare corda a questo suo periodo di malumore non avrebbe potuto fargliene una colpa. In fondo per quanto fosse sicuro che la sua scelta di non coinvolgerla era la migliore... gli dispiaceva tagliarla fuori così.

Forse qualcosa poteva almeno accennarla "Mentre passavo in quella zona mi sono ritrovato nel punto dove ho trovato Serena anni fa." disse con un sorriso.

Quello sembrò attirare l'attenzione di Delia che si girò appena verso il figlio con espressione appena sorpresa. Assunse un sorriso, sembrando intenzionata a dire qualcosa quando all'improvviso il telefono squillò. Il viso della donna si illuminò e subito spense i fornelli, si tolse il grembiule e corse a rispondere "Vado io, tesoro!" esclamò Delia con un tono estremamente allegro.

Ash lasciò cadere la testa nella montagna di crocchette arrendendosi. La sua faccia era cosparsa di pezzetti schiacciati delle delizie del piatto ma poco entrò nella sua bocca.
Sua madre a volte era indecifrabile.

Pikachu si avvicinò ad Ash, sempre con la testa affondata nella sua cena e cominciò a dargli delle pacche sulla spalla. Quella roba doveva finire dentro il suo stomaco, non sulla sua faccia. Ma pure lui sapeva che a volte Delia era incomprensibile.

La donna non sembrò metterci tanto. Passarono un paio di minuti quando tornò dalla sua momentanea e breve sparizione. Toccò direttamente il figlio con il dito per richiamarlo e quando lui tirò fuori la faccia dal piatto con mezza crocchetta ancora in bocca rilasciò una risatina "E' per te!"

"E giusto in tempo direi" pensò senza pronunciare le parole.

Ash sembrò confuso. Chi poteva essere? Non aveva chiamato nessuno nei giorni scorsi ed era sicuro che se fossero stati Tracey o Oak, sua madre glielo avrebbe detto subito.

Forse uno dei suoi amici? Da quello che sapeva però quasi tutti erano molto indaffarati. Misty impegnata con la palestra da quanto gli aveva detto Tracey, il periodo pre-lega era pieno per i capipalestra. Brock era da qualche parte a completare il suo percorso di studi come medico Pokémon.

Lem e Clem... non aveva davvero il coraggio di disturbarli quindi non li aveva chiamati. E poi probabilmente in quel momento credevano che lui fosse in chissà quale regione.
Non credeva davvero che Iris e Spighetto lo avrebbero contattato, era da molto che non li sentiva.
Aveva scoperto che Max aveva finalmente iniziato il suo viaggio da allenatore quindi sarebbe stato troppo preso dalle nuove avventure per chiamare proprio lui.
Per quanto riguardava Lucinda e Vera, le aveva sentite qualche mese prima.

La verità era che aveva provato a contattare le due ragazze anche per chiedere loro se fossero passate per Hoenn di recente... speranzoso di avere notizie su Serena visto che non riusciva a vederla mai nei Contest che trovava trasmessi in televisione. Tuttavia Lucinda stava viaggiando momentaneamente con Cetra e Khoury a Unima, mentre Vera si trovava a Johto per una vacanza di famiglia "ora che suo fratello si era levato dalle scatole", così aveva scherzato in merito.


Quello però era stato mesi fa, forse avrebbe dovuto riprovare di recente, visti i falliti tentativi di sapere qualcosa di Serena. Doveva ammettere che si era preoccupato per la situazione, dopotutto era anticlimatico non sentire quasi nulla dell'amica, vista la carriera molto pubblica che stava percorrendo, ma pensava fosse anche estremo chiedere informazioni a Primula.

E ad essere sincero con se stesso, anche se avesse chiamato Serena probabilmente sarebbe stato difficile per lui approcciarla su quella questione. Conosceva se stesso abbastanza per sapere che in quel argomento era una frana e probabilmente avrebbe messo in imbarazzo entrambi.
Senza contare che quelle non erano questioni che avrebbe voluto discutere al telefono, dovevano parlarne faccia a faccia.

Il ragazzo sì avvicinò all'apparecchio ormai sicuro che doveva esserci lo zampino di sua madre, ma se tutte le sue opzioni erano finite, chi poteva essere?

"Ciao Ash!" lo salutò una voce familiare.

Il suono di essa lo mandò in tilt per qualche secondo. Ok, forse non tutte le sue considerazioni erano per forza esatte, per sua grande fortuna e felicità. Abbassò lo sguardo sullo schermo e vide l'amica dai capelli color miele che gli sorrideva agitando la mano timidamente.

"S-Serena?" sembrò troppo stupido per comprendere in quel momento.

Lei confermò con un altro dolcissimo sorriso e le gote appena arrossate.
Ash non poté fare a meno che sentire un improvviso calore dentro al corpo. Un calore che dopo giorni gli stava scaldando l'animo, come una botta di vitalità. Un sorriso enorme apparve sul suo viso, da un orecchio all'altro.

Ok, non sapeva come diamine avesse fatto sua madre a trovarla, ma di questo passo avrebbe potuto lavorare come agente di Bellocchio.

"Come st-... aspetta cos'hai sulla faccia?" provò lei ad iniziare una conversazione, ma il cibo che gli ricopriva la faccia di certo non passava inosservato.

Ash si ricordò che aveva appena fatto un bagno nella sua cena e cominciò ad agitare le mani, pulendosi con un fazzoletto. Poteva sentire le risatine di sua madre dalla cucina e il facepalm di Pikachu in sottofondo.

"Niente, niente! Sono solo scivolato mentre portavo il piatto al tavolo e-ehm..." Scusa scarsa ma credibile "P-Piuttosto tu? Non ci sentiamo da quando ci siamo separati! Come facevi a sapere che ero ancora qui? Anche se penso che in quello c'entri mia madre..." si girò a guardare dietro di sé con uno sguardo sospettoso verso la donna che ora lo guardava in lontananza con un sorriso innocente.

Serena gli fece un occhiolino ridacchiando "Ho le mie fonti! Diciamo che un Fletchling mi ha consigliato di chiamarti! Comunque è vero, è passato tanto tempo. Come te la passi?"

"Ecco... uhm... alla grande!" poté immaginare le sopracciglia di sua madre e Pikachu alzarsi con delle smorfie. Lui però conosceva bene Serena, era fin troppo dolce e altruista. Anche se sapeva di poter confidare in lei di certo aveva altro a cui pensare.

Decise di rigirare la domanda "Piuttosto tu come te la cavi tu?"

"Sto bene! Adesso mi trovo a Kalos a Borgo Bozzetto per trovare mia mamma!" sorrise lei con uno dei suoi soliti sorrisi dolci e semplici.

Aspetta, Borgo Bozzetto? Ash subito assunse un'aria un po' perplessa. "Non sei ad Hoenn? Credevo stessi proseguendo il tuo viaggio..." Si ricordò subito la mancanza di Serena nelle esibizioni che cercava in televisione. "Hai deciso di tornare subito ai Varietà?"

"Non proprio", rispose lei, ancora allegra, ma lui capì dal suo tono che c'era qualcosa che non andava.

 

"Sei sicura che sia tutto a posto?", chiese lui in tono leggermente preoccupato.

 

Hoenn non era proprio dietro l'angolo e tornare a casa durante un viaggio del genere non gli sembrava naturale.

"Volevo solo prendermi una pausa! Hoenn è molto diversa e mia mamma mi ha pregata di tornare a farle compagnia un po'. Era molto preoccupata visto che è la prima volta che mi allontano tanto, così ho deciso di stare da lei per qualche giorno e intanto concedermi un respiro!"

"Oh, capisco" sorrise lui cercando di mettere da parte l'insicurezza.

"Piuttosto... dimmi tu!"

"Io?" ridacchiò nervosamente.

"Tu sei Ash, hai sempre qualcosa da fare, delle novità o piani interessanti! A dire il vero mi ero chiesta in che regione fossi in viaggio, quindi quando il Fletchling mi ha cont-"

"Perché non uno Starly o un Pidove?" scherzò lui interrompendola.

Serena fece una smorfia divertita "Davvero?"

"Hai ragione, mia madre è più paragonabile ad uno Spearow." Concluse lui con un mezzo ghigno, finendo per essere colpito in testa da una ciabatta.

Entrambi risero divertiti "Ok, quindi quando tua madre mi ha contattata e ho saputo che eri a Kanto mi sono incuriosita..."

Ash sapeva che glielo avrebbe chiesto. "Sembrerà strano, ma ho deciso alla fine di stare a casa un po' visto che anche io non vedo mai mia madre!" cercò di mutare un po' la realtà.

Dall'espressione di Serena il ragazzo capì che non sembrava affatto convinta dalla sua scusa. Si aspettava che la ragazza ribattesse e gli chiedesse più sincerità ma invece dopo un sorriso la sentì cambiare totalmente argomento "E i tuoi Pokémon al laboratorio come stanno?"

Ash si ritrovò a sorridere. Per qualche ragione, Serena aveva questa abilità a farlo sentire sempre meglio o a suo agio. E la cosa non gli dispiaceva affatto.

I due finirono per parlare per lungo tempo. Serena gli disse che aveva incontrato Lem e Clem e come Luminopoli si stava rialzando. Lo informò anche di essere passata alla palude a salutare Goodra e che stava molto bene, cosa che rasserenò l'allenatore.

La loro chiacchierata andò avanti più di quanto entrambi poterono immaginare. Un'ora? Forse di più, ma nel rivedere il sorriso entusiasta di Ash, Delia non poté che sentirsi stringere il cuore. Sentire la risata di suo figlio e la sua voce di nuovo limpida le aveva ridonato la vita tutto d'un colpo. Quella ragazza aveva un potere fenomenale su suo figlio.

"Comunque penso dovresti fare un colpo a Lem e Clem, apprezzerebbero molto!"

"Non vorrei disturbarli, con tutto quello che Lem ha da fare..." si grattò leggermente il capo lui titubante.

"Ehi..." lo incoraggiò lei "Qualunque sia la strada su cui saremo tu sei nostro amico e avremo sempre tempo per te, come tu lo hai sempre avuto per noi"

A quelle parole il ragazzo sorrise dolcemente, sentendosi confortato. "Li sono andata a visitare persino di persona, una chiamata non gli porterà mai via chissà quanto tempo!" ridacchiò ripensando effettivamente a quanto tempo loro fossero impegnati a parlare "Beh se non seguono il nostro esempio"

Ash fece le spallucce divertito "In effetti è da un po' che siamo in chiamata, eh?" Non era mai stato il tipo da lunghe conversazioni al telefono, anzi forse anche troppo sbrigativo, ma questa volta sentiva di volersi prendere tutto il tempo possibile.

"Già..." rispose lei dolcemente ma con esitazione.


Ci fu un attimo di silenzio, sapevano entrambi che eventualmente quella telefonata sarebbe dovuta finire e il momento era probabilmente giunto. Ma tutti e due avevano esitazione a farlo.

Fu Serena eventualmente a trovare le parole "Adesso è abbastanza tardi a Kanto, giusto? Forse dovremmo fermarci qui? Non vorrei tenervi svegli!"

"Non preoccuparti! Non è così tardi e tanto mia madre è un Hoothoot! Però hai ragione, avrai anche tu i tuoi impegni!" Non voleva interrompere la chiamata "Però mi ha fatto piacere sentirci, davvero. Non mi spiacerebbe rifarlo qualche volta." Si grattò appena la guancia, cercando di non sembrare sfacciato.
Non voleva comunque essere una distrazione.

La ragazza sorrise con dolcezza "Anche a me."

"Salutami tua mamma, mi raccomando!" Disse lui, notando che effettivamente non si era vista nemmeno per un istante sullo sfondo, altrettanto non si era sentita.

"Certo!" rispose lei cercando di non distogliere lo sguardo dall'amico. Sembrava nervosa?

"Allora... ci si sente! In bocca al lupo per il tuo sogno..." No, perché non riusciva a dire quello che voleva?

"Anche a te Ash, buonanotte!" disse lei salutando con la mano.

Doveva dirglielo, voleva chiederle... "Buonanotte!" furono però le parole che uscirono dalla sua bocca e lo schermo si spense.
Rimase ancora nella stessa posa finale, con mano alzata in modo esitante e il suo sguardo andò a perdersi così come la sua mente.

Perché non le aveva chiesto se poteva andare a trovarli ora che erano tutti a Kalos? Perché aveva sprecato un'altra occasione?

Perché era così testardo e non riusciva a chiedere aiuto?

Ci mise ancora qualche minuto a riprendersi del tutto, ma con grande sollievo notò che gran parte del suo stress sembrava essersi affievolito. I dubbi restavano, ma ora non si sentiva più così tanto ansioso nel trovare una risposta a parte di essi.
O per lo meno alcuni.


Avrebbe pensato dopo alle preoccupazioni.

Ora aveva fame.

Il ragazzo tornò in cucina sotto lo sguardo attento e scrutante di sua madre che non perdeva d'occhio ogni sua mossa o espressione "Per caso potremmo riscaldare la cena? Mi ha venuta un po' di fame..." disse lui massaggiandosi il capo.

Gli occhi di sua madre sembrarono scintillare "Ohhh allora a quanto pare la chiamata della tua amica ti ha fatto bene!" notò Delia con un sorriso e le mani posate sui fianchi.

"Diciamo che è così." rispose ancora un po' scioccato Ash. Alla fine non aveva avuto grandi motivi di preoccuparsi nel parlarle. Non avevano toccato l'argomento più scottante, il che gli dava più tempo per riflettere. Inoltre Serena non aveva insistito quando Ash aveva usato le sue poco credibili scuse riguardo alcune domande.

Però per quanto fosse sollevato, il fatto che Serena sembrasse aver totalmente evitato di parlare del loro saluto sembrava quasi come se proprio non avesse avuto nemmeno l'idea di ricordarglielo, quasi come se se lo fosse dimenticato o lo avesse scartato.
Il pensiero che quel bacio non avesse avuto minimamente un significato, come invece sembrava aver espresso in modo chiaro l'esperienza, lo turbava.

"Mi chiedo ancora come l'hai rintracciata però..." mormorò lui cercando di pensare ad altro.

"Ogni mamma ha i suoi metodi segreti!" gli fece lei un occhiolino prendendo il piatto e mettendolo nel fornetto a scaldare.

Si fece uno strano silenzio nell'aria. Vedendo un sorrisetto malizioso formarsi sul volto di sua madre il ragazzo capì che c'era qualcosa che lei si aspettava. Voleva qualcosa da lui; informazioni che lo avrebbero messo in difficoltà. L'allenatore sentì un brivido lungo il corpo.

Delia in effetti non aveva mai scordato le parole che le aveva detto Lem quando avevano parlato. Nel momento in cui aveva consigliato Serena, lui aveva mostrato un'espressione di chi sa qualcosa di particolare, qualcosa che di cui lei non era a conoscenza. Quando aveva domandato il perché della sua espressione Lem era arrossito in maniera plateale e sembrava abbastanza imbarazzato. Le aveva detto che non stava a lui rispondere.

Il suo istinto da madre ficcanaso finalmente poteva accendersi, aveva aspettato anni per parlare di certi argomenti con il figlio. Aveva pensato che tra suo figlio e Misty ci fosse del tenero in passato ma vista la loro giovane età ai tempi probabilmente la cosa era andata a sfumare crescendo.
Però era la prima volta che vedeva Ash avere delle reazioni così nuove ma genuine.

Aveva avuto qualche sospetto dal modo in cui suo figlio parlava di Serena, ma aveva deciso di non passare subito al "Discorso dell'Onix e del Cloyster". Oltre al fatto che il figlio ne sapeva già un po' dell'argomento, non le pareva il caso di farlo senza avere le dovute conferme.

Oh ma ora le voleva delle conferme.

"Uh... cosa ti prende?"

"Non hai qualcosa da dirmi?"

Lui deglutì con nervosismo "A che proposito?" Sudava freddo.

"Magari hai tralasciato qualche dettaglio della tua avventura a Kalos da dirmi -" iniziò lei, vedendo Ash sempre più a disagio. Sembrava trattenersi "-Che magari coinvolge una certa amica che hai appena telefonato..."

Inizialmente Ash pensava che sua madre avrebbe insistito sulla questione della lontananza dai suoi amici e del suo stato degli ultimi mesi, quindi sentire toccato un tasto diverso, in particolare quel gli mandò in tilt la testa "Uh???"

"Sai, Kalos è la terra dell'amore..." disse con fare curioso, nascondendo il godimento interno.

"Tra me e Serena non è successo assolutamente nulla!!!" esplose lui appena comprese le insinuazioni della madre, ma ricordando che lei non poteva sapere del bacio e che probabilmente si riferiva alla questione in generale si tappò la bocca in fretta e furia. Dannata la sua irruenza, era troppo maldestro in questi argomenti.
Finché si trattava di essere spontaneo forse se la cavava, ma quando doveva collegare il tutto a quella sezione del cervo partiva a mille.

Delia a quel punto mostrò un sorriso a trentadue denti, gli occhi brillavano di emozione. Conosceva suo figlio troppo bene per non considerare quella reazione una conferma. Ash non aveva risposto mai così se non quando gli aveva fatto quel discorso... e ogni volta che aveva provato a fare delle innocenti insinuazioni il figlio comunque non aveva mai avuto reazioni esagerate. Probabilmente perché mai davvero c'era stato qualcosa di fondato, quindi le insinuazioni non lo toccavano.

Aveva fatto centro. "Allora E' successo qualcosa!" si avvicinò con emozione pregandolo di vuotare il sacco, ma il viso di lui chiaramente le dava una risposta di rifiuto. Le sue guance si erano appena arrossate e sudava freddo.

Suo figlio stava arrossendo.

"Beh visto che non posso sapere nulla al riguardo per sicurezza dovrò affrontare la questione al buio e ripeterti il discorso di Onix e Cloyster..." osò lei.

Ash subito sbarrò occhi e bocca nel panico "NO!!! QUELLO NO!"
Non credeva alle sue orecchie. Lo stava minacciando! E lui che voleva mettere l'argomento da parte! Questa era l'ultima cosa che gli serviva.

"Ok, ok, dubito tu sia arrivato a quel punto, ma forse una ripetuta alla metafora di Caterpie..."

"MANGIO DOMANI, BUONANOTTE!" scappò via e corse su per le scale, chiudendosi in camera da letto. Si fiondò sotto le coperte e si coprì la testa con il cuscino, sembrando un bozzolo che si surriscaldava.

"Pika?"

"Non una parola Pikachu... Non. Una. Parola."

La smorfia di un sorriso inaspettato si formò sulle sue labbra, nascosto ancora nel buio della coperta. Sua madre era una peste, ma aveva capito che era successo qualcosa. Sapeva giocare bene le sue carte.

Il suo sorriso cadde.
Ma a che serviva se quel bacio era solo una cosa casuale? Non voleva pensarci, sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma il continuo pensiero che fosse solo una cosa senza nessun significato, gli dava un sapore amaro in bocca.

Non voleva parlarne e non voleva pensarci al momento, era un argomento che lo spaventava.
Però sapeva questo nodo al cuore che lo fregava.

Voleva mettere tutto da parte come le altre volte ma sapeva che questa non lo era. E per cosa avrebbe messo tutto da parte? Il suo sogno?
Che forse era la cosa da cui stava traendo più insicurezze?

Non sapeva più cosa fare e chi era.

Non poteva sapere che la terapia di mamma Delia era solo agli inizi.

...

Il giorno dopo Ash si risvegliò meno turbato ma anche più confuso.
La cosa che più lo sorprendeva era che si sentiva, per la prima volta dopo settimane, riposato. Non era meno confuso ma era più... sereno.
Non si fermò a fare colazione, uscì subito di casa seguito da Pikachu e corse. Non sapeva di preciso dove stava andando, ma sapeva che non era più una camminata nel vuoto.

Sentiva il tepore dei raggi del sole sulla pelle ma anche la freschezza del venticello sul suo viso. Si fermò quando le sue gambe furono stanche, prestando finalmente attenzione a dove si trovava. Era decisamente fuori dal paesino, molto più vicino alla foresta.

Si lasciò cadere nel verde intenso, c'erano parecchi fiori e la freschezza emanata da quel prato di collina era piacevole. Gli dava calma.

Quel campo erboso lo ricordava anche se vagamente. Sentiva dentro questo senso di familiarità che lo pervadeva.

Lo stesso profumo di tanti anni prima.

"Sai Pikachu? Venendo qui mi sono tornati dei ricordi..."

"Pika?"

"Serena ha parlato di quando ci siamo conosciuti, ma ora che ricordo un po' meglio... quello è stato solo l'inizio..."

---

Bene ragazzi, oggi per la caccia al tesoro dovrete andare a cercare dei Pokémon del campo estivo! Stanno giocando nella zona del campo" dichiarò Oak.

I bambini lo ascoltavano silenziosi, ma uno in particolare era riconoscibile nel gruppo. Capelli corvini, occhi marroni e maglia gialla e arancione. Ash non vedeva l'ora di cominciare. 

"Potete partecipare da soli, a coppie o a gruppi di tre! Chi troverà il maggior numero di Pokémon e li accompagnerà alla base sarà il vincitore di questa sfida e domani sarà il mio assistente durante la mia esposizione!" annunciò il professore.

Ash non aveva molto interesse a vincere il gioco in sé, ma voleva esercitarsi a trovare i Pokémon e a fare amicizia con loro. Gli sarebbe piaciuto molto partecipare  in coppia o, meglio ancora, in gruppo, ma purtroppo sapeva di sperare troppo.
I lati negativi dell'essere orfano di padre. Gli portava sulle spalle una pessima reputazione, per quanto poco potesse essere colpa sua. Poteva essere un po' presuntuoso, testardo e troppo entusiasta, ma era ben consapevole dei veri motivi per cui veniva bullizzato, il più delle volte.

Fino a qualche giorno fa, prima della loro sciocca discussione per una pokéball, aveva come amico almeno Gary, il nipote del professore, mentre ora era solo.

"Non ci sono molte regole, l'importante è che torniate entro il tramonto e che non vi allontaniate dall'area del campus!". Così il professore continuò, illustrando le altre regole della caccia al tesoro.
 
Ash non riusciva a prestare attenzione. Oltre a tutti i ragazzi della sua scuola, gli altri provenivano da regioni diverse. Guardò mentre socializzavano tra loro e una fitta di solitudine cominciò a pungerlo dall'interno.
Scosse la testa, allontanando quei pensieri. Prima o poi tutto sarebbe cambiato, ne era certo.
Inoltre, presto avrebbe avuto molti Pokémon come amici.
 
Girò la testa per ascoltare di nuovo il professore, quando qualcuno catturò il suo sguardo. Con la coda dell'occhio osservò una ragazzina, molti metri più indietro, nelle ultime file. Tutti gli altri erano seduti sull'erba uno accanto all'altro, ma lei era in piedi un po' più in là, da sola.
Aveva lunghi capelli biondo miele, ma il cappello di paglia gli impediva di vedere i suoi occhi e i bambini che gli bloccavano la visuale gli permettevano solo di intuire che indossava un vestito rosa.
 
A differenza di molti ragazzi della sua età, per lui avere delle amiche femmine non era una vergogna, e beh... anche se avesse avuto i pidocchi, come dicevano molti ragazzi della sua età, era sicuramente meglio che stare da soli, no?
 
Si chinò un po' per vedere meglio quando iniziarono le urla. Gli occhi gli si allargarono e si affrettò a coprirsi le orecchie. In un attimo fu sopraffatto da un'orda di bambini scatenati.

Una volta al sicuro dal caos, Ash cercò di scorgere la ragazzina, ma sembrava essere sparita. Continuò a guardarsi intorno per qualche minuto, ma non trovandola più decise di rinunciare. Forse si sarebbero incontrati durante il gioco o la sera, quando avrebbero cenato alla mensa.

Decise di concentrarsi sulla ricerca dei Pokémon "Forza, al lavoro!"

E le ore passarono.

"Non ho catturato nessun Pokémon e non c'è quasi più tempo. Gary inizierà sicuramente a vantarsi quando tornerò a mani vuote..." mormorò il ragazzo.

Proprio quando credeva fosse l'ora di arrendersi, si ritrovò davanti un Pokémon blu con la pancia bianca e una spirale su essa.

"Ciao Poliwag!" Ash salutò eccitato riconoscendolo.

La sua mancanza di tranquillità però fece subito reagire Poliwag che fuggì zampe levate verso la parte più fitta della foresta, lasciando indietro Ash.

Il bambino corse all'inseguimento, dimenticando di star uscendo dalla zona consentita del campus "Aspetta! Poliwag non correre!"

Non voleva essere preso in giro, ma nemmeno mettere nei guai quei ragazzini o far preoccupare la madre.

Ash cercò di tenere il passo e di non perdere di vista quella macchietta blu che si faceva sempre più lontana, fino a scomparire. Fu parecchio tempo dopo averlo visto sparire che si fermò. Era in ritardo e sapeva che si sarebbe preso una ramanzina, sia perché si trovava fuori dall'area del campo sia perché al suo ritorno sarebbe stato molto tardi.

Doveva tornare indietro o continuare?
Però voleva anche assicurarsi che Poliwag fosse tornato...
Ogni allenatore Pokémon si prendeva cura dei suoi Pokémon...

Si decise e riprese a cacciare le mani tra i cespugli.

Non sapeva perché ma qualcosa lo spingeva a guardare di fronte a sé e a inoltrarsi nella vegetazione. Forse i rumori provenienti da quella direzione? O era solo l'istinto?
"Poliwag? Dove sei fini...oh?"

Non aveva trovato di certo un Pokémon, ma qualcuno sì. Era lei! La bambina dai capelli biondi e il cappello di paglia!
Come aveva previsto indossava un vestitino rosa e osservandola meglio poteva intravedere l'azzurro dei suoi occhi. Tentò l'approccio nel suo solito, con un sorriso e la sua allegria. "Ciao! Io sono Ash!" La vide però seduta a terra e non sembrava affatto felice. "Ehi, cosa ti è successo?"

La bambina continuava a piagnucolare, ma rispose abbastanza facilmente "Mi sono fatta male al ginocchio..."

Ash si avvicinò, per controllare di cosa si trattasse. Si faceva male spesso nelle sue scorribande e quindi ne aveva visti parecchio di tagli e graffi. "Mmh... vedo..." Non sembrava grave ma se le faceva così male allora doveva aver preso una brutta botta oltre allo sbucciarsi il ginocchio "...Aspetta!" La cercò di calmare tirando fuori un fazzoletto blu dalla tasca.

Lei lo guardò confusa per un attimo, mentre il ragazzino lo teneva in mostra con un sorriso, dopo qualche secondo si avvicinò e lo avvolse attorno alla ferita della bambina "Ecco qui! Va meglio?"

"N-No..."

Ash non smise di sorridere, le serviva un po' di fiducia e incoraggiamento! Come gli aveva insegnato sua mamma. "Adesso ci penso io! Dolore, dolore, sparisci! Guarisci, guarisci, guarisci!" Canticchiò agitando le manine come per fare un incantesimo.

"Allora?!"

La biondina cercò di alzarsi, ma di nuovo il dolore la pervase nella zona ferita, facendola cadere all'indietro "Niente! Non riesco a camminare!" Si lamentò sul punto di piangere di nuovo.

Ash però non era della stessa idea. Assunse uno sguardo determinato ma sempre comprensivo e si mise in piedi di scatto "Forza! Non puoi mollare! Non devi arrenderti mai fino alla fine!" Gridò lui, porgendole la mano per farla alzare.

Inizialmente la bambina ebbe un attimo di esitazione e sporse appena la mano senza afferrarla. Notandola titubante Ash prese confidenza e si allungò di più per unire le loro mani.

Il bimbo le diede una tiratina e con la sua forza la fece alzare, fino a farla cadere tra le braccia. La tenne salda nel suo abbraccio, reggendola in piedi con sicurezza e premura.

Era una sensazione nuova, Ash non capiva perché ma averla tra le sue braccia era più che piacevole. Si sentiva in grado di proteggerla e la cosa gli piaceva! Ancor più il fatto che l'aveva aiutata! Non aveva mai avuto l'occasione di abbracciare qualcuno della sua età o di essere utile in questo modo e la cosa gli dava un calore dentro al petto che lo emozionava.

La guardò negli occhi, mostrandole un ghigno dolce "Visto?!" perdendo dalla testa l'intero gioco, le preoccupazioni del suo ritorno e delle prese in giro, la prese per mano con delicatezza, quasi fosse una principessa e lui il cavaliere.

"Forza andiamo!" le disse incoraggiandola e guidandola con cura e attenzione verso l'uscita del boschetto.

I due bambini mano nella mano continuarono a camminare sentendosi in qualche modo legati, ma non potevano sapere che quel legame che li univa sarebbe stato tanto forte da farli incontrare ancora in futuro.

Per loro fortuna non arrivarono così in ritardo. Il gioco era finito da un pezzo ma erano tornati prima che la loro assenza diventasse un'enorme preoccupazione per gli adulti. Questo permise loro anche di evitare di incontrare altri ragazzini, anche se non dubitavano di essere stati visti.

Subito la ragazzina fu accompagnata in infermeria da Ash, in modo che un'infermiera potesse trattarle la ferita.
Come l'adulta mostrò il disinfettante, Serena rabbrividì, temendo il bruciore. Ash le strinse la mano, che non aveva ancora lasciato da quando erano nella foresta.

"Non preoccuparti, io mi faccio male un sacco di volte! Non è doloroso, pizzica solo un po'. Ti tengo la mano e non la lascio, ok? Vedrai che passerà subito!" la incoraggiò dicendole la verità.

Lei annuì con un debole sorriso, arrossendo. Guardandole meglio il viso ora che erano tranquilli, il ragazzino poteva osservare i suoi occhi. Non aveva mai visto degli occhi così azzurri e il piccolo sorriso dolce della bambina si sposava benissimo con il leggero rossore sulla sue guance.


Era carina.

Improvvisamente si ricordò di aver dimenticato una cosa così semplice ma basilare. "Non ti ho ancora chiesto come ti chiami!" ammise con imbarazzo massaggiandosi il capo con una risatina.

La bambina ridacchiò e gli rispose subito "Mi chiamo Serena!"

"Serena?" ripeté lui ascoltando il suono del nome, sembrava abbinarsi molto a lei "É un nome molto bello! Mi piace!" disse con semplicità.

Serena divenne sempre più rossa e cercò di trovare la voce per rispondere "G-Grazie... anche a me piace molto il tuo nome!"

Il ragazzino per tutta risposta cominciò a passarsi la mano libera tra i capelli e a ridacchiare timidamente. Lo trovava un nome come tanti altri ma gli faceva piacere sentire dei complimenti da qualcuno della sua età, cosa che accadeva raramente.

"Ecco fatto!" Mormorò l'infermiera, rimuovendo le mani dal ginocchio fasciato con una garza.

"Visto? Ha fatto così male?" Ash domandò sorridendo. Non aveva visto il minimo accenno di dolore, quindi aveva funzionato.

"N-No, in effetti non l'ho nemmeno sentito"

Ash sorrise soddisfatto, ora non avevano altro da fare se non uscire da lì e tornare a divertirsi "C-Che ne dici di andare insieme a giocare? Possiamo fare qualcosa di tranquillo per la tua gamba. Manca ancora un po' all'ora di cena e... m-magari..." Divenne sempre meno convinto però dal tono di voce. Non riceveva quasi mai risposte affermative e giocava spesso da solo o con dei Pokémon, quando erano socievoli a sufficienza.

Però un sorriso pieno di vita apparve sul viso della ragazzina e rimase un po' sorpreso "Certo!"

"D-Davvero?"

Di nuovo lei annuì "Hmm! Perché no?"

"Perché non ho un padre ed è strano?" Voleva rispondere, ma si trattenne. "Non ho molti amici qui e ho pensato che... io e te potremmo esserlo?" Di solito era l'esatto contrario di un introverso, ma per una volta le sue speranze si erano accese e non voleva essere deluso.
 
Serena lo guardò con occhi luminosi e guance arrossate e annuì. Anche lei sembrò esprimere un momento di timidezza. "Sei stato molto gentile con me...". Si infilò il fazzoletto in tasca e scese dal letto. Immediatamente lui alzò la testa sorpreso, sentendo un confortevole calore nel corpo e un balzo nel cuore. "Mi piacerebbe essere amici!".

Il ragazzino sorrise come non mai e subito le strinse appena di più la mano, aiutandola a correre verso l'uscita dell'infermeria.

Intorno a loro c'era un campo di erba alta, i raggi del sole doravano i suoi fili li faceva luccicare. Alcuni Pokémon gironzolavano in giro sul territorio e si divertivano giocando tra di loro, saltando e giocando allegramente. Sembrava così diverso guardare quella scena in compagnia di qualcuno, si sentivano parte di quell'allegria.

"Oh Poliwag!" lo vide in lontananza il ragazzino. "Menomale è tornato da solo, lo stavo cercando fino a che non ti ho incontrata!"

"Oh, mi spiace se ti ho fatto perdere il gioco..." disse lei con rammarico.

Subito però Ash agitò le mani tranquillizzandola "No, no, non è un problema! Non mi interessa il gioco, sinceramente son più felice di averti aiutata e di aver trovato un'amica!"

Il suo viso si arrossò appena "Anche io sono contenta che sei mio amico"

Passò qualche secondo di silenzio quando Serena domandò di punto in bianco "Vuoi diventare un allenatore quando crescerai?"

"Assolutamente! Così da diventare il miglior Maestro Pokémon mai esistito!" prontamente disse con fierezza. "Tu invece?"

"Oh... credo che mi piacerebbe andarmene da casa quando sarò abbastanza grande. Però non so ancora bene cosa mi piacerebbe fare con i Pokémon..." rispose un po' esitante.
 
Ash, invece, la guardò con un sorriso, inclinando leggermente la testa: "Beh, i Pokémon sono amici! Quello che farai con loro lo potrai scoprire durante il tuo viaggio!".

La ragazza almeno sembrò rincuorata e ciò fece crescere in Ash un pensiero "Ti andrebbe di venire in viaggio con me?" chiese lui all'improvviso.

"Uh?"

"Beh sei del mio stesso corso qui al campo, quindi abbiamo la stessa età! Quando avremo dieci anni possiamo partire assieme per il nostro viaggio, oppure possiamo incontrarci mentre lo facciamo! Avremmo qualcuno su cui contare e ci divertiremo assieme ai nostri Pokémon girando tutte le regioni del mondo!"

Il sorriso della bambina si fece raggiante, gli occhi azzurri lucenti e brillanti e le guance si arrossarono. Con la luce del tramonto sullo sfondo a farle scintillare i capelli dorati sembrò rispendere ancora di più. "Sì!" Annuì lei con emozione e per un attimo a quella scena il ragazzo sentì di il cuore fare un sussulto.

Non gli interessava cosa avrebbero detto gli altri, se lei era una femmina e lui maschio, non si vergognava di quella bellissima sensazione che sentiva dentro e voleva conservarla il più possibile.
Le aveva chiesto di viaggiare assieme e lei aveva accettato, era sua amica.

E non l'avrebbe lasciata andare per nulla al mondo.

"Se non fosse stato per Poliwag probabilmente non ci saremmo conosciuti, quindi dovremmo ringraziarlo!" commentò lei osservando il Pokémon in lontananza.

"Hai ragione!" annuì il Biancavillino. "Grazie Poliwag!" gridò agitando la mano in alto, copiato poi da Serena che faceva altrettanto.

Entrambi continuarono ad agitare le mani e a ringraziare, mentre il Pokémon confuso li osservava. Non poteva sapere che era la causa dell'intreccio di delle vite dei due ragazzini e che avrebbe condizionato tutto il loro futuro.

---

Ad essere sincero il ricordo di quel momento dopo averla aiutata era riaffiorato solo ora. In generale aveva avuto difficoltà a ricordarsi proprio di quell'incontro, se Serena non lo avesse tirato in ballo a Kalos. Se lo sarebbe mai ricordato da solo viaggiando con lei?
Sentiva pezzetti di memoria incollarsi uno dopo l'altro ed era una sensazione strana.

Perché se ne era dimenticato in primo luogo? La cosa un po' lo faceva sentire in colpa. Vero che erano davvero giovanissimi, ma se davvero quell'incontro e quella promessa di amicizia erano stati così importanti, perché aveva sepolto il ricordo di Serena così in profondità? Perché non avevano mantenuto quell'accordo di iniziare il loro viaggio assieme?

Vero, alla fine si erano incontrati, ma come sarebbe stato se avessero iniziato il loro viaggio assieme fin da subito? Sarebbe cambiato molto il suo percorso se a Kanto fosse partito con lei? O se fossero partiti da un'altra regione?

Una cosa gli tornò alla mente in quell'istante dopo aver ricordato la loro promessa.

Aveva deciso che non avrebbe lasciato Serena per nulla al mondo anni prima.

Molte cose erano cambiate, era cresciuto abbastanza per capire che non poteva ancorare a lui i suoi amici per i propri sogni.

Ma il suo desiderio era ancora vivo.
Doveva vederla.

"Pikachu." si rialzò con un sorriso pacato ma convinto ormai sulla sua decisione. Il topino osservò l'espressione del suo allenatore con sorpresa, mentre il vento soffiava con delicatezza sui due.

"Che ne dici se torniamo da loro?" chiese al compagno.

Pikachu rizzò le orecchie e piegò la testa molto incuriosito ma non dipiaciuto. Aveva colto subito a chi si riferisse.

"Serena è a Kalos in questo momento e vorrei vederla prima che parta. Anche Lem e Clem sono a Luminopoli e visto che non so davvero cosa fare in questo momento potremmo almeno andare a dare una mano!" spiegò lui.

"Non ho intenzione di impedire a Serena di continuare a rincorrere il suo sogno e non voglio distrarre Lem dalle sue responsabilità, però ormai ho capito che standomene fermo qui non riuscirò a trovare una risposta, preoccuperò solo chi mi sta attorno. Non voglio diventare un peso per mamma..."

"Pika chu pi" annuì il topino dispiaciuto.

"Anni fa io trovavo sempre le risposte dietro ai miei problemi grazie a qualcuno. Non posso più pretendere che siano gli altri, in particolare i miei amici, a farmi trovare la giusta strada. Però devo anche tirarmi un po' su... devo ritrovare la carica per cercare le risposte che mi servono! E ciò che mi può tirare su delle persone con cui sto bene?"

"Pi!" Pikachu sembrava felice della risoluzione di Ash, non era ancora sprizzante di energia e gioia ma era già un miglioramento.

Serrò un pugno deciso e si alzò in piedi "Torniamo a Kalos!"

"Ottima idea, ma le vacanze perfette non possono ripetersi nello stesso posto!"

"Uh...?"

All'improvviso un braccio meccanico comparve dal nulla e con un rapido movimento intrappolò Pikachu nella sua morsa.

Il topino fu talmente preso alla sprovvista che non poté schivarlo "Pika!" urlò il Pokémon.

"Pikachu!" urlò a sua volta Ash sorpreso da quell'attacco improvviso. Cercò di prenderlo ma la sua mano si mosse in ritardo e lo slancio che si era dato lo fece cadere in terra. Sentì della risate familiari, tristemente familiari. Alzò il capo e li vide, coloro che non si erano fatti vivi per mesi, ma quando meno conveniva tornavano alla carica.


"Preparatevi a passare dei guai... spero non ci abbiate dimenticati!"

"Dei guai molto grossi... dopo mesi siamo tornati!"

"Proteggeremo il mondo della devastazione!"

"Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!"

"Denunceremo i mali della verità e dell'amore!"

"Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!"

"Jessie..."

"...e James!"

"Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!"

"Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere e anche a soffrire!"

"Meowth, proprio così"



"Questa volta abbiamo fatto centro! Pikachu è nostro!" urlò contenta Jessie.

Ash li guardò con un'aria stupita e allo stesso tempo furiosa. Ironicamente, durante quei mesi persino la mancanza del Team Rocket lo aveva lasciato perplesso. Si erano forse stufati di lui?
Invece, proprio quando si sentiva motivato da qualcosa, eccoli che spuntavano.

"Non vi siete fatti vedere per mesi, non potevate starvene dove eravate?" si infuriò Ash evidentemente seccato dalla fastidiosa presenza di quel trio. Aveva già abbastanza problemi per la testa.

Jessie scosse la testa "Dovresti conoscerci ormai moccioso! Il Team Rocket non molla mai il suo obiettivo!" Squittì poi cerimoniosa la donna. "Eravamo solo impegnati a gustarci la promozione che ci hanno dato! Non abbiamo mica intenzione di rinunciare a Pikachu!"

"Già mi ferisce il fatto che nonostante questi anni insieme ancora tu non lo abbia capito!" sogghignò James. "In un certo senso ci siamo affezionati!"

"Ci consoleremo vedendo la faccia soddisfatta del capo dopo avergli portato Pikachu!" sghignazzò Meowth.

"Pikachu usa Fulmine! Presto!" comandò Ash al suo amico.

"PIKAAA CHUUUU!!!" Pikachu lanciò un Fulmine, pervadendo l'intero veicolo volante, ma il suo attacco fu vano. La mongolfiera era ancora in perfetto stato e il Team Rocket se la rideva sotto i baffi.

"Credevi che non sapessimo che ci avresti provato? E' a prova di elettricità! Un buon modo per fare il nostro rientro in scena!" annunciò teatralmente il gatto.

Ash si morse il labbro con frustrazione e pugni serrati, sapeva che avrebbe dovuto aspettarselo, ma non se ne parlava di lasciarli fare. Pikachu era una delle cose più importanti che gli erano rimaste, l'unico sempre al suo fianco, il suo migliore amico al mondo. Al diavolo il Team Rocket, non lo avrebbero portato via.

Cacciò istintivamente le mani alla cintura dei pantaloni ma non trovò alcuna pokéball. Con orrore si ricordò che non erano in viaggio, non stava allenando nuovi Pokémon e in quel momento era solo. Non portava più con sé Pokémon se usciva di casa, erano tutti dal professore.

Un attacco del Team Rocket era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato in quel giorno.

"Dannazione! A parte Pikachu non ho nessun altro qui con me!" Doveva fare qualcosa per rimediare.

Il ragazzo prese a correre e tentò di raggiungerli con un salto. Purtroppo, non arrivò nemmeno lontanamente vicino alla mongolfiera e cadde a terra in un tonfo. Ormai era troppo alta per raggiungerla.

Ash strinse ancora i pugni e con fatica si rialzò, provando a tornare alla carica. Alzò lo sguardo e vide il suo migliore amico che si allontanava e non poteva fare nulla se non correre dietro di lui "Pikachu!" urlò disperato l'allenatore. Non poteva perderlo. Non poteva lasciarlo nelle loro grinfie.

"Pikaaaaaaaaaaa!" gridò il topino cercando di liberarsi e dimenarsi. Ash aveva bisogno di lui e viceversa, non poteva lasciarlo solo. Tentò ognuna della sue mosse ma niente gli permise di sfuggire dalla cattura.

"Questa volta abbiamo vinto!" festeggiò cerimonioso il Team Rocket.

Ash provò di nuovo a prendere la rincorsa e saltare, questa volta riuscendo ad aggrappandosi leggermente al materiale della cesta della mongolfiera. Sentì le dita affondare in essa e cercò di usare tutte le forze nel corpo per arrampicarsi fino al trio.

"Ma guarda che impiccione il moccioso! Peggio di una zecca!" urlò Jessie seccata volendo toglierlo di mezzo. Era così cocciuto, ma dopotutto non ci si poteva aspettare altro da un moccioso.

Meowth cliccò un bottone e un altro braccio meccanico comparve dalla cesta "Adesso me ne sbarazzo io! Schiacciamo questo insetto fastidioso!"

Il braccio si avvicinò velocemente verso Ash, il quale non aveva la minima intenzione di mollare. Avrebbe fatto tutto il possibile per salvare il suo amico. Aveva fallito in tante cose, ma questa era una che non poteva permettersi. Prima ancora che potesse girarsi e notare il pericolo qualcosa lo colpì con violenza e lo scaraventò lontano dalla cesta. Perse la presa e cadde buttato a terra. Rimase un attimo senza fiato, la botta era stata pesante.

Il ruzzolone che aveva fatto non era da poco, l'allenatore era incapace di muoversi. Provò ad inginocchiarsi, ma gli acciacchi erano troppi e ricadde a terra subito. Gli tremava il corpo, stava cercando in tutti i modi di rimettersi in piedi e fare anche un solo movimento.

Digrignò i denti provando disperatamente a raccogliere le energie ma era come il corpo avesse preso chili e chili di peso. Il braccio era pronto a colpirlo ancora, ora che il ragazzo era steso sul terreno senza modo di proteggersi.

"PIKAPI!!!!" gridò il tipo elettro cercando per l'ennesima volta di ribellarsi. Non riusciva a sopportare la vista del suo allenatore in quelle condizioni. Doveva far qualcosa per salvarlo e tornare da lui, qualunque cosa.

A quel punto Meowth con un sorrisetto cliccò di nuovo il bottone per colpire Ash e metterlo fuori gioco. Avrebbe fatto in modo che rimanesse privo di coscienza per qualche ora "Non ti stanchi mai di prenderle, eh? Adesso però chiudiamo i giochi! Notte, notte!"

Ash cercò di spostarsi, ma sapeva che mai avrebbe schivato il colpo. Ancora provò ad alzarsi, ma come lo fece cadde a terra. Le forze lo abbandonavano e non riusciva nemmeno a strisciare. Alzò appena gli occhi intrisi di dolore per vedere il suo amico che disperatamente lo pregava di spostarsi.

Si sentiva così impotente, così inutile. Era quella la conclusione definitiva alla sua strada? Alla loro strada?

L'aggeggio infernale partì e si avvicinò pericolosamente. La testa di Ash cadde di nuovo sul terriccio mentre i suoi occhi si chiusero attendendo il colpo. Si dannava per non esserci riuscito, per essere sconfitto così dopo anni di resistenza. Ma più di tutto si dannava per quello che avrebbe dovuto passare Pikachu nelle loro mani.

"P-Perdonami..."

"PIKAPI!!!"

"ASH!!"

I suoi occhi si aprirono di colpo.

Una voce lo chiamò e pochi metri prima di collidere con Ash il braccio venne colpito da un potente Lanciafiamme. Lo strumento si infiammo e sgretolò in un attimo.

"Non arrenderti mai fino alla fine!"

La sua testa come a rallentatore si girò in direzione della voce, le sue pupille piccole e bloccate, le sue mani tremanti. Anche il Team Rocket guardò nella stessa direzione basito.

"LA MOCCIOSA?!"


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Capitolo 2
*** Un piccolo gesto ***


 

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“Non arrenderti mai fino alla fine!”

La vista di Ash sembrò schiarirsi per un momento quando vide una ragazza dai capelli color miele e vestito rosso sbucare dalla foresta accompagnata da un Braixen.

Jessie e James spalancarono gli occhi "Ma quella non è…?"

"Non ci credo..." portò le zampe alla bocca il Pokémon parlante alla Urlo di Munch.

 “LA MOCCIOSA!?” Esclamarono tutti e tre trovandosi davanti lei.

Non una mocciosa qualunque, era una recente conoscenza: Serena.

 Pikachu sorrise estasiato "Pipika!!” Non credeva ai suoi occhi, voleva piangere di gioia.

"Braixen, usa Fuocobomba!" esclamò la ragazza con un tono pericolosamente aggressivo. Non le piaceva affatto la vista di Ash a terra, apparentemente conciato così male da non potersi rialzare.

 Braixen, con il suo ramo teso ancora tra le zampe, lanciò una stella di fuoco verso il braccio che reggeva Pikachu. Una volta staccatosi dalla mongolfiera, il braccio perse la sua energia e la mano si aprì direttamente, liberando il Pokémon.

Il topino iniziò a cadere, ma non dovette temere di scontrarsi sul suolo. Per sua fortuna l’atterraggio fu più morbido del previsto, tra le braccia gentili di Serena che lo presero al volo.

“Pipika!” le diede una leccatina sulla guancia per salutarla e ringraziarla, provocando una risatina dalla performer.

Ora felice di essere in grado di muoversi, Pikachu saltò giù dalle sue braccia e corse verso il suo allenatore, il quale aveva ancora lo sguardo fisso e paralizzato sull'amica che si avvicinava in corsa verso di lui. Di nuovo la sua vista iniziò ad appannarsi e la sua testa si appoggiò sul terreno.

 Aveva sbattuto la testa così forte da avere anche le allucinazioni?

 "Ash! Stai molto male?" gli posò una mano sul volto e a quel punto il ragazzo perse ogni tensione dentro di sé e capì che quella non era la sua immaginazione. Il suo corpo divenne più leggero e pian piano grazie alla guida delle braccia dell’amica riuscì a mettersi in ginocchio.

 "S-Serena?" Le chiese Ash comunque per conferma.

Lei annuì e lo abbracciò rapidamente, trasmettendogli subito una sensazione di calore. “Per fortuna non sono arrivata troppo tardi...” disse con voce rotta dalla preoccupazione. Si separò un attimo e incrociò lo sguardo ancora paonazzo del ragazzo “T-Tutto bene?”

Lui non tardò a rispondere “Credo di aver sbattuto la testa… devo avere un bel bernoccolo. Però non penso di avere allucinazioni, per quanto sia confuso.”

Serena lo guardò con un dolcissimo sorriso "Mi sono cresciuti un po' i capelli ma non penso di addirittura sembrare un’allucinazione!" ridacchiò rassicurandolo. 

Il suo sorriso. Ora sì che Ash era convinto che non era un sogno. Il sorriso di Serena era unico, poteva riconoscerlo tra mille!

"R-Ragazzi c-credo che anche stavolta n-noi..." cominciò a balbettare James ormai sicuro di quello che stava per accadere. Si metteva male, molto male.

I due allenatori si guardarono negli occhi, sorrisero e poi alzarono le braccia verso il Team Rocket "Pikachu Fulmine! Braixen Fuocobomba!" Esclamarono in completa sintonia.

“BRAIIIIIIIIXEEEEEEN!!!”

 “PIKAAAAAACHUUUUUUU!!!”

La stella di fuoco della volpe, mischiata al rapido fulmine di Pikachu, colpì in pieno la mongolfiera facendola esplodere come mai prima d’ora. Lo sbalzo fece volare in aria i tre ladri che si ritrovarono a fluttuare sempre più in alto.

"Beh però non mancava un po’ questa sensazione?” Disse James volteggiando e girando su se stesso.

“Beh di certo non sarà l’ultima!” commentò Meowth con la zampa sotto il mento.

Jessie li colpì in testa con due pugni “State zitti voi due! Di certo faremo in modo che non succeda più! Hoothoot da strapazzi!” se c’era una cosa che la donna odiava era l’antica arte del gufare.

 “IL TEAM ROCKET RIPARTE ALLA VELOCITA’ DELLA LUCEEEE!!!”

E il trio di lestofanti sparì, con una scintilla nota illuminandosi nel cielo. Con i criminali ormai lontani, Ash poté finalmente emettere un sospiro di sollievo. Si girò verso l’amica con un sorrisone grande da un orecchio all’altro e le domandò “Serena, cosa ci fai qui?!” dal suo tono sembrava ancora estremamente colpito e non nel negativo.

 Serena ridacchiò sotto i baffi "Eheh… sorpreso?”

 “Direi proprio di sì! Non avevi detto di essere a Kalos? Non mi sarei mai aspettato di vederti qui! Non che non mi faccia piacere! Anzi sono al settimo cielo, ma anche confuso…” ridacchiò con un po' di imbarazzo.

Serena lo aiutò a rimanere in piedi completamente, sollevata che le ferite non fossero gravi come temeva. Era solo lo shock e la botta iniziale che lo avevano atterrato e per fortuna era arrivata in tempo. “A dire il vero è una storia lunga, diciamo che le stesse fonti della chiamata di ieri mi hanno invitata qui.”

“Aspetta, ma come hai fatto ad arrivare qui da quando ci siamo sentiti? Era tardi e il volo dura un bel po' di ore.”

 “Mi hanno chiamata ieri quando era mattina a Kanto e io subito ho preso il primo volo. Nel momento in cui ci siamo sentiti al telefono mi trovavo in verità già all’aeroporto Zafferanopoli!”

Lui aprì leggermente la bocca facendo il collegamento nella sua mente “Ecco perché mi sembrava strano che non ci fosse tua madre! E come mai le pareti nello sfondo erano così… da luogo pubblico?”

 “Mi sono fermata al centro Pokémon per la notte e poi sono venuta subito qui. Certo non mi aspettavo di ritrovarci per un attacco del Team Rocket. Speravo di riuscire a fare di meglio per questa sorpresa…” Serena aveva davvero sperato di lasciarlo di stucco, però non era esattamente quello che aveva organizzato con la madre di Ash.

 Lui sorrise dolcemente e la avvolse in un abbraccio inaspettato. “Non dire sciocchezze! Non hai idea di quanto mi faccia piacere averti qui a Kanto! Non potevi farmi sorpresa migliore e più azzeccata in tempismo! Mi era venuto in mente di venire a trovare te e gli altri a Kalos prima che ripartissi per Hoenn, ma sono contento che abbiamo avuto la stessa idea!” ridacchiò, non potendo vedere la faccia di Serena, completamente in fumo dal rossore.

 Il suo sguardo però catturò le ferite sulle braccia di Ash e non poté che preoccuparsi di nuovo. “Sei sicuro di star bene Ash? Sei messo un po’ male…”

 “Tranquilla, sto bene! Anzi, benissimo ora!” Cercò di rassicurarla. Evidentemente non era molto convincente, visto che si reggeva malapena sui suoi piedi.

Serena ovviamente non la bevve. “Direi che forse è meglio se ci sbrighiamo a tornare a casa tua, così puoi riposare. Ti do una mano io!” Avvolse il braccio di Ash intorno al suo collo e passò il proprio dietro alla schiena dell’amico, reggendolo nonostante il suo barcollare.

 “Aspetta, aspetta, non devi per forza…” iniziò lui cercando di non farla scomodare. Anche se sapeva che non c’era nulla di male nel fatto che una ragazza portasse in braccio un ragazzo, si sentiva leggermente in imbarazzo con la situazione. 

 “Ce la faccio! Non sei così pesante e poi di questo passo, nelle tue condizioni, arriveresti a casa tua in tarda nottata!”

 Ash a quel punto la guardò perplesso, inclinando appena la testa stranito. Da come lo diceva, sembrava che sapesse con esattezza dove abitava, anche se non era mai stata a casa sua. 

 “O-Ok… ti faccio strada” lasciò perdere lui.

Ma nonostante provò a non pensarci troppo, durante il percorso l’atteggiamento di Serena provava ancor più che sapeva bene dove andare, non avendo nemmeno bisogno dei suoi continui tentativi di darle indicazioni.

Sapeva che avrebbe avuto un sacco di domande da fare al suo ritorno. 

 

 

Una volta arrivati a casa, Ash fu sicuro che della situazione ci aveva capito davvero poco. Non solo Serena aveva riconosciuto casa sua, cosa difficile vista la reputazione di Biancavilla di avere le abitazioni tutte bianche e quindi abbastanza simili, ma aveva anche salutato sua madre come se si conoscessero da una vita.

Sì, si erano già viste qualche volta in videochiamata, ma erano evidentemente organizzate su qualcosa. Era certo, non solo sua madre aveva chiamato Serena, ma l’aveva anche invitata senza dirgli nulla.

 La mamma ne sapeva una in più del diavolo. Niente male… 

Delia: 1 - Ash: 0

"Come è andato il tuo volo? È un piacere incontrarti di persona!” Delia la approcciò con totale semplicità e familiarità. Ash guardò sua madre con la bocca spalancata, come se fosse la vittima di una candid camera.

Serena aiutò Ash a sedersi sul divano a riposare “Il piacere è mio signora Ketchum! Il volo è andato benissimo!” E lui voltò lo sguardo su Serena sempre senza chiudere la bocca.

“Chiamami pure Delia cara! Signora Ketchum mi fa sentire vecchia!” scherzò la donna portando una mano alla guancia in imbarazzo.

 “Signora Ketchum, perché non spiega a me questa storia?” fu il turno di Ash di parlare, un po' seccato e anche sarcastico. Se sua mamma aveva parlato con Serena allora… le aveva detto tutto? Anche come si era sentito ultimamente? Non che non si fidasse di Serena, ma venire ad assistere quella che trovava una patetica fase di depressione non era il modo con cui avrebbe voluto riunirsi a lei.
Scomodarla in quel modo…

 “Calma giovanotto!” si abbassò lei spingendolo indietro con una ditata sul naso “Finché non mi darai dei nipotini non intendo essere riferita come una nonnina!” lo minacciò lei provocando un grosso rossore non solo sul suo viso ma anche su quello di Serena.

 Si sarebbe divertita un sacco in questi giorni.

“Credo sia giusto spiegargli tutto Delia, altrimenti finirà per scoppiare dalla confusione!” suggerì Serena guardando Ash in modo comprensivo.

 “Mi pare giusto”

 “E’ stata tutta un’idea di tua madre, ha visto che ultimamente eri giù di morale e allora mi ha contattata attraverso Lem e Clem…”

Ecco… come sospettato. Ora pure Serena si sarebbe preoccupata per lui. 

Era fuori dal suo stile, ma si era immaginato come sarebbe stato un loro nuovo incontro. Simile forse a quello con gli altri suoi vecchi compagni, oppure ancora più iconico. Forse un’emozionante e gloriosa riunione dove entrambi avrebbero mostrato con orgoglio l’un l’altra i loro successi. Forse, aimé dopo molto più tempo del previsto e magari più di quanto gradito… ma magari anche con idee più chiare di come approcciare l’ultimo fatto successo tra loro durante la separazione.

  Poi, riunirsi a lei era una cosa bella che aveva effettivamente programmato di fare già un paio di ore prima, ma era sempre sua intenzione non mostrare palesemente che era dovuto non solo alla mancanza, ma anche a una sua crisi personale.

 “Aspetta… quindi anche Lem e Clem sono coinvolti in questa storia!?” esclamò Ash, realizzando solo all’ultimo del loro coinvolgimento.

Le due sospirarono, in effetti avevano sospettato che non gli sarebbe piaciuto tantissimo sentire che i suoi amici sapevano dei suoi problemi e si erano fatti in quattro per aiutarlo. Era gentile e altruista, sempre disposto ad aiutare gli altri, ma anche l’ultima persona che va a lamentarsi di ciò che lo affligge.

 “Io ho solo notato che sembravi un po' giù di morale e che sentivi nostalgia del tuo viaggio a Kalos, quindi ho pensato che un po' di compagnia ti avrebbe fatto bene!” Lo tranquillizzò facendogli capire che non avevano indagato nel profondo e che non stavano pressando per sapere tutto.

 Volevano solo tirarlo un po' su.

Era ancora un po’ perplesso, ma Ash cominciò a sentirsi meno turbato. Doveva aspettarsi una reazione con sua madre che era più preoccupata del solito, e se era arrivata a chiamare Serena, Lem e Clem… voleva dire che davvero aveva fatto un casino.

 “Mi spiace, non volevo far preoccupare nessuno.” abbassò il capo lui vergognandosi.

Subito Serena si sedette di fianco a lui e posò una mano sulla sua schiena. “Ehi, non devi scusarti! Io sono venuta volentieri e avevo comunque intenzione di passare per un saluto!” lo rassicurò con una specie di mezzo abbraccio: "Anche Lem e Clem sarebbero voluti venire, ma purtroppo con Luminopoli ancora in fase di ricostruzione serve che il nostro scienziato preferito rimanga là.”

Notando l’umore di Ash migliorare notevolmente con quelle parole, Delia si allontanò per lasciarli parlare. Era un po' presto per la cena ma per una volta si poteva mangiare prima, dopotutto suo figlio aveva saltato entrambi i primi pasti della giornata e Serena doveva aver fatto lo stesso per il lungo viaggio.

Così, i due rimasero sul divano, a discutere in tranquillità “Sai…” riprese Serena “Puoi parlarmi se ci sono dei problemi. Non devi per forza farlo se non te la senti, ma gli amici servono anche a questo. Tu ci hai supportati tanto, lasciaci fare lo stesso per te quando ti serve, ok?”

Ash sembrò mosso dalle sue parole, notando la familiarità. Sapeva che aveva ragione, ma in quel momento, con la sua amica appena arrivata, non se la sentiva proprio di iniziare già a deprimere l’atmosfera. Era più forte di lui.

Voleva godersi quegli istanti e possibilmente, quando ne avrebbe trovato il coraggio, si sarebbe aperto.

“Grazie Serena. Lo terrò a mente.” le fece capire che ora non era il momento migliore, ma che era lo stesso riconoscente e non le stava chiudendo la porta in faccia. 

E lei comprese, accettando la sua risposta “Va bene, ma davvero, anche se non si tratta di me. Se ti serve parlare, accetta l’aiuto degli altri. Altrimenti...”

“Stavolta non c’è la neve dalla tua, sei disarmata” le fece notare con tono giocoso, alzando le due mani. Era sicuro che non gli avrebbe tirato addosso qualcos’altro, in particolar modo la conosceva abbastanza per sapere che non lo avrebbe mai lapidato.

“I cuscini siano una buona alternativa” confermò lei, facendolo ridere.

I due continuarono a parlare di quello che era successo e vedere finalmente Ash sorridere sinceramente e naturalmente riempì di gioia il cuore di Delia.

Improvvisamente un suono riecheggiò nell’aria, uno che Delia sperava di sentire da tempo e in quella serata ben accolto.

"Che sia ringraziato il cielo! Lo stomaco almeno sta tornando quello di prima!" sorrise soddisfatta la mamma di Ash. Un passo alla volta, forse il figlio avrebbe ritrovato la serenità.

Infatti quella sera, come volevasi dimostrare, Ash mangiò di gusto. Tra la fame accumulata e il pensiero che la sua amica era lì con lui la sua pancia gioiva.

Sarebbe stato bello avere lì anche Lem e Clem,ma non voleva sembrare pretenzioso. Avere Serena era più che sufficiente in quel momento e non poteva desiderare altro. Ash scrisse una nota mentale per ricordarsi di ringraziare con tutto il cuore sua madre appena possibile. Era comunque merito suo che si era mossa per lui.

"Hey Serena? Quanto hai intenzione di fermarti?" Le domandò felice Ash. Non aveva intenzione di ripartire subito, vero? Aveva in mente un sacco di cose da fare con lei.

 Serena di nuovo sentì le guance colorarsi di rosso. "I-Io? Beh non saprei… non ho esattamente dei programmi…"

 "Quindi puoi rimanere tutto il tempo che vuoi!” esultò lui contento. Non serviva altro da aggiungere, sarebbe stata lì “Non abbiamo limiti! Ti posso mostrare il bosco, i miei luoghi preferiti e farti conoscere i miei Pokémon!"

Serena si sentì bombardata da proposte e la cosa la rassicurò. Non voleva imporsi a casa del ragazzo, quindi il fatto che lui sembrasse volerla trattenere la faceva sentire meno un peso, visto che sarebbe restata volentieri "Sei venuta e ora che sei qui a Biancavilla possiamo riesumare i vecchi ricordi!”

Serena cominciò a giocherellare imbarazzata con le dita "M-Mi sembra u-una b-buonissima idea... s-se insisti t-tanto... m-mi p-piacerebbe m-molto..." 

"Evviva!" Esultò Ash, con sua madre che lo guardava con un sorriso enorme, prova ancora più eclatante che si sarebbe divertita.

Delia aveva già capito come stavano le cose o almeno lo sperava. Dopo anni finalmente era arrivato il momento di fare la mamma curiosa Aveva sperato secoli per vedere il minimo accenno di interesse al romanticismo in suo figlio e sperava in cuor suo Serena fosse quella giusta, perché solo lei era riuscita a ridare un accenno di sorriso al figlio.

"Ash, perché non porti Serena a vedere la tua camera? Intanto preparo la stanza degli ospiti per lei!"

"Certo! Vieni con me!" Prese per mano Serena che era in uno stato di shock. Più rossa di così non era possibile, voleva mostrarle la sua camera da letto?

Saliti al piano superiore Ash mostrò lei, con meno di un lieve accenno d'orgoglio e più innocente entusiasmo e nostalgia, tutti le cose vinte negli anni di viaggio: la coppa della Lega d’Orange, la Calmanella del torneo a squadre di Sinnoh… e la cosa a cui teneva di più in quel momento; il diplomino che aveva ricevuto al termine di quel campo estivo di tanti anni prima. 

C’era di tutto e di più.

"Ti ricordi? Quante ne abbiamo passate insieme al campo del Professore Oak..." Ecco un’altra stranezza. I due non ricordavano quel periodo dopo essersi conosciuti, le immagini delle loro scorribande erano così sfocate. Non pareva fossero troppo piccoli all’epoca per ricordarsene.

“Sì…”

Tuttavia, decisero di passare oltre.

La notte arrivò presto e la stanchezza di quella giornata piena di emozioni si fece sentire, perciò dopo un sincero augurio di una buona notte, i due adolescenti si ritirarono nelle loro stanze.

 

Ash era proprio contento e ancora non ci poteva credere. In una giornata aveva ritrovato una cara amica e si sentiva di nuovo pieno di energie.

Nel mentre, nella camera degli ospiti Serena invece pensava a come era stata accolta festosamente dall’amico. Se Ash l’aveva invitata a restare allora il bacio non poteva aveva rovinato tutto...

Sapeva che con lui non avrebbe corso alcun rischio generale di perderlo. Anche se non l’avesse ricambiata, sarebbero rimasti amici. Questo però la rassicurava enormemente al momento.

Serena doveva anche conoscere tutti i suoi Pokémon, una parte fondamentale della famiglia del ragazzo, quindi non poteva negare di sentirsi nervosa al riguardo. Tuttavia, se erano come il loro allenatore di certo poteva sperare positivamente.

Però, l’essere accettata dalle persone e dai Pokémon più intimi per Ash non era l’unica sua preoccupazione. Cosa avrebbe fatto dopo la sua visita?

Senza contare Delia. Le piaceva tantissimo, ma a volte dai suoi sguardi non poteva che avere il presentimento che la donna sospettasse dei suoi sentimenti verso il figlio.

Fu con quei mille pensieri nella testa che eventualmente si addormentò.

 

 

La notte passò in fretta e quando il Dodrio cantò Ash si alzò in fretta e furia dal letto, si vestì e corse fuori.  

Serena uscì dalla sua stanza leggermente più tardi, gli eventi del giorno precedente l’avevano sfinita. Doveva dire però che Biancavilla era perfetto per un riposo confortevole, di notte si dormiva pacificamente e si era trovata in un ambiente familiare.

Una volta tutti riuniti, mangiarono di gusto le frittelle fatte in casa con la ricetta dei Ketchum, di cui Delia andava molto orgogliosa.

"Mamma, non so come fai ma ogni giorno le tue frittelle diventano sempre più buone!" commentò un raggiante Ash. Era passato dal digiunare al chiedere tre porzioni di frittelle una dietro l’altra.

Anche Serena gustò molto soddisfatta il dolce della signora Ketchum e sotto sotto si annotò nella mente un promemoria: chiedere a Delia il segreto delle sue frittelle. Dopotutto le poteva venire utile, niente batte la cucina casareccia.

 

"Che bello, è bastato far venire Serena per farti tornare la fame!" Quelle parole di Delia colpirono Serena. Perché le suonava tanto di sentire le frecciatine di una certa sua conoscenza?

Ash invece non sembrava aver colto il senso del commento di sua mamma, non era una novità che Serena gli portasse il buon umore "Ad essere sincero credo che Serena potrebbe farle altrettanto buone se tu le dessi la ricetta!"

Entrambe le femmine rimasero piacevolmente colpite. Serena per il complimento mentre Delia era piacevolmente sorpresa di sentire per la prima volta suo figlio dire che qualcuno poteva tenerle testa.

 Voleva saperne di più "Ah sì? Senti, senti... ho una rivale allora!"

"Dovresti assaggiare i suoi poké bignè! Sono la cosa più buona che abbia mai mangiato! Anzi, perché non ne prepari qualcuno Serena? Mi mancano!!"

“Ash, non ti pare esagerato farla mettere dietro ai fornelli già di prima mattina?” lo rimproverò gentilmente sua madre. Era ospite, non la loro nuova cuoca.

"Non è un problema! Adoro cucinare e mi fa piacere quando ciò che preparo per gli altri è di gradimento! E poi viaggiando con Ash ci si abitua a sfamare il suo stomaco, Lem lo ha imparato ancor più di me”

Ash assunse un ghigno innocente, la sua pancia era qualcosa che lo distingueva dagli altri. Non era colpa sua se amava essere sfamato, non sapeva cucinare dopotutto. Serena cucinava molto bene e avrebbe sempre mangiato quello che preparava.

“E-E mi farebbe piacere qualche consiglio per cucinare anche altre cose che non siano dolci..." Dopotutto Delia gestiva una locanda, una considerata tra le più buone della zona, quindi doveva sapere il fatto suo.

Delia annuì gentilmente "Certamente! Puoi cucinare tutto quello che vuoi nella nostra cucina e ti insegno qualche trucchetto volentieri! Sono curiosa di assaggiare questi poké bigné divini che hanno catturato così tanto il palato di mio figlio!" si rivolse poi ad Ash "Tesoro, perché non vai a prendere il tuo zaino e prepari una tovaglia e altre cose? Io e Serena potremmo preparare il pranzo al sacco, così potrete fare un picnic dal professor Oak!”

"Certo!" annuì lui approvando e salendo al piano superiore.

"Se rendi la pancia di Ash tanto soddisfatta allora vuol dire che hai già una delle caratteristiche principali!" Disse la donna come se nulla fosse, sorseggiando il tè restante nella sua tazzina.

La ragazza cominciò a strizzare gli occhi "C-Cosa? Caratteristiche principali per cosa?"

 

La mamma dell'allenatore cominciò a ridere "Ahahah… beh un giorno Ash avrà bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, ma soprattutto che soddisfi la sua pancia senza fine!” le rivolse un’occhiatina divertita “Sono sua madre, ho notato come vi comportate tra di voi!”

La faccia di Serena a quell'affermazione divenne di nuovo tutta rossa come un peperone ed era talmente fumante che ci si sarebbero benissimo potute friggere due uova. “I-Io sono sono… n-non p-potrei m-mai pensare di..." balbettò la ragazza rimasta abbastanza sconcertata.

"Oh andiamo, ho avuto anche io la tua età! Non essere timida! Si vede lontano un miglio che tu hai un debole per mio figlio! Tranquilla, non glielo dirò!” questo fece tirare alla biondina un sospiro di sollievo “Però ho intenzione di stuzzicarvi un po' per vedere la sua reazione!” sentì la giovane squittire. “Per capire le intenzioni di mio figlio! E’ da anni che aspetto tutto questo”

“I-Io non so se lui…”

Delia le posò una mano sulla spalla rassicurandola "Non devi preoccuparti troppo, quando parlava di te dopo il ritorno da Kalos era sempre emozionato e lo era anche dopo averti sentita al telefono. Da quando sei arrivata i suoi occhi si sono riaccesi e non credo nemmeno che voi due abbiate parlato ancora di ciò che lo turbava. In conclusione: sei stata una manna dal cielo” sorrise poi con dolcezza, facendo ricordare alla ragazza il figlio. Da qualcuno doveva averlo pur preso il suo carattere e modo di sorridere.

“Di certo sei speciale per lui, devi solo trovare il modo di fargli capire cosa provi. Io non posso assicurarti al 100% che sarà amore tra voi due, ma il mio istinto mi dice che comunque avrete un futuro assieme, che sia da innamorati o da amici!"

"Serena rimase a fissarla incredula, sentendosi a suo agio con quella donna. Era maliziosa sì, ma anche molto dolce e gentile. Si comportava come una mamma con lei.

Delia le porse un grembiule e cominciò a spingerla verso la cucina “Su, su, non ci pensare! Vai in cucina e prepara i tuoi poké bigné! Ne serviranno centinaia!”

Serena annuì con decisione e corse verso la postazione per iniziare a cucinare.  

"Ehi, io e Pikachu siamo pronti!" gridò Ash dal piano di sopra. Quando scese notò il rossore ancora dipinto sul volto di Serena "Uh, che è successo? Come mai sei così rossa in viso?" chiese Ash. “Non ti sarai ammalata?”

"N-No non preoccuparti! Solo il c-calore del forno, t-tutto qui" mentì Serena balbettando.

La signora Ketchum stava facendo fatica a trattenere le lacrime dalle risate mentre osservava il forno spento. Decise però di avere pietà della ragazza ed evitare diventasse la nuova caldaia della casa “Visto che è presto perché non vai ad allenarti un attimo con Pikachu?”

“Ok!” Concordò Ash con un sorriso “Ci vediamo dopo!” disse lui sparendo immediatamente insieme al suo Pokémon, sotto lo sguardo divertito di Delia, finalmente tornata tranquilla. Si stava allenando, segno che almeno uno dei problemi nella sua testa non era più così pesante.

“Coraggio, mettiamoci al lavoro! Il cibo non si preparerà certo da solo!”

“Si!”

 

 

Passò il tempo e finalmente i poké bigné e il pranzo furono pronti per essere portati via. Una volta impacchettato il tutto le due andarono a chiamare Ash, il quale ci mise pochissimo a prendere le cose e dichiararsi pronto ad andare. "Abbiamo preso tutto? Non vedo l’ora che tu conosca tutti quanti!”

“Si! Il pranzo c’è e così anche i poké bigné per tutti i Pokémon!” rispose Serena prendendo in mano due cestini, mentre Ash prese un enorme scatolone. Entrambi portavano anche i loro zaini in spalla.

“Ma questo non è tutto! Ci sono dei poké bigné per me, vero?” domandò Ash con espressione supplichevole. Serena ridacchiò divertita e gli indicò il proprio cestino, ovviamente non si era dimenticata di lui per sua grande gioia e sollievo.

"Vi conviene andare e sbrigarvi o sarà tardi quando inizierete a mangiare! Divertitevi!" augurò Delia salutando con la manina. I due iniziarono ad avvicinarsi alla porta d’ingresso, quando lei sembrò ricordarsi qualcosa e così aprì la bocca bene per farsi sentire "E mi raccomando, non fate nulla di sconveniente!"

I due si fermarono di colpo. La faccia di Serena iniziò a diventare sempre più rossa e rovente, mentre invece quella di Ash rimaneva confusa all’affermazione. La performer sapeva che sarebbe potuta andare in iperventilazione di quel passo. Tra lei e Meringa non sapeva chi fosse peggiore.

"Uh? In che senso?" domandò Ash ignaro del significato di quelle parole. Era chiaramente una battuta, ma non ne coglieva il senso. Non erano mica teppisti o dall’aspetto di criminali, anche se potevano cacciarsi spesso nei guai. 

Serena spalancò la bocca, sorpresa che per la prima volta in assoluto avesse notato certi commenti sul loro rapporto. Di norma piegava la testa o non sentiva nulla, perché stavolta doveva aver reagito?

"G-Grazie Delia! Noi ci affrettiamo perché Ash probabilmente non vede l'ora di presentarmi tutti i suoi Pokémon! Vero Ash?" Continuò a parlottare velocemente la performer spingendolo verso l’esterno, anche se lui sembrava pesare più di un macigno.

Il ragazzo in effetti si sentiva spinto anche se non faceva nulla di specifico per impedirlo. Era solo curioso di ciò che intendesse sua madre, visto che diceva spesso cose strane ultimamente "Beh sì ma... cosa intendevi prima mamma?"

Serena si affrettò a rispondere al posto della donna, avendo paura della bocca della madre di Ash. Proprio ora doveva prestare attenzione ai commenti degli altri sul loro rapporto? "Intendeva di certo di non tornare a casa tardi e di non cacciarsi nei guai! A presto!” concluse chiudendo la porta e tirando Ash con sé, anche se non sapeva di preciso dove fosse il laboratorio e stava conducendo lei alla cieca il biancavillino.

 

 

Non parlarono di gran che duranti il tragitto. Serena aveva motivo di credere che fosse la direzione giusta, visto che Ash la seguiva senza obbiettare. Questo continuò fino a che non arrivarono ad un bivio e ci pensò lui a superarla e guidarla. Pikachu si limitava a guardare i due da dietro, con sguardo divertito sul muso e la consapevolezza che prima o poi ci sarebbero stati dei momenti che avrebbero scatenato grande imbarazzo.

Dopotutto aveva assistito a quella scena all’aeroporto e la questione era ben lontana dal considerarsi chiusa, sebbene nessuno dei due in causa osava parlarne.

Dato che casa Ketchum e il laboratorio del Prof. Oak non distavano molto l’uno dall’altra il percorso fu più breve di quel che era sembrato in partenza. Arrivarono ai presi di un colle e iniziarono a salire verso l’edificio in questione.

"Chissà se il professore si ricorda di te, Serena" domandò Ash alla sua amica "Abbiamo frequentato insieme il suo campo scuola ma sono passati anni e ti ha vista solo poche volte in chiamata"

"Sarebbe bello se fosse così, ma dubito visti tutti i ragazzini con cui avrà avuto a che fare" rispose Serena pensierosa.

“Ma tu sei stata diversa! Il giorno in cui ci siamo conosciuti abbiamo di certo reso i nostri nomi famosi nel campus di quell’anno! Inoltre il professore ed io eravamo abbastanza vicini e tu stavi sempre con me in quel periodo!” 

Si ritrovarono ai pressi della villa e Ash schiacciò subito il citofono, come ormai faceva ogni singolo giorno dal suo ritorno. Gli sembrava uno scontato dejavu anche se diverso con Serena e Greninja con lui, ma soprattutto con un vero sorriso dopo tempo.

"Sì? Sei Ash?" si sentì la voce del professore.

"Come ogni giorno professore!"

"Oggi in ritardo, ma vieni pure!" rispose il Prof Oak contento, non solo per la visita del giovanotto ma anche per il suo tono allegro.  

Il cancello si aprì e i due entrarono, procedendo verso la grande casa-laboratorio del professore e incontrandolo all’entrata.

 

"Entra pure Ash!” lo salutò lui mentre si toglieva i guanti da laboratorio “Scusa se mi ritrovi un po’ indaffarato, ma stavo mandando un’e-mail a mio cugino Manuel riguardo al mio ultimo esperimento… penso ti interesserebbe molto e… oh, hai portato un’amica?”

Ash si schiarì la voce "Eh-ehm… Professore si ricorda di Serena? Eravamo amici al campo estivo di qualche anno fa! L’ha anche vista in videochiamata quando ero a Kalos”

"Oh sì! Allora sei proprio tu! Ash mi ha parlato tanto di te, ma non riesco per qualche motivo a riconoscerti bene, l’aspetto di quando eri bambina non mi torna alla mente” provò a sforzarsi per ricordare, ma non sembrò riuscirci “Aspetta, ho un album di tutti i campi estivi che ho organizzato, forse tra le foto di gruppo troverò qualcosa!" Il Professor Oak si avvicinò alla sua libreria e cominciò a cercare. 

L’allenatore si guardò intorno, notando che nonostante l’assenza di Tracey il professore era riuscito a tenere tutto abbastanza in ordine “Ti avrei fatto conoscere volentieri Tracey, uno dei miei vecchi compagni che studia qui con il Prof. Oak, ma purtroppo è dovuto partire per una commissione affidatagli proprio da lui”

“Suppongo sarà per un’altra volta!” annuì lei comprendendo.

Il professore li interruppe tornando con un grosso album saldamente tenuto tra le mani, anche se sembrava pesare un sacco "Scusate il ritardo! Ecco l'album con tutte le foto!” Lo appoggiò pesantemente sul tavolo e iniziò a sfogliarlo. Per fortuna i portalistini erano tutti divisi in gruppi grazie a delle divisorie che segnavano gli anni.

Ash individuò l’anno in questione e insieme iniziarono a cercare le foto che li ritrassero “Allora vediamo... vediamo... eccola qui!” indicò con l’indice. Era una delle ultime foto scattate al campo di quell’anno, ma era stata messa tra le prime perché mostrava ogni singolo partecipante della vacanza. Fece scorrere il dito nella seconda fila di ragazzi in piedi e trovò subito al centro lui e Serena bambini. Lei teneva in braccio un Growlithe mentre il bambino aveva un braccio avvolto intorno alla sua spalla e con la mano libera faceva il segno della vittoria.

“Quanti ricordi…” mormorò Oak. “Qui ci sono mio nipote, tu e la bambina dai capelli color miele. Ne combinavate un sacco, credo abbiate sconvolto l’intero campo estivo quell’anno!”

“Ah sì? Eppure non mi pare fossimo i tipi da combinare guai” cercò di ricordare Serena.

“Oh invece sì! Tu eri tranquilla, ma Ash aveva la tendenza di inventare giochi o scappatelle tutte sue e di tirarti dentro. Siete spariti più volte o avete sconvolto i giochi di gruppo finendo per creare un putiferio!”

I due ragazzi iniziarono ad arrossire imbarazzati ed era solo grazie all’imbarazzo che non avevano incominciato a fare domande su domande. Come mai i ricordi di quel campo dopo il loro incontro erano così sfocati? Qualcosa tornava alla mente, ma le scappatelle non le ricordavano affatto…

 

“Mi scusi professore, sarebbe d’accordo se riuniamo tutti gli altri qui fuori?” chiese il ragazzo, indicando il giardino.

"Fate pure! Io devo finire i miei progetti, ma dopo se avrò tempo verrò volentieri a chiacchierare con voi! Gli altri sono tutti sparsi in giro, anche se credo che trovarli e radunarli non sarà un problema. Lo sai, con il solito metodo!”

I due ragazzi annuirono e andarono sul retro del laboratorio, trovando subito in mezzo alla loro strada un Pokémon verde con un bulbo sul dorso.

"Hey Bulbasaur!” lo salutò Ash con la mano.

"Ehi Bulbasaur!" Ash lo salutò.

Il Pokémon si rivolse al ragazzo e sorrise con gioia, notando con sorpresa le due sconosciute presenze. Essendo un Pokémon educato, lascia parlare il suo allenatore e aspetta che gli vengano presentati. “Questa è Serena! Ha viaggiato con me a Kalos!"

"Bulba!" Il Pokémon estrasse la sua liana e la tenne davanti a Serena, in modo da darle una stretta di mano a modo suo.

La ragazza ricambiò, offrendo un sorriso sincero "Piacere di conoscerti, Bulbasaur!" Poi si rivolse ad Ash "Se non ricordo male hai tutta la squadra di starter di Kanto?"

"Esatto! E se Bulbasaur ci aiuta, li incontrerai presto!" fece l'occhiolino al suo Pokémon di tipo erba, sapendo che avrebbe capito cosa fare.

Infatti, Bulbasaur annuì, accovacciandosi mentre una luce gialla cominciava a uscire dal suo bulbo. Continuò ad accumularsi finché non si liberò nel cielo ed esplose. Il segnale attirò l'attenzione di tutti i Pokémon, che cominciarono ad arrivare correndo, volando e... beh, nel loro modo di muoversi.

All'inizio era tutto tranquillo, poi la terra cominciò a tremare e vari versi di Pokémon risuonarono nell'aria. Stavano tutti correndo verso il luogo dove li stavano aspettando.

Era un mucchio di creature diverse, ce n'erano di tutti i tipi. Alcuni che Serena aveva già visto e altri no. Ai suoi occhi, i primi che riconobbe furono i Pokémon che Ash aveva catturato a Kalos, che sussultarono felici quando fu inquadrata dai loro sguardi.

"Haw!" "We!" "Flame!"

"Ciao ragazzi! Sono contenta di rivedervi!"

Lo era davvero. Tutti i membri del loro gruppo di viaggio erano una famiglia e questo includeva anche i loro Pokémon. Dopo che si erano separati, era stato molto strano abituarsi alla loro assenza al risveglio la mattina.

Tuttavia, la cosa che probabilmente confuse di più tutti gli altri non fu la presenza della ragazza, ma il sorriso genuino ed entusiasta del loro allenatore. Anche loro sapevano dello stato in cui era caduto e avevano tentato più volte di aiutarlo, senza mai riuscirci e facendo durare la sua allegria per poco più di qualche minuto. Trovarlo così sveglio, pimpante, di punto in bianco, era strano ma enormemente apprezzato.

"Ash... da quando in qua hai tutti questi Pokémon?" gli chiese Serena, un po' perplessa.

Ash ridacchiò "Eheh… beh sono gli stessi di cui ti ho parlato, ma probabilmente trovarseli tutti davanti fa uno strano effetto…” cominciò a grattarsi la testa imbarazzato.

Si mosse davanti ai suoi Pokémon e si schiarì la gola "Allora ragazzi! Vi presento una degli amici di cui vi ho parlato tempo fa: Serena!"

La prima che si presentò davanti a Serena ed Ash fu Bayleef, che accarezzò con affetto la gamba del ragazzo e lo coccolò come era abituata. Era bello rivedere il suo sorriso, non poteva che rallegrarla "Oof! Bayleef, fermati!" ridacchiò lui, cercando di scrollarsi di dosso delicatamente il peso dell'enorme dinosauro. "Sì, sì, apprezzo... ma sei un po' troppo pesante!"

Il Pokémon erba obbedì con un sorriso e poi si rivolse, quasi con aria di sfida, a Serena, che si presentò tendendole mano. In risposta, tuttavia, il dinosauro gonfiò le guance e poi voltò la testa dall'altra parte. Serena rimase molto sorpresa da quella seconda presentazione, cercando di nascondere il suo disappunto. Non erano passati nemmeno una manciata di minuti ed era già antipatica ad uno dei Pokémon di Ash.

“Bayleef? Ma che ti prende?" la rimproverò Ash incredulo, anche se non era affatto una cosa così imprevedibile. Era un Pokémon piuttosto geloso, e vederlo arrivare con una nuova amica di cui parlava molto doveva averla infastidita.

"Non preoccuparti," lo rassicurò Serena con un sorriso un po' dispiaciuto ma sereno. La prima impressione poteva variare, ma ci sarebbe stato tempo per provare a cambiarla in meglio.

Snivy fornì una buona distrazione, offrendosi di salutare la ragazza in modo molto sobrio e composto. Fece un cenno gentile con la testa alla nuova arrivata e se ne andò.

Ash iniziò a ridacchiare scusandosi ancora "Snivy è così! Un pò per le sue!"

Aveva la sua personalità unica, e così anche tutti gli altri. Uno ad uno, tutti i compagni si presentarono a modo loro: Infernape salutando con una bella stretta di zampa, Muk cercando di abbracciare entrambi gli allenatori... quasi soffocandoli, Totodile eseguendo un balletto di benvenuto, Oshawott mettendosi in mostra...

“Vedo che hai anche un Charizard e uno Sceptile! Fa sicuramente riaffiorare i ricordi!”

"A proposito di ricordi, perché non fai uscire anche Braixen, Pancham e Sylveon? Scommetto che sarebbero felici di giocare con tutti questi nuovi amici!" suggerì Ash.

Serena annuì, tirando fuori le pokéball "È un'ottima idea!" esclamò, lanciandole in aria "Braixen, Pancham, Sylveon! Venite fuori!"

I tre compagni di Serena uscirono dalle sfere e dopo i saluti del panda, della volpe focosa e di quella con i fiocchi rosa, tutti i Pokémon si sono uniti per giocare.

Braixen si mise ad interagire con i Pokémon più tranquilli e femminili mentre Sylveon si trovò impegnata con i più piccoli, osservata da lontano da Pikachu, il quale cercava di impedire a Oshawott di corteggiarla. Pancham invece stava confrontando con orgoglio con Krookodile i loro occhiali da sole.

Tutto sommato, le cose andarono lisce, fino a quando le presentazioni non furono finite e l'intera banda decise di sedersi e preparare il picnic.

Stesero la tovaglia, posarono i cestini e cominciavano a sistemare il cibo. Una volta messo giù il pasto per i due ragazzi, Serena si alzò e camminò verso la grande scatola che Ash si era portato da casa, aprendola e rivelando il contenuto all'interno. "Questi sono per tutti voi!"

Alcuni Pokémon guardavano Serena come se fosse una divinità, altri erano meno indiscreti e alcuni le saltarono addosso offrendole coccole come ringraziamento. Se prima aveva nutrito dei dubbi sul conquistarli, ora era impossibile ignorare il loro forte affetto. E altrettanto forte era il calore che le riempiva il petto, mentre un senso di appartenenza si mescolava alla gratitudine.

E quando ognuno ebbe la propria parte di poké bigné e lei fu finalmente di nuovo libera dall'ondata di attenzioni, si rivolse ad Ash affinché potessero iniziare a mangiare. Il ragazzo dai capelli corvini poté solo sorridere alla scena, con tutti i suoi Pokémon felici grazie a un gesto così semplice ma pieno di impegno. Era una sorta di rappresentazione di quanto fosse stata d'impatto la presenza di Serena.

"Ehi Serena? So di averlo già detto, ma mi rende davvero felice che tu sia venuta... Se non fosse stato per te probabilmente avrei perso Pikachu. E oltre a quello, è passato un po' di tempo dall'ultima volta che siamo stati tutti così bene" le disse con un sorriso pacato e allo stesso tempo un po' smarrito.

Guardò il poké puff tra le mani con un certo distacco mentre uno sguardo distante riempì i suoi occhi. Certo, aveva deciso di partire e andare a Kalos prima che lei si presentasse, ma se non si fossero incontrati affatto come sarebbe andata a finire?

Serena notò l’umore di Ash leggermente cambiato e cercò un modo per consolarlo, ma prima che potesse toccargli la spalla con la mano lui alzò lo sguardo e sorrise con un ghigno sempliciotto. “Comunque come al solito i tuoi poké bignè sono i migliori!" concluse azzannando uno dei dolcetti per rallegrare nuovamente l’atmosfera.

Serena arrossì al commento ma ciò che la rese felice fu il sollievo di ritrovare il suo adorato amico e il ragazzo che tanto ammirava e amava. Era migliorato, notava ancora dei dubbi e una luce strana in lui ma almeno il suo sorriso era sincero. “Grazie, son contenta anche io”

Non si accorsero dello sguardo infastidito di Bayleef e della smorfia che cercò di nascondere voltando la testa dall'altra parte.

 

 

Il professor Oak guardò la scena dal suo laboratorio sorridendo. Poteva notare l’allegria che si era instaurata tra i Pokémon e i ragazzi che si divertivano insieme. Quell’armonia gli mancava da troppo tempo ormai e finalmente poteva sentire le risate di Ash. 

Una chiamata però gli fece distogliere lo sguardo dai ragazzi. Si avvicinò al telefono con schermata e lo accese. "Pronto? Sono il Professor Oak!"

"Hey Samuel! Da quanto tempo non ci vediamo?!"

Il vecchio sbarrò gli occhi e un sorriso si dipinse sulle sue labbra "Ma pensa un po’! Come stai Olivio"

"Bene, non mi lamento! E’ da un po' che non scambiamo due chiacchiere, eh?”

Oak portò una mano al mento incuriosito "Da troppo direi…”

 

.

.

.

 

Continua

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Capitolo 3
*** Il passo oltre il confine ***


 

"Allora Olivio, dimmi pure! Ti ascolto"

"Come ben sai ultimamente sto studiando i fenomeni che portano un Pokémon a diventare più forte di un altro a seconda del legame che ha con il suo allenatore. Il suo superare un limite massimo conosciuto… purtroppo le mie ricerche per ora non mi stanno portando chissà dove. Dovrei lasciare il laboratorio per viaggiare ma ho parecchi impegni e nessuno a sostituirmi” Il collega spiegò.

“Hmmm...”

“Questo però non significa fermare le mie ricerche..." continuò Olivio con tono determinato. “Ed è per questo che ti ho contattato!”

Oak alzò un cipiglio confuso "Sono ben disposto ad aiutarti, ma sai che le mie ricerche si concentrano su altro"

"Lo so, lo so, il mio piano era un altro. Non posso partire, ma potrebbe farlo qualcuno al mio posto! Ho sempre svolto ricerche per lo più personali quindi non ho molte conoscenze, ma tu sì! Non hai qualcuno da mandare al laboratorio? Qualcuno di capace e competente che possa mandare sul campo?”

"Qualcuno da mandarti…” Iniziò a ragionare Samuel. Una persona ovvia gli venne subito in mente, il suo sguardo rivolto verso il giardino dove Ash e i suoi amici erano riuniti a mangiare confermava i suoi pensieri. 

Chi meglio di lui poteva aiutare Olivio? E come meglio poteva aiutare anche il ragazzo? Avrebbe colto due piccioni con una fava "Mio caro collega, credo di avere la persona giusta per te!" concluse infine.

Olivio lo guardò intrigato "E dimmi... chi sarebbe?"

"Hai sentito di quello che è successo a Kalos, vero? Quel caos causato dal ricercatore Elisio che ha controllato un Pokémon Leggendario?" Gli chiese Oak.

Olivio annuì. In tutto il mondo erano state trasmesse immagini e riprese dell’accaduto, centinaia di servizi giornalistici si erano focalizzati su quello per settimane. Tuttavia le informazioni recepite al di fuori di Kalos erano state enormemente filtrate. Poco si sapeva su chi avesse fermato il pazzo criminale e le dinamiche dei fatti, per motivazioni di vario tipo. Da un lato c’era il moralismo; il rifiuto di rendere gossip un disastro che aveva portato via molte vite umane. 

Dall’altro vi era una semplice mancanza di dati, tenuti nascosti dagli esperti per evitare che qualche pazzo sgravato decidesse di metterci il naso e tentare qualcosa di simile nuovamente.
Infine, a contornare il tutto vi era una questione diplomatica. Concentrare le discussioni su quell’argomento avrebbe spaventato gli stranieri, il turismo a Kalos sarebbe diminuito in modo esponenziale e l’economia della regione ci avrebbe rimesso.

Il poco che era stato reso pubblico era il nome del criminale e qualche vaga informazione sugli eroi che lo avevano fermato. Olivio per mesi aveva provato a saperne qualcosa, il suo status gli avrebbe dovuto permettere di sapere di più, tuttavia il collega Platan non si trovava al laboratorio per delle ricerche sulle origini di Xerneas e Yveltal e parlargli era impossibile. 

Ciò che le assistenti del professore kalosiano erano riuscite a dirgli era che l’allenatore principalmente coinvolto era originario di Kanto, altro motivo per cui si era rivolto all’amico.

Oak non poté che parlare con orgoglio di Ash e dei suoi traguardi, dopotutto era come un nipote per lui e per quanto sapesse che la crisi di Kalos non fosse esattamente un bel ricordo, non era da tutti salvare il mondo. Ripetutamente. "Conosco il ragazzo che ha posto fine al conflitto, è lo stesso arrivato alla finale della Lega di Kalos”

“Ah sì?! Ci speravo!”

“E si trova in questo momento al mio laboratorio”

"Cosa..?" Olivio non riuscì a credere alle sue orecchie "Sei serio?" Il profilo più interessante per le sue ricerche era ad un passo dall’essere nei suoi contatti?

"Certo! È originario di Biancavilla, ha sempre vissuto qui e lo ho visto crescere. Sono io che gli ho dato il suo primo Pokémon! Dopo aver sconfitto Elisio è tornato a casa da sua madre e ora è qui con un'amica! Lui di sicuro ti saprebbe aiutare. Non c’è altra persona che conosca che abbia un legame così forte con i suoi Pokémon! Inoltre se hai visto la finale saprai che è riuscito a manifestare con il suo Greninja un nuovo fenomeno!”

“Sì, non è una megaevoluzione ma molto simile e potrebbe legarsi ai miei studi!”

“Beh, ti interessa?”

"Eccome! Voglio parlargli! Riusciresti a chiamarlo qui subito?"

Samuel ridacchiò, facendo un cenno con il capo "Rotom? andresti a chiamare Ash?"

Il Pokémon fece una risatina sprizzando fulmini e corse all'esterno.

 

 

"Allora, siete sazi?" Serena domandò a tutti mentre le sue mani accarezzavano il Pikachu accoccolato tra le sue gambe conserte.

Ogni Pokémon annuì, erano soddisfatti per il pranzo e non potevano essere più sazi. Ciò ovviamente riguardava loro però, non un certo allenatore.

"Io no! Ne abbiamo ancora?" Guardò Serena con uno sguardo da Lillipup, tendendo le mani in avanti.

La performer ridacchiò, lo conosceva fin troppo bene e se da un lato se lo poteva aspettare Ash riusciva sempre a stupirla con i suoi limiti irraggiungibili di sazietà.

Anche di fronte ai suoi occhi così ingenui ma dolci e spontanei, sapeva che doveva dirgli la crudele verità...

"Mi spiace, abbiamo finito tutto."

"Come!?" L’allenatore si lasciò afflosciare sulla tovaglia borbottando “Ma io ho fame..." Biascicò con rammarico. Di sicuro gli era tornato l’appetito, anzi… stava compensando tutto il cibo lasciato da parte nelle settimane precedenti.

Questo lato un po' bambinesco di Ash era uno di quelli che Serena adorava. Non era un bambinesco insopportabile o da comportamento immaturo. Era una sua sfaccettatura di innocenza, un entusiasmo molto naturale e spontaneo.

Serena aiutò il morto di fame a rialzarsi, ma proprio nell’istante in cui i due si misero in piedi una piccola scossa sulla schiena di Ash lo fece balzare in aria.

"Aaahia! Rotom che fai!?" Protestò lui girandosi subito e notando il Pokémon saettante che ridacchiava. Indicò il laboratorio e continuò le sue risatine per nulla trattenute.

“Stai dicendo che il professore mi vuole?” Domandò Ash, facendo annuire il Pokémon “Ok, nessun problema. Vieni anche tu Serena?"

"Uh? D'accordo" rispose lei.

I due si alzarono, lasciando le cose al loro posto per riordinarle in seguito. Entrando nel laboratorio, trovarono il Professor Oak ad attenderli pazientemente "Scusate se vi ho interrotti, ma c'è una persona che vorrebbe parlare con Ash"

"Ah si? Chi?" si sorprese l'allenatore avvicinandosi allo schermo del telefono fisso. Forse Tracey?

Ma al display, sebbene ci fosse un uomo abbastanza giovane, non si trattava del suo amico.  Portava gli occhiali, aveva una barbetta curata e dal camice che indossava non si poteva che dedurre fosse un professore. "Mi chiamo Ash Ketchum, piacere"

"Oh il piacere di conoscerti è mio, Ash! Non intendevo disturbarti mentre eri impegnato nei tuoi affari, avrei dovuto dare un po' di preavviso ma non riuscivo ad aspettare! Sono il Professor Olivio, un collega del caro Samuel Oak! Anche se lo avrai già capito!” massaggiò la testa allegramente e continuò “Io studio i rapporti che hanno i Pokemon con i loro allenatori e ciò che possono determinare, per esempio la scoperta di nuovi poteri e mosse o altre leggende legate!”

“Tipo le megaevoluzioni?”

“Esatto, anche se di quello se ne occupa più Platan” spiegò “Io mi concentro sui livelli massimi di forza di un Pokémon e sul capire se il legame con l’allenatore può portarlo a variarli, scoprendo potenzialità nascoste o misteriose. Per esempio come può influire sull’evoluzione un rapporto, quali forme può assumere un Pokémon solo con la sua determinazione, quanto può diventare potente oltre al suo limite!”

“Mi ricorda un po' la morfosintonia...” mormorò pensieroso Ash.

“Esatto! Quella è parte dei miei studi! In fondo è quello che hai fatto tu con il tuo Greninja, no? Ed è molto simile a ciò che fai abitualmente con il tuo Pikachu! Ho seguito la tua finale alla lega di Kalos e penso ricorderai anche gli eventi dello scontro con il Team Flare!”

Ash trattenne una risatina isterica, sia per l’ovvietà della risposta a quella domanda, sia per la sensazione che entrambe le esperienze gli avevano lasciato. Una era la sconfitta determinante alla nascita dei suoi dubbi, l’altra una guerra piena di dolore e atrocità “Mi pare difficile dimenticare una cosa del genere…”

“E’ graz- cioè a causa di quegli eventi che sono potuto venire a conoscenza del tuo valore. Sembri un ragazzo molto interessante e per i miei studi ho bisogno del parere di uno come te; qualcuno con un forte legame con i suoi Pokémon che sappia andare oltre il limite! Il tuo punto di vista potrebbe aiutarmi un sacco, sei un caso raro!”

Ash avrebbe voluto opporsi a tanti complimenti, non aveva salvato Kalos da solo e per quanto il suo legame con Greninja fosse speciale alla fine Alan lo aveva battuto lo stesso “Non faccio tutto da solo, senza i miei amici non sarei arrivato da nessuna parte...”

Olivio schioccò le dita “Ed è questo il punto! Tu hai fatto tutto anche grazie ai legami che hai creato con persone e Pokémon e unire le forze può portare a risultati strabilianti! Mi farebbe molto piacere poterci incontrare e vedere dal vivo ciò di cui sei capace!”

Alle orecchie di Ash suonava tutto familiare, come se avesse già idea di dove andava a parare.

"Per farlo potresti venire nella regione dove opero io: Forsia!"

"Forsia?" Chiese Serena. Il nome le era familiare ma non ricordava dove lo avesse sentito.

"Confina con Kalos e Paldea" Confermò il professor Olivio "E’ una regione abbastanza conosciuta, una delle più prestigiose per la sua storia antica e cultura! Inoltre ci sono allenatori fortissimi e per uno come te le lotte dure sono il pane quotidiano!”

"Ci può scommettere!" Rispose Ash con un tono di voce appena più forte.

"Ahaha! Ragazzo mio, sembri esuberante come me! Qui troverai nuove città, bellissimi paesaggi e altrettante palestre, nuovissimi Pokémon mai visti in altre regioni e sfide ad attenderti!”

“Sembra davvero un bel posto, ma come mai non viene qui lei se vuole parlarmi?” domandò lui confuso.

“Lo avrei fatto se non fosse che ora devo occuparmi del laboratorio e di altre faccende importanti. Non posso lasciare tutto da parte proprio nella stagione in cui gli allenatori partono per i loro viaggi. Tuttavia, se qualcuno viaggiasse per me e raccogliesse dati, potrei elaborarli anche stando nello stesso posto. Se sei interessato ad iniziare un nuovo viaggio dopo Kalos, questa regione è l’ideale! Potresti anche tentare la cavalcata per la lega di Forsia!"

In quell’istante il viso di Ash mutò in un misto tra un sorriso d’eccitazione e una smorfia di amarezza. La curiosità ormai era ad alti livelli e sentiva l’istinto di prendere la palla al balzo. Perché non avrebbe dovuto accettare? Era quello che aveva sempre fatto e questa proposta capitava proprio nel momento ideale come tempistiche. Anche se aveva sentito di varie regioni, non aveva programmato ancora nulla.

Viaggiare non era un problema, ormai aveva già deciso di volerci andare.

Era la parte sulla lega a lasciargli dubbi, voleva davvero ritentare la scalata? Ne valeva la pena? Forse sì, dopotutto era l’unico modo che conosceva di diventare Maestro Pokémon, quello che aveva sempre usato…

...Ma era anche un periodo di estremo dubbio sul suo sogno e su come realizzarlo. Era davvero il caso di proseguire con lo stesso metodo? Oppure doveva approfittarne per rivalutare?

Di una cosa però era sicuro; voleva trovare nuovi amici, disputare lotte Pokémon e divertirsi. Partire era un buon inizio, qualunque cosa avrebbe fatto poi una volta arrivato. “Perché no?”

La risposta di Ash arrivò dopo qualche istante di silenzio in cui Serena aveva osservato la sua espressione e reazioni. Lo aveva notato quello sguardo spento o, meglio dire, perso. Vi era tanta confusione negli occhi dell’amico, eppure allo stesso tempo Serena sapeva quale sarebbe stata la risposta.

La vera domanda era… cosa lo turbava?

Olivio cominciò già ad esultare, finalmente avrebbe potuto proseguire i suoi studi con dei grandi vantaggi "Fantastico! Il viaggio te lo pago io con piacere, anzi… lo pagano i miei finanziatori… quindi non c’è problema! Eheh” 

“Beh… rientra nelle spese di ricerca…” sospirò Oak, facendo finta di non essere altrettanto colpevole nello spendere impropriamente i fondi che gli venivano dati. 

“Una volta arrivato devi solo venire al mio laboratorio nella città di Collinopoli! Non puoi sbagliare, è la capitale della regione!" sorrise il Professore contento della decisione del ragazzo. “Mi raccomando, porta anche il tuo Greninja!”

Ash si bloccò un istante e il suo sorriso si assottigliò. Si sentiva uno stupido per non aver subito menzionato una cosa così importante “Ah… purtroppo quello non è possibile… Greninja… è rimasto a Kalos.”

Sentì una mano calda afferrare la sua e voltando la testa trovò il sorriso rassicurante ma anche dispiaciuto dell’amica. “Serviva ancora il suo potere, quindi dubito potremo ritrovarci a breve…”

Il professore percepì la delicatezza dell’argomento, sapeva quanto dovesse essere difficile lasciare un amico, per di più uno con cui si era legato tanto “Non devi preoccuparti, avremo comunque modo di scoprire tanto altro e sono sicuro che il tuo aiuto mi sarà utilissimo!”

Il genuino entusiasmo dell’uomo riuscì a rallegrare leggermente l’allenatore, il quale annuì. Vero, Greninja non era più con lui, ma c’era comunque il suo migliore amico Pikachu e c’era anche Serena. 

E a tal proposito, ricordando la presa alla sua mano, il ragazzo esclamò “Un momento! Non è un problema se mi accompagna una persona, vero?” chiese cordiale, lanciando con la coda dell’occhio uno sguardo verso l’amica.

Era ovvio che si riferisse a lei. “O-Oh...” mormorò Serena non aspettandosi quella proposta indiretta.

Si era già convinta che il ragazzo sarebbe presto ripartito e la prima cosa che le era venuta in mente era di prepararsi ad un possibile nuovo addio.

E invece, sebbene non fosse verbalmente ufficiale, Ash le stava chiedendo su due piedi di andare con lui a Forsia e accompagnarlo nel suo nuovo viaggio.

Con esitazione ma sincerità, Ash si avvicinò di qualche passo e le tese la mano, inarcando le labbra in un sorriso accompagnato da uno degli sguardi più dolci che Serena avesse mai visto in tutti i momenti trascorsi assieme.

Oak, Pikachu e Rotom rimasero silenziosamente in disparte, senza distogliere lo sguardo dagli interessati. Non serviva un genio per leggere l’atmosfera e per capire che non si dovessero intromettere.

Il professore non aveva mai registrato un modo di fare da parte del ragazzo così... particolare. Lo aveva visto comportarsi in modo tenero con sua madre, con gli amici, con i suoi Pokémon e in particolare Pikachu, ma questo gesto era diverso.

Gli era sembrato di tornare di colpo giovane, di rivedere lui e sua moglie alla loro età. Negli occhi del ragazzo c’era qualcosa di nuovo e spontaneo mai visto in quegli anni.

“Vuoi venire con me?” le chiese sempre con la mano tesa, aspettando una risposta. In un certo senso era tranquillo, forse per come era finita l’ultima volta che le aveva fatto quella domanda.

Sorprendentemente però, Serena non ricambiò il sorriso. Il suo cuore le diceva di urlare un grosso sì, ma qualcosa di inspiegabile la frenò dell’accettare “I-Io… mi piacerebbe ma non saprei…”

A quel punto anche il sorriso di Ash cadde, non aspettandosi per nulla un rifiuto… o dubbio da parte di Serena. Francamente, si era aspettato che accettasse direttamente e prontamente. Poi, ragionando meglio, un sacco di spiegazioni gli balzarono alla mente e lo fecero sentire un vero sciocco per essersi sorpreso ad una tale reazione.

Le esibizioni erano ciò su cui Serena voleva puntare. Come poteva essersi dimenticato di una cosa così importante? Per quanto ne sapeva, prima o poi sarebbe tornata a Hoenn…

Serena invece non si preoccupava molto di quell’aspetto. Ad insaputa del ragazzo, non aveva alcuna intenzione di tornare a Hoenn e nemmeno rimanere a casa con le mani in mano era nei suoi piani. Partire per un nuovo viaggio, insieme ad Ash magari, sarebbe davvero stato molto meglio. 

“Non è che non voglia venire con te! Lo vorrei più di ogni altra cosa!” Si sbrigò a precisare, guance rosse per l’ammissione “Ma dovrei avvisare mia madre e pensarci su un attimo, dopotutto non ho ancora deciso se tentare di nuovo i Varietà o...”

“Oh! Non c’è nessun problema se ti fai accompagnare dalla tua ragazza!” Li interruppe Olivio, cercando di dare il suo contributo per aiutare a modo suo quella che credeva la coppietta della situazione “Se sono i Varietà che cerchi qui ne abbiamo parecchi! E poi lei ti ha aiutato nello scontro con il Team Flare, no? Era con te sulle news! Potrebbe essermi utile!”

“Dai, dai, se lo dici così sembra che siano delle cavie!” tossì Oak nella propria mano, intromettendosi per evitare ai due ragazzi dell’ulteriore imbarazzo. Non era sfuggito al suo sguardo come entrambi i visi degli allenatori si fossero accesi come semafori. 

Grazie al professore Ash riuscì a distogliere il pensiero dal commento, focalizzandosi più sulla vera questione in merito. 

Aveva sempre sostenuto i suoi amici e i loro sogni, anche se ciò significava prendere strade separate. Era stato doloroso da capire, ma ci era riuscito. In questo caso però, stava facendo davvero fatica ad impedire al suo istinto di insistere. Per una volta, voleva davvero andare contro corrente e dire ciò che davvero desiderava.

L’idea di andare a Forsia e di allenare Pokémon con lei era perfetta nella sua testa. Gli sembrava di essere estremamente egoista, ma tutto sembrava allinearsi.

Aveva una richiesta di partire e una meta già decisa. Poteva riprendere a viaggiare con un’amica speciale che non vedeva da tempo e che era presumibilmente in vacanza. E in caso, avrebbe potuto iscriversi alla Lega e Serena avrebbe potuto tentare la scalata al trono di Forsia. Si sarebbero sostenuti a vicenda di persona e avrebbero incontrato nuovi amici.

Non c’era nulla, almeno di cui era a conoscenza, che non giocava a favore della proposta.

E dallo sguardo di Serena sapeva che anche lei la pensava allo stesso modo. Doveva essere qualcos’altro di cui non era a conoscenza. 

Qualcosa che avrebbe dovuto rispettare e per la quale avrebbe dovuto portare pazienza. Non era un no definitivo, poteva ben sperare. E poi… anche se lo fosse diventato, si sarebbero potuti lo stesso sostenere a distanza, no?

L’allenatore sospirò, assumendo un sorriso comprensivo e si girò verso Olivio “Le farò sapere per Serena, ma conti pure sulla mia presenza!”

“Perfetto!”

 

...

 

Nel frattempo sul tetto di casa Oak un trio molto familiare stava ascoltando tutto tramite una microspia...

"Forsia!? Hanno detto proprio quello!?" domandò Jessie con fare intenso e interessato “Dobbiamo assolutamente andarci!”

“Cos’ha di speciale?” domandò Meowth, un pò sorpreso dall’euforia della donna.

Jessie, sognante, portò le mani alle guance, alzando il capo verso il cielo “Per una diva come me la regione della moda che compete addirittura con Kalos è il posto più adatto!”

“E se hanno anche i Varietà e probabilmente la mocciosa vi parteciperà-”

“Non posso lasciarmi sfuggire questa occasione, devo assolutamente partecipare alla corsa per diventare Regina di Forsia! L’ultima volta ci sono andata molto vicina, se mi impegno e se i giudici avranno un minimo di sale in zucca e apprezzamento per una stella come me allora la corona sarà mia!”

"E a noi non interessa altro che sostenerti!” Disse James supportandola, per poi bisbigliare “…E il cibo… ci interessa anche quello…”

“Dimenticate la cosa più importante!” Lamentò Meowth sbracciando. 

Non era solo una questione di Varietà e cibo, ma anche del loro lavoro primario. Erano membri del Team Rocket, ladri di Pokémon e criminali professionisti che agivano in ogni modo per realizzare i desideri del loro boss “Nuova regione significa nuovi Pokémon forti e rari! Ve lo siete dimenticato!?"

"Vero… mi interessa la mia strada nei Varietà, ma abbiamo un… compito principale.” Ammise Jessie, con determinazione che però lasciava a desiderare, in paragone a quella che avrebbe assunto tempo prima.

Si alzò e posò le mani ai fianchi, con espressione sobria e controllata “Se possiamo mantenerci durante le nostre missioni nelle varie regioni è perché il capo ce lo permette. Dobbiamo fare un buon lavoro! Dopo Kalos abbiamo ricevuto una promozione, non possiamo deludere l’unica persona che crede in noi!”

James annuì, posandole una mano sulla spalla “Avete ragione, dobbiamo ripagarlo di tutta la sua fiducia! Anche perché per quanto trionfanti, il nostro contributo eroico non è stato tanto a vantaggio del Team Rocket…”

Era assurdo da dire, ma avevano raggiunto più traguardi nell’aiutare a salvare il mondo da cattivi peggiori di loro, piuttosto che raggiungendo quegli stessi obiettivi con il loro team.
Non sapevano bene come prendere la cosa, perché seppur andassero fieri nell’aver fermato quei “rivali di mercato”, sapevano che in verità c’era dell’apprezzamento proprio nel far parte di una buona causa. 

E una cosa simile non potevano proprio accettarla, o anche solo prendere in considerazione. Sarebbe stato come ammettere che forse non si sposavano bene alla loro vocazione. Sarebbe stato come mandare in fumo anni delle loro vite, l’intera base delle loro convinzioni.

James tirò fuori un apparecchio, cliccò la sua superficie accendendolo e all’improvviso un ologramma apparve dinanzi a loro. Pochi secondi dopo in esso si manifestò l’immagine di Giovanni.

“Cosa volete? Avete qualcosa di interessante da riferirmi? Al momento sono parecchio impegnato...” La sua voce fredda non era cambiata nel tempo. Sebbene fosse meno rigido con loro dopo la promozione, durante i suoi affari segreti tornava a comunicare con i suoi toni gelidi e oscuri.

“In questi giorni abbiamo osservato il moccioso, quello che ci ha dato problemi in passato, e siamo venuti a conoscenza di importanti risvolti! Lascerà Kanto per recarsi in una nuova regione e iniziare un viaggio!” Iniziò Meowth.

“Ci potrebbero essere molto nuovi Pokémon rari e forti, inoltre avremmo l’occasione di catturare Pikachu!” Continuò James.

Giovanni portò le mani sotto il mento, tenendosi appoggiato alla scrivania con i gomiti. Li osservò con occhi scrutatori e parlò con voce grave “Come si chiama questa regione?”

“Forsia.” i tre dissero all’unisono.

Il capo del Team Rocket sbarrò gli occhi. Il suo capo si alzò dalle mani su cui riposava e le braccia si distesero sulla scrivania. La sua fronte si aggrottò in riflessione, gli occhi nascosti dalle mani riportate sulla testa “Forsia avete detto?”

I tre sgherri rimasero intimoriti dal tono di voce del loro leader e dalla sua espressione, ma non esitarono a confermare “P-Proprio così signore”

“Avete il mio permesso per partire e recarvi là. Raccogliete tutte le informazioni e non tralasciate nulla.”

“Mi scusi capo se mi permetto, ma come mai Forsia la incuriosisce così tanto?”

“Perché conosco molto bene quella regione e ho parecchi conoscenti importanti del luogo. Sarebbe il giusto momento per capire se sono più dei preziosi alleati, clienti… oppure nemici”

Alzò gli occhi verso di loro e lì guardò seccamente “Forsia a livello di criminalità è più simile a Kanto di quello che si crede, sebbene le differenze culturali siano nette. Ultimamente giungono voci interessanti e voglio scoprire il più possibile in modo da aiutare la nostra organizzazione. Potrebbe tornarci molto utile, a seconda di quello che mi direte io procederò di conseguenza”

"S-SÌ CAPO!" risposero i tre e la chiamata si chiuse con immediatezza.

Non avevano mai visto uno sguardo così scuro sul volto del loro boss, e voleva dire qualcosa vista la sua solita espressione.

Non riuscirono a descrivere cosa motivasse il brivido che corso lungo la loro schiena, o cosa portò i loro stomaci ad arrovellarsi. Semplicemente, di quell’ovvio disagio che era sceso nell’aria decisero di non parlare.

 

 

Nel frattempo Ash era uscito dal laboratorio seguito da Serena e i suoi Pokémon. Una volta raggiunti gli altri ancora riuniti dove si erano lasciati prima, si schiarì la voce e rimase in piedi attendendo che gli prestassero attenzione.

Vedendolo, tutti si voltarono e pian piano il brusio sparì, lasciando spazio solo alla voce del Biancavillino. “Amici miei, a breve partirò per un altro viaggio”

I Pokémon rilasciarono un mormorio, c’era chi lo aveva espresso con perplessità e chi di piacevole sorpresa. Quella notizia, sebbene intuita già dall’arrivo di Serena, era stata una piacevole svolta. Ash aveva deciso di ripartire ed era un segnale del ritorno di stabilità emotiva del loro adorato allenatore.

“Forse verrà con me anche Serena, o almeno ci spero!” aggiunse poi, facendo rizzare le orecchie ai tre Pokémon della ragazza. Fin dall’annuncio si erano chiesti se fosse il caso di sentirsi coinvolti, ma ora era decisamente anche affare loro. Volevano assolutamente partire e lo sguardo di Ash era rivolto a loro in particolare in quell’istante, consapevole che il loro aiuto gli avrebbe dato una carta in più da giocare per convincere la loro allenatrice.

“Sbaglio o stai cercando di corrompere i miei Pokémon?” scherzò un po' Serena tenendo le mani dietro alla schiena. La cosa non la infastidiva anzi, era lusingata dell’attenzione che Ash le stava riservando. Tuttavia ciò non la aiutava molto a distogliere la testa dalle sue preoccupazioni di cui il kantoniano non poteva essere a conoscenza.

"Può darsi...” ammise lui senza vergogna “Devo pur giocare ogni mia carta in caso di necessità, no?”

“In effetti...” sorrise mestamente. Emise una risatina, sentendosi appena più sollevata di prima. Per quanto fosse confusa, avere Ash al suo fianco che si comportava così non poteva che rasserenarla. 

Misero via tutto ciò che si erano portati dietro per il picnic e salutarono i Pokémon. Erano chiaramente dispiaciuti, perché qualunque cosa avrebbe deciso Serena, senza Ash era ovvio che non sarebbe restata, quindi non avrebbero avuto modo di conoscerla molto di più per il momento. O mangiare altri dei suoi poké bigné…

E una volta rincasati e seduti tutti a tavola per la cena, fu chiaro per Delia che qualcosa era cambiato.

I movimenti e sguardi del figlio sembravano dare la previsione di una notizia in arrivo. Di conseguenza, attese seduta il momento in cui si sarebbe messo a parlare dell’argomento, sicura che prima o poi sarebbe saltato tutto fuori.

"Mamma ascolta... oggi al laboratorio del Professor Oak mi ha presentato ad un suo collega. Si chiama Olivio e lavora nella regione di Forsia…” cercò di iniziare la discussione Ash. Inizialmente notò la sorpresa da parte della madre, poi lesse chiara consapevolezza, come se sapesse in anticipo la conclusione di quel discorso. 

Proseguì quindi, un po' più lentamente “Sta conducendo delle ricerche-” la guardò un’altra volta, notando l’espressione sempre più di attesa, come se gli stesse chiedendo di riassumere di più “-sui legami tra... mamma, non puoi neanche far finta di non sapere dove voglia andare a parare?”

“Scusami tesoro...” sorrise lei “Ma non pensi che ormai sappia quando sei in procinto di partire per un viaggio oppure no?” ridacchiò un po' rassegnata ma anche felice, forse mai così felice di attendere il tanto sentito annuncio della partenza del figlio per una nuova avventura. “Ma se vuoi farò finta di non aver capito nulla e te lo lascio annunciare…”

Ash sospirò “Eddaiiii, di norma anche se capisci non cerchi di tirarmelo fuori così dalla bocca!”

Delia sapeva bene tutto questo. Sentire suo figlio annunciare una nuova partenza o comunque aspettarsi la notizia era sempre stato visto come un evento tanto felice quanto triste.

Ci teneva che Ash girasse il mondo, realizzasse i suoi sogni e trovasse la felicità; voleva solo il meglio per suo figlio. Era orgogliosa della crescita di colui che per quanto ormai un ragazzo responsabile e maturo, sempre ai suoi occhi sarebbe stato il suo adorato bambino.

Il sentimento di tristezza non nasceva dall’invidia che partisse mentre lei non aveva mai potuto farlo, era semplicemente il suo istinto materno. Preoccuparsi per suo figlio era una costante perché lui era il dono più prezioso che avesse avuto dalla vita. Ecco perché di norma si sarebbe un pochino rattristata, nascondendo però tutto con un sorriso e la sua naturale spensieratezza.

Oggi però sentiva qualcosa di diverso, nemmeno le andava tanto di fare la solita scenetta. Così come suo figlio, anche lei voleva affrontare e abbracciare il cambiamento.

“Vedi tesoro, sei sempre stato e sarai il mio bambino, ma non posso negare che tu sia cresciuto. Hai ormai 17 anni e credo di conoscerti più di chiunque al mondo. Saprei le tue intenzioni anche senza che fossero così ovvie" sorrise lei con dolcezza.

Ash smise per un momento di mangiare, un po' confuso dal discorso. Non aveva mai risposto così alle sue partenze. C’erano stati sempre momenti toccanti tra lui e sua madre, ma avevano un’atmosfera totalmente diversa.

“Stai diventando sempre più maturo e responsabile e so che questo è uno schema che si ripeterà finché non avrai realizzato i tuoi sogni. Hai la possibilità di rincorrerli e vederti felice e in salute è tutto ciò che mi basta. Vorrei fossi sempre al 100% sotto ogni punto di vista, ma nella vita non è mai così, e non sarà tanto diverso con te che sei irruento, spericolato e magnete di guai!”

Ash arrossì appena imbarazzato “Mamma...”

“E lo so che non è sempre colpa tua, quindi mi basta sapere che farai attenzione e, anche se so che non servirebbe dirtelo più, che starai attento.” un sorriso materno le dipinse le labbra.

Per un momento Ash non parlò, ma poi si alzò in piedi, sorprendendo sia Serena che Delia, si avvicinò alla donna e si mise di fronte a lei.

Certamente essere seduta lo rendeva palese, ma per un ragazzo non particolarmente alto in statura, Ash si stava davvero alzando. Non poteva che osservare con meraviglia e nostalgia quanto stesse diventando un bell’ometto.

“Ash... ascolta.” Gli prese dolcemente una mano, anticipando qualunque cosa lui le volesse dire “Ricorda sempre, che io sarò orgogliosa di te. Non importa la strada che sceglierai, so che sarà qualcosa di degno da inseguire e che rappresenterà il fantastico ragazzo che sei.”

Avrebbe potuto avere dubbi sul tuo futuro, sul cammino che avrebbe percorso e forse anche sul suo ruolo nel mondo, ma mai avrebbe messo in discussione il ruolo nella sua vita.

Delia si alzò in piedi e gli posò l’altra mano sulla guancia con affetto. Ash rimase in silenzio, non muovendosi di una virgola “Non dubitare mai di chi sei e dei legami che stringi. Le scelte che farai potranno essere giuste o sbagliate ma finché seguirai il tuo cuore e i valori in cui credi non dovrai mai dubitare di te stesso. E se lo farai, avrai le persone che ti amano accanto a ricordartelo”

Così come lui li aveva avvicinati a sé in passato con altruismo, un forte e buon animo e la sua passione.

Gli occhi del ragazzo brillarono appena.

“Tu devi fare ciò che ti renderà felice, non conta cosa. Hai tutto il tempo di trovare le risposte che cerchi. Non devi rendere orgogliosa me o nessun altro, perché sempre lo saremo e la tua felicità sarà tutto ciò che davvero ci serve” strofinò la mano appena in una carezza. Forse non era più un bambino, ma sarebbe sempre stato il suo bambino “Io sarò sempre e comunque fiera di te”

Si dice che a volte le mamme sappiano tutto sui figli, che riescano a leggere nel loro animo e a capirne, anche se non del tutto, la profondità.
Delia forse non sapeva con precisione cosa avesse avuto il figlio in quel periodo, ma poteva percepire i suoi sentimenti e lontanamente anche i dubbi che lo avevano tormentato.

Perché lei conosceva il suo ometto.

Gli occhi color nocciola del ragazzo divennero lucidi e strinse la madre in un abbraccio forte, lasciando Serena e la donna inizialmente sorpresi.

Sì, Delia era davvero sorpresa. Non per il gesto d’affetto in sé, ma in generale per quell’intensità. Era un gesto era caldo e profondo, ma anche controllato e totalmente diverso dagli abbracci che le aveva rivolto negli anni passati.

“E te non devi provarmi più nulla come madre...”

Un piccolo sobbalzo, sentì le sue mani sulla schiena del figlio tremare appena all’affermazione. “Cosa int-…”

“Vale anche per te.” Proseguì lui “Non conta cosa dicano il mondo o le persone, sarò sempre fiero che tu sia la mia mamma” strinse di più l’abbraccio, nascondendo la testa tra il collo e la spalla della madre.
L’aveva spesso abbracciata, ma era la prima volta che lo faceva in quel modo, con quell’intimità che non si limitava solo all’abbraccio di un bambino, di un figlio o di un parente.

A volte ci sono abbracci e legami che non si possono in alcun modo descrivere, troppo profondi, troppo personali…

Sua madre aveva già dato fin troppa dimostrazioni di forza, non serviva farlo ancora.

Serena e Pikachu si scambiarono un sorriso e poi si limitarono ad osservare la scena fino a che madre e figlio non si staccarono.
Fu così che improvvisamente l’atmosfera allegra si restaurò.

"Beh... Forsia, uh?” disse Delia rompendo il silenzio, passando un dito vicino all’occhio sinistro, per scacciare le ultime tracce delle lacrime che gli erano scappate qualche istante prima “Non credo che avrai problemi a sopravvivere la fame, so che là la cucina è divina! Non saranno le ricette Ketchum ovviamente, ma il tuo palato sarà molto soddisfatto! Guardo molti programmi sulla cucina forsiana!”

Ash indossò un piccolo ghigno girandosi verso Serena “In caso le aspettative non reggano c’è sempre Serena a salvarmi, no?" si rivolse lui sia alla madre che la ragazza, dopotutto non l’aveva ancora informata per bene di quell’aspetto. 

“Oh, andrete assieme?” Gli occhi della donna si illuminarono per un istante e ciò non aiutò il dispiacere di Serena nel doverla correggere.

“Devo ancora decidere, ma sarebbe bello” ammise la biondina.

Delia, annuendo con fare comprensivo, si limitò a concordare “Sì, sarebbe bello. E per fare una scelta così importante dovete fare una bella dormita a pancia piena! Quindi rifocillatevi!”

E fu così che la cena passò tra risate, discussioni e fantasie di ciò che avrebbe atteso Ash nella nuova regione.

Il ragazzo non sapeva cosa avrebbe fatto davvero a Forsia, ma tempo al tempo, le cose sarebbero diventate più chiare. 

 

...

 

Qualche ora dopo, Ash e Serena si prepararono per andare a letto. Non era stata ancora decisa la data precisa della partenza, ma la giornata li aveva stancati abbastanza. Non era tanto sonno, quanto più stanchezza fisica dopo aver giocato tutto il tempo con i Pokémon.

Tuttavia la mancanza di sonno portò i due a rinunciare a  dormire subito e a optare per una chiacchierata. Si sedettero sui puff e iniziarono a discutere di cosa avrebbero potuto fare il giorno dopo.

Per quanto fosse sicuro che sarebbe partito, Ash non aveva intenzione di mettere fretta all’amica. Era anche consapevole che avrebbe potuto scegliere di non seguirlo, quindi voleva ancora fare tutte le cose che si era prefissato prima di ricevere la proposta. 

"Cosa ne dici se domani andiamo a fare una passeggiata nel bosco in cui ci siamo conosciuti?” le propose lui.

Serena lo guardò con stupore “Ti ricordi ancora dove si trova?”

“Ma certo! Ho una buonissima memoria!” ghignò il ragazzo, non era necessario dirle che ci era stato un po' di volte solo per ricordare i momenti trascorsi con lei.

“La stessa memoria che si è ricordata subito di me quando ci siamo rivisti a Kalos?” rivolse un sorrisetto verso l’amico, sapendo di averlo colpito e affondato.

“A volte mi serve solo un piccolo aiuto…!” rispose lui con finta aria offesa.

“Beh, se non ci fai perdere nei boshi… mi farebbe davvero piacere” concordò lei, ricevendo l’espressione soddisfatta dell’amico al suo fianco.

"Sarebbe così male perderci? Finché saremo assieme non ci sarà nessun Poliwag terrificante a spaventarci!”

“B-Beh, abbiamo cose da fare dopotutto!” Combatté il rossore sulle guance alla positività con cui lui aveva detto di non dispiacere l’idea di perdersi con lei, ignorando totalmente la presa in giro.

“Ma sei tipo in vacanza, no?” piegò lui appena la testa, stavolta senza ribattere con una battuta in quanto fosse la verità, o almeno per quanto ne sapeva.

“A-Ah… beh, più o meno...” ridacchiò lei nervosamente, evitando di guardare l’amico negli occhi.

Per un momento il ragazzo aggrottò le sopracciglia con titubanza. Non ci aveva minimamente pensato prima, ma effettivamente ora si chiedeva se fosse possibile che la loro ultima separazione non fosse un elemento determinante nella decisione di Serena.
Pensarci gli provocava delle strane sensazioni nel petto, alcune piacevoli, altre meno, accompagnate da tanta confusione e insicurezza.

Sapeva che Serena come persona gli piaceva davvero tanto e non era così stupido da non capire cosa significasse baciare una persona sulla bocca. Ma non si sentiva propriamente… pronto ad affrontare la questione, per quanto fosse inevitabile prima o poi. Quello era un aspetto del loro rapporto di cui non avevano parlato e forse era proprio quello a dover essere chiarito prima di partire assieme?

Effettivamente, anche se erano prima di tutto amici, non poteva giudicare il tipo di pensieri che venivano provocati in Serena dalla cosa. Se persino a lui veniva difficile far finta di nulla, come poteva sentirsi lei che aveva fatto il primo passo?

Eppure non aveva esitato a venire a tenergli compagnia e gli era sembrata molto felice di rimanere…
Forse era semplicemente meglio chiedere?

“Ehi… per caso non te la senti di partire con me per quello che è successo all’aeroporto?”

L’improvvisa domanda portò Serena a stringere la mano che accarezzava Pikachu in una presa brusca, facendo il topino squittire. “Cha!”

“Scusa Pikachu!” subito disse lei, ripassando la mano nello stesso punto ma con fare gentile, come se stesse cercando di scacciare il dolore. Sembrò funzionare, facendo subito rilassare il Pokémon. 

Non si era aspettata minimamente una domanda simile e non aveva la più pallida idea di come affrontare l’argomento. Tuttavia, la vera fortuna forse era che non doveva per forza farlo.

Con le gote leggermente arrossate, gli offrì un sorriso imbarazzato “N-No, quello non ha nulla a che vedere con il viaggio…”

“Ah…” Non sapeva se sentirsi rincuorato di non causarle un problema oppure dispiaciuto di non aver saputo di più riguardo alla questione. Decise che però forse era meglio così, avrebbe avuto più tempo per prepararsi alla cosa. 

“Semplicemente non so quanto sia adatto chiamarla una vacanza… forse è più una pausa di riflessione?”Continuò lei, e notando lo sguardo confuso di Ash provò a specificare “Non ho mai davvero considerato di tornare a Hoenn” ammise lei con un filo di voce.

A quel punto per Ash fu impossibile nascondere il filo di preoccupazione che tracciò il suo volto “E’ successo qualcosa?”

“E’... complicato” provò a dire, sperando fosse sufficiente, ma sapeva bene che fosse l’opposto “Diciamo che ha messo in prospettiva ciò che voglio per il mio futuro…”

Da una parte il ragazzo sembrò accettare la risposta, percependo della verità nelle sue parole. Dall’altra sapeva che Serena aveva cercato di deviare, andando al succo del discorso e nascondendo tutto il resto.

Decise però di non insistere e di lasciarla fare. Così come lei non lo aveva pressato a parlare, doveva ricambiare il favore. 

“So che amo esibirmi e che amo farlo nello stile dei Varietà. So anche perché lo faccio… ma mi chiedo se davvero diventare la Regina di Kalos, Forsia o qualunque regione, sia davvero il modo giusto. Mi chiedo se il titolo davvero dirà che ho raggiunto il mio obiettivo.”

Ash si sentì travolto da quelle dichiarazioni, perché in fin dei conti stava dando voce ad uno dei suoi stessi enormi dubbi. Avevano dei sogni molto diversi, ma allo stesso tempo la loro visione era così simile… non poté che assumere un approccio personale. “Immagino che siamo sulla stessa barca”

“Uh?”

“Mi chiedo se vincere la Lega sia davvero il coronamento del mio sogno. Se diventare Maestro Pokémon e diventare l’allenatore più forte coincidano, anche se mi diverte lottare.” Le offrì un sorriso, quello di uno che, almeno parzialmente, poteva capirla. 

“Forse è anche per questo che ho insistito nel chiederti di venire a Forsia. In questo momento sento che… averti a fianco mi rende più sicuro su tante cose, o almeno mi da la forza di affrontare le insicurezze.” si grattò il capo mormorando a bassa voce l’ultima parte.

Non era per metterle pressione e nemmeno per sfruttare a suo vantaggio qualunque cosa lei provasse, l’ultima cosa che voleva era saperla in difficoltà.
Era vero che vederla inseguire così passionevolmente il suo sogno di diventare performer professionista lo stimolava, ma allo stesso tempo sapere che non era l’unico a farsi simili dubbi lo faceva sentire capito. In entrambi i casi, la compagnia di Serena lo faceva sentire meglio, così come sperava di poter fare lo stesso per lei. 

La performer arrossì e cercò di non perdere il controllo del suo battito cardiaco. “Vedo che siamo entrambi molto confusi, eh?”

“Già!”

“E partire potrebbe aiutarci…”

“Hmm…”

Comprendendo che nessuno dei due avrebbe continuato a parlare della questione, Serena provò a sviare “So che ne abbiamo già parlato, ma sarebbe stato bello se anche Lem e Clem fossero venuti. Sarebbero stati felici di conoscere tua madre, il professore e tutti i tuoi Pokémon!"

Ash concordò, sorridendo mestamente “Clem sarebbe uscita pazza da una giornata intera con tutti quei Pokémon… e ammetto che mi sarebbe piaciuto vederlo!” 

“Peccato davvero… però in futuro si potrebbe fare!”

“Sì, decisamente.” Lo sguardo di Ash si illuminò, ma era chiaro che si stesse controllando, sapendo già che qualunque cosa stesse pensando, non si sarebbe probabilmente concretizzata “Sarebbe stato anche bello invitarli a Forsia…”

Proprio come d’aspettarsi, Serena subito fermò l’idea sul nascere "Purtroppo quando ho visitato Lem e Clem era palese quanto fossero impegnati. In città tutti si affidano a lui, sia per le lotte che per la manutenzione, è come se fosse il loro punto di riferimento…”

“Lembot non riesce ad aiutarlo?”

“E’ l’unico motivo per cui non è crollato per lo stress.” Sospirò la ragazza, ricordando come lei e Clem avessero dovuto obbligarlo a fermarsi e riposare. “Sembra che le cose stiano migliorando, ma penso ci vorrà ancora qualche mese prima che tutto torni stabile anche senza di lui”

"Capisco, immagino che sarà per la prossima volta..." mormorò il ragazzo, lasciandosi sprofondare nel puff. “Sai, potremmo lo stesso andare a trovarli se avremo l’occasione, dopotutto le due regioni sono vicine, giusto? Oppure dopo il viaggio a Forsia potremmo fermarci a Kalos per un po', giusto in onore dei vecchi tempi!”

“Da come lo dici sembra siano passati secoli...” Serena ridacchiò in uno sbadiglio, sentendo la stanchezza che arrivava e prendeva il sopravvento. Le braccia di Morfeo si facevano sempre più vicine e le palpebre della ragazza iniziarono a socchiudersi.

La mente di Ash però continuò a viaggiare. Pensava a quanto sarebbe stato bello viaggiare di nuovo con l'amica se avesse accettato e a quanto sperava in quel risultato. Pensava a quali preoccupazioni potesse davvero nascondere, così grandi da averla portata a sospendere il suo viaggio…

Forse era stato colto alla sprovvista da quei sentimenti che provava verso di lui, ma a parte quelli pensava di conoscerla molto bene. Non si sarebbe mai arresa così, non avrebbe mai cancellato i suoi piani o mollato tutto per una ragione futile.

Se aveva davvero deciso di interrompere la sua esperienza a Hoenn doveva per forza essere successo qualcosa di non poco conto, forse qualcosa di grave.
Sperava non fosse così, ma sapeva quanto fosse improbabile vista la forza e determinazione della ragazza.
Era preoccupato e trattenersi dal voler domandare di più era davvero difficile.

Non poteva fare nulla; non poteva probabilmente risolvere i suoi problemi e non poteva nemmeno insistere a farla parlare…
Si sentiva così impotente.

L’unica cosa che sapeva avrebbe potuto fare era invitarla a venire a Kanto. Se si fosse fatto avanti subito quando lei aveva mostrato dubbi a Kalos… quanto ancora non sapeva cosa fare, forse le avrebbe risparmiato qualunque cosa successa a Hoenn. Non è che non si fidasse delle scelte di Serena, sapeva che era più che capace di badare a se stessa, ma se avesse potuto risparmiarle dei brutti momenti, lo avrebbe fatto in un secondo.

Per quanto ogni esperienza sia utile a crescere e migliorare, non desiderava il dolore di nessuno, ancor meno di una persona così speciale per lui.

Così come forse… se avesse chiesto quella compagnia, non si sarebbe ritrovato a brancolare nel buio per mesi. Di quel periodo della sua vita stava ancora cercando un senso.

Cercò tuttavia di non rendere l’atmosfera malinconica e di non lasciare che il suo tono lo tradisse “Eheh sai penso tu piaccia a mia madre. A volte può sembrare un po' imbarazzante con il suo carattere però..-” fece per voltarsi verso l'amica, ma prima che potesse finire di farlo e posare il suo sguardo su di lei sentì un peso appoggiarsi totalmente a lui. La testa di Serena finì tra la sua spalla e il collo e il contatto subito gli fece partire un’ondata di calore dentro, oltre ad un brivido.

Rimase silenzioso in un primo momento, cercando di capire cose stesse succedendo. Poi la sua voce la chiamò piano “O-Ohi… Serena”

Avesse davvero voluto svegliarla avrebbe dovuto alzare il tono... eppure non lo fece. Era spontaneo quel sentimento di non volerla scostare, sebbene non aiutasse quella specie di Pokémon che stava galoppando nel suo petto all’impazzata.

Non sapendo che altro fare, il ragazzo la fissò per qualche secondo… o minuti. La luna entrava dalla finestra e illuminava il viso e i capelli della kalosiana, dandole una strana caratteristica che l’allenatore non riusciva bene a definire. Gli ricordava quando vedeva un paesaggio naturale nel suo momento di splendore o come quando un Pokémon liberava la sua vera essenza…

Qualcosa di bello… lei era bella.

Ash immediatamente al pensiero si rigirò per distogliere lo sguardo, mentre Pikachu fissò la scena godendo con molto contegno. Se ne stava tranquillo, ancora rannicchiato sulle ginocchia di Serena e sorrideva al suo allenatore.

Inizialmente il povero adolescente non seppe cosa fare o come agire per risolvere la situazione, si sentiva sempre più imbarazzato. Dopo un pò però capì che forse il punto era che non doveva risolvere nessuna situazione.
Quel calore non era fastidioso… ma piacevole.
A quale scopo serviva svegliarla o spostarla? Si sarebbe semplicemente addormentato come lei.

Si lasciò sprofondare meglio nei cuscinoni, permettendo non solo a se stesso di mettersi comodo per dormire ma anche per permettere a Serena di essere in una buona posizione sebbene ancora appoggiata a lui. In pochi secondi i suoi occhi iniziarono ad essere sempre più deboli e stanchi. Le palpebre pesanti calarono fino a chiuderli e in breve tempo crollò in un sonno profondo, confortato dalla presenza dell’amica addosso a lui.

Non sentì il rumore della porta della camera chiudersi e nemmeno sua madre che si allontanava dopo aver visto tutto mentre sorrideva a se stessa.

 

 

Ore dopo, quando la casa era ormai avvolta dal buio della notte, gli occhi si aprirono.
Continuarono a guardarsi intorno nella camera, cercando di abituare la vista alla mancanza di luce.

Le era impossibile riprendere sonno con quell’improvvisa stretta al petto che l’aveva svegliata. Era come un forte impulso, uno che le chiedeva di alzarsi e fare una cosa che da ore aveva evitato.
Se l’urgenza di prendere una decisione l’aveva inseguita fino nel mondo dei sogni, era chiaro che dovesse sbrigarsi.

Per la verità era da molto che non dormiva bene, l’unica eccezione era stata durante la sua permanenza a Biancavilla, forse per l’atmosfera e per la gentilezza di Ash e sua madre. L’avevano distratta, accolta e intrattenuta. Tergiversare però non le avrebbe permesso di tenere lontani gli incubi a lungo, ed era inutile posticipare qualcosa per cui aveva già preso una decisione pressoché sicura.

Guardò l'orologio sul comodino di Ash, erano le 03:40 del mattino. Molto tardi per loro, ma non per chiunque.
Per esempio, non era tardi a Kalos…

Portò poi lo sguardo sull’amico, consapevole che se si fosse guardata allo specchio sarebbe probabilmente finita faccia a faccia con un pomodoro. Non aveva idea se si fosse addormentato allo stesso momento in cui lo aveva fatto lei o se semplicemente aveva deciso di non spostarla perché non gli dava fastidio, ma era certa di non volerlo svegliare.

E se le sarebbe piaciuto rimanere in quella posizione… aveva una priorità più alta in quel momento.

“Pipika?” mormorò Pikachu mezzo addormentato.

“Scusa non volevo svegliarti” Si scusò lei dispiaciuta di aver interrotto il suo sonno, ma Pikachu scosse la testa facendo poi cenno con la zampa che non era colpa sua e non importava.

Osservò meglio la situazione. La testa di Serena era appoggiata sotto quella del suo allenatore e dallo sguardo della ragazza poteva dedurre che dovesse alzarsi per fare qualcosa. Non sapeva cosa ma sembrava importante e comprendendo la necessità della performer il topino si alzò, balzò sul retro del cuscinone e pian piano infilò la sua testolina tra quella dei due, in modo da permettere lei di toglierla senza lasciare uno spazio vuoto e svegliare Ash.

La kalosiana riuscì a svignarsela e il suo amico rimase addormentato. Riconoscente giunse le mani e con un sorriso ringraziò il Pokémon “Grazie Pikachu! Ti prometto che farò in fretta!” Non che a Pikachu dispiacesse stare accoccolato con il suo allenatore, ma non era una posa comodissima. Sembrava un sacco di patate.

“Pi!”

Gli occhi di Serena si spostarono su Ash, il quale dormiva tranquillo come se non fosse successo nulla. Il suo sonno era sempre stato abbastanza pesante eppure pareva così pacifico in quel momento, così rilassato.

Non riusciva a non sentire quel senso di estrema tenerezza nel vederlo così. Portò la mano sotto i ciuffi dei capelli sulla fronte di Ash e li scostò appena con gentilezza dai suoi occhi, per evitare che lo disturbassero. Avrebbe tanto voluto farlo senza esitazione e senza nascondersi, ma per il momento sarebbe dovuto bastare quel piccolo gesto.

Scosse la testa e si alzò dritta in piedi, procedendo verso la porta e aprendola, senza poi richiuderla del tutto, per evitare di fare eccessivi rumori.

Si guardò poi in giro, constatando che non ci fosse nessuno in piedi. Delia doveva essere per forza a letto a quell’ora, ma non credeva si sarebbe arrabbiata se avesse fatto una chiamata importante.

Scese le scale e andò in salotto, compose il numero sul display per le videochiamate e poi aspettò. Non ci volle molto, la risposta arrivò quasi subito e sullo schermo apparve la figura di una signora di mezza età.

"Serena, che piacere sentirti. Sei ancora a casa tua?” rispose la donna in questione.

"Buongiorno Paloma! No, non sono a Kalos al momento, mi trovo nella regione di Kanto in visita ad un amico. Spero di non disturbarla, so che a Kalos è ancora sera"

Paloma rimase sorpresa per un istante, ma poi sorrise con candore “Vedo di nuovo un po' di luce nei tuoi occhi, sono felice che tu ti senta meglio dopo quello che è successo. Hai fatto bene ad andare a Kanto”

“Sì, sono felice di essere partita”

“E immagino che il motivo per cui mi chiami non sia che vuoi partecipare nel circolo di competizioni a Kanto, giusto?” prese una tazzina e l’avvicinò alle labbra, sorseggiandone il contenuto con molta calma. “E immagino non riguardi nemmeno la proposta di cui avevamo parlato al tuo ritorno da Hoenn?”

Si sentì solo il silenzio come risposta. Paloma guardò bene negli occhi la ragazza e dopo un momentaneo attimo di riflessione la donna chiuse i propri, sorridendo consapevole “…Sì, immagino sia l’esatto opposto.” continuò a sorridere appoggiando di nuovo la tazzina sul tavolino di fronte a lei.

“Devo rifiutare la sua proposta, nuovamente”

Non arrivò subito una risposta da Paloma, la quale si limitò a rimanere in una posizione di stasi. Il sorriso non lasciava le sue labbra e le palpebre rimanevano abbassate.

Serena fece un respiro profondo e cercò di proseguire “Lei è stata davvero fin troppo paziente e gentile con me. Ho rifiutato la sua offerta una prima volta per poter fare esperienza a modo mio altrove, e quando le cose non sono andate bene e son tornata, lei è stata così gentile da darmi un’altra occasione. Sono partita per fare esperienza e costruire delle basi solide per la mia carriera, ma ho finito solo per trovare molti più dubbi…”

“Per quello che può valere, anche se non ha a che vedere con il lato più spiacevole della vicenda, è stato il mio consiglio a risultare errato. Di questo mi dispiace molto”

Un sorriso mesto crebbe sulle labbra di Serena “Lei ha cercato di aiutarmi anche se non avesse alcun obbligo nei miei confronti.”

“Sarebbe un crimine non aiutare una ragazza con così tante potenzialità e passione, al di là della simpatia” 

Serena sospirò, cercando di scacciare dalle mente pensieri che non era pronta ad affrontare al momento “So che venire a studiare da lei sarebbe la scelta più sicura per sistemare le cose, ma nonostante tutto, mi piacerebbe pensare che Hoenn sia stato solo un passo falso da cui imparare. E probabilmente ne farò ancora, ma penso che riuscirò ad alzarmi meglio se non avrò rimpianti in cosa starò facendo”

Per molto tempo aveva riflettuto sulle parole che Ash le aveva detto dopo la sconfitta nella Masterclass, sul fatto che niente che si fa è davvero inutile.
Si era aggrappata a quelle parole come un mantra, soprattutto quando era tornata dal suo viaggio a Hoenn, e ancora stava disperatamente cercando di applicarle.
Doveva ancora scoprire a cosa servisse quel buio capitolo della sua vita, scoprire quale fosse il significato per forza esistente, che prima o poi le sarebbe stato utile per crescere. 

Altrimenti come avrebbe potuto guardare in faccia il suo sogno?
Ma per trovare delle risposte a tutte quelle domande, avrebbe dovuto continuare a viaggiare. Continuare a fare esperienze, conoscere persone e Pokémon, capire davvero quale fosse la realtà del suo obiettivo. E come farlo se non scoprendo tutte le realtà in cui si presentava?

Ripensò ad Ash e al suo sguardo quando le aveva proposto di andare con lui e all’innegabile sicurezza che le dava “Il mio amico Ash mi ha chiesto di partire con lui e fin dall’inizio volevo spontaneamente accettare. Ho spesso vacillato quando si trattava di prendere decisioni per il mio futuro, se non quando ho deciso di unirmi a lui a Kalos… e alla fine è stata la mia scelta migliore. Penso che se il cuore mi ha dato un segnale così forte, vuol dire che devo buttarmi”

Passarono un paio di secondi e poi Paloma domandò “Ti farò una domanda onesta, senza avanzare alcun pregiudizio; pensi che senza di lui saresti riuscita lo stesso a fare questa scelta?”

A quella domanda, Serena era più che pronta “Ho sempre temuto che la sicurezza che lui mi dà, non mi permettano di staccarmi e dipendere da me stessa soltanto. Però con il tempo ho realizzato che non è così”

“Hmm”

“E’ vero che non possiamo dipendere sempre dagli altri nella vita, ma ho concluso così tanto nel mio viaggio a Kalos perché non ero sola. Se non ci fossero altre persone o Pokémon con cui condividere le nostre esperienze di vita perderemmo un sacco di aspetti preziosi della vita. Non dico che non bisogni trovare la forza in sé stessi, ma a volte rischiare è più sicuro se lo si fa con qualcuno che è pronto a supportarti, anche silenziosamente. Penso si possa camminare per la propria via e allo stesso tempo farlo fianco a fianco.”

Paloma ancora non disse nulla, lasciando la ragazza parlare.

“Non sono ancora convinta di cosa farò con precisione, so che nella regione dove mi ha chiesto di accompagnarlo, Forsia, ci sono i Varietà. Forse parteciperò e ricomincerò da zero tornando sulla strada che il mio cuore mi consiglia o forse tenterò qualcosa di diverso per capire se essere Regina dei Varietà è davvero ciò che voglio per il mio futuro da performer. Forse mi darà qualche risposta o forse mi servirà per sentirmi meglio e prendermi una pausa da tutto… per poi tornare più forte di prima” portò la mano sul petto sentendo le parole fluire dalla sua bocca ora con molta più naturalezza.

“Capisco” rispose Paloma con un tono estremamente pacato “Devo dire che sono un po' sorpresa. Non mi aspettavo tu uscissi da quella situazione in tale fretta e decidessi di venire con me, ma anche questa tua improvvisa scelta molto forte, casuale e fuori dagli schemi… mi lascia davvero molto su cui riflettere.”

Serena si sentì dispiaciuta, non voleva mancare di rispetto alla donna o implicare che i suoi metodi di insegnamento non valessero “Io non volevo farle per-”

Paloma fece cenno a Serena di fermarsi e la ragazza obbedì "Serena, tu vuoi andare con questo ragazzo… Ash, no?"

Serena rimase inizialmente sorpresa ma nel giro di un attimo uno sguardo determinato si formò sul suo viso “Sì, so solo che voglio partire e scoprire di più in questo viaggio con i miei amici."

Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui Serena sentiva sempre più la pressione alzarsi ma il suo sguardo non tramutò in alcunché di diverso.

"Allora vai." Sorrise la donna.

Serena poteva immaginare di avere gli occhi scintillanti di gioia, eppure era impossibile in quel momento, nel buio della notte, riuscire a capirlo, anche se fosse stata provvista di uno specchio. Solo il suo cuore la convinceva di questo "D-Davvero non è delusa o offesa?"

"Avrebbe cambiato la tua scelta?” domandò Paloma con aria di sfida. 

Alla quale Serena rispose con prontezza “No.”

“Allora è sicuramente la decisione migliore, se sei così sicura di volerla prendere. Credo che ormai si sia capito che per un motivo o per l’altro non riusciremo a lavorare assieme come allieva e maestra e per quanto mi dispiaccia, non è l’unico o il miglior metodo per te di imparare. Sei arrivata fin qui con le tue sole forze e il supporto dei tuoi amici, quindi se per te funziona non vedo perché forzarlo di cambiare”

Serena portò la mano sul petto, dove di norma teneva il suo fiocco blu. Anche se ora non lo aveva addosso era diventata abitudine posarvi la dita nei momenti più sentiti.

“Non dico che condivido perfettamente la tua visione, ma probabilmente nemmeno la comprendo. La tua strada ti chiede di circondarti da altre cose importanti oltre ai Varietà, per costruire basi più solide” le parole di Paloma proseguirono. Era vero, non poteva capire le altre motivazioni che legavano Serena al ragazzo, se non l’amore, ma conosceva anche Serena abbastanza per dire che non era solo una ragazza pronta a buttare tutto all’aria per un innamoramento o disposta a dipendere da un’unica persona.

Serena sentì un enorme peso lasciarle il petto. "La ringrazio di cuore!" Disse inchinandosi per ringraziare la donna più vecchia. Ora sapeva che avrebbe potuto dedicarsi al suo percorso di guarigione, senza avere rimorsi di alcun tipo.

Paloma annuì "Buona fortuna Serena, è stato un piacere conoscerti e riuscire ad aiutarti un poco in quel che ho potuto. Se avrai bisogno sappi che sarò sempre disponibile. Sono convinta che puoi fare tanto della tua vita, sei speciale"

La signora portò poi la mano sul pulsante del display "Anche se è importante usare la testa, continua a seguire il tuo cuore, fin’ora ti ha portata alle scelte migliori." A quel punto un lieve sorriso fu l'ultima immagine di Paloma che Serena vide.

Il telefono si spense e la ragazza sospirò alzandola testa verso il soffitto, senza staccare la mano dal cuore pulsante.

Le sue labbra si dipinsero in un sorriso, quello più vero che potesse assumere. Prese con sé il buon umore ritrovato e finalmente sentì il corpo farsi stanco ma rilassato. Poteva tornare a dormire…

Con Ash.

Ecco, ora avrebbe avuto di nuovo il tempo e l’animo di imbarazzarsi per quelle cose… e con Pikachu la stava certamente aspettando, doveva sbrigarsi.

A fermarla però, fu una voce leggera che la richiamò nel buio “Così la risposta è sì, eh?" disse con calore e gentilezza.

Alla povera ragazza quasi venne un colpo a vedersi piombare come un fantasma la signora Ketchum alle sue spalle "Delia? N-Non sapevo che fossi ancora sveglia!" disse la performer cercando di non urlare dallo spavento. Sperava di non averla svegliata.

"In realtà ero solo scesa a prendere un bicchiere d'acqua, con questo caldo sembro un Camerupt assetato! Mentre arrivavo, ho sentito la tua voce e quella di una signora ed è stato inevitabile ascoltare il resto. Mi spiace di averlo fatto senza permesso, ma volevo assicurarmi che fosse tutto ok..."

“N-Non si preoccupi, non era nulla di grave! L’importante è non dirlo ad Ash, voglio che sia una sorpresa la mia scelta di partire con lui!”

Delia annuì “Certo, ho la bocca cucita!”

“C-Comunque ora mi basta far sapere tutto a mia madre, la contatterò domani! Non vedo l’ora di partire per questo viaggio!”

"E’ davvero fantastico, chissà come sarà contento mio figlio!" rise piano Delia “Tuttavia non intendevo quello, mi riferivo a ciò che ha detto quella donna...” rallentò lei osservando bene i cambiamenti d’espressione sul viso di Serena “O meglio… i riferimenti che ha fatto”

Serena cercò di far finta di nulla anche se era un tentativo vano e patetico. Era più un silenzio di disagio.

La donna, vedendo l’espressione della ragazza estremamente in difficoltà, si avvicinò e appoggiò le mani sulle sue spalle “Tesoro, non devi dirmi nulla se non vuoi. Qualunque cosa sia successa ne potrai parlare se vorrai e quando ti sentirai pronta, a me o Ash. Sono sicura però che non ti rende meno forte di quello che sei”

Serena sorrise e improvvisamente si sentì avvolta nell’abbraccio della donna, a cui ricambiò con affetto e quasi necessità. Non si era accorta di averne bisogno fino a che non era successo. “Non sono affatto così forte…”

“Ti sottovaluti, mia cara” mormorò Delia con tono caldo “La tua sola presenza qui è la prova di quanto grande sia il tuo cuore e non potrei essere più grata di quello che hai fatto e farai partendo con Ash”

“Delia…?” Serena alzò il capo, incrociando gli occhi lucidi della donna, dai quali però non scendevano lacrime. “Va tutto bene?”

"Sì, è solo che a volte ci sono cose che non riusciamo a dire, cercando di farci forza.” Delia parlava con una tale gentilezza e calma, ma dietro alle sue parole si poteva sentire quanto senso di immedesimazione ci fosse.

Guidò la ragazza fino al divano, dove entrambe si sedettero, l’una di fianco all’altra. “Mi rassicura enormemente sapere che anche te tieni ad Ash così tanto, anche se lo facciamo in modo diverso. Sei davvero riuscita a ribaltare la situazione in maniera così semplice…”

"D-Delia..." rispose Serena pensando a quanto la madre di Ash volesse bene al figlio. Ciò che le fece quasi ricordare la propria e le diede una nota di nostalgia. Primula aveva metodi diversi di dimostrarlo e spesso non si comprendevano come volevano, ma non era mai mancato l’amore tra le due. “Avrebbe potuto farlo chiunque dei nostri amici”

“Forse, ma è successo e c’eri te, questo non lo cambierà niente e nessuno.” 

“Delia…”

“E per questo vorrei parlare con te di una cosa. Non ne ho discusso con nessuno a parte Samuel.” disse Delia, cercando di non far preoccupare la ragazza, sebbene fosse una cosa estremamente personale.

Gli occhi di Serena la guardavano lo stesso con tale confusione “Nemmeno con Ash?”

“In particolare non con lui.” Erano sentimenti che una madre non poteva rivelare al figlio con facilità.

“Perché proprio a me allora?” Cosa poteva rendere una dei tanti amici di Ash la persona perfetta con la quale sua madre avrebbe potuto confidarsi?

Delia non poté che ridacchiare alla domanda, rispondendo con estrema semplicità “Perché siamo amiche”

A quell’affermazione Serena riuscì solo a sorridere, ma ben presto, quando le seguenti parole lasciarono la bocca della donna, il suo sorriso sparì come sciolto da una vampata violenta. 

"Mio marito non è mai stato presente nella vita di Ash."

Non si sarebbe mai aspettata un risvolto simile.

Alla menzione del padre di Ash, Serena divenne bianca come un fantasma. Serena doveva ammettere che si era spesso chiesta cosa gli fosse successo, visto che durante il viaggio a Kalos Ash non lo aveva mai menzionato di sua spontanea volontà.

Non era l’unica ad aver percepito la delicatezza della questione. Lei e Lem avevano notato che quando Ash osservava il padre dell’inventore aveva sempre uno strano sguardo, quasi nostalgico o desideroso. Per questo motivo non avevano mai pensato di fargli domande dirette.

L’unica volta in cui aveva accennato all’assenza di una figura paterna, era stato quando Meyer stesso, durante una cena a casa sua aveva chiesto delle loro famiglie e Ash si era limitato a descrivere solamente Delia e ad usare parole che lasciavano trasparire chiaramente che era stata lei solamente a crescerlo.

Da allora, tra Serena, Lem e Clem, era nata la consapevolezza che quello era un argomento off-limits e si erano fatti la silenziosa promessa di evitare di cadere sull’argomento inavvertitamente.

Dopotutto, nemmeno Ash aveva mai insistito quando Serena aveva fatto intuire di avere avuto una situazione complicata con i suoi genitori e che il padre non fosse più nella sua vita da tempo, così come per Lem e Clem quando avevano confidato che la loro madre era morta per un grave malanno quando la secondogenita era ancora in fasce.

Il minimo era evitare pressioni e limitarsi ad esserci in caso di bisogno per ascoltare.

"Lo conobbi quando ero ancora un'adolescente, avrò avuto diciotto anni all’incirca. Ai tempi vivevo e lavoravo ancora in questa casa, che era la locanda dei miei genitori. Non solo cucinavamo, ma accoglievamo anche alcuni allenatori per la notte avendo delle stanze in più e uno di loro fu proprio il padre di Ash...”

Sospirò appena al ricordo “Avevo sempre voluto partire per un viaggio come allenatrice, ma le mie occupazioni non me lo hanno mai permesso e questo mi aveva causato molto risentimento e frustrazione per la situazione in cui mi trovavo. Fu però proprio l’incontro con lui a farmi sentire di nuovo libera...” assunse uno sguardo nostalgico e pieno di rammarico nel ricordo di quei tempi in cui sembrava tutto un sogno.

“Sembrò un colpo di fulmine, il tempo della sua permanenza andò sempre più ad allungarsi fino a che divenne chiaro che ormai si era stabilito da noi. Eravamo innamorati persi, tutto il resto non sembrava più contare una volta assieme, il cuore l’uno dell’altra era ciò a cui credevamo di appartenere.”

Sembrava proprio un amore da favola…

Vi fu una pausa accompagnata dal silenzio, per poi dare spazio alle parole di Delia che formarono un groppo alla gola di Serena.

“Ci ritrovammo sposati nel giro di pochissimi mesi e poi, qualche settimana dopo… rimasi incinta di Ash.”

La ragazza rimase in silenzio e non si chiese più il perché di quel discorso, era troppo presa da quello che stava ascoltando.

“Devo ammettere che fummo due sprovveduti, ci lasciammo travolgere totalmente dal nostro sentimento. Ai tempi però ci sembrò perfettamente naturale e ancora oggi se provo a immaginarmi di nuovo nelle vesti della me di quei giorni, difficilmente vedrei un finale alternativo.” La sua voce divenne sempre più flebile “Non avevo nemmeno avuto tempo e modo di accorgermi di quanto la nostra relazione ci stesse spingendo in là. Mi aveva ridato il sorriso, la forza e il sentimento di libertà che tanto avevo bramato… non avevo paura ad affrontare il futuro se ero al suo fianco”

Serena sentì un senso di tenerezza udendo quelle parole, ma allo stesso tempo uno di desolazione. Sebbene fossero sentimenti diversi, anche Serena si era sempre sentita incoraggiata dalla presenza di Ash. Tuttavia, poteva solo capire e non immedesimarsi, perché non essendosi mai trovata in gabbia come Delia e non avendo mai sentito il bisogno di un principe azzurro, Ash era stato sì una grande fonte di forza ma non qualcuno a cui dedicare la sua intera esistenza.

Teneva enormemente a quel ragazzo, ma avendo la fortuna di poter scoprire se stessa, aveva sempre potuto seguire un sogno che non fosse solo l’amore romantico.

“Così come però me li donò, ben presto li strappò. Avevo solo 19 anni quando partorii Ash… e quando lui mi lasciò sola.”

La performer sentì il corpo irrigidirsi, implicava che il padre di Ash era…?

“Mi abbandonò.” Fece svanire subito il primo pensiero di Serena, lasciando posto però ad uno altrettanto sconfortante “Sparì nel nulla per riprendere il suo viaggio. Nel stesso periodo mio padre prese la stessa identica decisione e mia madre mancò per malattia...” Delia sorrise, anche se il suo tono di voce trasmetteva dolore. 

“Se ne sono andati… così?” La ragazza non riuscì a trattenere la smorfia, trovandosi allibita nel disgusto verso quelle persone. Poteva capire il richiamo del mondo, la voglia di realizzare i propri sogni, ma non ne aveva forse anche Delia?

Perché lei non poteva e gli altri sì? Perché le avevano addossato responsabilità che non la riguardavano o per le quali avrebbero dovuto contribuire in egual maniera?

La passione con la quale Serena pronunciò quelle parole non fu una sorpresa per Delia, ma nemmeno la infastidì. "Rimase tutto nelle mie mani. Avevo una locanda da gestire totalmente da sola, il lutto di mia madre, l’abbandono dei due uomini che credevo più importanti per me… e il dover crescere l’ometto che aveva invece appena fatto capolino.”

Strinse la mano attorno al tessuto della vestaglia da notte, assumendo uno sguardo determinato “Dovevo rimboccarmi le maniche e così feci. Anche se la mia libertà era ormai svanita, avevo trovato in mio figlio un motivo per raccogliere le forze e tornare a sorridere!”

Che donna forte… Serena non poté che ammirare, sapendo cosa aveva dovuto passare. Tuttavia, un pensiero continuava a tormentarla “Ma suo padre e quello di Ash in tutto questo tempo non sono tornati? Non si sono mai fatti vivi?”

Delia sorrise con amarezza “Certo che no. Da quel giorno in cui se ne andarono io non ebbi più notizie, nemmeno rientrano nel database degli allenatori registrati.”

Spariti nel nulla.

“Mio padre… non avevo un buon rapporto con lui ed era da tempo che sentivo questo presentimento che ci avrebbe lasciati. Il vero colpo penso fu mio marito. Non tanto per me, decisi di non spendere i miei giorni a sperare nel ritorno di qualcuno che aveva rinnegato una moglie e soprattutto un figlio. Tuttavia… per Ash che non ha avuto un padre.”

“...Ash…”

“Certo, negli anni abbiamo avuto comunque aiuto da amici speciali tipo il Professor Oak, che non ringrazierò mai abbastanza, ma per lui è stato molto difficile, anche se non ha mai voluto mostrarlo.”

“E’ stato difficile anche per te.” Serena puntualizzò come un dato di fatto. Delia sembrava concentrare tutto sui sentimenti di Ash, ma era chiaro che fosse anche lei vittima di quella spiacevole vicenda. “Immagino avresti voluto studiare o rincorrere i tuoi sogni come le altre ragazze coetanee.”

Delia sospirò, agitando appena la mano come se fosse qualcosa di poco conto “Un pò.” Tanto, ma era passato ormai il tempo di lamentarsi. Nessuno le avrebbe restituito quegli anni. “Il più è stato accettarlo agli inizi e non vado estremamente fiera di come sia arrivata quella realizzazione e la mia reazione…”

 

 

“Cos’hai combinato ancora, Ash?” La voce della ragazza lo richiamò, tuttavia difficilmente riusciva a trasmettere quel senso di autorità che tanto sperava di imprimere.

Forse era per la sua giovane età di 22 anni, o forse per la stanchezza travolgente che le stava rendendo difficile persino rimanere dritta con la schiena, a testa alta. 

Il bambino la squadrò con i suoi occhi grigiastri saccenti e in un movimento voltò la testa altrove, cercando di evitare lo sguardo della madre. Non era sicura se fosse perché si sentiva in imbarazzo o in colpa, probabilmente non più tanto visto che continuava a finire per ricommettere gli stessi disastri nonostante i rimproveri, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. 

“Allora? Fare scena muta non te la farà scampare.”

Nuovamente il corvino arricciò il naso, senza però degnare la madre d'uno sguardo. Inizialmente l’atteggiamento l’aveva innervosita non poco, poi aveva imparato a gestire i suoi sentimenti con furbizia. 

Un finto pianto, qualche lamentela sulla sua povera gioventù e bellezza sprecata e un po' di senso di colpa. Normalmente il trucchetto funzionava e riusciva a tenerlo a bada per qualche giorno, prima che tornasse alle solite.

Ash non era un bambino cattivo nel senso della parola. Non andava in giro a bullizzare gli altri bambini e non faceva nulla che davvero potesse far del male alle persone o i Pokémon della zona. Tuttavia, non si risparmiava dal fare scherzi di cattivo gusto e mettere i bastoni tra le ruote. 

Riordinava le stanze? Lui prontamente per farle dispetto scompigliava tutto.
Giornata di pioggia? Si poteva aspettare impronte di fango per tutta casa, muri e soffitto inclusi.
Vasi rotti giocando a calcio in casa nonostante lo spazio infinito fuori, marmellata al posto dello shampoo e crema solare nel tubetto di dentifricio…

Quel che era peggio, era quando gli scherzi si estendevano ai clienti o gli abitanti di Biancavilla. Rubare il cibo ai clienti, vestirsi da Gengar ed entrare nelle stanze degli ospiti di notte, cercare di cavalcare i Doduo dei vicini, lanciare gavettoni all’anziano contadino scorbutico, dipingere i suoi cavoli…

Se non aveva a che fare con le sue marachelle lì a casa, aveva la segreteria tempestata di messaggi e la cassetta della posta colma di reclami.

Tutto sommato alla fine chiudevano tutti un occhio perché ben consapevoli del fatto che quell’atteggiamento potesse essere dovuto all’assenza del padre e ad un desiderio istintivo di attenzione.

Ma a lei aveva cominciato a non fregare più nulla.


Lei poteva farci qualcosa? Era suo marito che se n’era andato. Era lui che l’aveva messa in quel casino.
Erano i suoi genitori che le avevano impedito di partire per un viaggio e loro che le avevano lasciato l’attività di famiglia senza chiedere la sua opinione al riguardo.

Era perché tutti l’avevano lasciata sola che ora doveva fare un lavoro che non aveva scelto, mettere da parte i sogni per sempre, rinunciare al divertimento che tanto cercava di concedere al proprio figlio.

Gli abitanti del villaggio non erano pazienti solo perché Ash non aveva un padre, ma perché lei non aveva nessuno. Provavano pena per lei e lo sapeva, non serviva cercare di nasconderlo.
Riusciva lo stesso a leggere i loro sguardi di compassione.

E non che non fosse grata per l’aiuto occasionale che le davano o per non averla ancora denunciata per i disastri combinati da Ash, ma quegli occhi la seguivano ovunque. Quando era in pubblico, ma anche a casa quando era sola e persino nei suoi sogni. 

Non aveva idea di cosa stava facendo. stava solo portando avanti quello che le era stato lasciato, sopravvivendo.

Ed era così patetica che persino il figlio percepiva quella passività, sentendosi libero di fare come voleva.
Valeva davvero qualcosa come madre?

“Ehi…”

Nemmeno si sentiva in dovere di guardarla negli occhi. 

“Ash.”

Sentì i suoi pugni tremare, desiderosi di aprirsi e afferrare il ragazzino per obbligarlo a degnarla della sua attenzione. 

Ma no, non avrebbe mai alzato un dito su suo figlio. 

Era patetica, ma non fino a quel punto.

“...”

Quindi alzò le mani al volto e nonostante fosse stufa di quel teatrino, non riuscì a far altro che prepararsi per il solito disperato tentativo.
Sentiva le magre dita tremare sulla sua pelle stanca e al minimo movimento che fece per chinarsi… 

“Ash…”

Con l’arrivo di quel bambino la sua vita era finita.

Le sue ginocchia cedettero e in un tonfo cadde a terra. Non poté vedere suo figlio sobbalzare, con il capo già così basso che quasi toccava terra.
Provò a rimettersi in piedi, ma le sue gambe sembravano non rispondere ai comandi, troppo pesanti ma assurdamente come non le sentisse. 

Cercò di fare respiri profondi per raccogliere fiato, ma più provava, più il bruciore al petto la faceva rannicchiare in posizione quasi fetale.
E da quei tentativi di regolarizzare la respirazione, partirono dei singhiozzi incontrollati e le lacrime finirono per inevitabilmente inondarle la faccia. 

“Mamma!”

Senza accennare a diminuire. 

“Mamma?”

Non ricordava l’ultima volta che aveva pianto così.
Non ricordava però nemmeno l’ultima volta che la sua vita non andava in modalità autopilota. 

Come era arrivata a questo punto? 

Ah sì, cercando di scappare in un sogno per trovare la libertà si era ritrovata ancora più incatenata.

“Mamma…?”

Senza avere la libertà di vedere il mondo, di prendersi una giornata per uscire con le amiche, per divertirsi, preoccuparsi delle cose più banali a cui devono pensare le ventenni…

E ancora più pateticamente, non sapeva se tornando indietro sarebbe riuscita a fare scelte diverse.

“Forse sono davvero sfortunata…”

Mentre quella sensazione di solitudine le scavava il petto, una manina si appoggiò sulla sua testa.

Il caldo tocco riuscì a far cessare di colpo i singhiozzi.

Non si mosse immediatamente, lasciando che quella mano che le passava tra i capelli continuasse ad accarezzarle il capo.

Era da tanto che non riceveva un gesto simile, uno così semplice, così spontaneo e amorevole. 

Una semplicissima carezza.

Alzò lentamente la testa e tra le lacrime riuscì a riconoscere la figura di Ash, inginocchiato di fronte a lei e impegnato ad accarezzarla come probabilmente avrebbe fatto con un Growlithe, anche se era probabilmente l'unico metodo che conosceva per consolare qualcuno.

Il bambino era visibilmente confuso sul da farsi, insicuro se ciò che stesse facendo fosse corretto, eppure il suo gesto era spontaneo e tanto caro.

"Mamma, che c’è che non va? Stai bene?" Domandò il bambino in tutta la sua innocenza, con un piccolo sorriso ad adornare il candido viso. 

Un sorriso senza tracce di astuzia o maliziosità. Un semplice, naturale e dolce sorriso. 

"Sì…" trovò l'energia per rispondere. Era esausta, sotto ogni punto di vista, ma il sorriso che scambiò con il figlio non era solo facciata. 

E come si fosse davvero rialzata non lo sapeva. Non era logico dire che fosse l'aver accettato la manina d'aiuto offerta da Ash, non poteva aver tirato su un corpo il triplo del suo. Sapeva però che avrebbe avrebbe fatto di tutto per rivedere quel sorriso. 

Oggi era crollata ma ciò le aveva permesso di scoprire un piccolo tesoro. L'indomani, si sarebbe assicurata di proteggerlo.

Forse non era poi così sfortunata.

Fu la prima e ultima volta che Delia si permise un tale momento di debolezza, ma fu sufficiente a cambiare tutto.

Era arrivato lui, e una nuova vita era cominciata.

 

 

Serena non osò parlare, ma dalla sua espressione si poteva chiaramente leggere quanto fosse rimasta colpita da quel racconto.

Era incredibilmente e realisticamente umano, dolce-amaro e sentito. 

"Da allora, Ash cambiò completamente attitudine. Il suo animo spericolato e acceso rimase uguale, come per ogni bambino, ma smise di importunare gli altri e fare scherzi di cattivo gusto. Io invece trovai una nuova luce a cui aggrapparmi...”

“Ash si ricorda di tutto questo?” Domandò la ragazza curiosa. 

“Non ne ho idea, era molto piccolo e se è qualcosa difficile per me di cui parlare, immagino che lo sia anche per lui” Rispose Delia, pensandoci su “Però può darsi, visto che da allora iniziò il bullismo…”

“Il bullismo?” Nuovamente il viso di Serena crebbe preoccupato.

Delia annuì tristemente “Purtroppo da quando si iscrisse all’asilo gli altri bambini cominciarono ad isolarlo e prenderlo di mira. Andò avanti anche durante le elementari… e non ne seppi nulla per anni.”

“Ash non ti ha detto nulla?”

“Non voleva più farmi preoccupare” Sorrise la donna amaramente. Anche per quello non andava fiera del suo attimo di debolezza di fronte al figlio. Certo, aveva migliorato il suo temperamento, ma lo aveva anche messo sottopressione e lo aveva portato a sopportare da solo un peso così grosso “Sapeva che in caso di problemi doveva rivolgersi agli insegnanti o ai genitori, ma a quanto pare anche facendolo non cambiava nulla, forse infervoriva ancora di più i bulli, quindi ha deciso di non dire nulla.”

Serena abbassò appena il capo, riflettendo con dispiacere su quanto appena sentito. “Ricordo che al campo estivo anche lui rimaneva spesso solo e gli altri bambini lo evitavano, ma non pensavo fosse così grave la situazione. Evitavano anche me visto che ero la nuova arrivata”

“Qualcuno aveva avvisato Samuel e lui si era impegnato a tenere d’occhio la situazione. E’ stato sorprendente sentire che mio figlio si era fatto un’amica” espresse Delia con gratitudine, riferendosi proprio alla ragazza che aveva di fronte. Ash non aveva quasi mai nulla da raccontare che riguardasse amici o conoscenti, quindi quando era tornato a casa pimpante, menzionando una ragazzina con il cappello di paglia, era stata una vera gioia per la madre.

La ragazza arrossì leggermente, scuotendo la testa “Non ho fatto nulla di ché, è stato lui il primo a farsi avanti per aiutarmi. Forse anche per quello non riesco ad immaginarmelo preso di mira in quel modo, mi era sempre sembrato una persona amichevole”

Delia sospirò “Infatti non è stato per Ash come persona. Certo, sapeva essere un pò arrogante alle volte, esagitato e testardo, ma era comunque disponibile ad aiutare gli altri e a fare amicizia. Il problema era per quello che non aveva…”

“Suo padre?” Subito azzeccò Serena, prevedendo dove sarebbe andato a parare il discorso, per quanto assurdo potesse essere. 

“Sì, il motivo per cui veniva bullizzato era il fatto che non avesse un papà”

“Che motivo assurdo…”

“Alla fine gran parte dei bulli erano bambini con problemi a casa, quindi in qualche modo aiutando i genitori anche i figli si sono placati. Ash non è mai riuscito a farsi dei veri amici fino a che non è partito per il suo viaggio e a volte litigava ancora con Gary, il nipote di Samuel, ma almeno non è stato più vittima di bullismo” La bruna portò una mano sul cuore, come se avesse appena rivissuto il sollievo di quei giorni. “A volte però mi chiedo quante pene avrei potuto risparmiare a mio figlio se mi fossi accorta prima di cosa stava succedendo”

“Hai fatto anche tanto!” subito esclamò Serena, mostrando quando avesse preso a cuore la situazione di Delia “Sei riuscita a salvare delle famiglie e a risolvere un’ondata di bullismo tutta da sola! Al tuo posto non so quanti ci sarebbero riusciti!”

Le sue parole erano intrise di tenerezza e compassione, sia per la donna ammirevole che aveva di fronte che per il figlio.

“Fossi stata al tuo posto potrei solo sognare di essere forte come te” ammise Serena a bassa voce, ma abbastanza perché Delia la sentisse.

La donna sorrise lievemente “Non tutti devono passare le stesse esperienze per essere persone forti. E poi se ci sono riuscita, come ti ho detto, il merito è solo di Ash.”

“E’ una persona straordinaria. Mi sento fortunata ad averlo conosciuto”

“Sì, chiunque sarebbe molto fortunato ad averlo nella sua vita. Spero che anche tu lo sia eventualmente”

L’implicazione fece alzare la testa di Serena di scatto e Delia emise una risatina flebile “Non guardarmi così, non sei l’unica che spera che qualcosa sbocci tra voi due!”

La ragazza sentì il suo viso farsi bollente, ma nonostante l’imbarazzo riuscì a parlare “Penso lo sarei anche se non dovesse ricambiare i miei sentimenti”

Delia poté solo apprezzare tutta la dolcezza della ragazza. Non era da tutti avere una visione così matura in fatto di legami ed era enormemente sollevata dalle implicazioni delle parole di Serena “Quello è importante. Nessuna coppia è perfetta, romantica e non. Ciò che davvero porta un rapporto ad essere sano e forte è la capacità di saper superare gli ostacoli assieme, saper accettare i difetti e impegnarsi per migliorare.”

“Fin’ora mi è sembrata però una strada a senso unico… fin da quando eravamo bambini mi è sembrato sempre lui quello che mi ha aiutata” Era stato lui a darle la spinta per partire, oltre al desiderio di lasciare casa, così come era sempre stato lui ad incitarla. 

A quell’affermazione, la donna agitò la mano, come se avesse appena sentito una sciocchezza “Suvvia, sono sicura che l’hai aiutato più di quanto credi, altrimenti non sarebbe sempre così felice di passare il tempo con te. Pensi che le ore di parlantina che ho ascoltato dopo il suo ritorno da Kalos non ti includessero?”

“E-Ehm…” 

“Mi ha raccontato tante cose e anche se fossi stata così folle da dubitare, non potrei mai dopo quello che hai fatto venendo qui. Se te sei fortunata ad averlo, anche lui è fortunato ad avere te. Vi guardate le spalle, vi sostenete e avete fiducia l’uno nell’altra, ma soprattutto vi rendete felici a vicenda ed è questa la cosa più importante.”

Delia prese gentilmente la mano di Serena tra le sue e la stringe con gentilezza “Vorrei sperare che non vi troviate mai in una brutta situazione in futuro, ma so che nella vita non va tutto rose e fiori, quindi sarò molto più tranquilla sapendo che ci sarete l’uno per l’altra. Ogni giorno che passa sono sempre più convinta che Ash non sia come suo padre, quindi per favore non temere che venga mai a mancare nei tuoi confronti, anche se non doveste mettervi assieme”

Serena ricambiò la presa, stringendo ora le mani della donna nelle sue con sicurezza e determinazione “Non avrei mai avuto dubbi, Ash non lascia indietro nessuno e nemmeno io ho intenzione di farlo”

La tensione di Delia sembrò pian piano svanire, mentre lasciava che le rassicurazioni della ragazza di fronte a lei le entrassero nel cuore. 

Suo figlio aveva sperimentato l’abbandono e per quel motivo mai avrebbe abbandonato. Ciò era meraviglioso ma allo stesso tempo spaventava enormemente Delia per come avesse potuto reagire Ash in caso avesse perso qualcuno a lui caro. 

Non voleva passasse quello che aveva passato lei e non potendosene assicurare, dovendolo lasciar andare per la sua strada, tutto ciò che poteva fare era affidarsi a qualcuno che tenesse a lui quasi quanto lei. 

Sapeva che tutti i suoi amici rientravano probabilmente in tale cerchia, ma conosceva anche le tendenze del figlio. Avrebbe sempre sostenuto gli altri prima di sostenere se stesso, sarebbe stato disposto a caricarsi nuovamente il peso della solitudine se necessario. 

Le prime conseguenze di questo suo atteggiamento si erano viste dal suo ritorno da Kalos. Dopo anni di viaggi in cui aveva stretto legami e si era separato dai suoi amici per permettere loro di seguire strade diverse. Inevitabilmente poi, nel momento in cui più aveva avuto bisogno di tenersi circondato da quelle persone ma non aveva osato farlo, era arrivato il punto di rottura.

“So che è estremamente egoista da parte mia ma non posso non chiedertelo...”

Il prossimo gesto che Delia compì fece sobbalzare il cuore di Serena, togliendole il fiato. La donna si chinò in avanti in un mezzo inchino formale, mettendo tutta l’anima nelle sue parole “Non lasciarlo.”

Il silenzio di sottofondo divenne tanto profondo quanto fu simbolico quel momento.

“Non mi sognerei mai di chiederti di dedicarti a lui tutta la vita o di seguirlo ovunque, rinunciare alla tua indipendenza, a rincorrere la tua strada o a trovare un futuro con qualcun altro che saprebbe renderti felice...”

“D-D..-”

“Lui ti fa star bene, giusto?”

Senza esitazione, Serena confermò “Certo”

“Allora ti chiedo solo di non dubitare che anche te fai star bene lui. Ash ha la tendenza a mettere il bene degli altri prima del suo e a distanziarsi inconsciamente dalle persone per paura di desiderare troppo e rimanere ferito.”

“...”

“Non dubitare anche se doveste prendere strade separate. Se dovesse chiudersi in se stesso, non dubitare mai e poi mai che tenga a te. Non avere paura ad affidargli il tuo cuore, ok?”

Volere bene ad una persona non significa solo prendersene cura, ma sostenerla da vicino e lontano, darle forza nelle difficoltà e condividerne gioie e dolori. Significa correggerla se sbaglia ma anche non abbandonarla se è disposta a lavorare per migliorare, mettere il suo bene prima del proprio ma non così tanto da esserne accecati. Rispettare se stessi quanto l’altro.

Delia non le stava chiedendo di fingere di essere attaccata ad Ash in caso non se la sentisse più di averci a che fare, non voleva addossarle un fardello simile. Ma da madre voleva anche assicurarsi che il figlio non avrebbe perso una presenza così importante della sua vita.

La ragazza si abbassò e si mise al livello di Delia, abbracciandola dal basso. La donna rimase sorpresa dal gesto e si sbilanciò un po' “Non si preoccupi, se è Ash, è impossibile non volergli bene, e continuerò a farlo.”

Quelle parole furono come una freccia, una scagliata nel suo cuore…

La donna ricambiò l’abbraccio con una particolare forza, provata da quelle parole. Mormorò dei ringraziamenti mentre le lacrime scendevano dalle sue guance, sempre però mostrando un sorriso sul suo volto.

Erano lacrime di gioia.

“Grazie”

“Grazie a te Delia” rispose Serena. “Davvero”

Per aver messo al mondo Ash, per averlo cresciuto nella persona che era, e per amarlo in così tanto.


.
.
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Nota d'autori:
Chissà cosa è successo a Serena ad Hoenn? Prima o poi lo scopriremo.

Il raccondo di Delia è strettamente collegato alla novel di Shudo. Ogni informazione dalla maternità di Delia, il padre di Ash, il bullismo subito dal figlio, la locanda ecc.. sono tutte canoniche.
Il loro viaggio sta per cominciare... chissà che pieghe prenderà la loro avventura!

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Capitolo 4
*** Continua ad evolvere ***


 

Il sole non tardò a sorgere, ma Serena non si alzò con esso quella mattinata. Come aprì gli occhi, notò che non si trovava più nella stanza di Ash, ma sul divano del suo salotto. I ricordi della notte precedente tornarono alla mente, mentre la sua mano si stringeva attorno al tessuto della coperta che Delia doveva averle avvolto una volta addormentata.

"Alla fine sei crollata lì" la salutò Delia, posando di fronte a lei sul tavolino un piatto con delle frittelle appena cotte “Spero tu non sia stata scomoda”

“Assolutamente no!” rispose lei con un sorriso cercando di trattenere uno sbadiglio. Quello scomodo piuttosto era probabilmente stato Pikachu, che con rammarico aveva lasciato a fare da cuscino per tutta la nottata “Ash?”

"Si è alzato due ore fa, molto mattiniero! Quasi come se gli mancasse qualcosa” le lanciò un’occhiata piena di furbizia e malizia, innescando il rossore sul viso di Serena. La ragazza cercò di fare la finta ingenua, come se non avesse alcuna idea di che cosa stesse parlando.

Delia trattenne una risatina “Comunque ha detto che aveva da fare. Ha mangiato in tutta fretta della frutta ed è corso fuori, ma non ho idea di che cosa stia tramando. Oh! Ha anche preso i tuoi Pokémon, spero non sia un problema, ma ha detto che era importante”

Cosa stava preparando Ash? E a cosa servivano Braixen, Sylveon e Pancham? Di solito non era così enigmatico, se non per le sue lotte Pokémon “Non è un problema, ma mi chiedo che voglia fare…”

“Chissà… forse ha in mente qualcosa di divertente da fare voi due assieme oggi-” propose Delia sorseggiando una tisana fredda “-e non avrà voluto svegliarti.”

Serena annuì e iniziò a mangiare la colazione, dopodiché aiutò Delia in alcune sue faccende. Se Ash aveva da fare, non vedeva motivo di disturbarlo. Avrebbe aspettato l’ora di pranzo per il suo ritorno, lo stomaco dell’allenatore dopotutto era la migliore sveglia che esistesse.

Avendo però ancora del tempo a disposizione dopo aver concluso le mansioni assegnatele, la ragazza decise di godersi un pò di più l’ambiente all’esterno, consapevole che una volta comunicata ad Ash la sua decisione, non ci sarebbe più stato tempo di visitare la zona. “Io esco un attimo a fare una passeggiata! Sarò presto di ritorno!”

Ricevuto il saluto di risposta da parte di Delia la ragazza lasciò la casa e iniziò a camminare. I pensieri di come dare l’annuncio ad Ash occuparono la sua mente fino a non farla accorgere di quanto in là si stesse spingendo. Non diede molto peso a quanto tempo stesse passando, l’aria di Biancavilla non era come quella di Borgo Bozzetto e le dava una quiete totalmente differente.

Si abbassò per raccogliere un fiore e in quel momento notò con la coda dell’occhio, in lontananza, una figura familiare. La consapevolezza che fosse un Pokémon fu immediata, ma non si aspettò che quel Pokémon fosse un Bayleef.

Non ebbe molti dubbi sulla sua appartenenza, dopotutto non vi era un’alta presenza di Bayleef selvatici. Doveva essere per forza quella di Ash.

Ma perché era fuori dall’area del laboratorio? Ash non sembrava nei dintorni, quindi doveva essere sola.
Non era affatto normale.

Serena decise che era il caso di avvicinarsi e chiedere, non doveva temere che la attaccasse, anche se aveva il presentimento di non piacerle gran che.

La performer nemmeno si preoccupò di non farsi sentire, dal suo punto di vista non vi era motivo per nascondere la sua presenza. Tuttavia non appena la Pokémon vide la ragazza emise un lieve ringhio.

Giustamente Serena si fermò immediatamente ma non era eccessivamente spaventata, semmai si sentiva preoccupata per Bayleef. Si accorse che non era nemmeno nelle condizioni migliori, dal suo pelo pareva uscita da un leggero scontro con altri Pokémon.

Ed era la verità, non poteva sapere che Bayleef aveva avuto un litigio con alcuni altri Pokémon di Ash e che era venuta alle zampe per riuscire a fuggire in fretta senza che avvisassero il professore. Aveva girovagato tutta notte nel tentativo di liberarsi dallo stress, ma sembrava essere solo aumentato.

Serena fece un passo in avanti, ricevendo un altro verso contrariato. Era chiaro che Bayleef voleva essere lasciata in pace.

Ma non era forse il suo dovere di allenatrice aiutare Pokémon in difficoltà? Che fossero suoi o no?

"Bay." Bayleef ringhiò provando ad ignorarla e andarsene ma ricevette una risposta stavolta.

“Perché sei qui da sola? Non credo il Professor Oak lo sappia… e ad Ash non farebbe piacere sapere che uno dei Pokémon a cui tiene sia chissà dove e che abbia un problema” disse avvicinandosi ancora lentamente, ma altrettanto Bayleef si allontanò.

Serena accelerò senza farsi notare troppo "Ascolta, non sono la tua allenatrice e credo di aver intuito che non ti piaccia molto come persona, ma vorrei esserti d’aiuto in qualche modo. Gli amici di Ash sono anche miei amici.” disse riuscendo ad azzerare la distanza e toccarla con la mano.

Al contatto la Pokémon fece fuoriuscire le sue due fruste e non esitò a colpire la ragazza sul braccio, che istintivamente cercò di proteggersi come poté, ma senza alcun successo. “BAY!!”

Era bastato un tocco a far perdere la testa a Bayleef, che non esitò a riprovare la mossa sulla ragazza. Tuttavia Serena non si mosse di una virgola e lasciò che la liana la colpisse, buttandola a terra “Argh!”

Bayleef cominciò a respirare faticosamente, era stanca e non sapeva nemmeno se quello che stava facendo era giusto. Perché la ragazza non si era spostata? Non aveva capito che poteva attaccarla ancora? Era masochista?

Serena si rialzò, di certo il Pokémon aveva bisogno di aiuto e non era sua intenzione arrendersi. Ignorò il bruciore al braccio, alla fin fine avrebbe potuto colpirla più forte se avesse davvero voluto farle del male. Ash sarebbe stato senz’altro più capace di calmarla, ma era proprio per quello che doveva riuscirci anche lei da sola.

Ora non c’era Ash, c’era lei.

“Scusami, ma non posso lasciarti in difficoltà” rispose ritentando di avvicinarsi.

“Bay...” Il Pokémon digrignò i denti. Iniziava ad essere infastidita da quel comportamento, le era così familiare e non capiva perché ciò le desse tanta frustrazione.

Caricò le sue liane e le scagliò nuovamente contro Serena, la quale per l’ennesima volta non si spostò e mise il braccio in avanti, lasciando che una di esse vi si attorcigliasse e stringesse la presa.

“T-Te l’ho detto. Non lascio qualcuno in difficoltà se posso aiutare e non è qualcosa su cui mi tirerò indietro” fece una smorfia sentendo la presa stringersi ancora di più ma ignorò i tentativi della Pokémon di respingerla. “Ascolta, s-so che il problema centra con Ash. E non penso sia solo gelosia, non totalmente...”

Alzò lo sguardo con un sorriso sincero “Avrete provato di tutto voi che siete i suoi Pokémon per farlo tornare se stesso, ma fino al mio arrivo a quanto pare non era andata benissimo… è questo a frustrarti?”

La Bayleef rimase un po’ sorpresa dal commento della ragazza, senza però smuoversi. Il suo corpo diventò rigido all’improvviso e fu questo a confermare l’ipotesi di Serena.

"E’ vero che A-Ash si è ripreso dopo il mio arrivo, ma non vuol dire che il vostro gesto non sia importante o che v-voi siate inutili. Avete fatto di tutto e sono c-certa che lui lo ha s-sentito. S-Sono solo questioni difficili da risolvere! Anzi, m-mi ha detto che finalmente aveva deciso d-di venire a Kalos a trovarci… q-quindi ha sicuramente visto i vostri sforzi!”

Iniziarono a scendere delle lacrime sul muso di Bayleef che però strinse solo di più la presa, cercando di combattere la sensazione che provava dentro. Perché non era riuscita ad aiutarlo e invece quella ragazza sì? Perché l’assenza che lei e gli altri Pokémon avevano dal viaggio a Kalos doveva rendere tutto così complesso? Perché era stata inutile mentre Serena ci era riuscita?

“Io amo Ash” ammise Serena senza esitazione, cosa che fece subito rivolgere lo sguardo di Bayleef su di lei “E sono sicura che a modo tuo lo ami anche tu. Il mio amore per Ash però non è più importante del legame che c’è tra voi, è solo diverso. Non è più efficace o più di successo, era solo uno di quelli che insieme alla mia amicizia gli potevo donare. Nemmeno io sono sempre riuscita ad aiutarlo… e so quanto possa essere frustrante.”

Quella ragazza era così testarda, così insistente…

Come Ash.

Le liane cedettero e la presa attorno al braccio di Serena se ne andò. La ragazza osservò leggermente sorpresa ma non esitò a sorridere e toccare con la mano la testa del Pokémon ancora lacrimante “Nessun altro legame potrà mai rompere il vostro, è speciale e Ash ne fa tesoro. Siete una famiglia dopotutto!”

Lo starter di Johto tirò su il naso, finalmente accettando il tocco. Non era così male e in quel momento, per quanto fosse dura ammetterlo, ne aveva davvero bisogno.

“Vorrei farne parte anche io” confessò Serena con un piccolo sorriso dolce “In qualche modo vorrei anche io esservi amica, essere della famiglia. Vorrei avere dei legami con voi e aiutarci a vicenda”

Scrutò le iridi rosse di Bayleef, leggendo il sentimento di pentimento del Pokémon sulla questione “Dopotutto abbiamo una cosa importante in comune!”

Non servì dirlo ad alta voce, lo sapevano entrambe cosa era il loro lato in comune. Entrambe tenevano estremamente ad Ash e non serviva altro. Potevano arrivare a tenere l’una per l’altra.

Serena toccò leggermente il braccio, sentendo un venticello che le dava un lieve bruciore. Aveva insistito a proteggersi sempre con lo stesso in modo da non dover nascondere entrambe le braccia ad Ash in caso fossero sorte domande.

Leggendo lo sguardo del tipo Erba diede voce a questo pensiero per risponderle “Non ho intenzione di dire nulla di ciò che è successo. Sono cose che capitano, ciò che conta è aver risolto!” osservò poi la sua ferita “Non è grave, passerà in fretta. Finché è solo su questo braccio e non altrove posso dire ad Ash che sono sbattuta contro qualche tronco passeggiando nella zona più boschiva”

Bayleef inizialmente fu sorpresa dall’affermazione così convinta.

“Non vogliamo preoccupare Ash, no?” portò il dito davanti alla bocca, mimando di fare silenzio sulla questione e facendo un occhiolino. Era un segreto tra loro.

Il dinosauro erboso si avvicinò con la testa e leccò poderosamente il braccio della ragazza, causandole una risatina. Era il suo modo di aiutare, scusarsi e accettare il nuovo rapporto.

“Possiamo considerarci amiche?”

“Beef!” Annuì la Pokémon.

A quel punto Serena sorrise felice e abbracciò Bayleef cogliendola alla sprovvista ma non dandole dispiacere o fastidio. Ricambiò l'abbraccio con il suo collo, quella ragazza le piaceva alla fin fine.

“Ok, penso sia il caso di tornare al laboratorio! Vorrei curarti le ferite anche se lievi, ma se andiamo a casa di Ash rischiamo di farci vedere e addio segreto! E non preoccuparti dei tuoi amici, ci parleremo insieme e vedrai che non finirai nei guai!” le assicurò Serena.

 

 

Ash stava correndo in fretta. Era più tardi del previsto e sperava che Serena non si fosse annoiata durante la sua assenza, anche se con sua madre la noia era difficile da provare. “Ehi Pikachu, dici che le piacerà ciò che ho preparato?”

“Piii!” annuì lui mantenendo il passo di corsa.

Ash non era mai stato un grande organizzatore. Anche nelle lotte, sebbene usasse strategie, si trattava più di cuore e istinto.  Sapeva anche organizzarsi bene durante i suoi viaggi ed essere autosufficiente, qui però si trattava di una sorpresa e non era abituato a prepararne, era molto incerto sul risultato.

Era semplice, forse troppo? Serena però non era mai sembrata la tipa da amare cose troppo complicate...

Il momento in cui varcò la porta vide Serena scendere le scale assieme a sua madre "Sono tornato! Scusate il ritardo!” salutò lui avvicinandosi.

“Ah eccoti qui! Finalmente ti sei fatto vivo!” lo canzonò sua madre con un sorriso “Ce ne hai messo di tempo!”

Ash si grattò il capo con leggero imbarazzo "Eh… doveva essere tutto perfe-… che hai fatto al braccio Serena?” la sua espressione cambiò subito vedendo il braccio della ragazza fasciato.

Serena si era accorta troppo tardi che non aveva nulla con cui coprire il segno delle frustate di Bayleef quindi, come già pensato, aveva detto a Delia di essersi fatta male nella foresta e che un ramo molto flessibile l’aveva colpita quando aveva cercato di passare nella zona più fitta tra la vegetazione. Ovviamente la scusa doveva essere la medesima con Ash “Sono stata poco attenta nella foresta mentre passeggiavo e sono incappata in un albero, ma non è nulla di che! Non fa nemmeno poi così male!”

Delia non disse nulla sulla questione. Per anni aveva visto Ash tornare a casa dopo le sue scorribande con varie ferite, graffi e marchi, quindi sapeva riconoscere che quello non era un colpo di frusta proveniente da un ramo. Se però la ragazza teneva per sé la causa dei segni sul braccio e non era turbata non le sembrava il caso di insistere.

“Hm...” Ash aggrottò appena la fronte. Serena piegò un po' la testa, come a chiedere se qualcosa non lo convincesse ma il ragazzo sembrò lasciar correre e assunse un sorriso nuovamente “Finché non ti fa male… questo è l’importante!”

Lei ricambiò il sorriso, cercando di non sembrare incerta “Già. A proposito, che stavi dicendo prima sul dover avere tutto perfetto?”

Ash mostrò subito un ghigno, si avvicinò e la prese per la mano del braccio non fasciato "Eheheh, vieni con me!" le disse trascinandola fuori dalla porta di casa, lasciando indietro Delia che se la rise per un po'.

Serena cercò di tenere il passo, poi pian piano la loro corsa divenne più spensierata e meno frettolosa. I due ridacchiarono mentre il paesaggio intorno a loro passava e il profumo degli alberi diventava più intenso. La quiete del luogo veniva interrotta solo dalla loro allegria.

Sembravano essere tornati dei semplici bambini che si divertivano con un nonnulla.

Serena si limitava a seguire il suo amico, anche se non era che avesse molta altra scelta visto che la guidava per mano.

Erano ormai entrati nella foresta e diventava sempre più fitta…

"Ash dove mi stai portando? Che si fa ora?"

"Tu pensa a seguirmi e non ti preoccupare! C’è un posto segreto che conosco solo io e ti ci voglio portare! Vedrai dopo!!" L'allenatore le fece l'occhiolino. Una volta fermi di fronte ad una specie di muro di roccia il ragazzo si girò verso Pikachu e gli fece cenno di procedere.

Il topino si arrampicò su un tronco e andò a fermarsi su uno dei rami. Dopodiché si gettò nel fitto miscuglio di foglie verdi intense, sparendo nel nulla.

Ash si mise di fianco all’albero e di fronte a Serena. Aprì le mani congiungendole e si chinò in basso "Ti do una mano! Devi solo appoggiare un piede sulle mie mani e l'altro sui rami più bassi! Poi non ti resta che arrampicarti, ci penserò io a darti la spinta iniziale!"

La ragazza annuì silenziosa e obbediente, fece come le era stato detto e ben presto si ritrovò sul ramo dove si trovava Pikachu in precedenza. Ash era più forte di quel che potesse immaginare, l’aveva sollevata come una piuma. Si spostò appena per permettere al ragazzo di arrivare sullo stesso ramo e per fortuna sembrò reggere il peso di entrambi. Una volta l’uno a fianco dell’altra, Ash le indicò il mucchio di foglie e lei lo guardò dubitante.

"M-Ma così cadremo!" Esitò Serena.

Ash scosse la testa "Non preoccuparti, fidati di me!" Sorrise il ragazzo.

Serena si ritrovò ad arrossire "Lo sai che mi fido già di te..." sussurrò facendosi largo tra la vegetazione e passandoci attraverso. Stranamente, non sentì il peso del suo corpo farla precipitare e non si ritrovò a terra. Sotto le mani e le ginocchia sentiva un materiale roccioso, erano per caso all’interno del muro?

Era un tunnel e doveva gattonare accovacciata, ma fece ciò che Ash le aveva detto, permettendogli poi di entrare e seguirla. “Non preoccuparti, se tu prosegui prima o poi vedrai la luce alla fine!” Per fortuna nessuno dei due era claustrofobico.

Una volta arrivata la luce nei suoi occhi, Serena si preoccupò solo di scendere senza farsi male. Per fortuna il terreno era molto più vicino rispetto all’entrata. Sentì il tessuto erboso sotto i piedi e finalmente ebbe la sicurezza di poter guardare dietro di sé.

Il ragazzo fu poco dopo di fianco a lei "Non sono io che scendo che devi guardare in questo momento, sai?" Scherzò lui facendole segno di girarsi e osservare ciò che li circondava.

Serena arrossì appena, pensando che per lei anche il ragazzo era un bel vedere, ma lo ascoltò e si voltò, comprendendo appieno le sue parole.

C'era un lago dall'acqua cristallina di fronte a lei e intorno ad esso vi era una distesa di erba che ricopriva le varie collinette nel territorio. Il prato luccicava per la rugiada ancora fresca e rifletteva il suo verde splendente grazie ai raggi solari che davano più colore alle migliaia di fiori sparsi ovunque. Pochi alberi stavano verso la parte più interna della conca, mentre i restanti si prostravano alle mura di roccia che racchiudevano il tutto. Doveva essere un vecchio cratere o una rientranza nel terreno creata dalla caduta di qualcosa.

Che spettacolo meraviglioso, non poteva fare a meno di sorridere con un luccichio negli occhi così intenso da scaturire in Ash un altro sorriso. Aveva fatto la scelta giusta.

Andò dietro di lei e le posò le sue mani sul viso, coprendole gli occhi "Non è finita qui!” disse lui guidandola con calma, facendo attenzione a non farla cadere. “Non ti butto nel lago tranquilla!” ridacchiò lui.

“In quel caso ti trascinerei dentro con me” rispose lei stando al gioco, facendolo ridacchiare di nuovo.

Quando si fermarono Serena capì che erano finalmente arrivati. Avevano camminato più di quanto si immaginasse. “Tieni gli occhi chiusi, ok?” la avvisò togliendo le mani e spostandosi chissà dove “Ok! Puoi aprirli!”

Serena aprì gli occhi e si ritrovò davanti qualcosa che non avrebbe mai pensato di vedere, o almeno era nei suoi più remoti sogni. Un bellissimo picnic li attendeva sotto un albero in riva al lago e vi erano anche Braixen, Sylveon e Pancham ad attenderli.

"Ash! M-Ma è fantastico! Come hai...?" si sorprese Serena.

Era semplice, ma nei suoi dettagli anche ben organizzato e c’erano addobbi fatti davvero bene. Non sembrava quasi nemmeno mano sua.

"Scusa se ho preso in prestito i tuoi Pokémon senza dirti nulla, ma mi serviva un tocco femminile e volevo fosse una sorpresa" si imbarazzò Ash “Non ho un grande gusto estetico o tatto per queste cose. Fosse stato per me probabilmente sarebbe stato ancora più banale”

"Ma scherzi? E' meraviglioso!" rimase a bocca aperta lei, trasmettendogli una strana e forte sensazione di calore dentro. Di nuovo.

Il sorriso di Serena stava diventando una specie di sostanza stupefacente.

“Perché hai fatto tutto questo?” chiese lei con emozione.

Lui la guardò con dolcezza "Per dirti grazie” rispose lui semplice e diretto.

“Uh?”

“Volevo ringraziarti di avermi tirato su di morale" disse Ash mettendo le mani nelle tasche mentre il vento soffiava su di loro “Ero davvero irriconoscibile prima che venissi e avevo un sacco di dubbi che mi vagavano nella testa. In teoria ne ho ancora tanti che non hanno risposta, però mi è tornato in mente che non è stando qui a rimuginare su me stesso che li risolverò e anche se ormai dovrei saperlo fin da subito… alla fine ho avuto bisogno di amici a ricordarmelo”

La ragazza mostrò un lieve sorriso. Dopotutto Ash era umano come loro, non ci si poteva aspettare qualcuno invincibile sempre sicuro di sé. “Con tutto quello che tu fai per gli altri mi sembrava il minimo. E non è per ricambiare un favore, semplicemente c’è chi tiene a te e sarebbe disposto a fare di tutto per vederti felice! Non è un male affidarsi agli altri una volta ogni tanto!”

“Hmm” lui socchiuse appena gli occhi. Aveva ragione, non doveva essere un problema cercare aiuto dai suoi amici in caso di bisogno, anche se le lotte contro cui stava combattendo erano personali. “Lo stesso vale per te, sai?”

Non doveva dire altro, Serena sapeva che a qualunque cosa lui si riferisse, il messaggio era universale e valeva per ogni possibile situazione che avrebbero affrontato in futuro.

La performer gettò le braccia attorno al collo di Ash, il quale non rispose immediatamente, rimanendo sorpreso dall’abbraccio. Non sapeva che dire a parole, sentiva un formicolio nel petto.

“Non vedo l’ora di partire per questo nuovo viaggio”

Il silenzio di Ash fu prova del suo shock che crebbe, mentre sentì il corpo del ragazzo fare un mini tumulto tra le sue braccia. Sembrava come se le parole improvvise, totalmente fuori contesto e gradevoli lo avessero pietrificato.

“Ho deciso di venire con te” ripeté lei, sempre più chiaramente.

Non sentì nessuna parola da parte sua come risposta, ma le braccia del ragazzo si avvilupparono intorno a lei rispondendo all’abbraccio e con una certa forza.

Non si erano mai abbracciati in quel modo. C’era forza, affetto, comprensione… nessun muro a dividerli. Serena abbracciava con fare rilassato e affettuoso l’amico, mentre lui faceva lo stesso ma con più poderosità. Non importava se i loro Pokémon li stessero guardando, non importava il vento che faceva sollevare leggere gocce d’acqua del lago contro di loro.

Quando la stretta di Ash si rilassò e i due si alleggerirono in quell’abbraccio la ragazza decise di proseguire “Ho deciso stanotte…” Non voleva fargli credere di averla convinta solo per la sorpresa, la sua scelta l’aveva già fatta “Volevo dirtelo prima ma-...”

“Grazie.” si limitò lui. Andava benissimo così e non poteva chiedere di meglio. Non c’era bisogno di spiegarsi, sapeva che Serena non era la tipa da farsi comprare in quel modo. Era solo rimasto piacevolmente sorpreso e la news era stata come un fulmine a ciel sereno.

“Grazie anche a te.” Disse lei piano “Ovviamente se ti va ancora… se non sei più d’accordo e preferisci andare da solo...”

“NO!” rispose lui subito con prontezza, per poi ricomporsi e sorridere con un ghigno “Se te l’ho chiesto è perché davvero lo voglio e ti ho detto che avresti avuto tempo per decidere!”

Dopo qualche secondo di silenzio il kantoniano la alzò un po', prendendola alla sprovvista e facendola arrossire, per poi iniziare a girare su se stesso con gioia “EVVAI!!” gridò felice esultando. Ora poteva sfogarsi.

“A-Ash!?”

“Ora posso dirlo tranquillamente! Non vedo l’ora di partire per il nostro viaggio, di conoscere nuovi Pokémon e amici, di visitare tanti luoghi diversi e di inseguire i nostri sogni! Oh e di mangiare molte cose buone!” continuò a girare con felicità, portando i Pokémon a fare lo stesso, contagiati dalla sua gioia.

Pikachu e Sylveon esultarono con una certa compostezza mentre Pancham e Braixen rimasero a festeggiare con più risolutezza ma soddisfazione.

Le risate furono contagiose e si trovarono tutti a ridacchiare in gruppo, fino a che non si dovettero fermare per la stanchezza. Ash si lasciò cadere all’indietro, trascinando Serena con sé e finendo per tenerla sopra il suo corpo, ma nessuno dei due ci fece caso in quel momento. Erano davvero troppo entusiasti della prospettiva di un nuovo viaggio insieme e questa volta con molta più calma e voglia di ritrovare i loro obiettivi.

Quando notarono la posa in cui si erano messi i ragazzi si staccarono di fretta e guardarono altrove, cercando di ricomporsi.

Trascorse così la loro giornata. Una volta mangiato i due rimasero a chiacchierare e passeggiare tranquilli nella zona. A quanto pare quel luogo lo aveva scoperto Ash casualmente nell’ultimo periodo, ma gli pareva di esserci già stato, senza ricordarsi di preciso quando. Aveva pensato fosse perfetto per ritirarsi a pensare, allenarsi o godersi una giornata in libertà. Non gli era dispiaciuto però condividere con lei quel luogo.

Tuttavia una volta che il sole segnò il tardo pomeriggio, i due decisero di lasciare il luogo e andare dal Professor Oak per un saluto, ma soprattutto per comunicare la loro decisione. Avrebbero voluto stare di più su quei prati, fino a vedere le stelle della sera in cielo, ma non avevano il tempo disponibile per quello; dovevano avvisare Olivio e preparare le loro cose.

 

 

La sorpresa non fu quella di Oak alla risposta, ma più quella di Ash e Serena nel ritrovarsi Delia nel giardino del laboratorio.

"Mamma che ci fai qui?" chiese il ragazzo perplesso trovandola in piedi vicino ad alcuni dei suoi Pokémon mentre li accarezzava.

“Segreti di mamma, diciamo che avevo avuto il vago presentimento che sareste venuti qui… credo per ragioni che ormai ben sappiamo.” Disse facendo loro un occhiolino.

Entrambi i ragazzi sorrisero tra loro e poi annuirono “Partiremo insieme per Forsia il prima possibile!” Dissero con soddisfazione.

“Grandioso! Ad Olivio farà piacere saperlo! Bisogna contattarlo subito per avvisarlo!” rispose Oak.

“Hmmm! Non vedo l’ora di partire per questa nuova avv-” le sue parole furono interrotte da un’improvvisa ventata e uno scatto veloce di qualcosa che gli passò di fianco.

Una rete avvolse Pikachu, direttamente dalla spalla di Ash e lo strattone fece cadere all’indietro l’allenatore, mentre il topino gemette provando a liberarsi inutilmente “Pikapi!”

 

“Preparatevi a passare dei guai! Partite anche voi?”

 “Dei guai molto grossi! Le valigie son con noi!” 

“Proteggeremo il mondo della devastazione!” 

“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!” 

“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!” 

“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!” 

“Jessie!” 

“e James!” 

“Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!” 

“Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!” 

“Meowth, proprio così!” 

“Woooo-buffet!!!

 

 

"Non siamo ancora partiti e già siamo riusciti a prendervi Pikachu? Così non è divertente!” sospirò James facendo il finto annoiato.

“Speravamo di iniziare i giochi nella nuova regione, non di vincere in partenza!” aggiunse Jessie con aria superba.

Era inutile dire che Ash era seccato, se non furioso… non avevano niente di meglio da fare che perseguitarlo tutta la vita? "Ora mi avete stufato! Ridatemi Pikachu immediatamente!"

Anche i Pokémon di Serena erano stufi dell'atteggiamento esasperante del trio e sotto comando della loro allenatrice si misero al suo fianco, preparando i loro attacchi per liberare Pikachu. Il Team Rocket da solo non aveva chance contro tutti loro.

"Stavolta no ciccini!" urlò Jessie e Wobbuffet respinse alcuni dei loro attacchi, rigettandoli indietro. Il piano era più un respingi e fuggi. Dovevano allontanarsi subito, sapendo di essere in netta minoranza e svantaggio. Per quanto provvidenziale la presenza di Wobbuffet, per loro fortuna ripresosi dall’improvvisa influenza che si era beccato e per la quale aveva mancato il precedente attacco, non sarebbe durata per sempre.

"Questo è per averci cacciati quando non facevamo nulla di male!" rise Meowth manovrando la mongolfiera per allontanarsi. Anche se ad essere sincero, pure lui non trovava divertente la prospettiva di vincere così in fretta.

Ash invece non lo trovava affatto un gioco ma i suoi Pokémon non sembravano in zona e non avrebbe potuto aspettare il loro arrivo prima di farsi avanti per fermare il trio di ladri. 

Serena non attese quindi a reagire, richiamando il suo starter “Ci penso io! Braixen usa Fuocobomba!”  

Non appena la volpe uscì dalla sfera, una forte fiammata si scagliò in direzione del pallone “Braiiiixennnn!!!” 

Wobbuffet non ebbe grosse difficoltà a respingere l’attacco, facendolo tornare indietro e costringendo tutti a spostarsi, inclusi i Pokémon che pian piano si stavano radunando sul luogo, allarmati dai forti suoni. 

Il loro stupore e rabbia nel riconoscere il trio furono non da poco e in gruppo lanciarono degli attacchi combinati.

“Aspettate!!” Provò a fermarli Ash senza però fare in tempo ad impedire la loro iniziativa.

Wobbuffet attivò nuovamente Specchiovelo e iniziò ad accumulare l’energia delle mossa scagliate verso di lui. Stavolta il raggio sarebbe stato di una potenza impressionante, abbastanza da mettere tutti fuori gioco abbastanza a lungo da fuggire.
Era noto, maggiore il numero di attacchi scagliati, maggiore era la possibilità di farsi del male una volta rigettati, ma questo tanti dei Pokémon di Ash non lo sapevano.

E il loro eroismo sarebbe stata la carta vincente per il Team Rocket.

Jessie estese il braccio, pronta a dare il seguente ordine. Il suo sguardo cadde sulla ragazzina ai piedi della mongolfiera e per un attimo la sua bocca esitò a parlare.

Quel colpo avrebbe fatto male, molto se presa in pieno.
Non riuscì a controllare la smorfia della sua bocca al pensiero. Era certamente la manovra più logica, la scelta migliore per portarsi a casa il bottino una volta per tutte.

Eppure… un senso di disgusto le fece abbassare leggermente la mano “Mira ai piedi” 

Il bersaglio in questione riuscì a prevedere in tempo l’azione, soprattutto per istinto di sopravvivenza. Il forte terrore di ritrovarsi nel mirino la fece muovere; facendo peso sulle ginocchia, si diede uno slancio indietro, seguita da Braixen, ed entrambe furono sbalzate via violentemente.

Era stata una mossa così brutale e inaspettata che nessuno aveva fatto a tempo nemmeno a chiamare il suo nome, almeno non fino al momento in cui il polverone dell’impatto dell’attacco sul terreno non si era alzato.

“SERENA!” Urlò Ash, cercando di raggiungerla, ma finendo invece per essere fatto sbalzare via dalla potenza dell’onda d’urto. 

“Pipika!” si dimenò Pikachu, preoccupato per la ragazza. 

E incredibilmente, non era l’unico sulla mongolfiera a farlo.

“Oi Jessie, non era un pò esagerato?” mormorò appena Meowth, consapevole che anche se in passato avevano fatto correre dei rischi non indifferenti ai mocciosi, questa era la prima volta che li attaccavano con un attacco consapevolmente letale. 

L’espressione della donna rimase bassa, indecifrabile “Era tutto calcolato, non l’avrebbe presa” 

“E ti sembra una cosa di cui andare fiera?”

Quella voce simile ad un boato nella mente di Jessie, la fece girare all’improvviso verso i compagni dietro di lei, i quali però la osservarono con espressioni confuse, come se fosse stato per nulla.

Non avevano parlato loro, no, lei avrebbe riconosciuto quella voce tra mille altre. 

Era una che ormai nel profondo la tormentava giorno e notte, anche quando faceva finta di nulla. L’unica della quale cercava di sopportare il giudizio.

Come se lui fosse lì, a sussurrarle all’orecchio “Riesci a portare a termine almeno un compito?” 

“Jessie, tutto ok?” domandò James con tono leggermente preoccupato, appoggiandole una mano sulla spalla.

L’improvviso tocco la fece irrigidire e per un attimo l’uomo pensò di tirare via l’arto, come temendo di averle fatto del male o che esplodesse. Tuttavia la donna rispose con tono basso e forzatamente controllato “Sì.”

Il polverone iniziò a dissolversi e Ash non perse tempo ad alzarsi, ignorando i richiami della madre, la quale aveva fatto per inginocchiarsi e aiutarlo “Ash!”

“Serena!!” il corvino corse verso la zona della collisione, ma quando la sua vista fu finalmente chiara, ciò che vide era l’ultima cosa che si aspettava.

E ne era probabilmente estremamente sollevato.

“Bayyyyyyy!!!” Bayleef si trovava tra il buco nel terreno e la ragazza, la quale era tenuta insieme a Braixen saldamente protetta dietro la sua massa con le liane. Tutte e tre erano ricoperte di terriccio e graffi, ma sembravano star bene. 

“Bayleef!” sia Ash che Serena esclamarono sorpresi. L’intervento del Pokémon era stato del tutto inaspettato, ma anche provvidenziale. 

“Bayleef… ti sei messa in mezzo per salvarmi?” chiese lei osservando stupita lo starter di tipo erba.

Il Pokémon fece cenno con la testa per rispondere che più o meno era così. L’aveva difesa perché teneva a lei, ma anche perché teneva ad Ash e sapeva che sarebbe stato triste se le fosse successo qualcosa.

Dopo tutto quello che era successo tra loro due era naturale. Per Ash perché teneva a Serena, per la ragazza stessa e quello che aveva fatto…

Ma soprattutto, perché ora erano amiche.

“BAYYYYYY!!!!!”

Il Pokémon si illuminò improvvisamente e un fascio di luce lo avvolse totalmente. Gli occhi di tutti brillarono alla vista, chi di stupore, chi di terrore. La massa di Bayleef iniziò ad ingrandirsi e al fiorire di petali stupendi dai suoi bozzoli, un profumo intenso si diffuse. Sembrava di trovarsi in un campo di fiori che rilascia tutta la sua freschezza e aroma inebriante. 

Quando la luce si dissolse al posto di Bayleef si ergeva un maestoso Meganium dai petali blu.

“MEEEE!!!” Il ruggito che rilasciò fu così intenso da smuovere la mongolfiera del Team Rocket.

“Oh cavoli...” mormorarono i tre.

Il Pokémon lasciò andare Serena, abbassando il suo collo per farla aggrappare ad esso e metterla in piedi. Ora era molto più forte di prima e si vedeva “Megah”

La bionda non riuscì a far altro che ammirare “Wow…” disse rilasciando un respiro di shock.

“Meganium! Ti sei evoluta!” esclamò Ash correndo da lei e posando una mano sul suo collo “Grazie per aver salvato Serena!”

“Mee!”

“Tutto bene?” chiese poi il ragazzo a Serena, con tono un po' più apprensivo, ricevendo per fortuna una risposta affermativa.

Infatti, a parte qualche graffio e i vestiti completamente sporchi di terriccio, stava bene “Grazie a Meganium!”

Ash le offrì un rapido sorriso di sollievo, per poi girarsi con frustrazione verso il trio di nemici. Era davvero stufo di quella situazione e non si sarebbe trattenuto dal dimostrarlo.

Meganium si mise in posizione d’attacco, percependo la risolutezza del suo allenatore.
Il ragazzo girò poi lo sguardo verso l’amica “Serena, ti dispiace se me ne occupo da solo?”

La ragazza fece per aprir bocca per ribattere, ma nelle iridi color ambra di Ash lesse una certa premura, come se le stesse facendo una richiesta sentita. Sapeva che non vi era tempo di elaborare, ma se così desiderava, voleva dire che aveva la situazione sotto controllo. “Ok”

“Grazie.” annuì il corvino, poi rivolgendosi agli altri Pokémon presenti “So che sareste in grado di aiutare, ma ho bisogno di voi per un’altra cosa” Indicò con lo sguardo sua madre, Oak e l’amica che camminava in loro direzione. 

Una volta capite le sue parole, tutti i Pokémon si radunarono davanti ai presenti, facendo loro da scudo ognuno in modo diverso. Ash si era affidato a loro per proteggere le persone che teneva a cuore, perché da lì in poi non si sarebbe trattenuto.

Si sentì un'improvvisa folata di vento e Meganium andò a posizionarsi di fianco ad Ash. Lo sguardo alto, fissava con fermezza il trio di ladri e i suoi occhi penetranti trasmettevano i brividi.

Il ragazzo sapeva cosa doveva fare.

“Potete prendervela con me, ma se ve la prendete con i miei amici ve la farò pagare cara!” gridò lui “Meganium usa Frustata!" ordinò Ash al suo Pokémon.

Due liane fuoriuscirono dal retro dei petali del dinosauro, il quale attaccò in maniera rapidissima e andò a mirare al pallone della mongolfiera. Tuttavia Wobbuffet si mise in mezzo e con facilità riuscì a far rimbalzare il colpo. Meganium però allo stesso modo fu in grado di schivare con naturalezza la frustata dei suoi stessi arti aggiuntivi.

"Verdebufera!" gridò di nuovo l’allenatore. Maganium rilasciò una forte tempesta di foglie, che per poco non intrappolò la mongolfiera, perdendola giusto di un soffio. 

“Meglio se ti arrendi bamboccio! Hai perso colpi ormai!”

Ash serrò i pugni. Perso i colpi? Beh questo era tutto da vedere. Tutto ciò che aveva provato, imparato, vissuto negli anni di viaggio, nelle lotte disputate, nei momenti con i suoi amici… era tutto ancora dentro di lui. Ciò che lo aveva reso chi era e chi sarà.

Era cambiato e lo stava continuando a fare, ma avrebbe sempre potuto ritirare fuori la carica, perché era parte di sé. Non aveva perso le esperienze di Kalos o delle sue precedenti avventure, non aveva buttato via quella parte così importante della sua persona.

Potevano dargli fastidio, ma mai si sarebbe stancato di lottare. Avrebbero potuto attaccare e lui avrebbe ritentato. Sarebbe caduto? Ancor più decisamente si sarebbe rialzato.

“Bodyslam!” ordinò al proprio Pokémon, tenendo d’occhio la tempesta di foglie che stava svanendo.

Con una sbuffata dal naso e caricando in avanti, Meganium corse pesantemente in direzione dei nemici.

“Ah, come pensa di prenderci da laggiù?” rise Meowth, trovando improbabile che un Pokémon simile con il suo peso potesse arrivare a loro. 

“Usa le tue liane, Meganium!”

“Meeeegaaa!!!” 

La mongolfiera si alzò ancora di più in aria, per evitare di venir raggiunta, tuttavia ben presto il Team Rocket si accorse che le due liane non erano dirette verso di loro.
Si strinsero attorno al tronco di un albero, oltre il punto sopra al quale sorvolavano e Meganium continuò la sua corsa raggiungendolo, come se vi ci si volesse scontrare. Invece, senza perdere velocità, ci girò attorno sterzando grazie alle liane e quando si ripresentò in direzione dei tre mollò la presa e sparò la propria massa come una palla di cannone. 

Totalmente presi alla sprovvista, i tre cercarono freneticamente di togliersi dalla rotta di collisione grazie ai jet a propulsione, ma non avendo tempo di caricarli, poterono solo far alzare leggermente il pallone. 

“Ah!”

Ma se sembrava che il pericolo fosse scampato, ben presto capirono che quel proiettile non lo avrebbero mancato.

“E ora Verdebufera!”

Meganium evocò una tempesta di foglie che si scagliarono alle sue spalle, facendo da propulsore verso l’alto e nemmeno l’intervento di Wobbuffet che si mise in mezzo poté frenare l’attacco. “MEGAAAAA!”

L’esplosione che causò l’impatto scaturì delle onde d’urto di potenza incredibile, le quali obbligarono i Pokémon presenti a puntare le zampe a terra per poter rimanere in piedi e proteggere gli amici umani. 

La mongolfiera iniziò a cadere e per un attimo sembrò che oltre al Team Rocket, anche i due Pokémon di Ash fossero destinati a schiantarsi. Ad impedirlo però fu il provvidenziale intervento di Charizard, il quale afferrò Meganium in volo.

“Pika pi!” Pikachu chiamò mentre precipitava, ma per sua fortuna Charizard non era stato l’unico pronto ad accorrere in aiuto.

Staraptor e Talonflame lo presero al volo per la rete e lo fecero abbassare di quota, prima volando verso Ash e superandolo, poi facendo una “curva a U” e tornando a volare nell’altra direzione.

Quando furono abbastanza bassi da permettergli di saltare senza farsi male tirarono il materiale della rete con i loro artigli e la ruppero, liberando il topino. Una volta che Meganium toccò terra di fianco a lui, i due si prepararono per riprendere la lotta. 

“Ottimo lavoro, Charizard, Staraptor e Talonflame!” complimentò il loro allenatore.
Era naturale, quella lotta l’aveva ingaggiata direttamente con Meganium, ma aveva tanti Pokémon e molte più combinazioni d’emergenza in caso fosse servito un diverso approccio.

Per tutto il tempo era stato consapevole della loro presenza e disponibilità a scendere in campo in qualunque momento, così come sapeva che ve ne erano altri oltre a coloro che stavano proteggendo sua madre, Serena e Oak. 



 

Sì, avrebbe sempre avuto al suo fianco qualcuno, sia fisicamente che solo nell’animo, pronto ad aiutarlo. Pronto a ricordargli chi era e per cosa lottava davvero. Pronto ad aiutarlo a scoprirlo in caso non lo sapesse o si sentisse perduto.

"Anche io continuerò ad evolvermi!!”

"MEGAA!” “PIKAA!”

E avrebbe protetto quel qualcuno a tutti i costi.

“Meganium, Naturforza! Pikachu, Attacco Rapido!”

"Wobbuffet! Specchiovelo!" cercò di contrattaccare Jessie, rifiutando di arrendersi nonostante ormai fossero circondati e senza via di fuga.

Il Pokémon azzurro tentò di preparare un nuovo Specchiovelo, ma Pikachu fu talmente veloce da colpirlo in pieno, senza neanche lasciargli il tempo di reagire. Wobbuffet volò dritto, dritto sulla faccia di Jessie, scaraventandola all'indietro verso i suoi compagni, i quali non poterono far altro che prenderla al volo.

A quel punto nemmeno fecero in tempo ad alzare il capo, che un Energipalla generato da Naturforza gli esplose in faccia. 

*BOOOOOOM*

"UN’ALTRA MISSIONE FALLITAAAA!!!" gridarono mentre furono nuovamente spediti alla velocità della luce.

Quando un luccichio brillò nel cielo, finalmente Ash si lasciò scappare un grosso sospiro e sentì finalmente l’adrenalina tornare a livelli normali. Meganium e Pikachu si diedero un batti zampa e camminarono in direzione del loro allenatore, subito strofinandosi addosso a lui affettuosamente. 

“Aha, tutto bene ragazzi?” Chiese lui, rivolgendo ad entrambi una carezza.

“Chu pika!” esclamò il topo elettrico, saltando sulla spalla del suo migliore amico. Non aveva avuto dubbi che lo avrebbe salvato in tempo.

Grazie Meganium, sei stata grande! E scusa per il rischio che ti ho fatto correre con quella strategia”

“Meeee” rispose il dinosauro, anche lei consapevole che non le sarebbe successo nulla. Aveva la piena fiducia nel suo allenatore.

Constatato che i suoi Pokémon stessero bene, Ash tornò dagli altri. Due di loro lo fissavano incapaci di esprimersi, avendo vissuto per la prima volta dopo un lungo tempo la forza di quel ragazzo e dei suoi Pokémon. Delia e Oak non assistevano da anni alle lotte di Ash, se non in televisione, che era già molto diverso.

Per Serena invece, che aveva avuto già modo di assistere di prima persona, l’unica cosa naturale era sorridere con ammirazione.

Rivederlo di nuovo con quella grinta, quella determinazione e quel qualcosa in più che nei giorni passati era rimasto chiuso in lui nel profondo… faceva davvero un grande effetto.

“Grazie ragazzi per il vostro aiuto!” Ringraziò i suoi Pokémon, i quali risposero con entusiasmo.

"T-Tesoro…” Si avvicinò Delia “Credo che d’ora in poi ti vieterò di allenarti nei pressi di casa…”

"Eh… Eh” Il ragazzo rilasciò una flebile risatina. Non era chissà cosa, ma poteva capire lo stupore della madre che non aveva più assistito di persona a lotte di tale livello da anni. Senza dimenticare che ormai le sue capacità erano certamente aumentate rispetto ai tempi della lega di Jotho… 

Ah, le cose erano davvero cambiate da allora.

Ash fece qualche passo verso Serena e la guardò con un sorriso rammaricato "Scusami se hai rischiato di farti male" Anche i suoi Pokémon che precedentemente avevano scagliato gli attacchi poi riflessi assunsero la stessa espressione. 

Circondata da tali espressioni, Serena iniziò ad agitare le mani "Davvero, non preoccupatevi! E poi Meganium mi ha difesa al meglio!” Portò la mano sul capo di Meganium, dandole una carezza e provocandole un mugugno di apprezzamento.

“Già, ti ringrazio davvero Meganium, sarebbe potuto succedere qualcosa di molto peggiore senza di te!” Sorrise Ash, facendole arrivare tutto il suo riconoscimento per aver difeso l’amica. 

Meganium annuì con uno sguardo dolce e consapevole e si spostò appena, lasciando spazio ai due.
Non lo avrebbe fatto tempo fa, in circostanze normali. Ma tutto si stava evolvendo… e qualcuno doveva pur prendersi cura di Ash in sua assenza.

Con le sue liane, una dietro ad Ash e una alle spalle di Serena, diede una leggera spinta e li avvicinò. Ora poteva dire di approvare.

I due ridacchiarono in imbarazzo e sorpresa. Apprezzavano il sostegno del Pokémon, ancor più sapendo quale fosse il suo carattere, quindi cercarono di focalizzarsi più su quello che sulle implicazioni. 

“Ehm… comunque è davvero strano che Meganium abbia i petali blu e azzurri invece di rosa come tutti gli altri. Eppure non sei un esemplare cromatico” Ragionò il ragazzo.

Oak lo trovò il momento giusto per intervenire “Si sono già viste delle rare eccezioni, può darsi che la tua Meganium sia una di esse. A volte l’allenatore, l’habitat e il legame possono essere determinanti e sappiamo come possa succedere anche ad altri Pokémon.”

“Io penso che le doni!” espresse Serena apprezzando la variazione di colori.

“Non si può dire lo stesso di tutto lo sporco e i graffi sui tuoi vestiti!” Indicò Delia. Tutto ciò che era rimasto intatto dei vestiti di Serena era il fiocco blu, tutto il resto era coperto di polvere e terriccio, oltre che leggermente danneggiato.

La performer si diede un'occhiata. Non aveva con sé un ricambio intero da poter essere usufruibile per un nuovo viaggio e a Biancavilla non c’erano molto negozi. Ci avrebbe messo tempo per realizzare dei nuovi vestiti da sola "Oh no..."

"Oh cara, non ti preoccupare!" Venne in suo soccorso la donna prontamente "Una lavata, un paio di rammendi, un colpo di ferro da stiro e tornerà come nuovo! Sono molto brava in queste cose, Ash ha distrutto decine di vestiti da viaggio!”

“Eh...”

"Ma ci vorrà un po' di tempo immagino” e sapeva che Ash era impaziente di partire.

"Tranquilla, c’è un rimedio anche a quello, avevo già una cosa da darvi, che è anche il motivo per cui non ho potuto aspettare e sono corsa qui!" continuò la signora Ketchum e le fece un occhiolino “E’ anche uno dei veri motivi per cui stanotte sono stata impegnata per un po'” 

Di nuovo cercò di lanciare un messaggio tra le righe per Serena, rivelando il motivo per cui era davvero in piedi. Non si era alzata dal letto per bere, era stata sveglia tutto il tempo per lavorare a qualcosa. Ecco perché aveva sentito immediatamente Serena scendere le scale per chiamare Paloma.

Si avvicinarono ad un tavolino e Delia afferrò un pacchetto regalo di colore rosa, porgendolo a Serena "Ecco! Prendi!" le disse mettendoglielo tra le mani. In seguito diede un altro pacchetto color blu a suo figlio "Questo invece è per te Ash!"

"Ohh…!" Ash sentì un senso di dejavu. Sospettava il contenuto, dopotutto ad ogni nuovo viaggio si era presa l’abitudine di confezionargli dei vestiti, ma il fatto che uno fosse per una compagna era nuovo. Si era data proprio da fare!

"Coraggio!" incitò la donna.

I due ragazzi aprirono i rispettivi pacchetti e in effetti all’interno vi era proprio quello che Ash aveva predetto. Erano due completi da viaggio nuovi di zecca, anche se poteva notare la mano di sua madre e lo stile che metteva in ciò che creava.

Serena sentì gli occhi bagnarsi leggermente con emozione. Era la prima volta che veniva qui e già le aveva fatto un dono così grande fatto a mano? “A-Anche per me?” chiese lei ancora incredula.

Delia le offrì un sorriso dolce e materno, posandole una mano sulla spalla. Serena si era presa cura del suo Ash per tutto quel tempo e ancora lo avrebbe fatto a Forsia, questo era il minimo. 

Tuttavia, dietro al gesto, non c’era una vera motivazione speciale, lo aveva fatto perché lo aveva sentito come un gesto giusto “Certamente!” Serena era parte della famiglia… avrebbe avuto lo stesso trattamento che Delia riservava ad Ash.

“G-Grazie...” mormorò la bionda, stringendo il pacchetto a sé commossa. Non credeva di meritare tutte queste attenzioni, ma era enormemente grata a quanto accolta Delia la facesse sentire.

Di fronte allo scambio, Ash sorrise, e seguendo l’esempio anche lui ringraziò. “Grazie mamma!” Sembrava una cosa da nulla, ma in verità era un enorme dimostrazione di supporto che sua madre teneva a ribadire ogni volta che si dovevano lasciare.
Era il suo modo personale di stargli accanto, lasciandolo però anche andare per la sua strada.

La madre annuì “Andate a darvi una lavata e a provarli!”

Ash e Serena corsero a cambiarsi, ovviamente in stanze separate.

Mentre ciò accadeva Oak lanciò un’occhiata consapevole verso la donna "Lei sa sempre come agire vero?"

"Oh, lo sa che ogni volta che Ash parte per un nuovo viaggio ci tengo che si vesta bene!" minimizzo lei soddisfatta “Ed è il minimo che posso fare per lui!”

"Stavolta vedo però che ha lavorato per due..." commentò di nuovo.

Delia lo guardò con la coda dell’occhio e poi sorrise "Ho pensato fosse la cosa più naturale. Se fossero stati presenti anche gli altri suoi amici Lem e Clem mi sarei messa al lavoro pure per loro. Fanno ormai parte della famiglia per Ash, quindi lo sono anche per me.” Quel suo sorriso però si trasformò in un piccolo ghigno “Non nego però che mi sono affezionata molto a Serena e mi farebbe davvero piacere se un giorno si unisse alla famiglia Ketchum anche ufficialmente...”

"Ahaha la solita furbacchiona!" scoppiò a ridere il professore “Non corre un pò troppo?”

“Finché non mi rendono nonna alla mia giovane età non vedo perché no!”

Samuel annuì, sempre ridacchiando “Direi che per ora abbiamo almeno la certezza che si guarderanno le spalle a vicenda...”

Delia provò a rispondere ma l’entrata in scena di Ash fece cadere la discussione.

Il kantoniano aveva ricevuto qualcosa di casual. Le maniche erano bianche con i bordi arancioni, ma il resto della giacchetta era di un bluastro accesso. C’erano due strisce arancioni oblique che attraversavano in maniera opposta il petto e infine due altre strisce, una rossa e una nera, che creavano un ulteriore bordo alla base della giacchetta. Il tutto donava al look un aspetto più vivace di quello a cui Ash era abituato, ma non gli dispiaceva affatto. Inoltre un nuovo cappello rosso con visiera bianca posava sulla sua testa, con il fronte a spicchi di colorazione bordeaux e nero, ricordanti una pokéball.

Ash era stato più veloce, ma era naturale vista l’abitudine di alcune ragazze di prendersi il loro tempo.

"Ma come stai bene tesoro!" Esclamò Delia giungendo le mani in un *clap* "Sai, mi ricordi qualcuno..."

Ash osservò un po’ i vestiti, gli piacevano ancora di più ora che poteva vederseli addosso. La cosa che apprezzava di più però era la comodità, dettaglio che sua madre riusciva sempre a far prevalere, ben consapevole dei gusti del figlio. “Grazie mamma!! Sono perfetti!”

“Pika!”

“Ah, cosa intendevi prima? Chi ti ricordo?" Disse fermandosi dal suo girarsi e rigirarsi, rivolgendole un sorriso sincero.

Le sembrò quasi di vivere la scena a rallentatore, l'immagine di Ash era chiaramente sovrapposta ad un'altra. L’espressione della donna fu sul punto di mutare ma fece di tutto per mantenerla tale e quale a com'era prima. Si limitò a scuotere la testa “Non saprei...”

Ash se lo fece bastare ma lo sguardo di Oak sullo sfondo assunse dei tratti spigolosi, nascondendo i suoi reali pensieri.

“Serena?” Ash spostò lo sguardo verso la stanza in cui era andata a cambiarsi e poi riguardò sua madre.

Invece di una risposta, il ragazzo trovò due sorrisi sorpresi. Comprese ben presto che il professore e sua madre non stavano guardando lui ma chi stava dietro. Non fece altro che seguire i loro sguardi fino a girarsi e trovarsi davanti una visione che lo bloccò sul posto.

"Ta-daaaaaaa!!!" Serena girò una volta su se stessa per far vedere meglio il completo.

Aveva una giacchetta senza maniche vermiglio e rossastro. Sotto di essa, indossava un vestitino con la parte superiore rosa e una gonna azzurra a balze, fatta da due strati di tessuto i quali ricordavano un fiore. Il cappello era identico a quello vecchio, ma era rosa chiaro, con una striscia più scura. Aveva anche delle parigine nere e degli stivaletti marroni, appena diversi dai precedenti, leggermente più corti. Sotto il vestito si scorgeva qualcosa di nero, probabilmente il suo solito top rimasto intatto, e a tracolla indossava una borsa di varie tonalità di azzurro, ricordante una SubBall.

"Stai benissimo!" Si complimentarono Oak e Delia allo stesso momento.

Così come i capelli color miele appena cresciuti di Serena splendevano alla luce filtrante dalle finestre, i suoi occhi brillavano esaltati dalle simili tonalità della gonna e della borsa.

E sebbene non fosse la prima cosa che saltava all’occhio, le sue forme erano chiaramente più visibili. Era cresciuta…

Sebbene fosse passato meno tempo del previsto dalla loro separazione, era diventata una bella ragazza come aveva promesso, dentro e fuori. Non che non lo fosse già, ma ora sembrava maturata ancora di più. Portava con sé un altro tipo di bellezza.

Ash la fissava senza riuscire a definirla. Normalmente avrebbe trovato le parole per farle un complimento, per lui era sempre stato naturale perché, per quanto non ci avesse pensato troppo nello specifico, Serena era sempre stata una bella ragazza ai suoi occhi e rientrava pienamente nei suoi gusti personali.

Stavolta però sembrava come se non sapesse cosa dire, si sentiva impacciato e la sua bocca pareva impastata...

Cosa gli succedeva?

Serena rimase un po’ sconcertata che Ash la guardasse così, non gli piaceva? O lo aveva stupito esageratamente? Non era la sua reazione tipica "Uh… cosa ne pensi Ash?" Domandò lei irrequieta e un po' titubante.

Ash alzò il pollice all'insù di scatto, facendo smuovere sia Pikachu che Serena, ma poi la sua forma rigida aprì la bocca "D'incanto!" Fu l’unica cosa che uscì, ma fu più che sufficiente sia per la ragazza che per Delia, entrambe sollevate.

La madre dell'allenatore esultò per il successo totale dei vestiti "Sei proprio una meraviglia Serena!" disse lei apprezzando il lavoro svolto. “Il mondo dei Varietà certo non può piangere con te”

In effetti anche se non fondamentale per le esibizioni, Serena era come una potenziale modella sottratta dalle realtà della moda o del cinema.

La performer si limitò a ringraziare, con un leggero colorito di rosa sulle guance. Non sentiva che tutti quei complimenti le appartenessero, ma non li rifiutò neanche.

Gli occhi di Ash ad un certo punto divennero appena tristi quando si fermarono sul petto di Serena. Inizialmente la ragazza, seguendo il suo sguardo, fece un sobbalzo abbastanza imbarazzata e così anche Oak che posò una mano sulla faccia. Delia diede una pacca dietro alla testa al figlio, che fu preso totalmente alla sprovvista.

“Ahi! Che ho fatto?” esclamò portando le mani dietro alla testa in totale confusione.

“Mi meraviglio di te!” rispose Delia non aspettandosi mai nella vita una tale reazione da parte del figlio. Certo, era un adolescente, ma da quando fissava così una ragazza?

“Beh, manca il fiocco...”

Alle sue parole Delia e Oak apparvero straniti, mentre Serena subito si rilassò. L’aveva notato allora...

Si avvicinò e alzò la mano "Stavi cercando questo?" Avvolto al suo polso riposava il loro simbolico nastro color celeste.

Subito le labbra di Ash mutarono in un sorriso sorpreso ma anche segretamente sollevato. Il pensiero che se lo togliesse, per qualche motivo, lo faceva sentire stranamente dispiaciuto.

“Ovviamente questo è un altro pezzetto che ho tagliato. Il nastro che mi hai regalato è lungo e non me la sentivo di staccare il fiocco dal vecchio vestito.” Spiegò “Mai però me lo dimenticherei, dopotutto ci tengo!”

"E in questo modo lo potrò tenere anche quando vado a dormire!" aggiunse in maniera raggiante, venendo presto ricambiata da un Ash soddisfatto.

Delia li guardò a turno, incuriosita da tutto ciò “Cosa significa quel fiocco?”

"Segreto!" rise la performer, felice di potersi vendicare di tutte quelle frecciatine ricevute nei giorni precedenti, contraccambiata da un cenno di sfida da parte di Delia. Prima o poi lo avrebbe scoperto… forse.

Fu il turno di Serena di fermarsi ad osservare il nuovo abbigliamento di Ash. Non c’era molto da dire al riguardo, era… bello. Tutto il complesso. Poteva chiaramente vedere i segni della sua crescita e finalmente era ben visibile quanto si fosse anche alzato di statura. Ash era sempre stato un ragazzo appena più basso della media, ma era più alto di lei di almeno mezza testa.

"Bello..." mormorò sottovoce lei.

"Hm? Hai detto qualcosa?" chiese Ash non avendo sentito bene.

"Ahh- volevo dire che s-stai benissimo!" si corresse subito la performer, cercando di rimediare per la boccaccia che si era permessa un’uscita del genere davanti a tutti. Fortunatamente per lei, nessuno sembrava averla sentita.

“Oh grazie!!” sorrise lui grattandosi la punta del naso. Gli faceva davvero piacere il commento.

Ormai erano davvero vicini alla partenza e quell’entusiasmo non poteva più essere placato.

 



I due ragazzi chiamarono il professore di Forsia e lo avvisarono del loro prossimo arrivo. Ovviamente egli fu piacevolmente sorpreso e li avvisò di come si sarebbero dovuti organizzare per la convalida dei biglietti online che gli avrebbe fatto.

Chiusa la chiamata, radunarono ancora tutti i Pokémon di Ash, consapevoli che avrebbe portato solo Pikachu con sé. Qualcuno fu leggermente dispiaciuto ma la maggior parte di loro accettò la scelta. In questo caso, erano più felici che tristi di vederlo carico per partire. Stava tornando a correre dietro ai suoi sogni con entusiasmo e questo era segno che davvero stava bene.

Meganium prese da parte Serena, mormorando supplichevolmente di prendersi cura dell’allenatore. Alla ragazza non servì alcuna traduzione, comprese totalmente e diede la sua parola di fare il possibile per aiutarlo.

E una volta conclusi quei temporanei addii, i due tornarono a casa insieme a Delia e non restò loro che preparare gli zaini e godersi quell’ultima serata a Biancavilla.

La nottata passò velocemente, stanchi com’erano, e il mattino non tardò ad arrivare. Svegli di buon’ora e colazione mangiata, i due ragazzi e Delia salirono sulla jeep del Professor Oak, il quale si era offerto di accompagnarli all'aeroporto di Zafferanopoli. La motivazione primaria era permettere loro di prendere il primo aereo e non arrivare troppo tardi, anche se il fuso orario li avrebbe comunque fatti atterrare verso la tarda mattinata forsiana, quando a Kanto sarebbe stata sera. La motivazione secondaria, beh… semplicemente gli piaceva sfoggiare il suo quattroruote.

L’arrivo all’aeroporto fu veloce, ancor più grazie alla distrazione che le chiacchierate durante il viaggio avevano offerto.

E poi, una volta arrivata alla hall in perfetto orario, arrivò il momento dei saluti.

Sembrava scorrere tutto così veloce, contrariamente ai mesi scorsi che Ash aveva passato.

“I check-in per il volo diretto a Borgo Buongusto nella regione di Forsia aprono ora.” parlò la voce all'altoparlante.

“Mi raccomando Ash, fai il bravo. Non andare a letto troppo tardi e mangia sano. Ricordati di non saltare dai dirupi se puoi evitarlo, fare il bucato e di cambiarti ogni giorno la biancheria intima!” Lo avvisò Delia.

Ash avrebbe preferito che Serena non fosse presente a sentire l’ultima parte, soprattutto quando udì le risatine di quest’ultima in sottofondo. Si coprì il volto con il cappello, sentendosi estremamente imbarazzato “Mamma… smettila!!”

Delia placò gli avvertimenti e ridacchiò anche lei "Ahahah scherzavo tesoro, mi fido di te e credo tu ormai sia grande abbastanza da sapertela cavare da solo, anche se me lo hai già dimostrato quando sei partito la prima volta...” disse lei dolcemente, mentre Ash annuì “Comunque non vuol dire che a volte non serva un sostegno e quindi, conoscendo il tuo carattere irruento e a volte caotico, confido anche su di te Serena! Sostenetevi a vicenda, ok?”

“Certamente! Non serve dirlo!” subito esclamò Ash senza esitazione.

La risposta di Serena però tardò un momento ad arrivare…

Sostegno…

Volersi bene…

Si sarebbe presa cura della propria felicità e avrebbe aiutato Ash a fare lo stesso con la sua. “Senz’altro!” alzò lo sguardo con sincerità e determinazione “Non si preoccupi!”

Delia prese entrambi e li abbracciò. Sembrava un enorme abbraccio di famiglia, questa partenza era diversa dalle altre. Ma non fu difficile lasciarli andare, era sicura che sarebbero stati felici…

Così li vide staccarsi e allontanarsi, borse in spalla, petto in fuori e con i sorrisi sui loro volti. Le mani in alto che salutavano lei e Oak, fino a sparire nei corridoi che portavano ai check-in.

I due si recarono sul tetto della struttura e aspettarono… chiedendosi quale degli aerei in partenza sarebbe stato il loro.  Il vento soffiava e il rombo dei motori dei veicoli volanti andava e veniva.

Dopo mezz’ora, il cuore di Delia fece un sussulto e il suo istinto la portò a guardare in direzione di uno degli aerei in decollo. Non sapeva con certezza se fosse il loro, forse avrebbe potuto confermarlo controllando l’orario e l’agenzia del volo.

Tuttavia, mentre Oak face proprio ciò, controllando l’orologio al suo polso, lei si limitò ad osservare casualmente proprio quell’aereo, sentendo un sorriso crescerle sulle sue labbra, con la pace nel cuore.

Una folata di vento le scostò i capelli, facendoli danzare nell’aria, mentre il grosso uccello d’acciaio passò sopra le loro teste e si allontanò all’orizzonte. Come un abbraccio che in un attimo ti avvolge e ti lascia.

“Buona fortuna”

.

.

 

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Capitolo 5
*** Chiudere una porta per aprirne un'altra ***


Nota d'autori:

Ciao a tutti! Siamo finalmente tornati con un lungo capitolo e tantissimi sketch! In futuro, alcuni sembreranno di qualità un po' bassa, ma ciò sarà necessario poiché applicheremo Nightshade e Glaze. Poiché molti social stanno usando senza consenso le opere altrui per l'AI (intelligenza artificiale) dobbiamo prenderci cura della nostra arte!

Ma speriamo che i disegni e il capitolo vi piacciano!





Se Serena aveva pensato precedentemente che una parte di viaggio le avrebbe fatto scalpitare il cuoricino, adesso poteva dire con certezza che in paragone alla tachicardia che stava provando quello era come un singhiozzo.

 

 

Era stato Ash a innescare tutto. Avendo passato così tanto tempo a casa, abituato a dormire quanto volesse, svegliarsi presto con regolarità non era più molto semplice, quindi non aveva retto a lungo dopo la partenza.

Notando il viso addormentato di Ash e il suo leggero respiro Serena decise di intrattenersi per conto suo e lasciarlo riposare.

Sapevano che il volo sarebbe durato molto, quanto quello per portarli a Kalos, e durante tutto il viaggio il ragazzo non aveva dato cenno di svegliarsi.

Serena, nell'ultimo periodo leggermente più abituata ai jetlag, era riuscita ad abituarsi grazie ad un pisolino qua e là.

Siccome sarebbero atterrati proprio nei pressi di Borgo Buongusto, un paesino noto per le sue locande e trattorie, a Serena pareva scontato che vi avrebbero fatto una sosta e trascorso la nottata. Figuriamoci se Ash avrebbe perso l'opportunità di farsi una scorpacciata post volo.

In cuor suo Serena provava una certa emozione a quell'ignoto che li attendeva nel loro viaggio. Un tempo la cosa l'avrebbe tormentata, così come per lungo tempo era successo a Kalos, ma ora si sentiva quasi sollevata di potersi prendere del tempo per rivalutare il suo percorso.

Dover affrontare così tante incertezze non sembrava tanto spaventoso se a farlo c'era anche Ash.

Sistemando a posto il catalogo che aveva appena finito di sfogliare, Serena fece giusto a tempo a rimettersi comoda, che un peso si appoggiò sulla sua spalla.

"Chaa" sentì un mugolio.

"Aw, che adorabile!" Seguirono poi le voci di alcuni passeggeri, inteneriti probabilmente dal Pokémon.

Pensando fosse Pikachu, la ragazza alzò la mano per accarezzargli la guancia, come faceva solitamente.

Tuttavia non fu il pelo morbido del Pokémon a toccare. Sentendo subito la differenza di texture, Serena voltò poco lo sguardo, trovando invece la testa di Ash.

Si bloccò per un lungo istante, sotto gli occhi dei passeggeri attorno, colti a guardare la giovane, apparentemente intenta ad accarezzare la guancia del ragazzo.

Finalmente cogliendo l'imbarazzo della situazione, tutti si voltarono, meno Pikachu, il quale si stiracchiò appena con sorriso colpevole.

"Ti stai vendicando per averti abbandonato come cuscino l'altra notte?" Bisbigliò lei, ancora rossa per l'imbarazzo.

"Pi!" Mostrò un ghigno il topino. Non era esattamente sua intenzione, ma si sarebbe preso i meriti lo stesso.

La biondina ovviamente non ebbe il coraggio di muoversi. Non voleva svegliarlo, non quando stava riposando così serenamente. Anche lui non l'aveva fatto quando la situazione era capitata al contrario...

Tuttavia fu proprio quello a far crescere un'aria pensierosa sul suo viso.

Era la seconda volta in pochi giorni che succedeva una cosa simile e, per quanto non le dispiacesse stargli vicina, temeva che dopo un po' la situazione sarebbe potuta diventare imbarazzante per entrambi.

Tra i suoi sogni, obiettivi, c'era anche di essere ricambiata da Ash, ma sapeva che c'erano dei limiti oltre i quali non poteva e non voleva spingersi.

Aveva già reso noti i suoi sentimenti, e l'atmosfera tra loro era certamente cambiata, pullulante di segnali ambigui da parte di lui, ma positiva o negativa non avrebbe forzato una risposta dall'amico, specie se non si sentiva pronto o non sapeva lui stesso cosa dire.

Un lato di lei avrebbe preferito che quello almeno lo rendesse noto. Se ne avesse avuto bisogno, gli avrebbe dato tutto il tempo che gli serviva. Ma era già giunta a quella conclusione dal momento della loro riunione.

Se non aveva detto nulla era implicito che aveva delle buone ragioni, dopotutto non era mai stato il tipo di persona da ignorare ciò che provavano gli altri.

Questo genere di situazione poteva però anche fare l'effetto opposto di avvicinarli.

Improvvisamente una risatina flebile la distrasse dai suoi pensieri.

Era una signora abbastanza in sù con l'età, seduta oltre il corridoietto che separava il loro gruppo di sedili dalla fila successiva.

L'anziana donna si girò a guardarli e con sguardo dolce parlò "Scusami, è che mi ricordate molto me un mio amico tanti anni fa. Ci succedevano spesso queste situazioni"

"A noi no, tranne di recente..." rispose Serena con un sorrisino lieve non potendo girarsi troppo per guardare bene la signora, vista la testa che posava sulla sua.

Per qualche secondo nessuna delle due parlò, ma dall'espressione di Serena era ovvio che fremeva a chiedere qualcosa.

Fu talmente ovvio che non servì nemmeno domandare.

"Se ti chiedi se io e lui siamo ancora amici puoi direttamente sentirlo da lui appena si sveglia."

Incuriosita, la ragazza provò ad osservare meglio e vide un anziano signore appoggiato addosso alla donna, le loro mani giunte. Quando comprese ciò che intendeva la signora il suo viso arrossì di nuovo, ma allo stesso tempo non poté che sorridere di fronte ad una scena così dolce.

"Glielo hai detto?" Domandò l'anziana.

Colta alla sprovvista, Serena balbettò "S-Sì, diciamo di sì..."

Non riusciva però a non imbarazzarsi dall'essere così ovvia che anche un estraneo riuscisse a leggere i suoi sentimenti, per quanta esperienza potesse avere in quel genere di cose.

"Ti è parso disturbato?"

Serena ci pensò su. Lo sguardo del ragazzo quando la vide allontanarsi su quelle scale mobili sembrava quasi illuminato. Quasi come se fosse stato colpito da una luce e gli avesse aperto un mondo oltre i confini di cui prima non poteva immaginare l'esistenza o che aveva provato ad ignorare. "No. Sorpreso, ma non disturbato."

"Allora non devi preoccuparti. Se non lo ha disturbato allora non lo farà la vostra vicinanza adesso. Qualunque sia il nome del vostro rapporto, potete godervi tranquillamente la presenza l'uno dell'altra."

La felicità di Ash e la sua insistenza nel volerla al suo fianco in questo viaggio ancora ritornò alla mente della ragazza. Dopo essersi ritrovati, l'ultima cosa a cui voleva pensare era la loro prossima separazione. Ed era abbastanza sicura che pure l'amico condividesse tale pensiero.

"Comunicate, e se la cosa non da fastidio a nessuno dei due accada quel che accada"

Serena annuì in segno di ringraziamento. Probabilmente aveva ragione, preoccuparsi così ora come ora non aveva senso. Lei e Ash avevano un'amicizia abbastanza forte da non poter essere rotta così facilmente.

Con il cuore sempre meno scalpitante e ritrovata una certa serenità, la ragazza cominciò a sentire le palpebre pesanti.

Effettivamente, un'altra dormita fino all'arrivo non sembrava una cattiva idea.

 

...

 

Dormirono per parecchie ore.

Il mormorio dei passeggeri si intensificò dopo il consiglio di una delle hostess di osservare il paesaggio dai finestrini. La voce all'altoparlante aveva fatto svegliare simultaneamente i due allenatori che rimasero troppo confusi per accorgersi di come avevano riposato.

"Uh... non male questi posti, sono comodi!" disse lui stiracchiandosi appena.

"Già..." mormorò Serena.

La loro attenzione era rivolta del tutto altrove.

I loro occhi furono catturati dal paesaggio fuori dal finestrino. La bella costa si avvicinava sempre di più e l'emozione di essere finalmente arrivati salì stelle, svegliando le loro menti fino a poco prima ancora assonnate.

"Attenzione, siamo appena entrati nel territorio di Forsia. Dai finestrini alla vostra sinistra potete vedere la costa meridionale della regione. A breve atterreremo all'aereoporto di Borgo Buongusto e il viaggiò terminerà. Vi preghiamo quindi di riallacciare le cinture e di aspettare cortesemente che l'aereo si sia stabilito completamente a terra! Grazie di aver scelto di viaggiare con Air Dragonite, vi auguriamo un buon atterraggio!"

"Beh, ci siamo! Pronta?" domandò Ash all'amica sistemandosi nel suo sedile e agganciando la cintura, per poi aiutare Pikachu con la sua.

"Pronta!" Replicò la kalosiana "Ho visto un opuscolo sul paese dove arriveremo mentre dormivi e ho pensato che potremmo fermarci e visitarlo un po'. Avremo modo di fare rifornimento per il viaggio fino al professore, vedere nuovi Pokémon e pranz-"

Non fece neanche in tempo a finire che gli occhi del ragazzo iniziarono a brillare e si sentì un borbottio provenire dalla sua pancia. Ash si grattò il capo con imbarazzo, sotto le risatine di Serena e Pikachu, consapevoli di avere già una risposta alla proposta.

Di nuovo si sentirono dei forti rombi, ma stavolta non fu difficile riconoscerli. L'aereo iniziò ad inclinarsi e un piccolo sobbalzo segnò il contatto con la pista. Il velivolo iniziò a rallentare e si sentirono degli applausi da parte di alcuni passeggeri, usanza di alcuni paesi per ringraziare e complimentarsi con il pilota per il viaggio completato con sicurezza.

"Signore e signori, benvenuti all'aeroporto di Borgo Buongusto, nella regione di Forsia" rispose la voce del pilota "Vi ringraziamo ancora per aver viaggiato con noi."

Appena l'aereo fu fermo, Ash non perse tempo a slacciarsi la cintura e alzarsi. Afferrò il suo zaino e mettendolo in spalla corse verso l'uscita.

"Aspetta Ash!" lo chiamò Serena, alzandosi in fretta per prendere il proprio bagaglio a mano e raggiungerlo.

"Finalmente! Forsia, Ash Ketchum è arrivato!!!" urlò senza contegno il ragazzo, correndo verso il portellone aperto.

"PI Pika!!" lo imitò Pikachu.

"Aspetta Ash!" la voce allarmata di Serena non gli arrivò in tempo alle orecchie.

L'allenatore, troppo distratto ed euforico per sentire il richiamo, era già con un piede fuori dall'aereo. Non aveva pensato minimamente all'altezza del velivolo e ad assicurarsi che le scale mobili fossero posizionate.

Bastò sentire il minimo accenno di gravità per fargli aprire gli occhi nel panico. Provò a controbilanciare, tirandosi all'indietro, ma servì solo a farlo barcollare per qualche secondo di più. Il suo corpo era destinato alla caduta.

"AHHHH!!!!" urlò lui, sentendosi preso improvvisamente per il busto e trattenuto.

Non osò girarsi, per evitare di peggiorare la sua situazione, ma dal fiocco blu sul polso stretto attorno alla sua vita, sapeva che era stata Serena ad averlo fermato.
La forza della ragazza però non sarebbe mai stata sufficiente e uno squittio di agitazione cercò di richiamare l'attenzione di chiunque fosse nelle vicinanze.

"Qualcuno ci aiuti! Non lo reggo più!!"

Le hostess, ancora allibite di fronte alla scena tragicomica, vennero scosse dal gemito e finalmente rinvenute corsero a dare assistenza.

Persino il pilota balzò fuori dalla sala controllo e si apprestò ad aiutare. Tra i passeggeri a bordo e i lavoratori a terra c'era chi guardava la scena divertito, in particolare una certa signora ancora tra i sedili, e chi invece osservava perplesso.

Come poteva essere davvero la realtà? Doveva per forza trattarsi di un film...

 

 

Se lo sarebbe dovuto aspettare, ne avevano fatte di cose folli nel loro viaggio a Kalos e Ash non era esattamente una persona tranquilla.

Una volta al sicuro sull'aereo, la sgridata del pilota e delle hostess però fu più che aspettata. Solo grazie a Serena e alla sua diplomazia che riuscirono ad evitare si prolungasse oltre qualche minuto. La questione si chiuse con un inchino di scuse e per fortuna l'incidente non fu approfondito oltre.

"Credo di essermi lasciato trasportare un pochino eheheh..." ridacchiò Ash sdrammatizzando, mentre attendevano il posizionamento delle scale. Nel suo tono di voce era evidente il dispiacere e imbarazzo, quindi Serena non se la sentì di rimproverarlo ulteriormente.

"Ash, volare su un aereo non significa che dobbiamo anche saltarci giù." gli offrì un sorriso esausto.

Il ragazzo ridacchiò ancora, ma non rispose alla battuta. Non aveva tante scuse, per quanto divertente a posteriori, l'infarto se l'erano preso.

In fretta e furia fu posizionata la scala, in modo da far scendere subito la bomba ad orologeria che gli spettatori dell'aeroporto avevano visto piombare fuori dall'uscita precedentemente.

A quel punto non ci furono ostacoli ad impedire all'entusiasmo del ragazzo di scalpitare "Andiamo Serena!" la incoraggiò lui, mostrando in maniera molto comica ma eloquente come posava il piede sugli scalini, vestendo un sorriso mattacchione.

La risposta della ragazza fu un semplice sospiro divertito e rassegnato.

Appena furono con i piedi per terra i loro nasi vennero travolti da un intenso profumo di aromi, chiaramente riconoscibile come quello di cibo. Era proprio la regione giusta per loro, cosa che Serena non poté che osservare "Diventerà la tua regione preferita!"

"Già!"

 

...

 

Se era Serena quella che in genere guidava Ash tra i negozi, stavolta si poteva dire che fosse lui a trascinarla in giro. Con i manicaretti che lo circondavano, placarlo sarebbe stata un'impresa.

Una che l'amica provò comunque ad affrontare "ASH!!!" Alzò un po' la voce. Le sue gambe non reggevano più.

Il ragazzo puntò i talloni nel suolo e si bloccò di colpo, gesto che permise a Serena di tirare un sospiro di sollievo "Sì?" Rispose sorridendo, come se nulla fosse.

Pikachu pure sembrava malamente pentito delle sue scelte, rimpiangendo di non aver scelto la spalla di Ash per quella che alla fine non si era rivelata una semplice passeggiata "Piiiiii...."

"Uh... forse potremmo rallentare il passo?" Il corvino si grattò il capo colpevole, senza però sembrare davvero pentito.

Era solo emozionato, anche se li stava trascinando dove nemmeno lui sapeva.

"Ci conviene, siamo appena arrivati e sono già stremata!"

"Pi pikachu!" Il topino aderì, arrampicandosi sulla schiena della ragazza e appoggiandosi alla sua spalla. La sua zampa si alzò poi verso il proprio allenatore in segno di protesta.

"E pure Pikachu" sorrise lei dandogli una carezza "Stiamo praticamente girando a vuoto! Perché non ci organizziamo meglio? Andiamo al centro Pokémon e prendiamo una stanza per la notte, lasciamo la nostra roba e poi facciamo una passeggiata. Senza fretta! E ci fermiamo anche a mangiare qualcosa."

Sotto sotto, Ash era davvero grato che l'amica fosse così propensa all'organizzazione, al contrario di lui. In posti con forte affluenza di turismo era meglio sbrigarsi a prenotare posti letto. Inoltre, il viaggio era stato lungo e il cibo sull'aereo poco gustoso, farsi una mangiata come si deve sarebbe stato meglio che girare a caso senza decidere cosa mettere sotto i denti. "Ci sto!"

L'insistenza della performer portò i suoi frutti e si rivelò tempestivamente corretta. Erano stati tremendamente fortunati visto il tempo che avevano perso, ma una stanza al Centro Pokémon erano riusciti a trovarla.

Una modesta camera, dotata di un paio di letti singoli. Per due persone lo spazio ridotto non era un grande problema, quindi sarebbe andata più che bene per la nottata.
Una volta sistemate le loro cose, non restava altro che decidere dove pranzare. "Sei pronta?"

"Hm!" Serena annuì, tirando fuori il suo tablet e cercando quali posti fossero più convenienti "Cosa vorresti mangiare?" Gli chiese per controllare se ci fosse qualche posto con buon cibo ma servito velocemente e, soprattutto, economico. Aveva aggiornato il tablet non appena arrivata grazie a dei codici trovati in camera per sbloccare delle guide per turisti.

Non era la migliore delle fonti per degli allenatori in costante viaggio, ma per qualcosa di più specifico si sarebbero informati in una grande città.

Ash portò una mano sotto il mento e pensò. Poteva ingoiare di tutto e in grandi quantità, ma immaginava che la prima degustazione dovesse essere speciale, soprattutto se in compagnia "Ehm.. che c'è di tipico di questa regione?"

Serena osservò la lista sotto mano e rimase sorpresa dalla quantità inimmaginabile di ricette e posti specializzati.

C'erano pizzerie, panetterie, gelaterie, pasticcerie, trattorie, rosticcerie, stand di street food...

"C'è fin troppa scelta... così tanta e senza che la mappa di Forsia che ho sia dettagliata. Se chiedessimo all'infermiera Joy?" puntò verso la donna al balcone, impegnata a riempire alcuni documenti. Chi meglio poteva dare consiglio di una residente?

"Ottima idea!" annuì Ash per poi avvicinarsi insieme alla ragazza.

Appena vicini abbastanza, la dottoressa subito rivolse verso di loro la sua attenzione "Buongiorno, cosa posso fare per voi?"

"Non è che saprebbe consigliarci un buon posto in cui mangiare? Qualcosa tipico del luogo magari."

Joy pensò un attimo e poi rispose "Siete più una coppia da ristoranti formali o grandi abbuffate?"

Se Serena si bloccò all'improvviso nel sentire come li aveva definiti, Ash non sembrò accorgersene nemmeno "A me basta mangiare! Le grandi abbuffate fanno di più per me, anche se ovviamente mi interesserebbe assaggiare qualcosa di molto gustoso"

"Pi Pika!" aderì Pikachu con entusiasmo sulla spalla di Ash.

"Allora perché non andate alla locanda DaSpinda? Si trova proprio in fondo a questa via! E' specializzata in varie ricette di pasta e ha tutti i tipi che potete trovare nella nostra regione!"

Lo stomaco di Ash non tardò a brontolare. Il ragazzo massaggiò il retro del capo con imbarazzo, mentre in sottofondo Serena e l'infermiera ridacchiarono.

Uscirono in fretta dopo aver ringraziato Joy e si diressero verso la locanda. Il piano di esplorare il borgo passò in secondo piano con la fame che era aumentata così tanto.

Se c'era una realtà uguale in ogni parte del mondo, era che il cibo sugli aerei in economy era pessimo.

Al loro arrivo si trovarono davanti più una locanda che un ristorante. Aveva un aspetto molto più rustico e il loro sollievo aumentò leggendo il menù all'esterno. I prezzi erano molto più contenuti di quanto si aspettassero.

La cameriera che li accolse all'interno li guidò sul retro, in modo da poter mangiare nei posti all'aperto, con una vista sul lago da lasciare di stucco.

Il tavolo sembrava un classico da picnic, di legno con tovaglia a quadretti. Sopra era posto un vasetto con dei grissini, dei quali Ash ne prese uno e lo porse a Pikachu. Il topino di buon grado lo afferrò e iniziò a sgranocchiare.

"Chaaa!" mormorò Pikachu scodinzolando.

"Benvenuti DaSpinda!" Un'altra voce li salutò, ben diversa da quella della cameriera che li aveva accompagnati. "Sono Mario e oggi sarò io a servirvi! Posso portarvi qualcosa da bere nel mentre?"

Ora era un uomo ad attendere istruzioni a fianco del loro tavolo. Sulla quarantina, alto e dai baffetti lunghi ma ben sistemati.

"Uh, io penso che prenderò una tisana alla baccapesca" rispose Ash, per poi lanciare un'occhiata a Serena, ricevendo un cenno di consenso "E una alla baccaliegia"

Ormai conosceva bene i gusti dell'amica, dopo aver viaggiato insieme per più di un anno i pattern erano ben evidenti.

"Perfetto! E per il cibo vorreste del tempo per consultare i menù o volete qualche consiglio adatto a due picciotti?

"Picciotti?" Pensò Ash confuso, piegando appena la testa.

Serena al contrario aveva capito subito il significato e non per le sue grandissime abilità in forsiano, per quanto di radice simile alla lingua nativa della sua regione.

Da bambina adorava vedere un certo film, con protagonisti un Eevee e un Herdier. Era un classico proprio per una scena romantica dove mangiavano spaghetti e venivano chiamati così dagli chef.

Voleva dire piccioncini.

Senza dare troppo spettacolo, cercò nelle sue parole di far intendere quale fosse la realtà "Siamo allenatori in viaggio ed è la prima volta che veniamo a Forsia, quindi ci farebbe piacere un consiglio."

Lo stomaco di Ash improvvisate brontolò, totalmente d'accordo. Il ragazzo ridacchiò con lieve imbarazzo.

"Ma certo! Ho capito! A voi due serve lo speciale della casa, secondo la tradizione!"

"E... cosa sarebbe?" Domandò Ash.

Il cameriere sorrise con orgoglio "Un semplice piatto di spaghetti al sugo, ma con ingredienti di prima qualità!"

"Oh, tipo gli spaghetti con polpette?"

"Quello non è esattamente un vero piatto forsiano, è un'abitudine nata ad Unima dopo la grande immigrazione. La vera ricetta tradizionale prevede pasta all'uovo fresca e polpettine piccolissime.*" Spiegò l'uomo, quasi fosse una lezione di cucina.

I due ragazzi si scambiarono un sorriso e annuirono "Allora prenderemo due di quello"

"Ah, ma il piatto speciale è offerto in versione maxi. Mangiate per tre persone in un solo piatto da dividere! È molto più conveniente"

Serena fu sul punto di accettare, dopotutto lo stomaco di Ash lo conosceva bene e ne avrebbe beneficiato lui e il loro portafogli.

Ricordava bene però un'altra scena sempre dello stesso film. Stesse condizioni, con risultato un bacio inaspettato.

Pensò bene però alle parole sentite proprio quella mattina. Era davvero il caso di agitarsi per un'eventualità così poco realistica? Perché agitarsi per delle paranoie che avrebbero solo reso meno naturale il suo rapporto con Ash?

Incrociando lo sguardo del ragazzo, sentì un'ondata di coraggio "Quello andrà bene"

Il sorriso di Mario le diede l'impressione, per un istante, di aver commesso un grave errore, ma cercò di ignorare la cosa.

"Luigi!? Uno speciale per i due picciotti qui! E mi raccomando, sono ancora in fase di cottura! Dobbiamo alzare la fiamma!" Gridò lui.

"Afferrato il concetto! Ci penso io!!" una voce rispose dalla cucina.

Passarono solo dieci minuti e il loro piatto arrivò. Dire che le dimensioni erano esagerate persino per un piatto da condividere non sarebbe stato così sbagliato.

Metabolismo di Ash tenuto in considerazione, li avrebbe saziati più del dovuto.

"Buon appetito carissimi miei!" Mario augurò, fuggendo poi rapido nella cucina.

Il borbottio tra lui e il collega passarono inosservati, mentre entrambi i ragazzi osservavano il loro pranzo, indecisi su come cominciare.

Il profumo era inebriante e potente, capace di far esplodere la salivazione anche del più disidratato degli individui.

"Amo questa regione." Si limitò a dire Ash in totale stupore. Prese il piattino lasciato dal cameriere per Pikachu e trasferì una bella porzione su esso.

Lo porse poi al Pokémon, il quale squittì emozionato.

Serena si limitò per qualche istante ad osservare l'amico mentre cercava di arrotolare quanta più pasta possibile attorno alla sua forchetta. E quando finalmente riuscì ad azzannare... le parve di vedere i suoi occhi lucidi e brillanti.

Con il sorriso di qualcuno appena graziato da un coro di angeli, Ash la guardò entusiasta "Assaggiali! È pazzesco quanto siano buoni!!"

"Da come lo dici devono esserlo per forza!" Commentò lei ridacchiando.

Serena prese la forchetta e con molta più moderazione prese una piccola quantità. La portò poi alla bocca e anche lei ebbe una piacevole sorpresa per il sapore.

Ash le sorrise, immaginando quello che pensava "Te l'avevo detto!"

Gli ingredienti dovevano essere dei più freschi, combinati in un'armonia semplice ma perfetta.

Serena annuì contenta e i tre finalmente si godettero il loro pranzo.

Quando ormai erano alle ultime forchettate, Serena sospirò soddisfatta. "Devo imparare a cucinare così, altrimenti finiremo per spendere una fortuna a forza di mangiare in posti così buoni"

"Per quanto non mi dispiacerebbe provare sempre cose così buone, penso che la tua cucina sia già buonissima come è' rispose ul ragazzo in completa onestà. "Anzi, se tu imparassi queste ricette penso che le faresti anche meglio"

"Non sono mica una chef!" Ridacchiò lei non credendo alle adulazioni.

"Non servirebbe. Anche se mia mamma gestisce una locanda, non penso sia per quello che la sua cucina sia una di quelle che preferisco." Giocherellò lui con la forchetta "Succedeva anche con il mio amico Brock e con Lem, ma con te e mamma è diverso..."

Faticò a trovare le parole, ma il sentimento che provava a mangiare quello che loro due gli preparavano era totalmente diverso da ogni altro "Non sono bravo ai fornelli e ne so poco di queste cose ma a volte se mi capita di guardare mamma o te ai fornelli si capisce. Sono sicuro che anche i cuochi qui e in altri posti amano fare quello che fanno e probabilmente tanti mettono passione in ogni piatto che fanno. Ma lo fanno per tutti ogni giorno, mentre voi ci mettete...-"

"Affetto?" Provo Serena per lui, arrossendo appena.

Sì, certamente mettevano tutto il loro affetto in ogni piatto, perché sia Delia che Serena tenevano a mettere tutto ciò che provavano per Ash in ogni piatto che preparavano per lui.

Non pensava che Ash lo avrebbe riconosciuto, ma forse aveva sottovalutato quanto emotivamente intelligente fosse il ragazzo.

"Sì..."

Si sentiva amato quando mangiava quei piatti, anche se non riusciva bene a dare parole a quella sensazione o a dare un nome all'ingrediente segreto.

"Hm, vuol dire che quando provi i miei pokébigné non sei mai totalmente imparziale sul loro giudizio?" Sorrise scherzosa Serena.

Subito Ash agitò le mani, colto di sorpresa "C-Certo che sono imparziale! O almeno ci provo se mi chiedi di esserlo..."

Serena gli lanciò un occhiolino. Sapeva che poteva contare su di lui in ogni occasione.

Decidendo di non lasciare che gli ultimi bocconi di pasta si rafreddassero oltre, i due diedero una forchettata ciascuno e succhiarono i lunghi fili.

Sembravano non finire più...

La kalosiana era sul punto di mordere e limitare il boccone quando la sua testa era stata invitata a girarsi dalla direzione del filo.

Fece giusto in tempo, ma non impedì l'inevitabile.

Il ragazzo nemmeno ci aveva pensato su; la sottospecie di spaghetto non finiva più e d'istinto non aveva fatto altro che continuare a seguirlo, troppo impegnato a godersi il sapore di quella pietanza che presto sarebbe finita.

Poi lo spaghetto sembrò alzarsi nell'aria e aprì gli occhi quando ormai la sua bocca sfiorava quella di Serena.

Non si poteva dire che le loro labbra si stessero davvero premendo l'una contro l'altra anzi, visto il minimo spazio ancora presente tra loro, abbastanza da sentire i loro fiati abbracciarsi, era più come una carezza leggera.

I due rimasero fermi in quella posizione per qualche secondo, sentendo un senso di dejavu talmente di punto in bianco da mandarli in catalessi.

Sembrava esserci un silenzio tombale che li circondava, con gli sguardi degli altri clienti e dei lavori su di loro.

Persino Pikachu fissava totalmente scioccato e leggermente rosso in viso di fronte alla scena.

Inaspettata, ma decisamente apprezzata.

Tuttavia, il calore che i due provarono una volta giunti alla realizzazione non fu per nulla gradevole come la prima volta che si erano baciati.

Quel fuoco dentro era più violento, sconvolgente, di quelli che ti scottano e ti fanno venir voglia di tirarti indietro.

Si staccarono di colpo.

Ash con impeto tale da ribaltarsi all'indietro con la sedia, mentre Serena invece abbassò la testa e portò le mani a coprirsi appena le guance.

Il silenzio fu rotto da una cameriera che corse ad aiutare Ash a rialzarsi e dalle risatine soffocate di Pikachu.

"Che hai da ridere te!?" gli si rivolse Ash con una faccia tra l'imbarazzato e l'irritato.

Pikachu sobbalzò appena dal tono usato dal suo allenatore. Avrebbe riso di più se la situazione fosse stata un semplice incidente comico.

Eppure quando incrociò lo sguardo del ragazzo notò una certa urgenza che lo fece ammutolire.

Ash stava sì arrossendo, ma sembrava anche estremamente mortificato.

Non si aspettava sarebbe successo di nuovo, tantomeno così presto.E stavolta non c'era una scala mobile che li allontanava o un'atmosfera romantica e di nostalgia. Non c'era la perfetta scusa che gli permettesse di temporeggiare.

Come se non bastasse il violino di una casa vicina stava suonando...

"Ehm... il conto per favore!!" chiese Ash con fretta alla cameriera. "E-... mi serve sapere dov'è il bagno."

Prima ancora che la donna potesse rispondere, il ragazzo seguì il dito che indicava il bagno e corse via, frettoloso di isolarsi all'interno prima che qualche altro cliente decidesse di anticiparlo.

Chiuse la porta dietro di sé, aprì il rubinetto del lavandino e cacciò la faccia sotto il getto d'acqua.

Lasciò passare qualche secondo, per poi alzare il capo e guardarsi allo specchio.

Aveva ancora le gote leggermente arrossate, ma grazie ai respiri profondi che stava facendo il suo cuore aveva cominciato a battere di nuovo con regolarità.

"Riprenditi, Ash! E' stato solo un incidente, non cambierà tutto... no?"

Non avrebbe creato disagio, obbligandolo a parlare di un argomento per il quale non si sentiva pronto a parlare...

...Perché pessimo in quelle cose.

Continuò a scrutare la sua immagine, ma tutto ciò che ricevette in cambio fu il suo stesso mugugno e faccia sconsolata.

Non sarebbe dovuto succedere, non quando aveva ancora così tanti interrogativi nella sua testa.

Sapeva che di quella questione ne avrebbero dovuto parlare, perché era impossibile da ignorare. Quel bacio a Kalos, quel messaggio che la compagna di viaggio aveva voluto confessargli, non erano qualcosa che doveva succedere per essere semplicemente dimenticato.

Teneva troppo al loro legame, così come era sicuro lo facesse Serena, per poter essere stato solo un momento fine a se stesso.

Ma non pensava che sarebbe giunto così presto il monito.

Serena voleva una risposta? Non gli aveva chiesto nulla, anche se non era certo il tipo di persona da pretenderla in quel modo.

E se la stava aspettando quale tipo di risposta poteva darle?

Non riusciva ad immaginare a cosa avrebbe determinato.

Sapeva che una ragazza come Serena meritava il meglio e sapeva che voleva lo avesse. Ma in che modo avrebbe potuto darglielo? Era giusto farlo se non era sicuro di quale natura avessero i suoi sentimenti?

Sarebbe stato semplice affrontarla come una lotta Pokémon, buttarsi e tentare, ma persino lui sapeva che in gioco c'era molto più di una medaglia o l'orgoglio. Il rapporto che si ha con qualcuno di caro vale infinitamente di più. E aveva una paura enorme di rovinare tutto.

Non voleva commettere quegli errori che per tanto tempo aveva recriminato a suo padre... l'ultima persona che avrebbe voluto ferire in quel modo era Serena.

Motivo per cui bruciava ancora di più...

Che quel bacio gli fosse piaciuto molto.

E che avrebbe volentieri voluto succedesse ancora.

 

...

 

All'esterno il tempo non si era fermato.

Ci aveva pensato Pikachu a finire il piatto di spaghetti, sebbene con poco gusto.

Non riusciva a togliersi dalla testa l'espressione di Ash.

Avrebbe scommesso che un altro bacio l'avrebbe gradito, ma forse aveva sottovalutato la complessità della situazione. O almeno, quanto apparisse tale seppur in realtà molto semplice.

Ash ricambiava Serena? Di cuore, avrebbe risposto di sì, ma se cercava di schivare l'argomento nonostante i loro palesi momenti di tensione romantica, voleva dire che aveva delle preoccupazioni valide.

Rivolgendo la sua attenzione a Serena, notò la pesantezza nel suo sospiro.

Dopo aver pagato in fretta anche la parte di Ash, si allontanò dal loro posto a sedere e si mise a passeggiare in riva al lago.

Il topino le andò dietro e le saltò sulla spalla, dandole delle leggere pacche di conforto sulla testa.

Prima che Serena potesse dire qualcosa, sentì il suo poké tablet squillare all'improvviso e ringraziò il cielo che qualcuno la stava cercando di contattare, l'avrebbe distratta da quella situazione.

Appena aprì lo schermo si ritrovò sorprendentemente le facce sorridenti di Clem e Shana assieme.

"Serena! Che bello vederti!" Esclamò Shana con un sorrisone. Era da un pezzo che non si sentivano, solo una volta l'aveva chiamata da Hoenn e da allora non erano mai riuscite a incontrarsi, anche se era rimasta a Kalos per qualche settimana prima di visitare Ash.

Ma forse, era proprio perché aveva cercato di non sentirla, che non si era combinato nulla.

L'ultima cosa che voleva era che Shana si dispiacesse per lei per come era finita la sua avventura ad Hoenn.

Non per quello però non le era mancata.

"Shana! Clem! Che bello rivedervi! Che ci fate assieme?"

"A Luminopoli hanno organizzato un Varietà per aiutare i turisti a sentirsi più accolti e mi hanno chiamata per partecipare. Sai, ci vuole una spintarella dopo il caos successo nello scontro con il Team Flare. E visto che ho parecchio tempo libero ho pensato di uscire un po' con Lem e Clem!"

"Hai fatto bene" annuì Serena.

"È un peccato che non sei qui anche te, agli organizzatori avrebbe fatto comodo assicurarsi la finalista della Master Class!" Sospirò Shana "Ma se sei a Hoenn ci puoi fare poco."

Ah, quindi Lem e Clem non le avevano detto del suo cambio di rotta...

Serena era stata informata dell'evento da Paloma in persona in largo anticipo, ma non se l'era sentita di accettare. E anche se ora era per un motivo diverso dall'originale, non era mai comunque stato per quello che credeva l'amica "In verità ora non mi trovo a Hoenn."

Se Clem sembrava nascondere un ghigno consapevole, la mora la guardò sorpresa, ma più incuriosita che dispiaciuta "Ah? Dove ti ha portata il vento?"

"A Forsia, ho deciso di... fare esperienza in un posto diverso."

L'affermazione fece subito spalancare gli occhi a Clem "M-Ma non dovresti essere a Kanto da Ash!?" Esclamò scuotendo appena lo schermo.

Non era secondo i piani!

"Aspetta, da Ash?" Domandò Shana.

"Sono ancora con Ash, solo non a Kanto" subito placò lei, alzando appena l'inquadratura della camera e riprendendo il topino sulla sua testa.

"Pika!"

Clem e Shana ricambiarono il saluto "Ciao Pikachu!"

"Mentre ero a Kanto Ash ha ricevuto una specie di offerta di lavoro dal professor Olivio, quindi abbiamo deciso di rimetterci in viaggio assieme." spiegò Serena, tranquilizzando enormemente Clem.

La bambina sorrise, facendo un sospiro di sollievo "Beh, sono felice! Vi prenderete un po' di tempo per voi stessi e farete le cose con calma!" mostrò poi un ghigno "E puoi approfittarne per portare avanti il vostro rapporto. Siete soli soletti-"

"Aspetta, aspetta..." la interruppe Shana. "Perché sei andata a trovare Ash? Non dirmi che c'è stato qualche sviluppo tra voi!" domandò poi.

"Diciamo che è un work in progress..." fece le spallucce Clem con un sorriso rassegnato "Quei due sono peggio del mio fratellone"

"In verità..." Serena ponderò se fosse il caso di essere onesta.

In quel momento non sapeva a chi parlare della questione e sentiva di averne il bisogno. Le due amiche sapevano cosa provasse per Ash e per quanto adorassero prenderla in giro, era sicura che avrebbero compreso la situazione.

Non trovando motivo di tenere tutto dentro si accinse a confessare "C'è stato... un piccolo incidente e più o meno ci siamo baciati ancora?"

Per un attimo le due ascoltatrici rimasero in silenzio, cercando di metabolizzare, ma il momento in cui ci arrivarono l'esplosione delle due obbligò Serena ad allontanare il tablet dalla faccia.

"VI SIETE BACIATI DI NUOVO?"

"IN CHE SENSO ANCORA!?"

Persino Pikachu si spaventò agli strilli.

"È stato un incidente!" Subito si difese Serena, ma fu inutile a placarle.

"Non la prima volta!" Il sorriso a trentadue denti di Clem sembrava lo stesso di quando Clem le aveva regalato Dedenne.

Shana afferrò le spalle di Clem, scuotendola appena "Quale prima volta!? C'è se stata un'altra volta!?"

Serena ridacchiò al siparietto, aspettandosi parzialmente una tale reazione, almeno per quanto riguardava Clem.

Effettivamente non aveva mai detto a Shana del bacio all'aeroporto. Non aveva osato menzionarlo, soprattutto quando non poteva avere una risposta in merito ai tempi.

Comprendendo l'omissione, Clem scosse la testa sospirando "Te lo racconterò io dopo." Poi si rivolse di nuovo a Serena "Allora? Questo vuol dire che ora state assieme!?"

Serena scosse la testa dolcemente "È stato solo un incidente, c'era un piatto di pasta e-"

"Avete vissuto quel cliché?"

"Visto come è andata poi, avrei preferito di no..." sorrise amaramente al ricordo della fretta di Ash di andarsene.

A quel punto, l'atmosfera cambiò radicalmente. Shana e Clem sbollentarono i loro spiriti, come se un interruttore si fosse spento.

Il gossip era divertente, ma se supportavano i sentimenti di Serena e la volevano vedere insieme ad Ash era perché volevano che fosse felice.

E ora non pareva felice.

"Ha reagito male...?" Domandò la bruna con esitazione, dubitando che un ragazzo come Ash potesse reagire bruscamente. Lanciò uno sguardo interrogativo a Clem, quasi a chiedere se fosse possibile. Dopotutto, loro conoscevano il ragazzo molto meglio, avendoci viaggiato assieme.

Clem di conto suo era altrettanto confusa. Ash era ingenuo e su quello non c'erano dubbi, ma in aeroporto aveva visto la sua reazione al bacio. Quello scintillio nei suoi occhi non poteva appartenere a qualcuno che non aveva gradito.

"No, è solo che... penso entrambi non volessimo accadesse."

"Aspetta, quindi Ash non ti piace più?"

"Certo che mi piace ancora!" Realizzò appena in ritardo dell'esclamazione, guardandosi in giro e verificando che non fosse osservata.

Prese un respiro profondo e continuò a parlare "È solo che non so ancora cosa provi nei miei confronti, non ne abbiamo parlato e non mi pare che voglia farlo. E mi sta bene aspettare se ha bisogno di tempo! Ma proprio per questo una cosa del genere non fa che mettere pressione ad entrambi..."

Quelle parole lasciarono le due amiche pensierose. Il ragionamento di Serena filava e per quanto loro magari avrebbero preteso di più da parte di Ash, forzarlo avrebbe potuto portare solo all'effetto opposto.

Shana portò la mano sotto al mento, cercando le giuste parole "Ascolta, non conosco Ash quanto voi, quindi preferisco dargli il beneficio del dubbio, ma penso che non ti ignorerebbe così su una cosa importante se non avesse un buon motivo."

"E non è nemmeno il tipo da non dire le cose in faccia, per quanto spiacevoli" concordò Clem.

"Forse dovete solo comunicare di più. Non per forza di cosa provate, ma di come procedere. Tu meriti una risposta e lui probabilmente merita tempo se non è sicuro. Quindi la cosa migliore da fare secondo me è che vi parlate, darvi delle regole e poi come va, va."

Comunicare...

Quelle parole parvero illuminarla.

"Sì, proverò a fare così..."

"E ti conviene, perché mi sembra lui là in lontananza" indicò Clem con il dito.

Serena si voltò di scatto, notando effettivamente l'amico, il quale pareva cercarla in giro.

I loro sguardi si incrociarono giusto in tempo. Una volta vista il ragazzo alzò la mano in alto e lei ricambiò timidamente.

Guardò di nuovo lo schermo "Sì è lui."

Un sorriso comprensivo dipinse i volti delle due amiche "Vai pure, lo saluteremo un'altra volta" annuì Shana.

"E facci sapere come va!" Clem le fece l'occhiolino, ma non vi era ironia di nessun tipo, solo un augurio che andasse tutto bene.

Serena portò la mano al petto, sinceramente grata per i loro consigli. "Prendetevi cura di voi e salutatemi Lem! Ci sentiamo..."

"Ciao! Ciao!" la salutarono le due e lo schermo si spense.

"Eccoti" Subito la chiamò la voce di Ash qualche metro più indietro.

La ragazza si girò verso di lui, facendosi coraggio per parlare.

Voleva seguire il consiglio, metterlo subito in pratica.

Ma l'espressione che si trovò di fronte, l'Ash che la osservava...

Sembrava di nuovo tutto a posto, come se nulla fosse successo. La osservava in maniera gentile, paziente...

La cosa la scompose al punto che si ritrovò incapace di parlare.

Non sapeva come leggere una tale reazione. Come era possibile che avesse rimosso tutto?

Realizzando di non avergli risposto, lentamente alzò il tablet "Ah, Clem e Shana mi hanno chiamata per salutare"

"Oh! Peccato me le sono perse..." disse lui un po' dispiaciuto. "Stanno bene?"

Serena annuì "Sì, Shana ha un'esibizione a Luminopoli quindi starà con loro per un po'. Ma non preoccuparti, hanno detto che ci risentiremo a breve!"

Alla risposta il ragazzo sembrò soddisfatto "Bene! E per quanto riguarda adesso? Abbiamo programmi?"

Serena si morse appena il labbro.

Non sembrava davvero volerne parlare.

Così come era arrivata velocemente la determinazione, altrettanto rapida se n'era andata.

"Che ne dici se facciamo una passeggiata? Devo prendere delle cose che mi mancano per il viaggio e poi possiamo cercare qualche nuovo Pokémon"

Vedendo il viso del ragazzo illuminarsi, ancor più la sua gola si seccò.

"La trovo un'ottima idea!"

 

...

 

Le cose non erano esattamente come prima dell'incidente, il silenzio che li accompagnava mentre passeggiavano per le vie per Borgo era talmente pesante che Serena provò ad iniziare una conversazione "Cosa ne pensi? Siamo in una zona turistica, ci saranno tanti Pokémon forsiani in zona?"

"Beh lo spero!" Rispose Ash con ottimismo.

"Ad esempio quello?" Indicò Serena acchiappando subito l'attenzione dell'allenatore.

Si voltò ad osservare il Pokémon indicato dal suo amico. Era un piccolo cane blu, con ciuffi di pelo più chiari e più scuri, alcuni dei quali sulla testa somigliavano a una bandana.

"CHE BELLO!" Il ragazzo si materializzò di fronte al Pokémon, talmente rapido che sembrò essersi mosso tramite teletrasporto.

Il cagnolino lo guardò confuso piegando appena la testa.

"Tu hai l'aria di essere uno in gamba!" disse, scaturendo un sorriso fiero dal Pokémon, per poi rivolgersi all'allenatore "Che Pokémon è?"

Il proprietario gli rivolse uno sguardo incuriosito "Non siete di queste parti, giusto?"

Ash scosse la testa confermando "Esatto, io e Pikachu veniamo da Biancavilla, nella regione di Kanto. Mentre la mia amica laggiù viene da Kalos!" disse mentre la ragazza si avvicinava salutando con la manina.

"Però mi è familiare..."

L'allenatore del cagnolino ridacchiò "Lui è un Muttiny, è usato molto spesso nei soccorsi in mare."

"Sorprendente!" Commentò Ash, accarezzando Muttiny dietro le orecchie "Un pokédex ora come ora avrebbe fatto comodo..."

"Se avete la licenza da allenatori sono sicuro che non avrete difficoltà a procurarvene uno"

"Infatti, lo faremo quanto prima! Grazie mille ancora per le informazioni!" ringraziò il corvino, non volendo intrattenere il due più del dovuto..

"Di niente! Vieni, andiamo Muttiny!"

Pikachu e Ash salutarono con la mano, il ragazzo con un'espressione nostalgica sul volto.

"Che ne pensi?" Lo richiamò all'attenzione Serena, finalmente al suo fianco "E' stata una bella scoperta?"

"Certo! E con tutti quelli che ci sono là fuori spero davvero che Olivio ci possa dare un pokédex a breve!" Sarebbe stato un peccato se avessero incontrato un Pokèmon raro senza la possibilità di saperne di più.

"Sono sicura che non vedi l'ora di catturarne qualcuno, vero?"

"Hm!" annuì il ragazzo, continuando a guardarsi in giro e notando diversi Pokémon che non conosceva.

Avrebbe voluto correre a incontrarli tutti, ma non poteva certo sdoppiarsi e probabilmente non erano tutti pazienti come l'allenatore del Muttiny appena incontrato. 

L'espressione meravigliata di Ash strinse il cuore di Serena. Era bello vederlo così gioioso e allegro, tuttavia quella genuinità per la prima prova quasi la turbava. Si sentiva egoista; avrebbe dovuto essere semplicemente grata che il ragazzo stesse meglio, eppure non riusciva a condividere lo stesso sentimento. Non poteva fino a che non avesse parlato con lui, fino a che non avessero chiarito almeno come stavano le cose.

Con esitazione allungò la mano e afferrò piano la manica della giacchetta di Ash.

Lui immediatamente si voltò, come rotto da un trance, e la osservò sorpreso. Lesse immediatamente il volto della ragazza e il suo primo pensiero fu di chiederle se fosse tutto a posto.
Poi però il suo buon proposito fece un retromarcia improvviso, sentendo il suo sesto senso scattare in allarme. Forse era-

"Ah, voi due sembrate perfetti!"

Subito i due ragazzi si voltarono, trovando un uomo e una donna a fissarli, invadendo troppo il loro spazio personale per poterli ignorare. "Giovanotti, che ne dite di affrontare la nostra corsa ad ostacoli dei divertimenti?"

Ash e Serena scambiarono un'occhiata confusa. "Scusate, di cosa si tratterebbe?" Domandò l'allenatore.

I due adulti, vestiti in divisa dai colori sgargianti, sembrarono apprezzare la domanda "E' un percorso ad ostacoli per rafforzare il rapporto tra voi e i vostri Pokémon! Dovrete collaborare per riuscire ad andare avanti fino all'uscita!"

"Sembra divertente, non avevamo fatto una cosa del genere a Kalos?" Domandò Ash, rivolgendosi all'amica.

"Sì..." annuì lei, tuttavia non poté che trattenere un sorriso nervoso "Però ricordi com'è finita?"

Pensandoci bene su, effettivamente la ragazza aveva ragione. Anche Ash, ricordando che dello zampino che ci aveva messo il Team Rocket, così come in tante altre occasioni simili durante i suoi viaggi, tornò ad osservare la coppia con sguardo poco convinto.

I due adulti rabbrividirono sotto lo sguardo dei giovani. "E'-E' completamente gratuito, dopotutto è un'inventiva per aumentare il turismo nel nostro paese" squittì l'uomo, porgendo un depliant.

I ragazzi lo scrutarono con attenzione e non potevano negare che sembrasse autentico, così come la struttura indicata. Inoltre la possibilità che il Team Rocket fosse già nella regione pronto ad adescali non sembrava così probabile. Non potevano certo dubitare di qualunque lavoratore in divisa.

"Che ne dici?" domandò Ash.

In verità, sarebbe stato facile rifiutarsi. Avrebbero potuto dire di avere un impegno urgente o semplicemente dire che erano troppo stanchi per una cosa simile. Tuttavia come prima. il ragazzo sentì una forte spinta che gli chiedeva di accettare.

La spinta ad impegnarsi quanto più possibile, tenere corpo e mente impegnati abbastanza da occupare il tempo necessario per smaltire quello che era successo a pranzo.
Sapeva che forse non era la scelta migliore, ma l'istinto superò il buonsenso.

Ed offrendo il sorriso più convincente possibile, Serena non poté che aderire, per quanto indecisa "Direi che va bene."

"Bene allora! I Pokémon faranno questo percorso... voi invece farete quest'altro!" annunciò cerimoniosa la seconda guida, spingendoli in direzione della struttura..

"Non era un percorso per aiutarsi a vicenda e rafforzare il nostro legame? Se i nostri Pokémon non saranno con noi allora come funzionerebbe?" Chiese Serena un po' confusa.

"Sarà il desiderio di rivedervi ad aumentare il vostro legame!" spiegò la donna "Da un lato farete voi due e dall'altro i vostri Pokémon e quando sarà il momento vi incontrerete per le sfide finali."

Nonostante la confusione dei due, eventualmente Serena rilasciò i suoi Pokémon e Pikachu si aggregò a loro. Si diressero verso le due entrate, poste vicine ma per due percorsi diversi. Ash e Pikachu si scambiarono un'ultima occhiata, silenziosa ma che valeva più di mille parole.

Avrebbero tenuto gli occhi aperti.

Tornò poi a guardare l'amica, facendo il primo passo per incoraggiarla ad entrare "Avanti, se rimaniamo troppo in allerta finiremo per non divertirci nemmeno un pò"

Serena annuì e seguì l'esempio, tuttavia quanto il ragazzo non era totalmente convinta da quelle parole.

Attraversarono le prime stanze e tutto sembrò abbastanza semplice, nulla che qualche semplice "acrobazia" o pensiero non potesse risolvere.

Tuttavia, al contrario di quanto sperato da Ash, le loro teste non riuscivano a focalizzarsi abbastanza sul gioco.

Non solo perché la loro attenzione era ancora rivolta ai loro Pokémon nell'altro percorso, ma anche perché c'era ancora un grosso Donphan nella stanza e il silenzio non faceva altro che renderlo ancora più ingombrante.

Ash si fermò varie volte a guardare Serena, anche solo con la coda dell'occhio. Pareva muoversi in maniera automatica, talmente diversa dal suo solito modo di comportarsi, così vitale in ogni possibile emozione provasse, che non riusciva davvero a digerire la vista. Stanca, arrabbiata, felice o triste, aveva sempre trovato facile leggerla, come un libro aperto. Tuttavia la sua difficoltà nel farlo adesso lo frustrava e preoccupava a tal punto dall'incolparsi.

Non voleva farla star male anzi, stava facendo tutto questo perché in cuor suo credeva che avrebbe aiutato non solo se stesso ma anche lei.
Apparentemente si era sbagliato.

"Serena?" La chiamò con voce insicura, sebbene determinato a fare qualunque cosa potesse aiutare.

La ragazza si voltò in sua direzione e lo guardò con anticipazione, un lieve sorriso artificiale sulle labbra.
Lui mosse la mano in avanti, non sapendo bene per cosa, ma istintivamente cercando di ridurre lo spazio tra di loro "Per quell-"

*CLANG*

Si sentì un rumore meccanico e improvvisamente il terreno sotto i loro piedi si aprì, facendoli precipitare verso il basso.

"AHHHHHHH!!!"

La caduta non fu lunga ma i due presero una bella botta, finendo per ritrovarsi sul fondo di una buca. La luce sopra le loro teste scomparve, segno che probabilmente l'uscita era stata bloccata.
I loro occhi ci misero un pò ad abituarsi all'oscurità, ma eventualmente riuscirono almeno a riconoscere le figure l'uno dell'altra.

"Ahia... tutto bene?" Chiese l'allenatrice, massaggiandosi il fianco su cui era atterrata..

"Poteva andare peggio..." mormorò lui, constatando che non si erano poi fatti così male. Quello era un bene, forse l'unico che poteva trovare in quel momento.

A riprova di ciò, delle risate risuonarono dall'altro. Non serviva vedessero per capire di chi si trattasse.

"Hihihihihihih!!! Piano riuscito!"

"Dannazione..."

"Preparatevi a passare dei guai! Non eravate annoiati?"

"Dei guai molto grossi! Siamo arrivati!"

"Proteggeremo il mondo della devastazione!"

"Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!"

"Denunceremo i mali della verità e dell'amore!"

"Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!"

"Jessie!"

"e James!"

"Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!"

"Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!"

"Meowth, proprio così!"

"Wobbuuuffet!!

 

"Secondo me dovevamo aspettare... sembravano impegnati" Commentò James, quasi rammaricato.
Meowth agitò la zampa "Avranno tutto il tempo per le romanticherie là sotto!"

Jessie annuì "E poi non potevamo certo ritardare la missione per inaugurare il nostro arrivo!"

"Che ne avete fatto di Pikachu e degli altri!?" Domandò subito Ash furioso. Non si sentiva bene cosa stessero dicendo, ma la loro risata era inconfondibile.

"Dritto al punto, eh? Se sei così impaziente possiamo anche mostrartelo!" rise Jessie.

"Meowth pronto!" E Meowth azionò un pulsante. La botola sopra di loro si aprì, ma era decisamente troppo alta per permettere loro di uscire. Si coprirono entrambi la faccia con le braccia, cercando di non rimanere accecati dall'improvvisa luce che li raggiungeva.

Sopra le loro teste potevano scorgere i loro Pokémon schiacciati tutti assieme in una rete con fili d'acciaio.

"Maledizione..." Grugnì Ash con frustrazione.
Non poteva dire a Pikachu di usare Fulmine, non sarebbe servito a nulla e avrebbe anche ferito gli altri Pokémon.

"Hm, forse dovremmo chiudere il portellone della trappola?" domandò Meowth.

"Nah, vogliamo batterli, mica ucciderli" chiudere la trappola avrebbe reso quasi impossibile a chiunque di trovare i due prima che finissero l'ossigeno.

Ed erano cattivi forse, ma non in quel modo. Ladri, non assassini.

"Beh è ora di lasciarvi al vostro ostacolo, così potrete rafforzare il vostro legame!" schernì Jessie. 

"Ciao, ciao!" sghignazzò il trio sparendo dall'alto e portandosi appresso la rete con i Pokémon.

Ash e Serena nervosi e impazienti di rincorrere i fuggitivi sapevano di dover cercare un modo di uscire dalla trappola. I due si guardarono in giro invano, pensando ad una via di uscita ma non sembrava esserci nulla che potesse aiutarli.

Potevi esserci ambiguità e timidezza, ma in quel momento salvare i loro Pokémon era più importante di un'incomprensione.
Se davvero quello era un ostacolo da superare con la collaborazione lo avrebbero fatto come sempre di allora.

"La parete è troppo scivolosa, l'unica è che sali sulle mie spalle..." Disse Ash, toccando con la mano la parete senza appigli.

Serena guardò in sù. Anche provandoci, dubitava ci sarebbe riuscita, anche saltando dalle sue spalle. "E' troppo alto..."

"Non abbiamo tante altre opzioni"

Serena ragionò. Dovevano essere rapidi, ogni secondo era importante "Forse potremmo provare quello che abbiamo fatto quando siamo andati nel tuo posto speciale? Quando mi hai fatta salire sull'albero. Solo che ci metteremo più energia! Poi cercherò qualcosa per tirarti sù."

Ash pensò alla proposta ed effettivamente poteva funzionare, sarebbe sicuramente arrivata più in alto che con la sua idea. Se avesse mancato la presa avrebbe rischiato di farsi male cadendo, ma per impedirlo le avrebbe fatto volentieri da cuscino.

"Proviamo" aderì il ragazzo, preparando le mani giunte in basso davanti a lei.

 

...

 

"Abbiamo catturato Pikachu! Primo tentativo già un successo!" Squittì Jessie.

Meowth e James la guardarono rabbrividendo "Non gufarla..." Credevano di avercela fatta e poi qualcosa arrivava fermarli, routine tristemente famosa.

"Se partiamo negativi in partenza, non avrebbe nemmeno senso tentare" provò ad incoraggiarli lei "Cosa c'è? Volete fermarvi ora, tornare indietro e ridargli i Pokémon? Non c'è nessuno che può aiutarli ad uscire di lì!"

"Non è vero, eravamo insieme!"

Quando le due voci all'unisono li chiamarono, i tre si affacciarono e videro gli allenatori che li inseguivano in fretta. Come erano riusciti ad uscire e a raggiungerli in così poco tempo? Non era possibile già di base arrivare all'uscita della botola.

"Come è possibile?..."

"Un percorso ad ostacoli è fatto per essere superato, no?" esclamò Ash aumentando il passo. "Siamo compagni di viaggio per un motivo! Se ci attaccate, risponderemo insieme!"

"E come intendete fermarci? Con il potere dell'amore?" li canzonò Meowth.

Serena alzò il braccio "Con il potere dei nostri Pokémon! Sylveon usa Ventodifata! Pancham e Braixen usate i vostri attacchi Lanciafiamme e Neropulsar verso il lato opposto della mongolfiera!" ordinò poi.

"Paaaaanchaaaam!" "Braiiiixeeeeen!"

"Syl-veoooon!!"

Improvvisamente la mongolfiera iniziò ad oscillare all'impazzata, la bufera di energia fatata impediva al trio di riuscire a controllarla e gli attacchi degli altri Pokémon facevano da propulsore spingendola in basso, verso i due allenatori.

"Vogliono avvicinarsi per saltare sulla rete!" esclamò Meowth comprendendo il loro piano.

"Non lo permetteremo! Gourgeist usa Neropulsar!!" ordinò Jessie, liberando il suo Pokémon.

L'attacco venne sparato dritto verso di loro, facendoli immediatamente fermare. Non si aspettavano che Jessie avesse con sé Gourgeist, visto che non lo aveva usato nell'ultimo scontro, e ciò li prese troppo alla sprovvista per anche solo provare a schivare.

Ash si schierò davanti a Serena e avvolse le braccia attorno alla ragazza, facendo da scudo con il proprio corpo.

*KABOOOM*

"Pikapi! Pipika!" Pikachu strillò agitato, vedendo il polverone alzarsi e i due ragazzi sparire dentro ad esso. I Pokémon di Serena iniziarono ad agitarsi altrettanto impanicati, facendo dondolare la rete avanti e indietro.

"Pensi che li abbiamo presi?" Osservò preoccupato James. Per quanto fossero i loro nemici e per quanto ci tenesse a portare a termine la missione, non voleva davvero far del male a dei ragazzi che alla fin fine, stavano solo facendo ciò che era moralmente corretto.

Al loro posto, probabilmente avrebbe fatto lo stesso...O forse no, ma perché non credeva di avere così tanto coraggio e tenacia.

"Non preoccuparti" Subito rassicurò quasi annoiata Jessie "Se c'è una cosa che ormai è ovvia è che quei mocciosi sono dannatamente-"

Il polverone sparì e rivelò Ash e Serena, totalmente indenni.

"Invincibili..."

Esitando a lasciar andare la ragazza, l'allenatore guardò in direzione totalmente diversa rispetto a quella in cui si trovava il Team Rocket.

Non era stato l'attacco a mancarli, se proprio ne era arrivato un altro che all'ultimo l'aveva fermato. Così di punto in bianco, tanto sorprendente quanto la minaccia che li aveva colti alla sprovvista.

Dall'aspetto, era sembrato che qualcuno avesse lanciato un altro Neropulsar, ma chi?

"Cosa è successo?" Domandò Serena, aprendo gli occhi e liberandosi appena dalla presa di Ash.

Il ragazzo non distolse lo sguardo, rispondendo "Qualcuno ci ha salvati..."

"Qualcuno con una bella faccia tosta!" Si intromise Jessie "Chi ha osato lanciare un attacco così a sorpresa!? Quello è la nostra specialità!"

Una figura maschile si ergeva poco distante, per nulla familiare. I capelli di una tonalità biancastra, lunghi fino alle spalle e spettinati. I suoi occhi erano di color giallo acceso e la pelle abbastanza pallida. Tuttavia, la sua corporatura sembra tutt'altro che gracile.

Sul suo viso non si vedeva alcun sorriso, il suo sguardo era fermo e senza una particolare espressione negli occhi. Pareva imperturbabile...

Opposto a lui, lo Zoroark al suo fianco osservava con trepidanza..

"E quel fantasma sarebbe quello che vuole metterci i bastoni tra i piedi?"

Bastò un cenno e dalle zampe di Zoroark partì un altro Neropulsar, andando a bucare direttamente la mongolfiera. Tanto presto come aveva cominciato a cadere, si era anche sfracellata a terra.

Per fortuna il Vento di Fata tempestivo di Sylveon aveva rallentato la caduta ai Pokémon. Ash e Serena approfittarono di quel momento e liberarono Pikachu, Braixen, Sylveon e Pancham.

"Pika Pi!" "Brai!" "Syl!" "Cham!" urlarono tutti i Pokémon, finalmente liberi.

Distratti dai loro amici finalmente al sicuro, i due ragazzi corsero verso di loro abbracciandoli. Il momento commovente però non durò molto. Tutti si voltarono in direzione del Team Rocket piuttosto seccati, pronti come non mai a ripagarli del loro brutto scherzo.

"Tutti insieme!!" Urlarono Ash e Serena, lasciando ai loro Pokémon la piena libertà di decidere il loro colpo.

E loro non si risparmiarono, lanciando i migliori attacchi che avevano e andando a colpire ai piedi dei criminali, i quali furono sbalzati in aria e iniziarono a volare via.

"Beh dai almeno abbiamo inaugurato il nostro primo fallimento Forsiano..." cercò di consolarsi James.

"Ci sono tradizioni che non vanno interrotte..." commentò piuttosto sarcasticamente Meowth.

"In verità, forse era abbastanza carino quel tipo..." mormorò poi sottovoce Jessie, tutta immersa nei suoi pensieri.

"Immagino che lo verificheremo la prossima volta perché-"

"RIPARTIAMO ALLA VELOCITA' DELLA LUCEEEE!!"

 

...

 

"Pericolo scampato... ancora una volta." I due ragazzi sospirarono e si scambiarono un sorriso.

Una volta ricomposti però qualcosa balenò nelle loro teste.

Vero, quello sconosciuto...

Entrambi Ash e Serena si girarono verso di lui, incrociando il suo sguardo. Gli porsero un sorriso, ma rimasero immediatamente perplessi dall'espressione tutt'altro che amichevole che rivolgeva loro.

Amichevole o no, li aveva salvati, quindi ringraziarlo era il minimo che potevano fare.

Corsero in sua direzione e piano si chinarono "Grazie davvero per averci aiutati. Se non fossi intervenuto sarebbe potuta finire molto male!" Ammise Ash, massaggiandosi appena il capo e porgendo la propria mano.

Il ragazzo non parve molto intenzionato a ricambiare il gesto, ma dopo qualche secondo afferrò la mano e la scosse "Di nulla..." annuì. La sua espressione era ancora alquanto fredda, ma non pareva più tanto schiva e ostile.

Improvvisamente alle sue spalle apparve anche il Pokémon che aveva scagliato l'attacco precedentemente.

Ash lo riconobbe subito, dopotutto ne aveva già incontrati più di uno durante i suoi viaggi e alcune di quelle situazione erano state più memorabili di quanto ci si aspettasse.

"Grazie anche a te... Zoroark!" Gli rivolse un ghigno, subito ricambiato dal Pokémon.

"Oh, vero! Grazie mille anche a te!" Disse Serena chinandosi appena verso il Pokémon di tipo buio. Braixen la imitò e subito Zoroark fu preso da un grosso rossore sul muso, portandolo a sminuire con la zampa con imbarazzo.

Ash si voltò poi verso il suo allenatore, presentandosi "Io mi chiamo Ash e questo qui sulla mia spalla è il mio migliore amico Pikachu!"

Serena si rimise in piedi retta e si presentò come l'amico "Io invece mi chiamo Serena e loro sono i miei amici Braixen, Pancham e Sylveon!"

Anche i Pokémon salutarono, in segno di cortesia e ringraziamento per l'aiuto.

"Duncan." Fu l'unica risposta del ragazzo annuendo, con un sorriso così minuscolo da essere appena visibile.

Il corvino rimase a pensare a qualcosa da dire, sentendosi stranito. C'era un silenzio innaturale, almeno per lui. Quell'allenatore pareva... estremamente pacato. Aveva incontrato molti allenatori introversi durante i suoi viaggi ma non riusciva a capire se Duncan volesse starsene per le sue e andarsene o rimanere ad interagire con loro.

Decise quindi di tentare un diverso approccio. "Ti andrebbe di scontrarci in una lotta Pokémon?" Quale modo migliore per conoscere qualcuno, dopotutto? E poi, non aveva mai affrontato uno Zoroark, sarebbe stato divertente!

Serena e i suoi Pokémon non si scomposero troppo, sorridendo rassegnati. Sapevano che sarebbe andata a finire in quel modo, non era affatto una sorpresa. Gran parte dei loro incontri con allenatori forti portavano a quello eventualmente.

Duncan fu preso alla sprovvista da quella richiesta ma la sua reazione fu tutt'altro che plateale; inarcò appena le sopracciglia e rispose "Perché dovrei lottare contro di te?"

"Per divertirci! Tu ci hai aiutati e vorrei sdebitarmi nel modo migliore che ho! Riesco ad esprimermi meglio con una bella lotta che a parole. E poi, se devo essere sincero, il tuo Zoroark sembra parecchio forte!"

Zoroark sembrava molto più interessato del suo allenatore, ciononostante Duncan rimase ad ascoltare.

"Sarebbe la mia prima sfida qui a Forsia e quale modo migliore c'è per cominciare?"

Duncan stava per rispondere, quando sentì qualche piccolo strattone sul tessuto della sua giacca. Zoroark la stava tirando appena, guardandolo con occhi pieni di intensità.

Il ragazzo dal carattere apatico sospirò e si massaggiò appena la fronte "Pensi di essere abbastanza forte da tenermi testa?"

Il biancavillino inizialmente rimase sorpreso dalla domanda, ma poi mostrò un grosso sorriso determinato "Ci puoi scommettere."

"E io potrei farvi da arbitro!" Dichiarò la biondina proponendosi per il ruolo "Sarò completamente imparziale!"

Ricevette un cenno di consenso da parte dell'amico e a quel punto entrambi si girarono verso Duncan attendendo una risposta.

"Va bene" accettò l'allenatore.

"Grande!" Esultò Ash pieno di carica.

I tre ragazzi, accompagnati dai loro Pokémon, trovarono un campo da lotta su cui svolgere la sfida. Ash e Duncan si posizionarono alle loro postazioni in parti opposte del tracciato, mentre Serena si mise in un punto di mezzo al di fuori del perimetro.

La ragazza alzò la voce, cercando di farsi sentire da entrambi gli sfidanti "Quanti Pokémon userete?"

"Uno solo può bastare" Rispose Duncan e Ash non ebbe tanto da dissentire, dopotutto si era portato con sé solo Pikachu.

Subito guardò in basso e lanciò un cenno d'intesa al topino, il quale saltò subito nel campo di lotta "Vai Pikachu! Scelgo te!"

Duncan lo osservò perplesso per un momento. Quando Ash aveva detto di poter sostenere la lotta alla pari pensava intendesse con un altro Pokémon, non di certo con un comunissimo Pikachu. Non c'era paragone con il suo Zoroark "Vuoi proprio usare quel Pikachu? Pensavo avessi detto di poterci sfidare alla pari. Messa in questo modo ha il sapore di una presa in giro.''

Pikachu emanò delle scosse contrariato, sentendosi offeso dal commento, ma rimase in posizione. Aveva già subito parecchi di quei commenti e aveva sempre dimostrato il contrario, non sarebbe stato da meno questa volta.

La risposta di Ash fu palese e rappresentò la reazione del suo migliore amico ''Ti consiglio caldamente di non sottovalutarlo! Stiamo facendo sul serio noi." sorrise con convinzione. Non serviva menzionare che Pikachu era la sua unica scelta, perché anche se non lo fosse stato avrebbe posto piena fiducia in lui.

Lo sfidante esitò a mandare in campo il proprio Pokémon "Non vorrei perdere tempo..."

A quel punto Pikachu abbassò le orecchie e aumentò il livello di intensità delle sue scosse. Se voleva giudicarlo doveva farlo dopo la loro lotta, non prima ancora di avergli dimostrato il suo valore.

"Pikachu non è un Pokémon come tanti altri." rispose Ash seccamente ma convinto "E' il mio migliore amico e gli affiderei la mia vita se servisse. Non giudicare ancora prima di lottare la sua forza solo per la sua specie. Sono gli anni di duro lavoro che abbiamo fatto assieme che faranno la differenza... e te lo mostreremo!"

"Hm." Duncan sospirò. Se non lo stavano prendendo in giro, dovevano essere davvero convinti di avere una chance. Irrispettosi o ingenui, non sapeva cosa fosse peggio.

Tuttavia, per qualche motivo la sua bocca non riuscì a ribattere. Si limitò a fare un piccolo cenno al suo Zoroark, il quale scese in campo con molta confidenza.

"Roak"

"Chu" Pikachu ricambiò il sorriso confidente

"Visto che siamo pronti, possiamo dare il via alla lotta!" annunciò Serena.

"Fai vedere loro cosa fa la volpe con il topo." Duncan partì con il primo comando. Nel suo tono di voce qualcosa sembrò cambiare "Zoroark usa Neropulsar!"

Il Nerupulsar di Zoroark era estremamente potente e si fece strada sul campo, avvicinandosi pericolosamente a Pikachu. Quest'ultimo pressò la coda sul terreno e caricando un Codacciaio si liberò in aria, riuscendo a schivare.

Ash tese il braccio in avanti "Ora usa Energisfera!!"

"Pikaaaa chupi!" scagliò la sua palla elettrica dal cielo contro la volpe.

Non fu difficile per il Pokémon avversario schivare la mossa. Era estremamente veloce, i suoi movimenti decisi e precisi.

Ancora in corsa, Zoroark caricò altra energia oscura tra le zampe e la lanciò contro il topino giallo, il quale venne preso in pieno e scaraventato contro il suolo. La sua posizione in aria non gli aveva dato tempo di atterrare ed evitare il colpo.

Duncan osservò la scena, attendendo che il polverone si diradasse per vedere se il suo avversario era già fuori gioco. Con sua sorpresa, Pikachu era già in piedi pronto a ripartire.

Forse non si sarebbe rivelata solo una perdita di tempo dopotutto.

Era solo l'inizio e Ash lo sapeva bene, si stavano ancora scaldano "Non cadremo così facilmente! Pikachu attacca con Fulmine!" Comandò l'allenatore dai capelli corvini.

"Pikaaaaa chuuuuuuuu!!" La scarica andò a colpire in pieno il Pokémon di tipo buio, il quale però reagì subito scatenando Urtoscuro per annullare il raggio elettrico e per, possibilmente, colpire l'avversario.

"Roaaaaaark!!!" Ruggì raccogliendo energia in tutto il suo corpo per poi concentrarla negli arti e colpire il terreno con violenza. L'attacco ebbe l'effetto sperato, scacciando l'elettricità e propagandosi sul campo di battaglia.

Parte del terreno si alzò e dalle proporzioni delle placche Ash capì che la mossa avrebbe colpito duramente. Dovevano subire meno danni possibili..

"Usa Codacciaio come scudo e rannicchiati per proteggerti!" Fu il suggerimento di Ash, seguito subito da Pikachu che attivò la coda e si riparò con essa dalla violenta onda d'urto.

L'energia andò a far barcollare persino Ash e Serena, i quali cercarono di non cadere a terra. Quando la visibilità sul campo tornò, Ash vide Pikachu a terra, pieno di graffi.

"Pikachu! Tutto bene? Riesci a continuare?" domandò preoccupato.

Il topino si rialzò a fatica ma, una volta ritrovato l'equilibrio sulle sue zampe, sembrò stare meglio. La sua coda era la parte più danneggiata, ma il sacrificio era servito allo scopo. Se non fosse stato per Codacciaio, probabilmente i danni sarebbero stati tremendamente maggiori.

Pikachu si girò a guardare l'allenatore e annuì con uno sguardo pieno di grinta. "Pi"

Ash sorrise, potevano ancora ribaltare la sfida. "Grande! La vera sfida inizia adesso!"

Dall'altro lato del campo, Duncan era fermo immobile ad osservare la scena, ma sentiva uno strano formicolio attraversargli il corpo. Era una sensazione strana... eccitante... paurosa. Non si era mai sentito così.

Tutte le sue previsioni erano state ribaltate e non aveva la più pallida idea di chi si trovava davanti. Era... un'incognita.

Una sorpresa.

"Ok, Pikachu, avvicinati con Attacco Rapido a Zoroark e poi attacca con un Fulmine ravvicinato!" Il topino seguì le indicazioni e partì in corsa verso l'avversario, rilasciando poi il suo Fulmine a soli un paio di metri dall'avversario.

Zoroark sembrò attendere che l'attacco lo colpisse. Cosa poi confermata quando il suo allenatore parlò "Lascia che ti prenda e reagisci con Urtoscuro!"

Sembrò la tattica usata precedentemente. Pikachu sarebbe stato troppo impegnato ad usare Fulmine e non avrebbe avuto tempo di reagire e fuggire dall'attacco seguente, molto più potente.

Il ragazzo dai capelli color platino lanciò uno sguardo di disappunto verso il rivale. L'idea di far avvicinare Pikachu era stata una mossa suicida. Più era vicino l'avversario, più avrebbe subito danni e da quella distanza ne sarebbe uscito sconfitto.

Forse quella strana sensazione di prima era solo un illusione.

Eppure l'espressione con cui Ash rispose... fu un sorriso.

E la cosa lo sorprese.

"Bene Pikachu! Usa il tuo controscudo elettrico!"

Pikachu abbozzò un ghigno e iniziò a ruotare su sé stesso scaricando elettricità intorno a lui e formando pian piano una specie di scudo. Il suo Fulmine passò da un attacco ad una difesa, che andò a collidere con le onde d'urto create dalla mossa di tipo Buio del rivale.

Con gran sorpresa di Duncan, l'attacco del suo Zoroark non ebbe successo e il risultato delle due mosse fu un'esplosione che creò spazio tra i due Pokémon.

Tuttavia, Pikachu non aveva mai smesso di ruotare e il rinculo fu ridotto enormemente da questo.

"Ora attacca con Codacciaio!"

Pikachu scattò in avanti e attaccò dall'alto con la coda "CHUPI!"

Zoroark in un'azione istintiva, alzò le zampe ancora attaccate al terreno e le portò avanti per afferrare la coda e difendersi. In quel momento, non aveva avuto tempo né per schivare, né per lanciare una nuova mossa e provare a pararla era stata l'unica opzione.

Codacciaio non fu inutile, i danni alle zampe furono ben visibili e probabilmente si erano intorpidite entrambe le braccia a parare un tale colpo. Nonostante il dolore, Zoroark mostrò un ghigno, consapevole che ora aveva Pikachu bloccato per la coda.

Si accorse del suo errore troppo tardi e poco prima di lui anche Duncan capì.

Ora non poteva difendersi in alcun modo dal seguente attacco.

Il biancavillino sorrise con enorme grinta e urlò "Fulmine alla massima potenza!!"

Il sorrisetto sul volto di Pikachu rese chiaro che l'errore si sarebbe rivelato peggiore del previsto. "PIKAAAAAAAACHUUUUUU!!!"

Una scarica poderosa pervase Zoroark da testa a coda ed era certamente la più forte vista dall'inizio dell'incontro. La luce gialla emanata dal Fulmine cresceva man mano che i secondi aumentavano e l'intensità non accennava a diminuire.

"Roaaaak!!!" gridò la volpe di dolore.

La luce arrivò persino a riflettersi negli occhi di Duncan, il quale rimase fermo come una roccia. La mossa andava avanti, ma la sua reazione tardava.

Sentì di nuovo uno strano formicolio nelle mani e un dolore, o forse calore, dentro al petto. All'inizio gli sembrò quasi di trovarsi senza fiato, poi pian piano una sensazione nuova lo pervase.
Solo allora gli parve di riconoscerla, sebbene lontana nei ricordi del passato.

Portò la mano sul volto e si toccò le labbra, seguendo la loro linea.

Stava sorridendo.

Un sorriso?

Improvvisamente dalla sua bocca sembrò uscire un singhiozzo, poi pian piano si trasformò in una piccola risatina. Era un sentimento senza precedenti, devastante e veloce nello spargersi in tutto il corpo.

Provava una confusione estrema, nella sua testa balzavano dubbi a casaccio e per la prima volta poteva dire di non avere idea di cosa stesse succedendo. Era al di fuori di ogni probabilità, di ogni logica... di ogni aspettativa.

Era totalmente sconvolto, gli sembrava di affrontare l'ignoto in persona e Pokémon...

...eppure stava sorridendo.

Da lì sembrò non riuscire a controllarsi più e si lasciò travolgere e guidare da quello strano status che lo stava dominando.

Di nuovo una risata scoppiò in lui, mista a dei singhiozzi e la voce squillo "Zoroark fai uno sforzo e trascina Pikachu sul terreno! Fai in modo di ridurre la scossa sfruttando la terra!"

Rilasciare totalmente la presa sotto lo shock non era così facile e una volta fatto si sarebbe ritrovato comunque in svantaggio, stordito dal colpo. Avrebbe dovuto fare le cose in modo più graduale.

Il Pokémon rilasciò un verso stridulo d'intesa e con tutte le sue forze combatté il Fulmine, abbassando la presa fino a far toccare la coda di Pikachu con il terreno. A quel punto, sentendo la scossa farsi più debole, staccò una zampe e diede un leggero colpo in faccia a Pikachu che, stordito, mise fine alla mossa e cadde a terra.

"Pikachu tutto bene?!" domandò Ash.

"...Pi...." Pikachu annuì, esausto però appena dall'attacco.

Provò a muoversi appena ma sentì che la sua coda era ancora intrappolata tra le zampe di Zoroark. Preso dall'ansia appena il topino cercò di ribellarsi per sfuggire alle sue grinfie, ma la volpona non sembrò dell'idea.

"Prova ad usare Urtoscuro direttamente su Pikachu!" ordinò Duncan con un sorriso un po'... estremo.

"Pikachu usa Energisfera! In fretta!!" subito rispose il kantoniano.

Così come Zoroark pressò la coda sul terreno mentre raccoglieva energia, Pikachu cercò di caricare energia elettrica a sufficienza almeno per liberarsi. Tuttavia avere la coda attaccata al terreno non sembrò aiutare nel suo intento.

L'aura dell'attacco di tipo Buio si raccolse nelle zampe della volpe, mentre l'unica cosa che Pikachu riuscì a fare fu rilasciare un po' di energia per renderle instabili.

Ash digrignò i denti in una smorfia. Sapeva che se l'attacco fosse andato a segno da quella distanza ravvicinata probabilmente la lotta si sarebbe conclusa. Non di sicuro, ma non poteva permettersi di scommettere su quelle basse probabilità. "Usa Codacciaio per farti forza sulla coda e attacca con tutto ciò che hai!"

Il rivale sentì il suo ciglio alzarsi, un ghigno quasi maniacale accompagnava la sua espressione curiosa. Pensava di riuscire a fermarlo? Era impossibile.

Pikachu però lo smentì. Rafforzò la coda con Codacciaio e usando sia questa che le zampe si diede una spinta in avanti, trovandosi faccia a faccia con Zoroark.

La sua coda era ancora premuta sul terreno e la forma che aveva preso era innaturale e dolorosa, ma strinse i denti, consapevole che ora la presa del Pokémon illusorio era diminuita.

Non perse tempo a riflettere, sapeva che se avesse aspettato Urtoscuro sarebbe partito e sarebbe stata la fine e sapeva inoltre che la sua coda non avrebbe retto per molto quello sforzo innaturale che stava compiendo.

"CHA!" In un disperato tentativo, aprì la bocca e azzannò Zoroark sul muso, affondando i suoi canini sul rivale.

"ZAA!" la volpe strillò in un guaito di dolore e subito la sua presa sulla coda svanì, oltre a rilasciare al vuoto il suo attacco, finendo per danneggiare in maniera molto ridotta il suo avversario. Entrambi barcollarono per Urtoscuro, ma Pikachu non mollò la presa.

Si aggrappò con le zampe al resto della faccia di Zoroark e prima che egli potesse morderlo allo stesso modo, gli scagliò addosso un Energisfera, con il Pokémon di tipo Buio impegnato a cercare di afferrarlo.

Le sorprese non erano finite.

E Duncan si ritrovò a rilasciare un'altra semi-risata, era un'emozione incontrollabile.

Opposto a lui, Ash osservò la reazione e se da una parte si ritrovò confuso, dall'altra capì che quella lotta aveva colpito nel segno. Le emozione del suo sfidante stavano venendo a galla e probabilmente, anche se a modo suo, si stava divertendo.

Sentiva che gli stavano donando a vicenda un incontro mai sperimentato prima.

E voleva chiuderlo in bellezza.

"Pikachu staccati e termina con un ultimo Codacciaio!"

"Basta così."

Calò un iniziale silenzio.

Pikachu e Ash rimasero confusi e subito si fermarono. Il topo elettrico atterrò a terra e piegò appena la testa in confusione. Allo stesso modo Zoroark con un po' di dubbi si rivolse al proprio allenatore, anche se con voce dolorante "Z-Zo?"

In un attimo, sembrò che Duncan si fosse ricomposto del tutto, eppure qualcosa era diverso. Al posto di avere un'espressione totalmente apatica, sfociava più sull'annebbiato. Il tono di voce era tornato regolare ma non suonava disinteressato quanto lo era prima della sfida.

"Mi duole interrompere così la lotta ma devo proprio andare. Il mio tempo è scaduto" disse lui, affermazione alla quale gli altri due ragazzi non seppero come reagire. Sembrava dispiaciuto? Ma anche sobrio e indecifrabile.

"..M-Ma..!" Ash balbettò con confusione.

"Il tuo Pikachu si è comportato abbastanza bene. E' stata un'esperienza certamente... interessante." commentò richiamando Zoroark nella sua sfera.

Il ragazzo corvino si massaggiò un po' il capo "Uh... quindi terminiamo così?"

Serena intervenne avvicinandosi "In teoria sarebbe una vittoria per Ash per forfait..."

Duncan fece delle piccole spallucce, non gli interessava davvero della sconfitta. Ma aveva dovuto fermare la lotta.

O per essere precisi, sentiva il bisogno di fermare se stesso e quelle sensazioni travolgenti che la sfida gli stava trasmettendo.

Troppo intense.

"Però una vittoria così non la sento proprio... completa." borbottò Ash abbastanza forte da farsi sentire dagli altri due. "Beh, direi allora che possiamo considerarla solo sospesa! Riprenderemo la prossima volta! Che ne dici?"

"La prossima volta?"

"Beh sì. Ho il presentimento che ci rincontreremo e allora potremo batterci e concludere la sfida!"

"Un'altra sfida... contro di lui..." provò un piccolo formicolio alla mano all'idea. Per qualche motivo non rispose in modo negativo, la prospettiva lo intrigava.

Non lo diede però a vedere; si girò dall'altra parte e iniziò a camminare via, lasciando indietro il povero allenatore confuso.

Tuttavia, una volta distante, la mano che gli era formicolava inosservata si alzò appena in cenno di saluto.

Non un saluto da addio, ma da "Alla prossima".

Il ragazzo sorrise e ricambiò, anche se consapevole che l'altro non avrebbe visto la sua mano alzarsi. Qualcosa gli diceva che lo avrebbe capito lo stesso.

Dopo qualche minuto di silenzio, Serena fu la prima a parlare "Beh... un tipo particolare direi"

Ash annuì "Hmm, però mi è sembrato che qualcosa fosse cambiato durante la nostra lotta. Non nel senso che era meno ambiguo, ma era come se fosse fuoriuscito qualcosa dal suo guscio."

"A volte alcune persone hanno difficoltà ad esprimersi o proprio a provare emozioni e interessi. Forse non si aspettava che tu e il tuo Pikachu foste così forti e la sorpresa lo ha totalmente sconvolto" osservò lei "Oppure semplicemente lo hai divertito molto. Chiunque lotti con te penso si diverta."

"Ah, dici?" sorrise lui.

"Sicuramente, dopotutto anche io ho lottato contro di te"

Ash ridacchiò "In quel caso mi fa piacere! Anche perché pure io mi sono divertito molto! Era da tempo che non mi sentivo così..." Da tempo non aveva più lottato seriamente contro qualcuno e le emozioni di queste esperienze si erano nascoste nel profondo del suo cuore "Ho provato i brividi! Mi mancava molto..."

"Hmm"

Il ragazzo sospirò. Ne aveva ricevute tante di nuove emozioni in quegli ultimi giorni e non voleva terminasse... "Ci saranno tanti allenatori come lui e voglio risfidarli..."

Le sue parole andarono pian piano a svanire.

Anche Serena lo notò chiaramente e con un sorriso lieve si avvicinò a lui, rimanendo però silenziosa.

"Voglio tentare la lega..." ammise Ash a bassa voce, ma allo stesso tempo con estrema onestà.
Voleva riprovarci.
Non sapeva a cosa avrebbe portato, non sapeva nemmeno se davvero lo avrebbe avvicinato al suo sogno, ma lottare così... Lottare come aveva fatto contro Duncan lo divertiva. Lo emozionava e incoraggiava a dare sempre di più.

Voleva a tutti i costi riprovare quelle emozioni.

"Pika!" la voce del topino lo fece voltare verso il basso.
Trovò Pikachu sorridente, con un pugnetto alzato verso di lui.Leggendolo negli occhi, sapeva che entrambi provavano la stessa cosa e quella convinzione, quell'accordo silenzioso, fu più che chiaro.

Ash alzò il pugno, pronto a toccare quello di Pikachu con gentilezza...

Ma appena si avvicinò quello di Pikachu cominciò pian piano a scendere e come a rallentatore vide il corpo del suo amico crollare a terra.

"P-Pi..." fu il mormorio dolorante che sentirono Ash e Serena.

"Pikachu!!"

Il ragazzo subito si inginocchiò a terra e prese il Pokémon tra le braccia, cercando di smuoverlo appena "Pikachu!! Che succede?!" alzò la voce preoccupato.

Aveva visto l'amico esausto dalla sfida, ma gli sembrava relativamente a posto a livello fisico quando si era avvicinato zampettando.

Guardando meglio però, vide chiaramente che i danni subiti erano peggiori di quel che era parso in precedenza. Come se gran parte di essi fossero stati trattenuti per l'adrenalina.

La preoccupazione di Ash aumentò considerevolmente e raggiunse il suo limite quando, dopo i ripetuti tentativi, Pikachu non accennò risposta e iniziò a respirare in maniera irregolare.

"Dobbiamo correre al centro Pokémon!" disse subito Serena, ovviamente dando il suggerimento più logico.

Ash strinse ancor più Pikachu nella sua presa per assicurarsi che non cadesse durante la corsa e partì in direzione del centro medico, seguito da Serena e gli altri Pokémon. "Tieni duro amico, ok? Andrà tutto bene..." Disse lui, incoraggiando però più se stesso che il Pokémon, incapace di sentire le parole dell'allenatore.

 

...

 

Non appena arrivati, Ash aveva affidato Pikachu alle cure dell'infermiera Joy, la quale immediatamente si era messa al lavoro e aveva portato il topino in ambulatorio..

Da allora erano passate almeno due ore di straziante attesa.

Non avevano idea di cosa potesse essere successo. In parte Ash era certo che fosse tutto sotto controllo, ma dall'altra provava un grande senso di colpa per aver sottovalutato le ferite del migliore amico. Avrebbe dovuto insistere e domandargli sulle sue condizioni invece di perdersi così nei suoi pensieri.
E pensare che aveva anche insistito per proseguire la lotta... cosa sarebbe potuto succedere se Duncan non si fosse ritirato?.

Serena rimase con lui tutto il tempo, offrendo la sua silenziosa presenza. Il loro incidente? Messo totalmente da parte. Ora ad Ash serviva il suo supporto e non avrebbe esitato a darglielo. Come poteva non farlo?

Nessuno dei due parlò fino a quando l'infermiera Joy non si palesò, facendo quasi sobbalzare il ragazzo che scattò in piedi "Come sta?!"

La donna sorrise cercando di calmarlo "Aveva subito delle ferite consistenti, ma si rimetterà a breve"

Tirarono tutti un sospiro di sollievo, in particolare Ash, il quale andò subito incontro al suo amico, sdraiato su una piccola barella e ricoperto da un lenzuolino. "Pikachu! Come ti senti?"

"Piii" scodinzolò lui appena. Era stanco ma si sentiva molto meglio.

"Per fortuna, mi hai fatto prendere un colpo..." mormorò Ash accarezzandolo dolcemente "Ma è anche colpa mia, avrei dovuto portarti subito a controllare"

"Chu!" scosse la testa appena il topino negando l'affermazione. Lui stesso si era sentito relativamente bene fino a quel minimo sforzo fatto per alzare il pungo. Non se lo era aspettato nemmeno lui.

"Probabilmente è stata l'adrenalina" rispose Joy interrompendo il momento "Da quel che ho potuto osservare mentre gli curavo le ferite, Pikachu pare aver passato un periodo fuori forma."

Ash spalancò appena gli occhi. "In effetti non abbiamo affrontato grosse sfide per parecchio tempo. Però quando abbiamo lottato prima non mi è sembrato così diverso dal nostro ultimo incontro di alto livello."

"Quello grazie appunto all'adrenalina provata durante la lotta. Deve avergli dato la spinta di continuare a lottare ed eventualmente quando tutto è finito il suo corpo ha reagito, registrando la vera mole dei danni" spiegò lei.

"Oh, ecco perché ci sembrava tutto ok..." scambiò uno sguardo con Pikachu che annuì.

"Per stanotte ci vuole assoluto riposo, ma domani sarà già in ottima forma!" li incoraggiò l'infermiera con positività.

"Potrebbe stare con me? Oppure deve rimanere sotto osservazione?" domandò Ash, non impedendo però di far intuire quale delle due opzioni preferisse.

La donna ridacchiò appena e sospirò, ma diede il suo consenso "Puoi tenerlo a dormire con te, ma come detto deve riposare al massimo!"

"Sarà fatto!" assicurò lui con un sorriso e con gioia di poter riabbracciare il suo amico fin da subito. Pikachu si alzò su due zampe ed estese quelle davanti verso l'allenatore con un bimbo che vuole farsi prendere in braccio dal genitore. Ash non esitò e lo accontentò volentieri, afferrandolo con cura e assicurandosi che fosse in una posizione sicura e comoda.

I due si avviarono verso la camera e chiusero la porta dietro di loro. Ash appoggiò subito Pikachu sul proprio letto, lasciandolo rannicchiare sotto le coperte, come quando un Pokémon selvatico si nasconde nella sua tana.

"Incredibile quanta forza possa nascondersi sotto un dolce musetto" commentò Serena.

Ash ridacchiò leggermente "Ho pensato la stessa cosa varie volte, soprattutto all'inizio del mio viaggio. Anche se mi sono dovuto ricredere alla prima scossa"

"Ha messo subito in chiaro le cose, prima di convincere gli avversari bisogna convincere il proprio allenatore!" scherzò lei.

"Facile da dire quando sei stata l'unica delle mie compagne di viaggio a non essere elettrizzata!"

"Tutta questione di charm!" ridacchiò lei.

"Non ho una vera risposta a questo in effetti" ricambiò Ash con una risatina.

Ci fu un momento di silenzio, poi il ragazzo si girò verso l'amica e la guardò con un sorriso "Per caso hai già sonno?"

Serena scosse la testa confusa "Non proprio, come mai?

Ash si allontanò dal letto e parlò a bassa voce "Ti va una passeggiata? E' abbastanza presto e non penso di potermi addormentare"

La ragazza lesse uno strano sguardo negli occhi del ragazzo, ma non esitò a rispondere "Certo"

L'allenatrice prese due Pokéball e richiamò Pancham e Braixen in esse. Tuttavia, non si accinse a prendere quella di Sylveon, rivolgendosi invece alla volpina. "Rimarresti qui a tener compagnia a Pikachu?" Stavolta non avrebbe abbassato la guardia, anche se sapeva che era improbabile che il Team Rocket attaccasse una seconda volta quella giornata.

Sylveon annuì felice, saltando sul letto e sedendosi poco lontano dal topino, già sprofondato in un sonno profondo.

Ringraziandola, i due uscirono e scesero nella hall.Passarono davanti agli apparecchi per le chiamate e in quel momento al ragazzo venne un'illuminazione e si fermò "Ti spiace se prima faccio una chiamata?" Indicò il ragazzo.

Serena alzò le spalle "Certo che no-" la ragazza sussultò alle sue stesse parole e si rabbrividì. "Oh, devo anche io fare una chiamata urgente!" Come aveva potuto dimenticarsi di dire a sua madre che era partita per una nuova regione?

Ash non capì il motivo del nervosismo dell'amica, ma annuì incoraggiandola "Allora ci becchiamo appena abbiamo finito entrambi..."

"G-Già..." la ragazza subito scattò in direzione di uno dei telefoni, lasciando abbastanza spazio tra lei e Ash, in modo da non disturbarsi durante le conversazioni.

Entrambi composero i numeri e attesero una risposta dall'altro lato della chiamata.

Ash rimase un bel po' ad aspettare, iniziando a credere che non avrebbe risposto nessuno. Nella sua mente balenò il fuso orario di Kanto e si diede una leggera pacca sulla fronte. Avrebbe dovuto chiamare subito appena arrivato, invece aveva aspettato e adesso era notte fonda da sua madre.

La faccia della donna rappresentò a pieno il suo pensiero, sembrava uno zombie "Tesoro sei tu?"

"Ehi mamma! Scusa l'orario... mi sono dimenticato di chiamare..." si grattò appena il capo con imbarazzo.

La donna sbadigliò accennando un sorriso "Come sempre... me lo aspettavo quindi non preoccuparti. E poi sei l'unico che mi chiamerebbe a quest'ora."

"Eheh..."

"Beh ormai sono sveglia, quindi dimmi, com'è andato il viaggio? E la tua prima giornata? Serena come sta?"

Ash le fece segno di rallentare, non riuscendo a rispondere tutto in una volta. Riusciva a straparlare anche da mezza addormentata, chissà come sarebbe stata se l'avesse chiamata ad un orario più decente.

"Allora, il volo è andato bene come, come al solito, e anche il pasto era immangiabile come sempre."

"Ahahah non è una novità, ma penso che tu abbia rimediato, no?"

Mannaggia a lei e la sua abilità a toccare sempre un punto scoperto.Sua madre non poteva sapere, ma il pranzo era stato proprio il punto più delicato di quella giornata e sebbene fosse proprio il motivo per cui l'aveva chiamata, non pensava di iniziare così la discussione.
Ma ormai, rotto per rotto...

"Tesoro? Tutto bene?" Domandò la voce dolce di Delia, subito sospettosa di quel silenzio.

"Sì... è solo che..."

"Vi ha attaccati ancora il Team Rocket?"

Ash la guardò stranito "E tu come fai a saperlo?"

"Non lo sapevo" ammise lei con una smorfia "E speravo di no, ma ormai sappiamo come funziona..."

"Beh sì..." concordò Ash, tuttavia scosse la testa "Ma non si tratta di quello. Vedi..."

"Si tratta di Pikachu?" Domandò nuovamente con preoccupazione la madre, di nuovo ricevendo l'espressione sorpresa del figlio. "Non è lì con te."

"Uh, abbiamo sfidato un allenatore e ne è uscito abbastanza conciato male, ma per fortuna alla fine non era nulla di grave..." Delia annuì confortata dalle parole del figlio "Ma ancora, non si tratta di quello. E'-"

"Serena?" Provò infine la donna, mettendo a tacere Ash, il quale non trovò nemmeno le parole per rispondere.

A volte sua madre gli faceva paura.


E non servì nemmeno domandare "Non sottovalutarmi"

Non lo faceva, ma decise di non controbattere e rimanere in silenzio, cosa che insospettì enormemente la donna. Certamente era successo qualcosa tra i due e sperava che non fosse nulla di negativo, soprattutto quando il loro viaggio era appena iniziato. Non si aspettava una chiamata improvvisa che le desse la buona novella della loro nuova relazione, conosceva fin troppo suo figlio, ma almeno non ne voleva nemmeno una sull'opposto!

"Avanti, dimmi cosa è successo."

"Mi prenderai in giro..."

La donna subito lo guardò con sguardo severo ma non da rimprovero "Ash, c'è un momento e un luogo per ogni cosa, anche qui, ma non ora."

Parole familiari...

Delia sapeva riconoscere il momento per scherzare e quello per ascoltare con cura. Dall'espressione sul viso del figlio, vedeva chiaramente un certo timore che raramente lasciava trasparire.

Era sua madre, chi altri poteva offrirgli consiglio?

"Vedi... c'è stato un piccolo incidente su cui non mi dilungherò,-" Delia annuì, senza spingerlo a parlare di cose che non se la sentiva di confidare "-e penso che Serena voglia parlare della cosa."

Delia alzò un sopracciglio, segno che si aspettava come avrebbe proseguito Ash.

"Io non sono sicuro di volere perché non so ancora cosa dire e... pensavo di aspettare? Ma non mi sembra più la cosa migliore." Confessò sempre più goffamente.

Sebbene non nei dettagli, bastò affinché Delia capisse i sentimenti del figlio. Aveva le sue speculazioni su cosa fosse successo, ma le avrebbe conservate per un'altra occasione "È semplice tesoro, sai già che non parlare è la scelta sbagliata. Quindi parla con lei"

"M-Ma io non so cosa dirle!"

"Esattamente quello. Dille che non sai ancora darle una risposta."

Ash non parve molto convinto. "Non sarà peggio?"

"Dimmi Ash, cosa pensi che succederà se le dirai così? Reputi che possa rovinare il vostro legame?"

Subito Ash scosse la testa. No, non credeva affatto fosse possibile, o almeno lo sperava caldamente.

E non era più tanto sicuro che la ragazza non soffrisse già quanto non avrebbe sofferto con una risposta indesiderata.

Aveva più paura di approfittare della situazione, di quel sentimento.

Vedendo il cruccio sul viso del figlio, Delia sorrise dolcemente. Fosse stata lì con lui, gli avrebbe preso la mano per trasmettergli più certezza, ma avrebbe dovuto far bastare le parole "Allora credimi che a volte è meglio essere schietti ma onesti con se stessi e gli altri, piuttosto che lasciare modo che ci siano grosse incomprensioni."

"Penso tu abbia ragione" finalmente si convinse il ragazzo. "Parlerò con Serena"

Doveva fare anche lui un passo, se voleva che quel viaggio andasse bene. E per farlo doveva rispettare i sentimenti di Serena.

Delia tirò un sospiro di sollievo. Era sicura che di qualunque cosa si trattasse, avrebbero trovato una soluzione.

Per un attimo, notando di nuovo il ragazzo silenzioso si chiede se non vi era altro che doveva dirle.

Ben presto, i suoi sospetti divennero concreti.

"Mamma... ricordi quello che mi hai detto prima di partire?"

"Probabilmente sì, ma devi essere un po' più preciso tesoro. So anche io di essere una chiacchierona" rispose.

"A proposito del non doverti rendere fiera perché già lo sei..."

Delia si tirò su appena "Certo e te lo rammento."

"Lo so..." ammise lui un po' titubante "So che devo rincorrere i miei sogni prima di tutto per me stesso, ma ogni volta che l'ho fatto non è finita molto bene..."

"Ash-"

"Prima di partire per Kalos ti ho promesso che avrei vinto la Lega... e anche se ho fatto un passo in avanti alla fine non sono riuscito a mantenere la mia parola." abbassò appena la testa "Quando mi hai fatto quel discorso, sapevo che ti riferivi anche a questo..."

La donna attese un momento a rispondere ma poi confermò: "Sì."

Aveva realizzato che il suo sogno non era più solo il suo, ma anche di chi lo sosteneva. Si era però concentrato così tanto sul non deludere gli altri che aveva ignorato quello che sentiva."

Gli sembrò di sentire ancora il calore delle mani degli amici sulla sua.

Tutti i legami che aveva stretto con i suoi Pokémon, la forza che aveva raggiunto... il divertimento che provava lottando e allenandosi...

Quello aveva provato durante la lotta contro Duncan. La voglia di realizzare qualcosa per se stesso e per Pikachu.

Con determinazione alzò il capo.

"Parteciperò ancora alla lega! Ci sono tanti allenatori forti e anche se non so bene se mi aiuterà nel mio sogno...-"

"È divertente." Sorrise Delia, concludendo per lui.

Ash annuì "Non voglio che sembri una perdita di tempo, tipo rincorrere qualcosa di irraggiungibile o di inutile..."

Ma voleva solo divertirsi. Voleva diventare Maestro Pokémon, ma voleva anche prendere le cose per quello che gli trasmettevano. Altrimenti perché inseguire un sogno provando solo angoscia?

Non voleva rischiare di detestare il motivo stesso per il quale aveva vissuto una vita così ricca.

Ash strinse un pugno con convinzione e lo appoggiò al suo petto "Ce la metterò tutta! Lo prometto"

"So che lo farai..." Si asciugò gli occhi umidi la madre. "Lo hai sempre fatto"

"Hm!" annuì lui "Ora ti lascio andare... è ancora tardi per te. Ci sentiamo presto!"

La donna annuì stanca, ma rasserenata "Buonanotte e mi raccomando, prenditi cura di te"

"Certo. Buonanotte." la salutò lui spegnendo la chiamata e salutandola con la mano.

 

...

 

"Pronto? Chi è?"

"Pronto mamma..." la voce nervosa di Serena salutò.

Sapeva che avrebbe dovuto essere più che convincente nelle sue argomentazioni per il viaggio. Primula era molto più comprensiva rispetto al passato ma era ancora un po' rigida quando si trattava di grosse scelte.

Specie dopo quello che era successo negli ultimi mesi.

La donna residente a Borgo Bozzetto riconobbe subito la voce di sua figlia "Oh ciao Serena! Come stai?"

"Io sto bene, grazie!"

"Sicura?" domandò Primula con espressione premurosa "È da un po' che non ti facevi sentire."

"Sto molto meglio" di nuovo rassicurò la ragazza dolcemente, comprendendo i timori della madre. Lo sarebbe stato anche lei al suo posto, visti gli avvenimenti degli ultimi mesi.

"Mi rende felice, ma non avevo molti dubbi. Lì a Kanto con Ash... hai probabilmente la testa tra le nuvole."

Serena arrossì lievemente, scuotendo la testa "A dire il vero..."

"A dire il vero?" il viso di Primula si fece curioso, scrutando quello della figlia.

"N-Non sono esattamente a Kanto."

"...Eh?"

"Siamo un po'... f-fuori dalla regione." mostrò il sorriso più ottimista che poté, sentendosi un peso in gola uscire pian piano.

"E dove sei allora?" sbarrò appena gli occhi la donna un po' stranita.

"MitrovoaForsia!"

"...eh?"

"Mi trovo a Forsia."

Primula aspettò che l'informazione diventasse chiara nella sua mente. Quindi sua figlia non si trovava affatto dove aveva detto che sarebbe andata e stava facendo chissà cosa? "Serena...-" il viso della donna mutò con preoccupazione e severità.

"Sono andata a Kanto! E sono stata da Ash per aiutarlo a tirarsi su. Non ho mentito su quello. Solo che mentre eravamo là ci è stata data la possibilità di venire a Forsia per fare un favore al professore della regione..."

"E hai accettato di partire con Ash" sospirò Primula "E immagino sia una breve deviazione, giusto?"

Serena si morse appena il labbro, ma la sua risposta fu decisa "A dire il vero la mia intenzione sarebbe di viaggiare per la regione con Ash, già che ci siamo..."

L'espressione di Primula non sembrò del tutto soddisfatta dalle parole della figlia. Era sempre stata abbastanza restia dal lasciarla decidere da sola e aveva notato fosse un suo difetto. Aveva cercato quindi di migliorare e supportarla con il passare del tempo, in primis lasciandola andare a Hoenn.

Ma il risultato di quella scelta non era stato ottimo. Ora più che mai voleva proteggerla da qualunque scelta che l'avrebbe potuta urtare o farla perdere ancora di più. "Questo vuol dire che ci sono i Varietà? Hai deciso di riprendere ad esibirti?"

"Hmm... non esattamente..."

"Una vacanza?"

"No? Non ho ancora deciso di preciso cosa fare, ma potrei tentare..."

"Quindi non hai dei piani precisi, è solo una fuga d'amore..."

Serena prese un respiro profondo per evitare di dire qualcosa di sgradevole, il che non avrebbe rappresentato la persona che è. Per qualche motivo, messa in questo modo l'affermazione le dava fastidio. Certo, era innamorata di Ash, ma lui era solo uno dei suoi obbiettivi.

Sapeva che per ricevere l'approvazione di sua madre l'ultima cosa utile era dimostrarsi in esitazione. "Non è una fuga d'amore" controllò di fianco a lei che l'amico fosse al telefono e non avesse sentito "Ed è vero, non ho dei piani precisi per quanto riguarda la mia carriera, ma ho dei piani per quanto riguarda il percorso che voglio fare per riscoprire me stessa"

"Riscoprire te stessa?" domandò confusa Primula.

"Ho ancora intenzione di dedicarmi alle performance, ma devo ritrovare le giuste motivazioni per farlo. Voglio diventare Regina dei Varietà per donare un sorriso agli altri ma se voglio farlo... dovrei anche sorridere me stessa."

"Hmm" incrociò le braccia la madre, annuendo "Mi dispiace tesoro. Non sono contraria se vuoi prenderti altro tempo, solo mi preoccupo che rimetterti in viaggio così senza avere le idee chiare possa peggiorare le cose"

"Lo so... mentirei se dicessi che non ci ho pensato. Ma stando a casa o tornando a Hoenn non ritroverò la motivazione. Ho i miei Pokémon, e finché ci sono loro andrà tutto bene." E Ash, ma non serviva specificare oltre.

"Immagino che anche se mi avessi chiamata prima di partire probabilmente non avresti cambiato idea. E se sei così convinta forse è la scelta giusta." Primula sorrise supportiva "Cerca solo di stare attenta, ok?"

"Certo" assicurò la ragazza. "Ti chiamerò, non preoccuparti. E ti prenderò qualche souvenir!"

"Questo è fondamentale!"

Serena ridacchiò scuotendo la testa "Ora devo andare" disse lei notando che Ash stava salutando con la mano lo schermo, segno che aveva terminato la chiamata. Ora non aveva fastidio che sentisse le sue parole, ma non voleva farlo attendere.

"Ok, ti auguro buonanotte!"

"Notte mamma" salutò lei dolcemente, premendo con gentilezza la cornetta al suo posto.

"Ehi! Tutto fatto?" domandò il ragazzo avvicinandosi, vedendo che l'amica aveva finito la chiamata.

"Hmm!" confermò lei annuendo.

"Che ne dici? Andiamo a fare quella passeggiata?"

"Certo!"

 

...

 

Il bello di trovarsi in un paesino e non in mezzo ad una metropoli era la mancanza di inquinamento luminoso. La volta stellata sopra le loro teste altrimenti non sarebbe stata visibile così facilmente.

Sdraiati su un prato poco distante dal centro Pokémon, i due osservavano quei puntini brillanti nel cielo, godendosi la freschezza di quella tarda serata.

Per parecchi minuti i due non osarono parlare, preferendo godersi quella pace e tranquillità. Nessuna stella cadente aveva ancora solcato il cielo, ma i loro occhi rimanevano puntati in attesa di scorgerne qualcuna.

Attendere la fortuna però non avrebbe davvero aiutato il suo caso, questo Ash lo sapeva. Se voleva risolvere le cose doveva prendere in mano la situazione lui stesso e sapeva di doverlo fare.

Serena non sembrava più tanto turbata e forse avrebbe anche potuto approfittare della cosa come aveva inizialmente pianificato, ma non voleva più vedere quell'espressione sul volto dell'amica.

"Serena...?"

"Hm?"

"Possiamo parlare di... quello che è successo oggi?" Domandò, sotto sotto temendo di essersi fatto coraggio per nulla.

Serena voltò immediatamente la testa con sorpresa "Uh... certo."

"Ok, bene..." A quel punto di nuovo Ash si trovò incapace di trovare le giuste parole. "I-Io... non saprei come spiegarmi"

La ragazza sorrise con tenerezza. Vedere Ash goffo nel trovare le parole era una cosa così rara e quasi lo avrebbe trovato tenero, se non sapesse quanta difficoltà stava trovando. O se non sapesse che forse stava cercando le parole di respingerla più gentilmente possibile.

Forse allora toccava a lei iniziare. Lo avrebbe aiutato, qualunque fosse stato il risultato. Dopotutto, ciò non poteva che aiutare anche se stessa in qualche modo. "Non ho mai detto le cose chiaramente, ma quando a Kalos ti ho baciato non l'ho fatto solo per togliermi uno sfizio." Ammise.

Non se lo aspettava, ma stava parlando con una semplicità che non pensava avrebbe mai trovato. Un pò di nervosismo c'era, perché le pareva di star mettendo sotto i riflettori i suoi sentimenti per la prima volta, sebbene la loro natura fosse stata rivelando già da molto tempo ormai.

"Quindi io ti... p-piaccio?" Domandò il corvino ancora più goffamente, trovando quelle parole così strane dette in quel contesto. Non aveva mai davvero pensato che qualcuno potesse provare quel tipo di sentimenti per lui, tantomeno una ragazza fantastica come Serena.

Riflettendoci, quella domanda doveva avere già una risposta implicita, dopotutto Serena gli aveva appena ammesso che il bacio non era stato una cosa così a caso. Tuttavia lei rimase composta, rispondendo con tono candido "Sì."

"Da quando?"

"Da sempre."

Ash la osservò confuso. "Cioè?"

Serena arrossì sempre più. Fare quella conversazione con Ash come se nulla fosse, senza nemmeno che stessero insieme, era così imbarazzante "Da quando ci siamo incontrati da bambini e mi hai aiutata" Si voltò poi verso di lui, non notando le sue gote leggermente arrossate "Avevi questa gentilezza che nessuno mi aveva mostrato prima di allora... e quando parlavi dei Pokémon lo facevi con un entusiasmo così contagioso! E quando ti ho visto in televisione dopo che ti sei lanciato dalla Torre Prima, e sì, mi hai fatto venire un colpo-"

"Eheh, scusa" mormorò lui con voce più acuta del solito, in verità sentendo il suo viso farsi sempre più caldo.

"-e quando ti ho visto ho pensato di incontrarci così che ti potessi ridare il fazzoletto e farti un saluto. O almeno era uno dei motivi per cui ho lasciato casa. Poi sai com'è andata, i miei sentimenti non sono mai cambiati e sono solo cresciuti"

Era tutto così strano, ora che tornava indietro tanti atteggiamenti di Serena trovavano spiegazione. "Mi chiedo come mai non l'abbia mai notato..."

"Me lo chiedo anche io, lo sapevano praticamente tutti."

Quelle parole lo resero ancora più frustrato, facendolo girare nuovamente a pancia in su e sbattere le mani sul viso "Arghhh! Faccio pena in queste cose!"

"Nessuno si è mai dichiarato a te?" Domandò Serena stupita.

"Certo che no!" Non era il tipo da catturare l'occhio, anche a scuola le ragazzine preferivano bambini carini e popolari, piuttosto che lui. E doveva ammettere che non aveva proprio un bel carattere anni prima. Con Serena forse si era lasciato andare parecchio, ma ottenere la licenza di allenatore e partire per il suo viaggio lo avevano reso un pallone gonfiato e un arrogante invidiabile a Gary.

"Ti sottovaluti, sono sicura che durante i tuoi viaggi probabilmente parecchie ragazze hanno puntato gli occhi su di te" Sospirò Serena. Se non aveva notato i suoi sentimenti che erano palesi non la stupiva che non avesse visto quelli di coloro che erano molto più brave di lei a nasconderli.

Il ragazzo, colto dall'imbarazzo, prese il cappello e si coprì la faccia, mugugnando.

Serena si lasciò scappare una risatina, sapendo che da lì in poi la questione potrebbe averla portata a far tutt'altro che ridere. Sapeva che Ash era una persona che teneva tanto ai suoi amici, questo voleva dire anche lei e non era così meschina da non riconoscerlo. Teneva tanto quanto lui alla loro amicizia.

Semplicemente un dolore di cuore non era qualcosa di facile da sopportare. "Ascolta, se te non r-ricambi, non devi preoccuparti. Possiamo mettere quel bacio alle spalle e non cambierà null-"

"No, quello no!" Subito negò lui frettolosamente, pur non cessando il rossore sul suo viso. Non sapeva ancora per certo la sua risposta, o se si sentiva pronto per una relazione, ma non voleva assolutamente dimenticare quel bacio, o quello che significava.

Era egoista forse, per motivi che non riusciva a capire, ma davvero non voleva. "N-non è questo. E' che io non so ancora che risposta darti."

Onestamente, non sapeva cosa aspettarsi, e per quanto sperasse in una reazione meno negativa possibile, certamente non immaginava che la prima cosa che lei gli avrebbe rivolto fosse un sorriso.

In verità quello era esattamente ciò in cui la ragazza aveva sperato. "Allora prenditi il tempo che ti serve" Certo non stava ricambiando i suoi sentimenti, ma li stava considerando e permettendo di crescere.

Ash si tirò su di scatto, sedendosi. "M-Ma non so quando potrei avere la risposta! E ti farei aspettare per tutto quel tempo con la possibilità che alla fine-"

"Aspettare o no, quella è una decisione mia." Dichiarò lei convinta "A me basta che quando avrai una risposta me la dirai"

"Però..."

La ragazza pure si tirò su e lo guardò con determinazione, ma anche pazienza. L'ultima cosa che desiderava era che Ash si vergognasse della sua richiesta. Era nei diritti del ragazzo, come nei suoi di dire di no. 

Ma lei poteva e voleva dire di sì "Se i miei sentimenti dovessero cambiare, prometto che te lo dirò" appoggiò gentilmente la mano sulla sua "E anche se non dovesse succedere nulla, tutto questo non è a vuoto."

L'allenatore non riuscì a non ricambiare il sorriso. Effettivamente, il suo cuore si sentiva confortato da quelle parole. Lo sapeva a cosa si riferiva la ragazza. "Sì, siamo amici" Era inevitabile purtroppo che qualcuno sarebbe rimasto ferito se le cose non sarebbero andate come sperato, ma erano amici e non sarebbe cambiato.

"In verità quando ti ho baciato volevo solo farti sapere cosa provavo, prima di andare per le nostre strade. Pensavo che il giorno in cui si saremmo rivisti sarebbe stato molto lontano, quindi per allora avremmo avuto entrambi una risposta" ridacchiò lei, pensando invece a come era andata effettivamente "Ma visto che ci siamo visti prima del previsto avevo pensato anche io all'inizio di non dire nulla e aspettare. Vedere come andava con il suo tempo"

Ash annuì, comprendendo "Possiamo ancora farlo. Possiamo semplicemente fare come sempre e vedere?"

"Okay" sospirò sollevata la ragazza, imitata poi da Ash.

Si sorrisero nuovamente a vicenda, entrambi arrossendo appena, e si risdraiarono sul prato, stavolta meno distanti l'uno dall'altra.

Si sarebbero presi il tempo che serviva per vedere come si sarebbe evoluto il loro rapporto, naturalmente.

"Sai," mormorò il ragazzo "E' un pò strano per me da pensare. E' la prima volta che mi trovo in questa situazione. Immagino che per te non sia stato lo stesso."

Serena sbarrò gli occhi "E cosa te lo fa pensare?"

"Non è così?" Domandò altrettanto sorpreso lui.

"Certo che no!"

Il ragazzo non riuscì a nascondere quanto la cosa lo lasciasse sbigottito. "M-Ma tu sei fantastica!" Per quanto sgradevole l'idea, non gli era difficile immaginare altri ragazzi a farle la corte. Anzi, l'aveva visto con i suoi occhi; Tierno un esempio lampante. Anche se allora non ci aveva fatto caso...

"E tu mi sopravvaluti..." arrossì lei. Non era affatto così fantastica come la definiva. Aveva tanti rammarichi e non era ancora facile amare se stessa come avrebbe dovuto.

Conoscere Ash l'aveva cambiata radicalmente e anche se aveva davvero cominciato ad avvicinarsi alla persona che voleva essere solo dopo essere diventata allenatrice, questo lo avevano notato i ragazzini della sua scuola. Da timida introversa era diventata molto più aperta, ma era sempre stato così palese che avesse qualcuno in testa che nessuno aveva mai osato davvero farsi avanti.

E poi, non tutte le cotte infantili sono destinate a durare e crescere.

"Non è vero, sono onesto" Insistette lui. Almeno quello poteva sostenerlo, qualunque fosse il loro tipo di rapporto. Era la semplice verità.

"Hmm, vorrei crederlo anche io" si lasciò scappare la ragazza, cosa di cui si pentì immediatamente, subito voltando appena la testa dall'altra parte.

Sperava non avesse sentito, ma sapeva bene che lo aveva fatto. 

Infatti Ash subito assunse un'espressione di disapprovazione. "Serena, sei letteralmente una delle persone migliori che conosca. Sei gentile e generosa, cerchi sempre di fare il tuo meglio e migliorare. Hai fatto un percorso incredibile da quando sei partita! Sei persino arrivata alla finale del Master Class! Sai io quanto ci ho messo ad arrivare alla finale di una lega, senza contare quella di Orange?"

"Hai avuto però una crescita costante però..."

"E te no? Sono stato presente per tutto il nostro viaggio a Kalos, solo a-"

Calò il silenzio tra i due, notando che l'aria si era fatta incredibilmente pesante.

Di nuovo, un sentimento di disagio invase lo stomaco di Serena e subito Ash non poté che sentire della preoccupazione. 

Ogni volta che Hoenn veniva a galla, poteva leggere il dolore negli occhi dell'amica. Quel dolore che ti fa sprofondare, ti fa sentire solo al punto che tu stesso ti isoli. Odiava così tanto anche solo l'idea che lei dovesse provare qualcosa del genere.

Se c'era una cosa che però aveva imparato in quella giornata, era che anche se qualcuno non si sentiva pronto a parlare, a volte bastava ricordargli che c'era qualcuno che forse avrebbe aspettato.

Lui per lei l'avrebbe fatto. "Serena, se è successo qualcosa a Hoenn... non devi dire per forza cosa sia successo ma se mai te la sentirai ci sarò."

La performer lo osservò silenziosamente, non pareva del tutto convinta, ma gli donò un sorriso di gratitudine "Grazie"

"Cerca solo di ricordarti nel frattempo che se sei arrivata fin qui c'è un motivo, e tutti noi che ti conosciamo sappiamo quel che vali! Che sia da performer o no! Io faccio il tifo per te..."

Lei annuì, arrossendo. Ci avrebbe sicuramente provato. "E io per te"

"Ehe... mi servirà!" Ridacchiò lui "La corsa alla lega sarà dura se sono tutti forti quanto Duncan"

"Ah," sorrise la ragazza "Quindi sei proprio deciso che parteciperai?"

Lui confermò: "Non so ancora se è la strada giusta, ma lottare mi diverte, quindi tanto vale farlo, no?"

Serena sorrise caldamente "Sono davvero felice per te" Ed era certa che avrebbe fatto benissimo, che avesse vinto oppure no. Anche se avrebbe sempre creduto nelle sue capacità.

"E sono sicuro che anche te troverai la risposta." Alzò un pugno in cielo, incitando Serena a fare lo stesso. Le due mani si accostarono e mirarono verso le stelle.

"Verso i nostri sogni?"

"Verso i nostri sogni"

In qualche modo, avrebbero trovato la via.

...

.

.

.

 

Nota d'autori:
 

Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto!

* Innanzitutto, riferendoci alla spiegazione del piatto che Ash e Serena hanno mangiato...C'è questa errata convinzione all'estero che gli spaghetti con le polpette visti in Lilli e il Vagabondo, o in qualsiasi altro media, siano un piatto tradizionale italiano...Sbagliato! E' un piatto italo-americano, ispirato alla nostra vera pasta e polpette, ma molto diverso da quello che viene solitamente rappresentato! Noi abbiamo fatto questo piccolo principalmente per i nostri lettori inglesi, tuttavia se siete curiosi potete vedere questi video dove spiegano tante ricette italiane!https://www.youtube.com/watch?v=p9Rx2clPSkU&t=615s&pp=ugMICgJpdBABGAHKBRtwYXN0YWdyYW1tYXIgcGFzdGEgcG9scGV0dGU%3D

 

In questo capitolo inoltre abbiamo voluto affrontare il rapporto tra Ash e Serena prima di andare avanti con la storia perché è qualcosa che necessitava di un po' di conversazione. Nelle nostre vecchie bozze e nei capitoli più avanti ancora da correggere, il bacio era quasi ignorato, i due si comportavano come se tutto fosse normale e non conoscessero i reciproci sentimenti, anche se Ash era meno ingenuo.
Tuttavia, ci siamo resi conto che era del tutto innaturale per entrambi i personaggi e per la loro crescita e abbiamo ritenuto che gli sforzi di Serena avrebbero dovuto essere adeguatamente riconosciuti. Proprio come dovevamo concentrarci sul lato della relazione di Ash, dato che il canon si concentrava maggiormente su Serena.
Questo tipo di bacio non è un momento ship in sé, ma ne vedrete molti altri man mano che la storia va avanti e i due prendono le cose per quello che sono.Passando ad un'altra nota... ecco il nostro Duncan! Nuovo rivale con non poche difficoltà ad esprimersi...
E Muttiny, il nostro cane regionale! Sì, lui in passato era Spotpup, ma abbiamo preso una strada diversa per facilitare il design.
Il profilo dex di Muttiny arriverà nel capitolo 6/7 e anche la mappa di Forsia!



 

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Capitolo 6
*** Un panino imbottito d'orgoglio! ***


Ash non sapeva se fosse più imbarazzante il fatto che si fossero addormentati all’aperto sul retro del centro Pokémon, sprecando così la camera che avevano occupato, oppure l’aver chiesto all’infermiera Joy di poter tenere con sé Pikachu, per poi abbandonarlo tutta notte.

Forse entrambe, anche se avrebbe voluto incolpare il jet-lag. 

Serena fu la prima a svegliarsi, rabbrividendo per il venticello di quella fresca mattinata. Per loro fortuna faceva abbastanza caldo da non essersi bagnati i vestiti da viaggio.

Una volta svegliato l’amico, entrambi si precipitarono all’interno della struttura, correndo verso la loro stanza.
Appena aperta la porta, ad accoglierli con sguardo rimproverante, c’erano Pikachu e Sylveon.

Alla fine, non erano davvero arrabbiati con i loro allenatori, tanto meno preoccupati vista la lentezza del progresso nel loro rapporto. Non dovevano preoccuparsi di “ragazzate” per loro.
Tuttavia non si erano nemmeno fatti tanti problemi ad accettare dei poké bigné di scuse.

In fretta e furia presero le loro cose e uscirono, salutando l’infermiera come se nulla fosse.
Si diressero poi verso il negozio di articoli da viaggio. Il giorno prima non erano nemmeno riusciti a comprare le cose che servivano per il viaggio, visti gli imprevisti. Era però sempre meglio partire al mattino per un viaggio, quindi cercarono di recuperare quanto più tempo possibile.

“Le pokéball le abbiamo prese, il pranzo pure…” controllò Serena, cancellando i punti dalla lista. 

Avevano gli zaini più che pieni, ma era certo però che entro quella sera si sarebbero già svuotati, visto che metà erano riempiti di provviste tra le quali Ash non era riuscito a scegliere. Aveva assicurato però che le avrebbe smaltite e di quello Serena non aveva alcun dubbio.

Il percorso che portava a Collinopoli era una classica strada di campagna che si annidava in un piccolo bosco. Nelle vicinanze scorreva un lungo fiume dagli ampi margini, considerato il più lungo di Forsia, districandosi da nord a sud.

L’infermiera Joy aveva detto loro che il nome era Pici . In un primo momento non avevano voluto crederle, ridendo fragorosamente al nome assurdo e banale, tuttavia si dovettero ricredere una volta controllato sulla mappa. 

Era davvero nominato così. A quanto pare

Era sicuramente una strada parecchio frequentata, viste le condizioni pristine del percorso. Naturale pure, visto che era la via principale per la capitale. Ciononostante, si sentiva un’aria piacevole, capace di trasmettere vitalità. Sembrava di fare una semplice passeggiata.

Man mano che proseguirono, le tracce urbane diminuirono sempre più, lasciando spazio agli alberi e i lunghi campi erbosi. Si potevano scorgere dei Pokémon nascosti nella vegetazione, la maggior parte dei quali se ne stava a distanza di sicurezza ma che osservava con curiosità. 

Tra i due Ash era certamente il più emozionato. I Pokémon selvatici erano troppo fugaci per poterli osservare come si deve, e certamente la mancanza di un Pokédex non aiutava, ma ciò non faceva altro che stimolarlo ad avventurarsi sempre più in là. 

Si chiedeva se avrebbe catturato una di quelle specie, e con quanti esemplari avrebbe fatto amicizia. Sperava tanti…

Serena notò questo suo sguardo così scrutatore e con un sorriso gentile si piazzò di fronte a lui, fermandolo. “Che ne dici se ci fermiamo qui per pranzare?”

Magari qualche Pokémon si sarebbe avvicinato e Ash avrebbe avuto la sua occasione. Non erano a caccia, ma farsi qualche nuovo amico avrebbe sicuramente entusiasmato il ragazzo.

Il sorriso di Ash brillò “Sì! Ottima idea! Mi stava giusto venendo un languorino…” fece giusto a tempo a dire, venendo poi interrotto da un grugnito del suo stomaco.

Senz'altro il rumore più forte che avevano sentito quel pomeriggio, ma ciò non stupì nessuno dei presenti.

“Che dicevo?” commentò lui un pò imbarazzato.

“Avevo ragione io che ho chiesto al panettiere di fare una porzione più grande del normale.” ridacchiò l'amica, appoggiando lo zaino sul prato e tirando fuori una tovaglia.

Per una giornata così bella e qualche panino, potevano anche sedersi comodamente a terra.

Si posizionarono vicino ad alcuni alberi, in modo da poter sfruttare quel poco di ombra presente. Non faceva così caldo, ma il fresco che donavano era piacevole.

“Ecco a te!” Esclamò Serena, porgendo all’amico un panino così grande da stare a malapena bilanciato nella mano della ragazza. “La mia borsa sembra essersi svuotata della metà”

“Grazie!!” rispose lui cordialmente leccandosi i baffi. Mostrò le mani pulite, sapendo che Serena avrebbe probabilmente voluto sapere se lo fossero prima di lasciare andare del tutto la succulenta preda.

Appena riuscì a mettere le mani sul suo pranzo rimase impressionato dal peso. Era ancora più bello di quanto non lo fosse già quando ci aveva messo gli occhi addosso in panificio.

“Buon appetito a tutti!" esclamò Ash, dando il primo morso, seguito a ruota dagli altri Pokémon che azzannarono le proprie cibarie.

Dire che il gusto era megagalattico poteva sembrare un'esagerazione, eppure non c’era termine migliore. Il suo profumo era leggero ma invitante e il pane croccante in bocca andava a sciogliersi praticamente in pochi morsi.

“Non ingozzarti, non te lo porta via nessuno!” 

“Nah, lo sai che non è un problema” ridacchiò Ash, per poi deglutire. Tuttavia, con tempismo impeccabile, il cibo si fermò in gola, facendolo fermare e tossire.

Serena subito gli offrì la sua borraccia d'acqua, e rapidamente Ash l'accettò, lasciando che l'acqua gli scorresse giù fino al tappo e liberasse le vie aeree.

L'amica sospirò, non appena fu sicura che il ragazzo fosse a posto “Non sei immune al soffocamento” lo rimproverò, dandogli delle piccole pacche gentili sulla schiena.

“Eh… non hai tutti i torti.” Ammise Ash, debolmente restituendole la borraccia.

La sua mano si abbassò per riafferrare il panino, stavolta con l'impegno di non strangolarsi, tuttavia appena il suo sguardo cadde notò, neanche tanto in lontananza, degli occhietti che li osservavano. 

Più che loro due, la delizia che la sua mano stava per riprendere.

“Hey Serena! Guarda!” Disse Ash, senza però alzare troppo la voce.

Serena seguì il suo sguardo e notò la stessa moltitudine di occhi che brillavano dai cespugli lì vicini.

Chiunque si nascondesse all'interno pensava ingenuamente che non sarebbe mai stato scoperto e sebbene fino a quel momento avesse funzionato, appena si sarebbero dileguati sarebbero stati visti.

Serena e Ash si scambiarono un sorriso complice. C'era una sola cosa che quei Pokémon dovevano volere.

“Hey, vi andrebbe di unirvi a noi? Ne abbiamo più che sufficienza!" Chiamò Ash, muovendosi lentamente per raggiungere lo zaino e tirare fuori del cibo per Pokémon. 

Non erano panini e non era invitante quanto quelli, ma era sicuramente molto più nutriente e l'unica cosa che i due umani non potevano mangiare.

I Pokémon selvatici nascosti tra il fogliame non azzardarono a muoversi fino a che Ash non versò un po' del cibo su un fazzoletto e lo appoggiò appena verso di loro.

Inizialmente il cespuglio sobbalzò al movimento del ragazzo, tuttavia appena fece qualche passo indietro, lasciando più spazio tra lui e i Pokémon, finalmente si iniziarono a scorgere dei musetti.

Musetti familiari, con i loro nasini che annusavano l'aria. Tre Vulpix, due Pachirisu, un Litleo a un Glameow uscirono dal cespuglio con esitazione, ma non appena furono nei pressi del cibo, si fiondarono su esso e cominciarono a mangiare.

I due ragazzi sorrisero, osservando felici i Pokémon selvatici che si riempivano lo stomaco.

Per quanto la flora sembrasse rigogliosa, non doveva essere facile procurarsi da mangiare, specie se si era tanti.

“Avevate fame, eh?” Commentò Ash. “Non preoccupatevi, ce n'è ancora”

“Meow!” “Pix!” “Su!” “Lit!” Il gruppetto confermò entusiasta, tutti sorridenti. 

Nei loro sguardi c'era anche gratitudine, forse non abituati alla gentilezza di stranieri che normalmente proseguivano per la loro strada senza dare loro attenzione.

E forse anche gratitudine verso due umani che non avevano colto l'occasione per catturarli. La zona dove vivevano non era popolata da Pokémon chissà quanto potenti, quindi tanti allenatori alle prime armi vi si recavano per un bottino più alla loro portata.

Alcuni erano fortunati abbastanza da finire con allenatori gentili e premurosi, assicurandosi pasti regolari e amore. In quel caso, tanti che prima erano contrari ad una vita in cattività cambiavano idea.

Ma non era una chance sulla quale tendevano a scommettere.

Ash aprì un'altra confezione e la svuotò, per poi tornare al suo panino. 

Nonostante la grandezza esagerata, era certo lo avrebbe finito.

Sarebbe bastato a sfamarlo? Forse, ma alla fine non lo avrebbero scoperto mai.

“Pikapi!”

Infatti, proprio sul punto di azzannarlo per una seconda volta, un peso gli si fiondò sul capo e gli abbassò forzatamente il berretto sugli occhi. 

“Che!?” 

“Eh?”

Poi uno strappo violento e sentì l'intero panino scivolargli via dalle mani.

“Ma che diamine-” Si lamentò il ragazzo, alzando il cappello dalla faccia con le mani tristemente vuote.

“Tutto bene?” domandò Serena. Aveva sentito anche lei un soffio di vento improvviso, ma non si era girata a guardare fino a che non aveva sentito il gemito dell'amico e l'aveva trovato senza pranzo.

“Il mio panino!” Scattò in piedi Ash, facendo sobbalzare leggermente tutti i presenti. Si guardava in giro furiosamente “Chi ha preso il mio panino?!”

Doveva essere stato qualche Pokémon , perché chi altri avrebbe potuto piombare dall'alto in quel modo e portarsi via il pranzo?

Serena lo osservò stranita. Guardandosi in giro come lui, non vedeva nessuno oltre a loro. Lei, Pikachu e tutti i Pokémon sentivano come un'aura oscura emergere dal ragazzo, come se qualcuno avesse rapito suo figlio sotto i suoi occhi.

Serena si accinse ad avvicinarsi al suo zaino "A-Ash non è il caso di prendersela tanto… ne ho un’altro..." provò lei a calmarlo. Non era certo paragonabile all'altro ma era meglio di niente.

“Eccolo!” Indicò lui senza ascoltarla, puntando ad un albero poco più distante.

Il peso del suo pranzo doveva aver messo in difficoltà il Pokémon che se lo era preso, Il quale sedeva su un rame insieme al bottino. Non sarebbe scappato lontano senza fare soste.

Senza esitare, corse in direzione del pennuto, mentre Serena e tutti i Pokémon gli corsero dietro.

“Aspetta Ash!” “Pikapi!”

L’uccellino si accorse dell'inseguitore e sobbalzando prese di nuovo il panino tra le zampe e si rialzò in volo. 

Recuperare terreno fu facile, la fuga del ladro era lenta e affaticata.

Ciò permise ad Ash di raggiungerlo, districandosi agilmente tra la vegetazione. E non solo, se avesse voluto probabilmente lo avrebbe anche superato.

Rallentò e cominciò a guardarlo attentamente; un uccellino azzurro con il petto bianco e dei ciuffi di piume.

In paragone al panino, era molto più piccolo, non lo meravigliava che stesse faticando a scappare. Poteva però ammirare la determinazione del Pokémon, talmente impegnato nel suo compito da ignorare totalmente il fatto che l'allenatore fosse proprio sotto di lui.

Al suono del respiro affannoso del piccoletto, tutta la rabbia parzialmente controllata di Ash sparì, lasciando posto ad un sorriso empatico. “Ehi, puoi anche fermarti” 

Seppur completamente pacata, la voce del ragazzo sorprese l’uccellino al punto che iniziò a perdere l'equilibrio.

Ash portò le braccia in avanti, nervosamente cercando di evitare che cadesse al suolo, ma per fortuna il Pokémon riuscì a fermarsi sul primo ramo stabile che incrociò.

“Stai bene?” Domandò l'allenatore onestamente, ricevendo però un “ Tweek” indignato.

Nonostante ciò, il ragazzo rimase ad attendere pazientemente che l'uccellino riprendesse fiato.

Il tempo bastò a farlo raggiungere dai suoi amici, i quali con esitazione si approcciarono a lui “Uh, Ash?”

“Hm?”

Sospettosa del totale cambio in atteggiamento dell’amico, Serena domandò: "Tutto bene?”

Ash annuì “Sì”

La ragazza alzò la testa “È lui che ti ha rubato il panino?” 

“Sì”

I sette Pokémon selvatici che fino a poco prima stavano mangiando con loro iniziarono ad emettere qualche verso di malumore.

Erano così grati ai ragazzi che si erano presi a cuore quell'affronto nemmeno rivolto a loro?

Ash alzò un braccio di fronte a loro, senza però voltarsi a guardarli. Ciò li fece placare “Ci penso io”

“Che vuoi fare?” Chiese dubbiosa Serena. Ormai il panino era bello che andato probabilmente, e arrampicarsi o usare Pikachu per raggiungere la creaturina volante pareva esagerato.

Ash incrociò le braccia “Ci parlerò. Se era solo affamato sono sicuro che come per gli altri possiamo raggiungere un compromesso.”

La ragazza non pareva molto convinta, ma gli diede il beneficio del dubbio. Dopotutto se c'era qualcuno che ci sapeva fare con i Pokémon, quello era Ash.

“Ehi…” finalmente il corvino chiamò l'uccello alla sua attenzione. “Guarda che non c’era bisogno di rubare. Se volevi qualcosa da mangiare potevi chiederlo e te lo avremmo dato volentieri come per gli altri”

Il suo tono aveva ben poco del rimprovero, molto comprensivo e paziente. 

La fame poteva portare a fare molte cose estreme, persino per chi aveva solo saltato un pasto. Lui lo capiva bene.

Il Pokémon selvatico piegò appena la testa ma continuò a fissarlo con espressione truce. 

“Che caratterino” Ash fece qualche passo in avanti, mettendo un po' più sotto il ramo, almeno per cercare di guardarlo in faccia “Torniamo tutti insieme e unisciti a noi!”

Porse una mano in avanti in segno di pace, per dimostrargli che non aveva intenzione di catturarlo con una pokéball quando meno se lo aspettasse.

Certo, con la sua stazza avrebbe potuto fargli male lo stesso se avesse voluto, ma anche per quello ci teneva a dimostrarsi innocuo. 

Il gesto sembrò aiutare, infatti l'uccellino si sporse appena in avanti, il suo sguardo non più minaccioso o di ribellione.

La calma e la pazienza di sicuro erano una delle tattiche più importanti che Ash aveva imparato nei suoi anni di viaggi. 

I Pokémon selvatici che poco dietro di lui assistevano alla scena, si scambiarono delle occhiate preoccupate.

Pikachu lo notò e chiese “Chu?”

“Vul…” uno dei Vulpix scosse la testa, tornando a guardare.

Ash dal canto suo credeva di star facendo un buon lavoro “Potrai tenere il panino se vuoi.”

“Twee?” Pigolò il Pokémon, piegando appena la testa, genuinamente incuriosito.

“Esatto! Siamo tutti amici qui! Nulla che delle scuse non possano sistemare!” Confermò Ash con entusiasta.

L'uccellino rimase immobile per qualche secondo, forse pensieroso. Aprì leggermente il becco “Ny…”

Forse, aveva fatto centro.

Il Pokémon si girò, apparentemente intenzionato a prendere il panino e scendere. 

Si chinò leggermente in avanti, alzando bene il didietro.

Lo sguardo di Ash mutò dal felice al confuso e non fece a tempo ad impanicarsi “Aspe-”

*SPLIT*

Una massa bianca si spiaccicò sulla sua faccia, prendendolo in pieno.

Non c’era bisogno di dire che quella non era assolutamente una goccia di maionese colata dal panino.

Sì, aveva fatto centro. L’uccellino, sulla faccia di Ash.

Gli sguardi mortificati dei presenti lo provavano.

Bensì la preoccupazione non era rivolta verso l’amico, quanto più verso lo sciagurato che non solo gli aveva rubato il pranzo, ma all'offerta di pace aveva risposto gettandogli in faccia gli escrementi. 

In cuor loro provavano pietà e tenerezza verso una creatura coraggiosa, o meglio, molto incosciente.

Ash aveva sviluppato enorme gentilezza, specie maturando, ma c'erano cose per le quali chiunque aveva un limite.

Soprattutto una persona che nel profondo aveva una natura avventata ed esuberante.

L’allenatore non si mosse per qualche minuto e la cosa preoccupò ancora di più i presenti. Avrebbero potuto ridere in una situazione normale, ma uscì da loro solamente un piccolo gemito. 

Serena portò la mano davanti alla bocca, gli occhi spalancati e le spalle rigide.

Non tanto per lo schifo, anche se quello era ovviamente presente, ma molto più per la strana calma di Ash.

No, non era affatto calmo, era come un Pokémon che stava usando Pazienza.

Poteva vedere chiaramente il colore della sua pelle farsi rosso fuoco, tanto quanto quello di uno Slugma.

Si avvicinò veloce con un fazzoletto di stoffa, per aiutare almeno a togliere gran parte del danno, tuttavia non ci riuscì.

Ash esplose prima.

Al diavolo la pace.

 SE TI PRENDO TI SPENNO!! 

Il piccolo Pokémon, che era ormai già più lontano, sentì arrivare comunque la minaccia e provò un brivido fin dentro alle ossa. 

Spaventato e ormai consapevole del gesto sconsiderato che aveva fatto, scattò più veloce.

Fargli la cacca in faccia, non era stata la migliore delle scelte. E sebbene non fosse pentito, per il gesto in sé, lo era per aver provocato una bomba ad orologeria.

“CI FACCIO UN ARROSTO CON IL TUO DIDIETRO!!”

Aveva le ore contate.

Infatti Ash partì a tutta velocità in un inseguimento folle, lasciando indietro tutti gli altri, i quali non poterono far altro che lasciarlo fare.

Corrergli dietro non sarebbe servito.

Pikachu guardò con una faccia imbarazzata i Pokémon selvatici. Aveva quasi dimenticato quel lato di Ash, che di recente non aveva mai avuto tanto motivo di venire a galla.

Se era per motivi seri sapeva ben gestire la sua rabbia, non era come in questo caso, dove le ragioni erano molto più frivole.

Serena invece non aveva mai effettivamente visto Ash comportarsi così, ma tra sé e sé non poté che ridacchiare.

Sapeva che per quanto innervosito, quello era solo uno sfogo fine a se stesso. Non avrebbe mai torto una piuma a quel Pokémon, anche se si era messo tra lui e il suo cibo.

Di certo però non si sarebbe arreso a dirgliene quattro e non sarebbero tornati a mangiare tranquilli.

Decise pertanto che sarebbe tornata a prendere la loro roba e sarebbero andati poi a cercarlo, con molta tranquillità…

 

 

Ormai Ash era ben inoltrato nella foresta. E aveva avuto modo di seguire il Pokémon per molto tempo, cambiando anche strategia.

Iniziò a pedinarlo di nascosto, cercando di non farsi vedere. Ne aveva tutto il tempo, visto quanto lento era tornato a volare l'uccellino.

Non ce l'aveva per il panino, ormai quello era il meno.

Tuttavia, essere preso per i fondelli proprio non lo accettava. Gli aveva offerto tutto il cibo che voleva e di passare il tempo in compagnia, perché mai aveva deciso di ricambiare coprendogli la faccia di escrementi?

Erano quasi meglio le bruciature di primo grado del Lanciafiamme di Charizard o i denti di Gible affondati nella sua materia grigia.

Voleva davvero capire le motivazioni del Pokémon. Se era così dispettoso di carattere oppure se c'era qualcosa dietro di più grosso. 

Dopotutto, parlava e urlava, ma non gli avrebbe mai davvero fatto nulla. L'uccellino non lo sapeva, ma le sue erano minacce a vuoto.

Il cinguettio del piccolo volatile si intensificò e iniziò a perdere quota.

In un attimo di preoccupazione che si schiantasse a terra, Ash velocizzò il passo. Non pensava che ce l'avrebbe fatta, tuttavia giusto un istante prima della collisione l'uccellino riuscì di nuovo a rialzarsi in volo.

Così affaticato, eppure persisteva nel suo obiettivo. 

Il volto di Ash si espresse in un facile sorriso. Era un peperino, ma ammirava tanta determinazione.

Per una seconda volta il Pokémon cinguettì, tuttavia stavolta iniziò a scendere dal cielo in maniera contollata. 

Ash proseguì cauto, inoltrandosi in un cespuglio, giusto abbastanza per vedere dove si era posizionato l'uccello.

Una pausa forse? O era arrivato al nido?

La seconda opzione fu quella esatta, tuttavia la scena era abbastanza diversa da quanto si era aspettato l’allenatore. 

C'era sì un nido, parecchio rovinato, ma non si trovava su un albero, bensì a terra, coperto da un mucchio di rami che facevano da tettuccio.

E dentro di esso vi erano non uno ma ben cinque uccellini. Uno era il ladro, altri due erano più piccoli, mentre i rimanenti erano più grandi.

La cosa più notabile era che gli abitanti di quel nido erano più malconci della loro casa. 

Subito l'umore di Ash precipitò, comprendendo. 

Non era difficile da immaginare, tanto meno crederci ora che aveva visto. Era cosa comune che i Pokémon rubassero per le loro famiglie.

Avrebbe sempre potuto dirglielo, e avrebbero volentieri aiutato. Per quanto comprensibile, rubare era sempre sbagliato.

E probabilmente quel sentimento lo condividevano i due della famiglia più grandi, che osservavano tristemente il bottino. 

Poteva sbagliarsi, ma il suo istinto gli diceva che dovevano essere il padre e la madre.

Tweeny cominciò a grattarsi il capo con l'ala, sembrava imbarazzato e allo stesso tempo dispiaciuto. 

"Twee.. ny-nyn." Cinguettò il più grande tra loro, con un'ala particolarmente malandata.

"Twee! Twee!!!" Cinguettò il ladro innervosito.

L'allenatore sentì crescere dentro di sé parecchio dispiacere. Probabilmente erano stati colpiti dal maltempo o qualche incidente aveva fatto cadere il loro nido e si erano feriti e ammalati.

Provò a sporgersi meglio per osservare la scena, ma pose troppa fiducia nella forza di un rametto e una volta spezzato le sue mani finirono a vuoto e cadde a terra. 

Il tonfo non fu l'unica cosa ad attirare l'attenzione della famigliola, il ragazzo cadde proprio in bella vista.

Subito l'uccellino ladro si mise sulla difensiva, mentre il resto della famiglia cinguettii in sorpresa.

“Ah! Tranquillo, non sono qui per farvi del male!” Subito Ash alzò le mani, senza però alzarsi. Non voleva spaventarli oltre.

Il Tweeny più grande però non sembrò molto spaventato. Aveva più un'aria di rimprovero, diretta al proprio figlio. “Twee…”

Il piccolo provò a giustificarsi, senza però perdere la sua posa “Nyy…!” dall'espressione però era ovvio si sentisse particolarmente in colpa.

Non tanto per il panino, ma per aver guidato l'umano dalla sua famiglia.

"Ehi, dico sul serio. Non sono più arrabbiato." Si sedette a gambe incrociate. “Ho capito perché lo hai fatto, volevi solo guidarmi dalla tua famiglia per aiutarli, giusto?”

Quelle parole sorpresero tutti i presenti. Il ladro piegò la testa confuso, incapace di comprendere a che gioco volesse giocare quell’umano insistente.

Non era andata affatto così, ma sentendo l'ombra del padre sul suo collo, l'uccellino non poté che annuire.

“E sono qui per farlo!” 

A che prezzo? Questo era il dubbio del Pokémon.

“Ricostruire il nido non sarà difficile, ma a voi servirebbero cure mediche.” Ed era abbastanza certo di non avere le competenze. Sapeva giusto il minimo, come Serena, anche grazie alle esperienze passate con Brock. “Che ne dite se vi accompagno ad un centro Pokémon?”

L'uccellino di fronte alla sua famiglia rizzò le penne, come a dire che quello era fuori discussione.

Ash sospirò. Non voleva basarsi solo su quello che sapeva e commettere qualche errore. Ma a quanto pare per ora sarebbe dovuto bastare.

“Va bene, posso provare io. Ma mi serviranno le mie cose-”

"Ed eccole qui." La voce familiare lo fece girare subito. Era Serena, grazie al cielo! 

La ragazza spuntò dai cespugli, in mano teneva lo zaino del ragazzo e di fianco a lei Pikachu osservava con lo stesso sguardo perplesso.

“Vedo che ti sei calmato” commentò lei, sorridendo.

“Ehe, sì, a quanto pare voleva solo aiuto.” Disse Ash, indicando con un cenno del capo la famigliola.

Serena comprese in fretta l'implicazione, tuttavia un lieve dubbio non la lascio “Ma allora perché quel Tweeny ti avrebbe fatto gli e-” la sua bocca si bloccò quando Ash le lanciò uno sguardo supplichevole. 

Uh… non capiva le sue ragioni, ma avrebbe sempre potuto chiedere più tardi.

Pikachu approfittò del momento per avvicinarsi alla famiglia di Pokémon selvatici e parlare. “Pika, chu pipi pi!” Non c'era motivo di temerli.

La genuinità di Pikachu parve d'aiuto. Non che nelle loro condizioni avessero tante scelta, non potevano scappare.

Questo lo comprese anche il ladro, il quale finalmente abbassò le ali e indietreggiò verso i suoi genitori e fratellini.

Meglio di nulla. “Grazie Pikachu” ringraziò il suo allenatore. “Ah, Serena, com'è che lo hai chiamato prima?”

“Oh, si chiama Tweeny. Ho controllato qualche lista di Pokémon della zona e l'ho riconosciuto.”

Almeno ora avevano un nome “Ottimo! È un piacere conoscervi!” Si voltò Ash “Io mi chiamo Ash e lei è la mia amica Serena! E vi aiuteremo a rimettervi in senso!”

Serena annuì, di certo non si sarebbe tirata indietro, tuttavia aveva le sue limitazioni “Ash, il più grande è chiaramente ferito e gli altri non sembrano messi bene. Non sarebbe meglio che li visiti l'infermiera Joy?”

“Lo sarebbe, ma non penso si fidino abbastanza per seguirci e di certo non possiamo obbligarli.” Rispose lui a bassa voce.

 “Allora immagino che dovremo cavarcela da soli”

“Già…”

“Beh!” Batté le mani Serena, appoggiando gli zaini “Allora mettiamoci al lavoro!”

Il ragazzo sorrise, aiutandola a prendere il necessario. Dopo le sue ultime esperienze spericolate e dopo essersi ammalato durante il viaggio a Kalos, Serena aveva insistito a prendere un piccolo kit di pronto soccorso, con giusto il minimo indispensabile.

Delia avrebbe sicuramente approvato e anche lui non aveva avuto motivo di dubitare la scelta.

A quanto pare aveva fatto bene, era servito prima del previsto.

“Possiamo avvicinarci?” Domandò Serena, mostrando il kit aperto.

Il due Pokémon più grandi si scambiarono un'occhiata e annuirono. La ragazza quindi si inginocchiò insieme ad Ash ai pressi del nido “Chi è il primo?”

Il Tweeny che per Ash era il padre della famigliola, zampettò in avanti, aprendo appena l'ala. Era ovvio che il primo a correre il rischio con loro due come sconosciuti sarebbe stato il capo del gruppo e non i suoi piccoli.

“Riesci ad aprirla di più?” Domandò Serena.

Il Pokémon annuì, riuscendo lentamente a distenderla, non nascondendo però la smorfia di dolore.

“Beh, se fosse rotta non penso riusciresti a muoverla del tutto quindi sarà una lieve frattura o una brutta botta.” Commentò, tirando fuori una benda e una crema. 

“Wow, sai il fatto tuo!” si complimentò l'amico.

Serena ridacchiò, arrossendo lievemente ma senza distogliere gli occhi dal suo paziente. “In verità parlo solo per esperienza. Sono caduta parecchie volte allenandomi sui Rhyhorn quindi di botte e lividi ne ho subiti parecchi.” Ne aveva perso il conto “Però una volta durante una corsetta tra piccoli principianti cominciò a piovere. Il Rhyhorn dietro scivolò, sbatté contro il mio e ci ribaltammo. Ne sono uscita con una gamba rotta.”

Ash spalancò gli occhi “Ah, non pensavo ti fossi mai fatta così tanto male. Come ci si sente ad avere un osso rotto?”

La kalosiana si sorprese, ma continuò a lavorare, delicatamente trattando l’ala ferita. “Hm? Non ti è mai capitato? Pensavo che agitato come sei da piccolo ti fossi fatto male qualche volta!” 

“Che ti devo dire? Avrò la pellaccia dura… o le ossa. Sarà perché bevevo tanto latte!” rise lui.

“Immagino il tuo corpo sia davvero diverso. Anche dai malanni sembri guarire in fretta” disse lei, finendo di fissare la benda “Ed ecco qui! Cerca di non muoverla per qualche giorno, ok?”

“Twe!” Ringraziò l'uccellino. Non sapeva bene cosa avesse fatto di preciso, ma quella cosa che aveva spalmato sopra e il modo in cui gli aveva fasciato l'ala avevano ridotto il dolore.

Si girò verso la sua famiglia e rilasciò un cinguettio di rassicurazione. Potevano fidarsi.

Furono quindi i due più piccoli a farsi avanti, incoraggiati da quella che pareva la madre. 

“Ttcwi” tossì uno dei due, seguito poi dall'altro.

Visto com'era ridotta l'area intorno a loro, doveva esserci stato un temporale molto forte. E se era caduto il nido e si ero bagnati tanto, probabilmente si erano raffreddati.

Questa volta fu Ash a tirate fuori dallo zaino un paio di baccarancie, un coltello e una ciotola. 

Tagliò la frutta in pezzettini piccoli, per poi appoggiarli dentro la ciotola, che in seguitò riempì d'acqua. Mischiò appena e poi l'appoggiò di fronte a loro “Ecco! Bevete tutto!” Vedrete che vi sentirete meglio!”

Serena osservò, piacevolmente sorpresa. Non pensava Ash fosse tanto abile in quel reparto “Wow…”

“È solo un trucchetto che mi ha insegnato il mio amico Brock, che ora sta studiando come medico per Pokémon.” ricordò lui “Ci fu anche una volta in cui aiutai in un ospedale a curare dei Pokèmon che erano finiti in un incidente stradale.”

Tante cose erano complicate per lui, ma il viaggiare insegna tanto.

Sapeva che non tutti i Pokémon avevano la capienza del suo stomaco e che per tanti era difficile mangiare da malati. Quindi servivano bocconi piccoli e facilmente ingoiabili. Sapeva anche che la baccarancia era la più nutriente delle bacche per ristabilirsi e che era importante idratarsi molto. 

Mettendo tutto assieme, gli era sembrata la soluzione migliore.

E dal modo in cui i piccoli svuotavano la ciotola sempre con più energia, poteva scommettere di averci azzeccato.

"Ehe.. bravi! Poi appena sarete più in forma potrete mangiare il cibo che vi lasciamo!” si rivolse all'amica “Abbiamo abbastanza da lasciargliene un po', giusto?”

Serena annuì “Certo!” tirò fuori delle scatole di cibo per Pokémon e le svuotò su un tovagliolo come avevano fatto con gli altri a pranzo. Poi lo appoggiò vicino all'albero. 

“E ora-” Ash girò il cappello all'indietro, “diamoci da fare per farvi una nuova casa!” 

“Twee!” Esultarono i due più piccini, agitando le ali. Stavano di sicuro meglio di prima e l'aiuto del ragazzo era più che apprezzato.

Con l'aiuto di tutti e una quantità di rami più che sufficiente, riuscirono non solo a ricostruire il nido, ma iniziarono anche a fare una piccola casetta, in modo che in situazioni future non dovessero rischiare altri incidenti.

Fu proprio il pretesto di prendere altro materiale che lasciò solo Ash e il piccolo ladro di panini.

Non che fosse stato il ragazzo a cercarlo, anzi, stavolta era l'uccellino che lo aveva pedinato.

 Stava raccogliendo tranquillamente dei rametti, quando Tweeny si era appoggiato sulla sua testa e aveva calato il capo per incrociare gli occhi dell'allenatore, anche se a testa in giù.

“Oh! Che ti prende?”

“Twee ny ny! Tweek!” 

“Se parli così in fretta non posso nemmeno provare a capirti!” Si lamentò Ash, senza però scacciare la creaturina.

Il Pokémon si staccò da solo, arrivando ai suoi piedi e puntando l’ala verso di lui in maniera accusatoria “NY!”

“Cosa avrei di male? Ho solo aiutato la tua famiglia!”

“NYY!” Insistette l'uccellino. Era proprio quello il problema.

L'espressione di Ash mutò da comprensione a rabbia “Ascoltami bene, so che non ti fidi ancora di me e posso anche accettarlo!”

Tweeny sbuffò, voltando la testa altrove “Twe.” Certo che non si fidava. Avrebbe potuto aspettare il momento buono per catturare tutta la sua famiglia, o peggio.

Tuttavia, Ash conosceva bene l'orgoglio. 

Era una brutta bestia con cui aveva avuto a che fare per anni e che a volte faticava ancora a tenere a bada. 

Poteva ben capire quale era il vero problema “Se non fossi intervenuto adesso, i tuoi fratellini si sarebbero potuti ammalare gravemente! Questo non può valere così poco!” gli ricordò il ragazzo “Metti da parte l'orgoglio per un secondo!”

“Tweeny, twe!” No, lo sapeva bene. Tweeny comprendeva perfettamente che nonostante i suoi sforzi la sua famiglia probabilmente avrebbe avuto solo guai andando avanti. Era frustrante da ammettere, ma poteva fare ben poco e sebbene procurare cibo aveva funzionato all'inizio, aveva sempre preso un grosso rischio rubando.

Se Ash non fosse stato una brava persona, se la sarebbero vista molto brutta e sarebbe stata solo colpa sua.

Motivo per cui ancor più lo frustrava ancor di più il fatto che non capisse come mai quell’umano gli aveva creato una copertura.

Suo padre e sua sorella maggiore, sì… non sua madre al contrario di quanto credesse il ragazzo, avevano capito in fretta che il cibo che procurava non era trovato casualmente in natura. Non erano certi rubasse, poteva anche averlo ricevuto in dono da turisti o aver rovistato in giro e finché non avevano prove, non avevano potuto incolparlo di nulla.

Quello fino a che Ash non era arrivato.

Era stato vicinissimo a perdere ogni rispetto da parte della sua famiglia. Da parte dei fratellini che lo ammiravano e da parte di coloro che più voleva stupire e sostenere.

Non avrebbe sopportato deluderli.

“Sai, ti capisco. Anche io ho spesso paura di deludere gli altri, anche se cerco di darlo a vedere. Quindi cerco di non arrendermi mai” il ragazzo si inginocchiò “Ammiro molto la tua determinazione e la responsabilità che ti sei preso, ma a volte bisogna sapere in cosa impegnarsi davvero.”

Quante energie aveva sprecato per sciocchezze, per vantarsi o per soddisfare il suo ego?

“Non ti piace rubare, no? So che è la via facile, ma è più facile deludere così la tua famiglia che dando il tuo meglio e cadendo.” si permise di dargli una carezza sulla testa “Non posso dire di sapere come ci si senta nella tua situazione, ma penso di capire il peso delle aspettative. Per quello ti ho coperto prima”

“Twe?” stranamente, l'uccellino non sfuggì dal tocco del ragazzo. Da quell'espressione titubante, poteva chiaramente capire che provasse vergogna.

Il muro che Tweeny si era costruito si era crepato e aveva lasciato un buco grande abbastanza da poterlo raggiungere.

“Non è irreparabile, puoi crescere e migliorare, nulla di ciò che facciamo va perduto! Anche io ho molto da imparare! E sono sicuro che te potrai fare lo stesso, hai un enorme potenziale!”

Tweeny rimase silenzioso, probabilmente pensieroso dopo aver ascoltato il discorso del ragazzo. 

Notando un miglioramento, Ash sorrise e si rialzò. Era abbastanza per il momento e sicuramente prima o poi Tweeny avrebbe capito. Non era un cattivo Pokémon, anche perché era certo non ne esistessero.

Riprendendo in mani i rami, tornò a finire il suo lavoro.

 

 

Entro il tramonto riuscirono a concludere la costruzione e finalmente la famigliola di uccellini poté tirare un respiro di sollievo.

Sarebbero stati per sempre grati a quei due ragazzi, poco ma sicuro. 

“Mi raccomando, tenetevi lontani dai guai, ok?” Salutò Ash “E se avrete ancora bisogno di aiuto, sono sicuro che al centro Pokémon vi aiuteranno.”

La famigliola ricambiò il saluto, agitando le ali e cinguettando felicemente.

Tweeny osservò il ragazzo, qualche metro più indietro. I loro sguardi si incrociarono e il sorriso di Ash crebbe.
Dopo qualche istante, anche il Pokémon accennò ad un sorriso. 

Ben presto il loro contatto visivo si interruppe. I Pokémon selvatici rimasero a guardare mentre i due umani e Pikachu si allontanavano.

Zaini in spalla e pronti a ripartire, Ash e Serena lasciarono la foresta, tornando sul percorso e proseguendo il loro viaggio.

Camminarono quanto più possibile, ma quando il sole cominciò a tramontare e il centro medico si confermò troppo distante da raggiungere per quella serata, i due decisero di accamparsi.

Sarebbe stato meglio trovare delle stanze, specie con il vento che si faceva sempre più freddo, tuttavia non era la prima volta che si trovavano in quella situazione. Se la sarebbero cavata.

“Ok, ho finito. Serena? Vuoi una mano con la tenda?”

Serena aprì la bocca per rispondere, mentre frugava nello zaino. Tuttavia un improvviso flash la bloccò. 

La tenda.

“Oh no…”

“Tutto bene?” Il ragazzo si avvicinò.

Serena sospirò rammaricata “Sapevo di dimenticare qualcosa…” 

“A me sembra che tu ce l'abbia” commentò l'amico, indicando il tessuto ben visibile dall'alto.

“Non è che non c'è l'ho, è che è rotta.” Lo provò tirandola fuori dalla sacca che la conteneva, mostrando un enorme squarcio.

“Come è successo?? Per romperla così…” 

“C'è stato un piccolo… incidente” rispose con esitazione la ragazza “Stavo andando a Luminopoli e un Pokémon selvatico non era molto felice della nostra presenza sul suo territorio e ci ha attaccati. Per fortuna Sylveon se n'è accorta e non siamo state colpite. Quando siamo uscite il Pokémon se n'era già andato.”

Ash annuì rassicurato “Menomale.”

“Ne comprerò una alla prossima città. Per stanotte invece dormirò sotto le stelle!” Si rassegnò serenamente. Ormai si era abituata, sarebbe solo dovuta stare attenta a coprirsi bene.

Ash la guardò con aria perplessa “E perché? Puoi dormire in tenda con me!”

La testa di Serena si voltò di scatto in direzione dell’amico. Fosse stato un gufo, avrebbe fatto direttamente 180 gradi. “Eh!?”

“Stasera farà freddo, non è il caso che dormi all’aperto. Prenderai qualche malanno! E poi siamo solo noi due-”

“Chu!”

“-e Pikachu.” Si corresse il ragazzo. “C’è spazio più che a sufficienza!”

Aveva sempre dormito in coppia con qualche compagno di viaggio: Brock, Tracey e Lem…
Vero che Serena era una ragazza, ma non sarebbe cambiato tanto, no?

Serena voltò la testa altrove, cercando di nascondere il rossore “N-Non mi sembra il caso…”

“Perché? Ti assicuro che non mi puzzano i piedi!” Pensò che fosse una rassicurazione valida, ricordava che da bambino alcune signore di Biancavilla che andavano a trovare la madre si mettevano a fare gossip sui loro mariti e… aveva sentito più di quanto avrebbe voluto e ai tempi capito. “E poi Pikachu ormai non da più la scossa nel sonno, se non forse me.”

“Non è quello il problema…” insistette lei. Negli ultimi tempi erano finiti in tante situazioni… particolari, nel sonno. Ma per quanto avessero chiarito come stavano le cose, quanto più possibile, sarebbe stata dura abituarsi. “E poi prima o poi dovrò comprarla comunque. Non è detto che si unisca nessuno a noi.”

“Ma finché non succede non c’è motivo, giusto?”

Non era che le desse fastidio, sapeva che se il problema fosse stato quello, allora avrebbe potuto dirlo ad Ash tranquillamente e lui l’avrebbe capita. 

Era semplicemente il suo vano tentativo di evitare un enorme imbarazzo ogni volta che sarebbero dovuti andare a dormire… o quando si sarebbero dovuti cambiare a turno. Forse non per Ash, ma sicuramente per lei sì. 

Il punto era che Ash aveva ragione e non aveva davvero nessuna ragione valida per rifiutare, specie perché sarebbe stata una menzogna ritenere di non voler condividere la tenda con lui. 

“Giusto…” Si arrese, consapevole che non avrebbe potuto vincere in quell’argomento.

“Perfetto!” Annuì soddisfatto il ragazzo. Era inutile che spendesse soldi fino a che non sarebbe davvero servito. E poi chiacchierare prima di andare a dormire era un’abitudine che non gli dispiaceva. 

“Finché saremo solo noi due…” Precisò lei.

Fino a che non si sarebbero aggregati altri compagni di viaggio.

E Ash, come se nulla fosse annuì “Perfetto!”

Probabilmente il loro patto si sarebbe anche ritorto contro a Serena. Per un bel pò di tempo sarebbe stato imbarazzante, ma immaginava già che nel momento in cui si sarebbe abituata alla loro routine magari sarebbe stato proprio quando avrebbe dovuto rinunciarvi.

Trovato il compromesso, i due iniziarono a preparare la loro base.

Ash si procurò la legna, accese il fuoco e montò la testa, mentre Serena invece si occupò del cibo, cucinando qualcosa con gli ingredienti che aveva preso. Avevano ancora qualche panino, ma era meglio lasciarli per il pranzo del giorno dopo.

E dopo un veloce allenamento, entrambi si prepararono per andare a dormire, ritirandosi nella tenda e infilandosi nei loro sacchi a pelo. 

Inizialmente, Serena non riuscì a guardare in direzione di Ash, neanche con la coda dell’occhio. Osservò il soffitto della tenda, in religioso silenzio, in un misto di gratitudine che non era davvero finita a dormire fuori in quella nottata fredda, e imbarazzo.

Ovviamente, il silenzio prima o poi divenne fin troppo pesante “Va tutto bene?” Domandò Ash, notando la rigidità dell’amica.

La ragazza annuì frettolosamente, cercando di allentare la tensione del proprio corpo. Non voleva rendere la situazione così ingestibile "Sì, certo! Sono solo un pò stanca! Sai, non mi aspettavo il cambio di programma." In un certo senso era vero. Non si era davvero aspettata che nel loro primo giorno di viaggio avrebbero speso gran parte del tempo ad inseguire un ladro di panini, curare Pokémon selvatici e costruire un nido di prima classe “Non mi dispiace però.”

Il kantoniano annuì, girandosi come lei a pancia in su “Penso che però sia anche questo il bello. Non sai mai cosa possa succedere viaggiando e immagino che siano anche questi incidenti che rendano ogni giorno unico.” Sorrise con sentimento di nostalgia “Vedere le cose da questo punto di vista è una cosa che mi mancava. Mi chiedo perché ci abbia messo così tanto a capirlo”

“In che senso?”

“I primi anni in cui viaggiavo il mio obiettivo primario erano le lotte in palestra e certo, sono ancora importanti, ma a volte mi dimenticavo di tutto quello che c’era in mezzo. Sono cose che rendono tutto più ricco! Il percorso che si fa verso la palestra può presentare un sacco di imprevisti, ma è così che si fanno le esperienze migliori.”

“Nulla di ciò che facciamo è davvero inutile, giusto?” Serena poteva comprendere cosa intendesse Ash. Anche lei le prime volte faceva fatica a comprendere davvero quanto fosse importante il significato del viaggio stesso. 

“Esatto…” ridacchiò lui “Anche farsi rubare il pranzo immagino che faccia parte del pacchetto”

La performer si voltò verso di Ash, finalmente mettendo da parte ogni pensiero che prima la bloccava. C’era qualcosa che ancora si domandava e se conosceva Ash quando credeva, allora sapeva anche che gli era passato per la testa "Dimmi, lo volevi catturare?"

Ash non dovette nemmeno domandare a chi si stava riferendo. Era palese perché anche lui sotto sotto ci aveva fatto un pensierino. Tuttavia, scosse la testa "E’ un tipetto dal carattere interessante e sono sicuro che avremmo potuto combinare grandi cose assieme ma…” 

Tweeny aveva solo cercato di aiutare la sua famiglia e non poteva certo andare a chiedergli di lasciarla così, subito dopo che aveva l’occasione di vivere pacificamente con loro.

“Non è come quando si combatte un Pokémon selvatico a caso. Quel Tweeny ha finalmente l’occasione di voltare pagina, immagino che spesso essere un allenatore voglia dire… non catturare i Pokémon.”

Lo sguardo di Serena si fece sempre più dolce. Quel ragazzo… non sapeva davvero come descriverlo. 

Dopo qualche secondo di silenzio, Ash si voltò appena. I loro occhi si incatenarono e sebbene entrambi sentirono le loro gote arrossarsi, non si mossero di una virgola. 

Cercando di nascondere ogni sentimento di imbarazzo, Ash domandò “Uh… Cosa?”

Forse per un pò la sua testa era stata altrove ed era diventato difficile notare determinate cose, ma da quando Serena aveva ammesso di provare interesse per lui, un mondo dal quale credeva di essere estraneo si era aperto. 

“Niente… è che quando parli di queste cose riesci sempre a stupirmi. E’ fantastico, sai?” Ammise con totale onestà. Nessun allenatore che conoscesse aveva un tale sentimento verso i Pokémon come lo aveva il ragazzo di fianco a lei. 

Sembrava sempre avere le parole giuste. O almeno… nella stragrande maggioranza dei casi che davvero contavano.

Le guance di Ash presero ancora più colore, mentre cercò di smorzare un sorriso con una risatina di incertezza. “Mi avessi conosciuto qualche anno fa… probabilmente mi sarei messo a gongolare sentendoti, anche se ero invece l’esatto opposto”

Serena gonfiò appena le guance. Era abbastanza sicura di avere buon gusto. “Il fatto che tu fossi un ragazzino con ancora molta esperienza da fare non rende meno vera la gentilezza che mi hai mostrato aiutandomi quando eravamo piccoli e di certo non cancella tutte le altre qualità che avevi.”

Lui era lo stesso ragazzino che aveva conosciuto molto tempo prima. 

“Anzi, trovo che questo ti renda ancora più ammirevole. Non sei nato già con le qualità che hai adesso, hai dovuto affrontare molte difficoltà e crescere. Chi eri e il percorso che hai fatto per essere chi sei ora, fanno parte delle ragioni per cui ti ammiro.”

Il ragazzo rimase senza parole, fissandola con bocca leggermente aperta e occhi scintillanti. 

Sembrava sempre avere le parole giuste…

Notando lo sguardo silenzioso di Ash che si prolungava senza fine, l’incanto finalmente si ruppe e arrossendo focosamente, Serena si girò dall’altra parte. “Beh buonanotte!”

La discussione finì lì, con Ash che rimase fermo immobile, fino a che le sue palpebre pian piano non calarono.

Pikachu sospirò con un sorriso, alzandosi e zampettando in mezzo a due, fino a trovare la giusta posizione. Arrotolandosi a ciambella, si lasciò cullare dal calduccio della tenda, che forse, e dovette trattenere una risatina all’idea, era più causato dall’atmosfera.

 

 

La nottata passò serenamente. Quando le prime luci dell’alba illuminarono il cielo, Serena fu la prima a svegliarsi.
Non proprio per sua scelta. Non era esattamente una persona mattiniera, ma si era abituata a svegliarsi prima durante i suoi viaggi per aiutare a preparare la colazione, prepararsi e per esercitarsi. 

*KABOOM*

Stavolta però fu un forte boato che si propagò attorno alla loro tenda a fare saltare tutti in aria.

“EH!?”

“PIKA!?”

Pikachu si irrigidì di colpo, rizzando coda e orecchie. Prima che Ash potesse obiettare, il topino scattò subito all’esterno, guance cariche di elettricità, tuttavia il primo suono che sentirono fu un grido d’allarme “Pikapi!”

“Pikachu!” Ash e Serena subito seguirono all’esterno, trovandosi però immersi in un polverone di terra e detriti naturali. 

 

“Preparatevi a passare dei guai!”

 

“Dei guai molto grossi!”

 

“Proteggeremo il mondo della devastazione!”

 

“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”

 

“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”

 

“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle e anche più in là!”

 

“Jessie!”

 

“e James!”

 

“Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!”

 

“Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!”

 

“Meowth, proprio così!”

 

 

 

 

"Ma sapete che ore sono?!” si lamentò Ash, coprendo la faccia con le braccia per non beccarsi nulla negli occhi. “Pikachu!? Dove sei!?”

“Pikapi!” sentì il suo migliore amico chiamarlo, tuttavia non riusciva bene a scorgerlo. 

"Chi tardi arriva male alloggia, non lo sapete?” Canzonò il trio, tuttavia, nel loro tono di voce si leggeva una simile stanchezza alla loro. 

L’unica cosa che appunto potevano fare era sentire le loro voci. Non potevano vedere i tre ladri e gli occhialini protettivi che indossavano "Obiettivo individuato!”

“Eh no!” Serena portò subito la mano in tasca, tirando fuori una Pokéball “Sylveon, usa Vento di Fata!” il fascio di luce rossa liberò la volpina, pronta a lottare. Di sicuro era più riposata di loro.

“Syl veoon!!

Il vento fatato andò a mischiarsi assieme al turbine innaturale che disturbava la loro vista.
Tuttavia, non riuscì a dissiparlo.

“Ahaha! Pensi davvero che tu possa mettere fuori la nostra nuova arma segreta?”

Niente di rivoluzionario, un semplice ventilatore che sparava ciò che un tubo risucchiava poco vicino. Tuttavia, era effettivamente impossibile per i ragazzi anche solo capire cosa avessero di fronte e come fermarlo.

Ciò però non avrebbe significato una resa. “Sylveon, continua!”

“Veon!” la volpina insistette con la sua mossa.
Sapeva di non poter resistere per sempre, tuttavia era l’unica difesa che avevano per impedire al Team Rocket di avvicinarsi a Pikachu. Avrebbe fatto di tutto per impedirlo.

“Ah, facciamola finita in fretta!” Meowth cliccò un pulsante, intensificando il flusso d’aria.

“Ehi… non esagerare, siamo andati di risparmio stavolta” James gli ricordò, appoggiando una mano sulla spalla del gatto, tuttavia egli gliela spinse via bruscamente.

“Proprio per quello dobbiamo sbrigarci! Datemi una mano voi!”

“Lo capisco ma-”

Jessie interruppe il collega “Ha ragione Meowth, ora basta giocare. Gourgeist! Attacco a raffica!”

“GOUUUU…RGEIST!!!!!” improvvisamente un fascio d’ombra venne sparato nel turbine, dritto verso un punto tanto ignoto, quanto rischioso per i giovani. 

“Attenti!” Sentirono la voce di Ash richiamare i suoi amici. 

“Sylveon usa Protezione!” Seguì poi la mocciosa.

Ash, Serena e Pikachu si raggrupparono vicini, riparandosi dentro la mossa Protezione di Sylveon. L’avevano scampata per un soffio.

Tuttavia dai colpi che si schiantavano in sequenza contro la barriera, sapevano che non sarebbero stati al sicuro per molto.
Dovevano fare qualcosa, ma cosa? 

“Ash? Hai qualche idea?” Domandò Serena, la quale con delle carezze sulla schiena del suo Pokémon cercava di incoraggiarla a tenere duro. 

Però Ash, tenendo Pikachu saldamente tra le braccia, non riuscì a trovare una risposta adeguata. Non aveva idee… sapeva solo che se mai fossero riusciti ad arrivare a loro, avrebbe protetto il suo migliore amico con il suo stesso corpo. 

Come potevano fermare qualcosa che potevano a malapena sentire?

“TWEE!!”

Improvvisamente, un rapidissimo soffio d’aria passò di fianco al tubo che collegava il ventilatore che lo collegava alla mongolfiera, spaccandolo a metà e fermandolo di colpo. 

L'aria finalmente si schiarì e quando finalmente fu tutto più chiaro, il Team Rocket e i due ragazzi condivisero la stessa sorpresa.

“Eh!? Cosa succede!?”

La velocissima scheggia che sfrecciava nell'aria continuò imperterrita, colpendo varie parti della mongolfiera, fino a che tutti i pezzi del marchingegno che avevano usato non furono completamente inutilizzabili.

“Ecco cosa succede ad andare a risparmio…” disse sottovoce James, beccandosi una scapocchiata sulla testa dai colleghi.

“Non c'entra quello, è che qualche estraneo deve sempre metterci i bastoni tra le ruote, immischiandosi in roba che non lo riguardano!” 

Mentre il trio si perse a litigare, Ash guardò con piacevole sorpresa il loro salvatore svolazzante, il quale quatto quatto cercò di uscire di scena rapidamente come vi era entrato.

La voce di Ash, che chiaramente lo aveva riconosciuto, rovinò ogni suo piano di passare inosservato “Tweeny!”

“Twe…!” Si fermò a mezz'aria. 

Ah cavoli.

Ormai non valeva più la pena di scappare via e osservare dal retroscena.

L'uccellino svolazzò verso Ash, depositandosi ai suoi piedi. “Twe…”

“Sei proprio tu! Ci hai salvati!” esclamò entusiasta il ragazzo “Grazie!”

Tweeny arrossì leggermente, grattandosi il becco con l'ala.

Non aveva fatto nulla di così speciale, aveva solo ripagato un debito. Così voleva che sembrasse. Ash aveva salvato la sua famiglia, il minimo che poteva fare era aiutarli di conseguenza.

In verità però, li pedinava dalla sera precedente. E di certo non poteva dire fosse perché aveva previsto che tre briganti uscissero allo scoperto e li attaccassero. 

“Inkay usa Psicoraggio!”

Non si accorsero che i tre ladri avevano smesso di discutere e si erano di nuovo concentrati su di loro.

“Pika chupi” Pikachu si mosse giusto in tempo, caricando un Codacciaio e deviando il colpo.

“Grazie Pikachu! Ora vai, usa Fulmine!”

“Pikaaaa chuuuuuu!!”

Gli attacchi dei Pokémon in campo collisero in una sequenza di mosse e contromosse.

Purtroppo per i buoni della situazione, gran parte dei loro attacchi veniva respinto da Wobbuffet. Tuttavia non si persero d'animo e continuarono a tentare.

Tweeny, appena in disparte, aprì il becco con stupore e ammirazione. 

Da come Ash e la sua amica tenevano testa ai loro nemici, era chiaro come il sole. Se davvero lo avessero voluto, avrebbe potuto catturarlo in qualsiasi momento.

Nonostante il suo orgoglio, aveva dovuto ammetterlo, era stato uno dei pochi modi di convincerlo della sincerità del ragazzo nell’aiutarlo. Erano forti abbastanza da poterlo mettere fuori gioco e rinchiuderlo in una sfera, ma non ci avevano nemmeno provato.

Sarebbe bastato anche solo un attacco andato a segno di quel Pikachu.

Per qualche motivo però, ora voleva dimostrare il contrario. Voleva stare al passo.

Era vero, teneva forse troppo a cuore il proprio orgoglio e il suo ego ne risentiva, ma forse… per una volta, avrebbe potuto iniziare ad usarlo per una causa davvero positiva.

Era un piccolo passo per ricominciare.

Se Ash era stato come lui, e adesso era quello che era, forse poteva davvero farcela un giorno.

Forse avrebbe potuto usare la sua forza per aiutare gli altri. O forse avrebbe compreso cosa voleva dire averla e non usarla.

Forse avrebbe davvero avuto ragione di essere orgoglioso di sé.

“Tweenyyy!” Tweeny prese il volo e si scagliò contro gli avversari. Le sue ali si illuminarono in un Attacco Rapido e andarono dritte a colpire il pallone, prendendo alla sprovvista i criminali.

Non provocò molto danno, ma di sicuro fu abbastanza da attirare la loro attenzione su di lui.

“Brutto impiccione! Ti faremo passare la voglia di cacciare il becco dove non dovresti!” Minacciò Jessie “Gourgeist usa Neropulsar!”

“Inkay aiuta con Psicoraggio!”

I due attacchi cercarono di centrare l'uccellino, tuttavia lui riuscì a schivare agilmente, usando poi Aerasoio su Wobbuffet. ”Ny!!”

Leggendo le sue intenzioni, il primo pensiero di Ash fu di fermarlo, tuttavia la sua bocca si fermò quando davvero comprese il piano del Pokémon.

Ormai era tardi, e se non avesse contribuito sarebbe stato tutto vano.

“Pikachu! Avvicinati e usa Codacciaio!”

“Pika?”

“Dobbiamo approfittare! Vai!”

Sì, Tweeny aveva osservato abbastanza da capire che gli attacchi a distanza non avrebbero facilmente infierito. 

Tuttavia, in quel momento che tutta l'attenzione era su di lui e Wobbuffet era impegnato a reindirizzare il suo attacco, sarebbe stata anche l'occasione migliore per colpire da un'altra direzione.

“Woobuu-Wha!?” Wobbuffet fece in tempo a respingere Aerasoio, rispedendolo al mittente, il quale poco poté fare se non incassare.

“NY!!”

Tuttavia, non poté evitare il colpo che Pikachu gli rifilò nello stomaco, sbattendolo sulla mongolfiera insieme ai suoi compagni.

“CHU!” “FET!”

Aveva funzionato.

Con un prezzo. Tweeny, colpito in pieno dalla respinta del suo stesso attacco, iniziò a precipitare verso il terreno. Ash si lanciò in corsa, correndo in sua direzione, e in un balzo riuscì ad afferrarlo, impedendogli di farsi molto più male di quanto non fosse per successo.

“Preso! Come ti senti!?” Chiese preoccupato.

L'uccellino cinguettii debolmente. Era chiaramente malandato, non si era mai sentito così a pezzi in tutta la sua vita, ma allo stesso tempo non si era nemmeno mai sentito così… leggerlo.

E pensare che il suo corpo pesava come un macigno. Avrebbe voluto ridere a quanto assurdo suonava.

“Non preoccuparti, ora ci pensiamo noi. Grazie per il tuo sforzo!” Ash gli rivolse un sorriso, alzando poi la testa e comandando con decisione “Ora finiscili con Fulmine, Pikachu!”

Anche Serena si unì “Sylveon usa Comete!”

“Pika chuuu!!” “Syl, veon!!” I due attacchi colpirono in pieno i nemici, i quali non potevano in alcun modo difendersi, furono lanciati in aria.

“Ripartiamo alla velocità della luceee!!”

Un'altra volta l'avevano scampata.

E lo dovevano a quel piccolo Pokémon che ora ansimava tra le braccia di Ash.

“Come sta?” Serena domandò, richiamando silenziosamente Sylveon nella sua sfera.

Ash guardò il piccolo uccello tra le sue mani, in contemplazione “Tiene duro, ma stavolta dubito che possiamo cavarcela da soli. Gli serve un centro Pokémon!”

“Non siamo vicinissimi,” Commentò la compagna, osservando la mappa sul suo tablet “se prendiamo la via principale non so se ce la faremmo nemmeno correndo. E non so come potremmo orientarci nel bosco…”

“Cavoli…!” tremò Ash di frustrazione. Possibile che davvero non potessero far nulla?

“Vul!” 

Un verso li richiamò e voltandosi verso il basso videro i tre Vulpix che quella mattina avevano aiutato. 

“Oh, ciao, scusate ma ora non abbiamo molto tempo di darvi altro cibo…”

“Vul pix pix!” Scossero la testa saltando e zampettando davanti ai cespugli. “Pix!”

Ash e Serena faticarono a capire bene cosa volessero dire, quindi fu Pikachu a correre in loro aiuto “Pika chu pi pi pi!” Indicò la famiglia di volpi, dicendo che dovevano seguirli.

“Vogliono aiutarci?” 

“Pi!” Confermò Pikachu.

Non potevano attraversare il bosco senza delle guide… ed ecco che erano spuntate.
Li avrebbero guidati fino all’altra parte del bosco, così sarebbero arrivati al centro Pokémon in tempo. 

“Grazie mille! Allora sbrighiamoci!”

Presero in fretta tutta la loro roba e corsero in fretta alla ricerca di aiuto. Sperando che la fortuna li avrebbe assistiti.

 

 

Fortunatamente il destino era stato loro d’aiuto. Una volta usciti dal bosco, fu molto facile trovare il centro.  

E una volta affidato il piccolo Pokémon all’infermiera, non poterono far altro che attendere.

Dopo circa un’ora, l'infermiera Joy uscì dall’ambulatorio, togliendosi i guanti in lattice con un sorriso in volto. Ash e Serena subito le corsero incontro, ma per fortuna il presagio era buono.

"Si è completamente ristabilito." Li rassicurò la donna dai capelli rosa. "Arrivano molti allenatori con Pokémon selvatici appena catturati, quindi siamo abituati a questo genere di ferite. Però devo dire che anche se era davvero malmesso, sta reagendo molto bene alle cure.”

Da dietro di lei, apparve svolazzando il piccolo combattente, ormai in piena salute. “Twee twee!”

“Oh meno male..." sospirò Serena.

Ash si avvicinò, accarezzando il capo dell’uccellino “Davvero, ci eravamo preoccupati!” Tese poi il braccio, offrendogli di arrampicarcisi sopra "Che ne dici? Ti riportiamo a casa?”

L’espressione di Tweeny apparve poco convinta, tuttavia saltellò sul braccio di Ash, depositandosi sull’altra spalla che non occupava Pikachu “Nyny!”

E così come promesso, ben presto tornarono al nido di Tweeny e la sua famiglia, stavolta senza fare corse spericolate.
Così come apparvero, i fratellini del Pokémon saltarono ad accoglierlo, gettandosi addosso al suo petto. 

“Twenyny!” piansero. Era sparito la sera prima e non era più tornato fino a quel momento, pensavano che non l’avrebbe fatto più e senza nemmeno sapere il perché. 

“Scusateci, Tweeny ci ha aiutati in un guaio in cui siamo finiti e ora è tutto a posto! Siamo venuti per riaccompagnarlo a casa.” 

Il padre di Tweeny osservò lo sguardo del figlio, il quale sembrava abbracciare con esitazione i fratellini. I suoi occhi rimanevano fissi su Ash e le sue parole.

“Se non fosse stato per lui saremmo stati nei guai, ti siamo davvero riconoscenti” Aderì Serena.

Tweeny fece cenno di non preoccuparsi. Aveva solo fatto ciò che era giusto, qualcosa che non era solo per il proprio tornaconto.
Gli era piaciuto. 

Chissà, forse avrebbe potuto rifarlo.  

Ash si inginocchiò di fronte al piccolo uccellino “Mi raccomando, farai grandi cose!”

Grandi cose… Sì, doveva proteggere la sua famiglia.
Dopotutto, era sempre un’area che pullulava di allenatori, se non ci fosse stato lui, chi si sarebbe assicurato che non fossero stati catturati?

*BONK!*

Improvvisamente, il becco del padre colpì il retro del suo capo, facendo subito uscire bernoccolo “Twek!?”

“Twen” Il padre sembrava quasi… arrabbiato. 

Perché ce l’aveva con lui? Faceva la cosa giusta e gli si ritorceva contro?

“Ny twe ny nytwen!” L’uccello più grosso gracchiò. Pensava davvero che non potessero difendersi? Quanto era diventato grande l’ego del figlio?

Ash e Serena sobbalzarono, allontanandosi appena con le mani alzate. Non volevano immischiarsi in una diatriba di famiglia…”Uh, Signor Tweeny, non è come-”

“Nyk!” subito starnazzò lui, facendo ammutolire il ragazzo. Non sapeva nemmeno cosa stavano dicendo eppure voleva intervenire per difendere suo figlio. 

Un allenatore così… passava ogni chissà quante lune.

Il Tweeny più giovane assunse un’espressione offesa. Voleva difendersi e dire che ormai non si trattava più di orgoglio, ma sapeva che le sue argomentazioni non erano chissà quanto valide, specie perché stava giusto supponendo che i suoi familiari non potessero difendersi da soli. 

Erano una famiglia, e lo sarebbero stati per sempre, ma era ora che Tweeny usasse quella sua confidenza per qualcosa di più grande, qualcosa che lo liberasse in cielo e che riguardasse se stesso. Se c’era un momento di essere egoisti, era quello. Il padre voleva davvero che il figlio capisse. Cosa era meglio per lui, certo, ma anche cosa davvero voleva.

L’unico modo in cui avrebbe potuto comprendere quanto davvero poteva fare e quanto non poteva fare, era viaggiare. Scoprire i suoi limiti, scoprire l’umiltà e la vera forza.

Lì con loro non poteva farlo.
Ma con quel ragazzo…

“Nynin twe!” insistette, alzando l’ala verso Ash. Poteva fidarsi, se fosse stato lui la persona con cui Tweeny avrebbe trovato la sua strada. 

"Nynin tweee?”

La vita dei Pokémon selvatici non era facile. A volte si viveva liberi, in solitario o in famiglia. Altre si finiva con degli umani; come animali da compagnia, come compagni d’avventura. Potevano essere catturati e portati via dalla loro casa e famiglia, o potevano essere scelte indipendenti.

Nulla era certo nella vita in natura.

Forse i suoi fratellini se ne sarebbero andati via dal nido un giorno. Forse avrebbero trovato pure loro qualcuno da seguire o forse avrebbero cambiato casa per il gusto di vivere da soli. 

Suo padre stava cercando di dirgli che era fortunato abbastanza da poter fare una scelta di sua spontanea volontà. Forse voleva dire non ritrovarsi mai più, ma anche quello era parte della vita.
E doveva vivere senza rimpiangere di non aver scelto.

“Twe”

Aveva ragione. Per molto tempo aveva fatto il ladro, si era addossato quel ruolo convincendosi di essere il paladino della sua famiglia. Ma alla fine non aveva reso orgogliosi loro, né tantomeno se stesso.

Era ora di cambiare le cose.

Si voltò verso Ash e aprì le ali “TWE!”

“Eh?” Ash scosse la testa confuso. Che gli prendeva ora?

“TWEE! TWEE! TWEE!” Tweeny sembrava pieno di vitalità, come mai prima. Zampettava e agitava le ali, poi indicò l'allenatore e infine se stesso. Poi volò verso Pikachu e con le zampette gli tirò l’orecchio. 

Passò qualche secondo, durante il quale Ash iniziò a capire come stavano le cose. Con un grosso sorriso annuì “Ma certo, se è una sfida che vuoi non mi tiro certo indietro!”

Serena si avvicinò preoccupata “Ash, sei sicuro? Siamo appena tornati dal centro Pokémon…”

“Se pensa di potercela fare allora voglio fidarmi di lui.” Il ragazzo rassicurò. “Possiamo iniziare quando vuoi!”

“Twee!”

L'aria si fece tesa e come il vento cominciò a soffiare, Tweeny si liberò nell’aria e la lotta iniziò. 

Fece la prima mossa, scagliandosi su Pikachu con un poderoso Alacciaio “NYYY!!!”

Pikachu rimase sul posto, subendo il colpo. Sicuramente molto forte, tuttavia il topino fu solo sbalzato leggermente all'indietro. 

"Pikachu, ricambiamo anche noi con la velocità! Attacco Rapido!" comandò Ash.

Pikachu seguì l’ordine e con un impeto di energia cominciò a correre al doppio della velocità del precedente attacco dell’avversario. “Pikaaaaaa!!!!! Chupi!” Colpì in pieno il Pokémon volante, facendogli perdere quota.

“Twe!” L’uccellino iniziò a precipitare, tuttavia riuscì a ritrovare l’equilibrio giusto in tempo per planare e tornare alla carica con una serie di beccate.

Veloce e reattivo, oltre che determinato. Quelle erano le caratteristiche principali che Ash osservò nel Pokémon. Non si arrendeva davanti ad un attacco forte, cercava di subire quanto meno possibile e di reagire prima che l’avversario potesse reagire. 

Metteva in prima linea il suo corpo pur di avere una chance. 

Cavoli, voleva davvero quel Pokémon nella sua squadra… “Tweeny! Lo sai che non devi dimostrarmi altro, vero?”

L’uccellino continuò a beccare, mentre Pikachu iniziò a proteggersi con la coda. Tuttavia, riuscì lo stesso con lo sguardo a far capire al ragazzo che lo stava ascoltando. 

“Che vuoi fare davvero con questa lotta?"

“Tweeny ny!” indietreggiò in aria. 

Voleva andare fino in fondo. 

Ash alzò un pugno verso di lui “Allora fatti avanti!”

Tweeny iniziò a scendere in picchiata per un impatto maggiore. Sapeva che probabilmente quell’attacco lo avrebbe mandato K.O. Tuttavia quello era anche il suo unico varco per infliggere qualche danno. Non si sarebbe fatto intimorire, anche a costo di perdere.

 

Ciò non poteva che essere notevole. “Pikachu usa Fulmine!"

Il topo elettrico lanciò un fulmine in direzione dell’uccellino, il quale non provò nemmeno a virare, andando dritto verso di esso nel tentativo di resistere abbastanza da almeno colpire l’avversario “Pikaaaa chuuu!!” “Twwwweeee ny!”

La persistenza del volatile non bastò contro l’esperienza di Pikachu. Fulmine lo pervase e nel giro di un paio di secondi il suo corpicino pennuto cadde a terra.

Stavolta l'uccellino non riprese il volo. Rimase sdraiato al suolo, respirando con fatica e guardando il cielo. 

Era esausto, ma aveva dato tutto quello che aveva, senza scappare o voltarsi dall’altra parte.

Non aveva nessun rimpianto. 

"E ora vai! Pokéball!" urlò l'allenatore lanciando una sua sfera pokè. Sembrò per un momento che sul volto dello sconfitto apparve un sorriso, giusto quella piccolissima frazione di secondi prima che il fascio di luce avvolse Tweeny. L’uccellino forsiano fu così risucchiato all'interno della sfera.

Gli attimi che precedono la cattura di un Pokémon sono sempre i più ansiosi per un allenatore, tuttavia Ash non dovette nemmeno attendere che la sfera tremasse per tre volte. 

Quanto la pokéball smise di vibrare e rilasciò uno scintillio di conferma, Ash allungò la mano e afferrò “Evvai! Ho catturato un Tweeny!”

“Pi Pikachu!” Pikachu urlò, seguendo a ruota il suo allenatore.

Serena si avvicinò orgogliosa ad Ash, battendo le mani "Complimenti Ash! Hai già catturato il tuo primo Pokémon di Forsia!"

Ash stesso era orgoglioso e felice di avere un nuovo compagno, così promettente se poteva aggiungere "Vieni fuori, Tweeny!” Fece uscire il suo nuovo amico. 

“Twe!” L’uccellino apparve sopra di loro, scendendo sul suo berretto e sbattendo le ali entusiasta. 

“Benvenuto nella squadra, ma per favore non farmi ancora lo scherzetto di ieri, ok?” chiese supplichevole il ragazzo, anche se sapeva bene di non dover temere. 

Imbarazzato, Tweeny annuì, ridacchiando nervosamente “Twe twe…” Saltò giù poi dal capo del suo nuovo allenatore e zampettò verso la sua famiglia, che poco distante festeggiava per lui. 

“Twee!” 

“Ny!” Annuì il padre, con occhi pieni di orgoglio. Da lì in poi, seppur forse non l'avrebbe più visto, sapeva che se la sarebbe cavata. 

Con nuova sicurezza, Tweeny tornò in volo verso Ash e lo superò “Twewny ny!” lo canzonò, invitandolo a seguirlo. Gli avrebbe mostrato la via verso la loro prossima tappa. 

Loro, tutti insieme. 

"Woah arriviamo!! Forza, verso Collinopoli!!!!!!" Ash partì in corsa, seguito da Pikachu e Serena, sparendo tra gli alberi e lasciando indietro la famigliola che salutava con l’ala. 

Erano stati due giorni movimentati e avevano perso tanta strada ma non c’era nessun rimpianto.
Dopotutto ciò che contava era anche ciò che c’era in mezzo…

 

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Capitolo 7
*** Incontri e incontri! La famiglia si ingrandisce! ***


Spazio d'autori:
Scusate il ritardo ma eccoci con un nuovo capitolo! Speriamo possiamo farci perdonare regalandovi un'altra piacevolissima lettura!  Importante: Da questo capitolo la storia è in fase di riscrittura. Verranno fatte pesanti modifiche, quindi consigliamo di interrompere qui la lettura!





Episodio 4: Incontri e incontri! La famiglia si ingrandisce!


 

Durante il loro viaggio verso Collinopoli, i nostri eroi hanno fatto la conoscenza di un nuovo amico:Tweeny, un Pokémon volante valoroso e pieno di coraggio. Ash è riuscito a farlo entrare nella sua squadra, risultando così la sua prima cattura forsiana in assoluto. Ora i nostri amici continuano ad avanzare verso la capitale di Forsia, sempre più vicini alla loro meta.


"Ah, che bello avere un nuovo amico in squadra!" sorrideva Ash guardando la pokéball con dentro il nuovo arrivato in famiglia.


"Già! Tweeny è proprio un Pokémon in gamba! Si troverà bene qui con noi, ne sono sicura!" commentò Serena.


Ash aveva accennato che era già partito molte volte per altre regioni ma non le aveva mai raccontato le varie esperienze che aveva vissuto. Serena si sentì improvvisamente incuriosita e non avendo qualcosa di preciso di cui parlare, avanzò lei la domanda. "Senti Ash, ripensando a tutti i Pokémon a casa del Prof. Oak, quanti viaggi hai fatto prima di venire a Kalos?" 


"Beh, ecco.. vediamo.. Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh, Unima…. un bel po’direi!" rise Ash pensando a tutte le avventure che aveva affrontato in questi anni, dalla sua partenza a dieci anni, fino all’arrivo a Kalos "Ogni volta mi divertivo sempre ed ero circondato da veri amici!" 


"Intendi i tuoi Pokémon?" 


"No, non solo loro! Viaggiavo in gruppo con altre persone! Come abbiamo fatto io, te, Lem e Clem!" Ed Ash ripensò a tutti i suoi amici che sperava un giorno di rivedere "Vediamo... ci sono stati Misty, Vera e Max, Lucinda, Iris, Spighetto..."


Serena rabbrividì sentendo tanti nomi di ragazze che avevano viaggiato con lui. Sperava nel suo cuoricino che  nessuna di loro ci avesse provato con Ash.


"Ma tra tutti i compagni che ho avuto tu, Brock, Lem e Clem siete stati i più cari!" continuò Ash. 


La ragazza arrossì, sollevata dal complimento che Ash le aveva appena rivolto casualmente. Almeno sapeva che per lui era speciale. Poi pensò all'altro nome che si aggiungeva tra il suo e quelli di Lem e Clem, non lo aveva mai sentito. Serena alzò un sopracciglio "Brock? Chi é?"


"Era il capopalestra di Plumbeopoli a Kanto. Fu il primo compagno con cui ho viaggiato insieme a Misty. E anche colui che mi ha accompagnato a Kanto, Jotho, Hoenn e Sinnoh! É come un fratello maggiore per me! Mi ha insegnato tante cose e siamo praticamente cresciuti assieme durante i miei primi anni da allenatore!" Cominciò a descrivere Ash "Dopo Sinnoh decise di lasciare il gruppo per andare a studiare medicina Pokémon. Credo che ora sia un dottore coi fiocchi!"


"Mica solo le infermiere Joy studiano medicina?" Chiese Serena.


"Beh.. di norma si" Ash rispose ridacchiando "Ma lui non é normale! Inoltre corteggiava sempre le ragazze più carine. Le infermiere Joy erano tra le prime insieme a tutte le agenti Jenny!"


Serena ebbe come un dejavou "Mi ricorda tanto Clem!" Commentò lei, ricordando la mania della ragazzina nel cercare una fidanzata per suo fratello. 


Ash poteva immaginare Brock e Clem assieme a cercare persone attraenti. Uno per un motivo e una per l’altro "Si, proprio così!"


"E come era di aspetto?"


"Uhmm..." il ragazzo provò a ricordarsi l'amico, come cercando di far apparire un’immagine davanti agli occhi "..Ehm.. capelli marroni sparati, occhi sottili, carnagione abbronzata.. ora porterà spesso il camice da dottore, visto il suo nuovo lavoro. Adora prendersi cura dei Pokémon!"


La performer non aprì bocca. Non sentendo risposta, Ash si girò verso di lei, la quale aveva fermato il suo passo e fissava qualcosa. "Uh... come lui?" Alzò il dito indicando il punto in cui guardava. 


Ash seguì la direzione del braccio e posò uno sguardo veloce sull'individuo. "Si, proprio lui! É Brock!" Disse semplicemente. Quasi mentre stava per andare via, fece qualche calcolino. 


……


"Aspetta... Brock!?" Alzò la voce Ash per farsi sentire.


"Uhm?" Si girò la persona "Ma questa voce..."


Ash corse in sua direzione "Brock!!!!!" Lo salutò Ash correndo da lui.


Anche il ragazzo più grande sorrise stupefatto "Ma guarda se non é Ash Ketchum!!!!!"


L'allenatore di Biancavilla era basito "Cosa ci fai tu qui!?" 


"Potrei farti la stessa domanda, sai? Ma credo che sia inutile, tu viaggi ovunque ti porta il vento!" ribatté altrettanto stupefatto l'altro
"Beh hai ragione! Sono partito per Forsia per una nuova avventura e allora... eccomi qua! Tu invece?" 


"Io sono qui per il mio lavoro! Mi è stato assegnato il ruolo di assistente medico in un rifugio per Pokémon qua vicino!" Brock ci mise relativamente poco ad accorgersi che Ash non era solo, infatti con lui vi era una ragazza molto carina "Ehi Ash, chi è lei?" 


"Oh ehm.. si scusa non te l'ho presentata! Brock, ti presento Serena, una mia cara amica! Brock-Serena Serena-Brock!" 


"Ciao! E' un piacere conoscerti!" sorrise Brock stringendo la mano alla performer.


"I-il piacere è mio!" contraccambiò lei. 


"Serena viene da Kalos! Fa la performer ed è venuta qui con me a Forsia per partecipare ai Varietà regionali!” continuò Ash contento che i due si potessero conoscere.


"Quindi anche tu fai la performer?" chiese curioso Il ragazzo di Plumbeopoli”


“Si proprio così! Inoltre Ash è un mio caro amico perciò quando l'occasione di partire insieme ci è stata proposta..." incominciò lei.


"Basta, basta ho capito ahah! Ma dove ho la testa? Venite! Vi porto al rifugio! Sono sicuro che ai Pokémon che si trovano nel rifugio farà piacere incontrarvi!" la interruppe Brock. 


I due accettarono molto volentieri l'invito del caro amico di Ash. Non molto lontano dal luogo del loro incontro, i tre ragazzi arrivarono al rifugio. C'erano più Pokémon di quanti se ne aspettassero. 


"Ash, Serena, vi presento l'infermiera Joy del rifugio! Sto lavorando con lei ultimamente!" Improvvisamente il volto di Brock si oscurò per poi scintillare "E il mio cuore mi dice che é il luogo giusto! Curo i Pokémon e le sofferenze del mio animo umano!!"


"...." Ash abbassò la visiera del cappello, sentendosi imbarazzato. 


Brock si inginocchiò ai piedi dell'infermiera "Come una poesia d'amore e una rosa che sbooooo..... ahaiahaiaiaia!!!!" L'orecchio di Brock cominciò ad allungarsi, afferrato da qualcosa, o meglio qualcuno, il quale lo allontanava dalla donna. Ash teneva saldamente la mano attorno all'orecchio e lo trascinò via "Pensavo avessi perso questo brutto vizio!" Si lamentò lui.


"Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, mio caro Ash!" Sdrammatizzò il ragazzo più grande.


"Non mi interessa! Non davanti a Serena! Insomma contieniti!" Di nuovo Ash si sentiva molto frustrato.


La ragazza li guardava confusa e ridacchiando "Si, decisamente la versione maschile di Clem.." pensò lei.


"Qual'é il problema Ash? Tutti sanno delle mie abitudini, ma non te la mai presa così tanto! Forse avrei dovuto corteggiare Serena?"


Ash mollò l’orecchio dell'amico e sbuffò scoraggiato "Uhm.. nulla di particolare, ma non é obbligatorio farlo sapere a tutti! E poi é un vizio che dovrai perdere prima o poi!" Poi Ash si avvicinò e scontrò la sua fronte contro quella di Brock "E infine... non ci pensare nemmeno!!!!"


"Ehi calma Ash! Rallenta! Non ti ho mai visto prendertela cosi a cuore per questa cosa! Che ti è successo?" si sorprese Brock della sua reazione. Di solito ad Ash non interessavano certe cose.


"E' che... Aaaarrrgh!!! È che mi sono stufato e basta di questa storia, chiaro?" concluse Ash al volo. 


"Ok, ok, se lo dici tu..." rispose dubbioso l'ex capopalestra di tipo roccia.


"Sudo Sudo!" si sentì in lontananza una voce. Era il verso di un altro caro vecchio amico che sembrò spegnere i dissapori. 


Era da secoli che Ash non sentiva quel Pokémon "Ehi ma quello è?" 


"Già ci sono anche lui e Chansey!"


".... E Croagunk?" chiese sospettoso Ash, dato che il suo amico non aveva accennato al suo Pokémon ranocchio ormai conosciuto come personal chaperon. 


"... Ecco..."iniziò a balbettare Brock "E' che mio fratello Forrest voleva conoscerlo e si sono subito piaciuti e cosi... ahaahahha"


"Ceeeeeeeeeeeeeeeeeeeeertooo" rispose sempre più dubbioso Ash della veridicità delle parole del suo amico.


Serena tratteneva un risolino ai battibecchi tra Ash e Brock “Ah i maschi.. quando si arrabbiano per frivolezze possono essere parecchio divertenti!” Pensò lei.


Sudowoodo arrivò e sbarrò subito gli occhi quando vide la presenza di Ash. "Ciao Sudowoodo! E' da tempo che non ci si vede come stai?" lo salutò tutto contento Ash.


"Sudo Sudo Sudo!" rispose il Pokémon finto albero, contentissimo di aver ritrovato un vecchio amico poi guardò Serena "Sudo?" 


"E questa è Serena! Una mia cara vecchia amica, non credo di avertene mai parlato... mi dispiace" disse Ash poggiandosi una mano sul cappello quasi chiedendo scusa a Serena per la sua dimenticanza. Anche se ormai non serviva a molto, nemmeno Ash stesso si era ricordato di lei inizialmente quando si erano incontrati di nuovo a Kalos.


Sudowoodo si avvicinò alla ragazza e gli porse una mano per salutarla. Era un Pokémon veramente gentile "Sudo!"

 
"Il piacere è mio Sudowoodo" rise lei dei metodi abbastanza galanti, ma simpatici del Pokémon.


Il Pokémon finto albero trascinò Serena all'interno del rifugio seguito da Ash e Brock. 


Quest’ultimo nel frattempo raccontava come se l'era passata in questi anni."Sono stato a lungo a Johto, dove ho vari ricordi, tra cui una volta.. che c'è stata un attacco furioso di un Gyarados e sono stato aiutato anche da un tipo che sembrava un cameriere..!”


Ash era allo stesso tempo interessato e non interessato a cosa diceva il suo amico ritrovato dopo tanto tempo. Era più focalizzato a vedere i Pokémon che abitavano il rifugio. Vi erano Oddish, Zigzagoon, alcuni Tweeny e molti altri.


"Ehi Brock, ma tutti questi Pokémon?" 


"Sono tutti esemplari che si erano feriti o comunque trovati in pessime condizioni. Vengono trovati dai Pokémon ranger e poi portati qui per le cure mediche. Una volta di nuovo in salute li lasciamo liberi. Alcuni tornano subito in natura, altri preferiscono stare qui per godersi la sicurezza che offriamo!”


"E' un gesto molto carino!" commentò Serena.


"Beh si, rispecchia a pieno il giuramento dei dottori Pokémo! Ovvero quello di provvedere sempre alla salute e alla felicità di tutti i pazienti che ci vengono a trovare" minimizzò lui.


"Chan Chan!" Un Chansey stava letteralmente correndo per il corridoio a portare da mangiare ai piccoli pazienti "Chan? CHAN!" Si fermò poi dopo vedendo una faccia a lei familiare. 


Anche Ash fu contentissimo di rivedere la piccola… o meglio, quella che era una piccola Pokémon, ormai grande infermiera. Dopotutto l'aveva conosciuta più come Happiny e rivederla cosi gli faceva comunque ancora un po’ di stranezza "Ciao Chansey! Wow sei cresciuta molto!" sorrise Ash


"Chan! Chansey!" sorrise lei contenta del complimento. 


"Ma quanto sei pacioccosa?" disse poi Serena "Scommetto che Clem ti adorerebbe! Anche se ripensandoci Clem adora qualsiasi Pokémon..." commentò ridendo e pensando alla reazione che avrebbe avuto la sua cara amica. Era difficile non parlare spesso di lei e Lem. Mancavano molto ed era come se fossero ancora con loro.


Chansey era felice di far la conoscenza di Serena, ma si era resa conto di essersi dilungata più del dovuto, perciò chiese scusa molto educatamente e si rimise subito al lavoro.


"Ehi Brock!" esordì Ash "Ti va se ti do una mano come ai vecchi tempi?" 


Brock concordò "Perché no? Certo! In onore dei vecchi tempi!" 


"Ehi! Anche io voglio dare una mano!" li interruppe Serena.


Brock annuì "Certo! Hey Ash, intanto raccontami di Kalos e del tuo viaggio in quella regione! Devi aver passato un'esperienza meravigliosa!" Brock chiese mentre si inginocchiò davanti ad uno dei pazienti.


Ash si lasciò immergere dai ricordi "É stata la più bella a dire il vero! Ho viaggiato con Lem, Clem e Serena che ho rincontrato dopo anni, ho scoperto che posso attivare una nuova forma ad un mio Pokémon, sono arrivato alla finale della lega, ho conosciuto tanti amici e combattuto contro una minaccia mondiale. Penso proprio di si!" Ridacchiò concludendo. 


Brock si fermò un attimo "Ho sentito dell'attacco a Luminopoli e sapevo che eri presente. Ne hanno parlato in televisione, ovunque! Però il resto non lo sapevo! Voglio i particolari! Sembri maturato dall'ultima che ti ho visto! Sia di carattere che di aspetto ovviamente!"
"Beh, mentre ti diamo una mano... potrei raccontarti! ..allora..."


.


.


Ci volle un bel po’ a curare i Pokémon e quindi Ash ebbe tutto il tempo di raccontare la sua avventura, era ormai arrivato al giorno dell'addio a Kalos..


"E quindi l'aereo di Serena stava partendo. Ci siamo... salutati. Lei ha dettooo... che.. ehm. E niente, ci siamo salutati e poi lei ha sceso le scale mobili, poi é tornata indietro e mi ha ba... oh ehm. E mi ha salutato di nuovo. Poi è andata, io ho lottato un'ultima volta con Lem e sono tornato a Kanto. Il resto te lo racconto un'altra volta!"


Serena provò a nascondere il suo viso rosso fiammante. Ash di era dimenticato in entrambi i casi di lasciar perdere la storia che li coinvolgeva parecchio. O almeno aveva provato. 


Brock alzò il sopracciglio perplesso. Stranamente non riusciva a concludere ciò che voleva dire Ash. Voleva capire cosa intendesse, il suo istinto gli diceva che era molto interessante "Cosa intendevi prima? Quello che ti ha detto? E poi con lei ti ha ba...? Dopodiché hai svicolato?" Brock curioso domandò .


Ash scosse la testa "Niente! Niente! Non sapevo spiegarmi bene!" Ash cominciò a sudare freddo "Devo tenere la mia boccaccia chiusa.." pensò infine.


Brock sentì un prurito nel cervello. Si, cosa strana, cercava di farlo funzionare, ma era troppo preso dal suo lavoro per riflettere alle parole di Ash.


Serena intanto, vedendo i Pokémon feriti , cercò di farsi venire in mente qualcosa per rendersi molto più utile. Vedere quegli sguardi indifesi e tristi le ricordava moltissimo i volti degli abitanti di Luminopoli dopo lo scontro con il Team Flare. Ed ecco ch le venne in mente la soluzione. Doveva solo fare ciò che aveva fatto già in precedenza. Donare un sorriso e il suo modo più pratico erano le esibizioni.
“Hey Brock, pensi che ai Pokémon del rifugio farebbe piacere un bello spettacolino per tirarsi su di morale?”


Brock alzò lo sguardo “Beh, certo. Ma come?”
Serena lo guardò con aria un po’ ovvia, credendo banale e scont

ata la risposta “Beh, sono una performer, no? Posso pensare io a qualcosina!”


Ash subito la incoraggiò “Trovo sia un’idea grandiosa!”


"Quindi vedrò per la prima volta un'esibizione di Serena! Sarà sicuramente interessante! L'ultima esibizione che avevo visto, anche se diversa, era quella di Lucinda!" disse Brock. 


Ash replicò "Vedrai quanto è brava Brock! Ha un legame fantastico con i suoi Pokémon! I varietà non sono molto differenti dai Contest, ma hanno le loro differenze!"


Serena li invitò a sbrigarsi e alzarsi “Prendete una pausa allora! Così possiamo subito uscire e tirare su di morale quei poveri Pokémon! Voglio vedere se riesco nel mio obbiettivo!”


Una volta all’esterno la ragazza fece uscire dalle loro sfere i suoi Pokémon “Avanti! Uscite fuori!”


Dalle tre sfere si materializzarono Sylveon, Braixen e Pancham. La ragazza sentiva come il dovere di fare una bella figura, non solo per rendere i Pokémon felici e regalare loro un sorriso, ma anche perché era la prima esibizione che avrebbe visto Brock. La prima impressione fa sempre un po’ colpo.


“Vediamo cosa ha in serbo Serena per noi!” Ash si domandò mettendosi di fianco a Brock.


Brock non sapeva bene cosa volesse dire con quell’affermazione, dopo tutto Serena la conosceva bene. Non aveva nemmeno idea di quali mosse avrebbe usato o se avrebbe improvvisato con un esibizione a piacere pensata al momento? “Ash, ma non sai quale esibizione farà Serena?”


“Purtroppo no, è da un po’ che non vedevo più le sue performance. Dopo la nostra separazione a Kalos lei ha viaggiato per un po’ ad Hoenn e io sono stato a casa. Sospetto quindi che sarà migliorata molto e sono scura sarà grandiosa come è sempre! Anche quando non si esibisce!”


“… cosa scusa?” Domandò Brock puntualizzando sull’ultima parte.


“uh? Ho detto che Serena è grandiosa! Dopotutto ha sempre un legame profondo con i suoi Pokémon e vuol far sorridere tutti! Non è ammirevole per una performer?” Ash non sapeva bene se stava dicendo quello che teneva dentro. Non capiva nemmeno perché Brock fosse così… beh si soffermava su molto di quello che diceva.


“Ah.. ok!” Sembrò convinto Brock. Dopotutto cosa poteva pensare di Ash?


Serena si mise in mezzo allo spiazzo libero e un soffio di vento diede il via libera all’esibizione "Sylveon usa comete! Braixen usa lanciafiamme Sylveon!"


I due Pokémon saltarono in aria, cominciando ad imitare mosse di danza, mentre lanciarono i loro due attacchi. Il lanciafiamme di Braien finì per colpire comete di Sylveon, infuocando le stelle che volavano in aria e spargevano la loro polvere ora non oro ma arancione ardente.


“Pancham usa Neropulsar e lanciati in aria!” 


Pancham seguì alla lettera l’ordine dell’allenatrice, caricò il colpo e lo puntò sul terreno, creando abbastanza pressione da farlo liberare in aria e farlo arrivare proprio sopra le loro testa, lasciando senza fiato gli spettatori. Una volta arrivato il momento di tornare giù, Pancham cadde giusto, giusto su una delle stelle infuocate. Però il fuoco non gli fece alcun danno, essendo solo sulle punte.


“E’ fantastico! Sembra che Pancham stia facendo surf su quelle comete!” Commentò Brock mentre fissava il Pokemon che ormai si era già abbassato gli occhiali da sole sul viso.


Serena alzò il braccio, sempre mentre ballava con i suoi Pokémon “Sylveon ! Vento di fata!” 


Il Pokémon allungò i suoi lunghi nastri e creò una brezza incantata che sembrava quasi un mulinello. Le stelle caddero su questa corrente di aria che parevano onde marine. Ora l’effetto era ancora più scenico. Pancham saltava di stella in stella, mentre la sua allenatrice e le sue due compagne di esibizione ballavano intorno alla mossa.


I Pokémon attorno erano tutti venuti fuori e osservavano la scena in completa estasi. Erano molto felici a quanto pare. I loro occhi brillavano e i loro sorrisi erano talmente grandi che sembravano anni in cui non li mostravano. Un barlume di gioia li aveva presi e sembravano volersi divertire quanto gli amici di Serena. Questa ovviamente fu una cosa che Ash puntualizzò a Brock, il quale era notevolmente sollevato di vedere che l’esibizione andava a buon fine.


“E’ ora di concludere! Pancham avanti!” Serena ordinò infine.


Il panda saltò in aria e si lanciò in mezzo a vento di fata, con la zampa puntata sul terreno, emanando una forte energia. Improvvisamente come toccò il terreno si alzò una montagna che spazzò via tutti gli attacchi in una volta, emanando una bellissima luce brillante che quasi coprì tutto l’ambiente, non permettendo la visione.


La prima cosa visibile dopo quello spettacolo fu Serena, Pancham, Sylveon e Braixen su questa montagnetta di terra, con la performer che teneva un bracciò esteso verso l’esterno “Finitooooo!!!!”


Ash e Brock scoppiarono in un applauso e tutti i Pokémon che prima non si facevano vedere o se ne stavano nascosti erano attorno alla montagnetta. C’era chi scodinzolava, chi sorrideva e basta, chi si agitava qua e là e chi muoveva le orecchie felice. Sembrava che ce l’avesse fatta. 


Vedere tutti quei sorrisi faceva sorridere di sua conseguenza anche Serena, la quale saltò giù con i piedi per terra una volta che l’attacco di Pancham si era dissolto.


"Wow ma sei stata fantastica!!" Esclamò Brock avvicinandosi all’allenatrice.


“Che ti avevo detto????” Sorrise soddisfatto Ash, alzando fieramente il petto “Nessuno può battere Serena!” Poi si girò verso di lei “Sei migliorata moltissimo da quando ti ho vista esibirti! Allora il viaggio ad Hoenn non è stato del tutto vano!” Ash pensò che fosse carino citare che aveva fatto la scelta giusta.


Serena sorrise con il cuore sollevato da quei complimenti, anche se quello che aveva detto Ash non la convinceva molto. Il suo periodo ad Hoenn era stato.. triste.. molto privo di emozioni forti “Devo dire che a dire il vero questo è tutto frutto del mio allenamento individuale! Credo che sia il frutto di questa bellissima aria Forsiana e la felicità che ora siamo di nuovo un team e viaggiamo assieme!”


Ash si grattò imbarazzato il naso “Eh già hehe..!”


Questa volta fu il turno di Brock di dare un commento più preciso “Non ho mai visto del genere! Mi spiace dirlo, ma i varietà sembrano molto più coinvolgenti delle Gare Pokémon!”


“Lo credo anche io, anche non so molto il perché.” Ash portò la mano sotto il mento per riflettere.


Serena a quel punto provò ad aiutare l’amico a ragionare sul perché quello che diceva Brock era giusto “Credo che il perché sia il fatto che noi Performer ci esibiamo con i nostri Pokémon!”


“Già” Annuì Brock “Nelle Gare Pokémon di Vera e Lucinda, loro non si esibivano con i loro Pokémon. Indossavano bei vestiti ma si occupavano solo di dare i comandi ai loro Pokémon che intanto eseguivano il tutto. L’aspetto scenico era ovviamente pure nelle lotte, ma ciò che rende i Varietà più coinvolgenti è appunto l’allenatore. Serena balla e interagisce con i Pokémon, viene a contatto con l’esibizione e ne fa parte, ciò le permette di divertirsi e vivere l’essenza del suo spettacolo con i suoi Pokémon. E’ un bellissimo significato quello che trasmette! Può coinvolgere di più anche il pubblico e farlo divertire, mostrando il legame profondo tra Pokémon e performer!”


La spiegazione di Brock sembrava molto convincente, ovviamente veniva da un parere esterno, però molto osservatore. Poteva basarsi su ciò appena visto “Io non ho visto altre esibizioni dei Varietà, ma questo è ciò che mi trasmettono. Essendo la prima volta che ne vedo uno devo dire la differenza è molto notabile. Ciò che mi ha stupito è proprio questo lavoro unito di tutta la squadra di Serena. Non dubito che ovviamente il tuo sia un lavoro più scenico di altri. Ash ti elogia così tanto che non si potrebbe dire il contrario!”


Brock, Serena ed Ash cominciarono a ridacchiare di fronte alla ovvia personalità di Ash, il quale ora si grattava la testa.


Serena arrossì, ovviamente quello che pensava Brock le interessava, ma anche quello che pensava Ash ovviamente non le dispiaceva affatto! “Grazie ad entrambi!”


Ash sentì quasi che quel grazie era più diretto a lui “Non c’è di che!”


“Prego” Rispose Brock “Sai… è quasi un miracolo… questi Pokémon che sono usciti sono reduci di brutte avventure. La gran parte di loro non vuole tornare in natura o si è chiusa in se stessa, nel dolore. Un sorriso sarebbe bastato ma vederli così entusiasti.. non credevo sarebbe mai successo!”


Infatti tutti saltellavano intorno agli allenatore, non sembrando più tanto spaventati. Si facevano coccolare e accarezzare senza problemi..
Tutti tranne uno.. uno in particolare però.. era rimasto nascosto, o meglio, se ne stava ai lati dello spiazzo e non si avvicinava. Questo lo rendeva distinguibile dagli altri.


“Chi è quel Pokémon che se ne sta tutto solo?” Chiese Serena all’ex capopalestra, mentre accarezzava un esemplare di Ponyta.


Brock girò la testa e puntò lo sguardo sul Pokémon che se ne stava dietro agli altri, poi però il suo sguardo diventò serio e dispiaciuto “E’ un esemplare femmina di Weepbud… non mi stupisco che… ehi ASPETTA!”


Brock nemmeno fece a tempo di finire. Serena si stava già dirigendo verso la piccola Pokémon, poi accovacciandosi di fronte alla creaturina.


"Ehi ciao! E tu chi sei? Piaciuto lo spettacolo?" chiese la performer alla piccolina. Però la reazione arrivata sorprese sia Serena che Ash, non tanto Brock.


La Pokémon terrorizzata scoppiò in un pianto terribile e poi scappo via terrorizzata. Questo fece sussultare tutti i Pokémon i quali si coprirono le orecchie. Brock tentò di farlo, ma non ebbe tempo. Invece Serena e Ash dovettero sopportare quegli ultrasuoni che spaccavano le orecchie.


Un volta terminato Serena si diresse verso il medico “Eh? Ma che è successo? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" si chiese preoccupata la ragazza data la strana reazione di Weepbud.


“Non è colpa tua..” Disse Brock notando il viso un po’ rattristato di Serena "Come mi aspettavo anche se tu avessi convinto gli altri Pokémon, era impossibile farcela con lei. Weepbud è oramai qui al rifugio da un sacco di tempo. Da prima ancora che arrivassi io. E’ un caso molto particolare ed è molto turbata"


“A me però sembrava in perfetta forma quando l'ho vista” Ash non aveva afferrato che Brock intendeva altro. In effetti sembrava che la Pokémon piantina scoppiasse di salute nel guardarla.


“Tecnicamente Weepbud sarebbe anche pronta ad essere rilasciata e da parecchio, ma da quando è guarita ha paura di tutto e di tutti. Avvicinarla è impossibile per chiunque, anche per me e Joy che ce ne occupiamo. Ogni volta che qualcuno ci prova, scappa via terrorizzata e non si fa vedere per ore. Non reagisce così con gli altri Pokémon del rifugio ma tende comunque a tenersi alla larga anche da loro. O almeno abitualmente, qualche volta la vediamo con loro, però non cambia molto la questione. Pure loro sono preparati ai suoi pianti, la conosco anche meglio” Anche Brock pareva sconsolato di fronte a quel caso impossibile.


Ash diede uno sguardo a Pikachu, il quale saltò giù dalla sua spalla “E se Pikachu parlasse con loro? Magari capisce cosa succede! Poi lo dirà a noi!” 


Brock scosse la testa “Mettendo da parte il fatto che più o meno capisci quello che dice Pikachu.. Con Weepbud non funzionerebbe, non si fiderebbe mai di lui. Anche se poi Pikachu provasse a parlasse con gli altri Pokémon dubito che saprebbero qualcosa..” disse sconsolato Brock. 


"Però bisognerebbe capire perché è fifona?" propose Ash. 


“Secondo me ha solo bisogno di un amica..." rispose Serena, alzandosi in piedi "Brock sai per caso dove è finita?" 


"Beh di solito ogni volta che scappa si nasconde dietro all'edificio, tra i cespugli più fitti, i rovi e le radici.. perché me lo chiedi?" 


Serena strinse un pugno convinta "Voglio trovarla! Sono sicura che riuscirò a farle ritrovare il sorriso!" fu la risposta decisa di Serena che ormai provava compassione per quella piccola Pokemon. D'altronde una sfida come quella non la faceva tirare indietro. Ash le aveva insegnato a non mollare e di fronte a quella povera Weepbud sofferente che le faceva tanto pena, doveva fare qualcosa. 


“Non so se è una buona idea… nemmeno io e Joy ci siamo riusciti!” Brock non sapeva che tipo era Serena di preciso, ma se era come Ash o aveva preso da lui, doveva farla tornare con i piedi per terra.


“Motivo in più per far provare me!” Serena sorrise ingenuamente. 


Era la fotocopia di Ash.. il quale ovviamente stava dalla sua parte “Ha ragione lei! Dovrebbe tentare!”


Brock sentì una gocciolina di sudore scendergli dalla fronte “E sia… ma attenta, è difficile passare in quella zona!”


“Farò attenzione!” Rispose la ragazza mentre si allontanava.

..nel frattempo, la Weepbud si era nascosta bene e continuava a piangere incessantemente. Quella ragazza sembrava dolce ma appena si era avvicinata le aveva innescato un terrore tremendo. Le sue paure, quasi ormai meno dolorose di quanto lo fossero in passato, si erano fatte vive di nuovo. A sua solitudine durata mesi ormai non serviva più a nulla, visto che tutto era tornato a farle paura più che mai.


Il suo piagnisteo però dovette concludersi quando sentì un fruscio tra gli alberi. Non poteva essere un umano, giusto? Nessuno poteva sapere dove era e passare tra quella vegetazione…


No, dovette ricredersi, era proprio la ragazza di prima. A fatica Serena cercò di avanzare tra la boscaglia e lentamente riuscì a liberarsi completamente e arrivare dalla Pokémon. “Uff, che faticaccia!” Si guardò i vestiti, era piena di spinette dei rovi e di foglie, ma ciò non le importava. 


Si girò verso Weepbud e si accovacciò senza avvicinarsi troppo."Ehi come va?” Sussurrò gentilmente per non spaventarla, anche se la piccolina tremava già peggio di una foglia. “Tranquilla.. non mordo mica! Sai che sei proprio carina?" 


Weepbud impallidì e incominciò a piangere più forte"WWWWWWWWWWWWWWWWEEEEEEEEEEEEUUUUUUUHHHHHHHAAAAAAAAAA"! Il suo urlo era talmente forte che Serena dovette tapparsi le orecchie, come in precedenza. Brock le aveva raccomandato di fare attenzione, dato che il pianto prolungato di queste specie di Pokémon era terribile. Se ascoltato a lungo avrebbe causato uno stordimento dei sensi per giorni.


"D-Dai non piangere!” Stranamente riuscì quasi a calmare il pianto della piccola, almeno abbastanza da permetterle di togliersi le mani dalle orecchie “Guarda ho per te un pokébigné! L’ho fatto io! Ti piacciono i pokébigné?"


"Wee???" Il piccolo Pokémon continuava a tremare ma il suo pianto si era placato.


Serena rimase immobile, senza sporgersi o altro, voleva solo vedere se la Pokémon si sarebbe avvicinata spontaneamente. Teneva il braccio esteso davanti allo sguardo di Weepbud, la quale osservava assiduamente il pokébigné, quasi temendo fosse avvelenato.
"Provalo, vedrai che ti piacerà!" 


Il Pokémon però rimase indietro tutto il tempo, senza accennare a muoversi.


In quel momento sentì una voce provenire da dietro la massa di vegetazione. Non aumentava di tono, quindi non aveva intenzione di avvicinarsi. "Serena, forse faresti meglio a lasciar perdere! Prova a lasciare lì il pokébigné, prima o poi uscirà ad assaggiarlo. Noi facciamo così per darle da mangiare." Era Brock e probabilmente c’era pure Ash con lui.


"No" rifiutò lei "Non è il modo giusto. Se lo faccio non si fiderà mai si me. Devo dimostrarle che io posso aspettare pazientemente il suo arrivo e lasciarle il suo spazio e tempo. Appena si sentirà pronta uscirà, dopotutto ognuno di noi vuole un amico prima o poi. Anche se sei è timido ci vuole sempre qualcuno che rompa questa timidezza. Tutto sta nel farlo nel modo giusto"


Brock rimase silenzioso davanti a quella risposta.


Serena tornò a guardare la Pokémon "Se lasciassi qui il pokébigné significherebbe che non mi interessa oppure che non sono disposta ad aspettare che si senta bene. Inoltre non farei che aumentare la sua voglia di stare da sola e il vizio rimarrebbe. Non si abituerebbe mai agli altri! Non importa cosa, aspetterò anche ore se serve!"


Brock stava per obbiettare, ma Ash posò una mano sulla sua spalla "Se Serena si convince di qualcosa non la si può smuovere" ma nella sua affermazione c’era un tono di divertimento e positività.


Brock alzò un sopracciglio "Mi ricorda qualcuno.. avrà imparato bene dal maestro..!" Lanciò un occhiata all’amico. 


"A chi ti riferisci?" Domandò Ash mentre i due si allontanavano.


"Niente..." rispose perplesso Brock. C'erano cose che non cambiavano mai...


I due pian piano si sentirono sempre più lontani e Serena poté tornare a concentrarsi sulla Pokémon che tuttavia ormai era dietro ad uno dei cespugli, anche se la fissava ed era presente. Questo però non scoraggiò Serena.


Le ore passarono, ma lei rimase ferma, aspettando pazientemente seduta sull'erba. Ash e Brock avevano aiutato altri Pokémon in difficoltà, passando il tempo e aspettando la ragazza. Però non era ancora tornata. Ormai stavano preparando la cena e non vi era nessuna traccia della Performer nella cucina. Dalla finestra potevano vederla ancora seduta in quello spiazzetto d’erba.


Il ragazzo dai capelli corvini si avvicinò alla finestra, mentre un profumino si diffondeva nell'aria. Guardò l’amica che se ne stava ancora pazientemente in attesa, senza progressi. 


Pure Brock si unì a lui con un mestolo in mano "miglioramenti?"


"No" scosse la testa l'allenatore.


Brock aveva capito una cosa: Serena assomigliava ad Ash sotto certi versi. Aiutare i Pokémon in ogni situazione era ammirevole, ma per quanto si aspettasse risultati dall'amico, non trovava possibile la riuscita dell'intenzione della ragazza. "Direi di andare a chiamarla per la cena, é inutile continuare così.. mi spiace per lei ma Weepbud é diversa dagli altri Pokémon"


"No, lascia che si adatti. Serena sa quel che fa e scommetto che a breve avrà successo. Non si arrende mai, é fatta così! Weepbud non é diversa, ha solo bisogno della persona giusta a smuoverla! Serena vuole proprio provare che questa differenza non esiste!"


Improvvisamente i due notarono con la coda dell’occhio dei piccoli e movimenti e la videro. La Pokémon avanzava verso l'allenatrice e sembrava intenzionata a prendere quel dolcetto che teneva tra le mani da ore ormai. 


A quel punto Ash si girò vittorioso verso Brock "Che ti dicevo?" un ghigno soddisfatto prendeva in giro il ragazzo più grande.
L'ex capopalestra era basito, completamente in shock "ok, penso di dovermi ricredere.." Una cosa che raramente succedeva. Qualcuno che riusciva nell’impossibile.. e non era Ash.

 


Intanto.. all'esterno..



La Weepbud dai motivi floreali non aveva ancora la sicurezza di uscire completamente. L'ostinatezza della ragazza davanti ai suoi occhi era... piacevole. Non era tra quelle persone ostinate che ti danno fastidio. Lei era paziente e rispettava il suo spazio personale.
La piccola Pokémon sentì di nuovo il profumino del dolce arrivarle sotto il naso.


"A-Achooo!!" Starnutì la performer. Lo starnuto foce sobbalzare Weepbud, che era già quasi pronta a tornarsene nel suo angolino.
Serena subito scosse la mano "Scusa! Non volevo spaventarti!" Aveva la voce rauca e nasale. Forse faceva un po’ freddo per lei a quegli orari, dopotutto era un’umana. Però non sembrava nemmeno volersi spostare. 


Weepbud non capiva le motivazioni della ragazza o da dove venisse quella dolce tenacia, ma non voleva far ammalare nessuno. Tanto valeva accontentarla, non sembrava pericolosa. Dopo ore di osservazione poteva convincersi no?
Serena chiuse gli occhi per pochi secondi e appoggiò la testa sulle ginocchia. 


La Pokémon strizzò gli occhi prendendo coraggio e con estrema lentezza arrivò fino alla ragazza, sorprendendola. Alzò lo sguardo velocemente, fermando la piccola e spaventandola ancora. Per fortuna non sembrava retrocedere.


Aspettò che tornò la tranquillità e stranamente riprese a camminare verso di lei, con gli occhi della performer addosso, luccicanti e speranzosi. Era un processo lungo e a vederlo sotto altri punti di vista noioso, ma Serena non mollava.


Quando la piccolina afferrò il dolcetto, Serena sentì una gioia enorme, chiamata "successo". Non esultò o si agitò, temendo di causare un'altra reazione agitata.


Serena si limitò a sorridere, mentre Weepbud diede un piccolo assaggio al dolcetto. La Pokémon sentì le papille gustative fremere per buonissimo sapore. La sua delusione e tristezza si ruppero e sul viso del Pokémon comparve un primo sorriso spontaneo e naturale. Come automatico. 


Brock e Ash fissavano la scena sulla soglia della porta, mentre Ash sorrideva sempre più di gusto. Brock invece era sorpreso, talmente tanto sorpreso da lasciar cadere il mestolo a terra.


"Hai visto? Serena ce l'ha fatta! Che ti avevo detto?" si pavoneggiò Ash sul fatto che aveva avuto ragione. 


Brock era senza parole "Ci- Ci è riuscita... ancora non riesco a crederci..." 


Ash avrebbe voluto subito andarsi a complimentare con la performer per il suo successo, ma qualcosa gli diceva di non intromettersi al momento. Aveva appena fatto una cosa molto lunga e difficile e dopotutto Weepbud era "quasi" diventata amica di Serena. Un improvviso sobbalzo avrebbe spezzato quel momento magico. 


Già quel qualcosa gli diceva di non intromettersi figuriamoci ora che la sua pancia reclamava la cena e sembrava non volergli permettere di fare un passo oltre. "Lasciamole da sole un altro po’! Quando le due se la sentiranno entreranno a cenare che ne dici?" 


"Non è che stai abbozzando una scusa per mangiare subito anche la loro parte, vero?" rise Brock avendo sentito chiaramente il brontolio della pancia del ragazzo "Mi chiedo come tu sia sopravvissuto senza di me data la tua proverbiale fame..."


"Diciamo che sono stato fortunato.. eheheh!" 


Pikachu lo guardò con aria leggermente scocciata "Pikaaa".


“Ok.. ok..! Troppo fortunato!”


Nel frattempo di fuori la Pokemon aveva quasi finito di mangiare di gusto, ma lentamente, il suo pokébigné. Era una sensazione strana per lei, di solito le portavano il pasto e solo quando se la sentiva di uscire mangiava. Soprattutto da sola. Ora mangiare in compagna di un’altra persona le dava.. piacere? Disagio? Non lo capiva con sicurezza, ma di certo era una sottospecie di felicità che da tempo non sentiva e che le faceva piacere riprovare.


"Bud.." la piccola si lasciò scappare un ruttino, subito coprendosi imbarazzatissima la bocca con le mani. Non era decoroso. 
Serena sorrise di fronte al gesto spontaneo del Pokémon vegetale. A tratti sembrava che le ricordasse se stessa. Anche lei all'inizio era un po’ timida e si imbarazzava ad ogni cosa. Non ai livelli di Weepbud e a sua differenza fare nuovi amici le piaceva sempre. Tuttavia era abbastanza, insicura di se stessa. Per fortuna anche per lei era accorsa una persona che l’aveva aiutata. Se non fosse stato per Ash, adesso non avrebbe concluso un bel niente.


“Era buono vero?" chiese con un sorriso lei.


Weepbud la guardò e annuì, non sentendo più timore attorno a quella ragazza sotto certi versi speciale.


"Ti dispiace se...ti prendo in braccio?" chiese Serena, senza fare gesti avventati o senza nemmeno provarci prima di un consenso dalla parte della piccola. 


Weepbud impallidì di nuovo, ma stavolta la richiesta le pareva più accettabile che in altre situazioni. Non avrebbe mai accettato quel pomeriggio, ma ora sentiva che quella proposta meno terrorizzante. Serena voleva il contatto? Weepbud temeva che le facesse male, temeva nel sentire il tatto della performer. 


Eppure le mani della ragazza erano le stesse che avevano preparato con tanta dolcezza per dolcetto, le stesse dell’umana che le sorrideva e che la sembrava capire. Non potevano farle del male, da quel che sembrava potevano farle solo bene. 
Per la prima volta lo capì e annuì.


Serena prese delicatamente la Pokémon fra le sue braccia, con movimenti calmi e lenti, aspettando che la piccola si rilassasse un pochino "Ecco qua, scommetto che da tempo non provavi una sensazione del genere vero?” 


Weepbuf sentì pian piano che la tensione e la rigidità si allontanavano. “Bud….” Mormorò con un filo di voce.


“So che te l’ho già detto, ma ti trovo adorabile!” sorrise la ragazza.


La creature vegetale ritornò a prendere colorito e con rapidità si accoccolò sentendo le carezze che stava ricevendo sul capo. Era una dolcissima sensazione e non si ricordava nemmeno l’ultima volta che l’aveva sentita. Quelle parole e quelle gesta la fecero perfino arrossire un pochino. 


"E’ tardi, sarebbe ora di rientrare. Ti va??" chiese l'allenatrice scrutando il cielo ormai scurito.


"Weep..." la piantina sembrava addormentarsi tra le sue braccia. 


Una volta rientrati, Serena si sedette  e appoggiò la ormai addormentata Weepbud sul tavolo. Lasciò sfuggire uno sbaglio, quando si accorse di un biglietto sul tavolo..

 


"Ti abbiamo lasciato la cena nel forno, devi solo scaldarla e gustartela! Eh si, non mi sono mangiato tutto, quindi approfittane! Buonanotte, ci vediamo domani!


Ash


P.S. : sapevo che ce l'avresti fatta!”


 
Un'impronta di Pikachu era vicino al nome dell'allenatore come sua firma personale.


Serena sorrise e arrossì nel vedere che Ash aveva sempre avuto fiducia nelle sue capacità. Posò la lettera, si alzò e si scaldò la cena. Una volta mangiato sentì le palpebre chiudersi, si sedette un momentino, ma finì con l'addormentarsi sul tavolo vicino alla sua nuova amica. 


Così le due dormirono beatamente e il mattino successivo...

"Aww*” si stropicciò gli occhi Serena sbadigliando "Mi sono addormentata sul tavolo... che frana..."


"Vedo che ce l'hai fatta! Non ho mai visto nulla del genere se non sa Ash!" Una voce rispose. 


Serena si girò, trovando Brock in piedi dietro di lei "Biongiorno!"


"Buongiorno a te, dov'é Ash?" Notò poi una coperta sulle sue spalle "Chi mi ha coperta?"


Brock sorrise, mentre sorseggiava della cioccolata da una tazza "Suppongo lo conoscerai bene.. cosa fa Ash ogni mattina??"


"Mangiare!" Rispose Serena come ad un quiz.


"Ahaha esatto! Ma oltre a quello?” 


“Allenarsi!” Rispose banalmente Serena.


Brock annuì “Comunque se ci tieni a saperlo é Ash che ti ha messo quella coperta addosso. Ti abbiamo trovata addormentata qui e non volevamo svegliarti spostandoti. Quindi ha pensato di non farti per lo meno provare freddo!" Il ragazzo prese una sedia e si sedette su essa. 


Serena solo pensandoci arrossì, ma per sua fortuna Brock non notò nulla. "Hey Brock, tu cosa ne pensi? Dici che Weepbud si abituerà prima o poi? Tornerà nel suo habitat naturale?"


"Non saprei, ho paura che sia successo qualcosa alla piccolina che l'abbia sconvolta talmente tanto da darle la voglia di nascondersi dal mondo intero. Non sembra aver voglia di tornare in natura."


"Ah..."


"Tu però hai rotto un muro. E se la catturassi?" Quella domanda sorprese la performer.


"Catturarla?" Pensò lei ad alta voce "Ma Weepbud é timida e paurosa, se non volesse essere catturata?"


Brock cominciò a parlare seriamente "E’ un’ipotesi considerabile, anzi credo che probabilmente tu abbia ragione. Tuttavia dovresti pensarci, potresti aiutarla. Magari lei non vuole essere catturata ma é la scelta migliore per il suo bene, pian piano con il tuo aiuto si abituerebbe al mondo. Insieme a te potrebbe girare in varie regioni e perdere il suo timore, dopotutto dovrebbe per forza farlo. Non può continuare a vivere così. Per quanto mi dispiacerebbe vederla catturare in questo modo é una cosa che potrebbe servirle."


Serena rimase silenziosa, non le piaceva per niente questa idea, anche se avere Weepbud in squadra era una cosa che desiderava.


"Dovresti pensarci molto. Come tanti allenatori fanno, catturare Pokémon contro la loro volontà é normale oppure sarebbe troppo facile diventare esperti. Sarebbe un po’ duro nel caso di Weepbud. ma è la cosa ideale. Con il tuo aiuto, secondo me è possibile. Di norma non consiglio questo tipo di allenamento con Pokémon come lei, ma Weepbud è spaventata da tutto e tutti. Non vivrà mai come si deve in questo modo. Potrebbe essere doloroso inizialmente, per tutte e due, ma a volte bisogna essere decisi e fare la cosa giusta per il bene migliore." 


Brock non voleva essere duro, ma non aveva tutti i torti. Parlava per il bene della piccolina e non perché non volesse rivederla in natura. Anzi, avrebbe potuto anche tornare libera un giorno con l’aiuto di Serena, ma ovviamente prima doveva essere catturata e sebbene potesse sembrare un passo difficile era fondamentale. Abituarsi era l’unica ricetta.


Il problema per Serena era che questo passo poteva essere traumatico e distruggere un lungo lavoro, così come la fiducia di Weepbud.
"Io..." Serena non sapeva cosa fare, sebbene catturare Pokémon selvatici fosse normale e come aveva detto Brock era nell’ordine naturale delle cose, non pareva lo stesso giusto nel caso di Weepbud. Ora era lei che aveva paura a tirare fuori la pokéball, di far entrare la creaturina e poi guardarla faccia a faccia.


"Pensa al bene di Weepbud Serena, pensa al suo bene.." detto questo, Brock alludeva al fatto di decidere in fretta e nella maniera giusta perché presto lei e Ash probabilmente sarebbero partiti e attendere avrebbe comportato lo spreco del momento giusto quale era in quella situazione, mentre la Pokémon dormiva. 


Il ragazzo moro si alzò ancora con in mano la sua cioccolata ed uscì di casa.


Serena fissò per qualche secondo la piccola Pokémon. Davvero serviva al suo bene? Poteva agire in quel modo? Che risultati avrebbe ottenuto andando contro i suoi stessi ideali? Quelli con cui era riuscita nella prima parte di una missione quasi impossibile?


La ragazza tuttavia sentiva fretta, come se ci fosse un ticchettio nella stanza che le imponeva di muoversi. Prese una pokéball dalla tasca e premette il pulsante per ingrandirla. Avvicinò la sfera alla testa di Weepbud e si preparò a farla entrare, aveva deciso.


"Scusami..." mormorò mentre il Pokémon floreale dormiva respirando profondamente.
E la performer si preparò a catturarla...


.


.


"No.." Serena si bloccò a pochi millimetri "Non posso farlo, andrei contro quello in cui credo e il mio metodo. Stesso con il quale sono riuscita a rompere un muro tra Weepbud e il mondo. A fare qualcosa mai fatto prima. Che allenatrice sarei se ci andassi contro proprio ora, se prendessi proprio la via opposta? Che allenatrice sarei a forzare Weepbud quando sono la prima ad averla capita e dato il suo tempo? Che senso avrebbe aiutarla ma farle del male nello stesso tempo con il rischio di rovinarla per sempre? Sarebbe tutto inutile..."


E la ragazza cominciò a ritrarre la pokéball. Fu in quel momento che però qualcosa andò storto. 


Weepbud aprì gli occhi pian piano, ma la visione che aveva non le piaceva per nulla. Anzi la scioccava. Serena aveva in mano una Pokéball e sembrava volerla catturare. Un nodo in gola e le pupille si rimpicciolirono. Non credeva a quello che vedeva, di nuovo i suoi incubi tornavano. Era tutto confuso, la sua fiducia, la sua stupida voglia di credere alla ragazza. Aveva davvero fatto male…


"WWWWWWWWWWWEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!"


Serena fu colta alla sprovvista e anche nel momento più sbagliato. Sentire le urla della Pokémon le aveva appena comunicato che era crollato un lavoro che credeva sodo. E ora come risolveva la situazione?


Si, la Pokémon era sconvolta, si era fidata e come era stata ripagata? Era finita con l'allenatrice che voleva catturarla! Weepbud pianse di nuovo ma stavolta non era la sua timidezza, piuttosto la delusione nel vedere che erano tutti uguali, gli umani erano uguali e anche i miracoli non cambiavano la loro indole. Quella gentilezza era falsa, il sorriso falso e lei era una stupida ad essersi fidata.


"No Weepbud! Non è come pensi!" cercò di scusarsi Serena, di risolvere la situazione e dirle come andava davvero. 


Stavolta Weepbud non fu timida, non fu paurosa.. anzi, tirò fuori quell’odio che per tempo aveva tenuto chiuso in un buco del suo cuore, coperto dalla tristezza e il dolore. Attaccò la performer con un colpo di Fogliamagica e un esplosione risuonò in cucina, distruggendo quasi tutto. Era stato un attacco potentissimo, caricato da dolore ormai accumulato e che era scoppiato inevitabilmente. 


Intanto….


“Forza ragazzi! Aumentiamo il ritmo, stiamo andando molto bene!” Incoraggiò i suoi Pokémon Ash. 


“Hey Ash!” Salutò Brock.


Ash si girò verso l’amico, sorpreso dalla rapidità del suo amico nell’andare a controllare Serena “Hey Brock! Come sta Serena? Dorme ancora?”


Brock lo guardò con aria un po’ strana “Non esattamente..”


“..Che succede?” chiese Ash con tono interrogatorio e un poco convinto, non gli piaceva molto quel tono di voce usato da Brock. 
“Uhm… niente, vai tranquillo e continua ad allentarti!” Svicolò il ragazzo abbronzato.


Nonostante Ash volesse controbattere, perché conosceva bene Brock e sapeva che non era suo solito parlare in quel modo.. tuttavia sapeva anche che non gli avrebbe detto nulla in quel caso. Tornò a pensare al suo allenamento “….ok…….” Si girò verso i suoi Pokémon “Greninja usa Acqualame! Pikachu usa Fulmine!”


“Pikaaaaaaaaaaaaaaa….. CHUUUUUUUUUUU!!!!!” 


“GREEEEEEE… JAAAAA!!!!”


I due attacchi collisero ed esplosero, ma non furono gli unici. Un’altra esplosione arrivò dalle loro spalle ed era molto più potente. Si girarono di scatto e videro molto fumo uscire dalla cucina. 


“..oh no…” Mormorò Brock, non serviva un genio a capire che non era un classico incidente in cucina. L’unica cosa che pensò fu una “..Serena è ancora là!”


Ash sentì le gambe diventare di pietra “..no…” Tornò a guardare da dove era avvenuta l’esplosione, in quel momento le gambe si sbloccarono e partì in quarta verso il laboratorio “SERENA!!!”

Sul luogo dell’esplosione..


"I-Io..." provò a dire Serena. Era distrutta emotivamente, quanto aveva appena distrutto nello stesso modo Weepbud. La polvere si dissolse e della Pokémon non c’era da nessuna traccia, era fuggita. Non era tutto a causa di un malinteso, se non avesse tentato di catturarla, non sarebbe accaduto nulla.


"SERENA!” Sentì la voce di Ash sempre più vicina. Il ragazzo si precipitò in casa e al fianco di Serena. Le diede un’occhiata e per fortuna non sembrava ferita. “Serena che è successo? Tutto bene?" le diede una mano ad alzarsi.


"I-Io sono una pessima a-allenatrice" si demoralizzò la ragazza che stava per scoppiare in lacrime.


Ash la guardò confuso e perplesso, non capiva cosa stava accadendo, sapeva solo che non voleva vederla piangere “Hey, cosa c’è che non va?”


“Serena, per caso si tratta di Weepbud?” Domandò Brock, senza pensare troppo al tatto con cui avrebbe dovuto chiederle tutto.
La ragazza annuì "H-Ha visto la Pokeball e- e-e..." balbettava singhiozzando. 


"Ascolta, non so bene cosa sia successo, ma so che tu non ne hai colpa. Volevi solo il suo bene, ne sono sicuro..." provò a rincuorarla Ash. “Però non piangere…”


"T-Tu dici?" singhiozzo la kalosiana.


Brock annuì, appoggiandole la mano sulla spalla "Certo, Ash dice la verità! Anzi devo chiederti scusa io..." disse lui "Non ho pensato a cosa significasse per Weepbud vedere una pokéball in mano a te e ti ho costretta a scegliere la via più semplice, ma meno giusta" si scusò sinceramente Brock.


"G-Grazie, non s-sentirti in colpa” Si asciugò lei le lacrime “Il problema è che ora Weepbud mi odierà a morte..."


"Vacci a parlare. Forse non sarà contenta, ma se provi a spiegarle la situazione vedrai che ti darà una chance!” propose Ash.
Serena però non pareva molto convinta “Di chance me ne ha già data una, non credo lo rifarà..”


Ash scosse la testa, sembrava deluso ma non voleva mostrarlo “Questa non è la Serena che conosco!" 


Le sue parole colpirono profondamente l’allenatrice, la quale sentì la giusta spinta per non mollare. “Hai ragione!” 


“Ecco, questa sei tu!” Ash sorrise sostenendola.


All'improvviso un enorme tubo spaccò il muro della hall del centro di recupero e con grande forza incominciò a risucchiare tutto quello che trovava sulla sua strada.


"I Pokemon! Qualcuno li sta risucchiando!" urlò l'infermiera Joy.


Delle risate familiari risuonarono nell’aria. "Ahahahah! Comprare quel tubo aspiratore è stata una grande idea te lo concedo Meowth!" rise qualcuno all'esterno. 


"Ma queste voci!" Brock si rese conto di averle già sentite e per sua sfortuna molte volte, troppe per la sua povera testa.


I tre allenatori uscirono all'esterno. L'enorme tubo era collegato ad una mongolfiera tristemente famosa e all'interno di questa mongolfiera vi era il solito e ovviamente sospettabile Team Rocket. 


“No dai…” Brock si schiaffeggiò la testa con una mano. “Dimmi di no..”

 


Preparatevi a passare dei guai! Wow non è il moccioso grande di tempo fa!”

 



“Invece si…” Ash lo sconsolò.

 


“Dei guai molto grossi! Si, ma nemmeno lui ci fermerà!”
 


“Proteggeremo il mondo della devastazione!”



“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
 


“Denunceremo i mali dei amore e verità!”
 


“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle e anche più in là!”
 


“Jessie!”
 


    “e James!”    



“Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!”
 


“Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!”



“Meowth, proprio così!”




“E’ possibile che non si siano trovati un lavoro migliore!?" urlò Brock dall’esasperazione. Non era sorpreso dallo scoprire che il trio composto da Jessie, James e Meowth, nonostante gli anni continuasse disperatamente a dare la caccia a Pikachu. Rimaneva però il fatto che sperava si fosse concluso tutto anche se, ora che ci pensava, coloro che avevano girato le riprese dello scontro epocale di Kalos, erano proprio loro.


"Beh ma è questo il nostro lavoro, no?" sogghignò James “Però che scortese, noi facciamo un lavoro molto difficile e meritiamo rispetto!”
Meowth fece le spallucce "Devo ammettere che però, in un certo, senso mi fa piacere rivederlo!" 


"Non perdiamoci in smancerie" li riportò alla realtà Jessie "Moccioso grande o no, il nostro piano sta avendo successo! Con questo tubo aspiratore stiamo risucchiando tutti i Pokémon del rifugio e senza neanche muovere un muscolo ahahahah!"


"Voi non risucchierete proprio un bel niente! Pikachu vai!" urlò Ash.


“Pika!” Pikachu si prodigò subito all'attacco.


“Aumenta la potenza Meowth!" comando Jessie. 


Meowth premette un bottone e la forza risucchiante del tubo aumentò, mentre i tre ridevano senza sosta.


"Pikaaaaaaaaa............Pipipipipipipipikaaaa!" Pikachu urlò venendo risucchiato dalla troppa forza dell'aspiratore.


"NO PIKACHU!” Ash provò a prenderlo prima che fosse tardi, ma non fece a tempo e il suo migliore amico venne risucchiato completamente. “Maledizione! Greninja ho bisogno di te!" Disse Ash facendo avanzare il Pokémon di tipo acqua.


"Ti do una mano anche io! Sudowoodo ho bisogno di te!" e Brock fece uscire il suo finto alberello. "Serena Scappa! Ci pensiamo noi a loro!" 


"Non se ne parla! Vi do anche io una mano!!!!” Disse la ragazza reggendosi la gonna e urlando per farsi sentire, per via dell’aria che soffiava così forte da attutire ogni suono. 


“Devi andare! Weepbud è l’unica rimasta e conoscendola sarà terrorizzata! Solo tu la puoi calmare!" Fu il turno di Ash di chiederle di andarsene.


“Ash.. non…”


“VA!” Ripeté lui, sperando che se ne andasse il prima possibile.


"O-Ok.." Serena corse via, andando a cercare Weepbud. Sperava di trovarla nel suo solito posto, dove il Team Rocket non l’avrebbe trovata e dove avrebbe potuto nascondersi.


Corse più in fretta che poteva, fino ad arrivare al luogo segreto della piccola “Weepbud! Ti prego vieni fuori!” Si fece strada lentamente e faticosamente tra i cespugli e i rovi. Spostò un bel po’ di foglie e arbusti, ma quando arrivò nel luogo la piccola non c’era e ciò diede un gran sconforto alla ragazza. 


Purtroppo però non era il Team Rocket l’unico a spaventarla. Inizialmente era fuggita solo scappare da Serena e quindi non sarebbe andata di sicuro nel luogo più ovvio in cui l’avrebbe cercata. E ora poteva essere lontana, cosa in cui sperava. Però allo stesso tempo doveva essere certa che stava bene almeno lei. Ne aveva il dovere.


Il rifugio però era grande e un Pokémon piccolo come quello poteva essere ovunque, in particolar modo se non voleva essere trovato. 


"Weepbud!!!!!" Gridò Serena "Ti prego vieni fuori! Sei in pericolo!!!" Continuò ad urlare, cercando la femmina di Pokémon, senza però trovarla.


Il paesaggio correva intorno a lei velocemente, non riusciva a guardarsi completamente attorno, ma sperava che l’avrebbe vista. Non poteva andare lenta, doveva correre tutto il perimetro possibile.


"So che non mi vuoi perdonare, ma sono tutti in pericolo! Tutti i Pokémon e quelli dei miei amici, li hanno catturati! Devi metterti almeno tu al sicuro!!!" Serena cercava disperatamente di farsi sentire.


La ragazza scrutò ogni angolo, ma non vi era traccia di Weepbud "I-Io ho sbagliato, lo so. So che ho fatto un terribile errore, ma ti giuro che non ti stavo catturando! Non potrei mai! Si ci ho pensato ed é vero, ma solo per il tuo bene. Ho commesso uno sbaglio enorme e ho tradito la tua fiducia! Tu ti sei fidata di me e hai fatto un eccezione! Io ho rovinato tutto! Sono un'allenatrice pessima, avrei dovuto pensare di più a quello che facevo!" La performer cominciò a singhiozzare.


La sua corse e gli occhi lucidi non le permisero di vedere tutto e inciampò in una radice. Il suo piede si bloccò sotto ad essa, facendola rivoltare a terra con violenza. 


Un fruscio si mosse tra i cespugli. Weepbud aveva visto la scena e voleva correre dietro all'allenatrice per vedere se stava bene, ma allo stesso tempo voleva solo essere lasciata sola e non sopportava la presenza di quella ragazza.


Eppure Serena non si preoccupava della caduta, continuava a singhiozzare e cercava di rimettersi in piedi "T-Ti prego... non farlo per me.. odiami se vuoi, non mi farò mai più vedere.. ma fallo per gli altri Pokémon. Mettiti in salvo almeno tu. Non odiare il mondo per colpa mia, non tutti sono così"


"..."


"Loro non ti hanno mai tradita e non tutto il pianeta è fatto di odio. Tu puoi essere speciale.. puoi trovare amici ovunque. Non hai bisogno di me. Anche se ormai io ti ho fatta soffrire e non so come farmi perdonare, io posso solo chiederti scusa."


La ragazza lanciò cadere la testa fra le braccia, singhiozzando sempre di più "S-Scusami...."


"B-Bud?"


Serena alzò gli occhi, Weepbud le era vicino. Quando vide i movimenti della ragazza, sentì il bisogno di scappare, ma non lo fece. 


“Weepbud, sei tornata?”


La piccola piantina annuì e le fece cenno di alzarsi. Serena lo fece, anche se la guardò confusa “Cosa? Cosa hai in mente?”


“Bud! Wee!!” La piantina alzò la sua mano/foglia, come se volesse lottare. 


Aveva capito, nonostante tutto Serena voleva solo il suo bene, o almeno voleva che fosse al sicuro e questo bastava. Non poteva rimanersene indietro, doveva almeno lottare per aiutare gli altri. Serena aveva ragione, il mondo non era fatto solo di odio, almeno non completamente. Se lei era parte di quel mondo avrebbe dovuto anche trovare qualcosa di buono e vivere con chi lo rendeva bello davvero.


"Oh Weepbud..." Serena si rimise in piedi con un bel sorriso.


Weepbud sebbene tremolante, fece intendere che l’aiutata come meglio avrebbe potuto “Wea!”


"G-Grazie... andiamo presto!" Serena aprì le braccia e Weepbud saltò da lei, facendosi afferrare. Poi le due corsero verso gli amici.


Nel frattempo Greninja e Sudowoodo resistevano alla macchina aspirapolvere del Team Rocket, ma la fatica nell'ancorarsi a terra non gli permetteva di agire 


"Greeeee" 


"Sudoooo" 


"Se non possiamo risucchiarli allora li sbatteremo a terra! Meowth inversione!" 


"Subito!" agì il gatto.

 


La macchina cominciò ad emettere una potentissima folata d'aria che fece sbalzare all’indietro i Pokémon, non aspettandosi un colpo del genere. 


"Inversione di nuovo! Stavolta non hanno scampo!" La macchina ricominciò il risucchio. Stavolta Greninja e Sudowoodo sembravano non potercela fare, non potevano prepararsi e resistere, la loro presa si era molto allentata.


"E' fatta!" urlò contento il Team Rocket.


Improvvisamente una Fogliamagica passò sopra le loro teste, tagliando uno dei baffi di Meowth.


"UUUUUUHHHHHHHHHMMMMMMM… il mio baffoooooooo! Il mio splendido baffoooooooooo!" piagnucolò Meowth. 


“Weepbud e Serena?” Brock e Ash rimasero stupiti nel vederle insieme e pronte a lottare. Tuttavia ne erano più che felici.


"Ce ne siamo fatte scappare una! Forza risucchiamola!" L’urlo di Jessie spaventò la piccoletta, che cercò di tornare indietro e nascondersi dietro a Serena. 


Il Team Rocket aumentò la potenza del tubo aspiratore e anche Greninja e Sudowoodo furono catturati.


"Forza Weepbud!" La incitò Serena "So che sei speciale! L'ho sentito la prima volta che ci siamo viste! Non puoi tirarti indietro, ormai siamo qui! Sei l’unica speranza!” l'incitamento di Serena era talmente di forte effetto sulla Pokémon che la ricaricò.


La piccolina tornò alla sua postazione e cominciò a raccogliere energia “BUUUUUUUUUUUUUUUUU…….. WEEEEP BUUUUD!!!!” Dal terreno un sacco di radici colossali spuntarono e avvolsero la macchina dei nemici. 


L’aggeggio risucchiava e risucchiava, ma la Pokémon non si muoveva. 


"Ma certo!" Esclamò Brock "Ancorandosi a terra con Radicamento la macchina non riesce a risucchiarla o scaraventarla via! Allo stesso tempo potrà anche bloccare gli avversari!”


"Meowth più forte!" ordinò Jessie.


“Non possiamo! E’ inutile! Inoltre ora siamo bloccati!!!!” ribattè James. 


“Forza Weepbud! Diamo il colpo finale!” Incoraggiò Serena.


La sua voce era la cosa migliore che poteva sentire la piantina. La voce di chi le voleva bene e, sentiva che pure lei poteva volerle bene. Raccolse tutte le sue energie e strinse il Radicamento attorno alla macchina, rompendola completamente e liberando così tutti i Pokémon.


"Ahh il nostro bottino!" si disperò il trio di lestofanti. 


Pikachu corse verso il suo allenatore come Greninja e Sudowoodo. Gli altri invece si dispersero tutti dietro al gruppetto di allenatori. Stranamente anche pronti ad attaccare. Senza tubo aspiratore, ormai il Team Rocket era alla portata di tutti. 


"Bene ora saremo noi a fargliela vedere!!! Pikachu Fulmine! Greninja Acqualame!" ordinò Ash.


"Sudowoodo usa Mimica per copiare Fulmine!" comandò Brock. 


I tre lanciarono i loro attacchi con grande potenza. Anche i Pokémon intorno lanciarono ognuno un suo attacco che si unì agli altri. 


“Weepbud aiuta con Fogliamagica!” Serena chiese alla Pokémon, la quale automaticamente seguì le sue istruzioni e lanciò il colpo, il quale si unì al resto degli attacchi.


Tutti assieme andarono inevitabilmente a colpire la mongolfiera del Team Rocket con grande potenza, spingendolo con forza in aria e provocando un’esplosione più potente che mai.


"Ci eravamo cosi vicini stavolta!" Si lamentò la donna dai capelli fucsia. 


"Il mio baffo! Il mio baffoooo!" continuava a piagnucolare Meowth.


"Oh falla finita! Ti ricrescerà!" lo sgridò James.


"IL TEAM ROCKET RIPARTE ALLA VELOCITA’ DELLA LUCEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!" e la solita lucina brillò nell'aria. 


I pazienti del rifugio si radunarono tutti davanti a Weepbud ed esultarono la loro eroina. La piccola non era abituata a tutte queste attenzioni e si nascose subito dietro Serena. 


"Dai, esci fuori! Te li sei davvero meritati tutti questi complimenti!" sorrise la performer. La piantina uscì e si guardò attorno. Tutti i Pokémon la guardavano e sorridevano con un sorriso. Poi pianse di nuovo ma stavolta di gioia.


"Su, su, non piangere.." la accarezzò Serena.


I Pokémon del rifugio continuarono a festeggiarla e ringraziarla. Ora Weepbud non aveva più paura, ma le lacrime o meglio, lacrimoni, scendevano ancora ininterrottamente. Era riuscita a rompere un muro alto e solido come una montagna e solo grazie a una ragazza, che aveva creduto nelle sue capacità e l'aveva aiutata con dolcezza.


Serena prese in braccio la piccolina "Hai visto che sei più in gamba di quel che credi?!" Serena ricominciò ad accarezzarla sulla testolina.
"Bud..." annuì lei sorridendo. Per poi abbracciare l'allenatrice.


Brock, Ash e Joy guardavano la scena commossi e sorridendo sinceramente. Ash aveva riposto fiducia in Serena fin dall'inizio e aveva fatto bene. Brock ora sapeva che il fiuto dell'amico non era mai andato perso.


L'allenatore di Biancavilla appoggiò le mani ai fianchi e abbassò la testa soddisfatto "Serena? Credo sia l'ora" Ash propose. 


La ragazza lo guardò insicura sul da farsi. Doveva davvero tentare? E se Weepbud era contraria?


"Non lo saprai mai finché non provi. Abbiamo avuto prove a sufficienza, no?" Ash lesse i pensieri della ragazza. 


La performer rimase a guardare gli occhioni dolci della Pokémon tra le sue braccia. "Weepbud, io non me la sento di costringerti, quindi te lo chiederò apertamente: unisciti a noi nel nostro viaggio!" 


La piantina la guardò confusa e un po’ intimorita.


"Non ti obbliga nessuno, voglio solo farti questa proposta. Ho visto che ti piacciono le esibizioni e credo che tu potresti aiutarmi molto. Faresti passi da gigante con te stessa. Insieme potremmo farcela, dimenticherai il tuo passato e costruiremo la nostra passerella per il futuro! Ti divertirai!"


La piccolina la fissò con il riflesso negli occhi che tremava. 


"Ti aiuterò io!" La esortò Serena.


Se c'era un'allenatrice con cui sarebbe mai andata via da quel bozzolo che aveva chiuso attorno a sé, quella era lei, Serena.
Weepbud ora aveva bisogno di qualcuno con cui andare avanti in quella strada. 


E ora era chiaro, poté annuire "Pwee!!" 


Serena tirò fuori la pokéball e la guardò un attimo, per poi toccare dolcemente il Pokémon, la quale strizzava gli occhi un po’ paurosamente.


Un fascio rosso l'avvolse e finì per essere racchiusa nella sfera. Non era doloroso, era piacevole. Tre vibrazioni e il click finale.


"Evviva!!! Ho catturato un Weepbud!!!!!!" Esultò Serena, con la pokéball tra le mani puntata verso il cielo.


"Pi-pikachu!!!" Pikachu urlò contento.


"Uhm.. Credo ti sia confuso Pikachu" ridacchiò Ash al pensiero che Pikachu avesse sbagliato allenatore con cui esultare.
Eh si, avere un nuovo amico poteva essere entusiasmante per tutti.


"Benvenuta in squadra piccolina..." disse sorridendo Serena guardando la pokéball, contenente la sua nuova amica. 


"Ehi Brock!" esordi Ash. "Perché non vieni con noi? Mi farebbe piacere tantissimo che tu viaggiassi con noi! Insieme di nuovo come ai vecchi tempi!" 


"Ash sai che non posso... c'è bisogno di me qui al rifugio e non posso allontanarmi più di tanto!" provò a dire Brock. 


Sudowoodo lo guardò con aria interrogatoria ma molto eloquente, aveva già capito che in realtà l'unica cosa che impediva a Brock di viaggiare era sempre e solo la solita cosa. Lui voleva stare con Ash, ora non c’erano motivi perché non fosse così, solo una scusa non lo permetteva. 


"Perchè non vai?" disse sorridendo l'infermiera Joy del luogo "Sono sicura che la tua formazione medica serve di più in giro per la regione che qui! Me la posso cavare benissimo da sola! E Poi ti divertirai e apprenderai molto!" 


Brock guardò Ash, che si limitò ad ingrandire il suo sorriso con semplicità. Poi però tornò a guardare Joy "Ma infermiera Joy, come posso separarmi da te? Tu che sei la luce, l'acqua nel deserto del mio cuore solitario.... come farò a sopportaaaaaaaaaaaaaaaahioooooooooooooo!" 


Sudowoodo aveva già sentito troppo e sinceramente non ne poteva più delle moine del suo allenatore. Aveva il permesso punto e basta, non solo, ma anche l’occasione di farlo. Perciò lo interruppe violentemente, scaraventandosi addosso con un potente Sdoppiatore, che fece volare il povero allenatore fino ad un albero lì vicino, sbattendo violentemente la faccia. 


Serena si coprì la faccia, ma Ash ridacchiando provò a rassicurarla "Tranquilla ti ci abituerai! E’ sempre stato così..." Poi si rivolse al Pokémon di Brock “Credo che sia un si, giusto?!” Chiese entusiasta. 


Sudowoodo annuì e agitando le sue maracas chiese all'allenatore una mano per trasportare "il morto", affinché potessero trascinarlo sul percorso appena lui e Chansey avessero preparato le provviste e raccogliere la roba del loro allenatore.


Ash ghignò a quella richiesta, di solito era Croagunk a fare ciò ed essere uno chaperon temporaneo gli dava una strana sensazione di divertimento "Va bene... va bene ci penso io..."


Tempo: una decina di minuti, Sudowoodo e Chansey erano pronti a partire.


Serena fece uscire dalla sua sfera Weepbud, voleva che salutasse tutti i compagni di degenza con cui era stata. Accoccolata sulle spalle dell'allenatrice la piccola salutò i suoi compagni e finalmente lo fece senza timore. Forse gran parte della paura era partita con Weepbud, ma nella direzione opposta.


Nel frattempo Ash e Sudowoodo afferrarono ognuno una gamba di Brock, mentre Chansey si occupò di sorreggere la testa. “Noi siamo pronti Serena!” La avvisò con un pollice all’insù.


Serena rimase un po’ stordita dalla scena, ma ciò le fece venire almeno il sorriso. Annuì e si girò dalla stessa parte di Ash, cominciando a camminare.


"Buona fortuna ragazzi!" li salutò l'infermiera Joy, seguita da un coro di Pokémon "Prendetevi cura di Weepbud! Oh e salutate Brock da parte mia, ringraziatelo per il suo aiuto!"


“Anche a voi! Addio!” Salutarono i due e i loro Pokémon. 

 

 


E così, un vecchio amico ed una nuova amica si sono uniti al viaggio di Ash, Serena e Pikachu. Ora che la famiglia è sempre più grande, non resta che rimanere uniti e arrivare a Collinopoli. Come continuerà il loro viaggio? Weepbud se la caverà nelle sue esibizione e troverò sempre più coraggio? Questo lo scopriremo solo seguendo i nostri eroi.

 


“Ma quando si sveglia Brock?” 


“...”

 

..Ehm… Il viaggio... continua..
 





Spazio d'autori:
Speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi sia piaciuta l'introduzione della piccola Weepbud e il ritorno di un personaggio storico come lo è Brock! Ci siamo impegnati tanto a creare un bellissimo fakedex pieno di mostriciattoli tascabili forsiani, noi personalmente ne siamo innamorati e speriamo che piacciano anche a voi ^^,e presto faranno il loro debutto anche sulla nostra pagina Facebook e sulla nostra pagina Deviantart, non potete sbagliare siamo sempre i GettAmourZe!

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Capitolo 8
*** A pranzo con il prof!? Collinopoli, la capitale di Forsia! ***




Spazio d'autori:
Eccoci tornati con un nuovo capitolo! Finalmente siamo arrivati a Collinopoli! Come al solito vi auguriamo una buona lettura e vi chiediamo gentilmente di recensire e seguirci su Facebook ^^ Inoltre ricordiamo che gli episodi con il titolo blu sono focalizzati su Ash, in rosso su Serena, giallo su Pikachu, marrone per Brock e verde è ancora una sorpresa...!




Episodio 5: A pranzo con il prof.!? Collinopoli, la capitale di Forsia!





 Finalmente, dopo giorni di viaggio, i nostri eroi sono sempre più vicini a Collinopoli, la capitale di Forsia. Ora Ash e Serena sono anche accompagnati da un vecchio amico: Brock. Cosa li può aspettare la grande città?


"Insomma Ash, vedo che ti sei dato da fare mentre non ero presente, arrivare fino alla finale della lega di Kalos.. un gran risultato non c'è che dire!" disse Brock commentando tutte le avventure che Ash aveva vissuto in sua assenza.

"Già, anche se a dire tutta avrei preferito vincere. Quella volta me lo sentivo davvero.." rispose Ash felice di ricevere degli elogi dall'amico, ma allo stesso tempo con una nota di tristezza. Ripensare a quanto fosse arrivato vicino a sfiorare la vittoria gli dava abbastanza nervoso, anche se era stata probabilmente una delle lotte più belle della sua vita. "Però cerco di non pensarci! Dopotutto ora siamo a Forsia! Nuova avventura, nuovi pensieri!"

Serena ascoltava i due ragazzi parlarsi di continuo e sorrideva. Non aveva gran che da dire, dopotutto i due non si vedevano da tempo, avrebbero avuto tanto di cui parlare.

Dopo un’oretta di camminata finalmente i nostri eroi poterono scorgere da una collina l'intera città di Collinopoli.

"Ma è immensa!! Più di Luminopoli!" Giudicò Ash non avendo mai visto nulla del genere.

"Beh c'è un motivo se è considerata la capitale, no?" sorrideva la ragazza, tuttavia anche lei era rimasta colpita dalla fisionomia di Collinopoli.

La città si divideva in varie zone tutte delimitate da piccole colline, da cui si poteva scorgere ogni singolo angolo della città. Eccola ragione del suo nome.

"Bene, che aspettiamo!? Andiamo!" Ash si lasciò praticamente cadere dalla collina a tutta velocità seguito a fatica da Serena e Brock.

"Ash! Aspetta! Non correre, o ti farai…" Serena non riuscì a finire e il ragazzo finì per perdere il controllo della sua velocità in discesa, finendo per sbattere contro un albero, senza possibilità di frenare.

“..male.. appunto..” Concluse Brock grattandosi la testa.

Ash cadde all’indietro un po’ stordito “Ahio….” Vedendo un po’ sfocati i due amici.

Brock si chinò verso di lui, mentre Serena con sguardo un po’ in panico cercava di controllare che l’amico non fosse completamente andato “Quante dita vedi?” Chiese il ragazzo cresciuto, mostrando due dita.

“Uhm…” Ash lo guardò mezzo rimbambito “…sei?.. ah no.. otto!?”

Brock scosse la testa sconfitto “Serena, mi sa che ci tocca trascinarlo fino al centro Pokémon..”

“Lo credo anche io….” Serena commentò abbattuta.

I tre o meglio, i due che trascinavano l’amico, cercarono un centro medico per Pokémon dove pernottare per la notte e dove far rinvenire Ash. Una volta arrivati fecero sdraiare Ash. Mentre Serena si prendeva cura di lui, arrivò l’infermiera.

“Solo una botta, qualche minuto e sarà sveglio e pimpante!” li rassicurò la dottoressa.

Gli occhi di Brock improvvisamente brillarono, si spensero le luci e l’occhio di bue illuminò Brock e Joy. Come al solito l'ex capopalestra di Plumbeopoli partì in quarta con il suo melodramma. "Ah Joy! Joy! Più bella della marea, più bella dell'acqua... più bella... dell’aaahiooooooooooooooooooo!"

"Più bella di te che fai il cascamorto...?" disse Ash tirando l'orecchio di Brock. Evidentemente l’allenatore di Biancavilla si era ripreso appena in tempo e stava tirando l’orecchio di Brock. Incominciava a prenderci gusto, ecco perché Misty e Max lo facevano così spesso, sembrava dargli una sensazione di "potere".

“Oh Ash, che bello, ti sei ripreso?” Cercò di cambiare argomento Brock, con vocina tenera.

Ash lo guardò male, senza smettere di trascinarlo “Seee.. certo…”

Passato quel momento, i tre si ricomposero e decisero di fermarsi un attimo al centro medico e gustare la colazione gratuita offerta dalla direzione.
"Mai rifiutare un pasto gratuito!" recitò Ash con fare teatrale, declamando una delle sue massime di vita.

I ragazzi mangiarono di gusto senza farsi mancare il classico e piccolo "burp" di soddisfazione. Poi dopo essersi riposati un poco, Ash notò un poster appeso ad una parete:

 "La palestra di Collinopoli cerca nuovi sfidanti, per lotte cariche di brivido e suspense! Vi aspettiamo numerosi!"

Vi era allegata anche una Mappa dove la palestra era segnata con un "Noi siamo qui!".

Una palestra a Collinopoli? Ecco cosa non era saltato in mente ad Ash, ma poteva facilmente rimediare. Poteva finalmente mettersi alla prova e conquistare la sua prima medaglia.

"Bene allora.." disse Serena consultando la mappa appena al centro medico "Dovremmo andare..." 

"...Alla palestra! Alla palestra!" la interruppe subito Ash, ormai gasatissimo come non mai.

"Ma non mi avevi detto che dovevate andare dal professor Olivio?" gli chiese Brock, nonostante consapevole della ovvia risposta che sarebbe arrivata dall'amico.

"Ah, il professore può aspettare! La lotta è più importante!" disse Ash. "Coraggio! Andiamo!” Disse Ash prendendo uno degli opuscoli con su ognuno una mappa della città. “La mappa ce l'ho io! Basta seguire le indicazioni riportate qui!" e tutto pieno di entusiasmo indicava il punto preciso in cui si trovava la palestra.

Serena e Brock, essendo appena giunti in città, desideravano riposarsi per un po’, visto il lungo tragitto percorso. Volevano un po’ di tempo e godersi la maestosità di una città che creava scalpore ogni qual volta la si ammirava.

"Ash aspetta, ti prego! Perché non andiamo a fare un giro prima della tua lotta in palestra? Oppure andiamo dal professore, dopotutto mica vi ha offerto il volo per vedervi in fretta?" Urlò desolato Brock.

"Ha ragione Ash, la palestra mica scappa!” aggiunse Serena.

Ash quasi allibito dalle parole dei suoi fidati compagni rispose con desolazione "Cosaaa?!?! Riposarsi?? C'è una lotta in palestra che mi aspetta, proprio qui, in questa città e voi parlate di riposo?"

Serena fissò l’amico per un po’, non era l’unica brava a fare gli occhi dolci. Guardò le iridi cioccolato del ragazzo che brillavano e le pupille ingrandite. Ecco, quando faceva così Serena aveva ben poco da fare, non era una situazione in cui essere autoritaria. Non riusciva a dirgli di no, era troppo cuccioloso.

Serena sospirò e poi si girò verso Brock con tono rinunciatario "Una piccola sosta alla palestra non uccide nessuno, giusto? Il professore non sarà così dispiaciuto…"

Brock si sentì molto più debole di fronte alla perdita di sostegno di Serena. Fece un lungo sospiro e annuì senza proferire qualcosa. Ormai si era rassegnato.

Pochi istanti dopo, oramai sconfitti i due muri che lo separavano dalla sua lotta in palestra, Ash afferrò le braccia dei compagni e li trascinò lungo la strada che li avrebbe condotti alla prima sfida di Forsia.

Lungo il tragitto Ash non faceva altro che concentrarsi sulle ipotetiche strategie da adottare nella sfida. Sorrideva ma non diceva nulla, aveva la testa concentrata su chi avrebbe usato. Tweeny era un membro molto utile al suo team e una prima lotta lo avrebbe aiutato a migliorare, ma era rischioso tentare on una palestra. Beh non temeva il rischio, ma Tweeny avrebbe potuto assistere alla lotta. Pikachu poteva aprire la sua serie di lotte in palestra, come era giusto.

"Tutto ok, Ash?" Domandò Serena, mentre cercava di tenere il passo e di non lasciare quindi la mano di Ash.

Ash girò la testa sorridendo "Certo!! Sono carichissimo per la lotta in palestra! Sto solo cercando di concentrarmi e scegliere quale Pokémon usare!" Rispose Ash mollando Brock e serrando un pugno di vittoria.

Dopo circa mezz'ora i ragazzi arrivarono di fronte la palestra, Ash aveva trascinato Serena per tutta la strada e questo sotto un certo punto di vista faceva molto piacere alla ragazza.

Purtroppo per l’allenatore dai capelli corvini, c’era ad attenderli una spiacevole sorpresa. Anzi, ad attenderli c’era un grosso cartello luminoso che girava su se stesso, mentre mostrava un messaggio:
 
"Palestra momentaneamente chiusa per questioni personali"

Ash era talmente perso sulla lotta che si accorse dell'insegna molto dopo. Brock e Serena, invece, lo notarono immediatamente e subito vennero investiti dal timore della reazione che Ash avrebbe avuto nel momento in cui lo avrebbe scoperto.

L’allenatore si girò e vedendo che i suoi compagni avevano frenato di colpo chiese loro "Ehi tutto apposto?"

I due ragazzi ,tramortiti, gli indicarono il cartello e lui si girò di soppiatto. Qualche secondo dopo un urlo disperato risuonò nell’intera zona come un ultrasuono.

"CHE COSAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!??? Nooooo non ci posso credereeee!!! Abbiamo fatto tutta questa strada per nullaaaaa!" gridò il ragazzo mentre si tirava i capelli talmente forte che correva il rischio di strapparli.

Nel frattempo le urla del ragazzo avevano attirato l'attenzione dei passanti i quali guardavano Ash e di conseguenza i suoi compagni, che si trovavano poco dietro lui, allibiti e increduli di ciò che stesse accadendo. Probabilmente non conoscevano ancora bene Ash Ketchum, ma presto Forsia ci avrebbe fatto l’abitudine, come del resto l’avevano fatta Kanto, Jotho, Hoenn, Sinnoh, Unima e Kalos.

Serena e Brock in preda all'imbarazzo cercavano di sussurrare ad Ash di placarsi, ma quest'ultimo ancora in preda alla disperazione non ne voleva sapere.
Così non rimase altra scelta, Brock pensò ad un rimedio efficacissimo per placarlo. Rimedio per di più testato sulla sua pelle per anni. Si avvicinò ad Ash e lo tirò per le orecchie fermando solo parzialmente quella che era una vera e propria scienza di pazzia. La scienza non sempre è qualcosa di meraviglioso…

Ash aveva calmato la sua crisi isterica, ma guardò il cartello sempre sconvolto. Serena e Brock lo presero per le braccia e lo tirarono via, cercando di far smuovere quel peso morto quale era il loro amico.

"Mah.. sarà pure cresciuto e maturato, però ci sono cose non cambiano mai.." commentò Brock.

Serena annuì "Ho avuto modo di abituarmi. Non credo perderà mai questo suo lato.." rispose lei, per poi pensare "Anche se a me piace pure per questo.." ci teneva a puntualizzare almeno a se stessa.

Ash cominciò a riprendersi e a tornare in sé. Serena provò a consolarlo, mentre camminavano chissà dove "Su..su.. perché non visitiamo la città per un pò? Troveremo di sicuro tanti nuovi Pokémon. Quindi anche allenatori! Inoltre ricorda che dobbiamo incontrare il professore Olivio!"

"Non mi avete ancora detto come mai dovete incontrarlo?" Domandò Brock. Il professore era stimato a Forsia e anche lui aveva sentito delle sue ricerche.

"Beh ci ha invitati lui a Forsia. Voleva conoscermi!" rispose Ash "Dice che gli interesso per le sue ricerche e vuole vedere cosa so fare con Greninja!"

Brock lo guardò in uno stato di confusione. Cosa c'entrava ora Greninja? Voleva lottare con il prof? Di certo significava qualcosa "Greninja?"

Serena e Ash si scambiarono un sorriso complice "Veeeeero.. tu non lo sai. Vedrai... vedrai..."

Con Ash oramai placato dal suo inveire contro la proverbiale sfortuna che gli era piombata addosso, i nostri incominciarono a dirigersi verso il laboratorio del Professor Olivio. Chiesero ad alcuni passanti delle indicazioni, ma finivano sempre per confondersi.

"Per il centro di ricerca del Prof. Olivio?"

"A destra dopo esser passati da Via Principale, poi svoltate a sinistra e...."

…. insomma non era facile, Collinopoli era una bella città e non c’erano dubbi su questo, ma era comunque un enorme labirinto urbano..

"Aspetta, ma non siamo passati già in questa zona venti minuti fa?" chiese Ash.

"Ma no! Questa è la casa gialla con i fiori rossi, mentre noi siamo passati davanti alla casa rossa con i fiori gialli..." rispose Brock convinto di essere nella direzione giusta.

"Eppure la casa blu con i fiori verdi doveva essere qui..." si chiedeva Serena.

Dopo ben tre orette belle e buone, i piedi dei nostri amici erano completamente fusi e ancora non riuscivano a trovare uno straccio di indizio per raggiungere la residenza del Prof. Olivio.

Ash cominciò ad averne piene le scatole e si fermò "BASTA! Non ce la faccio più..." ansimava lui.

E anche Serena, Brock e Pikachu erano al limite, non gli davano torto. Fortunatamente per loro erano finiti nei pressi di un bel parco e dunque era un ottimo posto per fermarsi a riprendere fiato, magari su di una bella panchina oppure sdraiati sull'erbetta fresca.

Il trio si sedette a riprendere le forze perdute “Aiuto... questa città sarà anche bella da vedere, ma è un labirinto infernale di viuzze, negozi, piazze e vicoletti! È impossibile orientarsi qui!" protestava Ash

"Hai ragione... non capisco come la mappa possa dire che è facile..." sospirava un po’ stizzita Serena “Nemmeno Luminopoli era così complicata, era più facile tornare sui propri passi!”

Le mappe per turisti tendevano sempre a semplificare un po’ troppo le cose...e come al solito ci rimetteva sempre il povero viaggiatore.

Brock fece le spallucce, senza alzarsi dall’amatissimo prato "Rilassiamoci un attimo e poi proviamo a ripartire" propose il medico.

Gli altri due furono contenti di questa proposta, o meglio lo erano i loro piedi. Perlomeno l'aria era bella fresca quindi stare sdraiati sul prato era una piacevole sensazione. Il venticello accarezzava i visi dei tre molto dolcemente. Ash era sul punto di lasciarsi cullare dal vento ed addormentarsi, con il berretto calato sul suo viso.

Improvvisamente però, una voce sembrò richiamarlo all'ordine "Ehi! Si a voi! Domando perdono, ma potreste venirmi a darmi una mano? Ho un piede incastrato qui!"

Ash si girò e vide un giovane signore fargli cenno con la mano, chiedendo aiuto. Effettivamente il suo piede era proprio in mezzo ad un albero, anche se non capiva bene come si potesse finire in quella posa scomoda.

Aveva i capelli un po’ scompigliati marroni, un paio di occhiali squadrati e un maglioncino da studente universitario.

Ash un po’ di malavoglia si alzò da quella bella posizione comoda che si era trovato e si diresse verso l’uomo. Ovviamente non poteva esitare ad aiutare subito quel tipo in difficoltà, era nel suo carattere essere una persona altruista e quando vedeva una persona che aveva bisogno d'aiuto non resisteva al desiderio di dare la sua disponibilità. In breve si trovò davanti all'uomo, aveva qualcosa di familiare, ma non riusciva a capire cosa.

"Ok ragazzo mio, tutto quello che devi fare è cercare di smuovere il mio piede! Una volta fatto prova a darmi un bello spintone o a tirarmi!" gli disse il signore.

Ash fece come detto e si mise subito all'opera, certo che era incastrato proprio bene in mezzo quel piede. Provò a disincastrare l'arto del tipo sconosciuto con le sue sole forze, ma non ci riuscì.

Anche Serena e Brock arrivarono a dare una mano, ma ogni sforzo era vano. "Forse c'è bisogno di Pikachu..." pensò Ash. Chiamò subito il suo amico giallo, che sentì immediatamente il richiamo del suo allenatore.

"Pika?"

"Ok Pikachu, vedi questi grovigli? Riesci a spezzarli con un colpo di Codacciaio?" gli domandò il ragazzo, indicando i vegetali.

"Pi Pika!" Pikachu appoggiò la zampa sul petto, in segno di lasciare fare a lui e, con un colpo preciso e netto della sua potente coda, strappò violentemente il groviglio di rovi attorcigliato al piede del signore.

"Bravissimo Pikachu!" si complimentò con lui Ash, grattandogli un po’ la testolina. "Sta bene? Il suo piede è libero!"

"Grazie mille! Sei stato gentilissimo ..se non ci foste stati voi temo che sarei rimasto qui per molto altro tempo" disse sorridendo l'uomo.

"Non c'è di c.." provarono a dire i tre.

La conversazione però fu interrotta da una ragazza che passando nel parco salutò l'uomo "Salve professor Olivio, tutto bene?"

"Si! Tutto bene cara! Buona giornata" rispose lui. Quando si girò, trovò i tre soccorritori a guardarlo molto rimbambiti. Il destino sembrava averli aiutati. “Qualcosa non va?”

“Q-Questo s-significa che lei è il professor Olivio??!!" Domandarono all'unisono i ragazzi.

"In carne ed ossa ragazzi miei!" rispose con tono sicuro il professore, indicandosi da solo.

Ash si face avanti e tese la mano "Che piacere conoscerla, è proprio lei che stavamo cercando!”

Olivio si grattò la testa imbarazzato "Proprio me? Scusate è che essendo il professore di Forsia tanta gente mi cerca e io mi dimentico facilmente le persone viste solo una volta!” i tre sorriso abbastanza perplessi “Beh non credo siate qui per cominciare il vostro viaggio, mi sembrate abbastanza organizzati e anche esperti!”

“Beh professore, lei ha sentito per telefono me e Serena! Quando ha telefonato il professore Oak!”

L’uomo fece una faccia sorpresa e sorrise “Ahhh!!! Ho capito, quindi voi dovreste essere..."

"Si! Siamo proprio noi!" serena e Ash salutarono con le mani alzate.

Olivio porse la mano e la strinse a quella di Ash "Che piacere avervi qui! Scusate la mia memoria molto scarsa!”

"Il piacere è nostro professore" rispose Serena accompagnata dai sorrisi di Ash e Brock.

"Beh, ora che finalmente siete qui, vi vorrei spiegare alcune cosette! Avete viaggiato tanto quindi credo potremmo parlare tranquillamente! Ovviamente non qui, non è il luogo adatto! Venite, andiamo al mio laboratorio! Lì potremo discutere quanto ci pare e con calma" disse il professore, preparandosi a fare strada.

"Volentieri!! Andiamo!” ribatté Ash ormai dimenticando la stanchezza ai piedi! Finalmente avrebbero potuto vedere dove era il laboratorio.

Da quel parco, il laboratorio del professor Olivio era poco distanze. Mezz'oretta a piedi non era tanto in confronto alle ore passate quel mattino senza orientamento.

Ash, Serena e Brock, approfittando della bella giornata, fecero uscire tutti i loro Pokemon affinché si potessero presentare al professore e camminare con loro. In questo modo sarebbe stato più piacevole sopportare quel tragitto. Il professore rimase estasiato nel vedere dei Pokémon che non analizzava da tanto tempo. Ultimamente c’erano tanti allenatori che chiedevano starter e quindi non aveva tempo di dedicarsi alle ricerche di Pokémon provenienti da altre regioni.

Il tempo passò in fretta e arrivati in cima ad una collina che si trovava durante il percorso, Ash scorse il laboratorio del professore. "Ecco, siamo quasi arrivati!”

"Finalmente!" sospirò Ash "Sa professore, stavamo cercando il suo laboratorio da ore, ma Collinopoli è così grande e confusionale che ci siamo persi!”

"Hai ragione! E’ così inizialmente per molte persone, ma poi quando ti ci abitui impari ad orientarti e non è un gran problema. Eheheh devo ammettere che a volte anche io mi sono perso quando facevo un salto nel centro a dare da mangiare ai Pokémon locali, sapete?" confessò con una risata il Professore. "Ma bando alle ciance, eccoci qua! Ora.. dove ho messo le chiavi? Uhm.....Ah eccole qua!"

E con un giochetto quasi da prestigiatore fece apparire nel palmo delle sue mani un mazzo di chiavi, con le quali aprì la porta di casa sua. L'edificio era immenso, al pari del laboratorio del Prof. Oak, soltanto che appariva più rustico. Più o meno però erano identici, questo aveva la differenza di essere molto disordinato e pieno di scartoffie varie e scatoloni.

"Scusate il disordine ragazzi, ma mi avete beccato nel momento in cui la mia assistente Almia si è presa le ferie, di solito è lei a sistemare tutti le mie cianfrusaglie!" si scusò il professore per il trambusto, mentre tutti cercavano di camminare, alzando i piedi e facendosi largo a fatica tra il disordine iniziale.

"Ma si figuri! Piuttosto ci mostra dove tiene i Pokemon?" chiese impaziente Ash, una volta arrivato in un atro molto più organizzato.

"Ahahah vedo che sei proprio impaziente di vederli, eh? D'accordo, facciamo cosi, se mi date una mano un attimino a riorganizzare il tutto, poi vi porto subito a vederli! Anzi, prima di vederli vi preparo anche un pranzetto! Dopotutto devo pur sdebitarmi in qualche modo per la vostra cordialità, no?" rise il prof divertito dall'esuberanza di Ash. Era proprio un allenatore simpatico.

Lo stesso pensiero poteva essere applicato al prof, dal punto di vista dei ragazzi, Olivio era proprio una persona simpatica.

"D'accordo professore lasci fare a noi!" disse Ash, stimolato dalla menzione del pranzo.

Serena annuì, non essendo troppo disturbata dal fare un po’di pulizia. Ci voleva un tocco femminile tra tutti quei maschi, no? La performer prese in mano uno spolverino e si girò verso Ash, facendo un occhiolino “Mettiamo al lavoro allora!”

Impiegarono un’oretta buona per sistemare tutta l’entrata, ma finalmente dopo molta faticaccia, il lavoro fu terminato. A mettere in evidenza il compito concluso, ci furono le pance di tutti i presenti che borbottarono.

"Beh, direi che è proprio ora di pranzo! Venite, vi faccio strada in cucina!" disse l’esperto studioso di Pokémon.

Preceduti dall’uomo adulto, si avviarono in cucina, una grandissima cucina. "Beh cosa volete mangiare? Ho un po’ di tutto in frigo! Che ne dite di …. Spaghetti!?"
…….. Spaghetti ……

…………. Spaghetti …………

…………………. Spaghetti ………………

La parola risuonò nell’aria come un fulmine di un temporale apocalittico. Il vesto scosse i capelli di due corpi svuotati della loro anime. Ash e Serena, alla parola spaghetti, rimasero in stato di shock.

Si guardarono una volta e poi girarono contemporaneamente gli sguardi da altre parti, per non vedersi in faccia. Non volevano mangiare spaghetti per anni…. Oh beh, almeno un mesetto sarebbe bastato. I loro visi impalliditi erano qualcosa che non passava inosservato.

Per un motivo o per l’altro doveva per forza rispuntare sempre quella parola cosi tanto imbarazzante!?

“Uhmm.. tutto bene Ash?” Domandò Brock, mentre Ash e Serena si voltarono di scatto verso di lui, con due sorrisi falsi e inquietanti.

“Ceeerto!!! Ma preferiremmo qualcos’altro! Cosa può esserci di storto? Vero Serena!?” Parlò in tutta fretta rivolgendosi anche all’amica.

La ragazza annuì con le mani un po’ tremanti “Si, certamente! Nulla di più vero!”

Dai due poi uscì una risatina un po’ forzata e insicura, con nascosto un tono di imbarazzo. Brock rimase come spaventato dalla reazione, mentre Pikachu si schiaffeggiò con la zampa la testa. Comprendeva benissimo cosa stava succedendo.

"Oh.. beh... allora vi posso fare un altro formato di pasta, che ne dite?" disse noncurante il professore, non sapendo ovviamente il caso degli spaghetti accaduto ai due ragazzi.

"S-Si forse è meglio" continuava a sorridere abbastanza falsamente Ash, mentre mostrava un cenno di approvazione.

"E sia allora!" Il prof si mise subito ai fornelli. “Per i vostri Pokémon invece preparerò il cibo che uso qui normalmente!”

“Pika!” esultarono Pikachu e gli altri Pokèmon del gruppo.

Serena lo seguì, cercando di aiutarlo, anche perché preferiva non parlare troppo con Ash in quei minuti di attesa "Vuole che le dia una mano?"

"No, no, faccio da solo cara, mi avete già aiutato abbastanza! Devo comunque dimostrare le mie doti di padrone di casa, non trovate?"

La ragazza annuì sconfitta, con un’aria depressa. Brock ne approfittò per strisciare lentamente fino ad arrivare da Ash. Poi con fare sospetto si rivolse a lui "Uhm... dimmi Ash, a te sono sempre piaciuti gli spaghetti.."

"No comment" si limitò lui a zittirlo. Non avrebbe detto ad anima viva… nessuno doveva sapere di quella storia. Quasi faceva timore al ragazzo molto più grande di lui.

Brock fece le spallucce, chiedendosi cosa avesse mai detto di sbagliato. Serena invece cercò di non rivolgere parola ad entrambi, per evitare l'imbarazzo e tirare fuori argomenti scomodi. Se solo Brock avesse saputo.. e se solo avesse saputo che non era la prima volta.

Dieci minuti dopo, Olivio tornò con quattro piatti fumanti di pasta al ragù e per fortuna non erano spaghetti. Non c'era dubbio che era ottima, sembrava che tutti a Forsia sapessero cucinare bene. Dopo una prima degustazione, si papparono il loro pranzo con foga. Una volta terminato, aiutarono a lavare i piatti.

"Beh, che ne dite se ora vi mostro qualche Pokémon tipico di Forsia? Soprattutto gli starter? Dopotutto sono io che li assegno ai nuovi allenatori!" Propose Olivio, ben consapevole di quanto Ash volesse incontrarli.

“Certo!” Ash stava in testa al gruppo, eccitato come non mai, mentre seguiva il professore che li stava portando verso la parte posteriore del laboratorio. Vi erano moltissimi elementi naturali che servivano ad ambientare meglio i Pokémon, sembrava il perfetto misto di un classico laboratorio e una serra al coperto, anche se era formato sia da una parte all’aperto che una all’interno.

Il professore si fermò davanti ad un laghetto e tese le mani "Bene, come vi ho anticipato, sono io a dare i Pokémon iniziali ai nuovi allenatori che iniziano il loro viaggio. Come ogni altra regione abbiamo tre tipi! Il tipitipiIl primo é Plarky, Pokémon di tipo acqua!"

Dal laghetto improvvisamente partì un getto d'acqua e un ornitorinco semi antropomorfo adorabile atterrò sulla terra ferma. Aveva il becco e le zampe anteriori arancioni, il resto del corpo azzurro chiaro, gli occhioni neri e pucciosi con dei riflessi viola, un ciuffetto di pelo argenteo sul petto, un ciuffo in testa, una gemma d’oro sopra il becco e il petto bianco.

Serena fu la prima a commentare "Che carinooo!!!" Aveva gli occhi luccicanti da quanto lo trovava adorabile.

“Plyy!!!" Ringraziò il piccolo mammifero semiacquatico, mentre strizzava l’occhio ancora più teneramente.

 
"Sembra forte! Chissà come lotta!!!" Ash di certo puntava a tutt'altro, ma poteva anche lui notare quanto fosse carino e di certo capiva come mai Serena lo aveva subito adocchiato.

"Poi abbiamo Tiglow! Un tipo fuoco!"

E dai cespugli saltò fuori una massa pelosa e agile. Un leopardino marrone chiaro corse di fianco a Plarky e si sedette ai piedi del prof. Ovviamente non prima di aver fatto le fusa ad Olivio. Aveva la punta delle zampette rossa, la coda a forma di cuneo giallo, delle macchie splendenti simili a pori fatte di tre strati con diversi colori, dal più esterno al più interno: arancione, rosso e giallo. Anche le orecchie erano rosse e aveva un musetto molto furbo e vivace.

"Ma quanto è giocherellone questo qui! Ha proprio il fuoco vivo addosso! Per lottare sarebbe perfetto!" commentò Ash contentissimo nel vedere con quanta foga il felino saltellava e ruzzolava. Anche questo era carino e con l’aria di un grande combattente.

"Glow! Glow! Tiglow!" Ruggiva allegramente il Pokémon fuoco.

"E infine Leafala, un tipo erba!” disse il professore, puntando la mano verso gli alberi.

Da uno di questi scivolò molto lentamente un koala e, con una faccia un po’ stanca e tranquilla, salutò con molta calma le nuove conoscenze. Era tutto verde, con una coda a forma di cespuglietto, una foglia sul pancino verde, delle grosse orecchie e un nasone marrone.

Ash lo guardò molto perplesso, con la testa un po’ piegata, mentre scrutava il Pokémon.

"Questo invece però mi sembra molto pigro..." notò Brock constatando che quest'ultimo non era vivace come gli altri due.

Olivio si abbassò all’altezza del koala e lo accarezzo, mentre guardava i ragazzi un po’ dispiaciuto e consapevole. "Eh, i Leafala sono cosi, è la loro natura! Sono molto pigri, ma se disturbati sanno come combattere e difendersi! La loro specialità è la difesa, poi diventano molto più combattivi e robusti quando si evolvono!"

Serena gi massaggiò il braccio, mentre guardava i tre starter “Ma questo non influisce un po’ sulla scelta dei  nuovi allenatori?”

L’esperto annuì, sistemandosi gli occhiali seriamente "Purtroppo è così. Per questo molto spesso gli allenatori scelgono Plarky o Tiglow. Danno modo all’allenatore di cominciare a lottare sia in attacco che in difesa fin da subito. Pochi scelgono Leafala e intraprendono una formazione più lunga e faticosa"

Ad un certo punto un suono arrivò all’orecchio di Ash, che non riusciva in nessun modo a stare attento al discorso. Sembrava che qualcuno stesse prendendo a botte qualcosa. Incuriosito si allontanò dal gruppo e si avvicinò sempre di più allo strano rumore.

Continuò a camminare, sentendo sempre più forte il rumore. Improvvisamente vide un Pokémon che prendeva a pungi l’albero, con tutte le sue forze e senza sosta. Era un Leafala, anche se la cosa lo lasciò abbastanza sorpreso. Mica era un Pokémon pigro?

"Fa! Fa! Fala!" Il koala continuava imperterrito a dare botte all'albero, senza prestare attenzione a ciò che gli stava attorno, quindi non notando i presenti.
"Ah vedo che lo hai conosciuto..." disse Olivio avvicinandosi alle spalle del ragazzo.

L’allenatore si girò verso il professore, con sguardo interrogativo "Scusi professore, ma non aveva detto che i Leafala sono di indole pigra?"

Olivio annuì "Beh si, ma questo è un caso particolare. Da quando è nato si è subito distinto dagli altri! È sempre stato attivo e ogni giorno ha preso a zampate quest'albero qui, in attesa del giorno in cui sarebbe stato scelto da un allenatore, così da essere diverso dai suoi simili ed essere scelto. E devo dire la verità, purtroppo ogni volta che viene qualcuno per iniziare il viaggio offro sempre questo piccolo come scelta.. ma..."

"Ma...?" chiese Ash ormai incuriosito dalla storia di questo Pokémon, sentendola quasi familiare.

"Ma sfortunatamente per lui, la fama della sua specie lo precede. Per questo gli allenatori non l'hanno mai preso con loro. È abbastanza triste come cosa, anche perché il suo impegno gli è d’onore e merita un futuro. Stare qui non lo aiuterà a diventare un campione, per quanto si allena duramente ha bisogno di qualcuno con cui crescere” commentò Olivio consapevole che la sua sorte era molto crudele.

Anche Brock e Serena si avvicinarono. La ragazza guardò rattristata il Leafala "Ma è terribile.." commentò lei "Un Pokémon così combattivo e pronto a dare il meglio, oscurato dalla fama della sua specie senza che possa fare niente per dimostrare che per lui non è cosi..."

Olivio appoggiò la mano sulla spalla di Serena "...purtroppo certe volte la massa ha la meglio e tira brutti scherzi. I singoli individui non sempre vincono i pregiudizi. Come se non bastasse, il suo essere diverso lo ha messo contro gli altri suoi simili. Leafala si isola solo quel giusto per allenarsi, mentre gli altri dormono. Il resto del tempo prova a stare con loro, ma è come se il suo dare il massimo fosse un disonore per la sua specie. E’ tenuto alla larga dai Leafala che ho qui al laboratorio.

Greninja, il quale era stato presente al discorso del professore, sentì una stretta al cuore. Le ultime parole dell’uomo lo avevano colpito. Era come se tutto si fosse oscurato e ora solo lui e il piccolo Leafala, con le loro aure, erano presenti in quello spazio strano. Poteva sentirlo simile a se stesso.

Anche lui quando era un Froakie era stato bersagliato dagli altri della sua specie proprio perché diverso. Certo, non poteva dire che anche lui aveva contribuito a socializzare con loro, era stato il primo a chiudersi in uno spazio tutto suo. Però questo piccolo, anche se diversamente, alla fine era stato isolato e solo per il suo impegno e la sua perseveranza.

Greninja inoltre aveva sempre voluto migliorarsi per avere l’allenatore giusto, lui rifiutava persino di ascoltare chi lo sceglieva. Mentre Leafala non aveva avuto neanche una chance, questo gli dispiaceva.

Eppure le loro storie erano troppo simili, avevano qualcosa in comune e sentiva come se si fosse acceso un legame tra i due Pokémon. Poteva chiaramente rivedere un Froakie che prendeva a pugni lo stesso albero, quella rana era lui.

".. Però c'è una cosa da dire su di lui. Non si è mai arreso e ogni giorno torna qui in questo punto preciso del laboratorio e continua ad allenarsi. Non ha mai perso la speranza!" concluse il professore.

Greninja girò lo sguardo su Olivio e poi tornò a guardare il piccolo Pokémon.

Il professore incrociò le braccia annuendo convinto "Però sono sicuro che un giorno Leafala riuscirà finalmente Leafala a trovare un allenatore che vorrà prenderlo e accoglierlo nel suo team. Così, come lui non ha perso la speranza, neanche io la perderò con lui!" Poi si rivolse ad Ash “Lasciamolo fare per un po’, credo che troppe persone insieme lo spaventerebbero"

Ash concordò anche se un po’ di malavoglia. Anche se sia lui che Greninja parevano avere molta più voglia di stare con quel piccolo vulcano di energia.
Tutto il gruppo di ragazzi e Pokémon seguirono il consiglio dello studioso e lasciarono il piccolo koala ad allenarsi. Ash, Serena e Brock lasciarono i loro Pokémon all’esterno per rilassarci e giocare, tranne Pikachu e Greninja che rimasero con il loro allenatore.

Raggiunto il salottino del laboratorio, si sedettero su un comodo divanetto mentre Olivio prese una sedia e incominciò a fare delle domande all'allenatore di Biancavilla. "Allora Ash, dimmi, cosa provi quando lotti insieme ad un Pokemon?"

Ash credeva quasi di essere ad un’intervista, come quando attendeva la finale della lega di Kalos. "Beh professore, è difficile da spiegare, ma è come se io e i miei compagni fossimo l'uno parte dell'altro. Io li considero la mia famiglia, così come i Pokémon dei miei amici.." lanciò un’occhiata a Brock e Serena, anche se più diretta alla ragazza.

"Capisco.. e dunque.. secondo te cosa dovrebbe fare un allenatore per tirare fuori il massimo dai suoi Pokémon?"

"Io.. Io direi che, l'allenatore innanzitutto debba comprendere e conoscere il suo Pokémon, stabilire con lui una forma di amicizia e rispetto. Ovviamente dipende da allenamento ad allenamento, però rafforzare il legame credo sia la base per diventare una vera squadra. Poi non c’è allenamento che non si possa completare insieme o lotta che non si possa vincere. Si può sempre ritentare, fino a che non si ha successo! Inoltre credo che io e Greninja siamo stati capaci di mostrarlo anche visivamente, vero amico?"

"Gre.. Gre…” annuì il Pokémon, piuttosto distrattamente. Era stato colto mentre fissava la finestra.

Brock alzò un sopracciglio e provò a parlare, ma finì per essere zittito da Serena. Ma perché nessuno gli diceva nulla? Gli pareva di essere preso in giro da tutti, non gli diceva niente nessuno! Lo incuriosivano e basta.

"Quindi, questo rafforzarvi insieme avrebbe portato alla nascita di quel fenomeno che mi accennava Samuel un paio di giorni fa, esatto?"

"Scusate ma di quale fenomeno state parlando?" chiese Brock confuso, riuscendo a dire qualcosa, ma Serena lo guardò e gli fece cenno di aspettare, non era ancora il momento. Avrebbe solo rovinato la sorpresa, doveva vederlo con i suoi occhi. Brock tuttavia lasciò cadere la testa sconfitto e drammaticamente stressato.

"Io non saprei bene come definirlo. Platan diceva che ricorda la megaevoluzione e in effetti il legame con i Pokémon è ciò che accomuna i due eventi, insieme al potenziamento di chi lotta. Prima accadeva solo quando arrivavamo all’intesa perfetta e ci eccitavamo. Ora possiamo attivarlo quando vogliamo!"

"Dunque è sia questione di legami che di pratica. Ora dimmi..." il professore continuava a fare domande ma oramai anche Ash, come la rana ninja, non focalizzava più. Entrambe le menti erano concentrate su quel piccolo koala.

"Ehm Ash...?" provò a richiamarlo Olivio "..Uh? Eh? Ah si, mi scusi, mi scusi!"

"Di la verità, ti ho annoiato vero?" sorrise il prof capendo le sensazioni del ragazzo "No, no,è che… beh per dirla brevemente .. senta professore non è che potrei andarmi ad allenare con Leafala?"

"Non vedo il motivo per dirti di no. Va pure, ti ho già tartassato di domande! Anzi, vederti dal vivo mi sarà più utile!”

"Grazie professore!" Ash, Greninja e Pikachu filarono dritti verso la serra dove vivevano i Pokemon del professore.

Ash si precipitò verso l'area di allenamento del koala. Brock lo fissò come un baccalà, e poi si girò verso Serena "Me lo volete dire o no cosa succede!????" Si lamentò lui. Insomma, prima lo incuriosivano con quelle citazioni e poi non si spiegavano nemmeno?

"Aspetta e vedrai, non é il momento giusto! Se non capita nell'attimo migliore perdi gran parte di sorpresa e ammirazione!" Lo rimproverò scherzosa Serena.

L'unica risposta di Brock fu il calare del suo capo sconfitto…. Di nuovo …

..Nel frattempo il piccolo Pokémon di tipo erba continuava a colpire ripetutamente il tronco, con l'intento di danneggiarlo. Anche solo scalfirlo e graffiarlo con i suoi pugni. Un minimo danno lo avrebbe reso felice. Una speranza, un segno che piano, piano poteva farcela a migliorare e non era la nullità che tutti credevano.

"Non ti arrendere! Prova di nuovo!!!!" Sentì una voce improvvisa coglierlo di sorpresa. Era un incoraggiamento? Davvero?

Si girò di scatto e vide un allenatore in piedi che lo fissava con pugno serrato, mentre sorrideva. Di fianco a lui c'erano due Pokémon. Uno piccolo giallo e uno grande blu.

Stava per fuggire, dopotutto quella presenza lo lasciava perplesso e teso. Tuttavia non voleva sottomettersi al quel primitivo stereotipo del Pokémon che fugge appena vede l'allenatore. No, lui era tra i Pokémon combattenti.

Ash fece un paio di passi avanti, facendo sobbalzare il koala e mettendolo in guardia "Non preoccuparti! Non ti farò del male, sono qui solo per allenarmi. Posso farlo con te?"

Leafala subito sentì gli arti cadere a penzoloni. Per la prima volta qualcuno si era interessato a lui? Anche solo al suo allenamento? Una sensazione a cui non era abituato. Oltre al professore, che raramente si faceva vedere. Normalmente c’era solo l'albero a fargli compagnia. Gli dava nervosismo ma lo metteva anche a suo agio.

Non sapeva come sarebbe finita in quel modo, ma la cosa poteva dargli vantaggio. Quei suoi Pokémon sembravano forti, forse anche lui poteva diventare come loro con un aiuto.

"Leaf..." approvò lui, facendo finta di nulla, non sapendo se sarebbe servito davvero o come avrebbero fatto. Lui dava pugni ad un albero, poteva danneggiarlo di più in altri modi? Impossibile.

"Grenin.. Ninja!" Il Pokémon blu si avvicinò a quello verde e con fare molto paterno gli fece vedere il suo grosso pugno blu. Si posizionò di fronte all’albero di fianco, per evitare di togliere la soddisfazione al piccolo di vedere il suo albero danneggiato da qualcun altro.

Anche Pikachu si unì al gruppo, prendendosi un albero tutto per sé. Seguito persino da Ash che se ne prese un altro suo. Si unirono così in quello che sembrava in un gruppo impegnato nella sessione di pugni.

"Gre! Gre! Gre! Gre!”

“Pi! Pi! Pi! Pi!”

“Uno! Due! Uno! Due!”

I tre andavano a ritmo, come un trio di pugili impegnati nell’allenamento.

"Coraggio! Uno! Due! Uno! Due!" lo incitava Ash.

"Fa La?" Provò Leafala un po’ incerto. Doveva capire che acquisendo un ritmo, la sua potenza e controllo sarebbero aumentati e quindi avrebbe ottenuto risultati migliori.

"Nin! Nin!" Greninja annuì dandogli coraggio.

"Fa! Fala!" il koala sembrò recepire il consiglio della rana e incominciò anche lui ad andare a ritmo.

Il gruppo quindi riprese a colpire ognuno il suo albero con ritmo e coordinazione.

"FA! LA!”

“NIN! JA!”

“PI! KA!”

“UNO! DUE!”

Alla fine Leafala provò a colpire con un po’ più di forza "Faaaaaaaaaaallllllllllllaaaaaaaaaa!" scatenò un bel pugno contro l'albero, più forte di come avesse mai fatto. Tutto quel ritmo gli aveva dato una nuova energia. Sentiva più controllo nei suoi pugni e più forza.

L'albero non si spezzò ovviamente, ma il koala fu sorpreso di vedere un segno rimasto impresso sulla corteccia. "Fala!?"

"Bravo! Ce l'hai fatta!" si complimentò Ash "Sapevo che ci saresti riuscito!"

Il Pokémon di tipo erba si guardò le zampe ancora con gli occhi sgranati ed emozionati. Poi sorrise e serrò i pugni eccitato "Fa Fa Fala!!!!!" esultava il koala contento di quel risultato. Di seguito si avvicinò ai tre e incominciò a ringraziarli uno per uno. Il primo fu Pikachu.

Andò da lui e gli strinse le zampe “Fa Lea!!"

"Piiiiiii....." Pikachu si grattò la testa, non aveva fatto niente di cosi eccezionale.

"Fa La!" Passò poi ad Ash, il quale si era messo alla sua altezza.

"Ma figurati! È sempre un piacere aiutare chi è in difficoltà!" disse Ash sorridendo.

Infine decise di ringraziare in maniera molto più profonda e riconoscente Greninja. I suoi consigli e il suo modo di darli era qualcosa che aveva scaturito fiducia e ammirazione in Greninja. La sua grande figura gli dava sicurezza e voleva puntare a diventare come lui. Si avvicinò alla sua gamba e lo abbracciò teneramente.

Greninja rimase stordito da quel gesto, ma anche commosso. Cercò di non darlo a vedere, si inginocchiò e diede qualche pacca sulla testa allo starter. Greninja provò a spiegargli che non aveva fatto gran che, aveva solo dato l’input. “Ja Gre!”

Serrarono entrambi un pugno e lo scontrarono assieme, promettendo di dare il meglio.

"Bene Leafala, ora che ci sei riuscito nel tuo obbiettivo, o almeno parzialmente, non smettere di allenarti! Sono sicuro che un giorno un allenatore ti sceglierà e diventerai fortissimo proprio come Greninja!"

"Gre!" Il tipo acqua, per dimostrargli quanto poteva arrivare in alto, caricò un Acqualame di media potenza e colpi un albero robusto e massiccio, poco più avanti. La forza fu tale da spaccarlo in due letteralmente, lasciando senza fiato Leafala.

"Faaaaaaaaaa??” Il piccolo non poteva credere ai suoi occhi. Quel Pokémon era una vera forza!

Greninja indicò l’albero e annuì "Nin nin..Gre ja. Ja ja Gre! Jan in! ni ni nin ninja!" [Ecco lo vedi cosa ho fatto? Se continui così un giorno riuscirai a fare la stessa cosa!]

"Fa Fala!" promise il Pokémon.

E con rinnovata foga, lo starter d’erba si rimise a picchiare l'albero. Voleva riuscirci a tutti i costi...voleva raggiungere Greninja ed essere capace di raggiungere vette di forza stratosferiche! Rendere orgoglioso il suo maestro!

Olivio, Serena e Brock guardavano da una finestra l'allenamento del loro amico insieme al Pokémon del professore "Non avevo mai visto una cosa del genere..." commentò Olivio "Forse è questo quello di cui mi parlava? Ovvero credere nel proprio Pokémon. Devo dire che è riuscito in un quarto d'ora di pratica a mostrarmi un sacco di cose. Molte di più che in tre ore di chiacchiere!"

"Beh Ash è fatto cosi..." rise Serena "Lui non è proprio un tipo da chiacchiere, lui agisce e basta!"

"Ash è un ragazzo in gamba! Un po’ sbadato e impulsivo, ma si può stare certi che non ti abbandonerà mai nei momenti difficili!" concordò Brock. "Si, Samuel me ne aveva parlato al telefono, ma vederlo all'opera è tutta un altra cosa!" rispose il professore.

Dopo un’ altra oretta passata a prendere a pugni, con rinnovata forza, l'albero compagno di allenamenti, Leafala cadde a terra stremato. Non ce la faceva proprio più per quella giornata, però era contento e soddisfatto. Con la sua determinazione era riuscito finalmente a concludere qualcosa e l'idea di poter migliorare ancora lo rendeva entusiasta. Forse finalmente un allenatore, vedendo quel segno sull'albero, avrebbe capito che lui non era come gli altri suoi pigri compagni di razza.

Il Pokémon sbadigliò, dopotutto lui poteva stancarsi dopo ore di allenamento. Ash propose di fermarsi per quel giorno e tutti annuirono. Seguì l’allenatore fino a dove si trovavano gli altri Pokémon e si addormentò ormai affaticato.

"Lasciamolo dormire va bene?" propose Ash ai suoi Pokémon.

Greninja acconsentì. Allenarsi andava bene per tutti, ma non bisognava strafare, soprattutto se Leafala era ancora piccolo. Non poteva reggere la sessione di allenamento sua e di Pikachu.

Pikachu decise di rimanere un po’ con gli altri, per tenerli d’occhio, evitare possibili litigi e per proteggerli da eventuali pericoli. Inoltre voleva stare un po’ fermo, tra il pasto di prima e l'allenamento anche al topino era venuta un stanchezza e voleva digerire un po’ standosene seduto.

Ash e Greninja tornarono dal professore e dai loro amici, non avendo altro da fare.

Il professore subito gli andò incontro "Devo dire, che ci sai proprio fare con i Pokémon, Ash! Quel Leafala di solito non interagisce molto con gli estranei, al massimo lo fa con me, ma tu sei riuscito subito ad avvicinarti a lui come se nulla fosse!"

"Deve essere una dote naturale, forse?" scherzò Ash, senza crederci davvero. Lui aveva solo avuto il desiderio di aiutarlo nient'altro
“Invece per me hai davvero un dono speciale! Lo hai dimostrato tante volte!” Commentò lei sorridendo con un rossore in viso.

Ash rispose alla lode, grattandosi la guancia.

“Beh dote naturale o no, è evidente che sei un bravissimo allenatore e sfido chiunque a dire il contrario. Mi ci gioco la mia carriera di professore su questo!" Disse Olivio con un ghigno.

"Addirittura?" si sorprese Ash.

" E tu, Greninja..."

"Gre?"

"Sai che sei proprio un bravo maestro? Ne servono di Pokémon come te in questo mondo!" Commentò poi la performer.

La rana arrossì "Gre Gre...." chinò la testa lui un po’ imbarazzato. Lui un maestro? Non si sentiva esattamente tale, però l'idea di aver aiutato un’anima simile alla sua gli faceva piacere.

Insomma, Serena rincarò la dose di complimenti a Greninja e oramai il Pokémon di tipo acqua era tutto un imbarazzo.

Il gruppo si sedette di nuovo sul divanetto del salotto e si preparò a bere una bevanda e a discutere di cose più generiche "Allora Ash, dimmi hai intenzione di sfidare la lega di Forsia?"

"Può scommetterci professore! Anche se...."

"Si?"

"Beh, confesso che prima di venire da lei ho provato ad andare alla palestra della città e l'ho trovata chiusa..." concluse ancora dispiaciuto Ash.

"Ah si, si, conosco la capopalestra, è una tipa un po’ vivace, sempre in giro! Evidentemente sei arrivato in un momento in cui era indaffarata perché altrimenti accetta sempre volentieri delle sfide, soprattutto da chi è forestiero di Forsia"

"Si, però che sfortuna...." borbottò Ash senza farsi sentire da nessuno.

Lo scienziato si girò verso la performer "E tu Serena invece, vuoi tentare la scalata al titolo di regina Forsiana, dico bene?"

"E-Ecco si, professore..." confermò lei.

"Beh come forse sai, noi abbiamo i varietà leggermente differenti, ma scommetto che una performer del tuo livello riuscirà sicuramente ad adattarsi al cambio di ambiente"

Serena arrossi per il complimento "G-Grazie professore..." poi ci pensò un attimo "Aspetti, ma come fa a sapere che..."

"Che sei una performer me lo avevi già detto. Intendi che sei di alto livello? Beh ho visto i Varietà della categoria professionisti di Kalos e il Master Class in televisione!" ridacchiò lui "All'inizio non ti avevo riconosciuta, ma riguardandomi le registrazioni alla fine ho fatto due più due e per una performer che è arrivata in una finale di quel livello.. i Varietà nostrani non dovrebbero essere una sfida troppo difficile!"

"E ditemi, avete già il pokédex di Forsia?" Domandò il professore con un sorrisetto. E le mani giunte davanti al mento.

"Il pokédex di Forsia?" Ripeterono i due "No... non lo abbiamo"

Olivio si alzò dalla poltrona su cui sedeva e si allontanò per qualche secondo cacciando le mani tra dei cassetti e cercando qualcosa nel casino che invadeva il laboratorio. Tornò poco dopo, con in mano due dispositivi e li consegnò ai due ragazzi.

I due aprirono i pokédex, somiglianti a due nintendo, ma grandi quanto dei pokédex di Kalos. La parte superiore fungeva da schermo e poteva analizzare tutto l'ambiente circostante e fare da fotocamera. La parte inferiore sembrava mostrare diverse funzionalità.

Olivio cominciò a mostrare loro come si utilizzava "Questo pokédex é programmato come ogni altro pokédex. Può mostrarvi descrizione, aspetto, verso e mosse di ogni Pokémon. Inoltre può fungere da comunicatore, così potrete chiamare ovunque senza dovervi fermare in un centro Pokémon. Potete scattare foto e fare anche videochiamate. Sarà anche utile come mappa e come ogni pokédex da carta di identità. Non solo! Visto che Serena si eserciterà spesso in viaggio, fa anche da lettore musicale! E non ho finito! Servirà anche per ricevere annunci, notifiche e informazioni su eventi vari che si svolgono nella regione o in altre!"

I due ragazzi fissarono il dispositivo entusiasti.

"E se mi prestate i vecchi pokédex posso aggiornarli con ciò che avete già visto!"

Ash e Serena tirarono fuori i pokedex di Kalos che avevano conservato e li diedero al professore. Dopodiché cliccò vari tasti e accostò i vecchi ai nuovi.
Pochi secondi dopo un bip risuonò, segno che aveva terminato. "Controllate ora!"

Ash cominciò a guardare e notò che in effetti tutti i Pokémon incontrati fino ad ora erano stati segnati, con descrizione dettagliata "Fantastico!!”

"Già" affermò Serena. “Ora possiamo anche orientarci in città come queste!"

Il ragazzo cacciò il pokédex in tasca e seguito da Serena ringraziò.

"Professore, certo che questi pokédex sono proprio all'avanguardia! Hanno di tutto incorporato dentro!" rise Ash notando tutte quelle funzionalità. “La scienza è proprio fantastica!”

"Beh la tecnologia e il progresso fanno miracoli, questo è vero, ma è l'abilità di chi usa il congegno che lo rende perfetto e pronto all'uso!" commentò Olivio.

All'improvviso un enorme rumore fece sobbalzare tutti. Erano urla e versi di Pokémon. Veniva dall’esterno ed era segno evidente che qualcosa andava molto male.

"Cos’è stato!? Un terremoto!?" urlò Olivio.

“No è impossibile, siamo noi ad essere sobbalzati non è stata la terra a muoversi! E Poi sembrava venire dalla serra dei Pokemon!" rispose Brock.

"Presto!! Ho paura che i Pokémon siano in pericolo!!" disse preoccupato Olivio.

Ash, Greninja, Serena, Brock e Olivio si diressero subito verso il luogo che ora era pieno di fumo. Tuttavia vi era fumo ovunque e non si riusciva a vedere niente in tutto quel trambusto.

Tuttavia ben presto una voce familiare arrivò alle orecchie di Ash. Era un richiamo di aiuto che lo fece rabbrividire. “PIKAPIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!”

"Pikachu!" urlò disperato Ash, correndo lo stesso in mezzo al fumo, anche se non vi era modo di vedere nulla. “Pikachu dove sei!?”

Purtroppo non arrivò più nessuna risposta dal suo migliore amico e questo mandò nel panico Ash, il quale cercava disperatamente di trovarlo.
"Tweeny vieni! Ho bisogno di te!" urlò Ash lanciando la sua pokéball.

"TWEEE TWEEE!" si materializzò l’uccellino blu.

"Tweeny spazza via quel fumo con le tue ali!" gli ordinò l'allenatore.

L’uccellino annuì e cominciò ad agitare le sue piccole ali "Twee!" e il fumo finalmente si dissolse, ma ciò che rivelò era ancora più terribile del buio totale. Un braccio meccanico reggeva Pikachu strettamente e non gli lasciava modo di liberarsi, mentre Plarky, Tiglow e il Leafala amico di Ash, ero chiusi in una rete.

Purtroppo non potevano vedere chi erano i responsabili, perché ben presto scomparvero anche gli amici dei ragazzi e del professore.

"Oh no! I miei Pokémon!" si disperò Olivio.

“Riuscirò a salvarti amico mio!” Ash provò a raggiungere Pikachu. Il braccio meccanico non era ancora completamente uscito dal laboratorio e quindi tentò un salto. Era molto vicino, quasi arrivato all’amico fidato. Tuttavia riuscì solo a sfiorare la zampina del migliore amico per poi cadere per terra e vederlo scomparire definitivamente.

Ash tese la mano dove era scomparso il suo migliore amico, il quale gli era stato strappato con la forza “PIKACHUUUUU!!!! NOOOO!!!”
 



Il soggiorno di Ash e i suoi amici a Collinopoli e a casa del Professore Olivio è iniziato nel migliore dei modi, per poi interrompersi bruscamente da quello che sembra essere un rapimento in piena regola. Riuscirà Pikachu a liberarsi e a salvare gli starter? Riuscirà Ash a ritrovare il suo migliore amico e fidato compagno?

Il viaggio continua....


Spazio d'autori:
Ecco terminato un altro capitolo! Speriamo di avervi acceso un pò di curiosità! ^^ Il capitolo 6 è in fase di scrittura, speriamo di aggiornarvi presto!


 

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Capitolo 9
*** Il tradimento di Pikachu!? Greninja Fuori Gioco!? ***


Spazio d'autori: Eccoci tornati dopo un lungo periodo di pausa con un nuovo capitolo della nostra storia! Sfortunatamente siamo stati bloccati da alcuni problemi di logistica che ci hanno impedito di poter postare i capitoli lavorati in questo periodo. Speriamo solo che questo capitolo possa farci perdonare almeno in parte di questa lunga attesa... beh buona lettura allora!




Episodio 6: Il tradimento di Pikachu?! Greninja fuori gioco!




Una volta arrivati a Collinopoli e dopo aver conosciuto il Professore Olivio e gli starter di Forsia, i nostri eroi hanno avuto modo di informarsi di più sul loro viaggio e hanno fatto amicizia con un Leafala particolare. Tuttavia la tranquillità del laboratorio è stata interrotta da una misteriosa esplosione e dall’improvvisa cattura di Pikachu e alcuni degli starter….

"PIKACHU!" urlò impotente Ash alla vista del suo migliore amico scomparire trascinato via. 

"M-Ma cosa è successo?!" balbettò sorpreso il Prof. Olivio non capendo ancora bene cosa fosse successo. Era stata questione di secondi e riusciva ancora bene a comprendere.ù
" Tweeny!" disse Ash al suo uccellino ancora svolazzante "Cerca di seguire quel braccio! Devi trovarlo a tutti i costi!!" L'uccellino fece un cenno di intesa e partì subito all'inseguimento. "Tweeny ci darà una mano con una vista aerea!" disse poi l'allenatore cercando di rassicurare il Professor Olivio.. 

"Non è tanto per che dobbiamo preoccuparci… è per quei poveri Pokémon! Il loro futuro è avere degli allenatori e dei sogni. E non è giusto nemmeno che accada qualcosa al tuo Pikachu” disse poi il Professore.

“Se per questo nemmeno io lo permetterò! Nessuno mi porterà via Pikachu!” si infuriò Ash. Non arebbe mai permesso che gli portassero via Pikachu e nessun altro Pokémon. 

"Ash, magari potremmo chiedere aiuto anche ad altri nostri Pokémon, non credi?” propose Brock.

Ash annuì “Ci avevo già pensato, Tweeny è in gamba ma mi servono degli aiuti in più… e so chi mi può aiutare meglio di chiunque altro!” lanciò un cenno al ninja dietro di lui. “Greninja! Sai cosa fare! Devi trovare gli altri e chi li ha presi, anche se penso già chi sia stato” Ash chiese all'amico.

“Gre!” obbedì Greninja, il quale subito partì alla ricerca dei rapitori.

Olivio si fece avanti e pensò a qualcosa da fare "Forse posso darvi una mano, o meglio qualcuno di mia conoscenza, ma dovete darmi un attimo di tempo…"

"Chi sarebbe che ci può aiutare?" Serena domandò mentre si avvicinava all'uscita del laboratorio con gli altri.

Olivio cominciò ad andare dalla parte opposta, verso l’interno del laboratorio "E’ la persona più affidabile che conosco qui a Collinopoli! Probabilmente al momento anche l’unica che ci può aiutare. Contattatemi appena scoprite il luogo in cui si trovano i miei starter e Pikachu!”

Detto questo il gruppo corse all'esterno e cominciò a guardarsi attorno, cercando in cielo Tweeny. Una volta trovato in lontananza nel cielo cominciarono a seguirlo.

"Ash, pensi siano ancora loro?" Brock mormorò tra un fiatone e l'altro.

Ash, nonostante ascoltasse tutto, non riusciva a recepire a pieno le parole dell'amico, aveva la testa altrove. Non arrivò risposta dal ragazzo, il quale non avrebbe parlato ancora per un po', o almeno così pareva.

"É preoccupato per Pikachu, non possiamo farci nulla..." Serena espresse il suo parere, riuscendo a capire senza alcun problema ciò che probabilmente era nella testa dell'allenatore "Piuttosto parliamo di meno e risparmiamo il fiato per aumentare il passo. Dobbiamo trovare Pikachu e assicurarci che né lui né gli altri Pokémon siano feriti!"

Brock annuì "Hai ragione!"

I tre velocizzarono il passo e si portarono sempre più vicini a Tweeny, mentre Greninja controllava un altro territorio"

Pikachu continuava a dimenarsi, cercando di liberarsi dalla presa dell'aggeggio che lo bloccava. Purtroppo la stretta era troppo forte e nemmeno il suo Fulmine avrebbe fatto gran ché in quella situazione.

"Pikaaaaa... chuuuuuu" provò lo stesso a scagliare un attacco, ma come previsto non poteva fare nulla. Di certo però, non era il tipo da arrendersi così facilmente. Continuò senza sosta la sua serie di mosse, da Energisfera a Codacciaio... ma ogni suo tentativo fu vano.

Non vedeva granché dalla posizione in cui era, ma era ovvio chi lo aveva preso. Provò a girarsi, ma non riuscì a fare nemmeno quello. Continuò a tentare ininterrottamente fino a che non esaurì le sue forze e dovette arrendersi per riprendere fiato.

"Pikapi..." mormorò il topino sfinito, sperando che il suo allenatore arrivasse presto a salvarlo.

Dopo parecchi minuti di tragitto in mezzo al vuoto, sentì cambiare la pressione e il terreno si fece sempre più vicino: stavano atterrando. Non ne ebbe la conferma fino a che non sentì una scossa che segnò l’arrivo al suolo. Provò a strizzare gli occhi e aprirli, ma avrebbe preferito non farlo, visto il brutto faccione che i ritrovò davanti.

"Benvenuto Pikachu! O meglio, malvenuto!" sogghignò una voce acuta tristemente familiare alle orecchie del topino. Era ovviamente il suo “caro amico” Meowth.

"Come mai non reagisci? Oggi ti senti un po’ "scarico"?" rincarò la dose un’altra voce ancora più familiare.

"La smettete con queste battutine oscene!?" li sgridò una terza voce.

Pikachu sospirò affranto, non sapeva più che Magikarp pigliare con loro. Ogni volta era la stesa storia e sperava con tutto il cuore che non ne avessero inventata una pericolosa. "Pika..."

“...ehi! A chi hai detto dello stupido!?" protestò Meowth "Io sono un genio di prima categoria! Secondo te chi ha creato questo spettacolare macchina acchiappa starter + Pokémon elettro!? Io!! Capito!? IO!" poi recuperò la calma e sogghignò "Tra l'altro... non si limita alla cattura di Pokémon…”

Pikachu era confuso, ma subito senti un dolore attraversargli le sue piccole ossa.

"Piaciuta la sensazione?" rise Jessie "Ora, su di te che ti conosciamo, non è nulla di che ma... se la usassi su di loro?" detto questo indicò le capsule contenenti Leafala, Tiglow e Plarky. "Non credo che loro reggerebbero una tale onda d'urto, no?"

Pikachu voleva menarli con le sue manine, ma il pensiero di vedere quei poveri Pokémon subire una tale violenza lo trattenne.

"A meno che...Tu non ti unisca noi! Se lo farai, promettiamo che non gli faremo male!" propose James che, senza farsi vedere dal topino, mise le dite incrociate dietro la schiena.

Pikachu non sapeva che fare... certo, aiutare il Team Rocket era fuori discussione, ma con un ricatto del genere non vi erano molte possibilità di ribattere. Sapeva che si sarebbe ben presto pentito di quel che stava per fare. "Pika..."

"Bene! Affare fatto allora!" disse Meowth "Ah, tanto per la cronaca, ti abbiamo messo un particolare dispositivo sulla coda... se tu ci tradirai noi lo sapremo e vedremo di farti ragionare!"

Nel frattempo gli starter vedevano impotenti la situazione di Pikachu. Plarky e Tiglow non sembravano molto dell’idea di reagire. La loro posizione non lo permetteva e sapevano che una loro reazione avrebbe solo peggiorato le cose per il topino. Leafala invece, sebbene consapevole del guaio che la loro presenza creava, voleva fare qualcosa e si rifiutava di starsene tranquillo.

Questo però non era di molto aiuto e non gli dava nessuna soluzione. Era chiaro che Pikachu era molto più esperto di lui… in forza, esperienza, furbizia, coraggio e resistenza. Se però quest'ultimo era caduto così facilmente al ricatto del Team Rocket e non aveva trovato altra via di scampo… cosa poteva fare un neofita come lui? 
Provò a dare dei pugni al vetro, ma era troppo resistente: nulla a che vedere con il suo amato albero d'allenamento. Tiglow e Plarky lo guardarono, erano spaventati e non comprendevano perché Leafala si ostinasse tanto. Li avrebbe solo messi tutti nei guai.

Eppure lui provava e riprovava come gli era stato insegnato poche ore prima, da coloro che ormai considerava come una sorta di maestri. Ogni colpo respinto dalla parete lo buttava a terra, ma cercava di rialzarsi e riprovarci ancora una volta: non sarebbe stato soddisfatto finché non avesse visto una crepa nel vetro di quella macchina infernale.

Gli altri suoi compagni, stufi del rischio in cui stavano per essere coinvolti, si misero sulla difensiva del vetro. Plarky bloccò le braccia del koala, mentre Tiglow si posizionò davanti facendo da scudo con il suo corpo.

“Lea!!! Fala!!” si lamentò lui. Non sembrava aver compreso subito quale fosse il problema. Per liberarsi dovevano pure dare un contributo…

Plarky lo sgridò subito “Plar!! Key kyy!!” 

Leafala si calmò. Avevano ragione, così avrebbe solo fatto arrabbiare il Team Rocket e avrebbero potuto ancora colpirli con quella scarica. Non poteva lasciare che le sue azioni ferissero tutti. I due Pokémon di tipo fuoco e acqua compresero che si era calmato, quindi si rilassarono e gli lasciarono il suo spazio personale. 
 

Nel Frattempo...
 

Greninja stava seguendo le possibili tracce della macchina che aveva portato via Pikachu e molto probabilmente colui che considerava, ormai, un suo piccolo allievo, anche se la rana non si sentiva proprio un "maestro". Tuttavia lui era un Pokémon che sentiva dentro di sé la voglia di aiutare il prossimo indiscriminatamente, e la permanenza a Kalos aiutando Mollicino e Z2 a ripulire la regione dai rimasugli delle piante generate dal Team Flare non aveva fatto altro che accentuare questa sua caratteristica. Perciò accelerò il passo e saltò sempre più rapidamente di albero in albero nel boschetto al limitare della città.

Tweeny, invece, continuava a perlustrare dall'alto. Era il suo primo incarico da “Pokémon di Ash” e voleva subito dimostrare di essere forte e capace come un valido membro della squadra sarebbe dovuto essere. Non era invidioso né di Pikachu né di Greninja, anzi li ammirava, voleva solo fare il suo dovere come era giusto che fosse. Quando suo padre era malato, i suoi fratellini scappavo dal nido di frequente ed era lui stesso a doverli cercare, perciò era abituato a questo genere di ricognizione. Era solo cambiato l'obbiettivo. 

Continuò a volare fino a che non gli sembrò di vedere un vecchio magazzino abbandonato. Incuriosito, provò ad avvicinarsi.

Tweeny planò silenziosamente e si posò sul tetto della struttura. Zampettò finché non trovò uno spiraglio tra una tegola e l'altra e provò a passare, con molti sforzi. Prima di testa, poi di pancia... ma alla fine passando di fianco riuscì ad inoltrarsi nel luogo.

Si guardò intorno, fino a bloccare il suo sguardo e lanciando un'occhiata al centro della struttura. C'erano Pikachu, il Team Rocket e i tre starter: finalmente aveva appena riportato un primo parziale successo.

Cercò di avvicinarsi senza essere visibile ai nemici. Non poteva compiere l'imprudenza di attaccarli. Aveva già visto che non era in grado di reggere uno scontro con Pikachu come avversario, figuriamoci altri Pokémon che nemmeno lui sapeva gestire.

Era libero, non sembrava legato, bloccato o intrappolato in strani marchingegni. Questo poteva essere un sollievo, ma se lo era come mai non si ribellava? I suoi dubbi aumentarono quando vide qualcosa di preoccupante dietro a Pikachu, ai due umani e a Meowth.

Era una strana macchina, all’interno di essa vi era una capsula contenente i tre starter. Non c’era dubbio che non serviva solo a tenerli bloccati, ma anche ad altri scopi. Non era però il momento di pensarci, non poteva controllare da più vicino e sapeva che non avrebbero mostrato nulla al momento. Decise che era il momento di tornare da Ash, dopotutto aveva bisogno di una mano, ala o zampa... insomma, di aiuto.

Uscì di nuovo dal quel buchino, momento in cui pensò seriamente di mettersi a dieta: forse si era abituato a mangiare troppo con Ash, anche se le sessioni di allenamento avrebbero dovuto farlo dimagrire…

Volò via e si diresse dal suo compagno di ricerche Greninja. Trovata la rana e spiegato tutto, i due andarono alla volta del loro allenatore.

Ash, nel frattempo, insieme a Brock e Serena, continuava a cercare di seguire le tracce della macchina, ma quest'ultime sembrarono essere svanite nel nulla, come i due Pokémon a cui aveva affidato le ricerche.

"E ora?" chiese Serena preoccupata: senza tracce la situazione si complicava.

"Non ci resta che sperare in Tweeny e Greninja... loro forse hanno trovato qualcosa" suggerì Brock.

"E’ ovvio che avranno trovato qualcosa, me lo sento!" affermò Ash. Si fidava cecamente dei suoi Pokémon, perciò non aveva dubbi sul loro successo. Se non lo faceva lui, chi altri lo avrebbe fatto?

I suoi presentimenti divennero reali quano, dieci minuti dopo, il passerotto azzurro e la rana blu arrivarono svelti a riferire all'allenatore tutto quello che il Pokémon Volante aveva potuto vedere. 

“Eccovi, avete scoperto qualcosa?”

I due annuirono, sapendo che non c’era tempo per le spiegazioni. Si girarono e ripresero a correre, senza nemmeno aver bisogno di farselo chiedere da Ash. Era ovvio che ora toccava loro guidarlo fino al vecchio magazzino. Sperando con tutto il cuore che Pikachu fosse riuscito a gestire la situazione. Era forte, non avrebbe mai ceduto ad un ricatto del Team Rocket… o almeno questo era quello che pensavano.

Tweeny sperava in cuor suo, che Pikachu non avesse un particolare motivo per essere libero e per non aver attaccato i nemici. Non poteva essersi arreso, non ne sarebbe stato capace. 

Nel frattempo, nel vecchio magazzino, Pikachu era distrutto dentro. Non sopportava l'idea di dover collaborare con il nemico, ma se questo era l'unico modo per salvare gli starter avrebbe dovuto stare al gioco. Sapeva che aveva a cuore la loro sicurezza e salute, sacrificare sé stesso non era un grosso problema, ma lo sarebbe diventato se il Team Rocket avesse richiesto lui di attaccare Ash e i suoi amici. Era purtroppo ovvio che sarebbe accaduto, Ash lo avrebbe cercato e trovato, quindi lui avrebbe dovuto attaccarlo per difendere il Team Rocket. Cosa avrebbe potuto fare? 

Il Team Rocket cominciò a spostarsi fuori dal magazzino. Pikachu procedeva davanti alla macchina che teneva intrappolati i prigionieri. Leafala vide lo stato d'animo afflitto del Pokémon di tipo elettrico. 

Provò a parlargli, voleva sapere come sarebbe usciti da quella situazione. Se Pikachu era davvero così tranquillo, di certo aveva un piano che li avrebbe liberati. Sapeva quanto era in gamba. “Fallala?”

La risposta, o meglio la mancanza di una risposta, lo preoccupò. Il topo giallo lo guardò con la coda dell’occhio, ma non disse nulla. Non aveva davvero intenzione di dare retta a quei criminali, no?

Leafala, forse era ingenuo su certe cose, ma di certo non era completamente stupido così come gli altri membri della sua specie (o almeno così li definiva lui). Ormai aveva capito che Pikachu aveva intenzione seriamente di unirsi al Team Rocket, così almeno fino a che non sarebbero stati liberi. 

Preparò i suoi pungi e richiamò l’attenzione dei suoi due compagni. Ribellarsi li avrebbe portati ad una punizione, ma se era l’unica speranza di essere liberati… avrebbero sopportato il dolore.

"Glow?"

"Pla?"

"Fala!"

Anche i Plarky e i Tiglow capirono la situazione. Pikachu non avrebbe mai approvato quel piano, soprattutto se significava che avrebbero sofferto. Al momento però non importava chissà quanto, volevano un futuro ed essere scelti da degli allenatori. Non sarebbero stati rinchiusi per l’eternità per poi essere consegnati a chissà chi. 

Iniziarono i tentativi di sfondare il vetro della macchina, colpendolo con i loro rispettivi attacchi, ma ancora la parete che li divideva dalla libertà non cedeva. Il Team Rocket era tuttavia troppo preso dal loro gran successo di aver convertito Pikachu alla loro causa, per notare che il loro bottino stava tentando la fuga e si stavano godendo la bella vita.

"Ottimo piano davvero, Meowth!" rise la donna "Convincere Pikachu a stare con noi puntando sul suo altruismo è un colpo di genio!"

"Grazie, grazie!" disse il gatto con evidente mancanza di modestia, facendo addirittura un inchino.

"Se non ci fossi tu..." aggiunse James.

"Avete già pensato a cosa ne farà il capo di questi Pokémon?" chiese dopo un po’ il ragazzo dai capelli violetti.

"Sinceramente pensavo di tenermi il tigrottino..." commentò Jessie “Mi piace troppo il suo stile!”

James ribatté “Ma anche l'ornitorinco mi sembra un ottimo acquisto!"

"E il koala?" chiese Meowth.

"Dicono che è una specie molto pigra… lo daremo al capo, io mi prendo Tiglow e tu James ti prendi Plarky! E ora un bel brindisi! Al nostro successo!"

"Al nostro successo!" ripeterono James e Meowth facendo un cin cin con i loro bicchierini di carta.

Pikachu li guardò male, sentendo i loro commenti. Gli dava fastidio come giudicavano Leafala e allo stesso tempo detestava la loro sicurezza. Ciò che più gli dava rabbia era soprattutto la consapevolezza che non poteva ribellarsi. Non poteva fare altro che seguire i loro ordini fino alla fine e avrebbe dovuto sfidare il suo migliore amico. Era consapevole di essere l’unico nella squadra di Ash a poter combattere Greninja e avrebbe di certo dovuto fare sul serio per mandarlo via, a costo di ferirlo. Questo lo demoralizzava parecchio.

Non poteva essere certo che non avessero impiantato dei dispositivi come il suo anche addosso a Leafala, Tiglow e Plarky. Se fosse stato così, liberarli non serviva a nulla. Anche se liberi, lui avrebbe dovuto seguire lo stesso il Team Rocket per salvarli dalle loro scosse. L’unica era sperare che qualcuno distruggesse quel telecomando che aveva Meowth e sapeva che quel qualcuno non poteva essere lui.    

Improvvisamente si sentì un forte rimbombo e tutti si girarono verso la capsula, trovando i tre Pokémon iniziali di Forsia tutti ammucchiati e contro al vetro. Era ovvio che avevano tentato di fuggire e ciò fece seriamente preoccupare Pikachu.

I tre ladri non ci misero molto a capire le loro intenzioni, quindi la risposta alla loro ribellione fu quella più aspettata. Meowth riattivò la macchina.

La scarica era di enorme potenza, sembrava corrodere il corpo stesso, le ossa che vi erano dentro. Bloccava ogni movimento ed era come conficcare un coltello nel cuore e stringerlo sempre di più fino a farlo scoppiare. Era la cosa più dolorosa che avessero mai provato.

“PIKAAAAAAAAAAA!!!!!!!!” Pikachu gridò non reggendo il dolore, era certo che la sua scossa era più forte di quella degli starter, appositamente per farlo piegare dal dolore.

Il povero Pokémon sentiva bruciare tutto intorno a lui, non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti. Poteva credere di aver delle lacrime che scendevano lungo le sue guance, ma la scossa gli azzerava l’uso dei suoi 5 sensi. 

Continuava e continuava… fino a che non cominciò a mancargli il fiato. Non poteva lasciare che continuasse, non per gli altri Pokémon che in quel momento pativano una pena simile alla sua.

"Pika!!! Pikachu!!!" Pikachu urlò.

Jessie abbassò la testa verso Meowth "Che dice?"

"Dice di fermarci" il gatto tradusse, senza però dare ascolto al topo.

"Pikachu!!!! Pi pi pikachu!!!" Di nuovo Pikachu fu costretto ad abbassarsi e a pregare i nemici, rendendosi vulnerabile, debole e remissivo. Non aveva altra scelta. 
Il gatto si irrigidì e sobbalzò, interessato.

Pikachu digrignò i denti, facendo uso del poco fiato rimasto “Chu pika! Pika chupipi kapi chuka!! Pikapi pika chuchu!!! Pika pi kapi!!”

Meowth interruppe subito il raggio come sentì le parole di Pikachu, qualcosa che non credeva avrebbe mai fatto. Nonostante il ricatto, Pikachu aveva proposta qualcosa di molto interessante. “Questo sì che è interessante...”

“Avanti parla Meowth!” chiese Jessie, pretendendo una traduzione.

"Ha detto che farà di tutto per tenere lontani i mocciosi e qualunque aiuto possa arrivare. Farà in modo che ci allontaniamo il più possibile e che combatterà fino a che non sarà più possibile di essere salvato… si unirà al Team Rocket, sarà fedele e ci aiuterà in ogni nostra missione… vuole solo che però non facciamo del male agli starter.

“COOOSA!?” i due adulti gridarono.

“WOOOOOBA!!!???” Persino Wobbuffet era spaesato da quell’affermazione.

“TIIII?!!!” “FAAALAAAA??” “PLAAAA!?”

Meowth sogghignò “Ha praticamente promesso di unirsi al Team Rocket!”

I due giovani incrociarono le braccia soddisfatti "Vedi che con le maniere giuste si ottiene tutto? Questo è davvero molto buono! Se Pikachu non si ribella e combatte dalla nostra parte senza protestare, ci sarà meno lavoro per noi e meno sofferenza per lui!"

Ormai aveva deciso e non poteva più tirarsi indietro. 

E non c’era momento in cui si erano mai sentiti peggio i tre Pokémon Forsiani… per il loro tremendo errore e per il guaio irrisolvibile in cui era caduto Pikachu.

I pensieri dei presenti vennero interrotti da una stella ninja che si conficcò nel terreno e provocò una forte esplosione. 

"Il moccioso!? Ma come ha fatto a trovarci!? Eravamo stati previdenti stavolta!" capirono tutto i tre lestofanti.

"Ah, tranquilli… tanto adesso abbiamo un’arma segreta, vero Pikachu?" sogghignò il gatto rivolgendosi a Pikachu, che impotente non poté far altro che annuire "Bravo il nostro topino!".

"Team Rocket!!!! Sapevo che eravate ancora voi!!! Arrendetevi e ridateci Pikachu e gli starter, altrimenti questa volta prima di farvi volare via vi farò passare l’incubo peggiore che abbiate mai visto!!” urlò Ash.

James incrociò le braccia e rise “Non ci giurerei! Non promettere qualcosa di cui non puoi andare certo!”

"Provaci, moccioso!" fu il rimando di sfida di Jessie.

"Come volete! Greninja, Acqualame! Tweeny, Alacciaio!" ordinò Ash ai suoi due Pokemon.

"Braixen, aiuta con Lanciafiamme!" lo segui Serena tirando fuori dalla sua sfera il Pokémon Volpe, che subito fece ciò che le era stato richiesto.

"Sudowoodo sai cosa fare! Mimica su Acqualame!" aggiunse poi Brock, facendo uscire anche lui il suo finto alberello.

I quattro attacchi divennero estremamente potenti e distruttivi, rappresentando la rabbia degli allenatori e dei Pokémon che li avevano scagliati.

“PIKAAAAA….CHUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!!!”

Un fulmine contrastò i quattro colpi uniti in uno solo, provocando un’enorme onda d’urto che fece cadere a terra Team Rocket, Ash e i suoi amici…

“Cos…!? Pikachu…?” Ash mormorò, vedendo il suo migliore in piedi, in posizione d’attacco e con sguardo minaccioso.
 
" Preparatevi a passare dei guai, scioccati?”

“Dei guai molto grossi, anzi siete stati fulminati!”

“Proteggeremo il mondo della devastazione!”

“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”

“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”

“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”

“Jessie!”

“Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!”

“Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!”

“Meowth, proprio così!"

"E ora diamo una mano al nostro nuovo membro! Gourgeist usa Palla Ombra!” sbraitò Jessie, rilasciando il suo Pokémon dalla pokéball.

"Inkay aiuta con Psicoraggio!" la aiutò James.

Non sarebbe stato difficile contrastare quei due attacchi, ma niente li bloccò. Nessuno ebbe il coraggio di ordinare nessun colpo. 

In mezzo agli stupiti, vi era soprattutto Ash. In piedi, che non muoveva un muscolo. "P-Pikachu?" mormorò lui con un filo di voce molto tremolante "Pikachu, che stai facendo?".

Il topo elettrico non rispose, saltò in aria e lanciò un’Energisfera “Pikaaa chupi!”

Nessuno si sarebbe mai aspettato quell’attacco. Ash non si sarebbe nemmeno spostato per lo shock se non fosse stato per Serena, la quale lo afferrò per un braccio e lo tirò via in fretta e furia.

“Bel colpo Pikachu!” si complimentò Meowth “Ma la prossima volta vedi di colpirlo!

Ash e Serena si rialzarono lentamente, il ragazzo con la paura negli occhi. Era sconvolto… alzò lo sguardo e incrociò quello del suo migliore amico, pieno di rabbia, risentimento e odio. Non lo aveva mai visto così, nemmeno quando era sotto il controllo del Team Plasma o di Malamar. Questo perché quelle volte dentro di lui vedeva che c’era il Pikachu a cui tanto voleva bene: quello vero. Ora invece, aveva di fronte lo stesso Pikachu, più vero che mai.  

" Andiamo, Pikachu, non fare scherzi, non è il momento, lo sai bene!" fu la risposta scioccata di Serena, la quale parlò per l’amico, che non riusciva a dire nulla. 

"Pi Pikachu PI!" Pikachu lanciò un altro fulmine di avvertimento: non scherzava.

Ash tempestivamente si mise di fronte alla ragazza, beccandosi il fulmine al suo posto e proteggendola da un attacco estremamente potente. Qualcosa che non avrebbe mai pensato di ricevere da Pikachu.

“ASH!!” 

“S-Sto bene…” disse lui, cercando di riprendersi da quella scossa.

Pikachu parve esitare un attimo, ma poi scosse la testa e tornò a guardare Ash con rabbia.

"Ah! Lo vedi, moccioso! Pikachu ha deciso di stare dalla nostra parte! Ci puoi provare e riprovare, ma oramai ha deciso! Ora è con il Team Rocket!"

"NO! Pikachu non starebbe mai con della gente come voi! V-Vero amico mio?" dentro le sue parole sembrava esserci una preghiera. Pregava non fosse vera una cosa del genere. Si avvicinò pian piano vero l’amico “Ti prego Pikachu… dimmi che non è vero. Ti hanno fatto qualcosa? Ti controllano con qualche aggeggio o ti hanno minacciato?” 

Pikachu, per tutta risposta, gli lanciò con violenza una scarica elettrica. Piangeva dentro per quello che stava facendo... se solo il suo allenatore potesse capire il perché delle sue azioni. 

“P-Pikachu… c-che stai facendo?” chiese l’allenatore dolorante.

"Bene Pikachu, ora se non ti dispiace usa un Fulmine per permetterci di uscire di scena!".

Il topino fece come detto e scagliò il suo attacco in modo da scatenare un polverone. Al diradarsi di esso, lui e il Team Rocket erano spariti.
Non uscirono parole da nessuna delle bocche di nessuno per i seguenti secondi. 

Serena faceva davvero difficoltà a credere a quello che aveva visto. Pikachu e Ash erano migliori amici, una cosa sola, talmente era forte il loro legame che potevano vincere contro chiunque. Era anche suo amico… come poteva aver attaccato sia lei che Ash con tanta furia? 

Brock era dello stesso parere, non poteva crederci. Aveva viaggiato con Ash dagli inizi, dal vero inizio dell’amicizia tra l’allenatore di Biancavilla e il suo fido compagno. Mai aveva avvertito un punto di rottura così forte tra i due.

Tweeny era appena arrivato e non poteva sapere della storia dei due, ma il loro legame era talmente forte che si avvertiva subito: perché questo cambiamento? Anche Greninja era scioccato da ciò, lo conosceva abbastanza per dire che non avrebbe mai e poi mai tradito Ash. Però sapeva che, amico o fidato compagno, non gli avrebbe permesso di fare tale errore. Gli avrebbe impedito di attaccare ancora Ash e lo avrebbe riportato da loro a costo di combatterlo seriamente.

"Ash..." Serena sussurrò, notando chiaramente quanto l’allenatore fosse distrutto da quello che era successo. “S-Sono certa che c’è qualcosa che lo ha costretto ad agire così…”

"Pikachu non ti ha mai attaccato con tanta aggressività. Le uniche volte che è accaduto era per buone ragioni, come quando ha perso la memoria o era controllato dalla Sfera Rossa.” commentò Brock.

“Ha attaccato seriamente… ma era lui. So capire cosa prova Pikachu…” furono le uniche parole che riuscì a dire.

"Ad ogni modo" continuò Brock "Dobbiamo inseguirli, liberare gli starter e riportare Pikachu sulla giusta strada. Poco ma sicuro!”

Serena appoggiò la mano sulla spalla dell'amico e lo consolò "Forza, andiamo a riprenderci Pikachu! Non ti arrenderai adesso?"

Il ragazzo si girò verso la performer con un sorriso forzato "Ok, andiamo!" Poi si rivolse a Greninja "Greninja, faremo vedere loro cosa succede se ci portano via un amico, specialmente se è Pikachu!"

"Gre!" concordò il ninja. 

 
Ad alcuni chilometri di distanza…

"Ottimo lavoro Pikachu! Molto bravo, davvero!" si complimentò il gatto con il topo "Vedi che è bello lavorare con noi?"

"Piiiiiiiiii..." sbuffò Pikachu cercando di sembrare convincentemente soddisfatto. Se non fosse stato per il bene di Leafala e gli altri, a quest'ora avrebbe tirato i baffi a quello stupido gatto. Sentiva ancora nel cuore il peso di quegli attacchi che aveva lanciato e sentiva addosso lo sguardo sconcertato di Ash. Il dolore che doveva aver provato il suo allenatore nel vederlo così pieno di odio nei suoi confronti. Soprattutto il dolore che lui stesso provava nell’averlo aggredito così.

“Tranquillo Pikachu, comprendiamo che è la prima volta che ti comporti così male spontaneamente… ma ci farai l’abitudine e ti piacerà con il passare del tempo!” 

No che non era così. Pikachu sapeva che in cuor suo non lo avrebbe mai fatto.

Improvvisamente arrivarono Jessie e James ad interrompere la discussione "Bene! Io e James abbiamo sentito il capo! Vuole che torniamo subito alla base a Kanto e che gli portiamo il bottino!” annunciò Jessie.

James continuò “Ora troviamo un bel posto dove i mocciosi non potranno trovarci di nuovo e ci riposiamo prima della partenza!" 

Gli starter guardavano Pikachu con aria colpevole, specialmente Leafala: era loro la resposabilità se Pikachu era stato ridotto a fare una cosa del genere e lo sapevano molto bene. Andare contro il proprio allenatore e tradire un legame così forte era il disonore di ogni compagno per bene.

Il tempo stava cambiando, il cielo si rannuvolò fino a coprire il sole e cominciò a piovigginare. Il Team Rocket salì in mongolfiera e si allontanò verso un crepaccio, senza sapere che erano seguiti a breve distanza da Ash e gli altri. 

A sorprenderli fu un colpo che fece scuotere la mongolfiera e la fece traballare pericolosamente.

“MA CHE DIAMINE!?” Jessie si affacciò, vedendo i “mocciosi” pronti ad un secondo attacco.

Pikachu non aveva il coraggio di guardare. La sua voce lo fece riconoscere subito.

"PIKACHUUU!!!" Ash si avvicinava sempre di più, eppure il Pokémon non poté mostrare un sorriso. Aveva gli occhi lucidi e le orecchie basse. Se non fosse stato obbligato a mettersi in guardia per attaccare, avrebbe pianto.

Scosse la testa e si posizionò sul bordo della mongolfiera con le sue quattro zampe, emettendo scariche elettriche.

“Greninja! Punta al pallone con Taglio!” 

La rana preparò il suo braccio e con velocità estrema corse verso la cima della mongolfiera e lo affondò attraverso il tessuto. Pikachu predette ciò e saltò giù dal veicolo, atterrando su una delle sporgenze più alte. 

Il gruppo di ladri cominciò a perdere quota e si abbassò al terreno “Atterraggio di emergenza! Pikachu tu occupati del moccioso capo, noi pensiamo agli altri mentre Meowth sistema il pallone!”

Pikachu annuì e si arrampicò sulle rocce, cercando di arrivare più in alto possibile, doveva perdere tempo, in modo che i criminali facessero a tempo a sistemare la situazione e in modo da raggiungere un punto da cui poi sarebbe stato facile allontanarsi.

Ash vide il Pokémon allontanarsi e decise di approfittarne “Serena, Brock, Greninja! Voi dovete fermare il Team Rocket e liberare gli starter! Io penserò a Pikachu!”

Greninja si avvicinò, provando a contestare “Gre…nin…”

“So cosa intendi Greninja, ma Pikachu non è e non sarai mai un mio nemico. Potesse finire il mondo, ma io non lo combatterò mai, non ho bisogno di difese o di farlo ragionare combattendo…”

“ninja…” Nonostante fosse profondamente contrario, sapeva che il suo allenatore avrebbe reagito così. Avrebbe accettato la sua richiesta per ora, ma se fosse andata male, avrebbe dovuto intervenire. 

"Pikachu! Sono qui! Non ti lascerò andare!" mormorò Ash mentre partì all’inseguimento.

Serena lo guardò per qualche secondo, sperando di veder tornare Ash con in spalla Pikachu, come era solito fare. “Forza! Andiamo!”

Il gruppo si divise. Pikachu tentava di allontanarsi il più possibile, sembrava convinto di farcela, continuando così avrebbe rallentato parecchio Ash. 

“Pikachu fermati!” Chiese Ash, facendosi sentire dal suo amico, il quale si oppose alla richiesta.

La camminata andò avanti, fino ad arrivare ad un punto ceco. Ormai Pikachu era sulla cima e ogni strada in discesa era troppo ripida per potergli permettere di fuggire. Era impossibile tornare indietro e sapeva che a breve avrebbe dovuto confrontarsi faccia a faccia con il suo migliore amico.

Nel frattempo…

“Gourgeist!!! Usa Ombrartigli!”

“Braixen respingi con Lanciafiamme! Greninja usa Aeroassalto!” Serena puntò il braccio contro i nemici.

James si girò verso il gatto “Allora ti muovi o no!? Hai finito!?”

“Quasi! Mi serve ancora un po' di tempo!” rispose il felino, mentre maneggiava dei grossi adesivi.

“Vedi di darti una mossa!”

….

Ash appoggiò la mano sull’ultima sporgenza e, facendo forza sul braccio, si tirò su. Trovò subito Pikachu pronto ad attaccarlo, tuttavia il ragazzo procedette lento e tranquillo.

Per un attimo fu il vento e il suono della pioggia che cadeva a parlare, ma ben presto Ash aprì bocca “Pikachu… che ti è successo?”

Il topino si rifiutò di rispondere, era a conoscenza della sua grande capacità di parlare al cuore di persone e Pokémon. Non poteva fare altro che farlo sentire sempre più in colpa.

“Amico mio… per favore, torna con me e gli altri! Io so che qualcosa ti sta turbando…”

Pikahu aggrottò la fronte, emettendo scintille dalle guance.

Ash si fermò un attimo, poi riprese ad avvicinarsi “Non ti lascerò andare” Disse con tono severo “Piuttosto mi potrai colpire con tutti i fulmini che riuscirai ad emettere. Voglio solo sapere perché lo fai, tu non mi tradiresti mai! Sei il mio migliore amico e non potrei mai vederti contro di me!”

“Pika…”

“Ascolta, come ho detto prima, so che non lo faresti mai volontariamente. Ho fiducia in te e non potrei mai pensare di perderti. Non voglio che accada, sei troppo importante per me!”

Pikachu alzò lo sguardo verso l’umano, in quel momento Ash poté di nuovo ispezionare i suoi occhi. C’era tristezza dentro essi, molta tristezza e risentimento. Il ragazzo sentì il cuore spezzarsi in due di fronte a quello sguardo, non c’era altro che forte rimpianto. Cosa poteva averlo ridotto così, ad abbassarsi a tale livello?

“So che non sei controllato da nessun marchingegno, ma so anche che non mi faresti mai davvero del male se avessi scelta. Ti hanno ricattato in qualche modo o costretto a farti fare tutto questo?” Chiese lui. 

Il silenzio di Pikachu sembrò confermare, ma non era certezza.

“Tu… non mi faresti mai del male, vero Pikachu? Come io non ne farei mai a te, per questo non ho portato nessun Pokémon con me, perché so che non ne ho bisogno.” Ormai di fronte al topino, Ash si accovacciò e cominciò a sporgere la mano verso di lui, come per accarezzarlo e aspettare conferma.

Il contatto con il pelo bagnato del suo compagno di lunga data, scaturì una reazione in quest’ultimo. I suoi occhi cambiarono, il suo sguardo prima doloroso e colmo di tristezza tornò odioso e pronto all’attacco.

La reazione diede un iniziale disagio al diciottenne, il quale avvertì subito un sentimento che sentiva quando fronteggiava una minaccia. 

“PIKAAAAAAACHUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!” Presto un fulmine lo attraversò in tutto il corpo e non era del temporale. 

“Ahhhhhhhhhh…!!!” gridò di dolore, senza però indietreggiare. Un lamento pieno di stupore e dolore, non aveva mai sentito un Fulmine così forte da parte di Pikachu.

Questo urlo attirò l’attenzione degli amici di Ash, i queli spaventati rivolsero lo sguardo sulla cima della sporgenza. Era lontana e vedere la scena era difficile, ma non impossibile.

“A-Ash!?” la voce timorosa di Serena venne a farsi sentire.

Greninja aveva un bruttissimo presentimento, come temeva per la prima volta che Pikachu avrebbe fatto qualcosa terribile ad Ash.
Il gruppo di ladri ne approfittò per darsela a gambe, montare sulla mongolfiera e partire verso i cieli, dirigendosi dalla nuova recluta.

“P-Pikachu… b-basta! N-Non devi a-aiutarli! S-Se c’è qualche problema, l-lo risolveremo insieme! M-Ma non è giusto che t-ti accada questo... s-so che stai soffrendo! I-Io ti starò accanto sempre e in ogni momento, non ti permetterò di scappare!”

“CHUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!” Aumentò la potenza Pikachu.

Ash digrignò i denti, non riuscendo più a reggere il contatto sul suo piccolo compare “L-Loro vogliono far del male P-Pikachu! T-Tu davvero vuoi aiutarli a far soffrire gli altri!? T-Tu non lo faresti mai! I-Il mio migliore amico Pikachu non lo farebbe mai!!”

Pikachu smise subito di scaricare elettricità, vedendo sul viso del ragazzo dai capelli corvini il dolore come se fosse stato marchiato…
Poteva davvero ribellarsi e risolvere assieme quel problema?

“Pikachu! E’ ora di andare! Finisci il tuo lavoro!” ordinò una voce dietro di lui, che determinò i seguenti avvenimenti.

No, non poteva farlo…

Il Pokémon elettro caricò la coda e si gettò verso il ragazzo che non si mosse. Ancora non sa perché non lo fece, forse perché non aveva mai davvero perso la fiducia, perché gli voleva troppo bene per lasciarlo anche di pochi centrimetri.

La cosa più dolorosa del previsto e più inaspettata. Una codata possente come una frusta lo colpì in pieno stomaco e lo scaraventò lontano, facendolo atterrare vicino al bordo della sporgenza. Però il ragazzo non riuscì a fermarsi di fronte alla potenza che ancora lo spingeva, non ebbe la forza o la volontà di opporsi e prima di avere il tempo di accorgersene si sentì nel vuoto.
Stava precipitando e la vista fu più orribile per i suoi amici, che terrorizzati cercarono di raggiungerlo invano. 

“ASHHHHHHHH!!!!!!” gridarono loro, alla vista del loro caro amico ormai sempre più vicino al terreno.

Ash non riuscì bene focalizzare su ciò che stava succedendo, un po' per il dolore che provava fisicamente e soprattutto per lo shock. In pochissimo tempo sentì le forze abbandonarlo e chiuse gli occhi preparandosi all’impatto. Tuttavia arrivò prima l’oscurità e perse i sensi prima ancora di accorgersi che stava per collidere con la superficie di un fiume.

Pikachu corse verso il bordo del crepaccio, cercando disperatamente di afferrarlo prima che fosse troppo tardi “PIKAPI!!” gridò più forte che poté, ma quando si affacciò non vide più nessuno, sentendo solo un tonfo nell’acqua del fiume sottostante.

Non voleva che finisse così, non aveva intenzione di fargli questo. Cercò di trattenere le lacrime, ma in quel momento gli fu veramente impossibile. Sentì il volto coprirsi di lacrime, nonostante la sensazione di bagnato che già provava per la pioggia. Non poteva aver davvero fatto una cosa del genere, Ash non poteva… essere… 

“Forza Pikachu andiamocene!” Meowth lo chiamò, ma Pikachu non rispose né si mosse.

Il suo corpo era diventato di pietra, aveva perso la voglia di combattere qualunque cosa. La persona a cui teneva di più al mondo se ne era andata e tutto per mano sua. Se solo avesse davvero avuto il coraggio di combattere insieme al suo allenatore, di ribellarsi nonostante tutto…

Il gatto, capendo che Pikachu non era nelle condizioni di muoversi, scese dalla mongolfiera e lo caricò a bordo tirandolo come se fosse un corpo morto.

"Pikachu, devo dire che…" Il ragazzo provò a commentare ci che aveva appena visto.

Jessie lo zittì “Non credo convenga andare avanti…”

“Si ma, non si è fatto prendere troppo la mano? Il moccioso potrebbe essere morto…”

Pikachu non riuscì nemmeno a sentire quelle parole, si coprì gli occhi con le zampe, sentendo che il buio che incombeva quando calava le palpebre non era abbastanza. Cosa aveva fatto?

.

.

.

.
“…”

“Ash?”

“… uh…?”

Si sentì tutto indolenzito, quasi fosse solo un’imitazione in lattice del suo stesso corpo. Lentamente aprì le palpebre. Nonostante avesse la visione offuscata, poté riconoscere gli occhi azzurri della ragazza che si trovava di fronte a lui. Sembrava traumatizzata.
Era morto? Si sentiva un po’ troppo nella realtà per essere in un sonno eterno…

“Ash? Dimmi qualcosa! Stai bene!?” Una voce dolcissima e preoccupata lo chiamò. A quel punto richiuse gli occhi per poi aprirli di nuovo ma con più decisione e velocità.

La vista tornò precisa e affidabile, di fronte a lui c’era Serena. “S-Serena?”

Lei non sprecò nemmeno un secondo e lo strinse in un abbracciò. Non era forte, ma nelle sue condizioni Ash fu quasi capace di credere che lei stesse spaccando ogni suo piccolo osso. “Per fortuna! Mi hai fatto prendere un infarto!”

“Serena…”

“C-Credevo fossi… quando ti ho visto cadere così nel vuoto. Temevo di non vederti più!” continuò lei con lo stesso tono di voce, quasi in lacrime.

Il ragazzo sorrise dolcemente e alzò le braccia fino alla schiena dell’amica, ricambiando il gesto “Non ti preoccupare, ora va tutto bene… credo…”

Tirò su il naso una volta e si staccò da lui “Come ti senti?”

“Come se mi avesse investito un branco di Tauros imbufaliti. Non solo, mi pare quasi che mi abbia colpito un Terrakion con uno dei suoi calci… Quanto sono stato senza sensi?”

“Tutta la notte, è quasi mattino… Ti abbiamo trovato quasi subito grazie a Greninja che ti ha recuperato nel fiume. Se ti avessimo trovato qualche minuto più tardi… non c’è bisogno che dica altro…”

Ash la guardò con senso di colpa “Mi spiace di averti fatta preoccupare, non dirmi che sei stata sveglia tutta la notte a tenermi d’occhio?” Chiese lui. Sperava sia in una risposta affermativa che negativa. Sapere che non aveva chiuso occhio gli dava abbastanza dispiacere, ma a consapevolezza che gli era stato accanto e lo aveva guardato per ore… gli piaceva.

La biondina annuì “Brock, Tweeny e Greninja sono impegnati a cercare tracce del Team Rocket, quindi ho pensato di prendermi cura io di te, anche perché non sono gran ché nelle ricerche.”

“… Pikachu…” mormorò Ash, sentendo una fitta al cuore, la quale però andò anche a fare effetto sullo stomaco, dove lo aveva colpito con Codacciaio. Posò la mano sulla ferita, probabilmente medicata da Serena e rimase silenzioso.

“Ash…” iniziò la kalosiana “Non so cosa sia successo lassù, ma non credo sia difficile presumere che sia stato Pikachu a farti questo…”

“Non intendeva farmi del male… so che dirai che è solo la mia falsa speranza. Però io non potrò mai nemmeno considerare un suo abbandono, c’è troppo che ci tiene uniti. Io non potrei mai e poi mai immaginarmi la mia vita senza di lui, ormai per me è fondamentale che ci sia. Sembra strano, ma lui è come un fratello per me, il mio migliore amico in assoluto. E’ troppo altruista e leale per fare qualcosa del genere, o fare del male a chiunque, soprattutto a me.”

“Lo so…”

“E io… aspetta, cosa?”

Serena sospirò, chiudendo gli occhi. Solo lei sapeva come facesse a credergli cecamente anche in quella situazione “Pikachu è uno dei Pokémon con l’animo più forte che abbia mai visto. Si comporta come te e nessuno di voi due godrebbe nel veder soffrire qualcuno. Inoltre anche io ho avuto modo di conoscerlo, ho lottato con lui, me ne sono presa cura… mi rifiuto solo nel crederlo” Alzò lo sguardo e sorrise “E io ti darò una mano!”

Il kantoniano mostrò un sorriso, sentendosi confortato dalle parole della ragazza. Ora però doveva vedere di convincere Brock e Greninja, perché aveva il presentimento che fossero contrari nel lasciarlo proseguire.

“Hey Serena! Come sta Ash?” si sentì una voce in lontananza. I due ragazzi si girarono e trovarono Brock, Greninja, Tweeny, i Pokémon di Brock e i Pokémon di Serena, ormai di ritorno. “Ash?! Ti sei ripreso!?”

Ash si passò a mano dietro alla testa, rimanendo seduto con le gambe incrociate “Si! E sono pronto a continuare le ricerche!”

Quelle parole portarono un silenzio da tomba nell’aria. Gli sguardi estremamente contrariati e disapprovanti di Brock e Greninja non furono sorprendenti, ma di certo facevano impressione.

“Non se ne parla!” Si decise poi a parlare il ragazzo di Plumbeopoli. “Non dopo quello che è successo!”

“GRE!” fu d’accordo Greninja.

Ash li fissò per un momento. In piedi, quasi pronti a impedire lui il passaggio “State scherzando, vero?!”

“Tu cosa ne pensi?” Incrociò le braccia con sguardo severo. 

Quella faccia portò Ash a rispondere con altrettanti toni. “Non mi fermerete, io vado a riprendermi il mio migliore amico!” 

Come fece per alzarsi, i due amici si misero di fronte a lui. Serena cominciò ad indietreggiare, capendo che stava per scoppiare un litigio.

“Ascoltami bene Brock, sei mio amico e siamo molto uniti, ma se pensi di impedirmi di andare a cercare Pikachu, ti sbagli di grosso!”

“Non dopo quello che ti ha fatto! Hai visto no? Io ho sempre avuto fiducia sia in te che in Pikachu, anche per me è difficile crederlo. Tu stesso dubiti che sia controllato, quindi spiegami cosa lo avrebbe portato a tentare ad ucciderti!”

“Non ha provato ad uccidermi! Non lo farebbe mai! E per la cronaca, ti ricordo come è fatto Pikachu. Pensa sempre agli altri, alla loro sicurezza e a proteggere chi è nel giusto! Se lo ha fatto probabilmente è perché è stato costretto e non può uscire da quella situazione da solo!” 

“Vogliamo solo che non ti fai male! Non ne faremmo mai a Pikachu senz’altro, ma non possiamo permettere che lui lo faccia a te!” Rispose Brock, sguito da dei cenni d’intesa con la rana ninja.

“…Ragazzi…” 

Ash sbuffò e serrò i pugni “Brock, non costringermi a farmi largo con la forza!”

“E tu non costringermi a bloccarti con la forza…” ribatté il ragazzo moro.

“…Ragazzi…!”

“Dici tanto di conoscermi! Quindi sai che non mi fermerai!” cominciò ad avanzare Ash.

Brock e Greninja non si mossero, facendo da muro “…”

“RAGAZZI!!!” li fece sobbalzare Serena. Come ebbe finito, subito arrossì e si placò imbarazzata. Viva la forza delle donne… “ora basta litigare! Non porterà da nessuna parte! Brock, noi siamo un gruppo no? Siamo tutti amici, Pikachu è compreso. Non si abbandona mai un compagno e so che nemmeno tu vuoi farlo. So anche che vuoi proteggere Ash, ma è sopravvissuto a quella caduta, ora sarà ancora più difficile buttarlo giù!”

Il silenzio tornò e poi svanì “Ash, ti aiuteremo a riportarlo a casa, lo prometto… ma tu devi giurare che non farai nulla di irruento!” Lo minacciò lei. Se Serena tirava fuori la sua parte “cattiva” e autoritaria, faceva molta paura.

Ash rabbrividì “Non posso te lo posso assicurare! Non posso prometterti qualcosa che quasi al 100% non manterrò!! Lo sai!” 

“…almeno provaci.” Sbuffò lei con voce esasperata.

Il ragazzo ridacchiò e annuì. Ben presto i tre ragazzi e i loro Pokémon si misero all’inseguimento. Erano distanti, ma di sicuro pure il team Rocket si era fermato per la notte, quindi recuperarli non sarebbe stato troppo difficile.

Dopo ore di corsa, finalmente il sole cominciò a sorgere. Avevano corso a lungo, ma la stanchezza era soffocata dall’adrenalina e da un Ash che li trascinava senza permettere soste. 

Fu così che continuarono, fino ad intravedere la stessa dannata mongolfiera. Questa volta, giurò Ash, li avrebbe spazzati via. Lui, Pikachu e Greninja.

“PIKAAACHUUU!!” lo chiamò Ash da lontano. Forse non lo avrebbe sentito da quella distanza, ma voleva far sapere che stava andando da lui.

…intanto…

“Awww* pronti a ripartire! Andiamo!” Esultò Meowth “Sarà una giornata grandiosa! Ormai siamo vicini alla costa meridionale di Forsia! E’ ora di partire per Kanto!”

Pikachu tuttavia era spento, assente. Aveva perso ogni voglia di andare avanti. Senza Ash non era più nessuno. Aveva perso ogni dignità e diritto di vivere. Quella notte non aveva chiuso occhio e non sarebbe successo per molto tempo. 

Leafala, Plarky e Tiglow lo guardarono senza riuscire ad emettere alcun lamento. Era talmente distrutto che non potevano fare nulla, non rispondeva se gli parlavano, non reagiva… ed era colpa loro.

Appena i tre starter sarebbero stati liberi, si sarebbe ribellato, a costo di farsi consumare da quel raggio…

Perché lui non si sarebbe arreso…

“PIKAAACHUUU!!” 

Le orecchie si rizzarono. Non era possibile. Si alzò sulle sue zampe e guardò dietro a sé… lo vide. Era lui, era vivo e stava bene. Il suo adorato allenatore stava bene.
Non poté fare a meno che scodinzolare e piangere qualche lacrima.

“Il moccioso!?” si stupirono i tre ladri “Ma era precipitato!”

Il ragazzo balzò di fronte ai nemici, con uno sguardo pieno di rabbia e furia “Credevate davvero che mi avreste tolto di mezzo così facilmente?! Ascoltatemi bene… dovessi distruggervi a colpi di Acqualame, voi mi ridarete Pikachu!”

Il topino provò a sorridere. Per un attimo si era quasi scordato di tutti gli assi nella manica del Team Rocket.

“Pff... Pikachu? Questo marmocchio si merita lo stesso trattamento della volta scorsa!”

Pikachu esitò per un attimo, non voleva proprio attaccarlo dopo quello che aveva fatto. Meowth tirò fuori il telecomando e di nuovo ripeté la “richiesta”. “Pikachu… attaccalo…”

Il topino sentì l’ordine scattare come se avesse direttamente sentito la scarica terribile dei criminali. Chiuse gli occhi e lanciò il suo attacco “Pikaaa chuuuuu!!!”

la scarica andò subito a colpire l’allenatore… lasciando stupefatti Brock, Greninja e Serena. Il Pokémon rana si preparò all’attacco, ma Braixen lo fermò tirandolo per il braccio “Brai!” 

Doveva fidarsi di Ash, ma era difficile vedere quella scena. Se solo… aspetta… cosa aveva sulla coda? Il suo amico aveva qualcosa attaccato sull’estremità della sua coda.

Ash cominciò ad avvicinarsi, passo dopo passo. La fatica lo rallentò parecchio, ma nulla gli avrebbe impedito di andare da lui. 

"Ash torna indietro!" lo chiamò Serena facendo qualche passo.

"STAI INDIETRO! O TI FARAI MALE!" gridò Ash all'amica, la quale rimase inizialmente disturbata. Non poteva vederlo soffrire così.

"Se vieni qui…" continuò Ash mentre guardava Pikachu negli occhi "ti farai male... io me la caverò, Pikachu non mi farebbe mai niente..." e provò ad accarezzare il topino.

Tutto ciò che però ricevette dall'amico fu un morso sul braccio potente e doloroso. Ash urlò di dolore e la cosa sembrò innescare un rallentamento e un calo di tensione.
Il ragazzo provò a guardarlo ancora negli occhi. Un piccolo scambio di pensieri e sentimenti, sempliemente scrutandosi gli occhi a vicenda, le iridi marroni che li accomunava.

Entrambi sembravano soffrire, ma nessuno demordeva. Entrambi erano stremati, ma nessuno mollava. 

Per Serena era troppo... Ash e Pikachu non potevano soffrire così tanto da soli! Prese coraggio e si buttò anche lei nella scossa che Pikachu emanava.
"SERENA, SEI PAZZA!? VAI O TI FARAI DEL MALE!" gridò Ash, contratto dal dolore

"ANCHE IO SONO AMICA DI PIKACHU, E SOPRATTUTTO TUA AMICA. SE UNA COSA TI FA SOFFRIRE LA SOFFRIREMO INSIEME" gli rimandò contro lei, convinta di quello che stava facendo. Pikachu ormai sembrava sul punto di piangere e scoppiare in lacrime, ma cercava di trattenersi... ma quando sentì una terza presenza avvicinarsi al gruppo incominciò a lacrimare davvero.

"ASH, PIKACHU, SONO CON VOI!" urlò Brock, anche lui unitosi al voltaggio pronto a soffrire le pene dell'inferno con i suoi due amici, ma Pikachu continuava e continuava.

"Coraggio Pikachu, so che tu ed io non ci separeremo mai... tu sei il mio migliore amico" disse Ash, sorridendo nonostante ormai sembrava davvero essere arrivato al limite della sopportazione. 

Quel sorriso era troppo per il topino, il quale cominciò a diminuire il voltaggio. Ash avvicinò pian piano la testa fino a posare la propria fronte su quella del piccolino. 
Rimasero così per qualche secondo, mentre entrambi piangevano per quel qualcosa che li voleva tenere lontani. Era ora di liberarsi degli ostacoli. Se dovevano soffrire, lo avrebbero fatto insieme.

"Pi...Pi...PIIIIIIIIIIIIII!" urlò Pikachu, non ce la faceva più. Era ora di credere l’uno nell’altro e terminare quell’idiozia. Era ora di unire le forze come un tempo. Al diavolo il Team rocket.

Pian piano la sua forza si placò, fino a diventare assente e a farlo crollare tra le braccia del suo allenatore per lo sfinimento. Quella posizione non gli dispiaceva per niente, sentiva il suo amico vicino, sentiva il suo affetto.

"Oh, Pikachu..." sospirò Serena stremata anche lei da quell'intenso shock. 

“Hey amico mio, non preoccuparti, ora ci sono io e ti proteggerò!” Lo rassicurò Ash. 

Pikachu tentò a fatica di sorridere, ma subito si trasformò in una smorfia quando sentì un pulsante attivarsi. Subito si scansò da Ash e si tirò indietro, lasciandolo alquanto confuso. Lo sguardo dell’allenatore si trasformò in orrore quando vide il topino contorcersi dal dolore, torturato da delle scosse elettrice rosse che lo avvolgevano. 

“PIKAAAAAA!!!!!” Urlò accasciandosi al terreno. Era più forte delle precedenti. 

Ash lo guardò nel panico, avvertendo le sue grida di dolore estreme. Stava soffrendo come non mai “SMETTETELA! LASCIATELO IN PACE!” era furioso, fuori di sé. 
Corse dal suo amico e lo abbracciò, ma la scarica sembrava fare effetto solo sul Pokémon elettrico.

"DANNATO TOPO! ECCO COSA SUCCEDE QUANDO MI FAI ARRABBIARE!" urlò Meowth, alzando ancora di più la potenza della scarica. "Bene, Ora me la pagherai ca-...!".

Meowth non fece in tempo a finire quella frase che qualcosa gli fece volare via il telecomando dalle mani e lo buttò a terra sfasciandolo completamente “COSA!?”

Il raggio si interruppe e subito Pikachu crollò nuovamente tra le braccia del suo allenatore, spaventato per la salute del compagno. Ash non avrebbe mai immaginato che il Team Rocket sarebbe arrivato a torturare così Pikachu pur di convertirlo dalla loro parte. Di certo anche gli starter avevano subito lo stesso effetto, non poteva biasimare le motivazioni di ribellione di Pikachu. “Pikachu!? Pikachu rispondimi! Resisti!”

Pikachu ormai stava vedendo in bianco e nero, se il raggio fosse continuato sarebbe finita molto male. 

Greninja raggiunse i due e cominciò ad ispezionare la coda del compagno di squadra. Avvicinò la zampa e rimosse il dispositivo. Ormai era fuori pericolo.

"Pi...Pi...Pi..." Pikachu annaspava, ma era salvo e guardò l'amico rana riconoscente "Pi..."

"Gre..." Greninja rispose sinceramente, seppur quasi sentendosi in colpa per aver dubitato di lui. Questo però Pikachu lo aveva capito bene e non lo incolpava della sua titubanza, nemmeno lui si fidava più di sé stesso. 

Leafala era contentissimo: il suo maestro era arrivato! Ora sì che quei manigoldi avrebbero visto le stelle!

"Meowth! Fai qualcosa!!" ordinò Jessie dando segni di panico.

"Senza il telecomando e un bersaglio non è che possa fare molto!" protestò il gatto.

"Pazienza ci prenderemo gli starteeeeeeeeeeeehhhhhhhhhh!?" annunciò James per poi rendersi conto girandosi che anche le altre due capsule contenenti gli starter erano state distrutte “M-ma dove!????"

Jessie si cacciò le mani tra i capelli "Dove sono finiti gli starter!?"

"..Fatevi qualche domanda... forse lo scoprirete!"

I tre si girarono verso i mocciosi, ma nessuno di loro aveva parlato. Improvvisamente di fronte a loro comparve una ragazza mai vista prima che se ne stava in piedi con Tiglow e Plarky sulle spalle e leafala sulla testa.

"Chi è la nuova mocciosa grande?" si domandò Meowth osservandola "Non l'ho mai vista!"

Era una ragazza alta meno di Brock ma più di Ash e Serena, probabilmente aveva circa l'età del medico. Aveva gli occhi blu scuro, i capelli arancioni-rossicci legati in una coda di cavallo laterale a sinistra e indossava una giacca gialla e una gonna blu a balze con un marsupio rosso. 

Aveva un sorriso furbo e soddisfatto dipinto sulle labbra "Sinceramente non sopporto chi fa soffrire persone e Pokémon senza nemmeno pentirsene o chi arriva a scherzarci scherza sopra. Per fortuna sono arrivata al momento giusto!" Si girò facendo l'occhiolino ai ragazzi dietro di lei.
I tre rimasero inizialmente colpiti da questa sconosciuta.

"Chi è questa ragazza?" sussurrò Ash mentre si alzò tenendo tra le braccia il suo Pikachu, in modo molto protettivo.

Brock guardò ancora la ragazza e poi sorrise "E che ti importa? Finché è dalla nostra!"

"Mi chiamo Lidia, se proprio vi incuriosisce" dichiarò, per poi rivolgersi ai criminali "E vi farò fare la fine che meritate!" aggiunse poi "Spotpup vieni fuori!" Chiamò il suo Pokémon, il quale si posizionò di fronte a lei.

Il Team Rocket scoppiò a ridere "Ahahah quel cagnetto? Che tenero! Cosa vuoi fare? Abbaiare?"

"Can che abbaia non morde!" disse il gatto, malvagio.

"Se proprio insistete!" ridacchiò Lidia con un tono di minaccia "Spotpup, usa Gelomorso!"

"Spaaaaaaat...puuuup!!!"

Corse fino ai nemici e con un morso distrusse la macchina infernale con cui il Team Rocket aveva controllato Pikachu.

"Ma cosa!?" urlò il Team Rocket "Era fatta di titanio puro!"

"Eheheheh che vi avevo detto?" sorrise maliziosamente la nuova arrivata "Mai sottovalutarci!"

"Ah, maledetta piccola..." mugugnò Jessie "Gourgeist vieni fuori!" e la donna tirò fuori il suo Pokémon Zucca. 

"Erba/Spettro contro Normale con mosse Ghiaccio? Mi sa che devi ripassarti le basi..." la canzonò Lidia.

"Ma come osi!? Gourgeist, Semebomba!"ordinò la donna.

"Facile! Spotpup, salta e colpisci con Codacciaio!" contrattaccò sicura la ragazza. Fu facile per il dalmata schivare il Semebomba e colpire dritto sulla testa la zucca, che fu scaraventata a terra.

Lidia ridacchiò “Tutto qui… mocciosi?” Scherzò lei, adorava prendersi gioco di persone malvagie che tentavano piani inutili.

“MOCCIOSI A NOI!?” Urlò Meowth di fronte a tanta mancanza di rispetto.

"Maledizione, James! Non stare lì imbambolato, aiutami!" Lo pizzicò Jessie.

"Eh? oh sì sì! Inkay! Vieni fuori!" e la medusina si unì alla zucca.

"Eh no!" gridò Ash " Due contro uno non vale! Senti... Lidia, ti chiami così vero? Io e Greninja possiamo unirci alla lotta?"

"Eh? Oh sì, ma certo!" alla ragazza piaceva il lavoro di squadra. Più si è, più ci si diverte, soprattutto se bisognava prendere a calci in sedere un gruppo di irritanti ladruncoli.

"Grazie! Greninja sei pronto?"

"GRE!"

"Molto bene, apriamo le danze con Doppioteam!" e la rana creò tante copie di sé stesso.

"Ehi, ora siete in cinquanta contro due!" protestò Jessie "Dove è il Fair play!?"

"Senti da chi viene ora la predica!" gli urlò contro Serena.

"Spotpup, usa Gelomorso!" ordinò l'allenatrice rossiccia

"Greninja, Aeroassalto!"

Il cagnolino e la rana si lanciarono all'attacco, riempiendo i due poveri Pokémon del TR di attacchi.

“Gour...Kay..." gemettero i due.

"Gourgeist, Inkay, forza!" continuarono a incitare le due reclute.

Nel frattempo, all'insaputa di tutti, Meowth si stava avvicinando ad Ash, camminandogli dietro le spalle. Voleva riapplicare un altro marchingegno su Pikachu. Lo sguardo inferocito di una certa Braixen, però, lo fece raggelare.

"E tu cosa credi di fare?" lo rimbrottò Serena.

"Ehm io... guarda, uno Swinub volante!" disse Meowth cercando di svicolare.

"Braixen usa Lanciafiamme!”

La volpe non se lo fece ripetere due volte e lanciò un Lanciafiamme che incenerì la coda del Pokémon gatto. “XEEEEEEN!”

"Ahiahaiahihi uiuiuiui!" gridò Meowth in preda ai dolori da bruciatura cercando di spegnere con il suo fiato la fiamma sulla coda.

Ash e Greninja, nel frattempo, erano sempre più scatenati e furiosi... Ash rivolse uno sguardo al suo migliore amico che respirava a fatica tra le sue braccia. Vederlo ridotto così, sofferente fin dentro le ossa… gli faceva ribollire il sangue, faceva pulsare il cuore e stringere i pugni fino a rendere visibili le vene. Pikachu aveva sacrificato tutto per fare la cosa giusta, aveva sopportato anche i sensi di colpa. 

Era ora di punire qualcuno… “Greninja… sei pronto?”

La rana serrò un pungo e lo alzò in aria, stesso fece il suo allenatore.

Brock sentì l’aria farsi pensante, il vento soffiare sempre più forte, arrivano a muoversi circolarmente intorno a Greninja e Ash. “Cosa stava succedendo!?”

Serena lo vide e sorrise "...volevi vederlo… ecco la tua occasione!"

"QUESTO..."

"GRE..."

"NON..."

"NIN...”

“LO DOVEVATE FARE! "

"JAAAAAA!!!"

Gli occhi dei della coppia si illuminarono di rosso, poi un urlo di battaglia attraversò i boschi, fino a far scaturire una tempesta d’acqua, trasformata poi in un turbine. 
L’aspetto del Pokémon blu cominciò a mutare fino a prendere una forma felicemente familiare per Serena… e tristemente per il Team Rocket.

"Ma cosa diavolo!?" fu la reazione sorpresa di Brock. Una volta finito, ecco che l'ex capopalestra di Plumbeopoli vide un nuovo Greninja essere entrato in campo pronto con il suo gigantesco shuriken dietro la schiena e pronto a duellare come non mai. I colori erano mutati e assomigliava… ad Ash.

"FAAAAAAAAAAAAAAAA!?" anche Leafala ne fu sorpreso come non mai. Quanta potenza poteva nascondere il suo maestro!? E soprattutto... davvero poteva arrivare così in alto!?

"CHE FORZA!!" fu invece la reazione di Lidia, stupita ma allo stesso tempo eccitata "Una cosa del genere è difficile da comprendere a prima vista!"

"E ora, Greninja, mostriamo cosa significa fare del male ai nostri amici! ACQUALAME!!!!"

“NIN JAAAAAAAAAA!!!!” Greninja portò le mani dietro alla schiena e duplicò lo shuriken più volte, man mano li lanciava. Ognuno andò a colpire il proprio bersaglio: la mongolfiera, Inkay, Gourgeist e il terreno. 

"Caspita..." fu l'unica cosa che riuscì a dire Brock.

Serena gli passò di fianco sorridendo "Ho fatto bene a non dirti nulla, eh?"

Brock annuì senza proferir parola. Era troppo scioccato.

Ash fece qualche passo avanti, pronto a continuare "Chi fa male ai miei amici la paga cara… soprattutto al mio Pikachu! E ora Greninja, tiriamo fuori la nostra vera potenza!" e alzò di nuovo il braccio.

Di nuovo l'aura d’acqua avvolse Greninja, il quale partì all'attacco.

"Usa Aeroassalto!"

La rana cominciò a massacrare i nemici con una serie di colpi uno dietro l'altro "Greee jaaaa"

Poi il ninja saltò all'indietro, avvicinandosi al suo allenatore.

"Non ci arrederemo qui! Inkay, usa Psicoraggio!"

"Iiin kayyyyy!!!"

Ash mise il braccio davanti alla sua faccia, rimanendo comunque dritto e fermo dove era. Così, come l'attacco colpì il Pokémon di tipo Acqua, lui rimase in piedi e parò tutto semplicemente facendosi scudo con l’arto. Era irremovibile.

"Gradioso! Non ho mai visto nulla di così fico!" Lidia si stava entusiasmando moltissimo.

“Finiamo questa storia!”

“Gre!”

"Fala!"

Greninja e Ash si girarono alla loro destra e trovarono il koala pronto a combattere.

"Leafala, ma che cosa vuoi fare?" fece Ash, confuso.

Lo starter si girò verso l'allenatore e fece un pollice all’insù “Fala!"

Ash sorrise e così si preparò alla vera lotta, aprendo il braccio e dando il via ai suoi amici "Greninja, usa Acqualame! Leafala, Energipalla!"

"Nin... ja!"

"Leafalefalefalefaaaa lafa!"

I due colpi arrivarono dritti contro i Pokémon nemici, ma furono facilmente schivati.

"Se vogliono la lotta, li accontentiamo! Gourgeist, usa Pallaombra!"

"Inkay, aiuta con Psicoraggio!"

"Gourg!"

"Kayyy!"

I due caricarono le loro mosse e le lanciarono contro Greninja e Leafala, ma ben presto furono intercettati da Introforza e Comete.
"Aiuteremo anche noi!" dichiararono le due ragazze scambiandosi un cenno di intesa.

"Greninja usa Doppioteam!" Ash sbatté un piede per terra come dando la carica a sé stesso e quindi a Greninja, che sempre sbattendo un piede per terra, si diede uno slancio in avanti e cominciò a duplicarsi e correre intorno ai nemici.

Senza che potessero accorgersene, i due venivano sempre più allontanati dagli allenatori e bloccati in un vortice di rane.

"Brock, che cosa ha in mente Ash?" domandò Serena mentre guardava la scena, senza voler interferire nel piano dell'amico.

"Credo che voglia bloccare Gourgeist e Inkay insieme e poi colpirli con un attacco di gruppo una volta circondati!" ragionò Brock.

Lidia annuì "Sì, è così. Ma noi teniamoci pronti, in caso serva aiuto!" La ragazza fece cenno a Spotpup di stare sull'attenti.

Una volta abbastanza intontiti gli avversari, il ninja si tirò indietro e si preparò a lanciare l’attacco finale.

A quel punto Ash decide di chiudere la lotta. "Greninja usa Acqualame!!! Leafala.. us-..!” Tutto d’un tratto Ash cadde a terra, sentendo qualcuno spingerlo a terra. Era stato Meowth.

La spinta gli fece volare via dalle braccia Pikachu, il quale cadde a terra senza battere ciglio. Non poteva reagire più a niente.

Greninja se ne accorse quando ormai aveva già lanciato lo shuriken gigante.

“Wobbuffet! Tocca te!” ordinò Jessie.

Wobbuffet si posizionò di fronte ai suoi colleghi e rigettò l’attacco contro il gruppo. L’attacco divenne sempre più chiaro e indirizzato verso il suo obbiettivo: Pikachu. 
Pikachu non era in grado di scappare, non capiva nemmeno cosa stesse succedendo. Ash si alzò, sebbene sarebbe stato impossibile per lui arrivare da Pikahu per salvarlo. Cominciò a correre verso di lui, ma non ce l’avrebbe mai fatta.

Ma qualcun altro correva oltre ad Ash.

Pochi secondi e davanti a Pikachu si posizionò una figura blu, alta e possente. Ognuno guardò basito la scena, senza avere il tempo per fare nulla al proposito o intervenire.

Leafala fissò la rana, incrociò lo sguardo del ninja un'ultima volta, prima di vedere l'attacco collidere sul suo mentore.

“GRENINJA NOO!!!”

Lo shuriken enorme sulla schiena non bastò a bloccare la forza che lo travolgeva e le zampe del Pokémon kalosiano non riuscirono a rimanere salde.
Come il polverone si dissolse, Ash provò a correre dall'amico, ma sentì una fitta prenderlo al cuore e bloccarlo di colpo, fermandogli anche il respiro. Il corpo cominciò come a bruciare di dolore e tutto si oscurò, divenendo buio pesante. Ash cadde a terra, senza rialzarsi. Fu troppo veloce per permettergli di ribellarsi al dolore.

"Ash? Ash!? ASH!" urlò Serena preoccupatissima per il ragazzo che amava.

"Fa? FA!?FALA!?"si spaventò il koala, vedendo entrambi Greninja e Ash cadere a terra come se fossero appena morti in un campo di battaglia.

"Ash? ASH! Riapri gli occhi non sei il tipo da mollare così!" urlò Brock, non sapendo ovviamente del contraccolpo che questa nuova trasformazione causava al vecchio amico.

"Brock, è inutile! Ash non può rispondere! Greninja ha subito un colpo durissimo e anche Ash attraverso di lui ne ha pagato i danni!" lo avvisò Serena.

"Cosa? Ash ha subito il colpo? Spiegami bene che sta succedendo!"

"Non c'è tempo! Prima dobbiamo cacciare quei tre!".

Anche Lidia aveva assistito alla scena impotente: "Dannati... questa la pagherete cara! Spotpup, all'attacco! Forza!" urlò inferocita.

"Sono con te!" la accompagnò Serena, e Braixen si unì alla lotta più inferocita che mai... Serena poteva sopportare di tutto, ma nessuno poteva attaccare Ash così. Stesso per Braixen nei confronti di Greninja.

"Braixen, Fuocobomba, ORA!" urlò Serena più forte che poté. La stella di fuoco della volpina stavolta fu enorme e ancora più incandescente del solito, tanto da spaventare a primo impatto Gourgeist e Inkay, i quali non si aspettavano di certo quella reazione.

"Ti do una mano con Comete!" la assecondò l'altra ragazza e il cagnolino maculato lanciò dalla sua coda una serie di stellette più piccole che si agglomerarono alla stella di fuoco facendola divampare ancora di più. Il trio sapeva che oramai non aveva più scampo... La stella colpì in pieno i due Pokémon dei lestofanti e li trascinò con tutto l'impatto dritti sui loro allenatori facendoli esplodere in aria e catapultandoli lontano.

"Maledizione! Era un piano perfetto! Cosa abbiamo sbagliato?" si lamentò Jessie.

"Evidentemente abbiamo sottovalutato il potere dell'amicizia..." filosofeggiò James con fare pensante.

"Però non potete dire che il mio piano non fosse ottimo! Non potevo certo aspettarmi l'intervento di una quarta mocciosa!" protestò Meowth.

" IL TEAM ROCKET HA FALLITO DI NUOVOOOOOOOOOOOO!" e volarono via accompagnati dall'indimenticabile luccichio.

Ash, intanto, era a terra esanime come il suo amico Greninja.

"Brock, che mi dici di queste ferite!?" domandò preoccupata Serena.

"È una brutta botta, non ho mai visto niente del genere… La cosa migliore è portarli dal professore!" sentenziò Brock dopo aver valutato i danni: erano veramente tanti.

"Vi do una mano!" si intromise Lidia.

I tre superstiti, così, caricarono rispettivamente Ash e Greninja sulle loro spalle e si diressero in fretta e furia verso il laboratorio del prof seguiti da un Pikachu afflitto e dagli starter in stato di shock.

Brock girò la testa verso Serena, stava per dirle qualcosa. In effetti spettacolare lo era sì, ma aveva notato che lo era in due versi diversi.

Tuttavia, quando vide il viso di Serena mosso dalla tristezza e dalla preoccupazione, decise di non dire nulla. Era scioccante per lui, figuriamoci cosa provava la ragazza, la quale sembrava particolarmente provata dalla situazione sebbene già vissuta. E soprattutto se era così legata ad Ash.

.

.

.

Ash cominciò ad aprire gli occhi lentamente. Gli era familiare, forse anche perché era la seconda volta in una giornata in cui finiva messo K.O. 
Questa volta però era stato molto peggio della precedente. La luce era fastidiosa ai suoi occhi, ma qualcosa cominciò a fargli ombra. 
Appena la sua vista divenne meno confusa e appannata riuscì a vedere non uno, ma quattro volti che lo guardavano, uno più vicino degli altri.

Focalizzò meglio e vide Brock, Lidia e Leafala fissarlo in piedi, mentre Serena era vicinissima e probabilmente seduta di fianco a lui. I suoi occhi erano lucidi e tramanti. Come Ash smorzò un sorriso, Serena si avventò su Ash e lo abbracciò forte, di nuovo... Doveva davvero cominciare a farla preoccupare di meno…

"Ehi... " mormorò Ash debolmente. Era un saluto particolare.

"Ehi? Ash, hai idea di quanto tu mi abbia fatta preoccupare!? Di nuovo!? Avevi promesso che non ti saresti cacciato nei guai!" lo sgridò la performer con tono dolce, come si staccò dal ragazzo.

Lui la corresse “Avevo promesso che ci avrei provato…” dovette interrompere un attimo la sua piccola correzione quando Serena lo fulminò con lo sguardo “Ehm…. Mi spiace… ma non era proprio colpa mia stavolta.” Ash si grattò la testa imbarazzato "E questa volta quanto tempo sono stato privo di sensi?"

"Due giorni” rispose Brock tranquillo.

Ash scattò in piedi “DUE GIORNI!?” Subito però sentì una fitta e dovette tornare a sedersi, aiutato da Serena.

Lidia si appoggiò allo schienale del divano su cui era sdraiato Ash "Non pensiamoci! Ora ciò che conta è che stai meglio! Sai una cosa? É stata una cosa assurdamente pazzesca!" Strinse i pugni lei con gli occhi brillanti "Beh… a parte quando sei svenuto. Scusa Ash, ma ti capita tutte le volte?"

Ash ridacchiò, la conosceva a malapena ma gli stava simpatica, sembrava esplosiva e allegra come Ornella: "Beh... vedi… spesso… Greninja…”

Una scintillo schioccò nel cervello del ragazzo. “GRENINJA E PIKACHU!?”

Serena, Brock e Lidia quasi evitavano lo sguardo di Ash. La prima sapeva già che sarebbe toccato a lei parlare.

L’ultima volta che aveva visto Pikachu, era messo malissimo. Greninja invece era stato ferito all’ultimo momento. Se non erano lì, voleva dire che stavano molto male.
Serena fece qualche passo avanti "Entrambi sono in condizioni critiche. Su Greninja non abbiamo notizie, il professore ha detto che è in prognosi riservata…”

Ash sentì un nodo formarsi in gola “E-E P-Pikachu…” 

Serena non riuscì più a guardare negli occhi l'amico “L-Lui era molto grave. Le scosse che usava il Team Rocket agivano fino in profondità nel corpo. Era come se bruciavano le sue cellule. Devono averle usate molto forti e parecchie volte” Non sapeva dove aveva trovato il coraggio di dire tutto questo a quel ragazzo.

"…N-No…” Era disgustato, furioso e orripilato. Stava temendo il peggio “M-Ma si riprenderà?” 

“Il professore ha detto che, sebbene sia molto grave, sta dimostrando dei segni di miglioramento” Continuò Brock.

Ash annuì, non riuscendo a parlare. Prese il berretto e se lo mise in testa, volendo coprirsi gli occhi ormai lucidi.

Lidia sospirò "Anche Greninja ce la farà. Olivio dice che la situazione è delicata, ma se la caverà!”

Ash digrignò i denti, nessuna delle due notizie lo confortavano. A lui non servivano i se e i ma… volevano certezze. Subito cercò di correre via, ma Brock e Serena si posero davanti alla sua strada, consapevoli delle sue intenzioni.

"Ash, aspetta, sei ancora debole!"

Lo sguardo dell'allenatore divenne serio e ostinato "Non mi interessa!" Ma come disse questo, sentì un acciacco prenderlo alla spalla. Portò la mano al punto che gli faceva male e fece una smorfia.

Quindi fece scansare i suoi due compagni e passò oltre, dirigendosi verso le stanze più interne del laboratorio, quelle più organizzate e piene di attrezzi tecnologici.
Ben presto passò davanti ad una vetrata che attirò la sua attenzione e di bloccò. Si avvicinò per guardare e appoggiò con violenza le mani sul vetro: gli piaceva per nulla ciò che vedeva, anzi… lo terrorizzava.

Il professore Olivio, insieme a due assistenti maschi e due femmine, stava attorno ad un lettino e sul quale vi era Greninja. Il suo corpo era ricoperto di uno strano bagliore e la pelle aveva preso una colorazione verdognola, la quale si mischiava ai suoi colori naturali. Era pieno di ferite su tutto il corpo e sembrava essere teso e irrigidito, come anche completamente assente.

Sull’altro c’era Pikachu, il quale invece era ricoperto di bende su tutto il corpo e di medicazioni. Aveva anche delle ventose attaccate sulle guance e sul petto, per controllare il battito cardiaco. Sembrava sofferente.

Ash rimase per qualche secondo appiccicato al vetro, con il fiato che lo appannò fino a che non impedì la visuale e lo portò ad andare verso l'entrata, aprire la porta e buttarsi all'interno della stanza "GRENINJA! PIKACHU!"

L'allenatore, alla vista dei suoi amici ridotti in quello stato, si rivolse con foga ad Olivio: "Professore, la prego, mi dica che stanno bene... LA PREGO!" domandò quasi in lacrime.

"Ash… Pikachu probabilmente si riprenderà, sperando che non abbia nessun danno permanente. Però... io... non so per Greninja... non ho mai visto una cosa del genere... l'unica cosa che posso dirti è che Greninja è in uno stato di comatosi..." rispose il prof. Olivio, abbattuto dal fatto che non potesse fare molto.

"Come sarebbe sperando nessun danno permanente!? E poi Greninja si riprenderà, vero? VERO!?"

"Riguardo a Pikachu, come ho detto dovrebbe riprendersi, il problema è che ci potrebbe essere qualche ferita interna che potrebbe rimanere permanente e pericolosa se si riaprisse. Ci sono comunque buone chance che si rimetta del tutto. Tornando a Greninja… non posso dirti con certezza... che si riprenderà. Anche in questo caso abbiamo buone possibilità anche se non so quanto tempo possa richiedere e cosa lo colpisca maggiormente. Io e i miei collaboratori stiamo facendo di tutto per capire cosa sia successo, ma credo che ora spetti a te e a lui combattere contro questo malanno..."


"C-Cosa intende dire?" L’allenatore pietrificato.

"Mentre tu dormivi, i tuoi amici mi hanno spiegato cosa è successo... è stato colpito malamente durante questo vostro fenomeno che vi lega come una cosa sola ed entrambi avete subito un duro colpo. Ora tu ti sei svegliato e sei riuscito a vincere la tua condizione, ma ora spetta a lui. Gli ho somministrato flebo, vaccini e tutto quello che avevo, ma è tempo che pure lui faccia la sua parte. Credo che, dentro, la sua anima stia lottando per vincere e riunirsi a te"

"G-Greninja..." sussurrò Ash "...professore? posso parlargli un po'?"

"Beh, è ancora in prognosi riservata, dubito che riesca a sentirti, ma dopotutto sei il suo allenatore... puoi provarci, se vuoi"

Ash si avvicinò al suo Pokémon in stato comatoso, gli prese la zampa palmata e iniziò a parlargli: "Greninja... io… io non so se tu riesca a sentirmi ma... so che sei forte, lo sappiamo tutti e due... ti prego, non abbandonarmi così. Ho sofferto quando sei dovuto andare con Mollicino, ma almeno sapevo… sapevo che stavi bene, ora come ora vederti in questo stato... io… io..." l'allenatore scoppiò in lacrime “Te lo giuro, amico mio... vincerò per te, vincerò la Lega, vincerò il mondo solo per vederti
ancora una volta in piedi! Tu sei mio amico, non voglio perderti così!"

Poi l’allenatore passò a Pikachu “Pikachu mi spiace davvero. Anche tu hai sofferto tanto e tutto perché volevi proteggere dei Pokémon che nemmeno conoscevi. Hai deciso di combattere contro te stesso, di andare contro la tua famiglia e di perdere la tua dignità… ti sei fatto carico di quello che facevi e hai avuto troppe responsabilità. N-Non ho saputo proteggerti come avevo promesso… h-ho lasciato che ti facessero perdere la speranza. T-Ti sei persino esposto pur di non ferirmi oltre.” Passò la testa sul suo braccio per asciugarsi le lacrime, ma continuavano a scendere “T-Ti prego di perdonarmi! S-Se mi darai un’altra chance, ti starò vicino il più possibile! Tu però non lasciarmi, torna al mio fianco amico mio… non abbandonarmi, ho bisogno di te!” lo accarezzò sulla testolina.

Dagli spalti, Serena, Brock, Lidia e Leafala potevano vedere quella situazione disperata. Leafala si maledisse... se solo fosse stato abbastanza forte! Prese coraggio e andò al suo albero d'allenamento, raccolse tutte le sue frustrazioni e scaraventò un pugno tale da far vibrare tutto il tronco. Le vibrazioni svegliarono gli altri Leafala, abbastanza infastiditi dalla persistenza di quel loro simile atipico

"Leaf!Leaf!"

A quel punto "l'atipico" gridò come non mai "LEAF! FA! FA! LA! LA!” sparò loro un’Energipalla carica di frustrazione per dimostrare che ne aveva abbastanza di essere destinato ad agire come la sua specie, di come lo trattavano gli altri suoi esemplari e che era pronto davvero a sconfiggerli uno per uno… ma si trattenne: cosa avrebbe dimostrato cosi? Avrebbe solo fatto la figura del bulletto e di sicuro non avrebbe fatto piacere al suo maestro. 

Guardò ancora una volta inferocito i suoi compagni di razza, che rimasero pietrificati davanti a quella reazione, gli rifilò un grugno di disappunto e se ne andò da lì.

Nel frattempo, Ash continuava a stare stretto ai suoi Pokémon, cercando di stargli vicino.

"Ash... credo sia meglio lasciarli da solo ora" disse il prof, mettendogli la mano sulla spalla.

"Ok..."

I due si allontanarono, ma quel che non videro furono due reazioni. Un leggero movimento del braccio del Pokémon rana... e l’aprirsi di due piccoli occhi.

… 

Ash camminava con sguardo basso fissando il pavimento e pensando intensamente a ciò che era successo. Nei seguenti giorni non aveva rivolto la parola a nessuno, aveva dormito a malapena e soprattutto aveva mangiato pochissimo. Conoscendolo, non avrebbe mai rinunciato al cibo, tranne in situazioni simili.

Non poteva fare granché, e tutto ciò gli faceva venire una gran voglia di stare da solo, di riflettere e sfogarsi in solitudine, quindi proseguì la sua passeggiata fino ad arrivare all'uscita del laboratorio. Nemmeno notò i suoi amici che se ne stavano ai lati del passaggio. Andò avanti senza badare a niente e nessuno.

Serena chiuse gli occhi e fece un sospiro. Si preparò a seguirlo, ma Brock la fermò, afferrandole la mano e scuotendo la testa: "Lo conosco bene, quando Ash è in questo stato ha bisogno di stare da solo"

Fu però il turno di Serena di scuotere la testa "É già capitato e ho già saputo gestirlo. Stare solo può far bene, ma non se ha in testa pensieri sbagliati… e se sta giorni da solo!"

"Serena, potrebbe respingerti... non è sé st.."

"Esattamente! E ciò è sbagliato. Credimi, ci è già capitato e ho avuto modo di farlo ragionare… ci penso io, ok?" concluse andandosene.

Brock rimase silenzioso e confuso. Conosceva Ash da anni e probabilmente era colui che sapeva gestirlo meglio, eppure quella ragazza aveva dato l'impressione in pochi secondi di sapere tutto di Ash, ogni particolare. Sembrava capace di batterlo su ogni fronte.

Intanto, all'esterno, Ash camminava lentamente. Continuò fino ad arrivare ad un albero e inconsciamente lo prese a pugni, continuando fino a che non gli fece male la mano.

"Dannazione...!" si lamentò lui, frustrato.

"Ash?" lo chiamò una voce familiare.

Al ragazzo non servì girarsi per riconoscere l'allenatrice. Sapeva perché era lì, e non aveva tutti i torti. In effetti stava di nuovo cadendo in depressione come a Frescovilla dopo la sconfitta contro Edel.

Serena aveva intuito per certe cose, sapeva che era meglio non lasciarsi sopraffare dai sensi di colpa per vari motivi: il primo era che il vero Ash non si arrendeva mai, il secondo era che non voleva essere preso a sassate in testa, visto che la neve non c'era, anche se sapeva che Serena non lo avrebbe mai fatto.

"Hai bisogno di parlare?" chiese Serena avvicinandosi a lui.

Ash scosse la testa con un mezzo sorriso: "No, grazie. So di sbagliare, ma rimane dura..."

"Già..." commentò Serena grattandosi il braccio: "Vedrai che Greninja e Pikachu staranno meglio. Loro sono forti no? Come te!" provò ad incoraggiarlo.

In effetti, quel commento finale lasciò Ash un po’ divertito "Se fossi così forte non sarei qui a piangermi addosso"

"Anche i più forti hanno momenti di debolezza. Poi però solo i veri forti sanno usarli per rialzarsi. Tu lo hai sempre fatto..." e appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo "Supererai anche questa, se ci credi tu, vedrai che lo faranno tutti" aggiunse poi, sorridendo dolcemente.

Ash girò lo sguardo verso di lei e rispose con un sorriso dolcemente grato. Per fortuna c'era sempre lei a tirarlo su e ad aiutarlo ad essere sé stesso.

"A proposito" Ash si girò completamente verso di lei "Hai avuto modo di conoscere meglio quella ragazza, Lidia, mentre ero nel mondo dei sogni? Sembra una brava allenatrice!"

Serena portò l'indice sotto il mento "Ah sì, però non abbiamo parlato tanto. So solo che è la Capopalestra di Collinopoli, nulla di che!" lo prese in giro la performer.

"Ahhh sì, è solo la Capopalestra, allora dovremmo chiederle di più... aspetta!" Ash ci mise un attimo a capire "É LA CAPOPALESTRA!?" si stupì.

Serena annuì "Ahah sì, è lei. Olivio l'ha chiamata per aiutarci, è Lidia che ha liberato gli starter!”

"Però... è in gamba! Devo sfidarla al più presto!" sorrise Ash, tornando ormai di buon umore.


Serena però lo guardò un po’ perplessa, oltre che felice di averlo tirato su "A dire il vero… Ho un’altra notizia. Pikachu si è svegliato ieri e si è ripreso quasi del tutto. Il professore ha detto che è riuscito a guarire da ogni ferita ed è solo un po' debole. Può tornare ad allenarsi con te! Te lo avrei detto prima, ma non c’era verso di parlarti!”

Il kantoniano subito balzò sulle gambe “DAVVERO!? STA BENE!?” 

“Fisicamente ormai si è quasi rimesso del tutto. Ho più paura per il suo umore, credo si senta in colpa, dopotutto tutto questo casino lo ha coinvolto molto, potrebbe credere sia colpa sua. Le minacce, il tuo attacco, Greninja che è stato ferito per proteggerlo... E’ molto scosso. Ho provato a consolarlo, ma questa è una cosa che riusciresti a fare meglio tu"

"Sai dove lo posso trovare?" chiese lui

Serena si girò e indicò l'albero sulla sponda opposta del laghetto "Lassù. Se ne è andata dal laboratorio dopo che il professore ha detto che gli serviva prendere un po' d’aria”

Ash corse via, per poi fermarsi prima di fuggire verso il suo amico: "Ah. Grazie Serena!" pronunciò senza voltarsi per poi riprendere a correre, con la kalosiana sullo sfondo che arrossì.

L'allenatore corse fino ad arrivare all'albero indicatogli e in quattro e quattr'otto si arrampicò.

Trovò subito il topino, voltato verso i cespugli, con la testolina appoggiata al tronco. Ash si sedette di fianco a lui e gli posò una mano sulla testa, accarezzandolo. Il tipino inizialmente si spaventò, anche perché non si aspettava di sentire la voce del suo allenatore. Si aspettava di incontrare ancora Serena piuttosto.

“Pikachu!! Stai meglio? Ero preoccupatissimo!!! Mi hai fatto stare in pensiero… ascolta io…”

Pikachu girò la testolina, facendolo fermare subito. L’allenatore capì subito che Pikachu aveva sentito il suo discorso qualche giorno fa, ma non sembrava quello a ferirlo. A ferirlo era tutto quello che era successo. Nonostante non fosse più sofferente nel corpo, nel cuore lo era ancora. Il suo triste musino diceva tutto.

Pikachu non rispose e appoggiò la testa contro la corteggia del muro. Ash doveva assolutamente parlargli. 

L’amico lo guardò dispiaciuto, lo prese e semplicemente lo abbracciò, lasciando un po’ stupito il Pokémon, ma dandogli allo stesso tempo il via libera a sfogarsi. Non lo stringeva così da tanto, non aveva potuto confortarlo, rassicurarlo e coccolarlo. Non gli disse nulla per un po', limitandosi ad accarezzarlo, mentre Pikachu piangeva lacrime amare di rimpianto e senso di colpa.

"Pikapi..." singhiozzò lui, aggrappandosi alla maglia dell'allenatore.

"Lo so che pensi che sia stata colpa tua, ma non lo è. Dopo tutto quello che hai passato... tu sei l'ultimo da incolpare. É stato il Team Rocket a rapirti, a minacciarti e a costringerti a farmi qualcosa. So benissimo che in quel momento non volevi farmi nulla. Non l’ho mai dubitato”

“Pi…” Non gli avrebbe mai fatto del male volontariamente. Sperando anche involontariamente.

“E riguardo a Greninja. Non devi incolparti nemmeno di quello. Ti hanno ferito e torturato con quelle scariche e non eri in grado di difenderti. Lui ha scelto di proteggerti, come lo avrei fatto io!” Ash sospirò “Ovviamente è normale che tu ti senta così, io stesso mi sento responsabile. Sono il vostro allenatore e amico, avrei dovuto fare qualcosa..."

Pikachu cominciò a protestare, ancora con le lacrime agli occhi "Pikapi! Pipichu!"

"Lo so… Lo so... però una cosa la possiamo fare: impegnarci per Greninja! Andare avanti, sostenendolo e aspettando che torni da noi!”

"Pika?" Pikachu guardò Ash, confuso.

"Si, sono sicuro che Greninja direbbe lo stesso. Pikachu, tu sei e rimarrai sempre il mio più caro e migliore amico. Avrò sempre fiducia in te e ci sarò in qualunque situazione, come so che tu ti fidi di me e che potrò contare su di te se avrò bisogno! Non ci separeranno mai e andremo avanti ad impegnarci nel nostro sogno, anche per Greninja! Se avremo altre organizzazioni criminali contro di noi, salveremo il mondo! Se avremo rivali, combatteremo con tutte e nostre forze e ci godremo il nostro viaggio e le lotte!”

Pikachu abbozzò un sorriso.

“E ora dai smettila di piangere, sei o non sei il Pikachu più forte che ci sia?".

Il topino smise di piangere e guardò Ash abbastanza convinto. Eh sì, l'allenatore aveva colto nel segno, come lui anche Pikachu aveva una sorta di orgoglio che brillava dentro di lui. Pikachu assunse una faccia nuova: stavolta piena di risoluzione e fiducia, si era convinto. Greninja ce l'avrebbe fatta di sicuro. Saltò sulla spalla di Ash e fieramente si batté la zampina sul petto. Avrebbe lavorato doppio pur di vedere il suo amico di nuovo in forma e felice!

"Questo è il Pikachu che conosco! E ora che ne dici di scendere dall'albero? Sai, sto un po’ stretto..." ammise Ash.

"Pikachu Pi!"

Ash scese dall'albero facendo attenzione a non farsi male mentre parlava "Tra l'altro, Pikachu. Ti va di conoscere la tua prossima avversaria?"

"Pikachu?"chiese confuso il topino.

"Eheh, è stata una sorpresa per me, figurati per te!"

I due tornarono dentro al laboratorio dove ad attenderli vi erano Brock, Serena, Lidia e il professore intenti a bere una tazza di caffè.

"Siamo tornati!" annunciò Ash con voce più serena.

"Ehi, come ti senti?" domandò Brock.

Ash su massaggiò la testa piegandola un po’ di lato: "Meglio! È grazie al vostro supporto che so di poter contare nei miei amici!"

Tutti i ragazzi presenti sorrisero, così Ash andò avanti "E il supporto di qualcuno in particolare!" e strizzò l'occhio alla biondina che sedeva di fianco alla Capopalestra.

Serena subito arrossì come un forno "N-Niente...!"

Ash poi si girò verso Lidia " Non mi avevi detto che eri la Capopalestra di Collinopoli!"

Lidia ridacchiò con un ghigno "Mi spiace, ma ero di fretta quando mi ha chiamato Olivio urgentemente. Poi sei morto per sei ore! E quanto ti sei svegliato avevi altro per la testa!"

"Ma le lotte in Palestra sono sempre nella mia testa!" Ash puntò il dito alla nuca ridendo.

Lidia si alzò e appoggiò i pugni ai fianchi "Ah, questo lo so!"

Tutti meno Olivio la guardarono confusa, quindi il professore appoggiò la testa sulle mani con i gomiti sul tavolino: "Ed eccola che riparte! Ci risiamo!"

"Cos-" Brock lo guardò curioso.

Puntò il dito contro Ash, come se fosse in un'indagine "Come so che tu, Ash, sei un allenatore proveniente da Kanto e probabilmente vuoi diventare il migliore allenatore Pokémon del mondo, quindi Maestro Pokémon! Il tuo primo Pokémon è Pikachu e ora sei qui per competere nella Lega di Forsia!" Poi puntò a Serena "E tu, Serena, sei una performer proveniente da Kalos e ora vuoi competere nei Varietà di regione. Sei venuta qui assieme ad Ash da Kanto! Probabilmente vi conoscete da moooolto tempo!"

Serena, Ash, Pikachu e Brock spalancarono le loro bocche, stupiti.

Ash e Serena si guardarono e poi tornarono a Lidia "E tu come lo sai!?"

La ragazza più grande alzò il dito, sempre imitando la posa di un detective che spiega le sue deduzioni "Elementare! Voi due indossate classici vestiti di tessuto proveniente da Kanto, si capisce sia dall'aspetto che dal profumo tipico. Procurarlo è difficile se non si abita nella regione, perché non è usato commercialmente, quindi probabilmente è realizzato da qualche parente di Ash. Come mai proprio Ash? Perché hai un Pikachu, un classico Pokémon di Kanto, e il fatto che stia sulla tua spalla così e siate tanto affezionati fa capire che è il tuo primo Pokémon. Avete ancora i biglietti dell'aereo che si vedono dalle tasche. La Air Dragonite fa voli esclusivi di Kanto-Forsia e quindi per forza venite entrambi da lì. Serena invece ha un Braixen, un Pokémon tipico di Kalos, e indossa un fiocco sul bastone con cui lotta, quindi è un Pokémon non molti usato in lotte, ma da come si muove si vede che è esperto in esibizioni. Quindi svolgi i Varietà, tipici di Kalos e Forsia. Probabilmente vi siete conosciuti a Kalos, visto che Ash ha un Greninja, catturato in un viaggio precedente. Serena era a Kanto per qualche motivo e siete partiti insieme per venire qui!"

I due rimasero completamente bianchi per lo stupore.

"Ma tu chi sei veramente!?" domandò Ash ancora a bocca spalancata e occhi sporgenti.

"Umpf... Io sono Lidia! E sono un detective!" dichiarò lei con stile.

Il silenzio calò mentre i ragazzi e Pikachu la guardavano con stupore.

Olivio invece applaudì con gli occhi chiusi "Brava come sempre!"

"Ovviamente sono anche Capopalestra di Collinopoli!" aggiunse poi con un occhiolino.

"Aspetta, come sai che voglio essere Maestro Pokémon?" domandò Ash.

"Semplice. Prima ho chiamato mia sorella e ha detto di aver visto un allenatore bizzarro che voleva a tutti i costi sfidare la Palestra!"

"B-Bizzarro?” Pensò perplesso Ash.

"E visto come sei allegro, pimpante, volevi conoscermi... più il fatto che giri diverse regioni sfidando le Palestre.. portano solo ad una conclusione!"
Serena la guardò con ammirazione "Sei un genio!"

Lidia si strofinò la mano tra i capelli "Eheh"

"Allora… ti posso sfidare?!" chiese Ash avvicinandosi con gli occhi luccicanti "Ti preeeego!"

Lei lo guardò ridendo, con un sopracciglio alzato e le mani incrociate dietro la testa "Certo!”

"Beh, è la cosa migliore, se ti concentri sulla Palestra non penserai a Greninja!"

"Ascolti professore… io..."

"Non preoccuparti. Dopo alcune analisi ho concluso che Greninja si riprenderà. Adesso è in uno stato vegetativo e in un coma temporaneo. Tuttavia si riprenderà con un po’ di cure speciali, si sveglierà nel giro di qualche settimana! Avrà bisogno di un po’ di riabilitazione, ma non devi preoccuparti più di tanto!"

Ash sorrise tranquillizzato, anche Brock, Pikachu e Serena sospirarono più sollevati, mentre Lidia annuì soddisfatta con le braccia incrociate.

La performer si mise la mano sul cuore "menomale" pensò.

La detective già stava immaginando che soddisfazione gli avrebbe dato quel ragazzo a sfidarla, ultimamente non veniva più nessuno con una forza e determinazione pari a quella che il suo nuovo amico pareva dimostrare: aspettava con gioia quel momento, anzi proprio non poteva attendere.

"Ash, che ne dici di domani mattina alle dieci e mezza?" propose lei.

"Certo, per me va benissimo!" rispose Ash "E sta sicura che non ti daremo tregua! La medaglia sarà nostra!"

"Ahahah lo vedremo, caro mio, lo vedremo! Come hai visto, il mio Spotpup non perdona facilmente!" sorrise la Capopalestra.

"Beh anche Pikachu non scherza!"

"Pika!"



E così, Pikachu è riuscito ad uscire da una brutta situazione. Sebbene un compagno di squadra di Ash, con un gesto nobile, dovrà rimanere al laboratorio del Prof. Olivio per un po’, la grinta dell'allenatore è tornata a brillare con l’aiuto dei suoi amici! Ora è pronto per affrontare la sua prima vera sfida nella regione di Forsia. Riuscirà a battere Lidia e il suo fenomenale Spotpup al primo tentativo?


Leafala guardava attentamente l'allenatore e stava decidendosi sul da fare "...Fala!"



Spazio d'autori:
Beh che dire? E' stato un capitolo intenso vero? Il povero Pikachu ne ha passate di tutti i colori. E la prossima volta si vedrà la prima vera sfida di Ash nella regione di Forsia! Come vi è sembrata la capopalestra? Vi piace? Come al solito invito a seguirci anche sulla nostra pagina deviantart e facebook ^^ Alla Prossima!

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Capitolo 10
*** Inizino i Botti! Pikachu vs Spotpup! ***


BENTORNATI DI NUOVO! PER FARCI PERDONARE DEL RITARDO QUESTA SETTIMANA ABBIAMO PUBBLICATO UN ALTRO CAPITOLO! FINALMENTE ASH E' ARRIVATO ALLA SUA PRIMA VERA SFIDA NELLA REGIONE DI FORSIA! COME SE LA CAVERA'? SCOPRIAMOLO INSIEME!


Episodio 7: Inizino i botti! Pikachu vs Spotpup!

Ash è finalmente arrivato a Collinopoli, ma il suo arrivo è stato tutt’altro che tranquillo. A causa di un attacco del Team Rocket, il suo Greninja è stato ferito malamente e messo sotto sorveglianza nel laboratorio del Prof.Olivio. Tuttavia, l’arrivo di Lidia, capopalestra di Collinopoli, ha riacceso la grinta dell'allenatore di Biancavilla che ora si sta preparando ad affrontare la sua primissima lotta in palestra a Forsia.

"Allora Ash, ti senti pronto?" chiese Serena all'allenatore mentre si incamminavano verso la palestra di buon mattino.
Ash non aveva sentito storie quando era stato proposto di lottare nel pomeriggio, Voleva che fosse la prima cosa da fate appena svegliato. "Prontissimo! Non vedo l'ora di affrontare Lidia!" rispose fieramente lui con un sorriso grintoso sulla bocca.
"E tu Pikachu?" chiese la performer, sapendo già chi sarebbe stato l’avversari di Spotpup quel giorno. Era stato Ash stesso a confidarle che avrebbe iniziato i botti a suon di Fulmine.
"PIKACHU PI!" rispose il topino, il quale sembrava ancora più grintoso del suo allenatore. 
"Ash, so che sei migliorato tanto, ma ricordati che Lidia non è un avversario da prendere sottogamba, l'hai vista ieri mentre combatteva" gli ricordò Brock. 
"Certo che lo so! Ma proprio perché so che è forte, che mi sento cosi carico e pieno di energia!" ribatte Ash, per essere seguito dal ragazzo più grande che scosse la testa. Era una risposta tipica di Ash. 
Talmente era l’emozione, che Ash non si accorse di essere arrivati davanti alla palestra e questa volta senza perdersi. Il ragazzo avanzò la mano, premendo un pulsante. “Sono venuto per la sfida!" 
"Ah sì! Un attimo che apro" rispose una voce maschile, probabilmente l'arbitro della palestra. La porta a vetrata si mosse e aprì il passaggio, permettendo ad Ash e i suoi amici di procedere. 
"Wow! Mica male! Questa struttura ha un certo stile!" commentò Serena.
La palestra infatti si snodava in quella che sembrava una vera e propria casa e i ragazzi stavano attraversando un corridoio pieno di luci e stanze varie. 
"Beh, sì in effetti è come se la palestra di Lidia fosse allo stesso tempo casa sua!" commentò Ash girandosi verso la biondina.
Così facendo però non notò che qualcuno, come Ash intento guardare altrove, stava andando proprio nella direzione opposta alla sua. Ben presto i due finirono per scontrarsi e cadere a terra.
“Ouch… scusa per l’inconveniente! Non stavo guardando!” si scusò l’allenatore di Biancavilla.
La ragazza a terra si rialzò con semplicità e annuì “Anche io non stavo guardando se per questo. Tu sei Ash, giusto?”
Ash serrò un pugno e sorrise “Esatto! Sono io! …tu… sei…?”
“Mi chiamo Irene e Lidia, la capopalestra, è mi sorella maggiore! Mi aveva avviata del vostro arrivo, quindi immagino che tu voglia sapere dove si trova il campo lotta!”
"Già! Spero ti abbia anche avvisata di prepararti a vedere una lotta con i controfiocchi!" Disse determinato Ash. 
Irene scoppiò a ridere, in un misto di divertimento e sarcasmo "Ahaha come no, mia sorella sconfigge ogni sfidante in pochissimi minuti! Non la batterai mai!"
Ash alzò un sopracciglio "Beh mai dire mai! Più mi dici così, più mi incoraggi a lottare!"
"Ben per te, perché avrai bisogno non solo di fortuna per vincere!" Agitò lei la mano beffandosi dell'allenatore. "Non illuderti troppo, o finirai con darti solo delusioni per tua stessa mano!"
Serena avvicinò la testa a Brock "é un bel peperino quella ragazza!"
"Ho visto di peggio!" Commentò lui, alzando le spalle. Eccome se ne aveva conosciute di peggiori.
Ash incrociò le braccia determinato "Beh, la speranza e la determinazione sono le ultime a morire!"
"Non so sulla tua determinazione, ma io so che chi vive sperando muo..."
"Perché non ci porti da tua sorella!?" La interruppe Serena giusto in tempo, evitando un detto sgradevole. 
La sorella della capopalestra annuì facendo le spallucce "Certo, seguitemi!"
La ragazzina fece strada agli allenatori, in quella che sembrava una palestra colossale. Era enorme, imponente e trasmetteva già i brividi di una grande sfida. 
"Come fate ad orientarvi in questo posto? Raramente vedo palestre così grandi, dovete avere una famiglia molto grande, o parecchi visitatori!" Chiese Brock guardandosi attorno curioso. Gli piaceva l'atmosfera di quel posto e anche l’idea di una famiglia grande, come la sua.
Il cicerone appoggiò le mani dietro alla testa "Ci abbiamo fatto l’abitudine, ma io la trovo troppo grande per appena tre persone.  Anche se abbiamo qualche Pokémon!"
Ash la guardò confuso "tre persone?" Aveva uno strano presentimento.
"Tecnicamente di imparentate strettamente ci siamo solo io e mia sorella maggiore. Poi l’arbitro della lotta che vi ha accolti è nostro cugino e vive qui con noi. Nostro padre è sempre via per lavoro e non si vede quasi mai, mentre mamma… beh è così" C'era una nota di malinconia in tutto ciò. 
Alle orecchie di Ash non era sfuggito, ma decise di non commentare o prolungare quella discussione che si legava all’argomento “famiglia”.
La piccola allenatrice si grattò sotto il naso soddisfatta "Ovviamente qui ci sono sempre tante persone! Essendo la palestra della capitale di Forsia, siamo molto famosi e quindi si svolgono tornei, riunioni e altri eventi! È sempre pieno di gente e Pokémon! Solo che gli ultimi giorni era chiusa perché Lidia aveva degli impegni fuori città e oggi ha voluto vietare l’accesso per concentrarsi sulla vostra lotta!”
Ash sorrise a quell'affermazione.
"Anche se non so cosa ci trovi di speciale..." scherzò lei, facendo rabbrividire il gruppo. Era una ragazzina terribilmente dispettosa. “Ah, non mi avete ancora detto chi siete voi che accompagnate lo sfidante!”
“Loro sono i miei compagni di viaggio! Questo qui sulla mia spalla è Pikachu, il mio migliore amico! Lei è Serena e lui Brock!”
Irene annuì e prese una Pokéball “Vi mostro il mio amico! Vai Furret!" Lanciò una pokéball, facendo uscire il furetto di tipo normale. 
"Fur!" 
"Hey Irene, che fai? Mi porti via gli sfidanti?" Una voce scherzosa arrivò da dietro.
"Oh?" Si girò la sorellina "Ciao sorellona! Comunque no, ma vorrei proprio vedere se Ash è davvero in grado di batterti!" 
Lidia appoggiò le mani sui fianchi "Per saperlo basta seguire la lotta che vorrei cominciare il prima possibile! Ho passato la notte in bianco per l'emozione! E poi ho visto di cosa è capace ieri e lo ritengo più che idoneo!"
"Ehi cosa credi!? Anche io sono stato sveglio fino a tardi per studiarmi i migliori piani d'attacco!" rise sopra Ash. In effetti era vero, se non fosse stato per Serena che gli aveva tirato, molto dolcemente e con molto amore, una cuscinata per invitarlo a dormire Ash, sarebbe stato sveglio tutta la notte a pensare alla sfida di quel giorno. 
"Beh vedremo, vedremo..." sorrise la capopalestra con aria maliziosa. "Comunque… sembra che manchi ancora un attimino per preparare il campo. Giusto 10 minuti per sistemare qualcosina, però vi posso portare subito a vedere come è fatto!" 
"Molto volentieri!" esclamarono i tre ragazzi contenti dell'invito. Il gruppetto si avviò verso l'area di lotta ed entrarono nella zona degli spalti. 
"Wow, bello!" commentò Ash. Il campo era un terreno perfetto per una lotta degna di grandi sfide. Il suolo era ben compatto e piano. C’erano pure un paio di piantine che davano colore e vivacità all'area.
"Ma no non è niente, preferisco uno stile classico. Di solito i capopalestra hanno un certo sfarzo nel decorare il loro campo, adattandoli per avvantaggiare il tipo dei propri Pokémon e testare le capacità degli sfidanti nei diversi climi che il mondo può offrire. Tuttavia la mia palestra è specializzata nel tipo normale, quindi non ho molti cambiamenti da apportare! Inoltre io preferisco semplicemente mettermi alla pari con il mio avversario e pensare solo alla lotta!” sorrise lei lisciandosi i capelli. 
"In realtà, è che mia sorella spende tutti gli extra per abbellirla in pasti pronti dato che non sa cucinare..." bisbigliò Irene all'orecchio di Serena, non facendosi sentire dalla sorella maggiore. Vero il fatto che adorava sua sorella, ma come ogni sorella minore adorava svelare un pochino dei retroscena, tanto per stuzzicarla un po'. 
"Beh a questo punto ci conviene aspettare qua, tanto direi che ci siamo quasi..."
"Ehilà! Disturbo?" si sentì una voce in lontananza che si avvicinava. 
"Oh! Salve professore, anche lei qui a vedere la sfida?" disse Brock notando Olivio avvicinarsi. "Ad essere sinceri è così. Avevo proprio voglia di vedere Ash lottare, potrebbe aiutarmi con le mie ricerche! Se però devo essere ancora più franco, è stato il signorino qui a costringermi ad ogni costo!” l’esperto si scostò, facendo sbucare il faccino di un Leafala abbastanza famoso. 
"Ehi ciao! Anche tu qui a fare il tifo per me?" sorrise Ash davanti al suo nuovo amico. 
"Fa! Fala!" lo salutò lui. 
"Mi ha praticamente buttato giù dal letto stamani! Era tutto un "Fa! Fa! Fa! Fa!”.. quindi alla fine mi sono arreso ed eccoci qua! Buona fortuna Ash e in bocca al Mightyena!
"Lidia ci siamo! Il campo è pronto! Ora mancate soltanto tu e lo sfidante!" annunciò l'arbitro.
"Bene Ash vogliamo iniziare? Io sono pronta! Tu?" disse la capopalestra rivolgendosi all'allenatore.
"Io sono sempre pronto!" replicò lui con coraggio. 
I due scesero dalla zona spalti e si avviarono rispettivamente verso i loro posti, opposti l’uno all’altra.
Quando spettatori, sfidante e capopalestra furono tutti pronti, l'arbitro di gara poté iniziare con il suo discorso d'apertura "Signori, sta per avere inizio la sfida tra Ash Ketchum da Biancavilla, contro la capopalestra Lidia! Sarà una lotta 1 vs 1 dunque non saranno possibili sostituzioni da parte di entrambe le parti! Che Pokémon avete intenzione di usare?!"
Prima di schierare il proprio Pokémon, Ash si ricordò di un amico a cui avrebbe fatto piacere guardare e imparare come si sarebbe dovuto comportare nelle future lotte con il proprio allenatore. Ash prese una pokéball e la lanciò in aria.
"Tweeny esci fuori!" gridò e l'uccellino blu uscì dalla sfera.
"TWEE!" 
"Lo sfidante userà Tweeny?" chiese conferma l'arbitro.
"Ah no, no, no! In realtà l'ho fatto uscire perché volevo che si gustasse anche lui questa lotta!”
L’uccellino annuì e volò sugli spalti. L’adolescente rimise a posto la pokéball e allungò il braccio.
“Sei pronto amico? Voglio iniziare questa lotta con te, il primo scontro del viaggio decisivo! Tu aprirai le danze e tu le chiuderai! Pronto e carico per scagliare tuoni e fulmini?!”
"PIKA!" e il topino corse saltando prima sul braccio del suo allenatore e poi atterrando direttamente in mezzo al campo. Caricò le guance e rilasciò un potentissimo Fulmine che echeggiò nell’aria.
"Ash sai già chi userò vero?" sorrise Lidia.
"Ma certo! Anzi voglio proprio lottare con lui!" 
"Bene, dunque non perdiamo tempo! Spotpup vieni fuori!" e il cagnolino maculato uscì dalla sua sfera pronto a fronteggiare colui che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi rivali.
Cane e topo si guardarono l'uno negli occhi dell'altro, entrambi puntavano a divertirsi, ma il vero obbiettivo era uno solo: vincere. Continuarono a scrutarsi con molta rivalità, era una strana forma di rispetto tra avversari.
"Dunque sarà Pikachu vs Spotpup! Allo sfidante la prima mossa, si dia inizio alla sfida!" annunciò l'arbitro.
"Pikachu Attacco Rapido! Apriamo con stile la nostra prima lotta in palestra!" 
"Pi-pi-pi-pikachu!" il topo si lanciò a tutta velocità sul Pokémon canide.
"Non credere che ce ne staremo impalati a subire il colpo! Spotpup usa anche tu Attacco Rapido! Dimostriamo che la velocità non ci spaventa!"
"Spo-Spo-Spo-Spo- PUP!" e anche il cane si lanciò in un Attacco Rapido in direzione di Pikachu. Già da subito erano iniziate botte e scintille, i due attacchi si fronteggiarono facendo nascere un potente polverone. I due si erano dati una tremenda craniata tanto per cominciare"
"Spotpup, riprenditi ed usa Codacciaio!"
La coda del Pokémon maculato iniziò ad irrobustirsi, diventando dura come l’acciaio, poi si scagliò sul nemico.
"Pikachu, schiva l'attacco!"
"Pikapi!" Rispose, scansandosi come gli era stato detto. Il cane tuttavia non atterrò con la coda, all’ultimo momento appoggiò le zampe anteriori.
Lidia sorrise "Bingo! Colpisci!" 
Spotpup riuscì a colpire il Pokémon topo utilizzando la coda come frusta e l’energia delle sue zampe che avevano fatto attrito sul terreno. Pikachu venne sbalzato via, ma era ancora più che in grado di continuare.
"Urca! Che potenza!" Pensò Ash, vedendo quella piccola ma efficace strategia "Mi piace come usa Codacciaio!" Si guardò intorno, poi ordinò "Pikachu, usa pure tu Codacciaio!"
La coda della creatura di tipo elettro si illuminò e si lanciò contro il bersaglio. Era pronto a colpirlo con una serie di attacchi che dovevano cercare di abbassargli la guardia.
"Non provarci nemmeno! Spotpup, usa ancora Codacciaio!"
I due lottatori iniziarono a tempestarsi di colpi. Da una parte Pikachu voleva cercare di stancare il bersaglio, dall'altra aspettava il momento opportuno per colpire.
"Però… sembra che Pikachu sia migliorato dall'ultima volta che l'ho visto" disse Brock a Serena "Sembra molto più rapido"
"Eh già" rispose lei "E hai visto ancora pochissimo! Migliora di giorno in giorno. È un Pokémon dalle mille risorse!"

Erano passati tre minuti e ancora non era cambiato nulla. Pikachu continuava ad attaccare, mentre Spotpup continuava a difendersi senza nemmeno stancarsi.
"Sinistra, destra, sinistra, destra, centro" ripeteva fra sé e sé l’allenatrice "Sembra che segua un ritmo… SPOTPUP, PRENDI IL COLPO!”
Il Pokémon cagnolino venne colpito in pieno muso dall'attacco avversario, ma a quanto pare non sembrava che avesse subito tanti danni.
"Perfetto. Gelodenti!" Urlò lei "Lancialo via!"
Spotpup azzannò la coda di Pikachu con un morso gelato. Lo sfidante urlò di dolore, ma Spotpup era deciso. Lo scaraventò via e poi gli si avventò contro, pronto a sferrare un possibile colpo decisivo.
"Pikachu non arrenderti! Continua a colpire con Codacciaio! Mira al muso!" Ordinò Ash.
"Pikaaaa chu! Chu! Chu! Chu! Chu!" Continuò la serie di attacchi che bloccava la morsa del cane. Pikachu continuò a procedere, mirando la bocca del cane di tipo ghiaccio e puntando a bloccare l'attacco alla fonte. 
Lidia fece un sorrisetto e con un gesto della mano diede ordine al suo Pokémon di cambiare modalità di attacco. Spotpup divenne più lento e alla prima occasione, Pikachu riuscì a prenderlo dritto, dritto sul naso con un colpaccio di coda. 
Spotpup però approfittò del momento e chiuse le sue fauci sulla coda di Pikachu proprio come prima, per poi stringerla in un Gelodenti.
"Oh no..." commentò Serena di fronte a quel momento svantaggioso per il suo amico.
Fu però Ash a sorridere soddisfatto "Bene! Ora Spotpup non può più difendersi! Pikachu usa Fulmine e dagli una bella scossa!" 
Pikachu sorrise, mentre Lidia e Spotpup rimasero sorpresi dalla trappola. 
"PIKAAAAAA CHUUUUUU!!!!!!!" Pikachu sfoderò una scarica di enorme potenza che pervase il cucciolo e lo fece sbalzare all'indietro. Tuttavia ci voleva ben di più per stenderlo. In men che non si dica Spotpup si rialzò sulle sue quattro zampe, a denti scoperti. 
"Ammetto che mi hai sorpresa! Ma non succederà ancora molte volte! Concluderemo questa sfida con il tuo stupore della nostra vittoria!" Si auto incoraggiò Lidia. Seguita da un latrato del suo Pokemon.
Ash si sistemò il cappello "Staremo a vedere! É la mia prima lotta in palestra qui a Forsia e ho intenzione di vincere!!! Sarà l'inizio di una serie di vincite che porteranno me e Pikachu a realizzare il nostro sogno!!" Ammise Ash fiducioso, scambiando uno sguardo combattivo con Pikachu.
"Pika!" Aderì il topino.
Lidia incrociò le braccia "E’ ammirevole il tuo obbiettivo! Allora dimostrarmi quanto davvero meriti di arrivare a realizzarlo! Spotpup facciamo sul serio! Vai con Turbosabbia!" Sfidò lei il kantoniano, ordinando la mossa seguente.
Come il cane sbatté le zampe a terra, si sollevò un polverone che coprì tutto il campo lotta, persino gli allenatori non vedevano nulla. 
Ash doveva ammettere che quello era il Turbosabbia più forte che avesse visto. Finalmente una sfida che gli ricordava le prime affrontate o le recenti a Kalos, o persino Sinnoh. Vere lotte in cui doveva dare il meglio e affrontare allenatori formidabili. 
Per essere la prima palestra era notevolmente forte, figuriamoci le altre. Voleva ancora di più vincere e andare avanti per realizzare il suo sogno, godersi questa magnifica lotta e quelle a venire. 
"Spotpup usa Gelodenti! Ghiaccia per benino Pikachu!" 
Il cagnolino si gettò a capofitto nella nube, con così tanta sicurezza di dove fosse Pikachu che non sembrava possibile "Pup!!!!"
Ben presto si sentì un gemito di dolore da parte del topino "Piiii!!" 
"Pikachu!!!!" Gridò Ash, non sapendo come reagire. 
Pikachu provò a guardare nella nube di polvere intorno a lui. La sabbia gli entrava negli occhi e copriva la visuale talmente tanto da non dargli tregua e impedendogli di capire da dove arrivasse il nemico. 
Improvvisamente sentì ancora un colpo… poi un altro… e continuò così uno dopo l’altro. Le ferite aumentarono sul proprio corpo e si accasciò. "Pi... chu..."
"SPOT! PUP!!! SPUT!!"
Dagli spalti Brock incrociò le braccia preoccupato "E’ brava questa capopalestra..."
"Brock, ma come fa Spotpup a vedere Pikachu?" Chiese Serena.
Brock si girò verso di lei "Beh. Non lo fa... però Lidia deve averlo addestrato molto bene ad usare l'olfatto di cui è naturalmente dotato. Questo gli permette di usarlo come occhi."
Serena tornò a guardare preoccupata il campo lotta e soprattutto l'allenatore sfidante. 
"Leaf…" fu poi turno di Leafala a preoccuparsi"
Leafala era abbastanza perplesso, scuoteva i pugni per quel ragazzo che gli aveva voluto bene fin da subito. 
Tweeny poteva notare con la coda dell'occhio il tremolare del koala. "Twe?”
Leafala alzò lo sguardo "Fa Fa Fala… Lea lef.." si poteva chiaramente comprendere che era in ansia per Ash e Pikachu. Avrebbe tanto voluto scendere in campo, ma non era possibile. Non aveva manco un allenatore. 
"Twe Tweeny!” Agitò l’ala l’uccellino, mentre sorrideva cercando di confortarlo.
Il koala lo guardò un attimo insicuro, sembrava che Tweeny non fosse per niente preoccupato "Leaf?" 
Il Pokémon volatile avvolse l’ala intorno all’amio "Twee Twee! Ne twe neee nee!!" 
Leafala non sapeva bene come facesse a riporre tanta fiducia in quei due di fronte a quello spettacolo per nulla incoraggiante. Forse era per il fatto che Tweeny aveva passato la maggior parte della sua vita ad accudire i suoi fratelli perciò era abituato a rassicurare la gente, ma anche lui avrebbe avuto dubbi, non conosceva nemmeno Pikachu e Ash! O almeno poco, essendo appena entrato in squadra.
Il koala sospirò e annuì poco convinto ma rassegnato ad aver fiducia “Fala..”
"Ash è bravo e si vede, ma come farà ad uscire da questa situazione?" commentò con fare interessato Olivio "La trappola della Turbosabbia di Lidia è un’ottima tecnica per mettere in difficoltà la coordinazione Pokémon-allenatore e solo pochi sono riusciti a superarla. Anche se la maggior parte lo ha fatto troppo tardi e Spotpup è riuscito a sfinire il nemico”
"Eh si, mia sorella non è un avversario così facile da sconfiggere! Ho paura per voi che Ash non possa farcela! Mi spiace dirlo, ma mia sorella è troppo forte per lui!" rise Irene con spavalderia.
"Aspetta..." le rispose Serena "...tu non conosci Ash come lo conosciamo io e Brock... è un tipo che non si fa scoraggiare da certe situazioni, anzi lo esaltano!" poi indicò con un dito l'allenatore "Ecco guarda bene il suo volto!" Irene aguzzò la vista e quel che le fu possibile vedere la sorprese non poco "Ma, ma… sta sorridendo!? Come fa a sorridere se sta perdendo?”
In effetti Ash stava davvero sorridendo e aveva quel suo famoso sguardo grintoso che lo aveva sempre contraddistinto. 
"Pazzesco, ne ho visti di allenatori sfidare mia sorella, ma uno così stupido non l'ho visto mai!" ammise la ragazzina. 
Subito Serena si mise sulle difese dell’amico "Non è stupido, è coraggioso e grintoso. Ash, è un tipo particolare, lui lotta per vincere, ma allo stesso tempo lotta per il gusto di farlo e legarsi ai suoi Pokémon! Infatti sfidare avversari sempre più forti gli dà la carica di andare avanti e la voglia di trovarne sempre di nuovi! Se no che gusto c’è a lottare senza nemmeno un minimo di competitività e intento di migliorarsi?” le spiegò la ragazza più grande.
"Sta pur certa che una soluzione la troverà!" continuò Brock. 
Nel frattempo sul campo di lotta, Ash stava ancora combattendo con la scarsa visibilità, non riusciva a vedere dove fossero finiti Pikachu e il suo avversario. Eppure non mollava, non così presto. “Pikachu lancia un po' di Fulmini da tutte le parti!" ordinò l'allenatore. 
Forse poteva sembrare un attacco disperato e senza senso, ma almeno avrebbe potuto sperare di colpire Spotpup sparando alla cieca. 
"Pikaaaaaaaaaaaachuuuuuuu!" il roditore giallo fece come richiesto e sparò scariche di fulmini a destra e sinistra. Ma la fatica non lo ripagò, infatti non si sentì nessun guaito di dolore da parte di Spotpup, o forse qualcosa si?
In effetti ad Ash parve di aver sentito qualcosa, qualcosa come una voce provenire da qualche parte. Non era un Pokémon, era una persona.
Aguzzò le orecchie e si girò in direzione degli spalti, ma il polverone si era propagato, impedendo lui di cercare tra il pubblico la ragazza che lo aveva incitato. Era certo fosse Serena…
“Non arrenderti mai fino alla fine!!” 
Il ragazzo sorrise e pensò… aveva sentito la sua voce… sentire le voci. "Aspetta un secondo..." ragionò Ash "...forse se... Pikachu di nuovo! Provaci di nuovo! Fulmine!" e Pikachu rilanciò di nuovo il suo fulmine nel polverone. 
Stavolta Ash si azzittì e non mosse neanche un muscolo. Riuscì a sentire il rumore di passi muoversi nella nebbia polverosa. "Ahah! Se usiamo questa tecnica dovremmo farcela! Pikachu rimani fermo!" 
Il topo fece come richiesto. La cosa sorprese un pochino la capopalestra. Sembrava che l’animaletto elettrico fosse disposto a gettare la spugna. "Bene, Pikachu è disorientato! Finiamo con Gelodenti!" 
"Spau!" e il cane anche se non vedeva, si lanciò sul topo usando il suo potente naso per individuarne la posizione. 
"Ancora un pochino Pikachu..." ordinò Ash. 
Pikachu incominciò a capire... lui non poteva usare l'olfatto come il cagnolino ma poteva usare l'udito. Pikachu tese le orecchie ascoltando molto attentamente i suoni dei passi del cane avvicinarsi sempre e sempre più. Quando fu convinto che il rumore era ormai vicino sorrise ad occhi chiusi, così come il suo allenatore, si mise in posizione.
"Pikachu prepara Fulmine, ma non lanciarlo!" ordinò Ash. 
"Piiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii" urlò il topino preparando più energia possibile nelle sue guance. Il cane sbucò dalla sabbia pronto ad azzannare, ma stavolta Pikachu era pronto e offrì la sua coda quasi come se fosse su di un vassoio d'argento. Non potendo vedere il cane azzannò la prima cosa che trovò.
Pikachu trattenne dentro il dolore di quel morso, capendo che comunque stava andando era tutto perfetto, secondo i piani. 
Ash aprì gli occhi “Ora Pikachu! Scarica tutta l'energia che hai accumulato!" E dal corpo di Pikachu partì una poderosa scarica che attraversò il suo corpo, passò su per la sua coda e finì per invadere canide maculato.
In quel momento era certo che il danno era stato fortemente dannoso. “E ora usa il controscudo di tipo elettro! Non dimenticare quello che abbiamo imparato a Sinnoh!”
Pikachu annuì e si mise sulla sua schiena, usando la coda per darsi la spinta fino a che il corpo non si mosse automaticamente e ruotò circolarmente. “Pikaaaaaa… chuuuuuuu!!!!!!” E intorno a lui si cominciò a formare una spirale che poi divenne come una gabbia a forma di sfera. 
Il potentissimo fulmine sprizzò scintille ovunque. Come un’esplosione di un sacchetto di popcorn. Il polverone implose e scomparì. Durante tutto ciò l'energia provocata fece abbassare entrambi gli allenatori al terreno, i quali si reggevano per non venire spazzati via. Si coprirono il viso con le braccia, come tutti i presenti.
"SPOTPUP!" 
La nube era completamente scomparsa, rilevando i due Pokémon in piedi che si ringhiavano minacciosi. Quasi pronti a darsele di santa ragione fino ad essere completamente sfiniti. 
“CONCLUDIAMO!!!! USA ENERGISFERA!!!” 
“PIKAAAAAAAAAAA CHUPI!!”
“Spotpup distruggilo con Gelodenti!” ordinò la detective con i capelli color carota.
Il cane si affrettò ad azzannare il colpo, uscendo con successo dalla situazione. Tuttavia appena si dissipò la piccola nube creata dalla collisione dei due attacchi, Pikachu spuntò ad una velocità pazzesca “Pikaaaa!!!!!!!! Cha!!!!”
“E concluderemo la sfida contro un tipo normale con una mossa normale!!!! VAIIIII!!!”
“CHAAAAAAAAAAA!!!!!!” aumentò la potenza, così arrivando testa contro testa addosso a Spotpup. Il cane provò a resistere al colpo, puntando le zampe a terra e pressando su esse.
I due si fermarono, subito subito il colpo, ma non i mossero, rimanendo uno con la testa contro quella dell’avversario. Entrambi cominciarono a ringhiare, con sguardi decisi.
Vi fu qualche attimo di silenzio...
Poi ... 
Spotpup cadde a terra, ai piedi di Pikachu, il quale rimase fermo con solennità per degli istanti. Poi si girò verso il suo allenatore sorridendo.
"Spotpup non è più in grado di combattere, Pikachu vince! Quindi la vittoria di questa lotta va ad Ash Ketchum!" Dichiarò l'arbitro.
Ash alzò il pugno al cielo con un grande sorriso "Siiiiii! Abbiamo vintooooo!!!"
Scoppiarono gli applausi e i cori di felicità dagli spalti, uno in particolare.
Pikachu tese la zampa al suo rivale e lo aiutò ad alzarsi "Piii pika!" Si complimentò per la lotta e ringraziandolo. Spotpup annuì e lanciò un latrato di accordo, accettando l’aiuto.
Ash corse in mezzo al campo e prese in braccio l'amico, abbracciandolo "Sei stato grandeee!!! La prima vittoria in palestra è nostra! Grazie Pikachu!" 
 Il topino elettrico ridacchiò, non doveva ringraziarlo. Era un sogno che entrambi volevano raggiungere insieme. Se l’avesse fatto solo per lui non avrebbe avuto senso. Ormai era diventato anche il suo obbiettivo: essere il prode compagno del futuro Maestro Pokémon e aiutarlo a vincere ogni sfida. Diventare uno dei Pokémon più forti mai esistiti e godere ogni lotta.
Ben presto arrivò Lidia battendo le mani soddisfatta. Non pareva per niente delusa della sua sconfitta. Sembrava più la sorellina quella devastata. 
"Non mi sono mai divertita così tanto in una lotta Pokémon! Tra tutti gli sfidanti tu sei quello che mi ha dato di più i brividi!  Potrei perdere mille volte solo per battermi con te! Ovviamente è un modo di dire, la prossima volta di sconfiggerò!"
Ash alzò il pollice all'insù e poi le mani dei due allenatori si strinsero in una presa amichevole, rappresentante la gioia di aver lottato.
Tutti dagli spalti scesero a fare i dovuti complimenti all'allenatore di Biancavilla. "Ash sei stato bravissimo, mica male quella tecnica dell'udito! E poi hai riusato la tecnica del controscudo che usavi a Sinnoh!" commentò Brock "Si vede che sei migliorato tanto dall'ultima volta che ci siamo visti!" 
Ash si strofinò il naso contento di sentire quel complimento "Eheh grazie, ma il merito non è solo mio, anche Pikachu è stato grandioso a comprendere cosa doveva fare senza che lo spiegassi più di tanto! E poi è lui che tira fuori la grinta e la potenza! E’ inarrestabile! anche se..."  poi si avvicinò a Serena "...devo tutto a te, Serena!" 
"Chi? Eh? A me!?" si sorprese lei 
“Già a te! Tu e la tua voce che suonavate nelle mie orecchie, è in quel momento che mi è venuta in mente l'idea di combattere l'olfatto con l'udito! Grazie!”
La ragazza arrossì “D-Di nulla!” 
Ash portò la mano sotto il mento pensando “Ora che ci penso, sei stata di nuovo tu a darmi la spinta giusta! Come nella prima lotta in palestra a Kalos, contro Violetta!" 
"N-Non c'è di che, davvero! I-Io non ho f-fatto niente..." arrossì lei cercando di non darlo a vedere. Era stata di nuovo lei ad essere la fonte di ispirazione per la vittoria di Ash e neanche se ne era resa conto.
Ash le sorrise con solarità, stava per dire altro ma venne interrotto. 
"Bella lotta davvero Ash!" si complimentò Olivio "Samuel mi aveva detto che eri bravo, ma vedendoti in combattimento posso dire che si è limitato con i complimenti! Davvero bravo!" 
"G-Grazie Professore!" ora era Ash quello imbarazzato, ricevere così tanti elogi non era proprio una cosa a cui era abituato.
"Leaf! Leaf!" esultò Leafala.
"Twee!" rispose come vantandosi di aver avuto ragione.
Anche lui avrebbe voluto essere forte come loro. Come Greninja, Pikachu e Ash. "Fa! Fala!" 
"Ny?" 
Il koala annuì “Lala!!” Con sguardo deciso, sapeva che aveva preso una decisione.
Irene si avvicinò alla sorellona "Non ci credo sei stata sconfitta!" 
"Dai non te la prendere! Sai benissimo che non sono invincibile!" 
"Si ma..." 
"…E poi l’importante non è lottare per il gusto di farlo? Di divertirsi? Lo dici sempre!" 
"...hai ragione, e devo ammetterlo. Ash è stato bravo, mi rode averti visto perdere, ma la lotta è stata fenomenale e questo mi basta!" sorrise Irene. 
"Brava la mia sorellina!" sorrise a sua volte Lidia. 
Le due poi si avvicinarono al piccolo gruppetto che si era formato. La capopalestra reggeva una teca. "Ehm Ehm... Ash?" 
"Si?" 
"In qualità di Capopalestra, ti consegno la medaglia Lente come prova che mi hai sconfitto! Prendila, te la sei proprio meritata!”
"Wow Grazie!" esultò Ash. 
Guardò la sua prima medaglia forsiana con emozione nei suoi occhi, e lentamente la prese tra le sue mani. La guardò e guardò sempre più soddisfatto. La tranquillità era strana, infatti all’improvviso esplose in un urlo di gioia, sorprendendo Irene e il Professore.
“SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!! LA MEDAGLIA LENTE ORA E' MIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA" 
"PI PIKACHUUUUUUUUUUUUUUU!" si unì Pikachu all'urlo del suo migliore amico.
…..
Nel frattempo nel laboratorio del Prof. Olivio…. un sorriso sbucò su una bocca… tra il silenzio, la calma e l’immobilità. 

Improvvisamente, Ash sentì qualcosa tirargli l'orlo dei pantaloni. 
Abbassando lo sguardo, vide Leafala che lo fissava, con un'espressione che colpì Ash come poche volte prima d'allora: era un'espressione decisa, piena di speranze e desideri, di progetti per il futuro. Al ragazzo fu subito chiaro cosa gli stava chiedendo il Pokémon: gli stava chiedendo di portarlo con sé, stava ponendo la sua fiducia nel ragazzo. Voleva affidargli i suoi sogni a fare propri quelli dell’allenatore.
Ash rimase a guardarlo per un attimo, sorpreso, poi la sua bocca si aprì in un sorriso. "E va bene, Leafala, ho capito!”
Il ragazzo corvino andò dal professore e bisbigliò qualcosa al suo orecchio. Subito l’uomo si sorprese e rimase scioccato. Sembra con la stessa sorpresa, annuì e tirò fuori una pokéball che diede ad Ash. 
Il piccolo Pokémon non riusciva quasi a crederci, il suo sogno stava per realizzarsi. Finalmente avrebbe avuto un allenatore, avrebbe potuto crescere sempre più forte. Avrebbe potuto diventare tutto ciò che voleva essere. 
"Leaf!" Il Pokémon di tipo Erba annuì deciso.
Il ragazzo lanciò la Pokéball a Leafala, il quale entrò con un fascio di luce rossa. La sfera si agitò per tre volte tra le dita del ragazzo... poi si chiuse definitivamente con un "clic" e delle scintille. 
Ash si abbassò a riprendere la sfera e l’alzò in alto. "EVVAI, HO CATTURATO UN LEAFAALA!!!!”
"PIKA-PIKAAACHUUU!”
Lidia rimase a guardare il giovane Biancavilliano che aveva appena sfidato, con un groviglio di emozioni dentro di sé che lei mai aveva sentito. Nell'osservarlo gioire e ridere con i suoi Pokémon e i suoi amici, ebbe la riprova di ciò che aveva visto durante la battaglia: quello non era un ragazzo come tutti gli altri. Aveva qualcosa di speciale, una passione e un amore per i Pokémon che lo spingevano da dentro e che gli impedivano di mollare. 
Questi erano pregi che non tutti avevano. Ladia capì nemmeno lei stessa raggiungeva tali livelli e voleva assolutamente rimediare. La ragazza strinse il pugno, portandolo al cuore. Era il momento di risolvere questo problema legato alla sua mancanza. 
"Irene." Lidia richiamò l'attenzione della sorellina, che era rimasta fino a quel momento, come Lidia, a fissare Ash e i suoi amici. La ragazzina alzò lo sguardo. "Ti prenderai cura della palestra mentre io non ci sono?" 
"Sì, ma..." Irene spalancò gli occhi, rendendosi improvvisamente conto di cosa voleva dire la sorella. "Vuoi dire che...? "
Lidia annuì, decisa. "Irene, ascoltami... " La capopalestra si chinò, abbassandosi all'altezza della sorellina. "Ho bisogno si viaggiare con loro. Devo diventare più forte, devo diventare un'allenatrice migliore, una degna capopalestra e trovare uno scopo vero da realizzare con i miei Pokémon. Fare la capopalestra non mi da quel senso di completezza che vorrei avere. Capisci cosa intendo, vero?"
La ragazzina si morse un labbro. Era ovvio che non voleva lasciar andare la sorella, ma si rendeva anche conto di quanto quel viaggio fosse importante per lei. Lidia spesso era via per questioni importanti, forse non sarebbe stato tanto diverso.
Irene alzò lo sguardo, cercando di mascherare le lacrime dietro un gran sorriso. "Puoi scommetterci! Mi prenderò cura io della palestra! E diventerò fortissima! Il nostro cuginone mi darà una mano!"
Lidia sorrise, felice che la sorellina non fosse poi così triste. Le stampò un bacio sulla fronte e si rialzò, prendendo un respiro e avvicinandosi al gruppo. 
"Ehi."
Quelle tre lettere bastarono per richiamare l'attenzione dei tre ragazzi. 
"Avete detto che siete in viaggio, vero?"
Ash annuì, anche se non poteva nascondere di essere alquanto sorpreso dalla domanda. Non era ovvio? "Beh, sì. Il nostro obiettivo è girare tutta Forsia. Io devo vincere tutte le medaglie e partecipare alla lega, Serena deve arrivare a partecipare al Master Class e Brock vuole diventare ancora più esperto di medicina Pokémon. Ma come mai...? "
"Posso venire con voi? "
Quella domanda così diretta spiazzò letteralmente tutti e tre i ragazzi. 
"Sì, insomma..." Lidia cercò di calmarsi un attimo, tentando di non sembrare troppo irruenta, ma parendo spontanea. "Sento di non essere ancora davvero un'allenatrice completa… e... " 
"Non c'è bisogno di spiegarci il motivo, a noi farebbe piacere in ogni caso! " Ash la interruppe con un sorriso allegro. "In fondo, più siamo e meglio è, giusto? Ci si diverte di più!"
Lidia lo fissò per un istante, ma poi annuì, raggiante. "Già, hai proprio ragione, grazie!"
Qualche ora dopo, Lidia prese tutto il necessario per partire. Su consiglio della sorellina, o meglio obbligo, non aveva portante cibo pronto. Aveva il suo fidato Spotpup al suo fianco e ciò che le sarebbe servito in generale.
Una volta finito, i ragazzi stavano passeggiando per le strade della città.
"Non è facile lasciarla sola e lo so. Dopotutto c'ero solo io a badare a lei, ma è l'occasione per vedere se mi potrà succedere come capopalestra!" Pensò ad alta voce la ragazza dai capelli color carota.
"Non preoccuparti. Passerò ogni giorno a vedere come se la cava!" Olivio riuscì a prevedere quello che pensava la ragazza e la rassicurò.
Ormai erano arrivati al laboratorio. Era giunta l’ora dei saluti. Non sarebbe stato un addio. Questo era certo.
.
.
Ash camminò lentamente nel corridoio all'apparenza freddo e vuoto. Si sentivano i suoi passi rimbombare tra le pareti per poi attutirsi con velocità. Sembrava un ospedale o studio di ricerca, ma trasmetteva meno angoscia e dolore. 
Arrivò fino ad una porta scorrevole, questa si aprì e lui entrò.
Si avvicinò al lettino/apparecchio su cui posava Greninja, addormentato se si può dire. 
"Hey amico, abbiamo vinto la prima lotta in palestra!" 
Non arrivò risposta, si sentiva solo qualche rumore proveniente dalle macchine mediche. Ash sorrise dolcemente e anche sentendo la tristezza coglierlo. Greninja non aveva visto la lotta e poteva sembrare patetico a occhi esterni come allenatore. 
Parlare però lo faceva stare meglio. 
"Sai, adesso la capopalestra Lidia si è unita a noi e ci accompagnerà nel nostro viaggio! É simpatica, ama lottare e sembra una persona grandiosa! Scommetto che diventerà nostra grande amica!"
Pikachu saltò sul lettino e appoggiò la zampina sul braccio di Greninja "Pi!"
Ash guardò il suo primo Pokemon e poi lasciò cadere il suo sguardo su Greninja "Anche Leafala, ha deciso si seguirci e l'ho catturato. Credo che il primo dei suoi sogni si sia realizzato… sinceramente credo di averlo sempre voluto in squadra!" Ridacchiò l'allenatore "Certamente farà il suo meglio per soddisfarti, sembra che ti veda come fonte di ispirazione. Quando ti sveglierai sarai orgoglioso di lui.  Vedrai anche che conoscerai meglio anche Lidia e i nuovi Pokémon che cattureremo appena esci di qui!"
Di nuovo sentì un senso di angoscia venirgli nel cuore e un blocco in gola. Prima che potesse rendersene conto, una lacrima scese dal suo viso. Come se fosse addossato di una colpa già grande che poi peggiorava con il pianto. Piangere non lo rendeva Ash e non sarebbe piaciuto nemmeno a Greninja.
Il ragazzo portò la mano agli occhi e asciugò la faccia con velocità e sfregio intenso, preso dalla frustrazione. 
"Pikapi..." Pikachu abbassò le orecchie il Pokémon elettrico. 
Ash alzò il capo e sorrise "Non preoccuparti... va tutto bene Pikachu!"
La porta si aprì e dal nulla spuntarono Serena, Leafala e Braixen. 
Si avvicinarono un ultimo momento "Ehi Ash, scusa se siamo venuti qui così all'improvviso, ma stiamo preparando le ultime cosucce e quindi volevamo fare un saluto a Greninja!" Serena con estrema dolcezza e tatto si avvicinò e parlò senza dire qualcosa di troppo doloroso "Braixen su..."
La volpe sentì un leggero movimento sul suo pelo che la intimava a farsi avanti. 
Guardò la rana ninja con il naso umido. Sapeva che Greninja avrebbe superato anche questa, ma vederlo così, senza reggersi fiero sulle se gambe, le dava un vuoto enorme. Non aveva mai tentato di stargli accanto come Serena con Ash. Poteva sembrare coraggiosa, ma per lei non era stato mai scontato. Avrebbe voluto fosse il contrario, ma ora rimpiangere la sua codardia avrebbe solo deluso Greninja. Si avvicinò e posò la zampina sulla mano dell' "amico". 
La performer sorrise e si fece avanti "Tranquillo Greninja, appena ti sveglierai torneremo a prenderti! Nel frattempo terrò d'occhio io Ash e mi prendero cura di lui! Promesso!"
Serena non aveva mai avuto molte esperienze strette con il Pokémon d'acqua, ma sentiva un legame con lui, dopotutto lei amava Ash, il suo allenatore!
Ash si girò verso di lei, lanciandole un'occhiata imbarazzata. Chissà perché questa affermazione gli dava tanto piacere quanto emozione.
"Leaf!! Leaf lee!!" Leafla strinse un pugno. 
I due allenatori potevano chiaramente capire che stava promettendo di dare il meglio. 
Finiti i saluti, i tre uscirono, lasciando solo Ash con Pikachu e Greninja, dopotutto dovevano ancora salutarsi come si deve
Una volta chiuse le porte, Ash si girò verso l'amico "So che non è lo stesso che stare con noi e viaggiare, vivere momenti felici e preziose esperienze, ma noi siamo uniti e avremo sempre un legame. Sentirai quello che provo io e vivrai sempre con noi ogni singolo attimo! Tu sei parte della nostra famiglia!" Chiuse gli occhi per poi riaprirli girando un po' la testa con un sorriso lieve "Non è il migliore degli inizi dalla nostra riunione ma... siamo sempre stati assieme e così sarà!" Portò un pugno sul cuore, con estrema fiducia e fedeltà, sembrava un giuramento… giuramento di amicizia che era già stato stipulato e lui avrebbe portato con sé il fardello per sempre se non avesse mantenuto la promessa. Avrebbe dato fede alla sua parola a costo della vita. "Io tornerò a prenderti amico mio, lo giuro!"
"Pi pikachu!" Ripeté Pikachu, eseguendo le gesta di Ash, avrebbe badato anche lui a tutto. Avrebbe dimostrato il suo valore e avrebbe trovato modo di farsi perdonare per il suo errore. 
"A presto…" si alzò con un sorriso determinato "..amico mio!"
.
.
Ash corse dagli amici con lo zaino in spalla "Scusate il ritardo! Ora possiamo partire!" 
"Credo che avrai modo di conoscerlo meglio, molto meglio" ridacchiò Brock all'orecchio di Lidia "É frettoloso e allo stesso tempo lento. É incomprensibile!" 
Lidia sorrise perplessa da questa affermazione. 
"Bene, direi che è il momento dei saluti!"  Disse Ash, girato verso Olivio "Si prenda cura di Greninja!" 
"Non preoccuparti, andrà tutto bene!" Lo incoraggiò il professore.
I quattro ragazzi e Pikachu cominciarono ad allontanarsi, diretti al prossimo percorso.
"Arrivederci ragazzi! Buona fortuna! Ash rendici fieri!!" 
I ragazzi alzarono le braccia al cielo, salutando dietro di loro con i sorrisi sulle labbra e il sole che guidava loro la strada.
Non sembrano udibili i saluti... ma per quel che valeva, erano solo parole e segni che simboleggiavano la separazione e il ricongiungimento. La loro strada era appena iniziata, avevano di fronte un lungo cammino, che insieme avrebbero custodito. Era la stessa strada che avrebbe intrecciato i loro destini…

Ash ha quindi vinto la sua prima medaglia, Lidia e Leafala si sono uniti al gruppo e tutti insieme hanno dato inizio ad un viaggio indimenticabile! Cosa ha in programma il futuro per i nostri eroi?

Il viaggio continua...



E' COSI' ASH HA VINTO LA SUA PRIMA MEDAGLIA NELLA REGIONE DI FORSIA! CON L'AGGIUNTA DI LIDIA FINALMENTE IL GRUPPO E' AL COMPLETO! INOLTRE LEAFALA SI DIMOSTERA' UN ELEMENTO FONDAMENTALE NELLA NUOVA SQUADRA DI ASH? LO SCOPRIREMO ANDANDO AVANTI INSIEME IN QUESTA AVVENTURA!

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Capitolo 11
*** Persi nella Foresta!? Intesa Fra Ragazze! ***


ANCORA UN CAPITOLO PER VOI! VOGLIAMO DAVVERO CERCARE DI RIMEDIARE AL PROBLEMA CHE E' SORTO IN QUESTI MESI! MI RACCOMANDO LEGGETE E COMMENTATE!

Episodio 8: Persi nella foresta?! Intesa tra ragazze!

Ash ha appena conquistato la sua prima medaglia della regione sconfiggendo la capopalestra Lidia, che ha deciso di unirsi al gruppo. Anche Leafala si è aggiunto alla squadra di Ash nel suo viaggio, mentre Greninja è rimasto al laboratorio di Olivio dopo un infortunio. Ora il gruppo è in marcia verso la prossima meta e sta attraversando un bosco…

"Insomma Ash, hai viaggiato parecchio. Chissà quanti posti hai visitato!" esordì Lidia sentendo le varie avventure del suo nuovo amico. “Ti dirò la verità, avevo proprio voglia di uscire dalla città e andare all’esplorazione da non so quanto, solo che il mio dovere di capopalestra me lo impediva! Menomale che Irene ha accettato di sostituirmi, altrimenti davvero non so come avrei fatto! E grazie ancora per avermi accettato nel gruppo!" 
"Ma ti pare? Per me è un piacere averti con noi! E posso di certo dire lo stesso degli altri!” sorrise Ash rivolgendosi a Serena e Brock.
"Ovviamente!" concordò la ragazza "...E poi avevo bisogno di una compagnia femminile..." bisbigliò sottovoce.
"Ash è fatto così, viaggerebbe anche con 100 persone pur di avere tanti amici" rise Brock commentando il carattere del suo amico più giovane. 
"Davvero grazie a tutti voi! Ah, sapete dove volete andare?" 
"Uhm a dire il vero no... basterebbe una palestra o un Varietà." ammise l'allenatore dai capelli corvini.
"Beh, vi posso proporre io qualcosa? Io vi consiglierei di andare a Mozzaburgo. Si trova a Sud-Est. Ci sono stata un paio di volte per affari vari e so che c’è una palestra!”
La parola "palestra" bastava e avanzava per Ash "Davvero!? E allora prossima destinazione: Mozzaburgo!" poi si rivolse agli altri specialmente a Serena "Sempre se per te va bene... magari preferisci gareggiare prima tu…"
"Oh sì, non preoccuparti, possiamo passare da lì! Stavo appunto controllando sulla mappa e proprio dopo Mozzaburgo c'è un’altra città che dovrebbe disputare un Varietà! Quindi non ho nessun problema, non ne avrei comunque anche se dovessi aspettare oltre!” arrossì Serena, contenta che l'allenatore esperto ci tenesse così tanto a chiederle un parere. 
Lidia la guardò con fare molto sospetto, mentre la ragazza più giovane camminava fianco a fianco ad Ash. Un musetto sorpreso e pensieroso arrivò sul viso di Lidia. 
"Direi che per adesso possiamo fermarci per una pausa" Brock appoggiò lo zaino per terra, è da un po' che camminiamo senza sosta.
Ash si voltò subito "Sicuro? Non è meglio continuare un po'?" 
Serena scosse la testa, anche lei posando la borsa "Certo! Non preoccuparti! Non siamo troppo lontani da Mozzaburgo! La palestra mica scappa!" Sorrise lei mostrando ad Ash la mappa. In effetti con il ritmo preso ci sarebbero arrivati abbastanza presto. 
Serena aveva ragione, non aveva nessuna fretta di andare avanti. Doveva godersi il suo viaggio in ogni istante come fatto a Kalos e tutto sarebbe andato per il meglio "Si, hai ragione! Possiamo anche rilassarci un attimo!" Improvvisamente la sua pancia risuonò "E... magari anche fare uno spuntino?" Ridacchiò imbarazzato. 
Tutti i ragazzi cominciarono a ridere, fino a che non furono anche le loro pance e riprodurre un rumorino costante.
"Ehe… suppongo che siamo tutti d'accordo con Ash!" Concordò Lidia massaggiandosi la pancia. 
"Però mi ci vorrebbe un po' a preparare qualcosa!" Notò Brock mentre frugava nello zaino. Non aveva spuntini da fare fuori pasto.
Una faccia sconsolata si lamentò "Uff... allora dovrò aspettare!" Disse Ash non troppo felice ma comunque sorridendo.
Serena prontamente prese la sua borsa e tirò fuori un cestino "Non disturbarti Brock! Ho già la soluzione!" Lo aprì subito rivelando una moltitudine di dolcetti molto familiari per Ash. Cacciò la mano all'interno e tirò fuori un pokebigné fresco, fresco. 
Ovviamente gli occhi di Ash cominciarono a luccicare, come si avvicinò in fretta dalla ragazza "Sei fantastica!!" 
Lei subito arrossì come un pomodoro, ma la cosa fu nota solo ad una dei presenti. 
"P-Prendi pure Ash!" Fece Serena, nel vederlo fissarla con occhioni pieni di supplica. Lo guardò mentre azzannava il dolcetto, era carino… con il suo sorriso semplicemente adorabile.
Serena ne avanzò uno anche al topino che sedeva sulla spalla di Ash, speranzoso di avere la sua parte. "Ce ne sono anche per voi eh!" Serena si girò verso Lidia e Brock e allungò il cestino "Spero vi piacciano!" Sorrise Serena.
"Sai Serena, credo che per quanto dolci possano essere i tuoi pokebigné, tu dimostri ancora più dolcezza nel prepararli!" Commentò la detective, volendo quasi aggiungere che non era probabilmente l'unica a pensarlo. 
Serena si grattò il capo imbarazzata, mentre gli altri mangiavano in allegria lo spuntino Anche gli altri Pokémon vennero rilasciati, in modo di gustarsi la merenda. 
Spotpup si trovò subito abbastanza bene con i suoi nuovi amici, Leafala fece conoscenza con Sylveon e Pancham e andò subito d'accordo con loro.
"Spotpup e Leafala si sono subito ambientati a quanto pare!" commentò divertito Brock. 
"Beh Spotpup è uno che fa amici facilmente, anche se è molto competitivo…” gli rispose Lidia. 
Ash ridacchiò “Oh l’ho notato! Nella lotta contro PIkachu non sembrava scorrere buon sangue tra i due. O almeno credo che ora siano diventati rivali… molto rivali…” Guardò i due Pokémon menzionati che si scambiavano sguardi molto competitivi, mentre facevano a gara a chi finiva più in fretta i pokébigné. “Per Leafala invece è proprio una novità e la cosa sembra gli piaccia. Mi fa piacere!”
Leafala aveva dimostrato di sapersi insediare nel gruppo con facilità. L’unica che sembrava ancora un po' timorosa era Weepbud, la quale preferiva rimanere più vicina possibile alla sua allenatrice. Il koala se ne accorse e cercò subito di invitarla ad unirsi al gruppo, Lei era tanto timorosa e difficilmente avrebbe accettato questa proposta, ma il sorriso sincero e solidale del piccolo lottatore e il fatto di sapere che lui era un amico la incominciarono a smuovere. 
Dopo una sostanziale mangiata, i nostri si distesero a terra completamente satolli e si misero a scrutare il cielo e le nuvole. Ognuno commentando cosa vedeva nel blu 
"Quella nuvola mi sembra un Wailmer!" 
"Quest'altra mi sembra invece un Oddish!" 
"Quella invece assomiglia ad una mongolfiera…”
La "nuvola a mongolfiera" si fece sempre più vicina e improvvisamente sparò due colpi che fecero scaturire un polverone di fumo nel luogo del picnic. 
"Ehi ma cos...?" tossì Ash, coprendosi il volto con il braccio.

“Preparatevi a passare dei guai!”
“Dei guai molto grossi!”
“Proteggeremo il mondo della devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali di amore e verità!”
“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle e anche più in là!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!”
“Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!”
“Meowth, proprio così!”

"Avrei dovuto capirlo subito che eravate voi!" urlò Ash contrariato che il suo momento di pausa era stato ancora disturbato da quei soliti idioti "Dopo l’ultima volta speravo ci lasciaste in pace un po’ più a lungo!” Ed era vero, era ancora furioso per quello che avevano fatto a Pikachu e per aver causato l’infortunio di Greninja. Se fosse stato per lui, si sarebbe gettato addosso a loro e li avrebbe buttati giù dal loro pallone, a una quota molto alta…
“E dai! Moccioso… ormai noi siamo inseparabili!" rise Jessie. "Anzi oggi vogliamo mostrarti proprio questo nostro affetto! Meowth, James, fuori la rete che simboleggia il nostro profondo legame!" ordinò poi ai due compagni di malefatte.
"Subito Jessie!" disse Meowth e con il solito pulsantino lanciò due reti che avvilupparono non solo i Pokémon ma anche i loro allenatori.
I tre cominciarono a ridere con grosse e grasse risate "Così saremo veramente inseparabili! Ahahah!" Era un piano semplice, ma d'effetto. 
"Una rete? Cos'è? Siete rimasti per caso a corto di idee?" commentò sarcasticamente Brock. In effetti la rete era un piano banalissimo, ritritato un milione di volte.
"Z-Zitto Mocciosone! Non avevamo altro oggi e comunque il Team rocket adora rispolverare i vecchi metodi!" borbottò la donna dai capelli rossi. 
"A dire il vero Jessie… è che non avevamo il becco di un quattrino..." puntualizzò il gatto. 
La donna lo colpì in testa con un cazzotto "Zitto Tu!" 
Quel che però Jessie fece non fu di certo una brillante idea. Infatti, per via dell’eccessiva forza che aveva messo in quel cazzotto, fece sì che a Meowth volasse via dalle zampe proprio il telecomando che controllava le reti e l'andamento della mongolfiera. 
"Bella mossa Jessie!" commentò piuttosto acido James 
"...Ops..."
La mongolfiera tutto d'un tratto si imbizzarrì, volando a destra e sinistra come un toro impazzito con il Team Rocket, Ash & Co ancora al loro interno! 
"Aiuto, non resisterò ancora a lungo!" urlò Ash completamente verde in faccia, coprendosi la bocca e deglutendo per evitare di vomitare. 
I motori del veicolo presero fuoco e la mongolfiera cominciò a cadere in picchiata, perdendo quota. 
“Preparatevi all’impatto!!!” gridò Brock, aggrappandosi alla rete.
L'impatto provocò una grandissima coltre di fumo e un'esplosione scaraventò i ragazzi e i loro Pokémon in diverse direzioni. 
.
.
Ash aprì gli occhi, sentendosi leggermente bloccato e sospeso nel vuoto. Si guardò intorno, notando che era appeso ad un ramo di un albero. "Ma che…?" Poi gli tornò in mente cosa era successo "Dannato Team Rocket… !!! La prossima volta che li ho sotto tiro li prendo a colpi di Fulmine nei posti più impensabili! Mi hanno stufato…" Continuò a dondolare, fino a che non sentì il ramo fare un cigolio "Ops…" e si spezzò, facendolo cadere in un cespuglio. 
"AHIIII!! HEY!" Ash giurò di aver sentito una voce urlargli. Anzi, era sicuro.
Abbassò lo sguardo e vide sotto di lui il suo amico Brock, messo K.O. … eppure non pesava chissà cosa. "Scusa Brock!" Lo aiutò Ash ad alzarsi. 
Una volta in piedi i due si fecero una veloce controllata a dove si trovavano "Dove siamo finiti?" Domandò il ragazzo abbronzato.
"Non ne ho idea, ma direi di cercare Serena e Lidia… speriamo stiano bene! Non vedo nemmeno Pikachu…"
Ash rispose serio "Pikachu!!!! Serena!!! Lidia!!! Dove siete!? Mi sentite!???" Urlò cominciando a cercarle. Eh no, non poteva già perdere di vista Pikachu, non dopo l’ultimo attacco del Team Rocket. Sperava con tutto il cuore che Serena e Lidia fossero con lui.  
Anche Brock si unì al coro e cominciarono le ricerche.
Improvvisamente da un cespuglio saltarono fuori alcuni dei loro Pokémon. C'erano Leafala, Weepbud, Tweeny, Braixen, Pancham, Sylveon, Chansey e Sudowoodo. 
"Hey eccovi!" Li salutò Ash.
I Pokémon risposero al saluto, mentre Ash fece un veloce check-up insieme a Brock, per assicurarsi che stessero bene. "Beh, però sembrate a posto!" Purtroppo all’appello mancavano Pikachu e Spotpup "Vedo che però non ci siete tutti..."
“Ops… Pikachu e Spotpup da soli? Non è rischioso?”
“Nah, sono solo rivali, ma rimangono amici. Non si odiano mica, collaboreranno se serve. Inoltre magari sono con Lidia e Serena… spero…”
I due allenatori rimisero i loro Pokémon nelle Pokéball, tutti tranne Tweeny che fu subito mandato in perlustrazione. I Pokémon di Serena invece camminarono a fianco degli allenatori. Weepbud si sistemò subito a cavalcioni su Sylveon, sotto la supervisione di Braixen che la aiutò a salire, mentre Pancham salì sulla spalla di Ash. Il mini gruppo si mise subito alla ricerca delle due amiche disperse e si incamminò a passo di carica.
"Preoccupato?" chiese Brock.
“Solo un pochino, ma mi fido delle ragazze e di Pikachu. Se la caveranno!”
"Certo, dopotutto sono tutti e tre in gamba" concordò l'amico più grande. 
Passò mezz’ora… e Tweeny tornò, riferendo loro che aveva trovato qualcosa. I due ragazzi lo seguirono e trovarono gli zaini delle loro due amiche distesi a terra...fortunatamente la loro attrezzatura era miracolosamente salva. 
Ash tirò fuori le pokéball dei Pokémon di Serena "Almeno la loro roba è qui, però se non l’hanno con loro potrebbero essere nei guai" disse Ash richiamando tutte le creaturine dell’amica nelle loro sfere poké. “Ottimo lavoro Tweeny! E ora vedi se riesci a trovare gli altri!”
"TWEEE!" e l'uccellino blu continuò la sua ricerca.
"Speriamo di trovarle presto, se i loro zaini sono qui non abbiamo la certezza che Pikachu sia con loro e nemmeno Spotpup... e anche se fosse, dobbiamo ricordare che da sole non gestirebbero molto" pensò Brock “L’importante è che riescano a difendersi dal Team Rocket se verranno attaccate”
Ash scosse la testa "Quello non credo sia un problema. Serena e Pikachu hanno già lottato insieme prima!" 
"Davvero?" Chiese curioso Brock. "Come?"
"Uhm..." Ash si accorse di aver parlato troppo… oppure era Brock che faceva troppe domande. Non gli piaceva parlare troppo di quel fatto. Non tanto per quello che fece Serena per lui, anzi ne andava fiero e non sapeva ancora come ringraziarla. Era più il fatto che Clem gli aveva detto che aveva agito in modo “strano” prima di essere messo nella tenda a riposare e quel modo strano lo aveva sperimentato con Serena. Lui però non ricordava nulla. "L-Lunga... storia... ma un giorno..."
"Perché un giorno? Mentre cerchiamo abbiamo tempo!"
Ash provò a fare il serio "N-Non è il momento!" 
"Eddai!"
Ash lo guardò quasi scoppiando "Ahhhhh e va bene!!!! MistavoallenandounaseranelfiumeconPikachueGrejinjaepoimisono... misonobagnatoeilgiornodopoavevolafebbrealta! Serena...mihacuratomentreLemeClemandavanoinpaedeaprendereunamedicina. UnallenatoreéarrivatoefacevabaccanoevolevaunalottacosìSerenahalottatoperme! SiétravestitadameconimieivestitiehalottatoconPikachu!!!!" Disse Ash in fretta e furia con ansia e seccatura. Una volta finito aveva il fiatone.
Brock rimase silenzioso, sia per le cose strane che aveva sentito, sia per il tono di Ash… e anche perché tecnicamente non ci aveva capito nulla"
"Possiamo andare?" Chiese Ash tornando serio, non gli piaceva stare lontano da Pikachu per troppo tempo. Era una. osa che si sapeva. Anche se però valeva lo stesso per Serena... 
Brock annuì, mentre i due tornarono sulla loro strada.

Nel frattempo da un’altra parte.... 
"Ahia..." si lamentò Serena, la caduta era stata abbastanza dolorosa "Quel Team Rocket! Ma non hanno niente da fare piuttosto che tormentare Ash!?" 
"Sono sempre così le vostre giornate?" chiese Lidia. 
"Oh ci sei anche tu, ma dove sei?" 
"Qui sopra..." la detective era finita dritta, dritta nelle fronde di un albero. 
Serena si avvicinò "Tutto bene?" 
"Oh si, si... tranquilla sto benone! Solo un graffi… ahia!" 
"Aspetta che chiamo Sylveon! Forse lei può aiutarti..." disse la kalosiana, salvo poi rendersi conto che non aveva con sé il suo zaino. "Oh no! Braixen, Pancham, Sylveon, Weepbud… dove siete!?" 
"Forse sono finiti con Ash e Brock" ipotizzò l'altra ragazza. "Spotpup dove sei? Vieni che ho bisogno di te!" 
Da una buca sbucò un musetto abbastanza dolorante e acciaccato, ma nel sentire la voce della sua allenatrice era subito accorso. 
"Spotpup mi daresti una mano per favore?" sorrise Lidia, cercando di liberarsi. 
Il cane fece un latrato d’approvo. "Spau!" il cane corse prese la rincorsa, non facendo a tempo a sentire la sua allenatrice contrariata.
"No aspetta così mi farai-…!" 
Troppo tardi, con un colpo di denti il cane tranciò il legame che teneva Lidia sospesa a mezz'aria, facendola cadere a terra "Ahia...." 
"Spo! Spo Spo Spo!" il cucciolo corse dalla sua padrona, leccandola facendo finta di nulla.
"No dai, basta! Basta, Basta! Mi fai il solletico!!" rise la capopalestra completamente assaltata dalla lingua del cane. 
"Ti è proprio affezionato!" rise Serena.
La ragazza più grande replicò "Non sai quanto!" tolse il Pokémon dal suo petto e si alzò "Ma ora cerchiamo subito gli altri! Ho paura che siano in difficoltà" 
"Tu dici? Io non credo" rispose pensierosa Serena.
Lidia si grattò la guancia confusa "Uh… e come mai?" 
"Beh perché Ash è Ash! Ha sempre una soluzione a tutto e scommetto che è partito subito per localizzarci! Sia lui che Pikachu sono sempre pronti ad ogni evenienza!" 
"Piiiiiiiiiiiiiiikaaaa......." il musetto di Pikachu comparve alle loro spalle quasi come se fosse apparso apposta per smentire l'affermazione precedente. 
Serena sorpresa si girò e vide il topo giallo che si stiracchiava. Corse da lui e si abbassò "Oh Pikachu! Tutto bene?" 
"Piiika..." abbozzò un sorriso il topo. Non era proprio il massimo atterrare così, ma non era la prima volta e aveva sopportato di peggio.
Serena sorrise e lo accarezzò sulla testa "Beh almeno ci sei tu! Sai nulla di Ash?" gli chiese Serena. 
Il roditore fece spallucce. Si domandava pure lui dove fosse il suo allenatore. 
"Questo è un problemino..." commentò Lidia, mentre pensava già a due cose nella sua testa: una possibile soluzione per farsi trovare dai ragazzi e come mai Serena continuava a ripetere che Ash era grande, che sapesse sempre quello che faceva… e bla bla di altre lodi. L’ultima faccenda la incuriosiva parecchio.
"Uhm... forse ho un’idea!" azzardò Lidia con uno dei suoi sorrisi maliziosi. La sua mente gli aveva suggerito un ottimo trucco. Per metterlo in pratica, incominciò a raccogliere delle pietre abbastanza dure e cuneiformi.
Serena camminò quatta, quatta, con le mani dietro la schiena e lo sguardo curioso. "Uh che stai facendo?" le chiese la performer.
"Raccolgo delle pietre che possano essere abbastanza dure da scolpire la corteccia degli alberi. Li segneremo così non gireremo in tondo e se Ash e Brock li vedranno, sapranno che siamo passate di qua!”
La Kalosiana rimase piacevolmente sorpresa dalla prontezza e dall’intelligenza della detective "Ottima idea! Ti aiuto!" 
Lidia si strofinò il dito sotto il naso, un po' come era solito fare Ash. "Eheheh modestamente è un trucco che ho imparato guardando da piccola le puntate di Detective Kid!”
"Chi?"
"Oh niente, solo un programma televisivo che guardavo da piccola! Era il mio eroe!" minimizzò lei "...così come per te lo è una persona di mia conoscenza..." aggiunse poi a bassa voce con tono giocoso.
"Come scusa?" 
"Niente. Forza, raccogliamone un bel mucchio! Pikachu so che non sono la tua allenatrice, ma ci daresti una mano?" 
"Pikachu Pi!" annuì il topino e iniziò subito anche a lui a raccogliere tutti i sassi adatti che trovava.
…..
Jessie, Jemes e Meowth ebbero più o meno lo stesso problema, o almeno due di loro. I due adulti si ritrovarono spiaccicati a terra.
"Ahio... che cavolo... bell'atterraggio come al solito!" Mormorò Jessie lamentandosi e sistemandosi i capelli.
James si rialzò osservando ciò che lo circondava "Non vedo il nostro inconfondibile gatto spilungone!" 
In effetti anche il felino mancava all'appello del suo gruppo "Accidenti lo perdiamo sempre di vista!!! Come ogni volta che esplodiamo, lui finisce chissà dove!" Sentiva la rabbia fluire nelle vene.
"Secondo te è ancora finito con i mocciosi?" 
"Non lo so, gli conviene di no!" Disse lei abbastanza perplessa e soffiando sconfitta.
"Ehm... Jessie...." provò James a dirle qualcosa alzando l'indice. 
La donna si girò “Si?" domandò lei.
James cominciò a balbettare "Tu.. e-ecco.."
Subito la donna perse la pazienza. "COSA VUOI!?" Gridò lei per tutta risposta senza accorgersi che aveva qualcosa sulla testa.
James cominciò a sudare, sapeva che i capelli di Jessie erano sacri e nessuno poteva assolutamente toccarli. Fece qualche passo indietro, sentendo già l'aura di rabbia e panico della collega "Non uccidermi, ma... c'è u-un qualcosa sulla tua testa… u-un r..ragno..."
La donna alzò gli occhi fino a guardare sui suoi capelli fucsia, vedendo qualche zampetta tra le ciocche e una faccina adorabile, ma per lei abominevole. 
La faccia si sbiancò e si irrigidì per poi scoppiare, facendo fluire la sua energia fino alle braccia che si muovevano all'impazzata intorno a lei "AAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!! RAGNOOOOOOOOO!!!!!" 
La craturina volò per terra perplessa. Gli piacevano tanto i capelli di quella tipa...
"JAMESSSSS!!!!!!!!! TOGLILO, TOGLILOOOOO!!!" 
"Non ce lo hai già più sulla testa! Ora è  ai tuoi piedi!!!"
La recluta femmina prese una moltitudine di sassi e provò a colpire il ragnetto, il quale rimaneva sempre sorpreso e un po' confuso, quanto James che non capiva cosa ci fosse di sbagliato. Era un Pokémon carino tutto sommato... 
"VIAAAAAA CREATURA DEL MALEEEEE!!!!" 
"Ma... a me pare molto peggio Jessie di questo Pokémon..." sussurrò l'uomo con una gocciolina che gli scendeva dalla testa.
Tra la pioggia di sassi però, un oggetto si distinse, probabilmente caduto senza che se ne accorgesse e poi lanciato da Jessie... una pokéball.
La sfera finì per colpire il Pokémon aracnide e in men che non si dica finì catturato.
James indicò la scena alla donna che teneva ancora gli occhi strizzati e la gamba alzata per il disgusto "Guardaaa!!! Lo hai catturato!! Brava!"
La donna per un attimo si calmò sorpresa, quando si accorse della situazione prese la sfera con fare regale e vittorioso "Sii! L'ho preso! Il nostro primo Pokémon di Forsia!!!" Con gli occhi quasi a forma di cuore continuò a gioire mentre James agitava un ventaglio dietro di lei per venerarla. 
Fino a che Jessie non si accorse di quello che aveva fatto. Aveva catturato quel "abominio" 
.....
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO"
.
.
Parlando del gatto del Team Rocket, quest'ultimo era finito su un albero con la coda attorcigliata ad un ramo e ora stava penzoloni a testa in giù, dondolando a destra e sinistra. "Ehi! Tiratemi giù da qui! Non sono un sacco di patate! Ho una dignità io!" urlò piuttosto furioso per via dello stato in cui si trovava. 
Uno Spinarak si avvicinò e pensando di aver catturato male la sua preda, iniziò a tessere una ragnatela intorno al povero Pokémon felino.
"Non ti azzar...mmmpfffff!!!!" ora oltre ad essere a penzoloni, il Pokémon parlante era stato anche mummificato vivo. Meowth si divincolò talmente tanto che alla fine il ramo cedette. Cadde con tutta la coda ancora attorcigliata al ramo e ancora tutto coperto di tela.
 "Maledizione Jessie!" pensò "Tu e la tua superbia..." poi si guardò intorno e si rese conto di essere rimasto da solo "Ehi Jessie... James? Dove siete? C'è il vostro Meowth che ha bisogno di una mano!" 
Nessuno rispose "E ti pareva! Ancora una volta mi ritrovo a fare tutto da me" sbuffò e si mise a strisciare come meglio poteva verso qualcosa che avrebbe potuto usare per slegarsi da quell'ammasso di fili che lo ricoprivano. "Bah un Meowth bello come me, ridotto a strisciare come un banale Weedle. A volte mi chiedo se dovrei lasciarli e mettermi in privato, dopotutto sono un genio!"
Peccato che il "genio" non si accorse che mentre stava guardando il cielo pensando alle sue sfortune, finì proprio per ruzzolare giù da un piccolo strapiombo.
"Argh! Uhi Ohi! Ahio!" si lamentò fino ad arrivare a sbattere contro un tronco. "Mamma...  non voglio andare a scuola...non voglio..." cantilenò il gatto in pieno stato confusionario prima di stramazzare al suolo.
Al suo risveglio si ritrovò ancora più legato di prima. Infatti ora era bloccato con una corda ben stretta ad un albero e per quanto si divincolasse non vi era verso di uscirne. "MA POSSIBILE CHE OGGI NON ME NE VADA MAI BENE UNA!?" urlò piuttosto seccato.
"Ah si è svegliato!" disse una voce maschile a lui familiare.
"Bene, avevo proprio voglia di tartassarlo come si deve!" disse un’altra voce sempre maschile ma più giovane. Erano troppo familiari!
"Ma che significa questo!? Slegatemi! SUBITO!" Protestava il gatto non contento di sentirsi un salame vivente e soprattutto di essere da solo con quei mocciosi. 
L’allenatore di Biancavilla rispose "Non prima di averci detto dove sono le ragazze!”
"Pfu! Non ne so niente! Sono volato via come voi!" ribatté lo sgherro del Team Rocket. 
"...sei fortunato che Pikachu non è con me o altrimenti ti avrei fatto parlare a suon di fulmini in faccia!”
Brock appoggiò la mano sulla spalla di Ash “Oh però potremmo farlo parlare in altri metodi..." i due si scambiarono due ghigni e tirarono fuori delle pokéball. 
“VI DICO LA VERITA’!!!” 
“E se dicesse la verità?” Propose Brock.
"Tu dici? Sai che di lui ci si può fidare tanto quanto un Seviper farebbe con uno Zangoose!" borbottò l'amico. 
Meowth doveva pensare a qualcosa, una soluzione “Uhm… forse potrei ingannarli come al solito! Potrei pensare ad un piano geniale e fare ricorso alle mie doti di attore! E’ un trucco che non guasta mai…” Non poteva ragionare ad altro se non ad un piano contorto. Per lui non c’era altro metodo per uscire dai guai, se non creandone agli altri.
Si ricordava che il ragazzo di Biancavilla era fin troppo buono, dunque con un abile retorica di cui andava fiero sarebbe stato facile raggirarlo e farlo cadere in trappola. L'unico problema era convincere il moccioso grande, ma forse dato che non si erano visti per molti anni… forse con un tocco di parlantina in più ci sarebbe riuscito. "...Ehi mocciosi!" 
"Hmmm?" 
"Forse un’idea ce l'ho di dove potrebbero essere finite le vostre "fidanzatine". E’ probabile che siano cadute vicino alla mongolfiera. Ora se mi slegaste forse..." 
Ash e Brock si scambiarono uno sguardo molto seccato. Li prendeva per scemi per caso? "...certo e dovremmo crederti?" 
"Signori, oramai a furia di essere volato qua e là ormai conosco bene o male dove potrebbe essere atterrata la mongolfiera. Inoltre con tutte le volte che mi avete fatto volare in giro ho avuto modo di studiare bene la materia. Inoltre non mi pare abbiate idee di dove siano!"
“Possiamo cercarle benissimo con Tweeny” fece Ash, volendo pretendere che non gli importasse dal gatto.
Meowth sorrise sudando. Era una testa dura stavolta “Si ma si stancherà e questo bosco è enorme! Almeno io ho un’idea!" 
Seguì un minuto di silenzio, poi il calcolatore riprese la sua recita “Ma se preferite rischiare che le vostre fidanzate si facciano male… fate pure…”
 “Da quando Lidia è la mia ragazza?!” Pensò Brock un po' confuso sul perché Meowth pensasse così.
Ash non si accorse nemmeno del beffarsi di Meowth e dei riferimenti amorosi su una possibile relazione tra lui e Serena. Solo però menzionare che potesse essersi fatta male gli mandava il sangue al cervello. “Ok, ti accompagneremo alla mongolfiera, ma ti tengo d'occhio!" 
"Ottimo!" la seconda voce nella testa di Meowth cominciò a sfogarsi "...beata me e la mia lingua, sono proprio un mago nel raggirare le persone! Ora… se riuscissi a trovare Jessie e James prima dei mocciosi, potrei illustrare loro il mio brillante piano”
Meowth fu slegato dalle funi e fu messo a capo di quell'improbabile banda "Dunque, secondo le mie esperienze, la mongolfiera dovrebbe essere caduta là!” Dichiarò indicando un punto del bosco a caso “Coraggio e seguitemi!" 
"Dimmi, le tue motivazioni sul devi essere proprio tu il capo!? Ricorda che al minimo passo falso..." 
"Parola di gatto! Sono onesto! Che io perda i baffi se vi accade qualcosa di funesto!" non dovette nemmeno incrociare le zampe dietro la schiena. Ormai il suo giuramento a cattivo e bugiardo non richiedeva quel gesto. Non era necessario.

Intanto... altrove nel bosco......

"Uhm... dove potremmo andare a cercare i ragazzi?" Chiese Lidia
Serena tirò fuori il pokédex, la cosa ideale era andare fino al prossimo centro Pokémon e incontrarsi lì, ma il più vicino era allo stesso tempo troppo distante per loro.. ovvero Mozzaburgo. "Credo proprio che dovremo cercarli a caso. Questi boschi sono grandi, ma troviamo il sentiero principale forse sarà più facile congiungerci con Ash e Brock! Oppure possiamo cercare un grande spiazzo di erba e attirare la loro attenzione con delle mosse di Pikachu e Spotpup!" Propose Serena.
Lidia annuì, tenendo la mano sotto il mento "Si, mi sembra una buona idea! Mi piace come ragioni Serena!" La detective puntò poi il dito sulla ragazza.
La performer ridacchiò imbarazzata. "Sai, visto che siamo sole, potremmo conoscerci meglio, no?" Propose Serena, con Pikachu sulla spalla che annuiva.
"Perché no? Come ti ho detto, dobbiamo allearci contro i maschietti! O almeno unire le forze per evitare che i loro istinti maschili abbiano la meglio!" Lidia sorrise con un ghigno.
"Già!" Serena ricambiò il sorriso cominciando a camminare "Quindi..... di cosa ti andrebbe di parlare?" 
Lidia ci pensò su, sapeva già cosa chiederle, ma era meglio arrivarci con calma o non le avrebbe mai risposto "Beh parlami del tuo sogno, vuoi diventare Regina di Forsia, no? Perché vuoi realizzare questo obbiettivo? Come hai scoperto che era la tua strada?”
Serena annuì "Si, è quello il mio obbiettivo, ma ti confesso che ho iniziato il mio viaggio senza nemmeno sapere cosa fare nel mio futuro! Me ne andai di casa un può più tardi degli allenatori normali, che partono a 10 anni. Avevo circa 16 anni quando mia madre mi permise di girare la regione. Tuttavia ai tempi manco sapevo cosa fossero i Varietà e di certo non sapevo cosa avrei fatto in futuro” Disse pensando a quanto si sentisse diversa dalla Serena di quei tempi.
"Ah si? Allora cosa ti ha spinta a partire?"
"Beh..." Serena ci pensò su, preferiva non dire subito che le ragione erano legate ad una certa persona "Mia mamma era una grande sportiva e gareggiava nelle Formule Ryhorn. Desiderava che seguissi la sua stessa strada e infatti fin da bambina mi allenava tutti i giorni. Personalmente però io detestavo quello sport. O per lo meno inizialmente detestavo allenarmi e mettermi in gioco per qualcosa che nemmeno mi piaceva. Se dovevo sudare sette camicie e rimboccarmi le maniche, volevo che ne valesse la pena” ridacchiò un po' “Ho cominciato a detestarlo sempre più quando é diventato un vincolo ai miei sogni e un obbligo nella mia vita. Partire sembrava una delle soluzioni a smettere di farlo, anche se per mia mamma sembrava un'occasione di allenarmi lo stesso, solo senza la sua supervisione"
Lidia restò un attimo silenziosa, avere una mamma che ti imponeva un sogno non era facile. Considerato che lei aveva passato una cosa simile "Ma ora lei sa che stai cercando di inseguire una strada da performer, no?"
Serena di nuovo annuì "Certo! Ha capito quanto ci tenevo e ora mi sostiene sempre!"
“E dimmi, tornando ai Varietà… come hai scoperto che fare la performer era il tuo sogno?”
“E’ cominciato tutto grazie ad una mia amica di nome Shana, che mi ha fatto conoscere i video interattivi Pokémon. Aveva cominciato a farli e visto che avevamo i caratteri e i gusti simili, ho iniziato pure io. Tempo dopo ci siamo rincontrate e lei aveva cominciato a partecipare ai Varietà. Mi ha fatto assistere ad una gara dell’attuale regina di Kalos: Aria. Era magnifico, sembrava così bello vedere i Pokémon e le performer che ballavano, creavano combinazioni e si divertivano facendo sfoggio anche del loro stile! Donavano il sorriso alle persone! Ecco perché ho cominciato!”
“Wow!” 
“Ti dirò… la prima esibizione che feci andò all’aria. Quando cominciai fu un completo disastro, non passai nemmeno la prima fase perché il vestito di Fennekin aveva un fiocco troppo lungo e quindi cadde. Quel giorno capì quanto fosse stato  bello, avevo perso ma avevo appena compreso cosa voleva dire seguire un sogno in cui si poteva anche fallire. In cui non avevo la strada spianata davanti a me. Volevo abbandonare la vecchia Serena e cominciare una strada nuova con i miei Pokémon e i miei amici! Quindi diedi un taglio al passato!” Simboleggiò le forbici e si toccò i capelli, ricordando quando si tagliò la lunga chioma bionda che un tempo aveva.
Lidia era molto sorpresa, non si aspettava che Serena fosse una ragazza dall’animo e ideali così profondi. “Tu non hai vinto il Master Class di Kalos, giusto?”
“Esatto” Serena non si stupì più di tanto da quell’affermazione, ormai sapeva che Lidia fosse un genio. “Persi in finale contro Aria, ai tempi non riuscivo ancora a comprendere che accetto aiuti da tutti e mi aggrappavo agli altri, mentre invece dovevo essere io a far sorridere e dare consigli. Ash pensa che però lo mettevo già in pratica… ma lui ha sempre pensato così!”
“Immagino che se tu avessi vinto non saresti venuta qui”
La ragazza più giovane scosse la testa “No, su questo ti sbagli. Avrei seguito Ash lo stesso. Per me i miei amici sono la cosa più importante. Per fortuna loro ci sono sempre stati e anche mia madre!”
"Fortunata" mormorò Lidia "Io per il mio obbiettivo ho avuto più o meno lo stesso problema. Mio papà voleva farmi cambiare sogno, credeva che fare la detective non faceva per me. E suppongo che ancora oggi sia di quel parere. Mi tratta come una ragazzina.."
"Mi spiace, ma allora di certo non é un detective o un poliziotto!" Cercò di sdrammatizzare Serena e farla ridere.
Lidia in effetti scoppiò a ridere "Ahaha decisamente no!"
Le due continuarono a chiacchierare fino a che Lidia non si ricordò l’argomento base della discussione. Il suo vero intento "E... solo quello ti ha spinta a partire?"
La domanda era decisamente aspettata, Serena sentiva che con l'intuito di Lidia aveva poche speranze di svicolare "Ehm... no... cioè... anche altro! A-A dire il vero un altro motivo é Ash…”
Si sentì una risatina da parte di Pikachu, il quale subito si zittì appena vide lo sguardo di Serena. Lidia fece segno lei di andare avanti, anche se dentro stava esultando per aver raggiunto in parte il suo obbiettivo.
La performer sospirò “Lo conobbi da piccola ad un campo estivo. Durante una caccia al tesoro mi persi nel bosco e mi feci male al ginocchio. Lui spuntò dai cespugli e mi aiutò avvolgendomi un fazzoletto intorno alla ferita e facendomi alzare. Poi mano nella mano uscimmo e per tutto il campo fummo migliori amici, stavamo sempre insieme. Anni dopo, lo rividi in televisione durante una diretta a Luminopoli. Un Garchomp perse il controllo e attaccò la città, Ash cercò di fermarlo salendo sulla Torre Prisma per confrontarlo. Si lanciò persino dalla cima per salvare Pikachu che era caduto! Per fortuna venne salvato da un Mega Blaziken… decisi così di cercarlo per restituirgli il fazzoletto e rivederlo"
Lidia e Pikachu si scambiarono uno sguardo complice "Che dolce! L'amore vince sempre!"
"Cosa?!" Subito si voltò Serena.
"Niente" disse Lidia facendo le spallucce. 
Pikachu di limitò a ridacchiare sotto i baffi.. oh.. beh se li aveva...
A questo punto Lidia passò ad altro, cercando sempre di scoprire quello che voleva ma attraverso domande diverse. "Allora.. dopo se ti va parliamo dei nostri gusti?"
"Certo! Ma perché dopo?" Chiese un po' confusa la biondina, non potevano farlo ora?
"Semplice! Ora parliamo di roba più scottante!" Fece lei con malizia.
Serena si sentì un po' a disagio, capiva che l'argomento di cui voleva parlare l'avrebbe imbarazzata. 
"Allora... parlami di più di te e Ash!" 
Pikachu alzò le orecchie compiaciuto. Ora si che l'argomento gli interessava! "PIKA!" 
"Shhh! Pikachu hai promesso di non dire nulla!" Lo zittì Serena.
"Dire cosa!? Pikachu sa qualcosa?" Si girò verso il topino come in un interrogatorio della polizia "Pikachu parla! Dimmi tutto!"
Nonostante si sentisse evidentemente sotto interrogatorio, il Pokémon sembrava più che felice di condividere tali informazioni, non era in ansia. Non lo avrebbe mai detto ad Ash o a degli sconosciuti, teneva a Serena e sapeva che aveva fatto una promessa. Ma Lidia ormai non era una sconosciuta, era della famiglia!”
"Pikachu non sa quello che dice!" Fece la performer evidentemente in panico.
"Allora c'é del tenero? Di sicuro lo ammiri!"
Serena arrossì come un pomodoro "... Certo che lo ammiro, lui é un allenatore in gamba. Tiene ai Pokémon e ai suoi amici come se fossero una famiglia. Lui non si arrende mai e anche se sbaglia torna sui suoi passi e diventa sempre più forte. Dà il meglio di sé ed é pronto a dare sempre una mano, quando lotta mi fa battere forte il cuore! É coraggioso, a volte ingenuo o impulsivo, ma anche nei suoi difetti é ammirevole e tenero! É divertente e porta il buon umore... ed... é..." Serena rallentò fino a fermarsi e a voltarsi con estrema lentezza verso Pikachu e Lidia, i quali sorridevano con grandissimo gusto e furbizia. La sua boccaccia aveva parlato troppo.
"Uhhh!!!! Vedo che sotto c'é qualcosa di forte!" 
"Beh certo, una forte amicizia! Io e Ash siamo grandi amici!" Serena provò a fare un falso sorrido che convincesse la detective. 
La capopalestra annuì e ciò rassicurò Serena. "Beh.. carina come sei avrai qualcuno ai tuoi piedi!"
Serena di nuovo esplose di imbarazzo "N-No.. non credo.. ma tu?"
"Per ora no, ma in futuro può anche essere!"  
"Parliamo di altro che non sia.. amore?" Propose la ragazza dagli occhi azzurri.
Lidia concordò e le due proseguirono.

…Dall'altra parte della foresta l'insolito gruppo composto da Ash, Brock e Meowth a furia di camminare, era arrivato davanti alla mongolfiera completamente bruciacchiata dall'impatto. Tanto, per ciò che valeva, tornava sempre a volare in cielo come se niente fosse, era indistruttibile.
"Serena! Lidia! Dove siete?" urlarono Ash e Brock cercando di individuare tracce della presenza delle loro amiche. 
Meowth nel frattempo, passando inoservato, cercò nelle stoffe della mongolfiera qualcosa. Sperava che il ricetrasmettitore di James funzionasse ancora dopo quella botta. "Eureka!" bisbigliò sottovoce senza farsi sentire, era ancora funzionante. "Ehi, funziona sto coso? avanti rispondete!” Parlò nel trasmettitore.
"*Bzzzzzzz* Qui James, si chi è?" 
"E chi vuoi chi sia?! Sono io!" 
"Meowth! Stai bene! Dimmi, dove sei?" 
"Sono qui alla mongolfiera e sono in compagnia dei mocciosi maschi!" 
"I mocciosi maschi? Cosa hai in mente?" 
"Ascolta, preparate una trappola a Nord-Est di qui. Va bene anche la classica buca. Li attirerò io, loro cadranno e la vittoria sarà nostra!" ridacchiò. 
"E c'è Pikachu?" 
"No, Pikachu non c'è, ma senza il moccioso a dargli ordini è un bersaglio relativamente facile se lo attacchiamo tutti insieme, no?" 
"Effettivamente... anche se dopo l’ultima volta non si fiderà mai" 
Lo sapeva bene il gatto, Pikachu probabilmente li odiava come mai prima d’allora, ma poteva lo stesso tentare! Inoltre finché avevano Ash potevano ricattarlo quanto volevano. "..Bene, allora seguiamo lo stesso il mio piano…” 
Dall’altro capo della ricetrasmittente si sentì un lamento femminile a lui familiare "Ehi che ha Jessie?" 
James si guardò le spalle, vedendo Jessie ancora depressa su una roccia, quasi in un trauma "Niente, diciamo che gli hanno toccato i capelli..." 
"Oh mamma ci risiamo. Guarda, lascia perdere, non voglio sapere nulla, faccio prima a passare e chiudere, o rischio che mi scoprano" 
"D'accordo, allora ci vediamo li!" 
"Mi raccomando, tutto deve essere perfetto!" 
"Stai parlando ad un esperto scavatore di buche! Certo che sarà perfetto!" 
"Speriamo..." E il gatto chiuse la comunicazione, poi con fare non curante raggiunse i due mocciosi maschi. "In ogni caso io il mio dovere l'ho fatto perciò vi lascio ai vostri affari" 
"Eh no! Tu rimani, devi sapere qualcos'altro!" gli ordinò l'allenatore di Biancavilla “Dopo tutto quello che ci hai fatto tu ci aiuterai a trovare Serena, Pikachu e Lidia!”
"Uffa, ma è possibile che un gatto onesto come me debba essere trattato cosi!?" si lamentò lui. Era proprio falso.
"Tu... onesto? Si certo..." Ash stava perdendo la pazienza, l’aveva persa da un sacco.
"COOOMUNQUE... la traiettoria dello sbalzo molto probabilmente le avrà fatte volare verso Nord-Est...”
Ash subito lo interruppe “Avevi detto che la tua esperienza ci aveva portati qui e che anche le nostre amiche erano qui! Non giocare sporco Meowth!”
“Ash calmati…” Brock appoggiò una mano sulla sua spalla per tirarlo indietro. Sapeva he se non fosse intervenuto, il suo amico sarebbe saltato addosso al Pokèmon gatto. “Ascoltiamo cosa ha da dire e poi decidiamo.”
“Ecco, ascolta il tuo amico, che è molto più saggio di te!” Meowth stava volutamente provocando l’allenatore.
Ash si preparò all’attacco “BRUTTO GATTACCIO CHE NON SEI ALTRO!” prontamente venne fermato da Brock “Ascoltami bene! Qui non si tratta di saggezza, ma di quanto io sia stufo dei tuoi giochetti! Non ho più fiducia in te e nelle tue parole! Forse un tempo avrei potuto crederti nonostante tutto, perché so che del buono dentro di te c’è. Dopo quello che però avete fatto a Pikachu e Greninja non vi darò più ascolto!! Posso sopportare i vostri stupidi giochetti che fate per rubarmi Pikachu, ma quando esagerate e fate del male ai miei amici… io mi arrabbio! Ed è meglio che non mi vediate arrabbiato!”
Meowth rimase colpito da quelle parole, il tono dell’allenatore lo portò a indietreggiare parecchio. Gli aveva fatto paura, davvero. Mai aveva sentito tanta rabbia fluire dalle sue labbra. In quel momento aveva quasi perso la voglia di fare quella trappola. Non riusciva bene a formulare la sua risposta e a rimanere imperturbabile. 
Deglutì agitato e decise di farsi scivolare addosso quelle parole come sempre, nonostante fosse molto difficile... “I-Io non ne sono certo, ma a questo punto tanto vale cercarle insieme. Se incontriamo Pokémon selvatici posso chiedere informazioni. Inoltre entrambi cerchiamo qualcuno: voi volete trovare le mocciose e Pikachu, io voglio riunirmi a Jessie e James. Unendo le forze li ritroveremo prima”
"Beh non è che abbia tutti i torti..." osservò Brock "E va bene, facci strada!" disse lui, sapendo che Ash non avrebbe mai aderito e che non era nello stato di rispondere. Era troppo furioso. 
"Ma certo!" cominciò a camminare, sentendo ancora residui dell’aura oscura emanata dall’allenatore di Biancavilla.
….intanto…
“No, davvero è successo pure a te!?” chiese ridendo Lidia.
Serena annuì senza riuscire a soffocare le risate “Si! Quando non volevo dormire da piccola e dovevo fare il riposino, mettevo il cuscino sotto le coperte, un cappellino e sembrava che dormissi! Poi uscivo dalla finestra della mia camera e scendevo dall’albero che c’era sotto. Purtroppo da quando mia madre lo fece estirpare non ho più potuto farlo!”
“Visto? Abbiamo scoperto che ci piacciono tante cose! Ci conosciamo meglio ora! A te piacciono i dolci e adori cucinare, io invece sono una frana e adoro le cibarie salate! Entrambe apprezziamo la moda… per non parlare del resto di cui abbiamo discusso!”
La biondina sorrise, mentre Lidia continuò “Ora si che staremo al passo di quei due compagni che abbiamo!”

Lidia e Serena stavano davvero stringendo amicizia e scoprendo di più l’una dell’altra. Se la passavano meglio di quanto stessero facendo Brock e Ash…

Ash, Brock e Meowth continuavano a camminare. Tra i due umani e il membro del Team Rocket c’era una notevole distanza a separarli. 
"Dì un po', ma c'è da fidarsi di Meowth?" chiese Ash, non essendo per nulla d’accordo sulla scelta di Brock.
Brock scosse la testa "Sinceramente, non è che mi piaccia molto seguire le sue indicazioni, ma al momento in effetti il suo aiuto può esserci utile" 
"Lo so, ma ti ricordi cosa successe a Sinnoh? Come giocò sporco fingendo di aver lasciato il suo team? Tu non c’eri, ma lo fece ancora ad Unima. Ammetto che non fu così male viaggiare con lui. A Kalos ci furono momenti in cui davvero mi fece arrabbiare, altri in cui ci diede una mano. Ciò che però fa crescere la mia rabbia è l’approccio che hanno qui a Forsia. Più di una volta hanno tentato di fare del male a Serena, cercando di arrivare a me. Hanno torturato Pikachu e ferito Greninja al punto di farlo cadere in quel coma. Come puoi pensare che io possa ancora fidarmi di individui che attaccano chi mi sta più a cuore?”
“…” Brock rimase ad ascoltare pensieroso.
“Non c’è bisogno che ti dica quanto Pikachu sia importante per me e di quanto sia profondo il nostro legame. Per quanto riguarda Greninja, a Kalos abbiamo fatto crescere il nostro legame fino a diventare talmente sincronizzati da attivare il kizuna, una trasformazione leggendaria. Quello che abbiamo passato è importantissimo.”
“Posso immaginare…” 
“Per non parlare di Serena. Lei… l-lei…” Ash si sentì in difficoltà a parlare apertamente di quello. Solo con Lem ci riusciva. “S-Serena per me… è una delle persone più importanti che ci siano nella mia vita… lei è…”
Brock terminò per lui “Tua amica, giusto? Tu hai a cuore tutti i tuoi amici!”
“si… un’amica…” le parole di Ash per quanto sembrassero convincenti, nascondevano qualcosa di molto più profondo, ma al momento non sentiva il bisogno di dissentire il parere di Brock “La mia migliore amica e non voglio che le accada nulla, per niente al mondo.”
 "Coraggio, in marcia! Hop, hop! Accellerate!!" canticchiava falsamente Meowth, innervosendo parecchio i due allenatori.
Dopo una mezz'oretta, il felino si fermò "Ecco qua! Il mio fiuto mi dice che troveremo qualcuno qui intorno! Io cerco dagli alberi, sapete… noi Meowth siamo abili scalatori" 
Ash e Brock si scrollarono la spalle “Noi andremo per conto nostro”
Come i due fecero un passo, sentirono il terreno frammentarsi e collare sotto i loro piedi. Entrambi precipitarono, cadendo in una buca.

" Preparatevi a passare dei guai!”
“Dei guai molto grossi!
“Proteggeremo il mondo della devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”
“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, siete stati di nuovo fregati!”
“Arrendetevi subito, o sarete annientati!”
“Meowth, proprio così!"

"SAPEVO DI NON DOVERMI FIDARE DI TE!" urlò furioso Ash, cercando di arrampicarsi per uscire e menare il gatto. 
"E avevi ragione! Facevi benissimo a non fidarti, devo ringraziare il tuo amico moccioso che mi ha ascoltato! Devo dire che ultimamente è sempre più difficile fregarti Ash, ma alla fine il male trionfa sempre!" sogghignò il gatto poi si rivolse a James "Complimenti James, un ottima buca!" 
"Modestamente, sono laureato in buche e trappole" si vantò il ragazzo.
"Ho detto che sei bravo non che sei una divinità delle buche" puntualizzò il gatto abbastanza seccato dalla mancanza di modestia del collega. "E ora copriamo con una rete a prova di attacchi, così non ci darete più fastidio!”
“Cosa avete intenzione di fare!?” domandò Brock alquanto arrabbiato. Non poteva credere che ci era cascato ancora.
“Semplice. Andiamo alla ricerca di Pikachu e le mocciose. Chiunque proverà ad impedirci di catturarlo se la vedrà brutta, comprese le vostre amichette!” dichiarò Jessie.
Una sveglia cominciò a suonare talmente tanto che esplose dentro ad Ash. Prese la rincorsa e saltò sulla parete della buca, tentando in tutti i modi di raggiungere l’uscita. Si arrampicava come un Primate con la rabbia “SE PROVATE A TOCCARE PIKACHU O SERENA ANCHE SOLO CON UN DITO, VE LA FACCIO PAGARE CARA!”
“Abbiamo toccato un tasto dolente?” ridacchiarono i tre “E dicci, come farai ad impedircelo!?”
L’allenatore grugnì, i suoi occhi in fiamme. Non poteva fare nulla ed era vero, ma qualcuno si. Tweeny, ancora sospeso nel cielo, a grande distanza dal terreno, si allontanò alla ricerca di aiuto.
Guardò in basso, c'erano solo tanti.. tantissimi alberi. Nessuna traccia delle ragazze, o almeno inizialmente. Gli era difficile vedere con tutte quelle chiome di arbusti che coprivano la terra. Poteva benissimo averle già passate, o potevano essere sotto di lui in quel preciso momento. 
L'uccellino planò più verso la boscaglia e cominciò a volare basso, vicino al terreno. Era più rischioso a livello di ostacoli e doveva rallentare, ma non aveva altra scelta. Perdeva solo tempo a volare in alta quota.
"Twee! Twee nee nee!" Cominciò a chiamare, nella speranza di vedere qualcuno.
…Pikachu alzò le orecchie e le scosse leggermente. Si irrigidì, puntando la testa verso la loro destra. 
"Pikachu, qualcosa non va?" Chiese Serena al piccolo compare sulla spalla.
"Hai sentito qualcosa?" Chiese Lidia.
Il topo elettrico annuì e saltò giù dalla spalla della performer, correndo in direzione del suono che il suo udito formidabile aveva rintracciato.
Le ragazze lo seguirono, fidandosi dell'intuito del Pokémon.
"Twee!!! Tweenyy!" Un verso che suonava di continuo si avvicinava.
"Ah! Forse so chi é!" Disse Serena, convinta di chi fosse a cercarle.
Volevasi dimostrare, un uccellino azzurro spuntò dai rami e si posò sul braccio di Serena, teso apposta come appoggio "Tweent! Menomale sei tu!"
Il Pokémon volatile sbatté le ali con allegria "Nee!!" 
"Per caso sai dove sono Ash e Brock?" Chiese Lidia.
Tweeny le guardò dispiaciuto e cominciò a spiegare. Tuttavia le due allenatrici formularono solo che qualcosa non andava.
"Uhm, Tweeny, non riesco a capire.." Serena ammise tristemente. 
Pikachu, decise di riprendere il suo ruolo da esperto traduttore. Non c'era Ash, ma forse Serena poteva capirlo.
"Pika!" Attirò l'attenzione delle due  umane.
Fece una faccia strana e si scombussolò il pelo. Sembrava Ash.
"Ash?" Provò Lidia.
Pikachu annuì, puntando dito su Lidia.
Tweeny continuò a parlare e man mano andava avanti, Pikachu provava a tradurre. Prese un sasso ovale e lo mise sulla testa, per poi sorridere malignamente.
"Ehm... ah! Meowth?" Provò Serena.
Pikachu di nuovo annuì, si mise a scavare e fece una buca. Di nuovo scosse il pelo e fece la parte di Ash, facendo finta di cadere nella buca.
Serena subito capì "Ash e Brock sono caduti in una trappola del Team Rocket!?" 
Questa volta entrambi i Pokemon annuirono. Era tutto nelle loro mani, ma da sole e con soli tre Pokémon poteva essere una difficoltà.
"Ovviamente il loro scopo é Pikachu..." dichiarò Serena.
Tutti si ritrovarono ad annuire perplessi e annoiati. Dovevano prendersi una vacanza..
Lidia tornò nella sua posa pensante "Di certo non possiamo agire con irruenza, serve un piano e anche ben elaborato!”
“Si, ma quale?”
"Cosa ne dici se li attiriamo anche noi in una trappola?" Propose Lidia "E poi li attacchiamo!"
"Uhm.. non saprei.. io non ho nemmeno i miei Pokémon…"
Lidia scosse la testa "Dai, sono sicura che te la caverai! Puoi sempre lottare con Pikachu! Voi due andate così d'accordo! Dobbiamo pur inventarci qualcosa!"
"Si ma.." Serena non era convinta "Attaccarli così, non è esagerato?"
Pikachu provò ad incoraggiarla, avevano già lottato assieme contro quel Jimmy o come si chiamava e avevano dato prova non solo di cavarsela bene insieme ma anche che Serena era parecchio brava nelle lotte, se si impegnava.
"Visto?" Lidia la incoraggiò "Anche Pikachu ti sostiene! Ascolta, oggi abbiamo parlato e abbiamo scoperto che abbiamo tante cose in comune oltre a differenze! Io sono più portata alla lotta e all'azione, tu invece preferisci evitare gli scontri. Io non so cucinare e tu si, io sono più maschiaccio... oppure io sono più grande e ho altri gusti in fatto di ragazzi!"
Serena non capiva  bene dove volesse arrivare.
"Però... abbiamo scoperto che abbiamo situazioni simili per la famiglia e i nostri sogni, entrambe siamo portate all'ingegno, andiamo d'accordo e amiamo i Pokémon! Ma la cosa più importante, siamo ragazze! E non ci arrendiamo mai!" Strinse un pugno.
Serena sorrise con più decisione, ora recependo il messaggio.
"Hai ragione! É ora di dimostrare quanto siamo in gamba se uniamo le forze! Insieme possiamo trovare qualche soluzione!”
“E poi mi hai raccontato di quanto tu sia temibile se ti metti in gioco, di come hai agito durante l’attacco del Team Flare a Kalos! Dimostra di poter tirare fuori un po' il tuo lato cattivello! Siamo brave a parole, vediamo fin dove arriviamo quando siamo in azione!" Posò la mano davanti, Serena annuendo posò la sua su quella della detective. Così arrivarono anche Spotpup e Pikachu ad appoggiare le loro zampe e Tweeny la sua ala.
"Forza!" Esclamarono insieme.
E così iniziarono a pensare a qualcosa che potesse sorprendere un Team Rocket che le stava aspettando. Bisognava trovare qualcosa che avrebbe sconvolto e distratto quei rompiscatole..

…Nella buca Ash e Brock, facendo uscire rispettivamente Leafala e Sudowoodo. I quali erano i più forti dal punto di vista fisico. Cercavano di sfondare a suon di attacchi la rete. Provarono un Energipalla e uno Sdoppiatore ma non si rompeva, anzi rimbalzava contro gli attacchi. 
"Uff... niente! Non funziona niente!" esclamò seccato Ash.
"Qualcosa ci dovrà pur esserci, una rete non può  essere impenetrabile!" propose Brock. Lui stesso però era titubante. Se non funzionava un attacco a distanza e un attacco diretto cos'altro poteva funzionare?
Sulla superficie, il trio di lestofanti progettava le modalità d’attacco contro Pikachu. "Allora, una volta trovato io mi metterò davanti a lui, poi tu James insieme ad Inkay lo stordirete con Psicoraggio e alla fine Jessie con Gourgeist lo colpirà mettendolo K.O.." 
James però aveva un’altra idea "E se semplicemente lo legassimo con del filo di seta..." 
Jessie aveva capito il riferimento e la cosa non gli andava per niente a genio. Mai e poi mai avrebbe tirato fuori quello "schifo"… "NO!" 
"Ma Jessie quel..." 
"NO e NO! Non tirerò mai fuori quell'orrore!" 
"Di che orrore stai parla-..." chiese Meowth, ma fu subito interrotto dalla donna che proprio non ne voleva parlare.
Una volta deciso il piano il Team Rocket si avviò alla ricerca di Pikachu. "Allora dove credete che possa essere?" 
"Mentre tu eri via, mi sono permesso di costruire un piccolo e rudimentale rilevatore di energia elettrica. Con questo trovare Pikachu sarà facile, dato che probabilmente sarà l'unico tipo elettro in questa boscaglia!" disse James orgoglioso.
"Invece di guardare il dispositivo James, guarda un po' là! Non è proprio Pikachu!?" indicò Jessie. 
In effetti era proprio lui, sembrava spaesato e abbastanza dolorante. "E' ridotto male! Forza acciuffiamolo!" urlò Meowth contentissimo della fortuna insperata. 
Il trio si precipitò subito sul topo ma solo una volta vicini notarono che quello  non era affatto Pikachu! Era una costruzione di legnetti a forma di Pikachu! "Ehi ma che cosa? Ah falso allarme, evidentemente ci siamo sbagliati, però è curioso che assomigli proprio a Pikachu non trovate?" 
Meowth sbuffò seccato "Bah, fregati dalla natura, questa non me la meritavo" il Pokémon parlante fece per andarsene e appoggiò una zampa su uno dei legnetti, il quale scaturì il rilascio di una valanga di altri rami, i quali sommersere il trio di lestofanti.
"Ma cosa!?" urlò il Team Rocket completamente sepolto dai rami. Uscirono dal mucchio e si scrollarono di dosso i residui di terra spine e altri piccoli legnetti.
"Qualche Aipom dispettoso ci avrà fatto questo scherzetto" suggerì James. 
"Scimmiacce! Rovinare così il trucco di una diva come me!" proruppe Jessie abbastanza adirata per l'avvenimento. 
Meowth l’ammonì "Guarda che mentre ero via da voi ne ho subite di peggio! Quei due mocciosi mi hanno tormentato, quindi non ti lamentare" 
I tre continuarono la perlustrazione, senza però riportare risultati. "Nessun segnale elettrico?" chiese Meowth. 
"Nessuno per ora, certo che oggi è un bella giornata, no?" rispose il collega uomo scrutando il cielo. Effettivamente era una bella giornata.
"Una bella giornata iniziata male, ma che diventerà stupenda non appena avremo preso e portato Pikachu dal capo!" annunciò Jessie tutta contenta, salvo poi pentirsene perché nello stesso momento in cui sollevò il pugno un alveare le cadde dritto sulla testa. Pochi secondi dopo anche James e Meowth erano immersi nel miele. Non ci volle molto tempo prima che un branco di Combee capeggiati da un Vespiqueen iniziarono a pungere piuttosto inferociti i 3 mascalzoni. 
"Ahu ahu ahu! Basta! Basta!" strillarono dal dolore.
5 minuti dopo le loro facce erano irriconoscibili, piene di punture e lividi. "*Anf Anf Anf*... li abbiamo seminati?" ansimò la donna. 
"*anf anf*... direi di si" confermò il gatto. 
Come i tre si appoggiarono ad un tronco, questi cominciò a rotolare, cominciando a inseguirli, pronto a schiacciarli. I tre furono ben presto vittime di altri scherzi: ricoperti di fango, attaccati da Pokémon selvatici, bagnati da testa a piedi, frustati dai rami degli alberi… 
Quando finalmente gli scherzi cessarono, Jessie, James e Meowth erano distrutti, pieni di lividi e graffi. Non si reggevano in piedi. 
“SI PUO’ SAPERE COSA SUCCEDE!?” Jessie sbraitò ormai stufa.
I due compagni maschi si limitarono a sospirare affranti, troppo stanchi per contestare. Sembrano ormai salvi dagli attacchi, quando i tre si ritrovarono appesi a testa in giù. Fu talmente veloce, che sentirono solo i loro piedi alzarsi e i corpi oscillare in giro. I due umani appesi ai piedi e il gatto per la coda.
"E BASTA!!!!!" protestò il Pokémon.
"CHE RAZZA DI SCHERZO É!? CHI OSA FARCI QUESTO?!" persino James perse la pazienza di fronte a tali beffe vergognose.
"Ma che diamine ci sta succedendo oggi!? Cosa ha il mondo contro di noi!?"si adirò Jessie.
"Il mondo forse no, ma noi si!" 
Una voce risuonò, sorprendendo i tre criminali che si scambiarono sguardi pietrificati.
"Chi può essere così malvagio da fare ciò a gente già così brava nel male!?" Pensarono i tre.
"Siete caduti nella nostra trappola!" Una seconda voce parlò.
Jessie ora era infuriata "CHI SIETE!?"

"Preparatevi a passare dei guai, vi abbiamo stancati?"
"Guai molto grossi, siete stati ripagati!"
"Proteggeremo il mondo dalla devastazione!"
"Uniremo tutti gli amici nella nostra nazione!"
"Conserveremo i beni di verità e amore"
"E vi spediremo tutt'altro che alle stelle!"
"Serena"
"Lidia"
"Kick Rocket, pronti a farvi partire alla velocità della luce"
"Arrendetevi subito o preparatevi a dei calci nel sedere!"
"Piiii pikachu!!"

I tre videro Serena, Lidia e Pikachu in piedi su una sporgenza a guardarli dall'alto, erano ancora senza parole e con facce tutto fuor che felici.
"Ehi, devo dire che è divertente in un certo senso, forse è per questo che lo recitano spesso!" commentò Serena "E anche queste trappole! Non mi sono mai divertita tanto!" Esclamò ripensando a quando Clem le propose di fare la stessa cosa 2 anni prima. Se ora fosse qui con loro si sarebbe divertita come una matta. All'inizio la vecchia Serena non si sarebbe mai azzardata a fare una cosa del genere, ma alla nuova la cosa non dispiaceva affatto. 
"Forse ora capisco perché sprecano tempo a dire queste fanfaronate: fa bene alla salute!" rise Lidia. 
Sentire dire che le parole storiche del loro motto erano delle "fanfaronate" fece ribollire di rabbia Jessie "Ma come osate insultare il motto del Team Rocket! E' un'usanza sacra e piena di significato! E poi questa è violazione di Copyright!"
"A dire il vero no..." la contraddisse la detective "Solo se avessimo usato le vostre identiche parole sarebbe stata violazione, noi invece abbiamo inventato le nostre!" 
"...Ha ragione sai?" ammise James.
"Da che parte stai tu!?" lo rimbrottò la donna dai capelli fucsia, scioccata che il collega desse ragione a quella imitatrice da quattro soldi.
Meowth provò a liberarsi, ma era inutile. Dondolava e basta, facendo solo aumentare la nausea "Questa ce la pagate CARA!”
"Si ok, può darsi, però ora abbiamo degli impegni, non vi spiace rimanere lì, no? Tanto non avete fretta!" Cominciò a prenderli in giro Lidia.
Serena doveva ammettere che il Team Rocket non dava tanto fastidio visto da quella prospettiva. Dovevano assolutamente farlo di nuovo con Ash e Brock.
Persino Pikachu sentiva una grande soddisfazione personale vedendo Meowth appeso in quel modo. Gli ripagava gran parte delle volte in cui era stato controllato, catturato, legato, intrappolato, torturato in ogni modo. Beh non proprio, ma lo soddisfaceva parecchio
Meowth gli lanciò un'occhiata mortalr capendo cosa stesse pensando il topino, ma Pikachu se ne infischiò altamente e cominciò a ridacchiare.
Detto questo le le ragazze e il topo elettrico se ne andarono, con un Team Rocket che in sottofondo urlava "Tornate indietro!" "Liberateci o subitete la nostra furia!" E chi più ne ha, più ne metta.

I due ragazzi intanto, se ne stavano ancora sul fondo della buca, provando a fare una scala umana e pokémosa, con i loro corpi. 
"Forza! Ci siamo quasi!" Incoraggiò il ragazzo nativo di Biancavilla "Non mi arrenderò fino a che non saremo fuori di qui! E se solo hanno osato alzare un dito su Serena giuro che..."
"Vuoi dire.. su Serena e Lidia.." pensò correggerlo Brock 
Ash non fiatò per un momento, menomale la sua faccia non era visibile a Brock e ai loro Pokémon.
"S-Si... e anche Pikachu! Se provano a toccare i nostri amici giuro che..."
Provò a sporgere una mano per aggrapparsi al bordo e rimuovere una rete, anche se non ci arrivò. Improvvisamente la rete cominciò a tirarsi e pian piano a scomparire dalla loro vista, fino a che non ci fu più. 
Sentì una sensazione strana, un morbido e caldo tatto che gli circondò la mano. Alzò lo sguardo e vide un altro arto sconosciuto che lo afferrò sorprendendolo "uh!?"
Solo quando vide un fiocco attorno al polso della mano, capì con gioia chi fosse.
"Non dovrai staccare la testa a nessuno Ash! O almeno non per ora!" Ridacchiò la biondina sporgendosi e facendogli l'occhiolino. 
"Serena!" Esclamarono i due maschi con allegria.
Anche Pikachu e Lidia si sporsero salutano "Ehilà!" "Pika!"
I ragazzi furono ancora più felici "Pikachu! Lidia!"
"Speriamo che non saremo noi ragazze a dovervi tirare sempre fuori da guai in questo viaggio!" Lidia sorrise con un ghigno. Era bello prenderli in giro "Siete sicuri che non volete stare lì? Sembra confortevole!"
"Vuoi provare?" Rispose ridendo Ash sentendosi provocato.
"Nono!" Scosse le mani davanti alla faccia la detective "Ma magari ora vi eravate affezionati a quella buca! Anche se suppongo che qualcun'altro abbia bisogno di amore qui!" E lanciò un'occhiata all'amica al suo fianco.
Serena si sentì subito presa di mira e arrossendo tirò su un Ash confuso, che ovviamente non aveva capito nulla.
Lidia tirò poi fuori Brock e tutti richiamarono i loro Pokémon fuori dalla buca.
"MOCCIOSEEEEE!!! QUESTA CE LA PAGATE CARA!!!! PASSINO LE TRAPPOLE, PASSINO GLI ANNI, MA IL MOTTO DEL TEAM ROCKET NON SI TOCCA!" urlarono i tre sgherri che erano riusciti a liberarsi in qualche modo e ora si sentivano offesi e maltrattati. "Ah dannazione, sono di nuovo insieme!"
Ash era su di giri, ora un bel fulmine era proprio quello che serviva a mettere il trio fuori gioco, almeno per un po'. "Se volete la guerra, sappiate che io e i miei Pokémon siamo pronti!" stava per aizzare contro i manigoldi sia Pikachu che Leafala, ma qualcuno lo fermò.
"Ash lasciali a me e Lidia!” Chiese Serena posandosi davanti a lui “Oggi mi sento carica come non mai!”
Ash girò la testa confuso, ma approvò. 
“Solo una cosetta prima, mi presteresti Pikachu? Sai, fa parte del Kick Rocket e vorrei concludere questa cosa con lui. Sempre se a te va bene Pikachu!" fece l’occhiolino al topino, il quale le saltò sulla spalla carico.
"Uh? Certo, ma non capisco che cosa..." Ash diede il consenso, ma ancora non comprendeva bene la situazione. “Kick Rocket”?
“Tranquillo, li massacriamo noi per te!” sorrise Serena, ricambiata dal ghigno dell’amico.
"Pika!"
"Spotpup! Aiutami coraggio!" chiese Lidia. Il cane maculato si mise a fianco di Pikachu, i due si guardarono e si sorrisero. Pochi giorni prima erano rivali in battaglia, ma da oggi sarebbero stati ottimi compagni di squadra. 
"Se è una lotta che volete vi accontentiamo! Forza James tira fuori Inkay! Dobbiamo dimostrare che di Team Rocket ce ne è uno solo!" urlò Jessie.
"Eh? Oh si, certo! Inkay, forza!" urlò il ragazzo dai capelli violetti, tirando fuori il suo calamaretto dalla sfera. 
"Gourgeist vieni fuori!" fu seguito a ruota dalla collega. Peccato per lei che nella foga, la donna liberò dalla sfera il Pokémon sbagliato: "l'obbrobrio"
"Spiiiiii!" fu la risposta del Pokémon che ne uscì fuori. 
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! NON QUESTO POKEMON!" si disperò la scagnozza.
"Ehi Jessie! Forte hai catturato il tuo primo Pokémon di Forsia!" si complimentò Meowth. 
Ash era sorpreso. Prese il suo pokédex e lo esaminò.
"Spidow, il Pokémon trapporagno, usa la sua schiena che ricorda una pokéball per attirare prede nel suo raggio d'attacco. Dopodiché tesse una ragnatela di seta ad opera d'arte per portarla nella sua tana”
James tirò fuori un dispositivo "Ah, si chiama Spidow dunque. Fammi  controllare le mie carte... oh! Eccolo qua! Dice che è di tipo veleno e che le mosse peculiari di questo Pokémon sono Sanguisuga, Velenoshock e Millebave..." si consultò James sulle carte olografiche del Team Rocket. 
"Non voglio usare questo Pokémon" biascicò Jessie "Non è adeguato ad una diva come me…"
"Pikachu iniziamo con Attacco Rapido!" ordinò Serena. 
Lidia decise di stare allo stesso gioco "Spotpup anche tu! Attacco Rapido!" 
I due Pokémon si schiantarono addosso ai rivali, mettendo a segno un buon colpo. Inkay e Spidow volarono via e precipitarono a terra, tuttavia ben presto si rialzarono. 
"Inkay! Psicoraggio!" urlò James e la medusa lanciò la sua onda d'urto. 
"Schivate!" fu l'ordine delle due ragazze. 
Pikachu e Spotpup schivarono Psicoraggio abbastanza facilmente, quindi Serena procedette con l’attacco successivo "Coraggio Pikachu! Fulmine su Inkay!" 
"Pikaaaaaaaaaa chuuu!" 
"I-I-Inkay!!!!!"La medusa fu fulminata a dovere e messa K.O. con estrema facilità.
James corse verso il proprio Pokémon "No Inkay! Jessie fa qualcosa!"
"...io..." Jessie si ritrovò in più in difficoltà del previsto. 
"Ottimo lavoro Pikachu!” Si complimentò Serena, mentre il topino godeva della sua parziale vittoria.
Brock portò la mano sotto il mento, massaggiandolo e gustando la scena “Devo dire che Serena e Pikachu insieme lottano alla grande!”
“Ci credo! Serena e io riusciamo ad intenderci alla grande, quindi anche con Pikachu deve essere così!” Ash si grattò la guancia orgoglioso. 
Jessie affondò la mano in tasca e tirò fuori una pokéball “Vai Gourgeist!!” 
Il Pokémon zucca comparve in campo e si preparò all’attacco, sotto lo sguardo perplesso del ragnetto.
“Gourgeist usa Palla Ombra!”
“Spotpup usa Gelodenti!” Lidia comandò, mentre il cane eliminò completamente la palla oscura con le sue fauci. Prima ancora che se ne potesse accorgere, il nemico venne scaraventato a terra da un Codacciaio.
“Grande!” Esclamò Ash “Hanno sfruttato la distrazione di Gourgeist per colpirlo con il Codacciaio di Pikachu” 
Lidia agitò il braccio “Spotpup finisci con Codacciaio!” 
Subito il cane frustò con la coda il Pokémon del Team Rocket e il risultato fu l’aspettato. Anche Gourgeist era stato messo fuori gioco.
“Noooo!!! Gourgeist!!!!” Jessie sapeva che ormai era rimasta una sola opzione.
“Finiamola qui! Spotpup usa Attacco Rapido!”
“Anche tu Pikachu!”
I due Pokémon caricarono le loro zampe e corsero verso il Team Rocket, pronti a lanciarli alla velocità della luce. Tuttavia, prima che potessero farlo, collisero contro un soggetto inaspettato e vennero gettati all’indietro.
“Spiiiii dowwww!!”
Tutti, Team Rocket compreso, rimasero scioccati dalla scena. “Jessie!? Hai finalmente usato Spidow!?” chiese estasiato Meowth.
“Per forza” appoggiò lei le mani sui fianchi “Non ho altra scelta. Forse una meravigliosa donna come me, potrà tirare fuori quel lato meraviglioso nascosto anche dentro a questo coso”
Serena e Lidia si scambiarono un cenno “Non ci fermeremo certo qui! Pik-…” Serena fu interrotta da un Pikachu e uno Spotpup in strane condizioni. Entrambi sembravano affannati e non avevano un bell’aspetto. “Cosa succede?!”
"Sono stati avvelenati!” dichiarò Brock, analizzando i sintomi dei due Pokémon sofferenti.
"Ma nessuno ha lanciato un attacco velenoso!" si sorprese Ash. 
Eppure il ragno sorrideva arcigno. La sua trappola era scattata. "Jessie! Guarda! Spidow ha l'abilità Velentocco! Se viene toccato, c'è la possibilità che avveleni l'avversario!" James le mostrò la carta di Spidow e tra le abilità vi era quella descritta dall’uomo.
"...Cosa?" Quello "schifo" non era così male, anzi era meglio del previsto in fatto di forza. Forse poteva davvero lavorarci su. 
Il ragno guardò l'allenatrice, ora le avrebbe mostrato che si sarebbe reso utile. "Spiii!" e lanciò un Millebave che intrappolò per bene i due avversari. Subito si affrettò ad eseguire un Velenoshock e colpì sia Pikachu che Spotpup, provocando un impatto fortissimo. 
“Pikachu! Spotpup!” Le due ragazze gridarono ai loro compagni.
"Spidow ti adoro!" urlò contenta la donna "E' proprio il mio genere di Pokemon! OHOHOHOHH!"
"Oh no e ora cosa faccio?" si chiese Serena. 
Ash riuscì ad avvertire la preoccupazione dell’amica. Non voleva certo concludere la lotta per lei, ma poteva tenere occupata Jessie, per dare tempo a Serena di ritrovare la carica. “Leafala! Mi serve una mano!”
Il koala annuì e si mise al fianco dell’allenatore. Ash poi si girò verso Serena “Ascolta Serena, ho fiducia in te come sempre! Ci penso io a loro per un po', intanto tu ricaricati e prepara la tua grinta! So che vuoi concludere questa lotta e so che lo farai!” Le fece l’occhiolino, ricambiato da un sorriso della ragazza. 
“Basta smancerie!” disse disgustata Jessie “Spidow usa Velenoshock!”
“Leafala schiva!” ordinò Ash.
Lo starter di tipo erba si scansò ed evitò completamente l’attacco.
“E’ parecchio veloce per la sua specie. Bene, sarà un ulteriore vantaggio!” pensò Ash “Forza! Attacca Spidow! Sarai pure di tipo svantaggiato, ma la grinta che hai supera di certo la loro!”
Leafala prese tutta la forza che aveva nel suo pugno, il quale si illuminò. Lo roteò e lanciò un potente montante che spedì lo sgherro addosso ai due colleghi. 
"Ehi! Ma quello non è?" si chiese Ash.
"Si, credo sia Pugnospine!" fu la risposta di Brock.
"Fantastico Leafala! Conosci Pugnospine!" si congratulò l'allenatore con il Pokémon. Il koala si guardò il braccio. Possibile che con solo qualche giorno di allenamento con Ash, avesse già imparato una nuova mossa?
Era molto felice, gli piaceva avere delle mosse e delle capacità da mostrare. Adorava seguire i comandi di Ash e dare del suo meglio in una sfida all’ultimo colpo. 
Serena e Lidia osservarono la scena meravigliate. Ash sapeva sempre stupire, sia lui che i suoi Pokémon. Il loro sguardo cadde sui Pokémon ai loro piedi, Pikachu e Spotpup stavano combattendo il veleno nel loro corpo e si stavano rialzando.
“Pika….” “Spooot…” I due con molta fatica riuscirono a reggersi in piedi e scambiarono un paio di sguardi alle loro compagne di lotta. Due sguardi pieni di grinta e di convinzione. Potevano ancora lottare e volevano chiudere la questione da soli. La loro prima collaborazione doveva andare a fondo.
"Mai arrendersi!" una voce risuonò nella testa della performer. Pikachu condivideva lo stesso sguardo di Ash. Non voleva deludere nessuno dei due, Lidia o se stessa. Era partita convinta e doveva finire allo stesso modo. 
"Coraggio Serena! Hai combattuto battaglie ben peggiori!" pensò a proposito di sé. Girò la testa alla sua sinistra e parlò “Facciamo vedere come se la cavano delle ragazze anche nei momenti di difficoltà?”
Lidia sorrise “Ma si, suona bene! Prendiamoli a calci nel sedere! La lotta non è ancora finita!” 
Le ragazze si prepararono quanto i loro Pokémon “Ash?! Noi siamo pronte a dare una lezione al Team Rocket!”
Il ragazzo sorrise e annuì, facendosi da parte. “Piacere che vi sia stato d’aiuto! Regalateci uno spettacolo meraviglioso!”
Jessie non perse tempo “Spidow usa Millebave!” La ragnatela cominciò ad avvolgere Pikachu, bloccandogli le zampe.
Serena cominciò a riflettere, Pikachu era avviluppato in quella tela, ma aveva ancora la coda libera. Bisognava colpire quel ragno in un colpo secco prima che il veleno portasse al limite i due Pokémon. La vera domanda era: come?
D'improvviso le venne in mente un’idea. “Pikachu usa la coda per liberarti! Aiutati con Codacciaio e passala più volte fino a tagliare i fili!” 
Pikachu fece come gli era stato detto “Pika-pi-pi-pi” In pochissimo tempo fu libero dalla tela. “Pika!”
"Perfetto! Lidia prova ad usare Attacco Rapido su Pikachu e fallo volare in aria!" 
"Nessun problema!!" sorrise la compagna, aveva capito il piano e sapeva che le avrebbe portate alla vittoria. "Spotpup usa Attacco Rapido ai piedi di Pikachu! Devi dargli una bella spinta!”
Il cane fece ciò che gli era stato richiesto e con uno sforzo corse verso il compagno di lotta. Pikachu saltò in aria e poi cadde dritto sulla testa di Spotpup, il quale usò tutte le sue forze per lanciare il topino in aria.
"Spidow! Cattura Pikachu per benino con Millebave!"
"Spidoooooooooow!"Uno sputo di seta uscì dalla bocca dell’aracnide.
Serena questa volta sapeva cosa fare "Pikachu usa Energisfera e lascia che Millebave si avvolga su essa!”
“Pikaaaaaaa….!!!!!!” La palla elettrica crebbe sulla coda di Pikachu e la sostanza appiccicosa si attaccò attorno.  Pian piano il filamento appiccicoso si accumulò fino a diventare molto più grande. 
“Ora scendi verso Spidow e rilasciala!!!" 
“Chuuuu pi!!” Pikachu agitò un po' la coda e poi lanciò la sfera, la quale si avvicinò a grande velocità fino al Pokémon avversario. Quando lo colpì, la palla esplose e rilasciò elettricità tutta attorno al ragno.
"Spiiiiiiii!!!" 
“Schiaccia con Codacciaio!" e Pikachu, con tutta la forza rimasta in corpo, tirò un possente Codacciaio che mise definitivamente fine alla lotta. Il ragno era esausto.
“Pronta per il gran finale Serena? A noi l’onore, giusto?” Rise la detective.
La biondina mostrò un sorriso deciso “Esatto!” 
Le due si misero spalla contro spalla. Serena alzò il braccio sinistro e Lidia il destro, per poi pronunciare gli attacchi finali “PIKACHU USA FULMINE! SPOTPUP USA TURBOSABBIA!”
“PIKAAAAAAAAAAA CHUUUUUUUUUUUU!”
“SPOOOOOOOO PUP PUUUUUU!!!”
I due attacchi colpirono in pieno gli avversari, provocando un enorme scoppio e i ladri si ritrovarono in aria.
"Beh dai, siamo volati via in maniera differente. Stavolta è stata la mocciosa a farlo con Pikachu!” Scosse la testa James pensante. Si girò verso Jessie, notando che era comunque molto più sorridente del solito “Ehi Jessie, come mai sei contenta?"
"Io e Spidow siamo fatti l'uno per l'altra! Poco importa se abbiamo fallito contro Pikachu!" 
"E' ufficiale..." commentò Meowth "... E’ partita nella terra dei matti…”
James si avvicinò a Meowth e bisbigliò qualcosa “E solo qualche ora fa era tutto odio e schifo…”
"IL TEAM ROCKET RIPARTE ALLA VELOCITA' DELLA LUCEEEEE!!!!!!!" e il solito luccichio si vide nell'aria.
Pikachu e Spotpup crollarono a terra sfiniti per la lotta e l'avvelenamento. Subito Serena e Lidia corsero da loro e li presero in braccio.
Lidia rese il cagnolino il più confortabile possibile “Ehi Spotpup, sei stato grande”
“..Pikachu, tutto bene?” Chiese Serena.
Ash pure si avvicinò e appoggiò una mano sulla testolina del suo amico "Resisti amico mio! Brock, puoi fare nulla?"
"Lascia fare a me! Sono preparato a questo tipo di emergenze.." diede un'occhiata al topino e al cagnolino, poi ragionò un attimo "Uhmm… nulla di serio se li curiamo subito. Una baccapesca per entrambi e torneranno subito in forma!"
Si affrettò a prendere le bacche dallo zaino. Ne aveva due di un tipo e due di un altro. Prese le due bacche rosa chiaro e le diede in mano ad Ash e Lidia.
L'allenatore la avanzò verso la bocca del Pokémon "Forza Pikachu, devi mangiarla per stare meglio!" 
Il Pokémon giallo aprì gli occhi a fatica e azzannò la bacca. 
“Su, anche tu Spotpup!” Lidia esortò il cucciolo.
Una volta fatto il primo morso, era sicuramente più facile morderla ancora. Continuarono fino a finirla e lasciarsi andare di nuovo. Almeno ora il colorito violaceo era scomparso dai loro musi.
Poi Brock diede di nuovo agli allenatori due bacche rotonde e blu "Ora una baccarancia, li aiuterà a riprendere le energie!"
Una volta mangiati entrambi, subito i Pokémon cominciarono a riacquistare vitalità e saltarono in piedi sulle loro zampe "Pika!!" “Spot!”
"Hey Pikachu! Per fortuna stai meglio!" Lo salutò felice Ash, mentre il Pokémon sfrusciava la guancia sulla faccia del suo allenatore.
Spotpup invece saltò sulle sue zampine e fece le feste a Lidia, la quale ridacchiò e grattò il compagno.
Serena lasciò uscire un sospirò di sollievo "menomale..!"
Ash poi alzò lo sguardo "Ehi, devo dire che siete state grandiose! Vi siete fatte valere!"
"Grazie!" Le due sorrisero dandosi il cinque. "Diciamo che se le femmine uniscono le forze, possono dare del filo da torcere!"
Pikachu e Spotpup sentirono delle goccioline di sudore colare dietro le loro teste "Pi.. pikachu pi.." “Pup… spot spot?”
"Beh e con l'aiuto di Pikachu e Spotpup! Che sono maschietti!" Serena aggiunse, dando un fist bump a Pikachu.
Brock si avvicinò all'orecchio di Ash "Mi sa che d'ora In poi dovremo fare attenzione a quelle due!"
"Già.." rise Ash perplesso. "Sono proprio una bella squadra!"
"Ora… vorremmo sapere… cosa è il Kick Rocket? E come avete tenuto impegnato il Team Rocket mentre ci stavate salvando?" Chiese Brock.
Lidia portò il dito davanti alla bocca "Segreti da ragazze! Se non sappiamo tenere un segreto non siamo tali! Diciamo che ci siamo divertite!" 
Serena annuì sorridendo con semplice allegria. 
Ash la guardò un attimo, anzi rimase a fissarla qualche secondo. Anche lui sostituì il suo mugugno confuso con un sorriso genuino. Gli bastava vedere la ragazza sorridere in quel modo. Altro non serviva.
A quel punto, tutti si alzarono e si preparano a proseguire i viaggio "Direi che possiamo andare avanti!"
Tutti annuirono e con zaini in spalla, ripresero a camminare. "Ora che siamo di nuovo pronti ad andare, ci avvicineremo sempre più alla prossima città! Lotta in palestra, sto arrivando!!!" Esultò Ash con grinta.
Serena sorrise con ammirazione e un sguardo perso "Sei grandioso come sempre.."
"Cosa?" Si girò lui sorridendo, sentendola parlare.
Serena subito coprì la sua boccaccia arrossendo come un peperoncino rosso fuoco. Lo aveva davvero detto ad alta voce? "Niente! Solo che sei grintoso come sempre!"
Ash ridacchiò grattandosi la testa e poi si voltò riprendendo a camminare.
Tuttavia, Serena sentì una presenza che camminava più indietro, tenendo le distanze. Si girò e vide Lidia che passeggiava lentamente con uno strano sorrido beffardo "Tutto bene? Perché stai in disparte?"
"Allora è vero! Ci avevo visto giusto!"
"Uh?"
Lidia si avvicinò al viso dell'allenatrice sempre con sguardo di una detective che mette con le spalle al muro un criminale "Ad una detective come me non sfugge nulla! Sei decisamente scarsa a mascherare il tuo cuore!"
"C-Cosa?"
"Ammettilo, sei perdutamente innamorata di Ash!" Quasi si sentì soffocata dalle risate.
La faccia della performer collassò nel rossore più totale, occhi e bocca di spalancarono. Era un'ondata di calore che arrivava fino alla capopalestra.
Lidia la fissò con ghigno malefico e malizioso. Serena la osservò sempre arrossendo e con chiara difficoltà a reagire e a pensare. Sudava freddo e imbarazzata teneva un broncio dispiaciuto per se stessa.
Poi però, dopo pochi secondi, il viso tornò del suo colore… tranne qualche piccola zona sulle guance sempre rosate e il broncio divenne chiaro e seccato "Ohhh… stai un po' zitta!" Le parole di Serena erano talmente sorprendentemente out character che nemmeno lei credeva di averle dette.
Lidia sempre sorridendo la teneva d'occhio. 
Serena sospirò e si girò verso l'amica. "Non é ovvio?"
"Deduco sia un sì.." pensò seguendo il gruppo "Molto... molto... MOLTO interessante! Avrò di che divertirmi! " si ripeté la sua testolina.

E così, con una nuova amicizia consolidata, una caotica giornata volge al termine per i nostri eroi. Il loro viaggio verso Mozzaburgo non è finito... Cosa succederà ai nostri eroi durante il loro viaggio? Riuscirà Serena a conquistare il suo amato? 
"EHI!"
... ehm… il viaggio continua...




NOTE D'AUTORE Un altro capitolo finito! Ora il Team Rocket ha un nuovo membro nel loro team e sembrerebbe essersi dimostrato valido. Ma con le ragazze c'è stato poco da fare! Questo capitolo è servito soprattutto a farvi conoscere un po meglio Lidia e come agirà nella storia. Vi piace? Non è facile nasconderle certe cose :3

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Capitolo 12
*** Una Rivale Per Serena!? La Pazza da Legare! ***


ALTRA SETTIMANA VUOL DIRE ALTRO CAPITOLO! BUONA LETTURA E SPERIAMO CHE VI POSSA PIACERE E DILETTARVI UN ALTRO PO CON UNA NUOVA AVVENTURA QUOTIDIANA DEI NOSTRI AMICI!


Episodio 9: Una rivale per Serena?! La pazza da legare!

Durante il viaggio verso Mozzaburgo, i nostri eroi oggi si sono fermati vicino ad una piccola riva e si stanno preparando per gustarsi il loro pranzo.

 "Non vedo l'ora di sgranocchiare qualcosa di delizioso sotto i miei denti e solo così, a pancia piena, potremo continuare i nostri duri allenamenti!" Esclamò Ash facendo uscire i Pokémon dalle rispettive sfere. 
"Sempre il solito.." sussurrò Serena ridacchiando.                                                                                                                                  
Ci vollero solo pochi minuti e il pranzo fu servito. Era una cosetta semplice come sandwich di vario tipo, ma l'aiuto di due mani culinarie come quelle di un esperto di cucina come Brock e una provetta pasticcera quale era Serena, fecero si che il pasto fu consumato senza lamentele. E Ash di certo non poteva lamentarsi con quelle che lui considerava prelibatezze.
"Vedo che i miei pokébigné oggi hanno avuto un gran successo!" disse Serena, poi pensò "Come del resto succede tutti i giorni"
"Ehh siii!!" ribatté l'allenatore a pancia all'aria. Il ragazzo, ora a stomaco pieno e soddisfatto, si alzò e si stiracchiò. "Dopo questa abbuffata ci vuole solo una cosa, vero amici miei?! È ora di allenarsi!!!!" Disse lui con entusiasmo.
Ash si allontanò giusto il necessario per evitare che il suo allenamento combinasse guai con i suoi amici "Ok ragazzi, oggi proviamo le schivate, dovete migliorare i vostri riflessi! Il primo a partire sarà Tweeny! Pikachu userà Fulmine e Leafala userà Energipalla, mentre tu cercherai di schivare il più possibile questi due colpi volteggiando in aria! Tutto chiaro?”
"Twee!" 
"Allora incominciamo!" 
Pikachu e Leafala lanciarono simultaneamente i loro attacchi e Tweeny iniziò il suo allenamento. Era già molto veloce, ma un pizzico di allenamento in più non guastava mai, perciò si mise subito al lavoro per migliorare ancora di più. Dopo dieci minuti passati a schivare, chiese il cambio. 
"D'accordo Tweeny, ora sarai tu ad attaccare, mentre sarà Leafala a migliorare la sua abilità di schivata" poi si rivolse al koala, pronto ad eseguire gli ordini. "Ascolta, Pikachu e Tweeny sono più veloci di te, perciò dovrai imparare ad evitare gli attacchi muovendoti a destra e sinistra meglio che puoi. Potresti anche avere la necessità di saltare e abbassarti in fretta. Un modo per spostare velocemente può essere rotolare! So che sei forte, ma come ben hai imparato, bisogna sempre puntare verso l'infinito e migliorarsi ancora!" 
Leafala fece segno di aver capito, d'altronde era quello che aveva fatto. 
"Ok! Pikachu tu usa Attacco Rapido e invece Tweeny usa Attacco d’Ala! Cercate di colpirlo! Leafala sai quello che devi fare!" 
"Fala!" E iniziò la sessione di allenamento per il koala. Vedere con quanta foga Ash era preso dai suoi allenamenti fece scattare qualche pensierino nella testa dei suoi compagni.
"Quando viaggiavo con Ash ho sempre notato che faticava un po' a trovare uno stile di allenamento adatto a lui e ai suoi Pokémon. Solo a Sinnoh, quando viaggiai l'ultima volta con lui, lo vidi più a suo agio e soprattutto incominciò a sviluppare la sua tecnica personale. Ora invece lo fa senza problemi. Ha fatto passi da gigante da quanto è partito per Kalos. È diventato proprio un bravo allenatore" osservò Brock.
"Beh se non era per lui a quest'ora non sarei qui a tentare la scalata per corona di Forsia" rise Serena. In effetti era vero.
"Sicura che in realtà non stai tentando la scalata a qualcos'altro?" insinuò maliziosamente l'altra presenza femminile del gruppo: non poteva farci nulla, le piaceva troppo stuzzicarla e vedere le sue reazioni.
"Uh cosa!? No, no, no, no! Solo questo! Solo questo!" si affrettò a rispondere la diretta interessata per poi sospirare. Lidia era una persona squisita, ma quando le rivolgeva queste domande diventava difficile da sopportare.
Passarono altri dieci minuti e l'allenamento di Leafala era finito. Aveva preso qualche botta dai suoi due compagni, ma poteva ritenersi soddisfatto. Con un allenatore come Ash poteva aspirare a diventare un piccolo campione. 
"Ok e ora tocca a Pika-..." Non fece in tempo a dire il nome di Pikachu, che un urlo disperato risuonò nell'aria.
"YAAAAAAAAAAAAAAAAANNNNNNNNNNN!"
Il rumore era talmente forte che per pochi secondi rintronò la testa dei presenti. "Ehi cosa è stato?" si chiese il ragazzo di Biancavilla. L'urlo si fece ancora più vicino, l’allenatore corse in direzione del suono per capire cosa stesse succedendo. Passati i primi alberi di fronte a lui, si ritrovò in uno spiazzo d’erba.
"YAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANNNNNNNCHAAAAAA!" e da un cespuglio sbucò un piccolo Pokémon che finì per inciampare proprio davanti all'allenatore.
Ash non ebbe neanche il tempo per realizzare cosa stava succedendo e all'improvviso, sempre da quel cespuglio, apparvero cinque Nuzleaf, i quali incominciarono subito a prendersela con la povera Pokémon.
Ash prese il suo dex  e lo puntò su Nuzleaf.
"Nuzleaf: Pokemon Scaltro. Nuzleaf vive in foreste molto fitte. A volte si avventura fuori dalla boscaglia per spaventare le persone. Questo Pokémon si irrita molto se qualcuno tenta di pizzicargli il lungo naso." 
Una volta finito, Ash corse subito in difesa della malcapitata. Non sapeva cosa fosse successo ma un 5 vs 1 non era per niente leale. "Lasciatela in pace! Che vi ha fatto di male!?" gli urlò contro. 
Uno dei Nuzleaf si girò e per tutta risposta gli sparò un Semitraglia di avvertimento che lo colpi sul braccio: non si doveva impicciare. Il ragazzo appoggiò impulsivamente la mano sul braccio coprendo il punto in cui era stato colpita. Ferita o non ferita, l'allenatore non poteva starsene a guardare "E va bene, volevo essere gentile con voi… ma non mi lasciate scelta! Pikachu Fulmine!"
Pikachu caricò al volo un potente Fulmine e diede una sonora lezione a quei bulletti, facendo attenzione a non colpire la loro vittima. I cinque Pokémon dal naso lungo si spaventarono a vedere la potenza del topo giallo e scapparono intimoriti. Prima di scomparire, uno di loro si girò e li guardò male, era chiaro che il messaggio indicava che gliel'avrebbero fatta pagare in qualche modo.
L'allenatore sospirò e si avvicinò alla Pokémon. "Ehi tutto bene?" 
Quest'ultima alzò lo sguardo ancora mezza distrutta "Yaaannnnn...." poi all'improvviso qualcosa la colpì. "Yaaanchaaaannn!" urlò sorpresa. Davanti a lei vedeva qualcuno di incredibilmente bello, mai visto in vita sua. Vedeva un giovane ragazzo tendergli la mano e all'improvviso sentì qualcosa scattare in lei. 
"Meno male, sembra che tu ti sia ripresa!" continuava a parlare quella visione celestiale, che voce che aveva!
Ash incuriosito dalla specie a cui doveva appartenere, prese nuovamente il suo di Pokédex. 
"Yanchan: il Pokemon Morbaffetto. Yanchan è molto gelosa delle cose che le piacciono e cerca sempre il modo per averle vicino a sé. Il ciuffo a forma di cuore sulla sua testa in realtà è un potente radar" 
“E cosi ti chiami Yanchan? E' carino come nome!" rise Ash "Ce la fai a rialzarti? O vuoi che ti dia una mano?"
Una mano... la visione gli stava offrendo la sua mano! La Pokémon non se lo fece ripetere due volte e una volta accettato l'aiuto e rialzatasi in piedi, incominciò subito ad avvilupparsi alla cosce dell'allenatore.
"Eh, ehi! Piano! Mi fai il solletico!"
"Yaaaaaaaan" strinse le braccia ancora di più, fino a che non fu costretta a doverlo per forza lasciare.
Ash ridacchiò, di certo per essere un Pokémon selvatico, era parecchio affettuosa "Suppongo fosse un grazie! Beh non c'é di che!" 
Yanchan continuò a guardarlo con espressione persa e sognante "Chan.."
"Ash!?" Una voce le fece perdere l'attenzione sul suo principe azzurro.
Una ragazza che non aveva mai visto: alta più o meno quanto il suo bellissimo salvatore, bionda e con gli occhi azzurri, decisamente non aveva gusto nel vestirsi... o almeno così pensava la piccola Pokémon... chi era lei!? 
Tutto ciò che le importava era che ora sapeva il nome del suo eroe: Ash. 
Ma proprio quando stava per tornare a sognare ad occhi aperti, la ragazza corse verso di loro e si abbassò all'altezza del ragazzo inginocchiato.
Serena lo guardò preoccupata "Tutto bene Ash? Niente di rotto vero?"
Ash sorrise e annuì "Certo tranquilla! Sai che non mi scalfiscono facilmente!" Stava per alzare il braccio per farle il classico pollice all'insù, ma dovette fermarsi quando sentì un dolore arrivargli "Aghh.."
Serena subito lo fermò prima che potesse andare avanti e che si facesse male ulteriormente. Sapeva che avrebbe avuto ancora il coraggio di negare, quindi, senza che lui potesse contestare, arrotolò la manica corta della sua giacca, rivelando un taglio più o meno profondo e ancora sanguinante "Ash!"
"E-ehm... n-non me ne sono accorto..."
Serena prese la borsa e tirò fuori una scatoletta contenente il necessario per il primo soccorso.
Ash si sorprese, di norma era Brock a portare roba del genere, era lui il medico "Come mai hai con te quelle cose?"
"Per te" Disse lei con un mezzo sorriso, sembrava ancora preoccupata "Perché può servire in ogni caso per noi o i Pokémon… se ci separiamo oppure se ti fai male e Brock non é in giro. Dopotutto tu attiri a te stesso le ferite come una calamita. Sei sempre imprudente…" cominciò a bagnare un fazzoletto di stoffa con del disinfettante, mentre parlava con tono dispiaciuto.
Ash di certo non amava vederla così in pena per lui, però doveva ammettere che farsi curare da lei era molto... piacevole. Era brava e amorevole con il suo tocco. Quasi non gli dispiaceva che si fosse fatto male... "Scusa Serena, é che non avevo altra scelta se non proteggere questo Pokémon" provò a farla sorridere con un ghigno sempliciotto. 
Funzionò: anche lei dovette ricambiare. "Non muoverti troppo, se no potrei farti male..." cominciò lei ad avvolgergli la garza sulla ferita "Provi ancora tanto dolore? Stringo troppo?"
"Non preoccuparti" scosse lui la testa "Non fa più tanto male, stai andando alla grande. Sei bravissima!"
La performer passò poi alle bende per coprire la garza. "Sarà, ma spero di non doverlo fare troppo spesso... se cogli il significato" ridacchiò dolcemente.
"Sono un tale disastro?" Simpatizzò lui. 
"Si.. ma hai successo lo stesso" le sue parole potevano avere più significati: andava avanti anche se ferito, vinceva comunque, il suo onore era sempre alto lo stesso, piaceva lo stesso ai suoi amici.... le piaceva lo stesso.
Una volta finita la medicazione, Serena mise via il tutto e abbassò la manica di Ash.
"Grazie..." mormorò lui con gratitudine "Va già molto meglio.. e scusa il disturbo" il ragazzo non riuscì a non imbarazzarsi nel dirlo, sentiva quello strano formicolio nel petto che gli piaceva tanto e che veniva talvolta.
La ragazza sorrise "Nessun disturbo, basta che tu stia bene" arrossì lei.
Come un vetro che si rompeva, la piccola Yanchan vide un mondo di sogni cadere in mille frantumi, solo nell'osservare il suo principe e quella tizia scambiarsi dei sorrisi molto dolci, troppo amorevoli... cosa brutta per la Pokémon.
Yanchan spalancò la bocca terrorizzata. Continuava a fissare i due, prima uno e poi l'altra. No. Era una terribile, terribilissima cosa. 
E come se non fosse abbastanza...
"Pikapi!" Pikachu saltò sulle ginocchia del suo allenatore e lo guardò con sguardo preoccupato "Pika..." 
"Tranquillo Pikachu, sto bene! Non é nulla di grave!" Sorrise Ash, accarezzandolo sulla testa "come vedi, Serena si é occupata di tutto egregiamente!" Il commento fece arrossire la kalosiana.
Pikachu lanciò un sorriso a Serena ringraziandola e poi salì sulla spalla di Ash... quella buona... e cominciò a sfrusciare il musetto sulla faccia dell'allenatore, felice che stesse meglio. 
Il kantoniano per tutta risposta, cominciò a passargli la mano sotto la guancia, vicino alle sacche elettriche, dove a Pikachu piaceva tanto farsi coccolare.
Un altro specchio rotto. Chi erano questi due invasori e che diritto avevano di portarle via il suo salvatore?
No, sarebbe stato suo. Se volevano la guerra, l'avrebbero avuta e lei si sarebbe conquistata il suo eterno amore. Lo avrebbe fatto diventare suo e solo suo. Prima di tutto doveva solo stargli accanto e far sì che quella criminale fosse vecchia storia, che non le recasse più un affronto come interromperle un sogno ad occhi aperti del suo tesorino fascinoso.
Per prima cosa iniziò subito a richiedere l'attenzione dei presenti, cercando di distogliere la concentrazione di Ash su quei due scocciatori. Il suo pancino borbottò...quella brutta corsa le aveva messo fame… Ecco la sua occasione! Avrebbe sfruttato il fattore fame per richiamare le attenzioni del suo amato! 
"Yaaaan! Yaaaaaan!" gridò richiamando l'attenzione di tutti i presenti e grattandosi la pancia. 
Ash capì al volo "Hai fame vero? Ci è rimasto qualcosa?" 
"Con te che ci azzeri le risorse è difficile che ci sia rimasto qualcosa" scherzò Brock conoscendo il suo amico "Però forse io e Serena riusciamo a combinare qualcosa"
Serena fu d'accordo, era suo dovere d'allenatrice aiutare un Pokémon, anche se per quest'ultima lei era la personificazione vivente del diavolo tentatore. 
Si mise subito ai fornelli con il ragazzo più grande. Essendo in viaggio da giorni ormai avevano poche cose rimaste, ma riuscirono ad adattarsi con quello che avevano: un po' di patate, dell'acqua, delle bacche… insomma stavano improvvisando. 
“Serena mi presti i guanti antiscottatura?” Chiese Brock.
La ragazza annuì e glieli passò, tornando a controllare la pentola contenente l’acqua bollente. Non appena Brock si girò, Yanchan attivò per un attimo la psicocinesi e allontanò la pentola dal fornello. Serena provò ad afferrarla per evitare di scottarsi con l’acqua che vi era all’interno, ma il risultato fu lo stesso.
“AHHHH!!!” Sentì bruciare la mani appena toccò l’acciaio della pentola, per poi ustionarli con l’acqua che ne uscì.
La Pokémon sorrise abbastanza compiaciuta, una bella lezioncina tanto per cominciare. 
Peccato solo che il suo adorato apparì e subito si precipitò a vedere la situazione "Serena! Tutto ok?!”
"S-Si… mi s-sono solo b-bruciacchiata un po'.. Ahi!” La ragazza provò a far finta di nulla, ma Ash subito le afferrò le braccia e le alzò. 
Non erano bruciacchiate, erano ustionate. Rosso fuoco e danneggiate, dovevano fare un male pazzesco. Menomale che aveva afferrato le braccia e non gli arti stessi “Serena, altro che bruciacchiata! Deve farti malissimo…” 
Serena provò a scuotere la testa e a sorridere “…N-Non così tan-…” Lo sguardo di Ash, il quale alzò un sopracciglio, la fece rallentare per poi dargli ragione “… hmm…” borbottò lei confermando quello che pensava l’amico.
"Aspetta, lascia fare a me! Tu prima mi hai curato la spalla, quindi ora il minimo che possa fare è aiutarti! E poi lo avrei fatto lo stesso!” Cominciò lievemente a soffiare sulle mani dell'amica per raffreddarle. 
Serena arrossì per quel gesto e non smise per tutto il tempo a vanire “Forza, ora andiamo a medicarla, ok?” Sorrise dolcemente il ragazzo, mentre teneva ancora la presa sulle braccia di lei. 
Come promesso, subito le trattò lui stesso l’ustione. Voleva rendersi utile, quindi pensò lui ad applicare una crema e poi fasciare il tutto. Una volta finito le resse le mani con delicatezza e la guardò con simpatia “Meglio?” 
“Hmmm” annuì Serena, troppo presa ad arrossire per l’imbarazzo e il bel momento. La sensazione di sentire le mani di Ash tenere le sue era stupenda.
Yanchan spalancò la bocca, il suo scherzo le si era ritorto contro. Incominciò lievemente a pestare i piedi. 
Serena 1, Yanchan 0. 
Ma non sarebbe finita qui…
 Leafala si avvicinò "Fala Leaf!" commentò confuso e perplesso. 
Evidentemente quel commento non piacque alla Pokémon di tipo folletto, dato che prese il koala con la sua forza psicocinetica e lo scaraventò verso il fiume.  Lo starter di tipo erba si rialzò piuttosto scosso. Cosa diavolo era successo?
Passarono i minuti e Brock terminò di preparare ciò che aveva cucinato Serena, in quanto con quelle mani di certo non poteva andare avanti. Serena prese la ciotola di cibo speciale per Pokémon che avevano fatto e lo posò davanti alla piccola. 
Yanchan fece una smorfia e si girò dall’altra parte. Serena era confusa, sembrava buono, lo avevano fatto apposta con bacche che piacevano parecchio ai tipi spettro e folletto. 
“Qualcosa non va?” Chiese Brock, prendendo uno dei bocconcini e assaggiandoli “Non mi pare ci sia nulla di strano. Sono buoni!”
Ash si avvicinò e ne prese uno anche lui. Lo cacciò in bocca e sorrise soddisfatto “Sono fantastici! Avanti Yanchan, almeno provali!”
Davanti la richiesta del suo adorato principe azzurro, Yanchan ci si fiondò di gusto "Chan Chan Chan!" di Era vero, era proprio buono. 
"Buono vero? Beh sei fortunata che Serena sia una bravissima cuoca! Stesso per Brock! L'hanno cucinato tutto per te!” Ash si girò poi verso Serena e Brock “A proposito… ne è rimasto un po' anche per me?” chiese speranzoso. 
Non appena sentì quelle parole, Yanchan rabbrividì. Stava mangiando il cibo che quella ladra di amori aveva cucinato? 
Non appena Serena si voltò per discutere con l'allenatore sul fatto che quest'ultimo fosse insaziabile, la yandere sputò tutto al volo, cercando di mirare anche Pikachu già che c'era. Non gli stava simpatico nemmeno lui. Troppo attaccato all’allenatore e occupava la spalla che lei avrebbe dovuto prendere in possesso. 
Il topino con la coda dell’occhio si accorse del proiettile di cibo in avvicinamento e si scansò giusto in tempo, guardando dietro di sé scioccato “Pika!?”
" Neanche un pezzettino? Per favore?" supplicava l'allenatore. Alla fine l’allenatore vinse, anche grazie al suo sguardo da Lillipup. Niente da fare, per Serena era impossibile resistergli, o almeno non oggi che era stato così tenero da curarle le mani,
Quando anche lui ebbe finito, tornò poi dalla nuova amichetta "Ora che ti senti meglio, ti va se provi a raccontarmi perché quei Nuzleaf ti attaccavano?" le chiese molto gentilmente. 
Per Yanchan fu un piccolo trionfo: si stava interessando a lei. Cercò di essere più melodrammatica possibile, mirando a conquistare l'appoggio di Ash. "Yaaan!! Chan Chan...Yaann"  iniziò a lamentarsi, esagerando un po' la sua storia. 
Come al solito toccò a Pikachu a fare da traduttore. Non che fosse così entusiasta di farlo… soprattutto dopo aver sentito quante esagerazioni e drammi insensati aggiungeva Yanchan nei suoi discorsi.
Pikachu cercò di imitare come meglio poteva tutta la storia, eliminando il dramma “inutile”."Pikachu Pikachupi!" e indicò Yanchan, poi imitò il lungo naso dei Nuzleaf, mettendo le dita vicino al musetto. 
"I Nuzleaf ti hanno attaccata perché sei passata nel loro territorio e dovevi uscire dalla foresta?" provò a dedurre Ash. Yanchan si illuminò, era proprio così.
"I Nuzleaf sono molto territoriali, non mi sorprende che l'abbiano attaccata" disse Lidia mettendosi le mani sul mento in classica posa deduttiva. "Però penso che Yanchan lo sapesse. Perché è passata comunque da lì?" ci ragionò sopra Lidia “Per caso è l’unica via per uscire dalla foresta?”
"E' cosi Yanchan?" chiese l'allenatore dai capelli corvini. 
Ad essere onesti a Yanchan non importava molto, non si era chiesta se agli Nuzleaf sarebbe dato fastidio passare di lì. Credeva di poterli raggirare, ma anche la seconda opzione le calzava. Yanchan annuì.
"Ehehe... un altro punto a favore della logica deduttiva!" si complimentò con se stessa la capopalestra di Collinopoli. 
"Beh ragazzi, dato che anche noi dobbiamo uscire dalla foresta, che ne dite di accompagnarla? Tanto andava per nostra stessa strada!" propose Serena. 
"E' un’ottima idea!" ammise Ash "Sempre se a te va bene" disse poi alla Pokémon dai capelli rosa. 
Eccome se andava bene per Yanchan! Uscire dalla foresta e con il suo amato che la accompagnava era un sogno. Si sentiva al settimo cielo. O meglio al sesto, dato che doveva subirsi la sgradevole compagnia della strega bionda e del suo complice: il ratto giallo. 
Subito si accoccolò sulla spalla dell'allenatore, non voleva sentire ragioni e voleva stare lì. Pikachu si sentì un po' invaso e sconsolato, così saltò sulla spalla di Serena e si mise su quella. Non voleva mettersi sull’altra di Ash, in quanto era meno comoda. 
Si affrettarono a far rientrare i Pokémon nelle loro sfere e a partire con gli zaini in spalla.
La piccola Yanchan osservava ciò che aveva intorno. Doveva riuscire ad allontanare quella tipa che le dava tanto fastidio. 
Lo sguardo cadde su una pozza di fango a pochi metri dal gruppo. Non avrebbe guastato aggiungere un po' di schifo a quello che per lei era già schifo, giusto? I ciuffi sulla testa coprivano gli occhi illuminati da un'aura psichica. Ben presto il fango cominciò ad alzarsi e rotare su sé stesso, formando una palla. 
Senza che nessuno potesse accorgersene, soprattutto Serena, la sfera uscì dagli arbusti e a grande velocità finì per spiaccicarsi sulla faccia di Serena. L'impatto fu abbastanza forte da produrre un sonoro "splash", molto rumoroso e da scaraventare a terra la ragazza.
Pikachu anche si era appena sporcato, ma bastò una sfregatina per pulirsi. Era più preoccupato per Serena “Pipika!?”
"Serena!!!" Ash corse da lei per controllare come stesse. La yandere, non aspettandosi una reazione così improvvisa, scivolò dalla spalla e cadde sul terreno.
La performer era troppo confusa e spaesata per capire cosa fosse successo. Provò a rimuovere dal viso un po' della melma, ma usando le sole mani si sporcava ancora di più. Non riusciva bene nemmeno ad aprire gli occhi.
"Come é successo?" Si chiese Brock molto confuso. Non era mica caduta.
L'allenatore dai capelli corvini abbassò la mano fino alla tasca e prese un fazzoletto blu, "il fazzoletto blu". Con molta cura lo avanzò fino al viso di Serena, aiutandola a ripulirsi "Tutto bene?"
"S-si.. suppongo di si..."mormorò lei, non molto d'accordo sulle sue stesse parole. Non era piacevole beccarsi una palla di fango da chissà dove. 
Quando aprì meglio gli occhi e vide Ash, il quale le passava il fazzoletto a cui tenevano tanto sul viso, le venne da arrossire con furore. 
"L'importante è che vada tutto bene!" Voleva dirle che era carina lo stesso, ma per qualche motivo si trattenne.
"Sai Serena, dicono che il fango faccia bene alla pelle!" Scherzò Lidia. 
I presenti, meno Yanchan, cominciarono a ridere. 
Serena 2, Yanchan 0. 
Piano B: fallito. Pazienza, aveva ancora il piano C,D ed E.
Il gruppo procedette verso il fiume più vicino, per aiutare Serena a levarsi definitivamente il fango di dosso. Una volta arrivati, la ragazza corse verso la riva e cominciò ad intingere il panno per bagnarlo e pulirlo.
Un rumore colse la sua attenzione, ma guardandosi attorno non vide nulla di sospetto. Tornò a bagnare il fazzoletto e si sistemò la faccia un pochino. Quando si sentì pronta, fece per rialzarsi, ma di nuovo altri rumori attirarono la sua attenzione. 
Un colpo le arrivò alla nuca, sorprendendola per la forza. Guardò in alto e rimase stupita nel vedere dei sassi  cadere verso di lei. Alcuni più piccoli, altri più grossi. "Ahi... ahi… ahi...!"
Fece per spostarsi, ma prima di farlo un braccio la tirò via dalla traiettoria di caduta dei sassi e la spostò. 
Sapeva bene chi fosse "Grazie Ash!..."
"Si può sapere che cosa succede oggi?" Si chiese lui. Come mai Serena era vittima di scherzi della natura alquanto strani?
La biondina prese il fazzoletto pulito e lo consegnò al ragazzo "Grazie ancora Ash! L'ho lavato così lo potrai riusare!"
L'allenatore lo prese e lo mise con cura in tasca "Figurati! Però ora ti dovrò tenere d'occhio! Così evitiamo altri incidenti" le strizzò l'occhio e la aiutò ad alzarsi.
Serena 3, Yanchan 0
Yanchan guardò in lontananza, spezzando un rametto per la frustrazione. Più provava a separarli  più si univano. Doveva usare maniere più pesanti... ma cosa?
Di nuovo si guardò in giro, ma facilmente cominciò a osservare i bastoncini tra le mani.... rami spezzati eh? Perché no?
Una volta pulita la faccia della ragazza, il gruppo di amici continuò il viaggio attraverso la foresta. Sembrava andare tutto tranquillo, ma non sarebbe durato molto.
All’improvviso si sentì un piccolo *crak*, si faceva sempre più forte fino a che Serena non alzò gli occhi per vedere cosa fosse. Un gigantesco ramo le stava piombando addosso, l’avrebbe schiacciata di certo.
 La ragazza fece in tempo appena a pararsi il viso con le mani, non avendo il tempo di spostarsi senza essere colpita, ma si sentì subito spintonata via e cadde a terra. Un fragore si sentì a pochi centimetri da dove si trovava lei, si rialzò e vide Ash completamente schiacciato da un grande ramo che lo aveva colpito sulla schiena e bloccato a terra. 
Era dolorante ma sorrideva. Era riuscito di nuovo a salvarla e gli bastava questo. La ragazza accorse preoccupata, prendere una botta del genere era pericoloso. Poteva spaccarsi la schiena o venire colpito in testa… insomma rompersi qualcosa o peggio. "Ash stai bene?!!”
"Mai stato meglio" L'allenatore tentò un sorriso, ma era ancora dolorante sulla schiena. 
Con l'aiuto di Brock, Pikachu e Lidia, Serena riuscì a tirare fuori il suo amico schiacciato, il quale si rialzò a fatica. Un’altra persona o meglio Pokémon era preoccupata, ma la sua era una preoccupazione mischiata ad un impeto di rabbia. Un altro piano fallito e stavolta il suo amato si era fatto male.
"G-Grazie, oggi a quanto pare sono proprio una Magnemite  di sfortuna, forse dovrei starti un po' lontano”
“Bingo! La strega si allontana! Vittoria finalmente!” esultò nella sua testolina la Pokémon rosa. 
"Non se ne parla nemmeno! Mi farei male altre 100 volte pur di vederti star bene, sono o non sono tuo amico?" fu la risposta di un Ash sorridente più che mai. 
Serena cercò di nascondere il rossore sulle sue guance con un sorriso. 
Serena 4, Yanchan 0
Niente! Non funzionava niente! Yanchan era completamente rossa dalla furia, i suoi capelli incominciarono lievemente a fluttuare in aria. Cos'altro si poteva inventare per cacciare quella dannata ragazza!? Per un po'  decise di starsene tranquilla a pensare. Ci voleva qualcosa di grosso, doveva riflettere.
Nel frattempo Ash aveva preso la mano della sua amica. Dopo questa ennesima botta di sfortuna sentiva il bisogno di starle molto vicino. Perciò con fare non curante agì, era una strana ma bella sensazione farle da guardia del corpo e non sentiva storie. Qualunque cosa dicesse Serena, lui non demordeva. Qualunque cosa chiedesse, la domanda era sempre la stessa: ci voleva molto di più di un ramo spezzato per mettere K.O. Ash Ketchum… e per ora non era affatto un disturbo starle accanto.
Passarono un paio di orette e finalmente sembrava essersi placata la furia. Tuttavia Yanchan aveva ancora in serbo il peggiore dei piani: il piano F. 
Stavano appena costeggiando una collina ripidissima, molto simile ad un precipizio. avrebbero dovuto scenderla molto lentamente, anzi forse addirittura trovare un’altra via. Scendere da lì poteva essere pericoloso e non c’era altro modo per arrivare in basso senza cadere. Una caduta da lì avrebbe cacciato la strega definitivamente o almeno per un po'. Giusto il tempo necessario per stare tutta da sola vicino al ragazzo che l'aveva salvata.
Attivò i suoi poteri psichici e spostò una radice all’ultimo momento. All'improvviso Serena sentì una strana forza spingerla verso il basso. Provò a resistere, ma il corpo ormai era troppo proteso in avanti e vedeva già il suolo avvicinarsi al viso. 
"AIUTOOOOO!!!!!!" urlò ormai non sentendo più attrito con i piedi. 
Finalmente, sentendosi al sicuro dalla strega, sul viso di Yanchan si dipinse un sorriso di vittoria. Purtroppo nel giro di un secondo la sua espressione si tramutò in un volto carico di terrore.
“Serena!!!!” Serena vide una figura veloce posarsi davanti a lei per proteggerla: era Ash. Avvolse un braccio intorno alla vita di lei e una sulla sua testa.  
Sentirono tutto ruotare intorno a loro, girava e girava il paesaggio che li circondava. Sentivano l’erba e le rocce passare sotto di loro, ma la vicinanza dei loro corpi li faceva tranquillizzare. Chiusero gli occhi per non subire troppo il giramento della testa. 
Dopo qualche secondo di ruzzolamento, Ash e Serena sentirono una botta e tutto si fermò. Per fortuna il rotolare aveva rallentato la caduta e attutito l’impatto. I due riaprirono gli occhi, un po' frastornati. 
"Ahio...Tutto bene Serena? Non ti sei fatta male, vero?" biascicò Ash, ancora mezzo intontito dalla rotolata. Quando aprì gli occhi si impietrì.
Serena aprì lievemente i suoi occhioni azzurri "S-Si.. G-Grazie!? T-Tu?" si impappinò subito dopo.
Era sopra di Ash, su tutto il suo corpo. Le mani del ragazzo erano ancora avvolte intorno alla vita della kalosiana. Le sue mani attorno al suo collo. I suoi capelli color miele sfioravano il viso dell’allenatore e i loro sguardi catturati l’uno dall’altra. I volti estremamente vicini, troppo vicini quanto le loro labbra.
Serena e Ash rimasero in quella posa per un po', entrambi troppo scioccati per muoversi o forse inconsciamente comodi. I loro volti diventavano sempre più rossi.
Era decisamente imbarazzante, soprattutto il fatto che ancora nessuno dei due accennava a muoversi... 
Brock e Lidia spuntarono dai cespugli con Pikachu davanti a loro. La vista li sorprese non poco e le reazioni furono diverse.
Brock li guardava confuso, probabilmente era normale cadere in quella posa dopo quel ruzzolone. Pikachu era rosso in viso e faceva finta di nulla, mentre Lidia rideva di gusto.
Yanchan invece voleva esplodere come una bomba atomica. Non solo aveva fallito i suoi piani, ma i due erano ancora più uniti e come se non bastasse sembravano appena usciti da una pomiciata estrema!
Serena 5, Yanchan 0
Finalmente Ash e Serena si scollarono in fretta, senza però distanziarsi troppo.
"Sei sicura di non esserti fatta male?" Chiese lui.
La performer scosse la testa con furore "N-No... scusa per la caduta..."
Ash la aiutò ad alzarsi "Non preoccuparti! É solo che oggi sembri afflitta dalla sfortuna più nera! Ma niente panico, come ho detto ci penso io! Ti starò incollato!" Cominciò però ad avere un piccolo pensierino "Però non così incollato... come prima... oh forse..." rimase a riflettere sul da farsi, mentre le afferrò la mano.
"Forza voi due, andiamo o non attraverseremo mai la foresta! Meno rimaniamo qui, meno Serena avrà problemi!" Lidia fece strada e si fecero largo tra gli alberi per tutto il tragitto.
Ash non avrebbe più lasciato Serena da sola fino a che non sarebbe stato sicuro che non correva rischi. Potevano volerci ore, ma non dispiaceva ad entrambi a quanto pare, se no si sarebbero lamentati della presa di mano.
L'unica che tenne il broncio per tutto il tempo fu l’ideatrice di quei piani di conquista di Ash. Pikachu non riusciva proprio a capirla. Quando le chiese cosa avesse per la testa, lei lo guardò semplicemente male e gli inveì contro in linguaggio Pokémon. Il topino elettrico non capiva cosa avesse fatto di male, sapeva solo che questa Pokémon agiva in modo strano.

Durante tutta questa "guerra" personale, i Nuzleaf si erano ritirati nella loro tana. "Nuz Nuz" esclamarono piuttosto adirati.
"Shifff!" una voce cavernosa rimbombò nelle loro teste. Era il loro capo. Un gigantesco Shiftry si fece avanti e chiese spiegazioni alla sua “gang".
I Nuzleaf non omisero nulla. Anzi, si potrebbe dire che esagerarono cercando di far ricadere tutta la colpa sulla Yanchan che aveva osato entrare nel loro territorio e dell'essere che si era intromesso nella loro, più che giustificata, ritorsione. 
Il capo credette alle loro parole, nessuno poteva toccare i membri del suo gruppo senza poi pagarne le conseguenze. 
I Nuzleaf ghignarono, erano più sicuri che contro il capo nessuno aveva chance. Quell'essere umano e la piccola intrusa le avrebbero prese. I cinque Nuzleaf e lo Shiftry scomparvero rapidi nella foresta, muovendosi veloci come il vento.
Tornò a passare il tempo. Serena ora sembrava salva dalle attenzioni piuttosto elevate di Yanchan, che oramai sembrava aver finito la sua scorta di scherzi anti-ragazza. Se ne stava semplicemente avvinghiata alla spalla di Ash più che mai, mentre Pikachu su quella di Serena. Era l'unica cosa che potesse fare per il momento. 
La ragazza ne approfittò per scambiare quattro chiacchere con il suo amico. "Ash, prima quando mi hai pulito la faccia, hai usato il fazzoletto che ti avevo restituito, vero? Lo hai ancora?" 
"Certo!" esclamò l'allenatore. "Lo tenevo sempre in tasca, per qualunque evenienza e soprattutto per ricordarmi di te quanto ero triste”
"In che senso?" fu la risposta dell'amica.
"Beh, come avrai saputo ero giù in quel periodo. Mi mancavate voi miei amici, più la sconfitta alla lega di Kalos e l’abbandono di Greninja. Quindi quando ci pensavo, prendevo questo fazzoletto e per un attimo mi tornava il buon umore!” Sospirò poi “Ma ad un certo punto nemmeno il fazzoletto funzionò più, avevo bisogno di qualcosa di più! E menomale che sei arrivata a farmi compagnia, altrimenti sarei caduto ancora più in basso nella mia depressione!" ammise Ash lasciando di stucco la ragazza.
Yanchan incominciò a pizzicare l'allenatore, volendo la sua attenzione "Oh, che c'è?" le chiese. 
“Yan Yan!" esclamò lei con fare abbastanza mellifluo. 
"Beh certo che ti porto alla fine della foresta, sei un amica, no?" fu la risposta di Ash. L'essere paragonata ad un amica, fece scattare il cuoricino della tipina dai capelli rosa. Era il primo passo verso la vittoria e mentre Serena non guardava le rifilò una poderosa pernacchia. 
Pikachu per continuò a fissarla, non comprendendo questo carattere che non approvava per niente. Di Pokémon strani ne aveva incontrati, ma questa li batteva su tutte le linee.
I ragazzi continuarono a camminare nella foresta, sempre più vicini alla loro destinazione "Ormai ci siamo quasi, Yanchan! Ancora un po' e sarai fuori dalla foresta!" annunciò Ash. Yanchan lo guardò con occhioni sognanti, ma tristi. Si sarebbero lasciati molto presto e la cosa la turbava non poco. 
"Beh è stato un viaggio relativamente tranquillo" commentò Brock. "A parte la sfortuna nera che ha avuto Serena, non abbiamo incontrato molte difficoltà..." 
Proprio allora Lidia, con la coda dell'occhio, notò qualcosa avvicinarsi a folle velocità. "A terra!" urlò per farsi sentire dal gruppo.
Non fecero neanche in tempo a rendersene conto, che la ragazza spinse i suoi amici a terra. Una foglia acuminata come un rasoio era passata proprio sopra le loro teste. 
"Nuz! Nuz! Nuz!" ridacchiarono cinque voci tristemente familiari. 
“I Nuzleaf! Ancora voi!?" si scocciò Ash. Quei Pokémon selvatici erano davvero persistenti. "Non vi è bastata la lezione di prima!?" 
Le creature nasute ridacchiarono di nuovo. “Shifffff!" tuonò una voce dietro di loro e il loro capo si palesò davanti ad Ash e gli altri.
"Uno Shiftry!" si stupì Lidia "Deve essere il loro capo!"
"Shiftry?" si chiese Serena e prese il suo pokédex. 
"Shiftry: il Pokemon Burbero. Un tempo era un temuto guardiano della foresta. Sa leggere nella mente del nemico, anticipando ogni sua mossa. Con le sue foglie provoca raffiche di vento dalla velocità di 30 m/s che spazzano via interi edifici"
La ragazza deglutì. Quel Pokémon non era da prendere sotto gamba "Ash stai attento" lo ammoni "Shiftry è un avversario tosto…"
"Lo so!" fu la risposta dell'allenatore "Ma non posso lasciarla vinta a quegli scocciatori!"
Il Pokémon dai ventagli a forma di foglia si avvicinò. Non tollerava che qualcuno facesse del male ai suoi compari e come capo doveva assicurarsi la loro sicurezza… oltre che una punizione ai responsabili.
Pikachu si sporse in avanti. Anche lui aveva un ruolo da mantenere sempre: essere il protettore dei suoi amici. Guardò Ash con fare grintoso e l'allenatore capì al volo. 
"D'accordo Pikachu, dimostriamo a Shiftry e la sua banda quanto siamo forti!” Si girò poi verso i suoi amici “Lasciate fare a me! Voglio chiudere la questione a modo mio e con solo Pikachu!”
Il resto del gruppo annuì titubante. Se era il suo volere allora lo avrebbero ascoltato, dopotutto era in grado di farcela benissimo. 
“Forza, iniziamo con Attacco Rapido!" ordinò l'allenatore. 
Il topino corse sempre più veloce verso l'obiettivo, ma all'ultimo secondo il suo avversario schivò senza problemi.
"Cosa!?" si stupì Ash, era difficile che qualcuno schivasse cosi agilmente l'Attacco Rapido di Pikachu. "Coraggio riproviamoci!" si convinse l'allenatore. 
Pikachu eseguì di nuovo la sua corsa speciale, ma di nuovo il suo avversario si spostò. 
"Ma come fa!?" si chiese Ash. Si ricordò la descrizione del pokédex. Quel Pokémon sapeva leggere la mente dell'avversario. 
Shiftry non perse tempo e lanciò un potente Fendifoglia. Pikachu fece appena in tempo a schivarlo, tuttavia si ritrovò subito davanti quel mostro di potenza, che lo lanciò in aria con le sue potenti mani. 
Era forte, ma non abbastanza da impedire ad Ash di trovare in lui un punto debole. Shiftry sapeva leggere le menti, però non poteva schivare un attacco se era impegnato a fare altro e se la mossa non si muoveva nell’aria. Si ricordò del duello contro Bunnelby del suo amico Lem e il Clawitzer di Sandro. Poteva riusare la stessa tecnica. "Pikachu usa Codacciaio!”
Il topo eseguì, ma venne subito bloccato dalle mani forti del capo dei rivali. Quest’ultimo sorrise, senza aspettarsi la mosse successiva.
“Ora Fulmine!!” ordinò Ash. 
“Pikaaaaaa Chuuuu!” Pikachu attaccò e la strategia si rivelò un successo. Il Pokémon di tipo erba fu preso in pieno da un attacco Fulmine che lo pervase fino a farlo accasciare a terra. 
I Nuzleaf erano allibiti, quel topo stava sconfiggendo il loro capo. Approfittando di un momento di distrazione del topino, il gruppo preparò un attacco combinato dalla stessa mossa lanciata da ogni singolo individuo. I Ventagliente procedettero verso Pikachu. 
“Pikaaa!!!” Quest’ultimo si sentì scaraventato da all’indietro da una mossa che nemmeno lui poteva contrastare. 
"Pikachu! Ti prendo!" urlò Ash. Con un balzo prese il suo amico, ma la folata era troppo forte anche l’umano si sentì trasportato dal vento, fino a che non sbatté di schiena contro un albero. Non gli interessava più di tanto, almeno Pikachu stava bene.
Non contenti del loro operato, il branco di nasuti si lanciò in un feroce Picchiaduro di combinato contro Ash.
"Ash!!!” urlò Serena preoccupatissima per il suo amico.
Il Kantoniano si chinò sul suo Pokémon e lo difese con il suo stesso corpo, facendogli da scudo ed evitando che si facesse male. Non avrebbe permesso a quei Nuzleaf di prendersela con il suo migliore amico. Cominciò a sentire i colpi sulla schiena e sul resto del corpo, ma non si smosse da dove si trovava.
Nonostante ciò, era consapevole che non avrebbe retto a lungo. Da solo non poteva farcela e per quanto avesse bisogno di una mano, voleva sbrigarsela da sola, i suoi amici lo sapevano.
Shiftry si rialzò a malapena e vide la sua gang attaccare senza ritegno gli avversari. Non era soddisfatto di ciò, lui voleva un combattimento leale e suoi compagni non stavano rispettando il codice. Fece per muoversi, ma la botta presa da Pikachu era forte e faticò a camminare.
Proprio in quel momento una figura rosa si lanciò in volo sopra di lui. "YAAAAAAN!!!!” Il suo urlo risuonò nella foresta. 
I Nuzleaf si voltarono e videro una piccola Pokémon pronta a combattere. Yanchan non poteva sopportare di vedere il suo amato Ash venir picchiato da quei mascalzoni. Che lui volesse una mano oppure no. 
I nemici cominciarono a ridere, cosa avrebbe potuto fare una ragazzina come lei contro di loro? Specie dopo quello che le avevano fatto passare? 
D'improvviso l'aria si fece sempre più pesante, Yanchan stava ribollendo, i suoi capelli cominciarono di nuovo a librarsi in aria. Tutto d’un tratto scattò, si mosse in avanti con un impeto formidabile.
Le creature selvatiche non ebbero il tempo di capire nulla, quel che riuscirono a vedere fu una serie di botte, calci e testate che stavano ricevendo dalla piccoletta. 
"Ehi ma quella è Carineria!" notò Brock.
"Ottima mossa!" sorrise Lidia "Un tipo folletto come Yanchan è superefficace contro un tipo buio come Nuzleaf!"
Yanchan picchiò e picchiò con tutta la forza che aveva, sollevando un nuvolone di polvere tra lei e suoi bersagli. Al termine della rissa stava in piedi sopra una pila composta dai corpi svenuti dei suoi avversari. 
"Yanchan!" sbuffò lei. Una volta soddisfatta, si precipitò su Ash e lo aiutò ad alzarsi come meglio poteva. 
"Uff, grazie Yanchan! Che forza il tuo attacco Carineria! Ma la prossima volta lascia che me la cavi da solo!" si complimentò con lei l'allenatore nonostante il suo desiderio fosse stato contrastato. 
Yanchan esplose dall'imbarazzo. Il suo attacco Carineria era stato una fonte di gioia per lui! Si ritirò nel mondo delle sue fantasie, come ovviamente di suo solito. Nemmeno notò che Pikachu le stava chiedendo una mano, o almeno non ci fece caso. Non gliene poteva importare.
 Le sue fantasticherie vennero interrotte da una voce cavernosa "Shifff...." Il capo Shiftry era in piedi e stava avanzando verso Ash e Pikachu. 
"Yanchan!" la piccola capelluta rosa si posò a difesa dell'essere umano.
I due si guardarono a lungo, si scrutarono. Ad un certo punto il più alto abbassò la testa e scoprì un sorriso. Si era guadagnata il suo rispetto, inoltre aveva dato una lezione a suoi discepoli. 
Parlando del diavolo, i Nuzleaf a fatica si rimisero in piedi. Volevano vendicarsi, pronti a tornare all’azione, stavano per attaccare furiosi per l'affronto ricevuto. 
Shiftry però si mosse davanti a lei e picchiò sulla testa tutti loro. "Shif Shif!" li rimproverò con severità e freddezza.
"Nuz!? Nuzleaf!?" fu la risposta sorpresa di loro.
“Shiftry!" tuonò lui mettendoli in riga. 
Uno ad uno i suoi subalterni si misero in fila indiana verso Yanchan con le teste abbassate. 
"Nuz..." si sentirono borbottare.
 "SHIFTRY!" tuonò ancora più forte il loro capo.
Questi sobbalzarono e uno ad uno abbassarono il capo "N-N-NUZ!" sembrava una cerimonia formale di scuse. 
Una volta finita, Shiftry prese i suoi Nuzleaf, si girò un’ultima volta verso il gruppo di ragazzi e sorrise con fierezza. Il messaggio era chiaro: potevano passare per il loro territorio.
Il pericolo scomparve, così come i Pokémon che si mimetizzarono con il verde e il marrone del bosco.
"Wow! Sei riuscita a trovare il coraggio di tenergli testa! Brava Yanchan!” Si complimentò ancora Ash.
Yanchan arrossì, si toccò le guance e i capelli gongolando felice. I complimenti dell'allenatore la facevano impazzire, ora finalmente era lei al centro dell'attenzione.
"Sai, credo tu sia capace di difenderti da sola più che bene! Appena fuori dalla foresta sarai libera di tornare a casa! Non avrai più bisogno di aiuto!"
Kaboom. Il cuoricino della piccola si spezzò di nuovo, per l'ennesima volta.
Ash si rialzò e sbatté le mani sui pantaloni per togliersi la terra di dosso. Serena si avvicinò e gli prese la mano. 
Per un attimo l'allenatore sobbalzò, poi però l'ansia diminuì quando la ragazza gli alzò il braccio e controllò la ferita al braccio “Tutto bene Ash? Ti sei fatto male di nuovo?" 
Il ragazzo scosse la testa con un sorriso "Non preoccuparti! Sto benissimo!" Lasciò lo stesso che Serena gli ispezionasse la fasciatura. Di certo fastidio non gli dava.
Il nervosismo aumentava nell'animo della yandere, un'aura oscura di gelosia la pervadeva. Di nuovo le attenzioni erano su quella racchia, o così la trovava.
Serena 6, Yanchan 0.
"E comunque oggi… tra me, Yanchan e chiunque altro, sei tu quella che ha bisogno di più protezione ehehe..." ridacchiò scherzando il kantoniano. “Quindi ti starò ancora un po' appiccicato! Non che cadi in un fiume e anneghi!”
L’idea però a Yancham piaceva. Poteva ancora cercare un fiume e provare ad annegare la ragazza. Il suo adorato aveva delle trovate geniali, anche se era ovvio che il suo era sarcasmo e certamente esprimeva sana preoccupazione per la salute della performer.
Serena arrossì e girò lo sguardo altrove, facendo finta di essere offesa "Non é colpa mia se oggi la sfortuna é dalla mia parte!"
La sfortuna però li aveva solo avvicinati e non aveva vinto.
Questo però era solo l'inizio! Sarebbe stata una guerra e sarebbe durata fino a che non avrebbe vinto una delle due, sebbene di questa sfida ne sapesse solo la Pokémon. La ragazza non aveva la minima idea di chi aveva contro, della nuova terribile rivale che l’avrebbe tormentata. 
E anche il topino giallo era sulla sua lista nera.
“Direi che è ora di andarcene! Voglio proprio uscire da qui e arrivare a Mozzaburgo! Dobbiamo fare scorte di cibo, riposare e poi c’è la mia lotta in palestra ad aspettarmi!” Ash esultò caricando lo zaino in spalla.
Pikachu condivise la gioia del proprio amico, ma sapeva già che fino a che Yanchan non fosse tornata a casa sua, non avrebbe riavuto il suo posticino sulla spalla di Ash. Tornò da Serena, almeno c’era lei che lo capiva oggi. 
Sembrava che fossero diventate le vittime di una cacciatrice. Una cacciatrice pronta a sgomberare le sue prede dal territorio che le apparteneva. Ma Ash non apparteneva a lei, questo lo avrebbe capito con il tempo.

…Ripresero a camminare e finalmente, dopo pochi minuti, il gruppo fu al limitare dei boschi. Era giunta l'ora dei saluti e quindi per Yanchan di lasciare il suo principe senza macchia e dal gran valore. 
"Eccoci qui" disse Ash posando la piccola dalla spalla fino al terreno "Mi raccomando! Non cacciarti nei guai! Non andare nei territori altrui se non hai altre scelte e cerca di non attirare l’attenzione! Sii gentile con gli altri abitanti della foresta e credi in te stessa! Dopotutto hai visto che sai difenderti!" 
Ancora una volta, la creaturina dai capelli rosa arrossì senza farsi notare e annuì.
Serena si avvicinò e si inginocchiò salutandola "Buona fortuna Yanchan! A presto!" 
Il sorriso e buon umore della ragazza sembrava un ghigno perfido per Yanchan. Una dichiarazione di guerra, di un futuro tentativo di omicidio. Quanto detestava quella streghetta! Oh ma di certo la fortuna sarebbe stata presto dalla sua. Si sarebbe vendicata di quel visino che per quanto tenero per lei era solo muffa.
"Beh Yanchan! Comportati bene!" la salutò Ash. 
Finalmente Pikachu saltò al suo amato posticino, si girò verso la piccola ancora ferma dove era stata lasciata e sorrise salutandola. Dopotutto essere cordiali non guastava, no?
Questa per tutta risposta, gli fece una linguaccia e lasciò un’occhiata omicida al povero topino, il quale rabbrividì e si girò facendo finta di nulla, sebbene stesse sudando freddo.
I ragazzi infine ripresero il cammino verso Mozzaburgo. Serena finalmente era libera dalla sua sfortuna, che per un po' non l’avrebbe colpita. 
“Ehi Serena, hai notato che finalmente non ti è accaduto nulla?” Fece notare Lidia.
Serena scrollò le spalle “Si, a quanto pare questa foresta ha uno strano effetto su di me!” La ragazza però aveva trovato qualcosa di bello in ogni singolo incidente. Se non fosse stato per qualche scherzo esagerato, non le sarebbe dispiaciuto tornare in certe “posizioni” con Ash.
“Terrò comunque un occhio su di te! Come sempre!” Dichiarò Ash facendola arrossire “E ora… Mozzaburgo sto ARRIVANDO!!!!”
Yanchan rimase indietro a fissarli mentre si allontanavano “Yan…” Annuì e sorrise con furbizia e un filino di malizia. 
Avrebbe seguito il suo allenatore, o almeno avrebbe fatto in modo che si sarebbe incontrati di nuovo. E quel giorno lei avrebbe fatto giustizia, avrebbe conquistato quel gran pezzo di manzo che era il suo adorato… e i suoi piani sarebbero continuati. A costo di alzare un pochino il livello di pericolosità, quella battaglia si sarebbe riaperta prima o poi. Ogni piano sarebbe stato seguito sa un successivo. 
“Chaaan…” 

E così un’altra giornata volge al termine. I nostri eroi hanno incontrato una Pokémon particolare, che di certo si distingue da molti altri ed è diventata una rivale segreta per Serena e Pikachu. Ora il loro viaggio verso Mozzaburgo va avanti, quali altri Pokémon incontreranno sul loro cammino? Saranno altrettanto… singolari? Il viaggio continua...


E ANCORA UNA VOLTA CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA SETTIMANA CON UN ALTRO CAPITOLO DELLE AVVENTURE FORSIANE DEI NOSTRI EROI!. ORA ABBIAMO UNA "CURIOSA" POKEMON SULLE TRACCE DEI NOSTRI AMICI. E VI AVVISIAMO FIN DA SUBITO, NON SARA' L'ULTIMA VOLTA CHE LA VEDRETE! COME AL SOLITO VI PREGHIAMO GENTILMENTE DI SUPPORTARCI SULLA PAGINA FACEBOOK E SULLA PAGINA DEVIANTART NELLE CUI NEI PROSSIMI GIORNI PROBABILMENTE POSTEREMO SCHIZZI E DESIGN DEI NOSTRI PERSONAGGI,POKEMON E SCENE CHE POTRESTE VEDERE!

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Capitolo 13
*** Detective Lidia all'inseguimento! Il Ladro Canino! ***


Nuovo Capitolo per Voi! Ultimamente tra lavoro,studio e impegni siamo un po indaffarati ma cerchiamo comunque di trovare un ritmo regolare! Speriamo vi piaccia il capitolo di questa volta e...buona lettura!


Episodio 10: Detective Lidia all’inseguimento! Il ladro felino! 


Dopo un viaggio abbastanza ricco di avventure in una foresta, i nostri eroi si sono fermati nella piccola città di Verzezia. Al momento, si trovano al centro Pokémon, pronti per fare colazione.

"Allora, cosa c'è di bello a Verzezia?" chiese un Ash curioso, guardando la sua migliore amica digitare con il dito sulla mappa digitale della città sul suo pokédex. 
"Beh, non molto a dire il vero" ammise Serena "Verzezia è per lo più un punto d'incontro per viaggiatori, l'attrazione principale sono i turisti"
"Però vicino Verzezia so che c'è un luogo interessante che possiamo visitare: una fabbrica di produzione di salse rinomate" suggerì Lidia "Sono rinomate in tutte le regioni, o almeno questo è quello che ho sentito dire. Quando sono stata in altre regione le trovavo spesso ai supermercati più importanti"
"Allora perché non la visitiamo se è sulla strada per Mozzaburgo?" propose l'allenatore. 
"L'hai detto perché c'è di mezzo il cibo, vero?" scherzò Brock. 
"Avevi dubbi?” sorrise l'allenatore. Di nuovo ci furono risate di tutto il gruppo. 
Una volta finita la colazione, Ash, Serena, Brock e Lidia ritirarono i loro Pokémon. Erano tutti in forma smagliante, specie dopo aver ricevuto un trattamento di prim'ordine dall'infermiera Joy del luogo. 
"Ecco qua! I vostri Pokemon sono in perfetta salute!" sorrise la dottoressa, porgendo le pokéball.
Brock ripartì come suo solito con i suoi sproloqui "Infermiera Joy, non è che puoi curare anche un’altra cosa?" 
"Uh cosa?" 
"Il mio cuore affranto che necessita di stare con te, curami da questa malattia d'Amouahhhhhhhhhhhhhhh!"
Qualcosa affondò i suoi denti nel suo didietro. La perfetta dentatura di Spotpup aveva appena fatto breccia nei pantaloni del ragazzo di Plumbeopoli.
"Brock! Credo che Spotpup ti abbia preso in simpatia!" sorrise Lidia. 
"Almeno non dovrò più tirargli le orecchie, dato che sembra che d'ora in avanti ci penserà lui" bisbigliò Ash nell'orecchio di Serena.
“Si, però ammettilo che un po' ti piaceva” Sussurrò lei. 
"...Si, un pochino si" ammise il ragazzo. “A proposito, non ho ancora esaminato Spotpup con il pokédex!” tirò fuori l’apparecchio e lo punto sul Pokémon.
“Spotpup: Pokémon Macchicucciolo. Le sue chiazze sul pelo in realtà sono cristalli che si occupano della regolazione della temperatura nel suo corpo, affinché possa stare al fresco anche negli ambienti più caldi. Gli studiosi hanno calcolato 101 tipi di pelo di Spotpup con una disposizione di macchie differente. Le forme maschili sono diverse dalle femminili e vi sono due esemplari degli altri. Questo dettaglio condiziona l’aspetto dell’evoluzione. Sesso dell’esemplare: maschio raro”
Il cane trascinò, con tutta la sua forza, il "romanticone" fuori dal campo visivo dell'infermiera. 
"Ehm a parte questo… inconveniente… non è che può dirci cosa fare qui in città, infermiera Joy?"chiese Ash.
"Questo è un paese piccolo, ma credo che una passeggiata in compagna dei vostri Pokémon non sarebbe male" 
"Forse ha ragione, sa?" disse Serena "Ai nostri amici farà bene un po' di aria fresca!"
Gli altri annuirono, tutti presero le sfere poké e le lanciarono in aria "Avanti, venite fuori!"
Il gruppo di Pokémon si mise in riga davanti ai ragazzi, attendendo di sentire il da farsi.
"Bene, oggi faremo un bel giro in città così sgranchiremo le gambe! Un po' di camminata non fa mai male! E poi tutti alla fabbrica di salse!"Il suo incitamento fu seguito da un brusio del suo stomaco, ovviamente d'accordo con l'allenatore. 
"Ash, hai finito di mangiare appena pochi minuti fa..!" Rise Lidia esasperata.
"Non é colpa mia!" Disse Ash con simpatia "Dillo al mio stomaco!"
Brock scosse la testa "Visto che il tuo stomaco non è un individuo indipendente e nemmeno un Pokémon, menomale se no ci dovremmo preoccupare, non credo valga la pena!"
Ash fece le spallucce "Devo mangiare se voglio trovare le forze per diventare Maestro Pokémon! E la pensano così anche loro!" Si girò verso i suoi Pokémon "Vero!?" 
Tutti alzarono le zampe esultando.
"Visto?" Rise Ash.
Serena fu l'unica a non contestare. Ash era Ash, nulla fa fare a tale proposito. Andava bene così.
Lidia prese lo zaino e si affrettò ad uscire "Forza! Andiamo! O volete stare qui tutto il giorno?"
"Arriviamo!" La raggiunsero i tre compagni.
Una volta fuori dal centro cominciarono a dirigersi verso la fabbrica. Ash, il più eccitato, stava in testa al gruppo, anche se non aveva la minima idea di dove si trovasse questa fabbrica. Ben presto però, la loro camminata fu interrotta dalla vista di una donna familiare. O almeno somigliante a tante altre. 
"OGGI É LA MIA GIORNATA!!!!" urlò Brock correndo avanti verso la sua prossima preda "Oh Jenny!! Oggi il sole non poteva essere più luminoso di te! Hai dissipato le nuvole del mio cuore!!! Sii il mio cielo e il miAaaaaAAAAAAHHHH!!!!"
Sentì le piccole zanne affondare il suo sedere ancora una volta. Agitò le braccia in aria fino a cadere ai piedi della donna di fronte a lui.
Spotpup azzannò l’orlo dei pantaloni alla cinta e poi cominciò a tirarlo via pian piano.
"Lo dicevo io che gli piaci!" Sorrise Lidia annuendo e incrociando le braccia.
La donna si girò sorpresa da questa reazione, ma riprese il suo contegno da poliziotta "Oh salve, siete nuovi qui a Verzezia?" chiese lei “Siete allenatori in viaggio?”
"Si! Ci stiamo dirigendo a Mozzaburgo per sfidare la palestra!” esordì Ash.
"Un allenatore in viaggio dunque? Beh buona fortuna allora!" disse l’agente.
Serena notò che l'agente aveva in mano un paio di volantini vari "Mi scusi agente, non vorrei sembrarle invadente, ma cosa sta facendo esattamente?" 
"Sto appendendo questi volantini d'avviso in giro per la città. Sapete, essendo Verzezia un punto di ritrovo per allenatori itineranti è giusto rendere noto di fare attenzione…” 
"Avvisarli di cosa?" chiese Ash incuriosito.
"Recentemente, in tutta Forsia, sono apparsi dei bracconieri di Pokémon molto pericolosi. Arrivano a ferire le persone pur di portare via loro possibile merce di scambio. Abbiamo sentito di tantissimi casi e ci hanno contattati in tutte le città per tenere all’allerta le persone e i loro Pokémon”
“E’ orribile!” Commentò Serena rabbrividendo. 
Alla parola "bracconieri” di Pokémon, Weepbud trasalì e saltò in braccio a Serena coprendosi il viso con le manine.
"W-Weepbud non piangere, ci sono io!" trasalì la performer abbastanza sorpresa dal gesto della piantina. 
Ash ricordò di quando dovette affrontare alcuni bracconieri nel suo viaggio, pensando con disgusto a coloro che volevano sottrarre il suo amico Larvitar e gente come quel tizio che rivendeva i Vivillon a dei collezionisti. Ma anche peggio quando a Sinnoh gli avevano rubato Pikachu e tentato di catturare Riolu, Azelf, Mesprit e Uxie. "Ho avuto familiarità in queste cose..." digrignò a denti stretti. 
"Comunque abbiamo anche il nostro bel da fare qui, personalmente" sospirò l'agente Jenny “Sembra che vi sia un misterioso ladruncolo e per quanto ci proviamo, questo è un caso abbastanza particolare”
“Caso!?” Gli occhi di una certa persona si illuminarono "M-Mi scusi agente Jenny, ha detto caso!?" chiese per avere una conferma di quello che aveva appena sentito.
"Uh? Si...?" replicò la poliziotta. 
"EVVAI!" esultò "Un caso è quello che mi ci voleva!" ed imitò la posa del suo eroe preferito, puntando il dito in avanti, indicando l’agente. "Prima o poi la verità viene sempre a galla! Nulla è inspiegabile e io sarò colei che troverà l’unica e sola a trovarla! Sono la detective Lidia!”
Serena fece un facepalm e corse a scusarsi con la donna in uniforme "Ci scusi per questa scena, ma Lidia è una detective e non appena sente qualcosa che può stuzzicarle la mente, parte subito in quarta..." 
L’investigatrice prese subito un taccuino dalle sue tasche e si avventò sulla poliziotta "Presto agente! Mi dica tutti i dettagli! Chi!? Cosa!? Quando!? Dove!?" Sembrava una ragazzina che aveva appena ricevuto il proprio regalo preferito e ne voleva uno più grande.
"Ehm.." balbettò l'agente "Allora... tre giorni fa è arrivata in centrale una segnalazione da parte di alcune persone: si lamentavano che le loro cibarie sparivano. All'inizio pensavo fosse solo un ladro comune, ma in quanto alcuni testimoni mi hanno detto una cosa strana, ho cambiato idea. Dicono di aver visto una… e cito le loro testuali parole: agile matassa… saltare da un tetto all'altro”
“Ladro… cibarie… matassa… tetto… ecc… ecc…” Scrisse in fretta e furia.
“Ed è seccante ammetterlo per un agente di polizia come me..." sospirò Jenny.
"Bene, lasci fare a me agente! Risolverò questo caso in un lampo!" si rivolse poi ai suoi amici "Forza ragazzi! Il mistero si trova dietro ogni angolo!" e partì a razzo lasciando abbastanza perplessi tutti quanti.
"Ma... cosa le è successo?" si chiesero Ash e Serena. 
Partirono cercando di raggiungere la loro amica, lasciando un agente Jenny piuttosto atterrita. Spotpup sospirò, la sua allenatrice aveva una fissa maniacale per queste cose. Si fece forza e raddoppiò lo sforzo, correndo più veloce che poté e trascinando quel peso morto di Brock sulla ghiaia.
La detective aveva messo le ali ai piedi, correva come una mandria di Bouffalant impazziti e i suoi due amici più giovani faticavano non poco a seguire il suo passo. Fortunatamente per loro la ragazza più grande si fermò, lasciando giusto il tempo di raggiungerla e di poter finalmente respirare. 
"L-Lidia ma q-quanto a-accidenti s-sei veloce!?" commentò un Ash distrutto da quella corsa sfrenata.
"E-Eri peggio di un D-dragonite in volo!" annaspava Serena, ancora più distrutta del suo amico. 
"Ops... ho esagerato con la mia foga?" rise lei. In un certo senso aveva provato gusto a vedere i suoi due amici inseguirla. 
"Eh direi..." sbuffarono per tutta risposta l'allenatore e la performer
Lidia si grattò il capo "Ahah e va bene lo ammetto, ho esagerato, ma vedete… ogni volta che scopro un mistero, per me è come se la mia anima si infervorasse e devo assolutamente trovare il modo di risolverlo! Un po' come te Ash, quando lotti con i tuoi Pokémon!" 
"*Anf* *anf*… in un certo senso hai ragione, ma la prossima volta avvisaci delle tue intenzioni" ammise il diretto interessato. 
"Spoo..." Spotpup era il più distrutto di tutti, portarsi dietro Brock era stata un impresa non di poco conto per un cagnetto come lui. Fortunatamente il suo coma finì e l’allevatore cominciò a svegliarsi, dando tregue al povero cucciolo.
"Scusa..." si scusò l’allenatrice al suo Pokémon "...Ma mi conosci!” concluse lei.
"Pup...." sospirò lui, non sarebbe mai guarita da questa sua brutta abitudine. 
"Va bene, va bene, ci fermeremo una decina di minuti… ma poi subito di nuovo al lavoro!" disse la capopalestra, comprendendo al volo lo sguardo del suo compagno. 
"Meno male che almeno a Spotpup dà retta" sospirò Serena.
"Comunque" iniziò Lidia portando la mano sotto il mento...
"Puup" fece un facepalm il cagnetto, sapendo che ora arrivava il momento delle ipotesi. Adorava Lidia e adorava lui stesso fare il detective, ma quella ragazza era più esuberante di lui. 
La capopalestra si abbassò esaminando il vicolo in cui si trovavano "Direi che il nostro ladro é un Pokémon!"
Ash e gli altri la guardarono curiosi e confusi. Come faceva a sapere già il colpevole?
"E direi anche che è un Pokémon molto veloce, scaltro e probabilmente selvatico."
"Vorresti esporci le tue ipotesi e ragioni?" Chiese Brock, forse il più estraneo visto che era stato messo fuori gioco da un morso di un certo nuovo poliziotto dell'amore.
Lidia si alzò e appoggiò le mani ai fianchi "Prima di tutto non credo che un Pokémon grande possa passare inosservato. In questo paesino é facile notare dettagli del genere, quindi ci vuole un Pokémon che sappia sembrare piccolo, innocuo e che si possa nascondere e mimetizzare nell'ambiente. Per vivere così a stretto contatto con gli abitanti deve per forza essersi sistemato da qualche parte qui nelle vicinanze e un Pokémon grande o di colori contrastanti con l'ambiente non può passare inosservato ed entrare in case e negozi rubando cibo”
“Ha senso…” commentarono i tre.
Lidia andò avanti “Ruba poco alla volta, quindi é piccolo e mette da parte le scorte. Deve avere un nascondiglio da qualche parte qui in giro, dopotutto verrà inseguito e cercato e con dei pesi non può correre lontano. Di sicuro non lavora per altre persone, perché ruba solo cibo, quindi qualcosa per sopravvivere. Se avesse un proprietario o fosse umano, ruberebbe soldi o oggetti di grande valore. Probabilmente é solo un Pokémon affamato, senza allenatore e che probabilmente non ha un buon passato alle spalle se nessuno lo ha catturato o aiutato"
"Wow" Serena poté dire solo questo. 
"Ma se é un Pokémon piccolo… deve essere facile catturarlo" commentò Brock.
"Non necessariamente" rispose Lidia "piccolo o no può essere forte e qui é la sua velocità che conta. A seconda delle quantità rubate e calcolando la velocità media per fuggire dalle scene del crimine, deve essere almeno grande quanto Spotpup e deve correre su quattro zampe. Arrivando a questo punto é facile dedurre che non ha cattive intenzioni. Volendo potrebbe portare via più cibo, questo se la mia ipotesi delle dimensioni é esatta. Quindi prende solo lo stretto necessario per cavarsela!" 
"Allora dobbiamo aiutarlo e farlo smettere!" Propose Ash serrando un pugno.
Serena lo guardò perplessa, non era così facile come sembrava "Prima però bisogna trovarlo..." 
"Concordo, comunque troveremo un modo" mormorò Lidia con poca attenzione alle sue parole. Era già al lavoro con la testa e stava studiando un piano. "BINGO!" Urlò lei facendo sobbalzare tutti i partecipanti alla riunione strategica. 
"Lo aspetteremo appostati davanti a questo vicolo!" dichiarò poi.
“Non ci vorrà troppo prima che passi di qui?" chiese Serena. 
"Non esattamente!" sogghignò l'amica tirando fuori la sua mappa scarabocchiata da appunti a matita "Vedete? La città non è enorme e questa è una delle vie principali. Il nostro ladro dovrà per forza passare da qui per raggiungere la sua base. Come vedete, si snodano tutte le vie del borgo!" 
"Wow, ma come hai fatto a fare una bozza del genere!?" si sorprese Ash. 
"Eheh… l'ho fatto mentre mi inseguivate! Quando sono infervorata sono campionessa mondiale di multitasking!" sogghignò di nuovo lei pavoneggiandosi appena delle sue capacità. "Allora siamo tutti d'accordo ad aspettarlo appostati qui?" disse poi allungando la mano. 
"Ci sto!" urlò Ash aggiungendo la sua mano.
"Anche io!" si aggiunse Serena. 
"Contate pure su di me!" e anche la mano di Brock si unì a quella della sua coetanea.
Il tempo passava e passava, ma del ladro nessuna traccia. Ash incominciava ad essere spazientito, ma on il tempo aveva passato a mantenere la calma e controllarsi. "Lidia, ma quando arriva? Sono secoli che stiamo appostati qua davanti…" 
"Pazienza Ash, pazienza!" bisbigliò la detective al suo orecchio "Una delle regole fondamentali del lavoro da detective è avere pazienza!" 
"Allora so già che non farei mai questo lavoro… non credo ce la farei…" pensò lui. "Non è che hai sbagliato qualche calcolo?" chiese poi.
"No, impossibile! Passerà per forza qui!" gli rispose di rimando l'amica più grande. 
"Sarà ma qui rischiamo di fare not-..." e proprio mentre stava finendo la sua frase, qualcosa piombò sulla sua testa, prese una spinta sopra il suo cappello e si allontanò. 
"ECCOLO!" urlò la detective "ALL'INSEGUIMENTO!" e partì di nuovo a tutta birra, seguita dai suoi amici.
La creatura si accorse del gruppo che lo seguiva con foga, quindi si diede alla fuga più strana che avesse mai dovuto effettuare. Li trovava ovunque! Non era mai in grado di nascondersi o seminarli.
Quello che Lidia stava attuando era un inseguimento folle per tutte le vie della città, ogni volta che il ladro svoltava, lei subito faceva lo stesso. Sembrava davvero di giocare a guardia e ladri.
Passarono decine di minuti di inseguimento e finalmente il ladruncolo si fermò. Ormai affaticato e con le spalle al muro, o meglio, zampe al muro. Anche la detective e il suo gruppetto di reclute era allo stremo, ma era soddisfatta. Finalmente aveva inchiodato il suo rivale e lo aveva messo nelle condizioni per cui non avrebbe potuto più filarsela. 
"Fine della corsa! Sei stato beccato!" sorrise spavalda "Non si sfugge alla legge del detective! Ora vieni fuori a zampe alzate!"
Il ladruncolo ringhiò e soffiò. I ragazzi però non avanzarono, rimasero ad aspettare che fosse il Pokémon ad uscire dalle ombre. 
"Yeneeeeee!" ringhiò come meglio poté.
“Uhm… Questo verso mi pare di averlo già sentito…" si ricordò Ash.
"Già mi è stranamente familiare…" commentò Serena.
"Ehehe… questo perché il nostro ladruncolo è niente di meno che... rullo di tamburi prego... un Fiyene!" annunciò Lidia con fare trionfale "Ho indovinato vero?" si rivolse poi verso il ruggito al buio. “Ogni Forsiano che si rispetti sa riconoscere il verso di un Fiyene!”
"Yeeenee!" continuava a ruggire la voce nel buio. 
Lidia si accovaccio "Avanti dai, non fare così! Guarda che non mordo mica!" 
"YENE YENEEE!" ringhiò ancora più forte la voce. 
"Brock hai ancora un po' di cibo con te?" chiese con fare tranquillo la detective "Oh si, ho gli avanzi della colazione di stamattina" rispose l'allevatore mettendo mano alle sue provviste.
"Mica mi avevi detto di non averne?" si lamentò Ash.
"Questo perché le volevo difendere da te, caro il mio Tritash!" gli rispose l'amico "Comunque ecco qua!"
"Grazie Brock!” Si appostò di fronte al Pokémon nascosto dalle ombre “Avanti vieni fuori! Ti piace il cibo, vero?"
“Glloow?" stavolta il ruggito si fece più mansueto. 
Il Pokémon avanzò pian piano, fino a divenire sempre più chiaro. Quando fu di fronte all’allenatrice, pronto ad annusare la cibaria, divenne chiaro che la deduzione di Lidia era esatta: era un Fiyene.
“Avevi ragione! E’ un Fiyene!” Ash dichiarò, tirando fuori il pokédex.
“Fiyene, Pokémon Fiammapardo. Il suo aspetto dolce lo rende il Pokémon preferito di molte ragazze. Sa di essere carino e approfitta di questo per combinare disastri che gli vengono sempre perdonati. È un gran giocherellone e ha un temperamento focoso. Scarica tutta la sua vivacità in lotta a suon di fiamme. I suoi pori sul pelo sono come tanti piccoli vulcani che sparano polvere incandescente. Sesso dell’esemplare: femmina.”
“Ed è pure una femmina!” Commentò Serena.
Lidia annuì “Sono più rari gli esemplari maschi delle femmine nel caso dei Fiyene”
La ienina si avvicinò al pezzetto di cibo, sentendo lo stomaco che la guidava più della testa. Non sembrava una ragazza minacciosa o pronta a farle del male, a differenza di altri allenatori che aveva incontrato. Avvicinò il musetto al pezzetto di pane, senza scrollare gli occhi di dosso dalla strana umana. Pensò un attimo: azzannando il boccone poteva aspettarsi un gesto rapido o una trappola da parte dell’umana, la quale poteva approfittare del momento di distrazione e incapacità di difendersi.
Tuttavia se avesse voluto farle qualcosa, lo avrebbe già fatto. Non serviva un genio per capire che da solo contro quei ragazzi, di sicuri pieni di Pokémon, non avrebbe potuto più fare nulla.
Ancora una volta si sentì costretta ad avanzare e prendere atto delle sue azioni. Andò fino in fondo e azzannò il tozzo di pane, lo masticò e lo cacciò giù con velocità, leccandosi il muso e scrollandosi un po' la massa di pelo.
“Che carinaaa!!! Secondo me con un po' di cibo, un bagnetto e riposo… potrebbe tornare in forma smagliante!” Serena commentò. Ricordava bene come era gli altri esemplari visti al laboratorio di Olivio e quella Fiyene era solo trascurata.
Lidia provò ad avanzare la mano per accarezzarla, ma qualcosa scattò nella testa della Pokémon, la quale saltò sulle sue zampe e rizzò le grosse orecchie rotonde e soffici. Come un lampo, il felino si allontanò e scappò da qualche parte ignota, approfittando della distrazione dei ragazzi. 
Lidia rimase turbata da questa reazione, voleva vedere se poteva prendersi cura della piccola. Il caso si può archiviare solo se il colpevole é incastrato con le prove, scoperto il movente e scelte le sue sorti.
Attualmente due punti su tre erano ancora da completare. Doveva scoprire ancora le ragioni complete dei furti e voleva trovare un modo per risolvere la questione senza causare danni al Pokémon. Il suo istinto le diceva che aveva bisogno di aiuto… e lei voleva aiutarla.
"Voi, ragazzi" una voce chiamò.
Si girarono e videro due uomini, vestiti con abiti scuri, occhiali da sole e parecchio imbottiti sotto i giubbotti "Avete visto un Fiyene qui in giro?"
Brock stava per aprire bocca, ma Lidia lo batté sul tempo "No, mi spiace. Non abbiamo visto nulla, ma ci sono stati strani avvistamenti fuori città"
I compagni la guardarono confusi ma non contestarono. Apparenze a parte, Lidia sapeva spesso quello che faceva.
I due sbuffarono e borbottarono qualcosa. Non si sentì bene, ma poteva chiaramente sembrare un'imprecazione. Non che importasse al gruppo, ma di certo un grazie lo potevano dire, che quella di Lidia fosse una bugia o meno.
Con passo pesante si allontanarono e una volta assicuratasi che fossero andati via, spiegò ai suoi amici le sue motivazioni, sapendo che sarebbe sorte domande "Non mi fido di quei tipi. Non fa freddo qui e di certo sotto i giubbotti hanno qualcosa da nascondere. Nessuno al villaggio sa chi é il ladro a parte noi. Quindi di certo Fiyene ha avuto a che fare con questi tipi e non é stata un'esperienza gradevole."
"In effetti non sembrano persone raccomandabili" commentò Serena. Non si sarebbe stupita se fosse stato vero che Fiyene fuggiva proprio da loro.
Lidia annuì "Vorrei scoprire di più su quel Pokémon. Credo sia solo affamata e scommetto che potrebbe anche aver bisogno più di quello”
Ash pensò al Pokémon. Era noto che gli esemplari di starter non erano comunemente reperibili in natura o almeno non facilmente. Gli erano capitati casi simili e la maggior parte erano vittime di abbandono: Charmender, Tepig, Chimchar, Snivy, Froakie in particolare… E ognuno aveva un passato terribile. 
Odiava queste situazioni e se Fiyene era dello stesso gruppo non si sarebbe sorpreso. Non più, ormai di casi ne aveva visti tanti purtroppo. Disprezzata ognuna di queste storie, quasi quanto gli allenatori che commettevano quelle azione vergognose.
Il vero allenatore Pokémon é quello che tiene ai suoi compagni e affronta gli ostacoli con loro. Non di certo chi li lascia indietro.
"Ragazzi, credo che Fiyene in realtà fosse di un allenatore prima di diventare selvatica" propose al gruppo.
"Cosa te lo fa pensare?" chiese Serena.
"Beh di solito i Pokémon offerti per iniziare la propria carriera da allenatore sono molto rari da trovare in natura. Inoltre ho notato che Fiyene aveva una zampa malridotta" suppose Ash "...Forse il suo allenatore l'ha sottoposta ad un ritmo d' allenamento troppo stressante e alla fine la poveretta si è fatta male… e quindi l'abbia poi abbandonata a se stessa. Oppure si è fatta male dopo, ma di certo non starebbe in città… piuttosto nei boschi" suppose Ash. 
"L'hai notata anche tu… eh?" gli rispose la detective "Sicuramente è accaduta una cosa del genere o molto simile. Bravo Ash, questa è stata un’ottima dimostrazione di logica deduttiva! Non male per un principiante!" 
Ash si grattò la guancia. "Ho solo messo a frutto la mia esperienza, ne ho incontrati tanti di starter così, quindi ho pensato che la situazione potrebbe essere la stessa" 
"Però sembra che, nonostante quella zampa così malconcia, Fiyene riesca comunque a balzare e correre..." notò Serena.
"Deve essere causata dalla voglia di mangiare qualcosa, sarà questo a darle la forza" suggerì Brock. "O forse sta mettendo troppa forza nelle sue zampe ancora sane. Secondo il mio parere di medico, finirà davvero per farsi male se non viene trattata..." 
"Ma è terribile! Poverina non oso immaginarla con una zampa rotta!" si spaventò la ragazza al pensiero di vedere quella piccola ienina azzoppata.
"Ragione per cui dovremmo convincerla a lasciarsi prendere e portarla in un centro medico per Pokemon" concluse Lidia "Questo se riusciamo a ritrovarla chiaramente, ma penso che potremmo farcela" aggiunse poi.
"E noi ti daremo una mano a trovarla più in fretta possibile" dichiarò Ash "Vero?" si rivolse poi ai suoi due compagni. 
"Sai come la penso" sorrise Serena. 
"C'è bisogno di chiederlo?" aggiunse Brock. 
"Allora ricominciamo le ricerche! E speriamo di trovarla prima che cali il sole!” Concluse l’allenatore di Biancavilla.
Nel frattempo… la Fiyene continuava a spostarsi, muovendosi agilmente di vicolo in vicolo e saltando qua e là sui bidoni della spazzatura. Stava ripensando a quella ragazza: era stata gentile ad offrirle del cibo, ma poteva fidarsi di lei? Dopotutto subito dopo aveva sentito arrivare altre due persone, magari gli energumeni che aveva seminato. 
Guardò poi la sua zampa, aveva proprio un aspetto malandato. Pensò ai suoi giorni precedenti e ricordò con orrore l'allenamento stressante che il suo allenatore gli aveva proposto. Era ancora piccolina all'epoca e non poteva reggere un ritmo del genere. Quando si ruppe la gamba provò tanto dolore, ma ancor di più quando si ritrovò abbandonata a se stessa. Era divenuta inutile secondo colui che doveva allenarla. 
Ricordo i giorni in cui dovette decidersi a procurarsi il cibo da sola. Non che fosse una cosa di cui andava particolarmente fiera, ma era l'unico modo per sopravvivere. Il suo bel pelo arancione ormai era divenuto marroncino scuro e ispido per quanta sporcizia aveva accumulato.
Si scrollò dalla mente questi pensieri; l'importante per ora era continuare a sopravvivere, poco importava per lei avere una zampa ferita. Prima o poi sarebbe guarita da sola. 
Continuò a vagare fino a che non sentì il profumo di un’altra possibile cibaria, avendo fiducia nelle sue capacità di ladra si diresse verso la sua prossima conquista.
Fiyene si avvicinò e si avvicinò sempre di più. Era un bel profumino invitante. Quando arrivò a destinazione si ritrovò di fronte un bel pezzetto di carne. Era troppo rara l’occasione per una canide golosa di carne come lei, di poter gustarsi un bel pezzo di carne prelibato. Si fiondò su di esso e incominciò a mangiare di gusto. 
Sentì improvvisamente delle presenze avvicinarsi e quando rialzò gli occhi per guardarsi intorno, vide subito davanti a lei due uomini altissimi, gli stessi che avevano incontrato prima Ash e i suoi amici.
La piccola non esitò a voltarsi e correre via, facendo forza sulle sue zampe più che poté per allontanarsi. Sentì subito i tizi correrle dietro e urlare qualcosa come “Prendiamola” o “Non facciamocela scappare”. Non erano lenti e seminarli sembrava un'impresa. 
Stava dando tutta se stessa per sfuggire dalle loro grinfie, sebbene sentisse il dolore atroce alla zampa ferita divenire sempre più forte e lacerante. Si accorse dello sforzo che stava impartendo al suo arto solo quando sentì i suoi passi divenire bagnati, come una pozzanghera pestata e schizzante ovunque. 
Abbassò lo sguardo a terra e vide di scorcio e di sfuggita le impronte che lasciava la zampa sanguinante. Si pentì della sua scelta di guardare altrove quando, sfortunatamente per lei, la sua corsa si fermò e sentì la testa sbattere contro qualcosa di duro che la spinse all'indietro. Ben presto sentì delle travi caderle addosso e coprirla.
In quel momento, bloccata e con il respiro affannoso, ebbe l'istinto di mollare. Anche se aveva alle calcagna qualcuno che la voleva catturare per motivi a lei ignoti. Motivi di certi non legati ai suoi furti. Non importava quanto sentisse il pericolo avvicinarsi, la voglia di mollare tutto era grandissima.
Nonostante tutto, la paura era più forte della resa. Si divincolò, aggrappandosi al terreno e tirandosi fuori pian piano, anche se lo sforzo le dava solo sempre più dolore e fastidio. La caduta di alcune travi su altre le confermò che era libera.
Riprese la corsa, sebbene avesse il fiato in gola e bruciante. "Yene? Fi!" Si ricordò delle sue mosse. Si girò e scagliò un braciere sulle travi di legno… "Fiiiyeene!!!!" …E queste presero fuoco. Avrebbe rallentato quegli uomini? Forse si o forse no, ma tentare era meglio di nulla.
Continuò e continuò fino a vedere la fine della sua strada. Era un vicolo ceco, ma forse sarebbe stata capace di saltare abbastanza in alto da potersi aggrappare alle sporgenze dei mattoni del muro che la bloccava e arrampicarsi in cima.
Accelerò, fece pressione sulle zampine e provò. Non fu soddisfatta del suo tentativo e cominciò a maledire il dolore che la colpì alla zampina. Fu la più grande spinta mai data, come una molla tirata al massimo, ma fu quello a dare un limite alla sua resistenza e a metterle fuori gioco l'arto anteriore. 
Non riuscì nemmeno ad alzarla per aggrapparsi al basso livello raggiunto del muro. Dubito cadde e realizzò di aver concluso la sua corsa. Non sarebbe mai riuscita a saltarlo e nemmeno a nascondersi.
Non credeva che il suo braciere avrebbe impegnato così poco i nemici. Ben presto si sentì circondata e vide non due, ma quattro individui: la coppia di maschi robusti e due Sandile. Poteva essere forte, ma ora come ora non aveva chance. 
Il camminare lento dei nemici le davano i brividi e lo scintillare dei bianchi canini dei due Pokémon rettili la fecero strisciare all’indietro, sebbene persino le sue fauci fossero invidiabili.
……
Intanto Ash, Lidia e gli altri stavano proseguendo le ricerche dopo aver fatto una breve pausa al centro Pokémon per chiedere informazioni. Non avevano scoperto nulla, l’unica cosa su cui potevano affidarsi era il fiuto di Spotpup e Pikachu. Nemmeno gli abitanti erano stati d’aiuto.
“YENEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!”
Subito le orecchie si rizzarono “Ma questa è la voce di Fiyene!” esclamarono tutti.
“Forza! Andiamo! Ho una brutta sensazione!” Incintò Lidia con fare molto preoccupato. “Spotpup hai sentito dove si trova?”
“Spot!” annuì il cane dando un’ultima annusata al terreno per maggiori conferme.
“Allora andiamo! Forza!”
“Spotspot!” Il cane partì subito veloce, seguendo con il suo fiuto e le sue orecchie le tracce lasciate e cercando di raggiungere il luogo del latrato d’aiuto.
….
Nel frattempo, i due energumeni stavano per bloccare completamente la Fiyene “Hehehe… beccata! Chissà quanti soldi ci frutterai piccolo demonio che non sei altro!! Se è come gli altri ingaggi allora in poco tempo saremo ricchi!”
“Ci hai fatto penare, ma lo sforzo varrà la ricompensa! Sandile bloccala con Sabbiotomba!”
“SanSaaaaaaaaaaan!!!” e i due Sandile lanciarono un Sabbiotomba che colpì malamente la eopanterina.
Uno dei due uomini ridacchiò “Ora non fai più tanto la spavalda, vero? Concludiamo con Morso!”
Fiyene si rassegnò alla cattura e chiuse gli occhi, ma il colpo non arrivò e un Neropulsar, un Turbosabbia e un Energipalla si scontrarono contro i due Sandile, respingendoli verso i due caccitori di taglie.
“Voi non porterete a casa nessuna ricompensa! I veri demoni siete voi, non Fiyene!” Si infuriò il ragazzo dai capelli corvini.
Una voce familiare risuonò “Sapevo che non potevo fidarmi di voi!”
Fiyene realizzò chi aveva davanti. Era la ragazza che l’aveva aiutata in precedenza con i suoi amici… e c’erano pure Spotpup, Pancham, Leafala e Sudowoodo. 
“Catturare una creatura disperata solo per la grana… siete disgustosi!” proruppe Serena.
Uno dei due tizi urlò rimandando “Lasciateci in pace ragazzini! Stiamo facendo un servizio per la comunità!”
“Servizio a un cavolo!” Rispose Ash “Voi volete solo il denaro, poco importa se quel Pokémon sta soffrendo!”
Lidia si sentì seccata da quei due mentecatti che profanavano i suoi ideali “Questa non è giustizia! Se un Pokémon sta male bisogna aiutarlo, anche se è un ladro!”
“Pfui… bambinetti, sempre a parlare di ideali. Se volete vi accontentiamo, ma vi avevamo avvisati!” Annunciarono loro.
“Coraggio allora! Fatevi sotto! Non vi temiamo!” Fu la risposta di Ash, durante la quale tutti i Pokémon si misero in posizione offensiva “Serena, te la senti di lottare con me?” Chiese poi all’amica.
Serena annuì rispondendo “Certo!”
“Ehi ci sono anche io!” rispose Brock.
La lotta cominciò. Lidia approfittò della baruffa per sgattaiolare verso Fiyene e controllando le sue condizioni “Guarda cosa ti hanno fatto!” Si preoccupò lei.
“Fi…” fu la risposta debolissima dello starter di tipo fuoco.
Lidia la prese tra le braccia e cominciò a correre a gambe levate “Non ti preoccupare, ti porterò in un posto in cui ti faranno stare meglio!”
“Yenee….” Biascicava la ferita.
Il giro spericolato tra le strade di Verzezia ebbe inizio. La detective fece il suo meglio, ma aveva perso la sua lucidità per la preoccupazione delle condizioni della Pokémon tra le sue braccia, floscia e lasciatasi andare. Se non avesse avuto la certezza che fosse sveglia, avrebbe potuto crederla priva di vita.
"Che coraggiosa..." una voce suonò tra i vicoli, facendola fermare.
Lidia si guardò in giro, era su una strada larga e tranquilla, eppure sentiva arrivare l'eco da tutte le viuzze che si intersecavano in essa. 
Le voci, o meglio, l'unica voce che si ripeteva, diventavano sempre più vicine. Non poteva capire di certo da quale delle stradine sarebbe venuto fuori lo strano e nuovo inseguitore, ma almeno sapeva riconoscere che non era nessuno degli altri due.
"Ci vuole fegato per correre via da noi e pensare di farla franca" uscì da una delle strade un uomo ancora più grosso e minaccioso degli altri due. Robusto e alto quasi due metri, con i capelli rasati al massimo e gli occhi quasi socchiusi. Vestiva abiti neri e lunghi e sembrava avere il necessario per difendersi e attaccare.
"Cosa vuoi?" Si limitò a chiedere Lidia. Sapeva benissimo la risposta, ma perdere tempo poteva darle una chance di ricevere supporto.
L'uomo fece qualche passo e poi si fermò "Credo sia ovvio. Voglio che mi consegni l'esemplare femmina di Fiyene che hai tra le braccia" 
Lidia roteò gli occhi "Ma guarda... non lo avevo capito" disse sarcasticamente "Sono le tue motivazioni che voglio"
"Non sarei tenuto a spiegare le mie ragioni ad una mocciosa come te. Ma vista la tua scorza dura posso dirtele" ridacchiò con la sua voce grave e grassa "I miei clienti sono pezzi grossi del mercato nero, sebbene novelli di questo commercio. Ultimamente sono stati richiesti Pokémon estremamente particolari, soprattutto da loro. La paga é estremamente alta, sebbene a volte i lavori siano più complicati e altre siano davvero semplici. Ricevo un compenso alto più di quanto con missioni per altri clienti individuali. Non perderò l'occasione di avere una paga fissa e cospicua per un banale Fiyene e degli stupidi ragazzini che si mettono in mezzo”
“Chi sono questi clienti?!” Domandò Lidia con tono rabbioso.
“Sinceramente gli affari dei miei clienti incuriosiscono tanti, ma non me. Non ho idea di cosa e come vogliano tirare fuori qualcosa di speciale da questo misero canide, ma non mi interessano i loro affari. Consegnami quella Tiglow prima che ti faccia molto male. Questa dovrebbe essere la mia missione più semplice"
"Allora farò di tutto per renderti la missione impossibile! Tiglow non finirà tra tue sporche mani! I Pokémon sono creature che abitano questo mondo e lo rendono meraviglioso, sfruttare coloro che ci hanno donato un luogo dove vivere non é degno di giustizia e dignità!"
Seguì un minuto di silenzio e poi uno scoppio di risate rimbombò nell'aria. "AHAHAHAHAHAHAHA!!! Patetico... La giustizia non esiste, é solo una parola che giustifica le persone a compiere azioni che reputano giuste o sbagliate che sia. Il suo vero obbiettivo é coprire la vendetta e le ombre di chi sa usarla al meglio” Digrignò i denti “Agli abitanti non interessa se questo Pokémon scompare o no. Potrai dar loro per persone di buon animo, ma dentro non hanno interessi per questa ladruncola. Basta che la loro quotidianità sia salva e che Fiyene sia tolta di mezzo. Il metodo non è pertinente e nemmeno ciò che viene per lei."
"Questo potrà essere vero o falso. Ma ti sbagli se credi che nessuno tenga a ciò che l'aspetta. Io ad esempio lo faccio! Anche se non so per chi lavori e cosa vogliano farle i tuoi clienti, capisco di certo che chi si usa di persone vili e ripugnanti come bracconieri per raggiungere i propri scopi, allora é altrettanto riprovevole. E io impedirò che Fiyene finisca tra le grinfie di persone come voi!"
"Se proprio insisti a non volermi dare retta…" disse l'omone prendendo in mano una pokéball "Dovrò passare alla maniere forti! Vieni fuori Krokorok!"
Dalla sua sfera uscì l'evoluzione del coccodrilo di terra. "Kroko!" 
"Bene! E io ti dimostrerò il contrario! Avanti Spotpup!"
"Spooo!" e il cagnetto maculato si mise in posizione d'attacco. 
"Uno Spotpup? Banale, molto banale. Per una ragazzina così ostinata mi sarei aspettato il meglio del peggio. Krokorok lo farà fuori in un secondo!" lo canzonò tranquillamente l'energumeno.
"SPOOOO!" si infuriò il cagnetto, nessuno poteva dargli del banale.
"Spotpup è molto più forte di quello che pensi! Apriamo con Attacco Rapido!" urlò Lidia e il Pokémon di tipo normale dell'allenatrice si lanciò a tutta velocità contro il suo avversario più grande, il quale prese in pieno il colpo. 
Si rialzò come se nulla fosse e si limitò semplicemente a scrollarsi la terra di dosso.
"Bah tutto qui? Krokorok dimostragli cosa è un vero attacco con Riduttore!" 
Il coccodrillo si lanciò con velocità raddoppiata verso il cagnetto che fu fatto volare via. Spotpup aveva presso un brutto colpo, ma si rialzò. 
Lidia poté osservare il contraccolpo di Riduttore, allorché le venne un idea. "Spotpup avvicinati! Provocalo con Turbosabbia!" 
Il cane lanciò un polverone di sabbia contro Krokorok accecandolo "Krokorok usa Riduttore di nuovo e distruggi quell'insulso cagnaccio!" 
"Kroko!" il rettile si lanciò di nuovo all’attacco, stavolta senza una mira precisa. Spotpup aspettò l'ultimo secondo e all'improvviso schivò saltando l’attacco e facendo sbattere il coccodrillo contro un paletto. 
"Perfetto e ora usa Codacciaio, Spotpup!" 
Con tutta la forza di gravità il cane lanciò un colpo di coda che atterrò l’avversario “SPUUUUUP!”
Fiyene aprì debolmente un occhietto, sentendo dei forti suoni. Quando la vista divenne più chiara, vide con quanto coraggio quel cagnetto e la sua allenatrice la stavano difendendo. Erano brave persone, di certo era il primo, più grande e sincero atto d’affetto che aveva ricevuto. 
Nel frattempo la tecnica di Lidia sembrava dare i suoi frutti, ad ogni colpo Krokorok continuava a perdere impercettibilmente energia, subendo il danno da contraccolpo. 
Quando fu sicura del suo successo, Lidia sorrise. La trappola aveva funzionato "Spotpup attacca con Gelodenti!"
Il cagnolino illuminò i suoi canini e colpì violentemente il Pokèmon avversario che cadde a terra. "Ah questo dovrebbe bastare! Con tutti i danni che ha preso da Riduttore e il fatto che Gelodenti sia una mossa di tipo ghiaccio, Krokorok dovrà aver subito un bruttissimo colpo!” 
In effetti il suo ragionamento era giusto, ma Krokorok si rialzò di nuovo.
"Uhm vedo che nonostante tutto ci sai fare..." commentò il criminale. Fissò lo sguardo sulla Tiglow tra le braccia della ragazza. Questo gli diede un’idea malsana "Sfortunatamente è ora di farla finita! Krokorok Rocciotomba! Puntala su Fiyene!" 
Il rettile caricò un enorme sasso creato dalle mani e lo lanciò contro l'allenatrice e la Pokémon ferita. Purtroppo per Lidia, una mossa a tradimento del genere non era aspettata. 
Proprio all'ultimo secondo, Spotpup si mise in mezzo prendendo il colpo. “SPOOO…”
"Spotpup stai bene!?" si preoccupò la sua allenatrice.
"Spo..." il cane sorrise, ma era evidente che aveva preso un bruttissimo colpo.
La detective si infuriò "Questo è sleale! Non è una lotta vera! Il tuo avversario era Spotpup!" 
"Non ho interesse di ciò che è giusto o sbagliato per voi… posso fare quello che voglio! E in ogni caso ho colpito il mio avversario, no?” sorrise beffardo.
"Maledetto..." serrò i pugni lei.
Tiglow osservò l'allenatrice e poi il cagnolino. Erano davvero disposti a tutto pur di salvarla. Non avrebbe reso tutto vano di fronte a colei che le aveva dato un minimo di affetto, o anche molto più di un minimo. Si divincolò dalle mani di Lidia e si mise a difesa dei suoi salvatori. Era l'ora di pagare un debito di riconoscenza.
"YENEEEEEE!" Ruggì con tutta la forza che aveva, emettendo un alito fiammeggiante ed emanando polvere infuocata dai suoi pori sul pelo.
"Fiyene?" si sorprese la detective. 
La ienina la guardò con fare pronto all’azione. Ora l’avrebbe difesa lei.
"E va bene, mostrami cosa sai fare Fiyene!" 
L’uomo sospirò seccato "Fiyene o Spotpup non farà differenza per il mio Krokorok! Rocciotomba!" ordinò l'uomo. 
Di nuovo il rettile lanciò un sasso. Fiyene raccolse tutte le energie che aveva e, nonostante la zampa dolorante, riuscì a saltarlo. Il dolore era meno fastidioso se era per una buona causa. Aveva una potenza di salto incredibile per un esemplare della sua specie e questo venne subito notato da Lidia.
Il Pokèmon femmina atterrò sulle sue zampe e di nuovo sentì una fitta, ma la ignorò. Si concentrò, fino a che la sua bocca non divampò. 
Lidia capì tutto. Dato che Krokorok aveva subito la precedente mossa ghiaccio, forse l'effetto di quest'altra mossa non gli avrebbe lasciato scampo. "Fiyene!" ordinò "Rogodenti!" 
"YENEEEEEE!!!!" la ienina si lanciò su Krokorok, il quale subì il colpo e cadendo a terra si alzò un polverone. 
"Illusa, cosa pensi di fare con quella mossa? Krokorok è un tipo terra e... COSA!?" Al diradarsi della polvere Krokorok era K.O. 
"L'uso combinato prima di Gelodenti e poi di Rogodenti ha fatto sì che questa mossa avesse più effetto dato che ha sciolto il ghiaccio rimasto addosso al tuo Pokémon! Dovresti sapere cosa succede quando il ghiaccio si scioglie, no?" 
Combinare Gelodenti con Rogodenti aveva generato quello che poteva essere un attacco d'acqua. Fiyene aveva capito tutto prima ancora della detective. Aveva un bell’ingegno di certo.
Il capo dei contrabbandieri si ritrovo con l'acqua alla gola e fu costretto a richiamare il suo Pokémon.
"Lidia!" Gli amici la chiamarono correndo da lei.
Brock fu il primo a farsi avanti "Hai avuto problemi?"
Ella scosse la testa "Qualche rifiuto a cui badare" con un cenno della testa indicò l'uomo "Ma nulla che non potessimo gestire!"
Ash annuì soddisfatto "Grandioso! Anche noi non abbiamo avuto problemi! Quei tipi avevano più Pokémon dei due Sandile, ma erano tutti gestibili con poco sforzo!" Incrociò le braccia dietro alla testa. Di certo una sfida così semplice non lo aveva tenuto impegnato più di tanto.
Serena stava per aggiungere qualcosa, ma fu catturata dalla vista della leopanterina accasciarsi a terra "Lidia!" 
La detective si girò e seguì lo sguardo di Serena fino al canide. Corse da Fiyene e la prese in braccio, mettendola il più comodo possibile. 
Brock si avvicinò veloce e diede un'occhiata al Pokémon privo di coscienza. La zampa era messa molto male, più del previsto "La ferita è peggiorata, non possiamo più aspettare, deve essere trattata subito. Ha raggiunto il suo limite massimo. Andiamo al centro Pokémon prima che le conseguenze siano gravi!”
La distrazione del gruppo diede la possibilità al bracconiere di filarsela, ma percorse pochi metri prima di trovarsi poi ammanettato dagli agenti e cacciato nell'auto della polizia con i suoi sgherri. Tutto merito della soffiata fatta da Ash e Serena, i quali avevano contattato l’agente Jenny con i nuovi utilissimi pokédex.
Lidia partì di corsa verso la struttura medica e non si fermò prima di averla raggiunta. Appena finì il suo tragitto, consegnò la ienina nelle cure dell'infermiera Joy e fece del suo meglio per mantenere la calma come poteva.
"Ehi. Andrà tutto bene!" la confortò Brock "Ha resistito tanto con quella zampina. Ora che le verrà trattata non ci sarà dubbio che si riprenda!"
Ash si ritrovò d'accordo "E’ vero! Abbi fiducia in Fiyene! Ha dimostrato di avere una forza notevole!" 
"E ora che ha degli amici e una persona di cui fidarsi, non credo che vorrà rinunciarvi" aggiunse Serena.
Lidia aveva le braccia conserte. "Non sono in ansia solo per lei. Anche per una cosa che ha detto il bracconiere capo..."
"Cosa?" Chiese Brock confuso.
"Ha detto che lavora per dei pezzi grossi, forse un’organizzazione. Ha anche aggiunto che sono molto interessanti perché agiscono in modo strano. Di certo tramano qualcosa di losco e grosso e lo stanno già mettendo in atto… mi chiedo cosa sia"
Ash sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Preferiva che una nuova organizzazione di criminali non saltasse fuori. "Non possiamo saperlo, ma per ora diremo tutto all'agente Jenny e lei contatterà chi trova più adatto per indagare!” Se non era nulla di così pericoloso, forse potevano occuparsene in poco tempo. Non era il caso di allarmarsi prima ancora che vi fosse una certezza “Al massimo se incontreremo quei tipi, ci penseremo noi a toglierli dai piedi e metterli al loro posto!"
"Pika!"
La loro discussione venne interrotta dal suono che annunciava che le cure erano terminate. L'infermiera Joy uscì dalla stanza e andò verso i ragazzi. 
"Fiyene sta bene!?" chiesero i quattro.
"Era deperita e la sua zampina era al limite della sopportazione, ma se la caverà." 
"Menomale!" sospirarono tutti "Sarebbe stato terribile se non fosse più stata in grado di camminare"  
"Ora non corre più pericoli di rompersela" li interruppe l’infermiera "Ne ho anche approfittato per pulirla, era completamente sporca poverina! Ora sta riposando, ma per domani si sarà ristabilita. Perché non rimanete qui per la notte?" propose infine Joy. “Ormai si è fatto tardi e scommetto che Fiyene vorrà vedervi prima che partiate!" 
"Buona idea!" esclamò Ash. 
"Però prima di andare a dormire possiamo vederla?" chiese Serena. 
"Per me va bene, basta solo che la lasciate riposare" concordò l'infermiera. 
I ragazzi entrarono nella sala dove riposavano i pazienti e videro Fiyene riposare su un cuscinone. Ora il suo pelo splendeva di un arancione vivo e la sua zampa era completamente fasciata. 
Serena sorrise, la trovava un Pokèmon adorabile “E' proprio carina, vero?" 
"Già, sarebbe stato un peccato vederla ancora in quelle terribili condizioni" annuì Ash.
L’unica che non diceva nulla era Lidia e il ragazzo alto e moro se ne accorse. "Cos’hai?" le chiese Brock.
Lidia scosse la testa, accorgendosi della domanda "Niente, pensavo solo a cosa farà una volta curata. Non mi piace l'idea di vederla costretta di nuovo a rubare cibo. E poi stare qui in paese la metterebbe nei guai con tutti gli abitanti che di certo non la vedono di buon grado..." 
"Allora perché non la catturi?" propose Ash "Mi pare ti si sia affezionata!" 
"Credimi Ash, mi piacerebbe ma non voglio forzarla. Avrà già avuto un allenatore e credo che difficilmente accetterà di starsene con un altro" sospirò la detective. "La lasceremo decidere domani" concluse poi oramai stanca. 
Il gruppo si ritirò a dormire nelle loro stanze. L'indomani non tardò ad arrivare. 
Prima di andare e salutare l'infermiera Joy e l'intera città di Verzezia, il gruppo fece come stabilito e fece una visitina a Fiyene.
“Fi! Fi!" li salutò allegramente, zoppicando ancora un pochino.
"Ciao Fiyene! Vedo che ti sei ripresa un bel po' da ieri!!" sorrise Lidia.
Il canide annuì "Yene Yene!" sorrise allegramente lei.
“Ascolta…” iniziò Lidia “Io e i miei amici stiamo per partire”
“Yene?” La ienina la guardò perplessa. Era talmente esausta la notte precedente, che non aveva nemmeno pensato al fatto che quei ragazzi non abitassero lì. 
Lidia la accarezzò “Non credo tu abbia intenzione di tornare a rubare, giusto? So che non hai altra scelta ma… dopo ieri…”
Il tipo fuoco era assolutamente d’accordo. Per quanto le sue ragioni fossero buone, non poteva più farlo e nemmeno se la sentiva. Ne aveva abbastanza.
“Non sopporterei l’idea di saperti ancora in giro a rubare, ma sono certa che non lo farai, sebbene non possa costringerti. Per quanto tu sia capace, non ti ci vedo da sola in natura. Non conosco bene il tuo passato, ma posso dedurre che tu abbia già avuto un allenatore e se non sei con lui probabilmente è successo qualcosa”
“Fiyi…” abbassò il capo lo starter.
Lidia andò avanti “E non so se tu sia disposta a voler rischiare andando con un altro allenatore, ma vedo che ancora nessuno ti ha catturata. Inoltre ti meriti ancora una chance, per avere qualcuno di cui fidarti, una famiglia e diventare una grande e forte Pokémon! Non è meglio che ti unisci a qualcuno che già conosci, piuttosto che ad uno sconosciuto?”
La piccola cominciò a capire dove stesse arrivando questo argomento, aguzzò bene le orecchie per ascoltarla attentamente.
“Mi sono affezionata a te e vorrei averti in squadra. Insieme possiamo fare tanto e penso che tu possa fidarti! Hai un buon ingegno e credo che sia molto più invitante la mia offerta, che andartene in gira da sola nei boschi. Non sei fatta per vivere selvatica, anche se hai un passato duro con un allenatore, ti vedo fatta apposta per un viaggio in compagnia! Ovviamente non voglio costringerti…”
Vide la coda del Pokémon scuotersi e agitarsi, ben presto arrivò un "Yene Yene!" e le saltò tra le braccia leccandola ed emanando calore dai suoi pori. Lei voleva andare con Lidia, le stava simpatica e poi l'aveva aiutata. L’unica ad averle dimostrato vero affetto. Era come se fosse stata scelta per la prima volta da un allenatore.
Voleva dimenticare, voleva andare avanti e cominciare da zero. Quello sarebbe stato il suo vero inizio. Avrebbe cominciato a lottare per la giustizia che tanto amava Lidia.
“Mi fai il solletico!!!” Lidia ridacchiò, sentendo l’affetto che le trasmetteva con ogni singola calda leccatina.
Prese una pokéball dal suo zaino e la avvicinò "Sicura?" 
"Yene!" 
"Allora benvenuta nel team, nuova recluta!" e delicatamente le batté la sfera sulla testa.
Fiyene fu subito avvolta in un fascio di luce che la risucchiò dentro la pokéball.
Uno, due, tre vibrazioni… e non vi erano più dubbi. 
"CASO RISOLTO E ARCHIVIATO! E UNA FIYENE HO CATTURATO!" urlò felice la detective.
“Spooot pup pup!” esultò Spotpup.
Brock si avvicinò a Lidia e le posò una mano sulla spalla “Hai visto? Tutto per il meglio!”
Lidia sorrise all’amico e annuì. Un’altra prova che il suo cammino stava cambiando… e avrebbe dimostrato il valore dei suoi sogni a quella persona…
"Bene! E ora partiamo verso Mozzaburgo!" annunciò Ash

E così… Lidia ha risolto il misterioso caso di furti in città e la sua ricompensa è stata l'aggiunta di una nuova e valida amica per la sua squadra. Ora però tocca ad Ash, sempre più vicino alla sua seconda lotta in palestra. Ce la farà? Lo scopriremo andando avanti con l'avventura. Il viaggio continua...

E un altro capitolo volge al termine...Così la nostra amica Lidia ha una nuova recluta nel suo team di Detective provetti! Riuscirà con l'aiuto della sua nuova compagna a risolvere casi sempre più difficili? Beh come al solito vi invito a continuarci a seguire!

 

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Capitolo 14
*** Guerra per difendere il Pranzo! Maggasta all'Assalto! ***


Scusate il ritardo ma ecco un nuovo capitolo! Abbiamo voluto lavorare in questi giorni a qualcosa di diverso tra cui le nuove scalette per gli episodi successivi e siccome lavoriamo anche su un altro sito di Fan Fiction abbiamo sistemato alcune cose anche li. Spero che questa sia una buona lettura!


Episodio 11: Guerra per difendere il pranzo! Maggasta all’assalto!



Dopo un’insidiosa indagine tra i vicoli di Verzezia, Lidia è riuscita a catturare un esemplare femmina di Tiglow, unendosi così al gruppo. Avendo risolto uno dei problemi che rallentavano loro la strada, i nostri eroi continuano il loro tragitto attraverso il Bosco Acetone.

"Questo bosco è più grande di quel che sembri. Hanno piazzato la fabbrica in capo al mondo?” Era una domanda frequente che veniva ripetuta nel gruppo.
Serena controllava la mappa del suo pokédex "Beh il tuo stomaco può tirare un sospiro di sollievo Ash, perché la fabbrica di salse si trova proprio fuori il Bosco Acetone"
“Lì il tuo stomaco potrà divertirsi come gli pare!” Lo canzonò Lidia.
Ash inarcò il sopracciglio, con un misto tra un broncio e una faccia confusa “Perché sono tirato in mezzo?”
“Perché sei tu tra noi che vuole più di tutti andare in quella fabbrica!” Rimarcò Brock.
“…Touché” 
Serena scrollò le spalle “Beh potremmo fare una pausa tra mezzora, così vi faccio assaggiare i nuovi pokébigné ho inventato ieri al centro Pokémon!”
“Approvo!!” Ash alzò la mano come se fosse una proposta a votazione.
"In realtà lo stavo chiedendo al tuo stomaco.." sorrise Serena. 
Per approvare questa proposta, la pancia  dell'allenatore emise un suono che poteva essere vagamente interpretato come un si. "A lui va bene!" Ash dichiarò.
“Ok, a lui va bene!” Serena sorrise facendo l'occhiolino al suo amico. 
Ash rimase fermo un attimo ad osservarla. Chissà perché ogni volta che Serena le faceva l'occhiolino, l'allenatore sentiva una sensazione di piacere. Forse perché gli ricordava che all’aeroporto a Kalos, Serena prima di baciarlo gli aveva detto che sarebbe diventata più attraente mentre gli faceva un occhiolino.
L’allenatore tirò fuori il pokédex per giocherellarci un po', o così sosteneva Lidia. Chiedendo però il parere di Ash, lui stava più spendendo il tempo per comprendere meglio lo strumento e usarlo meglio in futuro. La cosa era vera, visto che non si era mai ritrovato un pokédex così complesso prima. Per lo più continuava a controllare quali interessanti Pokémon lo aspettavano, almeno di aspetto. 
Con il dito fece scorrere le varie pagine ed elenchi. Era un dex estremamente organizzato, ne aveva visti pochi di quel tipo e gli faceva piacere. Era totalmente diverso dal suo primo pokédex ricevuto a Kanto, il quale si limitava a descrivere con una voce registrata il Pokémon in maniera breve e faceva da carta d'identità.
Con questo vi erano una marea di metodi di ricerca. Si poteva controllare i Pokémon attraverso forme, tipi, regioni, versi, alimentazione, peso... Tutto ciò che un allenatore doveva sapere. C’erano anche diverse enciclopedie su leggende, Pokémon, bacche, erbe, eventi e tradizioni. Per non parlare delle mappe, la torcia, la mega fotocamera, lo schermo doppio, la licenza d'allenatore con le informazioni registrate ecc…
Tutto ciò era comodo in un certo senso, non gli era difficile familiarizzare con queste cose. Non erano complicate quanto le invenzioni di Lem. Pensare allo scienziata gli faceva mostrare il sorriso, sperava che presto si sarebbero incontrati con lui e Clem. Quasi quasi lo avrebbe chiamato, visto che il nuovo dex faceva pure le videochiamate.
Tornò a spulciare nell'elenco dei Pokémon forsiani. La sua mano si fermò quando vide di sfuggita un Pokémon familiare, ma anche diverso. Era un Rapidash? Sembrava davvero, ma non era giallino e non aveva la criniera in fiamme. Aveva la criniera d'acqua, una coda da pesce al posto delle zampe posteriori e il manto bianco candido.
Decise così di cercare altri Pokémon così e notò parecchi esemplari conosciuti già, ma con aspetti leggermente diversi "Brock, Lidia? Voi siete a Forsia da più di me. Non trovate che questi Pokémon siano simili ad alcuni di altre regioni?" Mostrò lo schermo.
I due si scambiarono uno sguardo divertiti, in effetti era normale aspettarsi quella domanda.
"Perché quelli sono infatti gli stessi Pokémon, solo che hanno apparenza differente. Sono esemplari che hanno mutato il loro aspetto, adattandosi all'ambiente. É un evento che si manifesta lentamente e con passare delle generazioni, sembra quasi dar vita ad una nuova specie!" Spiegò Lidia.
Brock continuò per lei "Accade anche ad Alola. Questo fatto é notevole. I Pokémon non hanno mutato solo il loro aspetto ma anche il loro tipo! Ad esempio ad Alola esiste un Vulpix con una forma differente. Il pelo é bianco ed é di tipo ghiaccio, evolvendosi assume anche il tipo folletto. Qui invece abbiamo Psyduck diverso, ma rimane comunque uno Psyduck. É difficile decidere se definirli la stessa identica entità. Sono due Pokémon differenti e uguali allo stesso tempo. Qui ad esempio Rapidash lo chiamiamo Rapidash forma Forsia o Rapidash Forsiano. Per far prima si può chiamare addirittura Rapidash!"
"Wow! Sembrano interessanti! Ce ne sono tanti?" Chiese Serena, controllando il proprio Pokédex.
Lidia annuì "Qualcuno, più che ad Alola!"
Ash tornò a guardare Brock, avendo appena ricordato una cosa curiosa "Brock! Sai cosa mi ricorda?"
"Cosa?" Brock non afferrò subito cosa volesse dirgli. Dopotutto non avevano mai vissuto casi simili.
"La professoressa Evy! Al suo laboratorio studiava i Pokémon che manifestavano forme e colori differe-oooops..." si accorse troppo tardi di ciò che aveva detto. Non credeva che avrebbe mai capito cosa era successo tra i due, ma semplicemente dimenticò quella questione che turbava tanto l'amico.
Brock si raggomitolò sotto un albero, con una mega gocciolona di sudore dietro la testa, la depressione e un’aura oscura emananti dal suo corpo. Una malumore e tristezza comici e raggelanti allo stesso tempo.
"Chi é la professoressa Evy?" Chiese Serena.
Domanda errata. Brock cominciò a gongolarsi sul terreno, rotolando come se fosse traumatizzato.
Serena si pentì confusa "Ops.. non dovevo chiedere?"
Ash corse da Brock e gli diede qualche colpetto sul fianco per farlo alzare "Avanti Brock! Alzati! Non fare il bambino!" Lo tirò su per farlo alzare, senza successo "Scusatelo, non sappiamo bene l'accaduto, ma parlarne lo abbatte!" Torno poi ad occuparsi dell’amico "Su amico, ricomponiti!" lo esortò Ash consolandolo.
Lidia fissò silenziosa la scena, per una delle poche volte preferì non fare deduzioni "Allora non ne parleremo!" Disse lei semplicemente.
"D-dovevi pronunciare proprio quel n-nome?" chiese un afflitto Brock. 
Ash si sentì colpevole, mascherando il nervosismo con una risata "S-Scusa pensavo che ti fosse passata..." rispose abbastanza mortificato l’allenatore.
"N-non importa… basta che tu non me lo ripeta mai più" provò a riprendersi il ragazzo più grande. "Approfittiamo della sosta per fare la pausa di cui parlava Serena”
"Allora cerchiamo un bel posticino per organizzare un picnic!" propose Serena. 
“Perché no?" sorrise Lidia "In fondo ce la meritiamo tutti una pausa!" 
Dopo alcuni passi il gruppo trovò un piacevole posto dove fermarsi. Sistemata la tovaglia, Serena andò a frugare nella sua borsa e tirò fuori il cestino dove di sua norma teneva i pokébigné. Li porse agli amici e tutti iniziarono a gustarseli.
“A-Allora? Come sono?” Serena domandò con timidezza.
Lidia annuì silenziosa, comprendendo che la domanda era ovviamente diretta più ad uno solo di loro. Anche Brock si limitò a mugugnare positivamente.
Ash invece sorrise entusiasta, senza tirare indietro i complimenti “Fantastici! Hai superato te stessa!! Sei sempre la migliore! Cosa farei senza di te!?” Finito questo si ingozzò con altri dolci.
Serena arrossì e ringraziò. Lidia si avvicinò al ragazzo e lo intimò di rallentare “Ash non ingoiare quei poveri bigné così in fretta! Non preoccuparti, Serena avrà l’occasione di fartene tanti, tanti altri in futuro! Li potrai mangiare ogni giorno!” sorrise lei con malizia.
Ash non capì la frecciata della detective, ma come sempre la cosa fu diversa per la biondina. “L-LIDIA!” Ovviamente la ragazza dai capelli color carota si riferiva al fatto che come coppia sposata, cucinare per lui sarebbe stato semplice e avrebbe avuto una scorta infinita di pokébigné. 
“Non chiederei niente di meglio!” Rispose Ash da sempliciotto, con tanto di gusto di Lidia che rideva a se stessa per l’ingenuità dell’allenatore e per l’imbarazzo naturale che ora stava provando la performer.
"Dunque Lidia...” Riprese l’adolescente di Biancavilla “Che mi dici di questa fabbrica di salse? E' davvero bella come dici?" 
"Non ci sono mai stata di persona, ma ho comprato un po' dei loro prodotti e sono squisiti! In particolar modo ho gradito la loro produzione di Ketchup! Una vera manna per le papille gustative!"
Due occhi cominciarono a brillare e una coda gialla si rizzò "kachupi!”
“Cosa ha Pikachu?” scherzò la detective notando lo sguardo del topino. 
"Gli hai appena nominato la parolina magica" scherzarono rispettivamente il suo allenatore e Serena "Pikachu è un buongustaio di ketchup. Lo adora!" Pikachu annuì come una furia.
"Eheheh, quando si parla di ketchup, Pikachu è peggio di me" ammise Ash, contento del fatto che per una volta il suo pozzo senza fondo era stato battuto dalla passione per la salsa di pomodoro del suo migliore amico. "Comunque ora mi hai davvero incuriosito, non vedo l'ora di andarci!”
"Tanto manca poco per uscire da questo bosco" disse Serena consultando la sua mappa. "Ancora un’oretta di viaggio e saremo fuori!”
"Perfetto! Io e Pikachu non vediamo l'ora! Uh... cos'è quello?" esultò Ash, salvo poi notare una strana creatura dall'aspetto ricordante un bruco mentre si avvicinava. Quando fu più vicina, divenne simile al formato di pasta delle penne.
"Sembra un… ma si è un Maggasta!" disse Brock. 
"Maggasta?" si incuriosì Serena e prese il suo Pokédex. 
"Maggasta. Pokemon Vermasta. Vive nelle foreste e quando è il momento dell'evoluzione secerna una particolare sostanza dal buon gusto. Ne esistono varie forme diverse anche se ancora non si è capito cosa inneschi questa variazione. A seconda della forza che ha quando si evolve il suo stato evolutivo successivo varia e diventa definita. Forma Visionata: Tipo Acciaio. Esemplare maschio.
"Che strano pokémon..." commentò Ash "...Però sembra simpatico! Ehi Maggasta! Ti vuoi unire a noi a prendere un pokébigné?" gli propose poi.
"Mag..." fu la risposta del Pokémon coleottero e si avvicinò strisciando verso il gruppo. 
L'allenatore diede lui uno dei dolcetti morbidi e attese che lo prendesse. "Ecco qua, gustatelo!"
Maggasta senza attendere azzanno il manicaretto "GastGastGast"
“E' carino quando mangia!" ammise Serena. “Lo trovo davvero adorabile!”
"Questa visione non ha niente a che fare con una certa persona che conosciamo, vero Ash?" scherzò Brock sottovoce all'orecchio del diretto interessato, venendo lo stesso udito dalle ragazze.
"Già…" rispose l'amico capendo l'allusione "Se ora fosse qui sarebbe schizzata come un Meowth!"
All'improvviso da un albero spuntò un altro Maggasta con una forma diverso. Serena inarcò le sopracciglia sorpresa "un altro!?"
Lidia staccò un pezzetto di bigné e stese il braccio “Ecco qua anche per te!"
Erano diversi, certamente avevano forme particolari, ma non sembravano aggressivi. "Ricordano la pastasciutta!”
"Pensi sempre al cibo tu?" Domandò Lidia.
Serena ridacchiò, non che la risposta fosse una novità "Spesso si, lo fa, ma stavolta ha ragione! Lo sembrano davvero!”
Brock annuì "Questo perché sono fatti davvero di una sostanza simile alla pasta!" Girò subito la testa su Ash "E tu togliti quel pensiero dalla testa”
Ash piegò la testa "cosa? Quale pensiero?" Era confuso.
“Quello che ti deve ancora venire" L’ex capopalestra era estremamente sospettoso ed era fermamente convinto che Ash aveva pensato di assaggiare un Maggasta. Per la prima volta però si era sbagliato, in quanto l'allenatore più giovane continuava a scrutarlo con occhi curiosi e confusi.
"Rimprovero inutile..." pensò Lidia. Il suo sguardo fu catturato da un gruppo di Maggasta avvicinarsi da lontano "G-Guardate un pò là!!!"
Il gruppo di teste si girò. Diventavano sempre di più, numerosi e veloci. Un branco enorme che quasi tirava giù gli alberi. 
"C-cosa!?" Si stupì Serena. 
Il gruppo indietreggiò fino a finire gambe all'aria. Si sentirono scaraventati all'indietro e decine di Maggasta di diversi tipi circondarono i loro zaini.
Saltarono addosso alle loro prede e in quattro e quattr'otto di alzò un polverone. Quando si distolse, l'unica cosa visibile erano i Pokémon striscianti che si allontanavano dall'area spuntino, sempre in carica verso la fitta foresta.
Gli zaini erano spariti: interi come erano arrivati, interi erano stati portati via. 
"Eh no!!!! Insomma siamo stati buoni e gentili e loro ci portano via il cibo!?" Si lamentò Ash.
Serena guardò sconvolta la coperta da picnic, completamente a brandelli. "Non bastava il cibo, anche la stoffa e altri materiali non commestibili si sono mangiati!?"
"Io avevo le mie pokéball lì dentro!!! Si sono mangiati pure quelle!?" Ash sbraitò sarcasticamente.
“Perché le avevi messe lì?” Domandò Brock.
“Ti devo ricordare che ieri Tiglow e Sudowoodo hanno distrutto la mia cintura porta pokéball?” ribatté Ash. 
L’allenatore sapeva anche che Serena pure le aveva messe nello zaino, perché quella mattina mentre si preparavano e lui non stava certamente osservando la ragazza alle prime luci del sole… aveva visto che non le aveva sistemate nelle tasche della giacchetta.
Lidia le teneva nel suo marsupio che aveva tolto e attaccato alla borsa prima della pausa e Brock aveva tolto la giacca perché aveva caldo e l’aveva pure lui messa nel borsone.
La detective fece le spallucce "Comunque on credo mangino pokéball. Piuttosto avranno portato via gli zaini per svaligiarli del tutto del cibo."
I quattro si alzarono e si prepararono all'inseguimento "Costi quel che costi, riavrò i nostri zaini!" Dichiarò Ash facendo cenno ai suoi amici di seguirlo.
Pikachu saltò avanti pronto per annusare e trovare le loro tracce. "Pika! Chupi!" Il suo naso li aveva subito individuati. Non che fosse difficile, quei Pokémon emanavano un aroma estremamente delizioso e invitante. Diversi tipi di pasta con differenti salse… dal pomodoro al pesto...
Tanti odori confusi insieme, ma molto buoni e facili da rintracciare. "Kapi!" Corse facendo loro strada.
Ash e gli altri partirono in corsa, sentendo persino loro gli odori forti dei Pokémon ladri, non quanto Pikachu, ma arrivavano a stuzzicare le narici.
Se Ash non li aveva assaggiati prima, lo avrebbe fatto ora che gli avevano non solo rubato il suo spuntino preparato da Serena, ma stimolato l'appetito. Certo, non lo avrebbe fatto davvero, ma appena arrivati alla successiva città si sarebbe preso quintalate di pasta di ogni tipo, spaghetti esclusi per ovvie ragioni. Ci sarebbe voluto ancora qualche giorno prima di riuscire a tornare a mangiarli, senza pensare a ciò che poteva trovarvi alle estremità. Che sotto sotto avrebbe sperato di trovare, ma preferiva evitare di mangiare le labbra di una certa ragazza... o non la avrebbe potuta baciare in futuro.
Arrossì e scacciò dalla testa quei pensieri e rifletté su cosa dire loro quando li avrebbero trovati. Ormai sapeva come funzionava: Pokémon affamati che non trovano cibo... o altri Pokémon meno gentili che preferivano trovare la via più semplice e grattarsi la pancia invece di portarsela qua e là lavorando a fatica per riempirla. 
Il gruppo seguì il fiuto di Pikachu, che a dire la verità fece un po' di fatica a sopportare tutta quella serie di odori che arrivavano al suo naso, ma riuscì a fare del suo meglio e ad avvicinarsi il più possibile. Quando sentì questi profumi troppo intensi, chiese ai suoi amici di fare silenzio e avvicinarsi piano piano. 
"Pikachu perché ti sei fermato?" chiese Ash curioso della reazione di Pikachu. 
Il topino si mise una zampina alla bocca per fare silenzio e indicò loro quello che aveva visto: un gruppo di Maggasta che stava strisciando con uno degli zaini dei nostri eroi sulle loro spalle, in questo caso quello di Ash.
"Eccoli la, quei ladruncoli!" bisbigliò Ash. "Ora mi sentono..." 
"Aspetta Ash!" gli suggerì Lidia. "I Maggasta sono forti in gruppo! Dobbiamo cercare di isolarli, solo così possiamo riuscire a recuperare i nostri zaini!" 
"Si ma c'è tutta la mia roba li dentro! E poi ci toccherà affrontarli tutti assieme lo stesso prima o dopo!" protestò nella mente l'allenatore.
"Per ora è meglio seguirli e vedere se riusciamo a sorprenderli con un attacco a sorpresa" suggerì Brock. 
"Buona idea" sussurrò Serena. 
Nel frattempo il gruppetto di Maggasta continuava a strisciare nella foresta "Magmagmagmag" si sentivano pronunciare in coro, contenti di aver preso un nuovo bottino da portare nel loro covo, uno però sembrava abbastanza contrariato "Mag...gastamag..." borbottò. 
Gli era sembrata un azione codarda e senza senso quella di rapinare delle persone gentili come quelle che avevano visto prima. 
"Gastamag!" lo sgridarono i suoi compagni. "Magastamagmag!" e azzittirono il loro "socio". Il gruppetto di bachi continuò a strisciare fino a quando all'improvviso un fulmine sbarrò loro la strada. 
“MagMag!?" alzarono gli occhi al cielo e videro un Pikachu, abbastanza seccato, guardarli con aria piuttosto rancorosa. 
"Pikachu Pi!!!!" sbraitò loro il topino. 
"G-Gasta...." si impietrirono loro e cercarono subito di fare dietrofront. 
Tuttavia trovarono Serena che stava sbarrando loro la strada. "Mi dispiace ma di qui non si passa!"
Provarono a svoltare a destra, ma anche quella via era bloccata, stavolta da un’altra persona "Neanche qui si passa!" li canzonò la detective dai capelli color arancio.
I Maggasta tentarono allora di svoltare a sinistra ma su quel lato vi era Brock "E nemmeno qui si passa!" Inutile, ogni via di fuga era sbarrata.
"Ora se volete gentilmente consegnarci lo zaino..." chiese con fare ironico la capopalestra di Collinopoli, tendendo la mano verso di loro. 
I Maggasta si riunirono in gruppo, cercando di escogitare una soluzione. Tutto d’un tratto iniziarono a scavare: potevano fuggire sottoterra. 
"No, non ci scapperete! Ash ora!" urlò Serena e con un balzo l'allenatore apparve cercando di acchiappare quei rapinatori di zaini.
"Siete miei!" urlò ancora in volo. 
I bruchi però erano stati veloci e quando Ash atterrò fu troppo tardi. Il suo zaino era sparito di nuovo insieme ai ladri. 
"Piano fallito..." sospirò Lidia "Ci dovremo riprovare..." 
"Ash? Tutto bene?" chiese Serena, notandolo ancora a terra e tutto rannicchiato. Corse da lui e noto ancora la polvere attorno al ragazzo, sembrava tenere qualcosa tra le braccia. 
"Si sto bene!!" tossicchiò lui cercando di diradare la polvere. “Però ho preso qualcosa comunque!" annunciò loro. 
Quando la visione fu più chiara, al posto dello zaino, tra le mani di Ash, c’era un Maggasta, il quale nonostante la sua forma strisciante, non riusciva a sfuggire dalle grinfie del kantoniano.
"G-Gassstamaggg!" urlò cercando di uscire da quella presa. 
"Uno ci basterà!" annunciò Lidia contenta dell'impresa. "Possiamo convincerlo a portarci al loro covo! Ottimo lavoro Ash!" 
"Ho i miei dubbi che dopo quest'azione vorrà farlo..." le rispose pensierosa Serena.
"Lascia fare a me!" le fece l'occhiolino l'amica. "In questi casi bisogna giocare un po' a poliziotto buono e poliziotto cattivo..."
Lidia si avvicinò con fare inquisitore al bruchetto e iniziò a tartassarlo di domande come se fosse sotto processo "Ascolta attentamente Maggasta, io non voglio farti del male. Se tu ci porti al vostro nascondiglio non ti capiterà niente..." 
"MAGG!" Sbuffò per tutto risposta l'interrogato. 
Lidia sogghignò "D'altra parte, non tutti sono come me..." e con gli occhi fece segno al bruco di guardare attentamente chi lo aveva preso. 
Il Maggasta si voltò e impallidì, davanti a lui vi era uno sguardo terribile e minaccioso, con quello che sembrava un ghigno perfido "Sai che oggi per colpa vostra ho mangiato poco, vero…?" sogghignò il mostro "E guarda caso voi sembrate piuttosto appetibili..." 
"M-Mag! M-mag!!!!" implorò il povero malcapitato "Gastameg!" avevano vinto, li avrebbe portati al loro covo. 
"Vedi che così ragioniamo?" disse la detective, per poi bisbigliare ad Ash "Ottima recitazione! Sembravi autentico!" 
"Beh, quando sono davvero posso diventare una belva..." gli sussurrò di rimando lui. 
"Bene ora puoi lasciarlo! Dopo quello spettacolo che gli hai offerto dubito che gli passerà in testa l'idea di scappare” 
Infatti il Maggasta ora sapeva di aver appena visto la morte in faccia e aveva troppa paura di contraddirla.
Poco dopo il gruppo seguì il Maggasta, il quale oramai era convinto di voler aiutare gli umani a recuperare i loro zaini. Cercava di indirizzare il gruppo come meglio poteva, se non fosse stato per un piccolo dettaglio che dimenticava. Il bruco infatti seguiva il percorso classico che tutti i membri del suo clan usavano, ma i suoi aguzzini non erano dei Maggasta e nemmeno dei Pokémon agili, leggeri e veloci come lui. Lui non lo aveva notato e loro non potevano saperlo. 
Lo spaghetto passò sopra una parte molto più boschiva all'apparenza piena di rovi e piante spinose. La cosa fu nota a tutti e attraversare i rovi non era esattamente un ottima idea.
"Uhm… non credi che forse sarebbe meglio aggirare quest'ostacolo?" chiese preoccupata Serena. 
"Ma no, se ci è passato Maggasta ci posso benissimo passare anche io! Guarda!" proruppe Ash e così facendo passò anche lui tra la vegetazione, scomparendo dietro foglie e rami.
In poco tempo si cominciarono già a sentire i primi lamenti... "OWOWOWOWOW! Che male! Che male!"
"Te l'avevo detto io…" sospirò l'amica.
Dopo uno sforzo estremo, Ash riuscì a sbucare dai rovi, per ritrovarsi i suoi amici davanti a lui come se niente fosse “Ma… ma!!”
“C’era un sentiero di fianco e senza rovi. Abbiamo preso quello!” pavoneggiò Lidia. Ash abbassò la testa sconfitto e si limitò a stare zitto.
L’escursione continuò. Maggasta continuò a guidarli, senza davvero essere sicuro del perché gli veniva spontaneo fidarsi e non tradirli. 
Proseguendo, arrivarono ad un fiume abbastanza torbido e rapido. Sopra di esso vi era un tronco con cui sarebbe stato possibile attraversare. 
"Gastamag!" indicò loro e piano piano strisciò fin dentro il tronco cavo e sbucò sull’altra sponda senza troppi problemi. "Gastagasta!" si sentì sulla riva opposta.
"Uhm, Maggasta dice che possiamo passare da qui!" disse Ash “Sei sicuro che reggerà il nostro peso?” 
“Magggagga!” annuì il Pokémon.
“Non saprei…” lo ammonì l'amica Detective "Non hai notato che quel tronco non sembra tanto stabile? Noi pesiamo molto di più" 
"E da cosa deduci che lo sia?" chiese confuso Brock.
"Beh guarda il suo colore! E' praticamente nero! E poi le radici non sono fissate al terreno, quindi potrebbe rotolare e cadere! Inoltre se guardi meglio e ti avvicini, vedrai che alcune parti di tronco sono marce. Salendoci sopra e camminando non si ha tempo di avvicinarsi per controllare dove mettere i piedi o meno”
"Beh nero o no Maggasta dice che possiamo fidarci! Se vogliamo che questa cosa funzioni dobbiamo fidarci l’un l’altro, non credete? Inoltre a nuoto non possiamo passare e non mi pare ci siano altre vie o che Tweeny possa portarci di là volando”
I ragazzi di conseguenza non dissero nulla. Non che avesse tutti i torti, anche se sembrava lo stesso pericoloso. Prendendolo come un consenso, Ash poggiò il piede e per sua fortuna il primo passo non lo fece cadere. Appoggiò anche l’altro e il tronco non collassò.
L’allenatore continuò lentamente e con attenzione, arrivando fino a metà strada. Serena lo fissava con nervosismo, come se quei secondi durassero ore. “Maggasta aveva ragione, facendo attenzione si può passare tranquillameeeeenteeeeeeeeeeeeeeeeee!" e mentre pronunciava queste parole si sentì un rumore che non prometteva nulla di buono.
*CRACK*
Il tronco si spezzò facendo precipitare il malcapitato in acqua.
“Ash!” gridarono i suoi amici, per sua fortuna era un buon nuotatore, raggiungere la riva gli fu abbastanza facile.
Una volta sulla terra asciutta, si ritrovò bagnato come un pulcino “Ash stai bene!?" chiesero i suoi amici dall'altra sponda.
"S-si..." rispose lui abbastanza affaticato. "Sono solo fradicio, nulla di grave!" 
"Come volevasi dimostrare..." pensò la detective facendo spallucce "Resta lì con Maggasta! Cerchiamo qualcosa con cui raggiungerti!" gli disse poi. 
"O-Ok" rabbrividì lui. Fare un bagno in questo modo non era esattamente nei suoi programmi per oggi. Ci volle un’ora per permettere ai ragazzi di recuperare qualcosa da permettere loro di raggiungere il loro amico, ansioso di asciugarsi.
Lidia cominciò ad accendere il fuoco, mentre Ash si sedette.
"Faresti meglio a toglierti i pantaloni e la felpa per asciugarli, o ti prenderai un malanno!" Consiglio Brock, non pensando alle due presenze femminili.
Serena non ci fece gran che caso all'inizio, pensando più alla salute di Ash che alle parole del capopalestra.
"Cosaaaaa-a-aaaa... aaachoouuuuu!!!" Starnutì Ash cadendo all'indietro.
Serena corse da lui e lo aiutò a rialzarsi "Sicuro di star bene?"
Ash annuì con sorriso incoraggiante. "Certo, solo uno starnutino. Vedrai che tra poco sarò di nuovo pimpante come primaaaaaachouuuu!!!"
La performer lo accompagnò fino al fuoco e lo fece sedere di fronte alle fiamme per scaldarsi. L'ultima volta che aveva starnutito così e guarda caso per un bagno non programmato… era a Kalos, quando si era preso quel febbrone e oh no, Serena non voleva accadesse di nuovo, per quanto emozionante e "bella" fosse stata quella situazione era anche eccessivamente imbarazzante. 
Lidia alzò un sopracciglio e unì le mani sbattendole insieme "Ok, Ash! Sbrigati e spogliati, se no i tuoi capi non si asciugheranno mai"
Ash fece per rimuovere la giacchetta, ma qualcosa lo bloccò. Doveva rimuovere tutto, tutto? Davanti a Serena? "N-No aspetta non posso!" 
"Perché?" Domandò Lidia. Sapeva benissimo le ragioni, ma poco le importava. Imbarazzarlo era sempre inserito nella sua agendina mentale.
"Come perché!?" Ash alzò la voce "Perché rimarrei solo in mutande e davanti a voi ragazze!"
“Devi togliere anche quelle…” aggiunse lei veloce e con semplicità-
“COSA!? NOOO!!”
Serena rabbrividì di vergogna, sapendo che dentro, nel profondo, una scena del genere l'avrebbe fatta svenire e l'avrebbe apprezzata allo stesso tempo. "H-Ha ragione lui!" Non riuscì ad immaginare la scena, era troppo sconvolgente per lei.
Ash annuì in fretta e furia. 
Lidia sperava di fargli venire una crisi ormonale di estrema grandezza. Chi lo sa, in mutande… o senza… e davanti a Serena, forse una svegliata se la sarebbe data. Dopotutto sapeva della enorme cotta anzi, dell’amore che provava la performer, ma analizzare Ash era un processo più complesso. "Mica ci scandalizziamo o ti guardiamo! Su Ash! Giù le braghe!"
Ash scosse la testa con ferma serietà e viso rosso di chi ha appena mangiato una Baccamodoro.
Brock non sembrò capire nulla, ma si fece avanti per risolvere il tutto con rapidità. Manco lui voleva far patire ad Ash questa vergogna "Ok, allora Ash tu vai in tenda e ti cambi, ci passi i vestiti e poi li mettiamo ad asciugare. Quando sono pronti te li ridiamo e ti cambi sempre in tenda"
Serena alzò la mano "P-Posso occuparmi io dei vestiti…”
Ash arrossì, senza sapere nemmeno il perché, ma la proposta gli andò bene. Montarono la tenta e una volta entrato, finalmente trovò il coraggio di svestirsi.
Non era un problema per lui rimanere in calzoncini e senza maglia come faceva quando dovevano nuotare o roba simile, ma non era esattamente un costume quello che indossava e la consapevolezza che c’era Serena e lo sapevano entrambi che non erano esattamente adatti per nuotare, lo faceva davvero andare in crisi.
Serena invece era vicino al fuoco, cercando di evitare il più possibile di guardare verso la tenda di Ash. Sospirò, sentendosi davvero un caso disperato. Per quanto fosse una cosa imbarazzante, aveva 18 anni, no? E poi aveva intravisto Lem con i mutandoni quando era fuggito dalla Villa Aurelia. Perché pensare al fisico che la faceva impazzire di Ash, le dava tanti problemi?
Ma Lidia aveva una domanda differente "Perché non hai preso all'amo la mia offerta?" le si avvicinò l'amica con uno sguardo malizioso "Era una bella occasione per... lo sai vero?" 
"COSA DICI!? P-Perchè era imbarazzante! Specie per una ragazza, dovresti capirmi!" cercò di rispondere la diretta interessata con il viso in fiamme. 
"Beh si, per una ragazza si. Eppur sospetto che a te sotto sotto sarebbe piaciuto! Oh si, si, si!" replicò l'altra con un sorriso inquisitore "Sappi solo che non sarà facile scrollarmi di dosso!" si sentì dire Serena, mentre la detective si allontanava per raccattare un po' di legna. 
Serena di nuovo sospirò, fortunatamente aveva evitato un’ altra crisi isterica, ma non sapeva quanto sarebbe potuta resistere ancora con un amica come Lidia. 
Il Maggasta la guardò incuriosito. Non ci capiva molto dell'essere umano, eppur vedere queste scene lo aiutavano a comprendere di più del mondo esterno. Gli era stato detto che l'essere umano era pericoloso, ma allo stesso tempo utile per raccogliere cibo quando scarseggiava e invece ora stando a contatto con loro non gli sembrava per niente cosi. Forse il suo capo si sbagliava? 
Lo spaghetto si avvicinò a Serena "Mag?" 
"Hai sentito tutto vero? Beh a te posso confidarlo, quindi forse posso sfogarmi un po'. Ash non è cattivo, è solo che si adira quando avvengono cose che non gli vanno a genio e soprattutto se coinvolgono cose a lui importanti, come il rapimento dei nostri zaini per colpa dei tuoi amici. A lui in verità non importa degli zaini, ma lo preoccupa il fatto che ci siano i nostri Pokémon coinvolti”
“Mag?”
“Lui è davvero un ragazzo speciale. I tuoi compagni rubando gli zaini hanno tolto a noi anche i nostri amici, è questo che lo fa davvero arrabbiare. Ma tu non sei come loro vero? Stai facendo del tuo meglio per aiutarci e non sei scappato mai quando ne avevi l'occasione. Forse con un Pokémon come te al comando, questi continui furti non accadrebbero, vero?" spiegò lei.
Lui il leader? Sarebbe stato bello, ma aveva paura. Terrore del suo capo, l'aveva visto lottare una volta e punire malamente uno dei suoi compagni e da quel momento ere rimasto troppo traumatizzato. Ovviamente ciò che il capo stava facendo non gli andava per niente a genio. "Gasta meg..." 
"Però se c'è una cosa che Ash possiede è la grinta e poi non è capace di mollare! Stai certo che finché lui sarà nei paraggi ti aiuterà! E' grazie a lui che oggi sono quel che sono, e chissà magari un giorno..."  
"E-Ehi! I vestiti son pronti?" chiese una voce da dentro la tenda interrompendo le fantasie di Serena e facendola ritornare alla realtà. 
La ragazza controllò per bene che tutto fosse a posto e poi si avvicinò alla tenda con gli abiti dell'amico perfettamente piegati "Si eccoli qua! Te li do subito!” Aprì una piccola parte di tenda e cacciò dentro la mano senza vedere nulla. Quando fu certa che l’allenatore aveva preso i vestiti, ritirò la mano e chiuse il riparo.
“Grazie mille!!” la ringraziò Ash dall’interno.
Dopo pochissimi minuti, Ash uscì vestito e asciutto “Meno male! Stavo gelando dentro quella tenda! Grazie ancora Serena!" 
"M-ma ti pare? Non c’è di che!" minimizzò lei.
"Beh adesso son di nuovo carico e pronto a ripartire! Allora Maggasta, pronto a condurci ai nostri zaini? Ti ricordi che abbiamo un accordo vero?" chiese l'allenatore al bruco, il quale annuì. "Allora facci strada!" lo incitò. 
Maggasta riprese la sua marcia nei meandri del bosco. Il prossimo ostacolo che il gruppo si ritrovò di fronte era un crepaccio.
"Uhm come facciamo a passarlo?" si chiesero tutti. 
Maggasta lanciò un filo della sua bava, che si appiccicò ad un ramo e chiese di essere osservato. Respirò per concentrarsi e si lasciò dondolare nel vuoto raggiungendo l'altra sponda. Una volta fatto ciò lasciò che la liana improvvisata tornasse dai ragazzi. 
Serena si avvicinò per tentare di fare la stessa cosa, nonostante la paura la impedisse di avanzare con sicurezza. 
L'allenatore notò l'insicurezza della compagna e si fece avanti. "Ehi Serena, se ti fa stare meglio posso andare prima io! Non preoccuparti, ci penso io a vedere se regge o meno. E poi ci sarò ad incitarti dall'altra parte!" Le avrebbe proposto di saltare assieme, ma il peso di entrambi non avrebbe permesso alla liana di reggere. Decise allora di fare da cavia, in modo da essere il primo a fare il tentativo ed essere presente quando Serena si sarebbe gettata, così l'avrebbe presa lui alla fine sulla sporgenza opposta.
Il ragazzo prese la rincorsa e si gettò verso la liana "Woaaaaaaahh!!!" L'afferrò e si lasciò dondolare per buona parte del tragitto sul vuoto. 
In effetti stando così sospesi faceva capire come mai Serena non aveva a genio l'idea di farlo. Però lui non aveva problemi di vertigini. Gettarsi da rupi, torri e Pokémon volanti gli aveva fatto da allenamento.
Sfortunatamente la tela non era abbastanza forte per reggere una persona come Ash e prima che se ne potesse accorgersene si spezzò. Ash guardò in alto e rabbrividì, sentendo la gravità che faceva effetto. "AIUTOOOOOOO!" Gridò mentre precipitava.
I suoi amici non potevano far molto, senza Pokémon e poterono stare solo a guardare il malcapitato cadere. "ASHHHHH!" Gridarono. 
“PIKAPIIII!!” Pikachu pure urlò terrorizzato.
Maggasta rimase scioccato. Era la terza volta che Ash si fidava di lui e anche la terza volta che lo cacciava nei guai e ora stava persino rischiando la vita. No, non stavolta non poteva permetterselo. "MAGGGGGGGGGGGGGGG!" si sforzò e un fascio di luce lo avvolse. 
“Si sta evolvendo!" disse sorpreso Brock. 
L’essere strisciante ora luminoso, continuava a mutare, lasciando che l’evoluzione continuasse. Una volta sparito il brillio, venne rivelato un bozzolo che ricordava il formato di pasta delle conchiglie. 
"COOOONCHOOOO!!!!" urlò sputando velocemente una tela che avvolse Ash appena in tempo, prima che l'allenatore si sfracellasse al suolo. Il ragazzo sentì uno strattone e si fermò, sospeso nel vuoto. 
Quando Conchorn fu sicuro che Ash era in salvo, usò tutta la sua forza e lo tirò su. 
"*Anf Anf*..." annaspò dallo spavento il Biancavillino "Grazie Maggasta! Se non ci fossi stato tu..." si bloccò sorpreso notando che al posto di Maggasta ci fosse un nuovo pokemon. "Ehi ma non sei Maggasta! Che Pokémon sei tu?" Non aveva avuto il tempo mentre cadeva di capire cosa stesse succedendo e che si fosse evoluto. Tirò fuori i pokédex e lo scannerizzò.
"Conchorm, il pokemon sanguisillo. E' La forma evoluta di Maggasta. La sua bava appiccicosa è abbastanza forte da poter essere usata anche come colla per attaccare gli oggetti. Mangia quello che trova per permettere alle sue cellule in mutazione di evolversi. Esemplare maschio."
"E così ti sei evoluto per salvarmi!" si sorprese l'allenatore "Beh congratulazioni… uhm… Conchorm!!!!" 
"Chooorm...." racchiò il nuovo essere, senza rendersi conto di esser diventato più forte, ma anche più lento.
La voce di Serena gli arrivò alle orecchie "Ash! Stai bene!?" urlò dall’altro lato.
"Si, sto bene, non preoccuparti! Questo tutto grazie a Conchorm!" gli urlò di rimando. Serena appoggiò la mano al petto "Meno male..."
"Ascolta Ash…" urlò Brock per farsi sentire "Ora che Maggasta si è evoluto in Conchorm, la sua liana appiccicosa dovrebbe essere abbastanza forte da permetterci di attraversare uno per uno il crepaccio!" 
"OK!" Comprese Ash "Conchorm potresti…?” Senza neanche che finisse la frase Conchorm sputò la sua tela resistente, che si appiccicò saldamente ad un rampo passante sopra le loro teste.
Ash portò le mani alla bocca e rispose "Ora dovrebbe reggere!"
Dire che Serena non aveva nuovamente paura sarebbe stata un’enorme bugia. Già lei aveva paura di tutto ciò che era sospeso nel vuoto e su cui non poteva sentire i piedi saldi o stabili, voli sui Pokémon esclusi. Ora, dopo aver visto Ash rischiare così, non poteva che essere ancora più timorosa "I-Io non ce la faccio!" ammise poi.
“Coraggio Serena è facile! Non guardare e gettati!" la chiamò l'amico.
“Come getteti!?” spalancò gli occhi lei rimproverandolo “Come faccio ad afferrare la liana poi!?”
“Ops… non ha tutti i torti…” Pensò il migliore amico, ma poi parlò “Avanti! Adesso la liana è resistente! E poi ti prenderò io quando arriverai all'altro lato! Non preoccuparti, finirai dritta tra le mie braccia!”
La performer deglutì, stava per affrontare una delle sue paure più recondite eppure arrossiva per le parole di Ash. Prese la liana tra le lieni e provò a lanciarsi ma si bloccò. Cercò di respirare per riprendere fiato e riprovarci. "O-Ok ora ci provo per davvero!" si senti pronunciare. 
Di nuovo prese la rincorsa ma si bloccò. Non ce la faceva proprio. "No Ash, non ce la faccio proprio! Troverò un altra strada!" provò a dire, ma qualcosa la spinse verso il dirupo. Serena chiuse gli occhi accecata dalla paura "AAAAAAAAHHHHHHHH" Urlò mentre dondolava aggrappata alla fune. 
Quando riaprì gli occhi vide Ash con le braccia aperte pronta a prenderla, ma entrambi non si aspettavano che stesse andando a tale velocità e la spinta fosse stata così forte. La ragazza dagli occhi azzurri finì letteralmente tra le braccia del suo principe o allenatore azzurro e finirono entrambi a terra con le gambe all’aria.
Rimasero rintontiti per un attimo. Quando Ash riaprì gli occhi, trovò ancora serena tra le sue braccia, che lo stringeva come se fosse un peluche. Non gli dava fastidio la cosa, anzi… ma… arrossire fu d’obbligo “U-Uh… Serena tutto bene?” 
La ragazza annuì, senza comunque staccarsi da lui e continuando ad abbracciarlo come se fosse ancora sospeso sul vuoto. 
"Beh… te l'avevo detto che ci sarei stato io a prenderti…"
Sull’altro lato, Brock incrociò le braccia, guardando la scena con confusione "Perché l’hai spinta?" 
"Sono colpevole, ma il movente non posso dirtelo" ammise la detective "Ora però è il mio turno di dondolarmi! Lanciami un filo Conchorm!"
Una volta che anche Brock si portò sull'altro lato, il gruppetto comandato dal nuovo Pokémon bozzolo, continuò il suo viaggio. 
"Sai Conchorm?" disse Ash mentre camminavano.
"Chorm?" 
"Tu sei diverso dagli altri tuoi compagni. Mi dispiace di averti minacciato prima. Ti sei persino preso la briga di salvarmi. Perché non provi ad affrontare i tuoi compagni a viso aperto? Tu sei forte lo hai dimostrato! Potresti dire loro di smetterla di rubare il cibo ai viandanti! E se non ti danno retta ti darò una mano io!" 
Il bozzolo dentuto si sorprese. Quel ragazzo voleva sfidare il branco e soprattutto il capo, solo per aiutarlo? La sua evoluzione lo avrebbe aiutato? Conchorm continuava a strisciare indeciso sul da farsi, ma non arrivo ad una conclusione.
Continuarono fino a che il gruppo non si ritrovò in una zona piuttosto particolare della foresta. Era piena di fili e di bava di colori diversi e tutti profumati. C’erano anche tantissimi bozzoli e chiazze di salsa sugli alberi.
"Siamo vicini..." commentò la detective "...Questo è il loro territorio, prepariamoci ad affrontarli. Non sappiamo quando potranno attaccare, perciò in campana!" 
"Fortuna che abbiamo Pikachu con noi" disse Serena "Se non ci fosse lui saremmo completamente impotenti di fronte alla banda dei Pokémon pastabruco!" 
"Mi raccomando Pikachu! Contiamo su di te!" lo esortò Ash. 
"Pika!" replicò il suo amico giallo. Nessun bruchetto sarebbe riuscito a far del male ai suoi amici. 
A loro insaputa però, gli alberi avevano occhi e orecchie, o meglio coloro che vi posavano sopra. Un Conchorm, vedendo e udendo tutto, fece passaparola ai vari Maggasta che subito si avviarono verso la base del loro capo.
Sull'albero più grand, in mezzo alla foresta, riposava una mastodontica falena dalle grandi ali. La sua forma ricordava una farfalla di pasta, con degli spaghetti in testa e il corpo a forma di penna. 
"Mag Mag!" lo chiamarono dal basso. 
L'insetto più grande si alzò con malavoglia. Due minuscole nullità avevano appena disturbato il suo sonno e ciò non era gradito "MARIII!?" ruggì impaurendo i due esserini più piccoli. 
Le spie riferirono tutto ciò che era arrivato alle loro orecchie. Il boss ascoltò svogliato il loro rapporto, ma quando gli fu riferito che a guidare quegli intrusi vi era un membro a lui malamente conosciuto si infuriò come non mai. "RILLON RILLON!" sbraitò. 
I due corsero a dare l'ordine. Aveva appena dichiarato di sbarazzarsi del traditore e i suoi amici a qualunque costo.

Ash e il gruppo finalmente arrivarono a destinazione. Conchorn indicò loro lo spiazzo d’erba che si estendeva oltre i cespugli. Non servì guardarsi troppo in giro, subito ai loro occhi furono ben visibili i loro zaini ancora intatti, o così sembrava. Inoltre in giro non c'era l'aria di esserci nessun Pokemon selvatico.
"Che li abbiano abbandonati perché hanno già rovistato e preso tutto il cibo?" Ipotizzò Serena.
Ash incrociò le braccia "troppo facile... troppo facile..."
Vi seguì qualche secondo di silenzio, Pikachu teneva le orecchie ben diritte per captare ogni singolo suono a lui sospetto. Che qualcuno li osservava era scontato, si sentiva chiaramente la presenza di centinaia e centinaia di occhi puntati su di loro.
A questo punto era ovvio che prima o poi si sarebbero scontrati con i Maggasta, quindi l'unica speranza era raggiungere gli zaini e liberare i loro Pokemon per combatterli.
Ash non era dell'idea di ritirarsi, quei ladruncoli avevano bisogno di imparare un minimo di rispetto e dignità.
Conchorm lo guardò come se fosse pazzo. Leggere i pensieri di questo allenatore era abbastanza facile e se da una parte sembrasse avere un cervello confusionario quanto un recinto di Aipom... dall'altra sembrava stranamente organizzato.
"Con con!" Provò a convincerlo a ritirarsi.
"Non se ne parla!" Parlò Ash come comprendendo le sue parole. Più passava il tempo, più gli era facile comprendere un po' di linguaggio Pokémon. Non che fosse un traduttore, ma da come si atteggiavano e come si esprimevano poteva capire leggermente la situazione. "Non possiamo tirarci indietro! Noi dobbiamo riavere i nostri zaini e tu devi aiutare i tuoi amici a conoscere una via migliore per procurarsi da mangiare!"
Il bozzolo rabbrividì, non sentendosi affatto a suo agio. Stavano dichiarando guerra davanti al suo branco, se lo sentiva.
E quando nessuno se lo aspettò, mentre Brock studiava un piano, Ash partì in quarta e scattò in direzione degli zaini non abbandonati. Sentì i cespugli muoversi e un’energia negativa circondarlo. Stava correndo con tutte le sue forze, percependo chiaramente che i Maggasta erano usciti e lo stavano puntando come bersaglio. Sentiva pure i richiami dei suoi amici, tranne Pikachu che sostava ora sulla sua spalla, reggendosi saldamente. "Ci siamo quasi!"
Con un ultimo slancio, Ash saltò letteralmente sugli zaini. Cacciò la mano nel proprio e tirò fuori delle pokéball. Pensò "Nota mentale: da adesso in poi riprendo a tenere le pokéball su una fascia o cintura, dovrò comprarne una nuova o farmela aggiustare da Serena…" in effetti era scomodo tenerle nello zaino. Erano a rischio maggiore e non poteva tirarle fuori con facilità.
"Tweeny! Scelgo te!" 
Dal fascio di luce si materializzò l'uccellino.
"Bene! Pronti voi due?!" si riferì a Pikachu e Tweeny. Poi si voltò verso gli amici "Li tengo impegnati! Voi raggiungetemi e prendete i vostri Pokémon!" Quanta mai oggi tutti avevano tenuto le pokéball nei propri zaini?
Cominciò l'attacco. Arrivarono i primi 5 Maggasta, caricando con Riduttore. Ash si preparò a respingere l'attacco "Pikachu usa fulmine!"
"Pikaaaaa chuuuuu!!!!!" Gridò lui colpendo i rivali che si accasciarono quasi cotti a puntino. Non erano difficili da sconfiggere, ma prima che ne avessero sconfitti altri 495 più il boss... beh sarebbero stati esausti.
Finalmente i compagni di Ash raggiunsero gli zaini e liberarono i loro combattenti: Sylveon, Braixen, Chansey, Tiglow e Spotpup.
Brock li ricordò della situazione "Mi raccomando! Spotpup, Braixen, Tiglow e Tweeny sono in vantaggio come tipi! Dobbiamo approfittarne!" Tutti annuirono.
La guerra tra il gruppo di eroi e il gruppo di Maggasta e Conchorn continuava a perversare. Braixen e Tiglow lanciavano fiammate da tutte le parti, Tweeny faceva volare via quanti più nemici poteva con le sue potenti raffiche. Spotpup caricava e congelava tutto quello che gli capitava a tiro dei suoi denti, Chansey e Sylveon travolgevano con la loro mole tutti i vermi e bozzoli che avevano a tiro e Pikachu abbrustoliva a suon di fulmini tutti i Maggasta e Conchorn che riusciva a scovare. 
Conchorm guardò trepidante la grande guerra che si era appena generata. Stavano davvero tenendo testa al branco. Forse c'era una possibilità di stravolgere tutto l'ordine sociale della banda a cui apparteneva.
Passavano i minuti ed erano rimasti soltanto 200 nemici complessivamente. Dato che un attacco su larga scala individuale non funzionava, i Pokémon insetto coleottero decisero di optare per un attacco coordinato. Spararono tutti all'unisono Millebave, cercando di legare tutti insieme i loro avversari. La tecnica sembrò funzionare, visto dato che il filo combinato degli insetti era talmente resistente che neanche il più potente Fuocobomba di Braixen sembrò scioglierlo. 
La rete vischiosa si avvicinava sempre di più ai Pokémon degli allenatori "Scansatevi presto!" urlarono i ragazzi, ma il filo era troppo veloce, sarebbero stati avviluppati tutti.
All'ultimo secondo, un altro filo avviluppò più velocemente quello diretto su di loro e con un grande strattone lo spostò lontano dal punto d'impatto. 
"Grazie Conchorm!" lo ringraziò l'allenatore di Biancavilla. 
"Chorm!" sorrise il bozzolo mostrando i dentini. Anche lui avrebbe lottato, ora che si era presentata un’occasione non se la sarebbe lasciata sfuggire. 
Con la forza della sua bocca usò il peso di Pikachu e gli altri come potenti bolas e scaraventò lontano quanti più ex-compagni riusciva a colpire. Dopo questo tremendo attacco anche gli ultimi Maggasta e gli ultimi Conchorm erano finiti K.O. 
"E con questo abbiamo finito!" dichiarò Ash "Mamma mia che lotta... 500 Pokemon tutti insieme non è una passeggiata!" ansimò poi.
"Già..." concordò Serena "...è stata una battaglia estenuante..."
Un sonoro ronzio interruppe i loro festeggiamenti, con il significato che la guerra era appena solo iniziata. All'improvviso il cielo si oscurò e dall'alto un gigantesco paio di ali si pose davanti al gruppo di umani. "MARILLON!" ronzò con furia. 
"Ma certo! Era chiaro che il loro capo fosse un Marillon!" esclamò Lidia "Ma non ne ho mai visto uno così… GROSSO!" 
"Marillon?" si incuriosì Ash, prendendo per la terza volta il pokédex in mano. 
“Marillon, Il pokemon farfapasta. Forma finale di Maggasta. Le sue grandi ali variopinte sono in realtà ricoperte di una sostanza appiccicosa e malleabile che cambia in base alla trasformazione molecolare avvenuta durante l'evoluzione in Conchorm da parte di un Maggasta, così anche il tipo. Esemplare maschio." 
"RILLON!" ruggì ancora la falena. Era infuriata per aver dovuto intervenire. Irata ronzò a destra e sinistra e colpì gli inermi suoi seguaci come punizione per non aver adempito al loro dovere. 
"Ma... attacca i suoi compagni!?" si chiese un incredulo Ash. 
"Con..." mormorò consapevole il suo amico bozzolo. Da quando quel Marillon aveva letteralmente ucciso il vecchio capo della gang, aveva usurpato il titolo di leader e si era messo a spadroneggiare sul bosco. 
Braixen e Sylveon si lanciarono all'attacco, ma con un nonnulla e un battito di ali il gigantesco Marillon scacciò via le 2 povere Pokémon. Era solo uno colui che era degno di sfidarlo e quello era davanti a lui, il topo giallo chiamato Pikachu.
Pikachu si mise sulla difensiva. Era chiaro che Marillon sarebbe stato un grosso problema da abbattere se era riuscito con un semplice battito di ali a scaraventare via le sue 2 amiche. Si preparò ad attaccare, ma una presenza a lui familiare chiese di farsi da parte. "Pika?" 
"Concho..." Il bozzolo appariva risoluto e senza timore. Lo avrebbe affrontato lui, e se sarebbe morto combattendo, almeno sarebbe morto con onore. "Concho Concho!" si lanciò all'attacco come meglio poté.
"RILLON!" La falena scacciò con fare molto adirato. Come osava quel microbo opporsi a lui? Era davvero convinto di potercela fare? 
Il bozzoletto però si rialzò e si rimise in piedi. "Conchoooooooooo!" urlò in modo da farsi sentire da tutti "Concho chorm cho! oncho oncho chorm chorm!"
"Che sta facendo Conchorm?" chiese Serena. 
"Non ci giurerei, ma credo che Conchorm stia cercando di persuadere il gruppo a ribellarsi alla tirannia di quel Marillon!" replicò l'amico dottore. 
"Mag...mag" biascicarono i feriti.
"Cho…Cho!" Continuava a urlare lo sfidante. 
Marillon lo guardò ancora più furioso. Lo avrebbe fatto smettere, anche a costo di farlo tacere per le botte. Prese la mira e puntò velocemente sul suo subalterno colpendolo duramente e incrinandone il guscio. 
"Conchorm!" urlò Ash. Serena si coprì il viso per non vedere altri orrori come quello a cui aveva appena assistito.
"Maledetto!" si adirò Ash "Colpire in questo modo i tuoi sottoposti! Sei un vigliacco Marillon! Un capo deve mettere al primo posto la sicurezza di chi gli sta accanto!”
Anche i Maggasta e i Conchorn avevano visto la scena e qualcosa in loro scattò. Incominciarono ad attaccare il loro capo, uno ad uno, senza motivo preciso. 
Mentre tutto ciò accadeva, Ash prese il corpo apparentemente senza vita del suo amico, ma qualcosa in quel bozzolo luccicò. "Cosa succede!?" rimase incredulo alla vista di tutto ciò.
"Conchorm si sta evolvendo! Ancora!" urlò Lidia. 
Il guscio incrinato si spezzettò in mille frantumi, facendo nascere da esso l’evoluzione. Un altro Marillon, con un motivo diverso dall'altro. "Rillon Rillon!" ronzò svolazzando qua e la. Ora si che era pronto a sfidare il suo ex-capo.
Il Marillon avversario era diverso, aveva le macchie verdastre. Lo stesso Pokemon, ma quello buono, aveva invece la salsa di colore rosso.
Il boss caricò Ronzio e colpì in pieno il rivale. La falena color rosso cadde al suolo, ma si rialzò con facilità. 
Emise una spora profumata, con aroma piccante "Riririlllll!!!!" Era il suo grido di battaglia.
Il rivale accettò la provocazione e cadde in picchiata sul nemico. Il buon Marillon caricò a suo volta contro il rivale.
Una frazione di secondo e quando fu abbastanza vicino di scatto si sposò limitandosi ad accostarsi e strusciare il corpo e le ali contro il suo avversario.
"Perché lo ha fatto? Poteva colpirlo, scansarsi era inutile" commentò Lidia.
Ash la corresse "Non credo abbia agito a caso..."
Lo scontro continuò. Era un susseguirsi di Ronzio, Raffica, Verdebufera e Vento di Fata. Il risultato era sempre lo stesso.
"Marilolololon!!!" La farfalla pastosa giallognola volò in direzione dell'opponente, usando un Verdebufera a distanza ravvicinata.
"Marillon scansati!" Lo intimarono i ragazzi.
Ma l'insettoide non si spostò di un millimetro. Rimase ad attendere, qualunque cosa fosse in arrivo.
Prima di unire le ali per creare la raffica di scaglie argentee, un bruciore colpì il Marillon cattivo e le fiamme lo portarono a perdere quota e raggrinzirsi più si avvicinava al terreno.
"Cosa è successo? " chiese Serena esterrefatta.
"Quella deve essere l'abilità del nostro Marillon! Essendosi evoluto mentre aveva la forma focosa con il sugo al pomodoro sulla corazza, come Marillon ha acquisito il tipo fuoco. E il nostro avversario é debole su quel tipo! L'abilità del Marillon al pomodoro deve essere collegata alla scottatura con contatto fisico" 
"Rilolon!!!!" Emise un lanciafiamme ad alto calore e finì per centrare il bersaglio.
La falena dalle macchie rosse cominciò a volare in tondo, circondando l'avversario per intimorirlo. La farfalla criminale provò a scagliare un debole, casuale e improvvisato Vento di Fata, ma nulla andò a segno. La velocità del Marillon buono era più che superiore.
Sempre più colpi andarono a segno, fino a che il Marillon nemico non cadde al suolo. 
L'altro Marillon volò con lentezza quasi cruciale verso il rivale. Smuoveva le ali con fare maestoso, reale e minaccioso. Con quelle ali voleva bruciare completamente quelle del dittatore che si era imposto sui compagni. Le inarcò per assorbire energia e fare un colpo diretto e determinante. Si formò una sfera naturale sul suo torace e diede il via ad un conto alla rovescia mentale. 
"Marillon! Aspetta!" Sentì una voce.
Si girò e vide l'allenatore strano dai capelli neri che lo guardava e taceva.
Rimase fermo a studiare il suo sguardo. Riprese coscienza e sparò un raggio che passò sopra il Pokémon a terra sconfitto. Non lo colpì.
Il tiranno era a terra ed era letteralmente paralizzato dalla paura. Era passato davvero vicino all'umiliazione più totale, riaprì gli occhi e vide il suo avversario respirare sulla sua faccia. "Rillooooon" gli ringhiò contro. Gli stava risparmiando la vita ma a condizione di andarsene. 
"RILLO..." annuì spaventato l'altro e sotto l'occhio vigile del vincitore svolazzò mogiamente via. "RILLO! MARILLO!" Urlò prima di andarsene completamente. Aveva promesso vendetta, ma era anche consapevole che probabilmente non sarebbe mai arrivata. Scomparì così dalla vista degli occhi di tutti. 
"Sei stato grande Marillon!" esclamò Ash "Sei riuscito a dimostrare il tuo valore!"  
"Rillo Rillo!" sorrise l'insettone. Tutti i Maggasta e i Conchorm si radunarono di fronte al loro nuovo capo e si inchinarono. 
"Deve essere un giuramento di fedeltà ogni volta che si elegge un nuovo capo!" osservò Brock. 
Come primo atto del suo nuovo regno, Marillon instaurò la regola di non attaccare mai più i viandanti nella foresta. Si sarebbero cercati il cibo da soli come bravi Pokémon e se vi erano difficoltà, sarebbe andati avanti tutti insieme. Il capo doveva guidare, ispirare e proteggere chi gli stava accanto, come faceva Ash con i suoi amici.
"Beh, Marillon… ora che sei il capo sono sicuro che riuscirai a trasformare questa banda di Pokémon in una felice famiglia! Credo anche senza problemi vari e soprattutto riuscirai a essere per loro quella figura di leader carismatico e abile che il precedente Marillon aveva imposto con la forza!" aggiunse Serena. 
L'insettone dalli ali rosse era più che contento, finalmente il suo desiderio di trasformare la sua vita si era avverato. "Rillo Rillo!" ordinò ai suoi sottoposti. 
Avrebbe organizzato un banchetto di bacche per ripagare al danno che aveva compiuto all'inizio insieme ai suoi compagni. Poco dopo l'intera foresta era piena di delizie naturali. 
"Ehi ma non dovevi!" disse Ash, cercando di mascherare l'esultanza davanti a tutto quel ben di Arceus. 
Non durò molto il banchetto e i festeggiamenti terminarono abbastanza velocemente.
"Beh Marillon, ci siamo! E' stato interessante questo viaggio insieme a te! Mi raccomando, sii sempre forte e equo! Un giorno casomai ci potremo rincontrare e ci sfideremo!" lo salutò la compagnia. 
"Rillo Mari!" "Mag Mag!” “Concho Concho!" fu la risposta dell'intera banda di insetti. 
"Sicuro che sarà un buon capo?" Domando Brock.
"Sicuramente" concordò Lidia "E' un bravo e onorevole Pokémon. Aveva solo bisogno di un incoraggiamento per avverare il suo sogno e ora lo difenderà con le unghie e i denti!" 
"Proprio come farò io non appena diventerò Maestro di Pokémon!" aggiunse Ash."E voglio avverarlo il prima possibile! Quindi in marcia!" e il gruppo si allontanò, verso la luce del sole che stava ormai tramontando.

E così, dopo l’ennesima avventura, i nostri eroi sono riusciti a recuperare i loro zaini e ad assistere all'elezione di un nuovo capo. A breve saranno fuori dal bosco e visiteranno la fabbrica, ma questo lo scopriremo la prossima volta… Il viaggio continua...

Beh è stato un buon capitolo? E' Stato un capitolo un po leggero ma serviva per incuriosirvi un po' su tutti i nostri Fakemon! Ricordo a tutti che potete vedere i nostri lavori sulla nostra pagina di Deviantart... Non potete sbagliare il nome è Sempre Gettamourze!

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Capitolo 15
*** Serena vs James!? una sfida a colpi di mattarello! ***


Nuovo capitolo Per Voi! Speriamo sia di vostro gradimento! Questa volta abbiamo "ospiti speciali" all'interno di questo capitolo... Buona Lettura!

Episodio 12: Serena vs James!? Una sfida a colpi di Mattarello!

I nostri eroi, dopo aver attraversato il Bosco Acetone, sembrano essere arrivati al luogo descritto loro da Lidia: la fabbrica di salse.

"Forza ragazzi non manca molto! La fabbrica è a due passi, ancora uno sforzo e ci siamo!" disse Lidia esortando il gruppo. 
"Finalmente!" esclamò Ash "Non vedo l'ora di vedere questo luogo da te descritto!"
"Fidati, ne vale davvero la pena! I loro prodotti son qualcosa di fenomenale!" lo rassicurò la detective. 
"Pikachu Pi!" Anche Pikachu era piuttosto eccitato. Da quando la capopalestra di Forsia aveva accennato ad una produzione di ketchup, non aveva smesso di immaginare come sarebbe stato assaggiarlo. 
Serena invece stava pensando a quali esperienze avrebbe potuto vivere visitando quella fabbrica. Magari avrebbe imparato qualche ricetta nuova per acchiappare il cuore di lei-sapeva-chi. Per Brock invece sarebbe stata un ottimo modo facile di prendere appunti e adattare la sua cucina alla medicina. 
"Eccola li!" esclamò la detective indicando una struttura in lontananza. Per essere una fabbrica sembrava più naturale del solito "Forza venite!" li esortò. 
Una volta raggiunte le porte del complesso Lidia suonò il campanello. "Si?" risuonò una voce dal citofono. "Siamo qui per una visita guidata della vostra fabbrica se è possibile!" rispose Lidia. 
"E magari assaggiare qualcuna delle vostre salse…" mormorò Ash cercando di non farsi sentire.
Serena trattene un risolino all'uscita del suo amico. Si, quell'esperienza le sarebbe tornata molto utile.
"Ah, siete qui per un giro turistico da quello che ho capito!" si sentì udire dal citofono. "Se aspettate in sala d'attesa vi mando subito una guida! Vi apro il cancello!" Pochi secondi dopo, il cancello si aprì, permettendo l'accesso al gruppo.
“Ehi Lidia, dopo ci faranno fare un assaggino? Non lo dico per me, ma per Pikachu..." e indicò l'amico giallo che si stava letteralmente leccando le piccole labbra al solo pensiero di assaggiare una delle salse ketchup più buone al mondo. 
"Beh ma certo che ce le faranno assaggiare! Ti avevo inquadrato subito come estimatore di cibo! Perciò vi ho portato qui!" 
"Ehi! Non ho detto niente riguardo la mia voglia di assaggiare le salse!" scherzò il biancavillino, mentre Pikachu tirò un sospiro di sollievo. 
Una voce sembrò richiamare l'ilarità all'ordine "Siete voi i turisti che vogliono fare un giro dentro la fabbrica?" chiese una signorina vestita di tutto punto. 
"Si mi chiamo Ash e vengo da Biancavilla, a Kanto! Questo è il mio migliore amico Pikachu!" 
"Pikaa!" 
"Io invece sono Serena, il piacere è mio!" 
"Io invece mi chiamo Lidia!” 
Brock si precipitò subito sulla mano della signorina "Ed io sono Brock, deve sapere che anche io sono una guida! Dopo le farò fare un tour del mio cuoreeeeeeeehhhhhhhhhhhhh!!!!!!" cominciò poi ad urlare di dolore. Ancora una volta uno sgradito agente di polizia aveva messo le manette ai suoi pensieri o meglio al suo sedere. 
La donna rimase sorpresa da ciò. Toccò come al solito ad Ash e Serena scusarsi per l'accaduto, per fortuna fu un fatto che passò in secondo piano "Non preoccupatevi! Mi chiamo Salvia, sarà un piacere accompagnarvi per un giro nella fabbrica Cibamico!" 
"Fantastico, non vedo l'ora!" esclamò Ash.
"Se volete seguirmi, iniziamo subito!" sorrise la donna.
Il gruppo camminò dietro l'esperta, con un certo cagnolino che trascinava un peso per terra. Il tour iniziò da un piccolo campo interno, dove vari Pokémon e operai lavoravano la terra e coltivavano tutti i tipi di ortaggi. 
"Guarda quanti Pokémon!" si stupì Serena. 
"Qui promuoviamo il rapporto Pokémon-allenatore attraverso il contatto con la natura! Ognuno dà il suo contributo usando le proprie abilità per seminare e coltivare la terra. Noi pensiamo che questo dia più gusto alle nostre salse!" spiegò Salvia mentre continuava il tour. 
Pikachu però non stava ascoltando, era più interessato a immaginarsi il fiume di ketchup che avrebbe visto ed assaggiato. Continuò a sognare ad occhi aperti, quando un odorino impercettibile si intrufolò nel suo nasino. Incuriosito e ammaliato dal profumo, senza farsi sentire da nessuno saltò giù dalla spalla di Ash e lo seguì. Raggiunse con un salto una piccola grata, si infilò nel condotto e sparì dalla vista dei presenti.
Il tour continuò e il gruppo si ritrovò in una stanza completamente meccanizzata. Qui vi erano numerosi Pokémon d'acqua e operai che lavavano via tutto il terriccio dai vari ortaggi che gli passavano davanti attraverso un rullo trasportatore. 
"Guarda quanti Pokémon d'acqua!" si stupì Ash. 
"Vedo che li hai notati, anche se non è difficile notarli" sorrise Salvia. "Qui come potete vedere usiamo attacchi Bolla e Pistolacqua per lavare via tutto lo sporco che potrebbe rimanere. E se notate a destra vedrete la squadra operativa di Pokémon che si occupa di verificare se il cibo è commestibile o è da scartare!" detto questo l'intero gruppo si girò a destra e vide numerosi Noibat che attraverso gli ultrasuoni facevano ciò che era stato appena detto dalla guida.
Ash sentì una lieve nostalgia coglierlo. Chissà se Noivern stava bene al laboratorio. 
La stanza successiva era piena di Aipom, Hitmonlee, Hitmonchan e altri Pokemon che continuavano a smaciullare, spappolare, frantumare, pestare e mischiare gli ingredienti, rendendoli omogenei. "Qui i Pokémon riescono a mischiare tutti gli ingredienti, dando la consistenza giusta e miscelarli, per creare una passata perfetta. Dopo che finiscono il processo, il tutto va a finire nella stanza successiva dove vengono trasportate ai barattoli, sigillate ed etichettate!"
Arrivarono alla tappa successiva dove trovarono delle enormi strutture a forma di Miltank. Ogni mammella era collegata ad una sezione diversa e spruzzava la giusta quantità di salsa nel barattolo, che passava su un nastro trasportatore e passava poi ad altre macchine che completavano il processo.
"Idea... strana.." pensarono i quattro ragazzi.
Procedettero per la tappa successiva e si ritrovarono in un’area bar "E qui si possono assaggiare i prodotti"
"SIIII!!!" esultò Ash, attirando l'attenzione di tutti i lavoratori e guide "Uhm... pardon eheh..."
"Non preoccuparti, hai portato un po' di allegria in questa fabbrica. Fatevi pure avanti, gli assaggi sono gratuiti!"
La cosa lasciò parecchio sorpreso, in maniera positiva, l'allenatore "Wow! Grazie!"
Lidia invece trovò la faccenda alquanto strana "Uhm come mai gli assaggi sono gratuiti? Con tutti i turisti in viaggio potreste guadagnare molto facendo pagare un biglietto di entrata alla fabbrica e un bar con le degustazioni vi darebbe molto profitto"
Calò il silenzio. Non aveva tutti i torti.
Salvia sospirò "purtroppo la fabbrica chiuderà a breve" 
"COSA!?" 
"Purtroppo é così" la donna si passò una mano tra i capelli "Un'azienda rivale é riuscita a copiare una delle ricette segrete e ora la concorrenza é troppo alta. Utilizzano prodotti chimici e ciò permette loro di produrre più in fretta e batterci in quantità. Guadagnando più soldi hanno anche più facile pubblicità. Ormai stiamo fallendo, quindi dovremo probabilmente chiudere i battenti"
"Non si può fare nulla per evitarlo?" Chiese Serena "Sarebbe un peccato chiudere! Avete una bellissima azienda e i vostri prodotti sono naturali e squisiti! Si vede l'impegno che ci mettete!"
"S-si Scherena hpa ragnoghe! Non protede chugnere! (S-si! Serena ha ragione! Non potete chiudere!)” Dichiarò Ash con la bocca piena di tramezzini ognuno con salse differenti. E le mani ne avevano pronti altri da ingurgitare. 
Brock fece un facepalm e scosse la testa "Se non vanno in fallimento per questo, lo faranno per esaurimento scorte provocato da te!"
"Effaxenagho (esagerato) " 
Lidia si massaggiò la fronte e poi tornò a ricomporsi "Allora... Serena ha ragione, non c'é proprio nulla che potete fare?"
"A dire il vero si. A breve ci sarà una gara per pizzaioli e ognuno dei concorrenti presenterà salse diverse e ingredienti con cui cucinare le pizze in ogni round. Si dia il caso che parteciperanno tutte aziende e marchi famosi e il premio in valuta é altissimo, oltre che permette di firmare una moltitudine per contratti a tempo indeterminato"
"Grandioso!" Annuì Serena "Allora parteciperete?"
"Uhm… si e no..."
Tutti girarono la testa confusi davanti a quell'affermazione.
"Vedete..." continuò Salvia spiegando le sue motivazioni "Ogni marchio eleggerà dei rappresentanti pizzaioli che parteciperanno, il problema é che tra tutti coloro che per ora si sono proposti, nessuno é in grado di battere la concorrenza. E temo non troveremo mai qualcuno in grado di farlo."
"Ma allora é a posto!" Dichiarò Lidia. 
"Uh?" Salvia le rivolse uno sguardo molto confuso.
Lidia prese le braccia di Brock e Serena e li tirò avanti spingendoli "Questi due sono eccellenti chef! Serena è più una pasticcera, ma sa anche tirare fuori pasti geniali e guarda caso ha il suo mangione personale!" 
Ash indicò se stesso con l'indice, per domandare se fosse riferito a lui.
Lidia annuì, lasciandolo a ridacchiare.
"Vero, nulla per me é più buono. Prima di conoscerla pensavo fosse mia madre la miglior cuoca, ma poi é cambiato tutto!"
Serena guardò il pavimento arrossendo, con i capelli che le oscuravano gli occhi.
"E poi..." proseguì la detective "Brock é uno chef nato, al contrario di me che ammetto manderei a fuoco la fabbrica intera"
Salvia sorrise, sentendosi molto meglio "Allora potreste iscrivervi alle selezioni che faremo qui alla fabbrica domani! Il vostro aiuto ci servirebbe davvero!"
"Ma certo che si iscrivono!" Confermò Ash, senza nemmeno aspettare il consenso dei diretti interessati.
"EHI! Noi non abbiamo ancora espresso il nostro parere!" I due ribatterono.
Ash e Lidia fecero le spallucce "Perché? Non partecipereste?" 
Brock grattò la propria guancia "Suppongo che posso tentare, dopotutto é per una buona causa e mi piace cucinare"
"Grande!" Esultò Ash, poi notò che Serena non aveva ancora approvato e le chiese "Tu non provi?"
Serena sobbalzò quando si sentì nuovamente tirata in causa "I-io... non so se... in fondo ne basta uno di r-rappresentante... e poi Brock é meglio di me"
"A dire il vero nelle prime fasi si gareggia a coppie" corresse Salvia.
"Vedi!? Non ci sono problemi! E poi non dire assurdità! Sei la mia chef personale e la mia preferita! Come puoi dire che non sei all'altezza!?" Ash sorrise incoraggiandola con determinazione.
Lidia rilasciò una risata grassa e gongolosa. Si avvicinò a Serena e sussurrò "Sembra quasi una proposta di matrimonio. Parla come se fossi già sua moglie, ovvero la sua cuoca eterna!" Rise lei.
"Smettila!" La rimproverò Serena rossa coma la salsa più piccante della fabbrica.
"Fino a che non partecipi andrò avanti!" 
"Tanto lo farai lo stesso!"
"Touché, ma pensi che Ash si darà pace se non ti iscrivi?"
"Cosa state farfugliando?" Chiese Brock "Allora? Partecipi con me Serena?" 
La ragazza fissò gli amici per un attimo, tutti che le sorridevano. Soprattutto Ash, che con il più sincero e genuino dei sorrisi la incitava in silenzio di accettare.
La performer rilasciò un lungo sospiro che rimbombò nella stanza "Va bene, mi iscriverò!”
La notizia del concorso di pizzaioli però non rimase nella stanza. Arrivò a tre paia di orecchie conosciute. Dei soggetti travestiti da operai stavano cercando di guadagnare un po' di soldi per i loro piani. 
"I mocciosi parteciperanno ad un concorso per pizzaioli?" disse sottovoce Jessie. "Nulla che ci interessi, a parte i soldi ovviamente!" concordo Meowth. 
James invece sembrava più attento e gasato. I due colleghi lo guardarono straniti. "James?" lo richiamò all'ordine la donna. 
"Si... è l'occasione che aspettavo..." rispose lui sovrappensiero. 
"…?" 
"E' l'occasione che aspettavo per mettere in pratica le mie doti culinarie!" 
"Ma di che accidenti stai...?" gli chiese il gatto senza finire la frase, dato che fu letteralmente trascinato via insieme alla rossa dal ragazzo del trio. 
Una volta che James si rinchiuse in un magazzino con gli altri due, proruppe in una risata liberatoria. "AHAHAHAHAH! FINALMENTE POSSO METTERE A FRUTTO GLI INSEGNAMENTI DEL MAESTRO!" 
"Maestro? Insegnamenti?" si grattò la testa Meowth guardando confuso Jessie che fece spallucce. 
Il ragazzo dai capelli viola iniziò uno sproloquio con evidente mancanza di modestia. "Ebbene, dovete sapere che quando stavo dai miei genitori era mia abitudine andare nelle cucine del palazzo. Li lavorava uno chef di tutto rispetto. Ed io ero ammaliato da tali sapori, ma la cosa che mi appassionava di più era la pizza Rossona che faceva! Ogni volta che la portava come pasto, le mie papille gustative fremevano! Era un paradiso di sapore!" 
"Si, si, abbiamo capito che ti piaceva la pizza , ma cosa centra con..." provò a chiedere la collega per essere di nuovo interrotta da un gesto delle mani. "...Uff continua"
"Dato che questa meraviglia di sapori risuonava nella mia bocca, un giorno andai in cucina e chiesi allo chef di prendere lezioni. Mi insegnò una moltitudine di trucchi e mettendoci d'impegno alla fine imparai a cucinare la "Rossona"! Dunque signori, avete davanti a voi un autentico maestro pizzaiolo!" 
"Tu pizzaiolo? See vabbè..." lo schernirono i due poco convinti della favola. 
"Pomodori..." 
"Uh?" 
"Datemi due pomodori e ammalierò il mondo!"
"Ehi Jessie" bisbigliò sottovoce Meowth "Non hai la sensazione che a volte James sia un pò... come dire... toccato?"
"Boh, ma se davvero dice di essere cosi bravo forse abbiamo una possibilità di sgraffignarci il bottino... Oh e anche cibo gratis!" rispose la donna con un velo di dubbio nelle sue parole. Certe volte James era davvero come diceva il Pokémon felino, toccato.
Nel frattempo Serena e Brock erano stati portati da Salvia nelle cucine del locale, dove venivano custodite alcune delle ricette più preziose. "Ora, tecnicamente non sarebbe consentito l'accesso a questa sala per i turisti, ma siccome siete ufficialmente in lista per la selezione, credo che sia fondamentale per voi conoscere con cosa lavorerete, no? " sorrise la guida.
"Beh si..." rispose pensierosa Serena "Conoscerò qualche ricetta segreta? Chissà se ad Ash piaceranno..." pensò, poi sorrise " ... ma certo che gli piaceranno! Lui mangia sempre di tutto!"
“Ne avete di attrezzatura!" notò Brock vedendo forchette, mestoli, mattarelli e altri utensili da cucina in varie forme e dimensioni. "Noi qui cerchiamo di lavorare al massimo della perfezione, quindi cerchiamo sempre i migliori attrezzi" scherzò Salvia. "Bene dunque, sentiti liberi di spulciare qua e là ed allenarvi per domani! Ne avrete bisogno!" li salutò poi, dopo avergli spiegato dove avrebbero trovato sale, farina, ingredienti vari e altra roba utile. 
Ash e Lidia non persero tempo a curiosare da una finestra , anche se per due motivi diversi. Ash era interessato nel vedere i due amici all'opera e di essere il primo a sentire gli odori dei loro manicaretti. Per quanto riguarda Lidia, lei si limitò solo ad assecondare i suoi istinti da detective, ma anche per registrare sul suo taccuino portatile tutte le reazioni di Ash. "Ora ti faccio un bel identikit..." sghignazzò nella sua mente "l'identikit del Magikarp innamorato"
Un’oretta e mezza dopo, i due cuochi uscirono dalla stanza con due pizze belle fumanti. "Voilà!" esclamarono in coro "Coraggio assaggiate!" 
Quella di Serena era rossa e vivace, quella di Brock aveva un non so che di maturità, ma anche di bellezza visiva. Ash non perse tempo ad azzannarne una fetta, appena sentì che si fossero raffreddate abbastanza. Assaggiò prima quella di Serena, poi quella di Brock. 
"Allora come è?" arrossi l'amica.
"..."
"Uh? N-Non ti piace?" si spaventò lei. Doveva aver sbagliato un bel po' se nemmeno a lui piaceva. 
"...E’ buonissimissima!!!!" esultò Ash trattenendo un salto. "Sia la tua che quella di Brock sono due piccoli capolavori!"
Anche Lidia assaggiò le sue due fette "Niente male davvero! Due pizze da 10 e lode!" La capopalestra si avvicinò sussurrò qualcosa alle orecchie della performer "Ha preso un altro punto a suo favore, cara signora Ketchum..." 
A quell'insinuazione la faccia di Serena divenne ancora più rossa e fumante della sua pizza. 
"Wow Serena! Certo che devi aver lavorato tanto davanti al forno per fumare cosi!" osservò Ash "Sei più rossa di un pomodoro!"
"I-Io vado un attimo a sciacquarmi, s-scusate!" e filò via coprendo la sua faccia piena d'imbarazzo.
"Eheh" si complimentò la detective nella sua testolina a tratti perversa "Complimenti ragazza mia, un’altra delle tue deduzione andate a buon fine!"
"Comunque credo che domani tu e Serena non avrete problemi a passare la selezione" affermò Ash convinto della sua decisione. 
"Ma si, lo penso anche io" aggiunse la detective. "Me lo dice l'istinto! Cosi come al signorino qui la sua pancia!" e indicò lo stomaco dell'amico. 
"La smetti per favore di punzecchiarmi per il mio appetito?” rispose contrariato Ash con un sorriso. 
"Sei tu che mi dai le occasioni di farlo! Così come Serena!" 
"Uh che intendi?" 
"Niente, niente... oh Lycanroc in fabula! Eccola che torna!" 
Infatti Serena era uscita dal bagno, completamente rinata. "Allora? Che mi sono persa?" 
"Solo Ash e Lidia che dicevano che domani passeremo di sicuro la selezione" ripeté Brock.

Anche il "grande" pizzaiolo si era dato da fare a trovare un posto dove poter esprimere la propria arte…
"Jessie! Passami il rosmarino! Schnell! Meowth! Dove sono le bufaline che ti avevo chiesto!? Come fa un grande artista come me a lavorare cosi!?"
"Guarda che non siamo i tuoi schiavetti" lo rimproverò la donna "Prega per te che la tua "Rossona" sia una signora pizza, altrimenti te le suono! Prima di tutto per i tuoi atteggiamenti da grande capo e poi per avermi fatto lavorare come una dannata! Sono una donna di gran classe io!" 
"Pfui! Scettica! La Rossona è un capolavoro di arte culinaria!"
“Beh, capolavoro o no sbrigati che con il lavorare mi è venuta pure fame!" aggiunse il gatto. James controllò l'orario. "Tempo un’oretta e sarà pronta..." disse con fare disinvolto. "Un’ora!?" esclamarono i due colleghi per poi crollare a terra.
Anche la pizza di James alla fine fu bella che cottta.
“Sicuro che sia roba commestibile?" chiese scettico il felino tenendo in mano una fetta. 
"Tu assaggia infame!" disse tutto compiaciuto il cuoco. 
Meowth assaggiò una fetta, le sue pupille si dilatarono, mise le zampe alle guance e svenì dal piacere. "E' qualcosa di..." 
"Davvero? Fammi assaggiare…" chiese curiosa la donna che azzannò la sua di fetta. Anche lei ebbe la stessa reazione. 
"Eh? EH!? Grazie, grazie, niente complimenti! Sono il numero 1 in queste cose!" pavoneggiò James, mentre i suoi due colleghi gli tiravano comicamente dei coriandoli.
La serata passò abbastanza allegramente. Gli allenamenti di Serena e Brock avevano portato un pasto degno di un re per tutti, per la felicità di una certa pancia borbottante. Salvia mise a disposizione alcuni alloggi vuoti e il gruppo andò a dormire presto. L'indomani sarebbe stata una giornata abbastanza impegnata e ricca di emozioni per tutti.

“Ma dove è Pikachu?” Si chiese Ash notando per la prima volta che per tutto il giorno il suo amico elettrico non era stato con lui.
“..chuuu…” sentì un verso di topino in crisi.
Ash alzò la testa e sentì zampettare fino al letto, vide il suo migliore amico salire e rotolarsi a pancia in su “Cos..?” mormorò stordito nel vedere Pikachu che si massaggiava un pancino gonfio e sporco di ketchup “Pikachu…”
“Chu…”

Il giorno dopo tutti i concorrenti si prepararono. Serena scelse di farsi aiutare da Braixen, la sua fiamma sarebbe stata l'ideale per cuocere alla migliore temperatura la sua pietanza. Brock invece si affidò alla potenza di Sudowoodo, il quale sarebbe stato perfetto per modellare l'impasto. Anche James si presentò, nei panni del "grande pizzaiolo Jaime”. Chiese aiuto al suo collega gatto, i suoi artigli sarebbero stati un ottima affettatrice. 
Una sirena richiamò tutti i candidati. "Bene! Vi avviso che possiamo scegliere soltanto due candidati a rappresentarci! Mi raccomando, fatevi valere e sfornate la migliore pizza che abbiate mai inventato! Buona fortuna a tutti voi!" annunciò da un altoparlante la voce di Salvia. "Avete un’ora di tempo!" 
Tutti si precipitarono alle proprie postazioni. Brock iniziò subito alla grande. "Sudowoodo usa Martelpugno sull'impasto!" 
"Sudooo!" rispose il finto alberello e subito incominciò a pressare sulla pasta.
Serena invece fu più lenta nel preparare l'impasto, ma lei contava soprattutto sulla cottura del prodotto "Braixen usa lanciafiamme, riduci al minimo la fiamma! Poi quando te lo dirò io alza leggermente la temperatura!" 
"Brai!" replicò la volpina mettendo a disposizione il suo rametto magico. 
"Meowth, la mozzarella cribbio! Taglia la mozzarella con Sfuriate!
Ash e Lidia osservavano da una piattaforma rialzata il lavoro di tutti i presenti. "Però, si stanno impegnando come non mai" commentò Ash. 
"Beh è un onore rappresentare una fabbrica di alto livello come questa, non ti pare?" sorrise la compagna. 
"Sarà onorato chi lavorerà con il grande Jaime!" disse tutta pomposa una voce alla loro spalle. I due allenatori si girarono e videro una donna tutta vestita in completo da manager.
"E lei chi sarebbe?" chiese con sospetto la detective. 
"Umph… Sono Jessalia, la manager di Jaime. Ritenetevi fortunati che Jaime, il pizzaiolo più bravo del mondo, abbia deciso di rappresentare la fabbrica qui presente!" sbuffò la tipa. 
"Un po' di modestia no?" pensarono all'unisono le menti del biancavillino e della colliniana.
Qualche ora dopo, i partecipanti avevano quasi terminato del tutto. Ci voleva tempo per creare l'impasto, farlo lievitare, stenderlo e preparare tutti gli ingredienti. Per non parlare dei tocchi finali, il taglio e decorare. 
Tutto d’un tratto all'auto parlante arrivò l'avviso di ciò "A tutti i concorrenti, manca 1 minuto per concludere! "
Ash rivolse lo sguardo agli amici, intenti ad aspettare di togliere la pizza dal forno. Vide Serena alzare la testa e guardarlo. Preso dall'istinto le fece un pollice all'insù con un sorrisone d'incoraggiamento. La ragazza rispose con un dolce sorriso e ricambiando il gesto, per dirgli che pareva andare tutto ok.
"30 secondi" la voce chiamò.
Improvvisamente alcuni forni suonarono, uno dopo l'altro. Era difficile riconoscere quali fossero di Serena e Brock, ma vedere i due partecipanti abbassarsi e togliere le pizze era segno che per loro non ci sarebbero stati problemi.
"10..."
Serena si affrettò, prese la pizza e la appoggiò su un grosso piatto. Aggiunse qualche ingrediente, la tagliò e la spinse in avanti, per poi sospirare sentendosi finalmente calma.
Non che la agitasse troppo la gara, ma con tutto l'incoraggiamento che Ash aveva dato, doveva almeno riuscire a passare come rappresentante. Ovviamente se lo meritava, altrimenti era giusto far passare altri concorrenti. Non aveva mai cucinato una pizza così alla Forsiana, dovendo preparare lei stessa l’impasto, ma credeva nelle sue doti culinarie e riusciva sempre in qualche modo ad adattarsi.
Brock aveva finito prima della ragazza. Essendo vicini di postazioni si sorrisero, sapendo che sarebbe andata bene.
"3... 2....1.... via la mani!"
I concorrenti si allontanarono dalle loro postazioni.
Cominciarono a passare i cuochi. La maggior parte delle pizze fu subito scartata per cottura errata. Eppure agli occhi di Serena sembravano tutte buonissime. Ovviamente non contava solo l'aspetto ma tutte quelle stragi di pizze davano i brividi.
Sembrarono passare ore prima di sentire i passi degli esperti avvicinarsi. Finalmente si fermarono da Brock, diedero un occhiata alla pizza e poi al ragazzo. Sorrisero e poi passarono oltre. 
Serena provò sollievo, almeno la parte sulla cottura il compare l'aveva passata. Passarono a lei, la quale rimase ferma ad aspettare, dopo qualche secondo passarono avanti... quindi era fatta. Un po' di ansia se ne andò. La seconda parte fu sull'analizzare le combinazioni. 
"Ho preparato una salsa a base di polpa di baccasalak con della baccapitaya grattugiata, basilico, mozzarella e delle fettine di Baccambola." Dichiarò Serena quando arrivo il suo turno. Sudava freddo, tenendo le mani davanti al grembiule, unite.
Ash, tra gli spettatori, aveva una gran voglia di saltare a papparsela. Bastava il profumo a richiamarlo.
I giudici presero una fetta e l'assaggiarono. Rimasero impalliditi per un momento. Forse la combinazione era sbagliata? Serena ebbe un attimo di panico e deglutì.
Gli esperti si portarono in avanti e chiesero "L'hai inventata tu?"
"S-si!" Confermò la ragazza.
"Congratulazioni per il buon gusto!" 
Serena sentì gioia e tranquillità di fronte a quelle parole, sorrise e rilasciò un lungo sospiro.
Ash da lontano cominciò ad esultare, per essere messo a tacere da Lidia che lo rimproverava di lasciar finire l'esito.
Passarono a Brock "Una pizza con una salsa di baccamodoro e baccalici, con dei granelli di radice rara e pezzetti di carne delicata.
I giudici si scambiarono uno sguardo, poi annuirono e passarono avanti senza dire nulla. "Uhm tu credi che Brock sia passato?" chiese l'allenatore di Kanto un dubbioso dalla reazione dei giudici. 
"Io penso proprio di si" sorrise Lidia. "Per un semplice motivo. Non so se hai visto bene, ma ho notato uno dei giudici fare un sorriso, dunque è segno di apprezzamento" 
"Oh beh, se lo dici tu detective!" scherzò l'amico. Quella deduzione di Lidia lo rincuorava.
Toccò a James presentare la sua opera, la pizza sicuramente aveva un bell'aspetto, molto invitante. "Baccamodoro mischiata con mozzarella di prima qualità! Il tutto condito con speciale spolveratina di origano e alici" gongolò il cuoco.
La pizza fu assaggiata e dopo una confabulata dei giudici, questi se ne andarono senza dire assolutamente nulla. "Eheh… saranno rimasti colpiti dalla Rossona" sghignazzò mentalmente James. 
Una volta finiti tutti gli assaggi, i cuochi vennero chiamati vicini. Era l'ora della decisione.
"Ehm… Ehm. Dunque..." si schiarì la voce uno di loro "Abbiamo assaggiato le vostre creazioni e…" 
"...E alcune sono state buone, altre decisamente meno" continuo un altro "...Tuttavia, due sono i talenti che ci hanno colpito in positivo" 
"E queste persone crediamo si meritino l'onore di rappresentarci nel concorso di cucina" L'attenzione di tutti era alle stelle. "Il primo vincitore ha creato qualcosa di classico, eppure semplice e innovativo. Ha puntato molto sulla tradizione e su una pasta sottile ma piacevole al gusto. Si vede che questo cuoco ha avuto già a che fare con questi tipi di pressione e li ha superati egregiamente. Venga avanti, concorrente n° 20: il signor Brock!" 
Brock si alzò sovrastato dagli applausi dei partecipanti. Lidia fece l'occhiolino ad Ash "Visto? Che ti avevo detto?" 
Serena tirò un sospiro di sollievo, almeno uno dei due era presente nelle fasi finali. 
Quando i giudici con un gesto richiamarono l'attenzione il pubblico si acquietò. "Il secondo piatto invece è qualcosa anche esso di innovativo, ma a differenza del primo vincitore ha provato ad osare e questa è una qualità molto importante per un provetto chef. Ci vuole coraggio, ma anche maestria a provare una combinazione nuova e renderla vincente. Ci ha particolarmente sorpresi con questa sua invenzione! Il secondo vincitore è..."declamarono i giudici. 
Ci furono attimi di tensione, il cuore di tutti palpitava, specie quello di Serena. C’erano persone più tranquille di altre, tipo James. La Rossona non poteva perdere. 
"...La concorrente n° 34! la signorina Serena!"
"Evvai!!!!!" Esultò Ash, alzando un pugno al cielo, con Pikachu che saltellava sulla sua testa. 
"COSAAAA!????" Strillò James con le mani fisse alla sua faccia in completo shock. "Come hanno potuto scartare la mia magnifica pizza Rossona!!!?? La suprema e divinissima creazione di moi!???" Continuava ad urlare nella testa.
Jessie e Meowth nella stessa condizione, meno traumatica di James, ma altrettanto stupiti.
Serena sorrise, e batté il cinque con Brock. Erano passati finalmente.
I decretanti fecero i complimenti e si scusarono con gli altri partecipanti. In seguito chiesero ai vincitori di attenderli per parlare della competizione in arrivo il giorno successivo.
"Raggiungiamoli!" Disse Ash correndo dagli amici, seguito a sua volta da Lidia. "Congratulazioni! Siete passati entrambi! Non avevo dubbi!"
La performer e il medico ringraziarono l'allenatore per il sostegno e cominciarono a mettere via il materiale usato per la prova.
L'aspirante maestro Pokemon si avvicinò all'amica coetanea e le diede una mano "Te lo dicevo che ce l'avresti fatta! Non dubitare mai di nulla che fai, perché sei grandiosa! Quando ce la metti tutti si vede che sei fantastica!" A dire il vero per lui era sempre fantastica.
Serena arrossì, prendendo piatto per piatto e lavandoli "I-Io... grazie!"
"E in ogni caso... l'avrei pensata così anche se non fossi stata scelta, ovviamente sai come la pensavo!"
Serena ridacchiò, premendo con la spugna sul piatto per levare i frammenti di ingredienti appiccicati "Tutte queste adulazioni... la pizza la puoi mangiare lo stesso!"
Ash cominciò a fumare d'imbarazzo "Beh questo mi solleva, non vedo l'ora di assaggiare la tua creazione!" 
Serena rispose con un cenno della testa, consigliandogli di andare a mangiare prima che si fosse raffreddata.
"Ma…" lui rimase ad aiutarla "Dicevo sul serio eh, non solo per mangiarla! E voglio davvero darti una mano! Tanto so che mi lasceresti mangiare comunque!"
"Ma sentilo!" Sorrise esasperata l'amica "No, quando voglio posso impedirtelo!" 
Ash ridacchiò "Lo so, riesci a mettermi in riga nelle maniere più facili!" La risata si calmò "Comunque complimenti ancora..." 
La ragazza si girò e inarcò le labbra "Grazie, ancora!"
Finito di lavare i piatti, Ash si gettò a capofitto verso il banco di lavoro con le pizze e cominciò a mangiarle. Presto si unirono anche Pikachu, i cuochi e Lidia a mangiare.
Furono già spazzolate le pizze quando arrivarono i responsabili dell'azienda "Eccoci, scusate l'attesa."
"Nessun problema!" Risposero i due.
"Bene, procediamo. Domani ci sarà la gara. Dovrete preparare l'impasto stasera per poi usarlo domani. Tenete a conto che ci saranno 3 prove: una a coppie in cui parteciperete assieme, una singola e l'ultima fase sempre singola. Se siete abbastanza fortunati e bravi gareggerete l’uno contro l'altra, ma credo non conti tanto chi dei due vince."
"Vero, l'importante é che riusciamo a farcela" concordò Serena.
Brock incrociò le braccia. Non capiva perché, ma sembrava che Serena desse per scontato che avrebbe vinto lui e non lei.
"Per le pizze da preparare, userete le salse della fabbrica. Ovviamente vi dovremo illustrare gli ingredienti per permettervi di inventare nuove combinazioni con gli ingredienti. Lo faremo prima che prepariate gli impasti, così non avrete problemi ad improvvisare!" La donna che parlava prese dei fogli e cominciò a guardare. "I quattro giudici sono famosi a Forsia e sono molto critici, dovrete dare il meglio per salvare la fabbrica. Potrete usare dei Pokémon ad aiutarvi!"
James nel frattempo fumava più della sua pizza, non di imbarazzo, ma di rabbia e frustrazione "Grrr… Boccaccie insensibili al piacere…" 
"Già!" gli fece eco il gatto. "Come osano declassare la Rossona ad una piatto di seconda categoria!" 
"James..." lo richiamò la collega donna irata quanto lui, ma dall'aspetto più razionale. Ed era strano dato che di solito il più razionale dei tre era proprio l'uomo. 
"LASCIAMI IN PACE! SONO FRUSTRATO! FRUSTRATO E INDIGNATO! " Sbottò lui. 
"E' frustrato vedo..." sussurrò una voce dietro le orecchie del trio. Un uomo vestito come un operaio li stava chiamando. 
"CHE VUOLE!?" sbottò il membro del Team Rocket.
"Darvi una seconda possibilità" rispose perfettamente calmo e sibillino l'altro. "Ho visto che lei è bravo, ma evidentemente la sua Rossona non è fatta per essere creata con queste salse..." 
"La Rossona è il mio orgoglio! Non me la insulti o... " 
“...ragion per cui le offro la possibilità di partecipare alle fasi finali della gara..." e l'uomo misterioso allungò alle mani del Team Rocket un biglietto da visita che i tre subito lessero.
"Fabbrica S & S. Aspetti ma non è?” 
“Decida in fretta" continuò l'uomo "Non c'è molto tempo..." 
James ci riflesse, non si fidava molto di quest'uomo ma almeno aveva capito che la sua abilità di cuoco meritava di essere riconosciuta e vedere la sua creazione trattata così da un branco di palati ignoranti lo convinse. "Bene accetto la sua proposta."  
Il misterioso personaggio sorrise beffardamente "Molto bene, le faremo trovare il materiale. Domani dimostri al mondo che la sua pizza è migliore di tutte le altre. A presto" e l'uomo si allontanò. 
"Jame… ma non doveva essere nostro il premio!?" lo rimbrottò la donna.
"Premio o non premio, adesso non mi importa..." dichiarò il collega "Hanno ferito il mio orgoglio di cuoco Jessie. Non sopporto di essere trattato in questo modo! Domani vedranno la migliore pizza di tutta Forsia! Anzi, di tutto il globo! E allora sarò io a ridere!"
Meowth pensò alla faccenda poi bisbiglio qualcosa a Jessie, senza che il collega uomo sentisse. La donna annuì rapidamente.
Serena e Brock nel frattempo studiavano il libro di ricette, mentre preparavano l'impasto per l'indomani.
"Brock che ne pensi di provare a fare questa ricetta qui?" chiese Serena. 
Il ragazzo lesse la ricetta "Pizza Baccalici, Baccasalak e Baccagrana, con spolverata di Rosmarino, e origano. Non lo so… la baccalici richiede parecchia lavorazione e dubito che avremo il tempo di usarla al meglio” rispose dubbioso. 
"Oh..." Serena pensò, a lei pareva una buona idea. 
"Perchè non proviamo invece questa?" propose lui. 
"Uhm… Pizza Baccamodoro, Baccananas e Baccarindo. Si, mi sembra una buona idea!" acconsentì la ragazza "Sei tu l'esperto!"
Brock lesse il pensiero della sua amica "Serena, una cosa" 
"Si?" 
"Smettila di dire che sono un esperto e che sono meglio di te" 
"Uh!?" 
"Ognuno in cucina è libero di usare il proprio estro artistico e a volte un talento può essere in chiunque. Io sono bravo a cucinare perché mi sono dovuto adattare alle esigenze della mia famiglia. Non che non mi piaccia farlo, ma è stata una cosa che ho imparato per esigenza! Tu invece lo hai imparato per passione e secondo me è il modo migliore di renderle gradevoli a tutto il mondo. Non seguire me, cerca il tuo lato artistico!" disse il ragazzo più grande. 
L'amica più giovane riuscì a balbettare un ok, sorpresa da queste parole.
"Fidati" sorrise poi il medico "Ce la farai"
Serena conservò nel suo cuore queste parole di incoraggiamento. I due lavorarono ancora per un bel po' e poi raggiunsero gli amici mentre l’impasto sarebbe lievitato. 
Quella notte l'allenatore si alzò con la gola secca, forse aveva leggermente esagerato con il riempire il suo panino con salsa baccamodoro per cena. Si avviò come uno zombie verso la sala di cucina, per chi lo conosceva poteva sembrare che soffrisse addirittura di sonnambulismo mangereccio. Aprì il frigo e si verso una caraffa d'acqua. 
Udì un rumore. Incuriosito si avvicinò alla finestra e notò 2 figure arrampicarsi su quella che sembrava all'apparenza una fune. Insospettito da ciò, versò tutta la caraffa d'acqua in faccia per svegliarsi completamente, prese un mattarello e trovò l’uscita che dava al tetto. Al di fuori un paio di individui si stavano effettivamente arrampicando, ma non su una fune, su una tela di ragno.
"Ci siamo quasi! Ancora uno sforzo e siamo a cavallo!" sussurrò una voce piuttosto acuta. 
"Invece di ciarlare arrampicati su!" lo sgridò un altra voce più femminile "Spidow sarà forte ma non riesce a reggere il peso di entrambi a lungo!" Una volta raggiunto il tetto la donna richiamò il suo ragnetto nella sfera. 
"Ora proviamo ad entrare!" sussurrò al gatto. "Lascia fare a me" sghignazzò lui "In una delle mie nove vite sono stato il gatto scassinatore di Azzurropoli!" Il felino sfoderò un artiglio e iniziò a lavorare sulla porta. Nel giro di poco, si sentì il classico sblocco della porta. "Visto? Entriamo!" 
Purtroppo per loro, la notte non è mai dalla parte di nessuno e quando il gatto mise piede dentro la fabbrica sentì un potente martello colpirlo ad una zampa. " Ahiahiahaihaiahiahiahiahiah!" urlò dal dolore. 
"Meowth sta zitto o rischi di farci...." la donna non finì la frase che una seconda martellata le arrivò in testa. "Ahiahiahiahi!" urlò anche lei dal dolore. 
Il loro urlo risvegliò l'allarme della fabbrica e varie luci si accesero. Non vedendo soluzioni si diedero alla fuga. 
Anche Ash, per non farsi identificare come ladro, scappò abbastanza in fretta dal luogo, riuscì a recuperare la sua caraffa d'acqua e arrivò in tempo dietro agli alloggi dove riposavano i suoi amici.
"Pfui... menomale..." sospirò sedendosi sul letto e mettendosi di nuovo sdraiato. Girò la testa alla sua sinistra e vide il lenzuolo alzarsi e abbassarsi, segno che Brock forse dormiva. Poi lanciò un veloce sguardo al letto di fronte, sull'altro lato della stanza e constatò che pure Lidia ronfava.
Infine passò all'ultimo letto, quello vicino a Lidia. Anche Serena dormiva beatamente, o almeno sembrava. Era meglio così, almeno non era agitata per il giorno dopo. Sapeva quanto la performer fosse generosa e gentile e si sarebbe presa le responsabilità se la gara non fosse stata vinta.  
Avrebbe voluto alzarsi e andare da lei per controllare, ma decise di non rischiare e appoggiò la testa sul cuscino, vicino al corpo accoccolato di Pikachu, sentendo il respiro del topino. Chiuse gli occhi e si addormentò con facilità.
...
Il giorno seguente arrivò in un batter d'occhio, il gruppo si era recato sul luogo dell'avvenimento per prepararsi alla gara. C'era molta folla, tanti in fila per i biglietti. Per fortuna, come amici dei rappresentanti, Lidia e Ash avevano dei pass per l'accesso gratuito e con permesso di girare liberamente.
Serena e Brock si stavano preparando psicologicamente. Ognuno dei 4 ragazzi portava delle borse con il necessario per la gara: impasti, ingredienti, salse e strumentazione.
"Venite fuori!" Chiamò Serena, facendo uscire Weepbud, Braixen, Sylveon e Panchan.
Brock invece liberò Chansey e Sudowoodo. Dopodiché tutti appoggiarono il materiale sui due carrelli per Serena e Brock e si prepararono all'inizio della gara.
"Tutti i concorrenti alle postazioni. Iniziamo tra pochi minuti" avvisò una ragazza con appunti in mano e auricolare all'orecchio. 
I due annuirono e cominciarono ad andare avanti, spingendo i carrelli "A dopo!"
"A dopo e buona fortuna!" Augurarono i due amici spettatori.
La performer e l'ex allevatore arrivarono alle loro postazioni e prepararono in fretta tutto ciò che poteva servire loro "Beh, non ci resta che impegnarci!"
Pochi minuti dopo si sentirono degli applausi e entrarono cinque persone. Uno sembrava un normale ragazzo alto con un microfono. A seguire entrarono gli altri quattro e lì scoppiarono i fan.
"Signore e signori benvenuti alla competizione del pokézzaiolo! Vi presento i nostri cuochi di fama mondiale! Il primo é un grande chef, di poche parole ma dalle mani forti! Ha salvato molti ristoranti!" Entrò un uomo grosso, molto robusto e con la barba nera. Portava una mannaia in mano che agitava per salutare "Antonino Paccavacciuolo!"
Il cuoco si avvicinò al commentatore e gli diede una pacca sulla schiena, il rumore rimbombante sul palco.
Ash e Lidia indietreggiarono con i brividi, per un attimo sembrava che volesse infilzarlo con la mannaia, ma anche quella pacca sembrava poco piacevole.
"Lo fa solo con gli uomini... menomale" commentò Lidia.
"Grazie..." le rivolse un occhiataccia Ash.
"Il prossimo!" Continuò "Brucia la perfezione del suo cibo! Ogni dettaglio non fugge al suo occhio e bocca esperti! Dentro però ha una personalità glaciale!" Camminò sul palco un altro uomo magro, con sguardo furbo, severo e altezzoso "Carlo Krabbymatto!"
Ash e Lidia trattennero una risata, il cognome era buffo, ma lo sguardo era raggelante.
"A seguire… grande virtuoso dell'improvvisazione e genialità!" Procedette un uomo con gli occhiali composto e garbato "Bruno Montanieri!"
"Uno che sembra meno tenebroso..." osservò Ash.
"E infine! Il grande originario Forsiano, vissuto a Unima, severo ma geniale!" Entrò un uomo alto e pelato e di buon fisico. "Joe Muoronich!"
"Salve a tutti è un piacere essere qui oggi!" salutò il giudice dall'accento straniero. 
"Oggi premieremo la migliore cucina e il miglior cuoco di tutta Forsia" aggiunse Montanieri. 
"Però soltanto uno fra i concorrenti avrà il talento necessario per essere incoronato Masterpizzaiolo" continuò Paccavacciuolo.
"E quel qualcuno dovrà dimostrare 3 grandi qualità. Capacità di adattamento ad ogni situazione e sotto pressione. Poi inventiva, gusto e creazione. Per concludere razionalità e buona presentazione. Perché non serve solo essere bravi in cucina ma bisogna osare, è questo che distingue un Masterpizzaiolo da un pizzaiolo qualsiasi!" concluse Krabbymatto. 
"Dunque ecco i concorrenti! Alla postazione 1 abbiamo Gianni e Pino! della Fabbrica Modoria! Alla postazione 2 abbiamo Rino e Felicia della Fabbrica Melo! Alla postazione 3, Gordon e Jamsey della Fabbrica S&S! Infine alla postazione  4 Brock e Serena per la fabbrica Cibamico!" Tutto il pubblicò incitò i propri cuochi, ad Ash scappò anche un fischio d'applauso. 
"Dunque la prima prova è prova a squadre. I concorrenti dovranno dimostrare spirito e capacità di lavorare in squadra. Avete a disposizione 2 ore di tempo per preparare un piatto con gli ingredienti a vostra disposizione. Occhio a non diluderci! Perché vi la siete guadagnata questo posto in finale!" L’accento di Muoronich ovviamente creava parole storpiate, ma essendo straniero era anche comprensibile.
"La prova inizia ora!" decretò Paccavacciuolo. 
I concorrenti si misero subito al lavoro. Brock e Serena lavorarono in sintonia e ognuno faceva il proprio lavoro aiutato dai Pokémon. Pancham e Sudowoodo rendevano fine l'impasto a colpi di Martelpugno e Sberletese. Sylveon si occupava in seguito di rendere la forma dell'impasto rotondo facendola girare con i suoi nastrini. Chansey grazie alle sue uova cercava di darle un aspetto naturale, mentre Weepbud offriva un po' delle sue foglie, facendosi toccare esclusivamente da Serena, per aromatizzare il tutto. Braixen per finire cuoceva, regolando la fiamma dopo che Serena e Brock finivano di condire per bene la loro pietanza. 
Anche Jamsey lavorava sodo, anzi lavorava solo lui. Decretava ordini a destra e sinistra lasciando al suo collega solo i lavori più banali. Meowth sminuzzava la pasta mentre Inkay ruotava la pizza. La Gourgeist presa in prestito da Jessie aggiungeva i propri semi per aggiungere un tocco speciale. 
"Concorrenti, su le mani!" annunciò Krabbymatto a tempo scaduto. 
Ognuno presentò la propria creazione. I giudici andarono prima a vederne l'aspetto, poi ne assaggiarono un pezzo ciascuno. 
"Mmm l'aspetto è ottimo, cottura molto equilibrata, ha retrogusto piacevole al palato..." commentò Muoronich assaggiando la creazione di Serena e Brock. Passò poi alle altre pizze. Una non gli piacque piacevolmente tant'è che quasi buttò l'operato della povera coppia in un cestino. Passò infine alla pizza di Jamsay e Gordon. "Buon odore, rosso perfetto, per palati peculiari, ma di ottimo sapore." commentò. 
"Ora è il momento della valutazione complessiva!" annunciò il presentatore. "I giudici si ritireranno per decidere chi passerà alla prova successiva!" Fu così che sparirono dietro il tendone confabulando. 
Ash era nervosetto, gli aveva fatto abbastanza impressione il gesto di Muoronich e temeva che lo stesso potesse accadere a Serena, per quanto sapesse che non era possibile. 
Furono 10 minuti di ansia, poi i giudici uscirono "Dunque, è stata una scelta piuttosto facile. Abbiamo visto lavorare i concorrenti e abbiamo potuto constatare i loro lavori. C'è chi ha lavorato in sincronia perfetta, c'è chi ha preso le redini, c'è chi non è riuscito a lavorare in coppia. Soltanto due coppie passeranno il turno successivo." spiegò Paccavacciuolo 
"Coppia 1 e coppia 3! Avanti!" ordinò Montanieri "Due di voi si sono qualificati alla prova successiva e quei due sono... i concorrenti della coppia 3: Gordon e Jamsay!" Ci furono i boati di complimenti da parte del pubblico per la coppia vincitrice, mentre l'altra trattenne il disappunto con un applauso.
"Un lavoro molto ben fatto. Qualcuno è stato capace di prendere in mano la pressione e di salvare il salvabile." decretò Krabbymatto. Jamsay gongolò, ricevere un complimento da Krabbymatto era un onore. 
"Coppie 2 e 4! Avanti!" decretò Muoronich, Serena e Brock si avvicinarono. "Una delle vostre coppie si è distinta particolarmente per un lavoro di squadra pressoché perfetto e questo si è riversato sulla presentazione e gusto della vostra pizza. Per essere un bravo pizzaiolo bisogna saper anche lavorare insieme e questo lo ha dimostrato a pieni voti la coppia N° 4!" Di nuovo ci furono applausi generali di tutti. 
Ash e Lidia batterono più forte che poterono le mani, mentre Serena divenne leggermente rossa ai complimenti di Muoronich. 
"Ora passeremo alle fasi finali, in questa parte si lavorerà da soli. Un pizzaiolo per distinguersi deve anche saper ragionare con la sua testa e deve sapersi adattare a tutte le difficoltà! Avete 30 minuti di riposo poi potrete tornare qui a vedere i sorteggi!" annunciò Montanieri. 
I concorrenti vincitori si ritirarono. "Prendersi i complimenti da Muoronich!" sorrise Lidia "Mica male davvero!"
"Per me, Muoronich o no, siete stati comunque perfetti!" aggiunse Ash. 
"G-Grazie" rispose Serena. 
"Ora però arriva la fase difficile…" osservò Brock.
"Lavorare da soli sarà abbastanza complicato sotto la pressione del pubblico e dei giudici, che non sono tipi esattamente amichevoli..." 
"Ah, bazzecole ce la farete!" replicò Lidia "Siete i due cuochi più bravi che esistano! Io e il Forno siamo fortunati ad avervi con noi!" 
"Ehi! A chi hai dato del forno?" borbottò Ash, stuzzicato dalla frecciata amichevole. I quattro scoppiarono in una risata.
Furono pochi gli attimi di risate, prima che potessero essere richiamati i finalisti per continuare.
Brock e Serena si diedero una stretta di mano amichevole "In bocca al mightyena!" Entrambi sapevano che contava solo che vincesse uno dei due. L'importante era passare entrambi il turno e poi chi avrebbe vinto in finale non contava.
"Bene pizzaioli" incominciò Antonino "...E pizzaiola" aggiunse dopo come cortesia. "Sono stati estratti i numeri e si sfideranno al primo turno... Gordon vs Serena"
La ragazza deglutì, non si scontrava con Brock, quindi di certo o lei o Gordon lo avrebbero incontrato in finale. Doveva dare il meglio per assicurare il premio alla fabbrica. 
"E quindi l'altra sfida é tra Brock e Jamsey"
"Uhm… la sfida si fa interessante" mormorò Lidia appoggiando i gomiti ad una barriera.
"Siete voi pronti!? Prima sfida tra Serena e Gordon. Potete iniziare... ora!"
"Vai Serena! Confidiamo in te!" Gridò incoraggiandola Ash.
Le guance della performer si colorarono di rosa, ma non perse la concentrazione. Continuò a farsi aiutare dai suoi Pokemon, tagliò le bacche in fretta e le mise sull'impasto steso e insalsato.
Passarono i minuti e l'ansia aumentava. I giudici passavano dai concorrenti per vedere come lavoravano. Joe e Bruno andarono da Serena. 
Il primo curiosò, mentre la vedeva intenta a preparare la sua salsa. "Curiosa mix di ingredienti"
Serena rispose senza alzare la testa per non rallentare "Cerco di assemblare gusti che vadano bene assieme e allo stesso tempo improvviso!" 
Bruno annuì con le mani dietro la schiena "Vediamo se tiri fuori lo spettacolo"
Antonino e Carlo invece erano dall'altro lato dal palco, a riempire di domande Gordon. Più che quello a farlo sudare e a farlo agitare. Una delle caratteristiche di uno chef bravo in cucina è mantenere la calma.
"Alloooora... cosa abbiamo qui?"
"U-una p-pizza a-alle b-b-baccarance e b-bacca..."
"Ragazzo, calma... mica ti mangiamo. È la tua pizza che vogliamo azzannare… Se sarà abbastanza buona"
Boom, perse il controllo. Cadde un mestolo, si abbassò e picchiò la testa sul tagliere, facendolo indietreggiare e colpire un pacco di farina che gli finì in testa e lo sporcò tutto. 
Si sentì qualche risata, non ovviamente dei giudici. Persino dalla postazione di Serena, era stato notato il caos dell’avversario.
Il cuoco si alzò e scivolò, dando una spinta al carrello che si avvicinò pericolosamente in direzione di Antonino. Non fece a tempo ad accorgersi che un missile lo colpì e posò le mani davanti a certe parti, accasciandosi al suolo "...Arceus...."
Il pubblico rimase scioccato, impaurito, stizzito quasi quando il povero Antonino.
Ash sbarrò gli occhi e si girò "Ci sono cose... che un uomo non dovrebbe vedere o provare..."
"Pika..."
Ma non bastò. Il cuoco, cercando disperatamente di farsi scusare, provò ad andare dal cuoco semi accasciato, ma il tagliere si piegò, la ciotola di passata al pomodoro volò in aria e finì dritta sulla faccia di Carlo. Una bella cascatella di sugo in testa, viso rossa infernale... forse per la salsa oppure per la rabbia e l'imbarazzo.
Dalla sua postazione, Serena impallidì, quanto i due giudici al suo fianco. Brock e il suo rivale dovettero fare un grande facepalm, mentre Ash e Lidia scossero la testa con una faccia molto sconcertata.
Joe guardò strabico la scena "Quel pizzaiolo sta per muorire"
Carlo si riprese, la sua faccia era normale ma c'era qualcosa di "demoniaco" nei suoi occhi. In tutti i suoi anni nel suo ristorante Hellgar’s Kitchen, non aveva mai assistito a nulla di così vergognoso. "Evidentemente il pizzaiolo qui presente è stato fortunato ad avere l'aiuto del suo collega. Ci sono volte in cui un pizzaiolo deve far fronte alle sue paure e affrontarle..." si avvicinò molto lentamente al povero e balbuziente malcapitato" e questa paura... sono io? Dillo chiaramente..." 
"S-S-Si!" balbettò Gordon.
"Signori, evidentemente ci siamo sbagliati nel far passare il turno ad una persona. Come direbbe il mio collega Joe "Mi hai molto diluso...Togli quel grembiule e impara a cucinare. Solo quando saprai farlo potrai provare a rientrare, ma per ora... fuori..." 
"M-m-ma..." protestò timidamente il malcapitato. 
Lo sguardo di Krabbymatto però era freddo e glaciale... e non ammetteva repliche "...Fuori" ripeté con fare più minaccioso. 
Come ipnotizzato il povero Gordon sparì trattenendo le lacrime. 
Bruno commentò il tutto con un "Vedete, proprio per questo il mio collega qui ha il cognome Krabbymatto... ci vuole poco per scatenare la sua fredda ma dura e severa punizione. Dunque per abbandono del concorrente la vittoria va a tavolino a Serena della fabbrica Cibamici!"
Il pubblico applaudì, sebbene ancora abbastanza scioccato dalla scena. Persino Ash aveva ricevuto una sensazione di gelo nel sentire quelle semplici, ma disarmanti parole del giudice. "Perché ho come la sensazione che a-abbia preso un attacco Geloraggio in pieno?" rabbrividì. 
"Krabbymatto è un osso duro, se non il più duro di tutti. Non a caso dirige un programma chiamato Hellgar’s Kitchen e lì è ancora più perfido di quanto non lo sia stato ora" spiegò Lidia sentendo comunque anche lei un brivido nelle ossa. 
“Mi spiace per Serena…” Aggiunse Ash.
“Perché?” Chiese Lidia “Ha vinto!”
Ash scosse la testa “Si, ma non credo volesse vincere a tavolino…”
“Ah… in effetti…”
Paccavacciuolo dovette restare fuori dalle scene per un po' per la tremenda botta ricevuta, ma prima di uscire prese la sua mannaia e con tutta la sua forza la impiantò su uno dei banchi di lavoro, spaventando a morte gran parte del pubblico. La seconda sfida fu dunque nelle mani di tre soli giudici. Krabbymatto fu abbastanza chiaro quando affermò che stavolta avrebbe voluto vedere due veri pizzaioli all'opera. La pressione si fece sentire sulla faccia dei due contendenti. 
"Al mio segnale potite partire" annunciò Muoronich " Pronti? Ai fornelli!"
Brock e Jamsay si misero subito all'opera. Per gran soddisfazione dei tre giudici entrambi i concorrenti sembravano saperci fare. Muoronich fece qualche domanda a Brock riguardo la sua pizza "Dunque cosa esprime tua pizza?" 
"Io ero il cuoco di 7 fratelli e sorelle perciò ho cercato di trasmettere il ricordo della mia famiglia in questa creazione" rispose il medico mentre aggiungvea un paio di olive sulla sua creazione. 
"Capisco, buon lavoro alora!" disse il giudice allontanandosi, andando a ispezionare come stesse lavorando Jamsay, il quale non sentiva il minimo accenno di pressione.
"A cosa è ispirata la tua creazione invece?" gli chiese Bruno. 
"Io abitavo in una famiglia ricca, ma ho sempre avuto passione per le cucine, così un giorno chiesi lezioni al cuoco di famiglia che mi fece da insegnante e cerco di ricollegarmi a lui creando questa pizza" rispose mellifluo il membro del Team Rocket, non distorcendo troppo la verità. 
"Volevi bene a questo cuoco?" 
"Tanto"
"Bene, allora ti lascio al tuo memorial. Fa un buon lavoro." 
"Si chef!"
In venti minuti, le pizze furono pronte, entrambe dall’aria invitante. I tre giudici sembrarono indecisi. 
"Uhm sia Brock che Jamsay hanno lavorato bene, a me piace più la pizza di Brock per impostazione, ma la pizza di Jamsay ha più sapore. È un bel dilemma" confabularono i tre. Alla fine presero una decisione.
"Ehm… ehm... a differenza della sfida precedente abbiamo avuto due veri pizzaioli a contendersi la finale..." spiegò Bruno.
"Non siamo stati per niente dilusi dalle creazioni di due sfidanti" aggiunse Joe "Tuttavia uno dei due piatti ha leggermente trionfato sull'altro per un leggero tocco in più, senza togliere i complimenti a chi non passa il turno. La vittoria va a Jamsay!" Ci furono i complimenti di tutti. James e la sua squadra gongolarono.
Sudowoodo e Chansey rimasero delusi, Brock si abbassò e li consolò "Ehi, ci abbiamo provato e l'importante è questo"
"Dunque, la finale sarà tra Serena del team Cibamico, contro Jamsay del team S&S! Ci rivediamo qui tra poco!" annunciò il presentatore. 
Ash era scioccato, qualcuno aveva battuto Brock in cucina? 
"Quel Jamsay..."osservò Lidia "E’ bravo. Sarà un duro avversario..." 
"Tocca tutto a Serena ora." aggiunse l'amico "Andiamo a incoraggiarla!" 
La performer guarda caso era allibita: Brock aveva perso. Oltretutto toccava a lei prendersi tutta la responsabilità di vincere contro un avversario formidabile come lo era Jamsay. Respirò a fondo per evitare di prendere un attacco di panico. I suoi Pokémon la notarono e cercarono di calmarla. 
"Ehi Serena! Come va? Pronta per la fina...uh? Che c'è?" la raggiunse Ash vedendola in una forma precoce di iperventilazione. 
"A-Ash… n-non credo di poter battere un mostro come Jamsay! Ha sconfitto Brock! E lui ha più esperienza di me in cucina!" tremolava. 
"Ma tu sei bravissima!" cercò di rassicurarla Ash. 
"Lo so che me lo dici sempre e mi fa piacere, ma ora lo devo dimostrare davanti ai giudici!" balbettò ancora di più la povera ragazza. 
Ash allora si avvicinò a lei e le mise le mani sulle spalle. D'improvviso l'iperventilazione si tramutò in un grande rossore. "Ascolta Serena... ti ritieni brava?" 
"S-si? Forse? Credo…" 
“Noi ti riteniamo brava?" 
"Suppongo…”
"E allora va a combattere! Non arrenderti! Comunque vada ci avrai provato! Una sconfitta senza neanche tentare brucia di più che una sconfitta ottenuta lottando con tutte le forze! Inoltre se non fai un tentativo non potrai vincere! Aggrappati a questa possibilità!" la rincuorò l'allenatore di Biancavilla. 
"Ha ragione" disse una voce alle sue spalle. Brock aveva appena sentito tutto "Provaci! Tu hai talento Serena! Sfruttalo! Non lasciare che una paura ti impedisca di usarlo a tuo favore!" aggiunse. 
"Chi non risica non rosica!" concluse Lidia per condire il tutto con un unica frase. 
La kalosiana sospirò tranquilla "D'accordo, ci proverò! Darò tutte me stessa per vincere questa sfida!" disse con sguardo fiducioso.
"Cosi mi piaci!" sorrise Ash.
"Concorrenti ai vostri posti. Mancano 5 minuti all'inizio della finale!" gracchiò un altoparlante. 
"Beh... vado! Auguratemi in bocca al Mightyena!" disse Serena allontanandosi.
"Ah Serena!" Urlò Ash per farsi sentire “Sai che ti dico?" iniziò l’allenatore con un sorriso abbastanza ambiguo.
"Cosa?" Chiese Serena.
Lui rispose con un grande sorrise e le guance arrossate "Beh penso che saresti una moglie fantastica!"
*Spruuuut* Lidia sentì l'istinto di sputare la bibita che stava sorseggiando "*chough chough*"
Serena invece rimase irrigidita, faccia in fiamme e incapace di parlare.
"Beh sei una cuoca fantastica! Penso che chi ti sposerà sarà fortunato! Pensaci e usa questo pensiero per vincere!" Prima di dirlo faceva tanto senso, ora non ne era più sicuro. Gli sembrava un vago tentativo di esprimere uno dei suoi desideri futuri nascosti nel più profondo del suo cuore misterioso.
"I-Io.. g-grazie...." cominciò a balbettare in tilt. Questo ovviamente era il miglior modo di incoraggiarla e allo stesso tempo mandarla in palla.
Una volta che la ragazza si allontanò, Lidia commentò il gesto di Ash "Sei stato molto poetico, sai?" 
"Oh beh, mi dicono che sono una fonte di ispirazione ma..." si imbarazzò l'allenatore. “Mi è venuto spontaneo”
“Se non lo avessi sentito con le mie orecchie, non ci crederei. Non è che nella tua affermazione c’era un goccio di desiderio?” 
“Che intendi?” Fece finta di non capire Ash.
Lidia appoggiò una mano sulla sua spalla “Quell’affermazione esprimeva un tuo perverso desiderio”
“Non so di cosa parli…” La ignorò lui, nascondendo la faccia arrossata.
I tre allenatori si misero ai propri posti, mentre Lidia continuava a stuzzicare l’allenatore.
"La fase finale del master pizzaiolo di Forsia sta per iniziare!" annunciò il presentatore. "Da una parte Serena, la rivelazione proveniente da Kalos! Dall'altra Jamsay, il misterioso pizzaiolo dalla grande abilità!"
"Concorrenti!" dichiarò Joe "Per la sfida finale avete a disposizione un’ora di tempo. Potete usare tutti gli ingredienti! Quello che chiediamo è una pizza degna di questo nome! Ai vostri posti...via!"
Serena infilò il grembiule e si diede rapidamente da fare con l'impasto, così come Jamsay. Lavoravano come forsennati. La biondina con l'aiuto di Pancham lavorava una forma perfetta, mentre Jamsay lavorava come suo solito con flemma e naturalezza. 
Dopo 15 minuti Serena versò la sua salsa speciale: un denso miscuglio delle salse usate alla qualificazione nella fabbrica. Notò che anche il suo rivale era a buon punto e stava già sistemando i condimenti. La kalosiana ci pensò su, doveva trovare qualcosa di assolutamente fantastico per sbalordire i quattro giudici. Pensò alle sue avventure con il gruppo, alle sue esperienze e ai consigli di Brock. All'improvviso decise di giocarsi il tutto per tutto e prese una baccalici. Sapeva il rischio, ma iniziò lo stesso a lavorarla minuziosamente, secondo lei rappresentava la sua fonte d'ispirazione. 
Paccavacciuolo notò il tutto "Scelta coraggiosa la tua" osservò mentre la ragazza continuava "La Baccalici è considerata una delle bacche più difficili da lavorare in cucina, sebbene abbia un gusto davvero buono"
"Lo so chef, ma voglio provarci, devo osare!" replicò indaffarata Serena. 
"Hmmm… una persona che osa" pensò Krabbymatto. 
Una volta che la baccalici fu tagliata in tante scaglie, Serena pensò ad aggiungere delle diverse qualità di formaggi, poi fu il turno di una baccaliegia, dolce e tenera come lei. La lavorò con tutta la passione che aveva, la arrosti grazie all'aiuto di Braixen e la tagliò in piccoli pezzetti grazie all'aiuto di Weepbud. La mise delicatamente in coppia con il sapore di Baccalici, condì il tutto con una spolverata di origano e la mise in forno aspettando trepidamente. 
Jamsay invece si limitò a riproporre la sua classica pizza Rossona, sapendo perfettamente come farla e andando sul sicuro. Una classica che non tramontava mai. 
Le due pizze cuocevano come l'ansia dei due contendenti. Quando il campanello di fine match suonò le due pizze erano pronte per essere messe a confronto.
Per prima fu assaggiata la pizza di Jamsay. "Hmm cottura perfetta, stabilità perfetta” disse Montanieri. 
"A volte uno chef deve puntare al suo piatto forte se vuole avere succiesso" commentò Muoronich. 
Paccavacciuolo e Krabbymatto invece assaggiarono la pizza di Serena. L'aspetto era invitante, il dubbio e il pensiero curioso era se l’assortimento tra dolce-salato che Serena aveva proposto poteva reggere, combaciare e stupire. 
Paccavacciuolo assaggiò una fetta, la prima cosa che riuscì a fare fu fermarsi di colpo, ancora a metà fase di masticazione. Non si seppe per cosa. Anche Krabbymatto procedette, perfettamente impassabile. 
Serena impallidì a sua volta. Non andava bene? Aveva combinato tanti sapori che poteva scommettere che insieme erano mangiabili. 
I giudici poi si scambiarono i piatti e assaggiarono la pizza opposta. Una volta finito ciò, si ritirarono a confabulare. Nessuno seppe cosa stavano dicendo. 
L'ansia di Serena era alle stelle, la reazione di Paccavacciuolo la spaventava non poco e Carlo anche peggio. 
Non dovettero attendere troppo "Dunque anche questa è stata una decisione difficile" iniziò Montanieri. 
"Abbiamo avuto sfida tra classicità e innovazione, semplice contro complesso, il vecchio contro il nuovo" continuò Muoronich. 
"A volte è difficile scegliere quale strada seguire per puntare al successo" aggiunse Paccavacciuolo. 
"Ma sia chi osa e chi non osa può creare qualcosa di particolarmente innovativo e geniale" concluse Krabbymatto agitando una busta. "Il vincitore del Master Pizzaiolo di Forsia è…"
Il cuore di Serena pompava litri di sangue a dismisura. "Serena del Team Cibamico!" decretarono i quattro giudici.
"Evvaiiii!!!!!!" Esultò Ash pugni all'aria.
Lidia alzò la mano e la agitò "Grande Serena!"
Anche Brock iniziò ad applaudire, insieme al resto del pubblico che si alzò man mano.
"Fantastico!!!" Si complimentarono anche Salvia e i responsabili della fabbrica. Il loro lavoro era salvo.
Serena sorrise, portando la mano al petto "Ce l'abbiamo fatta ragazzi!" Festeggiò con i suoi Pokemon. Era davvero contenta, non aveva deluso nessuno, soprattutto se stessa e aveva salvato la fabbrica.
…In un angolino...
"Non é possibile...." piagnucolò James "Ho perso... la mia Rossona... ora il mio cuore é più spiaccicato di un pomodoro nella sua salsa. Il mio genio non è stato riconosciuto... plebei dai gusti opprimenti..." mormorò ancora traumatizzato.
I giudici si avvicinarono alla vincitrice, ognuno con un premio. Era ora di dare a Serena ciò che meritava.
Ash voleva correre da lei e abbracciarla per il suo duro lavoro, ma sarebbe stato strano saltare sul palco di fronte a tutti solo per quello. Lo avrebbe fatto dopo.
"E con piace-...."

KABOOOOOOOOOM

Un'enorme nube avvolse tutta l'area. Il palco, le quinte, i posti a sedere... era peggio della nebbia. 
"Che succede???" Mormorò Ash tossendo. Non sembrava una sostanza dannosa. Anzi aveva un odore accettabile.
Strofinò le mani e notò i propri vestiti sporcarsi di bianco. Riconosceva la sensazione, a volte a casa capitava quando sua mamma cucinava. Era farina.
"A quanto pare abbiamo dovuto intervenire!" Una voce suonò.
"Ovviamente..." si schiaffeggiò la faccia Brock. “Sono loro…”
"Se solo vedessi qualcosa!!!" Si arrabbiò Ash. Non vedere dove andare lo mandava in frustrazione e la farina non si dissolveva in fretta come il fumo. "Serena!? Serena riesci a sentirmi!?" Purtroppo non arrivò risposta, continuò a vagare nel nulla. "Pikachu potresti provare a mandare via questa farina con un fulmine?"
Il silenzio.
"Pikachu!?"
"PIKAPIIIIIIIII!!!" Arrivò il richiamo del suo migliore amico. Fino ad un attimo fa era sulla sua spalla, ora sembrava lontanissimo.
"Pikachu!!! Ora basta! Tweeny vieni fuori!" Lanciò una pokéball in aria e liberò il volatile azzurro.
"Twee!" Rispose lui confuso dall'ambiente poco respirabile.
"Sbatti le ali più che puoi e manda via questa farina svolazzante! Presto!" Ordinò l'allenatore.
L'uccellino annuì e si liberò in aria, poi cominciò a sbattere le ali più veloce e forte che poté, fino a che la polvere farinosa cominciò a dissolversi, per sparire del tutto.
Quando fu più chiara la vista, Ash trovò nel suo raggio visivo l'immagine di Jessie, Meowth e un disperato James, sopra un hotdog gigante. Il wurstel aspirava tutti i Pokemon che trovava in giro, le pizze e gli ingredienti. Pikachu era certamente finito già nelle loro grinfie.

"Preparatevi a passare dei guai gustosi!"
"..."
"James concentrati!!!"
Ash e gli altri guardarono con sguardo confuso il trio che si ridicolizzava con le proprie uscite.
"Riprendiamo…”
“Preparatevi a passare dei guai gustosi! Ancora!"
"...wuai gnolto... nossi piete sta... avverti...."
"JAMES!" Lo graffiò Meowth in faccia.
Jessie scosse la testa "Meowth sostituiscilo tu!"
"Preparatevi ad essere grigliati!"
"Dei guai molto grossi, bolliti o tostati!
"Proteggeremo il mondo a devastazione!"
"Uniremo tutti gli ingredienti nel nostro pentolone!"
"Denunceremo i mali di verità e amore!"
"Estenderemo il nostro brodo fino alle stelle!"
"Jessie!"
"Non James"
"Team Rocket, pronti a cucinare alla velocità della luce!"
"Arrendetevi subito o preparatevi a combattete e ad arrostire! E Meowth proprio così!"

"Maledetti! É possibile che anche ad un concorso di cucina dovete intromettervi?"
"É naturale moccioso!" Ridacchiò Meowth "Quando chiamano cibo e Pokémon da sgraffignare, siamo sempre disponibili!"
"Trovatevi un hobby!" Rispose Ash seccato.
"Io... avevo un hobby, una passione! La mia cucina deliziosa! Il forno dentro al mio cuore che scaldava l'animo di fuoco di quest'uomo..." 
"Guarda come avete ridotto il nostro povero chef!"
Serena guardò meglio James e poi si stupì "Era lui Jamsey!" 
"Almeno la mocciosa ci é arrivata! É lei la colpevole! James meritava la vittoria! Quindi noi ci vendicheremo!"
"Non credo!" Ribatté Ash sfidandoli "Leafala aiutami!" Liberò il koala e non perse tempo ad attaccare "Usa Energipalla!"
"Leafafafafalalalaaaaaa!" Scaglio la prima sfera, ma la macchina non venne nemmeno scalpita.
"Ahahah pensi davvero di poter batterci!?" Rise spudoratamente Jessie con fare altezzoso "E’ meglio di un mega polpettone! Niente può scalfirlo!"
"Vedremo!" Minacciò Serena.
Ash si girò, stupendosi di trovare Serena con i suoi Pokémon ancora dove erano e i quattro cuochi anche loro fiancheggiati dai loro compagni.
"C-Come hanno fatto a non risucchiarli?!" Urlò Jessie con le mani in faccia.
"I nastri di Sylveon sono abbastanza forti per tenerci aggrappati tutti alle postazioni fissate al terreno!"
"E noi non avevamo liberato i nostri aiutanti..." pronunciò Carlo con voce grave e appuntita come un pugnale di ghiaccio.
"Ugh…"
Bruno con l'indice tirò su meglio gli occhiali al naso e sbarrò gli occhi con calma terrorizzante "Non siamo solo chef, ma anche giudici. Ed é ora di giudicare la vostra impiastrata!"
Avanzarono quattro Pokémon, alcuni familiari ad Ash, altri diversi. Quelli che ricordava li aveva già visti sul pokédex qualche giorno prima "Ma si! Quelle sono delle forme Forsia!" Esclamò lui indicando i Pokemon con Carlo e Bruno.
Un Avalugg con il corpo totalmente bianco ma di calce, se ne stava al fianco di Carlo Krabbymatto. Insieme a Montanieri c'era uno Chandelure particolare, diverso dalla sua forme di Unima. Aveva un non so che di più ricercato.
Con Paccavacciuolo c'era un procione enorme e grasso, con u ciuffo biondo in testa. Infine, a fianco di Joe c'era un Clawitzer.
"Pff... non ci batteranno mai con quei Pokémon!” Scosse la testa Meowth.
"Sto per prendere voi a padellate nei posti meno piacevole che potete provare" Muoronich alzò l'arto sinistro e lo portò alla manica della giacchetta, sul gemello da polso. Un bagliore illuminò tutto l'ambiente. "Megaevoluzione!"  
Quando la luce si collegò al papillon al corpo di Clawitzer, il Pokemon cambiò forma e si rivelò dieci volte più minaccioso, con una chela bazooka ancora più enorme, che a tratti ricordava la testa di un drago e una gigante mannaia...
"Ora forse possono batterci..." mormorò il gatto.
Serena rimase stupefatta dal portamento che mostrava il Pokémon. Si ricompose e tornò alla lotta. "Braixen usa lanciafiamme! Arrostiamo quel wurstel!" 
"Braixxxx eeeennn!" L'attacco Fuocobomba colpì in pieno l'enorme veicolo, scaldandolo di continuo.
"Clawitzer usa Idropompa!" Ordinò Joe.
I due attacchi continuavano ad intrecciarsi sulla superficie della macchina e ad alternare i loro effetti, lasciando Jassie e Meowth perplessi. 
"Cosa diamine pensano di fare????" 
"Avalugg aiuta con Idrondata!" Esortò Krabbymatto.
Pure Montanieri andò all'attacco "Chandelure usa Fuocofatuo!"
Ero un continuo susseguirsi di raffreddamento e scaldamento. Andò avanti, rintontendo i criminali e lasciando a bocca aperta Ash e gli altri.
"Concludi con Iperraggio Katakanion!!" Indicò con un pugno il bersaglio Antonino.
Il potente andò a perforare la corazza del Wurstel come se nulla fosse. A forza di cambiare le condizioni di conservazione della materia era stato facile disintegrarlo. Vi fu una forte esplosione, poi tutti i Pokémon catturati arrivarono dai loro allenatori.
Pikachu saltò tra le braccia di Ash e si lasciò stringere "Chaaa!"
"Ehi Pikachu!!" Lo salutò Ash felice "Per fortuna stai bene!"
Il topino con un cenno del capo fece intendere ad Ash che voleva dare una lezione al Team Rocket come sempre.
"Ok! Preparati! Siete pronti a partire alla velocità della luce!?"
Il felino e la donna dai capelli fucsia guardarono intorno a loro. Pokémon ovunque, pronti a colpirli, tra cui Pikachu, una megaevoluzione e due forme Forsiane. Si metteva male. Sapevano già che in pochi secondi si sarebbero ritrovati in cielo.
"Aspetta ragazzo" con un gesto, Muoronich fermò Ash e un Pikachu sprizzante di scariche.
Il cuoco rinomato si avvicinò a James e appoggiò una mano sulla sua spalla "Ascolta. Tu sei un pizzaiolo grandioso. Hai un talento vero, ma ciò che tu non avevi messo a pieno nella pizza era un ingrediente essenziale. Il cuore, metti il passione ma il tuo volere di vittoria ti ha impedito di mettere l'amore nella cucina”
“…”
“A te piace cucinare?"
"Si..." James incrociò il suo sguardo.
"Allora non c'é problema. La tecnica tu l'hai e pure la passione. Ti piace cucinare, quindi ricordare sempre questo. Quando cucini tu esprimere sentimenti. Sono sicuro che in futuro sarai un grande chef. Continua a provare"
Le parole del maestro della cucina riscaldarono di nuovo il cuore di James. "Si! Ora la mia fiamma non smetterà di cuocere!"
"Ecco, bravo" rispose, per poi allontanarsi.
"Posso andare?" Chiese Ash alzando il dito per il permesso.
I cuochi annuirono.
L'allenatore sorrise e lanciò Pikachu in aria "Pikachu usa Fulmine!!!"
Il topino elettrico caricò le guance e rilasciò un Fulmine che spazzò via tutto. 
"Beh… almeno James ora sta meglio" disse Jessie in mezzo al cielo.
"Si!" Rispose lui con due fiammelle negli occhi "D'ora in poi so cosa fare! Quando cucino mi renderò umile come il mio cibo, anche se sarà rinomato!"
Meowth alzò gli occhi al cielo "Non che abbia capito molto ma..." 
"RIPARTIAMO ALLA VELOCITÀ DELLA LUCEEEEEE!!!!!!!!!!"
"Grande amico!" Il Biancavillino accarezzò la guancia dell'amico. Improvvisamente sentì un colpo arrivare alla schiena, bruciante, spacca ossa e capace di fargli sputare un polmone fuori dalla bocca. 
Paccavacciuolo, ancora con la mano tesa si complimentò, dando altre pacchette sulla schiena dell'allenatore, il quale, nonostante tutto, rimase composto, sebbene volesse rotolarsi a terra dal dolore, con due lacrimine ancora ai lati degli occhi.
"Grande ragazzo! Un Fulmine così non lo vedevo da tempo. Grazie per la mano, si vede che sei forte! Non ti sei scomposto nemmeno con la mia formidabile pacca!"
"Eh...eh.. ehe..." furono delle risatine sbilenche e trattenenti uno *squit* di dolore.
"E beh, anche la tua ragazza é brava! Niente male, fortunato ad avere sia una grande cuoca che una lottatrice forte come fidanzata! Complimenti davvero!"
Ash grattò la testa ringraziando, fino a che non formulò bene nel cervello le sue parole. Prima di poter arrossire, negare ed bruciare dall'imbarazzo, sentì un'altra pacca che gli avrebbe potuto perforare la gabbia toracica. 
Questa volta cadde a terra, troppo impegnato a pensare altro. Troppa sorpresa, troppi commenti e troppe sberle.
"Questa era per fare le congratulazioni a Serena, visto che non posso colpire ragazze. Menomale c'era il suo compagno per prenderle al posto suo! Bravo giovanotto!" E si allontanò verso i cuochi.
Per sua fortuna Serena era ancora con Carlo, Joe e Bruno e non aveva sentito. Solo il rimbombo delle sberle che colpivano la schiena erano arrivate alle sue orecchie. Probabilmente avrebbe aiutato Ash a metterci due grossi cerotti. O ci sperava... dopotutto alla schiena non ci arrivava da solo. Scosse la testa scostando i capelli e cercando di pesare ad altro.
"Signori, ora che la situazione é sistemata, vi preghiamo di attendere. Dobbiamo ancora premiare la vincitrice"
Quando il palco fu tutto ripulito, Serena fu invitata dai giudici a salire sul palco. 
"A dare il premio ci sarà una persona veramente speciale. Romina, la vincitrice dell'edizione precedente del concorso di Masterpizzaiolo!"annunciarono i quattro giudici. 
Una donna di circa 35 anni si presentò sul palco con un enorme trofeo a forma di mattarello, un assegno e un faldone di carte firmate, probabilmente contratti per la fabbria. "Congratulazioni vivissime!" si complimentò con Serena "Sei stata veramente brava! Faccio anche io la pizzaiola, ma non avevo mai visto una ricetta del genere!" 
"O-oh grazie! Ho solo messo un pizzico di me stessa in quel piatto" mormorò Serena ancora imbarazzata da tutti quei complimenti, ricevendo il mattarello dorato. 
"E questo invece è per te! O meglio per il tuo team!" sorrise l'altra donandole un assegno. "Affinché la casa produttrice che ha permesso di far venire alla luce il tuo talento possa continuare a sfornare altri piccoli capolavori come te!"
"E per questo sarà sempre sotto la nostra ala protettiva" aggiunse Paccavacciuolo. 
"Sarà un piacere lavorare con loro e dare il nostro supporto" continuò Muoronich. 
"Non smettere di mettere la passione in cucina, è la giusta via!" Continuò Montanieri.
"In gamba e osa sempre" concluse Krabbymatto. 
Serena tutta rossa prese il resto dei premi.
“Ahio..." si rialzò Ash dolorante dopo l'enorme manata ricevuta la schiena. "Che mi sono perso...?"
"Soltanto Serena che viene premiata..." disse Lidia tranquilla "..Ma sei ancora in tempo!" aggiunse poi. 
L'allenatore, non curante del dolore, balzò in piedi e applaudì più forte che mai! Nonostante le spalle continuassero a fargli di un male pazzesco. "Brava! Brava! Brava! Brava!" urlò a perdifiato e cercando di farsi sentire. 
“E poi…” Paccavacciuolo si avvinò a Serena e le allungò un biglietto “Puoi contattarti quando vuoi per dei consigli. Inoltre ci farebbe piacere se ci passi qualche tua ricetta!”
La performer accettò il biglietto con un sorrisone e imbarazzo “G-Grazie!”
Il cuoco grosso appoggiò la sua mano sulla spalla di lei e annuì. “Di nulla! E addio!”
“?”
“Non preoccuparti, lo dico sempre quando saluto qualcuno o concludo qualcosa!”

"Grazie... davvero grazie" si commosse Salvia prendendo l'assegno da Serena. "Se non ci foste stati voi..." 
"L'importante è che tutto si sia risolto per il meglio!" si limitarono a dire i salvatori. 
"Davvero saremmo stati persi se non fosse stato per Serena e la sua fantastica ricetta. E in onore di ciò, tutti sono stati d'accordo ad aggiungerla nel nostro libro di ricette!" 
"A-Addiritura?" balbettò Serena commovendosi a sua volta "G-grazie!" 
"E' il minimo per ringraziarti di tutto!" sorrise la guida, vedendoli pronti a partire. "Ah, avete detto che andate a Mozzaburgo?"
"Si!" esclamò Ash "Per vincere la mia seconda sfida in palestra!" 
"Allora potete salutare la capopalestra da parte mia? E' una cliente affezionata!" 
"Senz'altro!" risposero all’unisono i quattro. 
"Allora vi saluto! Buona fortuna!”
Mentre camminavano Ash posò lo sguardo su Pikachu, ancora sporco di ketchup in alcune zone. Eppure aveva pensato già a pulirlo "Ehi Pikachu?" 
"Pika?" 
"...Hai nuove macchie di ketchup… nulla da dire a tua discolpa?" 
"..."

Quello che doveva essere un semplice tour di piacere, si è trasformato in un vero e proprio viaggio di sapori, conclusosi con la nascita e l'affermazione in cucina di un talento naturale come Serena. Mozzaburgo attende ed è sempre più vicina, quale sorprese riserverà ai nostri eroi? Il viaggio continua...

Allora...vi sono piaciuti gli "ospiti speciali"? E' stato un buon capitolo? Beh come al solito vi invitiamo a seguire la nostra pagina FB e la nostra pagina deviantart!

 

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Capitolo 16
*** Un Rapimento in Piena Regola! La Cura Miracolosa di Brock! ***


Nuovo Capitolo! Nuova Lettura! A Voi il proseguimento delle avventure di Ash e i suoi amici a Forsia!


Episodio 13: Un rapimento in piena regola! La cura miracolosa di Brock!


Sempre in viaggio per arrivare a Mozzaburgo, i nostri eroi si sono fermati per la notte. Per ingannare il tempo prima di andare a dormire, Ash ingaggia una lotta amichevole con Lidia…

"Ok Pikachu! Fulmine ora!" comandò Ash. 
"Spotpup schiva e contrattacca con Codacciaio!" rispose la detective. 
"Pikachu usa Codacciaio pure tu per darti uno slancio ed evitare il suo!" replicò l'allenatore di Biancavilla.
"Wow, oggi si danno proprio da fare, vero?" commentò sorridente Serena mentre tirava fuori l'occorrente per dare una spazzolata ai suoi Pokémon. 
"Beh Mozzaburgo ormai è vicina" rispose Brock "Ash vuole sfruttare tutte le occasioni possibili per presentarsi al 100% delle forze!"
Mentre Pikachu e Spotpup lottavano, da un altro lato Leafala  scambiava due colpi con Tiglow, con un Tweeny impaziente di avere il suo turno per lanciare qualche attacco.
"Pikachu usa Attacco Rapido su Spotpup a massima velocità!" Pikachu caricò tutto il suo piccolo peso in uno slancio e si gettò sopra il suo rivale. 
Spotpup fu preso alla sprovvista e ricevette il colpo in pieno, andando addosso ad un albero. "Spoooo..." si lamentò. 
"Spotpup tutto bene!?" si preoccupò la sua allenatrice. 
Il cagnolino si diede una scrollata e si rialzò, sapendo che era solo una botta superficiale e nulla di più. "Pup Pup" Abbaiò più arzillo che mai. 
"Ora vediamo come te la cavi con il nostro attacco Comete!" ordinò la capopalestra. Dalla coda del cagnolino spuntarono numerose stelline che si avventarono sul topino elettrico. 
Ash rimase calmo e attese “Non ancora Pikachu..." Voleva aspettare il momento giusto, sapeva per certo che comete era un attacco pressoché infallibile se non schivato all’ultimo attimo. Quando le comete si ritrovarono ad un passo dal Pokémon elettrico Ash diede il via libera "ORA PIKACHU!" 
"Pika!" ruggì il topino e con un balzo schivò il colpo. 
Sembrò tutto perfetto, se non fosse stato per il fatto che Comete era andato dritto lo stesso per la sua strada. Il bersaglio che andò a colpire fu un altro.
"LEAF!?” il povero koala era troppo preso dal suo allenamento per vedere l’attacco arrivare e non fece a tempo a schivare. 
"Oh no Leafala!" si preoccupò l'allenatore correndo dal suo amico "Scusami tanto, non immaginavo che sulla traiettoria ci fossi tu!" si scusò profondamente risentito. 
"Fala..." il koala biascicò mostrando un sorriso, cercando di non mostrare la fatica che provava nel rialzarsi. Per quanto forte, era ancora alle prime armi e quindi un semplice Comete provocava più danni a lui che ad un Pokémon allenato come Pikachu. 
"Uh Leafala?" chiese Ash "Il tuo braccio..."
Leafala guardò l’arto, il taglio che aveva non gli diede tanto fastidio fino a che non gli fu notato. Doveva ammettere che non era un gran bel vedere. "Leaf..." gemette dal dolore. 
Brock e Serena corsero subito ad accertarsi delle condizioni dello starter di tipo erba. Il ragazzo di Plumbeopoli prese delicatamente il braccio e lo alzò per analizzarlo. "Uhm taglio non troppo profondo, ma se non si medica subito rischiamo che la ferita si infetti. Serena passami il kit del pronto soccorso per favore!" 
"Subito!" rispose l'allenatrice prendendo lo zaino del suo amico.
"Dunque, per una ferita da taglio ci vuole un intruglio di Baccarosmel e Baccamoya. Ne tengo sempre una scorta di emergenza. Per ora la cosa migliore è coprire il taglio con la pomata di bacche e coprire il tutto con un bel cerotto" Il medico ci mise poco ad applicare entrambi crema e cerotto. "Poi più tardi spalmeremo quel composto una seconda volta e la ferita si rimarginerà completamente" 
"Fala..." ringraziò lui.
"Menomale che ci sei tu Brock!" sospirò Ash "Almeno ogni volta che succede qualcosa del genere non ci toccherà correre ad un centro medico per Pokémon!"
"A meno che non succeda qualcosa al di fuori della mia portata. Dovreste ritenervi fortunati…" scherzò Brock "I tuoi Pokémon sono come te: calamite di incidenti"
“Già…” ridacchiò grattandosi la testa.
"Aspetta… Scusa cosa hai detto prima sui centri Pokémon?" 
"Uh? Dicevo che con te non ci toccherà correrci ogni volta per qualunque feritina!" ripeté confuso l'allenatore. 
"E come le incontrerò le infermiere Joy del luogo!?" piagnucolò il dottore. 
Ash sbuffò "Ecco... non dovevo dirlo"
Lidia e Serena fecero le spallucce sospirando, mentre Spotpup sghignazzava. 
"Cosa ti diverte Spotpup?" lo notò la sua allenatrice. 
Il cane riprese il suo atteggiamento calmo, rassicurando la sua allenatrice che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Per lui era semplice: meno Joy, più punti a suo favore per la sua causa.
"Leaf Leaf!" esultò Leafala provando a tirare pugni all'aria per testare l'effetto della cura. Si sentiva come nuovo "Fala Fala!" ringraziò tutto contento. 
"E' il mio dovere!" sorrise il suo dottore.
"E bravo il nostro Brock." commentò soddisfatto Ash "Sai sempre cosa fare e in che modo! Secondo me saresti capace di curare il mondo se ne hai l'occasione!" scherzò il suo amico.  "Se ne ho l'occasione ci proverò!"
"Beh, ora non esageriamo..."Minimizzò lui.
Il cielo cominciava ad imbrunirsi e a colorarsi di rosa e arancione. Tra le risate e la distrazione del gruppo, nessuno si accorse di parecchie paia di occhi, i quali avevano registrato tutto ciò che avevano visto. Sossi e misteriosi, scrutatori dai grossi cespugli che tremavano per i loro movimenti. 
Senza avere il benché minimo sospetto, i ragazzi si rimisero a badare alle loro faccende. Stava calando il sole e ognuno era intento a predisporre il proprio materiale per la notte. Brock e Ash allestivano la loro tenda, come Serena e Lidia facevano con la loro.
Non ci volle molto tempo affinché il tutto venisse pronto. I ragazzi badavano al fuoco e le ragazze invece erano impegnate in qualche discussione abbastanza “vivace” o così la definivano i maschietti, viste le risate di Lidia. 
"Achoo" si strofinò il naso Ash.
"Tutto bene?" Chiese il medico.
Il ragazzo annuì "Si, credo solo che qualcuno mi abbia menzionato"
"Te lo sarai immaginato" intervenne Lidia, lanciando un'occhiata a Serena, facendola diventare quieta.
"Forse" fece le spallucce lui.
Arrivò il primo sbadiglio del topino giallo, il quale si coprì la bocca emettendo un tenero "Chaaaaa..." di stanchezza.
"Ehi amico, sei stanco?" Chiese il suo allenatore, per poi ricevere un semplice "Chu" di risposta.
Uno sbadiglio tira l'altro. Continuò Serena, poi Lidia e infine Ash. Solo Brock si salvò dall'epidemia sbadigliosa. "Direi che dovremmo tutti riposare. Domani si continua e abbiamo bisogno di giuste ore di sonno" consigliò Brock.
Tutti quanti si ritrovarono d'accordo. Le ragazze entrarono a cambiarsi, così come Ash nella sua tenda. non sia mai entrasse in quella di Serena, per quanto i suoi ormoni chiedessero il contrario.
Poco dopo uscirono tutti, pronti a darsi la buonanotte.
"Notte Brock, notte Ash" salutò Serena, sopprimendo il desiderio di dare il classico bacio della buonanotte ad un certo biancavillino.
"Notte Serena e sogni d'oro..." fece una piccola pausa "Notte Lidia!"
La ragazza rispose con un cenno e seguì Serena dentro la tenda. Canticchiò beffeggiando all'orecchio della performer, con voce bassa. "Sogni d'oro… eh?" 
"E smettila!"  
Lidia rilasciò una risatina mentre chiudeva la loro dimora e a seguire spense la luce dall'interno.
"Vado a dormire anche io, non vieni?"
"Arrivo Ash, un attimo solo!" Fece l'ok il moro "Tu intanto dormi pure"
Brock aspettò che Ash si chiudesse in tenda e riprese a sfogliare un libro sulle malattie e infezioni rare dei Pokemon. La ferita di Leafala gli aveva ricordato di qualche caso visto in passato o sentito nominare. Voleva imparare per scoprire come aiutare in casi difficili. 
Continuò a sfogliare fino a che non notò che la luna si era spostata un po', segno che si stava facendo tardi. Era lui il primo a consigliare di riposare ma poi rimaneva sveglio fin tardi per leggere. Chiuse la raccolta di ricerche e la infilò nello zaino. Lo caricò sulle spalle per portarlo nel riparo, ma qualcosa lo bloccò. 
Sebbene fosse tutto tranquillo si sentiva osservato. Gli bastava poco a tirare fuori i suoi Pokèmon ma aspettò a reagire. Sentì a seguire un fruscio delle piante, causato da una folata di vento. Ciò che lo lasciò perplesso fu il non finire di quel rumore di foglie e rami che si muovevano.
Qualcosa non andava, no di certo.
...
"Uff, non ho sonno..." l'allenatore si rigirò nel suo sacco a pelo, cambiando posizione e mettendosi a suo agio sul tessuto imbottito "Ma quanto ci mette?" Domandò a se stesso quando s'accorse che il tempo era passato. Tirò fuori il pokédex per vedere l'orario. "2.17… ma cosa lo trattiene?"
Appoggiò la testa, fissando Pikachu al suo fianco che teneva le palpebre abbassate, ma non addormentato. Prese ad accarezzarlo, fino a quando...
"PIKA!" balzò in piedi, con le guance che cominciavano a caricarsi di elettricità. Il buon fiuto, vista e orecchie del suo migliore amico non mentivano mai. 
Ash rimase un attimo sorpreso "Che succede Pikachu?"  Chiese con calma ma attenzione.
"Chuchu pika chupi kapi!" Puntò l'uscita con il muso e fu chiaro che qualcosa andava storto al di fuori della tenda.
"Pikachu cos-..".
"WAAAAAAAAAAHHH!!!! METTETEMI GIÙ!!!!"
L'allenatore saltò in piedi "Brock?" Non si ricordò del tettuccio della tenda e finì per sentirsi schiacciato. Preso dalla fretta, uscì di corsa per vedere anche Lidia e Serena appena appostate sul luogo.
"Si può sapere che sta succedendo?!" Lidia alzò la voce cercando di vedere nel buio della notte. Il fuoco si era spento e non era possibile distinguere ciò che avevano attorno.
"Ci penso io" rispose Serena afferrando il pokédex e accendendo la torcia. Il raggio di luce illuminò varie zone, con Serena che ne cambiava la traiettoria di continuo. Finalmente riuscì a scovare il problema "Pokémon?!"
Erano dei Mightyena, non c'era dubbio. E sulle loro schiene c'era il loro amico bloccato e incapace di muoversi. "Lasciatemi giù!!!"
"Brock!" Esclamarono gli amici.
"Si può sapere che intenzioni avete!?" Si infuriò Ash.
Il branco non rispose e procedette dividendosi, un gruppo continuò a camminare via, in questo caso quello con Brock. L'altro invece si posizionò davanti ai ragazzi. Gli oppositori erano lì di fronte a fauci scoperte e con gli artigli ben ancorati al terreno, le zanne bianche scintillavano con il riflesso di luce che la luna emetteva e i loro occhi gialli brillavano.
"Che cosa volete fare al nostro amico!?" chiese infuriato Ash. 
I Pokémon lupo per tutta risposta ringhiarono sbarrando loro la strada. 
"Ok allora. Se volete lottare vi accontento! Pikachu usa Ful.. *coff coff*" l'allenatore non fece in tempo a pronunciare il fatidico attacco che i Mightyena tutti insieme alzarono un polverone di sabbia sbattendo i piedi. 
"*coff* Non si respira!" mormorò Serena tossendo.
"Ash! Chiama Tweeny, con le sue ali ci aiuterà a spazzare via la polverone! *coff coff*" suggerì L'amica più grande.
"Lo stavo già facendo...*coff* solo che è difficile capire quale sia la pokéball giusta…" replicò il biancavillino, finalmente riuscendo a liberare il canarino."Tweeny *coff coff* spazza via tutto con Attacco D’Ala.” 
"Tweeeeee!" cinguettò il volatile blu e con le sue robuste ma piccole ali, riuscì a spazzare via il polverone. 
Quando però il gruppo di Ash, Serena e Lidia riuscì a riaprire gli occhi, dei Mightyena non c'era più traccia e soprattutto non si sapeva nulla del loro amico portato via in quello che sembrava un vero e proprio rapimento. 
"Brock!" urlarono i tre superstiti. Dal ragazzo moro non arrivò nessuna risposta, nemmeno lontana.
"Tweeny! Vedi se riesci a ritrovarlo! Conto su di te!" 
"Wee!"
"E noi?" chiese Serena preoccupata. 
"Noi proveremo a seguire una traccia a piedi!" dichiarò Lidia tirando fuori una lente d'ingrandimento e scrutando le impronte poco visibili. "E' vero che i Mightyena non hanno lasciato tracce, ma di sicuro non possono aver mascherato il loro odore!" dedusse la ragazza più grande. "Inoltre sappiamo che Pikachu, Spotpup e Tiglow hanno un olfatto sopraffino!" 
"Giusto! Pikachu tocca a te seguire la traccia!" lo incoraggiò Ash.
"E se c’è qualcuno che può aiutare quelli siete voi!!" Lidia tirò fuori i suoi due Pokémon quadrupedi e dopo aver annusato del terriccio dove l'impronta di Mightyena era più calda, partirono tutti per e ricerche.
"Lo troveremo?" chiese preoccupata la kalosiana.
"Sicuramente!" strinse il pugno Ash "Io da qui non mi muovo senza Brock!"
"GLO GLO!" furono richiamati dalla Pokémon felide. 
"Forse Tiglow ha una traccia!" commentò Lidia. "Seguiamola!"

Nel frattempo… Brock non poté che smettere di ribellarsi. Quando riapri i suoi occhi si ritrovò in quella che sembrava una grotta scavata nella roccia. 
"Ma dove sono?" domandò stordito. 
L'unica risposta che ricevette fu un ringhio ben riconoscibile, quello dei suoi rapitori. "Mighrrrrrrrr..." digrignarono i loro lunghi canini. 
Il medico si alzò subito in piedi. "Cosa volete da me? Io non vi ho fatto niente! Non costringetemi ad usare le maniere forti perché andrebbe contro i miei principii!" disse ad alta voce mettendo subito la mano alle sue sfere.
I Pokémon si placarono, non per paura ma per fare qualcosa. Ruppero il cerchio, rivelando qualcosa che poco prima agli occhi del medico era stato nascosto. 
"Uh? Ma quello è un... Poochyena?" balbettò sbollendo la rabbia.
"Pooch..ooch..." tossicchiò debolmente il cucciolo. 
Brock per istinto si avvicinò, non pensando alla reazione del branco. Venne incoraggiato da uno dei suoi rapitori, il quale lo spinse  con il muso verso il malato. 
"Yenaaaa!" ulularono piuttosto tristi e sottomessi.  Un altro di loro rivelò nelle sue zanne lo zaino del ragazzo. Aprì il muso e lo fece cadere, puntando prima il cucciolo, poi la borsa e infine Brock "Yena...." ululò debolmente. Il messaggio era chiaro.
"Voi volete che io dia un occhiata al vostro amico?" chiese, sebbene sapesse la risposta. Arrivò ben presto la risposta affermativa. "Beh non posso di certo rifiutarmi..." sospirò il ragazzo e si mise subito ad ascoltare il battito del cuore del Poochyena.
Non fece a tempo ad ascoltare almeno dieci secondi, il battito era incredibilmente lento. Ispezionò il corpo, trovando sotto il pelo diverse macchie innaturali. Vi era inoltre un grosso ematoma sotto la pancia, evidentemente fonde del problema.
Capì subito che non era qualcosa di cui aveva mai letto o sentito le manifestazioni, doveva per forza essere una nuova malattia.
Uno dei membri del branco afferrò la giacchetta del ragazzo e lo tirò verso l’esterno. Uscirono dalla caverna e scesero verso le altre tane.
“Mi vuoi mostrare qualcosa?”
“My” annuì il Pokémon buio. Si fermò davanti ad un cumulo enorme di terra, assomigliante ad una collinetta. 
Brock rimase fermo a guardare, ci mise un po' a capire cosa fosse in realtà. Gli si gelò i sangue di fronte alle sue realizzazioni “Non vorrai dire che…”
Lo sguardo serio e allo stesso tempo vuoto del lupo lo convinse del tutto.
"Sono tutti morti per via di questa malattia, tanti sono cuccioli... il vostro branco è stato decimato e se non fermiamo subito questo caso, l’epidemia continuerà.” Pensò.
L’ex allevatore si guardò in giro, scorgendo i cuccioli che giocavano tra loro, ignari del pericolo che correvano con l’esemplare ancora malato. Bisognava curarlo prima che trasmettesse a malattia. "Beh allora non c'è tempo da perdere!" sentenziò il dottore. "Una delle vostre madri deve esser stata portatrice sana di un germe molto raro contratto qui in zona, che si è subito diffuso in tutta la sua progenia quando ha dato alla luce i propri piccoli e purtroppo loro lo hanno ereditato. Questo virus li ha resi portatori malati e ha contagiato altri cuccioli che a loro volta hanno fatto ammalare altri membri adulti. Da quel che sembra sono tutti morti tranne il Poochyena che ho visto. Vivo o morto la malattia potrebbe essere sempre circolabile a meno che non o curiamo e salviamo.”
I Pokémon ascoltarono con attenzione.
“Un modo per curare questa malattia non esiste, o almeno nulla di ufficiale. Posso inventarmi qualcosa che forse avrà effetto. L’unica cosa che posso fare è operarlo e rimuovere direttamente l’infezione, per poi permettergli di curare tutto il sangue infetto con una baccasalak che gli permetterà di debellare ogni germe rimasto” 
I Mightyena abbaiarono, recependo la loro missione. Dovevano recuperare la bacca e portarla all’umano.
“La bacca in questione è molto rara e non so se riusciremo a trovarla, ma sono certo che con il vostro fiuto saremo avvantaggianti. La vegetazione premette che ci sono appunto chance di reperirne qualcuna. Chi trova qualcosa faccia un ululo!"
"MIGHHHHHH!" ululò il branco e pochi secondi dopo l'intero gruppo si disperse.
Intanto... da qualche parte nella foresta...
"Che fame... è ora di uno spuntino notturno!" Commentò l'adolescente dai capelli blu.
I due compagni furono estremamente d'accordo, a confermare i loro stomaci che borbottavano. Il gruppetto di sedette e si preparò a fare una mangiata al chiaro di luna. Tirarono fuori delle scatolette di cibo già cotto e le aprirono per papparsi il contenuto.
"Ehi, dobbiamo progettare un piano per catturare il Pikachu del moccioso!" Balbettò il gatto con la bocca piena "Però non ho idee oggi. La mia ispirazione é andata a farsi benedire"
"Beh ultimamente abbiamo avuto idee abbastanza malvagie e i mocciosi si sono arrabbiati" rispose Jessie, avendo ancora i brividi immaginando la faccia di Ash arrabbiata. Era strano ma ultimamente diventata sempre più tenebrosa, appena si arrabbiava i suoi occhi prendevano riflessi rossi e il corpo emetteva una strana aura oscura.
James annuì "Dobbiamo trovare un piano che non scateni la sua furia e che allo stesso tempo ci assicuri la fuga se esplode la bomba moccionica"
"Beh per evitarlo anche noi dovremmo essere meno malvagi..."
Calò il silenzio per qualche secondo.
"Nah" scoppiarono a ridere i tre negando assolutamente la possibilità.
Si sentì un fruscio, i ladri si irrigidirono e si prepararono sull'attenti. Bastò pochissimo e si percepirono delle scosse fortissime sul terreno. Si girarono e trovarono solo una roccia posizionata dietro alle loro scorte.
"Uhm ci saremo sbagliati?" 
“GROUUUUUUUUUUUUU”
"Ahhhhhh!!! Cosa é!?" Si abbracciano i tre terrorizzati.
Un altro tremare e questa volta si voltarono con gli occhi spaventati. Il loro stupore fu enorme quando trovarono non più la roccia ma un troll... fatto di roccia.
"Cosa sarebbe quel coso!?" Commentò Jessie alquanto orripilata. "É bruttino!"
"Il nostro CIBO!" Puntò Meowth alle scatoline che sparivano nella bocca del troll interamente. Sia il contenuto che il barattolo stesso. Sembrava gustarselo e si sentivano ancora gli scricchiolii del metallo che di spezzava e attorcigliava tra le fauci del Pokémon, ricordanti una ruspa.
Il trio rimase quasi inorridito, anzi due su tre. Il ragazzo più grande si avvicinò e si abbassò. Il sorriso sempliciotto del bruttino non scomparve. James appoggiò la mano sulla testa dura della creatura e la guardò intenerito "Tu vuoi solo uno spuntino, vero?"
"Byby!" Rispose il Pokémon, alzando poi la tovaglia e divorandola in ogni singolo filo. "Troah" ruttò senza imbarazzarsi.
"Bleah, James allontanati!"
Lui ignorò i suoi compagni e andò avanti "Ascolta, non abbiamo molto cibo ma sarò sempre pronto a spartire se ci darai una mano! Potremmo fondare una nuova amicizia!" Propose l'uomo.
Il troll roccioso aprì la bocca e la chiuse, come una ruspa pronta a scavare e fare il suo dovere. 
Probabilmente era un si.
"Bene!" James tirò fuori una pokeball dalla tasca e la fece scontrare sulla testa del Pokemon estraneo. Tre tacche facili e fu suo "EVVAI! Ho catturato un coso ignoto!!!"
La donna dai capelli fucsia si avvicinò, schiaffeggiandosi la fronte "Perché lo hai preso!? Ci priverà solo di tutte le nostre scorte!!!! Ed è orripilante!"
"Insensibile! É carinissimo in un suo peculiare modo rocciosesco..."
"Bah" commentò sprezzante Meowth.
"E poi…" proseguì James "…Mi ricorda il piccolo Inkay. Solo e affamato! Avete visto quando ci vogliamo bene! Sarà il principio di un’altra stupenda amicizia che ci farà unire come non mai. Un legame solido come la roccia e forte più del diamante! Spazzeremo via gli ostacoli!"
Il gatto color crema passò una mano davanti alla faccia "Oh cribbio..."
"Un collaboratore in più farà felice il capo. Ogni aiutante é prezioso contro i mocciosi!" Concluse con aria sapientona James.
"..." scosse la testa Jessie. Per quanto giuste le motivazioni sul capo e i mocciosi, la prima riguardante l’amicizia era assurda.
"TRAUUUUUUHHHHHHHH!!!!!!!" si sentirono altri ululati.
Di nuovo i tre balzarono abbracciati uno contro l'altra e ascoltarono la direzione dei latrati. Sembravano gruppi diversi di Pokémon lupo, in distanti e differenti luoghi della foresta, intenti nel comunicare con la loro lingua.
"Meowth, sai cosa dicono?" Chiese Jessie.
"N-no! Non lo so.. per ora questi sono richiami troppo vaghi. Magari se ci avviciniamo..."
"Non se ne parla!" Interruppe Jessie "Non ho intenzione di farmi divorare!"
Jessie alzò e abbassò lo sguardo in sintonia con la collega "Sono un povero agnellino, non voglio essere mangiato!"
Meowth insistette "Dai! Un pochino, giusto per capire cosa succede, magari sono coinvolti i mocciosi o ci guadagniamo qualcosa!" 
"Grr... va bene"
Il gruppo di ladri si avvicinò alle zone più rumorose e da cui si sentivano più versi e movimenti. Sul percorso furono riconoscibili dei Mightyena.
"Ok, ora possiamo andare..." ci ripensò il felino.
"Eh no!" Lo alzò dalla colletta Jessie e lo rimise a terra davanti "Ormai siamo qui! Ascolta!" Sussurrò isterica lei.
"Uhmm...." mormorò Meowth con muso triste "Ehm vediamo... o ascoltiamo..."
"Grou my tye tye nah" iniziò uno dei membri del branco.
James si rivolse subito a Meowth, era frustrante non capire "Allora?"
"Un attimo! Lasciali parlare!" 
Un altro dei Pokémon lupo rispose, raschiando le zampe a terra "Mught might yen might" 
"Ok.. dicono che non hanno trovato la baccasalak per l'umano e che devono sbrigarsi"
"Baccasalak? Umano?"
"Ten tyeeen!" 
"Mymygrau au!" 
Meowth pensò su per trovare le parole giuste "Sembra che qualcuno sia malato, probabilmente un membro del branco e un dottore ha detto loro di trovare una baccasalak molto rara!"
"Il moccioso grande!"
"Non so se sia lui, ma l'ultima parola mi ha molto incuriosito. Voi due sapete che basta poco a ricattare! Potremmo procurare un intero branco di Mightyena al capo!" 
I due colleghi uomini ci pensarono "Beh siamo a corto di successi effettivamente..." pensò l'uomo-
"Allora significa che qualcuno da lassù ci vuole bene" sentenziò la donna.
"Uh?" 
"Se proprio nel momento in cui eravamo a corto di vittorie abbiamo ricevuto questa bella notizia, significa che qualcuno ama il Team Rocket!" esultò tutta felice Jessie. 
"Ma non ci ama abbastanza per permetterci di catturare Pikachu..." precisò sarcasticamente il collega.
"Bah, oggi il pensiero principale sono dei piccolo successi. E' un altra cosa! Pensate a quante cose meravigliose mi potrei comprare con il compenso donato dal capo per il nostro lavoro!" e la donna si immerse nei suoi pensieri. 
"Sempre così..." bofonchiò l'uomo "I soldi le entrano in testa e non c'è modo di dissuaderla..." 
"Io a dire il vero i soldi ce li ho già in testa..." gli ricordò Meowth indicando il suo amuleto. "Però non sei capace di fabbricarli come gli altri Meowth..." 
"Infatti io escogito piani per fare soldi! E più bello!" sghignazzò il gatto. 
“Dovrei staccarti quell’amuleto…” pensò James ad alta voce.
“NO!!!” 
"Scherzavo!”
“Allora… operazione soldi accordata!" concordò Jessie.
James si grattò il mento confuso "Dunque per prima cosa: come la troviamo?" 
Il gatto e la donna si guardarono perplessi "Bella domanda..." ammisero entrando in uno stato di riflessione.
"Partiamo bene..." 
"Però la mia mente geniale troverà qualcosa ne sono sicuro!" lo rassicurò il gatto.

Le ricerche continuavano per Ash e i suoi amici. 
"Trovato qualcosa?" chiese Serena ai tre investigatori. 
I Pokémon scossero la testa, qualcosa avevano trovato ma era solo una traccia debole. 
"Hmmm... furbi questi Mightyena" pensò Lidia "Un trucchetto astuto quello di creare una falsa pista"
"Vuol dire che abbiamo camminato per nulla!?" chiese Ash.
"Beh non esattamente. Può essere che ad un certo punto il rapitore si sia accorto di aver lasciato un odore particolare e per il resto del tragitto abbia coperto questo suo odore con un altro. Quindi no mio caro Ash, non abbiamo camminato a vuoto, siamo solamente un po' più vicini alla loro tana!" 
"Non che ci aiuti molto però" pensò Serena. 
Ash non fu soddisfatto, incrociò le braccia "Uhm... qualcosa non mi torna" Le due ragazze lo guardarono incuriosite. "E' solo per esperienza, ma di solito un Pokémon selvatico al massimo ruba scorte di cibo, non rapirebbe direttamente una persona…” 
"La tua osservazione è intelligente” commentò Lidia. 
Ash annuì e si rivolse a Serena “Ti ricordi quando mi rapirono quei Trevenant? Alla fine non erano scopi malvagi né legati al cibo”
"Si, ricordo… dici che c’è un motivo particolare anche per Brock?" chiese la ragazza di Kalos.
"Lo scopriremo non appena arriveremo a destinazione!”
“Pika!” Pikachu in effetti era piuttosto agitato "Pika Pika chu!" urlò piano. 
"Hai visto qualcosa?" chiese Ash.
"Chu pika!" annui il topino "Pi chu pika!" mimò il gesto del silenzio e ordinò al gruppo di nascondersi. Così fecero. 
Il Pokémon di Kanto ebbe un buon intuito: da un cespuglio sbucarono 2 dei rapitori del loro amico. 
"Sono loro!" commentò Ash sottovoce. 
"Sembrano indaffarati. Li seguiamo senza farci vedere?" propose Serena. I due amici annuirono.
Passarono minuti e minuti, i Mightyena annusavano ovunque in cerca della baccasalak "Migh Migh?" ringhiò piano uno dei due.
"Na Na ye!" rispose l'altro.
"Ghyena na!"
"Cosa stanno dicendo? " chiese Serena sottovoce a Pikachu, il quale non poté rispondere, questa volta faceva fatica lui stesso a capire le loro intenzioni. Non dicevano nulla di particolarmente utile dalle loro parole. 
L’inseguimento continuò fino a che non calò la loro attenzione. Bastò un rametto, un piccolo *crack* e i due Mightyena insospettiti dal suono si girarono, scoprendo i pedinatori.
"Addio alla copertura..." sospirò l’allenatore mettendo in mano la pokéball, rivolgendosi ai rapitori. Non so che intenzioni voi abbiate ma una cosa è chiara: non perdono chi mi porta via i miei amici! Perciò in guardia, vi sfido!"
I Mightyena si scambiarono delle occhiate, valeva la pena sprecare tempo prezioso lottando? No, non c’era tempo. Si diedero alla fuga, inseguiti dalla banda.

“Allora? Sono o non sono un genio?" pavoneggiò il felino del Team Rocket. "Con la mia brillante deduzione trovare le baccasalak sarà una bazzecola!" 
"Volare con la mongolfiera non è tutto questo gran piano" borbottò James. 
La collega gli diede un pugno sulla testa "E tu come pensavi di fare? Cercare alla cieca!? Oppure avresti mandato quel sasso a divorarle!?"
“Ehi! Non chiamare sasso il mio piccolino!" rispose con tono arrabbiato James. Prese la sua sfera e la guardò "Tranquillo, tranquillo, la mamma è solo  un po' piccata, ma presto ci farai la abitudine..." 
"Mamma!? Non sono madre di quel coso e tantomeno tua compagna genitoriale! E scusa mi stai forse dando della vecchia!?" sbottò la donna. 
"Ehi! Almeno io lo tratto bene il mio tesoro fin da subito! Non come te che quando hai catturato Spidow hai aspettato solo che fosse forte per volergli bene!" la rimbrottò il collega. 
Fu un colpo abbastanza basso. Meowth pensò di intervenire prima che le cose peggiorassero "Invece di stare a litigare come una coppia sposata da 40 anni con una crisi di mezza età… guardate là!" li richiamò il gatto puntando la zampa verso ovest. 
"Uh!?"  si girarono i due colleghi.  
Su un piccolo precipizio sorgeva un ramoscello d'albero in equilibrio precario e proprio su quest'albero vi erano appese due bacche dall'aspetto particolare. 
"Sono quelle?" chiese la donna. 
"Aspetta che controllo..." rispose l'uomo controllando le sue carte dati. "Oh cavolo sono proprio loro!" si sorprese non appena trovò la figura della baccasalak.
"BINGO!" Esultò Meowth " Prendiamole subito! Cosi avremo i Mightyena nel sacco!”
Il pallone del Team Rocket si abbassò di quota, avvicinandosi sempre di più al ramoscello. 
"Ok Meowth, taglia quel rametto con un artigliata e fallo cadere qui dentro!" ordinarono i due membri del Team Rocket, tenendo un retino proprio sotto il ramoscello. 
“Prendetemi se cado! Non voglio diventare una frittatina di gatto!"Il felino si sporse lentamente e in maniera molto cauta dalla mongolfiera. Con un colpo secco tranciò il ramo e proprio come aveva temuto rischiò di sbilanciarsi. Se non fosse stato per James che lo aveva afferrato appena in tempo per la coda sarebbe caduto. "Uff grazie… e ora atterriamo presto!”
Quando furono con la cesta per terra, James tirò fuori dal retino il bottino "Oggi qualcuno ci vuole davvero bene!" esultò "Una missione facile!”
La donna alzò il suo premio in alto nel cielo. “La vittoria è nostra!” Non appena pronunciò queste ultime parole, due figure leste e furtive come 2 lampi neri si avventarono sulla mano di Jessie e in maniera sempre rapidissima scomparvero nella boscaglia, portandosi via il premio.
James fu il primo ad accorgersene. "Ehm Jessie...?" balbettò lui.
"Si?" cinguettò la donna. 
"L-La mano! Guarda la mano" La tipa dai capelli fucsia guardò con attenzione le sue dita che ormai non stringevano più i frutti. Impallidì e scoppiò "NOOOOOO! IL MIO BOTTINO! LE MIE BACCHINE BACCOSE! DOVE SONO!? CHI ME LE HA PRESE!?" urlò disperata.
"Tyena!" Ringhiarono un paio di Mightyena, mentre coprivano un compagno con la bocca occupata dalle bacche.
"LADRI!!!" Urlò Jessie.
"Beh non sono tanto diversi da noi..." commentò Meowth.
James guardò in aria "Ha ragione, sai?"
"Qui gli unici ladri siamo noi! Riprendiamoci le bacche!" 
I due lupi non furono d'accordo "Myyyyytyeeeeeee" lanciarono due Iperraggio e scagliarono via il Team Rocket dalla loro strada, per poi dileguarsi nell'ombra.

"Magari lo hanno già mangiato?" Provò a sollevare il morale Lidia con un pò di ironia.
"Non dirlo neanche per scherzo!" Ash la prese un po' più seriamente.
"Se solo avessimo più spunti per trovarli" pensò Serena.
"Cavoli ma dove sono!?" Ash cominciava a perdere davvero la pazienza.
Improvvisamente si mossero degli alberi e il ragazzo si ritrovò davanti sul percorso due Mightyena.
"Parli del diavolo..." Lidia si preparò a combatterli.
I Pokémon sembravano in corsa verso un luogo preciso. Ora stava tutto nel bloccarli.
"Ash?" Serena si avvicinò all'orecchio del ragazzo.
"Uhm? Si Serena?"
La ragazza puntò l'indice sul Mightyena con la bocca occupata "Guarda! Ha delle bacche in bocca!"
Ash osservò bene, constatando che aveva ragione "Vero, chissà a cosa servono”
"Non so, ma di certo devono servire a qualcosa di grosso. Forse se le prendiamo ci diranno dove è Brock" propose la detective.
Non che fosse un piano molto conforme ai loro ideali di gentilezza e amicizia, ma non avevano altra scelta al momento. Dovevano tirare fuori pure loro i denti.
"Lo chiederemo un’ultima volta, dove é Brock?" Chiese Ash mettendo a disposizione la sua ultima piccola scorta di pazienza.
Tutte le risposte che arrivarono furono dei latrati. L'allenatore subito fece affidamento all'amico elettrico, il quale scosse la testa, indicando la risposta negativa e il rifiuto di rispondere da parte dei canidi.
"Pikachu usa Fulmine!" Ordinò il kantoniano per tutta risposta.
Lidia lo seguì "Spotpup usa Codacciaio!"
E pure Serena "Sylveon attacca con VentodiFata!
I Mightyena provarono a difendersi con protezione ma gli attacchi erano decisamente troppi e andarono a segno lo stesso. Le bacche volarono via dalla presa del membro del branco e finirono più distanti. 
Entrambi i gruppi provarono ad avvicinarsi, ma arrivò un terzo gruppo di sfidanti. Il trio di lestofanti in divisa bianca si appostò in direzione opposta, con lo stesso obbiettivo: le bacche.

" Preparatevi a passare dei guai, appostati nella notte!”
“Dei guai molto grossi, le possibilità di vittoria per voi saran ridotte!”
“Proteggeremo il mondo della devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”
“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, pronti a partire verso le stelle brillanti!”
“Arrendetevi subito o vi piegherete davanti a noi astri accecanti!”
“Meowth, proprio così!"

“TROOOOL!”
“Che Pokémon è?” Tirò fuori il dex l’allenatore.
"Trolby: Pokémon Mostrosasso. Sono conosciuti per la loro tendenza a divorare praticamente qualsiasi cosa, usando la potente bocca rocciosa a forma di ruspa. Alcune imprese utilizzano i Trolby come ottimi spalatori ecologici e non inquinanti per rimuovere detriti e rifiuti dalle strade"
Si fermarono tutti e si scambiarono varie occhiate. Ash e i suoi con il Team Rocket, poi i primi al branco, a seguire i ladri con i Mightyena. Ci volle poco perché tutti si gettarono sul tesoro baccoso. 
Si alzò un polverone e non si capì più nulla. Sembrava più un putiferio di una lotta Pokémon. Tra la confusione le bacche rotolarono fuori dal mucchio di litigiosi e finirono per fermarsi ai piedi di qualcuno in particolare.
Tutti ebbero un sussulto e fermarono la loro discussone per far cadere gli sguardi su Trolby. Il troll di roccia fissò in terra e raccolse una delle due bacche.
James lo fissò entusiasta e con un sorrisone "Vai così! Grande amico! Portacele!" Poi si rivolse a Jessie "Visto? Te lo dicevo che sarebbe stato un compagno fedele!"
Detto questo, Trolby sollevò appunto la baccasalak per tanto di felicità di James. Il ragazzo sentiva la grande soddisfazione e orgoglio per il nuovo amico che lo stava aiutando in una situazione difficile. Lui lo sapeva e lo aveva detto, sarebbero arrivati lontano insieme.
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No. Non durò tanto, il Pokémon aprì la sua bocca a ruspa e il frutto scomparve ingoiato.
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"NOOOOOOOOO!!!!" Urlarono tutti.
Jessie alzò le mani e portò la sua presa al collo del collega per strangolarlo "UTILE!? AMICIZIA!?? IO VI UCCIDOOOO! TU PER AVERLO CATTURATO E LUI PER ESISTERE!" 
"Dobbiamo prendere l'altra bacca!" Urlarono Ash e i suoi amici.
"Cosa é questo casino?" Arrivò una voce familiare.
Il gruppetto si girò "Uh?!"
Il ragazzo moro era lì in piedi, con Sudowoodo e Chansey al suo fianco.
"Brock!" Salutarono entusiasti gli amici correndo da lui.
Un paio di Mightyena bodyguard uscirono dal nulla e si misero davanti al medico in posizione molto difensiva e impedendo ad Ash, Serena e Lidia di raggiungerlo.
I ragazzi fissarono con confusione e perplessità, non capendo le motivazioni di questo comportamento.
Brock mostrò un gesto e i due lupi fecero largo al ragazzo che si avviò verso gli amici "Vi spiegherò tutto, ora vi basti sapere che dobbiamo aiutare i Mightyena a recuperare la bacca!"
"Come!?" Esclamò sorpreso Ash "Ti hanno rapito, perché stai dalla loro parte?"
"Come ti ho detto, spiegherò tutto. Sono solo alla ricerca di aiuto, non hanno cattive intenzioni. Fidatevi!"
Il trio dei buoni si scambiò qualche parola e poi annuì "Ok! Se lo dici tu va bene!"
"Perfetto!" Si rivolse al branco "Non preoccupatevi, non volevamo intralciarvi. Potete contare sull’aiuto di tutti noi!”
I Mightyena annuirono e si affiancarono a Pikachu e gli altri lottatori.
L'altra bacca rimaneva ancora in mezzo agli sguardi del Team Rocket e della nuova squadra congiunta di eroi. 
“Spidow usa Millebave e portaci quella bacca!" urlò la donna dai capelli fucsia."Non voglio tornare a casa a mani vuote!" 
"Spiiii" cantilenò il ragnetto sputando il suo liquido viscoso. 
"Pikachu usa Attacco Rapido, presto! Non fargli prendere la bacca!" urlò Ash. 
Pikachu corse più veloce che mai e riuscì all'ultimo a lanciare la bacca fuori dalla portata del lazo del Pokémon ragno. Il problema fu che fu lui stesso ad essere avviluppato. "Pikaaa!" provò a liberarsi invano.
"Hmmm...questa non me la aspettavo" commentò Meowth "Tra il bottino e Pikachu è dura scegliere, ma d'altronde... quanto dovremo aspettare per avere entrambi? Forza  acciuffate quella bacca!" urlò ai due colleghi.
Uno dei Mightyena provò ad avvicinarsi ma una pioggia di sassi gli bloccò la strada.
“TRO TRO!" sorrise sgangheramente una voce cavernosa. Il Pokémon mostrosasso aveva appena sfoggiato un eccellente trappola con Rocciotomba. 
“Ottimo lavoro Trolby!" gongolò James, poi si rivolse alla collega "Visto che ci tornerà utile questo piccolino?"
"Sarà pure utile, ma se si pappa anche quell'altra bacca, siamo finiti!" replicò Jessie. 
Trolby si avvicinò alla bacca, ma stavolta e sorprendentemente la lanciò al suo allenatore "BY BY BY!" gracchiò.
"Bravo Trolby!" si commosse il ragazzo dai capelli violetto mentre si prestava a raccogliere il suo bottino. Qualcuno però glielo impedì e il frutto finì di nuovo tra le zanne di uno dei lupi.
"Noooo ancora..." si lamentò lo sconfitto... "
Si stava alzando un putiferio tra i vari contendenti. Ogni volta che la bacca finiva nelle mani o fauci di qualcuno, subito un altro gliela sottraeva. 
Pikachu provò ancora a liberarsi, ma la ragnatela era molto isolante. Fortunatamente la guerra in corso era talmente accesa che Sylveon e Serena riuscirono a sgattaiolare dietro ai al trio di lestofanti.  
"Sylveon prova a liberarlo con i tuoi nastrini!" sussurrò Serena "Forse riusciamo ad allentare la pressa!" 
"Veon!" Annuì Sylveon. Gattonò verso Pikachu senza far troppo rumore. “Syl” Gli sorrise dolcemente.
Pikachu la notò e ricambiò il sorriso “Cha!”
"Sudowoodo Sdoppiatore!”
“Trolby Rocciotomba!” 
“Spidow Velenospina!”
“Spotpup Codacciaio!” 
“YENAAA!”
Urlavano a più non posso i contendenti. Si liberò un’esplosione che fece volare in aria la bacca. Non tornò mai giù, fu afferrata da qualcuno.
"Tweeee!" cinguettò. 
Ash sorrise "Tweeny, appena in tempo!" 
Anche Lidia si sentì più sicura "Tweeny ha dalla sua il fatto di saper volare! Difficilmente ora saranno in grado di strappargli la bacca dal becco!"
"Presto James tiriamo fuori Inkay e Gourgeist!" ordinò la donna malvagia, ma mentre il duo di furfanti si girò a prendere le loro sfere, videro con orrore il loro collega gatto malamente abbrustolito. 
"Ahihahiahiahi" si sentirono i lamenti.
"PIKAAAAAAAAAAAAAAAAA!" urlò una voce forte e tenace. Pikachu se ne stava di fianco a Sylveon, aiutato da Serena a liberarsi.
"Scacco matto!" decretò Ash contento. "Ora non avete più possibilità di vittoria!"
I tre nemici deglutirono "A-Aspetta moccioso… p-possiamo parlarne..." dissero tentando di trovare un accordo. 
L'allenatore non rispose. Guardò Pikachu che gli rimandò lo stesso sguardo e in quel momento sorrise in maniera ancora più determinata. "Pikachu usa Fulmine!" ordinò. 
Dal corpicino del topo elettrico scaturì una poderosa scarica elettrica. Per il Team Rocket non era abbastanza la punizione. Si unirono anche i vari attacchi di Sylveon, Spotpup, Sudowoodo, Tweeny e i Mightyena si unirono a lui, creando una gigantesca esplosione.
"MA DAIIIIIIII!" urlò contrariata la donna mentre volava in aria. 
"C' ERAVAMO QUASI!" 
"Forse ho fatto un errore a volere anche la bacca..." sospirò Meowth. "Dovevo sapere che chi troppo vuole nulla stringe. Potevamo portarci via Pikachu ed essere contenti lo stesso" 
"Io sono contento!" disse un raggiante James. 
"UH!?" lo guardarono stralunati i suoi due colleghi.
"HO UN NUOVO AMICO TUTTO PER ME!" 
"TRO TROL!"
"Oh va al diavolo..." sbuffò Jessie... 
“IL TEAM ROCKET RIPARTE ALLA VELOCITA’ DELLA LUCEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!" e il solito sbrilluccichio accompagnò la loro uscita di scena.
Sistemati i lestofanti, Tweeny planò dolcemente sul braccio di Ash e consegnò la bacca nel palmo della mano del suo allenatore. 
"Ecco qua!" disse porgendo a sua volta il bottino nelle mani del suo amico medico. 
"Ottimo! Con questa forse riusciremo a-.." iniziò a dire ma un forte ululato lo interruppe.
 I Mightyena capirono subito e ulularono più forte. Descrissero in fretta e furia quello che avevano appena udito a Pikachu e la cosa lasciò completamente impietrito il topino. 
"PIIIIIIIIIIIIIIIII" urlò. 
Ash comprese che qualunque fosse il problema dei Mightyena, non c'era un minuto da perdere. "Brock i Mightyena sembrano preoccupati" 
Brock schizzò via con i lupo al suo seguito "Presto non c'è tempo!!" urlò disperato. Il gruppo gli andò dietro, qualunque fosse la sua direzione.
La corsa durò fino all'arrivo ad un covo nascosto tra le rocce di un'altura. In mezzo ai massi e alla muraglia naturale c'erano molte tane, probabilmente dove vivevano i Mightyene. Guardandosi in giro gli allenatori potevano notare l'aura cupa e anche un po' malinconica che trasmetteva quel posto. In verità era parecchio allegro di giorno e tranquillo di notte, ma la situazione che li coinvolgeva aveva portato dei cambiamenti.
Si notavano alcuni Poochyena nascosti dietro ai loro genitori, altri cuccioli erano poco visibili e si scorgevano solo le codine. Ciò che catturava la loro attenzione erano i cumuletti di terra sparsi in giro, in particolare uno enorme. Altro fattore rilevante erano i molti membri del branco appostati davanti alla tana più grande.
Entrando i tre amici si fermarono, rimanendo abbastanza preoccupati nel vedere uno dei cuccioli a terra.
Brock si inginocchiò e appoggiò la baccasalak, infine appoggiando diversi strumenti da dottore.
"Ora puoi dirci cosa succede?"
Brock sospirò, iniziando a lavorare alla bacca "Questo cucciolo di Poochyena é affetto da una malattia molto grave."
Serena portò la mano al petto e lo guardò con triste dolcezza "Poverino..."
"Purtroppo non é il primo caso. É una malattia che probabilmente contagia solo questa specie ma virale" 
"Aspetta… quei cumuli fuori... non sono delle scorte. Sono..?"
"Cadaveri..." mormorò Ash senza mostrare molte emozioni. Strinse un pugno, sapendo che in realtà odiava anche solo il pensiero di vedere un Pokémon andarsene per un motivo così ingiusto, in particolare dei cuccioli.
"É terribile... e quindi.. anche lui rischia di morire?" Serena domandò con voce tremante.
Brock terminò di triturare la bacca "Si, per questo i Mightyena mi hanno cercato”
"Tyena.." annuirono.
Brock andò avanti "Devono avermi  visto mentre curavo Leafala e avranno pensato di chiedere aiuto"
"Non volevano far male a nessuno" concluse Lidia.
"E hanno ragione. Non c'é cura per questa malattia, o almeno nulla di provato perché non sono stati riscontrati casi fino ad oggi. Io sto solo tentando di mettere a punto una soluzione basandomi sulle mie esperienze e studi."
"Non siamo sicuri della riuscita quindi?" Lidia domandò.
Ash scosse la testa "Anche se fosse, Brock ce la farà! Confidiamo tutti in te!"
"Grazie ragazzi, ma devo procedere ad operarlo" rispose lui con urgenza
Serena sbarrò gli occhi "C-Come? Non basta la bacca?"
"No" negò lui "Devo prima eliminare l'infezione. E per permettere al corpo di reggere l'operazione e decontaminare il flusso sanguigno serve la baccasalak. Potete rimanere ma serve silenzio"
"Uhm... i-io passo.. credo che starò fuori ad aspettare..." disse Serena, non tanto convinta di voler rimanere a guardare la scena.
Ash era già spinto dalla voglia di star da solo con Serena, sapendo che sebbene fosse al sicuro con il branco, non voleva lasciarla da sola al buio. 
"Tu rimani Ash?"
Il ragazzo immaginò la scena ed ebbe un brivido "Uhm, non vorrei disturbarti... sto fuori con Serena, ok?" E la seguì.
"Io rimango, non darò fastidio, ma vorrei vederti all'opera" espresse Lidia.
"Ok, ora però inizio.. e speriamo bene"
Ash e Serena rimasero appostati fuori, parlando e cercando di far amicizia con i cuccioli di Poochyena. Passarono ore prima di ricevete notizie da Lidia. Il sole stava sorgendo e per ora si sapeva solo che l'operazione era terminata e dovevano vedere come reagiva il paziente.
Non fu facile per tutti attendere, in primis Brock, il quale uscì dalla caverna e si sedette con gli altri, rilasciando un lungo sospiro sincronizzato agli altri.
"Tra poco dovremmo capire se ce l'ho fatta o no"
"Sono certo che andrà bene" lo rassicurò l'amico.
"Non è facile quando hai la vita di qualcuno sulle spalle, ora capisco cosa provi quando salvi il mondo" commentò il ragazzo di Plumbeopoli.
"Ecco io..."
Non fece a tempo a finire che sentirono dei richiami da parte dei lupi, i quali uscirono dalla loro tana e li invitarono ad entrare.
Fu una bella sorpresa trovare il cucciolo in piedi, con un bel sorriso sul muso.
"A quanto pare é andata bene" Lidia appoggiò una mano sulla spalla del medico "Bravo dottore!"
Poterono sentire sollievo, una vita così giovane non doveva essere spezzata e avevano contribuito a far si che non succedesse.
I lupi non avevano mai riposto tanta fiducia in alcuni umani. Erano contenti di averlo fatto per una volta e di aver abbassato il loro orgoglio. Avrebbero di certo fatto prima a chiedere direttamente, ma l’importante era che ora tutto andava bene.
"Might!" Si offrirono di accompagnarli alla fine della foresta. Era l'unico modo di sdebitarsi.
"Siete gentili a darci una mano!" sorrise Ash. I Mightyena ulularono soddisfatti e alcuni di loro si offrirono persino di permettere ai nostri eroi di salire sulla loro groppa. 
Serena aveva domato dei Rhyhorn, Skiddo e altri Pokémon, ma cavalcare Mightyena fu un’esperienza strana, ma piacevole.
Il tragitto durò ben poco, vista la velocità impressionante che impiegavano i Pokémon di tipo buio per correre. Le scorciatoie aiutavano ancora di più. Quando furono al limitare dell’appennino poterono scendere dalle groppe. Era stato divertente e lo avevano espresso sia Ash che Serena.
Non ci fu tempo per i lunghi saluti, in quanto i Mightyena subito si dileguarono. L’ultima vista che ebbero dei Pokémon selvatici fu la loro posta tra le rocce: zampa alzata, muso al cielo e gli ululati che si propagavano al chiarore della luna. 
"Beh Brock, questo è un bel punteggio per il tuo curriculum" scherzò la detective "Hai salvato un intero branco da un virus micidiale!" 
"Ho fatto il mio dovere di medico, anche se ammetto che ho avuto paura di non farcela"
"Beh qualunque cosa hai fatto sei stato grande! Non appena arriviamo a Mozzaburgo dovrò subito dirlo all'infermiera Joy...e...ops" continuò Ash, tappandosi la bocca un’altra volta. 
"L'infermiera Joy apprezzerà questo mio gesto!?Allora corriamo non c'è tempo daaaAAAAHIOOOOOOO!" il volto di Brock si illuminò prima di essere pervaso dal dolore al fondoschiena.
Ash,Serena e Lidia ridacchiarono allegramente mentre il loro cammino continuava senza troppi problemi.

E così un’altra avventura giunge al termine per i nostri amici. Brock è riuscito da solo a sconfiggere un potente avversario ed ora il suo sogno di diventare dottore Pokémon è appena schizzato più avanti. Ora toccherà ad Ash affrontare il suo sogno, ma prima un’altra sfida aspetta il gruppo. Cosa sarà? 
Il viaggio… continua…



E Bravo il nostro Brock che è riuscito a sconfiggere uno degli ostacoli della sua futura carriera medica e come ha detto Lidia sarà un Curriculum niente male per la sua carriera di dottore pokemon! Come al solito vi invito a visitare la pagina deviantart e la pagina Facebook!

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Capitolo 17
*** Sorridi Plarky! Un Ornitorinco Speciale! ***


E ANCORA UNA VOLTA UN NUOVO CAPITOLO PER VOI! BUONA LETTURA!

Episodio 14: Sorridi Plarky! Un ornitorinco speciale!


Manca davvero poco ormai all’arrivo a Mozzaburgo, i nostri eroi stanno attraversando proseguono il loro cammino, passando attraverso una zona rigogliosa grazie ai ruscelli che vi scorrono…

"Ormai ci siamo!" esultò Ash alzando un pugno al cielo mentre camminava con passo veloce. " La mia seconda sfida ufficiale nella lega di Forsia è a solo un tiro di schioppo! Sono davvero motivato!"
"Come se non si vedesse!" scherzò Serena "…E come sempre…!”
"Sarebbe motivato allo stesso modo se non ci fossi tu a coccolarlo ed elogiarlo?” sussurrò una ben nota vocina al suo orecchio. 
Fortunatamente Ash era troppo concentrato sul suo cammino per notare il fuoco che si era acceso sulla faccia della sua amica, la quale si limitò semplicemente a coprire il viso mentre dietro se ne stava Lidia, con un sorriso provocatorio ma per niente malevolo. 
"Ash hai già pensato a chi usare per questa battaglia?" chiese Brock curioso. 
"Beh siccome hanno lavorato tanto, pensavo di dare l'onore a Tweeny e Leafala..." poi si rivolse al suo amico giallo "So che ci tieni particolarmente a lottare in palestra, ma se non fanno esperienza come faranno a diventare forti come lo sei tu?"
"Pika.." sospirò il topino.
Come per chiedergli scusa, Ash lo accarezzò sulla testolina. Impossibile per il topino non essere colto da un improvvisa sensazione di piacere. "Chaaaa" Adorava quando Ash lo coccolava così.
Ad un certo punto tutte le orecchie del gruppo furono attirate da un poderoso *SPLASH* e da un colpo sordo abbastanza ridondante. 
"Uh che è stato?" si domandarono curiosi. Di nuovo si ripeté la combinazione di suoni. Non sembravano semplici Pokémon che balzavano fuori dall’acqua. Puntarono tutti le teste sul torrente che stavano costeggiando.
Una figura azzurra solitaria se ne stava seduta su un sasso, attendendo pazientemente. Ash riconobbe subito quella specie, avendola già vista in precedenza. "Un Plarky!" sussurrò.
"Che carino!!! Cosa starà facendo?" chiese Serena.
"Non ne sono sicuro ma sembra che stia pescando. Anche se mi pare la pesca più strana che io abbia mai visto" rispose Brock. 
"Ottima deduzione" si complimentò a bassa voce l'amica detective "Anche se il suo metodo, come dici tu, è strano" 
Il Pokémon era fermo, immobile, sembrava immerso in una realtà tutta sua, non fiatava e se ne stava con gli occhi chiusi. Dopo qualche secondo, li riaprì di scatto. "PLAAA" gridò e con un colpo di coda ben assestato andò a scaraventarsi sul pelo dell’acqua. 
Un Magikarp guizzò fuori dal fiumiciattolo, nell'esatto punto preciso in cui la coda del pescatore aveva colpito. "Karp Karp!" Boccheggiò mentre si apprestava a tornare in acqua. 
L'ornitorinco però fu troppi veloce per lui "LARKKK!" urlò e sparò dalla sua bocca un Idropulsar preciso e coordinato che beccò in pieno petto la carpa, facendola prima rimbalzare su un sasso lì vicino e poi facendola atterrare proprio in quella che sembrava una rete da pesca fatta di foglie e rami.
"Ehi!" Ash si fece avanti, correndo verso il Pokémon "Complimenti! Che attacco fenomenale!"
Il ragazzo era particolarmente stupito nel vedere uno starter ancora alle prime armi così bravo a coordinarsi nelle sue mosse. Per non parlare della potenza con cui le lanciava.
L’ornitorinco rimase fermo un istante a guardarlo con occhi quasi sorpresi. In un batter d'occhio però aggrottò la fronte e digrignò i denti "PlaaaaaaaaRKYYYYY!!!!" Gridò lanciando un altro Idropulsar verso il gruppo di ragazzi. 
Fecero appena a tempo per scansarsi, quando rialzarono e teste Plarky era sparito, senza dimenticare il suo pranzo duramente guadagnato.
"M-Ma che cosa??" Iniziò Brock.
"Che bel modo di ringraziare!" Esultò sarcasticamente Lidia.
Pure Ash aveva il suo gran da dire a proposito di quella reazione, ma decise di tacere. Potevano esserci milioni di motivi per cui li aveva attaccati. Che gli recasse fastidio o meno, non poteva giudicarlo così su due piedi e anche se lo avesse voluto, ciò che pensava lo esprimevano Lidia e Brock lamentandosi.
Serena invece rimase per le sue, abbastanza turbata dal comportamento di Plarky.
Si sentirono delle sirene improvvise avvicinarsi. Puntarono gli sguardi sulla strada antica, facilmente comprensibile visto il materiale roccioso che tendeva il tutto poco distinguibile. Il rumore di motore si placò e si fermò un veicolo molto familiare.
"Buongiorno ragazzi" salutò l'agente Jenny.
Sembrarono spegnersi le luci su un sipario e l'illuminarsi di un faro "Ohhh agente Jenny, donami il tuo affetto, gioia, pianti, dolore, odio e sentimenti incomprensibili! Sarò la tua valvola di sfogo, la tua certezzaaaaahHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
*THUMP*
Spotpup ci mise poco ad affondare i denti nella carne del posteriore del medico, facendolo poi afflosciare sul terreno con il corpo completamente abbandonato al suo triste destino.
L'agente di polizia ci mise un po' a ricomporsi dopo quel siparietto "Tutto bene?" chiese cordialmente. 
"Appena bagnato, ma sì!" rispose Ash. 
"Qualche problema?"  
"No nessun problema per quanto riguarda noi, ma quel Pokémon sì che sembra avere un problema!" 
"Uh? Un Pokémon che ha un problema?" 
Lidia intervenne "Beh agente, prima che arrivasse c'era un Plarky che stava pescando e quando Ash si è avvicinato per fargli un complimento si è subito infuriato e ci ha attaccati con Idropulsar per poi sparire” 
La poliziotta sospirò "Fatemi indovinare... era parecchio scontroso? Alto più o meno così?” Indicò con le mani.
"Si proprio così!!" esclamò Lidia "Come fa a saperlo così bene?”
"Lunga storia, ma cercherò di essere breve. Ultimamente questa zona pullula di un branco di Plarky e spesso noi della polizia locale li teniamo sotto osservazione e quando riteniamo che siano pronti li mandiamo al laboratorio di Collinopoli dove vanno a vivere e crescere in attesa di un allenatore che lo scelga per il suo viaggio”
“Quindi sono come appena nati?” 
“Si, in un certo senso, tuttavia un giorno è arrivato lui. Non aveva i genitori, è spuntato nel nulla. C’è stato un periodo in cui tantissimi Plarky erano spariti e lui è uno dei pochi riapparso” 
"Ma come mai agisce così con le persone?" chiese Ash.
"Non sappiamo il vero motivo. Ogni volta che ci avviciniamo ci guarda in cagnesco, poi ci spruzza un getto d'acqua in faccia o ci attacca con le sue mosse e infine scompare. Le abbiamo provate tutte ma di andare dal Professor Olivio o dirci cosa abbia non ne vuole proprio sapere”
"Molto strano che agisca così. Mi dica, le avete provate proprio tutte?" 
"Tutto quello che era nel nostro repertorio" sospirò l'agente Jenny "Mi spiace solo che siete stati vittime di uno dei suoi impulsi di rabbia. Non fateci troppo caso, accade a tutti. È un caso perso” Jenny tirò su il cavalletto della moto e la riaccese "Menomale che era di buon umore..." 
"Di buon umore!?" si sorprese Ash.
"Scherzi? Sarà un Plarky d’aspetto ma supera di potenza il suo stadio finale Plarain. Una volta ha messo al tappeto in un sol colpo 5 dei nostri Pokémon agenti, che sono rimasti fuori uso per un’intera giornata.” disse l'agente "Comunque buona fortuna con il vostro viaggio" li salutò poi allontanandosi sul sentiero.
"Cavoli, deve essere davvero un portento per aver messo K.O. dei Pokémon addestrati della polizia" commentò l’allenatore "Quel che non mi spiego è perché..." 
"Perché cosa?” Sentì le sue parole Serena.
"Perché ce l'ha a morte con noi? Con gli esseri umani intendo. Capisco se ha un odio per un essere umano in particolare, ma in generale? Deve essergli successo qualcosa che lo abbia portato a credere che tutti gli uomini sono dei mostri!" 
"Uhm... hai ragione" concordò Lidia assumendo una posa pensante. 
"Ehm permettete?" chiese timidamente Serena. 
I due pensatori si girarono verso di lei "Hmmm?"  
"L’agente Jenny ha detto che per un periodo dei Plarky sono spariti e solo lui è tornato. Non è che per caso ha vissuto qualche esperienza traumatica che lo ha portato ad un odio incondizionato? Magari lo hanno maltrattato?” 
"Intendi un caso come la mia Tiglow?" chiese la detective "E' un’ipotesi interessante, ma Tiglow non odiava gli umani anzi, ne era impaurita" 
"Forse è una questione di carattere?" ipotizzò Ash. 
"Io direi di provare a rintracciarlo" propose Serena. "Magari riusciamo a convincerlo che noi non volevamo assolutamente dargli fastidio..." 
"Uhm… si ma come glielo facciamo capire?" chiese l'amico "Al minimo avvicinamento attacca..." 
"Magari con un pokébigné” sorrise la performer. 
"Buona idea! Ogni Pokémon, anche il più burbero, si scioglie davanti alla dolcezza di un pokébigné” Annuì Ash.
“Si ma qui non si tratta di una rara specie di Ash selvatico!” gli diede una gomitata Lidia, facendolo imbarazzare non poco “Tuttavia… chissà magari riesci davvero a scioglierlo come stai già facendo con un’altra creatura..." 
Ash sbuffò “Perché il mio stomaco è sempre tirato in mezzo?” Non fece a tempo ad aspettare risposta che tutti gli sguardi furono puntati su di lui “Ah.. beh giusto… eheh” ridacchiò.
Potevano ritenersi fortunati, trovare Plarky fu abbastanza facile. Non sembrava un Pokémon dall'indole fugace. Pareva più reagire con la forza se infastidito. Era incredibile pensare che dietro a quell'adorabile Pokémon si nascondesse un lottatore dal carattere estremamente ribelle. Così come era insoluto pensare che dietro a quegli occhi vivi e accesi si nascondesse qualcuno tanto sofferente.
Fu proprio quello che vide Serena, dandogli un'occhiata da lontano.
"Sicura di voler tentare?” Le domandò Ash con voce sicura "Posso provare io, almeno non sarai tu ad essere respinta"

La ragazza scosse la testa, convinta delle sue scelte. Tirò fuori il pokébigné e avanzò in direzione dell'ornitorinco.
Plarky si accorse subito della presenza della scocciatrice. Ai suoi occhi per ora non c'erano rabbia o furia, solo tanta antipatia e allo stesso tempo indifferenza per una creatura per lui di poca importanza, quasi irritante. Cominciò a sbattere la coda sul terreno con lentezza, quasi un antistress o un segnale di avviso per Serena: "Fastidiosa"
Era abituato a ricevere molti sguardi, ma quello di lei era strano. Era troppo dolce, talmente tanta che sembrava finta. Per lui non poteva esistere tanta dolcezza, era impossibile che ce ne fosse tanta contenuta in una sola persona. Altrimenti poteva solo essere falsa e ipocrita. 
Serena d'altra parte era fiduciosa nelle sue possibilità. Avanzava con regolarità, guardando il Pokémon d'acqua dritto negli occhi. 
Non era stupida, capiva bene che era malvoluta, ma sapeva pure che la pazienza, la grinta e il buon volere poteva essere utile. Con Weepbud aveva funzionato, forse Plarky aveva solo bisogno di un gesto carino.
Fu abbastanza vicina e porse il dolcetto con le mani. Non si aspettava che la creaturina accettasse il gesto, ma nemmeno era tanto negativa dal pensare una reazione del genere in arrivo.
*PLACK*
Una violenta sberla sulla mano che le fece volare via il pokébigné in terra. La perforner strizzò l'occhio, ritraendo la mano rossa per il segno della codata di Plarky.
Il Pokemon osservò bene la reazione, la mano ritratta e gli occhi che trasmettevano un po' di dolore ma non risentimento. Una svolta che non gli piacque.
"Plaaaaaaa....!!!!!" L'ornitorinco caricò il suo Idropulsar per colpirla a distanza ravvicinata. Sembrava come un gioco per Plarky, quello di tenere le persone lontane da lui. Quasi un sorriso era quello sul suo volto, ma davvero esprimeva sentimenti per lui positivi? 
Fu a pochi millimetri dallo stomaco della ragazza, ma l'obbiettivo si allontano e si sovrappose un altro. Ash sapeva che tirarla via non bastava, così fece da scudo con il proprio corpo. 
"A-ASH!" Esclamò Serena sostenendolo da dietro e appoggiando le mani intorno al suo busto "T-Tutto bene?"
"Tu?" 
Serena rimase qualche istante silenziosa, per poi capire che la domanda non doveva stupirla "Sto bene. Tu piuttosto?"
Il ragazzo scosse le spalle mostrando un mini sorriso "Eh, accidenti se é forte il suo Idropulsar" Si girò poi verso il Pokémon acquatico "Ma ho passato di peggio" nel suo tono di voce si intuiva la provocazione.
Come Plarky non gradì quell'affermazione, Ash non aveva gradito l'aggressione a Serena. Passi tutto, ma nessuno la poteva ferire in alcun modo: a parole o a gesta.
"Bene Plarky, visto che fai tanto lo strafottente... vieni a sfidarmi. Una lotta é più soddisfacente. Se vuoi mostrare il tuo valore e la tua potenza nascosta é la tua occasione"
Plarky incrociò le braccia e rizzò la coda. Eccome se l'idea gli piaceva, le provocazioni lo infastidivano e allo stesso tempo lo gasavano "Ky"
"Bene allora... Pikachu sei con me?" Domandò Ash, con l'idea già in testa di proporre il meglio. Un tipetto così riservato e allo stesso tempo aperto e provocante, per non parlare della forza innaturale di uno starter, meritava di ricevere una sfida degna.
Non stava sparlando prima di una possibile sfida ufficile, ma sapeva bene che in una lotta tra Leafala e Plarly, il primo avrebbe avuto una pesante sconfitta seppur di tipo avvantaggiato. Pochi Pokémon così giovani avevano la sua forza, dato di fatto provato dalle sue esperienze di viaggio durate anni.
"Chu! Pikapi chuchupi!" Annuì il topino.
"Pikachu, scelgo te!"
"Ok, Pikachu apri con Attacco Rapido!" ordinò Ash.
"Pikaaaaaapi!" Urlò il topino mentre caricava a tutta forza contro l'ornitorinco. 
Con fare disinteressato il Pokémon aspettò pazientemente l'attacco, poi improvvisamente all'ultimo secondo sbatté la coda e saltò in aria elegantemente. Pikachu mancò così il bersaglio e colpì violentemente la testa contro un sasso.
"Accidenti se è bravo..." confutò Brock "Aspetta l'ultimo secondo e poi balza via"
"Pikachu tutto bene?" si preoccupò Ash. 
"Piii" si lamentò il topo ma senza avere niente di rotto. Aveva subito di peggio di una semplice zuccata.
"Proviamo con Fulmine!" suggerì l'allenatore.
Pikachu lanciò il colpo in aria. Plarky fu preso in pieno. Penso per pochissimo tempo e poi si lasciò precipitare sul terreno, piantando la coda a terra. "Ky" 
Ne uscì quasi indenne e Ash si stupì. Non per la tattica, la conosceva bene, più per l’intelligenza di un Pokémon così giovane che l’aveva pensata
"Un Fulmine dovrebbe fargli molto più male!” Espresse Serena.
“E' furbo..." commentò Lidia " Sapeva per certo che piantando la coda a terra avrebbe scaricato tutta l'energia elettrica subendo meno danni!"
D'improvviso dalla bocca dell'ornitorinco parti una bomba d'acqua. "Lark!" starnazzò mentre lanciava un Idropulsar addosso a Pikachu. 
"Pikachu schiva!" ordinò Ash. 
Pikachu schivò velocemente la sfera d'acqua. Ebbe il tempo di lanciare uno sguardo al suo rivale, il quale lo osservava con aria di superiorità. "Pika?” 
I suoi dubbi furono presto interrotti quando un torrente d'acqua lo colpì in pieno. 
“Ha usato Idropulsar non mirando direttamente a Pikachu e ne ha lanciato un altro per colpirlo in seguito...”
Pikachu si rialzò scrollandosi l'acqua dal pelo e guardando il suo rivale, non capiva da dove veniva tutta quella forza e bravura ma di certo non poteva farsi battere così da un Pokémon appena alle prime armi.
Serena osservava affascinata i due lottatori mentre si sfidavano. Adorava vedere Ash lottare, ma la colpì particolarmente il modo in cui Plarky ondeggiava e usava i suoi attacchi con una precisione millimetrica e furbescamente. Sembrava quasi danzasse. 
"Dobbiamo fregarlo in qualche modo..."pensò Ash "…ma come..." ed ebbe un illuminazione. "Pikachu usa Attacco Rapido ma a zig zag!" 
"Pika?" chiese confuso il suo amico. Il suo colpo avrebbe perso potenza se avesse fatto una cosa del genere, ma ubbidì. Il suo nemico parve lievemente disorientato, ma ad ogni colpo schivava indietreggiando abilmente fino a che si tuffò in acqua.
"Che tuffo magistrale..."pensò Serena.
Velocemente Ash sorrise "Ora usa Fulmine sul fiume!" 
“PIKAAAAAAA CHUUUUUUUUUUU!” Pikachu caricò una scossa rapidissima e proprio un secondo dopo che il suo nemico sparì nel fiume la sua saetta colpì la fonte d’acqua. 
Plarky non ebbe neanche tempo di girarsi che l'attacco elettro lo pervase. "Plarkk."digrignò il becco cercando di sopportare il colpo. 
Ash e il gruppo aspettarono pazientemente l'esito dell'attacco. Passarono pochi secondi, quando dall'acqua apparvero delle bollicine e il corpo di un esausto rivale affiorò dall'acqua.
L’allenatore abbassò la visiera del cappello. Era soddisfatto ed era riuscito a riscattare il suo onore e quello della sua amica. Una strana voglia lo pervase e lentamente la sua mano si avvicinò alla sua cintura. Un Pokémon del genere sarebbe stato un ottimo acquisto per la sua squadra, le sue dita toccarono una sfera poké. Sapeva che se l’avesse lanciata ora, Plarky sarebbe stato suo.
Ormai era fatta, ma all'improvviso si bloccò. Cosa avrebbe dimostrato in questo modo all'ornitorinco? Gli avrebbe semplicemente aumentato il suo odio verso il genere umano. "No" disse semplicemente allontanando l’arto dai pantaloni.

Plarky nel frattempo riprese i sensi, ma era più ferito nell’orgoglio. Era stato battuto e da un essere umano per giunta. "Plaaarrrrr" ringhiò. 
Ash, perfettamente calmo, rispose a questo gesto di sfida "Spero solo che questo ti sia bastato come lezione, puoi anche avere sfiducia nel genere umano ma non puoi giudicare una persona solo dalla copertina!" nel suo tono di voce c’era sia rimprovero che pizzico di paternità e dispiacere.
"Rkkk" sibilò lo starter d'acqua: ora l'umano gli faceva pure la predica.
Pikachu emise arrabbiato un’altra scossa, per intimarlo a scusarsi. Non che Plarky avesse avuto paura di subirne un’altra, ma sinceramente l'ornitorinco voleva solo allontanarsi da quei tizi che gli stavano dando fastidio. "Ky!" sbuffò poi si gettò nel corso d’acqua, sparendo alla vista dei presenti.
"Che tipetto..." commentò Brock scuotendo leggermente la testa.
Ash rimase zitto, continuando a pestare il piede per terra con ritmo ripetuto. Era nervoso e furioso ma allo stesso tempo provava pietà.
"Ash spiegami una cosa" chiese Lidia attirando la sua attenzione "Perché non l'hai catturato?" 
Faceva estremamente senso la sua domanda. Era un Pokemon forte, probabilmente più di quando avesse mai potuto aspettarsi e di certo con lui sarebbe diventato un lottatore di prima categoria, tra i migliori della sua squadra. Avrebbe magari trovato un modo di placare il suo odio per gli umani...
Allora il punto quale era? Perché non lo aveva catturato?
Ash ad essere sincero, sapeva quanto i suoi compagni del perché non aveva preso la sfera e l'aveva catturato quando poteva: poco o niente. "Non ne sono certo, ma... non era giusto. Lui non può sentirsi costretto a scusarsi, deve farlo perché é la cosa giusta. Esattamente così funziona per il suo odio. Può curarlo solo se convinto e aiutato. Catturarlo lo avrebbe solo reso più ostile e sofferente. Non ho idea di quali problemi abbia avuto e chi lo abbia portato a provare risentimento ma non tutti gli umani sono così"
Il discorso lasciò muti i compagni. Serena non aveva ascoltato gran che, era rimasta tranquilla a fissare lo specchio d'acqua in cui si era tuffato il Pokémon selvatico ed era nuotato via. Era certa e sapeva che Plarky aveva bisogno di una cosa: un sorriso. Avrebbe fatto di tutto per vederne anche solo uno piccolo sul suo muso.
"Non so perché ma penso che lo incontreremo ancora" osservò Lidia mentre i quattro ragazzi osservavano il sole che si nascondeva dietro alle montagne.
"Prepariamoci per la serata"
...
*CIUF*
"Uh?" Serena aprì gli occhi, non ricordando il motivo per cui si era svegliata. Non aveva sete o bisogni urgenti, le sembrava di aver sentito qualcosa.
Prese il pokédex e lo accese sulla funzione della torcia. Si alzò facendo attenzione a non svegliare la detective, per quanto fosse una ragazza dal sonno pesante. A passi silenziosi e in punta di piedi si allontanò verso la riva del lago. 
Non le servì tenerlo acceso per molto, il cielo era stupendamente brillante quella notte. Tanti piccoli astri brucianti nello spazio che invece di scaldare, davano una tranquillità davvero piacevole.
La performer arrivò a destinazione, scorgendo schizzi d'acqua liberarsi nel cielo. Guardò meglio e vide con chiarezza Plarky che si muoveva nell'acqua alta, sfruttando le sue mosse e dando libero sfogo alle sue emozioni.
Unì le mani e lo complimentò con dei battiti. Non si avvicinò perché sapeva bene di non essere vista di buon grado, ma doveva pur iniziare da qualche parte, no?
Plarky subito si arrestò e indietreggiò alquanto nervoso, non volendo avere intorno umani che si impicciavano nei suoi affari. La notte era il solo momento in cui si sentiva libero si dare sfogo alla sua personalità.
"Scusa, non ti voglio catturare"
"Ky plapla" le rivolse una smorfia di disappunto… il suo amico lo stava per fare.
Serena scosse la testa "No, Ash non voleva farlo, se no avrebbe colto subito l'occasione. Sarai forte ma poteva prenderti se l’avesse davvero voluto"
Il Pokemon la ignorò e si sedette, dandole le spalle.
"Sai.. nemmeno le scuse sono il motivo per cui sono qui."
Nessuna novità che lo sorprendesse, Plarky sbadigliò, facendo finta non ascoltare.
Serena chiuse gli occhi e scrollò le spalle. "Mi trovo da te perché ho sentito dei rumori. Sei bravo a muoverti, davvero!"
L'ornitorinco rispose con un ringhiò e si infischiò degli elogi. Non voleva che la gente vedesse mentre faceva i suoi allenamenti speciali e segreti. Però sapeva che non cambiava nulla, poteva lanciare attacchi su attacchi ma quella ragazza non avrebbe smesso di rompergli le scatole. 
"Sai, sono una performer e penso che tu abbia talento, non solo sei forte, ti muovi anche bene! Hai mai pensato di usare le tue qualità?"
"..." 
“Potresti diventare un lottatore, o esibirsi nei Varietà o nei contest!”
“…”
Serena sorrise avvicinandosi un pochino "Non voglio essere invadente ma... perché non sorridi mai?" 
Plarky si irrigidì e cominciò a sentire il corpo pesante, aveva i suoi buoni motivi se non voleva farlo. Sorridere era segno di debolezza, di felicità e voglia di vivere. Attualmente non sentiva di appartenere a nessuno di questi gruppi. Dei pensieri oscuri gli arrivarono alla mente, alcune immagini di un sorriso, anzi tanti sorrisi. Prima luminosi poi neri e crudeli, infine tinti di sofferenza e atroce dolore.
"Vorrei aiutarti a sorridere…" formulò Serena senza pensarci troppo. Pensiero espresso così come lo aveva pensato "Voglio dimostrarti che un piccolo barlume di felicità non fa male. Se vuoi degli amici noi lo saremo per te, ti aiuteremo a trovarne tanti. Avere qualcuno che ti scalda il cuore porta davvero il sorriso!"
L'ornitorinco non si mosse, poi si girò. Non avrebbe sorriso a nessuno, specie ad un’estranea. Non se lo spiegò, ma tutto il fastidio provato prima sembrò svanire "Ky..." sbuffò indicando un sasso dove poteva sedersi Serena. 
Era a debita distanza e nemmeno troppo tra i piedi. Se voleva poteva vedere i suoi allenamenti bastava soltanto che non si intromettesse. 
"Grazie" sorrise la performer capendo al volo il messaggio e mettendosi comoda sulla sedia improvvisata. 
Plarky ignorò il ringraziamento e si preparò psicologicamente, poi si tuffò e cominciò a risalire nuotando a zig zag e battendo la sua coda per creare movimenti ondulatori. 
Serena sorrise con gli occhi che brillavano per la meraviglia. Pensò un attimo e si ricordò che forse studiare le abitudini dei Plarky non sarebbe stata una cattiva idea. Dopotutto sapeva bene di adorare quella specie fin da quando l’aveva vista la prima volta. Alzò il pokédex e cercò il Pokémon tra le varie categorie.
"Plarky: Pokemon ornitorinco. Sono molto intelligenti e spesso avvistabili in gruppo. E’ il Pokèmon d’acqua affidato agli allenatori alle prime armi. Possono resistere alle acque più inquinate e velenifere senza risentirne alcun danno”
"Davvero sorprendente” commentò Serena guardando la creaturina mentre si allenava. Appoggiò la mano sotto al mento e rimase tranquilla senza dargli fastidio.
Quando si fermò a prendere un attimo di respiro, si accorse che oltre la ragazzina c’erano altre 4 paia di occhi a fissarlo. Sylveon, Pancham, Braixen e Weepbud erano usciti da soli dalle loro sfere.
L'ornitorinco li guardò uno a uno. Prima Braixen con interesse ma senza emettere una minima emozione, poi guardò Sylveon e infine Weepbud, chiaramente delle femmine... poi si girò scrollando le spalle, senza rifilare la minima attenzione a Pancham.
Chiaramente infastidito, il piccolo panda lo richiamò "Cham Cham!" 
Il diretto interessato se ne infischiò altamente. Ci volle l'intervento della ragazza per sbollentare Pancham, con una bella carezza sulla fronte. "Buono Pancham, dai! Magari si è solo dimenticato di guardarti e non lo vuole ammettere!"
"Cham..." sbuffò il panda guardando lo starter di Forsia. 
Senza che nessuno se ne accorse, Plarky sbirciò la scena con la coda dell’occhio. Si era calmato molto in fretta, per quanto sembrasse un Pokémon tutto fumo e niente arrosto.
Continuarono a passare le ore, quando Serena notò i suoi Pokémon, tutti accoccolati tra loro e chiaramente assopiti, li richiamò nelle sfere. 
Non vedendo Plarky all’azione, ma semplicemente fermo a scrutare il cielo, lo imitò. C’era davvero una grande calma, un venticello piacevole. Lo scorrere del fiume donava una pace molto gradevole.
Accadde tutto all’improvviso: un gancio sbucò da sott'acqua e si mosse rapidamente verso di lui. Serena se ne accorse appena in tempo e le sue gambe si mossero da sole "Attento!" urlò slanciandosi verso di lui. 
Non poteva sapere che in realtà Plarky aveva già notato l'aggeggio meccanico avvicinarsi e che aveva apposta aspettato l’ultimo momento per schivarlo con un salto carpiato. Per questo, l’allenatrice rimase totalmente presa alla sprovvista dalla situazione e si ritrovò catturata.
Provò a scalciare per liberarsi da quella pressa che le bloccava le braccia e pian piano la alzava da terra.
Da sott'acqua sbucò un sottomarino rosso a forma di Magikarp.
"Lo abbiamo preso? Ho sentito la tenaglia stringersi!" chiese una voce maschile. 
"Troppo pesante, però non è andato a vuoto il tentativo!" rispose una voce acuta.
"Abbiamo pescato… una mocciosa!" annunciò una terza voce femminile.

"Preparatevi a passare dei guai! Guarda cos’ha abboccato!”
“Dei guai molto grossi, un risultato inaspettato!”
“Proteggeremo il mondo della devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”
“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, a pesca di mocciosi e siamo armati!”
“Arrendetevi subito tanto all’amo vi abbiamo acchiappati!”
“Meowth, proprio così!"

"Si però che ce ne facciamo della mocciosa? Non è un Pokémon da dare al capo!" pensò Meowth non riuscendo ad immaginarsi la faccia di Giovanni nel ricevere Serena al posto di un Pokémon.
"Beh magari la possiamo usare come merce di scambio" propose furbescamente la donna, rivolgendosi poi allo starter d'acqua. "Ehi! Abbiamo la tua amica! Se la vuoi rivedere integra ti conviene starci a sentire! Se ti fai catturare senza troppe storie la rilasceremo senza graffi e sbaffi! Quindi da bravo collabora e...uhhhhhh!?".
Jessie non ebbe manco il tempo di finire. Il Pokémon acquatico le aveva dato le spalle e sbadigliava come se nulla fosse.
“C-Ci sta prendendo in giro!?” Si lamentò James.
“EHI INUTILE PAPERO, CASTORO O QUALUNQUE COSA TU SIA!! MI HAI SENTITO O COSA!?”
L’interlocutore si girò e di nuovo sbadigliò, grattandosi un po' la testa con la coda. Il trio rimase sconvolto.
James sbatté e palpebre con un accenno di stupore e delusione di un piccolo bambino che non capiva nulla “Ma come… non gli interessa della mocciosa?”
Plarky a quel punto si mise sulle sue quattro zampe e si dileguò nella foresta, senza minimamente pensare a cosa sarebbe successo a Serena. Scomparve tra la vegetazione, lasciando tutti senza parole.
"M-Ma… m-ma..." balbettò James "C-ci ha appena dato le spalle e se ne è andato!?"
"Io credevo che... avrebbe reagito..." commentò sorpreso Meowth "Cioè sembrava che fosse affiatato alla mocciosa..."
Jessie era attonita da quel gesto "Beh che facciamo con la mocciosa?" si grattò un po' la nuca, guardando la preda appena catturata. A qualcosa sarà pur utile…
“Beh non è che ci facciamo molto" ammise Meowth "Tuttavia possiamo comunque usarla come ricatto per l'altro moccioso e farci consegnare Pikachu senza problemi. Tanto è sempre un obbiettivo!”
"E' un idea..." borbottò Jessie "Però io oggi volevo quel Plarky. Quando mai hai l'occasione di incontrare un Pokémon del genere? Lo avete visto prima? Teneva testa al topo del moccioso come se niente fosse!”
Meowth cominciò a ritirare il braccio meccanico, facendo avvinare Serena sempre più all’interno della macchina “Vabbè, tiriamo dentro la mocciosa e rendiamola innocua. Quando abbiamo finito andiamo dal moccioso..." 

Quando furono abbastanza lontani, i criminali uscirono dal sottomarino e appostarono la loro base. Legarono la performer ad un albero, senza che potesse fare gran che per liberarsi e poi cominciarono a discutere sul da farsi.
"Chi fa la guardia?" 
"Non possiamo certo lasciarla da sola senza una supervisione!" espresse Jessie “I mocciosi sono imprevedibili, bisogna sempre avere un piano B e le precauzioni non sono mai abbastanza”
"Facciamo sasso, carta, forbici?" propose Meowth.
"Sasso... sasso..." pensò James "Ma certo! So chi ci può aiutare!" proruppe poi lanciando la sua sfera. 
"ROL ROLBY!" gracchiò il troll di roccia e come se niente si gettò addosso alla gamba del suo allenatore e cominciò a mordicchiarne il piede. Il suo corpo era talmente pesante che James non riusciva a muoversi di un millimetro.
“AHIAHIAHIAHAIAHI!!!!” 
"Seriamente James? " sbuffò Meowth "Che ci vuoi fare con Trolby?" 
"Beh" spiegò James cercando di togliere la gamba dalla mordace presa del rocciosetto. "ho pensato che se le corde si allentano servirà un po' di forza bruta per legarle al meglio. Fisicamente Trolby è il più forte di tutti noi"
"Sicuro che vuoi lasciare il lavoro a quel coso?" chiese sospettosa la donna. "Secondo me ha bisogno di una mano... tonto com'è…" Aggiunse poi, andando a dare dei colpetti sulla testa del troll, senza farlo smuovere. Era davvero stupido.
"EHI!!! TROLBY NON E' TONTO! E' SOLO... PARTICOLARE!" si risentì James. 
"Ceeeerto..." replicò la collega mettendo la mano ad una pokéball "Comunque lascio qui anche Spidow, non si sa mai, tanto per avere una mente intelligente da queste parti. E poi il suo Millebave ci sarà utile"
"Spi!" concordo la sua ragnetta velenosa quando si ritrovò davanti alla sua allenatrice, sulla testa di Trolby.
"Comunque il più intelligente sono io..." aggiunse senza farsi sentire il gatto mancando come suo solito di modestia.
Il trio di lestofanti lasciò ai suoi Pokémon il compito di osservare Serena e si dileguò, non proprio silenziosamente dato che James continuava a protestare sul fatto che la sua collega avesse dato del "tonto" al suo amichetto roccioso.
Quando furono fuori dal raggio visivo della ragazza, Serena cominciò a divincolarsi per allentare la fune. Tuttavia per quanto provava a muoversi era legata troppo strettamente. Non riusciva a girarsi e provando poteva sentire grattare la corda sulla pelle. 
Sospirò pensando all'indifferenza che Plarky aveva dimostrato. Non era arrabbiata, anzi in un certo senso nemmeno molto delusa. Lui era al sicuro e il carattere della kalosiana era troppo poco egoista per pensare al bene di se stessa. 
In ogni caso voleva comunque andarsene da lì. Non avrebbe mai permesso al Team Rocket di usarla per ottenere Pikachu. Poco ma sicuro. Non aveva il pokédex per avvisare Ash o gli altri e le sue Pokéball erano rimaste dove era stata catturata. 
Doveva cavarsela da sola. Tentò ancora il minimo movimento e cominciò a sentire finalmente un po' più di libertà. Il tentativo però le servì a poco, in pochissimi secondi Spidow riuscì ad individuare quanto era tesa la corda e un'esperta di fili come lei capì immediatamente che si era allentata.
"Spispi!" Caricò e poi emise dalla bocca la sua tela resistente e appiccicosa, la quale andò ad avvolgersi sopra la corda, avviluppandosi intorno all'albero e la prigioniera. 
A quel punto Serena si sentì completamente schiacciata contro il fusto e capì che per quanto si fosse sforzata non sarebbe mai riuscita a scappare. Anche se avesse ottenuto un minimo miglioramento, Spidow l'avrebbe intrappolata sempre di più. 
Non le rimaneva altra scelta, doveva sperare che qualcuno arrivasse ad aiutarla, possibilmente Ash e gli altri, anche perché non aveva la minima idea di chi altri potesse soccorrerla.

Ash camminava avanti e indietro, cercava in ogni cespuglio e su ogni albero. No, non giocava a nascondino, era tremendamente in ansia.
Non si aspettava di certo una Lidia preoccupata e urlante, balzante nella sua tenda che urlava "Serena é sparita". Per sua fortuna il nome della ragazza era un campanello d'allarme che lo portò a balzare in piedi, trascinandosi con sé la tenda.
Non si era nemmeno cambiato, era ancora in pantaloncini e maglietta a maniche corte. "Dove caspita é finita!?" Si lamentò Ash, non per la scomparsa di Serena, ma per la possibilità che le fosse successo qualcosa. Anche perché se si stesse allenando l'avrebbero trovata, sebbene non vi fossero Pokémon nella sua borsa.
"Ash capisco la tua ansia ma ci stai facendo un po' tribulare..." Lidia provò a calmarlo.
"Parla la prima che strilla nella nostra tenda!" Ash rispose "Voglio solo sapere se Serena sta bene! Non si sparisce così nella notte, a meno che non sia successo qualcosa!”
Brock dovette avanzare e fermarlo "Ti prego, mi fai venire il mal di testa! Calma e fermiamoci a ragionare!" 
Il Biancavillino sbuffò. Dovette ispirare ed espirare almeno una ventina di volte per trovare una forma di pace non proprio pacifica. 
"Sono tranquillo, sono tranquillo!" Non convincevano nessuno quelle parole, ma a Brock bastarono.
"Bene, or-.."
"SERENA!" riesplose l’allenatore, vedendo in lontananza qualcosa a terra, vicino alla riva del torrente. Fidarsi è bene, non fidarsi é meglio. L'ansia in un attimo tornò e sfuggì dalla presa del medico.
Corse in direzione degli oggetti e fin da lontano fu subito chiaro che quelle erano le pokéball e il pokédex di Serena. Non le avrebbe mai lasciate in giro così a caso, qualcosa di certo l’aveva colta alla sprovvista.
Servirono tutti i Pokémon dell'allenatore e una buona dose di slancio per bloccarlo a terra e farlo tranquillizzare, prima che ripartisse alla carica verso l’ignota vegetazione.
Proprio quando il battito rallentò, Lidia fece l'errore di parlare "Vedrai che non si é ferita e nemmeno é stata rapita!"
Un enorme facepalm di Brock accompagnò lo sbraitate del povero Ash, il quale non riusciva in nessun modo a liberarsi del peso di tutti i Pokémon, ma non fermava il suo disperato tentativo di fuga.

"Plaaaaa-kyky!" Si sentì un suono lontano e un Idropulsar colpì In pieno il troll di roccia.
La vittima finì a terra, completamente bagnata e sconfitta per il vantaggio della mossa. Era bastato un colpo preciso e diretto.
La ragnetta fu presa alla sprovvista e si guardò in giro in panico, girandosi avanti e indietro. La sua destrezza nell'agitare le zampine fu inutile.
Un fruscio annunciò la caduta dall'alto del misterioso Pokémon, seguito dal colpo di coda micidiale per la vedetta ragnosa. Il salvatore si rialzò e si scrollò di dosso la polvere finita sul pelo, aprì gli occhi e per un attimo rimase fermo a fissare la ragazza legata al tronco.
Plarky non sembrò intento ad avvicinarsi, cosa che avrebbe lasciato confusa Serena, se non fosse per il fatto che già la presenza dello starter l'aveva abbastanza sorpresa. "Plarky che ci fai qui?"
L'ornitorinco sbuffò, come per sottolineare l'inutilità della domanda. Ovviamente era lì per liberarla.
Serena non poté che strappare un sorrisino di fronte al broncio del Pokémon e il suo muso corrugato come sempre "Ovviamente intendevo perché lo fai. Non mi pare tu fossi interessato prima"
Plarky, sempre silenzioso, non rispose ma fece le spallucce. Era vero, non gli era importato all'inizio, se fosse stato per lui l'avrebbe lasciata lì legata come un salame, non lo riguardava. Fino a prova contraria però, lei lo avevo protetto. Inoltre, mai lo avrebbe ammesso nella sua vita, quella umana era in un suo peculiare, strano e insolito modo di fare, meno fastidiosa di tanti altri. 
Odio per gli umani a parte, lui non era cattivo e se lei pure non si era comportata male... tanto valeva togliersi un peso per Plarky inesistente.
"Già... ma allora perché hai cambiato idea...?" Chiese Serena "Hai finto di essere disinteressato subito o hai ripensato dopo all'accaduto?"
"Arky..." fece il gesto del *così-così* "Pla pla rky plary plaky"
Serena non afferrò l'intero ma corto discorso, comprese solo che lui all'inizio voleva infischiarsene, ma cambiando idea ha retto il gioco per tornare più tardi. "Grazie" 
Il Pokémon acquatico non reagì subito. Perché ringraziarlo quando era ancora in trappola? Contenta lei... "Key." Ordinò lui, irrigidendosi. 
Serena capì e rimase più immobile possibile, per quanto non lo fosse già, rendendosi rigida come la roccia.
"Ply" all'improvviso portò la zampa al petto, dove un ciuffo di pelo più soffice stava appoggiato. Fu una sorpresa vederlo staccarsi, ricordava gli Oshawott: le conchiglie erano oggetti ma rimanevano parti del corpo.
Plarky arretrò bene il braccio e poi mollò l'oggetto ormai volante verso Serena. Fu veloce e preciso, in un taglio netto sia la fune che la tela si squarciarono e con grande portamento l'ornitorinco afferrò l'oggetto tornato da lui da solo. Ora si che si capiva, era come un boomerang.
"Grazie! Sei stato davvero grande!" Sorrise Serena. Il suo modo di ringraziare comprendeva un bel sorriso spontaneo. 
Non riusciva a comprendere perché innescasse una smorfia da parte del Pokémon acquatico. "Grr... kyplar" fece cenno lui di non perdere tempo e filarsela. Non aveva tutti i torti a volerlo fare, i rumori si sicuro dovevano aver attirato qualcuno.
"Gourgeist usa Pallaombra!" Arrivò un ordine imprevisto.
Di nuovo furono sorpresi e i due vennero accecati da un fumogeno causato dall’incontro della terra con Pallaombra.
Quando riaprirono gli occhi, si ritrovarono in una specie di gabbia con le pareti fatte d’energia magnetica.
"Mocciosetta come hai fatto a fuggire!?" Si lamentò Jessie “Non facciamo a tempo ad arrivare dal moccioso che tu già ci crei problemi?”
"Il mio piccolo Trolbyyyy!!!! Cosa avete fatto al mio amico roccioso!???" James corse verso il Pokémon svenuto ancora a terra, con le circoline agli occhi e la bocca leggermente aperta. "Percheeeeeé!??" Piagnucolò lui.
Meowth strappò un sorriso "Oh per una volta dovremmo ringraziare la mocciosa. Ci ha liberati per un po' dello sgorbio!" Si scrocchiò le zampe stiracchiandosi.
"CRUDELIIII!" Urlò James affranto.
"E pure Plarky é da ringraziare, che non solo lo ha fatto questo ma é venuto solo soletto da noi! Ora potremo avere sia Pikachu che Plarky e portare il bottino al capo!"
Serena digrignò i denti e si posò davanti all'ornitorinco "Scordatevelo!" 
"Mocciosa, se lo volevi catturare dovevi farlo subito…" commentò Jessie.
"Non capite nulla! Io proteggo Plarky perché non ha bisogno di altro odio verso gli umani nel suo cuore! Non mi serve sapere per capire che non ha mai ricevuto un sorriso sincero!"
Meowth si mise a ridacchiare "Se vuole un sorriso lo avrà e anche sincero! Quello del capo per il suo arrivo e il nostro per la ricompensa più che gradita!"
Serena aveva visto tante volte il Team Rocket fare cose spregevoli ma ora era certa che provava quasi disgusto per loro. Le facevano ribrezzo. Eppure dopo la guerra con il Team Flare, dove avevano collaborato alla salvezza del mondo, si aspettava un loro miglioramento. 
"Non solo. Appena saremo al quartier generale faremo qualche piccolo esperimento per capire come mai Plarky é tanto forte.. .e uno pure a Pikachu non guasterebbe"

Alla parola esperimenti tutto il carattere burbero e la strafottenza dell'ornitorinco sparirono. Si mise su quattro zampe e la coda andò ad abbassarsi tra le gambe posteriori, vibrando con intensità. 
Serena se ne accorse subito e l’immagine la sconvolse. Ai suoi piedi si nascondeva una creaturina completamente traumatizzata, come agonizzante dal terrore e il dolore. Cosa stava succedendo al Plarky che conosceva? Quello coraggioso, fiero di sé, enigmatico… 
"Che dire?" gongolò Jessie "A quanto pare abbiamo avuto l'offerta 2x1!" 
"Parla per te..." frignava James. 
"Oh andiamo! Si riprenderà" lo sgridò Meowth "Se vuole stare con noi si deve abituare!" 
"Si ma... guardate come è ridotto!" 
In effetti era vero. Trolby era completamente fuori gioco e neanche una pozione rubata da chissà dove da Meowth riuscì a rimetterlo in piedi. 
"E' proprio forte!" commentava trionfalmente Jessie, sia compiaciuta per il bottino guadagnato che per i seccatore fuori uso. 
"Hai visto che ti ho battuto in astuzia pivello? Nessuno batte il grande genio Meowth!" e continuò a mostrargli facce e linguacce. 
La faccia di Serena si avvicinò pericolosamente alla parete, sorprendendo il gatto che rotolò indietro. "Smettila! Non vedi che sta soffrendo!?” urlò lei tornando indietro e appoggiando una mano sulla testolina del Pokémon troppo spaventato per accorgersene. 
"E con questo?" fece spallucce il gatto "Dovresti aver paura pure tu! Se ci dai fastidio te ne faremo pentire amaramente!”
Serena digrignò i denti impotente, mentre li vedeva allontanarsi. A volte desiderava sembrare spaventosa come ultimamente riusciva ad essere Ash quando si arrabbiava sul serio.
“K-K-K-K-K-K..." Il rumore furioso e assurdo della coda di Plarky la riportò sulla ragione. Tremava talmente tanto che sembrava vi fosse un terremoto. Se ne stava tutto raggomitolato sotto la sua mano. 
La ragazza si abbassò e prese il corpicino tra le mani, stringendolo in un abbraccio. "Tranquillo...tranquillo andrà tutto bene... non ti faranno nulla, lo prometto" sospirò cercando di tranquillizzarlo.
"K-K-Ky?" il Pokémon d'acqua smise di balbettare, uscendo dal suo stato di trauma. Si ritrovò stretto tra le braccia di quella ragazza e non riuscì subito a reagire. Non aveva pronta una reazione o scatto, perché la cosa gli faceva piacere.
Lo sguardo della performer calò poi quando fu attirata da uno strano segno inciso sulla coda: “P-07”mormorò lo strano codice mentre la sua mano fu come stregata e si avvicinò alla coda.
Quel suono tutto ad un tratto risvegliò l'accarezzato, le sue pupille si rimpicciolirono e a coda si contrasse. In un velocissimo gesto le diede una codata all’arto, mandandola via e saltò dall’altro lato della gabbia, ringhiando animatamente. 
“PLAR!!!!!” ruggì lui.
A quel punto Serena dovette rimediare ad un colossale errore, tenendosi a debita distanza "Scusa Plarky, non avevo idea ti desse tanto fastidio…”
“KY PLAR!!” si sentiva abbastanza scosso. Sapeva che fidarsi era stato un errore. Porgendo una mano, viene spesso preso tutto il braccio.
“Io no-…”
“PLAA!” La zittì, non voleva sentirla parlare.
Serena non si fece spaventare stavolta e continuò “Non ti toccherò più la coda, promesso!" 
“…” Plarky si calmò un attimo, ancora scosso dal risentimento. “Plar kyky…”
“Ascoltami, dobbiamo collaborare. Se vogliamo uscire da qui questa è l’unica cosa che possiamo fare. Non mi importa di me stessa, ma voglio che tu sia libero di andartene. Quindi appena puoi filartela non pensare a me, intesi?”
Lo starter la fissò abbastanza confuso.
“Non guardarmi con quella faccia” Rispose dolcemente lei “Hai saldato il tuo debito. Tanto per te ormai non dovrei contare nulla, no?"
Nessuno dei due parlò, fino a che non fu accordata la loro collaborazione.
“Bene, ho un’idea. Vedi gli angoli della gabbia? Penso siano i punti più deboli. Se colpiamo li vicino forse riusciremo a distruggerla”
“KYYYYYYY PLAAA!” Colpì lui con Idropulsar afferrando il messaggio. Andarono avanti per parecchi minuti ma non cambiò nulla.
A quel punto serviva un altro piano. Girò un po' attorno, toccando la superficie con le mani in varie zone. Improvvisamente guardò in alto e poi per terra. “Uhm… ok, ho un’altra idea. Forse non c’è bisogno che rompiamo direttamente la gabbia. Può rompersi da sola!” arrivò ad una conclusione lei.
Plarky ci pensò su e di nuovo capì immediatamente il piano. “Plarky!”
“Bene! Attacchiamo insieme al 3!” consigliò Serena “1… 2… 3!!!”
I due presero la rincorsa e colpirono contemporaneamente, dondolando leggermente in avanti. Provarono un paio di volte in più. La terza fu quella buona.
“Ahhhhhhhh!!!!”
“Kyyyyyyyyy!!!”
Il cubo in cui erano rinchiusi dondolò in avanti e si girò. Serena prese il Pokémon e usò il corpo per proteggerlo, mentre la gabbia rotolava giù per collina. 
La ragazza inizialmente si sentì sbattere da tutte le parti, fino a che non fu a terra. Riaprì gli ochi e vide con grande piacere che la gabbia si era dissolta e i dispositivi che la formavano erano andati distrutti.
“Ce l’abbiamo fatta!” Esultò lei, lasciandolo poi andare, prima che potesse lamentarsi.
“Plar ky” anche lui fu soddisfatto ad essere sinceri. 
Per qualche motivo, non scappò come gli aveva detto di fare Serena. Non voleva farlo, si sentiva in dovere di fuggire insieme a lei. Anche la bondina se ne dimenticò a quanto pare, perché subito gli rivolse un incitazione “Ce ne andiamo prima che ci scovino di nuovo?”
L’ornitorinco annuì e i due si dileguarono, correndo di fianco alle sponde del fiume…

I ragazzi continuavano la loro ricerca. Serena sembrava essersi volatizzata o meglio “mangiata dalle acque” come aveva provato a dire sarcasticamente Lidia per dar loro un po' di spirito. Peccato che Ash quella metafora l’aveva presa malissimo e si era gettato nel fiume per cercarla.
“A-Aaacchoo!!” starnutì lui.
“Salute” dissero entrambi i ragazzi più grandi”
Ash si strofinò il dito sotto il naso e ringraziò “Grazie… ma non c’è tempo per asciugarsi… devo trovare Serena.
Brock e Lidia alzarono gli occhi al cielo. Erano preoccupati anche loro, nulla da dire su questo, ma Ash era come un tornado: continuava a girare ovunque e devastava dove andava.
“…Tranquillo moccioso…!” arrivò una voce.
Ash alzò lo sguardo e vide i tre sgherri in tutina bianca "La mocciosa é con noi!"
"Come sarebbe a dire che è con voi!?" urlò l'allenatore. 
"Che è con noi!" ripeté convinta la donna del Team Rocket "Diciamo che mentre andavamo a pesca di prede, ne abbiamo acchiappate altre!”
Ash rafforzò il suo impeto, stava per saltare addosso al trio di manigoldi. "Prede!? Se le avete fatto del male giuro che diventerete voi le prede!!!!"
"...ma forse possiamo fare un accordo…" sghignazzò Meowth, misto tra il brivido per l’uro rabbioso di Ash, che divertimento per avere la situazione dalla loro "Se ci dai Pikachu, in cambio rilasceremo la mocciosa. È una bella offerta, no?"
Ash a quel punto impallidì non sapendo che rispondere. Per salvare un amico doveva rinunciare all’altro.
"Pika..." Pikachu saltò in avanti con determinazione, sebbene avesse un grosso nodo alla gola. Avrebbe volentieri fatto da esca per lui, tanto poi si sarebbe liberato come al solito. Era pronto a sacrificarsi per Serena.
"Pikachu so che vuoi aiutarmi ma dopo quello che ti hanno fatto l'ultima volta non me la sento di abbandonarti così. Però… non posso abbandonare nemmeno Serena… non potrei mai…" sospirò il suo allenatore stringendo i denti e serrando i pugni. 
Lidia comprese il suo attimo di difficoltà e decise di guadagnare tempo, giocando sull’ingenuità dei loro nemici "Avanti allora! Dove sono le prove che avete preso Serena!?" urlò cercando di fare la spavalda, allo stesso tempo sudando freddo.
"Vi conosciamo e difficilmente direste la verità!" si aggiunse Brock, comprendendo il suo piano.
"Uff… prove, prove e ancora prove..." si lamentò Jessie. 
"Ok, adesso mandiamo James a controllare e vi faremo sentire la sua voce, così sarete convinti!”
James fece il segno del *signorsì* e corse via. 
Passavano i minuti e Ash sentiva crescere in lui paura e risentimento. Se l’avevano davvero presa, avrebbe mostrato una rabbia tale da farli pentire per il resto delle loro vite.
Si sentì un rumore e la donna dai capelli color fucsia tirò fuori un walkie-talkie “Allora, siamo pronti James?”
“LA MOCCIOSA E’ FUGGITAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!” Urlò l’uomo dall’altra parte della linea su cui parlavano.
Tutti sentirono quelle parole e ne rimasero sorpresi, chi positivamente, chi negativamente.
“COME SAREBBE A DIRE CHE E’ FUGGITA!?” Sbraitò Jessie rossa come un peperoncino.
“LA GABBIA MAGNETICA E’ DISTRUTTA! SIA LEI CHE PLARKY SONO SVANITI NEL NULLA!” 
“Con Plarky…?” ripeté mormorando Ash.
Jessie a quel punto cominciò ad allontanarsi “Muoviti e cercala! Non può essere andata lontano! Dobbiamo riprenderla prima che i mocciosi ci anticipino!”
“Non permettiamoglielo!” si girò Ash verso i compagni.
“PIKA!” Annuì Pikachu, iniziando subito a fiutare in giro.

Continuarono a passare le ore, ormai il cielo era di nuovo buio e la notte era calata. Non avevano ancora trovato traccia né di Serena né di Plarky. Ed era comprensibile, se stavano fuggendo dal Team Rocket allora era probabile che non volevano lasciare tracce.
“Abbiamo cercato ovunque, prendiamoci una pausa…” Propose il ragazzo più grande.
“NON SE NE PARLA NEMMENO!” Rimarcò contrariato Ash. “Credo sia chiaro che sia finita in qualche guaio! Io continuo a cercarla!”
Lidia scosse la testa avvicinandosi per calmarlo. Serena era pure amica sua e sebbene la scena era una chiara dimostrazione del legame che univa Ash alla kalosiana, non poteva non provare pena per lui. “Ascolta, lo so che sei preoccupato, ma è un giorno intero che la cerchiamo ovunque e non abbiamo riposato neanche un attimo. Se vai avanti così pure tu rischi solo di esaurire tutte le energie e poi dovremo fermarci per ancora più tempo prima di trovarla”
Ash non rispose subito, abbassò lo sguardo, coprendo leggermente gli occhi con la visiera del cappello.
“Avanti, non hai ancora espresso il minimo accenno ad appetito! Ash Ketchum deve assumere un po' di cibo… o non è Ash Ketchum!” fece l’occhiolino per tirarlo un po' su. Sperava che quell’accenno al mangiare lo avrebbe portato a tornare l’allenatore che conosceva. 
Il punto era che lei non lo conosceva abbastanza. E quel lato, sebbene a prima vista inaspettato, era parte di lui.
“Non m’importa.” Fu l’unica cosa che disse, lasciando la ragazza di stucco. Prese la mano che lei aveva appoggiato sulla sua spalla e la tolse, allontanandosi.
“Pensavo che… avrebbe funzionato”
Brock la consolò “Lo conosci da poco, ci sono volte in cui Ash nasconde dentro di sé dei lati più freddi di quel che sembra, specie se lo preoccupa qualcosa. Anche se ammetto che mai lo avevo visto in questo stato…”
Ash non sentì nulla di quello che avevano detto, aveva in testa solamente Serena. Si chiedeva dove fosse, cosa le era successo, se qualcuno le aveva fatto del male. Ogni singola domanda gli dava i brividi. Non riuscì più a sostenere il peso che tutta quell’angoscia gli dava e si lasciò cadere all’indietro sull’erba. 
Spostò il appello che gli copriva la visuale e aprì bene gli occhi color nocciola. Il cielo era talmente blu e profondo che le pupille assunsero quasi il suo colore e l’iride si scurì. Solo le stelle donavano ai suoi occhi giusto quel brillio che da soli in quel momento non riuscivano ad emettere. 
“…Ma dove sei finita?” mormorò nella sua testa, completamente rassegnato al fatto che le preoccupazioni lo avevano schiacciato a terra e lo privavano di energia.

Eppure sotto lo stesso cielo, solo altrove, c’era proprio lei che stava sdraiata a terra a scrutare il cosmo. Di fianco se ne stava Plarky, non aspettandosela così tranquilla. Gli sembrava triste, come se le mancasse qualcosa di davvero importante.
Gli passò nella testa l’immagine del ragazzo che il giorno prima l’aveva protetta mettendosi davanti al suo Idropulsar. Solo quel pensiero fece scorrere tutti gli altri avvenimenti, portandolo fino a quel momento. Certo che di cose ne erano successe e tanto era cambiato. 
La ragazza si tirò su e rimase a gambe conserte sospirando “Scusa per oggi”
“Pluhm?” la creatura acquatica si sedette di fianco a lei e le lanciò un’occhiata indagatrice e questionatrice.
“Io volevo scusarmi per averti dato disagio quando ti ho toccato la coda”
“Ky… ky…”
“No davvero… non so cosa ti sia successo, ma non dovevo farlo senza chiederti il permesso” Seguì una pausa e poi riprese “Posso però dirti una cosa?”
Annuì e quindi si sentì libera di essere franca “Non so se ho il diritto di dirtelo ma… non devi lasciare che il passato ti condizioni e non ti dia la possibilità di sorridere”
Plarky sbuffò leggermente, ma la lasciò proseguire “Tutti prima o poi abbiamo avuto momenti tragici nella nostra vita. Eppure proviamo sempre a rialzarci, magari con un sorriso. Può sembrare un gesto inutile o debole ma credo che invece chi sorrida nonostante il dolore e lo sfrutti come spinta per andare avanti sia degno di grande stima” Vide l’immagine di Ash riflessa nel cielo “Non dico che sopportare il dolore senza mai sfogarsi sia qualcosa di positivo…”
“…”
“…E il trauma a volte non ti lascia pensare a nulla di positivo, ti strappa una parte di vita. So cosa si provi, un giorno mi vidi crollare il mondo davanti e pensai di essere un inetta, incapace a fare qualsiasi cosa... pensavo di essere sola, di aver deluso i miei amici. Volevo scappare e chiudermi in me stessa. Il mio sogno di far sorridere le persone e i Pokémon mi sembrava ormai solo un’illusione accecata dal mio fallimento…”
“Plar?” Plarky si sorprese e sentì un’espressione di tristezza formarsi sul suo muso. "Tuttavia provai a sorridere. Inizialmente ogni volta che inarcavo le labbra cominciavo a lacrimare e il dolore aveva la meglio. Piangevo e piangevo, avevo davvero paura ad andare avanti. Vedere gli altri sorridere mi spaventava a morte”
"Plar..." 
Serena chiuse gli occhi “Pian piano un po' affievolì il tutto, ma il sorriso non tornò. Furono degli amici speciali ad aiutarmi a ritrovarlo. Sentivo di nuovo la gioia, la voglia di andare avanti, di condividere quella pace con gli altri. Abbiamo una sola vita, dobbiamo cercare di fare il meglio, di provare a goderla! Per quanto doloroso il passato, bisogna usarlo come una grossa sberla. Farà male ma ci darà la forza di continuare a lottare. Bisogna sempre cercare qualcosa di meglio e prima o poi la luce tornerà a brillare”
I loro sguardi si intrecciarono, a quel punto Serena sorrise “Un sorriso è il tesoro più grande, l’unico che ti può salvare e curare… non ha prezzo ed è custodito in ognuno di noi. E’ la tua vita e non devi rendere conto a nessuno…”
Un sorriso.
Finalmente gli occhi di Serena lo catturano ed era uno dei più belli che avesse mai visto. Un sorriso sincero, dolce e unico. Era riuscita a far sì che Plarky trovasse il suo vero sorriso. 
“Plarky…” l’ornitorinco non riuscì più a controllarsi. Per la prima volta aveva provato qualcosa di vero e positivo dentro di sé. Il corpo aveva agito da solo e si era ritrovato tra le braccia di Serena.
La performer a quel punto riprese ad accarezzarlo e stavolta fece ben attenzione a non toccare il marchio sulla coda, come se fosse una zona scottante o avvelenata.
Il suo dolce tatto passava tra il morbido pelo del piccolo Pokémon, del quale si sentiva solo il respiro. Plarky teneva gli occhi chiusi sentendo una barriera o un muro crollare intorno a lui. Provava ancora un po' di esitazione, ma il suo cuore era talmente libero dall’odio in quel momento che non aveva più paura di lasciarsi toccare. Non aveva voglia di scappare, ringhiare, corrugare il muso o aggrottare la fronte. Provava il solievo totale e le ferite che da tempo erano state aperte in lui, finalmente si cicatrizzavano.
La mano di Serena andò ad accarezzare ovunque, dalla testolina al pancino, dalla schiena ai fianchi… fino ad arrivare alla coda. Rallentò un attimo esitante e il tempo sembrò darle una pausa. 
Plarky però non si mosse, tutto l’amore che Serena stava trasmettendo con solo le sue carezze stava placando il risentimento bruciante che lo aveva intrappolato per troppo tempo ormai. Il battito del cuore della ragazza che sentiva, avendo la testa ancora appoggiata al suo petto, gli toglieva ogni rigidità.
Pian piano le dita si spostarono, scivolarono giù sulla coda ormai rilassata, poi passarono dall’altra parte della coda, dove ancora il marchio maledetto pulsava le sue energie negative, nucleo e sede della rabbia, paura e dolore che aveva provato. 
Superò anche quella barriera e finalmente fu toccato. Era una sensazione strana sentire la mano della ragazza che scorreva sulla superficie.
I due rimasero fermi, facendosi cullare dal vento, che aveva trascinato via per quella notte tutti i sentimenti opprimenti. 
... 
Il giorno dopo, Serena e Plarky ripresero a vagare per le colline. Tra i due il rapporto era sempre strano e ambiguo ma era mutato in qualcosa di speciale. Si sentiva un legame, qualcosa che li univa, anche se sarebbe servita ancora tanto tempo per rendere indissolubile la nuova luce che li accumunava.
"Che intendi fare Plarky?" chiese curiosa Serena. 
"...?" Cosa intendeva? Era ovvio che intendeva accompagnarla fino ai suoi amici. Anche se tecnicamente, nemmeno lui sapeva bene cosa fare da lì in poi. Erano cambiate troppe cose per far finta che non fosse accaduto nulla.
"Io… ti vorrei riproporre quello che ho detto ieri. Hai mai pensato di sfruttare a pieno le tue capacità? Io penso che tu abbia potenziale e… insomma alla fine io e te siamo riusciti a trovare un’intesa. Credo tu stia bene ora… forse potresti riuscire a legare anche con il resto del gruppo e chissà…”
Plarky continuava a camminare, memorizzando ogni parola che gli diceva.
“Sai… Ash è un buon allenatore e potre-…”
"ECCOVI QUA!!!!” la voce di un certo trio, interruppe ciò che stava per dire Serena.
I due sobbalzarono e si girarono vedendo la mongolfiera del Team Rocket appoggiarsi a terra.
Serena non sprecò nemmeno un attimo di tempo e si mise davanti all’ornitorinco “Vai via prima che ti prendano!”
“Plar!?” Voleva davvero che la lasciasse indietro? Dopo tutto quello che avevano passato?
Serena girò la testa di scatto con gli occhi lucidi “COSA CI FAI ANCORA QUI!? VATTENE VIA!! SALVATI!”
Plarky sentì il comando della ragazza e non capì perché iniziò ad eseguirlo. Prese a correre, mentre Serena stava appostata dove era, impedendo il passaggio e tenendoli impegnati. 
Il Pokémon si fermò. Dopo tutta quella fatica per fuggire entrambi e insieme aveva davvero senso quel sacrificio? 
Sentì un gemito e si voltò, vedendo la ragazza a terra e intrappolata in una rete che l’aveva avvolta intorno alle braccia e busto. 
"Un bersaglio andato! Ora quello più difficile…”
La mongolfiera cominciò ad alzarsi, trascinando Serena sempre più lontana, ad un certo punto cominciò ad alzarsi, non toccando più terra. Riaprì gli occhi e per suo gran orrore vide Plarky ancora lì fermo a guardarla impalato. 
“Per favore vai via!!!” pregò disperatamente Serena.
L’immagine della ragazza però era troppo potente. Ormai era entrata dentro di lui, non poteva più lasciarla andare.
Lo aveva aiutato a sopportare il dolore, grazie a lei aveva buttato dietro di sé il triste passato, gli aveva riacceso speranze e sogni… non l’avrebbe lasciata indietro così.
“PLARRRR!!!” Si preparò a combattere. 
“Plarky…” disse Serena con un filo di voce e le lacrime agli occhi.
“Plaaarkyyyyy!!!” Attaccò con un Idropulsar dietro all’altro, per colpire la rete che la stava alzando sempre più. Voleva liberarla prima che fosse troppo tardi. 
Qualcosa però attirò la sua attenzione, mentre teneva ancora un Idropulsar tra le zampe, pronto da lanciare. Un Fulmine gli passò di fianco e sebbene non colpì la mongolfiera, riuscì lo stesso ad attirare l’attenzione.
Erano arrivati gli altri ragazzini.
"Unico avvertimento, lasciatela andare o la libererò io e ve la farò pagare cara!" Urlò l'allenatore in preda alla collera. La sua voce sembrava talmente forte e rauca che pareva ruggire.
"Ash..." sorrise Serena. Con lui non doveva temere nulla.
Il trio rabbrividì per qualche secondo quando il tono di voce di Ash li raggiunse. Come in altri casi in cui era davvero infuriato, le sue parole suonarono talmente aggressive che sembravano scavare nella schiena. 
Passato questo presentimento, i tre riuscirono a riacquistare il loro carattere beffardo "Che carino, é venuto a salvare la sua ragazza!" 
"Moccioso e mocciosa, chissà cosa ne verrà fuori!" 
"Niente se non ci consegnano Pikachu e Plarky!" 
Tutte le frecciatine non scalfirono minimamente l'allenatore. Rimase impassibile. "Avete finito o dovete andare avanti per molto?" Minacciò lui.
"Noi facciamo quello che vogliamo! Il coltello é dalla parte del manico per noi!"
Tutti i Pokémon furono liberati. Da una parte quelli del Team Rocket e dall’altra quelli di Ash, Brock e Lidia. Era uno scontro di grossissime dimensione.
L’unico di parte era Plarky, il quale osservò la situazione fermo impalato. Se da una parte ormai era certo che doveva far qualcosa per la ragazza, sapeva anche che l'allenatore forse aveva bisogno di una mano. Cacciò dalla testa il secondo pensiero, poteva benissimo salvarla da solo. Non gli serviva nessun altro. Era molto più focalizzato a liberare la ragazza, che combattere con gli altri nella mischia.
"Plaaaaaaaarkyyyyyyy" lanciò il suo Idropulsar già preparato, ora ancora più potente. La mira sembrò ottimale e infatti andò a colpire dritto, dritto la corda che teneva sospesa Serena. Lo shock fu tanto quando non si ruppe la corda.
"Plarky ascolta!" disse Serena. "Troverò un modo per uscire di qui da sola, o comunque posso aspettare”
“Plar?”
“Se non battete i loro Pokémon non riuscirete a vincere. Ash sta facendo del suo meglio ma si vede che è sottopressione, ha bisogno del tuo aiuto!”
Plarky si girò, l’umano con il berretto stava combattendo in un difficile 1 vs 5 contro Inkay, Spidow, Trolby, Gourgeist e Wobbuffet. 
"Spidow e Gourgeist! Usate Palla Ombra e Velenospina!" 
"Trolby e Inkay! Rocciotomba e Psicoraggio!” I 4 Pokémon sparavano i loro colpi verso gli avversari, mentre Wobbuffet respingeva tutti quelli che arrivavano.
Vedeva chiaramente il sudore che colava dalla testa dell’allenatore, i suoi pugni serrati e l’agitazione che provava nel vedere ogni attacco andare a vuoto e Serena allontanarsi. 
Il suo risentimento era quasi svanito eppure qualcosa ancora lo bloccava. Lottare contro il passato era difficile. Alzò la testa e incrociò di nuovo gli occhi azzurri di Serena.
Abbassò il collo e le palpebre. Aveva davanti a sé la dimostrazione che esistevano umani davvero orribili, crudeli e meschini… ma che esistevano pure persone e Pokémon che lottavano per salvare ciò a cui tenevano, vivevano assieme e andavano avanti per realizzare i loro sogni e rendere il mondo un posto migliore.
…e una di loro gli aveva regalato di nuovo il sorriso…
"Plarkkkk!" urlò ad Ash richiamando la sua attenzione. 
"Uh Plarky? Vuoi lottare con me?" chiese stupefatto l'allenatore. 
"Rkkkk..."lo rimproverò lui, cercando di dirgli i far muovere più in fretta le rotelle del suo cervello. Ovvio che era così! Non avevano tempo da perdere inutilmente.
"Ok Plarky! Vediamo che sai fare! So che sai usare Idropulsar! Forza mostragli quanto vali!" sorrise tendendo il braccio.
"Plplplplpl!" Plarky caricò dal suo becco un potente colpo d'acqua che lanciò verso i suoi avversari. Inkay fu preso in pieno e il suo colpo lo mandò K.O in un solo attacco.
"Inkay!" si disperò James. 
"Maledizione..." Drigrigno i denti Jessie "Spidow, bloccali con Millebave! Poi Gourgeist tempestalo di Semibomba!"
"Spiii!”
“Gouuuu”
“Plarky, Pikachu, usate la coda come trampolino e saltate in aria!”
I due Pokémon fecero come detto e si ritrovarono quasi faccia a faccia alle mosse. Quando furono abbastanza vicini, usarono l’no il corpo dell’altro per deviarli.
“Pikaaachupi!!!!” Pikachu scese in picchiata e con Codacciaio andò a colpire direttamente Spidow e la scaraventò via. 
Plarky atterrò dritto su un masso e provocò Gourgeist facendo una linguaccia “PLAAAHHH”
Il Pokémon zucca, evidentemente irato dalla presa in giro, scaglio un altro Semibomba che volò verso di lui. Di nuovo l’ornitorinco si liberò in cielo, con un ghigno sul becco. 
Guardando meglio, Jessie e James realizzarono troppo tardi che il masso era in realtà il troll roccioso. "Troooooo!" si disperò Trolby quando venne colpito in pieno.
Sia Trolby, che Spidow furono ritrovato K.O.
"JESSIE!" si infuriò James "LA SMETTI DI TRATTARLO MALE!?"
"Guarda che non ne ho nessuna colpa stavolta!" replicò la donna piuttosto seccata.
Lanciò un altro Idropulsar su Wobbufett, facendo di testa sua. Non ricordo che l’attacco, per quanto forte, poteva essere rispedito al mittente e si ritrovò faccia a faccia con la sua stessa sfera acquatica ma ben più potente.
"Plarky fidati di me! Aspetta e poi rotola!!" ordinò Ash. 
L'ornitorinco realizzò cosa voleva fargli fare, per essere un umano non aveva così poco cervello. Aspetto e quando fu il momento giusto cominciò a rotolare sotto la sfera divenuta raggio, senza subire il minimo colpo.
“Ora usa Idropulsar e miralo su Pikachu!" ordinò Ash.
“PLaaaaaaRKYYYYY!!!” fece come detto.
“E tu Pikachu usa Energisfera, rimandando tutto su Gourgeist!”
Pikachu corse verso Idropulsar e lo usò a suo vantaggio. Creò la sfera elettrica e la unì a quella d’acqua, per poi scaraventare il tutto contro il Pokémon rivale. “CHUUUUUUUUUUUUUU PIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!”
“GEEEEEEEEIIIISTT!” un altro Pokémon fu sconfitto.
“Grande! Siete stati fantastici!” si complimentò Ash.
Pikachu e Plarky si scambiarono un cinque. Lo starter acquatico ebbe un sussulto, ci si sentiva davvero così ad avere un allenatore, una squadra e degli amici? Si stava divertendo? Gli piaceva?
“ALLORA ARRIVO IOOOO!!” Meowth saltò giù dalla mongolfiera e si preparò ad attaccare “Mi avete infastidito!” probabilmente il gatto si dimenticò per un momento con chi aveva davvero a che fare.
Plarky decise di giocare un po' con il felino “so tutto io”. “Plalala ky plar rkyr kyr!” Disse. 
Per qualche motivo, tutti i Pokémon presenti scoppiarono a ridere come dei matti. Pikachu si ritrovò a terra, sganasciandosi dalle risate.
I ragazzi e il Team Rocket non avevo capito nulla, ma di certa qualunque cosa avesse detto, aveva fatto impazzire Meowth.
“MA BRUTTO..." Si inferocì il gatto. "Ora ti faccio a fettine!" e si lanciò sul suo provocatore. 
Meowth aveva di certo perso lucidità e ciò fu di grosso vantaggio sia a Plarky che Pikachu. 
"Pikachu! Intercetta Meowth con Attacco Rapido!" ordinò Ash.
Pikachu fece come ordinatò e caricò un colpo talmente rapido che finì contro la pancia di Meowth. L’impatto fece volare Meowth direttamente contro Wobbufett e i due si ritrovarono a terra. Non poteva di certo usare riflesso per respingere un Meowth volante.
Ora mancava solo un ultima cosa da fare.
“Beh credete di essere tanto furbi!? Intanto la mocciosa l’abbiamo ancora noi!” Con un braccio meccanico recuperarono Meowth e richiamarono nelle sfere tutti i loro Pokémon. Avevano avuto abbastanza tempo volare a debita distanza.
“SERENA!” Urlò Ash “Pikachu usa Ful-…”
I suoi occhi si sposarono sul Pokémon di fianco a Pikachu, quest’ultimo pure troppo scioccato per l’energia che vedeva accumularsi.
Il corpo cominciò ad emettere riflessi viola e fucsia, gli occhi di Plarky emettevano colori rossicci e bluastri. Il suo becco aperto faceva uscire energia che si posizionava davanti alla bocca e formava una sfera sempre più grande.
…Lei era Serena, la ragazza che gli aveva ridato il sorriso… e la rivoleva indietro ad ogni costo…
"PLARRRRRRRRRRRRRRRRRRR..........KKKKKKKKKKKKKKYYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" 
“PIKAAAACHUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!” Pikachu aiutò con il suo Fulmine.
Da Plarky partì un raggio a forma di drago, che travolse tutto sulla suo raggio di tiro: alberi, sassi, roccie e...il Team Rocket. I due attacchi si fusero e divennero devastanti. Un’esplosione colossale distrusse la mongolfiera e creò un onda d’urto tale da far muovere persino i fusti degli alberi. 
Tutti si aggrapparono al terreno per non essere spazzati via.
“MA CHE!?" urlò Jessie 
"D-Drago..."balbettò James.
"I-Io...n-non..." gli fece eco Meowth. 
"IL TEAM ROCKET RIPARTE ALLA VELOCITA' DELLA LUCE ANCHE SE NON CI ABBIAMO CAPITO NIENTEEEEEEEEEEEEE!!!" urlarono in coro mentre la loro stellina brillò nel cielo.
L’attenzione ritornò su Serena, ora in caduta libera verso il terreno. “AHHHHHHHH!!!!!”
Tutti fissarono pietrificati la scena, cercando di correre per prenderla al volo. 
“SERENAAA!!”
Poco prima di collidere con la terra però, sentì qualcosa che la prese al volo e la strinse.
“Tutto bene?” Aprì gli occhi per ritrovarsi tra le braccia di Ash, il quale la guardava con chiara preoccupazione.
“S-Si… grazie” Sorrise, sentendosi ora completamente al sicuro.
Venne subito stretta in un fortissimo abbraccio. “Per fortuna stai bene!” esultò Ash con un sorriso grandissimo e allegria alle stelle. Essendo ancora bloccata, Serena di erto non poteva divincolarsi, non che volesse farlo ovviamente.
“Ash così rischi di soffocarla!” Lo ammonì Lidia ridacchiando.
Serena tuttavia non emise nessun lamento, quindi il ragazzo proseguì il abbraccio. Dopo tanti interminabili minuti in cui Serena aveva avuto il cuore a mille, finalmente Ash la lasciò andare e la liberò dalla rete.
“Ecco fatto, sicura che va tutto bene?” le chiese con dolcezza e tenendo ancora le mani appoggiate sulle bracci di lei.
Serena annuì e si limitò a sorridergli. "Grazie per avermi salvata, é merito di tutti voi... soprattutto di Plarky" disse alzandosi aiutata dalla mano di Ash, per poi proseguire verso l'ornitorinco, sempre accompagnata dall'allenatore dai capelli corvini. 
Il terreno sotto di loro era ancora segnato dai risultati dello scontro. L'erba in alcuni punti era chiaramente bruciacchiata e raschiata da terra, in altri era umida o bagnata.
Serena diede un veloce sguardo al territorio e poi tornò a portare l'attenzione sul Pokémon selvatico "Grazie mille per avermi salvata" sorrise lei, lasciandolo senza tante parole "Sai, sei davvero un portento. Quella mossa era fantastica, anzi tutte lo erano, ma hai lasciato tutti a bocca aperta"
"Ky.." era decisamente imbarazzato.
"Ha ragione lei! Ho viaggiato per anni e ho incontrato Pokémon fenomenali e tu di certi sei tra questi! Non ho mai visto uno starter con tante potenzialità e forza. Ci vuole sempre tempo e allenamento prima che accada e tu mostri un qualcosa che nemmeno il tuo stadio finale potrebbe realizzare" ammise Ash. Lo ammetteva, il suo caratterino era particolare ma sotto sotto era tutto un altro Pokémon, sia di carattere che forza. Caspita se era potente!
"Plarky, io avrei un consiglio, o meglio una proposta se Ash é d'accordo..." Serena cominciò, sicura di cosa sarebbe servito ora.
"Plar?" 
Diede un'occhiata ad Ash, il quale.la osservò sorpreso, poi di nuovo a Plarky "Perché non sfidi Ash in una lotta e ti unisci alla sua squadra?"
Gli altri ragazzi rimasero sorpresi. 
Plarky non fu esattamente tra questi, aspettandosi più o meno tale proposta, sebbene non da Serena, ma da Ash direttamente.
Non lo voleva ammettere ma quell'allenatore non era male: quando lottava con i suoi Pokémon sembrava trasmettere fiducia e ottimismo.. e affetto. Si era divertito a prendere a calci nel sedere il Team Rocket e non era stato così male farsi comandare da lui. Non lo costringeva a farsi catturare e non era fastidioso come altri.
Serena continuò "Ash è un allenatore davvero fantastico, tratta i Pokémon e i compagni come una famiglia.. e penso tu ne avresti bisogno davvero ora. Per non parlare del fatto che sa tirare fuori il potenziale di ogni Pokémon e che perda o vinca non si arrende mai. Pensa, sei così forte ora che hai fatto da solo e hai ancora un'infinità di forza da sfruttare. Potresti diventare un campione fuori da ogni limite! E avresti qualcuno che ti vuole bene e ti ascolta se hai bisogno. Che ti dia una mano! E poi io viaggio con loro e potrei vederti sempre!"
Messa sul quel frangente la proposta era più che allettante. Serena parlava di una vera famiglia e degli allenatori che non erano lo schifo totale, gruppo in cui tutti tranne quei quattro erano finiti. Ovviamente Plarky aveva pure i suoi dubbi oltre che certezze.
Come Ash del resto. "A me andrebbe benissimo!" Avrebbe voluto dire, perché era vero, ma qualcosa gli rimbalzava nella testa "Uh si, é un'ottima idea, sempre se Plarky é d'accordo! A me andrebbe davvero una lotta con te! Vederti all'opera ancora nel tuo potenziale e magari se ti unissi a noi troveresti quello che cerchi. Mi piacerebbe affrontare nuove sfide con te, la lotta insieme contro il Team Rocket é stata avvincente!" Riuscì a rispondere lui.
Plarky incrociò le zampine afflitto. Stava davvero considerando l'idea per la prima volta nella sua vita. Non certo di accettare ma di almeno pensarci su.
Qualche minuto passò e prese finalmente la sua decisione. Saltò indietro al gruppo e si mise in posizione d'attacco "Plar!" Urlò pronto alla sfida.
Lo avrebbe catturato solo se in grado di farlo, non gli avrebbe regalato proprio nessuna vittoria né la sua libertà.
"Bene!" Sorrise Ash "Pikachu sei pronto? Con lui non si scherza!" 
"Pika!!! Chu!" Il topo saltò giù dalla spalla del ragazzo e si preparò a sprizzare scintille ad altissimo voltaggio. 
"Iniziamo! Pikachu attacca con Fulmine!" 
"Pikaaaa chuuuuu!!!!" Iniziò subito puntando alla debolezza del Pokémon acquatico.
Plarky lo schivò facilmente, usando la coda come trampolino "kykykyyyyy!" Respinse subito con il suo idropulsar, andando a colpire in pieno Pikachu.
Per sua fortuna, ne uscì quasi indenne "Chu!"
Serena rilasciò un sorriso, era felice, o almeno quasi del tutto.
Ash girò la visiera del cappello all'indietro, da tempo non sentiva questa emozione lottando seriamente per catturare un Pokémon. Come per Buizel, aveva davanti un tipetto tosto. "Pikachu, continua con Codacciaio" tutrabia non riusciva a tirare fuori il sorriso.
"Plaaaaaaarr" contrattaccò con Colpo di Coda, scontrandosi entrambi.
Ma nemmeno lui sorrise come ad inizio lotta.
Perché qualcosa non era giusto, qualcosa non andava.
A quel punto si perse il ritmo travolgente e tutti e tre i combattenti capirono che quella lotta, per quanto bella ed emozionante, per quanto fosse giusto che Ash lo catturasse.. era inutile.
"Basta. Non serve andare avanti" dichiarò il Biancavillino abbassando le gambe e risistemandosi la visiera in avanti.
Il gruppo rimase sconvolto. Era più che giusto, dopo quell"inizio esaltante la lotta si era conclusa troppo presto e senza nemmeno un esito.
Cosa era preso ad entrambi? Ash aveva mollato e Plarky non sembrava deluso e seccato dall'idea.
"Ash, ma..." corsero tutti da lui.
Serena fu chiaramente la più confusa e anche delusa da ciò che aveva appena visto e sentito "Come mai..?"
il diciottenne le scambiò un sorriso simpatizzante "Perché non è giusto. Credo che lottando sia io che Plarky, se non pure Pikachu...." il topino diede un cenno di approvo, dando l'ok ad Ash per proseguire "Che Plarky non é destinato a stare con me"
"M-Ma..!"
"E sai quale é il buffo? Che credo che entrambi lo avremmo voluto e che sarebbe stata una scelta perfetta. Sarebbe un finale ottimale, ma é possibile un lieto fine migliore.."
Brock inarcò le sopracciglia sorpreso un attimo per poi sorridere, avendo capito. Non comprendeva bene le ragioni ma intuiva il secondo lieto fine.
"Catturalo tu Serena" la intimò Ash, facendola chiaramente scioccare "Sta aspettando di lottare con te" e le appoggiò una mano sulla spalla.
Si girarono tutti, trovando Plarky sul campo, con gli occhi chiusi ma la testa che si muoveva su e giù come approvazione.
Serena rimase davvero sorpresa, per quanto in un certo senso ci sperava "D-Davvero? Credi che debba.."
"Assolutamente!" Confermò lui passando ad uno status più giocoso "D'altronde sei tu che davvero volevi dargli il sorriso e penso che nel profondo l'abbia trovato. Sarebbe stato felice con entrambi ma... credo che con te avrebbe avuto quel pizzico di armonia in più. Solo tu puoi farlo aprire davvero, o almeno più di quanto possa fare io" 
Serena aveva davvero una grossa difficoltà a catalizzare quello che le aveva detto. Perché sembrava così chiaro e perfetto: Pokémon talentuoso nelle lotte con una leggenda di allenatore, che lo avrebbe di certo aiutato come amico.
Però sapeva che anche vedendolo tutti i giorni, le sarebbe mancato quel pezzetto speciale di Plarky che lo rendeva suo Pokémon.
Voleva essere un pochino egoista. E lo avrebbe fatto, perché loro la stavano intimando di esserlo e credevano fosse la cosa giusta. Ora lo sapevano tutti.
"Preparati Plarky.." chiuse gli occhi per riaprirli poi di scatto "Questa lotta farà sorridere entrambi!"
Mentre la ragazza si allontanava verso l'area di lotta, tutti i ragazzi sorridevano, in particolare Ash. Ora si che sentiva la coscienza a posto.
"Wow Ash, che sacrificio, sei sicuro di quello che fai?" Chiese Lidia.
Ash sospirò e sorrise "Hmpf... mentirei se dicessi che non ero esaltato all'idea di averlo in squadra... capperi se lo volevo! Ma va bene così, Serena sfrutterà il suo potenziale in un altro modo.." 
Brock era molto colpito da questo gesto, la prima volta che vedeva Ash cedere il posto ad una compagna così apertamente per catturare un Pokémon talmente perfetto per lui "Sempre se lo catturerà"
"Non ne ho alcun dubbio" rispose Ash chiudendo la discussione. Aveva fiducia.. e non era solo il sorriso di Plarky ad essere ciò che importava...
Il sorriso di Serena, quello che tanto amava, era il suo obbiettivo più alto.
Serena pensò: Plarky aveva dimostrato di essere un osso duro nelle lotte perciò non poteva fare affidamento su Weepbud che era ancora alle prime armi nonostante il suo vantaggio di tipo. Penso a Pancham, lui avrebbe voluto lottare ma forse il suo approccio da testacalda non l'avrebbe aiutata. Sylveon non amava particolarmente lottare perciò non se la sentiva di usare lei.
"Braixen scelgo te!" dichiarò la performer lanciando la sua sfera poké. 
"BRAI!" si presentò la volpina. 
"Ok Braixen, dimostriamo a Plarky quanto valiamo!" decretò la sua allenatrice. 
Volpe e ornitorinco si squadrarono, fieri e decisi. L'aria si fece tesa, al minimo cenno uno dei due avrebbe attaccato. Fu Serena a prendere l'iniziativa "Iniziamo con Lanciafiamme!" 
"Brai...xen!!!" urlò il Pokémon di tipo fuoco, lanciando dalla sua bacchetta magica fuoco e fiamme. 
"Rky!" rispose il suo avversario con un Idropulsar ben lanciato. Allo scontro delle due mosse le fiamme evaporarono.
"Direi che qui sarà un duello esperienza vs talento..." pensò Brock. 
"Già, Plarky è talentuoso e avvantaggiato come tipo. Tuttavia Braixen e Serena hanno dalla loro parte il fatto di essere più esperte in una lotta Pokémon" concordò Lidia. 
Ash non rispose ai due compagni, rimase per la sua "Serena ce la può fare! Ho fiducia in lei!"
"Continuiamo con Introforza!" ordinò la performer.
Braixen creò una sfera blu che si avvicinò contro Plarky. Il combattente d'acqua schivò con un abile balzo di coda, poi la rilanciò verso il suo avversario. 
"Braixen schiva!"
"XEN!”
Plarky si stava divertendo di nuovo, cosi come Serena. L’ornitorinco conosceva e riusciva a replicare a qualsiasi mossa che Serena lanciasse, eppure tutto ciò non la scocciava anzi, accendeva in lei adrenalina e divertimento. "Plarky sa lottare! Chissà come se la caverebbe in una performance. Dati i suoi continui schemi con cui riesce a schivare e contrattaccare in maniera agile e precisa potrebbe creare delle combinazioni fantastiche!"
Serena si fermò a riflettere "Performance...Performance...certo!" sorrise determinata. "Braixen ora apriamo lo show! Pronta?"
"BRAI!" annuì la volpe.
"Ha in mente qualcosa..." disse incrociando le braccia Ash.
"Inizia con 3 Introforza! Ma non lanciarle!" Braixen eseguì. 
Plarky la guardò stranito. Un attacco che non partiva? C'era qualcosa sotto. Caricò Idropulsar e lo lanciò.
Braixen tirò fuori il suo ramo dalla coda e cominciò a creare una anello di fuoco in cui furono risucchiate le sfere. La fiammata scaturita dal suo ramo con un agile danza fece da scudo. 
"E ora usiamo una mossa che nessuno ci ha mai visto usare! Vai con Psicoraggio sulle sfere di Introforza!”
"BRAIIIII!" dalla punta del bastone magico apparve un raggio mistico, il quale prese le sfere e le estrapolò dal fuoco, creando delle palle roventi. La psiche le fece girare sempre più veloci, creando un disco luminoso.
“ORA LANCIALO!” 
"WOW!" commentò Ash con gli occhi che gli brillavano "Serena non mi aveva mai detto che Braixen aveva imparato una nuova mossa!" 
Plarky era talmente distratto dalla magnificenza della mossa che non ebbe tempo di schivare. Doveva per forza dare il tutto per tutto con un’ultima mossa.
"Attenzione!" gridò Brock "Sta per lanciare Dragofuria!" 
"PLAAAAAAAAAAARKKKKKKKK........YYYYYYYYYY!" urlò lanciando il suo potente drago energetico verso le sfere. 
La collisione dei due attacchi fu tremenda. Serena tossicchiò un attimo durante quei brevi momenti di tensione, poi il fumo si diradò. 
Braixen e Plarky erano ancora in piedi e si guardavano l'uno nell'altro.
Dopo qualche istante il Pokémon d'acqua si sedette, esausto e abbastanza cosciente da ammettere la sua inferiorità all’avversario. 
Ash corse a complimentarsi con Serena. "Bravissima! Ci sei riuscita! Da quando Braixen conosce Psicoraggio?”
"Beh...doveva essere una sorpresa!" arrossi lei. 
"Lo è stata! Poi la mossa delle tre sfere di Introforza è stato un piccolo colpo di genio!" continuò l'amico. 
Anche Brock e Lidia arrivarono a farle i complimenti. Braixen tese una mano a Plarky, il quale però fu troppo orgoglioso per accettare l’aiuto.
La volpe sospirò, alcune cose avrebbero impiegato un po' di tempo a cambiare. 
A quel punto, il Pokémon d'acqua si avvicinò a Serena e sorrise apertamente. 
Ora rimaneva solo un piccolo passo... 
Serena prese la sfera poké "Sicuro?" disse appoggiando lo strumento di cattura per terra. Plarky guardò l’orizzonte, quasi cercando di scrutare o immaginarsi qualcosa o qualcuno. Ripreso il suo contegno toccò con noncuranza la pokéball, venendo risucchiato al suo interno. 
Ci furono 3 battiti poi i tremolii si fermarono.
"Ho catturato un Plarky!!!" Esultò Serena.
"Brai xenxen!!" Accompagnò la felicità dell'allenatrice.
Pure Pikachu dovette esultare, per quanto non fu suo allenatore a catturarlo anche se per poco "Pi pikachu!" Un compagno però era sempre un compagno.
"Complimenti Serena, voi due arriverete davvero lontano!" Si congratulò Ash.
"Grazie!" Lanciò la sfera in aria "Vieni Plarky!"
Il Pokémon si depositò a terra e una volta fuori la guardò sempre con le braccia incrociate.
La performer si abbassò e lo prese tra le braccia, non temendo più la sua reazione. Lo strinse e l'ornitorinco fu chiuso in un abbraccio affettuoso da cui non tentò nemmeno di liberarsi. I motivi erano vari: non si sarebbe mai liberato da lì, era un abbraccio di festeggiamenti e perché Serena era un'eccezione. Il suo sguardo stupito e perplesso divenne presto imbarazzato e rassegnato, per quanto facesse il duro.
"Solo perché sei tu.." fu chiaro il suo pensiero "Solo perché sei tu..." si prefissò il fatto che sarebbe stato abbracciato così spesso ma solo Serena lo avrebbe potuto fare e sarebbe stato un'eccezione riguardante momenti privati. Niente ovviamente avrebbe abbassato il suo orgoglio personale, ma avrebbe permesso questo piccolo onore alla ragazza.
Era troppo dolce per farlo divincolare e giurò sulla sia dignità che non avrebbe mai ammesso che di quell'affetto non avrebbe potuto più farne a meno.
E il sorriso di arresa divenne sincero.
I Pokémon scoppiarono a ridacchiare, mentre gli allenatori guardavano la scena con simpatia.
"Ho fatto bene, era giusto così.." Ash soddisfatto annuì a se stesso..
Mentre però tutti si avvicinavano, il suo corpo si fermò ed ebbe una strana sensazione. Sembrò bloccarsi il tempo e lo spazio.
Era stato in grado di rinunciare ad un Pokémon formidabile per le sue lotte, ad una grande occasione... mai lo aveva fatto per qualcuno con tanta facilità e affetto.
Aveva rinunciato a tutto questo e sapeva che avrebbe fatto enormemente di più... tutto per vedere Serena sorridere.
Ora però un altro dubbio che lo terrorizzava, angosciava, dispiaceva e orripilava di più emergeva: sarebbe stato capace di lasciarla andare e rinunciare a lei se pure quello le avrebbe donato il sorriso?

Serena ha catturato un nuovo amico: Plarky. É riuscita in un'impresa più difficile, donandogli il sorriso e aiutandolo a lottare contro un oscuro passato di cui ancora noi non sappiamo quasi nulla. Adesso ha una famiglia e uno scopo; come farà uso delle sue capacità nei Varietà? E cosa attende i nostri eroi? 
Il viaggio...continua...

 

Preview del prossimo capitolo: Nel prossimo capitolo Ash affronterà la sua seconda lotta in palestra. Riuscirà a vincere contro un avversario.. gommoso? Appuntamento alla prossima volta con "Sfida alla Palestra di Mozzaburgo! Pericolo Gommoso!



CHE DIRE? UN CAPITOLO CHE CI HA INTRODOTTO AD UN NUOVO AMICO NELLE FILE DELLA FAMIGLIA DEI NOSTRI EROI! ANCHE SE...E' UN PO PARTICOLARE. CHISSA' COME RIUSCIRA' AD AMBIENTARSI DATO IL SUO CARATTERINO... VI RINGRAZIAMO PER IL SUPPORTO E... IN QUESTO CAPITOLO ABBIAMO DECISO DI APRIRE PER VOI UNA F.A.Q. DOVE POTETE CHIEDERCI DI TUTTO! OVVIAMENTE NON CHIEDENDO SPOILER SENNO' CHE DIVERTIMENTO C'E'? O E A RICHIESTA ABBIAMO ANCHE DECISO COME VEDETE SOPRA DI INSERIRE UNA PREVIEW DI QUELLO CHE VI ASPETTA NEL EPISODIO SUCCESSIVO! MI RACCOMANDO CONTINUATE A SUPPORTARCI SULLE PAGINE DEVIANTART E FACEBOOK!
 

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Capitolo 18
*** Sfida alla seconda palestra! Pericolo Gommoso! ***


Nuovo capitolo! Oggi si è arrivati finalmente alla seconda palestra! Buona lettura!

Episodio 15: Sfida alla seconda palestra! Pericolo Gommoso!


Dopo un lungo cammino, i nostri eroi sono arrivati a Mozzaburgo, nota città portuale dai colori sgargianti e caratterizzata dai vari profumi che si espandono tra le vie. Per Ash è giunto il momento di affrontare la sua seconda sfida in palestra.

"Finalmente siamo arrivati a Mozzaburgo!" esclamò contento Ash non appena mise piede dentro la città. "Non vedo l'ora di affrontare la mia lotta in palestra!"
"Pi-Pikachu!" gli fece eco il suo amico elettrico. 
"Prima però tappa al centro medico per Pokémon."dichiarò Serena. "Dobbiamo prenotare per stanotte e fare un check-up ai nostri Pokémon!"
"Va bene, però dopo filati alla palestra!" concordò l'amico. 
Brock e Lidia semplicemente annuirono, per due motivi differenti. Lei perché avrebbe finalmente trovato un po' di riposo dopo quel viaggio, lui per... altri motivi. 
Furono presto spiegate alcune delle motivazioni quando il medico si gettò subito verso il bancone dove lavorava l'infermiera Joy del luogo. "Joy, gioia del cuore, gioia dell'anima… cura il mio mal d'amoooooooooooooreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!"
Ancora una volta Spotpup mise fine alle scenate del ragazzo con un altro morso ben assestato sul suo povero posteriore. 
"...Certo che è stato un saluto... strano" sorrise a malapena l'infermiera. "In ogni modo come posso aiutarvi?" 
"Vorremmo che dia un occhiata ai nostri Pokémon e se possibile prendere una stanza per questa notte!" disse tranquillamente Lidia.
"Ma certo! Passatemi le vostre pokéball e al resto ci pensiamo io e Wigglytuff!" 
"Tuff!" 
“Nel frattempo sedetevi pure in sala d'attesa. Abbiamo un po' di opuscoli, giornalini e attrazioni della città!"
I quattro amici fecero come detto. Serena stava per afferrare una rivista sui Varietà, quando un urlo femminile familiare le fece prendere un infarto.
"SIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!! L’hanno pubblicato e reso disponibile!" gioiva l'amica più grande.
"C-come mai questa felicità?" le chiese la performer ricomponendosi. Di solito era Ash a fare queste scene di esultanza ed era strano vedere un altra persona reagire così, non ne era abituata. 
Lidia tutta contenta le sventolò un manga vicino alla sua faccia. "Perché hanno appena pubblicato il nuovo numero di Detective Kid!" disse raggiante mentre illustrava i vari personaggi. "Guarda qui che roba! Era da mesi che avevano interrotto la serie perché l’autore era malato… ma finalmente hanno ripreso la pubblicazione!!!!"
"S-Si, è molto bello" cercò di assecondarla la ragazza di Kalos. Non che non sembrasse interessante, ma non ci capiva gran che. Non era mai stata esperta di manga e fumetti, figuriamoci conoscere l’intera storia di Detective Kid.
Ash invece non prese nessuna rivista, era troppo impegnato a gustarsi mentalmente la lotta che avrebbe disputato in poche ore. Si trovava già con la mente fissa sul campo di battaglia. "Chissà che avversario mi capiterà e che tipo di Pokémon userà. Di certo il tipo principale non sarà quello Normale, visto che era Lidia la specialista" 
L'arrivo dell'infermiera ruppe temporaneamente i suoi pensieri. "Ecco fatto i vostri amici sono in perfetta forma!" l'addetta sanitaria consegnò le sfere ai rispettivi allenatori. 
"Beh allora andiamo!" proclamò Ash. "C'è una lotta che mi aspetta!"
"Usa il freno, Ash..." lo richiamò Serena. "Non sarebbe meglio visitare un pochino la città? Insomma per avere un’idea di dove ci troviamo! Anche perché non abbiamo la più pallida idea di dove sia!"
"Non è più semplice chiedere in giro?" Ash ovviamente aveva serie difficoltà a controllare la sua voglia di lottare. Il giro lo avrebbero potuto fare dopo la sua sfida. 
Serena comprendeva il suo “amico”, ma conoscere meglio la città non avrebbe fatto loro male, dopotutto avevano viaggiato per giorni e un attimo di pace sarebbe stato utile. “Si, ma siamo appena arrivati e sfidare subito la palestra senza nemmeno riposarti potrebbe essere negativo!”
Non fu del tutto convinto, per quanto le parole della ragazza furono poco discutibili. Infatti, un’ora dopo Ash si dovette ricredere. Mozzaburgo valeva veramente la pena di essere visitata: una città ricca e colorata, vivace e festaiola. C’erano casette di tante tonalità cromatiche diverse, alcune con dipinti di Pokémon sulle mura. Vi erano mercatini artigianali, Pokémon e allenatori che si esibivano per strade e diverse bancarelle di cibarie tipiche. Il paesaggio era fantastico: il vulcano Monte Bruschetta, sorgeva proprio di fianco al mare.
"A quanto pare avevate ragione..." si scusò l'allenatore "…Mozzaburgo è veramente carina"
"Lo ammetti?" sorrise Serena contenta dell'ammissione del compagno, sebbene sapesse che gran parte del punto di vista ora positivo era dovuto alle bancarelle di cibo. "Ogni tanto dovresti staccare e prenderti una pausa! Cosi almeno ti godi di più i tuoi viaggi!"
Ash abbozzò un sorriso, concentrato più sull’espressione della ragazza, che sul consiglio vero e proprio. "Grazie del consiglio, cercherò di prenderlo… alla lettera!" In effetti, prendersi una pausa voleva dire godersi di più Serena e la cosa non gli dispiaceva affatto.
Il gruppo proseguì passando verso la zona portuale. Vi erano numerose barche e numerosi pescatori con i loro Pokémon che portavano casse e reti di pesci appena pescati. Qualche creatura marina stava li nei dintorni speranzosa che magari un paio di pesci cascassero da quelle barche. 
"Però... uno spettacolo molto carino!" disse Brock. "E' uno strano rapporto di cooperazione tra Pokémon ed essere umano. In cambio della protezione e della pulizia della città, gli allenatori e i lavoratori lasciano parte del loro pescato ai Pokémon" 
"E' un gesto molto carino! Vero Lidia? Lidia?" aggiunse Ash chiedendo un parere anche alla detective.
“…” Ella non rispose, troppo impegnata a leggere il suo fumetto, quasi andando a sbattere contro Serena e quasi facendola cadere nel mare.
Per fortuna Ash corse a soccorrerla… si, avere tempo libero per godersi pure la performer tra le sue braccia non gli dispiaceva affatto! 
Assicuratosi che la ragazza fosse a posto, andò dalla capopalestra, la quale però nemmeno con la mano davanti alla faccia rispose. "Terra chiama Lidia! Ci sei?" 
All’ennesima risposta mancata, Ash prese il giornalino e lo tolse dalle mani di Lidia.
"Nooooooooooo! Devo sapere chi è che ha rubato il Cristallo dell'Onix! Ridammelo!" protestò lei, cercando disperatamente di mettere le mani sul suo tesoro. 
"Solo se presti un po' più di attenzione. Non ti sei nemmeno accorta che stavi per far cadere Serena in mare!” Si lamentò Ash, non del tutto deluso del suo salvataggio, ma se non fosse arrivato in tempo allora si che se la sarebbe presa.
“Ops… scusa Serena!” Disse lei, con fretta di riavere il suo manga.
“Fa nulla.. ma davvero, non hai nemmeno notato che un Wingull ti ha appena lasciato un ricordino!" scherzò Serena facendole notare le sue scarpe.
"Eh!? Oh no..." si lamentò guardandosi i piedi. "S-Scusate ma quando sento o leggo le avventure del Detective Kid io..." si imbarazzo poi. 
"...Perdonata." disse tranquillamente Brock. "Anche io mi perdo in un mondo del tutto mio quando vedo delle ragazze affascinanti”
“…Si… ok…” Lidia sembrò un po' infastidita dal commento. Non era esattamente la stessa cosa.
"Vediamo se qualche Pokémon d'acqua ci può aiutare a toglierti quella cosa” suggerì Serena. "Ehi scusate!" disse rivolgendosi verso la spiaggia. 
Alcuni Pokémon si girarono attirati da un profumino. Serena sventolò ai loro occhi un pokébigné "Vi dispiacerebbe aiutare la mia amica a lavare via la cosa sulle sue scarpe? In cambio vi do un pokébigné ciascuno!"
Non se lo fecero ripetere due volte, in un minuto al massimo i piedi della detective furono come nuovi. "Wow! Grazie!" li ringraziò lei. 
"E questa è la vostra ricompensa! Dose extra per il vostro impegno!" sorrise la performer aggiungendo un altra scorta di dolcetti a quella promessa. I Pokémon si fecero imboccare uno ciascuno da lei. 
"E brava Serena" si congratulò Ash "Ora però non è che possiamo mettere qualcosa sotto i denti anche noi? Credo sia ora di pranzo..."
Curiosamente non fu solo la pancia di Ash a borbottare ma anche quella dei presenti. I quattro amici scoppiarono in una risata. 
"Beh direi che hai ragione! Vediamo se troviamo un posto economico dove possiamo mangiare a pochi passi da qui" Serena fu rapida a trovare un luogo "Ecco, guardate qui! C'è un ristorante-pizzeria a soli 500 metri da dove ci troviamo. Si mangia bene e a prezzi accettabili! Le recensioni gli danno quasi tutti 5 stelle! Possiamo andare li!"
"Trovo sia un'ottima idea! Magari sapranno dirci dove trovare la palestra e se la capopalestra é presente!" Concordò Ash.
"Per una volta il cervello di Ash e lo stomaco hanno collaborato contro l'istinto!" Scherzò Brock.
Ash si limitò ad ignorare quel commento, decidendo di lasciare a Serena il compito di far loro strada, mentre la seguivano senza fiatare.
Non fu un tragitto lungo e per loro fortuna il ristorante-pizzeria non era affollato. A quanto pare non era stagione di turismo, sebbene vi fosse comunque abbastanza gente. Si sedettero in un tavolo libero e ben presto arrivò un cameriere a portare i menù.
"Mi scusi, potrei chiederle una cosa?" Ash non riuscì ad attendere la fine del pranzo per dissipare i suoi dubbi "Mi saprebbe dire dove é la palestra e se il capopalestra è presente?" di certo chi lavorava in città doveva sapere dove si trovava la palestra.
L'uomo sorrise "La capopalestra Romina vorrai dire. A dire il vero..."
"...Cosa posso fare per dei nuovi clienti?"
Il gruppo osservò colei che aveva interrotto l'inserviente. Bastò una veloce occhiata per intendere il suo ruolo nel ristorante: era la cuoca. Sporca di farina su tutto il grembiule e il cappello da chef ancora in testa.
"Scusate l'intrusione, ma in questo periodo normalmente ci sono pochi turisti e più allenatori sfidanti della palestra. Il Pikachu qui sembra un vero lottatore!" Continuò porgendo la mano fino a sfiorare la guancia del topino e dandogli una leggera passatina. Pikachu fu subito compiaciuto, ringraziando con una leccatina sulla mano della cuoca ancora tinta di qualche macchia di salsa al pomodoro.
Ash non fu per niente infastidito. Anzi quella ragazza gli dava da pensare..
"E tu..." puntò il dito contro Serena "...Sei la vincitrice del concorso da pizzaioli di una settimana fa!"
La performer rimase stupida, per poi sorridere con leggero imbarazzo. Non si aspettava tanta popolarità, o forse non era un caso. "Si, sono io.. ma tu co-.."
"Non mi riconosci? Ti ho premiata io!" Subito le tolse il dubbio.
"…Ma certo! Ora ricordo, mi spiace se non ti ho riconosciuta subito! Quindi lavori qui?" Domandò la bionda, ricordando di essere stata avvisata di una cuoca eccellente.
La pizzaiola ridacchiò "Si, sono proprio io! E sempre si, lavoro qui. Essendo una grande chef e soprattutto pizzaiola mi hanno chiesto di premiare alla gara e ho accettato!”
Ash subito colse l'opportunità per cambiare argomento "Sembri sapere tanto sui Pokémon e gli allenatori che passano in città! Conosci la capopalestra?"
Il silenzio fu seguito da risate "Credo di conoscere.." in uno scatto velocissimo prese la pala i legno per le pizze e ne sollevò una appena vicina al bordo del forno. "...me stessa..." e la lanciò con esatta precisione sul piatto di Ash, davanti ai suoi occhi. "...abbasta bene!" 
Sembrava un volo quasi delicato e a rallentatore. Perfettamente era stato centrato il piatto e la pizza sopra di esso. Tutti subito fissarono l'opera molto più che commestibile a forma di pokéball.
"Romina pronta a deliziarvi con una lotta piccantemente gustosa e calda come un forno in fiamme!"
"T-Tu sei la capopalestra!" Ripeté Lidia per esserne sicura.
"La pizza più buona di Mozzaburgo la sa fare solo la capopalestra! Assaggiate e capirete!"
I 4 ragazzi si scambiarono occhiate veloci e afferrarono una fetta ciascuno. Con la stessa sincronizzazione le azzannarono e sempre coordinati deglutirono e sorrisero con gli occhi brillanti "Wowww!!"
"Visto?" Ghignò lei.
Ash fece uno scatto e si mise in piedi "Romina! Se sei brava a lottare quanto a cucinare, voglio assolutamente sfidarti!"
I clienti in sala furono abbastanza stupiti. Cominciarono a guardarlo tutti, come se fosse un tipo particolare. E lui lo era, solo che non gli importava. Troppo impegnato a fissare l'espressione della capopalestra, attendendo una risposta, per badare alle reazioni dei presenti. Non gli interessava essere al centro dell'attenzione.
Un po' più importava ai suoi amici. Serena si chinò leggermente verso il tavolo e sospirò con un mezzo sorriso. Brock appoggiò il gomito sul tavolo e la guancia sulla mano, anche lui con un sorriso penoso e con molta vergogna. Lidia portò l'arto alla testa e la scosse leggermente.
"Attento a non scottarti.." lo mise in guardia Romina, per quanto intrigata e felice dell'esuberanza del ragazzo.
Ash sembrava come un piccolo peperoncino, ma sapeva che a volte i più minuscoli sono i più piccanti.
Ash comunque non poté non ricordare di essere davanti ad una capopalestra, così decise di mostrare un minimo di formalità e si abbassò in un inchino "Ti chiedo di accettare la mia sfida!"
Romina prese la toch e la lanciò, appendendola giusto all’appendiabiti. Di certo non si poteva dire che mancava di mira. In seguito slegò il grembiule e lo appoggiò sul bancone. "Accetto"
Ash esultò mentalmente. Finalmente poteva mettersi gioco, per la seconda volta.
"Prima però andiamo su un campo più congeniale, no?" propose la capopalestra facendo segno loro di seguirla. 
Attraversarono la sala, le cucine e arrivarono davanti ad una porta. La capopalestra tirò fuori una chiave e la inserì nella serratura. Una volta aperta, rivelò un cunicolo abbastanza buio, illuminato solo da qualche fiaccola “Da questa parte si va per l’entrata secondaria!”
Serena fu esitante a scendere per quella via stretta e buia, ma Ash le prese la mano e con un sorriso la guidò dopo di lui. Aveva bisogno della sua tifosa n° 1 per vincere. 
Scesero le scale e percorsero gran parte di corridoio. Sembrava non finire mai e poteva chiaramente percepire di andare sempre più in profondità nel terreno e più distanti dal ristorante. Fu un tragitto più o meno lungo a piedi, ma quando sembrarono non poterne più dell’umidità sotterranea, finalmente la strada si allargò e giunsero ad un portone.
Improvvisamente sentirono l’atmosfera farsi decisamente più calda, stavano sudando parecchio. "Uff....fa caldo qui o me lo sto immaginando?" chiese Ash mentre Romina armeggiava con le sue chiavi.
"Io prediligo il tipo fuoco, perciò alleno i miei Pokémon ad alte temperature. Secondo me li tempra nell'ardore delle lotte! Quindi che posto è migliore per scaldare gli animi se no… un vulcano?" l’avversaria aprì il portone e tre vie furono rivelate. 
“U-Un vulcano!?” I quattro esclamarono. Ecco perché avevano camminato tanto e ora avevano caldo. Si trovavano all’interno del Monte Bruschetta. 
Romina indicò la via a destra “Bene, voi spettatori andate di là" Poi la centrale “Tu Ash di là e io vado  a sinistra. Detto questo scomparve.
“Non facevamo prima ad entrare dall’entrata principale?” Pensò Brock.
“Beh io vado! Fate il tifo per me, miraccomando!” Serrò il pugno Ash, pronto a procedere.
Serena lo salutò con la mano timidamente “Buona fortuna…”
Il ragazzo le mostrò un sorriso e andò per la sua strada. A quel punto pure Lidia, Brock e Serena andarono per la loro, non volendo arrivare tardi e perdersi anche solo l’inizio del match.
Mentre camminava da solo, Ash pensò alle parole della capopalestra "Tipo fuoco, tipo fuoco... beh io rimango convinto della mia decisione…" in un battibaleno si ritrovò davanti ad un campo caldo e rovente.
Intorno al campo vi era un fiume di lava che lo circondava e una cascata che lo affluiva si trovava posizionata dietro la capopalestra.
Serena, Brock e Lidia erano arrivati sugli spalti. "Coraggio Ash facciamo il tifo per te!" gridarono incoraggiando il loro amico. 
"Farò del mio meglio!" replicò lui con un saluto. 
Uno dei camerieri del ristorante si fece avanti. "Ecco la nostra capopalestra, Romina! Chef Focosa!"
Romina sorrise dall'altro lato fiera e pimpante.
"Sarà un duello 2 vs 2!" decretò l'arbitro. "Allo sfidante sarà concesso il cambio mentre alla capopalestra no! Allenatori, decidete con quali Pokémon volete iniziare!"
Ash mise mano alle sue pokéball. Era l'ora di debuttare per lui. "Tweeny scelgo te!" disse lanciando la sua sfera in aria. 
"Tweee!" gridò l'uccellino pronto a combattere, aspettava da tempo il momento di dimostrare quanto valesse in una lotta ufficiale. 
"Un tweeny… eh?" pensò Romina. "In questo caso... Numel ho bisogno di te!" Si materializzò sul campo una specie di cammello dallo sguardo assente o assonnato. 
Serena prese mano al suo pokédex incuriosita. 
"Numel: Pokémon torpore. Numel accumula magma alla temperatura di 1200°C all'interno del proprio corpo. Se bagnato, il magma si raffredda e si solidifica. Se si appesantisce diventa goffo nei movimenti" 
"Numel avrà pure uno sguardo assente, ma sa essere pericoloso se gestito bene" commentò Brock. 
"Ash dovrà fare attenzione..." concordò Lidia. 
"Allo sfidante la prima mossa! Si dia inizio all'incontro!"
"Forza Tweeny dimostra quando sei forte con Attacco D'Ala!" ordinò Ash. 
"TWEEEE!" gridò il canarino blu gettandosi con tutta la sua forza e velocità sul dromedario. 
"Nuuu..." biascicò lui ricevendo il colpo, tuttavia rimando fermo come se non avesse subito nessun danno. 
"Numel, usa focalenergia!" gridò la capopalestra.
“MELLLLLLL!" Urlò il Pokémon fuoco gonfiandosi e irrobustendosi.
Il corpo di Numel era già di per sé robusto, per lui sarebbe stato difficile ora fare un buon ammontare di danni. "Tweeny forza! Continuiamo con Furia! dimostriamo quanto sei forte!"
Tweeny beccò con tutta la sua velocità e forza, ma non sembrò nemmeno scalfire la massa di Numel. Andò avanti per tutto il tempo che le sue stanche ali concessero. L’uccellino dovette prendere fiato e volare indietro. Appoggiare le zampe sul terreno fu un errore, non aveva la forza di dare la spinta al suo corpo per ricominciare a volare.
"Ok Numel, ora cuciniamo l'ambiente con Giornodisole!" Numel si concentrò e la palestra divenne luminosa e accaldata. Tweeny cominciava ad avere serie difficoltà a fare forza sulle sue ali. Provò a sbatterle, ma era come se ci fosse un peso a farle cadere. Come se ogni singola goccia di sudore pesasse chili e chili.
“Tweeny devi provare a liberarti in aria!” Chiese Ash al Pokémon uccello, senza però ottenere grande successo.
"E’ ora di concludere Numel!" Romina si chinò in avanti “Usa Lavasbuffo e approfitta della sua stanchezza!”
Il cammellino ruotò la schiena in avanti, abbassò la testa e spinse "NUUUUUUUUU!" Dalla gobba di Numel esplose una massa di lava bollente.
Per un attimo il canarino azzurro sentì una piccola parte di energia tornare, probabilmente mossa dalla paura di farsi colpire. Purtroppo sia la poca forza che il tempo non erano abbastanza, riuscì ad alzarsi da terra di soli pochi centimetri.
"TWEEEEEEEEEEEEEEEE!" gridò sofferente il Pokémon volante venendo completamente investito dalle fiamme. 
L’aria inghiottì le la lava e tutto quello che ne rimase fu un Tweeny bruciacchiato e malconcio a terra “T-Twee…”
"Tweeny non è in grado di lottare! La vittoria va a Numel!" decretò l'arbitro. 
Ash corse ad accertarsi delle condizioni del suo Pokémon prima di fare qualunque altra cosa. “Tutto bene?”
“Twee…” Piagnucolò. La sua prima lotta ufficiale l’aveva persa senza nemmeno battere un Pokémon. Bruciava più di tutte e ferite ricevute.
L'allenatore prese la sfera dalla cintura e la ingrandì "Ci hai provato Tweeny" sorrise dandogli una piccola pacca affettuosa sulla testa piumosa "Sei stato grande, ora però riposa un po'… ok?" e lo fece rientrare nella sfera.
"Ma che è successo?" si chiese la performer. 
Fu il turno di Lidia di spiegare "Romina ha usato 3 fattori a suo vantaggio: Il primo è far stancare Tweeny sia prima che dopo aver usato Focalenergia, appunto anche mossa che determina il secondo fattore. Il terzo invece è Giornodisole, che ha accaldato talmente tanto Tweeny da non dargli chance di recuperare la forza nelle ali. Una combinazione del genere sarebbe capace di arrostire chiunque”
"ha saputo sfruttare al meglio un Pokémon all’apparenza così innocuo" commentò il medico, sudando per il calore ancora presente. Prese un fazzoletto e cominciò ad asciugarsi il sudore.
"Mica male quella combinazione di mosse!" si complimentò Ash. "Mai sottovalutare i Pokémon, specie quelli di fuoco" sorrise compiaciuta la capopalestra. "Anche i più piccoli nascondono una potenza d'urto incredibile!”
"Infatti non l’ho sottovalutato, ma a quanto pare eravate più forti e furbi di noi! Ora però ho ancora un Pokémon e non mi arrenderò fino alla fine!" replicò Ash mettendo le mani su un’altra pokéball. "E mi affido su di lui!" disse lanciandola in campo. 
"LEAF! FALA!" ruggì fiero il Pokémon d'erba. 
"Leafala?" si preoccupò Lidia. "Ma non è un Pokémon d'erba? Uno come lui è svantaggiato contro i tipi fuoco!" "Vero, ma glielo aveva promesso e Ash mantiene sempre la parola data… o almeno quasi sempre” Serena provò a convincere Lidia della scelta di Ash, ma ad essere sincera era molto preoccupata. 
Il kantoniano era cambiato dal passato ed era più prudente, ma non si faceva di certo scoraggiare solo dal tipo di un Pokémon, avevano dimostrato di poter ribaltare il risultato giocando su qualunque dettaglio. Il problema era che Leafala era un novellino e andava ancora allenato molto, mentre tutte quelle tattiche a cui era abituato Ash erano stato improvvisate con Pokémon cresciuti con lui nel suo momento di maturazione massima. Avevano avuto modo di imparare mentre Ash lo faceva ancora. Ora però lui sembrava un passo avanti, così come la capopalestra e i suoi Pokémon.
"Leaf! Leaf!" si concentrò il koala guardando il suo avversario. Era pronto, per la prima volta si metteva in gioco anche lui. Avrebbe voluto il maestro al suo fianco, ma avrebbe vinto anche per lui.
"Quando volete!" gridò l'arbitro. 
"Leafala! Ora tocca a te! Mostriamo la tua grinta con Energipalla!" 
"FALAAAAA!" 
"Numel prova a bloccarlo!" ordinò Romina, sperando che Focalenergia fosse ancora abbastanza forte da reggere il colpo. 
Numel fece come richiesto e sopportò l’attacco, tuttavia rispetto al Furia di Tweeny era nettamente più debole all’Energipalla di Leafala, il quale causò più danni. "Nuuuu..." drigrignò i denti. 
"Stavolta gli abbiamo fatto male…" commentò soddisfatto Ash. "Ora vediamo se riusciamo a scaraventarlo via. Leafala corri e usa una scarica di Pugnospine!" 
"Falaa!" Il pokemon d'erba si scagliò con tutto il suo peso e vigore contro il dromedario. 
La cuoca decise di riproporre la stessa tattica. Voleva tentare, al massimo in caso di fallimento le rimaneva sempre il suo secondo Pokémon. "Numel rinvigorisciti con Focalenergia!" 
Di nuovo Numel si gonfiò ma quando Leafala gli fu davanti e incominciò a colpirlo con pugni spinosi a destra e sinistra neanche il suo fisico lo.
"Fa! La! Fa! La!" urlava ritmicamente il koala con dritti e rovesci. 
"Melmelnu!" urlava dolorante l'avversario mentre subiva danni ad ogni colpo ben assestato. 
"Leafala! Ora mostriamo la tua forza con un Pugnospine finale ben caricato!" ordinò Ash mimando un pugno.
Leafala ruotò il braccio e si lanciò tirando un poderoso gancio al suo avversario. Numel fu sbalzato via contro il muro. "Nu...." mormorò mentre crollava a terra. 
"Numel!" si disperò la capopalestra. 
"Numel non è più in grado di lottare! La vittoria va a Leafala!" 
"E bravo leafala" sorrise contenta Lidia. "Si vede che si è allenato parecchio”
"Leafala aveva quella forza fisica che mancava a Tweeny per poter contrastare la dura pelle di Numel" pensò Brock “Però Romina ha ancora un Pokémon nuovo e del tutto riposato, per giunta per fora più potente di Numel”
"Forte il tuo Leafala! C'è ne vuole di potenza per far volare via Numel!" si complimentò la capopalestra con tanto di inchino teatrale.
"Grazie" replicò Ash. "Io e Leafala ci siamo allenati tantissimo per questa lotta!"
"Fala!" concordò il suo Pokémon mettendosi le zampe sui fianchi per ribadirlo. 
"Però non è ancora finita. Ti ricordo che ho ancora un asso nella manica a disposizione!" sorrise beffardamente con un gesto di sfida la capopalestra. 
"Noi siamo pronti a tutto!" rispose coraggiosamente lo sfidante. 
Romina fece un ghignò e tirò fuori una pokéball girandola sull’indice "Allora vediamo se siete pronti a lui!" 
Il Pokémon che si materializzò lasciò lo sfidante e il pubblico abbastanza confusi e storditi. Il suo aspetto era contorto. "Speeee..." borbottò il nuovo arrivato. 
Sembrava una pizza, con uno sguardo all'apparenza melmoso, la sua faccia era di mozzarella fusa che colava da tutte le parti. Aveva un’incisione a forma di morso e due foglie di basilico sopra la bocca che ricordavano dei baffi. Il rivale fluttuava in aria e due mani sempre all'apparenza melmose erano staccate dal suo corpo. 
"C-Che Pokémon è q-quello?" completamente stupido da quella forma rotante e filante. Credeva fossero bizzarri Maggasta e le sue evoluzioni, ma questo era di certo peggio. Non sapeva dire se gli passava la fame e o aumentava.
"Spectrelish: Pokémon Condimento. La temperatura corporea di Spectrelish è variabile a suo piacimento. Una leggenda dice che sia nato quando un fantasma entrò in un forno e per sfuggire al calore si sia rifugiato dentro una pizza in fase di cottura, tuttavia vi è una leggenda simile per i suoi stadi pre-evolutivi. A Forsia ne esistono varie varianti con ingredienti diversi a seconda della zona di cattura. Tipo: Fuoco/Spettro. Variante inquadrata: Margherita”
Ash chiuse il suo dex e lo infilò in tasca “B-Beh… pazienza, chissà cosa ci riserverà”
“Inizi il match!” annunciò l’arbitro.
"Leafala! Mostriamo quanto sei forte con una scarica di Pugnospine!"
Leafala si scaraventò più motivato che mai sul suo avversario. Voleva vincere a tutti i costi, era un pensiero fisso. Dare premio al suo allenamento e orgoglio al suo allenatore e al maestro.
"Spectrelish vagli addosso!"
"LISHH!" ruggì con voce grave il fantasma e levitando si scaraventò a sua volta sul koala.
L’impatto non produsse grande suono. Quando il pugno andò a segno, Leafala sentì penetrare tutto il corpo, senza però far risentire l’avversario. Si sentì scaraventato all’indietro come spinto da una molla o un elastico.
“Spectre!" alzò le mani filanti facendo risuonare un verso di superiorità.
"Come mai? Di solito Leafala è sempre riuscito a infliggere bei colpi con i suoi pugni!" Brock notò bene cosa era successo, ma non gli pareva che l’avversario avesse usato una mossa particolare. 
Lidia intuì il suo pensiero "Questo perché il suo avversario non ha usato mosse, ma ha semplicemente usato il suo corpo come difesa” 
“Cioè?” domandò Serena.
"Spectrelish è fatto di una sostanza simile all’impasto della pizza, anzi.. basti dire che è una pizza vera e propria, ma molto più resistente ed elastica. In più ha la mozzarella filante a difenderlo. Ogni volta che qualcosa o qualcuno va a contatto con grande velocità, lui è in grado di prenderla senza subire danni pesanti e addirittura di farle rimbalzare. O pure bloccarla per l’appiccicosa sostanza formaggiosa che lo ricopre"
Ash non si scompose, qualcosa si doveva pur fare per infliggere danni. "I colpi diretti non hanno effetto! Dobbiamo provare qualcos'altro! L-leafala! Prova a mantenere le distanze sparando Energipalla su Spectrelish!"
Prima che potesse anche agire, Romina ordinò il suo attacco "Spectrelish, inseguilo con Ruotafuoco!" 
"TRELISH!" La pizza fantasma ruotò su se stessa fino a formare un disco e acquisendo velocità.
"Fa...falafalaaa!" sbarrò gli occhi, non aspettandosi un attacco diretto del genere. Ebbe tempo solo di lanciare un paio di palle naturali, tutte distrutte, per poi darsi alla fuga.
"L-Leafala! Prendi tempo!" L’allenatore sentì il sudore colargli dalla fronte, tutt’altro che causato dal caldo.
"Spectrelish! Frusta di fuoco!" continuò la capopalestra. Dalla bocca del pokemon rovente apparve un lazo impiastricciato di una sostanza appiccicaticcia, come un formaggio filante rovente. Più ruotava, più l'attacco diventava sempre più ampio. La pizza era in un vortice di fiamme che erano in grado sia di attaccare che di difendere.
Leafala continuò a correre, non sapendo però più dove scappare, stava finendo lo spazio di fuga. "Falaaaaaaaaaaaa!" urlò dal dolore quando la frusta lo raggiunse e si appiccicò alla zampa posteriore destra, facendolo ribaltare a terra 
“E ora Spectrelish, concludiamo il tutto con Calorpressa!"
"L-LEAF!!!!" prima ancora che potesse provare la fuga e respirare, sentì un caldo afoso circondarlo e soffocarlo. Una massa si depositò sul tutto il suo corpo e gli coprì a visuale. Non vedeva né sentiva nulla, ma il bruciore che percepiva il suo corpo era atroce. Poteva giurare di sentire anche puzza di bruciato. 
Il calore continuava e anche la massa appiccicata che lo stavano privando dell’aria. Aumentava l’ansia e così l’agitazione. Provò a dimenarsi, ma fu tutto inutile. Resistere non serviva e quando le forze lo abbandonarono smise di contrastare la mossa. 
Il nemico aspettò che finisse di ribellarsi e a quel punto si staccò dal Pokémon sfidante. Leafala giaceva immobile, ancora bollente. Poté tirare un respirone, ma il suo corpo era come secco. La sua paura si era realizzata.
L’arbitro corse verso l’avversario e diede una veloce occhiata, per quanto fosse ovvio il risultato "Leafala non é più in grado di combattere. Quindi la vittoria va alla capopalestra Romina!" nessuno era mai resistito ad una mossa simile.
Non esultò praticamente nessuno. Era stato un risultato tristemente inaspettato.
"Ash... ha perso?" Lidia batté le palpebre confusa. Appoggiò le mani sulla sbarra delle tribune sporgendosi per vedere meglio.
Brock e Serena rimasero silenziosi. Avevano già visto Ash perdere una lotta in palestra. Brock ricordava quanto fosse dura ai primi tempi di viaggio del compagno.
Serena invece aveva assistito alla più grande caduta emotiva dell'amico in una situazione del genere, ma sapeva bene che era stato anche un differente motivo.
Rimaneva però chiara una cosa: Ash aveva perso.
"Fala..." Leafala fissò il terreno con estrema tristezza. Non voleva nemmeno alzarsi, tanto valeva rimanere a fissare il soffitto della palestra, più in basso non poteva cadere. Non poteva crederci.. aveva perso subito, la sua prima lotta. 
Aveva creduto di poter realizzare qualcosa e diventare un campione, ma le sue convinzioni erano crollate addosso violentemente. Che strada poteva aspettarsi con questo fallimento?
Sentì dei passi avvicinarsi e vide delle ginocchia piegarsi. Il viso di Ash gli comparve davanti agli occhi. Non era arrabbiato, deluso o triste… Stava sorridendo.
"Ehi, sei stato fantastico! Non abbatterti, ci riproveremo!" Allungò le braccia e lo tirò su, prevedendo che non si sarebbe alzato da solo.
Era la sua prima lotta ufficiale dopotutto e l'aveva persa.
La capopalestra si avvicinò e tese la mano "Probabilmente questa lotta é stata troppo bollente e vi siete ustionati" sembrò una beffa "...Ma é stata una bella esperienza" 
Ash annuì e afferrò la mano scuotendola "Concordo. Grazie per l'opportunità!"
"Mi farebbe piacere rivederti qui. Credo tu abbia ancora molto da mostrarmi, sai dove trovarmi!"
"Certo!" Subito confermò "Mi sono divertito tantissimo, di certo non mi arrenderò finché non sarà mia la medaglia!"
La cuoca si girò e cominciò a camminare, alzando la mano senza però rivoltarsi o dire nulla. Avrebbe atteso il prossimo passaggio sulla brace e la cottura sarebbe stata massima.
"Tutto bene?" Chiese Brock, studiando l'espressione dell'amico per garantire che non fosse solo lo shock a provocargli il sorriso.
Ash non poteva dire di non essere un po' deluso del risultato, ma non di certo dei suoi Pokémon "Certo! Non eravamo abbastanza allenati a quanto pare, ma non c'é niente di meglio che altro allenamento per diventare ancora più forti! Dovremo migliorarci per essere all'altezza!"
Il medico si sorpresa dell'atteggiamento. Ash prendeva come spinta ogni lotta ma mai aveva retto così bene una sconfitta in palestra.
"..Hai lottato bene" avanzò Serena.
“Non ti ho delusa? Domandò lui molto esitante di chiederle il suo parere. Sapeva di averla rattristata, ma sperava di non averlo fatto esageratamente. Era uno dei suoi timori più grandi.
La ragazza scosse la testa sorridendo. Tutto ciò tuttavia pesava poco al momento. Serena aveva ben capito che Ash era sempre determinato, quindi non le serviva rimuginare sull'accaduto. Sarebbe tornato alla carica.
Il biancavillino ricambiò il sorriso con una nota di tristezza.
Pikachu atterrò con un balzo ai piedi di Ash, dove ora sedevano Leafala e Tweeny, alquanto depressi. Provò a tirarli su di morale "Chuu pika cuupipi!" Non era il caso di abbattersi di fronte ad una sconfitta del genere. Avevano dato il meglio e ancora c'erano molte cose che potevano fare per migliorare.
L'incitamento non servì a gran che. I due non sembrarono nemmeno accorgersi che aveva parlato. Fallire subito al primo tentativo dimostrava che non avevano la stoffa dei combattenti. 
Per quanto Pikachu avesse capito le loro idee, non sapeva bene cosa dire di altro per tirare loro su il morale.Gli venne qualche frase in bocca, ma prima di pronunciarla dovette fermarsi, percependo la luce calare di intensità.
Ben presto i fari della palestra si spensero uno dopo l'altro, dando fine al brillio che quella lotta fiammeggiante aveva prodotto, seppur non riuscendo a rimanere viva nei cuori dei presenti.

Quella sera al centro medico, vi fu particolare silenzio tra i Pokémon. Tutti provarono a consolare i due sconfitti si ritrovò alquanto complicato. Era difficile curare due giovani sognatori appena reduci da una sconfitta. Arrivava per tutti prima o poi, ma era ovvio che era difficile mandare giù un primo boccone tanto amaro.
Alcuni dei presenti lo sapevano bene, rendeva davvero impossibile andare avanti a mangiare, rendendo ogni singolo morso produttore di un gusto davvero terribile: la sconfitta. E come era normale e prevedibile, ogni novellino al primo fallimento poteva buttarsi giù.
Lo sapeva Pikachu, il quale di delusione ne aveva avute tante, una tonnellata di più dure e terribilmente dannose all'orgoglio e dignità. 
Lo sapeva Braixen, la quale aveva fallito al primo round del primo Varietà in assoluto della sua amata allenatrice. Nulla di più umiliante che inciampare come una goffa Fennekin zoppa. 
Lo sapeva Sylveon, che ora tendeva le ciotole di cibo con i nastrini davanti ai nasi degli addolorati. Aveva anche lei fallito alla sua prima esibizione. Aveva impiegato energie e sconfitto gran parte della sua timidezza, la quale nonostante tutto aveva avuto la meglio. Infine era andata avanti lo stesso.
Lo sapeva Plarky, ma non intendeva ammetterlo o pensare all'accaduto.
Pancham aveva dovuto consolare le compagne d'avventura di fronte alle loro delusioni, aveva sofferto quando Serena quando le lacrime e i capelli volavano liberi a cavallo del vento del porto marino. Anche altri Pokémon, ancora in attesa dell'esperienza e altri già reduci.
Erano tutti lì per loro, ma era come se non ci fossero.
I ragazzi se la passavano meglio. Ovviamente Ash aveva provato a consolare i suoi Pokémon decine di volte, aveva ripetuto senza sosta durante il tragitto che dovevano farsi carico di quella sconfitta tutti assieme e usarla come carburante, insieme alla scorpacciata che si sarebbero fatto quella sera. Serviva carica per le lotte. Non serviva nemmeno che reagissero o parlassero, lui iniziava subito ad incoraggiarli.
Brock era sorpreso di questa serata tranquilla. Conosceva Ash abbastanza per dire che di sicuro non era stata indifferente quella sconfitta ma non sembrava averlo nemmeno fatto smuovere dal suo posto, nemmeno fatto traballare.
Era come se avesse davanti la stessa persona in certi versi e in altri uno sconosciuto. Era maturato, cambiato. Doveva impegnarsi a riconoscerlo meglio, perché con suo rammarico, il tempo trascorso lontani aveva influito molto su Ash. Non era suo il merito. Certo, lo aveva aiutato e seguito di regione in regione. Un rapporto e significato indissolubili. Però sentiva una mancanza e tristezza inaspettati.
Si era perso gli anni che ora costituivano l'essere di Ash.
Nel frattempo i due sconfitti si erano recati fuori dal centro medico, passeggiando nella notte. Erano gli unici che potevano capirsi a vicenda.
Tweeny non aveva la forza di volare e pensava alla sua famiglia, cosa avrebbero detto di lui!? Era afflitto e nemmeno una ciotola del suo cibo preferito sembrava tirarlo su, completamente muto. 
Peggio di lui stava Leafala. Tutto chinato e nella sua testa rombavano pensieri sempre più raccapriccianti. Tornava indietro ai suoi giorni quando gli altri Leafala lo isolavano, forse avevano ragione, doveva comportarsi come loro e non resistere alla sua natura. Nella sua mente apparve un altra figura: quella del suo maestro, lo guadrava dall'alto verso il basso, con disappunto e disonore. Non era arrabbiato, solo deluso, ma nei suoi occhi vi era un indice di terrore e serietà che rimasero impressi nella mente del giovane Pokémon d'erba. 
Rievocò infine il momento in cui si sentiva schiacciato e abbrustolito dal suo avversario. Era così sicuro e fiducioso prima della sua lotta, soprattutto dopo aver sconfitto Numel. Invece quando era schiacciato e soffocato dall’attacco di Spectrelish aveva così paura. 
Si sedette a terra e si diede al pianto. Il compagno alato gli porse un ala per cercare di consolarlo, ma anche lui sapeva di star piangendo. Non lo vedeva, non lo sentiva, ma lo sapeva.
..
Ash si guardò in giro. I suoi occhi cercarono due Pokémon in particolare ma non li trovò. Sospirò e si alzò risistemando il berretto in testa. "Vado e parlo con loro" disse alzandosi dalla sedia, non finendo la sua cena. 
"Ash, ma la cena?" gli chiese sorpresa la detective. 
"Il mio stomaco dovrà aspettare, ci sono cose più importanti ora che soddisfare la mia pancia..." replicò lui con fare serioso e uscì dal centro medico. 
"Caspita..." sbatté le palpebre "...Non l'avevo mai visto cosi serio. Si arrabbiato, ma non serio a questi livelli..." 
"Ash potrà sembrare sempliciotto" gli spiegò Serena “Eppure non lo è. Mette sempre il bene degli altri sopra il suo, a volte anche se non è necessario. Per me è sempre stato un esempio da seguire"
"Io ho visto crescere Ash fino alla fine del suo viaggio a Sinnoh..." aggiunse Brock "Se c'è qualcosa che ho capito è che farebbe di tutto per rendere felici i suoi amici e la sua famiglia" 
"Non ho ancora avuto le chance per dedurre davvero cosa nasconda dentro di sé Ash..." concluse Lidia, ammettendo di essere la più sconosciuta al momento. 

Pikachu camminava passo a passo con Ash, forse avrebbe potuto aiutare a capire come si sentissero i suoi due nuovi amici. Quando il loro allenatore arrivò, i due erano ancora uniti in quell'abbraccio fraterno e carico di sogni infranti.
"Ehi..." provò a chiamarli il biancavillino. 
"T-Tweee?" si girò il Pokémon volante, con uno sguardo perso nel vuoto. 
“Fa?" alzò la testa il koala con uno sguardo ancora più sofferente del suo. 
“Siete stati bravi davvero" gli sorrise l'allenatore. 
Anche Pikachu provò a sorridere, anche se presto dovette far sparire il rincuoro dal muso. “Pi…”
"Il nostro avversario era molto forte, ma non dovete farvene una colpa! Succede a tutti di sbagliare!"
"..." “…”
"E poi se la strada fosse sempre in discesa non ci sarebbe occasione di migliorarsi!" L'allenatore si sedette vicino a loro. "Sapete? Anche io mi sono sentito come voi quando persi la mia prima lotta in palestra: spiazzato, distrutto, deluso, inutile… pensavo che il mio sogno fosse solo un’inutile illusione”
"Chu..." 
“Per Pikachu pure fu una sconfitta, eppure guardandolo adesso sembra impossibile credere che possa perdere così”
“Pika chu.. pi pika pi” il topino annui con un sorriso mogio. 
"Quel giorno però imparammo una lezione. Non dover abbattersi di fronte alla difficoltà! Ci allenammo, ricorremmo a tutte le nostre forze e ritornammo più che carichi ad affrontare il nostro avversario! Se un sogno volete davvero realizzarlo dovete lottare e sopportare le ferite se cadete! Non potete credere che vi verrà regalato, si deve dare non il 100% ma il 1000%!!" 
"Tweee..." 
"Lala..."
"Non siete forti solo se vincete o se lottate bene. Rialzarsi nonostante tutto: questo è ciò che ci rende forti! Solo così possiamo considerarci a tutti gli effetti dei vincenti!" Ash calmò un po' la serietà e addolcì la voce "Credetemi se lo dico: voi potete esserlo. Lo avete già mostrato, dovete però rifarlo"
Guardò Tweny “Tweeny, hai fatto di tutto per permettere alla tua famiglia di sopravvivere! Hai affrontato una sfida molto più profonda che una semplice lotta in palestra! Chissà quante delusioni avrai avuto, ma ti sei mai arreso per loro? Devi pensare anche a non arrenderti per noi, per te stesso!”
Poi passò a Leafala "Tu invece, hai sempre voluto sfidare la natura della tua specie e i pregiudizi. Ho una grande ammirazione nei tuoi confronti. Anche tu hai sopportato le ferite che il tuo orgoglio e fiducia sopportavano, sentendoti criticato. Perché ora, davanti ad una piccola sconfitta, non riesci a buttartelo dietro le spalle?”
Tweeny e Leafala si asciugarono le lacrime, ora di un altro sapore.
"Vogliamo essere sinceri? La sconfitta mia e di Pikachu… guarda caso… fu anche la prima lotta in palestra in assoluto. La prima palestra del nostro viaggio, la prima di Kanto, la prima sconfitta di altre che seguirono. Contro Brock e il suo Onix. Eravamo dei principianti così spensierati!”
Rimasero abbastanza scioccati nell'udire quelle dichiarazioni.
"Non solo. Vinsi la medaglia perché nel mio primo tentativo rinunciai per non vedere Pikachu stritolato… e perché nel secondo decisi di non approfittare del mio avversario indebolito dall'impianto l'antincendio danneggiato" si sdraiò sul prato erboso, ricordando quel dolcissimo e amaro ricordo. Era decisamente più forte di Brock, ma ai tempi non era certo che lo avrebbe battuto. Non si é mai guadagnato davvero quella vittoria. 
"Fu doloroso ma andammo avanti! Sono passati giorni, lotte, leghe. A volte ci sentivamo vicini al nostro sogno, ma eravamo solo agli inizi, così lontani. Se torno indietro a pensare a quei giorni e mi immedesimo in quell’Ash, mi pare di essere un’altra persona, mi vien voglia di ridere a quanti anni invece sono passati e di strada fatta”
Chiara malinconia segnava l’umore di Ash. Era felice e non rimpiangeva il suo tempo e viaggio… ma aveva realizzato quanto bisognasse lottare per il proprio sogno. Era stato un semplice ragazzino come altri, sicuro e spensierato, troppo frettoloso e perso dal futuro sogno di diventare “Maestro Pokémon”. Era ancora devoto a quell’obbiettivo, ma aveva vissuto talmente tante gioie e dolori che ormai la sua visione del mondo era cambiata.
“Ce la possiamo fare solo se ci alleniamo tutti assieme e ci mettiamo impegno! Le sconfitte servono per ripartire più alti e farci più forti! Se daremo il meglio non importerà il decreto dell'arbitro, dentro saremo lo stesso una sorta di vincitori! La soddisfazione di averci provato fino allo sfinimento!"
Leafala e Tweeny ascoltarono attentamente le parole dell'allenatore. Davvero bastava cosi poco per sentirsi vincitori? Le loro idee erano in quel momento abbastanza confuse, ma sapevano che il loro allenatore aveva di nuovo riposto fiducia in loro, nonostante il fallimento.
"D'accordo allora!" disse Ash serrando il pugno e rialzandosi "Ve la sentite di allenarvi ancora una volta?" 
I due annuirono. "Ok!" si mise sui suoi piedi "E siccome so che siete bravi vi propongo un avversario tostissimo!" lanciò un’occhiatina al suo amico elettrico e fece mosse leggermente la testa per fargli cenno di affrontarli.
“Pika!” saltò di fronte a loro.
"Io non vi darò ordini" se ne lavò le mani Ash, o almeno si tirò fuori dalla lotta "Dovrete trovare il modo di riuscire a battere Pikachu" 
Lo guardarono abbastanza perplessi, ma decisero di fare comunque un tentativo. L’allenatore si sedette semplicemente su un masso e li incoeaggiò "Vi osserverò da qui!” 
Il primo a partire fu Tweeny che volò in aria più determinato che mai. “Tweeee”
Pikachu capì al volo le sue intenzione e caricò velocemente il suo attacco Fulmine, poi lo lanciò in direzione del pennuto. 
Il volatile schivò a destra e sinistra per tentare di evitarli, ma comprese che prima o poi lo avrebbe preso. Volò dietro gli alberi, planò e decollò di nuovo in attesa di trovare un attimo di tempo per attaccare. 
Si buttò in picchiata contro il suo avversario caricando una Furia dal suo robusto becco, sperando di colpirlo. Furia non gli avrebbe fatto quasi nulla, ma poco era meglio di nulla.
Pikachu chiuse gli occhi per concentrarsi “Chu!” schivò all'ultimo secondo il veloce attacco del suo avversario, il quale virò rasoterra tornando in aria nei cieli. 
In quell'esatto momento Leafala prese una rincorsa e caricò Pugnospine per prenderlo. Ancora in volo, Pikachu ragionò ed ebbe un’idea. Poggiò la sua coda sul terreno e quando il koala provò a colpirlo, rimbalzò facendo pressione su di essa. 
Non contento, il topo poggiò a fine rimbalzo le sue zampe su un tronco e dandosi la spinta si lanciò in un velocissimo Attacco Rapido. L’impatto travolse il koala e Tweeny, il quale era accorso per aiutare amico. 
Era troppo forte per loro, i due sfidanti vennero spediti addosso ad un tronco. 
"Leaffff..." 
"Twee..." 
I due sibilarono digrignando i denti, non si sarebbero arresi, eppure sembrava un rompicapo: come potevano riuscire a sconfiggere un avversario così temibile come il quello che avevano davanti? 
"Un consiglio" li richiamò Ash alzando la manina "Usate l'ambiente a vostro vantaggio! Ogni singolo dettagio, tutto ciò che avete attorno può aiutarvi. Non è lo stesso ambiente della palestra di Romina ma vi sarà utile”
Leafala e Tweeny fissarono il giardino: uno spazio terroso in una frattaglia di alberi,Pikachu era al centro. All'improvviso un’illuminazione nacque nella testolina del pennuto e bisbigliò al koala qualcosa. L'amico annui, valeva la pena di provare. 
Pikachu li guardò e si mise sulla difensiva, avevano in mente qualcosa. 
Il canarino blu volò in aria e con tutta la forza del suo Attacco D'Ala andò a spezzare un grosso ramo d'albero. Leafala lo prese al volo con un balzo e atterrando lo fece ruotare nelle sue zampe, era uno scudo perfetto. Accostò la corteccia davanti a lui e si difese man mano che caricava contro Pikachu.
Il topo provò a scagliare dei Fulmini di bassa potenza, senza però infliggere troppi danni. Pikachu decise di distruggerlo, evidentemente la mossa migliore per procedere. “Pikaaaaaaaa chuuuuupi!!!!” Spezzò completamente il ramo con Codacciaio. L’urto scaraventò via dalle mani di Leafala i restanti pezzetti.
"TWEEE!" urlò una voce da dietro il topino. 
Pikachu non sembrò muoversi. Tweeny arrivò in picchiata e lo colpì in pieno, buttandolo a terra come un peso morto. Provò a rialzarsi ma fu subito gettato metri più in là da una spallata di Leafala.
Ad Ash bastò. Lesse gli sguardi soddisfatti e stanchi dei suoi due Pokémon e decise di concludere il match."Per oggi basta così"
Leafala e Tweeny lo guardarono con curiosità. Perché fermarsi adesso? Il ragazzo comprese i loro dubbi "Pikachu é un avversario duro..."
Il topino lo raggiunse mettendosi di fianco all'allenatore, come se non avesse proprio lottato. “ChuChu”
Ash proseguì "Vi assicuro che é già tanto per voi averlo colpito. In questo momento non é solo la vostra forza che deve esaltare, ma il controllo. Vi siete ritrovati a fare un grande miglioramento, ma durante un vero match spesso il nervosismo fa brutti scherzi e non si sfruttano fino in fondo le proprie capacità"
Si erano allenati talmente tanto, che avevano posto fin troppa sicurezza nelle proprie capacità e non avevano più pensato a superare il loro limite massimo raggiunto in lotta. Durante una sfida era sempre possibile migliorarsi, raggiungere livelli più alti e superare ostacoli che rendevano più forti.
Si erano prefissati un livello massimo quando non esisteva davvero, scoperto che non era sufficiente avevano perso la loro autostima e ridotto nella loro mente i giorni di allenamento al nulla.
"Possiamo vincere, l'importante é dare il meglio, sempre di più. Non c'é un soffitto indistruttibile"
I due rimasero ad ascoltare attentamente. 
"Ora sapete che perdere fa male, ma fa parte della vita. Impegnarsi é ciò che rende più dolce la vittoria e meno amara la sconfitta. Vi rende campioni. Se volete davvero andare avanti, dovete usare ogni esperienza triste, dura o paurosa come trampolino che poi vi lanci sempre più in alto!" Sorrise il ragazzo indicando con l'indice il cielo stellato.
Leafala e Tweeny alzarono la testa, scrutando lo spazio infinito blu e tutte le sue stelle.
"Immaginate che quelli siano tutti i campioni che forse hanno perso ma hanno trovato il coraggio di lottare e migliorarsi. Trovare i difetti e usarli a proprio vantaggio. Riflettere sugli sbagli. Voi siete già lassù, dovete solo realizzarlo!"
La luce delle stelle era talmente splendente, che dava loro una strana adrenalina e sicurezza.
"Domani risfideremo Romina. Dimostrate che avete capito e vedrete che nonostante il risultato ne usciremo come una squadra, sempre alla carica!" Ash si alzò e alzò il petto con fierezza "E ora a mangiare!!! Vi voglio carichi!!"
"Twee!!"
"Fala!!"
I due corsero via, sperando di trovare ancora cibo lasciato da parte. In ogni caso ci avrebbe pensato Ash a dargliene un po'.
Quando i due Pokémon furono all'interno del centro, il quasi silenzio della notte tornò a regnare. La pace che il vento serale portava sembrava voler spingere alla parola i due rimasti all'esterno.
"Ti sei lasciato colpire apposta, vero Pikachu?" Ash gli lanciò uno sguardo pieno di consapevolezza.
"Chu" annuì il topino.
Ash si inginocchiò e gli posò la mano sulla testa "Hai fatto bene" detto questo si alzò e procedette sul manto erboso "Vieni?" Si fermò e fece cenno scuotendo la spalla una volta.
"Pika!" Pikachu saltò direttamente sulla spalla in un balzo particolarmente lungo.
Quel salto chiarì molte motivazioni della scelta del Pokémon elettro di lasciarsi colpire.
Pikachu era estremamente più forte dei due. Li avrebbe battuti probabilmente e anche in fretta. Non era particolarmente provato dalla lotta e con un salto simile figuriamoci se non era veloce abbastanza da schivare quei due attacchi di Tweeny e Leafala. Con uno scontro dei due, l’uno sull’altro, si sarebbero mandati K.O. a vicenda, ricevendo un’umiliazione peggiore della precedente.
Il suo obbiettivo però non era quello di sconfiggerli e umiliarli, ma dare loro autostima.Non autostima sulla loro forza, quella era sempre dentro loro, loro sopraffatta dalla tristezza... ma la vera autostima era quella di superare un fallimento. Potersi rialzare dopo aver raggiunto dei punti bassi. 
A volta delle piccole illusioni potevano far bene.


Passò la serata, fecero un'abbuffata e se ne andarono a letto. Ora che l'obbiettivo era chiaro, prendere sonno era stato facile. Prima ancora che il sole fu sorto, l'allenatore si trovava già fuori dalla porta della palestra. Tese braccio e diede una leggera spinta al portone.
Un cigolio profondo e pesante accompagnò la visuale sempre più aperta dall'interno e dall'esterno. Delle fiaccole si accesero all'improvviso, prendendo posto del sole ormai sul punto di sorgere. La luce era debole ma il suo proseguimento arrivò alla fine del corridoio, dove una figura aspettava.
"Bene..."
La palla infuocata cominciò ad alzarsi alla spalle dell'allenatore.
"Vediamo..."
Divenne sempre più alta, dando risalto focoso al contorno del ragazzo, come emanante un'aura accaldante.
"Se la tua fiamma soffocherà la mia.."

Continua...

Beh...è vero che in questo capitolo abbiamo subito una sconfitta ma allo stesso tempo abbiamo avuto anche modo di vedere una vittoria morale. Vediamo se questa vittoria morale avrà modo di farsi valere nel prossimo capitolo! Come al solito vi invito a mettere mi piace alla pagina facebook e alla pagina deviantart!


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Capitolo 19
*** Leafala vs Spectrelish! Lotta a Denti Stretti! ***


Questa volta siamo stati rapidi! Abbiamo già pronto per voi il capitolo! Buona Lettura

Episodio 16: Leafala vs Spectrelish! Lotta a denti stretti!


Dopo una bruciante sconfitta nella palestra di Mozzaburgo contro la capopalestra Romina, Tweeny e Leafala hanno dovuto superare un momento di depressione. Tuttavia grazie all’aiuto di Pikachu e Ash, sono riusciti a ritrovare il loro ardore e sono pronti a tornare ala carica.

"Sbaglio o ti vedo più piccante stavolta?" chiese con guardo da sfida Romina. Vedeva lo stato d'animo di Ash, poteva leggere nei suoi occhi due fiamme ancora più calde e divampanti dell'ultima volta. 
"Ci sentiamo ancora più carichi e pronti a lottare! Non siamo più quelli di ieri!" replicò Ash con aria ancora più determinata.
"Bene allora! Dunque, sai cosa bisogna fare in questi casi, vero?" sorrise fiera la cuoca. 
"Ovviamente! Preparati Romina! Questa volta sarò io a divampare!"
Essendo entrati dalla porta principale, gli spettatori e lo sfidante dovettero solo scendere le scale per arrivare in profondità del vulcano. Una volta arrivati Serena, Lidia e Brock salirono sugli spalti. 
Ash invece proseguì verso il campo. Questa volta non sentiva né caldo né afa. Era lui stesso una fonte di calore ancora più incandescente dell'ambiente in cui si trovavano. 
"E' proprio determinato stavolta" sorrise Lidia "Quasi mi sciolgo io da quanto arde la sua voglia di rivincita!"
"E' fatto cosi" commentò Brock "Se una cosa lo butta giù, si rialza subito ancora più determinato che mai!" Le sue parole sembrarono strane dette dalla sua bocca. Sentiva quasi inappropriato parlare di Ash in quel modo. Certo, era un lato che non era cambiato in lui, ma non credeva più di conoscerlo abbastanza bene, di essere un amico talmente vicino da sapere tutto di lui.
"State pur certi che se ieri aveva dato il 100% oggi supererà quella percentuale!" aggiunse Serena.
"Ragazzi... ci siamo! Oggi ci faremo valere ancora di più! Ieri era Ieri, ma oggi è una nuova sfida!" 
I due contendenti raggiunsero le loro rispettive posizioni. Sugli spalti il gruppo di amici stava aspettando con trepidazione l'avvento di una nuova e incandescente lotta. 
L'arbitro raggiunse la sua posizione "Sta per avere inizio la lotta tra lo sfidante Ash Ketchum da Biancavilla contro Romina, la chef focosa di Mozzaburgo! Sarà uno scontro 2 vs 2! Solo allo sfidante sarà concesso il cambio!" 
Ash respirò mentalmente, era l'ora di mostrare di che vera pasta era fatto. 
"Allenatori!" li richiamò il cameriere arbitro "Mani alle pokéball!” 
L'allenatore prese mano alla sua sfera. Era l'ora, per un amico blu, di regolare i conti. "Tweeny! Io scelgo te!" Il canarino volò subito in mezzo all’aria della palestra, senza fermarsi un attimo.
"Oggi Tweeny è proprio in forma!" commentò Serena cogliendo la fierezza del Pokémon uccello quando le passò davanti. 
"Beh è naturale! Oltre ad essersi ripreso, oggi ha dalla sua anche una poderosa voglia di riscatto!" dedusse Lidia. 
"Sono certo che oggi sarà uno scontro completamente diverso per lui" concluse Brock. “Ha imparato cosa vuol  dire perdere e ha imparato a non fermarsi al suo limite”
La capopalestra sorrise, portando la mano al fianco "Ti affiderai ancora a Tweeny?" 
"Il Tweeny che affronterai non è lo stesso che hai battuto con il tuo Numel ieri!” replicò Ash fiero del suo cambiamento.
"Credi di essere l’unico con delle sorprese? Beh, avrai di che stupirti! Un vecchio rivale mutato solo per voi!!" Lanciò la sfera e il calore che venne eruttato da essa fece indietreggiare tutti. 
Per un attimo Tweeny sobbalzò, non era l'avversario di ieri quello che si trovava davanti, o almeno lo era ma più grosso.
"RUPTTTTTTTT!" ruggì il nemico di fronte a lui. 
"Ma non è Numel!" si sorprese la performer "E’ un Camerupt, deve essersi evoluto dopo la lotta di ieri!” disse lei guardando il suo pokédex. 
"E' un bel problema" incrociò le braccia Lidia. I due amici la guardarono "Se ieri Tweeny non riusciva a colpire seriamente Numel figuriamoci con un bestione come Camerupt. Altro che arrostirlo, finirà cotto a puntino!” concluse deglutendo. 
L'unico che non sembrava spaventato era Ash. Non era la prima volta che affrontava una capopalestra a cui si era evoluto un Pokémon tra una sfida e l’altra. Questo non lo avrebbe fermato, avrebbero trovato un modo di sconfiggere qualcuno anche più forte. 
"Tweeny!" disse richiamando il suo Pokémon "Non farti spaventare dalla mole! Basta che ti impegni al massimo come sempre e ti spingi oltre il tuo limite! E’ così che si migliora!”
L'uccellino a quelle parole riprese il suo contegno e scacciò dalla mente l’immagine del colosso che si ritrovava davanti. "TWEE!" strillò con coraggio. 
"Tweeny vs Camerupt! Allo sfidante la prima mossa!" decretò l'arbitro dando via alla lotta. 
"Tweeny! Coraggio! Iniziamo per bene questo scontro volando in aria più fieri che mai! Usa Attacco D'Ala!"
"TWEEEE!" Tweeny si buttò a capofitto sul muso del gigantesco cammello colpendo più forte che poté.
"Rupt..." sbuffò lui non sentendo minimamente l'impatto. 
"Camerupt, Focalenergia!"
"CAMERRRRRRRR!" ruggì il gigante rafforzando la sua massa. 
Tweeny volò indietro, tornando in posizione d’attacco. "Ok..." cominciò a riflettere lo sfidante "E' stata una mossa rischiosa e quasi inutile, ma almeno sappiamo che Camerupt non può essere battuto come abbiamo fatto ieri con Leafala…” 
“Caraaa!!” Camerupt cominciò a sbuffare e soffiare per intimidire l’avversario.
“Tweeny! Svolazza qua e là sul campo! Ci inventeremo qualcosa!" ordinò l'allenatore. Il Pokémon di tipo volante eseguì l’ordine, cercando di mantenersi a distanza di sicurezza. 
"Camerupt! Vediamo di accaldarlo con Giornodisole!" Dalle gobbe del Pokémon vulcanico si materializzò un raggio di calore che pervase l’aria. 
Serena prese un fazzoletto e se lo pose sulla fronte per ripararsi un po' dal calore "Uff... è ancora più caldo di ieri. Come se non bastasse ora le mosse di tipo fuoco di Camerupt saranno più potenti" 
"Per Tweeny sarà rischioso volare" disse Brock.
"Cosi come scendere a terra..." aggiunse la detective puntando il terreno. "Guardate!"
Il pavimento prendeva un colore sempre più caldo e intenso. La sensazione ad appoggiare i piedi avrebbe potuto ricordare le giornate al mare, quando non si hanno ombrelloni e la sabbia è rovente.
"In pratica non ha molta via di fuga. Non può resistere molto volando e quando cederà rischierà molto appoggiandosi al terreno” si preoccupò la performer. 
"N-Ny..." annaspava il pennuto afflitto dal calore. 
Ash incominciò a sudare, a differenza della capopalestra completamente adattata alla temperatura elevata. "Uff... dobbiamo resistere..." 
"Camerupt! carica Tweeny con Riduttore!" ordinò la cuoca. Il Pokémon fuoco prese la rincorsa e si gettò caricando a testa bassa il pennuto, il quale lentamente stava abbassando la quota, oppresso dal caldo che lo stava arrostendo. 
"N-Non ancora, n-non ancora..." meditava a sangue freddo Ash, sangue che stava per ribollire. Quando il suo avversario fu molto vicino all'impatto la voce dell’allenatore risuonò "Tweeny! ORA!"
Tweeny riaprì gli occhi e con uno sforzo si alzò il minimo necessario per permettergli di schivare all'ultimo secondo la travolgente carica del suo avversario. Camerupt non poté che finire per sbattere il muso addosso al muro. "R-Rupt..."
Il cammello si ritrovò pancia all’aria, gli ci volle un po' per rimettersi sulle proprie zampe. Tutto quell’ammasso si rivoltò e tornò a formare l’ombra sotto i suoi piedi. Il ragazzo osservò attentamente, quella che prima era una semplice occhiata casuale, divenne una geniale illuminazione.
Serena lesse ogni singolo movimento del viso di Ash, trovando su di lui un sorriso determinato e furbo. Di certo era arrivato ad un piano e quando sorrideva così, era sulla buona strada. 
Romina alzò la voce per farsi sentire dal proprio Pokémon “Camerupt! Tutto bene!?" 
Questo il Pokémon di tipo fuoco si voltò, il suo muso era rosso di rabbia. Non aveva mai ricevuto un colpo involontario così forte e la cosa lo imbarazzava parecchio. Non aveva intenzione di farsi mettere sotto da una mezza cartuccia che aveva stracciato solo con la sua pre evoluzione.
"CAMEEEEEEEEEEEEEEEERRRRRRRRRRRR!" ruggì inferocito. 
"Ahi..." disse Brock "E' l'abilità Grancollera. Se un Pokémon con questa abilità subisce un danno pesante il suo potere di attacco schizza alle stelle. Quindi qualunque sua mossa colpirà Tweeny sarà quadruplicata, sia per la sua abilità che per Giornodisole.”
Ash sapeva bene che ora stava tutto nell’usare a suo vantaggio quell’abilità. Il suo attacco era più forte di quello di Tweeny, quindi poteva anche far danno su se stesso se sfruttato come si deve "Tweeny! Ora dobbiamo rischiare, te la senti?"  
"T-Twee!"
"Vediamo ora come te la cavi contro una potenza di fuoco cosi maestosa!" gli sorrise beffarda la capopalestra "Camerupt! Dimostriamoglielo con un Lavasbuffo!" 
I lapilli di fuoco esplosero dalle gobbe a cratere di Camerupt, andando a inondare il campo con una pioggia di lava. Era un vero inferno e non c’era riparo, o forse uno c’era.
"Tweeny! Forza dobbiamo avvicinarci!" Tweeny aprì bene le ali, scendendo in picchiata verso Camerupt. Non voleva colpirlo. Schivò ogni arcata di lava che si propagava sul campo. Un lapillo si avvicinò da destra, ma riuscì a schivarlo, un altro arrivò da sinistra e lo colpì”
“Attento Tweeny!”
“T-Tweee.. neee!” Sopportò il dolore e lo usò come carburante per accelerare la sua caduta. Consapevole che stava per essere inondato da un'altra onda di magma, chiuse i suoi arti e si chinò in avanti per prendere più peso e vincere la gravità.
Riuscì ad arrivare quasi al muso di Camerupt, mossa che lasciò tutti perplessi. Cosa ci guadagnava se i suoi attacchi manco gli facevano il solletico?
"E' stanco!" gridò la capopalestra "Camerupt finiamolo con Frana!" 
"RUUUUUUUUUUUPTTTT!".
Stavolta la pioggia non era per niente focosa ma rocciosa. I grossi vulcani sul dorso del cammello cominciarono a gonfiarsi e poi due boati precedettero l’eruzione dei massi. Una mossa di tipo Roccia era superefficace contro un tipo volante come Tweeny. Sarebbe stato messo al tappeto se colpito. 
Tuttavia fu anche l’occasione ideale per rivendicarsi "Tweeny! Sotto Camerupt!” 
Il canarino fece come richiesto e il corpo piccolo e minuto gli permise di farsi spazio sotto la pancia del colosso appena prima di essere colpito. 
"CAMER!?" si sorprese l'avversario. 
Camerupt era pure enorme ma aveva un punto cieco: il ventre. Anche l’unico punto in ombra e quindi meno bollente rispetto al resto del campo. Aggiungendo che Camerupt aveva aumentato la potenza con Giornodisole, con Focalenergia e con Grancollera, l'attacco Frana sarebbe finito proprio contro il suo stesso lanciatore come se fosse il rivale.
BOOM!!!!
Camerupt era troppo lento e l’attacco lo prese in pieno, causando anche a lui una quantità di danni per nulla inosservabile. Non appena Tweeny si rese conto che il suo avversario stava per crollare si diede la spinta con le zampe e uscì da quell'incredibile nascondiglio che si era appena ritrovato. 
Un nuvolone di fumo che creò la frana scomparve e rivelò lo stesso cammello inginocchiato, tuttavia l’attacco non era ancora finito e le rocce non avevano finito di crollare dal cielo.
“CAMERUPT!" urlò la Romina, cercando di intimarlo a continuare. 
Il Pokémon di tipo fuoco provò a rialzarsi, caricando un Lavasbuffo completamente di sua volontà.
*STUMP*
Cercò di ignorare i massi che continuavano a cadergli addosso, per poi notare che il suo corpo era più pesante del solito. La stanchezza e la rabbia gli annebbiarono la mente e continuò a caricare il suo attacco.
“Fermo Camerupt!!!” Cercò di avvisarlo la capopalestra. Il suo tentativo fu vano e in ritardo. 
Entrambi i vulcani erano bloccati da due massi alle sommità, le quali coprivano l’unica loro via d’uscita. 
“CAMMEEEEEEEEEEE RUUUUUUUUUPTTTTT!!!”
L’esplosione fu intensa e potente. Non ebbe tempo di realizzare il suo errore e nemmeno di sentire la sua allenatrice che voleva calmarlo. L’attacco risultò dannoso solo per se stesso e la sua forza e rabbia risultarono solamente autolesioniste.
"Camerupt non è più in grado di lottare! La vittoria va a Tweeny!" fu il decreto dell’arbitro cameriere.
“Grande Tweeny! Sei stato fantastico!” si congratulò Ash, aprendo il braccio e facendo atterrare l’amichetto su di esso.
“Nee!” Agitò lui le ali al settimo cielo.
Finalmente era riuscito a riscattarsi e sentiva l’ottimismo fin dentro le ossa. Forse era illudersi, ma credeva fermamente di avere una chance di arrivare fino alla fine dell’incontro. Voleva almeno provare a battere pure Spectrelish. Sapeva bene che il compagno Leafala voleva dare il suo contributo, ma era per il bene di entrambi che voleva farlo.
“Bravo!” Si complimentò la cuoca “Ora si che vedo il vostro potenziale! Scoppiettante come un peperoncino cotto a puntino e in fase di scoppiettamento!”
“Grazie, ma ora vorrei vedere cosa ci riserverai per il prossimo match!” Era il modo gentil di Ash di chiedere di sbrigarsi a continuare la lotta.
Romina tirò fuori una pokéball, comprendendo che lo sfidante stava già soffrendo il caldo. La sua scelta era ovvia e il rivale era colui che più attendevano di sfidare “Spectrelish! E’ ora di cuocerli a puntino!”
“LIIIISHHHH!!!”
L’allenatore diede un’occhiata al suo Pokémon “Ti va di provarci?” 
“Twee!!!” Accettò di buon grado. Sentiva un piccolo peso nei confronti di Leafala, ma in ogni caso era certo che avrebbe avuto anche lui la sua occasione.
“Bene! Allora vai!” Ash diede una spinta con l’arto sinistro per far volare Tweeny più in alto possibile.
L’arbitro diede una veloce controllata ai due sfidanti e poi procedette ad annunciare il match successivo “Tweeny vs Spectrelish! Si può cominciare!”
"Se non ti spiace iniziamo noi! Spectrelish usa Focalenergia!" Ormai stavano camminando su una brace e la velocità era essenziale.
"Spectspeeeeeeeeelish!!!" La pizza lanciò subito un attacco, facilmente schivato da Tweeny.
"Tweeny usa Attacco D'Ala!!!" Ordinò Ash.
Romina non aspettò a rispondere "Contrattacca con altri Focalcolpo! Continua fino a colpirlo!"
Le palle energetiche si formavano dalle due mani filanti e si dirigevano con velocità verso il loro avversario, tuttavia Tweeny riusciva a spezzarle in due parti con le sue ali rinforzate. La prima vittoria lo aveva gasato e se la fortuna fosse stata dalla sua, forse avrebbe sconfitto il suo avversario.
"Frustadifuoco!" Si sentì pronunciare.
Tweeny continuò a procedere in volo fino a Spectrelish, ma davanti ai suoi occhi spuntò una massa elastica e appiccicosa che lo bloccò immediatamente.
L’impatto fece risuonare un vero stridulo dell’uccellino che sentiva il bruciore sul suo corpo "T-Tw... nyny..." con le ali completamente bloccate non riuscì a reggersi in cielo e cadde fino al suolo. L'avversario lo lasciò arrivare a terra, consapevole che gli avrebbe causato qualche danno.
Tweeny sentiva le ali completamente inamovibili. Appena provava ad allargarle si facevano sempre più appiccicose e la sostanza formaggiosa più resistente. Per non parlare del bruciore che continuava ad emanare. Aveva una voglia morbosa di uscire da quell’intruglio, ma gli era impossibile.
"Ora fallo girare un po'!" 
Spectrelish cominciò a far ruotale il suo lazo, così costringendo a Tweeny ad essere trascinato di qua e di là.
Quando lo vide ormai abbastanza intontito, iniziò a sbatterlo sul pavimento e le pareti della palestra.
"N-ne..." mormorò con un lamento il ferito, realizzò che le energie erano state ormai tutte spese, non ce l’avrebbe fatta. Decise di non ribellarsi più per evitare si farsi male oltre, dando al nemico l’occasione di concludere prima quella lotta tra i due.
La cuoca diede il comando finale "Concludi il match!"
Il Pokémon di tipo fuoco diede un ultima tirata in aria "Speeeee..." e scagliò il rivale mozzando la mozzarella "TRELISHHHHHHH!" 
Si sentì un fragore e all’impatto con il corpo del volatile, la parete della palestra si sgretolò appena.
"Tweeny!" Corse a controllare Ash. Purtroppo il suo istinto gli diceva già il risultato.
"Tweeny non é più in grado di combattere, la vittoria va a Spectrelish!"
Il kantoniano tirò fuori dall'incanalatura formatasi nel cemento, il suo piccolo uccellino e gli diede una piccola scrollata per togliergli la polvere di dosso "Hai dato il meglio, sono fiero di te! Ora vedrai che ci pensa Leafala, va bene?"
"T-Twee.." il canarino blu annuì, comprendendo che contro Spectrelish non avrebbe fatto comunque molto. Ora toccava al suo compagno risolvere quella situazione, era giusto così. La sfida non apparteneva a lui e in ogni caso, aveva dato il suo meglio e avuto la rivincita su Camerupt, era felice lo stesso.
"Questa volta ti lascio con Pikachu" disse il corvino appoggiando Tweeny al terreno vicino al topino. Questa volta voleva assistesse anche al seguito della lotta. Poi si rivolse a Pikachu "Fagli compagnia, ok?"
"Pika!" Lo rassicurò l'elettrotopo, alzando il pollice all'insù.
Lidia si sedette, non riuscendo più a stare in piedi per il caldo “Peccato, Tweeny non gli ha inflitto nemmeno un danno. E’ come se Spectrelish fosse appena uscito dalla pokéball. Per di più Ash probabilmente userà Leafala, quindi sarà sempre in svantaggio”
“Sono certa che stavolta Ash farà riscattare il suo onore, come Leafala farà lo stesso!” La incoraggiò Serena. Le sue gambe non erano ancora stanche e poteva seguire la lotta in piedi ancora per molto.
"Spectrelish é troppo forte per voi. Forse dovevate allenarvi di più prima di ritornare!" Romina espresse il suo parere, trovando effettivamente il loro ritorno prematuro. Ovviamente era rimasta stupita da Tweeny, ma il suo Spectrelish era indubbiamente molto più forte di Camerupt.
Era vero anche che era passato pochissimo dalla scorsa lotta. Praticamente non si erano allenati affatto a livello fisico, ma non era quello l'obbiettivo. Erano già pronti sotto quel punto di vista, dovevano migliorare sotto il punto di vista emotivo e morale.
"Non preoccuparti di questo! Aspetta a giudicare! Prima dovrai affrontare il mio prossimo compagno!" E liberò il combattente "Leafala! Scelgo te!"
"A te la prima mossa! Voglio proprio che mi stupisci!" Lo beffeggiò la capopalestra.
Ash sorrise, attirato dalla provocazione "Leafala iniziamo con Energipalla!" 
"Lefalefalefalefalefaaaaa faleeele!" La grandezza della sfera era maggiore dello scorso incontro. Il koala la sparò verso il rivale e lo colpì in pieno, facendolo indietreggiare.
"Non credo faccia gran danno una mossa del genere!" Era come se Romina stesse attendendo di vedere qualcosa di davvero stupefacente, leggermente annoiata dalla mossa svantaggiata sul suo Pokémon. Stava prendendo molto sottogamba le mosse dell’avversario, a sua volta pensando che Ash stesse sottovalutando la forza di Spectrelish.
Leafala d'altro canto non aspettava altro, voleva dei colpi forti? Li avrebbe avuti. Uno peggiore dell'altro, l'avrebbe fatta ricredere e avrebbe sconfitto l'avversario a suon di erba.
"Ok, se non avete intenzione di attaccare sul serio, lo faccio io… Spectrelish usa Frustadifuoco!"
"Leafala difenditi con Energipalla!" 
Lo starter iniziò ad emulare il movimento delle zampe con cui creava la sua mossa. Il lazo arrivò veloce come un razzo, ma ebbe abbastanza tempo crearsi anche nella sua più piccola forma.
La mise davanti allo stomaco e cominciò a farla ruotare. Quando il formaggio filante arrivò, andò ad appiccicarsi su Energipalla e il continuo arrotolarsi ricordò un gomitolo.
"Si é difeso!" Esultò Serena.
Sembrava che il suo attacco di tipo erba non avrebbe mai retto e invece era servita come ottimo arrotolamozzarella.
"Visto? Forse non possiamo attaccare in maniera perfetta il corpo di Spectrelish ma possiamo difenderci dai suoi attacchi!" rispose Ash contento di esser riuscito a dimostrare che Leafala era diverso. Non sarebbe caduto nella stessa trappola e aveva capito che gli attacchi a scontro diretto funzionavano poco.
"Non male, non male…" disse la capopalestra. "Però è solo un attacco! Spectrelish ne ha ancora tanti a sua disposizione!" 
"Relish Relish" rise di gusto il Pokémon tondeggiante, senza però riuscire a trasformare in sorriso la smorfia che la sua mozzarella creava in faccia. 
Anche lui notava che il suo piccolo avversario emanava un’aura diversa, ma non gli interessava. Si sentiva nettamente più potente e avvantaggiato. Sconfiggerlo forse avrebbe richiesto più tempo, ma ce l’avrebbe fatta lo stesso.
"Leafala! Ora che hai quella palla nella tua mano, mangiatela!" ordinò l'allenatore. 
Uno shock familiare pervase Brock. Era un ricordo che riaffiorava dentro la sua mente. Ash non era cambiato del tutto allora, aveva conservato ogni sua vecchia strategia.
"Proprio come faceva con Torterra" sorrise, ricordando i bei giorni in cui l’aveva inventata. Era risultata vantaggiosa sia a lui che Lucinda. 
Le due amiche lo guardarono interessate e Brock non tardò a rispondere. Finalmente sentiva di poter raccontare lui di alcune vicende passate. Gli faceva piacere avere un piccolo momento in cui era consapevole di conoscere molto bene Ash. "Vedete, Ash ha avuto un Pokémon che conosceva Energipalla: Grotle. Ora è un Torterra… e quando un giorno per sbaglio inghiottì la sua sfera, il suo potere d'attacco, velocità e difesa aumentò a livelli incredibili. Non credevo di rivedere di nuovo questa strategia" 
"Ah si! Ho visto quel Torterra!" disse Serena ricordando l'immenso tartarugone che aveva conosciuto al laboratorio del Professor Oak. 
"Ash trova sempre strane strategie. Non avevo mai pensato ad un Energipalla come pasto rigenerante" commentò la detective segnandosi l'idea in testa. Magari le sarebbe tornata utile in futuro. 
Leafala, sebbene abbastanza confuso sul da farsi, diede un morso man mano ad tutto l’attacco e ingoiò i pezzettoni. La mozzarella e l’aroma erboso erano decisamente gradevoli, ma il vero brivido arrivò quando ebbe finito. 
Il suo corpo ebbe come una svolta, purificazione, una ricarica. Come se avesse fatto il pieno delle sue forze.
“LEAFALALAALA!" ruggì conscio della sua nuova potenza. 
"Ora si che Leafala è pronto a combattere al livello di Spectrelish!" disse Ash contento di aver appena trovato un modo di eguagliare la potenza del suo avversario. 
"Può darsi, ma anche con quell'aumento di carica, Spectrelish gioca comunque in casa!" rispose beffardamente la capopalestra "E siccome abbiamo appurato ieri che gli attacchi diretti su di lui non funzionano, difficilmente riuscirete a batterlo. Di conseguenza, più prolungate la lotta più il caldo si farà sentire!” Di certo loro il caldo non lo soffrivano ancora.
Giornodisole era ancora attivo sul campo e sebbene il koala fosse di tipo erba, l'arsura del campo di battaglia lo avrebbe spompato in fretta. 
L’allenatore subito replicò "E allora troveremo un modo per concludere!" 
"Non se prima vi arrostiamo per bene! Spectrelish vai di Ruotafuoco!"
"Relelelelelelelish!" ruggì la pizza ruotando su se stessa e formando di nuovo una trottola di fuoco e fiamme.
"E ampliamo il raggio d'azione con Frustadifuoco!" dalla trottola uscì, scagliato con una rapidità impressionante, un bollente lazo appiccicoso.
Era come un enorme vortice con alla base un altro vortice. Un’immagine di certo abbastanza intimorente. Leafala riprese a correre via, ma non per paura, stavolta usò tutta la velocità che le sue zampe potevano donargli per prendere tempo.
"Fa...la...la...leaf!" schivò saltellando qua e là, evitando con salti e abbassamenti il lazo che continuava a roteare sopra e sotto di lui. Doveva dare tempo al suo allenatore per pensare una strategia di difesa e d’attacco.
Ash notò un solco nel terreno, fatto probabilmente dalla caduta di Frana causata da Camerupt nello scontro con Tweeny. Gli sarebbe di certo tornato utile per difendersi, il campo era sempre una risorsa più che fruibile. "Leafala! Nel solco, sdraiato!"
Il Pokemon d'erba cercò il solco e quando lo notò vi si buttò dentro. Quando la trottola passò, Leafala poté sentire una fiammella colpirgli l'orecchio, ma fu solo un lieve bruciore. Era stato un lieve attacco di striscio. 
"Ora Leafala prendi la frusta e ruotala! Ma a senso opposto!" 
Il Pokémon d'erba si rimboccò le maniche e sputando saliva sulle sue mani per raffreddarle prese al volo il lazo ardente del suo avversario. Scottava, altroché se lo faceva. Quando fu saldo tra le sue mani dovette digrignare i denti e mostrare una smorfia per resistere. "L-Leeeeeeeeaffff!" urlò con tutte le sue forze strattonando il filo. 
La trottola piano piano perse potenza e Spectrelish si ritrovò barcollante in aria piuttosto confuso. "S-spectreeee" 
"Tira quella frusta mettendoci dentro un Energipalla! Poi rilascia!" ordinò Ash.
“Leafaaaaa!!” Di nuovo formò con una sola zampa il suo attacco e lo appiccicò sull’estremità che reggeva della mozzarella. Il colpo si appiccicò come previsto dopo avergli dato un’arrotolata di sicurezza, diede un ultimo strattone e lasciò la presa.
Il colpo partì come una sonora fionda. La pizza ancora confusa si beccò in pieno un colpo senza che potesse prepararsi a respingerlo con il suo corpo peculiare. Poteva difendersi dagli scontri fisici, ma le mosse lanciate a distanza non potevano che farlo risentire di seri danni.
"Vedo che ve la state cavando nonostante tutto" sorrise Romina.
Una piccola e leggera goccia si sudore si formò sulla guancia e scene lentamente sul suo corpo. Lo aveva notato pure lei, era la sua prima sudata in assoluto. Questo voleva dire che il livello di cottura era ai più alti mai subiti. Stava affrontando una lotta degna di lei.
"Ora basta!!!” Urlò lei con un grido che fece esplodere tutto l’ardore dentro al cuore “Facciamo vedere la nostra vera forza! Spectrelish metti le mani a terra!"
Spectrelish eseguì e ancorandosi al terreno riprese finalmente conoscenza dopo la confusione provata. “Ora Ruotafuoco! Non potrà evitarlo!"
Il koala si ritrovò indaffarato a togliere la sostanza appiccicaticcia dalle sue mani. Quando sentì il suo allenatore richiedergli attenzione, alzò lo sguardo e vide l'imponente corpo pastoso del suo avversario troneggiare su di lui. "L-Leaf!" sobbalzò schivando il colpo e cadendo sulla schiena.
"Ci siamo! Calorpressa!"aprì le mani mimando un grosso forno. 
Spectrelish ci mise poco e schiantarsi sull’avversario e bloccarlo sotto di lui.
Leafala si ritrovò schiacciato dalla massa rovente, sempre più calda e soffocante. Il panico cominciò a tornare, rivivendo gli attimi della sua sconfitta. 
Non poteva finire così, non dopo tutta la fatica fatta per sconfiggere Spectrelish, gli attacchi sorprendenti e l’energia usata. Il vantaggio sembrava dalla loro, poteva farsi mettere K.O. da una sola mossa? In quel modo? No, non dopo tutti gli sforzi compiuti e la volontà spesa. Doveva superare il limite che non aveva sorpassato la prima volta, doveva agire per istinto.
Ash strinse i pugni, bagnati dal sudore come se fosse caduto in un fiume. Se non si sbrigava a trovare una soluzione, Leafala rischiava di essere arso vivo di nuovo. "Coraggio Ash… pensa… pensa..." chiuse gli occhi spremendo le meningi. 
Grrooowl... la sua pancia borbottò. Non gli pareva il momento di pensare al cibo, eppure vedere una lotta così intrisa di ingredienti gli aveva stimolato l’appetito.
…Mangiare? Ash si diede un paio di schiaffi sulla faccia... valeva la pena di rischiare una mossa più naturale ed estrema possibile. 
Ash respirò profondamente, poi provò a suggerire al suo Pokémon "Leafala! Fuori la dentatura! AZZANNA QUELLA PIZZA!”
"EHHHHHHHHHHHHHHHH!?" si stupirono dal palco. 
"Azzannare la pizza!?" sbottò Lidia sorpresa "E' da pazzi! E' un attacco assurdo! Non vorrà davvero fargli mangiare l’avversario!? Non è una lotta di cannibalismo!”
Persino l’avversario rimase abbastanza spaventata da quel comando così estremo. Non poteva davvero volersi mangiare il suo Pokémon, mai le era successo di assistere ad un tale tentativo disperato di vittoria.
Leafala sentì arrivare le parole pian piano, talmente era soffocato dalla massa pastosa, ma l’istinto gli disse che forse la fame lo avrebbe savato. "L-leaf...."

"FALA!!!!!!!" urlò il koala aprendo la bocca e si sentì un profondo *Gnaf*. Era talmente calda da bruciarli la bocca, ma il sapore era ottimo. Quella pizza, per quanto aggressiva, aveva un sapore divino. 
Spectrelish subito cercò di staccarsi ed esplose in un urlo dolorante "L-LISHHHHHH!" Non voleva essere mangiato, quale folle lo avrebbe fatto? E’ vero che alcuni Pokémon… ma lui… insomma non andava bene e basta! 
"Spectrelish!" si disperò la capopalestra. 
Ash sorrise, ora Spectrelish era inerme per davvero, era come se fosse diventato cieco. La sua mozzarella era colata sui buchi per gli occhi e il panico di essere stato morso e mangiato da qualche parte lo aveva davvero reso impotente. 
"Leafala ora mordi quelle mani! Addenta come se non mangiassi da giorni!” Sorrise con un ghigno sempliciotto Ash. La scena lo divertiva parecchio.
"LeafalaaaaaaaFALA!" Leafala di nuovo azzannò e per quanto ogni morse scottasse, era anche una buona sensazione e a quanto pare non solo infliggeva danni all’avversario, ma gli faceva perdere lucidità.
"Spectrelish ruota su te stesso! Stacca Leafala presto!" Ora stava sudando come una matta, non si era mai ritrovata il suo Pokémon sotto un tentato mangicidio. Nemmeno poteva lontanamente prevederlo o immaginarlo. 
"S-Spectre!!!!" ruggì disperata la pizza ruotando sempre più veloce. 
Lo starter si ritrovò sparato via, ma la sua bocca era ancora ancorata ad un filo di formaggio fuso... e non intendeva lasciarlo. 
"Leafala! Ora arrotolati su quel filo e scagliati con Energipalla nella sua bocca!”
"FALAAA!" mugugnò il koala a denti stretti e una volta raggiunta l'elasticità massima partì a razzo verso il rivale, con la sfera in via di creazione tra le zampe. 
Piombò dritto nella bocca di Spectrelish e lo colpì all’interno con la sua sfera, ad una velocità d’impatto incredibile. 
“FAAAAAAAAAAAAAAAALAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!”
“SPEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!”
Un enorme chiazza di formaggio e salsa al pomodoro si sparse sul pavimento e un nuvolone di polvere quasi aromatico cosparse il campo lotta.
Tutti fissarono sbigottiti, attendendo che il nuvolone sparisse per continuare ad assistere alla lotta.
Romina provò a contrattaccare “Spectrelish alzati e usa Frustadifuoco!”
…Non vi fu reazione. La lotta in verità era finita.
Si diradò ben presto il polverone e quando la vista tornò chiara, di Leafala con c’era traccia, probabilmente schiacciato da corpo del suo avversario.
Romina strappò un sorriso “Mi spiace, a quanto pare avete perso ancora…”
“…” Ash non disse nulla, fissò il campo senza aprir bocca.
Ben presto la felicità di Romina dovette sparire, nel vedere il corpo di Spectrelish essere sollevato e spostato da sotto e ribaltato in terra. Il suo Pokémon era completamente floscio e non si era mosso da solo.
Leafala sbucò da sotto il Pokémon pizza e lo spostò dal proprio corpo, ancora soffiando per la fatica. Era lui ad essersi mosso, non il rivale. 
Non dire gatto se non l’hai nel sacco… o in questo caso Meowth, Skitty, Litten o Purrloin…
…Spectrelish era K.O.
"Spectrelish non è più in grado si combattere! Questo significa che il vincitore della sfida é Ash Ketchum!" 
...inizialmente ci fu un grande silenzio. Si sentiva solo il respiro affannoso del koala vincitore. Per un attimo rimasero tutti scioccati, poi il silenzio fu rotto.
"ABBIAMO VINTO!!" Esultò Ash saltando in aria con i pugni al cielo. 
Sulle tribune scoppiò l'entusiasmo dei tifosi di Ash.
Serena fu quella più eccitata, presa a saltellare abbracciata a Lidia "Ash ha vinto! Ha vinto!" 
"S-Si… ho visto…" balbettò sentendosi bloccata dall'abbraccio. Comprendendo di non potersi liberare, fece la spallucce e si unì all'entusiasmo.
Sul campo le reazioni erano diverse. Pikachu per primo era saltato tra le braccia del suo allenatore.
Leafala sul campo era ancora parecchio stordito, grondava sudore da tutti i pori. Era accaldato e affaticato, sentiva la gola secca. Eppure il risultato lo aveva mandato in trans. Ce l'aveva fatta, era stata dura e sembrava impossibile ma ci era riuscito.
Aveva avuto la sua rivincita, aveva aiutato a vincere la medaglia e dallo sguardo che leggeva sul volto del suo allenatore, era riuscito a rendere tutti fieri.
Sperava che il suo maestro lo sarebbe stato altrettanto, perché la gioia che provava in quel momento era pronta ad uscire.
"FALAAA!!" Corae incontro ad Ash e si aggrappò alla sua gamba come se fosse il suo albero.
Tweent pure si aggiunse al gruppo e si strinse in un abbraccio. La vittoria era più bella se guadagnata e sudata. Avevano avuto successo e avevano lottato a denti stretti.
Brock osservava la scena con il sorriso sulle labbra "Complimenti, sei davvero cambiato Ash" con nostalgia capì quanto fosse diverso il ragazzo sul campo di lotta, quello che abbracciava i suoi Pokémon. Poteva ancora scorgere il classico vivace, spontaneo, allegro Ash... ma quello infantile, bambino e orgoglioso era sparito. 
Questo viaggio gli sarebbe servito per capire come era davvero Ash Ketchum, per cercare dentro a quel ragazzo e fratello che tanto era cambiato. Queli erano i veri tratti che non potevano mai cambiare di lui? Quali erano ciò che costituivano la sua persona? 
Dall'altro lato del campo invece si trovava Romina, chinata sul suo Pokémon "Bella lotta eh? Un risultato inaspettato" lo richiamò nella sua sfera per farlo riposare.
Mai nella sua vita aveva visto un allenatore che l'aveva battuta cercando di far mangiare il suo Spectrelish. "Complimenti Ash" sospirò avvicinandosi. “Ma davvero volevo far mangiare il mio Pokémon?”
“Certo che no!” scoppiò lui a ridere “Sarebbe stato esagerato!”
Tutti scoppiarono a ridere. L'arbitro si calmò un attimo, vedendo il proprio capo sudare. Romina non sudava mai, sopportava ogni singolo calore elevato. A quanto pare era arrivata un’eccezione particolare. 
"Il vostro calore ha soffocato il mio... ammetto che mi sbagliavo"
Ash sorrise "Abbiamo solo dato il meglio! Sei stata grande anche tu!" Fece un inchino "Grazie per la lotta!"
"Beh... a questo punto ti devo dare il tuo premio" si voltò girando la schiena e facendo cenno ad un cameriere di raggiungerla.
Quando egli arrivò, la capopalestra afferrò l'oggetto e lo depositò nella mano di Ash "Ecco a te, ti sei guadagnato la Medaglia Fornace!" 
Ash la prese e la guardò con gli amici Pokémon "Ce l'abbiamo fatta! Abbiamo vinto la Medaglia Fornace!!"
"Pi! Pikachu!!" 
"Falala!"
"Twe! Tweeny!"
Festeggiarono tutti la stupenda vittoria. "Ash sei stato fantastico!" Si complimentò Serena "Anche voi ovviamente!" Si rivolse a Leafala e Tweeny.
I due citati ringraziarono imbarazzati, probabilmente quella sera avrebbero ricevuto dei pokébigné.
A quel punto bastarono gli sguardi dei tre amici a dare soddisfazione ad Ash. Soprattutto il sorriso della performer, quel caldo bagliore che bastava a scaldargli il cuore. Continuò a guardarla, mettendosi in vista parecchio. Non sia accorse del tempo che passò, quando sentì gli occhi di tutti addosso, gli parve di bollire al massimo, come mai nemmeno durante la lotta.
"Ash sei rosso come un peperoncino!" Lo stuzzicò Lidia.
Il ragazzo scosse la testa agitatamente con le guance rosso fiammante "È il caldo! E-E l'ansia della sfida!" Si difese abbastanza bene. A quel punto l'allenatore chiuse la mano con la medaglia in essa e la depositò in tasca.
Non fuggì dalla vista di Serena, la quale con sguardo preso nei suoi pensieri spostò dietro di sé la sua borsa.
...
Mangiarono assieme quella sera. Romina offrì una cenetta per tutti, a base della sua pizza migliore. Dopo quella lotta di certo la voglia era venuta. Le discussioni furono vivaaci e serene, con i Pokémon che festeggiavano e ridevano. I due vincitori ora riuscivano a mangiare come degli Snorlax e il gusto del cibo era più buono che mai. Alcuni dei Pokémon si avvicinavano a Spectrelish per assaggiarlo, ma dopo quella giornata di certo lui non ne era d'accordo e cercava di nascondersi e di usare scuse futili ma efficaci.
Fu proprio finita la cena, che Serena toccò la spalla di Ash con un dito e lo richiamò per seguirla. Al ragazzo nemmeno servì chiedere, la seguì e basta. I due si allontanarono verso il terrazzo del ristorante, con vista sul mare.
Il tramonto dipingeva il cielo di rosa e i riflessi arancioni sul mare erano vivi e accessi. Quell'atmosfera dava ai due una strana ansia.
"Volevi parlarmi?" Chiese lui sorridendo. Sapeva che non era solo per fargli i complimenti. Li aveva già fatti, perché tirarlo in disparte?
La bionda sembrò apparentemente timida. "Beh si... più che parlarti..." a quel punto si girò, distogliendo quello sguardo che aveva incatenato i due. Prese la sua borsa e vi frugò dentro.
Ash sbirciò con lo sguardo, non capendo cosa stesse accadendo. Sperava di non essere talmente emozionato da arrossire, al massimo la scusa del riflesso del sole era sempre buona, classica ma buona.
La ragazza non disse nulla e posò tra le mani dell'amico l'oggetto.
Ash rimase scioccato, sbarrò gli occhi e fissò il regalo "M-Ma..."
"Ho visto che il professore Olivio non si é ricordato di dartelo e ho anche notato che mettevi le medaglie in tasca, quindi... ho pensato..."
Tra le mani c'era un bellissimo porta medaglie nuovo di pacca. Il tessuto interno era ben realizzato, il cofanetto sembrava molto resistente e vi era un doppio rivestimento. Uno che copriva la visuale delle medaglie con il marchio della lega di Forsia al centro, probabilmente era il rivestimento esterno. Quello interno invece era trasparente e serviva per proteggere le medaglie e renderle visibili senza per forza doverlo aprire.
Il corvino tastò con le dite sentendo il retro inciso. Lo girò e lesse una scritta:
"Non arrensersi mai fino alla fine" sussurrò ad alta voce.
Prese le due medaglie e le depositò nel cofanetto con lentezza e ammirazione. Stavano benissimo in quello scompartimento, nemmeno ci aveva pensato di procurarsene uno. Serena però… lo aveva fatto. 
Lo chiuse e avanzò fino a chiudere Serena in un abbraccio "Grazie, grazie, grazie! É stupendo! Lo conserverò per sempre!"
“H-Ho visto la scorsa volta alla lotta contro Lidia che non ne avevi uno a portata di mano e… ieri ho chiesto insistentemente di uscire per visitare la città e prendertelo. Volevo che tu lo avessi in tempo per la tua lotta, ma ieri non me la sentivo di dartelo dopo la sconfitta…” 
Ash strappò un sorriso commosso. Quella ragazza riusciva sempre a lasciarlo senza parole e a fargli battere il cuore come se lo avesse colpito con un martellone o un guanto da box. "Grazie davvero Serena..."
La ragazza si ritrovò balbettante "N-Niente!"
Entrambi si ritrovarono ad arrossire, quel momento non terminava più. Come Serena stava facendosi spazio dentro ad Ash e diventando una costante dei suoi pensieri, lui lo era già da tempo in lei.
"Non avrei potuto chiedere di meglio! Nemmeno aspettarmelo!!" Disse mettendo in tasca il porta medaglie "Ora hanno il posto più degno per loro! Farò in modo che le prossime abbiano dietro delle lotte epiche, le migliori mai disputate! E alla fine lo alzerò con onore alla lega, la stessa che questa volta vincerò!" 
Rimasero faccia a faccia, lui con le mani aggrappate saldamente alle braccia di Serena, senza però farle del male "E vincerò anche per te!"
Erano entrambi davvero cotti a puntino per l’imbarazzo, in quel momento sentivano una forza attrarli sempre di più, ma cercarono di lasciarsi sopraffare.
"Parlando di sfide, mi sa che tra poco tocca a me!" sorrise Serena pensierosa. 
"Già è vero! Avrai il tuo primo Varietà!!" esclamò il biancavillino.
“Si, prossima tappa: Rascagiupoli e cercherò di vincere!” confermò la performer. 
"Allora andremo li!" decretò Ash "Ti ho fatto attendere anche troppo con le mie 2 sfide in palestra..." sorrise poi imbarazzato. Provava un leggero senso di colpa, dopotutto aveva già affrontato due palestre e Serena ancora nessun Varietà ufficiale. 
"No no! È che Mozzaburgo veniva prima di Rascagiupoli!" cercò di tranquillizzarlo lei, in ogni caso vederlo lottare era già uno degli spettacoli più belli per lei. Vederlo così felice e carico non poteva che farle bene e darle ispirazione. "Non c’è fretta! A me piace vederti lottare!" 
"Beh… Come io adoro le tue esibizioni” Altroché se ne andava matto. A questo punto anche se Serena avesse avuto 3 gare di fila, non avrebbe esitato a lasciare da parte le sue lotte. 
Di nuovo la performer e l’allenatore arrossirono e cercarono di evitare i loro sguardi.
“Ehm… quindi… domani pomeriggio possiamo partire!”
"Pomeriggio? Di solito ti sveglieresti anche alle 3.00 di notte pur di proseguire il viaggio!" ridacchiò Serena. 
"Si, ma ricordi cosa mi hai detto ieri mattina? Di prendere una pausa ogni tanto! Credo che non ucciderà nessuno se per una volta provo a rilassarmi come mi hai suggerito…” Ash lanciò un’occhiata diretta alla ragazza “..E se mi godo quello che questo viaggio può offrirmi" confessò lui rendendo ben chiaro a cosa o anzi, chi si riferisse.
A rompere quel momento d’imbarazzo per fortuna intervenne il miracoloso Brock. "Dai venite! Dobbiamo tornare al centro Pokémon!" li richiamò Brock dalla finestra. 
"Ugh… raggiungiamoli prima che ci abbandonino!” ridacchiò nervoso Ash, sudando molto più che durante la lotta. 
"Si" la stessa risata flebile fu riprodotta dall’interessa amoroso del corvino. 
La prese per mano e la guidò dentro, correndo per raggiungere i compagni che già se ne stavano andando “Devo cercare di tenere un po' a freno i miei istinti…” pensò Ash prendendosi mentalmente a schiaffi per l’uscita di prima.

…E così… con coraggio e determinazione, Ash è riuscito a conquistare la sua seconda medaglia forsiana e di sicuro questo ha permesso a Tweeny e Leafala di crescere e migliorare. Tra poco toccherà a Serena brillare, ma cosa troveranno i nostri eroi sul loro cammino per Rascagiupoli? Il viaggio continua...

Allora...cosa ne pensate? Avete gradito il grande riscatto dei due piccoli grandi eroi? Come al solito vi invitiamo a supportare la pagina Facebook e il canale deviantart. A Presto!.
P.S Mi raccomando commentate! commentate! Ci fa piacere che lo facciate!

 

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Capitolo 20
*** Il ritorno di Yanchan! Pancham la puoi sopportare! ***


Episodio 17: Il ritorno di Yanchan! Pancham la puoi sopportare!
 
Con la Medaglia Fornace inserita nel suo nuovo portamedaglie, Ash e i suoi amici sono pronti per partire per la città di Rascagiupoli, dove Serena affronterà il suo primo varietà forsiano.
 
Ash guardava contento la sua medaglia scintillare nei raggi del sole, con sé portava le memorie della grande battaglia avvenuta il giorno prima.
"Se le lotte qui a Forsia sono tutte così sorprendenti mi sa che dovrò andare oltre al mio fondo per arrivare alla lega!" disse con fare a metà tra il pensieroso e l'eccitato. "Però questo non mi impedirà di raggiungere il mio sogno!"
Serena lo osservò mentre stringeva la tre le mani il portamedaglie che gli aveva regalato. Ben presto sarebbe toccato a lei, avrebbe dovuto partecipare al suo primo Varietà e avrebbe dato tutta se stessa per vincerlo. Voleva dimostrare di poter raggiungere il suo sogno e di non arrendersi mai, solo così si sarebbe ritenuta degna di camminare al fianco di un ragazzo di tanto valore.
"Ora però devo impegnarmi anche io!" disse avvicinandosi al suo migliore amico. “La prossima volta tocca a me e ho intenzione di renderti fiero! Vincerò i mio primo Varietà!”
Ash girò la testa, rivolgendole un ghigno di incoraggiamento "Giusto! Non vedo l'ora di guardare la tua esibizione!! Sono sicurissimo che vincerai!" replicò poi. Non che non riponesse fiducia nelle capacità della ragazza, ma anche se non avesse vinto, sarebbe stato fiero di lei e l’avrebbe vista andare avanti e riprovare.
"Rascagiupoli è al massimo a una settimana da qui, abbiamo abbastanza tempo per raggiungere la città e permettere a Serena di fare pratica se vuole!” informò Lidia, ricordando di quando Serena aveva consultato la sua mappa sul pokédex.
I ragazzi ebbero il temo di fermarsi ad un market sul percorso e di fare provviste. Con l’ora di pranzo in arrivo, il gruppo concordò sulla decisione di fermarsi in un prato e rifocillarsi. La mangiata fu rapida, ma tutti ebbero abbastanza cibo da riempire lo stomaco, compresi Ash e Pikachu.
"Ah che bella mangiata!" sorrise sornione, lasciandosi cadere di peso sul prato e sdraiandosi ai raggi del sole.
"Direi che Ash ha appena suggerito a tutti noi cosa fare. Un bel riposino sul prato!” lo imitò la detective.
Anche Serena decise di sedersi, prestando attenzione a raggiungere Ash "Hai ragione, sedersi un attimo con questo bel tempo non può far male!” e iniziò a chinarsi per appoggiarsi al terreno.
Ash lentamente chiuse gli occhi, aspettando che si sedesse vicino a lui. Detto con tutta onestà, non sapeva perché ma avrebbe voluto meno distanza a separarla… stare abbracciati ai raggi del sole era da considerarsi inappropriato?
“A-Ahi!” I suoi occhi scattarono aperti quando sentì uno squittio di dolore. Subito si girò verso di lei e si rimise in posizione più seduta, alzandosi appena.
"Tutto bene?" si preoccupò l'amico.
"N-Nulla di che! Mi sono solo punta con qualcosa!" replicò la kalosiana, mettendo in vita il braccio. Sentendo il dolore arrivare alla mano, la girò con il palmo all’insù. Sentire l’intruso fu quasi più facile che vederlo. Subito venne colta la presenza di qualcosa di sottile e appuntito conficcato nel palmo.
Ash le prese la mano e guardò meglio, cercando di non farle male. “Cavoli, ti da molto fastidio?”
“A-Abbastanza” In effetti era abbastanza in profondità e non si poteva definire una “scheggia” in fatto di dimensioni.
"Non so cosa sia…" sospirò Ash con voce disturbata "…Ma ci penso io!" subito afferrò tra le sue dita l’estremità dell’ago.
Il solo avvicinarsi delle sue dita e il contatto con la sua mano la fecero arrossire. Fu più delicato possibile, sebbene qualche smorfia da parte della “vittima” furono inevitabili. Quando fu quasi fuori, decise di rendere il tutto rapido e meno doloroso e con un gesto rapidissimo lo tolse dal palmo.
“G-Grazie!” Serena mormorò, con la speranza che il legame delle loro mani non finisse mai. Il bruciore era nulla di fronte al calore che sentiva dentro.
Ash decise però di essere cauto e di fare qualcosa per fermare la piccola fuoriuscita di liquido rosso dalla mano. “Di niente! Aspetta… prendo qualcosa che puoi tenere avvolto finché…” Ovviamente l’intento era prendere il fazzoletto che più preferiva, ma per farlo doveva sbarazzarsi del cuneo. Borbottò qualcosa, lanciando la spina all’indietro, più lontano possibile.
L’oggetto filò dritto verso un cespuglio, lo trapassò e andò a conficcarsi in qualcosa di morbido e vivo…
"CHA CHA CHANNNNN!" si sentì urlare dal dolore.
"Uh? Che estrano orribile verso! Spacca le orecchie!” Lidia portò le mani alle estremità della testa e provò a proteggersi da quel terribile suono.
Brock rabbrividì, sentendolo però stranamente familiare “Ma io l’ho già sentito…”
Infatti dal cespuglio apparì una figura dai capelli rosa abbastanza conosciuta. Piccola e bassa, all’apparenza pucciosa, ma terribilmente inquietante per il povero Pikachu.
"Ma...sei tu?" si sorprese Ash. Non si aspettava davvero che quella Pokémon sarebbe tornata a farsi sentire così presto, eppure era lì. "Che ci fai tu qui!?" Ash aveva sempre avuto qualche distacco con i Pokémon di tipo Spettro, non sapeva bene spiegarsi perché. Tuttavia un Pokémon era sempre un Pokémon e lui li adorava tutti.
Yanchan cominciò a strisciare sul prato, cercando di arrivare al didietro per togliersi la spina conficcata dentro ad esso. "YAAAANNNN! YANNNN!"
"D-Devo essere stato io, mentre la lanciavo via" si scusò Ash "Pensavo che non ci fosse nessuno e invece..." L'allenatore fece un cenno a Serena, chiedendole di aspettarlo un attimo. Si chinò e prese tra le braccia la creatura di tipo folletto.
Subito la sensazione di dolore svanì, sostituita da una di piacere, per lei essere toccata da quelle mani cancellava qualsiasi fastidio, anche il più atroce. "Chaaaaan...." sospirò sognante.
"Ecco fatto!" disse mentre delicatamente la riposava a terra, poi si grattò la testa "Però mi dici che ci fai qui? Non dovevi rimanere nella foresta?"
“Chaya..."
"Forse non le piace più come casa?" suggerì Serena. Al solo sentire la voce di quella che lei considerava un oca peggiore degli Psyduck, Yanchan sbuffò. Ovviamente doveva aspettarsi che la strega fosse in mezzo tra lei e il suo amato.
"Yann!" sbuffò contrariata girandosi su se stessa.
Ash non badò molto alla risposta, probabilmente Serena aveva ragione e pensando a lei, tornò a controllarle la mano. Prese il fiocco azzurro e lo legò attorno al palmo della mano della performer con un dolce sorriso “Ecco fatto, dimmelo se ti da fastidio ancora qualcosa!”
“Certo… grazie…” Annuì timidamente lei.
Yanchan subito si irrigidì. La sua spina non solo si era riconficcata dentro di lei, ma aveva pure avuto l’effetto contrario: li aveva uniti. Avrebbe sperato sinceramente di colpirla altrove, tipo in un occhio, in testa o qualche parte più dolorosa e delicata… ma aveva sempre avuto qualche problema di mira con i ciuffi di capelli sugli occhi.
Ovviamente però nessuno tranne Pikachu, aveva capito chi fosse l’autrice del brutto scherzo. Per il topino fu facile collegare i pezzi del puzzle. Se c’era Yanchan, la sfortuna nei confronti di Serena era più forte di uno tsunami.
"Uhm... beh se vuoi restare con noi per un po' di ore fa pure!" sorrise Ash noncurante di tutto. Fu una mezza vittoria per la piccola yanderina, che tutta contenta accettò.
Subito corse alle gambe di Ash e salì fino alla spalla, approfittando dello spazio non ancora occupato dal suo proprietario elettrico. Guardò Pikachu e gli rifilò un’enorme pernacchia.
Pikachu avrebbe voluto fulminarla, ma il suo animo perplesso fu superiore e fissò semplicemente la scena con una goccia di sudore che colava dalla testolina. Era più maturo, non doveva lasciare prendere da una sciocchezza de genere, senza contare che avrebbe potuto fulminare pure Ash. "Pika...."
“Sapete una cosa?" suggerì Brock "Credo che Yanchan potrebbe giocare per un pochino con i nostri Pokémon! Magari si ambienta fino a che non troviamo una nuova casa per lei!"
"E' un ottima idea!" concordarono tutti. "Forza venite fuori!" dissero liberando i propri amici.
Tweeny e Leafala subito ebbero un grande shock nel vedere di nuovo quella strana tipetta, mentre coloro che non la conoscevano apparvero abbastanza cordiali.
A Yanchan non interessava minimamente di quei Pokémon, anche se erano del suo amore. Al momento non erano nulla che potesse importarle.
Ash tradusse la sua esitazione come timidezza e la incoraggiò a raggiungerli "Coraggio va a giocare!" Quelle parole cosi soavi alle sue orecchie la convinsero a scendere subito e accontentarlo. Inutile dire che con loro legava difficilmente ed era ovvio visto il poco interesse che aveva nel farlo.
Incontrò sguardi tutti innocenti e vivaci, decise di approfittarne per sentirsi al centro dell’attenzione, ma sentì qualcosa mancare. Guardò meglio e vide che uno di loro la fissava con sguardo annoiato e seccente. "Chanya!?" gli rispose con sguardo altrettanto torvo.
"Lark..." sbuffò lui girando il capo. Plarky non era per nulla attratto dall’idea di conoscere una seccatrice di tale fama, anche perché a suo occhio di certo non erano sfuggite due cose: la pernacchia di Yanchan e un Pikachu quasi disperato.
Evidentemente il commento di Plarky non fu per niente gradito della rosa, la quale si avvicinò a gran passi verso di lui.
"P-Pika..." provò a fermarla il topo elettrico.
"YAN!" fu la risposta scontrosa di lei, la quale sorprese tutti i Pokémon attenti sulla scena. Si voltò con rapidità e violenza e gli diede un ceffone scaraventandola via.
Gli allenatori non videro la scena, se no sarebbero state fiamme e scintille, anche se di certo lo scoppio era inevitabile ora come ora. "PANCHAM!!!" si infuriò il panda.
Pure gli altri Pokémon rimasero alquanto scossi e turbati da quel gesto. Sylveon corse da Pikachu e lo aiutò d alzarsi, temendo gli avesse fatto male. Per fortuna era abbastanza forte da sopportare un semplice colpo.
Pancham però non la prese tanto alla leggera. Nessuno poteva trattare cosi i suoi amici, in particolare una mocciosetta con la puzza sotto il naso.
I volti della Pokémon folletto e del panda dagli occhiali sulla fronte si scontrarono.
"Cham pacham!"
"Ya chan nya!"
Quegli strilli iniziarono a propagarsi e attirarono l’attenzione degli umani "Ehi ma che...?" si girò Ash.
L’attimo non fu dalla parte di Pancham, quando diede una spinta a Yanchan. Non aveva posto forza in quell’atto, ma Yanchan ebbe abbastanza tempo di accorgersi degli sguardi di Ash e i suoi amici e aprofittò del vantaggio datole. Si lasciò cadere in terra, dandosi quasi una auto spinta. “Yaaan!”
"Pancham ma che stai facendo?!” Subito Serena corse sul posto, mentre l’orsetto rimaneva fermo, confuso dalla scena. L’aveva spinta con la forza di un Joltik!
“Non ci si comporta cosi con un amica!" lo sgridò Serena con sguardo da rimprovero.
"Pancha cham cham!" provò a discolparsi lui puntando la sua nemica. Non aveva intenzione di farsi sgridare per nulla, quella falsa era caduta apposta!
Serena cominciò a perdere la pazienza. Era sempre comprensiva nei suoi Pokémon, ma in quel momento non poteva che chiedersi cosa fosse preso al panda. Qualunque fosse il motivo per la spinta, non era una cosa carina da fare e le scuse erano un esigenza. "Chiedi scusa... ora!"
Il panda sbuffò e ignorò la richiesta. La biondina non spinse ulteriormente il suo Pokémon, in quanto sapeva bene che non era in grado di arrabbiarsi abbastanza per metterlo alle strette e non aveva le prove di un suo colossale errore.
“Cosa sarà successo?” Domandò Ash.
“Non ne ho idea, ma Pancham non è il tipo da reagire così…”
Yanchan trattenne una risatina e si allontanò, mentre Ash e Serena continuarono a fissare Pancham con confusione e a rivolgergli domande di cui non comprendevano la risposta.
Decisero di lasciare perdere e pensare più tardi alla faccenda. Ripresero a camminare, con l’intenzione di fermarsi ad un centro Pokémon nelle vicinanze. Non dovevano far altro che raggiungerlo. "Facciamo un ultima sosta al centro medico e poi dritti a Rascagiupoli!” Annunciò la detective.
"Però rimane un problema" indicò lui la spalla di Ash su cui poneva la yanderina.
“Uhmmm… bella domanda. Credevo che il bosco fosse la sua casa e sinceramente mi sentirei un po' in colpa a lasciarla in uno spazio diverso senza sapere se si è ambientata"
“E se al centro Pokémon la lasciassimo alle cure dell’infermiera Joy?" propose Serena, consapevole che la donna era certamente in grado di prendersene cura e di occuparsi del suo benessere. Avrebbe potuto tenerla d’occhio in uno spazio vicino al centro oppure affidarla ad un allenatrice.
"Buona idea!" annuì Ash, mentre Yanchan era troppo occupata a godersi il momento, non recependo il discorso.
Pikachu invece si dovette di nuovo accucciare su quella di Serena. Sapeva che con Yanchan in giro non poteva stare sulla sua adorata spalla, come sapeva che doveva tenere d'occhio Serena ed evitare incidenti "casuali" di cui sapeva invece ovviamente la causa.
Improvvisamente.. otto strani dispositivi li circondarono, quattro sopra e quattro ai loro piedi. Delle strane pareti apparirono e li bloccarono in una gabbia energetica.
"C-Cosa?!"
"Preparatevi a passare dei guai! Eccoci qui!”
“Dei guai molto grossi, di notte e nel dì!”
“Proteggeremo il mondo dalla devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”
“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!”
“Arrendetevi subito o preparatevi a combattere e a soffrire!”
“Meowth, proprio così!"
 
"Sembrava troppo bello per essere vero. Una settimana senza rompiscatole era impossibile..." si lamentò Ash.
"Dovreste essere felici che ci siamo noi a rendere le vostre giornate più interessanti!" Esclamò Meowth facendo il finto offeso.
James concordò "Esatto! Sempre a fare cose da mocciosi: lotte, viaggiare, mangiare, dormire, scherzare, baciarvi..."
"Baciarsi?" Domandò Jessie "Quando si sarebbero baciati?" Questo in effetti confuse parecchio anche i prigionieri.
"Eddai! Il moccioso con il cappello e la mocciosa di Kalos! Non aspettano altro, é come una telenovela!" Rispose James.
Il commento causò reazioni diverse: Serena nascose la faccia sotto il proprio cappello, Lidia trattenne una risatina e Brock non capì bene a chi si riferissero. Se ad Ash e Serena o lui e Lidia.. anche se nemmeno recepiva bene quale accostamento fosse possibile tra se stesso e la detective. Ash dovette girare lo sguardo e trattenere le urla di disappunto, non per la storia del bacio, ma per essere stato messo in imbarazzo da alcuni mascalzoni che non avevano diritto di infischiarsi della sua vita sentimentale.
Yanchan non la prese bene, l'affermazione le spezzò il cuoricino e il peso morto che divenne cadde dalla spalla fino al terreno. Ash ovviamente non se ne accorse, richiamò solo Pikachu, il quale approfittò della spalla ora libera per saltarvi sopra.
"Ha ragione James, di norma tu sei esperta di amore!" Ribatté il gatto ormai completamente preso dalla discussione.
"Si ho notato ma non credevo fosse così seria la questione. Devo recuperare il mio talento sul gossip e dovrò informarmi su ciò che mi sono persa..."
"FINITELA!!!" sbraitò Ash dalla gabbia. Visto dalla mongolfiera del Team Rocket sembrava una sua versione chibi incavolata.
"Uffa... i mocciosi non ci lasciano mai divertire..."
Serena prese la sua sfera e liberò Plarky sul terreno "Plarky ho bisogno di te!"
"Ky!" Si mise sull'attenti lui.
Serena si abbassò alla sua altezza e toccò la parete della gabbia "Ricordi che una volta siamo stati intrappolati in una gabbia come questa?"
L'ornitorinco annuì, era la volta che si sono conosciuti.
"Bene! C'era una collina e abbiamo rotto i dispositivi rotolando, visto che questa volta siamo in pianura, dobbiamo puntare direttamente a quegli aggeggi che formano il campo di forza!" La performer su girò verso Ash, Brock e Lidia "Proviamo a rompere questi cosi!"
Liberati Spotpup e Sudowoodo, i quattro si misero all'opera e in men che non si dica senza nemmeno farsi accorgere dal Team Rocket, troppo impegnato a continuare la discussione "mocciosamour".
"Ottimo lavoro Serena!" Le fece un pollice all'insù il corvino.
La performer arrossì e prese mano alle sue pokéball "Pancham vieni fuori!"
Il panda sembrava già pronto alla lotta. Quando si guardò intorno notò la presenza della Pokémon fastidiosa.. anzi, la creatura più seccante, irritante e spocchiosa che avesse mai visto. Fece una smorfia e tornò a prestare attenzione alla sua allenatrice.
Yanchan lanciò uno sbuffo, la streghetta sempre a mettersi in mostra davanti al suo principe e i suoi Pokémon ovviamente inutili quanto lei.
"TEAM ROCKET QUANTO DOBBIAMO ASPETTARE CHE IL VOSTRO CLUB DEI PETTEGOLI FINISCA!?" li risvegliò Ash ancora urlando dal suo punticino lontano.
I tre lestofanti rimasero sconvolti, la loro conversazione sarebbe dovuta continuare un'altra volta.
"Pikachu usa Fulmine!" Ordinò Ash.
"Eheh" lo anticipò James "vi mostriamo una piccola invenzione! Un'onda magnetica a prova di Fulmini!
Si accese una luce e un raggio venne sparato in direzione dell'attacco. Quando le due luci accecanti collisero una strana energia si propagò nell'aria. Fu tutto talmente forte che un enorme ondata travolse i presenti e un'esplosione buttò all'aria l'intero territorio.
 
…KAAAAAAA BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!!!
...
"Chan...." Pancham si grattò la testa borbottando.
Guardandosi attorno non vide nessuno di familiare "Pan....."
"Cha..." sentì un verso simile ma alle sue orecchie terrificante. Provò a voltarsi ma un peso gli rese tutto difficile e faticoso. Cosa era quel coso attaccato alla sua schiena!?
"PAN! CHAM CHAM!"
"Yan?"
Oh no… cadde nella disperazione il panda, non poteva crederci. La creatura insopportabile era appiccicata alla sua schiena. "CHAM PAN!" la intimò di staccarsi immediatamente, ma lei era ancora troppo stordita.
Strano, non era appoggiata a terra, era come attaccata con la colla. La cosa non piaceva a Pancham, ma proprio no. Non riusciva a camminare in equilibrio e la sua libertà era la cosa che più gli interessava. Figuriamoci tenersi incollato al fondoschiena una lagnona perfida.
"Cha?" si riprese la seconda malcapitata. Poi si rese conto di essere anche lei "incollata" a qualcosa. "YACHA!?" urlò vedendo che i suoi bellissimi capelli erano attaccati al pelo di uno dei suoi mortali nemici! "CHA YAN YAN!" urlò indispettita cercando di toccare terra.
"PANCHA CHAM!" urlò a sua volta il panda venendo strattonato da quella piccola arpia. Il suo pelo cominciò a bruciacchiare, così come la testa dell’ormai furioso Pokémon. Con uno sforzo dispandino prese il controllo della situazione e strattonò a sua volta bilanciando l'impeto dell'altra. La gravità gli fu amica e tornò lui quello a camminare.
Tirarono uno a destra, l'altra a sinistra, ma nessuno dei due riusciva a staccarsi dall’altro e soprattutto era una perdita di tempo e fatica. Seguirono zuccate…
"Pancha... "
“..Chan"
…insulti…
"PANCHA CHA CHA!" Era tutta colpa di quella strega…
"CHANYA CHAN! [Strega a me!? Ha parlato "Begliocchiali”!]"
…E la zuffa. Ci furono tentativi imbarazzanti di tirarsi ceffoni, pugni e calci… ma così come erano messi era impossibile.
Come se non bastasse la loro lite furiosa risvegliò i sensi di tre manigoldi.
"Ah la testa..." borbottò Meowth tirandosi in piedi.
"Promemoria... mai comprare oggetti dalle bancarelle..." si massaggiò la testa James. "Quello che abbiamo comprato però sembrava così utile! Doveva funzionare senza il minimo problema!”
"Bah… d’ora in poi torniamo a farceli da soli" sentenziò Jessie.
"Esatto! I marchingegni del Team Rocket sono sempre i migliori e...uh?" continuò girandosi Meowth "..Beh forse quel marchingegno non ci ha fruttato Pikachu ma guardate un po'!"
"Riconosco quel Pokémon!" si stupì James "E' il Pancham della mocciosa! Ma quell'altro? Mai visto in vita mia un esserino del genere!” Di sicuro era un Pokémon forsiano.
Jessie guardò tutta contenta la curiosa preda. "E' un amore! La voglio tutta per me! Mi si addice!"
James sbuffò "Certo... comunque eccola qua!” Tirò fuori la descrizione di Yancan “Si chiama Yanchan, è una Pokémon di tipo spettro/folletto ed è molto insistente quando vuole qualcosa..."
Gli occhi di Jessie sbrillucicarono "Vedi? E' la mia fotocopia! Per questo ci intendiamo! E poi è carina!!!" si avvicinò alla piccola "Ehi tu! Vuoi stare con zia Jessie vero?”
Yanchan apprezzò il complimento, ma di certo non apprezzava essere paragonata ad uno scorfano come quello che aveva davanti…
“Chi è la migliore allenatrice per un Pokémon come te? Chi è… chi è… chi è AHIIIIIIIIIIIAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" La donna sussultò.
La sua "fotocopia" gli aveva appena tirato una potente capocciata sulla faccia. O meglio non lei ma la testa di Pancham lo aveva fatto.L’orsetto fu colto alla sprovvista da quell'impeto di rabbia.
"J-Jessie tutto bene?" chiese il collega gatto.
"B-Brutta piccola..." mugugnò lei. "E sia dunque! Mi ci ha costretto! Se non vieni con me con le buone ti ci costringerò con le cattive!" e prese mano alla pokéball.
James la placcò "F-Ferma! F-Forse p-può interessare al capo!"
"Poche storie James! Io voglio quel Pokémon e non intendo sentire scuse!"
Yanchan sbuffò, quella donna non le piaceva proprio per niente. Non solo per lei era brutta, ma noiosa e rumorosa.
Pancham si massaggiò la testa, anche se la reazione della tipa del Team Rocket lo aveva divertito, non accettava di essere usato come martello personale di un altrettanto strega. "Cham Cham! [L'hai fatto apposta, streghetta!]"
"Cha Cha Yan! [Io faccio quello che mi pare]"
I due continuarono a litigare. A quel punto divenne impossibile per il trio intervenire e capire qualcosa. Sembrava una scena davvero spassosa.
"Meowth sai cosa si stanno dicendo?"
"Si ma... non ho intenzione di dirlo. Ho appena sentito cose chela mia bocca non dovrebbe tradurre" sussultò il gatto sentendo espressioni inimmaginabili.
“Intanto blocchiamoli, così non rischiamo di farli fuggire”
Non se ne accorsero nemmeno, furono chiusi sotto una gabbia e tenuti dentro. Eppure continuavano ad azzuffarsi come se nulla fosse.
"Allora che facciamo con loro due?"
Meowth scrollò le spalle "Prima sediamo Jessie, poi cercheremo il modo di portarli al capo. Forse riusciamo a costruire qualcosa con gli scarti di quell'affare che abbiamo usato prima"
Sedare Jessie fu arduo, James non andò particolarmente fiero della cosa quando ordinò al suo Inkay di ipnotizzarla. Era pur sempre la sua compagna di squadra, partner in crime, alleata…
Insieme a Meowth si allontanarono cercando di raccimolare quanti più pezzi possibili del loro marchingegno esploso.
Nella gabbia il clima cominciò a diventare più tranquillo. I due erano esausti a forza di litigare, non riuscivano più ad andare avanti e a tirarsi nemmeno un pelo.
(Da qui in poi i Pokémon parlano tra loro e scriveremo direttamente la traduzione perché si allungano i dialoghi e la frequenza. Ovviamente gli umani non possono capire il linguaggio, anche se appena ne arriva uno, ripartono anche i dialoghi in Pokéniano)
"…Ti odio…"
"Sentimento reciproco"
"Bah... ora ci tocca aspettare"
"Aspettare cosa?"
"Il mio principe azzurro, idiota! Mi salverà ovviamente!”
Pancham la guardò ancora più confuso, non capì subito a chi si riferiva, poi il suo muso divenne esasperato. "Cosa mi tocca sentire..." Si tirò su dal prato, infischiandosi del peso della creatura seccante. Non avrebbe aspettato i suoi comodi, dovevano anche loro rischiare per liberarsi "Io però non aspetto! Voglio tornare dalla mia allenatrice! E non mi fermeranno né quegli idioti del Team Rocket, né l’idiota che ho davanti!”
Yanchan stava per ribattere, ma le parole furono soffocate quando il suo corpo fu schiacciato contro la gabbia. “Mi vuoi ammazzare!?”
"Credimi, lo dico con il cuore: lo vorrei tanto. Però tutti e due abbiamo l’obbiettivo in comune di uscire da qui e sinceramente prima lo facciamo, prima mi libero di te!”
"Yancha..." su quello era d’accordo pure lei.
"Quali mosse sai usare streghetta?”
La Pokémon esitò un attimo, con indecisione proseguì "…Solo due mosse: Carineria e Palla Ombra”
Dopo un iniziale silenzio, Pancham scoppiò a ridere “Phahahahahaha!!!” Ovviamente avere solo due mosse la rendeva molto più patetica ai suoi occhi. Si permetteva di maltrattare i suoi amici quando in verità lei era più debole di loro.
“Piantala! Vuoi uscire da qui o no!?”
"Allora senti un po' il mio piano, ok? Al mio tre spara un Pallaombra davanti a te...”
"Questo sarebbe il tuo piano?”
Pancham sospirò, massaggiandosi la testa. Gli stava venendo un’emicrania pazzesca. “Fallo e basta!!!”
Yanchan finalmente si decise e lanciò il suo Pallaombra. La sfera non spezzò la gabbia come previsto, ma cominciò a rimbalzare ovunque, acquisendo potenza. Continuò a girare, fino ad arrivare dritta in faccia a Yancham, la quale rimase quasi K.O. dal suo stesso attacco.
Il panda mostrò un mezzo sorriso, di certo ora non li avrebbe dato fastidio per procedere. Fece un grosso respiro e si caricò fino a scagliare gli arti sul terreno “CHAAAAAAAAAAM!!!!”
Delle colonne di pietra sbucarono dal prato, scagliando i due in aria. La spinta permise di far collidere la schiena di Pancham con il soffitto della gabbia, o meglio… avendo Yanchan incollata era stata lei a scontrarsi. Sta di fatto che la gabbia ruzzolò via e i due furono liberi.
Pancham gongolò soddisfatto, calando fino a terra. Non solo si era liberato, ma aveva anche fatto tacere per pochi attimi il peso che aveva sul sedere.
"CHE CAVOLO TI PRENDE!? L’HAI FATTO APPOSTA!!!” piagnucolò lei con ferocia.
“Non ti sarebbe piaciuto se te lo avessi detto e non avevo intenzione di urtarmi”
“Pff… comunque ora siamo liberi e il mio allenatore ci aspetta… Con permesso, me ne vado!"
"Ma sei cretina!?” Pancham allungò due dita ed elencò “1: Sei ancora magnetizzata a me... per quanto detesti la cosa!” piegò una delle dita e continuò “2: Da quando Ash è il tuo allenatore!?”
Yanchan ignorò il primo punto, perché evidentemente se ne era dimenticata e ora ricordava di essere sotto una tortura. Tuttavia non esitò a spiegare il secondo. “Da quando i suoi occhi hanno colpito i miei e da allora mi ha catturata...”
“Arceus…”
“E comunque sbrigati a trovare una soluzione! Mi sto davvero stufando! Non posso pensare troppo o non avrò abbastanza energie per ammirare il mio amore!”
Pancham chiuse la zampa per evitare di scagliarle un Neropulsar in testa e ferire pure se stesso “Sta calmo Pancham... sta calmo..." continuò a fare respiri, ma più ci provava, più le lamentele di quel demonio andavano avanti.

"Niente anche qui!" sospirò Ash da un’altra parte "Ma dove sono finiti Pancham e Yanchan!?"
"Pancham! Dove sei!?" gridò Serena cercando di farsi sentire e attendendo una risposta. Si sentiva in colpa, non avrebbe dovuto sgridare così Pancham. Inoltre era preoccupata, i due non si piacevano e probabilmente ora erano insieme chissà dove.
"Neanche Tweeny ha trovato niente..." sospirò mogio l'amico.
I Pokémon con un buon fiuto non riuscivano a trovare neanche una traccia. Il botto aveva lasciato molte tracce e l'odore acre del fumo aveva temporaneamente tappato l'olfatto di Pikachu e di Spotpup. "Detesto dirlo ma senza una traccia non abbiamo molte soluzioni..." concluse Lidia, accarezzando uno Spotpup deluso di non poter aiutare.
Pure Ash arrivò a pensare a quello che ormai tormentava Serena “Mi preoccupa il fatto che tra Yanchan e Pancham non scorra buon sangue. Dite che li troveremo esausti per auto lesione?”
"Pika!" provò a spiegare Pikachu. Gli dispiaceva molto per Pancham, nessuno meritava una tale tortura. Lo aveva voluto difendere e ora si stava subendo la presenza della tipa per cui provava astio e rancore. Voleva chiarire la situazione ma uno starnuto e una tosse rauca lo bloccarono "Pika.. c-chu c-chu!"
"Tutto quel fumo non ti ha fatto per niente bene Pikachu..." si abbassò preoccupato Ash. Lo prese tra le braccia e lo accarezzò un po' “Calmati un attimo e prendi fiato…”

"CHE SIGNIFICA CHE VI SIETE LASCIATI SCAPPARE QUEI DUE!?" la voce di Jessie rimbombava nelle malcapitate orecchie dei due colleghi.
"Jessie, noi eravamo sicuri..."
"SICURI UN CORNO! E ORA LA MIA AMORINA E LA NOSTRA PREDA STANNO GIROVAGANDO CHISSA' DOVE! DOBBIAMO TROVARLI PRIMA DEI MOCCIOSI! E POI COME VI SIETE PERMESSI DI SEDARMI?! PRIMA O POI ME LA PAGATE!"
Uomo e Gatto deglutirono, avevano già conosciuto il lato vendicativo della loro collega e non volevano averci più niente a che fare con esso. Un terrore tremendo li fece accucciare al suolo, inchinandosi all’angosciante furia femminile.

Pancham e Yanchan nel frattempo continuavano la loro convivenza forzata. Entrambi ovviamente avevano già perso la pazienza da ore e ore. Anzi non ne avevano mai avuta da quando erano attaccati.
"Il mio Asholino! Così bello, cosi amabile, cos-…”
Erano ore che andava avanti con quel ritornello ripetuto a pappagallo “ABBIAMO CAPITO CHE TI PIACE ASH! FALLA FINITA!” nemmeno Serena era mai stata così ossessionata. Questo gli portò una risatina in bocca.
“Che hai da ridere...?” Yanchan era infastidita. Prima la rimproverava inutilmente e poi le rideva addosso? Senza un valido motivo?
"Nulla di che… solo che sei arrivata tardi mia cara! Perché la mia allenatrice ha dato qualcosa molto speciale ad Ash circa un anno e mezzo fa”
La yanderina sbiancò di fronte all’affermazione. Cercò di recepire il messaggio appena mandatole, cosa poteva avergli dato di tanto speciale? Non intenderà mica…
"Sai, credo fosse un bacio, anzi ne sono certo! Un bel bacio sulla bocca e con taaaanto amore!” sorrise beffardamente imitando due labbroni in stile pesce.
Da bianca la faccia di Yanchan divenne rossa come il più bollente dei peperoncini. Quel fantasma aveva appena preso fuoco.
“E la sai la parte migliore? A lui è piaciuto! Non è arrossito ma dovevi vedere che occhi luccicosi ed eccitati! Il suo sorriso così soddisfatto e compiaciuto!!” Pancham non aveva visto davvero quelle cose, ma Pikachu era stato molto dettagliato con la descrizione del fatto. Aveva fatto in modo che tutti lo sapessero e anche bene. Avrebbe voluto esserci.
“COOOOOOOOOOOOOOOOSA!!????????”
“E i tuoi tentativi di separarli non li hanno che uniti!”
"QUELLO SCARTO UMANO HA OSATO BACIARE LA MIA ANIMA GEMELLA!? OHH MA CI PENSERO’ IO A FARLA TACERE! LA CARICHERO’ TI TALMENTE TANTE TORTURE CHE NE USCIRA’ TOTALMENTE DISTRUTTA DALLE FERITE! LA FARO’ FUORI IO QUELLA CEPPA!"
Pancham non si aspettò quelle chiare minacce. Voleva scherzare ma a quanto pare quell’essere odiava profondamente Serena. Aveva già visto che i suoi scherzetti le avevano fatto del male e certe volte aveva rischiato grosso. Se quello era poco, cosa poteva farle davvero?
In ogni caso non poteva sopportarlo. Non poteva ascoltare chi la screditava senza nemmeno conoscere il suo valore, non accettava nemmeno minacciare di farle del male e mettersi in mezzo ai suoi sogni.
“COME OSI DIRE CHE SERENA NON VALE NULLA!? CHI SEI TU PER DIRLO!? LA MIA ALLENATRICE VARRA' ALMENO 100 VOLTE PIU' DI TE! CHI TI CREDI DI ESSERE PER SAPERE IL SUO VALORE E LA SUA BONTA’!? CHI TI CREDI DI ESSERE PER GIOCARE CON LA VITA DELLE PERSONE PER UN’INFANTILE, INUTILE E IMPOSSIBILE COTTA!? NON HAI NEMMENO LA PIU’ LONTANA DI IDEA DI QUALE SIA IL LEGAME TRA LEI E ASH!”
“FACCIO QUELLO CHE MI PARE! SEI ODIOSO QUASI QUANTO LEI E IL TOPASTRO! NON PENSARE CHE MI IMPEDIRAI DI TOGLIERLA DAI PIEDI!”
“CHE CAVOLO HAI NELLA TESTA!? E CHI SARESTI TU PER DECIDERE!?”
“IO SONO IO! E LEI E’ LEI! PER QUESTO MERITO DI ESSERE FELICE! MEGLIO IO CHE QUEL RIFIUTO!”
Qualcosa scattò e Pancham saltò in aria, per poi atterrare di schiena e schiacciare la Pokémon “TU NON SAI NIENTE!!! STAI ZITTA!!! NON TI PERMETTO DI SCREDITARE LA MIA ALLENATRICE E TANTO MENO DI ASCOLTARE LE TUE PAROLE DA EGOISTA VIZIATA!”
Quella non era più antipatia, era odio allo stato puro. Diede inizio ad una lotta tra i due che avrebbe fatto male ad entrambi. Pancham provò a strappare i capelli della sua nemica, Yanchan tirò il pelo del suo avversario. rotolarono e rotolarono fino a che non raggiunsero quella che a vista di Pancham sembrava una grande forbice.
Non ci pensò molto e si avvicinò, in un modo o nell’altro così si sarebbe staccata, come un nodo nei capelli da tagliare perché con la spazzola non viene via. Yanchan sentì la punta della lama sfiorare i capelli e replicò con la sua forza psicocinetica. Entrambi finirono per ruzzolare in aria e poi a terra, con Pancham usato come cuscino. Finirono dritti su un pezzo di gomma, anche se dove fossero non lo avevano ancora capito.
"TI PIACE FARMI DA ZERBINO!?”
"A TE E' PIACIUTO IL TAGLIO CHE TI HO FATTO?? SI TI HO STRAPPATO UN CAPELLO!"
"SEI LURIDO QUANTO LA TUA ALLENATRICE!”
“PIANTALA DI MENZIONARLA!!!!”
La loro lotta di rotolamenti li portò a cadere dritti dentro al fiume. Continuarono a ruotare uno sopra l’altra, fino a che non si fermarono in un solco più profondo e Pancham si sentì bloccato con il corpo sott’acqua. Yanchan fece di tutto per bloccarlo in quella posizione, fino allo sfinimento per ricevere delle scuse.
"Ti piace il bagnetto puzzone?!”
A quel punto Pancham seguì il suo istinto di sopravvivenza e afferrò la prima cosa che trovò sott’acqua. Prese un masso e lo lanciò dietro di sé, colpendo in pieno la Pokémon spettro.
“Dovresti farti un bel lavaggio di cervello mia cara!” urlò colpendo ripetutamente la sua rivale con altri sassi. Ormai dubitava che si sarebbe staccata, ma tentare non poteva che dargli piacere.
L’ultimo sasso però fu troppo forte e li scaraventò entrambi fuori dall’acqua, fino a sbattere contro un albero. Entrambi cominciarono a respirare affannosamente, sdraiati di fianco in modo che fossero perfettamente bilanciati. Non avevano più la forza di girarsi uno sopra all’altra.
"…N-Ne vuoi ancora?”
"Quando vuoi...”
“Tregua?”
“Tregua…”
La coppia di magnetizzati aveva deciso di non proseguire la lotta. Si sarebbero occupati delle loro divergenza una volta risolto questo attaccamento. Ripresero a camminare, senza proferire parola, consapevoli che era inevitabile ribattere ogni affermazione.
Camminare per diversi percorsi, fino a raggiungere una zona industriale in costruzione. Fu allora che alla capelluta rosa balzò in testa un’idea, forse la prima sensata. "Andiamo là! Forse so cosa fare per risolvere il nostro problema!”
"Perché dovrei fidarmi di te?”
"Smagnetizzarci è un vantaggio anche per te, no? Anche se posso capire che sono irresistibile”
"Certo…”
"Bravo! Visto che ora cominci a capire? Ora seguimi e cerchiamo qualcosa che ci aiuti!” disse lei ora prendendo le redini.
Non si vedevano operai, probabilmente erano in pausa pranzo, ottima occasione per usufruire dell’attrezzatura. C’era di tutto: smerigliatori, trapani e tanti altri attrezzi.
“Uno di questi cosi sarà utile!” esultò Yanchan. Peccato che non aveva calcolato alcuni particolare. La maggior parte degli attrezzi non sarebbe servita ad altro che infilzarli e ogni oggetto di metallo li avrebbe raggiunti.
E fu troppo tardi per avvisarla. Li portò dritti davanti alla cassetta degli attrezzi e un rumore li attirò. Tremavano oggetti ovunque, facendo un rumore metallico più che inquietante. In un baleno scattarono verso di loro e una pioggia di attrezzi prese il volo puntandoli con le loro parti più pericolose.
"Panchaa Panchaaa!"
"Yan Yanchaaa!!!
Tentarono di fuggire dal loro mirino, ma la loro corsa disperata sembrava tutt’altro che finita. Una forza magnetica cominciò a sollevarli da terra e portarli verso l’alto. Alzarono le testa e videro un enorme cerchio sopra di loro: di certo un magnete usato per alzare carichi di tonnellate e tonnellate.
La forza però di esso non sembrava abbastanza potente da portarli fino in cima. Una ventata cominciò a farlo dondolare e i due pure vennero portati a destra e sinistra. A quel punto sarebbero potuti divenire astronauti Pokémon, mancavano solo i test del vomito…
…Che avrebbero fallito…
"N-Non resisto!"
"Trattieniti o te lo faccio mangiare poi!!!”
“Ma quanto fai schifo!??” esclamò disgustata lei alla sola idea di rimangiare ciò che avrebbe espulso.
“Quanto te! Datti una calmata e usa quei poteri che ti ritrovi per staccarci da questa cosa!” gridò Pancham.
“Oh… vero…”
Yanchan psicocinetizzò un coltello e cercò il pulsante di spegnimento di quell'attrezzo infernale. Si concentrò e lo trovo a 400 metri di distanza da dove si trovava. Avrebbe voluto lanciarlo a qualcun altro ma dovette pensare più a ciò che l’avrebbe liberata.
Chiuse un occhio per prendere la mira e lo lanciò. Il centro perfetto permise al pulsante di spegnere il magnete probabilmente dimenticato acceso dal suo operaio.
Per un attimo sembrarono felici, poi però si ricordarono la loro posizione. Cominciarono a urlare, sbracciandosi nell’aria, ma sapevano che ben presto sarebbero caduti.
"PAAAA!!!!!!!"
"CHANNNNNNNNN!
"Sylveon usa Ventodifata!!" Una voce familiare ordinò.
I due Pokémon sentirono i loro peso diventare più leggero. Nonostante tutto, i loro piedi non toccavano terra, ma una specie di brezza li sorreggeva. Guardarono sotto di loro e videro una vortice rosa, con al suo occhio un Sylveon. Ovviamente Pancham lo… la conosceva bene.
"Veon!" Sorrise al compagno di squadra ritrovato.
"Cham! Pan cham cham!" Ringraziò con tutto il suo cuore l'arrivo di Sylveon che li aveva salvati da una brutta caduta. O almeno che aveva salvato lui, perché se fosse staro per il suo parere personale avrebbe lasciato che il piccolo demonio cadesse spiaccicato al suolo.
Il venticello divenne più debole e con delicatezza si dissolse, facendo tornare con le zampe per terra i due Pokémon. Se c'era Sylveon, voleva dire che c'erano anche gli altri. Questo era l'unico pensiero positivo di quella giornata stressante, oltre all'essersi liberato di un oppressore.
"State bene!?" Arrivò la biondina, abbassandosi all'altezza di Pancham e accogliendolo tra le braccia "Ci avete fatti preoccupare! Non siete feriti, vero?"
"Cham! Papapa!" Negò il panda, anche se i neuroni del suo cervello potevano dire di aver raggiunto un limite assoluto di sopportazione. Tanto che avrebbe potuto mettere alle orecchie un cartello con scritto "Non disturbare" in caso una voce da streghetta gli fosse giunta alle cavità uditive.
"...Chan...." sbuffò la yanderina, poteva farcela benissimo da sola.
Arrivarono anche gli altri e allora la Yanderina poté sentirsi più soddisfatta. Il suo principe era arrivato per lei e... beh solo per lei probabilmente. Non poteva davvero interessarsi di uno sgorbio Pokémon di una sgorbietta a sua volta.
"Tutto bene voi due? Mi pare sia tutto a posto!" Si ritrovò sollevato l'allenatore.
Yanchan subito fece qualche passo avanti con l'intento di tornare subito su una certa spalla, ma subito Pikachu le lanciò un'occhiata minacciosa. Aveva già combinato fin troppo e il suo posto non sarebbe più ceduto a qualcuno di così villano verso i suoi amici... in particolare la femmina compagna del suo allenatore... o come la chiamano gli umani: fidanzata. Anche se Pikachu sapeva bene che non era ancora esattamente quello il rapporto ufficiale dei due e i ruoli erano ancora da stabilire.
La Pokémon subito sbuffò, lanciando un grugno di forte disapprovazione e antipatia. A quanto pare avrebbe dovuto concentrarsi di più sul topastro e la streghetta, che i Pokémon attorno a loro.
In quel momento, vista la reazione della rivale, Pikachu capì che avrebbe dovuto chiarire un attimo le posizioni nel gruppo, appena il tempo sarebbe stato favorevole.
"Resisti Pikachu..." disse a se stesso. Solo ancora qualche pezzo di tragitto e al centro Pokémon se ne sarebbero liberati.
"Inkay usa psicoraggio!"
KAAAAAAAAAAAABOOOOOOOOOOMMMMM
Un attacco arrivato dal nulla li sorprese alle spalle.
"Preparatevi a pass-..” Jessie aprì bocca per iniziare il motto... ma venne interrotta subito da una voce annoiata
"No... ancora voi? Due volte in una giornata? Non avete un limite?" La detective espresse annoiata. Dovevano davvero fare degli orari  decidere se lavorare part-time o tutto il giorno.
"NON OSARE INTERROMPERE IL MOTTO!"
"A dire il vero non avevate ancora iniziato e poi oggi lo abbiamo già sentito.." ribatté Ash.
"Come si permettono di mancarci di rispetto in questo modo!?" Si lamentò Jessie.
"La gioventù..." miagolò Meowth.
"No… sono gli adolescenti che non hanno più rispetto!" Lo corresse James.
Il gatto si lasciò i baffi "Rispetto per gli anziani come voi?"
"A CHI HAI DATO DELL'ANZIANA/O!?"
"Andiamo?" chiese Serena ad Ash.
"...Ma si, lasciamoli ai loro stupidi litigi..." disse l'allenatore sospirando, non aveva nemmeno voglia di combatterli. Tanto valeva lasciarli ai loro discorsi.
"Tanto meglio" fu d’accordo Brock "Ci risparmiamo una lotta inutile..." e iniziarono tranquillamente ad andarsene.
"E-EHI!" li richiamò da lontano Jessie "NON ABBIAMO FINITO! CONSEGNATECI PIKACHU E LA MIA AMORINA O VE LA VEDRETE CON NOI!"
Ash fece spallucce, comprendendo che non erano riusciti a svignarsela ed evitare lo scontro "Suppongo che non possiamo evitarlo vero?" si preparò all’attacco, quando un nomignolo gli risuonò in testa sorprendendolo e lasciandolo molto confuso "Amorina?" si grattò la testa confuso.
Yanchan invece capì benissimo a chi si stava riferendo la donna del Team Rocket. "Chaa...chaaaaaa..." grugnì di disappunto. Se fosse stata l’amorina di qualcuno di certo del suo grande tesoro e non di una fastidiosa capellona.
Si allontanò dalle gambe di Ash e si preparò a lottare. Anche Pancham sembrò abbastanza gasato, voleva concludere in fretta quella terribile giornata e poco importava se doveva lottare al fianco della streghetta. Anzi, avrebbe cercato di mettersi in mostra per superarla, tanto mandare alla velocità della luce il Team Rocket ormai era diventato un giochetto.
"Cham Cham!" la richiamò con provocazione.
"Yan" lo ignorò lei girandosi dall’altra parte.
"Yanchan vuoi lottare?" chiese Ash incuriosito.
Serena invece fu già sicura sul da farsi “Pancham mi affido a te!" 
Jessie e James misero mani alle loro pokéball "Bene... 2 vs 2! Spidow! Vieni fuori!"
"SPIIII"
"Trolby coraggio! Vieni a combatter...AHIIIIIIIII!"
“BYBYBY!" grugnì contento il troll mordicchiando la gamba di James.
"James la smetti di fare l'idiota?" lo apostrofò il gatto.
James cominciò a scuotere la gamba per staccare per peso enorme “Il mio piede regale! Lasciami ti prego!!”
Jessie se ne infischiò e iniziò la lotta, ormai sapeva come funzionava con quel sassolino nel loro team. “Spidow Velenospina!" urlò.
"Dowodo!" mormorò la ragnetta lanciando un potente aculeo intriso di Veleno.
Finalmente pure il capelluto indaco riuscì a prendere parte allo scontro "Trolby attacco Azione!" ordinò mentre dava un calcione al suo amico e lo buttava in campo.
"TROBYTRO!" volò dritto verso l’avversario con la bocca a ruspa aperta.
Yanchan schivò abilmente il colpo di Trolby mentre Pancham saltò in aria evitando il dardo velenoso del suo nemico. "Pancham usa Neropulsar!" ordinò Serena.
Caricò la sua energia oscura e la gettò contro i nemici "Champancham!"
Ash si ritrovò quasi a fare da spettatore, si sentiva un po' inutile. Serena stava gestendo da sola la situazione come Yanchan. Pikachu provò a farsi avanti ma Ash lo bloccò senza ripensarci "Pika pi?"
"Abbiamo abbastanza lottatori, noi daremo il colpo di grazia come sempre” commentò con un sorriso, grattandosi la guancia e ridacchiando con perplessità.
A furia di schivare i colpi dei nemici, Pancham e Yanchan si ritrovarono spalla a spalla. Spidow ne approfittò e provò a lanciare un Millebave per avvilupparli insieme. I due inizialmente si ritrovarono in trappola… in trappola…
“Cham!!! [Ma certo!]”
Bastò un cenno e i Pokémon si gettarono verso la rete con le mani giunte. A stringere il legame fu il filo di seta avvolto intorno ad esse.
Anche Serena capì all’istante la strategia "Pancham! Rotea su se stesso!"
"Cha Cham!” Il panda cominciò a ruotare su se stesso, mostrando chiaramente una tattica usata giusto il giorno precedente da Ash.
Il biancavillino alzò l’indice puntano la scena “E’ simile alla tecnica mia e di Romina! Sei un genio Serena!”
Genio era più lui che l’aveva pensata, ma la kalosiana apprezzò il complimento, dimostrato da un lieve arrossamento sulle guance.
Pancham continuò a girare su se stesso, con i piedi a terra e usando Yanchan come se dovesse lanciare un martello in una disciplina olimpica.
A quel punto il filo cominciò a setacciarsi e sfilarsi. Pancham decise di approfittare del momento in cui la velocità era più elevate e diede uno strattone, rilasciando la Pokémon che partì come un razzo verso i due avversari.
"YANNNN!" l’impatto li travolse, portandoli dritti contro i loro allenatori. A quel punto iniziarono gli schiaffi, calci e testate di Carineria.
“Pikapiiii???”Chiese Pikachu non contenendo più l’elettricità nelle guance. Doveva scaricarla, la voglia era troppo intensa.
"D'accordo Pikachu, credo tu abbia resistito abbastanza! Usa Fulmine e finiamo la partita!” ordinò Ash dandò una spinta all’amico.
"PIKAAAAAAAAA… CHU!!!!!!!!!!!!" urlò l'elettrotopino lanciando la sua classica scossa, causando una nuvola di fumo che sparò il Team rocket in aria come suo solito.
"Che ci potevamo fare?" sospirò James.. "Ormai è naturale..."
Jessie piagnucolava più del solito “NOOOOO!!!! HO PERSO LA MIA AMORINA!!! TORNA DA ME!!!!!!!" Era decisamente a pezzi per la perdita. Di certo ora soffriva, ma in futuro ci avrebbe ripensato due volte prima di rivolerla indietro. Era solo a suo favore l’assenza di Yanchan nella sua squadra.
Meowth la zittì " Mannaggia a te e la tua ossessione Jessie!"
"IL TEAM ROCKET RIPARTE ALLA VELOCITA' DELLA LUCEEEEEEEEEEEEEE!!!!"
"Vittoria come sempre! Speriamo che per un po' non ci rompano!" Si stiracchiò Ash "Uh? Dove é Yancan?"
I ragazzi e i Pokémon si guardarono in giro, ma lei era sparita. Non c'era traccia della piccola Pokémon.
Un sorrisone si manifestò sul volto di Pancham, il quale si sistemò tra le braccia di Serena e si mise comodo. "Paaaaaan!!!"
"Pika!" Pikachu sembrò non scomporsi tanto, ma in effetti un pò era sollevato. Non si sentiva più nel mirino di una bestia e sapeva che poteva tornarsene sulla sua spalla e non preoccuparsi di Serena.
"Come mai tanto felici?" Chiese Lidia chinandosi verso i due. Erano decisamente di buon umore, esploso in un solo tratto.
Serena si alzò con Pancham tra le sue braccia, appollaiato come seduto su una sdraio. Gli occhiali da sole scesero da soli verso gli occhi e il sorriso non lo lasciò mai. Chinò le zampe dietro la testa e mormorò "Cham Cham"
Serena fece le spallucce "Forse sono felici che il Team Rocket se ne é andato!"
"Non sono gli unici a provare questo!" Sbadigliò il medico "Direi di fermarci riprendere domani il viaggio"
Concordarono, in particolare i due Pokémon vittime delle sfuriate di gelosia della streghetta dalla chioma rosa. Decisero che dopo una mangiata si sarebbero goduti le coccole dei loro allenatori fino a crollare nel sonno: un programmino niente male.
"Peccato però... avremmo potuto affidarla all'infermiera Joy" confessò Ash durante la serata.
Ma non era un grande danno, qualcuno eventualmente si sarebbe preso cura di lei, oppure avrebbe trovato una bella casa da qualche parte a Forsia o oltre.
....
"C-Chan" mormorò la creaturina alzando la schiena.
Due voli nella stessa giornata erano troppo per lei. Il suo didietro e bellissima figura non reggevano tale insulto e trattamento... inoltre il suo amorino ora era chissà dove e ancora nelle grinfie della racchia.
Sospirò afflitta, fino a che non sentì qualcosa tra le mani. Aprì gli arti e scoprì dai pugni un lungo capello. Lo portò bene alla luce dea luna e vide chiaramente l'inconfondibile colore nero splendente. Corvino luccicante con accenni di riflesso blu e verdognolo.
Lo annusò con ossessione e la gioia scoppiò nel suo cuore. Era del suo amore! Il suo adorato Ash, solo lui aveva quei capelli che lei non avrebbe mai scordato! Sapevano tanto di belloccio ingenuo ma coraggioso. Sentì i capelli vibrare e il suo ciuffo cominciò a ondulare muovendosi a destra e sinistra, fino a fermarsi e puntare rigidamente in un fosco fitto.
"Yanyanyanyan!!!" Ora poteva rintracciare il suo amore con il suo radar interno.
Niente e nessuno avrebbe fermato la sua caccia al tesoro, perché sarebbe stato tuo. Lo avrebbe ritrovato prima o poi e sarebbero stati assieme per sempre, mocciosa bionda o no.
Sarebbe bastato liberarsi del topo e la strega
 
E così, Ash e i suoi amici sono riusciti a superare altre difficoltà. Pancham di é tolto un peso di dosso e non potrebbe essere più felice. Il loro viaggio prosegue, ma incontreranno ancora Yanchan? Se accadrà come faranno Serena e Pikachu a scampare alle sue ossessioni?
Il viaggio continua..

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Capitolo 21
*** Episodio 18: Pikachu e Meowth Genitori!? Una strana condizione familiare! ***


Episodio 18: Pikachu & Meowth genitori!? Una strana condizione familiare!

I nostri eroi continuano il loro viaggio verso Rascagiupoli, per permettere a Serena di partecipare al suo primo varietà. Il tragitto però come al solito è sempre pieno di sorpresa, chissà cosa aspetta il gruppo stavolta… 

"Allora Serena? Come ti senti sapendo che la tua prima sfida è alle porte?” chiese Ash curioso. "Emozionata?" 
"Un po'..." ammise Serena “Principalmente perché è un ambiente diverso e i Varietà saranno un po' diversi da quelli a cui ho preso parte a Kalos”
"Tranquilla! Andrai benone! In fondo, se già alle tue prime esperienze sei riuscita ad arrivare seconda a Kalos, questa volta hai dalla tua il fattore esperienza! Senza dimenticare che ti sei allenata a fondo e hai il mio sostegno!" la rassicurò l'amico.
Serena fece il possibile per non arrossire. Ash ripensò a ciò che aveva detto e pensò di sistemare un po' la frase per non farla sembrare ambigua “Beh tutti ti sosterremo!”
"Grazie Ash, ma credo che un po' di emozione  l’abbia lo stesso, dopotutto è normale!”
Lidia si avvicinò ai due, mettendosi in mezzo, per quando le dispiacesse interrompere quella discussione che probabilmente sarebbe finita come le altre: più prosegue più diventa shipposa e poi cade nell’ovvio perché uno dei due si tira indietro o cambia argomento. "Scusate il disturbo, Ash posso rubarti un attimo Serena?”
“Uhm?” Ash stava per controbattere, volendo finire di discutere con l’amica.
Lidia tuttavia lo anticipò “Volevo chiederle una cosa… sai… da ragazze..." 
"Ahhh! Certo!" subito le lasciò fare, consapevole che di cose da ragazze non ci capiva molto e in questi casi non si sentiva autorizzato a ficcare il naso. Senza contare il fatto che la maggior parte delle amiche di Serena entravano in uno status di impegno e complessità quando iniziavano questi discorsi.
"Grazie!" sorrise lei, e prese l'amica più giovane in disparte "Scusa Serena, ma sbaglio o non è l’unica cosa di cui ti emozioni?" le sussurrò tranquillamente. 
"E dai basta!"  
Ash, più avanti di loro, lanciò un’occhiata con la coda dell’occhio, ma non provò nemmeno ad ascoltare. Un sorrisetto perplesso gli attraversò il viso, notando dai toni di Serena che già la piega del discorso aveva toccato gli argomenti a cui spesso veniva estraniato. “Ci risiamo…” Ash concluse nella sua mente.
"Scusa ma è più forte di me…" ammise la detective "Ora però tornando a cose leggermente più serie, non che la tua relazione con Ash non lo sia chiaramen-…”
“Ho capito, vai avanti” la esortò Serena sospirando.
“Ti hanno già informata su come si svolgono i varietà a Forsia?" 
"Il professor Olivio mi ha detto qualcosina" affermò Serena ripensando a quando gliene aveva parlato, convincendola a partecipare.
“Volevo solo informarti perché so che i Varietà kalosiani sono differenti. Prima di tutto qui si devono guadagnare delle le Spille della Principessa e non le Chiavi della Principessa”
Serena la guardò confusa “Come sono fatte queste spille?”
“Per quanto ne so sono a forma di fiori e ogni prova ha un significato, così come il fiore che si guadagna”
Serena sorrise affascinata. Sembrava davvero un’idea intelligente e carina. Si sarebbe informata di certo.
Lidia proseguì “Inoltre i Varietà qui sono 5 e non 3 come a Kalos. Con il Master Class molto più lungo. Se ne svolgono molti a Forsia, in tutta la regione, alcuni anche contemporaneamente ad alri o a pochi giorni di distanza. Questo perché più performer possano scegliere a quale partecipare in base alla vicinanza delle città oppure per ritentare in caso venga sconfitta più volte”
“Mi ricorda le Gare Pokémon e un pochino i Varietà di Kalos” Commentò Serena, anche questo lato era gradevole.
“Poi… i vostri varietà sono divisi in due prove: una specializzata in diverse attività per valutare la competenza della performer e una di esibizione. Qui a Forsia è simile per la prima prova anche se tendiamo ad andare su qualcosa di più complicato, tuttavia la seconda esibizione non si limita allo spettacolo libero”
“In che senso?”
“Vedi, quella che fai tu è un’esibizione libera, qui invece bisogna avere almeno 3 categorie diverse di esibizioni guadagnate, quindi si è costretti a partecipare a Varietà di specializzazione diversa. Le categorie sono: libera, nuoto, pattinaggio, danza con il nastro, acrobazie aeree ed esibizione danzata accompagnata dal canto. Quella libera è simile alla cantata, solo che nell’ultima che ti ho citato anche i Pokémon devono cantare. Devi quindi guadagnare spille ottenibili attraverso 3 categorie diverse. Poi le altre si possono anche ripetere”
Qui la situazione già si complicava di più, ma non era un grosso problema, si spostavano in fretta e sarebbe bastato informarsi su dove gareggiare e per quali Varietà.
“Comunque… ti conviene esercitarti in ogni categoria perché nel Master Class saranno da affrontare tutte. Le spille rappresentano una tua qualità, il significato della gara e il requisito che hai ottenuto. Però tutto questo non credo sia un grosso problema, vero principessa?" 
"Principessa?" 
"Se sei arrivata seconda solo dietro alla regina di Kalos, ho visto qualche tuo video. Tutto ciò non fa di te una specie di principessa reale di Kalos?" 
"Beh, in un certo senso..." 
"Ora ti lascio di nuovo e puoi raggiungere il tuo "principe” e scusa per averti trascinato qui!" le diede una leggera spinta.
Serena non capì subito, ma apprezzò la condivisione di informazioni. Le sarebbero tornate utili. "Figurati e… aspetta che intendi con principe??" Lidia però era già scomparsa dal suo raggio visivo.

L'aria era fresca e il sole splendeva, un piacevole venticello soffiava sul viso di ciascun di loro. Finalmente erano arrivati un’area perfetta per sedersi un po' e riposare. 
"Quasi quasi una pausa me la farei! C'è proprio un bella atmosfera e un bel panorama!" confessò l'allenatore guardando l'orizzonte. 
"Ma si in fondo una pausa è quello che ci vuole. È da stamattina che camminiamo!" concordò Brock “Inoltre abbiamo mangiato passeggiando. Accampiamoci pure qui per un po’ di tempo”
"Tra quest'aria fresca, il bel sole e la buona compagnia una dormita non mi dispiacerebbe..." sbadigliò l’allenatore, strizzando un po' gli occhi.
"Ci ritiriamo nelle tende a riposare?” propose Brock, cominciando a montarla.
Ash alzò la mano  con un gesto lo ringraziò “Nah, grazie ma io sonnecchierò all’aperto. Di giorno mi piace sentire i raggi del sole!”
Lidia pure rivolse la stessa domanda alla compagna di tenda, ma la performer pure declinò l’offerta di dormire al coperto “Penso che abbia ragione Ash, non ti spiace vero?”
“Assolutamente… assolutamente” rispose con un ghigno lei. Era molto meglio così se c’era anche una minima possibilità che i suoi due piccioncini commettessero qualche “bravata” o se la spassassero.
“Vieni qui con me Serena?” le chiese Ash con il suo solito sorriso ingenuo. Facendole spazio vicino a lui, per permetterle di appoggiarsi al fusto dell’albero.
Serena subito prese un colorito rosso sul viso. Non diede una risposta a parole, si limitò ad avvicinarsi a lui giocherellando con gli indici, per poi sedersi senza avere un contatto fisico altrimenti sarebbe esplosa. 

"Cha..." il musetto di Pikachu fece capolino ancora mezzo assonato dalla tenda. Aveva lasciato volontariamente Ash e Serena da soli, perché anche lui voleva che le cose tra i due accelerassero, per quanto fosse una grossa illusione. 
Lentamente uscì allo scoperto e si mise svogliatamente alla ricerca di un ruscello per abbeverarsi; durante il sonno gli era venuta sete. Si allontanò dal campo e si mise in cammino con gli occhi semichiusi, tanto era sicuro di potercela fare a tornare da loro, talmente gli era noto l’odore del suo allenatore. Gli sarebbe bastato annusare l’aria e il terreno per ritrovarlo.
Infatti trovò facilmente un corso d’acqua per dissetarsi. Mise il suo musetto nell'acqua e con la lingua iniziò a sorseggiarla calmando la sua sete, senza trattenersi troppo con il rischio di dimenticarsi la via del ritorno. Intraprese subito la strada del ritorno seguendo come prestabilito l’odore di Ash, tuttavia a metà strada qualcosa gli catturò l’attenzione.
Sperava di aver visto male, ma a quanto pare la giornata non voleva sorridergli. Scosse la testa con furia e sbarrò gli occhi, sentendosi improvvisamente sveglio e arzillo. Puntò la testa sul suo obbiettivo e gli fu facilissimo riconoscere quella coda color crema con la punta arrotolata marrone.
"PIKAAA!" si lanciò subito all'attacco. Il nemico non fece neanche in tempo a girarsi che si sentì subito scaraventato chissà dove. Il topino si avvinghiò alla sua coda e lottando con lui entrambi finirono per ruzzolare da più colline, infiltrarsi nella fitta vegetazione e affondarono le loro teste nel fango.
"Ohi… ohi la testa..." si lamentò un certo felino rialzandosi. Si massaggiò la testa con entrambe le zampe e poi aprì gli occhi per guardare il terribile Pokémon spaventoso che lo aveva attaccato. Prendendo subito atto che non fosse una bestia, il suo sguardo divenne infuocato di ira. 
"TUUUU!!!!????"
"KA CHU PI!" 
" Per una volta che non ti stavo attaccando mi attacchi tu!?" 
"PI-PI -PIKA!!!" 
"MA CHE DIAMINE DI PROBLEMI HAI!? MI ERO ALLONTANATO DA JESSIE E JAMES PERCHE' DOVEVO FARE I MIEI BISOGNI PRIMORDIALI!" Sbraitò il gatto infuriato. 
In quel momento nella mente di Pikachu si delineò l'immagine del suo rivale intento a fare di tutto e di più e la visione non gli piacque particolarmente. "Chupi...." si schifò rabbrividendo. 
"Ti ringrazio! Per avermi interrotto e anche perché per colpa tua ho perso di vista il campo base del Team Rocket!" 
Stavolta in effetti aveva preso un abbaglio "Ka chu..."mugugnò Pikachu abbassando il capo scusandosi, per quanto non fosse completamente pentito. 
"AH ORA TI SCUSI!? NON FARE QUELLA FACCIA DA SANTARELLINO PERCHE' OGGI NON ME LO MERITAVO PROPRIO!"
Pikachu però aveva poco tempo per pentirsi, aveva perso anche lui l’odore di Ash. Dovevano essere finiti troppo lontani da entrambi i loro campi base. 
"Che proponi di fare genio!?" 
"Pika..." lo indicò Pikachu, non avendo chissà quali idee.
"PERCHE' IO!? SEI TU QUELLO CHE HAI COMBINATO STO CASINO!” puntualizzò Meowth, ritenendo che avrebbe solo dovuto riposare. 
Pikachu abbassò le orecchie, bastò quel gesto a far capire al gatto che qualcuno doveva per forza uscirne con un’idea. 
“Vabbè come al solito toccherà a me, il grande Meowth a risolvere tutto... " Il gatto iniziò subito esponendo la propria opinione, intenzionato chissà come a farli arrivare da Jessie e James.
"..." Avrebbe voluto strozzarlo... ma probabilmente avrebbe dovuto aspettare. "Chupi pi" non aveva intenzione di seguirlo a andare dritto dal Team Rocket, per poi farsi catturare come un allocco.
"Ah si? Avresti un'idea migliore della mia???" Lo provocò Meowth, che detto sinceramente non aveva pensato a consegnare ai colleghi il topo. Il fatto che fosse stata la preda stessa a ricordarglielo lo vergognava abbastanza.
Pikachu ci pensò su e decise che sarebbe stato molto meglio cercare tracce di... beh gli faceva già ribrezzo, pensarci era peggio. 
"Brrr..." realizzò il gatto "Non avrai intenzione di... avanti!!! Non puoi annusare ciò che mi appartiene senza nemmeno la mia approvazione! Rimane comunque la mia creazione!"
"Pika pila chu? Chuka?" 
"N-No…! Fai pure, te lo concedo..." Meowth approvò con disgusto. Meglio Pikachu che lui.
L'acidità stava cercando di portarlo al vomito, ma si trattenne e con delle lacrimine agli occhi avvicinò il muso all'erba. Bastò un secondo e il suo pelo si rizzò. Portò le zampe furiosamente sul naso e lo premette. Quell'odore terribile lo fece marciare all'indietro, sbattendo contro Meowth e cadendo di peso su di lui. Entrambi cominciarono a rotolare giù per un'altra discesa e conclusero con una bella zuccata sul terreno.
"Ahiahiahi…" piagnucolò Meowth con le zampe su un bernoccolo "Piccolo stupido topastro! Che diamine ti prende!?"
Ancora con le mani sul muso Pikachu mormorò dei versi nasali "Chu...."
"Chu un corno!!!! Avevi avuto tu l'idea e poi fai lo schizzinoso!? Ora non so manco dove siamo finiti!"
Pikachu gli rigirò l'affermazione "PIKA CHUPIPI!!" Non sapeva manco prima dove erano.
"INSOLENTE! E TU INVECE!?"
Le scariche elettriche cominciarono a sprizzare dalle sacche rosse, non sopportando di essere trattenute. Pure gli artigli spuntarono dalle zampe, pronti ad affettare il nemico. Entrambi si misero in posizione d'attacco, con scambio di sguardi truci, quasi collegati da un ponte di odio. Uno slancio e i due furono pronti a darsele. Sempre più vicini, più minacciosi e rapidi... ma qualcosa si mise proprio in mezzo.
La sorpresa li mandò in panico e provarono a fermarsi in tempo per non danneggiare l'oggetto circolare alle loro zampe.  Il risultato fu uno scontro dei loro crani appena sopra l'intruso. Vennero ribaltati indietro e per fortuna non caddero sopra l'ingombro. Lo avevano visto di sfuggita ma era ovvio che quello era un uovo Pokémon: arancione a strisce nere e macchie giallognole fieno.
"Pi...?" Piegò a destra la testa Pikachu per osservarlo meglio.
Meowth invece girò la testa a sinistra, sempre cercando di spiegarsi l'imprevisto.
Chiunque avesse avuto l'idea di fermare lo scontro con un uovo era proprio un genio di idiozia. Non si poteva mettere a rischio un oggetto tanto delicato, conteneva una vita.
Oppure era finito lì per caso, ma allora si trattata di un segno del destino. L'unica cosa che avrebbe potuto interrompere il loro scontro era una cosa tanto innocente e curiosa. Magari era la stessa creaturina all'interno che si era spinta sul luogo rotolando per fermarli.
Il primo ad avvicinarsi fu Pikachu, il quale appoggiò l'orecchio all'uovo, chiedendosi se fosse ancora intatto. Non sembrava aver crepe e dentro non percepiva grandi rumori.
Meowth fece qualche passo avanti e lo fissò con perplessità "Ho già visto questo tipo di uovo" Si, era decisamente troppo familiare e lo aveva già visto in più casi. Gli ricordava la sua regione natale ed era certo di saper pure il contenuto, eppure non riusciva a far balenare in mente la risposta.
Tutto ad un tratto l'uovo cominciò a tremare e scuotersi con agitazione, facendo balzare indietro i due. Non avevano paura perché sapevano che chiunque fosse era di certo deboluccio, ma non si aspettavano una reazione simile subito.
Si stava schiudendo.
*crack* *CRACK* *CRACK*
Il fascio di luce che li accecò duro pochissimi secondi, quando scomparve cominciò ad essere visibile il nascituro.
"Grouu..." mugolò il batuffolo peloso, con i suoi occhioni teneri e ciuffi di criniera color fieno. Tutto il corpo era arancione, con strisce nere. Cominciò a strisciare in avanti con le zampine e a stiracchiarsi.
"Un Growlithe!? Anche il cagnolino mi dovevo beccare!" Esclamò Meowth zampe all'aria.
Pikachu gli diede una codata per farlo tacere e si avvicinò al piccolo cucciolo. Era tenerissimo, ma soprattutto indifeso, non poteva lasciarlo da solo, come avrebbe fatto a crescere senza sapere neanche il minimo della sopravvivenza?
"Pika chu.." fu il verso strano arrivato alle orecchie rotonde di Growlithe. 
Alzò gli occhi verso il Pokémon più grande e lo fissò per un pò. Non riusciva a capire bene perché non lo sentisse completamente colui che lo aveva creato, ma si sentiva legato a lui.
Barcollò fino ad aggrapparsi al suo fianco e abbaiò "Litygruh" 
Il risolino di Meowth bombardò l'intera foresta "Puahahahahahahahah!!!! Ti ha chiamato papà!!!!"
Non poté vedere il viso di Pikachu ma se lo avesse fatto gli sarebbe giunto agli occhi il rossore e non quello delle guance elettrice. Lo ignorò e tornò dal cucciolo "Pika chu.. cha pika chu" non era il suo papà, non doveva crederlo o separarsi quando sarebbe stato necessario sarebbe diventato problematico.
Growlithe continuò a sfrusciare la testolina contro il fianco di Pikachu, finché non fu attirato dallo scintillio dell'amuleto di Meowth, provocato dai raggi del sole riflessi. Corse verso il gatto e spuntò la linguetta dalla bocca. Una scodinzolata e poi saltò all'attacco, un attacco coccoloso "Litygruhruh" 
A quel punto fu Pikachu a poter ridacchiare. Era stato chiamato papà 2.
"Topo sta zitto!" Gli urlò contro.
"Pika chu!" Lo intimò di moderare i termini davanti al cucciolo.
"Se non ti è salito alla zucca, chiamarci entrambi papà vuol dire che siamo i suoi genitori! Tutti e due! Insieme!"
Ecco, quello era un incubo terribile. Essere genitori non significava per forza che i due provassero quei sentimenti... ma di certo comportava andare d'accordo e prendersi cura di Growlithe senza scatenare risse.
"Beh che intendi fare, eh? Come posso essere finito in questo guaio!? Quando si è mai visto un gatto fare da papà ad un cane!?" 
"Grow?" chiese curioso il nascituro non capendo le parole del suo nuovo genitore. 
"Chu!" replicò Pikachu. Neanche a lui gli andava particolarmente a genio. Cioè si sarebbe occupato volentieri di quel piccolo, ma senza il suo allenatore e soprattutto con la sgradevole presenza del suo nemico come partner genitoriale la cosa sembrava impossibile. "Pika chu ka" borbottò tra se e se. 
"Ti ho sentito topo! E non sono un babbione brufoloso!"
"Lith row?" il cucciolo leccò tutto contento la faccia di Meowth. 
Pikachu sghignazzò, forse il termine babbione brufoloso faceva ridere il suo figlioccio. Continuò a ripeterlo più e più volte e ogni volta ne conseguiva una colata di saliva di cane sulla faccia del gatto. 
"Hai finito si o no!? Comunque un’idea ce l'avrei. Quell'uovo è rotolato dalla collinetta ad est, no? Se portiamo questo piccolo scocciatore fino a lì magari troviamo il branco, lasciamo il cosetto irritante ai suoi veri genitori e *BAM*! Liberi di tornare a malmenarci!" si irritò ancora di più il gatto, salvo poi assumere un comportamento più dignitoso in modo da spiegare le sue idee. 
"Chu pi" annuì il topino. Forse era l'unica cosa che Meowth aveva detto sensatamente nel giro di anni.
"Andiamo allora... per il bene di tutti”
I due si avviarono o meglio ci provarono dato che il percorso era una massa di rocce scivolose e collinette ripidissime. Li aspettava una scalata impegnativa. Pikachu avrebbe potuto salire saltando e aggrappandosi con le sue zampine, ma Growlithe non riusciva a salire. Meowth invece grazie ai suoi artigli scalava senza problemi. Inizialmente si dimenticò della presenza dei due. “ Cosa mi tocca fare, temo che dovrò davvero fare le veci di un papà…” 
Growlithe guardò uno dei due papà arrampicarsi e notò la coda sventolare qua e là, era un oggetto troppo carino e curioso. Vederla oscillare lo ipnotizzava. Continuò ad osservarla, per poi decidersi a chinarsi e darsi una spinta. Dopo qualche tentativo, qualcosa scattò in Meowth ed urlò.
"LAAAAA MIAAAA CODAAAAA!!!” strillò il gatto urlando prima dal dolore poi rendendosi conto che il figlioccio si era appena attaccato con i suoi denti al suo amato simbolo gattesco. Meowth perse attrito con la parete e il peso del cagnolino lo trascinò fino a terra, per quanto e sue unghie fossero conficcate nello strato più superficiale della roccia. 
Quando il topo corse ad accertarsi delle condizione del cucciolo, Meowth si rialzò con Growlithe che gli stava ancora mordendo la coda. Pikachu gli tese una zampa ma il gatto la respinse "Ce la facevo anche da solo, grrrrrrrrrrrrrrrrazie..." sibilò mentre si allontanava e scrollava la polvere del terriccio di dosso.
Fu difficile per i due aiutare il cucciolo ad arrivare in cima, il trio si  rimise in cammino. Era stato necessario lo sforzo di entrambi, i quali avevano alternato le spinte alle tirate.  Per i seguenti 10 minuti i due più grandi di età preferirono rimanere zitti, ma la tranquillità fu interrotta da un pancino che iniziò a borbottare.
"Lithe..."
Pikachu capì subito cosa volesse il cucciolo e capì che non potevano aspettare. Si mise a scrutare gli alberi, individuando subito un albero di frutta. Erano belle grosse quelle bacche, ma sarebbero state davvero difficili da mangiare per un cucciolo. Forse avrebbe ricevuto un piccolo aiuto, in caso contrario avrebbe fatto da solo.
"Pikachu pi!" disse appoggiando a terra le bacche. Lanciò una leggera scossa elettrica a Meowth, richiamandolo.
"Ahia! Che c'è!?" 
"Chu pi!" indicò le bacche con un dito.
"Fallo da te se ci tieni cosi tanto! Non sono il tuo schiavetto!" 
Sinceramente Pikachu poteva sempre usare Codacciaio per sminuzzarle, ma la risposta di Meowth non fu gradita e tantomeno il tono usato. Erano entrambi coinvolti e genitori improvvisati di quel cucciolo, quindi tutti e due dovevano fare qualcosa.  
Un pianto lacerò l’aria "Grrrooooooooowwwwww!"
Gatto e topo si tapparono le orecchie istintivamente, il verso continuò per interminabili minuti, facendo calare ogni astio tra i due.
"E' uno strazio!! Non se ne può più!" urlò esasperato Meowth. 
"Pikaaaaa chu pi!!!" pregò che quel pianto cessasse.
Ma Growlithe non smise nemmeno per un attimo e ciò portò il padre gatto a reagire "Oh e va bene!!! Ti sminuzzo quella tua dannatissima frutta, ma ti prego smettila di piangere!!!" 
Subito tirò fuori gli artigli e diede una rapida sminuzzata alle bacche perfettamente mature. Erano stati fortunati ad averne trovata qualcuna senza incontrare altri Pokémon selvatici. Tuttavia la quantità era sufficiente solo per il cucciolo.
“Tutto qui?” replicò il gatto deluso dal quantitativo di cibo raccolto dal topo, mentre Growlite guardava le bacche con indecisione.
Per tutta risposta Pikachu gli lanciò un’altra scarica elettrica intimandogli di non fare lo schizzinoso. Quando notò che il cucciolo non mangiava, il Pokémon elettrico capì subito cosa ci voleva e sapeva che la scena in arrivo avrebbe voluto immortalarla con una foto se solo l’avesse avuta; sarebbe stato soddisfatto per tutta la vita. "Pi… pi..." 
"Che significa che lo devo imboccare io!? Fallo tu piuttosto!"
La faccia di Growlite introduceva un piagnisteo "Va bene! Va bene! Ecco… guarda il trenino! Apri la bocca cucciolino!" finalmente cominciò a mangiare.
"Chu..." Pikachu sospirò. Purtroppo non sarebbe potuto andare avanti per molto quello strazio. O almeno, gli dispiaceva per Growlithe ma non per Meowth. 
"Si hai ragione... deve imparare a fare da solo o non ce la farà in natura..." 
Pikachu incrociò le zampine pensando, non sapeva come procedere. Portarlo da Ash e vedere come sarebbe andata? Magari poteva catturarlo. 
"Cosa stai pensando?" Chiese Meowth riacquistando calma. In effetti sfamare il cucciolo poi non era tanto complicato e fastidioso. Non é che si sarebbe affezionato, vero?
Il topino inizialmente non era convinto di esporre la sua idea, ma tecnicamente i genitori erano entrambi e dovevano discuterne "Pika chu pipika. Cuupipipi.. pika chu pikachupi pichukapi!"
Meowth si rivolse a lui stralunato "E perché al tuoi bam-.... Ahhhh!!!!" Urlò in preda al dolore, estraendo l'arto bocca del cucciolo.
Growlithe fissò il secondo papà sorpreso, alzando le orecchie e aprendo appena la bocca, poi incrociando il suo sguardo irato, abbassò la codina sofficiosa tra le zampe posteriori, curvo indietro le orecchie e mugolò appena.
Il gatto subito si fermò dallo sbraitare e occhi sbarrati scrutò il musetto del figlio surrogato. Gli dispiacque subito per la reazione avuta, in effetti non l'aveva fatto apposta "Ok, scusa, scusa! Ho capito che non volevi farmi male, dovevo stare più attento" 
Quelle parole colpirono tanto Pikachu che avrebbe scommesso la sua fornitura di ketchup piuttosto che credere alla scena appena vista. Meowth gentile? Dispiaciuto?? Collaborativo???
Il gatto si voltò da un'altra parte, sentendosi osservato, già due Pokémon a guardarlo così erano troppi. Improvvisamente sentì sfrusciare contro il suo fianco e capì che era il cagnolino.
No, non si stava affezionando...
…Si, si era affezionato.
"Comunque... tornando al discorso di prima, perché proprio dai tuoi mocciosi dobbiamo lasciarlo? Potrei portarlo con me" il pensiero di farne un Pokémon come lui divenne molto intenso. Avrebbe potuto insegnarli ad essere un vero furfantello, a parlare la lingua umana come lui e chissà.. sarebbe divenuto un vero membro del Team Rocket.
Subito però l'idea venne prontamente bocciata "Chu!" Non se ne parlava, perché le intenzioni erano chiare ad entrambi i papà. 
Growlithe doveva crescere sano e giusto. "Pika chupi!" E Pikachu credeva fermamente che era più fattibile seguire tale strada insieme ad Ash.
"Ok, allora abbiamo altre idee?"
"...Kapi" forse c'era una soluzione. Trovargli qualcuno che nella foresta si sarebbe preso cura di lui, oppure insegnargli le basi della sopravvivenza e lasciarlo andare per la sua strada.
Meowth dovette sottostare alla possibilità di insegnargli qualche trucco per cavarsela da solo, ma non voleva lasciarlo da solo. "Ok, un addestramento ci sta, ma poi io consiglio di lasciargli scegliere con chi noi venire"
Pikachu odiava ammetterlo ma aveva ragione il felino. La prospettiva di lasciarlo solo lo intimoriva abbastanza.
Decisero di cambiare zona per trovare un riparo per la notte. Era evidente che i due non sarebbero tornati dai loro amici.
Ci volle mezz'ora per stabilire la località. Meowth e Pikachu avevano serie difficoltà a trovare un accordo per qualsiasi cosa. Anche se di certo erano molto migliorati dall'inizio. Ora non si azzuffavano o insultavano. Desideravano solo trucidarsi l'un l'altro nella mente.
Growlithe non capiva bene il rapporto dei suoi papà, nemmeno capiva perché non aveva un mamma o perché fossero tanto diversi da lui, ma poco importava se poteva divertirsi e stare con loro.
Arrivati alla tana dove avrebbero pernottato, seguirono immense discussioni si chi dormiva dove, sulla distanza da mantenere, chi accompagnava il cucciolo se doveva fare bisognini... Finì con semplici decisioni che sarebbero state possibili da scegliere in pochi minuti durati dozzine.
Meowth avrebbe dormito nella zona più interna, Growlithe in mezzo e Pikachu sull'entrata, per fare da guardia. Sempre Pikachu lo avrebbe accompagnato per eventuali scappatine notturne, mentre il gatto si sarebbe occupato di raccontargli una fiaba senza violenza, cattivi insegnamenti e cose inadatte ad un cucciolo.
Il tutto sembrava negativo solo per Pikachu, invece era Meowth a dover affrontare la difficoltà di inventarsi una storia con un lieto fine, già era chiedere tanto, ma persino un insegnamento! Quello era del tutto incoerente per il gatto, ma tra quello e interrompere poi il sonno di una notte... la scelta era limitata.
E Pikachu sperò che Growlithe fosse un cucciolo dall'apparato escretore forte, anche perché dopo quella di Meowth, non se la sentiva di vederne o odorarne altre oltre alla sua.

…Cinque ore prima… al campo base di Ash e i suoi amici…

Lidia si svegliò sbadigliando di buon umore "Ahhh che dormita! Mi sento proprio bene! Ora si che sono in forma!" Si stropicciò gli occhi mentre usciva dalla tenda dei ragazzi. Subito vide qualcosa di molto ghiotto per i suoi occhi. Sotto l’albero dove aveva lasciato i due ragazzi, dormiva Serena beatamente, finita per accoccolarsi sopra il petto di un Ash altrettanto addormentato e ignaro di tutto. 
La detective sghignazzò pian piano “Lo sapevo che avrebbero fatto qualcosa! Beh speravo qualcosa di più di dormire… insieme… magari dovevo spedirli in tenda assieme…" ci pensò su ma poi scrollò le spalle “Pazienza, la prossima volta! Questa però non me la faccio per niente scappare!"
Si avvicinò quatta al suo marsupio e da esso ne tirò fuori una videocamera in grado di fare foto "Questa sarà perfetta per il mio album dei ricordi!" esultò mentalmente tutta contenta. Era la prima di una lunga collezione. Mise mano all'obiettivo e scattò qualche fotografia alla coppia di "pidovetti"; come si diceva in forsiano. 
Peccato solo che l’euforia la fece totalmente cadere nello stato di fotografa e mise le dite sul flash senza accorgersene. La luce e il click cominciarono a far aprire i primi occhi. Svelta la ex capopalestra di Collinopoli nascose la sua arma del delitto nel marsupio e cercò di far finta di niente. 
La prima a svegliarsi fu Serena, la quale sentendo il calore emanato dal petto di Ash e il suo battito, balzò subito all'indietro completamente rossa dall'imbarazzo. "Oh arceus... di nuovo no!" si maledisse mentalmente. 
Poi fu il turno di Brock a svegliarsi "Uh? devo essermi appisolato..."
Infine pure Ash aprì gli occhi “Hmm…? Che succede?" borbottò mezzo assonnato, sentendo la mancanza di qualcosa. Eppure dormendo si sentiva così comodo e a suo agio.
"Giorno ragazzi! Vedo che vi siete ripresi piuttosto bene!" squittì cordialmente Lidia cercando di sembrare più naturale possibile. 
I tre appena svegliati si scambiarono qualche occhiata, chiedendosi cosa balenasse nella testa della detective, che chiaramente nascondeva loro qualcosa. Si rialzarono e si sciacquarono la faccia, poi sistemarono tutti gli zaini pronti a ripartire. Dovevano solo mettere vie le tende e Ash riunirsi al suo adorato amico giallo.
“Pikachu dove è?”
“Era andato nella tenda delle ragazze a dormire” commentò Brock.
Serena subito inarcò le sopracciglia “Avete dormito in tenda assieme?” Disse lei nascondendo un sorrisino.
Subito i due si irrigidirono “E con questo? Non prendevamo sonno e abbiamo parlato un po' di cose tipo le esperienze passate e trucchi da capipalestra, poi ci siamo addormentati. Inoltre anche voi lo avrete fatto visto che avete viaggiato da insieme da soli prima di incontrare Brock”
Questo zittì completamente i due che non osarono guardarsi, altrimenti sarebbero arrossiti al ricordo, dolcissimo ricordo. 
“V-Vado a svegliare P-Pikachu" disse il suo allenatore avviandosi verso la tenda. 
"Ash e Pikachu sono proprio legati, non ho mai visto un rapporto così bello tra Pokémon e allenatore" osservò Lidia sorridendo alla bontà dell'allenatore. 
Le sue osservazioni però vennero interrotte da un urlo disumano di panico "PIKACHUUUU!??????" si sentì gridare dalla tenda. 
I tre compagni corsero da lui, chiaramente percependo la sua preoccupazione. Ash si catapultò fuori dalla tenda con uno sguardo abbastanza sconcertato "PIKACHU NON C'E'!" urlò ancora rivolgendosi a Serena, Lidia e Brock.
“Come non c'è!?" chiese Serena preoccupata. 
Brock cercò di calmare il Biancavillino “Magari è andato a fare un giro o bere…”
“E’ passato un po' da quando siamo svegli! Sarebbe già tornato!” ribatté Ash.
"Dobbiamo trovarlo allora!" Lidia concluse sapendo che quella discussione era inutile da prolungare. Dovevano trovare Pikachu o Ash sarebbe andato in palla, anche perché non aveva tutti i torti.
"Ovviamente! Devo trovarlo ad ogni costo!!” Improvvisamente un pensiero gli arrivò alla testa “…Non crederete che… il Team Rocket…”
I quattro impallidirono, la possibilità non era da escludere, ma nel caso fosse stato così Ash avrebbe fatto di tutto per farla pagare loro… amaramente.

Da un’altra parte della foresta anche il duo di malviventi era in una situazione simile. "Ma dove si sarà cacciato!?" si guardò in giro confusa Jessie. "Dobbiamo arrivare a Rascagiupoli più prestopossibile e lui sparisce cosi!?"
James fu più razionale e pensò alle possibilità che lo avrebbero portato a sparire. "Forse Meowth aveva da fare un attimo?" 
"In ogni caso troviamolo e portiamolo qui! La futura regina di Forsia non può aspettare i suoi comodi!" Salite in mongolfiera anche le due storiche reclute del Team Rocket, le loro ricerche iniziarono.

Pikachu e Meowth erano ancora alle prese con il cucciolo. Il gatto iniziò a narrare lui le avventura di una sua conoscenza, ovviamente ispirata a se stesso, che risolveva ogni problema e vinceva sempre. Growlithe ascoltava interessato e incuriosito le sue storie, mentre Pikachu faceva da guardia, tra un sorrisetto e l’altro, talmente ai suoi occhi era ridicola la storia ma carina la scena. Scosse la testa, lasciò qualche occhiata ai due, sempre divertito ma calmissimo e poi tornò a controllare il territorio dall’interno, sempre nella sua posizione seduta e a braccia conserte.
"… Quindi ecco come sconfissi il Golurk gigante con la mia astuzia. Ebbi lo stesso pietà e lui colpito dalla mia immensa bontà, coraggio e glorioso valore, decise di redimersi e diventare mio assistente! Il popolo della villaggio mi amava e acclamava, la mia bella principessa ricambiava il mio amore… ma decisi di mantenere la parola e pensare al dovere! Tornai sul mio Rapidash e cominciammo a galoppare verso il tramonto e una nuova avventura… Fine!" concluse il gatto terminando la sua storia soddisfatto, con la mano stretta sul cuore. Si era lasciato davvero prendere dal racconto. 
Abbassò la testa e vide Growlithe addormentato e rannicchiato. "Beh, tutto sommato non sei male marmocchietto" poi stranamente gattonò in direzione di Pikachu e si sedette di fianco a lui, ma senza cattive intenzioni. "Topo... credi che ce la faremo?" chiese così su due piedi. 
"Pika?"
"Insomma guardaci! Un gatto e un topo, acerrimi nemici, che allevano un cane. Sembra l'inizio di una barzelletta tragicomica”
"Ka chu..."
Meowth abbozzò un sorriso abbastanza sghembo "Già, ma lo facciamo solo per lui. Poi finita questa storia tornerà tutto come prima. Io e te sempre nemici per la pelle..." 
Pikachu sospirò, non c'era proprio verso di cambiare le cose? Dopo 8 anni di caccia non potevano cambiare le cose? Una volta passato quel suo carattere esibizionista e un po' arrogante, Meowth non era male anzi. Se doveva essere sincero, tra tutti coloro con cui avrebbe voluto fare una discussione seria o collaborare… avrebbe scelto lui. Tra tutti i Pokémon che conosceva, amici o nemici, era qualcuno che nel profondo credeva intelligente, astuto e nei suoi momenti di rara bontà poteva davvero stupire ed emozionare.
"Posso sapere una cosa? Così per curiosità... che ci trovi in quel moccioso e i suoi amici?" Pikachu subito si trattenne dal continuare il suo pensiero e ragionò invece su come rispondergli. Sapeva cosa dire ma non era facile da spiegare, soprattutto ad uno che la pensava così diversamente. "Pika ka chu pi ka pi chu pi..." iniziò a parlare. 
"Per te è come una grande famiglia, capisco. Il moccioso è più di un migliore amico, è come un fratello, dico bene?"
"Ka pi" Fu poi il turno di Pikachu di chiedere a Meowth cosa ci trovasse di divertente a fare quello che aveva sempre commesso, era una cosa sbagliata, perché allora lo faceva? Dentro non sembrava così cattivo se lo si prendeva per il verso giusto.
"Io? Diciamo che, come per te il moccioso è un fratello, anche per me Jessie e James sono una famiglia..." sorrise mesto "Già, tre sgangherati come noi che cercano sempre di adempiere ai loro piani, falliamo ma questo ci da la carica per proseguire! A volte ovviamente ci sono momenti in cui siamo afflitti e sentiamo dolore nel cuore, ma anche se agiamo da strafottenti ed egocentrici ci siamo sempre gli uni per l’altra.
"Pika?" 
“Credo sia la questione che tutti e tre dobbiamo farci forza per via delle nostre storie turbolente e il nostro passato amaro. So che tu e il moccioso non avete avuto vita facile, ma lo dico chiaro e tondo: la vita non è tutta rosa e fiori topo. Credimi lo so bene, anche più di tanti altri. So parlare la lingua umana, dovrei stupire tanti Pokémon, magari potevo usare la mia abilità per aiutare gli altri. Prima di farlo però volevo iniziare con il farmi apprezzare da quelli della mia razza. Forse se mi avessero accolto e stimato, avrei pensato di andare fino in fondo e diventare un eroe… ma come credi che abbiano agito? Mi trattarono da mostro e così anche la gatta che amavo e per cui misi impegno e imparai a cercare di essere più umano solo per lei”
A quel punto Pikachu ascoltò con interessa e anche dispiacere, voleva sapere come andava avanti.
“Incontrai Jessie e James e non so perché tra noi tre scattò subito l'intesa. Mi trattarono bene, furono i primi a non volermi sfruttare o a scappare orripilati. Certo ci vollero difficoltà e discussioni, ma tra famiglie c’è sempre qualche problema, o almeno credo sia possibile" 
Vi fu silenzio, il Pokémon elettrico sapeva bene questo, aveva anche lui discusso con Ash. Diamine, il loro primo incontro era l’esempio sputato di quanto le parole di Meowth fossero vere.
Il gatto non si fermò "Lo facciamo per metterci in mostra, divertirci, trasgredire le regole e forse perché non so quale altra strada potremmo percorrere. Quante chance di stare assieme e fare baldoria avremmo in altre situazioni? Per tre sgangherati come noi che futuro ci sarebbe? Noi non abbiamo avuto la fortuna del tuo moccioso amico di partire in un viaggio o di partire verso i propri sogni. Jessie é cresciuta tra difficoltà e gente che la sottovalutava, James costretto a fare quello che volevano i suoi genitori e io di certo non ho potuto trovare un allenatore e diventare un normale Pokémon che lotta per guadagnare medaglie. Non sono nemmeno nato predisposto per quello e non tirare fuori la scusa che ogni Pokémon può diventare forte se si allena... quello dipende dall'allenatore che ti ritrovi. Io ho trovato Jessie e James e sviluppato una forza diversa”
Meowth avrebbe voluto aggiungere, che se Jessie e James fossero stati i suoi allenatori normali, forse non sarebbe stato male, ma si trattenne e passò oltre “Non é che ci divertiamo a far male alle persone, come avrai già visto noi non andiamo oltre un certo limite. Non uccidiamo per esempio, qualche volta facciamo soffrire ed esageriamo ma con un capo del genere non si hanno molte chance"
Pikachu aveva visto il Team Rocket improvvisarsi come gruppo di giornalisti, commercianti, cuochi… anche gruppo di salvatori e a volte bravi ad ascoltare e risolvere problemi! Quelle poche volte in cui avevano aiutato Ash erano stati molto utili. Contro il Team Flare valorosi e cucinavano anche bene se doveva ammetterlo. Non poteva sapere della bravura di Jessie come performer e coordinatrice, ma poteva anche aggiungere bravi ingegneri e forse sarebbero potuti pure diventare ranger o poliziotti volendo. Non resistette e scattò in piedi "Pika chupi!”
"Non possiamo ribellarci! Pensi sarebbe così facile partire da zero?! Sembra che ci accontentiamo di poco ma  il Team Rocket é la nostra unica casa! Ci sentiremmo persi!”
Pikachu non chiese più nulla, anche perché non trovava le parole. Gli unici rumori che ormai erano presenti erano il miagolio di Meowth, ora fermatosi e i versi dei Pokémon coleottero che volavano e canticchiavano nella notte.
Poi Meowth riparlò "Non so nemmeno perché te lo sto dicendo. Dimentica tutto" sfuggì dal suo sguardo e si ripiegò un po' usando Growlithe come mezzo cuscino.
"Pika..." Notte Meowth...
...
"*YAAAAAWWWW*" sbadigliò Meowth, accoccolandosi meglio contro il suo cuscino. Non volevi staccarsi dal suo futon personale, ma una vocina armata di sveglia di diede un colpo alla nuca, allargò le narici e permise ad un profumino di arrivargli al naso. Rimaneva sempre un Pokémon e per lui fiutare certi odori era fantastico.
Aprì gli occhi e notò con mezzo panico che non era Growlithe a fargli da cuscino ma un semplice mucchio di foglie. Subito corse fuori, ma non dovette cercare a lungo, di fronte ai suoi occhi c'era qualcosa di meraviglioso ai suoi occhi: pesce, affumicato.
Era strano vedere Pikachu seduto di fronte ad un fuocherello assieme a Growlithe, che arrostivano dei pesci conficcati su un bastoncino.
"Pikachu!" Alla buon ora si era svegliato anche l'ultimo appisolato.
"Ehm.. cosa stai facendo?" Chiese attratto da quel profumino e lo stomaco in subbuglio.
Pikachu gli lanciò un'occhiata perplessa: la colazione ovviamente.
Il gatto sospirò sedendosi con loro, sperando fosse scontata la sua partecipazione all'abbuffata mattutina "Non guardarmi così, intendevo come ci sei riuscito?"
"Pika chu… chu pikaka chu pi. Pikachuchu, chu pika pikachu"
"Fammi ricapitolare: Ti sei svegliato, hai portato Growlithe con te, gli hai insegnato a pescare e poi grazie a lui hai acceso un fuocherello per preparare da mangiare?"
"Pi" annuì l'altro.
"Growl!" pure il cagnolino sorrise con la lingua fuori, probabilmente affamato.
Meowth avrebbe voluto essere partecipe, dopotutto poteva insegnargli qualcosa, ma lo avevano lasciato dormire e andava bene lo stesso. "Bravi, ma spero di poter mangiare anche io, vero?"
Pikachu roteò gli occhi, dandogli la risposa più banale e prevedibile "Pi.." 
"Grazieeee!!!!"
Mangiarono di gusto, almeno si ritrovarono soddisfatti dalla riuscita della caccia. Pescare era stato un'ottima idea per accontentare Meowth e ricevere da lui meno lamentele possibile. E detto onestamente era stata una buona occasione per l'allenamento di Growlithe.
Pikachu non l'avrebbe mai ammesso, ma voleva pure risollevare il morale a tutti, Meowth compreso, dopo la parlantina di ieri. Per ora erano bloccati insieme ad improvvisarsi genitori e quindi non portava alcun male cercare di alleggerire la situazione a trovare un minimo di buon umore. Senza litigi e zuffe non era così male la presenza del gatto. Ovviamente ci tenne a ribadirsi che mai lo avrebbe ammesso.
Stessa cosa pensava Meowth, ancora confuso del perché avesse confessato quelle cose. Forse perché non poteva parlarne con o suoi compagni, dopotutto tra loro ci si intendeva e provavano le stesse cose. Si sapeva perché Jessie voleva mettersi in mostra, perché James voleva tenerli uniti e ribellarsi alle regole del mondo, perché Meowth volesse averli accanto e guidarli.
Non serviva discutere, le loro pene e sofferenza erano note e le insicurezze che coprivano saldamente erano leggibili tra loro come un libro aperto. Parlarne con qualcuno che non provasse certi sentimenti così simili o fosse nella cerchia che lui chiamava "Team Rocket", dove si rifugiava che dentro aveva tante insicurezze, era utile allo sfogo. 
Perché era ovvio tra compagni e parlarne era impossibile, sembrava ridicolo dirlo a chi la pensava come te, lo sapeva e non poteva ascoltare da estraneo. Tuttavia Pikachu era diverso, l'opposti, l'antitesi, il peggior nemico di Meowth, ma anche colui che lo aveva ascoltato senza ridere del suo discorso o paragonarsi a lui. A volte era meglio parlare con chi era estraneo alla situazione, imparziale e forse pure comprensivo come i mocciosi. Gliene era grato.
Una cosa però era certa, sarebbe durato solo fino a che non avrebbero sistemato il piccolo, il ponte dell'odio si sarebbe ricostruito in fretta, perché ognuno credeva nella sua famiglia, nel suo ruolo e nessuno avrebbe ceduto.
Dopo un’ ora si alzarono tutti e tre, pronti a continuare "Beh a questo punto andiamo a veder cosa si può fare per il cucciolo..." disse Meowth alzandosi. Non sapevano bene cosa fare per lui, ma erano quasi certi che avrebbero dovuto scegliere chi dei due lo teneva. Ash o Team Rocket?
Stavolta i due rimasero tranquilli e diedero l'impressione di avere un’intesa. Per il cagnolino la felicità era la prima cosa, infinitamente dopo i litigi. A discapito di ciò nemmeno sembravano con l’intenzione di azzuffarsi, stavano davvero andando d’accordo. Camminarono e camminarono fino quando sentirono dei latrati familiari. 
“ARRRRRCCCC NINNNEEE!
"Ehi ma questi sono latrati di Arcanine?" domandò Meowth. 
Pikachu annuì, li riconobbe pure lui.
"Forse loro sanno come è finito l’uovo da noi?” esultò Meowth, cercando di almeno risolvere il primo quesito. “Ovviamente lo hanno lasciato quindi lui rimane con uno di noi, niente ma o però!”
Pikachu annuì convinto, non si meritavano di tenere Growlithe ma almeno avrebbero chiesto spiegazioni, da bravi papà quali avevano accettato di essere. 
Diedero una sistemata al pelo del cucciolo e poi si diedero un cenno a vicenda per proseguire. Quando spuntarono dai cespugli, osservarono il branco: era davvero una colonia di Arcanine e Growlithe. Il gruppo sembrava sereno e vivace. I cuccioli giocavano in allegria e gli adulti riposavano all’ombra dei cespugli e piccoli arbusti.
Uno degli Arcanine più grossi sollevò il capo e annusò l’aria, sentendo odori strani: uno familiare e due estranei. L'aspetto fiero e a tratti minaccioso del canide metteva soggezione ai due genitori adottivi. "Ark..." ringhiò piano. 
"Ehm salve!" provò a negoziare il gatto mettendosi in mostra. "Noi abbiamo trovato questo cucciolo di Growlithe e ci chiedevamo se fosse un vostro membro del branco. Era solo un uovo ma… ce ne siamo presi cura e pensavamo di tenerlo con noi…”
"Grow Grow!" il cucciolotto uscì tutto contento ad annusare il capobranco. Lo guardò scodinzolando, scrutò pure gli altri cuccioli del gruppo… erano come lui, non come i suoi papà. Avevano un odore simile al suo anche se quelli di Pikachu e Meowth gli piacevano di più. Decise lo stesso di andare a conoscere quel grosso cagnone o tigrone. Gli diede un’annusatina e sorrise con la linguetta fuori.
Per un attimo Pikachu e Meowth sorrisero, poi i loro sguardi si tramutarono in angoscia quando il loro piccolo venne ribaltato da una zampata poderosa e scaraventato metri più in là. Il latrato di dolore fu insopportabile e ila sorpresa divenne rabbia. Il loro istinto paterno subito si accese e corsero di fronte a Growlighe, con denti, unghie e scariche elettriche bene in mostra.
"Ark kanine ark" ringhiò la possente figura. 
I due subito alle parole dell’Arcanine si imbufalirono . “PIkaaa???!!!!” domandò Pikachu facendo finta di non aver sentito bene e minacciando il Pokémon di ripetere.
La situazione era chiara, Growlithe era indubbiamente stato parte del branco o almeno i suoi genitori. Il suo uovo essendo più piccolo era stato scartato, credendo all’ipotesi che sarebbe stato solo debole, uno scarto.
Il felino non apprezzò i commenti, era davvero irato per quelle parole. Nessuno meritava tale trattamento, soprattutto un cucciolo e ancora più importante il SUO cucciolo. Non che fosse davvero suo ma si era preso cura di lui, con il topo. "Trattalo bene! E' un cucciolo! Se non è forte il motivò è che ancora si trova alle prime armi! Non potete giudicarlo dall’apparenza e dalla forma del suo uovo! Anche gli altri Growlithe sono come lui ma non li avete trattati così! Quindi siete voi che sbagliate!"
Al  capobranco l'ultimo affronto non piacque. Chi era quel gatto di strada per decidere delle regole del branco degli Arcanine? Chi era per dirgli cosa era giusto o sbagliato? Ringhiò e si preparò ad attaccare.
Meowth non si smosse "Coraggio!" lo sfidò "Colpiscimi pure tanto non cambieresti nulla di quello che penso!"
Pikachu rimase sorpreso dal gesto di altruismo del rivale. Non si era sbagliato, sotto la sua scorza dura un cuore lo aveva. Decise di intervenire anche lui a parole "Pikachu Pi!" disse affiancandosi al rivale ed emettendo sempre più elettricità.
"Esatto! Prenditela con qualcuno della tua taglia, almeno fai davvero l’imparziale e dimostri il tuo valore, razza di…!" Pikachu tappò la bocca al gatto prima che dicesse cose inudibili per i cuccioli presenti.
Growlithe guardò i due papà sfidare quel gigantesco essere per i suoi occhi e ne rimase affascinato, dal loro affetto, collaborazione e coraggio. 
L'Arcanine sbuffò, guardando il resto degli adulti, non se la sentiva di lottare o di sprecare energie "Canine..."
“Ah si? Una sfida? Sai benissimo che è troppo piccolo per vincere!”
“Canine can can!” Non gli importava.
“Pika chu! Ka chuchu pi!!!” prese Meowth e si allontanò, dicendo pure a Growlithe di seguirlo. Voleva una lotta? Bene, avrebbero addestrato il loro piccolo al meglio e avrebbero dimostrato il suo valore. Soprattutto avrebbero mostrato ad Arcanine il suo sbaglio e gli avrebbero fatto pagare la sofferenza impartita al piccolo Pokémon focoso. 
“Owithe..” mugolò piano. Voleva lottare e dimostrarsi forte, ma non poteva battere davvero quel colosso, era ancora piccolo e giovane, appena nato. Aveva paura a rischiare, sebbene si sentisse offeso e ferito. 
“Non preoccuparti” Lo incoraggiò Meowth “La sfida è tra una settimana. Non c’è limite alla potenza! Anche se perdi, basterà che dai il meglio e dimostri quanto è grande il tuo valore! Noi due ci saremo! Non devi entrare nel branco o superare qualche prova, devi solo farli pentire dei loro atti! I torneremo a casa e saremo felici!”
Il trio si allontanò definitivamente, tornando alla tana usata quella notte. Si misero subito all’opera per trovare materiali adatti e a trovare luoghi per allenarsi. “Ti aiuterò ad ogni costo!” Esclamò Meowth giurando sul suo onore da gatto.
“Ka!” 
“Giusto, NOI ti aiuteremo ad ogni costo!”

Iniziarono a lavorare ad un campo di allenamento, con salto ad ostacoli e altre sfide da superare.
"Strano pensare che sto usando le mie capacità da esperto trappoliere per l'allenamento di qualcuno invece che per la sua cattura..." pensò il felino mentre armeggiava con i suoi arnesi. "Però è interessante vedere come le mie doti possano essere usate in altra maniera" Si affilò gli artigli e iniziò a impilare pezzi su pezzi di legno, foglie e tutto ciò che gli veniva in mente. 
Nel frattempo anche Pikachu si dava da fare a modo suo, con allenamenti mirati alla sopravvivenza e l’aumento dell’autostima. Cercava di dare una spinta al cucciolo di Growlithe a convincerlo sul concetto del non arrendersi mai, massima tipica del suo allenatore. Era utile a chiunque.
"Grow?" ripeté confuso il cagnolino.
"Chu pika!" continuò il topino incoraggiandolo a dare il suo meglio e incominciare ad allenarsi. Pikachu lanciò scosse su un albero, non di grande potenza, piuttosto servivano al cucciolo per migliorare la mira.
Il cucciolo ci provò, emettendo solo delle piccole fiammelle dalla bocca. Non poteva di certo usare un attacco elettrico o della potenza del suo padre surrogato "Lithe..." si demoralizzò, vedendo che nemmeno le aveva lanciate ad un metro di distanza.
Pikachu però non lo permise, gli stava appresso e gli ricordava che con qualsiasi sforzo tutti potevano arrivare fino in cima. 
Ci volle un’ora di allenamento per prendere un ritmo di allenamento costante. Meowth aveva concluso il suo lavoro e guardava con orgoglio la sua opera. “Phew, dovrò lavarmi gli artigli per 2 settimane, ma ne valeva la pena! Questo campo d'addestramento è la mia nona sinfonia delle trappole, non adatte alla cattura dei mocciosi! Rifatevi un po' gli occhi!" si pavoneggiò a braccia conserte.
Pikachu doveva dargliene atto, Meowth sapeva bene come creare un vero e proprio campo minato di trappole e percorsi di sopravvivenza. Aveva un talento, nessuno lo avrebbe potuto negare. 
"Dunque per questa settimana lavoreremo su questo campo e nell’ambiente circostante! Marmocchietto, dovremmo cercare di potenziare tutti i tuoi riflessi e le tua abilità. Dovrai diventare bravo a schivare tutte le trappole che ho piazzato e superare il percorso straziante che ho creato! Occhio che alcuni tranelli sono nascosti, dovrai basarti tutto sull'istinto!"
Growlithe afferrò il messaggio, doveva dare il meglio e non sarebbe stato facile. Non si era di certo trattenuto troppo il suo padre gatto. 
"Coraggio, piccoletto vediamo come te la cavi!" Pikachu guardò Meowth preoccupato, conoscendolo poteva anche aver esagerato con questi trabocchetti. Subito il felino capì e lo rassicurò "Tranquillo, non le ho fatte troppo pericolose, al massimo Growlithe si farà dei graffietti o si sporcherà il pelo… almeno credo..."
Quelle ultime parole non convinsero molto il Pokémon elettrico. Meowth provò ovviamente a giustificarsi con frase tipo “Lo sai quanto sono bravo!” e “Non si può sopprimere un certo talento!”
Nel frattempo Growlithe aveva iniziato il suo percorso. L’inizio era talmente facile che perse facilmente la concentrazione, girandosi a salutare i genitori. Questi provarono a dirgli di tornare a fare attenzione, ma purtroppo prima di farlo un mucchio di rametti crollarono addosso al cagnolino "Growww" latrò per la botta subita.
"Prima regola" sentenziò il gatto "Mai distrarsi in battaglia, chiaro?” 
Growlithe annuì, tornando al suo allenamento. Continuarono per ore. A turno Pikachu e Meowth si davano il cambio ogni ora per aiutare il piccolo, con 15 minuti di pausa tra una sessione e l'altra. Non si videro subito risultato, fino a quando durante una sessione con Pikachu, Growlithe sparò una fiammella più ardente del normale.
Il topino ne fu contento e decise di cominciare ad aumentare il livello di difficoltò. "KACHUUUUUU!" urlò rilasciando lampi elettrici dalle sue guance, più forti dei precedenti. 
Growlithe si spaventò istintivamente e ispirò fino a riempire le guance di aria. Dopodiché diede una soffiata enorme, rilasciando una fiammata decisiva che non debellò il colpo m di certo ne diminuì la potenza. Comprendendo che non lo avrebbe mai contrastato, saltò via evitando il colpo.
Arrivarono altre scosse, tutte schivate o deviate, la più forte venne scagliata in cielo e lo scoppio provocato convinse i due a prendere una pausa.

Erano ore che Tweeny sorvolava il cielo in cerca del suo amico elettrico. Ash era stato molto chiaro, voleva trovarlo il più in fretta possibile "Twe..." borbottò sconsolato. Erano andati avanti tutta la notte e sapeva che ben presto Ash avrebbe dovuto farlo riposare. Non gli andava di tornare senza aver completato la missione. 
Preso dai suoi pensieri l'uccellino volò più in basso, ma un urletto familiare lo risvegliò dal suo torpore. "Weeen!?" si sorprese, cercando di aguzzare la vista. Vide chiaramente dei  lampi provenire da ponente. Forse aveva trovato davvero un indizio, anzi ne era certo. Chi altri rilasciava scosse elettriche del genere se non Pikachu? Si girò e tornò a fare rapporto.

Sulla mongolfiera del Team Rocket invece, anche Jessie e James stavano cercando invano il loro amico. "Niente!" borbottò la donna "E' da ore che lo cerchiamo, ho saltato persino il mio adorato pisolino di bellezza!”
"Ora mi preoccupa un po' quel gatto, non potrebbe essere finito prigioniero?" ipotizzò James. 
La capelluta fucsia lo guardò confusa. "Prigioniero? E di chi?"
"Magari dei mocciosi?" provò a scherzare l'uomo.
Entrambi fecero le spallucce pensando a tale ipotesi "Nah!!! Meowth è troppo in gamba per finire preda dei mocciosi..." 
I loro ragionamenti vennero interrotti da un fulmine che squarciò il tessuto della mongolfiera. "Ma che!? AIUTOOOOOOOO!" urlarono i due mentre precipitavano a terra...
*KAAAAAAAAAABOOOOOOOOOOOOOM*

"Aiahi...." mormorarono i due non realizzando di essere osservati.
"Tutto bene Jessie?" Chiese James alla compagna.
Jessie sospirò "Starei meglio se quel gattaccio saltasse fuori"
"...Noi se Pikachu saltasse fuori!!!!" Si alzò una voce ai loro piedi.
Subito scattarono e trovarono davanti agli occhi Ash, Serena, Lidia e Brock. Si leggeva chiaramente la stanchezza e l'irritazione nei loro occhi. Dovevano aver cercato tutta la notte senza trovare traccia del loro amico.

 "Preparatevi a passare dei guai, ci manca un membro!”
“Dei guai molto grossi, non vedo Pikachu o erro?
“Proteggeremo il mondo dalla devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”
“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, non abbiamo tempo per le vostre mocciosate!”
“Arrendetevi subito e diteci dov’è Meowth! Confessate!!”
“Wooooobuffet!!"

"Bel modo di colpirci alle spalle!? Chi vi credete di essere!? Lo avete voi Meowth?!" La tempesta di domande fu solo all'inizio.
Ash non perse tempo a ribattere "Prima di tutto non vi abbiamo attaccati! Non abbiamo Meowth e vogliamo riavere Pikachu! Al massimo dovrei chiedere a voi dove é finito!" La furia di Ash era solo all'inizio e la guerra di accuse era ancora lunga.
Le rispettive mascotte erano sparite ma poteva essere anche un trucco per uno dei team di nasconderli entrambi.Tuttavia Ash e i suoi amici non avevano assolutamente motivo di prendere Meowth e tenerlo prigioniero per nulla. Jessie e James invece si anche se stavolta non avevano colpe.
"Sono stufo! Se non mi dite dove avete portato Pikachu...." iniziò Ash a minacciare.
"Risparmia le minacce perché non abbiamo fatto nulla di male! Un Fulmine così potente che ci fa ribaltare a terra é per forza del vostro Pikachu. Ormai sappiamo riconoscerlo!" James si alzò autoritario perdendo la pazienza.
Ash serrò i pugni, davvero era successo quello? Allora forse poteva ancora trovarlo ed era in zona.
"Tweeee!!!!!" Arrivò la voce dell'uccellino che svolazzava  rapidamente verso il suo allenatore.
Ash aprì le mani per farlo sedere tra esse "Hai trovato qualcosa?"
Il volatile annuì, indicando la direzione dove era partito quel Fulmine. Non era sicuro fosse Pikachu ma le speranze erano buone.
Ora che sapeva che Pikachu non era nelle mani del Team Rocket, Ash era più rilassato, ma non meno motivato a trovare il suo migliore amico. Non aveva intenzione di abbassare la guardia perché poteva essere una trappola del TRio, o Pikachu si trovava in guai seri. Sperava con tutto il cuore non fosse così, ma se qualcuno l'aveva aggredito l'avrebbe pagata carissima. 
La sua proverbiale calma era andata a farsi benedire e poteva reagire ad ogni parola di Jessie e James. Eppure fu lui a rivolgersi a loro "Per vostra informazione, Pikachu non é con noi e lo cerchiamo da ieri, quindi abbiamo altro a cui pensare che tenere il vostro gatto nascosto…”
"..." James rimase sorpreso dall'affermazione "Anche noi cerchiamo Meowth da ieri"
Serena subito intuì che non era una coincidenza, doveva essere successo qualcosa ai due, viste che tutto l'improbabile era probabilissimo per loro se assieme. "Magari sono insieme o sanno cos'é successo l'un l'altro"
Brock fu d'accordo e annuì "Ha ragione, direi di controllare. Abbiamo più chance se uniamo le forze"
Non si risposero, saldando l'accordo assolutamente occasionale e instabile.

Sul campo d'addestramento, i due stavano prendendo una pausa da tutto quel lavoro, che già dopo un giorno aveva portato ottimi risultati. In una settimana sarebbero state fuoco e scintille.
Meowth cacciò in bocca le bacche chi avevano raccolto per merenda "Sai topo? Credevo fosse peggiore la nostra collaborazione e invece devo dire che non è così male. Anzi per una volta é stata una svolta interessante e non del tutto inutile"
Ormai dopo quella nottata Pikachu poteva aspettarsi di tutto, anche se non sarebbe durato molto. Ci teneva a ricordarlo "Chu pipikachu"
"Lo so, in effetti ancora bisogna decidere con chi di noi starà" non erano ancora arrivati ad un accordo "Ma entro la prossima settimana dovremo fare una scelta. O va con te, o con me"
"Pi..." lo sapeva bene e avrebbe lottato per farlo andare con lui. Anzi, forse non serviva, aveva il tempo necessario per far capire a Meowth il bene del cucciolo e che non era giusto portarlo a fare cose sbagliate se gli voleva bene. Avrebbe provato come poteva, per quanto non era esattamente una decisione facile. 
Parlando di allenatori, nessuno dei due aveva pensato a come avvisare i propri amici di quella permanenza.
Pikachu se lo era completamente scordato, senza contare che Serena aveva un Varietà a cui prendere parte e non poteva farle saltare l'opportunità, nemmeno poteva chiedere ad Ash di rinunciare a vederla!  "PI kachupipi!"
Meowth cominciò a sudare freddo "È-È vero... Jessie e James mi uccideranno! E questa volta forse anche i bambocci lo faranno a te!" Sembrava quasi preoccupato per il compare genitore.
Pikachu scosse la testa negando con la zampa "Chaa... pikapi chu pu chuchu" Ash non era il tipo da fargli certe cose.
"PIKACHUU!!!"
Sembrava una voce stranamente infuriata. Entrambi rabbrividirono e si misero in piedi. Growlithe scappò dietro ai suoi genitori, sentendo il pelo rizzarsi. Pikachu però conosceva troppo bene quella voce ed era davvero inusuale sentirla così severa.
Meowth stava per parlare ma fu subito interrotto da altri richiami provenuti dalla stessa direzione "MEOWWWWWTH!!"
"Oh cribbio!" Fu il suo turno di nascondersi dietro a Pikachu. In qualche modo sia lui che il tigrottino erano dietro al topo elettrico, ora annoiato "Pika?" Davvero?
Dalla fitta vegetazione saltarono fuori non solo Ash e i suoi compagni ma pure James, Jessie e Wobbuffet. "Pikachu!" Ora sembrò molto più sollevata la sua voce.
Certo la sorpresa colpì tutti quando si ritrovarono davanti ad un campo di addestramento, con al centro Pikachu, Meowth e un Growlite..  e apparentemente presi in un'allegra discussione fino ad essere stati interrotti.
Ash inalò più aria possibile e sorrise, aprendo le braccia e inginocchiandosi, chiaro richiamo per Pikachu di raggiungerlo e farsi abbracciare.
Ora che aveva capito meglio che era ansia e non rabbia, Pikachu scodinzolò appena a raggiunse il suo allenatore per dargli ina veloce leccatina. 
Ash chiuse le braccia e lo strinse a sé "Caspita ma to rendi conto quanto mi hai fatto preoccupare?" C'era un pizzico di rimprovero in quelle parole, dopotutto non potevano dire che Pikachu avesse fatto di tutto per tornare da Ash, non con la storia di Grow-..
Il pensiero subito fece staccare Pikachu dal kantoniano e lo riportò al suo posto da Meowth. "U-Uh? Pikachu?"
Jessie cominciò a battere il piede a terra seccata "Insomma Meowth, credo ci dobbiate delle spiegazioni!"
"Beh... diciamo dopo qualche incidente ci siamo incontrati e siamo diventati genitori..."
Detta così suonava davvero malissimo, tanto che a James venne un infarto e crollò a terra.
"COME SCUSA?!" Anche Lidia sentì il sangue fermarsi.
Vedendo gli sguardi di tutti Pikachu e Meowth compresero e andarono nel panico "MA CHE ANDATE A PENSARE!????"
"PIKAAA PIKACHUUU!!!"
"Ci siamo scontrati e abbiamo trovato un uovo. Quando si é schiuso é nato questo Growlithe e ci vede come i suoi genitori!"
Esplose un coro di "Ahhhhhh" che tranquillizzò tutti i presenti. 
Ash fece qualche passo in avanti, per controllare meglio il cuccioletto "Se era questo il problema potevate portarcelo e avremmo pensato assieme ad una soluzione!" lanciò un sorriso solare al cagnolino, il quale uscì allo scoperto e si avvicinò gattonando fino alla mano tesa dell'allenatore.
Lo annusò un po' per poi strofinarsi contro essa e il tessuto dei guanti. Ash allora lo accontentò con una grattatina. "Se gli serve una casa sapete che può sempre venire con noi, no?"
"Pi... chu... kapi kapi" sapeva bene, ma pure Meowth reclamava le attenzioni del cucciolo come giusto e poi, ora nessuno lo poteva catturare, non subito almeno.
"Beh tanto per ora nessuno, né voi mocciosi, né il Team Rocket può prenderselo" dichiarò schietto lui.
"E perché?" Domandò Jessie.
"Perché io e il mio collega abbiamo un conto in sospeso con un arrogante e Growlithe deve riscattare il suo valore"
A quel punto spiegarono cosa era successo, la provenienza dell'uovo e la loro decisione di rimandare la decisione del futuro del Pokémon di tipo fuoco. Rimasero tutti sorpresi nel sentire di come i due erano riusciti a mettere da parte le rivalità per fare i genitori, anche se erano state omesse tutte le discussioni private dei due.
Sinceramente Pikachu e Meowth temevano che ora, vista la presenza di tutti, la comunicazione sarebbe stata davvero dura e la pace trovata avrebbe lasciato posto alla tensione.
"Incredibile come abbiamo fatto questa tregua" ammide Ash.
"Sapessi..." miagolò il Pokémon parlante afflitto.
"Quando é la sfida?" Chiese Brock.
Ecco che Pikachu trovò difficoltà ad esprimersi, era davvero un problema. 
Meowth che però non poteva sapere, subito pronunciò le parole fatidiche "Una settimana"
I visi dei ragazzi, meno Jessie e James, si fece bianco. Serena subito si morse il labbro, ma lasciò  he le spalle perdessero rigidità a piegò appena la testa con rassegnazione "Beh non ci resta altro che sfruttare questo tempo per aiutarvi!"
"Ma Serena! Il tuo Varietà?" Mise in evidenza il problema.
"Pika..." 
Serena mostrò un lieve sorriso "Non é un problema. Potremmo fare a tempo lo stesso a raggiungere Rascagiupoli in tempo. In caso contrario non fa niente, andremo avanti, ce ne saranno altri"
"Pipika..."
"Serena..."
"Aspetta… i-il Varietà di Rascagiupoli!?" Jessie strillò portando le mani alle guance.
Lidia alzò un sopracciglio "Si, perché?"
"N-Niente!!!" Subito intervenne James chiudendo la questione. Non era affare loro sapere dell'alter ego performer di Jessie.
La donna posò lo sguardo affranta su Meowth e Growlithe. Il gatto la supplicò con gli occhi ed ella dovette cedere per forza, era per una buona dopotutto.
"Bene allora é deciso!" Si alzò in piedi Ash sorprendendo i Pokémon che lo seguirono con gli occhi e alzarono le teste "Vi aiuteremo ad allenarlo, tutti assieme!"
"Ah si?" Chiesero conferma più scettici che dubbiosi.
"Si! Per Pikachu, Growlithe e Meowth!" 
A quel punto non poterono contestare e fu chiara la decisione, indiscutibile.
Il punto era, potevano resistere 7 giorni insieme?

I giorni passarono, Growlithe migliorava sempre di più e con l'aiuto anche dello strano grande gruppo formato da Ash, i suoi amici e il Team Rocket le possibilità di vittoria aumentavano. Ash osservava Pikachu impartire ordini e lezioni al cucciolotto e si sentiva fiero di lui, questa storia del genitore con Meowth aveva creato una situazione ambigua e stimava il suo amico per la pazienza. 
Per quanto riguarda Jessie e James invece, non era stato complicato notare come Meowth avesse veramente preso a cuore questa storia. Quando gli chiesero perché tutta questa bontà d'animo si limitò a rispondere che il piccolo gli ricordava in qualche modo se stesso. Non seppero nient'altro. 
Brock si occupava di medicare le ferite del piccolino quando esagerava e Serena lo caricava con dei pokébigné speciali per lui. Lidia invece teneva conto dei progressi sul suo taccuino personale.
Qualche giorno gli capitò di fare delle lotte con i Pokémon novellini del gruppo, soprattutto Tiglow che lo aiutava ad intensificare l’efficacia delle sue mosse di tipo fuoco. Man mano l'ardore del cucciolotto di Pikachu e Meowth cresceva a dismisura, sempre più. 

Finalmente il gran giorno arrivò, davanti a quell'insolita famiglia si ergeva la massiccia figura dello sfidante. "Ark...." ruggì con tono che confermava la sua superiorità. 
"Grow Grow!" replicò la sua piccola pre evoluzione mostrando i giovani canini. Non aveva più aura di affrontarlo ormai. 
"Marmocchietto, ci siamo..." sospirò Meowth. "Ricordati quello che ti abbiamo insegnato e dimostra quanto davvero vali!" 
"Pi pikachu!"dovevano farlo pentire per averlo abbandonato così. 
L'aria si fece tesa e densa, erano questioni di secondi prima che uno dei due canidi arancioni facesse la prima mossa. Fu Growlithe il primo a scattare in avanti, dando il via alla lotta. Provò subito a caricare un attacco Azione contro il suo avversario. 
Arcanine neanche si spostò, sopportò il colpo come ne non fosse nemmeno arrivato, l'unico che rimediò una sonora botta fu lo stesso Growlithe  "L-lithe..." si rialzò barcollando. 
Fu il turno di Arcanine di usare la sua mossa, caricò con riduttore. Il cagnolino provò a trovare le energie per schivarlo ma fu solo un fallimento, chiuse gli occhi preparandosi a ricevere il colpo, sperava di riuscire a sopportarlo. Sentì una voce ronzargli in testa che lo portò a dubitare la sua scelta. 
“Regola N°2: puoi sempre schivare i  colpi, devi affidarti al tuo ingegno e cervello! A volte aspettare l’ultimo momento porta l’avversario a farsi del male da solo”
Si concentrò e sentì i passi gravosi avvicinarsi sempre più, quando li sentì troppo vicini si abbassò e rotolò via come giù per una collina. Il tentativo funzionò e Arcanine quasi finì nel tranello. Si trattenne con con le zampe e rallentò fino a fermarsi, altrimenti avrebbe subito il danno.
Pikachu e Meowth osservavano tesissima la scena, il loro piccolo si stava battendo con un coraggio da Pyroar secondo loro. Tuttavia il problema era che non dovevano vederlo solo loro. 
La lotta si infervorò. Growlithe ripartì con Braciere, ma nonostante i suoi sforzi non fu abbastanza forte da ferirlo, tantoché il capobranco replicò con una fiammata decisamente più potente. “AAAARCCC” 
Il Lanciafiamme fu talmente veloce che investì in pieno il piccolo avversario. "Growww" si senti un latrato sofferente. 
"Coraggio marmocchio... coraggio..." lo incitò silenziosamente il gatto "Io ho fiducia in te!” Pikachu fece lo stesso. 
Dentro il vortice di fiamme il piccolo stava patendo le pene dell'inferno. Ogni colpo sembrava strappargli un pezzo d'anima, però strinse i denti, non doveva assolutamente mollare. Sapeva che non avrebbe mai vinto quella lotta ma sperava di durare un po' di più. Fu allora che la regola 3 e 4 riecheggiarono nella sua testa:
"Regola N°3: usa a pieno le tue capacità!"  
"Regola N°4: è finita solo se ti arrendi!"
Questi consigli rimbombarono nella sua testolina e abbaiò per farsi forza e raccogliere le forze. Sentì il corpo scaldarsi, quasi bruciare, ma un fuoco positivo. "GROWWW!" ruggì e il suo manto si fece più rosso che mai. 
"E' l’abilità Fuocardore. Deve averla attivata per forza" suggerì Brock vedendo la scena.
"Quindi Growlithe ora può sopportare gli attacchi di tipo fuoco?" chiese curiosa Serena. 
"La maggior parte si" confermò l'amico. “Ma questo dipende dalla potenza che hanno e dalla resistenza di Growlithe” 
La lotta tra cagnetto e cagnone si fece più aspra, il secondo doveva ammettere che quella pulce stava resistendo più del dovuto. Non badò troppo all’abilità e si fermò a riflettere, senza aspettarsi di vedere una rapidissima avanzata e di sentire i dentini del cagnolino affondargli nella zampa.
 “Ark...." si senti borbottare dal dolore e provò a scrollarselo di dosso. Growlithe provò a resistere ma era dura vista la sua statura e la forza dominante di Arcanine. Presto fu scaraventato via e finì in aria, occasione che il capobranco non sprecò e cominciò a chiamare Fuocobomba.
Growlithe pensò, aveva pochissimo tempo prima di farsi colpire e non avrebbe mai fatto a tempo a cadere.
“Regola N°5: Non conta la posizione in cui sei, puoi sempre provare a lanciare un attacco!" 
Non aveva intenzione di arrendersi, di lasciare che Arcanine gioisse della sua scelta di abbandonarlo. I suoi genitori confidavano in lui e sapeva di potercela fare. Non aveva insultato solo il suo onore quando lo aveva respinto una settimana prima, ma anche i suoi genitori che lo avevano cresciuto. Era arrivato il momento di riscattarsi.
Caricò una fiamma con tutta l’energia che aveva e ancora in aria la lanciò verso il suo rivale. Le fiamme era talmente forti da trasformarsi in un attacco molto più potente, non un Braciere ma un Lanciafiamme.
“L-Lanciafiamme!” si commosse il gatto "Il marmocchietto ha imparato Lanciafiamme!"
Fuocobomba e Lanciafiamme passarono vicini, l'uno contro l'altro e sfiorandosi. Nonostante tutto le due mosse andarono a colpire rispettivamente il proprio bersaglio, alzando così un polverone. Quando si diradò, gli spettatori trovarono i combattenti presi a scrutarsi. 
Growlithe si trovava a terra, ma continuava a ringhiare con determinazione, mentre dall’altro lato Arcanine era ancora in piedi. Growlithe lanciò qualche latrato di sfida, incitando il rivale a continuare di lottare, tuttavia la sfida fu ignorata completamente e  Arcanine si girò andandosene. 
Il piccolo provò ad alzarsi per fare da sé un attacco ma come ci provò rilasciò un guaito e ricadde a terra, non aveva più forza per continuare e Arcanine lo aveva capito subito solo guardandolo.
La lotta era finita, aveva vinto il capobranco.
"Sei stato fenomenale Growlithe" si complimentò con lui Ash dandogli una grattatina "Sei riuscito a tenergli testa a lungo! Dovresti essere fiero!" 
Anche Jessie e James gli strinsero la zampina tirandolo su. Quello che fu più commosso era di certo James, il quale ricordò il suo amico a casa che lo aspettava pazientemente. "Hai fatto scintille...*sniff* non importa come è andata! Hai l'approvazione del Team Rocket!"
Growlithe mostrò un sorriso triste, aveva perso anche se ero fiero di aver dato il tutto per tutto. Meowth lo guardò con un sorriso mesto "Bravo, hai veramente dimostrato la tua forza! Che lanciafiamme!”
“Pikaaa chu!” Annuì Pikachu “Pika chupipi chupipikachu!” se gli altri non lo volevano accettare significava solo una cosa: non meritavano nulla e non reggevano la forza che Growlithe aveva nello spirito e nel morale.
Non si aspettarono di vedere Arcanine impegnato in una discussione con gli altri adulti del branco, come un consiglio. Si girarono tutti e marciarono verso il cucciolo, uno di loro appoggiò davanti a lui una Baccafrago. "Ark ark..." lo intimarono.
Meowth a quel punto dovette trattenersi dall’esultare. Serena lo notò "Perché tutto a un tratto cosi felice?" 
"Perché hanno riconosciuto il suo valore” 
I due genitori non riuscirono a tenere a freno l'euforia e si abbracciare piangendo piccole lacrime di felicità e orgoglio. "Il nostro piccolo é diventato grandeee!!!!!" Ci volle parecchio per i due per accorgersene, ma quando accadde si staccarono subito e schiarirono le loro voci.
"A quanto pare dovremo decidere con chi farlo stare..." mormorò Meowth all'orecchio di Pikachu.
"Pi" approvò lui.
"Canini.. nine...." disse lui. 
A quel punto Pikachu e Meowth divennero rigidi e tutti notarono la reazione. Cosa aveva detto il capobranco per farli così pietrificare? Erano talmente scioccati la loro discussione era stata lasciata da parte. 
Non solo si era scusato, Arcanine aveva offerto l'accesso al branco per Growlithe.
Pikachu abbassò le orecchie tremolanti e si girò verso Meowth, il quale come lui aveva sentito il bisogno di girarsi e chiedere lui cosa fare. Avevano programmato di tenerlo con loro, si erano presi cura di lui, dopo la fatica non era giusto chiedere loro di lasciarlo così a chi nemmeno all'inizio voleva prendersene cura. Lo avevano visto nascere,  erano i suoi papà.Tuttavia, la scelta non spettava totalmente a loro.
Growlithe si girò verso di loro e li raggiunse accoccolandosi.
"Grazie ma non se ne parla!" Rispose il gatto con due lacrimine agli occhi.
Il topino osservò il compare, poi il cucciolo e infine il branco. Continuò a farlo senza essere osservato. Tutto ad un tratto abbassò il volto, oscurando gli occhi e aprì la bocca per parlare. Inizialmente non uscirono suoni, una smorfia lo aiutò a ritrovarle "Pika... chu" sussurrò Pikachu abbastanza forte per farsi sentire da tutti.
Il felino subito si girò di scatto e lo guardò con la fronte aggrottata "COSA!? TI SEI BEVUTO IL CERVELLO!? Dopo quello che abbiamo passato, ti prendi questa decisione da solo!? Vuoi sbarazzarti di lui e lasciarlo a chi lo ha rifiutato quando era ancora un uovo!?" La scelta non gli piaceva, nemmeno gli aveva chiesto il permesso.
Growlithe pure lo guardava con sconcerto, sobbalzato dalle parole.
"Pika chu... chu, kapipi kachu pika pi chupika pikachu pika chupika"
Ash si pentì di averlo chiesto "Che ha detto?"
Meowth inghiottì un boccone amaro, chiuse le zampe, sentendo le unghie sul punto di penetrare i palmi. "Growlithe non può scegliere con chi di noi deve stare. Lo abbiamo cresciuto insieme e non sarebbe giusto chiedergli di decidere con chi passare il resto della vita, se solo uno. Sappiamo che la nostra situazione e legame al di fuori di questi giorni é di per sé complicato. Non può essere felice a vederci combattere, sarebbe un addio ma il suo posto migliore per ora é questo...”
"Growww...lyt?" Mugolò vedendo che Pikachu e Meowth avevamo occhi consapevoli di quale fosse la scelta migliore. 
Il cucciolo scosse la testa e abbaiò ma allora qualcosa in Meowth scattò, facendogli alzare la voce. "A cuccia!!!!"
Subito lui si sedette con le orecchie basse.
"É vero..." partì il gatto "Un legame parentale come il nostro non é naturale ma speciale e questo non cambierà mai. Pikachu però ha ragione, non possiamo nasconderlo! Siamo nemici naturali, prima di trovarti combattevamo, ci odiavamo! Siamo opposti e spesso si scontriamo anche con ferocia e questo é inevitabile! Cacchio fino all'attimo che il tuo uovo si mettesse tra noi eravamo pronti a sbranarci!"
Growlithe non sapeva cosa dire, rimase a guardarli scioccato ma tranquillo.
"Abbiamo messo da parte le antipatie per te, ma per ora non siamo ancora pronti a chiudere questa guerra. Avresti dovuto scegliere con chi stare e avresti perso uno dei tuoi papà e avrebbe anche significato coinvolgerti in questo circolo di scontri in cui non meriti di finire! Sarebbe crudele chiederti di combattere uno di noi! É per il tuo bene e noi dobbiamo fare la scelta più giusta e che ti farà meglio. Devi pensare a crescere, essere felice e avere una famiglia unita! Non possiamo ancora offrirti questo perché se manca uno di noi la famiglia non é completa. Non ti darebbe la felicità combattere così e sentire la negatività. Non ti permetterebbe di crescere al meglio. Se solo uno di noi fosse il genitore sarebbe possibile ma non così"
Era vero, lo avevano compreso tutti, persino Growlithe che osservava le proprie lacrime e quelle dei genitori che cadevano sul terreno e venivano assorbiti dall'erba e il terriccio. 
"Chupika... pipicha..." indicò con la testa il branco che aspettava una risposta. Gli diede una leggera spintina con essa e lo fece alzare. "Chu!" 
Il cagnolino tigrato non riusciva ad allontanarsi, faceva male, tanto male. Ignorò gli incoraggiamenti e corse addosso ai suoi due papà, facendoli cadere a terra.
I due si rialzarono e decisero di accontentarlo, dopotutto era anche un loro desiderio. Lo abbraccirono, insieme e donandogli un ultimo ricordo felice. 
"Su cucciolotto... vai..." lo esortò Meowth annuendo.
Il cucciolo chiuse gli occhietti, si girò e scattò, correndo con le lacrime agli occhi verso gli altri coetanei del branco. Quando rialzò le palpebre si ritrovò circondato dai Pokémon focosi, sentendo il loro calore, odore, fiato. Si girò verso la direzione da cui era corso e osservò i genitori ora lontani. 
Non li avrebbe mai scordati, ma lo avevano fatto perché gli volevano bene e doveva essere felice. Lo sarebbe stato.
Pian piano si allontanarono, il branco divenne più lontano e iniziò a sparire. Così lo videro andare, per la sua strada, quella migliore.
I due si diedero una veloce occhiata triste. Meowth tirò fuori un pezzetto di guscio e lo diede a Pikachu, il quale alzò le orecchie sorpreso. "Pika?"
"É un pezzo dell'uovo, per ricordarcene. Uno lo ho io e tu l'altro" 
Ash lo prese per lui e lo mise via, mentre Meowth consegnò il proprio a James.
"Ovviamente io tengo il più grosso..." ci tenne ad aggiungere.
Quell'affermazione fece rizzare la coda al topino ma non reagì fino a quando non sentì... "Perché sono stato un papà migliore..."
"PIKAAAAAAACHUUUUUUUUUUUU"
Iniziò la rissa. Il tempo della pace era finito e così ogni speranza di un miglioramento della situazione.
Avrebbero tenuto stretta al cuore quell'esperienza ma per distruggere il ponte dell'odio ci vorrà molto tempo e fatica. Inoltra sarà davvero possibile farlo?

...E così Pikachu e Meowth hanno collaborato temporaneamente e scoperto una delle ragioni che impedisce di creare un'amicizia tra i due. L'antipatia é più forte e pure la voglia di seguire i propri ideali. Riusciranno mai a mettere da parte l'odio per sempre?

"MEEEEEEEEOOOOOWWWW"
"PIIIIIIIKAAAAACHUUUUUUU"

...Non si sa... ma le domande non sono solo quelle. Serena riuscirà ad arrivare a Rascagiupoli in tempo per il suo Varietà? Cosa ha in serbo Forsia per i nostri eroi? 
Il viaggio continua...
"Coraggio marmocchio... coraggio..." lo incitò silenziosamente il gatto "Io ho fiducia in te!” Pikachu fece lo stesso. 
Dentro il vortice di fiamme il piccolo stava patendo le pene dell'inferno. Ogni colpo sembrava strappargli un pezzo d'anima, però strinse i denti, non doveva assolutamente mollare. Sapeva che non avrebbe mai vinto quella lotta ma sperava di durare un po' di più. Fu allora che la regola 3 e 4 riecheggiarono nella sua testa:
"Regola N°3: usa a pieno le tue capacità!"  
"Regola N°4: è finita solo se ti arrendi!"
Questi consigli rimbombarono nella sua testolina e abbaiò per farsi forza e raccogliere le forze. Sentì il corpo scaldarsi, quasi bruciare, ma un fuoco positivo. "GROWWW!" ruggì e il suo manto si fece più rosso che mai. 
"E' l’abilità Fuocardore. Deve averla attivata per forza" suggerì Brock vedendo la scena.
"Quindi Growlithe ora può sopportare gli attacchi di tipo fuoco?" chiese curiosa Serena. 
"La maggior parte si" confermò l'amico. “Ma questo dipende dalla potenza che hanno e dalla resistenza di Growlithe” 
La lotta tra cagnetto e cagnone si fece più aspra, il secondo doveva ammettere che quella pulce stava resistendo più del dovuto. Non badò troppo all’abilità e si fermò a riflettere, senza aspettarsi di vedere una rapidissima avanzata e di sentire i dentini del cagnolino affondargli nella zampa.
 “Ark...." si senti borbottare dal dolore e provò a scrollarselo di dosso. Growlithe provò a resistere ma era dura vista la sua statura e la forza dominante di Arcanine. Presto fu scaraventato via e finì in aria, occasione che il capobranco non sprecò e cominciò a chiamare Fuocobomba.
Growlithe pensò, aveva pochissimo tempo prima di farsi colpire e non avrebbe mai fatto a tempo a cadere.
“Regola N°5: Non conta la posizione in cui sei, puoi sempre provare a lanciare un attacco!" 
Non aveva intenzione di arrendersi, di lasciare che Arcanine gioisse della sua scelta di abbandonarlo. I suoi genitori confidavano in lui e sapeva di potercela fare. Non aveva insultato solo il suo onore quando lo aveva respinto una settimana prima, ma anche i suoi genitori che lo avevano cresciuto. Era arrivato il momento di riscattarsi.
Caricò una fiamma con tutta l’energia che aveva e ancora in aria la lanciò verso il suo rivale. Le fiamme era talmente forti da trasformarsi in un attacco molto più potente, non un Braciere ma un Lanciafiamme.
“L-Lanciafiamme!” si commosse il gatto "Il marmocchietto ha imparato Lanciafiamme!"
Fuocobomba e Lanciafiamme passarono vicini, l'uno contro l'altro e sfiorandosi. Nonostante tutto le due mosse andarono a colpire rispettivamente il proprio bersaglio, alzando così un polverone. Quando si diradò, gli spettatori trovarono i combattenti presi a scrutarsi. 
Growlithe si trovava a terra, ma continuava a ringhiare con determinazione, mentre dall’altro lato Arcanine era ancora in piedi. Growlithe lanciò qualche latrato di sfida, incitando il rivale a continuare di lottare, tuttavia la sfida fu ignorata completamente e  Arcanine si girò andandosene. 
Il piccolo provò ad alzarsi per fare da sé un attacco ma come ci provò rilasciò un guaito e ricadde a terra, non aveva più forza per continuare e Arcanine lo aveva capito subito solo guardandolo.
La lotta era finita, aveva vinto il capobranco.
"Sei stato fenomenale Growlithe" si complimentò con lui Ash dandogli una grattatina "Sei riuscito a tenergli testa a lungo! Dovresti essere fiero!" 
Anche Jessie e James gli strinsero la zampina tirandolo su. Quello che fu più commosso era di certo James, il quale ricordò il suo amico a casa che lo aspettava pazientemente. "Hai fatto scintille...*sniff* non importa come è andata! Hai l'approvazione del Team Rocket!"
Growlithe mostrò un sorriso triste, aveva perso anche se ero fiero di aver dato il tutto per tutto. Meowth lo guardò con un sorriso mesto "Bravo, hai veramente dimostrato la tua forza! Che lanciafiamme!”
“Pikaaa chu!” Annuì Pikachu “Pika chupipi chupipikachu!” se gli altri non lo volevano accettare significava solo una cosa: non meritavano nulla e non reggevano la forza che Growlithe aveva nello spirito e nel morale.
Non si aspettarono di vedere Arcanine impegnato in una discussione con gli altri adulti del branco, come un consiglio. Si girarono tutti e marciarono verso il cucciolo, uno di loro appoggiò davanti a lui una Baccafrago. "Ark ark..." lo intimarono.
Meowth a quel punto dovette trattenersi dall’esultare. Serena lo notò "Perché tutto a un tratto cosi felice?" 
"Perché hanno riconosciuto il suo valore” 
I due genitori non riuscirono a tenere a freno l'euforia e si abbracciare piangendo piccole lacrime di felicità e orgoglio. "Il nostro piccolo é diventato grandeee!!!!!" Ci volle parecchio per i due per accorgersene, ma quando accadde si staccarono subito e schiarirono le loro voci.
"A quanto pare dovremo decidere con chi farlo stare..." mormorò Meowth all'orecchio di Pikachu.
"Pi" approvò lui.
"Canini.. nine...." disse lui. 
A quel punto Pikachu e Meowth divennero rigidi e tutti notarono la reazione. Cosa aveva detto il capobranco per farli così pietrificare? Erano talmente scioccati la loro discussione era stata lasciata da parte. 
Non solo si era scusato, Arcanine aveva offerto l'accesso al branco per Growlithe.
Pikachu abbassò le orecchie tremolanti e si girò verso Meowth, il quale come lui aveva sentito il bisogno di girarsi e chiedere lui cosa fare. Avevano programmato di tenerlo con loro, si erano presi cura di lui, dopo la fatica non era giusto chiedere loro di lasciarlo così a chi nemmeno all'inizio voleva prendersene cura. Lo avevano visto nascere,  erano i suoi papà.Tuttavia, la scelta non spettava totalmente a loro.
Growlithe si girò verso di loro e li raggiunse accoccolandosi.
"Grazie ma non se ne parla!" Rispose il gatto con due lacrimine agli occhi.
Il topino osservò il compare, poi il cucciolo e infine il branco. Continuò a farlo senza essere osservato. Tutto ad un tratto abbassò il volto, oscurando gli occhi e aprì la bocca per parlare. Inizialmente non uscirono suoni, una smorfia lo aiutò a ritrovarle "Pika... chu" sussurrò Pikachu abbastanza forte per farsi sentire da tutti.
Il felino subito si girò di scatto e lo guardò con la fronte aggrottata "COSA!? TI SEI BEVUTO IL CERVELLO!? Dopo quello che abbiamo passato, ti prendi questa decisione da solo!? Vuoi sbarazzarti di lui e lasciarlo a chi lo ha rifiutato quando era ancora un uovo!?" La scelta non gli piaceva, nemmeno gli aveva chiesto il permesso.
Growlithe pure lo guardava con sconcerto, sobbalzato dalle parole.
"Pika chu... chu, kapipi kachu pika pi chupika pikachu pika chupika"
Ash si pentì di averlo chiesto "Che ha detto?"
Meowth inghiottì un boccone amaro, chiuse le zampe, sentendo le unghie sul punto di penetrare i palmi. "Growlithe non può scegliere con chi di noi deve stare. Lo abbiamo cresciuto insieme e non sarebbe giusto chiedergli di decidere con chi passare il resto della vita, se solo uno. Sappiamo che la nostra situazione e legame al di fuori di questi giorni é di per sé complicato. Non può essere felice a vederci combattere, sarebbe un addio ma il suo posto migliore per ora é questo...”
"Growww...lyt?" Mugolò vedendo che Pikachu e Meowth avevamo occhi consapevoli di quale fosse la scelta migliore. 
Il cucciolo scosse la testa e abbaiò ma allora qualcosa in Meowth scattò, facendogli alzare la voce. "A cuccia!!!!"
Subito lui si sedette con le orecchie basse.
"É vero..." partì il gatto "Un legame parentale come il nostro non é naturale ma speciale e questo non cambierà mai. Pikachu però ha ragione, non possiamo nasconderlo! Siamo nemici naturali, prima di trovarti combattevamo, ci odiavamo! Siamo opposti e spesso si scontriamo anche con ferocia e questo é inevitabile! Cacchio fino all'attimo che il tuo uovo si mettesse tra noi eravamo pronti a sbranarci!"
Growlithe non sapeva cosa dire, rimase a guardarli scioccato ma tranquillo.
"Abbiamo messo da parte le antipatie per te, ma per ora non siamo ancora pronti a chiudere questa guerra. Avresti dovuto scegliere con chi stare e avresti perso uno dei tuoi papà e avrebbe anche significato coinvolgerti in questo circolo di scontri in cui non meriti di finire! Sarebbe crudele chiederti di combattere uno di noi! É per il tuo bene e noi dobbiamo fare la scelta più giusta e che ti farà meglio. Devi pensare a crescere, essere felice e avere una famiglia unita! Non possiamo ancora offrirti questo perché se manca uno di noi la famiglia non é completa. Non ti darebbe la felicità combattere così e sentire la negatività. Non ti permetterebbe di crescere al meglio. Se solo uno di noi fosse il genitore sarebbe possibile ma non così"
Era vero, lo avevano compreso tutti, persino Growlithe che osservava le proprie lacrime e quelle dei genitori che cadevano sul terreno e venivano assorbiti dall'erba e il terriccio. 
"Chupika... pipicha..." indicò con la testa il branco che aspettava una risposta. Gli diede una leggera spintina con essa e lo fece alzare. "Chu!" 
Il cagnolino tigrato non riusciva ad allontanarsi, faceva male, tanto male. Ignorò gli incoraggiamenti e corse addosso ai suoi due papà, facendoli cadere a terra.
I due si rialzarono e decisero di accontentarlo, dopotutto era anche un loro desiderio. Lo abbraccirono, insieme e donandogli un ultimo ricordo felice. 
"Su cucciolotto... vai..." lo esortò Meowth annuendo.
Il cucciolo chiuse gli occhietti, si girò e scattò, correndo con le lacrime agli occhi verso gli altri coetanei del branco. Quando rialzò le palpebre si ritrovò circondato dai Pokémon focosi, sentendo il loro calore, odore, fiato. Si girò verso la direzione da cui era corso e osservò i genitori ora lontani. 
Non li avrebbe mai scordati, ma lo avevano fatto perché gli volevano bene e doveva essere felice. Lo sarebbe stato.
Pian piano si allontanarono, il branco divenne più lontano e iniziò a sparire. Così lo videro andare, per la sua strada, quella migliore.
I due si diedero una veloce occhiata triste. Meowth tirò fuori un pezzetto di guscio e lo diede a Pikachu, il quale alzò le orecchie sorpreso. "Pika?"
"É un pezzo dell'uovo, per ricordarcene. Uno lo ho io e tu l'altro" 
Ash lo prese per lui e lo mise via, mentre Meowth consegnò il proprio a James.
"Ovviamente io tengo il più grosso..." ci tenne ad aggiungere.
Quell'affermazione fece rizzare la coda al topino ma non reagì fino a quando non sentì... "Perché sono stato un papà migliore..."
"PIKAAAAAAACHUUUUUUUUUUUU"
Iniziò la rissa. Il tempo della pace era finito e così ogni speranza di un miglioramento della situazione.
Avrebbero tenuto stretta al cuore quell'esperienza ma per distruggere il ponte dell'odio ci vorrà molto tempo e fatica. Inoltra sarà davvero possibile farlo?

...E così Pikachu e Meowth hanno collaborato temporaneamente e scoperto una delle ragioni che impedisce di creare un'amicizia tra i due. L'antipatia é più forte e pure la voglia di seguire i propri ideali. Riusciranno mai a mettere da parte l'odio per sempre?

"MEEEEEEEEOOOOOWWWW"
"PIIIIIIIKAAAAACHUUUUUUU"

...Non si sa... ma le domande non sono solo quelle. Serena riuscirà ad arrivare a Rascagiupoli in tempo per il suo Varietà? Cosa ha in serbo Forsia per i nostri eroi? 
Il viaggio continua...

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Capitolo 22
*** Illusioni a Gogò? La ragazza dai mille trucchi magici! ***


Altro capitolo per voi! Ci fa piacere che rimaniate sempre fedeli al nostro progetto!

EPISODIO 19: ILLUSIONI A GO'GO'! LA RAGAZZA DAI MILLE TRUCCHI MAGICI!



I nostri eroi sono finalmente arrivati a Rascagiupoli, con l’obbiettivo di far partecipare Serena al suo primissimo Varietà, ma… non sembrano aver molto tempo per visitare la città…

"Veloci! Veloci!" gridava Ash lanciandosi a capofitto per le strade della cittadina "Dobbiamo trovare il centro medico!"
I turisti e abitanti della città lanciavano strane occhiate al gruppetto che correva in fretta e furia verso un centro medico per Pokémon. Avrebbero potuto credere che qualcuno era gravemente ferito o malato, il trambusto si animava ovunque passassero.
“Rallenta Ash! Ci tengo anche io a vedere Serena, forse lei più di te, ma non ce la facciamo a raggiungerti!" lo richiamò un ansimante Lidia da dietro. 
"Sembra più lui quello ansioso di partecipare ai Varietà che la nostra performer stessa vero?" chiese Brock cercando di trovare un lato simpatico alla furia di Ash. La verità era che le occhiate delle persone in giro lo imbarazzavano.
"Io credo di sapere il perché..." rispose enigmaticamente Lidia, con un’altra delle sue pensate “Ma mi servono più indizi…”
L'allenatore di Biancavilla aveva macinato metri su metri e aveva  distanziato di non poco il gruppo. La bella domanda era su da dove veniva tutto quello sprint di prima mattina. Finalmente, i suoi sforzi furono ripagati e sempre correndo scorse un tetto e un insegna familiare “E-Eccolo! P-Pistaaaaa!!!" esultò mentalmente accelerando ancora di più il passo. 
L'infermiera di turno stava appena mettendo via le sue cose per godersi la meritata pausa pranzo quando vide piombare un uragano dentro l'ufficio, un uragano con un cappello rosso e un Pikachu sulle spalle… il suo nome Ash.
"S-Salve… i-in cosa posso esserti utile?" provò a salutare cordialmente il nuovo arrivato sebbene i segni della sorpresa erano ancora ben visibili sul suo volto.  
"C-C'è... c'-c'è una performer che... che… che vorrebbe... vorrebbe..." ansimò Ash asciugandosi la fronte.
“V-Vorrebbe cosa? Iscriversi al Varietà di domani?" 
"E-Esatto!!!" concluse l'allenatore esultando mentalmente per non aver usato altre parole e crollando a terra dalla fatica. 
“Ehi t-tutto bene?!" si spaventò l'addetta sanitaria raggiungendo il ragazzo.
L’allenatore rispose affaticato "S-Si, solo un po' affaticato..." 
Il Wigglytuff in servizio prese subito una sedia per il Biancavillino e ce lo fece sedere sopra in modo tale da fargli riprendere fiato. Proprio in quel momento arrivarono anche Serena, Lidia e Brock, che trovarono il loro amico morto di fatica e grondante di sudore.
"A-Ash.." si imbarazzò Serena "N-Non dovevi..."
“Siete per caso i suoi amici?" chiese abbastanza cordialmente L'infermiera. Di sicuro tra di loro c’era la performer, causa di un ragazzo adolescente che era piombato nel suo ufficio interrompendo la sua piccola pausa pranzo.
Brock si lanciò subito in quarta, con il ginocchio sinistro a terra e le mani avvolte a quelle della dottoressa "Si e io in particolare sono il suo amico che ti porterà verso la terra lontana dell’... AHIOOOOOOOOOOO!!!!" Per l'altro maschio del gruppo non ci volle una sedia per farlo star buono, ma gli aguzzi dentini di Spotpup che come al solito portarono via il malcapitato ex capopalestra di Plumbeopoli. 
“Mi chiedo tanto dove sarebbe questa terra chiamata Ahiooooo” ridacchiò Lidia all’orecchio di Serena “Di certo un posto da cui stare alla larga”
Serena non poté trattenere la risatina di fronte a quell’affermazione, ma  tacque quando arrivò la risposta al suo divertimento “Io però credo che tu la conosca molto bene e ci sia finita da un pezzo! Devi solo portartici dietro Ash!”
“Smettila!” la sgridò imbarazzata Serena, guardando Ash che le osservava incuriosito.
Ash scosse dalla testa i suoi pensieri e dubbi e raccolse le parole “E’ lei… che vorrebbe iscriversi”
Serena era abbastanza imbarazzata. Ash era davvero dolce in queste situazioni, ma poteva risultare un po' caotico e fare abbastanza scena. Di sicuro però poteva sopportare questo genere di imbarazzi per il ragazzo che tanto le stava a cuore, erano troppo carini questi suoi gesti. "Si beh, volevo iscrivermi al Varietà se ne ho ancora l'occasione, ma se non posso..."
"Tranquilla" sorrise l'infermiera "C'è ancora posto! Ma sei arrivata proprio sul filo del rasoio! Tra un’ora avrei dovuto consegnare le iscrizioni agli organizzatori del Varietà! Vieni pure che ti iscrivo subito!"
La performer seguì l'infermiera al bancone, la quale aprì subito il suo computer "Bene, se mi dai il pokédex ti aggiungo subito alle performer che competono per il titolo di Regina di Forsia di quest’anno… e poi di iscrivo al Varietà di domani!”
Serena consegnò il proprio dispositivo nelle mani dell’infermiera. Il pokédex fu infilato in un macchinario che iniziò a ispezionarlo "Perfetto ora aspetta solo un secondo e... fatto!” Si sentì un trillo, segnale che l’operazione si era conclusa “Sei ufficialmente iscritta!" le diede la conferma Joy, riconsegnandole il pokédex.
"Grazie mille!" la ringraziò la ragazza "E di cosa? Ho fatto solo il mio dovere!” sospirò simpaticamente l'infermiera facendo notare Ash ancora mezzo morto sulla sedia e la porta interna dove Brock, veramente morto, era stato trascinato via. “Perché non vi pendete una stanza per la notte già che ci siete? I vostri amici sembrano bisognosi di riposo…”
"Già" ammise Lidia "Penso proprio che dovremmo farlo… ha una stanza per quattro?”
“Non due stanze separate?”
Le due ragazze non capirono il perché della domanda “Come mai questa domanda?”
“Perché… beh il ragazzo con il berretto sembrava molto ansioso e preoccupato di iscriverti. E voi siete sue maschi e due femmine, quindi credevo che… tu fossi la sua fidanzata” indicò Serena, facendola esplodere in un mare di rosso in faccia. Anche l’infermiere ora!?
“E quindi forse stavi con il tuo ragazzo” Concluse indicando Lidia.
La detective subito scosse la testa furiosamente “Non è il mio ragazzo! Cavoli, flirta con ogni ragazza!”
“Non è divertente quanto di prendono in giro per amore eh?” Questa volta fu il turno di Serena per ridere “Soprattutto se non è vero”
“La differenza qui è che il tuo è vero, il mio no! Inoltre i detective non hanno tempo per questo genere di cose!””
“Io sapevo che in Detective Kid il protagonista è innamorato perso della ragazza che lo ospita, sia con il corpo da adulto che da bambino”
“V-Vero, ma per quanto mi dispiaccia, io non sono Detective Kid…” Si rivolse poi all’infermiera Joy “Comunque no, siamo tutti amici, anche se… comunque dormiremmo lo stesso in una stanza da 4”
La dottoressa non ebbe compreso molto, ma consegnò le chiavi senza discutere. L’unica cosa che aveva intuito era che a quanto pare la bionda e il corvino erano fidanzati e gli altri due no.
Per fortuna, Ash e Brock erano troppo K.O. per badare alla discussione. Il ragazzo più giovane fu sorretto da Serena durante il breve percorso, con la ragazza ancora un po' dispiaciuta per la fretta che aveva avuto per lei "Ash... sei stato un pazzo..." sospirò lei.
"Ma se non mi sbrigavo non ti saresti potuta iscrivere!" provò a replicare lui esibendo un ghignone sempliciotto “Non sarebbe stato giusto rinunciare, è il tuo turno. Dopo le mie lotte in palestra e il ritardo avuto nel bosco…”
"Grazie…" Fu tutto ciò che seppe dire, commossa dalle sue parole e azioni.
"E di che? Gli amici fanno questo, vero?"
"Solo amici?" pensò la detective "Io direi anche qualcosina di più…” Espresse Lidia trasportando Brock per un piede, non curandosi se sbatteva il resto del corpo da qualche parte, tra divanetti, tavoli, carelli medici e porte aperte.
Ash la guardò confuso “Cosa?"
"Niente Ash... niente..." scosse la testa lei. Ingenuo da far paura, lo definiva lei.
"Eppure é come se dimenticassi qualcosa..." mormorò Serena, assorta nei suoi pensieri. Era una settimana che le sembrava di scordare un dettaglio importante, qualcosa a che fare con le esibizioni. Aprì la porta con le chiavi date dalla donna ed entrarono. Eppure i suoi Pokémon li aveva e aveva programmato già l'esibizione, continuavano a ripetersi le stesse domande. Più era certa di aver pensato a tutto, più le sembrava ci fosse qualcosa che non andava
Ash si sedette su uno dei letti, quello più vicino alla finestra. "Qualcosa non va?" Le chiese il biancavillino, notando la perplessità dell'amica. Si sporse un po' per vedere cosa stava facendo Serena.
Serena poggiò sul letto la sua borsa, la aprì e cominciò a frugarvi dentro, cercando di ricordare tutto ciò che le serviva. I suoi Pokémon ovviamente c’erano tutti e non era nemmeno discutibile. I vestiti per i suoi Pokémon c’erano e pure il suo set per abbellire e curarli in caso servisse. Tutto l’occorrente per il viaggio era pure presente… ora doveva solo trovare il vestito di gara…
???
"...Il vestito..." cominciò a frugare con più foga dentro alla borsa da viaggio, c'era tutto e di più, ma il vestito no. "N-Non può essere!"
Ash inizialmente l’aveva lasciata a cercare, ma sentendo ora chiaramente l’ansia della ragazza la raggiunse alzandosi. Normalmente non reagiva così "S-Serena cosa c'è che non va?" 
La ragazza appoggiava sulla poltroncina tutto il contenuto che pian piano toglieva dalla sempre più vuota borsa dai toni azzurri. Alcune cose non sarebbero dovute uscire effettivamente, visto che Ash era presente e l’intimo di Serena non era passato inosservato ai suoi occhi. L’allenatore cercò di distogliere lo sguardo, ma sembrò davvero un’impresa impossibile. Provò a concentrarsi sul problema di Serena "Non posso averlo dimenticato! Non quello!" la sentì dire.
“Pikapi…” Lo rimproverò Pikachu accorgendosi di cosa stava osservando. Inizialmente rimase scioccato, ma poi si riprese e cercò di evitare di guardare. Per fortuna i Pokémon non avevano quel genere di problemi. Provò a coprire gli occhi di Ash con le zampine ma ebbe poco successo, visto che il suo allenatore non aveva l’intenzione di lasciarsi privare di una vista che lui stesso riteneva poco adeguata. O poco adeguato era il suo comportamento, sebbene ne fosse consapevole.
Non era del tutto colpa sua, gli veniva automatico. Non aveva avuto gran che occasioni di vedere la biancheria intima di qualche ragazza carina (Ci mancherebbe altro), soprattutto Serena (Beh quello non sarebbe male). Anzi proprio mai, a parte sua madre ma quello gli pareva normale.
"Dimenticato cosa?" Fece capolino Lidia, chiedendosi come facevano a starci tutte quelle cose in una borsa della lunghezza e altezza di un porta computer. Forse la profondità era più di quello che credeva. Si stupì nel vedere che l’amica stava letteralmente tirando fuori TUTTO e Ash rimaneva imbambolato ad osservare cose… seguire il suo sguardo fu facilissimo. Lo prese per la maglia e lo scaraventò indietro.
"Il vestito da gara! Non c'è il vestito che usavo per le mie esibizioni a Kalos!" Disse disperatamente lei. Dopo essere tornata da Hoenn aveva lasciato a casa gran parte della roba portata con sé, compreso il vestito, non ricordandosi che probabilmente Ash l'avrebbe presa con sé in una nuova avventura. Il vecchio zaino era rimasto a casa di Ash a Biancavilla insieme ai suoi vecchi vestiti, quindi naturalmente nemmeno volendo avrebbe potuto controllarvi l'interno. E ormai non sarebbe riuscita a farselo spedire ne da Kalos né da Kanto.
"Cosa!? Sei sicura?" Le domandò Ash, avendo ormai ritrovato la sua compostezza.
"Sai, con tutta quella roba..." indicò la poltroncina "Magari non te ne sei accorta... e lo hai lì sotto"
Serena scosse la testa "No, sono sicura di averlo lasciato a casa a Kalos... e poi ho controllato bene" sospirò affranta.
Lidia scosse la testa delusa "Come hai potuto dimenticare una cosa così importante?" 
"Beh.. dopo Hoenn... beh ho messo via il vestito e poi quando la mamma di Ash ha chiamato io sono corsa subito a Kanto... non ci ho pensato e non lo credevo necessario" rispose la biondina.
In effetti erano partiti subito e Delia si era occupata dei vestiti e i bagagli. Il vestito da performance era un dettaglio facilmente trascurabile "Mi spiace Serena, è un po' anche colpa mia che ti ho convinta a partire in fretta e furia" si scusò l'allenatore, consapevole che le scuse non sarebbero bastate a salvare l'esibizione.
"No, non è colpa tua, avrei dovuto tenerlo a mente e controllare prima, avrei avuto tempo per risolvere il problema.
"Ma perché hai tolto il vestito? Potevi tenerlo con te se andavi in giro, dici che sei sempre pronta ad esibirti" puntualizzò la detective. Non si separava mai dai suoi taccuini e strumentazioni. Brock pure e anche Ash.
"Beh ad Hoe-..." subito si fermò senza proseguire "Non ha importanza..."
"Lo ha fatto ancora..." si accorse Ash di un dettaglio già noto a lui. Per fortuna non espresse il commento ad alta voce. Tuttavia rimaneva il fatto che non era la prima volta che Serena evitava di toccare l'argomento "Hoenn"; non ne parlava nemmeno con lui. Sapeva che non era stata a suo agio nel mondo dei contest, ma ora cominciava a preoccuparsi che fosse accaduto qualcosa di grosso e brutto.
"Comunque devo fabbricare un vestito in fretta. Costerebbe troppo procurarmene uno, forse ci vorrà un po' di tempo ma se mi sbrigo potrei finirlo in tempo"
"Cosa aspettiamo allora?" Chiese Brock già pronto a fare compere.
"E tu da quando sei sveglio?" Si stupì la ragazza indietreggiando. Uno zombie?
Nah "C'è bisogno di una mano! E nei negozi di stoffe troverò di certo qualche beeee....." il sul sguardo calò lentamente fino a vedere Spotpup che già mostrava i suoi canini in un sorriso. Gli ricordava tanto la scena di qualche cartone in cui un animale mostrava i denti all'altro e questi rispondeva mostrano i tantissimi denti affilati... "Belle stoffe... e materiali utili. Ho il compito di aiutare i miei amici"
"Andiamo casanova" lo tirò per l'orecchio Lidia "Ora sei tu che ci fai perdere tempo con le tue fandonie. Datti un contegno!! O se qualche povera ragazza domani riconosce Serena per averla vista con te non verrà mai votata al Varietà!"
"Venite o cosa!?" Li chiamarono i due ragazzi sulla soglia del centro Pokémon. Non c'era più tempo da perdere, era già ora di pranzo e i negozi avrebbero chiuso solo tra qualche ora. Fare un vestito in così poco tempo era un'impresa già di per sé difficile, avrebbe dovuto accontentarsi di qualcosa di semplice per la sua prima esibizione. Anche se a Serena la cosa dispiaceva un po'.
Presero a correre, con Serena che guidava la strada armata della mappa del suo pokédex. Il negozio non doveva essere lontano, ma perché c'era tanta gente ad bloccare il passaggio. Si era come materializzata e sebbene non fossero passati in quella parte della città più turistica, non credevano ci fosse tanta gente in giro.
"Come mai si sono fermati tutti?" Si lamento Ash guardandosi in giro. C'era qualche manifestazione o incidente? O un evento?
"Non lo so ma è difficilissimo farsi strada con questa folla" Lidia provò a passare tra le persone, ma faceva davvero una gran fatica. Era magra ma serviva essere uno stuzzicadenti per passare senza problemi! "Al ritorno cambiamo strada!"
"E ora la sparizione della mia amica di esibizione! Siete pronti?" si sentì annunciare da quello che sembrava un palco esibizioni. Un pipistrello dal naso a cuore si era posato leggermente sul braccio della sua probabile allenatrice, la quale indossava un cilindro non troppo alto e un abito scenografico. Portava i capelli corti in un mix che ricordavano un caschetto, e indossava un abito scenografico che risaltava con lo sfondo del palco. 
"Swoo swoo!" 
"E' pronta al numero!" annunciò, poi prese un drappo e lo poso sulla sua Pokémon in modo da coprirla completamente “Attenzione signori e signore come vedete la mia Swoobat non potrà volare o si noterà, ma  vi assicuro che al mio comando sparirà!"
"Sembra uno spettacolo di magia!" commentò Ash avendo trovato uno spiraglio per poter guardare meglio. 
"Perché non ci fermiamo un attimo a guardarlo?" propose Brock "La ragazza sembra sapere come intrattenere il pubblico!"
“Ma dovremmo andare a cercare la roba che serve a Serena…” ricordò Ash ai suoi compagni, tranne la bionda che ne era già consapevole.
“Con questa folla non credo riusciremo a passare, sperando che manchi poco possiamo rimanere. Se si prolunga troveremo un modo di andarcene” ragionò Brock. A quel punto i compagni dovettero dare l’ok. Lidia era un po' più scettica, non confidava gran che nella magia che non riguardava i poteri dei Pokémon. Era una detective e sapeva che dietro ad ogni trucco c’era una spiegazione logica.
L'incantatrice chiese il silenzio generale, per trovare la giusta concentrazione “Ok, attenzione! E ora… uno... e due...e....TRE!" annunciò sfilando il mantello.
Della Swoobat non vi era più traccia. Si levò subito un boato di applausi da parte del pubblico, Ash, Lidia, Serena e Brock però un’intuizione l’avevano avuta su come rendere possibile tale magia. Riguardava un Pokémon dopotutto.
"E ora..." annunciò rimettendo il mantello sull'altra mano. "La mia mano magica la farà riapparire! E uno e due... e… MAGIA!" Swoobat riapparve da sotto il mantello e il pubblico sommerse le due di applausi.
“Deve aver usato quella mossa” concluse Lidia. Finché usava un Pokémon, la soluzione del trucco era semplice per lei. 
"Come vedete niente trucchi! Io e la mia Swoobat siamo unite e abbiamo il dono magico! Siamo Betty la fenomenale e Swoobat la grandiosa!" e detto ciò le due si inchinarono per ricevere gli applausi. "Ma noi non amiamo solo le magie, ma anche le feste! Quindi per festeggiare questo caloroso pubblico, faremo un ultimo e fenomenale trucco, appena perfezionato! Però avremo bisogno di un assistente”
Un sacco di mani si alzarono, ma Betty li calmò tutti “Nono.. non un volontario. Sarà Swoobat a decidere il nostro assistente! Deve avere un dono magico, qualcosa che solo io e la mia Pokémon possiamo vedere e trovare dentro ad una persona!" disse poi lanciando la sua pipistrella in volo. 
"Di certo ci sa fare ad intrattenere il pubblico" sorrise Brock "DI solito una maga deve essere un po' dark e dal suo aspetto si deduce facilmente, eppure sembra più una ragazza amante del divertimento e le feste"
“Chissà cosa intende per il dono magi-…” Sentì un peso appoggiarsi alla sua testa e improvvisamente tutti gli occhi si spostarono su Ash, il quale rimase sorpreso. Non sapeva se positivamente o negativamente.
“Swoo Swoo!" confermò di nuovo il Pokémon, scaturendo un sorriso nella sua allenatrice Betty "A quanto pare abbiamo la persona giusta per il numero!" 
"Eh… io?" 
"Ma certo che sei tu, hai il dono! Sennò perché Swoobat ti avrebbe scelto? Coraggio, vieni su, il palco ti attende!" lo incitò lei. 
"Ma io non è che...Uh!? E-EHI!" provò a defilarsi Ash, ma si sentì subito trascinato in aria. La swoobat di Betty lo stava sollevando con Psichico. 
"Coraggio un applauso per il nostro portatore del dono!" Di nuovo ci furono applausi per l'allenatore, sebbene la maggior parte del pubblico volesse essere al suo posto. "Come ti chiami?" sorrise lei.
"E-Ehm Ash..." fu la risposta imbarazzata di lui, che cercava i suoi amici tra il pubblico, pregandoli di aiutarlo.
"Allora Ash... ora avrò bisogno di te! Vedi quella grossa scatola orizzontale che mi sta portando la mia amica? Devi entrarci dentro!”
"O-Ok..." sembrava tutto abbastanza semplice per ora. 
"Tranquillo, non è nulla di ché"
"S-se lo dici tu..." Ash fece come richiesto e si infilò dentro, soltanto la sua testa e le sue gambe sporgevano dai buchi della scatola. 
"Allora Ash, come ti senti?" chiese Betty tranquilla, come un medico di fronte al suo paziente.
“Stretto" ammise lui. 
"Beh vediamo se ti posso aiutare dunque! Swoobat... portami l'attrezzatura!" Quando Swoobat fu di ritorno Ash impallidì di colpo; non voleva più fare da assistente! Il pubblico ora non voleva tanto più essere al suo posto. Serena sbiancò quasi più di Ash. Betty aveva in mano una sega…
"Se ti senti stretto allora forse dovremmo sistemare il tuo corpo!" disse lei con un’aria che sembrava quasi sadica, ma estremamente divertita. 
"N-NON AVRAI INTENZIONE DI...DI TAGLIARMI IN DUE!?" urlò Ash sperando stesse scherzando anche se non pareva affatto così. Detto sinceramente, non voleva essere una cavia per un trucco finito con una disgrazia. Aveva ancora tante cose da fare nella vita: vincere la lega, mettersi con Serena, salvare ancora il mondo se necessario, diventare maestro Pokémon,  sposare un certa ragazza, mettere su famiglia…
"Esatto!" fece lei talmente tranquilla e felice che a tratti poteva sembrare il volto di una serial killer, allo stesso momento distruggendo anche ogni elenco di futuri sogni che Ash voleva realizzare.  
"A-ARCEUS NO!!! HO UNA VITA DAVANTI! DEVO DIVENTARE UN MAESTRO POKE’MON!" urlò ancora più nel panico lui. Serena era completamente allibita, sul punto di crollare.
"Allora inizio signori!"
"F-FERMA!" strillò Ash. 
Betty se ne infischiò e iniziò a segare in due la scatola fischiettando tutta contenta "A-AIUTATEMI!!!" urlò lui scalciando e cercando di uscire. Ci vollero 5 minuti per completare la magia, sebbene Ash non avesse sentito nulla.
Serena tolse le mani dagli occhi, con il terrore di guardare il suo amato tagliato in due, spettacolo che si ritrovò davanti esattamente uguale alle sue parole. 
Ash sentiva ancora le sue gambe ma tra lui ed esse c’era un buco! Si sentiva in leggero panico. "AHHHHHHH!" urlò l'allenatore rendendosi conto di essere completamente staccato dalla sua parte inferiore. 
“PIKAPIII!!!” Persino Pikachu era in totale stato di panico. Il suo allenatore non aveva più le gambe attaccate al corpo.
Anche Serena cacciò un urlo debole e svenne, attirando gran parte di persone a lei attorno "S-Serena!" la sorresse Lidia, anche lei abbastanza sconvolta. "Brock prendi dell’acqua!" Brock si precipitò a cercare una bottiglia d’acqua, visto che le borse erano ancora al centro medico, seguendo l’ordine di Lidia anche se era lui quello che doveva prendere posizione come medico.
Betty distolse lo sguardo dalla sua vittima un attimo, sorpresa della scena appena vista tra gli spettatori, poi tornò dal ragazzo, troppo preso a guardare le sue povere gambe. "Allora maestro Pokémon in erba, va meglio? Ti senti meno stretto?" 
"R-RIATTACCAMI LE GAMBE PER FAVORE!"
"Però saresti il primo maestro Pokémon senza gambe!" rise tranquilla lei. “Non vuoi fare la storia?”
"T-TI PREGO!!!" la pregò lui.
La maga sospirò "E va bene allora, te le riattacco, sta tranquillo. Con i miei poteri magici!"Le due parti di Ash vennero riavvicinate e scrupolosamente Betty si mise a richiudere per bene le parti. Poi si strofinò le mani e iniziò a toccare la scatola su più punti. "Attenzione! Ho finito!" Aprì la scatola annunciando la fine del numero “Ed ecco il nostro futuro maestro Pokémon di nuovo integro e vegeto!"
Infatti era così, Ash poteva di nuovo sentire il corpo attaccato. In fretta e furia uscì dalla scatola per verificare e constatò che funzionavano come sempre le sue gambe "Ma come!?" 
"MAGIA SIGNORI!" gli strizzò l'occhio lei. "Coraggio! Un applauso per il nostro volontario Ash!"
“Io non mi ero mai proposto volontario…” specificò Ash a bassa voce, mentre scendeva dal palco e cercava i suoi amici.
"S-Serena apri gli occhi! Ash è integro e vivo! Lo puoi ancora sposare!" la incitò Lidia cercando di scuoterla, forse le prese in giro l’avrebbero svegliata.
Brock tornò con un bottiglia d'acqua, chiesta ad un barista e la svuotò in faccia a Serena "Ecco qua! Credo possa bastare” 
Serena riprese i sensi immediatamente "Io… che cosa è successo?"
"Grazie! Siete un pubblico stupendo! Ci vediamo al Varietà di domani dove potrete assistere ad altri trucchi fenomenali e un party di colori a tema Pokémon! Alla prossima!" 
Ash individuò i suoi amici e corse da loro "Serena stai bene!?" si preoccupò subito l'allenatore vedendola in uno stato che sembrava sul punto di svenire. A dire il vero era successo davvero. 
"A-Ash? M-Ma non eri…!?" 
"Si, ma sono di nuovo integro! N-Non capisco come, ma perché sembri appena svegliata da un mancamento?”
“Perché è successo? Vederti tagliato in due non è stato un bello spettacolo…” gracchiò acida Lidia, anche per la confusione fatta da quel trucco. Con Serena svenuta, non aveva potuto osservare bene e capire le modalità della finta magia. Non che le dispiacesse l’ennesima prova dell’infatuazione e la preoccupazione che l’amica aveva per quel tonto.
“Ho sentito bene? Quella maghetta si esibirà domani al Varietà?” chiese Ash ai compagni, per accertarsi di non sbagliarsi.
Serena si riprese subito "Varietà? A-Anche lei?" Subito si fece strada tra il pubblico che si disperdeva di nuovo nella città. Arrivo dalla ragazza a la salutò cordialmente “Ciao! Gran bello spettacolo! Per caso tu ti esibisci domani al Varietà? Sai credo che allora ci sfideremo!”
La maga non si voltò nemmeno ignorando completamente Serena e ciò che aveva detto “Uhm… beh sono sicura che domani sarà una sfida grandiosa…”
“Ovvio, visto che partecipo anche io” la freddò Betty con tono di superiorità ma anche impassibilità. Perché doveva aprirsi con una sconosciuta? "Ti faremo mangiare la polvere… e ora non seccarci più”
“Volevo solo… essere gentile. Sai anche se siamo rivali non vuol dire che non possiamo fare amicizia” rispose Serena un po' offesa da quel tono rivoltole.
“Ah si? Pff… non farmi ridere” Betty chiuse le sue ultime cose e tornò dietro al palco, per sistemare la sua attrezzatura. 
"Che tipo, prima tutta gentile e poi si chiude così..." borbottò Lidia.
Serena guardò il pokédex e impallidì "Cavoli è tardissimo!!! Devo sbrigarmi se voglio prendere in tempo la stoffa e il materiale!" Si rivolse ai compagni "Non dovete  per forza venire se non vi va, andrò per conto mio e ci vediamo stasera a cena al centro Pokémon!"
Brock sorrise raggiungendola "Ma figurati, è ovvio che ven-.."
"Vado ad allenarmi allora! Grazie Serena!!" Se la filò a gambe levate Ash. 
Improvvisamente però si sentì strattonare al colletto della giacchetta e si fermò di colpo, sentendo il collo stringere "Che fai?" Soffocò lui, liberandosi dalla presa.
"Ti pare questo il modo!? Guarda la stiamo aiutando tutti! Sei un insensibile ad andare ad allenarti adesso!" Lo sgridò Lidia con aria minacciosa.
"Frena un attimo!" Si accertò che Serena si fosse avviata e poi riprese a difendersi "Lo shopping non fa per me..."
"Questo non è shopping! Prendiamo solo stoffa!"
"B-Beh non me la sento ora... e devo allenarmi per la mia prossima sfida. Serena mi capisce e sono sicuro che non si offende, ci conosciamo bene. Infatti mi ha lasciato andare!" Ash sapeva bene che Serena quando voleva sapeva essere convincente...  un costume da Fennekin faceva ben risaltare quel dettaglio "Molto convincente..."
"Cosa?" Arrivò un commento confuso da parte della detective. 
Ash scacciò via dalla testa quei pensieri. Doveva allenarsi, ora contava quello e che Lidia lo accettasse o no, non gli interessava. Serena non si era lamentata e andava bene, altrimenti avrebbe insistito. Se non lo aveva fatto era perché era troppo di fretta e lui non era di grande aiuto in quel settore. "Vado, a stasera!" La liquidò liberandosi della presa e correndo via"
"Pika" Pure lui salutò senza darle più di tante attenzioni.
"Cosa ci trova Serena in lui!?"
...
Nel frattempo Serena continuava la sua ricerca, ormai era quasi arrivata al negozio, anche se sapeva bene che stava perdendo uno per uno i suoi amici. Ash era ad allenarsi, Brock si stava già distraendo davanti ad ogni ragazza e Lidia lo cercava di fermare anche se senza troppi successi. 
Dovette cedere e lasciarli dietro, avrebbe fatto prima a comprare ciò che le serviva e tornare indietro. Li avrebbe trovati nello stesso luogo, brulicante di donne da far perdere il fiato.
Spotpup non avrebbe più sentito la mascella a fine giornata e il sedere di Brock avrebbe avuto bisogno di un amputazione.
Li perse di vista, arrivando al fatidico negozio. Entrò, provando un pochino di tranquillità per la prima volta in quella giornata caotica. 
Cerco bene quello che le serviva e lo trovò con facilità. Prese i rotoli di materiale colorato, sapendo già cosa avrebbe realizzato. Visto che per ora poteva fare solo una cosa semplice, si sarebbe anche procurata qualcosa per realizzare il vestito per i successivi Varietà. Pensava a qualcosa di rosa, o rosso, o azzurro, per cambiare totalmente e dare un taglio al passato. Inoltre le piaceva l'azzurro e sapeva che piaceva pure ad Ash. Sapeva che avrebbe espresso un commento positivo lo stesso, ma voleva fosse il più sincero possibile e voleva stupirlo.
A sua insaputa ovviamente ad Ash sarebbe piaciuta qualunque cosa, qualunque colore. Serena era stupenda con tutto addosso e bastava un vestitino semplicissimo a farla sembrava una meraviglia ai suoi occhi. 
Cacciò tutto l'occorrente in un carrellino e si avviò verso l'area con i merletti, i nastri e i fiocchi. Cercò tra gli scompartimenti, trovando un bellissimo rotolo di nastro blu brillante. Allungò la mano per afferrarlo e sentì un altro arto avvinghiarsi all'oggetto del desiderio.
Entrambi subito si ritirarono e coloro che avevano allungato le mani si guardarono negli occhi, era decisamente uno scherzo del destino. "Ehi ma, sei tu!" 
Pure l’altra ragazza si sorprese. Betty ora vestita in abiti più casual, cercò di farci molto caso e girò lo sguardo altrove.
Serena la guardò appena dispiaciuta, cosa aveva fatto a questa ragazza? Era stata lei e non gli piaceva oppure faceva così con tutti gli sconosciuti? Cercò comunque di essere gentile, prese il nastrino e lo porse alla ragazza che ora stava cercando altro. “Tieni, sai questo genere di blu credo ti doni, visto l’abito che avevi sul palco!”
La ragazza alzò le spalle, lo prese e si limitò ad un cenno, non si sapeva se per ringraziare o per minacciare con lo sguardo. Era molto fredda, più che arrogante, un genere di persona che su serena faceva un grande impatto.
“Sai, forse sembra un po' sgarbato, ma sembri una persona allegra sul palco, si vede che quello che fai ti piace molto e ti lasci trasportare dalla gioia e l’allegria, può sembrare strano visto che tanti maghi sono più misteriosi e scuri…”
“E allora?”
“Nonostante il costume che indossi, si vede che l’aria da fredda insensibile non ti si addice, non ti critica nessuno se mostri quel bel sorriso che hai mostrato oggi sul palco mentre mostravi la tua vera passione” La riprese Serena.
Betty inizialmente sembrava quasi innervosita, ma sentendo tutto il discorso di Serena inarcò le sopracciglia sorpresa.
“Sono sicura che domani mostreresti lo stesso sorriso durante la tua esibizione, hai comprato tante cose così carine e allegre! Si vede dai tuoi gusti che non esprimi ciò che hai dentro! Questi nastrini sono così brillanti e colorati, ricordano una festa. La gioia semplice e spontanea dentro ognuno di noi, visibile o non visibile”
L’altra era a bocca aperta, non sapeva cosa rispondere. Serena lo prese come un tentativo mezzo riuscito di dire la sua. Rimise le mani al suo carrellino e si allontanò verso altri scomparti. Non sapeva come mai era finita nel reparto con le stoffe per i costumi di Carnevale, anzi, non sapeva proprio dove fosse l’uscita.
Improvvisamente sentì uno scoppio e una moltitudine di coriandoli la invase, dandole un infarto e facendola quasi cadere a terra. Si ritrovò la faccia di Betty davanti agli occhi, con un sorrisone allegro “Sorpresa!!”
Eh?
“Volevi la vera me, eccola qui!” Le porse una mano per aiutarla a rimettersi decentemente in piedi “Sai, non mostro quasi mai chi sono veramente. A volte la gioia e l’allegria possono annoiare e credo che non tutti mi apprezzerebbero per quello che sono”
“Ma è assurdo, chi è davvero intelligente e sensibile apprezzerebbe la persona che sei così come la realtà di rappresenta” Accettò l’aiuto Serena sorridendo.
“Non tutti sono come te” ribatté lei, mettendo in evidenza un chiaro complimento. Era bastata qualche frase a farla cambiare. Serena rispose con una semplice risatina imbarazzata, almeno ora sembrava più facile socializzare con la maga.
"Sei la ragazza che era in compagnia di Ash, il volontario dello spettacolo di poco fa, vero? Viaggiate insieme?” Chiese Betty, ricordando che il corvino era in sua compagnia e la ragazza era addirittura svenuta vedendolo tagliato in due.
“Beh si...”
“Siete tanto amici vero? O è il tuo ragazzo?” azzardò lei.
Serena subito sussultò, era la terza persona oggi a toccare quel tasto “Cosa te lo fa credere!?”
“Sei svenuta davanti a centinaia di persone vedendolo tagliato in due, per questo mi spiace. Se non tieni così tanto ad una persona non prendi seriamente un trucco magico visto e rivisto come quello”
Serena cercò di nascondere un rossore “N-Non è il mio ragazzo”
Betty fece un sorrisino “Ma da come sta arrossendo lo vorresti!”
“Che ci fai tu qui comunque?" cercò di cambiare argomento prima di toccare argomenti di cui ora non voleva parlare. Era così patetica a nascondere il suo amore per Ash? Se ne accorgevano persino gli sconosciuti, come poteva credere che Ash non lo notasse? Era ingenuo ma… 
"Io? Io stavo cercando un po' di attrezzatura per nuovi numeri!" disse semplicemente con un sorriso "E tu?" per fortuna abbozzò alla domanda e perse dalla testa l’argomento precedente.
"Beh io cercavo invece qualche accessorio per il vestito di scena..." rispose Serena un po' timidamente, sperando non chiedesse perché si era organizzata all’ultimo se il concorso era il giorno dopo.
"Allora prendi pure il nastro! Ne hai più bisogno di me!" sorrise l'altra tranquillamente. 
"Davvero!?" 
"Davvero! Anzi se vuoi ti posso dare anche una mano, non ho problemi!" La kalosiana si sorprese, fino a poco tempo fa la maga aveva una lingua fredda e tagliente, ora invece era tutto il contrario e le voleva pure dare una mano.
"B-beh grazie!" si limitò a dire. 
"E di che? Aspettami che ti raggiungo subito!" 
"O-Ok!"
Una volta pagato e messo in busta le cose di Serena, le due uscirono dal negozio e presero a camminare. Serena aveva quasi trovato tutto, le mancava solo qualche tocco e avrebbe potuto fare il suo vestito, se il tempo disponibile era sufficiente. Anche perché non avrebbe mai potuto passare la notte in bianco o non avrebbe trovato le forze per esibirsi. 
La maga si stiracchiò "Ah… che bello avere un po' di libertà!" poi si rivolse a Serena "Già che siamo qui ti va se andiamo a bere qualcosa? Offro io, non preoccuparti!"
Serena guardò l’orologio del campanile, in effetti qualche minuto lo aveva per bere qualcosa, non avrebbe fatto grande differenza "C-Certo!”
Sul cammino, le due iniziarono a parlare, ma il loro discorso fu interrotto da una distrazione. Videro in mezzo alla strada Brock che veniva trascinato via da una ragazza, con Lidia e Spotpup che si occupavano di tenerlo lontano dal sesso femminile sconosciuto. Ognuno una gamba, con due sguardi chiaramente seccati ed imbarazzati. 
Serena aveva ragione, li aveva ritrovati esattamente dove li aveva lasciati, troppe ragazze per non avere intralci sul percorso. Povera Lidia, le dispiaceva per lei, era un modo triste per diventare famosi. “Hai avuto di che divertirti Lidia?” La salutò la performer di Kalos.
“No. Comment.” La gelò lei con lo sguardo. Poi si accorse della ragazza di fianco a Serena. “Oh… tu sei Betty, giusto?” non le andava molto a genio dopo il trattamento riservato a Serena poco prima.
“Si! Piacere!” Confermò allegra lei, spiazzando Lidia in un mare di domande che non poteva esprimere se non arrivando fino a sera.
“Ti ho vista prendere appunti durante la mia esibizione, sei un’altra maga o un giudice di magia?” Chiese Betty ricordando la sua faccia sempre presa a scrutarla e a scrivere senza nemmeno guardare il blocco di note. Riusciva a scrivere senza nemmeno guardare.
“Sono una detective e cercavo di capire i tuoi trucci!”
“Ah si?” incuriosita la maghetta la sfidò ad indovinare le sue strategie.
“Si! La prima magia che ho visto di Swoobat che cambia posto era semplicemente la mossa Teletrasporto! Mentre la seconda era facile. Aveva un paio di gambe finte nella parte di scatola inferiore e hai scelto Ash tra il pubblico perché aveva pantaloni e scarpe simili al tuo modello!” concluse spavalda la detective.
Betty applaudì “La prima è andata esattamente così, ma la seconda invece sei fuori strada!" 
Lidia subito sgranò gli occhi "Caspita, non ho potuto seguire bene il trucco perché Serena era svenuta! Dovevo prestare più attenzione!”
“Peccato per te, un mago non rivela mai i suoi trucchi. Può ammettere quando vengono scoperti ma per il resto acqua in bocca!" portò il dito alla bocca per mimare il silenzio. 
All'improvviso qualcosa oscurò l'aria. "Ehi ma cosa?" fecero in tempo a chiedersi i presenti quando un enorme cilindro piombò su di loro. 
"Un cappello? Che razza di scherzo è questo!?" protestò Brock. 
"Uno scherzo no ma magari il nostro personale trucco magico si!" si sentì una voce dall'alto, con un contorno di voci delle persone spaventate che fuori dal cilindro correvano via. Una voce troppo familiare per i loro gusti.

"Preparatevi a passare dei guai, siete stati acchiappati!”
“Dei guai molto grossi, la magia vi ha affascinati?”
“Proteggeremo il mondo dalla devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali di amore e verità!”
“La magia arriverà alle stelle e anche più in là!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!”
“Arrendetevi subito o preparatevi a combattere e a sparire!”
“Meowth, proprio così!"

 "E per continuare lo show. Ora faremo sparire la vostra amichetta e il suo Pokémon!" disse Jessie tutta tionfante. Non appena premette un bottone, una mano dal cilindro prelevò Betty e la sua Swoobat e li rinchiuse dentro ad una macchina a forma di Meowth.
"Ehi!" protestò dall’interno del coso enorme "Ma che intenzione avete!?"
"Quella di conoscere i tuoi trucchi magici!" spiegò il felino "Così poi li possiamo usare anche noi per catturare i Pokémon dei mocciosi e quelli  che più ci aggradano!" 
"E davvero credete vi svelerò i miei trucchi? Una maga non lo fa mai! Soprattutto per scopi così vili!" sbuffò lei, facendosi sentire. Aveva la voce molto potente. 
“Si, ne siamo sicuri!” Detto questo il gatto robotico sparì senza lasciare traccia, mentre i ragazzi rimasero ancora bloccati dentro al cilindro.
La performer subito pensò ad Ash, se almeno ci fosse stato lui. Di sicuro sarebbero usciti da quel guaio senza nessun problema, sapeva sempre come trovare ogni soluzione. A quel punto  le venne un’idea. Era una buona causa e interrompere i suoi allenamenti era più che lecito se c’era bisogno di una mano. "Provo a chiamare Ash con la funzione delle videochiamate del mio pokédex!”
“Grande Serena! Sei un genio!” esultò Brock.
“Il genio è Olivio che ci ha dato questi fantastici pokédex. Comunque aspetta a ringraziarmi, dobbiamo sperare che Ash risponda” rispose lei digitando il contatto di Ash sul suo pokédex. Cliccò la faccina con la foto dell’amico e il pokédex cominciò a squillare. 
Rimasero ad aspettare, ma purtroppo non rispose nessuno e la linea cadde. A quel punto non rimase che mandargli un videomessaggio. La videocamera si accese e lei inizio a parlare “Ash! Abbiamo bisogno di una mano! Il Team Rocket ci ha bloccati in una trappola e ha appena catturato un’amica e il suo Pokémon! Raggiungici in fretta, noi cercheremo di liberarci!” e lo inviò. Infilò di nuovo il dex nella tasca della ghiacchetta e tornò a guardare i due compagni. “Che si fa ora?”
“Aspettiamo e pensiamo ad un modo per fuggire…” Lidia provò ad incoraggiarli, ma era più facile a dirsi che a farsi. Passarono minuti e minuti ma di Ash nemmeno l’ombra, eppure un cilindro gigante non passa inosservato!
“Perchè non arriva?" si disperò mentalmente Serena. Ash non era il tipo da abbandonare così gli amici, di sicuro doveva aver trovato un posticino tranquillo per allenarsi e non aveva visto il messaggio oppure era lontano. 
"Brutto gesto quello di lasciarci qui, specie se la sua ragazza è nei guai!” borbottò Lidia maledicendo la voglia di allenarsi sempre di Ash. Non aveva un minimo di sensibilità e romanticismo. Né Brock, né Serena la sentirono, ma di sicuro avrebbe sentito Ash quando sarebbe arrivato.
Brock finalmente arrivò ad una conclusione, essendo stato il più silenzioso durante quell’attesa aveva usato ogni neurone per trovare una via di uscita "Serena chiama Plarky! Forse con l'aiuto di mimica di Sudowoodo riusciamo a sollevare il cappello sfruttando la corrente ascensionale di Pistolacqua!"
Gli occhi delle due ragazze si illuminarono "Vale la pena di provarci! Plarky scelgo te!" Serena esclamò lanciando la pokéball dello starter in aria.
Dalla essa si materializzò l'ornitorinco azzurro. "Lark" sbuffò. 
"Plarky usa Pistolacqua a terra e lasciati andare!" ordinò Serena indicando il terreno.
"Sudowoodo vieni fuori e usa mimica copiando lo stesso gesto!" Brock lanciò la pokéball contenente il suo alberello e anche lui si ritrovò fuori. 
I due fecero come detto lanciando quanta più acqua possibile. La forza del getto fu abbastanza forte da permettere ai due di sollevarsi in aria e arrivare fino al tetto del cilindro e dargli un colpo abbastanza potente da rovesciarlo e liberare il gruppetto. 
"E ora presto! Dobbiamo aiutare Betty a liberarsi del Team Rocket!" 
…intanto… altrove…
"E ora maghetta! Dicci come fai!" la rimproverò James con il taccuino sulle mani, era molto frenetico e irritato quanto i suoi due colleghi. Era da un casino di tempo che cercavano di farla parlare ma la maghetta era sempre irremovibile, usava un sacco di scuse insulse.
"Un mago non rivela mai i propri segreti! Ve l’ho detto mille volte! La magia non è per tutti, solo chi sa apprezzarla fino in fondo può far parte del suo mondo!" fu la risposta pronta di Betty, che sembrava ad una lezione sulla magia con degli studenti tontoloni e cocciuti.
"La tua magia sarà a scopi molto utili! Noi apprezziamo qualunque mezzo ci porti a catturare Pikachu e altri Pokémon preziosissimi!!" proruppe Meowth
"Un Meowth parlante? Cosa siete? Ventriloqui?"
"E-Ehi!" protestò Meowth "Questa bocca è 100% naturale! Io sono capace di parlare grazie alle mie doti! Non sono un pupazzo!"
"La mocciosetta ha la lingua tagliente, come facciamo a convincerla a cooperare?" Chiese James grattandosi il capo stanco.
"Bah, un modo si troverà" disse velocemente Jessie "Per ora la teniamo rinchiusa. Poi si vedrà”
Fu in quel momento che la voce della prigioniera si risentì "Comunque, un numero di sparizione ve lo potrei pure mostrare..."
"Eh!?" si girarono subito i tre, stupidi che aveva ceduto così facilmente, senza neppure minacciarla.
"Ci ho riflettuto e siete pur sempre un pubblico no? La vocazione di un mago è quella sempre di intrattenere il suo pubblico e di renderlo felice quindi..." continuò a parlare eloquentemente Betty. 
"Brava mocciosetta!" si fece tutta contenta Jessie. "Ora si che ragioniamo! James presto, il taccuino!" 
"Subito!" L'aria si fece silenziosa. Il trio si mise a prestare attenzione con molta cura e silenzio, almeno erano un pubblico rispettoso.
"Signori ladri, la magia migliore, ma prima… sareste cosi gentili da darmi una coperta o un telo? E' un elemento essenziale per la riuscita del trucco"
"Che state aspettando?" ordinò la donna dai capelli fucsia "Trovate un qualcosa che possa essere usato!" subito i due colleghi ladri di Jessie andarono a cercare un telo e lo portarono a Betty, consegnandolo nelle sue mani.
"Grazie! Ora Swoobat vieni vicino a me! Da sotto il mantello vedrete un numero di sparizione! Ricompariremo fuori dal telo senza essere visti mentre uscivamo! Attenzione! E uno e due... e ... magia!”
Il mantello si fece subito floscio, come se il terreno li avesse inghiottiti. Il Team Rocket si accertò che non fossero sdraiati sotto, anche se era chiaro che non era così. Ormai sicuri, applaudirono "Brava! Brava! Che numero ci tornerà utilissimo!" esultarono i tre. Continuarono ad applaudire anche se dovevano ancora capire come mettere in pratica il trucchetto. 
Eppure dopo altri immensi applausi, la prigioniera non ricompariva, questo cominciò a preoccupare Jessie "Non crederete che!?" 
James pure cominciò a farsi cupo “Non sarà sparita nel regno della magia!?”
Meowth corse ad alzare il telo, trovando sotto un cartello con scritto una parola a caratteri cubitali: FREGATI!!!!!! “Altro che regno della magia! Quella piccola mocciosa insolente!”
"Cooooooosa!?????" Urlarono i due lestofanti umani in preda al panico. Avevano perso il loro pesciolino. "Dove è finita!?" Uscirono dal Meowth robotico e si guardarono attorno alla ricerca disperata della ragazza, la quale fu facilmente rintracciabile. Stranamente non sembrava voler allontanarsi troppo.
Betty si mise a braccia conserte "Ho detto che sarei ricomparsa fuori dal telo, non dove! Il party è appena iniziato, credo sia ora di passare ad uno spettacolo molto più esaltante! Mi servono solo i miei assistenti!" 
"Bettyyyy!!!" Sentirono delle voci.
"O meglio, la mia compagna!" 
E spuntarono all'improvviso Serena, Brock e Lidia. La performer bionda corse a fianco della nuova amica, con Braixen al suo fianco "Tutto bene?"
"Ma certo!" Rispose tranquilla "Credevi non riuscissi a gestire questi scherzi della natura?" 
"Scherzi della natura!?" 
"Sono troppo facili da fregare, ma mi servirebbe una mano per rendere questo spettacolo finale esaltante! Coriandoli infuocati, festoni e allegria dalla nostra parte. Ti va?"
Serena inizialmente era confusa, ma ben presto capì e annuì, dandole il suo supporto. "Io e Braixen siamo pronte, quando vuoi"
"Via alla festaaa!!!" Esultò la maghetta.
"Gourgeist usa Palla Ombra!" Ordinò Jessie.
"Braixen usa Lanciafiamme!
"Braiiiiixeeeeeennm!!" Il raggio infuocato partì in direzione del rivale.
Betty a quel punto partì con il suo ordine "Swoobat usa Psichico su Lanciafiamme!" 
Il pipistrello rilasciò un'aura fucsia e circondò il raggio infiammato che venne dirottato sopra la zucca volante. I rivali rimasero stupiti, ma la loro sorpresa finì quando la fiamma poi venne trasportata fino a Inkay, sbattendolo a terra.
Il Palla Ombra ancora vagante si diresse verso Braixen, ma la volpina fu rapidissima a colpire l'attacco con il suo bastone come una palla da baseball, rimandandolo al suo proprietario e facendolo cadere al suolo insieme al collega.
"Forza alzatevi!" Li incitò Meowth.
"Swoobat usa Cuorstampo"
"Braixen dalle una mano con Introforza!" Braixen cominciò a fare delle capriole ed evoluzioni, per avvicinarsi agli avversari, evitando la compagna che si avvicinava a grande velocità contro i rivali. 
Delle sfere d'energia si combinarono ai cuori vaganti e la vicinanza ai nemici rese certa la collisione. Inkay e Gourgeist erano K.O.
Serena si avvicinò a Betty e le diede un cinque "Grande!!!"
"Lo show non è finito temo" e indicò la donna e l'uomo intenti a cambiare Pokemon, prima ancora di poter ribattere, Trolby e Spidow erano sul suolo pronti a lottare.
"Pensavate di fermarci così facilmente!?" Le canzonò il gatto “Vi sbagliate di grosso!" 
"Pff... da quella bocca potrebbero uscire tante cose simpatiche, un vero spreco" sembrava quasi triste sul serio Betty "È sempre così?" Domandò alla ragazza al suo fianco.
Serena scrollò le spalle, sorridendo ambiguamente. Se fosse stata una persona sfrontata, avrebbe chiaramente detto di peggio.
Betty schioccò le dita "Va beh, Serena puoi sostituire Braixen e mettere Plarky in campo?"
La kalosiana non rispose, passando direttamente all'azione. Tirò fuori la pokéball e richiamò Braixen nella sfera, facendo avanzare Plarky che era stato nascosto dietro di lei tutto il tempo. Bastò un cenno e l'ornitorinco si posizionò di fianco a Swoobat, solo sul terreno.
"Plarky lancia il tuo boomerang!!!" Lo starter di tipo acqua lanciò il suo boomerang verso Spidow, la quale lo schivò come niente.
"Ahahaha tutto qui? Nemmeno una mossa vera!?" Si prese gioco di loro James.
Betty lanciò uno sguardo a Serena e lei rispose con un cenno d'approvazione. "Swoobat prendi Plarky e usa teletrasporto!" Il pipistrello scese in picchiata e afferrò con la coda Plarky, il quale si aggrappò. Ben presto sparirono e riapparirono dietro a Spidow.
Il boomerang tornò indietro, cambiando direzione e Plarky saltò giù, prendendolo al volo. In fretta alzò le zampe e le abbassò, colpendo Spidow con il boomerang più forte che poté. "KYYYYY"
"SPIIII" gemette la ferita.
"Trolby usa rocciotomba!" 
Il troll roccioso fece cadere le rocce sul Swoobat, che perse quota e cadde a terra. Era un brutto colpo, molto efficace. 
"Swoobat tutto bene!?" Chiese Betty accertandosi che non fosse troppo grave.
"Bat..." si rialzò piano.
Pure Spidow cominciò a tornare sulle sue zampette agili, anche se con molta fatica. "Dow"
"Plarky usa Bollaraggio!" 
"Plaplaplarkyyyy" la massa di bolle partì in direzione di Spidow, la quale rispose con Millebave e scoppiò l'attacco acquatico.
Il filo si avvicinò pericolosamente a Plarky "Schiva!" E lui riuscì ad evitare in tempo di farsi avviluppare.
Jessie stava perdendo la pazienza "Spidow ancora Millebave su Swoobat!"
"Spidoooow"
"Psichico!" La creatura volante prese possesso della tela e la fece avvicinare pericolosamente al troll roccioso. La legò attorno e lo bloccò.
"Cosa!?" I tre membri del Team Rocket esclamarono.
Plarky subito attaccò "Usa pistolacqua!" Lo appoggiò la sua allenatrice.
"Swoobat aiuta con Eterelama!!!" 
I due attacchi vennero scagliati contro Trolby, che subito venne scaraventato via, creando un solco nella terra e rivelando il Pokémon K.O.
"Noooo!!! Il mio rocciolino!!!" James lasciò la suanpostazione per correre dal Pokémon per ritirarlo nella sua sfera.
"Spidow possiamo ancora farcela!" Il ragno si girò  verso Plarky, molto vicino al suo raggio di mira. "Millebave!!!" E lo prese in pieno, bloccandolo.
Betty non se lo aspettò "Oh no!" Stava per ordinare di spezzare il filo con Eterelama, ma Serena fu più veloce.
La ragazza non aveva perso tempo e non si era lasciata intimidire dalla mossa "Usa Geloraggio sul filo!"
Subito l'ornitorinco aprì il becco e il filo cominciò a ghiacciarsi, seguendo la via fino al mittente Spidow. La ragnetta fu congelata prima ancora di accorgersene. Per Jessie il tempo fu talmente poco che non poté nemmeno pensare ad una contromossa o chiamare Wobbuffet in campo per aiutare la novellina. Liberarsi dal filo ghiacciato fu un giochetto per Plarky, il quale si preparò a continuare le ultime mosse.
"Dragofuria!" Gridò Serena, dando il via libera alla mossa devastante. 
Il drago di energia si formò velocemente "PlaaaaaaaaRRKYYYYYYYYY" come una tempesta travolse il nemico e lo mandò K.O. senza lasciare dubbio a nessuno. Era completamente privo di energie.
"Ti va di chiudere questo spettacolo insieme?" Domandò Serena girandosi verso la compagna. Questa volta aveva proposto lei di scatenare la festa e Betty non poteva esserne più felice. Era ora di concludere quello spettacolo magico.
"Swoobat Eterelama!!!"
"Plarky ancora Dragofuria!!!"
"A-Aspe-..." Jessie non fece a tempo nemmeno a far ritornare Spidow nella sua sfera. 
Gli attacchi esplosero in un raggio pazzesco, dai mille colori, come un drago pieno di aculei, tagliente e scattante. Fonte che emetteva riflessi splendenti.
"KYYYYYYY"
"SWOOOOOO" 
*KABOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM*
"Ecco il trucco della serara. Il Team Rocket scompare dal sipario e parte come un cannone!" 
"James..." rassegnata si lamentò la donna. Aveva u mal di testa insopportabile, probabilmente troppe magie.
"Beh domani dovrai tu fare le vere magie! Affronterai quelle mocciosette sul palco!" Ribatté James.
Meowth serrò un pugno "Giusto! Devi vendicarci!"
Jessie scosse la testa esausta "Per ora accontentiamoci della magia della nostra..."
"PARTENZA VERSO LA LUCEEEEEEEEEEE"

"Et voilà! Il numero è concluso!" dichiarò trionfalmente Betty esibendosi in un inchino teatrale. 
"Siete state bravissime!" si complimentò con entrambe Lidia. "Se questo era solo l'antipasto chissà che faville farete domani al varietà!"
“Di sicuro ci saranno i fuochi d'artificio" disse Brock già immaginando la scena. 
"Beh l'importante è divertire il pubblico! Questa è la cosa fondamentale delle esibizioni, non si deve solo divertire la performer, ma pure i suoi Pokémon e chi guarda. Se no perché esibirsi con gente attorno?" annunciò la maga poi facendo l'occhiolino alla nuova amica "Vero?" 
"Verissimo!" confermò Serena rimandandolo l'occhiolino. 
“Dovremmo tornare al centro Pokém-…” Improvvisamente il pokédex emise una musichetta e Serena lo tirò subito fuori rispondendo “Si?”
“Cosa succede!? Tutto bene?! State bene? Nulla di rotto? Dove siete!?” Furono le domande che arrivarono come una tempesta. Il volto di Ash apparì allo schermo, mostrandolo molto preoccupato.
"Alla buon ora Ash!" lo rimproverò amichevolmente Lidia. 
"Dammi tregua! So che mi vuoi rimproverare e ne avete tutto il diritto, ma almeno accettate la scusante che non ho sentito la chiamata? Quando poi ho trovato il messaggio ho cominciato a cercarvi ovunque ma non vi trovo!”
“Stiamo bene” Lo rassicurò Serena, abbiamo già sistemato il Team Rocket”
“Uh?”
"Ti sei perso un antipasto di quello che le 2 performer qui presenti ci offriranno domani!" disse Brock tirando una pacca sulla schiena alle due, ovviamente molto delicatamente.
"U-Uh?" chiese ancora più confuso Ash, poi voltò lo sguardo sia su Serena sia sulla presenza familiare di fianco a lei sullo schermo dalla sua parte "Ma tu sei?" 
"Quella che ti ha tagliato in due si" 
Lui scosse la testa e tornò a focalizzare sul discorso “Dove siete che vi raggiungo?”
Serena ci pensò su, poi decise che era inutile cercarsi in giro per la città a vicenda “Incontriamoci direttamente al centro Pokémon, ti aspettiamo là”
“Ok, arrivo subito!” 

Il sole tramontò dietro le finestre del centro medico e il gruppo stava aspettando l’arrivo di Ash pazientemente. Serena in compagnia della nuova amica rimaneva seduta all’ingresso, con la testa sulle mani e i gomiti sulle ginocchia. Era stata una giornata interessante ma estremamente confusionaria e l’intervento del Team Rocket le aveva rovinato ogni suo piano.
“Eccomiiii!!!” Arrivò la voce familiare. Ash comparve subito dalle porte del centro, con lo zaino in spalla. Strano, non lo aveva quando era uscito con loro.
Pikachu lo seguiva a ruota, correndo con il fiatone “Pipika!” Saltò in braccio a Serena dandole una leccatina.
Ash si sedette vicino alla ragazza e le appoggiò la mano dietro alla schiena “Tutto bene? Cos’ha combinato stavolta il Team Rocket?”
E lo raccontarono, raccontarono ad Ash tutto ciò che era successo da quando era andato ad allenarsi. Durante la cena fu quello l’argomento di discussione e anche Betty si unì a loro, presentandosi e chiaccherando. Anche Lidia, Brock e Ash poterono notare la differenza tra la ragazza con cui parlavano ora e quella che aveva risposto male a Serena quella mattina. 
Parlando della kalosiana… era particolarmente giù di corda. Mentre si erano andati tutti a cambiare non aveva proferito parola. Era andata e tornata dal bagno come un fantasma e si era ritrovata con gli altri suoi compagni nella hall del centro senza riuscire a sorridere sinceramente.
“Tutto bene Serena?” Le domandò Betty abbastanza preoccupata “Sembra che qualcosa ti preoccupi” 
“Domani non credo di poter partecipare al Varietà” dichiarò lei, come se si aspettasse l’arrivo di quella domanda prima o poi. Brock e Lidia inizialmente si scambiarono qualche occhiata preoccupata e sorpresa, ma poi capirono bene il perché di quell’affermazione.
Betty però non poteva saperlo “Perché!?” strillò sorpresa.
Serena sorrise dispiaciuta “Purtroppo non ho il vestito di gara. Volevo confezionarlo, ma con il Team Rocket che ci ha intrappolati e la lotta… ho perso troppo tempo e non riuscirei mai a farlo. Ormai è andata”
"Vuoi che ti presti uno mio?" chiese l'amica con apprensione. Non voleva rinunciare a scontrarsi con Serena il giorno dopo per quella futile ragione. Poteva immaginare che era da un po' che miravano ad arrivare in questa città per farla partecipare. "Ne ho tanti…”
"Grazie ma non so se potrei, non credo si abbinerebbero a quelli dei miei Pokémon" ed era vero. Lo stile di Betty era… particolare. Non poteva sposarsi bene con quello di Serena e gli abiti di scena dei suoi Pokémon e detto in parole povere, a Serena non sarebbe molto piaciuto indossarlo. Inoltre le dispiaceva farla disturbare così, non lo trovava giusto “Pazienza…”
“NO!” In quel momento Ash si alzò in piedi determinato “Non puoi rinunciare, hai fatto tanta pratica per questo Varietà e abbiamo viaggiato apposta per venire, per non parlare della corsa per iscriverti!”
“Ma Ash…”
“Non arrenderti mai fino alla fine!” ribatté lui, non permettendole di rispondere “Tu parteciperai a questo Varietà perché lo vuoi, lo voglio io ed è giusto così!”
Serena lo guardò stranita “…Non posso sen-..”
Davanti ai suoi occhi apparve un pacchetto. Ash era stato rapidissimo a toglierlo dallo zaino e porgerlo prima che terminasse la frase. Stava in piedi, davanti a Serena con uno sguardo un po' esitante e un leggero rossore sulla guance. 
A quel punto tutti gli occhi erano puntati su di lui, sorpresi e curiosi. Serena si alzò in piedi e lo guardo senza aspettarsi nulla. Non sapeva come reagire e cosa potesse essere, soprattutto cosa stava pianificando Ash?
“Aprilo… è per te” lo consegnò tra le sue mani e la ragazza lo appoggiò sul tavolo lì vicino. Sfilò il nastro legato attorno alla carta da regalo e poi rimosse pure quella con delicatezza. La scatola rivelata era blu e dal tipo doveva esserci dentro qualcosa di davvero bello.
La ragazza aprì lentamente il coperchio e quando i suoi occhi si posarono sul contenuto del pacchetto, quasi le cadde di mano il pezzo di cartone. Era talmente scioccata e meravigliata che non trovava le parole. Pure Betty, Brock e Lidia rimasero stupidi dalla bellezza dell’oggetto.
Cacciò le mani dentro e poi tirò fuori dal pacchetto un bellissimo vestito da competizione. Non era troppo elegante ma perfetto per apparire al meglio e allo stesso tempo per potersi muovere liberamente. 
Al tatto era così morbido e confortevole. Era un vestitino azzurro per la maggiore, con le maniche e la gonna della lunghezza simile a quello che usava a Kalos. La gonna aveva tre strati, quello più interno era composto da delle balze bianche, sopra poi si poteva scorgere un tessuto rosa chiaro coperto quasi tutto dalla parte di gonna più superficiale azzurro, ricordante un fiore appena sbocciato. Si poteva scorgere delle balze simili a merletti sulla parte superiore, imitanti una parte di corsetto anche all’esterno. C’erano delle spalline bianche che si univano davanti in mezzo al petto, coperto da un fiocco rosa scuso. Le maniche e il tessuto azzurro della gonna avevano dei merletti rosa scuro come il fiocco sul petto e il vestito divideva esteticamente la gonna dalla parte superiore grazie ad un altro tessuto somigliante ad un nastro sempre rosa scuro, adorato con una rosa  dello stesso colore che nascondeva il punto di partenza della gonna azzurra. Dentro la scatola c’erano pure dei guantini bianchi,  delle ballerine azzurre con un fiocchettino rosa, un nastro da mettere al collo rosa scuro e un grosso fiocco per legare i capelli del medesimo colore.
Le piaceva da impazzire, era stupendo, troppo per essere vero. Come aveva fatto a procurarselo? “A-Ash c-come…”
“…Non sono andato ad allenarmi… sono tornato qui a prendere lo zaino e poi ho cercato un posto in cui confezionassero abiti, per fartene fare uno apposta. Ho mostrato la foto del tuo vecchio abito e ho descritto un po' i tuoi gusti e qualcosa di te. Il sarto diceva che il vestito deve risaltare le esperienze vissute e la personalità, non solo i gusti personali ed essere pratico… dentro ci sono anche i costumi di Sylveon e Braixen… visto che i vecchi non si sarebbero abbinati” spiegò lui a verità per cui si era defilato dal gruppo.
“M-Ma ti sarà costato una fortuna!” Serena era commossa ed emozionata, le tremava la voce. 
Ash si grattò la guancia ridacchiando “A dire il vero nulla… sapevo che era speciale e che sarebbe costato un po', quindi ho passato la giornata a fare qualche lavoretto, ma ne è valsa la pensa! In fondo è stato come un allenamento e volevo farti qualcosa di spe-…” subito si spaventò vedendo le lacrime colarle sul viso. Si avvicinò a lei e le appoggiò le mani sulle spalle “M-Mi spiace! Non ti piace? Non sono esperto di vestiti… credevo che sarebbe andato bene…!”
Si sentì scaraventato indietro da un grossissimo abbraccio. Serena gli saltò letteralmente addosso e gli strinse la braccia intorno al petto “N-No è bellissimo! Mi piace davvero un mondo! Lo hai fatto fare apposta per me, è unico e speciale! È c-che non so come ringraziarti!” 
Ash la avvolse in un suo abbraccio e rilasciò qualche risatina, volata via la preoccupazione anche se non era felice di averla fatta piangere “Non devi! Mi hai fatto quel portamedaglie che per me è speciale e unico allo stesso modo… e poi non è quello che conta. Tu hai mollato tutto per venire a darmi una mano a Kanto e poi sei venuta con me qui a Forsia. Mi stai sempre accanto, mi aiuti e la tua presenza mi regala ogni giorno la gioia e la forza di combattere! Mi basta un tuo sorriso e vederti felice! Le esibizioni rendono contenta te e me di conseguenza! E’ anche un po' colpa mia se hai lasciato a casa il vestito… e non posso sopportare vederti giù! Ho pensato che in poco tempo c’era la possibilità che non lo finissi… quindi…”
“Grazie, grazie mille Ash. E’ stupendo… non solo perché lo è davvero ma perché per me è importante e lo hai fatto tu…”
“N-Non piangere però! Fammi un bel sorriso piuttosto!” La confortò Ash alzandole un po' la testa con la mano sotto il suo mento.
Per Serena fu facile e spontaneo mostrargli un bellissimo sorriso, anche se con gli occhi ancora lucidi e brillanti. Chiaramente esprimeva tutta la sua gratitudine e affetto. Avrebbe tanto voluto ringraziarlo con un gesto speciale, ma stranamente qualcosa la tratteneva dal farlo…
Dall’altro lato, lui sperava in un piccolo regalino indietro anche se credeva più di illudersi e si dava delle Sberletese mentalmente per pensare certe cose. 
“Cavoli… ritiro tutto… non mi sarei mai aspettata questo da Ash. Altro che insensibile, sarà tonto e ingenuo ma quando da ascolto al cuore è tenerissimo! Caspita che gesto stupendo!” Espresse a bassa voce Lidia, ma abbastanza da farsi sentire da Betty al suo fianco.
“E poi dice che non è il suo ragazzo…” sghignazzò la maga, scuotendo la testa per quanto fosse palese l’attrazione tra i due. 
Poi fu così veloce che non se ne accorse, sentì un tocco sulla sua guancia e staccarsi velocemente. Delicato, dolcissimo e veloce. Il suo cuore reagì più veloce della sua mente e non capì subito cosa fosse stato anche se sentiva il torace esplodere per le pulsazioni continue. Era stato appena accontentato e quando se ne rese conto sentì l’urgenza di grattasti sotto il naso e coprirsi la faccia con il berretto. Era il suo modo di arrossire, non c’era altra spiegazione.
Subito Serena corse via dai suoi Pokémon a far vedere il vestito, così entusiasta che sembrava una bambina con un grosso ed enorme leccalecca.
Ash rimase imbambolato in piedi, incapace di muoversi o formulare parole sensate. Brock girò la testa, troppo concentrato sul pacchetto regalo nel momento del bacino per averlo visto. Si avvicinò ad Ash e provò a scuoterlo, ma non successe nulla.
“Beh, allora direi di festeggiareeeee!!!! Per domani!!!”
“Giusto!” Annuirono Lidia e Serena, circondata dai suoi Pokémon altrettanto entusiasti. Brock approvò un po' titubante e Ash troppo fuso per rispondere.

…E così l'arrivo a Rascagiupoli è stato inaugurato da una nuova magica amica e da un nuovo regalo per Serena, con cui Ash spera di darle coraggio per la nuova gara, dimostrandole tutto il suo appoggio. Il Varietà è alle porte, Serena e Betty saranno rivali. Chi vincerà?
Il viaggio continua…


FINALMENTE CI SIAMO! E' L'ORA DI VEDERE SERENA IN AZIONE! E SOPRATTUTTO COME SARANNO I VARIETA' DI FORSIA? NELLA PROSSIMA PUNTATA LO VEDREMO!

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Capitolo 23
*** La Magia dei Sogni e degli Ideali! Questo è solo li continuo! ***


NUOVO CAPITOLO! E ATTENZIONE! OLTRE A VEDERE PER LA PRIMA VOLTA I VARIETA' DI FORSIA C'E' UN PICCOLO REGALO PER VOI FAN FEDELI!

Episodio 20: La magia dei sogni e degli ideali! Questo è solo il continuo!


"Finalmente è arrivato il grande giorno per Serena, che da tempo aspettava di partecipare al suo primo Varietà forsiano. Riuscirà a vincere e sconfiggere anche la sua nuova amica/rivale Betty?

"Coraggio entriamo!" Incoraggio Ash in testa al gruppo insieme a Serena. “Non sicuro che darai il meglio!”
“Grazie Ash, anche se non sono mai molto fortunata con i primi Varietà di stagione, ricordi la mia prima gara? Non sono riuscita nemmeno a passare la prima fase!” Scherzò Serena, anche se sotto sotto si stava scoraggiando da sola. 
Ash la guardo serio, con petto in fuori finto rimprovero “Quella era la tua prima gara in assoluto! Sei maturata un sacco nel campo dei Varietà! Non devi nemmeno pensarci, io ho fiducia in te! Al diavolo le superstizioni, tu non ti arrenderai mai fino alla fine!” concluse lui con fare quasi teatrale.
Serena ridacchiò, comprendendo cosa volesse dirle “Hai ragione, darò il meglio che posso!”
“Questo è lo spirito! Non vedo l’ora di vederti sul palco dopo tutto questo tempo!” E aveva ragione, era passato tanto tempo dall’ultima sua esibizione ufficiale, davanti ad un pubblico. Gli ultimi ricordi di un’esibizione ufficiale anche se non un Varietà, erano abbastanza negativi.
Serena smorzò un sorriso, sperando di non cadere ancora in basso. Quello però era un Varietà, sarebbe andato tutto bene, era la sua passione… quella dei suoi Pokémon… il suo sogno concreto. Non c’era motivo di preoccuparsi, anche la sconfitta non poteva far così timore. Non fu un sorriso del tutto convincente per Ash, ma decise di non pensarci su, forse era solo la sua impressione.
Appena entrarono all’interno, poterono notare la vastità e la grande casse che quella struttura, seppur antica, poteva trasmettere. Davanti alla reception subito notarono che vi erano due figure familiari. 
"Pff… se pensi di battere me, sei proprio una disillusa" pavoneggiò la prima figura.
"Vedremo, vedremo! Dopotutto io con la magia e le illusioni ci vivo!" ribatté l'altra rispondendo più o meno a tono. 
Il gruppo le riconobbe subito: la prima era la loro amica Betty, nei panni della ragazza dalla lingua tagliente, fredda, arrogante e insensibile… mentre la seconda figura fu sorprendentemente…
“Ma guarda un po' chi c'è! La performer di Kalos!" disse la figura mascherata dai capelli Fucsia: Jessilyn.
"Veramente mi chiamo Serena..." abbozzò un sorriso piuttosto d'imbarazzo al solo pensiero di essere ricordata solo come la performer di Kalos.
Era ovvio che Jessy si ricordava di lei, la vedeva fin troppo! Ovviamente ricordava pure che era arrivata in finale, battendo lei e l’altra performer dai capelli marroni con il suo Ivysaur. 
"E tu…" 
"Non ti sarai dimenticata di me tesoro? Sono io! Jessilyn!" sbuffò la donna. 
In verità era altro quello che voleva chiedere, era difficile dimenticarsi di Jessilyn “Si lo so, mi ricordo bene di te, però mi chiedevo più come mai sei qui?"
"Beh tesoro, diciamo pure che un Tweeny mi ha detto che anche a Forsia ci sono i Varietà e anche più impegnativi di Kalos. Volevo provare una nuova sfida e visto che non si può fare a meno di me in un torneo importante come questo… eccomi qui!”
“H-Hai ragione, il tuo contributo è di certo fondamentale” L’accontentò Serena, anche se dovendo parlare onestamente era vero che Jessilyn era molto brava, dopotutto era arrivata in semifinale. Inoltre aveva aiuto con lo spettacolo dopo l’attacco del Team Flare. Era una performer più brava di quel che si credeva.
“Oh di sicuro ultimamente hai trovato un po' di gusto! Finalmente qualcuno che capisce! Ora se non ti dispiace vado a prepararmi. Una diva come me ha bisogno del suo tempo" detto questo sparì, lasciando il gruppo e le due performer abbastanza scosse. 
"Mamma mia..." sospirò quasi esausta Betty "Che tipo, ma come fai a conoscere un personaggio del genere?" chiese rivolta a Serena.
"Jessilyn? E' una tipa un po' strana lo ammetto, ma credo che faccia parte del personaggio che ha deciso di esibire ai Varietà. In fondo non è cattiva, è solo particolare! Era una delle mie rivali ai Varietà di Kalos… è arrivata alle semifinali del Master Class e ha aiutato a fare uno spettacolo di beneficienza quando il Team Flare ha distrutto Luminopoli”
"Conosco quell'incidente! In tutto il mondo si sa cosa è successo! Aspetta, non dirmi che la Serena che ha contribuito… e lui è Ash Ketchum e… mi sento una babbea per non avervi riconosciuti!" 
Serena ridacchiò “Beh si… ma abbiamo solo cercato di fare la cosa giusta”
“Siete degli eroi!!" la corresse l’altra "Un giorno mi dovrai raccontare i dettagli, ma ora mi sa che ti sto facendo perdere tempo prezioso. Va pure alla reception a confermare la tua presenza, ti aspetto così andiamo insieme nei camerini!”
"Grazie mille!"
"E di che? Le amiche fanno questo e altro!"
Il gruppo raggiunse poi l'addetta ai controlli, la quale subito li accolse "Buongiorno, in cosa posso esservi utile?" 
"Mi chiamo Serena, sono in lista per il Varietà che si terrà oggi..."rispose la ragazza. 
"Un momento, controllo subito i dati" e diligentemente la receptionist controllò il suo computer. “Serena... Serena... eccoti qua! Sei la numero 7!" disse vedendo il nome della kalosiana nell'elenco. "Un attimo solo che stampo il tuo tesserino e...ecco a te!" concluse consegnando un pass con il numero impresso sopra. "Con questo potrai andare in zona camerini senza problemi!"
"Grazie a lei!" ringraziò la performer dai capelli color miele.
"No, grazie a te per aver deciso di partecipare!" fu la risposta della receptionist salutando il gruppo.
“...Allora?" chiese Betty curiosa dell'esito.
"Tutto a posto! Sono la numero 7!" mostrò il tesserino sorridendo.
"Perfetto! Io sono la numero 2 invece! Uhm… chissà chi è arrivato prima di me… mah, non importa! Venite vi mostro dove bisogna andare! Ho curiosato in giro prima che arrivaste! Ci avete messo un po' a fare colazione!”
“La colazione è il pasto più importante della giornata, è bello farlo con calma e abbondantemente! Se no non si hanno energie durante la giornata!” Rispose Ash massaggiandosi lo stomaco.
Il quintetto scoppiò a ridere, mentre attraversava la hall della struttura. Salirono le scale dell’entrata e trovarono una stanza con diverse foto, targhette, cimeli e trofei. 
Una in particolare stava a centro della stanza e richiamò l’attenzione di Ash "Ehi, chi è lei?" disse indicando una foto ritraente una ragazza dai capelli arancioni con coda di cavallo. 
"Ah lei è l'attuale regina di Forsia!" disse semplicemente Betty. "Si chiama Belle ed è bravissima! Vedete, qua a Forsia in ogni struttura che ospita i Varietà c'è una sezione dedicata alle varie regine che si sono succedute. Una specie di memorabilia per celebrare un po' la storia delle varie performer e dell'evento!" 
"Un giorno ci sarai tu impressa su una di queste foto!" disse Ash rivolgendosi a Serena. 
La ragazza arrossi "Beh non è che sia particolarmente fotogenica... e che sia certo che vinca”
"Scherzi? Oltre che bravissima sei stupenda!” Si accorse troppo tardi di quanto suonasse inappropriato… così decise di evitare un grosso imbarazzo “S-Stupenda ad esibirsi!”
“G-Grazie!” Anche se chiaramente la ragazza non era convinta del salvataggio finale che aveva cercato di fare. Seguì Betty, mentre Lidia rimase indietro con Ash.
“Stupenda ad esibirsi? Davvero? Facevi più bella figura che non storpiavi” Sghignazzò la detective. Ash sbuffò, sebbene fosse consapevole che aveva pienamente ragione.
Il gruppo continuò il giro turistico fino a raggiungere un bivio "Bene qui è dove purtroppo ci separiamo" disse la maga "Io e Serena andiamo a destra verso la zona riservata alle performer, mentre voi dovrete andare a sinistra dove vi è l'accesso agli spalti.
"Chissà come è la zona delle performer…” disse il ragazzo con un sorriso incuriosito. 
"Andiamo Ash... lascia che Serena si prepari mentalmente da sola" gli disse Brock appoggiando una mano sulla sua spalla "Per quanto vorrei vedere anche io tante belle raga…AHAAAAAAAAAAHHHHH!!!!”
Spotpup lo portò via, trascinando il corpo smorto verso gli spalti, sperando di non incontrare troppe ragazze sulla sua via.
“Uhm… preferisco non finire come lui…”
“Se continui con i tuoi desideri perversi credo proprio che succederà!” lo beffeggiò Lidia. Ash non capì veramente quella risposta. Cosa intendeva per perverso?
"Oh, Ash posso chiederti una cosa?" gli chiese l’amica d’infanzia.
"Qualsiasi cosa!" sorrise lui. 
Serena mise mano a due sue pokéball "Weepbud, Plarky venite fuori!"
La piantina e l'ornitorinco si materializzarono sul tappeto "B-bud!" "Lark…”
Serena si piegò in modo da stare alla loro altezza "Ascoltate, io tra poco mi esibirò e volevo farvi vedere un po' come è l'ambiente prima di farvi salire sul palco. Così almeno saprete cosa bisogna fare, però dovete stare con Ash intesi?"
Plarky annui diligentemente, Weepbud invece si avvinghiò alla gamba di Serena preoccupatissima. Era la prima volta che doveva allontanarsi così da lei da quando era un suo Pokémon. Doveva davvero stare con il ragazzo rumoroso? W-weep..." tremò. 
"Tranquilla, Ash non morde lo sai! E inoltre penso che sarà capace di trattarti bene come ti tratto io!" la rincuorò la sua allenatrice. Timidamente la piantina di mandragola si staccò dalla gamba della ragazza e lentamente provò ad avvicinarsi a quelle di Ash, che la attendeva pazientemente con un sorriso. 
Furono due lunghi minuti, ma alla fine la piantina si appiccicò alla gamba del ragazzo e non si scollò più, sentendosi sicura stando attaccata. 
Ash rimase un po' confuso, ma se stava più tranquilla così allora andava bene "Tranquilla Serena, ci penso io a loro! Tu va pure a prepararti! E in bocca al Mightyena!”

Intanto nello spazio riservato, le performer si stavano preparando alle loro esibizioni. C'erano davvero tante iscritte, tutte ragazze davvero carine con un certo stile. Pensavo ad addobbare i loro Pokémon e finire di prepararsi. C'era chi si truccava, chi si spazzolava o sistemava il tessuto del proprio abito.
Con una prima occhiata Serena poteva individuare tra il gruppo coloro che sembravano meno esperte, indecise e con la luce negli occhi che lei stessa aveva provato alla sua prima gara. Un po' le dispiaceva che lei era lì a ritentare, togliendo chance a ragazze che avevano aspettato con ansia di raggiungere la giusta età, iniziare un viaggio e iscriversi ai Varietà. Si sentiva un po' intrusa.
"Allora, so che siamo rivali, ma possiamo prepararci insieme se ti va!" La chiamò Betty indicandole i loro camerini per mettersi i vestiti. La bionda annuì e le fece cenno di andare avanti a mettere a posto le cose nella sua postazione con specchio e quant'altro.
Serena appoggiò davanti alla sua zona personale la borsa e fece uscire i suoi tre Pokémon. Pancham, Sylveon e Braixen la fissarono subito, già consapevoli di chi si sarebbe esibito e chi no.
"Allora, siamo arrivati finalmente. Pancham io ho una previsione su quale Varietà affronteremo quindi credo userò Sylveon e Braixen come già deciso, ma avrò bisogno del tuo supporto e consiglio!"
"Cham cham!"
"Andiamo a prepararci allora!" Serena tirò fuori il pacchetto con dentro il vestito e il necessario per l'esibizione, con i costumi dei suoi Pokémon compresi. Corse verso il camerino e si iniziò a cambiare. Temeva che il vestito le stesse largo o stretto visto che il sarto che lo aveva confezionato non aveva preso le sue misure, ma a quanto pare erano bastate le foto fornite da Ash. Aveva avuto un buon occhio.
Calzava a pennello e non era troppo difficile da mettere. Infilò le ballerine e legò il nastrino al collo. Alzò la mano sinistra e arrivò a toccare il fiocco sul polso destro. Inizialmente fu un po' restia a toglierlo, questa volta voleva averlo addosso in caso le servisse incoraggiamento, l'aveva accompagnata in ogni sua avventura e crescita. Lo slegò e lo appoggiò sulla sedia, infilò i due guantini sottili e riprese il nastro azzurro scuro, legandolo di nuovo al polso destro sopra il tessuto bianco. Per completare l'opera prese il fiocco rosa scuro e legò i capelli in una coda media.
Uscì dal camerino, trovando fuori già pronta Betty, che attendeva di vederla con il vestito di Ash. Anche Swoobat e i suoi Pokémon la attendevano. Quando rinchiuse la porta dietro di sé e si lasciò guardare, il gruppetto di amici ribase con il fiato sospeso. 
"Serena, sei bella da togliere il fiato! Quel vestito ti sta d'incanto! Si intona ai tuoi occhi!" Si complimentò l'amica.
Serena le rivolse un sorriso dolce e fece un giro su se stessa "Anche tu stai benissimo! Hai scelto uno stile particolare!"
Betty le fece l'occhiolino "Solo di aspetto! Poi vedrai!"
Anche le altre ragazze guardavano Serena con ammirazione, era fantastica, sembrava così bella, una performer d'esperienza. Alcune sembravano riconoscerla persino come una celebrità, anche se probabilmente era solo stata avvistata in qualche Varietà di Kalos.
Betty si avvicinò al viso di Serena e constatò che non c'era nemmeno una traccia di trucco minima "Non hai intenzione di mettere un po' di ombretto... o mascara? O una matita"
La performer in azzurro negò con la testa "Non sono una grande truccatrice, preferisco un look naturale!"
"Hai ragione" fu d'accordo Betty "I tuoi occhi e viso risaltano già così come sono! Ma ti conviene sbrigarti ora a preparare i tuoi Pokémon, sarai la settima ma se vuoi ascoltare cosa sarà la prova ti consiglio di trovarti pronta. Non sappiamo al 100% cosa affronteremo!"
"Giusto!" Serena si fece seguire dai suoi amici e li fece appostare per prepararli. Spazzolò velocemente Braixen e Sylveon, dando pure ai suoi capelli una spazzolata per poi rilegarli nella coda. Ora si che erano tutte pronte.
Si allontanò guardando lei e i suoi amici in piedi davanti allo specchio. Finalmente erano pronti a ricominciare la loro corsa per il trono, sembrava più della seconda volta che ci provava ,forse era stato il periodo scuro ad Hoenn a farlo credere. 
"Ci siamo, so che ora siamo tutti agitati di certo per il nostro primo Varietà a Forsia, eppure siamo qui. Non è come competere a Kalos, la nostra prima meta, dove siamo partiti. Vi ho conosciuti, incontrati e siamo maturati e cresciuti assieme... non potrei ringraziarvi di più per avermi permesso di essere vostra allenatrice, di avermi aiutata, di far parte della mia famiglia. So che... beh non serve ricordare cosa é successo in quel periodo, spero solo di non deludervi, ma sappiate che non lo sarò mai di voi. Daremo il meglio, se dovessimo perdere non sarà per scarso impegno! Faremo tesoro di ogni esperienza come Kalos e ripartiremo per la nostra scalata! Questo è il nostro sogno, voglio realizzarlo con voi e divertirmi più che mai! Abbiamo i nostri amici a sostenerci, finché sarà così... potremo rialzarci sempre!"
Braixen, Pancham e Sylveon ora erano davvero felici e determinati, l'eccitazione e la lucidità nei loro occhi li rendeva brillanti e pieni di energia.
Serena aprì le braccia e li accolse in un abbraccio quando andarono da lei "Vi voglio bene!"
"Cham!"
"Veon!"
"Xen!"
"Per me Ash ha organizzato tutto un piano! Ti ha preso apposta un vestito così attraente perché così avrà meno colpe se fate cose avventate!" Ridacchiò Betty strusciando le mani assieme.
"C-Cosa dici!?" Serena rispose con un grugno di shock.
Betty sospirò, roteando gli occhi giocosamente "Almeno dagli la soddisfazione e mandagli una foto del vestito! Tanto per far vedere che sei pronta!"
La kalosiana ci pensò su e realizzò che non era del tutto sbagliato quel pensiero. Tenere dei ricordi era una cosa utile ora che aveva un pokédex utile per fare le foto, inoltre aveva voglia di fare una sorpresa agli amici.
Serena portò la mano sulla mensola dello specchio dove si trovavano anche gli accessori e oggetti usati, afferrò il pokédex tra le mani e lo allungò spostandolo appena sopra di loro. Schiacciò la modalità fotocamera interna e riprese tutti nell'inquadratura. Guardò i suoi Pokémon a lei abbracciati e mormorò "Non arrendersi mai... fino alla fine!" E scattò premendo l'icona giusta.
Si affrettò a ritrarre il braccio e osservare la foto, era venuta benissimo. Andò a cercare il contatto di Ash e la inviò, sicura che sugli spalti l'avrebbero guardata tutti assieme.
*bip bip* il pokédex di Ash vibrò nella tasca del suo allenatore. "Uh?" si sorprese il ragazzo sentendo le sue gambe tremare. 
"A quanto pare ti è arrivato un messaggio o una chiamata" osservò Brock. 
"Uhm può darsi, vediamo un po' chi è..." il ragazzo mormorò, prendendo in mano l'enciclopedia portatile. Aprì il dispositivo e trovò un’icona che rappresentava un messaggio. La aprì e subito trovò davanti agli occhi qualcosa che gli face scaturire uno strano colorito in faccia. 
"Allora chi era?" chiese il medico curioso di sapere la risposta, visto che Ash non era il tipo da messaggini e chiamate.
"E-Ehm niente! Era mia mamma che mi chiedeva cosa stavo facendo al momento e come andava la mia avventura qui a Forsia" provò a dire il ragazzo di Biancavilla cercando di rimettere in tasca il pokédex. Quella foto era sua, solamente sua. 
Però svelta la detective glielo strappò dalle mani. "Per avere una reazione così non credo che sia soltanto tua madre..." disse beffarda sventolando il pokédex sul volto di Ash. 
"Ehi! Ridammelo! È invasione di privacy!" protestò ancora più rosso il biancavillino. Ormai la reazione avuta era il problema e non poteva far altro che nascondere la causa. 
"Non se prima scopriamo il mistero del tuo cambio di colore! Dunque… archivio… e.... ahaahhhhhhh ecco svelato il mistero! A quanto pare il nostro Ashanova voleva tenersi tutto per se il bottino del suo piano contorto!”
Ash subito se la prese, imbarazzandosi e lamentandosi “Sarai una detective ma il mandato non lo avevi! Quindi non puoi spulciare tra le foto che mi mandano!”
"Fa un po' vedere..." chiese Brock. "Ecco qua" disse trovando subito la foto salvata "Beh io non vedo nulla di strano… a parte che Serena sta una favola con quel vestito..." Non capiva perché Ash se la prendesse tanto e Lidia reagisse con tanta malizia.
La ragazza guardò Ash con due occhietti famelici "Complimenti Ash, davvero complimenti! Hai fatto preparare quel vestito apposta vero?" 
"S-Si, ma che vuol dire?”
“Hai confessato!” Esultò e poi andò dal vicino di posto sconosciuto e indicò Ash “Ha confessato!” la guardò in modo strano, con un sorriso molto perplesso.
“M-Ma…” Ash cercò di contestare qualcosa che chiaramente non aveva capito.
Lidia si risedette, prendendo parte ad un discorso molto serio “Caro Ash, tu hai fatto realizzare un vestito molto affascinante perché è da tempo che volevi mascherare i tuoi istinti e intenzioni. Sai anche che sono detective e quindi se fossimo finiti alla polizia o in tribunale con l’accusa di atti di un certo tipo che non voglio esprimere… avresti avuto una buona scusante: il vestito. Dirai che era troppo attraente per resistere”
“Ma che diamine…” Ash subito sbarrò gli occhi, per metà comprendendo, l’altra no. “Lidia… non ci sto capendo davvero nulla. Volevo solo aiutarla e non intralciare il suo sogno!”
La ragazza sospirò “O forse volevi realizzare il tuo?" continuò a provocarlo lei. 
“NO! E poi quale sogno!?”
“Quello di guadagnarci affetto… attenzioni e Serena stessa!”
“Questo discorso è chiuso!” Dichiarò Ash in preda alla collera “Dillo anche tu Brock!”
“E io che c’entro?”
Lidia premette qualche tasto e riuscì a trasferire la foto sulla sua macchina fotografica super tecnologica, poi richiuse il pokédex e lo restituì al proprietario. “Grazie, comunque sul messaggio c’è scritto che la foto dovevamo vederla tutti, egoista!”
“Seee… Touché…”
Un altoparlante però sembrò rompere quel momento imbarazzante. "Attenzione prego! Mancano solo 5 minuti all'inizio del varietà di Rascagiupoli! Si pregano i signori spettatori di trovare il proprio posto e alle signorine performer di prepararsi nell'apposita zona di presentazione!"
"Beh... ci siamo dunque! Pronti a tifare la vostra allenatrice?" chiese Ash ritrovando la carica necessaria a fare il tifo e rivolgendosi ai due Pokémon di Serena rimasti sugli spalti. Plarky sbuffò come se avesse chiesto la cosa più ovvia al mondo, Weepbud sebbene tremolante annui.
All'improvviso le luci si spensero e il teatro si fece buio. Si accesero due proiettori, diretti su un Pokémon svolazzare in aria, sembrava un frutto eppure aveva le ali da angioletto. 
"Che Pokémon è quello?" domandò il kantoniano tirando fuori il suo pokédex e analizzandolo: 
"Cupassion: il Pokémon fruttamore. Tende spesso a guardarsi nelle pozze d'acqua per sistemarsi al meglio ed apparire sempre bello ed elegante. E' in grado di lanciare semi contenenti una particolare sostanza con effetti afrodisiaci"
Il Cupassion svolazzò in aria e dalle luci emerse un uomo, agghindato e vestito di tutto rispetto con smoking e tuba nera che risaltavano nel fascio di luci avvolte su di lui. "Buona giornata a tutti voi!" li salutò quest'ultimo. "Alcuni già mi conosceranno ma per chi è la prima volta che mi vede farò le soliti presentazioni! Io sono Pietro e benvenuti al Varietà della città di Rascagiupoli! Come ben saprete, parteciparono un gran numero di aspiranti principesse e chi riuscirà a guadagnare per 5 volte una spilla, riuscirà ad arrivare al Master Class e aspirare a vincere l'ambitissimo titolo di Regina di Forsia! Ma bando alle ciance, ora se tutto è pronto direi subito di accogliere con un fragoroso applauso le nostre performer che si esibiranno oggi!".
Le luci si spostarono su alcune tende montate sui lati del palcoscenico. Poi ad un tratto si aprirono facendo uscire allo scoperto le aspiranti regine. Il pubblicò applaudì fragorosamente, per i ragazzi ammiratori era una gran bella vista. Erano agghindate al meglio e preparate a sfidarsi in una gara mozzafiato di luci, mosse ed effetti speciali. 
Ash ovviamente era intento a guardarne una in particolare, i suoi occhi si spostavano alla ricerca della performer numero 7. Dopo averla cercata andando in ordine numerico, la vide e si rese conto che la foto mostrava all'incirca solo un millesimo della vera bellezza che Serena emanava con quel vestito addosso. Senza accorgersene si ritrovò con le guance rosa, per fortuna era buio e nessuno poteva vederlo.
"L'abito non fa il monaco..." sussurrò Lidia contenta e soddisfatta di vedere l’amica così affascinante, era fortunata ad essere sul palco in quel momento.
"Eh?" disse Ash senza distogliere lo sguardo dalla sua amica, anche se per questione ovvie non la vedeva affatto.
"Sicuro che sia solo l'abito a rendere Serena uno spettacolo?"
"Oh beh..." la risposta ovviamente era no. Faceva un buon lavoro ma Serena era bellissima in ogni caso, quell’abito serviva solo a spiaccicarglielo in faccia come una padellata. 
Il signor Pietro venne in suo soccorso involontariamente. "E ora un attimo di silenzio... le nostre belle ragazze si sfideranno in due prove. La prima è un esibizione di moda in cui le performer cercheranno di far risaltare i loro abiti e i loro Pokémon con una specie di sfilata. La seconda prova invece è una prova ad esibizione libera ma… le performer dovranno esibirsi insieme a coppie in una specie di gara ad eliminazione. Dovranno riempire un indicatore di gradimento e sarete voi a riempirlo durante l'esibizione, la prima che riempirà questo indicatore vincerà e passerà al turno successivo andando a sfidare la vincitrice dell'altra coppia e così via. Infine alla vincitrice assoluta andrà un meraviglioso premio... La spilla Malvarosa!”
Teatralmente Pietro puntò l'alto dove il suo Cupassion svolazzava esibendo il trofeo tanto ambito: una meravigliosa spilla colorata, a forme del fiore Malvarosa, con un motivo roseo. 
"Bene allora! Mentre le nostre performer tornano nei loro camerini per prepararsi...” Pietro tirò fuori la lista delle partecipanti "Sullo schermo appariranno le performer che sfileranno in gruppi di tre. Solo una per gruppo però potrà passare alla fase successiva e sarà deciso dai nostri giudici. E ora tutti occhi al grande schermo!" Indicò il pannello enorme sopra il palco.
Presto le immagini delle performer apparirono e visto che i gruppi erano divisi in ordine cronologico Serena si ritrovò nel terzo e Betty nel primo.
"Serena competerà nel terzo gruppo! Non vedo l'ora arrivi il suo turno! È da un sacco che non la vedevo esibirsi in una gara ufficiale!" Esultò Ash, sentendosi sicuro che Serena avrebbe creato uno spettacolo meraviglioso.
"Calmati ammiratore, la prima fase non è un'esibizione, prima deve vincere la prima!" Lo ammonì la detective.
Ash mantenne lo sguardo sull'amica sul palco, sempre determinato e convinto "Come se non ci arrivasse, non conosco nessuno con uno stile superiore a quello di Serena! Passerà di certo!" 
"Attento a non gufare!" Questa volta fu Brock ad avvisarlo "La gara potrebbe prendere risvolti inaspettati! Ti ricordo che tante volte anche Lucinda è rimasta sorpresa"
"Chi è Lucinda?" Chiese Lidia sentendo un nome femminile sospetto.
"Un'amica che ha viaggiato con noi a Sinnoh... ma lei partecipava ai contest.. e poi Serena è Serena!" Contestò lui. 
Brock non capì la risposta, si è vero erano diverse ma tutte due amiche, no? Non riusciva a comprendere bene. Anche se diverse e ognuna speciale lui riusciva a paragonare Misty, Vera e Lucinda con facilità. Ma ogni volta che cercava di farlo con Serena... Ash lo rimproverava. 
"Le performer che si esibiranno dopo possono tornare nei camerini e la sala d'attesa!"
Serena scese rapidamente con le altre, augurando un "buona fortuna" con lo sguardo a Betty, la quale si stava dirigendo verso le postazioni nascoste per dare il tocco migliore ai suoi Pokémon.
Serena non perse tempo e quando arrivò ai piani inferiori subito pensò a come rendere l'abito di Sylveon ancora migliore e come abbellire la sua Pokémon "Sylveon, ti metterò l'abito quando sarà il momento giusto, purtroppo è parte della prova abbellire in un limite di tempo!"
Braixen ricordava bene quel genere di prova, la prima della loro carriera. Provava ancora un gusto di amarezza nel rivedere nella sua mente le immagini del disastro combinato e della tristezza della sua allenatrice. Per sua fortuna quella aveva dato un taglio al passato e dato una spinta in più a tutti loro. 
Sembrava destino iniziare i nuovi Varietà con quella prova che tempo prima non avevano superato. Egoisticamente avrebbe voluto essere lei a svolgete quella parte di prova, per riscattarsi, ma sapeva che Serena aveva bisogno di seguire altri programmi. Sapeva anche, che Swoobat si sarebbe esibita nella seconda prova e voleva sfidarla, come Serena aveva bisogno di lei per essa. 
Talmente erano prese dai loro pensieri, che la voce di Pietro, costante sottofondo, le sorprese quando annunciò la vincitrice del primo round. Era passato tanto tempo?
"La performer Betty passa il primo turno e accede alla fase finale!"
Il pubblicò esulto, Serena pure fu soddisfatta e felice per l'amica. Almeno lei era passata, ma aveva intenzione di arrivare alla seconda prova e sfidarla in ogni caso.
Passarono i minuti e anche la seconda vincitrice venne annunciata, una ragazza che secondo il parere dei giudici era ancora inesperta ma rispetto alle altre due sue avversarie era di gran lunga migliore.
La voce di una delle responsabili dello staff ruppe le chiacchere delle performer "Gruppo tre si prepari nelle cabine di prova!" Avvisò con calma.
Serena si alzò, insieme a Sylveon e salutò i suoi due Pokémon "Fate il tifo per me!" 
Braixen e Pancham annuirono e cominciarono ad incoraggiarla in coro. Passando nel corridoio con le sue rivali, Serena poté incrociare Betty, la quale camminava con un sorriso trionfante sulle labbra. Non proruppero parole, ma i loro sguardi bastarono.
Serena entrò nel camerino, sentendo le voci del pubblicò vicine. Sarebbe stata la prima a sfilare, quindi doveva aver subito grande impatto.
"Pronti a vedere le altre partecipanti? Via al makup time!"
Subito Serena prese il vestito di Sylveon e lo infilò addosso alla volpina. Prese qualche nastro e fiocco, un fiore e le scarpine. In pochissimo tempo Sylveon fu pronta e guarda caso arrivò il momento fatidico.
"La prima performer esca a sfilare! Diamo un caloroso applauso a Serena!!" Invitò Pietro ad accogliere la performer sul palco.
La ragazza fece un grosso respiro, sentendo il dejavou della sua prima gara ripetersi, ma non le dava il tormento. La stava facendo bruciare di determinazione, tenacia e passione.
Aprì la porta ed uscì dal camerino, accompagnata da Sylveon, la quale fece subito impazzire il pubblico sugli spalti, in particolare i Pokémon maschi.
La volpina rosa esaltava molto con quel vestito di colori del tutto opposti al suo pelo, ma le donava molto. La sua controparte shiny dopotutto era azzurra. Sembrava un bellissimo fiore appena sbocciato… una Primula, una rosa? No, molto più bella, esprimeva una grazia e dolcezza infinite ma anche tanta gioia di vivere. La gonnellina azzurra a balze e bianca brillavano, forse lo splendore o il glitter del tessuto morbido. I fiocchi, stavolta della lunghezza giusta, le permettevano di muoversi liberamente e lo stesso fiore poco aperto sulla testolina sembrava significare che poteva sbocciare sempre di più. 
Partirono ondate di applausi, soprattutto dalla zona di Ash e Pikachu, ognuno troppo incantato per non poter applaudire tanto da far diventare le mani e le zampe rosse. "Ce l'ha nel pugno!" Ash esclamò con fare convinto e ammirazione alle stelle. Si stava perdendo troppo nella bellezza della partecipante.
Come del resto stava accadendo a Pikachu, il quale guardava ai piedi della performer. Non era mai stato più meravigliato nel vederla e fiero di conoscerla. In compenso gli altri Pokémon ora ammaliati non potevano fare nulla. Pikachu 1, Pokémon ammiratori di troppo 0.
Sylveon si avvicinò al bordo del campo e fece un salto, piroettando e finendo sulla spalla di Serena, facendole entrambe sorridere. Un altro applauso scoppiò e le due tornarono indietro, davanti alla loro cabina ma in vista del pubblico.
Le altre due concorrenti non riuscirono nemmeno ad avvicinarsi agli applausi ricevuti da Serena, già quelli avevano intimorito non poco le rivali, le quali più sfilavano, più capivano che per loro la gara era finita e che la loro presenza sul palco era fuori luogo. Durante i loro turni il pubblicò teneva lo sguardo fisso sulla Serena ferma che aspettava e sembrava più lei ad applaudire alle rivali. 
La decisione per i giudici fu facilissima, non dovettero nemmeno parlare tra di loro.
Le partecipanti si avvicinarono al centro del palco "E la vincitrice.... di questo gruppo... che passa alla prova finale è........" le due avversarie sapevano già dall'inizio della gara, vedendo il carattere, la bravura e il sorriso che scaturiva quella ragazza, che quel giorno la spilla non l'avrebbero vinta.
"SERENA!" 
Gli spettatori, chiaramente d'accordo con la scelta, iniziarono ad applaudire ed esultare. Alcuni ragazzi cominciarono a lanciare fischi di corteggiamento, che chiaramente infastidirono l'Ash che fino a poco prima stava saltando sul posto esultando. 
Anche Pikachu lanciò qualche saetta sentendo versi di Pokémon che tradotti sarebbero risultati molto inappropriati.
La performer sorrise felice, il primo step era compiuto ora bisognava completare il secondo. Guardò Sylveon riconoscenza, sentendo un grosso peso lasciarle le spalle. Le ombre del suo primo Varietà ora erano solo ricordi che la spingevano a non arrendersi. Era sul palco, a fare ciò che davvero l’appassionava, non sentiva lo stesso timore di mesi prima.
"E la prima fase è andata!" esultò dagli spalti Ash. "Non sono un esperto di moda, anzi faccio pena in quello, ma è stato un colpo di genio quello di vestire Sylveon in modo da ricordare la sua versione cromatica!" 
Brock ragionò su, constatando che anche se somiglianti, i Varietà erano tutt’altro che contest. "Devo dire i Varietà sono molto più coinvolgenti, sia in fatto di pubblico che di performer stessa. Le prove sono una sorpresa e portano l’allenatrice a scoprire la bellezza sotto punti di vista molto più importanti"
"Beh di certo per essere regina dei Varietà ci vuole tanto allenamento e gusto… e Serena in questa prima parte li ha incanalati perfettamente! Ora non ci resta che aspettare la seconda prova..." disse Ash cercando di riprendere contegno. "Lì si che ci saranno i fuochi artificiali…" concluse lui a bassa voce e sapeva bene ciò che diceva.

Nel frattempo Serena si era seduta alla sua postazione nell’area performer. Guardò rapidamente i suoi Pokémon e tirò un sospiro di sollievo. 
"Ero sicura che ce l'avresti fatta..." sorrise Betty avvicinandosi a lei "Sylveon brillava come non mai!" 
"Grazie, ma anche la tua scelta ha lasciato a bocca aperta il pubblico!" ricambiò il complimento l'amica. 
"Beh hanno apprezzato il nostro stile" minimizzò la maga. 
"Come di certo hanno apprezzato il mio!” Si aggiunse una voce familiare. Jessilyn e la sua Gourgeist erano appena arrivata davanti alla porta, con la Pokémon zucca ancora sfoggiante il suo look da perfetta diva del cinema. 
"Quindi hai passato il turno anche tu?" le chiesero le due. 
"Umpf, che domande! Certo che l'ho passato!" sbottò la donna "E anche con facilità! Le mie rivali erano così… pacchiane!" aggiunse poi non ostentando una certa vena di superbia. "In fondo ho anche io un po' di esperienza dalla mia! Non sarà del tutto inutile!”
“Hai ragione, per ora siamo state leggermente avvantaggiate” Concordò Serena, trovando davvero dalla sua parte su quel frangente.
“E ora, se non vi spiace, gradirei preparare al meglio la mia signorina per la prossima parte" detto questo, dopo essersi fatta largo fra le partecipanti rimaste, si sedette al suo camerino completamente ignorando tutto il resto. 
"Che tipa..." sospirò la maga. 
"Ti ci abituerai" sorrise mestamente Serena. 
Sul palco nel frattempo la prima prova oramai si era conclusa. Le luci si abbassarono di nuovo sul duo composto dal Pokémon cupido e dal suo proprietario. "Avete visto come sono brave le nostre ragazze oggi? Coraggio, un bell'applauso per chi ha passato il turno e anche per chi non ci è riuscito!"
Dal pubblico partirono ovazioni ed esultazioni varie. Weepbud e Plarky osservavano il tutto, lei era ancora tra le morbide braccia di Ash, un pochino spaventata da tutto quel trambusto. Tuttavia si stava abituando alla visione del palco e dei sorrisi delle persone. La sua allenatrice sembrava così felice e anche chi era ad assistere. A lei piaceva sorridere quelle volte che ci riusciva, se poteva aiutare gli altri a farlo on sicurezza… forse un giorno avrebbe avuto la sicurezza di Serena e sarebbe stata una stella come lei. 
Invece Plarky stette zitto, a zampe conserte osservava attentamente senza proferire niente. Il suo sguardo all'apparenza sembrava indifferente ma era serio e concentrato. 
Le luci poi si spostarono di nuovo tutte sul presentatore “Bene e ora signori… facciamo un riassunto rapido di quello che abbiamo visto con un replay delle nostre vincitrici!" Sul monitor vennero mostrati tutti i momenti della prima fase, con i momenti migliori "Come vedete questi sono i volti di coloro che ora si cimenteranno nella seconda prova! Attenzione!"
Dal palco emersero quelle che sembravano essere due enormi colonnine "Come vedete queste due colonne avranno un ruolo fondamentale! Saranno loro infatti a mostrare il vostro indice di gradimento per la prossima fase! Infatti mentre le concorrenti si esibiranno a coppia voi voterete chi al momento starà facendo l'esibizione migliore! Quando la colonnina di una delle due performer sarà piena, sarà lei a vincere la sfida! Continueremo come un torneo, fino ad arrivare alla finale e la vincitrice! Quindi signore e signori, il potere è tutto nelle vostre preferenze! Vediamo gli abbinamenti che il nostro computer ha scelto per iniziare questa nuova e entusiasmante fase!”
I volti delle performer incominciarono a roteare tra loro, mischiandosi a vicenda, poi all'improvviso il monitor si fece bianco mostrando il logo dei Varietà della regione di Forsia. DI nuovo esso sparì, lasciando spazio ad un tabellone da torneo. 
"Dunque, ecco chi sfiderà chi nella seconda fase!” 
Serena guardò con attenzione tutto il tabellone. Nella prima sfida tutte tre: lei, Betty e Jessilyn avrebbero affrontato avversarie differenti.
"Le prime performer si preparino ad entrare!" annunciò un assistente di gara. 
Betty respirò profondamente. "Beh, tocca a me!" 
"In bocca al Mightyena!" le augurò Serena.

Come previsto Betty passò il turno, poi fu il turno Di Jessilyn, anche lei tornata trionfante nella sala d’attesa riservata alle concorrenti. Infine toccò a Serena e anche lei riuscì a passare al round successivo. Le performer squalificate si trovavano tutte riunite nella sala d’attesa, osservavano le rivali per imparare dalle loro sfide e diventare migliori. Questa era una qualità ammirevole. 
Andò avanti così fino alle semifinali della giornata e Serena, Betty e Jessilyn arrivarono fino a quel punto. La prima semifinale già sembrava ricca e densa di emozioni, il tabellone lo confermò: si sarebbero sfidate Betty e Jessilyn. 
"Ah e così affronto te?" rimarcò la partecipante esperta. “Sarà un bel riscaldamento prima della finale!”
"Io aspetterei a dire che arriverai in finale…" rispose l'avversaria "Ho molti assi nella manica"
"Vedremo ragazzina! La sistemeremo sul palco questa questione"
Serena guardò le due performer sparire, per poi riapparire allo schermo. "Brai!" la chiamò la sua volpe di fuoco, le si era allentato un fiocco sul vestito e voleva chiederle di sistemarlo.
"Oh si, ecco che arrivo!" rispose lei correndo ad aiutarla. Doveva sbrigarsi se voleva essere pronta, lei sarebbe stata la prossima.
Quando finì e tornò allo schermo era passato un minuto circa e già trovò i risultati scioccanti "La prima finalista è... Betty!" Serena impallidì per la sorpresa. Era passato solo un minuto e Betty aveva già vinto contro un avversaria esperta come Jessilyn. Era davvero sconvolgente. 
La maghetta rientrò tutta soddisfatta, mentre sul volto della diva fucsia era dipinta una faccia completamente piena di incredulità "B-Battuta in un... B-Battuta in un..." balbettava soltanto. 
"Ma che le hai fatto?!" chiese sconvolta Serena. In effetti le dispiaceva per Jessilyn, era comunque un’amica per lei e vederla così… rotta… era un po' triste. Era certa che però si sarebbe riscattata in altri Varietà, non era il tipo da farsi fermare così.
"Solo uno dei miei trucchi migliori" rispose con un occhiolino la maga "Ora speriamo che anche tu riesca a sfoderare un grande spettacolo!" la liquidò senza aspettare la risposta, andandosi a preparare per la finale. 
Serena mostrò un sorriso, vincere facile non le piaceva, nemmeno al primo Varietà "Coraggio Braixen, mostriamo che anche noi sappiamo come divertire il pubblico!" 
"Brai!" Pokémon e allenatrice uscirono dai camerini e si avviarono sul palco…

Per Serena fu facile superare la semifinale. Ci volle pochissimo, anche grazie al pubblico caloroso e i suoi amici pronti a sostenerla. Il suo obbiettivo era vincere, oltre che divertirsi. Voleva a tutti i costi dimostrare che avrebbe lottato con tutte le sue forze per vincere la sua corona. Era il suo sogno, far sorridere gli altri, i suoi Pokémon e se stessa. Esibirsi era la sua passione e voleva condividerla con gli altri.
Finalmente arrivò il momento tanto atteso da tutti, l'ultima esibizione della giornata. Senza dubbio i Varietà forsiani erano lunghi e occupavano molte ore della giornata, ma il pubblico era carico fino alla fine. 
Le due concorrenti finali erano nella zona d'attesa, con i loro Pokémon già fuori dalla sfere e pronti ad esibirsi. Braixen e Swoobat avevano tutte le intenzioni di far vincere le proprie allenatrici. Era anche il suo sogno e momento, il Varietà era una delle attività in cui poteva mostrare di più il loro legame e divertirsi con loro; creare qualcosa per tutti.
Jessilyn passò di fianco a Serena e si ritrovò un po' esitante, oltre che seccata per la sconfitta. Tuttavia come aveva previsto la bionda, non si sarebbe arresa e avrebbe dimostrato a tutti che era una performer degna di questo nome. “Vinci contro quella ragazzina che ha osato farmi uscire alle semifinali!”
“Ci proverò” posò una mano sulla spalla della… donna? Ragazza? L’età non la sapeva.
"Buona fortuna Serena, ne avrai bisogno" 
Serena le lanciò un sorriso di sfida "Anche a te Betty, anche a te..."
"Nessun rancore l'una per l'altra giusto?" Chiese lei un po' timorosa di perdere una delle poche amiche con cui si divertiva.
"Certo! Alla fine è normale lottare per il nostro sogno, ma essendo amiche una di noi due deve farcela e portare avanti i sogni dell'altra. Ho intenzione di dare il meglio e divertirmi, mostriamo a tutti uno spettacolo fantastico!"
Betty annuì eccitata "Faremo una gran festa per il pubblico! Cerca di non farti accecare dalla mia fantastichezza!" anche se non sapeva se esistesse come parola.
La performer bionda roteò gli occhi e la salutò allontanandosi verso la sua piattaforma elevatrice.
Da quel momento non si cambiarono più sguardi fino all'arrivo sul palco. Tutti stavano guardando ed esultavano le partecipanti alla finale. Era ovvio che avevano tutta un'altra esperienza in campo e le altre ragazze non erano ancora pronte ad affrontarle. La vera sfida, il vero Varietà iniziava ora.
"Accogliamo con un applauso le nostre due finaliste!" Indicò prima la performer vestita in tono un po' dark "La Performer Betty!!" Poi indicò l'altra "E la Performer Serena!!!"
Si sentì il pubblicò esultare per entrambe allo stesso modo, fatta eccezione per Ash, Lidia e Brock, che ovviamente avevano preferenze ovvie. "Ve lo avevo detto che sarebbe arrivata in finale! Serena dimostra a tutti quanto sei fantastica!!!" Serrò un pugno fortemente, la sua voce era talmente profonda e speranzosa che fece sobbalzare appena Weepbud. "Oh scusa! Sono un po' emozionato" Ash si scusò, rivolgendo poi lo sguardo sul palco, dove anche gli altri gettarono i loro occhi.
"Tra poco si parte!! Mi raccomando di votare durante tutta la performance su colei che vi ispira di più e a fine gara vedremo chi avrà la vittoria in pugno!" Pietro alzò il braccio in aria, pronto a dare il via alle performer e ai tifosi con i led in mano. "VIA ALL'ESIBIZIONE"
Il silenzio calò dal pubblico e la musica partì, Serena e Betty subito incominciarono.

"Braixen scaldiamo un po' l'aria!"
"Braix en xen!" La volpina tirò fuori il suo bastone e la fiammella sulla sua estremità si accese. Cominciò a farlo roteare, facendogli fare delle capovolte e lanciandolo in aria mentre si muoveva a tempo e danzava sulla sua parte di palco. Lanciò il bastone alla sua allenatrice, la quale lo prese al volo e anche lei iniziò a fare da majorette. Ci voleva tanto esercizio e lei ne aveva fatto moltissimo. 
Continuarono, sentendo il pubblico esultare, fino a che l'attenzione non si spostò su Betty e l'indicatore di punteggio divenne più alto nella sua parte. 
Swoobat appariva e spariva, lanciando onde di Psicoraggio appena era visibile. Le luce emesse sembravano ipnotizzare il pubblico, anche se ovviamente alcuni spettatori ancora focalizzavano su Serena.
La ragazza non si scompose e iniziò a roteare di più il bastone, girando su se stessa "Braixen usa Introforza e tieniti pronta!" 
Le sfera gialle partirono dalle zampe di Braixen, la quale le spedì verso il cielo facendole roteare in cerchio. Il bastone volò via dalle mani di Serena e come la volpe lo prese una fiammata volò verso Introforza e le fece esplodere in un mare di colori. 
Purtroppo Ash e i suoi amici subito notarono che le attenzioni e il punteggio erano sempre su Betty.
La performer bionda sapeva che Betty era un'avversaria forte, ma non aveva intenzione di perdere adesso. Non con tutto l'affetto che i suoi amici le avevano donato, con quel vestito che stava inaugurando, regalatole dal ragazzo che amava e che aveva fatto di tutto per permetterle di esibirsi. Non poteva finire così, semplicemente non poteva e sapeva che non si sarebbe scoraggiata adesso.
Braixen continuava a volteggiare sprizzando fiamme, erano già in difficolta e sembrava come la gara fosse tutta focalizzata su Betty. Dopo quella fatica e spettacoli mostrati sembravano tutto un tratto in discesa.
Poteva sentire addosso gli sguardi del pubblico che deluso e perplesso non capiva cosa fosse accaduto, gli sforzi e i sogni della squadra crollare in mille pezzi. Aveva paura che la sfortuna fosse dalla sua, che avrebbe fatto fallire la sua amica più cara come la prima volta. 
Era possibile che i loro sogni e ambizioni non valessero nulla? Non potevano davvero dimostrare subito che i loro ideali era grandi? Che avevano già una storia dietro di loro e voleva crescere sempre più? Non poteva essere un reset, quello era un continuo. 
Era giusto affrontare sfide difficili, ma era altrettanto corretto perdere così? Con tutte le loro motivazioni, la forza dei loro sogni e l’esperienza dalla loro? I sorrisi e la voglia di riscattarsi? 
Ricominciare da capo come se non fosse mai accaduto nulla era sbagliato, forse per certi versi sembrava più facile ma non lo era. Serviva ricordare tutto, i ricordi belli e brutti. Buttarli era impossibile e anche se bruciava, il sapore delle sconfitte ricevute non era così male una volta capito il suo gusto. Certe volte serviva qualcosa di amaro per svegliarsi.
Serviva trovare il coraggio, pensare al presente e lasciarsi andare. Allo stesso tempo però dimostrare cosa portavano con loro, la quantità di ricordi che conservavano nel cuore.
Era ora di dimostrare che non avevano lottato per nulla a Kalos, che amavano quello che facevano. Era arrivato il momento di mostrare ciò che avevano dentro e di farlo brillare!
"BRAIXXXX ENNNNN!!!" una luce maestosa cominciò ad illuminare il corpondi Braixen finché delle onde di aura colorata come l'aurora cominciarono a propagarsi sul palco.
"È Magibrillio!! Da quando la sa?" Si stupì Lidia.
"Deve averla imparata ora!" Ipotizzò Brock, essendo la prima volta che la mostrava e fino alla finale Braixen aveva usato mosse diverse.
Serena guardò con ammirazione la sua Pokémon, sentendo una grande fierezza per lei.
Il punteggio cominciò di nuovo puntare su Serena, a quel punto Betty si fermò invasa dalla luce dell'attacco avversario. Poté guardare l'indicatore e decise di cambiare subito tattica, sfruttando lo spettacolo a suo vantaggio. "Swoobat rendi tua quella meraviglia!"
Betty sapeva che poteva farcela, voleva far vedere che la gioia dentro di se poteva essere per tutti. Ogni persona doveva sentire la gioia e la sorpresa, il divertimento puro. Lei era la magnifica Betty, doveva fare suo quello spettacolo, per chi la stava sostenendo in quel momento.
Swoobat prese il controllo con Psichico delle onde di energia e diede un tono più violaceo ad esse. Formò dei cerchi e li sparse in aria "Sbatbatbat" e si sdoppiò in Doppioteam, passandoci dentro e ogni volta che succedeva il brillio si intensificava.
"Braixen, mostriamo che i nostri sogni brillano più di ogni altra cosa, sorridiamo! Facciamoli sorridere!"
Braixen annuì e inarcò le labbra sfilando dalla coda il suo bastone adornato dal fiocco. Sentiva più leggerezza ora, più coraggio, sentiva di poter volare. Allora avrebbe volato sul serio.
"Braix!!!!" Corse verso l'avversaria, caricando e sprizzando fiamme dalle sue zampine veloci. 
La pipistrellina, la sua allenatrice e tutto il pubblico rimase con il fiato sospeso. Voleva attaccarla? Come una lotta?
La starter di tipo fuoco diede un ultimo sprint e si gettò in avanti. All'ultimo strizzò l'occhio alla sua rivale e allungò il bastone, facendolo passare sotto le sue zampine e saltandoci sopra.
Esplosero delle fiamme rosse e violacee e Braixen si liberò in aria a cavallo della sua "scopa". Una coda di fuoco emetteva dei turbini e scintille fiammeggianti. La volpe girava e girava, sugli spalti, sul palco, nell'aria magica. Tornò dalla sua allenatrice, la quale saltò dietro di lei sulla scopa e si lasciò portare via. 
Il pubblico e Betty rimasero senza fiato, era uno spettacolo incredibile.
"Forza amica mia!" La incoraggiò Serena sulla scopa con lei.
"Brararai" lanciò degli Introforza intorno a lei, creando un cerchio di sfere luminose che ruotava sospeso su tutta la circonferenza del palco. 
La ragazza bionda abbracciò la volpina "Grazie mille, finché saremo insieme, nulla ci impedirà di brillare!"
Braixen non riuscì a trattenere qualche lacrima, che volò via spazzata dal vento sfrecciante e la velocità della bacchetta che aumentava. "Brai Xeeeeeeeen!!!!" 
Magibrillio si ripeté e il colore con le sue onde energetiche pervase le due fluttuanti. Ora gli occhi non potevano che farsi ammaliare. Man mano che la scopa passava di fianco alle sfere di Introforza queste esplodevano per il contatto con l'aura di Magibrillio. Si creavano sempre più colori, più riflessi di luce. L'aura emanata sembrava rilassare tutti, dare energia e piacere. Un sogno per Serena, per Braixen... un sogno per tutti.
Quando anche l'ultima delle sfere fu sparita, la scopa volò sempre più restringendo il suo circolo, fino ad arrivare in centro al palco. Serena saltò giù, seguita da Braixen, la quale prese tra le mani il suo bastone e continuò a rotearlo per disperdere le ultime fiamme che emanava. 
"XeeeeeeEEEEEEN!" appena le tue atterrarono mano nella mano, i loro piedi fecero scaturire una fiammata che si propagò intorno e sparì.
La musica rallentò, avvicinandosi alla sua chiusura, Betty non riuscì ad ordinare niente o a continuare a ballare, ormai avrebbe rovinato una conclusione a dir poco perfetta... e il pubblico non poteva essere deluso.
Non poteva rovinare a tutti quelli spettacolo a dir poco sensazionale. Si sforzò e smorzò un sorriso. Quella era stata la vera magia, le due maghette l'avevano resa piccolissima, in confronto a loro. Oggi le vere maghe erano state Serena e Braixen, loro avevano mostrato a tutti la vera magia, quella che i loro sogni e ideali volevano mostrare, attraverso un legame speciale. 
Ed era solo l'inizio, anzi, il continuo della loro strada.
Il pubblico applaudì e continuò senza sosta, tenendo premuti i pulsanti sul colore di Serena. L’aria divenne talmente invasa di luci rosa che sembrava non esserci altro, che fosse uno sfondo tutto del medesimo colore. Fu solo una questione di secondi e all'improvviso ci fu un trillo che diede fine ai voti.
Già quando la musica era finita il risultato era stato per lo più deciso. Le lucine sparirono e la barra di gradimento di Serena si era appena riempita completamente. Nessuno era stupito, non lo erano le avversarie sconfitte, non le era Jessilyn, non lo era Betty, non lo erano i giudici, Pietro e il pubblico. 
"E abbiamo la nostra vincitrice!" annunciò il presentatore. "Signori un applauso per la performer Serena e la sua Braixen in questo spettacolo di volteggio tra fiamme e magia!"
Eppure l’eccitazione era lo stesso talmente forte da portare tutti ad esultare come matti. Ci furono fischi di corteggiamento, applausi, cori di voci, piedi che sbattevano a ritmo… ma più di tutti che esultava era un certo ragazzo di Biancavilla. Scattò in piedi e saltò su e giù, nonostante l’azione portò i due Pokémon di Serena con lui a lamentarsi un po'. 
Weepbud era felice, ma terrorizzata. Buone motivazioni per entrambi le sensazioni, sperava di non venire lanciato giù dagli spalti a forza di esultare così. Plarky pure inizialmente ebbe un infarto, ma poi abbassò il suo ego e sorrise, serrano una zampa e sbattendo la coda come applaudendo contro la schiena del sedile. Si erano lasciati coinvolgere dalla gioia di tutti.
"Ha vinto ha vinto!" esultò tutto contento Ash. Lidia sorrise all'ingenuità benevola del suo amico, mentre Brock si alzò più pacatamente ad applaudire il numero delle performer che si erano appena date battaglia in un gran spettacolo di luci. “Ve lo avevo detto! Serena è la migliore! E’ stata grandiosa come sempre!” 
Pietro richiamò l’attenzione di tutti, per concludere quella giornata con la premiazione. "E’ il momento di premiare la nostra vincitrice!!" Dall'alto degli spalti, in un volo angelico, Cupassion discese lasciando una polverina luccicante tenendo in mano il premio.
"Congratulazioni Serena! Ecco per te la spilla Malvarosa! Per te avrà un significato unico, come ogni altra spilla che vincerai! Questo fiore è simbolo di sogni, speranze e ambizioni! Ti aiuterà a realizzare i tuoi ideali più importanti!”
Era vero, quella spilla rappresentava davvero tutto ciò. La continuazione della sua camminata verso il trono, la forza dei suoi sogni in cui tanto credeva e sperava. Braixen era riuscita ad aiutarla a dimostrarlo a tutti i presenti. I suoi ideali quel giorno erano stati più forti di quelli di chiunque altro, più significativi e tenaci, più splendenti e magici. 
Il cammino forsiano doveva iniziare così, dimostrando prima di tutto cosa significava tutto ciò, cosa rendeva Serena quello che era. 
Cupassion delicatamente consegnò la spilla nelle mani della vincitrice. Serena non poté far altro che ammirare quella bellissima e splendida spilla che era riuscita ad ottenere "Abbiamo guadagnato la spilla Malvarosa!” esultò con un mini salto e alzando il premio al cielo.
“Brai!" 
"Sylv!” “Cham!" esultarono con lei anche gli amici giù nei camerini che avevano seguito la gara. Avevano vinto la loro prima gara! 
"…E ora signori, purtroppo ci dobbiamo salutare..."concluse Pietro anche se dentro di sé era esausto, stando in piedi per ore e ore di Varietà. “I prossimi Varietà si svolgeranno in giro per la regione, un altro qui per esempio tra qualche settimana! Oppure un altro a Cavatopia! Alla prossima e grazie per il vostro sostegno!!!”
In quel momento mentre tutti applaudirono per l’ultima volta, le tende si chiusero sul palco e il pubblico cominciò a rompersi. Se ne stavano tutti andando… "Forza! Tutti da Serena a complimentarci!" li incitò facendo da capo gruppo, quale tecnicamente lo era già.
“Piano, piano! Non viene mica assalita da fan poco gradevoli!" scherzò Lidia cercando di calmarlo, ma la sua affermazione si trasformò nell’errore più totale, visto che un orda di ragazzi, maschi e con intenzioni poco piacevoli per Ash, cominciò ad uscire in massa per congratularsi con la vincitrice. “Oh… forse si! Corriamo!!”
Il gruppo si sbrigò a filarsela verso la zona performer, per prelevare Serena prima che la trovassero. “Portiamola via noi prima di loro!” urlò Ash sbrigandosi a raggiungere l’amica. L’avrebbero mangiata viva!

Nei camerini Serena guardava ancora contentissima il suo premio, he teneva tra le mani con cura, lo chiuse in un porta spille datole dalle responsabili de Varietà e lo strinse al petto con gioia. 
Anche se avesse perso, era sicura che quella sensazione meravigliosa di esibirsi con i suoi Pokémon non l’avrebbe fatta demoralizzare. Certo, era stato importante vincere, per dimostrare la forza delle loro convinzioni e speranze, andava benissimo così. Non vedeva l’ora di vedere i suoi amici, anche se la l’atmosfera post gara che sentiva ora, non voleva ancora abbandonarla. 
Era anche piacevole che le altre performer si congratulassero, passando e mostrando un sorriso. Certo alcune invece sembravano deluse o comunque frustrate e gelose, ma era normale che accadesse.
Una di colore che mostrò un misto di queste emozioni era Jessilyn, la quale quando andò da lei a farle in complimenti per la sua esibizione con vittoria di conseguenza, riuscì solo a vantarsi un po' “Niente male tesoro, sei riuscita a vincere per il mio onore, ma non montarti la testa. La prossima volta sarà una sfida in cui uscirò io vincitrice, dopotutto una diva come me non può che alzarsi di più se tocca il fondo! Posso sbagliare pure io! Solo perché sei la principessina di Kalos, non vuol dire che non troverai filo da torcere nelle tue gare!”
Serena si alzò e porse la mano per stringerla in segno di sportività e una specie di amicizia, visto che tra le due non si sapeva bene ancora il rapporto “Certo! Non vedo l’ora! E poi ho intenzione di sfidarti al Master Class! Non ho dubbi che riusciremo entrambi ad arrivarci!”
Jessilyn smorzò un sorriso e afferrò la mano scuotendola qualche volta, poi si allontanò a testa alta, con i pugni sui fianchi.
Serena la guardò andare via, pensando alle parole della donna. Aveva ragione, finora era sembrato relativamente facile, tranne l’ultima prova in cui avevano lottato duramente. Sarebbe stato sempre più difficile vincere le spille. L’esperienza giocava appena a suo favore ma questi Varietà erano una sorpresa e arrivavano rivali sempre più agguerrite. Betty era un esempio. Non avrebbe abbassato la guarda, si sarebbe esercitata sempre di più per raggiungere il suo obbiettivo. Jessilyn era completamente nel giusto e lo sapeva; ogni sua singola sfida sarebbe stata sempre più dura, ma ce l’avrebbe fatta.
"Complimenti!" si congratulò con lei Betty, facendola sorprendere un po' e distogliere dai suoi pensieri "Non so come tu abbia fatto, ma sei riuscita a stupire perfino me! Mi sono divertita un sacco!”
"Beh grazie! Sono felice che il mio spettacolino ti abbia coinvolta quanto me!" rispose la vincitrice con imbarazzo, ma anche sollievo.
Betty di nuovo annuì, confermando quando fosse stato bello, emozionante e grandioso “Però mi hai rubato il ruolo eh! La maga dovrei essere io, sempre io a mostrare la vera magia!” 
Serena cacciò fuori la linguetta con un sorriso, l’aveva sorpresa davvero a quanto pare. Si era preparata apposta consapevole che si sarebbero sfidate. Questo sembrava averlo capito persino l’amica, onorata di questa preparazione solo in vista di una sfida contro di lei.
"Beh ora raggiungiamo i tuoi amici! Scommetto che sono impazienti di congratularsi con te e festeggiare!”
"D'accordo! Finisco di cambiarmi e arrivo!" 
Ci mise un po' a cambiarsi, dovendo sistemare non solo il vestito suo e dei suoi Pokémon ma anche tutte le cose usate a prepararsi. Una volta finito di mettere via tutto, accompagnata dai suoi Pokémon e con la borsa in spalla, corse all’entrata.
Tuttavia non si aspettò quel genere di accoglienza. I suoi amici, compresa Betty, avevano uno sguardo di panico puro. Come uscì dall’area performer, Serena fu alzata da terra e presa in braccio da Ash, per suo grande imbarazzo e tanta confusione.
“A-Ash! Che fai!!!???” Squittì mentre uscivano dalla struttura, con lo sfondo di un cielo dipinto dal tramonto di colori caldi. 
“Ti stiamo salvando!” La cercò di rassicurare lui. Serena però gli lanciò uno sguardo colmo di panico, a lei sembrava più la stessero rapendo. 
Arrivarono al centro Pokémon e lì poterono tutti tirare un respiro di sollievo. Serena, ancora aggrappata saldamente ad Ash per non cadere, nascondeva il viso rosso di imbarazzo. Ok, le piaceva farsi tenere in braccio da Ash, ma tutto ciò era stato fuori luogo e assolutamente inaspettato.
“Scusaci, ma stavi per essere attaccata da dei fan… maschi… molto invasivi…” Mormorò tra un fiatone e l’altro Brock.
“Così li abbiamo battuti sul tempo! E impedito ad Ash di commettere un omicidio di massa!” sentenziò Lidia, anche lei con la voce roca per la corsa. Solo Betty comprese la frecciatina, gli altri erano troppo occupati a pensare ad altro.
Una volta ripristinata la “tranquillità”, Ash ruppe il silenzio e si fiondò su Serena, abbracciandola e alzandola da terra "Sapevo che ce l'avresti fatta! Sei stata pazzesca, anche i tuoi Pokémon ovviamente!"
La ragazza divenne subito tutta rossa, ma non riuscì a nasconderlo alle due amiche "G-Grazie! E’ pure merito del vostro sostegno" 
“Ehi, ci mancherebbe altro! Ti sosterremo sempre!”
"Però il merito soprattutto di Braixen, che ha imparato Magibrillio sul momento..." guardò la volpina, che con imbarazzo si grattò dietro l’orecchione con la zampina. 
"Però bisogna ricordare che sei tu ad avere ideato la strega volante! Inoltre le sorprese fanno parte dei Varietà! Un po' come quando si evolvono i Pokémon durante una lotta in palestra! E’ questo che rende tutto più divertente!" la interruppe Ash cercando di non farle pensare ad una possibile sconfitta. Aveva vinto, si era divertita, loro pure si erano divertiti… non contava nient’altro.
“Comunque… e-eri… f-fantastica c-con quel vestito. N-Non che tu non lo sia senza! A-Anche senza nulla… aspetta così suona male… insomma…” Ash provò a complimentarsi balbettando per quanto l’avesse lasciato senza parole. Malediceva il fatto che ora non riusciva più a complimentarsi con lei come una volta, in cui gli veniva facilissimo. 
Serena lo zittì con un sorrisone dolce e splendente più del sole ora caldo e meraviglioso nel cielo. “Grazie, ho capito! Ne sono felice, dopotutto me lo hai regalato tu e per me è importante!”
Ash con leggero imbarazzo si massaggiò il capo e mostrò un ghignò sempliciotto. 
“Davvero…” Betty si rivolse a Lidia “Non stanno insieme?”
“A quanto pare no… ma prima o poi accadrà! Se vuoi appena il gruppo di amiche si allarga e si aggiunge qualche membro potremmo aprire una circolo di scommesse su quei due…” propose Lidia, anche se aveva quasi l’impressione che esistesse qualcosa del genere. 
“Ci sta! Ci sta!” approvò con sguardo malizioso la finalista del Varietà di quel giorno. 
La serata da lì in poi fu tranquilla ma allegra allo stesso tempo. Tutti insieme festeggiarono la vittoria di Serena, con una mega cenetta preparata da Brock, con il permesso di Joy di accedere alla cucina. Vi furono montagne di manicaretti e anche i Pokémon si saziarono al meglio. Come dessert vennero offerte quantità di pokébigné davvero impressionanti. Pikachu mangiò meno degli altri, ma solo perché costantemente offriva parte delle sue porzioni a Sylveon come per congratularsi, visto che a parole finiva per dire frasi imbarazzanti. 
Quella sera, Betty si preparò subito ad andare via, voleva provare nuovi trucchi ispirati alla notte e sbrigarsi per allenarsi e mettersi in pari con la rivale “Beh io vado!” dichiarò all’entrata del centro, con i bagagli già pronti in spalla. 
“Sei sicura di non volerti fermare la notte?” Chiese un po' preoccupata Serena. Di notte non conveniva viaggiare troppo.
“Sicurissima, adoro la notte e l’aura che emana la luna! Starò bene! Tu hai già deciso a quale Varietà partecipare?”
Serena abbassò un po' il capo non ancora decisa sul da farsi “Beh no a dire il vero, dipende tutto dal percorso e dalle sfide in palestra di Ash”
Il compagno, sentendosi menzionato, si avvicinò per andare a salutare, seguito anche da Lidia e Brock.
“Il più vicino è a Cavatopia, come ha detto il signor Pietro oggi. Per quanto ne so ci sarà una prova di nuoto sincronizzato, ma visto che c’è stato poco tempo di organizzarla sarà solo per Pokémon, mentre la seconda prova sarà un’esibizione libera. Quindi si potrà contare valida per nuoto sincronizzato quando si arriverà al Master Class”
“Cavatopia… uh?” Serena guardò la mappa del pokédex, rimanendo però un po' dubbiosa. “Però se ci fermiamo la palestra di Ash dovrà attendere. Ho controllato e in zona non ci sono palestre”
“Non ti devi preoccupare” La tranquillizzò Ash, posandola la mano sulla spalla per confortarla “Posso attendere! Se il tuo Varietà è più vicino andremo lì! E poi per lottare in palestra non ci sono date! Io ho già sfidato due palestre di fila, tocca a te!” Le sorrise lui. Aveva piacere a vederla esibirsi, non era un problema attendere, anche perché se non c’erano palestre in zona non poteva farci nulla.
“Beh… tecnicamente sto controllando e qui mi dice che poi ci sarebbe ancora un varietà ad Amatripoli, però si svolgerà più avanti, quindi per non farti aspettare potremmo prendere a Bucalopoli, prendere il traghetto per Spumopoli e poi tornare verso Amatripoli!”
“A me va benissimo!” disse Ash approvando il programma.
“Beh io non ci sarò a Cavatopia, ma buona fortuna! E cercherò di migliorare le mie magie per quando ci sfideremo! La prossima volta non mi sconfiggerai!”
“Vedremo! Anche io migliorerò!” Le due si strinsero la mano e poi si separarono. 
"A presto allora!" salutò l'illusionista allontanandosi nel buio della notte, illuminata solo dalla luna e le stelle. Mentre il gruppo di amici rientrava nella loro stanza per continuare la serata. 

…E così… cala il sipario sul primo Varietà di Serena nella regione di Forsia, con la vittoria di quest’ultima. Per lei però è solo l’inizio, a breve ci sarà un altro Varietà, la strada è ancora lunga prima del Master Class. Riuscirà a vincere anche la prossima gara e conquistare tutte le spille necessarie? Cosa incontreranno sul loro cammino? 
Il viaggio continua...


Per inaugurare l’arrivo al ventesimo capitolo, abbiamo intenzione di regalarvi qualche anticipazione dei prossimi episodi e qualche spoiler extra, in aggiunta alle domande che potete farci nello spazio commento per i FAQ.
Anticipazioni dei prossimi 12 episodi (Titoli fino all’episodio 32 e trame fino al 27):

Episodio 21: L’eroica scheggia della foresta! Il riccio sonico!
Trama: Ash e i suoi amici conosceranno un riccio di tipo fuoco: Hestric, amante dei guai, i rischi e la velocità. La sua scelta più irruenta però diventerà un grosso guaio quando rapirà una ragazzina in sedia a rotelle. Cosa nasconde davvero il suo gesto? Quale è il legame tra il combina guai e la bambina?

Episodio 22: A volte ritornano! Un nuovo piano malefico! 
Trama: i nostri eroi affronteranno un vecchio nemico molto pericoloso, scoprendo di più dietro alla sua follia e malvagità. Riusciranno Ash e Serena a fermare questa minaccia del passato?

Episodio 23: Un consiglio di felicità? Il primo sguardo di un sogno!
Trama: Serena finalmente ha la possibilità di partecipare al Varietà di Cavatopia e si ritroverà a trattare con timidezza e paura che circolano intorno a lei. Riuscirà a sbocciare e mostrare la sua purezza?

Episodio 24: C’è un vampiro in casa!? Volpe che abbaia non morde! 
Trama: I nostri eroi finiscono in un castello abbandonato, ma delle strane apparizioni li preoccupano e le cose peggiorano quando Ash si trasforma in un vampiro. Riusciranno a fermarlo e farlo tornare normale prima di venir morsi?

Episodio 25: Sgarro di dolcezza? Occhio per occhio, dente per dente! 
Trama: I nostri amici arrivano a Bucalopoli e conoscono un dolciere vicino a diventare papà, tuttavia le acque malsane che scorrono tra il neo papà e suo padre sono instabili. Per prepararsi alla paternità, il dolciere vuole prima liberarsi il peso del cattivo rapporto che ha, ma la sua impresa sempre più difficoltosa del previsto, soprattutto quando qualcuno si trova inaspettatamente contrario alla pace.

Episodio 26: Giù le ali, su le ali! La corrente vittoriosa!
Trama: Ash e Tweeny, si improvvisano detective sotto incarico di Jenny, per infiltrarsi in una banda che nasconde faccende più oscure del previsto. In questo tornado di pericoli riusciranno i due a sventare questa organizzazione e uscirne interi?

Episodio 27: Doppio guaio sul ghiaccio! La fiamma della passione che scioglie tutto!
Trama: Ash finalmente arriva a Spumopoli e sfida il capopalestra, ma i problemi sembrano moltiplicarsi quando si ritrova contro due rivali, in una lotta in doppio e su un terreno al quanto freddo e scivoloso.

Episodio 28: Guardia ai ladri?! Emicrania da superintelletto!

Episodio 29: Spruzzo attraverso le ere! I tesori emergono dall’acqua!

Episodio 30: Una spiacevole fioritura? La danza di rose del Varietà!

Episodio 31: Finalmente ti ho ritrovato! Ora staremo per sempre insieme?!


E ora ecco gli spoiler che vi offriamo:
Serena catturerà più Pokémon di Ash in questa regione

Il rapporto di Ash e Serena si incrinerà gravemente ad un certo punto della storia
-Ash stavolta non è l’unico a…

Ci saranno alcune Megaevoluzioni nuove e forme Forsia, ma tante non verranno mostrate nella fanfiction, solo attraverso immagini che posteremo qui.

Questa storia è lunga esattamente 175 Episodi/Capitoli + l’episodio 0 già postato. Escludendo l’episodio 0, la prima saga è lunga 56 episodi, la seconda 62 e la terza 57.

Questa storia avrà un sequel e dopo il sequel verranno scritti 3 speciali e uno spin-off 

Nella prima saga avremo un viaggio sensazionale crossover di un gioco Pokémon famoso. L’arco narrativo sarà lungo 10 episodi.

Ci sarà un richiamo al film “Lucario e il mistero di Mew”

Tornerà un rivale vecchio

Lem e Clem appariranno per molti episodi, soprattutto nella terza saga.

Speriamo che vi bastino e se avete domande...per questa volta è aperto un FAQ Time!

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Capitolo 24
*** Oltre la barriera del suono fiammeggiante! Sarò le tue gambe per correre! ***


ATTENZIONE: A FINE CAPITOLO C'E' UN MESSAGGIO CHE GRADIREMMO CHE VOI LETTORI LEGGIATE. E' IMPORTANTE....

Episodio 21: Oltre la barriera del suono fiammeggiante! Sarò le tue gambe per correre!

Dopo la prima vittoria di Serena al suo Varietà di Rascagiupoli, il gruppo punta verso la città di Cavatopia dove la performer potrà provare ancora a partecipare e vincere una seconda spilla…

“Ash… siamo costretti a portarti alla centrale per interrogarti, quindi per ora sei in fase di arresto” Concluse Jenny con tono autoritario ma anche dispiaciuto. “Per favore, non voglio farlo ma nel momento in cui ti leggerò i diritti non si cancellerà più nulla. Parla subito se sai qualcosa”
“Ash, per favore dalle retta” Lo pregò Serena, con il cuore in gola. Credeva in lui, ma non poteva più fare l’ostinato o ne avrebbe pagato le conseguenze.
Jenny appoggiò le mani sulle spalle dell’allenatore, avvicinandosi per rendersi il più chiara e convincente possibile “Potrebbe compromettere la tua carriera e se non risolviamo la faccenda finirai in grossi guai. Se vieni arrestato ufficialmente, anche se si scopre che è solo una cosa insignificante, non si potrà tornare indietro e dovrai affrontare lo stesso le conseguenze delle tue azioni”
Ash per un attimo corrugò le labbra, si girò e guardò la foresta, ma non arrivò nessuno. Scosse la testa.
“Allora non abbiamo scelta…”
.
.
.
"Allora? Bella sensazione tenere in mano la dimostrazione della prima vittoria verso il proprio sogno eh? Anche se probabilmente sai già cosa si prova!” chiese Ash guardando la sua amica mentre era intenta ad osservare la sua spilla.
“Beh se devo essere sincera me ne ero quasi dimenticata” Commentò lei, non provava certe sensazioni dai suoi Varietà a Kalos.
Brock la guardò abbastanza confuso “Ma come, avrai vinto qualche fiocco durante la tua permanenza ad Hoenn!”
Serena si bloccò di colpo, le sue gambe non riuscivano a muoversi. Ne approfittò per mettere via il porta spille nella sua borsa. All’inizio non sapeva cosa rispondere e Ash voleva intervenire per evitarle di condividere ricordi alquanto difficili da esprimere. Nemmeno lui sapeva nulla per ora, quindi era meglio sorvolare.
Tuttavia lei se la cavò da sola “Si, ho vinto dei fiocchi, ma i Contest non mi appassionavano, quindi la vittoria non mi ha mai dato tante emozioni. Per questo sono tornata a competere nei Varietà”
"Comunque di sicuro ci regalerai un sacco di emozioni!" parlò Lidia "...Ad Ash in primis" concluse sottovoce, senza farsi sentire da nessuno, anche se avrebbe sperato che il ragazzo se ne fosse accorto.
Brock tirò fuori la sua mappa cartacea, calcolando bene a distanza che li separava dalla prossima città "Di certo se ci sbrighiamo arriveremo abbastanza in anticipo e non rischieremo di arrivare all’ultimo momento per iscriverci. Quindi potremmo anche rallentare un po' il passo..." 
"Se Serena vuole partecipare possiamo anche tenere questo ritmo!" decretò l'allenatore di Biancavilla "Io non sono per niente stanco! Sono abbastanza carico e riposato per quanto mi riguarda, ovviamente voi cosa ne pensate?"
*VRRRROOOOO VROOOOOO* Si sentì un rumore in lontananza avvicinarsi. 
"Ehi, avete sentito?" tese l'orecchio la detective. 
"Cosa?" chiesero gli altri. 
Di nuovo il rumore si fece più vicino *VROOOOOOOOOOOO VROOOOOOOOO* 
"Questo!" confermò di nuovo Lidia cercando di indicare qualcosa di troppo veloce da vedere.
In un lampo qualcosa sfrecciò sul sentiero. Brock, Lidia e Serena fecero appena in tempo a schivare ma la cosa indefinita emanante calore, la quale sfrecciava sempre più vicina. Ash non fu altrettanto fortunato e il coso superveloce sbatté contro di lui passando di fianco e facendo cadere l’allenatore.
"C-Cosa cavolo??" balbettò mentre provava a rialzarsi, il fianco scottava da quando quel coso gli era passato di fianco. Cosa era, una griglia? 
Serena gli tese una mano "T-Tutto bene?" notò come si reggeva il fianco.
"S-Si, scotta solo un po', ma sto bene. Nulla in confronto ai Lanciafiamme del mio Charizard" sorrise lui accettando l'aiuto e facendosi tirar su. Più che gradito il contatto delle loro mani.
"Qualunque cosa sia, guardate che roba!" indicò Brock  ai suoi piedi e seguendo una traccia fino all'orizzonte. Una striscia ancora calda aveva appena marchiato più di 300 metri del sentiero e negli spiazzi d'erba si potevano ancora vedere fiammelle ardere il terreno. 
"C-Caspita, cosa era!?" domandò Ash, non aveva mai visto nulla del genere. Una fiammata del genere pareva lasciata da qualcosa che correva o rotolava sul terreno a tale velocità da carbonizzarlo. 
"Probabilmente un Pokémon di tipo fuoco selvatico che non ci ha visti" dedusse Lidia senza badarci troppo "E' stato solo un piccolo incidentino di percorso, nulla di grave. Inoltre non possiamo scoprirlo ora come ora, quindi lasciamolo perdere”
Quel piccolo trambusto non aveva per niente diminuito la sua voglia di raggiungere la prossima città, dove avrebbe di nuovo sostenuto Serena con tutto il fiato di cui disponeva.
Il gruppo continuò a camminare senza incontrare altri intoppi del genere. Dopo altre ore di viaggio, i ragazzi cominciarono a sentire la stanchezza farsi viva, inoltre era ora di fermarsi o la cena sarebbe stata pronta tardissimo. Il cielo si era dipinto di arancione, segno che oramai il sole si stava coricando sotto le coperte e stava dando il cambio alla sua collega luna. 
"Mi sa che per oggi ci dovremmo fermare" osservò Brock "Il sole sta calando e non credo i nostri piedi reggeranno oltre" 
Anche l'argento vivo di Ash infatti si stava man mano spegnendo "Già, adesso anche io sono un po' stanco. Che ne dite se ci accampiamo qui?"
Serena invece non era della stessa idea dei suoi compagni. Non tanto per la stanchezza, anche lei era stufa di camminare, tuttavia non conveniva fermarsi lì "Io direi che ci conviene continuare ancora un pochino" propose indicando una villetta che si ergeva a solo pochi metri di distanza "Se ci danno il permesso potremmo passare lì la notte! Magari in letti più comodi rispetto ai sacchi a pelo!" 
"Buon occhio Serena!" si complimentò la detective "Vale la pena di tentare e chiedere ospitalità! Dopotutto un pezzetto di viaggio così breve non ci farà troppo male!"
"Magari se mi permettono di usare la cucina vi creo qualcosa di più sofisticato..." mugugnò Brock piano mettendosi a pensare a qualche ricetta veloce ma gustosa. 
Il gruppo non esitò ad approvare l’idea, raggiungendo la villetta e arrivando al citofono del cancellone. Era davvero grande e bella, in un posto del genere ci si aspetta una grande famiglia. Ash premette il pulsante e attese la risposta, che non tardò ad arrivare.
"Si, desidera?" 
"Siamo un gruppo di viaggiatori! Volevamo chiedere se ci è permesso sostare nella vostra residenza per la notte!" 
"Un momento prego, sento cosa ne pensa la padrona" rispose il diretto interessato. 
"Una padrona, allora era un lavoratore. Deve essere una famiglia ricca, se escludiamo questo posto" disse sorpresa Lidia. 
"Cerchiamo solo di fare bella figura!" raccomandò il più grande.
Ci volle un po', ma la voce ricomparve, facendo sussultare tutti "Molto bene, potete entrare”
Il cancello si aprì, Ash e i suoi amici poterono osservare uno splendido giardino interno, lavorato nei minimi dettagli. C’erano alberi e cespugli tagliati e curati a regola d’arte e il prato era talmente tagliato preciso che si sarebbe potuto pensare che al momento del taglio avevano misurato ogni singolo filo d’erba.
"Che sciccheria..." commentò l'allenatore più grande. 
Un uomo di veneranda età li aspettava alla porta "Prego se volete seguirmi vi mostro gli alloggi in cui potete stare. Sono Eligio, il domestico di Villa Fiora. 
"Piacere, io mi chiamo Ash e lui è il mio amico Pikachu!" 
"Un Pikachu? Alla padroncina farà piacere” sorrise il maggiordomo. 
"Questo posto è davvero grande...!" Commentò Serena, cercando lo stesso di non sembrare sgarbata.
"La signorina è benestante, anche se questo spazio serve a poco..."
In effetti tutti e quattro potevano capire che una casa grande era bella ma non serviva certo spazio per poche persone.
"Voglio incontrarli! Dai per favore!" Risuonò una vocina giovane. Sembrava quella di una bambina. 
"Uh?" I quattro si scambiarono delle occhiate, impossibile non fare caso alle continue richieste che arrivavano alle loro orecchie, anche se non erano i diretti destinatari. 
A quel punto il maggiordomo dovette guidarli con lui verso il salone principale. I suoni parevano ovattati per le porte chiuse, ma appena si aprì l'entrata tutto divenne più chiaro. 
Di fronte a loro, in mezzo alla stanza, si trovavano una donna vestita elegantemente e una bambina in sedia a rotelle, l'una contro l'altra, impegnate in una discussione.
"Perché dovresti  interessarti?"
"Perché di sicuro hanno dei Pokémon!”
"Puoi fare altre cose molto più sicure e tranquille, non capisco questa tua ossessione per quelle creature..."
La ragazzina fece una smorfia contrariata "Non sono solo creature! Sono fantastici, possono lottare ed esibirsi e fare cose spettacolari!"
"Ne abbiamo già qui di Pokémon"
"Ma ognuno è diverso! E io voglio conoscerne di più simpatici e attivi! Questa vita è monotona!"
"Ma è sicura" 
"Si cambierebbe un po' l'atmosfera!"
"Scusate..." si intromise il maggiordomo, anche se avrebbe voluto evitare fin dall'inizio certe figuracce di fronte a degli ospiti.
Le due si voltarono di scatto, le reazioni furono opposte. La ragazzina si dimostrò subito sorridente, con gli occhi luccicanti di emozione, mentre la signora adulta aveva uno sguardo severo.
"Non si usa più bussare? Questa era una discussione privata" lo rimproverò non gradendo l'intromissione, soprattutto notando le presenze sconosciute.
Elogio fece un inchino scusandosi per il suo gesto, subito però la ragazzina fece un sospiro annoiato "Devi sempre essere così noiosa e cinica? Eligio è della famiglia" 
"Ma che modi!" La sgridò la donna con tono duro ma spazientito. Sembrava esasperata "Di fronte ad ospiti per di più!!"
I ragazzi scossero la testa "Si figuri" 
"Quello è un Pikachu!?" La ragazzina posò le mani sulle ruote della sedia e si portò fino al ragazzo con il berretto. 
Ash sorrise, facendo cenno a Pikachu di fare pure quello che voleva. Il topino allora saltò giù dalla spalla e atterrò in grembo alla "signorina", la quale subito iniziò a fargli dei grattini sulla coda, beccando il punto preferito del Pokémon.
"Emilia..." provò la donna, ma poi rinunciò alla predica. Rotto per rotto, tanto valeva presentarsi agli ospiti "Visto che ormai ci siamo incontrati, conviene presentarci. Piacere, Clarissa Rottenmeier, lei è la mia figliastra Emilia" aggiunse indicando la ragazzina. 
La donna era abbastanza alta, postava i capelli raccolti in un cucù, neri come la pece e gli occhi azzurro chiarissimo come il ghiaccio. Vestiva in abiti abbastanza eleganti e teneva le mani giuste davanti al vestito.
Emilia invece pareva essere una ragazzina sui 13 anni, risultava bassa sulla seggiola a rotelle ma probabilmente se fosse stata in piedi sarebbe risultata più alta. Le ciocche di capelli mossi erano bionde e gli occhi verde smeraldo. A differenza della matrigna, i suoi vestiti sembravano più comodi e comuni.
"Grazie per l'ospitalità, siete state molto cortesi ad permetterci di fermarci" la performer fece un piccolo inchino per ringraziare. 
L'atteggiamento fu apprezzato da parte della padrona di casa, la quale mostrò un piccolo sorriso e li invitò a presentarsi.
Il primo a rispondere fu Ash "Io sono Ash e lui è il mio amico Pikachu"
"Pika!" Salutò facendosi notare, mentre la ragazzina emetteva delle risatine.
"Le vostre professioni? Viaggiate a caso? O avete qualche scopo?" Chiese la donna.
"Oh, io competo nella lega di Forsia e vorrei diventate un Maestro Pokémon" 
Subito la ragazzina si rizzò e lo guardò eccitata "Allora partecipi alle lotte in palestra! Avrai tanti Pokémon!"
Lui si chinò appena per parlarle faccia a faccia "Beh è da poco che sono in questa regione, ma se vuoi dopo posso mostrarti chi ho catturato!"
Lei subito annuì entusiasta "Si! Mi farebbe piacere!" E il sorriso di Ash ricambiò l'allegria della giovane.
"Piacere, io sono Serena e partecipo ai Varietà" disse presentandosi cordialmente, anche se era più rivolto alla ragazzina, molto più partecipe e interessata. Clarissa tuttavia per la prima volta mostrò un po' più di serenità, forse riconoscendo più quella professione come ambizione gradevole.
"Mi chiamo Brock e studio per diventare un medico per Pokémon, ora viaggio per arricchire le mie conoscenze e studiare a fondo nuovi Pokémon in caso mi servisse per la mia professione"
Infine fu il turno di Lidia "Io mi chiamo Lidia e sono la capopalestra di Collinopoli e faccio pure la detective. Al momento viaggio allenarmi e per fare nuove esperienze"
"Affascinante..." dichiarò la donna, forse davvero impressionata. Sotto sotto sembrava più cordiale di quel che appariva a prima vista "Beh al momento devo sbrigare delle commissioni, Eligio accompagnali alle loro stanze, poi siete liberi di fare come più vi aggrada. Potete usare i bagni delle vostre stanze e cenare con noi" detto questo si scusò e li lasciò con Emilia e il maggiordomo.
Quest’ ultimo sospirò rilassato e si girò verso gli ospiti "La nostra cuoca sarà più che felice di preparare qualcosa in più, si diverte sempre se ci sono ospiti, anche se accade di rado"
"Cuoca!?" Sussultò Brock, stappandosi le orecchie.
"Beh si la nostra cuoca è ancora solo una ragazza più o meno di qualche anno in più di voi e se non fosse sempre impegnata con la cucina di sicuro scalderebbe più l'armosfe..."
Brock sparì dalla vista di tutti.
"Pup!!!" Si sentì un latrato e il dalmata a macchie sbucò dalla sua sfera, per poi correre via, iniziando la caccia al fondoschiena che amava di più. Come un vero detective, annusò in terra e poi lanciò un ululato, avendo subito trovato la pista e parendo in quarta verso la sua conquista.
"Uh, cosa gli è preso?" Chiese Emilia, la quale sbatteva le palpebre e curiosa sbirciava fuori dalla stanza.
I tre nuovi arrivati scossero la testa, sentendosi in imbarazzo "Nulla di che, diciamo che il nostro dottore vuole la specializzazione nella medicina dell'amore..."
Un brivido percorse le loro schiene e si sentì un urlo cacciato in aria, proveniente dall'altra parte della villa.
“GAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!”
La giovane ragazzina cominciò a scoppiare a ridere, non riuscendo a trattenersi. Non le importava delle sue condizioni, voleva precipitarsi a vedere la scena "Deve essere divertente viaggiare in compagnia!" 
"Già, sono le esperienze che si fanno con un gruppo di amici!" concordò l'allenatore.
"Mi piacerebbe un giorno partire per provarle anche io" mormorò esibendo un sorriso mesto "Ma come vedete per me è un po' difficile al momento..." guardando le sue gambe.
In effetti i ragazzi non sapevano a cosa rispondere, così fu sempre Emilia a parlare "Ad ogni modo, se non sembro scortese, posso vedere i vostri Pokémon?"  
"Per me non c’è problema!" disse Serena ma poi si ricordò quello che aveva sentito pochi secondi fa "Però prima ho sentito la tua… matrigna… non ti voleva proprio lasciare”
La ragazzina sbuffò "Clarissa? Solo una matrigna all'antica! Non capisco perché papà si sia risposato con una donna così noiosa, è iperprotettiva!"
"Parlando di tuo padre, volevo fargli i complimenti personali per la vostra villa. È davvero bella!" chiese Ash ingenuamente. 
Il faccino della ragazzina si incupì "Mio padre non c’è più… coma la mia mamma”
Subito il viso del ragazzo di Biancavilla si fece scuro e mortificato, non se lo aspettava e aveva sparlato senza nemmeno ragionare "M-Mi spiace, n-non volevo!”
"Nah, fa niente, non potevi sapere. Almeno ora è in un posto migliore! Con la mia mamma!" sospirò Emilia. "E poi Eligio è come un secondo papà per me. Mi ha protetto e sostenuta sempre, a volte riesce anche a portarmi di nascosto da qualche Pokémon nelle vicinanze di casa nostra senza che la mia matrigna lo venga a sapere!" 
"S-Signorina… la prego" si imbarazzò quest'ultimo "Lo faccio con piacere però mi raccomando, la cosa deve restare segreta!" 
"Certo! Certo!" lo rassicurò lei. "Piuttosto dove sono questi Pokémon? Sono curiosissima!”
“Andiamo in giardino a liberarli, almeno non faremo arrabbiare la signora” consigliò il maggiordomo per evitare la lavata di capo. 
Il gruppo di amici si avviò verso il giardino, quando furono arrivati tirarono tutti fuori le sfere poké "Coraggio venite fuori!"
Tutti i Pokémon dei rispettivi padroni si materializzarono sul prato erboso. Non erano tantissimi ma abbastanza per divertisti e stupire la ragazzina "Wow! Quanti sono! E sono tutti cosi carini!" si avvicinò all’orecchio di Pikachu e mormorò qualcosa in modo da non farsi sentire “Tu però per me sei il più carino!”
“Chaaa!” arrossì lui facendosi fare una coccola.
Passò il tempo, Eligio fece preparare la cena dalla cuoca e Brock, il quale venne tenuto d’occhio tutta la durata della preparazione dall'aguzzino canino che lo stava vigilando come un poliziotto. Riuscì ed evitare ogni singolo contatto fisico e appena Brock provava a fare il cascamorto lui mostrava i “dentini”. Per fortuna dopo un po' il medico cominciò a comportarsi naturalmente e preparò tutto senza tornare nel casanova mode.
Durante la cena, fu una sorpresa notare che l’unica a tenere testa ad Ash nel mangiare era Emilia, anche se stranamente ad ogni portata, fissava l'enorme pendolo che troneggiava in sala pranzo. 
"Qualcosa non va?" chiese preoccupata la performer che aveva notato lo strano sguardo. 
"Ah no no niente! E' solo che mi piace sentire quell'orologio battere!" replicò la ragazzina. 
Anche l’ora di andare a dormire non tardò ad arrivare. Emilia dovette andare a letto relativamente presto, poi Eligio invitò a i ragazzi a seguirlo per prendere loro delle coperte più leggere visto che la nottata non era fredda.
“Mi scusi…” Chiese Ash “…Emilia non può guarire in qualche modo?” la domanda fu del tutto inaspettata. Inizialmente i compagni gli rivolsero uno sguardo un po' contrario, credendo la domanda un po' invasiva e inadeguata.
Eligio tuttavia rispose “No, non può. Non ha subito nessun incidente, è una malattia sconosciuta e quindi non c’è ancora nessuna cura per lei”
Ash guardò basso “…Però non è impossibile viaggiare anche se deve farlo con una carrozzina a rotelle. Può lo stesso se ha qualcuno ad accompagnarla e sono sicuro che la gioia che proverebbe l’aiuterebbe a sentirsi meglio”
“Questo lo penso anche io, ma la signora non la lascerebbe lo stesso. E’ molto protettiva, teme che la signorina si farebbe male o si ammalerebbe, solo che questa eccessiva dose di affetto fa davvero star male Emilia”
Quindi la soluzione per ora non c’era. Quando Eligio uscì dalla stanza degli ospiti maschile, l’aria che ne rimase era ancora un po' malinconica. Soprattutto Ash la poteva sentire e respirare, probabilmente anche le ragazze lo stavano facendo. 
“Qualcosa non va?" chiese Brock subito accorgendosi dell’umore del suo compagno di stanza, anche se poteva già sapere cosa lo turbava.
"Stavo pensando a quella ragazzina. Deve essere dura perdere i genitori così, oltretutto non può neanche realizzare il suo sogno date le circostanze in cui si trova" 
"Beh purtroppo a volte le cose non vanno come vorremmo…" 
"Giusto, però a volte mi chiedo se il destino sia davvero neutro nei confronti di tutti..." ripensava alla sua situazione, non aveva mai perso nessuno di così caro nella sua vita e in confronto ad Emilia, lui si riteneva fortunato “Avrà una casa grande e bellissima ma questo secondo me non porta la felicità anzi, vivendo così… da sola e senza poterne uscire… la rende una gabbia vuota e triste”
"Se devo dire la mia; allora posso capire Emilia, anche per me le cose non andarono esattamente come volevo. Sai benissimo che voglio bene a tutti i miei fratelli e sorelle però avevo un sogno anche io, quello di partire e diventare allevatore. Lo misi da parte per il bene di tutti noi… oggi mi ritengo fortunato, la situazione poi si è risolta" 
"Eh si, ricordo bene il giorno in cui tornò tuo padre e tu lo riempisti subito di cose da fare” 
"Già..." sorrise il medico chiedendosi ora come andasse a casa ai suoi fratelli, sorelle e genitori “Che ne dici se ne riparliamo un altra volta però? Il sonno mi sta uccidendo, abbiamo camminato tanto "Hai ragione, in effetti anche io sono stanco morto. Buonanotte!” lo salutò lui, mentre entrambi si misero sotto le coperte.
Eppure la pace durò pochissimo… 
"EMILIA!!!" Si sentì gridare non molto lontano.
Subito Serena, Ash, Brock e Lidia saltarono in piedi e corsero giù per le scale. La voce proveniva dall'esterno quindi doveva essere successo qualcosa all'esterno... anche se tecnicamente la ragazzina sarebbe dovuta essere a letto da un pezzo.
Quando arrivarono ai piedi del giardino una fascia rossa passò davanti ai loro occhi talmente veloce da quasi non accorgersi che spingeva via la carrozzina. 
"Signorina Emilia!!!" La chiamò disperato Eligio, ma il flash rosso non si fermò, lasciando segni visibili nel prato. L'erba bruciava ovunque passava e produceva un calore  strano.
Clarissa era nel panico, non sapeva cosa stava succedendo. Stavano portando via la sua figliastra, allontanandosi sempre più dalla villa. La macchia color rosso si allontanò tra le colline fino a sparire dietro di esse "EMILIA!!!" Si voltò velocemente verso i ragazzi, i quali erano ancora abbastanza storditi "Era uno dei vostri Pokémon!? Ci siete voi dietro a questo scempio!?" 
Subito Ash agitò le mani scuotendo la testa "Assolutamente no!"
"Allora perché non li avete fermati!?" Su qualcuno doveva pur scaricare la rabbia e l'angoscia... nessuno aveva impedito a quel coso di portarsi via la ragazzina.
"Ascolti, noi siamo appena arrivati e si stavano già allontanando. Inoltre quello probabilmente è un Pokémon ma è troppo veloce! Non potevamo far nulla, però proveremo a cercarli ora"
"Emilia è molto delicata e in quelle condizioni non può subire certe esperienze!" si preoccupò la signora Rottenmeier. Cosa le avrebbero fatto? E soprattutto cosa volevano da lei? "E se fosse un rapimento per riscatto!?"
"Signora dubito che un Pokémon rapirebbe per denaro; non se ne farebbe niente" provò a farla ragionare Brock. Forse un Pokemon di città si, ma uno di foresta o campagna non era interessato ad un riscatto. Se aveva portato via Emilia era per altri motivi. Anche se il voler qualcosa in cambio non era del tutto da escludere.
Ash si girò verso Serena "Puoi andare in camera e mandare Tweeny a cercare? Perderò troppo tempo se lo faccio io" 
"Certo, conta su di me!" 
Ash ringraziò e si precipitò sul percorso, seguendo la strada marchiata dal passaggio del Pokémon "Pikachu in caso le tracce si disperdano ci penserai tu a cercare una pista, ok?" 
Pikachu diede conferma con un "Pi" e i due continuarono la loro corsa alla ricerca di Emilia. L'avrebbe trovata costi quel che costi.
...
La pace della notte fu interrotta bruscamente dall'arrivo di un flash rosso, che emetteva strani suoni appena passava vicino a qualche oggetto o Pokémon. Probabilmente rompeva la barriera del suono tanta era la sua rapidità.
"Hestric ora puoi anche rallentare! Sono accaldata!" Lo pregò la ragazzina come se lo conoscesse bene.
Il riccio obbedì e subito rallentò fino a fermarsi, non di colpo ovviamente o Emilia sarebbe volata via dalla sedia.
Lei sospirò, mettendosi comoda "Hestric perché mi hai portata via dalla villa? Così all'improvviso?"
Il riccio dai colori accessi e caldi indicò il lago e poi alzò la zampa facendo intendere che mirava a più in là.
"Vuoi portarmi in un posto speciale?" Chiese lei con un sorriso "La matrigna si prenderà un infarto!" Scoppiò in una risatina, salvo poi iniziare a tossire leggermente. "Ecco.. se lei fosse qui si preoccuperebbe anche di questo!" 
"Tric..." 
"Ascolta.. per caso mi porti a vedere i fiori di cui ti parlavo? Dove ci sono quei Pokémon carini?" Ancora lui annuì con un sorriso serio e aria coraggiosa.
"Allora mi fido! Non vedo l'ora!!!" Esultò Emilia con le mani giunte.
"Hestric stri!" Con trepidazione lui si preparò a ripartire, ma una voce li fece sobbalzare e impedì di loro di continuare la fuga per la libertà.
"Fermati subito!" Minacciò Ash con la voce rauca e rotta dal fiatone "T-Ti *anf* i-impedisco... di... *anf*"
"Ash?" Si accertò che fosse lui, ma ne fu subito certa. Era riconoscibile abbastanza facilmente "Che ci fai qui?"
"C-Come che ci faccio io qui!? Sei stata rapita!" Esclamò non capendo perché fosse tanto tranquilla. "Dovresti essere alla villa a dormire, non so se ti rendi conto di cosa sta succedendo..."
Lei scosse la testa "Non sono stata rapita! Hestric mi porta solo a fare un giro in un posto che tanto voglio vedere!" 
"Aspetta..." la fermò Ash non riuscendo bene a capire "Hai organizzato tutto ciò da sola?!" Si sorprese. Non era possibile che avesse davvero organizzato il suo stesso rapimento per fuggire. In che condizioni poi? Non sarebbe arrivata chissà dove.
"No... a dire il vero è complicato... Hestric voleva solo rendermi felice. Io desidero solo vedere questo posto speciale, tutto qui" non intendeva fuggire per sempre e non tornare, anche se l'idea non era malaccio se non fosse stato per le sue gambe paralizzate.
"Ok, ma si stanno preoccupando per te. Non potevi semplicemente chiedere alla tua matrigna di portarti là?" 
"Figuriamoci, non lo farebbe mai, si preoccupa troppo e trova inadatte certe gite. Non posso quasi mai lasciare l'area della villa" strinse il tessuto dell'abito da sera con le lacrime agli occhi "Perché per colpa della mia malattia non posso mai fare niente! Non ho potuto nemmeno partire in un viaggio e allenare Pokémon come fate tu e i tuoi amici!" 
Ash sentì un senso di colpa anche se non gli apparteneva. Poverina, lei non poteva realizzare il suo sogno o vivere mille avventure di regione in regione. La colpa non era nemmeno sua, era stata solo sfortunata alla sua età si dovrebbe correre e giocare, mettersi in ballo per realizzare i propri sogni. Gli faceva davvero pensa. 
"Siete così fortunati... io certi posti difficilmente li vedrei, sono troppo sperduti e a contatto con la natura. Solo Hestric vuole e può dare una mano!"
"Comunque quello che Pokémon è?” chiese Ash non avendolo mai visto, si avvicino inginocchiandosi e guardandolo per bene.
"Hestric: Pokémon fiammaspino. Quando si mette in movimento, si appallottola su se stesso generando una frizione che si riversa sui suoi aculei incendiandoli. Alcuni est dimostrano che un Hestric può raggiungere una velocità talmente elevata da essere paragonata a quella di una macchina da corsa. Tipo Normale/Fuoco e lui è un maschio" 
Ash subito rimase a bocca aperta, Emilia sapeva alla perfezione una descrizione dettagliata “M-Ma sembravi un pokédex vivente!”
Lei iniziò a ridacchiare “L’ho imparata a memoria la sua descrizione, dopotutto è mio amico. Inoltre cosa vuoi che faccia tutto il tempo in casa da sola?”
"Caspita" si stupì l’allenatore, poi gli venne in mente un dettaglio "Allora stamattina eri tu che mi hai travolto!"
"Travolto?" chiese Emilia "Per caso Hestric ha fatto qualcosa di sbagliato?" 
"No è che stamattina mentre viaggiavamo qualcosa mi ha travolto a tutta velocità, ma non credevo fosse lui!"
"Hestric..." lo guardò la ragazzina "Dì la verità, non hai guardato per niente dove stavi andando, vero?" Il riccio semplicemente la guardò come se fosse qualcosa di poco conto. 
"Però non è successo niente, anzi! Sono sorpreso di quanta velocità è in grado di raggiungere! Sei in gamba!" Hestric batté con un pugno il proprio petto orgoglioso. Lui amava la velocità, così come il rischio e ricevere i complimenti per questa cosa lo faceva sentire un eroe. 
Ash era certo che non lo aveva mai visto a casa di Emilia, inoltre un Pokémon del genere non sarebbe mai stato ammesso dalla padrona di casa "Però lui sbaglio o non è tra i Pokémon che vivono con voi? Come vi siete conosciuti?”
"Ah beh..." iniziò la ragazzina "E' una lunga storia..." 
*FLASHBACK*
La foresta era quieta quel giorno, i Pokémon volanti cinguettavano e non tirava un filo di vento. Era la pace più assoluta. 
Fu rotta però completamente quando tutto ad un tratto una ventata si alzò e fece spaventare tutti i poveri inquilini di quella natura incontaminata. Il calore che rimaneva dopo quella scia passata tra i boschi era talmente strano e sorprendente, una striscia di erba carbonizzata era appena comparsa sul terreno lasciando completamente confusi tutti quanti.
Una palla spinosa di energia infiammata stava sfrecciando senza una meta previsa, incenerendo tutto quello sui cui passava. L'essere era un viaggiatore, andava dove voleva, tentava evoluzioni, adorava sentire il vento sulla faccia e correre. La sua testa era talmente presa da godersi quel momento che non si accorse di un ostacolo e andò a sbattere contro un cancello. 
"Striii..." si lamentò massaggiandosi la testa, a volte forse esagerava. Gli girava tutto, il cielo, le nuvole e le fiammelle nella sua testa che ballavano attorno al capo. Chiuse gli occhi fino a perdere velocemente senso.

“Spero si riesca a riprendere…” una voce dolce parlò vicino a lui. Sembrava un’umana, probabilmente aveva fatto qualche danno e si era arrabbiata come facevano tutti con lui?

Il naso del riccio iniziò a muoversi, arrivava un odorino molto buono, di cibo probabilmente. Il suo stomaco borbottò; non poteva resistere a quel bisogno primordiale, corsa voleva dire bruciare le energie e ciò comportava ad essere affamati. 
“Spero che la matrigna non ti veda…” continuò lei, un po' rivolta a se stessa. 
Quando la vista del roditore fu chiara, trovò davanti agli occhi una ragazzina bionda. Era molto carina anche se un po' bassina per i suoi gusti. “Stric…”
“Oh ti stai svegliando!” lo salutò lei con un bel sorriso sul volto. Non era arrabbiata? Il riccio era molto confuso. Quando diede un’occhiata interamente alla piccola realizzò che era bassa perché sedeva su una sedia a rotelle.  Aveva della frutta sul grembo, ma quella passò in secondo piano.
"Io sono Emilia e tu chi sei?"
"Hes...tric" provò  a dire l'interessato un cercando di togliere dalla testa quei pensieri. Era diversa da lui, non poteva correre e camminare, che strano scherzo del destino farli incontrare. 
"Hestric? Sai che sei un bel Pokémon? Guarda! Ti ho portato della frutta tutta per te! Gli altri Pokémon ti hanno portato qui tra gli albera della mia villa quando ti hanno trovato davanti al cancello. Certo, hanno fatto fatica, sei più grosso di loro.
Lentamente il riccio annusò il contenuto del piatto, poi ci si fiondò di gusto, quella frutta era veramente buona e la ragazzina di certo era più amichevole degli altri umani incontrati. 
La bambina sorrise contenta "Ti piace vedo!" 
"Stric Stric!" annuì lui contento.
"Sono felice per te!"
E dal quel piccolo gesto e un semplice incontro, nacque qualcosa di più profondo. Hestric era tornato a correre libero, ma spesso andava a trovare Emilia a notte tarda o durante il giorno, nascondendosi tra i cespugli. Per entrambi era stato uno strano svolgersi di eventi, soprattutto tra due elementi così diversi. Eppure funzionava quel legame. Tutto andò avanti fino a quel giorno… in cui passò ancora per salutarla ma finì solo per origliare un discorso animato…
"Ma che male c'è se voglio viaggiare!?" protestò la voce che alle sue orecchie risuonava familiare, era Emilia, ma sembrava molto turbata e rattristata. Hestric sapeva bene che lei non poteva muoversi di casa, le era stato detto. Avrbebe voluto prendere e portarla via correndo, poteva essere le sue gambe e come scelta era niente male vista la sua impressionante velocitò.
L'altra voce invece gli era sconosciuta ma pareva adulta e risoluta, gli era anche stato parlato di questa matrigna, probabilmente era lei "Te l'ho già detto, perché sarebbe pericoloso nelle condizioni in cui ti trovi!”
“E allora!? Devo vivere in una gabbia per il resto della mia vita!? Vorrei usare questo periodo in modo migliore, o non vedrò mai più il mondo!”
“Meglio così! Passerai al sicuro queste settimane! E ora vai a letto…” 
"Ma..." 
"Subito!" 
"Vorrei che papà non ti avesse mai conosciuta! Ti detesto!"
Hestric rimase sconvolto, non si aspettava di vedere Emilia reagire così ed soprattutto essere trattata in quel modo. Per quanto volesse correre da lei subito, decise di aspettare la notte e di raggiungerla quando nessuno lo avrebbe avvistato.
Quando la luna si alzò nel cielo, il riccio prese un sasso e lo lanciò fino a colpire la finestra e richiamare l'attenzione della sua amica. 
Emilia si sporse subito dalla finestra "Oh ciao Hestric" si asciugò le lacrime. "Vieni pure su tanto la signora Prudenza in persona sta dormendo"
Il riccio prese la rincorsa e saltò su a tutta velocità esibendosi nel frattempo in un piccolo numero acrobatico. Questo fece sorridere un po' la bambina. "Sei sempre il solito scavezzacollo…” 
In quei giorni la compagnia di quell'amico risollevava l'umore ormai afflitto di quell'anima sfortunata. Una sera i due guardavano il tramonto ergersi sulla foresta "Sai Hestric… non credo avrò mai l’occasione di essere come te, libera di viaggiare e correre… o di diventare un’allenatrice. Però ci sarebbe un posto che vorrei tanto vedere”
“Stri?"
"Si dice che ci sia un posto in cui quando la luna crescente sorge, i fiori sbocciano grazie alle particelle di luce che emana e si crea una bellissima radura azzurra di germogli notturni. I Pokémon come i Cleffa escono e iniziano a ballare! Vorrei tanto vederlo per una volta”
E quel giorno Hestric si convinse di una cosa, che l’avrebbe portata in quel posto che tanto voleva. Con la sua velocità riuscì a controllare da cima a fondo tutto il territorio, anche oltre al bosco ed era riuscito davvero a trovarlo. Si era ripromesso di portarcela e infatti…
“Stric! Hes!” mormorò quella notte quando balzò nella stanza prendendo la carrozzella e spingendola già giù per le scale. Era la sua risposta al riguardo. Voleva vedere quel posto? Lo avrebbero visto.
*FINE FLASHBACK*
"Uhm capisco..."
"Quindi non andrai a dirlo alla matrigna vero? Ti prego lasciami fare questa piccola avventura!" Lo scongiurò Emilia. Ash era così gentile, non poteva stare dalla sua parte?
Il ragazzo incrociò le braccia e chiuse gli occhi pensando. Li riaprì abbastanza in fretta e sorrise con determinazione "E va bene, ma verrò anche io, almeno qualcuno si assicurerà che tu sia al sicuro. Non dubito di Hestric ma può succedere qualunque cosa e preferirei esserci"
I due fuggitivi si guardarono, chiedendosi se avrebbe mantenuto il passo. Quella domanda passò in secondo piano, un aiuto in effetti poteva servire.
"Va bene, ma come farai a tenere il passo?" Chiese Emilia, domandandosi se qualcuno dei Pokémon che aveva lo avrebbe accompagnato velocemente.
"Semplice, sarà Hestric a rallentare un po', non ho con me nessuno per tenere il passo.. dopotutto siete corsi via"
"Stirc! Hes hes!!!" Non sembrava molto d'accordo. Lui? Rallentare? Al massimo sarebbe stato il terzo in comodo a rallentare
"Ascoltalo Hestric, dopotutto non abbiamo molta scelta" disse lei, cercando di convincerlo "E poi più siamo più ci divertiamo!"
Il riccio sbuffò un po' contrariato, ma vista la situazione dovette per forza sottostare a quella condiziona imposta dall'allenatore di Biancavilla.
"Bene, allora dai strada!" 
 ...
Il tempo passava inesorabilmente, ore ed ore ad aspettare il ritorno dei ragazzi, ma sembrava non vi fosse la minima traccia di loro. Serena aveva messo in una borsa la pokéball di Leafala e il pokédex e l’aveva data a Tweeny. Purtroppo però anche chiamando nessuno rispondeva, quindi probabilmente l’uccellino era ancora alla ricerca del suo allenatore. 
Per Serena, Brock e Lidia era solo questione di pazienza, ma per la signora Clarissa tutto ciò era inutile. Stavano solo sprecando tempo e lei si spazientiva, troppo preoccupata per la figliastra ormai sparita. Prima di tutto era sparita così nel nulla per essere portata chissà dove nel cuore della notte, era una disabile e poteva correre rischi e infine il rapitore era una creatura strada e infiammabile. Cosa avrebbe fatto se la ragazzina avesse preso fuoco? 
"Ora basta!" Si alzò in piedi dopo aver guardato per l'ennesima volta l'orologio "Chiamo la polizia"
"Aspetti! Ash li sta ancora cercando, sono passate solo due ore..." tentò di sbollentirla Lidia.
La padrona di casa la fulminò con lo sguardo "Il vostro amico ancora è fuori e Emilia non è una ragazza come le altre! È stata portata via e quindi ci vuole gente competente per riportarla prima che si faccia male!" Alzò la cornetta dichiarando tali parole. Compose il numero della polizia e quando arrivò la risposta dall'altra parte della cornetta iniziò a denunciare il rapimento.
I tre amici si scambiarono delle occhiate preoccupate, per poi osservare il maggiordomo che mostrava un espressione combattuta.
...
Ash seguiva Hestric ed Emilia, cercando di non perdere il passo. Ogni tanto correva, altre volte gli toccava raggiungerli con calma. Non sapeva quanto tempo fosse passato ma sperava di tornare per la mattinata o prima. Aveva un sonno pazzesco.
"Ragazzi, direi che per un attimo possiamo fermarci, quanto manca?"
Hestric si guardò in giro, anche alzando la testa nel cielo "Hes tric" mancava poco, un'oretta di questo passo... se avesse potuto correre normalmente ci avrebbe messo 10 minuti al massimo a raggiungere il lago.
"Pi, pikachu" tradusse il topino.
"Ok... maggior ragione per fermarci. Spero non ci abbiano mandato dietro qualcuno" mormorò Ash facendo attenzione a ciò che vi era intorno a loro. 
"In che senso?" 
"Potrebbero anche aver chiamato la polizia, dopotutto sei stata portata via da casa tua" sottolineò lui, cercando di far capire che Hestric era in un mare di guai. Anche se questa esperienza non era male.
La biondina ridacchiò scrollando le spalle "Dalla vecchia non mi aspetterei altro!"
Hestric fece un ghignò di approvazione, quella donna era noiosa, troppo prudente e chiusa. Le avrebbe fatto bene una corsetta improvvisamente si sentì qualche sirena e dei fari li accecarono, illuminandoli tra le rocce scure. Si sentiva persino il motore delle eliche di un elicottero e i versi dei Pokémon poliziotti.
"Fermati Hestric, o saremo costretti ad usare le maniere forti! Allontanati dalla bambina e seguici senza fare storie!" Avvisò una voce all'autoparlante.
Ash digrignò i denti "Dannazione, non ci credo! Hanno chiamato una squadra d'assalto militare!?" 
Qui ci voleva una scappatoia, Ash sapeva che forse sarebbero riusciti a seminarli ma non per molto "Hestric mi dai una mano? Prova a creare una scia di fuoco per bloccarli. Avremo abbastanza tempo per arrampicarci e poi nasconderci nei boschi aldilà di queste sporgenze rocciose"
Il riccio obbedì subito e si avvicinò ai poliziotti, capitanati da Jenny e rotolando creò una scia di fuoco che bloccò il passaggio come un cancello.
"Presto spegnetelo!" Ordinò uno degli agenti,  mentre vari Pokemon di tipo acqua e terra provavano a dominare le fiamme.
Ash non aveva consigliato qualcosa di pericoloso, essendo un'area erbosa tra le rocce, non si sarebbe propagato il fuoco e non ci sarebbero stati rischi per i Pokémon selvatici.
"Andiamocene!" Si sbrigò lui richiamare il riccio.
"E la sedia a rotelle? Come saliamo da qui se.."
Ash la interruppe subito "La dobbiamo lasciare qui, ti porterà Hestric, sono sicuro che è abbastanza forte e veloce per farcela!"
Hestric subito confiò il petto, ovvio che ce la faceva! Non era un corridore qualsiasi e il peso di una ragazzina era nulla.
"Ok, puoi farlo, ma ora basta perdere tempo! Ricordate che sono anche in elicottero!" 
Insieme iniziarono la scalata, Hestric in poco tempo fu dall'altra parte, Pikachu e Ash li raggiunsero in poco tempo, anche grazie alla luce che li centrava sempre dell'elicottero. Dal veicolo volante continuavano a richiamarli voci varie, che li avvisavano di fermarsi e arrendersi.
Ash mai si era improvvisato complice di un reato. Che lui non lo credeva davvero qualcosa di illegale visto che non era un rapimento ma una "passeggiata".
Iniziarono a correre nella foresta, consapevole che la fuga a breve sarebbe finita e che sarebbero stati raggiunti. Nascondersi era impossibile, dovevano attraversare il lago, estremamente lungo e largo. Allora sarebbero stati tranquilli per un po', per farlo però qualcuno doveva restare indietro e intrattenere la polizia.
"E ora cosa facciamo?" chiese preoccupata la ragazzina. 
Ash ci ragionò un po' sopra, c'era sempre un modo per sfuggire da una situazione complicata. In questo caso era solo necessario permettere loro di raggiungere il lago, Hestric poteva badare ad Emilia "Pikachu presto! Passami quelle foglie!" 
"Pika!!" Improvvisamente l'allenatore coprì Pikachu con un po' di fango e gli appiccicò sopra foglie rossastre e rametti. 
"Che stai facendo?" 
"Stri?" 
"Se travesto Pikachu con queste foglie alla lontana sembrerà Hestric! Noi attireremmo la polizia correndo in direzione opposta alla  vostra, voi continuate fino a raggiungere il luogo che volete visitare!" 
"Ash rischi di..." 
"Sbrigatevi!" Pokémon e allenatore sparirono nella foresta, correndo e facendo baccano. 
"Ash..." fu la sola cosa che riuscì a dire Emilia. 
"Stri Stri!" la richiamò subito l'amico, anche lui era colpito dal coraggio del ragazzo, ma non c’era tempo per pensare. Come aveva detto Ash; dovevano sbrigarsi.
"Si hai ragione, presto andiamo!!"

Dall'alto del cielo notturno il pilota dell'aereo della polizia notò qualcosa muoversi tra i cespugli e gli alberi. Qualcosa di grosso sicuramente e non molto attento a non fare baccano. Subito puntò i riflettori sulla zona e riconobbe il ragazzo avvistato. Con lui c’era pure una creature rossiccia, quindi anche il rapitore "Ho avvistato Hestric e l’umano dirigersi a ore nove nel bosco!”
“Ci pensiamo, noi, tu continua ad illuminarli!" ordinò un altro agente.
Ash smorzò un sorriso e incitò Pikachu a continuare “Addentriamoci più in profondità! Facciamo perdere loro tempo, ormai ci hanno visti!”
“Pi!”

Il gruppo di Serena invece era con la signora Clarissa, ancora infuriata per quello che era successo… ma soprattutto spazientita nel non aver ancora rivisto la figliastra. "Quando troveranno quella canaglia giuro che rimpiangerà il momento in cui  è nato!” 
"Ma è un Pokémon! Non avrebbe motivo per rapire una bambina..." provò a ricordargli la performer. 
"Sono preoccupata! Lei non può reggere tutto questo! La polizia ci sta mettendo troppo! Ho delle responsabilità e se le succede qualcosa io…” Una chiamata interruppe quel discorso. 
"Capisco..." disse l'agente Jenny "Ci dirigiamo sul posto! Stanatelo!!" poi si rivolse a tutti "L'hanno trovato! Stanno provando a metterlo in trappola!" 
"Ma... dove è Ash? Non avranno rapito anche lui!?" chiese Serena, preoccupata per il fato del suo allenatore preferito. Sapeva bene che Ash era troppo forte per rapire o altro, ma non poteva lo stesso nn essere in pena, visto che non rispondeva al pokédex.
"Non credo che Ash sia tipo da farsi rapire facilmente” replicò Lidia preoccupata quanto lei, ma sempre scettica sull’idea. 
I loro pensieri furono smentiti dall'agente Jenny "Ho appena ricevuto un aggiornamento, a quanto pare hanno appena individuato una terza persona..." 
"A-Ash!?" chiesero conferma loro.
"Non abbiamo certezza che sia lui, ma se non è tornato indietro probabilmente è così. Il problema è che sempre essere complice del rapitore!”
“COSA!?”
“Sta fuggendo con loro, non vedo perché dovrebbe farlo se non perché è coinvolto. A questo punto siamo costretta a cercarlo” concluse procedendo con gli altri verso l’auto di pattuglia per partire alla ricerca.

Arrivarono ai piedi del lago, il terreno era più soffice e sabbioso, segno che il loro percorso per ora finiva, ma solo per quanto riguardava il tragitto a piedi. 
"Sei stanco? Vuoi riposare?" gli chiese Emilia. 
Il riccio fece cenno di no, voleva a tutti costi compiere quella missione che si era affidato e non poteva permettersi il fallimento. Altrimenti Ash si sarebbe fatto arrestare per niente
La bambina guardò la sua guida che aveva appena fatto cenno a dei Pokémon acquatici di raggiungerlo "Hestric, stai rischiando tutto solo per me. Hai una vita davanti e tu limiti la tua libertà per farmi questo favore, perché lo fai?” il riccio non rispose troppo impegnato a sbracciarsi "Stai rinunciando alla tua voglia di viaggiare, di conoscere nuovi posti… perché non vai con un allenatore? Ti potrebbe portare a visitare il mondo!"
"Hes..." scosse la testa contrario. Era vero che era un suo desiderio quello di viaggiare ma non l'avrebbe fatto, non adesso che c'era una persona che meritava più di lui di vedere le meraviglie che offriva il mondo sconfinato fuori dalla finestra di una camera. 
...
Ash non era stato altrettanto fortunato, dopo un’ora di fuga era stato completamente circondato da 3 auto di pattuglia e due elicotteri. "Siete in trappola. Hestric consegna i due ostaggi e non dovremo passare alle maniere forti!"
Purtroppo per loro non c’era altro modo se non lottare e guadagnare altro tempo. Finché potevano farlo, lo avrebbero fatto. Scambiò uno sguardo con Pikachu e gli diede il permesso di rivelarsi "Non senza una lotta prima!" gridò Ash serrando un pugnò e puntando il dito contro i poliziotti. 
Pikachu si diede una poderosa scrollata, emettendo un Fulmine potente e alto nel cielo, per intimidire tutti e liberarsi del travestimento “PIKAAAACHUUUUUU!!!!”
I poliziotti rimasero molto sorpresi, ma non abbastanza da tirarsi indietro. Sganciarono i rispettivi Pokémon poliziotti dalle sfere. Ash aveva di fronte non uno, ma sei avversari. Pikachu di sicuro era in grado di sconfiggerli, ma purtroppo la vittoria non era l’obbiettivo ma prendere tempo, cosa già più faticosa.
"Twee twee!" in suo soccorso arrivò Tweeny, che si precipitò sul campo di battaglia per aiutare il suo allenatore. Quando arrivò e si depositò sul suo braccio Ash notò la borsa che aveva attorno alla vita. La prese e poi gli diede una spinta per farlo tornare in aria "Vai! Trova Emilia ed Hestric! Devi dire loro che non resisteremo a lungo!”
“TWeee!!!” Annuì lui sparendo nel cielo scuro della notte.
Ash frugò nella borsa, trovandovi una pokéball, probabilmente di Leafala e il suo pokédex. Serena doveva averci pensato quando aveva mandato Tweeny a cercarli “Serena sei fantastica…”
Alzò lo sguardo sui Pokémon che trovava davanti, notandoli tutti stranissimi. Doveva dire che alcuni erano familiari, altri per nulla. "Allora, vediamo che Pokémon siete" alzò il dispositivo fin davanti ai rivali. I primi due erano simili a dei Voltorb ma ricordavano delle bombe:
"Voltorb Forma Forsia: Pokémon pallabomba. La continua passione per le esplosioni ha generato un mutamento nel suo codice genetico tale da aumentare e adattare la sua forma per un tipo di esplosione più detonante e concentrata. Infatti è appurato che l'esplosione di un Voltorb forsiano è più potente di quelle di un Voltorb comune"
Quello successivo era assomigliante ad un Mankey, ma aveva il pelo rizzato e un'aria allegra: 
"Mankey Forsiano: Pokémon statiscimmia. Si dice che questi Pokémon siano nati quando due Mankey sfregandosi per sbaglio si siano riempiti di carica elettrostatica. A differenza delle controparti classiche non tendono ad essere aggressivi e scorbutici perché la carica elettrostatica gli inibisce i nervi della rabbia"
Poi fu il turno di due animaletti mai visti, simili a marmotte ma fatte completamente di terra e rocce. Ispezionò prima quello più piccolo:
"Rodeet: Pokémon Marmotterra. Vive nelle praterie montane in gruppi di almeno 20 esemplari, ad altezze elevate. Quando un predatore si avvicina un Rodeet sentinella va subito ad avvisare i compagni di branco in modo tale da nascondersi tutte insieme, lasciando il campo ad uno Sciurear incaricato di proteggerle."
Passò poi a quello più grosso:
"Sciurear: Pokemon Patromarmotta; è l'evoluzione di Rodeet. In ogni branco di Rodeet vi è sempre uno Sciurear adibito a proteggere i suoi compagni. Le sue zampe rilasciano una particolare secrezione odorosa che tende a irrigidire i nervi del predatore che attacca il suo gruppo"
Infine analizzò l'ultimo, sembrava una trottola giocattolo.
"Rotarin: Pokémon Trottola. Gira sempre su se stesso generando energia elettrica. Studi dimostrano che se un Rotarin gira in senso orario significa che è di buon umore ed è in piena salute. Se gira in sento antiorario invece vuol dire che o è malato o che è di pessimo umore"
"Beh sarà interessante! Leafala ho bisogno di te!” Lo chiamò fuori. Il koala sembrò subito carico a sferrare pugni, ma di certo la sua sicurezza venne meno quando si trovò a fronteggiare le forze dell’ordine. Ash lo rassicurò e gli fece segno di non andarci troppo forte “Pronti ragazzi!? È ora della lotta!" poi si rivolse ai poliziotti "Scusate per il casino, ma vi assicuro tutto si sistemerà!"
"Quel ragazzino si prende gioco di noi?" Si rivolse uno degli agenti al suo collega, il quale rispose facendo le spallucce.
"Ci stiamo facendo abbindolare, attaccate!" Ordinò il capogruppo mandando i Pokémon in avanti per attaccare Pikachu e Leafala
"A quanto pare non abbiamo altra scelta..." sospirò l'allenatore dandosi una grattata. Era nei guai fino al collo, anche se la coscienza l'aveva a posto; non aveva fatto nulla di illegale o grave.
...
"Qui agente Jenny... COME!? Avete seguito una falsa pista e qualcuno vi sta bloccando la strada!?" rimase di stucco la poliziotta, mentre pilotava la sua auto pattuglia in mezzo alla sentiero nella foresta.
"Una falsa pista?" chiese preoccupato Brock.
“A quanto pare il rapitore aveva un complice! Un ragazzo con un Pikachu sta cercando di contrastare la mia squadra in una lotta Pokémon!”
“ASH!?” i tre amici esclamarono, consapevoli che era per forza lui. Questo li aveva sconvolti, lui non era un criminale! Non avrebbe mai fatto una cosa del genere, doveva esserci qualche errore. 

Intanto i due fuggitivi si trovavano sul dorso degli amici acquatici incontrati, i quali li stavano aiutando ad attraversare il lago e arrivare alla scogliera simile ad un’isola. Si reggeva alta ed era quasi illuminata dalla luna, non ancora sorta abbastanza da lanciare i suoi raggi in quella zona. Avevano ancora tempo.
Era decisamente tutto più tranquillo e gli elicotteri sembravano ancora in volo sul perimetro della foresta, non immaginando che fossero sullo specchio d'acqua, troppo scuro per trovarli a quell'orario. 
"Hestric, sei sicuro che non vuoi un allenatore?" 
Il riccio si girò verso di lei, perché ancora quella domanda? Per ora lui non si sentiva pronto di stare con allenatori qualunque. Certo con lei ci sarebbe stato, era tosta per essere invalida alle gambe e a lui piacevano i pericoli e le situazioni complicate.
Emilia si appoggiò al riccio con la testa, sentendo il calore della sua pelle "Io vorrei farti stare con me ma... non servirebbe a nulla e la matrigna non mi lascerebbe. Però Ash sembra in gamba! Lui non è come gli altri!" Consigliò lei.
Tuttavia Hestric fece una smorfia. Non che non gli piacesse anzi era un allenatore in gamba, gli andava di buon grado, ma preferiva la compagnia di Emilia e stare in zona. Inoltre correre dove voleva e fermarsi da lei gli piaceva. "Ric"
"Sai, lui e i suoi amici sono diversi, non mi guardano mai con ribrezzo negli occhi, non mi trattano in modo troppo diverso e la pena nei loro occhi non è quella negativa. Sono così gentili, mi sono divertita di più con loro e con te che in tutti i miei anni di vita"
"Ric hes hes hestric restric" non doveva per forza essere l'ultima volta. Si, una lavata di capo era inevitabile ma di certo non sarebbe stata la fine del mondo. L'avrebbe seguita ovunque sarebbe andata. Sarebbe stato le sue gambe, anche tutta la vita.
Lei gli rispose con un sorriso triste, illuminato dallo sfondo della luna nel cielo e le stelle.
Vi fu un po' di silenzio tra i due "Come pensi se la stia cavando Ash? Sarà in grossi guai?"
"Riccric" le fece segno con la zampa di non preoccuparsi. Ora contava solo arrivare alla meta e a quanto pare mancava poco. Richiamò la sua attenzione e indicò la destinazione finale. Ormai erano quasi arrivati alla sponda dove si sarebbero dovuti fermare e una volta arrivati in cima sarebbe stato il momento di vedere lo spettacolo.
"Wow! Ci siamo! Non vedo l'ora di vedere i fiori lunari! Chissà se davvero ci sono i Pokémon che escono solo alla luna crescente!" 
Hestric la tenne ferma per non farla cadere in acqua, quella ragazzina a volte era piena di energia, ma era come se dentro ne fosse scarica. 
"Ci siamo, ci siamo!" 
"Hes!"
...
Nel bosco era passato più tempo del previsto e Ash aveva la situazione sotto controllo... più o meno.
I suoi Pokémon erano stanchi e opporre resistenza sarebbe stato impossibile e sconveniente. A minuti sarebbero ceduti, l'unica scelta era arrendersi e spiegare la situazione. Aveva guadagnato più tempo possibile per Hestric ed Emilia, a questo punto sperava che i due fossero giusti a destinazione.
"Uhm.. mi sono divertito in questa lotta, ma che ne dite se la chiudiamo qui e vi spiego cosa è successo?" Si arrese lui con grattandosi la guancia nervoso. Era esausto, sarebbe crollato a dormire anche su una roccia.
"Ti arrendi!?"
"Beh cerchiamo di far la pace?"
"Mani in alto furfante!" Lo minacciarono.
Ash roteò gli occhi "Non sono armato... e poi se mi lasciaste spiegare capireste"
"Qualunque sia la ragione, siamo pagati per portare a termine i nostri lavori, quindi la ragazzina deve tornare a casa con noi. Dicci dove è!"
Ash a dire il vero non lo sapeva, nemmeno volendo dirlo avrebbe potuto rispondere "Uh... boh?"
"COME BOH!?"
"Non lo so... dovevo solo intrattenervi. E anche se lo sapessi non parlerei"
Gli agenti si scambiarono delle occhiate e annuirono "Davanti al capo parlerai... vieni con noi"
...
In autopattuglia il cuore di Serena palpitava, reggeva le mani al petto come per impedirgli di caderle sul sedile dell’auto.  Ash complice di un reato!? No, sapeva che c'era qualcosa sotto, cosi come per il medico originario di Plumbeopoli e la ex capopalestra di Collinopoli ne erano convinti. 
"Ricevuto... arrivo sul posto" chiuse la comunicazione l'agente Jenny "Hanno preso il vostro amico. Ci stanno aspettando affinché possiamo interrogarlo come si deve” 
Il cuore di Serena tremò ancora più forte, non avrebbe potuto vedere Ash con la divisa da carcerato e dietro le sbarre. Lui era un ragazzo davvero fantastico, talmente puro di cuore e di animo che non c’era la possibilità che facesse qualcosa di sbagliato. Aveva sempre lottato contro ogni male e ingiustizia, quindi che fosse davvero complice di un reato così grave non era semplicemente concepibile. 
Una volta sul posto gli agenti di polizia fecero spazio alla poliziotta più esperta la quale camminava con sicurezza, seguita dagli amici del sospettato. 
Il ragazzo era seduto su una roccia, aspettando il loro arrivo. Era circondato di agenti come se fosse un individuo estremamente pericoloso. Quando sentì una voce chiamarlo alzò il capo. "Ash!" gridarono Serena, Brock e Lidia cercando di andare da lui.
"S-Sono una detective! Ho il diritto di…!" provò a farsi largo Lidia. 
"Non sei autorizzata per questa indagine” la bloccarono alcuni agenti, così facendo pure con Serena e Brock. 
“Allora sono il suo avvocato!”
“Non è ancora sotto fase di arresto e non ne ha richiesto uno”
“Il sospettato è mio amico e so cosa è meglio per lui, inoltre se gli fate domande devo essere presente!” Insistette Lidia.
“Tante grazie eh?" rispose da lontano Ash, sentendosi ritenuto un sospetto persino dai suoi amici "Non ho bisogno di un avvocato!"
La signora Clarissa era la persona più incandescente di tutti, la quale si avvicinò pericolosamente puntando il dito sul ragazzo "TUUUU!!! Dimmi dov'è mia figlia!" gridò con chiara minaccia nel suo tono di voce. 
"Giuro che non lo so!" ribatté a tono alto l'allenatore, cercando di difendersi "Dovevo solo prendere tempo!"
L'agente Jenny dovette calmare gli animi di tutti. "Basta! Basta! Ora ci penso io!" Si fece largo tra i colleghi e iniziò a interrogare il ragazzo. "Allora, Ash… dico bene? I miei colleghi mi hanno riferito che li hai bloccati durante le ricerche. Sai benissimo che tecnicamente questa è ostruzione alla legge, intralcio alla giustizia… ed è considerato un reato e dunque punibile dalla legge" 
"Lo so benissimo agente Jenny" fu la risposta pronta del ragazzo. In effetti se non fosse stato inevitabile non sarebbe caduto nel braccio delle forze dell’ordine e di rischiare l’arresto.
"E allora perché? Come mai hai fatto una cosa del genere e perché non ci vuoi aiutare?" 
"So solo che dovevo prendere tempo, non so dove sia Emilia!" 
"Prendere tempo? Per cosa? Eri per caso sotto minaccia di Hestric?" chiese ancora la poliziotta con un tono più preoccupato. 
"Come lo conoscete?” chiese lui un po' stupito che sapessero chi era il rapitore.
Jenny sospirò “Ha fatto altri danni e le descrizioni corrispondo a lui. Comunque faccio io le domande e se non ti spiace rispondi alla mia”
“No, non ero sotto minacce” ribatté semplicemente lui, rendendo chiara la risposta. 
Jessy scosse la testa confusa "E allora perché? Cosa volete? Soldi?”
“Ma va! Non ci interessa quella roba… stanno solo facendo una gita”
“Una… gita? Spiegati meglio”
Questa volta Ash rimase muto come un pesce. Lidia, Brock e Serena erano visivamente preoccupati di fronte al suo silenzio. Questa volta non aveva negato o difeso se stesso, quindi sapeva tutto. Era chiaro che non voleva collaborare di proposito, o aveva un buon motivo per farlo.
"Ash... se hai un motivo ti prego dillo..." disse con un filo di voce Serena tenendo le mani giunte e incrociando il suo sguardo ostinato. Per un attimo lui rimase esitante nello scrutare negli occhi angosciati dell’amica, ma purtroppo non poteva ascoltare nemmeno lei.

Emilia ed Hestric arrivarono in cima alla rupe, lo spettacolo che si ritrovarono davanti agli occhi fu fantastico. C’erano un sacco di piccoli fiori chiusi, un campo sospeso nel vuoto tipo. L’erba era fresca e confortevole e si respirava un profumo davvero delicato. 
Hestric la posò su essa, lasciandole sentire almeno dalla schiena in su la sensazione. Inizialmente Emilia ebe un brivido, poi ben presto passò come un’ondata di vento fece muovere i fiori, sembravano prepararsi a danzare “E’ un posto stupendo! Non vedo l’ora di sapere se la leggenda è vera!”
“Hes Hes Hes tric” annuì lui, con fare sicuro. Anche lui ci sperava, dopotutto erano arrivati fin lì.
La luna si alzò sempre di più, mostrando il suo riflesso sullo specchio del lago, la sua luce iniziò a colpire i bordi dell’altura, segnando il momento che stava per giungere.
Pian piano la luce bianca cominciò ad illuminare l’erba, per poi passare ai fiori e al resto del territorio sospeso sulla fonte di acqua. Si stava espandendo completamente intorno a quella zona, rendendo molto più visibile il colore dei fiori azzurrini.
Il sorriso si manifesto sul volto di Emilia “Sta per accadere! Hestric, questo è il momento più bello della mia vita!” 
Attesero, continuarono ad aspettare, ma anche quando la luna fu nella giusta posizione ed ebbe illuminato tutto il campo, non successe nulla. I fiori rimasero chiusi, il vento era l’unica presenza oltre a loro. Nessun Pokémon era uscito a giocare e adorare la luna. Era stata una grossa delusione.
Il riccio sbatté sul terreno un pugno con rancore, dopo tutta quella fatica niente era servito. Stupida leggenda, aveva illuso la ragazzina. Era riuscito a rovinarle il suo unico sogno e l’ultima occasione di vedere uno spettacolo così nella vita.
“Non prendertela Hestric, può accadere. E’ stato comunque fantastico” Provò a consolarlo con un lieve sorriso. Non era delusa, era riuscita a sfuggire alla sua vita monotona e avere un’avventura emozionante. Avevano avuto contatto con la natura, nuovi Pokémon e aveva provato degli attimi di libertà. Era lo stesso un desiderio realizzato.
Improvvisamente la luce divenne più forte, attirando la loro attenzione, fu in quel momento che un piccolo fiore si aprì, facendoli sorprendere.
Prima uno, poi due, tre… andarono avanti ad aprirsi come ad effetto domino. I germogli azzurri si stavano tingendo di riflessi azzurri e blu, l’interno di quei petali era stupendo, così brillante. Le particelle che emanavano era bianche come il latte e fuoriuscivano come una tempesta di brillanti e lucciole. I fiori si muovevano come in una danza, motivati dal vento e facendo rotazioni circolari. 
A quel punto uno ad uno sbucarono dei Cleffa, Clefairy e Clefable, che canticchiavano la loro melodia e si muovevano come in una coreografia. Alcuni Butterfree svolazzavano attorno alla figura della luna facendo da sfondo al cielo stellato. Tutto si sposava assieme magnificamente.
Divenne come un concerto animato, il più bello di tutti, così maestoso e mozzafiato. Si sentivano cullati dall’atmosfera che si respirava, sembrava non finire più. Alcuni petali si staccarono, finendo per volare nel cielo come se fossero uno stormo, tutti ammucchiati. Una manciata finì per cadere e posarsi tra i capelli di Emilia, sparsi come volevano. 
Hestric staccò uno dei fiori, prendendolo per il gambo e lo diede alla ragazzina, per completare l’opera. “RIRIRC!”
Lei ringraziò e accettò il piccolo dono, mettendolo tra i capelli, assemblandolo alla composizione floreale. “Sto bene?”  
Lui la rassicurò ed entrambi tornarono a guardare la scena, fino a che la luce aumentò leggermente.
Tutto si fermò, i Pokémon, i fiori… rimase solo il vento. Le creature farfallose andarono a posarsi tra l’erba e rimasero ad osservare il punto più alto e sporgente della scogliera. Due rocce parevano costruire un altare e altre più piccole lo terminavano. 
L’aura lunare venne assorbita stranamente da quelle rocce che la cominciarono a riflettere illuminandosi. Tutto veniva concentrato in quella zona circondata dalle rocce, sul punto più alto. Si stava formando come una sfera o una strana concentrazione luminosa e magica. 
Emilia provò a guardare anche se sembrava inizialmente fastidiosa da percepire con gli occhi. Insistette e pian piano il fastidio sparì, la sua vista divenne quasi più chiara e poté intravedere un corpicino sull’ “altare”. Tutti erano girati, coprendosi gli occhi, ma lei era sicura che qualcosa c’era. Non era un’illusione o una visione, c’era davvero una presenza. 
Rimase ferma ad osservare, finché per lei non fu tutto sparito. La luce sembrava svanita, eppure tutti ancora erano voltati, intenti a proteggersi gli occhi. Voltò la testa di nuovo nell’aera misteriosa e vi trovò ora una creatura, sì illuminata dalla luna, ma solo da lievi raggi. Era chiaramente visibile, presente. 
Era azzurrina e bianca, sulla sua enorme e soffice coda si ergevano tante gemme verdi, simili a degli smeraldi. Aveva delle grosse orecchie, e un musetto tenero, con degli occhioni davvero grandi e profondi. Il corpo non era grande in confronto alla coda. Anzi era proprio piccolo come Pokémon in sé. 
“Crilllilillilil!!” Emise guardandola. Sembrava l’unica a vedere attraverso la luce, a scorgere quell’animaletto magico. Forse era davvero così.
Aveva un non so che di mistico. 
Emilia spalancò gli occhi, quando alle sue orecchie si ripeté quel verso, ma tradotto nella sua lingua:
“Che il dono della più vera felicità tu possa vivere”
Era stato chiaramente detto in lingua Pokémon, ma il suo cervello per qualche motivo era riuscito a capire tutto completamente. Era spettacolare quello che stava accadendo.
I fiori cominciarono a danzare di nuovo e i petali si staccarono fino a raggiungere l’area luminosa e volteggiando in cerchio cominciarono a circondare il Pokémon misterioso. 
Continuarono fino a diventare talmente tanti che fu impossibile continuare a scorgere la creaturina. Quando vennero spazzati via dal vento, il posto era vuoto. Non c’era più nessun Pokémon o traccia. Solo una lieve luce lunare, tanto leggera e debole. 
Tutti tolsero le mani dagli occhi e tornarono a guardare. Emilia era rimasta ferma, senza distogliere lo sguardo, incapace di capire tutto ciò. Era davvero l’unica ad aver visto tutto. I fiori ormai non avevano più i loro petali e solo i gambi si muovevano trasportati dal vento altrettanto debole. I Pokémon selvatici sorridevano anche se abbastanza confusi quanto la ragazzina e il riccio.
L’unico fiore ancora intatto era quello tra i capelli di Emilia. "Grazie Hestric!" sorrise guardando il compagno con gli occhi lucidi e brillanti, ancora emozionata “Ho assistito a qualcosa di spettacolare, incredibile, sensazionale!”
"Stri…" oltre alla danza di fiori non sapeva bene cosa avesse visto Emilia, ma era felice per lei e anche con se stesso per aver mantenuto la promessa. Era ora di tornare.  
"Twee Twee!" li richiamò sull’attenti un cinguettio. 
"Un Tweeny? In piena notte?" domandò lei vedendo il canarino arrivare verso di loro, atterrando sul terreno umido. Lo riconobbe subito, era quello del suo amico allenatore, lo aveva visto oggi dopotutto. “Sei il Tweeny di Ash!”
"Twe Wen wen!" provò subito a spiegare lui non appena arrivò alle sue gambe. Muoveva le ali agitato, ma lei non comprendeva cosa volesse dirle.
"Io purtroppo non sono brava a capirti..." ammise grattandosi un po' la testa. 
Hestric però aveva capito tutto e la cosa non gli piacque affatto. "Hes Hes!" gridò mettendosi pronto a scattare e prenderla in braccio.
Lei subito capì che qualcosa non andava e nonostante il dubbio si lasciò sollevare tra le zampe del riccio "Che c'è Hestric? Hai capito cosa ti ha detto?"
Il riccio chiese l'aiuto all'uccellino per mimare visivamente il messaggio. Solo quando esageratamente mitò un arresto con le manette Emilia capi. "Ash è nei guai!? È stato preso!?"
I due Pokémon annuirono, non era esattamente certo, ma a quest’ora doveva essere già finita la lotta e da un bel pezzo. "Allora dobbiamo aiutarlo! Ha fatto cosi tanto per noi! Facci strada!"

“Ok, niente manette perché sembri innocuo sotto quel punto di vista, però è ora di andare in commissariato. I miei agenti continueranno a cercare” dichiarò lei ormai presa la decisione “Ash… uhm… cognome?”
“Ketchum”
“Ok… Ash Ketchum ti dichiaro in…”
“FERMI!”
Una fiammata distolse l'attenzione di tutti, accompagnata dal grido disperato che fece allarmare i poliziotti. Hestric si fermò davanti a tutti e appoggiò la ragazzina scomparsa un una piccola sporgenza per sedersi. Le sue spine emanavano ancora calore e fiammelle, vista la velocità estrema con cui si erano precipitati lì. 
“Emilia!" la sua matrigna si precipitò su di lei, abbracciandola strettamente “La tua sedia a rotelle! E Come mai sei così fresca?! Che hai fatto? Dove sei…”
"M-Mi soffochi!" fu l’unica risposta ad arrivare da lei.
"Allora sei tu che l'hai rapita!" si precipitò sul colpevole Clarissa, con la voglia di strozzarlo.
"N-No lui non c'entra niente!" prontamente lo difese Emilia. 
La donna si voltò contrariata "Come non c'entra niente? Ti ha portato via! Ti ha messo in guai seri!" 
"Mi ha fatto un favore, ha solo soddisfatto la mia richiesta!" controbatté la bambina, sconvolgendo tutti tranne Ash ed Hestric. 
"G-Glielo hai chiesto tu!?" si sorprese l'adulta, dentro provava un grande shock ma anche delusione e incredulità. Non voleva accettarlo.
"Si. Hestric non c’entra nulla, o almeno si è limitato a darmi una mano per fare una gita in un bel posto che volevo visitare. Ha messo a rischio la sua voglia di vivere solo per donarmi un momento in cui anche io potessi per una volta assaporare il gusto dell'avventura, che lui voleva a tutti costi farmi conoscere..." 
"Che razza di spiegazioni sono!? Non capisci quanta imprudenza hai mostrato!?”  Sbraitò la signora Rottenmeier con il viso corrugato dalla rabbia e la frustrazione.
“Non potevi chiedere semplicemente di portarti lì?” Domandò l’agente Jenny.
Emilia scosse la testa subito e quando riaprì gli occhi si lesse tutta la sua pena e dolore “NO! E tutto perché mi segregavi in casa! Non ne potevo più di tutte quelle tue regole sulla sicurezza e sul tenermi al chiuso come se fossi solo un oggetto! Ho dei sentimenti e anche se so che non sono come gli altri ragazzi, volevo solo assaporare un briciolo di libertà! Sentire sulla pelle il vento che si respira quando ci si sente nella gioia più pura e vedere qualcosa che forse mai vedrò nella vita!”
Tutti rimasero in silenzio udendo quelle parole, tremendamente colpiti. Anche Ash, che sapeva gran parte di ciò era visibilmente dispiaciuto e provato.
“Mi opprimevi e mi sentivo in gabbia come un Tweeny...” Subito si girò verso l’uccellino e si scusò “Senza offesa piccolo” Tweeny fece un gesto con l'ala, confermando che era tutto ok. "Hestric veniva spesso a trovarmi per vedere come stavo ed era l’unico che aveva capito e ha provato a fare qualcosa per me! Che senso ha vivere così!? A questo punto era meglio non nascere addirittura!”
Un altro colpo assestato al cuore della matrigna, la quale si sentì davvero distrutta di fronte a quellee parole strazianti.
“Per un attimo sono stata contenta! Avrei potuto tentare lo stesso di essere felice e tu sai perché lo voglio fare. Ma invece hai insistito per tenermi bloccata e mi hai solo resa più inutile di quanto non lo fossi e triste più che mai. Ho sprecato tanto tempo, quando la vita per tutti è un rischio continuo! Si vive per vivere! Perché non ho potuto vivere anche io per un po'!?” la sua voce era segnata dal dolore e le lacrime scendevano lungo le guance.
Gran parte dei presenti non capì il significato di quelle ultime frasi, ma non si intromisero. “Mi scuso con tutti voi per aver generato questo pandemonio. A voi agenti per essere stati scomodati così, ad Hestric che ha rischiato tutto per aiutarmi, a te matrigna che ti sei preoccupata per me… e ad Ash. Tu ai rischiato la tua vita intera per permettermi di essere contenta per un attimo e regalarmi la cosa più bella della mia vita. Grazie!” 
Ash si limitò ad abbassare e rialzare il capo, inarcando le labbra. Non era stato nulla di che, o almeno lo poteva dire ora. Almeno ne era valsa la pena.
"Quindi... nessun rapimento?" Chiese Serena, sperando che Ash uscisse dai guai.
"No, nessun rapimento. Ash ha solo deciso di permetterci di andare a vedere un bel posto per poi tornare!" Guardò il ragazzo, circondato come se fosse un pericoloso criminale "Lui voleva solo rendermi felice"
"...Beh è sempre intralcio alla giustizia, ma visto che non è un vero reato..." fece cenno ai suoi colleghi di lasciarlo respirare un po', ormai era scagionato.
Lui espirò e corse verso i suoi amici, venendo subito abbracciato da Serena "Sapevo che non avevi fatto nulla!"
"Beh se pensassi il contrario sarei offeso" ridacchiò ricambiando il gesto. 
"In ogni caso... Hestric non può passarla liscia. È entrato in una proprietà privata e ha portato via una ragazzina senza il consenso della sua tutrice"
"Si ma..." provò a controbattere Emilia.
"Inoltre non è il primo caso in cui è stato denunciato qualche danno per colpa sua, involontario o meno ha creato tanti danni facendo lo scavezzacollo. Il nostro capitano ha capito che stavolta era ancora colpa sua. Vuole prendere provvedimenti, non possiamo chiudere un occhio.
Emilia abbracciò istintivamente Hestric, con fare protettivo di una mamma "In che modo?"
Jenny si morse il labbro inferiore "Catturandolo... oppure spostandolo in una riserva dove farebbe meno danni"
Emilia e il gruppo di ragazzi rimasero scioccati, era necessario?
La ragazzina sapeva benissimo che Hestric non avrebbe mai sopportato una vita del genere, avrebbe sofferto moltissimo, non sarebbe riuscito a fare le cose che più amava. La sua vita comprendeva la velocità e la libertà, vivere senza sarebbe stato come ucciderlo. Lui era l'unico che le aveva dato un pezzo di sé, aveva permesso la realizzazione di un piccolo desiderio. Non poteva vivere in una gabbia, simile a quella in cui lei stessa era stata condannata a vivere.
Era stato breve, ma aveva vissuto per davvero quelle poche ore. Aveva potuto fare un assaggio di una vita che avrebbe solo potuto sognare e mai realizzare. Non sarebbe diventata allenatrice, non avrebbe visto luoghi nuovi, conosciuto nuovi amici e trovato uno scopo nella vita. Eppure le era stato concesso di respirare la vera libertà per una sola e ultima volta. Non sarebbe mai stata come gli altri, ma non aveva tempo di rimpiangere ciò che non aveva fatto e mai avrebbe provato nella vita. I giorni che non avrebbe visto... quella notte era stata la più bella, la più pura e gioiosa anche se breve.
Troppo poco... anche il tempo per loro due.
"Risolverebbe qualcosa che lo facessi restare da noi?" La voce della signora Rottenmeier fece capolino e sconvolse tutti i presenti. Così strana, impossibile eppure era arrivata questa proposta. Un cuore lo aveva davvero.
La poliziotta ci pensò un attimo, la sua espressione pareva dare buone speranze. Tenerlo nella villa avrebbe impedito danni per tutti e sarebbe rimasto con la sua amica. Nessuno sapeva perché l'avesse proposto, ma era così.
Però la risposta più inaspettata della domanda precedette Jenny.
"No" 
Fu Emilia a parlare.
"N-No!?" Tutti esclamarono ripetendo la decisione della bambina. Una cosa strana dopo l'altra.
Hestric spalancò la bocca e gli occhi esterrefatto. Non capiva davvero perché lo volesse lasciare così indietro.
Lui corse di fronte all'amica, con il consenso dell'agente che disse ai colleghi di lasciarlo libero di agire. "HES! RIC!"
"Hestric... io vorrei tenerti con me, credimi. Tuttavia non è giusto" le sue parole erano vere, le lacrime agli occhi lo dimostravano. Avrebbe tanto voluto dire di si, rendere vero quel momento... ma non poteva essere tanto egoista "Sarebbe una vita in gabbia lo stesso, quindi una che non è tua. Non voglio privarti della libertà che tanto ami, della voglia di dimostrare te stesso. Soffriresti anche con la mia presenza"
Lui non voleva crederci, era sua amica, per lei era pronto a tutto. Per la felicità di entrambi, lui davvero voleva stare con lei, credeva di esserne in grado.
Cominciò un brusio generale, di tutti i presenti, compreso Hestric che continuava a parlare alla malata con la testa bassa.
"Io non diventerò MAI allenatrice!!" gridò zittendo tutti e alzando il capo con risentimento. Provava un estremo dolore a pronunciare quelle parole, cercando di enfatizzare quanto il destino era stato crudele. Perché non poteva guarire? Provare almeno a lottare? Perché il destino era stato deciso per lei? 
"Hestric..." mormorò il riccio prendendole le mani tra le zampe.
"Ascolta..." lo obbligò a non parlare e  aprire bene le orecchie "C'è solo una soluzione per renderti felice e tenerti al sicuro..."
"..."
"Vai con Ash"
"COSA!?" tutti, in particolare Ash urlarono per la sorpresa. Il diretto interessato era il più confuso.
"HESTRIC! STRIC!?" 
"Hestric, l'unico modo per permetterti di vivere una vita piena di avventure e allo stesso tempo evitare di combinare guai, è andare con lui. È un allenatore, lotta in palestra e viaggia per il mondo in compagnia. Questo è l'ideale per te! Potresti vedere luoghi nuovi, diventare un lottatore e sfogare tutta la tua energia! Inoltre avresti qualcuno che ti vuole bene" guardò Ash e poi Jenny "E ti terrebbe d'occhio"
Ash fece qualche passo verso i due, a lui andava bene questa soluzione. Avere un nuovo compagno sarebbe stato fantastico e lo sarebbe stato anche aiutare Emilia e Hestric. Era il minimo che poteva fare. Chiese il permesso con lo sguardo alla poliziotta, la quale chiuse gli occhi e piegò appena la testa dando la conferma che era la soluzione migliore.
Hestric però non sembrava dell'idea. Perché doveva seguire lui invece di Emilia? Perché doveva rinunciare a passare il tempo con lei e darle speranza e gioia? Avrebbero potuto fare qualche scappatina una volta ogni tanto e...
"Hestric ti prego..." gli prese la testolina e l'avvicinò alla sua, guardandolo dritto negli occhi per fargli capire cosa stava provando e perché tutto il resto non era possibile "Tu devi trovare uno scopo per entrambi. Trovane uno per me, conosci tanti amici al mio posto, costruisciti una famiglia, realizza i tuoi sogni e vivi... respira ogni particella d'aria come se la respirassi con te, cammina come se potessi fare un passo impossibile e fallo per me... guarda il mondo e fallo... con gli occhi di entrambi..."
Gli occhi color arancione si erano agganciati a quelli smeraldo, come se ci fosse un legame tra loro. Qualcosa che viaggiava solo tra loro, nel silenzio più totale. Lo percepiva in quello sguardo, non capiva molte cose, ma poteva comprendere che quelle richieste erano disperate. Lei voleva a tutti i costi che lui lo facesse. Che fosse qualcosa da permettergli una vita felice e di viverla per lei. 
Come un lieve soffio di vento lei lo abbracciò mormorando parole solo a loro percepibili "Realizza questo.... ultimo desiderio" 
Anche se fossero stati assieme sarebbero finiti in una gabbia e uno dei due uccellini se ne sarebbe andato sempre nel medesimo luogo. Il poco tempo assieme, per loro sarebbe stato troppo breve e doloroso. Emilia voleva solo essere generosa e riconoscente invece che far soffrire entrambi e far assistere a qualcosa di tremendo al suo migliore amico. Non era il modo per ringraziarlo e anche se non poteva capirlo, quegli occhi lo pregavano di accettare. 
"Ric..." annuì lui, cedendo e accettando. Per lui era il meglio ma lo era davvero anche per Emilia? Il cuore gli impose di dire di sì.
"Grazie..." gli diede un bacino leggero, facendolo arrossire per l'imbarazzo. 
Ash tirò fuori una sfera poké e si avvicinò ad Hestric, mettendosi vicino ad Emilia "Ascolta... so che è dura ma, credo possa funzionare se lo vuoi" 
Hestric ancora annuì, di sicuro poteva andare peggio. L'allenatore passò la pokéball alla giovane, la quale lo guardo un pò confusa. Lui rispose "Fallo tu, almeno saprai cosa si prova"
Il riccio guardò un'ultima volta la sua migliore amica, avrebbe tanto voluto che quando fosse uscito da quella sfera avrebbe trovato lei di fronte, ma per qualche motivo nemmeno l'immagine di Ash stonava tanto. 
"Ti voglio bene Hestric" sorrise un'ultima volta, posando la sfera sul capo del riccio, vedendo il suo sguardo sparire insieme a lui nel fascio di luce rossa. 
Un tremolio, due e al terzo la sfera su fermò *click*.
"Direi che abbiamo catturato un Hestric" la consolò Ash posandole una mano sulla spalla.
Ora Emilia capiva cosa si provava, come la sfera si era illuminata l'ultima volta aveva sentito il legame che li univa diventare definitivo. Però ora non era solo tra lei e Hestric, ma anche Ash era parte di quel legame. 
…Che il dono della più vera felicità tu possa vivere…
La vera felicità, per una volta. Tutta quella notte era stata speciale, triste ma con un tocco di dolcezza. Ecco che le parole erano chiare, quel momento finale era stato il vero spiraglio che l’aveva resa felice e che avrebbe ricordato fino all’ultimo momento. Bastava ciò a darle il sorriso, anche se le lacrime rimanevano a fare il loro compito, scendendo libere. 
Non aveva mai pianto lacrime di gioia e adesso avrebbe tenuto con sé il ricordo fino alla fine.  
...
Erano passati due giorni dalla partenza di Ash, Hestric e gli altri. Emilia aveva dato il suo addio al suo amato amico, sicura che avrebbe fatto la sua parte. 
Alla fine la sua matrigna si era alleggerita un po', anche se spesso non riusciva a sorridere, consapevole che aveva impedito di rendere speciale questi giorni importanti, vitali e terminali. In fondo aveva fatto il possibile per rimediare al suo errore quando se ne era accorta, ma aveva solo reso peggiore ciò che poteva essere bello anche se corto. 
Emilia non era arrabbiata o colpevolizzava la sua matrigna, in fondo era solo stata preoccupata anche se non aveva compreso davvero i sentimenti della ragazzina, non potendo mettersi nei suoi panni. L'affetto era stato dimostrato in modo sbagliato.. eppure anche se Emilia avesse sfruttato quei mesi viaggiando e godendo ogni momento, avrebbe arrecato dolore a qualcuno. Creare legami per poi perderli, sembrava terribile. Oppure era peggio non crearli affatto? 
Non lo sapeva, ma una cosa era chiara. Quando sarebbe giunto il momento, si sarebbero davvero uniti lei ed Hestric e avrebbero compiuto il loro viaggio assieme, sarebbe stata libera di farlo con lui. Come aveva fatto promettere.
"Mamma... papà... tra poco saremo di nuovo assieme"

…Ash ha un nuovo compagno, un giovane Hestric che ha donato tutto se stesso per far sì che l'ultimo sogno della sua migliore amica si realizzasse. Un giorno forse i due si rincontreranno, quando il peso delle gambe e della vita non opprimerà più Emilia. Saranno finalmente liberi di correre insieme senza preoccupazione e senza impedimenti… e la ragazzina potrà vivere di nuovo la vera felicità, ma per sempre. 
Per tutti quanti noi però... il viaggio continua...


MESSAGGIO PER I LETTORI; IMPORTANTE.
Il finale dovrebbe spiegare tante menzioni e insegnamenti mostrati nel capitolo, dai sogni di Emilia al tempo sprecato. 
Noi vi chiediamo ancora di seguirci su Instagram, EFP/Wattpad, Pokémon Millennium, Facebook, Deviantart e a breve Twitter. Intanto vi lanciamo un annuncio: cerchiamo bravi disegnatori grafici, che abbiamo una buona manualità con lo stile Pokémon e vogliano unirsi al progetto. Anche dei traduttori abbastanza abili nell’inglese! Se volete darci una mano contattateci attraverso messaggi privati.
Inoltre, vorremo aggiungere una piccola nota sulla serie di Sole e Luna. Sapete che questo progetto è nato per soddisfare chi non segue la serie e non la reputa una degna parte di Pokémon. Beh ieri abbiamo avuto la conferma. Come scoprirete, Misty e Brock appariranno in Sole e Luna per due episodi filler, con delle Mega, vestiti come nella prima serie e a quanto pare messi a caso. 
Vorremmo chiarire che questo gesto da parte degli autori, è una chiara mancanza di rispetto verso Takeshi Shudo, l’autore dell’anime. Lui teneva con tutto il cuore alla serie e ai suoi personaggi, in particolare il Team Rocket, Misty e Brock… finiti come Ash nella cerchia del marketing. Ci ha lavorato sodo per farli crescere e maturare e non avrebbe mai permesso di usarli in questo modo, in questo momento si starà rivoltando nella tomba. Ha combattuto contro i colleghi affamati di soldi, perché amava la sua serie e faceva scelte che dovevano mirare solo a renderla migliore. Una serie che voleva indirizzare a tutte le famiglie, grandi e piccini. Fino alla sua morte la serie ha avuto molti ascolti nonostante tutto, allora siamo sicuri che le scelte degli autori di Sole e Luna siano necessarie? Chi amava davvero la serie fino alla sua morte è riuscito lo stesso a donare qualcosa di importante. 
Oltre anche al fatto che stiano confondendo le linee temporali (Ash ha 10 anni in Sole e Luna, ma a Kalos ne aveva 16. Inoltre quando è partito a Kanto ne aveva quasi 11, quindi non può conoscere Brock e Misty a quell’età) e non chiarire se sia un reboot o meno… inseriscono rovinando e solo per attirare i fan di vecchia data, dei personaggi che consideravamo salvi. Sul sito del ventesimo film giapponese, hanno aperto un sondaggio su chi vorremmo nella serie con Ash e il podio era: 1^ Brock, 2^ Serena, 3^ Misty. Non mi pare un caso siano stati inseriti nella serie. Vogliono alzare gli ascolti bassissimi con questa serie. 
Ma noi ci caschiamo davvero? Shudo, noi amanti della serie, VERI amanti, meritiamo ciò? Non possiamo avere di più? Qualcosa che davvero rispetta la serie? Non limitandoci a disegni orribili, gag poco spassose, personaggi riciclati o scopiazzati, lotte meno avvincenti, Ash infantile e montagne di filler per bambini. Non vogliamo criticare chi la guarda, ma se siete davvero fan e amanti della serie, la conoscete, non vi fate abbindolare dalle commercialate, l’apprezzate, avete visto cosa può raggiungere (XY e XYZ)… capirete quale è il vero Pokémon. 
Quello che si è concluso quando Ash chiuse la porta dietro di sé tornando a casa, nell’ultimo episodio di XYZ.
Noi vogliamo riaprire una storia meravigliosa per dare una conclusione che venga apprezzata da tutti che amano il vero Pokémon. 
Quindi vi ringraziamo per il sostegno che ci date, noi siamo felici nel momento in cui sappiamo che aiutiamo con questa fanfiction ad apprezzare il vero Pokémon e che strappiamo un sorriso, una lacrima o una risata. Sarebbe bello avere tanti fan, ma piuttosto meglio averne pochi e sapere che il nostro messaggio ha raggiunto. 
Grazie di tutto ancora, a tutti voi che leggete, commentate, votate… date anche solo un’occhiata.

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Capitolo 25
*** A volte ritornano! Un nuovo piano malefico! ***


Messaggio Importante a Fine Capitolo! Vi preghiamo di leggerlo!!
 
Episodio 22: A volte ritornano! Un nuovo piano malefico! 
 
..Laboratorio di ricerche…
"E' tutto pronto?" chiese lo scienziato capo del progetto. 
"Si, tutti i parametri sono stabili, possiamo iniziare quando vuole" confermò l'assistente. 
"Bene, diamo il via agli esperimenti” il capo premette un bottone e un manufatto iniziò a vibrare emettendo colori e onde alfa "Parametri stabili, soglia critica non ancora raggiunta"
All'improvviso, partì l'allarme. Si sentirono delle urla provenire dalle aree d’ingresso. Sebbene fosse una base assolutamente inespugnabile, qualcosa di strano li stava attaccando. Un collaboratore a fatica raggiunse la sala principale "S-Siamo sotto attacco!"
"Cosa!?" fece appena in tempo a dire il suo capo, prima di vedere fumo apparire dappertutto. L’ultima cosa che vide furono degli strani arti flessibili e una luce apparire davanti a lui. Poi fu il nulla.
*KAAAAABOOOOOOOOOOOOM*
 
Tre giorni dopo…
 
I nostri eroi continuano il loro viaggio per permettere a Serena di partecipare al suo secondo varietà. Ora la famiglia è ancora più grande e diverrà sempre più numerosa, ma… il viaggio non è finito…
 
Ash teneva tra le mani la sfera poké di Hestric, osservandola completamente immerso nei suoi pensieri “Hestric, ti prometto che mi prenderò cura di te..."
"Qualcosa non va Ash?" chiese Serena "No niente, è che stavo pensando alla piccola Emilia. Le ho fatto una promessa che intendo mantenere e voglio che Hestric si senta più felice che mai. Non voglio che creda di essere con noi solo perché l’agente Jenny lo voleva punire. Ora è parte della famiglia!" 
"Sono sicura che ci riuscirai" sorrise dolcemente Serena. 
"Io direi di farlo uscire per un po' insieme ai nostri altri Pokémon, così potrà conoscerli meglio!" propose Brock. 
"E' una buona idea" concordò Lidia "Il primo passo è sempre conoscere i propri compagni di squadra affinché si solidifichi il loro legame e comunicazione!"
"Forza venite fuori!" dissero tutti lanciando le sfere poké in aria. 
"Hestric!!" si stiracchiò il nuovo arrivato poggiandosi le mani sui fianchi. Poi si materializzarono piano piano tutti gli altri. Il riccio già conosceva più o meno Tweeny e Pikachu, a cui doveva più di un favore, quindi diede un’occhiata ali altri. Leafala era con loro quindi probabilmente di Ash. Gli altri erano divisi in gruppetti quindi sempre possibile che fossero distinti in base agli allenatori.
Secondo lui il modo migliore di presentarsi era dimostrare subito cosa sapeva fare, quindi si arrotolò su se stesso e facendo una poderosa sgommata infiammò una parte di terreno. 
"Hestric a quanto pare ha già messo le cose in chiaro... " sorrise Ash. "Vuole subito dimostrare di essere capace di dare tutto l'aiuto possibile ai suoi compagni di squadra”
"E' un bravo Pokémon" commentò Brock "Anche se è un po' scavezzacollo"
"Secondo me andrete d'accordo" aggiunse Serena accarezzando Weepbud che vedendo la scena del nuovo amico si era subito rifugiata tra le gambe della sua allenatrice. 
"Insieme conquisteremo la Lega di Forsia, ci riusciremo tutti insieme!" disse Ash alzando al cielo il pugno, seguito a ruota dai quattro amici “Nulla ci fermerà, questa volta dimostreremo a tutti che possiamo farcela a realizzare il nostro sogno!”
"A proposito di conquiste..." proruppe una voce familiare "..Non credi di dover lasciare la precedenza a noi moccioso? Considerando che è il nostro lavoro?"
Una pioggia di sassi, ragnatele, semi energetici e raggi fluorescenti colpì il terreno alzando un polverone.
 
"Preparatevi a passare dei guai!”
“Dei guai molto grossi, sarete sbalorditi!”
“Proteggeremo il mondo dalla devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali di amore e verità!”
“La magia arriverà alle stelle e anche più in là!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!”
“Arrendetevi subito o preparatevi alla nostra conquista!”
“Meowth, proprio così!"
 
"Stric?" chiese confuso il nuovo arrivato. 
"Giusto, ti abituerai anche a loro..." sospirò Ash. Poi si rivolse al trio "Se volete una lotta sappiate che sono pronto, anzi è l'occasione per me e il mio nuovo amico di lavorare insieme per la prima volta!"
"Ehi James, a quanto pare il moccioso ha un nuovo compagno, quindi più bottino!" sghignazzò Meowth.
"E' vero! Fammi controllare un po'..." disse tirando fuori il tablet, iniziando a sobbalzare "Cavoletti, è raruccio! Le mie carte dicono che è difficile avvistarne uno, visto che sono dei perenni nomadi abituati a viaggiare ad alta velocità!"
"Questo significa che a fine lotta se lo mandiamo al capo saremo acclamati! Bene ragazzi, oggi dobbiamo farcela, abbiamo un bel premio in palio oltre a Pikachu!”
"Ma sentili… Hestric ti va di scaricare un po' tutta quella energia?" Gli chiese l'allenatore. 
"Ric!!!" Annui lui scaldando per bene gli aculei.
"Gourgeist! Spidow! Venite fuori!" Lanciò le pokéball Jessie, facendo uscire le sue due Pokémon.
"Trolby! Inkay anche voi!!" Ordinò James richiamando i suoi compagni.  
"Pikachu usa Fulmine!"
"PIKAAAACHUUUU" scaricò la sua elettricità verso Spidow, ma Trolby si mise davanti, assorbendola tutta senza subire molti danni.
"Ahaha credete di essere gli unici a fare lavoro di squadra!? Gourgesti Pallaombra! Spidow usa Millebave su Hestric!"
"Spiiidooow" la rete si avviluppò sul riccio chiudendo le sue braccia in un bozzolo.
"Geist!" La sfera oscura venne scaraventata verso la stessa vittima, ma subito Pikachu si poso davanti e rizzò la coda. Con Codacciaio colpì Pallaombra e la rispedì al mittente, prendendolo in pieno.
"Hestric fai una corsetta! Liberati della palla al piede!" Invitò Ash e il riccio subito fece un ghigno, partendo come un razzo e correndo in cerco attorno al Team Rocket. Più velocizzava, più l'erba si carbonizzava e la ragnetta cominciava a perdere la testa.
Si ritrovò presto con le zampe staccate da terra. A quel punto il riccio si fermò sul posto ma continuò a girare su se stesso, facendo volare in aria Spidow. Continuò e continuò, al punto che il filo si spezzò e la ragnetta volò alta nel cielo.
Twenny ne approfittò e volò incontro alla rivale ad ali spiegate "Usa Attacco D'Ala!!!!" Il canarino illuminò le sue ali e andò dritto a scontrarsi sull’aracnide che cominciò a precipitare.
"Trolby attacca Pikachu prima che se ne accorga!" 
"Trollllbyyybuby!!!" Caricò verso il topino, ma Leafala lo anticipò e gli sferrò un Pugnospine dritto nello stomaco roccioso.
Hestric a quel punto si diede una leggera scaldata, disintegrando il depositi di tessuto che gli aveva depositato addosso.
"Oggi siamo carichi!" Esultò Ash, desideroso di continuare la lotta. Stava trovando l'intesa perfetta con i suoi Pokémon e anche loro sembravano essere in sintonia.
*BIIIIIIIBOOOOOOOOOOO BIBOOOOOOOOOOOOOOO*
Si sentì la sirena della polizia. Tutti si fermarono immediatamente e si girarono, trovando l'agente Jenny appena ferma vicino a loro. Appoggiò il piede in terra e abbassò il cavalletto, cominciando a scendere. Si tolse il casco e guardò tutti "Fermi subito..."
Ash ebbe un sussulto, di nuovo la polizia? Ne aveva già avuto abbastanza, l'ultima sua conoscenza l'aveva quasi sbattuto in carcere.
Jessie, James e Meowth invece si abbracciarono, incapaci di darsela a gambe. Era lì per arrestarli!? Non avevano commesso nessun crimine ultimamente! "La prego abbi pietà! Siamo innocenti!" Strisciarono a terra pregando, piangendo e umiliandosi pubblicamente. Tutto pur di avere la libertà.
"Ma guardali..." mormorò Lidia completamente sconvolta di aver assistito a tale abbassamento.
Jenny li guardò confusa, non capendoci nulla. Li ignorò e voltò la testa verso Ash, il quale inarcò le sopracciglia e piegò appena la testa come un cagnolino confuso. Stesso fece Pikachu, sentendo un odore familiare. “Ci vediamo di nuovo Ash! Anche te Hestric, vedo che ti fa facendo divertire" salutò vedendo la terra bruciacchiata ancora fumante e i Pokémon del Team Rocket quasi K.O.
Ash sgranò gli occhi, riconoscendo la poliziotta, soprattutto dopo che Hestric alzò la zampa per salutarla. Era passata una settimana dall'ultima volta che si erano incontrati. "Ah è la Jenny del caso di Emilia! C-Cosa ci fa qui? Non mi dica sono nei guai..."
"NO! Ma figurati!" Rise lei.
Ash si rilassò e respirò sentendosi sollevato "Come sta Emilia?" Anche Hestric si avvicinò per sapere la risposta.
L'espressione di Jenny divenne fissa, quasi di pietra. Teneva il casco saldamente tra le mani, quasi nervosa, poi mostrò un sorriso professionale "Ora sta bene di sicuro" 
I due non chiesero altro, bastava quello, anche se la risposta tardata non aveva convinto molto né Lidia né tantomeno Brock.
"Beh, cosa possiamo fare per lei?" Domandò Serena cordialmente. Se non voleva più arrestare Ash, andava tutto bene.
Jenny appoggiò il casco sulla modo e mise mano al suo tablet "Avete notato nulla di insolito?"
"Tipo?" Chiesero tutti, compreso il Team Rocket.
"Strane tracce, eventi particolari, Pokémon che si comportano in modo insolito..."
"Uhm... no... anche se è un po' tranquillo questo posto, anche se siamo in piena prateria" confermò Ash guardandosi in giro e non sentendo nemmeno un movimento di Pokémon selvatici.
Lidia si avvicinò all'agente con fare da detective "Non potrebbe essere chiara e dirci cosa succede? Quale è il vero scopo di queste domande? Qualche problema qui in giro?"
La donna sospirò, passandosi la mano nei capelli "Un laboratorio archeologico è stato distrutto qualche giorno fa e sembra un attentato programmato"
Tutti rimasero inizialmente con il fiato sospeso, però cercare lì non era esattamente produttivo. Era più facile indagare e cercare in città.
"Ma per un attentato non dovreste cercare delle persone...?" Chiese Brock ormai incuriosito. Non aveva nemmeno osato flirtare con la bella donna, perché Spotpup lo fissava con i dentini incisivi sporgenti e pronti a bucare i pantaloni se necessario.
"Ma non è un umano il colpevole... sembra qualcuno che ha già causato problemi a Kalos..."
Ash e Serena aguzzarono le orecchie, essendo ben coinvolti nella maggiorparte degli affari della madrepatria di Serena.
"...Un Malamar"
“MALAMAR!!!!????” fu il grido di Ash, Serena, Pikachu e il Team Rocket al completo.
La poliziotta e i due amici balzarono indietro, non capendo la loro reazione. Conoscevano un Malamar? Lo stesso Pokémon? 
“S-Sta scherzando, vero?” balbettò Ash sudando freddo e avvicinandosi a Serena con istinto protettivo. Perfino il Team Rocket erano pietrificato sentendo quel nome.
“Non scherzo, è lui…” alzo il sopracciglio lei "Lo conoscete?" 
Jessie svenne tra le braccia di James, il quale la prese al volo. Pikachu  e Meowth si abbracciarono tremanti, mentre Ash afferrò la mano di una Serena abbastanza scioccata. 
“ECCOME!" gridarono tutti coloro che ebbero a fare con lui. 
Brock e Lidia giustamente li osservavano come se fossero impazziti, non potevano sapere che i loro amici e nemici avevano affrontato per ben due volte uno squilibrato mentale, respingendolo ed evitando un disastro di proporzioni mondiali. 
"Uhm… so che i Malamar hanno un aspetto abbastanza inquietante, ma non credete di esagerare con queste reazioni?" li fece risvegliare dal loro stato di shock. 
"Perché quel Malamar è un genio del male!" gridò Ash "Io e Serena in compagnia dei nostri amici Lem e Clem abbiamo avuto a che fare con lui e solo per miracolo siamo riusciti ad impedirgli di attuare i suoi nefasti piani!”
“E’ vero!" confermò persino James "E ha anche cercato di manipolare il mio povero Inkay!" digrignò i denti ricordando la terribile esperienza e abbracciando il suo calamaretto.
"Pensavo ce ne fossimo sbarazzati completamente dopo quel portale o qualunque cosa in cui è stato risucchiato insieme agli altri suoi compagni!" sbottò Meowth.
"A quanto pare non è così e per questo il commissariato generale di Forsia e Kalos ha deciso di collaborare, mandando me e una collega a investigare. L’obbiettivo è fermare questo Pokémon atroce e malefico se davvero c'è lui dietro a questo attacco..."
“Che attacco?” Domandò Brock.
“Un attentato ad un laboratorio di ricerca. Non ci sono sopravvissuti e il progetto segreto a cui studiavano è sparito”
"Agente?" chiese Ash " La maggior parte di noi qua presenti ha avuto a che fare con quel Pokémon, quindi mi chiedevo se possiamo dare una mano. Forse la nostra esperienza può essere utile" 
"Uhm... normalmente sarebbe una cosa da lasciare alle forze dell'ordine, ma siccome siete riusciti già a fermarlo da quello che dite credo di potervi lasciar fare, però prima devo sentire che ne pensa la mia collega. Con permesso, vado a consultarmi" Spiegò a voce alta la poliziotta di Forsia andando poi verso la sua moto pattuglia a prendere la ricetrasmittente.
"Malamar, se ci sei tu dietro tutto questo, giuro che stavolta la finiremo qua." disse l'allenatore di Biancavilla a denti stretti. 
Brock lo notò "Ash, di solito non hai queste reazioni..." 
"Lo so ma questo è perché non lo conosci! Se sapessi con chi abbiamo a che fare non credo ti comporteresti diversamente”
Lidia chiese spiegazioni a Serena, la quale non ebbe altra scelta. Raccontò ai due nuovi compagni cosa era accaduto entrambe le volte che lo avevano incontrato. Ash dovette spiegare la parte di ciò che era succeso mentre Serena era ipnotizzata. Il tutto con delle aggiunte del Team Rocket.
"Altro che criminale!" sbottò Lidia finito il racconto "Qui abbiamo a che fare con un vero genio del male! In qualità di detective devo affrontarlo!" annunciò poi mettendosi a disposizione. Si girò verso il trio di lestofanti e rivolse loro uno sguardo pietoso "Meno male che invece i geni del male che ci tocca affrontare sono di basso rango come loro..." 
"COME PREGO!?" protestò Jessie "Il Team Rocket è la banda di criminali più importante e temibile presente in circolazione!" 
"Certo, allora perché tutte le volte che ci siamo incontrati non siete riusciti a combinare nulla?" 
"A-Aspetta e vedrai mocciosa..." sibilò la donna prendendo mano alla pokéball.
James la calmò con un certo contegno "Comunque il Team Rocket non è una banda di stupidi. Quel Malamar è anche affare nostro. Quindi vale la regola del nemico comune!"
"E cioè?" 
"Che vi diamo una mano anche noi… che domande!" 
Lidia li guardò torva, sostenendo uno scontro visivo con gli occhi delle tre reclute "Veramente? Non ne approfitterete?”
"Giuro sulla mia bellezza che io, Jessie, darò una mano! Non alzeremo un dito su Pikachu, anche perché stavolta la questione è seria" promise solennemente la donna "…E James giura sui suoi tappi che non farà niente di losco!" disse poi indicando il collega uomo “Ma non prometto niente di stupido”
James subito protestò "T-Tieni i miei tappi lontano da questa storia! Inoltre che vuol dire niente di stupido? Noi siamo…”
“La demenza in persona…” concluse Ash, mettendosi in mezzo. Lanciò uno sguardo a James con l’intento di farlo sbrigare a promettere fedeltà.
"Comunque anche io giuro la mia fedeltà in questa operazione, senza dimenticare che la storia è anche personale. Da allenatore di Inkay non posso permettere che un poco di buono come quello la passi liscia dopo che ha fatto del male al mio piccino” Decretò strusciando la guancia contro quella del suo Inkay.
“Kayyyy” Mormorò con affetto il Pokémon. 
La detective puntò gli occhi sulle iridi feline di Meowth "E tu?"  
"Che vuoi che ti dica?” Le rispose con occhi minacciosi e allora lui sbuffò alzando la zampa “Va bene, prometto anche io di dare una mano. Tra l'altro di genio del male ce ne può essere solo uno e quella posizione spetta a me che me la sono sudata sprecando 5 delle mie 9 vite!"
"Bene, per questa volta vi crediamo. Però al minimo segno di tradimento..." cominciò Ash con il suo lato serio.
Il Team Rocket non diede neanche tempo di finire la frase che si alzò mettendosi in piedi "Giurin Giurello, oggi faremo un atto bello! I mocciosi questa volta aiutiamo e al Malamar cattivo presto gliele suoniamo!"
La tensione venne spezzata dall'agente Jenny che tornò tra i ragazzi "Ho appena parlato con la mia collega, gradirebbe, prima di decidere, conoscervi così può valutare di persona la vostra competenza, stiamo parlando di un criminale di rango tripla A… se capite cosa intendo..."
"D'accordo allora, ci può portare lei dalla sua collega?"
"In realtà le ho detto di venire in autopattuglia quindi sarà lei a venire da noi. Speriamo però che si sbrighi, il tempo è prezioso..."
 
Infatti la collega dell'agente Jenny non tardò ad arrivare, presto apparì da un’autopattuglia scintillante un’altra Jenny, con la classica divisa di Kalos e i capelli legati in una coda di cavallo. 
"Allora collega…" disse scendendo dalla macchina "…Dimmi pure, chi sarebbero coloro che hanno già avuto a che fare con Malamar?"
"Sono loro" rispose l'agente forsiana, indicando il gruppo che si era formato.
"Oh ma..." si stupì l'altra riconoscendo i visi familiari "Non ci posso credere! Anche voi qui!?" 
"Lei è l'agente Jenny di Kalos che ci ha aiutati più volte contro Malamar!" gridò Ash sorpreso. "Ma che ci fa a Forsia!?"
"Beh, oramai seguire le tracce di Malamar è diventata la mia mansione speciale, quindi non appena ho sentito di una sua ipotetica presenza a Forsia ho fatto domanda di venire assegnata al caso. Non credo sia necessario chiedere a te e la tua amica cosa ci facciate qui, credo sia una risposta ovvia” 
Jenny forsiana schiarì la voce e chiese "Quindi che facciamo?" 
"Falli pure collaborare con noi. Li conosco e sono stati essenziali nel fermare più volte i piani di quel pazzo!"
Nel giro di pochi minuti si era formata una gigantesca task force anti-male, avevano: 2 poliziotte, un medico, una detective, una coppia di allenatori che aveva già avuto a che fare con il sospettato e addirittura 3 criminali votati per questa volta dalla parte della legge...
...
"Come sarebbe a dire che non sai dove ci troviamo!?" 
"Pika chu!" 
Il gatto beige e il topo giallo si trovavano nel bel mezzo della foresta, discutendo animatamente. Si erano persi misteriosamente mentre seguivano i loro allenatori, cercando di preparare una trappola per Malamar, i risvolti si erano fatti inaspettati e preoccupanti. Da soli non potevano molto contro una schiera di Malamar, speravano di non incontrarne.
"Ti dico che dobbiamo andare a destra!" Insisteva Meowth.
Pikachu eppure sapeva di avere l'olfatto più sviluppato e quindi poteva percepire meglio gli odori dei loro amici dalla parte opposta "chupipi pikaaa!" Lo rimproverò.
"Ah si!?" Meowth aggrottò la fronte "Lo sai che la nostra alleanza é già finita e serviva a scopi del tutto particolari!"
Per lui un Malamar genio del male non era un caso particolare? "Chuu! Pipi kakapii!"
"Bada alla tua linguaccia!" Alzò sempre più il tono di voce.
Pikachu alzò le orecchie di scatto, di quel passo avrebbero attirato i Malamar e sarebbero s tati guai, doveva chiudere quella boccaccia "Chuuuuu!!!!" Con la sua coda lo diede degli schiaffi sonori e potenti in faccia. 
Meowth cadde all'indietro scaraventato a terra, il colpo era stato più potente del previsto. Il felino si rimise in piedi un pò a stento, con gli occhi pieni di collera e uno strano scintillio gattoso, come quando si punta la preda.
Pikachu rabbrividì ma non si scompose, prima di poter anche solo reagire sentì le unghie affilate raschiare nella pelle della faccia, dandogli un bruciore inaspettato e fastidioso. Chi la fa l'aspetti, stranamente di norma i ruoli erano invertiti.
I due saltarono l'uno addosso all'altro e cominciarono a rotolare in tondo, per tutto il piccolo spiazzo libero dagli alberi. 
Andarono avanti, il paesaggio ruotava ai loro occhi e li stordiva, ma le continue graffiate di entrambi impedivano di perdere la focalizzazione. Improvvisamente però la loro corsa si fermò, sentendo qualcosa di duro contro sbatterono. Non proprio solidissimo, era fermo ma anche molliccio. I due erano pancia all'aria, ma con gli occhi chiusi. 
Si pentirono di averli aperto poco dopo, perché trovarono due visi scuri e pieni di crudeltà che li fissavano. I becchi si contorsero in un sorriso e non poterono manco alzarsi, subito delle strane onde psichiche pervasero tutto l'ambiente e i bagliori delle pance dei calamari li catturarono in una realtà distorta.
"Mal" sorrise maleficamente uno dei due, con quell'ordine i due Pokemon più piccoli si alzarono e si misero in piedi aspettando ordini.
La luce cessò e i due Malamar con un cenno iniziarono ad andarsene, seguiti dai nuovi schiavi. La coda di Pikachu non si reggeva nemmeno, non rimaneva retta, cadde sul terreno, conficcando la punta nel suolo, trascinata come un peso morto.
...
"Allora? Pikachu e Meowth dove sono?" Chiese James ispezionando il suolo.
Tweeny volava sopra le loro teste, controllando per eventuali segnali lasciati in giro e cercando di scovare movimenti estranei.
"Li abbiamo appena persi di vista" informò Ash, dichiarando che Tweeny non li vedeva più ma stava ancora cercando qualcosa per individuare loro.
Improvvisamente una luce cominciò a far brillare i contorni di alcuni alberi, l'uccellino scorse subito quello strano bagliore e cinguettò attirando il suo allenatore "Neee!! Twy!!"
Tutti scattarono in piedi, correndo dietro al volatile come impazzito, voleva guidarli sul luogo. "È il segnale! Andiamo!" Comunicò Brock andandogli dietro insieme al Team Rocket e i suoi amici.
Una volta arrivati subito fu visibile una specie di solco nel terriccio, una linea regolare che procedeva verso la fitta foresta, tra gli alberi più robusti e voluminosi. 
Ash si inginocchiò e passò a mano nell'incanalature, testando con le dita e sentendo delle piccole scosse percorrergli gli arti, ma non fastidiose. "Pikachu sei un grande!" Si alzò e si girò verso gli altri, sorridendo "Piano iniziato. Non ci resta che seguire le tracce che ci stanno lasciando!"
Continuarono a seguire quelle che sembravano i segni lasciati da Pikachu del loro passaggio.
Erano fiduciosi che avrebbero raggiunto la tana dei nemici usando come esche i due Pokémon. Quando era stata proposta questa opzione non erano molto d'accordo tutti, ma avevano ceduto per maggioranza e anche perché era davvero l'unica per sorprendere i criminali e attaccarli dritti nel loro covo.
...
Pikachu e Meowth non erano stati del tutto convinti quando avevano deciso di offrirli in esca ai Malamar. Era un piano rischioso e doloroso. Per le loro povere facce che erano state colpite e graffiate fino a diventare rosse per minuti, come a Kalos la tattica era stata utile per difendersi dall'ipnosi anche se inventata all'ultimo. Il rischio era stato alto perché non sapevano quanto prima auto lesionarsi e quanto forti sarebbero stati i Malamar, ma tutto era quadrato secondo i piani.
I due guardavano dritto, cercando di non osservare troppo in giro muovendo la testa e di comportarsi in modo naturale. Niente grattini, sbadiglio o altro, solo camminare e per Pikachu coda bassa che lasciava la traccia.
Eppure i due avevano paura, sentivano una strana aura farsi sempre più vicina, le piante attorno a loro erano rinsecchite e sembravano morire sempre più. Come procedevano trovavano la vegetazione spoglia e vecchia, marcia e corrosa.
Si avvicinavano al male in persona, di sicuro più forte e sadico.
Gatto e topo seguirono in finta trance i due Malamar entrando in una vecchia struttura costruita tra le rocce e le grotte di una collinetta.
Pikachu gli fece un rapido cenno con gli occhi. In questa situazione anche solo il minimo pensiero era pericoloso, dopotutto avevano a che fare con Pokémon di tipo Psico, e quest’ultimi sarebbero stati in grado di leggere la loro mente. La cosa migliore da fare al momento era svuotarla o per lo meno pensare a cose che non riguardassero i due rapitori. 
Uno dei due Malamar si girò all’improvviso "Mala?" chiese il collega. 
Il gatto subito cacciò il suo pensiero sostituendolo ad uno innocuo. L'unica cosa che riuscì a pensare fu a lui immerso in una cascata di cibo e denaro offerto solo per lui dal suo capo, mentre il Persian nemico guardava impotente da una gabbietta per micetti. 
"Lamar..." lo analizzò uno dei due esseri. Forse aveva preso un abbaglio. 
Tempo dopo il gruppo raggiunse una sala completamente meccanica. All'interno di un cilindro da esperimenti vi era un manufatto misterioso ed alcune pietre sospese in circolo intorno a loro. Una figura discese lentamente, levitando a terra. 
Pikachu e Meowth dovettero tenere a freno rispettivamente la voglia di combattere e di rabbrividire. Davanti a loro vi era lui, l'essere che per ben due volte erano riusciti a fermare. Non potevano confonderlo con altri, avevano imparato a distinguere i suoi occhi crudeli. Solo un uomo dai capelli folti e arancioni accompagnato dai suoi Pyroar e scagnozzi era riuscito a superarlo in cattiveria e sete di potere. 
"Malamar..." disse il capo interrogando i suoi sottoposti, avevano tardato di non poco la loro tabella di marcia. 
"Lama mala" replicarono i due, poi sghignazzarono, è vero che avevano tardato ma erano riusciti a prendere due vecchie conoscenze. 
Il gran capo prima si sorprese, riconoscendo bene quei volti, che ci facevano a Forsia? Se loro erano lì questo significava che anche quei rompiscatole dei loro allenatori e l'ex sua schiava erano nei paraggi. Sghignazzò, averli a sua disposizione poteva far di loro i suoi schiavi o merce di scambio… chi lo sa, anche per difendersi se serviva "Mala mala.." sorrise perfidamente tornando al suo lavoro.
"Sono entrati lì dentro..." disse Ash osservando il solco tracciato da Pikachu sparire dentro un fabbricato. 
"Dobbiamo fare attenzione, anche se abbiamo la nostra arma segreta bisogna organizzarci bene” Parlò loro l’agente Jenny di Kalos “Io e la mia collega controlleremo le aree esterne, voi entrerete. Poi vi raggiungeremo se è tutto sotto controllo" 
Brock annuì "I Malamar sono Pokémon molto potenti e abili nel manipolare la mente" 
"Già..." rabbrividì Ash "Ricordo ancora quando ipnotizzò Serena e la scagliò su di me..."
"Dunque cosa proponete di fare? Noi che faacciamo?" chiese James. 
"Serve un diversivo, i Malamar all’esterno sono tre e farebbero a tempo ad avvisare i compagni se attaccassimo insieme" affermò l'allenatore di Biancavilla. "
Jessie venne in suo aiuto "A questo ci pensa il Team Rocket! Siamo sempre stati capaci di organizzare diversivi per i nostri piani quindi con noi andate sul sicuro” 
"In effetti il contributo di Jessie e James nel creare trambusto sarà essenziale" si fece pensieroso Brock.
All’esterno i tre Malamar osservavano l’area, senza farsi sfuggire niente. Non avevano armi la i loro tentacoli erano molto più temibili "Mal Mal..." uno di loro. Il mondo non sarebbe stato più come tutti lo conoscevano dopo la riuscita del piano. Il loro capi aveva detto di fare attenzione, ma nessuno era in grado di fermarli.
*SBANG SBANG SBANG!!!* Un fracasso assordante stava distruggendo i loro timpani. 
"Malar!?" si infuriò uno di loro non capendo da dove provenisse quel frastuono. 
"Lamar mala!" si aggiunse un altro cercando di captare l'origine del fracasso. 
"MALARMA!" tuonò il capo del gruppetto ordinando di seguirlo verso il beccano per farlo fermare. 
"A massimo volume James!" gridò Jessie alzando di più il tuner di una cassa musicale. "Gli dobbiamo spaccare i timpani!"
Anche Gourgeist, Inkay,Spidow e Trolby stavano facendo del loro meglio. Il troll in particolare grugniva come non mai e masticava tutto quello che trovava da vero troglodita emettendo rutti spaventosi. 
"Questo è l'assolo del Team Rocket!!!" urlò James scatenandosi in un poderoso riff. 
Dai cespugli l'altro gruppo attese, poi vide due tentacolosi calamari uscire reggendo i propri arti sulla testa. 
"Bingo!" sussurrò Lidia. 
Il gruppo numero 2 penetrò nella base, riuscendo un po' a capire cosa provassero i Malamar, non credevo quei cosi avessero orecchie, ma di certo ora che lo sapevano comprendevano che stavano come le loro. Il Team Rocket si stava proprio scatenando, se non fosse stato così alto il volume forse sarebbe stato persino divertente. 
I ragazzi riuscirono facilmente ad addentrarsi verso l'interno della base, non erano in tanti quei Malamar.
"Ok, non separiamoci per nessun motivo... è già successo di farlo e non è finita bene. Non voglio combattere contro nessuno di voi, intesi?"
I tre annuirono al loro leader, ormai chiaramente non c'era nessun altro in grado di guidarli se non lui. 
"Malamar, ho intenzione di fermarti a qualunque costo e farti pentire per le tue colpe prima che tu faccia altro male..." strinse la mano in un pugno, sentendo le dita che premevano con forza contro il palmo. Non avrebbe perso i suoi amici, niente avrebbe permesso ciò.
Si sentirono due versi e i quattro si misero all'allerta. "Mal"
"Amar ama malala!" 
Ash si sporse appena, abbastanza per vedere con la coda dell'occhio il corridoio in cui si trovavano le creature. Vide che si divisero, un Malamar andò da una parte, allontanandosi. L'altro invece si girò all'improvviso, dopo aver visto il compagno sparire. 
Subito il ragazzo ritirò la testa e digrignò i denti "Viene da questa parte..."
"Che facciamo?" Chiese Serena sussurrando e mostrano un pò di timore, non le era piaciuta l'ultima volta che se ne era trovato uno faccia a faccia.
Ash percepì la sua preoccupazione e la rassicurò "Come programmato lo sorprendiamo e mettiamo K.O. prima che avvisi il suo compagno e il suo capo. Potrebbero essercene altri ma dubito o avrebbero messo delle guardie a sorvegliare le uscite" Ash si voltò e la guardò serio "Ho promesso che nessuno verrà preso e così sarà" tirò fuori due pokéball, una vuota e una di uno dei suoi compagni. Non aveva nessuna intenzione di lasciare che prendessero Serena di nuovo, l’avrebbe protetta a tutti i costi.
"Lo catturi tu questo?" Chiese Lidia capendo le sue intenzioni.
"No" ci ripensò rimettendola in tasca "Catturalo tu Brock, l'altro lo prenderà Lidia. Serena e io abbiamo altre pokéball se serve. Il Team Rocket penserà a quelli che c'erano all'esterno. Tanto non fa differenza, dobbiamo consegnarli alle agenti Jenny"
Ash voleva essere sincero con se stesso, dubitava che Jessie e James avrebbero riconsegnato alla giustizia quei due Pokémon. Temeva che li avrebbero spediti dal loro capo, tuttavia ci avrebbero pensato dopo.
Il Malamar si fece sempre più vicino, Ash più sul punto di lanciare la sua pokéball.
"Ora!!!"
...
"Malamar..." fluttuava il mostro tentacolare, adorando le sue pietre, era come ossessionato.
Pikachu e Meowth non capivano questo attaccamento, anzi sembravano intimoriti. Di sicuro era qualcosa di estremamente pericoloso o non sarebbe stato così giocondo quell'essere.
Si sentì un improvvisa esplosione e l'entrata della sala principale crollò, le porte di metallo erano sciolte completamente dal fuoco e raffreddate dall'acqua, finendo per rompersi.
"Pikapi!"
"Mal!?" Malamar si girò pieno di rabbia e vide di fronte a lui il nemico che tanto aspettava, ma di certo non si aspettava una tale reazione da Pikachu. Lo avevano ingannato.
Smorzò un sorriso malato e pazzoide, non sarebbe servito, ora arrivava il divertimento e il rifornimento di schiavi. "AMAR!!!" e comparvero 4 Malamar davanti ai loro occhi, erano grossi e robusti e a quanto pare anche potenti, ma non si sarebbero fatti suggestionare.
"Ragazzi su gli occhiali!" Gridò Ash e tutti i Pokémon tirarono fuori degli occhiali da sole che avevano tenuto nascosti, così farsi ipnotizzare era impossibile.
Persino il capo Malamar rimase sconvolto, che razza di follia era quella? Pensavano davvero che sarebbe bastato a fermarli? Se non poteva averli vivi li avrebbe distrutti. "MAAAA!!!"
I Malamar partirono all'attacco con i tentacoli puntati sui nemici.
Partirono i colpi vari e iniziò la lotta.
"Hestric scalda un po' la situazione!" 
Il riccio cominciò a correre attorno ai calamari, provocando una mini fiammata che li distrasse. Da essere sbucarono Spotpup, Plarky e Pikachu, i quali si gettarono contro i nemici. Il primo con Codacciaio, il secondo con colpo di coda e il terzo con Energisfera. Tutti collisero con i rispettivi bersagli, i quali furono presi completamente alla sprovvista.
 
"Malaaaa mar!" Uno dei quattro era rimasto intatto e riuscì a sfuggire dal cerchio fiammeggiante prima di venir mirato, si allontanò dal suo gruppo e si isolò per passare inosservato, puntando gli occhi sugli umani che comandavano i loro Pokémon.
"Sudooooowooooooo!!!!" Un improvviso pugno dritto nella schiena gelatinosa scaraventò anche il quarto Malamar contro il muro e lo danneggiò seriamente.
Tutti e quattro prepararono le pokéball per acchiapparli appena indeboliti ancora un pò.
Pikachu corse verso l'obbiettivo, caricando velocemente "Attacco Rapido!" Ordinò Ash indicando il proprio Malamar sfidante.
Il colpo però venne bloccato dal Pokémon prima di venir colpito, usando i forti arti per stringere Pikachu nella sua morsa. "Malaaa!" Strinse usando Avvolgibotta.
"Pikachu!" Lo chiamò Ash pregandolo di liberarsi, anche se poteva essere difficile in quello stato "Usa Fulmine! Approfitta!" 
"Pikaaa chuuuuh!!!" Colpì il mostro con la sua scarica elettrica senza fermarsi fino a che non sentì la presa mollarlo. Il Malamar continuò a sopportare sofferente, fino a cadere al suolo. 
A quel punto Ash tirò fuori la pokéball e la scagliò "Gotta catch'em all!!!" Colpì in pieno la sua preda con precisione millimetrica e presto lo acchiappò, sentendo alla prima vibrazione già il click definitivo. "Meno uno... ne restano tre, più uno all'esterno e il boss"
Intanto, anche Serena era parecchio in vantaggio. Braixen stava abbrustolendo per bene il rivale e lo aveva messo indebolito con una semplice serie di Fuocobomba e Lanciafiamme. Tuttavia era più cocciuto del previsto e prenderlo sarebbe costato un po' più di attacchi. La ragazza, insieme al suo Pokémon riuscì a farlo isolare e iniziò a fronteggiare seriamente il Malamar.
Intanto Ash, notando arrivare il rinforzo esterno prima andato a pattugliare, corse verso il nuovo nemico.
Stranamente, il capo non agiva, si divertiva a vedere i suoi assistenti faticare mentre gli allenatori e i loro Pokémon si impegnavano a sconfiggerli. Illusi, li riteneva lui. Cominciò a fluttuare, cercando una posizione per godersi meglio le lotte, con la mente occupata da un bel pianetto. Dopo aver dato una controllata decise cosa fare e si mosse senza essere notato da nessuno.
"Leafala usa Pugnospine!" Sentì Serena la voce del ragazzo, che predominava su quelle dei due compagni ancora intenti a fronteggiare i loro rispettivi Malamar avversari.
Doveva sbrigarsi anche lei e catturare il suo, non poteva venir meno "Non finirà come la volta scorsa..." rivolse uno sguardo a Braixen e poi al Malamar che si reggeva malamente in piedi "Usa Magibrillio!"
"Brabrabraiiiixen!" Emanò la sua lucente aura dal bastone, ma Malamar subito lanciò un Idropompa e l'acqua finì per colpire in pieno la volpina e ribaltarla contro al muro. Era in trappola, sentiva il cemento dietro le spalle e vedeva il calamaro avvicinarsi. Cercò freneticamente, consapevole che se vedeva a colori era perché aveva perso la sua difesa.Gli occhiali le erano caduti dalla testa e si erano rotti, cosa poteva fare?
Serena si morse il labbro, doveva pensare in fretta.. come poteva batterlo senza guardarlo negli dritto occhi? O meglio... la pancia. In quell'attimo ricordò una storia di quando era piccola e decise di prenderne esempio. "Braixen usa un pezzetto di lente e girati!"
Il fennek bipede eseguì e notò che poteva vedere dietro di sé in questo modo.
Malamar si avvicinò pericolosamente e si preparò a colpire con Acquagetto. Braixen attese, attese... e....
"ADESSO!"
La volpina all'ultimo si abbassò e pressando con le zampe sul muro come una nuotatrice si diede una spinta, scivolando sotto Malamar, poi quando fu dietro di lui diede un ulteriore scalciata con le zampe. Acquagetto divenne più veloce e potente oltre che scoordinato e finì per sbattere contro la parete, quasi sgretolandola. 
A quel punto era davvero K.O.
Serena tirò fuori dalla giacchetta la pokéball e si chinò risucchiando il Pokémon, catturandolo definitivamente, tuttavia si accorse tardi della presenza dietro di lei.
Ash raccolse la pokéball, soddisfatto di averne preso un altro, osservo i compagni e vide che se la cavavano, ma un presentimento lo assalì. Serena... dove era? E il capo Malamar era stato lì fino.... oh no.
Subito la cercò e la vide mentre metteva via la pokéball, ma il suo terrore era giustificato "SERENAAAA!!! ATTENTA!"
"BRAIX!!!"
Fece appena a tempo a voltarsi e sentì una forza avvolgerla, i due tentacoli si strinsero attorno a lei "Ahhhhh!!!!!!" 
Si sentì poi sbattere nell'esatto punto in cui era colliso Malamar, purtroppo lei non era un Pokémon e il colpo la lasciò fortemente ferita, la testa picchiò duramente e sentì il pokémon fare sempre più pressione, per poi iniziare a sorridere con follia.
Il busto del vecchio nemico iniziò pian piano ad illuminarsi e la presa a stringersi sempre più.
"A-Ash!" fu l'ultima cosa che Serena riuscì a mormorare terrorizzata e troppo debole contro la pressa di Malamar. Il riflesso nei suoi occhi sparì, sostituito da un azzurro vuoto, spento.
"Mal Mal…" sghignazzò l'ipnotizzatore. Ora si che le cose andavano nel verso giusto, la ragazzina era ancora meglio dei due Pokémon. Un’umana non poteva uscire dal controllo come un Pokémon. 
Braixen guardò inorridita la scena, scattò qualcosa in lei e provò a lanciarsi verso il nemico. Tuttavia Malamar per divertirsi un po' mostrò un sorrisetto con la coda dell’occhio e strinse la presa sulla ragazza. Un piccolo gemito fece subito fermare la Pokémon. 
"No! Serena!” gridarono Brock e Lidia, nel vederla quasi impassibile al dolore per via del suo stato. 
Malamar spostò Serena davanti i ragazzi, usandola come giocattolo per difendersi "Lamar lamar..." avvisò con malizia. 
Meowth si fece paonazzo e Pikachu mostrò un’espressione di pieno orrore sul volto. Non avevavano appena sentito ciò, vero? Non poteva essere serio! 
James lo notò e chiese loro "Avete una faccia! Cosa ha detto?!"
"H-Ha detto che ora che ha la sua schiavetta personale non si limiterà ad usarla per difendersi, ma… vuole divertirsi…”
“Divertirsi?”
“Con divertire intendo... non voglio pensarci!" si interruppe il gatto non volendo mettere al corrente tutti delle perversioni di quel maniaco. Solo allora i ragazzi capirono, troppo inorriditi per non esplodere di rabbia. 
Pikachu in particolare cominciò a correre di sua volontà contro Malamar lanciando un Codacciaio, ma quest'ultimo sovrappose il corpo di Serena tra lui lui e la coda del topo. "P-Pi!" urlò Pikachu cercando di fermarsi a mezz'aria. 
"Razza di... dobbiamo fare qualcosa presto!" urlò la detective respingendo il proprio Malamar con l'aiuto di Spotpup. 
Ash era paralizzato, non era la prima volta che si trovava in una situazione difficile in cui gli eventi diventavano disastrosi. Aveva promesso di proteggerla a tutti i costi e impedire che le venisse fatto qualcosa, soprattutto lasciarla ipnotizzare da quel pazzo. Aveva fallito e le parole terribili di Malamar riecheggiavano nella sua testa. Il suo corpo cominciò a vibrare sempre di più, vedere Serena ferita… non lo poteva sopportare. Le aveva fatto del male e l’avrebbe pagata molto cara.
Il suo corpo si diede uno slanciò in avanti, come un treno al massimo della velocità. Correva con tanta violenza e furia, era una reazione scaturita. “AAAAAAARRRRHHHHHHHHHH!!!!!”
"Mal!? Lamar Lamahhhh!" gridò il calamaro sentendo come un mega proiettile umani colpirlo dritto nello stomaco con tutto il corpo e la forza che aveva. Spalancò la bocca per fare un respiro di dolore, ritrovandosi presto a terra. 
Ora Ash era sopra di lui e cercava in tutti i modi di far rilasciare Serena dalla sua energia psichica. Malamar provò ad usare Psichico per toglierselo di dosso ma non ci riuscì. Non si scollava, era ancorato a lui come una bestia inferocita. 
“MALEDETTO! LIBERALA SUBITO!!!” Il ragazzo incominciò a prenderlo a pugni, nel tentativo di fargli perdere sempre di più il controllo esercitato su Serena. Malamar non solo non riusciva a liberarsi dal moccioso, ma stava avendo difficoltà a concentrarsi e la sua mente stava risentendo, la mocciosa poteva anche tornare normale.
"TI HO DETTO DI LASCIARLA!! LASCIA SERENA!!” si inferocì Ash e rifilò una potente ginocchiata nel ventre del suo nemico. Non avrebbe mai colpito un Pokémon se non estremamente necessario, in quel momento la sua mente era come annebbiata, non mirava ad altro.
"MALLLLLLLLLLL!!!!" urlò il Pokémon contorcendosi dal dolore, ma ancora non mollava, non poteva farsi battere così da un umano!
Ash non vide ancora il suo obbiettivo realizzarsi, stava andando in collera, non riusciva più a controllarsi. Lanciò un ultimo sguardo a Serena, vedendola un po' dolorante e fu allora che caricò un pugno dritto nello stomaco di Malamar. Un destro veloce come un missile e secco, ben assestato. “LIBERALAAAAAAAAA!!!!!!”
“MAAAAAA!!!!” Era stato troppo forte nel suo pugno. Malamar non riuscì più a concentrarsi sulla ragazza, anzi su niente se non il dolore che provava.
L’energia che le reggeva cedette e la performer iniziò a precipitare, presa fortunatamente al volo da Brock. Fu un po' schiacciato ma l'importante era aver impedito che l'amica si sfracellasse. “P-Per fortuna…” 
Ash però non riusciva ancora a far sbollire la rabbia, aveva visto che Serena era libera ma in quel momento si era trasformato in un’altra persona. “Come hai osato prendere il controllo di Serena, di ferirla e di pensare quelle cose su di lei!? Con questa hai superato ogni limite! Te la farò pagare, lo giuro!!!” 
Malamar aveva perso letteralmente la cognizione delle sue capacità e si stava preparando a scrollarsi di dosso disperatamente il suo aggressore con l’ultima delle sue speranze. Tutti poterono notare una lucina apparire nella sua bocca aperta, poi divenuta una sfera luminosa. 
“E’-E’..." balbettò Meowth. 
"A terra subito!" gridò la Jenny di Forsia, tutti finendo con il gettarsi a terra e tenere le mani sulla testa. Brock cercò di proteggere l’ancora inconscia Serena, oltre che se stesso.
"MAL LAMA LAMA LAMA LAMA!" gridò il mostro tentacolare sparando in ogni direzione possibile Iper Raggio e colpendo alla cieca tutto quello che trovava sulla sua traiettoria..
"N-Non ti lascerò vincere! Ti impedirò di fare ancora del male a qualcuno!!" gridò Ash tenendosi ancora più stretto a lui. 
La furia detonante di Iper Raggio colpì il soffitto e i muri, persino il pavimento. Tutto cominciò a tremare e crollare, pezzi interi di soffitto e ciò che c’era sotto i loro piedi. 
Malamar e Ash si ritrovarono sospesi nel vuoto e ben presto una voragine nel terreno si materializzò, facendoli precipitare in essa, sparendo anche dalla vista di tutti.
“ASH!!!!”
“PIKAPI!!!”
La pioggia di detriti cominciò poi a cadere intorno e nell’enorme buco, sommergendo l’area e bloccando il passaggio completamente. Altri pezzi continuarono a venir giù e i ragazzi furono costretti a battersi in ritirata, o almeno a ripararsi nel corridoio lì vicino, molto più sicuro. 
Si sentì un ultimo crollo e poi un polverone si alzò, annebbiando le loro viste.
L'allenatore cominciò a riprendere i sensi. Si sentiva debole e tutto il corpo pareva intorpidito. La testa gli faceva davvero male, ma provò a massaggiarsela per riuscire a capire dove fosse "Ma cosa è successo?" si lamentò riprendendo pian piano la vista. Non vi era anima viva, si trovava in un antro buio e desolato da cui sembrava non esserci uscita o una presenza.
Beh una sì, ma malvagia e terrificante. L'immenso corpo viscido di Malamar era a due passi da lui all'apparenza completamente inerme. L'allenatore si avvicinò, voleva controllare se fosse effettivamente vivo, quando fu alla sua altezza improvvisamente il calamaro spalancò le palpebre e scaraventò Ash lontano con un attacco psichico. "Mal Mal Mal!" sghignazzò contento di aver avuto una rivincita. 
"Ooof..." si lamentò l'allenatore rialzandosi. "Beh complimenti... ora sarai contento presumo!?"
La risata perversa del Pokémon di tipo Psico era una risposta più che adeguata, poi si rese conto anche lui di essere finito chissà dove, lontano dai suoi piani nefasti e dalla sua creazione. Provò a usare Psichico per spostare i macigni ma il peso era troppo anche per lui. "Malamar..." sibilò a becco stretto, era un fastidioso contrattempo. 
"Comunque niente di tutto questo sarebbe successo se tu non avessi avuto la BRILLANTE idea di usare Iper Raggio a casaccio!” continuò imperiosamente Ash. Ora sembrava tornato normale, sempre arrabbiato ma avva il controllo di sé.
“Amar mar mar!” Non si scollava di dosso, quella era la sua motivazione.
“Tutto questo non accadrebbe se non volessi conquistare il mondo!”
Lo sguardo dei due si incrociò, lampi di fuoco si potevano scorgere nei loro occhi. "Perchè ci intralci sempre!? Che ti ha fatto il mondo per volerlo far scomparire!?" continuò a gridare Ash. Il calamaro non rispose troppo occupato a fissarlo ferocemente, muovendo un tentacolo. "E' vero c'è gente che non meriterebbe di vivere ma altri si! Vorresti privare queste persone di un futuro!? Tu non sei intelligente, sei solamente un pazzo! Un pazzo come quel mostro di Elisio!” ruggì Ash continuando a inferire più che mai. 
La parola "Elisio" fece scattare un nervo al calamaro, uno dei pochi elementi a tenerlo calmo in quel momento, improvvisamente tirò una ceffonata all'allenatore "MALAMAR!" gridò in maniera più sentita. 
"Si continua pure a schiaffeggiarmi e a fare il gran Pokémon, tanto non riusciremo ad uscire di qui..." si rialzò l'allenatore. 
"...Mar.." sbuffò lui girando lo sguardo. 
"A meno che, non collaboriamo, sebbene la cosa mi disgusti..." continuò il ragazzo.
"Mala...!?"
"Tu non riesci ad uscire di qui” disse indicando il nemico “Io non riesco ad uscire di qui...” Poi se stesso “Avremmo più possibilità di farcela se lavoriamo insieme, quindi la cosa migliore per entrambi è stabilire una tregua... per ora" e l'allenatore allungò una mano sempre però con lo sguardo carico di dubbi e sospetto. “Il che significa non attaccarci, aiutarci se serve e soprattutto che tu non mi ipnotizzerai o farai del male ai miei amici”
Malamar ci pensò su, collaborare con colui che gli aveva impedito per ben 2 volte di compiere i suoi piani era un ipotesi assurda, ma d'altro canto aveva ragione. Se nemmeno lui era riuscito a liberarsi da quell'antro buio e solitario, l'unica soluzione era accettare l'odiosa tregua. 
"Malama..." strinse un tentacolo alla mano di Ash guardando anche lui il ragazzo con aria torva e truce. I due arti si stringevano con forza, come se si volessero strangolare tra loro e avere la meglio. 
Sarebbe stata una dura tregua.
…Intanto...
Serena cominciò a riaprire gli occhi, sentendo un odoraccio di polvere che le dava difficoltà a respirare. Sentiva ancora la testa girare per quanto era successo. Si sentiva così inibita, finché un grosso caos e frastuono l'aveva svegliata completamente. "D-Dove è Ash!?" Chiese preoccupata guardandosi in giro.
Persino il Team Rocket, accortosi del crollo e sentita la domanda decise di risollevarla "Già, il moccioso?"
I ragazzi si limitarono ad indicare il luogo del crollo, con tristezza tinta in volto. 
Subito il terrore e l'angoscia cominciarono ad assalire Serena e corse verso le rocce e il cemento accumulati. Iniziò con le mani a scavare, mossa da un sentimento disperato. "ASH!" 
I tre sgherri rimasero senza fiato, sconvolti e pietrificati. Il moccioso era lì sotto!? Non era possibile, Ash non si fermava così facilmente e sapevano bene quanto una spina nel fianco fosse e anche un grande allenatore. Avevano anni di inseguimenti come prova, criminali o no riconoscevano il suo valore. 
Lidia la afferrò per le braccia e la tirò indietro prima che potesse continuare e affondare le mani nella parte più dura e tagliente degli accumuli "Ma che fai!? Ti farai male!"
"Non mi interessa!" Rispose lei con le lacrime agli occhi "È colpa mia! Se non mi fossi fatta ipnotizzare adesso..."
"Non è colpa tua! Non potevi difenderti e nemmeno aspettartelo. Ti ha puntata fin dall'inizio!" La rimproverò il medico, tenendola indietro pure lui. La Jenny di Forsia si alzò e proseguì verso la povera ragazza "Non potremo mai rimuovere tutto quello che vedi, ma forse Ash sta bene, sotto questa struttura ci sono dei tunnel naturali sotterranei. Direi di   cercare un'uscita e iniziare a cercarli...va bene?"
"Infatti!" Esclamarono all'unisono le reclute del Team Rocket. 
"Conosciamo anche noi il moccioso e lui è... beh è il moccioso! I bastoni tra le ruote che ci mette e i suoi atti esagerati di eroismo ne sono la prova!" Iniziò Meowth.
James continuò "Non si farebbe mettere così facilmente fuori gioco, è semplicemente fuori da ogni possibilità"
"Davvero pensate che una franicella lo possa fermare? Ha salvato il mondo e lo crediamo andato per sempre per due roccette? Mi aspettavo più fiducia da te mocciosetta" parlò come immedesimandosi in Jessylin, non usava quei toni fuori dalle fare, ma ora credeva davvero che fosse insensata tale depressione. Doveva avere più fiducia nel moccioso di cui era innamorata.
La performer annuì, tirando su con il naso. La sua fidata volpe si avvicinò e la strinse in un abbraccio consolatorio, non era colpa di nessuno, a parte Malamar.
Ash e Malamar nel frattempo cercavano di seguire la galleria in cui si trovavano, non sapevano dove stavano andando o quale fosse la direzione giusta per l'uscita, ma poco potevano fare al riguardo se non illuminare la via ognuno a modo proprio. Ash con il pokédex e Malamal con la sua luce corporea. Il biancavillino aveva provato a chiamare Serena ma la linea lì sotto non prendeva. Chissà quanto doveva essere preoccupata e chissà se stava bene…
"Mahaha" ridacchiò Malamar intuendo i pensieri del ragazzo, prendendolo in giro per le idiozie che pensava. Perché doveva preoccuparsi di un'umana inutile quando era lui nei guai? Sentimenti ridicoli e inutili.
Ash lo guardò con aria aggressiva e turbata "Cosa c'è!? Fatti gli affari tuoi invece di leggermi nella mente"
"Mala mar mar maramalamar!" Era talmente patetico ed evidente che non poteva non notarlo.
"Non ti spiego nemmeno le mie ragioni perché non capiresti con il cuore di pietra che hai. Sappi solo che la prossima volta che alzi un solo tentacolo su Serena non esiterò a finirti con le mie stesse mani" minacciò con voce fredda e tagliente. Non credeva di esserne davvero capace, ma le parole erano venute fuori con naturalezza.
Il calamaro arrotondò il becco mostrano un viso sorpreso, ma per nulla spaventato. Era piacevolmente meravigliato, gli piaceva vedere quel lato "oscuro" del suo acerrimo nemico. Tornò a sorridere, ignorato dall'allenatore, quando si sentì un *crock* e il soffitto cominciò a crollare sulle loro teste.
Erano pochi massi ma erano davvero grossi, diretti verso uno solo dei due.
"ATTENTO!" gridò Ash gettandosi contro Malamar e spingendo entrambi metri più in avanti, schivando la roccia per una frazione di secondo salvatrice.
I due sentirono i sassolini frammentati che si scontravano sui vestiti e la pelle, rimasero rasi a terra fino a che il tremolio non finì.
Malamar scattò in aria, con il tentacolo pronto a colpire, Ash però non si fece spaventare "Stai più attento"
Non capiva perché, ma era pieno si collera. Come osava intromettersi e salvarlo? E perché!? Non capiva, odiava non comprendere.
"Sei comunque una creatura vivente che abita nel nostro mondo. Per quanto non lo meriti io non privo a nessuno questo diritto e mi sarei sentito in colpa se lo avessi permesso. Non penso alcune volte, agisco e lascio sia il cuore a guidarmi”
Il Pokémon mostrò una faccia terribilmente disgustata e inorridita, per quanto dentro non capisse ancora quell'umano incomprensibile.
"Andiamo..." disse Ash alzandosi e scrollandosi la polvere di dosso.
"Amar mar"
"Non ti darò ordini se riesci a darti una mossa da solo"
... passò il tempo, non sapevano quanto di certo ma ormai l'aria scorreva più facilmente nel tunnel, segno che l'uscita era vicina.
Per tutto il tempo Malamar non aveva fiatato, ancora scioccato per essere stato salvato dal suo nemico.
Non aveva senso avere pietà, voleva sconfiggerlo quindi doveva lasciarlo morire schiacciato. Eppure no, non lo aveva fatto. Gli si stavano esplodendo le tempie a forza di innervosirsi su quell'argomento. Non era uguale agli altri umani, poteva sentire il suo rancore, a volte un pò di risentimento, dolore e rabbia... ma mai odio e cattiveria, sentimenti che adorava e credeva di aver trovato persino in quel ragazzo innocuo. Quanto si era sbagliato.
Un po' quello spirito da bambino gli ricordava qualcuno, come anche la durezza interiore che poteva tirar fuori. Il senso autoritario mostrato nei suoi confronti, non aveva mai funzionato tranne in due casi. Era il primo dopo anni a riuscire a tenergli testa e zittirlo, portandolo alla temporanea obbedienza.
Finalmente videro le pareti schiarirsi e la luce penetrò nei loro occhi. Il tunnel era finito e davanti a loro c'era una distesa di colline rocciose, era finalmente finito quel periodo di oscurità, tuttavia non era ancora tempo di gioire, entrambi dovevano tornare dai loro compagni.
"Finalmente siamo fuori, ora raggiungiamo gli altri e non farai loro niente, mi sono spiegato?"
Malamar non rispose subito, continuò a fissare come perso nel vuoto. Era fisso con lo guardo sul sole ormai calante.
"Uhm?" Ash confuso non capiva cosa ci fosse nel tramonto di talmente accattivante. Quel Pokémon era amante del dolore, il potere e la cattiveria, quindi cosa ci trovava di ciò in uno spettacolo del genere?
Ancora aspettò la risposta ma non arrivò, a quel punto realizzò la risposta: era un Pokémon anche lui.
"Ma..." parlò lui. Non doveva preoccuparsi, non avrebbe fatto male ai suoi amici.
Si incrociarono gli occhi marroni con quelli pieni di atrocità "Perché sarai tu a farlo!" 
"COS?" 
...
"Ancora niente?" chiese Brock cercando di individuare un’uscita nei dintorni.
“Niente anche qui..." sospirò Lidia cercando l'odore di Ash con l'aiuto dell'olfatto di Spotpup. 
"Andiamo moccioso..." si preoccupò Meowth sebbene mantenendo un certo ritegno criminale "Non credere che una semplice frana ti permetta di svignartela cosi! Devo avere il piacere io stesso di riuscire a batterti e non intendo perderti per due sassolini!"
Jessie nel frattempo sgridava il collega "James invece di stare ad oziare con quel brutto del tuo Pokémon vieni ad aiutarci!" 
In effetti Trolby era l'unico che non sembrava lavorare, con lo sguardo perso nel vuoto ogni mattone o sasso che trovava se lo metteva in bocca e se lo masticava "Sta lavorando Jessie!" replicò l'uomo "La devi smettere di trattarlo cosi! Lui mangia rocce e sassi quindi potremmo anche trovare un passaggio da liberare!”
Serena non ascoltava le loro discussioni, aveva l’ansia a mille. Era vero che Ash aveva corso rischi ben peggiori rispetto una frana, come cadere in un vulcano di sua spontanea volontà e affrontare pericolosi criminali, ma chi la preoccupava era Malamar. Poteva fargli qualcosa di male e aveva un terribile presentimento, come se non fosse solo la distanza corporea a dividerli. "Speriamo stia bene..." 
Pikachu le saltò in braccio, affranto quanto lei e molto preoccupato per la presenza assieme ad Ash “Pipika…”
*CROOOOOC SBAAAAAAM!!!!*
"Avete sentito?" si girarono tutti. 
Davanti a loro si liberò un passaggio e spuntò dal nulla il loro amico Ash. "Pika pi!" esultò Pikachu correndo verso di lui. 
Quel che accade dopo però fu completamente inaspettato e sconvolgente “…C-Chu!” lo colpì un calcio preciso, facendolo sbalzare in dietro. 
"A-ASH!?" si scandalizzarono tutti. 
“Ash che hai fatto!?” alzò la voce la performer recuperando un Pikachu più che disturbato. Faceva male in ogni senso, perché lo aveva fatto?
“Il vostro amico non c'è più! Ora comando io!" disse la voce del ragazzo, ma non era lui a parlare davvero.
"Quello non può essere Ash!" sussultò Brock. 
"Infatti, il corpo è suo ma la mente è la mia!" L'ombra si palesò davanti a tutti. Malamar aveva Ash sotto il suo pieno controllo. Ora potevano notare il vuoto negli occhi del ragazzo, diventato il burattino del criminale. 
"E ora..."parlò il calamaro servendosi della bocca della sua preda "Vi conviene arrendervi, oppure preferite che faccia del male a questo patetico rompiscatole?" minacciò lui.
"Cha..." saltò via dalla presa di Serena il topino, con le guance cariche di energia elettrica, tanta quanto l’odio che provava per Malamar. Sentire la voce di Ash, del suo migliore amico usata così, come se fosse solo una persona vuota e inutile… non lo poteva accettare.
"Pikachu..." Serena però lo dovette bloccare, se provava ad attaccare avrebbe potuto ferire Ash. 
"Maledetto..." sibilò l'agente di Kalos. "Sfrutti le persone solo per i tuoi conti personali… ma non provi vergogna di te stesso!?" 
"Vergogna? Pfui... e che male c'è a sfruttare le persone per un fine maggiore?" replicò lui. 
"Spiegati!"
"Vedete, il mondo come lo conosciamo noi non merita di esistere. Io ho solo un obiettivo: dare vita ad un mondo pacifico senza niente e nessuno, in altre parole un paradiso”
"Quelle parole mi suonano familiari..." pensò Serena. 
Mala-Ash notò lo sguardo che Pikachu e Serena gli rivolgevano e sorride perfidamente "Non vi fa piacere eh? Che il vostro amico sia dalla mia parte, no?”
“Lui non è dalla tua parte! Lo stai usando, Ash non farebbe mai niente di male!”
“Posso usarlo come voglio e questo vi fa soffrire, è già qualcosa che mi aggrada. Voi però osate avvicinarvi e io lo farò soffrire…" 
"P-Pi..." rispose Pikachu abbassando mano a mano il voltaggio. 
"Molto bene, ora se volete scusarmi ho una missione da compiere! A mai più rivede-...!" vide Serena e Pikachu scattare all’improvviso, seguendolo per bloccarlo. Fece un segnale e ben presto i suoi sgherri fuggiti in precedenza si misero di fronte a loro.
I due però riuscirono ad evitarli scivolando sotto di loro, stavano correndo come mai prima. I Malamar provarono ad andare dietro loro ma furono bloccati da Brock, Lidia e il Team Rocket. 
"ORA!" gridarono tutti iniziando a lottare con i loro Pokémon contro i calamari avversari.
Il Malamar capo si affrettò a svignarsela, per cercare qualche pezzo delle pietre rimasto e completare la sua opera. Serena e Pikachu continuarono però a seguirlo, senza lasciarselo sfuggire dalla vista. Non avrebbero permesso lui di farla franca. 
"E' inutile! Non riuscirete a prendermi!" li sbeffeggiò Mala-Ash da lontano, sapendo della loro presenza. 
Passarono minuti, forse i più lunghi che la kalosiana e l'elettroroditore ebbero mai vissuto. Il Pokémon si era avvicinato al laboratorio, convinto di trovare ancora al suo interno ciò che gli serviva "Perfetto, ora devo solo attivare la bomba buco nero!" esultò.
Improvvisamente il corpo di Ash si fermò, Malamar lo incitò a sbrigarsi, ma esso non rispose. “Mah…” sapeva che stava lottando internamente per sfuggire al controllo e anche se era forte non poteva farcela. Aumentò la forza dell’ipnosi, riuscendo a farlo tacere e renderlo tranquillo.
Questa però fu la svolta necessaria che diede tempo a Serena e Pikachu di raggiungerlo "E ora restituiscici Ash!" lo intimò Serena. 
"Mai!" tuonò il Pokémon "Il vostro amico sarà la fonte per la creazione del mondo perfe-… ma che stai FACENDO!?”
La ragazza cominciò a correre incontro ad Ash, il quale sotto il controllo di Malamar la rigettò indietro con violenza, sbattendola a terra.
“Pipika!” Si infuriò Pikachu vedendola ferirsi, non era un Pokémon, per lei era più pericoloso subire degli attacchi.
Questo però non fermò Serena, la quale gettò le braccia al collo di Ash, stringendolo in un abbraccio e rimanendo ferma dove era. Il corpo del ragazzo si ribellava, ma lei non si spostava di una virgola.
"L-Levati di m-mezzo!" ruggì Mal-Ash stringendo le mani alle braccia di lei con foga.
"Gnkk.." sussultò lei, ma non si scompose continuò a stare in posizione. "N-non a-arrenderti mai, s-so che sei lì dentro..." sorrise nonostante il dolore. 
Per un attimo il corpo del biancavillino si calmò, allentando la presa. Serena rimase sorpresa e attese un gesto qualunque. Tuttavia non si aspettò ciò che seguì. Pikachu osservò inorridito come Ash dava una ginocchiata dritta in pancia a Serena, facendola tossire e accasciare di colpo. “PIKAPI!” 
Ancora però Serena si rimise in piedi, facendo dei profondi respiri e trattenendo le lacrime di dolore, di nuovo abbracciò Ash stavolta convinta che non importava i colpi che avrebbe subito, non avrebbe mollato.
Pikachu sapeva che non c’erano molti metodi per bloccare Malamar o sconfiggerlo. In quel momento era troppo forte e per liberare Ash bisognava agire a livello mentale. Questo voleva dire ingaggiare una lotta spirituale. Tuttavia prima doveva collegarsi a loro e l’unico modo per farlo era…
…farsi ipnotizzare come Ash.
Corse a frugare nelle tasche di Serena anche se abbastanza difficile visto quanto si muoveva Ash. Tirò fuori una Pokéball e liberò Sylveon. Subito la volpina folletto guardò con orrore i colpi che Serena subiva pur di controllare Ash. Doveva intervenire! “Veon!!!”
Pikachu però la bloccò con uno sguardo serio e compassionevole “Pika… chu Pikapi pi ka chu” Indicò se stesso “Cha pi”
“On! Ve ve!” scosse la testa Sylveon, non voleva che Pikachu si consegnasse a Malamar. Poi avrebbe dovuto vederlo in quello stato.
“Pikachu, pipi… Pipika!” Come Serena faceva ora con Ash, lui le stava chiedendo di tenere duro e di bloccarlo se sarebbe servito. In questo modo avrebbero avuto tempo di lottare contro Malamar nella sua testa.
La volpina con esitazione e a suo malgrado dovette annuire e promettergli ciò. Pikachu le diede un veloce abbraccio e partì in corsa contro Malamar, il quale fu seccato da quei continui tentativi inutili di fermarlo, anche se vedere la mocciosa picchiata era un bello spettacolo ai suoi occhi.
“Pikaka!” lo chiamò Pikachu con aria di sfida.
Il calamaro non se lo fece ripete due volte e accese la luce sul suo ventre, il topino ebbe l’istinto di coprirsi gli occhi, ma non lo fece, il suo intento era farsi ipnotizzare. Sylveon invece dovette proteggersi gli occhi con i suoi nastrini, per evitare di essere controllata.
“P-Pikachu!” Lo chiamò Serena, vedendolo girato di spalle e floscio, quando si girò, aveva la stessa aria di Ash. Fredda e assente. 
Sylveon poté sentire una stretta al cuore, ma dovette mettere da parte le insicurezze, correndo verso di lui e avvolgendolo con i suoi nastri “Syl…”
Malamar vide la scena, trovandola talmente ridicola da non poter evitare di ridere "Mahahahahahaha!!! Ora nessuno potrà ....GAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!" Si contorse dal dolore, facendo sorprendere Serena e la sua volpina.
Stava accadendo qualcosa…
Pikachu aprì gli occhi, trovandosi in uno spazio vuoto, completamente bianco. Toccava terra anche se non riusciva bene a distinguerla dallo spazio vuoto e sconfinato che lo circondava. Trovò Ash dietro di lui con un sorriso serio e allo stesso tempo determinato. Sembrava essere un pò anzi, molto arrabbiato. Ma non con lui, con Malamar.
"Pikachu, ora possiamo vincere questa lotta" alzò la testa, vedendo l'immagine del rivale materializzarsi davanti a loro "Siamo entrambi ipnotizzati, quindi collegati. Uniamo le forze... e battiamolo una volta per tutte"
Era una lotta spirituale a tre e sarebbe stata una delle più dure mai affrontate. 
Malamar fluttuò verso di loro, con gli occhi fiammeggianti di furia e isteria. Non sorrideva più, tutta quella resistenza lo stava turbando e il fatto che quei due erano riusciti in qualche modo a collegarsi alla sua mente attraverso l'ipnosi non gli piaceva. "AMALAAAA!!!"
"Pikachu usa Fulmine!"
"Pikaaaa chuuu!!!" Scagliò il suo attacco, colpendo subito il rivale.
Il danno non sembrava esagerato, ma ciò che davvero provocò fu uno strano cambiamento intorno a loro. Il colore bianco pulsava di viola di tanto in tanto e sembrava sul punto di mostrare qualcosa. Erano riflesse delle immagini poco chiare, trasparenti, mosse di scatto.
Il Pokémon più grosso lo notò e cominciò a sudare perdendo la calma e la lucidità. Andò in palla, cominciò a ruggire in preda alla collera "MALAAAAAA MAAAAARRR" Usò Velenpuntura, scattando con i suoi tentacoli e muovendoli come delle saette. Pikachu riusciva a schivare ogni singola tentacolata ma stava rallentando visibilmente.
"Usa Energisfera!" Ordinò Ash e il suo compagno ubbidì andando subito a collidere la sfera elettrica con i tentacoli, spingendo indietro entrambi i combattenti.
Più Malamar si lasciava andare, più le immagini intorno a loro divennero chiare, per suo grande rammarico. 
"Perché ti ostini a comportarti così!? Cosa ci trovi di male nel mondo!? Ci saranno persone crudeli ma anche buone ed è per queste che bisogna andare avanti. A volte sono loro a far trionfare la giustizia e rendere felici gli abitanti della nostra Terra!" 
"Stai zitto!!!!!" Ruggì Malamar, rispondendo con una voce troppo reale e chiara. Ash aveva capito ogni parola ma non per via spirituale, ora aveva accesso anche al linguaggio del Pokémon. Stava parlando realmente.
Un flash... e si ritrovarono in un luogo mai visto prima. Dove erano? Pikachu e Ash sapevano che non potevano essere già fuggiti. Allora cosa stava accadendo? Qualcos'altro nella mente malata di Malamar che stava emergendo?
"Nooo!!!!" Il calamaro si scagliò sul topino, dandogli un colpo violento tanto da farlo scaraventare  in direzione di un bambino passante sulla traiettoria.
"Attento!!!!" Lo cercò di avvisare Ash, ma lui non sentì; come se non fosse nemmeno arrivata la voce alle sue orecchie. Provò a raggiungere in tempo il suo Pokémon e si gettò per prenderlo al volo, ma entrambi finirono sempre più vicini al ragazzino ora fermo a guardare dietro ai cespugli. 
Chiusero gli occhi preparandosi all' impatto ma non sentirono nulla, quando riaprirono gli occhi erano ancora in volo, pochi attimi e si scontrarono con il terreno.
"Tutto bene?" Chiese Ash massaggiando entrambe la sua e la testa di Pikachu.
"Chu..."
Alzarono il capo, trovando Malamar ora come traumatizzato. Seguirono il suo sguardo, trovando lo stesso bambino di prima. Era piccolo...sui 6 anni, un po' robusto, con i capelli rossicci e un sorriso paffutello e innocente. Era familiare.
Tra i cespugli invece c'era un piccolo Inkay ferito, non riusciva a reggersi a malapena sui tentacolini. Sembrava molto sofferente.
"E-Ehi, cosa succede?" Lo salutò il bambino.
Il calamarino cercò di strisciare indietro terrorizzato ma venne preso tra le mani del piccolo umano e alzato pian piano. "Non ti farò del male! Non preoccuparti, voglio solo aiutarti! La mia mamma e il mio papà non si lamenteranno troppo"
Ancora però Inkay tremava come una foglia, sembrava una gelatina vibrante, tanto si raggomitolava su se stesso in preda al panico e la paura. Sentiva terrore vero, cosa gli era successo per finire in quello stato?
"Colpa di voi umani, le vostre guerre hanno coinvolto chi non c'entrava nulla e io ho passato l'inferno solo per essere finito in mezzo ad una trappola mentre cercavo da mangiare!" Digrignò il becco Malamar con rancore.
Ash capì, quelli erano davvero i ricordi di Malamar, le sue esperienze e passato a cui con la lotta erano riusciti ad accedere.
"N-No, non ti farò male" il bambino gli fece qualche carezza, inizialmente  il piccolo Pokémon credeva che voleva schiaffeggiarlo e si era ancora più irrigidito, ma poi la sensazione dele coccole lo rilassò.
"Forse qualcosa da mangiare lo trovo... sai ieri avevo la febbre quindi non ho finito la cena. Non è tanto ma non sei grande!" Lo avvicinò al petto e lo nascose tra le braccia, correndo in casa.
Come si chiuse la porta, i colori svanirono dall'ambiente circonstante e tornò tutto bianco. Era  finita la visione, il passato più misterioso del crudele Pokémon, che ai tempi tanto cattivo e assetato di potere non sembrava.
Ash non attaccò subito, sebbene il nemico era già pronto ad assalirli "Perché sei cambiato così tanto? Quel bambino è la prova che nel mondo non c 'è solo l'avarizia e la malizia.
"TACI!" Tornò a fronteggiarli con Psichicò, Ash si sentì alzato e i piedi non toccavano terra, il corpo si comprimeva con dolore "Aahhhh!!! P-Pikachu...! A-Aiu..."
"Pikapikapikaaaaa pikachu!!!" Il topino era già corso dritto incontro a Malamar nel momento che aveva sollevato il suo allenatore. Colpì il suo stomaco con Attacco Rapido e l'aura psichica cedette, facendo ricadere Ash sul terreno. 
"Pikaaaa chupi!" Saltò poco più in alto del rivale e rafforzò la coda per poi scaraventarla come una poderosa mazzata sulla testa di Malamar. Subito atterrò dietro e lo colpì di nuovo con il medesimo attacco Codacciaio. Buttandolo in avanti e riducendolo ad una perdita di coscienza.
"Pikachu... tutto bene?" Chiese Ash reggendosi la spalla appena dolorante.
Il topo elettrico corse verso il suo adorato amico e gli saltò addosso leccandolo "Pikapi!" 
Ridacchiò dandogli una carezza "Sto bene, sto bene! Grazie per il salvataggio!" 
Il paesaggio mutò di nuovo. Stavolta si trovavano... in una struttura un pò antiquata, era sera e c'era un temporale.
La pioggia non li bagnava, essendo solo fantasmi nella mente di Malamar. 
"NOO! Voglio la mamma!!! E il papà!!! Lasciami!" Si sentì gridare.
Si voltarono di scatto, vedendo una donna elegante trascinare con la forza lo stesso bambino. Lo teneva per mano, stringendola con forza e tirandolo di peso. Aveva un'aria severa ed espressione corrugata. "Zitto! Non puoi tornare da loro!" 
"Voglio tornare a casa! Lasciami!!! Mammaaaa!!! Papiiiiiii!!!" 
*SLAP*
Ash avrebbe voluto reagire, ma la sua presenza non avrebbe concluso nulla, osservò con orrore chiudendo gli occhi al contatto sul viso del povero bambino.
"Poverino, cosa sarà successo?" Si chiese, notando poi una piccola figura che seguiva la scena dai cespugli.
"TE L'HO DETTO MILLE VOLTE! SMETTILA DI FRIGNARE! Tua madre e tuo padre non erano in grado di mantenerti e hanno perso l'affidamento! Dimenticateli! D'ora in poi questa sarà la tua nuova casa!" 
Pikachu e Ash rimasero inorriditi. Dovevano essere capitati in un epoca vicina ad una guerra perché dalle ferite di Inkay, lo stato del territorio, la povertà e le maniere della gente... era un periodo molto duro.
Ancora però si chiedeva chi fosse quel bambino, risposta che presto fu chiarita.
"BRUTTA STREGA!" Strillò il bambino dandole una spinta leggera. Era troppo piccolo per farla anche solo sposare.
*SLAP* stavolta la sberla colpì l'altra guancia, lasciando le cinque dita sulla pelle del povero piccolo.
"Ora chiudi quella bocca  finché non siamo arrivati, ci siamo chiariti Xante!?"
"XANTE!?"
La scena si spostò in una camera dall'aspetto trasandato, quel bambino era lì, aggrappato al suo piccolo Inkay. Il quale era riuscito ad infilarsi nella struttura. Era probabile che i due fossero diventati amici.
"P-presto saremmo fuori di qui, piccolino e saremo liberi insieme" balbettava il piccolo Xante accarezzando la testolina della medusina, anche se non riusciva a credere alle sue parole. Sembrava più un tentativo di non ppiangere. 
"Quello... è Xante, il vice comandante del Team Flare!?" si sorprese Ash ricordando il volto di uno dei suoi nemici affrontato a Kalos ,come era diverso da allora!”
"Ehi!" disse una voce da fuori dalla porta. "Hai un nuovo compagno!" detto questo la porta si aprì e un altro ragazzino venne spinto dentro. "Ambientatevi!"
Il ragazzino aveva un aria familiare: capelli arancioni fiammanti e uno sguardo fiero "Potevate pure essere un po' più cortesi però!" disse cercando di farsi sentire ma l'uomo era già andato "Prima regola del mio futuro, cambiare questi sistemi così barbarici..." borbottò tirando fuori un taccuino nascosto in tasca. 
Xante alzò la testa, fu in quel momento che i due si videro "Beh almeno sono in compagnia..." disse il coinquilino "Anche a te è andata male, vero? Come ti chiami?"
Xante non rispose. 
"Andiamo non mordo mica!" lo incoraggiò l'altro “Anzi se ti fa più comodo mi presento prima io… mi chiamo Elisio!" 
"E-ELISIO!?" gridò Ash ancora più sconcertato di prima, quel ragazzino era l'uomo che aveva messo a repentaglio l'intera umanità!? 
"I-Io mi c-chiamo X-Xante e questo è-è il mio a-amico Inkay..." rispose tremolante l'altro. 
"I-Ink..."
"Hai visto? Cosa ci voleva?" proruppe l'altro con un sorriso "Almeno ora sappiamo chi siamo! Come mai sei qui?”
“M-Mi hanno detto c-che mamma e papà n-non potevano più p-prendersi c-cura di me…”
“Uhm… i miei sono morti in guerra, quindi siamo simili su questo”
"H-Ho sentito che volevi cambiare questo posto..." chiese il futuro scienziato. 
"Si, quando sarò grande ho intenzione di migliorare tutto quanto il mondo! Basta guerre, basta orfanotrofi e gente che si odia! Io, Elisio, mi adopererò per un mondo migliore!"
L'immagine si diradò ancora una volta, mostrano poi altri momenti veloci del loro periodo in orfanotrofio. Tra bambini che facevano i bulli, punizioni e sofferenze ingiuste… e il loro rapporto così unito e legato.
Le visioni si bloccarono ancora e questa volta i due futuri geni del male sembravano più grandi, ormai diciottenni e con l’età giusta per andare per la loro strada. 
"Beh finalmente usciamo da questa topaia" disse il futuro capo del Team Flare. 
Vicino a lui c'era Xante anche lui molto cresciuto "Si...finalmente liberi di scegliere cosa fare" 
"I-Inkay!” 
"Io intendo sfondare nell'industria e creare una mia personale agenzia completamente a scopo migliorare il mondo intero. Aiutare gli altri insomma. La guerra è finita ma c’è ancora tanta gente in difficoltà” Espresse lui, ancora in uno stato sano e generoso “Tu che vuoi fare?"
"Beh, io non so..." 
"La proposta di anni fa è ancora valida: vieni con me" 
"Sicuro?"
"Esatto! Per creare un mondo migliore c'è bisogno anche di gente migliore e in questi anni ho visto come sei bravo, specie nelle scienze e l'elettronica! Il tuo aiuto sarà fondamentale a creare i laboratori dove ci daremo da fare per creare sempre più materiale per il nostro futuro!"
"Beh non è che sono cosi bravo..." 
"Sciocchezze, hai sempre avuto i voti più alti nella realizzazione e nelle materie scientifiche e matematiche! Inoltre insieme si lavora meglio, no?"
Xante non ci mise molto ad accettare, in fondo Elisio era l'unico amico che aveva dunque perché non accettare la sua offerta? In fondo... i suoi discorsi non facevano una piega. Migliorare il mondo era davvero un obiettivo nobile e affascinante "Allora accetto!" disse stringendo la mano al compagno.
 
"Urgh..." si rialzò Malamar, l'ultimo attacco lo aveva steso "N-non credere che sia ancora finita..." lo minacciò. 
Ash e Pikachu si misero in guardia. Malamar fece lo stesso poi notò la scena intorno a lui "Hai visto tutto!?" proruppe irato lanciando un grido. 
"E-eravate in un orfanotrofio…? Mi spiace..." disse Ash. “Ne avete passate tante”
"Mi spiace un accidente! Sono stati gli anni peggiori della mia vita! Solo la compagnia dei miei amici riusciva più o meno a farmi sopportare quel luogo! Non avevo altro posto in cui andare per colpa di quei soldati che hanno distrutta la mia casa e la mia famiglia! Poi però, ci fu un momento, un momento in cui sembrò andare per il verso giusto. Finalmente ero uscito da quella topaia e lavorare con quei due mi faceva star meglio! Sembrava finalmente che i nostri sforzi fossero stati ripagati! Eppure sempre voi avete rovinato tutto!"
"Noi!?" 
"Si, voi e tutti i vostri Pokémon!" le scene scorrevano, mostrando gente bisognosa che continuava a chiedere aiuti ad Elisio per ogni cosa. Cibo, medicine, invenzioni e costruzioni. Lui si era arricchito attraverso le idee geniali che gli erano venute in mente, ma allo stesso tempo le continue pressioni gli stavano mettendo davanti agli occhi tanta avidità. 
Di nuovo si fermò un’immagine che prese vita. I volti di Elisio e Xante erano più familiari alla vista di Ash, erano gli stessi che aveva conosciuto e affrontato qualche anno prima. Elisio stava in piedi appoggiato ad un muro, con la testa rivolta verso esso "P-Perché!? Perché devono essere cosi ottusi!? Continuando con le loro azioni finiranno per distruggere il mondo che ci è stato donato!"  La rabbia di quella parola si poteva percepire ovunque.
“Elisio... i preparativi sono completati, l'ultimo modello di Holovox è pronto per essere lanciato..." Xante e il suo Inkay apparvero dietro di lui. 
“Bene... spargetelo sul mercato" si ricompose l'uomo.
Lo scienziato poté vedere la fronte del suo amico e capo corrugarsi "Qualcosa non va?" 
"Eccome se non va! Io mi sto adoperando per rendere il nostro mondo un posto migliore ma come vengo ripagato!? Prima si fanno la guerra, poi vogliono qualunque cosa! Fare del bene ora non basta più perché usano tutto a scopo di farsi avidi!”
Xante rimase in silenzio, capendo che avrebbe continuato "Ho capito solo ora cosa ci separa dal creare un mondo perfetto e puro... siamo noi, gli esseri umani e i loro Pokémon! La generazione corrotta!" 
"Come?" 
"Guardati intorno! Cosa abbiamo combinato in questi secoli di storia!? Guerre, fame nel mondo, distruzione e avidità! Siamo cosi stupidi da continuare solo per un bramoso desiderio di potere e sete di fama! Non è questo il mondo a cui aspiro... non è questo! Lo hai visto anche tu nel giro di un mese quanta gente è venuta a chiederci di risolvere i loro problemi! Sempre di più! Il bene che diamo sta diventando qualcosa di cui sono dipendenti! Non cambierà mai perché ci sono troppe persone così nel mondo!”
“E come potremmo risolverla la questione?”
"Dovremmo ripartire da zero, solo le persone e i Pokémon degni dovrebbe esistere in questo mondo!" Espresse Elisio con le braccia aperte e alzate al cielo "Un reset completo e saremo noi ad attuarlo! Salveremo questo mondo, ricostruendolo dalle basi! Spariranno gli altri e ricostruiremo tutto grazie a chi risparmieremo!"
Inkay e Xante lo guardarono scioccati, non riuscivano a capacitarsi di quanto fosse folle come piano, eppure dopo tutte quelle dimostrazioni avute, lo scienziato non poteva tanto biasimarlo. Non era la prima volta che  pensava a certe cose e con il tempo a forza di sentirsele ripetere se ne era convinto anche lui.
Inkay invece sapeva cosa era il dolore e la distruzione e l'idea di procurarne non gli piaceva molto
"E tu Inkay!?" Arrivarono a coinvolgere anche lui.
Le parole lo fecero indietreggiare, era davvero giusto far male agli altri? Disgustava quegli umani quando Elisio e Xante... ed erano i suoi unici amici, la sua famiglia. Perché non aiutarli?
"Fermeremo la guerra, quella che ha portato via le nostre famiglie, libertà e voglio di apprezzare questo mondo contorto! Insieme possiamo cambiare la storia!!! E ci serve il tuo aiuto!"
"..."
"Ti hanno portato via tutto! Ora tu puoi portare al mondo la pace! Un salvatore! Sarai parte del nostro progetto!!"
"..."
"Senti le grida dei tuoi compagni? Le urla di sofferenza dei tuoi cari!?"
Le orecchie di Inkay cominciarono a percepire ancora quei versi strazianti di dolore, che ancora lo traumatizzavano.
"Le mani dure degli umani viziati che pretendono!"
Vedeva gli arti di quei mostri che usavano essi solo per ferire.
"E ora noi ripartiremo!"
"In..."
"DA CAPO!!"
"KAAAAYYYYYYY"
Una luce bianca circondò il Pokemon, facendolo mutare completamente. Si stava evolvendo, tutto reso possibile dall'odio e l'oscurità che stava penetrando in lui. La voglia di cambiare il mondo e averlo tutto per sé, non soffrire più. Vedere la paura e l'obbedienza di chi faceva un torto, chi invece seguiva le regole che li adorava, stare con i suoi due compagni, accontentare i loro desideri.
Ora anche suoi. 
Chi si sarebbe ribellato, sarebbe perito! 
"INKAAAAAAMAAAAAAAA"
"Elisio! Si sta..." iniziò Xante completamente scioccato. Sapeva che prima o poi sarebbe successo ma mai si sarebbe aspettato in quel momento.
"Affascinante!" Sorrise Elisio osservando l'evento che accadeva, quella forza e aura che emanavano le evoluzioni... era piena di potere. Segnava un passaggio ad uno stato superiore, aveva appena mostrato la sua dignità.
"MALAMAAAAAR!!!!"
"Si è evoluto... incredibile, lo ha fatto attraverso parole... che ispirano malvagità, è come parte di lui. Ci è cresciuto, si è sviluppata con lui nell'evoluzione. Questo è assurdo!"
"Può essere assurdo ma è semplicemente una delle migliori tecniche di evoluzione. Si diventa più forti e obbiettivi, rischiare e puntare in alto diventa priorità! L'amore è solo spazzatura, un rifiuto stesso che voi umani insistete ad avere e usare. Quale patetica perdita di tempo!" Destreggiò i suoi tentacoli mimando un mondo poi distrutto e frantumato, sgretolatosi nelle sue grinfie.
Ash sapeva che quel Pokémon non sarebbe cambiato facilmente, si rimise in posizione d'attacco, con Pikachu ai suoi piedi. 
"Tuttavia..." parlò poi, mettendo Ash e Pikachu in leggero stato di confusione. "Io ho fatto l'errore di provare questa scemenza umana... e l'ho fatto solo per quei due" indicò gli scienziati che si ergevano trionfanti con Malamar, immaginando già il reset in corso, le nuove costruzioni di un mondo pulito e solo loro.
"Siete folli! Voi volevate distruggere anche gente che non c'entrava nulla! Non si può giocare con la vita delle persone! Anche se si sbaglia non è corretto privare di un dono tanto delicato e speciale! Ogni esistenza è unica e va rispettata!"
"Loro però la nostra non l'hanno rispettata! I nostri seguaci ci avrebbero seguiti e sarebbero stati i rappresentanti della nuova ed eterna gloria di una Terra rifatta da zero!"
Ash non poteva sentire quelle parole egoiste. Le persone non andavano uccise solo perché non volevano qualcuno a controllarli e sterminare chi non era d'accordo "È dittatura! È solo un'illusione di un mondo felice e rappresentate la pace ma in verità sarebbe solo la dimostrazione dell'atrocità che portano i vostri pensieri! Questa è guerra! La stessa che vi ha portato sofferenza! Dici tanto che detesti quegli umani ma voi vi siete trasformati in loro!"
Malamar si irrigidì, mostrando chiara disapprovazione "Come osi paragonarci a quelle creature!?"
"Un mondo in cui predominano il terrore e la dittatura non è portatore di pace! L'amore, la giustizia e l'amicizia sono ciò che possono salvarlo! Sarebbe troppo facile radere tutto al suolo. Bisogna imparare dagli errori, migliorarsi e cambia..."
"MAHAHAHAHAHAHA" lo interruppe una risata grossolana, sembrava seriamente divertito "Ma certo perché tu provi queste cose e sembra tutto a colori quando vivi una vita gioiosa e felice. Una vita da viziati, sempre più avidi... come l'amore che provi per quell'insulsa umana, dolce talmente tanto da dare disgusto! Sarà tra le prime a sparire!"
"Ci devi solo provare a farle del male come prima! Sparirò con te se necessario!" gridò Ash ancora più furioso che mai, le sue pupille per un attimo divamparono e presero un colorino rossastro.
"TU MI HAI TOLTO L'UNICA SODDISFAZIONE CHE MI RIMANEVA!QUINDI ORA TI FARO' PROVARE COSA SIGNIFICA!" gridò rabbioso il Pokémon tipo Psico.
La visione cambiò ancora una volta “Malamar si comporta in modo strano, agisce per conto suo, vuole fare sempre tutto da solo” disse Elisio tenendo le mani incrociate.
"Sta facendo del suo meglio per aiutarci, probabilmente vuole mostrare che il suo volere è forte quanto il nostro" replicò Xante alla constatazione del suo capo. 
"Ah si? Beh guarda questo" disse l'uomo dalla criniera di leone mostrando un foglio con tutte le opzioni di piani di Malamar, aveva mal interpretato il loro obbiettivo di scelta naturale. Loro volevano sterminare solo chi impediva la pace e poi vivere in essa. Non dominare con il pugno di ferro e distruggere completamente il mondo facendo soffrire chi li avrebbe seguiti nel progetto "Non mi piace per niente. Malamar non è in grado di vivere nel mondo dei nostri sogni, lui sta esagerando" 
“Mala…” Si fece vivo il calamaro del passato contestando quelle idee.
“Abbiamo deciso che noi tutti dobbiamo sacrificare i nostri interessi per tutelare questo obiettivo finale! Non è questo il mondo a cui ambiamo, stai sbagliando!”
"Mal am mala mar mar!” Lui voleva ambire a qualcosa di più alto, voleva dimostrare che avrebbe potuto aiutarli a modo suo e rendere tutto migliore. Poteva essere ancora più forte e dominante! Li avrebbe resi fieri con i suoi ideali. 
Questo però non potevano capirlo, per questo era necessario fare qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato. Lasciarli momentaneamente e trovare il suo modo per rendere il mondo migliore, senza seccatori… solo loro tre. 
“MALAAAMARR!!!” urlò lui prendendo la sua decisione a lasciandoli indietro. I due non capirono cosa era successo fino a che non trovarono il suo messaggio scritto con lettere di giornale sistemati psichicamente. Avrebbe fatto a modo suo, l’obbiettivo era superarli, diventare migliore… ma anche renderli orgogliosi. 
"IO VOLEVO RENDERE TUTTO PERFETTO! AVERE LA MIA RIVINCITA E TORNARE IN ARMONIA CON LORO! MA TU… HAI ROVINATO TUTTO! HAI DISTRUTTO LE MIE SPERANZE!"
Ash poté vedere gli scontri in cui aveva battuto Malamar, poi quando Mollicino distrusse lo Zygarde roccioso uccidendo Elisio, anche grazie all’aiuto di Ash e i suoi amici. Di nuovo cambiò e si sposò a quando Xante finì per pentirsi delle sue azioni e arrestato.
"La questione è tra te e me!" gridò Ash "Se vuoi vendetta allora sfogati su di me, ma non mettere in mezzo persone innocenti!" 
Malamar accolse la sfida "BENE ALLORA! TI FARO' PATIRE L'INFERNO! POI COME TU HAI DISTRUTTO CIO’ CHE AVEVO IO DISTRUGGERO’ CIO’ CHE TU AMI! I TUOI AMICI E IL TUO ADORATO MONDO! SENZA RIVOLUZIONI COME AVREI POTUTO FARE PER RISPARMIARVI! QUESTO E’ CIO’ CE MERITATE TUTTI PER AVER PERMESSO ALLA MIA FAMIGLIA DI DISSOLVERSI!!!!" Il calamaro si lanciò all'attacco con uno scatto furente e repentino. 
"Pikachu usa Fulmine!" ordinò Ash.
"PikaAAAA CHUUUUUUUU!!!!!”
Malamar schivò agilmente "Tutto qua?" lo sbeffeggiò, poi lanciò un Iper Raggio contro di loro. Il topo schivò all'ultimo secondo, riuscendo ad evitarlo, ma di poco. "Come vedete è inutile! Qui siamo nella mia mente! Sono io padrone di tutto!" Detto questo 10 copie di Malamar si materializzarono in cerchio circondando il Pokémon elettrico, non era Doppioteam, era proprio la sua testa a crearle. 
"Pikachu controscudo elettrico!" ordinò Ash. La danza e gli avvitamenti di Fulmini del topino scacciarono tutte le copie. 
"E' inutile combattere! Sono io ad aver la supremazia!" continuava Malamar perdendo sempre più la ragione.
Di colpo si ingigantì, poi mani fantasma da sotto il terreno spuntarono bloccando il suo avversario nella loro presa “PIKA!?”
"Non sopravvivrete a questo!" il calamaro lanciò un Iper Raggio gigante, il colpo prese in pieno il topino che gemette dal dolore, sentendo l’esplosione intorno a lui. "Chaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!" 
"Pikachu!" lo richiamò preoccupato l'allenatore. Corse da lui abbracciandolo e chiedendogli se andava tutto bene, tuttavia il topino stava tutto fuorché bene.
"E un altro per precauzione!" Il Malamar gigante lanciò un altro super Iper Raggio, devastante talmente tanto da far traballare l’aura Psichica del luogo in cui combattevano. Si avvicinò sempre più, ma Ash non aveva intenzione di spostarsi e lasciare che ferisse il suo amico.
“Muoriiiiii!!!!” sussultò annaspando il nemico.
Le onde di energia fecero cedere appena le illusioni dell’ambiente. Ci fu un esplosione, proprio dove Malamar li aveva colpiti in pieno. Era certo che con questo anche nella vita reale sarebbero morti. Tuttavia, pian piano il fumo si diradò e trovò i due abbracciati e intatti. "COSA!???PERCHE’!?”
Un aura blu pervase sia Ash che Pikachu, saranno pure nella mente di Malamar, ma il loro legame era più forte e quello avrebbe fatto la differenza. Era il loro turno di espandere la loro mente. "Perché noi non ci arrendiamo mai! Perché noi ti dimostreremo che hai torto una volta per tutte! E infine perché amiamo la nostra casa e intendiamo proteggerla!!!" 
L'aura ammantò Pikachu sempre più, non era enorme ma sempre più splendente e forte. Risplendeva dei colori più puri che si potessero vedere. 
"COSA STA SUCCEDENDO!?" gridò esasperato e senza comprendere Malamar “IO DOVREI DECIDERE COSA SUCCEDE QUI!!" 
"QUESTA... E' LA FORZA DELLE NOSTRE CONVINZIONI E AMICIZIA! PIKACHU VAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!”
"PIKAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACHUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!" tuonò il Pokémon elettrico scatenando un fulmine gigantesco. 
“GWWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!" strillò il malefico avversario sentendo la forza di quel Fulmine trasparirgli nelle vene, talmente potente da bruciarlo completamente. 
Tutto ad un tratto intorno a loro sparì tutto, Ash e Pikachu cominciavano a sentirsi tirare verso qualcosa, probabilmente i loro corpi. Stavano tornando normali.
"Grrr… cosa è questa luce!?" chiese furente e massacrato l’essere mentre spariva.
"Questa... è la VERA forza dell'amicizia, del rispetto e ci chi vuole proteggere i sogni di tutti!" rispose Ash, finché non diventò tutto assente e bianco. 
La loro mente tornò poi a focalizzare da qualche parte, forse la realtà. DI certo Ash non si aspettava di ritrovarsi abbracciato a Serena, la quale nel frattempo non aveva badato a Malamar che era finito col picchiarsi da solo e urlare di dolore, fu solo l’ultimo grido, a farla sussultare. 
“S-Serena?” la chiamò lui con voce sorpresa ma gentile.
Lei subito si staccò, avendo atteso e supplicato per minuti quelle parole. La sua voce pareva sincera, i suoi occhi pure ed espressivi. Avevano vinto. "S-Sei tornato normale?” chiese un po' titubante.
Lui le fece un ghigno sempliciotto, inconfondibile per la ragazza, la quale di nuovo allora torno ad abbracciarlo con le lacrime agli occhi.
“E’ tutto finito” L’abbracciò guardando Malamar "Penso che avrà capito la lezione..." Era convinto che le sue parole lo avessero raggiunto almeno un pochino. Il suo corpo si fece floscio, poi crollò sulle spalle di Serena. 
La ragazza subito si preoccupò, reggendolo “A-Ash!?”
"Solo stanco, non ti preoccupare, tu piuttosto stai bene?” mormorò sentendosi finalmente al sicuro tra le braccia della sua amica. Era così caldo e affettuoso il suo abbraccio.
“Sto bene…”
"Ragazzi!" si sentirono in lontananza alcune voci. Erano Lidia, Brock e tutti gli altri.
"Siamo venuti appena siamo riusciti a liberarci di quegli scagnozzi e li abbiamo catturati! Aspetta… oh ma che è successo!?" disse il medico guardando la scena: i suoi amici abbracciati l'uno con l'altro e il corpo del nemico completamente a terra.
"N-Ne riparliamo dopo..." disse Ash "Ora quel Malamar può essere finalmen-…” 
La pace durò poco, il manufatto su cui era caduto Malamar, oggetto con cui voleva realizzare i suoi piani, incominciò a brillare di natura propria... forse era stato contaminato dall'essenza maligna di quel Pokémon che aveva perso il controllo.
KAAAABOOOOMMMM
Esplose, facendo sbattere Malamar inerme contro alla parete rocciosa e facendola crollare, pian piano circondandolo in una trappola, stava per essere schiacciato.
"Presto via di qui!!" Gridò la Jenny forsiana.
Tutti le diedero retta, seguendola per correre ai ripari, tuttavia Ash lasciò la presa di Serena e si fermò, guardando il suo nemico. Serena inarcò le sopracciglia sorpresa e preoccupata, cosa voleva fare?
"Torno subito!" disse recuperando la forza e correndo verso Malamar. 
"A-Ash!" gridò lei troppo tardi, era già vicino alla trappola di roccia ed estendeva il suo bracco verso il Pokémon.
"M-mala..." riprese man mano coscienza il calamaro. Vide un braccio sfocato tendergli la mano aperta, sentiva le rocce crollare e l’allenatore che così di punto in bianco lo stava aiutando. Che era successo?
"Malamar!" gridò Ash "Dammi afferra la mia mano! Sei ancora in tempo per fuggire! Se vieni con noi potrai iniziare una nuova vita! Una vera vita e vedere come il mondo meriti di vivere! Anche tu sei una creatura vivente! Possiamo davvero ancora sistemare tutto!" lo incoraggiò l'allenatore cercando di afferrargli il tentacolo.
Inizialmente provò a prenderlo, quasi convinto delle parole dell’allenatore. Diede forza al suo tentacolo e con un gesto fulmineo diede una fustata ad Ash, facendolo sbalzare indietro. 
“Ma... che fai!?" si sorprese l'allenatore, con una smorfia di dolore “Malamar aspetta!!”
Brock però corse ad afferrare Ash e lo trascinò via prima di venire colpito da una delle rocce cadenti. Continuò a spingerlo via con sé, avendo capito la scelta di Malamar, per quanto fosse pazzo.
“Mala Mala MAR!!!!" rise incessantemente il calamaro come uno psicopatico, gesticolava con i suoi tentacoli come acclamando la grande forza emanata dall’esplosione precedente ed esultando in onore della sua potenza e grandezza.
Fu proprio mentre rideva, che altri massi cominciarono a coprirlo, sempre di più, fino a che un macigno si staccò dalla punta della parete e cominciò a precipitare…
*THUUUUUMMMMPPPPPP*
L'eco della risata risuonò ancora fino a che non cessò improvvisamente con la caduta del masso, sebbene ancora nelle loro menti si sentivano quei versi di crudeltà.
Si fermarono quando si sentirono al sicuro e quando osservarono la scena, non poterono fiatare, sconvolti da come era andata a finire. Ash rimase completamente senza parole, incapace di muoversi o di parlare. Aveva permesso che un Pokémon morisse, davanti ai suoi occhi. Non era riuscita a fare nulla.
"Ash..." provò a parlargli Brock, ma lui non rispose.
Le due Jenny presero i walkie-talkie e avvisarono i colleghi che Malamar era andato, per sempre stavolta.
Serena abbracciò l'amico da dietro la schiena "Non ha voluto aiuto..."
"Ha preferito morire piuttosto che farsi aiutare... quasi ci sembrava godere" commentò Lidia orripilata dalla follia di quella creatura, nemmeno spaventata di fronte alla sua stessa morte.
"..Avrei dovuto impedirlo... convincerlo a non farlo a pentirsi... che razza di allenatore sono?" Mormorò Ash sentendo un grosso peso sullo stomaco che gli dava la nausea
Brock si mise davanti al raggio visivo di Ash per distoglierlo "Uno talmente buono che ha rischiato la vita per aiutare un pazzo criminale e voler dare tutto per convincerlo a redimersi" 
"A quale prezzo? È comunque sparita una vita e io ho lasciato che accadesse, non è la prima volta"
"Era folle, non riusciva più ad andare avanti, in quello stato sarebbero stati solo danni per il nostro pianete" provò a convincerlo che un solo lato positivo, anche se piccolo, c'era. Era brutta pensare in bene sulla morte di qualcuno, ma ovviamente di fronte ad un nemico impossibile da convertire e pronto a distruggerli non c'era tanto da fare. Inoltre era stato un incidente.
Ash iniziò a tremare "Ma era anche lui abitante del nostro mondo e lui in fondo ha avuto un cuore, provava sentimenti come noi ed era stato un Pokémon come altri che ha sofferto e perso tutto!"
Tutti rimasero in silenzio, non comprendendo quelle parole perché non sapevano cosa avesse visto nella mente di Malamar. "Ho cambiato tanti Pokémon, forse.. potevo anche con lui..."
"Dubito Ash, lui non voleva cambiare, si è ucciso pur di dimostrarlo" lo ammonì serena sapendo che sarebbe andato avanti ad incolparsi per quella storia e non doveva.
Lui a quel punto voleva ribattere, si liberò dell'abbraccio, afferrando le mani e mettendosi faccia a faccia con lei.
Quando aprì la bocca rimase senza voce. La smorfia di dolore che scappò dalle labbra di Serena non passò inosservata. Le faceva ancora male l'attacco si Malamar? Possibile ma non aveva reagito così durante la fuga. Preoccupato finalmente scrutò la ragazza, vedendo dettagli assolutamente visibili a occhio nudo ma che per qualche motico non aveva nemmeno lontanamente scorto. 
Lividi; sulla mano destra, il braccio sinistro... persino uno sulla guancia. Da come posava probabilmente anche uno sullo stomaco, ma non poteva toglierle i vestiti per controllare. La guardò senza riuscire a formulare domande convincenti, così fu lei a parlare.
"N-Non è nulla"
"Come te li sei fatta!? Non li avevi dopo che Malamar ti ha fatto del male!" Non riusciva davvero ad immaginare quando se li fosse fatta.
L'unico momento in cui erano stati assieme dopo era mentre era... 
Sbarrò gli occhi con orrore verso se stesso, non poteva essere vero. Iniziò a tremare e sudare, non lo aveva fatto. Non avrebbe mai osato. "N-No..."
"Ash tu non lo ha-..." Subito provò lei, ma il ragazzo si cacciò le mani tra i capelli.
"No, no, no, no, no, NO, NO, NO!!!" Alzò sempre più la voce avendo una crisi. Aveva osato davvero alzare le mani su qualcuno? Su una ragazza? Un'amica? La sua migliore amica? Serena? La ragazza di cui era innamorato? Doveva essere un incubo.
"Ash!" Si avvicinò appoggiando una mano sul suo petto "Non hai fatto nulla, sto bene!" 
Si allontanò istintivamente "T-Ti ho picchiata!!"
"Ho solo cercato di aiutarti, non mi hai fatto nulla di male! Eri sotto il suo controllo!" Lo pregò di calmarsi Serena, era già grave che si sentisse in colpa per Malamar, ora anche per quello? 
"Ti ho fatto del male e non mi sono fermato..." ripeté rotto, il cuore era in pezzi al solo pensiero che l'aveva colpita così forte solo perché lo stava cercando di salvare. In viso poi... e quello non era uno schiaffo, era molto peggio. Come aveva potuto? Lui che la voleva proteggere aveva commesso uno degli atti più brutti e virili che esistessero. Si vergognava di se stesse talmente tanto che non aveva la forza di alzare il capo di fronte a lei o anche solo farsi avvicinare.
Lei però lo fece lo stesso e si attaccò a lui "Ti prego no, passerà tutto" 
Aveva continuato a giurare che non avrebbe permesso a nessuno di toccarla ma lui stesso alla fine aveva fatto lei più male, quasi quanto Malamar.
Serena gli prese la mano  e l'appoggiò sulla sua guancia con il livido "Una carezza, non serve altro. Quello che ti ha fatto male era Malamar, attraverso il tuo corpo" si appoggiò a lui "Sono solo felice tu stia bene"
"..." non rispose mai a quelle affermazioni.
Da lì in poi per intere ore non riuscì più a parlare con nessuno. Troppo ferito dentro per aver fallito più volte in quella giornata, aveva lasciato che la sua amica fosse torturata e ipnotizzata, per essersi fatto catturare, fallire a convertire Malamar, averlo lasciato morire e persino picchiato Serena.
Non avrebbe visto la luce del sole per un po'. Sarebbero spariti i lividi, ma le ferite interne erano qualcosa che solo il tempo e la compassione avrebbero potuto curare…
 
...E così, il vecchio nemico di Ash e Serena scompare sotto la sua follia e malvagità. Per il nostro eroe però la vittoria paga poco di fronte alle perdite e i suoi sensi di colpa. Riuscirà a tornare a sorridere? Vedere la luce in fondo al tunnel? E Serena come se la caverà al suo varietà? Il viaggio continua...
 
NOTA D’AUTORI:
Due avvisi importanti per voi! 
Il primo è che finita questa fanfiction come detto ci sarà il sequel ecc.. ecc… ma inizierà anche un progetto simile per Inazuma Eleven sempre fatto fa noi! Vorremmo creare una storia, un intreccio nuovo e basato su un nostro personaggio: Ashley…. Evans! Esattamente, Ashley è figlia di Mark e… Cammy. Esattamente. La fanfiction sarà ispirata all’anime, solo che invece di Nelly la moglie di Mark è Cammy, come nel gioco Inazuma Eleven GO Ombra. Quindi sosteneteci e se siete interessati quando uscirà dateci un’occhiata! Vedremo tanti personaggi vecchi come Mark, Axel, Jude, Paolo… ma anche alcuni personaggi di Inazuma Eleven Go un po' cresciuti come Arion, che avrà un ruolo importante! Soprattutto seguiremo le avventura di Ashley, una ragazza con il sogno di diventare portiere e giocare a calcio, superando gli ostacoli di ogni tipo, soprattutto i pregiudizi sul suo essere una ragazza che ama il pallone!
 
Il secondo è un CONCORSO! Ovvero… dovrete provare a rispondere ad una domanda, chi riuscirà ad indovinare a risposta per primo (Eh si conta anche il tempo) potrà ricevere uno spoiler in esclusiva sullo spin-off che faremo dopo il sequel. 
Quindi la domanda per voi è: “Di cosa parlerà lo spin-off Pokémon che faremo?”
Chi si avvicina di più o indovina per primo riceverà una risposta privata con la soluzione, appunto con un mini spoiler sulla trama dello spin-off. Ovviamente risponderemo prima di postare il prossimo capitolo, quindi quando vedrete il capitolo 23, vorrà dire che abbiamo già risposto al vincitore e gli altri non potranno sapere nulla ^-^ dovranno attendere.

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Capitolo 26
*** Un consiglio di Felicità? Il primo sguardo di un Sogno ***


ECCOCI QUA CON UN NUOVO CAPITOLO! BUONA LETTURA!

Episodio 23: Un consiglio di felicità? Il primo sguardo di un sogno!


Sono passati giorni dallo scontro contro Malamar, il gruppo aveva passato giorni in commissariato per spiegare l’accaduto. Grazie all’aiuto dell’agente Jenny sono riusciti lo stesso ad arrivare a Cavatopia, il giorno stesso dell’esibizione e con qualche ora di anticipo. Purtroppo però il problema più grande va ben oltre il Varietà di Serena, è l’umore di un Ash completamente distrutto che preoccupa…

"Grazie del passaggio agente!" ringraziò Lidia salutando l'addetta alle forze dell'ordine. 
"Era il minimo dopo il vostro aiuto! Buona fortuna con il vostro viaggio e tu con il tuo Varietà Serena!” 
“Grazie!”
“E… beh buona fortuna anche con lui..." disse Jenny a bassa voce, indicando preoccupata il viso dell'allenatore di Biancavilla. 
Aveva un’espressione persa, vuota e cupa, aveva parlato di rado negli ultimi giorni e soprattutto preferiva starsene da solo, al massimo solo Pikachu riusciva a passare del tempo con lui. Durante quei giorni nessuno era riuscito a perforare il guscio in cui si era rintanato dopo quella terribile vicenda a cui aveva assistito di persona. 
Sensi di colpa, shock e anche malumore, non riusciva bene a tirarsi su. Per fortuna lui stesso aveva assicurato ai suoi amici che si sarebbe fatto forza eventualmente. Serena purtroppo non era riuscita minimamente ad avvicinarsi a lui, il quale era come se avesse una reazione allergica alla ragazza. Le rispondeva a malapena e non stavano vicini per più di pochi minuti. 
L’allenatore provava ancora un estrema vergogna dopo quello che le aveva fatto. I lividi erano spariti dal corpo di Serena ma era come se lui li potesse vedere ancora. Aver picchiato la sua migliore amica era come un gesto ignobile, non gli interessava se il suo corpo era controllato; avrebbe dovuto trattenersi. Soprattutto anche se Serena sembrava soffrire di questo distacco e lui stesso ammetteva di non agire nel migliore dei modi, non riusciva proprio a guardarla in faccia. 
Il medico di Plumbeopoli iniziò subito la sua manfrina d'addio "Agente Jenny, quando mai il mio cuore potrà rivede-… Ehm si, beh spero che ora le cose siano un po' più tranquille" si corresse notando lo sguardo di un certo cucciolo, già pronto a degustare il sapore del suo sedere. 
La macchina dell'agente prese partì, allontanandosi dalle loro viste. “Beh è stata gentile a darci un passaggio vero Ash?" provò a esordire la detective. 
"..." fu la risposta che ottenne da lui. 
"Dai che poi al centro medico potrai finalmente mettere qualcosa sotto i denti!" continuò lei cercando almeno di stuzzicarlo attraverso una delle armi migliori. 
"Non ho fame. Ora andiamo." rispose secco l'amico. 
"Ma..." 
"Voglio stare da solo se non vi spiace” Il ragazzo si allontanò dal gruppo camminando a testa bassa. 
"E' davvero un problema" disse preoccupato Brock "Conosco Ash da tempo e mai una sua depressione era durata così tanto" 
Anche Serena poteva capire il commento di Brock, ripensando a quel giorno in cui aveva provato a far ragionare il suo amico a palle di neve. Stavolta però la questione era molto più seria, soprattutto perché la riguardava direttamente. Non riuscire a farlo sorridere era davvero straziante.
Appena arrivati presero subito delle stanze per la notte. Ash ne aveva approfittato per lasciare i suoi Pokémon nelle cure di Joy e andarsene in camera.
I 3 amici non riuscivano a riconoscerlo, erano seriamente preoccupati. Dove era finito quell'Ash allegro, solidale ed estroverso che tutti ammiravano e rispettavano? Che non si arrendeva mai e riusciva sempre a tirarsi su?
"E' una brutta botta quella che ha preso... specie dal punto di vista psicologico" ipotizzò Brock, era un dottore dei Pokémon ma certe cose erano visibili per tutti.
Pikachu non aveva seguito il suo allenatore, volendo ascoltare gli altri e discutere con loro. Aveva provato a smuovere il suo migliore amico ma niente, era la prima volta che non riusciva nemmeno ad avvicinarsi. Che aveva tanto disagio a guardarlo negli occhi. 
Serena non ne poté più e si alzò, dirigendosi verso la stanza "Vado a parlargli" disse con decisione. 
"Sicura? Potrebbe non ascoltarti dato che sei stata tu quella che ha colpito duramente" le chiese preoccupata l'amica. 
"Ormai è passata e poi devo fare un tentativo" rispose dura lei, non aveva senso andare avanti così. Stavano male tutti e doveva capire nessuno ce l’aveva con lui e non era un amico peggiore. 
"Beh... buona fortuna..."
La ragazza si avvicinò alla porta, sentendo già un’aura negativa emergere dalla stanza. Strinse la maniglia, con l’intento di entrare, ma decise di bussare prima. “Ash?" 
Non ricevette nessuna risposta. 
"Disturbo?" chiese ancora incominciando ad aprire la porta, non chiusa a chiave. Non le aveva risposto, quindi l’aveva sentita ed ignorata come in quegli ultimi giorni. Procedette verso di lui e si sedette di fianco al ragazzo sul suo letto. 
"Cosa volete?" fu la risposta seccata ma anche sofferente dell’allenatore. Non ce l’aveva con Serena, sapeva che volendosi bene era normale si preoccupasse per lui. In quel caso fin troppo, visto che doveva odiarlo.
"Ash ascolta... so che è un brutto momento per te..." incominciò a parlargli l'amica.
"Brutto è minimalista..." sbuffò lui agguantando un cuscino e sbattendoci la faccia. 
"Si, hai ragione, brutto è riduttivo ma non era colpa tua!"
"Si che lo era! Potevo salvarlo, non capisci!? Potevo dimostrargli che esisteva del buono in questo mondo! E invece l'ho lasciato morire! Non hai idea di cosa significa vedere la morte in faccia!" si alzò Ash con le lacrime che gli rigavano il viso. 
"Ash, tu hai voluto offrirgli una possibilità, è lui che non l'ha accettata”
"Che importanza ha!? Fosse solo quello! Io ti ho picchiata! Non è una dannatissima lotta Pokémon andata male! Io ho ti ho fatto del male, ho ferito un’amica e non sono riuscito nemmeno ad evitarlo! Non riesco a sopportare solo l’idea che qualcuno si avvicini a te con intenzioni maligne e poi io stesso alzo le mani!?”
Serena provò a calmarlo “Non eri tu che mi facevi del male! Era Malamar che ti controllava, tu stavi facendo di tutto per ribellarti al suo controllo!" 
"Erano comunque le mie mani a farlo e avrei dovuto provare di più!!" Provava ribrezzo a guardare le sue stesse mani, come se fossero tinte del suo sangue.
"Ma non la tua mente! So che non lo avresti mai fatto e mi basta questo..." 
"Se solo fossi stato abbastanza forte da resistere…” Strinse i pugni sulle proprie gambe, disprezzandosi. Ok, forse non era colpa sua, ma non riuscire a fare nulla per impedirlo era una pugnalata… qualcosa di assolutamente frustrante.
“Ash…” Serena appoggiò il braccio dietro alla schiena di Ash, cercando di confortarlo.
Lui si scostò appena, rivolgendole uno sguardo dispiaciuto "Ti prego, lasciami da solo ora. H-Ho bisogno di tempo per mandare giù tutto e non vedermi come un mostro. Vi sto dando fin troppo peso, vi ringrazio per preoccuparvi ma al momento dubito possiate fare qualcosa, soprattutto te" 
"Ma..." provò ad obiettare lei.
L'amico la implorò "Per favore..."
La ragazza sospirò accontentandolo, se aveva bisogno così disperatamente di spazio avrebbe concesso lui quello che voleva, ma di certo non si sarebbe fermata lì. Doveva tornare a sorridere.
"Allora? Come è andata?" chiesero i due amici più grandi vedendo tornare Serena.
Serena fece spallucce "Non so se sia una cosa positiva o negativa, ma ha rotto il silenzio..." 
"Questo è un buon segno" iniziò Lidia credendo in un miglioramento.
“…E si crede un mostro”
"Questo invece è un brutto segno..." concluse Brock. 
"Io ci ho provato a farlo ragionare ma sappiamo tutti che è testardo, nei suoi lati positivi e negativi. Credo lo turbi più l’avermi picchiata" sospirò la performer "Non c'è proprio niente che si può fare?" aggiunse poi ad alta voce. 
"Una cosa ci sarebbe..." propose la detective "...E guarda caso capita proprio a fagiolo"
"Cioè?" le chiese Brock.
"Il Varietà" Sentenziò lei con un sorrisetto. 
Medico e performer si guardarono confusi, non comprendendo come potesse aiutare Ash "Cosa c'entra il mio Varietà con..." provò lei, salvo essere interrotta. 
“C’entra eccome! Ricordi la scorsa volta a Rascagiupoli? Ash era estasiato nel vederti esibire! Tu non potevi vederlo, ma io l’ho tenuto d’occhio ogni istante, dovevi vedere i suoi occhi!" continuò l'amica più grande “Scommetto che se riuscirai di nuovo ad esibirti come hai sempre fatto forse riusciremo, anzi, riuscirai a distruggere quell'alone di impotenza che ha avvolto completamente Ash. E' un' ipotesi che non dobbiamo scartare"
"Posso provare in effetti..." pensò Serena, se davvero esibirsi lo avrebbe reso felice allora lo avrebbe fatto. Non credeva di avere questo gran potere e tirare su Ash era difficile, soprattutto vista la rarità con cui accadeva che perdesse il suo carattere forte e gioioso. "Farò un tentativo" mormorò, sebbene non avesse molta voglia di esibirsi in quelle condizioni.
"Su Serena! Sii forte e vedrai che lo sarà pure lui!" La convinse Lidia. "Inizia con l'andare ad iscriverti! O non potrai partecipare!" 
Serena annuì e corse verso l'area registrazioni del centro Pokémon. Il Varietà si sarebbe svolto in giornata, quindi aveva il tempo di prepararsi.
Brock le fece cenno di sbrigarsi "Noi pensiamo a tirare su Ash dal letto! Corri!" Quando Serena fu lontana, abbassò la mano, senza distogliere lo sguardo "Pronta a fare l'impresa della giornata?"
"Non vedo l'ora..." sospirò prendendo mano a dei biscotti.
Se avevano imparato qualcosa era che in questi casi poco tirava su Ash, ma per tenerlo almeno in piedi ci volevano tanti zuccheri, abbastanza da non far tremare le gambe ad Ash.
Lidia strinse bene la busta piena fino all'orlo di biscotti... centinaia e centinaia... "Se non gli viene il diabete, allora starà in piedi almeno fino all'esibizione di Serena" 
"Potrebbe servire un imbuto e cacciarli con la forza nella sua bocca" la avvisò Brock.
"Mi dava meno problemi mia sorella da piccola quando era un infante" rise disperata lei.
"A chi lo dici!" Lui poteva comprenderla, era il fratello più grande! Ne aveva avuti di piccoli a cui badare!
...
Erano arrivato sul luogo in cui l'evento sarebbe stato svolto. Portarci Ash era stato abbastanza difficile, ma alla fine Brock e Lidia erano riusciti a trascinarlo fino le tribune.
A forza di cacciargli biscotti in gola, si era convinto che tanto valeva starsene buono. Anche per il bene di Serena. Gli faceva piacere essere lì per lei anche se il suo umore era in uno stato disastroso. Però Serena aveva un Varietà e come lei lo aveva sempre sostenuto nelle sue lotte avrebbe dovuto aiutarla pure lui essendo presente. Sarebbe solo crollato sul sedile in caso la depressione avesse avuto la meglio.
"Ash... vedrai che poi starai meglio" lo incoraggiò Brock mettendogli una mano sulla spalla e tirandolo su per bene.
"Hmm"
...
Serena si trovava dietro le quinte per prepararsi come sempre, si era già vestita e anche i suoi Pokémon erano pronti. Sylveon indossava un costumino mentre Plarly attendeva spiegazioni da parte della sua allenatrice.
Tuttavia lei era troppo presa, fissandosi allo specchio con una nota di malinconia. Stava bene in quel vestito, lo stesso che Ash le aveva donato con affetto. Avrebbe fatto di tutto per tirarlo su, vincere oggi non era l'importante, ma tirare su colui che le aveva permesso di essere lì. Poi raggiungere la vittoria forse era un passo in più per renderlo possibile.
Si girò verso i suoi Pokémon con sguardo determinato "La prima prova sarà un'esibizione di nuoto sincronizzato e io non ci sarò. Plarky, Sylveon, come alle prove dovete dare il massimo! Oggi partecipiamo anche per tirare su Ash! Divertitevi e vedrete che il pubblico si divertirà a sua volta!"
"Plar!" "Veon!"
"Inoltre..." aggiunse lei chinandosi verso Plarky "Non vuoi indossare nulla?"
Lui la guardò fiero, che doveva indossare? Era già decente così. "Pla?"
"Si, ho capito... so che stai bene così come sei, ma normalmente ci si mette sempre qualcosa in un'esibizione. Anche Pancham indossa i suoi occhiali speciali o la camicetta. Tu puoi scegliere quello che vuoi!
Plarky la guardò bene, diceva sul serio cavoli. Sospirò e rimase a fissarla pensando a cosa farsi mettere, visto che doveva per forza adattarsi. Nuotare o no voleva essere comodo, quindi ci voleva qualcosa di fico e comodo. Poi qualcosa sul mobile dove si era appostata Serena lo ispirò. La bandana che lei indossava sempre, era in un certo senso stilosa e anche di poco conto. Era utile e poteva usarla in tanti scopi "ky!" Indicò il tessuto azzurro.
"Uh?" Si girò e capì "Una bandana?" Lui annuì, portando la performer a mettersi all'opera. Tirò fuori dallo zaino vari colori di tessuti e li mostrò, chiedendogli quale volesse usare per fare la bandana.
La maggior parte erano troppo particolari, variopinti e particolari. Indicò quindi un semplice tessutino arancione, senza disegni, altri colori o brillanti: normale. Due tagli e fu sistemato al collo dell'ornitorinco. L'arancione risaltava sul suo pelo azzurro. 
"Ora siamo pronti!"
"NON SAREMO MAI PRONTI!"
"Uh?" Serena si voltò incuriosita dalla voce. Dietro di lei una ragazzina stava trafficando con un enorme numero di nastri e merletti e più provava a districarli più si ingarbugliavano. Aveva i capelli lunghi, fino oltre il bacino, con i capelli arancioni e rossicci. Gli occhi erano verdi e il visino preoccupato, pieno di ansia.
Vicino a lei c'era un Pokémon di tipo erba, un Chikorita per la precisione. "Chiko?" chiese preoccupata la creaturina con la foglia in testa. 
"S-Scusa... o-ora ti sistemo il tuo vestito di scena fammi finire di legare questi nastri e... oh no!!" si disperò ancora di più la sua padroncina vedendo il suo lavoro ancora una volta completamente distrutto. "S-sono una frana... forse non sono portata per i Varietà! E’-E’ stata una pessima idea..." 
"Chiko Chi!" si arrabbiò la sua partner. 
"C-Chikorita g-guardami! Sono un impiastro, non riesco nemmeno a districare un nodino semplice come questo!" 
Serena guardava quella scena con occhi comprensivi, rivedeva nella sua testa una scena famigliare. Sentiva un dejavoi. Quella performer in un certo senso gli faceva tornare alla mente qualcuno, ovvero lei stessa, ai suoi primi Varietà. Non era così disperata ma ci andava vicina. "Serve una mano?" chiese cordialmente avvicinandosi.
"U-Uh?" si sorprese la ragazzina. 
"Ho visto che avevi un po' di problemi con il nastrino, lascia che ti aiuti!" la biondina prese il groviglio di nodi e una forbice "E' semplice guarda! Basta far passare il filo qui, poi di qua e infine si fa un taglio… e... ecco! Un bel fiocco per la tua Pokémon!" disse contenta mentre sfoggiava il suo lavoro. 
Si avvicino e lo legò attorno al collo della starter di Jotho. Le diede una carezza e sorride “Sei davvero adorabile!!”
"Chi Chi!" esultò tutta contenta sia per l’aiuto che per il complimento.
"G-Grazie..." balbettò la sua padroncina. 
"Se ti serve qualcos'altro dimmi pure! Sono qui apposta!"
"Beh ecco io in realtà..." provò a dire la ragazzina non ostentando un certo imbarazzo. Non riusciva a finire una frase, sembrava chiusa in se stessa. Non riusciva a parlare con le altre persone.
Serena osservò Chikorita e poi vide spuntare una Ducklett da dietro l’allenatrice. Lei era pronta ma i suoi Pokémon non ancora, probabilmente era quello il problema “Sono sicura che hai delle idee, fammi vedere che ti do una mano!”

"Visto che abbiamo fatto bene a portarti qui?" Lidia si rivolse ad Ash, con una mano occupata dal sacchetto di biscotti e l’altra che dava delle pacche all’allenatore.
"Vefamente fi ci afete coffreffo…" mugugnò con dei biscotti in bocca che gli venivano cacciati a forza in essa ogni due minuti. "Oggi non ci folefo fenile vi.. lo faffio folo pfer Pfelema" 
“Sicura che funzionerà?" bisbigliò Brock nell'orecchio della sua amica.
"Tutto dipende da Serena, ma conoscendola darà tutta se stessa per aiutare Ash a riprendersi!" 
"Ve ftate fonfabulanfo foi due?" chiese sospettoso il diretto interessato a bocca piena. 
"Niente, niente! Piuttosto goditi lo spettacolo che sta per arrivare! Sono sicuro che ti piacerà..." 
"Fi… certo…” Proprio quando sentì la bocca libera, un altro biscotto gli fu cacciato tra i denti. Mai aveva trovato negativo mangiare, ma ora di certo lo faceva. 

Nei camerini Serena non se la cavava per niente male, aveva appena finito di sistemare “Ta daaaa!" Esultò lei con felicità. 
"I-Io n-non so come..." balbettava la novella performer. 
"Tra performer ci si deve aiutare! O almeno questo lo penso io! Siamo rivali, non nemiche" disse Serena mostrando un sorriso. "A proposito io non mi sono presentata! Mi chiamo Serena e tu?" 
"Io m-mi chiamo Lu..." 
Il loro discorso fu interrotto dall’arrivo di una voce nell'altoparlante "Avviso a tutte le performer! Siete pregate di recarvi verso le varie entrate del palcoscenico. La parata d'ingresso inizierà a breve!" 
"Oh, ci stanno chiamando... vieni?" disse la biondina a colei che aveva aiutato. 
"B-beh in realtà non so se d-dovrei. S-Sai è la prima volta che..." si interruppe, sentendo la sua mano avvinghiarsi a quelle di Serena. 
"Se andiamo insieme non ci saranno problemi, no?" 
La ragazzina annuì ancora piuttosto confusa e insieme si avviarono verso il palco, più che altro fu lei ad essere tirata da Serena. 
Raggiunsero le altre partecipanti e arrivarono fin sul palco, dove le luci erano calate. Si misero in fila ad attendere il conduttore, mentre ognuna pensava a qualcosa di personale. Serena osservò gli spalti, individuando i suoi amici e a malincuore vedendo lo sguardo spento di Ash. Aprì appena la bocca con tristezza, quando però fu distratta dalla figura di Pietro, il quale spuntò davanti a tutti.
"Buon pomeriggio signore e signori! Benvenuti al Varietà di Cavatopia! Io sono Pietro edoggi sarò il vostro accompagnatore personale verso il meraviglioso mondo delle esibizione! Prima di tutto… dove si sarà cacciato il mio fedele assistente? A quanto pare è ancora intento a recuperare il meraviglioso premio che oggi andrà ad una delle nostre splendide performer partecipanti!" Pietro fece uno schiocco di dita.
Sotto di lui il palco si aprì, rivelando quella che sembrava una grandissima piscina olimpionica. "Caspita che roba!" disse Brock vedendo tutto quello spettacolo.
"E' folo una fisfina..." bofonchiò Ash. In effetti però lui stesso aveva scordato che l’esibizione avrebbe compreso una prova di nuoto sincronizzato.
Pietro continuò "Nella prima parte le nostre performer faranno danzare ed esibire i loro Pokémon in questa vasca colma d'acqua, simbolo di purezza ma anche di beltà e bravura! E il premio…” Arrivò Cupassion con in mano la spilla per la vincitrice “La spilla Giglio Bianco!”
Ci furono un po' di applausi, mentre le partecipanti fissavano con speranza di vittoria la spilla “Ora un attimo di silenzio prego... come voi ben sapete il potere è sempre nelle vostre mani! Infatti la vincitrice non la scelgo né io né la sceglie Cupassion! Noi siamo solo due umili araldi presentatori! I veri giudici per oggi sarete voi con i vostri voti a decidere chi andrà avanti e chi no! Di certo non potete votare se prima non conoscete le ragazze in gara! Quindi coraggio, un bel applauso per le performer di oggi!!!"
Tutte le performer vennero illuminate dai fari. Si sentirono applausi e ovazioni, ma questa volta l'allenatore di Biancavilla non riuscì ad unirsi alla celebrazione. "
Coraggio Ash, fa un applauso!" lo esortò Lidia. Come risposta ricevette soltanto un mugugno. “Fallo per Serena!”
A quel punto Ash giunse le mani e fece un mezzo applauso, forzatissimo e solo per la sua amica. Serena notò con la coda dell'occhio il suo gesto e fece un lungo respiro, mettendo chiare le cose nella sua mente “Ce la devo fare, non posso fallire per forza. Devo esibirmi per lui e renderlo felice come il resto del pubblico.
“Ora lasciamo andare le performer per la loro prova acquatica, ma prima… ecco l’ordine di esibizione!"
Sullo schermo si illuminarono in ordine di uscita i visi delle performer. Serena era per seconda e questo subito era il dettaglio notato da Brock e Lidia. 
“Ci vediamo tra pochi minuti con la prima esibizione!” salutò Pietro chiudendo lo spettacolo di luci con un inchino. 
"D-Devo esibirmi prima i-io?" balbettò una vocina vicino a Serena, mentre le performer tornavano alle loro postazioni.
"Ehi, andrai benissimo! A te piace esibirti, no?" la esortò la kalosiana.
"S-Si che mi piace, ma se..." si mostrò titubante la performer più giovane. 
La ragazza le diede una spintarella con un sorriso "Dai, ci sono io a sostenerti!"
“A-Allora io vado… a d-dopo!” 
Passarono i minuti e Serena cominciò a chiedersi quando sarebbe toccato a lei, ormai l’esibizione doveva essere finita.
"Io sono subito dopo di lei, siete pronti ragazzi?" Chiese Serena ai suoi due Pokémon emozionati per l'esibizione, chi lo mostrava, chi meno.
"Arky" "Sylve!" 
Si sentirono degli applausi, Serena non aveva potuto assistere perché vicina all’elevatore, ma era sicura che la ragazza era stata brava. Come si chiamava? Doveva ancora chiederglielo.
L'elevatore si abbassò e su di esso apparve la performer timida, sembrava felice ma allo stesso tempo molto dubbiosa e negativa sulla sua esibizione.
"Come é andata!?" Chiese Serena col sorriso sulle labbra, cercando di innescarlo pure sulla timidona.
A quanto pare funzionò appena "N-Non lo so... Bene? Male? Mi è piaciuto ma io ero così chiusa e tutta quella gente..."
"Ehi, ehi... l'importante è che ti sia piaciuto! Non hai sentito quegli applausi? Vuol dire che hai fatto scintille!" La incoraggiò. Non arrivò una risposta concreta, a parte un mugolio. "A proposito, non mi hai detto bene come ti chiami!"
"..." pronunciò qualcosa, ma era troppo basso il volume per capire.
Serena curvò appena la testa, richiedendole di ripeterlo "Come scusa?" 
"L-L..." ancora troppo basso. Girava gli indici e pareva più chiusa di una porta blindata.
"Puoi alzare la voce appena? Non riesco a..."
"Serena? Tocca a te!" La interruppe la segretaria.
"Oh.. devo andare..." si piazzò sull'elevatore con i suoi Pokémon. Si sentì il rumore leggero del motore accendersi, segno che stava per salire.
"Lucy"
Serena si voltò verso la ragazza dai capelli lunghi "Uh?"
L'altra performer la guardò con un sorriso timido e lievemente imbarazzato "Mi chiamo Lucy" affermò lei, dopo numerosi tentativi, finalmente ce l'aveva fatta.
Serena rispose con un caldo sorriso, finché non sparì sul palco.
...
"Era brava l'ultima performer, vero?" Commentò Lidia, cercando di animare un po' la discussione.
Brock annuì "Timida ma lo spettacolo alla fine era molto gradevole! Dentro ha più di quel che sembra!" 
"Pervertito..."
"Ma che dici!? Intendevo la timidezza e la passione nell'esibirsi!"
Durante la chiaccherata però Ash non aveva proferito parola. Sinceramente oggi non era dell'umore per battute o anche solo vedere gente esibirsi, a parte Serena. Per lei uno sforzo lo avrebbe fatto, anzi era un piacere. Ma le altre non lo interessavano affatto. Sembrava crudele, ma detto sinceramente era il destino che era stato crudele con lui, quindi poteva permettersi di essere pignolo e scorbutico se lo voleva.
"Vero Ash?"
"Cosa?" Borbottò lui non avendo ascoltato il resto del discorso.
I due amici sospirarono "Adesso tocca a Serena, dobbiamo fare il tifo"
"...Lo so, sono io a dirlo di solito" replicò seccatino.
"Allora fallo per bene perché ha bisogno di sostegno, per lei è importante! Lo sarà pure per te"
Il ragazzo non rispose, ma afferrò il concetto, doveva farsi forza per almeno due turni di performance. 
"E ora ecco a voi la Performer Serena!!!" Presentò Pietro a gran voce, indicando la ragazza che appariva accompagnata dai suoi Pokémon.
Si fece silenzio tra gli spalti, Ash alzò appena la testa, fissando il palco su cui si trovava la ragazza, sentiva uno strano formicolio. 
"Forza iniziamo!" Partì la musica e i due Pokémon presero la rincorsa, arrivando fino al bordo e poi tuffandosi.
"Lo faccio non solo per noi, ma anche per Ash. Oggi le nostre motivazioni raddoppiano!" Pensò lei con determinazione, correndo vicino alla piscina.
"Vento di Fata!" Dall'acqua cominciò a formarsi un turbine fatato, con parecchia acqua unita ad esso. Il rosa e l'azzurro giocavano come in una corsa, era un piccolo tornado mistico.
Nel suo occhio, comparve in superficie la testa di Sylveon e i suoi nastrini.
"Plaaarkyyy!!" Plarky vi saltò sopra ed ebbe la spinta necessaria ad arrivare in alto, metri e metri sopra il turbine.
"Facciamo godere anche al pubblico la nostra freschezza!" 
Plarky fece delle giravolte su se stesso, volteggiando in aria con assoluta maestria. Di seguito la sua coda cominciò ad illuminarsi e scese in picchiata con Colpo di Coda. Sylveon accese l'aura attorno a sé e creò Protezione per non venir ferita e per permettere agli attacchi di creare l'effetto voluto.
Quando la coda dell'ornitorinco collise con la barriera protettiva, l'energia scaturita creò delle onde d'urto che fecero cessare il turbine.
Una ventata profumata e carica di goccioline sparse in tutta l'aria fece gioire le persone tra il pubblico, che sentivano quella brezza rinfrescante sul viso. Vedere quelle gocce rosa e azzurre sparse su tutto il palco era stupendo.
Una gocciolina finì sul viso di Ash, per la precisione sul naso, scaturendo in lui un piccolo sentimento dolce.
Serena fece una giravolta ed estese il braccio "Piccolo scambio!"
"I due Pokémon nuotarono in circolo, prendendo velocità. Quando furono abbastanza rapidi, Plarky immerse completamente la coda e Sylveon fece penso per farsi lanciare in aria. Ora i ruoli erano invertiti.
La volpina saliva e saliva, mentre ora il Pokémon acquatico si immergeva e scendeva più in profondità. Per chi osservava era uno spettacolo davvero particolare.
Lucy osservò con ammirazione dalle quinte, gli occhi colmi di ammirazione, non si era mai sentita tanto affascinata da qualcosa, da tempo non la facevano sorridere così apertamente delle esibizioni. Avrebbe potuto fare il tifo urlando, forse... beh ci avrebbe provato. Voleva tanto essere come lei.
"Veoooo!!!" Sylveon riusciva a reggersi in aria grazie al suo Vento di Fata, in attesa del segnale. 
Pikachu sugli spalti esultava come un matto, saltando sulla testa di Ash e cercando di coinvolgerlo al coro, risultato del tutto scadente ma almeno ora il ragazzo prestava attenzione con naturalezza.
Intanto nelle profondità della piscina, Plarky continuava a nuotare verso il fondo. Serena poneva fiducia in lui e quindi doveva farlo per lei, per ricevere un altro dei suoi bei sorrisi. Esibirsi per ora non era ancora qualcosa che gli era chiaro come significato, forse un giorno avrebbe trovato uno scopo personale in questo suo percorso, ma al momento contava solo che la sua allenatrice fosse felice. Ciò gli bastava, perché rendeva felice pure lui.
Appena le zampe palmate toccarono il pavimento della vasca carico il petto inalando tutta l'acqua possibile poi aprì il becco e un raggio d'energia pazzesca si sparò verso la superficie.
Poi lo spettacolo: un drago luminoso e acquatico sbucò dalla piscina con grande maestosità, come direttamente venuto dalle profondità marine. L'acqua rifletteva meglio i suoi colori, dando agli occhi un piacere enorme nel vedere tali effetti.
Sylveon a quel punto reagì "Syyyyl...." iniziò raccogliendo le energie, una sfera luminosa simile alla luna si prostrò al suo capo. Il muso alzato al cielo raggruppava le particelle lunari. Veeeeee....ooooonnnn!!!" Urlò scaraventando poi l'attacco Forza Lunare contro il drago. La sfera lo trapassò come se fosse ingoiata e poi esplose.
L'atmosfera fu cosparsa di luce. Un po' di quell'aura lunare rimase e sullo specchio d'acqua ancora mosso venne proiettata l'immagine di una luna assente nel cielo.
Ancora gli occhi di tutti erano lucenti per l'emozione. Ash sentiva il cuore battere forte di fronte a quella vivacità ed entusiasmo. Ma soprattutto davanti a quei sorrisi...
"Plar!" "Veon!" Atterrarono con le zampe sul bordo della piscina, facendo poi una capriola e atterrando sulle spalle di Serena.
"Finitooo!!" La musica si fermò, facendo scoppiare il pubblico in un applauso colossale.
Gli occhi di Ash puntati sul viso della performer che sebbene salutava tutti i sostenitori, chiaramente aveva lo sguardo fisso su di lui. Si incrociarono, guardandosi come se il resto del pubblico non ci fosse più. Quel sorriso era così bello, gioioso, esprimeva tutto l'amore e la voglia di vivere. Voleva anche lui sorridere...
E così fece: piccolo, semplice ma riuscì a fare un sorriso spontaneo. Non era ancora del tutto raggiunto l'obbiettivo ma era qualcosa e Serena se ne era accorta.
Si era esibita per lui ed era stato capito.
Anche Lidia notò quel piccolo impercettibile cambiamento in Ash. "Brava Serena! Il piano sta funzionando! Ora solo un piccolo sforzo in più e poi riusciremo ad riavere il nostro amico cosi come lo conosciamo!" pensò soddisfatta. 
Dal palco la performer fece un inchino poi salutò il pubblico. Una volta di nuovo dentro abbracciò i suoi Pokémon, ringraziandoli per lo sforzo. "Siete stati bravissimi!" si complimentò con loro. 
Sylveon fu molto contenta dell'abbraccio della sua allenatrice, mentre Plarky sbuffò leggermente, non era molto dignitoso per lui essere preso in quel modo, tuttavia fece uno sforzo, soltanto per lei. "Ky..."
"Uhm..." si fece avanti timidamente Lucy "S-sei stata bravissima. Q-Quelle gocce colorate e-erano fantastiche!"
"Beh ma tu di certo sei stata grande!" ricambiò il complimento la biondina anche se non aveva assistito dal vivo.
"S-Si però speriamo che anche al pubblico la pensi così” continuò imbarazzata l'altra. 
Si persero nella discussione, non tenendo più conto del resto delle esibizioni. Fu la voce di Pietro che le fece tornare attente, dando loro il segnale di dirigersi verso lo schermo nella sala d’attesa. "E anche l'ultima delle nostre ragazze ci ha mostrato il suo talento! Ora però soltanto alcune passeranno al prossimo turno! Perciò rimanete sintonizzati con noi! E tra poco vedremo chi è stata selezionata per andare avanti!"
Serena sospirò "Direi di prepararci per il prossimo round!" 
Sugli spalti la situazione era abbastanza tranquilla. "Credete che passerà?" chiese Brock volendo sentire il parere di entrambi i compagni di viaggio. 
"...Sicuramente" disse Ash con un tono di voce abbastanza neutro. Non sembrava né felice, né afflitto, solo calmo. 
"Speriamo allora che passi! Così possiamo vederla ancora esibirsi per questa giornata!" gli fece eco Lidia.
"Bene signori! Grazie per l'attesa! Qui dietro a me abbiamo il nostro computer con i nomi delle graziose fanciulle che si esibiranno ancora per noi! Ora un rullo di tamburi mentre vediamo chi passa il turno!" Le luci puntarono sul computer che si accese in un fascio di colori, per poi cominciare a decretare i nomi. 
Tra i volti mostrati c’erano sia quello di Lucy che quello di Serena. Ash e gli altri due tirarono un sospiro di sollievo, era passata ancora una volta. 
"Ce l'abbiamo fatta!" sorrise dando il cinque ai suoi Pokémon.
"Di sicuro t-ti meritavi di passare" le fece i complimenti Lucy, poi notò bene che tra i volti delle performer passate c’era pure il suo. Spalancò la bocca, rabbrividendo appena.
"Visto? Sapevo che c'è l'avresti fatta!" le tese la mano Serena per stringerla e farle i complimenti. 
"I-Io h-ho passato ii turno?" balbettava ancora stupita dal risultato. 
"Per la seconda prova lasceremo alle performer la possibilità di fare un’esibizione libera! Diamo giusto il tempo alle performer di finire di agghindare i loro Pokémon e poi passeremo alle prove finali! Chi vincerà la spilla? Lo scopriremo a breve”
I minuti passarono, Serena era ancora intenta a preparare Plarky e Weepbud “Su Weepbud Andrà tutto bene! Vedrai che te la caverai benissimo!”
“Weeeeee!!” Era terrorizzata, eccitata pure, ma più angosciata. Dopo l’ultima esibizione aveva deciso di dare il suo contributo e durante le prove tutto sommato era andata bene. Ormai era tardi per tirarsi indietro, Serena avrebbe dovuto cambiare programma.
Serena la sollevò dolcemente abbracciandola “Ci siamo esercitate tanto! Andrai benissimo! Non pensare alla gente là fuori, devi solo fare come abbiamo deciso e se si sbaglia si improvvisa! Io sarò fiera di voi qualunque cosa accada!”
La piantina si tranquillizzò appena accoccolandosi al petto della sua allenatrice. Se aveva tanta fiducia in lei forse poteva farcela davvero, dopotutto loro avevano affrontato certe prove più volte e sopravvivevano ai boati del pubblico.
“Vy vy!" Incoraggiò Sylveon accarezzando i due con i nastrini, compreso un Plarky alquanto riluttante al farsi coccolare in quel modo.
Plar..." girò la testa altrove con la linguetta fuori, non aveva mica paura ad esibirsi! Ormai il suo debutto era passato. 
"Solo una spazzolata al tuo ciuffo Plarky e siamo pronti!" Tirò fuori la spazzola agitandola con allegria e solarità.
“Pleaaaahhh!!!” Plarky alzò la testa al cielo con esasperazione, come se lo stessero per torturare. Braixen e Pancham scoppiarono a ridere di fronte a quell’esclamazione disperata. 
Serena roteò gli occhi accompagnata da una risatina. Dovette interrompersi quando sentì delle voci arrivare alle sue orecchie, alquanto sgradevoli.
“Hai avuto solo fortuna, pivellina!" 
"Se sei passata probabilmente hai qualche conoscenza nel mondo dei Varietà! Hanno favorito il tuo passaggio!" 
“Non meritavi per niente di passare dopo quell'esibizione pietosa e soprattutto con quell'errore che hai fatto con la tua Ducklett!" continuò una terza voce.
La performer di Kalos si voltò con il viso contrariato, chi stavano prendendo in giro? Trovò poco lontane da lei  tre ragazze, accerchiate tutte davanti ad una figura impotente: quella di Lucy. La ragazza se ne stava affiancata al muro, con un’aria assolutamente terrorizzata e sofferente. "Ma... Ma..." provava ad obiettare. 
"A-Al pubblico è-è piaciuto, sembravano divertiti, io non ho avuto nessun aiuto se non dai miei Pokémon"
"Tzé… una performer di talento non deve solo far divertire il pubblico, deve sapere anche come coordinare le sue mosse. Non so per quale stregoneria o cosa la tua Chikorita abbia salvato il tutto. Una cosa è certa...tu non sei una vera performer e non meriti di essere passata! Non riesci nemmeno a camminare sul palco!" Le tre serpi si allontanarono, continuando a bofonchiare e ridere alle spalle della loro vittima.
"I-Io..." continuava a ripetere la povera Lucy, completamente traumatizzata e distrutta da quelle parole. 
Serena corse subito da lei, aiutandola a tenersi in piedi, con uno sguardo preoccupato "T-Tutto bene?" le chiese poggiando la mano su di lei. 
"N-Non sono una vera...." balbettava la povera ragazza, scoppiando all'improvviso in un pianto fragoroso, attirando l’attenzione di tutte le performer intorno a loro.
“Non devi ascoltarle!” Provò a calmarla, ma si sentì spinta via. 
Lucy prese a correre, lontano dai camerini, verso le scale d’emergenza che portavano ad aree della struttura accessibili solo ai responsabili della sicurezza. Serena provò a seguirla, ma la sfortuna la mise di fronte alla segretaria che subito allarmata si mise davanti a lei “Che succede!? Dopo le prossime due ragazze tocca a te!”
Toccava a lei, eppure ora come ora non poteva davvero esibirsi. Cosa doveva fare? Esibirsi era fondamentale per Ash, ma in quel momento quella scelta era egoistica. Non poteva esibirsi e non fare nulla per Lucy, era distrutta e poteva cacciarsi nei guai. 
L’immagine di se stessa, immersa nelle lacrime di quel terribile giorno in cui fu eliminata le passò nella mente. Il porto dove le navi passavano e tramontava il sole sul suo primo fallimento. Non si pentiva di quel giorno, dopotutto era stata necessaria la sconfitta per darle la carica e farle capire cosa significava partecipare ai Varietà. Eppure il dolore era sempre forte e quello di Lucy diverso, doveva correre a cercarla.
"Lasci il posto ad un’altra." disse pienamente conscia della sue decisione.
"Come?" chiese sorpresa l'addetta. 
"Non potrebbe posticipare l’esibizione mia e della performer Lucy?”
“N-Non so se…”
“La prego!”
“Posso provare, ma non ti assicuro che potrai partecipare dopo…" rispose la donna, mordendosi appena il labbro inferiore.
"Grazie mille!" la ringraziò la kalosiana mentre si allontanava a gambe levate alla ricerca della performer più giovane…
Serena corse su per le scale che portavano chissà dove. Sapeva che un pianto poteva dare la forza di spingersi più lontano possibile, quindi di certo Lucy era arrivata in cima alle scale. 
Lucy in un certo senso era stata anche più sfortunata di lei. Un conto era rendersi conto di aver fallito, ma sentirselo dire in maniera così meschina e diretta era un altro. Soprattutto se si aveva dato il meglio”
Continuò fino ad arrivare all’ultima rampa di scale, era tutto abbastanza scuro, con materiali e casse ovunque. Non dovevano passare molto spesso in quella zona. Si guardò attorno respirando a fatica, ma di Lucy non c’era traccia. Guardandosi in giro notò una scala a pioli, che portava oltre il soffitto attraverso una botola aperta. Era passata di lì di certo. 
Sarebbe salita e avrebbe riportato Lucy dove doveva essere, questo perché aveva un brutto presentimento.

Ignari di tutto ciò, Ash e i suoi amici stavano aspettando trepidamente il turno di Serena, sarebbe dovuto toccare a lei in quel momento, eppure passavano i minuti e Pietro non usciva a presentarla. Notarono l’uomo impegnato a discutere con alcuni rappresentanti.
"Uff ma quando arriva...? Qualcosa non va, avrebbe già dovuto esibirsi. Pensate sia un problema loro?" borbottò Lidia. Dovette rimangiarsi tutto quando vide il volto di Ash rannuvolarsi. 
Finalmente Pietro raggiunse il palco e tornò a rivolgersi agli spettatori “Ci spiace per l’attesa, ma al momento salteremo la performer Serena e passeremo a quella successiva!” 
“Cos?”
“Ma che?”
“Serena…” Ash sentì la voce sparire dalla sua bocca. Era successo qualcosa senza dubbio, perché non si esibiva? Cosa era successo? Forse era stata scalata più il là? Sapeva solo che una stretta al cuore lo stava facendo star più male di quanto non lo fosse prima.

Lucy era seduta su un impalcatura ancora immerse nelle lacrime più totali, non le importava dove si trovava e se fosse pericolosa quella parte di struttura. Era solo una perdente, non valeva nulla. I richiami dei suoi Pokémon preoccupati per lei non avevano importanza, non riuscivano a convincerla ad andarsene da quella zona per loro rischiosa.
"Lucy!" arrivò una voce.
“U-Uh? L-Lasciami in pace!" singhiozzò l'interpellata, riconoscendo la voce "N-Non dovevo partecipare ai Varietà! Io sono negata per questo genere di spettacoli! Non riesco a fare nulla, nemmeno a parlare! Ho talmente paura delle persone che non posso formulare una frase concreta! La mia timidezza ha sempre la meglio!"
"Ma che dici!? Sei stata bravissima prima!" 
"L-Lo dici solo per farmi piacere! Tu nemmeno mi hai vista! Chikorita ha salvato l’esibizione, se non ci fosse stata lei avremmo fatto una figuraccia! Ridicolizzerei i miei Pokémon! Dovrei essere io a guidarli e incoraggiarli! Sono un disastro!”
Si sentì uno scricchiolio e una crepa apparve di fronte agli amici di Lucy, facendoli indietreggiare “Lucy è pericoloso! Vieni via!”
“NO! NON VOGLiO!”
"Lucy, tu sei più brava di quanto lo sia stata io alla prima volta!" continuò a esortarla Serena.
"N-Non è vero! T-Tu sei perfetta, i-io non riesco nemmeno a fare un fiocco! S-Se non fosse stato per te prima i-io…” Un altro tremolio che fece allarmare tutti i presenti, questa volta spaventando anche la ragazza in lacrime.
“Lucy vieni via!!” Le urlò Serena allungando la mano. Chikorita e Ducklett gridavano alla loro allenatrice di muoversi, ma i loro incoraggiamenti furono vani. Lei non voleva ascoltarli.
Serena deglutì, assumendo un’aria molto seria “Devi smetterla di dire che sono perfetta, perché non è vero!" 
"U-Uh?" 
"Anche per me la prima esperienza nei Varietà è stata traumatica. A differenza di te, io non sono riuscita neanche a passare il primo turno!" 
"N-Non sei passata...!?" si sorprese la ragazzina togliendo le mani dalla faccia.
"Esattamente, feci un fiocco troppo lungo e la mia Fennekin finì per inciamparci sopra durante una sfilata. Una prova così semplice fallita per un errore così banale. Provai umiliazione, inettitudine, di fronte a tutti quegli sguardi pietosi che mi guardavano come se fossi un’incapace”
Anche Plarky e Weepbud ascoltavano, mentre Sylveon e soprattutto Pancham e Braixen sapevano già i dettagli di quella storia.
“Credevo di aver deluso i miei amici. Avevo appena preso a calci al mio sogno e la sconfitta bruciava, di fronte ai ricordi della nostra preparazione e impegno, l’ottimismo e i sorrisi sui nostri volti..." 
Lucy smise di piangere ascoltando ancora incredula quella storia "Provai a sorridere e tenere tutto dentro ma volevo sprofondare. Avevo deluso tutte le aspettative dei miei amici, mia madre e soprattutto me stessa! Pensavo davvero di non essere portata per i Varietà, ma mai ho pensato di mollare. Perché per raggiungere un sogno non bisogna avere solo talento ma anche passione e tenacia. Non potevo abbattermi per un errore e una sconfitta, sarebbe accaduto di nuovo e forse anche in modo peggiore, ma l’aver tentato mi aveva donato qualcosa di nuovo, uno scopo… tanto divertimento! Ho dato un taglio al passato e sono andata avanti!”
Serena si toccò istintivamente una ciocca di capelli, ricordando quel momento di rinascita “Ci sarà sempre qualcosa a non sostenerti, ad essere contrario o qualcuno che prova a tirarti giù! Tuttavia tu devi far tesoro di ogni singola esperienza, negativa o positiva e fare affidamento su chi tiene a te! I tuoi Pokémon…” Avanzarono Chikorita e Ducklett “E i tuoi amici!” Avanzò lei stessa.
Lucy si asciugò le lacrime, continuando ad ascoltare “Non sono perfetta, ho tanto da imparare, arrivo qui ma trovo performer già al mio livello, a cui manca solo il fattore esperienza, ma con le stesse ambizioni. Ci sarà sempre una sorpresa, una sfida più alta da superare, un limite da oltrepassare e delle rivali che ti daranno filo da torcere! Questo però rende più dolce la vittoria e bello il tuo sogno se realizzato!”
Serena sporse il braccio, attendendo che Lucy afferrasse la sua mano per mettersi al sicuro. La ragazza alzò gli occhi lucidi di lacrime ormai asciutte, tirò su il naso e allungò l’arto. Tuttavia, un altro scossone fece trabballare quella parte di struttura e la crepa che le divideva si fece improvvisamente enorme. 
Il terreno sotto Lucy cominciò a sgretolarsi e si ritrovò a precipitare giù dall’impalcatura completamente distrutta. “AHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!”
“LUCYYYYYYYYYY!!!!!!!”
“CHIKOOOOOOOOO!!!”
“DUUUUUCKKK!!”
La sua caduta fu fermata appena in tempo quando sentì una presa afferrarle il braccio. Aprì gli occhi, vedendo sotto di lei il vuoto. Metri e metri a separarla dal terreno. Alzò la testa terrorizzata, scoprendo che Serena a stava reggendo, sebbene il pavimento che la sosteneva fosse pericolante e sul punto di sgretolarsi.
“S-Serena! Mollami o cadrai anche tu!”
“NO! NON LO FARO’! Lucy tu hai ancora tanto da dare e sei diventata mia amica! Non ho intenzione di lasciarti cadere!” Strinse la presa, cominciando a sentire la fatica. “Sylveon dammi una mano con i tuoi nastri!”
“Veon!” La eeveeluzione avvolse i suoi nastrini attorno le braccia di Lucy e aiutò Serena a reggerla, con la speranza di tirarla su. 
Si sentivano sempre più scricchiolii e dei pezzetti di cemento si staccavano dalla struttura, Serena non ce la faceva più e a breve sarebbero caduti tutti. “Chikorita dammi una mano! So che non sono la tua allenatrice ma mi serve che tu usi le tue liane!” 
Il Pokémon era già pronto prima che glielo dicesse e in un lampo avvinghiò le liane attorno alla vita della sua compagna “C-Chiko…”
Anche Braixen, Weepbud, Plarky, Pancham e Ducklett si aggrapparono a Serena e cominciarono a tirare con forza per aiutarla a mettere in salvo Lucy prima che fosse troppo tardi.
Un altro pezzo, stavolta uno grosso, si staccò, facendo barcollare Serena e quasi sbilanciandola. Per poco non era caduta giù, se non fosse stato per i Pokémon che la stavano reggendo. Anche loro però presto non ce l’avrebbero fatta più.
“S-Serena…”
“Acoltami. Tu hai talento Lucy, non lasciare che gli altri ti dicano chi sei e chi devi essere! Soltanto tu puoi decidere come andare avanti, con l’aiuto di Chikorita, Ducklett e i tuoi futuri compagni! Non c’è nulla di male nell’essere timida, devi solo aprire il tuo cuore!”
Serena distolse lo sguardo e chiamò i Pokémon “Forza! Uno sforzo ragazzi!!!”Diedero tutti assieme una tirata, finendo per balzare indietro, verso la botola che li aveva portati in quel luogo. Fortunatamente era una zona sicura e avevano fatto giusto in tempo.
*THUMP* si staccò anche l’ultima parte di impalcatura, facendole rabbrividire. Un secondo di troppo e sarebbe caduti tutti.
“Tutto bene!?" le chiese preoccupata la biondina. 
"G-Grazie" balbettò lei con le lacrime agli occhi, asciugandosele e cercando di essere forte.
Serena sorrise “Figurati” 
“Scusa per i problemi che ho causato” parlò lei, per poi guardare i suoi Pokémon “E scusatemi pure voi” aprì le braccia invitandoli a correre da lei, cosa che fecero immediatamente. “Mi spiace per avervi fatto preoccupare, non dubiterò mai più così tanto. Siamo una squadra e dobbiamo lavorare insieme!”
"E' lo spirito giusto" commentò Serena alzandosi e porgendo un aiuto, accettato con piacere. “Direi di andare, forse possiamo ancora esibirci!”
Lucy annuì, ma non seguì subito Serena, prima la avvolse in un abbraccio amichevole e la ringraziò ancora per averla aiutata a trovare la sua strada. Dopodiché si diedero una mossa e corsero giù di piano in piano, arrivando fino alla zona d’attesa, dove le stavano cercando alcuni degli assistenti.
Come le videro, subito corsero da loro sollevati. Avevano passato minuti a cercare, si erano preoccupati che fosse successo qualcosa. Non erano nemmeno gli unici…
Sugli spalti, Ash era uscito dal suo stato di indifferenza, ma non in un modo positivo. Era in ansia per Serena, poteva essere successo di tutto. Non avrebbe mai saltato un’esibizione se non per un motivo serio. "M-Ma dove è finita!?" chiese preoccupato Ash "Il suo turno è g-già passato da un pezzo e ormai siamo alle ultime esibizioni!"
"Non credo sia stata squalificata, non avrebbe mai fatto qualcosa da obbligarla ad essere esclusa dalla competizione. Inoltre credo che se ci fosse stato un problema con i vestiti si sarebbe arrangiata" si maledisse Lidia, non trovava nessuno soluzione possibile a parte un possibile infortunio. 
"Non si sarà fatta male?” ipotizzò Brock precedendola. 
"Arceus no! Come potrebbe farsi male nelle quinte?? A meno che qualcuno non abbia attaccato direttamente i camerini non credo potrebbe farsi male al punto di non esibirsi! E se ci fosse stato un attacco il Varietà intero sarebbe saltato!”
“…Magari può essere una cosa qualunque, tipo caduta oppure qualcuno…”
"N-non devi pensarlo!" lo sgridò la detective non appena vide lo sguardo cupo che Ash stava assumendo. Ogni parola lo spingeva in un baratro sempre più profondo. 
"I-Io ho solo fatto un ipotesi..."provò a difendersi Brock "Purtroppo è l’unica che mi viene in mente e anche la più probabile! Magari si è sentita male o si è beccata qualcosa…”
Ash purtroppo sapeva che aveva ragione. Serena non era il tipo da mollare, persino al Master Class si era esibita anche con un polso gravemente distorto, quindi se qualcosa era successo doveva star davvero male. Strinse la mano al petto, con la voglia di sprofondare nella totale oscurità. Era già negativa quella giornata per come era iniziata, questo era solo il colpo di grazia dopo un iniziale miglioramento.

"Ma dove eravate? Ormai si sta esibendo anche l’ultima ragazza in lista!" le rimproverò l’addetta, la quale era impazzita per convincere Pietro e i giudici a non squalificarle.
Le due respirarono affannosamente, cercando di rimandare le spiegazioni “C’è ancora tempo per esibirci?”
La faccia dell'addetta assunse un tono dispiaciuto, stringendo il tablet a sé "Mi dispiace, ma ormai siamo alla fine e il tempo è scaduto. Abbiamo perso parecchi minuti per cercarvi e ritardato le esibizioni. Non posso farvi partecipare, abbiamo un orario da seguire, spero possiate capirmi..." 
Le braccia delle due caddero a vuoto ai loro fianchi, erano state squalificate senza nemmeno aver avuto la chance di dimostrare cosa potevano fare. Dopo tutta la loro fatica era stata buttata all’aria la loro prima prova.
"Pazienza..." sospirò Serena stringendo il fiocco al polso. Così il suo intento di risollevare Ash sarebbe stato un fallimento e di sicuro la sua assenza avrebbe portato ad alzare domande quando si sarebbero incontrati. L’addetta aveva parlato chiaro e quell’attesa doveva aver preoccupato tutti, compresi Brock, Lidia e in particolare Ash. 
"Mi dispiace, sono stata io a impedirtelo…" si mortificò la giovane performer, scrutando lo sguardo di Serena.
"N-No, sono io ad aver deciso di aiutarti, quindi tu non c'entri nulla” Provò a sorridere per incoraggiarla, ma lei stessa aveva difficoltà a farlo. Non le importava di vincere, o forse si ma non tanto oggi. Perché Ash era il suo obbiettivo.
Lucy poté chiaramente leggere quel sorriso falso sulle sue labbra. Doveva esserci qualche motivazione in più per la sua delusione. “Serena…”
"Aspettate…” catturò le loro attenzioni la donna. "Forse riusciamo ad avere spazio per un’ultima performance. Mi è stato appena riferito che la concorrente attuale ha finito il suo numero in un tempo minore rispetto a quello previsto"
"Una sola?" si scambiarono un’occhiata ambigua le due. 
"Già, mi spiace non potervi concedere altro" 
Serena fece un lungo sospiro, Lucy doveva vincere la sua prima spilla, le dispiaceva per Ash e voleva a tutti i costi partecipare, ma non riusciva a farlo. Le sembrava di essere egoista “Vai tu…” La incoraggiò lei.
Eppure Lucy scosse la testa “No” affermò con decisione "Devi andare tu!" disse spingendo Serena l’elevatore.
“Io? M-Ma il tuo sogno?”
"Hai già fatto abbastanza per me! Ora devo pur sdebitarmi in qualche modo! E’ il sogno di entrambe e dal tuo sguardo c’è qualcosa in più! Tu devi andare, te lo meriti. Questa esperienza è stata sufficiente e ora voglio prendermi dei giorni per riflettere e allenarmi. Voglio prepararmi per il prossimo Varietà!” sorrise timidamente “Voglio ricominciare, quindi per oggi basta così. Vai tu, davvero…”
"I-Io... grazie!" si commosse Serena sorridendo.
Lucy annuì e si rivolse alla responsabile “Per favore, dica che si esibirà Serena! Io mi fermo qui!”
“Ok…”
“E tu corri! Tocca a te! Il pubblico ti ha aspettata abbastanza!”

Ancora tra gli spalti si respirava un’aria di tensione, Pietro per l’ennesima volta aveva la mano portata verso l’auricolare, stavolta con un volto molto più interessato. Si avvicinò ai giudici e parlarono per almeno 5 minuti, finendo poi per separarsi. Pietro tornò alla sua postazione e schiarì la voce "Un momento prego!" 
Tutti si fecero zitti, Ash puntò lo sguardo su di lui. Tutte le ragazze tranne Serena e la performer Lucy si erano esibite, quindi doveva per forza dire qualcosa di loro. In caso contrario avrebbe sperato che si concludesse subito quel Varietà, in modo da correre da Serena e chiederle spiegazioni.
"Mi è stato appena riferito che la performer Serena riuscirà ad esibirsi per noi! Quindi abbiamo ancora una bellissima ragazza da ammirare insieme ai suoi amici!”
Brock si rilassò sulla poltroncina, stesso fecero Lidia e Ash chiaramente sollevati. 
"Mi ha fatto prendere un colpo, dopo pretendo spiegazioni” La faccia di Ash tornò in quello status di calma e tranquillità, la ricaduta era stata evitata per un soffio. Chiaramente però non aveva gradito quella preoccupazione arrecata. Avrebbe aspettato di sentire le motivazioni di Serena per giudicare.
Serena apparve in fondo a palco. Cominciò a camminare verso il centro, sperando che i suoi amici non si fossero troppo preoccupati. Era accompagnata da Weepbud e Plarky, i quali erano sollevati nel sentire che l’esibizione si sarebbe fatta. O almeno lo era Plarky, Weepbud non sapeva se essere felice o triste.
Per la piantina era la prima volta, il suo debutto. Peccato che si sentisse completamente in panico, tutti quegli occhi che la guardavo e quelle voci, come se volessero saltarle addosso. Avrebbero parlato di lei, reagito e sulle sue spalle pesavano le conseguenze di un fallimento. Avrebbe potuto ridicolizzare Serena. Tremava come una foglia, con le manine davanti alla bocca e lo guardo basso. Non riusciva ad alzare la testa.
Plarky lo notò subito e allungò la coda dietro alla sua schiena, facendola leggermente sorprendere per il contatto. "Plark... ky plarplar" doveva pensare solo ad esibirsi, nient'altro. L'aveva detto con semplicità, come se fosse qualcosa di cui ci si faceva l'abitudine. Aveva uno sguardò un po' indifferente ma anche incoraggiante.
"Bud..." mormorò quando arrivarono nella loro postazione, sentiva il latte alle ginocchia.. o la linfa. Temeva che non sarebbe riuscita a muoversi, il peso del suo corpo sembrare talmente tanto che era diventata una statua di pietra.
"Plark" rilassarsi era l'essenziale e lasciarsi guidare dalla musica, la quale non tardò ad arrivare.
La melodia partì e Serena cominciò a battere il piede, iniziò il tema principale e partirono con delle mosse di danza.
"Intratteniamo con un bel gioco! Plarky usa idropulsar, Weepbud Radicamento!" 
Plarky formò le sue sfere d'acqua e le lanciò una dopo l'altra verso Weepbud. Subito la piantina sobbalzò raggelandosi, d'istinto fece uscire due radici che afferrarono le sfere e cominciarono a farle ruotare in aria come delle palle da giocolieri.
Plarky cominciò a lanciare con meno forza le sfere in modo da non mandarla in panico e lo spettacolino continuò.
Serena continuò a volteggiare, e diede il segnale a Weepbud "Lancia via le sfere!"
Weepbud scaraventò in aria Idropulsar e Plarky saltò in aria facendole esplodere con Colpo di Coda. Iniziarono i primi applausi e i cori a gran voce li acclamarono. In quel momento Weepbud sentì addosso ogni singolo sguardo, la responsabilità di ogni errore, la paura che la stava soffocando. Voleva correre via, si sentiva talmente pesante.
"BUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUD!!!" urlò facendo uscire dalla terra tanti rami e radici che finirono per chiuderla in un bozzolo, sotto lo sguardo confuso di tutto il pubblico, Serena compresa che girò la testa di scatto. 
Non poteva smettere di ballare a tempo, digrignò appena i denti in una smorfia addolorata e preoccupata.
Dalle quinte Lucy osservava con ansia, stringendo a sé Chickorita e Ducklett. Non poteva andare così, aveva dato il suo posto sperando che vincesse. Serena aveva spezzato la sua timidezza, poteva risolvere ogni problema. Stava degenerando la situazione.
"Era in programma?"
"Ma che sta succedendo?"
"Si muovono solo la performer e il Plarky"
Le voci e i bisbigli risuonavano tra gli spalti, arrivando alle orecchie di Ash, Brock e Lidia, i quali osservavano sperando fosse davvero programmato, anche se la timidezza di Weepbud era conosciuta a tutti loro.
I due non avevano altra scelta se non continuare a danzare.
Il tempo però passava e di questo passo sarebbero stati eliminati, sembrava un'attesa troppo lunga. Pregavamo che Weepbud uscisse, serviva improvvisare immediatamente.
"Plar..." si avvicinò e continuò a fare salti attorno al bozzolo, lanciando in aria degli Idropulsar tanto per far qualcosa. Fu in quel momento che cominciò a parlare al bozzolo, o meglio a Weepbud"
"Plarky plaplarkyrly?! [Che stai facendo?!]"
Weepbud con la voce minuta già sapeva che ormai aveva rovinato tutto, di sicuro ora stavano ridendo di loro. Non aveva il coraggio di uscire "B-Bud! Weeee wee! Wepe bu! [No! Ho rovinato tutto! Non ce la faccio!]"
"Ky plar! Kipla! Plarkybplar pla! Plar plar plaky la!? [Pensi che sia tutto rose e fiori!? No! La vita è fatta di sfide e se vuoi raggiungere i tuoi obbiettivi devi affrontarli! Non ti piace esibirti!?]"
Non arrivò la risposta.
"Plarky! Plarkyyy kykypla kiplar ky! [Affronteremo questa cosa insieme!!! Non è ancora tutto perduto e se non funziona chissene! Noi abbiamo dato il meglio e Serena ci vorrà bene lo stesso!]"
"..."
"ARKYY!! [PENSA SOLO AD ESIBIRTI!!!]" 
Quelle parole rimasero impresse in lei riuscirono in qualche modo a trapassare il bozzolo che la distanziava dal resto del mondo. 
Serena aveva dato tutto per loro, non solo, lo faceva con tutti. Anche con Lucy si era accontentata di un sorriso e tutto ciò che voleva era essere come lei: avere amici, donare il sorriso al pubblico e divertirsi. Doveva farlo per tutti, se aveva tempo di rimediare lo avrebbe fatto, se aveva fallito avrebbe affrontato le conseguenze.
"We"
Plarky smorzò un sorriso e si allontanò e sparò un Bollaraggio attorno al bozzolo, come l'anello di un pianetino.
Serena a quel punto cominciò a capire, si fermò e alzò il braccio.
Il bozzolò esplose, liberando Naturforza che lo disintegrò e creando dei colori vivaci nell'aria.
Come fu fuori dal bozzolo cominciarono a svolazzare automaticamente delle foglie colorate. "Webuuud!" Fogliamagica andò a tagliare Bollaraggio ancora in circolo, facendo scoppiare le bollicine e creando così un arcobaleno sul palco.
Rimasero tutti a bocca aperta, credendo la scena completamente programmata e assolutamente bellissima. Ne era valsa la pena.
Serena alzò le mani al cielo, facendo una giravolta indietro verso i suoi Pokémon e dichiarò lo spettacolo concluso. "Finitooo!"
Ancora con il fiatone per la sessione di danza continua, la ragazza saluto tutti i fans e le persone che avevano portato pazienza. Erano riusciti a sistemare l'esibizione, forse non avrebbero vinto ma...
Alzò la testa verso un posto particolare e il ragazzo su di esso applaudiva con un sorrisone entusiasta. Ash stava sorridendo, stava esultando per lei. Non in modo esagerato come sempre ma gli occhi così brillanti e colmi di stupore e orgoglio avevano reso tutt'altro che inutile l'esibizione. Ora la sconfitta non avrebbe fatto per niente male.
Fece un inchino, diretto verso Ash, il quale rispose con un cenno del capo "Grazie di cuore" mormorò lui, alla bionda bastò leggergli le labbra per capire le sue parole.
Nei camerini, Lucy osservava esterrefatta. Una meraviglia, aveva assistito a qualcosa che mai l’aveva tanto ispirata. Ora ne era certa, dopo gli eventi di quella giornata poteva concludere che Serena non era una ragazza come le altre: era sua amica e il suo punto di riferimento. Voleva diventare come lei, ispirarsi a lei e trovare il coraggio che infondeva negli altri! A modo suo ovviamente. Sarebbe cresciuta a fianco a lei e sarebbe diventata una rivale, un giorno al livello di Serena e in grado di tenergli testa. 
Un modo per rispettarla e ringraziarla era sostenersi a vicenda ma anche darle una degna rivale che la sfidasse al meglio. Il suo punto di riferimento era anche un limite da superare. 
Era sicura che dopo quella giornata forse sarebbe riuscita ad aprirsi almeno con Serena e sul palco. Magari anche di provare a fare amicizia con altre persone. Tutto stava a lei, era lei l’artefice del suo destino e doveva impegnarsi per renderlo come sognava.
“Con Serena si concludono i round della seconda prova del Varietà di Cavatopia!" decretò Pietro. "Ora spetta a voi decidere chi sarà incoronata vincitrice. Si dia il via al voto dal pubblico!"
Ogni spettatore prese in mano il suo led ed iniziò a votare. Milioni di luccichii invasero il campo entrando in una gigantesca ampolla che si snodava in un grande monitor. 
Serena uscì dal palco, inginocchiandosi a terra e stringendo a sé i suoi due amici, erano stati semplicemente grandiosi. Per un attimo si era spaventata, ma non pentiva affatto la fiducia riposta in loro. Erano riusciti tutti e tre a raggiungere il loro scopo; cacciare dallo sguardo di Ash quella sensazione di cupezza e sconforto. 
Plarky sbuffò di nuovo, due abbracci in una giornata erano troppi per lui ma non erano malaccio se solo tra di loro. 
Weepbud abbassò il capo dispiaciuta per aver quasi distrutto l'intera esibizione, aveva combinato un enorme guaio che aveva quasi costato loro l’eliminazione davanti a tutti.
"Fa niente" la capì al volo Serena "L'importante è che tu sia riuscita a vincere la tua paura! Inoltre abbiamo concluso al meglio! Vincere o perdere ora non conta, ci siamo impegnati e siamo andati avanti!"
“Webud!” abbracciò la sua allenatrice con le manine. 
“Plarky, ho visto cosa hai fatto per Weepbud, grazie di cuore!” gli diede un bacino affettuoso, mandando in palla l’ornitorinco che si coprì la faccia con la bandana per l’imbarazzo. Troppa dolcezzaaaahhh!! Era sicuro di essere rosso e quel colore si vedeva bene sul suo pelo azzurro. 
"S-Sei stata fantastica!" le corse incontro Lucy "Tutti i colori, il bozzolo, poi l'esplosione e... WOW!" con lei c’erano pure Sylveon e gli altri Pokémon. Erano tutti venuti a congratularsi nonostante lo spavento.
"Il merito è anche tuo che mi ha lasciato il posto!" la ringraziò Serena "Ora bisogna solo scoprire chi vincerà”
Serena venne richiamate da una delle assistenti, segnale che doveva subito tornare sul palco con le altre finaliste “Ci vediamo dopo!” saluto Lucy e corse via con Weepbud, Plarky e Sylveon.
“Grazie a tutti per aver espresso le vostre preferenze e per essere stati con noi! Ora però scommetto che siete tutti impazienti di vedere chi sarà incoronata quindi... scopriamolo insieme!” Le luci si abbassarono ma non completamente, i rilevatori si alzavano pian piano, segnando il livello di ognuna. Alcuni si fermarono relativamente presto, altri invece continuavano a salire.
Serena strinse la mano con il fiocco sul petto, sorridendo ai suoi Pokémon. Ormai era andata, qualunque fosse stato il risultato, oggi era stato un passo avanti in più sensi. Era fiera di se stessa e dei suoi Pokémon. Aveva incontrato una nuova amica, aveva permesso lei di sconfiggere a sua timidezza, Weepbud aveva affrontato e sue parole grazie a Plarky e Ash aveva sorriso dopo tanto tempo.
Nello stesso momento Cupassion svolazzava sulle teste di tutte le ragazze. I segnapunti poi si bloccarono sui risultati definitivi. Immediatamente una luce si accese e puntò la vincitrice. 
“Serena! E’ la nostra vincitrice del Varietà di Cavatopia!"
Scoppiarono gli applausi e i fischi di felicitazioni. Lucy dalle quinte, i Pokémon di Serena che esultavano contenti, gli amici di Serena sugli spalti.
“A-Abbiamo vinto?” Non se lo era aspettato sinceramente, sembrava troppo bello per essere vero. “Ce l’abbiamo fatta!” Saltò sul posto assieme ai suoi tre compagni di esibizione. Per due di loro era la prima gara, erano al settimo cielo.
“Evvai!!” Esultarono Brock e Lidia. 
“Pipika!!” Pikachu emanò qualche scarica di felicità. 
Ash non si era unito al coro ma applaudiva con un sincero sorriso sulle labbra e una strana sensazione di ottimismo e pura contentezza “Sei fantastica come sempre…”
"Ecco a te mia cara!" disse il conduttore mentre donava a Serena la spilla “Ti consegno la spilla Giglio Bianco! Rappresenta la purezza!”
Serena aveva partecipato quel giorno per gli scopi più sinceri e puri, i più genuini e generosi. Tutto per far sorridere il suo amico, aiutarlo… e così era riuscita a fare pure con Lucy e con l’aiuto di Plarky anche Weepbud si era aperta. Aveva dimostrato la loro trasparenza e il loro sogno più puro e intoccabile, come l’acqua in cui avevano nuotato. Profondi legami, ma veri e unici.
"Ho vinto la spilla Giglio Bianco!” 
"Plark!" "Weep!" 
"Grazie a tutti per aver partecipato! Vi aspettiamo numerosi per un altro Varietà qui a Forsia!” concluse con un inchino plateale e chiudendo ufficialmente la gara. 
“Forza!" disse Ash alzandosi, non troppo frenetico, ma almeno spontaneamente"Andiamo a complimentarci con Serena!" 
"Vedo che ti sei ripreso!" sospirò sollevato Brock. “Abbiamo fatto bene a portarti, no?”
“Non che avessi altra scelta, per Serena era giusto esserci. Non nego però di sentirmi molto meglio” Concordò lui, allontanandosi verso l’uscita. 

Serena e Lucy uscirono dalla zona performer, i loro Pokémon riposavano nelle loro sfere. Si erano meritate un giusto riposo per la fatica e le preoccupazioni passate. Tutti tranne Plarky, il quale non si sentiva stanco. Subito trovarono ad attenderle Ash, Brock e Lidia. Le salutarono con le mani alzate, invitandole a raggiungerli.
Serena prese Lucy e la tirò con sé, notandola lo stesso un po' timida sul presentarsi “Eccomi! Scusate il ritardo, credo sarete confusi”
“Figurati, ma in effetti si, abbiamo parecchie domande. Prima di quello però complimenti!” si complimentò Brock. 
Lidia annuì serrando il pugno alto in cielo “Concordo! Hai fatto impazzire il pubblico anche se il tuo ritardo ci ha fatti preoccupare!”
Serena sorrise dispiaciuta, voltandosi verso Ash, il quale ancora non aveva detto niente. Non riusciva a trovare le parole giuste per parlarle “…Spero non troppo, non volevo creare altro malumore”
Ash subito però riuscì a rispondere a quelle parole “Serena non preoccuparti, sei stata superlativa, mi hai lasciato a bocca aperta! Sto molto meglio ora”
“D-Davvero?” le si illuminarono gli occhi ne sentire quelle parole.
Lui smorzò un ghigno a curvò appena la testa adorabilmente “Certo” Non esplodeva di gioia, ma doveva ancora mandare giù gli ultimi bocconi amari.
"Scusate se è sparita, è colpa mia se ha rischiato di essere eliminata” si aggiunse la voce di Lucy debole e lieve.
"Ragazzi, vi presento Lucy!" fece le dovute presentazioni la ragazza di Kalos. 
"Sei la performer che si è esibita prima di Serena durante la prova di nuoto sincronizzato!" si sorprese Brock, puntualizzando il fatto. La ricordava bene, era stata brava.
"E-Ehm si" 
"Però perché dopo non hai partecipato? Avevi passato il turno, ricordo bene! Inoltre cosa intendi che è colpa tua?" La guardò un po' confusa Lidia. 
"Beh, credo sia ora di dare delle spiegazioni"
Lucy e Serena spiegarono a tutti quel che era successo, dalle ragazze maleducate al salvataggio. Evidenziando il fatto che avevano chiesto di essere posticipate ma di aver rischiato l’eliminazione e pure l’incidente del bozzolo. Ora di certo tutto aveva più senso, soprattutto per Ash. Serena non aveva nulla di cui essere rimproverata, aveva dimostrato ancora una volta che aveva un cuore grande.
"Quindi... ecco mi spiace”
"Di cosa? Il tuo è stato un bellissimo gesto! Non hai di che scusarti" la rincuorò Ash. "Non tutti farebbero una cosa del genere”
"Ti fermi a cena con noi?" propose Lidia rivolgendosi a Lucy "Si sta più allegri in compagnia!"
"Volentieri!" accettò lei.
Mentre i ragazzi chiaccheravano e si dirigevano al centro Pokémon, Plarky rimase indietro. Oggi si era esibito, aveva visto tanti sorrisi, quelli del pubblico, i suoi compagni, Serena e il suo. Erano stati tutti sorrisi veri, qualcosa di nuovo e forse troppo bello per essere vero.
Sapeva che però questo mondo di affetto, amicizia e gioia sarebbe stata la sua nuova vita e non gli dispiaceva affatto nel profondo. Non capiva ancora il suo vero scopo, né aveva trovato un obbiettivo personale per esibirsi a parte Serena e il divertimento. 
Sentì come una fitta, si toccò istintivamente la coda, sul marchio maledetto che presto avrebbero visto in tanto. Cosa sarebbe successo se lo avessero trovato? 
Nella mente rivedeva i sorrisi falsi e sadici di quegli umani e i loro compagni Pokémon, ricordo doloroso che gli fecero fare una smorfia dolorante. Provò a scacciare dalla testa quei pensieri, eppure era semplice e chiaro che la vita per loro non sarebbe stata solo di gioie come quelle. Era molto di più, c’erano dolore, lacrime, odio e rabbia, sentimenti che potevano essere naturali. Come la stessa Weepbud aveva visto qualcosa di terribile, anche lui aveva un passato dietro di sé. Per lasciarselo però tutti alle spalle, dovevano prendere in mano ciò che offriva loro il presente e farsi forza.
Forse il passato avrebbe ribussato alla porta, ma di certo stavolta lo avrebbe affrontato a viso aperto e forza anche grazie al calore che ora sentiva dentro di sé, quello che in pochissimo tempo era riuscita a trasmettergli Serena.

Passò la sera, Ash aveva mangiato più del solito, riuscendo finalmente a mandare giù un pasto normale. Finita la cena decise di andare a fare una passeggiata, stranamente invitando anche Serena ad unirsi a lui. Non lo aveva detto con molto entusiasmo, forse perché ancora l’idea di starle vicino lo spaventava. Eppure dopo quella giornata si era convinto che non riusciva a starle lontano.
"Scusa se ti ho chiesto di venire…”
“Figurati, mi fa piacere…”
“…”
“Ti senti davvero meglio?” Chiese lei notando ancora insicurezza sul suo volto.
Ash sospirò, sedendosi su una panchina, facendo segno a Serena di sedersi di fianco a lui “Si, sono sincero. E’ tutto merito tuo”
“…?”
“Cavoli, è venuta male…” Si massaggiò la testa riformulando “Ok… in questi giorni mi sono comportato da idiota e lo sapevo già. E’ solo che non riuscire a fare qualcosa per Malamar mi aveva davvero tirato giù, tuttavia mentirei se mi limitassi a quello. Il vero problema era l’altro” 
Serena osò, finendo la frase per lui “Il tuo credere di avermi picchiata?”
Ash la guardò un attimo con aria un po' torva, ma poi si addolcì “Non giriamoci troppo attorno, lo ho fatto. Magari non intenzionalmente ma ho alzato le mani su di te e la cosa mi ha davvero fatto del male. I-Io… non riuscivo a sopportare l’idea di averti fatto del male. Non riuscivo a starti accanto, ogni volta che lo facevo le mie mani mi ricordavano quello che avevano fatto e provavo vergogna. Questo ti ha allontanata e mi spiace, ha fatto male ad entrambi”
“Si, in effetti ci sono rimasta male, ma ti capisco… volevo solo farti sapere che hai il mio supporto come quand-…”
“Come quella volta… dopo la mia sconfitta a Kalos contro Edel. Ricordo le tue parole e so che con te posso parlare, è solo che venire proprio da te mi sembrava scorretto. Pensavo dovessi aver paura di me, odiarmi… invece tu hai fatto l’opposto e volevi avvicinarti. Mi sono spaventato…”
Serena alzò il sopracciglio ridacchiando “Paura? Ash Ketchum?”
Lui si grattò il naso imbarazzato “Eddai sarò imprudente e avventato, avrò pure salvato il mondo ma ho paura anche io di alcune cose! Una ad esempio… è perdere le persone a cui tengo di più e tu sei tra quelle Serena” La ragazza arrossì, ma non lo interruppe “Sei la mia migliore amica…” Avrebbe voluto dire di più non era il momento adatto “La migliore che io abbia mai avuto e davvero non so se esista un’altra persona capace di tirarmi su il morale il morale come fai tu" poi l'allenatore si morse la lingua, ancora lo aveva detto male. 
Serena però attese che il ragazzo trovasse le parole adatte “Insomma… Serena tu sei fantastica, ci sono stati momenti in cui sono caduto in alcuni stati di depressione non caratteristici della mia personalità. Essendo rari, io stesso so che è difficile uscirne se sono così gravi e i miei amici riescono a fare poco. Tendo a risolverla con i miei Pokémon. Tuttavia, tu sei riuscita ogni volta a rompere il muro che costruisco quando sto male e pensi ad aiutarmi. Riesci a farmi rialzare” Socchiuse gli occhi sorridendo “Come oggi, ti confesso che inizialmente ero troppo negativo per seguire il Varietà, ero venuto solo per te. Tuttavia dopo le tue esibizioni, non potevo non essere meravigliato. Il tuo sorriso è speciale e contagioso con me, non riesco a starti lontano! Mi hai ridato parte di carica e so che riuscirai sempre a farmi stare meglio”
Ash proseguì con ammirazione “Oggi non hai salvato solo me, ma hai anche aiutato i tuoi Pokémon e Lucy. Hai pensato a tutti tranne che te stessa. Ti ammiro molto per quello che hai fatto e non so come ringraziarti”
Serena ascoltò con il viso rosso fuoco, troppo imbarazzata per alzare lo sguardo “Ti voglio bene, quindi ti prometto cercherò di essere me stesso e d’ora in poi se qualcosa intaccherà il mio umore e spirito forte… andrò avanti, oppure se vorrai… mi affiderò a te. Come del resto vorrei facessi tu se si invertissero i ruoli”
La ragazza alzò la testa sorridendogli dolcemente “Ti voglio ben anche io… e mi va bene” 
Ash sentì il cuore palpitare più velocemente del solito, voleva abbracciarla, ma ancora sentiva qualcosa che lo tratteneva, come se avesse bisogno del suo permesso. Lei notò come stava muovendo appena le braccia e decise di procedere da sola. 
Lo abbracciò forte, venendo presto ricambiata. Voleva da tanto tornare a farlo, faceva ancora appena male il senso di colpa e sapeva che non sarebbe guarito subito da quelle cicatrici, ma ora con l’aiuto di Serena poteva fare di tutto.

… E così, si chiude una giornata iniziata male, ma finita bene per tutti. Serena è riuscita a vincere la sua seconda spilla, dimostrando ciò per cui vale davvero. La sua purezza e altruismo hanno permesso di curare i cuori di 4 amici e di donare loro forza e speranza per il futuro che li attende. Le difficoltà sono sempre molte, ma è il loro legame e unione che li salverà di fronte alle minacce in arrivo. Ora è il turno di Ash, il quale ritrovato se stesso riuscirà a vincere la sua terza medaglia? 
…Il viaggio continua…

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Capitolo 27
*** C'è' un vampiro in casa!?Volpe che abbaia non morde! ***


NUOVO CAPITOLO! LA SCUOLA PURTROPPO E' INIZIATA MA NOI NON DEMORDIAMO! QUINDI BUONA LETTURA CON UN ALTRO APPUNTAMENTO! OH E A FINE CAPITOLO, LEGGETE PURE C'E' UN MESSAGGIO PER I PIU' CURIOSI!

Episodio 24: C’è un vampiro in casa!? Volpe che abbaia non morde!


Serena è riuscita a vincere il suo Varietà e ha dimostrato la sua purezza riuscendo a guarire non uno ma ben tre cuori bisognosi. Ora i nostri eroi si sono rimessi in viaggio verso la città di Bucalopoli, dove prenderanno il traghetto che porterà Ash ad affrontare la sua terza sfida in palestra a Spumopoli.

"Quindi ricapitoliamo: una volta arrivati a Bucalopoli dovremmo cercare la motonave per andare a Spumopoli, giusto? Dico bene?" chiese Ash. 
"Esattamente!" concordò Serena guardando il suo pokédex "Inoltre non ci sono Varietà, quindi andremo direttamente incontro alla tua prossima sfida!” 
“Evvai!!! Non vedo l’ora di arrivare e vincere la mia terza medaglia!” esultò Ash con i pugni alzati al cielo. Si, il vecchio Ash era ufficialmente tornato, per tanta gioia di tutti. 
“Cosa ne dite, ci accampiamo per la notte? Ormai è quasi ora di cena e se ci fermiamo potremmo fare a tempo a cucinare qualcosa di buono” Propose Brock indicando il sole calante.
"A me sembra una buona idea" concordò Lidia "Montiamo le tende e ci godiamo questa notte ste-… “si bloccò sentendo qualcosa bagnarle il naso. Sporse la mano lontano dal corpo, sentendo qualche goccia depositarsi su essa.
“Mi sa che se vogliamo mangiare… stanotte niente campeggio" sospirò Ash "O montiamo le tende subito e filiamo a letto sperando che finisca oppure troviamo un riparo per poter preparare da mangiare e poi dormire. Decidiamo in fretta che sta arrivando un acquazzone!” Il rombo di un tuono in lontananza sembrò concordare e addirittura intimarli. "
Decisero di trovare un riparo, anche perché la fame si faceva sentire e Brock non aveva intenzione di dormire in tenda con uno stomaco piangente tutta notte. L'acqua non ci mise molto a raggiungerli, fortunatamente non sembrava troppo forte al momento, ma sapevano che sarebbe peggiorata e i tuoni lo confermavano. 
"Se non ci sbrighiamo a trovare un rifugio presto saremo sommersi…" Serena riusciva a sentire i *ciaf* che procuravano i suoi piedi immersi nelle pozzanghere profonde.
Brock richiamò loro l'attenzione "Ehi, guardate laggiù! Vedo qualcosa!" indicò una figura ergersi in lontananza. "Una casa!"
Il gruppo corse per raggiungere il luogo, ma più si avvicinavano più a forma del luogo e la grandezza li sconvolgevano. Altro che casa, era un castello enorme, un maniero. Un ponte collegava un isola in mezzo ad un lago, su cui ergeva la struttura . Il cancello era aperto e mezzo distrutto, ma non ci fecero caso. 
"Strani gusti..." disse Lidia senza pensarci troppo, dopotutto non era il momento di pensare ai gusti estetici di una persona visto che era completamente zuppa.
Il portone era gigantesco e sembrava un posto abitato, eppure quando Ash bussò non rispose nessuno. Non vi erano campanelli o altri metodi per chiamare qualcuno all’interno. Probabilmente era tutto molto vecchio, di un’epoca lontana. 
“Temo sia disabitata..." affermò Brock. 
"B-Beh, n-non possiamo stare fuori c-così" disse Ash per poi dopo esibirsi in un potente starnuto "Vado a vedere se trovo un ingresso secondario!"
"Ash aspe-..." lo richiamò l'amica salvo poi rendersi conto che era già guizzato via.
Ash fece il giro della casa e controllò vicino al giardino, in cerca di una finestra aperta, una botola o una porta. Era impossibile avere una sola entrata in un posto del genere. "A-Andiamo, una p-porta ci deve essere..." sbatté i denti infreddolito.
“Mi tocca entrare dalla finestra…” decise di procedere attraverso una finestra semi aperta. Era a due metri di altezza ma forse poteva trovare qualcosa da usare per arrampicarsi. Prese la rincorsa e appoggiò i piedi sul muretto, riuscendo ad aggrapparsi al bordo della finestra. 
Pikachu subito diede una spinta alle due ante e poi diede una mano ad Ash a tirarsi su, per quanto piccolo potesse essere "U-Uff… g-grazie... e ora apriamo agli altri!"
L'acqua oramai era arrivata alle caviglie, Serena era doppiamente preoccupata. Sperava che Ash non si fosse fatto male con una delle sue azioni spericolate. Scivolare in qualche posto pericoloso era rischioso. 
"S-Se non si sbrighi diventeremmo dei ghiaccioli..." rabbrividì Lidia sentendo la fredda pioggia gelarle le vene. Erano bagnati da capo a piedi.
"Ash, fa presto!" lo pregò mentalmente... venendo presto accontentata. Oltre la posta si sentirono dei rumori pesanti, di roba pesante che veniva spostata e anche suoni metallici, segno che qualcuno stava cercando di farli entrare. 
"Resistete ora vi apro!" li rassicurò Ash, riuscendo finalmente a liberare il passaggio e facendoli procedere all’interno.
"C-Cavolo m-ma quanto ci ha m-messo?" lo salutarono i suoi amici correndo all'interno, strizzando vestiti e capelli. Chiusero tutti assieme la porta per non far entrare il freddo e finalmente si tranquillizzarono.
“A-Arceus, ma cosa è?! Il diluvio universale!? Altro che Kyogre!" disse Brock guardando dalla finestra l'immensità dell'acqua che inondava il prato. 
"Almeno ora siamo al sicuro" sospirò Serena. Non era esattamente più caldo quel posto, o almeno lo era poco ma era sempre qualcosa. Questo perché era stato chiuso e si era mantenuto quel poco calore rimasto.
C’era poca luce ed ebbero la conferma che la casa era disabitata. Certo, ovviamente se ci viveva una sola persona era dura tenere pulito quel maniero, ma era addirittura impossibile ridurlo in quel modo. Quindi al 99% non vi abitava nessuno. Come possibile notare dalla polvere presente sui pavimenti e i mobili, le ragnatele e l’assenza di lampade o lanterne. 
All’interno si respirava la stessa aria di antico e vecchio come all’esterno, forse appena più curato. Era piena di quadri di gente dell'antichità, ritagli in legno e con un'aura strana presente. Sembrava scura e inquietante, come se un mostro dovesse saltare fuori in ogni istante.
"U-Uh... s-siamo sicuri.. sia sicuro? S-Sapete..."
Ash subito la fermò prendendole la mano "Non ci sono fantasmi o mostri, tranquilla! Abbiamo provato che i Pokémon possono fare molto!" La tranquillizzò lui, conoscendo la paura di Serena del paranormale. Beh anche lui doveva ammettere che i fantasmi non gli stavano molto a genio, da piccolo ne aveva paura e ancora un po' di inquietudine la provava... ma dopotutto erano assieme e lui doveva fare la parte del ragazzo coraggioso e capogruppo, no?
Serena annuì arrossendo appena e seguì Ash senza staccarsi dalla sua mano. Il percorso procedeva e nulla illuminava la loro via, se non i pokédex.
"Pikapi..." mormorò Pikachu avvertendo qualcosa di strano.
Si sentivano i rumori del legno vecchio che un po' cigolava e i loro passi sul pavimento. Ogni singolo suono sconosciuto faceva sobbalzare Serena, la quale ormai si era aggrappata alla maglia di Ash.
Lui la fissava con fare premuroso e protettivo, era adorabile sotto certi sensi.
*SBAM* si sentì una porta sbattere, probabilmente a causa del vento forte di quella sera.
Serena sobbalzò e saltò dietro all'allenatore, abbracciandolo da dietro scossa. In effetti tutti fecero un piccolo balzo sentendo quel rumore, anche se di certo la posizione in cui Serena aveva messo Ash era a dir poco buffa e tenera.
"S-Serena va tutto bene... era solo il vento" la confortò andando avanti, con voce calda e premurosa. Lei rimase attaccata alla sua schiena, camminando abbastanza esitante. 
"Che carini" commentò Lidia cercando di farsi sentire anche dai due più avanti, sebbene troppo impegnati ad affrontare l'oscurità dei corridoi.
Improvvisamente una folata di vento spinse contro di loro, qualcosa di veloce e scattante si avvicinò e finì per colpire in pieno Ash.
La sua vista si oscurò completamente, sentendo un peso appiccicarsi alla faccia e scaraventarlo dietro. Serena di conseguenza cadde come lui e colpì Lidia, la quale a effetto domino colpì anche Brock.
"AHHHHHHHHHHHH!!!!!" Urlarono sbattendo a terra tutti, compreso il povero Pikachu che fu schiacciato sotto la massa.
Ash provò con foga a tirare via ciò che gli bloccava la visuale, sentendo che doveva essere vivo per porre tante resistenza. L'agitazione gli faceva mancare il respiro, doveva togliere quel coso assolutamente. Usò più forza che poté, sentendo qualcosa graffiarlo leggermente e facendogli fare una smorfia. Si stava aggrappando a lui.
Diede un'ultima tirata e il coso venne lanciato via. Sentì al collo un altra sensazione di dolore, come quando si leva un pungiglione o un ago dalla pelle, ma stavolta più forte, come se la pelle si fosse strappata. "ARG!" Sbarrò gli occhi per vedere cosa lo aveva attaccato, ma di fronte a se non c'era assolutamente nulla.
"Ma che...!?" Scosse la testa ancora confuso, sentiva il cuore palpitate.
"Ash tutto bene!?" Si avvicinò Serena preoccupata, vedendolo reggersi la testa.
Lui si girò con un mezzo sorriso "Si, si... solo colto alla sprovvista"
"C-Che sarà stato?" Domandò Lidia guardandosi in girò con foga.
"Non ne ho idea..." mormorò l'allenatore alzandosi in piedi e dando una mano a Serena "Forse un Pokémon spaventato o di cui abbiamo invaso il territorio?"
Brock fece un grugno di disapprovazione "Non credo di aver mai visto nulla del genere nei miei libri o durante la mia permanenza a Forsia"
Ash ribatté "Beh ma non credo che sia stato esattamente visibile, non credi?"
"Beh... vero" ammise il medico aiutando Lidia ad alzarsi in piedi "Certo che non è il posto migliore per fermarci"
Ash sospirò "Lo so ma non abbiamo altra scelta, piuttosto che prenderci una polmonite ci conviene starcene qui. Finché siamo insieme non accadrà nulla di male"
"Eravamo assieme eppure è successo lo stesso qualcosa" puntualizzò la detective ancora sospettosa. Lei credeva nella sacra scienza o nelle prove concrete, quindi sapeva che qualcosa c'era ed era da scoprire chi.
"Si ok, ma non esistono mostri o fantasmi e lo ho già detto..." Ci tenne a ricordare lui, con un tono appena seccato.
"Chi ha mai parlato di ciò? Io penso sia il caso di scoprire cosa sia, prima di essere attaccati mentre dormiamo" non voleva assolutamente dire che credeva a certe sciocchezze, ma che qualcosa o qualcuno viveva in quella casa.
Ash scosse la testa " Lasciamo perdere. Credo che per qualche ora non daremo fastidio a nessuno se ce ne stiamo per conto nostro"
Brock, Lidia e Serena si scambiarono delle occhiate e annuirono, approvando. In effetti era più pericoloso là fuori...
O forse no?
Decisero che si sarebbero fermati in una stanza a dormire. Avevano i sacchi a pelo e per il cibo non c’erano grandi problemi visto che avevano già provveduto a procurarsi delle scorte. Si misero in un salottino e appoggiarono le borse a terra.
“Gn…” sbuffò Ash sentendosi un po' stanco e svuotato. Si grattò la testa sbadigliando con una smorfia. I suoi amici lo notarono, ma alla domanda se stesse bene lui si limitò ad alzare la mano dicendo che era solo appena stanco.
A cena non si sforzò nemmeno di mangiare, sembrava non aver voglia di assaggiare nulla che aveva preparato Brock. Questo di certo aveva lasciato i compagno atterriti, reputando tutto troppo strano.
Eppure quell’iniziale stanchezza ben presto lo lasciò, forse anche mossa dal vento freddo che passava dalla finestra dal vetro rotto. Rabbrividì appena e si rivolse ai suoi amici “Non vi pare il caso di cercare una stanza in cui si possa accendere un camino? O che almeno non abbia vetri rotti che permettano al freddo di entrare”
“Buona idea!” annuì Serena tirando fuori il pokédex e accendendo la luce puntata sul muro.
“AGHHHHHH!!! SPEGNILA!” alzò la voce Ash mettendosi le mani davanti agli occhi.
Serena subito cliccò il pulsante e fece cessare il raggio di luce, quasi spaventata dal suo tono di voce. Aveva fatto qualcosa di male? Sentiva sensi di colpa.
“Ehi… calmati, guarda che la luce era diretta al muro e non a te, era pure debole. Inoltre qui è tutto talmente buio che si vede pochissimo, ci serve per forza. Non era il caso di alzare la voce così come un rimprovero” la difese Lidia, incrociando le braccia appena seccata.
Brock si limitò a starsene zitto, non era da Ash fare così oltre che aveva ragione Lidia sulla faccenda. Vero, a luce era fastidiosa dopo tutto quel cammino al buio, ma era esagerato prendersela così.
“S-Scusa Serena…” Sembrò davvero sincero, avvicinandosi a lei e prendendola per mano. La ragazza si mosse appena, guardandolo con confusione. Lui le rivolse un sorriso dispiaciuto “I miei occhi si erano abituati alle ombre e quindi appena ai acceso la luce mi hanno dato fastidio particolarmente. Non era una buona ragione per alzare la voce così”
“Non preoccuparti… ma dobbiamo accenderla per forza se vogliamo camminare di notte” lo scusò lei.
“Lo so… mi abituerò” le lasciò la mano per andare a sistemare le ultime cose nella sua borsa. Se ambiavano stanza, il sacco a pelo doveva rimetterlo dentro.
Serena rimase ferma, fissando il ragazzo con la mano semiaperta davanti a sé. Il ragazzo aveva la pelle… fredda. L’aveva sorpresa fin dal primo contatto, forse non stava bene? Fu in quel momento che il suo sguardo si posò su qualcosa di inquietante.
“Non fare quella faccia!” la canzonò Lidia “Va bene che hai paura dell’occulto e siamo in una casa disabitata ma non è che ci possano essere i mostri come i vampiri!"
Quella parola fece scattare Serena, la quale collegò gli occhi alla mente "V-V-Vampiri!?" 
"Si, sai quei mostri che assomigliano ai pipistrelli che si attivano di notte, ti mordono sul collo e ti fanno diventare come loro..."
Serena voltò la testa di scatto, avvicinandosi lentamente all’allenatore, mentre i fulmini e i lampi accompagnavano i suoi passi nella serata. Arrivò alle sue spalle e lo osservò mentre ripiegava il sacco a pelo. Sentendosi osservato voltò la testa e la trovò lì ferma a guardarlo, la cosa lo confuse un po' anche non gli dispiaceva poi tanto. Eppure dopo un po' divenne ambiguo “Uhm…”
“Sul collo… ahi brutto segno” lo avvisò lei indicandolo anche se sapeva che Ash ne era perfettamente consapevole. “Bisognerebbe dargli un’occhiata prima che possa infettarsi”
Erano ben visibili ormai sul collo del ragazzo due tagli abbastanza larghi e profondi. Sembrava che qualcosa di appuntito vi si fosse conficcato e poi tirato come un’incisione. I segni erano rossicci in profondità, mentre ai lati giallognoli e marroncini. Anche se si erano cicatrizzati di sicuro aveva perso un po' di sangue visto il rossore della pelle irritata. 
“Non…” prese il colletto della felpa per coprirsi meglio la zona “…Non è nulla, non vedi preoccuparti”
Questa volta Brock si intromise, sentendosi indirettamente chiamato in causa, dopotutto era un medico “Ha ragione lei, poi potrebbe essere peggio visto che non sappiamo cosa sia successo. Se ci sono complicazioni poi come pensi di lottare alla prossima palestra?”
Ash sospirò togliendosi la felpa “Ok, ma non metteteci troppo, fa sempre più freddo qui” 
Serena e Brock fecero più in fretta possibile, rimasero abbastanza turbati quando Ash si lamentò per il bruciore, anche se era normale con quelle ferite. Durante lo spostamento verso un’altra stanza, non trovarono particolari ostacoli, a parte alcuni mobili pesanti, stranamente facilissimi da spostare per Ash, il quale si era servito di pochissimi sforzi per farcela. 
Fosse stata l’unica stranezza…
“Guardate, c’è uno specchio lì ed è abbastanza grande! Forse qui tempo fa ci abitava qualche contessa e signora ricca” commentò Serena avvicinandosi alla lastra di vetro insieme a Brock e Lidia, mentre Ash si era tenuto distante. 
Si fermarono vedendo che a quanto pare quell’area era una delle poche salve dalla sporcizia e la polvere. Si guardarono riflessi in quello specchio, quasi impressi dentro ad esso. Qualcosa però attirò l’attenzione dei tre, i quali sentiva come la mancanza di qualcosa. 
Lidia strizzò meglio gli occhi, contando le immagini riflesse, arrivando a tre. Sbarrò gli occhi e toccò la spalla di Serena per farle notare il dettaglio. Anche Brock cominciò a capire, sudando freddo. Ash doveva essersi allontanato per forza. 
I tre deglutirono, per poi girarsi in fretta e trovare Ash proprio dietro di loro. “Che c’è?” alzò lui il sopracciglio. Si sentiva osservato come se avesse commesso un crimine o fosse sul punto di sbranarli.
“N-Niente!” squittì Serena mostrando un falso sorriso che non convinse per niente Ash, il quale però decise di lasciar correre per una volta.
Si sentì un borbottio e i tre ragazzi si avvicinarono tra di loro. Ash abbassò la testa toccandosi la pancia con imbarazzo “Scusate… ehe… ora mi è venuta fame!”
Lidia e Brock sospirarono scuotendo la testa, mentre Serena mostrò un mezzo sorriso sollevato. “Mangio qualcosa e poi possiamo subito tornare a cercare un posto per dormire! Pikachu vieni con me!”
“Pika!”
“…” Serena lo guardò sempre con scetticismo, non riuscendo bene a mandare giù certi atteggiamenti e fatti accaduti. Sapeva che poteva sembrare assurdo, ma in quel momento Ash non era il solito. Si, la fame era tornata ma sembrava una fame diversa, più famelica, assetata. Ancora più assurdo era l’ipotesi che Ash fosse... “Un vampiro” mormorò lei con un filo di voce.
Medico e detective si girarono subito verso di lei avendola sentita, si trattennero dal ridacchiare, vista l’espressione preoccupata di Serena, molto differente dalla classica paura del paranormale che aveva già dimostrato.
“Ash… potrebbe essere diventato un vampiro?” chiese lei, anche se i due amici non potevano saperlo di certo più di lei.
“Schiocchina, i vampiri non esistono” la corresse Lidia “Sono solo personaggi di fantasia, Ash un vampiro? E’ assurdo!”
“…”
“Io scherzavo prima Serena, non crederai davvero a certe assurdità?” cercò di farla ragionare, lei era una donna di scienza, quindi niente del genere poteva essere credibile per lei.
Serena alzò il capo con preoccupazione “Non dirmi che non hai visto gli indizi! Sei una detective e noti tutto! I segni sul collo, il fastidio alla luce, la super forza, il riflesso mancante allo specchio, la stanchezza durante gli orari giornalieri e l’improvvisa fame quando è passata l’ora di cena! Inoltre quando mi ha presa per mano… ho sentito quanto era freddo. Aggiungiamo un ultimo dettaglio? Il malumore e la serietà”
“Serena…” Provò Lidia. Certo che non gli erano sfuggiti certi dettagli, ma da brava detective non si era lasciata abbindolare e per quanto insoliti quei dettagli, credeva nell’esistenza di una risposta per ogni singolo evento.
La performer dovette accantonare momentaneamente i suoi pensieri, visto lo scetticismo ovvio di Brock e Lidia. A testa bassa si avvicinò ancora ad Ash, che per qualche motivo riusciva sempre a tenere distante da loro “Deciso cosa mangiare?” Chiese lanciando un’occhiata al suo zaino e al ragazzo. 
Le si gelò il sangue, vedendo delle chiazze rosse tingere esso e non solo. Pikachu sbucò da dietro il suo allenatore, con delle macchie del medesimo colore sotto una delle guancette. Gocciolava sul pavimento, sembrando fin troppo vero.
La ragazza indietreggiò con gli occhi tremanti, attirando Brock e Lidia. I due guardarono nella stessa direzione e riuscirono a rimanere sconvolti da quello che vedevano. Forse niente era da escludere. Provarono improvvisamente il freddo nelle loro vene, ma soprattutto si sentivano come se fossero stati presi a schiaffi.
Pikachu barcollò davanti a loro, finendo per cadere a terra, a pancia in su. Il suo musetto sembrava dar l’idea di un Pokémon ormai perduto. 
"A-Ahh..." squittì Serena sobbalzando.
"Pikachu… prosciugato?" fece una strana risatina Ash mettendo le mani sui fianchi e toccandosi ancora il collo con un ghigno. Gli occhi chiusi come se anche lui fosse soddisfatto, ancora aveva delle macchie rosse vicino alle labbra. “Ora si che sono a posto…”
"AHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!" Urlarono i quattro scappando via a gambe levate.
Ash subito saltò in aria sentendo quelle urla e si voltò in fretta verso gli amici, i quali erano completamente spariti, lasciandolo solo. Sbatté le palpebre qualche volta, aprendo leggermente la bocca. “Che stanno facendo!?” la sua espressione sorpresa divenne presto turbata. 
Pikachu si rialzò finalmente, anche lui con lo stesso sguardo di Ash. I due si scambiarono delle occhiate e annuirono, per poi partire all'inseguimento.
Serena, Lidia e Brock corsero lontani dalla stanza, cercando di allontanarsi il più possibile e di sfuggire da Ash e Pikachu. Si fermarono molto più distante per riprendere fiato, anche perché non riuscivano a capire in nessun modo come fosse possibile.
Non poteva essere reale, dovevano trovarsi in qualche assurdo sogno o illusione. Non c'era spiegazione possibile o logica "No... non voglio nemmeno crederci" Scosse la testa Brock.
"A-Ash... è.. un vampiro!" Portò le mani al petto Serena, reggendosi e cercando di non avere un collasso. Il suo amato Ash non poteva davvero essere diventato un vampiro! Non lui, non davvero.
"Beh tante storie d'amore narrano di un bel vampiro e della sua ragazza e di norma quando la morde poi vivono per l'eternità assie-..." si bloccò Lidia vedendo lo sguardo truce e allo stesso tempo sconvolto di Serena. Aveva capito che si riferiva a lei e Ash, ma certe battute al momento erano poco gradite.
Si sentirono dei passi improvvisi risuonare in tutto il corridoio come un eco.
Serena e gli altri due ragazzi sbarrarono gli occhi e si rimisero a correre, fiduciosi nelle loro gambe. Percorsero tutte le scale e i corridoi fino ad arrivare ai piani inferiori, verso il retro della villa. Passarono in sala da pranzo, sorpassando tavoloni enormi ricoperti di ragnatele. Continuarono fino alle cucine, dove si fermarono, sbattendo le porte con violenza e bloccandole con i loro corpi.
"Credo lo abbiamo seminato" respirò Lidia di sollievo.
"Non possiamo scappare per sempre! Dobbiamo fare qualcosa! Aiutarlo, non lasciarlo così al suo destino!" La rimproverò Serena, anche se pure lei era terrorizzata.
Si sentì una porta chiudersi e girandosi trovarono di fronte agli occhi il loro amico, con uno sguardo davvero perplesso "Ma che vi prende!? Mi avete fatto attivare il turbo per arrivare qui!"
Diventarono sempre più pallidi, trovandolo così presto. Era impossibile, lo avevano seminato e non poteva averli addirittura anticipati sul luogo con la loro velocità. A meno che non avesse usato dei poteri in grado di farlo correre super veloce, cosa possibile per un vampiro.
"GAAAAAHHHH!!!"
Lidia afferrò la prima cosa che gli arrivò tra le mani: un pacchetto di farina. Gli diede un piccolo squarcio e lo gettò con forza contro Ash come un proiettile, facendo esplodere fumo ovunque e riempiendo l'aria di particelle bianche. Si sentì una tosse fragorosa, quella del ragazzo non morto, il quale si copriva gli occhi in fretta e furia "Che diamine!!??" Ruggì la sua voce, facendoli sobbalzare.
Brock afferrò un mestolo gigante e diede due o tre colpi all'allenatore, disorientandolo e facendolo indietreggiare verso altri sacchi di farina vecchia di centinaia di anni. Scoppiarono a anche loro e la stanza si riempì di polvere, permettendo ai ragazzi di scappare appena in tempo, prima di essere catturati. Persino gli odori erano coperti con quella dose inimmaginabile di farina.
Ognuno si basò sul proprio istinto, sperando di non dividersi. Il fumo aveva disorientato anche loro e si era sparso nei corridoi collegati alla cucina ancora intasata. In un certo senso era inquietante, non osavano girarsi, avendo paura di trovarsi alle calcagna il loro ormai perduto amico. Si limitavano a darsela a gambe senza badare a nient'altro.
Passarono davanti a diverse porte e stanze, arrivando al soggiorno e lì poterono riaprire gli occhi e vedere chiaramente cosa avevano attorno. Per loro fortuna non c'era Ash dietro ma la tensione che sbucasse all'improvviso era alta.
"P-Per un pelo..." sospirò Brock chinato.
"Già, mi spiace ma non ho avuto scelta, non te la sei presa vero Sere-..." si guardò attorno la detective, ma dell'amica non c'era traccia "Serena!?"
Il medico percepì il suo richiamo e si guardò in giro come lei, senza però vedere la performer da nessuna parte. 
A malincuore si accostarono alla porta e non sentirono nessun passo o richiamo. Non potevano urlare il suo nome perché era rischioso e vampirAsh li avrebbe potuti trovare.
Serena era lontana, poco ma sicuro per loro. "D-Dobbiamo trovarla! È in pericolo e da sola!!! Ash potrebbe trovarla e-e-..!"
"Dannazione!" Imprecò Brock sbattendo il pugno contro al muro.
...
Serena correva con tutte le sue forze, pensando di seguire Brock e Lidia, il suo istinto poche volte si sbagliava. Eppure con il passare dei secondi cominciò a sentire la mancanza di passi davanti a sé o le loro voci. Si sentiva sola e inseguita allo stesso tempo.
Ignorò l'oscurità che avvolgeva quel piano del castello e continuò a procedere per il corridoio sempre più stretto. Inciampò, non avendo visto dei gradini per colpa del buio e cadde pesantemente contro altre scale. 
Non aveva tempo di cedere al dolore, sentiva che non aveva tempo. Si fece coraggio e si rimise in piedi sfinita, arrampicandosi su per le scale composte da alti gradini. Sembravano a chiocciola, sulle pareti di esse si prostravano delle finestrine che ogni tanto si illuminavano per via dei lampi e permettendole di non cadere ancora.
La sua mente era troppo annebbiata per permetterle di ragionare e cambiare idea, ormai era fatta e stava andando verso una stanza senza via d'uscita.
Arrivò in cima alla scala e con foga aprì la porticina di legno. Una volta entrata, la chiuse sbattendola e cercò disperatamente delle chiavi per bloccarla. Non ve ne erano, pensò rapidamente. Si appostò di fianco ad un mobile e lo spostò fino a posizionarlo davanti all'entrata bloccandola.
A quel punto tirò un sospiro di sollievo e prese ad osservare la camera da letto in cui si trovava. C'erano colori molto eccentrici, con tende e baldacchino del letto matrimoniale bordeaux. I muri erano dipinti di altre tonalità simili e le finestre chiuse, sebbene trasmettessero un senso di instabilità.
La ragazza si inginocchiò sul tappeto, ce l'aveva fatta a fuggire. Anche se dentro provava un forte rimpianto e dolore, stava davvero fuggendo da Ash come se volesse farle del male? Era giusto farlo? Lei voleva dargli una mano ma ancora non riusciva ad aggettare cosa stesse accadendo. Era assurdo e terribile, non era concepibile? Sembrava un incubo terrificante.
Si coprì gli occhi con le mani, trattenendo le lacrime e non sapendo cosa fare. Era finita col perdere di vista Brock e Lidia, Ash era un vampiro e dava loro la caccia e lei era da sola e in trappola.
Qualcosa si aggrappò al suo braccio, facendola tremare e saltare dallo spavento. Sentì quella presa così forte e decisa, sembrava diversa dal solito. Sapeva che erano solo in quattro in quella casa, cinque se si contava pure Pikachu. Brock e Lidia non l’avrebbero presa alla sprovvista così.
Con terrore provò a girarsi e incrociò gli occhi freddi del suo amico ormai perso nelle grinfie dell’oscurità. Ash la teneva stretta senza lasciarla andare nonostante si dimenasse. 
Era in trappola.
Strizzò gli occhi, vedendo il viso di Ash avvicinarsi, non riusciva più nemmeno a provare a contrastarlo. Era talmente sconvolta e terrorizzata che era diventata di pietra. Lo stomaco si contorceva e il cuore pulsava. Non riusciva nemmeno a respirare.
A breve non lo avrebbe fatto più.
Perché lo stava facendo? Perché proprio Ash? Una lacrima scese dai suoi occhi.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

"Niente neanche qua!" disse preoccupato Brock aprendo violentemente una porta di una stanza. 
"E neanche qui!" aggiunse Lidia avendo controllato la sua parte.
I due continuarono le ricerche di Serena senza successo. Era pericoloso aggirarsi così nella villa e separandosi persino, soprattutto sapendo chi circolava, ma non avevano altra scelta. La loro amica era sola e rischiava molto. Ash poteva apparire ovunque e sorprenderli all’istante.
“Sei veramente convinta che Ash sia..." chiese ansioso Brock. 
Lidia deglutì un po' esitante "Un vampiro? G-Guarda, i-io di solito non credo a queste cose, c’è sempre una spiegazione dietro ad ogni trucco o evento all’apparenza sovrannaturale… ma dopo quella scena…” rispose la detective cercando di mantenere un contegno adeguato nonostante le gambe incominciassero a non reggere più. “Purtroppo Serena potrebbe aver ragione. Gli indizi sono chiari”
“In effetti non sappiamo cosa lo abbia attaccato, forse un vampiro sotto forma di pipistrello gigante o altro. Sta di fatto che le coincidenze sono troppe. Dobbiamo trovare un modo per farlo tornare normale”
“Per quanto ne sappia non ci sono modi per farlo. In nessun libro o storia di parla di metodi per far tornare un vampiro umano. E’ un non morto, si po' uccidere ma non altro”
“Non se ne parla di uccidere Ash! Un modo ci deve essere!!!”
“Ovvio che non lo uccideremo, però penseremo dopo ad Ash. Ora però dobbiamo trovare Serena, è in per-…”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Si guardarono in giro, riconoscendo il grido disperato, sebbene lontano, estremamente potente "Serena!" 
“Le deve essere successo qualcosa!” Concluse Brock cercando di capire da dove fosse provenuto il grido per raggiungerla.
“Magari si è spaventata e basta…” provò a ragionare Lidia, sebbene fosse più ciò in cui sperava.
“No… non avrebbe urlato in quel modo, era un grido di disperazione, dolore e terrore puro. Qualcosa di grave è successo… Ash deve averla trovata” finì Brock abbassando le braccia lungo i fianchi e stringendo le mani in un pugno.
Alla detective la possibilità non piacque, per quanto la più probabile “A-Allora ormai non possiamo fare nulla”
Brock la prese per le spalle "C-Cerca di riprenderti! Sei una detective! Lo dici sempre che c'è una soluzione a tutto! Quindi per quanto vorremmo, Serena non possiamo più aiutarla. Non ci resta che pensare ad un piano”
La colliniana smise di tremare sorpresa di quel gesto "H-Hai ragione, forse non è tutto perduto se pensiamo per bene”
"Brava! Ora ti riconosco!”
Lidia non era esperta in vampirologia, per nulla, ma una cosa le tornò in mente. Sua sorella adorava certe cose, aveva libri e storie sui vampiri ovunque. Adorava l’horror antico. “Brock, lo zaino delle scorte!”
… 
I ragazzi non erano gli unici ospiti che la tempesta aveva imposto al castello di accogliere. Vi erano altri tre elementi che camminavano tra i corridoi della buia struttura
“Proprio questa notte doveva piovere cosi a dirotto!?" si lamentò Jessie strizzandosi la chioma fucsia. Erano stati presi alla sprovvista e non avevano avuto tempo di mettere su un riparo per la notte. "Avevo appena fatto la permanente ai capelli!!!"
"Ringrazia il cielo che abbiamo trovato in fretta questo maniero colossale o altrimenti saremmo annegati nella pioggia!" le rispose Meowth scrollandosi di dosso l'acqua “E io odio la pioggia!” si lamentò il felino rabbrividendo per il fretto e lo schifo del pelo bagnato. "Sono io che dovrei lamentarmi! Guarda qui, sono peggio di un Furfrou completamente bagnato!"
"Attento!" rispose James sentendosi investito da gocce di acqua "Mi stai inzuppando di nuovo!"
Una volta finiti i battibecchi riguardo l'asciugatura, il trio decise di dare un occhiata al luogo in cui si trovavano, anche loro preferivano dormire in una stanza più riparata.
“Se fosse curato questo castello sarebbe da urlo" disse Meowth “Ne ho visti di castelli ma questo li batte tutti!”
"Persino la mia famiglia riuscirebbe ad impallidire" si fece pensieroso James pensando ai suoi genitori, poi spazzando via il ricordo, vedendo nella sua mente l'immagine di una certa fidanzata imporsi nella sua mente. 
Jessie ammirò o quadri esposti, quel luogo trasmetteva una certa inquietudine e paura ma aveva pure un certo stile "Di sicuro era un posto di un certo fascino, guarda questa donna! Che sciccheria! Certo ovviamente io sono meglio ma riconosco che aveva gusto per l'epoca in cui si trovava!" disse puntando lo sguardo verso una figura femminile. 
"Sapete che idea mi è venuta in mente?" iniziò l’uomo "Trasformiamo questo posto nella nostra base di Forsia!” 
Meowth lo guardò incuriosito "Beh si… insomma. Lo spazio c'è, le stanze ci sono... potremmo crearci la base operativa del Team Rocket di Forsia! Con qualche mano e duro lavoro riusciremmo a renderla una base di gran lusso!” 
"Ehi! Questa sì che è un idea!" si complimentò con lui Meowth "Perché non ci ho pensato io!?”
“Posso fare io tutto ciò che riguarda il tocco femminile e dirigere i lavori!”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Anche per loro tre la quiete venne spazzata da quell'urlo chiaro e distinto.
“C-Cos'era!?" si chiese Meowth spaventato e saltando addosso ai suoi amici.
"D-Di sicuro era la voce di una ragazza!" tremò James senza riuscire a fermarsi. Era stato del tutto inaspettato, potevano morire d’infarto.
"Allora questa casa non è disabitata!"
"M-Ma chi può vivere in un posto come questo!?" rispose a sua volta Jessie, urlando per scaricare la paura.

“Qualcuno peggiore di noi…”

Lidia e Brock camminavano con attenzione, guardandosi in giro e cercando di non farsi sorprendere da nulla. Con loro c'erano pure Chansey, Spotpup e Fiyenne, i quali erano stati incaricati di difenderli in caso di attacco. L'obbiettivo era prima di tutto accertarsi che Serena stesse bene, quindi prima trovarla. Possibilmente poi di riuscire a catturare Ash e cercare assieme una soluzione per farlo tornare normale... anche se non vi era esattamente una via.
"Cosa pensi le sia successo? Quell'urlo non era normale, una persona che ha paura non reagisce così. Sembrava proprio terrorizzata, quel genere di grido disperato e di dolore..."
"Non pensarci Lidia, vedrai che riusciremo a trovarla, Serena è forte e sa cavarsela, forse è riuscita a scappare in qualche modo. Non è detto che Ash l'abbia trovata, con tutta quella farina avremmo soffocato anche un Lycanroc"
Improvvisamente davanti ai loro occhi si fermò una figura femminile. Guardarono meglio, non riuscendo a riconoscerla, il cappello sembrava familiare. La luna lunare filtrò attraverso la finestra e cominciò ad illuminare lievemente le ciocche dei capelli della ragazza, rivelandola bionda.
Quei capelli color miele erano impossibili da non riconoscere.
"Serena! Stai bene!" Lidia fece qualche passo verso la performer, ma subito si fermò quando sentì Brock posare la mano sulla sua spalla. "No..."
Un silenzio tombale calò, la figura femminile non si muoveva di un passo, rimaneva girata di spalle.
"È impalata...?" Mormorò Lidia con un tocco si umorismo, sentendo presto un' aria inquietante risponderle.
Un'altra figura si avvicinò, stavolta maschile e anche quella familiare. Sulla sua spalla posava un Pikachu, quindi era ovvia la risposta.
"Serena attenta!" Entrambi la avvisarono, ma lei non si voltò nemmeno un pochino. Il ragazzo la raggiunse e si fermò di fianco a lei, come se le loro figure fossero dei gusci vuoti. Impossessati da da qualcosa.
Serena e Ash si girarono lentamente, con le facce illuminate dai raggi di luna ora più intensi. Subito uno scintillio arrivò alle loro pupille, proveniente dalle bocche dei due amici. Due paia di canini aguzzi brillarono nella notte scura.
"A-Ah...!" I due ragazzi più grandi rimasero pietrificati dalla paura e l'angoscia.
Quello non era più un brutto scherzo a quanto pare. La conferma arrivò nel momento in cui performer e allenatore spalancarono le fauci soffiando loro contro.
"KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!" Si voltarono e scapparono senza nemmeno pensarci su, l'istinto li portò ad allontanarsi. Era stato troppo forte, dovevano mettersi in salvo se volevano poi aiutarli, altrimenti sarebbero finiti tutti e quattro sotto le loro grinfie. Non avevano altra scelta.
Allo stesso tempo la paura era gran parte di ragione che li spingevano a pensare a loro stessi. Amici o no quei due volevano morderli.
"AAAAGHHHH!" urlarono i due compagni più grandi mettendo letteralmente le ali ai piedi.
La faccia di Lidia era paonazza, più bianca di qualsiasi cosa. "NON VOGLIO DIVENTARE UNA VAMPIRA! HO ANCORA NUMEROSI CASI DA RISOLVERE!!!" 
Brock sudava freddo, di morsi ne aveva ricevuti abbastanza sulle sue zone intime e quello di un vampiro non era bello da aggiungere alla collezione. Le due figure maschili e femminili più giovani inseguivano le loro prede, più veloci che mai, per poi improvvisamente prendere il volo. 
I loro denti aguzzi scintillavano nella notte della tenebrosa casa, più si avvicinavano alle prede, più sentivano addosso il loro respiro da non morti e i canini avvicinarsi. 
Durante la loro fuga li incontrarono spesso, troppe volte per i loro gusti. 
“GAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!” fu il primo urlo lanciato dopo la scoperta che i loro amici erano entrambi confermati vampiri.
Ash era stato visto sospeso a testa in giù davanti alla finestra… e sopra di loro non c’era un tetto e nemmeno altre finestre da cui calarsi. Il ragazzo sorrise mostrando i canini, con un bel tuono come sfondo per rendere il tutto più inquietante. 
Provò a procedere per la finestra, ma i due ragazzi fecero a tempo a chiuderla e a correre via, sebbene non fu l’ultimo dei loro incontri. Fu un continuo imbattersi in quei due amici ormai divenuti vampiri che li stavano seguendo sfinendoli e senza dar loro tregue. 
Mostravano i loro poteri e riuscivano a far venire loro la pressione alta. Gli occhi mutavano di colore e potevano volare, sollevarsi in aria, anticiparli in qualunque luogo. Era un incubo.
Decisero di rompere lo schema di fugga senza passare più per le stanze e tagliarono per un corridoio pieno di vetrate e illuminato dalla luce della luna, che però non emetteva quella luce fastidiosa per i vampiri. In un modo o nell’altro però riuscirono a seminarli, probabilmente grazie alle vari stanze cha avevano usato come passaggio per confonderli. 
Sapevano che però al momento non potevano far altro che fuggire e l’unica soluzione era andare verso l’uscita.

Il Team Rocket nemmeno se la passava bene. Ogni singolo rumore o dettaglio li spaventava e mandava in panico, anche se in effetti le cose strane nella casa non erano solo i vampiri di cui non sapevano ancora nulla.
Fu questione di un attimo, due figure correndo nella direzione opposta si scontrarono con loro, l'impatto fu duro e la colluttazione li fece rotolare gli uni sopra gli altri. 
"A-ahi..." si lamentò Lidia alzandosi e massaggiandosi il didietro. 
"L-li abbiamo seminati?" chiese ancora sconvolto l'amico dottore. 
"U-Urrghh… Vi dispiacerebbe togliervi di dosso!?” Si lamentarono i tre, per poi accorgersi di un dettaglio “Aspetta… i mocciosi qui!?”
“Il Team Rocket!?" si sorpresero i due ex capopalestra. 
Si rialzarono tutti in fretta e i tre sgherri si appostarono in mezzo al corridoio con pose trionfanti, pronti per il loro motto, l’unica cosa che riusciva a non far pensare loro alla paura.

"Preparatevi a passare dei guai, in questo maniero!”
“Dei guai molto grossi, proverete terrore vero!”
“Proteggeremo il mondo dalla devastazione!”
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”
“Denunceremo i mali di verità e amore!”
“Ed estenderemo la nostra gloria fino alle stelle!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!”
“Arrendetevi subito o preparatevi ad urlare e fuggire!”
“Meowth, proprio così!"

*RUMBLE
"IIIHHHHHHH! C-cosa è stato!?" si abbracciarono Jessie e James. 
"Q-Qualunque cosa s-sia, s-speriamo non siano quei due che ci inseguivano per tutta la casa” rabbrividì altrettanto la detective. 
"C-Chi!?" chiese sconvolto il gatto “A proposito, dove sono il moccioso e la mocciosetta!?”
“Magari si stanno sbaciucchiando, anche se questo posto non è l’ideale per isolarsi a fare i mocciosomantici” Commentò Jessie sebbene consapevole che i due non erano ancora arrivati a tale livello del loro rapporto.
“Magari fosse così! Ash e Serena s-sono diventati d-due vampiri!!!!"  
"VAMPIRI!?" 
*RUMBLE* risuonò un tuono quando venne pronunciata quella parola.
I tre ladri urlarono abbracciandosi, mentre il rumore continuo del vento sembrava riprodurre delle voci gravi e mostruose. 
"Già e se non ci sbrighiamo ad uscire da qui lo diventeremo tutti quanti!"
Jessie schizzò in aria "N-Non voglio essere morsa! E' vero che la bellezza è eterna! M-Ma non voglio questo genere di b-bellezza!" poi si rannicchiò su se stessa.
“Allora venite e andiamocene! Io e Brock torneremo ad aiutarli in un altro momento!” Li incitò lei a seguirli verso l’uscita.
Meowth subito obbiettò “Ma la pioggia!!!”
“Preferisci la pioggia o morire vampirizzato!?” 
“Sono un pesce gatto” non tardò a rispondere con una battutina per mostrare la sua scelta decisa. 
Corsero tutti insieme verso l’uscita, ignorando le motivazioni per cui tutti erano lì al castello, non era il momento di giocare all’interrogatorio. Avevano perso fin troppo tempo e di questo passo li avrebbero trovati e presi. La paura scorreva nelle vene con una dose di carburante senza fine. Continuarono fino ad arrivare alla porta che portava all’ingresso, finalmente sentendosi più vicini alla salvezza. L’aprirono e scesero le scale con ancora più foga, per poi scaraventarsi sulla porta per aprirla.
Iniziarono a tirare tutti assieme, ma per qualche motivo l’entrata non si apriva, era come bloccata da una forza misteriosa. 
“PERCHE’ NON SI APREEEEE!!!???” si disperò il gruppo tirando e spingendo con tutte le forze, ma ogni tentativo fu vano. 
“NOOOOOOO!!! NON VOGLIO DIVENTARE UN VAMPIROOOO!!” si mise le mani nei capelli James, rotolando a terra sconvolto.
Jessie era nel suo stesso stato per quanto si poteva notare “Il mio bellissimo collo!!” si toccò la carotide con istinto protettivo.
"Non abbiamo altra scelta, dobbiamo armarci e fermarli per farli tornare normali, sono comunque nostri amici" ansimò Lidia. "
"I-I vostri amici appunto! N-non ci teniamo a diventare dei vampiri!" puntualizzò Meowth quasi accusandoli di non essere stati abbastanza attenti con loro. Avrebbero dovuto proteggerli o impedirlo invece di causare una catastrofe e dare vita a mostri di pericolosità mondiale. “Menomale i Pokémon non diventano vampiri…”
“Pikachu lo è diventato… lo ha morso Ash”
“GAHHHHHHHH NOOOOOOOOO!!!!!” 
Lidia sospirò, doveva trovare un modo per convincerli a cooperare. Più erano, più possibilità c'erano di scampare all'orrenda trasformazione "P-Però i vampiri sono capaci di perseguitarti in eterno e conoscendovi credo che i nostri mocciosi sarebbero più che felici di avere un occasione per tormentarvi in eterno..." Iniziò lei, attirando la loro attenzione “Beh se uscite vivi da qui”
“…Che intendi mocciosa?”
“Abbiamo più chance di farcela insieme, inoltre voi siete il grandioso Team Rocket, potete affrontare tutto! Poi non volete batterci? In questo modo non sconfiggerete mai Ash e non prenderete mai Pikachu” stava esponendo argomentazioni sensate in effetti.  
Jessie, James e Meowth si riunirono discutendone abbracciati in cerchio, persino Wobbuffet uscì dalla sfera per essere partecipe alla parlantina. Ci misero pochi secondi, avendo già preso la loro decisione finale. “Ci stiamo! V-Vi aiutiamo! Però se la cosa si fa troppo pericolosa e ci stanno per mordere vi piantiamo in asso fuggendo da una finestra”
“Basta che ci aiutiamo a vicenda e ce la faremo, ho già qualche idea, insieme forse riusciremo a realizzare un bel piano organizzato”

Passarono le ore e il verso di un Kricketoot simboleggiò l'alba che stava per arrivare, ovvero il loro momento di pace e salvezza momentanea "L'alba!" esultò la detective, sembrava essere stato solo un brutto sogno, invece era reale. I primi raggi del sole infondevano in loro già molta più sicurezza e sollievo.
"Almeno per un po' saremo salvi. I vampiri detestano la luce del giorno! Rischiano di morire bruciati se esposti al sole!”
“Potremmo bruciare i mocciosi!” ci pensò su ad alta voce Meowth.
“Scordatelo!” lo minacciò Lidia con in mano una delle prime loro armi di difesa: un paletto “Non vogliamo che Ash e Serena diventino cenere!”
James portò la mano sotto il mento con saggezza “Il moccioso però già non è cenere? Ash… cenere…” calò il silenzio tombale di fronte a quella freddura di bruttezza inaudita “Eddai!”
“Meglio dimenticare ciò che ho appena sentito… comunque abbiamo tempo fino al tramonto per completare tutto, poi i nostri due vampiri saranno liberi di agire come e quando vorranno” mormorò Brock con malumore. Anche se erano vampiri aveva sperato di vederli buoni, o almeno che provavano a trattenersi dal bere sangue. Ce ne erano tanti di vampiri buoni nei libri, che avevano solo un problema di controllo, ma a quanto pare il maleficio che li aveva colpiti era più forte del previsto.
"Ma una volta catturati davvero non volete eliminare il moccioso e la mocciosa!? Capisco che è orribile e siete loro amici, ma… potrebbe non esserci altra soluzione. Daremmo loro la pace in questo modo, io vorrei lo faceste se succedesse a me” domandò James pensando con ribrezzo alla scena terribile del suo corpo pugnalato da un paletto di legno.
I due inizialmente rimasero in silenzio, poi decisero di parlare "Sono nostri amici, ma sono anche un pericolo per gli altri" espresse Lidia a bassa voce.
Brock annuì "Non credo riusciremmo mai a farlo, per questo il piano è di catturarli, decideremo poi cosa fare e cercheremo un modo per farli tornare normali... Ash dice sempre di non arrendersi mai fino alla fine e quindi in suo rispetto faremo ciò che è giusto. Prima di commettere un tale gesto bisogna provare ogni singola possibilità. I paletti servono sono in casi estremi... anzi, più che estremi, se si è proprio senza scampo. In tal caso faremo ciò che è giusto" 
Meowth cominciò a mangiucchiarsi le unghie, era terribilmente reale, peggio di una fantascienza. Proprio i due mocciosi, i più innocenti e gentili degli esseri, diventati dei mostri crudeli...
"Allora mettiamoci al lavoro"
...
Il sole era ormai calato dietro alle montagne, le ombre avevano prevalso e il buio regnava all'esterno e interno del castello. Dai corridoi alle stanze, era tutto dipinto di colori freddi e scuri. 
Un passo dopo l'altro... era il rumore prevalente in quella zona di vecchio rudere. La figura femminile di Serena procedeva lungo il passaggio e sorpassava ogni singola stanza senza badare ad altro. 
Lo sguardo perso nel vuoto, come se riuscisse a vedere oltre l'oscurità, la quale le permetteva di nascondere i denti bianchi e scintillanti.
Un'altra serie di passi e si sentì uno scricchiolio della porta. Subito il musetto beige di Meowth si sporse nel corridoio per controllare chi vi fosse. Incrociò immediatamente lo sguardo insanguinato e tagliente della ragazza, consapevole che non solo lui aveva visto lei, ma anche viceversa.
Subito sbatté la porta dietro di lui, tremando e sudando con il latte alle ginocchia. "Per quale assurdo motivo ho accettato di vestirmi da Fiyenne!?? Non solo mi mette in pericolo ma è anche irrispettoso per la mia figura felina!" 
Non sentì nemmeno un rumore provenire dal corridio, eppure era certo che l'avrebbe raggiunto anche se non sentiva nessun piede appoggiarsi al pavimento.
Era impossibile sbagliarsi, l'aveva visto di certo. "Come pu-...AHHHHHH!!!" Sentì un colpo improvviso arrivare da dietro, dove appoggiava la schiena alla porta. 
Un altro colpo, qualcuno stava sbattendo le mani contro la porta, voleva aprirla. Sapeva che non avrebbe retto a lungo, dopotutto i vampiri avevano anche la super forza e non si riferiva alla mossa. Deglutì traumatizzato, già gustava il sapore amaro della riluttanza per quel piano in cui era finito per fare la esca. Se fosse fallito qualcosa poteva dire addio ai suoi sogni, anche se almeno aveva fatto un mini testamento prevedendo di non farcela.
*SBAM* Una botta lo scaraventò dall'altro lato della stanza, facendogli picchiare il muso contro il muro dalle mattonelle smussate. 
"OUCH!!" si coprì il naso, girandosi subito di scatto e sentendo quell'aria oscura infittirsi. 
Dietro di sé c'era la vampocciosa; così li avevano soprannominati i membri del Team Rocket.
Si avvicinò minacciosa, con sguardo fermo e deciso, gli occhi freddi e carichi di fame.
"N-Non avvicinarti!!" Urlò lui.
Per qualche motivo Serena si fermò spiazzata, sbarrò appena gli occhi, strofinandoli con le mani e sbattendo le palpebre per vedere meglio.
"Ma tu... non sei..." pronunciò con voce grave, realizzando che non era affatto la Fiyenne di Lidia, riconoscendo anche all'istante il miagolio del gatto.
A quel punto Meowth perse il controllo e riuscì a trarre in inganno la vampira "ORA!!!"
Subito Serena si voltò, vedendo la porta chiudersi e bloccandola nella stanza assieme a Meowth. No, non c'era solo lui; improvvisamente dalle travi sopra di loro saltarono giù un uomo e una donna familiari.

"Preparati a passare dei guai mostro dentuto!”
“Dei guai molto grossi, non vorresti averci conosciuto!”
“Proteggeremo il mondo dalla tua sete d’orrore!”
“Uniremo tutti i paletti nel tuo cuore!”
“Denunceremo i mali di canini e pallidissima carnagione!”
“Ed doneremo il sangue su nostra decisione!!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!”
“Arrenditi subito o preparati a puzzare e soffrire!”
“Meowth, proprio così!"

"Sei fregata vampocciosa! Il tuo regno del terrore è finito!" Proclamò Jessie indicandola con coraggio.
Serena scosse la testa non capendo cosa ci facessero lì, rimase un attimo sconvolta prima di aggrottare la fronte. 
I ragazzi ladri non la presero molto bene quell'espressione, così passarono alle maniere forti e misero alle mani delle strane palline gonfie, ripiene di qualcosa. "Prima prendiamo te, poi ti usiamo per arrivare al vampoccioso e catturare anche lui, infine vi eliminiamo entrambi"
Serena alzò il sopracciglio con espressione confusa. "Non volercene, ma stavolta dobbiamo agire per il bene del mondo e anche per il vostro. Sareste d'accordo se non foste mostri assetati di sangue”
Serena appoggiò avanti il piede alzando le mani, questo fece scattate il trio. Tutti i nemici di Serena lanciarono le palline ai suoi piedi e addosso a lei, facendoli esplodere con il minimo contatto. Tutto ad un tratto un odoraccio pervase attorno alla ragazza, facendole subito contorcere il naso e strizzare gli occhi per il terrore. Bruciava estremamente ed era particolarmente puzzolente.
"L'aglio funziona sempre" si mostrò orgogliosa Jessy, anche se un brivido c'era lo stesso. Dopotutto stavano affrontando un vampiro a viso aperto.
James tirò fuori tre corde e ne passò una a Jessie, per poi lanciarne un'altra a Meowth.
Serena indietreggiò con le braccia alzate a coprirsi il viso. Con una mano si tappava il naso, cercando di non aspirare la puzza. Vedeva a stento, sentendo ancora l'aroma che le bruciava appena gli occhi. Era stato abbastanza però per vedere i tre avvicinarsi con le corde, pronti a legarla.
Continuò ad andare indietro, arrivando al muro e sentendosi bloccata, ormai era in trappola. Avrebbe voluto parlare e aprire la bocca ma non ci riusciva con quel tanfo. Le lacrimavano gli occhi per il fastidio. Ne arrivavano una dopo l'altra di quelle bombe agliose ed era insopportabile. Nemmeno un umano avrebbe retto.
"Ci spiace mocciosa, ma sarà la tua storia amorosa vampiresca a cominciare tutto e sarà sempre quella a finirlo" dichiarò Meowth ormai vicino e pronti ad intrappolarla.
"RWAAAAAAAAAAAAAHHH!!!!" 
Si sentì un ruggito improvviso, talmente potente da farli subito saltare in aria. 
Il vetro dietro di loro si ruppe in mille pezzi, sfondato da un velocissimo scatto. Un ombra maschile si resse in piedi, mettendosi in posizione provocatoria e anche furente. I tre rabbrividirono, pensando che a lui ci stessero pensando con lo stesso piano Brock e Lidia, invece davanti ai loro occhi ergeva Ash. 
Il suo sguardo era pieno di furia e odio, soffiava minaccioso, mostrando i canini con una rabbia tale da farlo sembrare una belva.
"D-Due contro... tre non vale!" Spuntò anche Pikachu con i denti sporgenti e pronti ad azzannare e allora Meowth si corresse "Tre contro tre... ma se siete vampiri e quindi non vale!"
La paura li soffocò all'istante, quegli occhi erano intrisi di collera, rossi come il sangue "La pagherete cara per questo... come vi siete permessi!?!?" Gridò lui avvicinandosi con i pugni serrati. Pikachu saltò giù dalla sua spalla e mostrò altrettanta furia.
"C-Cerchiamo di aiutare!" Provò a pronunciare James, davvero traumatizzato, quel momento gli ricordava qualcosa, nemmeno un vampiro poteva avere quegli occhi così accesi.
"AVETE FATTO UN GROSSO ERRORE! CI PENSO IO A FARVI SPARIRE!!!" minacciò il vampiro puntando il dito contro di loro.
I tre si abbracciarono angosciati, pregando in un miracolo e di salvarsi.
Pikachu accese le sue guancee e fu l'ultima cosa che riuscirono a vedere prima di sentirsi sbalzati in aria, sfondando il tetto e percependo l'elettricità distruttiva attraversare i loro corpi.
"PIKAAAAA… CHUUUUUU!!!!!"
"RIPARTIAMO ALLA VELOCITÀ DELLA LUCEEEEE!!!!!"
"..."
"Stai bene?" Corse da lei abbassandosi per controllare che non stesse male, riuscendo a prevedere cosa avessero programmato quelli del Team Rocket. 
"*cough* c-cre...do *cough*" tossì lei appena rossa in viso per l'irritazione. 
Le avvolse il braccio attorno alla vita e l'aiutò ad alzarsi. Fecero qualche passo per avvicinarsi alla finestre e poter vedere meglio la luce della luna, oltre che per allontanarsi dal tanfo di aglio. "Brutti maledetti..."
"PRESTO!!!" gridò una voce. All’improvviso la polvere sotto i loro piedi cominciò a sollevarsi e riempì l’aria nella stanza.
"Ma che!?" fece appena in tempo a dire Ash, sentendo qualcosa che si attorcigliava attorno a lui. Con un rapido scatto si sentì legato a Serena, sbattendo la guancia contro quella della ragazza. Tutto ad un tratto si sentì completamente bloccato ed entrambi poterono provare il vuoto attorno a loro.
Una corda si tese e i due finirono legati come salami, assieme e sospesi nel vuoto a testa in giù. Non era per niente piacevole, anzi era imbarazzante.
“La doppia trappola ha funzionato!" esultò Lidia. "Ora ve la vedrete con noi vampiri!" Da dietro un mobile sbucarono Brock e Lidia, con in mano una corda che tenevano bella tesa. La legarono saldamente alla gamba di uno scaffale, per tenere appese le due prede e poi si avvicinarono.
"Certo non mi aspettavo che il Team Rocket finisse così, un po' mi dispiace per quei tre anche se l'importante è che ora non potete scappare!" disse trionfalmente la detective, battendo un pugno sul petto. Diede il cinque a Brock e i due si misero a guardare negli occhi i due amici, i quali cominciavano a prendere un colorito rosso in faccia per parecchie ragioni. Parevano avere visi sconvolti e agitati, come se qualcosa fosse andato storto. Tutto in quel momento a dire il vero era storto.
I due umani però tornare subito seri, anzi molto turbati, non sapevano bene cosa fare “Abbiamo cercato su tutti i libri e informazioni in internet per vedere come si fa tornare normale un vampiro, ma a quanto pare non c’è alcun modo per renderlo possibile” provò a spiegare loro Lidia, anche se non sapeva se avevano voglia di ascoltarli.
Continuò Brock per lei “Se foste vampiri buoni potremmo trovare una soluzione… ma non mi pare sia il vostro caso, il che è strano; ci si aspetterebbe da voi di essere il classico stereotipo del vampiro buono, quello che si ribella e cerca di distinguersi dagli altri”
Ash e Serena si lanciarono un’occhiata, sudando e sentendosi imbarazzati per la posizione in cui si trovavano.
“Quindi per il vostro bene e quello degli altri, dobbiamo…” tirarono fuori due paletti di legno, uno per entrambi “…Aiutarvi in questo modo”
I vampiri spalancarono gli occhi, cercando di dimenarsi “Aspettate!” li però Serena cercando di far cambiare loro idea.
Eppure Brock e Lidia continuarono ad avvicinarsi con le armi in mano, pronte a colpire le due vittime nello stesso momento. I due non volevano guardare quello che stavano per fare, era orribile e per quanto l’unica soluzione per aiutarli, ucciderli faceva davvero male. Non avrebbero più avuto il coraggio di alzare la testa.
“Fermi!”
“Non sapete cosa fate!!”
“NON SIAMO VAMPIRI!!!”
A quel punto entrambi i due amici si fermarono di colpo e alzarono gli sguardi con gli occhi aperti verso Ash e Serena, i quali si sentivano molto intontiti e stavano perdendo la capacità di pensare o parlare. Il sangue stava andando loro al cervello e anche la vicinanza non li aiutava.
Però stavolta fu il turno del medico e della detective di dissentire e di credere fermamente nell’occulto. Avevano avuto le prove di ciò che era successo e questa scusa per prendere tempo non li avrebbe salvati.
“D-Davvero…” i due balbettarono sentendosi ancora più inibiti. I vampiri dormivano a testa in giù come pipistrelli o sdraiati nelle bare ed erano abituati, ma loro no: non erano vampiri, questa era la loro supposizione.
E in effetti poteva sembrare assurdo, ma quei due erano riusciti a cacciarsi in un guaio più grande di quel che avrebbero creduto…

FLASHBACK

“LASCIAMI ANDARE!” Provò a dimenarsi Serena ormai terrorizzata e quasi in lacrime. Il viso di era così vicino, sembrava sul punto di azzannarla e renderla sua per sempre. Eppure…
…Si fermò. 
“Serena ti prego calmati! Non ti faccio nulla!” le mormorò con serietà e preoccupazione. Perché si comportavano così? Perché lo vedeva come un mostro? Era forse uno strano scherzo? Prima scappavano da lui, poi gli lanciavano strane occhiate e poi buttavano addosso la farina.
Lei si calmò appena, avendo la sua faccia a pochissimi centimetri dalla sua, eppure non aveva fatto nulla. Era molto confusa, anche sollevata… “C-Cosa?” lo guardò negli occhi in quell’attimo di silenzio, potendo scrutare attraverso ad essi. Erano i suoi occhi, quelli del ragazzo che amava, color nocciola, così dolci e puri. Quelli che nascondevano l’ardore e il coraggio di chi li portava. 
Era caduta davvero in basso…
“Si può sapere cosa sta succedendo? Scappate da me come se fossi un mostro! Cos’è, hai uno scoppio ritardato a quello che ti ho fatto quel giorno contro i Malamar?” Faceva molto male riportare a galla quel ricordo, ma gli occhi di Serena avevano espresso paura e allo stesso tempo pena. Si era colpevolizzato molto per averla picchiata e ora sembrava spaventata solo a farsi toccare sebbene avesse detto di non avercela con lui. Faceva male. 
La performer sbarrò gli occhi, dimenticando completamente la questione dei vampiri. Eh no, non aveva intenzione di tornare sull’argomento dei Malamar “N-No! Ma che dici!? Te l’ho detto che non ce l’ho mai avuta con te! Come ti viene in mente un’idea del genere!?”
“Beh allora spiegami perché mi guardi come se fossi una creatura crudele pronta a farti del male! Perché le due cose sono più simili di quel che credi!” 
“Non ti reputo affatto ciò e so che non mi picchieresti mai!”
Il tono di voce dei due cominciò ad alzarsi, come se stessero litigando. Era terribile per lui vederla comportarsi così e scappare appena si avvicinava o lo vedeva. Cosa aveva fatto di male? “Ma non lo dimostri! Perché ti stai allontanando così da me!? Non ho idea di che stia accadendo e sembra che appena ti tocco ti brucio! Per favore se qualcosa non va allora dimmelo perché se no mi fa solo male sape…”
Non ne poté più di sentire certe assurdità. Come poteva davvero credere che lei volesse allontanarsi da lui? Davvero ci stava soffrendo? Doveva stargli accanto fin dall’inizio e invece lo stava solo facendo sentire un mostro. Lo interruppe “UN VAMPIRO!”
“Eh…?”
Calò il silenzio, mentre lui mostrava una faccia da pesce lesso, completamente rimbambito per quella risposta senza senso “Prego?”
“Un vampiro… scappavo, anzi… tutti e tre scappavamo perché credevamo che tu e Pikachu foste… vampiri”
“!?”

“PUAAHAHAHAHHHAHAHAHAHAHA!!” scoppiò a ridere il ragazzo contorcendosi a terra per le risate assurde che si stava facendo in quel momento. Era la cosa più buffa ed esilarante che avesse mai sentito in tutta la sua vita. Lui un vampiro!?
“PIKAHAHAHAHAHA!!” Anche Pikachu ebbe la sua bella parte.
Dopo la spiegazione di Serena sui loro dubbi, tuti e tre avevano dimenticato la discussione dei Malamar, capendo l’equivoco anche se era tutto davvero assurdo. Sapere che tutti erano finiti per crederci voleva dire che aveva fatto un figuroni. 
Serena ormai aveva capito che Ash non era un vampiro, fin dal momento in cui lo aveva guardato negli occhi. Mostrò un visetto abbastanza offeso e dispiaciuto, di fronte al quale subito Ash smise di ridere a l’abbraccio per evitare di farla sentire una sciocca “Scusa! Non ridevo di te ma della situazione!”
Serena abbassò un po' la testa quando si separarono. L’allenatore si schiarì la voce e decise di iniziare a spiegare. “Ok, partiamo dall’inizio. Questi segni al collo non sono un morso, ma credo un graffio. La creatura si era aggrappata a me e doveva avere degli artigli o roba simile, in ogni caso anche se fossi stato azzannato credo la mia trasformazione in vampiro sarebbe stata diversa…”
“Poi…” Continuò lui “Anche se doveva essere il primo punto… i vampiri non esistono”
Giusto, quello era il lato fondamentale, anche se Serena aveva sempre avuto questo punto debole, poi incoraggiato da Lidia e Brock.
“Per quanto riguarda l’essere scorbuto e non affamato, era semplicemente perché avevo un forte mal di testa dovuto ad un lieve raffreddore preso per il freddo e questo porta al punto successivo, l’avere la pelle fredda. Passando oltre… sai che la fame non può svanirmi a lungo quindi per quello poi ho dovuto mangiare e sai cosa ho azzannato davvero? Un panino su cui Pikachu aveva spruzzato una quantità esagerata di ketchup, che lui stesso ha provveduto a far sparire nel modo che preferisce. Purtroppo la bottiglietta si era aperta sporcandomi lo zaino e ho preferito finirlo per eliminare il problema, condividendolo con Pikachu” lanciò un’occhiata al topino imbarazzato, che ancora si leccava i baffi.
Serena annuì, trovando ogni singola spiegazione credibile, anche se ormai era convinta da un pezzo “Per lo specchio, credo di essermi abbassato mentre mi sistemavo la scarpa e si vede che in quel momento lo stavate guardando, per quello il mio riflesso non c’era. Lo specchio prendeva solo dal busto in su. Prossimo punto, il mobile spostato: mi sono accorto che c’erano dei fermaporta usati per bloccarlo, per questo non si riusciva a spostare. Mi sono limitato a toglierli e poi procedere!”
“E come sei arrivato così in fretta in cucina?”
“Questo posto è pieno di corridoi, mi sono semplicemente perso e ho trovato una via che tagliava dritta in cucina senza fare il lungo percorso che avete fatto voi!” spiegò semplicemente con un sorriso “Però devo ammettere che se pure Lidia e Brock, che sono profondamente convinti in fatti e robe reali, si sono convinti che fossi un vampiro, allora devo avervi proprio fatto una cattiva impressione!”
Serena scrollò le spalle, sorridendo con un filo di imbarazzo e timidezza “Eh si…”
Lui si avvicinò a lei e appoggiò il braccio attorno alle spalle della kalosiana, tirandola a sé “Direi di sbrigarci e spiegare a quei due che non sono un terribile allenatore succhia sangue, o di questo passo diventerò il primo Maestro VampirPokémon della storia!” ridacchiò tirando su entrambi. 
“Hai ragione” rispose anche lei ridacchiando “E io sarei già diventata la Regina dei vampiri ballerini?” 
“Ahaha non ti ci vedo come vampiressa!”
“Ah no?” Incrociò le braccia con aria finta ambigua “Non sarei carina come vampiro?”
Ash subito si corresse “Assolutamente si! Cioè… intendo… saresti carina in ogni modo! Vampiro, lupo mannaro, mummia, zombie… o beh ovviamente tu sei molto meglio… insomma…”
“Eheh scherzavo! Ho capito!” gli fece un occhiolino mentre lui sentiva una gocciolona di sudore scendergli dietro la testa. 
I due si avvicinarono alla porta, quando improvvisamente un vento strano soffio e la porta di un armadio si aprì di colpo. “VUUUUUUULPPPPPPPP!”
“AHH!” Serena saltò letteralmente addosso ad Ash, abbracciandolo con forza e stringendosi a come un koala al suo petto. Lui sobbalzò e la chiuse tra le sue braccia, proteggendola da qualunque fosse la minaccia.
Un esserino balzò fuori volando come una scheggia, un dejavou colpì Ash, rivivendo il momento in cui quella strana bestia si era avvinghiata a lui. Era lo stesso coso, ne era certo. Alzò un braccio, facendo cenno a Pikachu di tenersi pronto per attaccare…
“vaha!” ridacchiò mettendosi in mostra. Ash alzò meglio il pokédex con la torcia attiva e illuminò l’animale che svolazzava di fronte a loro: era un Pokémon. Sembrava un misto di una volpe e un pipistrello, con le orecchie che usava come ali e il pelo arancio, bianco e viola. 
“Aspetta… non ho mai visto questo Pokémon…” attivò la funzione d’analisi e puntò il cucciolo volante:
“Vampvulp: Pokémon Volpistrello. Vive in colonie con i suoi simili, tuttavia a volte molti emigrano isolandosi per cercare un buon posto in cui vivere. La sua abitudine a mordicchiare le persone che gli piacciono è una dimostrazione di affetto e simpatia, che gli ha procurato il soprannome di vampiro. Il suo veleno fuori dalla lotta è usato anche per ambito sanitario. Esemplare maschio, parecchio piccolo per la sua specie”
“…Allora… mi hai morso davvero!”
“Vava!” annuì con la linguetta fuori, non voleva fargli del male, era il suo modo di essere contento e di giocare, ma a quanto pare si era spaventato quando lo aveva preso bruscamente per toglierlo di dosso.
Ash si avvicinò e gli diede una grattatina dietro le orecchie, facendolo subito agitare in aria, mentre le ali vibravano per la felicità e il piacere “Sei davvero sorprendente! Scusa se ti ho spaventato, ma anche tu sei stato birbante!” 
Vampvulp scese ai piedi dell’allenatore con le orecchie e la coda basse per la vergogna, iniziò a mugolare dispiaciuto. Poi si voltò e iniziò a volare via, ma subito Ash lo fermò “A-Aspetta! Non ce l’ho con te! Fermo!” Quelle parole lo fecero subito tornare indietro, incuriosito dalla richiesta del ragazzo.
Anche Si inginocchiò per coccolarlo un po', doveva essere triste vivere da soli in quel castello senza aver mai nessuno. Senza contare che la gente doveva essere davvero superstiziosa e non permetteva a lui di farsi alcun amico. “Volevi solo giocare, però hai finito per far credere a tutti che ci fosse un’epidemia di vampirismo…” appoggiò la testa sulla mano, assorta nei pensieri.
“Non hai davvero nessun amico?” Chiese Ash dispiaciuto.
“Vu…” si rattristò la volpina volante. Pikachu andò da lui e appoggiò una zampina sul dorso del piccolo Pokémon.
Ash si abbassò di colpo, con un sorriso ottimista sulle labbra “Beh ora hai tre nuovi amici: io, Pikachu e Serena!” serrò i pugni cercando di renderlo ottimista e convincerlo che d’ora in poi le cose sarebbero cambiate.
Il Pokémon di tipo veleno/volante si mise su due zampe e scodinzolò felice, non riusciva a crederci. Finalmente aveva degli amici e poteva divertirsi con loro. Era così gentili e simpatici, aveva riso tanto mentre scappano gli uni dagli altri. “Vulpaaa!!”
I quattro ridacchiarono di fronte all’entusiasmo di Vampvulp, il quale volò in un balzo a mordicchiare il naso di Ash, anche se stavolta lo fece davvero piano. Sembrava più un solletico che un morso “Ahaha dai, dai!” Ash lo staccò con le mani, tenendolo tra esse e appoggiando in grembo il Pokémon “Mi è venuta in mente una brillante idea!”
“Ah si?” domandò Serena “Di che genere?”
“Beh, vogliamo divertirci, giusto? E Vampvulp adora gli scherzi… se non sapessi che non sono un vampiro non lo avrei fatto mai a te, ma visto che ne sei consapevole e Brock e Lidia no... direi di fare un piccolo scherzo a quei due!” propose facendo l’occhiolino con un ghigno. “Ci hanno abbandonati al nostro destino. Vogliono i vampiri? Allora daremo loro proprio quello!” 
Serena inizialmente si mostrò un po' titubante, non era il tipo da fare scherzi del genere, anche se la voglia era tanta. “Non saprei… non credi sia un pochino esagerato?”
“Ma va! Ci divertiremo un po'! Quando le cose si faranno troppo serie allora ci sveleremo. Uno scherzetto per divertirci un po' e allo stesso tempo far vedere loro che i vampirelli si vendicano!” scherzò cercando di convincerla.
In effetti le sue parole avevano senso. Lo spirito birbante di Ash la stava contagiando, oltre che ispirando. Non le avevano creduto e le avevano messo in testa quelle idee, quindi perché non divertirsi un pochino? “Ci sto!”
Pikachu e Vampvulp iniziarono a scodinzolare ascoltando attentamente i due allenatori “Bene, loro sanno che sono già un vampiro e probabilmente hanno sentito il tuo urlo” Serena rrosì di imbarazzo quando Ash lo ricordò con ironia “Quindi… sarà facile far credere che ti ho morsa e vampirizzata!”
“Beh sono brava con i trucchi e posso renderci la pelle pallida, pallida. Nel cinema si usano le lenti a contatto per cambiare il colore degli occhi e io ne ho alcune perché potrebbero essere utili nelle prove dei Varietà. Proverò a costruire dei canini finti e a farmi un segno sul collo simile ad un morso!” giunse le mani felice di rendersi utile. 
“Grande!” Alzò il pollice all’insù “Poi… per gli effetti speciali basterà poco, sul pokédex c’è scritto che Vampvulp conosce Telecinesi, ci aiuterà a volare! Stesso per apparire alle finestre! Per anticiparli basterà farci guidare da lui che conosce il castello molto meglio di noi! Infine per la super forza useremo i nostri amici Pokémon che ci seguiranno di nascosto!”
Tutti e quattro annuirono, congiungendo le mani e le zampe insieme “Operazione vampiri!!” Incintò Ash.
“Operazione vampiri!!!”

FINE FLAHBACK

Purtroppo tutto quel riassunto delle vicende passate e delle spiegazioni ai fatti misteriosi che avevano progettato i due era troppo lungo da spiegare e non trovavano la forza di parlare con la testa così annebbiata. Quel che però i due amici non sapevano era appunto la verità dietro allo scherzo dei due, o meglio tre… quattro con Pikachu pure.  
Poteva far male davvero per loro stare così a testa in giù troppo tempo e rischiavano di finire male solo per uno scherzo. Non potevano fare nulla per spiegarsi o salvarsi da quella situazione. 
“Aspetta… manca qualcuno. Pikachu!?” Chiese Brock vedendo che non mancava all’appello il topino vampirizzato. Si erano dimenticati di lui, ecco come mai qualcosa non quadrava.
Si parla del diavolo… Pikachu arrivò in corsa, precipitandosi nella stanza come un lampo “Pika!”
"Vavavavavava!" Un verso stridulo riecheggiò nell’aria, molto diverso da quello dei Pokémon conosciuti.
Improvvisamente una figura scura si fiondò nella stanza e con una rapida ventata fece indietreggiare Brock e Lidia. Poi in uno scatto si provocò un taglio netto alla corda che teneva appesi i due, finendo per farli precipitare sul pavimento in un tonfo.
Purtroppo per loro, la fune che li legava assieme era differente da quella che li sosteneva, quindi erano ancora appiccicati e il sangue al cervello non li faceva nemmeno tentare di liberarsi. Rimasero lì, guancia contro guancia con gli sguardi persi e rossi. 
La creatura scura subito volò via, cercando di andarsene prima di venire vista o catturata. Tuttavia Brock e Lidia non avevano intenzione di permetterglielo. I loro due vampiri erano ancora legati assieme e troppo rintontiti per fuggire, quindi mancava solo quel coso. Era molto simile a colui che aveva morso Ash, quindi forse preso lui potevano completare l’opera. Il modo di spostarsi era lo stesso e pure la massa in sé, anche se il buio non permetteva di riconoscerlo.
“Io rimango con loro! Vai a prenderlo!” Lidia smosse Brock dandogli una leggera spinta. L’ex allevatore di Pokémon cominciò a correre all’inseguimento.
La creaturina volante si accorse del ragazzo alle sue calcagna, senza quindi badare troppo alla strada davanti a sé “FERMATI!!!” gli urlava lui, volendo acchiapparlo. Era ovvio che non si sarebbe fermato, aveva già rischiato tanto per salvare i suoi due amici, da lì in poi ci avrebbe pensato Pikachu. 
*STOMP* sbatté l’ala contro lo stipite di una porta, sentendo un dolore tremendo ad essa e a tutta la testa. Il corpo cominciò a traballare, non riuscendo a rimanere bene sospeso. Era come se l’ala si fosse spezzata in due e non si muoveva più. Questo però non lo fermò nella sua fuga, continuò ad andare avanti.
Brock si lanciò all'inseguimento della creatura con l'ala ferita, sembrava avere serie difficoltà a volare. Il suo movimento era discontinuo e si alzava e abbassava di continuo, non reggendo il peso del corpo. Le ali erano molto in alto quindi probabilmente se in forma erano molto forti.
"Fermati canaglia!!" Lo inseguì con il paletto in mano. Non ci credeva che stava andando ad affrontare un vampiro in carne ed ossa... anche se sembrava molto più piccolo del previsto e strano. Deforme? Assolutamente, anche se doveva obbiettare appena in quanto fosse talmente buio da non averlo visto bene a parte il suo contorno scuro.
Si mise a correre a quattro zampe, spiazzando il medico, il quale non capì minimamente cosa stesse accadendo e cosa fosse ciò che fuggiva davanti a lui.
"TI HO DETTO DI FEEE...WEEE!!!" sentì i piedi mancare il terreno e scivolò nel vuoto, come la figura davanti a lui. Continuò a ruzzolare giù e giù per quelle che sembravano scale al doloroso tatto. Continuò per metri, senza riuscire a fermarsi... poi *thump* e si fermò sul duro pavimento.
Tastò con le dita, sentendo tutto granuloso, sembrava quasi terriccio o una roccia naturale. 
Alzò il capo dolorante, guardandosi attorno con l'intento di capire dove si trovassero. "Una cantina?" Provò lui, facendo mente locale. C'erano bottiglie vecchissime e ragnatele ovunque. Alcune della polvere, altre di ragnetti. 
Il percorso per tornare indietro era lungo e ripido: tutte scale dai gradini alti e pericolanti, certamente di legno.
"Grandioso..." il suo sguardo cadde sulla creatura avvolta nel buio, anche quella dolorante. Si nascondeva nell'oscurità,quasi come se la proteggesse e facesse sentire meglio. Si ritraeva quasi impaurita. "Paura? Con tutto quello che hai fatto ora hai paura!?" Sclerò lui avvicinandosi furioso, con le intenzione chiare.
"Vuuu..." mugugnò la creatura, quasi era un piccolo latrato.
Subito Brock si bloccò, i vampiri non facevano certi versi, ne era sicuro. O almeno dalle sue conoscenze poteva confermarlo.
Tirò fuori dalla tasca una torcia e l'accese "Vediamo come sei fatto" La luce si propagò nella cantina, illuminando l'angolo in cui era nascosto il batuffolo raggomitolato su se stesso.
Il medico fece un sussulto alla vista del cosino vivente. Aveva le orecchie grosse, enormi, probabilmente le sue ali e il resto del corpo era da volpe. Una coda un po' mischiata alla forma dell’ala di un pipistrello, il musetto cuccioloso, i dentini appuntiti e bianchi, gli occhi rossicci e i nasino giallo fluorescente. "Ma sei un Pokémon!" Esclamò lui ancora con il paletto in una mano. 
La torcia illuminò l'arma, facendo subito allarmare il volpino pipistrelloso. Si rimise in posizione difensiva e terrorizzata, difendendosi con le grosse orecchie, tra cui quella ferita. Il pelo su essa si era sporcato del suo stesso sangue e continuava a gocciolare sul terreno. 
Brock subito mollò il bastoncino e guardò meglio il Pokemon, avendolo già visto in giro su qualche libro "Sei un Vampvulp..."
"..."
Brock si avvicinò lentamente, allungando le mani verso le orecchie per cercare di rilassare Vampvulp e osservarlo meglio. 
La volpe voltante non reagì bene, troppo impaurita per anche solo tentare di scappare. Al minimo contatto con le ali sgranò i dentini e cercò di difendersi "Vack!!!"
Brock riuscì a prevedere quella mossa e ritrasse gli arti con rapidità, in effetti era stato avventato "Scusa, non volevo. Mi spiace..."
Vampvulp scoprì appena la faccia per guardare meglio il suo assalitore.
"Non ti farò del male, ho esagerato. Credevo fossi un vampiro vero e... fuggendo da me ti sei fatto male. Mi permetti di rimediare?" Offrì la mano Brock per farla annusare prima di procedere.
Il Pokémon rilassò le ali e le lasciò cadere basse lungo i fianchi, non avendo la forza di tenerle alte. Brock toccò con le dita quella ferita, per un attimo Vampvulp sobbalzò. Il medico continuò a guardare l'orecchio floscio con senso di colpa. Anche se era stato necessario, forse prima gli sarebbe convenuto scoprire chi era non lanciarsi in un pokécidio. 
"Hm.... non è grave ma è meglio curarla subito" disse appoggiando la borsa a terra.
Vampvulp non ci capiva niente. Prima lo voleva trafiggere con un paletto enora lo curava? Era confuso e impaurito.
"Andrà tutto bene..."
Brock ora si che aveva capito. Ash e Serena non solo non erano stati morsi e non erano vampiri, non ce ne erano proprio. Probabilmente avebano detto la verità e in qualche modo quel cucciolo li aveva aiutati a mettere su quella messinscena. 
Avevano frainteso tutto... e poi erano stati fregati.
"Non ti faremo più nulla, ma dopo vorrei spiegazioni, ok?"
Il ferito annuì e si lasciò curare. Non gradì il disinfettante e la benda stretta, nemmeno quegli aggeggi che stava usando per chiudere la ferita anzi... erano i peggiori. Per fortuna terminò abbastanza brevemente e dopo una fasciatura in più si sentì decisamente più sollevato.
"Ecco... non credo riuscirai a volare subito, ma guarirà presto" consigliò lui di non usare troppo l'ala e di riposare, mentre metteva via le sue cose.
"Vulpvamp!" Ringraziò in un piccolo guaito.
"Insomma, tu abiti qui tutto da solo?" chiese il medico. 
"Vuva.." confermò la creatura. 
"Non ti senti un po' solo?”
"Vava..." 
"Hai organizzato questo con Ash e Serena solo perché volevi un po' di compagnia per giocare?”
"Vulpava! Vulpava!"
Brock sospirò consapevole, finalmente tutto quadrava e gran parte dello stress e paura se ne stavano andando "Beh, in effetti è possibile, capisco pure perché Ash e Serena ti abbiano dato una mano anche lo scherzo si poteva evitare. Dovrò chiedere loro perché lo hanno fatto… in ogni caso non potevate dirlo subito?" 
“Vululpamp..." abbassò il capo la volpina.
Brock gli lesse lo sguardo, comprendendo che a parte loro, tante altre persone non avrebbero badato al musetto adorabile di Vampvulp e sarebbero più state impegnate nel credere alle dicerie che le leggende sui vampiri raccontavano. "Posso capire, ma ora non devi lasciarti più condizionare da ciò che dice la gente dei paesi qui vicino. E’ un posto in cui le leggende sui vampiri sono molto famose ed è normale questa suggestione”
"V-Vulpa..."
"Ora però hai degli amici, ti va se torniamo da loro?” lo accarezzò sulla testolina.
"Vu vu!" concordò il volpestrello. 
Brock lo prese delicatamente tra le braccia e si avviò verso le scale per uscire da quel posto "Uhm...hai idea di dove siamo a dire il vero? Inseguendoti non ho fatto caso a che strada ho preso” 
Il Pokémon dimostrò di non amare particolarmente quella zona in cui si trovavano, non gli era mai piaciuta, quindi si era tenuto sempre a debita distanza. Voleva anche lui andarsene il prima possibile.
"SCOOOOOOOOOR!!!" arrivò un grido alle loro orecchie. Un grosso mostro passò sopra le loro teste e si depositò dietro di loro prostrandosi in tutta la sua aggressività. 
“U-Un Gliscor!" balbettò Brock, trovandosi di fronte un Pokémon molto diverso da quello che aveva Ash, per quanto lo stesso esemplare. Sembrava più quello di Paul: aggressivo, feroce e subdolo. Brock provò a calmarlo, sebbene non sembrasse arrabbiato, pareva più sadico dal suo sorriso. "Scusa se ti abbiamo disturbato, cercavamo un riparo e..." 
"GLIIIIII!" lo scorpiopistrello attaccò all'improvviso il dottore che preso alla sprovvista si accucciò immediatamente per evitare di essere colpito dal pungiglione del volatile. 
"A-Accidenti! Non vuole sentire ragioni!" 
"V-vulp..." si spaventò la creaturina, era molto più grosso di lui e più cattivo. Quello si che si comportava da vero vampiro nell’animo, non lui. 
Brock notò il musetto impaurito del cucciolo e lo strinse più forte a sé per proteggerlo "Andrà tutto bene, non preoccuparti. Finché ci sono io quel Gliscor non ti farà assolutamente nulla!" 
Di nuovo Gliscor prese la mira e planò in basso con i denti aperti a tenaglia, pronto ad azzannare con Sgranocchio il suo nemico “GLIiiii scoooorrr”
L'ex capopalestra strinse i denti incassando il corpo. Quello si che era un morso feroce e potente. Gliscor emanava una tale oscurità da non sembrare nemmeno un Pokémon, più un abitante delle tenebre. "V-VULP!" Vampvulp scostò le orecchie dal viso per vedere e lanciò un guaito preoccupato. Il solo pensiero che non aveva abitato da solo tutto questo tempo nella casa gli gelava il sangue. 
"N-Non ti sei fatto male vero?” chiese Brock ignorando il dolore dell’attacco ricevuto.
“V-Vamp..." 
"Sono contento... GNAHH!" Gemette ancora sentendo un’altra raffica di attacchi arrivare. Il Pokémon scorpiostrello non la smetteva di attaccare e divertirsi a far soffrire l’intruso. 
"V-Vamp!!" Rilasciò un latrato trovando la forza di reagire. Si liberò dalla presa di Brock e provò a svolazzare in aria per combattere contro Gliscor, anche se Brock non era d’accordo con la sua scelta.
"Vampvulp la tua ala non è ancora guarita!" 
Infatti l’orecchio faceva davvero molto male, ma in qualche modo la fasciatura gli permetteva di sopportare e di volare meglio di quanto avesse fatto durante la sua fuga. Poteva resistere almeno per un pochino. "Vava!" ordinò al medico di lasciare quel posto per mettersi in salvo. Avrebbe pensato lui a tenere impegnato Gliscor mentre lasciava la casa. 
“Non se ne parla! Non ti lascio qui da solo!” Si ribellò rifiutando di ascoltare il cucciolo di volpe volante. Dopo tutto ciò che era accaduto non aveva senso mollare così. 
Vampvulp dovette ignorare la risposta e lanciarsi all’attacco con Sanguisuga. Il volo fu debole e facilmente schivabile per Gliscor, il quale si spostò tranquillamente senza problemi. Vampvulp finì per sorpassarlo e perdere l’equilibrio. Dovette agitare meglio le ali per non cadere a terra. Volare in quelle condizioni era davvero un problema.
“Gliiii scoooooooo” contrattaccò con Neropulsar l’altro. Vampvulp riuscì ad evitare per un soffio l’attacco, anche se quell’azione gli aveva costato molta fatica. Si stava stancando troppo in fretta. Ogni movimento era come un peso aggiunto.
Brock osservava l'ambiente e i movimenti dei due pipistrelli. Vampvulp era piccolo mentre Gliscor era nettamente più grande rispetto a lui e con la sua lentezza la lotta sembrava pressoché predestinata a finire con una sconfitta.
"Va Va!" provò di nuovo a lanciarsi con Sanguisuga, ma ancora una volta Gliscor evitò e lanciò un Velenocroce colpendo il muro. La polvere smossa da esso rivelò una fessura increspata in esso. Se non potevano lottare senza essere svantaggiati, avrebbero reso l’ambiente il loro punto di forza.
Brock dovette quindi improvvisare "Vampvulp! Entra in quel buco veloce!"
"V-Vulp!" Vampvulp chiuse le ali e si infilò nel buchetto seguito a ruota da Gliscor, il quale a fatica riuscì a starci dentro. Di sicuro quel passaggio portava in alcuni tunnel sotto il castello e per i due pipistrelli era iniziata una specie di guardia ai ladri. 
Continuavano a girare ripetutamente nei vari cunicoli, mentre Brock nella cantina spostava tutto ciò che trovava davanti alla fessura per rimpicciolire il passaggio abbastanza da far passare Vampvulp ma non Gliscor.
Il più piccolo dei due cercò di raggiungere in fretta il punto di partenza e riuscì a vedere l’uscita. Si precipitò fuori si mise dietro ad uno dei mobili, posizionato alla destra del buco. Brock invece si trovava dietro al mobile alla sinistra. 
Gliscor velocizzò il suo volo e si preparò a solcare il passaggio, caricando un Gigaimpatto abbastanza forte da poter mettere K.O. il suo rivale. Per sua sfortuna, quando arrivò al punto d’arrivo, qualcosa non andò secondo i suoi piani. 
“VAI!!!” gridò Brock e i due con precisione impressionante, riuscirono a chiudere il pipistrello tra i due mobili schiacciandolo e bloccandolo. Era servito calcolare il millesimo di secondo giusto, ma ce l’avevano fatta lo stesso. 
“Ora concludiamo!” ordinò Brock e il Pokémon svolazzò a fatica in aria, caricandosi al massimo "VUUUUUUUUUUUUULPP!" urlò rilasciando Stridio. 
Gliscor venne colpito in pieno e il terribile suono continuò per quella che sembrò un’eternità. Fu così che non ne poté più e si lasciò andare esausto sul terreno. 
“VAAAAAVUUUULP!!!!” decise di terminare Vampvulp con Velenpuntura, facendo scaraventare il nemico nuovamente nei cunicoli oscuri, fino a sparire dalla loro vista. 
Non riemerse più, ma di certo era ancora là da qualche parte, probabilmente fuggito per non affrontare la sconfitta e altri problemi, cosa che a Vampvulp e Brock andò benissimo. 
"Ce l'hai fatta Vampvulp" esultò Brock. 
Vampvulp mostrò un debole sorriso. Le sue ali non ressero più e lui cadde a terra con un gemito, rannicchiandosi esausto e dolorante sul freddo pavimento. Nello stesso momento il soffitto sopra di loro cominciò a cedere, probabilmente visti i colpi arrecati alle pareti che dovevano averne danneggiato la stabilità.  Stridio doveva aver fatto un bel danno per averlo ridotto così.
I pezzi che lo componevano si staccarono e precipitarono in direzione del cucciolo. Sarebbe di certo rimasto schiacciato se non avesse fatto qualcosa. Era pietrificato e non sapeva cosa fare. Provò a correre verso di lui, ma la fitta del colpo causata dai colpi ricevuti gli impedì di muoversi. Non lo avrebbe mai raggiunto in tempo, l’unica era ricorrere a qualcosa di estremo. "Vampvulp!" urlò Brock. 
Non poteva permetterlo, non poteva permettere che accadesse una cosa simile a quella che era successa poco tempo fa. Istintivamente mise mano sulla tasca, prese un oggetto sferico era tra le sue mani e lo lanciò. Non aveva avuto altra scelta, sperava lo avrebbe perdonato.
L'oggetto colpì la testolina dello svenuto e un fascio di luce lo risucchiò dentro, facendo tre scatti e un click finale. 
Il soffitto in quella zona crollò e cadde sopra la pokéball, ricoprendola di macerie e detriti. Il medico corse verso il mucchietto e incominciò a scavare con un’ansia estrema. Sperava con tutto il cuore che non si fosse rotta, altrimenti sarebbe significata una sola terribile cosa.
La sua mano toccò qualcosa di rotondo, afferrò l’oggetto e lo tirò fuori, scoprendo che la pokéball era intatta. Non perse tempo e cliccò la sfera, facendo uscire il Pokémon per parlargli, visto che il suo gesto era stato più un disperato tentativo di salvarlo. "Niente di rotto? " 
"V-Vamp!" fece cenno di no il pipistrello.
"Menomale, scusa se ti ho catturato, ma non avevo altra scelta. Era l’unica per proteggerti, spero mi perdonerai. Adesso ti libero però se..." 
Vampvulp debolmente si sollevò in volo e si poggiò sulla testa di Brock sorridendo. Scodinzolo appena e calò la testa davanti a quella di Brock a testa in giù. A dire il vero essere catturato non sembrava così male. Avrebbe avuto degli amici e sarebbe potuto andare via da quel posto insieme a qualcuno che lo accettava per quello che era.
"Sicuro?" 
"Vup!” annuì lui adagiandosi meglio sui capelli di Brock, mentre questi si dirigeva verso le scale per cercare di tornare da Lidia. In qualche modo l’avrebbero trovata.
Certo che chi se lo aspettava di incontrare un vampiro quasi reale.

Parecchi minuti dopo, Brock e Vampvulp riuscirono a tornare da Lidia, la quale come lo vide lo abbracciò istintivamente “Per fortuna! Credevo ti fosse successo qualcosa!” gioì lei.
Lui ridacchiò “Credevi che anche io fossi diventato un fanfiro?” storpiò la parola mostrando i denti per poi tornare a ridere. 
“Ah beh se fasullo quanto quei due allora…” indicò Ash e Serena, ancora legati appiccicati, ma soprattutto ancora privi di sensi.
“Aspetta… lo sapevi?”
“Mentre eri via ho sbirciato nelle loro borse e ho trovato dentro ketchup e parecchi oggetti utili per fare un make-up da vampiro. Ho controllato le loro facce e in effetti era tutta una montatura” spiegò lei, poi guardò il Pokémon sulla testa di Brock “Un Vampvulp eh? Quindi c’era lui dietro a tutta questa storia?” gli diede una grattatina con la mano, cosa che venne apprezzata.
“Eh già, voleva solo giocare, poi il perché Ash e Serena si siano inventati sta storia dei vampiri lo scopriremo appena si svegliano” rispose Brock ancora un po' titubante su come affrontarli.
Lidia mostrò un ghigno, facendo no con il dito “Eh no, li teniamo legati per un po', così imparano a beffarsi di noi! Guardali, così vicini sono così teneri, avranno altro a cui pensare!”
“Non capisco…”
“Uffa… quando un ragazzo e una ragazza stano così vicini non proverebbero imbarazzo?”
“Ma sono migliori amici” puntualizzò lui. Certo si sarebbe imbarazzato ma con una persona che si conosce così bene non sembrava un problema.
“Solo migliori amici? Davvero non pensi che tra loro possa nascere qualcosa di più?”
“Aspetta… stai cercando di dirmi che…” sbarrò gli occhi Brock con la bocca aperta dallo shock. Tra i due c’era qualcosa!? Era nato o stava per nascere!?
Lidia scoppiò in una grossa e grassa risata, reggendosi lo stomaco “Ahahahah!!! E ci è arrivato! Non posso mettere la mano sul fuoco per Ash, lui è peggio di un Magikarp e di sicuro lo sai se ci hai viaggiato assieme”
Brock lasciò cadere la testa, ricordando la cotta di Misty, anche se i due erano troppo giovani e infantili… poi trasformato in un rapporto fratello sorella. Inoltre gli era parso di vedere qualcosa pure in Lucinda anche se alla fine gli sembrava più interessata a Kenny. Ash? Duranti i viaggi a Kanto, Jotho, Hoenn e Sinnoh non aveva mai accennato a niente e mai si era accorto di qualcosa simile se lo coinvolgeva. “Ohhh si, eccome”
“Però garantisco per Serena, si capisce, non lo nega e ho intenzione di andare a fondo alla questione!” dichiarò facendo la croce sul cuore. Avrebbe aiutato Serena costi quel che costi.
Brock si massaggiò la fronte con la mano “Ora capisco molte cose. Credevo che Serena agisse così perché erano migliori amici, non credevo fosse invaghita di Ash”
“Invaghita è un termine minimalista… lo ama, te lo assicuro. Non li vedo male assieme, per questo li prendo in giro e cerco di far qualcosa per smuoverli. Per quanto ne so, Serena potrebbe anche aver già espresso qualcosa, è Ash che è un mistero”
“Beh in effetti con lei si comporta in modo diverso, ma conoscendolo da tanto tempo so come è fatto, anche se ho scoperto che è cambiato davvero un sacco da quando ci siamo separati a Sinnoh. Forse crescendo ha capito qualcosa?” ipotizzò. Gli sembrava davvero difficile immaginare Ash sotto quel frangente, ovvero quello in cui cannava di più. Era l’argomento no, quello più cifrato per il povero allenatore. Magari però si sbagliava, o almeno lo sperava per Serena. 
“Quindi… dai retta a me e puniamoli per un po'”
“Agli ordini…” e tornò a fissare i due giovani e poveri allenatori legato l’uno all’altra, con le facce praticamente unite. 
Scoppiarono tutti e quattro a ridere: Lidia, Brock, Pikachu e Vampvulp. Il loro risveglio sarebbe stato di sicuro molto interessante e non sarebbero tardate le risate e le spiegazioni. Così infatti accade. Dopo le prime presentazioni i ragazzi decisero di lasciare subito il castello di procedere verso la città successiva. 
Tutti gli eventi passati si trasformarono in ricordo lontano di qualche beffa e le risate che contornavano le loro avventure scacciavano ogni paura provata. In fondo anche i vampiri possono ridere, no? Così, alla una piena, i quattro camminavano via, sotto il cielo stellato e la luna piena alta nel cielo, brillante e maestosa più che mai. 
“Alla fine le lenti a contatto sono state utili! Con i tuoi occhi rossi hai fatto venire il crepacuore al team Rocket! Ammetto che sembravi davvero fuori di te, hai quasi intimorito anche me!” Si complimentò Serena con Ash per l’effetto che era riuscito a dare e il consiglio seguito.
“A-Ah si… beh ehehe…” si grattò lui la testa, felice di aver raggiunto lo scopo. Anche se doveva ammettere che in quel momento era davvero furioso, visto come avevano osato trattare Serena, per aiutarla o meno. Aveva sentito un calore dentro davvero strano ma familiare e per un attimo in lui aveva predominato un sentimento ancora poco chiaro. La verità era che non ricordava di averle usate quelle lenti a contatto…

…E così Ash non è diventato un vampiro e nemmeno Serena. Dietro agli scherzi si ea nascosto Vampvulp, ora nuovo amico e compagno d’avventura del gruppo. Per Ash arriverà il momento della sua lotta in palestra, ma fino ad allora dovranno aspettare. I cuori dei nostri eroi però dovranno dimostrarsi sempre puri e uniti, per riuscire a sconfiggere il male che risiede nell’animo di gente e Pokémon crudeli, quelli considerabili veri vampiri…

“…” delle gocce caddero sul davanzale interno di una finestra che dava sul percorso su cui si incamminavano Ash e i suoi amici. Le macchioline rimasero prive di colore fino a che i raggi lunari non penetrarono all’interno della struttura e non mostrarono la loro natura rosso cremisi. 
Gli spilli sugli arti affilati si aggrapparono al tessuto della tenda strappato, rivelando elle dita lunghe e magre. Un respiro quasi secco e privo di vita si liberava nell’aria, mentre pian piano la finestra veniva coperta. Da qualche parte nelle viscere del castello… tra il buio fitto e la completa assenza di luce, si trovava una stanza nascosta e isolata. Una tomba aperta mostrava il contenuto completamente vuoto.
E gli allenatori non poteva vedere nello sfondo rappresentato dal castello, la piccola finestrella che veniva coperta dalla tenda… e una figura nera talmente piccola da quella distanza, che sembrava un’allucinazione. Pochi secondi e la macchia scura sparì accompagnata dalla tenda spostata del tutto, fino all’ultimo con lo sguardo fisso sui ragazzi e i loro Pokémon. 

…il viaggio continua…

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Capitolo 28
*** Uno sgarro di dolcezza? Occhio per occhio, dente per dente! ***


Nota d'autori: 
Ci scusiamo per il ritardo ^^" Speriamo di rimediare con un buon capitolo! Buona lettura!




Episodio 25: Sgarro di dolcezza? Occhio per occhio, dente per dente! 


I nostri eroi continuano il loro viaggio verso Bucalopoli, dove prenderanno la nave che li avvicinerà alla terza lotta in palestra di Ash. Ormai la città è vicina e si possono vedere delinearsi i contorni all'orizzonte…
 
"Eccola li!" puntò il dito Ash indicando l'insieme di edifici che definivano la città di Bucalopoli, una piccola area portuale nata nei pressi di un piccolo promontorio.
"Ora dobbiamo passare solo dalla zona portuale, prendere il traghetto e saremo a Spumopoli nel giro di pochi giorni!" disse mettendosi le mani sui fianchi Lidia. 
"Perfetto! Più è veloce meglio è! Arriveremo prima e così potrò subito sfidare il capopalestra!” esultò Ash alzando un pugno al cielo contento.
Il gruppo si avvicinò verso la zona abitata, dove le piccole casine bianche si ergevano. Sembrava essere rimasto il classico villaggio portuale, indietro con  il tempo e dedicato ai turisti, eppure c’era tutto quello che serviva per abitarvi.
"Quasi sembra casa mia..." pensò Ash tra se e sé "A proposito, è da un po' che non chiamo  mia mamma, devo informarla della situazione" I suoi pensieri vennero interrotti da Brock, il quale indicò il porto, con le navi impegnate nel loro via vai.
“E’ una città piccola ma è centro fondamentale di scambio commerciale o trasporto marittimo” Informò Lidia, facendo loro notare i passeggeri che scendevano e salivano dalle passerelle o i marinai indaffarati a trasportare enormi casse.
"Beh la cosa migliore da fare è prendere il biglietto e poi possiamo partire!" disse l'allenatore andando verso il botteghino. Tuttavia la foga di egli venne fermata da una serranda chiusa e un cartello: "Chiuso. Riapriamo Lunedì”
Ash rimase un po' deluso, soprattutto quando realizzò che quel giorno era Sabato e l’orario di lavoro era passato da un pezzo. Avrebbero dovuto aspettare un’intera giornata e due notti per salire sul traghetto, oltre che qualche giorno per arrivare. “Uhm… peccato, così dobbiamo aspettare ore. Pensando che Spumopoli non è nemmeno la città dove attraccherà la nave ma dovremo arrivarci a piedi”
"Forse era prevedibile..." rispose Brock notando la pazienza strana che Ash aveva dimostrato "A questo punto che ne dite di cercare il centro Pokémon e di fermarci a pernottare?" propose Serena.
Il gruppo fu d’accordo con lei e una volta lasciata l’area portuale si diressero alla ricerca di un centro. Ormai il cielo si era tinto di arancione e il sole si stava tuffando nelle acque cristalline della città.
"Si è fatto tardino..." disse Lidia osservando il cielo "Perché non ne abbiamo trovato nemmeno uno? E’ impossibile che nella città centro dei percorsi nautici non ci sia nemmeno un centro medico per Pokémon”
"Strano, eppure qui mi dice che c’è un centro Pokémon" disse Serena cliccando poi l’icona del Centro Pokémon. A quel punto i suoi occhi sembrarono comprendere la nuova rivelazione. Alzò lo strumento davanti ai suoi compagni. A quanto pare la struttura non era visibile perché era in fase di ricostruzione. “Temo che dovremmo accamparci..." sospirò lei girandosi dietro di sé sentendo l’assenza di qualcuno. “Uh? Avete visto Ash?"
"Mi pareva fosse con noi..." ricordò Lidia. Infatti l'allenatore di Biancavilla era dietro di loro fino a pochi minuti prima, o forse avevano perso la cognizione del tempo? "Non si sarà allontanato da solo di nuovo?"
Brock alzò le spalle conoscendo il carattere di Ash e la sua facile distrazione riguardante i momenti in cui si annoiava. "Magari ha trovato un allenatore e si è fermato a lottare, lo conosciamo fin troppo bene e sappiamo che sarebbe capace di trattenersi ore”
Serena ridacchiò annuendo all’affermazione. Era molto familiare con questo lato di Ash e non poteva negare di amarlo anche per quel dettaglio, anzi in gran parte “Probabilmente hai ragione, direi di andare in piazza e vedere se è lì, altrimenti lo chiamerò con il pokédex!”
"E con questo abbiamo vinto!" esultò Ash alla vista del Pokémon avversario steso a terra K.O.
"Caspita..." si stupì l'allenatore rivale facendo rientrare nella sua sfera il proprio combattente. Non si era aspettato di perdere contro un Pikachu, il quale era certamente più temibile di quanto si aspettasse. "Il tuo Pikachu è fenomenale!"
"Beh, ci alleniamo sempre e poi è il migliore amico da anni! Abbiamo anni di esperienza dietro di noi!" sorrise in maniera sempliciotta Ash, prendendo Pikachu tra le braccia e dandogli una grattatina di complimenti. Dopotutto era lui che aveva lottato.
"Ho potuto notare! Non ci avete dato tregua!" disse l'altro, poi entrambi guardarono l'orizzonte.
"Caspita è tardi!" Squittì Ash spalancando gli occhi, si era completamente dimenticato dei suoi amici, a quest’ora dovevano già essere nella camera di un centro Pokémon. Si sarebbe preso una bella strigliata da Serena se non si fosse mosso, anche se le attenzioni che gli rivolgeva non erano mai disprezzate "Devo raggiungere gli altri! O almeno chiamarli! Saranno già al centro Pokémon!"
“Non di chi parli ma dubito fortemente che tu abbia ragione, il centro medico è in ristrutturazione e quindi in un’area cantiere" Lo avvisò l’altro indicando un gruppo di gru circondate da grossi muri e teli che coprivano la visuale.
"Se allora non c'è un centro medico come fanno gli allenatori a passare la notte o a curare i propri Pokémon? Una città come questa dovrebbe offrire un servizio del genere"
"Beh ci sono alcuni negozi che ospitano i viaggiatori o i turisti a pagamento, mentre gli allenatori gratuitamente. Per quanto riguarda il centro Pokémon, c’è un ospedale per persone non lontano da qui, appena fuori città. Per ora offrono servizio là, dove sta lavorando l’infermiera Joy in attesa della fine dei lavori" Continuò il ragazzo "Io ho parenti qui per questo non devo farmi ospitare, ma se vuoi conosco un negozio qui vicino che appunto offre quel servizio di cui ti parlavo. E’ il migliore in circolazione, i padroni sono molto gentili”
"Mi puoi dire dove è?" chiese il biancavillino ringraziandolo per la proposta. Si sarebbe fatto perdonare dai suoi amici per averli abbandonati.
Il ragazzino cominciò a gesticolare e gli indico a via da seguire "Certo! Da qui svolti a destra, poi percorri la via del lungomare e poi giri al secondo angolo! Lo riconoscerai subito di certo perché c'è il logo di un Carameye sull’insegna!"
"Un Carameye?" si confuse Ash, era la prima volta che sentiva quel nome, probabilmente era un nuovo Pokémon forsiano.
“Oh vero, non devi essere di questa zona. Carameye è  praticamente un Pokémon caramella, con un occhio solo! Non puoi sbagliare!”
“Ok… caramella… grazie mille! Io scappo allora, è stata una bella lotta! Spero di incontrarci ancora e lottare di nuovo assieme!” Salutò correndo via e tirando fuori dalla tasca il pokédex per avvisare i suoi amici.
*“iku ze!”*
Sentì una melodia particolare risuonare attorno a lui. La riconobbe subito ancor prima di poter chiamare gli altri che l’avevano anticipato. Era di sicuro una videochiamata, visto che su consiglio di Serena aveva messo un motivetto che si sentisse subito e gli permettesse di sentire e riconoscere appena risuonava. Doveva ammettere che scegliere era stato abbastanza facile, anche se a volte gli veniva ancora l'infarto quando partiva a suonare all’improvviso. Se accadeva così con il pokédex chissà quando avrebbe avuto un cellulare vero. "Pronto?"
"Ash! Ti stiamo cercando da un po'! Per caso ti sei fermato a sfidare qualche allenatore?" Sentì la voce di Lidia urlargli dietro, sebbene il dex fosse di Serena.
Ash strizzò l' occhio e pregò per il suo povero orecchio "Si..." almeno sapeva come salvarsi dalla predica "Tuttavia, ho trovato un posto in cui alloggiare! Forse.."
"Ah si? Dove?" domandò Brock incuriosito.
"Non ne sono sicuro, mi hanno solo detto  che i proprietari hanno un Carameye" rispose Ash, pensando ancora a quel Pokémon e immaginandosi il suo aspetto.
Serena non comprese subito, non sapendo bene chi fosse un Carameye. Brock e Lidia però sembravano saperlo. "Tutto qui? Allora sarà una pasticceria per forza... e  credo ce ne sia una sola dove siamo in questo momento. Ci incontriamo alla piazza e ci andremo assieme, ok?"
"Ok!..."
 ...
Come promesso, si incontrarono nel bel mezzo del foro principale della città. Serena alzò le braccia per salutare Ash, il quale ricambiò facilmente il gesto "Eccoti! Sempre approfittando delle occasioni, vero?"
"Vero" ridacchiò l'allenatore grattandosi la nuca con imbarazzo "Comunque sbrighiamoci, dobbiamo arrivare e chiedere prima di sera"
Ancora furono tutti d'accordo, seguendo il proprio istinto e le tracce di profumo delizioso che si propagavano nell'aria. Finalmente i ragazzi arrivarono nei pressi di un negozietto molto grazioso, su più piani. C'era un giardinetto confinante e i colori emanati dai dolciumi dietro le vetrine erano davvero invitanti, quasi come non fossero veri e commestibili.
Ash, Serena, Lidia, Pikachu e Brock precedettero all'interno, accompagnati dalla campanellina che suonava appena la porta si apriva.
"Benvenuti!" Li salutò un uomo sulla ventina, con un grembiule addosso alla vita e un buffo cappellino bianco. Portava anche alle mani dei guanti bianchi e tra esse stringeva un frusta elettrica "siete qui per comprare dei dolci?"
"Per quanto vorrei svuotare questo negozio..." iniziò Ash con la massima franchezza e acquolina "Ci è giunta notizia che rendete disponibili delle stanche per gli allenatori in viaggio e vorremmo chiedervi ospitalità per una notte... se possibile"
L'uomo sorrise, appoggiando sul bancone la frusta e togliendosi i guanti "Nessun problema! Potete fermarvi qui da noi! Però vi dispiacerebbe presentarvi?"
Ash realizzò di aver dimenticato di presentarsi, forse troppo distratto dal profumo di dolci "Eh si, ci scusi! Comunque mi chiamo Ash e lui è Pikachu, il mio migliore amico!"
"Pika!" Salutò il topino alzando la zampina in aria con allegria.
"Io mi chiamo Serena" fece un inchino educatamente la ragazza e accostandosi vicino ad Ash.
Delia fu la successiva "Mi chiamo Lidia e sono una detective e anche la capopalestra di Collinopoli"
"Io invece sono Brock e sono un medico Pokémon!" Fu l'ultimo a presentarsi e a chiudere la sessione del gruppo.
Il dolciaio si tolse il cappello e lo appoggiò all'appendino "Io mi chiamo Ernesto e sono il proprietario di questo negozietto! Lo gestisco insieme a mia moglie!"
"Si occupa lei di produrre i dolci? Sembra proprio un cuoco!" Commentò Serena puntando al grembiule rutto brillantinato e sporco di glassa.
"Ehe... vero, non siamo i tipi da comprare e rivendere, noi pensiamo ai nostri prodotti innovativi e originali!" Rispose lui togliendo anche il grembiule per poi essere libero.
Brock si guardò in giro meravigliato, come gli altri suoi compagni, chissà che rischio correvano con Ash all'agguato "Non è grande ma sembrate avere tanti prodotti! Come gestisce tutto da solo?" Domandò dimenticando ciò che aveva detto prima al riguardo.
"Mia moglie mi aiuta! O almeno lo ha fatto ma ultimamente abbia qualcosa di altrettanto dolce a cui pensare!" Si grattò il capo un po' rosso.
"Credo lo sia, è tranquillissimo!" Si sentì una voce provenire dalle scale che portavano fuori dal negozio. Una figura femminile apparve di fronte a loro, con un dettaglio sorprendente e più che visibile. Un bel pancione rotondo che rendeva traballanti le gambe della donna abbastanza esile di braccia.
Serena subito mostrò uno sguardo più che sorpreso ed entusiasta alla vista, anche Lidia condivise gran buon umore. Brock fu già più sulla reazione che mostrava grande stupore e Ash... era indecifrabile.
"Vi presento Clelia, la mia adorata moglie!" esordì Ernesto con un sorriso "E ben presto futura mamma!"
"Per quanto tempo dovrai presentarmi come se io e il nostro bambino fossimo l'ottava meraviglia del mondo?" sorrise la donna lamentandosi e roteando gli occhi all’ennesima presentazione esagerata. "Comunque il piacere è mio!"
"Il piacere è nostro ma... più che altro congratulazioni!" dissero gli ospiti con una nota di stupore.
"Io e Clelia siamo sposati da più di 3 anni ormai e finalmente la nostra vita felice si riempirà con un altra piccola dolcezza, la più dolce che ci sia!" sorrise ancora più contento il futuro neo papà.
"Cara! Cara!" Dietro di lui fece capolino un Pokémon rotondo e fluttuante, con diverse gradazioni di rosa. Lo stesso che aveva visto Ash sull'insegna, erano identici. Aveva un occhio solo e sembrava una pokéball. Il Pokémon guardava il pasticcere con perplessità.
"Oh scusa.." si grattò la testa il proprietario "Non ti ho presentato. Si, lo so che sei dolce anche tu, ma... vabbè lasciamo perdere. Questo è Carameye! Il mio fidato compagno di cucina e vita!"
"E' carinissimo!" sorrise Serena poi inginocchiandosi all’altezza della caramella "Posso analizzarlo?"
"Meye Meye!" annuì lui, non gli dispiaceva affatto. La ragazza prese il suo pokédex e lo puntò su di lui:
"Carameye, Pokemon Dolcemella. Ha un aspetto caramelloso ma in realtà il suo corpo è composto da una sostanza dolce e appiccicoso. Riesce a individuare il livello di dolcezza di un alimento e se lo trova poco appetitoso tende a impreziosirlo sfregando delicatamente se stesso con attenzione su esso” 
"Ed è sempre grazie a lui che ho conosciuto mia moglie e la sua Pokémon!"
"Spritz!" una Spritzee svolazzò nell'aria sentendosi chiamata in causa. Si appoggiò sulla spalla della sua padrona e saluto con l’ala gli ospiti.
"Ancora non ci credo! Sarò il papà più felice del mondo!"
"Tesoro..." lo richiamò per calmarlo la compagna "So che sei contento, ma un po' di ritegno… non vorrai spaventare i nostri ospiti!"
"No, niente affatto!" si affrettò a dire Lidia, personalmente le piaceva vedere delle famiglie felici "Anzi ci fa molto piacere che condividiate con noi la vostra felicità!"
"Però il vostro amico è un po' strano" puntò il dito la neo mamma verso Ash, il quale ancora aveva una faccia da pesce lesso. La bocca e gli occhi spalancati e il corpo floscio. L'allenatore aveva uno strano sguardo negli occhi.
Un’immagine confusa gli comparve in testa. C’erano lui e Serena al posto di Ernesto e Clelia… e… Serena aveva lo stesso pancione della donna. Lo reggeva con amore mentre il ragazzo teneva la faccia appoggiata su esso e ascoltava il bambino che dava dei calcetti o forse era il tentativo di sentirne il battito.
L’allenatore immediatamente prese un colore rosso in volto e cadde in un trans "Ash?" lo provò a scuotere Brock "Ash ci sei?"
"E-Eh?" si riprese subito lui scuotendo la testa e mettendosi le mani sul capo per risistemarsi.
"Che ti è successo? Sembravi lontano"
"N-No, n-niente! Era una cosa m-mia!” Guardò la donna e poi Serena, poi di nuovo… e di nuovo… “E-Ero con la testa persa per tutti questi profumini!”
Scusa plausibile, ma se non si era lasciato coinvolgere prima perché ora? Brock alzò il sopracciglio confuso, mentre Lidia incrociò le braccia soffocando una risatina e scuotendo la testa. Aveva un paio di idee sui cui faceva affidamento. Sperava che Ash fosse rimbambito per una delle due.
“C-Comunque le mie congratulazioni!" provò a scusarsi l'allenatore ignorando gli sguardi indagatori di Lidia e Brock. Serena era l’unica che sbatteva le palpebre confusa e non diceva nulla. "Da quanto tempo è... incinta?" Aveva pronunciato quella parole pochissime volte nella sua vita, sembrava strano.
"Ormai siamo a 9 mesi" rispose Clelia "Ci siamo quasi!"
"Caspita!  Riuscite davvero a gestire il negozio, gli ospiti e la situazione?"
"Oh non è niente, anzi è più Ernesto a fare gli straordinari. Lavora giorno e notte ultimamente visto che non manca molto e si fa prendere dall’ansia al minimo calcetto. Vuole soddisfare anche ciò che non chiedo!” ridacchiò sentendosi soffocata dalle attenzioni.
“Non puoi impegnarti! Inoltre da quando mi hai svegliato una notte per andarti a prendere una piadina con aragosta e salsa di noci non riesco ad addormentarmi senza l’ansia!" replicò l'uomo ricordando il momento con molto ribrezzo. Adorava sua moglie ma i gusti di una donna incinta e gli orari in cui si risvegliano sono tremendamente pericolosi.
“Cos-..?” Ash non terminò la frase che una bocca si avvicinò al suo orecchio sussurrandogli qualcosa. Subito la sua faccia di gonfiò con rossore e si girò verso la peste dai capelli color carota che lo aveva stuzzicato “M-Ma…!!!”
Il dolciaio scosse la testa ignorando la scena dei due e si rivolse al gruppo "Scommetto che avete fame, vero?"
"Eccome" sembrò dire la pancia di Ash con un brontolio. Lidia si mise la mano sulla faccia trattenendo una risata rassegnata "A-A quanto pare?" aggiunse lui con imbarazzo, passato l’imbarazzo delle sue fantasie ora anche quello dello stomaco, non gli davano pietà.
"Beh allora potete scegliere qui in bacheca cosa prendere! Mi spiace non poter offrire niente di salato ma è un po' tardino per preparare da mangiare” si imbarazzò a sua volta il padrone del negozzietto dando loro il via libera ad assaggiare le sue prelibatezze zuccherose.
Il gruppo guardò stupefatto tutte le mensole. Pokebigné, pokémelle, torte, pupazzi di marzapane a forma di Pokémon, caramelle di ogni tipo, zucchero filato, biscotti, macaron, pan di spagna, cioccolata, creme di ogni tipo, cupcakes, crostate… ma soprattutto dolci particolari come pokannoli, gelato, granite, millefoglie… sembravano ravvivare tutta la casa e ringiovanirli come bambini.
“Anzi, prima venite con me. Vi mostro le stanze dove potete passare la notte!" li esortò Clelia a seguirla su pe le scale. Ci volle un po' visto che i gradini erano faticosi per una donna gravida con quel pancione. Con molta pazienza furono finalmente al piano superiore.

Qualche minuto dopo i ragazzi furono pronti per andare a prendere i dolci. Decisero che era buona educazione scendere al piano di sotto a ringraziare Ernesto e Clelia, oltre che augurare buona notta alla giovane coppia appena riempite le loro pance. Sapevano che erano ancora in negozio in quanto avevano menzionato di dover chiuderlo per bene e assicurarsi che fosse a posto prima di andare a dormire. Scesero le scale con passo cauto, sentendo una voce che li fermò.
"Perché continui a tormentarti con questa storia?" Proruppe una voce triste.
"Perché merita di crescere in un ambiente sereno!" Insistette l'altra voce.
Erano di certo i due proprietari. Sembravano discutere di qualcosa di importante, riguardante il bambino.
“Siamo lo stesso in un ambiente sereno, così si riaccendono solo problemi e preoccupazioni, mentre ciò che conta davvero è il nostro bambino e il suo rapporto con te!" Ash si sporse meglio per vedere Clelia, con le mani sullo stomaco e di fronte al marito con sguardo di disapprovazione.
Lui sospirò di conseguenza, non era facile riuscire a far comprendere il suo pensiero. Le opinioni di sua moglie erano sempre state neutre ma a volte di parte. Preferiva il distacco che il confronto, anche se lo sosteneva come poteva "Cerca di capirmi..."
Ash e i suoi amici uscirono allo scoperto, interrompendo l'uomo. Avevano già sentito troppo e origliare era la cosa peggiore da fare, oltre che irrispettosa. "Scusate, stavamo venendo a salutare ma vi abbiamo sentiti e..."
I due si scambiare delle occhiate. La moglie guardò il compagno con disagio. L'aver fatto sentire le loro discussioni agli ospiti era abbastanza spiacevole, più perché potevano dare fastidio o imbarazzare i ragazzi.
"Scusate non volevamo disturbarvi e farvi ascoltare una discussione sui nostri problemi presonali..." incominciò Clelia.
"Non è un problema ma visto che abbiamo sentito… non vorrei essere invasivo però come mai questa discussione così animata?" chiese Ash non gradendo questo genere di litigi familiari. Non gli erano mai andati giù.
“Beh, vedete, si tratta di me…" indicò se stesso Ernesto "O meglio di mio padre..."
"Suo padre?" chiese Brock corrugando la fronte.
"In realtà è da tempo che non sono più in contatto con lui e volevo renderlo partecipe di quello che sta accadendo" espresse con tono di rammarico, non del tutto sincero.
Serena si sentì a disagio a pronunciare quelle parole ma lo fece lo stesso "Beh allora perché non lo chiama? Sarà felice di sentirla sicuramente!"
"Temo sia più complicato tesoro" sospirò mogia Clelia "Mio suocero non ha mai apprezzato la vocazione di mio marito..."
Calò un silenzio tombale rotto poi dalla voce di Ernesto che prendeva qualche tono di rancore "Mio padre è un dentista”
“Un dentista?” Lidia si sentì presa in giro, che razza di coincidenza si trovavano davanti? Bastava quello a spiegare l’odio che poteva essersi istaurato tra i due.
“Si, voleva che seguissi la tradizione di famiglia, di diventare un odontotecnico come lui fin da piccolo. Niente dolci, gioia o stare con gli amici dopo la scuola. Non ne potevo più, non riuscivo a sorridere! Le cose però scoppiarono davvero quando trovai Carameye” Si lasciò trasportare dai ricordi di quei giorni d’infanzia”
“Volevo tenerlo a tutti i costi ma lui era contrario su ogni fronte, così un giorno litigammo e scelsi la dolcezza della mia nuova amicizia. Scappai di casa…”
“Scappò?” Ripeté Serena stringendo la mano al petto “Ma da solo come poteva fare? Non è venuto a cercarti tuo padre?”
“Assolutamente no, non si fece mai vivo e non sembrò particolarmente addolorato dalla mia fuga, provava di certo rancore. In qualche modo me la sono sempre cavato. Entrai subito in un collegio grazie ad una parente lontana e lì iniziai un corso di cucina per principianti. Venni subito notato e tra concorsi e piccole mostre vinsi delle borse di studio. Così, via… entrai in una scuola di pasticcieri e un giorno accordai di fare uno scherzo ad una ragazza con i miei amici. Una bella sacca di crema esplosiva sulla sedia… così conobbi la mia anima gemella!” Si girò verso Clelia trattenendo una risatina. Tornò subito serio e continuò “Da allora è finita come sapete. Ci siamo sposati, abbiamo aperto questo negozio e stiamo per diventare genitori”
“Quindi perché vorresti vedere tuo padre?” chiese Brock, volendo capire le vere intenzioni dell’uomo. Se si odiavano tanto allora che senso aveva volersi incontrare?
Ernesto avrebbe potuto ammettere che non voleva davvero vedere suo padre, ma tutto ciò gli serviva in qualche modo “Perché voglio essere un padre bravo”
“…?” La testa di Ash si alzò per la prima volta dall’inizio del discorso. Aveva sentito di un padre che aveva lasciato il figlio e non si era nemmeno preoccupato di sapere se esisteva ancora, di una vita a crescere tra difficoltà e solo basandosi sull’amore per i suoi cari. Ora diceva che gli serviva vedere quell’uomo per essere un bravo padre? Che assurdità era?
“Perché per quanto io abbia la mia vita ora… prima o poi il bambino chiederà del nonno, voglio fare uno sforzo così potrò raccontargli di averci provato lo stesso anche se faceva male. Soprattutto però mi serve perché voglio togliermi questo peso e sentirmi quindi poi libero di essere un padre migliore. Posso dimostrare a me stesso di essere migliore”
Brock e Lidia annuirono comprendendo il suo desiderio e la sua voglia di tentare un approccio, seppur alquanto folle.
"Ernesto..." provò a consolarlo la moglie appoggiandogli la mano sul braccio "Sai che c’è la mia famiglia..."
"Lo so ma ormai manca proprio poco alla nascita e voglio farlo prima che avvenga” le rispose con sguardo compassionevole.
Serena pensava che tecnicamente era un po' tardi per farlo e iniziare una disputa del genere alle porte del parto era davvero poco conveniente. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era appunto il bambino e la oglie che avrebbero finito col essere coinvolti se finita male.
"Beh" si alzò Brock dalle poltroncine su cui si erano seduto. Aveva fare deciso e sembrava pronto ad annunciare una decisione “Dovrebbe essere solo felice di averti come figlio! Hai una famiglia, un lavoro che ami e rende felici le persone e stai per avere un figlio! Ogni padre sarebbe orgoglioso!"
“Il mio è una testa dura..." sospirò il dolciere.
"Vale la pena fare un tentativo!" lo esortò il medico "E se non ne vuole sapere ci penserò io a farlo ragionare. So essere molto convincente se mi ci metto, conosco bene la situazione, ci sono passato personalmente”
“Esatto! Io sono con lui! Vi daremo una mano a far ragionare in fretta quella testa di rapa! A volte un confronto con elementi esterni può porre una nuova prospettiva!” si unì alla proposta pure Lidia.
"Ash? Serena? Voi?” Chiesero i due girandosi verso i propri compagni che non avevano del tutto espresso un parere sulla faccenda. Serena non rispose esattamente a parole, non era molto convinta, però sapeva che non poteva rifiutarsi di aiutare una persona. Si limitò a fare le spallucce, se volevano fare questa cosa li avrebbe sostenuti in qualche modo.
“Tu Ash?” Gli rivoltò la domanda Serena a bassa voce. Ash non rispose subito, anche perché la domanda gli era stata rivolta abbastanza silenziosamente, più come una conferma che una vera richiesta. Era stato dato per scontato che li avrebbe aiutati come sempre, quindi Brock e Lidia avevano cominciato a coprire ogni suono parlando con la coppia.
"Fate un po' come vi pare... se proprio ci tenete va bene"
La risposta fu udita solo da Serena e la sorpresa che provò era più definibile shock, sconcerto e confusione. Quella risposta così negativa cosa voleva dire? Lui voleva sempre aiutare in caso di bisogno, perché non tenerlo nemmeno in considerazione? No, non era possibile, doveva esserci qualcosa che non lo convinceva. "A-Ash... cosa..."
"..." non le servì proseguire, Ash non sembrava più ascoltare nessuno, era perso nel suo piccolo mondo. Sembrava seccato o forse contrario, non molto convinto sull'aiutarli ma non per l'azione in sé, più per cosa dovevano fare.
"Ash..." pensò Serena dispiaciuta, avendo qualche idea di cosa lo turbasse. Sospirò e decise di rimanere in silenzio, non era il momento migliore per parlargli. Aveva previsto che nessuno di loro due avrebbe gradito quell’argomento. Il loro silenzio aveva dimostrato che erano questioni delicate, che riportavano alla mentre pensieri sgradevoli.
"Allora, domani andremo da lui sperando che lavori ancora dove mi hanno riferito” disse Ernesto proponendo lo schema da seguire "E sperando che si sia ammansito"
"Caro, devi proprio?" lo pregò la donna condividendo l’esitazione di Ash e Serena.
"Ci devo provare Clelia. Non c'è altro modo" rispose lui sospirando e confortandola con il suo tocco affettuoso "…E..." si rivolse agli ospiti "Vada come vada, vi ringrazio infinitamente”

Quella sera Serena bussò alla camera di Ash e Brock, sperando che il medico fosse a prepararsi e di poter parlare con Ash in privato. Aveva bisogno di esprimere un’opinione e farlo aprire. “Posso entrare?”
“Entra, entra" rispose calmo l'allenatore, sdraiato sul letto con i suoi boxer da sera e la maglietta per dormire. L’assenza di Brock giocò estremamente a favore di Serena, la quale proseguì all’interno fino ad avvicinarsi al letto di Ash.
Teneva una tazza con una bevanda calda tra le mani, l’appoggiò sul comodino e la lasciò lì mentre si sedette sul letto di Brock per parlare faccia a faccia con Ash "Ti sono venuta a portare un po' di camomilla, di sera c’è fresco e poi… mi è sembrato che ti servisse qualcosa per rilassarti" disse la ragazza mostrando un sorriso dolce e materno.
"Grazie mille per il pensiero Serena, ma non credo che adesso la camomilla faccia chissà ché" rispose lui con un mesto sorriso, fino ad incupirsi "...Senti, è davvero necessario?"
"Cosa?"
“…” Era difficile da dire o da spiegare, ma lui era contrario al progetto, non voleva prenderne parte, preferiva che il dolciere se ne stesse buono e tranquillo "Che domani proviamo a ricompattare la famiglia del signor Ernesto..."
L’unica risposta eventuale che Serena riuscì a dargli fu la seguente: "Beh Brock e Lidia sono d'accordo…” Ed era vero, lei era neutra nella questione, era più preoccupata per Ash, che sembrava perso nei suoi pensieri. Era sicura che pure lui aveva notato, altrimenti non gli avrebbe posto quella domanda.
“Beh però al momento possiamo sperare che vada tutto bene ed esserci per Clelia e il bambino, è il minimo visto che loro non c’entrano. Oltre che non saremo troppo coinvolti così e non possiamo davvero intralciarli” passò sul letto di Ash e gli passò la mano dietro alla schiena per confortarlo.
"Vero..." sospirò lui "Anche se… va beh, lasciamo perdere. Non possiamo impedire nulla” La guardò e le smorzò un sorriso notando i suoi occhi azzurri stanchi “Ora però va a letto, si nota dal tuo viso che devi riposare e non voglio tenerti sveglia inutilmente per le mie paranoie”
“Non sono paranoie… e pure in caso contrario starei qui tutta la notte se ti facesse star meglio” ribatté trattenendo lo sbadiglio che l’avrebbe fatta cadere nel tranello. Ash non poté che mostrare un lieve ghigno e la tirò su, incitandola ad andare a letto.
La ragazza annuì rassegnata e gli passò di nuovo la tazza con la bevanda calda dentro “Bevi lo stesso, ti aiuterà a prendere sonno” gli consigliò con aria premurosa, per poi dirigersi verso la porta “Notte Ash..."
“Pichu Pipika” subito Pikachu le augurò di dormire bene, mentre si accoccolò di fianco al cuscino di Ash.
"Notte Serena" sussurrò vedendola uscire. Perse lo sguardo nel suo riflesso rispecchiato sulla superficie della camomilla. Appoggiò la tazza alle labbra e la sorseggiò velocemente, quasi in un sol fiato. Una volta che il liquido fu completamente bevuto e cacciato nello stomaco, sentì subito la stanchezza farsi viva e il suo corpo si abbandonò al sonno.

L'indomani l'intero gruppo partì di prima mattina verso il centro città, a capitanare tutti vi era Ernesto che dava indicazioni su come raggiungere lo studio di suo padre. Era titubante ma a dargli manforte vi era Brock "...Ci penserò io se le cose vanno male, ci sono passato in queste situazioni, dopotutto come te ho avuto un rapporto conflittuale con mio padre”
Dietro a tutti vi erano Ash e Serena che si erano presi la responsabilità di stare accanto a Clelia in caso di necessità e per restare un po' più estranei alla situazione "Non vi do peso, no?"
"Si figuri" disse la ragazza più giovane sorridendo. Sperava solo di evitare problemi alla donna e al bambino, dopotutto una discussione animata poteva solo far male.
Cinque minuti e loro marcia si fermò davanti ad un portone con sopra una targa incisa: "Studio Dentistico Carrara" mostrava sulla sua superficie.
"...Ci siamo" deglutì il pasticciere, prese un respiro e suonò il citofono.
"Chi è?" si sentì la voce cordiale di una segretaria dello studio. Almeno come primo approccio era molto più positivo che sentire la voce fredda e grave di suo padre.
La sola risposta del diretto interessato fu il silenzio causato dal suo nervosismo. Pensò Lidia a parlare al suo posto ed evitare di sembrare solo dei ragazzini in vena di scherzi. Non gli avrebbero aperto mai altrimenti… e di certo non era un buon inizio in confronto a ciò che li avrebbe aspettati. "Vorremmo, se possibile, avere una visita"
"Avete un appuntamento?"
La detective si girò verso l’uomo che sudava come in una giornata di caldo afoso, era in totale panico. "No ma non può più aspettare” ed era vero quello che aveva appena detto.
"Molto bene allora... entrate" La porta si aprì e tutti entrarono dentro lo studio. La tensione era così alta che se fosse stata una torta manco un coltello l’avrebbe tagliata,
Si sistemarono nella sala d’attesa e videro un uomo sbucare da un corridoio e dirigersi verso l’uscita. Non vedendo nessun altro nei paraggi di certo doveva essere l’ultimo paziente della mattinata. Attesero il permesso di far entrare nello studio medico Ernesto, il quale sembrava un bambino in attesa di un vaccino: disperato.
"Il prossimo?" chiese una voce da dentro la stanza.
Brock e Lidia annuirono facendogli segno di darsi una mossa a rispondere e andare. Di questo passo si sarebbe fatta notte, se non c’erano loro di certo non avrebbe nemmeno varcato la soglia della struttura. Non si meravigliavano che negli ultimi mesi non aveva mai fatto una mossa. "S-Sono io..." alzò la mano tremolante Ernesto.
“Prego”
Il dolciaio si allontano dalla moglie e gli amici e si fece strada verso l’interno della stanza. Si sentiva l’odore di disinfettante, uno diverso dagli altri, quello che solo suo padre usava per i suoi pazienti e strumenti. Già ebbe i brividi sentendosi piccolo come un tempo. Il medico, girato di spalle gli indicò la sedia e lo invitò a sedersi, cosa che fece subito.
"Apra la bocca e vediamo i danni..." ordinò il dottore.
Ernesto aprì la bocca e il dentista iniziò a controllargli ogni singolo dente, gengiva compresa “Sembra tutto a posto… si vede che è abituato a mangiare dolci, visto che i denti hanno una patina caratteristica. Non le converrebbe lasciare ai bambini questo genere di alimenti?” terminò lui togliendosi i guanti e lasciando libero i paziente di muovere la bocca.
“Beh, con il lavoro che svolgo sarebbe davvero difficile non assaggiare le mie creazione” Rispose mettendosi la mano sotto la mandibola e massaggiandola.
L’uomo alzò il sopracciglio con aria investigativa e malumore. Un altro pasticciere che esagerava come sempre “Mi avevano detto che era urgente ma non mi pare di notare nulla di così negativo da farla correre qui” Qualcosa non lo convinceva. Quel tipo di dentatura e la posizione… li aveva vista una sola volta nella vita.
Ernesto non riuscì a trattenere la bocca e una frase naturale gli uscì da essa, riportando alla mente tanti ricordi “Il bigné più minuscolo al mondo potrebbe nascondere molta più crema del più grande” mormorò fermando il tempo.
Fu allora che una strana luce invase la mente del dottore. Si girò e lo guardò con occhi comi di stupore, il suo sguardo nascondeva anche risentimento. Conosceva bene quella frase che aveva sempre odiato. E trovarsi lì l’autore lo aveva semplicemente spiazziato.
"Sono io padre…" fu l'unica cosa che il figlio riuscì a dire guardandolo negli occhi, per poi abbassare appena lo sguardo, non di certo per vergogna ma per l’ambiguità della situazione.
L'uomo più vecchio rimase inizialmente scioccato, il suo viso pareva come bloccato. Si ritrasse indietro lentamente, appoggiando gli strumenti sul tavolino con cura. Ancora gli era difficile elaborare quello che aveva sentito. Scosse la testa e lo guardò abbastanza impassibile "Che ci fai qui?"
"È passato tanto tempo. Sono qui per parlare..." rispose enfatizzando il termine finale, chiaramente chiedendogli un po' di tempo, era una cosa abbastanza lunga e particolare. Non era un discorsetto qualunque da fare in pochi minuti o una parlantina tra paziente e medico.
Il dentista abbassò lo sguardo "Ho finito i pazienti per oggi quindi va bene, possiamo andare a casa mia se vuoi per forza dirmi qualcosa"
"Ti ringrazio..." poi si ricordò di un dettaglio e preferì avvisarlo "Ah ci sarebbero... anche mia moglie e degli amici"
"Amici?"
"Ospiti, mia moglie è incinta e non si sa mai cosa può succedere" non aveva subito trovato la forza di dire della gravidanza e del suo ruolo di futuro papà, però era un dettaglio non trascurabile.
Il viso del dentista si illuminò appena e divenne visibile per qualche secondo. Sembrava sorpreso, non troppo, ma era già tanto così. "Ah si...? Quindi diventerete genitori" la sua era più un'affermazione quasi per colpevolizzarlo, tuttavia il figlio non la colse.
"Allora..." iniziò lui assumendo che se ne sarebbero andati subito assieme.
"Aspettami fuori, devo sistemare il mio studio" lo liquidò il medico cominciando a sterilizzare i suoi strumenti. Sembrava voler star solo per un attimo.
Ernesto seguì l'indicazione e uscì dalla porta, lasciandosi alle spalle per un momento il genitore e sentendo di nuovo il flusso d'aria tornare ai polmoni. Alla fine era meglio così che stare in silenzio a guardarlo e mettere entrambi a disagio, o almeno se stesso di certo visto che si suo padre non aveva molte idee.
 
Attese fuori con gli altri l'arrivo del dottore che uscendo abbassò la serranda e fece loro strada per la villetta in cui abitava, vicina a dove lavorava e quindi per lui comoda.
Entrarono, vennero accompagnati in salotto e si disposero con calma. La moglie stava seduta vicino al marito, con Serena e Ash dietro il divanetto che osservavano la scena silenziosi più di chiunque altro. L'allenatore per canto suo si sentiva molto seccato e sapeva che ciò che avrebbe seguito non sarebbe stato piacevole  per nessuno. Non era una favola o una fiaba e certe cose non si chiudevano mai facilmente, tantomeno venivano sistemate. Era lì solo perché Brock e Lidia avevano insistito e perché la donna incinta poteva anche stressarsi troppo e mettere in pericolo se stessa e il bambino, ultimo dei suoi desideri. Quel piccolo aveva bisogno di una famiglia serena e felice.
"Allora... a cosa devo questo ritrovo... dopo anni? "
Già la prima frecciatina, si iniziava male. Questo era impossibile da non cogliere.
Il pasticciere portò pazienza e sospirò "Nulla di speciale..."
"Sei qui per chiedere una mano economicamente? Sai badare ad un figlio è impegnativo, soprattutto se il proprio lavoro non permette grande stabilità" continuò l'anziano cercando di non rendere troppo evidente il suo sarcasmo.
"Non sono qui per nulla di ciò, soprattutto nemmeno per litigare su ciò che è successo anni fa. Il mio lavoro mantiene perfettamente me e Clelia e il bambino starà bene" rispose con tono consapevole delle sue azioni.
"Ben per te..." il vecchio decise di cambiare argomento "Che sesso è il bambino? A quanto siete?"
Stavolta fu Clelia a rispondere, sebbene il nervosismo che provava in quel momento "sono ormai alle porte del nono mese, probabilmente il bambino sarà un maschio" per il bene di tutti almeno lei cercò di essere cortese, in fondo anche se ogni questione riguardante il marito la collegava e la famigli era unita, non era diretta interesse dei litigi dei due uomini.
"Hm"
"Proprio però per il bene del bambino vorrei... fare ammenda"
Il dentista quasi ci sperò a godere del suo rammarico. "Sei qui per scusarti di ciò che hai fatto più di 15 anni fa?"
"Non andare troppo oltre" si permise di tenerlo con i piedi per terra "Sono convinto di ciò che ho fatto, ma per sentirmi bene con me stesso, come padre e non avere pesi sulle spalle voglio chiudere un capitolo vecchio e iniziarne uno nuovo"
Il vecchio rimase silenzioso, con il capo appoggiato alle mani come se fosse in ascolto di qualche storia.
Ernesto continuò osservando la pancia di sua moglie, come e il figlio fosse già nato "Soprattutto per il bambino, merita un pò di serenità. Non ha colpe di quello che è successo tra noi"
Calò il silenzio nella stanza, Serena e Ash osservarono bene le reazioni che il corpo del padre del dolciere trasmetteva. Pareva tranquillo, non di certo qualcuno così trepidante a litigare.
"Quindi tu sbuchi fuori dal nulla, anni dopo che sei fuggito di casa per un capriccio, con una moglie incinta... e mi chiedi di dimenticare quanto è successo?"
"A parte la scelta di parole errate che hai usato? Si"
Altro silenzio, sembrava quasi davvero intento a pensarci, eppure qualcosa convinceva Ash che non sarebbe andata come speravano. Se credevano che era così facile si sbagliavano e lui aveva detto fin dall’inizio che non funzionava quel piano.
"Scordatelo. Non mi interessa, puoi fare quello che vuoi. Per me il ruolo che avevi come mio figlio lo hai buttato nella spazzatura " aprì un occhio seriamente, fissando Ernesto con disprezzo e serietà "Stessa spazzatura di cui è fatto il tuo sogno e con cui si rovinano i denti migliaia di persone"
A quelle parole il dolciere non riuscì a trattenersi, credeva di avere un minimo di autocontrollo ma ogni previsione e preparazione andarono in fumo. "Fu la scelta migliore della mia vita! Non hai mai avuto il minimo desiderio di cercarmi o pensare alla mia felicità. Ti chiedo di farlo per tuo nipote e non per me!"
"Con tutto quello che ho fatto per te! Sii più riconoscente e umile verso chi ti ha cresciuto negli unici anni sensati della tua vita!" Lo rimproverò sbattendo le mani sul tavolo.
"La mia famiglia e passione non sarebbe sensata!? È tutto per me e rifarei mille volte quello che ho fatto per loro! Mia moglie, mio figlio e Carameye!"
A quel punto anche chi non era proprio da venire fatto notare fu coinvolto nella lite. Lui che a stento era riuscito a farsi accettare in quella casa quel giorno.
Il vecchio puntò il dito sulla caramellina Pokémon con disgusto. Non aveva potuto scegliere Pokémon peggiore, pur di tenerlo aveva mandato all'aria il suo futuro. "Quello sgorbio ti ha solo dato la spinta per diventare un'idiota totale e ti ha portato a fare quella vita che ti ritrovi. Tua moglie? Forse l'unica con un minimo di buonsenso che solo a guardarla in faccia si capisce non voleva essere qui. Ti avrà parlato e tu non l'hai ascoltata, come sei solito fare. Era meglio se te ne stavi dove eri. Sinceramente non so cosa ci trovi in te e mi spiace solo per tuo figlio che avrà un padre come te!"
Le parole dell'uomo lasciarono a bocca aperta tutti i presenti, i quali ora si che si sentivano a disagio. La donna tremò appena, sul punto di scoppiare a piangere per una crisi depressiva. Serena le appoggiò le mani sulle spalle e la tranquillizzò con voce bassa e dolce, coperta dalle urla dei due uomini.
Ash lo osservò con rancore e shock, i suoi pugni serrati, mentre Lidia e Brock cercavano invano di sistemare la situazione.
"Sono venuto qui con le migliori intenzioni, perché devi fare sempre la testa di Magikarp!?"
"Bada al linguaggio! Le tue intenzioni sono le migliori delle nullità! Hai solo sprecato tempo, dovresti pensare a te stesso invece di venire qui senza delle scuse e senza intenzione di cambiare e porre quel poco rimedio alla tua vita per il bambino! Dovevi startene a casa tua!"
“Non che ti sia importato quale fosse la mia vera casa! Hai controllato la mia vita e poi quando sono sparito nemmeno mi hai certato! Che padre credi di essere!? Io almeno lascerò la scelta a mio figlio su quello che vuole fare e lo sosterrò!”
“Speriamo che allora prenda qualcosa da me e abbia più buon senso e scelga un lavoro più dignitoso che lo distingua dal suo padre miserabile!”
Ash sentì una scarica prenderlo al cuore, un’immagine tremenda gli attraversò la testa, mai vista prima ma tante volte immaginata. Una ragazza che teneva una mano sullo stomaco e piangeva, cercando di mostrare un sorriso disperato. La solitudine che la circondava e le ombre di tante persone che si gettavano su di lei spegnando anche quella poca luce rimasta. Un’altra figura maschile scappava da lei correndo come se fosse una furia, sparendo del tutto e lasciando l’altra ad annegare nelle sue lacrime. Tuttavia la ragazza riusciva lo stesso a tenersi a galla e faceva di tutto per salvare il suo bambino.
Sentì colargli una lacrima sul viso…
L'allenatore lanciò degli sguardi sui due che urlavano senza trattenersi e trasmettevano un senso di dolore pazzesco, poi osservava la povera Clelia che si copriva le orecchie con le lacrime che le rigavano gli occhi e la testa bassa. Si reggeva il pancione come se il bambino da dentro sentisse tutto e soffrisse da morire. Gli occhi nocciola di Ash erano sbarrati e la bocca formava una smorfia simbolizzante la stretta ce sentiva al cuore.
Il ragazzo cominciò sempre di più a irrigidirsi, il sangue bolliva e pulsava.
"ALMENO PENSERÒ A MIO FIGLIO A DIFFERENZA DI QUELLO CHE HAI FATTO TU!"
"LO FARAI SOLO DIVENTARE UNA NULLITÀ COME LO SEI TU!"
"...B-Basta..." mormorò la moglie del pasticciere quasi in agonia.
“Potevi anche sparire del tutto!!”
“Ormai l’errore di permettere la nascita di un figlio inutile l’ho già fatto!!!”
"ADESSO BASTA!!!!" si sentì un grido che copri le urla altrui e face cadere la stanza in un silenzio tombale. Ash cominciò ad espirare pesantemente, avendo raccolto tutto il fiato che poteva. Era tutto  così assurdo e ridicolo, ma soprattutto ignobile... ne aveva avuto abbastanza. Si sovrappose tra i due e diede loro una spinta per separarli di qualche metro.
"Ehi ma come ti permetti?!" Si lamentò l'anziano anche se la spinta ricevuta era un nulla di fatto.
Ash voltò lo sguardo minaccioso su entrambi i due, mentre Serena aveva voltato gli occhi su di lui con stupore e dispiacere.
Persino Clelia staccò le mani dalle orecchie, non aspettandosi quel gesto. Nessuno se lo era aspettato, era impossibile per gli altri prevedere quell'esplosione e capirne il perché.
"Vi state comportando come degli ignoranti ragazzini! Persino un bambino neonato si atteggerebbe meglio di voi!" Alzò la voce "Litigate come due stupidi egoisti e pensate solo a voi stessi! Non vi vergognate nemmeno di quello che sta passando Clelia!?"
Si voltò verso l'uomo più vecchio puntandogli contro il dito "Che lo voglia o meno è sua nuora, quello suo nipote e alla sua età dovrebbe avere un minimo di maturità invece di attaccare con certe frecciatine! Si crede tanto superiore da potersi considerare un padre da premio oscar quando si è fregato di suo figlio!? I suoi sogni li doveva seguire in altro modo e lei non è NESSUNO per decidere cosa è giusto o sbagliato e se deve essere felice o no di come è adesso. Soprattutto non è assolutamente nessuno per determinare il padre che Ernesto sarà!”
Abbassò la mano sentendo ancora quelle parole terribili colpirlo come delle pallottole chiamate passato simile. Abbandono e negligenza… errori e vita… “Lo ha appena rinnegato davanti a tutti definendo colui che è sangue del suo sangue inutile! Sperando non nascesse nemmeno! Ha idea di quanto sia preziosa la vita e della fortuna e onore che ha avuto ad avere un figlio così? O almeno ad averne uno!? Dovrebbe solo essere felice e orgoglioso!”
Indicò poi la donna seduta sul divano “Suo figlio sta per vivere il momento più bello della sua vita permettendo di far nascere un nipote per lei e le vuole dare una possibilità per entrare a far parte della sua vita! Non meritava nemmeno di saperne l’esistenza di quel povero bambino! Si dovrebbe vergognare!"
L’anziano rimase atterrito dai rimproveri e  non riuscì subito a rispondere nonostante la rabbia di essere stato appena criticato da un estraneo.
Se però Ash era considerato sfogato allora era tutto solo un miraggio. Infatti il biancavillino si girò verso Ernesto, con occhi pieni di rabbia, forse più furioso di quanto non lo fosse con il padre "Ma soprattutto tu! Cosa ti salta in mente!? Non pensi neanche un po' alla tua famiglia? Dici di voler realizzare questo obbiettivo per loro ma oggi hai dimostrato che è solo una questione personale che non riguarda affatto il resto dei tuoi familiari! Non commento il tuo passato, commento il presente e ti avverto del futuro che stai causando pure tu!”
Di nuovo portò tutti a guardare Clelia, la quale era stupita da quel ragazzo, non del tutto in senso negativo “Clelia è tua moglie e non vedi come la fa star male tutto ciò!? Come pensi che starebbe tuo figlio!? Volevi evitare tutto ciò e invece stai solo buttando benzina sul fuoco! Hai tante colpe quante tuo padre per quanto riguarda oggi e il tuo pensiero dovrebbe essere solo la tua famiglia invece di cercare di fare il padre modello sistemando ciò che ormai è il passato!” strinse i pugni attingendo ad una parte del suo passato per fargli da carburante, parte che odiava a morte. “Tu sei indipendente e la figura di tuo padre è un'altra! Non deve determinare il tuo essere papà! Se si mette in mezzo e riduce così male Clelia e il bambino allora le tue parole sono solo quello che sono: parole! Sprecate al vento, dimostrano che non sei onesto con nessuno e nemmeno te stesso! Avresti dovuto pensare prima a loro e lasciar perdere tuo padre! Non hai bisogno di lui per esserlo anche tu e di esserlo meglio di lui! Puoi avere tutte le intenzioni buone di questo mondo e si giustificano le debolezze e insicurezze ma stai mettendo al primo posto solo il tuo benessere e causando l'opposto a chi vorresti aiutare!"
Rimasero tutti a bocca aperta di fronte a quelle accuse e sfuriate che Ash stava lanciando ad entrambi. Ernesto non sapeva come difendersi, anzi non poteva di fronte alla verità. Osservò sua moglie e si vergognò di se stesso, il solo sguardo sofferente di lei che copriva lo stonaco con disperazione lo faceva sentire... come suo padre.
"Non è una gara o un titolo da raggiungere! Credete di essere tanto diversi ma alla fine siete uguali! Cercate l'un l'altro quando potreste farne a meno e il vostro solo contatto reca dolore a tutti quanti compresi voi stessi! L'essere padre allora per voi non ha proprio nessun significato perché le intenzioni non determinano i fatti! NESSUNO DI VOI DUE MERITA DI CUSTODIRE UN LEGAME PREZIOSO E STUPENDO COME QUELLO!"
Si sentì qualche respiro affranto, qualche mormorio di shock a cui non appartenevano parole. Si girò incrociando lo sguardo di Serena affranto e i suoi occhi lucidi, come se stesse soffrendo con lui.
"A questo punto se non fosse per Clelia e la vita stessa che merita il bambino, forse starebbe meglio senza nascere… Devo ancora sperimentare ciò che vuol dire diventare padre e spero di farlo un giorno… ma di certo so che non agirei come voi…” Prese il suo cappello, lo zaino e se ne andò sbattendo violentemente la porta.
Tutti rimasero scioccati, allibiti, pietrificati davanti a quella reazione. "M-ma cosa è successo?" chiese Brock alquanto scosso non riuscendo bene e parlare. Quello che aveva appena visto poteva non sembrare Ash, ma le parole dell’allenatore e l’agonia con cui le aveva dette avevo dimostrato quanto stesse parlando con il cuore.
Ormai non c’erano più dubbi che aveva immedesimato se stesso in quei due uomini, che aveva parlato basandosi su esperienza personale. Il silenzio dei presenti dimostrava quanto fosse stato chiaro.
Brock riuscì a collegare il tutto a qualche piccola menzione fatta da Ash nei suoi anni di viaggio, di cui non era mai riuscito a parlare molto apertamente. Era successo a Sinnoh una sera, l’unica in cui si era confidato appena, ma poco più di un accenno.
Anche Serena e Clelia si alzarono insieme e se ne andarono a cercare Ash, non riuscendo più a respirare l’aria pesante e disagiante che si era creata.
"Bene allora!" si alzò con calma ma  serietà Ernesto “Me ne vado! Abbiamo causato abbastanza” Si sentiva in colpa pure lui per il suo comportamento, non aveva nemmeno avuto dubbi sulla sua famiglia, su cosa li avrebbe fatti star male davvero. Si sentiva un completo idiota, aveva persino messo a disagio i suoi ospiti.
Il medico Pokémon prese per mano Lidia e la guidò fuori dalla stanza, ormai non c’era nessun motivo per starsene lì. Tanto valeva raggiungere Ernesto e gli altri. Era preoccupato per Ash. "Non sarebbe dovuta andare cosi..." mormorò chiudendo la porta del salotto dietro di sé e dirigendosi verso l’uscito.
Ash era riuscito a calmarsi ma evitava di rivolgere lo sguardo a chiunque o di parlare, non ci riusciva semplicemente.  Stava passando per l’antagonista della vicenda, quei due facevano solo un errore ad insistere di incontrarsi.
….
Fu deciso per un momento conveniva separarsi e prendersi un attimo di tranquillità. C’era ancora il pranzo da preparare ed erano a corto di ingrediente per mangiare un pasto normale. Venne accordato che i due ragazzi più giovani sarebbero andati con Clelia per non farla stancare troppo, mentre Brock e Lidia avrebbero seguito Ernesto, cercando di aiutarlo ad affogare il suo dolore in una spesa al supermercato.
L’arrivo fino alla casa fu tranquillo per certi versi, Ash camminava con le mani in tasca, mentre Pikachu cercava di tirarlo su. Serena invece si limitava ad osservarlo con distacco e tristezza, voleva tanto far qualcosa ma le sarebbe stato impossibile. “Volevo chiedere scusa per quella reazione" Balbettò Ash quando raggiunsero la residenza. Aveva perso letteralmente la ragione in quei momenti, o forse aveva pensato fin troppo a cose che non doveva ricordare.
"Eri sotto pressione, non è colpa tua. La scenata deve averti condizionato e fatto sentire molto a disagio. Piuttosto siamo noi a doverci scusare con te per averti fatto assistere. In un certo senso ti sono riconoscente per la lavata di capo che ai dato a mio marito e a mio suocero, per quanto mi spiaccia per loro un po' se la sono cercata” lo consolò con fare materno, ricordandogli un attimo la sua di mamma.
Doveva ancora chiamarla, in quel momento ne aveva bisogno. Non gli importava se era già grande e vaccinato forse troppo per correre dalla madre in momenti difficili, c’erano momenti e situazioni in cui serviva sentire la sua voce per star meglio.
"Tutto bene? La vedo affaticata…" chiese Serena preoccupata alla donna, vedendola esitante nell’aprire la porta, come se una forza interna la trattenesse.
“T-Ti ho già detto che puoi darmi del tu cara…” Provò a dire flebilmente, ma più parlava, più la sua pelle diventava pallida. 
Ash e Serena subito si scambiarono uno sguardo allarmati e si avvicinarono alla donna prevedendo i suoi movimenti. Clelia non riuscì ad afferrare la maniglia, una strana sensazione di vertigini la colpì e… tutto si bagnò.
I due allenatori riuscirono a prenderla prima che crollasse a terra, reggendola più che potevano. “CHE SUCCEDE!?” esclamarono preoccupati.
Serena abbassò la testa, notando delle gocce cadere sul pavimento, sembrava acqua ma la consistenza era ben diversa, più densa poteva dire. A quel punto i suoi occhi si sbarrarono e le pupille divennero piccole. “Oh… mio…”
Pikachu pure abbassò il musetto e annusò, odorando si capì chiaramente che non era acqua ma qualcos’altro che riconobbe anche senza averla mai sentita. “P-PIKA!?”
Ash non colse il segnale, ancora non capiva cosa succedeva, tuttavia era di certo molto in ansia e stava perdendo la lucidità “Che sta accadendo!?”
"C-Credo sia il b-bambino... h-ho rotto le acque…"
"COSA!?" urlò sconvolto il kantoniano sentendo il cervello annebbiarsi di colpo. Voleva fosse uno scherzo, anzi pregava Arceus lo fosse davvero con tutto il suo cuore e buona volontà.
"S-Sento che non r-resisterò per molto… chiamate u-un a-ambulanza…”
La prima cosa che fecero fu portarla alla stanza più vicina e la stesero sul letto per non farla stare sul pavimento. La futura mamma voleva tanto rannicchiarsi e contorcersi per il dolore ma in quella posizione le veniva difficile e si sentiva impotente con il bambino che premeva con tale forza “Ash chiama subito un’ambulanza!”
"C-Certo! So che c’è un ospedale fuori città, non ci metteranno molto!!" ubbidì subito avvicinando il pokédex alla bocca e attendendo che dall’altro capo qualcuno rispondesse. Quando accadde il ragazzo iniziò subito a sparlare in fretta e furia "P-PRESTO! C'E' U-UNA DONNA CHE S-STA PER A-AVERE UN B-BAMBINO!"
"Ci dia l’indirizzo e arriveremo il prima possibile!"
"Non so la via ma è la pasticceria con il simbolo del Carameye! In centro città! Sbrigatevi qui sembra sul punto di farlo nascere!!"
“Prima del parto passa sempre un po' di tempo, il travaglio può durare ore quindi si cal-…”
“Allora non mi ascolta! Ho detto che sta per partorire! In questo caso il travacoso o come lo chiamate voi dura poco! Muovetevi!!” perse la pazienza Ash a denti sbattenti, non riusciva a far capire loro che il bambino stava nascendo subito. Per quanto ne sapeva i tempi di un parto variavano a seconda della mamma.
"Arriviamo subito! Cercate di gestire la situazione!"
"C-Come gestire la situazione!?" ma l'allenatore non ricevette risposta, l'operatrice aveva già chiuso la comunicazione "P-Pronto!? Pronto!? Accidenti!” chiuse il pokédex frustrato e tornò dalle due con  aria palesemente preoccupata e poco controllata. Non serviva spiegare, entrambe avevano capito benissimo.
Ash e Serena a quel punto non sapevano più cosa fare…

"Non lo capisco, davvero non lo capisco" disse Ernesto prendendo farina e zucchero da uno scaffale "Non vuole neanche conoscere suo nipote! Solo perché ho intrapreso un percorso differente dal suo!"
"Non so cosa dirti… purtroppo mi è sembrato chiaro il suo modo di pensare" lo consolò Brock mettendogli la mano sulla spalla.
"Scelta sua..." sospirò Lidia " Però non sa cosa si perderà... la felicità di avere un nipote e stare con lui..."
Ernesto sospirò, smettendo di leggere gli ingredienti dietro al pacchetto di dadi da brodo “Se per questo anche io mi sento orribile… il vostro amico è stato molto chiaro a mettere in evidenza i nostri errori. Mi sento un padre e un marito terribile…”
Lidia lo tranquillizzò subito, cercando di fargli capire che non doveva pensare così “Non è vero! Forse Ash avrà avuto ragione su alcune cose, ma era arrabbiato già di suo e quindi ha perso la pazienza e esagerato! A volte è una testa matta!” ci rise sopra piano per tirarlo su.
Brock però stavolta obbiettò, sapendo che Ash stava addossando il ruolo normalmente appartenuto al Team Rocket: l’antagonista. Tuttavia aveva anche lui dei motivi, seppur credevano avesse esagerato "Ash… si è comportato così perché… credo sia..."
"Cosa?" chiese Lidia.
Il ragazzo scosse la testa e si fermò, ritirando ciò che aveva detto. Non era compito suo dire quelle cose, soprattutto se non sapeva la storia completa. Eppure prima o poi sarebbe andato da Ash e avrebbe chiesto un quadro completo. Poteva far soffrire ma lui era suo amico e lo avrebbe sostenuto. Persino Serena, ormai non si stupiva più, sapeva di certo di più al riguardo… lo dimostrava bene. "Niente...”
Una chiamata impedì a Lidia di chiedere spiegazioni, ammutendo tutti e tre. Ernesto tirò fuori il telefono e lo appoggiò all’orecchio "Pronto?"
"Grazie al cielo! Sono Ash!”
“Ash?”
“SI! DOVETE VENIRE SUBITO!” si sentì urlare dall’altro capo della linea.
Brock e Lidia subito si avvicinarono allarmati per sentire “Che succede!?” Ernesto domandò preoccupato, percependo quanto sembrasse sconvolto Ash. Non era successo nulla a Clelia e il bambino, vero?
“CLELIA STA PER PARTORIRE!”
"C-CHEEEEEE!?" Quasi gli cadde il telefono dalle mani.
"NON C'E' TEMPO! TORNATE IMMEDIATAMENTE!" Detto questo chiuse la comunicazione.
"H-Ho sentito bene!? Sta nascendo!?" si spaventò Lidia.
"Dobbiamo raggiungerli... subito!" annunciò Brock lasciando perdere il carrello della spesa e correndo verso l’uscita, seguito dagli altri due.
Tra un problema e l'altro, quando Ernesto e i due aiutanti furono di ritorno in casa non c'era nessuno, probabilmente Clelia, Serena e Ash erano già arrivati in ospedale. La loro speranza era che Ernesto arrivasse in tempo e il parto non fosse immediato o almeno quello era il pensiero del padre che voleva assistere. L'altra vocina nella sua testa però  voleva solo il meglio per la moglie e il nascituro e un parto veloce era meglio di certo.
Fu così che arrivarono un'ora e mezza dopo verso la struttura medica. I due amici non erano da nessuna parte, o almeno di quelle accessibili. Se non erano in corridoio potevano essere sul tetto, qualche parte esterna, una sala d'attesa o al bagno? Ci avrebbero pensato dopo.
Ernesto corse al banco informazioni e subito si avventò sull'infermiera "CLELIA CARRARA!!! DOVE È!?" Urlò subito facendo girare tutti nella hall.
La receptionist subito si ritrasse indietro e controllò i registri in fretta. Sapeva come funzionava con le donne incinta e i padri in ansia erano routine. "Stanza 317, al settimo piano" indicò le scale dove subito sparirono i tre.
Salirono fino ad arrivare sul luogo indicato ma di Ash e Serena nessuna traccia, si aspettavano di vederli fuori in corridoio, eppure non era così. Oltre al fatto che la porta era leggermente aperta e quindi sembrava lasciare il libero accesso alla stanza.
"Prova a bussare!" Lo incoraggiò Brock senza però nemmeno fare a tempo a finire.
L'uomo subito aprì e si precipitò all'interno "Tesoro!!!"
Tre volti si girarono verso l'uomo, osservandolo tutti con espressioni diverse. Clelia era a letto e teneva un fagottino tra le braccia, il bambino al suo interno era coperto da una copertina blu. Serena e Ash erano oltre il letto, sull'altro lato che dava alle finestre. La performer era chinata con ammirazione e meraviglia verso la madre che allattava il figlio, mentre Ash se ne stava girato verso il vetro, rigido e imbarazzato. Le orecchie rosse dovevano significare che anche il resto della faccia era così. La kalosiana appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, come per confortarlo di qualcosa.
"Caro..." mormorò esausta Clelia separando il pupo dal seno segnando la fine della pappa. Si sistemò il camice da ospedale e a quel punto diede l'ok ad Ash di girarsi, il quale quando si voltò aveva una faccia tra il traumatizzato, lo sfinito e l'intenerito.
Ernesto si avvicinò al letto e si inginocchio vicino al bambino e alla moglie con gli occhi colmi di lacrime "C-Come stai!? H-Ho fatto il prima possibile e-e.. mi spiace di non essere arrivato in tempo"
Un sorriso comprensivo si formò sulle labbra della donna, la quale gli diede un bacio e passò il bambino al marito con delicatezza. Lui lo guardò come se fosse un tesoro e lo avvicinò al petto commosso. "C-Ciao p-piccolo..." la sua voce era rotta dalle lacrime di gioia che provava in quel momento.
Si era scordato di tutti i litigi vissuti, del malumore e dei pensieri negativi. Tutto era volato via al contatto con suo figlio. Era un sogno che si realizzava, era tutto ciò che contava al momento.
I due allenatori già presenti nella stanza si scambiarono degli sguardi dolci, anche loro rallegrati dalla scena. I loro occhi trasmettevano un certo senso di sollievo, come se ne avessero passate tante.
"A-Abbiamo già deciso il nome, no?" Domandò la conferma di ciò che avevano pensato tempo prima.
"Certo, lui é il nostro piccolo Charlie"
"Charlie... é un nome stupendo!" Esultò Serena giungendo le mani con un sorriso.
La donna la guardò ricambiando e ridacchiando appena "Ho sempre adorato questo nome fin da giovane... succede a tante ragazze di fantasticare ai nomi dei futuri bambini! Sono certa che lo hai fatto anche tu!"
Serena subito arrossì come un pomodoro e squittì consapevole che in effetti due pensierini li aveva fatti e la visione era sempre quella di  bambini suoi e di Ash.
Per qualche motivo anche Ash divenne rosso, ancora di più quando la reazione di Serena diede conferma alle supposizioni di Clelia. Si era immaginato già una parte, adesso anche la seguente?
"...Mi spiace anche di averti lasciata sola..." abbassò mortificato il capo.
Clelia gli lanciò uno sguardo simpatizzante,  con Ash e Serena che giravano i pollici e guardavano in giro altrove come se sapessero qualcosa. "Noooo.. noi non eravamo lì e non abbiamo fatto nulla" mormorò Ash in modo che solo Serena sentisse, anche se alla fine il silenzio della stanza aveva permesso a tutti di udire.
"O-Oh vero.. scusate.. grazie a voi si è risolto tutto" fece un inchino lui scusandosi per averli dimenticati. Se Ash e Serena non fossero stati con lei a quest'ora sarebbero stati guai seri.
"Hanno fatto molto di più..."
 
FLASHBACK
 
Erano passati 10 minuti dalla chiamata eppure l’ambulanza tanto attesa e aspettata non voleva arrivare. "Ragazzi... non... riesco a resistere, devo farlo nascere ora!" Gridò con voce dolorante.
Ash subito ebbe un attacco di panico. Non aveva mai assistito ad un parto nemmeno lontanamente, manco sapeva come funzionavano queste cose, aveva solo letto, sentito o visto film su tali argomenti. "C-COSA!? NO! È pericoloso, bisogna andare in ospedale e non so come si fa a far nascere un bambino!!" Nemmeno nei suoi filmini mentali di lui e Serena adulti con una famiglia si era immaginato di farla partorire.
"N-Non ce la fai proprio!?" Serena era in ansia e sapeva che era l'unica a poterla aiutare in quel momento fino all'arrivo dell'ambulanza, tuttavia passavano i minuti e non voleva arrivare. Come poteva far nascere un bambino? Non era una dottoressa anche se trattava minime ferite di Pokémon. Brock invece sarebbe stato utile anche se aveva di certo più esperienza con parto di uova Pokémon e non umani.
La donna non rispose a voce ma annuì, prendendo tra le mani le lenzuola del letto e stringendole patendo il dolore.
"A-Ash..."
"C-Cosa?" Si girò grondando di sudore. Era un allenatore Pokémon, ci mancava solo quello a complicare la giornata.
"Portami degli asciugamani, qualcosa di dolce, dell'acqua da bere e un altra in una tinozza..." disse lei sistemando il letto in una strana posizione. Tolse le lenzuola nella parte inferiore e le alzò sulla pancia e petto della donna.
Ash subito impallidì e divenne bianco cadaverico "S-Stai... v-vuoi..."
"Muoviti!!! Dobbiamo farlo per forza, ho bisogno del tuo aiuto..." alzò la voce cercando di smuoverlo.
"Ma io non so come..." provò a dire con difficoltà.
Serena lo guardò con occhi disperati e supplichevoli, non poteva farcela da sola e ciò che contava davvero era aiutarli.
"Vado" disse correndo a prendere il necessario.
Passarono almeno 20 minuti e Serena faceva di tutto per aiutare Clelia, Ash si occupava più di tenerla tranquilla e assisterla, mentre Serena provava direttamente a far nascere il bambino.
"Forza vedo la testa!" Fu ciò che disse dopo una ventina di minuti. Dell'ambulanza nessuna traccia e per quanto sembrasse vicino il momento era anche altissima la tensione. C'era ansia e sembravano non passare i minuti.
Ash stava perdendo il controllo e la calma, non si sentiva mentalmente pronto a quelle immagini. Era un enorme trauma; come facevano le donne a sopportare tutto ciò!? Già lui che non era il padre stava crepando! Avrebbe patito lo stesso Serena!? E anche lui al suo fianco?
E si andò avanti finché non fu udibile un urlo straziante e il pianto di un bambino, seguiti da una sirena...
 
FINE FLASHBACK
 
Tanti momenti furono omessi per dimenticare e la descrizione fu minimizzata altamente, visto che Ash preferiva non tornare sull'argomento.
Così, dopo che le ore erano passate e i ragazzi avevano concluso la loro storia, i saluti al piccolo Charlie erano stati fatti e per un attimo tutto il malumore era sparito.
Eppure non tardarono le parole del neo papà, il quale in ogni caso sentiva la mancanza di qualcosa "Mi sento poco degno di essere un padre…” mormorò. Non era riferito agli scoraggiamenti di Ash, piuttosto ancora ai suoi dubbi sul suo di padre e al rapporto che si era ancora più distrutto di quello che si credeva possibile.
Ash ignorò il commento, credeva che avesse imparato la lezione, eppure ancora pensava alla figura del nonno di Charlie che si imponeva sulla sua e lo condizionava. Non riusciva a sentirsi un padre degno perché il suo era orribile e il sangue che gli scorreva nelle vene era tutto ciò da cui si voleva staccare.
La voce di un infermiera riuscì a distrarlo “Scusate? Chi di voi è il signor Carrara?"
"Uh, sono io"
"Fuori dall’ospedale un signora ha chiesto di lei, vorrebbe parlarle subito”
Ernesto guardò la moglie, la quale fece le spallucce confusa, i suoi genitori sarebbero arrivati qualche giorno dopo in aereo e lo stesso valeva per gli amici. Riprese il bambino e permise al marito di lasciare la stanza per andare a vedere chi fosse.
Per qualche motivo, nessuno si sentiva tranquillo al riguardo, così Ash, Serena, Brock e Lidia corsero dietro di lui anche per Clelia.
Una volta sceso nel giardino dell’ospedale, Ernesto si guardò in giro curioso sull’identità del signore misterioso che lo voleva vedere. Forse qualche conoscente che voleva fargli i complimenti? Forse qualcosa da consegnargli? Sembrava troppo strano…
"Ho saputo che è nato subito..." una voce abbastanza vecchia gli arrivò alle orecchie "...Dopo il nostro litigio"
Il pasticciere incontrò la faccia di suo padre, a pochi metri da lui seduto su una panchina. Gli salì immediatamente tensione e furia, aveva abbastanza pensieri al riguardo, era venuto a ricordargli il suo fallimento come padre?
"Che ci fai qui?”
“Lo crescerei nel tuo mondo pieno di danni e pericoli igienici?"
"Io sono suo padre e quindi decido cosa è meglio per lui..."
“E’ lo stesso ideale con cui ti ho cresciuto” ridacchiò l’uomo alzandosi a fatica, nonostante la corporatura abbastanza forte.
Ernesto subito aggrottò la fronte, non gradendo il riferimento e la frecciatina “Sai bene che non intendevo in quel senso”
“Non sono venuto qui per rovinarti il tuo momentino felice, ma per farti una proposta” Avanzò il vecchio con aria furba ma anche molto seria. A nessuno dei presenti piaceva quel tono di voce “Voglio adottare Charlie”
“TU COSA!?”
Fu un grande shock per i presenti che subito iniziarono a bollire per l’arrabbiatura. Voleva davvero portare via Charlie a suo padre!?
“Esattamente, mi spiace per Clelia ma non posso essere indifferente alla presenza di mio nipote e posso dargli un futuro molto più rispettabile e crescerlo come si deve. Avrebbe più chance e dignità, lo faccio solo per il suo bene”
Ernesto si avvicinò pericolosamente con il pugno alzato pronto a colpire “Tu sei un folle!!! Se pensi davvero che ti darebbero l’affidamento di mio figlio hai dei problemi molto seri!”
“Non ti consiglio di farlo… ho tanti amici avvocati che potrebbero accontentarmi in poco tempo e rendere la possibilità concreta. Se finiamo in una rissa avrò anche più campo libero per adottarlo. Pensaci bene, perché è una buona proposta”
“Dovrai passare sul mio corpo! Charlie è mio figlio e di Clelia e tu non lo avrai MAI!”
Ash si sovrappose immediatamente tra i due, con sguardo sempre molto serio e minaccioso, stavolta perl non sembrava sul punto di scoppiare, era freddo “C’è un modo per risolvere questa faccenda” si rivolse verso Carameye e dal suo sguardo si capì molto “Una lotta Pokémon”
“Una lotta Pokémon?” i compagni del ragazzo furono estremamente confusi, voleva mettere un bambino in palio in una lotta?
"Chi vincerà dimostrerà chi aveva ragione in passato… solo su quello. Ciò che è successo è successo e niente lo cambierà, ma avrete una soddisfazione personale. Dopodiché non vi vedrete più” abbassò le braccia ormai sicuro che non si sarebbero azzuffati.
Il nonno del bambino alzò il capo e incrociò le braccia, a cosa gli serviva quella lotta però per il suo scopo recente? “E per Charlie? Chi vince avrà la sua custodia e tutela?”
“Assolutamente no…” rispose Ash “Un bambino non è un premio e nessuno negherà ad Ernesto e Clelia di far da genitori. E’ il loro bambino e non hai diritti su di lui dopo il passato che avete alle spalle. Tuttavia… se vinci potrai decidere tu se visitarlo o no, mentre invece se è Ernesto a farlo toccherà a lui la scelta… che si può cambiare in ogni momento”
Brock, sebbene d’accordo con il piano molto sensato e sollevato che Ash non avesse perso la testa… espresse un dubbio "Uh, Ash loro non sono allenatori, è leggermente diverso”
"Fa lo stesso" rispose diretto l'amico "Questa è la mia filosofia e ha sempre funzionato" poi si rivolse ai due parenti "Allora, avete dei Pokémon con cui lottare? Volete farlo?"
Entrambi ci rifletterono sopra e rapidamente concordarono. Quella storia doveva finire una volta per tutte "Ci sto" dissero entrambi.

"Farò io da arbitro" disse Ash mettendosi ai bordi di un campo lotta nelle vicinanze e dando il via libera ai due di posizionarsi. Ormai sapeva bene come si gestiva una lotta e come arbitrarla, anche se principalmente si occupava di lottare "Una lotta 1 vs 1, il primo che va al tappeto sarà sconfitto”
Entrambe le fazioni schierarono i loro Pokémon. Ovviamente Ernesto tirò fuori il suo Carameye, invece suo padre tirò fuori un Carbink.
"COMBATTETE!" diede inizio alla lotta il ragazzo.
"Carameye attacco Profumino!" gridò Ernesto.
"Caram Caram!" Dal corpo della caramella uscì un gradevolissimo aroma che si sparse sul campo e circondò l’avversario.
"Carbink, attacco Gemmoforza! Ora!" contrattaccò il genitore. Nonostante la sua età riusciva lo stesso a mantenere una certa grinta.
"Bink!" delle rocce gemmate luminose vennero scagliate verso l’avverso, il quale le schivò facilmente e si fluttuò ai bordi del campo lotta.
“Carameye usa Melassa!”
Carameye andò dritto contro Carbink rilasciando una sostanza appiccicosa che lo rendeva molto lucido.  Si aggrappò alla parte rocciosa del Pokémon e questa mossa sembrò essere dannosa e irritante per il Pokémon di tipo roccia.
Serena osservo confusa la scena, non aveva mai sentito una mossa del genere, di certo in nessuna enciclopedia per nessun Pokémon che venisse da Kanto a Kalos "Uh… Melassa?"
Fu Brock a spiegare per lei, essendo da più tempo a Forsia "Quando un Pokémon usa questa mossa non fa un grande danno all'avversario, tuttavia oltre a infastidirlo riduce drasticamente i movimenti, la velocità e l’attacco speciale di quest’ultimo. E’ una mossa specifica di questo Pokémon, per questo non la potevi conoscere.
Sia Carameye che Carbink lottavano per difendere l'onore dei  proprio padroni, i quale continuavano a far susseguire mosse su mosse. Si studiavano a vicenda, ma nessuno dei due sembrava prevalere, sebbene l’attacco Melassa avesse indebolito e affaticato parecchio Carbink.
"Carameye! Usa Megassorbimento!"
"Carbink! Cannonflash!" Un raggio verde e uno bianco furono sparati dalle rispettive bocche dei due Pokémon.
Quando si scontrarono venne creata un’onda d’urto molto potente che li sbalzò indietro. Entrambe le mosse erano superefficaci sull’avversario e l’unico vincitore sarebbe stato colui che aveva più forza d’animo.
I due raggi continuavano a spingersi a vicenda, a volte sembravano agevolare Carbink, altre Carameye. I due non mollavano però e continuavano ad infondere energia.
"Andiamo! Forza!" li incitarono i loro padroni, ormai completamente presi dalla lotta e assetati da quello scontro.
"CARAM!!!!"
"CARBINNNN!!!!"
*KABOOOOOOOOOOOM*
Ash tossicchiò, non riusciva più a vedere nulla. In quello stato non poteva arbitrare e sarebbe stata dura dichiarare il vincitore. Doveva ammettere che se non fosse stato per le motivazioni, quella lotta sarebbe stata grandiosa per assistervi.
Il polverone sparì ed entrambi i Pokémon si rivelarono feriti dai danni ricevuti. Eppure entrambi stavano in piedi per sostenere i loro allenatori. Non potevano arrendersi e mostrare sconfitte le convinzioni che avevano.  
"Car...Car..."
"Bink... Bink..." ansimavano.
Fu allora che un terzo verso, stavolta più un pianto… si unì a quello dei due Pokémon folletto, facendoli subito sobbalzare e guardare in giro.
"UWAAAAAAA UWAAAAA!"
Tutti si girarono a cercare la fonte di provenienza di quei lamenti, chiaramente non di un Pokémon. Vicino a dove erano seduti Brock, Lidia e Serena, era comparsa Clelia con il piccolo Charlie che piangeva come un matto. La povera donna provava a farlo stare tranquillo in tutti i modi ma non ci riusciva.
“Cosa sta succedendo qui!?" chiese Clelia con tono mortificato.
Ernesto corse subito vicino a loro, con sconcerto sul viso. Non doveva essere lì, come avevano potuto lasciarla uscire dalla stanza d’ospedale poche ore dopo il parto e per di più da sola camminando? Non era nelle condizioni per farlo “Cosa ci fai qui!? Dovresti essere a letto!”
“Sentivo che qualcosa non andava e pure Charlie… avevo ragione. Perché state facendo una lotta Pokémon!?” chiese sempre cullando il bebé che non voleva smettere di esprimere il suo scontento.
“Per risolvere la situazione! Tu però devi tornare in stanza con Charlie! E’ pericoloso stare qui, non vi fa bene!”
"No!" controbatté la donna "Questa storia deve finire! Ne va della felicità del nostro bimbo!"
Il papà guardò suo figlio, poteva vederne gli occhi curiosi ma anche tristi e pieni di paura. Il suo bambino stava male, stava soffrendo e lui contribuiva a questo dolore. Non poteva sopportarlo, era il suo papà.
“Non devi dimostrare nulla a nessuno! Lui ti amerà in ogni caso e sarai il suo adorato papà! Noi ti vogliamo così come sei, non hai bisogno di chiarire nulla! Charlie… sa già tutta la verità, sarà lui a dimostrarti e farti capire nel cuore il vostro legame”
“Piccolo mio…” sussurrò prendendolo tra le braccia e avvicinandolo al petto con dolcezza “Avete ragione… mi spiace così tanto”
Pian piano Charlie smise di piangere e si accoccolò alla maglia di suo padre, respirando lentamente “Papà è stato uno sciocchino, ma non si ripeterà più una scena del genere…”
Tutti guardarono la scena con sorpresa, tranne Clelia che sorrise mestamente, finalmente tranquilla. Ne era valsa la pena.
Persino Ash dimostrò sollevazione e approvazione in quel gesto. Aveva capito, era ora. Finalmente era tutto finito ed Ernesto si era cacciato nella zucca cosa contava davvero.  
"Grazie Carameye, ma siamo a posto… credo che ci siano cose più importanti che ricevere la benedizione di mio padre o dimostrare di aver ragione. Andiamo"
"Caram?"chiese confusa la caramella.
"A noi basta essere felici così, abbiamo il nostro piccolo bimbo di marzapane” strofinò il naso contro quello di Charlie, facendolo ridacchiare sebbene non capisse bene cosa stava succedendo. Sentiva solo positività. Ernesto poi si rivolse a suo padre "La lotta finisce qui”
"..."
"Posso anche dare fourfet, non mi interessa. Sii felice e soddisfatto, ridimi addosso, sentiti fiero che non sono riuscito a riallacciare i miei rapporti con te… ma io sono in pace con me stesso. Voglio solo il bene di mio figlio”
"..."
"Sei libero di fare ciò che ti pare”
L’uomo più vecchio invece fece una cosa inaspettata. Estese la mano in segno di pace “Basta così…”
“…?”
“Charlie non potrebbe avere un padre migliore…” concluse chiudendo gli occhi, stavolta con le parole più sincere che avesse mai detto. Era il suo modo di scusarsi per tutto quanto. Ci sarebbero state troppe parole da dire, quelle erano le migliori per riassumere. Tutti ebbero un sussulto, ma ciò non fece cambiare la decisione del padre di Ernesto, che attendeva una risposta.
Alla fine Charlie era stato il legame che poteva salvarli dalla rottura definitiva.
I due si strinsero la mano, sotto gli occhi stupiti di Clelia e gli altri. Il piccolo Charlie cominciò ad agitare le manine e si lasciò coccolare dal padre. Era una così bella sensazione tenere il proprio figlio vicino e sentire il suo cuoricino battere.
Il vecchio fece qualche passo indietro, tenendosi un po' in disparte, ma almeno mostrando un lieve sorriso.
Ash si infilò le mani nelle tasche e lasciò che le sue gambe lo trascinassero chissà dove, lontano dagli altri. Si apposto all'ombra di un albero e lasciò che la schiena si appoggiasse al tronco.
"Pikapi?" Lo chiamò il topino.
Ash era felice per Ernesto... alla fine era andata bene per lui e per la sua famiglia. Più di tutto gli faceva piacere per il bambino, che poteva crescere senza liti e in un ambiente sereno e pacifico. Vero, alla fine il pasticciere si era sentito meglio e aveva avuto quello che voleva, ma a quale prezzo? Aveva rischiato di distruggere la sua famiglia. Per ora lo consolava il fatto che durante la lotta avesse capito da solo la verità.
Eppure... "La mia opinione non cambia" sorrise per metà "Sono felice per loro ma hanno corso il rischio di far crescere il bambino in mezzo ad un caos evitabile. Se era davvero intenzionato ad accadere sarebbe successo da solo. Scegliere quel momento e modo ha solo fatto soffrire tutta la famiglia"
Pikachu si accucciò sulla testa di Ash, guardando oltre la visiera "Chu..."
"Conta che abbia capito ma credo che anche se non si fosse risolta la questione avrebbe dovuto seguire il suo papà interiore indipendentemente da ogni condizione familiare. Lui non è l’ombra del padre e non ha la sua forma. Il passato non lo può condizionare né la figura che lo ha tormentato, doveva trovare felicità in chi amava. Si faranno sempre errori, ci si sentirà inadatti ma se ci si rialza e si segue il cuore, si trova poi ciò che ti porta avanti"
"...Pi?"
"E quando arriverà il giorno  io seguirò il mio di cuore e spero riuscirò anche io ad essere un padre e marito solo seguendo ciò che ho dentro e chi amo... indipendentemente da tutto"
Alzò lo sguardo al cielo, aggrottò la fronte e i suoi occhi vennero sia ombreggiati che illuminata da una strana luce. La mano sembrava poter afferrare il sole che calava all'orizzonte, lontano ma pareva tanto vicino da poterlo toccare, caldo quanto il suo ardore.
L’oggetto tra le mani cominciò a produrre un lieve suono…
“Pronto?”
“Ehi mamma…”
 
...E indipendentemente da te...
 
…E così si è risolta una difficile situazione familiare anche se alcune acqua non possono smettere di scorrere del tutto. C’è chi non riesce ancora a dimenticare e pensa in modo diverso, arriverà anche per Ash l’occasione di affrontare un passato duro e doloroso? Come reagirà? Per ora si sa solo che la sua lotta è sempre più vicina…
…il viaggio continua…


Nota d'autori: 
Ancora ci scusiamo per il ritardo. Vorremo però dirvi che la storia di Ash è vera, basta controllare le informazioni ufficiali su Satoshipedia. Cercate su quel sito e vedrete un sacco di informazioni davvero sorprendenti su Ash! 

E poi vorremmo chiedervi... volete che la pubblicazione di Inazuma Eleven (la nostra fanfiction) Venga fatta prima del sequel di questa storia o dopo? Per noi ovviamente è più comodo dopo, ma vorremmo sentire prima i vostri pareri, la leggereste?

Alla prossima!

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Capitolo 29
*** Giù le Ali,Su le Ali!La corrente vittoriosa! ***


Innanzitutto prima di leggere il capitolo vorrei ringraziarvi della vostra pazienza. Purtroppo a volte il fato tende a remare contro le nostre idee, i nostri progetti, le nostre vite e sfortunatamente è andata cosi. Ora mi sono ripreso completamente dall'operazione(anche se per un po porterò una cicatrice di guerra non proprio invisibile...)e sto bene tuttavia purtroppo arrivano anche gli impegni scolastici e anche altre cose che ci impediscono di riuscir a  calibrare i tempi. Noi non molliamo, cosi come spero che non ci molliate voi, di storie ne abbiamo da raccontare e speriamo di riuscire a recuperare e ripagare in qualche modo la vostra fiducia nei nostri confronti. E' bello sapere che ci sostenete, non potevate farci più felici. Un saluto e ancora un grazie da parte mia e dello staff di Pokemon Luce e Ombra.-Jolteon(Il ragazzo operato all'ospedale)

 

Episodio 26: Giù le ali, su le ali! La corrente vittoriosa!
 
"Staravia Aeroassalto!" ordinò una voce ad un Pokémon uccello.
"Noctowl, Extrasenso!" 
In un ring a cielo aperto due volatili si stavano affrontando con estrema ferocia. Era una lotta all'ultimo attacco, il primo che mandava giù l'avversario vinceva, o meglio… lo distruggeva.
"Bene... direi che possiamo metterlo alla prova” una figura appoggiò la mano su una gabbia con dentro uno Skarmory. 
"Per quanto riguarda Staravia e Noctowl?" controbatté un losco allibratore.
“Prepara per la prova finale il vincitore. Invece Braviary e Flygon li voglio sul mercato immediatamente” Consegnò al suo assistente due pokéball e tornò a guardare gli altri Pokémon ancora chiusi nelle gabbie. 
"E con questo 50 vittorie di fila” dichiarò il proprietario dello Staravia compiaciuto “E’ inutile, sono sempre io che trovo merce migliore!”
L’altro lo guardò seccato “Staremo a vedere se supera la prova finale, allora quando vedrai le piume a terra sapremo se davvero hai l’occhio buono o la testa bacata”
Un uomo più grosso fissò con sguardo scuro e gelido lo Staravia, che tramava sulle sue zampe. Un sorriso crudele si formò sulle labbra della figura che rilasciò una risatina "Molto bene, vediamo chi di voi riuscirà a sopravvivere all’inferno!"
Il vento cominciò ad alzarsi, delle correnti fortissime si concentravano in un unico punto. Si sentì il rombo dei tuoni e l’uomo indico con il bracciò il centro del dirupo, dove le nuvole si erano scurite e si concentravano i venti. 
Una spirale a forma di imbuto prese forma e foglie, sassi e cespugli venivano trascinati in essa, ruotando vertiginosamente. Il tornado si prostrava appena di fronte alla sporgenza e prendeva sempre più forza, alzandosi fino a collegarsi alle nubi nere sopra ad esso.
"Concentrazione!" ordinò il comandante "Preparatevi!" alcuni dei Pokémon volanti vennero disposti in fila davanti al dirupo. Sui alcuni dei loro visi si leggeva la paura e il terrore, su altri l’incertezza, altri ancora la sicurezza. C’era chi cercava in tutti i modi di fuggire ma come ci provava veniva richiamato nella sfera e rilasciato nel punto di partenza. 
"ANDATE!"
*FLASH*
 
Pochi giorni dopo...
 
Ash e i suoi compagni sono appena scesi dalla motonave che li ha portati più vicini all'incontro in palestra. Ormai sono sempre più vicini alla meta e così pure si avvicina lo scontro tanto atteso dal nostro allenatore.
 
"Dobbiamo solo attraversare altre poche miglia e finalmente arriveremo a destinazione! Sento già il sangue ribollire dall'emozione!" disse Ash eccitato.
"Vero! Ormai ci siamo! Oltrepassata questa valle saremo molto vicini a Spumopoli!" confermò Serena guardando il suo pokédex.
"Hai idea di che Pokémon userai Ash?" chiese Brock al ragazzo, avendo comunque un’idea della risposta.
"No" ammise lui scrollando le spalle "A volte improvviso, altre mi organizzo, dipende da che sfida mi aspetta. Penso che nelle prime palestre tenderò ad andare d’istinto”
"Tipico di Ash non voler sapere nulla fino all'ultimo momento" sorrise Lidia. "Beh, vediamo cosa ti inventerai stavolta, dopo il "mangicidio" mi aspetto di tutto!"  ripensò all'ultima lotta che l'amico aveva sostenuto. Mangiare l’avversario era da considerarsi estremo nel vocabolario di Ash?
"Questo posto è famoso per la sua conformazione rocciosa, a quanto pare dobbiamo stare attenti, ci sono parecchi dirupi e crepacci" disse Serena. 
“Basterà prendere la strada più lontana da essi, non abbiamo tanta fretta, ormai siamo vicini!” rispose Ash.
“Non solo” Mostrò il pokédex alzandolo agli altri tre compagni “Sembra che ci troviamo in un vero e proprio interscambio di correnti d'aria. C’è il rischio di incorrere in qualche tromba d’aria”
"Caspita... sembra un crocevia naturale!" esclamò Brock "E allo stesso tempo in questo posto numerosi Pokémon volanti si radunano per riposare dalle migrazioni!"
"Scommetto che a Tweeny piacerebbe tantissimo fare un giretto" pensò Ash "Perché no? Potrebbe fare amicizia con qualche Pokémon volante selvatico e avvisarci se ci sono problemi!" prese la sua sfera poké e la liberò in aria "Tweeny esci fuori!" 
"Twee!!" cinguettò lui. 
"Guarda!" gli fece cenno il suo allenatore indicando il dex di Serena "Qui si radunano vari Pokémon uccello! Potresti conoscerli meglio! Inoltre le correnti sono forti e tu dovresti saperle riconoscere meglio! Avvisaci se la situazione si complica!" 
"Twee! Twee!" cinguettò curioso il canarino blu guardando la simulazione di alcuni Drifloon passare accanto ad alcuni Rufflet. L'idea lo stuzzicava, magari riusciva anche a sapere come se la stava passando la sua famiglia senza di lui. 
"Beh finché non vediamo che l'aria si fa troppo pesante possiamo sfruttare questo posto anche per fare un po' di allenamento, poi riprenderemo il cammino! Che ne dici amico?" disse Ash guardando il suo amico pennuto che concordò istantaneamente. 
Un quarto d'ora dopo i preparativi erano già iniziati e Ash aveva iniziato l’allenamento speciale per Tweeny "Tweeny prova a percepire l'aria fredda, poi quando senti il flusso d'aria calda... sali!" ordinò Ash.
Il canarino blu eseguiva diligentemente, sentiva l'aria sbattere sulle ali e incominciava a distinguerla, erano state poche le volte in cui poteva davvero sentire questi sbalzi di temperatura e correnti del genere. Una folata d'aria diversa da quella che cavalcava si fece viva e arrivò il momento. 
"Twee!" svolazzò in Aria cambiando il cavallone di vento che arrivava. "Si bravo, ci stai prendendo la mano!" esultò Ash facendogli i complimenti. "Peccato solo che non possa volare lì con lui, come ho fatto a Kalos" 
Anche l'altro Pokémon volante del gruppo, il piccolo Vampvulp, di Brock si stava divertendo, sebbene all'inizio avesse dovuto un attimino adeguarsi alla luce del sole. Se da una parte l'uccellino blu si allenava in voli, acrobazie e giri della morte in aria, dall'altra il volpistrello preferiva solo planare vicino al terreno. 
All'improvviso un grande rapace passò di fianco a Tweeny, la sua velocità lo colse completamente alla sprovvista e fu costretto a deviare su un’altra corrente meno stabile “Weee"  cinguettò un po' sorpreso mentre cercava di riprendere controllo.
"Tweeny attento!" si preparò Ash con le mani pronto a prenderlo al volo.
Il rapace, un Fearow si voltò per un attimo sentendo il cinguettio, poi si diresse verso di lui e si posizionò sotto al suo corpo per aiutarlo a prendere stabilità "Row Row!" gracchiò facendo da supporto. Se Tweeny non fosse riuscito a riprendere controllo ci avrebbe pensato lui a prenderlo. 
L'uccellino di Forsia ringraziò, tenendo duro e cercando di cavalcare le varie correnti, passando da una all’altra fino ad arrivare sulla terra ferma "Twee! Twee!" rassicurò tutti una volta stabile. 
"Grande Tweeny!" si complimentò con lui Ash. 
"Mica male il piccoletto" si complimentò con lui una voce alle sue spalle. 
L'allenatore si girò, dietro a lui c'era un uomo vestito con una strano abbigliamento tecnologico ma leggero, una scritta sulla sua giacca declamava la sigla UAT. Non sembrava troppo avanti con gli anni. "Non se ne vedono spesso di Tweeny capaci di riprendersi dopo un brusco cambiamento d'aria come quello"
“Grazie per l’aiuto! Tweeny stava per cadere e un supporto morale gli è servito!”
"Figurati, anche se credo sia in realtà colpa mia e del mio Fearow se in primo luogo Tweeny ha perso il suo bilanciamento" poi si rivolse al compagno pennuto "Ottimo lavoro Alpha torna pure giù!"
"Fear!"
Ash scosse la mano, facendogli capire che non era un problema affinché Tweeny non si fosse fatto male “Imprevisti come questi accadono, aiutano con gli allenamenti!” Tweeny lentamente ritornò sul braccio di Ash, poi insieme all’allenatore e ai suoi amici guardarono gli sconosciuti. 
"UAT?" Serena notò la scritta sulla divisa dell’uomo. La indicò e alzò la testa con sguardo interrogatorio. 
"Giusto, non mi sono presentato. Per ragioni di sicurezza il mio nome vero deve rimanere segreto, quindi voi potete chiamarmi Sparviero 1 e lui è il mio compagno Alpha!" indicò lasciando appoggiare il grande rapace sul suo braccio"
"Lavoro?" chiese Ash incuriosito "E come mai questi nomi?" si grattò la testa confuso. Era un agente segreto o qualcosa del genere?
Il ragazzo puntò il pollice sulla sigla posizionata sul petto. “UAT sta per Unità Anti Tornado. In altre parole faccio parte di un gruppo di allenatori specializzati nel tipo Volante, difendiamo  i passanti, i villaggi vicini e i Pokémon uccello dalla minaccia dei tornado che spesso si abbattono in zona. Usando le tecniche giuste riusciamo a dissiparli prima che diventino troppo grossi e in caso siano già distruttivi cerchiamo di placarli o rallentarli”
“Infatti il pokédex indicava che in questa zona se ne sarebbero potuti generare di violenti” commentò Lidia guardandosi in giro. Per ora non ve ne erano e non era nei suoi programmi imbattere in uno di quelli. 
"E' incredibile!" si emozionò Ash. "Insomma voi combattete i tornado un po' come se fossero lotte Pokémon? Mi piacerebbe vedere come eseguite il vostro lavoro!" Tweeny annuì insieme al suo allenatore "Così magari prendiamo degli spunti per migliorarci!" 
"Apprezzo il tuo entusiasmo, m purtroppo non è roba per amatori combattere i tornado a viso aperto come lo facciamo noi" 
"Non sono un allenatore novellino”
“Non intendevo quello, intendevo che servono Pokémon di tipo volante con corporatura più grande per certe difficoltà e inoltre noi andiamo ad affrontare il pericolo a viso aperto. Sarebbe troppo pericoloso tenervi con me, non voglio avere la coscienza sulla spalle” Cercò di convincerlo il poliziotto del cielo.
Ash sospirò, comprendendo le ragione dell’uomo “Capito…”
"Credo che fareste meglio a spostarvi, a breve ci sarà una tromba d’aria. Io e i miei compagni stiamo agendo per prevenire danni, quindi è meglio per la vostra sicurezza che andiate via. A Ovest se volete raggiungere la città più vicina, attraversando il campo Granato"
I ragazzi annuirono e salutarono l’uomo, rimettendosi in marcia “Buona fortuna con il vostro lavoro!" disse Serena. 
"Non serve fortuna se sai come svolgerlo!" rispose Sparviero 1 salutandoli con il braccio. Era sicuro di come lavorava, questo era certo. 
Il gruppo continuò a camminare come era stato consigliato loro, continuarono fino ad arrivare alla periferia di un piccolo villaggio, dove decisero di fermare per un’altra sosta. Ormai erano parecchio lontani dall’area pericolosa e non correvano rischi. Approfittarono del tempo libero per riposare e rifocillarsi, con grande felicità di Ash e una volta soddisfatti i bisogni primari dell'allenatore e dei suoi altrettanto affamati Pokémon, si rimisero ad allenarsi per la lotta in palestra.
Ash sapeva che se voleva disporre in campo certi Pokémon doveva assicurarsi che fossero allenati al meglio. Tweeny in particolare necessitava di pratica viste le tattiche di lotta che gli erano saltate in mente vedendo Sparviero 1.
"Forza Tweeny rimettiamoci al lavoro!" Incoraggiò Ash con determinazione.
"...Scusate"
Vi fu un'inaspettata interruzione, che portò tutti a girarsi in direzione della voce.
Davanti a loro si trovava un'agente Jenny, come al solito identica alle sue colleghe Forsiane. Quanto avrebbero desiderato riuscire a riconoscerle senza dover ricorrere a guardare la spilla sulla cintura che in base alla città mostrava colori differenti.
"Uh... si?" Chiese Ash avvicinandosi all'agente. Per l'ennesima volta veniva cercato... così sembrava un criminale.
"Sei tu Ash Ketchum?"
"Di nuovo si..."
Lidia smorzò un sorrisetto, quante ne aveva combinate durante i suoi viaggi? "Ash siamo sicuri che non ci nascondi una doppia vita da furfante o pericoloso criminale? Vieni fermato ovunque! Sei diventato famoso per qualche tua bravata?" Scherzò lei. 
"Eh piantala!" Rispose Ash imbarazzato e costernato, così sembrava davvero che fosse un poco di buono. Ci mancava solamente l'ennesimo quarto grado.
Serena rilasciò una risatina flebile, al massimo Ash era famoso per aver salvato il mondo decine di volte, non per aver combinato guai. O forse entrambi effettivamente, ma non guai negativi. 
Lidia la fissò con un ghigno e cercò di prenderla in giro "Ti sei innamorata di un ragazzaccio eh? Non sapevo avessi questi gusti! Anche se succede spesso che le dolci ragazze si prendano una sbandata per cattivoni!" Le disse attaccata all'orecchio, facendo arrossire subito Serena come un pomodoro. Non riuscì a rispondere come si deve, ma fu qualcun altro a scattare.
"Oh agente!!! La prego prenda me come suo prigioniero e mi ammanetti con il nostro legame! Ormai tanto ha già arrestato il mio cuooooooooOOOOOOOHHHH-...." 
Un cagnolino molto familiare azzannò il didietro del medico, il quale fu trascinato via come sempre per evitare imbarazzo a tutti gli altri, forse un po' troppo tardi.
Jenny si schiarì la voce e si rivolse all'allenatore "Beh, credo che qui siamo abbastanza isolati per parlare senza che nessuno ci possa spiare..."
"Perché ci dovrebbero spiare?" Domandò alzando il sopracciglio Serena ed esprimendo un po' di sconforto.
"Perché..." spiegò la poliziotta "Ultimamente nessun posto é sicuro. Per farla breve, sono stata incaricata di cercare dei criminali"
Ash rimase confuso "Che criminali? E perché io?" Sperava di non essere ancora accusato di qualche bravata involontaria.
"Spiegherò tutto una cosa per volta" sentenziò "Per quel che riguarda i criminali, ultimamente qui a Forsia ci sono stati diversi strani movimenti di già noti trafficanti di Pokémon. Tutto ciò ovviamente é collegato al mercato nero. É da molto tempo che stiamo indagando ma scovare diversi criminali é difficile e come se non bastasse ci hanno riferito di alcuni compratori molto particolari, che agiscono nell'ombra con dei Pokémon particolarmente forti. Non sappiamo come li allenino né i loro scopi, ce ne stiamo occupando. Tuttavia sappiamo che in certi ambiti anche i cacciatori possono allenare a forza le loro prede"
"É terribile!" Disse Lidia con ribrezzo. Sembrava un'indagine molto cupa, ma rientrava nei suoi standard da detective.
"Il punto è che abbiamo dei sospetti, potrebbero appunto esserci in zona delle persone che si occupano di allenare i Pokémon di tipo volante e poi venderli su questo mercato introvabile. Ci sono i presupposti per riuscire ad arrivare nel cuore dell’attività illegale e sventare commerci illegali di staffa mondiale"
Ash si sguardò attorno, ricordando le parole del ragazzo incontrato "Per caso c'entrano le trombe d'aria e l'ambiente?"
Jenny annuì "Esatto. I tornado che vengono dissipati dalla squadra di polizia aerea possono anche essere usati come tecnica di allenamento. Come voi poco fa pensavate"
Ash si irrigidì "Ci stava osservando?" Dopotutto il pranzo era durato per molto tempo anche se avevano appena finito, quindi doveva essere da un bel po' che li teneva d'occhio. La cosa lo metteva abbastanza a disagio.
"Diciamo di si, da quando siete sbarcati" ammise l'agente alzando le mani come se fosse colpevole.
"Ok... ma perché!?" 
Lei sospirò, tirando fuori un resoconto su carta "Tu sei Ash Ketchum, nato e cresciuto a Biancavilla nella regione di Kanto, il 22 Maggio e hai 18 anni..." i ragazzi rimasero impalati di fronte ai dati precisi di Jenny "Corretto?" 
Ash si limitò ad annuire, essendo l'unico a sapere tutte quelle informazioni, a parte Serena e Brock che però non potevano confermare al posto suo. 
"Ti chiederai come so queste cose e perché mi sono informata sulle tue generalità..." annuirono tutti ancora. Eccome se volevano; era inquietante "La spiegazione é semplice, sono venuta a chiederti aiuto" 
"Aiuto?”  Indicò se stesso. Non capiva, perché venire a cercarlo per aiutare? Non era un poliziotto, ce ne erano a milioni che potevano fare un lavoro migliore.
Jenny continuò a leggere "Si, vedi... io ho bisogno di un infiltrato. Potrai di certo chiederti perché te e non un normale agente con più esperienza. La risposta è che si sente molto parlare di chi sei e quello che hai fatto per il mondo e mi sono consultata con delle colleghe dopo il caso Malamar..."
Ash abbassò la testa, sentendo la mano di Serena che si poggiava sulla sua spalla. Lui non era uscito eroe o vincitore da quell'esperienza.
"La Jenny con cui avete collaborato mi ha consigliato di cercarti e ti ha raccomandato per questo incarico. Mi sono informata sul tuo passato e ho contattato un sacco di colleghe in giro per il mondo, in tutte le regioni in cui sei andato... la quantità di informazioni e missioni in cui hai dato aiuto è impressionante. Riempirebbe parecchi faldoni. Il tuo curriculum nelle leghe e storie di passati scontri mi hanno intrigata”
“Fossi così famoso sarei già maestro Pokémon” pensò lui sentendosi fin troppo elogiato. Salvare il mondo era emozionate, a volte anche grandioso ma non era un lavoro vero e proprio e preferiva evitare cataclismi universali. 
“Per questa missione é probabile che servirà affrontare prove in modo da ottenere la fiducia e il rispetto dagli altri membri del mercato nero. Ho bisogno di un allenatore particolarmente abile, che sappia nascondere o usare la sua abilità nella lotta se necessario, che riesca a scoprire più informazioni e rimanere nel giro di lotte dei miei sospettati. So anche che hai un Pokémon volante e ne ho ora la prova"
Ash rimase ad ascoltare, in pratica volevano reclutarlo per una missione difficile dove come al solito avrebbe rischiato il tutto per tutto. 
"So dove mandarti ad indagare e conosco tutti voi, quindi mi aspetto solo una risposta”
Non era sicuro di cosa fare, aveva avuto già fin troppo a cui pensare: gli allenamenti, la palestra... e troppe esperienze alle sue spalle di questo tipo. Aveva promesso che dopo Malamar si sarebbe preso una pausa da questo genere di cose, anche perché ormai la prova che chi amava rischiava quanto lui era eclatante. Non serviva ricordare i lividi addosso a Serena.
Malgrado tutto sapeva che non poteva rifiutare di aiutare qualcuno. Era inutile, era nel suo DNA… aveva nel sangue quello spirito combina guai o eroico che doveva dare tutto se stesso per portare il bene. Ad essere sinceri forse questo poteva aiutarlo nel suo allenamento con Tweeny.
Osservò i suoi compagni che dietro di lui non dicevano nulla, tuttavia leggeva i loro sguardi. La decisione era sua, non si sarebbero intromessi, anche se gli occhi di Serena esprimevano oltre alla comprensione anche un accenno di preoccupazione. 
Serena perdonami ma è più forte di me… 
"Ok"
...
Tweeny era certo che se sua mamma avesse saputo in cosa si cacciava lo avrebbe riempito di alate, anche perché la posta in gioco era molto più alta che sgraffignare cibo ai passanti. Si parlava di entrare in un circolo vizioso d'azzardo, sfruttamento… con l’intento di uscirne vincitori. Per un passerottino come lui la cosa poteva risultare abbastanza complicata.
Con Ash però sapeva di potercela fare, non era più il Pokémon di una volta, stava crescendo. La sua vita era nuova, il passato ormai lo poteva dimenticare, anche se i ricordi della sua famiglia sarebbero rimasti per sempre. 
Era notte fonda, il canarino se ne stava sulla spalla del suo allenatore, il quale si avvicinava nell’aera indicatagli dall’agente Jenny. Aveva dovuto indossare vestiti meno appariscenti, che non ricordassero un allenatore in viaggio o che non lo rendessero una figura riconoscibile. 
Aveva lasciato tutti i suoi Pokémon a Serena e gli altri, compreso Pikachu, il quale avrebbe voluto avere accanto ma sempre per conto della poliziotta era dovuto rimanere indietro. In effetti il topino era come la sua mascotte e con tutto quello che avevano passato in anni c’era anche la chance che vedendoli assieme li avrebbero riconosciuti e addio copertura. Il ragazzo con il Pikachu in spalla non esisteva al momento. 
FLASHBACK
 
"Ricordati, devi cercare di impressionarli ma non troppo. E’ probabile che dovrai far lottare il tuo Pokémon come se non fosse tuo quindi inizialmente sii un principiante. Pian piano se continui a vincere ti farai strada verso i ranghi più alti e potrai mostrare sempre di più la tua forza”
“Non troppa potenza… capito”
“Il tuo compito è cercare informazioni ovunque senza farti scoprire. Nel tuo cappello c’è una microcamera con auricolare e sarà determinante in caso non trovi nulla di scritto. Basterà che sia tutto registrato e il gioco è fatto”
“Ok…”
“Hai tre giorni di tempo per riuscire nella missione. Al calare del sole dell’ultimo di essi dovrai tornare, che ce l’abbia fatta o meno”
"Ehi Ash!" si avvicinò Lidia mettendogli il braccio intorno al collo, cercando di far calare la tensione "Vedi di tornare integro o lascerai tutti quanti a mani vuote! Specie una persona!" si riferì chiaramente a Serena, lanciando un’occhiata alla performer. 
Stavolta miracolosamente Ash colse la frecciatina, nemmeno tanto falsa. Serena non lo guardava dritto negli occhi, teneva le mani dietro alla schiena come se volesse dire qualcosa. Era agitata per lui, lo aveva capito molto bene e gli si stringeva il cuore a vederla così. “Serena…”
“Ash” mormorò a bassa voce alzando lo sguardo “Fa attenzione…”
“Lo farò, non preoccuparti” fece un passo in avanti e l’abbracciò in un momento breve ma pieno di affetto.
 
FINE FLASHBACK
 
"Il vincitore è Orco Volante" annunciò una donna mentre girava il piattino delle scommesse “A quanto pare dovrà affrontare la prova se va avanti così”
“Ho buon occhio per i Pokémon, con questa fanno 23 vittorie di fila" disse spavaldo uno dei due lottatori mentre il suo Yanmega se ne stava sopra un Dustox quasi soffocato. "Coraggio mezze tacche! Non c'è nessuno che ha la voglia di sfidarmi!?”
Nessuno dei presenti si fece avanti, la maggior parte discuteva sul da farsi, sul chi doveva andare avanti per primo. Nessuno però si buttava a capofitto nella sfida, vista la forza della coppia.
“Siete solo dei codardi, nessuno che tira fuori i denti e sfida l’orco? Nemmeno avete la dignità di chi fallisce provando!?" rise di gusto prendendoli in giro. Tanti di loro poteva semplicemente non essere interessati alla lotta e l’uomo lo sapeva benissimo che non tutti erano impauriti. Tuttavia a lui importava solo lottare e dimostrare che era un buon cacciatore. 
"Nessuno?" tuonò lui vaneggiando ancora di più. 
"Io" disse una voce dietro a tutti. 
Si sentirono dei passi e un varco tra la gente si aprì. Lentamente dalla folla si staccò un ragazzo dai capelli corvini, con il suo Tweeny in spalla. Il gruppo si chiedeva chi fosse, non lo avevano mai visto durante le loro lotte o a caccia di Pokémon. Era sbucato dal nulla.
"Ahaha un Tweeny contro il mio Yanmega?! Smamma mocciosetto, se vuoi entrare nel giro devi fare sul serio!" si prese gioco di lui il lottatore. Un ragazzino del genere non poteva sfidarlo e pensare di vincere se si presentava con un Pokémon come quello. 
“Lascia che sia la lotta a parlare” rispose con semplicità Ash, cercando di sembrare il più naturale possibile. Cacciò le mani nelle tasche, mentre la gente intorno bisbigliava intrigata dalla risposta.
L’uomo digrignò i denti “E’ un Pokémon di primo stadio e lo puoi catturare in qualunque boschetto, a meno che non è evoluto e ha qualità non serve a niente. Una mezza cartuccia rischia solo di farsi male contro di noi”
“Vuoi parlare tutto il giorno o lottiamo?” insistette Ash con la testa alzata quasi in fare arrogante. 
“Uhhhhhh!!” Si sentirono gli altri che con curiosità non aspettavano altro che uno scontro.
L’uomo si guardò in giro, poi tornò a rivolgersi ad Ash con un sorriso mesto “Va bene, facciamolo, ma non mi prendo la responsabilità per il sangue secco che sporcherà il suolo” il suo sorriso divenne sadico e colmo di sicurezza. Sapeva che avrebbe stracciato quei due poppanti senza nessuna fatica. Due stuzzicadenti, altro non erano. 
"Come ti chiami pulce?" lo squadrò l'avversario. Se era un membro nuovo della comitiva doveva per forza avere un nome in codice.
Ash sentì già le prime gocce di sudore freddo. Lanciò un’occhiata veloce a Tweeny per un’ispirazione e la trovò immediatamente "Mi chiamano… Penna Blu" rispose lui. Non era previsto che usassero nomi del genere anche se Jenny aveva avvertito che usare i nomi reali era raro in questo genere di attività illegali. Ne aveva in mente uno da vera persona, ma visto che aveva sentito dei soprannomi particolari tanto valeva adattarsi. 
"Prepara il tuo volatile Pulce Blu…” lo canzonò l’uomo mentre andava verso la sua postazione.
"Penna Blu vs Orco Volante" annunciò la donna che arbitrava l’incontro “Cercate di non uccidervi”
“Ucciderci?” Domandò Ash reprimendo uno squittio di disagio.
“Si vede che sei nuovo. Pensi davvero che per allenare la merce del mercato ci limitiamo a semplici lotte? La forza si tira fuori solo quando esce il vero lato selvaggio. Niente limiti o confini, si lotta finché non si è stremati come se fosse una lotta a chi sopravvive!”
“…” Ash non commentò, se lo avesse fatto avrebbe detto cose che lo avrebbero smascherato. Gli faceva schifo questo genere di ragionamenti. Non aveva mai assistito a nulla di simile. 
"Al mio segnale... pronti? Via all’inferno!" gridò l'arbitro.
"Tweeny inizia con Attacco D'Ala!" gridò Penna Blu. 
"Twee!" rispose il canarino lanciandosi all'attacco. Le sue ali divennero color argento e si avvicinò verso il suo avversario come se fosse una vera lotta in palestra.
"Yanmega Lacerazione!" contrattaccò il suo avversario.
"Mega Yanm!" ronzò il suo Pokémon. La libellula arrivò vicina all’avversario e i due attacchi collisero. Dallo scontro subito si poté notare lo sbilanciamento di Tweeny, il quale cominciò a perdere quota.  Lacerazione aveva avuto la meglio e il canarino ne stava subendo pienamente gli effetti.
"Bene e scaraventa quel microbo dove più ti è comodo! Stanotte non c’è bisogno di affaticarsi troppo!" ridacchiò Orco Volante tendendo il braccio verso la sua preda. Il suo Pokémon reagì immediatamente e una ventata a distanza ravvicinata spinse Tweeny verso il terreno, facendolo collidere contro esso.
“Twee…” biascicò il volatile azzurro, stramazzato al suolo. Non avevano cominciato per niente bene, la situazione stava già sfuggendo di mano.
Ash non fiatò, cercando di pensare a come ribaltare la situazione invece di farsi prendere dal panico, cosa che mai succedeva. Doveva aspettarsi che gli avversari non erano facili e che non stava lottando con Pikachu, casi in cui non importava chi avevano di fronte.
"Cosa c'è? Ora ti sei bloccato? Vedi di svegliarti o farai la figura del fallito codardo! Yanmega, centra il pennuto con Forzantica! Schiacciamolo a terra come un moscerino!" Le zampe di Yanmega si aprirono ed esso si appiccicò al corpo dell’uccellino per tenerlo fermo al suolo. Iniziò a caricare energia e delle rocce si manifestarono sopra di loro. Tweeny, non trovava la forza necessaria per togliersi di dosso il rivale, il quale aspettava solo l’ultimo istante per togliersi.
I sassi continuarono a precipitare fino a che non furono a pochi centimetri dal canarino. A quel punto sul volto di Penna Blu si manifestò un sorriso "Avanti Tweeny! Usa Beccata sulle sue zampe!" 
Il becco di Tweeny si allungò prendendo un colorito bianco accesso e iniziò a colpire ripetutamente le zampine piccole di Yanmega, il quale rimase preso alla sprovvista e iniziò a divincolarsi per evitare di essere beccato ulteriormente. "Twetwetwetwetwetwet!”
Le zampe di Yanmega però erano facile bersaglio con la massa ingombrante che impediva lui di spostare più di quanto non stesse facendo. Continuando così non solo avrebbe continuato a ricevere danni, ma la sua preda sarebbe scappata.
"Nynynynynynynyny!" continuava a beccare il canarino sembra più rapidamente. Yanmega cercò di evitar un colpo dritto in mezzo alle sue zampe ma fu tutto vano e la zona sensibile del suo corpo, non protetta dalla pellaccia dura che aveva sul dorso, venne centrata in pieno.
“MEEEE!!” si staccò da Tweeny, il quale ne approfittò per darsela ad ali levate e sparire come un missile via dall’area di collisione delle rocce. 
*THUMMM* si sentirono i fragori dei massi che sbattevano sul terreno e anche i gemiti di Yanmega, trascinato con loro contro il suolo. 
Tweeny si liberò in aria, fermandosi appena sopra il polverone. Era ora di chiudere la lotta "Aiutiamo l’orco a tornare da dove è venuto! Attacca con Furia!” 
L’uccellino planò verso il nemico e bastò un solo colpo netto per dichiarare l’esito finale. Yanmega non riuscì più a tornare a lottare, ormai la vittoria era chiaramente dei nuovi arrivati.
"Il v-vincitore è..."balbettò l'arbitro donna stupefatta, come il resto del pubblico tra l'altro. “Penna Blu con il suo Tweeny” 
Ash non aspettò oltre, con un cenno del braccio aspettò che Tweeny si depositasse su esso e si allontanò. All’inizio era davvero risultato in svantaggio e aveva sottovalutato la cosa, ma in fondo la situazione si era ribaltata di colpo e in pochi attacchi aveva vinto. Era riuscito a far sembrare di aver progettato tutto fin dall’inizio. 
Non gli importava gran che come lo guardavano tutti gli spettatori, o almeno il piccolo gruppo che conteneva questo pubblico. Non badò nemmeno ad Orco Volante che non riusciva a capacitarsi della sconfitta. L’avversario si accasciò a terra e cominciò a prendere a pugni il pavimento. Fosse stato per Ash, sarebbe tornato indietro a stringergli la mano, era sportività spontanea, ma se l’avesse fatto sarebbe andato contro il profilo creatogli dall’agente Jenny. 
…  
L'allenatore e il suo Tweeny passeggiavano silenziosi guardandosi meglio attorno. Era proprio un posto squallido, il solo trovarsi lì lo faceva star male, dava ribrezzo e vergogna. Lotte all’ultimo sangue, scommesse, allenamenti da tortura, commercio di Pokémon… e questo era solo l’inizio. Non voleva nemmeno immaginare come fosse l’ambiente dove si svolgeva il mercato nero, ciò che si provava. Gli veniva quasi da vomitare al pensiero di come venivano trattati quei Pokémon. 
Li avrebbe fatti finire tutti in una cella, o avrebbe contribuito. Ne era sicuro, più ora di come non mai.
Una mano si posò sulla sua spalla, facendolo sobbalzare appena. Si girò subito, trovandosi davanti un ragazzo un po' più grande, non aveva un’aria inquietante come gli altri "Complimenti ragazzo, vedo che ci sai fare..." 
"...Saresti?" provò ad atteggiarsi come Paul. In quel momento doveva cercare di assomigliarli, diventare come il suo gemello. Non c’era riferimento migliore. 
"Il mio nome non ha importanza per ora, ma sappi che ti ho osservato nello scontro che hai sostenuto prima. Hai talento, sconfiggere Orco Volante non è roba da poco... soprattutto per un novellino”
"Che vuoi da me?" 
"Mi intrighi, come hai detto che ti chiami? Penna Blu?” Domandò, ricevendo un cenno di approvazione dalla testa di Ash “Ascolta Penna Blu, noi cerchiamo gente tosta e in gamba se capisci cosa intendo. Per i nostri scopi e l’interesse di tutti insomma... Alla fine siamo come normali cacciatori Pokémon, solo più specializzati. In fondo è un lavoro come altri, non credi?" 
L’allenatore di Kanto scrollò le spalle senza rispondere. Forse si, forse no… quello che doveva dire. Assolutamente no era quello che pensava nella testa. Un lavoro? Era solo un metodo assurdo e spregevole di fare soldi, senza davvero impegnarsi e facendo del male fisicamente, emotivamente e psicologicamente a delle creature viventi. 
“Sono un portavoce diciamo. Il rappresentante di questa squadra di cacciatori è… beh meglio non averlo contro. Abbiamo ricevuto dei dati riguardanti te dal nostro reclutatore e ci interessi parecchio. Il boss ti vuole presente alla prossima riunione delle piume tinte”
“Hmm”
“Mostra questa tessera” tirò fuori un cartellino e glielo mise in mano “Di pure che ti manda  Becco Nero. La riunione è dopodomani pomeriggio, alle 14.00” 
"Ti chiami così dunque”
“Nome in codice sì, i nomi veri sono strettamente confidenziali”
"Naturalmente" 
"Allora ti auguro buona fortuna… Penna Blu..."  
Era già notte nella dimora nascosta dal mondo, mascherata tra le rocce dell’appennino montano. Non sapeva bene dove si trovasse, l’unica cosa che ricordava era la strada di ritorno. 
La sua stanza era tra tante altre di un piccolo dormitorio. La luna illuminava la stanza per metà, dando l’aria di essere in un carcere. Ash se ne stava sdraiato a pancia in su sul letto, con le braccia conserte dietro la testa. Tweeny dormiva pacificamente di fianco al cuscino, raggomitolato nell’ombra.
Il ragazzo fissava il cielo fuori dalla finestra. Chissà come se la cavavano i suoi amici. Serena doveva essere in ansia per lui, non c’erano dubbi. Già il solo sguardo che gli aveva rivolto prima di andarsene rendevano chiaro che lui era uno stupido e lei era fantastica. “Mi mancano i miei amici… Pikachu… Serena…” voltò lo sguardo verso il soffitto “…Brock e Lidia…”
Sembrava strano essendo passato un solo giorno, ma non era quel genere di mancanza sopportabile. Sentiva il disagio, gli mancava sentirsi al sicuro, sentirsi affiancato da coloro che amava. Si ritrovava solo, beh c’era Tweeny quindi non del tutto, ma era sempre dura sentirsi in pericolo in ogni secondo. Vedendo cosa accadeva si era convinto che li avrebbe incastrati ma non sapeva davvero  i rischi che correva e quanto gli conveniva.  Era l’ultima volta che accettava di svolgere certe missioni.
“Non so cosa abbia fatto per meritarvi…” pensò a Pikachu e Serena, ora probabilmente in pensiero e forse anche loro svegli a pensare a come se la passasse. Lo sopportavano da anni e non si erano tirati indietro per evitare rischi e pericoli. 
“Rotto il guscio, piccolo Staraptor?” 
Ash si mise subito in piedi, guardando con attenzione la soglia della porta e scrutando nell’ombra “Sei riuscito ad entrare senza problemi vedo”
L’allenatore camminò quatto verso la figura nascosta nell’ombra. La parola d’ordine era quella giusta, quindi era il suo informatore. Jenny aveva spiegato che qualcuno avrebbe permesso lui di farsi raccomandare nella liste dei novellini e sempre lui avrebbe fatto da tramite tra l’organizzazione e il mondo esterno. “Tutto a posto credo”
“Può essere frustrante, ma ci farai l’abitudine, devi sopravvivere tre giorni… io è anni che sono qui, tutto tempo servito a costruirmi una copertura che regga. Ho perso la mia vita praticamente, non so più chi sono davvero, non ho la libertà… eppure è una cosa che faccio per il mondo e ciò mi basta…” un attimo di silenzio precedette la ripresa del discorso “Sembro melenso e mieloso”
“No affatto” negò Ash.
“Ho perso troppo tempo e detto troppe parole…”
“…”
“Cerca di non farti contaminare”
“…”
“Sii freddo, niente disperazione. Caccia via la felicità e la tristezza, la compassione e ogni traccia di pietà. Altrimenti qui non troverai spazio”
“?”
“Finirai per crollare” la luna tornò ad illuminare lo stipite della porta, trovandovi solo Ash e nessun altro.
Il ragazzo tornò a sedersi sul letto e abbassò la testa tra le mani, i palmi e le dita che toccavano la faccia e si sfregavano contro essa su e giù, come per massaggiare via il nervosismo e la disperazione “Perdonami…”
La mattina del giorno successivo Ash scese dagli alloggi e andò verso la piazzetta dove ancora nessuno stava passeggiando. Si era svegliato presto, anzi quasi non aveva dormito con tutta l’angoscia che aveva. Non riusciva a chiudere gli occhi pensando a quei poveri Pokémon e lo schifo di persone che lo circondavano. 
Continuò a camminare, si aspettava di essere l’unico per parecchie ore, invece si sentirono delle voci lontane. Si avvicinò in direzione di esse per capire meglio cosa stava accadendo, quando le urla si fecero più vicine rimase pietrificato sul posto. La gente radunata attorno ad uno Starly brutalmente scaraventato a terra da un Mandibuzz. 
Il ragazzo stringe i pugni, sentendo le unghie stringersi sulla sua pelle. Gli tremavano gli arti, pronti a scagliarsi contro la faccia di qualcuno. Tuttavia non poteva farlo, per quanto stesse implodendo per poter correre in mezzo a quei bifolchi e fermarli… lui non poteva. 
"Trova le prove e poi dopo potrai fargliela pagare come si deve..." disse sospirando a bassa voce, riferendosi a se stesso “Ce la farò, come ho sempre fatto”
"Penna Blu" lo richiamò una voce appartenente ad un individuo più grande di lui. 
"Che c'è?" disse parendo svogliato l'allenatore. Cercava con tutto se stesso di parlare come se non ci fossero problemi, come se fosse tutto normale. 
"Oggi sei affidato a me, devi conoscere l'ambiente quindi ti porterò a fare un giro di perlustrazione" rispose l'altro facendogli cenno di andare con lui. 
Ash fece le spallucce, giusto in tempo per farsi vedere. Una volta fuori dal campo visivo dello sconosciuto il ragazzo abbassò il capo "Se proprio devo..."
Il giro che gli aveva fatto fare era fin troppo completo. Gli stava facendo vedere tutte le aree in cui lavoravano, illustrandogli persino cosa facevano e come. Tranne per quei luoghi già occupati, la sola immaginazione faceva malissimo ad Ash. 
"Ed è qui che avvengono le sfide ufficiali”
“Che differenza c’è con quelle che fanno tutti?”
“Quelle sono meno serie, per mettersi in mostra o piccole dispute infantili. Qui invece si affrontano delle lotte ufficiali, alcune organizzate. Il tutto perché il bottino migliore venga notato e si rafforzi. A quel punto si passa alle fasi successive che però sono riservate ai folli”
“Ai folli?”
“E’ presto per te”
Ash deglutì. Altro che allenamento, quella zona era maltrattamento di Pokémon. Chi si credevano di essere per fare certe cose? Come si potevano alzare il mattino e arrivare a fine giornata? Considerarsi persone?" 
Arrivarono in un campetto dove altri due si stavano allenando, o meglio… stavano facendo combattere i loro Pokémon come belve feroci. Senza avere il minimo rispetto o pietà per l’avversario. 
"Ti allenerai qui se vorrai. Prima però devo spiegarti ancora delle cose” disse l’uomo continuando a camminare e passando oltre il campetto disponibile. Ash rimase zitto e seguì senza opporre la minima resistenza o fare domande. 
Ben presto si trovarono in uno spazio più ristretto, all’interno di un tendone sorvegliato da due guardie "E' con me" rassicurò l'uomo alle sentinelle, permettendo ad entrambi di accedere al suo interno. "Vedi Penna Blu? Questi sono i bottini di caccia che accumuliamo e rivendiamo"
Ovunque, era pieno di Pokémon di tipo Volante. Da destra a sinistra, file e file di gabbie e recinti dove si trovavano rinchiusi. Alcuni lanciavano lamenti di sofferta prigionia, altri invece se ne stavano tranquilli, probabilmente rassegnati al loro destino. 
Camminava tra esse, lanciando sguardi ai suoi piedi, dove erano posizionate le gabbie più piccole. Un sacco di piccoli volatili che al solo sguardo cambiavano direzione impauriti. Tra chi non si comportava così c’erano quelli che imploravano pietà attraverso occhi lucidi e pronti a versare lacrime. Lo scambio di messaggi che c’era tra Ash e questi Pokémon era terribile. “Vi salverò” Cercava di far capire loro con un sorriso rincuorante “Uscirete da qui, ve lo prometto”
"Come funziona tutto questo? Semplice. Ci sono dei ritrovi fissi e altri invece in diversi punti delle regioni conosciute. Ci si ritrova come ad un mercato e si trova di tutto e di più, per chi è del giro o conosce gente che ne fa parte è facile far circolare offerte o trovare ciò che serve”
Ash digrignò i denti, trattenendo l’istinto di dargli un calcio dove ora poteva “Come li catturate?”
L’uomo si girò un attimo senza rispondere, eventualmente prese la parola qualche secondo dopo “Degli  agenti sul campo sono mandati in incognito a monitorare la situazione, se notano qualcosa di raro ci avvisano e una squadra specializzata isola gli stormi o i singoli individui.  Si attirano nelle aree di canyon dove son posizionate le trappole e poi si porta a casa il bottino”
Una campanella suonò, facendo propagare il suo rumore in tutta la zona. Stava decretando la fine della mattinata e il momento di mangiare "Ora del rancio" sentenziò l'uomo "Dopo pranzo puoi fare come vuoi. Se vuoi la grana ti conviene iniziare ad informarti su chi contattare per le prime caccie. Dopotutto con un Tweeny ancora non puoi acchiappare gran che”
“Non sottovalutare il mio Tweeny” lo minacciò Ash con tono freddo. Non sapeva con chi aveva a che fare. Tweeny era più forte di tutti loro, questo perché la loro potenza era aiutata dal legame che li teneva uniti. 
"Ricevuto.." 
"Buona fortuna Penna Blu… se vuoi combinare qualcosa di speciale ne avrai bisogno per sopravvivere qui!" il corvino ignorò il commento e si diresse a quella che poteva essere considerata una mensa. Afferrò un vassoio e un piatto e si mise a fare la fila. Visto l’ambiente in cui si trovava poteva anche reputarsi un carcerato. 
Il piatto fu riempito con una strana brodaglia dalla consistenza discutibile. Provò a  non ascoltare il suo povero naso che urlava disperato di essere tappato. Emanava un tanfo terribile. Non sapeva davvero se ascoltare la testa o lo stomaco. La prima diceva di mangiare perché era necessario per tenersi in forze, il secondo implorava di non farlo perché sarebbe schiattato al primo sorso. 
Ash tornò ai suoi alloggi dopo aver mandato giù la sbobba che più letteralmente di così non si poteva vedere. Era stato terribile, ma non tanto il sapore. L’amarezza che sentiva in bocca era per via dello stesso cibo che respirava l’aria di quell’ambiente malsano.
Riposò più che poté, vista la lunga serata che lo aspettava. Tweeny si accoccolò sul petto del suo allenatore e quasi si risvegliarono non fu ancora l’ora di vedere il sole calare. Aveva poco tempo per riuscire  nella missione. Due giorni nemmeno interi per guadagnarsi la loro fiducia e raccogliere informazioni. “Ok" sospirò alzandosi “Pronto Tweeny?”
“Twee!”
"Vediamo di chiuderla in fretta" parlò con tono sentenziale. 
Passò tutto il pomeriggio a lottare contro i suoi avversari. Erano bravi ma le difficoltà per l’allenatore era minime, per quanto ogni sfida fosse sempre più dura. Tweeny continuava a lottare, sembrava instancabile. Le sue ali stavano reggendo ritmi altissimi, più proseguiva più sentiva le energie consumarsi meno facilmente. 
Arrivò la sera e l’allenator lasciò il campo completamente imbattuto, sebbene ad ogni comando una morsa si stringeva intorno al suo cuore. Che ne sarebbe stato dei Pokémon sconfitti? Sarebbero stati allontanati, rivenduti o peggio? 
Ciò che lo faceva davvero star male era che non poteva intervenire o ribellarsi. Tutto ciò era autolesionismo.
Passò un’altra notte… un’altra senza i suoi amici, senza Pikachu, senza Serena e un’altra notte chiuso in una gabbia come i Pokémon che lo circondavano…
Penna Blu si presentò all'appello il giorno dopo. Gli serviva qualche prova in più che confermasse la colpevolezza i quei criminali. Il suo cappellino aveva ripreso giorno e notte ogni singola cosa successa e posto in cui era stato. Doveva solo riuscire ad arrivare agli archivi e spulciare tra le informazioni private senza farsi scoprire. 
Un energumeno stava sorvegliando l’entrata della stanza off-limits, quella che tutti temevano, di cui nessuno non autorizzato avrebbe mai solcato la porta. 
Ash si avvicinò, dalla sua bocca non uscirono parole. Attese a braccia conserte che lo lasciasse passare, anche se non sembrava nemmeno rivolgergli lo sguardo. Era così insignificante? Capiva un bambino ma a 18 anni era difficile da pensare.
“Che hai da guardare moccioso?" 
"Desidero partecipare al meeting"
"Questa si che fa quasi ridere, sparisci prima che ti spezzi in due”
“Riformulo: Mi hanno detto di partecipare al meeting” E tirò fuori dalla tasca la tessera datagli due giorni prima. Menomale che se ne era ricordato.
L’uomo sbiancò e pallido di fece da parte per lasciarlo passare “H-Hai la tessera? Un principiante, novellino della tua età ha la tessera!?" 
"Mi manda Becco Nero" disse il ragazzo facendo le spallucce, senza nemmeno guardare dritta negli occhi la guarda.  
"A-Allora sei il famigerato Penna Blu! Quello che ha umiliato tutti gli addestratori esperti!"
"Esattamente, quindi la prossima volta levati prima che te lo chieda” lo gelò con lo sguardo. Non gli piaceva usare certi toni, ma la sua copertura li richiedeva. 
La guarda annuì, dicendo le sue ultime parole al ragazzo “Sei un po' in anticipo però”
Il diciottenne rispose seccato, non amava parlare con quella gente e nemmeno aprire bocca. Starsene per conto suo era la cosa migliore, non era come loro, stava facendo la cosa giusta nel profondo "...Non sono tipo da perdere tempo. Se mi dicono di andare in un luogo io ci vado e se c'è da aspettare aspetterò" 
L'allenatore neanche ringraziò, sebbene stesse per uscirgli dalla bocca la famigerata parola. “Ok sono nel covo, devo cercare dei fascicoli o qualunque cosa che fornisca i nomi di chi è in questa banda, anche se li terranno sotto chiave…" 
Ash iniziò a rovistare da tutte le parti, tenendo addosso i guanti ricevuti da Jenny, utilizzabili per non lasciare impronte digitali. Continuò a guardarsi attorno senza destare particolare attenzione, considerando che il rischio di essere ripreso da delle telecamere era molto alto. La stanza era scura naturalmente, come se la luce fosse un elemento poco gradito. I suoi occhi si stavano gradualmente abituando sebbene ciò che lo faceva sentire a disagio era tutt'altro. Non c'era nessuno su cui poteva contare, oltre al rischio che correva in quel momento. C'era fin troppa roba lì in giro, a lui bastava un documento preciso con su nomi e prove di crimini passati. Per quanto le prove del presente e il video potevano contare c'era sempre da trovare qualcosa in più. Un video poteva sembrare ritoccato, ma unito ad altre prove era schiacciante.
"Non sono così stupidi da tenere sparse le liste dei membri. Trovarla sarà a dir poco impossibile... e l'incontro sarà a breve" ragionò girando attorno agli scaffali e il lungo tavolo. "Basso profilo... basso profilo..." sospirò tenendosi all'allerta per ogni singolo rumore e facendo affidamento al suo istinto.
“Dove nasconderei dei file importanti...?” Riflesse aprendo i vari cassetti. 
Continuò a controllare ovunque potesse. Negli scaffali, dietro quadri e altri oggetti… eppure non vi era traccia di nessun indizio a lui utile. Probabilmente erano nascosti troppo bene per aver tempo di cercarli. Controllò l’orologio appeso sopra la porta della stanza. Intravedendo le lancette realizzò che aveva un paio di minuti all’inizio della riunione. 
Finalmente i suoi occhi scoprirono un mucchietto di fogli tutti organizzati dentro un faldone nero. Cominciò a leggere, notando che tutti i nomi erano a lui sconosciuti. Sembravano esserci i profili completi di tutti i membri dell’organizzazione “E’ fatta!” esultò serrando il pugno con gioia.
Alzò appena le carte per farle riprendere meglio dalla microspia nel berretto. Sarebbe bastato un fermo-immagine per leggere con calma tutti i nomi. Il faldone era abbondante, gli ci era voluto un po' per riprendere tutte le pagine. Non poteva attendere troppo, sentiva il tempo vicino allo scadere, ma doveva pur essere sicuro di non perdere di vista nemmeno un nome. Meritavano tutti di pagare per quello che facevano.
Sicuro che anche l’ultima pagina fosse state ripresa, richiuse il blocco di informazioni e lo rimise dove lo aveva trovato. Era finita finalmente, poteva ritenersi soddisfatto. Avrebbe potuto tornare a casa, non mancava molto.
Stava per chiudere un cassetto quando vide uno strano blocco d’appunti. Diede una rapida occhiata intorno a lui e lo tirò fuori. Cominciò a sfogliarlo, passando ogni singola pagina, nessuna però sembrava scritta… 
…A parte la seconda “P? Che vuol dire?” non riusciva a decifrare lo strano disegnino ricordante una P. Era singolare e per qualche motivo gli trasmetteva dei brividi. 
Sentì dei passi e delle voci provenire da fuori la porta. In panico prese il block notes e lo infilò a posto, cercando di non far rumore. La porta non accennava ad aprirsi, ne approfittò per allontanarsi dalla scrivania e si sedette sul tavolo.
La porta improvvisamente si aprì e alcuni ragazzi di certo più grandi di lui e entrarono. Alcuni sembravano giusto appena più vecchi altri invece molto avanti con l'età. Nessuno ispirava fiducia o sicurezza, erano poco raccomandabili. 
Per un attimo sembrarono sorpresi di vederlo lì, per fortuna non ci badarono troppo "Ehi Penna Blu, come ci si sente ad essere già visti di buon grado alla tua età?" 
Ash ricadde nel suo ruolo di complice criminale e cacciò le mani nelle tasche con fare chiuso e serio "Né più né meno di prima"
"Uhhh... freddo il ragazzo" commentò il più grosso e robusto di loro, con un ghigno in viso. 
Ash non riusciva a mandare giù tutta quell'idiozia. Non era quella da ingenui buoni, era quella di gradassi egoisti che si divertivano a fare cose sbagliate. Gli davano sui nervi e recitarlo non era poi tanto forzato.
Tra le risate dei più vecchi, uno abbastanza giovane, dell'età di Ash circa, anno più anno meno... si avvicinò all'allenatore, indicando i buffoni e chiudendo gli occhi "Lasciali perdere, si divertono a fare scena, sono solo un po' invidiosi che hai la possibilità di incontrare il capo già dopo una giornata”
"Hmm..."
"Sei parecchio bravo con i Pokémon, sicuro di non essere un lottatore professionista?"
"Ho viaggiato un po', poi visto che non trovavo gusto in ciò che facevo ho cambiato strada, conosciuto un gente e mi sono ambientato. Si vive meglio così" quanto odiava le sue stesse parole. Erano frasi prive di senso e che mai avrebbe sognato di pronunciare.
"Ragazzi fate silenzio! Arriva il capo!!" Si misero tutti seduti attorno al tavolo quando furono chiamati. 
Subito Ash si mise di fianco al quasi coetaneo e scambiò qualche occhiata agli altri. Sembravano così obbedienti e pacati rispetto a qualche secondo prima. Nei loro occhi si leggeva quasi un sentimento di dolore, paura ma anche grande onore a trovarsi lì. Poco fa sembravano entusiasti o anche altezzosi sapendo di far parte del gruppo e vedere questo grande capo, ora avevano il terrore o l'angoscia. Come se la sua aura li consumasse.
Di nuovo si aprì una porta, ma stavolta quella dall'altro lato della stanza. Entrò un piccolo spiraglio di luce che ben presto fu soffocato dalle tenebre. La figura subentrata era alta e massiccia, ma non troppo. Riusciva a muoversi con agile scatto tra gli scaffali e a passare dietro alla fila di sedie di sinistra. Arrivò al suo posto, a capo del tavolo e si sedette come un'ombra possente e solenne. O almeno quell'effetto dava agli altri suoi subalterni, a parte Ash, il quale non trovava chissà cosa di speciale in quel tipo, a parte una nota di carattere calcolatore...
Il boss si mise a giocherellare con le dita, ruotando una penna tra esse come se avesse un tic.
A quel punto la sua voce uscì dalla bocca "Benvenuti, ma soprattutto benvenuto" fece lui rivolgendosi ad Ash "Di norma i novellini li lascio ai miei sottoposti più competenti ma chi cattura la mia attenzione porta ad agire personalmente. Tu in particolare, come ti chiami?" Gli chiese con interesse l'uomo, appoggiando la testa sulle sue mani giuste, scavandogli dentro con il suo sguardo mascherato dall'oscurità. 
Ora si che capiva perché il timore, quel tipo poteva tirare fuori tutto dall'animo di una persona, gli bastava il suo sguardo notturno. Potevi non vedere nulla o scorgere le pupille dai riflessi scuri, in ogni caso arrivava quello scambio di conoscenze. 
"Penna Blu" borbottò cercando di sembrare naturale, di ignorare quello sguardo come se non gli arrecasse alcun problema. La gente gli diceva che si capiva dai suoi occhi che era una brava persona, doveva sperare non fosse così. Si era rifiutato di dire il nome originale, in quanto era troppo rischioso. Doveva pur farlo sembrare naturale alle sue orecchie. 
"Bene Penna Blu, cosa ti aspetti di fare qui?"
"Non mi aspetto nulla, ciò che mi darete da fare lo farò" rispose semplicemente come gli avevano insegnato.
Si sentì un verso di approvazione, almeno stava cominciando a guadagnarsi la sua fiducia con piccoli passi.
"Bene. Così vedremo se sei davvero chi vuoi far credere di essere"
"..."
"L’intento è permetterti di entrare negli alti ranghi della nostra confraternita, ma come tu ben sai il posto va meritato e passare così in fretta a certi ranghi vuol dire dimostrare totale fiducia e dedizione" 
"Ho avuto modo di notare..." 
"Consideralo un test o esame Penna Blu, una lotta 1 vs 1 e il tuo avversario sarò un membro selezionato da me. Se riuscirai a sconfiggerlo allora forse potrai procedere alle fasi successive”
Ash non voleva davvero accettare, ora poteva andare a casa e rimanere un minuto in più gli dava l’ansia. Così però avrebbe destato sospetti “Ok, quando si comincia?”
“Non aver fretta, ogni cosa a suo tempo. La lotta sarà domani in primo pomeriggio”
Ash si stava maledicendo, aveva promesso di tornare entro la fine del terzo giorno eppure si trovava ancora bloccato lì. Dire di no alla prova lo avrebbe incastrato non avrebbe avuto via di scampo. Si era scavato una fossa e gli toccava risolvere tutto da solo.
Ormai era quasi arrivata l’ora della sfida, chiunque avrebbe avuto davanti gli sarebbe stato di grosso intralcio. Non sapeva se gli conveniva perdere e filarsela appena possibile oppure vincere e vedere come andavano le cose. 
Scese in mezzo al campo lotta, non c’era tanta gente, anzi forse poche persone. Molto diverso dalla situazione iniziale, forse era una cosa esclusiva ai membri più alti dell’organizzazione?
Un altro ragazzo entrò dall'altro lato dell'arena. Il suo viso era tremendamente familiare e anche lo sguardo che gli infondeva. Non sapeva perché ma Ash si sentì costretto a coprire bene lo sguardo con la visiera del berretto e nascondere il viso con il colletto della felpa. Era stato tutto istinto, il sesto senso che gli diceva di far qualcosa in fretta.
"Dunque sei tu il mio avversario, eh?" disse spavaldo. La sua voce…
Tutto che si sbriciolava al suolo, ogni convinzione o immaginazione. Non c'erano dubbi, l'avversario dell'allenatore di Biancavilla era il ragazzo che pochi giorni prima avevano incontrato nei panni dell'unità anti tornado: Sparviero 1.
Tweeny sentì le piume diventare rigide, facendolo pesare come un macigno. Quel Fearow sembrava fiero e gentile e invece era complice di quelle atrocità.  Era assurdo, un membro della polizia aerea, che aiutava le persone e dedicava la sua vita alla giustizia e bene degli esseri viventi… era coinvolto in tutto ciò. Era tra i membri più “importanti” di un’organizzazione criminale. 
Solo una maschera usata per mascherare i propri scopi. Probabilmente anche gli altri membri di rango elevato erano i componenti della unità anti tornado. Ecco perché non rivelavano i loro nomi o non lasciavano che li vedessero in azione. Perché in verità si occupavano di tutt’altro.
"Ho sentito parlare di te Penna Blu, di certo ti sei fatto fama. Sappi però che ora sarò la tua tromba d'aria, ti mozzerò le ali. Senza rancore ovviamente, è solo il mio lavoro" continuò a dire la presenza familiare. 
“Non credo proprio" rispose il ragazzo velocemente, dimenticandosi però di non lasciar trasparire emozioni, ne aveva già avute fin troppe nel giro di un semplice minuto. 
"Combattenti!" ordinò l’arbitro "Tirate fuori le vostre ali!" 
Tweeny guardò il Fearow avversario, notando la differenza tra quello che aveva davanti e colui ce lo aveva aiutato qualche giorno prima. Ora emanava un aria cupa e maligna, con uno sguardo freddo ma pronto ad attaccare. Non aspettava altro che piombargli addosso.
"Si dia inizio al combattimento!" 
“Scacciamo questo piccoletto con un attacco tifone!" ordinò il finto membro della polizia aerea. 
"Row!" gracchiò il grande uccello formando una forte corrente tra le sue ali e scagliando i venti contro il suo avversario.
"Tweeny schiva!" ordinò Ash. L’attacco arrivò troppo velocemente e non fu possibile evitare la ventata. Era decisamente più forte di lui.
“Perforalo con Perforbecco!" continuò l'avversario. Il becco di Fearow si allungò e cominciò a ruotare velocemente, scagliandosi contro il povero pennuto blu e travolgendolo in pieno. Non gli lasciava tempo di reagire, continuava a colpirlo senza sosta.
Ash pregò mentalmente il suo Pokémon per farlo reagire agli attacchi. Sapeva che era deluso per via della scoperta, ma non potevano lasciarsi battere così. Erano più forti gli avversari, ma potevano lo stesso sconfiggerli a modo loro. 
Tweeny non percepiva lo sguardo supplichevole del suo allenatore, non riusciva a muovere neanche un muscolo. Il suo nemico fu sempre più vicino, il bersaglio a pochi metri di distanza accorciabili in un batter d’ala. Il canarino blu preso d’istinto rotolò sul fianco come un mattarello ed evitò all’ultimo di essere colpito.
*SBAM* il becco di Fearow rimase incastrato nel terreno. 
Il piccolo volatile non l’aveva fatto apposta, non poteva definirla una strategia, era più una spinta che i ricordi della sua famiglia e il suo allenatore avevano dato. 
“Forza Tweeny! Riprendi il volo!” gli urlò Ash incoraggiandolo. La testa del combattente si rivolse verso il ragazzo, cercando supporto. Non mancò ciò in cui aveva sperato, Ash annuiva con sorriso calmo e controllato. Potevano farcela. 
Sbatté le ali e in pochi secondi si liberò sopra il campo da lotta. Il tempo per approfittarsi dell’avversario scadde e si sentì la risposta alla loro schivata “Usa Aeroattacco!”
Il corpo di Fearow iniziò a brillare sempre di più poi divenne completamente rosso, le sue piume si illuminavano e rendevano confusa la forma in movimento. 
Aveva poco tempo per pensare a come sconfiggerlo, Ash sapeva che Tweeny non avrebbe resistito troppi colpi, essendo più piccolo e fragile di Fearow, il quale era 10 volte più scattante e netto negli attacchi. Lo scontro diretto per contrastare Aeroattacco era una follia che lo avrebbe mandato K.O. seduta stante.  Ragionò e ragionò, guardo in alto e poi al suolo. Non poteva attaccarlo così ma qualche rischio lo doveva pur correre per vincere "Tweeny! Scendi in picchiata sul terreno! Cerca di scappare da lì!" 
Tweeny eseguì e incominciò a virare sull’area del campo, evitando di toccare il pavimento. Sembrava un uccellino disperato che voleva fuggire da una grande gabbia o qualcuno che aveva perso la ragione e lucidità.
"Inutile scappare! Verrai preso in pieno! Fearow seguilo e vedrai che lo becchi in pieno" lo canzonò l'avversario dando l'ordine al suo Pokémon.
Entrambi i Pokémon si tenevano a pochissima distanza dal suolo, ad ogni secondo Fearow guadagnava sempre più terreno, riuscendo a stargli dietro facilmente. "Coraggio...Coraggio" strinse i denti Ash, per il suo piano era fondamentale essere precisi al secondo. 
*SBAAAAAAAAAM* un polverone si alzò quando i due non mantennero più il distacco e finirono per colliere con il terreno. Qualcuno tossì vista l'alta nube di terra che si era creata. 
"Fine dei giochi" sentenziò l'avversario "Il tuo Tweeny è stato sicuramente preso in pieno e un colpo del genere non farebbe nulla a Fearow. 
Ash non rispose, sudava freddo. Quando il polverone si diradò, per la seconda volta il becco di Fearow era conficcato nel terreno, ma stavolta più in profondità. Tutto merito della rincorsa maggiore. 
“R-row...R-row!" boccheggiava il rapace più grande completamente disperato. 
"C-CHE!?" si stupì il rivale "Fearow piantala di fare l'imbecille e stacca quel becco dalla terra!" Fearow provò con tutte le sue forze a togliersi, ma non ci riusciva. Sapeva che stava deludendo il suo allenatore, ma non poteva farci nulla. 
“Tweeny!" gridò Ash "E' il momento! Riempilo di colpi con un attacco Furia!". Le piccole beccate del pennuto blu risuonavano sempre più forti. Si stava scatenando, gliel’avrebbe fatta pagare per avergli mentito! Finché aveva fiato non aveva intenzione di fermarsi. "Attacco D'Ala sul pavimento e indirizza i detriti con raffica su Fearow!" ordinò il Biancavillino. 
Tweeny eseguì, anche se non era ufficialmente un attacco Frana l'effetto fu molto simile. Fearow venne completamente sommerso da una pioggia di sassetti e pezzi di terra e fanghiglia, che lo tenevano bloccato a terra. 
“E ora concludi con  Attacco D'Ala lineare e dritto!" Il colpo sembrò una lama che andava a segno e feriva il suo avversario. 
Fearow stramazzò a terra, incapace di muoversi...
Calò il silenzio sul campo di lotta trasandato. Tutti gli spettatori, o meglio i furfanti dell'organizzazione...i i membri del team della UAT fissavano Penna Blu e il suo Tweeny come se fossero alieni venuti da un altro mondo. Faceva quasi paura la loro forza, nascondevano un mostro sotto quell'aria innocente e giovanile.
"Abbiamo vinto Tweeny!" Si congratulò Ash un po' troppo entusiasta. Doveva controllarsi o sarebbe sembrato strano. Godere della lotta in quel modo avrebbe fatto saltare la controfigura che si era costruito.
"I miei complimenti" si avvicinò una voce. Girandosi tutti trovarono con stupore il boss all'entrata, non era prevista la sua presenza. Raramente si faceva vedere dai suoi sottoposti se non di rango alto. Probabilmente aveva assistito alla lotta e come tutti ne era rimasto sorpreso, benché le voci fossero che nulla lo stupiva.
L'aria sembrò diventare gelida, il ragazzo sconfitto fece qualche passo indietro, richiamando il suo Pokémon. "S-Signore..."
L'uomo lo fermò sul nascere con un solo gesto di mano. "Devo dire che a quanto pare il nostro Penna Blu sta sbaragliando tutti. Non agitiamoci, capisco che certe sorprese non capitano da tempo, tutto questo entusiasmo e fuoco vivo mancava. Ci eravamo incupiti"
Ash non fiatò, rimase a guardare fisso il colosso davanti ai suoi occhi. Sembrava uno scontro solo di sguardi, cercava di sostenere quelle occhiate che facevano abbassare a terra. Sembrava che l'altro sapesse tutto, che lo mettesse alle strette anche senza avere in mano un nulla di fatto, quasi ridendo dentro. Ti ho in pugno, gridavano le iridi color ghiaccio.
“Ti faremo sapere la decisione dopo questa lotta. Chi lo sa, forse a breve sarai nella nuova unità”
Poi si concluse quello scambio di sguardi, il contatto visivo venne interrotto e il boss si girò di spalle, dirigendosi verso l'uscita.
Ash fece un sospiro, senza smettere di guardare il nemico allontanarsi. Il respiro pesante e secco. Qualcosa in lui scattò quando le mani si posarono sul suo berretto. Ora che aveva lottato poteva svignarsela. Aveva le prove necessarie e poteva tornare dai suoi amici, i video vari, la lista dei nomi e l’identità della UAT. Doveva solo consegnare il berretto con la microspia a Jenny e sarebbe finito tutto. 
La realizzazione lo svegliò del tutto dalla stanchezza della giornata. Ormai mancavano poche ore al calare del sole. Fuggire non era facile ma avrebbe dovuto provarci o far finta di andare a passeggiare. In fondo poteva andare e venire come voleva, gli altri lo facevano. Non sapeva in che posizione era messo, forse essendo presente da poco era sotto stretta osservazione? No, altrimenti lo avrebbe avvisato l’informatore di Jenny. 
Una liberazione; quei giorni erano stati un incubo, sempre tra tensione e paura di venire scoperto girando qualunque angolo. Non aveva dormito gran che e non vedeva l’ora di farsi un sonnellino in un ambiente meno inquietante. Sapeva che dopo questa avrebbe dovuto dare una tregua a se stesso e i suoi amici, basta missioni pericolose per un po'. Era positivo, ma sapeva che prima o poi Serena gli avrebbe tirato le orecchie per tutto ciò in cui si lanciava. 
Un sorriso amaro si formò sulle sue labbra, se fosse uscito da lì sano e salvo... l'avrebbe rivista presto. 
Fece per andarsene, correndo verso l'uscita. Si sentiva molto meglio, più leggero. Non percepiva più sulle spalle il peso degli occhi su di sé, il timore di essere costantemente sotto controllo o di star attento che dietro di lui sarebbe sbucato qualcuno, il tempo sarebbe scaduto e ... meglio non pensarci.
I membri dell’UAT erano attorno al loro compagno, cercando di consolarlo per la sconfitta. Forse il loro capitano, visto da come si rivolgevano a lui. Non lo sarebbe stato per molto, sarebbero stati tutti puniti come dovevano. 
Improvvisamente però la strada davanti a sé fu bloccata. Gli venne un colpo trovandosi di fronte tre uomini molto più grossi di lui. Che volevano adesso? Osservò con confusione i volti con gli occhi coperti dagli occhiali da sole. Alzò un sopracciglio. "Uhm... posso passare?"
Non risposero, rimasero fermi a fissare il campo lotta. 
L'allenatore sentì un mucchio di passi che si allontanavano in fuga. Lungo la colonna vertebrale un freddo vento lo attraversò. Si girò lentamente e la UAt era sparita. Al loro posto si trovava il boss, in centro al campo con uno sguardo calcolatore. Le mani giunte dietro la schiena gli conferivano un profilo autoritario. Da quanto erano lì fermi? La sua presenza nemmeno era stata colta.
"Mi è venuto in mente un dettaglio... hai mandato allo sbaraglio come una tromba d'aria questo posto"
Ash non capiva, aveva appena affrontato una prova. Quel tipo se ne era andato dicendo che ci avrebbe pensato e già era ricomparso dal nulla, da solo e con una faccia che sembrava trasmettergli tutta la sua voglia di schiacciarlo. La coerenza era un optional ormai "Uhm?" 
"Un uragano lo vuoi affrontare?"
"U-Un uragano?" 
"Non farmi ripetere... i tuoi occhi bruciano, hai dentro tanto e nascondi un mucchio di roba. Un mondo intero se possiamo chiamarlo così e se credi che io non voglia scoprire tutto ti sbagli. Di norma non mi importa nulla della storia altrui, se qualcosa non quadra i miei assistenti ricorrono a dei semplici tagli" simboleggiò  una forbice con le mani, anche se di certo il significato era più tremendo di quello che sembrava. "Sento che qualcosa non va con te, ma sei diverso. Tutto ciò mi affascina e non voglio ancora sbarazzarmi di te, sei un pezzo unico e interessante"
Ash sentì il corpo diventare pesante, come un macigno. Dalle sue parole sembrava sapere che era una spia. Era ovvio provare sospetti e metterlo alla prova, sapeva di non dover cedere... ma erano toni e parole un po' troppo azzeccate.
“Allora? Pronto ad usare la stessa spavalderia?”
“Si” rispose seccamente Ash mettendo una sosta parziale alla discussione.
Si trovava su un’altura, circondato dai membri della UAT che lo tenevano sotto stretta sorveglianza con i loro Pokémon. Da lì a piedi non sarebbe mai fuggito essendoci solo una voragine davanti ai suoi occhi. Tweeny era a terra davanti a lui, sembrava molto turbato. 
Aveva un brutto presentimento, il vento era forte e il cielo scuro. Sapeva che il tempo sarebbe peggiorato e di certo aveva a che fare con il motivo per cui si trovava lì. L'ansia crebbe silenziosa dentro di lui, sembrava essere sul punto di compiere un gesto estremo. 
"Ci siamo" disse il boss davanti ad Ash, per poi camminare dietro di lui "Tra pochi secondi avverrà lo spettacolo"
Il biancavillino poteva leggere negli occhi del team di Pokémon volante la consapevolezza e pena. Si sentì un tremendo fragore, proveniente da un tuono scaturito nel cielo. Presto i venti impazzirono e spinsero la loro forza circolarmente verso il centro della voragine. Solo il corpo permetteva a tutti di percepire il flusso, fino a quando non divenne davvero visibile il cono grigio davanti ai loro occhi. Era terrificante la grandezza di quel tornado. 
Non poteva mandare Tweeny là dentro. La salute del suo Pokémon era più importante di una sfida, a costo di rimetterci lui stesso.
Il sudore però gli impregnava  la fronte "Paura?" gli chiese il capo.
"No, affatto" menti spudoratamente lui stringendo le mani in due pugni che cercavano di scaricare lo stress. Non poteva a nessun costo proseguire con quella buffonata, avrebbe rischiato di far davvero del male al suo Pokémon. Per quanta fiducia potesse riporre in lui non sarebbe mai resistito a un tornado vero e proprio.  
"E allora perché sudi?" 
“Nessun motivo in particolare. Le sfide mi esaltano”
“Posso crederci, dopotutto nessuna ne sa meglio di te Penna Blu…” si fermò un attimo, sorridendo malignamente. Sembrava aspettare qualcosa dall’allenatore. 
“Si, mi esaltano ma ora devo rinunciare. Non voglio che il mio Pokémon si faccia male” concluse lui mettendo le mani in tasca e facendo cenno a Tweeny di salirgli in spalla “Rinuncio alla promozione per ora. Senza Tweeny non avrei Pokémon per fare il mio lavoro quindi rischiare di perderlo è stupido”
Il boss iniziò a camminare in tondo, passando intorno ad Ash con un ghigno consapevole “Vero, sarebbe un vero peccato. Eppure dubito tu abbia solo Tweeny come Pokémon. Ne avrai visti centinaia… catturati decine…”
“Non mi pare proprio…”
“Un allenatore dal tuo profilo? Sono io che non credo molto a ciò, hai una reputazione famosa mio caro Penna Blu… o dovrei chiamarti Ash Ketchum?”
Gli occhi del ragazzo si aprirono di scatto, la sua bocca leggermente curvata verso il basso. 
“Sorpreso? Avanti, non bastano mica un cappellino e degli abiti diversi a nascondere la tua vera identità. Sinceramente non è stato quello a convincermi ma il tuo stile di lotta. È sempre una sorpresa, costantemente accattivante e fa venire i brividi da capo a piedi” poteva parere un complimento, forse lo avrebbe preso così e non fosse stata un’accusa chiara. 
Sparviero 1 voltò la testa verso Ash, era contortamente confuso, un po' spaventato e incredulo. Non riusciva a credere che aveva davanti il ragazzo di qualche giorno fa. Quel principiante sempliciotto si era rivelata una spia della polizia e lo aveva battuto. 
“Che intendi fare mio care Ketchum?” 
Ash non aveva più via di scampo. Non sapeva come combattere da solo tutti quei Pokémon di tipo volante. Non aveva con sé nessun Pokémon, li aveva dovuti lasciare ai suoi amici e non li avrebbe di certo rivisti di questo passo. Tweeny non aveva via di fuga e i Pokémon dell’UAT erano lì a impedire di volare verso la salvezza.
Solo il Tornado li separava dalla riuscita della missione. 
Il vento continuò a soffiare contro il viso del kantoniano, il quale sentiva i capelli scompigliarsi e il berretto sul punto di volare via. 
Tweeny lo fissava con determinazione. Non avevano molta scelta, qualunque cosa avrebbe scelto di fare gli avrebbe dato fiducia e si sarebbe fidato. Credeva nel suo allenatore, più che in chiunque altro e avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarlo.
Si, doveva anche Ash avere più fiducia, si rischiava la pelle ma Tweeny era diverso. Aveva sconfitto decine di Pokémon più forti di lui negli ultimi giorni. Tutto ciò che rimaneva a loro era la tenacia, avrebbe posto in lui tutte le ultime chance che avevano. 
“Tweeny prendi!!” Urlò Ash portando la mano al berretto e lanciandoglielo “Portalo all’Agente Jenny! Vai via!”
“Mpf, pensate di scappare? Siete circondati!” 
“Passa nel tornado!!” insistette Ash. Il canarino non poté negare di essere terrorizzato in un primo momento, ma l’istinto e l’obbedienza nei confronti del suo allenatore furono più forti della paura. 
“Twee!!!!” 
“COSA!?” osservarono tutti mentre il piccolo uccellino si lasciava risucchiare dal cono ventoso. 
In pochissimi secondi lo stormo di Pokémon Volante si precipitò all’inseguimento di Tweeny. Entrarono dentro al tornado come aveva fatto il loro ingenuo nemico. Era difficile persino per i Pokémon volatili più esperti, credeva davvero di resistere a quelle correnti senza rompersi l’ala o il collo? O di finire sbaragliato e schiantarsi al suolo e contro le pareti rocciose?
Era tutto vero, il vento sembrava remargli contro e la stanchezza repressa in quei duri giorni strazianti di allenamento forzato si faceva sentire, chiuse un occhio stringendo nel becco il berretto di Ash. Doveva raggiungere l'agente Jenny e i suoi amici a tutti i costi. 
"Ka Ka! Krow! Row!" udì in lontananza. Cercò di curvare la testa piano e di sforzare gli occhi a guardare dietro di lui, per evitare di spezzarsi l’osso del collo. Fearow e i suoi compagni gli stavano alle calcagna e si sentiva sempre più debole. Non reggeva quello sforzo, era davvero dura.  
Cavalcare le correnti non si era mai reputato così difficile oltre che straziante, ce ne erano troppe, talmente confuse e forti che non distingueva più il paesaggio. Stava perdendo la lucidità, la testa gli girava e la presa attorno il cappello si faceva sempre più debole. 
Sentì un grido e il suo corpo fu scaraventato su un’altra corrente. Prima ancora di provare a ristabilizzarsi tutto girò intorno a lui. Come una trottola, lo stavano sballottando come un pupazzo da strappare in mille pezzi. 
"T-Twe..." bisbigliò appena nella sua mente. Cosa c’era di peggio che finire distrutto dalla natura o da dei criminali volanti? 
Deludere Ash, quello era il prezzo peggiore da pagare per la sua debolezza. Perché non poteva essere più forte? 
"Sfrutta qualsiasi occasione!" risuonarono nella sua mente le parole di Ash "In ogni situazione impervia c'è una via d'uscita!"
Tweeny fece un respiro e si lasciò andare, cercando di concentrarsi. L’unica cosa che rimaneva rigida era il becco in cui teneva chiuso disperatamente il berretto. Poi di scatto piegò le ali indietro e si lasciò sopraffare dalle correnti ascensionali. 
Riuscì pian piano a riprendere stabilità, il controllo tornava nelle sue ali. Girandosi poté notare che gran parte dei suoi inseguitori non erano riusciti a tenere il passo ed erano stati sbalzati fuori dal tornado troppo potente per loro. 
Soltanto il Fearow capo della banda riusciva a tenere il passo senza troppe difficoltà. Quel Tweeny era la sua preda e ardeva per la voglia matta di pareggiare il conto con quella pulce che lo aveva messo in ridicolo. Era sempre più vicino a prenderlo, il suo becco si muoveva come una fiocina e cercava di prendere in pieno il povero uccellino.
Tweeny era sfinito, doveva arrivare in cima evitando troppi giri o sarebbe finito per cedere. Oltre che doveva liberarsi di Fearow. Eppure la sua fiducia si allontanava come l’uscita da quell’incubo. Sempre più difficile e sofferente, non riusciva a tenere il passo. Perché lui che era un Tweeny come altri doveva riuscire dove la maggior parte aveva fallito? 
Nella sua mente apparirono le immagini di tutta la sua vita, da quando era nato… la nascita dei suoi fratellini più piccoli, l'infortunio del padre, la sua decisione di prendere le redini della famiglia, l'incontro con Ash, la sua sconfitta e conseguente vittoria in palestra…
Era davvero tutto destinato a concludersi così? Con l’infinità di possibilità e avventure che aveva davanti? Oltre quel limite che non riusciva a superare c’era davvero qualcosa per lui? Non reggeva questo e pensava di reggere le difficoltà future?
“Tweeny… ho fiducia in te”
Il piccolo aprì gli occhi tenuti chiusi per la vergogna nel fallimento. Ci era già passato in questa situazione, non accettare di fallire…
Eppure non si trattava di una lotta in palestra, non era la stessa cosa. Per forza di cose doveva vincere e non esistevano altre opzioni. Lui adesso si trovava in quel tornado per Ash, perché doveva aiutarlo e salvarlo, perché avevano accettato di aiutare altre povere creature che non avevano avuto la fortuna di finire con un ragazzo così speciale. 
Se era con Ash un motivo c’era, voleva dire che poteva spiegare le ali e volare più alto. 
Perché Ash aveva fiducia in lui. 
"TWEEEENEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!” Gridò in un verso che fece sobbalzare Fearow e costringendolo a rallentare. 
Il volatile azzurro stava emanando una luce dal suo corpo, azzurro era il bagliore che lo circondava e il flusso di aura lo faceva crescere e mutare sempre più. La figura si fece più slanciata, il corpo più alto e robusto, il suo becco si allungò e il suo ciuffo in fronte si tramuto in una piccola cresta blu. 
Quando il bagliore scomparve un nuovo uccello si reggeva in volo nell’occhio del ciclone "PROUJAY!" gridò mentre svolazzava via verso l’alto… verso la libertà...
"T-Tweeny?" Balbettò Ash spiazzato quando dalla cima del cono spuntò un Pokémon diverso. Davanti a lui non c'era più l'uccellino piccolo dalle soffici piume. 
"Si é evoluto... in un Proujay" commentò uno degli uomini dietro ad Ash.
Il ragazzo con la coda dell'occhio vide intorno a lui tutti sbigottiti, ma non era il momento di fermarsi e lasciarsi condizionare. Avrebbe gioito più tardi "Proujay!!" Lo richiamò il kantoniano "Vai! É la tua occasione! Non ti fermare, devi farcela!" 
"Prou..." lasciare indietro il suo allenatore? Non era ancora abbastanza grande per portarlo in groppa, ma non poteva abbandonarlo così. Non dopo essere uscito dal ciclone. Forse poteva lottare contro i suoi avversari?
"Non preoccuparti per me! Me la caverò! Tu avvisa gli altri! VAI!" gli gridò incoraggiandolo. Non c'era tempo e una sola era la priorità.
L'uccello strizzò gli occhi e annuì, lanciando un urlo "JAYYYYY!!!" In un solo battito di ali riuscì a darsi uno scatto sufficiente a cavalcare le ventate del tornado e cercò di uscirne. Non le contrastò, tuttavia le cavalcò. Era come se una forza lo tirasse dentro la tromba d'aria. Il cappello di Ash ovviamente non era più nel suo becco ma era saldo tra le zampe del volatile.
"Forza Proujay!!" 
"Prouuuu!!!" Un ultima spinta...
E le sue ali furono libere. Lo slanciò lo sparò nell'aria come un cannone e sparì dalla vista del suo allenatore e l'organizzazione.
Ora per Proujay non restava che volare, spingere più che mai e arrivare in tempo da Jenny. Contavano su di lui e in mezzo c'era non solo una missione... ma anche la vita del suo allenatore.
Ash smorzò un sorriso, ora non aveva nessuno per difendersi... ed era praticamente circondato. 
Era fregato...
...
"Non è ancora tornato?" Chiese Lidia sperando che nel pomeriggio si fosse fatto vivo il loro amico. Il tramonto faceva da sfondo a quella situazione tutt'altro che piacevole.
"Sono passati quattro giorni... aveva detto che sarebbe tornato dopo il terzo..." mormorò Serena stringendo tra le dita il tessuto della gonna.
Pikachu se ne stava accucciato sulle sue gambe, osservando con dispiacere quanto fosse in pensa la ragazza. Si trovava nel suo stesso umore, non sopportava stare fermo senza sapere nulla per giorni del suo adorato allenatore. 
Per carità, nulla contro Tweeny, era un suo compagno in cui poneva molta stima e fiducia, ma con Ash ci si poteva aspettare di tutto e se fosse successo qualcosa che impedisse all’uccellino di proteggere il loro allenatore…
"Serena…” interruppe i pensieri di entrambi la detective
La ragazza si alzò di scatto con gli occhi pieni di ansia e sconcerto "Potrebbe essergli successo qualcosa!"
"Sai quanto é ostinato, si vede che ha trovato qualcosa di interessante su cui indagare. Lo conosci, é fatto così. Sa badare a se stesso" cercò di tranquillizzarla Brock, posandole  la mano sulla spalla con conforto, ma il gesto non ebbe successo.
Serena si scostò appena "Si lo conosco! Proprio per questo so che il suo coraggio a volte é eccessivo e l'altruismo lo porta ad esagerare e mettere in pericolo se stesso! Sa cavarsela ma ciò non mi impedisce di preoccuparmi! É umano e quindi non é immune ai pericoli! Gli é accaduto molto e n-non voglio c-che..."
Lidia la abbracciò da dietro, cercando di lasciarla sfogarsi appena, senza però lasciarle perdere il controllo. "Ehi... andrà tutto bene..."
"..."
"Se Ash spuntasse adesso e ti vedesse piangere così cosa pensi che direbbe?" Le diede delle carezze sulla schiena "Al massimo il vostro ricongiungimento deve essere teatrale, con un bacio appassionato! Non un dramma!" Le fece l'occhiolino scherzando per tirarla su. D'altro canto era vero, se Ash fosse arrivato non avrebbe preso bene quella scena. Odiavano vederla piangere loro, figuriamoci il ragazzo.
"I-Io..."
"PROOOUUU!!!" Si sentì uno stridio.
Pikachu subito saltò giù dalle braccia di Serena e andò sul terrazzino. Frenò di colpo trovando davanti un uccello decisamente più grande e differente dall'amico piccolo e tenero. "Pika?"
"Prou!" 
I ragazzi corsero fuori e trovando quel Pokémon non riuscirono subito a capire. Perché era lì e perché era familiare? 
"Un Proujay?" Scrutò Lidia.
"Che Pokémon sarebbe?" Chiese Serena tirando fuori il dex e puntandolo sul Pokemon volante
"Proujay Pokemon Uccelgorglio. Va molto fiero del suo ciuffo all'insù,tanto da sfoggiarlo in battaglia e nelle grandi occasioni. Il suo becco è abbastanza forte da poter spezzare i rami di un albero in modo da facilitare ad un collega la coltura dei frutti in seguito da condividere in due. Tipo Normale/Volante Esemplare Maschio." gracchiò l'enciclopedia
Brock portò la mano sotto il mento. Guardando bene tra le zampe del volatile notò del materiale colorato. Si avvicinò e si inginocchiò per prendere l'oggetto, notando con stupore che era il cappello con microspia dato ad Ash.
"U-Uh!? Ma quello..." Serena indicò il berretto con esitazione.
Brock annuì alzandosi in piedi "Si, é quello di Ash... non c'é dubbio" 
"Ma se quello é di Ash... allora lui é..." Lidia puntò Proujay "Il Tweeny di Ash si é evoluto!?"
Il Pokémon non tardò ad annuire. Non c'era tempo per quello, dovevano sbrigarsi. "Jay pro pro!!" Mosse le ali per incitarli a seguirlo.
Pikachu subito mostrò uno sguardo preoccupato, se non sul punto di andare in panico. Corrugò la fronte e le sue sacche iniziarono ad amettere energia elettrica.
"P-Pikachu?" Lo chiamò Serena "Ash ha bisogno di noi... vero?"
Il topino annuì con rabbia e determinazione "Chu!" 
"Allora dobbiamo sbrigarci! Se ha dato a Proujay il berretto con le prove è perché doveva metterle al sicuro e doveva fare una scelta drastica!" Li avvisò Jenny prendendo tra le mani una pokéball.
I ragazzi annuirono, facendo cenno a Proujay di guidarli verso il luogo dove presubilmente si trovava Ash, se non era troppo tardi. Serena sentiva male al cuore solo a pensarci... doveva tenere duro "Ash... so che sei forte, ma lo dirò comunque... stiamo arrivando!" Ripeté nella testa la performer.
In qualche modo sperava che il messaggio gli arrivasse.
Ad Ash le cose andavano non troppo bene, era circondato da tutti gli uomini presenti e sapeva che per quanto volesse evitare uno scontro corpo a corpo non aveva altro modo di difendersi. 
“A quanto pare hai finito la tua dose di fortuna, eh?" lo canzonò uno di loro. “Maledetto ragazzino, hai pensato di giocare al piccolo detective e hai messo il naso in cose che non ti riguardano”
“Vero, non mi riguardano e forse avrei dovuto starmene buono, ma anche voi avreste dovuto pensarci bene prima di fare i vostri sporchi affari!” Si infuriò l’allenatore “Tutti quei Pokémon che maltrattate e rivendete solo per guadagnarci sopra, non vi vergognate?! Non avete di meglio da fare? Tipo lavorare sodo e dipendere da quello invece di arricchirvi con le sofferenze altrui!?”
Il boss smorzò una smorfia di disapprovazione “Forse avrai consegnato le nostre informazioni, ma siamo sempre a tempo per filarcela…”
Ash li guardò con serietà e fermezza, non si muoveva di un millimetro, le sopracciglia aggrottate… tutta la sua rabbia fremeva per uscire. 
“Prima però dobbiamo sbarazzarci di te” 
*THUMP* Ash sentì qualcosa colpirlo da dietro e buttarlo a terra con violenza. Un *crack*  interno gli fece mancare il fiato che non tornava nemmeno mentre se ne stava a terra. Si era come bloccato. Attaccare alle spalle oltre che brutale era anche tremendamente doloroso se il colpo era diretto alla schiena. 
“Mi deludi, credevo in più resistenza… ma è meglio così. Finitelo in fretta…”
Un Aerodactyle si posizionò sopra ad Ash, faccia a faccia. Gli occhi del ragazzo si tenevano aperti a fatica, mentre i suoi muscoli rifiutavano di dargli retta. Il Pokémon poggiò una zampa sul petto del ragazzo e cominciò a premere, facendolo sobbalzare per il dolore che la pressione impartiva. 
“Aaargh!!” si lamentò cercando di dimenarsi, tuttavia la presa era ferma e possente oltre che pesante. Continuava a spingere sulla sua cassa toracica come una pressa meccanica o un blocco di cemento armato. Il respiro era sempre più difficile da raccogliere e si faceva tardare. Il fiato usciva dalla sua bocca incontrollato, era più quello che usciva che quello inalato.
Il boss si girò un’ultima volta “Consideralo un regalo d'addio" 
Gli occhi di Ash cominciarono a socchiudersi e a vedere sfocato, il dolore non gli permetteva di tenere più duro di quanto non facesse. Non riuscì più a ribellarsi e il suo corpo si bloccò. “U-Uh…”
“PIKAAAAAA CHUUUUUUUUUU!!!!”
“BRAIIII XEEEEEEEEEN!!”
“PROUUUUUU!!!”
“SUDOO!!”
“YENNE!!!!!”
All’improvviso piovvero fulmini, fiamme, semi e lame. Andarono tutti a colpo, sbaragliando i propri avversari e spazzandoli via in men che non si dica. Quelle voci erano così familiari, anche se Ash era fin troppo intontito per riconoscerle. Stava perdendo conoscenza. 
“PIKAAACHUUUU PI!" ruggì Pikachu con tutta la forza che aveva, colpendo con Codacciaio l’Aerodactyle che schiacciava il suo allenatore. Era infuriato, se non imbestialito. Il volatile finì zampe all’aria, metri e metri più distante dal ragazzo.
L’allenatore sentì una ventata di aria entrargli nei polmoni, abbastanza da fargli male. “*Sigh* gnn…”
“Ash!” Sentì una voce molto apprezzata farsi più forte. Era calda e rassicurante come sempre, non serviva riconoscerla per capire chi fosse. Una mano si posò dietro la sua testa e una gli toccò delicatamente il torace “Ash!? Come ti senti? Dimmi qualcosa!”
“S-Serena… sto bene” rispose lui riacquistando pian piano la lucidità.
“Bene mi pare esagerato…” pensò lei non commentando necessariamente la risposta di Ash. Si chinò su di lui e portò la sua testa al proprio petto per abbracciarlo dolcemente “Un giorno mi farai impazzire”
“Non lo faccio già?” ridacchiò flebilmente lui. “Sono felice di vederti”
“Non sono solo io qui con te!” indicò tutti gli altri che stavano dando una mano a catturare i vari criminali. 
Sentì una leccatina sulla mano, abbassando il capo incrociò gli occhietti di Pikachu “Ehi amico!” lo salutò accogliendolo tra le proprie braccia. Il topino accettò l’invito senza farselo ripetere e  si lasciò stringere. 
“Attenzione!!!” si sentì una voce. 
Un improvviso attacco di Ventagliente si avvicinò ai due ragazzi. Serena subito si chinò sull’allenatore per proteggerlo con il proprio corpo, Pikachu cercando di uscire dall’abbraccio del proprio allenatore per difenderli entrambi. 
"JAY PRO!"  Fu qualcun altro a risolvere il problema e salvarli in tempo. Un mucchio di lame d'aria formò una sfera con altre piccole lamette che si muovevano attorno da tutte le parti. 
“Quello è Eterelama! Lo ha imparato evolvendosi!” esultò Ash con sollievo nel vedere che stavano tutti bene “Grazie Proujay!!!”
“Prouprrrr!!!” accennò ad un sorriso il volatile.
La performer tese le braccia e aiutò Ash a rimettersi in piedi. Non lo lasciò nemmeno un secondo, avendo paura che cadesse a terra di nuovo "Sicuro che stai bene??" chiese lei con timore.
"Ora si" sorrise lui con un piccolo rossore in viso "Mi siete mancati tutti quanti in questi giorni..." 
"Si, si, certo… più qualcuno degli altri!” gesticolò Lidia minimizzando i sentimenti nei loro confronti in confronto a quelli per Serena. Aveva sempre un’opinione molto particolare. “Le smancerie a dopo, pidovini! Ora abbiamo da mettere in gabbia questi uccelli del crimine!" prima il dovere, poi il piacere.
"Ora saranno le vostre ali ad essere tarpate!" gridò Brock carico più che mai. 
I loro incoraggiamenti servirono a poco visto che tutti i membri dell’UAT erano a terra come i loro Pokémon. Il boss provò a darsela a gambe ma i tentativi furono inutili. "E' finita per te!" disse con tono severo l'agente Jenny, facendo scattare repentinamente le manette ai polsi della sua preda "Ti ho dato la caccia a lungo ma finalmente ti ho messo nel sacco!" 
"L'avrei fatta franca se non fosse stato per quel moccioso ficcanaso e il suo stupido pennuto!" si sentì un mormorio di rancore.  
“I miei colleghi hanno già recuperato tutti i Pokémon che avete catturato e sfruttato. Ora si staranno già occupando di rintracciare tutti i tuoi sgherri. Arriveremo anche al cuore del mercato nero a cui partecipate” 
“Non ci giurerei. Potrete scovare tanti criminali ma non troverete mai i veri corvi che si nascondono nell’ombra. Sono ancora piccoli ma spiegheranno le ali e faranno incombere su Forsia il disastro” 
Calò il silenzio fino al momento in cui l’uomo sparì nell’auto della polizia, adattata ai percorsi rocciosi dell’ambiente. 
Ash sospirò esausto, passando una mano dietro la testa e facendo supporto su Serena, non reggendo più lo stress dei giorni precedenti "Accidenti... per un po' basta missioni sotto copertura, non so ancora quanto avrei potuto reggere la pressione..." 
Serena annuì fermamente “Assolutamente…”
"Sei stato bravissimo però" gli fece i complimenti Brock dandogli delle leggere pacche sulla spalla "Deve essere stata dura per te mantenere la calma con quello che avrai visto" 
"Non sai quanto..." replicò lui. 
Ash guardò il suo amico Proujay, dandogli una carezza sulla testa "Proujay sei stato grande ad affrontare quel tornado! Hai anche imparato una nuova mossa e… hai salvato non solo tutti quei Pokémon ma anche me. Sei stato incredibile" 
"Prou Prou..." abbassò il capo il volatile sentendosi imbarazzato. Aveva solo agito d'istinto come un certo allenatore gli aveva insegnato. 
"Ash… Proujay" li richiamò l'agente Jenny "Temo che la polizia di Forsia abbia un altro debito da saldare nei vostri confronti. Senza di voi chissà quanti Pokémon sarebbero stati massacrati o usati come merce. E’ assurdo che una polizia aerea come l’UAT sia stata per tutto il tempo alla base di questo gruppo di cacciatori e mercenari”
"Detective Kid dice che spesso la più buona delle persone potrebbe nascondere un lato terribile. Il colpevole può essere anche la persona meno sospettabile. Credo si applichi a questo caso " disse Lidia citando una delle sue espressioni preferite. 
"A questo punto credo che dovrò creare una nuova pattuglia aerea… e io ho già un’idea di chi potrebbe aiutarmi ed essere il nuovo capo” sorrise Jenny rivolgendosi al kantoniano “Ash, ti andrebbe di guidare la nuova squadra insieme al tuo Proujay?”
Si sentirono sei sussulti sorpresi, ma nessuno troppo sconvolto. Ash ridacchiò imbarazzato, grattandosi la guancia “Eheh… la ringrazio per l’offerta, è davvero generosa. Purtroppo devo rifiutare, ho altri sogni e obbiettivi, non mi ci vedrei mai per quel ruolo”
In fondo sia lui che i suoi amici sapevano che avrebbe dato questa risposta. Non era una novità, non avrebbe mai rinunciato al suo sogno o ai suoi amici.
“Capisco” sospirò Jenny un po' a malincuore, aveva immaginato quelle parole. A quel punto però aveva sempre una seconda opzione. Si avvicinò a Proujay, chinandosi di fronte a lui "Tu? So che Ash è il tuo allenatore ma vorrei proporlo direttamente anche a te. Penso che ti piacerebbe! Sei molto forte e diventeresti un punto di riferimento per chi aiuterai qui e i tuoi futuri compagni”
Questa volta ci fu davvero un senso di sorpresa. Ash inarcò le sopracciglia, sentendo una stretta al cuore. Sapeva che poteva arrivare un momento simile come in passato. Era una cosa che ormai teneva sempre in considerazione anche se non diventava meno doloroso. 
Proujay piegò la testa chiedendo un supporto morale o qualche idea. Ash scosse la testa “E’ la tua scelta…”
Ci pensò su, era un bell'onore quello che l'agente gli stava offrendo. Poteva diventare un leader, crearsi la sua strada e la sua storia individuale. Solcare il cielo con fierezza e portare aiuto a chi serviva. 
Aveva preso una decisione… si liberò in aria e si posò sul braccio di Ash beccandolo leggermente con un sorriso sul becco. “Jay!”
Proujay non se la sentiva di cambiare strada. Aveva già una famiglia, un sogno, una storia che anche se non era solo sua ed era intrecciata a quelle di altri amici era diventata la sua… Aveva supporto, aveva uno scopo e qualcuno per cui andare avanti. Non si sentiva pronto ad un cambiamento del genere, non lo era come leader e non voleva farlo perché era felice già così. 
Solo con Ash poteva superare i suoi limiti e aiutarlo a fare lo stesso. 
"Credo che Proujay voglia rimanere con me, credo sia davvero colpito dalla proposta ma preferisce rifiutare. Dico bene Proujay?" L'uccello annuì, strofinando la testa contro quella del corvino. 
"Beh credo che sia stato molto utile per la prossima sfida in palestra! Ti sei evoluto, hai imparato Eterelama e sei molto più preparato sia fisicamente che psicologicamente! Vinceremo la nostra medaglia!” esultò Ash infondendo coraggio ai suoi Pokémon. 
"Siccome vi ho fatto perdere tempo potrei portarvi io alla prossima città e accompagnarvi fino al centro Pokémon. Sarete stanchi”
“Un passaggio lo accettiamo volentieri!” Accettò Ash con cordialità. Alzò lo sguardo al cielo, notando le nuvole che si stavano schiarendo “P…” Cosa vorrà dire?
 
…E così grazie agli sforzi di Ash e del suo coraggioso Proujay si chiudono le ali di una banda di avvoltoi dediti a nefaste azioni. Eppure ora altre ali si aprono, quelle che porteranno Ash ad affrontare la sua terza lotta in palestra ormai vicinissima? Riuscirà a cavalcare la corrente di vittoria così come è riuscito stavolta? Sono solo le sue ali che si apriranno… e solo positivamente?
 
In un luogo sconosciuto...
 
"Signor comandante…" disse una voce fioca.
"Che c'è?" rispose un’altra. 
"Abbiamo perso la cellula delle ali nere…" 
"I responsabili?” tuonò la figura avvicinandosi. 
La prima ad aver parlato rispose "N-Non sappiamo chi sia stato di preciso, si è sparsa la voce che sono stati quasi tutti arrestati e che sia merito di un ragazzo con un Proujay e un Pikachu"
"..." 
"C-Cosa facciamo ora comandante?" 
"Niente..." si sedette calmo il superiore.
"Niente?”
"Certo è una perdita sul mercato ma tanto su quel fronte eravamo già a posto… hanno solo fatto del lavoro per noi"
“Capisco” fece per andarsene ma l’ombra si fermò richiamata ancora dalla persona a cui parlava.
“Pare che tocchi pure a noi affrontarli… prendiamo provvedimenti”
“Agli ordini”
 
Il viaggio continua....

Di nuovo volevo solo dire Grazie...per la vostra pazienza e ricordarvi solo di controllare ogni tanto instagram dove presto pubblicheremo nuovi contenuti tra cui anche il nuovo arrivato Proujay(di cui dobbiamo assolutamente ringraziare il nostro amico "Corvus" per la realizzazione in digitale del nostro amico pennuto). E per farci perdonare potete in via del tutto speciale farci delle domande. Si per questa volta...è aperto un F.A.Q!

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Capitolo 30
*** Doppio Guaio sul Ghiaccio! La fiamma della Passione che scioglie tutto! ***


Episodio 27: Doppio guaio sul ghiaccio! La fiamma della passione che scioglie tutto!

“Dopo un’altra avventura più pericolosa del solito finalmente il gruppo di Ash è arrivato a Spumopoli. Finalmente per l’allenatore è arrivato il momento di affrontare la sua terza lotta in palestra”

"Palestra di Spumopoli stai per affrontare Ash Ketchum di Biancavilla!" annunciò l'allenatore di Kanto camminando in direzione della palestra. Si era limitato a sentire le prime indicazioni di Serena senza finire di ascoltare. Non si era nemmeno accorto che il suo passo era stato una mezza corsa, lasciando indietro i suoi amici. 
"Rallenta Ash!” chiamarono i suoi compagni da dietro. 
Il ragazzo si fermò e aspettò che lo raggiungessero. La prima ad arrivare da lui fu Lidia, non molto felice della corsa supplementare al jogging già fatto quella mattina. “Capisco che siamo arrivati ieri e hai aspettato per permetterci di fare il giro del centro. Oggi però sembra che hai mangiato peperoncino piccante a colazione!" ansimò Lidia “La palestra non scappa, è appena fuori città”
"Inutile cercare di fermarlo" sospirò Brock "Se una palestra è a portata di mano, per Ash è attendere è vano" 
"Era una rima o sbaglio?" notò Serena. 
"Non ci avevo fatto caso" sminuì il medico "Piuttosto vediamo di non farlo arrivare alla palestra come in una carica di Bouffalant”
Quella mattina Ash aveva trangugiato latte, biscotti e poi era schizzato via, riuscendo ad imitare perfettamente un Hestric umano, una scia di fuoco immaginaria appariva dietro di lui per la velocità a cui andava. 
Ben presto davanti ai loro occhi apparì un edificio tondeggiante dalla cupola bianca e scintillante come un blocco di ghiaccio liscio e lucido. Ricordava un igloo dalle dimensioni colossali. Vi erano diversi apparecchi attaccati all’esterno delle pareti, sembrava sentirsi un venticello fresco arrivare da essa. 
"Eccomi qua! Deve essere per forza questa!” esultò avvicinandosi all’entrata. Ad ogni passo l’aria diventava sempre più fredda, nonostante il clima fosse per lo più mite. Sentì una strana sensazione sotto i piedi e prima che potesse rallentare i terreno si rivelò scivolosissimo. Le suole delle scarpe schizzarono in avanti e non riuscì a fermarsi in tempo da evitare di sbattere con la faccia contro il muro dell’edificio.
*THUD* 
Pikachu saltò giù all’ultimo momento, evitando di fare la fine del suo allenatore e spiaccicarsi quanto lui. 
"Tutto bene?" chiese una voce a lui sconosciuta offrendogli una mano. Lentamente l'allenatore si rialzò accettando l’aiuto e afferrando l’arto dello sconosciuto "Si... sto bene" biascicò lui massaggiandosi la testa.
"A volte può succedere di non notare il ghiaccio, ma se non hai fatto a tempo a fermarti e sei finito per collidere con la palestra dovevi filare ad alta velocità!" gli chiese l'altro.
"In effetti si..." sorrise mestamente il biancavillino "Quando sono eccitato non riesco a controllarti facilmente, soprattutto in vista di lotte Pokémon”
Lidia ridacchiò da dietro l’allenatore “Per poco non sfondavi il muro con la tua eccitazione! Potevi far crollare la struttura!” Si immaginava tanto bene la scena di Ash che oltrepassava il muro lasciando un buco con il suo contorno.
"Beh, a meno che non risolviamo questo problemino mi sa che la palestra rimarrà chiusa” lo interruppe di nuovo il ragazzo sconosciuto. 
"Come chiusa?" chiese a metà tra lo scioccato e l'incuriosito l'allenatore dal berretto rosso. 
"Stanotte probabilmente si è guastato il regolatore di raffreddamento della palestra quindi l’entrata è bloccata" indicò la porta che mostrava alle fessure delle schegge di ghiaccio. 
Ash si avvicinò e toccò con la mano la superficie cristallina. Era completamente ghiacciata, sentiva la mano gelida al solo contatto. Non solo, si sentiva ancora il vento che soffiava dai piccoli buchi tra le fessure che tenevano in costante temperatura il ghiaccio.  
"Ah non mi sono presentato. Mi chiamo Matthew e sono il capopalestra" si scusò il ragazzo con un sorriso. 
"Io invece sono Ash e questo è il mio amico Pikachu! Se davvero sei il capopalestra non sai se c’è una seconda entrata o un altro modo per passare?” Ash non si era nemmeno stupito più di tanto per la scoperta dell’identità del ragazzo. Da come parlava sembrava essere spesso in quella struttura, quindi il suo ruolo era intuibile. 
"Ci sarebbe una seconda entrata ma quella è accessibile solo con le chiavi e al momento non le ho con me. Potremmo scongelare il ghiaccio ma per quello dovrei chiedere aiuto. Io sono uno specialista nel tipo ghiaccio e purtroppo non ho Pokémon di tipo fuoco per sciogliere la barriera invernale che mi ritrovo davanti”
“Ironico, il capopalestra esperto nel ghiaccio e non riesce a risolvere un problema riguardante giusto quello” tenne per sé il pensiero Brock.
Matthew si grattò il capo sconsolato. Poteva immaginare fosse un po' imbarazzante “Se solo Veronica non avesse deciso di starsene a dormire qui stanotte” sbuffò pensando a cosa fare. Non aveva molte scelte, se non andare in città a chiedere aiuto a degli amici.
"Posso pensarci io!" sorrise Ash prendendo in mano una delle sue pokéball. Per fortuna un Pokémon di tipo fuoco era quasi sempre incluso nella sua squadra "Il mio Hestric è di tipo fuoco, quindi possiamo provare a liberare l’ingresso!" 
Il capopalestra sorrise entusiasta “Veronica si starà spazientendo ad aspettarmi! Un aiuto sarebbe gradito, soprattutto se vuoi sfidarmi”
Serena non comprese a chi si riferisse “Scusa, chi è Veronica?"
"Mia sorella..."sospirò Matthew con un’aria rassegnata "Ha insistito per esercitarsi fino a tardi e divertirsi un po' in pista. Alla fine ha deciso di rimanere a dormire qui nelle nostre stanze che usiamo in casi di necessità e sarà rimasta bloccata dentro”
"Allora bisogna agire subito!" disse Ash determinato, lanciò in aria la sfera poké ed Hestric si materializzò davanti a lui "Hestric diamoci da fare!"
“Possiamo aiutare anche noi Ash!" incoraggiò Serena prendendo la pokéball di Braixen "Braixen vieni fuori e usa Fuocobomba!"
La volpina uscì e subito inondò di fiamma l'entrata, alimentando il calore che già Hestric stava fornendo "Xeeeeeen!!"
"A questo punto, Fiyenne anche tu aiutaci con Bracere!” Aiutò anche la detective chiamando la sua piccola iena.
"Fiyenneeeeee!!"  sparò dalla sua bocca una ventata di piccole fiammelle e scintille di fuoco. 
I tre Pokémon tipo fuoco riuscirono a sciogliere il ghiaccio con facilità, visto il lavoro di squadra ben svolto. In pochissimi secondi ogni singola scheggia di ghiaccio fu rimossa. 
"Ecco fatto!" Dichiarò Ash contendo del lavoro svolto.  "Ottimo lavoro ragazzi!"
"Eh si! Concordo!" Si avvicinò il capopalestra contendo di poter passare e correre dalla sorella "Senza di voi ci sarebbe voluto un bel po', non so quanto sarebbe dovuta rimanere dentro mia sorella, avrei dovuto correre a chiedete aiuto in città"
Serena richiamò la propria Pokémon nella sfera "Non si sarà congelata là dentro? Dormire in un certo posto non è il massimo a livello di temperatura" Domandò la performer.
Il ragazzo scosse la testa ridacchiando, era la domanda più stramba che gli avessero mai fatto. Forse perché non sapevano la verità. "Assolutamente no. Adoriamo il freddo, resisteremmo ore a contatto con temperature glaciali! Dovete sapere che..."
"Eccoti Matthew!"
Al richiamo tutti si girarono, trovando una ragazza vestita in abiti per nulla pesanti per il clima e i capelli color celeste. Indossava dei pattini e camminava con grazie sebbene il suo andamento fosse rapido "Ti ci è voluto un po'!"
"Scusa Vero... ma è colpa tua che sei rimasta qui a dormire, non potevo arrivare prima e anche se lo avessi fatto non ho Pokémon adatti per questo tipo di lavoro. Per fortuna ho incontrato degli allenatori gentili che mi hanno aiutato a sbloccare l’entrata"
"Ah si? Abbiamo degli sfidanti!?" Cominciarono a brillare i suoi occhi.
Brock inclinò la testa confuso. La scelta del verbo lo aveva lasciato perplesso a dir poco. "Abbiamo?"
"Certo! Sono la capopalestra!" Indicò se stessa tutta fiera, sentendo i loro sussulti di sorpresa. 
Ash guardò lei, poi il fratello, continuando a scambiare delle occhiate tra loro e capirci qualcosa. Mica era Matthew il capopalestra? Perché la sorella diceva di essere lei? "Non ho capito bene... mica eri tu il capopalestra?" Indicò il ragazzo rivolgendogli la domanda.
"Oh beh si. Ma lo è anche Veronica"
"...?" Ash provò ad aprire la bocca ma non seppe cosa dire, visibilmente in dubbio. 
Veronica sospirò spostando appena il fratello con una certa forza "In pratica in questa città siamo entrambi capipalestra. Qui si partecipa a lotte in doppio! Io e Matthew usiamo un Pokémon ciascuno e tu ne userai due contemporaneamente!" 
"Davvero!? Una lotta in doppio? GRANDIOSO!" Esultò pronto alla sfida, già fremente. Non faceva lotte in doppio ufficiali da quando aveva battuto Astra alla palestra di Fluxopoli. Sarebbe stato divertente e non solo, sapeva bene chi mandare in campo. Se ne era certo prima, ora ne era indubbiamente sicuro.
"Oh. Di norma gli sfidanti non sono gran che entusiasti dell'idea" commentarono i due fratelli.
"Ma lui non è un partecipante qualsiasi. Lui è Ash!" Ci tenne a precisare Lidia trattenendo una risatina. Alzò il dito e poi appoggiò l'altra mano sulla testa del ragazzo, dandogli una stropicciata "È unico e inimitabile"
"Eheh"
Entrarono nella palestra, sentendo subito un brivido correre lungo le loro spalle. Non avevano pensato ad indossare vestiti più pesanti. "Brrr... che freddo che fa" mormorò Lidia accoccolandosi nel proprio giaccone. 
"Ovvio, in questa palestra è necessario tenere la temperatura sempre bassa, altrimenti verrebbe meno il nostro campo lotta. Noi siamo abituati, ma voi fareste meglio a coprirvi o vi beccherete un malanno. Gli sbalzi di temperatura tra l'ambiente esterno e la palestra sono molto elevati"
"Posso ben capire" annuì Brock chiudendo bene la propria giacca. Sarebbe stata una lotta di certo lunga, quindi tanto valeva prepararsi al lungo freddo.
Serena ebbe un altro brivido, tremando da capo a piedi. Si fermò un attimo, portando le mani alle braccia, ma entrambe erano praticamente ghiaccioli.
Improvvisamente qualcosa le toccò le spalle e l'avvolse intorno alla schiena. Voltò la testa e vide Ash senza la sua giacchettina, il torace coperto solo da una magliettina a mezze maniche. 
"Stavi gelando" puntualizzò lui come spiegazione per il suo gesto. 
Serena fece per togliersela rossa in viso "No! Così avrai freddo tu! Guardati, ti ammalerai seriamente!" 
Il ragazzo le posò le mani sulle braccia, tenendole chiuse e impedendole di togliersi la sua giacchetta. La performer fece un improvviso balzetto sentendo il calore emanato dalle mani dell'allenatore. Era così strano, sembrava essere una stufa vivente.
Lui la guardò con uno sguardo dolce e caloroso, i loro visi vicini. Sembravano passare i secondi, Lidia osservava con un sorriso mesto sulle labbra mentre Brock si sentiva un'idiota per aver notato solo di recente l'ambiguità del loro rapporto. "HMM" si schiarì la voce.
Ash e Serena saltarono distanti, separandosi l'uno dall'altra. Erano entrambi rossi come pomodori.
"E poi mi sento carico! Il fuoco che ho dentro mi terrà caldo!" Svicolò lui. In ogni caso la giacchetta non gli faceva molta differenza, ma che l'avesse fatta o no avrebbe comunque fatto quel gesto a Serena.
“Grazie” lo ringraziò Serena con le guance arrossate. 
"Beh siamo pronti?" Chiamarono i due capipalestra interrompendo il momento. Indicarono le due postazioni opposte e dissero ad Ash di avviarsi verso la sua. 
L’aera di lotta era un immensa pista ghiacciata. Sembrava esserci acqua vera sotto il ghiaccio intimidatorio. Sopra le loro teste sporgevano delle stalattiti, il solo pensiero che si staccassero li facevano agitare parecchio. A circondare il campo vi erano dei corti bordi ricoperti di neve, poco utilizzabili per lottare visto lo spazio poco presente.
I due capipalestra andarono alla loro postazione, Ash dirigendosi verso la propria. Gli spettatori salirono sulle tribune e si sedettero in attesa dell'inizio.
L'arbitro alzò la mano coperta da un bel guantone "Inizia la sfida tra i capipalestra Matthew e Veronica contro lo sfidante Ash Ketchum. Potranno essere usati solo 2 Pokémon per parte che lotteranno assieme. Vince chi riesce a sconfiggere entrambi gli avversari"
"Proujay! Hestric! Scelgo voi!!!" Esclamò Ash lanciando in aria le pokéball. I due combattenti si posizionarono sul campo.
"Sapevo che avrebbe usato loro" sorrise Serena. Dopo l'evoluzione di Tweeny e la voglia di lottate di Hestric era scontato immaginare la loro partecipazione.
"Noblynx! Vieni fuori!"
"Snoomo è il tuo momento!" 
I due fratelli richiamarono i propri Pokémon. Ash non li aveva mai visto, questo lo intrigò parecchio. Tirò fuori il dex e lo alzò al loro livello:
"Snoomo: Pokemon Nevecumolo. Il suo corpo è formato completamente di neve e ghiaccio, quando sente il calore aumentare va alla ricerca di sostanze dello stesso materiale di cui è fatto e le accumula. La leggenda vuole che da Snoomo sia nata l'idea di formare i pupazzi di neve. Tipo Ghiaccio/Lotta. Esemplare Maschio." 
“Quindi è fatto di neve e ghiaccio, sarà difficile ferirlo” pensò l’allenatore rivolgendo poi il de verso l’altro lottatore avversario:
"Noblynx. Pokemon Lincinverno. E' un predatore che si mimetizza nelle foreste innevate grazie al suo lucente pelo capace di confondersi tra gli alberi e il bianco delle montagne. Le sue forti zampe gli permettono di muoversi senza difficoltà sopra e in mezzo alla neve. Tipo Ghiaccio/Buio. Esemplare Femmina"
"Wow, sembrano entrambi molto forti! Non vedo l’ora di sfidarli!” esclamò Ash mettendo via il suo dispositivo. "Sono due Pokémon davvero particolari, non ho mai visto nulla del genere nelle regioni che ho visitato, ma non per questo ci faremo intimorire! Vero ragazzi?" chiese rivolgendosi ai suoi due combattenti. 
"STRIC STRIC!" 
"JAY PRO!"
"Lo sfidante userà Hestric e Proujay mentre i capipalestra Matthew e Veronica useranno Snoomo e Noblynx! Che la lotta abbia inizio!”
"Proujay vola subito in aria! Dimostriamo quanto sei veloce!" ordinò Ash.
"PROUJAY!" strillò fiero il Pokémon volante alzandosi dal terreno e prostrandosi a metri di distanza dal campo di ghiaccio.
"Hestric tieniti pronto! Ora scalderemo la lotta con le tue fiamme!"
"HESTRI!"
"Ehi fratellone, sembra che abbiamo davanti un allenatore parecchio ardente" notò Veronica. 
"Sembra di si" sorrise Matthew per poi ricomporsi "Ma non è il primo che appare così ad una lotta, come tanti altri… se crede che la sua tattica cocente lo aiuterà non capisce quanto si sbaglia. Vedremo se sarà capace di superare la nostra barriera glaciale combinata! Snoomo attacca con Geloscheggia!"
"SNOO!" borbottò con voce grave il gigantesco pupazzo di neve mentre scagliava dalla sua bocca piccole e rapidi cristalli di ghiaccio verso il rapace.
"Noblynx tu invece carica contro Hestric con Riduttore!" ordinò Veronica. 
"Lynx Nobl!" sibillò invece la lince mentre caricava contro il riccio, pronto a ricevere il colpo. "Proujay schiva quei cristalli e quando arriva l'occasione usa Eterelama! Hestric tieniti pronto!"  
I due eseguirono l'ordine, l’uccello conscio di cosa poteva fare dopo il suo allenamento speciale volteggiò in aria piroettando su se stesso ed evitando così con grazia guerriera i rapidi colpi di Snoomo. Hestric invece rimase fermo, pronto a sorprendere la sua avversaria e spostarsi rotolando in uno dei suoi soliti scatti.
"LYNX!" il miagolio della lince si fece sempre più vicino. 
"Ora Hestric! Sorprendili con una rapidissima schivata!" 
"Heessss" Il riccio spostò indietro il piede per darsi la spinta e partire a razzo, non sentiva bene l’attrito che facevano i piedi, probabilmente per il fatto che era ghiaccio scivoloso. “STRiiiiihhhh” La zampa come una molla gli diede abbastanza carica ma proprio appena prima di sollevarla completamente e arrotolarsi il suo corpo divenne pesante e  scivolò sbattendo violentemente la testa 
“UH!?” osservò Ash sorpreso. Non era mai capitato ad Hestric di perdere l’equilibrio, era davvero così scivoloso il ghiaccio? 
"T-Triic!!" si sentì gemere in mezzo al campo. Prima che il riccio potesse reagire, una massa lo colpì e sbatté raso terra verso un punto più lontano sul ghiaccio. Il Riduttore di Noblynx era stato parecchio potente. 
"Hestric!" gridò sorpreso Ash "Tutto bene!?" 
"H-Hes..." provò a rialzarsi lui, di botte ne aveva subite tante durante le sue scorrazzate e ci voleva di ben peggio di un semplice Riduttore per fargli perdere completamente i sensi. Tuttavia non appena provò a riprendere velocità e correre le sue zampe ebbero un sussulto e il tremare dei suoi arti lo fece scivolare di nuovo.
Era difficile riuscire ad alzarsi. La superficie su cui si muovevano era parecchio scivolosa e non prometteva di correrci sopra per prendere la ricorda e caricare, a meno che non si possedevano artigli che arpionavano il ghiaccio. Hestric sapeva di avere delle unghie forti sulle zampe, ma non andavano bene per quel genere di campo, di norma gli servivano per arrampicarsi o frenare nella terra. 
Proujay dal suo punto di vista se la passava allo stesso modo. Provava in ogni momento libero a lanciare le sue lame di vento affilate ma non riuscivano ad incidere il corpo nevoso di Snoomo. Ogni singolo colpo veniva assorbito dentro il suo corpo, grazie alla neve che lo componeva. 
Il pupazzo di neve continuò ad attaccare il volatile fino a che non riuscì a prendere in pieno Proujay all'ala destra, cosa che lo costrinse ad abbassare la quota istintivamente "Prooo…" strinse il becco cercando di non schiantarsi sul ghiaccio, sarebbe stato troppo vulnerabile.
"Che sta succedendo ad Hestric e Proujay?” chiese Serena preoccupata. Quei due non riuscivano a lottare come sempre. Il campo li stava mettendo in seria difficoltà.
"Ash ha fatto bene a scegliere Proujay e Hestric per questa lotta perché sono molto utili, uno sul lato aereo e l’altro per il suo tipo. Tuttavia il problema è che Hestric non riesce a muoversi molto su questo tipo di pavimento. Il modo in cui prende velocità è dovuto alla sua rotazione del corpo e la spinta che si da per arrotolandosi su se stesso. Facendo frizione sul terreno e rotolando a grande velocità genera fiamme interne al suo corpo. Ecco perché oltre al tipo normale possiede anche l'elemento fuoco” disse Brock mettendosi la mano sotto al mento con fare pensieroso “Questo però vale su un terreno classico, dove la frizione permette a Hestric di mantenere pressoché un controllo stabile della sua velocità. Sul ghiaccio la frizione è praticamente inesistente e anche il punto d’ancoraggio per partire. Finirebbe per scivolare e basta, non può girare e aumentare la spinta durante la corsa” 
“Non solo” Continuò Lidia “Avrebbe anche problemi a fermarsi. Potrebbe sbattere o scivolare ancora e farsi male. A quel punto per gli avversari arriverebbe il momento ideale per colpire” 
“Esattamente… e per Proujay è una questione di corpo. Snoomo è fatto di neve... ricorda un po' a lotta contro Spectrelish e Romina, qui Ash ha bisogno di fare l’opposto di Mozzaburgo. Non più basarsi su mosse di stato o a distanza, a meno che non siano di tipo fuoco… e concentrarsi su quelle con scontro corpo a corpo" Proseguì il medico ripensando a cosa potrebbe fare il suo amico per uscire da quella situazione. Sostituire Pokémon ormai era impossibile ed era sicuro che Gli altri avrebbero avuto un problema simile lo stesso nella corsa, anche se in passato aveva visto Ash cavarsela nelle lotte contro capipalestra di tipi ghiaccio.
"Ehi Ash, piaciuta la sorpresa?" lo canzonò amichevolmente Veronica "A volte possedere il vantaggio, non serve a nulla se non hai il campo giusto dove combattere!" 
"Veronica..." le ricordò il fratello "E' una lotta ufficiale. Non mi sembra il caso di innervosire l’avversario a parole, lascia che sia la sfida a parlare. Non è bello vincere sulle insicurezze di chi affronti, mettendole in risalto”
"E dai fratellone! Sai che io scherzo soltanto!”
Serena guardò preoccupata mentre Hestric continuava a cercare di rimanere in piedi e Proujay agitava l’ala per scacciare l’intorpidimento “I due capipalestra sembrano molto sicuri, non hanno paura di affrontare dei tipi fuoco. E’ come se avessero un piano di riserva ad ogni novità che incombe”
“Penso che il campo scivoloso sia l’ultimo dei problemi di Ash, ce ne saranno altri. E’ come se ci fosse qualcosa sotto i nostri occhi che può metterlo con le spalle al muro, ma non si sa cosa”
“Noblynx afferra al volo l'occasione e colpisci Proujay con Tritartigli!"
"Nobly Nobly!" caricò la lince slittando con grazia sul ghiaccio. 
"Proujay intercetta il colpo con Attacco D'Ala!"ordinò Ash, se non poteva evitare il colpo era meglio intercettarlo per limitare i danni. 
Hestric guardava il compagno e si dannava, non riusciva ad essere d’aiuto e la sua velocità si era resa improvvisamente un peso invece della carta vincente. Provò ripetutamente ancora a mettersi in piedi, ma non riusciva a rimanere sulle due zampe e finiva col cadere ogni volta. Fu quasi un miracolo quando l’ultimo tentativo gli permise di rimanere in equilibrio senza traballare. Tuttavia muoversi era ancora un grosso probelama.
"Dannazione" strinse i denti Ash "Non riusciamo a incidere, gli attacchi di Proujay non fanno nulla su Snoomo per ora. Non posso farlo attaccare da vicino perché se no Noblynx potrebbe colpirlo… e Hestric non può far nulla, è completamente scoperto.  
Chiuse gli occhi cercando una soluzione. Alzò il capo al cielo e gli vennero le vertigini quando le palpebre si aprirono, rivelando sopra il campo le enormi stalattiti di ghiaccio. Poteva uscirne uno spiedino se non stavano attenti. Il ragazzo scosse la testa in fretta e fu allora che qualcosa lo colpì. Di nuovo osservò il soffitto e notò che non erano ben saldi quei cunei ghiacciati. 
Sotto le sue scarpe poteva sentire la fragilità del ghiaccio. Sembrava una lastra di vetro o un bicchiere, tanto scivoloso ma abbastanza scavabile. "Proujay!" chiamò il biancavillino da lontano. Il Pokémon si girò a guardare il suo allenatore e attese il comando.  
"Usa Attacco D’Ala contro le stalattiti! Falle cadere!" 
"Projay!" eseguì il tipo volante risalendo verso il soffitto a grande velocità. Le sue ali divennero bianche e andò a sfiorare con il dorso la parete ghiacciata. Si avvicinò alla prima stalattite e, con un taglio netto alla base che la collegava al muro, la tranciò. 
In un attimo si sentì una ventata e un fragore dalla potenza assurda fece sobbalzare tutti i presenti. 
*STUMP* se ne sentì un altro. E un altro ancora, sempre di più erano i cunei che precipitavano dal soffito verticalmente. Proujay non evitava gli ostacoli, ma li segava con le sue ali e li lasciava cadere sopra al campo, alzando una ventata piena di cristalli di ghiaccio che offuscavano la vista.
"Vuoi colpirci con le stalattiti Ash? Noblynx schiva!" disse Veronica. 
Matthew diede i suoi ordini al proprio Pokémon "Snoomo tu invece rimani fermo dove sai e non preoccuparti di farti colpire" 
"Snoomo ha l'abilità Corpogelo. Quindi se cadesse grandine o scaglie di ghiaccio il suo corpo recupererebbe salute. Anche se in questo caso si tratta di stalattiti il suo corpo di neve gli impedisce di farsi male se colpito da un oggetto ghiacciato come quello. Lo sentirebbe lo stesso ma non gli farebbe grandi danni. Con questa abilità toglie ogni chance di subire conseguenze anche misere” spiegò Lidia notando come Snoomo non fosse nemmeno intimidito dalla caduta di quelle palafitte.
“Hai ragione, una pioggia di stalattiti è simile ad una grandinata per Snoomo e inoltre se così non fosse dubito che delle riescano davvero a danneggiare un corpo di neve come quello" fu d’accordo Serena.
L’aria ghiacciata sparì e il campo fu pieno di cunei conficcati nel ghiaccio. Sembravano sei pilastri o dei chiodi enormi ben saldi, nonostante le crepe nel pavimento ghiacciato attorno a loro. Sembravano avere una loro armonia nella composizione, cosa che probabilmente Ash aveva notato "Hestric cerca di pattinare! Non preoccuparti di ruotare subito!”
“Ric?” Hestric non capì al volo l'ordine dell'allenatore, se non riusciva a correre prima perché adesso?”
Ash alzò le mani davanti alla bocca per far propagare meglio la sua voce “Devi solo pattinare verso le stalattiti! Usale come appoggio per partire poi a rotolare! Siamo su un campo da flipper!” spiegò lui da lontano. 
Il riccio comprese e smorzò un ghigno, le zampe ancora traballavano ma facendone strisciare una alla volta riusciva a spostarsi abbastanza. Non era incredibilmente veloce o controllato ma la direzione che stava prendendo era giusta. 
Il suo corpo andò a sbattere contro una stalattite, ma le zampe furono pronte a reagire a molla, dandogli la forza di rigettarsi verso un altro di quei pali giganti. Continuò ancora, colpendone un altro e sempre più, prendendo più velocità. Improvvisamente il suo corpo automaticamente si rannicchiò e finì per diventare una palla che rimbalzava e sfrecciava da cuneo a cuneo. 
Il suo corpo si scaldava sempre di più, poteva sentire tutto girargli attorno e cambiare di continuo il suo moto.
"Noblynx spostati presto!" avvisò Veronica cercando di farlo spostare in tempo, la palla leggermente in calore andò a travolgere la lince.
Eppure non finì in quel momento. Come fu andato a bersaglio Hestric venne sbalzato di nuovo all’indietro e tornò nel suo giro di flipper, riprendendo velocità e diventando sempre più ardente. Una nuova sfrecciata partì, stavolta in direzione di Snoomo.
"Cavoli!" cercò di ragionare Matthew "Snoomo è troppo lento per evitare il colpo” 
"Hestric andiamo!" si gasò ancora di più Ash, la tattica stava andando a buon fine. 
Anche il secondo impatto fu travolgente e Snoomo rotolò all’indietro, sentendo il calore sciogliergli la soffice ma allo stesso tempo impenetrabile coperta di neve che avvolgeva il suo freddo corpo. "Mooo...." gridò mentre veniva trascinato con forza al bordo del campo di battaglia e sbattendo poi violentemente il corpo contro la parete della palestra.
Ash annuì, sapeva che non avrebbe funzionato tutto il tempo, prima o poi la tattica sarebbe stata fermata in qualche modo quindi doveva sfruttare ad ogni costo il tempo disponibile. 
Hestric si aggrappò con le zampe ad una delle stalattiti, in modo da fermarsi e osservare la situazione. Con soddisfazione appoggiò le mani ai fianchi e sospirò fiero, doveva solo trovare il modo di sfruttare la sua velocità su altri campi. "Stri!" 
"Un flipper in palestra! E' una situazione nuova vero?" si eccitò Veronica. "Di sicuro non ho mai visto nessun allenatore sfruttare in maniera così originale il nostro campo ghiacciato" 
Il fratello della ragazza concordò complimentandosi con lo sfidante per la tattica ben studiata "Complimenti Ash! Una manovra da manuale quest'ultima. Si vede che sei un allenatore esperto!" 
"Beh, diciamo che io e i miei Pokémon tendiamo sempre a studiare nuove mosse e strategie! Ogni esperienza è nuova, se non si possono prendere come spunto le vecchie lotte cerchiamo di farlo con le nuove!”
"Tuttavia, fin ora abbiamo più o meno lottato separati, come due lotte differenti. Ora vedrai perché io e mia sorella abbiamo il titolo di capipalestra più coordinati di Forsia!" 
Ash ribatté “Bene non vedo l’ora!” 
Quei due capipalestra gli piacevano, avevano stile e sintonia, a tratti potevano ricordargli Lem e Clem. Chissà se un giorno ci avrebbe lottato insieme così come ora stava lottando contro Matthew e Veronica. 
"Ora Snoomo procedi con Palla Gelo su Proujay!" dichiarò Matthew puntando il dito in alto. Il gigantesco pupazzo di neve alzò lentamente la testa e dalla sua bocca incominciò a formarsi una gigantesca palla di ghiaccio e neve. 
"MOOO!" urlò gravemente il Pokémon ghiaccio mentre sparò in aria il proiettile.
"E tu Noblynx vai di Riduttore su Hestric!" ordinò a sua volta Veronica. 
Hestric si preparò per tornare a rotolare, dandosi una spinta iniziale con le braccia e allontanandosi dalla prima stalattite, già in direzione della seconda. 
Noblynx scattò e la sua corsa cambiò radicalmente. La lince si arrampicò in cima ad una delle palafitte i ghiaccio grazie ai suoi artigli forti e una volta sulla sommità saltò. Atterrò con le zampe sulla superficie scivolosa della cima della seconda stalattite. Continuò così correndo come se fosse un salto ad ostacoli. 
Proujay prese confidenza e cominciò a scendere in picchiata per fermare la corsa della rivale felina. Snoomo catturò con gli occhi le intenzioni del volatile e caricò una delle sue palle ghiacciate per colpirlo. “Snoooomoooo!!” urlò sparando l’attacco contro il nemico. 
Proujay subito lo vide e sterzò a destra per evitare di essere colpito. Fu un gioco da ragazzi evitare quel colpetto “Jay” gracchiò cercando di tornare al suo obbiettivo. Tuttavia Noblynx non era più sulle stalattiti. Continuò ad agitare la testa per trovare l’esemplare femmina ma fu tutto inutile “P-Pr”
“Proujay attento!!!” 
Non fece a tempo a muovere il corpo per spostarsi, solo la testa si girò e trovò davanti alla faccia Noblynx. Tra di loro solo l’attacco di Snoomo ancora volteggiante.
“Punizione!”
La lince caricò la coda girando su se stessa più volte, un’aura scura si caricò su essa e infine colpì la sfera ghiacciata “NooooBlyyyy” ruggì scagliandola dritta verso il suo avversario. Era servito tutto a questo, l’uso dei cunei come percorso alternativo e il lancio occasionale di Palla Gelo. 
La palla di ghiaccio in precedenza generata si schiantò nel petto di Proujay, il quale urlando dal dolore venne scagliato sulla superficie di ghiaccio “P-Prou…”
“Proujay tutto a posto!?” chiese Ash non potendosi avvicinare all’uccello. Il Pokémon annuì, rimettendosi sulle zampe. Per lui era più facile scampare dalla scivolosità, i suoi artigli erano perfetti per conficcarsi nel ghiaccio. Le ali ricominciarono a sbattere e si rimise nella sua posizione in mezzo all’aria. 
Non avevano subito troppi danni, potevano ancora andare avanti. Ash decise che per il momento non conveniva cambiare strategia, anche se qualcosa in lui gli diceva che era pericoloso, come se si sarebbe ritorto tutto contro di lui "Hestric usa la stessa tecnica di prima! Continua a rotolare e quando se abbastanza vicino agli avversari accendi il tuo Ruotafuoco!”
Hestric riprese a rotolare a tutta velocità, il suo corpo si infiammò e un’ondata di calore arrivò ai visi dei combattenti. Noblynx e Snoomo ringhiarono spostandosi dalla traiettoria di Hestric, ma sapevano che non sarebbero scappati per tutto il tempo. 
“Prima o poi riusciremo a prenderli Hestric! Continua così!” lo incoraggiò Ash, non potevano uscire dal campo, l’unico spazio libero dalle stalattiti erano i bordi innevati del campo.  
I due rivali continuavano a spostarsi, uno correva e l’altro rotolava come una palla di neve. Sembravano essere piuttosto tranquilli, si leggeva furbizia nei loro sguardi. Avevano in mente qualcosa.
Hestric era sempre più veloce e veloce, sembrava un enorme palla infuocata che bruciava tutto. Dietro di sé si vedevano degli schizzi d’acqua piccoli che si propagavano nell’aria, probabilmente sciolti appena dal suo calore. 
E al primo *crack* Ash capì il madornale sbaglio. 
“HESTRIC FERMO!”
Troppo tardi arrivò il suo avvertimento. Una moltitudine impressionante di crepe si formò sul pavimento, sembrava un’enorme ragnatela.  Un ghigno apparì sui volti dei due capipalestra consapevoli di cosa stava accadendo, quasi come se fosse tutto previsto.
Gli spettatori divennero tesi, scioccati da quello che stava accadendo “Era una trappola” mormorò Brock nell’osservare il campo che si frammentava in tanti pezzi. 
Un forte boato seguì e il campo si ruppe in tante lastre di ghiaccio, tra i tanti pezzi di varie dimensioni si potevano vedere grosse parti di acqua. Il campo era solamente una copertura e la vera sfida era stata al di sotto di ciò che sembrava il problema. 
“Dovreste sapere che non si gioca con il fuoco” riprese Veronica guardando ai suoi piedi, persino loro e Ash si trovavano sulle personali lastre ghiacciate, un po' si muovevano, ma erano molto più salde del resto del campo. “A forza di usare il calore del tuo Pokémon avete reso più fragile il pavimento, che non ha più retto il peso delle stalattiti. Ormai il vostro flipper è crollato e voglio vedere proprio come rotolerete in mezzo all’acqua”
Aveva ragione, Ash lo sapeva. Se era difficile prima, ora sembrava la fine. Hestric non riusciva a rotolare sul ghiaccio, ancor peggio su delle piccole lastre che potevano farlo rovesciare nell’acqua e quello sarebbe stato terribile per l’esito della lotta. 
Solo Proujay che aveva dalla sua il fattore ali riusciva a muoversi liberamente, Noblynx pure se la cavava e Snoomo non sembrava avere bisogno di spostarsi più di tanto. Hestric si sentiva in trappola, isolato dal resto dei lottatore. L’acqua era già fastidiosa, così fredda sarebbe stata una tortura. 
"Nuovo campo, nuove misure di lotta" pensò l’allenatore, non credeva alla parola fine “Noi non ci arrendiamo! Faremo in modo di vincere lo stesso, non ci arrenderemo fino a che non saremo davvero tutti K.O.!”
Serena sorrise sentendo le parole di Ash, sapeva che avrebbe trovato un modo per uscire da quella situazione. L’acqua poteva sembrare un grosso problema ma da Ash ci si poteva aspettare ogni sorpresa. Aveva troppa fiducia in lui. 
"E' la prima volta che si è rotto il ghiaccio durante una lotta, letteralmente!" sentenziò Matthew provando meglio la stabilità del ghiaccio "Si complica per entrambi la situazione ma sinceramente tra questo e le lotte normali preferiamo di gran lunga la sorpresa. Scegliere di scaldarvi un po' è stata la scelta migliore. La vera lotta inizia ora!” 
Veronica annuì, mandando all’attacco il suo Pokémon “Noblynx salta e punta su Hestric con Tritartigli!" ordinò la capopalestra indicando il bersaglio. 
Noblynx partì subito all'attacco saltellando di lastra in lastra. Hestric era veloce ma non era un saltatore e trovandosi su uno spazio limitato difficilmente avrebbe potuto schivarlo. Il biancavillino strinse i pugni, doveva trovare una via di fuga subito o sarebbero stati guai “Rimani dove sei! Sul ciglio della lastra!”
La corsa sugli Iceberg di Noblynx continuò e ad ogni passo si avvicinava sempre più, il riccio rimase fisso con sguardo duro e serio. Se il suo allenatore gli aveva detto così allora sapeva bene che sarebbe riuscito a ribaltare la situazione. 
“Lynx!!” ringhiò la lince saltando l’ultima lastra e trovandosi a pochi centimetri dal riccio preparò gli artigli già estratti dalle zampe”
“ORA! Scivola fino all’altro lato della lastra!” ordinò Ash e Hestric fece come richiesto. Il suo corpo si gettò all’indietro e in un attimo si sentì slanciato in aria. 
L’atterragio di Noblynx andò a vuoto e i suoi artigli ruppero sotto di loro la parte di ghiaccio che si sgretolò. L’acqua inghiottì la lince e la lastra si piegò come una catapulta, lanciando in aria il riccio che venne preso al volo dal compagno di lotta. 
Lidia però non riusciva a vedere il lato positivo della lotta, Ash nn aveva modo di usare Hestric “Purtroppo ormai Hestric non è utile. Le sue mosse si basano sulla velocità, la corsa e l’attacco diretto. Soprattutto gli attacchi di tipo fuoco che sarebbero devastanti se utilizzabili”
“Ash troverà un modo per usarlo, anche perché ormai cambiare Pokémon è impossibile” fece notare Serena, più rivolgendo una domanda speranzosa a e stessa.
La risposta non tardò ad arrivare. L'acqua si fece cristallina e raggiante come i colori della aurora, spavendo subito Proujay e Hestric che avevano tenuto sotto controllo la zona. 
Un Raggiaurora spuntò dalle acque, facendo schizzare l’acqua ovunque. Matthew decise di aiutare a intensificare la potenza grazie ad una mossa che di sicuro il biancavillino non conosceva “Snoomo usa Martelgelo sull'acqua!"
Il grande pupazzo tirò una violenta martellata sull'acqua che si smosse sempre più  creando un movimento ondulatorio dall’altezza gradualmente in crescita. Il freddo si concentrò attorno a Raggiaurora, incrementandone il gelo e la luminosità. 
Proujay rimase accecato dalla lucentezza di quella mossa e fu impossibile per lui evitare l’attacco che investì entrambi i Pokémon di Ash. 
Entrambi finirono per precipitare e colpire la superficie acquosa, infine sprofondando nelle profondità del campo lotta. 
"Hestric! Proujay!" gridò Ash vedendoli scomparire nell’acqua gelata.
Sott’acqua si poteva sentire il brivido che trasmetteva il flusso d’acqua freddissima. Penetrava attraverso la pelle e arrivava alle ossa. Era impossibile non tremare e trattenere la calma. Il volatile riaprì al volo gli occhi e notò di non essere più in aria. La sensazione seppur simile allo stesso tempo era chiaramente diversa. 
Si guardò intorno cercando di resistere al freddo e notò il suo amico che non riusciva bene a sopportare la sensazione e il cambio di temperatura immediato. Provò a nuotare per raggiungerlo ma le sue ali servivano a pochissimo già di loro, il freddo nemmeno gli permetteva di aprirle e staccarle dal corpo. La voglia di scaldarsi era troppo forte.
Ash da fuori poteva fare pochissimo, non sapeva se sentivano la sua voce da sott’acqua, ma doveva almeno tentare “Hestric!!! Proujay!!!” si vedevano emergere delle bolle d’aria, segno che stavano mantenendo il respiro e stavano cercando di cavarsela. Il fatto che erano regolari ma lente voleva dire che non stavano facendo sforzi e movimenti esagerati. 
Il riccio alzò la testa notando il pennuto che non riusciva a tenersi in posizione e sprofondava. Doveva far qualcosa per permettergli di risalire e sopportare il freddo almeno per poco. Risalì appena, facendo un grosso sforzo con le zampe e diede un’enorme spinta al suo corpo. Improvvisamente il corpo cominciò ad emanare calore e alcune bolle cominciarono a salire, segno che stava bollendo l’acqua.
Proujay sentì subito l’immenso freddo sparire e tutto intorno divenne tiepido. Era un continuo contrasto tra freddo e caldo. La via di mezzo era l’ideale per il Pokémon, sentiva di nuovo le sue ali intorpidite e le scaglie di ghiaccio si erano sciolte, permettendogli di aprirle. 
I due si scambiarono un’occhiata, percependo la presenza di Noblynx che continuava ad aggirarsi intorno a loro come uno Sharpedo che puntava la preda. Era un tipo ghiaccio e per lui l’acqua fredda non faceva alcun danno, si sentiva a suo agio. 
Per loro invece era diverso, non potevano sentire nulla se non i grossi spostamenti di acqua e il ghiaccio che si rompeva. La voce di Ash era confusa, non avevano altra scelta se non lottare da soli, almeno fino a che non sarebbero tornati in superficie. L’ansia li faceva spazientire e avrebbero esaurito l’aria molto presto, per quanto fosse superiore la resistenza di un Pokémon rispetto a quella di un umano. 
Hestric ebbe un’idea, era rischiosa ma valeva la pena provare. Si fece dare una spinta da Proujay e si ritrovò faccia a faccia con Noblynx, appena sotto di lui. 
“NOOO BLYYYY” un altro Raggiaurora partì subito dalla sua bocca e colpì Hestric in pieno stomaco, facendolo risalire in fretta. Il riccio smorzò un sorriso, catturato subito dalla lince che lo fissò con sgomento. 
Il dolore fu sopportato e il Pokémon di tipo fuoco si sentì conficcato contro qualcosa. Gli era impossibile girarsi ma sapeva bene che a tenerlo bloccato erano i suoi aculei infilzati nella superficie inferiore di una delle lastre di ghiaccio. 
Proujay sorpassò Noblynx, passandole di fianco e  mentre cercava di rimanere a galla e l'allenatore colse nei suoi occhi un suo desiderio. Puntò le sue ali ancora tiepide verso la punta inferiore del lastrone, con intenzioni già chiare. Si concentrò e lanciò un Eterelama preciso, facendo ribaltare  la lastra permettendo a Hestric di respirare e al tempo stesso di liberarsi da una piccola parte di gelo. 
“Hestric!” lo chiamò Ash stupito. Non poteva essere un caso, i due Pokémon dovevano aver studiato un piano per salvarsi. Ora doveva risalire solo Proujay e sarebbero tornati alla carica, sperando che avessero ancora le forze necessarie. 
Proujay fu ben presto il secondo ad emergere, tirò un respiro profondo, mentre si reggeva con le ali e su una delle placche di ghiaccio. 
Ash fu sollevato vedendoli entrambi sani e salvi, sospirò e tornò a concentrarsi sulla lotta. Noblynx sarebbe risalito a breve e probabilmente avrebbe attaccato Proujay, essendo per metà in acqua. Hestric ancora si dimenava per liberare gli aculei e tornare sulle sue zampe. Avevano fatto un lavoro eccellente, ma ora doveva riprendersi il ruolo di allenatore. 
“Hestric non dimenarti troppo! Scalda il tuo corpo e i tuoi aculei saranno liberi! Quando sentirai il ghiaccio creparsi salta via in modo da non ricadere in acqua!” gli consiglio il kantoniano. Il riccio obbedì e il ghiaccio intorno a lui iniziò a fondersi, creando un buco. Appena si sentì meno bloccato si spostò a sinistra ed evitò di cadere ancora in acqua. 
L’allenatore annuì e girò la testa verso l’altro suo Pokémon. Non disse nulla ma bastò un’occhiata verso di lui per tranquillizzarlo. Doveva solo attendere pazientemente e sopportare il freddo.
Noblynx cominciò a risalire cercando il colpevole che aveva fatto scappare il suo avversario. Era successo tutto abbastanza velocemente e si era persa di vista entrambi. Scorse la coda di Proujay penzolare in acqua e subito si diresse verso di essa con le fauci pronte e gli artigli spiegati. Lo avrebbe agguantato e trascinato sott’acqua ancora, fino a che non sarebbe stato troppo stanco per lottare. 
Vide con la coda dell'occhio una macchia chiara avvicinarsi, il suo avversario era sempre più vicino. Uscire dall’acqua non lo avrebbe salvato, era impossibile e rischioso. La voce di Ash tornò a chiamare la sua attenzione “Ti vuole far sprofondare… accontentalo!”
“NOBBLYYYNX!” emerse dall’acqua la lince, ruggendo e gettandosi con tutto il peso contro la lastra, preparandosi ad agguantare il pennuto. Proujay ne approfittò e si lasciò scivolare di nuovo sott’acqua, evitando così il colpo. 
Il felino rimane con le unghie conficcate nel ghiaccio e il peso fece ribaltare la lastra per metà. La parte opposta si era alzata e aveva preso le sembianza di una rampa di lancio. 
A quel punto fu possibile ribaltare le sorti della lotta “Hestric salta in testa a Noblynx e riprendi con Ruotafuoco! Usa la rampa a tuo vantaggio per colpire Snoomo!" 
Hestric caricò le zampe sul bordo della lastra e saltò verso quella vicina, atterrando con esse sul muso di Noblynx. La lince cercò di azzannarlo ma fu troppo svelto e il peso le diede fastidio. In un attimo la scheggia infuocata partì a molla e si infiammò, percorrendo la rampa e volando ad alta velocità. Snoomo non ebbe il tempo di reagire e fu colpito in pieno dall’attacco “HEEEESTRIIIIIC!!!”
"SNOOOOO!" gridò straziante dal dolore Snoomo mentre sentiva il suo corpo bruciare completamente. 
"Snoomo! Resisti!" provò a ordinare Matthew vedendo la terribile situazione in cui il suo Pokémon era finito. Erano nei guai.
"Noblynx!" si precipitò a ordinare la sorella "Cerca di raffreddare con Geloraggio Snoomo! Dagli la forza per scollarsi Hestric di dosso!" La Pokémon però non riusciva a liberare gli artigli ed era ancora bloccata dove si trovava. 
Proujay ebbe tutto il tempo necessario per sottrarsi dalle grinfie dei nemici e dirigersi verso la lontana sponda innevata. Appena toccò il piccolo spiazzo di neve si tirò fuori e cadde gemendo al suolo. La fredda massa morbida era niente in confronto a quella dell’acqua in cui si era trovato, tuttavia le forze rimaste erano pochissime. Voleva sdraiarsi e chiuderla lì, ma allo stesso tempo desiderava vincere e finire la lotta con un successo. Lo doveva al suo allenatore. 
Nel frattempo Hestric rotolava e rotolava sempre più incandescente dentro il corpo del suo avversario che provava a respingerlo.  
Finalmente il tempo fu utile anche a Noblynx che liberò gli artigli e cominciò a correre verso il compagno. Con un’unica zampata lanciò via la palla di neve che finì ai lati della palestra. Cadde nella neve soffice e Hestric insieme ad essa. Snoomo sentì subito una sensazione di sollievo, ma i danni subiti erano stati tanti.
Arrivò anche il secondo rivale e Hestric si ritrovò completamente solo. I due lottatori avversari si nascosero tra la poca neve, essendo completamente mimetizzati. Speravano che con il tempo Snoomo avrebbe recuperato un po' di energie. 
Lo suo sguardo di Hestric tuttavia non cambiò di una virgola. Intenso, focoso e pieno di rabbia. Aveva fatto la parte del peso per troppo tempo, aveva affrontato luoghi dove la sua corsa era inutile, quando allo stesso tempo aveva promesso a Emilia che avrebbe usato le sue gambe più possibile. 
Sentiva dentro tanto calore, così immenso da volerlo rilasciare. Era una sensazione strana, ma sempre più presente. 
Non trovava l’avversario da nessuna parte, voleva sciogliere tutto ciò che lo circondava. Se solo avesse potuto usare tutta l’energia che sentiva…
Perché no? 
“HEEEEEEEEEEEEESTRIIIIIIIIIIIC!!!!” gridò a squarciagola, liberando una ventata rossa e ardente. Si stava propagando tutta intorno e in un solo momento tutta la neve che si trovava sui bordi della palestra si era sciolta, le lastre di ghiaccio erano ridotte a piccole schegge galleggianti.
Ash e i due capipalestra furono costretti ad indietreggiare sul bordo del campo, sentendo le loro stesse lastre sciogliersi completamente. 
“Blyyyyyy!”
“Snooooo”
Entrambi gli avversari si accasciarono, ormai completamente riconoscibili, vista la neve sciolta e così svanito il loro nascondiglio.
"Ondacalda..." mormorarono i tre amici di Ash in sincronia. 
"A furia di rotolare e accumulare calore che veniva tenuto a freno… Hestric è riuscito a controllare l’energia, calibrarla e rilasciarla. Ha imparato una nuova mossa” descrisse Brock, immaginandosi fosse quella la ragione per cui aveva appena imparato quell’attacco. 
Ash guardò fiero il suo amico, di certo una nuova mossa non se la sarebbe aspettata in quel momento, ma la sorpresa era ciò che divertiva nelle lotte. 
Proujay condivise l’entusiasmo e gradì l’ondata calda che lo rasserenò. Si rimise in volo e tornò ad accostarsi al compagno con grinta chiara negli occhi. Non aveva le ali bagnate e il freddo anche se tornava in fretta non sembrava scocciarlo più di tanto. 
“Immergetevi!” ordinarono i due capipalestra, non trovando altra soluzione se non la fuga nell’unica fonde di freddo assoluto. Non sapevano più che lotta impartire, ormai regnava il caso. Noblynx e Snoomo eseguirono e strisciarono deboli verso il bagnato, lasciandosi cadere all’interno.
Il corvino rifiutò di prolungare quella fuga “Non vi basterà! Proujay afferra Hestric mentre usa Ondacalda! Fate bollire il campo come se fosse una grossa pentola!”
Proujay acchiappò tra le zampe il compare e i due iniziarono a girare a pelo dell’acqua, continuando in tondo a sorvolare l’area. “Hesssssss!!!!” Iniziò ad usare Ondacalda il riccio, mentre ancora Proujay lo reggeva e lo faceva muovere circolarmente. 
“Facciamogli vedere il nostro animo ardente!!! AVANTI!!”
“HEEEEEESSSS!!!”
“PROUUUUU!!!”
L’acqua incominciò ad abbassarsi di livello e a bollire. Le bolle emergevano scoppiando come delle matte. Era una marea di scoppiettii che facevano parere di essere in una pentola a pressione. 
Snoomo e Noblync non riuscivano a sopportare l'estrema cottura a fuoco lento che stavano subendo e da sott’acqua si sentiva il dolore sempre più forte e fastidioso. Non avevano nemmeno la forza di reagire e le spinte dell’acqua li portarono a risalire verso la superficie in centro al campo, dove il calore era più intenso e straziante. 
Una volta visibili e intrappolati dall’attacco di bolle scottanti Hestric e Proujay si fermarono.
“Chiudiamo la lotta!!! Hestric Ondacalda! Proujay Eterelama!" ordinò il loro allenatore. 
Il riccio scatenò tutto il calore che aveva accumulato in una poderosa fiammata ad ampio raggio, un unico grosso scoppio. L'uccello nello stesso istante lanciò dei dischi di vento che passarono attraverso le fiamme, e si unirono ad esse, diventando delle vere e proprie lame incandescenti. 
Snoomo e Noblynx aprirono gli occhi, giusto in tempo per vedere questa pioggia infuocata piombargli addosso. Una grossa esplosione seguì, scatenando delle ondate di altezza inimmaginabile e una confusione che portò tutti a coprirsi gli occhi. 
Quando tutti tornarono a guardare il campo rimasero sconvolti. I due capipalestra sentivano il fiato mancare, l’acqua era sparita dal campo, un po' evaporata, un po' spazzata via. Al centro del fondale i loro due Pokémon giacevano a terra sfiniti.
"Snoomo e Noblynx non sono più in grado di lottare! La vittoria va allo sfidante Ash Ketchum!" decretò l'arbitro. 
"Evvai!" gridò Ash alzando il pugno al cielo "Ce l'abbiamo fatta!" 
"Piiii!!! Pikapika pikachu!" si unì al coro anche il topino elettrico.
Proujay ed Hestric piombarono sul loro allenatore abbracciandolo a loro volta, gettandosi direttamente dal cielo e buttandolo a terra. Il riccio ancora scottava per il calore emanato e Ash sentiva la pelle bruciare al contatto "Uh, ahi m-m-mi stai ustionando Hestric!" ridacchiò Ash togliendoselo di dosso. 
Veronica e Matthew corsero a recuperare i loro due lottatori e li richiamarono nelle sfere. Avevano perso ed erano stati completamente spazzati via. Non era mai successa una cosa del genere. Il fratello maggiore si diresse verso lo sfidante e tese la mano “Complimenti, avete… letteralmente sciolto la nostra palestra”
“Eeheh… mi spiace! Non credevo sarebbe successo… temo dovrete ristrutturarla?” sdrammatizzò Ash sentendosi imbarazzato. Avevano devastato l’area di lotta.
“Eh già, ma basterà riempire il campo di acqua, risistemare la neve e alzare al massimo l’impianto di refrigerazione! La superficie si riformerà e basterà lisciarla, per poi attendere che si formino le stalattiti. Ci vorrà qualche giorno ma almeno avremo una pausa”
“Dopo questa sfida non mi spiace una bella vacanza!” mormorò Veronica stiracchiandosi “Sono sfinita, è stato esaltante e sfiancante!”
Ash annuì “Vi ringrazio! Era da tempo che non mi divertivo così in una lotta in doppio! Spero lotteremo di nuovo prima o poi!” tese la mano anche alla ragazza per stringerla. Lei accettò e si scambiarono il gesto sportivo. 
Ben presto li raggiunsero anche Serena e gli altri due amici di Ash, congratulandosi con lui, Proujay e Hestric. 
L’arbitro pure arrivò, tenendo in mano una scatolina che porse ai suoi superiori. Matthew non tardò ad afferrare il contenuto e mostrarlo ad Ash “Hai vinto la lotta e hai dato spettacolo con fiamme della tua grinta. Ci hai sciolti completamente, quindi penso che ti meriti la medaglia Polo”
L’allenatore ringraziò con un cenno del capo e l’afferrò alzandola al cielo “Ce l’abbiamo fatta!!! Abbiamo vinto la medaglia Polo!!”
“Pi Pikachu!”
“Prou jay jay!”
“Ric Ric Hes!”
Festeggiarono i quattro con i sorrisi chiari sui loro volti. Il ragazzo tirò fuori il suo portamedaglie e vi sistemò la nuova conquista, raggiungendo così il suo terzo tesoro. Non era nemmeno a metà strada, ma si sentiva lo stesso metri e metri lontano dal terreno. Non sapeva bene perché ora vincere la terza medaglia non era diverso da vincere l’ottava. Era ancora un sentimento strano che non lo abbandonava, ma prima o poi avrebbe capito cosa significava. 
La performer lo approcciò e gli sistemò la ghiacchetta sulle spalle, sorprendendolo un momento. Il ragazzo girò la testa verso di lei e la osservò confuso. Lei per tutta risposta sorrise “Grazie, ma ora non mi serve più. Mi hai già scaldata con la tua lotta, l’emozione non mi ha fatto sentire il freddo nemmeno per un attimo!”
Sarà pur assurdo, ma sembrò che Hestric avesse usato ancora Ondacalda. Le guance di Ash si tinsero di rosso e cercò di non balbettare miseramente “N-Ne sono f-felice” espresse sentendosi improvvisamente cuocere. Nemmeno il gelo più forte avrebbe tenuto lontano il calore del sorriso di Serena. 
“Ehi Mister Fiaccola, la lotta è finita non serve che usi anche tu Ondacalda” lo beffeggiò Lidia, scatenando una risata di gruppo che coinvolse tutti meno lui, troppo imbarazzato per rispondere. 
Quando la risata morì Veronica si rivolse ad Ash “Allora, cosa farete adesso?”
“Uh..” si distrasse lui dalla situazione imbarazzante “Proseguiremo il nostro viaggio. Io ho la mia quarta medaglia da vincere e Serena ha i suoi Varietà”
“Varietà uhm? Ho partecipato anche io a qualcuno” Sorrise la pattinatrice ricordando i bei vecchi tempi “Beh la città più vicina con una palestra al momento è Tajupoli, però è un po' distante quindi vi ci vorrà del tempo per arrivarci. Sulla strada passerete per Amatripoli e lì ci sarà un Varietà, sicuramente un altro in un'altra città pure”
“Beh allora è perfetto!” girò la testa il corvino verso la biondina “Potrai esibirti mentre andiamo verso Tajupoli!”
Serena concordò “Si! Allora è deciso!” 
“Tu vincerai le tue spille e io un’altra medaglia! Se ci impegniamo andrà tutto per il meglio e saremo molto più vicini alla realizzazione dei nostri sogni!” Alzò lui il pugno al cielo per la seconda volta dopo la lotta “Sempre sulla nostra strada!!”
“SI!”
“Pika!!”
“Hes!”
“Prou!”

“E così… Ash ha vinto la sua terza medaglia nonostante gli imprevisti e il campo pieno di insidie. La strada per Tajupoli è lontana ma di certo non mancheranno le avventure. I Varietà di Serena sono alle porte e così anche le sorprese che aspettano il gruppo… ma saranno tutte buone?
Il viaggio… continua…”

 

E ora siccome siete pazienti...qualche anticipazione dei prossimi capitoli!

 

Episodio 28: Spruzzo attraverso le ere! I tesori emergono dall'acqua!

I nostri eroi incontreranno degli scienziati che vogliono riportare in vita dei fossili di pokemon forsiani, tuttavia la vera difficoltà sarà riportare in vita i sentimenti che provavano l'uno per l'altra nella vita passata

Episodio 29: Una spiacevole fioritura? La danza di rose del Varietà!

Serena partecipa al suo varietà dove sbocceranno dei fiori stupendi... e dei fiori velenosi...

Episodio 30: Finalmente ti ho ritrovato! Ora staremo per sempre insieme?!

Ritorna una fan scatenata e stavolta ci sarà davvero da stare attenti. Pikachu diventerà un bodyguard disperato...

Episodio 31: Scambio inaspettato! Di Serena ce n'è una sola!

I nostri eroi avranno a che fare con Serena... perché Serena non é la stessa loro amica... un'impostore oppure sarà solo Ash a farsi tante paranoie e passare per pazzo?



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Capitolo 31
*** Spruzzo Attraverso le Ere! L'amore che l'acqua non ha rigenerato! ***


Con la fine delle vacanze speriamo solo che la lettura di questo capitolo vi possa far solo che Piacere!

Episodio 28: Spruzzo attraverso le ere! L’amore che l’acqua non ha rigenerato!

E’ una giornata limpida e radiosa per i nostri eroi, oltre a splendere il sole splende anche l’umore dei ragazzi, in viaggio verso Amatripoli, per permettere a Serena di partecipare al suo Varietà.

"Non vi sembra che il sole sia un po' troppo caldo oggi?" domandò Serena ai suoi compagni, passando una mano tra le ciocche della frangia.
"In effetti è vero" notò Brock asciugandosi la fronte con un fazzoletto.
"Ci sono almeno 40°!” Esclamò Ash mostrando il pokédex che non solo aveva la funzione meteo, ma registrava il calore e il freddo. “Come se un Pokémon nelle vicinanze avesse usato Giornodisole!" 
Avevano ragione, quel giorno il sole aveva deciso di dare tutto se stesso, i suoi caldi raggi emanavano una sensazione di torpore e arsura. Il gruppo provò a continuare un altro po' a camminare, ma la natura ebbe la meglio e nemmeno l’entusiasmo del biancavillino riuscì a farli proseguire. 
"Uff..." sbuffò Ash cercando di farsi aria con il cappello "Non ce la faccio più, qui si muore! Non riesco più a fare un altro passo, quanto gradirei una bella doccia fredda. Oppure un ambiente freddo come alla palestra di Spumopoli!"
La detective si avvicinò a lui "Beh freddo come Spumopoli non credo, ma abbiamo fortuna guarda un po'!" poi puntò il dito verso l'orizzonte. Dal promontorio su cui erano involontariamente passati non si erano accorti di costeggiare una limpida e cristallina distesa azzurra, solo un lembo di terra soffice e fine li divideva. 
"E questo da dove salta fuori?" si chiese sorpreso il ragazzo "Non me ne ero accorto mica!" 
"Troppo presi dal caldo, rischiavamo proprio di non vederla!" disse Serena consultando il suo pokédex "Ed è anche una spiaggia molto bella! Si chiama Cala Misù e qui dice che è anche facile raggiungerla! L'unica pecca per i turisti è che non possono raggiungerla in auto!" 
"Beh non è un problema per noi… ed è un luogo davvero incantevole" disse Brock "Sarebbe un peccato non sfruttare l'occasione per fermarci proprio là no?"
"E rinfrescarci un po'..." aggiunse Ash cogliendo al balzo la proposta "Che ne dite? Facciamo un ultimo sforzo per arrivare sul lido?" 
"Perché no? Un bel bagno è quello che ci vuole dopo tutta questa fatica e poi sarà un piacere per gli occhi stare qui" acconsentì Lidia, ammiccando uno dei suoi sguardi ai suoi compagni più giovani, che non capirono il senso sibillino delle sue parole.

Accordato dunque il piano per il resto della giornata, il gruppo iniziò a scendere il piccolo sentiero che li portava al livello del mare, una volta sentita la soffice sabbia sotto le scarpe si fermarono soddisfatti. Ognuno di loro frugò nel proprio zaino. Iniziarono a montare le tende per cambiarsi e anche per usarle per farsi ombra. 
Poi fecero uscire i loro Pokémon, volendo far godere anche a loro quella giornata. Plarky e Spotpup si gettarono subito in acqua senza ripensamenti, nonostante il primo si lamentasse che preferiva l’acqua di laghi o fiumi rispetto alle acque salate del maro aperto, mentre il secondo non fosse un tipo d’acqua a pieno non essendosi evoluto. Anche Pikachu decise entrare in acqua, prendendo dallo zaino di Ash la sua ciambella personale. Non la usava da anni, l’aveva ritrovato a casa mentre Delia si era data alle pulizie di primavera. L’avendola messa apposta da parte per prenderla con sé il giorno in cui sarebbero ripartiti in viaggio. 
I Pokémon di tipo fuoco e roccia invece preferirono stare un po' in disparte, ma l'ambiente offriva loro una valida alternativa all’acqua. Bastava la brezza marina a tenerli rinfrescati, anche se non fu apprezzata la ventata che produceva Hestric correndo, soprattutto dalle Pokémon femmine ricoperte di sabbia. Proujay volava sopra il pelo dell’acqua facendo amicizia con dei Pelipper, mentre Vampvulp e Weepbud si erano rintanati nelle tende dei loro allenatori decidendo di uscire più tardi. Pancham si trovò un sassetto dove mettersi comodo e poggiati i suoi occhiali da sole sugli occhi incominciò a curarsi la tintarella. Infine Leafala si arrampicò su un piccolo albero e schiacciò un sonnelino, anche se diverso dagli altri Leafala alcune abitudini potevano rimanere.
Passarono alcuni minuti e i ragazzi furono pronti ad entrare in acqua, non serviva tanto tempo o fatica per cambiarsi i calzoncini. Bastava un telo a coprirsi solo in determinati momenti. Le ragazze invece si erano rifugiate all'interno della tenda per mettersi il costume, di sicuro parlando di qualcosa con molta partecipazione, visti i borbottii incomprensibili che sentivano i maschi.
"Siamo pronte!" Annunciò Lidia uscendo dalla tenda e mettendosi bene in piedi di fronte ad Ash e Brock. Il medico fece un piccolo fischiettio di complimento, limitandosi a quello. Non che fosse confuso come un corteggiamento e fosse punito ingiustamente... come tutte le altre volte.
"Uhm... e Serena?" Chiese Ash non vedendo l'altra amica. In verità lui non aspettava altro che vederla. Ogni volta che indossava qualcosa di diverso si poteva contraddistinguere uno dei momenti di calore di Ash. Per spiegarla meglio, sentiva la testa che fremeva come delle bollicine di una gassosa che esplodeva, il petto diventava caldo e le gambe volevano avvicinarsi il più possibile a lei. L'allenatore aveva diviso in varie categorie questi momenti e ciò che causavano. Cambio look voleva dire interesse e curiosità, perché malgrado il suo imbarazzo nel pensarci balzava come un bambino in crisi da zucchero: era estasiato.
Lidia roteò gli occhi di fronte al ragazzo che sembrava attendere la scena come uno Spotpup attendeva l'arrivo dell'osso... o un bambino con le caramelle. "Serena vieni fuori! Non siamo ad un concorso di moda!" La richiamò la detective.
La performer si era rintanata nell'angolo posteriore della tenda imbarazzatissima. Aveva appena realizzato un costume personale per performer e voleva usarlo prima o poi ma non si aspettava di doverlo mostrare agli amici. Credeva che sarebbe finita subito in acqua e invece fuori Ash e Brock si erano appostati per guardarla. 
"Quanta pazienza... Serena sei uno schianto, non preoccuparti di essere giudicata, perché non lo fa nessuno!" Lanciò un'occhiataccia ai due maschi per minacciarli di aderire alla sua affermazione.
Effettivamente non c'era nulla da dire al contrario, ma era meglio non rischiare "Ha ragione!" Mormorò il moro, sul suo fronte non c'era problema. Serena era off-limits per vari motivi. Non che non fosse carina, era davvero bella come ragazza... ma avevano sei anni di differenza e non era il tipo da rincorrere ragazze così giovani. Inoltre gli pareva abbastanza ovvio che ci fosse fin troppa carne sul fuoco tra i sentimenti che provava per Ash la ragazza... e con l'allenatore che era un mistero totale. 
Sotto sotto avrebbe voluto vedere Ash in un gesto molto romantico e sensuale, magari corteggiarla. Avrebbe potuto finalmente renderlo suo discepolo, ma era chiedere decisamente troppo.
"...Va bene..." si sentì una frase soffocata e la cerniera della tenda si aprì. 
Oh si che avrebbero voluto dir qualcosa quei due. O almeno sobbalzare e inalare una boccata d'aria. Ash sentì la mandibola cadere pian piano e Brock dovette tenergliela incollata alla bocca.
Serena indossava un bellissimo costume a due pezzi azzurro e rosa, con dei merletti vari ad incorniciarlo e dei fiocchetti a tenere il tutto saldo sul suo corpo. Anche i capelli erano legati da un fiocco che formava una coda di cavallo medio-bassa. 
Lei sospirò, sentendo il peso dei loro sguardi "Credo che questo lo userò solo per dei bagni fuori gara. Rischierei di perderlo, opterò per un pezzo unico durante le esibizioni"
"Non sia mai che tu lo perda durante un'esibizione!!" Espresse falsamente sconvolta Lidia. Certo avrebbe fatto piacere ad Ash ma certe visioni era sicura che il ragazzo non voleva condividerle. 
Quasi a leggerle il pensiero Ash si ritrovò d'accordo, ma la visione mentale gli causò qualche corto circuito. Il sangue fluì alle guance e improvvisamente sentì le narici caricarsi e farsi pesanti e intasate. Portò le mani al naso e quando le staccò appena notò con sorpresa e angoscia delle macchie di sangue. 
Il ragazzo se ne infischiò delle possibili reazioni degli amici e con rincorsa si gettò tra le acque. Il suo naso però sanguinava a suo piacimento. Più pensava a Serena, più il flusso aumentava. Non erano allergie o pugni sul naso, era la prima volta che accadeva così a caso.
Alzò lo sguardo, sempre tenendosi quasi del tutto immerso, solo occhi e il capo fuori. Gli amici lo guardavano con ambiguità. "Brrrenite a burgnarvi un boh'?" Indicò con le mani la fonte d'acqua che lo circondava borbottando da sott’acqua. Pikachu fece da traduttore per lui gesticolando.
Annuirono tutti e iniziarono ad affrettarsi per una bella cannonata. Serena gli passò di fianco e in quel momento sentì una frase lieve da parte di Ash "Esibizione o no ti sta davvero bene…"
Serena arrossì di colpo e gli diede una schizzata che lo fece indietreggiate immediatamente. 
"Ehi!" Si lamentò lui accogliendo la sfida. Immerse le braccia e le mandò addosso un'ondata abbastanza grande da bagnarla anche su tutto il capo. Serena provò i brividi su tutto il corpo, i capelli erano bagnati completamente. Non voleva bagnarsi così subito.
"Vuoi la guerra Ash Ketchum?" Lo minacciò con un sorriso e uno scatto abbastanza veloce da sorprenderlo. Per qualche motivo lui ebbe un blocco, cosa avesse visto solo lui lo sapeva. Un lieve rossore si propagava sulle sue guance mentre si preparava alla fuga.
Si immerse e si diede alla fuga, cercando il più possibile si non incrociare con lo sguardo le gambe della biondina. La testa colpì qualcosa e quando riemerse si trovò davanti agli occhi Brock.
L'ex capopalestra sorrise "Paura di Serena? Non mi pare pericolosa come Misty"
"Bah... Serena non è per niente aggressiva, al contrario di chi sappiamo noi. Ma le poche volte che si arrabbia davvero è 100 volte più paurosa!"
"A me non sembra arrabbiata"
"Non lo è, ma non voglio annegarla o essere annegato da lei"
"Giusto, sarebbe negativo. Servite entrambi per il vostro futuro" ridacchiò Brock accorgendosi tardi di cosa aveva detto e beccandosi due occhiate storte su di lui. 
"Come?"
"Niente”
All'improvviso qualcosa trascinò Ash sott'acqua per pochi secondi, quando riemerse si trovò faccia a faccia con Serena che ormai lo aveva raggiunto. "Preso" sorrise la ragazza. 
Ash si sforzò di guardarle il volto, chissà per quale ragione quel giorno trovava la sua amica più radiosa del solito. Chiuse gli occhi facendo finta di stropicciarceli. 
"Qualche problema?" chiese Serena leggermente preoccupata.
"No niente, deve essermi entrato qualcosa negli occhi" mentì Ash cercando di sembrare più naturale possibile. 
"Certo come no..." disse piano piano Lidia accennando un' altro dei suoi sorrisini. Improvvisamente cambiò espressione diventando più allegra del solito. "Ehi ho un idea! Che ne dite di giocare alla lotta dei Torchic?" propose lei.
Gli altri la guardarono incuriositi "Si insomma, la lotta in cui una persona tiene l'altra in aria e cerca di spingere la squadra avversaria in acqua!"
"Sembra divertente!" esclamarono tutti "Allora facciamo io e Brock contro te e Serena?" chiese Ash assumento un accenno di slealtà.
"Cosi c'è disparità, siamo 2 maschi e 2 femmine! Non è valido!" esclamò Lidia facendo la finta offesa. 
"Allora io e te contro Brock e Serena?" chiese ancora Ash. Per qualche motivo sapeva come sarebbe finita. Di norma avrebbe colto al volo l’occasione, ma oggi aveva problemi a fidarsi di se stesso. Non voleva commettere qualcosa di sconveniente e… oddio cosa stava pensando?
"Dubito che tu riusciresti a sorreggermi e poi sono più alta di te. E se pensi invece al contrario non mi sembra tanto carino lasciare ad una ragazza la parte più difficile di sorreggere un maschio, quindi c’è un unica soluzione: io e Brock contro Ash e Serena”
La proposta scaturì due reazioni differenti nei due ragazzi più giovani: Ash impallidì e Serena arrossì. Entrambi sapevano che Lidia lo aveva programmato dal momento in cui aveva visto il mare.
"Vi ho in trappola" esultò nella sua mente la detective. "Ehm e se invece facessimo un altro gioco?" provò a svicolare l'allenatore con un fil di voce. 
Ash non sapeva che Magikarp pigliare, provò a cercare Pikachu con lo sguardo implorando aiuto ma lui era tutto intento a gustarsi un succo di frutta sulla sua ciambella. Sospirò cercando di farsi coraggio e resistere agli impulsi che da poche ore erano incominciati a farsi vedere, lentamente scivolò sotto il livello del mare aspettando che Serena si coricasse sopra le sue spalle. 
Anche Brock fece lo stesso controllando che un certo cane non fosse nei paraggi. Per sua sfortuna Spotpup girava in tondo a lui come uno squalo ma non attaccava. Chissà cosa aveva in mente.
Poco dopo le squadre si prepararono a fronteggiarsi l'una contro l'altra "Pronti­­?" chiese la capopalestra di Collinopoli alla sua amica più giovane, ancora un po' imbarazzata. 
"S-Si..." 
"Ehi, rilassati!" sorrise Lidia "E' solo un gioco innocuo" Il suo viso diceva il contrario. Sarebbe stata una guerra.  
La lotta iniziò e per un po' di tempo le due squadre si studiarono senza attaccarsi. Ash non solo stava lottando insieme a Serena contro i suoi amici ma anche contro una strana vocina che gli ripeteva frasi incomprensibili nella testa. 
"Ash aiutami!" lo risvegliò Serena quando sentirono uno spintone. I due riuscirono a rimettersi in equilibrio in tempo per bloccare il secondo attacco degli avversari. Lidia spingeva verso il basso, cercando di buttare giù Serena, ma Ash la teneva salda tra le braccia.
"Non lasciamoli vincere!" urlò con grinta l'allenatore "Facciamogli vedere di che pasta siamo fatti!"
Pikachu aprì un occhietto risvegliato dal grido del suo allenatore, si stropicciò gli occhi e vide la scena. Le sue orecchie rizzarono furbamente e il topino usò la coda per remare verso la riva, dove si rivolse a Braixen e Sylveon. Loro sapevano più degli altri. Pure Pancham sentendo il discorso alzò gli occhiali da soli e cercò di vedere cosa accadeva. 
I quattro Pokémon guardarono la scena molto compiaciuti e si misero in fila sulla riva, aspettando che accadesse qualcosa. Era come un conto alla rovescia.
“Pan cham chicham? [Ci aspettiamo la solita scemata?]”
“PiCha [Assolutamente]”
Fu in quel momento che si sentì un grido “UN TENTACOOL VUOLE PUNGERCI!” 
"D-Dove!?" si spaventarono a loro volta i partecipanti. 
"Qui!" e con una spinta ben caricata Lidia fece cadere in mare la povera Serena, distratta completamente da quell'improvvisa esclamazione, a sua volta tirando giù pure Ash.
"Vittoria!" esultò però interrotta dalla sensazione di cadere a sua volta. Quell’esclamazione aveva fatto sussultare Brock che istintivamente si scansò facendo perdere l'equilibrio alla compagna di squadra. Tuttavia i primi a cadere furono Ash e Serena, quindi i veri sconfitti.
“Braixen xenxexen [Cominciate a contare alla rovescia]” mormorò la volpina sulla spiaggia.
I due malcapitati si ritrovarono sott'acqua, tirati l'uno contro l'altra in profondità. Entrambi riemersero pochi secondi dopo, ma non esattamente ognuno per il conto proprio. Solo il torso di Ash era fuori e lo stesso valeva per Serena sotto di lui, che veniva tenuta su dal braccio del ragazzo avvolto dietro la sua schiena. 
Le loro teste erano a pochi centimetri l'una dall'altra, gli occhi ancora chiusi per il sale che era entrato dentro. Serena fu la prima a riaprirli e le mancò per un momento il fiato sentendosi così vicina ad Ash, al suo viso con i capelli bagnati che coprivano la fronte e i suoi addominali. Da quando Ash aveva le braccia così forti? Solo ora dopo anni di viaggio se ne accorgeva?
Il kantoniano fu il secondo ad alzare le palpebre e trovare gli occhi celesti di Serena davanti, così cristallini e lucenti per il sole. Le ciocche dorate di Serena le scendevano lungo le spalle e la sua pelle morbida era piacevolissima al tatto. 
In quel momento non capì più nulla, era tutto vuoto il suo cervello e il corpo bruciava. Non sapeva perché ma si sporse appena in basso, accorciando le distanze. Entrambi per qualche motivo chiusero gli occhi inconsciamente... le loro labbra sul punto di unirsi in quel legame tanto atteso nel profondo...
“Veeeeon… [Ci siamo…]”
"AAAAAARHHHHHHHG!!!!" Si sentì urlare.
I due subito aprirono gli occhi e Ash sfilò il braccio dal corpo di Serena, facendola cadere di nuovo in acqua. 
“GAAAAAHHH!!!” Esclamarono i quattro Pokémon esasperati e seccati. E dai, ancora? Sempre la stessa storia…
"O-Ohi ohi..." Si disperò Brock dal dolore. 
Ash controllò cosa fosse successo e si girò verso la spiaggia, vedendo Brock a riva di fronte ad una donna in costume. Il povero ragazzone giaceva al suolo, Spotpup lo stava trascinando via e Lidia scuoteva la testa rassegnata. Poteva vedere chiaramente un buco nel costume di Brock, segno che il cagnolino ci era andato giù pesantissimo.
Ash mormorò una risatina flebile, per poi ricordarsi all'improvviso di una cosa. Chinandosi tornò a guardare il punto dove aveva lasciato cadere Serena, giusto in tempo per vederla alzarsi. "S-Scusa Serena! Mi spiace!"
"N-Non fa niente, non preoccuparti" ridacchiò lei senza lasciar trasparire la delusione del mancato bacio e il fatto di averla mollata facendole fare un tonfo in acqua.

I due raggiunsero Lidia sulla riva, vedendola intenta a parlare con la donna misteriosa delle follie di Brock. Si scambiarono un'occhiata confusa "Lidia come mai siete usciti?"
"Oh! Vi presento la professoressa Bidé. È una studiosa di fossili che ho conosciuto tempo fa quando ero piccola!"
"È un piacere conoscere gli amici di Lidia! Ricordo che da piccola se ne stava sempre sola a fare piccole indagini!" Scherzò la donna dai capelli neri e gli occhi verdi. 
Lidia mostrò una smorfia di imbarazzo o disappunto più che altro, era meglio intervenire per evitare eventuali racconti di cui vergognarsi "E-Ehm loro sono Ash e Serena! Brock purtroppo lo hai già conosciuto" indicò il ragazzo che veniva seppellito sotto la sabbia da uno Spotpup molto seccato. Lo stava ricoprendo fino alla testa, di questo passo da solo non sarebbe più uscito.
"Piacere" entrambi i ragazzi salutarono cordialmente. Non sapevano se gradire o meno l'intervento della professoressa.
"Ah le porto i saluti di Olivio!" Disse Lidia tirando su il pollice con un ghigno, ricevendo però un viso corrugato nel ribrezzo. 
La signora Bidé mostrò un piccolo sorrisetto annoiato "Certo... quel professore da strapazzo"
L'immagine del professore che con le mani imitava una cornetta del telefono apparve nella mente della donna che scosse la testa per scacciarla "Comunque, tornando a noi... ti chiedevi cosa stavamo facendo, no?"
Lidia annuì "Beh si, quale ricerca sta conducendo ora?"
"Io e i miei uomini..." indicò alcuni ragazzi della sua età che stavano ispezionando la spiaggia "...Stiamo cercando dei fossili abbastanza rari" 
"Wow! Fossili di quale Pokémon!? Kabuto? Amaura? Tyrunt?" Domandò Ash eccitato.
"Nessuno di quelli! Cerchiamo dei fossili di Sprinet!" Dichiarò Bidé sistemandosi gli occhiali "Sono Pokémon che vivevano a Forsia quindi trovabili solo qui. Ne sono stati trovati davvero pochissimi, sono estremamente rari e gli studi sono stati condotti anni orsono. Vorremmo trovarne qualcuno da rigenerare e continuare delle ricerche per farli riprodurre. Potrebbero tornare a popolare la Forsia attuale! Non trovare femmine ma solo maschi non sarà un problema, basterà farli riprodurre con i nostri Ditto"
I tre rimasero stupiti, una nuova specie così rara da non essere stata studiata nemmeno?
"Vorremmo anche dei fossili di Steeble, altri Pokémon in passato solo Forsiani, ma non si hanno ancora prove evidenti della loro esistenza, quindi verrebbe davvero dura" 
"E cosa dovete fare per trovarli?" Domandò l'allenatore puntando il dito sul mare "Se siete qui è perché sono trovabili sott'acqua?"
"Esatto!" Confermò lei.
"Allora vorrei dare una mano! Sono curiosissimo di conoscere queste specie!" Erano da vedere assolutamente, dopotutto erano ancora in un momento di scoperta.
"Beh certo se ci vuoi dare un aiuto, non vedo perché non dovrei negartelo! Tra l'altro sembri una persona che conosce i Pokémon fossili!" sorrise la professoressa. 
"Beh non li studio ma ho avuto modo di conoscerli abbastanza bene" rispose l'allenatore pensando ad alcune esperienze passate con questi Pokémon preistorici. 
"Se possibile vorremmo aiutare anche noi! Però perché non risultano sul pokédex queste due specie?" chiese  Serena che nel frattempo aveva digitato i nomi "Sprinet" e "Stebble", non trovando niente. Erano apparsi solo degli strani manoscritti scientifici, ma nulla di registrato ufficialmente. 
"Come detto Sprinet e Stebble sono Pokémon estinti e parecchio rari, di loro abbiamo solo un nome e una possibile ricostruzione ma un esemplare registrato ufficialmente non è stato mai appurato. Per questo siamo qui! Abbiamo ipotizzato dopo vari studi che il sito di Cala Misù potesse essere in antichità un luogo di ritrovo degli Sprinet e delle possibili loro evoluzioni, i Dinombone. Se la nostra ipotesi è corretta finalmente potremmo chiudere un capitolo sui segreti della preistoria Pokémon!” spiegò la professoressa estraendo dalla sua borsa estrasse un mini computer su cui pochi secondi dopo apparve una curiosa figura simile ad un Pokémon.
"Ecco, guardate! Questa è una ricostruzione di come sarebbero dovuti essere!" 
Il gruppo guardò incuriosito la creatura. Era bipede, piccola e blu, aveva degli arti non proprio sviluppati ma capaci di poter adattarsi all'ambiente marino. La cosa che però colpì tutti fu il curioso musetto che possedeva e un piccolo organo osseo che si ergeva sul capo. 
"Curioso eh?" disse l'esperta cogliendo l'interesse dei suoi nuovi collaboratori. "Sembra che gli Sprinet comunicassero tra loro e lanciassero segnali proprio grazie a questo corno! Avevano una sacca d'aria interna e quando la espellevano si sentiva un suono simile a quello di una tromba musicale, facendo uscire pure schizzi di acqua o intere cannonate"
Ash e i suoi amici non erano gli unici ad aver sentito quelle parole. In lontananza altre tre figure si erano rilassate per la giornata e avevano avuto l’occasione di origliare tutto quello che la professoressa Bidè aveva appena raccontato.
"Avete sentito? Fossili di Pokémon rarissimi!" disse sottovoce Jessie già pregustando il sapore del successo.
"Se prendiamo noi uno Sprinet lo potremmo rivendere a qualche eccentrico che ci sborserà un sacco di grana!" gli fece eco James pensando già alla vita da nababbo. 
Meowth non sembrava però della loro stessa idea "Voi non pensate in grande!" li rimproverò non nascondendo le sue classiche manie di protagonismo.
"E cioè? gli chiesero i colleghi.
“Come avete appena sentito gli Sprinet sono capaci di emettere suoni simili a quelli di una tromba" iniziò a spiegare il gatto. 
Continuarono a guardarsi confusi i due "Si e con questo?" 
“Ma non capite zucconi!? Lo possiamo regalare al capo!" 
"Al capo?" 
"Immaginatevi il capo che un giorno decida di andare allo stadio a guardare la sua squadra sportiva del cuore! Tutto quel rumore, tutto quel chiasso e all'improvviso senta il desiderio di esprimere sostegno e di partecipare anche lui a quella manifestazione di tifo sfegatato…”
I tre si immersero in uno strano status di immaginazione profonda “…Ecco allora che proprio davanti a lui appare Sprinet, pronto a strombettare in allegria per lui tutto l'entusiasmo che è capace di mandare! E quando soddisfatto la sua squadra vincerà la coppa dei campioni, sarà solo grazie al suo supporto e a quello del suo Sprinet!”
Apparve l’immagine di Giovanni davanti ai loro occhi “Devo ringraziare Meowth e i suoi colleghi per questo splendido regalo che mi hanno fatto, li premierò sicuramente!" 
L'idea illuminò Jessie e James "Perbacco! Hai ragione! Cosa faremmo senza di te!?" si complimentarono con lui per la brillante trovata.
"Modestamente” si pavoneggiò lui mostrando finta modestia. 
"Allora piano trombetta attivato?" 
"Piano trombetta attivato!"

Intanto la professoressa continuava la sua descrizione vicino ad un gommone pronto per portare alcuni in largo ad immergersi anche se le ricerche erano focalizzate sulla spiaggia. "Di Steeble purtroppo sappiamo poco. Si crede una leggenda, le supposizioni sono che sia un quadrupede dal cranio resistente a metà tra un Cranidos e uno Shieldon e che abbia qualche protuberanza sulla schiena”
"Beh è interessante!" notò Lidia "Metto la mia lente al servizio della scienza!" disse andando a prendere dallo zaino la sua fidata attrezzatura. 
Ash, Serena e altri ricercatori invece decisero di prendere il largo, o almeno di cercare attorno alla barriera corallina. Salirono tutti sul gommone, Serena e Ash furono gli unici due a dover scendere in apnea, non essendoci maschere e respiratori a sufficienza per tutti. 
Si tuffarono e decisero di dividersi a coppie, come prevedeva il protocollo da subacquei. Ash si diresse ad est insieme a Serena, verso una piccola rientranza immersa nella barriera, facendo ovviamente attenzione a non spaventare i Pokémon lì presenti, facendo il gesto di chi veniva in pace. Nuotarono a lungo, tenendosi per mano per non perdersi, non avendo una buona visuale. Quando il fiato cominciò a mancare decisero di risalire.
Continuarono in quel modo per parecchio tempo, finché non si persero di vista. Il ragazzo decise che alla prossima volta che sarebbe risalito l’avrebbe aspettata, non voleva rischiasse qualcosa.
Nuotò ancora più a fondo e qualcosa di luccicoso gli balzò agli occhi. Incuriosito si avvicinò a quel tenue riflesso che mano a mano divenne sempre più abbagliante. L'allenatore si coprì gli occhi cercando di avvicinarsi sempre più all'oggetto del desiderio, ma una volta toccato sentì qualcos’altro toccare ciò che aveva afferrato. Provò ad aprire di più le palpebre ma il sale gli dava fastidio. Tirò più forte, credendo che l’oggetto fosse incastrato nella roccia. 
Si sentì un piccolo crack e il ragazzo fu sbalzato all’indietro, avendo ancora in mano quello che cercava. Risalì in superficie e riprese aria. Lì vicino un’altra figura riemerse quasi allo stesso momento: era Serena affaticata quanto lui. 
Ash si rese conto subito che probabilmente erano loro due ad essersi tirati a vicenda attirati dall’oggetto. Incominciò a ridacchiare "Scusa" si avvicinò cercando di scusarsi per la mini lotta subacquea "Non avevo proprio idea che fossi tu!" 
"Figurati, ho solo visto qualcosa e credevo fosse incastrato nella roccia, per questo ho tirato!" si scusò a sua volta lei. 
"Anche io! Adesso che ci penso…” il ragazzo alzò appena fuori dall’acqua il suo pezzo di tesoro. Mezza scaglia lucente come il riflesso del sole sul mare brillava tra le sue mani. Era molto grossa, non aveva mai visto nulla del genere.
Entrambi rimasero sorpresi quando pure Serena alzò un pezzo scaglia di un pallido e lucente bianco simile a quello che la luna poteva offrire la notte su un panorama marittimo. Si scambiarono un’occhiata e avvicinarono le due parti, realizzando che combaciavano perfettamente. 
"Caspita è stupenda!" si sbalordì Serena "E' un peccato che si sia spezzata..." 
"Già, ma almeno si è spezzata in maniera carina! Sembrano due metà di un… c-cuore” Gli mancò la voce sul finale. Anche il destino si divertiva a prenderli in giro. Ora avevano metà per uno di una strana scaglia a forma di cuore. Era un brutto presagio o uno buono?” 
“Beh dovresti tenerla tu, dopotutto sei stato il primo ad afferrarla” disse lei porgendogli il pezzo.
Lui la guardo con un piccolo broncio. Non voleva avere entrambe le parti, non gli sembrava giusto e probabilmente Serena pure pensava la stessa cosa. In un certo senso voleva che avessero entrambi una parte “Ho un’idea migliore!” disse lui avvicinando le loro mani. Posò la sua parte nella mano di Serena e prese invece quella della ragazza “Ecco! Ognuno tiene la parte dell’altro, così quando ci sentiremo in difficoltà basterà riavvicinarle per ricordarci che possiamo contare l'uno sull'altro!" propose lui con un ghigno e le guance arrossate.
"Da quando hai una vena così poetica?" scherzò Serena.
"Posso essere molto profondo quando mi ci metto d’impegno!" ridacchiò lui facendo il finto offeso, ma comprese che l'idea le era piaciuta. 
"Ahaha certo! Torniamo al gommone?" propose la ragazza.
"Certo! Mi serve una pausa da tutta questa acqua salata!”
Sul gommone trovarono anche Lidia e Brock, che li avevano raggiunti stufandosi di cercare sulla spiaggia. Il medico teneva in mano due curiosi sassi rotondi, uno più grande dell'altro. “Li ho trovati mentre facevo una perlustrazione in delle pozze tra le rocce. Mi sono sembrati interessante e così li ho raccolti" spiegò a Lidia al suo fianco.
"Per me sono solo sassi, molto belli si ma rimangono sempre sassi. Non capisco perché ti interessino cosi tanto" commentò la detective studiandoli. Erano certamente belli e colorati ma non sembravano minerali o altro.
"Beh essendo originario di Plumbeopoli, ho una certa predisposizione per le rocce. Deve essere naturale! Inoltre da quando sono partito cerco sempre di mandare un piccolo souvenir ai miei fratelli. Spesso mio fratello Forrest mi chiede di portargli appunto qualche sasso tipico delle regioni che visito e questi sono carini. Magari quando torno potremo divertirci io e lui a scoprire la tipologia" 
"Ohhh!" disse lei scomponendosi appena un po' perplessa.
Il rumore dei due ragazzi più giovani che salivano sull'imbarcazione li distolse dai loro pensieri "Ah eccovi!" disse Lidia "Vi stavamo aspettando! La professoressa dice che la sua squadra ha setacciato tutta questa zona ma non hanno trovato nulla quindi più tardi andremo a ovest! Dopo una sosta al campo base”
Videro un secondo gommone avvicinarsi, su di esso si trovava la professoressa “Qualcosa di interessante?”
"Beh una cosa ci sarebbe” dissero all'unisono Ash e Serena mostrando i loro tesori "L'abbiamo trovata insieme, non è un fossile ma pensavamo fosse carina!" 
"Fatemi vedere" chiese incuriosita la ricercatrice osservando le due metà. Fece un piccolo sussulto e un sorriso ambiguo si formò sulle sue labbra "Wow... ne ho visti di esemplari ma chi ha lasciato questa squama doveva essere un titano di grandezza!" esclamò.
"Allora sa che cos'è?" chiese Serena. 
"Questa è una squama cuore, si dice che si stacchino dai Ludvisc nel periodo delle migrazioni, ma c'è anche un altra storia o meglio una credenza. Se una coppia di ragazzi trova una squama cuore, saranno destinati ad essere una coppia felice, più grande è la squama che trovano più grande sarà il loro amore!”
I due subito sobbalzarono e guardarono altrove non osando dire nulla. Si sentirono le risatine dei vari ricercatori sulle barche e le risate disperate di una Lidia trattenuta da Brock.
"S-Sono solo dicerie!" Cercò di minimizzare Ash anche si teneva la sua parte di squama tra le mani come se fosse un tesoro che nessuno poteva osare toccare.
Serena annuì, anche se pure lei sapeva che non si sarebbe mai separata di quell'oggetto. Forse era solo una diceria ma nel profondo anche la più piccola chance che fosse vero le dava abbastanza motivazioni per farne uno dei suoi oggetti più preziosi. L'aveva trovata con Ash in ogni caso.
"Lidia..." provò a placare la furia frecciatosa il moro kantoniano, ma fu senza successo.
La detective aveva ancora di che divertirsi, o almeno così pareva dallo sguardo che lanciava alla coppietta di giovani amici-non-ancora-insieme-ma-spudoratamente-e-ovviamente-innamorati-persi.
“Comunque doveva essere un Luvdisc di dimensioni colossali, grande quando un Wailmer minimo! Che scoperta, è un peccato non averlo visto!”
Ash subito cercò di sviare “Si… peccato… E-Ehm, ho visto qualcosa però di fianco alla squama… credo"
Questo portò l'attenzione di tutti su di lui, facendoli completamente cambiare argomento.
"Per esempio?"
"Beh non ho visto bene cosa fosse visto che era tutto sfocato e buio ed ero concentrato su altro. Per un attimo però il riflesso della luce che illuminava la squama mi ha fatto scorgere qualcosa dagli ornamenti strani. Potrei tornare a vedere e cercare di prendere qualunque cosa sia" offrì lui preparandosi a tornare in acqua.
La professoressa molto interessata gli passò una maschera "Sarebbe fantastico, qualunque cosa sia magari ci sarà utile. Anche se dubito siano dei fossili, in quella zona dove siete andati la profondità é media. I fossili si trovano seppelliti nella sabbia, che sia sulla riva o in profondità"
"Tentare non costa nulla!" Afferrò lui la maschera e se la mise "So trattenere abbastanza a lungo il fiato e con la maschera vedrò meglio!"
"Allora perché non usi la torcia del tuo dex per illuminare la zona? Dovrebbe essere impermeabile! Però attento a non puntarlo verso il mare aperto. Alcuni Pokémon marini sono infastiditi dalla luce intensa" lo avvertì. 
Il ragazzo annuì ricordandosi tutto. Si avvicinò a Pikachu e si mise alla sua altezza, facendo passare inosservato quello che succedeva. Sussurrò all'orecchio dell'amico con la mano davanti alla bocca "Amico tieni al sicuro questa. Conto su di te, confido che nessuno la tocchi. Fa la guardia!" 
"Chu!" Obbedì Pikachu trattenendo una risata e mettendo al sicuro tra le zampe la parte di squama cuore di Ash. Il suo allenatore era un'idiota di prima categoria quando si trattava di certe cose.
A quel punto il ragazzo saltò in acqua e si immerse, non prima di aver preso una boccata d'aria sufficiente a farlo resistere a lungo. Appena iniziò a scendere compensò in modo da evitare danni ai timpani e proseguì la ricerca. Tornando nel punto dove lui e Serena avevano trovato la squama il ragazzo poté accendere la funzione torcia del suo pokéxed tirato fuori dai pantaloncini e iniziò a cercare. Inizialmente non illuminò niente di particolare, a parte qualche piccolo pesciolino. Un'ombra gli passò di fianco ed egli subito la colpì con la sua lucina, rivelando un Pokémon pesce mai visto prima. Non ci pensò due volte e lo scannerizzò, volendo vedere di cosa si trattava. Subito la descrizione fu leggibile sullo schermo del dex ed egli abbassò il capo per leggerla. 
"Plawn, Pokémon pescegliaccio. Tra tutti quelli esistenti è uno dei più conosciuti, anche se è trovabile solo a Forsia. Sono molto affabili verso l'uomo. Qualunque cosa facciano possono innescare una risata, sebbene non abbiano il senso dell'ironia e se ne stiano tranquilli, nascosti nei loro anemoni. Sono stati ispirati diversi film su questa specie. Esemplare maschio"
Il Pokémon guardò in modo particolare il ragazzo e si sporse per vedere cosa fosse scritto di lui sul dex. Ciò fece ridacchiare il biancavillino, il quale subito si accorse dell'errore e provò a trattenersi. Stava sprecando aria importante.
Si rigirò e come aprì gli occhi trovò davanti l'impronta lasciata dalla squama trovata. Alzò appena lo sguardo, tenendo la luce sull'area e trovò quello che cercava. Un pezzo roccioso dai rilievi stranissimi. Lo prese in mano, ricordandosi di aver già visto qualcosa del genere. Un colpo di fulmine gli fece ricordare, sembrava un fossile di quelli che aveva potuto vedere in passato. Forse era quello che voleva la professoressa. 
Rimase ad osservarlo qualche secondo, decidendo infine di risalire, ma il Plawn al suo fianco si mise in mezzo facendogli cenno con le pinne. Il ragazzo seguì la direzione indicata e non molto distante, a pochi metri da dove aveva appena raccolto l'oggetto, ne trovò un altro simile.
Non aveva gli stessi segni ma la sostanza di cui era formato sembrava uguale. Prese pure quello sorridendo e annuì ringraziando il Pokémon marino, che aveva probabilmente capito le sue intenzioni.
Si diedero un batti pinna e si salutarono con un ghigno.
Intanto in superficie Serena e gli altri aspettavano ancora notizie. Era da un po' che Ash se ne stava sott'acqua, anche se sapevano che il suo limite di apnea era ben maggiore, abbastanza da non farli preoccupare.
Il ragazzo sbucò giusto nel momento in cui Lidia stava curiosando attorno a Pikachu per farle vedere cosa nascondeva. Ciò la fece distrarre e tutti lo aiutarono a risalire sul gommone. Una volta a bordo ripartirono avvicinandosi alla spiaggia.
"Allora che hai trovato?"
Il corvino, ancora riprendendo fiato, mostrò ciò che teneva fra le braccia scaturendo la curiosità di tutti, in particolare il team di ricerca che fu autore di un sonoro sussulto di sorpresa.
"Non ci credo!" Esclamò la professoressa "Non ci son dubbi, son proprio fossili!" 
"Davvero? Anche a me pareva così, ma non ne ero sicuro" 
"Assolutamente!" La professoressa si fece aiutare a prenderli e li appoggiarono sulla sabbia dove si erano fermati "Li riconoscerei ovunque"
Serena domandò "Ma sono ciò che cerchiamo?"
"Si, direi proprio così. Ne ho visti tanti ma di questo genere mai. Potrebbero essere di Sprinet" confermò Bidé "Dobbiamo correre ai laboratori per studiarli e rigenerarli!"
"Possiamo venire anche noi?" Chiese Lidia. Non era ancora soddisfatta, voleva sapere di più. La risposta fu affermativa.
I laboratori non erano distanti dalla spiaggia perciò non ci volle molto per raggiungerli. All’interno di essi la trepidazioni era alle stelle. Tutti aspettavano la riuscita dell’esperimento dietro ad una vetrata, dove potevano vedere gli esperti lavorare con gli strumenti a disposizione. 
“Lavoreremo prima al Fossilcorno” annunciò la ricercatrice per poi mettere su un nastro trasportatore la reliquia. Premette un pulsante e il fossile viaggiò dentro una macchina sparendo alla vista del pubblico. “Ecco che ci siamo, ora viene il difficile. Bisogna sondare il fossile e scaricare un impulso simile a quello che i Pokémon provano nel momento dell’evoluzione. Se tutto procederà bene vedremo il fossile evolversi nel suo stadio precedente”
Gli scienziati lavorarono a lungo controllando i parametri attraverso i loro computer, armeggiando con leve e pulsanti. Vi fu un bip finale, segno che il lavoro era terminato e tutti corsero ad osservare dall’altra parte della macchina.
“Venite presto!” li chiamò la professoressa con trepidanza “Vediamo se siamo riusciti a far rinascere uno Sprinet!”
Arrivarono dall’altra parte e con felicità notarono che non c’era alcun fossile, tuttavia un esserino azzurro con una piccola protuberanza sul cranio riposava con gli occhi chiusi. 
Subito gli occhi della professoressa si illuminarono, prese le sue carte e dichiarò “Non c’è dubbio è uno Sprinet! Di sesso femminile dato che il corno è più piccolo rispetto alla ricostruzione maschile!” seguirono alcuni click di macchina fotografica. 
“È bellissimo” disse Serena osservando la creaturina con un sorriso: vederlo dormire incuteva tenerezza e dolcezza. 
La creaturina incominciò ad aprire i suoi occhietti appena rinati e prese a guardarsi intorno con una certa curiosità. 
“Ehi ciao!” la salutò dolcemente l’allenatore di Biancavilla “Io sono Ash e questo è Pikachu! Benvenuta Sprinet!”
“Spri?” lo guardò confusa la rinata. Cosa era quel coso? Come mai c’erano attorno a sé tutte quelle creature strane? Cosa era successo all’ambiente?
“Sei stata addormentata per un bel po’!” la esaminò la detective facendo attenzione a non spaventarla “Sei molto interessante!”
“Nonché sana come un pesce!” la toccò delicatamente Brock per accertarsi delle sue condizioni di salute. Anche se non conosceva bene uno Sprinet, poteva dichiarare che sembrava in buona forma. Era l’occasione di studiare una nuova anatomia. 
“Spri... Spri...” si rintanò un po’ titubante la Pokémon fossile, era intimorita da tutte quelle attenzioni, quegli strani essere bipedi ai suoi occhi non sembravano spaventosi ma si sentiva un po’ in soggezione. Gli occhi si spostarono su Pikachu, vedendolo chiacchierare allegramente con Sylveon che ricambiava le sue parole con un sorriso candido.
“Spri!?” li guardò incredula. I due osservati si limitarono a girarsi e risponderle con un sorriso leggermente imbarazzato. Non si erano accorti di essere osservati. 
“Ciao piccola Sprinet!” la salutò la professoressa Bidè “Scusa se ti abbiamo disturbata ma ero curiosa di conoscerti e purtroppo non c’era via per incontrarti, almeno fin ad ora! Riesci a capire quello che dico?”
La piccola annuì ancora confusa.
“Ti va se domani ti facciamo dei piccoli esami? Non ti preoccupare non ti faremo del male, sono solo dei piccoli test, vogliamo capire meglio come sei fatta, come ti comporti nell’ambiente e le tue capacità!”
Sprinet osservò la donna puntandola negli occhi, al momento non capiva bene cosa stesse succedendo, ma aveva dedotto che se era lì era merito loro quindi doveva pur fidarsi di qualcuno. Fece un cenno con il capo indicando di volersi affidare a lei.
Bidé portò le mani all’auricolare e ascoltò una voce che le parlava, poi annuì “Si ok, arriviamo” e spense la comunicazione per poi girarsi verso il gruppo “stanno preparando l’altro fossile per il progetto rinascita. Vogliamo vedere?” 
Sprinet alle parole fossile e rinascita rimase piuttosto incuriosita, cercando il misterioso significato nascosto in quei due termini. Non ricordava bene la sua casa, era tutto così diverso, ma dalle loro parole sembrava che fosse stata riportata in vita. Era possibile una cosa del genere?
“Preparate il Fossilscaglia! Vediamo se riusciamo a fare 2 volte il miracolo!” Come prima il Fossilscaglia venne trasportato dentro la macchina dei miracoli. 
Sprinet si mise al fianco di Sylveon, era curiosa di farle una domanda, all’apparenza poco importante, ce ne erano ben altre più grosse! Però la vicinanza tra Pikachu e la volpina l’aveva in qualche modo sorpresa “Sprinet net?”
“Veon?” la ascoltò l’altra.
“Spriii net… Enet enet? [Pokémon di diverse specie nella vostra era possono… stare… insieme?]”
“Syl?”
“Spri [Nel senso romantico]”
Il Pokémon di tipo folletto annuì, incuriosita dalla domanda per vari motivi. Come mai se lo chiedeva? Da cosa lo aveva supposto?
Sprinet accennò ad un piccolo sorriso “Sprineenee! Sprinet enet… [Ai miei tempi era vietato avere relazioni amorose tra specie diverse. Poi ho visto te e Pikachu e ho pensato…]”
“V-VEON!” Arrossì la volpina scuotendo la testa e agitando i nastrini velocemente. Si, i Pokémon ora potevano stare assieme anche se non della stessa specie, ma tra lei e Pikachu non c’era nulla del genere… per ora.
Sprinet ridacchiò e salì al fianco di Serena, ignorando i piccoli lamenti di Sylveon e sudava per nascondere il rossore del suo viso. Pikachu si girò appena starnutendo, sentendosi stranamente coinvolto in qualche questione, anche se guardandosi in giro vide solo il dolce e carino musetto dell’amica che si nascondeva dietro ai suoi nastrini, simile all’atteggiamento che aveva quando era una Eevee. Come fai faceva così?
Sprinet nel frattempo osservava con interesse cosa c’era oltre la vetrata “È quella macchina che ti ha permesso di stare con noi!” confermò lei accarezzandola sul muso. La Pokémon alzò la testolina rilassata dal piacevole gesto. In fondo quelle bizzarre creature bipedi non era tanto male.
“Professoressa abbiamo un piccolo problema” disse un’assistente controllando i dati “C’è un danno nel Fossilscaglia. La possibilità di far rinascere il Pokémon sono ridotte del 25% e non sappiamo come procedere. Proviamo lo stesso?” 
L’esperta si morse un pollice indecisa sul da farsi, quel danno poteva distruggere un reperto prezioso ma allo stesso tempo poteva impedire la realizzazione di una scoperta del secolo. Ci rifletté per qualche secondo, ma alla fine prevalse il gusto della sfida e di sfidare la sorte “Proviamoci” ordinò. “Abbiamo una possibilità, non sprechiamola”
Gli scienziati fecero come richiesto iniziando il bombardamento di luce evolutiva. In questo caso dovettero lavorare molto più a lungo rispetto a come avevano gestito la situazione con il Fossilcorno. Finalmente il processo finì dopo un bel po' di attesa. Subito il gruppo si precipitò in camera di prelevazione con una certa aria di tensione. 
“Avrà funzionato?” chiese Brock pensieroso.
“Speriamo” disse Ash “Sarebbe un peccato non poter vedere un altro Pokémon antico”
Il nastro si mosse, rivelando una figura arancione racchiusa su se stessa. 
“Ha funzionato” tirò un sospiro di sollievo la professoressa Bidé “Qui presente abbiamo un esemplare di Steeble...”
I ragazzi guardarono l'esemplare che ancora non si era svegliato e se ne stava rannicchiato su se stesso. Aveva una coda particolare e il corpo ricoperto da placche particolari. 
"Oggi abbiamo fatto la storia" commentò soddisfatta la professoressa Bidé ansiosa di vederlo sveglio.
Il Pokémon ben presto aprì gli occhi, cercando di abituare la vista. Era strano, come se avesse dormito per secoli. L'aria che gli arrivò al naso fu come un grosso colpo innestato nei polmoni, era una sensazione stranissima. Anche la composizione dell'aria era assurdamente diversa. Cosa era successo? Perché era tutto così strano e diverso.
"Ciao, sono la professoressa Bidé"
Steeble guardò malissimo la donna al contrario di come si era comportata Sprinet, non capendo nemmeno che creatura strana fosse. Cosa stava succedendo, perché si sentiva così disorientato? "Eble.." si alzò di scatto cercando di fare di passi indietro per guardarsi attorno, ma qualcosa gli fece mancare l'equilibrio. Anzi proprio qualcosa mancò che gli sembrava aver sentito fino ad un attimo prima. Le sue zampe erano intorpidite ma quando cercò di appoggiare quelle anteriori sentì la totale assenza verso il lato sinistro del corpo. Il peso lo fece cadere da quel lato e con grande orrore portò lo sguardo su dove avrebbe dovuto avere la zampa.
Tutti fecero come lui, ma non trovarono nulla... la zampa non c'era.
"N-Non ha una zampa???" Notò Ash sconvolto. Era la prima volta che assisteva alla rigenerazione di un fossile che aveva dei difetti. A quanto pare aveva davvero determinato un danno terribile.
"Temo sia per il fossile che si era incrinato. Non credo possiamo far gran che al riguardo, è già un miracolo che sia tornato in vita" rispose Bidé tendendo la mano verso Steeble.
Lui girò la testa altrove, non volendo sapere nemmeno come mai gli mancasse una zampa che fino al giorno prima aveva, o così gli pareva. Era tutto talmente confuso che voleva solo ignorare.
"Steeble, so che è difficile da comprendere, ma tu sei stato rigenerato da un fossile"
"Ste?" La guardò con concertazione.
Lei proseguì "Siamo in un’epoca diversa da quella in cui sei vissuto. Sei morto secoli fa" Steeble scosse la testa ricordando qualcosa. "Per questo sei in un ambiente diverso. Ti abbiamo riportato in vita per proseguire alcuni studi, la tua specie si è estinta insieme a tante altre in passato. È la tua occasione per ricominciarla e vivere un nuovo inizio" 
Steeble sospirò, ricordava qualcosa del momento in cui era morto ma tutto ciò era seccante. Non avere una zampa ed essere uno strumento di ricerca e riproduzione gli dava sui nervi. Potevano lasciarlo in pace nella sua forma di roccia decomposta che era anche meglio.
"Spri...?" Spuntò il muso della Pokémon curiosa. Guardò un attimo negli occhi il nuovo arrivato, sentendosi meno fuori luogo ora che non era l'unica ad essere stata rigenerata. Tuttavia si sentiva ancora persa. La sua famiglia, la sua specie, la loro casa e amici... tutto era cambiato. Non c'erano più. Solo quello Steeble che era l’unica cosa familiare era come lei "Net"
Lo Steeble subito voltò la testa sulla Pokémon e la guardò con durezza. Le sue pupille si rimpicciolirono appena, per poi tornare normali, come se avesse capito o notato qualcosa di cui ben presto si era disinteressato.
D'altro canto Sprinet osservò scrutando l'esemplare primitivo con attenzione. Diede un'annusata e quando riuscì a concentrarsi nelle iridi dello Steeble rimase pietrificata. 
Un piccolo sobbalzo le fece ricordare improvvisamente qualcosa. Lei conosceva quello Steeble e anche bene... 
"Spri Spri!" si avvicinò contenta a lui approcciandolo e sorridendogli. Tuttavia qualcosa accadde, al minimo contato tra i due lo Steeble ringhiò, intimandole di non avvicinarsi. La reazione sorprese l'altra ma tentò di non demordere e di avvicinarsi di più. 
Fu allora che con un impeto furioso il Pokémon maschio raccolse le forze e le diede una potente codata sul muso, scaraventandola a terra "STEE!" strillò con ferocia, poi si girò e le diede le spalle. 
Ash corse subito ad aiutare la piccola Sprinet, insieme a Sylveon che la tirò su con i nastrini. Perché trattarla così davanti a tutti? Avrebbero dovuto sostenersi, non odiarsi. 
"Non capisco il perché ma sicuramente non è stato un gesto molto carino" concordò Lidia rivolgendosi all’accusato "Ma che ti prende? Era il caso di attaccarla? Capisco essere disorientati ma un minimo di gentilezza verso l’unica compagna della tua era potresti averla!” lo accusò. 
Per tutta risposta l'unica cosa che la detective ricevette fu un sbuffo di indifferenza "Credo sia meglio non farli avvicinare troppo..." disse la professoressa sconcertata quanto loro ma cercando di mantenere un contegno professionale. "Se questa è stata la reazione ho paura che insieme non vivranno a lungo..."
“Forse in passato le due specie si detestavano.

Quel che non sospettava nessuno era che la Sprinet aveva una testa dura quasi quanto quella dello Stebble. Ogni volta che i due si incrociavano la piccola azzurrina cercava di avvicinarsi a lui, ricevendo però solo indifferenza e menefreghismo. 
Ash e i suoi amici rimasero qualche giorno ai laboratori, ancora domandandosi cosa ci fosse di sbagliato tra i due. Osservarono le interazioni ogni giorno, a quanto pare Sprinet si ambientava bene. Pure Steeble non aveva grossi problemi oltre alla zampa e la presenza della coetanea altamente disprezzata. 
La scena che li colpì di più fu il tentativo di Sprinet di offrirgli un aiuto quando era caduto. Se lo ricordavano bene, essendo Ash e Serena vicini ad osservarli. Purtroppo era finito tutto con un ringhio di Steeble e un morso sulla zampina di Sprinet.
"Non lo capisco proprio" si fece pensieroso Brock controllando che la zampa della piccola fosse guarita "Perchè agire così? Con gli altri pokemon sembra andare d'accordo invece con l'unica qui presente che più o meno è sua contemporanea si atteggia in maniera indifferente o aggressiva”
“A me non convince nemmeno perché Sprinet sia così vicina a lui. Capisco che sia tutto ciò che rimane di casa sua, ma mi pare come se lo conoscesse già…" si fece altrettanto pensierosa la detective, rendendola quasi una domanda per il Pokémon acquatico preistorico.
Sprinet abbassò il capo, accompagnata dal silenzio dei presenti. Aveva forse indovinato la detective? Si conoscevano davvero in passato?
Ash fece un cenno a Pikachu, chiedendogli di tradurre per lui qualcosa o almeno di provarci. Il topino annuì e saltò sul tavolino dove era seduta Sprinet, chiedendole di approfondire. 
“S-Sprin. In ette sprineett” 
“PIKA!?”
“Cosa ha detto!?” Chiese Ash al suo amico. Pikachu si voltò e cercò di spiegargli sia mimando il tutto che a versi. Mimò Sprinet e Steeble e giunse le zampe in un clap, come se fosse un veloce segno di affezione.
Ash sbarrò gli occhi “A-Aspetta erano… innamorati!?”
“COSA!?” si stupirono tutti i presenti. 
Pikachu annuì, precisando che non erano solo innamorati, ma stavano proprio insieme segretamente. Il discorso di Sprinet andò avanti, entrando più nei dettagli e lasciando prendere dalla storia del suo passato con Steeble, mentre Pikachu ascoltava pazientemente.
*FLASHBACK*
Era una giornata limpida, gli occhi di Stebble guardavano verso l'orizzonte, aveva faticato molto per arrivare in quel luogo descrittogli da alcuni amici ma finalmente ce l'aveva fatta. Si accucciò sul promontorio osservando il lago e le cascate che producevano un fragore rilassante. Certo, lui non poteva addentrarsi al suo interno liberamente ma quella sensazione di pace e tranquillità gli piacevano, era piuttosto diverso dai luoghi che spesso osservava quando era ancora sotto le cure del suo branco. 
Pigramente spostò lo sguardo verso sinistra dove si ergeva un altro promontorio e qualcosa lo sorprese. Era una piccola Pokémon che guardava il lago, pronta a tuffarsi per godersi la freschezza dell’acqua. La creatura si preparò e si tuffò, generando un piccolo *splash* che meravigliò subito lo stegosauro. Il Pokémon di tipo roccia improvvisamente si alzò e scese fino alla spiaggetta. 
La piccola appena riemerse si sentì subito osservata e aprendo gli occhi vide Steeble che seduto sul terriccio la ossevava "Spri?" si chiese curiosa piegando appena il muso. 
Steeble subito arrossì, dannandosi per aver fatto la figura dello scemo. L'esemplare di Sprinet si avvicinò sempre più volendo conoscere il dinosauro della specie che i suoi compagni del branco disprezzavano. Eppure non le sembrava chissà quale minaccia.
“Ne spri?" lo salutò.
“Ste Ste..." rispose imbarazzato lui. 
Da quello nacque la loro amicizia che ben presto sfociò nel sentimento chiamato amore. Tra i due nacque subito un legame particolare diverso da quello che avevano gli altri. Tuttavia… in quelle ere ogni relazione romantica tra specie diverse era altamente disprezzata, se non vietata. 
Non ci poteva essere legame affettivo tra altre specie, a quei tempi era importantissimo riprodursi spesso e mantenere un certo equilibrio all’interno dei branchi. Era diversa la loro concezione di amore.
Anche Sprinet finì per essere spinta sotto l’influenza del branco a scegliersi un compagno. Steeble essendo un maschio aveva più libertà, ma sapeva che prima o poi si sarebbero fatti domande del perché un giovane Pokémon come lui non avesse trovato ancora una compagnia o provato interesse. Fu così che i due si presentarono di fronti ai due branchi, per niente felici della decisione, contrari totalmente a mischiare le loro razze. Che il cucciolo potesse essere uno Sprinet, come attualmente confermato che i Pokémon nascono della specie della madre, non contava per il branco. 
Da quel giorno seguirono faide e scontri sempre più violenti, arrivando a crearsi per cose insignificanti. Da una motivazione sorgeva un’altra, al punto in cui calmare le due parti fu impossibile.
Per i due l'unica soluzione sarebbe stata fuggire insieme e arrivò la spinta necessaria a farlo durante l’ennesima lotta tra i due branchi, quella più sanguinosa che si fosse vista. Non si poteva rischiare la vita di nessuno dei due.
Fu allora che i due trovarono modo di fuggire, riuscendo miracolosamente a non farsi vedere da nessuno dei membri dei branchi, intenti a lottare tra loro in una terribile strage. Era diventata come una caccia tutti contro tutti. Persino la natura si era unita alla guerra, non si sa se per divertirsi ad aumentare lo strazio o per placare quella lotta ormai andava troppo oltre.
I cumuli di nuvole nere si addensavano sempre di più nel cielo e mano a mano gocce di pioggia e vento sconvolgevano tutto, quasi intenti a cancellare dalla faccia della terra il luogo dello scontro. Ben presto fulmini e tuoni si fecero sentire e il terreno iniziò a vibrare, creando crepe e voragini ovunque, che inghiottivano terra, alberi e Pokémon.
FINE FLASHBACK
“Chu…” comprese Pikachu. Provò a spiegare al suo allenatore cosa aveva raccontato Sprinet, ma non riuscì ad entrare nei dettagli. 
Il kantoniano si rivolse alla piccola Pokémon “E dopo che è successo? Avete vissuto felici insieme o…”
La risposta fu indecisione. Sprinet provò a spiegare che non ricordava più nulla dal momento in cui erano fuggiti in poi. Tuttavia sentiva ancora tutto l’amore che provava per il suo compagno. 
...
Sprinet uscì dal laboratorio per una passeggiata. Non capiva cosa fosse preso a Steeble, il primo ad essersi innamorato i lei a prima vista da quanto le aveva detto. Non lo riconosceva più e vederlo così triste le faceva molto male. 
Non voleva insistere se non provava più nulla per lei, ma sapeva che amandolo ancora lei doveva aiutarlo a sentirsi di nuovo a suo agio nel nuovo ambiente. Voleva solo la sua felicità. Non voleva che gli umani si preoccupassero troppo per lei, sapeva bene che raccontando il resto della storia le domande sarebbero aumentate.
La verità era chiara, ricordava bene cosa era successo dopo la loro fuga, sebbene avesse voluto dimenticare. Comprendeva che era giusto per via dei sensi di colpa, dopotutto era a causa sua e dell’amore che provava Steeble che era morto il compagno. 
FLASHBACK
I due Pokémon correvano cercando di allontanarsi il più possibile dalla zona dello scontro. Le montagne erano la parte più sicura per rifugiarsi e attraversandole avrebbero potuto uscire dalla valle in cui avevano abitato. Avrebbero potuto andare ovunque una volta liberi, l'importante era stare assieme.
"Spris!" Lo chiamo la piccola Sprinet portandosi avanti verso un passaggio dal terreno più liscio e le rocce meno presenti.
Il compagno si fermò girandosi indietro e controllò che non fossero stati seguiti. Con suo sollievo il sentiero percorso era vuoto, gran parte di esso mostrava delle crepe, come se il terreno fosse stato scosso dallo stesso scontro in lontananza. Dovevano sbrigarsi per evitare di farsi male, anche se ormai potevano essere tranquilli che nessuno li avrebbe attaccati.
Sprinet lo guardò aspettando, anche se la voglia di proseguire era fortissima. 
Steeble le fece cenno di allontanarsi "Eble! Ste ste!" Non era prudente percorrere quel tipo di terreno. Quello roccioso era molto più sicuro, anche se la strada sarebbe stata più faticosa e lunga. La vi era scoperta e non lo convinceva la concavità del terreno. Sembrava sul punto di aprirsi da un momento all'altro. "Stee..." le chiese di sbrigarsi.
La Pokémon non si mosse immediatamente, non capiva bene perché cambiare la strada... tuttavia lo sguardo dell'amato la portò a decidersi e fare come detto. 
*Sbaaam* si sentì un tuono risuonare nel cielo e il terreno venne scosso violentemente dalla forza naturale dell'ambiente.
A separarli c'era solo un metro, abbastanza però era il tremare che impediva loro di muoversi. Fu come un enorme scarica improvvisa. Le loro zampe si mossero in varie direzioni, sbattute impedire loro di muoversi con velocità.
Una crepa enorme si aprì per il sentiero e il tempo non fu sufficiente per Sprinet di accorgersi del pericolo. Il buco si estese tra le sue zampe e il terreno iniziò ad aprirsi. I bordi della terra si sgretolavano e le zampe persero l'appoggio con il terreno.
"STEEBLE!!!" Le gridò il compagno cercando di avvisarla invano. Era troppo tardi.
"S-Sprii!!" Già pronta a cadere, Sprinet sentì solo per un attimo il vuoto, aspettandosi di continuare a cadere. Tuttavia qualcosa la tirò con durezza e forza per la collottola e il peso del corpo fu scaraventato dalla parte opposte dell'origine della voragine.
Accadde tutto così velocemente... la testa sbatté contro il terreno roccioso poco più in alto. Il corpo reagì da solo e si aggrappò alla sporgenza, tirandosi su istintivamente. "Net..." mormorò con fatica, strisciando per girarsi e dire a Steeble di raggiungerla.
Ma come girò lo sguardo invece di vedere l'amato che le correva incontro, lo vide sparire e allontanarsi nel buio della voragine, risucchiato dallo stesso terreno che stava per ucciderla.
"S-SPRINET!!!" 
"STEEEEEEEEEEE!!!" si sentì il verso del Pokémon ormai in caduta libera.
Lei si sporse appena per riuscire a vederlo, per pregare che ci fosse un appiglio su cui si sarebbe salvato... ma fu tutto inutile.
Una caduta lunga e atroce che diede loro giusto l'attimo per darsi un'ultima occhiata, piena di amore e disperazione.
Poi l'oscurità coprì l'immagine di Steeble e un fragore del peso che colpisce la superficie d'acqua arrivo alle orecchie della dinosaurina. L'acqua scorreva con foga sul fondale della voragine, troppo lontana e oscura per essere visibile. 
In quel momento... era stato come se fosse caduta lei nelle tenebre
FINE FLASHBACK
Forse senza di lei sarebbe stato meglio, ma prima doveva aiutarlo a tutti i costi…
Per qualche coincidenza Steeble stava pensando esattamente alla stessa cosa. Ricordava ancora quel momento. Cosa ne era seguito invece era più offuscato, come se la morte lo avesse apposta volute rendere un mistero da non sapere durante la vita. Era tornato e non ricordava come ci si sentiva morti... 
Sentiva solo tanto buio e freddo, il nulla. All'inizio era tutto uno sbattere di qua e di là, poi si era arreso non riuscendo a capire quanto sarebbe continuato. L'aveva salvata, non era arrabbiato perché per colpa sua era morto. Si era svegliato senza una zampa ed era frustrante, perché voleva ancora stargli vicino? Sarebbe stata meglio senza di lui, come lui senza lei. Si era svegliato e improvvisamente era come se si fosse spenta la fiamma dell’amore. La morte aveva portato via tutto ciò che provava per Sprinet.
Ma alla fine che importava? Voleva solo non averla più tra i piedi.
Si alzò e andò verso il giardino, dove sapeva che avrebbe avuto un attimo di pace. Il vento e la presenza di qualche albero lo facevano sentire in un'era quasi inesistente, un posto fuori dal mondo.
Nemmeno fece a tempo a sedersi che sentì dei passi leggeri simili a saltelli. Strizzò gli occhi e digrignò i denti, con la coda dell'occhio ma testa ferma scorse l'importunatrice. 
"Spri..." si affiancò a lui appoggiando a terra una mela. Non erano male pur essendo frutti mai mangiati prima di tornare in vita. Ai loro tempi c'erano altri generi di bacche.
Steeble sospirò seccamente, solo di naso, senza aprire la bocca. Fu una risposta senza se e ma, non voleva mangiare al momento. Anzi non voleva avere intorno Sprinet e questo fu chiaro ad entrambi.
Lei abbassò appena la testa, sentendo la mancanza dello sguardo dell'amico, la totale indifferenza. Non esisteva più per lui, nemmeno in un piccolo spazio del suo cuore. Non le andava contro... era proprio come se non esistesse. Era peggio di qualunque cosa.
Trattenne una lacrima e gli andò davanti, sedendosi di fronte a lui. Aveva sempre detto che era cocciuta, in senso positivo. Voleva almeno farglielo riconoscere, non importava se lo avrebbe fatto impazzire tentando.
Lui rimase a fissare il punto vuoto stabilito, pensando a tutti meno che lei. Anche se gli stava letteralmente davanti.
"Nett" si avvicinò lei non vedendolo reagire. 
Nemmeno un millimetro, era impassibile. 
Le venne un impulso passato, l'immobilità che aveva il compagno le diede la spinta necessaria per compiere l'errore più madornale possibile.
Si sporse in fretta e gettò la punta del muso contro quella di Steeble. Fu un contatto forte ma allo stesso tempo dolce. Il tocco quasi era morbido.
La velocità del maschio però si risvegliò e scattò, bruciando come una furia. Sbatté via il muso di Sprinet come una sberla o una martellata e in un balzo la scaraventò a terra, colpendola dritta nello stomaco.
La povera Pokémon si rialzò ancora una volta sentendo dolore alla pancia. Aggrottò la fronte e stavolta alzò la voce contro Steeble, sembrava davvero arrabbiata “SPRIINEEET!!! [VOGLIO SOLO IL TUO BENE!]”
“STE BLE BLE STEBLE! [STARO’ BENE QUANDO SPARIRAI!]”
Sprinet rimase scioccata, non credeva fosse quello il vero problema, credeva fosse la zampa. Decise di accontentarlo. Gli passò di fianco e corse via, superando tutti i Pokémon del giardino, i quali cercarono di chiederle cosa non andava invano. Scavalcò il recinto e corse via dirigendosi verso il mare, gettandosi infine al suo interno. L’acqua era diversissima da quella in cui era abituata a vivere, il suo corpo non era abituato a respirare nel mare salato. Trattenne il respiro, nuotando più velocemente che poteva, avrebbe dovuto rimanere un fossile invece di essere rigenerata. 
FLASHBACK
“Spri…” pianse a lungo la morte del suo amato Stebble, perché era ovvio che non era potuto sopravvivere alla caduta e le rapide della voragine. Cercò in tutti i modi di seguire il flusso d’acqua.
Per giorni camminò senza bere o mangiare, fino a che i passi non le mancarono. In qualche modo, seguendo il percorso della voragine, riuscì a arrivare ad uno sbocco dove il terreno era abbastanza basso da permetterle di costeggiarla. 
Giorni dopo vide una luce e si ritrovò alla voce delle rapide che si gettavano nel mare. Una spiaggetta piccola era tutto ciò che separava la via del ritorno e il mare. 
Fu così che si accucciò sulla sabbia dorata, ormai senza alcuna motivazione di andare avanti. Aveva perso il branco, la sua casa e il suo amato. Non sentiva più le forze nel corpo che fino a poco prima l’avevano spinta a cercare almeno il corpo di Steeble. Non si mosse più, i suoi si spensero con la visione del sole che scendeva dietro il mare e il rumore delle onde a cullare la sua tristezza.
Almeno lo avrebbe raggiunto.
FINE FLASHBACK
Ma non credeva sarebbe successo in questo modo.
Sprinet nuotò e nuotò nel mare aperto allontanandosi sempre di più, non le importava più nulla, pensava soltanto ad andarsene il più lontano possibile. Chiuse un attimo gli occhi, sentendo l’aria mancare. Non aveva intenzione di morire ancora e fare un errore. In ogni caso gli umani erano stati buoni con lei.
Senza pensare virò a destra mentre risaliva in superficie, colpendo un piccolo macigno che si staccò e cadde contro alcune conformazioni nelle rocce. Crollò tutta la composizione del pezzo di barriera corallina. Inizialmente non successe nulla, la piccola i avvicinò per vedere che non si fosse fatto male nessuno. 
All’improvviso alcune meduse uscirono fuori da dei buchi piuttosto infastidite, sembravano Tentacool ma il loro aspetto era diverso. Al posto della loro classica cappella celestina la avevano di color grigiastro e ricordava più o meno una bombetta, i loro tentacoli inoltre erano cavi e sembravano delle canne mozze di un fucile. 
La loro tana era stata distrutta, inferociti più che mai i Pokémon medusa iniziarono a pedinare la colpevole di tutto ciò, ancora ignara del pericolo che si stava portando dietro. Sprinet provò a scusarsi e offrire di aiutarli a ricostruire la tana, ma i calamari non sembravano per niente d’accordo. Erano irati e il loro sguardo bastò a mettere in fuga la dinosaurina. 
Improvvisamente il pericolo raddoppiò. Di fronte a lei vide un enorme rete che schivò per un soffio. Schizzò via dimenticandosi di risalire a respirare, aveva ancora un po' di fiato. 
"Mancata!" si sentì una voce acuta dall'interno di un Magikarp sottomarino tristemente noto "E' veloce questa qui!"
"Ovvio! Stiamo in acqua ed è il suo ambiente! Dovevamo catturarla prima quando era sulla terraferma!" replicò Jessie.
"Però tu hai insistito che il Magikarp sottomarino sarebbe stato in grado di acciuffarla!" 
“Ovvio volevo che gli impiantassimo delle gambe meccaniche così lo usavamo in superficie!”
"Invece di litigare andiamole dietro visto che si sta allontanando!" gli fece notare James e velocemente il Team Rocket riprese il suo inseguimento verso la loro preda. “Comunque Jessie, un pesce con le gambe non mi pare una buona idea”
“Perché scusa?”
“Mi fa pensare al mio pranzo che scappa via dal piatto” mormorò il gatto immaginandosi il suo incubo peggiore.

Ash e Pikachu sbucarono da un cespuglio e si avvicinarono al Pokémon di tipo roccia con un’aria crucciata. Non erano per niente felici di quello che aveva detto, l’allenatore in particolare non aveva gradito dopo aver sentito la traduzione di Pikachu.
Potevano capire che la zampa gli desse problemi anche a livello morale, ma Sprinet non poteva farci nulla. Vole solo aiutarlo. 
"Lasciami in pace..." mormorò Steeble aspettandosi di trovarsi dietro Sprinet.
"Eh no mio caro, se ti aspetti che io sia dolce e gentile come Sprinet ti sbagli"  
Quando Steeble alzò lo sguardo vide Ash e Pikachu rimase un attimo confuso e sorpreso.
L’allenatore suonava abbastanza duro a parole ma il suo tono dimostrava più flessibilità "Non credo che trattarla così renda le cose migliori e non dire che staresti meglio perché al momento sembra tu non riesca a sentirti bene con qualunque cosa accada"
"St..." sbuffò lui irritato dal tono sapientino dell'umano. Quelle creature già irritanti perché nuove ai suoi occhi erano anche cocciute. 
"Avanti... capisco sia difficile trovarti in una nuova era, dove è tutto sparito: la tua casa, il branco e te stesso. Però puoi ancora farcela, non sei il primo ad avere problemi del genere"
Stebble gli ringhiò contro, voleva fargli credere che il suo problema era uno come tanti altri? Che valeva a nulla e che doveva accettare di essere amato quando lui stesso non si amava affatto?
Ash sospirò e si sedette a gambe incrociate di fronte a Steeble, ci sarebbe voluto un po' a convincerlo "Senti, questa ora è la tua casa e può darti shock aver un'altra chance nel nostro mondo, lo capisco. Perché proprio te? Beh io non posso farti i soliti discorsi dove dico che sei speciale e diverso di animo e cuore perché ora come ora non brilli di dignità con quello che hai fatto a Sprinet. Vi abbiamo trovati e basta"
"..."
"Tuttavia, anche se non posso dirti che sei qui per il tuo animo... posso dirti che se la storia di Sprinet è vera sei un bravo Pokémon ed è giusto sia tu. Sembra che dica una sciocchezza. Non ti abbiamo scelto tra tanti, ma se avessi potuto lo avrei fatto perché hai dato la vita per lei" si fermò puntualizzando bene il dettaglio finale "E dare la vita vuol dire che tu volevi a tutti i costi vederla sana e salva. La amavi con tutto il cuore"
Pikachu rimase leggermente a bocca aperta, il suo allenatore stava dando prova di sapere il fatto suo anche su certi argomenti se non riguardavano se stesso. Forse qualcosa aveva imparato in amore stando con Serena, solo per gli altri.
Il biancavillino stesso era sorpreso di cosa usciva dalla sua bocca. Poche volte usava la parola amore in senso romantico. "O-Ok... non sono Einstein quando si parla di amore, ma non ci vuole un genio a capirlo. Un legame tra voi c'era ed è ancora presente, solo che ti ostini a rifiutarla. I motivi precisi non li so, che sia la tua zampa e il non accettarti, l'isolarti del tutto o davvero la perdita di amore dopo la morte non posso confermarlo..."
Steeble abbassò il capo, tutti e tre i punti erano esatti. Essere rinato aveva come fatto ricominciare tutto da capo, era un altro Pokémon e i suoi sentimenti per la Pokémon si erano azzerati quasi del tutto. Inoltre anche se avesse potuto ripresentarsi qualcosa la sua condizione di rifiuto non avrebbe reso possibile niente.
"Io amo i miei Pokémon, so che non è lo stesso genere di amore che si prova verso una ragazza. Però... zampa o no lei vuole il tuo bene! Non le importa se la respingi ma le importa che sorridi. Ti accetterebbe lo stesso ed è non permettendole di aiutarti che la fai soffrire! Ed è quello che ha lei per te il vero amore! Rinunciare a qualunque cosa per il bene dell'altro! É per quello che accetto di separarmi dai miei amici ad ogni fine avventura, anche se odio la solitudine! E sempre per questo se Serena volesse andarsene la seguirei ovunque o la lascerei andare. Come ho già fatto!"
Rimasero entrambi i Pokémon scioccati, sorpresi a dir poco di quello che avevano appena sentito, Pikachu in primis.
"Se Serena avesse bisogno di me e fosse in pericolo o anche solo le servisse qualcosa per sorridere me ne fregherei di tutto! Posso non avere un braccio, una gamba, o tutte quattro, non avere più metà corpo o essere paralizzato... MA... ti assicuro che troverei il modo di strisciare da lei!" Gli occhi di Ash contenevano una luce particolare, una di leggera consapevolezza e realizzazione. Allora era quello che provava per Serena? Forse era amore? Non poteva essere sicuro... ma era certo che avrebbe fatto qualunque cosa per lei.
"Per rispetto almeno dei vostri vecchi sentimenti dovresti smetterla di trattarla come se fosse uno scarto e cominciare a non farle pesare la tua morte perché scommetto che é il suo incubo costante e senso di colpa" se a Serena fosse accaduto qualcosa per colpa sua, rifiutandosi anche solo di pensare all'orrore di una sua morte, era certo che non avrebbe mai trovato la forza di alzare il capo e gli incubi lo avrebbero tormentato giorno e notte. Si sarebbe sentito uno schifo. 
Era ovvio che ai due era successo qualcosa in passato e anche solo non poter impedire la morte di chi si ama è terribile. “Pensi davvero che faccia bene ad entrambi?" 
Il dinosauro aspettò a rispondere, abbassando la resta e spostando lo sguardo altrove "Ble..."
Ash si alzò, facendo cenno con la mano a Pikachu "Pensaci su, ma ti convie-..."
L'allenatore non finì nemmeno la frase, Pikachu prese le orecchie e le attaccò alla testa, sentendo un rumore tremendo arrivare ad esse. “Chuuuu!!!” divenne meno fastidioso ma era comunque qualcosa di stranissimo. Sentiva dentro un messaggio particolare di aiuto. 
“Pikachu che succede!?” Chiese Ash accovacciandosi vicino a lui. 
Anche Steeble iniziò a digrignare i denti, sentendo il suono arrivare alle sue orecchie. Ash non percepì gran che, fino a che non si propagò un suono simile ad un trombettio. Si faceva sempre più forte e riconoscibile, ci arrivarono subito all’evidenza che era di Sprinet quel verso. 
“Pikachu!? È Sprinet?!" Gli chiese conferma. Il topino annuì pronto a indicargli la strada, dovevano raggiungerla prima che fosse tardi. Era successo qualcosa ed era in pericolo. Il ragazzo prese in mano la pokéball contenente Proujay e lo liberò "Corri a dire agli altri che Sprinet è nei guai! Io vado ad aiutarla! Pikachu invece tu vieni con me!"
Il Pokémon stegosauro non si mosse. Il solo pensiero di avvicinarsi all'acqua e soprattutto il mare, fonte principale della sua morte non era nei suoi piani. Non ce la poteva fare, figuriamoci con una sola zampa "S-ste..." mormorò senza poter ribattere. All'improvviso si sentì come sollevato da qualcuno e portato a testa in giù da qualche parte.
Era di certo Ash, senza dubbi. Seguendo il rumore arrivarono fino alla spiaggia, percorrendola avanti e indietro. Il rumore della trombetta si fece sempre più forte fino a che non divenne assordante, segno che la zona era giusta. Di fronte a loro c’era una scogliera e in qualche modo potevano sentire il rumore andare verso essa, proveniente da sott’acqua.
Ad un certo tratto si fermò, diventando più ovattato fino a spegnersi. 
“Cavoli…” Ash mise giù Steeble e capì che dovevano essere entrati da qualche parte. Forse una grotta marina o qualcosa di simile. Sapeva che non poteva rischiare la salute di Steeble, né costringerlo a venire, così lasciò perdere “Io devo immergermi e cercare di trovarli. Tu non muoverti”
“Ble…” mormorò mentre l’allenatore spariva nel mare accompagnato da Pikachu e si immergevano in apnea. Sospirò, dannazione quell’umano da strapazzo. Si guardò intorno, in cerca di qualcosa anche se non sapeva cosa di preciso. Il suo naso incominciò a guidarlo…

Sprinet nel frattempo cercava di fuggire emettendo disperati segnali di S.O.S con il suo corno ma ovunque si girasse trovava o la rete del Team Rocket pronta ad acchiapparla o il feroce branco di Tentacool. 
Si guardò in giro, cercando disperata una via di fuga. Sarebbe stata presa prima di arrivare alla riva. Notò un buco nella roccia e senza pensarci due volte vi nuotò al suo interno con tutte le energie che aveva. Il sottomarino del Team Rocket la seguì immediatamente mentre il branco guidato da Tentacruel sembrò mollare l'inseguimento, almeno per il momento. 
"Si è spinta da sola verso la sua cattura!" gongolò Meowth guardando una mappa digitale. "Non ci sono vie di uscita. Possiamo prenderla! Porta ad una caverna sotterranea scavata dal mare dentro la scogliera. Come una grossa bolla d’aria accessibile tramite una cannuccia piena d’acqua”
"Il capo ci vedrà di buon occhio! Dopo il successo di Kalos ci manca pochissimo per rientrare nelle sue grazie!" gongolò a sua volta James.
"Massima velocità allora!" ordinò Jessie. 

Nel frattempo Ash continuava a nuotare seguendo i suoni della trombetta dell'amica in difficoltà. Vide all’improvviso passare davanti a lui e Pikachu proprio un banco di Tentacool capitanati da un Tentacruel. Incuriosito dal loro aspetto Ash si fece passare il pokédex da Pikachu e puntò l'enciclopedia di loro. 
"Tentacool Forsiano. La sua cappella nel mare di Forsia ha subito un cambiamento rendendosi più floscia ma contenente maggiori quantità di veleno che spara dai suoi tentacoli come proiettili. Risulta essere più vendicativo della sua controparte classica e spesso si fa comandare da un Tentacruel Forsiano come in una vera banda di gangster marini. Tipo Acqua/Buio” 
"Non mi piace per niente" pensò Ash sentendosi poi strattonare l'orlo dei pantaloni. Si girò e vide fortunatamente una faccia amica. "Sei tu" disse con gli occhi vedendo lo stesso Plawn che quella mattina lo aveva aiutato. 
Il pesce pagliaccio sorrise e gli fece cenno di seguirlo e lo portò proprio all'ingresso di quella cava marina, indicando con la pinna che se cercavano la Pokémon autrice di quel baccano era proprio entrata lì. 
Ringraziandolo di nuovo con un cenno Ash ePikachu entrarono in quella caverna risalendo il flusso d'acqua.
Quando uscirono trovarono una brutta scena davanti ai loro occhi. Sprinet era in una gabbia e continuava a mandare segnali di soccorso e il Team Rocket si stava organizzando per mandarla al capo. 
"Fatela smettere! E' uno strazio!" urlò disperata Jessie tappandosi le orecchie. 
"Sapevamo che emetteva suoni simili ad una trombetta ma non così forti!" disse a sua volta James cercando un qualcosa con cui riparare i suoi timpani. 
"Team rocket! Sapevo che c'eravate voi dietro a tutto questo!" gridò Ash. 
Il trio si girò sorpreso ma non riuscirono a capire "Come!? Non si sente niente bamboccio!" replicarono loro.
"HO DETTO CHE SAPEVO CHE C'ERAVATE VOI DIETRO A TUTTO QUESTO!" urlò ancora più forte Ash. 
“Oh, giusto è l’ora del motto!”

"Preparatevi a passare dei guai, eravamo in vacanza!”
“Dei guai molto grossi, ci riuniamo alla danza!”
“Proteggeremo le nostre orecchie da questo baccano!”
“Ma è per venire compiaciuti da un grande venerano!”
“Denunceremo i mali di verità e amore!”
“Ed estenderemo il nostro richiamo oltre le ere!”
“Jessie!”
“e James!”
“Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!”
“Arrendetevi subito o preparatevi ad un grosso baccano!”
“Meowth, proprio coooo….-“

*SBOOOOOOOM*
Si sentì un fragore e delle rocce crollarono vicino alla parete più lontana. Il fumo si dissolse e dalle rocce sbucò fuori un muso familiare.
“Steeble!? Come sei arrivato qui!?” esclamò Ash vedendolo sbucare dal nulla. L’unico passaggio si trovava in acqua e lui non poteva aver preso quella strada. Steeble aveva semplicemente trovato un buco dove la parete era meno solida e aveva fatto crollare una parte di muro roccioso, tuttavia si era richiuso tutto dietro di sé vista l’instabilità della struttura.
Sprinet vide Stebble ma come lui incrociò il suo sguardo lei abbassò il muso cercando di evitarlo. Non doveva venire per lei, ormai non sapeva più nemmeno perché aveva chiamato aiuto. Non era meglio se la facevano sparire?
"James guarda c'è anche uno Stebble!" indicò Meowth "Doppio regalo per il capo!" 
"Ma non ha una zampa!" gli fece notare Jessie "Il capo potrebbe pensare che gli abbiamo regalato un Pokémon tarocco!"
Stebble al sentire quelle parole si fece di nuovo mogio e cupo. Non solo faceva pietà ai buoni, ma i cattivi nemmeno lo vedevano come un valido furto. Quella annata gamba mancante gli stava rendendo la vita un inferno.
Fu Ash a intervenire per lui "Vi dovreste vergognare!" gridò infuriato "Un Pokémon è sempre unico con o senza gambe! Tutti valgono per ciò che hanno dentro, solo quella mostra il valore morale che hanno! Non c’è prezzo per la vita di qualcuno!”
"Bella morale moccioso ma non siamo noi a stabilire questo, quindi o ci lasci lavorare o passeremo alle maniere forti!" replicarono i due colleghi umani del trio prendendo in mano le pokéball.
"Come volete! Coraggio Pikachu facciamoli pentire delle loro parole!".
"Spidow forza e vieni ad aiutarmi!" gridò Jessie lanciando la sua pokéball.
“Trollby anche tu!" gridò a sua volta James, cominciando poi a zoppicare saltellando visto il peso del suo Pokémon appiccicato alla gamba. 
"James poche buffonerie andiamo!" lo esortò Meowth staccandogli di dosso il troll di roccia. 
"Spidow inizia con Velenospina!” Ordinò Jessie.
"Spi pi pi!" disse la ragnetta lanciando una serie di appuntiti aghi velenosi. 
"Pikachu schiva!" ordinò Ash. 
"Pi!" ubbidì Pikachu muovendosi a destra e sinistra evitando ogni singola spina.
"Trollby Rocciotomba!" ordinò James al suo Pokémon che materializzò delle rocce cercando di colpire il topino elettrico. 
Ash rispose immediatamente "Continua così Pikachu e quando hai l'occasione parti con Attacco Rapido!" La lotta continuò, stranamente i nemici usavano sempre le stesse mosse. Fu troppo tardi quando Ash si accorse della trappola che avevano programmato.
Intorno a loro c’era un muro di rocce tenute fra loro dalla bava appiccicosa di Spidow. Erano limitati in un recinto e bisognava uscire prima che fosse tardi. 
"Spidow usa Millebave ora!" ordinò Jessie. Il filo di seta del ragno si avviluppò su Pikachu che rimane appiccicato al terreno. I suoi movimenti erano limitati. 
Prima che potesse provare a liberarsi Trollby corse contro una parte di recinto e il muro intero iniziò a cadere, finché non finì per schiacciare sotto il suo peso Pikachu. “P-Pi!!” fu il verso che si sentì provenire nel momento in cui i massi collisero sopra il corpo del topino.
“PIKACHU!” girdò Ash correndo da lui per cercare di farlo uscire, ma era inutile, le rocce erano troppo pesanti e la colla che le teneva unite altrettanto insidiosa. Pikachu provava in tutti i modi di muoversi ma il peso cominciava a soffocarlo “Resisti amico!!!” 
Stebble osservò prima Pikachu poi la sua zampa mancante. Ash stava facendo di tutto per liberare il suo migliore amico ma da solo non ce l’avrebbe mai fatta. Quanto avrebbe voluto avere ancora quella maledetta zampaccia per poter combattere al loro fianco.
Sprinet sussurrò qualcosa preoccupata, vedendo il suo amico bloccato. Decise di provare a distrarre il Team Rocket, forse avrebbe aiutato “SPRIIIIII!!!” iniziò ad emettere il suo suono caratteristico.
"Zitta tu! O giuro che ti graffio il muso se continui a rompermi i timpani!" si infuriò Meowth tirando fuori gli artigli e avvicinandosi alla gabbia. 
All'improvviso qualcosa scattò in Stebble. Sembrava come se la sua gamba fosse ritornata, era partito alla carica con sole tre zampe. Una volta presa velocità, nulla lo fermava. Meowth non fece in tempo a voltarsi, volò via spinto da una potente carica di muso. "STEBBBBBBB!" urlò in un impeto di rabbia poi si girò e con una possente codata la gabbia di Sprinet liberandola completamente.
"Spri!"esultò la Pokémon abbracciandolo. Lui le rivolse uno semplice sguardo soddisfatto e poi con sorriso fiero ripartì puntando alle rocce che sostenevano la trappola in cui era finito Pikachu. “STE STE STE!” avvertì Ash di farsi fa parte. 
Il ragazzo fece giusto a tempo a scostarsi e decine di rocce finirono per volare in aria, sbalzate via dalla carica del dinosauro impetuoso.
"Piiiiiii!" tirò un lungo sospiro Pikachu, sentendosi decisamente meglio. Ringraziò Steeble e subito dopo si sentì abbracciare da Ash, ora molto più sollevato. 
“Grazie Stebble!" gridò lui felice. 
Stebble fece cenno a Pikachu di salire sul suo dorso. Inizialmente il Pokémon di tipo elettro non fu molto d’accordo, ma lo sguardo fiducioso e tenace dell’amico preistorico lo convinse definitivamente. “Pi” saltò sopra senza caricare tutto il peso. 
I due sorrisero e si prepararono ad andare alla carica “FORZA ALL’ATTACCO!” li incitò Ash. 
Spidow e Trollby presi dal panico davanti a cotanta furia che si avvicinava cercarono di scansarsi. Il terrore però li rallentò visibilmente e il Gigaimpatto di Steeble divenne sempre più intenso e coinvolgente. Furono travolti e spinti addosso a Jessie e James che finirono a terra sopra a Meowth. 
“Ohi ohi ohi” mormorò il gatto, sentendo qualcosa appiccicato a lui. Girò lo sguardo e con suo grande orrore trovò Pikachu aggrappato alla sua coda. 
“SPRIIIII!!!” gridò Sprinet inondandoli di acqua con un Bollaraggio, rendendoli perfetti come conduttori di elettricità. A quel punto era ovvio cosa sarebbe successo. 
Steeble riprese la rincorsa e proprio nel mentre che Pikachu caricava le sue scariche colpì con una codata la “palla Team Rocket”.
“EEEBLEEEEE!!!”
“PIKAAAAAA CHUUUUUUUUU!!!”
*SBAAAAAM* il soffitto della cava enorme venne bucato in un foro e il Team Rocket fu lanciato via. 
"D-Da dove ha tirato fuori quella forza quel Pokémon!?" si chiese Jessie mentre volava in aria.
"Non lo so, è partito come un razzo! E non aveva una gamba!” rispose un altrettanto confuso Meowth.
"Forse è la forza dell'amore…" si fece pensieroso James mentre volava via anche lui "...L'amore fa accadere strane cose..." 
“Già come quello tra voi due…”
“…”
“…”
“MEOOOOOOWTTHHHHH!!!”
"IL TEAM ROCKET RIPARTE ALLA VELOCITA’ DELLA LUCEEEEEEEE!!!"e come da tradizione la stellina che accompagnava la loro uscita dal sipario si fece viva.
"Fuoricampo" mise la mano sulla visiera del berretto come se avesse appena vinto una partita di baseball. Si girò verso Steeble e lo vide alzarsi sulle sue tre zampe, molto affaticato ma almeno più abituato ai nuovi movimenti.
Sprinet si avvicinò a lui sorridendo dolcemente ma mantenendo lo stesso una certa distanza, non intendeva farlo innervosire come prima. Steeble ricambiò con un cenno di considerazione, non era un sorriso ma era sempre qualcosa. 
"Net" lo ringraziò per averla aiutata, ad essere sinceri non si aspettava nemmeno di trovarlo lì. Per un momento aveva sperato che sparendo sarebbe stato meglio e invece era tornato per lei. Non capiva più cosa doveva fare, tentare o lasciarlo ai suoi affari?
"Steeble voleva dirti qualcosa, no?" Lo punzecchiò Ash con un colpetto del piede. 
Il Pokémon lasciò cadere le spalle come un cane afflitto ed esasperato. Borbottò qualcosa ma non si capì nulla.
"Avanti Steeble..."
"Steb be be..." mormorò a bassa voce lui cercando di scusarsi per averla colpita precedentemente. "Eb-..."
"CRUUUUEEEEEEEEEEEEEEEEEEELLLLLL" 
Uno stillo si propagò con l'eco della caverna. Tutti si girarono di istinto e trovarono davanti all'alla pozza dell'uscita un branco di Tentacool con un Tentacruel davanti a tutti. Ce ne erano almeno una ventina, se non di più. Non rimasero lì a contarli, erano tanti e basta. 
"S-Scusate noi dovremmo uscire..." provò Ash ad approcciarsi a loro ma i tentacoli dei nemici presero ad oscillare pericolosamente.
Il Tentacruel capo avanzò verso Ash, il viso era truce e pieno di rabbia. Non li avrebbero ascoltati, erano troppo irati da qualunque cosa fosse successa. Erano tornato per la vendetta e se la sarebbero presa.
"Pikachu... tieniti pronto" Il topino si mise in posizione d'attacco, la coda si rizzò e le sue scariche incominciarono ad uscire dalle sacche. Era un tipo elettro sì, ma contro tutti quei Pokémon avrebbe avuto difficoltà. Non sapeva quanto erano forti e se avvelenato sarebbe potuta finire parecchio male "Pi ka pi..." lanciò uno sguardo con la coda dell'occhio al suo allenatore. 
"Lo so..." si girò a guardare Sprinet e Steeble, poi i nemici e infine di nuovo i due "Vi apriamo un varco, voi fuggite"
"Eb...le?"
Il corvino rispose secco e aspramente "Niente storie, tenetevi pronti" non era il momento per le domande, in qualche modo se la sarebbero cavata.
Il Tentacruel iniziò subito la guerra sparando dai suoi tentacoli un fluido verdognolo che colpì una roccia lentamente sciogliendola. 
"Occhio a Acidobomba Pikachu! Poi usa Fulmine! dobbiamo tenere duro!" disse Ash vedendo quell'attacco così pericoloso. Pikachu stesso rabbrividì osservando anche lui quanto corrosivo fosse quell'attacco poi deciso ad attaccare lanciò un poderoso Fulmine colpendo alcuni Tentacool che avevano fatto da scudo al loro boss. 
"Non sarà facile" strinse i denti l'allenatore. Nel frattempo Sprinet e Stebble cercavano di allontanarsi il più possibile da quella bolgia, sembrava uno strano flashback. Però ora non fuggivano per il loro amore e dietro a loro non c’era il branco che tanto li voleva far fuori, ma degli amici in difficoltà.
Stebble arrancava un po' ma non demordeva, Sprinet lo guardò mentre cercava di creare un passaggio nella parete come per entrare. Purtroppo il muro era troppo solido al momento.
"Spri Spri?" gli chiese preoccupata.
"Ste..." faticò un poco a rispondergli l'altro. 
“Spi… ispi?” Propose lei di aspettare il momento giusto come aveva proposto Ash e di scappare dall’entrata marina. Lo avrebbe aiutato lei a nuotare. 
Lui si girò scuotendo la testa. Si rifiutava di lasciare indietro quei due guastafeste estremamente noiosi. Creando un passaggio avrebbero potuto salvarsi tutti e sapeva che era in grado di farcela. Doveva solo farsi forza, ormai lo aveva capito. La zampa non gli avrebbe impedito di vivere e dimostrare la sua utilità.
“Eble…ste” Poteva ancora essere utili a qualcuno, anche se non poteva aiutare lei. 
Sprinet non capì quelle parole sebbene sorpresa. Intendeva che senza la zampa non potevano stare insieme? O forse che non poteva fingere di amarla di nuovo e renderla contenta?
Si sentì un frastuono e videro quel giovane umano e il suo amico continuare a lottare. I due si scambiarono uno sguardo e annuirono tenaci. 
Pikachu provava a reggere la stanchezza e schivare gli attacchi di Tentacruel ma incominciava a farsi sentire il dolore. Quel Pokémon era un ostico avversario e non avrebbero potuto reggere a lungo. 
"Cru tenta!" ruggì la medusa incominciando a caricare un pericoloso attacco Velenoshock. Pikachu si preparò a schivarlo le sue zampe non risposero più, troppo esauste. Il topino lottò con tutte e forze per rialzarsi, ma era tutto vano.
“Pikachu!”
L’attacco era sempre più vicino e… un rumore di tromba ruggì nell'aria fermando il nemico che si coprì le… beh qualunque fosse l’apparato uditivo.
"SPRIIIIII!!!" gridò la Pokémon dal corno cavo generando un attacco Supersuono. 
"Sprinet, Stebble?" si sorprese Ash. 
I due Pokémon guardarono l'allenatore, lo avrebbero aiutato costi quel che costi. Non se ne sarebbero andati senza di loro. Era una cosa da fare assieme.
"Bene allora, in tre ce la possiamo fare!" L'ipotesi dell'allenatore si fece corretta, ora la situazione era molto migliorata. Con l'aiuto di quei due la banda di meduse man mano cadeva.
Il Tentacruel, irato da quello che stava succedendo agì d’impulso e caricò il suo Velenoshock. Il tentacoli divennero viola e lanciarono due proiettili giganti di veleno dai colori intrisi di fonti elettrice. 
“Schivate!!!” li avvertì Ash. 
Il colpo superò Pikachu, il quale si abbassò in tempo, ma dietro di lui non fu abbastanza svelto Steeble il quale non resse più il peso del suo corpo sulle tre zampe. La fatica fu immensa e spostarsi fu impossibile.
"Stebble!" gridò l'allenatore. Lo stegosauro chiuse gli occhi preparandosi a ricevere il colpo, ma non arrivò. 
Quando aprì gli occhi invece vide con orrore che qualcuno si era intromesso tra lui e la traiettoria...

"Spri..." mormorò dolorante ma con un sorriso la Pokémon che finì per essere scaraventata contro la parete instabile da dove era entrato prima Steeble. In un attimo le rocce cominciarono a cadere e sia lei che esse precipitarono in una pozza di acqua salata collegata al mare. 
"STEEEEB!" urlò lo stegosauro il quale sentì improvvisamente come una fiamma accendersi nelle zampe. I suoi occhi si sbarrarono e senza pensarci oltre ignorò la paura terrificante dell’acqua. La sua morte divenne solo un lontano ricordo, l’attrazione per la fonte marina fu così forte fa farlo saltare dritto al suo interno.
"Sprinet! Stebble!" gridò loro Ash "Pikachu forza concludiamo alla svelta! Attacca con Energisfera e che sia bella grossa!"
Pikachu eseguì e una gigantesca sfera colpi il Tentacruel che risenti l’intera forza della scarica elettrica sentendosi estremamente stordito.

Sprinet non sentiva più il corpo, probabilmente sotto l’effetto del veleno che l’aveva paralizzata e privata di ogni energia. Continuava a sprofondare verso il fondo di quello strano laghetto salato che non sembrava più finire. Tutto diventava sempre più buio, l’abbraccio che le infondeva la fece smettere di lottare e il fiato che aveva trattenuto svanì. 
Stavolta era stata lei a salvarlo e le andava bene. Almeno avrebbe continuato a vivere e sarebbe stato meglio senza di lei.  

Disperatamente Stebble cercava di raggiungerla, sentiva i nervi e i legamenti degli arti pressare sempre più, strinse i denti e incominciò a nuotare come meglio poteva. Dava tutto ciò che poteva con le zampe che gli rimanevano e provava a scendere per prenderla. Aveva paura, il terrore di non riuscire a prenderla era più grande di quello non far a tempo a risalire prima di finire l’aria. Più provava a scendere più la pressione si faceva difficile da reggere e si sentiva trascinato in alto dall’aria del suo corpo. 
Non aveva scelta.
Rilasciò più aria possibile che svaniva come bollicine, il suo corpo così veniva aiutato a sprofondare. In pochi attimi scorse la compagna e con la coda le bloccò un’ulteriore discesa. Provò a scuoterla per farle riprendere i sensi ma non c'era verso. Spaventato si decise a risalire. 
L’ appoggiò sul suo carapace, assicurata tra le placche della schiena e provò a riemergere ma non riusciva a trascinarla con sole tre zampe. Nuotare era difficile e pesavano troppo.
Non poteva arrendersi così, non doveva. Questa volta voleva vivere, voleva andare avanti, conoscere altre creature strane e noiose, voleva dare una seconda opportunità alla seccatrice più testarda della storia e rivederla sorridere. Voleva sorridere ancora e recuperare il tempo perso!

Ma non ce la fece… e cominciò a lasciarsi sprofondare. Iniziò a chiudere gli occhi, ma proprio in quel momento vide una figura che si parò dietro e un’altra gli prese le zampe anteriori facendolo risalire. Lentamente si girò e vide due facce amiche: Plarky e Spotpup.
I due Pokémon annuirono e lo assicurarono che li avrebbero riportati su. Gli chiesero di fare uno sforzo e trattenersi, lo avrebbero riaccompagnato verso la superficie. Il peso non era da poco, ma lentamente si stavano avvicinando sempre più. 
Un'ombra ancora più grossa li raggiunse, anche se la forma era confusa per la mancanza d'ossigeno che annebbiava la vista a Steeble. Pian piano i suoi occhi si chiusero e l'ultimo avanzo di respiro si liberò dalla sua bocca in una piccola miriade di bollicine.
...
Ash sbucò dall'acqua, portando con sé i due Pokémon privi di coscienza. Li appoggiò a terra riprendendo fiato "G-Grazie Spotpup.. Plarky... come ci avete trovati?"
"Plar" 
"Pup" 
I due spiegarono che erano state le loro allenatrici a mandarli alla ricerca di Ash e i Pokémon spariti. Essendo gli unici due di tipo acqua erano riusciti a trovare la caverna e a raggiungerli. Ash non capì gran che ma ringraziò già mentalmente le due amiche per l'aiuto. Non sapeva se avrebbe raggiunto in tempo Steeble e Sprinet senza il loro aiuto.
Tornò a controllare che i due stessero bene, il Pokémon di tipo roccia cominciò a tossire sputando acqua "S-Steke-ke-ke..." 
La visione gli tornò chiara, per un attimo aveva pensato di essere morto ancora, la sensazione era stata orribile ma in qualche modo diversa. Come un brutto sogno che terminava. Invece era davvero la realtà. Era vivo.
"Sprinet!?" Sentì la voce dell'umano dietro di lui. Si girò di scatto e vide che l'altra dinosaurina non si era risvegliata ed era inerme a terra.
“Ehi...!" Ash provò a muoverla un po' ma non reagiva, cominciava a preoccuparsi seriamente. "N-Non può annegare! É un tipo d'acqua!"
"P-Pika... chupi pika chu" Sprinet glielo aveva detto. Forse i tipi d'acqua della loro era potevano respirare sott'acqua, ma Sprinet non poteva farlo adesso. In passato sì, ma solo acqua dolce, non pure salata. Non era abituata a tutto quel sale nell'acqua e le faceva danni al corpo al momento, non era respirabile per lei.
"S-Ste..." lo stegosauro si avvicinò al corpicino di Sprinet e l'annusò. Appoggiò la testa al suo corpo e le diede una leggera spinta per farla svegliare ma non successe niente.
Se era un brutto scherzo del destino non lo trovava affatto divertente. Era una punizione per essere stato uno scemo? Per pagare lui doveva ripetersi tutto al contrario? "STE!" urlò arrabbiato.
Ma niente.
L'allenatore lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, così come il capo scese verso il basso. La visiera del cappello gli coprì il volto, ma non serviva osservarlo per capire cosa provava.
"Pikapi..." Pikachu gli toccò il braccio per consolarlo inutilmente, ma voltandosi verso la scena non poté che farsi prendere anche lui. Le orecchie si abbassarono e tirò su con il naso, guardando i due Pokémon con gli occhi lucidi. 
Plarky e Spotpup pure osservavano con la stessa espressione, non proferendo verso o parola.
"É possibile... che non riesca più ad aiutare nessuno? Non sono riuscito a far nulla per impedire che un altro Pokémon se ne andasse..." ripeteva Ash nella sua testa, riferendosi chiaramente a Malamar e tutto ciò che era accaduto. "Che maestro Pokémon posso diventare... se fallisco a proteggere i miei amici e i Pokémon...?"
"STE STEBLE!!!" le sue spinte erano più forti e il suo verso furioso ma disperato si propagava nella caverna. Si ripeteva rimbalzando contro le pareti, accompagnato dal silenzio dei presenti, persino i Tentacool se ne stavano zitti.
E Steeble non capiva perché succedeva "S-Ste!!! Ble steble bleble!" 
Continuava a fissare il corpo della sua amata steso al suolo, con gli occhi chiusi e il viso spento. E solo ora comprendeva che tutto era una punizione.
"E-E..ble..." 
Un flash, un unico ricordo gli venne alla mente. Non servivano tutti i loro momenti più belli, non avevano alcun significato al momento, contava solo ciò che aveva appena dimostrato in questa nuova era. 
Con quell'immagine nella testa si avvicinò al muso di Sprinet, mettendosi basso, basso. Piano lo avvicinò, inizialmente provando solo il vuoto.
Poi una strana scarica lo attraversò nel corpo e sentì il bisogno di premere il naso sempre di più. 
Così fece, lo strofinò contro il musetto della compagna e andò avanti, sentendo il viso tornare bagnato. Non capiva perché, ma piangeva. Silenzioso come il vento ma più disperato. Le lacrime scorrevano con più intensità ma lo strofinare di quel "bacio" continuava con più intensità. 
Fu in quel momento che si sentirono dei singhiozzi. Pikachu aveva cominciato a piangere delle lacrime, così come lo aveva seguito a ruota Spotpup e alcuni Tentacool. Tentacruel e Plarky tenevano lo sguardo fisso sulla scena, con l'amarezza dentro e il brivido che li percorreva la tristezza. Ash digrignò i denti non riuscendo a guardare... 
A volte serve perdere chi si ama per capire quanto conti davvero nel profondo del cuore. E allora si finisce per pagare il dolore più grosso di tutti...
"..."
"...S-Spri-ki-ki *caugh*"
Di colpo gli occhi di tutti si rianimarono puntandoli sulla Pokémon d'acqua. Lentamente Sprinet riaprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu il muso di Stebble ancora piangente. Lentamente lei iniziò a ricambiare lo strofinamento di muso e quando Steeble spalancò gli occhi lei gli mostrò un sorriso dolce ma ancora debole.
Lui sentì un lieve rossore sulle guance e si spostò appena, nonostante ci fosse il sorriso sulla sua labbra. Dentro sentiva un sollievo che da millenni non provava.
Ash piegò il capo tenendosi il cappello non nascondendo un sorriso, Pikachu corse qua e là dalla felicità, persino al Tentacruel boss scappò una lacrimuccia che cercò di non far notare, asciugandola con la sua canna mozza. Sarà pure un boss ma aveva un cuore anche lui. 
Pronunciò solo due parole alla coppia giurando che d'ora in poi sarebbero stati sotto la loro protezione e che potevano contare su di loro. Lentamente estese un tentacolo a Stebble che accettò l'offerta di pace e alleanza. Fatto ciò il gruppo di meduse si allontanò nel mare blu. 

Quella sera stessa Sprinet era stata trattata per l’avvelenamento. Inizialmente Ash e Steeble avevano avuto delle preoccupazioni vista la quantità assorbita, ma le analisi avevano rassicurato tutti: se la sarebbe cavata. 
Inutile dire che Ash dovette raccontare tutto ai suoi amici e a chi presente, lasciando sorpreso ogni presente. 
"In un certo senso potevo capirlo ma stava agendo nel modo sbagliato" si fece pensierosa Lidia “L’importante è che alla fine Steeble si sia calmato” 
"La mente dei Pokémon è ancora un bel mistero ma di sicuro questa è una storia molto simile ad alcuni comportamenti umani..."aggiunse Brock. 
Serena ascoltava tutto ciò in silenzio sperando magari di essere anche lei un giorno all'altezza di chi amava, per ora però avrebbe fatto come Sprinet. Contava che Ash fosse felice, non importava il prezzo. 
“Oh Steeble, avremmo una proposta per te” si fece avanti la professoressa. “Per il tuo… problema” indicò la zampa mancante.
“Ste?” domandò lui. Cosa potrebbe aiutarlo al momento?
“La zampa non possiamo ridartela completamente, ma possiamo creartene una nuova, una artificiale se mi capisci” lui piegò la testa non capendo “In un certo senso, possiamo costruirne una nuova di metallo. Certo non sarà la stessa sensazione e sarà un intervento rischioso e delicato, ma potremo far in modo che la zampa sia quasi agibile come una vera"
Rimasero tutti in attesa di una risposta.
“Vuoi rischiare?" 
Steeble guardò la stanza dove si trovava Sprinet ancora sotto stato momentaneo di incoscienza. A volte bisognava prendere rischi e lottare, la vita non si può vivere solo di prudenze. Se c’era una speranza di rendere entrambi felici…
“Stebleble” avrebbe colto quella possibilità anche se minima.

“Dite che daranno una chance al loro amore?” chiese Serena ai suoi amici, la sua mano in tasca che teneva salda la sua parte di squama cuore. 
“Chi lo sa” mormorò Brock guardando sotto ad un albero.
Lì, in quel punto Steeble era seduto a respirare l’aria fresca e addentare una mela. Di fianco a lui si sedette Sprinet, ma non fu mandata via, né scacciata. Rimanevano lì, vicini a gustarsi la loro frutta.
“Dovranno ricominciare” aggiunse Lidia.
Ash raggiunse la tasca e avvolse le dita intorno a qualcosa, sorridendo mestamente. 
Entrambi i Pokémon vicini avevano un sorriso, lui con una zampa in più a rimpiazzare quella vecchia.
“Ma i propositi ci sono”

E così da una piccola sosta al mare i nostri amici si sono ritrovati dentro una storia nata in tempi antichi e che ora finalmente è stata riportata alla luce nel migliore dei modi. La fiamma è rinata e forse crescerà, solo il tempo può dirlo. Ci sarà il giusto vento ad animare altre fiamme?
Il viaggio continua...

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Capitolo 32
*** Una spiacevola fioritura? La danza di rose del varietà ***



Episodio 29: Una spiacevole fioritura? La danza di rose del Varietà!

I nostri eroi sono arrivati finalmente alla città di Amatripoli, dove Serena affronterà il suo terzo varietà di Forsia. 

Essendo arrivati con un giorno di anticipo Ash e i suoi amici si erano appostati dentro il centro medico per Pokémon della città, in attesa del Varietà previso per il giorno dopo. 
"Ecco fatto!" disse l'infermiera Joy restituendo il pokédex alla giovane performer "Sei ufficialmente iscritta all'esibizione di domani!" 
"La ringrazio moltissimo" sorrise la proprietaria rimettendo l'enciclopedia in tasca. 
"Sai già che tipo di esibizione sarà richiesta?" le chiese l'addetta al balcone. 
"A dire il vero non proprio" ammise la neo iscritta, forse danza con il nastro? Non ricordava bene, ultimamente la sua testa era piena di altre questioni. 
"Beh come sai a Forsia ci sono esibizioni specifiche perciò ci sarà un tema anche questa volta. L’esibizione che ti attende sarà la danza con il nastro!” le comunicò l’infermiera.
“Danza con il nastro eh?” allora si era ricordata bene. Non era una ginnasta professionista ma si sarebbe inventata qualcosa, era estremamente positiva.
Joy annuì e le spiegò il regolamento "Già, oltre alla prima prova ci sarà una seconda fare in cui dovrai scegliere tre Pokémon con cui esibirti. Tre partecipanti su quattro dovranno danzare con il nastro, mentre un membro della squadra invece avrà il via libera. Di norma si sceglie la performer per questo ruolo ma puoi decidere tu!" 
"Oh ho capito! In altre parole dovrò cercare di far risaltare i nastri!” le arrivò la risposta affermativa dall’infermiera “Oh e in caso abbia dei Pokémon come Sylveon già muniti di nastro?”
“In quel caso devi presentarti con un’ora di anticipo e avvisare la segreteria che userai un Pokémon del genere. Dovranno darti il permesso e tenerne conto durante l’esibizione”
“Grazie è stata veramente gentile!" la ringraziò la ragazza dirigendosi verso i suoi amici.
"Figurati è sempre un piacere!" sorrise l'addetta sanitaria. 
In sala di attesa tutti gli amici di Serena sia umani che Pokémon la stavano aspettando per chiederle i dettagli "Allora?" domandò  paziente Ash vedendola tornare.
“Tutto a posto, sono iscritta!" disse lei facendo un piccolo gesto di trionfo. 
"Fantastico" ghignò il ragazzo con uno dei suoi classici sorrisi. 
"Ormai ci stai facendo l'abitudine ai Varietà di Forsia vero?" le chiese Lidia osservando i gesti di entrambi i ragazzi.
Serena annuì “Un po' si, sono tutti una sorpresa e un tantino più complicati ma in fondo hanno dei punti in comune con quelli di Kalos! Son sempre esibizioni e sono anche divertenti!" le rispose di rimando la giovane kalosiana.
"Ti hanno già detto in cosa ti dovrai esibire no?" Chiese curioso Brock a braccia conserte. 
"Si, l'infermiera Joy mi ha detto che questa volta sarà una specie di ginnastica ritmica l'argomento focale! Dovremo danzare con il nastro ed esibirci allo stesso tempo”
"Danza ritmica quindi... avrai bisogno quindi di molta agilità e grazia" disse la detective mettendo le mani in classica posa deduttiva. 
Ash rivolse uno sguardo più consapevole di quello di Lidia “Come se non lo fosse già di suo” Sorrise pensando con un’aria appena persa. 
"Hai qualche idea su chi userai?" continuò Brock risvegliando Ash dal suo trance temporaneo.
“Beh pensavo a Braixen e Sylveon" ammise Serena “Sylveon è perfetta, ha già dei nastrini tutti suoi e danzare non è un problema né per lei né per Braixen. Devo solo pensare ad un altro membro”
Pancham subito corse da lei alzando la zampina agitato. Era da un po' che non si esibiva e voleva tentare, anche se non era esattamente il suo genere. "No Pancham, mi spiace. So che vuoi esibirti perché è da un po' che non lo fai ma per questa esibizione pensavo a qualcosa di diverso, più aggraziato. Capisci?” 
“Cham” sospirò lui annuendo. In effetti non riusciva ad immaginarsi di stare bene in una danza tutta femminile come quella del nastro. 
La ragazza prima guardò Plarky che girò la testa contrariato, gli andava bene tutto ma non questo. In ogni caso non credeva Plarky veramente adatto a questo tipo di esibizione. 
Sentì qualcuno toccargli la gamba "Bu Bud! Wee!" gridò dolcemente la piccola piantina richiamando l'attenzione di Serena. 
"Uh? Weepbud? Vuoi esibirti con noi?"  
"Wee Wee!" annunciò con un sorriso la Pokémon di tipo erba.
"Sicura di sentirtela? L'altra volta ti ho messo un po' in difficoltà e non vorrei che ti venisse un po' di ansia. Vuoi davvero farlo?" le domandò Serena ricordando l’iniziale timore di Weepbud nella scorsa esibizione. Questa volta sarebbe stata molto energica e caotica e voleva essere sicura. 
Per tutta risposta la Pokémon iniziò a danzare spontaneamente muovendo il suo corpicino a destra e sinistra in mezzo a tutti. Serena sorrise, vedendo la scena, la prese delicatamente tra le braccia e l'accarezzò "Va bene, ho capito. Allora sarai tu la terza ad esibirti con me!" 
"Wee..." si lasciò cullare la giovane Pokémon sentendo il dolce tatto delle mani della sua allenatrice. 
"Bene allora, andiamo a preparare l'occorrente per domani!" disse poi l'allenatrice facendo cenno ai suoi Pokémon di seguirla. 
"Non vuoi una mano?" le chiese Ash vedendola allontanarsi. Non che avesse gran che da fare e doveva ammettere che era curioso. Voleva degli spoiler. 
"No grazie Ash! Voglio che sia una sorpresa e se ci fossi tu capiresti qualcosa!" rispose di rimando lei con un occhiolino sparendo poi dalla loro vista, mentre l'amico la seguiva solo con lo sguardo. 
"Vado anche io" disse Brock alzandosi "Voglio approfittare della permanenza per... studiare alcuni libri di medicina forsiana. La libreria del centro Pokémon chissà dove si trova…" disse sbrigativamente allontanandosi di soppiatto. 
Fu impossibile ignorare che un certo cuccioletto lo seguì per assicurarsi che fosse tutto vero, annusando già il classico odore di flirt che secerneva il medico.
"Osservazioni Ash?" disse Lidia una volta rimasti solo loro due con uno dei suoi classici sorrisi.
"Osservazioni su cosa?" chiese lui piuttosto confuso.  
"Serena mi sembra più solare del solito..." 
“Oh beh si! L’ho notato anche io, deve avere una grossa sorpresa per noi. Non vedo l’ora di vederla esibirsi domani”
“Come mai tutta questa eccitazione ogni volta che si esibisce? I Varietà sono diversi dalle lotte Pokémon eppure appena arriva il suo turno di mettersi in gioco sembra che l’emozione ti prenda. Ti immagino il tipo da guardare le lotte Pokémon e urlare per il coinvolgimento che ti danno, non per delle esibizioni”
L'allenatore a quella domanda rimase un attimo senza parole. Era vera l’osservazione di Lidia che era stata alzata per arrivare ad altro, anche se lui probabilmente non aveva capito “Uhm… vediamo… come posso spiegare…”
“Abbiamo tutto il tempo, tanto quei due ci hanno abbandonati” si sedette comoda sul divanetto. Erano amici in ogni caso, quindi una chiacchierata non sarebbe stato così male. 
Ash ragionò un attimo e poi parlò “Beh prima di tutto perché è mia amica e io sostengo i miei amici al 100% perché è come se fossero la mia famiglia. Quando si esibisce è sempre così felice e in fondo è una parte di lei quella di partecipare ai Varietà oltre che il suo sogno.  A me viene automatico emozionarmi per ciò che fanno i miei amici, soprattutto nel caso di Serena che ci mette tanta passione”
Lidia annuì, scrivendo qualcosa sul suo taccuino, tanto Ash era troppo preso a parlare e per lei si era manifestata un’altra occasione per studiare quella creatura complessa. 
“Inoltre sono sempre attività con i Pokémon e io le adoro tutte, non conta che siano lotte, Varietà, Contest o altre gare. Finché son coinvolti i Pokémon io adoro tutto. Che poi siano o non siano attività a cui prenderei parte non significa che non siano di mio interesse Ho pravo ad esibirmi in un Contest una volta, si avvicina appena alle lotte e mi sono divertito anche se non è qualcosa che davvero farei con abitudine. I Varietà sotto il punto di vista di legame Pokémon e allenatore sono molto più simili alle lotte di quel che si crede e mi piace il messaggio che danno”
Lei continuò a scrivere, impegnata nel suo studio “Uhm però c’è una cosa…”
“Ah si?”
“Non credi qui ci sia anche il caso di qualche favoritismo nei confronti di Serena?” fece un sorrisetto.
“Beh, è la mia migliore amica”
“Puoi fare di meglio”
“Sai che ho escogitato qualche nuova tattica per la mia prossima lotta??” sorrise lui nervosamente cercando di cambiare argomento. Non sapeva perché ma aveva la sensazione che non gli sarebbe stato molto buono rispondere alla precedente domanda.

Quella sera stranamente Ash faticò a dormire, forse era l'emozione per il giorno dopo o forse semplicemente il suo sesto senso. Una boccata d’aria gli avrebbe fatto bene. Si alzò piano dal letto facendo attenzione a non disturbando nessuno e si avviò lentamente verso la terrazza del centro medico ai piani superiori. 
Trovò la porta a vetrate aperta e curiosamente sbirciò per vedere chi avesse avuto la sua stessa idea. Non si sorpresa trovando Serena sul terrazzo a guardare il cielo con un sorriso soddisfatto. 
"Disturbo?" chiese Ash avvicinandosi a lei.
"O-Oh non sapevo che anche tu fossi qui!" si imbarazzò un pochino la ragazza vedendo l'amico uscire. 
"Non riuscivo a dormire" ammise lui "Così avevo pensato che un po' di aria mi avrebbe aiutato, tu invece?" 
"Nemmeno io" ammise anche lei "Immagino sia l'attesa per domani" 
"Probabile, sono sicuro che ci stupirai tutti! Mi sembri parecchio preparata!”
"Farò del mio meglio per far sorridere tutti!" sorrise lei pensando al programma del giorno seguente. Doveva ammettere che si era preparata bene "Anche Braixen, Sylveon e Weepbud sono prontissime ad esibirsi domani! Ci siamo preparate tutta sera!"
“Parlando di Weepbud..." fece notare Ash "E’ cambiata molto, in senso buono! Ti è fatta avanti da sola e non l’ha preoccupata la possibilità di un grosso pubblico e un’esibizione ancora più coinvolgente" 
"Già, in effetti ha stupito anche me. Sappiamo come è fatta Weepbud e non avrei mai immaginato lo facesse anche se ci speravo”
"Sai cosa?" pensò Ash "Credo proprio che sia la tua influenza ad aver permesso a Weepbud di fare ciò che ha fatto oggi" 
"Tu dici?" gli chiese lei con un sorriso.
"Certo! Rispetto a quando vi siete conosciute sembra già un’altra Pokémon! La prima volta nemmeno riusciva a parlare con i Pokémon, era terrorizzata di tutto e tutti. Di ogni singolo rumore! Certo è ancora un po' timida ma sta facendo passi da gigante. Non è la prima volta che riesci a far aprire un Pokémon, anche con Eevee hai fatto la stessa identica cosa e guarda ora Sylveon!" Si complimentò lui cercando di farle notare quanto fosse brava come allenatrice.
I due allenatori sorrisero guardando ancora per un po' il firmamento stellato, fino a che non fu il momento di rientrare. 

Il sole non tardò a dare il cambio alla luna e alle prime luci dell'alba i ragazzi si alzarono dai loro comodi letti. Si vestirono e si prepararono ad attraversare la via che dava al grande palazzo, ospite del Varietà previsto. 
“Pronta?" chiese Lidia tenendo un occhio su Serena e un occhio su alcuni movimenti sospetti da parte dell'amico dottore che curiosava con gli occhi qua e là. 
"Sono più che pronta" disse la biondina serrando il pugno. 
"Ehi Serena! Ci sei anche tu allora!" la chiamò una voce squillante molto familiare. La ragazza si girò e vide con piacere che anche una sua cara ma recente conoscenza era lì.
"Lucy? Sei tu?" chiese contenta la kalosiana vedendo l'amica raggiungere il gruppo a passo di carica.
La abbracciò lei con gioia per averla incontrata di nuovo. Era da prevedere che prima o poi sarebbe successo "Si! Che bello, significa che gareggeremo di nuovo insieme!"  
"Quindi anche tu ti sei iscritta per il varietà di Amatripoli?" domandò Serena ricambiando l’abbraccio.
"Si, sono arrivata ieri verso il tramonto! Mi ero persa nei meandri della città ma alla fine sono riuscita per il rotto della cuffia ad iscrivermi!"
Ash sorrise guardando la scena, trovava Lucy abbastanza differente da come l'aveva conosciuta qualche settimana fa, sembrava molto più solare e aperta, magari era un altra paziente dell’ effetto Serena, come gli piaceva pensare. 
"Noi stiamo andando appunto dove si terrà il Varietà. Ti va di accompagnarci?" chiese Lidia.
"Molto volentieri!" rispose Lucy.
"Ehi ma dov'è finito Brock?" domandò Ash. Del medico infatti sembrava esserci nessuna traccia. A quelle parole Spotpup uscì volontariamente dalla sua sfera poké e fece cenno loro di andare, se ne sarebbe occupato lui come al solito. Mostrò un sorriso pieno di canini e andò alla ricerca della sua preda.
Ci volle poco a raggiungere il palazzo dei Varietà che si estendeva esattamente dopo una bella scalinata di stampo reale. Una volta all'interno Serena e Lucy presero rispettivamente i loro numeri e separatesi dal resto del gruppo si diressero verso i camerini delle partecipanti. 
"Stavolta sono un po' più preparata" sorrise la performer più giovane facendo vedere all'amica più grande di aver imparato a tagliare e cucire fiocchi e vestitini per i suoi Pokémon. 
"Ti sei data da fare!" sorrise Serena vedendone l'entusiasmo, voleva considerare Lucy una degna rivale.
"Beh il merito è tutto di una certa persona che mi ha ispirata" rispose l'altra molto modestamente. Le due però vennero interrotte da un brusio fuori dalla porta. 
"Forza Hop Hop! I costumi delle mie due signorine non si portano da soli hop hop!" si sentiva impartire ordini fuori dalla porta. Da essa entrò una figura nota a Serena che sospirò capendo di chi si potesse trattare.
"Appoggiatela li" ordinò Jessilyn ai suoi facchini che fecero come eseguito "Perfetto e ora vi prego di andare, una diva come me deve avere il tempo di concepire in santa pace la sua bellezza!" disse poi con una certa aria snob. 
“Chi potevi essere se non tu?" disse Serena avvicinandosi porgendo la mano per stringergliela. 
Jessilyn si girò con una certa sorpresa e tono un po' seccato. Chi si rivolgeva a lei con tanta familiarità? "Uh chi è che parla con moi, la futura regina di... ah sei tu, biondina" si voltò la donna guardando la rivale, che conosceva fin troppo bene”
"Veramente mi chiamo Serena..." provò a ricordarle la kalosiana.
"Si, si, certo.." si affrettò a chiudere la conversazione la donna, poi guardò l'altra performer "E lei invece?" disse squadrandola da cima a fondo. 
"Mi chiamo Lucy" rispose la ragazzina offrendole la mano "Novellina eh?" le chiese di nuovo la donna facendo finta di ignorare il gesto.
"Ehm si ma non proprio novellina dato che non è la prima volta che partecipo" 
"Lo vuoi un consiglio? Cerca di non brillare troppo" 
"Come?" 
"Altrimenti rischi di togliere la luce che spetta a me di diritto!" rise la donna mettendo la mano sotto il mento allontanandosi e ridacchiando un po' ambiguamente. 
Lucy la guardò confusa poi rivolse lo sguardo a Serena chiedendole spiegazioni.
"E' particolare…" provò a spiegarle l'amica “Ma non è cattiva, non ha di certo problemi di autostima. Mi ci è voluto un bel po' per rientrare nella sua piccola cerchia di rivali riconosciute” 

Sugli spalti nel frattempo Ash e Lidia avevano trovato dei posticini niente male dal quale poter vedere lo spettacolo e si misero seduti in attesa trepidante di assistere al grande show della loro amica. Avevano tenuto pure un posto per Brock, in caso fosse scampato vivo dalla caccia di Spotpup "Non sto più nella pelle!" ammise Ash "Chissà cosa ci ha preparato!" 
"Sai Ash, a volte l'attesa è più bella della sorpresa stessa. Ti sta facendo aspettare apposta perché vuole stupirti" gli disse l'amica detective vedendolo tutto eccitato. 
I loro pensieri però vennero interrotti da una figura maschile che veniva trascinata a terra da un cane di loro conoscenza. Spotpup fieramente tirava la sua cattura tra le varie poltroncine, mentre Ash e Lidia osservavano con delle gocciolone di sudore dietro alla testa. 
"M-Mi sono perso qualcosa?" cercò di ricomporsi il dottore tirandosi sul proprio posto e cercando di apparire più naturale possibile. 
Lidia sospirò accarezzando il cagnolino chaperon che si era accucciato sulle sue gambe e chiedeva una piccola ricompensa. "Sei appena in tempo... brockolone"
“Da quando sono un vegetale?”
“Lo sei ogni volta che Spotpup ti trascina a terra e questo accade molto spesso. Quindi abituati al soprannome… Brockolo”
Ash cercò di cambiare argomento per calmare i due, anche se doveva ammettere che il soprannome si addiceva. 
"Beh ora non ci resta che aspettare l'inizio del Varietà" decretò Ash contento che l'amico fosse arrivato in tempo. 
Quando gli spalti risultarono pieni di gente tutto era pronto per l'inizio dello spettacolo, come al solito le luci si spensero e fu richiesto il silenzio del pubblico. 
"Buongiorno signori e signore e benvenuti al gran Varietà della citta di Amatripoli. Sono sempre io il vostro conduttore di fiducia Pietro, pronto a intrattenervi con la mia umile voce mentre il vero show spetterà alle signorine che si esibiranno tra poco! Ma che spettacolo sarebbe senza un fidato compagno? Ecco che arriva il mio vice conduttore, il beniamino del pubblico, Cupassion!"
"Passio Passio!" svolazzò dolcemente dall'alto il ben noto cupido che si appoggiò sul cappello del presentatore.
"Oh non hai con te oggi il premio?" notò il suo allenatore. Il pokemon annuì con un occhiolino e porse a Pietro l’ambito premio.
L’uomo la alzò davanti al pubblico e la telecamera zoomò per riprodurre l’immagine sul grande schermo sul palco “Ecco a voi la spilla Amaranta! Ispirata al fiore Amaranthus Caudatus che oggi simboleggerà la resistenza alla disperazione e la forza delle nostre concorrenti!”
Da sotto il palco apparirono piano piano in ordine numerico tutte le concorrenti. "E ora un attimo di attenzione. Come ben sapete la città di Amatripoli ha una tradizione rinomata in tutta la regione, è una cosa tipicamente nostra e oggi cercheremo di riproporla in tutte le salse!”
“Le performer si scambiarono degli sguardi confusi, nessuno aveva capito nemmeno nel pubblico”
“Uh… beh la prima prova sarà di cucina!" annunciò il presentatore chiarendo meglio il concetto. 
"Su questa va sicura Serena" disse Lidia facendo un occhiolino ai due compagni. 
"Certo! Non esiste un piatto che l'ha avuta meglio su Serena!" disse Ash "Oh e ovviamente lo stesso vale per te Brock!" aggiunse.
“Ora è Serena la stella quindi fa niente" minimizzò lui. 
"Mentre le concorrenti si ritirano noi prepareremo l'occorrente per la prima prova, aspettatevi di tutto qui al grande varietà di Amatripoli!" annunciò infine il presentatore chiudendo le tende.

Nei camerini tutte le performer si stavano cambiando d'abito e si stavano preparando ad indossare i grembiuli offerti dalla produzione "Come te la cavi in cucina Serena?" chiese Lucy mentre si faceva aiutare dai suoi Pokémon.
"Diciamo che ho una bella bocca da sfamare" rise lei pensando al suo allenatore preferito. 
“Io direi che con quella bella bocca vuoi farci altro…” commentò Jessilyn trattenendo una risatina isterica mentre passava oltre a loro. Si stava preparando e non aveva potuto trattenersi dal dirlo.
“C-COSA!?” 
“Ciccina bella, lo sa tutto il mondo meno lui, quindi non sorprenderti tanto quando te lo fanno notare” le rispose la donna voltandosi ed entrando nel suo camerino. 
Lucy rilasciò una risatina flebile e annuì, aveva completamente ragione, persino lei lo sapeva…
Serena cercò di spegnere il rossore che aveva in viso e rivolse la domanda a Lucy "E tu come te la cavi in cucina?" 
"Beh io ho preso qualche lezione da mia mamma che è una chef, anche se non più tanto. Me la cavo più di altri ma non sono una professionista. So che ci metterò di impegno!”
"Siamo pronti!" annunciò l'operatrice avendo con se la tabella dell'ordine di uscita. Quando disse i nomi, Serena fu subito menzionata nel primo gruppo, Lucy e Jessilyn molto più avanti. La ragazza dai capelli lunghi si scusò un attimo per andare a cambiarsi di abito e lasciò da sole Serena e la sua rivale. 
Jessilyn si avvicinò a Serena "Entusiasmo della novellina" disse osservandola.
"Secondo me è brava, ha solo bisogno di fare esperienza"  replicò Serena "Invece di giudicarla subito perché non la osservi all'opera? Chissà che non diventi una delle nostri rivali più agguerrite!" 
"Lo dici come se fosse una cosa positiva, tesoro" replicò la donna poco convinta.
"Beh bisogna essere amici tra di noi, no?" affermò la biondina con la sua innocenza.
Jessilyn scosse le spalle "Dipende dai punti di vista. Come può essere positivo perché aumenta il gusto della vittoria, diventa negativo quando ti causa l’uscita da un Varietà importante”
Serena colse il riferimento al Master Class che avevano fatto quasi due anni prima. Sapeva che Jessilyn non ce l’aveva con lei per quella storia ma le parole erano vere. “Trovo sia migliore se vince un’amica però, invece di una rivale con cui si hanno brutti rapporti”
“Giusto, ma in ogni caso la tua amica ne ha di strada da fare se vuole competere con moi. La osserverò" concluse la capelluta fucsia. 

Sul palco 3 postazioni di cucina erano pronte all'utilizzo e le performer apparirono sulle loro piattaforme. Serena si trovava nel primo gruppo e subito si ritrovò sul palco con i suoi due compagni Pancham e Plarky. Visto che non partecipavano alla seconda prova, potevano aiutarla nella prima.
"Vai Serena!" urlarono i suoi amici non appena la videro sul palco. 
“Concorrenti, avete a disposizione il tempo mostrato sullo schermo! Stupiteci!" dichiarò il signor Pietro "Pronte con i coltelli? Ricordate: cucina e spettacolo! Il tempo parte da... ora!"
Era una gara a prendere gli ingredienti che servivano. Serena subito iniziò a preparare la postazione e mandò Plarky a prenderle quello che serviva. L’ornitorinco subito alzò con la coda i guanciale e in una sberla lo fece volare in aria. Pancham subito saltò acchiappando il pezzo di carne e lo posò nella postazione. 
Gli altri Pokémon fissavano confusi, loro non avevano pensato di lanciare gli ingredienti. C’era chi faceva avanti e indietro e chi usava Psichico per far fluttuare tutto ma era comunque un’azione più lenta.
Poi fu il turno di un pezzo di formaggio di Mareep, Bacchemodoro e altri vari ingredienti. Quando fu tutto sul tavolo Plarky tornò indietro. 
“Pancham aiutami sminuzzando la polpa con Sberletese e tu Plarky ammorbidisci bene la carne con Colpo di Coda" chiese Serena "Io nel frattempo preparo gli altri ingredienti!”
Plarky iniziò il suo lavoro con Colpo di Coda, mentre dalla sua parte Pancham prendeva a pugni il contenuto della ciotola, creando la personale passata di pomodoro. Finì abbastanza in fretta e nel mentre Serena sminuzzava gli altri ingredienti decise di aiutare Plarky. 
Bisognava fare spettacolo? Lo avrebbero dato. Il Pokémon acquatico fece un sorrisetto e prese la carne, la alzò e di nuovo la lanciò verso Pancham. L’altro Pokémon rispose con Sberletese e divenne una specie di Pallavolo con un guanciale. 
Fu una sorpresa per tutti, anche se un po' stravagante, ma ben apprezzata l’originalità. I giudici potevano notare il perfetto lavoro di squadra tra i due Pokémon e la loro allenatrice. Si chiesero se non avessero già visto quella performer da qualche parte. 
Quando le preparazioni furono terminate fu il turno della cottura e Pancham si sbizzarrì usando un Neropulsar per alimentare la fiamma in maniera creativa. Plarky aiutava a girare bene la carne sulla goda, avendo una buona resistenza al calore e rendendo il tutto più facile. 
Tutte e tre le performer presentarono il loro piatto nello stesso momento, dando il via ai giudici per la degustazione.
"Sentite il profumo delle creazioni culinarie delle nostre signorine?" Anche se un po' lontani gli spettatori potevano sentire gli aromi, anche grazie ai responsabili organizzatori del Varietà, i quali avevano fatto installare dei diffusori in grado di usarli a loro vantaggio. 
I giudici e i loro Pokémon assaggiarono e confabularono tra loro, scrivendo in gran segreto il nome della vincitrice dentro una busta che consegnarono al presentatore. 
"Ecco a voi! Qui c'è la vincitrice di questa manche, ma prima un sonoro applauso dato che non è facile cucinare e intrattenere allo stesso tempo!” il pubblicò esultò scatenando un boato di mani che sbattevano. "Ora passiamo alla vincitrice della prima manche del primo turno! La performer che passerà al secondo è la numero 3: la signorina Serena!"
"Evvai!!" Festeggiò Ash saltando in piedi e beccandosi le occhiatacce di tanti spettatori attorno a lui. Non gli importava niente se tifavano un'altra e aveva vinto Serena. Lei era la migliore e tutti lo avrebbero saputo presto.
"Ash..." fece un facepalm Brock chiedendogli di risedersi. Era presto per festeggiare, anche se era normale l'entusiasmo del ragazzo.
Serena festeggiò con i suoi due Pokémon e andò via dal palco, tornando nella sala d'attesa delle performer. Alcune ragazze le fecero i complimenti, altre invece prepararono le loro cose per andarsene. Tra le molte che si avvicinarono c'erano anche Jessilyn e Lucy.
"Sei stata grande Serena!" Si complimentò l'amica dai capelli lunghi. 
"Non male, ma di sicuro avrei potuto far di meglio" espresse Jessilyn con fare un po' altezzoso.
"Beh potrai dimostrarlo a breve. Tu sei tra qualche manche" rispose Serena ormai abituata al suo carattere, lo prese come un complimento "Grazie ad entrambe comunque, io vado a prepararmi! In bocca al Mightyena per i vostri turni!"
"A dopo!" La salutò Lucy con la manina, mentre Serena correva a prepararsi per la seconda prova.
"Pfui... abbiamo tempo, ma devo ancora finire di preparare il bastone per Braixen" mormorò ai suoi Pokémon mentre afferrava il bastone dalla coda della volpina di tipo fuoco. "Per fortuna i nastrini di Sylveon valgono come veri nastri da gara! Servono tre partecipanti con il nastro, se prendo il posto di Weepbud come deciso andrà tutto per il meglio!"
Passarono i minuti, la performer rivestì il bastone di Braixen con uno speciale tessuto e il nastrino che fissò sopra era dello stesso materiale. Si era informata bene e aveva cercato di trovare qualcosa che fosse infiammabile ma non consumabile. Alla fine il nastro scelto era rivestito di una plastica speciale che bruciando produceva un profumo particolare combinabile a Vento di Fata di Sylveon. 
Illustrò di nuovo il piano alle sue tre Pokémon, che mosse fare e come agire in caso si dimenticassero qualcosa. Era tutto programmato alla perfezione, anche in caso di improvvisazione impegnandosi ce l'avrebbero fatta.
Una volta tutte pronte e vestite Serena si rivolse agli altri suoi due Pokémon maschi, chiedendo loro di stare attenti e fare il tifo. 
"Perfetto! Dovrebbero essere terminate tutte le prime fasi, andiamo  controllare!"
Si spostarono dai camerini alla sala d'attesa, dove i monitor trasmettevano cosa succedeva sul palco.
"Bene ecco l'elenco completo di chi passerà alle esibizioni di danza con il nastro!" 
Il monitor si oscurò e all'improvviso 10 performer apparirono su esso. Tra i visi ovviamente Serena era presente come annunciato in precedenza, ma non avendo visto le compagne a lei interessava sapere più l'esito per Lucy e Jessilyn.
Passò ogni viso e con suo grande sollievo... "Sono passate entrambe! Questo vuol dire che sarà uno scontro all'ultimo passo!" 
"Serena!" Si sentì chiamare da lontano. 
Lucy e Jessilyn camminarono verso di lei per parlarle, ma la ragazza si sentì attirata da un'altra voce. "Performer Serena?" 
La biondina si girò subito e incrociò lo sguardo di una delle addette al programma "Sei la prima, devi andare a prepararti sull'elevatore"
"Oh ok! Grazie!" Fece un piccolo inchino di ringraziamento e corse verso l'elevatore, non incrociando purtroppo le due performer che erano appena scese da un altro corridoio. Pazienza, le avrebbe viste dopo l'esibizione.
Sul palco, Pietro intratteneva gli spettatori che aspettavano la fine della pausa tra il primo e il secondo tempo del Varietà. Il presentatore controllò l'orologio e a quel punto si girò verso il punto in cui sarebbe spuntata la prima qualificata. 
"Inizia la seconda fase!" Si fecero tutti attenti, in particolare Ash e i suoi amici "Diamo un caloroso applauso alla nostra prima performer: Serena!"
Scoppiarono gli applausi, Brock, Lidia e Ash furono contenti di vederla subito, almeno l'ansia sarebbe sparita per la loro amica. 
L'elevatore iniziò ad alzarsi, Serena fece un respiro profondo, stringendo la zampa di Braixen da una parte e il nastrino di Sylveon dall'altra. Weepbud se ne stava sul dorso della volpe di tipo Folletto e aspettava solo di esibirsi. 
Appena spuntarono sul palco, partì il ruggito del pubblico, che come previsto diede un attimo di tensione alla piccola Pokémon vegetale. Tuttavia era solo questione di iniziare a ballare, poi sarebbe sparito il nervosismo. Doveva lasciarsi coinvolgere dalla danza, era con la sua famiglia, sarebbe andato tutto per il meglio. 
Voleva vincere, era sicura di potercela fare.
"Siamo pronte?" Chiese loro la ragazza mettendo mano al suo bastoncino con nastro. Aveva fatto in modo assomigliassero tutti a quelli di Sylveon. Un po' di pittura era stata sufficiente.
Si spensero le luci, a parte il faro che permetteva al pubblico ormai silenzioso di tenere d'occhio la concorrente. 
E finalmente la musica partì.
"Braixen usa Lanciafiamme!" Ordinò Serena iniziando a muovere il nastro circolarmente, creando un movimento vorticoso. 
"Braiiiixeeeenn!" Il nastro si accese di un colore rosso fiammante e prese fuoco, rizzandosi completamente grazie alle fiamme che lo animavano e continuavano ad uscire dalla punta del bastone.
Sylveon corse vicina all'altra volpe e iniziò ad emettere il suo Vento di Fata, il quale diede un improvvisa spinta alle fiamme che si propagavano dissolvendosi come tanta polvere di brillanti caldi. Come se un rubino fosse stato sgretolato e soffiato nell'aria.
Braixen iniziò a muovere la zampina, facendo roteare meglio quegli spruzzi focosi grazie anche all'aiuto di Sylveon "Braiaiaiaiai!" 
Serena prese Weepbud e la lanciò in aria "Usa le tue foglie magiche!" 
La piccola fece il suo attacco, caricandosi al massimo ed emettendo dal corpo delle foglie colorate, le quali si diressero verso Sylveon. La Pokémon rispose subito con Forza Lunare e la magia propagata dalla luna divenne di mille colori "Veoon!" 
Weepbud usò ancora il suo attacco e sparse foglie colorate formando un cerchio attorno alle partecipanti.
"Braiiiii!" Braixen iniziò a correre attorno il palco, infiammando le foglie e producendo un cerchiò infuocato di diversi colori "Braixen xen!" 
Serena, Sylveon e Weepbud continuavano a ballare circondate dalle fiamme colorate, fino a dividersi in due gruppi "Forza Braixen diamo più vivacità alla nostra esibizione! Usa Magibrillio!" Prese per mano la prima Pokémon e iniziarono a ruotare in tondo con i nastri tenuti saldamente attraverso i bastoni sugli arti esterni. 
"Braiiiiiii" la luce di Magibrillio si accese mentre Weepbud e Sylveon continuavano a ballare come Serena e Braixen, vicine seguendo movimenti circolari.
Il bastone di Braixen improvvisamente concentrò una gran parte di luce sulla sua estremità e in un attimo "IXEEEN!" esplose, creando una soffiata di fuoco enorme, propagata fino al cielo come una nube lucente. La nube continuava a produrre scoppietti come dei petardi e le lucine emanate lasciavano a bocca aperta il pubblico.
Quello si che era uno spettacolo.
Si stavano divertendo tutti, soprattutto le concorrenti. Weepbud non era mai stata così gioiosa, era parte di questo spettacolo, aveva avuto l'onore di sentirsi un membro della squadra che stava creando qualcosa di unico. Non avrebbe mai dato via questa sensazione per nulla al mondo. Non poteva staccare il sorriso dalle labbra, il calore della sua felicità continuava ad emergere man mano che ballava con Sylveon, altrettanto divertita.
Era una delle loro esibizioni migliori di tutti i tempi.
"Forza ragazze!" 
"Veon!" "Brai!" "Wee!" Iniziarono a saltare le tre Pokémon prese dalla musica e la frenesia. 
Sylveon fece un balzo in aria, aiutata da Serena che le fece da trampolino. La Pokémon fece delle capriole esibendo i propri nastrini, come previsto dall'esibizione. "Veoveoooo!" Vento di Fata la fece fluttuare metri dal terreno, senza toccare mai la superficie con le zampe. Il movimento rotatorio proseguiva e i Pokémon maschi del pubblico sembravo impazzire di fronte a quelle tre fantastiche Pokémon.
Pikachu ovviamente teneva d'occhio la situazione, perché sapeva di fatto che una era OFF-LIMITS anche se ci doveva lavorare... e un'altra era prenotata dal suo grande amico ancora in stato vegetativo. In suo onore avrebbe tenuto Braixen al sicuro da certi elementi.  
Weepbud si mise sotto il circolo ventoso fatato e iniziò ad usare Naturforza. Le fiamme intorno a loro cominciarono a dissolversi e spegnersi, soffiate dolcemente dall'ambiente dolce e armonioso.
Come il fuoco si placava anche Sylveon cominciava a scendere dal cielo. Appena le zampine si appoggiarono al terreno non perse tempo e saltò scivolando a pancia in su fino ad arrivare sotto a Braixen. "Veee!"
"Forza per il pezzo più importante!!!"
"BRAAAAAAIIIIIXXXXX!" Braixen puntò il bastone in alto e indicò il cielo, iniziò a ruotare il braccio così da muovere il nastro come un vortice "Xeeeeen!!" Il fuoco partì a razzo e prese a seguire il movimento delle fiamme circolari, sembrava un mulinello, anzi una colonna di fuoco o un tornado. 
"VEEEEEE OOOON!" Sylveon ripartì con Vento di Fata e lo puntò al bastone della compagna. Il flusso salì e le fiamme da grezze diventarono sfumate ma intense. Il flusso del tornado era più omogeneo ma si vedeva sempre la direzione e lo spessore aumentava. 
Uno spettacolo per gli occhi.
Serena abbassò lo sguardo alla sua Weepbud e le sorrise "Vai" 
La Pokémon vegetale ricambiò con un sorriso e corse davanti alle due amiche, sentiva tutti gli occhi puntati addosso ma non contava più "WeWeWeweeeeeeeee......!!!!!!" Si caricò d'energia e dal terreno incominciarono ad uscire delle radici. Si intrecciarono tra loro formando un ritmo ripetuto e iniziarono ad alzarsi all'interno del vortice…
"EBUUUU!" e il mazzo di radici si fermò con le estremità aperte.
Il fuoco continuava a circolare attorno e pian piano sfraccettava la superficie delle radici che formavano tanti filamenti colorati e splendenti. Le parti più grosse di radici si erano lisciate e si muovevano fluide. Era come un insieme di nastri infino. 
"Veoooo!"
"Buuuud!"
"Xeeeeeen!"
Continuava ad intensificarsi e la composizione divenne unica, unirono le forze in una sola e il mazzo di nastri divenne come un albero secolare che si carbonizzava. 
Eppure quell'effetto era stupendo, studiato alla perfezione. Bruciava di bellezza. Dagli spalti, dai camerini e la sala d'attesa, erano tutti senza fiato. 
"VAI SERENA!" esclamò Ash in preda all'entusiasmo. Si era superata, era stupendo!
"Vai Serena!" Si fece prendere pure Lidia.
"Forza!!!" anche Brock fu coinvolto in quel tifo sfrenato.
"Pipika!!!"
Tutti applaudivano, erano coinvolti da quella danza e movimento. Il palco era  tutto una tormenta di nastri. 
Weepbud aprì leggermente la bocca, era arrivata a tanto in così poco tempo. Il sostegno di chi l'amava l'aveva cambiata radicalmente. Tutta quell'energia dentro di sé da dove proveniva? Perché era così bella e frizzante? Cosa stava accadendo? 
Qualcosa di stupendo, lo sentiva, stava per sbocciare.
Si girò verso Serena ma davanti a sé trovò solo le compagne ore fatte da parte e l'albero che secondo il programma avrebbero distrutto assieme.
Lo guardo, il suo movimento... le sue fiamme circolari e l'intensità.
Sentiva così tante emozioni, gioia, frenesia, voglia di urlare, muoversi e... anche sentimenti per niente positivi. Tanti legami che si univano e poi si allontanavano, il muoversi dei nastri incominciò a diventare come prepotente ai suoi occhi.
*Sfoom* una fiammata un pochino più forse si accese e l'unione delle radici finì per sgretolarsi di più, creando una polvere di brillanti come quelli del Vento di Fata di Sylveon che ancora accompagnava lo spegnimento di quella fiaccola di vita.
Troppe emozioni... e lo sbocciò scoppiò come dentro di lei.
"WEEEEEE BUUUUUUUUUUUUUUUUU" 
L'urlo attirò l'attenzione di tutti per un attimo, altrettanto era il tempo in cui tacque. 
Una luce pervase il corpo di Weepbud, estendendo quella dell'occhio di bue che teneva illuminate le partecipanti aiutate anche dalle lucine che si spargevano dall'albero ormai morto.
Più forte diventava la luce e il corpo di Weepbud mutò.
"È fenomenale" mormorò Pietro al suo Cupassion.
Lucy dalla sala d'attesa mormorò in sincronia a Jessie "Si sta.."
"…Evolvendo" fu ciò che disse Serena. I suoi occhi si illuminarono e una strana sensazione di eccitazione la pervase, ma per qualche motivo... non del tutto. 
Quando il bagliore sparì Weepbud non c'era più, al suo posto si ergeva un Pokémon più alto e femminile, dai germogli sbocciati e l'eleganza di una kunoichi. 
"Tulipal" mormorò rilasciando un respiro e una spora profumata.
"Tulipal? Weepbud ti sei evoluta!" La salutò entusiasta Serena. Ora che era successa una cosa del genere l'esibizione sarebbe stata indimenticabile. Avevano ancora un'ultima cosa da fare. Bastava concludere l'esibizione e finire il tempo. "Che bello amica mia!"
"Veon!" "Brai!" Condivisero la gioia le compagne.
"Avanti! Tulipal proseguiamo!" La invitò Serena avvicinandosi. 
Braixen e Sylveon ripresero a danzare mostrando i nastrini, ma... Tulipal rimaneva ferma.
Cosa che non passò inosservata.
"Tulipal?" Le sussurrò Serena chiedendosi perché se ne stava ferma. Non sapeva che fare per caso? L'ansia da evoluzione? "Non preoccuparti, dobbiamo solo concludere assieme, ci siamo noi! Usa Naturforza!" 
"..." 
"T-Tulipal?" 
Le due compagne agitate guardarono il pubblico e poi Serena e Tulipal. Perché si era fermata? Perché non andava avanti?
Le gente iniziava a bisbigliare. Il tempo passava e loro erano ferme, a parte due Pokémon che per quanto coordinate erano fuori luogo con la performer e Tulipal ferme.
Le volpine si scambiarono uno sguardo. Dovevano far qualcosa per salvare l'esibizione. Braixen riprese a girare il bastone e con Fuocobomba iniziò a infiammare ancora il palco, Sylveon al suo fianco correva usando Vento di Fata. Stavano cercando disperatamente di coprire le altre due.
Dietro al muro di fuoco fatato che le Pokémon stavano facendo Serena si era accovacciata dietro a Tulipal, quest’ultima ancora contraria a girarsi. "Tulipal che succede? Se continuiamo così non ce la faremo! Dimmi cosa non va!"
"..."
"Possiamo risolverlo insieme!" 
"..."
"...Tu sai che puoi fidarti di me"
A quel punto Tulipal si girò lentamente e quando si incrociarono gli sguardi crollò tutto. Fu una doccia fredda, una ventata gelida. Era come se il loro legame si fosse interrotto in una sola occhiata. Dentro a quegli occhi inespressivi c'era una nota di indifferenza e ribellione. 
Un sorriso vuoto si formò sulle labbra della Pokémon, diventando sempre più consapevole e... quasi odioso. Era come se tutto ciò le facesse piacere. 
"T-Tulipal c-che ti succede?" 
"Tsu..." prese a camminare a caso, cercando qualcosa. Forse il modo di uscire? No, era come se appositamente volesse rendere tutto da perfetto ad un disastro. 
Sylveon e Braixen rimasero scioccate vedendo che Tulipal cercava di impedire loro di proseguire con la copertura. Stava facendo tutto di proposito.
"Veon????" 
"Braix!" Le disse di piantarla la volpe più saggia, cosa le saltava in testa? Avevano lavorato sodo e stava venendo bene. Era l'occasione di rendere tutto memorabile.
Come poteva fare questo a Serena?
"Brock..." Ash mormorò con un filo di voce. Tutto il pubblico era in silenzio ma non positivo. Sembrava un dejavou, ad Ash non piaceva per niente il ricordo che riaffiorava.
"Cosa sta succedendo...?" Lidia non poté che domandare preoccupata. Era assurdo. 
La preoccupazione li stava bloccando, era nel sangue e scorreva furiosamente. Brock fu l'unico a non dire niente, abbassando appena il capo con un'aria scura e turbata. 
"Tulipal..." Serena corse davanti alla Pokémon, dando le spalle al pubblico e impedendo all'amica di proseguire. Non importava perdere ma doveva capire perché faceva così. Stava male? Aveva un problema? "Parlami..." la implorò abbassandosi appena.
Nessuna risposta a parte quel sorriso... che traspariva rancore.
"...Ti prego..." Scese una lacrima alla sua allenatrice.
Un sorriso velenoso. 
"TU" un'unica frustata con la foglia. Dritta e diretta, abbastanza forte da far cadere Serena all'indietro. Si sentì un sussulto generale da parte del pubblico e di nuovo il silenzio calò.
Il significato arrivò a tutti, salendo su per le spine dorsali.
"[Ti odio]"
Ormai la musica proseguiva ma era stata abbassata dallo stesso addetto che non sapeva cosa fare.
Sylveon e Braixen rallentarono, sentendo l'impulso di fermarsi, ma il desiderio di fare qualunque gesto disperato per salvare l'esibizione... almeno arrivate alla fine... era troppo forte.
"Basta ragazze..." si sentì una voce flebile provenire da vicino. La ragazza, con il viso oscurato dalla ciocca di capelli della frangia le pregò di fermarsi.
Ormai era inutile, mancavano ancora 10 secondi, ma l'esibizione... era finita.
Le due rallentarono sempre più, fino a fermarsi in piedi a guardare l'allenatrice con la voglia di piangere dentro i loro corpo.
"...È finita..." le due placarono le loro mosse e camminarono verso la performer. Si scorgeva la guancia rossa ancora per il segno lasciato da Tulipal, ma a fare male non era né quello, né la sconfitta.
Pietro lanciò uno sguardo ai giudici, i quali tenevano le teste abbassate con dispiacere. Bastò la coda dell'occhio per comprendere i segni tracciati sui fogli con il profilo di Serena. 
Ash portò le mani in testa, piegandosi un po' in avanti e abbassando il cappello.
Con rammarico il presentatore chiuse gli occhi portando la voce flebile al microfono, rompendo quel silenzio straziante "La Performer Serena... è..."
E le braccia del ragazzo caddero sulle ginocchia, ora tutto il suo corpo era un peso morto.
"...Squalificata"
...
Il pubblico rimase attonito, nessuno si aspettava una conclusione del genere, la ragazza senza dire una parola si rialzò e andò via dagli spalti con le sue compagne, subito dopo che Tulipal aveva fatto la stessa cosa. Non scesero lacrime durante il tragitto anche se probabilmente dentro stava già provando una forte e amara tristezza. A poco servivano i tentativi di consolarla di Braixen e Sylveon, ogni volta che ci provavano lei diceva che stava bene. 
Quando arrivarono, trovarono la Pokémon pianta che se ne stava seduta e non curante di nulla. Come se nulla fosse. Non contavano gli sguardi delusi delle altre performer che sebbene contente di aver avuto una rivale in meno come Serena, erano dispiaciute per la figuraccia. 
In un colpo preciso si tolse l’abito e lo tranciò in due strappandolo. Lo sbatté a terra violentemente e incominciò a dirigersi verso l’uscita. Alla sola vista del gesto Pancham e Plarky si misero in mezzo al suo cammino e le ringhiarono contro con disapprovazione e chiara furia. 
“PLAR PLAR KY!” “PAN CHAMM!” ruggirono lanciando ingiurie a colei che credevano loro amica. Come poteva fare una cosa del genere? Un gesto così brutto e senza riconoscimenti per la loro allenatrice che l’aveva creato con tanto amore? Era tutta matta? Non bastava aver rovinato il loro duro lavoro, doveva anche fare la testa di Magikarp?
I due Pokémon sembravano pronti a saltarle addosso, anche Braixen e Sylveon cercarono di parlare ma con toni che dimostravano meno la loro rabbia. 
"Smettetela per favore” Serena chiese in verità esponendo un comando secco e chiaro. I suoi Pokémon subito divennero calmi e quieti di fronte a quel tono così duro ma triste "Ha bisogno di stare sola, non è attaccandola che migliorerete la situazione. Se ha fatto così probabilmente è colpa mia…" 
Subito Tulipal fece una smorfia e lanciò un altro sguardo disgustato verso la sua allenatrice, scomparendo poi alla vista di tutti mentre usciva all’esterno.
Serena si sedette sulla sua sedia con le mani posate sul grembo, apparentemente senza far nulla. Non sapeva come reagire ma aveva chiaro in mente quale era stato il vero disastro della competizione. Tutti i suoi Pokémon corsero da lei per consolarla ma fu difficile anche solo guardarla negli occhi. 
"S-Serena...!" si fece avanti Lucy correndo ad abbracciarla. Gettò subito le sue braccia intorno al collo della ragazza e si sedette senza rompere quell’abbraccio. "...M-Mi spiace..." 
"Fa lo stesso... non preoccuparti" provò a sminuire tutto l'amica senza lasciar trasparire nulla.
“Hai fatto un’esibizione fantastica, non è colpa tua se Tulipal…”
“E’ colpa mia e basta di quello che è successo” la interruppe Serena con gli occhi lucidi, ma senza ricambiare l’abbraccio da cui Lucy non voleva staccarsi. 
Jessilyn rimase a guardare tutta la scena con un le braccia incrociate e un’espressione un po' contorta. Non sapeva bene cosa dire alla ragazza, anche se non c’era gran che da esprimere riguardo alla faccenda.
Lucy lanciò un’occhiata con la coda dell’occhio, intimando Jessilyn di dire qualcosa per confortare Serena. La donna non apprezzò molto quel gesto, come se fosse obbligata a dimostrare amicizia o altre cavolate del genere. "Situazione spiacevole, non c'è che dire, ma succede nel mondo dello spettacolo e dei Pokémon. C'è chi è stella e chi è meteora. Oggi la biondina è stata meteora, non conta se a farla cadere è stata un’altra, è sempre lei ad essere caduta" si limitò a dire allontanandosi. 
Lucy aggrottò la fronte trovando il tutto assurdo e per niente rassicurante "I-Insofferente!" la punzecchiò lei ma la donna era già sparita.
"L-Lascia stare" le disse Serena "Purtroppo è così. Che sia stata Tulipal a farci perdere non vuol dire che non sia anche colpa mia, sono la sua allenatrice dopotutto. Ci ha rimesso l’intera squadra e come sta succedendo è giusto che ci metta io la faccia. E’ mia responsabilità, come performer devo prevenire queste cose e se accadono andare avanti e migliorarmi affrontando le conseguenze” 
"…Serena…”
Ancora ferme abbracciate, non si erano mosse. La ragazza cercava di trattenere le lacrime ma diventava sempre più difficile. Faceva male.
“Serena, ascoltami… tu sei una grandissima allenatrice, non hai fatto nulla di sbagliato”
“No… non capisci? E’ colpa mia… avrei dovuto capire meglio i suoi sentimenti, avrei dovuto far qualcosa. E’ mio compito di allenatrice sostenere e comprende i miei Pokémon!” provò a spiegare Serena con le lacrime agli occhi. 
Lucy non riuscì a trovare le parole per fermarla.
Stavolta portò e braccia sulla schiena dell’amica e ricambiò il gesto, non riuscendo più a tenere dentro tutto “E’ questo che mi fa male! Non l’aver perso… ma sapere che non ho potuto aiutare Tulipal! Sono io la causa della sconfitta, mentre gli altri miei Pokémon credevano in me e si sono impegnati tanto!” Ripensò a tutta la fatica che avevano fatto e ai sorrisi che avevano sui loro volti. Poi lo sguardo di Tulipal ritornò a infestare la sua mente. 
Come sempre Serena pensava agli altri e stavolta le si era ritorto contro. Non meritava di sentirsi tanto in colpa.
Ora stava davvero piangendo, non era riuscita più a trattenersi. Tutti i sensi di colpa, la delusione e la paura la stavano tormentando “L-Lei mi odia… non ho potuto far niente per impedirlo… per questo sono una terribile allenatrice. H-Ho fallito”
“No Serena! Non hai fallito e lei non ti odia!” provò a scacciarle dalla testa quei pensieri l’amica, ma fu tutto inutile.
“SI CHE MI ODIA! Ho letto il suo sguardo, era così chiaro. Persino le sue parole in quel momento erano talmente comprensibili. Lo hanno capito tutti quello, persino il pubblico l’avrà capito!” Le sue parole erano vere purtroppo e pensandoci nemmeno Lucy poteva contrastarle “H-Ho fallito come allenatrice, come amica… non merito di avere i m-miei Pokémon al m-mio fianco... E’ colpa mia se T-Tulipal mi odia e se non h-ho potuto a-aiutarla. S-Se non ho notato che q-qualcosa non a-andava…” 
Scoppiò in un mare di lacrime, il suo pianto era forte e incontrollato. Non riusciva spegnersi, si sentiva orribile. Non era nulla in confronto alla sua prima sconfitta dove era stata solo questione di orgoglio. Qui si trattava di buttare via anni di cammino. 
Come poteva Ash avere così tanta fiducia in lei?
Tra un singhiozzo e l’altro, la mano di Lucy passava sulla sua schiena per conforto. Fu così che iniziò un lungo pianto di sfogo e rammarico.

Tulipal nel frattempo era uscita da una porta sul retro, dirigendosi poi verso la barriera che la separava dal resto dell’ambiente e le scale d’emergenza. Era tutto calmo, anche se sentiva che probabilmente dentro al teatro si stava scatenando il mondo. Poco le importava, si mise a guardarsi in giro senza un preciso scopo. Quella specie piattaforma era parecchio grande, ma ad usufruirne c’era solo lei. Abbastanza normale visto che tutte le performer erano nel pieno delle preparazioni ed era accessibile solo a loro.
"Bel modo di comportarsi!" la schernì una voce da dietro. 
 Era Jessylin che l'aveva cercata in giro e trovata facilmente dietro alla porta che dava alle scale d’emergenza. “Allora cosa hai da dire al riguardo? Ma ti pare il modo di comportarti?”
“Mpf…” la ignorò Tulipal scocciata e annoiata. 
“Mpf un corno! Hai almeno un buon motivo per giustificare quello che hai fatto?” decise di darsi una calmata. Il suo tono assunse una forma fredda e senza sentimento. Molto critica e severa “Quella performer ti ha curata, presa con sé e cresciuta con tutta se stessa. Posso anche fregarmene di lei, ma non te, posso riconoscere un gesto ignobile come questo quando lo ho davanti”
Tulipal non rispose ignorandola completamente, ma ciò non fece scomporre la serietà di Jessilyn “Mi ignori? Beh allora lascia che te lo dica… 1: detesto essere ignorata. 2: Se sei qui oggi dovresti ringraziare la tua allenatrice non svergognarla davanti a tutto quel pubblico!"
Tulipal continuò a ignorarla fregandosene altamente di tutto ciò che le diceva quella donna, non erano affari suoi di quello che faceva alla sua allenatrice, non le sembrava nemmeno nella posizione di difenderla visto che non era veramente sua amica.
“Non si tratta di vincere o perdere, tu volevi di proposito farla passare per l’allenatrice fallita e convincerla di questo. Ti dovresti vergognare, non meriti di essere una Pokémon”
"Dovresti essere un fiore che sboccia, invece da te sono sbocciati solo tradimento, cattiveria e mancanza di rispetto verso il lavoro della tua squadra. Continuando così ti ritroverai sola e non ti piacerà affatto.
Improvvisamente la porta dell’uscita si aprì e sbatté con forza. Jessilyn rimase un attimo sorpresa dal rumore, facendo un balzetto. Quando si girò però fu meno colpita di trovarsi di fronte i Pokémon di Serena, ora si che veniva la parte meno piacevole della questione.
"CHA CHAMI!" la richiamò Pancham con rabbia. Tulipal sbuffò sentendo altri scocciatori, anche se se lo aspettava ad essere sincera. 
"CHA CHA CHAPA!" inveì furente il panda sul punto di esplodere. Sylveon lo spinse dietro con un nastrino, volendo evitare di finire in una rissa. A Serena non sarebbe piaciuto affatto vederli in quello stato. Era già complicato che tutti e quattro avessero deciso di confrontarla lo stesso contro il desiderio della loro allenatrice, quindi il minimo era evitare sciocchezze.
“Xen brai! [Allora spiegaci cosa ti è preso!]” subito la volpina più grande chiese spiegazioni per il comportamento “[Stavamo andando avanti benissimo! Avevamo la vittoria in tasca e ci divertivamo, perché hai fatto così dopo esserti evoluta?]” 
Tulipal non rispose, fece solo uno sbuffo senza degnarli nemmeno di una spiegazione. Ciò fece annoiare parecchio Plarky che non poteva evitare di farsi prendere dalla rabbia. L’aveva aiutata nei momenti di difficoltà perché credeva di capire cosa provava. Entrambi erano stati salvati letteralmente dalla loro allenatrice e trattarla così lo mandava in bestia. Serena era ciò che per lui contava di più, tra le poche cose che aveva importanti lei era tutto. “PLarr…..” ringhiò lui. 
“[Potresti almeno spiegarti! Siamo tuoi amici, perché non vuoi almeno dirci il motivo di ciò che hai fatto!?] le chiese Sylveon, forse la più sentita di tutti, era più emozionale degli altri, voleva tentare un approccio da amici “[Lo sai che con noi puoi parlare e pure con Serena! Non fa niente aver perso, ma non possiamo mandare all’aria tutto il nostro legame!]
"Pali...pali..." rispose la Pokémon pianta con un sorriso saccente. Fu quello che sentì Jessilyn dalla Pokémon.
A quelle parole i Pokémon rabbrividirono, Sylveon fece qualche passo indietro. Subito Plarky saltò in sua difesa, non contavano più nulla davvero? “[Sciagurata che non sei altro! E che dici di Serena!? E’ stata lei a farti aprire al mondo, ad impedirti di vivere come una miserabile! Ti ha cresciuta, amata, coccolata e dato coraggio! La tua famiglia non conta più!? Non conta più tutto ciò che ti ha donato!?]”
“…”
“PLAR!??”
“[Può anche sparire dalla faccia del mondo]”
Ci volle qualche minuto per registrare le parole della Pokémon, ma quando le ebbero ben catalizzate scoppiò il putiferio. 
“BRAI!?” “SYL!?” “PAAAN!?” “PLAR!?” Non servì tradurre per Jessilyn, aveva potuto capire che quelle pronunciate da Tulipal erano parole terribili. 
Pancham si liberò dalla presa di Sylveon e caricò Neropulsar “PAAAAANCHAAAAAM!!!”
Jessilyn corse ai ripari, nascondendosi dietro ad un muro che nascondeva il proseguimento del soppalco. Non credeva che le cose si sarebbero messe così male. 
Per Tulipal ci volle pochissimo a schivare il raggio, ma non fu l’unico attacco ad arrivare. Anche Plarky partì alla carica con Dragopulsar. “PLAAAAA!!!” mise tutta la sua frustrazione e sensazione di tradimento dentro a quel raggio. Ora persino i compagni di squadra sono inaffidabili, o almeno lo è lei. 
“TU!” schivò ancora saltando in aria e atterrando davanti all’ornitorinco. In un attimo sparò il suo Fogliamagica con forza bruta dritto contro il suo avversario. Gli altri tre e Jessilyn rimasero senza fiato, sconvolti dalla scena. 
Il colpo era tremendamente potente già di suo oltre che di effetto doppio per il tipo, ma la forza con cui lo aveva inflitto era davvero ciò che lasciava senza parole. 
Pancham corse a difendere il suo amico, mettendosi davanti a lui. Tulipal non sembrava voler attaccare ancora, forse credeva che a Plarky la lezione era bastata.  
Ma non fu così, lo starter forsiano iniziò a strisciare, cercando di rimettersi in piedi. Appena alzò lo sguardo Pancham rimase preso alla sprovvista. C’era collera totale nei suoi occhi, un fuoco così grande da poter intimorire anche un Pokémon grosso. 
Plarky era fuori di sé, nessuno toccava l’unica persona ad averlo davvero accolto nel suo cuore, ad avergli permesso di tornare a credere nella vita e nei sogni, di trovare una famiglia e che lo amasse per quello che era. La stessa a cui tutti dovevano la vita, che sorrideva a tutti e pensava agli altri. Se non fosse stato per lei, adesso lui si ritroverebbe ancora nella morsa dell’odio, lo stesso a cui lo avevano condannato i maledetti venuti prima di lei. 
“[Puoi colpirmi e ferirmi fisicamente o a parole, ma tu… maledetta che non sei altro… CHIUDI QUELLA BOCCA RIGUARDO A SERENA!!!]” Perse il controllo e con la rincorsa si gettò a capofitto contro la Pokémon, dandole uno spintone che la fece sbattere contro la ringhiera. 
“UIIPALLLL!” Tulipal reagì immediatamente e si alzò attaccando di nuovo con Fogliamagica, ma Plarky stavolta reagì. 
Non si sarebbe fatto colpire, infangare il nome della sua allenatrice e augurarle di sparire era un errore madornale e lo avrebbe fato capire a Tulipal con le cattive “PLAAAAAAAAAAAA” gridò con tutta la sua forza, mentre caricava Bollaraggio. Il flusso d’acqua si intensificò e la sua bocca si riempì di acqua “RKYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!!!!” e sparò un potente getto d’acqua abbastanza forte da investire Tulipal e scaraventarla a terra. 
“Q-Quello è Idropompa…” mormorò Jessilyn, non era esattamente il momento più bello per imparare una nuova mossa al posto di Bollaraggio. Non era sicura che la mocciosa avrebbe gradito.
I tre amici sapevano che dovevano fermarli, ma per qualche motivo non riuscirono a farlo. Tulipal aveva mosse diverse, l’evoluzione l’aveva cambiata completamente. 
Entrambi Plarky e Tulipal sapevano una cosa però, era ora di chiudere quella lotta. 
“TUUUUUUUU!!!”  caricò le sue due mani a foglia, assorbendo un’aura oscura in esse. 
“PLAAAAA!” anche Plarky preparò la coda, pronto a partire. 
Entrambi scattarono, Colpo di Coda contro Nottesferza. Il primo colpo fu un testa a testa, finito in parità. Ma Plarky al contrario di Tulipal aveva una sola arma in quel momento e appena staccò la coda la Pokémon ne approfittò e lo finì con l’altra mano. 
“PAN!!” Pancham provò ad avvicinarsi ma arrivando tardi. 
Plarky venne preso in pieno e il suo ultimo sguardo rivolto alla Pokémon ricevette come risposta tanta freddezza e oscurità. Tanta quanta possedeva quell’attacco che in un attimo lo sbalzò via. Il suo corpo colpì il terreno, senza però fermarsi. 
Sylveon corse dietro di lui e lo prese al volo grazie ai suoi nastrini. Prima ancora che però potesse accorgersene un altro attacco di Fogliamagica, probabilmente diretto sempre a Plarky, arrivò e la prese in pieno fianco. 
Jessilyn non poteva guardare oltre, doveva far qualcosa. Prese coraggio e passò di fianco a loro, correndo verso la porta per rientrare e chiamare qualcuno. Non si sarebbero fermati di questo passo, sarebbe finita malissimo. 
Braixen di fronte alla scena dei suoi amici a terra si mise subito sulla difensiva. Aveva già nella zampa il bastone con la fiamma accesa. Non si era lasciata prendere dalla lotta perché sapeva che avrebbe portato a questo risultato, ma non poteva ignorare i suoi compagni in quella situazione. Era ora di piantarla. Non si portò all’attacco. Alzò solo la zampa libera facendo il segno dello stop, con uno sguardo fermo e calmo ma molto furente.
Se si fosse avvicinata, avrebbe dovuto schiacciarla con le sue forze… e sapeva che ci sarebbe voluto un attimo. Lo sapevano tutti, era letteralmente superiore.
Lo sapeva anche Tulipal e fu proprio questo a portarla ad attaccare. Braixen prese un respiro e fece un solo passo in avanti, bloccando con il bastone il Nottesferza di Tulipal. I loro occhi in quel momento furono fissi gli uni sugli altri. Se da Tulipal si leggeva una forte instabilità e forza sconosciuta, in quelli di Braixen si leggeva stabilità e calore. 
Pancham nel mentre corse verso i compagni feriti. Sylveon provò a mettersi in piedi ma riuscì a farlo con difficoltà, mentre Plarky non rispondeva ai richiami dell’amico. 
Era tutto quello che voleva evitare Serena…

Il gruppo di Ash dovette farsi largo tra il pubblico prima di raggiungere i camerini, lottando anche contro gli addetti alla sicurezza per convincere che non fossero solo dei fan scatenati che volevano chiedere l'autografo delle partecipanti. In qualche modo riuscirono ad entrare nel backstage e iniziarono a cercare la loro amica. 
Sapevano che avrebbero potuto trovare qualunque cosa una volta raggiunta. Ash poteva capire cosa provava la ragazza, dopotutto aveva perso una lega Pokémon per colpa di Charizard che non obbediva ai comandi. Tutto perché non era un allenatore di cui riconosceva il valore e potenza. Tuttavia Tulipal aveva anche avuto un comportamento diverso, quindi tentare l’approccio con l’amica sarebbe stata dura. 
Non importava cosa dirle, doveva andare da lei. Non c’era stato la prima volta che aveva avuto bisogno di lui alla prima sconfitta, invece lei sempre lo aveva aiutato e sostenuto, in entrambe le volte che aveva perso in palestra. Persino alla lega non era delusa della sua sconfitta, ma orgogliosa. Stavolta ci sarebbe stato.
Quando arrivarono però non fu per niente bello vedere la scena che li attendeva. Serena era abbracciata a Lucy e c’era un innaturale silenzio, che traspirava disagio. Non ci voleva un genio a capire che c’era stato un pianto. Rimasero fermi ad osservare per un momento, nessuno dei tre sapeva cosa dire all’amica. 
Ash in particolare voleva correre da lei e starle accanto: abbracciarla, consolarla e rassicurarla che andava bene. Tuttavia ora si sentiva completamente inutile. 
Non usciva parola dalle bocche di nessuno, bastò lo sguardo di Lucy che li osservava a far capire loro che Serena non era dispiaciuta per la sconfitta ma per ragioni ben più gravi. 
Lidia non riuscì più a tenere la bocca chiusa e provò a dire qualcosa "Serena io... non so cosa sia..." provò a consolarla, ma nemmeno lei riuscì a finire in quel silenzio che faceva tacere tutti. 
Il momento fu interrotto da una voce fuori contesto che però non intaccò l’atmosfera ormai caduta nel camerino "La performer Lucy è pregata di presentarsi sul palcoscenico..."
Lucy non voleva abbandonare l'amica ma quest'ultima la incitò ad andare sorridendole tristemente. Non doveva badare ad un peso come lei, stavolta era il suo turno di dare il meglio. 
"Combatterò anche per te..." le disse guardandola dolcemente ma con tristezza, tenendo le mani sulle sue spalle. Si alzò e passò di fianco ai ragazzi poi disse loro "Per favore, pensateci voi... io ci ho provato" soprattutto rivolse il suo sguardo ad Ash, il quale capì che in un momento del genere non c’erano se o ma. Doveva trovare le parole senza discussione. 
Il ragazzo si inginocchiò davanti a Serena, appoggiando una mano sulla sua spalla. Stava per aprire la bocca quando…
“SEI TU LA PERFORMER SERENA?” una voce che trasmetteva ansia la chiamò. 
Alzarono tutti lo sguardo e di fronte a loro trovarono un addetto della sicurezza, pareva essere molto urgente. Serena per la prima volta si scordò del pianto e osservò con occhi preoccupati. Non sembrava nulla di buono.  “S-Si sono io”
“Si tratta dei suoi Pokémon!”

Nello stesso momento all’esterno Tulipal e Braixen ancora spingevano l’un l’altra, una per attaccare i compagni e l’altra per difenderli. Lo staff chiamato da Jessilyn cercava di tenere la situazione sotto controllo anche se con poco successo. Uno di loro si era avvicinato a Plarky e Sylveon per controllare le ferite, mentre altri provavano a calmare il problema che solo Braixen sembrava riuscire a sostenere. 
Le porte si aprirono e Serena con orrore trovò davanti alla sua vista le sue due Pokémon che si scontravano. Subito il suo viso mutò nel terrore e portò una mano davanti alla bocca. Le sue braccia tremavano come delle foglie. Alla vista di Plarky e Sylveon sentì le lacrime formarsi agli occhi. 
Anche Ash e gli altri arrivarono, facendo un sobbalzo di fronte alla scena. Stava sfuggendo tutto dal loro controllo. 
Un altro sguardo e Serena non ce la fece più, strinse i pugni saldamente e andò a prendere tutta la voce che le era in corpo “FERMATEVIII!!!” gridò facendo girare immediatamente Braixen che la guardò con occhi disperati. Non dovevano arrivare a tanto. 
Quella distrazione fu di vantaggio per Tulipal, la quale riuscì a disarmare la volpe del suo bastone e preparò un altro colpo di Nottesferza. 
Quel colpo però non arrivò.
“CHUU!” Pikachu si mise in mezzo, difendendo con Codacciaio l’amica di tipo fuoco. Quel che è troppo è troppo. Fu inevitabile ormai il confronto con Serena, la quale corse dalle due. Solo Braixen si avvicinò alla performer con un muso dispiaciuto e le orecchie basse. 
“P-Perché…” chiese lei piangendo “Perché lo avete fatto!?” alzò la voce tremante. 
Braixen sentì una stretta al cuore e tanta vergogna, come gli altri suoi compagni. Non volevano arrivare a questo, ma era la loro allenatrice. Alzò la zampina e l’appoggiò sul petto di Serena “Ai…” rendendo chiaro a tutti cosa era successo. 
L’espressione di Serena divenne fragile, avevano litigato per lei. Erano arrivati allo scontro fino a farsi male per proteggerla. Non ci fu tempo per il pianto. 
“Signorina!” la richiamò uno degli assistenti. 
Tutti si voltarono e corsero verso l’uomo, che teneva Plarky tra le braccia, senza conoscenza. Serena subito si inginocchiò davanti a lui e prese il suo Pokémon tra le braccia “P-Plarky!?” lo chiamò lei col cuore in gola e il sangue raggelato. Lo scosse appena con cura, ma lui non rispose né accennò il minimo movimento. 
Il suo corpo era floscio, pieno di ferite e sembrava messo molto male. La ragazza iniziò a singhiozzare e lo strinse al petto cadendo ancora nel pianto “P-Plarky…” passò la mano sulla sua testolina accarezzandolo. Le dita passavano nel suo pelo morbido  ma scombussolato. Lo teneva al sicuro nella sua presa senza mollarlo, come se fosse il suo piccolo. 
Le lacrime e i richiami carichi di disperazione risuonavano nell’aria. Non si accorsero nemmeno dell’inizio della pioggia. Non riuscivano a parlare, persino Ash era sconvolto. Cosa era successo era fuori dal mondo.
Brock ritrovò la forza nelle gambe e corse dall’amica. Le lanciò uno sguardo rassicurante e la sua voce la convinse a interrompere il pianto “Andiamo… al centro Pokémon”
Serena annuì e si alzò in piedi. Ash si piegò verso Sylveon e la prese tra le braccia, anche lei aveva bisogno di cure mediche. Pikachu si arrampicò sul Braccio di Ash e con le orecchie piegate provò a parlare. Aveva una voce tristissima “P-Pichupi” 
“V-Veon” provò a rassicurarlo con un sorriso amaro e doloroso. DI risposta lui abbassò la testa e chiuse gli occhi con frustrazione. 
Iniziarono tutti a correre via, l’obbiettivo era arrivare subito al centro Pokémon. Fu in quell’istante che Pancham si avvicinò a Tulipal per l’ultima volta. C’era un silenzio da cimitero tra i due, ma bastava a far capire la situazione. Il panda colse da terra  una delle foglie avanzate da Fogliamagica e la tenne tesa di fronte a lei. Poi portò l’altra zampa sempre su essa e in un solo gesto la spezzò in due, lasciando cadere le parti a terra. 
“Champa [Con te abbiamo chiuso]”
...
Nel centro Pokémon c’era un silenzio tombale, peggiore di quello tra Pancham e Tulipal alla loro separazione. Serena non trovava la forza di tenere il capo alzato e le parole di conforto di Ash e Lidia non servivano a nulla, non arrivavano neanche a lei. I due amici se ne stavano seduti attaccati a lei, uno per fianco, tenendo le braccia avvolte intorno alla kalosiana. 
Di male in peggio. 
“Serena, andrà tutto bene… vedrai” la cercò di rassicurare Lidia. 
Ash però sapeva cosa la turbava davvero. Cosa poteva esserci di più terribile di vedere i propri Pokémon che si picchiavano tra loro e finivano in certe condizioni? Soprattutto scoprendo poi che l’argomento di discussione era proprio lei? “Non devi prendertela con te stessa Serena, non hai nessuna colpa di quello che è successo…”
“S-Si che è colpa mia. Per difendermi dai miei errori sono arrivati allo scontro. Dovrei evitare certe cose, sono la loro allenatrice. Non solo li ho delusi, h-ho permesso…” la sua voce divenne così debole e insicura che non riusciva quasi nemmeno a farla uscire “…Che a-accadesse tutto ciò…” coprì il volto con le mani cercando di fermare di lacrime. Non voleva piangere davanti ad Ash “N-Non m-merito di e-essere la loro a-allenatrice…”
Lidia e Ash subito si guardarono con preoccupazione e sgomento, non andava bene per niente “Serena no! Non devi pensare queste cose! Assolutamente non farlo! Sei un’allenatrice fantastica e una ragazza altrettanto grandiosa!” la pregò Lidia, facevano male quelle parole. 
La biondina scosse la testa, sentendosi ancora più avvicinata al corpo di Ash “Ti prego non piangere… non hai fallito in alcun modo. Siamo orgogliosi di come ti sei esibita e hai dato il cuore e l’anima per crescere i tuoi Pokémon! Sei straordinaria… non devi permettere a nessuno di dirti il contrario” la tirò verso di sé, le loro teste si appoggiarono l’una contro l’altra “Devi credermi…” 
“Veon...!” si sentì il verso di un Pokémon.
Guardarono in basso e videro Sylveon che chiamava la sua allenatrice. Non aveva più neanche un graffio se no un cerottone sul fianco dove era stata colpita. Sorrise dolcemente a Serena e le saltò il grembo, leccandola con dolcezza. 
“Sylveon…” l’abbracciò lei con dolcezza e affetto, tornando poi ad appoggiarsi alla spalla di Ash sembra guidata dal suo braccio. 
“Visto?” disse lui “Anche Sylveon te lo dice, non devi dubitare… sorridi ti prego” provò lui. Gli faceva troppo male vederla in quello stato.

Passarono le ore e la sera arrivò, Lucy tornò insieme a Jessilyn appena finito il Varietà. Alla fine aveva vinto Lucy, ma non aveva avuto nemmeno la minima intenzione di festeggiare o dirlo a Serena. Era stata lei a chiederglielo. Nonostante tutto era felice per la vittoria dell’amica e questo aveva fatto piangere la vincitrice. Non era così che voleva guadagnarsi la vittoria e sicuramente non voleva vedere la ragazza che tanto ammirava in quello stato.
Si sentì una musichetta rompere il silenzio in cui vagavano i ragazzi. Le luci che fino a prima erano rimaste spente si accesero un poco, dando un po' di calore a quell’aria triste. Brock uscì dalla sala cure e si avvicinò ai suoi amici. Balzarono tutti in piedi, abbastanza in fretta da farlo rallentare per la paura di essere travolto. 
“C-Come sta Plarky!?” gli chiese Serena tremante.
Brock le appoggiò le mani sulle braccia per calmarla “Si rimetterà” Non serviva dire tutto ciò che aveva dovuto trattare e cosa non andava bene o cosa era positivo. Serviva solo dire quello. 
La ragazza fece un respiro di sollievo. Dalla porta dove era arrivato Brock uscì anche Wigglytuff spingendo una barella. Serena si avvicinò d’impulso e trovò sopra il suo adorato Plarky. Aveva delle fasciature intorno al corpo ma non sembrava essere nient’altro di orribile, anche se per Serena era già brutale la scena come era. 
“Ky…” disse debolmente lui con un mezzo sorriso. 
Lei ricambiò il piccolo sorriso “Sei un matto…” Portò le mani ai fianchi di Plarky, evitando le zone presumibilmente dolorose e lo cullò tra le braccia. Sapeva che se fosse stato completamente cosciente si sarebbe lamentato di tanto affetto, ma stavolta lasciò fare. Non aveva né la forza né la volontà di porre fine a quell’affetto. Serviva ad entrambi, anzi… era lui che doveva darlo a lei in quel momento. 
Lucy si avvicinò all’amica, sapeva che non era il momento adatto per chiedere, ma non sapeva se era meglio starsene lì oppure se era inutile e doveva lasciarla sola. "Serena per caso vuoi che rimanga al centro Pokémon con voi? Potremmo parlare un po' e distrarci, roba da ragazze insomma..." lo sguardo e incrociò quello di Jessylin "Tu che ne pensi? Ti unisci a noi?"
Jessie per la prima volta rimase senza parole di fronte ad un invito del genere. Se non fosse che fuori dall'ambito esibizioni erano nemici giurati forse avrebbe anche pensato alla questione, ma non c'era assolutamente chance che dicesse si "Mpf... Ma figuri-..."
"Grazie ma non ne la sento stasera, preferisco stare con i miei Pokémon" si scusò Serena rifiutando l'idea, rivolgendosi poi a Lucy "Sei gentile ma oggi hai vinto e dovresti essere contenta. Io son felice per te, basta questo" le disse poggiando la mano sul cuore. “Ho bisogno di un po' di tempo…” mormorò tenendo ben vicino Plarky. 
Lucy sentì gli occhi inumidirsi e abbracciò Serena d'istinto ma con molta leggerezza "Serena, non buttarti giù per la storia di Tulipal. Mi hai insegnato ad aprirmi e non mollare, devi cercare di seguire la strada che tu stessa mi hai aperto"
La ragazza dai capelli color miele non rispose, guardando confusa l'amica "Oggi ti sei esibita in maniera fantastica, hai fatto emozionare tutti. Forse è stata la grande emozione a far evolvere Tulipal e in sé è una cosa meravigliosa. Che poi sia diventa quello che è bisogna ancora scoprirne le cause, ma tu non hai fatto nulla di sbagliato. L'hai amata con tutto il cuore e scommetto che ancora lo fai, prima o poi capirà tutto questo. Altrimenti i tuoi Pokémon non ti avrebbero difesa. Non sei una cattiva allenatrice, se lo hanno fatto è perché per loro sei la migliore"
Anche Plary appoggiò la zampina sul braccio di Serena e annuì. 
Serena sentì delle lacrime scenderle sulle guance "Grazie..."
Lucy indietreggiò e stavolta fu Jessylin ad avvicinarsi, certo non per abbracciarla, aveva ancora una dignità. "Ascolta tesoro" il termine non era amorevole, più saccente, come suo solito, ma ormai erano abituate "Non farti prendere troppo dalla questione. Non ho intenzione di vincere la corona così senza nessuno che si opponga e faccia così brillare la mia grandiosità"
"..." Lidia non disse nulla, si limitò al facepalm.
"Hai affrontato cose ben peggiori, quindi non farne un dramma e reagisci. Mi irrita vincere facile"
"Veramente oggi hai perso" puntualizzò Lidia.
Jessilyn la guardò torva "PARLAVO IN GENERALE!"
Questo portò un lieve sorriso sulle labbra di Serena e Lucy, almeno qualcosa non cambiava mai. Persino Plarky sbuffò.
Jessilyn appoggiò le mani ai fianchi e decise di andarsene, prima di sprecarsi troppo in una discussione inutile "BUON TUTTO!" 
Le ragazze sorrisero mestamente, Serena la guardò allontanarsi e alzò appena la voce senza però muoversi "Grazie"
La diva dai capelli fucsia si fermò un attimo, senza però girarsi o mostrare il volto "Si... figurati, non farci un abitudine però di tutta questa mia eccessiva generosità"
"Ma certo" rispose Serena sempre con la voce un po' bassa e vuota, ma sempre con il sorriso.
Jessy sospirò appena e una volta uscita dal centro si fermò. La sera regnava sovrana ma il silenzio fu interrotto dalla sua voce. Alzò la voce e all’improvviso da dietro un vaso apparvero i suoi compagni "Su muovetevi! Andiamo!"
"Aw Jessie, ci spiace tu non abbia vinto!" I due dissero provando a scampare dall'ira funesta della donna.
"Eh piantatela di fare i leccapiedi e piuttosto andiamo a mangiare qualcosa, tipo del buon ramen della catena del nostro caro amico"
Meowth e James si scambiarono una strana occhiata, ancora in terra in ginocchio, mentre Jessie camminava a testa alta con le braccia ben divaricate "E non statevene impalati! Andiamo che ho fame!"
"Subito signora!" I due corsero da lei e si misero al suo fianco.
James aveva un'osservazione ma non sapeva bene cosa dire per non farla arrabbiare "E-Ehm... ho visto come sei stata gentile con le mocciose! Sei una degna rivale e concorrente di cui tutti dovrebbero avere stima!"
"Già, consolare la mocciosa? Non è che stai diventando una tenerona?"
Jessie ringhiò "Osate dire ancora qualcosa al riguardo e ci mozzo le teste, CHIARO!?" 
"S-Si" squittirono i due mettendosi a terra strisciando.
La donna sbuffò e mormorò a bassa voce in modo da sentire solo lei "In fondo non c'è gusto a vincere in altro modo..." lo disse con calma, un po' frustrata quasi. Meowth e James sentirono tutto ma preferirono non parlare al riguardo, era meglio lasciarla sbollire.
E Jessie tornò a pensare... ma chi glielo aveva fatto fare di immocciosirsi con le mocciose? Ma guarda un pò se ora doveva anche essere tirata dentro il loro gruppo...
...
Quella sera Ash uscì dalla sua stanza, sperando che Brock avesse il sonno pesante. Non aveva voglia di domande, gli interessava solo bere un bicchiere di acqua e sedersi. Non riusciva a dormire e doveva dire che la delusione del risultato di quella giornata era stata enorme. Fosse chiaro, non era Serena di cui era deluso, lo era per come si erano concluse le cose. L'amica aveva dato tutta se stessa per crescere Weepbud, era ingiusto che le capitasse questo. Ma alla fine scervellarsi non serviva né a lui né a Serena. 
Adesso che ci pensava, era sicuro che stesse dormendo? Lui non aveva chiuso occhio per un bel po' dopo la finale di Kanto della lega, quindi poteva immaginare che fosse sveglia. 
Passò davanti alla rampa di scale del corridoio del centro, intento a scendere nella hall, quando nel suo raggio visivo comparve la figura della kalosiana. 
Era semplicemente seduta sulla moquette rossa che rivestiva i gradini.
Ash sapeva bene che non era delusa della sconfitta e il fatto che Tulipal la odiasse ancora voleva capirlo da sé. L’aveva detto persino cosa provava al riguardo. In tal caso sarebbe stato differente dalle sue esperienze passate, dove i Pokémon reagivano così o perché non volevano evolversi o non consideravano forte l'allenatore abbastanza da gestirli.
Il ragazzo dimenticò cosa voleva fare e scese in silenzio i gradini. Non fece alcun rumore, era stato leggero. Il suo braccio subito trovò appoggiò sulla spalla della ragazza, la quale nemmeno si girò per vedere chi fosse.
Bastava il tatto per capire che era la mano rassicurante di Ash.
Il kantoniano sporse appena la testa e vide che la ragazza teneva in mano una pokéball, probabilmente di chi sapeva lui. Allungò la mano e l'afferrò, portandola via dalla presa di Serena, fin troppo buona e altruista da pensare un attimo al suo di benessere. Si stava preoccupando di Tulipal  e dei suoi Pokémon e ora ciò non faceva che farle male.
A quel punto lui appoggiò la sfera su uno dei gradini dietro di loro e si sedette di fianco a Serena, completamente attacco. Era un gesto consapevole, non servivano parole, consolazioni o discorsi, ora lei aveva bisogno solo della sua presenza e del suo calore...
Non proferirono parole, né sguardi che non fossero solo di Ash verso Serena.
Se si sarebbe voluta appoggiare a lui... ci sarebbe stato.

Una giornata iniziata bene, finisce con una nota negativa, ma Serena può contare sui suoi amici per tirarla su e sostenerla. Quale è il motivo per cui Tulipal ha finito per odiare la sua allenatrice e perché questo suo repentino cambio di carattere? Cosa tormenta il passato di Plarky? Non ci resta che aspettare di vedere come evolveranno le cose ma per ora...
…il viaggio continua...

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Capitolo 33
*** Episodio 30: Finalmente ti ho ritrovato! Ora staremo per sempre insieme?! ***


Episodio 30: Finalmente ti ho ritrovato! Ora staremo per sempre insieme?!

I nostri eroi sono di nuovo in viaggio per arrivare a Tajopoli, luogo dove Ash affronterà la sua quarta sfida in palestra.

"Davvero non c'è un altro posto dove si possono fare dei Varietà? Prima di Tajupoli non c’è proprio nulla?" chiese Ash volendo essere certo che Serena si fosse ripresa del tutto dopo lo spiacevole evento che l'aveva coinvolta pochi giorni prima. Se c’erano altri Varietà e lei non voleva partecipare allora significava che ancora c’erano problemi. 
"No non ce ne sono. Meglio così, dopotutto tu hai una palestra da affrontare ed è il tuo turno! Io invece… beh avrò molto su cui lavorare" sorrise mestamente Serena cercando di non lasciarsi troppo avvilire dai fatti appena accaduti. Tra Tulipal che le aveva voltato le spalle, Plarky e Sylveon feriti e i litigi tra i suoi Pokémon… preferiva non parlare di sé.
"Sicura al 100%?" chiese ancora l'allenatore di Biancavilla “Guarda che se vuoi un attimo prenderti una pausa o parlarne sai che tutti noi ci siamo”
"Grazie Ash, ma sto bene” confermò l'amica di Borgo Bozzetto. 
Il passo continuava più o meno in silenzio nel gruppo che negli ultimi giorni si era molto calmato. L’unica persistenza era Ash che cercava di assicurarsi che Serena stesse bene. 
Dietro a loro anche Lidia faceva delle domande al compagno di viaggio originario di Plumbeopoli per non disturbare i due davanti "Hai una spiegazione per quello che è successo a Tulipal? Hai detto che avresti cercato sui tuoi libri, le tue esperienze di allevatore ci potrebbero aiutare”
"No purtroppo" scosse la testa Brock "Di sicuro non è una malattia, un Pokémon non odierebbe così di punto in bianco un allenatore, potrebbe non reputarlo degno o attraversare una crisi d’evoluzione ma nessuno dei due casi mi pare il nostro. Serena ha sempre trattato Weepbud con le massime cure, non l’ha mai forzata o altro. Sinceramente trovo già difficile di partenza odiare una ragazza come lei. Devo farmi un idea precisa della situazione per formulare qualche ipotesi" sospirò lui, rivolgendo poi la stessa domanda a Lidia “Tu hai nulla in mente?”
Lei scosse la testa negativamente "Lo stesso vale per me, non c'è uno straccio di indizio su cui possa lavorare. Detesto ammetterlo ma senza una buona pista non riesco a cavarci un Joltik dal buco..."
I due rimasero quieti per tutto il resto del tempo. Il sole toccò il punto più alto della sua giornata, portando il gruppo a decidere di sostare nei pressi di una collinetta. 
Erano rare le occasioni in cui Ash non mangiava di buon grado, questa era una. Sapeva bene che era tutto a causa della preoccupazione per Serena. Era sempre in ansia per i suoi amici, che venivano prima di ogni cibo, per quanto fosse un mangione. Era risaputo che per lui venivano prima di tutto amici e famiglia, appena un gradino più basso ci stavano il suo sogno e i Pokémon, tutto il resto a seguire. Pikachu e i suoi Pokémon ovviamente rientravano nella prima cerchia.
"Ash sicuro di stare bene?" chiese Serena notando il suo strano comportamento, l’ultima volta che le avevano detto che non mangiava era per un’estrema depressione. 
Lui subito scosse la testa per ritrovare l’attenzione e la tranquillizzò "Si, si, sto bene. Scusa se non sto mangiando più di tanto ma..." Si trattenne dal continuare, gli conveniva davvero farle sapere che era preoccupato per lei? Si sarebbe rattristata ancora di più.
In ogni caso non sarebbe riuscito lo stesso a proseguire, perché il silenzio fu rotto dal rumore dei cespugli in movimento. 
Tutto d’un tratto qualcosa sbuco fuori dalla massa verde e in rapido balzo si avvinghiò sulla coscia del ragazzo dal cappello rosso. L’impatto iniziale gli fece venire un colpo, ma subito dopo lo spavento divenne confusione totale. Era come se una calamita si fosse appena scaraventata su di lui "Ma che!?" si alzò di scatto provando la stessa sensazione di una ganascia di metallo che si chiude a pressa sul polpaccio. 
Per un attimo provò a scrollarsela di dosso, ma fu tutto vano.  Lanciò un’occhiata alla cosa e in quell’istante capì cosa fosse. Tirò un sospiro, sia di perplessità che di rassegnazione, almeno non si trattava di qualcosa di pericoloso "Sei sempre tu, non è vero?" un lieve sorriso si manifestò sulle sue labbra, mentre la cosa si stringeva sempre più forte alla sua gamba.
La risposta non tardò ad arrivare "Chaaaaa..." sospirò dolcemente una vocina acuta. 
Pikachu si mise la zampa sul muso disperatamente. Ci mancava solo lei, non bastava il dramma recente che dovevano affrontare, ci si metteva pure la fangirl. Non poteva scegliere momento peggiore per farsi viva quella bomba a orologeria. Gli sarebbe tanto piaciuto levarsela dai piedi ad essere sincero. Possibile che ogni volta finivano per incontrarla?
“Certo che ci incontriamo parecchie volte…” si grattò il capo Ash, sempre cercando di toglierla. Apprezzava l’affetto dei Pokémon, ma di questo passo gli si sarebbe bloccato il sangue alla gamba. 
"Ya cha.." sospirò ancora più sorridente la Pokémon di tipo spettro/folletto strusciandosi ancora di più sulla coscia del suo umano preferito. 
Se le mani non funzionavano forse le parole lo avrebbero fatto "Beh… non che non sia un piacere, però potresti staccarti? Comincio a non sentire più la gamba…” chiese il corvino con gentilezza, ma senza ottenere il risultato sperato. 
Yanchan non mollò, non si sarebbe staccata mai dal suo coraggioso salvatore e amatissimo ragazzo, non ora che si erano ricongiunti dopo tanta fatica per ritrovarla. Nessuno si sarebbe messo tra loro… nessuno.
"R-Ragazzi..." invocò debolmente Ash, era il suo richiamo disperato per farsi aiutare a toglierla dalla gamba.
Il gruppo capì al volo e tutti si avvicinarono per aiutarlo. Ognuno allungò le mani, la prima fu Lidia che iniziò subito a tirare, finendo ovviamente per fallire "Accidenti, ha una presa d'acciaio la piccola. Di questo passo dovremo amputarti la gamba" si sorprese mentre si rialzava. 
L’allenatore non sembrava però divertito dall’affermazione, non voleva separarsi dalla sua gamba “Molto divertente! Vi prego aiutatemiiii” 
Le sue parole continuarono a pregare per un soccorso. Provò Brock ma anche lui fallì nell'impresa come gli altri. Era davvero appiccicosa, peggio della colla Mukkak "E’ come se tra lei e te ci sia il cemento a presa rapida" disse il medico sudando. 
"Posso provarci io?" chiese Serena arrivando il suo turno, forse lei ci sarebbe riuscita. Non avrebbe tirato, al contrario avrebbe tentato di parlarle. Se no le rimaneva sempre l’opzione pokébigné. Si abbassò all’altezza della piccola e allungò la mano per richiamare la sua attenzione. 
Non appena toccò il corpo di Yanchan qualcosa sembrò ustionarla "Ahi!" gridò sorpresa mentre ritraeva l’arto. Non era una scossa, era più un qualcosa che pizzicava.
"Cosa c'è?" chiese preoccupato Ash "H-Ho sentito qualcosa non appena ho toccato Yanchan… sembrava pizzicare”
“Pizzicare?" chiese Lidia pensandoci su, nulla le sembrava quadrare "Yanchan come vedi non è di tipo fuoco e di certo non è capace di sprigionare calore! Sicura di non essertelo immaginato?" 
La kalosiana annuì con sicurezza, sapeva riconoscere qualcosa che scottava se lo toccava, che fosse o meno abituata alle fiamme di Braixen alle esibizioni o a scottarsi mentre cucinava "Sono sicurissima che ho sentito qualcosa! Come un’aura che si concentrava sul palmo della mia mano ed esplodeva" 
I compagni non capirono bene, dopotutto era molto strano. Pikachu invece sapeva bene cosa era successo, quella granata vivente ne aveva appena combinate un’altra delle sue. Non era certo di che attacco fosse o come avesse fatto a infondere calore nella mano di Serena, ma era chiaramente un’azione volontaria. A provarlo il suo sorrisetto soffocato nel tessuto dei pantaloni del suo allenatore.
"Pika!" gridò piuttosto infuriato il topino puntando la zampa verso la colpevole.
"Cha? Ya cha?" rispose innocentemente la Pokémon esibendo un’odiosa faccia da santarellina. Il gesto mandò in bestia il miglior amico di Ash, il quale improvvisamente caricò le sacche di elettricità e sparò a tutta forza un Fulmine puntandolo sul fondoschiena di quel diavolo in gonnella. “PIKAAAACHUUUUUUU!!!!!”
"CHAAAYAAAAAAA!" gridò lei aggrappandosi sempre più forte al kantoniano, anche lui purtruppo vittima secondaria dell’attacco elettrico. La scarica fu abbastanza forte da farli balzare in aria per poi entrambi finire a terra. 
"A-ASH!" gridò Serena avvicinandosi a lui e aiutandolo ad alzarsi. Sembrava un povero Pidgey messo K.O.
"C-Complimenti amico mio… e-era uno d-dei tuoi Fu-Fu... Fulmini migliori Pikachu" balbettò semincosciente lui con un pollice alzato: stava bene. 
Però un lato positivo quel colpo l'aveva tirato fuori. Yanchan si era finalmente staccata dalla gamba e si trovava a qualche metro più distante da Ash. Sbatté le palpebre e iniziò a riprendersi, sentiva ancora un po' di elettricità scorrerle per il corpo e i suoi capelli erano appena rizzati in aria. Si mise in piedi e subito puntò lo sguardo verso Ash e quel che vide scaturì in lei una sensazione di furore altissima. 
Non solo la scossa l'aveva staccata dalla sua preda d'amore… i suoi capelli erano un totale disastro, Ash si era beccato una potente scarica e, peggio di tutto, l'oca ne aveva approfittato per avvicinarsi e sottrargli il bottino. 
Provò ad avvicinarsi ma Pikachu le tagliò la strada e si mise in mezzo. Doveva solo provarci a metterci tra Ash e Serena. Non servì scambiarsi parole, tra i due non si udì il minimo verso. Tuttavia nell'aria era percepibile una sensazione di tensione e i loro sguardi bastavano per chiarire che l’odio era altissimo. Gli occhi di Pikachu emanavano rabbia, desiderio di protezione e soprattutto di giustizia. Quelli di Yanchan seppur coperti dai suoi ciuffi trasmettevano gelosia, risentimento, invidia, vendetta e odio...
"Ehi voi due..." cercò di calmarli Ash avvicinandosi ma senza intervenire.
Improvvisamente una gabbia spuntò dal nulla e si scaraventò sul terreno proprio nell'area in cui i due Pokémon si fronteggiavano. Un polverone impedì a tutti di vedere, ma si sentì un guaito "Pi!"
"Pikachu!?" Ash reagì chiamando il suo amico. Cercò si guardarsi in giro ma non ci fu modo di capire cosa stesse succedendo. Provò a fare qualche passo anche quello era difficile da fare. 
Si sentirono delle risuonare nell'aria e allora capì immediatamente cosa stava succedendo "Ancora loro..."
Il polverone sparì e si rivelarono i tre lestofanti a loro famosi. Pikachu era rinchiuso in una gabbia sotto la cesta della mongolfiera, mentre i ladri se la ridevano.

"Preparatevi a passare dei guai!"
"Guai molto grossi, non molleremo mai!"
"Proteggeremo il mondo dalla bambocissione!"
"Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!"
"Denunceremo i mali di verità a amore!"
"E il nostro potere sarà pieno di ardore!"
"Jessie"
"James"
"Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!"
"Arrendetevi subito o preparatevi a combattere e a soffrire in agonia!"
"Meowth, proprio così!"

"È possibile che debbano esserci sempre loro a rompere le scatole?" Sospirò Ash prendendo in mano un pokéball e preparandosi a combattere.
Lidia scosse la testa ritrovandosi d’accordo "Manco sanno essere originali con i loro motti ultimamente"
"EHI MOCCIOSI COME VI PERMETTETE!?"
"CI PROVOCANO!" Esclamò scandalizzata Jessie.
Lidia roteò gli occhi "Beh a volte quando non esagerano sanno strappare un sorriso. Dopotutto con la loro monotonia rendono meno… monotone appunto  le giornate!" 
"Sono indignato!" Si lamentò James. "Vi ricordiamo che Pikachu è in mano nostra! Dovreste smetterla di prenderci in giro e aprire gli occhi! Siamo noi con il coltello dalla parte del manico, non siete nelle condizioni di scherzare!"
"Ancora per poco!" Rispose Ash prontamente, sapendo già come reagire. Ovvio che non c’era da scherzare, ma di sicuro avrebbe liberato il suo amico in un batter d’occhio "Pikachu usa Fulmine!"
Il topo elettrico lanciò una scarica che pervase la trappola in cui era rinchiuso, ma non ebbe alcun effetto. "Pi?" mormorò confuso, un’altra trappola contro i suoi attacchi?
"Anti elettricità! Visto? Abbiamo vinto!" Festeggiarono subito i tre credendosi già vittoriosi. Ad uccidere la loro gioia fu il secondo comando di Ash che arrivò con immediata reazione "Codacciaio!" Se non funzionava una strategia, via per il piano B.
Pikachu caricò la coda e la rafforzò. Subito dopo la tese e colpì le sbarre "Pikaaaaa chupi!" In un attacco il materiale si spaccò in tanti pezzi che caddero a terra in un tonfo sonoro e il topino fu libero di andare. Si trattenne dal saltare giù solo per l'altezza. 
I pezzi di gabbia rotolavano ancora sul prato, sotto gli occhi scioccati e fuori dalle orbite del Team Rocket. Non avevano pensato ad un materiale per contrastare ogni singola mossa della loro preda.
"Questo è giocare slealmente, non potete liberarvi così presto! Dovete aspettare almeno un tot di tempo da definire!" Puntò il dito Meowth accusandoli.
Lidia ridacchiò incrociando le braccia "Se è ancora da definire allora non abbiamo barato in nulla. Siete a corto anche di pretesti! Buffoni!"
“VILLANA MALEDUCATA!!” esclamarono i tre in preda alla collera. In verità i commentini di Lidia erano perfetti per far perdere loro la lucidità.
Il corvino ne approfittò e lanciò in aria la pokéball, mandando all'attacco il suo Pokémon "Vai Proujay! Usa Eterelama e poi prendi volo Pikachu!" Ordinò al tipo volante.
L'uccello subito prese il volo e si lanciò verso il veicolo aereo, abbastanza vicino per lanciare la sua mossa. Eterelama venne scagliato contro gli avversari in tutta la sua forza, facendo venire i brividi al trio. Sarebbe bastato quello a far perdere loro il controllo della mongolfiera e permettere a Pikachu di essere recuperato.
"Wobbuffet!" Il Pokémon blu si parò davanti, spinto da Jessie con forza per fare da protezione. Come armati di uno scudo, i membri del trio vennero difesi con Specchiovelo. Wobbuffet venne colpito dalla mossa avversaria, che tuttavia si bloccò per un attimo, venne incrementata e finì per essere rigettata sopra di loro. 
Jessie, James e Meowth provarono subito a spingere Wobbuffet verso Ash e i suoi, per dirigere da loro l'attacco, ma la reazione arrivò troppo tardi e la pancia del Pokémon verso l'alto fu anche segno della direzione di Eterelama. L'energia si concentrò nella base del pallone sopra le loro teste. Questo si gonfiò almeno per il doppio della sua misura originale, finendo poi per illuminarsi.
"AL RIPAROOO!" i tre gridarono abbassandosi e mettendo le mani sui loro capi. 
*KAAAABOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!!!!!!*
La mongolfiera implose e un'ondata di energia fece sbalzare tutti indietro. Pikachu si ritrovò spinto verso l'alto da una pressione innaturale e sentì gli amici allontanarsi sempre di più. Il ventò iniziò a portarlo via e in un attimo si ritrovò a cadere lontano.
"Pikachu!!" gridò Ash cercando di seguirlo subito. 
"Fermo Ash!" lo prese per il bavero della maglietta Brock fermandolo sul punto. "Non ti sei accorto che stiamo sull'orlo di un crepaccio!?"
"Hai ragione" sospirò a denti stretti l'amico più giovane, alzando il capo non vedeva più nessuno. Dove era finito Pikachu? Sperava non si fosse fatto male. Doveva andare a cercarlo subito e trovarlo ad ogni costo. 
Ma dall’altra parte c’era Yanchan che ringraziava quel colpo di fortuna sfacciato, emise un sogghigno silenzioso abbastanza da non essere udibile per altri. Almeno uno dei due scocciatori era fuori gioco, doveva solo sistemare l'altra. 
"Sai benissimo che non posso lasciarlo da solo, io vado subito a cercarlo!" continuò Ash polverizzando ogni fantasia di Yanchan. Non aveva pensato che in effetti Ash era troppo buono per abbandonare qualcuno. La Pokémon lo guardò allibita. “Sono preoccupato per lui, ha fatto un volo pericolosissimo! Potrebbe essere ferito gravemente!" 
"Mandiamo Proujay dunque a scandagliare la zona!" suggerì Lidia "Almeno abbiamo una visuale dall’alto e se lo trova prima lui di sicuro può portarlo da noi! Dopotutto è abbastanza forte da poterlo trasportare!" capendo tutto al volo il pennuto blu aprì l'ala in segno di aver recepito il messaggio. Non attese nemmeno l’ordine del suo allenatore, prese il volo e si allontanò iniziando la sua ricerca. 
"Per quanto riguarda noi… dobbiamo tornare indietro e fare il giro lungo..." disse Serena indicando gli arbusti subito dopo lo spiazzo d’erba.
"Maledizione..." sbuffò Ash "Così perderemo tempo prezioso! Se non avesse fatto quel volo Pikachu non avrebbe problemi ma..." la mano dell'allenatore si chiuse in un pugno, segno che stava combattendo per non pensare negativamente. 
Gli stessi pensieri furono recepiti da Yanchan, che però li prese nella maniera opposta. Oh si che voleva qualcosa di negativo. Non ebbe neanche il tempo di pensare che la faccia di Ash le si parò davanti "Ti prego, aiutaci anche tu! So che prima stavate per litigare ma... Pikachu è il mio migliore amico in assoluto!"
Lo sguardo del ragazzo non lasciava molta scelta, Yanchan cercò di resistere, si morse la lingua per non cedere, ma lo sguardo così implorante d'aiuto non le diede tregua. Alla fine dovette accettare sebbene i suoi pensieri erano ancora contrastanti tra loro. Per l’allenatore avrebbe fatto di tutto, ma allo stesso tempo non voleva più vedere lo sporco muso di quel topastro, stesso per la biondina. 

Dall'altra parte del crepaccio i rimasugli della mongolfiera del Team Rocket erano appesi su un albero e con loro anche i suoi passeggeri. 
"Dovevi rinforzarla quella gabbia! Lo sapevi benissimo che il moccioso avrebbe tirato fuori altri Pokémon! Oltre che è risaputo che Pikachu ha altre mosse oltre a Fulmine!!" furono le prime parole che Jessie pronunciò in tono accusatorio nei confronti del collega umano.
"E come avrei fatto!? Sei tu quella che ha speso quasi tutte le nostre già misere finanze in accessori per il Varietà!" replicò James.
"Mi stai accusando di essere una spendacciona!?"
"Non sto accusando, sto solo dicendo le cose come stanno!"
In quel momento una delle solite vampe d'ira prese si impossessò della donna, la quale incominciò a dimenarsi per raggiungere il collega e strangolarlo.
"Ehi fatela finita!" disse Meowth cercando di calmarli "O finiremo per...-!"
Troppo tardi, un piccolo *crack* fece spezzare anche quell'ultimo sostegno che ancora permetteva ai ladri di non piantare le loro facce nella nuda e cruda terra. Ci fu un sonoro *thump* e come se non bastasse il telone della mongolfiera li avviluppò. 
"Tiratemi fuori di qui!" protestò Jessie cercando di uscire dal telo.
"AHIO! MI HAI PESTATO LA CODA!" urlò dal dolore Meowth. 
Dopo innumerevoli tentativi e pestato mal gradite… finalmente i tre furono liberi di respirare all’aria aperta "Uff...siamo fuori" sospirò James.
"Dovrò mettere il tampone sulla mia povera coda..." mugolò ancora il gatto massaggiandosi il segno lasciato del tacco della collega. 
"Allora… piani?" chiese Jessie incrociando le braccia. A questo punto toccava loro ricominciare le ricerche da capo… e gonfiare un altro pallone. Insomma, la solita fanfara.
"Il moccioso non può aver già ritrovato Pikachu. Considerando la tra qui e il luogo da cui ci hanno attaccati direi che il tragitto a piedi non è così breve. Di sicuro lo stanno ancora cercando, anche se con i loro Pokémon potrebbero metterci di meno" ragionò James. 
Meowth annuì "Sicuramente avrà mandato il pennuto a cercarlo”
"Allora mettiamoci in marcia! Non è tempo di battere la fiacca!" ordinò la donna, poi con passo simile a quello di un cowboy che balla la quadriglia si allontanò alla ricerca della preda.

La situazione nel gruppo di Ash e i suoi amici invece non sembrava cambiare di molto. Anche se il quartetto di allenatori era riuscito a compiere velocemente il giro lungo per scendere dall’altura, non erano riusciti neanche a trovare un indizio del possibile passaggio di Pikachu. Ash era teso e non proferiva parola, così come i suoi compagni. 
Yanchan provò a strusciarsi contro il biancavillino, cercando di confortarlo e sotto sotto convincerlo che sicuramente lei sarebbe stata meglio del sorcio giallo. I suoi sforzi però avevano un risultato pessimo. Ash continuava a pensare a cosa era successo a Pikachu e non le prestava la benché minima attenzione. 
La mano di Serena si appoggiò sulla sua spalla e ciò lo fece girare "Vedrai che lo troveremo, dopotutto Pikachu ha passato molto peggio..." gli disse la ragazza con un sorriso rassicurante. 
Ciò scaturì un sorrisino anche sul volto di Ash, il quale non riuscì a non annuire. Era lui a dover essere positivo, perché rimaneva così cupo e quieto? “Hai ragione! Non so come tu faccia ma ogni volta che cerchi di darmi sostegno riesci a farmi sentire meglio" 
La performer si limitò semplicemente ad annuire sorridendo a sua volta. Non era nulla di che, a volte persino i più ottimisti avevano bisogno di un piccolo sostegno. Non era un bel periodo di certo per nessuno.
L’interazione tra i due fece rizzare i capelli della yanderina. Dove è che sbagliava!? Perché l'oca riusciva a far star meglio il suo amato e lei no, nonostante usassero pressoché metodi identici!? Un bagliore si accese velocemente nei suoi occhi, le sarebbe saltata immediatamente alla gola. Lo avrebbe fatto sicuramente, ma con la stessa rapidità con cui era apparso quel bagliore svanì. 
La Pokémon semplicemente si allontanò imprecando come non mai "yand chan! Yanyenyen… [Miss perfezione sarebbe! Prima o poi giuro che te la faccio pagare razza di...]" erano più o meno i pensieri contorti che ronzavano nella sua testa...

"Ah quella Jessie" sbuffava pensieroso Meowth, incrociando le mani dietro la testa. Camminava nel bosco alla ricerca di tracce, come gli aveva ordinato la terribile megera. Doveva pattugliare ogni singolo centimetro e riferire. Pikachu doveva essere nei dintorni, bisognava solo trovarlo. 
"A volte non la capisco proprio. Dice di essere lei la mente del gruppo quando il più delle volte il lavoro sporco lo facciamo io e James. Pensare che una volta mi trattavano con rispetto! Io dicevo che ero il capo del trio e mi davano retta!” sospirò affaticato “Ora come ora l'unica cosa da fare è cercare quel topo" poi aggiunse "...Possibilmente senza altre uova di cucciolo di Pokémon che mi si parino davanti”
Il ricordo gli fece alzare la testa al cielo e mormorare con un filo di voce "Chissà come se la starà cavando il ragazzo..."
Il gatto continuò a camminare puntando lo sguardo all'aria, non badando minimamente a dove andava. Nel frattempo dall'altro lato pure Yanchan camminava a testa bassa continuando a mugugnare. Nessuno dei due si preoccupò di guardare in che direzione si muovevano e lo scontro fu inevitabile.
*Sbam*
"Ooof! Ehi, ma guarda dove metti i piedi razza di..." si lamentò Meowth massaggiandosi il fondoschiena, poi si rese conto di trovarsi di fronte una vecchia conoscenza. "Che ci fai tu qui!?" le chiese sorpreso. Certo era meglio di un Pokémon selvatico pericoloso, ma quella piccola streghetta lo irritava un sacco.
"Yan Yan Cha Cha!" ribatté lei a muso duro, constatando che la sua giornata stava diventando sempre più pessima, dato che ora c'era il gatto di quella stupida donna dai capelli buffi. 
"Innanzitutto piano con le parole, dato che era stata un’idea di Jessie di catturarti. Sinceramente io ti trovo irritante come il prurito di ortica sul sedere!” questo fece esprimere una smorfia dalla piccola, che disgustò sia il linguaggio che il paragone fatto di lei. 
Meowth però non aveva ancora finito. Alzò due dita davanti alla testa della yandere e proseguì “Secondo: non ho neanche tempo per stare a discutere, devo trovare quel topo prima dei mocciosi e tu mi sei solo d’intralcio. Levati dai piedi"
"Yan?" gli occhi della rosa si accesero quando il gatto menzionò il comune nemico. 
"Non mi hai sentito? Smamma, oggi son generoso" disse Meowth allontanandosi da lei e passando oltre. Non aveva chiacchiere da sprecare con lei. Era solo una pazza da cui voleva tenersi alla larga. 
"Cha Ya!" lo richiamo con un tono particolare che lo fece fermare.  
"Hmmm?"si girò Meowth squadrandola. 
Lei con un sorrisetto spiegò quello che aveva in mente, forse poteva aiutare entrambi, dopotutto avevano molto più in comune di quel che pensavano "Cha ya ya ya!"
Meowth sbarrò gli occhi e si cacciò un dito nell’orecchio per stapparlo bene e verificare di aver compreso le sue parole "Cioè fammi capire bene… tu vuoi aiutarci?" 
"Ya cha!" confermò lei.
"Hmm... scusami tanto… ma quale sarebbe il motivo di questa tua offerta?" si fece pensieroso il gatto “Hai frequentato i mocciosi e noto che hai un debole per il bamboccio, quindi perché danneggiarli e aiutarci a rubare Pikachu?”
“Ancha yan” girò lei la testa di scatto, non erano affari suoi.
“Motivazioni personali, capisco. Posso capire qui che abbiamo un odio comune” tentò lui, ricevendo solo un cenno di approvazione dall’altra. “Beh noi possiamo cavarcela da soli… ma una zampa ci aiuterebbe a velocizzare le cose, quindi per me non c’è grande problema”
Furono momenti di breve silenzio tra i due poi il gatto tese la zampa "Andata. Niente tiri sporchi, eh?"
Quello che doveva astenersi dai tiri sporchi era il gattaccio, non lei. Yanchan allungò la mano e afferrò quella di Meowth. I due si strinsero gli arti per rendere valido l'accordo e li scossero.  La Pokémon non si sarebbe fatta sfuggire di certo l'occasione; il Team Rocket era la sua garanzia per avere Ash tutto per sé. Sapeva che inizialmente sarebbe stato deluso di perdere Pikachu, ma si sarebbe consolato con lei.
"Bene, allora ci divideremo. Io vado a sud e tu a nord, se trovi Pikachu lo porterai nel luogo dove ci siamo scontrati prima. A quel punto arriveremo e lo prenderemo. Tu potrai far finta di scacciarci e spariremo dalla vista con lui"
Yanchan annuì approvando il piano. Detto ciò si girò e si allontanò in direzione della sua area di pattuglia. Non poteva sapere che Ash voleva scacciare il Team Rocket però tenendo Pikachu con sé e non lasciandolo a loro. O almeno non ci aveva pensato.
...
"Pi..." il topino annusava il terreno per ritrovare la via del ritorno, aveva già individuato una traccia familiare, anche se non era chiara. Sapeva che sarebbe bastato lanciare un Fulmine in aria per attirare l'attenzione di Ash, ma così avrebbe chiamato a sé anche il Team Rocket e non era decisamente nei suoi piani. 
Non voleva che Yanchan restasse nel gruppo senza la sua supervisione. Era certo che alcuni compagni come Proujay o i Pokémon di Serena avrebbero notato qualcosa più avanti, ma per ora solo lui era certissimo delle intenzioni della yanderina. A prima vista poteva sembrare solo una pazza un po' bizzarra ma nel profondo sapeva nascondeva qualcosa. Poteva essere pericolosa, soprattutto per Serena. Era suo compito proteggerla. 
Accelerò il passo, correndo tra i cespugli e tagliando pezzi di percorso per fare più in fretta. Improvvisamente sentì uno strano aroma e si fermò.
Non gli piaceva, era familiare "Pika.."
"Chan..." la voce rispose uscendo allo scoperto.
Pikachu la guardò con aria torba. Come mai non era ancora con Ash e gli altri? Non si sarebbe separata di sua volontà dall'allenatore di Pikachu, nemmeno se forzata. Qualcosa non quadrava.
"Yan chan chichan" spiegò lei dicendo che Ash aveva chiesto a tutti di separarsi per cercarlo e che ciò che desiderata il suo tesoro erano ordini.
Pikachu roteò gli occhi seccato "Chu ka [Non è il tuo tesoro]" 
Lei rispose con uno sguardo minaccioso. Oh certo per ora non era ancora del tutto suo, ma una volta che si sarebbe sbarazzata di Pikachu e Serena allora niente l'avrebbe fermata.
L'occhiata di Pikachu reggeva la contesa che i due sostenevano. Nonostante non fosse il momento di litigare lui era fortemente testardo per questa situazione. "Pika chu" 
"Chan" gli disse di seguirla per tornare dagli altri. Non era sicuro che fosse il caso di fidarsi, ma in effetti quella lì avrebbe fatto di tutto per rendere Ash felice e se lui le aveva chiesto di aiutarlo allora probabilmente lo avrebbe fatto.
Decise che le avrebbe dato retta per il momento.
Proseguirono il cammino, Pikachu cominciava a riconoscere l'ambiente che lo circondava. Si avvicinavano all'area del combattimento. Era questione di minuti prima di raggiungerla. Una volta trovati nello spazio aperto i due si guardarono in giro. Non si allontanarono troppo dalla vegetazione, soprattutto perché Pikachu non si sentiva al sicuro così alla scoperta.
Non c'era Ash, né erano presenti i suoi amici. "Pikapi chupi?"
"Yannnn" 
Il Pokémon subito si mise in posizione difensiva, sentì un improvviso boato e una sfera di plexiglas si avvicinò a lui. 
In un balzo la schivò, spostandosi velocemente sull'erba. Arrivò un secondo attacco e di nuovo riuscì ad evitare la cattura rotolando per terra. Come smise di girare si rimise sulle zampe automaticamente e iniziò ad emettere scariche elettrice. 
Si girò verso Yanchan "Pichacha chu pika chu pipi!" La intimò di aiutarlo. Era di certo il Team Rocket. Se volevano scamparla entrambi dovevano a tutti i costi collaborare, o sarebbero finiti in trappola. 
Pikachu carico il suo attacco Fulmine e lo scagliò tra gli alberi "PIKAAAA CHUUU!!!" Provò a mirare dove le foglie si muovevano di più. 
Yanchan rimase immobile a guardarsi in giro, aspettando il momento ideale per agire. Intanto l'altro Pokemon cercava di non farsi cogliere alle spalle. Non capiva da dove arrivavano gli attacchi, ma sapeva che dovevano per forza provenire dalla vegetazione. Non c'erano buchi nel terreno e il cielo era sereno.
"Pi?" Sentì uno spostamento di aria innaturale. Le orecchie fecero un accenno al suo istinto che scattava. Come una molla carica le zampe a molla e saltò in aria per evitare la sfera che guarda caso all'ultimo aveva colpito il terreno su cui poco prima si trovava. 
"Chaaaaan!!!" Improvvisamente sentì il verso della yanderina e prima di poterla anche solo squadrare, venne colpito da uno spintone e buttato a terra. 
Provò ad alzarsi o strisciare via, ma un'altra sfera più veloce di lui lo avvolse nella sua area e lo bloccò all'interno. "Pika!?" 
"Preso!" Festeggiò la voce del gatto criminale.
Pikachu non perse tempo a tentare la fuga, subito lanciò un Fulmine, che fu del tutto vano. "C-Chu..." Guardò attorno a lui. Il materiale che lo bloccava rendeva la visuale tutta sfocata, ma sapeva che nessuno fuori si muoveva. Volevano testare la trappola e capire se funzionava a dovere. 
Tentò di nuovo con Codaccio ma anche quello non creò nemmeno un danno al plexiglass. Abbassò le orecchie con frustrazione, sapeva che qualcosa non andava, perché doveva essere così  indulgente con tutti?
"Brava ottimo lavoro Yanchan, hai mantenuto la parola" si complimentò Meowth al fianco dei suoi compagni. Lanciò uno sguardo a Pikachu, ma sapeva che la preda sapeva tutto o almeno aveva sospettato "Ti fidi troppo. Devi imparare a vedere il lato cattivo, non solo quello buono"
Yanchan fece un sorrisetto,  le bastava quello. Non serviva aggiungere altro. Si girò con l'intento di chiamare aiuto per Ash e i suoi amici. Era ora di iniziare la sceneggiata in modo da poi godersi la vittoria. Era sempre più vicina, mancava solo sbarazzarsi di Serena, anche se per quello aveva tempo. "Yanyanyanyan" ridacchiò lei preparando il suo attacco. 
Alzò la testa verso il cielo e posizionò le braccine quando... qualcosa la intrappolò. Sentendosi rinchiusa so mosse agitata per capire cosa stesse succedendo. Era stata intrappolata anche lei come Pikachu. Era scioccata, perché doveva essere presa? Faceva parte del piano per sembrare più credibile?
Jessie sghignazzò "Pensavi davvero avremmo perso un altro Pokémon utile? Tu verrai con noi e ti daremo al capo come Pikachu" 
Lei si sentì improvvisamente fumare dalla rabbia, aveva mantenuto la parola, perché loro no? Erano solo degli infami a mettersi contro il suo amore eterno.
"Guardati le spalle la prossima volta, ah no... non ci sarà"
La pokemon iniziò subito a prendere a testate la gabbia ma l'unica cosa che ne ricavò fu un bel bernoccolo che si palesò sulla sua testa rosa. Pikachu l'avrebbe trovato divertente se non fosse per il fatto che anche lui era nella stessa condizione di prigioniero. 
"Forza mettiamoci subito in cammino! Dobbiamo montare la mongolfiera prima dell'arrivo dei mocciosi!" ordinò Jessie. “Prima lo facciamo, prima arriveremo dal capo. Cerchiamo di evitare lo scontro diretto. 
Dall'alto dei cieli però qualcuno incuriosito dal trambusto si era avvicinato e aveva visto tutto, Proujay velocemente fece retro front e spinto dalla corrente favorevole planò verso il suo allenatore. 

"Niente?" chiese Ash con un certo tono di apprensione.
"Niente neanche qui!" disse Lidia mettendo in tasca la sua fida lente "Cavolo ma dove sarà finito?" 
"Anche Yanchan ora è sparita..." fece notare Serena. “Si è allontanata un attimo e non è tornata”
"Uh è vero!" notò a sua volta Ash "Speriamo non si sia cacciata in qualche guaio!" 
"Ragazzi" li richiamo Brock "Vedo qualcosa in lontananza! Sembra… Proujay!"
"Ja Propro!" cinguettò affannato l'uccello non appena vide il suo padrone. 
Ash capì al volo cosa voleva dirgli Proujay e non gli piaceva affatto "PRESTO! Facci strada!" gli ordinò poi fece cenno agli altri di seguirlo. 
"Cosa c'è?" chiese la kalosiana "E' Pikachu! Lo hanno preso! C'è anche Yanchan con lui!" 
Nel frattempo la recluta dai capelli fucsia del Team Rocket spronava i suoi colleghi a velocizzarsi e darsi una mossa. Non avevano più palloni e quindi non restava che aggiustare quello vecchio fino al momento in cui avrebbero comprato il nuovo materiale "Più veloce con quell'ago e filo! La fortuna per una volta è dalla nostra!" 
"Saremmo più veloci se venissi a darci una mano!" ribatterono i due sarti. 
"Vi ho già concesso l'uso di Spidow quindi io ho fatto la mia parte!"  disse lei indicando la propria Pokémon al lavoro per riparare i danni. Con il suo aiuto era davvero un lavoro più rapido, ma ci voleva lo stesso un certo tempo. 
Finalmente in pochi minuti anche l’ultimo buco fu riparato e i membri maschi dell’organizzazione sospirarono lasciandosi andare sul terreno "Potevi anche evitare di mettere una pezza proprio sul mio bellissimo muso" si lamentò Meowth notando il lavoro. Una toppa era posizionata proprio sul naso del pallone. 
"Avevo solo quella e dovevamo sbrigarci! Forza a bordo!" rispose James saltando direttamente nella cesta, seguito poi dagli altri suoi compagni. Accesero la fiamma della mongolfiera che cominciò a divenire più leggera. Il pallone si gonfiò e pian piano si staccarono dal terreno.
"Evvai! Finalmente abbiamo preso Pikachu e lo stiamo portando al capo! Abbiamo pure un bonus!" esultarono i tre mimando un brindisi immaginario. Appena arrivati al quartier generale lo avrebbero fatto davvero. "Questa volta il Team Rocket ha fatto centro!"
Anche qualcos'altro fece centro in quel momento. Un sonoro *Fssss* fece eco nelle orecchie dei tre manigoldi, i quali sobbalzarono e si guardarono in giro "Ehi ma che!?" si sorpresero immaginando la causa.
"Forza un altro Eterelama!"ordinò Ash. 
"Pro!!" Proujay caricò un nuovo disco d'aria e lo sparò dritto in direzione della mongolfiera. 
James puntò il dito con fare drammatico "E' l'uccello del moccioso! Presto usa i razzi per schivare!" scosse Meowth per farlo agire prima di essere colpiti dall’attacco del Pokémon volante. Per un breve momento il veicolo zigzagò nell'aria cercando di sfuggire dalle varie lame che andavano contro di loro. 
In un modo o nell’altro però Proujay riuscì lo stesso a colpire il pallone “Jayyyyyy!” fu il verso gridato prima di scagliare l’ultimo colpo con successo.
*FSSSSSSSSSSSSS* divenne sempre più rombante il fischio prodotto dall’aria che usciva dal pallone. La mongolfiera iniziò a perdere quota e a sballottare di qua e di là senza controllo per la seconda volta in una giornata 
"NOOOOOOO!!!" gridò Jessie "Non stavolta! Spidow presto tessi le ragnatele e cuci la fenditura!" Lanciò in alto la ragnetta. Il Pokémon velenoso tempestivamente lanciò la sua rete contro il pallone e cercò di avvicinarsi, ma il vento era troppo forte e si ritrovò a venire tirata giù insieme agli altri. 
 *KABOOM!*
"Ottimo lavoro Proujay!" si complimentò Ash raggiungendolo e dandogli qualche piccola pacca sulla testa, ben gradita dal Pokémon che gracchiò fiero. 
"E’ già la seconda volta che ci fate smaciullare! Un po' di rispetto!" protestarono i tre.
"Liberate Pikachu o..." 
"Non senza una lotta moccioso!"
Ash chiese l'aiuto di Leafala che subito si presentò sul campo con un innata voglia di combattere. 
"Leafala? Bene, noi invece useremo... Pikachu e Yanchan!" proruppe Meowth con un ghigno.
"Eh!?" esclamarono i ragazzi confusi dall’esclamazione. Non vorranno usare ancora un controllo mentale come già fatto in passato? Ash serrò i pungi con nervosismo, ci dovevano soltanto provare…
"James tira fuori i dispositivi!” Presto dai rimasugli della mongolfiera vennero sganciati due dispositivi che si posarono sulle spalle di Jessie e James. In questi dispositivi vi erano bloccati i due Pokémon catturati in precedenza. Sembravano strani zaini. 
"Oh e ovviamente dato che tecnicamente non ci sono Pokémon in campo. Dovrete fare i conti anche con la mia Gourgeist!" annunciò Jessie con un ghigno malefico “Vai tesorina!” lanciò in ria la pokéball e da essa ne uscì Gourgeist. 
James pure lanciò una sfera "Nonchè il mio Inkay!" 
"Ma cosa?" fece appena in tempo a dire Ash quando James puntò contro di lui una strana pistola a parabola. 
"FUOCO!" gridò Meowth.

Si sentì un lamento dalla trappola che conteneva Pikachu, stranamente ora illuminata di giallo. Il topino lanciò un verso dolorante "PIIIII!!!”
Dal revolver di James partì una poderosa scarica elettrica in corsa verso Ash, che fortunatamente se ne accorse subito e fece in tempo a saltare via, schivandola per un soffio. Atterrò rotolando a terra, ma rimettendosi in fretta in piedi in caso fosse arrivato un secondo attacco.
"Piaciuta la sorpresa?" sghignazzò Meowth "E' il nostro duplicatron 3000!"
"C-Cosa avete fatto a Pikachu?!" si infuriò Ash con gli occhi in fiamme.
Meowth non perse tempo a spiegare la sua ultima infezione, fiero del risultato ottenuto "Semplice, diciamo pure che il nostro duplicatron stimola la potenza del Pokémon che si trova al suo interno e poi la riflette in un raggio!” 
“In pratica sono dei phaser che lanciano raggi potenti a seconda di quanta energia traiamo dai Pokémon catturati! Bello no!?”
“Ve la faccio pagare brutti maledetti…” Ash subito si tirò su in preda alla collera. I suoi occhi riflessero per un attimo un piccolo scintillio rosso che scomparve quasi subito. Era già successo di veder Pikachu soffrire e aveva promesso che non sarebbe accaduto ancora. Se ne sarebbero pentiti amaramente delle loro azioni.
"Proujay Attacco D'Ala su Gourgeist! Leafala attacco su..." Ash non fece in tempo a pronunciare il secondo l'ordine che un raggio ombroso gli passò di fianco non prendendolo per un pelo.
"Mancato!" sbuffò Jessie come una bambina che non era riuscita a vincere il suo peluche "Ma la prossima ti prendo!" pure dal suo contenitore si sentì un lieve lamento di Yanchan, la quale stava soffrendo a sua volta. 
"P-Pugnospine! WOAH!" ordinò l'allenatore schivando un altro colpo. Arrivavano raggi di continuo e più aumentavano, più i Pokémon a cui succhiavano energia ne risentivano. Di conseguenza anche la rabbia di Ash aumentava.  
"PRO! LEAF!" urlarono i due iniziando il loro attacco combinato.
"Gourgeist atta con Palla ombra! Inkay usa Psicoraggio!" fu la replica dei ladri. 
Proujay e Leafala schivavano egregiamente i colpi dei rivali, ma la situazione si complicò quando  le pistole del Team Rocket puntarono su di loro,  cogliendoli alle spalle. Era come affrontare 4 Pokémon tutti insieme e difficilmente riuscivano a reggere tale quantità di attacchi tutti insieme. Alcuni sembravano persino invisibili e arrivavano da destra e sinistra. 
Ash strinse i denti, pensando ad una soluzione. Qualcosa gli venne in mente, anche se sapeva che in qualche modo doveva intervenire di persona… se no sarebbe durata troppo. I suoi amici avevano già impugnato le pokéball per aiutarlo, ma lui con la mano dietro alla schiena faceva cenno loro di non intervenire. Lo avrebbero fatto solo in caso estremo. 
"Proujay lancia verso il terreno un Eterelama ma non colpirlo! Devi solo sfiorarlo, a raso terra!” Proujay ubbidì e prese la mira. 
“Prouuuujaaaa!!!” le lame sfiorarono il suolo e da esso si alzò un polverone di sabbia che coprì la visuale alla maggior parte dei presenti. Quella tecnica era familiare.
"E’ la stessa tecnica che ho usato io alla nostra lotta in palestra!" si sorprese Lidia genuinamente. Non si aspettava tanta sagacia da parte di Ash, ma le faceva piacere vedere la sua idea sfruttata in quel modo "L'ha replicata ma con un altro stile!"
I lestofanti incominciarono a tossire “Accidenti! Non si vede niente!" brontolò Jessie coprendosi gli occhi. 
Sentivano i passi intorno a loro ma non potevano capire da dove provenissero di preciso. La sabbia dava fastidio agli occhi e cercavano di non farla entrare in essi. Iniziarono a lanciare raggi a caso tutti intorno, per colpire alla ceca il moccioso, ma nessuno finì per centrare l’obbiettivo. Dagli zaini sulla schiena si sentivano altri lamenti e il continuo dimenarsi. 
Meowth comprendendo la situazione difficile strisciò a terra e cercò di arrivare alle gambe dei suoi colleghi. Afferrò dalle mani di James la pistola phaser e si concentrò per trovare il moccioso. Il terriccio sparso in aria gli dava meno fastidio ma anche per lui non era facile “Da qua! Ora ci penso io!”
Caricò il phaser, che iniziò ad illuminarsi. Non volendo limitare il suo potere, mise mano sulla manopolina e la girò sulla massima potenza. 
“PIIKAAAA!!!” fu l’urlo di Pikachu che iniziò a sentire tutta la sua energia uscire dal suo corpo, quasi come se lo svuotassero. Era una sensazione davvero terribile, non riusciva a muovere neanche un muscolo. Il phaser aumentava la sua potenza e le lucine che segnavano la quantità di energia assorbita si erano illuminate del tutto. 
“PIKACHU!” gridò Ash sentendo il suo amico sofferente. Si lanciò in direzione di James per afferrare lo zaino e liberare Pikachu, doveva salvarlo a tutti i costi. Sentire il suo migliore amico disperarsi per il dolore era terribile. 
Tuttavia Meowth fu più veloce e all’ultimo puntò il phaser contro Ash, toccandolo direttamente nel fianco. “Beccato!”
Si sentì un forte rumore e una piccola esplosione di energia “GRAAAAAAAAHHH!!!” Urlò Ash sentendo un dolore atroce trapassarlo in tutto il corpo. Non era decisamente come essere colpiti da una vera pistola, ma faceva male altrettanto. Cadde a terra, portando immediatamente la mano sul fianco, anche se il dolore si estendeva ovunque. Appoggiò l’altra mano sul terreno, stringendo l’erba  e la terra nel pugno, raschiandola come sfogo per il male.
“ASH!!!” Sentì le voci lontane dei suoi amici, che non sapevano cosa fosse successo, ma di certo comprendevano che era qualcosa di grave.
"PIKA PI!" urlò Pikachu sentendo le grida di dolore del suo allenatore. Provò a liberarsi preso da una foga incredibile ma ogni suo tentativo era vano. 
"Provaci quanto ti pare, è a prova d'urti stavolta. Sia interni che esterni!" lo canzonò di nuovo il gatto, per poi ammutolirsi. 
“Che ti prende Meowht?” chiese James confuso. 
Meowth si girò verso Jessie, muovendo appena le vibrisse, come se qualcosa fosse in fervore. I suoi occhi si spalancarono in preda al terrore e fece qualche passo indietro. 
Persino Jessie iniziò a sentire il corpo tremare, ma non di paura o emozione… era qualcuno a farglielo muovere, come se uno spirito si fosse impossessato di lei e un’oscura energia le gelasse il sangue. Aveva una paura che scavava nelle sue vene, come se fosse consapevole di contenere un mostro nella sacca dietro di sé.  
Yanchan bolliva sempre più, sentiva lo stimolo di distruggere che aumentava, un’aura oscura la stava pervadendo ed era emanata dal suo cuore.  Continuò ad aumentare il flusso d’energia, fino a che non si sentì il tutto esploder “YAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!”
Il botto fece mandare in frantumi tutta l'apparecchiatura di Jessie, quest’ultima finendo al tappeto colpita dalla violenta esplosione. Un fascio di luce pervase tutto il campo diradando la polvere e trasmettendo una strana aura triste e negativa ma anche ansiosa. 
"Ma cosa?!" si chiese Serena.
"L-Lo riconosco!" si sorprese Brock "E' il fascio dell'evoluzione!"
Lentamente il fascio invase il corpo di Yanchan che iniziò a mutare forma. Il corpo della Yandere era circondato da una specie di nube aurica nera e violetto spento. Il profilo non era visibile, la sua figura illuminata di un colore rosso sangue. La forma iniziò a slanciarsi e effemminarsi, le minuscole zampettine si allungarono diventando due gambe e due braccia dall'aspetto più pratico. Infine la sua testa si ingrandì e i ciuffi presero volume. 
Quando tutto si dissolse al posto di Yanchan c’era una nuova Pokémon. Il ciuffo che le copriva gli occhi era sparito, l'altro ciuffo-antenna a forma di cuore si ritrasse per lasciar spazio a due morbidi codini di media lunghezza. Aveva gli occhi rosa con un piccolo riflesso a cuoricino nelle pupille, una macchia rossa gli adornava la faccia, altre due simili erano all'altezze delle mani, mentre un’altra  ancora si trovava sul corpo che ora ricordava una gonna. 
"DERERERE!" urlò non appena aprì gli occhi assumendo uno sguardo competitivo e infuriato. Anzi, sembrava una bestia agli occhi del Team Rocket. 
Serena incuriosita da tutto ciò prese il pokédex e lo portò all’altezza della Pokémon scannerizzandola in lontananza:
"Maddere, Pokémon Malaffetto. I codini che possiede in realtà hanno una particolare capacità sensoriale che identifica la presenza dell'oggetto o persona dei suoi interessi o anche di un possibile nemico. Ha una natura possessiva e non ha problemi a passare alle maniere forti se qualcosa turba lei o il suo interesse. Esemplare: Femmina. Tipo: Spettro/Folletto.
Ash aprì un occhio e puntò lo sguardo sulla nuova arrivata, lei ricambiò con un’occhiata seria ma anche pronta a dare di matto. L’allenatore deglutì, vedendola poi partire in uno scatto che falciava letteralmente il terreno. 
Il corpo della maddere si scaraventò sulla Gourgeist di Jessie. La povera zucca di Halloween non fece neanche in tempo a vedere la sua avversaria che già quest'ultima le era dietro, pronta a lanciarle un feroce attacco; secco e rapido. Dalla mano di Maddere si materializzò un fascio nero che rapidamente prese la forma di un pugno che andò a colpire la povera nemica con sadismo. 
Era Pugnodombra. 
"DER!" urlò mentre faceva vibrare le sue nocche spettrali contro il carapace della sua avversaria. Gourgeist venne letteralmente scaraventata contro un albero e batté violentemente la schiena, finendo per accasciarsi al suolo.  
"G-Gourgeist!?" si spaventò Jessie riuscendo a malapena a seguire tutto ciò che era accaduto, poi volse lo sguardo davanti a sé.
Maddere era proprio di fronte lei, pronta a colpire di nuovo. La donna provò a mettere le mani in posizione di difesa come una pugile, ma fece solo una figuraccia e finì al tappeto come se nulla fosse. L'unica cosa che riuscì a vedere prima di finire nel mondo dei sogni furono due occhi vividi e fiammeggianti piombare su di lei. 
La furia vivente poi si rivolse a James le cui gambe stavano facendo letteralmente giacomo, giacomo. "A-Aspe...!" provò a dire, ma ricevette al volo una furiosa pedata che lo fece urlicchiare e cadere all’indietro, spaccando il vetro in cui era rinchiuso Pikachu. 
"Pika pi!" esultò lui uscendo finalmente allo scoperto. 
"Deremad" gli volse lo sguardo lei in un certo senso scocciata. Ignorò la sensazione e partì stavolta verso Inkay che nella foga si era nascosto dietro un sasso. Subito la medusina sentì una presenza a dir poco demoniaca sopra di lui e un altro pugno lo buttò a terra. 
Rimaneva solo Meowth che aveva cercato disperatamente di alzare la guardia "S-Sono un tipo normale! I-Il tuo pugno n-non ha effetto contro di..." ma si rese conto che Maddere era diventata tipo la sua ombra, rimaneva dietro di lui senza lasciarlo appena si muoveva. Lentamente il gatto girò la testa con uno sguardo negli occhi che implorava pietà, sapendo probabilmente che a lui sarebbe stato riservato il trattamento peggiore. 
La Pokémon spettro prese fiato e poi urlò "EEEERREREREREREREREREERE!" un eco spaventoso colpì primi i timpani del felino poi la potenza d’urto di questo gli fece perdere la presa sul terreno e volò lontano dritto sul mucchio di lestofanti che si era creato. 
Pikachu si mise al fianco di Maddere, pronto sulle sue quattro zampe. L’avrebbe aiutata… solo per stavolta e per Ash. Ci tenne a renderlo chiaro con un mormorio che ovviamente lei sentì. Per tutta risposta arrivò un sorriso beffardo sulle labbra di Maddere che caricò il suo Palla Ombra. “MADDEdedededede”
“PIkaaaaaaaaaaaa….”
“EEEEEREEEEE!!!!”
“CHUUUUUUUUUU!!!!!!”
La palla di oscurità elettrificata andò a scaraventarsi in tutta la sua potenza contro il trio di ladri che venne subito sbalzato via dalla poderosa esplosione. Il loro volo li portò ad alzarsi dal terreno e venire spinti verso il cielo come al solito.
"A-Arceus c-cosa è stato!?" chiese paonazza Jessie tremando come una foglia "Q-Quella pokemon... è-è stata..." 
"S-Sembrava una..." rispose tremando il collega uomo. 
"B-Bestia..." concluse Meowth coprendosi gli occhi. 
"QUESTA VOLTA E’ UN BENE CHE RIPARTIAMO ALLA VELOCITA’ DELLA LUCEEEEEEEEEE!!!!!!" urlarono mentre le loro voci si disperdevano nel cielo blu.
Fatto uno sbuffo di soddisfazione la neo evoluta rimase eretta nella posizione in cui si trovava, completamente silenziosa. 
"W-Wow..." si stupì Lidia "Che forza..." 
"E' stata incredibile!" disse solo Serena. 
Ash nel frattempo era riuscito in qualche modo a riprendersi dall'attacco subito in precedenza e lentamente si rialzò grazie anche all'aiuto dell'amica Serena che era corsa da lui preoccupata. "Sei stata fantastica Yan... cioè Maddere!" si complimentò subito il kantoniano. 
Al solo sentire quelle parole la Pokémon spettro si girò e corse subito dal suo amato pronta ad atterrarlo in una morsa d'affetto... a tratti letale.
"E-Ehi..." sorrise a malapena l'allenatore notando la foga con cui lo stringeva "M-Mi soffochi!" solo dopo un po', convinta dalle preghiere di Ash, Maddere staccò la presa e arrossì lusingata dalle belle parole che le erano state appena dirette. 
"Grazie Maddere per aver salvato Pikachu" continuò Ash "Senza di lui non saprei come fare" disse appoggiando la mano sulla testolina del topino e dandogli qualche carezza. 
In quel momento lo sguardo di Maddere assunse un’espressione strana e indecifrabile "Penso che anche Pikachu ti debba molto! Coraggio amico mio, perché non la vai a ringraziare?" furono le parole che sentì.
Pikachu sbuffò perché anche se sotto un certo senso il suo allenatore aveva ragione e in un modo o nell'altro Maddere gli aveva davvero salvato la vita, era stato più un incidente. Lei non voleva mica liberarlo o salvarlo, se fosse stato per Maddere adesso sarebbe in viaggio verso il covo del Team Rocket. 
Mise da parte il risentimento e si avvicinò tendendo la zampa, in fondo ciò che era giusto era giusto "Pi pika..." cominciò a dire lui cercando di sforzarsi di essere gentile.
"..." 
"...Ka pi pi pi..." Non arrivò risposta dal lato di Maddere e ciò iniziò ad innervosire Pikachu. Ci stava già mettendo tanto impegno, almeno si degnasse a accettare il ringraziamento senza fare tante storie. 
Maddere rimase ancora silenziosa e muta, poi all'improvviso alzò la zampa e la avvicinò furiosamente contro il topo elettrico che schivò in un balzo. L’attacco lanciato a tradimento era forte, se fosse stato colpito avrebbe fatto un bel danno. 
Il Pokémon di tipo elettro subito balzò all'indietro sulla difensiva, rizzando le orecchie e la coda innervosito "Pika!?" 
"Dere Ma Ma!" ringhiò la yandere agitando le mani e invitandolo ad attaccare. 
"Credo che il messaggio sia chiaro" intervenne Brock traducendo il gesto "Maddere vuole sfidare Pikachu in una lotta" 
"Eh?" chiese Ash "Sei sicuro?" 
"Beh il gesto che sta facendo è inequivocabile non trovi?" 
"Il punto è il perché" Lidia si avvicinò "Magari ha un picco di crescita di fiducia nelle sue capacità ora che si è evoluta e intende dimostrarlo?" propose senza immaginare l’astio che si nascondeva sotto. Il gruppo era ben lontano dal pensare a quale in realtà fosse la causa scatenante di questa improvvisa voglia di lottare.
Maddere ancora provocò Pikachu invitandolo a combattere. Il linguaggio usato non piacque allo starter di Ash, c’era da impazzire sentendo quello che la pazza gli stava proponendo. Aveva infatti lanciato una pericolosa scommessa sull'esito della lotta: se avrebbe vinto lei, Pikachu si sarebbe dovuto allontanare per sempre da Ash. In caso contrario sarebbe stata a lei a farlo.
C’era in gioco onore, amicizia e affetto ma dall'altra parte c'era anche la possibilità finalmente di liberarsi definitivamente di quella svitata, per se stesso e soprattutto per Serena. 
Rimase a riflettere per un po' ma alla fine conscio delle sue capacità accettò la tremenda scommessa. 
"Beh, allora se Pikachu è d'accordo… accettiamo la tua sfida Maddere!" disse Ash avvicinandosi al suo amico pronto a cimentarsi nella sfida. Non aveva ben capito come stavano le regole della lotta e infatti Pikachu lo bloccò "Ka pika..." 
Ash fu in parte scosso per essere respinto, non voleva che lottassero assieme? Era davvero una sfida solo tra Maddere e Pikachu? Che c’era in ballo? "V-Vuoi fare da solo? Sei sicuro?" gli chiese un po' preoccupato il ragazzo. 
Il topino annuì, quella sarebbe stata la SUA Sfida, che doveva risolversi tra Pokémon. Senza interventi esterni di alcun tipo “Pi”
 "Va bene, ho fiducia in te" lo accarezzò Ash prima di allontanarsi, accettando la richiesta del suo primo Pokémon.
"Pika" lo rassicurò lui, poi si girò pronto a combattere la sua avversaria.
Gli sguardi dei due Pokémon si incrociarono ed entrambi aspettavano che l’altro cominciasse. Passarono alcuni istanti durante i quali Pikachu non si mosse di una virgola, iniziando già ad irritare l’avversaria che decise di iniziare per prima ad attaccare. 
Maddere partì lanciando un Pugno D’Ombra in allungamento verso Pikachu, facilmente schivato. “Chu!” mormorò lui saltando in aria e atterrando subito sulle sue quattro zampe. Caricò il suo attacco migliore e poi lo rilascio “Pikaaaa chuuuuuuuuu!!” contrattaccò con il suo Fulmine.
Anche Madddere però riuscì  a schivarlo elegantemente, facendo un veloce passo laterale. “De!” incominciò a ridurre le distanze correndo verso Pikachu.
Il topo per non darle vantaggio caricò un Attacco Rapido velocissimo che la prese in pieno petto sorprendendola “Pikaachu!” subito lei reagì afferrando Pikachu per la coda pronta a menarlo con un feroce attacco Carineria. 
I due iniziarono ad azzuffarsi, spostandosi in tutte le direzioni con una rapidità impressionate. L’area in cui si muovevano era piccolissima, caratterizzando quello scambio di mosse e schivate con movimenti molto riduttivi. Maddere cercava in ogni modo di colpirlo, mentre lui con piccoli ma rapidissimi balzi schivava ogni pugno, calcio e capocciata che gli arrivavano addosso. 
Si alzò una nuvola di polvere mentre la facce di Pikachu e Maddere ogni tanto sbucavano da esse lottando per avere la meglio. Il continuo movimento stancava entrambi, ma Pikachu aveva molta più stabilità e controllo dei suoi movimenti. La sua esperienza gli permetteva di risparmiare le energie. 
Era ora di sfruttare la situazione a suo vantaggio “Pika!!!” individuando un colpo meno poderoso degli altri, il topino subito afferrò per il braccio la yandere. Il colpo ricavato non fu per niente problematico e il sorrisetto sul volto del Pokémon elettrico fece subito sorprendere l’avversaria. 
“Pikaaaaaaa chuuuuuuu!!!” scaricò su di lei un violento Fulmine che le rizzò i capelli rosa. 
“Maaaaa!!” gemette lei inginocchiandosi. Era davvero terribile quella mossa se usata per fare volontariamente male, o per essere meno crudeli nel linguaggio, per arrecare danni in lotta. Indispettita dal nemico, Maddere incominciò a lanciare una serie di Palle Ombra tutte in rapida successione.
Il topo però era furbo e aspettando il momento giusto usò Codacciaio per respingerne una dritta sulla faccia della sua avversaria che di nuovo si ritrovò con le gambe all’aria e un dolore forte al corpo. 
Pikachu a differenza della sua rivale aveva dalla sua un fattore fondamentale: l'esperienza. Fu proprio quella a ricordargli le varie debolezze e resistenze di mosse, oltre che era sempre attiva la possibilità di respingere gli attacchi al loro creatore. 
Ne approfittò per colpirne un’altra sempre in direzione della yandere, preoccupata di respingere il suo stesso attacco con una coppia di Pugni D’Ombra. La forza impresa da Codacciaio però era enorme e i suoi pugni fantasma si infransero, lasciandola completamente in balia del suo colpo originale. 
Di nuovo si alzò una nuvola di polvere e gli spettatori furono costretti a coprirsi gli occhi per evitare di restare accecati. Quando questa si diradò Pikachu era in piedi mentre Maddere era a terra immobile. Questo significava una sola cosa... 
"Pikachu ha vinto!" disse Serena contenta per la vittoria del suo amico. Doveva essere sincera, aveva tifato Pikachu fin dall’inizio, nemmeno era necessario chiedersi il perché.
Ash sorrise, sapendo di aver ben riposto la fiducia nel suo Pokémon, Pikachu era perfettamente in grado di badare a se stesso, sfruttare le esperienze passate a suo vantaggio o inventare nuove strategie. La sua forza era incredibile come sempre. Era semplicemente fiero del suo Pokémon. 
Il suo sorriso svanì presto, notando che Pikachu però fissava ancora Maddere, sempre in posizione d’attacco o difesa, non capiva bene. Percepivano tutti una strana sensazione, la stessa anzi, peggiore, di prima con il Team Rocket. Un’aura sinistra si stava alzando. 
Il corpo di Maddere prese un colorito strano, l’atmosfera intorno a lei divenne violacea e nera. Un flusso si stava avvampando attorno a lei e i lacci dei suoi codini si strapparono, liberando così i suoi capelli lentamente. Questi  furiosi incominciarono a librarsi in aria come mossi da una forza propria e diventando di un colorito fosforescente. 
Pikachu si mise sulla difensiva ma subito venne colpito alle spalle con un tremendo pugno che non sentì o vide arrivare, facendolo volare via. Guardò dove prima era Maddere, ma ora lei non c’era più. In agitazione provò a riconcentrarsi, ma prima di poter stabilirsi di nuovo sentì un altro pugno lanciarlo in aria, un altro ancora prima di toccar terra lo colpì e andò avanti fino a che non collise con il terreno “C-Chu!”
Lentamente e con fatica aprì gli occhi e vide uno spettacolo terrificante. Anche Ash e gli altri erano sbalorditi da tutto ciò. Davanti a loro sembrava ci fosse un altro Pokémon, decisamente più inquietante e sinistro.
"C-Che è successo!?" si spaventò Serena vedendo la creatura simile ma anche differente allo stesso tempo. Maddere era diventata una versione grottesca di se stessa. I capelli fluttuavano in aria come impazziti lampeggiando in varie gradazioni di rosa focoso, i suoi occhi a cuore si erano ridotti a due fessure sinistre e denti aguzzi erano spuntati dalla sua bocca: sembrava un vero demone in gonnella. 
Ash incuriosito da tutto ciò prese mano al pokédex cercando di capire cosa stesse succedendo:
"Maddere, Forma Ferox. Le Maddere hanno una peculiarità speciale; quando sono in difficoltà o si sentono minacciate da qualcosa o qualcuno il loro meccanismo di autodifesa interno fa nascere una seconda personalità molto più violenta, irascibile e decisamente superiore come forza rispetto alla precedente. In questo modo l'avversario viene colto alla sorpresa o addirittura spaventato. Tuttavia a fine battaglia, quando ritornano al loro stato originale, rimangono senza la minima cognizione di cosa sia successo. Si consiglia cautela se per qualche motivo ci si trova nel loro mirino durante una fase Ferox"
"E' pazzesco..." disse soltanto per poi giungere le mani davanti alla bocca e gridare "Fa attenzione Pikachu! Maddere non è da prendere sotto gamba!"
Come se Pikachu non se ne fosse già reso conto, se normalmente era già una mina vagante ora gli ricordava una bomba nucleare in continuo scoppiettamento. O come un chiodo fisso che veniva colpito di volta in volta e tormentava con il suo dolore. 
Si rialzò ma Maddere lo caricò di nuovo colpendolo ad una zampa. Il topino non poté far altro che stramazzare a terra di nuovo. "MA MA MA MA RERERERERERERE!" strillava impazzita la rivale mentre si lanciava in un altro feroce attacco.
Stavolta Pikachu aspettò l’ultimo momento e si lasciò rotolare su se stesso per schivare più in fretta ed evitare un secondo attacco diretto. Il problema era che sapeva che prima o poi non avrebbe retto quelle cariche extra veloci.
Si rialzò giusto in tempo per schivare un altro pugno che gli stava arrivando da destra. Poi incominciò a correre verso la sua avversaria cercando di colpirla durante il suo stesso attacco nel momento in cui si trovava scoperta. Maddere però svanì  ai suoi occhi, sparendo nel nulla. 
Si guardò in giro, non vedendo nessuno, ma qualcosa lo sorprese alle spalle e lo colpì da dietro afferrandolo in una morsa fantasma. Piegò appena la testa per incrociare il suo sguardo perfido, sentendo un brivido percorrergli tutto il corpo. Era bloccato e non lo shock per quella scena non lo aveva lasciato libero di pensare a come fuggire. 
La yandere prese fiato e… “MAAAAAAAAAADDDDEEEEEEEEEEE!!!!!!!!” urlò generando una tremenda onda sonora che colpì il povero topino e anche parte di campo, sollevando polvere e frasche degli alberi. Il Pokémon elettrico strinse i denti e chiuse gli occhi cercando di sopportare tutta la potenza. Rimase aggrappato al terreno e pensò ad una soluzione per salvarsi e poi contrattaccare. Con la coda dell'occhio vide un ramo di un albero abbastanza grosso sopra la sua testa e quella di Maddere. 
“Pikaaa chuuuuuppiiii!!!” Lanciò Energisfera su una zona marcia tranciandolo di netto e il ramo precipitò su di loro, colpendo in pieno la testa della rivale ed interrompendo il flusso sonoro che stava generando. In un attimo lui si spostò ed evitò di essere bloccato dal ramo caduto che ora aveva di sicuro fatto irritare ancora di più Maddere. 
Il bersaglio della sua rivale era lui e solo lui soltanto, se riusciva a imbrogliarla forse la vittoria sarebbe stata sua. Respirò profondamente dando a tutti l’impressione che stesse preparando un attacco super potente… ma si sorpresero quando alla fine rimase fermo e iniziò a farfugliare qualcosa per loro incomprensibile. 
I Pokémon capivano, bastava lo facesse Maddere, che a quanto pare sembrava percepire in pieno il messaggio. Pikachu continuò con la sua tattica e provocò la sua avversaria facendola la pernacchia. L'effetto fu come quello di un toro che vede il drappo rosso del torero. La Pokémon di tipo spettro/folletto lanciò un altro terrificante urlo che Pikachu schivò abbassandosi a raso terra. 
L'impatto bucò un tronco senza però romperlo del tutto. Poi il topo continuando a schernirla iniziò a girarle intorno mentre il demone in gonnella continuava a urlare come impazzito. La ferocia della sua onda sonora colpiva tutto meno che Pikachu e in rapida successione face collassare una serie di tronchi. “DEEEEEREMAAAAAAAAAAAAAAA!!!”
Pikachu si avvicinò nel momento in cui la yandere recuperava il fiato ormai perso. Lei provò a colpirlo con due Pugni D’Ombra ma il rivale li attese. Appena più vicini li afferrò con le zampe prendendo il tempo necessario per non fari colpire dagli artigli delle mani ombrose, poi con tutta la forza li girò su se stessi , di conseguenza facendo girare anche la sua rivale. Era molto simile alla tattica di Leafala e Spectrelish della lotta contro Romina. 
Maddere incominciò a perdere stabilità e cognizione visiva, tutto intorno a lei girava come una trottola.
“Ka!” Pikachu saltò su di lei  mentre era ancora intontita e lanciò un Fulmine a cupola che andò a scagliarsi contro tutti i tronchi nell'area sopra di loro. 
Quando Maddere si riprese dallo stordimento vide soltanto una pioggia di legno massiccio piombare su di lei sommergendola completamente nell'impatto.
Si sentì il collassare della struttura naturale e quando tutti guardarono stavolta Maddere era davvero K.O. 
Pikachu aveva vinto. 
“Pikaaa!!” Esultò lui saltando in aria con allegria. Il suo festeggiamento durò breve, vista la stanchezza che lo prese e lo costrinse a sedersi sull’erba. Era stanchissimo, certe giornatacce avrebbero dovuto essere proibite per legge. Anche se da adesso quella giornata sarebbe stata adorata per un’impresa davvero importante: liberarsi di Maddere una volta per tutte. 
“Sei stato grande Pikachu!” Si complimentò Ash abbracciandolo “Sapevo che ce l’avresti fatta, sono davvero fiero di te! Puoi benissimo cavartela da solo se serve!” 
Il topino arrossì, sentendo un’altra marea di commenti arrivare a sommergerlo e tante carezze gentili da parte di Ash e Serena. 
Poco più distante invece Maddere stava riaprendo gli occhi. La sorpresa la colse quando si ritrovò sommersa da un gruppo di rami enormi. Si sentiva disorientata, non ricordava nulla di ciò che era successo nella lotta, o almeno nulla dopo un breve inizio. Come mai Pikachu pareva così feli-…
Aveva perso, ecco perché.
Non sapeva come, non sapeva perché… ma era così. Questo significava che avrebbe dovuto dire addio per sempre al suo adorato Ash, come aveva promesso. 
Il gruppo di amici si avvicinò a lei e la approcciò. Ash con un sorriso si complimentò con lei per la bella lotta, apprezzando le sue doti da lottatrice “Quando vuoi lottare sai tirare fuori una grande grinta! Complimenti, è stato uno spettacolo! Anche se immagino che ricorderai poco…”
“Già, come dice il pokédex le Maddere dopo essere entrate nella loro fase più feroce ed essere tornate normali… dimenticano tutto” confermò Serena comunque anche lei complimentandosi per l’impegno che entrambi avevano messo. 
Maddere fece una smorfia con la testa bassa, solo visibile a Pikachu, che inizialmente aveva quasi scordato il patto. Ora che però aveva ancora sentito l’allarme Serena all’allerta non c’era alcuna chance di cambiare le cose. “Pika chu pi! Kaka!” disse con aria seria, sporgendosi appena. Il suo sguardo pareva serio e deciso. 
Lei sentì una stratta al cuore, la sconfitta faceva male, soprattutto contro uno sgorbio del genere che nemmeno meritava il suo principe azzurro. Ora nessuno avrebbe difeso il ragazzo da Pikachu e Serena… e lei non lo avrebbe rivisto mai più. 
Si alzò, scrollandosi di dosso la polvere e sbattendo appena la gonnellina. Ash e gli altri la guardarono confusi ma non dissero nulla, fino a che lei non mormorò qualcosa e si girò pronta ad andarsene. 
“Uh Maddere stai andando via?” chiese lui non capendo bene il gesto, visto che di norma si separava a fatica, mentre ora sembrava quasi rassegnata all’idea di doversene andare. 
La yandere rispose annuendo e tornò a camminare in direzione opposta, sotto lo sguardo severo ma quasi sollevato di Pikachu. Non era per essere cattivo, ma la sua priorità era mantenere l’armonia nella squadra e proteggere Serena. Se Maddere impediva queste due cose allora doveva occuparsene lui, non c’era chissà quale soluzione, anche perché Ash e gli altri suoi amici non sapevano nulla e Pikachu per ora non sentiva la necessità di essere infame e svelare tutto. 
La Pokémon iniziò a velocizzare per allontanarsi sempre di più e sparire prima di pentirsene “D-Dere…” pensò nella testa… era un addio. 
Un addio al sorriso stupendo del suo principe, alla sua voce e il suo spirito solare. Il suo eroismo e gentilezza. Avrebbe sentito la mancanza del suo posto sulla sua spalla, la mano che le toccava la testa per congratularsi e i momenti in verità inesistenti ma per lei esistiti d’amore tra loro. 
“D-Dere… [A-Addio…]” pianse ancora nella sua testa per l’ultima volta.
“A questo punto perché non ti unisci a noi?”
Non credevano di aver sentito bene i due Pokémon, perché così dal nulla la voce di Ash aveva parlato e sembrava una frase assolutamente inaspettata. Qualche minuto servì ai due per concepire bene il significato di quelle parole, scatenando poi una reazione all’apparenza simile, ma nel profondo completamente opposta.
“PIKA!?”
“DERE!?”
Pikachu guardava Ash con sguardo di disapprovazione completa. No, no, no… cosa diavolo gli saltava in mente? Chiederle di viaggiare con loro!? In pratica catturarla e sorbirsela per il resto dei suoi poveri giorni!?
Per Maddere invece era come un sogno che si realizzava. Il suo amore voleva chiederle di unirsi a lei in un legame per lei eterno ma che non era nemmeno lontanamente considerabile un matrimonio? Come poteva dire di no? Il suo principe la stava chiamando.
Lui si grattò la testa di fronte ai due Pokémon esplosi “Beh si, in fondo ogni volta sei così eccitata quando ci vedi e finiamo per incontrarci. Se ti separi da noi lo fai in malavoglia, a questo punto ti conviene seguirci nel nostro viaggio! Potresti venire con me, sai quando lottavi prima eri formidabile e penso che con molto allenamento e impegno riusciremo a sfruttare la tua forza grezza e trasformarla in un’arma vincente per le future lotte in palestra!” dichiarò con determinazione stringendo un pungo. 
La verità era che non sapeva minimamente cosa stava facendo, l’errore madornale che Pikachu aveva voluto evitare con tutte le forze e per un soffio era quasi scampato. Dopo una giornata di sofferenze come poteva fargli questo? Era come firmare un patto con il diavolo. Era una condanna eterna.  “PIKA!? CHU PI!?” contestò ancora Pikachu. 
Non faceva parte del patto che avevano stabilito. Non era così che funzionava, non era valido. Tuttavia pensandoci bene, lei aveva solo aderito a non inseguirli più e andarsene, era Ash che qui la voleva catturare. 
“So che voi due non sembrate andare molto d’accordo, ma lavoreremo anche su questo! Dopotutto siamo tutti una squadra e ancor di più una famiglia. Se ci son problemi tra di noi basta provare a risolverli!” Guardò entrambi “Allora, siamo d’accordo?”
“Deredere!” disse lei con un sorriso che pareva buono e dolce. Pikachu continuò a fissarla borbottando qualcosa per rispondere ad Ash, ma non perse mai il suo contatto visivo con il corpo della Pokémon che pian piano si girò e gli rivolse un ghigno crudele. 
Il Pokémon assunse un’espressione dura, sentendo i geloni nel corpo. Aveva un bruttissimo presentimento, quella Pokémon sembrava solo un piccolo e sciocco contrattempo, un problemino che avrebbero sopportato, la solita fangirl…
No… non era così… 
“Perfetto!” Ash prese una pokéball dalla tasca e la ingrandì, pronta per catturare Maddere. 
“Pikapi… [Ash…]” pregò Pikachu con la mente “chu pipi… [ripensaci bene…]” Era un grosso sbaglio.
Avvicinò la pokéball alla testa di un’entusiasta Maddere…
“Chuuu… chuchu [Non fare un errore… di cui ti pentirai]”
Sempre più vicina…
“Pi…pi… [ti prego…]”
*tick* collise con la testa di Maddere. Lei fu circondata da un’aura rossa, ma le bastò un attimo… il fuggente secondo prima di essere risucchiata… per dare un ultimo sorriso minaccioso a Pikachu. Poi bastò un click per confermare il tutto… 
“…” abbassò le orecchie Pikachu con disagio.
“Evvai!! Ho catturato una Maddere!!” esultò Ash, senza accorgersi che il momento di esultanza del suo migliore amico non arrivò mai.
Perché Pikachu non poteva festeggiare, non se la sentiva di farlo. Non si trattava solo di fastidio, gelosia… sapeva che la squadra ne avrebbe risentito… Serena ne avrebbe risentito. Lo sguardo di Maddere riapparve nella sua testa. 
Non era nulla di buono.

E-E… beh… così adesso Ash ha una nuova addizione al suo team: Maddere. Certo è una sorpresa che alla fine si sia unita a gruppo, ma forse Ash riuscirà a tirar fuori il buon potenziale prima che il presentimento di Pikachu si avveri? E’ davvero possibile una via positiva in tutto questo? Per scoprirlo restate con noi… perché è solo uno dei primi e tanti cambiamenti in arrivo… 
E perché in fondo
Il viaggio continua…

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Capitolo 34
*** Episodio 31: Serena qui, là, su, già… è davvero lei? Malato di cuore, non di testa! ***


Episodio 31: Serena qui, là, su, già… è davvero lei? Malato di cuore, non di testa!
 
 
Con una nuova aggiunta nella squadra di Ash, sebbene il disappunto di Pikachu per questa sua scelta, il nostro gruppo di eroi fa sosta nella cittadina di Zenzidia, sempre con in viaggio per la loro nuova meta.
 
"Confesso che non vedo l’ora di arrivare nella prossima città per fermarci al Centro Pokémon” disse Ash stiracchiandosi le braccia.
"A chi lo dici!" lo assecondò Lidia imitandolo "Dormire all'aperto è sempre stupendo ma dopo un po' la senti comunque quell'irrefrenabile voglia di sdraiarti su un bel piumone… come quelli della pubblicità! Quella con il Musharna!"
“Certo! Mia mamma quando guarda i suoi programmi di cucina a volte vede la pubblicità. Quelli si che sono proprio dei signori piumoni!" sorrise Ash catturando con lo sguardo il suo amico elettrico, pareva avere due borse sutto occhi "Tranquillo Pikachu" gli disse "Finalmente ti potrai distendere in pace e tranquillità" finì con l’accarezzarlo un po' sulla testa. Non capiva bene cosa lo turbasse tanto durante il sonno, ma a breve avrebbero dormito su un letto comodo.
"Cha..." sbadigliò debolmente l'amico. Quel che Ash non sapeva era che da un po' di giorni, ogni notte puntualmente, Pikachu aveva degli scatti di ansia e saltava in aria dal suo sonno per fissare con ossessione la sfera poké contenente l'ultima arrivata nella famiglia. Non aveva idea di cosa avesse combinato catturandola.
"Zenzidia è piccolina ma almeno possiamo fare spesa e rifornirci di cibo e materiali. Ci sono molti mercatini” disse Serena consultando la mappa del suo pokédex. 
“Peccato che qui non ci sia un centro Pokémon con delle stanze per la notte…" si intrufolò nella discussione Brock. 
Lidi lo guardò male e scosse la testa "Per vedere una certa persona e rimanerci tutta la notte?" sbuffò la detective cogliendo subito al volo le intenzioni del ragazzo più grande. 
"Uh!? No, no, no! E' che dopo questi giorni volevo fare un check up più approfondito ai nostri Pokémon e con mio grande rammarico non posso!" mise le mani avanti lui cercando di negare il tutto. 
"Come no..." rispose alzando le mani l'amica. 
Infatti come volevasi dimostrare la deduzione della ex capopalestra di Collinopoli era più che corretta. Neanche mezzo secondo era passato da quando erano entrati nella struttura che già si sentiva puzza di provolone all'opera. 
"Joy, oh Joy se solo potesse curarmi questa malattia che da mesi e mesi ferisce nel mio uore, sono sicuro che lei brava com’è troverà la cura a queste mie penEEHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!" disse mielosamente il dottore prima di strillare come al solito quando le fauci del mastino infernale che ogni volta rompeva il suo paradiso si serrarono nel suo didietro. 
"U-Uh come posso aiutarvi?" disse l'infermiera cercando di riprendersi dall'accaduto.
"Se possibile potrebbe dare un’occhiata ai nostri Pokémon?" chiese l'allenatore mostrando le sue sfere poké.
"Certamente!" sorrise la donna mentre il suo assistente Wigglytuff preparava la barella con il porta pokéball. I ragazzi posarono le loro sfere e Lidia si prese la briga di farlo pure per Brock, visto il suo stato di semi incoscienza. Pikachu saltò su di essa e salutò con la zampina "Vi conviene aspettare li in sala di attesa mentre eseguo i controlli! Potete trovare un po'  di tutto per ingannare l'attesa!"
Il gruppo seguì il consiglio dell'infermiera e decise di intrattenersi ognuno in modo diverso. Lidia corse subito all' edicola del centro medico per procurarsi l'ultimo numero del suo fumetto preferito mentre Ash armeggiava con il pokédex, sfogliando con curiosità le pagine elettroniche dell'enciclopedia. Serena invece preferì andare nella zona aperta del centro a prendere una boccata d'aria. 
Ash vide l’amica allontanarsi ma non le andò subito dietro. Aspettò un po' di minuti e Pikachu tornò da lui balzando allegramente sulla sue zampine. Ora si che sembrava molto più attivo. Non si fermò troppo a pensare a cosa fare perché nella sua testa fu chiaro già il prossimo obbiettivo. 
Solo con Pikachu in spalla il ragazzo lasciò il centro Pokémon e andò alla ricerca di Serena. Nel giardinetto dell’edificio non c’era traccia della ragazza. Probabilmente era andata in paese a fare un giro, anche se non era sicuro fosse una buona idea lasciarla per conto suo. 
La cercò per qualche minuto, controllando ogni persona a cui passava accanto. Ci volle qualche minuto prima che iniziasse a salirgli un piccolo livello di ansia “Accidenti… dove è finita?”
"Al ladro! Al ladro!" urlava una vecchina mentre una figura indefinibile sembrava intenta a strapparle di mano una borsetta. 
Il ragazzo non perse tempo, girò la visiera del cappello all’indietro e si precipitò subito in aiuto della povera signora anziana che ormai aveva perso la presa ed era a terra, faticante a rialzarsi. "Che è successo!?" chiese preoccupato mentre aiutava la signora q rimettersi in piedi.
"Q-Quel mascalzone m-mi ha rubato la borsetta!" ansimò la donna mentre puntava il dito verso la direzione in cui il suo assalitore era fuggito. Ash generoso come era si propose subito di aiutarla a corse a recuperare la borsa.
Serena nel frattempo camminava in solitudine tra le bancarelle del paesino. Si era fatta pensierosa, ancora con la testa sull'incidente avvenuto in precedenza. Con il passare dei giorni il dolore sembrava essersi acquietato ma lasciava comunque una cicatrice che ancora faticava a rimarginarsi. 
"Perché? Perché si è comportata cosi?" si sforzò di pensare cercando una soluzione. All'improvviso una piccola folata di vento la colpì alzando il suo cappello che incominciò a prendere il volo.
"Il mio cappello!" si sorprese la ragazza vedendo il capo d’abbigliamento allontanarsi "A-Aspetta torna qui!" disse cercando di acciuffarlo mentre quest'ultimo si allontanava sempre di più...
Poco dopo Lidia e Brock si erano riuniti. La detective stava cercando di far appassionare il dottore alla sua lettura preferita, dato che Ash e Serena si erano dimenticati di riprendersi i loro Pokémon tranne Pikachu. "Vedi? Il bello è che lui non può farsi riconoscere altrimenti la banda di criminali che lo crede morto lo rintraccerebbe!" disse Lidia con gli occhi che brillavano dall'entusiasmo.
"Uhm... e quindi mi stai dicendo che tutto ciò è causato da una particolare polvere di qualche Pokémon raro che ha avuto un effetto ringiovanente invece di eliminarlo..." cercò di sforzarsi di capire Brock mentre nella sua testa provava ad immaginarsi la scena, aiutato dalle vignette del libricino “La cosa che mi lascia perplesso è che ovunque lui vada c’è della che muore. È tipo il simbolo della malasorte e delle disgrazie… avrà decimato la sua regione.
“Beh tecnicamente sono esigenze di trama… o non ci sarebbero misteri!”
"Mmmh... a proposito di misteri, Ash e Serena non sono ancora tornati e abbiamo ancora le loro borse e Pokémon" la interruppe lui. 
Si sentì una voce chiamare da lontano, alzarono gli sguardi e videro Ash venire incontro a loro. Subito quando si fermò si scusò con loro per la sua sparizione, massaggiandosi la testa con un po' di fiatone. "Scusate, un'anziana era stata scippata e così ho inseguito il rapinatore"
"Ash! Non sai che è pericoloso? Pensa se era armato!" Lo rimproverò Lidia, sapeva bene che un inseguimento poteva ritorcersi contro a chi lo effettuava.
Brock scosse la testa "Domanda inutile se rivolta ad Ash..." pensò lui attendendo la fatidica risposta.
"Beh ho agito d'istinto e non è successo niente! Dovevo pur aiutarla!" Ridacchiò ricevendo qualche sguardo perplesso dai suoi amici "Tanto Pikachu ha risolto tutto con un bel Fulmine! L'ha steso in pochissimo tempo!" 
"Pika!" Esultò lui godendosi il complimento. Per fortuna Maddere stava per la maggiore nella sua sfera. O sarebbe stato un inferno totale anche quel caso e addio complimenti.
Il ragazzo si guardò attorno, sembrando confuso e alla ricerca di qualcosa o meglio qualcuno. Si voltò verso i suoi amici e domandò loro “Uhm… Serena non è tornata da voi?” osservo la borsa dell’amica appesa al braccio sinistro di Lidia. 
"A dire il vero non l’abbiamo vista. Credo si sia allontanata dal centro mentre eravamo impegnati" iniziò Brock ricevendo subito uno sguardo omicida da Ash, impedendogli di dire altro. Non trovava altre parole, si sentiva in effetti nel torto, quindi non valeva la pena difendersi. 
"Vuoi... dirmi... che non vi siete domandati nulla in tutto questo tempo!? Almeno io la stavo cercando!" Alzò appena la voce lui freneticamente. Sembrava davvero infastidito dalla questione. "Mi fido di Serena e so che può allontanarsi benissimo da sola, ma con tutto quello che accade ultimamente preferirei starle accanto appena riesco e non correre il rischio che venga colta alla sprovvista dal Team Rocket mentre non ci siamo per aiutarla!” 
Lidia lo calmò un attimo, facendolo stare fermo "Lo sappiamo... e sappiamo anche che non vuoi che lei sia triste e sola"
"Esa-..."
"Però un po' di tempo per se stessa può farle bene. Altrimenti non ne uscirà mai" lo interruppe la detective con tono comprensivo e quasi materno. Non poteva aspettarsi di riuscire sempre a risolvere tutto "Come tu hai avuto il tuo tempo dopo quella faccenda di Malamar, lei ha bisogno del suo"
Rimasero un attimo in silenzio, quando lui ricominciò "Questo lo capisco bene e so che star da soli aiuta in tanti casi, l'ho provato sulla mia pelle, ma non sempre funziona. A volte serve l'appoggio dei nostri Pokémon o degli amici... o di se stessi. Lei crede di essere un'allenatrice incapace e non è una cosa che può risolvere da sola questa. Non cambierà idea solo pensandoci con una camminata, per quanto vorrei il contrario"
"Beh allora il compito spetta ai suoi Pokémon" rispose Lidia.
“I Pokémon che non ha con sé!?” sclerò lui. Non era iperprotettivo... si preoccupava come ogni amico dovrebbe fare. Esatto... come amico...
Riuscirono a convincerlo a sedersi un attimo in attesa di qualche notizia. La borsa era lì, quindi Serena non aveva il pokédex per contattarli così come non aveva Pokémon per difendersi. Pian piano l'attesa spazientiva Ash che tambureggiava le dita sulle gambe. "Perché non arriva?" pensò lui con una mano portata alla testa in frustrazione. 
“Ora basta!” Si alzò in piedi e mise lo zaino sulle spalle “Vado a cercarla ancora e stavolta la troverò! E’ passato troppo tempo!!" proruppe squarciando il silenzio generale di tutti. 
“Magari è tornata al centro Pokémon? Potremmo controllare” propose Lidia ora un po' preoccupata. In effetti era passato un bel po' e avrebbero già dovuto aver notizie. 
"Forse è meglio separarci" replicò l'allenatore "Così facciamo prima e controlliamo più aree del paese, io posso andare avanti a cercare qui in giro, mentre voi tornate al centro e cercato nelle vicinanze”
"E' una buona idea..." confermò Lidia “Tanto sappiamo come contattarci in caso di necessità”
Detto questo le loro strade si divisero. 
"Pika..." disse Pikachu guardandolo, sentiva abbastanza odori e di sicuro tra essi quello di Serena ma era confuso e non sapeva bene dove guidare il suo allenatore, che cominciava a preoccuparlo seriamente “Chu?”
"Si forse hai ragione, sto esagerando un po' e sembrerò ossessivo, ma davvero ho paura che Serena possa correre dei rischi da sola. È ovvio che non sia al massimo ancora, specie dopo quello che è successo ad Amatripoli e so bene quanto possa essere rischioso avere il morale a terra. Ho rischiato più volte di perdere te o di rimettere me stesso solo perché ero giù di tono" 
"Ka pi..." 
"Serena è forte, forse la più forte compagna e amica che abbia avuto, però in momenti come questi gli amici sono fondamentali e finché li hai al tuo fianco andrà sempre meglio. Per questo non ho intenzione di lasciarla"
"Chu pi" annuì il topino comprendendo il suo migliore amico. Ash era fatto così e le sue parole erano sensate. Giustificata era pure l’eccessiva affezione che provava in quel momento per la ragazza. "Ka chu"
I due andarono avanti con le ricerche, ma continuarono a non trovarla. Chiesero in giro alle persone se avevano visto la performer ma nessuno riuscì a rispondergli. 
Ash cominciò a diventare sempre più perplesso e frustrato. Per fortuna la camminata lo aveva calmato, perché sapeva di comportarsi un po' diversamente dalla norma. "Oggi non ne va bene una! Prima la vecchietta scippata, poi Serena svanisce nel nulla come usando Teletrasporto e ora questo...” sospirò e poi raccolse un po' di aria “Serena dove sei!?" gridò non riuscendo più a trattenersi. 
"Cercavi me?" disse una voce alle sue spalle. 
Ash e Pikachu si girarono di sobbalzo, dietro a loro c'era proprio la biondina, che li guardava come se niente fosse. Sembrava tranquilla, con le mani dietro alla schiena nella sua posa più consueta. Forse troppo consueta?
"Eccoti finalmente!" tirò un sospiro di sollievo il ragazzo "Temevo che..." 
"...Che fossi diventata improvvisamente invisibile?" disse lei interrompendolo con una risatina. 
Ash rallentò di colpo e rimase stordito dalla repentina risposta dell'amica, fece fatica a ritrovare le parole "No è che..." provò a dire ma subito venne di nuovo interrotto da lei "Su dai andiamo! Che gli altri ci aspettano!" e quest'ultima presa la mano dell’allenatore e lo trascinò con sé verso il centro Pokémon “Lidia e Brock ci staranno aspettando!”
Ash e Pikachu si diedero una fugace occhiata, il topo fece spallucce non sapendo nemmeno lui come spiegare questa improvvisa vitalità della loro amica.
"Niente?" Chiese Brock mentre controllava dietro ad una porta di uno sgabuzzino.
 "Niente" confermò Lidia mentre riponeva nella tasca la sua fidata lente. 
"Cavolo" si morse la lingua il dottore "Ma dove può essersi cacciata? Insomma per quel poco che la conosco non mi sembra la tipa da sparire chissà dove..." 
"...Quella è più una caratteristica di Ash..." affermò Lidia sospirando.
"...Già, quello è più tipico di Ash quando si eccita per qualcosa. Serena mi sembra molto più pacata e ragionevole" sorrise Brock pensando all'amico poi aggiunse "...Senti ma davvero credi che..." 
"...Che Ash abbia una cotta per lei? Non ne ho idea, è difficile capirlo. A volte lascia talmente tanti indizi per portarci a capirlo che sembra sia perdutamente perso per lei. Altre volte invece ti sembra sia semplicemente la sua natura semplice, innocente e amichevole”
“…” Brock rimase silenzioso, incrociando le braccia e piegando appena la testa di lato. Sembrava così strano parlare di questo a proposito di Ash.
“A volte sembra un Pidove colpito da Attrazione, altre volte un semplice Bidoof. Non so nemmeno se lui stesso se ne renda conto. Tuttavia può essere divertente vedere come reagisce, so per certo che Serena è innamorata di lui. Se la prendo in giro cerca di calmarmi ma non nega mai nulla. Io spero per lei che Ash ricambi o che almeno possa accorgersi di questo prima o poi perché li trovo perfetti assieme… oltre che ha bisogno di qualcuno di paziente e amorevole che lo tenga d’occhio”
“Su questo hai ragione, ma in anni in cui ho viaggiato con lui i casi in cui ha mostrato interesse romantico per le ragazze sono stati pochissimi. Forse all’inizio della sua avventura, poi credo che il suo sogno lo abbia totalmente offuscato da quella questione. Lo conosco bene… abbastanza per dire che l’amore è un arcano ormai”
Lidia chiuse un attimo gli occhi e fece un piccolo mugugno mentre ragionava. Poi li riaprì e lo guardò confusa “Scusa posso chiederti una cosa?”
“Certo”
“Tu non viaggi con lui da anni, no? Ad Unima e Kalos non c’eri e sono stati quasi 4 anni di distanza tra voi due, no?” domandò curiosa.
“Beh… si, ma con questo cos-…”
“Allora come fai ad escludere che qualcosa sia cambiato in tutto questo tempo?”
“Beh io…”
“Il tempo cambia molte cose, Ash è cresciuto e ora ha 18 anni. Prima o poi tutti devono andare avanti e i cambiamenti fan parte della vita. Lui è come tutte le altre persone, non è differente sotto questo punto di vista. Quindi il fatto che abbia aperto gli occhi e il cuore sulla questione dell’amore non mi pare tanto impossibile. Per te magari questo sembra un totale capovolgimento, ma magari la cosa si è sviluppata più lentamente durante la tua assenza”
Brock non seppe come rispondere a quell’affermazione, perché era totalmente vero. Ancora una volta gli si era posta davanti l’evidenza che lui poteva non conoscere più al 100% il suo amico. I loro discorsi filosofici sulla recente condotta del loro amico vennero interrotti da una voce che impedì ogni continuazione. 
"Ehi eccoci qua!" disse Serena mentre trascinava un Ash ancora un po' scosso. 
"Grazie ad Arceus" sospirò Brock guardandoli "Ma dove eri finita?" 
"Oh beh ero andata curiosare un po' in giro... e mi sono spaesata" disse lei scusandosi con gli amici. I due rimasero altrettanto stupiti da questo slancio di positività da parte di Serena, poi guardarono Ash che sembrava portare la loro stessa espressione. 
Fu dunque Lidia a prendere la situazione in mano. "Scusate, ma posso prendere Serena un attimo in prestito?" detto questo trascinò l'amica lontano dai due maschi e iniziò a parlarle a voce bassa ma un po' preoccupata. 
"Sicura di stare bene?" 
"Sicuro!" confermò la performer con troppo ottimismo "Mai stata meglio!" 
"Uh… Sicura, sicura? Cioè dopo quello che è successo le tue parole mi lasciano un po'…" 
"Alla fine ho capito che in fondo è una cosa che è successa e non posso farci nulla. Non devo guardare al passato, ma al presente e al futuro. L'ho capito mentre stavo un po' da sola a pensarci su. E’ dura ma non voglio siate condizionati dal  mio malumore, non serve a niente e anzi come dice Ash il sorriso è la migliore cura per le ferite più gravi! Mi spiace solo di essere stata un po' deprimente questi giorni"
"Hmmm... discorso tipico di Serena, specie con quello che dice su Ash" pensò Lidia "Forse ho solo preso un abbaglio..." poi si rivolse all'amica "Beh, per lo meno questa brutta fase è passata e la cosa non può che rallegrarci! Amatripoli ce la siamo messi alle spalle, non ci resta che andare avanti!" 
"Hai perfettamente ragione!" confermò Serena "Ora perché non andiamo dagli altri? Ci staranno aspettando no?"
"Si hai ragione" sorrise Lidia "Andiamo dai!"
Lidia si avvicinò a Brock e iniziò a dirgli qualcosa all'orecchio. Qualunque cosa fosse sembrava che solo loro due ne fossero a conoscenza e ciò lasciò perplesso Ash. Ancora più strana fu poi la reazione di Brock che subito inarcò le sopracciglia e imbarazzato annuì. 
"Pardon?" Domandò Ash sentendosi coinvolto.
"Niente" rispose Lidia con nonchalance "Beh, visto che Serena è a posto direi di continuare! Finalmente una nota positiva in questa triste melodia risuonata nei nostri giorni recenti!"
Ash voltò lo sguardo verso Serena e i suoi occhi si strizzarono nel vedere quel sorriso e occhi brillanti. C'era qualcosa di strano, erano dello stesso azzurro, con tanta luminosità... ma per qualche motivo non riusciva a perdersi dentro, sentire tutte quelle emozioni e leggerli apertamente "... Brock, Lidia... con me un attimo"
"Ma come adesso anche tu le sedute privaaa-.." si sentì tirato Brock per l’orecchio verso il ragazzo e allontanato da Serena. 
Lidia li seguì curiosa e attese la parola di Ash "Che ti prende Ash?"
"Serena si comporta in modo strano" affermò lui lanciando un'occhiatina all'amica che sorrideva dolcemente anche se un po' confusa. Lui subito si rigirò e ignorò gli occhi da cerbiatto "Si, ve lo dico io! È troppo... positiva"
"Star da sola le è servito" fece le spallucce Lidia.
Il corvino scosse rapidamente la testa contrario "Vi dico che è strano... Serena non è così superficiale e anche se è forte trovo innaturale il suo ottimismo improvviso! Mi preoccupa..."
Detective e medico si scambiarono un'occhiata ambigua e poi tornarono ad osservare Ash con un pizzico di noia "Credo tu stia prendendo troppo la mano nel farle da bodyguard!" Gli fece notare Lidia con tono accusatorio.
Brock le andò dietro annuendo "Calmati un attimo e abbi fiducia in lei"
Ash sbuffò sentendosi leggermente ignorato. Non gli davano nemmeno il beneficio del dubbio, sembrava che lo prendessero per pazzo "..."
"Uhm... tutto bene?" Arrivò la voce di Serena da dietro e il corvino si girò con un mini broncio. Non era la stessa voce che lo faceva girare con entusiasmo quando lo chiamava.  Non gli pareva fosse la sua immaginazione.
"Tutto bene!" Rispose Lidia senza badare al sussulto contrariato dell'allenatore "Pensavo di andare in una della aree appena fuori dal villaggio e cucinare qualcosa. Il signorino qui è affamato e vorrebbe mangiare qualcosa di particolare"
"Qualcosa di particolare uh? Posso dare una mano? Ho voglia di rimettermi ai fornelli" chiese il permesso a Brock, che rivestiva il ruolo di capo cuoco del gruppo.
"Certo!" Confermò lui.
Serena sorrise dolcemente e strinse a sé la borda appena passatagli da Lidia e fece cenno alla detective di guidarli. La ragazza più grande si fece seguire e portò gli amici dove avrebbero mangiato con tranquillità, sempre in compagnia di un Ash prettamente imbronciato e dallo sguardo truce. 
Quando si fermarono ognuno pensò a fare qualcosa per aiutare. Ash e Lidia prepararono il tavolo, mentre Serena e Brock si diedero alla cucina. Brock notò con piacere che anche dal modo in cui la compagna cucinava e trattava gli alimenti  il suo umore era nettamente migliorato. Non sembrava più così triste o delusa di se stessa e questo faceva di sicuro piacere. 
Presto anche Ash avrebbe capito e si sarebbe dato una calmata con l'iperprotettività. In un certo senso era certo che Lidia stava pensando alla stessa cosa e che avrebbe voluto che Ash usasse quel tipo di ossessione per altro. Un brivido lo avvisò e decise di cambiare pensieri. 
Ash nel frattempo guardava con la coda dell'occhio la kalosiana, senza notare la stessa Lidia che faceva lo stesso con lui. Il ragazzo era sicuramente senza speranze. 
Una volta tutto pronti si misero a tavola per mangiare, sempre con un'aria di lieve disagio causata da Ash. Non perdeva di vista Serena un attimo, qualunque movimento facesse gli puntava gli occhi addosso rendendolo davvero inquietante. 
Cacciò una polpetta in bocca, ammettendo mentalmente fosse buona, ma mancava qualcosa. Serena riusciva sempre a metterci dentro un non so che e lo faceva sentire a casa. Per quanto fosse eccellente se non sensazionale quello che aveva in bocca... non gli dava una completa sensazione di affetto.
"Ok, è davvero buono" ammise allentando appena la tensione e facendo sorridere i compagni. 
Brock e Lidia si alzarono e avvisarono i due "Andiamo a prendere da bere... voi continuate pure" li incitò Lidia con malizia.
Ash abbassò appena la testa con un lieve rossore, mentre Serena ridacchiò nervosamente. Quando i due furono soli si sentì un inconfortevole silenzio. Ash la squadrò per qualche attimo, abbassando di colpo il suo livello di stalkeraggio appena lei gli rivolse un dolce sorriso. Lui deglutì leggermente e la guardò con una strana paura... se si poteva definire quella. Il cuore batteva appena più veloce della norma. Prese la forchetta e azzannò un altro boccone per distrarsi, quando la voce dell'amica parlò.
"Sai..." si avvicinò lieve al suo orecchio, le labbra gli sfioravano i lobi e sentì le pelle d'oca. Improvvisamente Ash smise di masticare ma non si mosse di una virgola. "Son felice che ti piaccia... perché per te cucinerò ogni giorno della tua vita se lo vorrai"
"*COUGH COUGH*" sbalzò in piedi sentendo un groppo in gola che gli bloccava il respiro. Il cibo gli si era bloccato a metà strada e stava soffocando. La faccia era completamente rossa, sia per l'aria che mancava, sia per un altro motivo. 
Serena sobbalzò e iniziò a dargli delle pacche sulla schiena con agitazione. Anche Pikachu si mise in piedi e cercò di aiutare il suo allenatore.
Vedendo che niente funzionava il topino saltò dietro ad Ash e caricò la sua coda "Pikaaaaa chupi!" Colpì la schiena del suo allenatore con un potente Codacciaio e il ragazzo finì slanciato oltre il tavolo, cadendo di faccia a terra. La pressione fu abbastanza da fargli sputare il boccone che per poco non lo aveva ucciso.
"S-Stai bene?" chiese la ragazza correndo subito ad aiutarlo per rimettersi in piedi. 
"S-Si..." boccheggiò Ash cercando di riprendere fiato e coscienza dopo la tremenda botta che il suo Pokémon gli aveva dato "S-Solo un boccone di traverso... g-grazie Pikachu..." 
"Pika Pi" disse lui cercando di minimizzare, ancora preoccupato per il suo allenatore.
"Ma che cavolo è successo?!" disse Lidia lasciando cadere la bottiglia dell'acqua per terra “C’era un rumore, un urlo e… che avete combinato?”
"A-Avevo qualcosa in gola... menomale che Pikachu ha risolto tutto, anche se con metodi estremi " disse Ash sputacchiando ancora. 
"Ash..." lo ammonì Brock "Prima o poi ti ucciderai con quella tua foga nel  mangiare" 
"Ne prendo nota... comunque datemi un bicchiere d'acqua per favore" chiuse la questione l'allenatore allungando la mano. Una volta che Ash si sentì un po' meglio, siccome la giornata era abbastanza limpida, il gruppo decise di prendersela comoda. Per qualche motivo però il biancavillino non poteva affatto farlo e sembrava stralunato, con una faccia semi cadaverica. 
"Qualcosa non va?" chiese Serena avvicinandosi a lui.
"N-Niente! Assolutamente n-niente!"  rispose in fretta lui cercando una via di fuga dal suo sguardo e per sua fortuna a salvarlo fu un chiosco di gelati "C'è un chiosco! Magari possiamo prendere un gelato!" disse cercando subito di svicolarsi da quell'imbarazzante situazione. 
"Buona idea" concordò Lidia "Se mi aspettate vado subito a prenderli, ditemi solo che gusti volete"
 "Cioccolato!" disse Ash senza pensarci, troppo impegnato ad evitare Serena per essere originale.
"Vaniglia" disse Serena altrettanto semplicemente.
"Viva l’originalità… Brock vieni con me?" 
“Arrivo!”
Una volta presi i loro gelati il gruppo si fermò nei pressi di un parco a gustarseli "Proprio buoni" disse la detective leccando con piacere il suo cono" 
"Signorina!" esclamò Brock puntando gli occhi su una ragazza di passaggio "Lei sta gustando il gelatino alla panna, pistacchio e nocciolino! Mi permetta di essere il suo fragolinoooooooooh!!!!"
Lidia sospirò alzandosi "Vado a staccarli..." guardando la ragazza che scappava da Brock, quest’ultimo con un cane aggrappato saldamente al suo didietro.
Erano soli e Ash non sembrò accorgersene subito, troppo concentro sul suo cono e dalla sua golosità. Serena invece sembrò approfittarne subito e scivolò vicino a lui con leggerezza ma velocità. Il corvino se ne accorse solo all’ultimo e quando accadde fu tardi per spostarsi. Non era nemmeno così scortese.
"Sai?" esordì improvvisamente la ragazza guardando il cielo "Cioccolato e vaniglia stanno molto bene insieme. Specie quando si uniscono sotto i raggi del sole e creano la cioccovaniglia. Ecco... devo ammettere che il tuo sorriso mi fa la stessa sensazione... di due gusti distanti che però si combinano perfettamente. Hai un sorriso così solare e radioso che mi squaglio quando lo guardo"
Altro che sole, Ash a quella affermazione divenne più caldo di una supernova. Disperato cercò la cosa più vicina a lui che potesse essere fresca, stavolta contenendosi come poteva. In questo caso era il suo povero gelato, che gli si spiaccicò su tutta la faccia. 
Lei rimase un po' stranita ma prima che potesse aprir bocca lui si alzò improvvisamente e si allontanò a passo di carica "D-Devo andare al bagno!" disse mentre alzava i tacchi. 
"Uh? Ho detto qualcosa che non va?" si chiese Serena confusa.
"Eccomi scusate il... ma dove è sparito ancora Ash?" chiese Lidia mentre il suo Spotpup trascinava per la seconda volta il corpo esanime del dottore in amore. 
"Ha detto che andava in bagno..." fece spallucce Serena.
"Ma qui non ci sono bagni..." si interrogò la detective. 
Ash non era infatti andato al bagno, era letteralmente volato fuori dal campo visivo della ragazza sua coetanea e si era infischiato del resto. Si avvicinò ad una fontanella e si sciacquò la faccia mentre Pikachu lo guardava straniato, perché si comportava cosi? 
"P-pikachu... prendimi pure per matto ma... ma..." boccheggiava l'allenatore.
"Pi?" 
"Ma... qualcosa non va... n-non m-mi sembra..."
"Eccoti qua" lo interruppe la voce della detective da dietro facendolo sobbalzare "Ma si può sapere che hai oggi? Prima rischi di strozzarti, ora vai in cerca di bagni inesistenti" 
"R-Ragazzi... i-io.." 
"Tu cosa?" chiese Brock guardandolo con un sopracciglio alzato.
"Io... cioè lei... io..."
"Calma, riprendi fiato" gli poggiò le mani sulla spalla il dottore "Respira e inspira, prenditi un attimo di pausa e poi parla..." 
"...LEI NON E' SERENA!!!" urlò il biancavillino puntando il dito accusatore sulla kalosiana.
"CHE!?" sobbalzarono tutti.
"Ash ma stai bene? Hai fumato gli Oddish!?" lo ammonì la detective con severità "Come sarebbe che non è Serena!?" 
"G-Giuro che dico la verità! S-Serena non..." 
"Ash..." mormorò Serena ad avvicinarsi, sembrando naturalmente sconvolta. Allungò il braccio per toccarlo ma subito l'allenatore si scansò.
"N-No! Non ti comporti come la Serena che conosco! O almeno non del tutto! Non è possibile che tu ti sia ripresa così in fretta e sia tornata a sorridere come niente fosse. Oltre al fatto che sei sparita per ore oggi e mi pare assurdo fossi semplicemente a passeggio e sia tornata completamente risollevata!" si avvicinò con dito accusatorio, mentre lei fece un passo indietro.
Lidia e Brock subito si misero in mezzo con sguardo severo e arrabbiato "Ma si può sapere che hai!?" gli urlò Lidia furiosa.
"Forse lo so io" intervenne Brock "Secondo me ultimamente hai lavorato troppo Ash. Tra allenamenti, attacchi del Team Rocket e altri incidenti vari forse il tuo cervello ha sviluppato una sorta di paranoia dovuta allo stress. Basterà un po' di riposo e vedrai che andrà tutto bene”
“Ma che stress e stress! Sono sano come un pesce! Lo ripeto...” Alzò il braccio e puntò sulla performer “QUELLA NON E' SERENA!" gridò Ash diventando ancora più paonazzo di prima "P-Pikachu credimi almeno tu!"
Tutti lo fissarono come se fosse incredibilmente pazzo. In effetti Ash si era immaginato una reazione contrariata ma non di certo che Lidia e Brock lo guardassero con noia e rabbia "Perché mi guardate così?"
"Ash, detto in tutta franchezza... non ci sorprende la tua reazione" ammise subito Lidia "Dopo la discussione di prima non mi lascia nemmeno più di tanto sconvolta che tu tiri fuori un'altra paranoia. Quello che ci turba è il modo in cui stai accusando Serena"
"Paranoia!?" Ripeté lui sbarrando gli occhi e sentendosi appena offeso.
Lei annuì "É giorni che facevi l'iperprotettivo e secondo me ti sta dando troppo alla testa. Sei talmente convinto di voler aiutare Serena che arrivi a pensare non sia lei pur di non credere si sia ripresa"
Ash aggrottò la fronte, scuotendo la testa furiosamente, mentre Serena se ne stava in disparte un po' confusa e sentendosi a disagio. 
"Non é affatto vero! Credetemi, vi dico che quella é un’altra persona! La conosco più di chiunque altro e la riconoscerei tra mille! Lei NON é Serena!"
Lidia fece un cenno a Brock e dopo aver rilasciato un lungo sospiro passò di fianco ad Ash senza rivolgergli lo sguardo. Osservò solo Serena, appoggiandole una mano sulla spalla e incoraggiandola a muoversi "Forza Serena... Ash ha bisogno di mettere la testa a posto..." 
Le due avanzarono, ma prima di allontanarsi la biondina guardò indietro con tristezza l'allenatore. Lui inizialmente si sorprese, ma poi tornò a focalizzarsi su Brock.
Il medico, capendo le sue intenzioni decise di sistemare lo zaino e di seguire le ragazze. Ash, sentendosi ignorato, gli corse di fronte "Avanti Brock! Almeno tu devi credermi! Lo sai che in questi casi ti puoi fidare!" Cercò lui di convincerlo, almeno Brock doveva porgli una certa fiducia "Mi hai sempre creduto! E sono sicuro di non sbagliarmi, Serena é la mia migliore amica! Pensi davvero che non mi accorgerei se qualcosa fosse storto??"
"Ash..." il compagno lo guardò negli occhi, con un po' di perplessità per quelle richieste "Tu mi dici che devo fidarmi come ho sempre fatto... ma io... mi potevo fidare di quell’Ash! Non di questo!”
Quelle parole fecero indietreggiare Ash "In che senso scusa?"
"É anni che non viaggiavamo insieme Ash... pensavo sarebbe rimasto tutto uguale e in un certo senso non sei cambiato. Sei sempre lo stesso ragazzo con cui ho viaggiato. Come però sei anche cambiato totalmente allo stesso tempo. Anni fa potevo lo stesso vederti crescere e cambiare ma riuscivo a conoscerti in tutto per tutto essendo al tuo fianco. Però ora ti rivedo e mi pare ci sia un abisso dal vecchio al nuovo Ash, anche se alcune parti di te sono uguali!"
"..." il corvino non riuscì a controbattere a quelle parole.
Brock si avvicinò "Non puoi chiedermi di capire subito alla ceca quello che dici... perché non immagino nemmeno cosa tu stia pensando" alzò lo sguardo verso le ragazze già più avanti di metri "È giorni che ti vedo comportarti in modo diverso dal solito. Tu vuoi sempre aiutare gli amici ma ora sei diventato ossessionato dal farlo. O almeno nei confronti di Serena. Non so ancora cosa ci sia tra voi due, come sia il vostro legame e non posso basarmi su ciò che non conosco per essere certo che tu la riconosca ovunque. Ai miei occhi e quelli di Lidia stai esagerando..."
“Non ci siam visti per poco meno di quattro anni Brock, è normale provare questa sensazione ma non credo valga solo per te”
“Per noi era diverso e tre anni cambiano tante cose Ash! Non puoi pretendere che ci sia la stessa identica intesa. Devo ancora capire come tu sia cambiato e cosa sia successo, questo vale per tutti e per ogni cosa!”
"Brock... se c'è una cosa in cui non cambierei mai è il credere nei miei amici" confermò Ash con occhi pieni di determinazione e sicurezza.
"Beh... a me pare soltanto che tu sia troppo fissato con questa storia. Dici di conoscerla, apri gli occhi allora... o penserò tu abbia sbattuto davvero la testa!" Lo lasciò indietro, l'unico a tenergli compagnia era Pikachu. 
Ash guardò a terra sconfortato, si sentiva preso per un pazzo. Eppure lui era sicurissimo che qualcosa non andava.
Pikachu balzò sulla sua spalla e strofinò la sua guancia contro il collo del kantoniano per alzargli il capo. Con la zampina gli fece cenno di guardarlo e così il suo allenatore fece. Il Pokémon elettrico agitò gli arti per fargli capire qualcosa. 
"Mi credi almeno tu Pikachu?" Gli chiese Ash.
L'amico annuì indicando il proprio naso. L'odore di Serena non lo convinceva del tutto, oltre al fatto che si fidava del suo allenatore.
"Menomale... almeno tu mi dai un po' di fiducia" sorrise mestamente il ragazzo dandogli una grattatina dietro alle orecchie. "Forse ho reagito un po' bruscamente, ma ora devo trovare un modo per convincere tutti, compreso me stesso, che lei non è Serena.  Inoltre una volta provato quello devo anche cercare quella vera… spero stia bene”
Osservò i suoi compagni ormai più distanti. Una cosa era certa, non potevano andare via dal paese perché se Serena era lì in giro doveva trovarla. Andare via sarebbe stato un guaio. 
Purtroppo per  lui ogni suo tentativo di smascherare la finta Serena si rivelò insufficiente. Provò a chiederle i suoi gusti preferiti, cosa le piacesse fare ma non vi era modo di riuscire a far fare un piccolo passo falso alla presunta sosia. Quando insisteva troppo Lidia e Brock lo allontanavano dalla performer. Tutto si concludeva con un fallimento. 
“E basta Ash" sbottò Lidia prendendolo per un orecchio al suo successivo tentato interrogatorio "Oggi sei insostenibile! Non è possibile che ogni volta che facciamo un passo stai sempre a fare il quarto grado! Mi piace investigare ma c'è un limite a tutto!" 
"Ahia… mi fai male” si fece mollare, un broncio dipinto sulle sue labbra “Te l'ho detto mille volte e lo ripeterò ancora se necessario…" 
"Senti, secondo me sei stressato e basta... arrivati al centro medico ti lego con le corde sul letto e ti prendi una lunga pausa. Magari ti rinfreschi un po' le idee!" 
"Ma non volete capire che…” provò a obiettare lui.
"Niente ma!" concluse la capopalestra imitando il gesto del silenzio, Ash non poté far altro che abbassare il capo sconfitto. 
"E' inutile, non mi ascolta nessuno. Possibile che davvero sia diventato così paranoico?" pensò lui scoraggiato “Possibile che veda davvero problemi inesistenti e che lei sia la vera Serena? Io non ci capisco più niente..."
Pikachu lo osservò tristemente capendo la confusione che provava, anche lui in fondo aveva vissuto un’esperienza in cui non veniva ascoltato. Maddere era un grande esempio, anche se sapeva in cuor suo che Ash non aveva grandi colpe in quel caso. 
Lui quindi doveva stargli accanto e credergli fino alla fine “Pika chu pipi!” lo incoraggiò con occhi pieni di fiducia.
Il corvino sorrise "Si hai ragione, non possiamo mollare e nemmeno arrenderci! E' come una battaglia Pokémon questa che stiamo affrontando. Una che dobbiamo vincere per forza, a colpi di indizi e parole!" Pikachu non poté far altro che concordare "Però abbiamo sfoderato gran parte delle nostre mosse..." continuò l'allenatore "Quali altre risorse possiamo usare…”
Portò una mano sotto il mento e il topino lo imitò, cercando di trovare entrambi un modo per far venire a galla la verità. Passarono alcuni secondi e finalmente gli occhi color nocciola del ragazzo brillarono per l’illuminazione “Ho trovato! E' rischiosa perché se si rivelasse una falsa pista rovinerei tutto ciò che c’è tra me e Serena… e sembrerei un insensibile. Però se fosse giusta… beh diciamo che abbiamo fatto un passo avanti"
"Di un po' ma davvero volevi legare Ash al letto?" chiese Serena un po' preoccupata di quello che aveva appena sentito "Forse ho un tantino esagerato" ammise Lidia grattandosi la testa "Però l'intenzione di costringerlo a prendersi un periodo di pausa ci sta. Fare lo stakanovista a lunghi tempi è deleterio per la mente e come vedi già siamo in una fase bella critica..."
Il suo sguardo fu totalmente catturato da qualcos’altro che la fece fermare come un camion in frenata. Si trovavano di fianco ad un’edicola, per la precisione dove si trovava la sezione dedicata ai fumetti e ai manga "Oh cavolo..." sobbalzò all'istante "Hanno l’anteprima del prossimo numero di Detective Kid! A me una copia!" urlò eccitata correndo all'impazzata a comprare l'ultima avventura del suo personaggio preferito. 
Serena non poté far altro che osservarla leggermente divertita dal repentino cambio di personalità dell'amica. 
"Ehm… Serena?" chiese una voce dietro a lei.
"Oh Ash dimmi pure, ti serve qualche altra conferma che io sono Serena e non una sosia?" predette lei con tanta pazienza e un sorriso un po' rattristato. 
"No no è che mi dispiace, è solo che... solo che... forse avete ragione, forse in questo periodo ci sono state emozioni un po' troppo forti per tutti. Vittorie in palestra, catture e... beh lo sai, quello..." 
"Amatripoli?”
“Si. Penso di essermela presa più io con me stesso che...”
"Ehi... è acqua passata" lo rassicurò lei "Nessun ostacolo è insormontabile, lo hai detto tu! Certo non nego di non essere stata delusa nell’aver perso. Però una sconfitta è una sconfitta, non ha senso starci troppo a pensare” 
"Si, hai ragione" sospirò Ash lievemente "E... scusa ancora per esser stato così invasivo”
"Acqua passata anche quella, ti serviva solo una conferma e sono contenta che tu l'abbia trovata. Ora andiamo dai, che sennò Lidia comprerà l’intera edicola!" sorrise lei mentre si allontanava verso l’amica per trascinarla via. 
Ash la guardò un attimo poi si rivolse a Pikachu "Che te ne pare?" la risposta che arrivò fu un cenno con il capo "Si hai ragione, non ci sono più dubbi..."
"Evvai! Lo sapevo che il colpevole era il tizio  in nero! E’ sempre il tizio in tutina nera!" esultò la detective mentre leggeva con entusiasmo la fine della rivista “Divento ogni giorno più brava! E poi QUALCUNO dice che non ho talento..." 
"Chi è questo qualcuno?" si intromise Brock notando l’acidità e il risentimento con cui aveva pronunciato quella parola.
"Nessuno in particolare, sai le solite voci... oh ecco Ash e anche Serena!” Aveva chiaramente cercato di sviare dalla questione. In qualche modo però ci era riuscita perché Brock seguì il suo sguardo “Allora ti sei convinto o no che hai bisogno di riposo?" disse Lidia mettendo la rivista nella borsa e incrociando le braccia.
"Si" ammise lui "Avevi ragione, forse ero solo io che dovevo solo far mente locale. Un po' di riposo mi serve per davvero"
“Oh meno male, domani vedrai che ci rideremo sopra!" sospirò la forsiana "Almeno lo hai capito. Allora lo mettiamo a verbale? Che la qui presente Serena, sia davvero Serena?"
"Si, lei è Serena" dichiarò Ash solennemente. La kalosiana finalmente lo guardò con un sospiro di sollievo sentendo quell’affermazione.
"Già che ci siete, mettete pure a verbale che oggi la fortuna è dalla nostra!" disse una voce alle loro spalle poco prima di esser colpiti da una bomboletta di gas lacrimogeno. 
"Ma che!?" chiuse gli occhi Brock. 
"Perché per la leggi dei grandi numeri questa volta vinceremo!"
"*Coff Coff* non ditemi che..." sbuffò Ash tossicchiando ancora. 
"Esatto moccioso! Siamo noi!" 
 
"Preparatevi a passare dei guai! Le vostre vittorie sono ormai lontane"
"Guai molto grossi, tormentarvi è il nostro pane!"
"Proteggeremo il mondo dalla devastazione!"
"Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!"
"Denunceremo i mali di verità a amore!"
"E il nostro potere arriverà fino al cosmo!"
"Jessie"
"James"
"Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luci!"
"Arrendetevi subito perché siamo gli unici e temibili!"
"Meowth, proprio così!"
 
 
Il team rocket dall'alto della loro mongolfiera se la gongolava come sempre. O almeno come ogni volta che iniziava uno dei loro attacchi "E ora picchiata con le mascherine anti gas! Oggi si va a pesca di roditori elettrici!" annunciò Jessie.
"Subito Jessie! Oggi pesca grossa in apnea!" ubbidì con fare trionfante James mentre abbassava la mongolfiera a grande rapidità. 
"Eeee... oplà! Preso!" esultò Meowth mentre con un rapido movimento intrappolò Pikachu con un grosso retino e lo infilò in una gabbietta. "Godetevi il fumo gente perché è una specialità nostrana!"
"*Coff*cosa state?" tossì ancora Lidia prima di coprirsi anche il naso "B-Bleah c-che schifo! Cosa è questa..." 
"Estratto di Venomoth in polvere" spiegò James gongolante  “Una vera pestilenza vero?" 
"M-Maledetti" tossì ancora Ash cercando ad occhi chiusi la sua sfera poké "P-Prouj... p-puzza...t-toglila!" lanciò in aria la sua sfera. 
Purtroppo la puzza lo aveva stordito troppo e la sua mano aveva aggrappato la pokéball sbagliata. Quando ne uscì il Pokémon scoprirono che al posto di Proujay si trovava pronto all’azione Leafala. 
"Leaaaa..Fala..." disse lui poi rendendosi conto in che situazione fosse.
"L-Leafala? D-Diavolo s-scusa amico pensavo che..." 
"A-Ash ho un’idea" disse Serena cercando a tastoni una sfera poké e chiamando all’azione la sua amica. Per fortuna la ferita nello scontro con Tulipal era già guarita da un pezzo.
"Veon!" urlò la volpina infiocchettata uscendo dalla sfera. 
"Sylveon? che cosa?" chiese confuso Ash sentendo il verso della Pokémon.
Serena cercò di avvicinarsi ad Ash e di parlargli a bassa voce per non farsi sentire dal Team Rocket e coglierli alla sprovvista "Ascolta… *coff coff* forse con Vento di Fata possiamo *coff coff* far volteggiare Leafala e creargli un varco nella nube tossica e allo stesso tempo schermandolo!" 
"...Ehi è una buona idea...*coff* proviamoci!" Si stupì Ash "Vi servirà solo uno *coff* slancio! Avanti Sudowoodo!" disse Brock tirando fuori il finto Pokémon albero della sfera "Sudowoodo!"
Leafala prese la rincorsa e all'ultimo appoggiò le zampe sulla forti braccia del Pokémon roccia che lo sollevò in aria. “Wooodooo!”
"Ora Sylveon fagli cavalcare Vento di Fata!" disse Serena.
"Vyy!!!"Leafala si lasciò andare a peso morto e il vento fatato lo trasportò in alto, oltre la nube velenifera e più alto che poteva. Il flusso iniziò a diradare un po' i gas, abbastanza da permettere ad Ash di riacquistare la lucidità e prendere la pokéball giusta stavolta. 
“Proujay scaccia questa nube con le tue ali!” ordinò facendo uscire il compagno dalla sua sfera. In pochi battiti di ali la nube venne completamente scacciata e sparì dall’aria attorno ai ragazzi, permettendo loro di respirare. 
Quando il koala sbucò fuori dal nulla in diretto rapidamente verso i lestofanti, questi non fecero nemmeno a tempo a rispondere all’attacco "Ma cosa!?" si stupì Jessie girandosi di scatto verso il proiettile koaloso. 
I sentì il rumore di un pallone enorme che scoppia e in un attimo la gabbietta sfuggì di mano a James, rompendosi al primo contatto con il bordo della cesta. “Il nostro bottino!”
Pikachu e Leafala iniziarono a cadere, ma questa volta furono abbastanza preparati. Si presero per zampa per non allontanarsi l’uno dall’altro e all’ultimo vennero presi al volo da Proujay che poi procedette a riportarli a terra sul suo dorso. 
“Jay!”
“Pika!” “Fala!” ringraziarono i due per l’aiuto. 
Intano la mongolfiera del trio era totalmente fuori controllo e si muoveva in aria come un trottola impazzita. Si sentivano le urla dei tre mentre cercavano di stabilizzarsi ma in un attimo finirono sbalzati fuori, in direzione delle nuvole.
"Quella sostanza doveva essere a prova di qualsiasi naso! Avrebbe dovuto stendere chiunque al primo colpo! Perché non ha funzionato? L'abbiamo testata!”
"Ehm..." si fece avanti timidamente James, o almeno fluttuò verso di loro.
"Che c'è!?" 
"A dire il vero non l'abbiamo fatto!" 
"COSA!?" 
"E' che abbiamo avuto poco tempo di organizzare il tutto e mi sa che abbiamo anche dimenticato di parlare con una certa persona per avvisarla visto come è andata…"
"VUOI DIRE CHE!?" si fece paonazza la donna "IDIOTI!" strillò infuriata "Era un piano perfetto e voi l'avete rovinato! Ora sapete cosa accadrà vero!?"
“RIPARTIAMO ALLA VELOCITA’ DELLA LUCEEEEEE!!!” 
"Oh Pikachu!" disse Ash abbracciando il suo amico, per poi accarezzare sia Proujay che Leafala "Grazie ragazzi, siete sempre sempre in gamba" poi si rivolse a Serena "Ma soprattutto grazie a te!” si rivolse a lei con un sincero sorriso. “Se non fosse stato per quell'idea…" 
"Bazzecole..." minimizzò lei "Anzi, potrei anche usarla per la prossima gara!" 
"In effetti è vero, senti ti posso prendere in prestito questa tecnica? Magari mi tornerà utile nella prossima sfida in palestra!" chiese lui sperando non fosse un problema.
"Fa pure" lo tranquillizzò lei con un po' di timidezza, accorgendosi che era sempre più vicino a lei. Come mai si stava facendo sempre meno distante? Sembrava volesse far qualcosa…
"Ora ne ho proprio la conferma, scusa di nuovo se ho dubitato di te. Quello stile, quelle idee... non possono essere che della Serena che conosco io”
"Ash?" 
“Avrei dovuto crederti subito e ho fatto un madornale errore. Dopotutto a Kalos quel giorno abbiamo aperto i nostri cuori, ci siamo scambiati tutto ciò che provavamo, dato conferma e inizio di un rapporto di completa fiducia e dialogo...”
“…Cos…” mormorarono i due compagni che non comprendevano e avevano quasi timore di sentire quelle parole.
“Onesti come la promessa che ci scambiammo… come…” Chiuse gli occhi e li riaprì dolcemente “Come il bacio che ci scambiammo”
"COOOOSA!?" esclamò Lidia seguita a ruota di Brock "CHE COSA AVETE FATTO!!?!?!?!?!?!"
Serena rimase con gli occhi spalancati e una goccia di sudore le colò sulla guancia, non rispose subito, quasi a sembrare a corto di parole… ma poi dopo aver deglutito annuì "S-Si beh ci siamo scambiati un bacio" 
“A-ALLORA E' VERO CHE... ARCEUS! ARCEUS! ARCEUS!” 
"N-non ci credo..." disse a sua volta Brock, non nascondendo una certa nota di gelosia, dopotutto Ash aveva ricevuto un bacio e lui che da anni e anni aveva provato a strappare. Più che quello però era totalmente sconvolto.
“COME, QUANDO, DOVE… VOGLIO I DETTAGLI!” Lidia ormai era andata nel pallone, si aspettava tutto ma non qualcosa ai livelli di un bacio. Era come sganciare una bomba nella sua mente delicata. Altro che indizi vari di cotte e stracotte…
"Beh…" si imbarazzò Serena guardando Ash al suo fianco. Sembrava non saper cosa dire. 
Lui annuì e si mise al suo fianco e sorrise “Ci stavamo per salutare, lei era diretta ad Hoenn mentre io dovevo prendere dopo il volo per Kalos. Non volevo lasciare tutto così in sospeso, era da mesi che sentivo questo peso quasi piacevole sullo stomaco”
"Si… e avvicinandosi a me... m-mi ha baciata” 
"Ash ma davvero tu hai!?" si avvicinò tremante Brock "Tu l'hai!?"
Ash sorrise, lasciando pietrificato l'amico "Certo posso confermarlo. E' stato davvero un giorno speciale quello con tutto quello che è accaduto”
I due amici non riuscivano a parlare per quanto erano sconvolti dalla situazione. Ma Ash sembrò aver ancora qualcosa da dire. 
“Però c'è solo un piccolo dettaglio che non mi…” portò la mano sotto il mento e lo massaggiò con fare da finto pensieroso.
"Uh che cosa?" chiese confusa lei sudando appena di più.
"IO non ti ho mai baciata" disse con soddisfazione l'allenatore.
Serena sentì il corpo pietrificarsi di colpo. La sua bocca si era bloccata e non uscivano parole da essa.
“Aspetta… COSA!?” di nuovo Brock e Lidia si ritrovarono scioccati e anche confusi. Ma c’era davvero stato il bacio o no!?
“Sei TU che hai baciato me”
Si sentì un sussulto di sorpresa e shock. Tutto rivolsero i loro sguardi su Serena che era impallidita di colpo e non rispondeva.
"Non è un'altra delle sue paranoie... vero?" Chiese Lidia a bassavoce al compagno più grande. Più che una domanda era una richiesta di conferma al sio dubbio. Serviva a dimostrare che non era l'unica a pensarla così. Per quanto potesse sembrare assurdo ad uno sconosciuto, per loro sembrava fin troppo vero. Non ci avevano creduto in un primo momento da quanto sembrava strano e impossibile. Eppure...
"...Sembra...convinto" rispose Brock non sapendo che dire. In effetti quell'affermazione aveva spiazzato tutti.
Ash continuò a fissare Serena un mezzo sorriso misto tra il dispiaciuto e il soddisfatto. 
...
Serena inseguiva il suo cappello che sembrava come animato. Si muoveva di sua volontà e appena lei si allungava la distanza diventava maggiore. Cosa aveva che non andava? Le sembrava di inseguire un amo da pesca... eppure il vento non le pareva così forte a sentirlo sulla schiena. 
Continuò a correre con il fiatone, fino ad arrivare in una zona meno abitata. Intorno a sé c'erano solo piccole abitazioni dall'aria vissuta e non si sentiva volare una mosca. Improvvisamente il suo berretto perse quota e sparì attraverso una porta aperta. 
La performer fece uno scatto e si infilò dentro, trovando l'oggetto a terra davanti ai suoi piedi. Finalmente lo aveva preso, ora doveva solo tornare da Ash e gli altri, sperando che il suo umore fosse migliore e non creasse troppo sconforto. Sapeva di aver creato un certo disagio e che Ash era preoccupato per lei, doveva ritrovare il sorriso anche se molto forzato. Non era giusto tirarli nel suo cerchio di tristezza.
Si chinò per raccogliere il cappello ma ad un certo punto sentì un cigolio. Un grosso rimbombo le fece venire un colpo e cadde in avanti sulle braccia. Il rimbombo del rumore la fece spaventare incredibilmente e ci volle un po' prima di sentirlo sparire. Tolse le mani dalle orecchie e alzò appena la testa girandosi verso l'uscita. 
Con suo grande orrore la porta enorme e pesante ora era chiusa. Corse verso di essa e provò ad aprirla ma sembrava irremovibile. Non si mosse di un centimetro e in quel momento le sembrò che la sfortuna non volesse lasciarla. 
Non poteva essere stata lei, dopotutto si era mosse comunque con una certa leggerezza e la porta non l'aveva nemmeno sfiorata. Guardò meglio l'uscita bloccata e notò che gli spiragli erano totalmente assenti. I bordi sembravano isolanti, come per tenere dentro qualcosa che non doveva uscire.
E ad un tratto un brivido la fece raggomitolare su se stessa. Solo ora si era accorta del freddo che faceva, le sue braccia stavano congelando. Come poteva esserci uno sbalzo di temperatura del genere? Tale da farla tremare in quel modo?
Iniziò a respirare con pesantezza e dalla sua bocca uscivano le nuvolette di fiato che non riusciva a trattenere. Le sembrava di essere in un...refrigeratore.
Sbarrò gli occhi e con voce tremante e fredda guardò bene al resto della stanza. Le pareti erano isolanti, di un materiale bianchissimo e sopra vi erano mucchi di cristalli assomiglianti alla neve. 
Era davvero in un refrigeratore! E leggendo le scatole e gli scompartimenti sembrava essere una dispensa per una pasticceria.
"Q-Qualcuno mi sente!?" Provò ad alzare la voce come poteva anche se il freddo non le permetteva di urlare "A-Aiutatemi! S-Son ri-rimasta chiusa dentro!"
"Ahahahaha"
Si girò in direzione della porta. Si sentivano delle deboli risate. Lievi perché da lì si sentiva poco o niente e probabilmente da fuori era anche peggio e nessuno la poteva sentire.
Aveva bisogno di Braixen per scaldarla, o sarebbe congelata. Serena portò le mani ai fianchi ma la sua borsa mancava. I suoi occhi si spalancarono e tornò a frugare in giro freneticamente. Era vero, la sua borsa con i tutte le sue cose, compreso il pokédex, era rimasta al centro così come i Pokémon che riposavano..
Poteva già iniziare a sospettare chi c'entrava in tutto questo. Le mani arrivarono a posarsi sulle braccia per contenere il freddo ma era tutto inutile, così come lo erano la rabbia e la frustrazione. Non sarebbe uscita mai senza ragionare.
Non vi erano finestre, solo un'altra porta nella direzione opposta di quella che l'aveva intrappolata. Provò a spingere quella ma era chiusa come l'altra e impossibile da sfondare o aprire. Dovevano averla chiusa a chiave o in un altro modo. La finestrella era ricoperta di ghiaccio e non si vedeva gran che... provò a picchiarci sopra ma non arrivò mai risposta.
Scoraggiata si appoggiò con la schiena su di essa e si lasciò scivolare a terra, fino a chinarsi verso le ginocchia e rannicchiandosi per farsi calore.
Passarono minuti che parevano ore e ore che passavano sembravano giorni. Serena si sentiva un blocco di ghiaccio e a breve lo sarebbe diventato davvero. Sapeva per certo che Ash sarebbe arrivato a soccorrerla così come i suoi amici, ma il problema era il tempo che ci avrebbero messo. 
Si strinse ancora di più tra le sue braccia, pensando alla sfortunata serie di eventi che le erano capitati ultimamente e sprofondando in dubbi sempre più pressanti. Forse era davvero un peso, così come si era sentita in questi giorni ed era forse per questo motivo che Ash non sarebbe arrivato... o forse si? 
*Frush* *Frush* 
Qualcosa si mosse vicino alla parete.
Incuriosita Serena alzò il capo, osservando intorno a sé e mettendosi sulla difensiva.
"Fluf'" disse una vocina di una creatura che sbucò da un piccolo buco nella parete, nascosto da mille scatole e di certo molto piccolo per un’umana. Fecero entrambi un piccolo balzo di sorpresa alla visto l’uno dell’altra, ma appena fu passata i due si guardarono con curiosità. 
Il Pokémon sembrava un coniglietto dalle orecchie celesti e dalle punte gialle, tutto morbido e pieno di pelo batuffoloso. Il suo pelo sembrava più soffice di quello di un Bouneary. 
"Uh?" si chiese Serena, non conosceva quel Pokémon, o lo avrebbe riconosciuto. Probabilmente era proveniente da Forsia. Ignorandola anche se incuriosito dalla sua presenza, lui si fece un po' forza e uscì completamente dall’angolino da cui era sbucato e balzò in mezzo alla stanza.  Ora si poteva notare meglio il piccolo corpo ricoperto da un batuffolo di caldo pelo che sembrava lana, pareva così morbidoso da coprire in parte le sue zampette. 
Il Pokémon incominciò a muovere il suo piccolo nasino annusando qualcosa poi si rizzò e tutto contento si fiondò verso un piccolo contenitore lì vicino. "Fuf fuf" squittì entusiasta battendo velocemente le zampe sul terreno, sempre più rapido. Dal suo corpo provenne una piccola scarica elettrica che colpì la chiusura elettrica del freezer, aprendolo completamente.
"FLUFNY FLUFNY!" esultò con l’eccitazione chiara negli occhi, davanti a lui vi era un enorme torta di cioccolato che sembrava volesse dirgli mangiami. Il coniglietto batuffoloso non se lo fece ripetere due volte e compiuto un piccolo balzo afferrò la torta e iniziò a mangiarla con gusto. 
In tutto questo tempo Serena aveva osservato la scena senza dire nulla. Non sapeva chi fosse quel Pokémon, anche se lo trovava molto carino. Non voleva disturbarlo, dopotutto sembrava uno del luogo da come si muoveva e agiva. Inoltre non sapeva se esponendosi lo potesse spaventare. 
"Flufgnam flufgnam" continuava a ingozzarsi lui. Una volta mandato giù anche l’ultimo boccone rilasciò un ruttino e incominciò a pulirsi le zampine dal cioccolato, che però era finito anche sul pelo della schiena e lì era molto più dura toglierlo "Fluf!" le macchie erano appiccicose e non poteva lasciarle lì, ma la sua lingua non ci arrivava e nemmeno le zampette. 
"Fufny fluf..." finì per rotolare su se stesso ma senza raggiungere il suo obbiettivo. Si lasciò andare a terra drammaticamente, sembrava una scena tragicomica recitata alla perfezione. 
"Ti serve una mano?" lo richiamò Serena. Il Pokémon balzò su se stesso, guardando la strana umana sconosciuta.
"F-Fluf?" provò a mettersi sulla difensiva. 
"Tranquillo, tranquillo, non voglio farti del male! Voglio solo aiutarti a pulirti un po'!”
Il coniglietto però parve confuso. Di norma gli umani non si pulivano a leccate come tanti Pokémon “Nu?”
"Volevo dare una spazzolata ai miei Pokémon al centro medico e ho tirato fuori questa” tirò fuori la spazzolina dal taschino della giacchetta “Ho dimenticato di rimetterla via prima di andare a fare una passeggiata” provò a rassicurarlo Serena agitando lievemente l’oggetto in questione. 
"Fuf” Umana strana ma utile… e profumava di buono. Iniziò ad avvicinarsi e attese le sue intenzioni. 
"Posso?" si avvicinò sempre di più Serena con le braccia.
Il Pokémon annuì e la ragazza lo prese in grembo, incominciando a coccolarlo e a strigliarli il pelo morbido ma scombussolato che si ritrovava. "Tu non hai freddo qui?" provò a intrattenerlo la kalosiana mentre iniziava il suo lavoretto. Notò l’inutilità della sua domanda e si diede la risposta da sola "Ah certo... hai il tuo pelo che ti tiene al calduccio, è cosi soffice!".
Il coniglietto quando sentì la spazzola della ragazze passargli tra il pelo delicatamente si rilassò nella presa di Serena. Si lasciò andare senza ritegno e a farsi coccolare mentre mugugnava versi di piacere "Fluuuufff..." si lasciò cullare sospirando con beatitudine. 
Serena ridacchiò, continuando a spazzolarlo, fino a che non fu completamente pulito dalle macchioline. "Ecco fatto! Meglio, no?" tentò di sorridere nonostante in  quell'ambiente l'aria fosse gelida e stesse cominciando a sentirsi un po' male.
“FLUF FLUFNY!" esultò il Pokémon guardando il suo pelo scintillare come mai prima d'ora, sembrava molto più bianco del solito ed era candido come la neve soffice appena caduta. Contento sbatté le zampettine a terra come un tamburo e squittì ringraziandola. 
Serena sorrise mestamente, trovava davvero simpatico quel curioso gesto "S-Sono contenta che ora ti senta... me…m-m… *caugh*!" tossicchiando un po'. Cominciava a sentirsi sempre meno attiva, le sue palpebre si erano fatte pesanti e stanche. Di questo passo l’ipotermia avrebbe avuto la meglio. 
“Fluf?" la guardò il Pokémon subito allarmato un po'. Sapeva che gli umani non erano abituati a quel freddo, solo che non si era accorto di quanto effettivamente fosse gelida l’aria in quel momento. Era un tipo ghiaccio dopotutto. 
"S-Scusa… è che io a differenza di te… n-non ho il pelo e q-quindi…" Si sentiva sempre più stanca e questo lo aveva capito anche il coniglietto ora preoccupato. Riusciva a sentire il malessere della ragazza, sfrusciando la testa sotto la sua mano gli pareva così floscia e debole. 
Doveva far qualcosa.  D’istinto saltellò tra le sue braccia "Fluf fuf!" e le fece cenno di raggomitolarsi su di lui e scaldarsi con la sua pelliccia. Non era molta ma almeno poteva impedirle di congelare viva.
"S-Sei molto gentile" sorrise la ragazza accettando il gesto di amicizia.
Però anche questo non l’avrebbe aiutata a resistere per molto…
"Non ti ho mai baciata… sei tu che hai baciato me. Lo dovresti sapere bene” affermò Ash ora serio “Ma non lo hai fatto. Perché dire una bugia? Semplice, perché non  sapevi nemmeno ci fosse stato un bacio. Serena non dimenticherebbe mai una cosa del genere che c’è stata tra di noi, né confonderebbe così un dettaglio importante come questo”
“Ash forse stai…” provò ad intervenire Lidia, ma fu interrotta da una voce. 
"No..." abbassò il capo la ragazza bionda "Ha ragione..." poi si rivolse ad Ash "Hai vinto, io non sono Serena" e detto questo si tolse la parrucca rivelando una chioma castano scuro, quasi nera. 
"CHEEEEEE!?!?” Brock e Lidia spalancarono le bocche, trovando ancora più sconvolti di prima. Ash aveva avuto ragione tutto questo tempo?
Sebbene lui stesso avesse accusato la ora ufficiale falsa Serena… vedere questa ragazza togliersi la parrucca bionda gli aveva fatto lo stesso un effetto strano. 
“VUOI DIRE CHE SONO STATA... IO UNA DETECTIVE NON HO COLTO LA...!?" balbettò la capopalestra di Collinopoli non reggendo lo shock. "D-Detective Kid sarebbe così indignato di me..." disse poi raggomitolandosi in se stessa. 
"L-Lidia!" provò a tirarle su il morale Brock chinandosi con lei, era altrettanto sconvolto.
“Voglio sapere dove è Serena. Adesso.” Parlò Ash con freddezza e determinazione.
"...Mi chiamo Anita" disse la sosia tenendo ancora il capo abbassato “M-Mi spiace tanto ma... mi è stato detto di farmi passare per la vostra amica, dato che le somiglio" alzò la testa e incrociò gli sguardi di tutti i presenti che non poterono far altro che sussultare di fronte alla sputata somiglianza tra Serena e Anita. Avevano gli stessi tratti del viso e gli stessi identici occhi. Pure il taglio di capelli era simile anche se non identico e di un colore totalmente differente.  
"Due gocce d’acqua…” mormorò Brock. 
Ash perso un po' della freddezza e si avvicinò parlando in modo più pacato “Però ti ho riconosciuta… però non capisco. Chi ti ha chiesto di prendere il suo posto e perché? Ma più importante ti richiedo… dove è la vera Serena? Dove è la nostra amica?”
"Beh è successo questo…”
FLASHBACK
Anita stava camminando per la strada in piena calma, reggendo i pacchetti con la spesa fatta. Ormai era quasi arrivata a casa e non vedeva l’ora di mettersi all’opera. 
Era bastato pochissimo a sconvolgere la sua giornata.
“Signorina” una voce educata ma rigida la chiamò da dietro. 
La mora si girò subito e si ritrovò due figure composte ad osservarla. Più altre due più basse. Tutti e tre vestivano in abiti formali neri, giacca a maniche lunghe e cravatta, con dei pantalone lunghi e scarpe lucide nere. Portavano degli occhiali da sole altrettanto neri e degli auricolari. 
Sembravano spie o agenti segreti. Non credeva di azzeccarci. 
“S-Si?”
“Non deve temerci, non siamo qui per farle del male… siamo della polizia segreta forsiana” disse la donna tirando fuori il distintivo, seguita dai suoi colleghi “E’ possibile scambiare due chiacchere con lei?”
Lei li guardò un po' colpita, sembrava così veri e professionali, ma anche appena impacciati. “Uh… si abito giusto qui di fia-…”
“Bene andiamo!” si misero al suo fianco e la portarono ad agire molto più velocemente, fino a che non furono in casa della ragazza. Per fortuna i genitori non erano presenti, o si sarebbero fatti un sacco di domande. 
Una volta tutti seduti comodi, lei si mise di fronte a loro e domandò spiegazioni “Quindi… come mai vorreste parlare con me?”
“Quello di cui parleremo resterà in questa stanza, è confidenziale tra noi e lei. E’ chiaro?”
Deglutì nervosamente e annuì senza dire nulla.
La donna proseguì a parlare “Stiamo conducendo un’indagine segreta per conto dei nostri superiori. Nell’archivio nazionale sono stati registrati per aver derubato uno studio Pokémon di un esemplare di Pikachu molto speciale. Ha un potere davvero forte e stavano conducendo delle ricerche. Questo è successo molto tempo fa quando era ancora piccolo il Pokémon, quindi probabilmente è cresciuto a suo agio nel gruppo, ma non si può scordare il gesto e il fatto che non è loro proprietà. Il nostro compito è recuperare il Pokémon e ottenere una confessione dei fatti da uno di loro”
Anita annuì, seguendo il filo del discorso, ma che ruolo poteva avere lei in tutto questo?
L’uomo tirò fuori una foto raffigurante una ragazza bionda dagli occhi azzurri, con un berretto rosa e un vestitino “Vede questa ragazza?” 
La mora rimase inizialmente sconvolta, la somiglianza era decisamente incredibile. Sembravano identiche, a parte per i capelli “E’-E’ uguale a me…!”
“Si, infatti ed è questo ciò che può aiutarci” mise via la foto e parlò con aria misteriosa “Ci serve che tu prenda il suo posto”
“I-Io prendere il suo posto!?”
“Si, ti travestiremo e dovrai recitare la parte al meglio che puoi. Noi intanto prenderemo la ragazza e la interrogheremo per ottenere una confessione e una testimonianza. Poi recupereremo il prezioso esemplare di Pikachu. Quando sarà tutto finito potrai tornare a casa” concluse la donna. 
Continuò il più piccolo del gruppo a parlare “Non preoccuparti per i dettagli, conosciamo molte delle loro vicende, finché non dici nulla di troppo personale e cercherai di evitare risposte a noi scomode non ci saranno problemi. Faremo in modo di lasciarti i suoi Pokémon e darti tutte le informazioni possibili”
Anita sembrava un po' combattuta. Non aveva idea di cosa fare. 
“Noi ovviamente siam pronti a darti una ricompensa equa per il tuo prezioso aiuto, ma abbiamo davvero bisogno di questo favore. Sei la sosia più compatibile trovata, se non ci aiuti quei ragazzi potrebbero non pagare mai dei crimini commessi”
“…”
FINE FLASHBACK
Ash la ascoltò attentamente. Loro dei criminali? Sembrava una barzelletta. La sua attenzione fu però completamente catturata dalla descrizione dei misteriosi agenti “Uhm… per caso uno di loro sembrava un Pokémon?”
“Beh due di loro… un Wobbuffet e un Meowth, entrambi vestiti come i due tipi. Erano stravaganti ma sembravano pure così reali. Pensavo fossero agenti come mi han detto, avevano anche dei distintivi…”
“Team Rocket…” mormorarono i tre ragazzi. 
“Team Rocket?” ripeté confusa Anita. 
“Sono la banda di criminali che ci ha attaccati prima. Sono ladri Pokémon che derubano le persone dei loro compagni per degli scopi malvagi. Mi perseguitano da anni per portarmi via Pikachu perché è molto forte e potrebbero usarlo a loro vantaggio”
“E’ chiaro…” spiegò Brock “Volevano allontanare Serena e usare una sosia per essere aiutati in qualche modo a prendere Pikachu. Se fossero intervenuti in divisa avrebbero potuto farsi aiutare perché Anita li avrebbe riconosciuti. Un’infiltrata insomma”
Lidia si ritrovò a ridacchiare appena alla storia “Certo che pensarci dei criminali… sembriamo così minacciosi o sospettosi?”
Anita sorrise leggermente “Quei tipi mi hanno avvertita che non sembravate minacciosi, non so più cosa pensare ora. Mi spiace davvero, sono mortificata per averli aiutati. Non intendevo crearvi tutto questo casino” si chinò in avanti in un inchino di scuse. 
“Non fa niente, dimentichiamolo, non volevi far male a nessuno, sei solo stata ingannata. Anzi, ci hai persino aiutati nel momento del bisogno! Quindi ti ringraziamo!” disse Ash con un sorriso.
Brock continuò per lui “E finita tutta questa storia potremo anche fare amicizia come si deve!”
“Però prima… dobbiamo sapere cosa è successo a Serena. Non hai idea di dove la tengano o di cosa sia successo?” chiese Ash preoccupato. Se il Team Rocket le aveva fatto del male, gliel’avrebbe fatta pagare cara. 
Lei però scosse la testa con rammarico “Mi spiace, non ho idea di come l’abbiano presa e dove la tengano. Io ho solo preso il suo posto quando mi hanno dato l’ok. Potrebbe essere nascosta in qualche vecchio edificio del paese… ma ce ne sono tanti e alcuni sono pericolanti”
“Per me non le hanno fatto del male, vorranno usarla come seconda opzione per uno scambio. Quindi la tengono nascosta da qualche parte” pensò Lidia ad alta voce. 
“Purtroppo però è ancora utilizzabile…” rispose Brock.
 “Dannazione…” strinse i pugni Ash con frustrazione, dovevano trovarla il prima possibile. Il solo pensiero di lei nelle mani di quei mentecatti che a volte perdevano la ragione gli davano il voltastomaco. Aveva bisogno di ritrovarla e riabbracciarla, in particolare ora che un altro problema le si era attaccato addosso. Come se non fossero abbastanza. 
Aveva avuto ragione fin dall’inizio sul non lasciarla sola, il suo sesto senso aveva vinto… ma a quale prezzo?
"Aspettate!” li richiamò all’attenzione Anita, pensando e concentrandosi bene sulle parole sentite durante quella giornata da quei tizi “M-Mi viene in mente una cosa… li ho sentiti scherzare dicendo che l’avrebbero tenuta al fresco…”
“Quella però è un’espressione di uso comunque quando si tiene qualcuno prigioniero. Nel senso di tenere in una cella o in carcere” la corresse Lidia ragionando “Magari c’è una cella qui in giro?”
Anita scosse la testa “No… io credo si riferissero proprio ad un posto freddo! Anche perché qui non abbiamo celle da prigioni, ma una ne esiste ed è differente: una cella frigorifera!”
“Uh?”
“C'è un vecchio complesso nei paraggi, lo usano principalmente per conservare cibo e dolci anche se è di proprietà di una pasticceria abbastanza famosa qui! E’ un luogo isolato e uscire dall’interno è impossibile se chiusa da fuori! E’ isolante, quindi non passano rumori o arie fredde dalle porte”
"Allora può essere sia lì!” concordò Ash, ma quando realizzò cosa volesse dire ciò divenne quasi blu. Se Serena era chiusa in un posto del genere, sarebbe stata a rischio della vita per ipotermia… ed era da ore che Anita aveva iniziato a sostituirla “SERENA! E’ in pericolo! Dobbiamo andare subito da lei! Facci strada, non abbiamo tempo da perdere!!!”
Serena sospirò sentendosi appena meglio, ma il freddo era ancora tanto. Non poteva starsene lì per sempre, se voleva uscire doveva darsi da fare in qualche modo. Ci doveva pur essere qualche soluzione per questo tipo di emergenze. "Tu sei entrato da quella piccola apertura, giusto?" Chiese al coniglietto.
Lui annuì subito "E non credo io possa passarci, no?" Ancora lui annuì. Era impossibile per lei riuscire ad andarsene da lì per un buchino tanto piccolo. Nemmeno un bambino ci sarebbe riuscito… forse un neonato ma non era il loro caso.
"Non sai se c'è qualche altro modo per uscire? Un'uscita nascosta, un allarme da suonare o qualcosa che possa aprire le porte?"
"Fluf nyny" scosse la testa facendole capire che non c'erano altre vie d'uscita se non quelle che già conoscevano. Tuttavia dicendo questo lui si alzò e appoggiò le zampine alla porta, così come una delle orecchie.
La performer lo guardò un attimo confusa, non capendo con stesse facendo. Ad un certo punto dall'altro orecchio rivolto verso il centro della stanza fuoriuscì una piccola scarica elettrica. "Nyfluf!"
Serena si rialzò, quell'elettricità in qualche modo proveniva dalla porta e non dal Pokémon, altrimenti non lo avrebbe mostrato richiamando la sua attenzione. Alzò il capo e notò un rigonfiamento sotto al muro di fianco alla porta, probabilmente erano cavi elettrici che si collegavano all'impianto di sicurezza. Se era così allora le porte non si sarebbero aperte mai senza la disattivazione di qualcuno all'esterno con una password o altro.
Avrebbe potuto accorgersene da sola se ci avesse pensato, le sarebbe bastato più spirito d'osservazione. Anche se il freddo e la stanchezza la giustificavano. Menomale che quel piccolo Pokémon era lì. "Non credo tu sappia quale sia il modo per aprire questa porta dall'esterno... però forse so io come fare! Ci basterà usare la tua elettricità!"
Fece cenno a lui di seguirla, mentre percorreva la via segnata dai cavi. Arrivò ad un pannello piccolo ricoperto di ghiaccio, probabilmente mai usato dall'interno perché non era servito. Sembrava anche danneggiato, in modo che nessuno potesse usufruirne se rimasto bloccato. Probabilmente era tutta programmata quella presunta trappola, però se c'era una cosa imparata da Lem e le sue invenzioni in anni di viaggi era che prima o poi a giocare con l’elettricità qualcosa finisce per andare in corto circuito e possibilmente esplodere.
"Ascolta! Riusciresti a usare qualche tua mossa elettrica contro questo pannello. Penso che prima o poi se lo facciamo potrebbe reagire il sistema e far aprire la porta!"
Il coniglietto balzò direttamente sul tettino minuscolo del pannello e annusò un po'. Sembrava fattibile. "Flu" annuì portando le orecchie sui cavi e preparandosi "flulu" la avvertì di allontanarsi, non sapeva se avrebbe perso controllo di qualche piccola scintilla. 
"Ok! Proviamoci!" 
"Flu flu Flunyyyyyyyyy!!!" Il batuffolo che lo ricopriva si accese di giallo luminescente e le orecchie iniziarono a trasmettere elettricità come delle prese di corrente impazzite. Ogni cavo venne circondato di energia, percorso fino ad arrivare alla porta. 
Arrivarono alle loro orecchie degli strani suoni provenienti dalla chiusura della porta, fino a quando non si sentì un *clang* ed essa si mosse appena.
Fu udibile per entrambi, il Pokémon forsiano smise di scaricare energia e saltellò fino alla ragazza, la quale invece si avvicinò "Senti altra elettricità presente?" 
Lui la tranquillizzò, dandole il consenso ad aprire, non avrebbe preso la scossa. 
La biondina portò le braccia contro la porta enorme e stavolta riuscì a smuoverla. Con una spinta maggiore finalmente la luce iniziò a penetrare nella cella, fino ad illuminarla completamente. Lo spazio vuoto non fece entrare aria calda, piuttosto lasciò uscire quella fredda, ma comunque si stava molto meglio.
"Brrr...  non congelerò più ora almeno" Disse lei correndo verso l'interno del negozio.
Sembrava più un supermercato di dolci che una pasticceria ma non erano dettagli su cui soffermarsi "Grazie mille per avermi aiutata. Se non fosse stato per te probabilmente adesso sarei diventata un blocco di ghiaccio... per davvero!"
Lui strizzò gli occhi con felicità e si mise su due zampe, per poi fare un mini inchino in avanti usando un orecchio come braccio d'accompagnamento.
Serena ridacchiò al comportamento e si abbassò per accarezzarlo "Sai che ti dico? Appena risolta questa situazione ti darò qualcuno dei miei pokébigné visto che apprezzi tanto i dolci! Te ne farò alcuni solo per un tipo elettro come te!" Pressò il dito sul suo nasino e gli sorrise inclinando la testa. 
Lui alzò lo sguardò e sorrise mestamente "Si può fare" sembrava dire.
"Perfetto" ricambiò lei guardandosi meglio in giro "Parleremo con i proprietari spiegando la situazione e poi andremo dai miei amici... ma prima..."
...
"Gran bella prova ragazzi! Avete sprecato l'occasione di prendere Pikachu! Stavolta avevamo pure l'asso nella manica!" Si lamentò Meowth accusandoli.
Jessie subito lo squadrò con aria minacciosa "Noi!? Anche tu non hai aiutato gran che!" 
"Io ho pensato al piano per intrappolare la mocciosa e di tenerla sotto ghiaccio per quando ci servirà!" Replicò seccato "Grazie a me abbiamo il piano B! Usare la mocciosetta come riscatto oppure portarla al capo per mettere paura al suo fidanzatino!"
"Stanno insieme?"
"No ma non serve per l'accoppiamento" 
"Bleah!!! Ma ti ascolti quando parli? Va bene che hai l'istinto da gatto ma non é che si salta addosso ad una mocciosa così per..."
Lui la interruppe "Ehi! Guarda che anche per i Pokémon vale l'amore degli umani! Non siamo mica primitivi come un tempo! Dico solo che a volte gli istinti primordiali pulsano..."
"Se la spia ci avesse aiutati come previsto adesso non ascolterei queste cavolate"
"Ragazzi...?" Provò a chiamarli James ma fu ignorato.
"Fino a prova contraria la spia dovevate informarla voi!!"
"Sei tu che hai detto di non informarla o sarebbe saltata la copertura per sospetti!"
"Ragazzi..."
"No! Io ho detto di informarla su come riconoscerci quando necessario senza lasciare informazioni troppo confidenziali sul nostro conto! Non avendolo fatto prima quando abbiamo scontrato i mocciosi ci ha creduti veri criminali e ci ha combattuti!"
"Beh anche tu te ne sei scordato testa di Bidoof!"
"COME MI HAI CHIAMATO!?"
"RAGAZZI!"
I due ci girarono di scatto "CHE C'È!?" Ma le parole svanirono quando videro il portone esterno della cella aperto completamente. 
"LA BAMBOCCIA!"
Corsero dentro a controllare. La porta interna era chiusa e sembrava tutto intatto, mentre quella esterna stata trovata appena aperta, quanto bastava per far passare una ragazza della sua taglia.
"Siete degli idioti! L'avete fatta scappare!" Sbraitò Jessie battendo i piedi a terra. 
"Noi!? È anche colpa tua!" Puntualizzò Meowth, mentre James si chinò in avanti e raccolse da terra una spazzola. Dietro di lui si sentivano le litigate dei due colleghi... qualcosa non quadrava.
"Una spazzola?" Alzò la testa e vide che la porta interna che dava sul negozio sembrava più scura e la chiusura appena malmessa. Non sarà che...
*SBAAAAAM*
Si sentì un fragore che li fece balzare in aria e urlare come matti. Si abbracciarono per la paura e iniziarono a tremare, consapevoli che erano stati fregati.
E all'esterno Serena diede un batti cinque all'orecchio del nuovo amico "Ben fatto!"  il malinteso era stato spiegato ai proprietari, che avevano accordato nel lasciare al fresco la banda per punirli almeno per un po'. Non c’erano gravi conseguente per l’impianto elettrico quindi erano bastate delle scuse. 
Ora non restava altro che correre a cercare Ash e gli altri. 
"Quanto manca ancora!?" chiese un Ash con un tono misto tra l'affannato e il disperato mentre metteva le ali ai piedi per seguire Anita. 
"E' ad un isolato da qui, non manca molto!" rispose altrettanto affaticata la sosia della loro amica “Altre due svolte e ci siamo!" 
"Serena... stiamo venendo a salvarti resisti!" ripeté l’allenatore sperando che in qualche modo le arrivasse il messaggio e pregando non fosse troppo tardi. 
Poco dopo il gruppo raggiunse il casolare. Nemmeno si fermarono che Ash provò subito a forzare l’enorme porta, ma senza riuscirci "Serena! SERENA!?” gridò lui sperando lo sentisse ma non sembrava arrivare nessuna voce da dentro. 
“Le porte sono isolanti così come le pareti, noi non sentiamo quello che accade dentro e viceversa” lo avvisò Anita.
“Dannazione non si apre, provo a spintonarla!" e così fece il ragazzo capendo ciò che gli avevano detto ma all’apparenza ignorando tutto il resto. Prese la rincorsa e si scagliò sull’entrata, ma la porta era d'acciaio e l'unica cosa che rimediò fu un lividone sulla sua spalla "Ahi!!!!!" si lamentò massaggiandosi la zona contusa.
"Apprezziamo lo sforzo ma questa è una porta blindata! Non si può sfondare così su due piedi Ash!" gli ricordò Lidia "Nemmeno le fiamme di Hestric, Braixen e Fiyenne insieme la scalfirebbero”
Brock avanzò e indicò la chiusura con le dita "Comunque hai notato che c'è uno spazio d’inserimento di un codice? Bisogna trovare la password per aprirla!" 
"Password? Ma nessuno conosce la password e non abbiamo tempo per farlo! Serena potrebbe star male seriamente!" si lamentò Ash frettoloso. Non potevano aspettare oltre o perdere secondi preziosi. 
“Non c'è bisogno di chiamare il personale o qualcuno che la scassinare. Bastiamo noi" disse la detective "E' un sistema elettrico, porte del genere si disattivano se vanno in corto circuito o se il livello di energia elettrica è superiore ad un certo livello. Quindi ci basterà usare Pikachu!”
“Perfetto!” serrò il pugno Ash. “Sai già come agire?”
“Lascia fare a me! Forza Pikachu ti prendo in prestito un attimo!" disse intimandogli di avvicinarsi. 
Lui subito la raggiunse e si mise al suo fianco puntando sulla serratura "Pika pi" annui il topino. 
"Ok, colpisci il contatore qui In questo punto!" Pikachu ubbidì immediatamente e fece come richiesto ma l’energia sembrava metterci un po' a far funzionare il meccanismo. 
“Lidia… sei sicura di quel che fai?” le chiede Ash dubbioso e in ansia per la sua amica. 
"Ci vuole un attimo Ash, devi aver paz-…”
“Serena rischia la vita! So che volete aiutarla quanto me ma così ci stiamo mettendo troppo!” disse ormai spazientito e guardando il compagno che smise di trasmettere energia elettrica “Che corto sia… PIKACHU USA FULMINE!” 
“Aspetta Ash!” provò a fermarlo invano Lidia.
“PIKAAAAAAAAA-…!”
“Ragazzi!?”
Subito tutto si fermò e loro si girarono indietro. Ash sembrò pronto a mandare Pikachu all’attacco, credendo fosse il Team Rocket “Pikachu usa Ful… mi-…” ma appena aprì bene gli occhi dovette fermare l’attacco.
"Vengo in pace!" agitò le mani Serena con un mezzo sorriso misto tra lo scioccato e l'impaurito. 
"SERENA!" gridarono tutti. Pikachu fu il primo a lanciarsi tra le braccia della ragazza, seguito a ruota dai suoi amici, Ash in primis. 
Anche dopo che Lidia e Brock si furono staccati, Ash non si mosse e rimase ancora attaccato alla performer, che non riusciva a spegnere il rossore sul suo viso. In effetti un po' di calore non poteva che farle bene. Qualunque tipo fosse.
“M-Ma come? Credevo che tu fossi...? Come hai?" indicò la porta di ferro. Non pensava fosse fuori da essa. Pensare che stavano per forzarla. 
"A-Ash, io ero davvero bloccata lì, però all’ultimo momento ho avuto un aiutino esterno e un piccolo colpo di fortuna!" disse lei, ormai non tremando più dal gelo, ma avendo ancora le mani un po' pallide. Le tenne nascosta il più possibile per non farlo notare e non preoccupare i suoi amici. Oramai stava bene. 
"Aiuto esterno? Ma da chi? Non eri sola!?" 
"Si lo ero all’inizio” Ammise lei “Poi qualcuno è riuscito ad entrare e da lì abbiamo trovato modo di uscire, coraggio vieni fuori!" si rivolse poi all'indietro chiamando qualcuno.
"Fluf Fluf?" rispose una voce soffice che fece capolino dall'oscurità. 
"E' lui chi è?" si chiese curioso l'allenatore guardando lo strano Pokémon che si stava avvicinando con un sorriso. Sembrava davvero carino e tenerlo, su questo non ci pioveva. 
Fu Anita a rispondere per lui notando un qualcosa di familiare in quel coniglietto "Ah sei stato tu a liberarla Fluffny! Per una volta la tua bricconeria si è rivelata utile!"
"Fluf! Fluf!" sorrise il coniglietto facendo un inchino come se fosse diventato un briccone gentilconiglio. Si strofinò appena contro le gambe della figura familiare e poi tornò al suo posto. 
Serena sbatté appena le palpebre confusa “Vi conoscete?”
"Beh si, è un po la mascotte del villaggio, anche se non ufficialmente! Si chiama Flufny!" 
"Flufny eh?" e l'allenatore prese il pokédex per esaminarlo, mentre Anita restituì lo zaino a Serena, con dentro tutte le sue cose e i suoi Pokémon.
"Flufny, Pokémon cotoniglio. Vive spesso in zone fredde, tuttavia si mantiene caldo grazie alla sua pelliccia cotonosa. E' capace di generare energia elettrica battendo le zampe a terra in modo da essere caricata elettrostaticamente nel suo corpo. Tipo Ghiaccio/Elettro. Esemplare: maschio" 
"Flufny, è un golosone ma allo stesso tempo adora il freddo. Un giorno è apparso così dal nulla e gli addetti lo hanno trovato intento a spazzolarsi un’intera torta sacher dentro alla cella frigorifera. Non sembrava avere davvero intenzioni negative. Ha capito subito di aver sbagliato e si è scusato per la sua golosità. Ha conquistato la simpatia di tutti e alla fine si è deciso che avrebbe potuto mangiare le cibarie invendute e ormai non più di prima qualità. Di norma entra da uno spiraglio tutto suo quando non ci sono persone. E' stato un colpo di fortuna che si sia addentrato proprio nel momento in cui..." poi si bloccò ricordandosi del madornale errore che aveva commesso e si rivolse a Serena "Io… mi spiace! Mi hanno chiesto di prendere il tuo posto e sembrava dovessi fare qualcosa di giusto e invece era un imbroglio! Ti prego perdonami! Mi sento uno schifo a sapere che quello che stavo facendo era terribile!" e si inchinò più e più volte davanti alla biondina. 
“Non ne hai nessuna colpa! Non sapevi che il Team Rocket fosse un gruppo pericoloso di criminali, stavi pensando di agire per il bene, questo non fa di te una cattiva persona, al contrario!”
"Io però…”
"Acqua passata, ok? Non pensiamoci più" le tese la mano Serena "Amiche?"
Anita guardò la mano tesa e dopo un po' accettò il gesto sorridendo “Amiche" afferrò l’arto con felicità, ormai quel malinteso risolto senza grandi danni. 
"Parlando del Team Rocket" si intromise Brock "Che fine hanno fatto? Ti tenevano prigioniera e pensavamo che fossero venuti a giocarsi l'arma del ricatto ma non ci sono!" 
"Oh li abbiamo ripagati con la loro stessa moneta. Staranno al fresco per un pochino” lei e il coniglietto fecero un occhiolino a tutti, indicando la cella e facendo capire bene come stavano le cose. 
"Siete dei grandi!” si complimentò Lidia godendo della punizione inferta ai ladri, scatenando così il lieve rossore sulle guance di Serena e Fluffny. 
Brock portò le mani dietro al capo e si diede una stiracchiata esausto “Tutto è bene quel che finisce bene! Che giornatona" commentò sospirando. 
"Certo che a parte il colore dei capelli voi due siete identiche! Lo ammetto, sono stata fregata, io che sono una detective dovevo capirlo e invece oggi il detective è stato l'ultima persona che avrei mai immaginato riuscisse a riconoscere l'inganno al volo!" guardarono tutti Ash, in particolare Serena che sembrava confusa. 
Lidia tirò Ash un po' a sé e iniziò a strofinargli un punto in testa, scompigliandogli i capelli e il berretto “Il signorino qui non ha creduto nemmeno per un attimo che Anita fosti tu. Ha insistito fino a sembrare un pazzo paranoico! Aveva avuto ragione fin dall’inizio!” 
Lui ridacchio un po' imbarazzato ma fiero di aver seguito il suo istinto fino alla fine "Sentivo che qualcosa non andava e quindi ho voluto saperne di più" minimizzò Ash "Inoltre non importa quanto una persona possa somigliare ad un’altra, ciò che abbiamo dentro al cuore non sarà mai imitabile! Specie se si tratta di ciò che è Serena!"
La ragazza biondina arrossì sentendosi elogiata. L’atmosfera fu poi distrutta letteralmente da Lidia che sentì un dettaglio pulsarle nel cervello e farla svegliare completamente. Il suo sguardo fece venire a tutti i presenti i brividi “Tornando alle cose serie…”
Brock capì le sue intenzione finalmente, ma non fece nulla per fermarla “Cosa è questa storia che hai BACIATO Ash!?"
Quella domanda trasformò il lieve rossore della kalosiana in quello di un peperoncino piccante. Se avesse avuto in bocca dell’acqua l’avrebbe di certo sputata in uno spruzzo “C-CHEEEEEE!?”
Come faceva a sapere del bacio? Come mai soprattutto ne parlava di fronte a tutti e non tu per tu come le altre volte? Sapeva che Ash era presente, che razza di figure ci faceva? Era rovinata!
"Ah, ah! Quindi è vero! Lo si deduce dalla tua faccia che sta eseguendo un metamorphus blushus! Stai provando ch-…”
"...Che è una domanda scomoda" la interruppe al volo Ash "Specie se non è mai accaduto"
Tutti lo guardarono confusi dall'affermazione, Serena più di tutti. Ora non ci capivano più nulla anzi, sembravano dei Magikarp lessi, quindi l’espressione sulle loro facce era peggiore. 
"Ho detto una bugia perché non avevo altra scelta. Aveva bisogno di inventarmi qualcosa di importante, speciale ma che potesse sembrare abbastanza sconvolgente da tenere come segreto. Un bacio segreto è perfetto, anche se in realtà non è mai successo. Ho esagerato la cosa, quel che effettivamente è accaduto all'aeroporto è stato un semplice abbraccio tra amici, nient'altro"
"Ma… ma...allora" si demoralizzò subito la detective.
"Tutta fantasia necessaria" concluse Ash mettendosi a braccia conserte, seguito a ruota da Pikachu. Mostrava un sorriso compassionevole per la detective, quasi dispiaciuto per lei. 
Lei indossò un broncio e scosse la testa affranta. Pure Brock sembrò in un certo senso quasi deluso dalla notizia. Quindi Ash era rimasto lo stesso… anche se tirare fuori un bacio era una scusante molto particolare detta da lui.
I pensieri di Serena vennero però interrotti da un musetto che si strofinava sulla sua gamba, impedendole di intervenire nella questione "Flufff...." si stiracchiò il coniglio volendo altre carezze o cercando di richiamare la sua attenzione. Sembrava voler qualcosa.
"Ti si è proprio affezionato" notò Anita.
Serena ridacchiò accarezzandolo “A dire il vero gli ho promesso dei pokébigné e credo stia reclamando il suo premio, giusto?”
Lui annuì e aprì la bocca in attesa del suo dolcino. Lei scosse la testa ridacchiando di più. “Non ne ho subito alcuni con me, ma te li preparerò, promesso!”
“Perché non lo porti via con te?” propose Anita con dolcezza e allegria. Sembravano così carini assieme, catturarlo non era una cattiva idea. 
"C-Come!?" chiese sbalordita Serena attirando l'attenzione di tutti. 
"Beh conosco Fluffny e so che ci sono due cose che gli piacciono da morire. Una è battere le zampe, l'altra sono i dolci. Per come si sta comportando credo proprio che tu l'abbia conquistato”
"Io non saprei..." balbettò ancora sorpresa la ragazza bionda "Non so se... adesso sarei in grado di..." disse pensando ancora agli avvenimenti di quel terribile giorno, ma Flufny la chiamò di nuovo. 
Lui si mise in piedi e fece un salto mortale all’indietro. Atterrò con un po' di fierezza e allo stesso tempo aria volenterosa e sicura. Poteva andare davvero con lei, non era poi tanto male come umana. Si sarebbe divertito, avrebbe aiutato qualcuno e fatto qualcosa di divertente. Si toccò poi il pancino, indicando che così avrebbe dato lui molti pokébigné e non doveva limitarsi per forza a qualcuno… 
La performer sorrise e annuì il capo, se avesse compiuto un viaggio probabilmente sarebbe stato esclusivamente con lei. Un Pokémon sicuro di sé, un po' teatrale, volenteroso di lavorare, energico e pronto a mettersi al lavoro. Sarebbe stato un compagno perfetto e soprattutto un amico in più. "Sicuro?" chiese Serena mentre prendeva una pokéball vuota. 
Per tutta risposta il coniglio con un orecchio toccò la sfera poké e  si lasciò risucchiare al suo interno. Ci furono tre lampeggi luminosi e infine la sfera produsse un*click*. Era fatta ancora una volta. 
"Ho catturato un Fluffny!" esultò contenta la sua nuova allenatrice.
"Pi-Pikachu!" si unì a lei il Pokémon topo elettrico più raggiante del solito, forse per il fatto che avrebbe avuto un compagno con cui condividere i suoi pensieri elettrici e reconditi senza doverne per forza parlare con qualcuno.
Serena sorrise tenendo stretta la pokéball fra le mani. Avere un nuovo amico avrebbe aiutato a tenere l’amarezza per la questione di Tulipal lontana. Inoltre avrebbe rallegrato la loro famiglia e avrebbe costituito un elemento prezioso per le esibizioni. Non si sarebbe arresa, prima o poi avrebbe capito cosa era successo, ma fino ad allora la vita va avanti. Si sarebbe concentrata sui suoi Pokémon e i suoi amici. 
“Beh è stato un piacere conoscervi, ma purtroppo devo andare. Questo è il mio numero Serena, se vorrai chiacchierare un po' qualche volta!” Le passò un bigliettino con su una serie di numeri, che la performer avrebbe registrato nel dex appena possibile. 
“Certo! Mi farebbe piacere!” sorrise lei accettando il fogliettino.
“Mi scuso ancora per il grande caos che ho creato, vi auguro di fare un buon viaggio! Alla prossima!” li salutò porgendo la mano alla ragazza. Dopo una lieve stretta la lasciò e iniziò a correndo via. 
Entrambi le parti dirette altrove. Anita verso casa, mentre Serena e i suoi amici verso la loro meta successiva. 
Lidia non aveva ancora tolto la testa dal fatto accaduto quel giorno e in effetti non avrebbe mai davvero scordato l’affermazione di Ash, per quanto falsa o vera che fosse. Guardava l’allenatore di Kanto con un occhio scrutatore e cercava di leggerlo nel pensiero. Cosa che non sembrava riuscirle bene, in quanto lui si limitava a non capire e a piegare leggermente il capo come un Lillipup confuso.
Disse qualcosa e la ragazza dai capelli color carota si voltò di scatto verso il medico che voleva calmarla, per quanto fosse perplesso come lei. 
Ridacchiavano di qualcosa e del quarto grado che la detective non smetteva di fare ai due maschi, l’unica a rimanere in disparte era Serena che fissava Ash. Non sapeva bene come esprimersi sul commento dell’amico. Prima aveva svelato il bacio e poi lo aveva rinnegato del tutto come se non fosse niente di che. Era stato davvero così dimenticabile quel bacio, tanto da usarlo colo per il proprio tornaconto e non vederlo come qualcosa di importante?
Il suo fissare incessante sembrò non passare inosservato a lungo e dopo un po' Ash voltò la testa verso di lei, incrociandosi gli sguardi. Serena fece un mini squittio non udibile agli altri, non voleva essere beccata. Chissà a cosa avrebbe pensato ora Ash, o piuttosto cosa pensava del bacio. Non sapeva come, non sapeva se era un indovino o semplicemente se aveva agito per caso. Sta di fatto che nell’attimo in cui Lidia e Brock furono distratti tra di loro, lui inarcò le labbra e le fece un occhiolino.
Sembrava fatto totalmente a caso o forse era un modo per tirarla su di morale. Eppure dai suoi occhi non pareva nessuna delle due opzioni, piuttosto sembrava proprio riferito a quello che pensava lei. Con il cuore che batteva accelerato, la kalosiana aumentò il passo e raggiunse i suoi amici. 
Quando fu abbastanza vicina lui la guardò dolcemente e le fece un ghigno sempliciotto “Son contento sia tornata la vera Serena” le disse con estrema gentilezza e gratitudine nella sua voce. Tanta da sorprendere persino Serena che finì per ricambiare il sorriso.
“Anche io”
Si, per ora poteva benissimo restare un segreto tra loro.
Nella cella della pasticceria…
“Il f-freddo m-mi m-mantiene b-bella e g-giovane… lotta a-alla v-v-vecchiaia…”
“E’ l’animo del g-gruppo che s-scalda l-l’aria…”
“I-Il T-Team R-Rocket, buono a-anche s-surgelato, il f-fallimento… si riduce”
“C-CI IM-IMBRINIAMO A-ALLA V-VELOCITA’ D-DELLA L-L-L-LUCE”
“W-Wob-b-brrrr”
.
.
E così… dopo l’amara delusione legata al Varietò e Tulipal, il sole è tornato a illuminare la via dei nostri eroi. Serena ha un nuovo compagno e non possono che arrivare continue sorprese per i nostri eroi. Alcune magari piene di cambiamenti…
.
.
Mesi dopo… al villaggio…
“Ultimamente qui ne accadono di tutti i colori… prima quegli scellerati che hanno lottato nel parco… poi divento strabico”
“Ma si hai sentito?”
“Abbiamo visto un allenatore con un Pikachu”
“Qualche mese fa intendi?”
“No… è appena arrivato… Sarà lo stesso?!”
“Ha un berretto e se ne va in giro con un Pikachu sulla palla!”
“Sembra di si!”
“Non mi pareva il Pikachu avesse un ciuffo”
.
.
…Il viaggio continua…
 
Per chiarire qualche dubbio. Ash mente appositamente del bacio non perché non lo trovi importante ma perché non vuole che Serena riceva pressioni sulla faccenda e questo lei lo capisce. Inoltre lo fa perché non vuole subito entrare nella questione perché vorrebbe dire affrontare i suoi sentimenti in un periodo in cui non può farlo e perché se no la fic non avrebbe senso e non ci potremmo divertire a farvi penare fino all'ultimo :D. Ci sono cose peggiori (e migliori) che vi aspettano! 
 
Eeee...Dal prossimo siamo lieti di annunciarvi che inizierà il primo arco narrativo tra quelli più lunghi. Sarà incentrato su qualcosa di speciale che cambierà le carte in tavola! Preparatevi ad un'avventura diversa dal solito e un'atmosfera totalmente differente! Ma ovviamente amourshipping onnipresente! Cosa accadrà? 
Beh se ci velocizziamo a scrivere lo scoprirete presto! Il viaggio continua :D
 
 

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Capitolo 35
*** Attenzione ai desideri! Avventura ai limiti dell'incredibile! ***


Chiediamo scusa per il ritardo ma con il periodo finale degli anni scolastici la situazione si fa sempre più pressante e quindi per via dello studio siamo stati costretti a procedere a rilento...comunque...cogliamo l'occasione che sul nostro instagram presto ci sarà una sorpresa...illustrazioni digitali di ogni capitolo!

 

Episodio 32: Attenzione ai desideri! Avventura ai limiti dell'incredibile!


Durante il tragitto verso la città di Tajopoli, si è unito un nuovo amico alla squadra di Serena: Fluffny. Il cammino verso la città però non è ancora finito e i nostri eroi sono costretti a fare una tappa in mezzo alla foresta...

"Ci vorrà ancora molto per raggiungere Tajopoli?” chiese Ash incuriosito dalla mappa elettronica che Serena stava consultando sul suo pokédex. 
"Temo di si" sospirò l'amica "Continuando di questo passo la raggiungeremo nel giro di due settimane, se non di più. Se no potremmo fermarci alla prossima città per prendere un treno e arrivare direttamente lì, ma ci vorrà comunque qualche giorno" 
"Beh…” sospirò lui questa volta “Avrei preferito che fosse un po' più vicina, ma non possiamo accorciare il percorso, quindi dovremo farci una bella camminata"
Lidia voltò appena la testa guardando l’allenatore "Perché non usi questo tempo come allenamento fisico e psicologico? Solo perché hai vinto 3 medaglie non significa che la sfida sia diventata facile, anzi è tutto il contrario. Ogni palestra che affronti sarà sempre più difficile, lo sai no?" 
"Certo che lo so, ho viaggiato in 6 regioni, ormai questa logica l’ho capita ed è proprio quello che voglio! Se fosse più facile che divertimento ci sarebbe? E come migliorerei senza alzare ogni volta l’asticella delle difficoltà?" replicò Ash con un sorriso “E… come farò ad arrivarci però con i piedi che mi fumano?” Abbassò lo sguardo verso i suoi poveri piedi sfiniti. Era un gran camminatore ma il suo corpo aveva dei limiti come ogni essere vivente.
"In effetti il sole sta calando ed è tardino" osservò Brock "Ci conviene trovare un posticino isolato e tranquillo dove montare le tende, preparare la cena e passare la notte"
"Pienamente d'accordo" aggiunse la kalosiana "Ammetto di sentirmi piuttosto stanca"
“Qui vicino dovrebbe esserci un lago, potremmo fermarci su una delle sponde, così staremo tranquilli e all’aperto, tanto il tempo sembra essere buono stasera” osservò Serena con il dex ancora sott’occhio. 
Sembrò essere una buona idea per tutto e bastò oltrepassare una piccolo raggruppamento di alberi per arrivare verso la zona desiderata. Appena giunsero sulla sponda larga che dava sull’acqua cristallina si sentì il venticello arrivare ai loro volti probabilmente influenzato dallo stesso laghetto. 
Si accamparono e si misero tranquilli a prepararsi per il resto della serata. Le tende in pochissimo furono montate, così come il tavolo per cenare fu sistemato sull’erba fresca. Vi era una sensazione di pace e quiete, rotta soltanto dallo strepitare delle fiamme dello stufato che Brock stava cucinando per tutti. 
"Mmmh... ho l'acquolina in bocca" mormorò Ash sentendo il profumo della cena arrivargli sotto le narici. 
“Sicuro che non ti scoccia cucinare sempre? Non preferiresti fare a turno?" gli chiese la detective notando il medico lavorare con assiduità "Magari la prossima volta cucino io..." 
"Nah, per me è un piacere!" la tranquillizzò Brock continuando a mescolare lo stufato che stava preparando "In fondo è come quando cucinavo per i miei fratelli quando ero a Plumbeopoli. Ormai è una prassi, ma se vorrai darmi una mano come fa Serena a volte per me sarà un piacere"
Ash si sentì preso in disparte per un attimo sulle parole dell'amico e gli tornarono in mente delle parole… di qualche giorno prima che lo avevano colpito e in qualche senso lasciato un po' perplesso se non dispiaciuto. 
"É anni che non viaggiavamo insieme Ash... pensavo sarebbe rimasto tutto uguale e in un certo senso non sei cambiato. Sei sempre lo stesso ragazzo con cui ho viaggiato. Come però sei anche cambiato totalmente allo stesso tempo. Anni fa potevo lo stesso vederti crescere e cambiare ma riuscivo a conoscerti in tutto per tutto essendo al tuo fianco. Però ora ti rivedo e mi pare ci sia un abisso dal vecchio al nuovo Ash, anche se alcune parti di te sono uguali!"
Davvero Brock lo vedeva in quel modo? Era cambiato tanto in quei viaggio lontano dall’amico?
“Per noi era diverso e tre anni cambiano tante cose Ash! Non puoi pretendere che ci sia la stessa identica intesa. Devo ancora capire come tu sia cambiato e cosa sia successo, questo vale per tutti e per ogni cosa!”
Faceva male ammetterlo ma non aveva tutti i torti a pensarla così. Forse lui stesso non si era accorto dei particolari cambiamenti avvenuti durante i suoi viaggi lontani da Brock, ma era ovvio che aveva vissuto talmente tante avventure particolari che qualcosa di diverso c’era ormai.
In ogni regione aveva incontrato amici e Pokémon che erano entrati nella famiglia, chi più partecipe e chi meno. Ognuno diventava parte importante del suo essere, ma fin dall’inizio era stato molto supportante nel lasciar andare i suoi amici per la loro strada. O almeno… non veramente da subito, Misty e Brock al primo addio erano riusciti a dargli una stangata al cuore, ma con il tempo gli addii seppur dolorosi allo stesso modo erano diventati sopportabili. Un giorno si sarebbero incontrati di nuovo e si sarebbero raccontati storie e avventure.
Non poteva immaginare che queste fossero il vero problema dietro a tutto. 
Poteva però capire il sentimento, le separazioni da Greninja, Serena, Lem e Clem lo avevano colpito particolarmente. Sapeva che non era il caso di Brock, ma forse si era sentito messo un po' in disparte o dispiaciuto di essersi perso tanti eventi. 
Però lo aveva scelto lui di diventare medico e partire per studiare e come amico aveva sentito il dovere di sostenerlo. 
Gli avrebbe parlato di certo a breve, appena l’occasione si sarebbe fatta viva.

Quella notte l'allenatore di Biancavilla non riuscì a prendere sonno, forse era il costante soffio di vento a dargli fastidio o forse era il persistente dubbio che o tormentava. Dopo un continuo susseguirsi di cambi di posizione decise di uscire dalla tenda e farsi un giretto per schiarire la mente. Con tutto il percorso ancora da fare non poteva saltare troppe ore di sonno.
Si abbassò per raggiungere la cerniera dell’uscita e chiudere la tenda. Si incamminò poi sul litorale del lago per trovare un posticino carino dove ritrovare la pace Poche metri più in avanti però il suo sguardo cadde su una figura femminile seduta sull'erba a fissare il cielo. Ovviamente non riconoscerla per lui era impossibile, che fosse notte o giorno: Serena. 
"Ehi" si avvicinò a lei l'allenatore senza alzare troppo la voce e svegliare così i compagni. Cosa ci faceva anche lei sveglia a quell’ora? Ormai era diventata quasi un’abitudine incontrarsi nel bel mezzo della notte. 
La performer fece un piccolo sobbalzo "A-Ash?”
“Scusa, ti ho spaventata?”
“Beh a quest’ora e non proprio dove abbiamo messo le tende… non ti aspetti proprio qualcuno che da dietro ti dica ehi"
Il ragazzo ridacchiò appena scusandosi “Eheh.. hai ragione, ma poteva benissimo essere anche Lidia che ti veniva a cercare” si avvicinò ancora e arrivò di fianco a lei. Si sedette e iniziò a fissare l’acqua cristallina illuminata dalla luna.
“In effetti…” rispose lei senza girare lo sguardo sull’amico.
“A questo proposito… cosa ci fai fuori da sola nel cuore della notte? Problemi di insonnia?" chiese con premura.
La performer annuì "Già” subito gli rivolse la stessa domanda, non essendo l’unica a trovarsi fuori, se l’aveva trovata era perché in primo luogo era sveglio per altri motivi. “Tu invece perché sei fuori?" 
"Stesso motivo, non riesco a prendere sonno. Pensavo che uscire per un po' mi avrebbe aiutato a rilassarmi e poi addormentarmi” la guardò un attimo con la coda dell’occhio e poi tornò a fissare altro.
Per un po' rimasero zitti, il loro silenzio sembrava quasi innaturale, accompagnato solo da qualche Kricketoot solitario. Il riflesso della luna crescente riusciva ad apparire magnifico anche se non nella sua forma più completa. A volte poteva ricordare un Pokémon che si metteva una coperta blu per nascondere tutta la sua lucentezza e massa bianca.
Le stelle brillavano alte nel cielo, tantissimi puntini che in quella notte parevano voler mettersi in mostra. Il tempo era mite quindi non era necessario coprirsi dal vento, anche perché pur volendo metterle la sua giacchetta addosso per ripararsi dal freddo, Ash non avrebbe potuto non avendola con sé. Alla prossima occasione si sarebbe preparato meglio, magari con l’aggiunta di una piccola richiesta a Rayquaza via posta di dare un clima più umido.
"Ascolta…” attirò la sua attenzione la ragazza richiamandolo “Tu dici sempre che i Pokémon sono come una famiglia e… che lavorando tutti assieme si può risolvere ogni problema..." 
"Uh?" si girò lui “Beh si, è quello che penso! I Pokémon tante volte hanno comportamenti quasi umani e a discapito di ciò rimangono comunque creature viventi fantastiche, che hanno sentimenti e piene di novità da scoprire. Non puoi mai sentirti solo con un Pokémon!”
"Credi che valga sempre?" 
"Assolutamente" rispose Ash "Perché mi fai questa domanda?" iniziò a pensare ci fosse un problema che voleva dirgli. In quel caso sperava non fosse grave anche se il fatto che ponesse fiducia in lui gli desse appagamento. 
Lei aspettò qualche secondo prima di rispondere, poi con voce lieve parlò “Magari succede che non vogliano far parte della famiglia…" 
Ash la guardò confuso, non capendo subito a cosa si riferisse, prima di farsi però mille fisse mentali preoccupanti il suo cervello trovò prima la risposta e capì di cosa si trattava. C’era un ovvio membro del gruppo che non sembrava voler più avere a che fare con loro. “Tulipal…”
"Pensi che dovrei liberarla?” chiese con voce un po' trattenuta.
“Cosa!?” si sorprese lui a sentire quella richiesta. 
“Adesso lei mi odia e credo sia diventato evidente. Non riesco a capire il motivo, perché quando leggo il suo sguardo anche se a istanza mi pare di essere spinta via da una barriera di rancore. Non è indifferenza quella che prova per me, sembra proprio avere qualcosa dentro che le da antipatia nei miei confronti”
“Ho notato…” commentò lui non sapendo bene cosa risponderle.
“Fosse solo quello potrei comunque continuare a cercare una soluzione… ma il problema ormai si è esteso anche ai miei altri Pokémon. C’è stata una rissa e si sono fatti male. Ora non la considerano nemmeno se non nei momenti in cui per loro è troppo vicina a me. Braixen sotto sotto ci ha provato ma dopo qualche approccio ha rinunciato. Sylveon sembrava voler tentare visto il suo animo gentile ma sento che prova pure paura e non vorrei accadesse qualcosa che la faccia tornare chiusa come al principio quando era un Eevee. Pancham sembra pronto a saltarle addosso salvo che non lo fa perché sa che non voglio. Plarky neanche la guarda più in viso se non per qualche occhiataccia, se è arrivato allo scontro così fuori di sé vuol dire che è davvero grave. Fluffny sembra così confuso dalla situazione e non voglio che si senta a disagio essendo appena diventato uno dei nostri”
“Non è che non la voglia più… non ci penserei mai ad una cosa simile. Ho deciso di prendermene cura perché le voglio bene…!” davvero pensava così, non avrebbe mai immaginato di dover fare una scelta simile e non era più la tipa da arrendersi alla prima difficoltà. “Però… proprio perché le voglio ancora tanto bene, voglio pensare alla sua felicità. Se non è più felice di stare con me non ha sento obbligarla. Devo pensare pure agli altri miei Pokémon e il loro benessere. So che non si abbandona nessuno e che un’allenatrice deve darsi da fare per risolvere i problemi ma non voglio più vedere i miei amici che si fanno male per me. All’inizio è partito tutto perché ero riuscita ad aiutarla ad aprirsi di più con il mondo eppure ora sembra avere qualcos’altro dentro che non riesco a scalfire dalla sua personalità. Se non sono in grado di farlo o lei non si fida più di me per questo compito forse dovrei rispettare la sua decisione e non farla sentire in trappola…”
Ash ascoltò il tutto in religioso silenzio, ma appena vide che aveva terminato le afferrò la mano per confortarla e prese la parola.
"Ascolta, come ti dissi già ogni Pokémon ha i suoi momenti sì e i suoi momenti no, bisogna capire solo quando sono gli uni e quando sono gli altri. Non hai fatto nulla da portare a Tulipal ad odiarti, tieni talmente tanto ai tuoi Pokémon che non è assolutamente possibile . Lo hai appena dimostrato” fece riferimento a ciò che la biondina aveva detto prima di lui e proseguì “Tulipal ovviamente non ha un problema legato all’evoluzione in sé e nemmeno nel riconoscerti come valore di allenatrice. Tutto è accaduto nell’istante in cui si è evoluta oppure appena prima. Se davvero prova rancore per te è per un suo motivo che si ricollega al suo passato, non per un tuo errore”
“Allora dovrei riuscire a farla confidare…”
Lui scosse la testa “Ovvio, ma non devi fartene una colpa se lei ha la mente confusa in questo momento. So che non vuoi arrenderti e allo stesso tempo non vuoi abbandonarla… così come però senti il bisogno di darle spazio se lo vuole. Questo però è un problema che ha con se stessa e con il mondo, non riguarda solo te e i tuoi Pokémon”
“…”
“Nessuno dei tuoi Pokémon ce l’avrà con te per la tua scelta di aiutarla e insistere, come nessuno te ne farà una colpa se penserai che tutto questo è troppo da gestire per te. Non posso darti consigli in merito se non seguire il tuo istinto, il tuo cuore e non darti colpe. Sappi che ho piena fiducia nella tue scelte e nelle tue capacità. Quindi avrai il mio sostegno, qualunque sia la tua decisione” sorrise dolcemente dandole conforto. Non avrebbe mai giudicato una sua scelta in cui da entrambe le parti c’erano da contare il bene suo e dei suoi Pokémon.
“L'importante è non arrendersi mai fino alla fine!" 
"Giusto” sorrise lei ricambiando “Proverò a darle ancora tempo e vedere come va, magari le circostanze cambieranno e ci riuscirò, altrimenti prender una decisione. Il viaggio è ancora lungo”
“Esattamente! Di problemi con i Pokémon ne incontreremo tanti così come è successo in passato, ma in fondo è normale! Anche loro ragionano e provano sentimenti come noi umani, solo che a volte bisogna cercare di capirli. Sono così sensazionali e sorprendenti che arrivare a capire la loro logica per ogni individuo è pressoché impossibile!”
Serena pensò a come ci si sentisse a pensare da Pokémon, come sarebbe stato immedesimarsi in Braixen o Sylveon? Pensavano esattamente come umani ma poi avevano le loro singolari mentalità oppure avevano una logica diversa essendo altre specie totalmente differenti? “Chissà come ragionano i Pokémon e come è il mondo visto dalla loro prospettiva. Sarebbe bello essere Pokémon!”
Ash ridacchiò, aveva avuto un’esperienza in cui viverla quella prospettiva, ma era stato breve e di certo non era nato così e quindi cresciuto in quelle circostanze. I pensieri vanno maturati con il tempo “Potrebbero fare lo stesso ragionamento nei nostri confronti, cosa si prova ad essere degli umani?”
Il vento aveva ripreso a rinfrescarli e le stelle nel cielo sembravano ancora più luminose e splendenti, intense più di quanto non lo erano già state. La loro luce si era intensificata come in qualche attimo poi pacata.
"Immagini un pokédex per analizzare gli umani? Ash. Specie: Allenatore. Tipo: Testone…”
"Ehi, non sono un testone!” protestò Ash sorpreso dalla presa in giro che gli rivolgeva ma sotto un certo senso divertito. 
“Carattere: impulsivo ed esagitato…”
“Cos…”
“Ed eroico…”
“Uh…?” aprì appena gli occhi sentendo un torpore alle guance.
Lei gli sorrise guardandolo con i suoi occhioni azzurri “Descrizione: Sempre pronto ad aiutare gli altri, non importa la circostanza o ciò che potrebbe costare a lui. Prova un amore incondizionato per i Pokémon e tanto rispetto per il mondo e le su forme di vita. Leale, pieno di supporto per chi ne ha bisogno e solare, sempre a mostrare il sorriso. Tanto tenace, curioso e coraggioso, allegro e pieno di vita, amichevole e gentile, forse un po' testardo ma affronta ogni sfida a testa alta e fonte di ispirazione per tutti”
Era rosso in viso… ne era sicuro. Poteva capirlo dalla quantità di sangue che il cuore gli stava facendo circolare e dal battito accelerato. 
“Motto: Non arrendersi mai fino alla fine…”
“D-Davvero tu p-p…”
“E per concludere… Dieta: Qualunque cosa edibile, terrebbe testa ad uno Snorlax” 
Quella lo face cadere all’indietro sul prato. Per un attimo si era sentito in cielo, per poi cadere per colpa del peso del suo stomaco che così descriveva Serena. Perché tutti quei complimenti lo facevano stare così?
"G-Grazie… S-Se un dex dovesse descriverti non finirebbe più di parlare per elencare le tue qualità” disse con voce un po' balbettante.
Serena esplose di calore e improvvisamente si sentì pronta a tornare in tenda “G-Grazie. S-Sai… questa discussione mi ha fatto riprendere sonno. Che ne dici se andiamo di nuovo nelle nostre tende?" 
“Si, in effetti credo che adesso potrei anche riprendere sonno…” si alzò e le diede una mano a rialzarla, anche se quasi temeva di bruciarla per il calore che lo stava ancora pervadendo. Avrebbe dovuto lasciarsi nel laghetto. Iniziarono a incamminarsi e durante il tragitto finalmente i piedi chiedevano loro di deporre le ossa nel sepolcro come si può dire.
L’allenatore indossava un sorriso mesto e sincero, forse non aveva risolto i suoi problemi ma aveva aiutato Serena e non c’era osa che lo faceva star meglio. Avrebbe comunque potuto prendere come avviso per se stesso quello che aveva consigliato a lei e usarlo per il suo dilemma con Brock. Non era la stessa cosa ma in fondo una soluzione con il tempo l’avrebbe trovata e intanto con il viaggio nuovi ricordi si sarebbero creati.
Tornarono verso le tende e furono sollevati nel constatare che Brock e Lidia erano ancora all’interno probabilmente addormentati. Non si erano accorti della loro assenza e questo era un peso in meno. 
"Beh allora buonanotte Ash" lo salutò Serena constatando che era da un po' che si erano separate le loro mani, quasi le era sembrato di aver camminato mano nella mano con lui. 
“Buonanotte anche a te Serena" ricambiò lui con uno sbadiglio e un saluto con la mano, per poi sparire nella sua tenda.
Le stelle del cielo notturno iniziarono ad oscurarsi e sparire, sebbene non vi fossero nuvole a coprirne la maggior parte. Il buio e la pace rimasero costanti fino a che i due non si fossero addormentati. In effetti parlare era servito a calmare i loro animi.
"..." mugugnò Ash muovendosi appena, un po' infastidito da qualcosa. Uno strano odore gli arrivò sotto il naso, anche se non sembrava proprio un essenza, ma più un'aria pesante.
Una strana nebbiolina azzurra e rosa si cosparse in giro per i prati, arrivando dalla fonte d'acqua, finendo per trapassare il tessuto delle tende. Il sonno sembrò rendere impossibile ad Ash di accorgersi del respiro contaminato dalla nebbia anche se non pareva del tutto nociva.
La concentrazione di nebbia era soprattutto sull'allenatore, mentre Pikachu e Brock parevano coperti o isolati da essa.
"Hmmmm..." si mosse appena con il sonno disturbato, mentre la nebbiolina entrava sempre più fitta nel suo corpo.
Intanto inconsapevolmente accadeva la stessa cosa a Serena nella tenda delle ragazze... e così continuò fino a che all'improvviso l'aria non tornò pulita.
"..."
...
"Uh?" Iniziò ad aprire gli occhi, ma provava una sensazione strana. Lo spazio era più aperto e di certo il primo pensiero annebbiato era il perché si trovava all'esterno. Le palpebre erano pesanti e il sonno non gli dava voglia di mettersi in piedi. 
Si stava bene sulla sabbia fresca di primo mattino.
"...Sabbia?"
Si mise in piedi di scatto e si guardò in giro. Non c'era la tenda, non c'era il campo... non c'era nulla. Non si trovava in riva al lago, ma su una spiaggia del mare. 
"M-Ma? Dove...? Dove sono finito!?" Sentì un odore forte di sale e acqua marina arrivargli al naso anche se gli pareva troppo intenso e... le dimensioni di ciò che lo circondava erano davvero esagerate. 
Si sentiva stranissimo, come se fosse un sogno, ma era tutto troppo reale per non esserlo.

Si avvicinò allo specchio d'acqua ancora confuso e cacciò la testa in acqua, per poi portare le mani alla faccia. Fu in quel momento che sentì qualcosa che davvero non andava.
Le sue mani non riuscivano a coprirgli nemmeno la guancia intera e sentiva cose strane in testa.
Pure il cappellino era sul capo, ma gli sembrava di averlo tolto poche ore prima e di averlo lasciato di fianco a sé. Non dormiva mai con esso addosso, a meno che non fosse un riposino accostato ad un albero o altro. La sciacquata appena salata fu lo schiaffo in faccia che lo fece capire che era tutto vero e non era assolutamente acqua dolce di lago. Si allontanò e aprì bene gli occhi sopportando il sale.
L'azzurro dell'acqua iniziò a riflettere la sua immagine tra le onde tranquille e i colori giallo, rosso e nero iniziarono a prostrarsi in essa. 
…Sempre più chiaramente...
I suoi occhi si sbarrarono alla visione perfetta di fronte a sé, al suo riflesso insensato...
…Al suo riflesso da Pikachu. 
"GAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!"  
Iniziò ad urlare e indietreggiare, inciampando e cadendo sulla schiena. Appoggiò le zampe e le osservò meglio, vedendo come erano gialle e della perfetta forma di quelle di un Pikachu. Continuò a guardarsi e sentire la differenza nel suo corpo. Le orecchie così libere… e aveva la coda! Il suo olfatto, udito e vista erano migliori del normale e si spiegava il perché del paesaggio più grande.
Doveva essere un sogno, per forza, non poteva essere successo ancora. "No, no, no, no....!" Scosse la testa rifiutando la realtà. Non poteva essersi trasformato in un Pikachu, era solo uno scherzo.
Tornò a specchiarsi e la realtà era sempre più sconcertante. Era tutto troppo realistico, sentiva alla perfezione le varie sensazioni e il paesaggio era più che vero.. Col cavolo che sognava! "Ma dove sono tutti!?" Fu in quel momento che iniziò a venirgli un blocco allo stomaco e si sentì come un Caterpie in mezzo ad un vulcano.
Era disorientato, confuso e ansioso. Dove erano i suoi amici? Pikachu, Serena, Brock e Lidia che fine avevano fatto? 
Gli girava la testa... troppe domande.
"KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!" 
Si sentì un secondo urlo e il suo corpo si rizzò per lo spavento. Si girò e si guardò intorno con ossessione. Conosceva quella voce, doveva essere per forza... Serena.
"Serena!" Si mise sulle sue quatto zampe e iniziò a correre, sentendosi ovviamente in una situazione ambigua. Cosa avrebbero detto i suoi amici? Soprattutto Serena! Non poteva mostrarsi in quello stato, ma il suo istinto era troppo forte. Doveva correre a cercarla! Le era successo qualcosa? 
La voce non gli era sembrata troppo lontana, le sue orecchie captavano i respironi dell'amica e lo portarono presto verso un lato della spiaggia prima nascosto da degli scogli. Balzò su uno di essi e poi atterrò oltre, finendo direttamente vicino al punto di partenza dell'urlo. 
Alzò lo sguardo e immediatamente cercò di assicurarsi che l'amica stesse bene "Sere-...!" Non riuscì a terminare che di fronte a sé trovò tutt'altro che una bellissima umana... 
C’era una bellissima Fennekin.
"C-Cosa è...!?" balbettava la povera ragazza o meglio Pokémon mentre provava a muovere le ma-… cioè zampine che si ritrovava. 
"P-Perché sono… perché sono!?AHHHHH!" urlò poi ancora una volta entrando in iperventilazione. 
"S-Sere..." provava a chiamarla Ash ma lei continuava a respirare affannosamente e il suo respiro era caldo come un Pokémon di tipo fuoco doveva averlo, immersa completamente nel panico. 
"S-Sta calma Serena, sta calma. È solo un brutto sogno, si si è un brutto sogno. Ora ti dai un pizzicotto e poi ti risveglierei nel tuo bel sacco a pelo..." si diceva cercando di trovare una spiegazione logica e di calmarsi. C’era pure un Pikachu che le parlava… era di certo un sogno. 
Darsi un pizzicotto con quelle zampine però sembrava impossibile e il contatto con la sua faccia sembrava più che reale. Non cambiava nulla, anzi più si focalizzava su ciò che aveva intorno più diventava reale e percepibile. La sabbia morbida, gli odori vari e il Pokémon di fronte a sé.
Si accucciò e coprì la testa con le zampine, tremava da capo a coda “Nononononononononononono”
Ash si avvicinò e provò a farla alzare per calmarla, già lui dentro era in panico, se lo era pure lei… che poi come mai anche lei era lì ed era una Fennekin??? "Serena, per favore sta-…" 
“Adesso sento pure i Pokémon parlare! U-Un Pikachu che parla! S-Sto diventando pazza... l-lo so... " si chiuse sempre più rannicchiata su se stessa. Più che un cucciolo impaurito sembrava un armadillo. 
"S-Serena, s-sono io! Ash!" provò a toccarla di nuovo ma sembrò un errore.
"S-Stammi lontano!" urlò lei cercando una via di fuga. 
Fu allora che Ash fece uno slancio in avanti, anche a rischio di provocare un trauma alla sua cara amica, afferrandola e cercando di tenerla calma. Le tirò su il muso e la obbligò a guardarlo negli occhi. "SERENA SONO IO, GUARDAMI!" urlò cercando di farsi riconoscere. 
Lentamente la volpina sembrò riprendere a respirare normalmente. Lo fissò negli occhi come lui fissava lei. I loro sguardi non si ruppero nemmeno per un momento, marrone e azzurro incatenati. Finalmente il corpo della Fennekin si rilassò e sembrò riprendersi. Sapeva leggere gli occhi di Ash e capire se erano i suoi o no. 
"A-Ash? S-Sei tu?" balbettò un po' insicura ma ora sembrano più aperta alla possibilità di trovarsi davanti l’amico. 
"S-Si, ora cerca di..."provò a esordire lui ma subito fu interrotto da lei.
"Perché siamo dei Pokémon!? Sono una Fennekin, tu un Pikachu! Come è successo, dove ci troviamo, che facciamo per tornare normali!? E gli altri?!”
Ash sospirò e di nuovo si mise davanti a lei guardandola attentamente ma con un po' di insicurezza “So quanto te su questa situazione…” cercò di abbassare la tensione e di farla star meglio, dopotutto sorridere era già un buon inizio “Ironico eh? Stanotte parlavano di come sarebbe stato bello capire i Pokémon e ci chiedevamo cosa si prova…”
“Un conto è chiederselo, un conto essere accontentati!”
“Eh… lo so. Però ti prometto che troveremo una soluzione! Perdere la calma non aiuterà! Dobbiamo solo stare tranquilli e ragionare. Eddai di normai sei tu quella più calma e composta! Non arrendersi mai fino alla fine, è il nostro motto! Risolviamo ogni problema se siamo in famiglia”
"M-Ma cosa facciamo adesso?" 
“Non ne ho la più pallida idea!” sorrise lui credendo di almeno di farla ridacchiare. 
Dovette calmare altre iperventilazioni.

Parecchi “Non arrenderti mai fino alla fine” dopo… finalmente sembravano entrambi del tutto calmi, o almeno per quanto potessero esserlo nel loro stato di Pokémon in un luogo del tutto sconosciuto. Per il resto era tutto ok.
Avevano provato a cercare gli amici, ma nonostante la loro volontà non c’era stato nulla da fare. Non sembravano trovarsi nella zona in cui si erano accampati il giorno prima. Il mare era distantissimo dal luogo in cui si erano addormentati. Inoltre pareva quasi di trovarsi in un luogo sovrannaturale. Nulla aveva senso di quella storia.
“N-Non c'è nessuno nemmeno qui..." si demoralizzò Serena. Era una costante delusione questa loro ricerca. Finora non era successo nulla di così positivo.
Ash digrignò appena i denti, era terribilmente frustrato. Sapeva che dovevano trovarsi a kilometri e kilometri di distanza dai loro amici, così come era convinto che pure Serena ormai l’avesse capito, però nessuno fiatava al riguardo perché non era necessario rendere ovvio ciò che già faceva star male.
“Ash… h-ho un po' paura”
"E’ normale, anche a me questa cosa intimorisce, ma dobbiamo mantenere la calma. L’importante è stare insieme e vicini, il fatto di essere assieme è molto positivo. Potevamo svegliarci in luoghi diversi ed essere davvero nei guai" le disse lui con fare gentile. Camminava sulle sue quattro zampe per mettere la ragazza più a suo agio, anche perché gli era più comodo. 
Lei sospirò e annuì tristemente, cercando di mostrare un sorriso. “Vero”
"C-Credi che rimarremo cosi per sempre?" chiese lei appena speranzosa di sentire un incoraggiamento. 
"Non lo so” Fu sincero lui, anche se però sentiva una forte speranza “Ma di certo non mi arrenderò così facilmente e sono sicuro che nemmeno tu lo faresti, no?”
Lei rispose annuendo più serena “Ovviamente no!” proseguirono a pari passo con lo stesso andamento “Però… è stranissimo sentirsi così, non è tanto diverso il modo di pensare, mi sento ancora un’umana sotto quel punto di vista”
“Sarà perché in effetti noi siamo degli umani dentro!”
“Però camminare fa così strano, saremo del tutto Pokémon come fisico? Potremmo lottare o usare mosse? E poi perché proprio un Fennekin son diventata?”
Ash ragionò un attimo ma non sembrò trovare una risposta chiarissima “Beh il mio primo Pokémon è Pikachu e il tuo Fennekin prima che si evolvesse in Braixen. Forse perché siamo molto abbinabili a loro”
“In effetti…”
“Ehi, conta il lato positivo! Sei bella come Fennekin!” parlò senza controllare la bocca e se la coprì rapidamente, anche se ciò non aveva impedito Serena a sentire, la quale subito si girò verso di lui rossa in muso.
“C-Cosa?”
“S-Sei carina come Fennekin… cioè… sei una Fennekin molto adorabile… no… aspetta…” prendere nota: Ai Pokémon piacciono i Pokémon, non contano le specie o improvvise trasformazioni. Appena provato.
“Ho capito…” Sorrise lei “G-Grazie” scodinzolò appena felice.
Lui si grattò appena il capo e ridacchiò imbarazzato. Per lui però fu solo l’inizio di un altro grosso imbarazzo.
“Comunque… anche tu non sei male come Pikachu… nel senso che… stai bene ecco”
“G-G-Grazie!” arrossì lui, per fortuna il rossore era concentrato nella zona delle sue sacche rosse, però poteva sentire una strana piccola scossa dentro di lui. Era normale per un Pikachu?
Serena proseguì “Comunque mi sembri molto naturale nell'essere un Pikachu e l'hai presa con una strana calma questa storia. Insomma, non sei esploso come me quando hai scoperto di essere diventato un Pokémon. Oppure sono io che urlando troppo non ho sentito te farlo" 
"Uhm è perché questa è la seconda volta che mi è successo, anche se in circostanze diverse" confessò lui. 
"Uh?" 
"Ho incontrato a Johto una maga che faceva esperimenti con delle pozioni e mi sono offerto di aiutarla per una magia che doveva farci capire i pensieri e i linguaggi dei Pokémon. Ha sbagliato e io sono diventato un Pokémon… un Pikachu. L'effetto poi si annullò, ma in quel poco tempo che ho avuto ho più o meno imparato a muovermi come un Pikachu. Di sicuro mi ha aiutato a capirlo meglio. Se non sono esploso è perché ci sono già passato, se no avrei reagito anche peggio… fidati!" 
“E non me lo hai detto?” fece la finta offesa la volpina sentendo per la prima volta quella storia. Eppure la sera precedente l’occasione c’era.
Lui si scusò subito ridacchiando “Ieri mi è passato di mente, ma te lo avrei detto…!”
“Non preoccuparti, scherzavo. Basta che però non cerchi di catturarti da solo!” lo prese in giro lei.
“Ah… ah…” resse il gioco lui “Se mi catturi tu posso anche starci”
“Bene allora risolto tutto questo e appena avrò una pokéball potrai entrare nella mia squadra! Ma ti avviso, potrei metterti un vestitino per le esibizioni!” 
I due incominciarono a ridere distratti finalmente dal peso della loro brutta avventura. In un certo senso potevano sperare che finito tutto ci avrebbero riso sopra una volta tranquilli. 
“Ahaha certo ma preferirei qualcosa da ma…AAAhii!" si interruppe poi andando a sbattere contro un sasso. Serena non lo aveva avvertito, ma perché credeva che lo avrebbe evitato. Era molto visibile, non poteva non averlo visto ed esserci andato addosso come se nulla fosse.
"Niente di rotto?" lo richiamò una voce. 
Il Pokémon elettrico aprì gli occhi ma non era la voce di Serena ad aver parlato, anzi… sembrava avere una faccia sconcertata la sua amica "Che c'è!?" si preoccupò l'allenatore temendo un nuovo attacco di panico.
Non era un attacco di panico, ma di certo c’era paura e sorpresa "I-Il sasso... Il sasso ha parlato!" indicò tremante lei la roccia su cui aveva sbattuto Ash. 
Il kantoniano nemmeno si voltò e la guardò un po' stranito, al massimo un Pokémon simile ad un sasso faceva versi "Il sasso!? Ma i sassi non parlano!" provò a tranquillizzarla.
"No Ash, ti giuro che ho sentito il sasso parlare!" continuava a ripetere lei. 
"Certo che parlo! Non sono mica muto!" si udì una voce cavernosa dietro ad Ash. Serena subito indossò una faccia inquietatissima e le sue pupille si spostarono seguendo la massa dietro al suo amico che si muoveva. Lentamente il sassone si mosse, girandosi e rivelando uno strano viso concavo al centro. 
"U-Un Boldore!?" si stupirono i due poké-umani. A quel punto Ash ricordò. Se erano Pokémon, potevano capire altri Pokémon e di conseguenza parlavano.
"No sono un Wailmer, certo che sono un Boldore!" ripeté il Pokémon. Accorgendosi però del suo comportamento brusco e del disagio dei due davanti a sé decise di cambiare approccio "Piuttosto devo scusarmi, purtroppo devo essermi appisolato e non credevo di stare proprio sul sentiero principale”
“Nessun problema”
"Tipetti strani..." si fece confuso il sassone vedendoli ancora un po' scombussolati "Beh cosa posso fare per voi? Non sembrate molto a vostro agio”
"Beh noi... ci saremmo... persi..." provò a dire Ash non sapendo bene come spiegare la situazione o se almeno provarci. Credere che due umani fossero diventati Pokémon era difficile, non accadeva ogni giorno. Chiunque sarebbe stato molto perplesso nel sentirselo dire.
Serena intervenne, cercando di essere più precisa "Non sappiamo dove ci troviamo ed é difficile orientarci, potrebbe darci qualche informazione?"
"Persi uh? Non mi pare voi siate di Borgo Tesoro... non vi ho mai visti..."
"Borgo che?"
"E di certo non siete esploratori"
I due si guardarono confusi "Esploratori?"
"Beh si... esploratori... sapete... da dove venite di preciso?" Li osservò con occhio scrutatore "Come fate a non sapere di che parlo?"
"Siamo di molto lontano o almeno crediamo. Non riconosciamo questo posto"
Dalle loro parole sembrava fossero stati teletrasportati nel posto all'improvviso. Erano ragazzi strani di certo "Uh, però se non siete esploratori non dovreste essere arrivati qui senza una scorta…” Pensò un attimo e lì guardò ancora, per poi avere un’illuminazione. Fece un ghigno e diede qualche pacche sulle spalle ad Ash “Oh certo! Scusate… non avevo capito… ma non dovete essere imbarazzati! Arriva il momento per ogni Pokémon!”
I due lo guardarono confusi “Cosa?”
“Beh è ovvio che eravate impegnati a fare… beh il primo rituale”
Serena fece un sussulto “Heeep!” e cominciò a scuotere la testa furiosamente mente faceva di tutto per negarlo “NO!!! NULLA DI SIMILE!” Ash nel frattempo non avendo capito di cosa si trattasse curvò appena la testa e guardò l’amica che sembrava aver una crisi.
“Ma certo, certo… É chiaro che dovete arrivare in un posto più riconoscibile per sistemarvi... e Borgo Tesoro é l'ideale"
"E come possiamo arrivare a questo Borgo Tesoro?" Domandò Ash abbastanza dubbioso sull'avventurarsi da soli dove non sapevano.
"Vi accompagnerei io" rispose il Pokémon facendoli un attimo sentire felici, ma ben presto l'esultanza sparì quando continuò "Ma sono diretto da tutt’altra parte, quindi dovrei fare tutto il percorso e poi tornare indietro. Posso comunque darvi qualche indicazione, quindi seguite bene le mie istruzioni, ok? Non é distante"
Ash e Serena annuirono e si misero all'ascolto. Una volta spiegato loro cosa fare i due salutarono il Pokémon e si misero in cammino. Qualunque posto fosse quello in cui erano diretti, di certo avrebbe aperto loro più chance di ambientarsi e magari avrebbero trovato aiuto. Anche se non capivano bene molte cose, troppe... ci avrebbero pensato in seguito. Ora non avevano tempo, dovevano scoprire dove erano, tornare umani e andare dai loro amici.
"In qualche modo risolveremo anche questa!" Mormorò Ash per rassicurare Serena. Manteneva sempre le sue promesse.
Continuarono a camminare. Cercando di orientarsi in quella foresta sempre più fitta che li aveva circondati. Sul litorale della costa non c'erano sentieri e camminare sarebbe stato rischioso. L'unica cosa fattibile fu addentrarsi nel cuore della vegetazione. 
Più avanzavano più sembrarsi farsi ombroso e silenzioso il paesaggio. Era abbastanza inquietante. Non si sentivano Pokémon o umani. Solo fruscii e soffi di vento che scostavano gli alberi. Era disagiante per loro, per quanto Ash potesse essere ottimista bisognava anche essere concreti.
Nonostante l'insicurezza i due ormai Pokémon camminarono cercando la via d'uscita seguendo le istruzioni del Pokémon incontrato in precedenza, ma sembrava essere un labirinto.
Non era come un normale bosco, pareva esserci un'aria del tutto diversa, qualcosa era assente dalla loro percezione, sebbene differente dal solito punto di vista. Il loro istinto continuava a risuonare nella testa e a dire loro che rischiavano grosso, ma non potevano fare altro che tenere gli occhi aperti.
La calma attorno a loro non era altro che un'illusione di una pace apparente... era solo il morente silenzio.
Serena si avvicinò ad Ash, camminando quasi appiccicati "Ash... come pensi che troveremo gli altri?" Domandò lei rompendo il silenzio ma mantenendo un tono abbastanza basso.
"Non ne sono sicuro... ma appena troveremo un centro abitato proveremo a metterci in contatto con loro. Magari via pokédex, tanto i nostri sono ancora negli zaini. Se no proverò con le mie scariche elettriche e forse Pikachu le capterà. In casi estremi proveremo a tornare in una città dove abbiamo amici o persone che ci capiranno"
Lei mantenne il muso basso, non sentendosi completamente sicura, non sapeva perché ma continuava a percepire una lontananza incolmabile tra loro e gli amici.
"Ehi..." si girò il Pikachu guardandola negli occhi "Ricorda! Positività!” sorrise lui, scaturendo un altro sorriso da parte della starter di tipo fuoco.
Fu abbastanza da far sciogliere il cuore ad Ash e fargli provare per la seconda volta una piccola scarica in tutto il corpo. Era normale? Non aveva mai provato una sensazione così l'ultima volte che era un Pikachu. La coda voleva iniziare a muoversi da sola. Succedeva solo oggi, non gli pareva una cosa che il suo Pikachu facesse.
"Tutto bene?" Lo chiamò lei notando il suo trans.
"Io? Oh si... ero solo..."
*Frush*
Si sentì un fruscio innaturale. I due subito si immobilizzarono e rimasero all'ascolto. Le orecchie di entrambi divennero rigide all’ascolto dell'ambiente.
Seguì un piccolo *crack* di bastoncino e allora fu chiaro che non erano soli.
Dal nulla spuntarono due Pokémon che caddero proprio sulle loro zampe di fronte ai loro occhi. Volpe e topino fecero un salto indietro per tenersi a distanza di sicurezza ed evitare di essere colpiti; in quel momento forse la loro nuova natura Pokémosa si era messa in mostra.
Di fronte a loro i nemici sembravano molto più aggressivi e grossi; Galvantula e Ariados li fissavano con uno strano sguardo, quasi indecifrabile.
Ash voleva evitare lo scontro, non avrebbe portato bene a nessuno quindi, sempre tenendosi davanti a Serena per proteggerla, fece un passo in avanti porgendo la zampa "S-Scusate... possiamo aiutarvi in qualche modo?"
"Siete nel nostro territorio" rispose rapidamente e con tono secco Ariados. 
Subito il Pikachu e la Fennekin deglutirono nervosi. No, ne sarebbero usciti pacificamente, non era necessario lo scontro. Dovevano usare le loro doti da mediatori. 
"Ci scusiamo terribilmente, ci siamo persi e... non volevo infrangere il vostro territorio, non arrabbiatevi..." si chinò appena Ash scusandosi per la loro invasione di territorio. 
La coppia di ragni proseguì con gli sguardi truci, facendo sudare freddo i due forestieri. 
"TULA!" in un attacco fulmineo Galvantula andò a colpire dritto ai piedi di Ash, il quale se non si fosse scansato in tempo sarebbe stato colpito, così come Serena spostata da lui.
"EHI MA CHE DIA-...!" Non fece a tempo a lamentarsi Ash che partì un altro attacco, stavolta un Velenoshock. Di nuovo i due cercarono di schivare ma stavolta furono divisi. Ash riatterrò abbastanza facilmente sulle sue zampe e si ritrovò già in equilibrio. Serena invece si rialzò poco dopo, cercando di stare al suo passo e di non farsi sorprendere da altri attacchi.
"Niente scuse. Avete violato il territorio del nostro clan, perciò la punizione sarà molto più che grave!" annunciò l'Ariados lanciando un attacco Velenocroce diretto verso i due malcapitati. 
"Lasciatemi spiegare!" provò a dire Ash cercando di nuovo di ragionare con quella coppia di aracnidi ma di nuovo fu costretto a rotolare su se stesso per evitare la X velenosa che il Pokémon di Johto gli aveva appena lanciato. 
"S-Siamo solo viaggiatori!" provò a dire Serena ma il Galvantula per tutta risposta le lanciò una vischiosa Elettrotela. 
"Attenta!" gridò Ash lanciandosi verso di lei e spostandola prendendo il colpo al suo posto. Serena ruzzolò poco più in avanti e sbatté con il muso a terra. Alzò subito la testa e girandosi vide il compagno intrappolato a terra per colpa di una massa di fili elettrici e appiccicosi. 
"Ash!" corse da lui cercando di liberarlo ma dovette subito frenare e indietreggiare quando un’altra tela venne lanciata nella sua direzione. Per sua fortuna l’attacco non era difficile da evitare, ma come poteva liberare Ash in quel modo?
“Gnk... Come si esce da questa trappola!?" strinse i denti lui cercando di togliersi di dosso la massa appiccicosa che lo incollava al terreno.
"Semplicemente è impossibile” sogghignò il Galvantula mentre il Pikachu sentiva una scarica elettrica pervadergli il corpo. Non era potentissima e nemmeno tanto dolorosa, ma dava sicuramente fastidio "La mia tela è perfetta. Resistente ed elettrica, nessun Pokémon piccolo come te riuscirebbe a distruggerla”
"Ma si può sapere che volete!?" urlò contro Serena cercando ancora di avvicinarsi all’amico invano.
Ariados la guardò con noia e freddezza "L'ho già detto e non amo ripetermi. Siete invasori e nel bosco Cortecciascura vige una semplice regola: Se non sei del luogo o lo sei e non fai parte del clan vieni eliminato. Niente di personale ragazzina, è semplicemente la legge del più forte” Rispose secco lui, per poi zampettare velocemente verso di lei. 
La Fennekin si attivò subito per allontanarsi da lui ma, invece di proseguire e colpirla, l’Ariados lanciò un altro Velenocroce su di lei. Serena si girò un attimo per vedere quanto si fosse allontanata ma la sua distrazione le costò cara e l’attacco la prese in pieno “Aaaaarhh!”
"S-SERENA!!” provò lui a dimenarsi con agitazione. 
"S-Sto bene… s-solo un graffio.." si rialzò debolmente la ragazza cercando di reggersi in piedi e resistere. Doveva liberare Ash e fuggire insieme a lui.
"D-Dannati..." si inferocì Ash, lottando ancora più disperatamente per uscire da quella situazione appiccicosa. 
"Cosa credi di fare topino? Sei la preda in questo momento, non credo che potrai fare gran che. Hai le zampe legate, letteralmente" 
"V-Vedremo!" ruggì Ash con tutta la forza che aveva in corpo. Continuò a ribellarsi contro la rete. Più i nemici si avvicinavano a Serena, più la sua foga di libertà diventava potente e disperata. Ringhiò cercando di tirare fuori tutta la sua forza e finalmente sentì qualcosa vibrargli in tutto il corpo. 
Era una strana sensazione, sembrava un pizzicorio che partiva da dentro e che lentamente raggiungeva le sue guance rosse. Tutto il corpo gli stava fremendo e frizzava in maniera assurda. Non poté far altro che liberare tutta quella energia e lasciarla uscire dal suo corpo in un ringhio pieno di adrenalina.
"GRAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH" 
Scariche elettriche e fulmini uscivano dal suo corpo, talmente forti da bruciare il fili che lo tenevano appiccicato al suolo. Continuavano ad uscire e propagarsi e così continuò fino a che della tela non rimase più nulla. 
"Che!?" rimase scioccata la tarantola "Un semplice Pikachu non è in grado di distruggere le mie opere d'arte!" 
"Idiota! E' un tipo elettro. E' chiaro che la tua ragnatela non l'avrebbe messo K.O. anzi, secondo me l'hai anche reso più forte!” lo ammonì il collega rosso. 
“E dirmelo prima no!?”
"A-Anf anf..." respirò a fatica il Pikachu, ancora un po' elettrizzato. Sentiva tutta l’adrenalina e la potenza di quell’attacco appena lanciato. Era una sensazione stranissima ma anche… fantastica. 
"A-Ash c-cosa è successo?" si stupì Serena ancora scioccata.
"N-Non lo so... h-ho come sentito una forza dentro il mio corpo espandersi fino a scoppiare!" replicò l'amico ancora più stupito di lei ed euforico “Deve essere uno dei miei attacchi! CHE FORZA!” esultò lui eccitato come una festa.
"Q-Qualunque attacco sia ti ha liberato! Usalo ancora se ci riesci, magari è la nostra chiave di vittoria!"
"Ci proverò!”
L'Ariados sbuffò "Bah... un semplice Fulmine non è roba di cui vantarsi, ci vuole ben altro per spaventarmi! Ora ti faccio vedere io cosa è un vero attacco... Galvantula, tieniti pronto!" 
"Intendi, quell'attacco?" 
"E cosa sennò? Sbrigati, forza!"
All'improvviso le zampe dei due Pokémon aracnidi si fecero sempre più brillanti fino a sfolgorare "Beccatevi questo Forbice X doppio, dilettanti!" e due colpi violenti sferzarono l'aria viaggiando a rapida velocità verso la coppia. 
"Non vi permetterò di farle del male! G-G-Gahhh!" urlò Ash e di nuovo una saetta si propagò nell'aria cozzando contro il colpo combinato dei due ragni. L'impatto fu violento e lo scontro durò molto, nessuna delle due mossa sembrava voler cedere, nessuno dei due riusciva a prevalere l'altro. 
"Forza... Forza!!" strinse i denti Ash cercando di usare tutta la potenza che riusciva a sostenere il suo corpo. Doveva farcela a tutti i costi, non poteva fallire.
"Inutile provarci, questa tecnica non è stata mai sconfitta!" urlarono i due ragni. 
Forbice X cominciò ad avere la meglio e a prevalere su Fulmine. Ash sentì il corpo venir trascinato all’indietro dalla forza repulsiva dei colpi. Le sue zampe facevano di tutto per rimanere ancorate al terreno, ma perdevano sempre di più la loro resistenza. “A-Argg…”
All'improvviso un attacco proveniente dal nulla andò a collidere contro quello dei due ragni e lo annullò completamente. Il vento causato dalla forza degli attacchi collisi fu abbastanza da spazzare via tutti. Ash riuscì ad aggrapparsi al terreno appena dopo aver afferrato Serena e riuscì a tenere entrambi abbastanza al sicuro.
Gli altri due Pokémon non furono altrettanto fortunati e finirono zampe all’aria "Ma cos!?" si sorpresero. 
"Attaccare due normalissimi passanti che chiaramente stavano offrendo un segno di pace. Che villaneria..." risuonò una voce femminile.
"La capa ha ragione! Di Pokémon briganti ce ne intendiamo ma il vostro comportamento è stato molto, molto scorretto!" fece eco una voce maschile. 
"Fatevi avanti!" urlò inferocito l'Ariados. 
"Beh, se me lo avessi chiesto con più garbo magari… ma in fondo parliamo di villani e maleducati, quindi me lo sarei dovuto aspettare. Avanti Sanpile! Mostriamoci ai nostri nuovi amichetti!” sbuffò la voce femminile emettendo una fiammella. 
"Veramente è Sandile capa..." replicò un po' risentita la voce maschile.
"Ed io che ho detto!? Sanpile! Ora smettila di fare lo schizzinoso e vieni ad aiutarmi invece di startene sotto terra! Abbiamo da fare!”
"S-Si capa!" 
Subito dalla boscaglia spuntò un agile lucertolina nera e grigia dagli occhi viola e dalle venature rossastre "Eccomi qua, carini. Salandit!" si presentò teatralmente. 
"E... E Ci sono anche io!" si sentì urlare da sottoterra e un coccodrillo piccolino si affiancò a lei "Sandile il grande. Preparatevi moscerini perché niente ci può... Ahio!" si presentò lui interrotto da una codata in faccia regalata dalla collega.
"Meno chiacchere Sanpile! Non siamo certo davanti a un pubblico a cui fare il monologo!" 
"Mi avevi detto che un entrata ad effetto avrebbe..." 
"Non in questo momento Sanpile! Ora ci sono altre cose da fare, tipo mostrare a questi due larve cosa succede se fanno le cattivelle!" 
"Larve!?" si infuriarono i due ragni "Ora vi facciamo vedere noi buffoni!" ed entrambi lanciarono rispettivamente Velenocroce e Fulmine. 
"Sanpile Forza! Facciamogli vedere la vera potenza!" 
"Si capa! Turbosabbia!" gridò il coccodrillo sbattendo le zampe a terra e sollevando una massa di polvere contro i nemici.
"Mentre moi, Salandit userà l'attacco Braciere!" dalla bocca della Pokémon lucertola invece partì una fiammata che andò dritta verso i nemici intrappolati dal Turbosabbia di Sandile.
Ash approfittò del momento per guidare Serena più distante dallo spazzo in cui gli attacchi si propagavano. Una volta a distanza di sicurezza il topino provò a far alzare Serena, ma non sembrò riuscire nell’intento “Serena qualcosa non va!?”
“S-Sto bene Ash, davvero..." 
“Non mi sembra! A malapena ti reggi in pieni!" protestò lui insistendo, quanto era stato potente l’attacco dei nemici che l’aveva colpita?
Scosse la testa e ce la mise tutta per rialzarsi "No davvero s-sto..." ma di nuovo crollò a terra "P-piuttosto va ad aiutare quei due Pokémon che c-ci stanno proteggendo. Io sto bene, devo solo riposare un attimo, sono indolenzita”
Infatti il consiglio di Serena sembrava il migliore; sebbene ci stessero mettendo tutta la loro buona volontà i due nuovi arrivati stavano faticando non poco "Grrr... avanti Sanpile! Più energia!" gridò Salandit.
"Ci sto provando capa! Ma questo è il mio massimo!" replicò Sandile.
"Beh supera il tuo massimo allora! Qui ne va del nostro onore di reclute e dell’incolumità di quei due malcapitati!" replicò ancora una volta la lucertola. 
Ash guardò i Pokémon e poi Serena, cambiò di continuo occhiate, fino ad essere convinto dalle suppliche di Serena. Strizzò gli occhi e si lanciò in mezzo al campo di battaglia. 
"Che diamine fai!? Vattene via e porta con te la tua amica! Noi ci occupiamo di farvi prendere tempo!" si girò la Salandit guardando il nuovo arrivato.
Ash scosse la testa rifiutandosi “Siete in difficoltà, lasciate che vi aiuti!"
“N-No, la capa ha ragione! Scappate! Ci pensiamo noi a questi qui! Non riuscivate prima a contrastarli, volete farlo ora!? Via da qui!" rispose Sandile cercando di intensificare il suo Turbosabbia.
"Ma io..." provò a replicare l'ex allenatore. 
"SCAPPATE!" gridarono i due. 
Ash si morse la lingua, non poteva lasciare che quei due Pokémon così gentili facessero una brutta fine o finissero nei guai. Era colpa sua, avrebbe dovuto scappare subito quando si era presentata l’occasione invece di tentare l’approccio. Era un disastro, pensava che avrebbe capito meglio i Pokémon e il loro modo di pensare ma finora aveva solo combinato un disastro totale. 
Proprio per questo ora non poteva arrendersi, era ora di riscattarsi e lo avrebbe fatto in ogni modo possibile. 
"Ehi ma che fai!?" gridò Salandit vedendo il piccolo topo elettrico correre in direzione dei nemici come una furia. Sorpassò i due Pokémon buoni e proseguì come una scheggia verso le minacce, un solo obbiettivo nella testa.
Il Pokémon saltò in aria e caricò tutto ciò che aveva in corpo e che poteva accumulare, ogni singolo grammo di energia era concentrato. Sentiva la pura carica che lo animava da dentro, era ora di rilasciarla "GAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!"  gridò rilasciano un enorme e poderoso Tuono, così forte da creare un solco nel terreno e spazzare via il Turbosabbia. La potenza della mossa si sprigionò in tutto e per tutto, colpendo i nemici in pieno.
*BOOOOOOOOOOOOOOOOM* fu il suono forte che arrivò alle orecchie di tutti quando la collisione avvenne. Un’altra ondata di vento spinse via Ash che questa volta cadde a terra, ma per fortuna senza farsi gran che. 
Sandile e Salandit si ricomposero, ancora un po' stralunati per quell’attacco così potente. 
Aprirono tutti gli occhi e fu con enorme piacere che notarono i nemici a terra completamente esausti. Schiacciati completamente dalla forza di Tuono, non si sarebbero rialzati per un bel po'. I soccorritori sembravano parecchio sorpresi, mentre invece la reazione di Ash era del tutto più euforica.
"*Anf… anf...*" soffiò lui con un sorriso e il sudore che colava. Nemmeno si era accorto di non aver in testa il cappello, caduto secondi prima “C-Ce l'ho...-" cominciò a cadere, perdendo improvvisamente tutte le forze per parlare ed esultare. 
Subito fu afferrato al volo da Salandit, che per fortuna aveva notato in fretta il tutto "W-Wow... c-che colpo..." 
"G-Grazie..." ansimò Ash, facendo il pollice all’insù. Era stato semplicemente… elettrizzante. Non vedeva l’ora di prenderci la mano, così avrebbe potuto farlo senza stancarsi a tal punto. 
"Un attacco Tuono davvero impressionante, non ne ho mai visti di così potenti, solo i Pokémon più esperti ci riuscirebbero" si complimentò a bocca aperta Sandile, raccogliendo da terra il berretto di Ash e porgendoglielo con la bocca. 
"E-Era un attacco Tuono?" chiese Ash non sapendo di preciso quale mossa avesse scagliato. Pensava fosse Fulmine o Scarica.
"Sicuro che lo era!”
Lui si rimise in piedi, ritrovando la stabilità, era di certo una delle cose più pazzesche che gli fossero successe “Eravate nei guai e ho sentito il bis-…”
“*caugh… caugh*” lo interruppe una debole voce che tossiva. 
Ash sentì un campanello di allarme e corse subito via dai due Pokémon per andare dalla sua amica ancora a terra. Pensava che il tempo le avrebbe dato più forza, non immaginava di tornare e vederla peggio di prima "Serena!?" gridò l'allenatore avvicinandosi a fatica.
“…U-Uh…" respirò affannosamente la volpina non rispondendo al richiamo. Sembrava aver preso uno strano colore in viso. Non era rossore, era qualcosa più… violaceo. Non sembrava aver forza nemmeno per tenere le orecchie in su. 
Il Pikachu continuò a preoccuparsi, sempre più nel panico “Serena che c'è!?" 
"Permetti?" si fece avanti Salandit osservandola per bene. Appoggiò una zampa prima sulla sua fronte, poi  osservò meglio il colore del pelo, infine controllando la ferita inferta da Velencroce "Si tratta di avvelenamento. Non sembra gravissimo al momento, si sta propagando lentamente, ma va curata subito”
Il tipo Elettro sbarrò gli occhi e incominciò a impallidirsi "Avvelenamento!? C-Come sarebbe a dire che non è grave!? E' veleno!" 
"Credo che potrebbe bastare una Baccapesca in caso riesca a mangiarla. Funziona per ogni caso. Sanpile passamene una!" ordinò la lucertola.
"Subito capa!" e il coccodrillo tirò fuori dal suo borsello una bacca rosa e succosa, appoggiandola di fronte al muso della volpina "Mangia, ti farà sentire meglio in men che non si dica!" disse.
Serena aprì appena gli occhi e osservò la Baccapesca, ma non riusciva a muoversi nemmeno di un centimetro per azzannarla. Si sentiva pesante... la testa le era pesante... tutto era pesante. Sentiva le palpebre cominciare a chiudersi e il respiro sempre più difficile. I tre sembravano attendere che si facesse avanti, ma più passavano i secondi più cresceva l’ansia per il Biancavillino. 
"Serena!?" Ash la scosse appena cercando di darle coraggio. Cominciava a spaventarsi, loro non erano Pokémon normali e non sapeva che effetto avesse un avvelenamento. Poteva benissimo essere più efficace o addirittura ucciderli. "Serena per favore dai almeno un morso..." aveva fretta che mordesse la bacca, l'ansia cresceva con il suo timore "Serena!!" Era tutta colpa sua se era successo, non l’aveva protetta abbastanza per evitarlo.
"Così non va... dobbiamo tornare alla base e curarla lì" disse Salandit "Se é così debole vuol dire che il veleno ormai è in circolazione e si è propagato più di quel che pare"
Ash iniziò a prendere un colorito blu in viso, non andava bene... per niente "E-E quanto é lontana questa base?"
Sandile guardò un attimo il percorso e poi il Pokémon sconosciuto "Non é lontanissima ma dobbiamo sbrigar...ehi... stai diventando blu, non sarai avvelenato anche tu?" 
Il Pikachu scosse la testa rapidamente "No! Sono solo preoccupato per la mia amica!"
"Allora prendila sulla schiena e seguici. Mettiamoci in marcia, dobbiamo arrivare prima dell'ora di pranzo"  Ancora si girò verso il topo elettrico e lo invitò a sbrigarsi "Non avevi fretta? Andiamo!"
Ash fece come detto, chinandosi appena con la testa sotto la pancia di Serena, facendola poi scivolare sul suo dorso. Una volta assicuratosi che non fosse scomoda o a rischio di cadere si rimise sui suoi passi e al seguito dei due Pokémon gentili. 
Proseguirono senza staccarsi di troppo, per fortuna il percorso diventava meno soffocante, con pochi alberi. Il sole iniziava a trasparire tra i vari rami e ciò diede un grande sollievo al neo Pokémon "Pfui..." sospirò poi piegando la testa indietro per farsi sentire da Serena "Vedrai che tra poco starai meglio! Tieni duro ancora un po', ok?" Usò una voce dolce mentre sul suo dorso la volpina fece un mugugno e annuì debolmente.
Nonostante però la debole risposta, l’animo di Ash sembrava diventare sempre più scuro e pieno di pentimento. Avesse prestato più attenzione nel momento in cui avevano lanciato quell’Elettrotela contro di lui tutto questo non sarebbe accaduto. Sarebbero scappati o avrebbero combattuto, sta di fatto che Serena non si troverebbe avvelenata e con la salute a rischio. Le aveva promesso che sarebbe andato tutto bene…
I suoi pensieri e sensi di colpa furono interrotti da una voce "Certo che avete un bel coraggio voi ad avventurarvi in un Dungeon di questo tipo. Se dovevate per forza fare una gita in un luogo simile potevate farvi accompagnare almeno da degli esploratori" 
Il commento non sembrò essere molto gradito dal Pikachu, ma ignorò la frase, dopotutto non poteva farci molto. Tuttavia una cosa gli parve strana "Dungeon?"
Si fecero tutti silenziosi. Sandile e Salandit si guardarono strabici "Si... Dungeon. Voi... venite da tanto tanto tanto lontano, giusto? Perché non sapere cosa sia un Dungeon vuol dire aver vissuto isolati dal resto del mondo"
Ash si sentì inizialmente infastidito da quelle parole. Certo che vivevano lontano, non avevano mai visto un luogo del genere e ne avrebbero di certo visti di più come quello. Non era colpa loro. "Uh, beh a dire il vero volevo chiedervi in che regione ci troviamo"
"Prego?"
"Regione... Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh, Unima, Kalos o Forsia? O un'altra?" Continuò Ash. Almeno sarebbe stato più facile farsi un'idea di cosa stesse succedendo.
"..." ancora i due coccodrilli si guardarono "Uh... avete mangiato qualcosa di sbagliato? Per me sei avvelenato anche tu"
"No che non lo sono!"
"Allora hai battuto la testa"
"Non ho manco un bernoccolo"
"Ma esiste l'emorragia interna"
"Eddai!"
"Oppure sei ammalato... o sei stanco"
"..."
Lasciò perdere quelle domande o allora si che si sarebbe sentito il mal di testa. Si sarebbe fatto spiegare tutto da qualcun altro in seguito. Ora la priorità era Serena.
Finalmente sembrarono raggiungere la meta. Il particolare odore che già da un po' arrivava alle narici del tipo Elettro era particolarissimo. Era senz'altro di tanti Pokémon e un altro un po' strano. Simile alla civiltà ma non di umani. 
Le foglie che passano di fianco a loro diventarono sempre minori fino a che non finirono gli arbusti stessi ad indossarle. I raggi del sole arrivarono dritti sul muso del Pikachu e gli scaldarono le sacche elettriche. Ben presto si ritrovarono su un percorso vicino al mare. Vide in lontananza delle strutture strane e finalmente provò sollievo. Osservò Ash la silhouette delle costruzioni non molto lontane.
Gli pareva strano che fossero in avvicinamento di un centro abitato da umani... e altre cose non quadravano. Si sentiva rintontito, ma speranzoso.
Dalla felicità di poter trovare una soluzione, ben presto tutto divenne confusione e perplessità. Più la vicinanza era maggiore... meno era la rassicurazione. Era normale che fosse tutto così basso, piccolo e particolare?
E fu quando giunsero con gli sguardi all'orizzonte, giù per la collina... che crollò tutto in un solo istante. Ogni singola convinzione anche se piccola era stata sbriciolata. Ora la testa di Ash era pervasa da dubbi e disorientamento. Ecco che giungeva il mal di testa.
Arrivarono ad un incrocio, si guardò attorno trovando sulla sua destra un pozzo particolare e un sentiero in salita, le scale erano pure abbastanza ripide.
Sulla sinistra c'era una altro percorso e finalmente si vedeva il mare e se ne respirava la brezza. Poteva anche sentire dei versi di Pokémon gioiosi provenire da un buco. Ma il vero shock era che di fronte a lui si apriva una strada... la strada di un villaggio abitato da soli Pokémon.
Ogni chance era caduta, forse non sarebbe stato così semplice risolvere l'enorme guaio in espansione... si era appena reso conto del colossale macello in cui erano finiti.
"Ehi di qua!" lo richiamò la lucertola "La nostra base in cima alla collina! Dai sbrigati!"
"Eh? Arrivo!" disse Ash iniziando a salire le scale. Per fortuna i due gli diedero una mano a tenere Serena sul suo dorso, o sarebbe stato un macello.
Notando lo sguardo perso di Ash nel vuoto Sandile smorzò un sorriso soddisfatto "Eh si, Borgo Tesoro è un vero gioiellino della cultura Pokémon”
“Ci troviamo a Borgo Tesoro!?" si sorprese Ash, non aveva mai sentito parlare di un posto simile.
"La sola e unica! Ma non c'è tempo per farti fare il tour, abbiamo da fare!" 
Ad Ash sembrava quasi di esser stato preso prigioniero in un mondo che a lui non apparteneva. Non fosse stato per la situazione avrebbe urlato di emozione, certe esperienze sembravano uniche e fantastiche. Ma con Serena avvelenata, il rischio di non tornare umani e il luogo in cui erano finiti… non gli sembrava proprio il caso di esultare. 
Ancora più stranezze, di certo era questo il suo parere appena vide un edificio a forma di tenda davanti a lui, avente la testa di un Pokémon a lui familiare di cui al momento gli sfuggiva il nome. Era di certo la stanchezza.
"Fermo qui" gli ordinò Salandit, che si diresse verso un’inferriata. 
"Impronta, impronta, impronta!" strillò una voce da sotto terra.
"E DI CHI E'!?" tuonò una voce molto più profonda. 
"E'... E'... E' Salandit!" 
"SALANDIT? BENE SARA' SICURAMENTE DI RITORNO DALLA MISSIONE CON SONDILE!" 
Uno sbuffò provenne dall’alto e un esclamazione disperata risuonò nell’aria "Veramente è Sandile, Genio! Apriteci che abbiamo un’emergenza!”

Subito la porta di legno si spalancò e il passaggio fu libero per i Pokémon bloccati all’esterno. Tralasciando la sorpresa e la curiosità dovuti all’ansia, Ash corse all’interno e, sempre aiutato dai suoi nuovi amici, portò Serena a qualche piano inferiore. 
La curiosità però non era fermata dagli altri Pokémon attorno a loro che si avvicinarono per vedere cosa stava accadendo. 
“Seguimi!” disse poi Salandit guidandolo in un corridoio e poi fino ad una stanza. Aprirono in fretta e si buttarono dentro letteralmente. Appoggiarono Serena su un cumuletto di foglie, in seguito la lucertola richiamò qualcuno.
“FLOETTE! ABBIAMO UNA FENNEKIN AVVELENATA! E’ ABBASTANZA GRAVE!”
Ash vide di scorcio una Floette spuntare e avvicinarsi. Non fece a tempo a guardarsi attorno o a dire qualcosa, che subito fu spinto fuori insieme a Salandit e cacciato dall’area. “EHI!”
“Non preoccuparti, ora si occuperà lei della tua amica”
Un Corphish spuntò da dietro e li richiamò, facendo quasi venire un infarto ad Ash, che saltò in aria e si aggrappò per qualche secondo al soffitto, per poi cadere di nuovo.  
"Tranquillo, è In ottime mani. La nostra infermiera è un asso nelle cure!”
“Corphish, gli hai fatto venire un colpo di certo! Avvisa quando ti fai vivo!” lo rimproverò Salandit con una piccola smorfia. Non era il caso di avere anche un Pikachu in coma. 
Ash si rialzò, ignorando momentaneamente il nuovo arrivato "Però vorrei vederla e starle vicino..." 
"Questo purtroppo non è possibile. Floette dice che la sua cura si disperde nell'aria e non funziona se si distrae e credimi… in questo momento attiri l’attenzione” 
Si guardò attorno e in effetti notò che un po' di occhi gli erano addosso. Non voleva intralciare le cure di Serena, ma sentiva il bisogno di andare da lei. Sospirò rassegnato, a questo punto tanto valeva guardarsi davvero attorno e chiedere qualche informazione. 
“Avrei delle domande”
“Spara”
Lui deglutì e preparò la valanga di domande che vennero gettate addosso alla lucertola “Dove ci troviamo? Perché ci hanno attaccati nonostante avessimo intenzioni pacifiche? Cosa era quel piano superiore?" 
Lei si ricompose e scosse appena la testa, poi si preparò a rispondere ad ogni dubbio “Prima di tutto questa è la Gilda, sede degli esploratori delle nostre terre. Io, Sanpile…”
“Sandile…”
“Sanpile… si… e altri membri tra cui il Corphish qui presente… lavoriamo per garantire il massimo supporto ai Pokémon viaggiatori o ci cimentiamo in altri ruoli. Vi hanno attaccati perché quello che avete attraversato non era un semplice bosco ma era un Dungeon" iniziò a spiegare.
"Un Dungeon? Cosa è un Dungeon?" la interruppe Ash. 
"Stavo per spiegare visto che sembravi disorientato sulla faccenda. Un Dungeon è un luogo in cui i Pokémon vivono in complicati labirinti naturali. Bisogna stare molto attenti quando si entra in un Dungeon perché difficilmente i nativi ti stanno a sentire. Per loro sei soltanto un intruso... ecco perché quei due vi hanno aggrediti. Spesso chi ci vive perde lo spirito di convivenza con gli altri, tuttavia ci possono essere eccezioni. I Dungeon si trovano in tutto il mondo, ma possono essere anche evitati per andare in alcuni luoghi, ci sono sentieri appositi. Sono mete ben conosciute e molto comuni, in alcuni casi anche d’intralcio, quindi per oltrepassarle devi chiedere l’assistenza degli esploratori”
“Uh…”
“Un Dungeon presenta anche dei lati positivi. In alcuni di essi è possibile infatti trovare dei misteriosi tesori e segreti segretissimi che potrebbero cambiare la tua vita! Semi d'oro, Galadoro, Bacchecedro, Tesorperduti”
"Ehm capa... stai sbavando..." si intromise Sandile.
"Eh? Oh si. Scusate ma quando si parla di tesori io... ma continuiamo… dicevo appunto che i Dungeon possono avere tanti tesori, infatti alcuni esploratori devono recuperare oggetti oppure cercarli per scopo personale o per alcune commissioni. Chi è di rango più alto più avventurarsi in luogo pericolosi e andare alla ricerca di tesori leggendari. Non finiscono mai le avventure qui! Però la maggior parte sono pericolosi e pieni d'insidie e menomale per voi che io e Sanpile eravamo di ronda" 
"Sandile! Mi chiamo Sandile!"
“Specificando ancora… di norma sono i civili che si perdono nei Dungeon e non riescono ad uscirne... per questo interveniamo noi! In ogni parte del globo c'è sempre una Gilda di esploratori in cui sono presenti richieste di soccorso, servizio trasporti o scorta. A volte ci arrivano anche richieste per andare a caccia di furfanti, criminali e Pokémon pericolosi. In tal caso è più probabile ricevere alte ricompense che se sei cadetto devi cedere in percentuale alla Gilda. Chi si diploma può uscire e lavorare in proprio ma c’è anche chi vi rimane. Noi captiamo le richieste e le mettiamo lì in bacheca a servizio nostro, o al servizio dei vari Team di esplorazione non più coinvolti con la formazione" 
Ash si massaggiò il capo confuso, era tantissimo da immagazzinare "Quindi...siete una scuola più o meno, ma anche un ente benefico o simile?" provò Ash a definire il tutto brevemente.
"Direi che più o meno hai azzeccato il punto, guance rosse" annuì la lucertola.
Ash strappò un sorriso "Guance rosse?"
"La capa da soprannomi un po' a tutti quelli che le stanno simpatici" spiegò Sandile.
"Esattamente" confermò di nuovo Salandit.
Ash sorrise sollevato, almeno stavano simpatici a qualcuno. Non era un cattivissimo inizio almeno da quando erano arrivati in quel luogo. Tra le cose positive di cui doveva fare l’elenco poteva aggiungere: preziosi aiuti.
"Però a me ancora non l'hai dato..."gli fece notare il coccodrillo alla sua amica.
Lei sospirò e fece come se la risposta fosse ovvia "Perché ancora non me ne è venuto in mente uno Sanpile!" 
Lui mostrò un grugno "E' San... oh lascia perdere..." si arrese lui. Contestava già tante volte durante la giornata, non gli serviva sprecare altre parole. Tanto ogni volta era la stessa storia. 
In quel momento un Pokémon a forma di campanella con un nastro attaccato ad esso si avvicinò al gruppo e richiamò la loro attenzione "Chi di voi è Ash?" chiese gentilmente.
Lui subito si mise sull’attenti, sperando fosse arrivato il momento di vedere Serena. Non ne poteva più di aspettare “Sono io!”
“La tua amica si è appena ripresa, puoi vederla se vuoi!" 
“Come sta?” chiese un po' dubbioso.
"Si riprenderà. Era un avvelenamento grave ma l'aromaterapia della nostra infermiera è una vera manna... oh scusa non mi sono presentata! Sono Chimecho! Piacere!" disse la campanellina presentandosi e porgendo il suo braccino piccino. 
"Il piacere è mio!" afferrò la zampa e la scosse con cordialità Ash, mostrando poi il suo caratteristico ghigno. Ora che Serena stava bene non c’era bisogno di preoccuparsi oltre. Appena terminata la loro presentazione il Pokémon elettrico camminò dietro a Chimecho e andò in direzione della stanza dove prima aveva lasciato l’amica. 

Ash continuò a camminare nel corridoio scavato nel terreno e arrivò nell'infermeria. Aveva ancora tante domande in verità ma sapeva che ce ne erano alcune fin troppe strane. Ed erano stati fortunati che non avessero chiesto molto altro a loro. Tipo il perché dei loro nomi strani e prima o poi sarebbe arrivata tale questione. Oppure avrebbero richiesto da dove venivano o perché non sapevano quelle cose fondamentali che sembravano scontate. Ma la domanda principale che loro stessi dovevano risolvere rimaneva dove si trovavano e perché. Per l'ennesima volta mise da parte quei pensieri che lo tormentavano e si concentrò su Serena. 
Entrò nella stanza e vide tutto abbastanza naturale. Era grandina, con vari letti, se di potevano definire tali, di materiale vegetale come quello su cui aveva posato l’amica, a quanto pare morbido e confortevole. C'erano tantissime erbe e bacche e anche altri oggetti. Sembrava uno studio medico molto all'antica. 
Si voltò vedendo Serena sdraiata su una delle cuccette vegetali, mentre una Floette la visitava. Continuò ad avvicinarsi silenziosamente ma venne notato facilmente da entrambe. Subito Serena sorrise scodinzolando appena e lo guardò con dolcezza e anche una nota di stanchezza "Ehi"
Il Pikachu fu presto al suo fianco e ricambiò "Ehi. Ti senti meglio?"
Lei annuì "Si anche se mi sento esausta"
Floette svolazzò davanti a loro e confermò "Normale, ho usato i miei poteri curativi visto che ormai il veleno si era già esteso in gran parte del corpo. Una Baccapesca avrebbe curato forse se fosse stata presa subito ma ormai era tardi. La stanchezza è normale, qualche Baccarancia e starai di sicuro meglio! Anche se ti consiglio di riposare"
"Grazie mille per l'aiuto" ringraziò Serena cordialmente per poi rivolgere i ringraziamenti anche ad Ash "E pure a te per avermi portata fino a qui"
Lui arrossì improvvisamente, emettendo qualche piccola scarica dalle guance.
Floette capì la situazione e controllando una risatina fece per andarsene "Vi lascio un attimo da soli per prendere alcuni utensili... voi fate le vostre cose..." 
Uscì giusto in tempo, infatti a sentire quelle parole entrambi persero momentaneamente il controllo del loro rossore in viso. 
"A-Allora... sei sicura di sentirti meglio?"
"Si..." rispose lei dispiaciuta "Anche se avrei voluto essere più utile... tu hai reagito mentre io sono finita per essere avvelenata..."
"Ehi. Non é colpa tua se ci hanno attaccati, tantomeno se ora ci ritroviamo nei corpi di Pokémon. Te l'ho già detto che sono stato trasformato in precedenza, per questo sono più a mio agio. Per le mosse... beh ho reagito quando ti ho vista ferita, credo dovremo imparare bene ad usarle e controllare le emozioni"
Serena lo guardò con gli occhi speranzosi "Ma insieme ce la faremo" concluse lui.
"Ascolta..." proseguì poi "Hai sentito cosa abbiamo detto nel tragitto?"
La volpina mosse appena la testa. Non era un sì ma nemmeno un no "Più o meno? Ero talmente assente che ho capito poco. Abbastanza però per dire una cosa... che siamo finiti in un casino"
Il topo sospirò grattandosi il capo. Ora che ci pensava un’altra cosa curiosa era la presenza dei loro cappelli e per lei anche il nastro blu attorno il collo come un fiocco, tuttavia erano l'ultima cosa da chiedersi. "Non so cosa fare di preciso. Non sembrano sapere cosa siano le regioni e tutto è diverso..." spiegò lei cosa gli avevano detto sui Dungeon e gli esploratori, lasciandola parecchio perplessa e preoccupata.
In che razza di posto erano finiti?
"Più che altro sarebbe meglio trovare degli umani a questo punto. Forse è un villaggio Pokémon lontano dagli umani. Sappiamo di casi come questi"
"Si ma qui si comportano tutti come se fossero umanizzati. Se te la senti direi che potremmo andare a fare domande a qualcuno più alto... magari in giro ci saranno dei Pokémon saggi o colti che ci possono dare una mano. Ed eventualmente scoprire come tornare un ragazzo e una ragazza"
Entrambi annuirono e, una volta alzata, Serena seguì Ash fuori dalla stanza e per il corridoio, arrivando al punto dove prima avevano lasciato gli altri.
"Oh eccovi!" Disse Sandile vedendoli arrivare "Vedo che sei di nuovo in forma! Mi fa piacere!"
"Grazie mille" ringraziò con solarità la Fennekin.
"Beh menomale che ti sei ristabilita. Guance rosse era più che preoccupato per te! Non faceva altro che chiedere come stavi!” fece notare Salandit.
“Come sta!? Come sta!?" lo imitò Sandile con una vocina gracile, di certo riusciva ad imitarlo molto bene. 
Guance rosse finì col girarsi imbarazzato mentre Serena guardò i due Pokémon "Molto meglio grazie! Il merito è anche vostro che siete venuti a salvarci!" 
"Dovere, è il nostro dovere! Piuttosto... perché eravate in quel Dungeon? Mi sembrate piuttosto inesperti per essere esploratori”
Serena cercò di trovarsi una scusa credibile che fosse anche un misto con la verità “Un viaggiatore ci aveva detto di andare a Borgo Tesoro a chiedere informazioni ad una certa persona, che di sicuro ci avrebbe aiutato con i nostri problemi. Ci ha detto di entrare nel bosco e... conoscete il resto" 
"A Borgo Tesoro ci siete arrivati, però vi ha detto chi cercare?" chiese Chimecho incuriosita dalla faccenda.
"Uh no... solo che lui sa un sacco di cose" ammise Serena un po' imbarazzata. Non ricordava gran che altro, le cure stavano facendo effetto. 
"E che è molto rinomato!" aggiunse Ash "Ha detto che se hai un problema puoi sempre affidarti a lui, un aiuto te lo darà sempre e comunque!”
I Pokémon si fecero pensierosi, iniziavano a capire di chi si trattasse. Era l’unico che poteva essere così descritto del borgo. I loro discorsi erano tutti confusi e parlavano uno sopra l’altra, rendendo difficile per Ash e Serena capire.
"Uhm sembra...”
“Si potrebbe..." 
"Ma no, sai che è in viaggio ora! E poi bisognerebbe chiedere udienza al Vice e sai quanto è..."
I due tesero le orecchie, cercando di capire a cosa si riferissero. Lo conoscevano quindi? Sapevano come portarli da lui? "Uh?" 
Il gruppo di Pokémon della Gilda si girò "Beh forse sappiamo chi vi può aiutare, ma al momento non c'è. E' il nostro capitano. Lui sa sempre come risolvere tutto e sa sempre cosa fare! L'unico problema è che fino al suo arrivo in comando c’è il suo vice e non è esattamente…” provò a descriverlo Salandit cercando le parole giuste.
Sandile continuò per lei “E’ un bravissimo Pokémon, per carità. Però è anche troppo fiscale. Durante le sue ispezioni si accorgerà di voi quindi dovremo fargli subito presente che abbiamo ospiti e lavorarcelo per bene. Intanto potete aspettarci qui, tanto tra poco è ora di pranzo e scommetto che non mettete sotto i denti!” E le sue parole furono presto veritiere, viste le pance dei due che iniziarono a borbottare.
"Allo chef non dispiacerà cucinare per due bocche in più anzi! Gli farà molto piacere!" rise Chimecho invitandoli a non essere timidi e unirsi a loro. 
Non fecero a tempo a rispondere, i due vennero portati alla mensa dove un Pokémon, a loro molto familiare, si fece avanti "Ah... due nuovi compagni?" chiese la pizza fantasma.
"Ospiti, Spectrelish. Ospiti" chiarì Chimecho, o meglio la sua collega cuoca.
"Ah Ospiti! Beh, spero proprio che diventino reclute. Mi piace assai sto bel' scugnizzo" disse Spectrelish "Due belle melette in più non saranno un problema"
"Spectrelish è un po' strano. Ha un accento particolare ma da quando ha fatto richiesta di cucinare insieme a Chimecho ci ha sempre soddisfatti!" spiegò Sandile.
"SI MANGIA!!!" tuonò una voce da dietro di loro che li fece sobbalzare.
"Ahio le orecchie! Guarda che non è mattina!" rispose un’altra voce di fianco a lui.
"LO SO, MA SI MANGIA! TROPPO CONTENTO!" rispose lui, seguito a ruota da un girasole.
E il girasole in questione prese parte alla discussione "Che ci volete fare? E' sempre fatto così... e... Shock! Due nuove reclute?" 
Calò il silenzio imbarazzante che fece un po' sentire a disagio Ash e Serena. Tutti li fissavano come se fossero alieni venuta chissà dove. Anche se in effetti i loro completi non li facevano passare inosservati. Erano circondati da un sacco di Pokémon diversi. 
Chimecho di nuovo sospirò e ci tenne a precisare "Ospiti, ma siccome il capitano non c'è li lasciamo restare qui fino a che non arriva, possiamo anche dargli la stanza libera per farli riposare un po' dopo pranzo" 
Quando Spectrelish tornò con le sue creazioni tutti si fiondarono sul cibo. Oltre alle varie creazioni di bacche e quant’altro, c’era anche una grossa mela, all’apparenza succosa e gustosa. Ash non perse tempo ad ingozzarsi come di suo solito, tuttavia con la coda dell’occhio poteva notare che per Serena non era così semplice. Doveva ancora abituarsi a mangiare con quelle zampe… o ad usare la bocca in casi estremi.
L’ex umano le lanciò un sorriso simpatetico e provò ad incoraggiarla "E' semplice! E' uguale a come lo facciamo di solito" 
"Tu però hai le mani… zampe con pollici opponibili" sospirò lei "Per me è un po' difficile abituarmi ad afferrare le cose con queste e mi imbarazza mangiare direttamente con la bocca…”
In effetti non aveva tutti i torti "Vuoi che ti dia una mano?” propose lui con semplicità “Magari ti imbocco..." 
Serena subito rizzò la coda e le orecchie e scosse la testa furiosamente "N-No! Prima o poi ci devo riuscire!" arrossì la volpina e ci mise più impegno nell’adattarsi. Per fortuna riuscendoci anche ad un certo punto. 
Finito il pasto, Floette si diresse dalla volpe e dal topino e indicò loro la stanza in cui avrebbero potuto riposare fino all’arrivo del Capitano. Li lasciò subito da soli, ad abituarsi alla nuova stanza dove c’erano due letti naturali e una finestra che dava sui sentieri boschivi. 
Entrambi ebbero modo di guardarsi attorno ma l’attimo fu relativamente breve, perché lo stesso identico pensiero cadde nelle menti dei due.
"Ormai credo sia chiaro" mormorò Ash.
"Questo posto non è Forsia, né Kalos, né Kanto..." continuò Serena "Dobbiamo scoprire assolutamente come trovare degli umani ad aiutarci, o non credo usciremo mai da questo guaio”
Ash annuì “In qualche modo ce la faremo, sveleremo questo mistero insieme…”
Guardarono ancora fuori alla finestra, insieme nello stesso istante.
“…E torneremo a casa”

...Continua....

Allora come avrete già capito da questo capitolo siamo entrati in un arco MOLTO Particolare che durerà un po di episodi. Noterete già che si tratta di uno stile differente proprio per sottolineare questo Nuovo mondo... e inoltre una nota... se volete stare a contatto con noi e chiederci qualsiasi cosa o semplicemente chiaccherare in allegria siamo lieti di informarvi che abbiamo aperto un canale discord. Vi forniamo il link su instagram!

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Capitolo 36
*** Due nuove reclute? Scoppia l’ardore insoffocabile! ***





Episodio 33: Due nuove reclute? Scoppia l’ardore insoffocabile!


 

Nei letti di fogli le ore passarono, ore di sonno inquieto per i due neo Pokémon che ancora non riuscivano a raccapezzarsi sul perché si trovassero in quello strano mondo senza umani e il perché della loro trasformazione. I sogni erano disturbati da strane visioni, memorie dell’esperienza appena vissuta e ancora inspiegabile.

Il Pikachu dal berretto rosso in particolare si stava agitando, ancora con la testa nel mondo dei sogni "Hgnn Hgnn" mugugnava mentre qualcosa sembrava disturbare l'unico momento di quiete che aveva avuto fin ora "Gnn Gnnn Gah!" si alzò di scatto aprendo gli occhi.

Non riusciva a rimanere addormentato, non sapeva di preciso l’orario, ma il suo sesto senso da Pokémon gli poteva far capire che ormai si era svegliato ogni ora. Eppure quello che aveva appena sperimentato non sembrava un incubo inquietante o sconvolgente. Gli sembrava che la sua mente fosse ancora in uno stato di grande confusione, annebbiata come se qualcosa stesse preparando la sua testa ad abituarsi. Come dei lavori in corso ma tenuti nascosti. Eppure di norma non aveva problemi con i sonnellini pomeridiani.

Si girò verso l’amica, notando come invece lei fosse riuscita a mantenere un sonno beato. Gli faceva piacere, dopotutto tra i due lei era quella che si era sconvolta di più e non era mai stata un Pokémon "Strano" pensò Ash ridacchiando "Di solito sono io quello che è considerato un dormiglione… quello da buttare giù dal letto..."

Chiuse appena gli occhi, ma sentiva che il sonno non era proprio dalla sua parte. Decise così di ascoltare l’istinto e rimanere girato verso Serena per guardarla. Non che avesse tutti i giorni l’occasione di rimanere a osservarla senza che lei se ne accorgesse, durante la giornata avevano altro a cui pensare e comunque si sarebbe fatto notare… di notte invece dormivano e non sempre erano tutti assieme nella stessa stanza di centro Pokémon, oltre che ormai lei dormiva in tenda con Lidia. In fondo non sapeva nemmeno lui perché lo faceva, era un’ istinto interno, guardarla gli dava una pace e serenità immensa. Sentiva come del miele iniettato nel cuore.

"E’ proprio carina come Fennekin…" mormorò senza pensare. Accorgendosi delle sue parole arrossì e scosse freneticamente la testa con le zampine appoggiate alle guance, cercando di ripigliarsi "M-Ma cosa mi viene in mente!? Non è il momento di fare questi pensieri…!”

"Ti piace vero?" disse una vocina alle sue spalle.

"Gah!" sobbalzò Ash girandosi su se stesso.

All’entrata della stanza si ergeva Chimecho con un sorrisetto consapevole, ma allo stesso tempo li ossrvava quasi con fare materno. Sembrava aver osservato a lungo la scena da come sorrideva.

"Da quanto tempo sei qui!?" si imbarazzò Ash nascondendo la testa come poteva per non far vedere il rossore. "Praticamente da sempre, io e Sunflora siamo le tue vicine di camera e quindi non abbiamo potuto fare a meno di sentire. Parlavi ad alta voce sai…”

Ash voleva sotterrarsi in una buca, voleva imparare Fossa, attraversare il pianeta e arrivare dall’altra parte. Era assolutamente imbarazzante aver permesso di farsi prendere in giro così.

“Dicevamo... ti piace?" richiese lei facendogli cenno di andare vicino a lei per non svegliare la volpina addormentata.

"I-Io... si, ma s-solo come amica, ok!?" cercò di tagliar corto il Pikachu non nascondendo un certo balbettio. Non sapeva nemmeno lui come definire i suoi sentimenti, figuriamoci se andava fare la seduta psicologica da Pokémon conosciuti da poco.

Chimecho scosse la testa con un sorriso lieve, capendo già la situazione "Come vuoi. Se vuoi mantenere il segreto ho la bocca chiusa..."continuò la campanellina.

Ash subito mostrò un piccolo broncio "Non c'è bisogno di mantenere un segreto... perché non esiste!" ribatté Ash.

"Certooo! Comunque mentre dormivate il Capitano è tornato, in effetti ero venuta anche per avvisarvi"

"Uh è tornato?" si sorprese Ash "Ma non doveva..?"

"Eh già ma il capitano a volte ci fa delle sorprese e torna prima del dovuto. E' considerato un genio…"

"Allora possiamo provare a parlare con lui?" chiese speranzoso Ash. Prima lo facevano, prima risolvevano i loro problemi.

"Potete provarci, lui vi starebbe a sentire volentieri. E' solo Chatot il problema" sospirò Chimecho guardandosi in giro per non farsi sentire da orecchie indiscrete.

Ash piegò la testa appena confuso, questo Chatot era così terribile e mostruoso? Non che fossero Pokémon così intimidatori. "Parlate sempre di lui, è davvero così tremendo?" chiese Ash.

"Tremendo no, fiscale si. Lui alla fin fine è l’assistente del Grande maestro delle cose brutte!”

“G-Grande maestro delle cose brutte?” pensò Ash al nome dato al Capitano, non capendone il significato.

“Pensa che per convincerlo a farvi restare almeno fino all’arrivo del capitano abbiamo faticato! Non è contro l’aiutare i Pokémon, lo bene anche lui ed è pienamente consapevole dello spirito della Gilda. Il punto è che tempo fa c’erano dei tipi poco raccomandabili che sono entrati nella Gilda e hanno causato problemi e si è sentito molto provato da questo. Quindi con gli sconosciuti tiene sempre un po' gli occhi aperti, forse in particolare voi perché… beh senza offesa ma girate in circostanze bizzare”

"Eh… non hai tutti i torti" gli cadde appena il capo, aveva ragione, dalle loro spiegazioni, nomi e aspetti di sicuro non si presagiva qualcuno di normale tra virgolette.

“Buona fortuna allora! Ti consiglio di svegliare la tua amica e di andare insieme a incontrare il Capitano" e detto questo si dileguò.

Proprio in quel momento gli occhietti vispi di Serena si aprirono e così la bocca con uno sbadigliò caldo per il suo fiato focoso "Che succede?" chiese ancora mezza assonata.

"Il capitano è tornato!" esclamò Ash "E' la nostra occasione per chiedere di più!"

Subito le orecchie di Serena si scossero appena e si alzò in piedi in un balzo "Allora andiamo!" disse lei emozionata. Ash annuì ed entrambi afferrarono i loro berretti, per poi metterli in testa e uscire dalla stanza.

I due attraversarono il lungo corridoio quando ad un’istante sentirono degli schiamazzi da una porta davanti a loro "NO, NO, NO! NON PUO'! Cioè dico… può se lo decide ma non è il caso di disturbarsi dal suo riposo! E’ appena arrivato! Si rilassi, questa questione può aspettare. Non sono nemmeno arrivati e già chiedono di vederla in queste circostanze!? NO, E' ESCLUSO! E' CONTRO IL PROTOCOLLO! SE HANNO BISOGNO DI AIUTO URGENTE POSSONO RIVOLGERSI A ME E AL RESTO DEL TEAM!" gracchiò la voce dall’interno.

"Protocollo, torcicollo... lasciamo perdere il protocollo. Se sono amici, bisogna pur ascoltarli no? Hanno chiesto di vedermi quindi deve essere proprio urgente!! Quindi lasciali pure entrare e..." disse allegramente una voce.

"MA, MA...SONO DUE ESTRANEI! NON SONO AMICI!" continuò la voce stridula.

"Ma certo che lo saranno, lo giudicherò io! E poi gli altri membri della gilda me ne hanno parlato e... sono curiosissimo. Dai falli entrare!" insistette la voce gioviale.

"Ma..." gracchiò debolmente l'altro.

"DAIIIII" lo supplicò l'allegra voce.

"....e va bene, tanto non è mai possibile ragionare con lei. Se si mette in testa una cosa non c'è modo di farlo desistere" borbottò.

"Uh, detto qualcosa?" chiese curiosa la voce allegra.

"Uh niente!" si affrettò a concludere l'altro "Allora... coraggio conosciamoli!"

I due ormai non credevano più di aver paura del capitano, no... avevano paura del suo secondo. Già la voce gracchiante e contraria faceva capire loro che farsi aiutare direttamente per il loro problema sarebbe stata durissima. Bussarono alla porta e attesero una risposta, la quale arrivò prontamente.

"Ohi Ohin entrate ospitiiii!!!" Incitò la voce allegra all'interno della stanza. Talmente era contagiosa e dolciosa che sembrava come se il vento li avesse spinti ad aprire la porta. Entrarono lentamente senza abbassare lo sguardo e la porta si chiuse da sola dietro di loro. La cosa li fece sobbalzare per un momento e girarsi all'indietro. La loro distrazione durò poco, perché di nuovo la voce allegrotta e pimpante del capitano li richiamo "Urrà!! Sono dei giovanotti!"

"Sono proprio i giovani quelli di cui bisogna fidarsi meno!" Rispose l'altra voce.

A quel punto i due appena entrati guardarono bene chi avevano di fronte e si ritrovarono abbastanza colpiti. Il capitano non era affatto un Pokémon grosso e minaccioso, severo o capace di incutere terrore al primo sguardo. Era una massa rosa, vivace e stravagante: un Wigglytuff.

Di fianco a lui, un rassegnato ma anche seccato zampettava il famoso Chatot, lui sì che sembrava bacchettone.

"Benvenuti, benvenuti! Io sono il Capitano Wigglytuff! Cosa vi porta qui nella nostra stupendissima Gilda?" Li salutò avvicinandosi Wigglytuff.

Ash e Serena si sentirono molto più tranquilli a stare in quella stanza, sebbene lo sguardo truce di Chatot non li perdeva mai di vista.

"Uh... beh noi..." cominciò Ash ma venne prontamente interrotto.

"Chi siete, da dove venite, perché siete qui, sapete che il Capitano non si disturba per nessun motivo???!" Li bombardò di domande l'uccello come una detective di loro conoscenza, non era molto gradevole come inizio. Sapevano che per costruirsi una storia credibile avevano bisogno di ragionarci su.

Infatti il Pokémon rosa zittì il compare e gli fece cenno di calmarsi "Su, su! Lasciali almeno presentare con calma! Dobbiamo offrire cordialità e allegria a dei nuovi amici!" Si girò di nuovo verso il Pikachu e la Fennekin e annuendo riformulò "Allora presentatevi prima di tutto!"

Ash fu il primo a parlare, rispondendo per entrambi "Io mi chiamo Ash e lei invece é Serena" indicò l'amica.

"Uhhhh Ash e Serena? Che nomi strani che avete!" Ridacchiò il capitano senza perdere mai nemmeno un briciolo della sua euforia.

Chatot invece ribatté ostile "Il che mi pare esattamente molto sospetto! Perché avete nomi così strani!?"

"Ehm... perché li hanno dati le nostre madri?" Rispose franco Ash, dicendo alla fin fine la verità sebbene non fosse l'affermazione di essere umano. Delia e Primula avevano nominato così Ash e Serena e nel mondo umano, quella risposta era la più ovvia. Persino nel mondo umano avrebbero risposto così.

Serena capendo che però non poteva essere sufficiente provò a completare "Considerando che tutti hanno nomi della propria specie le nostre mamme volevano darci la possibilità di essere unici e differenziarci!"

Wigglytuff annuì "Beh in effetti a volte succede sisi! Anche se i vostri sono particolarissimissimi!! E i vostri cappelli son così carini! Anche quel fiocco che hai Sere è così carinooo!!!"

"Ehe... grazie" risposero i due un po' confusi.

Calò il silenzio, poi disturbato dal pappagallo per l'ennesima volta "Beh, parlateci di più di voi! Da dove venite?"

Ash e Serena cercarono di temporeggiare per rispondere alla domanda tuttavia, per non destare più sospetti di quelli che avevano già destato, dovettero improvvisare "Non lo sappiamo di preciso"

"Uh?" Piegò la testa Chatot con confusione mentre invece il Capitano si limitò a mantenere il suo sorriso.

"Si, dovete sapere che fin da quando eravamo piccoli siamo sempre stati più o meno esclusi dal mondo esterno. Il nostro villaggio pensa a se stesso e non si fida troppo dell'ambiente fuori dal territorio che ci appartiene. Per questo motivo abbiamo sempre solo sentito voci su come poteva essere ciò che stava aldilà della nostra terra, dai mercanti o viaggiatori. Un giorno abbiamo deciso di lasciarci alle spalle tutto e di fuggire, in modo da non essere condizionati dagli altri abitanti, dovevamo andarcene spontaneamente e senza ripensamenti" spiegò Ash lasciando correre l'immaginazione. Doveva ammettere di essere proprio bravo "Ci è sempre piaciuto esplorare piccoli boschetti vicini al villaggio, anche se venivamo spesso beccati... così ci siamo fatti coraggio e siamo partiti, senza però pensare bene a ciò che avremmo trovato davanti. Abbiamo camminato giorni e siamo riusciti ad attraversare il mare con qualche aiuto, però i Dungeon della zona ci hanno messi in difficoltà. Non sappiamo orientarci, non conosciamo praticamente nulla del mondo circostante... soprattutto non sappiamo attraversare dei posti pericolosi senza esperienza. Siamo stati salvati da alcune reclute della vostra Gilda, solo per questo ora siamo qui"

"..." Chatot parve molto perplesso dalla spiegazione “Capitano lei-…”

“ZZzzzzzzzzzzzzz” si sentì ronfare appena, ma di fronte a loro il Capitano aveva gli occhi totalmente spalancati e ancora un sorrisino. Stava dormendo…

“D-Dorme!?” balbettò Ash confuso. Tutto ciò che aveva detto… non era servito? Come si faceva ad addormentarsi così?

“Con gli occhi aperti…”

“Può capitare…” rispose Chatot rassegnato “A volte è uno status di profonda concentrazione, altre volte si addormenta ma sente tutto attorno. Altre volte ancora dorme e basta…”

Entrambi i due neo-Pokémon però sapevano esattamente cosa pensare ed era la stessa identica cosa “…E saremmo noi quelli strani…?”

Il Capitano dal suo status di sonno, mprovvisamente iniziò a tremare, mettendo parecchia ansia e disagio nei due stranieri che deglutirono.

Ecco che invece il Pokémon comandante fece un balzo, iniziò ad agitare le zampe e a saltellare in preda alla gioia o all'entusiasmo, alzando la voce e scioccando i presenti "Che storia fantastica!!! È così avvincente e personale!"

"G-Grazie!” rispose Ash anche se non sapeva come avesse fatto davvero a sentire mentre dormiva.

“Vorremmo però chiederle una cosa..." azzardò Serena, facendo calmare appena il Capitano che sempre sorridente la incitò a parlare.

"Si?"

Serena sembrò nervosa a fare la domanda ma era necessario "Qui ci sono umani?"

"Cosa?" Entrambi Chatot e Wigglytuff dissero contemporaneamente un po' destabilizzati dalla domanda.

Notando la stranezza della questione Serena provò ad inventarsi una motivazione "Come detto non sappiamo nulla del mondo esterno e a volte nel nostro clan venivano menzionati un po' a caso..."

"...Ahahahahaha!" Scoppiarono a ridere entrambi i superiori della Gilda.

Ash e Serena si cambiarono un'occhiata confusi, vedendo poi Wigglytuff scusarsi con loro "Adoravo le favole con gli umani da piccolo!"

Chatot lo seguì a ruota "Come mai saltate fuori adesso con delle creature immaginarie nel bel mezzo di un discorso serio?! Gli umani sono dei mostriciattoli dei libri di favole ormai, anche se per alcuni sono miti e leggende studiate! Non esistono nel nostro mondo! Vi raccontavano tante storielle i vostri compaesani eh?"

"Ugh... esatto... eheh... eravamo curiosi però"

"Umani, umanetti! La maggior parte dei Pokémon ormai non sa cosa sono! Vengono da miti e leggende poco conosciute, talmente misteriosi, immaginari e poco citati che mi sorprende la vostra domanda! Se chiedeste in giro cosa sono tutti vi guarderebbero in modo strano e vi rivolgerebbero la stessa domanda" Continuò il cicciottello rosa.

"Beata ignoranza della gioventù, trovano sempre il tempo di inventarsene delle nuove sempre più incredibili"

"Allora..." chiese Serena avvicinandosi "Non esistono?"

"Nuuuu nu!" canticchiò allegramente Wigglytuff "Neanche uno!"

Ash deglutì cercando di mandare giù il boccone amaro appena rifilatogli mentre Serena cercava a sua volta con molta più fatica di rimanere calma, se non esistevano umani... perché loro si trovavano lì? Certo spiegava il fatto che si fossero trasformati, anche se il modo rimaneva sconosciuto.

"Potremmo restare qui??” chiese Ash un tono di speranza e allo stesso tempo qualche idea che gli frullava nella testa.

“Assolutamente n-…”

"Ma certo che potete restare!" esclamò squillante il citato Pokémon.

"C-Capitano!?" si girò sorpreso Chatot.

“Ma sono dei...!"

"...Giovani e simpatici Pokémon e soprattutto amici amicissimi!”

Mentre i due discutevano, Ash sembrava avere uno sguardo assorto nei pensieri. Forse potevano fare una cosa…

Si avvicinò ai due e subito mise una zampa sul petto con fierezza e un sorriso “Vogliamo unirci alla Gilda e diventare esploratori!!!”

“COSA!?” Chiesero Chatot e Serena nello stesso momento. Da un lato Serena era sconvolta che stava parlando per entrambi e senza preavviso. Così dal nulla e non aveva mai accennato a niente. Chatot invece si era semplicemente sorpreso dall’improvvisa dichiarazione.

Invece Wigglytuff aprì la bocca sorpreso ma con un sorrisone e alzò le zampe al cielo “CHE BELLO!!! URRA?!!

"Non è detto che possiate diventare esploratori, prima bisogna vedere se siete adeguati e se il Capitano vi rit-…” cominciò Chatot subito interrotto.

“Siete più che idonei per diventare esploratori si!! Sono sicurissimissimo!"

“C-CAPITANO!” Chatot provò a parargli inutilmente. Non che fosse contrario a nuovi membri ma non aveva mai reagito in un modo così diretto, nemmeno li aveva testati con il suo mega urlo terribile. Aveva dato il consenso senza esitazione”

Il Pokémon rosa iniziò a gongolare “Perché no?? Se adorate queste leggendine leggenducce potreste entrare nella Gilda, diventare esploratori e poi fare tante gite carine! Trovare tesori, scoprire antichi segreti e aiutare chi ha bisogno! Oh e catturare criminali!”

Subito Ash ribatté con altrettanto entusiasmo di Wigglytuff. Si avvicinò e strinse un pugno davanti al Capitano, sotto lo sguardo sconvolto di Chatot, mentre Wigglytuff gioiva in egual modo “Ci stiamo! Non vediamo l’ora!!!” disse il Pikachu.

“Ma-…” provò Serena a contestare.

“FANTASTICO! FANTASMAGORICO! FANTATUTTO!!!” Esclamò correndo subito a prendere un baule. Lo posizionò davanti ad Ash e lo aprì, rivelando all’interno un sacco di oggetti particolari. “Ecco qui cosa vi serve!” disse iniziando a tirar fuori la roba “Abbiamo una borsa per portarvi ciò che serve durante le esplorazioni come gli oggetti, pietre e quant’altro. Poi c’è un portacibo utile per mettervi ogni cibaria tra cui bacche, semi, radici… tutto! Poi avrete una mappa con segnate tutte le terre del mondo e un’altra per ogni continente. Infine ecco i vostri simboli di Rango che determinano il livello a cui siete e vi rappresentano esploratori ufficiali! Con questi inoltre i Pokémon in difficoltà o gli altri esploratori vi riconosceranno e non verrete attaccati. Ovviamente prima di andare in missione ci saranno alcune cosine da fare!”

“Ma-…"

Ash rimase tranquillo “Non c’è problema! Grazie mille per tutto questo!”

“Ma-…”

“Avete già un nome in mente per il vostro Team?”

“Uhhhh…” pensò Ash senza però davvero avere un’idea “A dire il vero no, ma ci dormiremo su!”

“Ok, ok! Ora andate pure a riposare e prepararvi per domani!! Ci sarà da divertirsi!! Vi faremo avere la borsa domani mattina con tutto il necessario!” consigliò il Capitano.

“Agli ordini!!” Ash annuì ritornando indietro e trascinandosi una Serena alquanto pietrificata “Grazie di tutto!!”

Una volta chiusa la porta dietro di loro, trovarono davanti tutti i membri della Gilda a guardarli in attesa di una risposta “A-Allora?” Chiese Bidoof.

“Non abbiamo sentito urla o terremoti…” mormorò Zorua.

Ash assunse uno sguardo determinato e a petto in fuori, sempre con grande entusiasmo annunciò ai compagni il da farsi “Da oggi in poi siamo anche noi membri della Gilda! E puntiamo a diventare esploratori!”

Tutti esplosero in una grande gioia e sorpresa, Sunflora con il suo classico *shock* e Loudred stringendo i due in un poderoso abbraccio da vero duro. “E’ grandioso!” fu la risposta comune di tutti. Chimecho era davvero contenta di averli lì con loro, così come Sandile e Salandit che potevano mantenere la promessa di esplorare un Dungeon assieme ai novellini. Vennero circondati dai nuovi compagni e accolti dalla loro gentilezza e simpatia, tutti consapevoli che con la presenza di quegli strani arrivati si sarebbero divertiti di più.
 

Ash ridacchiò ad alcuni commenti, mentre si grattava il capo con una certa soddisfazione. All’improvviso giunse la domanda già posta.

“Come si chiama il vostro Team?”

Ash si mise a braccia conserte e sposto lo sguardo appena in alto pensandoci attentamente. Come potevano chiamarsi? Doveva avere un nome d’impatto e che rappresentasse il legame tra lui e Serena… “A dire il vero…” provò a sforzarsi nel trovare qualcosa di interessante, quando qualcosa lo tirò per la coda.

Iniziò a sbilanciarsi e cadde in avanti sulla pancia e la faccia. Fecero tutti un passò indietro, ma nella confusione di gruppo alla fine continuarono a chiacchierare, mentre Serena con la bocca trascinava il compagno per la coda.

“Uh, Serena cos-…?” provo lui a chiedere dopo essere stato tirato da parte.

“Si può sapere cosa ti è saltato in mente!?” chiese subito lei un po' perplessa e anche appena infastidita. Ash impallidì un secondo e poi ridacchiò abbastanza imbarazzato, non capendo subito cosa intendesse. Serena a quel punto continuò “Cos’è successo? All’improvviso annunci che vogliamo diventare esploratori, ci iscrivi alla Gilda e annunci tutto come niente fosse e felice come una festa. Oltre ad essere saltato fuori tutto inaspettatamente non hai nemmeno pensato di chiedermi cosa pensavo sulla faccenda! Sono così confusa ed è accaduto talmente in fretta che non sembra nemmeno reale”

Ash strofinò la zampina sotto il naso, come faceva quando era umano in un momento di dubbio o imbarazzo. “In effetti è stato abbastanza improvviso…”

“Abbastanza!?”

“Ok, forse tanto” ammise lui, comprendendo anche la confusione e lo stato emotivo dell’amica “Avrei dovuto consultarti ma in quel momento la mia testa sembrava aver trovato un’idea geniale e così non sono riuscito a trattenermi!”

Lei sospirò “Spiegati…”

“Questo è l’ideale per noi. Esattamente ciò che ci serve” Mise le zampe sulle spalle della volpina “Ascolta, noi qui abbiamo capito che non ci sono umani, siamo finiti in un altro mondo dove se spiegassimo appunto che siamo umani ci prenderebbero per matti o non ci crederebbero. Il minimo è perdere la loro fiducia. Per tornare a casa non possiamo far altro che esplorare e cercare Pokémon con altissime conoscenze nei miti, anche Pokémon leggendari in caso estremo. Dobbiamo cercare ovunque, soprattutto nei Dungon degli indizi per tornare a casa. Non è la prima volta che ho assistito a strani fenomeni spazio-temporali. Ci sono parecchi Pokémon legati a queste cose e penso che trovando aiuto da loro oppure scoprendo dei luoghi antichi e misteriosi forse riusciremmo a tornare a casa!”

“In effetti…”

“Per farlo però dobbiamo diventare esploratori e non solo di nome ma di fatto. Dobbiamo imparare e diventare forti, per riuscire ad andare ovunque. La Gilda è ciò che fa per noi! Ci possono aiutare, diventeremo esploratori ufficiali, avremo modo di imparare con i giusti tempi e intanto scoprire cose nuove mentre ci mandano ad affrontare missioni sempre più grandi. Forse ci vorrà un po' per essere pronti o scoprire qualcosa, ma ce la faremo! Non ci sono altri metodi e la nostra speranza al momento è affidarci a noi stessi! Quando magari sarà migliore la situazione se possibile lo diremo anche agli altri compagni e il Capitano” spiegò lui attentamente cercando di incitarla.

Serena e Ash girarono gli sguardi, controllando i compagni di Gilda che ancora chiacchieravano tra loro senza davvero notarli in disparte.

Ash si rigirò e la guardò negli occhi “Fidati di me, dobbiamo prenderla nel modo positivo! Abbiamo i giusti mezzi per tornare a casa!” Sorrise lui con un bagliore negli occhi.

A quel punto Serena sentì un piccolo sobbalzo al cuore, finendo poi per fare un sorrisero da chi sa molto più di quello che si crede “Io direi che qui c’è una buona dose di euforia da allenatore… sei in estasi per questa nuova avventura, vero?”

Lui rimase un attimo pietrificato dall’affermazione, trovandola però enormemente vera. Rise appena giocherellando con i piedi e tenendo le mani dietro alla schiena, non stando ben fermo “E’ anche l'occasione per imparare qualcosa in più sul mondo Pokémon! Quando mai avremo l'occasione di toccare con mano… cioè con zampa così da vicino il loro mondo? Ragionare e vivere le emozioni di un Pokémon vero? Magari possiamo pure trarne vantaggio quando torneremo a casa!”

"..." Rimase zitta Serena sorridendo rassegnata. In fondo diceva cose vere, anche se tutta quella gioia era molto contraddistinguibile in lui. "Ho capito… credo sia una reazione normale da te"

“Ah si?”

“Trovi sempre il lato positivo in tutto e penso che in questa cosa dovremo metterci d’impegno insieme!”

"Quindi sei d’accordo?" chiese Ash con un sorriso, offrendole la zampa.

"Mai arrendersi, giusto?" sorrise Serena appoggiando la propria sulla sua, mentre lui la teneva delicatamente.

“Giusto”

Dentro lo studio, i due superiori erano rimasti in un silenzio quasi… disagiante. Wigglytuff rimaneva con il sorriso, ma sembrava pacato e contenuto “Vuoi sapere perché li ho accettati subito mio caro amico Chatot?”

“Ha in mente qualcosa Capitano?”

“Non proprio, però mi hanno ricordato…” si fermò senza proseguire la stessa frase.

“Non avevo quasi mai sentito la parola umano prima di quei fatti, pensavo che dopo quel giorno…”

“Forse avranno sentito parlare della leggenda, è molto probabile” Ipotizzò Wigglytuff.

Chatot fissò la porta con aria un po' scura “Probabilmente è così”

I membri della Gilda mostrarono tutta la loro base ai nuovi arrivati, incluso poi il Borgo per far conoscere la zona. Fu una serata interessante, dopo cena si riunirono tutti per conversari e conoscersi meglio, una cosa che di sicuro ad Ash e Serena aveva fatto bene per sentirsi a loro agio.

Quando partirono i primi sbadigli decisero di ritirarsi nelle proprie stanza per dormire. Ash e Serena arrivarono ai letti distrutti dal sonno, ma una volta sdraiati sembrò improvvisamente rallentare. La luna piena illuminava la stanza e non si sentiva quasi nulla dall’esterno, a parte le onde marine.

“Posso chiederti una cosa Ash?” domandò Serena a pancia in su, stessa identica posa di Ash.

Il Pikachu girò appena la testa alla sua sinistra per guardare l’amica e annuì “Certo!”

“Cos’hai provato quando hai lanciato il tuo attacco Tuono?”

"Uhm...” non aspettandosi la domanda dovette rifletterci. Ricordava di aver provato tante cose, ma darvi una definizione precisa era abbastanza difficile “Non saprei... esaltante? Diciamo che sentivo di poter fare tutto, un’energia pazzesca si era cosparsa nel corpo. Aumentava e aumentava… fino a che mi sono sentito una spugna vivente e poi mi sentivo così arrabbiato quando ti hanno attaccata che… BOOM!” mimò con le zampe un’esplosione.

"Hmm…" si fece pensierosa Serena.

"Io purtroppo non so spiegarlo meglio ma... ehi, tutto bene?" disse Ash notando con la coda dell’occhio lo sguardo di Serena e percependo nell’aria un lieve velo di tristezza. Si girò completamente, chinandosi in avanti per guardarla meglio, ma lei si girò dall’altra parte, raggomitolandosi come un classico Fennekin.

"Niente, sono solo stanca. Buonanotte Ash” rispose lei lievemente.

Il Pokémon elettrico sentì l’istinto di alzarsi e avvicinarsi ma alla fine non lo fece, per quanto volesse farlo la risposta di Serena sembrava abbastanza chiara e non gli sembrava il caso di insistere. Sospirò e abbassò e orecchie rimettendosi giù “Buonanotte anche a te”

Chiuse gli occhi e ben presto il sonno incombette su di lui, facendolo addormentare profondamente. Il silenzio e la pace permettevano ad entrambi di non essere disturbati da nessuno. L’aria pura dell’ambiente si respirava così facilmente da rilassare il corpo.

Passavano le ore e la notte proseguiva, in tutta la Gilda non si sentiva assolutamente nulla, se non il russare di Loudred e qualche altro Pokémon. Nella stanza di Ash e Serena però qualcosa sembrava essere storto, una ventata di aria entrò attraverso la finestre e passò a raso terra, sfiorando il pelo dei due. Una non sentì praticamente nulla ma l’altro…

"A..."

Si mosse appena Ash raggomitolandosi su se stesso.

A…”

Non era lui a fare quel verso strano. Piuttosto era l’unico a cui sembrava arrivare alle orecchie, provocandogli un po' di disturbo.

"Aiu-..."

Ash si voltò dall’altro lato, ma ancora la voce gli arrivava alla testa. "C-cosa?" disse aprendo gli occhi ma trovandosi nel vuoto.

Intorno a lui c’era tanto vuoto, spazio blu che sembrava farlo stare su una piattaforma invisibile. C’erano tante lucine bianche lontane, probabilmente stelle e dei fasci di foschia azzurra e di altri colori illuminavano tutto. Era la classica rappresentazione di un sogno.

Provò a guardarsi in giro ma era tutto lo stesso paesaggio, tranne per una chiazza distante nera, quasi simile ad un cumulo di nuvole o fumo. Si mise su quattro zampe e provò a sporgersi, senza però muoversi, per paura di precipitare chissà dove. Per qualche motivo la chiazza distanza sembrava qualcosa da cui tenersi lontani, gli dava un certo brivido per tutto il corpo.

Di nuovo la voce rimbombò nell’ambiente circostante “Aiut-…”

"Chi è?" chiese mentalmente l'allenatore.

"S-Son-..." provò a dire la voce.

“Eh? Non capisco!” disse Ash cercando di farsi ripetere, il corpo si mosse da solo e iniziò a correre nello spazio, scordandosi del timore di precipitare. Continuò a correre, cercando di avvicinarsi alla voce che ormai ripeteva di continuo parole a lui incomprensibili. Ovunque andasse la voce si allontanava sempre più e diventava debole. “Aspetta!”

“…” ormai fu talmente lontana da essere quasi impossibile da sentire.

“Aspettaaaa!!!” chiamò lui caricandosi sulle zampe e poi facendo un balzo in avanti, anche se non sapeva dove o per quale assurdo tentativo. Il suo corpo sembrava quasi fluttuare tale era il salto surreale. Improvvisamente il suo peso divenne maggiore e si sentì trascinato verso il basso; ora sì che precipitava. Cominciò a cadere nel vuoto e tutto intorno a sé divenne sempre più sfocato e mosso, facendolo quasi sentire avvolto dalla stessa foschia. “Ahhhhhhh!!!!!!”

“AHHHHHhhhhhh!!!” si tirò in avanti lui aprendo gli occhi di colpo e iniziando a fare grossi respiri. Era un sogno?

Mise la zampa sul cuore e pian piano il suo battito rallentò, lasciandolo tranquillizzare. Il sogno in sé non faceva paura, ma gli dava una grossa confusione. Rispetto a quel pomeriggio aveva visto qualcosa di concreto, non era solo qualche fastidio come in precedenza. Chi era che lo aveva chiamato?

Scosse la testa e guardò al suo fianco. Serena era ancora addormentata, per fortuna non doveva aver alzato troppo la voce, almeno non si era svegliata per colpa sua. Sospirò, tornando calmo e tranquillo, era solo un sogno… strano… ma sempre un sogno. Non gli avrebbe impedito di riposare.

E così, con la testa di nuovo libera da ogni pensiero, si sdraiò di nuovo e chiuse gli occhi. Per sua fortuna addormentandosi facilmente e stavolta senza alcun tipo di strana visione a disturbarlo, se non qualche sogno dei suoi amici ora distanti e di Serena.

Il giorno dopo i due erano ancora a riposo nei loro letti vegetali. La pace e la calma di quel posto, unita alla brezza del luogo rendevano più profondo il loro sonno. Il Pikachu e la Fennekin si erano avvicinati molto durante le ore della notte, arrivando a spostare appena nel sonno i cumuli e finendo schiena contro schiena. Probabilmente però il contatto non li aveva infastiditi per niente.

"SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!" una voce improvvisa fece tremare tutto attorno a loro, i muri e il pavimento vibravano come un vulcano in eruzione e l'urlo rimbombava nelle stanza come un esplosione nucleare.

Ash e Serena saltarono in piedi, sentendo il cuore arrivare in gola e i loro corpi totalmente frastornati. Si guardarono attorno non appena toccarono terra e si coprirono le orecchie, mentre intorno a loro sembrava girare tutto.

Girava, girava e girava in continuazione, sembrava di essere su una nave persa in una tempesta.

"Cosa diamine è successo!?" Esclamò Ash rialzandosi piano "Non dirmi che era la sveglia!!!" Scosse la testa, sventolando le sue orecchie qua e là come un cucciolo bagnato, la confusione iniziava a passare per fortuna.

"A quanto pare... immagino di sì..." replicò Serena guardando fuori dalla finestra e ricevendo sul musetto i primi riflessi dei raggi del sole. "È già mattino e immagino sia questo l'orario a cui ci si alza qui..."

"Un orologio sarebbe bastato... quasi erano meglio le sveglie esplosive di Lem" scosse la testa lui guardando l'amica e mettendosi in testa il suo berretto. "Ci conviene andare, o riceveremo altre urla di sicuro!"

Onde evitare ulteriori grida a rompergli i timpani, i due Neo Pokémon si incamminarono fuori dalla stanza e per il corridoio, arrivando al punto di ritrovo, dove sembravano essersi già radunati tutti.

Gli altri Pokémon fecero loro cenno di sbrigarsi ad unirsi a loro, premendo anche su una certa urgenza. Ash e Serena subito corsero tra loro e si posizionarono in attesa dell'arrivo di qualcuno.

Il qualcuno in questione non era altri che Chatot, seguito dal Capitano.

"Buongiornissimo amici miei!!! Dormito bene? Pancia piena per partire all'esplorazione???" Li salutò allegro Wigglytuff con il suo solito sorriso beota ma coinvolgente.

Il Pikachu e la Fennekin si scambiarono uno sguardo un po' confuso, c'era stata la colazione?

In effetti la sera prima erano stati avvertiti. A quanto pare era necessario svegliarsi prima autonomamente per farla, in caso non si volesse era possibile riposare ancora, ma senza poi poter recuperarla in seguito.

"Non abbiamo annunci speciali, quindi prima di lavorare..." inizio Chatot senza riuscire a finire.

"...IL MOTTO!!!" Intervenne il Capitano anticipandolo con le braccia in alto.

Davanti alla confusione dei due novellini, i colleghi della Gilda iniziarono ad intonare il loro tradizionale motto, a quanto pare parte molto importante della loro quotidianità.

"E UNO, DUE E TRE!!"

"UNO! LAVORARE NON FA MALE!"

"DUE! A CHI SCAPPA NIENTE PAPPA!"

"TRE! OGNI SORRISO VA CONDIVISO!"

"Urrà!!! Bravissimi e ora al lavorooooo!!!" Incitò il Capitano indicando un punto a caso in giro, dando il via a tutti che partirono in direzioni diversi verso i loro incarichi.

"Uh..." Ash e Serena non fecero a tempo a dir nulla che subito furono chiamati dai due superiori.

Chatot schiarì la voce "Voi due invece venite qui” fece cenno loro di avvicinarsi. Una volta di fronte al Capitano e il suo secondo, venne posizionata davanti a loro la borsa da esploratori. “Eccovi la vostra borsa come vi abbiamo annunciato ieri, c’è tutto ciò che vi può servire”

“Avete già deciso il vostro nome nomuccio per la squadra?”

“A dire il vero non ancora, non c’è un limite di tempo vero?” chiese Serena cordialmente ai due.

Wigglytuff scosse la testa “No, anche se prima è meglio per tutti! Ma capisco, potreste prendere ispirazione da qualche esperienza prima di decidere!” portò la zampa sotto la testa e poi ridacchiò “Fino ad allora sarete il Team Indeciso!”

“Team… Indeciso…” mormorarono i due con due goccioloni dietro le loro teste.

“Bene, ora per voi c'è un programma diverso che vi devo illustrare!" sentenziò Chatot.

"Vi lascio al mio amico amico amico Chatot! Divertitevi ma soprattutto impegnateviii!!"

E detto questo il fagotto rosa si rifugiò nella sua stanza personale, lasciando i poveri malcapitati all'uccello che appena vi fu il via libera si girò a parlar loro "Allora, voi due siete nuovi, quindi non possiamo mettervi subito al posto degli esploratori. In questi giorni studierete le basi per avventurarvi in un Dungeon e vi assegneremo missioni piuttosto semplici, non siete ancora abbastanza indipendenti da sceglierle da soli..."

"Ma intanto cosa faremo oltre a prepararci?"

"Dovete prima guadagnarvi un minimo di competenza e rispetto, i novellini devono occuparsi di mansioni molto umili ma brutali, perché non avete ancora un Rango decente e siete delle mezze cartucce. Quando vi troveremo più adatti allora potrete andare dove vi diremo. Al momento vi occuperete della buca."

"La buca?" Chiese Ash confuso.

"Si, la buca è un condotto dove Diglett di norma lavora come sentinella. Avrete notato che l'entrata non è accessibile a tutti. DI notte è completamente bloccata, di giorno prima di concedere ai clienti o agli esploratori di entrare, Diglett controlla le loro impronte per capire di che Pokémon si tratti. A seconda di ciò noi possiamo prepararci in caso sia una minaccia. O comunque per sapere chi entra e se è nell'agenda dei ricercati o i pochi di buono"

Quindi voleva dire che avrebbero preso il posto di Diglett e sarebbero stati a fare le sentinelle quella giornata. Non sembrava troppo complicato.

"Ci tengo a precisare che è un lavoro sporco ma fondamentale alla sicurezza della Gilda. Di norma siamo al sicuro ma se succede un furto o altro e il colpevole è esterno le colpe ricadono su chi era di guarda. Il tempo di ricognizione delle impronte è pure calcolato. Peggiore è il risultato, peggiore la vostra punizione! Posso farvi saltare la cena se voglio!"

Ash a quelle parole sentì un brivido e deglutì. Saltare la cena proprio no, non poteva rischiarlo. "C-Capito"

"Bene! E ora Loudred vi accompagnerà alla postazione" disse indicando il buco vicino a loro dove si sarebbero addentrati "Al lavoro!!!" Gracchiò facendoli sbrigare.

Gli arrampicanti furono perfetti per scendere nella buca, una volta arrivati con le zampe a terra subito si trovarono davanti Loudred che fece strada verso il condotto "Piaciuta la mia sveglia mattutina???"

"Uh, diciamo che è... efficace e... funziona"

"Eheh sono il campione delle sveglie! Coraggio, oggi inizia il vostro primo giorno di lavoro! Nervosi? Ci farete la mano! Le regole sono semplici: voi vi mettete qui sotto la grata e fate da guardiani. Poi siccome ho le orecchie fini ma non un ottima vista vi dirò se ci passa sopra un Pokémon. Voi mi dovete dire che Pokémon è dalla forma e colore della zampa. Abbiamo un manuale d’emergenza se non si capisce bene e dobbiamo anche segnare chi entra ed esce, in modo da avere sempre sott’occhio la situazione e controllare di aver fatto giusto. Semplice no? Dovrebbe essere un gioco da ragazzi!" spiegò lui, illustrando il compito che attendeva alle due giovani reclute.

"La fai facile... ma ricordarsi le impronte di centinaia di Pokémon…” per un Pokémon erano conoscenze basilari e veniva naturale, ma per loro era ancora difficile adattarsi “Con il Pokédex ci vorrebbe pochissimo” mormorò a bassa voce.

"Pokédex? Cosa è? Si mangia?" chiese il Pokémon dalle orecchie tonde.

Ash ebbe un brivido e subito rigirò la frittata “No è... un modo di dire, ma è complesso e inutile… lasciamo perdere”

"D'accordo… e ora al lavoro! HOP HOP!" dopo aver dato due poderose pacche sulla schiena ad entrambi, che ricordarono loro una conoscenza fatta proprio a Forsia… se ne andò nella sua postazione.

Iniziò così il lavoro della giornata. Per Ash e Serena non era facile riconoscere ogni singola impronta di Pokémon che passava. Il giovane allenatore di Biancavilla doveva accedere ad ogni antro più recondito del suo cervello per riconoscerle tutte. Serena se la cavava più o meno allo stesso modo e teneva il manuale aperto per confermare ciò che diceva Ash.

Le ore passavano e la fatica si fece sentire, ma a quanto pare fino ad ora non avevano sbagliato nessun colpo. Non erano rapidissimi ma almeno riuscivano a garantire la sicurezza della Gilda.

"Ultimo Pokémon della giornata e poi ci ritiriamo per riposarci e cenare!” Annunciò Loudred a gran voce, facendo sentire però appena anche la sua di stanchezza. "Ditemi chi è e possiamo concludere il lavoro!"

Gli occhi di Ash erano allo stremo e gli facevano male, rimanere al buio e tenere gli occhi fissati su quella fessura che faceva arrivare il sole negli occhi era abbastanza tormentoso. Inoltre la luce che aveva illuminato il Pokémon precedente era particolare. Per fortuna sapeva di non essere l’unico a crederlo visto che pure Serena aveva confermato.

"Coraggio..." si disse Ash facendo un ultimo sforzo "E’… Bidoof”

“Perfetto! Era l’ultimo a dover rientrare!" si rallegrò Loudred “E ora abbiamo finito! Torniamo in sala!”

"Uff... speriamo di non doverlo fare più..." disse sfinito Ash.

Arrivarono di nuovo nella sala comune. La luce anche se minore visto l’orario, era abbastanza fastidiosa. Si strofinarono gli occhi un po' disorientati, cercando di ricomporsi, mentre Chatot li attendeva con sguardo inquisitore.

"Bene, dunque” Disse lui controllando il lavoro svolto “Uhm… può andare... il vostro lavoro è stato discreto. Si poteva fare meglio, ma non siete neanche andati come mi aspettavo e per dei novellini è sufficiente. Come primo giorno direi pure che è nella norma, andate pure..."

"Solo discreti!?" protestò Ash camminando verso la loro camera, dopo essersi assicurato che chatot fosse fuori dai piedi "C'era da impazzire li sotto!"

"Almeno sempre meglio di me, cominciavo a sentirmi sempre più soffocata" confessò Serena con un mezzo sorriso “Però poteva andarci peggio”

"Dovrò chiedere a Diglett come faccia a sopportare tutto questa pressione prima o poi" concluse Ash il discorso, volendo pensare ad altro.

E passò un’altra notte, tranquilla e beata per entrambi, la stanchezza era tanta e aveva permesso loro di dormire profondamente. Il giorno dopo si erano prefissati di svegliarsi prima per fare colazione, ma a quanto pare non fu necessario perché delle strilla invasero la Gilda, facendo sobbalzare non solo loro… ma anche gli altri componenti.

“GAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!”

Non era la normale sveglia.

I Pokémon uscirono dalle camere uno per uno, ancora un po' assonnati ma capaci di reggersi in piedi. Era prestissimo e nemmeno era l’orario ideale a fare colazione, eppure tutti si muovevano in massa verso la sala da pranzo, dove era partito l’urlo in preda al panico e alla disperazione.

“Cosa sarà stato?” chiese Ash correndo insieme a Sunflora, Serena e Zorua.

“Non lo so ma sembrava..."

"Oh no..."si sentì la voce di Chimecho che se ne stava di fronte all’entrata della sala, eppure sembrava alquanto impaurita ad entrare.

“Che succede?” Chiese Corphish al campanello fluttuante. Tutti si erano radunati intorno e aspettavano una risposta.

Chimecho aveva lo sguardo abbastanza nervoso e sembrava consapevole di cosa era appena successo “E’ Chatot... abbiamo un codice rosso succoso”

“CODICE ROSSO SUCCOSO!?” esclamarono tutti in panico, mento Ash e Serena che erano solo travolti dalla loro ansia e paura. Iniziarono tutti ad agitarsi, non ascoltando nemmeno le domande dei due confusi. Il loro caos fu subito messo a tacere da Chatot che volò da loro e attirò la loro attenzione.

Sembrava scuro in viso "Riunione straordinaria! Tutti dentro con me in sala immediatamente!" Gracchiò Chatot strepitando di qua e di là “E non fate casino, se il Capitano si sveglia siamo finiti, mi sono spiegato!?”

Nella sala da pranzo stava scoppiando il pandemonio, tutti bisbigliavano cose su cose che difficilmente Ash e Serena potevano capire. Parevano davvero scioccati e spaventati, persino Spectrelish se ne stava in disparte gocciolando mozzarella.

Chatot si fece avanti e chiese il silenzio “ALLORA!? CHI E' STATO?" tuonò lui senza però cercare di farsi sentire dal Capitano "CHI HA COMPIUTO IL MISFATTO?"

“Perché sta risuccedendo? Non succedeva da tempo ohibò… non va bene, non va bene…” tremò Bidoob con la testa tra le zampe.

"Cosa è successo? Cosa è il codice rosso succoso?" chiese Ash ancora confuso.

Chatot fulminò i novellini con uno sguardo, a quanto pare non felice di dover rievocare la vicenda e le sue conseguenze terribili. "IL MISFATTO E’ CHE LE MELE PERFETTE DEL CAPITANO SONO SPARITE!!" rispose per il pappagallo.

"Dovete sapere.." disse Sunflora "Che il Capitano Wigglytuff mangia solo le sue mele perfette come avete visto le altre sere… sono una specie di tesoro per lui e se vengono a mancare lui… lui… Shock!!”

“E’ terribile ciò che accade in quei casi. Il Capitano sembra buono ma bisogna avere paura nei casi in cui si arrabbia, è spaventoso e non tutti qui hanno assistito ma sanno che non deve succedere mai una cosa simile. Chi lo ha vissuto… è ancora traumatizzato” spiegò Sandile.

A quelle spaventose parole Sunflora, Bidoof, Corphish, Chimecho, Diglett, Loudred, Dugtrio e Croagunk rabbrividirono e divennero pallidi. Loro sapevano che cosa succedeva… Chatot non era impallidito perché stava pensando già a chi fosse il colpevole.

L’uccello li zittì e riprese a parlare “In ogni caso abbiamo ancora una scorta d’emergenza, quindi mentre useremo quella per il Capitano oggi… tutti andranno a recuperare altre Mele Perfette per riempire di nuovo la dispensa!”

Tutti rimasero zitti e annuirono, ma vedendo il becco di Chatot formare un grugno di rabbia non si mossero più di un millimetro “Prima però… voglio sapere… CHI SI E’ PERMESSO DI FARE QUESTO!!!” tuonò lui avvicinandosi uno ad uno ad ogni Pokémon presente "TU! DOVE TI TROVAVI E COSA FACEVI!?”

Aveva intenzione di verificare ovviamente, ma decise di sentire tutti i presenti, fino ad arrivare ad Ash, Serena e Loudred. La sua rabbia aumentava ad ogni secondi, facendolo quasi fumare come Camerupt “SE GLI ALTRI HANNO UN’ALIBI VUOL DIRE CHE IL COLPEVOLE VIENE DALL’ESTERNO! VOI ERAVATE DI GUARDIA!!”

"S-Si signore... ma-…"

"DUNQUE AVRESTE DOVUTO CONTARE TUTTI I POKEMON CHE SONO VENUTI QUI!"

"E lo abbiamo fatto!” intervenne subito Ash prendendo le difese del gruppo. Non aveva paura di sostenere la verità, non era colpa loro “Abbiamo contato tutti...!”

"Tutti tranne uno! Non c’è altra spiegazione! Se non è uno di noi è un estraneo che si è intrufolato qui durante il giorno! I muri sono a prova di Pokémon Spettro quindi rimane solo quella teoria! E se qualcuno è entrato la colpa è di chi faceva la ronda ma ha fatto un errore!”

"Signore, noi siamo sicuri di... "

“La vostra sicurezza in questo caso vale a zero e voi non avete ancora dimostrato un minimo di fiducia! Tra tutti i presenti voi siete i novellini e VOI avete la responsabilità di ciò che è successo! Vi avevo avvertiti! AH! NON CI SIAMO PROPRIO! NO, SIGNORE, NO! Quindi... NIENTE CENA! ALMENO FINO ALLA PROSSIMA SETTIMANA! NO CHE DICO FINO AL PROSSIMO MESE!"

"C-CHE!?" gridarono Ash e Serena.

“E VALE PURE PER LOUDRED!”

"COSA!?" gridò Loudred sconvolto "CHE CENTRO IO!?"

"ERI ANCHE TU ALLA GUARDIA QUINDI SEI ANCHE TU PARTE DEL PROBLEMA! CREDEVO DI POTERTI DARE FIDUCIA VISTO CHE NESSUN ALTRO NOVELLINO IN PASSATO AVEVA FALLITO LA PROVA! Beh… a parte… c-comunque non ha importanza! La responsabilità è anche tua! E ORA FINE DISCUSSIONI! NON TRANSIGO!"

Il Pokémon grosso iniziò a digrignare i denti e serrare i pugni, tremava per trattenersi ma la collera saliva sempre più. Stava diventando rosso e sembrava un treno a vapore pronto a scoppiare "VOI DUE…!!!” si rivolse ad Ash e Serena che facevano dei passi indietro per mettersi a distanza di sicurezza.

"L-Loudred sta calmo... sono solo alle prime armi" provarono a fermarlo i compagni.

"Loudred noi..." provò Ash a parlargli per spiegare la situazione e calmarlo ma sembrò istigarlo semplicemente.

Il Pokémon dovette essere trattenuto dagli altri mentre si dimenava. Erano sicuri di aver svolto tutto alla perfezione, avevano controllato più volte e nonostante il lavoro fosse sfiancante ci avevano messo impegno. Doveva esserci una spiegazione, il problema era trovarla. La prima cosa da fare era scagionare Loudred, non poteva essere coinvolto anche lui, anzi era meglio per tutti che fosse fuori dai guai. Averlo contro era solo negativo, non serviva inimicarsi un compagno della Gilda e avrebbe reso ancora più complicato lo svolgersi dell'investigazione.

I due neo-Pokémon corsero verso Chatot e cercarono di farsi ascoltare, pregandolo con le orecchie basse "La prego ci ascolti! Non abbiamo sbagliato, siamo sicuri del nostro lavoro e di aver controllato più volte i risultati! Ci deve essere stato un malinteso o altro!"

"Non voglio sentire storie!! Vi abbiamo affidato un compito e avete sbagliato già alla prima missione! Come pretendete di essere pronti per andare ad esplorare un Dungeon ed essere esploratori quando siete solo degli incapaci!? Non avete considerazione del guaio abbiate combinato, non avete la più minima idea di cosa causerà tutto ciò se si scopre prima di riottenere tutto ciò che abbiamo perso! La mancanza di Mele Perfette... per il Capitano..." scosse la testa con i brividi e il terrore negli occhi "Ci siamo già passati e altre volte andati vicini! E sono sempre stati errori delle sentinelle tranne una rara eccezione! Voi due siete gli unici che possono aver causato tutto ciò!!!" Continuò irato.

Ash provò almeno a tirare fuori Loudred dalla situazione "Allora per favore non coinvolga anche lui!" Disse indicando il compagno che ancora sembrava fuori di sé "Non ha colpe, anche se avesse visto un errore non avrebbe mai avuto la possibilità di cambiare le cose. Loudred è un membro della Gilda da tempo e di sicuro vi fidate di lui! Se lo avete fatto ponendoci sotto la sua osservazione vuol dire che avete anche considerazione della sua parola e del suo giudizio! Se dice di non aver notato errori avrà del peso come opinione, al massimo l'errore deve essere stato fatto fuori dal suo controllo e quindi non ha commesso niente di così grave e le colpe cadono su qualcun altro. Inoltre noi gli comunicavamo di chi erano le impronte e lui diceva se passavano o no, non può aver sbagliato! Non punitelo per questo...”

Chatot si voltò a guardare il Pokémon tirato in causa, che ancora era impegnato in un'animata litigata con i compagni intenti a calmarlo invano. In effetti tutto ciò costituiva anche una questione di orgoglio per lui, essendo membro della Gilda da così tanto ed essere punito per un errore così banale ma con conseguenze così tragiche poteva andare ben oltre la frustrazione. Vero che non era diplomato quindi di conseguenza aveva ancora la capacità di fare errori, ma poteva almeno concedergli il beneficio del dubbio.

"Loudred!" Lo chiamò subito Chatot con autorità. Il Pokémon si girò un po' sconcertato e lo ascoltò "Per questa volta sarò magnanimo, non ti punirò. Ora filate tutti che qui ho da fare!!!" Gracchiò facendo subito scappare tutti dall'area. A quel punto si rigirò verso i due che avevano appena fatto a tempo a sospirare per la sorte di Loudred.

"In quanto a VOI... visto il fatto che non abbiamo altre piste e la colpa ricade su di voi essendo gli unici possibili responsabili... non posso far altro che punirvi. Niente cena stasera e per le prossime 2 settimane! Ma visto che qui si parla anche di fiducia e al momento non avete neanche una minima briciola di essa, non avrete il permesso di andare in alcun Dungeon e non vi verrà assegnata alcuna missione legata ad essi, così come vi sarà revocato il compito di Sentinelle!!" Tuonò la sua sentenza sulle loro coscienze.

In quel momento i due rabbrividirono, non tanto per la prima punizione ma la seconda. Per quanto tempo sarebbe stato così? "M-Ma per..."

"E questo vale per un anno da oggi!!! Ovviamente visto che ancora non eravate pronti a salire di Rango anche quando avrete scontato la punizione dovrete prima dimostrare di avere il diritto di esplorare!"

"UN ANNO!?" Ash e Serena sobbalzarono terrorizzati. Un anno senza poter andare nei Dungeon voleva dire meno missioni e ricerche per trovare una via di ritorno. I misteri da svelare e i Pokémon da conoscere andavano fatte attraversando i Dungeon, non stando nel villaggio, per loro sarebbe stato un limite enorme a tornare a casa.

Chatot alzò l'ala con rabbia e autorità, sottomettendo i due e le loro proteste "Questa è la mia decisione e non si discute!! Via!" Tuonò facendoli allontanare, mentre lui stesso andò per la sua strada.

Fu così che i due dovettero rimanere a stomaco vuoto. Saltarono tutti la colazione e andarono dritti a procurarsi le Mele Perfette, tranne i neo-Pokémon che furono subito mandati a svolgere le nuove mansioni.

Spesero il resto della giornata a fare dei lavoretti per la Gilda abbastanza sfiancanti, tra cui trasporto di strumenti, scorte di cibo e altre faccenduole in giro per il Borgo, purtroppo ormai rassegnati alla routine che si sarebbe ripetuta il giorno dopo e quello dopo ancora. Per evitare di far aumentare l'appetito il Pikachu e la Fennekin andarono dritti a dormire subito al tramonto e pensarono a recuperare le energie spese.

Sapevano che per loro era meglio trovare il colpevole, sopportare due settimane senza cena non era così impossibile, per quanto all'apparenza fosse una punizione troppo crudele per Ash. Al contrario la seconda punizione era decisamente peggiore e ad ogni costo dovevano cercare di trovare una scappatoia. Aspettare un anno per iniziare a cercare una via di ritorno a casa era troppo, anche perché sapevano già che le ricerche stesse poteva durare un sacco.

A quel punto per loro conveniva di più mollare la Gilda e andare per conto proprio anche se molto rischioso e probabilmente infruttuoso. Ciò su cui concordarono fu che avrebbero speso la giornata seguente ad informarsi su qualcuno in grado di aiutarli con il loro problema spazio temporale, vista l'opportunità di circolare per il villaggio senza occuparsi di mansioni troppo importanti. Avrebbero perso un po' di tempo e chiesto in giro completando quei piccoli compiti dati, almeno per il momento. Poi avrebbero investigato anche sull'altro caso, dopotutto risolta la punizione non avrebbero avuto più occasione di fare ricerche liberamente e andarsene a zonzo ad ogni momento che preferivano.

La speranza era di riuscire a trovare quello che cercavano, in un modo o nell'altro. Il tempo era ciò che dovevano sfruttare al meglio.

...

"Buongiorno Serena..." sbadigliò lui il giorno seguente stiracchiandosi un po'.

Serena fece lo stesso, mettendosi in piedi e scrollandosi appena "Buongiorno anche a te..."

Erano parecchio frastornati dalla nottata a digiuno. Erano in tempo per fare colazione e abbuffarsi, con l’intento di recuperare ciò che non avevano consumato la serata precedente. Non potevano prendere cibo da conservare e ciò non lasciava a loro altro che i loro stomaci da riempire fino all'orlo. La loro sveglia interna, causata anche dal cibo mancato, aveva permesso loro di evitare l'altra sveglia naturale detta Loudred, sicuramente molto meno gradita alle orecchie. Anche se tra le due non sapevano quale fosse peggiore.

Una volta fatta la scorpacciata, in solitudine visto l'orario molto mattiniero... e una volta recitato il motto in seguito con i compagni, i due presero da Chatot la lista dei lavori da svolgere, sempre sotto il suo sguardo omicida e colmo di delusione e antipatia. Pregavano di risolvere la situazione in fretta e di uscire dalla sua cerchia di antipatia.

Usciti dalla Gilda, se ne andarono verso il paese portandosi la lista dentro la loro borsa da esploratori, almeno utile per tenere la roba importante. I compiti erano tanti, ma focalizzandosi e organizzandosi era possibile completarla più in fretta del previsto, magari spartendosi anche le mansioni più facili. Nel frattempo e dopo aver finito, chiesero informazioni in giro riguardo a qualche leggenda senza però attirare troppo l'attenzione. I risultati furono praticamente nulli.

Il sole tramontava sul mare, i due stavano tornando verso la Gilda, molto stanchi e abbattuti. Chiedendo in giro nessuno aveva saputo dare loro una risposta, anche perché non potevano chiedere direttamente se sapevano come ritornare in un’altra dimensione popolata da umani.

"Io non capisco..." disse lui parlando della questione del furto di Mele Perfette "Sono sicuro di averli contati tutti quei Pokémon. Vero che stavo per addormentarmi, ma era l’ultimo e perfino Bidoof ha confermato di essere lui. Ogni Pokémon lascia sempre un impronta… anche se può levitare si deve abbassare in modo da riconoscerlo, altrimenti non può entrare senza che non se accorga nessuno. Come abbiamo detto inoltre i tipi Spettro non possono passare perché le pareti sono antiSpettro”

"Forse è un Pokémon che sa usare Trasformazione? O un Pokémon che diventa trasparente e si è infiltrato mentre un altro passava. O un tipo Volante che ha trovato una fessura da qualche parte?” tentò Serena.

Ash incrociò le braccia mentre camminava e assunse uno sguardo pensieroso “La prima opzione non credo perché comunque avrebbe dovuto uscire di notte dalla porta principale e aprirla dall’interno, si sarebbe fatto scoprire. Per la terza non credo perché gli altri hanno raso al suolo la Gilda cercando un’entrata alternativa e non è stata trovata. La seconda può darsi anche se sarebbe dovuto essere un Kecleon oppure dei tipi Spettro e Psico. Inoltre si ricollega al primo problema; avrebbero dovuto aprire la porta dall’interno e si sarebbe sentito qualche rumore”

“Forse ha usato Ipnosi su tutti per non farsi sorprendere e agire indisturbato?”

“Possibile… Lidia in questo momento sarebbe perfetta” rispose lui un po' abbattuto. Dovevano far qualcosa al più presto.

“Se solo fossi un po' più di aiuto..." mormorò Serena a bassa voce, probabilmente era un pensiero che non voleva esprimere, anche se le orecchie di Ash lo avevano recepito bene. "Recentemente non faccio altro che causare guai a tutti..."

"Cosa? Non è affatto vero!" rispose subito lui con un tono contrario. Non era affatto vero quello che diceva, il solo essere lì con lui era già più importante di quanto potesse credere. Da solo probabilmente si sarebbe sentito più scoraggiato.

Serena accorgendosi di essersi fatta sentire drizzò le orecchie e tenne lo sguardo basso, senza rispondere. Visto il silenzio dell’amica e probabilmente le sue parole servite a nulla, il Pikachu si mise davanti a lei e le bloccò il passaggio facendoli fermare entrambi “Non hai fatto nulla i male!"

Gli occhi della volpina inizialmente sembrarono esprimere una certa sorpresa ma poi divennero un po' duri e rivoltosi “Appunto, non ho fatto proprio nulla in generale, io direi questo” il suo tono sembrava un po' amareggiato, anzi lo era più di quanto potesse credere. Ash inalò un po' pesantemente e la guardò con confusione, in verità cominciava a capire cosa stava succedendo.

"Rifletti, prima un Pokémon mi disubbidisce e non vuole più avere a che fare con me, gli altri si azzuffano per colpa mia e finiscono per farsi male, poi finisco in cella frigorifera per una distrazione e vi faccio dannare l'anima per trovarmi. Siamo finiti qui per qualche strano motivo e la prima cosa che ho fatto è andare in panico, siamo stati attaccati e non ho potuto far niente se non venir avvelenata e ora..."

Ecco, lo sapeva, per quanto potesse essersi ripresa dal trauma di Tulipal tutte quelle cose dietro l’altra avrebbero fatto venire a tutti una depressione assurda. Doveva immaginarlo e non le aveva chiesto mai davvero se la cosa le pesasse ancora. "No tu sei preziosa! Senza di te sarei..."

"QUANTO E' PREZIOSO QUALCUNO CHE NON SA NEANCHE LANCIARE UN MISERO ATTACCO GRAFFIO!?" esplose Serena urlando ad un tratto. Per fortuna attorno a loro non c’era nessuno, ma la sua risposta sembrava aver zittito la natura stessa.

"C-Cosa?" balbettò Ash impallidendo.

“Tu sei sempre stato accanto a me per tirarmi su, non ti sei MAI depresso di fronte ad una difficoltà come ho fatto io. Siamo finiti qui e mi hai calmata, sei riuscito a mantenere il controllo e a tirarmi su. Hai sempre una soluzione pronta e persino nella foresta hai lottato per proteggermi, per poi prenderti cura di me mentre ero avvelenata. Siamo arrivati qui e subito hai preso la decisione di farci entrare nella Gilda avendo già un piano e prendendola con ottimismo, non è servito nemmeno chiederlo a me perché avevi tutto sotto controllo. Anche durante il nostro primo incarico hai tenuto il morale alto e ti sei impegnato e ora stai ancora pensando ad un modo per farci uscire dai guai!” lo guardò con gli occhi lucidi.

Ora si che aveva capito, non poteva essere più chiara ed era anche sua la colpa. In fondo messa in quella situazione era ovvio che si era sentita non solo messa da parte ma un peso inutile. Non l’aveva interpellata nella sua decisione di entrare nella Gilda e forse quello l’aveva fatta sentire molto più male del previsto. Avrebbe potuto aspettare e parlarne un attimo con lei, chiederle il suo parere… si era sentita inutile e un ingombro, ma per lui non era affatto così. Quelle parole ferivano entrambi.

“Tu sai lanciare Tuono e probabilmente a breve saprai anche usare gli altri attacchi, mentre io non so lanciare una misera fiammella e... e per quanto possa ripetere il nostro motto nella testa, non cancella tutto quello che è successo e che se non ci fossi stata io le cose per te sarebbero più semplici” Il silenzio di Ash quasi la portava ad auto-confermare tutto quello che aveva appena detto.

Sapeva che se Ash avesse parlato probabilmente sarebbe riuscito in qualche modo a farla sentire meno inutile ma non era giusto stavolta convincersi del contrario. Fece un balzo e lo saltò completamente, correndo verso la Gilda senza ascoltare i flebili richiami di Ash che però non si mosse per rincorrerla.

Dopotutto era anche colpa sua se Serena si sentiva così, non aveva fatto davvero niente di particolare per farla sentire coinvolta o parte della squadra quale erano… e la consapevolezza pesava tanto da tenerlo immobile sul punto.

“Sono un’idiota…”

Serena nel frattempo corse su per gli scalini della Gilda. Si guardò indietro fermandosi un attimo e notò che Ash non l’aveva seguita e questo le bastava. Da lì avrebbe potuto vederlo bene nella posizione dove avevano discusso prima ma decise di non farlo e proseguire.

Arrivo sulla grata dove dovevano analizzare la sua impronta, ma non sentì nulla provenire dal basso. Abbassò lo sguardo ma non poteva vedere da lì. Abbassò anche l’orecchio e non si sentì la minima mosca. Eppure dall’interno della Gilda si sentivano parecchie voci una sopra all’altra. Strano.

Corse all’interno, visto che a quell’ora era ancora concesso farlo e la porta era aperta. Saltò al piano inferiore e poi a quello sotto ancora, arrivando davanti alla buca delle sentinelle a cui ora tutti erano riuniti. “Che succede?”

Chimecho si girò verso di lei e sospirò “Purtroppo sono state rubate altre Mele Perfette questo pomeriggio…”

“Cosa?!” si sorprese Serena sconvolta “Ma di pomeriggio? Con tutti al lavoro?” Era impossibile, per il ladro sarebbe stato rischiosissimo colpire durante il pomeriggio.

“Proprio perché eravamo tutti al lavoro… qui alla Gilda c’erano solo Chatot, Diglett e Loudred. Il Capitano era andato a svolgere una commissione e gli altri erano a prendere altre Mele Perfette per riempire fino all’orlo da dispensa. Spectrelish era andato invece e prendere gli ingredienti per la cena. Quando siamo tornati Chatot era in panico e abbiamo scoperto che un quarto della nuova scorta è sparito”

Chatot si fece avanti e ispezionò Serena “Non è che voi c’entrate ancora qualcosa?! Manca il tuo amico!?” chiese subito con aria inquisitrice.

“NO! Eravamo al lavoro come tutti, se non ci crede vada al villaggio a chiedere, abbiamo un alibi! Ci hanno visti in tanti lavorare e hanno anche parlato con noi. Non ci siamo mai avvicinati alla Gilda!” subito Serena ribatté, senza la minima intenzione di farsi incolpare ingiustamente, benché meno Ash “Ash allo stesso modo, se non è qui con me semplicemente è perché ci sta mettendo un attimo a tornare. O è vietato farsi una passeggiata dopo degli incarichi pesanti?” alzò un sopracciglio abbastanza innervosita dalle insinuazioni del volatile.

Subito in suo soccorso corsero anche gli altri, il primo fu Loudred che si mise in mezzo ai due, più dalla parte di Serena "NO! STAVOLA NON C'ENTRANO NIENTE!" così rispose sfidando l’autorità di Chatot il quale subito si bloccò e sembrò rimanere a corto di parole “Erano al lavoro e la loro innocenza si proverà facilmente. Qui al massimo dobbiamo parlare di noi, visto che tutti quelli rimasti qui compreso lei, abbiamo avuto un attimo di distrazione!”

Chatot subito arrossì di fronte al commento imbarazzante e sudo freddo. Serena osservò dubbiosa e chiese “Distrazione?”

Diglett sbucò di fianco a lei e abbassò appena lo sguardo un po' vergognato di se stesso “Per un attimo abbiamo chiuso gli occhi, pensavamo fosse un minuto e invece ci siamo accorti che era passata un’ora. Anche il signor Chatot ha avuto lo stesso problema”

“Addormentati… non deve essere un caso. Anche a me e Ash durante il turno si sono chiusi gli occhi per qualche istante, davano fastidio e dovevamo sbatterli un po'. Ad un certo istante avevamo la testa molto confusa”

"Shock! Non può essere una coincidenza. Deve essere successo qualcosa davvero! C’è un criminale furbissimo qui in giro” commentò Sunflora.

"Chiunque sia stato la deve pagare. Non è possibile che la faccia franca rubando due volte la riserva! Se arriva la volta che il Capitano lo scopre… siamo finiti!" sbottò Salandit.

Il pappagallo sospirò, a quel punto era inevitabile, dovevano aprire un’indagine tutti insieme “Domani faremo una riunione straordinaria e inizieremo ad indagare studiando un piano per bloccare il malfattore. Per stasera metteremo dei turni di guardia a tutti, che ruoteranno in modo da coprire sempre l’entrata” disse il pappagallo "Per ora andiamo tutti a riposare prima di cena…”

Serena rizzò la coda e poi cominciò a muoverla un po', con un sorrisetto furbo. Si avvicinò a Chatot, forse troppo, pochi centimetri a separare le loro facce “Mi scusi, ma non le sembra il caso di revocare la nostra punizione?”

“C-Come sarebbe a dire!?”

“Qui abbiamo provato che il colpevole è esterno e che riesce ad entrare in ogni modo, sia di giorno che di notte. Abbiamo probabilmente fatto un errore per qualche suo trucchetto usato per imbrogliarci, ma fino a prova contraria lei si è fatto mettere nel sacco durante la giornata e addirittura prendendo sonno!” esclamò con una falsa sorpresa e drammaticità “Può non punire nessuno visto che siamo tutti vittime... oppure può farlo, ma deve coinvolgere ogni Pokémon colpevole… compreso lei.”

Chatot ebbe un brivido e digrignò appena il becco messo alle strette.

“Per dei novellini un errore è comprensibile, maggior ragione se fatto anche da degli esperti… d’altro canto fatto proprio dal secondo in comando della Gilda… beh”

“Okay!!! Ho capito!” Sbatté le ali lui allontanandosi meglio dallo sguardo furbo di Serena, un po' gracchiando per la scena “Verrà revocata la vostra punizione sulla cena, ma per l’altra devo ancora decidere, visto che non siete ancora degni della mia fiducia e non avete ancora provato di essere degni di diventare esploratori della Gilda! Ne riparleremo appena acciuffato il criminale!”

La Fennekin inclinò appena la testa e sorrise dolcemente “Grazie!” disse tutta cordiale e la sua voce così calda e amorevole da far rimanere sconvolti tutti i compagni.

Lo aveva fregato alla grande.

Ash camminò lentamente fino alla Gilda, prima di tornare aveva fatto una passeggiata in riva al mare per schiarirsi le idee ma l’unica conclusione a cui era arrivato era che Serena sbagliava a criticarsi così, ma la colpa di ciò era sua che glielo permetteva e aveva dato motivo di farlo.

Se avesse cercato di farla sentire davvero come un supporto per lui forse non sarebbe successo. Era vero manteneva la calma e sapeva usare Tuono… ma perché era stato già un Pikachu e si era abituato più in fretta. E se era così ottimista era per il suo carattere, a volte sottovalutava i problemi e reagiva troppo in fretta, ma capiva che Serena non riusciva a vederla in quel modo, per quanto tanta ammirazione fosse per lui inspiegabile. Ancora era per colpa sua che Serena non si era sentita affatto presa in causa e sentita inutile, non le aveva chiesto nulla sulla storia della Gilda.

E pensare che tra i due quella definibile come la mente era lei, come lei poteva definirlo lo spirito del team. Il peggio era che quando gli aveva detto tutte quelle cose in faccia non lo aveva fatto con invidia o rabbia nei suoi confronti, non aveva mai incolpato Ash di essere la causa dei suoi sentimenti. Avrebbe preferito meritarsi tutto, invece di vedere come lei criticava se stessa. Era fatta così, c’erano così tante occasioni in cui era stata fondamentale in passato ma tendeva a mettere in secondo piano queste per evidenziare invece i suoi errori, anche se solo per prenderli come riferimento per ripartire. Non si dava delle arie, non provava invidia. Eppure si era fatta coraggio tante volte, lo aveva fatto a lui… continuando così avrebbe avuto modo di dirgli che non riusciva più nemmeno a rispettare il loro motto. Avrebbe avuto modo di rendere le sue illusioni veritiere.

Doveva impedirlo.

Strinse un pungo e guardò il mare con aria determinata. Sì, doveva impedirlo. Le avrebbe chiesto scusa e le avrebbe tolto dalla testa certi pensieri.

Girò il corpo dall’altra parte e iniziò a correre, diretto alla Gilda. La sabbia si spargeva qua e là per i suoi movimenti veloci, e il vento gli soffiava in viso in modo davvero esagerato… gli sembrava quasi di volare. Il paesaggio scorreva di fianco troppo velocemente, stava correndo come un treno. “Ma che!”

Fermò le zampe e si aggrappò al terreno frenando bruscamente. Il suo corpo però venne sbalzato avanti e sbatté dritto il muso contro il tronco di un albero. Cadde all’indietro con gli occhi a circoline “Uhhhhh…” e ci mise qualche istante a rialzarsi “A-A quanto pare h-ho imparato A-Attacco R-Rapido”.

Si ristabilì, a quanto pare Serena lo aveva spinto ad imparare due mosse… e poi diceva che era inutile? Scosse la testa e riprese a correre, ma stavolta alla velocità normale, ci avrebbe pensato un’altra volta ad esercitarsi, ora aveva altre priorità.

Arrivò in fretta all’entrata della Gilda, per sua fortuna ancora aperta. Scese fino alla sala principale, ma non vi era traccia di nessuno. Sentì canticchiare in sala da pranzo quindi vi si recò, trovando Spectrelish che metteva via le ciotole appena lavate. “Spectrelish!”

“Uh? Oh ben tornato! Hai saltato la cena!” disse lui indicando le due ciotole sul tavolo ancora intoccate.

Ash guardò il punto indicato e un po' perplesso rispose “Ehm, non credo che avrei cenato lo stesso, io e Serena siamo ancora in punizione e non possiamo cenare”

“Oh non te l’hanno detto? La punizione è stata revocata. Oggi pomeriggio c’è stato un altro furto e proprio sotto la responsabilità di Chatot” rispose sotto lo sguardo stranito di Ash “Devi ringraziare la tua amica, a quanto pare ha messo alle strette Chatot e lo ha convinto a togliervi la punizione. E’ furba la volpina”

Ash smorzò un sorriso misto ad un ghigno. Avevi vari pensieri per la testa, uno di essi era quanto fosse fantastica Serena. Altri erano legati al furto, cosa che lo lasciava perplesso, così chiese altre spiegazioni, tutte date abbastanza facilmente dal cuoco, che aveva sentito la discussione degli esploratori prima di cena.

“Hmmm è molto strano” disse il Pikachu.

“Già” fu d’accordo la pizza spettrosa “Però adesso ti consiglio di mangiare, o almeno di prendere le ciotole e andare dalla tua amica” gli consigliò prendendo le due ciotole in mano.

Ash lo guardò e esitò a prenderle tra le zampe, in effetti quello che aveva detto gli aveva dato una curiosità. “A proposito, perché due ciotole?”

“Ah beh, Serena non ha mangiato, durante tutta la cena è rimasta ad aspettarti, però non essendo più arrivato ha detto di tenerti da parte il cibo che poi ti sarebbe venuta fame e che poteva benissimo attendere”

Ash subito abbassò le orecchie, Serena pensava sempre prima a lui che a se stessa. Non era arrabbiata con lui anzi… “…E ora… dove è?”

Spectrelish appoggiò le ciotole e indicò l’uscita della sala a pranzo “E’ andata via con gli altri, ma mentre uscivano ho sentito le altre Pokémon dire che sarebbe stata con loro. Probabilmente adesso staranno parlando di… cose da femmine” mosse le dita per fare le virgolette e alzò appena il ciglio son un sorrisino “Non so se mi spiego”

Ash inclinò la testa confuso senza capire l’allusione a cui faceva riferimento “A dire il vero non ho capito” i discorsi da ragazze non li aveva mai capiti, di cosa si parlava? Brock una volta aveva menzionato l’amore, i maschi e cose da… femmine. Aspetta, perché improvvisamente pensando di amore e ragazzi voleva saperne di più?

“Se volete dormire beati stanotte vi serve lo stomaco pieno! Con questi piatti niente vi terrà svegli!!”

“Niente… ci…” Ash improvvisamente sentì quasi un fulmine colpirlo e l’illuminazione arrivò. Ora si che sapeva cosa fare per risolvere il problema! Balzò in aria e corse all’entrata della sala. Si girò verso l’altro Pokémon e lo ringraziò “Grazie per la cena, ma la mangerò dopo! Adesso devo andare a fare una cosa!” e sparì, lasciando Spectrelish a fantasticare su cosa avesse potuto fare in quel momento senza mangiare. Forse stava andando dalla sua amica per… no, non poteva essere quello. O forse sì?

In verità Ash si era precipitato fuori dalla base ed era corso in fretta al Borgo, pregando che fosse ancora aperto il negozio dove aveva intenzione di andare. Per sua fortuna una volta arrivato allo stand, notò che i due proprietari erano ancora lì.

“Scusate!! Siete ancora aperti?” chiese lui ad alta voce e con il fiatone.

Due Kecleon, uno viola e uno verde, spuntarono dal bancone e lo guardarono con curiosità “Stavamo per chiudere ma non abbiamo fretta quindi… cosa possiamo fare per te?”

I due erano i fratelli Kecleon, gestori dell’emporio più importante del borgo in fatto di acquisto di strumenti. Avevano di tutto e di più. Li aveva incrociati quel pomeriggio e ci aveva scambiato due parole. "Avete qualcosa contro la stanchezza? Per impedire di addormentarsi?" chiese il topino.

"Beh... si e no... qualcosa c'è ma..." dissero i due Pokémon guardandosi l'uno con l'altro “Ti serve per resistere anche agli attacchi come “Ipnosi, Canto e altro?” lui subito annuì e allora loro confermarono ancora di avere ciò che gli serviva.

"Lo compro!" proruppe Ash immediatamente.

"E’ il nostro ultimo pezzo per oggi e non penso che puoi permettertelo, considerate le tue modeste finanze e..." lo avvisarono i due fratelli venendo subito interrotti. Un esploratore della Gilda guadagnava molto meno ai primi anni.

"...Pagherò con dei lavoretti extra!" propose il Pokémon. Gli serviva quella cosa e gli serviva subito.

I due Pokémon camaleonte si guardarono consapevoli che doveva proprio volere ciò che gli serviva per arrivare a proporre una cosa del genere. "Quindi saresti disposto a tutto pur di averlo?”

"Qualsiasi cosa!" li implorò Ash.

"Che dici fratellino vogliamo fidarci?” chiese il fratello viola.

Quello verde rispose "Normalmente sai che non mi piace far credito ma... il ragazzo pare sincero e oggi abbiamo già guadagnato parecchio... e siamo di buon umore… in fondo deve essere per una buona causa”

"E va bene, te lo regaliamo" annunciarono i due Pokémon.

"Davvero?!" chiese Ash raggiante e sorpreso. Si alzò appena facendo pressione con le zampe sul balcone, per avvicinarsi e assicurarsi di non essersi illuso.

"Però non dire a nessuno del nostro gesto, eh? Noi Kecleon dobbiamo difendere una certa immagine. L'immagine del mercato, capisci?"

"Ho la bocca sigillata!" mimò la zip il Pikachu.

"Bene allora possiamo darti questo" disse il Kecleon verde tirando fuori un curioso oggetto. Dall’aspetto pareva essere un seme. "Un Affannoseme. Ti avviso ha un saporaccio terribile, ma con questo ogni sintomo di stanchezza scomparirà per almeno mezza giornata e nessun attacco che ti induce a dormire avrà effetto”

“Può avere degli effetti indesiderati tra cui attacchi di nausea, vomito se hai lo stomaco fragile e le tue papille gustative vorranno farsi sradicare dalla bocca”

Ash allungò il braccio per prenderlo, per sua fortuna il suo stomaco aveva una grossa resistenza, ma avrebbe dovuto sopportare il saporaccio. “Utilissimo! Grazie mille!" li ringraziò lui.

Prima di andarsene però Ash si ricordò un dettaglio e si fermò rivolgendosi di nuovo ai Kecleon "Scusate, potrei anche chiedervi un'informazione?" domandò lui.

I due si venditori si guardarono negli occhi e poi gli risposero con un ghigno "Dipende, anche le informazioni possono costare qualcosa" con la zampa uno dei due fece il gesto a significare un gruzzoletto di soldi.

Ash subito deglutì e sentì una gocciolina di sudore scendergli dal capo, ma pochi secondi dopo i due iniziarono a ridere "Ahahah non preoccuparti" rispose il fratello verde "Per stavolta lasciamo correre! Ma una mancetta sarebbe gradita in caso servisse di nuovo!" fece l'occhiolino causando una risatina flebile da parte del Pikachu.

Ash a quel punto proseguì e domandò loro l'altra questione che gli stava frullando in testa. Avevano cercato tutto il giorno informazioni utili su qualcuno che potesse aiutarli nella loro missione di ritorno a casa, ma non aveva chiesto a loro "Per caso... voi conoscete o avete sentito parlare di qualcuno esperto in leggende strane oppure segreti e miti? Sapete, mi è sempre interessato questo campo e vorrei sentire qualche storia raccontata da qualcuno di esperto"

"Uhm..." i due camaleonti rimasero a pensare, dopotutto la domanda era un po' particolare "Il Capitano della Gilda dovrebbe saperne parecchie di queste cose, ma non credo sia il Pokémon ideale per voi e dal tuo sguardo e le tue parole credo sia ovvio che tu hai qualcosa di particolare in testa"

Continuò il fratello viola "Anni fa è successa una cosa qui, anche se forse avrai sentito al riguardo. Credo che sia la storiella giusta per te, anche se non è detto sia quello che cerchi. In ogni caso l'esperto di racconti simili e dicerie è senz'altro uno, quello che fa per voi è il saggio Torkoal!"

"Saggio Torkoal?" domandò Ash.

"Si esatto!" annuirono entrambi "E' abbastanza conosciuto anche se non lo frequenta tanta gente a parte chi va alle Sorgente Termale. E' là che lo potete trovare. Per arrivarci potete prendere il sentiero anche se è un po' lunga la strada. Ci sarebbe anche un'altra via... ma non è usata da nessuno e non ve la consiglio. Fu scoperta da due esploratori tempo fa. Comunque sono sicuro che il Saggio Torkoal ti sarà d'aiuto e potrai anche godere dell'acqua termale, un vero toccasana per il corpo!"

"Sorgente Termale... ok!" chinò Ash la testa e ringraziando i due per le preziose informazione "Grazie mille per l'aiuto!!!" salutò poi cominciando ad andarsene.

Partì a razzo verso la Gilda, ora sapeva bene cosa fare. Avrebbero trovato il colpevole e poi lui e Serena sarebbero andati da Torkoal per chiedergli qualcosa di utile.

Il suo piano era abbastanza semplice, ma non poteva rivelarlo a nessuno, compresa Serena. Se qualcosa fosse andato storto sarebbe finita nei guai di nuovo e inoltre non poteva farsi aiutare o il piano non sarebbe funzionato. Aveva un solo seme e dividerlo non avrebbe probabilmente avuto lo stesso effetto. Non voleva lasciarla ancora in disparte, ma… non poteva fare diversamente.

Rientrò nell'edificio per fortuna proprio nel momento in cui stavano chiudendo l’entrata. Fece un cenno come saluto e tornò rapidamente nella camera sua e di Serena. Entrò ma notò che di Serena non c’era traccia, forse era ancora con le altre Pokémon? Fece marcia indietro e passò alla stanza delle femmine. Bussò piano aspettando che qualcuno aprisse. Il silenzio era strano, forse si erano addormentate. I ragazzi invece erano decisamente svegli, infatti chiacchieravano nell’atrio come se niente fosse.

Attese qualche secondo e finalmente la porta si aprì, rivelando Chimecho “Oh ciao! Stai cercando Serena?”

“Si, è qui con voi?” provò a sbirciare lui senza però vedere gran ché.

Chimecho annuì “Siamo state tutte assieme per la serata e si è addormentata come le altre. Non credo sia il caso di svegliarla, può stare da noi, tanto abbiamo unito i letti e ci stiamo alla perfezione!”

“Come un pigiama party insomma, no?” ridacchiò lui.

“Un cosa party?” chiese confusa l’altra. Ash si insultò nella testa, non esistevano i pigiami a quanto pare, quindi non potevano definirlo pigiama party. “Comunque posso chiederti una cosa, se non è troppo personale?”

Ash aveva un dubbio, voleva chiedergli ancora la storia dei suoi sentimenti per Serena? Colse però il rischio e acconsentì a porre la domanda.

“Avete litigato?”

Divenne una statua di pietra in pratica. Come faceva a saperlo? “Ehm… non esattamente, diciamo che abbiamo un disaccordo” provò lui a minimizzare, in fondo non poteva spiegare fino in fondo le dinamiche della loro discussione, anche se per la maggiore aveva parlato Serena e lui era diventato un Magikarp lesso.

“Ah ecco. Scusa è che si notava che non era proprio al massimo della forma. Quando le chiedevamo di te tendeva a sorridere in modo triste, ma raccontava di te con un’ammirazione talmente grande che solo quella di Chatot per il Capitano può arrivarci vicina. Allo stesso tempo sembrava toccare un tasto dolente, anche se quando non sei tornato ti ha tenuto da parte la cena e ti ha aspettato” spiegò con un sorriso mesto. Sotto sotto voleva includere anche un altro dettagliuccio a cui era arrivata da sola ma non voleva parlare al posto di Serena.

“Io…” Sorrise tristemente il Pikachu tenendo le braccia e la coda basse, abbastanza dispiaciuto “Lo so, è più per un mio errore. Volevo chiederle scusa ma non mi ha lasciato tempo di farlo quando abbiamo discusso e al mio ritorno voi…” si grattò il capo con dispiacere “Forse non è il momento adatto…”

Il campanellino lo guardò con affezione e dolcezza, gli faceva tenerezza il modo in cui sembrava si atteggiavano lui e la Fennekin “Qualunque cosa sia successa, a me non pare che in questo momento Serena ce l’abbia con te. Sono sicura che appena le parlerai si risolverà tutto, non mi pare il tipo da tenere il broncio o da fare l’offesa…” vide il sorriso consapevole ma sempre abbattuto di Ash e a quel punto gli alzò il capo con la manina “Soprattutto si vede quanto tenga a te, non so se avete mai discusso ma un piccolo litigio non intaccherà il vostro legame, anzi lo renderà più forte. E’ superando questi ostacoli che si rende forte una relazione”

A quel punto il tipo Elettro si dimostrò più rilassato, decidendo così di ritornare nella sua stanza “Hai ragione, grazie mille per la chiacchierata e… per esserti presa cura di lei”

“Figurati, siamo amici! Buonanotte!” sorrise.

Ash annuì e iniziò a camminare per il corridoio “Buonan-…” ma si fermò all’improvviso e guardò indietro arrossendo “Aspetta che intendevi dire con la parola relazione!? Non parlavi di relazione di amicizia, vero?!” questionò lui un po' rosso sul muso “Io e lei non stiamo insieme!!”

La Pokémon ridacchiò appena con le manine davanti alla faccia e incominciò a rintanarsi nella sua stanza, prendendolo in giro. Se ne era accorto a scoppio ritardato, ma ne era valsa la pena “Non ancora, ma non credo sarà così per molto” e chiuse la porta lasciandolo nel suo status di imbarazzo.

Ci fu silenzio, durante il quale Ash si sentì preso per fesso, ma per fortuna a distrarlo arrivarono le voci dei maschi, in particolare quella di Loudred che lo invitavano ad andare con loro a divertirsi.

Beh, se le femmine potevano fare riunioni e parlare di cose da femmine, i maschi potevano fermarsi a parlare di cose da maschi.

Qualche ora dopo i maschi decisero di andare a riposare, visti i turni di ronda da sostenere quella nottata. Le femmine in effetti avevano fatto bene a riposare prima, in quel modo si erano guadagnate più energia, persino chi aveva il primo turno.

Ash entrò nella sua stanza, per sua fortuna avevano escluso i membri più recenti in quando servisse esperienza in questo caso intricato. Serena avrebbe riposato e lui si sarebbe preparato al momento decisivo. Aspettò un paio di ore e a quel punto osservò il cielo.

Dovevano essere le due di notte, la luna era nella posizione ideale per segnare quell’orario e gli avevano insegnato un po' di modi per capire gli orari, oltre al fatto che c’erano delle specie di orologi naturali che si trovavano in giro, quindi sapeva meglio concepire il tempo. In quel turno dovevano esserci di guardia Bidoof e Sunflora. Per agire e rubare più mele possibili probabilmente il ladro avrebbe colpito a quell’orario. Era ora di agire.

"Ok ci siamo" pensò il kantoniano e tirò fuori dalla borsa la sua arma segreta. "O la va o la spacca!" decretò e inghiottì in un sol boccone il seme, senza nemmeno masticarlo per sentire meno il sapore. "Mppf!" soffocò il disgusto purtroppo inevitabile.

Era abominevole quello che stava sopportando la sua bocca. Sembrava una combinazione di piedi sudati, cibo andato a male e escrementi. Sentì l’urgenza di vomitare ma si trattenne, quella cosa era davvero dannosa, persino per il suo stomaco. Sperava di doverla usare il meno possibile in futuro, di sicuro ci avrebbe pensato due volte prima di darla ai propri Pokémon. Meglio una Baccastagna.

"Ci credo che non ti fa venire il sonno se ha questo saporaccio!" Si rintanò nelle coperte del suo letto di foglie e attese. Sentiva che ogni briciolo di sonno stava sparendo, anche se il corpo rimaneva stanco. “Bene e ora a noi due.

Quel giorno nella buca aveva avuto la sensazione di vedere luci strane. Sapeva che c’entrava con il ladro, ora doveva solo stare all’erta in caso fosse successo qualcos’altro, la porta era aperta per non perdersi nulla che fosse lì vicino, in caso sarebbe andato più avanti.

All’improvviso i suoi occhi sembrarono percepire qualcosa. Li strizzò lievemente e notò una lucina particolare in lontananza. Non sembrava la luce di un focolare, era qualcosa di diverso.

Si mise in piedi e iniziò a camminare piano in direzione del lumicino, percorrendo tutto il corridoio. Aspettò ad inoltrarsi nella sala principale e controllò chi fosse presente. Appena mise la testa fuori vide Bidoof a terra, apparentemente addormentato. Eppure non vi era nessun altro, anche se poteva sentire qualche rumore provenire sia dalla sala a pranzo che dal piano superiore.

Attese ancora e vide Sunflora scendere dagli scalini “Bidoof?” mormorò lei trovandolo a terra con una bolla che gli usciva dal naso “Bidoof che fai!?” corse da lui per farlo svegliare. In quel momento Ash vide provenire dalla sala da pranzo una figura che si pose dietro a Sunflora e la toccò. Il Pokémon girasole si girò subito ma non fece a tempo a dire nulla che una luce si accese dal corpo del Pokémon sconosciuto e fece accasciare a terra pure l’altro membro.

Ash rimase in osservazione fino a che il ladro non se ne tornò a frugare nelle dispense. Una volta fuori dal campo visivo del criminale, il neo-Pokémon uscì allo scoperto e si avvicinò alla soglia del luogo dove in questo momento stava ravanando. Osservò meglio la forma e l’aspetto, ormai abituati i suoi occhi al buio. Non c’era dubbio quello che aveva di fronte era un Morelull. Fino a poco tempo fa non lo conosceva, mai ne aveva visti della sua specie nel mondo da cui proveniva. Probabilmente veniva da qualche regione non ancora visitata, si sarebbe informato una volta tornato a casa.

Lo aveva incontrato nel Borgo e colto dalla curiosità gli aveva chiesto chi fosse, sembrava pure gentile. Doveva essere tutta una farsa visto quello che stava facendo.

"Troppo facile” Sghignazzò il ladro “Ancora qualche scorta di mele e sarò a posto per un sacco di tempo! Sono proprio ingenui, possono pure mettere la guardia ma resistere alla luce ipnotica dei miei funghetti è impossibile” Il Pokémon continuava a riempire il suo sacco di mele, si sarebbe dovuto fare un po' di viaggetti per portarne via almeno una ventina.

Menomale era solo uno. In caso fossero stati di più, anche avvertendo gli altri e preparandoli alla trappola, avrebbero rischiato di farsi addormentare. Ancora non spiegava come avesse fatto ad entrare di giorno ma lo avrebbe scoperto in un secondo momento.

A quel punto era meglio evitare un grosso danno e fermarlo prima possibile.

“FERMO!” urlò Ash saltando nella sala da pranzo.

Il Morelull balzò in aria e guardò dietro di sé, gli aveva fatto prendere un bello spavento, ma non lo avrebbe fermato facilmente "Pff prova a prendermi se ci riesci!!” lo canzonò lasciando perdere le altre mele e chiudendo il sacco con quello che già aveva al suo interno.

“Volto volentieri!” rispose alla sfida Ash, lasciando subito un Tuono contro il suo nemico “AHHHHHH!!! Prendi questo!”

Il Morelull lo evitò abbastanza facilmente, ma subito Ash saltò nella sua direzione per prenderlo e bloccarlo a terra. Morelull approfittò per scansarsi e lasciarlo cadere, così avendo la via libera per fuggire “Pivello!” ridacchiò lui uscendo dalla sala da pranzo.

Ash si rialzò subito e gli corse dietro “Non ho ancora finito!” passò lungo tutto il tavolo e uscì anche lui, non aspettandosi però di ritrovarsi faccia a faccia con Morelull che lo aveva in verità aspettato per imbrogliarlo.

“Scusa, ma non posso lasciare testimoni” disse lui cominciando ad illuminarsi.

Ash sentì la luce penetragli negli occhi, ma per qualche strano non gli fece alcun effetto. Era molto simile alla luce che aveva usato contro di loro anche se non la stessa. I suoi occhi però cominciarono a chiudersi, anzi… li lasciò chiudere. Le palpebre si abbassarono e imitò un peso morto, caduto a terra come se fosse stato privato di ogni energia.

“Troppo facile! Ora meglio filarsela, prima che qualcun altro si svegli e si accorga che sono qui” disse con fare sbrigativo e iniziò a filarsela. Salì le scale e sparì.

Asha aspettò che il rumore fosse svanito e a quel punto riaprì gli occhi. Era ora di tornare a caccia di ladri e stavolta lo avrebbe colto alla sprovvista. Salì le scale senza fare rumore e gli andò dietro attento a non farsi vedere o sentire. Una volta arrivato all’ultimo piano Ash vide l’entrata aperta e capì che doveva sbrigarsi.

Iniziò a correre più in fretta, notando il criminale ormai quasi alla fine delle scale e ormai vicino alla via di fuga. “Devo… essere…. Veloce!!! Ahhhhhh!!!!!” velocizzò sempre più e iniziò a correre come una scheggia, facendo uso di Attacco Rapido. Non aveva altra scelta se non rischiare e ciò per una volta fu utile. Una volta arrivato al primo scalino fece forza su tutte e quattro le zampe e si lanciò in aria.

Il balzo, con la rincorsa velocissima e l’assenza della scalinata ripida sotto i piedi, divennero fondamentali per farlo diventare come un missile. Puntò in basso, dritto su Morelull e iniziò a scendere in picchiata, se non lo avesse beccato si sarebbe fatto male, ma ormai era da fare.

“PRENDI QUESTO!!!” gridò lui facendo bloccare e girare il Morelull che a quel punto non riuscì ad evitare l’attacco e fu colpito in pieno dall’attacco venuto dall’alto.

*SBAAAAAAAAM* Il topo elettrico lo schiacciò a terra con l’enorme pressione e un po' di terreno si alzò persino.

Quando il polverone alzato si diradò Ash vide il Pokémon sotto di lui ancora capace di contrattaccare. Non aveva idea che fosse così resistente, doveva migliorare la sua forza d’attacco nei prossimi giorni.

“Levati lurido topo!!!” rispose il ladro cercando di rilasciare un attacco Paralizzante dritto su Ash, il quale lo schifò per un soffio la sua spora, ma dovendo così lasciare libero il corpo del Pokémon fungo.

Ash subito caricò le guance “Assaggia il mio Tuono!!!” e rilasciò un’ondata di energia elettrica che sfiorò di poco l’avversario.

"Non male ragazzino, ma ci vuole di più! Che ne dici di... QUESTO!?” lo schernì e poi caricò dai suoi funghi un’inquietante luce rosa. La luna iniziò a brillare e il raggio a diventare sempre più luminoso e grosso, formando una sfera enorme.

"Ma che..."

"Assaggia Forza Lunare! Moccioso!" e detto questo lanciò la sfera enorme contro Ash, che non riuscì ad evitarla vista la sua grandezza impressionante.

“AHHHHH!!” Il colpo asfaltò il terreno del sentiero e una volto colliso con Pikachu, lo trascinò fino ad un punto di erba alta. “Ah!” gemette toccando il suolo. Non aveva mai sentito una potenza tale addosso, anche se sentiva la sua resistenza corporea differente. In un certo senso gli pareva di potersi rialzare e provare a combattere.

Il Morelull si avvicinò e si mise a pochi metri "Piaciuto? Essendo un tipo Folletto, il mio colpo di notte e con la luna piena è di potenza triplicata!” rise il malvagio funghettino.

"Folletto? Ma allora..." pensò Ash e subito reagì mettendosi in piedi e concentrandosi. Sperava di riuscirci… la sua coda si illuminò appena e per un attimo gli sembrò di una tonalità argentea. Purtroppo per lui quando ercò di colpire il nemico con essa ormai la coda era tornata normale e non solo, il suo nemico si scansò capendo il suo giochetto.

“Ahahaha non sai nemmeno usare Codacciaio!” rise prendendolo in giro e godendo di quel momento.

"Maledetto..." strinse i denti Ash cercando di rialzarsi.

“Ora pero voglio capire…” incominciò Morelull attaccando di nuovo, ma stavolta con più ferocia, riuscendo a bloccare a terra Ash. In quel momento iniziò ad usare Paralizzante e stavolta il novellino della Gilda non poté far nulla per evitarlo.

“Gnnnngaaaaahhh!!!” strillò Ash sentendo una brutta scarica percorrergli il corpo e tenerlo bloccato. Non riusciva ad alzarsi, nemmeno a strisciare e a stringere le zampe.

“…Come mai non ti addormenti con il mio attacco Ipnosi?”

“N-Non posso mica svelartelo…” provò a contorcersi ma gli causò solo dolore.

Morelull sospirò “Va beh, pazienza. Finiamola qua... Forza Lunare!" decise di concludere il tutto con il suo poderoso attacco finale. Di nuovo la luce lunare venne assorbita nell’enorme sfera e stavolta a pochi centimetri da Ash che non riusciva a far nulla per cercare di spostarsi. Sapeva che sarebbe stato colpito.

“ARHHHHHH” strillò il nemico perdendo la mira e facendo finire totalmente altrove l’attacco. Ash riuscì a piegare di pochi millimetri la testa, abbastanza da poter vedere che qualcosa o meglio qualcuno aveva attaccato alle spalle il ladro mordendolo.

Morelull saltò via dall’aggressore e quando lo fece entrambi poterono vedere chi avevano di fronte.

“S-Serena!?” si sorprese Ash spalancando gli occhi.

“*Anf*... *anf*" annaspava lei "Menomale che... che sono arrivata in tempo..."

"Ma come..."

"Ti spiegherò dopo Ash…” disse lei mettendosi in posa d’attacco, non aveva intenzione di lasciar fuggire quel criminale, soprattutto se aveva attaccato Ash.

Morelull subito iniziò a ridere, lasciando i due perplessi. Nella notte scura si sentiva solamente la sua risata contorta e il vento ad accompagnarla “MUAHAHAHAH credi davvero di fermarmi?” chiese lui “Non mi hai nemmeno attaccato davvero, mi hai solo dato un morsetto” attaccò lui verbalmente “Scommetto che non sei solo un’inutile buona a nulla che non sa usare nemmeno una mossa!”

“Ehi TU!!” provò Ash a dimenarsi ma non riuscì a far nulla. Non si doveva permettere di parlarle in quel modo, lei non era inutile… era corsa fin lì per aiutarlo anche se sapeva che non aveva mosse da usargli contro. Serena era unica, era speciale.

La volpina sembrò subire un attimo le parole del nemico, ma il suo sguardo divenne più determinato e duro nonostante la dolorosa verità.

“Cosa c’è?” notò lui che non rispondeva e alzò appena il capo con superbia “Ti ho scottata con la verità?”

“Puoi dire quello che vuoi, io lotterò ad ogni costo per proteggere Ash” disse lei senza insicurezza e voce ferma.

"Impicciona... presuntuosa" ringhiò il fungo “Voglio darti una lezione. Non userò Ipnosi, non ci sarebbe gusto a fartela pagare mentre dormi!" il suo viso divenne scuro e il suo corpo prese ad emanare una certa oscurità “TI FARO’ SOFFRIRE!” urlò lanciando il suo attacco Paralizzante, ma Serena lo schivò balzando indietro.

“FORZA LUNARE DISTRUGGILA!” Di nuovo caricò il suo tremendo attacco di tipo Folletto e lo lanciò contro la Pokémon che aspettò l’ultimo momento per saltare in avanti e passarvi sopra, mantenendo una distanza di pochi centimetri. Il balzo fu lungo e bastò un secondo salto diretto per scontrarsi con il nemico nel suo momento di distrazione.

Morelull fu scaraventato qualche metro più distante e Serena provò ad approfittarne per spostare Ash in un luogo più sicuro, vista la sua immobilità. Corse da lui con l’intento di caricarlo sulla schiena “Forza, devo spostarti o potresti essere colpito!”

“S-Serena io volevo… ATTENTA!!”

Serena non fece a tempo a reagire. Un violento Forza Lunare la prese in pieno e con lei andò a scontrarsi con un masso di grosse dimensioni, sotto lo sguardo terrorizzato e disperato di Ash “SERENAAA!!!”

*BOOMMMM* fu il suono della collisione e poi la roccia si ruppe come se fosse implosa, coprendo la visuale. Una volta caduti tutti i pezzi quello che si poté vedere furono solo essa e il cappello di Serena poco vicino, probabilmente ormai coperta dalle macerie.

“S-S…” La voce di Ash divenne debole e interrotta da dei mezzi singhiozzi e dalla rabbia che provava dentro. “SERENA!!” gridò con tutte le sue forze cercando di alzarsi, riuscendo appena e a staccare il petto per poi ricadere sull’erba. Era colpa sua... tutta colpa sua…

"Patetica…!" sbottò Morelull con un senso di soddisfazione e goduria nel vedere la scena poco lontana. Della volpina fastidiosa non vi era traccia e ora poteva sistemare l’altro ingombro.

A quelle parole Ash sembrò diventare sempre più feroce, il suo corpo tremava per la rabbia. Le zampe sembravano avere degli spasmi continui, non riusciva a stare fermo… sentiva il bisogno di alzarsi e saltargli addosso per distruggerlo letteralmente. La viste gli divenne appena offuscata e senza che ne fosse consapevole le iridi presero un colore tendente al rosso. Sapeva che provava un rancore tale da volerlo fare a pezzi.

Tutto quello che la mente però diceva era… “Che mi sta succedendo?”

“Cosa c’è? Vedere la tua fidanzatina messa al tappeto fa male?” lanciò un altro sguardo alle rocce e rilasciò una risata superiore e arrogante “Non preoccuparti, avrà solo qualche osso rotto, avrà solo problemi a camminare e respirare per qualche mese…” controllò ancora e poi si corresse “Oh… o forse parecchio di più” Iniziò a ridere sguaiatamente senza il minimo ritegno.

Le sue risate lo tennero distratto abbastanza da accorgersi qualche secondo dopo che il corpo del Pikachu si stava alzando e si ritrovava sulle sue zampe. Girò lo sguardo e ebbe un sussulto. Ash era appena chinato in avanti ma si reggeva sulle sue zampe anche se a malapena. Le scariche del paralizzate ancora gli vagavano attorno, ma sembrava in qualche modo superarle pian piano. Il suo corpo sembrava essere controllato da qualcosa che si trovava dentro di lui.

Il vento era diventato più forte e le iridi di Ash erano di un colore rosso acceso, la testa era abbastanza bassa ma lo sguardo incrociava perfettamente il nemico che indietreggiava. Anche se il Pikachu avanza con un passo tremante alla volta e sembrava patire ognuno di essi, non si fermava. Alcune scariche uscivano dalle sue guance e sembravano combattere il Paralizzante, così come la sua rabbia evidente. Il denti digrignati ne erano il chiaro esempio. Vacillava e a volte si appoggiava al suolo, ma lentamente pareva continuava.

“O-Oh sarà meglio finirla subito” disse il fungo maligno caricando il suo ultimo colpo “ARRRRRRRRRRRRRHHHHHH!!!!” Forza Lunare si ergeva sopra il suo capo ed era provo ad essere scaraventato addosso ad Ash che si bloccò appena non facendo altri passi, mentre la luce accecante della mossa si propagava.

“SEI FINITOOOOO!!!” Gridò Morelull pronto a rilasciare il colpo.

In quell’istante qualcosa però si mosse.

In uno scatto rapidissimo una figura familiare si pose fra Ash e Morelull… e quella figura era l’unica presente oltre ai due. Eppure il criminale non esitò un attimo e infischiandosene lanciò Forza Lunare con tutta la forza che aveva in corpo.

“NON TI PERMETTERO’ DI FAR DEL MALE AL MIO ASH!!!” Serena fece un balzo avanti usando l’atterraggio come occasione per prendere un respiro profondo. Tirò la testa appena indietro e in alto raccogliendo l’ultimo briciolo di aria che poteva inalare e rilasciò.

“RHHHHHHAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!!”

Il fuoco potente andò ad agguantare l’attacco Forza Lunare e allo scontrarsi dei due iniziarono a partire delle scintilla. Il brillio e le fiamme rilasciati dalle mosse collise creava uno spettacolo assurdo, gioco di luci e potenza. L’aura faceva impazzire il movimento dell’erba e gli alberi riuscivano a piegarsi appena spinti da tutta quella forza.

Eppure Serena non mollava e non aveva intenzione di farlo. Non sapeva bene cosa stava facendo il suo corpo, il suo istinto agiva senza che la mente ne prendesse coscienza. Le fiamme continuavano ad uscire dalla sua bocca e diventavano sempre più intense.

Era un ardore che aveva tenuto dentro per troppo tempo, basta subire… basta farsi sopraffare.

Era ora di rispondere con la sua di carica.

“RRRRRWAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!”

Le fiamme divennero sempre più grosse e l’ondata ormai fu tale da disintegrare totalmente Forza Lunare, trapassandolo senza il minimo sforzo e finendo per assorbirlo usandolo come contromossa. Il nucleo si diresse verso Morelull che a quel punto non poté che star fermo, venendo travolto completamente.

“WAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!”

*FLUUUUUUUMMM* non fu un esplosione vera ma più un’ondata di reazione che si cosparse attorno alla zona d’impatto. Il vento caldo arrivò sui visi di Serena e Ash che si accucciarono cercando di non essere sbalzati via, mentre l’aria prese un colore rossastro per qualche istante, dissolvendosi poi grazie al vento fresco notturno.

Tutto divenne silenzioso. Il terreno era bruciato praticamente e gran parte dell’erba attorno a loro. Morelull giaceva steso a terra, completamente K.O. e probabilmente privo di sensi. Gli alberi e i cespugli avevano le foglie più esterne danneggiate e corrose appena dal calore ancora per poco presente.

“S-Serena… s-sei salva…” biascicò Ash con fatica ma una gioia immensa e sollievo. Non riuscì a proseguire sentendo il corpo soffrire una fitta improvvisa. Si accasciò più di prima e gemette, facendo dei respiri affannosi “Argh!” il corpo sembrava reagire improvvisamente allo sforzo fatto prima per combattere il controllo della paralisi, le conseguenze sembravano abbastanza pesanti.

“Ash!” Serena corse subito da lui assistendolo e accucciandosi di fianco. Posò una zampa sulla schiena e lo mosse appena con il muso.

“S-Sto bene, sono solo acciaccato dall’attacco Paralizzante” in verità lui sapeva non poteva essere solo quello. La rabbia provata in precedenza era stata qualcosa mai provato prima, sembrava dargli la forza di rialzarsi e prendere il sopravvento. “Q-Quello che hai lanciato… sembrava Lanciafiamme…”

Tutto ciò che poteva mormorare Serena davanti alla realizzazione era “O-Oh…”

Ash ridacchiò debolmente “S-Solo? I-Io direi w-wow… s-sei stata… f-fantastica”

Lei sorrise “Non era nulla di che, dovevo proteggerti come tu hai fatto con me innumerevoli volte. Piuttosto che complimentarmi per nulla pensa a risparmiare le forze”

Si sentivano dei richiami forti dalla Gilda, probabilmente tutti i Pokémon si erano svegliati per l’enorme casino che era stato fatto. Almeno così avrebbero aiutato entrambi e preso Morelull. Stavano arrivando.

“N-Non era nulla… davvero. L’ho s-sempre detto che tu sei forte… e sei speciale… n-non avrei mai v-voluto farti credere il contrario. E’ colpa mia se ti sei sentita così, i-io avrei dovuto interpellarti e f-far-…” il nasino di Serena andò a pressare contro quello di Ash, facendolo improvvisamente fermare.

“Ho capito” sussurrò lei “Ho capito tutto” si staccò appena lei per guardarlo bene negli occhi e fargli capire che nonostante avesse capito cosa volesse dirle, non aveva colpe e che aveva superato quel momento. In ogni circostanza… che fosse davvero stato lui a ferirla, lo avrebbe perdonato.

Gli sorrise candidamente e lui rispose allo stesso modo ricambiando, appoggiando stanco la testa sull’erba… o quel poco che ne era rimasta.

Il mattino seguente, Ash si trovava nel letto dell’infermeria. Era circondato da tutti i membri della Gilda, compresi Chatot e Wigglytuff. In aggiunta tra di loro si trovava il commissario Magnezone.

"E poi Serena lo ha sconfitto come sapete” concluse Ash. Aveva raccontato a tutti ciò che era successo quella sera. Ovviamente astenendosi dal menzionare che i furti erano di Mele Perfette, per non sconvolgere il Capitano. Aveva detto che si trattava di merce e cibarie varie, sotto l’assicurazione di Chatot che poteva farlo, visto che aveva già detto la verità a Magnezone, il quale sapeva bene quanto contasse reggere il gioco al momento.

“Quindi quella volte che tu, Serena e Loudred avete sbagliato…”

“Probabilmente Morelull aveva usato Confusione su di noi per farci credere che fosse qualcun altro e lì è entrato nella Gilda nascondendosi fino a notte. A quel punto era facile sottrarre ciò che avevamo e in caso di difficoltà usare Ipnosi. Così come era facile aprire l’uscita dall’interno come se nulla fosse successo. Dopotutto quando si apre la porta dall’interno di notte si chiude automaticamente. Mentre invece quando ha attaccato di giorno probabilmente ha usato lo stesso metodo ma stavolta addormentato tutti i rimasti nella Gilda per sicurezza” spiegò Serena continuando per Ash.

Tutti rimasero a bocca aperta "Shock! Siete stati geniali!" commentò Sunflora "Da mettere sul mio diario subito!"

L'ispettore Magnezone si fece avanti "Beh... che dire? Erano settimane che circolava la voce del criminale Ipnoluce Morelull e due novizi riescono a catturarlo in questo modo. Avete trovato due nuove reclute davvero valide Capitano!"

"Eh? Oh sì! Amici speciali come dicevo!" disse il Capitano in realtà poco interessato a tutti quegli elogi. Si rivolse invece ai due cadetti “Devo davvero ringraziarvi, avete rischiato molto per bloccarlo. Siete stati feriti e nonostante tutto avete avuto successo. Questo è lo spirito che hanno i Pokémon più valorosi, quelli dal cuore grande e pronti a tutti per aiutare”

Tutti annuirono alle parole.

“Per questo penso che siate più che adatti per andare alle vostre prime missioni di esplorazione!” disse lui con convinzione “La teoria ormai la sapete e anche a livello d’esperienza, valore, fiducia e forza di volontà vi ritengo più che pronti”

Si girò verso Chatot che inizialmente si sorprese di essere tirato in causa, ma poi chiuse gli occhi annuì e con un sorriso sobrio ma sincero accennò ad essere più che d’accordo sulla questione.

Ash e Serena sorrisero insieme di fronte all’affermazione. Voleva dire che avrebbero potuto iniziare la loro missione di ritorno a casa. Ce l’avevano fatta, un passo in più verso il loro obbiettivo. Insieme ce l’avrebbero fatta.

Magnezon guardò il Capitano e Chatot e annuì chiarendo che se ne stava andando “Darò e ricompense al Capitano, purtroppo le reclute non possono prendersi delle ricompense così alte se di Rango così basso. Ma vi verrà data la vostra parte”

I due in quel momento non ci pensarono troppo alle parole, avevano altro per la testa ed era più la felicità. Le cose pian piano si sarebbero risolte e chissà, magari tutto questo non sarebbe stato poi così malaccio. Avevano amici nuovi, nuove esperienze e avventure e ora sapevano che insieme, niente li avrebbe fermati.

“Beh” esclamò Wigglytuff “Vado a farmi uno spuntino, voglio godermi una Mela Perfetta dopo questa vicenda! Pensa Chatot che rischio che hanno corso i miei tesori! E se fossero state attaccate che disastro sarebbe stato! Ci credi?”

Chatot iniziò a tremare e sudare, seguendo il suo superiore che usciva dalla stanza “N-Non sia mai! P-Proprio un s-sollievo” si girò a guardare gli altri e li vide tutti con uno strano colorito blu in viso per l’ansia. Fecero tutti il segno del silenzio e mimarono uno “Shhhhh” inudibile.

Dopodiché tutti meno Ash e Serena lasciarono la stanza, permettendo ai due di rimanere soli.

“Vorresti rimanere da solo o…” iniziò Serena ma Ash scosse la testa subito.

“Se vuoi andare vai pure, ma a me non dispiace affatto se stai qui con me!” sorrise lui con il suo classico ghigno sempliciotto.

Serena si sedette di fianco a lui allora, felice di vederlo di nuovo in forma, o almeno quasi del tutto.

Ash mosse appena le orecchie e gli venne in mente qualcosa “Ah!” sorrise in modo un po' furbo ma anche molto molto sincero. “Da quando sono il TUO Ash?”

Serena fece un sobbalzo e rizzò la coda arrossendo tutta. Non arrivando la risposta Ash proseguì “Stanotte quando hai attaccato con Lanciafiamme Morelull hai detto qualcosa… ero un po' confuso però mi pare fosse tipo: non farai del male al mio Ash!” cercò di imitarla e si grattò appena sotto il naso “O una cosa del genere…”

Ash continuò a fissarla con un sorrisone sul volto, attendendo che dicesse qualcosa. In un certo senso era davvero curioso di sapere cosa intendesse, ma allo stesso tempo non sapeva perché sentisse il bisogno di rimarcarlo e usare quel tono un po' particolare. “Allora? Il mio migliore amico Ash? Il mio compagno? Intendevi che in un certo senso ho ruolo che nessuno può occupare e che posso svolgere solo con te? Tipo come il fatto che per me tu sei speciale e insostituibile?”

In fondo lo diceva spesso per Pikachu che era suo. Era una cosa che si diceva quando si provava affetto per una persona o Pokémon molto vicini come lo erano Serena e Pikachu. Tipo lui era il SUO Pikachu, come migliore amico insostituibile e Pokémon speciale. Poteva valere la stessa cosa per Serena, giusto?

Serena si sentiva sempre più accaldata e non era il suo corpo da tipo Fuoco a farle questo “P-Più o meno si... oh! Sento chiamare!” fece finta di sentire qualcosa con le orecchie “Quasi quasi vado a vedere cosa vogliono le altre da me e ti prendo un spuntino, ok? Ciao!”

Filò via come un razzo, mentre Ash era lasciato lì solo e un confuso. Sbatté le palpebre un paio di volte “…Ho detto qualcosa di sbagliato?”

Intanto… altrove…

“U-Uh?” aprì gli occhi Morelull trovandosi in una specie di cella “Perché sono qui?”

...

Sul luogo dello scontro qualcosa brillava appena nascosta dal terriccio. Una piccola scheggia nera si trovava conficcata in esso e rilasciava una debolissima luce nera che via via si spense… fino a portare il residuo a dissolversi in una polverina nera e un lieve fumo dello stesso colore.

Entrambi spazzati via dal vento…

Continua…


 

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Capitolo 37
*** Un nuovo squarcio nella leggenda!! Spiazientito dal ricatto! ***


Episodio 33: Un nuovo squarcio nella leggenda!! Spiazientito dal ricatto!

 

"Quando è che posso alzarmi?" chiese Ash impaziente di andarsene dall’infermeria di Floette.

"Ci vuole pazienza" sospirò Floette "Ancora non sono certa che i danni che hai subito siano del tutto guariti. Hai subito dei brutti colpi e il tuo corpo da Pokémon non ha la stessa resistenza comune che dovrebbe avere. Sembra che tu sia un Pikachu ma con le caratteristiche di resistenza fisiche di un Pichu… o comunque molto più basse della norma"

Ash ridacchiò flebilmente, in effetti essendo umano il suo corpo da Pikachu forse ancora non aveva preso a pieno le caratteristiche giuste per sopportare i colpi dei nemici. Collegabile quindi al fatto che sia lui che Serena fossero lenti ad imparare gli attacchi base. "Avanti, è 5 giorni che sono bloccato in infermeria!" protestò lui cercando di averla vinta. "Guarda, sto benissimo!" provò a sforzarsi il Pokémon alzandosi ma sentendo ancora un po' gli arti indolenziti.

"Ammetto che stai guarendo a velocità lampo, ma non dovresti sforzare il tuo corpo..." disse Floette scuotendo il capo.

"Uff.."sbuffò Ash lasciandosi andare all’indietro e sedendosi.

"Facciamo così… puoi alzarti e andare in giro per la Gilda ma non devi fare sforzi o uscire. Nessun incarico fino a domani e devi andare a letto presto. Niente corse o altro. Massimo riposo, ci siamo intesi?” dichiarò Floette.

Ash annuì “Intesi!”

“Oh e a proposito, dovresti andare a trovare la tua amica, a quest’ora di norma è sempre qui”

“Serena? Certo! E’ ovvio che vado da lei. E’ sempre venuta a trovarmi e ha dovuto continuare gli incarichi da sola” Sorrise un po' dispiaciuto. Cercando però di scacciare il pensiero alzò la zampina e saluto Floette “Allora io vado!”

“Mi raccomando torna domani mattina per il check-up!”

“Sicuro!”

A quel punto Ash uscì dall’infermeria ricordandosi però di non correre troppo come gli era stato consigliato. Normalmente se ne sarebbe dimenticato, ma in questo caso voleva rimettersi in fretta per tornare ad aiutare Serena con le ricerche per tornare a casa.
Non fu complicato trovarla, era pieno pomeriggio e anche se in quel momento sarebbe dovuta essere fuori a completare incarichi a quanto pare aveva finito prima. Era impegnata a chiacchierare con Sunflora, Sandile e Salandit ma non appena incrociò lo sguardo di Ash subito si scusò con loro e li lascio indietro correndo verso di lui.

“Buongiorno Serena!" la salutò lui sorridendo.

“Ehi Ash!” rispose ormai di fronte a lui “Sbaglio o Floette aveva detto che fino a domani saresti rimasto sotto controllo?” chiese piegando appena la testa.

“Quello non è cambiato, non posso uscire dalla Gilda o fare sforzi considerati eccessivi… ma credo di averla stressata es esasperata così tanto da farla cedere e lasciarmi almeno uscire da quella stanza. Domani dopo il check-up dovrei essere di nuovo disponibile!” ghignò lui contendo di essere riuscito almeno cambiare aria.

Serena ricambiò il sorriso, sapeva per esperienza che Ash poteva essere esasperante, non che fosse del tutto una cosa negativa ovviamente.

Mentre i due chiacchieravano però dietro di loro i tre Pokémon lasciati da Serena sembravano osservali facendo finta di nulla. L’unica cosa che forse poteva dare all’occhio, ma che non aveva attirato l’attenzione dei due novellini, erano le frecciate di sguardi che arrivavano addosso a loro.

"Di un po', Sanpile..." disse Salandit osservando la scena "Non ti pare che siano un po troppo uniti per essere solo amici come si definiscono?"

"Che intendi TROPPO uniti? Anche noi siamo uniti e..."

"Non in quel senso, insomma da quando sono qui sono sempre insieme, fanno la maggior parte delle cose insieme, insomma qui Glameow ci cova… capisco che siano migliori amici e che ambientarsi non sia facile ma mi pare che abbiano un certo rapporto particolare"

Sunflora portò il braccio foglioso sotto il capo e lo alzo leggermente "Posso dire che abitando nella stanza di fianco noto che il loro comportamento è sia di migliori amici che anche qualcosa diverso. Insomma non sono così uniti e in simbiosi come due amici vicini, sembra che ci sia un muro che li separa e che determina quel qualcosa di diverso”

“E’ un po' complesso… non ci sto capendo molto” mormorò Salandit “Forse c’è qualcun altro a cui potremmo chiedere!”

Sandile abbassò la testa appena “Beh io avevo capito…”

“Non importa! Qui più pareri abbiamo meglio è! Andiamo da Chimecho!” disse trionfante ma con tono sempre abbassato la lucertolina.

Seguirono la Pokémon fino ad arrivare nel banchetto di Chimecho e la guardarono con aria determinata. Subito la campanellina capì che c’era qualcosa in ballo e sospirò rassegnata all’evidenza. “Cosa tramate stavolta?”

“Niente!” Subito si difese Salandit “Vogliamo solamente sapere il tuo parere sui due nuovi arrivati non tanto più nuovi!”

Chimecho alzò appena il sopracciglio con aria sospetta ma confusa “Non capisco se intendi il mio parere generale o… qualunque cosa tu voglia sapere. Sapresti specificare?”

“Vogliamo sapere cosa ne pensi della loro relazione, se sai qualcosa o hai notato dettagli che possano farci credere che siano innamorati!”

"Salandit, sai che non mi piace fare la spia..." subito dichiarò la campanellina.

Sunflora sentì il bisogno di opporsi a quell’informazione con una certa esitazione, non era proprio affar suo ma… “Però ti ho vista più volte tenerli d’occhio e osservarli mentre interagiscono"

"Z-Zitta!" arrossì Chimecho sentendosi in imbarazzo. In effetti non era proprio anche lei nel giusto ma non ci poteva far nulla. A prima vista poteva anche non essere visibile ma conoscendoli quei due erano chiaramente più che amici. Nel modo in cui si atteggiavano l’uno con l’altra si vedeva un imbarazzo e affezione profondi. Posso dirti che c'è bisogno di una smossa, ecco..."

"Una smossa?” chiesero i tre confusi.

Chimecho a quel punto si rassegnò e provò a parlarne senza però farsi sentire troppo. Ormai tanto era già finita in quella storia “E' chiaro che si piacciono in quel senso ma entrambi faticano a fare il passo. A meno che qualcuno non glielo faccia notare, non si accorgono di avere un’intimità che va oltre all’essere migliori amici"

"Allora cosa proponete di fare?" chiese Salandit “Insomma… bisognerà farci qualcosa no?”

"Niente, non dobbiamo fare proprio nulla. Non è affar nostro a dire il vero, bisogna dare tempo al tempo e lasciare che se ne accorgano naturalmente. Non sono stupidi, si saranno accorti di qualcosa di sicuro… o almeno penso che Serena sia sicura di ciò che prova. Per quanto riguarda Ash è solo ingenuo o focalizzato su altro, cerca di non pensarci per paura secondo me di entrare in qualcosa che non saprebbe gestire” spiego Chimeco “Comunque non credo sia il caso di forzarli”

Salandit subito mostrò un broncio di disappunto. Non sapeva se era voglia di aiutare o solo per tenere impegnata se stessa ma voleva comunque fare qualcosa a proposito della situazione “Non li forzeremo, vogliamo solo dare loro una mano. Non è forse il nostro motto da esploratori?”

“Non credo si estenda fino a questo tangente...” mormorò Chimecho un po' perplessa.

“Io penso che stavolta abbia ragione Salandit. N-Non vorrei creare danni tra loro due ma… SHOCK! Se vogliamo vederli felici penso che sarebbe giusto aiutarli… potremmo coinvolgere anche gli altri!” disse Sunflora concordando con la lucertolina.

Chimecho sospirò, sapeva che non poteva fare nulla in merito alla questione. Ormai si erano impuntanti, tanto valeva unirsi a loro e collaborare, magari avrebbe aiutato a non creare casini. In fondo cosa poteva succedere davvero di male? Bastava organizzarsi bene e poi sarebbe stato tutto ok. “Ok… ci sto”

“Evvai!!!” Esclamarono gli altri tre con entusiasmo, pronti ad andare a parlare con gli altri.

Il giorno dopo, Ash e Serena si svegliarono mattutini in modo che il Pikachu potesse svolgere il check-in. Per sua grande gioia fu libero di riprendere ogni attività. In seguito andarono a fare colazione prima che la sveglia Loudred potesse mettersi in azione e appena la loro pancia fu piena raggiunsero gli altri, aspettando il momento di raccogliersi in atrio. Motto recitato, in men che non si dica andarono via quasi tutti, pensando agli incarichi giornalieri.

“Beh, ora che sei di nuovo operativo che ti andrebbe di fare? Vuoi andare in missione in qualche Dungeon o rimanere nel Borgo?” Chiese Serena al compagno.

"E me lo chiedi? Missione!!" rispose lui serrando il pugno.

"Proprio come piace a me! Yuppi!" disse la voce del capitano che era appena apparso davanti loro.

"Capitano!” dissero i due Pokémon sorprendendosi per l’improvvisa entrata.0

Wigglytuff subito li guardò con gioia, era tanto felice di poter mandare anche i suoi due nuovi esploratori in missioni più serie. "Allora, che missione volete prendere? Avete già qualche idea?"

"Beh non sapremmo, dobbiamo ancora controllare la bacheca per decidere se prendere una missione di salvataggio, accompagnamento, recupero oggetti o cattura di criminali"

"Beh siete fortunati, Diglett ha già aggiornato la bacheca! Vi conviene sbrigarvi se non volete che qualcuno vi prenda le missioni più belle!" disse lui intimandoli ad andare.

I due annuirono e lo ringraziarono, per poi allontanarsi mentre il Pokémon rosa ritornò nel suo adorato ufficio alle sue faccende faccendiose.

Ash e Serena andarono al piano superiore dove si trovavano le bacheche di cui si era parlato. Il loro obbiettivo era cercarne una in un Dungeon collegato o possibilmente vicino alle Sorgenti Termali. ancora meglio una missione che portasse proprio in quel luogo, con l'obbiettivo di trovare il vecchio e saggio Torkoal e parlarci.

Arrivarono dunque alle bacheche, prima per controllare le missione di ritrovamento oggetti, salvataggio o incarichi vari... dove sapevano che erano meno richiesti gli scontri diretti con altri Pokémon. Gli altri Pokémon erano andati tutti già in missione, tranne chi veniva da fuori quindi avevo più tempo per scegliere con calma.

"Allora... sto controllando ma per ora non vedo niente che faccia al caso nostro" pensieroso Ash.

Serena inclinò appena la testa "In questo caso forse dovremmo guardare la sezione criminali, se sembrano troppo difficili magari possiamo scegliere una missione facile che si finisca in fretta anche se non è vicina alle Sorgenti. Almeno ci avanzerà tempo per andarci comunque"

"Buona idea!" rispose lui fissando gli ultimi fogli attaccati per verificare non ci fosse davvero nulla di ideale. "Hm, già mi sa che dovremo fare così"

"Beh all-EEP!" esclamò lei all'improvviso facendo un piccolo balzo in avanti, come quando si tocca una superficie bollente o si prende la scossa. Qualcosa o meglio qualcuno l'aveva toccata appena sopra la coda... e non era il classico tocco per richiamare l'attenzione di qualcuno. L'aveva fatta rabbrividire.

Si girò completamente, guardando in direzione di chi l'aveva toccata in modo inappropriato, mentre Ash stesso si mise al suo fianco e alzò lo sguardo "U-Uh?"

Di fronte a loro si trovavano tre Pokémon. Uno Skuntank in posizione avanzata e ai suoi lati ma pochi passi più indietro un Koffing e uno Zubat. Tutti e tre facevano delle piccole risatine che però non davano l'aria che fossero elementi simpatici.

"Scusami Volpina, ma ci sono cose che non si possono solo guardare" sogghignò il Pokémon più grosso.

Subito il muso di Serena divenne rosso. L'imbarazzo era evidente, ma non era affatto come quando accadeva qualcosa tra lei e Ash, non gradiva per nulla ciò che era successo.

Ash guardò un attimo la posizione in cui l'amica si era messa e poi i tre sconosciuti. Due secondi e capì esattamente cosa era successo, a quel punto anche il suo viso divenne rosso fiammante, ma per rabbia. "Come prego!?"

Il Pokémon ignorò totalmente il Pikachu e si avvicinò di più a Serena, che provò a ritrarsi appena "Ti va di fare un bel giretto con noi? Ci divertiamo, potremmo fare qualche giochetto focoso"

"Grazie dell'offerta... ma no" rispose lei con fermezza. Non si era mai trovata in una situazione del genere e aveva fatto di tutto per non dare alla sua voce un tono tremante.

Skuntank alzò il sopracciglio, sembrava ancora più interessato "Sembri avere una personalità piccantella ma scommetto che invece sei dolce come il miele. Penso sia una bella accoppiata la Baccamodoro con il miele dei Combee. Così come faremmo una bella accoppiata io e te"

"Hehe hai ragione capo!" rispose lo Zubat con una certa malizia, mentre il Koffing dietro annuiva.

Serena sentì tremarle appena le zampe. Vide Ash che quasi vibrava ma sembrava fosse più l’impeto di esplodere e saltare addosso a quei tipi. Il topo elettrico si avvicinò e cercò di creare spazio tra la Fennekin e lo scocciatore con uno sguardo fulminante "Lasciala... in... pace"

"Non sto parlando con te... pulce!" Lo guardò Skuntank con una certa sicurezza ma anche beffardamente. Non sembrava dargli la minima considerazione.

Con la sua grossa zampa spinse via Ash e avanzò ancora verso Serena che non aveva grande spazio per andare in giro. "Avanti, non farti pregare"

Serena in quel momento avrebbe voluto tanto farsi aiutare da Ash, ma allo stesso tempo sapeva che doveva cavarsela da sola. Non poteva sempre ripiegare su di lui per qualunque cosa o sembrare la damigella in difficoltà. Forse era difficile trovare le parole per esprimersi, ma in quel caso era meglio risolvere tutto a modo suo ed evitare lo scontro diretto. Aveva anche lei le sue tattiche.

"Sono davvero lusingata, dico sul serio" nel suo tono di voce si poteva intuire una certa ironia e tono sarcastico "Però devo rifiutare. Credo non lo abbiate capito... sono impegnata" rispose enfatizzando sul termine. In quel momento due significati emersero dalle sue parole. Il primo era che non poteva perché aveva delle faccende da sbrigare e il secondo... beh, sperava che la presenza di Ash potesse in qualche modo dare l’illuminazione finale ai tre.

Il Pikachu guardò la scena, indispettito enormemente da quanto quello Skuntank stesse violando lo spazio personale di Serena, da come le stava parlando e ciò che intendeva. Era ingenuo, ma non un mentecatto. Tuttavia il modo in cui Serena si stava difendendo in un certo senso lo rendeva fiero e lo tranquillizzava, l’unica cosa a non farlo respirare per il sollievo era il suo istinto che rimaneva attivo.

Il puzzolone si mosse in avanti di qualche centimetro e questo portò Ash a rialzarsi e andare verso Serena, sfiorando appena la sua coda con la spalla, mentre il Pokémon fastidioso li guardava con un ghigno incancellabile.

Come il contatto tra lui e Serena avvenne improvvisamente il suo corpo si bloccò.

*Tu-Tu*

Sentì un improvviso battito cardiaco, probabilmente il suo, rimbombargli nelle orecchie e intorno a sé. Sembrò fermarsi tutto per qualche istante e i colori scomparvero dai suoi occhi. Il bianco, il nero e il grigio predominavano nella sua vista e sentiva il suo corpo bloccato completamente.

*Tu-Tum*

Lo sentì di nuovo e all'improvviso sentì come una scintilla che sfrecciava nella sua mente e gli squarciò lo sguardo. Tutto sparì dai suoi occhi, non chiuse mai le palpebre.

Ciò che lo circondava cominciò a cambiare e improvvisamente si vide lo sfondo che si tinteggiò di rosso e marrone. Sentiva un grandissimo caldo, il corpo gli pesava e il sudore colava enormemente. Aveva la sensazione di trovarsi in un forno, forse spiegata dalla presenza di alcune fosse e cascatelle di lava qua e là nell'enorme spazio chiuso in cui era.

Tutto sembrava più scuro, ancora i colori non gli parevano accesi.

Una voce improvvisa richiamò la sua attenzione, portandolo a voltare di scatto lo sguardo per vedere Serena schiacciata contro ad un muro, mentre davanti a lei uno Skuntank molto familiare la schiacciava contro la parete con la zampa, quasi ammassato su di lei. Gli occhi del Pokémon erano pieni di rabbia e cattiveria, la sua risata spietata sembrava mossa da un certo risentimento verso la volpina.

"Lasciami stare!!" provò lei a divincolarsi, ma probabilmente il peso del Pokémon e la sua forza erano nettamente superiori.

"ADESSO TE LA FACCIO PAGARE!!!" ringhiò lo Skuntank estraendo i denti furioso, sul suo muso c'era un piccolo graffio ma sembrava sanguinare un po'.

La zampa del Pokémon divenne sempre più pesante, al punto di riuscire a spingere Serena leggermente dentro la parete sbriciolando il materiale roccioso. La Fennekin sembrava respirare sempre più a fatica e in un grido disperato cercò di chiamare aiuto, mentre Ash ormai fuori i sé cercava di far rispondere il suo corpo pietrificato "AIUTOOO!!!" il grido straziante dell’amica gli arrivò alle orecchie e in quel momento qualcosa cambiò.

Improvvisamente tutto venne risucchiato in un punto invisibile e tutto divenne buio, Ash incominciò a dimenarsi furioso, dominato dalla confusione e la frustrazione. I suoi occhi sembrarono divenire rosso fuoco. Cominciò a fare dei respironi, mentre la testa gli dava degli strani dolori costanti.

Portò le zampe sul capo "Argh!!" e digrignò i denti, sia per rabbia che per dolore.

Scosse un po' la testa e chiuse infine gli occhi non sopportando più il fastidio e i sentimenti che esplodevano dentro di lui. In quel momento sentì di nuovo un cambiamento intorno a lui e appena riaprì gli occhi si ritrovò esattamente dove era prima.

Le zampe erano lungo i fianchi come quando aveva perso la concezione di ciò che aveva attorno per la prima volta e di fianco a lui Serena rispondeva a toni contro i tre Pokémon fastidiosi.

Qualcosa però non cambiò.

Le sue iridi e pupille si erano rimpicciolite per lo shock, non sapeva se per la visione stessa o ciò che era il contenuto, ma qualcosa dentro di lui prese il sopravvento. I suoi occhi ancora sprigionavano un colore rosso acceso e le guance presero ad emettere scintille. In un attimo una ferocia disumana lo sopraffò ed esplose.

"AAARGHH!!!" si lanciò addosso allo Stuntank in un impeto furioso e aggressività. Le scariche emanate lo circondavano e il suo sguardo congelò all'istante il Pokémon nemico ormai a terra rivoltato a pancia in su sotto di lui.

Il corpo del tipo Veleno/Buio sentì una stranissima sensazione guardando negli occhi il Pikachu. Sembrava terrorizzato ma allo stesso tempo no. Quelle iridi rossastre gli stavano trasmettendo qualcosa di incomprensibile a quando pare di potente, espressivo... freddo e caldo allo stesso tempo... e più nel profondo poteva leggere una piccola nota di... oscurità.

Si fece tutto silenzioso attorno a loro, alle orecchie di tutti sembrò quasi risuonare un tuono mai creatosi.

"TOCCALA ANCORA E TI AMMAZZO..." disse lui con voce ringhiante ma bassa. Non stava urlando né alzando la voce, era normale il suo tono... eppure aveva un non so che di agghiacciante.

"C-Capo" disse Koffing un po' titubante, cercando un pretesto per farli andare via, senza però apparire come codardi.

Zubat si guardò intorno e vide che i Pokémon nella sala li guardavano tutti con una certa apprensione. Non sembravano particolarmente curiosi o scioccati però li fissavano. Troppi occhi addosso, stavano dando spettacolo “Meglio andarcene capo”

Skuntank non si mosse di un millimetro, l’unica cosa che fece fu guardare con la coda dell’occhio attorno e vide effettivamente che avevano attirato troppa attenzione. A quel punto ritrovò la forza a spinse via da sé il topino che però non si scompose minimamente e rimase a fissarlo con quegli occhi, senza mai sbatterli o accennare ad una distrazione.

Skuntank si scrollò appena e dopo essersi sistemato il pelo sul petto con la zampa procedette a rompere il silenzio generale, fin troppo intenso “Andiamocene” e con quella frase andarono verso le scale fino a sparire.

Vi fu un lungo silenzio per minuti, silenzio in un certo senso imbarazzante. Ash sentì pian piano qualcosa lasciare il suo corpo e improvvisamente si sentì più leggero e focalizzato a ciò che era intorno a lui. Strizzò gli occhi e scosse la testa riuscendo finalmente a ritrovare se stesso. Sentendo una certa atmosfera tesa e silenziosa il Pokémon si girò appena verso Serena. Forse avevano dato un po' di scena ma non si gli sembrava chissà ché. Era stato tutto molto confuso.

“COSA ERA TUTTO QUESTO BACCANO!?” si sentì una voce gracchiante arrivare dal piano inferiore. Velocemente videro spuntare le ali piumate di Chatot e l’uccello non appena li inquadrò nel suo raggio visivo si precipitò da loro “Non passa un giorno da quando puoi tornare in attività che già mi combini qualcosa?” chiese lui abbassando un po' la tensione nel suo corpo, non notando segni di qualche grosso casino.

“Beh i guai mi rincorrono spesso, ma oggi non è colpa mia… c’erano dei tipi...” iniziò Ash cercando di spiegare “Tre Pokémon che si facevano chiamare Team Teschio e sub-...”

“Team Teschio!?” Chatot subito chiese interrompendolo, sperando di aver capito male.

Ash e Serena lo guardarono un po' esitanti ma non aspettarono ad annuire “Si?”

Chatot scosse la testa, non riuscendo bene a stare fermo. Non era possibile che quei due fossero venuti ancora lì, con che coraggio si facevano vivi? Non era neanche la prima volta dopo… quella cosa “Erano per caso uno Skuntank e i suoi due compagni Zubat e Koffing?” Chiese per sicurezza, ricevendo un altro segno di conferma. “Dannazione...”

“C-Conosce bene quei tizi?"chiese la volpina vedendo la frustrazione chiara sul volto del pappagallo. Il suo becco era corrugato in una smorfia e sembrava essere stato colpito da un forte mal di testa.

“Purtroppo il termine bene è molto riduttivo. Loro tre sono la vergogna degli esploratori… dei mentecatti, sporchi doppiogiochisti...” si calmò appena, ricordandosi che quei due venivano da chissà dove e non potevano conoscerli, quindi spiegare in modo ragionevole era ciò che conveniva meglio “Loro sono il Team Teschio, una squadra di esplorazione nota, ma tristemente. Il loro capo Skuntank è una canaglia di prima categoria, crede sempre che tutto gli spetti di diritto e di essere superiore a tutti. Anche se non lo è prova sempre a mettere in atto i suoi giochetti per un tornaconto personale”

Chatot sembrò quasi avere un flashback di ricordi del passato “Lui e i suoi due compagni si sono sempre divertiti a mettere i bastoni nelle ruote agli altri. Spesso hanno intralciato delle missioni per riceverne il ricavo oppure per trovarsi dei tesori e bottini e purtroppo si può fare raramente qualcosa in merito”

Ash sembrò sorpreso “E’ possibile una cosa del genere?! Si può rubare agli altri senza che subiscano conseguenze?”

Chatot sospirò e scosse la testa “Purtroppo è così. I tesori che vengono trovati da degli esploratori devono essere registrati una volta tornati alle varie basi. Ci sono un po' di centri in cui si possono effettuare queste registrazioni. Tuttavia finché gli oggetti non vengono appunto codificati e resi tuoi ufficialmente possono essere sgraffignati e in quel caso poche son le prove che possono aiutare a recuperarlo. E’ brutto, sporco e scorretto, ma se il tesoro recuperato non è ufficialmente tuo può essere benissimo essere stato preso da qualcun altro. E’ una delle pecche nel sistema degli esploratori”

“Inoltre” aggiunse poi “Sono esploratori ufficiali, quindi a meno che non rompano un’evidente regola e vadano contro la legge, è difficile incolparli. Non possono essere targati come ladri se non hanno fatto nulla di perseguibile e sono anche graziati da un titolo del genere”

Serena ripensò confusa a come quei tre si fossero comportati. Era possibile anche solo di base che dei Pokémon così scorretti riuscissero a diventare esploratori professionisti? “Ma come fanno ad avere il titolo se si comportano in questo modo?” Domandò lei.

“Purtroppo il titolo lo hanno preso da noi...”

“Uh?!” entrambi i due Pokémon esploratori rimasero turbati da quella risposta. La Gilda aveva permesso al Team Teschio di andare in giro a piede libero sfruttando il loro titolo per compiere bravate simili?

“Non che fosse la nostra volontà! O almeno… non erano le conseguenze che ci eravamo aspettati. Dovete sapere che quando quei tre si iscrissero alla nostra Gilda erano già abbastanza forti e il primo impatto li faceva sembrare dei bravi Pokémon con intenzioni buone. Forse anche troppo buone, cosa poi rivelatasi vera, visti i guai che hanno combinato. Purtroppo però quando sono stati smascherati da due nostri altri esploratori ora diplomati, avevano già il Rango Base e sono riusciti a sparire per abbastanza tempo da permettere loro di far cadere le accuse o di rendere poco rilevanti. In tutto questo tempo si saranno anche potenziati, quindi sembrano esploratori più esperti di ciò che pare”

“Erano soliti anche ad aggredire Pokémon solo per il gusto di divertirsi?” chiese scocciato Ash ripensando a quanto era accaduto e che comunque l’advance di Skuntank non pareva lo stesso qualcosa collegato all’essere cattivi esploratori”

Chatot assunse uno sguardo scrutatore, che sembrò chiedere spiegazioni più approfondite senza neanche dargli il bisogno di parlare. Espresse solo un mugugno “Hm?”

Ash dovette emettere un sospiro di rassegnazione, non voleva rievocare cose che lo faceva infuriare in quel modo però non sembrava esserci altra scelta “Il loro capo ha messo le zampe dove non doveva e ci ha provato con Serena contro la sua volontà” disse facendo un cenno con la testa a dietro di lui, dove Serena si sentì estremamente imbarazzata, cosa che purtroppo Ash non notò.

Lo stupore prese leggermente il controllo di Chatot per qualche secondo, finché non abbassò il capo chiudendo appena gli occhi con la fronte aggrottata e la coscienza consapevole “Ora capisco” alzò la testa e proseguì “Purtroppo non sono a conoscenza di loro tentativi di molestie o corteggiamenti verso altre Pokémon. E’ una cosa che mi suona nuova ma non mi sorprende visti i loro caratteri ribelli”

Serena e Ash annuirono, sapendo che non c’era molto da fare sulla questione “Se osano ancora avvicinarsi però...” iniziò Ash, per essere subito interrotto dall’ala di Chatot che lo sfiorò sul capo.

“Ragazzo posso capirti, tu stai certo che qui non metteranno più piede. Chiederà al commissario di ufficializzare un’ordinanza restrittiva che impedisca loro di mettere piedi qui alla Gilda, visto che non era ancora stato fatto nulla di così estremo. Per quanto riguarda voi, non so se li rivedrete, è possibile. In caso cercate di non buttarvi in una mischia o di cacciarvi nei guai. Evitate il confronto e andate dove sapete che non possono dar spettacolo” li avvisò il vice capitano della Gilda. “Ma anche voi dovete evitare di balzare all’occhio per delle zuffe. Detto questo… buona fortuna con i vostri incarichi" gli augurò per poi andarsene a occuparsi di alcune cose.

La stanza rimase silenziosa per un po', l'unica cosa che si potevano sentire erano i mugugni di Ash ancora piuttosto inferocito dalla piega degli eventi "Razza di..."

"Ash?" cercò di richiamarlo Serena notando il suo stato di stress.

"E' una vergogna, si fanno chiamare squadra di esplorazione e dovrebbero aiutare gli altri, ma sono solamente dei furfanti. Non si meritano neanche quell'appellativo...”

Serena lo fissò un attimo, percependo anche il probabile pensiero dell’amico ancora rivolto ai fastidiosi tentativi di Skuntank di corteggiarla. Sapeva bene che Ash prendeva a cuore i suoi amici e vederli infastiditi era qualcosa che non sopportava. Si avvicinò a lui strusciando il musino sul suo corpo. Il contatto durò giusto un paio di secondi, ma fu un modo affettuoso di farlo un po' smuovere e lasciar andare la tensione "Penso di sapere cosa provi, ma per il momento non possiamo farci niente. Chatot farà il possibile, mentre noi penseremo ad andare avanti con le nostre ricerche e il nostro percorso per diventare esploratori”

Il Pikachu sapeva che l’amica aveva ragione, se la stava facendo pesare troppo questa storia, era come se la rabbia precedente non si era del tutto assopita. “Hai ragione...”

Serena sorrise cercando di sdrammatizzare “Vedila così; a me ricordano il Team Rocket. In fondo si comportano in modo molto simile!”

"Magari fossero come il Team Rocket, peccato che loro non li conosciamo e non sappiamo fino a che punto possano arrivare. Anche se pure Jessie, James e Meowth possono avere sbalzi di umore incredibili” sospirò lo pseudo allenatore.

“Inoltre nessuno del Team Rocket mi corteggia...” aggiunse lei trattenendo una risatina.

A quel punto anche Ash dovette ridacchiare. Grazie al cielo nessuno del Team Rocket lo faceva...

“Comunque Ash, grazie di avermi difesa prima” Lo ringraziò lei con un leggero rossore in viso.

Ash si grattò la testa imbarazzato e con un ghignò provò a sminuire il tutto. I due a quel punto tornarono ad osservare la bacheca per decidere l’incarico giusto. I loro occhi si fermarono su uno dei fogli più in altro e si fermarono a leggerlo con curiosità, non badando ai bisbigli e rumori intorno a loro.

Ash tirò fuori la mappa e la osservò un po' di volte, cercando di capire meglio come fossero disposti i vari Dungeon rispetto alla Gilda. I secondi passarono e una volta decisi sulla questione annuirono entrambi scambiandosi delle occhiate determinate. La mappa tornò nel suo posto dentro allo zaino e corsero ad arrampicarsi per le scale, fino a sparire dalla vista di coloro che li avevano osservati in silenzio per una manciata di minuti consistente.

“Avevano ragione… qui decisamente c’è sotto qualcosa...” parlò una voce .

“Direi che è chiaro che qui ci vuole una riunione d’emergenza. Troveremo il modo di agire nel migliore dei modi!”

Ash e Serena alla fine avevano davvero trovato una missione che gli permetteva di passare per le fantomatiche sorgenti termali di cui avevano sentito parlare tanto. Il luogo segnalato era la Grotta della Cascata, un Dungeon non troppo complesso ma che poteva nascondere delle piccole insidie. La loro missione era abbastanza semplice, trovare alcuni semi speciali richiesti da dei Pokémon che però erano troppo spaventati per addentrarsi in quel luogo, che tutto sommato non era poi così pauroso dal loro punto di vista.

Avevano incontrato pochi Pokémon nemici ed erano riusciti a sconfiggerli senza fare troppa fatica. Inoltre recuperare i semi richiesti era stato facile, vista la legenda che era stata data loro per riconoscere i vari vegetali e frutti reperibili.

Arrivare alla fine del Dungeon non fu troppo complesso e i due si ritrovarono all’uscita. Le loro zampe erano immerse nell’acqua e dalle pareti rocciose intorno a loro si potevano vedere altri corsi d’acqua, alcuni più intensi di altri. Anche se il motivo per cui erano tutti bagnati…

"La prossima volta dovrebbero mettere un cartello che avverte delle correnti d’acqua...” si diede una scrollata Serena sentendosi un piccolo ammasso di pelo bagnato e freddo.

“Però è stato divertente!" ridacchiò Ash facendo altrettanto "Non mi ero mai divertito così tanto su degli scivoli d’acqua. Non sono esattamente scivoli, ma più o meno...”

“Direi che ci sia una bella differenza tra delle rapide e gli scivoli di un parco acquatico” rispose Serena ridacchiando “Non ero l’unica a strillare per la paura!”

Ash scrollò le spalle divertito “Urlare è il bello di queste cose! Aumenta l’adrenalina!”

"Ash, ti farai ammazzare così, lo sai?" sospirò l'amica smorzando un sorriso rassegnato.

"Questa è un’esagerazione! Diciamo solo che mi piace provare cose nuove… è che non ci posso far niente!" scrollò le spalle lui con aria sempliciotta “Dovrebbero costruirne qualcuno così nel nostro mondo se già non esiste. Così non dovrei scendere per altre rapide per divertirmi! Mi sentivo come un vero Pokémon di tipo Acqua! In confronto quelle mini discese non fanno un baffo a questa meraviglia!”

Serena scosse la testa ridacchiando e gli fece cenno di guardare di fronte a lui "Parlando di meraviglia… guarda là!" la sua zampa indicava il paesaggio poco più in lontananza dal punto in cui erano sbucati fuori.

Non molto lontano, seguendo il percorso con la vista, potevo vedere delle pareti rocciose dalle tonalità più calde; sul marrone. Sembravano delimitare una conca.

“Penso che siamo arrivati” decretò Ash inclinando la testa per incrociare il sorriso di Serena. “Per fortuna abbiamo trovato un luogo vicino alle Sorgenti Termali. Dovrebbero essere proprio quelle”

Man mano che si avvicinavano potevano notare che varie pozze d'acqua riempivano delle conche scavate nel terreno e dei getti di vapore si innalzavano nell'aria. Probabilmente in quella più grossa c’era dell’acqua come per le altre.

Non appena raggiunsero il luogo capirono subito la fama che quel posto si era meritato. Sprofondarono le zampe nell’acqua della sorgente e improvvisamente ebbero una sensazione di piacere e sollievo, come se tutte le loro fatiche fossero scivolate via in un attimo.

Ash era stato parecchie volte alle terme ma mai aveva provato tale sensazione di piacere, forse grazie ai suoi sensi da Pokémon svilupati “E' Fantastico..." mugugnò lui man mano che andavano oltre e l’acqua si alzava oltre le zampe.

“Hai ragione, non vorrei mai più andarmene da qui” rispose la volpina troppo allietata dalle acque calde.

"Oh oh oh signorina, questo posto è adatto a tutti!" disse una voce vicino a lei dall'aria anziana ma allo stesso tempo arzilla.

"Oh, mi scusi! Non volevo disturbare la sua quiete" si scusò la Fennekin avendo notato in ritardo di aver urtato leggermente e per sbaglio il carapace di un Pokémon dall'aspetto vissuto.

Questi ridacchiò con voce calda e accogliente e scosse la testa "Tranquilla signorina, anzi è un piacere vedere per questi vecchi occhi la presenza una nuova giovane che si gode i dolci piaceri che la natura può offrire" iniziò a girarsi verso di lei.

“Questo posto è fantastico! Non pensavo di trovarmi così bene in questa acqua! E’ come se una moltitudine di varie sostanze unite in una che rianimano il corpo!” commentò lei socializzando con l’anziano Pokémon.

Lui annuì, gradendo l’entusiasmo della Fennekin “La mia età è anche dovuta a questo! Il bello è che entrambi siamo tipi Fuoco, ma per noi non è fastidioso essere a contatto con questa acqua miracolosa. Vengono tanti Pokémon come noi a rilassarsi anche solo con il vapore per evitare di spegnere delle loro fiammelle! E sono entrambi metodi molto buoni!”

Riprendendosi dallo stato di ammollo della sua testa, oltre che del suo corpo, si accorse della mancanza dell’amica. Si guardò in giro, dovendo alzare il capo per scorgerla vicino al centro dell’enorme pozza o vasca. Vicino a lei vi era un Pokémon e riconobbe subito la specie, dopotutto ne aveva uno al laboratorio del Professor Oak. Come poteva dimenticarselo? "E’ lei il saggio Torkoal?” si avvicinò a loro raggiante il Pokémon giallo con una certa velocità.

Erano fortunati che non ci fosse nessun altro quel giorno, altrimenti l’acqua alzata dalle ondicelle che provocava lui sarebbero state un po' fastidiose per chi voleva rilassarsi e assopirsi.

"Oh addirittura Saggio! Quel termine mi viene spesso addossato da tutti, probabilmente avete già sentito parlare di me allora” si girò poi con la testa lentamente verso Serena “Un un tuo amico?" chiese l'anziana tartaruga ricevendo la risposta affermativa della volpina.

“Beh, ditemi, siete qui solo per rilassarvi o anche per fare due chiacchiere con questo vecchio capoccione?” si fermò un momento prendendo una piccola pausa per poi alzare lo sguardo strizzando ancora di più gli occhi di quanto non lo fossero già. “Oppure… posso fare qualcosa di specifico per voi?"


 

"Tecnicamente si" ammise Ash un po' sorpreso che il vecchio Pokémon avesse una mezza idea che lo volessero incontrare "Vede noi volevamo sapere un po di più sui miti e leggende che esistono in questo luogo. Un po' di storia generale e… ci hanno detto che lei ne sa più di tutti gli altri"

"Ah interessati alla mitologia, eh? Dovete essere esploratori accaniti!” ridacchiò Torkoal.

“Come fa a sapere che siamo...”

“Oh ho notato che laggiù su quella sporgenza dove di norma i Pokémon lasciano la loro roba per non bagnarla c’è una borsa da esploratori. E voi siete gli unici qui al momento. Inoltre questi argomenti di norma interessano molto a chi ama andare all’avventura!”

A quel punto il vecchio alzò appena la testa con sguardo assente, impegnato a riflettere “Quale mito potrei raccontarvi? Vediamo vediamo...”

"Conosce qualche mito sul… ritrovarsi in luoghi sconosciuti?"

"Ritrovarsi in luoghi sconosciuti? Beh è molto vago, essendo ogni Dungeon un possibile luogo sconosciuto in varie epoche. La storia più particolare che ho su ciò questa:...”

I due si misero all’ascolto attenti e attesero che Torkoal parlasse con il uso ritmo rallentato.

“Narra la leggenda che tempo fa, durante un giorno fatidico, l'equilibrio del mondo si spezzò e all'improvviso i cuori di tutti si incupirono come colpiti da una maledizione. Si disse allora che il guardiano delle speranze e gli spiriti provò a contenere i danni usando la sua energia per ripararlo. Tuttavia si rese conto che la sua soluzione era temporanea e che in futuro l'evento si sarebbe ripetuto”

Sembrò quasi che nelle loro testa si formassero delle immagini stilizzate per rappresentare l’evento, sebbene fosse solo la loro fantasia a vagare libera “Per dare una speranza ai futuri abitanti del mondo mandò un messaggio rivolto al cielo chiedendo aiuto. Sapeva che nessuna forza esistente allora sarebbe stata in grado di aiutarlo, in quanto fosse l’unico con certe capacità. Il suo richiamo era più una richiesta disperata che sperava arrivasse dove nemmeno lui poteva giungere. In un posto che non conosceva ma di cui sperava nell’esistenza”

“Non sappiamo se tutto ciò sia davvero successo oppure sia solo un mito, l’unica cosa davvero che so è che ha un non so che di particolare. Ricorda un po' quelle leggende che possono diventare realtà. Ad oggi però nulla è successo per farci credere ciecamente di una sua autenticità”

Ash fece un inchino e ringraziò il saggio Pokémon comunque "E’ comunque stato molto interessante e utile! Non avevamo mai sentito una leggenda del genere!”

Torkoal espirò “Ce ne sono alcune che si sono avverate, sono poche ma hanno avuto delle fondamenta. Mentre invece tanti sono solo miti, alcuni così vaghi da essere un mistero totale, ma comunque di interesse”

Il vecchio carapace li osservò un attimo e rimase un po' confuso nel vedere che entrambi avevano un’aria pensierosa ma non soddisfatta davvero. Alzò inizialmente le sopracciglia e le rughe sulla fronte si inarcarono, mentre la sua bocca si aprì leggermente. Passato qualche secondo sorrise, non si vedevano tutti i giorni giovani così particolari "Non è la storia che cercavate, non è vero?” domandò con consapevolezza.

"Uh?" Entrambi furono presi alla sprovvista da quella domanda.

"Nel senso che ciò che volevate era più specifico, vero?"

Le parole mancarono per un attimo. In effetti ciò che avevano intenzione di chiedere era molto più diretto, ma avevano pensato di procedere in modo diverso perché poteva essere abbastanza rischioso. Inoltre non volevano essere scortesi o tempestarlo di domande per ricevere informazioni su cose strane che potevano portarlo a sospettare della loro identità.

Forse però valeva la pena spingersi appena oltre, visto che sembrava abbastanza fermo sulla sua idea "Beh..." mormorò Ash.

Serena continuò "...In effetti... avevamo qualche interesse per leggende un po' più particolari..."

"Di che genere?" Chiese Torkoal ormai curioso e abbastanza contento di condividere i suoi aneddoti.

"Su... spazio e tempo... tipo... altri mondi e creature mai viste! Tipo umani!"

Torkoal si scurì improvvisamente sentendo l'ultima parola. "Avete detto... umani?"

I due un po' incerti dall'improvvisa aria del vecchio provarono a spiegarsi "Beh siamo sempre stati incuriositi da ogni genere di leggenda o mito, ma questa è abbastanza sconosciuta. Sappiamo che sono creature mitologiche e non si sa quasi nulla ma magari lei è a conoscenza di qualcosa che gli altri non sanno?" provò Serena, realizzando tardi che le sue parole potevano far sembrare che avevano chiesto già ad altre persone in merito.

La tartaruga di sicuro ci aveva fatto caso ma decise probabilmente di ignorare il dettaglio "Gli umani sono creature delle leggende più nascoste..." vide inizialmente gli sguardi dei due diventare appena abbattuti "...Ma..." e subito le loro testa si rialzarono di scatto guardandolo "Credo di avere la storia che fa per voi"

Il vecchio si arrampicò su un masso al centro del piccolo cratere e dopo aver fatto cenno loro di sedersi bene nell'acqua di fronte a lui si accucciò schiarendosi la voce.

"Dovete sapere che tempo fa ci fu il più grande disastro del nostro mondo, sono passati alcuni anni dall'accaduto. Ai tempi circolava un Grovyle che aveva rubato gli antichi ingranaggi del tempo... i quali servivano per mantenere il tempo intatto, senza essi il presente si sarebbe fermato. Il Pokémon che causò questo però aveva delle buone intenzioni. Gli ingranaggi servivano per attivare l'arca arcobaleno e arrivare alla torre del tempo dove Dialga, condizionato dall'oscurità di Darkrai, minacciava di cancellare per sempre la linea temporale. Il suo compito era sconfiggerlo, anche se purtroppo non ci riuscì"

Ash e Serena erano abbastanza confusi, come facevano allora ad esistere in quel presente?

"Il tempi si fermò, ma a prendere il testimone di Grovyle e continuare il suo lavoro furono altri due Pokémon che loro erano esploratori e inizialmente gli avevano dato la caccia, per poi unirsi a lui. Seguivano i corsi della Gilda proprio come voi ed erano dei tipi particolari. Furono loro a sconfiggere Dialga e successivamente anche Palkia. Tutti e due i leggendari sotto il controllo di Darkrai, pure lui sconfitto! Era destino, loro erano eroi scelti dalla leggenda"

"E’ una storia grandiosa!!! Ma questo come può avere a che fare con gli umani?" Chiese Ash confuso. Aiutava per la questione spazio-tempo, ma non sapeva come poteva essere collegato alla loro specie.

Torkoal sorrise appena con voce nostalgica "C'entra perché uno dei due Pokémon in precedenza era un umano"

"Davvero!?"

Lui annuì "Non so bene i dettagli, purtroppo non ne ho parlato molto con loro e so solo i dettagli generali che sanno tutti gli abitanti. Non si confidarono spesso visti i loro impegni"

"Allora potremo andare a chiedere direttamente a loro di più! Dove si trovano?"

"..." il Pokémon tartaruga abbassò lo sguardo e rimase in silenzio, senza dare una risposta immediata alla domanda.

Si sentì una strana atmosfera nel luogo, deprimente e malinconica.

"Per caso sono in viaggio e non si sa?" Chiese Ash speranzoso che non fosse qualcosa peggiore.

Ma purtroppo fu proprio qualcosa di peggiore, la risposta fu accompagnata dallo scuotere della testa di Torkoal “Mi spiace…”

L’atmosfera malinconica e tesa rimase tra di loro, non avevano capito bene se la risposta alla domanda fosse che i due Pokémon erano morti o spariti nel nulla… o altro. “Qualcosa di molto brutto” era tutto ciò che a quanto pare sapeva anche il saggio.

“Non sono in grado di aiutarvi in questo frangente purtroppo. Potrei però raccontarvi di più sulla leggenda e la vita dei due eroi. Ci sono tante cose ancora da dire” provò lui a rimediare vedendo la loro chiara delusione.

“Si figuri, comunque ci farebbe molto piacere!”

E così rimasero almeno un’ora a parlare della famosa leggenda. Ash e Serena vennero a conoscenza di incontri, esami speciali, avventure di cui non potevano avere la minima idea. A tutto si collegavano altre leggende curiose.

Torkoal pareva un nonno in grado di rievocare storie e racconti nostalgici. La sua gentilezza e pazienza lo caratterizzavano tanto e dimostravano l’idea che dava il suo aspetto “Questo è tutto. Di più non so dirvi. Se volete sapere qualche dettaglio in più potresti chiedere al Capitano Wigglytuff, Chatot o i compagni della Gilda. Li conoscono di sicuro meglio di me”

“E’ stato gentilissimo! Le sue storie sono state davvero interessanti!” replicò Ash con cortesia.

Serena gli andò dietro "Le abbiamo rubato tempo prezioso"

"Ma no anzi! Mi fa piacere che ancora oggi qualche giovane abbia tempo di ascoltare le mie storie, oggi come oggi non si ha più tempo per i monologhi senza fine di noi anziani. Ad ogni modo, godetevi ancora un po' le terme se volete, dopotutto tutto il tempo passato qui lo avete fatto ascoltandomi… magari volete un po' stare per i conti vostri. Dopotutto non è tardi e il coprifuoco della Gilda mi pare sia più tardi”

“Ha ragione e la ringraziamo per l’offerta ma dobbiamo ancora recapitare un oggetto recuperato per una missione! Se aspettiamo ancora poi potremmo avere problemi a fare tutto e ritornare in orario per la cena” disse Serena mentre sia lei che Ash si misero retti sulle loro zampe per andarsene.

“Capisco! Allora non vi trattengo! La prossima volta che venite a trovarmi potreste rimanere per cena o per pranzo… e sentire altre storie!” offrì lui.

I due, essendosi sentiti molto a loro agio non esitarono ad accettare “Volentieri!”

Salutarono il vecchio Pokémon e una volta ripresa la borsa i due lasciarono il cratere. Subito la sensazione provata dalla mancanza dell’acqua fu strana e poco piacevole. Era stato davvero un toccasana, ma rimanere in eterno non era possibile.

Era l'imbrunire quando i due si ritrovarono l sentiero principale, ormai a poca distanza dall’incrocio che portava alla Gilda. Potevano vedere in lontananza il colle dove si ergeva la buffa tenda enorme a forma di Wigglytuff.

“Curioso" mormorò improvvisamente Ash.

"Cosa è curioso?" gli chiese l'amica.

"Se un umano è arrivato qui e ha frequentato la gilda perché Wigglytuff e Chatot ci hanno detto che erano solo una leggenda?" rispose pensieroso il topo esprimendo i suoi dubbi.

"E' vero! Perché non ci hanno detto subito che avevano conosciuto un umano? Ho i miei seri dubbi che non ne fossero a conoscenza, Torkoal ne sembrava abbastanza sicuro. Lo dava per scontato" si ricordò la volpina.

"Non ho idea del perché, forse erano informazioni abbastanza private e c’è molto altro che non sa nessuno ma che non possono dire in giro. Quello che però so per certezza è che non possiamo chiedere loro di nuovo spiegazioni, è vero che andando dritti al sodo forse sarebbero appena costretti a parlare ma rimarrebbe strano. Si chiederebbero perché abbiamo insistito con questa storia, da chi lo abbiamo saputo e perché siamo andati così a fondo” spiegò Ash.

E Serena continuò per lui “E forse è presto essendo entrati da poco nella Gilda. Magari gli altri nostri amici potrebbero dirci di più ma è rischioso tentare subito l’approccio con questa domanda”

“Beh” espresse Ash “Almeno un minimo passo in avanti l'abbiamo fatto"

"Cioè?"

"Che è DAVVERO possibile che un essere umano finisca in questo mondo trasformato in Pokémon, per motivi e modi che ancora dobbiamo scoprire… ma comunque possibile. Ora abbiamo delle strade curiose da percorrere, non siamo esperti in materia ma cercando alcune di queste conoscenze leggendarie dei due Pokémon forse avremo modo di tornare a casa"

"Per arrivarci però prima dobbiamo allenarci e diventare esploratori migliori. Non siamo ancora pronti” ammise Serena.

“Già, però ce la faremo!” la incitò con le sue gesta Ash, donandole molta più fiducia e ottimismo.

Serena sorrise per un attimo, tornando però presto ad un’espressione nostalgica "Se ci fosse stata Lidia… forse lei avrebbe potuto darci una mano"

"Ti manca eh?" sorrise mesto Ash. Non poteva dire di provare il contrario. Gli mancavano Lidia, Brock, i suoi Pokémon… e soprattutto Pikachu.

"Esatto, così come mi mancano Brock, i miei Pokémon e Pikachu ovviamente! Anche se.." rispose l'amica trattenendo una smorfia di risata.

"Cosa?" gli chiese confuso Ash notando l’espressione particolare di Serena.

"Beh un Pikachu ce l'ho davanti… e non è niente male, di certo non uno qualunque” lo prese appena in giro lei, mettendo però in chiaro il tono per far capire che fosse un complimento.

"O-Oh. Beh g-grazie" balbettò appena cercando di non sembrare imbarazzato dalle sue parole. In che senso non era male? Si, non era uno qualunque però…

“Forza, ci conviene sbrigarci! Ormai ci siamo!” lo incitò lei dandogli una spintarella.

Il giorno dopo… in tarda mattinata...

"Il capitano è… incredibile" zampettava Chatot pensieroso "Non so come faccia, ogni volta riesce trovare dei talenti nei Pokémon più bizzarri. Chissà però cosa ci sia davvero di particolare in quei due novellini...”

“Bene allora, programma della giornata di oggi. Il Team Miracolo l’ho già incontrato. E’ stato un piacere rivedere Ledian e Torracat… e’ un peccato siano situati oltremare, ma sono una grande squadra. Ricordo ancora le disavventure contro quel Venomoth criminale...”

Continuò elencando le altre mansioni da svolgere “Ore 11.00: incontro al mercato con Shapple, quel nuovo mercante di confidenza uguale ad una mela… per comprare la nuova riserva di Mele Perfette per il capitano”

Stava camminando con la lista sotto l’ala, quando sentì un rumore di spostamenti e discussioni non a toni alti proveniente dalla sala da pranzo. Subito svolazzò all’interno, chiedendosi chi mai poteva fare così tanti rumore a quell’ora. Non succedeva spesso che tanti esploratori si fermassero a mangiare a pranzo.

“Che sta succedendo qui?" chiese piuttosto scosso vedendo tutti i suoi esploratori meno Dugtrio, Ash e Serena nella sala. “Si può sapere perché non siete ancora al lavoro?! Avete idea di che ore sono!?”

"Ah, finalmente è arrivato!" disse Corphish indicandolo con la chela senza farsi troppo spaventare dal tono del vice capitano.

"Volete spiegarmi che sta...!? E-Ehi!" ripeté il pappagallo mentre veniva tirato letteralmente nel gruppo "Ma insomma che modi!" protestò lui .

Eppure ignorarono ancora le sue proteste “Stia tranquillo, Dugtrio si è proposto di fare da guardia. Noi però vorremmo fare una cosa e ci servirebbe un aiuto...”

Iniziarono a bisbigliare a Chatot, spiegandogli tutto. Appena chiusero le bocche gli occhi del pappagallo si spalancarono iniziò a scuotere la testa furiosamente “ASSOLUTAMENTE NO! NON SE NE PARLA CHE MI LASCIO TRASCINARE IN UNA COSETTA SIMILE!”

I vari membri della Gilda lo guardarono con occhi supplichevoli, tutti assieme… nessuno escluso. Fu come una doccia di sudore estrema, anzi una secchiata rovesciata direttamente su di lui. Nonostante il suo balbettio però la sua decisione fu chiara e decisa “H-Ho detto di no e non mi farete cambiare la mia decisione”

Passarono diversi giorni, Ash e Serena avevano svolto sempre più missioni ed erano migliorati sotto vari punti di vista. Dovevano ancora scoprire alcune delle loro mosse e perfezionare quelle che già conoscevano, ma erano già molto più a loro agio e abili a muoversi nei Dungeon. Il loro lavoro di squadra era ciò che più li aveva avvantaggiati.

Anche il rapporto con Chatot, il Capitano e gli altri Pokémon era diventato molto più confidenziale. Si sentivano come in una grande famiglia e non mancavano i momenti per socializzare.

Era l’imbrunire quando i due neo-esploratori stavano tornando alla Gilda dopo l’ennesima missione. Sapevano che il loro Rango stava per salire e quindi avevano pensato di riposare per bene e prendere una missione più ostica il giorno successivo, in modo da aumentare ulteriormente il loro livello. Tuttavia ancora il loro nome del Team non era stato deciso. Ci avevano pensato ma le idee non venivano.

Arrivarono ai pressi della Gilda, quando videro che l’entrata era chiusa. Strano, a quell’orario non doveva essere ancora chiusa. Di norma aspettavano l’ora di cena o per andare a dormire.

"Ehi, che cosa è?" disse Ash notando un biglietto appiccicato sulla grata. Si allungò, lo prese con la zampa e lo portò al loro livello di vista, in modo da leggere insieme.


 

"Stasera serata al Lago Fluttedolce, il Capitano ha voluto per forza cenare fuori. A tutti i membri della Gilda che leggono questo messaggio: ritroviamoci direttamente là.

Chatot"


 

"Strano..." commentarono entrambi allo stesso momento. Fecero le spallucce e fecero dietro front. La cosa strana era l’orario. Mancavano ancora due ore almeno all’ora di cena, quindi si aspettavano di trovare comunque aperta la Gilda, essendo presto.

Ash e Serena furono rapidi ad arrivare a destinazione, il Lago secondo la mappa non era affatto lontano. Tuttavia i dubbi furono parecchi nel constatare che non vi era nessuno ad aspettarli. Almeno Chatot e il Capitano sarebbero dovuti essere lì.

"Non è che abbiamo sbagliato direzione?" chiese Serena un po' titubante.

"No, no, il posto è questo! C'è anche scritto qui!” indicò un cartello che indicava proprio il luogo in cui si trovavano. “Forse siamo arrivati molto in anticipo?” provò Ash a spiegarsi l’assenza di tutti, eppure a lui stesso pareva strano. Se davvero erano i grandi superiori della Gilda ad aver organizzato il tutto sarebbero dovuti essere loro ad accogliere i membri man mano che arrivavano.

"Ci converrà aspettare allora" disse Serena zampettando in giro "Ehi Ash, guarda!" lo richiamò indicando qualcosa nelle vicinanze.

Sulla riva del lago vi era un pezzo di corteccia molto piatta. Sembrava abbastanza grande e resistente per galleggiare con entrambi sopra. Non servì esprimergli direttamente la sua idea, l’aveva già capita.

"Ottimo!" esclamò il Pikachu "Possiamo usarlo per avere una vista migliore del lago e dintorni!”

Entrambi salirono sul pezzo e con la sua coda Ash diede una spinta contro la terra ferma, abbastanza forte da farli staccare e da poter prendere il largo. La coda di un Pikachu per fortuna era ideale per queste situazioni, funzionava bene sia da timone che da remo.

Non vi era nebbia e questo era molto positivo, potevano vedere tutto intorno a loro. L'acqua era limpidissima, il cielo senza nuvole e nel suo colore rosato ancora lasciato dal tramonto si incominciavano a intravedere le prime stelle.

"Vedi qualcosa?" Chiese Ash essendo un pò più preso a vedere dove virare.

Serena scosse la testa, continuando a girare la testa per guardarsi attorno "A dire il vero no" rispose rizzando le orecchie "Sento la presenza di qualche Pokémon ma non credo siano loro. Penso sia chi abita in questa zona"

"Accidenti... sembra più uno scherzo" Disse Ash frustrato grattandosi il capo "Forse è davvero una burla che ci hanno voluto fare. O hanno cambiato programma. Ci conviene tornare alla Gilda e mangiare noi due, Spectrelish dovrebbe essere ancora là"

La Fennekin sbatté appena gli occhi, cercando di non incrociare lo sguardo dell'amico. Il suo musetto divenne appena roseo e la codina sembrava muoversi nervosa "Beh però potremmo... che ne so... goderci un po' la serata?" disse lei speranzosa. Le piaceva quel luogo, aveva un non so ché di romantico.

Potevano lo stesso riposare e rilassarsi anche in quel modo. Non capitava spesso di aver la serata libera e visto il programma praticamente incognito...

"Oh" mormorò lui guardandosi attorno e pensandoci un attimo sorpreso. Poi qualcosa sembrò convincerlo e si sedette sul tronco smettendo di remare con la coda "Perché no?"

Il lago si divideva in varie zone, quindi non sapevano di preciso dove li avrebbe portati la superficie d'acqua. Non importava gran che, non si sarebbero allontanati troppo.

Più si spostavano, più il paesaggio iniziava a cambiare. Il tronchetto si diresse verso una galleria formatasi probabilmente in una collina rocciosa. Il leggero venticello si raffreddò nel cunicolo largo, dove le gocce lente e lievi cadevano, facendo però risuonare in un eco il motivo ripetuto. Le pareti avevano parecchi rami e foglie di salici che in qualche modo dava l'impressione di rendere il tutto in simbiosi con il lago.

"E' stupendo" mormorò Serena con gli occhi appena illuminati dal piccolo riflesso che arrivava dall'uscita.

Ash girò la testa verso la sua destra per osservarla e nel momento in cui lo fece l'uscita fu nei pressi, permettendo ad un'ondata di luce maggiore di dare un bagliore improvviso alle iridi della volpina. Aprì leggermente la bocca ma non sembrava aver intenzione di parlare o di far nulla, sembrò avere il respiro bloccato improvvisamente, come se l'aria che stava inspirando si fosse improvvisamente bloccata.

"Stupendo...?" ripeté nella mente pensando lui alle parole precedenti dell'amica. Forse però non era l'unica cosa stupenda che poteva notare.

Abbassò di nuovo la testa per non perdere il controllo, volendo evitare di arrossire il più possibile.

Un odorino lo fece distrarre e iniziò a osservare il luogo dove si trovavano. Lo spazio era molto più aperto e c'era molta più acqua del previsto, probabilmente anche più profonda di dove erano in precedenza. Gli alberi che li circondavano erano per lo più salici piangenti e piante di Baccaliegie e Baccapesche. Il profumo veniva dall'incrocio di aromi che emanavano e insieme, doveva dire, erano davvero piacevoli.

Persino la caduta dei petali si aggiungeva allo scenario quasi poetico e fiabesco.

I corpi dei due sembravano più vicini di prima, cosa che non passò inosservata a nessuno dei due. "Avevi ragione... abbiamo fatto bene a restare" rispose Ash con un sorriso mesto in volto. Per fortuna lo aveva fatto, altrimenti non si sarebbero goduti quel momento, che per lui poteva definirsi il migliore di questa avventura, escludendo tutte le esplorazioni interessanti e grandiose che lo avevano emozionato e il tempo passato con i nuovi amici.

"Hm… mh" mormorò lei sentendo una strana e dolce melodia arrivale alle orecchie. Era particolare, non riusciva a capire se fosse una vera melodia cantata e suonata da Pokémon o se fosse la natura a darle quell'impressione. Il punto è... che la stava ipnotizzando quasi. Più procedeva, più sembrava trasportata dall'atmosfera del luogo e la faceva perdere totalmente. Non riusciva a seguire altro che il cuore.

E dall'altro lato Ash aveva lo stesso problema. La sua testa gli strillava "C'è qualcosa di strano!" e "Non è il momento!" ma il suo cuore sembrava mandarlo a quel paese e rispondere "Col cavolo che non lo è"

Era decisamente il momento giusto.

I due si voltarono lentamente, guardandosi dritti negli occhi ormai incatenati l'uno all'altra. Si cominciarono ad avvicinare, sentendosi spinti dal vento dietro di loro che li avvicinava. Il pezzo di legno ora era fermo nello stesso punto ma girava su se stesso lentamente, mentre i petali circolavano in tondo allo stesso modo.

"Baciala..."

Qualcosa in lui lo spinse ad avanzare ancora di più e Serena non fece nulla per evitarlo, fermarlo o spostarsi.

Iniziarono a socchiudere gli occhi, sempre più vicini...

"Baciala..."

Ash non aveva la più pallida di cosa stava accadendo e di cosa sarebbe successo dopo. Non era mai successo di finire in una situazione simile in un momento così... perfetto. Non c'era nessuno ad interromperli e stava succedendo... cosa avrebbe comportato tutto questo?

"Baciala........"

Al diavolo le conseguenze.

“BACIALAAAAAAAA!!!!”

Improvvisamente la loro azione fu interrotta da un insieme di dettagli che fino ad un momento prima erano inosservati vista la loro distrazione rivolta verso l’un l’altra. Tuttavia ora sembrava impossibile come non avessero notato… questo.

Di fronte a loro in alto si trovava Loudred, appeso ad una corda fatta di liane e fermo in una posa da cupido. Teneva un arco e una freccia con una squama a forma di cuore sulla punta e a completare il suo outfit c’erano un paio di ali finte fissate in qualche modo alla sua schiena e un enorme pannolone. Stava cercando di imitare una posa aggraziata che al momento era l’opposto di ciò che erano le sue intenzione.

A tenere la corda erano Sunflora, Zorua, Salandit, Diglett e Sandile. Ormai totalmente visibili e non nascosti. Chimecho che fino ad un attimo prima era svolazzante in aria con dei petali tra le mani adesso era ferma immobile fluttuante. In acqua invece vi erano Bidoof, Croagunk, Corphish e Chatot, che sembravano aver appena cantato qualcosa, con le bocche ancora aperte.

“Come è possibile che mi sono lasciato tirare in mezzo a questa cosa...” pensò Chatot sprofondando nella vergogna e disagio più possibili.

Più Ash e Serena guardavano la scena, più il loro invece di disagio aumentava. I due allenatori erano diventati dei disastrosi balbettatori, rossi come forni in viso e tremanti. Finalmente prendendo atto di ciò che stavano per fare provarono entrambi ad alzarsi, senza un motivo preciso o uno scopo, il che li portò a scontrarsi e la corteggia a ribaltarsi in avanti, facendoli di nuovo cadere uno addosso all’altra e finire nell’acqua del lago.

*Ba-dum*

Di nuovo qualcosa arrivo alle orecchie di Ash e come già accaduto tutto intorno a lui cominciò a diventare più confuso, come se l’acqua e il ruzzolone non fossero bastati a strapazzarlo.

*BA-DUM*

Un rapido flash a forma di saetta o scintilla gli squarciò la vista e perse la cognizione di ciò che lo circondava.

Stavolta però la sensazione era meno vivibile della volta precedente, forse dovuta al fatto che si trovava in acqua. Riusciva meglio a mantenere il controllo, la testa al momento non gli urtava, ma sentiva una strana distanza tra il suo corpo e il luogo in cui era bloccata la sua mente.

L’ambiente intorno a lui divenne chiaro, si ritrovava ancora in quel luogo della precedente visione. E subito i suoi occhi erano caduti sulla scena di fronte a lui. Lì davanti si ripeteva uno spettacolo inquietante e orribile, ma questa volte appena diverso. Serena a terra e una figura ombrosa e massiccia, dall’aspetto crudele e oscuro si avventava su di lei, pestandola e ferendola in maniera feroce e cruenta.

"Serena!" gridò provando a lanciarsi contro di loro, ma il suo corpo sebbene libero di muoversi, passò totalmente attraverso la macchia scura.

“Cosa?!” Riprovò avvicinandosi a Serena per scuoterla e chiamarla disperatamente ma le sue zampe le passavano attraverso e i suoi richiami erano totalmente inascoltati.

Ad un tratto tutto intorno a lui tornò ad oscurarsi ma in maniera estremamente più rapida della prima volta. Quando la visione sparì e nei suoi occhi tornarono i colori bluastri dell’acqua il mal di testa colpì e lo portò ad aprire la bocca preso dalla fitta.

Accorgendosi dello sbaglio cercò di ritrovare la forza nel corpo ancora mezzo assente e in una sola poderosa spinta tornò in superficie per respirare. Non appena il fiato fu ripreso di nuovo lo sguardo di Ash si perse nel nulla ma non come prima, sembrava più scioccato.

"Ma che è successo?!” esclamò Serena ritornando a galla come lui. Inizialmente fu restia dal raggiungere l’amico, ma notando il suo corpo totalmente fermo a galla le venne un piccolo timore e nuotò fino a lui “Ash?"

Ripeté il suo nome un paio di volte ancora, ma non la stava ascoltando. Sembrava perso nel vuoto, con gli occhi vitrei e lo sguardo lontano.

"Ash!?” Lo prese con le zampe e lo scosse sempre più forte “Ash!? ASH!!!!" lo spronò Serena Alzando la voce di colpo, cosa che finalmente funzionò e riuscì a farlo tornare con la testa a posto.

"Eh? Cosa? Che?" scosse la testa lui sentendo il mal di testa che passava "Serena?" la guardò negli occhi, vedendola parecchio preoccupata.

"Mi hai fatta spaventare! Non rispondevi, sembravi totalmente assente come se ti fosse successo qualcosa"

"I-Io non so cosa sia… ma…" si grattò la testa lui ancora stordito. La cosa che subito però gli balzò all’occhio era l’assenza di tutti i compagni della Gilda. Si, era appena confuso ma quello lo ricordava bene “Dove sono gli altri?”

Serena abbassò le orecchie e si guardò attorno, non notandoli scosse la testa “Sinceramente? Non ne ho idea. Non ci ho fatto caso fino ad adesso ma sono spariti” Era ovvio che se ne erano andati tutti non appena erano caduti in acqua, in modo da filarsela a zampe levate e non sentire le prediche da parte dei due o peggiorare la situazione.

Ancora massaggiandosi la testa Ash abbassò le palpebre e inspirò. I suoi compagni della Gilda seppur fossero la cosa che più avrebbe dovuto dominare la sua mente… non erano al centro dei suoi pensieri. Quelle visioni o sogni lo avevano totalmente distratto. Li avrebbe sistemati dopo gli altri, adesso non riusciva bene a capire cosa fosse successo.

Non era la prima volta, questi incubi a ciel sereno sembravano fin troppo veri. Li poteva udire, vedere e sentire, ma non condizionarli o agirci. Che fosse bloccato o libero di muoversi. Non capiva se fossero vere e proprie visioni su qualcosa che doveva accadere o che era accaduto o se erano solo casuali. Gli sembravano troppo decisivi e particolari per essere dei casi e soprattutto, visto che era la seconda volta che accadevano, non potevano più essere ignorati.

Ne avrebbe parlato di certo il giorno dopo con Serena, una volta ripresosi, però adesso l’unica cosa che voleva fare era tornare alla Gilda e sdraiarsi. Dormire, dormire e dormire. Senza pensare a nient’altro.

"Senti, forse è meglio riposare al calduccio. Torniamo? Mi pare ovvio che qui non ci sarà alcuna cena e sinceramente mi sento molto stanca” provò Serena a smuoverlo vedendolo un po' troppo spaesato.

"S-Si..." mormorò Ash ancora massaggiandosi il capo, mentre Serena lo guidava fuori dall’acqua.

...

Quella notte Ash fece molta fatica a prendere sonno, ma una volta fatto non ci fu niente a disturbarlo. Dormiva pesantemente e profondamente, troppo sopraffatto dalla stanchezza che quella giornata caotica gli aveva portato, specie la serata.

Quando il sole segnò l’inizio di un nuovo giorno Serena era già sveglia, ma Ash non fu assolutamente in grado di svegliarsi prima del dovuto per fare colazione. Comprendendo la situazione la volpina andò da sola a mangiare e prese un po' di cibo da parte per darlo ad Ash una volta decisa la loro mansione giornaliera. Avrebbe mangiato non appena lasciata la Gilda.

Fu la sveglia Loudred a smuovere Ash dal letto, purtroppo rompendogli i timpani e mettendolo in uno status di irritazione estremo. Ora che era arrivato un nuovo giorno il suo malumore era totalmente incentrato sulla questione della sera precedente. Non era per la questione delle visioni, quello aveva ancora intenzione di parlarne a Serena. La vera irritazione era dovuta al piano che si erano preparati gli amici, probabilmente per alcuni scopi che lo legavano a Serena.

Un motivo in più per cui Loudred lo aveva seccato in modo maggiore svegliandolo e un motivo in più per cui il motto recitato dalla sua bocca sembrava più un monologo di un serial killer.

A salvare il suo umore però ci fu Serena, che con l’idea della colazione aveva azzeccato in pieno e salvò lo stomaco del Pokémon elettrico. Si trovavano vicino al pozzo all’incrocio delle varie strade e l’allenatore aveva appena inghiottito l’ultimo boccone.

“Pfui, grazie Serena!”

“Figurati” rispose lei semplicemente, anche se nella sua voce sembrava esserci quel pizzico di esitazione, dovuto evidentemente alla sera precedente e al quasi bacio.

“Ascolta...” Ash incominciò, doveva dirle ora di quelle visioni. Non poteva tenere per sé una cosa del genere, soprattutto se riguardava qualcosa che le succedeva. “Dobbiamo parlare di una cosa importante, un po' strana… Non è la prima volta che mi succ-...” Si bloccò di colpo notando una coda nera familiare scendere nel buco da cui iniziavano le scale per il Bar Spinda.

“U-Uh Serena ti spiace aspettarmi un secondo? Continuiamo dopo! Tu potresti andare a prendere alla Gilda a prendermi il nostro distintivo del Rango? L’ho dimenticato nella nostra stanza!”

Serena lo guardò con incertezza ma concordò lo stesso “O-Ok?”

“Grazie mille! Ci vediamo dopo! Sarò qui in giro!” concluse lui allontanandosi, mentre Serena tornò su per le scale che la conducevano alla base.

"Allora… che piano facciamo la prossima volta capo?" chiese Sandile mentre scolava un bibitone di Baccaprugna.

"Beh... l’ultimo piano è stato un fallimento. Ci siamo andati molto vicini ma credo che abbiamo esagerato sul finale e ora sospetteranno. Chatot mi sembrava abbastanza imbarazzato per l’accaduto. Dubito che ci aiuterà ancora” rispose Corphish.

“Beh non possiamo fermarci così! Prima o poi quei due dovranno scambiarsi qualcosa di più che sorrisi o coccole!” Disse con determinazione Salandit.

Bidoof annuì “S-Si ma come?”

Loudred portò la mano sulla testolina dell’amico e cercò di rassicurarlo "Dobbiamo solo studiare un piano capace di creare romanticismo ma allo stesso tempo non complesso"

Crougant fece un’affermazione che lasciò atterriti e spiazzati tutti “La stagione degli accoppiamenti è vicina...”

Zorua rizzò le orecchie con un sorrisetto furbo. In effetti poteva aiutarli a proporre molte idee. “Sarebbe un peccato non approfittarne" disse con saggezza "Potremmo portarli alla danza degli Illumise e i Volbeat..."

Sunflora arrossì di colpo, sembrando un po' imbarazzata a parlare di certi argomenti e toccare delle idee così profonde. Quegli appuntamenti e attività di norma erano per Pokémon più adulti e maturi oppure in una relazione già stabile.

Chimecho portò la manina sotto la bocca e pensò "E' una buona idea ma bisognerebbe sbrigarsi. La danza avverrà solo tra pochi giorni...” espresse con una certa apprensione.

Salandit incominciò a sbuffare spazientita. Non c’era davvero nessuna soluzione? “Sennò che altro potremmo fare?" domando a tutti ad alta voce cercando di coinvolgerli in un’unica riflessione di gruppo.

"Magari lasciarci un po' in pace?" sorprese tutti una voce familiare che li fece girare di colpo e trovarsi di fronte un Ash parecchio scuro in viso e seccato "G-GAH!" urlarono non aspettandosi la sua presenza improvvisa.

Se ne stava lì, con le zampe conserte e lo sguardo fisso ma duro. Ora si che poteva liberarsi da tutto lo stress che quella situazione gli aveva dato "Spiegatemi un po' che intenzioni avevate voi ieri sera..."

"M-Ma di cosa parli? N-Noi eravamo solo a fare una passeggiata temporanea per… una c-cenetta!" sudò freddo Corphish.

“V-Vero! Noi non a-abbiamo a-assolutamente c-chiamato Chatot a f-fare da vocalist per il v-vostro a-appuntamento sotto l-la luna sul lago n-no... no..." balbettò Bidoof stupidamente con fare estremamente diretto ma ingenuo.

Tutti i presenti lo guardarono allibiti, o almeno una gran parte. Gli altri si limitarono a fare un enorme facepalm di massa. "C-Cosa ho detto?" chiese il castoro.

"Allora eravate voi ad aver organizzato tutto questo, ci avrei giurato!" li accusò il Pikachu. Di norma non erano spaventosi ma l’umore di Ash li portava a temerlo un bel po' "Ma che vi è saltato in mente!?"

"N-Noi..." incominciò a parlare Sunflora cercando di spiegarsi ma troppo impacciata per continuare.

"Oh insomma, volevamo darvi una spintarella! Aiutarvi da buoni amici! Non è chiaro?" sbottò Salandit.

Ash li guardò come se avessero tutti fatto crescere una seconda testa sui loro corpi "Chiaro cosa?"

"Che tu e Serena siete innamorati! Cos'altro no?"

A tal risposta le guance di Ash divennero di un rosso più intenso del solito "N-non è vero! Che pensate! S-Siamo solo amici!” negò lui con una certa difficoltà.

"Certo… e allora spiegaci perché le tue guance si sono accese!” fece notare Zorua, per poi però dover dire per forza un pensierino perverso che aveva nella testa “E non solo quelle probabilmente" le arrivò una gomitata da Chimecho che la rimproverò con lo sguardo. Sperava intendesse solamente gli ormoni e non altro.

Non era il caso di peggiorare la situazione.

“E-Elettricità che non ho scaricato!" si difese l'allenatore.

"Eppure vi vediamo sempre appiccicati e il modo in cui vi parlate fa riflettere. Il tuo modo di guardarla poi… la osservi e fissi come se fosse la tua preda! Eh Pasanova?" lo stuzzicò Corphish.

Ash divenne sempre più rosso e non riuscì a non schizzare "P-PASANOVA!? I-IO!?"

“Come se ieri sera non avessi voluto chiudere quel distacco tra voi due e baciarla, lo abbiamo visto cosa stavate per fare. E non dire che chiudere gli occhi, avvicinarsi così ed essere sul punto di unire le vostre bocche sia solo un rituale d’amicizia...” sottolineò con una certa autorità Loudred.

"Siete anche compatibili nello stesso gruppo di riproduzione Pokémon! Lo so bene, ho controllato! I Pikachu e i Fennekin sono perfettamente accoppiabili!" aggiunse Sunflora.

"IO NON SONO INNAMORATO DI SERENA CHIARO!?" urlò Ash facendo girare incuriositi tutti gli ospiti della sala.

Bidoof alzò la zampina e cercò di fargli abbassare la voce "N-Non c'è bisogno di urlare di fronte a tutti! P-Persino Loudred è più calmo!"

"Ehi! … Aspetta... è vero" Mormorò Loudred pensieroso.

Ash provò in tutti i modi a non esplodere. Provava un imbarazzo così grande e stupore che le parole implodevano in gola ancor prima di uscire, facendogli solo emettere degli striduli "I-Io.. Se... v-voi-bas-smett-"

"Lo hai mandato in tilt... non hai esagerato? In fondo sono ancora giovani" disse Chimecho a Sunflora.

Citare l'accoppiamento non era stata proprio la scelta giusta. In effetti non serviva riprodursi per forza, la stagione egli accoppiamenti si basava in generale sul rapporto e nel loro caso non era forse il momento. E a quanto pare non erano nemmeno lontanamente vicini allo stare insieme visto il comportamento del Pikachu.

Ash riprese controllo della sua voce e dopo aver fatto un respiro profondo riprese a parlare con tono secco e grave "Ok, ve lo dirò un'altra volta: io e Serena non stiamo assieme..."

Gli altri Pokémon si guardarono negli occhi e poi risposero "Non ancora"

"E non staremo assieme" continuò lui con un po' di rimorso ma voce comunque ferma e decisa.

"Ma lo vuoi" risposero in coro, causando semplicemente il facepalm di Ash, il quale sentiva di non avere la forza di ritornare al punto di partenza e convincerli.

...

Intano Serena attendeva passeggiando avanti e indietro sul sentiero che portava al mare. Aveva fatto il suo ritorno alla Gilda e il loro distintivo non era nella stanza. Probabilmente Ash non aveva controllato bene nella borsa oppure voleva solo… che lei si… allontanasse?

Scosse la testa, non credeva fosse davvero così. Intanto le sue zampe si muovevano da sole. Più ripeteva lo stesso tratto, più si avvicinava di volta in volta alla baia. Aveva cercato Ash, ma all’incrocio non c’era e se fosse andata al Bar Spinda di sicuro Wobbuffet l’avrebbe convinta a fermarsi per un drink di bacche, cosa per cui non aveva il tempo in quel momento.

Dopo aver fatto il giro del borgo si era stancata e preso la decisione di aspettarlo lei, magari sarebbe stato lui a raggiungerla. L'unico posto che ancora doveva controllare era la spiaggia, ma temeva di perderlo di vista in caso fosse andata troppo lontana. Dalla spiaggia non era possibile vedere la strada principale.

Ci pensò su e alla fine decise di proseguire nonostante tutto. Era inutile restare lì, si sarebbero incrociati prima o poi.

Zampettò fino a toccare il terreno sabbioso e osservò intorno a lei, non trovando però nessuno. A quanto pare non si trovava nemmeno lì. "Niente, a volte mi chiedo cosa gli passi per la testa" sospirò lei avvicinandosi al mare. Il suo sguardo si bloccò sulle onde marine e rimase ad annusare la brezza appena salata. Era davvero un bel posto, peccato fosse in un altro mondo rispetto alla loro casa, altrimenti lo avrebbe seriamente considerato per una sistemazione futura.

I ricordi della sera precedente le ritornarono alla sua mente. Doveva ammettere che non aveva idea di cosa fosse accaduto o che era vicina a compiere. C'era una grande confusione in testa, il momento vissuto era stato talmente magico da annebbiarle la testa. Si sentiva in grande imbarazzo e sperava che Ash provasse la stessa confusione o meglio ancora avesse dimenticato.

In tutta franchezza, aveva sperato di mettere da parte momentaneamente i suoi sentimenti il più possibile, più di quanto non avesse fatto a Kalos e per un po' a Forsia. Questo perché in una situazione come quella non era l'ideale pensare al romanticismo. Si, voleva mettersi con Ash, ma i suoi sentimenti ultimamente l'avevano distratta troppo. Si sentiva ancora troppo debole, voleva migliorare ed essere utile. Questa esperienza le sarebbe servita un sacco per comprendere meglio i suoi Pokémon. Doveva sfruttare il tempo cercando di capirli, non di lasciare che i suoi nuovi ormoni da Fennekin prendessero il controllo. Se ripensava a come l'avevano fatta comportare...

"E' ora di concentrarsi!" si alzò sulle sue zampine dopo un ultimo sguardo al mare fece per girarsi...

All'improvviso un grosso muso si avvicinò e la squadrò a pochi millimetri da lei. Non fece nemmeno a tempo a capire cosa stava succedendo o a provare qualcosa, che un'improvvisa nube l'avvolse proprio nel momento in cui inspirò per lo shock. Il gesto le fece assorbire direttamente un ondata di quel gas tossico, facendole subito provare un blocco improvviso al petto che la fece cadere a terra. Arrivarono i primi gemiti una grossa tosse, mentre altro di quel gas le entrava man mano che cercava di respirare, peggiorando solo la situazione. L'ultima cosa che vide fu uno scaltro e scuro sorriso, per poi essere sopraffatta da buio.

"Ash..." fu l'ultima e forse unica cosa che il suo cervello riuscì a pensare in quel brevissimo istante di stasi.

...


 

Due occhietti cucciolosi osservavano il paesaggio, in piena pace e tranquillità. Rockruff stava scendendo il sentiero per andare in spiaggia, contento che presto avrebbe rivisto i suoi amici di fronte alla Grotta Marina. Anche se probabilmente avrebbe aspettato un po', visto il suo proverbiale anticipo.

Tutto ad un tratto l'odore di brezza marina venne scavalcato da qualcos'altro che si fece subito serrare le narici. L'impatto fu tremendo, ma per qualche ragione il suo istinto gli disse di riaprire il nasino e provare a capire che fosse. Diede una piccola e rapida annusatina che gli diede un enorme fastidio ma in qualche modo sopportabile. Per la seconda volta riaprì il naso e stavolta inspirò appena di più cercando di ignorare la puzza che un po' si confondeva all'odore di fumo. Gli sembrava una sostanza familiare, non del tutto naturale.

Forse un Pokémon? Eppure era stano, come mai spargerla così largamente nella zona?

Si avvicinò in direzione dell'odore, ma il suo istinto lo portò ad accucciarsi e fare piccoli passi quasi strusciando. Rimase accostato alla vegetazione e i massi per non farsi vedere e quando sentì un ondata decisamente più forte, come se fosse il nucleo del tutto, si fermò di colpo aggrappandosi al terreno. Non poteva tornare indietro, anche se ormai il suo corpo gli pregava di farlo talmente era fastidioso. Correre via però gli dava l'idea di metterlo nei guai.

Scorse appena la testa trattenendo il respiro e bastò una veloce occhiata per portarlo a ritrarre il muso di fretta, pensando di essere troppo esposto.

Parecchi metri più avanti si ergevano uno Skuntank, un Koffin e uno Zubat. Ai piedi del primo si trovava una Fennekin completamente stesa a terra, il suo berretto di fianco sulla sabbia.

Rockruff inarcò appena verso il basso le sopracciglia e allungò il corpo per vedere meglio. Il corpo della volpina era troppo immobile e innaturalmente floscio.

"Forza, è ora di andare. Dobbiamo cercare di evitare l'altra peste e incamminarci verso il Vulcano Gigante. E' abbastanza lontano per divertirci senza che ci dia fastidio nessuno" Sogghignò Skuntank "In caso contrario ci penserà la lava a sistemare i rompiscatole. Per quanto riguarda lei credo che per un po' di ore non ci darà problemi.

Rockruff sentì il corpo diventare pesante e allo stesso tempo le zampe intorpidite. Si girò e più piano che poté corse dietro ad un cumulo di rocce che nascondeva un pezzetto di spiaggia dalla vista dei tre e dal sentiero. Si sedette premendo la schiena contro la parete che creava il lato della salita de sentiero e rimase in silenzio.

Guardò attraverso un piccolo spiraglio tra le rocce e vide Skuntunk afferrare con la bocca la collottola della Fennekin, la quale ora si vedeva chiaramente priva di sensi. Il suo corpo era talmente floscio da dargli i brividi.

Di nuovo si rigirò e stavolta rimase in silenzio fino a che non sentì le minacce ormai sparite... attendendo il momento giusto per uscire e pensare a cosa fare...

...

"Ricapitolando... io e Serena non stiamo assieme... e non proviamo quel genere di sentimenti. Siamo A-M-I-C-I. Migliori amici e molto vicini, ma non troppo, non in quel senso..." aveva passato gli ultimi 20 minuti a spiegare la cosa agli altri compagni esploratori, con l'aggiunta di gestualità. Sembrava una lezione per piccoli bambini con dei ritardi mentali.

"Quindi... siete una coppia di soli amici?" chiese Bidoof con una cerca cautela e stato confusionario.

Ash annuì in fretta, cominciando a sentire l'improvvisa speranza che avessero capito "Esatto!"

"Ma allora siete una coppia!" esclamò Loudred riprendendo la parola traditrice e usandola contro Ash.

Stavano giocando la parte degli ingenui e forse all'inizio lo erano davvero, ma a quanto pare nell'ultimo scambio di dialoghi avevano cominciato a prenderlo per i fondelli.

"GAAAAHHH!! NO!!" si mise le mani in testa, se fosse stato umano tra i capelli. Ma chi voleva prendere in giro? Era l'ultimo a poter fornire spiegazioni se lui stesso non aveva ancora trovato una definizione confermata e sicura di ciò che provava. La questione gli stava solo mandando la testa in tilt.

"Ash..."

Si irrigidì di colpo sentendo una strana sensazione. Non era un brivido, più un gelo dentro.

"Cosa hai?" gli chiese Sandile notando la strana espressione.

"Io… scusate, ma devo andare" disse Ash defilandosi alla svelta dal gruppetto di amici, lasciandoli parecchi o confusi. Prima voleva rimproverarli e ora se la filava così?

Perché aveva avuto una sensazione di terrore all'improvviso? Non gli era venuta una visione ma aveva un bruttissimo presentimento. Doveva parlarne con Serena.

Una volta all’esterno Ash notò la mancanza di Serena. Non era ancora arrivata? Eppure era stato dentro al bar per un bel po'. Non volevo perdere altro tempo decise di correre subito alla Gilda e incontrarla lì. Tuttavia quando constatò che pure lì l’amica non era presente iniziò ad essere un po' confuso e preoccupato.

Tornò all’incrocio e passò per tutto il Borgo chiedendo se l’avessero vista e la maggior parte dei Pokémon risposero che sì, l’avevano vista proprio perché era stata lei la prima a cercarlo, tuttavia poi non si era più fatta viva. A quel punto non gli restava che tornare dove si trovava prima e provare a controllare alla spiaggia.

Per andare più in fretta attivo il suo Attacco Rapido, tuttavia l’usare la sua mossa in un attimo di distrazione lo fece sbattere contro qualcosa o qualcuno proprio nel momento in cui stava girando per prendere il percorso diretto alla spiaggia.

“Gah!" si lamentarono sia Ash che l’individuo contro cui aveva sbattuto.

“S-Scusa!” si scusò Ash aiutando il Pokémon ad alzarsi, ma con una certa velocità. “M-Mi spiace ma non ho tempo, sono di fretta..." Mentre mormorava quelle parole pensò a chiedere al Pokémon di fronte a lui se avesse visto Serena, visto che veniva proprio dalla spiaggia.

Però mentre stava per cambiare frase il cagnolino iniziò a parlare "A-anche io h-ho fretta! Dici che posso rivolgermi direttamente alla Gilda? E’ più vicina del commissariato e devo segnalare un rapimento" disse il Rockruff tutto agitato.

"U-Un rapimento!?" incominciò Ash a sudare freddo. Perché quelle parole lo stavano praticamente congelando? E’ vero che era altruista ma non dovrebbe dargli un certo effetto “Io sono un esploratore della Gilda...” gli disse innescando un’espressione sorpresa ma appena sollevata da parte di Rockruff “...Chi è stato rapito?”

"Una Fennekin” rispose immediatamente. In quell’istante il viso di Ash cominciò a diventare bluastro.

Rockruff provò a dare delle informazioni maggiori “Purtroppo non sono riuscito ad intervenire, erano tre Pokémon e io non sarei mai riuscito a sconfiggerli da solo. Ho pensato che sarebbe stato meglio aspettare e avvisare chi di competenza. Ho visto che la Fennekin era svenuta o comunque non si muoveva e l’hanno portata via… e... e-ehi ti senti b-bene?" balbettò trafelato il cuccioletto notando mentre stava finendo di parlare l’espressione del Pokémon che aveva di fronte.

“Chi è stato?” fu la domanda semplice ma scura di Ash.

Il cane deglutì ma non esitò a rispondere “Uno Skuntank, accompagnato da un Koffing e uno Zubat. Parlavano del Vulcano Gigante”

Sul volto del Pokémon di tipo Elettro si leggeva una rabbia immane e una grande paura. Arrabbiato e spaventato erano aggettivi riduttivi in confronto a quello che stava provando adesso. Sapeva che qualcosa non andava, avrebbe dovuto stare con Serena e confrontarsi con lei prima sulle sue visioni. Le orecchie basse e l’ombra del berretto che oscurava gli occhi erano quel qualcosa che impediva a Rockruff di leggere l’espressione del Pikachu, ma aveva intuito le sue intenzioni.

“Aspetta non vorrai... quello è un posto pericoloso pieno di insidie! Inoltre è molto lontano, per arrivarci devi fare tutto il giro della costa e arrivare a nord al litorale artificiale che collega l’isola del fuoco alla nostra terra!"

“Allora vuol dire che faccio a tempo a raggiungerli” rispose determinato Ash pronto a correre.

Rockruff si mise davanti a lui, sebbene non fosse ancora partito “Non è detto! Alcuni Pokémon richiedono passaggi a coloro che sanno nuotare. Ci sono alcuni tipi Acqua che garantiscono dei servizi ufficiali di trasporto e si fanno pagare per portare in giro chi necessita di cambiare zona attraversando il mare! Non ce ne sono tanti, anzi sono rari ma se hanno trovato il Pokémon disposto a trasportarli e pronto a tenere la bocca chiusa allora...”

“Da qui in poi ci penso io, grazie mille per le informazioni” rispose con tono un po' privo di emozioni “Ascolta, ho bisogno di un favore” Disse poi avendo avuto un pensiero improvviso.

Si tolse la borsa dal dorso e l’appoggiò in terra frugandoci all’interno. Tirò fuori un foglio e non disponendo in quel momento di qualcosa apposta per scrivere prese un sasso sporco di terriccio e scrisse come meglio poteva un messaggio.

Finché i suoi compagni della Gilda e i superiori avessero creduto che fosse in missione in un posto un pochino lontano con Serena non ci sarebbero stati problemi. Però in caso contrario…

“Dovresti lasciare questo alla porta del Capitano Wigglytuff oppure in un posto della Gilda frequentato dai suoi membri. Una camera, alla soglia di una porta o un punto di riunione. Non devi farti vedere. Se non mi vedi però alla spiaggia entro 5 giorni avvisa la Gilda di ciò che è davvero successo. Ok? Posso fidarmi?”

Il Pokémon di tipo Roccia inizialmente fu un po' restio dal rispondere, non aspettandosi una domanda simile o tanta fiducia nei suoi confronti. Era un compito abbastanza importante e forse un po' troppo grande per lui, sarebbe potuto finire in guai seri. Però sapeva che era la cosa giusta da fare e non aveva molta scelta al riguardo. Doveva aiutarlo “Si!” Annuì deciso spostandosi appena per lasciar passare Ash con tranquillità.

Anche Ash a quel punto annuì “Grazie di tutto” e partì con un Attacco Rapido, diretto verso nord, sempre costeggiando il mare. Forse la rabbia gli aveva impedito di perdere il controllo o di urlare, ma sapeva che era meglio così. Avrebbe dovuto tenere alto il livello di furia, perché a breve gli sarebbe servito…

Passarono le ore. Il vento soffiava sul muso di Ash, sbuffandogli polvere e cenere addosso. Il mare intorno a lui scorreva veloce, ma le sue zampe erano salde sul dorso di un Mantine che si era reso disponibile ad accompagnarlo. La fortuna era l’aver ricevuto aiuto spontaneamente. Probabilmente la richiesta disperata di Ash al gruppo di Mantine, che riposavano in una baia, era stata così sincera da averli colpiti e portato uno di loro ad offrirsi in aiuto. Ciò però non impedì ad Ash di offrire al Mantine una piccola ricompensa per ringraziarlo del gesto.

Il Pikachu non si fermò lì, dalla spiaggia corse fino al vulcano e continuò con Attacco Rapido a percorrere il Dungeon. Sapeva che il rischio di attirare dei Pokémon aggressivi era molto alto, ma non gli interessava. L’unica cosa che aveva in testa era raggiungere Serena più veloce che poteva ed evitare che le sue visioni si avverassero. In caso contrario non sapeva come avrebbe reagito.

Alcuni Pokémon ostili furono evitati ancor prima che potessero provare ad ostacolarlo, altri riuscirono a mettersi sulla sua strada ma non esitò a battersi con nessuno.

Non demordeva, combatteva con tutte le forze le avversità che provavano ad ostacolarlo. Era determinato, le sue guance erano di un color rosso intenso e incandescente così come le scintille bluastre che stava emanando. Ma soprattutto era arrabbiato, più incandescenti delle sue guance erano i suoi occhi. Sembravano bruciare e divampare di una forza sconosciuta, non erano feroci stavolta, ma erano arrabbiati e furiosi come se inducessero all'obbedienza.

"Intruso Intruso!" boccheggiò qualche Pokémon fuoco che stava nei dintorni ma era come se gli attacchi rimbalzassero sulla foga di Ash che attaccava incessantemente, senza dar tempo a nessuno di reagire. Non erano lotte Pokémon per divertirsi, queste erano solo intralci che lo rallentavano a salvare Serena.

"LEVATEVI DAI PIEDI!" Lo sentirono urlare mentre scagliò un Tuono al suolo che sollevo un polverone e permise lui di infiltrarsi verso un passaggio che lo portava al piano superiore.

Appena il suo muso sbucò in largo stanzone davanti ai suoi occhi si manifestarono decine di Pokémon di tipo Fuoco. Si girò per guardare dietro di lui dove aveva sentito un rumore e vide altri Pokémon che si erano posizionati lì per non farlo fuggire. Doveva essere un covo di Pokémon, probabilmente messo all’allerta dal trambusto fatto durante il tragitto.

C’erano dei Pyroar, degli Slugma e Magmar, un Flareon, un Emboar, un Simisear, un Tortunator e qualche Houndoom.

"Di qui non si passa!" urlò un Magmar vicino a lui. Sembrava parecchio arrabbiato e sicuro che non avrebbe avuto modo di continuare.

L’allenatore inizialmente digrignò i denti e si tirò appena indietro con la testa, rendendosi conto della massa di Pokémon che avrebbe dovuto affrontare da solo. Tuttavia le sue paure furono presto sostituite dall’adrenalina e l’arrabbiatura "Fammi passare!" ringhiò lui.

"Hai causato un macello, disturbando la quiete di tutti!” lo rimproverò Emboar. Il pensiero comune di quei Pokémon però era che di certo non avrebbero esitato ad attaccarlo in ogni modo appena giunto lì.

La sua reazione fu rapida e lanciò il primo attacco, colpendo in testa con la coda un nemico dopo l’altro. Alcuni si scagliarono contro di lui ma gli bastò schivare all’ultimo lasciandoli scontrare.

Il topo strinse i denti, nessun Pokémon si sarebbe intromesso tra lui e la sua amica. Normalmente avrebbe cercato un compromesso ma in questo caso sapeva che era anche inutile ragionarci con loro e non aveva tempo prezioso da perdere. “...E va bene…”

"Facciamo in fretta" si scrocchiò le dite Simisear per poi saltare all’attacco. Ash partì subito con un Attacco Rapido per contrastarlo e lo prese dritto nello stomaco come una cannonata. Simisear venne slanciato via, ma improvvisamente un Lanciafiamme arrivò da dietro il Pokémon Elettrico, il quale per evitarlo dovette buttarsi a terra e rotolare.

Appena si sentì salvo dal quella mossa si rimise in piedi ma un Riduttore improvviso lo colpì da dietro nella schiena. Sembrò fermarsi tutto di colpo, le orecchie di tutti parvero udire un *crack* e si fermarono vedendo il Pikachu a terra.

I secondi che spesero a guardare però costarono loro cari, in quando il topino riuscì a rimettersi in piedi miracolosamente e a saltare in alto. Probabilmente in un caso normale sarebbe rimasto steso a terra con la schiena a pezzi, ma l’adrenalina lo stava portando a reagire senza sosta e combattere come mai prima. Si buttò in picchiata verso un Turtonator che tentò di preparare un Gusciotrappola ma non riuscì a girarsi in tempo.

"Turtonator!" gridarono gli Slugma ma Ash li fulminò al volo con un potente attacco Tuono che non permise loro di attaccarlo. Stava grondando di sudore, ma questa sensazione che provava dentro… un ardore che lo spingeva a muoversi e attaccare… era inarrestabile.

“Vi ho detto… di lasciarmi… passare!!” saltò di nuovo più alto che poté e caricò tutta l’elettricità che poteva nelle sue sacche, per poi rilasciare un Tuono dalle fattezze incredibili, talmente forte da stendere tutti i presenti nella stanza e metterli fuori gioco abbastanza da dargli la possibilità di proseguire e sparire dalle loro viste.

Improvvisamente spuntarono un Graveler e un Magmortar, probabilmente attirati dall’enorme frastuono e le ripetute esplosioni. Si era chiesto in effetti come mai non ne fossero giunti altri di Pokémon del Dungeon.

"Graveler forza! Usiamo i nostri attacchi migliori!" ordinò il Pokémon di tipo Fuoco.

"Si!" eseguì il Pokémon roccioso.

Un Pietrataglio seguito da un altrettanto potente Fuocobomba si muovevano a velocità impressionante contro il topo elettrico. I due colpi erano sempre più vicini e doveva evitarli assolutamente o sarebbe stato messo K.O. Non poteva arrendersi così dopo tutta la fatica fatta per arrivare fin qui, dopo tutti i Pokémon che aveva dovuto sconfiggere e con Serena ancora in pericolo.

Non poteva bloccare il tutto ma poteva sfruttare a suo favore le carte avversarie.

Ash giocò d'astuzia e sfruttando una sua vecchia idea dai tempi di Kalos saltò di sasso in sasso con la coda e le zampe, acquisendo terreno sui suoi avversari e schivando agilmente con una piroetta la stella di fuoco che si spense nell'aria.

"COSA!?" urlarono i due Pokémon stupefatti "Come ha fatto a schivarli!?"

"Non serve essere i più grandi, grossi, veloci o potenti! Io ho la determinazione e sfrutterò ogni cosa per vincere!!" urlò a sua volta Ash lanciando un ultimo potente Tuono che colpì entrambi talmente forte da metterli definitivamente fuori gioco.

Era fatta… Ash aveva letteralmente compiuto un impresa sconfiggendo da solo un intero covo di Pokémon e si stagliava nella sala come un potente guerriero sopravvissuto ad un esercito. “Vi servirebbe un allenatore...” mormorò ironicamente, ma non c'era tempo di festeggiare. Aveva ancora una missione da portare a termine.

...

Serena aprì leggermente gli occhi, sentendo un calore improvviso addosso. Subito i suoi occhi colsero una marea di rosso. C’era rosso ovunque, con l’aggiunta di altre colori caldi, in particolare un marrone accesso.

I suoi pensieri erano offuscati ma la sua prima reazione fu quella di provare ad alzarsi di colpo, subendo solamente una fitta all’addome che la portò a tossire pesantemente “*coff coff*” Non riuscì lei a trattenersi.

“Ben svegliata principessa” una voce le parlò, ma subito provò una certa diffidenza.

Provò di nuovo ad alzarsi per indietreggiare anche se vedeva sfocato ma finì per inciampare e ricadere all’indietro “*coff*” tossì di nuovo.

“Principessa… non devi spaventarti, siamo anche stati così gentili da portarti in un luogo che potesse essere a tuo agio! Qui è tutto un calore” sogghignò di nuovo la voce e a quel punto un piccolo flash apparve nella mente di Serena.

Cominciava a ricordare cosa fosse successo. Era stata stordita da un attacco e messa fuori gioco da qualcuno e ora che ripensava al suo aspetto era sicura di chi fosse. La sua vista diventava man mano più a fuoco e riconosceva la massa viola e pelosa di fronte a lei “Stammi lontano *cough*”

“Vedo che la mia tossina è ancora nel tuo corpo, ci vorrà un po' prima che tu possa liberartene. Un altro dei motivi per cui abbiamo scelto un luogo con mancanza di acqua” disse Skuntank con furbizia. “Non credo ci voglia un genio per capire del perché ti abbiamo portata qui”

“Credo di saperlo bene...” rispose freddamente lei “Ma non perché proprio in questo luogo”

“Pensavo che sarebbe stato molto più… romantico e caldo” provo a farsi capire con qualche modo di dire “E ovviamente perché avevo bisogno di sfruttare la tossina che non ha ancora smaltito il tuo corpo… inoltre conosco l’ambiente ed è lontano da Borgo Tesoro" sorrise beffardo Skuntank. “Tu invece quanto puoi resistere? Per quanto ti avvantaggi essere un tipo Fuoco il tuo corpo non può sopravvivere senza acqua, inoltre le tossine in un ambiente del genere di certo non ti aiutano a smaltirle, ti continuerebbero a danneggiare. Faresti una fine lenta ed estenuante” commentò non sembrando poi tanto dispiaciuto, ciò che davvero la spaventava. “Io ho l’acqua e basterebbe fare a turni per tenerti qui buona mentre gli altri si rinfrescano”

Dopo un attimo di silenzio riprese "Però una soluzione a tutto questo ci sarebbe… per evitare le maniere forti…" iniziò lui anche se sapeva che la Fennekin non aveva bisogno di farselo dire “Ovviamente se accetti di diventare la mia...”

“SCORDATELO!" ringhiò lei rifiutando sotto ogni circostanza di cedere ai desideri di Skuntank. Non era un giocattolo. "Non ve la caverete cosi facilmente. Vedrete che..."

“Che cosa? Che il tuo ragazzo possa aiutarti?” la prese in giro Zubat notando l’espressione seria di Serena al riguardo. A quanto pare ci credeva davvero, anche se i dubbi c’erano nella sua testa.

“Arh arh arh! Questa è buona!” iniziò Koffing a ridacchiare.

Skuntank sbuffò con un ghigno e si avvicinò “Desolato cocchina, ma non credo riuscirà ad arrivare qui in tempo. E’ molto distante e anche se fosse già nel vulcano ci sono pericoli dietro ogni angolo” Iniziò a camminare un po' a caso mentre parlava “Il terreno è instabile. Ci sono dei punti dove basta appoggiare la zampa per far sgretolare il terreno e finire sommersi dalla lava o cadere in una pozza incandescente. Solo chi è già esperto o abituato al luogo sa che punti evitare e come muoversi in questo ambiente. Finirebbe carbonizzato in un istante”

Le lanciò un’occhiata “Inoltre qui è pieno di Pokémon aggressivi; sarebbe massacrato”

Serena fece il possibile per rimanere arretrata ma il corpo massiccio di Skuntank continuava ad spingerla verso la grande parete della cava di fuoco. A passi lenti si spostava indietro e si sentiva sempre più in trappola.

Sapeva per certo che Ash la stava cercando, però in effetti aveva dubbi su come sarebbe arrivato fino a lì in tempo. Era fenomenale ma non onnipresente.

Il fumo era ancora in circolo nel suo sangue e sapeva che gli effetti sarebbero solo peggiorati sforzandosi, ma non poteva assolutamente lasciare che quei tipi facessero come volessero con lei. Provò a stare in piedi in equilibrio, sebbene la sensazione era di avere attaccati pesi ovunque.

"*Cough* Devo fare qualcosa... devo..." dalla preoccupazione passò istintivamente ad uno stato di determinazione e subito si lanciò all'attacco con Lanciafiamme.

Skuntank rimase sorpreso e con una certa fretta si spostò per schivare il colpo, senza per preoccuparsi troppo. Sembrava che anche in caso fosse stato colpito non avrebbe subito grandi danni. Si girò osservando il Lanciafiamme sparire nel nulla e poi rivoltò la testa verso la volpina che notando il suo sguardo malizioso balzò verso il lato del nemico.

Le faceva ribrezzo quello sguardo, ma doveva reagire per non farsi contrastare. Aveva detto che sarebbe stata utile per Ash, non poteva essere sopraffatta in quel modo, tanto meno voleva essere oggetto del desiderio in quel modo di un tale Pokémon.

Attinse alle energie ormai sempre meno presenti e con un grosso sforzo trattenne la tosse.

"PRENDI QUESTOOO!!!" gridò scagliando un altro Lanciafiamme con rapidità, riuscendo a centrare il bersaglio con abbastanza potenza da farlo ribaltare. A quel punto iniziò un altro colpo di tosse e le sue zampe posteriori iniziarono a tremare, costringendola a piegarle appena.

"Capo!!" gridarono i due sgherri andando verso il loro boss, il quale però non sembrò intenzionato a farsi aiutare. Si rimise sulla sue zampe e scrollò appena il pelo scuro per la bruciatura. I suoi occhi incrociarono quelli di Serena, la quale sentì un brivido percorrergli lungo tutta la schiena.

Improvvisamente l'aria era diventata più afosa e la pesantezza difficile da sopportare. Non era solo l'habitat, il quale per di più sarebbe dovuto essere a favore di un tipo Fuoco come lei. No, era quell'aria che emanava Skuntank. Aveva un non so ché di terribilmente inquietante.

"Ogni attacco che lanci è sempre più forte" commentò lui con testa bassa, formando però un ghigno evidente "Ma per me il calore dei tuoi attacchi che lanci diventa sempre più piacevole" ridacchiò.

Serena digrignò appena i denti, sentendosi messa alle strette. Non era arrabbiato... era peggio... quasi incoraggiato.

Sentì un'altra fitta prenderla e iniziò a tossire. Di nuovo il corpo voleva accasciarsi per il peso che provava.

"Perché continui a ribellarti? Non faresti prima ad accettare tutto? In fondo ti sto solo chiedendo di essere la mia ragazza" provò lui a dialogare per abbassare la guardia della Fennekin, la quale però aveva ben capito il suo gioco e nonostante le sue ribattute rimaneva all'allerta.

"Attaccarmi, rapirmi ed esasperarmi... per non parlare di rapirmi e portami qui. Non mi pare proprio una richiesta, che comunque ho già rifiutato. Non vi lascerò fare quello che volete, non ho intenzione di accettare le tue advance, né ora né mai. Puoi attaccarmi quanto vuoi ma non cederò solo perché questo è il tuo desiderio e per quanto le cose per te sembrino divertenti io continuerò lo stesso a resistere perché è la cosa giusta da fare" disse lei con il muso che esprimeva una ferma serietà.

Skuntank rimase in silenzio, osservandola mentre parlava. Koffing e Zubat ridacchiavano appena ma stranamente il loro capo non faceva altrettanto.

"Per te sarà un gioco, ma sei troppo sicuro di avere la vittoria in pugno e della riuscita del numero magico dei tuoi dadi... ma io attaccherò fino a che i tuoi dadi non saranno distrutti completamente" aggrottò le sopracciglia, dimostrando un certo ardore nelle sue iridi "E allora vedremo se per te sarà ancora divertente quando ti avrò battuto a forza di resistere"

Il viso del Pokémon moffetta diventava sempre più scuro, il fatto che non reagisse alle provocazioni aveva iniziato a preoccupare i suoi compagni, ora zitti e quieti. Avevano un brutto presentimento sulla questione.

Serena si chinò appena in posizione d'attacco "Non mi arrenderò mai fino alla fine!!" dichiarò poi in un grido di battaglia. Scagliandosi contro il nemico.

A quel punto anche Skuntank scattò, tenendo un ghigno scuro e quasi innaturale sul muso. Non si capiva se era davvero intenzionato ad attaccare o no, sembrava ancora in un certo senso diretto al gioco, eppure qualcosa cominciava a mutare.

Non proferiva parola dalla sua bocca, vi era solo un continuo scambio di attacchi tra lui e la volpina, in un certo senso molto ambigui. Sembravano ricordare una danza per i movimenti del maschio, che pareva volerla solo fermare e non proprio attaccare in un primo momento, fino poi a prendere sempre di più una vena aggressiva.

"Smettila di scappare..."

"Non mi arrenderò!"

"Sei proprio una tipetta..."

Il corpo del tipo Veleno-Buio iniziò ad emettere una strana aura oscura.

"Non ho intenzione di mollare!!"

Aumentò sempre di più.

"Così mi fai solo divertire di più..."

Gli occhi di Skuntank iniziarono a divenire sempre più ossessionati.

"COMBATTERO’ CON TUTTE LE MIE FORZE!"

"FINISCILA DI FUGGIRE!"

Il ruggito di Skuntank intimorì sia Serena che i compagni, ma il suo urlo venne ben presto sommosso...

"Arrrrrghhh!!!!" Serena si scagliò con tutte le sue forze verso il Pokémon, una delle sue zampine divenne improvvisamente bianca e il suo scatto prese completamente alla sprovvista il rivale che non riuscì a difendersi. La zampina si scontrò contro il muso nemico e il bagliore saettante permise a Serena di fare poi uno scatto indietro e di mettersi a distanza di sicurezza per un momento.

Calò un silenzio tombale, si sentiva solo il flusso delle cascatelle di lava, persino le bollicine bollenti avevano smesso di scoppiare. Zubat e Koffing rimasero parzialmente sconvolti e si impietrirono di fronte al silenzio emanato dal loro capo, ora con la testa rivolta appena in alto e di lato, coperta quindi alla visuale per via dei suoi ciuffi.

L'ammasso di energia oscura divenne sempre più constante e iniziò a diffondersi attorno a Skuntank. Non sembrava venire dall'esterno, ma dal suo corpo. Forse erano le sue tossine? O la sua aura che pareva venire allo scoperto talmente era la sua intensità?

Il silenzio fu rotto dall'improvvisa risatina malata del Pokémon che pian piano iniziò a raddrizzarsi.

"Ah...”

“Ah... ahah…”

“Ahahahah… ahahhahahahah!!! MUAHAHAHAHAHAHAH!!" quando l'angolo del suo capo fu di nuovo abbastanza normale si vide il chiaro taglio sulla guancia prolungato fino al muso del boss del team Teschio. Sembrava essere appena sanguinante, ma di certo nulla di così estremo.

Tuttavia qualcosa sembrò scattare improvvisamente nel corpo del cattivo. le sue pupille si restrinsero e aguzzarono in mezzo alla grande massa bianca dei suoi occhi ora molto più feroci ed espansi. Il suo sorriso prima maniacale divenne un misto tra un ghigno e una smorfia di pura rabbia, messa sempre più in esalto dalle fauci scoperte. Gli artigli erano espansi al massimo, il pelo era ritto e la sua massa sembrava molto più imponente di prima, anche se non era cambiata.

Koffin e Zubat si tirarono appena indietro e cercarono di allontanarsi dalla scena, completamente terrorizzati, mentre Serena rimase agghiacciata dove si trovava. Al minimo passò che provò a fare un altro colpo di tosse la bloccò, rendendole possibile solo di distogliere un momentino lo sguardo dalla figura in avvicinamento che di nuovo la bloccò completamente guardo si incrociarono di nuovo i loro occhi.

Il nemico si gettò contro di lei con una velocità tale da impedirle di reagire e una zampata la prese in pieno scaraventandola a terra e facendola rivoltare più volte su se stessa. Non le diede tempo di rialzarsi e o fermarsi del tutto che un’altra zampata la colpì e di nuovo la fece volare a metri di distanza, sempre però a raso terra, facendola così strusciare sul pavimento ruvido.

“A-Ah...” Provò lei a rimettersi almeno dritta sulla pancia ma un ulteriore colpo la prese al fianco e, sebbene lo spostamento fu molto minore, stavolta volò appena più in alto, risultano così molto più doloroso l’impatto.

Il suo corpicino cadde al suolo, ma questo non segnò per nulla un attimo di tregua anzi, in quei pochi frangenti in cui aprì uno dei suoi occhi vide con orrore e paura Skuntank che si preparava ad un ulteriore attacco.

"TI DISTRUGGOOOOO!!!!" Urlò con una rabbia e ferocia tale da far addirittura cadere qualche sassolino dal soffitto. La sua carica iniziò e prima ancora che Serena potesse rialzarsi e muovere un muscolo fu travolta dal nemico e scaraventata insieme a lui decine di metri più indietro rispetto a lei, finendo direttamente contro la parete della grotta situata al centro del vulcano.

L'impatto fece tremare tutto e crollare alcune rocce, delle crepe si formarono nella parete alle spalle di Serena, la quale ora si trovava completamente schiacciata tra il terreno ed essa,

Il suo corpo era a pancia in su, ma era poco ciò che rimaneva libero. Alcune rocce uscite direttamente dal terreno la circondavano e sopra i lei si trovava Skuntank, il quale premeva con le sue grosse zampe sul corpo della volpina. Un arto posizionato sul torace e l'altro sullo stomaco della Fennekin, mentre tutto il corpo e le zampe posteriori facevano da flessori per sporgersi in avanti e fare pressione con tutte le sue forze.

Provò a ribellarsi appena ma durò tutto pochi istanti. I danni subiti e la forza del Pokémon rivale erano devastanti "Ferma" fu l'unica cosa che disse lui, ma stranamente efficace.

Le mancava il respiro, non riusciva ad inalare aria talmente la pressione era esercitata addosso a lei. Sentiva gli artigli del nemico aggrappati saldamente a lei e sapeva che pian piano si sarebbero stretti. Dietro di lei iniziava a formarsi un solco mentre il suo corpicino veniva spinto all'interno del terreno.

Non voleva più corteggiarla, voleva distruggerla davvero e ci stava riuscendo. Il suo corpo non poteva resistere oltre, ben presto sarebbe ceduto, la prova era l'immobilità ormai di ogni parte di sé, il respiro assente e la sensazione di essere completamente fatta a pezzi. Non aveva più forze...

"A-A… A-A"

Raccolse l'ultimo briciolo di voce, sperando o pregando che chiunque la aiutasse... che fossero i due sgherri magari impietositi, uno sconosciuto, amici della Gilda.... o Ash...

"AIUTOOO!!!"

Proprio quando le zanne di Skuntank erano a pochi centimetri da Serena si sentì una ventata improvvisa che portò il Pokémon a fermarsi e sorprendentemente qualcosa collise contro il tipo Buio e Veleno, spingendolo decine di metri più lontano. Sembrava fosse un Pokémon che si era scagliato dritto contro il lato di Skuntank e gli aveva dato una testata poderosa.

Skuntank continuò a ruzzolare lontano fino a che la sua testa non incontrò un macigno che lo fermò e lo fece rimanere a terra tramortito.

*SBAM* si sentì il rumore dello scontro tra il nemico e il masso, mentre ancora in aria il salvatore di Serena veniva appena sfiorato dalle piccole scie di polvere causate.

La volpina dovette rilasciare un respiro improvviso e subito inspirare abbastanza velocemente, con una certa foga, come se a sua vita dipendesse da esso… cosa abbastanza vera. La quantità di aria improvvisa le fece male all’addome ma non era nulla in confronto al sollievo e la gioia immensa che provò al cuore quando riconobbe Ash di fronte a lei.

Il suo sguardo era così determinato e deciso…

"C-CAPO!?" gridarono i due sgherri, i quali però fecero appena a tempo a girare le facce su di lui. Egli toccò il terreno con una zampa e, dopo aver fatto mezzo giro su se stesso senza fermarsi nemmeno un istante nella stessa posizione, appena fu rivolto verso di loro scagliò il suo Tuono già caricato nel momento della caduta.

L’enorme energia elettriche li avvolse e li stese in un secondo, lasciandoli di sicuro molto storditi.

“V-V-Vedo i C-Cleffa..." cantilenò Zubat prima di stramazzare completamente addosso al compare.

"A-A-Ash *cough*?" lo richiamò lei con voce rauca ma provando a sorridere. Non erano allucinazioni per il caldo e la mancanza di aria, era davvero lui.

Subito l’amico si precipitò al suo fianco e l’aiutò sia a liberarsi che a stendersi sul terreno. Notava la preoccupazione nel suo sguardo, ma sembrava coperta da tanta rabbia e determinazione “Scusami se ci ho messo tanto” le disse con voce confortante e calda.

Gli bastò uno sguardo veloce alle ferite che aveva Serena sul corpo a farlo implodere letteralmente. Se da una parte si odiava per aver lasciato che le sue visione diventassero realtà, allo stesso tempo odiava quei tre, soprattutto Skuntank. Vederlo addosso a lei, che le faceva del male lentamente ma intensamente con quei suoi sporchi artigli lo faceva ribollire. L’avrebbe pagata cara…

"Ora ci penso io… tu riposa" si staccò da lei, dandole prima però una strusciatina con la testa contro la sua.

Era una bomba ad orologeria, avrebbe ripagato Skuntank di ogni singolo graffio addosso alla sua amica.

"C-Chi osa?" si alzò sulle sue zampe il moffettone infuriato, i suoi occhi alla ricerca del colpevole. "Tu..." sibilò a denti stretti.

Ash non si lasciò intimorire minimamente dal tono del nemico "Credevo di esser stato chiaro sulla faccenda. Se solo tu o un altro di voi avesse osato toccare la mia amica... vi sareste dovuti tutti preparare a passare dei guai... dei guai molto grossi..."

"Io non prendo ordini da nessuno, specie da un soldo di cacio come te... e inoltre non credere che mi sia dimenticato quello che è successo una settimana fa... mi hai disonorato davanti a tutti e questo non te lo posso perdonare" rispose ferocemente la puzzola.

"ONORE!? Con che coraggio vieni tu a parlarmi di onore quando sei il primo che si diverte a compiere cattiverie e meschinità come se niente fosse!? Rapinate Pokémon innocenti, vi prendete i meriti degli altri e infastidite chiunque! Ma soprattutto arrivate a aggredire, rapire e torturare qualcuno senza il minimo ripensamento! Questo non è il valore di una squadra di esplorazione! Una squadra di esplorazione dovrebbe aiutare chi ne ha bisogno, non il contrario!” gridò lui con rabbia “E soprattutto vivere godendo nell’urtare qualcun altro non arriva nemmeno nel minimo stardard di un essere vivente! Non avete onore, rispetto o dignità! Siete solo dei luridi vermi!" sbottò il Pikachu non riuscendo più a controllare la sua bocca. C’era un tale veleno nella sua voce da intimorire e far vergognare anche Zubat e Koffing, i quali avevano da poco ripreso i sensi ma se ne stavano in disparte.

Skuntank iniziò a ridere con ferocia "Puah, che paroloni! Vuoi un consiglio spassionato? Anche se probabilmente non ti servirà a niente dato che presto affonderò i miei denti su di te... il mondo è dei furbi; solo coloro che lo sono possono sopravvivere perciò ti devi ingegnare e cercare di esserlo più di loro. Bisogna sfruttare chi è più debole, solo così ti puoi affermare e diventare il migliore, ovvero chi ottiene quello che vuole”

Rilasciò un sogghigno schifato in direzione dei suoi compari “Sei proprio come quei due… anche loro erano degli stupidi idealisti! Ma alla fine sono inutili!”

Koffing e Zubat divennero dei blocchi di ghiaccio. Era vero, Skuntank li aveva cambiati e spesso sfruttati, ma vi erano state volte in cui sembrava tenere a loro… avere a cuore nel profondo della loro amicizia, se così si poteva definire. Sembrava diverso, totalmente. Il suo sguardo, parole, aspetto e animo.

Ash non poteva credere a tali parole, il mondo dei furbi? Insultare i propri compagni? Digrignò i denti e si mise sulle 4 zampe "Tu, lotta con me. Ora" Non aveva altra scelta. Doveva fargli capire tutto attraverso una lotta, fargli comprendere che sbagliava. In caso contrario almeno sconfiggerlo e permettergli di fuggire con Serena.

"Molto volentieri” rispose lui mettendosi in posizione, gli artigli ben saldi nel terreno e le fauci spalancate “Così ti farò capire cosa significa sfidarmi”

Topo e moffetta si studiavano girando in cerchio, nessuno voleva dare il tempo di agire all'altro, ed entrambi erano pronti ad azzuffarsi. Poi la puzzola decise di attaccare e fece un salto in direzione di Ash, il quale schivò di qualche centimetro in modo da poterlo attaccare da vicino con Tuono.

Tuttavia Skuntank giocò sporco e con una zampata lanciò in faccia al topo della cenere bollente e lo portò mettere le zampe sul volto e urlare “Gargh!!”

Subito un’altra zampata lo colpì sul capo e lo sbatté in terra, facendolo rivoltare più volte su se stesso e lasciandogli un segno di graffio nella soffice pelle gialla.

"L'avevo detto che il mondo è dei furbi!" rise Skuntank "Maledetto..." sibilò Ash cercando di reagire ma la cenere gli bruciava ancora e impediva alla sua mente di ragionare e di cercare una soluzione. Chiuse gli occhi volutamente e rimase in silenzio senza muoversi.

"A-Ash..." lo implorò Serena da lontano.

Skuntank saltò di nuovo verso di lui per colpirlo ancora ma come si avvicinò il suo corpo fu preso in pieno da una scarica elettrica che lo immobilizzò e lo fece indietreggiare “GAAAARGH!”

"Mi avrai anche limitato la vista ma ho ancora le orecchie e soprattutto l'olfatto! Ho dovuto adeguarmi alla puzza di zolfo in questa zona ma alla fine ho capito dove eri e ti ho riconosciuto! Avere un odore così caratteristico di tuo è un vantaggio anche per me!" sorriso sempre con gli occhi chiusi, aspettando qualche momento ancora per far riposare gli occhi.

"Grrr.… AHHHHHH!!!!” Si arrabbiò e lanciò un Fangobomba. "Prendi questo e questo e questo!" urlò la puzzola continuando a bombardarlo di palle di fango ma Ash le schivava tutte.

"Maledizione! Sta ferm...gahhhh!" urlò dalla rabbia e poi dal dolore ricevendo una feroce codata sul muso da parte del Pokémon che lottava brutalmente ma con molta abilità.

“Ne vuoi ancora?" disse Ash tornando in posizione pronto a colpire.

Skuntank non osò calmarsi, continuò a reagire furiosamente e la sua ferocia stava tornando come quella che lo aveva dominato negli ultimi momenti dello scontro con Serena. Non reagiva più a parole, solo con le sue mosse e gli attacchi molto crudeli.

L’allenatore sotto forma di Pokémon dovette rallentare un momento, completamente scioccato nel vedere la massa di Skuntank circondata da una strana energia oscura che faceva venire i brividi. Di fronte a quella vista gli venne un attimo di esitazione e fermò la corsa.

Fissava dritto negli occhi il rivale che avanzava in maniera lenta ma intimidatoria, sembrava quasi che fosse in balia di un qualcosa a guidarlo. Era totalmente accecato dal rancore e dall’oscurità. Il silenzio che c’era nella stanza era inquietante. Si sentivano la lava e i passi di Skuntank, poi il resto era tutto insignificante.

“ROOOOAAAAAAAAAHHHHHHH!!!” la ripartenza fu impressionante, il suo scatto prese in pieno Ash e lo buttò a terra violentemente dando poi la chance a Skuntank di rilasciare la sua tossina addosso all’allenatore.

Il tanfo era pestilenziale e gli sembrò addirittura di morire respirando tutta quell’immissione di gas.

La dose continuò ad aumentare e il veleno iniziò a spargersi non solo addosso a lui ma anche per il resto della zona. Serena, Koffing e Zubat furono costretti a riparare le loro teste a terra, ma serviva a poco perché non poteva impedire loro di respirare quell’odoraccio. Nemmeno lee ali di Zubat che sbattevano con forza riuscivano ad allontanare la nube.

La volpina voleva fare qualcosa ma non riusciva, già il suo corpo era debole… le minime tracce di quella tossina stavano peggiorando il suo stato aggiungendosi a quella che aveva già in corpo.

Sembrò passata un’infinità quando Skuntank si fermò e ancora di più quando la nube sparì, curiosamente però lasciando posto ad un rumore di lava che scorreva più intenso.

"*Anf*..." boccheggiò la puzzola aspettandosi di trovare il suo nemico sconfitto. Invece al posto della nube trovò Ash in piedi, pronto a reagire e danneggiato al minimo dalle tossine.

"COSA!? COME HAI FATTO A...!?" ma la sua domanda non ebbe risposta.

"E' FINITA PER TE!" urlò Ash usando Tuono, il più potente che avesse mai generato prima d'ora. L’attacco andò a colpire direttamente il capo del Team Teschio e la vicinanza aumentò ulteriormente i danni, mandandolo finalmente K.O.

Fece qualche respirone "Ora è per davvero finita..." poi si tolse il cappello rivelando un oggetto curioso "Alla fine questo Velopesca non mi è servito… meglio così" aveva portato per sicurezza il particolare oggetto in modo da proteggersi o curarsi di eventuali avvelenamenti da tossine durante lo scontro che aveva previsto. Non era servito però, in quanto usare il cervello e la strategia era stato molto meglio, anche se era un’idea venuta al momento dell’attacco pericoloso.

Mentre la nube si diffondeva Ash aveva tenuto la testa basse e aveva usato la coda per limitare la quantità di tossine intorno al suo corpo. Curiosamente, era più facile coprirsi ed evitare un flusso di tossine vicino alla sua fonte che più lontano. La coda davanti al suo muso aveva fatto da muro e le tossine si erano quindi sparse sopra e ai suoi lati, fondendosi con l’aria.

Ash si lasciò cadere sul sedere e con le zampe appoggiate dietro di lui iniziò a respirare stanchissimo dalla lotta. Ora che l’adrenalina e la rabbia erano sparite tutti gli acciacchi e la stanchezza erano stati bombardati su di lui. Era incredibile quanto ciò che aveva dentro lo aveva portato avanti.

"A-Ash” lo chiamò Serena da dietro. Si girò all’istante, incontrando gli occhi dell’amica ora più vicina. Non appena vide il suo tentativo di proseguire il Pikachu le fece un gesto per dirle di fermarsi a cui lei obbedì.

Corse da lei e si tolse il cappello, rivelando al suo interno due bacche: una Baccapesca e una Baccarancia. “Mangia. Non sono efficacissime contro le tossine di Skuntank ma di sicuro ti aiuteranno a riprenderti un po'. Quando saremo fuori da qui ti sentirai molto meglio!” le disse dolcemente.

Serena sbatté le palpebre confusamente “Come hai fatto a tenerle lì sotto senza perderle mai?”

“Portare la borsa con la fretta che avevo era scomodo e… con me i berretti hanno una capacità misteriosa, possono andare contro la forza di gravità” ridacchiò ricordando le varie volte in cui l’aveva constatato “Ora però mangia, dobbiamo andarcene”

L’amica annuì e mangiò velocemente le due bacche. Lentamente sentì le energie tornare, anche se non del tutto. Per lo meno la tosse era passata e la sensazione di inibizione si era attenuata “Grazie mille Ash, davvero. Se non ci fossi stato tu...”

“Non devi ringraziarmi, se non ti avessi lasciata sola in primo luogo non sarebbe successo tutto questo. Hai sofferto per colpa mia” rispose lui subito con un grosso senso di colpa.

“No” prontamente ribatté lei “Ho sofferto perché non sono stata in grado di difendermi abbastanza, né quando sono stata rapita né quando tu stavi arrivando. Non sono abbastanza forte” scaricò su se stessa le colpe.

Ash però non voleva sentire da parte sua sensi di colpa o che si sminuisse “Ser-...”

“Ma lo diventerò” aggiunse interrompendolo e sorprendendolo positivamente.

Gli lanciò un sorriso al quale il topino ricambiò, gettandosi poi addosso a lei e abbracciandola “Sono solo felice che ora tu stia bene” disse con voce un po' tremante e finalmente libera di sfogarsi.

EHI!" gridò qualcuno alle loro spalle facendoli separare e girare di colpo "NON HO FINITO CON TE!" Skuntank faceva fatica ad alzarsi e cercava di rimettersi sulle sue zampe, chiaramente incapace però di farlo.

"Io però ho finito con te..." disse Ash con semplicità, ormai privo di rabbia ma serio "Sparisci e non farti più vedere. Io ho chiuso"

"Grr..." ringhiò la puzzola notando a terra il Velopesca "HAI BARATO!"

Non l’aveva usata ma in quel momento Ash non riuscì a trattenersi dal rispondere a modo, anche se significava mentire "Il mondo è dei furbi, ricordi?" disse pacatamente.

“No… NON LO POSSO PERMETTERE!" gridò Skuntank sparando un ultimo Fangobomba, senza però prendere una mira minimamente decente. Il colpo andò da tutt’altra parte e finì dentro una delle buche di lava più grosse.

Inizialmente si sentì solo il *ciuf* e un lungo silenzio. Poi però arrivarono le conseguenze.

Tutto intorno a loro iniziò a tremare. Il rumore delle bolle di lava scoppiettanti divenne frenetico e le crepe già presenti nel muro si propagarono ovunque. Il sudore diventava sempre più presente addosso ai Pokémon, man mano che il calore aumentava.

Quello era il segno che qualcosa stava andando storto e non conveniva restare lì.

"Dobbiamo andarcene capo!" gridò Zubat cercando ancora di far calmare Skuntank, riuscendo ben poco nell'impresa.

"Non ho ancora finito con voi due!!!" Skuntank ruggì cercando di saltare addosso ad Ash, il quale non si mosse di una virgola e incassò il colpo, tenendosi però rigido sulle zampe.

Guardò con la coda dell'occhio dietro di sé, da dove Serena osservava preoccupata. Sembrava che gli chiedesse di lasciare tutto e fuggire, comprendendo una certa fretta nell'animo di tutti. Qualcosa diede un briciolo di fermento in Ash che rifocalizzando sul nemico diede forza alla testa e le braccia per spingerlo indietro e tenergli testa, come se fosse un vero Pokémon Alfa.

Skuntunk incrociò lo guardo di Ash per un breve istante e di nuovo rivide lo stesso sguardo rosso intenso del Pikachu. Non fermò il contrasto immediatamente ma pian piano sentì l'energia dentro il suo corpo affievolirsi e sparire, fino a cadere seduto con una semplice spintina di Ash.

Dopo un breve momento di shock da parte di tutti, Koffing e Zubat raggiunsero Skuntank e cercarono di farlo alzare per andar via "Capo qui si mette male! Dobbiamo andare via subito" intimò Zubat.

Koffing annuì subito. Nonostante tutto, loro non lo volevano abbandonare "Salire e scendere nel vulcano è pericoloso in entrambi i modi, l'unica è uscire dal litorale da una di quelle sporgenze esterne. Ci sono dei cunicoli che portano lì"

"Serena dobbiamo fuggire” disse Ash avvicinandosi a lei su quattro zampe e facendole cenno di correre via insieme.

“Ok ci so-...”

*TRUUUUMMM*

Si sentì una violenta scossa che fece cadere tutti a terra e improvvisamente le rocce cominciarono a cadere dal soffitto.

"CORRIAMO VIA!" gridò Ash rimettendo in piedi se stesso e Serena per poi cominciare a correre entrambi verso l'uscita del cuore del vulcano.

Skuntank rimase un istante fermo, per qualche motivo il suo sguardo sembrava ancora focalizzato su Ash. Un ringhio soffocato gli uscì dalla bocca, spingendolo ancora a partire alla carica.

Koffin e Zubat non fecero a tempo a dire nulla che le rocce divennero massi enormi. I due Pokémon volarono in panico verso il loro boss e scontrandosi con lui finirono per rotolare fino ad una delle pareti che si ruppe all'impatto e li fece sbalzare all'aperto e cadere giù dal vulcano, sparendo così dalla vista dei due esploratori.

Ash e Serena cercarono di correre vicino a quella stessa uscita per verificare che fosse possibile prendere anche loro la stessa via e usarla per mettersi in salvo ma la distanza non fu loro favore.

Presero a correre più rapidi e cercarono di evitare man mano i vari pezzi di soffitto che crollavano ovunque. Ash alzò la testa e vide con orrore tutto collassare. La lava straripava dalle sue conche e a piccoli fiumiciattoli si spargeva.

"Corri Serena!!!" gridò Ash incoraggiandola o forse per la preoccupazione generale.

Improvvisamente una strana sensazione si formò sotto le loro zampe. Cercarono di ignorare ma quando i blocchi di soffitto collisero vicino a loro il terreno provò la su instabilità e anche esso iniziò a collassare su se stesso.

Non poterono saltare e nemmeno schivare il tutto anzi, andarono a finire dritti direttamente nel punto più caotico e la loro via iniziò ad essere risucchiata in un buio confuso, quasi mascherato dall'enorme quantità di terreno e rocce che vi finivano. Fu come prendere direttamente una seconda via e il pavimento crollò direttamente con loro, inghiottendoli come se vi fossero caduti apposta o come se il terreno fosse scomparso da un momento all'altro portandoli con lui.

"AHHHHHHHH!!!!!!!" fu il loro ultimo grido, accompagnato da massi e terriccio che precipitavano con loro e dietro di loro, dando l’idea che tutto il vulcano si stesse smantellando addosso a loro, portandoli in una voragine senza fine.

Ebbero un solo istante per pensare l'uno all'altra e a loro stessi...

Poi il buio…

.

.

Continua...


 

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Capitolo 38
*** Episodio 35: Caccia tra le rovine! Il risveglio degli antichi spiriti! ***


Episodio 35: Caccia tra le rovine! Il risveglio degli antichi spiriti!


 

Buio… buio più totale.

Questo è quello che Ash e Serena videro quando la frana li trascinò giù dalle pendici del vulcano. I lapilli esplosero dalla bocca del cratere ed incendiarono il cielo trasformandolo in uno spettacolo impetoso.

I Pokémon della zonan erano abituati alle eruzioni ma mai ne avevano vista una così potente negli ultimi anni. La paura li portò a fuggire lontani e rifugiarsi nella foresta più lontana, persino i Pokémon di tipo Fuoco e Roccia si unirono nella fuga.

Furono ore interminabili, erano davanti all’eruzione più potente mai vista dell’ultimo secolo. La vegetazione era totalmente rasa al ruolo, si vedevano solo sfumature cremisi e nere sullo sfondo. Il mare pure rifletteva di una colorazione rossastra, tutti i Pokémon acquatici si erano allontanati prendendo il largo.

Mare… fu l’unica cosa che gli occhi mezzi socchiusi di Ash regitrarono. Aveva la vista stanca e il fiato corto. Sentiva l’odore del sale intensamente e il rumore delle onde, ma oltre a quello era tutta una sensazione di pesantezza che lo portò di nuovo a perdere i sensi.

Il suo corpo si sentiva ancora intorpidito ma la sensazione di calore insopportabile e di fumogeni nel suo corpo era sparita. Il suo respiro era di sicuro più regolare.

"Si sta svegliando! Si sta svegliando!" sentì delle voci attorno. Non sembravano voci minacciose e ciò non gli diede grande ansia per rialzarsi.

"Ugghhh la testa… " nel momento in cui le immagini del vulcano e Serena riapparvero nella sua mente, egli in fretta si tirò in avanti aprendo gli occhi e guardandosi in giro. “Serena!” esclamò non trovandola immediatamente.

"Non ti conviene sforzarti tanto" gli disse una voce dal mare, una di quelle che prima aveva sentito.

Ash si voltò, davanti a lui vi era una coppia di Mantine "Specie dopo quel che è successo dovreste ritenervi fortunati ad essere scappati solo con qualche fitta e stanchezza estrema" continuò la manta.

“Woah, c-cosa è successo?” mormorò lui massaggiandosi la fronte ancora stordito. Gli sembrava di essersi svegliato chissà dove dopo un lungo sonno.

“Ciò che è successo prima di trovarvi nel mare durante l’eruzione? Quello non possiamo saperlo, ma eravate messi maluccio. Per fortuna una buona dose di riposo ha rimesso in sesto te e la tua amica”

“Dove si trova lei?”

“Si è svegliata prima di te, ha voluto lasciarti riposare e ha detto che avrebb- oh eccola!” indicò con lo sguardo il Pokémon acquatico, facendo voltare Ash a sua volta.

Il Pikachu sorrise e si alzò, camminando verso l’amica che ricambiò il sorriso avvicinandosi “Hey, ti sei vegliato! Tutto bene?”

Lui annuì “Si, grazie! Molto meglio. Tu?” Era lei quella che aveva subito di più durante la lotta nel vulcano a suo parere. Anche se non era un pensiero condiviso.

“Sto bene, ma questo grazie a loro” Serena fece intendere che dovevano ringraziare i Mantine per l’aiuto.

“Vi ringraziamo per la vostra cortesia” Disse lei chinando la testa e lo stesso fece Ash, mostrando la sua riconoscenza.

Una Mantine femmina ridacchiò e con la pinna le fece cenno di rialzare il capo “Oh suvvia, questa sarà la decima volta che ci ringrazi nel corso della mattinata! Abbiamo fatto solo la cosa giusta che chiunque con un minimo di buon senso avrebbe fatto a sua volta!”

“Beh ma senza di voi saremmo annegati probabilmente” si grattò il capo Ash. Erano decisamente troppo stanchi e distrutti nel momento della caduta, per non parlare confusi. In quel macello avevano rischiato seriamente di rimetterci la pelle.

“Ci spiace solo non avervi potuti lasciare in una zona a voi comoda” rispose l’altro Mantine con sguardo dispiaciuto. Ash piegò appena la testa non comprendendo subito i motivi delle sue scuse. Serena però sembrava condividere appena il dispiacere, lei già sapeva a quanto pare? “Noi vi abbiamo recuperati ma poi, non sapendo dove lasciarvi e se fosse cauto abbandonarvi senza nemmeno assicurarci che steste bene, abbiamo preferito portarvi con noi nella nostra migrazione”

“Avete idea di dove siamo? Noi dovremmo tornare alla Gilda di Borgo Tesoro!” chiese Serena.

I Mantine sembravano ancora più mortificati, sebbene li avessero salvati e avessero fatto già tanto “Siamo molto distanti da Borgo Tesoro, qui siamo nei mari meridionali...” Li avevano allontanati ancora di più dalla Gilda.

“E’ davvero tanto distante...” commentò Ash, inclinando poi la testa con sguardo gentile “...Però riusciremo a tornare. Dobbiamo solo proseguire a nord e chiedere informazioni in giro ma dovremmo cavarcela. Se attraversiamo qualche Dungeon magari troveremo qualcosa da scambiare con una mappa e delle borse in cui mettere le bacche che raccoglieremo! E se ci chiederanno i distintivi da esploratori potremo dire loro di verificare nel registro della Gilda” Anche se Ash preferiva tener nascosto a Chatot e il Capitano della sua… missione di salvataggio volontaria.

Anche se non aveva avuto molta scelta.

Un improvviso borbottio di stomaco interrupe il discorso “Ops”

“Ci sono degli alberi di bacche non molto distanti da qui. Sono pochi ma saranno abbastanza finché non ce ne procureremo altre nel Dungeon” consigliò la Fennekin.

“Non vi tratteniamo oltre, vi conviene andare a mangiare e riposare. Vi aspetta un lungo viaggio! Vorremmo accompagnarvi ma purtroppo la nostra migrazione ci porta altrove e non possiamo rimanere troppo indietro” si scusarono i due Mantine.

“Non proeccupatevi, vi ringraziamo ancora per averci aiutati!” ringraziarono ancora Ash e Serena per l’aiuto.

"Vi auguriamo buona fortuna!”

I due Mantine salutarono e se ne andarono, immergendosi di nuovo nel mare e sparendo dalla loro vista.

Ash e Serena lasciarono la riva e si avvicinarono agli alberi di cui parlava prima la Fennekin. Raccolsero alcune bacche e si accovacciarono sul prato appena sabbioso.

Il topo elettrico ricordava poco di quello che era successo dopo aver cacciato il temibile Skuntank e i suoi sgherri, l’unica cosa che gli era famigliare era la sensazione di caduta, di colliere con qualcosa di duro come il cemento e il nulla. Probabilmente era stata l’alta quota che aveva reso l’impatto con la superficie dell’acqua molto più forte, al punto di fargli perdere conoscenza.

“Ash, volevo… ringraziarti” interruppe il suo monologo mentale l’amica con la sua voce.

“Uh?”

Serena evitò il contatto visivo, mostrandosi abbastanza titubante. Si era ripromessa di badare a se stessa e di dare il suo giusto contributo ma era finita di nuovo in un disastro a cui Ash aveva dovuto porre rimedio. “Per avermi salvata”

“Ma ti pare?” sorrise lui “Non devi ringraziarmi, è solo normale. Insomma… mi pare naturale, lo farei sempre e credo che anche tu avresti fatto lo stesso”

“Dai così per scontato quello che hai fatto per me...” Mantenne lo sguardo fisso verso il basso. Ash parlava come se il suo gesto fosse il più naturale del mondo e quello poteva anche capirlo, ma il suo non considerare un problema la situazione…

“Perché per me è scontato doverti aiutare se serve” rispose semplicemente lui non comprendendo dove volesse arrivare l’amica.

“Ma non posso sempre farmi aiutare...” alzò il muso guardandolo appena con le orecchie basse, con dispiacere e frustrazione “Avrei dovuto sapermi difendere ma ho solo creato un enorme casino. È colpa mia se siamo bloccati qui e se subiremo delle spiacevoli conseguenze quando torneremo alla Gilda. Per te è naturale ma non posso essere sempre un peso, non voglio esserlo!”

Non voglio essere sempre la damigella in pericolo.

“Serena...” si rivolse a lei con sguardo comprensivo “E’ ovvio che… la situazione non è delle migliori e che potrebbero sorgere problemi al nostro ritorno. Si, è un casino” ammise sapendo che non poteva non essere realista e sarebbe stato peggio non essere sincero con lei “Però non te ne faccio una colpa! Lo sai bene che quei tre sono la causa di tutto! Al massimo hai delle responsabilità”

“Hm...”

“Che ho anche io” aggiunse “Io ho scelto di lasciare tutto e correre subito a salvarti. Avrei potuto organizzare una squadra di salvataggio, chiedere aiuto alla Gilda e lasciare tutto alle autorità o altro, ma sinceramente nella mia mente c’era solo un pensiero ed era correre da te” arrossì appena “Sarà sempre il mio primo pensiero in ogni circostanza che lo richieda. So che sei più che responsabile e che sai cavartela da sola. Mi fido cecamente di te, ma è solo naturale comportarmi così con coloro che sono importanti per me. Preferisco esserci anche se non serve piuttosto che non esserci nel caso contrario”

Si avvicinò a lei “Capisco che ti senti in colpa perché sinceramente… anche io tendo a voler fare sempre più di quel che posso, colpevolizzarmi se qualcosa va male perché potrei fare qualcosa per impedirlo, voler dare ancora qualcosa e non essere causa di qualche problema… però non possiamo sempre addossarci cose di cui non abbiamo il controllo. Me lo hai anche insegnato tu se non sbaglio”

Serena mostrò un lieve sorriso a quell’ultima affermazione.

“Capisco anche che tu voglia fare tutto ciò che puoi ma siamo comunque uman- beh… Pok-… insomma non siamo perfetti. E siamo stati appena trasformati in Pokémon. Quei tre lo sono da tutta la vita, sono professionisti del crimine e sono molto potenti. Non farti una colpa se ti hanno rapita anzi, sarebbe finita molto peggio se non fossi stata così tenace a resistere fino al mio arrivo. Hai fatto il massimo nel pericolo in cui ti sei trovata” posò una zampa su quella della Fennekin “In quel momento in cui ho scoperto che ti avevano presa ho perso le staffe e sono andato in escandescenza peggio del vulcano! Ho fatto anche io errori e come al solito sono stato avventato e sprovveduto, batterli è stata anche questione di fortuna e non solo forza”

Il Pikachu sospirò proseguendo a capo abbassato "Anzi, al massimo possiamo colpevolizzare me. Se non ti avessi lasciata sola non sarebbe successo nulla, non ti avrebbero catturata, ferita e…-”

Fu il turno di Serena di appoggiare la zampa su quella di Ash “Cercheremo di non pretendere troppo da noi stessi” Sorrise cercando di rassicurare sia se stessa che l’amico, il quale si rasserenò a vedere che era di nuovo di buon umore.

“Però devo dire che mi sei sembrato spaventosamente forte, potresti usarti in una lotta in palestra” scherzò lei con espressione giocosa.

“Ah. Ah. Ah...” rispose lui sarcasticamente “Penso fosse tutta rabbia e adrenalina”

“Continui a menzionare la rabbia… sei sicuro vada tutto bene?” Chiese lei con un accenno di preoccupazione. Non era la prima volta che lo diceva da quando erano in questo mondo. “Se nn vuoi parlarmene… posso sempre usare il metodo delle palle di neve!”

Una smorfia mista a sorriso dipinse la faccia dell'ex umano "Non vedo neve qui, mi sa che non gira a tuo favore"

"Posso usare altro"

"Touché"

Serena sospirò con molta pazienza e dolcezza "Quindi?"

Ash si guardò un pò attorno insicuro sul da farsi, ma non trovò molte altre soluzioni e Serena era tra le persone di cui si fidava di più. Se non confidava con lei con chi avrebbe dovuto farlo? "Ultimamente mi accade una cosa strana"

Serena piegò appena la testa ma non lo interruppe e lo lasciò proseguire per spiegarsi meglio. Forse era legato al suo carattere così... dominante in alcune situazioni e i suoi sguardi minatori verso i nemici più temibili?

"Vedi, è accaduto la prima volta quando abbiamo incontrato Skuntank. Lui ti stava dando fastidio e in un momento la tua coda mi ha sfiorato e io... ho come sentito una strana sensazione. Intorno a me tutto era diventato senza colori, si era fermato il tempo e lo spazio e il mio corpo era bloccato. E' come se una scintilla mi avesse attraversato la testa... e subito dopo mi è apparsa una visione”

Gli sembrò di tornare indietro e rivivere quei momenti, cercando di descrivere al meglio quelle sensazioni.

“Eri in quel posto dove poi ti ho salvata e Skuntank ti stava facendo del male. Ti schiacciava contro la parete di roccia, eri ferita e gridavi stremata dal dolore. I-Io non potevo far nulla e-e... poi la rabbia aumentava e improvvisamente mi sono scagliato su di lui tornando alla realtà. Il punto è che poi tutto si è avverato al vulcano! Capisci? Era come se avessi previsto il futuro. E’ accaduto più volte, all’inizio era doloroso e indefinibile ma poi pian piano con il proseguire dei casi mi ci sono abituato senza troppe conseguenze, sopratuttto se controllo le emozioni forti. Riesco a vedere cose che devono succedere o a trovarmi in posti vari e sentire voci, nel passato o nel futuro. Magari potrei anche vedere eventi del presente situati in altri luoghi! Sta di fatto che tutto questo mi confonde altamente..."

"..." Serena non sapeva che dire, come poteva spiegarsi quel fatto?

"E-Era come... se avessi subito... uno squarcio! Uno squarcio nella mia testa che mi portava altrove!" provò a spiegare con le zampine, anche se ammetteva che vivere il fatto e parlarne era ben diverso.

I due ormai avevano lasciato da parte il cibo finito e si erano messi in cammino inconsciamente. Dopotutto il loro cammino era lungo ed era meglio parlare mentre viaggiavano.

"Non credo sia una cosa che succede a tutti i Pokémon, potrebbe essere collegata a noi in particolare non credi?" suppose Serena.

"Credo di si" ammise lui "Potremmo tornare dal vecchio Torkoal e chiedergli se ha altre conoscenze a cui possiamo rivolgerci. Non sarà una cosa casuale. Questi squarci che mi prendono sono sempre causati se tocco qualcosa di particolare o collegato ad essi. Anche se ora come ora non so quante soluzioni troveremmo a pensarci. Credo sia meglio concentrarci sulla missione" chiuse la questione lui.

Serena non insistette notando la voglia di Ash di cambiare argomento. Non era solo per gli squarci, doveva essere per altro, ma non voleva insistere troppo al momento. Gli avrebbe dato tempo.

In fondo la volpina aveva ragione, Ash sapeva bene che le sue parole erano giuste. C'era altro a confonderlo, ultimamente nei momenti più brutti qualcosa dentro di lui prendeva il sopravvento, sentiva sentimenti forti appannarlo completamente. Eppure non poteva parlarne con lei. Sarà stupido, ma alla fin fine era vero, metteva da parte i suoi problemi e preoccupazioni. Forse era egoista, ingenuo o testardo, ma ancora non poteva far altro che ignorare e cercare di tornare solare e ottimista. Aveva sempre funzionato, ma ora i sentimenti di quel tipo non sparivano del tutto, rimanevano e al massimo si assopivano.

Eppure ora Ash era come un Lycanroc. Il lupo perde il pelo ma non il vizio...

"Ooook!! Andiamo! Dobbiamo tornare alla Gilda prima che scoppi il putiferio!" sbracciò lui improvvisamente con un ottimismo esagerato, facendo sobbalzare Serena che sbarrò gli occchi. Lui le diede una spintarella, facendole aumentare il passo così a caso.

Si avvicinarono ad un sentiero in salita, probabilmente segno che stavano già salendo la montagna. Gli arbusti e piante ben presto vennero a mancare e intorno a loro non videro altro che una salita di rocce. Era come la vegetazione fosse morta all'improvviso anzi, sparita del tutto. Si guardarono in giro, sentendo solo il vento intorno a loro e più proseguivano più sembrava tutto sparire dalla realtà. Si formava come una sensazione di nulla mistico, dall'aria respirata alla roccia che sentivano sotto le zampe man mano che andavano avanti a scalare.

Riuscirono ad arrivare verso un sentiro più regolare, il quale permise loro di smettere di arrampicarsi e di camminare più comodamente. Una volta fermi su esso ripresero a guardare intorno e non vi era altro che un panorama di monti, alcuni distanti e altri vicini, tutti rocciosi. Sembravano più bassi di quello su cui si trovavano, ma alcuni in lontananza parevo invece superarlo. Era un miscuglio strano di posizioni e isolazione, pienezza e vuoto contemporaneamente. Una foschia andava a sfumare il paesaggio più distante, lasciando visibile solo ciò che c'era nella valle. Era tutto così confuso, si sentivano circondati e allo stesso tempi tenuti sul vuoto.

"Facciamo attenzione, potrebbe esserci il rischio di fr-...."

*TRUUUUMMMMM* si sentì un potente fragore e il terreno iniziò a tremare impedendo loro di stare in piedi. Era talmente forte da impedirgli anche solo di riprovare a mettersi sulla loro zampe o correre via.

Poteva dire di aver Noctowlato.

All'improvviso delle rocce caddero dall'alto cominciarono a schiantarsi sul percorso. I due d'istinto si lasciarono rotolare verso l'altra parte di percorso, opposta alla direzione iniziare, ma unica via di fuga.

Fu un miracolo riuscire ad evitarli tutti, ma la fortuna e gli istinti da Pokémon furono dalla loro parte.

Rimasero a terra, tenendo le zampe sulle loro orecchie ma gli occhi aperti per guardare in alto, anche se dovevano essere abbastanza distanti dal luogo di caduta dei massi. Quando il terreno smise di tremare i due pian piano si ripresero e con calma e lentezza osservarono il percorso evitato, sperando non fosse rimasto altro in attesa di cadere.

"Tutto bene?" chiese Serena rimettendsi in piedi cauta così come Ash. Il ragazzo si limitò ad annuire e non servì riproporle la domanda, arrivò automaticamente la risposta.

Adesso però la loro via principale era bloccata...

Ash guardò la frana e poi il lato aperto del percorso, chiaramente in salita "Non ci resta che proseguire di qua! Non che avessimo idea di dove andare in ogni caso!" Sapeva che non era del tutto vero. Il percorso in discesa che girava attorno al monte sembrava andare a Nord dove erano diretti ed evitava bene altri percorsi meno sicuri, inoltre era sempre meglio scendere che salire in questi casi.

Ma non avevano tante altre opzioni e ora come ora sentirsi scoraggiati non serviva a nulla. Avevano vissuto di peggio, dovevano solo avvicinarsi un pò alla Gilda, anche se di poco ma abbastanza da trovare un posto dove fermarsi e riposare con acqua e cibo... e magari senza Pokémon aggressivi ad attaccarli.

I due camminarono ancora a lungo cercando il più possibile di evitare contatti con pokemon ostili. Arrivarono davanti ad una misteriosa grotta dall’entrata molto semplice, intorno a loro vi era un silenzio perenne. Sembrava mancare totalmente la vita. “Credo… che sia l’unica strada se vogliamo evitare tortuose arrampicate”

"Speriamo non ci siano troppi Pokémon ostili e di trovare qualcosa di utile all’interno”

“Ma sopratutto di trovare l’uscita” annuì Ash.

Entrarono nella caverna e decisamente era un ambiente strano quello in cui si trovavano. Pareva quasi pulito e sistemato, non si sentiva anima viva se non i passi dei due esploratori che facevano raramente finivano per calpestare delle piccolisse pizze d’acqua formate dall’umidità.

"Strano, troppo strano" commentò Ash "E' chiaramente un Dungeon ma ho una sensazione di pace. Anzi, non è pace è… nulla"

"Non sei l'unico, però mi sento lo stesso appena osservata anche se contemporaneamente non avverto presenze" si trovò d’accordo Serena.

"Ehi! Guarda qua!" la richiamò l'amico indicando in lontananza qualcosa a cui lentamente si avvicinarono.

L’oggetto in questione che Ash aveva visto era una specie di monolito proprio al centro di una piccola sala. Sembrava esser stato lavorato con cura ed era perfettamente conservato. Non vi erano nemmeno segni di erosione portati dal tempo.

"Che strano..." commentò il Pikachu "Mai visto niente di simile"

"Magari questa grotta era abitata da qualche civiltà e per qualche motivo ora è completamente deserta” suggeri Serena.

“Può essere..." si fece pensieroso Ash "Forse però è meglio andare avanti, potremo tornare ad investigare un’altra volta. Ora dobbiamo uscire da qui, magari c'è un uscita da un altro lato"

I due lasciarono il monolito alle spalle, continuando verso quella che sembrava l’uscita del Dungeon.

Camminarono per parecchio tempo, non capendo come mai la loro sensazione era di tornare al punto di partenza. Eppure stavano camminando dritti.

"Guarda Ash! Si vede della luce, significa che siamo vicini ad una uscita!" esclamò Serena.

"Grandioso!" esultò Ash "Andiamo!” i due iniziarono a correre e si avvicinarono verso la luce del tunnel, tuttavia quando le loro viste furono annebbiate per qualche secondo, i due capirono che qualcosa era decisamente strano. La sensazione di trovarsi di nuovo al principio era più forte che mai e non capivano se fosse solo il loro istinto ormai stanco o se fosse l’aria strana del luogo.

“E’ identica all’entrata della grotta di prima… Le mura sono uguali e così la posizione delle pozze” commentò Serena stranita.

Infatti camminando i due notarono che l’ambiente era proprio identico a quello precedente. Era totalmente uguale e probabilmente se si fossero girati avrebbero trovato l’uscita e non il passaggio per tornare al piano esplorato prima.

“Come è possibile!? Siamo tornati al punto di partenza?” Serena si domandò se i loro dubbi non fossero realtà e le loro sensazioni fattibili.

Il Pikachu si mostrò un po' titubante al confermare, anche se sapeva che era la probabile risposta, per quanto fosse strana e surreale “Non abbiamo fatto svolte particolari e siamo sempre andati dritti” si guardò ancora una volta in giro, sembrò pensare un attimo a qualcosa e improvvisamente colpì il terreno con la coda, penetrandolo con la punta di essa.

“Che fai?” piegò appena la testa confusa l’amica.

“Traccio un sentiero!” rispose lui con un po' di ottimismo “Almeno sapremo che abbiamo davvero percorso questa strada.

E l’idea era davvero buona… il problema fu… che non servì a molto.

La loro speranza era di non rivedere le tracce e quindi avere la prova che stavano proseguendo su piani uguali, ma ogni volta che arrivavano al tunnel con il monolito si ritrovavano poi al punto di partenza e le tracce erano ben evidenti.

Esclusero un attacco di tipo psico che li confondesse o teletrasportasse perché la luce vista era estremamente naturale.

Provarono anche a cambiare percorso per trovare seconde uscite ma realizzarono che ve ne era solamente una e che ormai conoscevano praticamente a memoria la mappa del piano.

Ancora si ritrovarono davanti al monolito, per la settima volta probabilmente "Di nuovo quel monolito..." si grattò la testa Ash esasperato “Doveva esserci per forza qualcosa di strano anche qui. Era tutto troppo strano, ci credo che non abbiamo incontrato Pokémon qui”

“Sai Ash, credo che qualcuno ci viva lo stesso” disse Serena indicando delle impronte “E’ passato qualcuno e non sono le nostre” aggiunse lei mettendo la sua zampina a confronto con quelle che avevano visto.

Erano tre paia di impronte, tutte e tre diverse, però una cosa le accomunava... erano tutte e tre molto piccole per un pokemon di grossa taglia e soprattutto lo stampo era molto delicato, come se avessero appena sfiorato il terreno. Si ripetevano anche loro più volte in modo molto innaturale, come se fossero passate già nel luogo come loro ripetutamente.

"Da come si muovono non sembrano abitanti del luogo, non credo che si perderebbero. Saprebbero di possibili stranezze del Dungeon. Se fossero esploratori o Pokémon ostili?"

"Spero più per la prima che la seconda, sono abbastanza stanco di incontri a sorpresa. Dopo questa avventura preferisco evitare minacce” sospirò lui. “Teniamo gli occhi aperti e al minimo segno ci nascondiamo e al massimo ci prepariamo a difenderci. Però se non veniamo trovati preferisco non attaccare, potrebbero essere possibili alleati o che fino all’ultimo non ci scovino. Meglio evitare lo scontro nella nostra situazione”

I due esploratori si lasciarono indietro il monolito e continuarono ad avventurarsi nel Dungeon, ripetendo sempre la stessa strada, fino a che non ne poterono più.

"Se solo ci fosse Lidia, le sue doti investigative ci avrebbero sicuramente dato una mano" sospirò la Fennekin.

"Si hai ragione" ammise Ash massaggiandosi la testa per la stanchezza e la confusione "Ma non possiamo darci per vinti! C’è sempre una soluzione, dobbiamo solo trovarla!"

Serena sorrise all’improvvisa ondata di ottimismo e semplicità dell’amico, ma era una delle sue migliori doti, estremamente contagiosa. Si rialzò annuendo, pronta a cercare in giro una risposta all’intrigo in cui erano finiti, quando…

*plick* si sentì il rumore di qualcosa, molto più pesante di una goccia, colpire una pozza.

I due subito rabbrividirono e andarono a nascondersi immediatamente dietro un cumulo di massi. Era più piccolo di altri presenti ma era anche più esposto all’ombra e quindi migliore per fuggire senza essere identificati nel caso fosse necessario.

"Uff… com’è possibile che ogni volta finiamo per tornare qui!?" sbottò una voce femminile "Mi stanno fumando i piedi da quanto ho camminato! Ehi, sapientona! Hai qualche idea?"

"Ci sto lavorando, giuro che ci sto lavorando" rispose una seconda voce femminile molto più pacata "Questo mistero sta mettendo a dura prova anche me..."

"Beh sbrigati! Se finiamo di nuovo all’entrata finirò per spaccare qualcosa!" sbuffò la prima voce.

"Ragazze calma..." disse una terza voce molto più allegra "In fondo più è difficile un mistero da risolvere, più è raro il tesoro che si nasconde! Non sarà certo questo inghippo a fermarci, noi troviamo sempre quello che cerchiamo!"

"Si, ma gradirei una pausa ogni tanto, è da stamani che camminiamo in questo labirinto senza fine"

Ash e Serena sporsero appena appena i musetti per osservare i tre Pokémon appena ascoltati...

La prima era una Medicham, la seconda una Gardevoir e la terza una Lopunny.

"Senti Lopunny, direi che almeno 10 minuti possiamo fermarci e accontentare Medicham. Magari così posso ragionare un po' meglio anche io su come proseguire" propose Gardevoir.

"Va bene, possiamo fermarci… per ora" concedette la coniglietta.

"Oh meno male..." si sentì sollevata il Pokémon di tipo Lotta sedendosi per terra "Non ne potevo più. Avete per caso qualcosa da mettere sotto i denti? Sto morendo di fame..."

"Sei sempre la solita" ridacchiò Lopunny tirando fuori una Baccacedro “Prendi; la tua preferita"

"Grazie!!" esultò Medicham afferando al volo il pasto e sbranandolo come se non ci fosse un domani.

Ash e Serena non sembravano tanto spaventati dai tre Pokémon, non parevano aggressivi "Non sembrano ostili" sussurrò Serena "Anzi, hanno parlato di un tesoro quindi credo che siano anche loro esploratrici?"

"Credo tu abbia ragione, ma è meglio tenere la guardia alta, sappiamo che non tutti gli esploratori possono agire nel bene" disse Ash sottovoce "Entrambi sappiamo bene a chi mi riferisco..."

"Vero, ma loro non sembrano poi così cattive" replicò la volpina.

Ash le rivolse uno sguardo stranito, come a chiedere cosa la rendesse così sicura.

“Istinto femminile” si limitò lei, cosa a cui il Pikachu non poteva ribattere.

I due fecero qualche passo indietro, ma non si accorsero di alcune rocce poco resistenti che andarono a sgretolarsi in piccola parte e caddero sul terreno, provocando un rumore lieve ma abbastanza da essere sentito dalle Pokémon sconosciute.

"Ragazze, non siamo sole…" disse Gardevoir posando immediatamente la bacca che teneva in mano.

"C'è qualcuno qui!?" saltò in piedi Medicham.

"Sono presenze ostili o amichevoli Gardevoir?" chiese Lopunny. Non era necessario saltare subito all’attacco ma era meglio tenersi pronte. Se le stavano spiando vuol dire che volevano qualcosa… e visto il luogo non erano Pokémon abitanti del luogo.

"Non saprei, non riesco a identificarle bene. Non sembrano minacce ma non riesco ad identificarle bene. Hanno una natura distorta"

Dal loro punto di vista quel luogo aveva tutto distorto, quindi combaciavano alla perfezione le sensazioni, eppure Gardevoir sentiva che la sensazione del luogo era diversa da quella che le trasmettevano gli sconosciuti nascosti. Non appartenevano gli uni con gli altri.

"Mi sono stufata! Chi è là!?" Lanciò un attacco Medicham verso delle rocce, senza aspettare il parere della compagne. L'improssivo urlo e il sesto senso dei due Pokémon più piccoli li fece scattare e schivare il colpo che andò a sbriciolare la roccia.

"Ma sei impazzita a reagire così??" La rimproverò Gardevoir con disappunto, ma anche calma e freddezza. Per quanto fosse quasi sicuro dell’assenza di abitanti ostili nel luogo bisognava essere caute. Di certo anche aggredire a caso qualcuno in quel modo poteva essere controproducente.

Ash e Serena avevano perso in un colpo la voglia di venire allo scoperto e parlare con loro, le tenebre ironicamente sembravano molto più sicure. Ne fecero uso per rimanere nascosti all'occhio delle estranee e rimasero zitti e quatti più che poterono.

"C'è qualcosa, visto!? Sono dei nemici!" Indicò Medicham un punto più buio ai loro occhi che non permetteva di riconoscere le figure nascoste ma che non impediva di avvistarne la presenza.

I due ex-umani si scambiarono un’occhiata. Forse stando nascosti aumentavano solo i rischi di farsi attaccare. Uscire allo scoperto pareva la mossa migliore e anche la meno sospettosa.

Intanto il trio di Pokémon femmine teneva lo sguardo fisso nell’ombra. Dalla velocità dei movimenti e dalla leggerezza di sicuro non erano Pokémon grossi, inoltre Gardevoir sapeva bene che in quel Dungeon le presenze di Pokémon erano pressoché scarse.

Si avvicinò facendo spostare Medicham in modo da capire chi le stesse osservando, ma a metà strada improvvisamente le due figure si mossero e iniziarono ad avanzare.

Un Pikachu e una Fennekin si fecero avanti e guardarono il gruppo di Pokémon con una certa esitazione "Salve..."

"Salve" rispose cordialmente Gardevoir senza troppi giri di parole. Non sembravano una minaccia, anche se sapeva bene che non bisognava fidarsi troppo di qualcuno solo per le dimensioni che possedeva.

"Scusate se vi abbiamo spiate o almeno... non è che vi stessimo spiando. Siamo finiti qui e cercavamo di uscirne e quando vi abbiamo viste abbiamo pensato di nasconderci perché questo non sembra un luogo abitato da tanti Pokémon e il rumore ci ha fatto credere di essere in pericolo" si scusò Ash spiegando la sua versione e sperando non fossero davvero un Team di Pokémon con cattive intenzioni.

"Oh!" esclamò Lopunny avvicinandosi "Allora non c'era bisogno di allarmarsi! Non siamo minacce, siamo esploratrici!"

"Esploratrici?" chiese Serena conferma di ciò che avevano precedentemente pensato.

Lopunny annuì "Esatto! Siamo il..." Iniziò per poi indietreggiare e unirsi in posa alle compagne "Team Malia!"

"Team Malia..." Mormorò Ash con sorpresa "Mai sentito"

Le tre esploratrici di fronte cascarono a terra. Non si aspettavano una certa risposta, eppure erano un team di esplorazione leggendario.

"Anche noi siamo esploratori!" Cercò di rimediare Serena "Siamo Ash e Serena-”

“Strani soprannomi” interruppe Medichamp per essere zittita con una gomitata di Lopunny.

“-...E Veniamo dalla Gilda di Wigglytuff!"

"Wigglytuff?!" si alzarono immediatamente Medicham, Lopunny e Gardevoir. Il loro improvviso ardore mise a disagio Ash e Serena, ma cercarono di mantenere una certa compostezza.

Lopunny giunse le zampe con allegria "Wigglytuff è un nostro carissimo amico! Allora voi due dovete essere proprio in gamba, tutti i suoi esploratori hanno quel non so ché di speciale!" Si ricordò di avere un pò di decoro e si tranquillizzò "Ma diteci, che ci fate qui? Qualche missione speciale che vi è stata assegnata? O siete alla ricerca di un tesoro?"

"A dire il vero non siamo a caccia di tesori... e nemmeno siamo in missione. O almeno non ufficialmente..." iniziò Ash.

Proseguì Serena per lui "Diciamo che siamo in... ricognizione. Ecco"

"Ricognizione... esplorazione del tutto casuale quindi?" Chiese Lopunny storcendo il muso.

"Ricognizione che non coinvolga vedere tesori??!!" sbottò un pò Medicham facendo sudare freddo Ash e Serena. "Per dei novellini finire in queste rovine così misteriose e avere la sfacciataggine di dire che è solo una ricognizione... quante Baccarancide avete in testa?"

"Suvvia che ti prende oggi?" La rimproverò Gardevoir un pò seccata dal tono con cui attaccava i due Pokémon, che fino ad ora non avevano fatto nulla di sbagliato.

Medicham sospirò per rilassarsi "E' anni che progettiamo questa escursione. Si viene qui per scoprire qualcosa legato ai miti e leggende oppure si viene per qualcosa di legato ed essi e si cerca qualche cimelio antico" spiegò con una certa serietà "Il Capitano non manderebbe di certo da soli degli esploratori così alle armi in questo posto per arrivare al suo cuore"

Si girò poi indicando i due "E non venitemi a dire che siete esploratori di rango massimo! Il modo in cui vi nascondevate fa chiaramente capire che non avete ancora l'esperienza adatta. Sarete della Gilda ma probabilmente vi ha incuriositi qualche storiella e siete qui per i tesori e cimeli di cui si parla, senza aver reso conto delle vostre intenzioni al Capitano. Avrete preso una missione a caso come scusa di assenza e sarete venuti qui contro il regolamento: un classico"

Il punto era del tutto diverso, ma il proseguire del discorso di Medicham li aveva incuriositi. Più andava avanti più perdevano le parole per controbattere perché venivano in un certo senso catturati dagli scopi del Team Malia.

Cercavano chiaramente un tesoro e ad essere sinceri a loro due non interessava... ma allo stesso tempo avevano citato miti e leggende. Quell'ambiente trasudava di certe cose, si sentiva sulla pelle l'aria mistica, quasi surreale, disagiante e assente di quel luogo. Per forza nascondeva qualcosa nel suo cuore e il loro obbiettivo cambiava man mano che le orecchie sentivano di più. Era come se ogni cosa passata fosse diventata inutile di fronte a quello che potevano sfruttare come nuovo obbiettivo.

"Non abbiamo fatto nulla di ciò!" provò Ash ad inventarsi qualcosa, ma non era facile "In effetti siamo incuriositi da questo posto e quello che può significare... ci affascinano le leggende" vide i tre Pokémon di fronte rimanere zitti per ascoltarlo "Però abbiamo preso un pò sottogamba l'esplorazione e ci siamo persi. La nostra missione originale è già stata portata a termine ma abbiamo avuto delle complicazioni sulla via del ritorno. Pensavamo di approfittare di questa occasione essendo già sulla strada per casa, viste le scarse possibilità di avere missioni dirette qui. Anche perché era l’unica via visto il crollo avvenuto sul sentiero che passava attorno alla montagna"

"Quindi siete o non siete qui per il tesoro?"

"No, ma ci interessa"

"Appunto..." rispose Medicham.

"Quel che intendiamo è che l'idea di un tesoro sembra essere l’ideale per scoprire i resti di un antica civiltà o un segreto nascosto che potrebbe rivoluzionare il nostro modo di vedere la storia...-" cercò di spiegare Serena.

"...Oppure scoprire cose nuove e misteri del mondo. Si vede che siete discepoli del capitano Wigglytuff!" la interruppe Lopunny.

"Quindi cosa facciamo leader?" chiese Medicham.

"Semplicemente nulla" sorrise la coniglietta.

"Come niente?" si sorprese Medicham.

"Lopunny ha ragione" intervenne Gardevoir "Se gli impediamo di esplorare potremmo distruggere le loro ambizioni e non è una cosa di cui andare fieri specie per una squadra di esploratrici come noi"

"Ma... se trovano il tesoro prima di noi?" piagnucolò il Pokémon yoga "Non voglio tornare a casa a mani vuote dopo tutto questo scarpinare!"

“Dubiti la nostra classe che ci ha sempre primeggiate? E poi non stona mai quel pizzico di sfida che sempre contraddistingue il nostro team!" ridacchiò Lopunny poi si rivolse ad Ash "Ascolta, che ne dici di una piccola competizione amichevole?"

"Competizione amichevole?" chiese Ash.

"Sì, insomma... una piccola gara! Una sfida su chi di noi troverà per prima la soluzione al miste ro di questo posto"

“Il fatto che ogni volta che si arriva al capolinea ci si ritrova all’inizio?”

“Esattamente! E in generale l’assenza di Pokémon e di vita” aggiuse Lopunny.

"Quindi che dite? Accettate la nostra piccola gara?" si rivolse poi ai due giovani esploratori.

Ash e Serena si guardarono "Che dici? Ci proviamo?" chiese il topo. Non che avesse dietro molto senso a parte il semplice gusto di una gara.

"E' inutile che me lo chiedi, si vede già nei tuoi occhi quel tuo tipico luccichio di chi non farebbe proprio a meno di una sfida, qualunque cosa sia" sospirò Serena con un sorriso.

"In effetti mi conosci fin troppo bene..." ammise Ash, poi si rivolse al trio "Va bene, accettiamo la sfida!"

"Ottimo! Allora è ufficiale! Da questo momento il team Malia e il team... uhm quale è il vostro nome da Team?" sorrise Lopunny ricordandosi poi di non avere chiesto come si chiamasse effettivamente il loro team da esploratori.

"A dire il vero… ancora non l'abbiamo trovato" ammisero i due.

"Un team che non ha un nome? Curioso, di norma è la prima cosa che si pensa entrando in un’accademia di esploratori" commentò Gardevoir "Va bene per il momento mi inventerò un nome. Che ne dite di Team Sparkfire? Per i vostri tipi, oppure Team Firejolt o-..."

"Credo abbiano capito il concetto" la interruppe Lopunny "Va bene allora, Team Senza Nome, la sfida è aperta!

"Oh una cosa prima" Gardevoir avanzo verso di loro.

"Cosa c'è?" chiese Ash, curioso dal modo in cui la Pokémon li guardava.

"Vedete, io ho la capacità di leggere le emozioni e di conseguenza determinare se un Pokémon è benevolo o malevolo. Voi avete un’aura benevola ma allo stesso tempo anche qualcosa che non riesco a capire... "

"Uh?”

"Quello che vuole cercare di dire la mia collega" spiegò Medicham "E' che secondo lei una lotta potrebbe aiutarla a capire meglio il vostro animo o la vostra vera ambizione"

"Una lotta?"

"Una cosa molto rapida a dire il vero" minimizzò la Pokémon di tipo Psico "Mi bastano 2 minuti di lotta per capire la vera indole di un Pokémon"

"E qui entriamo in gioco io e Medicham" disse Lopunny "Se fate un po' di sparring con noi Gardevoir potrà capire meglio i vostri animi. Personalmente penso che non sempre sia necessario farlo ma la nostra amica ci tiene ad identificare quello che sta in ognuno di noi e di chi conosciamo, specie se ci sono le basi per una buona amicizia”

"Non so quanto ci sia da dimostrare ma se volete lottare non c'è problema!" disse Ash, in fondo lui amava gli incontri Pokémon ed era un’occasione ideae per testare le sue capacità senza doverci rimettere la pelle.

Gardevoir si chinò ringraziando, non era una cosa da tutti accettare così le sue stranezze "Grazie della comprensione” Appena rialzò il capo inidicò le sue compagne "Contro chi volete combattere? Medicham o Lopunny?"

Ash ci pensò su un attimo. Entrambe sarebbero state valide avversarie, Medicham dava quell’idea di Pokémon che difficile da affrontare e molto abile ed esperta nella lotta, mentre Lopunny dava l’idea di una che nascondeva la sua potenza ma che in campo poteva sfoderare tecnica, precisione e forza.

"Allora? Chi scegliete tra noi due?" chiese Medicham ansiosa di sapere se poteva aprire la sua valvola di sfogo in una lotta.

"A dire il vero scelgo entrambe! Allo stesso momento!" disse lui con semplicità.

Inizialmente la risposta le lasciò un po' sorprese, è vero che quei due sarebbero stati in numeranza maggiore se contro solo una di loro due, però non sapevano nemmeno di quanto fossero forti.

Ma la vera affermazione che le sconvolse fu la successiva.

“E lotterò solo io”

"Cosa!?" si sorprese il pokemon Yoga "Entrambe da solo!? Sei pazzo o cosa?"

La sua reazione fu molto divertente agli occhi di Lopunny che se la rideva sotto i baffi. "Ahahah sei coraggioso! Te lo concedo!" rise Lopunny divertita dalla proposta.

“A-Aspetta Ash, vuoi lottare da solo? Perché non vuoi che partecipi anche io?” Si avvicinò Serena chiedendo al compagno il motivo della richiesta. Dopotutto Gardevoir stessa voleva analizzarli entrambi.

Il Pikachu cercò di spiegarsi “Serena e io abbiamo avuto una missione abbastanza ostica nonstante sia finita in fretta e lei ne è uscita più lesa di me. Penso sia meglio che riposi un po'”

Per quanto volesse ribattere, capì che sarebbe stata più d’aiuto risparmiando le energie in caso di una possibile minaccia. Inoltre poteva comprendere la lieve, ma ancora presente, preoccupazione dell’amico per quanto successo. Se serviva a tranquilizzarlo un po' e a dimostrargli che si era rirpresa a sufficienza, gli avrebbe dato retta “Ok, mi limiterò a guardare”

“Non dovrebbe essere un problema, hai un’aura più complicata della tua amica ma anche simile, quindi va bene anche se a lottare sei solo tu”

Serena provò a chiedere se avere un’aura complicata fosse un complimento o un meno, ma Gardevoir si abbassò appena e bisbigliò al suo orecchio “Maschi...”. A suo parere erano più complesse le anime femminili, ma essendo femmine loro stesse, comprenderne una maschile era meno semplice.

La Fennekin comprese lo scherzo dietro alle parole di Gardevoir, anche se pensandoci davvero non poteva darle torto.

“Rimani comunque da solo. É già difficile affrontare una sola di noi, sei sicuro di quello che hai in testa?” chiese Medicham indecisa se il Pokémon stava cercando di sminuirle oppure se era pazzo.

Ash annuì sicuro"Sento che entrambe siete molto forti e io devo fare più esperienza possibile! Inoltre mi divertono le lotte Pokémon amichevoli"

"Sei simpatico! Va bene, se vuoi uno scontro contro entrambe allo stesso tempo ti accontenteremo! Ma non abbiamo intenzione di andarci piano solo perché sei un possibile inesperto, è uno scontro amichevole o sei in minoranza, chiaro?”

“E’ esattamente ciò che voglio” sorrise lui con grinta, posandosi sulle quattro zampe “Se no non ci sarebbe gusto nella sfida!”

“Beh, allora possiamo iniziare!”

"Quando vuoi" si sgranchi le gambe il Pokémon Yoga.

"Potete incominciare!" decretò il via Gardevoir chiudendo gli occhi mentre Serena osservava la scena di fianco a lei.

Il primo a partire fu Ash che si lanciò in avanti con un potente Attacco Rapido, ma Lopunny e Medicham lo schivarono elegantemente con una piroetta ed elasticità fisica impressionanti. "Voilà"esclamarono danzando leggiadre.

Ash però non si placò e si rilanciò su di loro che ancora schivarono con grazie "Pliè!" disse la coniglietta abbassandosi con leggiadria.

Quelle due erano veramente brave ad esibirsi, agli occhi di Serena sembravano quasi ballerine. Schivavano come se il campo di battaglia fosse un palcoscenico e in un certo senso le ricordavano due performer durante un’esibizione, anche se si muovevano con una potenza e dinamicità maggiori.

"Proviamo questo!" gridò Ash scagliando Tuono, ma Medicham con molta prontezza e velocità si mise davanti a Lopunny e parò con un Tuonopugno, il quale assorbi l'energia dell'attacco.

"Grazie del regalo tesoro!" lo schernì amichevolmente lei con un enorme Tuonopugno in vista e un ghigno sul viso. "Ora devo restituirti il favore... che ne dici di questo?"

Medicham corse all’indietro, dove Lopunny aveva già attivato Rimbalzo. Si fece dare una poderosa spinta e saltò in aria alta quanto il Pikachu e con il pugno imbevuto di elettricità si preparò a colpire.

Ashsapeva che non avrebbe avuto tempo di schivare o spostarsi, quindi il movimento più semplice fu girarsi pancia in su e portare la coda davanti a sé come scudo, attivando Codacciaio.

L’impatto fu potente e lo scontro creò una potente ondata di energia, forte abbastanza da far perdere l’equilibrio ad Ash, che non era in una posizione molto comoda o vantaggiosa. Per fortuna il suo corpicino agile gli permise di roteare appena su se stesso e di ricadere sulle quattro zampe.

Reagì immediatamente e scagliò un altro Tuono contro le Pokémon, doveva assolutamente essere più veloce di loro. Tuttavia Lopunny balzò alta con le sue zampe abili e usò le orecchie per diminuire il danno dell’attacco su se stessa e proteggere la compagna.

“Tutto bene?” Chiese all’amica.

“Si” rispose lei stabilizzandosi a terra “Se la cava”

Lopunny sorrise, assumento un’espressione più concentrata e determinata “Già” fece due passi indietro e si lanciò all’attacco con Sberletese.

Il topino fece altrettanto con Attacco Rapido e i due si scontrarono. La forza delle sole orecchie di Lopunny era incredibile e Ash non poteva far altro se non spingere con tutto il suo corpo, mentre la coniglietta poteva non solo irrobustire le orecchie ma fare pressione con le zampe e il resto del corpo.

Gardevoir percepiva e analizzava le emozioni che trasparivano in quella battaglia. Era la prima volta che ascoltava tali onde emotive in un Pokémon. Avevano una frequenza strana sia per la loro intensità e purezza che per il tipo e la provenienza. Si mascheravano da frequenze tipiche di un Pikachu, ma sotto trasparivano come qualcosa di diverso, sconosciuto… quasi di un altro mondo.

Non era un Ditto trasformato, il concetto del cammuffamento delle frequenze era simile ma il tipo di frequenze era totalmente nuovo.

E poi c’era qualcosa… così indefinito ed confuso… così vago ma sottile… estraneo di natura ma ora alimentato e fuso con il resto della sua aura…

“Aaaaargh!” la lotta continuava e Ash era alle strette. Quelle due erano davvero toste e non si aspettava di vincere lo scontro facilmente, ma doveva almeno provare a dare tutto se stesso, per quanto fosse chiaramente di esperienza inferiore.

Quelle due giocavano di squadra quindi, anche se molto forti anche singolarmente, la soluzione era separarle. Se le loro menti erano pronte a lottare in coppia, per quanto brave ad essere separate si sarebbero confuse.

Doveva trovare il modo di alzare una gabbia tra la coordinazione perfetta di Medicham e Lopunny.

La parola gabbia fece scattare la lampadina nel suo cervello.

“Ancora 30 secondi” annunciò Serena mentre osservava Gardevoir nella sua più profonda e totale concentrazione.

"Allora mi metterò sotto con le maniere forti!" disse Medicham grintosa "Lopunny sei pronta?"

"Quando vuoi!" le rispose la compagna.

Entrambe si lanciarono all’attacco, probabilmente intenzionate a colpirlo con Calcinvolo, un attacco devastante se portato a segno…

Ma un autogol in caso contrario.

Ash attese…

Osservò l’avanzamento delle due e nel momento in cui arrivarono a pochi metri di distanza iniziò a rotare su se stesso. Sembrava quasi una strana breakdance, con le scosse elettriche che fuoriuscivano dalle sue guance e sembravano muoversi in modo fluido assieme a lui.

La velocità aumentò e le scariche iniziarono a prendere una forma alla vista più definita, si stava formando quasi un campo sferico di elettricità.

"Cosa!?" si stupi Medicham che non fece a tempo a fermarsi. Di norma, Calcinvolo poteva avere più chance di andare a segno in coppia. L’avversario andava in panico, si muoveva in modo scorretto e una delle due usava l’altra per andare a segno nel posto in cui andava a spostarsi il bersaglio.

Non si sarebbero mai aspettate un tale scudo di energia così vasto.

Fu la prima a colpire violentemente il ciclone di scariche elettriche che si stavano generando da Ash. La propulsione all’indietro la fece sbattere contro Lopunny e i loro attacchi andarono a finire l’uno contro l’altro.

Fece parecchio male.

"E’ sufficiente così” decretò Gardevoir, segno che il tempo era scaduto. Se proprio era anche andato appena oltre.

"Ahi ahii..." si lamentò Medicham "Cosa era quella mossa? Mai vista in vita mia… ahi ahi..."

"Io la chiamo... Controscudo!" disse Ash ricordando le occasioni in cui l’aveva studiata e messa a punto "Non è una vera mossa, ma l’ho messa a punto come metodo per attaccare e difendermi allo stesso tempo. Può tornare molto utile in questo genere di scontri. Voi siete molto più forti ed esperte di me, ma a volte questa forza può ritorcersi contro, soprattutto se si prendono rischi come con Calcinvolo e si subisce la propria forza. Dovevo impedirvi di collaborare e anche difendermi, quindi anche attaccarvi doveva essere incluso in quello stesso istante"

"Una mossa geniale… e stilosa!" si complimentò Lopunny rialzandosi "Complimenti per la trovata!" poi si rivolse a Gardevoir "Allora? Cosa ne pensi?"

"Il mio verdetto è positivo, la sua aura non è solo benevola, propaga proprio una fortissima energia dello stesso tipo che contagia quelle altrui" Il tipo le rimaneva sconosciuto, ma se era così fortemente positiva, non avevano ragioni di insistere a capire oltre.

"Menomale" si stiracchiò Ash sedendosi. Sapeva che probabilmente Gardevoir aveva intuito qualcosa di poco appartenente all’aura di un Pokémon, ma aveva anche l’impressione che non le importasse molto o che non fosse intenzionata a scoprirne di più.

“Il ginocchio?” chiese lui osservando il livido sulla zampa di Lopunny.

"Ah non è niente. Tempo un oretta è sarà di nuovo in forze complete non ti preoccupare. In caso abbiamo anche delle bacche per rimediare in tempo record!" lo rassicurò la coniglietta.

"Parla per te" si intromisse Medicham "almeno tu ti sei potuta fermare, io invece ho la gamba a pezzi!"

"Fai meno la bambinona” ridacchiò Lopunny “Fai sempre la dura, ti rimetterai nel giro di un paio di ore se non di meno!”

Medicham si limitò a voltare lo sguardo sbuffando. Non che avesse tutti i torti l’amica…

Riposarono per un bel po', permettendo ad entrambe le squadre di rimettersi in forma e di chiacchierare un po' del più e del meno. Discussero sulla Gilda, sul Capitano, su un possibile ma introvabile nome per il team di Ash e Serena e sulla grotta.

Fino a che non decisero di rimettersi in marcia e di iniziare la loro sfida.

Era ora di scoprire come proseguire.

"Buona Fortuna e che vinca il migliore! Ovvero noi!" gridò Medicham mentre si allontanava con le compagne verso la fine del corridoio con le amiche, le quali salutarono la zampa

“Ci si vede alla fine del percorso!” ricambiarono i due neo-Pokémon, lasciandole sparire dalle loro viste.

"Tipe vivaci" commentò Serena "Ma si vede che hanno un buon cuore"

"Già" confermò Ash "Sono proprio in gamba, si capisce come mai sono così in confidenza con il Capitano"

Speravano che la discussione e le idee trovate in gruppo fossero d’aiuto, ma risultò tutto inutile.

Di nuovo ripeterono il percorso decine di volte. Le loro menti erano più fresche ma non avevano portato a niente di nuovo. Sempre lo stesso percorso, nessun Pokémon e nessuna soluzione. Nulla di nulla.

"Niente, torniamo sempre al punto di prima. Qui davanti questo strano monolito con queste strane scritte e strani disegni" si sedette Ash.

"Forse dovremmo concentrarci sugli strani segni sui muri e sul monolito? Chiunque sia vissuto qui deve aver avuto un gusto particolare a scrivere e disegnare ma potrebbe aver dato la soluzione” Disse Serena analizzando le poche scritte sui muri, quasi consumate nel tempo.

Sembrano omini che ballano, ma qui non ci sono umani a parte noi due, che nemmeno ne abbiamo mantenuta la forma"

"Forse assomigliano ad omini" pensò la volpina "Però sono piuttosto singolari. Mi sono familiari"

"Già, ognuno si muove in modo strano. Mi ricordano le lettere latine che si usano nel nostro mondo, ma allo stesso tempo sono storpiati. Eppure anche io sono sicuro di averle già viste in altri contesti. Forse più stilizzate e meno rovinate, ma non mi sono del tutto nuove”

“Forse c’è un collegamento con i nostri mond-" si appoggiò su un muro Serena sentendo però improvvisamente qualcosa respingerla “Waa!” balzò indietro.

“Tutto bene?” chiese lui girandosi e vedendola seduta a terra. Non era spaventata, ma di certo sorpresa.

"H-Hai sentito o visto anche tu?” chiese lei, a cui rispose Ash piegando semplicemente la testa confuso. "Ho provato ad appoggiarmi al muro ma ho sentito come qualcosa spingermi. Sembrava più una massa invisibile che ha reagito!”

“Fammi provare!" Ash si avvicinò al muro esaminandolo, provando a testarlo con le zampe "Sicura che non ti sei immaginata tutto? Io lo sto toccando normalmente ma non sento nulla"

"Non era lì, era un po' più in alto, forse su quei segni molto lievi sulla protuberanza del muro" disse lei mentre Ash la guardava.

Subito vide il viso della volpina impallidire e tornò a fissare il muro pure lui. Si era distratto un momento, che cosa aveva visto? "C-Cosa c’è?”

"Il muro! M-mi ha fatto l'o-occhiolino!"

"Un muro che ti fa...” si girò di nuovo e non vide nulla.

Di nuovo Serena rabbrividì “L’ha fatto ancora!”

“Ma come...” e ancora un volta girandosi non vide nulla. Sembrava quasi come se quel posto li stesse prendendo in giro o li stesse facendo impazzire. Si girò verso Serena varie volte, durante le quali ogni volta lei vedeva un occhiolino e lui rigirandosi non vedeva nulla.

“...Ser- Ah AH!” fece finta di girarsi ancora ma stavolta invece tenne la coda dell’occhio sul muro e fu svelto a rivolgergli lo sguardo, notando l’occhiolino e impallidendo quanto l’amica “Waaa!!” cadde a terra sul sedere sudando freddo.

Improvvisamente si sentì una strana risatina quasi spiritica, che per quanto si propagava, veniva chiaramente da quel muro.

"Pfff dovevate vedere le vostre facce! Ahahahah! Erano da secoli che non mi divertivo cosi!" sghignazzò il muro.

"C-Chi sei!?" sobbalzarono i due Pokémon. Non avvertivano nessuna presenza o spirito, nemmeno un’aura di qualche Pokémon di tipo spettro. Questo era davvero inquietante.

"Beh, ora che mi avete smascherato tanto vale palesarmi! Così possiamo passare a giochi più interessanti!" la protuberanza del muro cominciò a deformarsi e sfocarsi. I leggeri tratti delle pitture rupestri divennero sempre più chiari e si unirono fino a diventare definiti e più familiari ai loro occhi, fino a che non iniziarono a prendere volume e si staccarono dal muro.

Sembrava un surreale 3D di un film al cinema, troppo vero e troppo disagiante.

“Tu sei un Unown!” esclamò Ash indicandolo con sicurezza. Ecco perché gli era tanto famigliare. Si era semplicemente nascosto e cammuffato, ma gli omini e le lettere latine erano un chiaro indizio di ciò che avevano di fronte ora.

"Esatto”

“Ora ha tutto molto più senso, se questo posto aveva dei collegamenti con qualcosa non potevate che essere voi”

Modestamente, nemmeno Arceus ha una concezione minima del vero mistero che ci rappresenta"

"C’è qualcosa che vuoi da noi?"

"Hm a dire il vero no, nulla. Però voi due siete interessanti da seguire e vi assicuro che normalmente a noi Unown interessa poco degli altri esseri viventi. Il nostro è un mondo a parte. Motivo per cui è difficile trovarci, persino in questo posto, che è la casa che ci collega al vostro mondo” Si interruppe per qualche secondo però, per poi continuare “O forse… il loro mondo. Voi non siete di queste parti, vero?”

“Come… lo sai?”

Te l’ho detto, non tutti i segreti devono avere una risposta”

"C-Credo di si…" rispose Ash un po' titubante “Quindi sai come possiamo tornare a casa nel nostro mondo?”

Forse si, forse no. Non ci riguarda”

“Ma… noi avremmo bisogno di una mano!”

Può essere che potremmo riportarvi nel vostro mondo, ma non siamo stati noi a portarvi qui e quindi non tocca a noi risolvere questo problema. Noi agiamo in modo imperscrutabile, non c’è spesso una ragione che voi comuni mortali potete capire”

“A-Almeno sapresti indicarci il modo di uscire?”

Non ho idea di quale sia l’uscita! So il segreto per andare avanti ma non esattamente dove sia quell’avanti!”

I due cominciavano a sentirsi presi in giro e sempre più sconfitti, gli stava salendo il mal di testa.

Però… vi posso dare un piccolo aiuto, dopotutto ve lo siete meritato, mi state simpatici” disse l creatura avanzando verso di loro. Accese i suoi poteri psichici e materializzò a terra una pietra. Noi Unown teniamo sempre un glifo di questo genere e lo diamo soltanto a chi riteniamo giusto. Dovete trovare i miei altri fratelli e sorelle e farvi dare i loro glifi”

“Ma girando il Dungeon non abbiamo visto altri Unown...” commentò Serena. Cosa sarebbe cambiato da lì in poi?

L’Unown fluttuò appena in giro “Posso avvisarli, così si divertiranno anche loro. Inoltre noi prima o poi usciamo allo scoperto ma solo se chi entra ci attrae come mentalità o animo. Siete curiosi, ostinati, non stupidi e soprattutto intriganti. Avete attirato già i miei simili, vedrete che tra non molto li incontrerete!”

“Oh ok, ma a cosa servono quei glifi?”

“A risolvere l’enigma” si avvicinò lui con il suo occhione e li scrutò.

“Enigma? Quello sui monoliti a fine percorso?” domandarono i due cercando di collegare i vari indizi.

“Esatto”

“Ma non capiamo cosa c'è scritto"

"Perchè è linguaggio antico, anche se conosceste la lingua Unown questa è la sua forma più primordiale! Se vi sforzate però riuscirete a riconoscerle, ora che sapete che è un alfabeto simile al vostro. Noi stessi Unown abbiamo la forma che vi assomiglia. Voi raccogliete le lettere e componete le parole che vedrete scritte. Ogni piano ha la sua lettera e alla fine averete una frase intera a cui dovrete rispondere. Come un indovinello.”

I due sembrarono già più sicuri di cosa fare, ora sapevano come potevano proseguire.

Unown non sembrava aver finito “Inoltre vi posso aiutare un pochetto. La prima parola è Ciò e questo è la mia pietra! Tenetela, è una delle lettere che vi servono!”

“Oh beh, grazie mille per l’aiuto!” ringraziarono il Pikachu e la Fennekin.

“Ci divertiremo! Buona fortuna!” L’Unown fece una piccola giravolta e ritornò verso il muro, tuttavia stavolta sparì totalmente al suo interno e non fu più visibile ai due.

Sembrò non essere accaduto nulla, quasi come se il loro incontro fosse stato surreale. Eppure avevano la pietra in loro possesso. Decisero di non parlarne troppo ma erano sicuri che in quel luogo, anche se non erano gli Unown ad averli portati lì, celava qualche risposta al loro problema.

E lo avrebbero risolto.

I due riuscirono a recuperare varie lettere e tornarono più volte a fine percorso per arricurarsi di aver preso quelle necessarie per riprodurre il codice. Ora sapevano come leggerli, avevano memorizzato l’alfabeto e potevano farcela sul serio.

Raccolta anche l'ultima corsero alla statua e posarono a terra tutti i vari pezzi un pò casualmente.

"Ok, immagino che dovremmo selezionarli e poi... fare qualcosa" disse Ash un pò confuso.

"Vediamo..." Disse Serena scartando ciò che non serviva e mettendolo da parte, per poi passare alle lettere uguali. Per fortuna il cappello di Ash era perfetto a trasportare tutti quei reperti. "Unown aveva detto che la prima parola era Ciò. Quindi... le tre lettere dovrebbero essere queste"

"Le altre le terremo in caso ci siano altri piani. Ora però bisogna capire cosa fare di queste lettere" mormorò sistemandole in ordine "Così non succede nulla, forse c'è qualche buco in cui dobbiamo inserirle?"

Serena appoggiò la zampa sulla superficie della lastra e sentì variazioni di livelli. Non si vedevano a occhio ma c'erano proprio degli spazi minimi in cui forse avrebbero potuto inserire le varie pietre "Penso che i rilievi delle pietre a forma di lettere, se sono corretti, possono incastrarsi in questi smussamenti! Proviamo!"

"Ok!" il Pikachu afferrò le tre pietre e le posizionò tutte e tre. Incredibilmente, sebbene lo spazio fosse davvero poco profondo, gli oggetti non cadevano e si incastravano perfettamente.

Già il momento in cui la prima venne a combaciare compresero che avevano trovato la soluzione. Doveva significare qualcosa, era impossibile fosse una casualità. Le indicazioni di Unown sembravano tutte corrette.

Pochi secondi passarono e improvvisamente una luce debole attraverò le pietre e rese distinguibili le tre lettere, come se la parola fosse appena nata.

Non vi fu un instante in cui la luce smise di lampeggiare e pian piano notarono qualcosa cambiare. Il percorso di fronte a loro era uguale ma allo stesso tempo diverso, come se una colorazione diversa dell'oscurità stesse cercando di dire loro "Ora potete proseguire"

E i due con tutta onestà non si fermarono nemmeno a pensare e non +esitarono a procedere. Certo, avrebbero voluto aspettare il Team Malia e aiutarli, ma chi gli dava la certezza che non erano già più avanti? Non potevano star lì per sempre ad aspettare qualcuno che forse non sarebbe mai arrivato. E comunque in caso disperato le Pokémon potevano sempre tornare indietro e uscire dall'entrata. Oppure una volta raggiunta l'uscita e verificata l'assenza delle tre avrebbero chiesto aiuto e sarebbero tornati a tempo debito indietro.

Lasciarono alle spalle le tre pietre, sicuri che rimuovendole sarebbe tornato tutto come prima. Non appena i loro corpi sparirono nell'ombra del percorso, a loro insaputa, gli occhi della statua andarono a spegnersi e le tre pietre sparirono dalle incanalature.

"Siamo... ad un altro piano" commentò Ash guardandosi in giro.

Sì, il Dungeon a quanto pare non era finito e presumevano ci fossero ancora tante lettere per completare un possibile quesito a cui rispondere, ma almeno non era il punto di partenza. Ora sapevano come procedere e con la giusta attenzione sarebbe andato tutto liscio.

...

Così fu. I neo-Pokémon non trovarono gorsse difficoltà. Certo, ricordarsi a memoria tutti i simboli da trovare non era facilissimo, ma alcune parole le avevano tradotte e tutto sommato anche comprendendo le successive riuscivano a trovare automaticamente il senso di quelle non decifrate.

Proseguirono per parecchi piani con lo stesso identico metodo e finalmente giunsero a quella che a loro parere poteva essere l'ultima stanza. Fino ad ora la frase che avevano formato era "Ciò che è più presente ma invisibile agli -...". Avevano un buon presentimento su quale fosse l'ultima parola, ma il problema era che di fronte a loro non vi era alcuno spazio in cui inserire le pietre finali e così non vi era alcun codice.

"C-Che si fa?"

"Non ne ho idea" ammise Ash pensando.

"Ah peccato... Pensavamo fosse fatta ormai" Giunse una voce che li fece letteralmente saltare in aria. I due si misero in posizione offensiva ma poterono tirare un respiro di sollievo nel momento in cui le tre figure di fronte a loro si materializzarono.

Erano Lopunny, Medicham e Gardevoir "Oh siete solo voi"

"Devo prendere quel solo” come un'offesa?" chiese Medicham con un pizzico di ironia. La verità era che non aveva poi questa gran voglia di creare polemiche. Erano abituate ad esplorazioni ben peggiori, ma questa era troppo... disagiante per i loro gusti. Per alcuni sarebbe stata la missione più grottesca e bella in assoluto, per loro tre era solo destabilizzante. Si era stufata.

"Non ascoltatela, allora... vedo che siete arrivati fin qui prima di noi"

"Si, a quanto pare è così" rispose Ash con un mezzo sorriso di sfida, ma doveva ammettere che era tutto di facciata. Questa loro gara era diventata davvero insignificante, non stava in piedi e lo sapevano tutti. Non sembrava nemmeno una competizione "Per ora non abbiamo modo di proseguire. Qui non ci sono incisioni o spazi per mettere le pietre. Immagino che sappiate cosa intendo, sarete arrivate qui nello stesso modo"

Lopunny si grattò il capo con un pò di resa "Saremo oneste, la verità è che non avevamo idea di come proseguirei. Vi abbiamo spiati per un pò e abbiamo visto come siete andati avanti. Abbiamo solo ripetuto la stessa identica cosa recuperando le varie pietre nel primo piano e ripetuto il procedimento tutte le volte successive. Scusate, sareste arrivati prima di noi anche se lo avessimo capito da sole"

I due Pokémon sorrisero, in fin dei conti non erano turbati da quel fatto. Era abbastanza inutile nella loro situazione e la gara non era mai stata sentita come reale dalla loro parte "Non c'è problema, siamo felici che tutti abbiamo raggiunto questo punto e non è capitato nulla di pericoloso. Alla fin fine non siamo in un Dungeon normale, questo si percepisce fin dall'inizio. Si potrebbe sparire senza lasciar traccia o scoprire cose che nell'ombra sono peggiori" rispose Serena cordialmente, per poi girarsi verso Ash "Forse lavorando tutti assieme..."

Gardevoir si avvicinò alla parete della lastra della statua. Al tatto non vi erano appunto incisioni, e nemmeno buchi o altro. Sembravano essere inutili le pietre raccolte fino ad ora "Deve esserci di sicuro un codice o un'uscita da qualche parte qui attorno. Bisogna trovare il modo di scovarla"

"Al tatto non si sente nulla e non mi pare il luogo che di norma ha passaggi segreti che si attivano calpestando qualcosa. Nemmeno i muri sembrano avere leve o altro da spingere per attivare una porta" aggiunse Medicham.

Lopunny si guardò un pò in giro, sfregandosi gli occhi un pò indeboliti dai continui passaggi da un piano più scuro ad uno più chiaro "Forse è qualcosa che non possiamo vedere normalmente?"

Ash e Serena presero in considerazione le osservazioni del Team Malia. Prima di tutto, le statue erano fondamentali. Quindi per proseguire almeno quelle dovevano sempre essere il focus. Anche in questo caso.

Il fatto che il meccanismo fosse diverso era probabilmente dovuto al suo essere l'ultimo passaggio. Se non vi erano rilievi, forse c'era qualcosa dipinto o scritto che dovevano scovare in altro modo? Tutto ciò che avevano a disposizione erano pietre del dungeon. Non avevano trovato altro, altra cosa molto bizzarra.

"E se fosse..." mormorò Serena un pò pensierosa "Se fosse qualcosa da illuminare che non vediamo?" Disse lei guadagnandosi l'attenzione di tutti.

"Vai avanti" disse Medicham, curiosa di sapere di più.

" Ecco... nei casi precedenti le statue avevano gli occhi che si illuminavano e anche le parole lo facevano una volte inserite le pietre. La parola dovrebbe illuminarsi ancora, ma se non si può inserire nulla che dia l'energia adatta alla parete... Forse dobbiamo essere noi stessi a dargliela, ad rendere quella parola luminosa"

"Sei un genio Serena! Sia gli attacchi di fuoco che elettrici producono un pò di luce, magari colpendo la statua con uno dei nostri attacchi riusciremo a fare qualcosa! Dai proviamo!" la incoraggiò Ash mettendosi in piedi.

Gardevoir lo fermò un attimo "Aspetta, forse è un pò avventato colpirla con degli attacchi. Rischiamo di danneggiarla e come se non bastasse gli attacchi sarebbero solo colpi diretti con un'illuminazione minima. Non è un vero fascio di luce, è più un controeffetto causato durante lo scontro ma si disperderebbe"

"Allora che consigli di fare?" domandò Lopunny incrociando le braccia.

"Non lo so" ammise Gardevoir. "Nessuna di noi ha un attacco come Flash o altro e anche in quel caso la luce sarebbe dispersiva e non direzionabile sulla statua come un raggio"

"Pensa Ash... sei un allenatore Pokémon, devi riuscire a sfruttare gli attacchi a tuo vantaggio. Tutta l'esperienza fatta fino ad ora servirà a qualcosa!" provò ad autoconvincersi Ash, portando le zampe alla testa e riflettendo.

Un raggio... una luce... un fascio... un riflesso...

Riflesso.

"Riflesso!!" Esclamò lui saltando in piedi.

"Uh?" mormorarono tutti confusi.

Mai come in quel momento Ash si sarebbe mai sentito così grato al Team Rocket. Ecco come poteva creare una luce abbastanza forte e diretta sulla statua. "Serena mi serve che tu ti metti lì in quel punto" Indicò lui qualche metro più indietro vicino ad una delle pareti.

"O-Ok..." disse lei confusa ma disponibile.

"Ora, una di voi conosce l'attaccho Specchiovelo, giusto?" chiese Ash conferma di ciò che aveva visto durante la sua lotta contro di loro.

Medicham annuì "Si, io lo conosco"

"Perfetto!" Mi serve che ti metti meno distante dal muro opposto in cui si trova Serena e appena più vicina alla statua!" Istruì lui "Serena, tu devi guardarla direttamente, mentre tu Medicham devi avere un'agolazione a metà tra Serena e la statua!"

Medicham cominciò a mettersi in posizione, ma non sembrava convintissima "Ascolta piccoletto, sei sicuro che..."

Ash annuì rapidamente, quasi nemmeno ascoltandola "So quello che faccio!" Si mise poi molto più indietro a tutti e osservò la scena davanti a sé. Una volta controllato che tutto fosse abbastanza preciso il Pokémon annuì "Ci siamo. E' rischioso quindi deve ssere tutto perfettamente calcolato sia in potenza che precisione"

"Quindi?" Chiesero tutti impazienti.

"Serena, usa Introforza contro Medicham, il più debole possibile. Medicham, usa Specchiovelo e cerca di riflettere l'attacco contro la statua" indicò lui.

In quel momento qualcosa nelle menti di tutti cliccò e compresero meglio il piano.

"VIA!"

"FEEEEEEEEE KIN!" esclamò Serena caricano un Introforza abbastanza potente da scagliarsi contro Medicham ma non troppo da poter diventare pericoloso se riflesso.

"MEDIII CHAAAAA" lo specchio energetico di formò davanti al Pokémon e appena Introforza collise con esso l'attacco avversario mutò diventando un raggio. L'angolazione divenne perfetta per dare tempo a Medicham di raccogliere l'attacco e di girarsi giusto appena per mandarlo poi nella direzione giusta.

L'onda di luce energetica partì diretta e andò a colpire il bordo della statua. Era il doppio della potenza dell'Introforza, ma il più debole che le due Pokémon avevano potuto fare.

"Introforza è un attacco che si basa principalmente sulla luce e la sua energia. Specchiovelo spesso raccoglie gli attacchi avversari e li riflette al doppio della potenza ma tramutati in raggi. Infligge danni ma se entrambi gli attacchi sono abbastanza deboli da non creare danni consistententi alla parete della statua allora possiamo ben sperare!"

Come terminò la frase, improvvisamente si sentì uno strano rumore nella stanza. Medicham cessò l'attacco e una volta sparito il raggio notarono una parte di luce ancora raccolta attorno alla parete della costruzione. Tuttavia aveva una forma, ora sembravano esserci delle lettere Unown chiare che formavano un codice.

"Ecco l'ultima parola!" Esultò Ash.

"Presto, potrebbe sparire e non vorremmo rifare tutto da capo!" disse Serena correndo ad osservare la scritta "C'è scritto occhi. Avevamo intuito bene Ash!" sorrise lei.

Lui annuì, era proprio così "Già. Ma non ci sono cambiamenti oltre alle lettere illuminate, gli occhi della statua sono ancora bui. Questo significa che non abbiamo finito. Probabilmente ora c'è la risposta al quesito"

"Ciò che più è presente ma invisibile agli occhi" ripeterono tutti assieme.

"L'aria forse? L'aria non si vede è presente ovunque, se no non respireremmo" Provò Lopunny.

Gardevoir scosse la testa "Non è possibile. Qui non parla della terra solamente, potrebbe parlare in generale e in quel momento basterebbe pensare che nel mare non vi è aria. Non è nemmeno l'acqua, non si trova ovunque se pensiamo all'universo o ai vulcani"

Ash e Serena sospirarono. La loro capacità di ragionamento stava diventando davvero difficile da sostenere. Erano stanchi, tremendamente stanchi.

Il Pikachu fece qualche passo verso la statua, mentre in sottofondo si sentivano i borbottii del Team Malia. Rimase ad osservare per qualche istante la parete, con la testazione di allungare la zampa e toccarla. Serena dietro di lui riusciva a sentire questo suo desiderio e aveva anche collegato come lui questo alla discussione avuta a proposito delle visioni che gli venivano. Non voleva che Ash provasse di nuovo qualcosa di sgradevole, eppure stavolta sembrava volutamente provarla. Si fidava di lui abbastanza per capire che forse non sembra l'irruenza era una cosa negativa.

O forse era la maschera dell'irruenza chiamata coraggio.

"Avanti" Disse Ash che pressò con decisione la zampa sulla superficie.

Fu una cosa istantanea, appena il palmo fu completamente piazzato la sua mente risentì la famosa scintilla distinguibile tra mille. Il suo corpo sentì quasi un briivido o un vuoto attorno, un'atmosfera quasi che andava oltre il tempo e lo spazio.

Stavolta però non sentiva la sensazione che lo teneva forzatamente bloccato e rigido, non sentiva il dolore atroce e la mente annebbiata dalla rabbia, piuttosto era più una sensazione di distanza dal mondo.

Vide una luce potente, quasi accecante che lo portò a socchiudere gli occhi, ma non era fastidiosa. Poteva muoversi appena, anche il suo corpo era disposto a non fare grossi movimenti. Era tutto così strano, ma sembrava proprio la stessa cosa successa ultimamente.

La luce improvvisamente venne divorata da un vuoto nero come la pece che la sovrastò. Ash restò ad osservare come tutto cominciava a spegnersi e il tempo fu troppo breve per lui per provare anche solo a fuggire. L'oscurità lo avvolse e nel preciso momento in cui divenne cieco sentì che proprio questo buio lo aveva avvolto, non solo privato della vista. Fu una sensazione breve, soffocante che gli diede un certo terrore, come quando l'oscurità della morte prende il possesso di una vita ormai al suo limite.

Tuttavia appena tutti i suoi sensi divennero nulli il suo corpo si sentì sbalzato di nuovo in piedi dove si trovava, l'ambiente intorno a sé tornò ad esistere e i sensi ripiombarono nella loro casa nel suo corpo. Inizialmente sembrò quasi essere quella sensazione che si prova in un sogno, in cui ti convinci che sia reale, ti provi a svegliare e non ci riesci, pizzichi la guancia e non cambia e allora ti riconvinci che sia davvero la realtà, anche se il tuo corpo e mente non la percepiscono come tale.

"Ash! Ash tutto bene!?" lo scosse appena Serena vedendolo scombussolato.

Pian piano incominciò a sentirsi di nuovo a posto, più o meno. Si diede una leggerla scrollata e gli divenne tutto chiaro. Aveva mal di testa ma aveva anche trovato la soluzione.

Aveva ragione, le visioni in qualche modo si collegavano sempre a qualcosa passato, presente o futuro e poteva usarle a suo favore.

"HO LA RISPOSTA!" Disse lui.

"Cosa?!" Il Team Malia esclamò in fase di shock.

Ash andò sul lato opposto della statua e indicò loro di raggiungero "Facciamo la stessa cosa di prima su questo lato, ma stavolta ho bisogno che sia Gardevoir a lanciare un attacco Pallaombra!"

Non fecero domande, si prepararono ed eseguirono. La sfera oscura divenne raggio e l'oscurità andò a colpire il lato posteriore della statua e il pilastro che la sosteneva.

Improvvisamente si sentì la terra tremare e ciò li costrinse a fermarsi. Ash fece un ghigno e osservò come davanti a loro sembrò distorcersi lo spazio stesso. Come un'illusione.

Il muro sparì, aprendo un varco oscuro per il quale presubilmente sarebbero dovuti passare.

"Ciò che è più presente non solo sulla terra ma nell'intero universo... è la luce, ma insieme a lei anche l'oscurità. Sono due cose che si bilanciano e ciò che troveremo sempre ovunque a coesistere e dominare" Commentò Ash spiegando "Nella prima parte della prova abbiamo usato la luce stessa, le mancava la seconda parte..." sorrise fissando con determinazione ma anche un pò di brividi la loro destinazione.

"L'oscurità!"

Gardevoir rimase piuttosto sorpresa dall'arguzia del topino "Geniale! Effettivamente la luce e l'oscurità sono due cose comprimarie ma quando una è presente l'altra non si vede! Come ti è venuta in mente questa soluzione?"

"Credo sia un sesto senso, ho visto che quando introforza veniva lanciata il buio si dissipava e riflettendoci mi sono chiesto se era possibile l’opposto. Alla fine si è rivelata giusta come intuizione" mentì un poco Ash. Forse non era il caso che tutti conoscessero questo suo dono di vedere le cose in varie epoche e luoghi.

"In ogni caso. Molto arguto da parte tua!" si complimentò Lopunny tirandogli una leggera pacca sulla schiena "Sarai pure un apprendista al momento ma se te ne esci con queste trovate nel giro di pochi mesi tu e la tua compagna sarete esploratori di altissimo rango!"

Ash si grattò un pò il naso a tal complimento. La sua mente si bloccò appena risentì la menzione di Serena "Compagna?"

"Una compagna di squadra come Serena difficilmente si trova! Un team deve essere coordinato e bisogna capirsi a vicenda se si vuole diventare una macchina operativa di salvataggi ed esplorazioni senza intoppi!" rispose Gardevoir dando sfoggio della sua saggezza " Come nel caso di noi 3. Lopunny è la nostra leader ed è anche la nostra coordinatrice morale, se si può dire"

"Così come Medicham è la nostra forza combattiva e spirituale se ci serve da sporcarci un po' le mani" aggiunse Lopunny.

"E Gardevoir è la nostra fonte di saggezza e conoscenza" concluse Medicha.

"Tre forze riunite che creano una squadra operativa impeccabile!" e le tre si misero in posa come loro solito.

Ash aveva sempre considerato Serena una sua compagna, ma ora come ora pensava che il termine fosse… molto riduttivo.

Estremamente riduttivo.

"Ora basta chiacchere! Il tesoro ci aspetta" si fece sbrigativa Medicham.

"Giusto, giusto. Beh ci muoviamo? Prima che l’effetto dei nostri attacchi sparisca" li incoraggio Lopunny prendendo le redini dell’esplorazione.


 

Camminarono per parecchio tempo nel corridoio oscuro. Sembrava di essere sempre in una specie di collegamento con l’aldilà o il vuoto. Tuttavia si poteva già sentire una differenza rispetto al resto del Dungeon, c’era ancora più energia mistica e antica tra le mura di quel tunnel.

"Vedo una luce!" indicò Lopunny. Più che una luce si poteva definire un calo di oscurità. Si vedevano di più le pareti e pareva esserci un varco alla fine.

L’urgenza di uscire aumentava sempre di più. Eppure qualcosa in loro diceva che non era l’uscita. Era vicina ma allo stesso tempo era il cuore del Dungeon che li attendeva.

"Detto così sembra che stiamo andando verso l'aldilà" abbozzò un commentino Medicham a metà tra lo scocciato e il divertito.

“Chi lo sa…" mormorò Gardevoir non riuscendo ad analizzare l’aura che li attendeva.

Entrarono senza esitazione nel varco che li collegava alla stanza successiva. Guardandosi attorno si aspettavano qualcosa di strano, addirittura una presenza, ma ancora una volta erano stati sorpresi. Non vi era nessuno e la cosa più strana presente erano semplicemente delle pitture rupestri su un’enorme muraglia.

SI vedevano dipinti di Pokémon antichi, di Unown, di Pokémon leggendari e di scontri. Sembravano narrare una storia.

"Affascinante, sembra una sorta di storia illustrata" commentò Gardevoir provando a decifrare ogni singola parete.

"Riesci a capirci qualcosa?" chiese Lopunny.

"Uhm … qui parla di leggende. Tipo la guerra tra mare e terra tra Kyogre e Groudon, poi la leggenda della bestia marina che si risveglia al suono di una melodia pura. Oh e qui c'è la legenda degli ingranaggi del tempo! Direi che questa la possiamo considerare reale ,no?"

"Ah beh… fin troppo” si fece pensierosa Medicham immergendosi nei ricordi.

“Alcune illustrazioni sono molto inquietanti, altre davvero criptiche o alcune… incomprensibili” osservò di nuovo Gardevoir.

Si vedevano illustrazioni di giganti dall’apparenza sconosciuta, figure umanoidi, navi enormi, Unown che giravano attorno a varie ambientazioni, alcune che ricordavano paesaggi naturali, urbani e altri estremamente evoluti.

"Ma il tesoro c'è alla fine?" domando Medicham di nuovo osservando in giro.

"Credo che il tesoro sia questo: la conoscenza della storia” rispose Gardevoir con molto interesse "Queste mura hanno un valore inestimabile, hanno riportate delle leggende antiche mai viste che potrebbero riguardare qualcosa di molto più grosso della realtà in cui viviamo. Origini sconosciute dell’inizio di tutto, di altri mondi… ci vorrebbero decenni a studiare questi reperti! Probabilmente siamo i primi e unici ad avere accesso alle informazioni che ci sono in questo luogo!”

"Direi che l'esplorazione è conclusa" disse Lopunny "Forse non era il tesoro che ci aspettavamo ma resta sempre una vittoria dato che abbiamo scoperto uno dei segreti di questo Dungeon!"

"Se possiamo definirla così" sbuffò Medicham "Beh pronti a tornare?"

“Gardevoir?” chimarono Ash e Serena indicando una parte di muro sulla quale vi erano dei dipinti particolari. Rappresentavano due Pokémon che man mano provenivano da lati opposti. Uno dei due più lontano era più prendeva la forma di quello che sembrava un umano. Forse poteva essere d’aiuto?

“Oh, questi sono i due eroi che salvarono il mondo con gli ingranaggi del tempo!” rispose Gardevoir osservando la muraglia.

“Come mai uno dei due ha una forma così strana in precedenza?” chiese Serena cercando di non far capire di sapere che fosse chiaramente un umano.

La Pokémon di tipo Psico appoggiò una zampa sul muro, provando a ricordare ciò che sapeva sulla faccenda “Pare che uno dei due fosse una creatura di un altro mondo: un umano. Sono miti e leggende qui dove ci troviamo, ma a quanto pare da qualche parte esistono sul serio. Disse di esserlo e che per qualche motivo era un umano molto tempo prima, ma del resto aveva perso memoria”

La prospettiva che accadesse lo stesso a loro era abbastanza spaventosa, anche se loro non avevano perso i ricordi.

“E non dicono altro questi disegni su quelle creature?” chiese Ash fingendo ignoranza.

“Hmmm” Gardevoir si guardò in giro, partendo dal disegno dell’umano che rappresentava il passato dell’eroe “Se si parte da qua possiamo vedere molti altri riferimenti e dettagli ma non riesco bene a decifrarli e mi ci vorrebbe troppo tempo. Alcuni mi pargono incomprensibili...” ragionò ancora concentrandosi “Tuttavia riconosco una delle illustrazioni almno. Questa è una credenza che si è sempre conosciuta”

Lopunny intervenne “E’ più una fiaba. Serve a far sognare i cuccioli sul loro futuro. Il Pokémon che vedi se vede l’impegno di qualcuno o la grande forza dei desider ti aiuta a realizzarli o ti darà fortuna”

“Conoscete questo Pokémon?” chiese Ash con curiosità.

Gardevoir scosse la testa “Mai visto, è la prima volta che vediamo una rappresentazione della storia così… accurata. I disegni inventati per la creatura della fiaba sono sempre diversi, ma considerando il luogo in cui ci troviamo questi potrebbero essere molto più verosimili”

“Anche se come fiaba per cuccioli alla fine finisce per illuderli…” mormorò Medicham.

“Solo perché non sei riuscita a raccogliere la Mela Perfetta dall’albero più grande del bosco fuori casa tua da piccola” ridacchiò Lopunny con un briciolo di presa di in giro.

Ash osservò meglio i disegni, mentre in sottofondo si sentivano i bisticci scherzosi tra le due compagne di team. Ormai però non arrivavano più all sue orecchie, era troppo concentrato. La creatura che vedeva sembrava piccola e dal lungo pelo morbido. Le orecchie erano enormi, forse lunghe quanto il resto del corpo e aveva altri vari segni sul corpo che non poteva definire. Non sapeva quanto fosse accurato il disegno, ma qualcosa in lui gli diceva che era importante. Davvero si trattava solo di una leggenda per bambini?

“Tutto bene Ash?” Gli chiese Serena, l’unica a riuscire davvero a scaturire una reazione in lui “Trovi qualcosa di strano in questa storia?”

“Non molto la storia in sé, quanto chi la rappresenta” rispose lui con concentrazione “Insomma non credo che siano un caso le parole degli Unown! Deve essere qualcosa di strano e mistico ad averci portati qui. Questa leggenda per qualche motivo è disegnata vicino alla rappresentazione di un umano!”

Serena ci pensò su un attimo, ma non aveva nulla da dire davvero al riguardo “Quindi che intendi fare?”

Ash sorrise, tese la zampa e mentre la avvicinò al disegno rispose “Questo!”

Avrebbe fatto una figuraccia se non fosse accaduto nulla, ma il suo istinto era stato talmente forte da portarlo ad agire subito e provare il suo nuovo potere. Voleva capire se era controllabile o no, ma soprattutto era anche l’unica cosa che poteva dargli risposte immediate e forse nascoste.

Sentì la medesima sensazione delle volte precedenti, ma stavolta molto meno disturbante. Era spaesato come sempre, ma ora riusciva ad avere più controllo di sé e non sentiva niente di negativo a livello fisico.

Si ritrovò in un buio pesto e improvvisamente un portale simile ad uno schermo apparve di fronte a lui. La visuale era di bassa qualità e i colori deboli, forse era il modo che la sua mente voleva usare per dirgli che era ambientato il tutto tantissimi anni orsono.

Vedeva molta gente e Pokémon, di ogni età e epoca. Avevano tutti desideri forti e decisi, chi per se stesso, chi per la patria o il mondo. Valori positivi e negativi, desideri di gloria e di prosperità. Soldati e guerrieri decisi, bambini con sogni per il loro futuro, Pokémon e persone comuni… tutto ambientato centinaia di anni prima.

Gli ricordavano il suo ambito sogno di diventare Maestro Pokémon, così forte ma anche così confuso di recente. Erano ambizioni che potevano essere realizzate con determinazione e un pizzico di fortuna.

I desideri delle persone sembravano essere rappresentate con delle piccole tracce di energia che si disperdevano nel cielo attorno a lui e poi si ricomponevano tutte in una sola. Divvenero migliaia, talmente tante da portarlo a coprirsi gli occhi momentaneamente.

Ad un certo punto la luce si placò e rivolgendo lo sguardo su di essa trovò al suo posto una creatura identica a quella sulle mura. Sempre dall’aspetto incerto, ma più chiaro.

Sembrava quasi che quella creatura davvero incarnasse gli obbiettivi e le ambizioni delle persone e dei Pokémon.

La vide girovagari in vari luoghi che si sostituivano l’un l’altro intorno a lui. Aiutava le persone con i suoi poteri a portare avanti le loro volontà, sopratutto le più forti. Provava a dar loro la fortuna e la forza per andare avanti.

Improvvisamente si sentirono dei distanti richiami, quasi ovattati. Di nuovo il paesaggio intorno a lui cambiò e vide tanti miccoli mondi e dimensioni da cui provenivano ambizioni e volontà. E fu questo a scaturire nellla creatura qualcosa, la quale chiuse gli occhi e con tutta se stessa sembrò desiderare qualcosa.

In poco tempo si ritrovò capace di saltare da un mondo all’altro, portando la fortuna e la tenacia anche altrove. La sua ambizione di rappresentare anche le ambizioni altrui era stata portata a termine dai suoi stessi poteri. Ora aveva la capacità di viaggiare attraverso varie dimensioni, tutto perché lo aveva desiderato altamente.

Poi però ad un certo punto si manifestarono non solo obbiettivi raggiunti ma anche obbiettivi NON raggiunti. La creatura, che ormai credeva fosse per forza un Pokémon, subiva i commenti negativi delle persone quando non realizzavano i loro sogni.

Era la semplice verità, non basta sognare e a volte ci sono obbiettivi che per via del fato o del caso non potevano essere realizzati. Non era possibile soddisfare tutti. Il Pokémon incarnava le volontà; realizzate e non, i fallimenti e i successi, la fortuna e la sfortuna, la determinazione e la resa.

Accumulava energia pura ed energia oscura, le cose si bilanciavano. Ma il desiderio stesso di rendere felici tutti lo portò a provare a realizzare sempre gli obbiettivi di tutti, non solo permettendo a persone senza scrupoli di vincere e creare il caos, ma anche finendo per accumulare in sé l’energia oscura rappresentata da sfortuna, fallimento e delusioni.

Pensava che le visioni fossero finite, ma finì per ritrovarsi ancora in una visione, questa volta di una grotta molto particolare. Era abbastanza grande e sul soffitto vi era un buco che illuminava un cristallo per metà dalla colorazione bianca e verde chiaro, simile a ciò che si vede mescolando latte e menta… mentre per l’altra metà verde scuro, tendente al nero.

Si avvicinò al cristallo e lo osservò, non trovando altro che potesse essere di suo interesse. Sembrava tutto normale, per quanto potesse comprendere. Osservò poi il grosso buco nel soffitto sottile della grotta, da dove si poteva vedere la volta stellata.

“Quindi… come sarà finita la leggenda?” mormorò Ash con lentezza e incertezza.

Tutto ad un tratto sentì qualcosa cambiare nell’aria. Guardò il cristallo e i colori che prima sembravano fluire equilibrati al suo interno iniziarono a tendere più per quello scuro, quasi ad andare ad infettare gli altri.

Solo collegando ciò che aveva visto prima a ciò che stava osservando ora Ash riuscì a collegare i vari pezzi “Quindi il cristallo in qualche modo è collegato a quel Pokémon e si sostengono a vicenda… o è tipo una sua fonte di energia...”

“Eppure tutto questo cosa c’entra con noi… solo il viaggio attrave-...”

Tutto ad un tratto si sentì quasi trasportato da qualcosa, sentì un giramento alla testa e chiuse gli occhi anticipando il buio che lo stava per avvolgere. In un attimo sentì i sensi tornare in lui e anche l’ambiente intorno gli parve più reale al tatto.

Aprì gli occhi, trovando di nuovo di fronte a lui il muro con i disegni su esso. Scosse la testa e si girò alla sua destra, trovando Serena ad osservarlo con curiosità ma anche un tocco di preoccupazione e attesa.

“Tutto bene? E’ risuccesso?”

“Si” sussurrò lui “Ho visto un sacco di cose legate alla storia di questo Pokémon, ma non sono riuscito a collegarle alla nostra… Ho ricordi molto più vaghi e confusi ora che sono uscito da quello… squarcio”

“Forse è meglio che ti riposi, ti lascia spesso scombussolato questa cosa” gli consiglio lei vedendo come sembrava intenzionato a rifarlo su altri disegni.

“Non preocuparti! Più lo uso, meno mi da fastidio!” Le disse con un sorriso ottimista. Provò poi a toccare il punto dove vi era l’eroe del passato in versione umana, forse più utile alla loro ricerca. Tuttavia non accadde nulla.

“Hm?” riprovò a toccare più volte ma non sembrava succedere nulla di particolare “Strano… non funziona”

La volpina posò una zampa su quella di Ash con sguardo comprensivo e gliela abbassò “Forse non è esattamente una cosa che puoi decidere o controllare sempre”

“Già… credo che dovremo limitarci a ciò che ho visto prima e magari consulteremo il saggio Torkoal appena sarà possibile” propose ricevendo un cenno positivo da Serena.

Non si accorsero degli sguardi fissi su di loro da parte di qualcuno...

...

I due gruppi di esploratori trovò un passaggio che li portò in un lungo sentiero nella roccia. Inizialmente si preoccuparono di dover attraversare altri Dungeon ma per loro sollievo si trattò solamente di una lunga camminata.

Finalmente i loro occhi scorsero la luce e il capolinea li fece giungere su una sporgenza esterna.

“CE L’ABBIAMO FATTA!” esclamarono in gruppo, veramente sollevati di essere usciti. Erano affamati, stanchi fisicamente e mentalmente.

La sporgenza era collegata ad un sentiero abbastanza ripido ai loro piedi che andava poi a collegarsi ad altri più stabili, sempre tra le varie colline e montagne rocciose. Tuttavia la valle che ora vedevano presentava montagnette poco ripide e sembrava quasi formare con esse una distesa di dossi. Oltre ad essa, potevano scorgere una valle convegetazione varia e un villaggio lontano ma abitato.

Iniziarono a scendere di corsa, facendo però attenzione a non farsi male. Sembrava più una discesa scivolando, i loro movimenti prendevano sempre più velocità, ma riuscirono a controllarsi abbastanza da non scontrarsi con il suolo.

Grazie per avermi fatto divertire!”

La voce arrivò flebile alle orecchie di Ash, ma aveva un lieve accenno amichevole, se così si poteva chiamare. Si girò di colpo, essendo l’unico a quanto pare ad averla sentita e non vide niente e nessuno. Forse era l’Unown?

Alzò lo sguardo, tornando sul percorso fatto, quasi a cercare qualcosa, ma i suoi occhi alla vista si spalancarono di colpo.

“Uh, ragazze...” le richiamò Ash indicando loro il punto da cui erano scese, ma con loro grande sconcerto ora non vi era più nessuna sporgenza e nessuna entrata nel muro.

“C-Cosa?” si scioccò Serena impallidendo.

Passarono un po' di secondi, tra sguardi e confusione, fino a che non chiusero la questione con un semplice “No comment”. A volte alcuni misteri sono destinati a rimanere tali.

Il trio delle esploratrici esperte riprese a camminare, lasciando appena indietro Ash e Serena, i quali proseguivano con parecchi metri di distacco. Arrivarono fino al bivio in totale silenzio, troppo stanchi per conversare o farsi ulteriori domande.

L’unica che proferì parola fu Serena, vedendo Ash con una strana espressione sul suo volto “Che succede?”

“Non so… è come se sentissi che non è finita. Che c’è qualcosa ancora da fare” Si fermò assieme a lei, osservando il percorso scelto dalle esploratrici e poi d’istinto un altro percorso in salita che si avviava su una bassa montagnetta. Il Pikachu si abbassò sulle sue quattro zampe, quasi a volersi mettere più stabile, tuttavia qualcosa subito scattò in lui.

“AH!” esclamò Ash sentendo un’immagine improvvisa scorrergli nella mente. Era a scatti, ma la sensazione he provava era uguale a quella avuta durante i suoi squarci.

Promontorio…

Vedeva un promontorio e una luna alta che lo illuminava.

La visione finì pressoché subito.

“Ash tutto bene?!” chiese l’amica ma lui non rispose subito. Osservò le montagne di fronte a lui e la luna alta nel cielo. La sua posizione era uguale a quella della sua visione e per raggiungere il luogo in cui la visuale era uguale… il promontorio doveva essere per forza sulla via che portava alla montagnetta.

“Serena andiamo! Dobbiamo correre dall’altra parte!” Le disse con agitazione partendo a correre.

“Cosa?” disse lei rimanendogli dietro a ruota.

I due corsero sulla salita, continuando con velocità. Camminando ci avrebbero messo un sacco, ma ora erano estremamente rapidi “Ho visto un promontorio in un’altra visione! Se seguiamo la posizione della luna dovremmo arrivarci!”

Serena manteneva la corsa, nonostante il fiatone accumulato “Ma perché tanta urgenza?”

“Non lo so, non c’era niente e nessuno ma avevo come una sensazione… quasi a dirmi che dovevo essere lì immediatamente!”

Arrivarono ad un altro bivio. Una strada procedeva attorno alla parete della montagna e un’altra era nascosta da alberi bassi e cespugli. A questo punto non c’era altra scelta che dividersi.

“Io vado per la via attorno alla montagna, tu passa in quel sentiero! Se arrivi ad un capolinea e non vedi nulla raggiungimi, ok?” le disse con urgenza prima di sparire.

Serena annuì e proseguì da sola sulla via più vegetativa. La sua agilità iniziò a diminuire quando alcuni piccoli arbusti le resero difficile la corsa. Sembrava un piccolo tunnel di radici e foglie, ma il suo corpo era adatto ad attraversarlo.

D’altra parte Ash invece correva con rapidità, nonostante il percorso abbastanza pericoloso. Avesse posato male le zampe sarebbe potuto precipitare, tuttavia la concentrazione era tale da renderlo un fulmine letteralmente.

“Cosa sarà mai…”

“ASH!” sentì la voce di Serena chiamarlo.

Subito il suo corpo frenò e senza nemmeno pensarci fece dietro-front. Non arrivò nemmeno alla fine del proprio percorso, la voce di Serena lo aveva fatto reagire con immediata decisione. Non era un richiamo di aiuto, ma più di attenzione.

Entrò nel percorso seguito dalla compagna e lo attraversò non badando a nient’altro che la sua fine. Appena uscì dalla parte più vegetativa e le rocce tornarono a circondarlo si placò leggermente guardandosi in giro.

“Serena?” mormorò non vedendola e proseguendo. Il sentiero aveva una curva che rendeva impossibile vedere cosa vi era oltre ma Serena doveva per forza trovarsi oltre ad essa.

I suoi sensi iniziarono a tornare familiari man mano che andava avanti, sembrava tutto tornargli alla mente.

Il cielo, le rocce, le stelle, la luna…

Il promontorio…

Si mise al fianco di Serena e seguì il suo sguardo sul capolinea.

Stavolta occupato.

“Io sono Cresselia”

.

.

.

Continua...

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Capitolo 39
*** Episodio 36: Un passo di troppo! Sogni lasciati alle spalle! ***


Nota d'autori: 

A FINE CAPITOLO IMPORTANTE NOTA DA LEGGERE! 
Preghiamo i nostri lettori di dargli una lettura per favore! Grazie!!

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Episodio 36: Un passo di troppo! Sogni lasciati alle spalle!
 

Per Ash quella giornata non sembrava mai finire, ogni momento portava ad una novità quando per tempo non avevano avuto chissà quali progressi nella loro ricerca. In quell'istante l'ennesima sorpresa della giornata lo lasciò abbastanza sorpreso.

Conosceva quel Pokémon, ne aveva visto un esemplare a Sinnoh, ma mai era arrivato a stargli tanto vicino. Come umano difficilmente avrebbe trovato modo.

"Io sono Cresselia... e voi chi sareste, di grazia?" chiese Cresselia gentilmente e con garbo.

"Oh ehm... mi chiamo Ash e sono un esploratore della gilda di Wigglytuff" si presentò il Pikachu riprendendosi un momento dallo stupore "Lei invece è la mia compagna Serena"

Vedere un Pokémon così bello per la prima volta era una sensazione incredibile, Serena aveva difficoltà a trovare parole.

"Piacere di conoscervi" disse cordialmente il pokemon falcato.

Ash esitò un attimo, ma poi trovò la

sfrontatezza per chiedere "Scusa la domanda... sembrerà strano ma ho avuto la sensazione di venire qui. Forse non è un caso esserci incontrati?" si massaggiò appena il capo, in quella giornata ne avevano viste talmente tante che ormai non credeva più molto a tutte quelle come coincidenze.

Cresselia sorrise con semplicità "Hai ragione, non è un caso. Ho percepito le vostre presenze in questo luogo che solitamente non ospita abitanti e pochi esploratori si addentrano in questi territori" Ash piegò appena la testa un po' confuso ancora sul perché li aveva approcciati, quindi il Pokémon leggendario proseguì "Ho pensato di approcciarvi perché è da un po' che trovavo curiose le vostre aure"

"L-Le nostre aure?" domandò Serena confusa quanto l'amico.

"Sono l'incarnazione dei sogni e della quiete, di volta in volta intervengo nelle menti dei Pokémon per scacciare gli incubi o per tenere d'occhio la situazione. Mi sono già imbattuta nei vostri sogni, devo dire hai un grande appetito Ash..." disse con perfetta naturalezza anche se era inteso come uno scherzo nei confronti del Pikachu, il quale imbarazzato cercò di guardare altrove. Un po' di tempo fa aveva fatto un sogno in cui mangiava una montagna di pokébigné e per quanto non ci fosse chissà cosa di imbarazzante era ambiguo sapere che qualcuno ti osservava la testa di notte.

Cresselia rivolse poi uno sguardo simile a quello rivolto ad Ash ma non disse nulla. La Fennekin ci mise qualche secondo per capire a cosa si riferisse e arrossì parecchio. Dopotutto aveva sognato varie volte momenti tra lei e Ash e cosa sarebbe potuto succedere tra loro.

Questa sembrava un po' invasione di privacy, ma per fortuna Cresselia stessa non sembrava così infame da rivelare le loro questioni troppo personali. O almeno non quelle imbarazzanti.

"Alcuni sogni... erano molto interessanti. Penso sappiate a cosa mi riferisco" disse lei però interrompendo la leggere aria scherzosa che si era propagata.

I due si bloccarono sul momento, cosa dovevano fare? Era chiaro il riferimento. Nei loro sogni la gran parte delle volte erano umani, con i loro amici e i loro Pokémon. Se Cresselia li aveva visti non c'erano scuse che reggevano delle prove visive tali.

"Ho percepito spesso le vostre aure particolari, ma poi tutto si è collegato. E' uno dei motivi per cui vi ho approfittato del momento per provare ad incontrarvi fuori dai vostri sogni. Avrei potuto farlo mentre dormivate in effetti ma preferivo un incontro che sembrasse più reale.

Ash e Serena si guardarono per qualche istante, leggendosi nel pensiero. Si fidavano abbastanza per confidarsi con lei, dopotutto se non potevano farlo con un Pokémon leggendario benigno con chi lo avrebbero fatto?

"E' vero, non siamo veri Pokémon" ammise Ash con tono determinato, ma lo sguardo del leggendario non sembrò sorpreso o scioccato. Non variò di una virgola.

"Siete umani trasformati in Pokémon, vero?" intuì subito lei con una certa semplicità, come se sapesse già tutto.

"M-Ma come..." entrambi gli esploratori si stupirono con molta spontaneità.

Cresselia sorrise con comprensione "Non siete gli unici, tempo fa un altro umano finì nel nostro mondo trasformato in un Pokémon e vedervi sognare di essere tali mi ha fatto pensare che non fosse solo immaginazione"

"Ci hanno detto di questo in effetti"

"Se per questo io ebbi la fortuna di conoscerlo"

"DAVVERO?" si stupirono i due anche se effettivamente non c'era molto di cui sorprendersi, vista la grandezza dei due esploratori del passato. Se erano così in gamba e avevano affrontato così tante avventure leggendarie allora non era tanto strano avessero avuto contatti con Cresselia.

Cresselia annuì "Lavorammo assieme per un po', devo anche a loro la vita, così come tutti i Pokémon di Borgo Tesoro"

"Puoi raccontarci qualcosa?" chiese Ash.

"Oh posso raccontarvi per filo e per segno cosa è successo. Sedetevi pure comodi perchè sarà una storia lunga"

Ash e Serena si sedettero di fronte a Cresselia, la quale iniziò il suo racconto scavando nelle sue memorie.

Raccontò loro tutto ciò che sapeva, sulle speculazioni del passato di entrambi i Pokémon, tralasciando praticamente tutta la storia della loro crescita come esploratori, ma riuscendo a fornire con precisione i dettagli sugli eventi legati agli ingranaggi, Dialga Oscuro, Palkia e in particolar modo Darkrai.

"Si scoprì che fu l'intervento di Darkrai a trasformare quell'umano in un Pokémon e a fargli perdere i ricordi della sua missione, così come successo poi lo stesso a lui e ancora oggi è dato per disperso"

"Quindi c'è una possibilità che Darkrai sia la causa per cui siamo qui?" domandò Ash con un cenno di speranza che fosse la soluzione, anche se era molto diversa da ciò che aveva visto nelle sue visioni.

Cresselia scosse la testa "No, lo dubito fortemente. Conosco bene Darkrai e so che il suo potere non riesce ad estendersi fino a quel punto. Non è nelle sue capacità condizionare lo spazio tempo, può solo controllare tutto ciò che riguarda il mondo dei sogni e dell'oscurità"

"Oh..." Entrambi sospirano un pò abbattuti.

"Non so ancora come sia arrivato quell'umano nel nostro mondo, potrebbe essere una causa diversa dalla vostra, oppure avete più cose in comune di quante si possano credere..." disse lei "Le vostre auree sono molto simili a quelle che ricordo e per quanto fosse impossibile ho pensato che ci fosse qualcosa di legato a loro. Mossa dalla curiosità di contattarvi ho provato a rilasciare un pò della mia aura e a quanto pare voi siete venuti, come l'avete percepita?"

"Uh, a dire il vero sono stato io. Mi è venuto improvvisamente un flash..." vedendo lo sguardo confuso di Cresselia provò a specificare "Una specie di visione. Non è la prima volta che mi viene da quando sono in questo mondo!"

L'espressione di Cresselia si fece seria all'improvviso e nel suo sguardo si notò un improvviso interessa, quasi come se avesse idea di che parlasse "Riusciresti a descrivermi meglio le caratteristiche di questi eventi?"

Ash massaggiò il retro del capo alzando appena lo sguardo e cercando di trovare le parole "E' difficile da spiegare. E' come se tutto intorno a me sparisse, in tutti e 5 i sensi. Poi mi ritrovo in dei luoghi oppure li vedo solo, a volte sono vuoti mentre altre succede qualcosa. In un certo senso credo di poter vedere passato, presente e futuro. Poi la sensazione di confusione passa e mi ritrovo qui. Però il tutto è come se mi spaccasse la testa a metà e vi penetrasse... come uno-"

"Squarcio"

"Si, esatto! Aspetta... che-"

"Si chiama Squarcio Dimensionale. Quello che ti succede non è un evento casuale; anche l'umano che finì qui prima di te lo possedeva. Permette di vedere nel tempo determinati fatti, luoghi o Pokémon. Ti mette persino in contatto con l'aura di alcuni Pokémon a volte. In sintesi, ti fornisce le riposte, anche se non è un evento che accade di tua volontà. Puoi provare a scatenarlo toccando determinati oggetti o individui ma non sempre funziona. E' un fenomeno particolare"

Ash osservò le proprie zampe, con fare contemplativo "Wow."

"Quello che si vede in uno squarcio però può essere solo legato alla realtà giusto? Non è condizionato dalla nostra mente e ci mostra il falso, giusto?" domandò Serena.

"Non dovrebbe da quel che so"

"Allora... le visioni precedenti..." Lanciò uno sguardo ad Ash e cercò di trasmettergli un messaggio visivo chiaro. In pochi secondi il Pikachu afferrò il concetto e aprì bocca per parlare.

"Oggi siamo stati nelle rovine degli Unown..." iniziò lui, mentre Cresselia annuiva. Probabilmente sapeva della fama degli Unown e dei misteri che portavano, quindi stava lasciando ad Ash il tempo di spiegarsi "Siamo riusciti a trovare una sala del tesoro, che poi si è rivelato essere un insieme di dipinti rupestri. Quando ho toccato uno di essi improvvisamente ho avuto una vis-...Squarcio"

Provò a ricordare con tutte le sue forze quello che aveva visto e sentito, ma le memorie sembravano offuscatate "Per la prima volta ho ricordato poco dello squarcio una volta finito, ma so che c'era uno strano Pokémon che aiutava le persone a realizzare i loro obbiettivi ma che traeva vantaggio anche dai loro fallimenti"

Il Pokémon leggendario sembrò entrare in uno stato contemplativo, ma continuava ad ascoltare. Sembrava avesse qualcosa di importante in mente.

"Non so cosa possa centrare con il desiderio mio e di Serena di tornare a casa, ma a qualcosa deve pur riferirsi! Ed era collegato ad una delle leggende reali di questo mondo!"

"Uhm... conosco quella leggenda o meglio ne ho sentito parlare" disse pensierosa Cresselia "Era un mito molto vecchio che serviva a spronare i giovani Pokémon ad andare avanti nonostante le intemperie. Se le persone si impegnavano in qualche loro obbiettivo questa creatura sarebbe corsa in loro aiuto e avrebbe portato le loro azioni a dei successi, se non lo avessero fatto avrebbe invece recato loro solamente enormi fallimenti. Tuttavia la leggenda è diventata molto meno popolare, in quanto a volte sia successo invece che l'impegno abbia comunque portato a fallire e il disimpegno all'opposto. O forse molto più comunemente è finita per essere sostituita come tante altre leggende con alcune nuove"

"Sapresti anche chi è questo Pokémon?" domando Ash.

"Spiacente, non lo conosco... o almeno non ho mai avuto modo di incontrarlo" rispose Cresselia "Tuttavia posso confermarvi che la leggenda è reale. Non ne ho prova ma ci sono alcune informazioni che noi Pokémon leggendari sappiamo dentro al cuore"

"Allora questo Pokémon potrebbe avere un senso in tutto ciò?"

"Un senso probabilmente lo ha, anche se non è detto sia direttamente la soluzione al vostro caso. Potremmo anche sbagliarci... però ora che ho sentito della vostra situazione e so della vostra storia riesco a vedere ancora più collegamenti con la mia indagine"

I due condivisero uno sguardo confuso "Indagine?"

"Ultimamente si sono verificati degli strani casi, sento auree oscure in aumento e sono molto pericolose. Intaccano nel profondo un Pokémon e non si trattano di semplici incantesimi. Ho pensato potrebbe collegarsi a Darkrai ma la mia pista si allontana più da quella opzione e ne apre altre sconosciute. Voi siete una di esse"

"Noi?!" si alzarono in piedi temendo di essere accusati di qualcosa ma la Pokémon in fretta li calmò.

"Ovviamente non intendo che siate voi la causa, ma piuttosto..." si fece un po' più seria e misteriosa la sua espressione "Che i misteri che vi circondano e vi abbiano portati qui siano in qualche modo collegati al mio" chiarificò lei.

Ash e Serena non risposero immediatamente, tutto questo apriva una pista enorme... ma forse quella giusta finalmente? E che dovevano fare al riguardo?

Cresselia sospirò "Così come percepisco le vostre auree sento che c'è un'imponente forza oscura da qualche parte e mi preoccupa. Voglio chiedervi di aiutarmi in questa indagine o meglio... missione" dichiarò con tono abbastanza quieto "Così come i due eroi ci salvarono tempo addietro, non penso sia un caso che due Pokémon con auree estremamente simili siano apparsi con cause sconosciute in un periodo coincidente ai miei misteri"

Qualche secondo di silenziò passò, lasciando tempo ai due di comprendere bene la richiesta "Ci stai chiedendo quindi di aiutarti a scoprire questa forza oscura e in caso... sconfiggerla?" chiese Serena insicura.

"Esatto" confermò il Pokémon dei sogni "Comprendo che sia un incarico di estrema importanza e pericolosità, è un enorme rischio che non chiederei a chiunque... ma sento di dover rischiare e seguire questa strada stavolta, nella speranza di evitare una catastrofe senza precedenti. Capisco anche che se tutto questo dovesse rivelarsi di diversa entità ai vostri problemi personali sarebbe molto sconvenient-"

"Lo faremo" dichiarò Ash interrompendola con un sorriso e aria determinata "Ti aiuteremo molto volentieri" si girò verso Serena, con il triste presentimento che avrebbe trovato un po' di contrarietà sul suo volto, dopotutto non l'aveva nemmeno consultata. Invece la volpina sembrò non aspettarsi nient'altro che l'amico continuasse "In fondo è nostro dovere e piacere aiutare chiunque abbia bisogno, è un ideale che seguivamo fortemente anche come umani! Anche se non dovesse essere d'aiuto con la nostra ricerca faremo tutto ciò che possiamo per aiutare questo mondo e i suoi abitanti a vivere in pace!"

Cresselia si sentì estremamente coinvolta e sorpresa dalla risposta. L'animo di quel Pikachu di fronte a sé era di una grandezza e potenza incredibile. Così piccolo di forma eppure incredibilmente nobile. "Mi fa piacere..."

"Anche noi però dobbiamo avvisarti e abbiamo alcune preoccupazioni. Essendo umani e da nemmeno un anno su questo mondo noi non siamo ancora forti nel combattimento. Proviamo del nostro meglio ma ci sono comunque dei limiti, penso che chiunque affronteremo in questo cammino sarà ben oltre le nostre capacità. Inoltre come lo spiegheremo al Capitano della Gilda e i nostri compagni? Penso che una missione di questo calibro richiederà il massimo impegno e la nostra assenza verrà notata, inoltre se è molto importante sarebbe da mantenere come segre-"

"Nessuna parola può venir fatta di questa missione"

"Allora come fare-"

"Non verrete con me"

Gli ex-umani si stupirono per un momento, un po' perplessi "Cosa?!"

"Temo di non essere stata molto completa sul da farsi" Si scusò lei spiegando "Non verrete con me in questa missione, o almeno non subito. I miei viaggi richiedono estrema furtività e ci sono luoghi che solo io posso visitare. Inoltre, ho bisogno di molte più tracce prima di coinvolgervi nel vuoto. Voglio assicurarmi in primo luogo con certezza assoluta che Darkrai non sia coinvolto..." alzò appena lo sguardo alle stelle "Non avrebbe senso portarvi con me fino ad allora"

"...Oh"

"A maggior ragione, non avrebbe senso allarmare la Gilda prima del tempo. Non possiamo spargere panico o informazioni di tale segretezza e per quanto sappia delle enormi competenze del Capitano e i suoi esploratori le proporzioni della missione sono troppo elevate. Non devono venire a conoscenza di nulla" avvisò con premura "Dovrete tenere nascosto il nostro incontro, la vostra identità e le indagini di entrambe le parti. Lasciate da parte ogni vostra curiosità o particolare interesse sul caso, esprimete un profilo basso"

Si guardarono un attimo, giungendo velocemente alla decisione "Lo faremo" confermarono entrambi.

"Non so quando arriverà il momento di partire con me, nemmeno quando avrete mie notizie. Potrebbe essere che per un po' collaboreremo in incognito e dovrete farlo mantenendo le vostre coperture nella Gilda. Ciò che importa di più però è che non facciate nulla fino al momento in cui mi metterò in contatto con voi" Improvvisamente il suo corpo emise una luce e chiuse gli occhi, alzandosi lentamente in cielo.

Da ella una piuma cadde e si depositò ai loro piedi. I due esploratori la osservarono e poi raccolsero dal terreno. Rialzarono gli sguardi e videro Cresselia sempre più vicina a sovrapporsi alla luna.

"Quando sarà il tempo di andare alla ricerca dei poteri speciali vi aiuterà a ritrovarci, usatela seguendo il vostro cuore"

Svanì al sovrapporsi della sua luce e quella lunare, lasciando i due nella sensazione di trovarsi in un sogno sul tempo di finire. Eppure i loro occhi stanchi erano ancora aperti, le loro menti sveglie e la soffice piuma tra le zampe di Ash non spariva.

Il sogno più reale che potessero fare.

"..." il silenzio venne rotto da un improvviso intervento di Ash "Finalmente ce l'ho! Ho il nome per il nostro team!"

...

"Ehi eccovi! Dove eravate spariti? Siete rimasti indietro per quasi un'ora! Eravamo sul punto di venirvi a cercare!" Esclamò Medicham. Alla fin fine anche lei aveva sviluppato una certa affezione tutta sua verso i due.

Sembrava che il Team Malia li conoscesse da una vita.

"Scusate... è che mi sono addormentato sul percorso..." provò a prendersi le colpe Ash inventando una scusa più credibile possibile. Beh, forse non molto per una persona comune, ma su di lui poteva funzionare.

Il Pokémon Yoga fece un facepalm, mentre Lopunny ridacchiò apertamente "Ahahaha! Certo che sei proprio un tipetto assurdo tu! Se ci avvisavi ti avremmo aiutato a raggiungere il villaggio prima, almeno adesso avresti già mangiato e ti saresti coricato!"

"Non posso farci nulla! Sono crollato all'improvviso!" si grattò il capo con un ghigno "Serena non ce l'avrebbe fatta a trasportarmi vista anche la sua di stanchezza"

"Non volevo disturbarvi e nemmeno lasciarlo solo in quello stato" aggiunse lei per dare credibilità alla storia.

"Quindi si è messa solo di fianco a te vegliando vigile? Che dolce!" espresse la coniglietta giungendo le zampe, mentre Serena cercava di nascondere il rossore con le sue orecchie.

Ash mantenne un sorriso sincero stavolta, per quanto fosse tutta una scusa non aveva alcun dubbio che l'amica si sarebbe comportata così in un caso reale. Anzi, avrebbe combattuto la stanchezza e la fatica cercando di portarlo con sé. Stessa sicurezza se fosse stato viceversa.

Si accorsero solo in quel momento del Pokémon al fianco del Team Malia: un Ampharos, il quale li salutò con cordialità "Non dovete preoccuparvi, qui siete i benvenuti! Aiutare Pokémon in difficoltà è un piacere oltre che una rarità vista la poca presenza di esploratori o turisti nei paraggi!"

"Oh ci scusi, eravamo presi dai discorsi e non avevamo fatto caso alla sua presenza" ironicamente, per quanto fosse alto e grosso rispetto a loro.

"Non preoccupatevi! Vuol dire che la dieta non è più tra le mie priorità se non vengo visto a colpo d'occhio!" ridacchiò lui "Piacere di conoscervi, io sono il capo villaggio Ampharos! Eravamo in attesa del vostro arrivo! Voi siete?"

Lopunny era sul punto di rispondere per loro "Loro-"

"Team Gash! Il piacere è nostro!"

le tre esploratrici del team Malia si girarono abbastanza sorpresa e li osservarono con grande curiosità e interesse. Quella era certamente un'interessante svolta.

"Beh, Team Gash, siete entrambi liberi di saziarvi, farvi curare delle ferite e recuperare le energie con una bella dormita come il Team Malia! Sentitevi come a casa vostra e non esitate a chiedere per qualunque cosa!" salutò lui lasciandoli da soli.

"Team Gash... Team Squarcio in pratica?" aprì il discorso Gardevoir con aria pensierosa.

"Da dove salta fuori? Non avevate detto di non avere un nome per la vostra squadra?" chiese Medicham appoggiando le mani ai fianchi.

"Infatti non lo avevamo!" confermò Serena "Ci è venuto in mente mentre vi raggiungevamo!"

"Questa avventura ci ha dato la giusta ispirazione!" alzò il pollice all'insù il topo elettrico con positività.

"Ma... che significato ha?" domandò di nuovo Medicham con un po' di confusione.

Il Pikachu e la Fennekin si scambiarono uno sguardo, voltando le loro teste l'uno verso l'altra. Sembrava voler essere più per convinzione e sintonia agli occhi del Team Malia, ma in verità era solo un silenzioso accordo a mantenere il silenzio sulla vera ispirazione.

"Diciamo che vogliamo creare uno squarcio oltre la realtà e raggiungere i nostri sogni, attraversando ogni ostacolo!"

...

Tanta era la fretta di tornare e i due decisero di non attendere oltre il giorno successivo. Recuperate le energie, annunciarono le loro intenzioni agli ospitanti e il Team Malia, intenzionato a trattenersi un po' più a lungo: la loro presenza lontana dalla Gilda non poteva prolungarsi. Gli fu fornita una nuova borsa con tanta cortesia degli abitanti del villaggio, riempita con scorte di cibo e rimedi in caso di ferite o malanni. Con gran discretezza Ash vi mise anche la piuma di Cresselia, tenuta tutto il tempo nascosta sotto il suo cappello.

Il Team Malia non fece troppa pressione sulla questione. Sapevano come era il carattere di un certo Mr. Regola e comprendevano in un certo senso la fretta dei due cadetti.

"E' stato un piacere conoscervi, di sicuro un'esperienza fuori dalla regolarità! Vi dobbiamo ringraziare per queste novità interessanti che ci avete aiutate a scoprire!" Ringraziò Lopunny stendendo la zampa verso il Pikachu, il quale non esitò a stringerla.

"Anche per noi vale lo stesso! Grazie dell'aiuto e per averci accompagnati in questa avventura!" il suo sguardo deciso chiaro negli occhi color nocciola.

"Con la vostra fame di misteri magari sarà un'altra spericolata avventura nell'ignoto lo sfondo di un nostro nuovo incontro" contraccambiò lei.

"Magari" stava per mormorare, consapevole che forse quel giorno non sarebbe mai arrivato, in un misto tra l'amaro di un addio definitivo e la dolcezza del immaginarsi di nuovo a casa.

...

"IMPRONTA IMPRONTA!" risuonò la voce di Diglett da sotto la grata su cui poggiavano i loro piedi. Avevano camminato senza sosta, tutto il giorno precedente e la notte per arrivare il prima possibile. Era ormai l'alba e anche per loro era una leggera sorpresa trovare già sveglio il personale della Gilda.

"*Yawn* a quest'ora?" sbadigliò controvoglia Loudred, la sua voce alta di natura abbastanza per farsi sentire dai due novellini. "Bah, dimmi chi è! Almeno facciamo in fretta, così posso tornare a dormire che poi dopo mi tocca dare la sveglia agli altri"

"E' di..." iniziò Diglett per poi fermarsi quasi a voler ricontrollare.

"Di chi? Su sbrigati!"

"D-Di... A-A-A-AHHHHHHH!" Tutto ad un tratto la talpa partì a razzo verso la superficie scavando a più non posso.

Loudred lo richiamò piuttosto scosso dal gesto "E-Ehi che stai facendo!?"

In superficie la testa del Pokémon sbucò e incontrò presto i musi di Ash e Serena. Non diede tempo loro di parlare che subito esplose in un'espressione di rasserenamento e gioia "Siete voi! Siete voi! Siete tornati! Non potevo sbagliarmi!" per poi risparire sotto terra senza lasciarli rispondere "Loudred apri! Sono loro, sono tornati!"

"Loro... LORO!? SUBITO!!!"

L'entrata si aprì presto e come i due furono dentro venne richiusa. Scesero le scale e i videro i compagni venirgli incontro. Sembravano molto felici di vederli.

"Caspita pensavamo quasi vi foste ritirati o cosa! Siete spariti nel nulla!" Esclamò Loudred dando qualche pacca sulla schiena ad Ash. "Non te la sarai presa a tal punto per la questione dell'altro gio-"

"NO!" Interruppe Ash subito negando "Non dire sciocchezze, eravamo in missione"

"Lo avete accennato nel biglietto che avete lasciato..." A quel commento Serena piegò appena la testa, mentre Ash sorrise internamente, grato che il Pokémon che lo aveva informato del rapimento di Serena avesse fatto come gli aveva chiesto. Oggi era l'inizio del sesto giorno, quindi avevano scampato il problema. Avrebbe solo dovuto avvisarlo per assicurare che era tutto okay. "...Però ci avete messo così tanto che abbiamo iniziato a temere il peggio. Il Capitano e Chatot cominciavano a sembrare un po' titubanti sulla questione"

"Immaginiamo, ma la missione si è fatta più complessa di quanto potessimo immaginare e ci era impossibile tornare pri-"

Le voci alte dei Pokémon sembrarono portare al risveglio alcuni compagni, i quali non necessitarono altro che uno sguardo per avvisare poi tutti gli altri. Inutile dire che ci fu un trambusto generale quando tutti li raggiunsero e circondarono

"Cosa è successo!?" chiese Chimecho svolazzando intorno.

"Ohibò, non vi siete fatti male, vero?" domandò poi Bidoof .

"Ci penso io se avete qualche malattia o ferita!" si offrì Floette.

"Io ho una bella domanda... DOVE SIETE STATI!?" Una voce potente gracchiò e fece allontanare subito tutti i Pokémon che si spostarono dietro ad Ash e Serena.

"Oh no..."

"OH NO POTETE DIRLO FORTE! AVETE IDEA DI QUANTE REGOLE AVETE INFRANTO?! SIETE STATI VIA IN UNA MISSIONE SCONOSCIUTA PER QUASI 6 GIORNI SENZA DARE NOTIZIA MANCANDO OGNI COPRIFUOCO! VOI NOVELLINI NON AVETE IL CONSENSO-"

"Tecnicamente ormai non siamo più esattamente così novellini-"

"-DI ACCETTARE MISSIONI CHE NON SONO ALLA VOSTRA PORTATA CHE VI PORTANO AD ASSENTARVI PER QUESTA DURATA DI GIORNI! E SE INVECE FOSTE STATI A RILASSARVI E CINCISCHIARE APPROFITTANDO DI UNA MISSIONE INESISTENTE?!"

"Possiamo spiegare Chatot-" provò Ash ma subito arrivò la contro-risposta.

"OH ME LO AUGURO!"

I due rabbrividirono ma sapevano che non potevano esitare. Serena aprì la bocca per parlare, avevano discusso tutto il ritorno sulla possibile scusa da esporre e avevano costruito una versione dei fatti verosimile "Noi abbiamo-"

"Aiutato il grandioso Team Malia in un'intrepida missione nella Foresta Bruma!" una voce improvvisa si intromise.

Quell'intervento improvviso li fece impallidire se non stordire pure. Le loro bocche e occhi si spalancarono e i due guardarono allibiti le figure di Lopunny, Gardevoir e Medicham di fronte al gruppo di Pokémon.

Ma non si erano dati addio? Li avevano seguiti per tutto il tempo? E perché erano tornati? Non riuscivano a formulare dei pensieri coerenti.

Anche Chatot sembrò alquanto allibito dalla loro presenza anche se non dispiaciuto "Voi!?"

"NOI! Team Malia al rapporto caro Chatot!"

Si sentirono i bisbigli dei compagni di Gilda in sottofondo, ma alle orecchie dei due ex-umani sembravano non arrivare. Ormai sembravano due fantasmi.

"M-Ma voi... cosa ci fate- e loro... e-e..." si schiarì la voce gracchiante e ricompose "A cosa dobbiamo l'onore della vostra visita, care signorine?"

"Ruffiano." borbottò l'intero gruppo di allievi senza farsi sentire.

"Questi due giovanotti, non che noi siamo vecchie ovviamente, sono stati colleghi di missione nella Foresta Bruma" Rispose la coniglietta. "O forse dovremmo chiamarli Team Gash"

"Team Gash? Ohhhh avete deciso un nome finalmente?" si congratulò Bidoof ingenuamente, così come gli altri.

"Che significato ha?"

"Come vi è venuto in mente?"

Ash stava per aprire la bocca ma Chatot si girò verso di lui e Serena fulminandoli, il suo sguardo non sembrava penetrarli solo per l'improvvisa menzione al loro nuovo nome da Team, ma su tutto. Però proprio in quel frangente di tempo in cui era girato, vide la coniglietta fargli un occhiolino rapido. Il Pikachu per coprirsi all'improvviso si limitò a chiudere la bocca e annuire.

Avrebbe lasciato loro al comando della situazione, qualcosa gli diceva di fidarsi del Team Malia, qualunque cosa avessero detto. Sembravano avere in mano a situazione per qualche strano motivo.

"*coff*" si schiarì nuovamente la voce il pappagallo "Non che non mi fidi della vostra parola, ma non spiega il periodo di lunga assenza e sopratutto cosa sia successo" continuò lui ma con molta più calma.

"Non sei cambiato in questi mesi eh? Sempre in malafede!" scherzò lei dandogli un pugnetto sul fianco che lo fece traballare "E' stato un caso incontrarci. Loro erano lì per una missione di ricognizione di uno strumento rubato, noi invece avevamo sentito voci da fonti sicure di una possibile presenza misteriosa a guardia di un tesoro! Sai come siamo quando si tratta di quello!"

"Già..."

"Comunque... alla fine non c'era nessuna presenza misteriosa leggendaria o roba simile, ma una banda di furfanti che si era creata un covo nelle profondità del Dungeon, spaventando tutti i visitatori per tenersi ciò che avevano rubato in gran quantità dagli abitanti della zona!" Lopunny si avvicino ad Ash e gli posò una mano sul capo "Le missioni sono finite semplicemente per sovrapporsi!" Sembrava un gesto casuale, ma improvvisamente fu Gardevoir a parlare nella direzione opposta portando Chatot a girarsi.

Subito Lopunny allungò l'orecchio sinistro verso i due e videro qualcosa nascosto nel pelo di essa. Rapidamente Serena afferrò il foglio di carta arrotolato e lo nascose sotto il foulard.

"Ancora non vedo come mai la missione sia durata tanto" borbottò l'uccello perplesso.

Medicham intervenne a tal proposito "Ti facevo più intuitivo! Abbiamo avuto bisogno di tempo per formulare un piano. Inoltre la Foresta Bruma è un luogo molto difficile in cui orientarsi. Dal covo una volta sconfitti i ladri abbiamo restituito tutti gli oggetti rubati e ciò ci ha impiegato molto tempo. Siamo dovuti andare anche oltre il Dungeon per farlo!"

"E la ricompensa?"

"Ce la siamo tenuta noi ovviamente! Siamo le più esperte, i tuoi novellini hanno avuto in premio una preziosissima esperienza!" esclamò Lopunny con gioia facendo poi un cenno a Serena, la quale tirò fuori il foglio con le informazioni della missione di recupero dell'oggetto di cui aveva parlato prima.

Era proprio il classico incarico per iscritto che potevano prendere alla bacheca missioni. Avendo fatto finta di conservarlo fin dall'inizio pareva davvero fossero in missione per quello e non una scusa a caso. Per questo glielo aveva dato in gran segreto.

Ma quando aveva recuperato questo documento? Dovevano averlo preso per forza da qualche altra parte... in tal caso tuttavia ci sarebbe stata una vera missione senza mai nessuno che potesse portarla a termine e qualcuno bisognoso non avrebbe ricevuto l'aiuto necessario.

"Non preoccuparti, ci penseremo noi alla missione una volta andate via da qui" mormorò piano Lopunny ad Ash mentre Chatot era impegnato a leggere il foglio.

Chatot sembrava quasi del tutto convinto. Di sicuro non avevano fatto a tempo a staccare una missione dalla bacheca con le stesse informazioni che gli servivano proprio prima di venire approcciati da lui. Inoltre si fidava a pieno delle parole del Team Malia, grandi amiche del Capitano. "Beh, voi due-" lanciò uno sguardo ad Ash e Serena "Dovete sentirvi estremamente fortunati ad avere avuto questa enorme opportunità, lavorare direttamente e alla pari con il Team Malia non è un evento comune e ripetibile, spero abbiate preso coscienza di tutta la missione e imparato almeno qualcosa da loro!"

"Si signore" esclamarono i due, anche se internamente volevano ridere con sarcasmo. A dire il vero, per quanto utili, alla fine erano state loro a seguirli per uscire dal Dungeon e non viceversa.

"Cooooomunque, la nostra presenza qui è anche dovuta alla mancanza per il caro Capitano! Volevamo salutare Wigglytuff se possibile!" concluse la questione Lopunny cambiando argomento.

Chatot con piacere le guidò verso lo studio del capitano e ancora una volta non notò Serena restituire il foglio della missione a Gardevoir.

Era possibile che qualche compagno di Gilda li avesse visti, ma per loro fortuna nessuno fece domande.

Quelle tre erano intervenute di loro volontà, non gli avevano chiesto niente. Non potevano sapere che avevano già una scusa pronta, nemmeno che gliene servisse una. Eppure quella di Lopunny e le sue compagne era molto migliore. Per quanto in un certo senso anche se non capivano ancora bene le dinamiche di ciò che era appena successo erano grati fossero intervenute.

Non gli erano chiari i motivi per cui il Team Malia aveva deciso di coprirli per la missione, erano certi però che avessero per lo meno capito che la loro missione non fosse lecita per la Gilda quanto lo fosse invece più per se stessi. Forse sospettavano anche di più sulla segretezza dei due, magari l'averli seguiti aveva anche incrementato la questione. Però, il fatto che fossero intervenuti per aiutarli in quel modo, qualunque fosse la ragione, rendeva la preoccupazione di poco conto.

In questo caso non farsi domande era decisamente meglio.

...

I giorni passarono, e i due Pokémon continuarono con la loro routine naturale. Missione dopo missione, il loro livello e capacità aumentavano. Per quanto però ormai vivessero giorni di apparente quotidianità le loro menti non riuscivano a vederla in altrettanta maniera.

Il Team Malia aveva lasciato la Gilda da tempo ormai. Stavano molto attenti a come comportarsi in presenza di Chatot, tentando di essere naturali. Anche solo incrociare lui o il Capitano metteva loro una grande ansia e cercavano di controllarsi al meglio. Illudersi che sospettassero quando non era vero li avrebbe portati ad agitarsi e comportarsi in modo strano... e di conseguenza davvero avrebbero attirato dubbi. L'unica opzione era comportarsi come avevano sempre fatto e dimenticare parzialmente quanto successo davvero, almeno fino a nuovo ordine di Cresselia.

Dovevano fingere che non ci fosse nient'altro oltre a ciò che davano a vedere, che in verità non fossero coinvolti in qualcosa di enorme. La verità invece era che si stavano tuffando in qualcosa di ignoto... sconosciuto anche a loro stesso.

Non sapevano cosa era, solo che era grosso. Pareva di vivere in un'altra realtà. Pareva di essere due poliziotti inesperti coinvolti in una missione (gestita da qualcuno più potente) enorme, talmente segreta da non poterla rivelare ai colleghi o i propri capi.

Il peggio era l'attesa. Cresselia aveva detto loro che si sarebbe fatta sentire, non sapeva quando ma lo avrebbe fatto. Eppure quel tempo si era allungato talmente tanto da farsi sentire innaturale. Era passato troppo da quel giorno e non diminuiva il nervosismo presente in loro. Non poteva davvero avergli chiesto di aspettare anni, giusto?

Non poterono che proseguire tenendo i dubbi per loro stessi.

...

Di ritorno dalla loro ennesima missione conclusa positivamente Ash e Serena si erano concessi un po' di tempo libero prima di rientrare alla Gilda. Ormai il sole stava calando e così il loro umore. Si sentivano più persi di quando erano arrivati lì, non sapevano che fare.

Se ne stavano lì, seduti sulla morbida sabbia della spiaggia ad osservare le bolle di Krabby che si spargevano nel cielo arancio e rosa.

"Ehi Ash..." parlò Serena interrompendo il silenzio "E' tutto fermo e non possiamo far niente" Era un dato di fatto più che un'opinione "Pensi che dovremmo lasciar perdere e muoverci per conto nostro? So che Cresselia ha detto di attendere ma...-"

"Sono d'accordo con te, ma cosa potremmo fare? Siamo praticamente dispersi in una situazione più grossa di noi. Abbiamo indizi su cosa potrebbe averci spediti qui ma zero idee su come risolvere tutto" rispose lui sospirando. Era ottimista ma in una situazione come questa l'impazienza prevaleva "Potremmo provare a cercare Dialgia o Palkia, magari ci saprebbero aiutare... però dovremmo cambiare le nostre ricerche e focalizzarci su trovare loro"

"Sarebbe come un restart su una strada totalmente diversa" commentò Serena comprendendo le sue parole. Troppe cose tutte assieme, ben al di sopra delle loro conoscenze. "All'inizio ogni informazione era utile essendo nuovi, ma ora che sembriamo avere le comuni conoscenze degli altri che sono sempre vissuti qui... sembra più difficile proseguire"

"Non possiamo arrenderci, questo è ovvio. Però non sappiamo come Cresselia ci contatterà, né quanto ancora dovremo aspettare e siamo vincolati. Voglio fidarmi di lei, eppure se fosse successo qualcosa finiremmo con l'attendere per sempre" Disse con tono pensieroso, per poi voltarsi verso l'amica "Mi piace questo mondo, è pieno di misteri, avventure, amici speciali... e possiamo vivere in prima persona le sensazioni di essere Pokémon!"

"Ma..." lo incitò lei a continuare sapendo bene che stava per dire la stessa cosa.

"...Ma non apparteniamo a questo posto..."

Serena annuì "Non credo che saremmo del tutto felici, abbiamo troppe cose che ci legano alla nostra vera casa"

Il Pikachu afferrò la borsa e l'aprì. Aguzzando la vista Serena vide la soffice superficie della piuma di Cresselia, non facendosi troppe domande sul perché Ash la stesse tirando fuori. Il Pokémon elettrico teneva l'oggetto tra le zampe, con la mente assente "Ci ha dato questa piuma dicendo che ci avrebbe aiutati nel momento in cui dovevamo rivederci, ma non ci ha detto come l'avrebbe guidata da noi e nemmeno come usarla. E' a lei che è utile? Oppure può funzionare anche per l'opposto?"

"Intendi se possiamo usarla noi per raggiungere lei?" chiese la Fennekin prendendo la piuma tra le zampe.

"Sì, più o meno. Insomma con la piuma lei dovrebbe apparire a noi ma ha detto di attendere e che lo avrebbe fatto appena risolte le sue questioni. Anzi, nemmeno sappiamo che l'avremmo incontrata subito, ha detto che ci avrebbe contattati e basta. Mi sono chiesto per giorni se fosse possibile per noi usarla per trovarla o contattarla, anche se probabilmente è impossibile..."

"Forse un modo c'è? Se ti venisse uno squarcio sarebbe ideale, anche se so che non puoi sempre attivarlo con la volontà"

"Ne avremmo bisogno..." mormorò lui fissando la reliquia. Forse... forse poteva provare? Voleva sapere cosa stava succedendo, voleva trovare modo di scoprire.

Doveva creare un contatto, serviva qualcosa per andare avanti... serviva che vedesse una luce in questo tunnel oscuro...

Voleva aiutare Cresselia.

Voleva aiutare questo mondo.

Voleva aiutare lui e Serena a tornare a casa.

Lo voleva con tutto se stesso.

Toccò la piuma.

E lo sentì.

Era piccolo e fugace, uno squarcio veloce, ma lo sentì davvero. Delle immagini a scatti gli scorrevano nella testa e gli erano familiari.

La roccia che si innalzava verso il cielo e il vuoto, il silenzio che isolava l'area, la sensazione di passate presenze...

Quel qualcosa lo voleva trascinare fino al luogo delle visioni. Sentiva dentro di sé delle scintille e scariche che gli dicevano di alzarsi con un'urgenza estrema e andare.

"Il promontorio" mormorò mentre i sensi tornavano nel suo corpo. Il suo sguardo vuoto prese di nuovo vita e il colore arancio del tramonto riprese a riflettersi nei suoi occhi.

Scosse la testa freneticamente, ma nessun dolore o fastidio lo pervase. Era davvero uno squarcio? Ci aveva fatto così tanto l'abitudine da non sentirne gli effetti collaterali?

"Ash? Tutto bene?" domandò Serena un po' preoccupata per l'improvvisa stasi in cui si era ritrovato l'amico.

Il topo reagì immediatamente alzandosi in piedi "Il promontorio!" esclamò prendendo la piuma e rimettendola nella borsa "Ho avuto uno squarcio! Dobbiamo andare là! C'entra qualcosa con Cresselia o con la nostra ricerca, ne sono sicuro!" le fece cenno di seguirlo e partì in corsa verso il luogo delle sue visioni.

Non ci misero molto tempo ad arrivare. Inizialmente guardandosi in giro non videro nulla di particolare, ma l'istinto di Ash sembrava continuare a guidarlo. Si avvicinò a degli arbusti e li superò, inoltrandosi appena verso la vegetazione più fitta.

Sembrava che sapesse di preciso dove andare a cercare, il suo corpo era sicuro di dove si recava. Di preciso però non sapeva davvero che stesse facendo.

Le sue zampe spostarono un paio di cespugli molto fitti, nessuno sarebbe andato a ficcarsi lì dentro. Beh, se non fosse che lui non era nessuno.

Scostò qualche ramo e si gettò all'interno della massa fogliosa, trovando ben presto qualcosa che non si aspettava: un passaggio nel terreno.

Seguito tutto il tempo da Serena vi entrò. Prime impressioni: non ci era passato alcun Pokémon per tempo.

Il passaggio aveva delle scalette di terra un po' rovinate ma più proseguiva più era sicuro che il suo istinto non aveva fallito.

Il percorso sembrava curvare appena nel terreno confondendoli su dove fossero diretti. I dubbi sparirono quando arrivarono al capolinea e videro la luce del crepuscolo, ritrovandosi in una specie di tana dalle grandi dimensioni. Un'enorme apertura dava sul mare e dalla conformazione delle rocce che facevano da barriera immaginarono di trovarsi nella bocca del promontorio a forma di Sharpedo.

Era un posto meraviglioso in cui abitare, sicuro e nascosto e, soprattutto, esteticamente particolare.

Osservarono l'ambiente, trovandosi spaesati per la novità, ma allo stesso tempo pressati dai loro pensieri che dicevano loro cercare qualcosa.

Qualcosa che doveva essere lì.

Qualcosa... che in effetti Ash poteva scorgere in fondo alla tana. Un oggetto che non sembrava appartenere a quel luogo, così trascurato e abbandonato.

"Cosa è questo?" chiese Ash andando incontro al curioso oggetto e prendendolo tra le zampe.

"Non saprei" commentò dubbiosa Serena "Beh, c'è solo un modo per saperlo..."

Slegò il cordino che teneva chiuso il rotolo di carta e lo aprì. Era certamente una mappa.

"Una mappa... ed è anche abbastanza rovinata. Però non è vecchia e nemmeno polverosa come il resto degli oggetti. E' finita qui di recente"

La mappa era molto dettagliata, sembrava anche più aggiornata rispetto a quelle in circolazione per esploratori. C'erano un sacco di punti che non avevano mai visto e dai nomi ambigui, segnati con un colore diverso. Come se fossero posti speciali o segreti.

Alcune zone erano contrassegnate con delle piccole X, altre invece erano segnate con dei cerchi; in totale 7. Tra le X erano segnate anche le rovine dove vi abitavano gli Unown. In un piccolissimo spazio accanto vi era un disegno familiare agli occhi del Pikachu.

"Lo riconosco!" esclamò "E' il Pokémon della mia visione! C'era anche sulle pitture che abbiamo trovato!"

"Ora che me lo fai notare in effetti sembra proprio quello"

"A questo punto penso che le X siano riferite a lui in qualche modo, probabilmente è davvero coinvolto nelle indagini di Cresselia, così come alla nostra trasformazione" Ora bisognava andare più a fondo. Non c'erano più dubbi.

Però rimaneva sempre il dubbio di cosa fossero i 7 cerchi e di dove fosse Cresselia "Credo non ci resti alternativa che muoverci. Se questa mappa è qui e ho avuto uno squarcio con la piuma penso sia perché dobbiamo continuare il lavoro di Cresselia"

"Pensi le sia successo qualcosa?" domandò la volpina un po' preoccupata.

Indubbiamente qualcosa tratteneva Cresselia dal contattarli, anche se non aveva mai detto che li avrebbe incontrati di nuovo di persona. Però pareva tutto troppo strano per essere solamente discrezione.

Ash cercò di rassicurarla con un mezzo sorriso "Può darsi, ma Cresselia è in gamba, sono sicuro che se la caverà! In caso contrario l'aiuteremo noi! Adesso però dobbiamo iniziare la missione, lei ci ha passato il testimone!"

Avvicinò la mappa all'amica e la incoraggiò con lo sguardo "Partiremo proprio dalla mappa! I cerchi probabilmente indicano i Dungeon che dobbiamo esplorare. Però penso che ci serva qualche informazione in più per immaginare almeno cosa ci aspetta o cosa dobbiamo trovare"

"Forse qualcosa per sconfiggere questa forza oscura?"

"Credo anche io, ma ci serve qualche parere di esperti. Noi non siamo abbastanza informati e purtroppo non c'è tempo di indagare con calma senza farci scoprire"

"E la fonte più discreta e migliore è..."

"Torkoal!" dissero all'unisono.

Non volevano aspettare un altro momento, la carica dentro di loro premeva e la fretta era intensa. Se si fossero sbrigati forse avrebbero fatto in tempo a tornare per il coprifuoco, anche se la prospettiva di fallire e trovarsi un furioso Chatot a urlare contro di loro non era gradevole.

"Forse dovremmo chiedere il permesso a Chatot per tornare più tardi..." propose Serena al compagno.

"Non pensi che avrebbe sospetti?" inclinò la testa Ash con un cenno di confusione.

"Non sarebbe molto intelligente se andassimo direttamente a chiedergli del tempo extra se davvero dovessimo nascondere qualcosa! Questo è l'esatto motivo per cui lo faremo! Non crederà che ci sia dietro una seconda ragione. Dobbiamo fare l'esatto contrario di chi vuole fare qualcosa di segreto!"

Il Pokémon elettro sorrise con ammirazione. Serena era sveglia e piena di risorse e non riusciva a non ammirarla. Aveva sempre sentito il suo istinto prevalere sulla strategia, a meno che non si trattasse di lotte. In un certo senso si bilanciavano, per quanto avessero tante cose in comune.

"Dobbiamo solo trovare la scusa giusta"

...

"No."

"Per favooore" pregò Ash con degli occhioni dolci.

"Perché mai dovrei darvi ore in più?" borbottò Chatot senza però sembrare infastidito dalla richiesta.

"Abbiamo lavorato con impegno ultimamente e pensavamo che fuori dagli orari di lavoro ci fosse un po' più di libertà per svagarci"

Chatot incrociò le ali "Potete farlo entro gli orari di coprifuoco se avete finito le missioni. Inoltre il coprifuoco richiede solo di essere all'interno della Gilda, non di non poter avere tempo di svagarvi. Cosa dovreste mai fare fuori a quest'ora?" inarcò un sopracciglio fingendo sospetto.

I due sembrarono in difficoltà. Non avevano trovato nessuna scusa adatta per giustificare il desiderio di stare fuori oltre il coprifuoco. Chiedere di godersi l'aria notturna o le stelle non sembrava abbastanza da convincerlo.

Chatot non si fece sfuggire la loro titubanza. Il modo in cui si muovevano sembrava indicare nervosismo...

"Mi scusi" Una voce da dietro lo chiamò. Si girò ritrovandosi Bidoof di fronte.

"Si?"

Il castorino sembrò un po' imbarazzato "I-Io non vorrei interrompere, ma p-potrei parlarle in d-disparte...?"

Chatot lanciò uno sguardo sui due esploratori novelli e poi su Bidoof, annuendo e concedendogli qualche secondo. Con l'ala lo guidò qualche metro più distante e gli fece cenno di parlare.

"N-Non vorrei sembrare indiscreto ma ho visto in difficoltà i miei compagni e anche se n-non sono a-affari miei..."

"Vieni al punto..." sospirò Chatot paziente.

Bidoof abbassò appena lo sguardo "Credo vogliano tempo per... loro stessi sa"

"Quello mi pareva chiaro"

"Non i-in quel senso... nell'altro..." iniziò a arrossire.

La realizzazione colpì l'uccello improvvisamente "OH!"

"L'ultima vo-volta abbiamo interferito e non è andata molto bene e non hanno mai avuto modo di... rimediare a quella serata viste le tante missioni. E' i-imbarazzante persino per me da dire, q-quindi immagino come si sentano loro. H-Hanno solo bisogno di una serata per loro stessi e magari un po' di tempo e-extra..."

Chatot mise l'ala sotto il mento in stato pensieroso. "In effetti nei loro occhi leggo fermento..." Doveva ammettere che Bidoof non aveva tutti i torti e non c'era nulla di male nella loro richiesta. Avevano dimostrato di essere competenti e responsabili di recente e se avevano anche provato a chiedergli il permesso per una cosa del genere...

"Okay" si girò verso Ash e Serena "Potete avere la serata libera"

I due sorrisero immediatamente con riconoscenza. "Purché non saltino fuori uova..." e i loro visi mutarono in espressioni confuse.

Bidoof esplose immediatamente di rossore all'implicazione e scosse la testa per scacciare le immagini che gli stavano passando nella mente "Ohibò ohibò..."

Non ricevettero mai una risposta a quel commento, ma Serena arrivò a sospettare e per quanto fosse grande il suo imbarazzo... non poteva che ringraziare Bidoof per l'aiuto. Dopotutto la missione veniva prima di qualunque pettegolezzo...

...

Ormai il sole era calato dal cielo, ma erano ancora presenti sfumature di arancio e rosa. Arrivarono alla sorgente e non appena si immersero nell'acqua gran parte di stress sembrò svanire.

Di sicuro era una buona occasione anche per rilassarsi dopo quelle giornate interminabili.

Anche se Chatot fosse venuto a sapere che erano stati lì non c'era alcun motivo di sospettare. Rilassarsi alle sorgenti di sera non era così fuori insolito.

"Oh, cosa vedono i miei vecchi occhi stanchi! I due giovani dell'altra volta! A cosa devo la visita? Siete qui per godervi le acque della sorgente o volete di nuovo fare una chiacchierata?" li salutò cordialmente la tartaruga invitando i due a sedersi nei bagni termali.

"Salve Torkoal! A dire il vero siamo qui per entrambi i motivi!" rispose Ash "Ultimamente abbiamo lavorato molto e avevamo bisogno di relax. Però abbiamo ancora qualche domanda sulle tue storie! Vorremmo sapere di una certa leggenda..."

"Beh di leggende ce ne sono molte, quale in particolare?" si fece pensieroso l'anziano.

"Non ne sappiamo molto ma quella di questo Pokémon rappresentato qui" mostrò un disegnino che aveva abbozzato su un foglio per evitare di mostrare direttamente la mappa "Durante una missione lo abbiamo trovato rappresentato su un muro di un Dungeon"

"E' la prima volta che vedo un disegno di tale Pokémon ma conosco la sua descrizione abbastanza per riconoscere la leggenda da cui proviene"

"Davvero?" dissero con gli occhi speranzosi i due giovani Pokémon. Sapevano già qualcosa, ma a loro serviva di più.

La tartaruga annuì "Dunque... ah si... la leggenda narra della nascita di un Pokémon, nei pressi di un cristallo al suono di note soavi, forse i desideri e le ambizioni di qualcuno che risuonano nel cielo. Appena nato, non sapendo cosa fare, decise di partire per un viaggio alla scoperta di se stesso, guidato dalle voci che che gli avevano dato la vita. Un giorno, incontrò un Pokémon viandante per strada bisognoso d'aiuto. Voleva guadagnarsi il denaro necessario per la sua famiglia e sognava poi di riuscire di potersene costruire una con l'unico suo amore che lo accettava così com'era"

I due ascoltarono in meticoloso silenzio.

"La creatura non poteva esaudire i suoi desideri, ma lo accompagnò per gran parte del suo percorso e con il tempo il duro lavoro del viandante ebbe successo. Sembrava una coincidenza, ma l'aura e l'animo di questo Pokémon mitico riuscirono a portare buona sorte e successo all'amico. Fu una sensazione talmente bella per lui e qui realizzò che non aveva un preciso scopo, se non manifestarsi dove sentiva una forte determinazione o ambizione e portare buona sorte o mala sorte, raccogliendo energia da entrambi"

"Mala sorte pure?"

"Nella vita non sempre tutti riusciamo a realizzare le nostre ambizioni, sebbene ci mettiamo tutto il nostro impegno. Quando però le persone si resero conto che questo Pokémon non portava certezze sul proprio futuro lo iniziarono ad evitare. Se si presentava da solo lo scacciavano... e da allora non si vide più." si immerse anche lui nell'acqua calda e si mise al loro livello "Però queste sono solo voci, non so dirvi quanto ci sia di reale"

Parte di ciò che aveva raccontato era molto simile a quello che avevano sentito da Cresselia. Non c'era molto di più ma era già qualche indizio.

"Altro non so di questa leggenda per quanto sia interessante. Presentava un controsenso e molti hanno probabilmente deciso di non usarla più"

"Ma storie del genere non varrebbero la pena di essere raccontate lo stesso?" domandò Serena "Alla fin fine sono comunque leggende che possono affascinare o incitare i giovani ad esplorare e conoscere di più del mondo"

Torkoal smorzò un sorriso e sospirò "Uno dei miei lontani nonni la passò di parente in parente fino a che non arrivò a me, ma questo perché c'è sempre stata una forte tradizione nel raccontare eventi del passato o miti antichi. Pochi purtroppo se ne interessano ormai. Oggi il mondo non ha tempo per i racconti di noi vecchietti appartenenti ad un epoca passata. Il passato viene visto come una catena che impedisce di proiettarsi al futuro, un peso che non permette il rinnovo e il progresso... per quanto sia il passato stesso a darci le basi necessarie per andare avanti. Tutto ciò che abbiamo vissuto o si è raccontato è prezioso, non si può che imparare"

"E noi dobbiamo ringraziarla per questo! Lei è un pozzo di saggezza e a noi fa piacere ascoltarla!" poteva sembrare ipocrita, loro era lì per ascoltare qualcosa che doveva tornar utile, però non era una bugia che provavano piacere a sentirlo.

"Beh grazie a voi per avermi ascoltato e per dimostrare che ancora oggi alla nostra età abbiamo molto da offrire noi anziani" ringraziò Torkoal. "A tal proposito, vorreste sapere dell'altro?"

"A dire il vero sì" Abbiamo sentito degli esploratori parlare l'altro giorno-" di nuovo deformarono la realtà "Parlavano di sette luoghi mistici o misteriosi... ci chiedevamo se ci fosse qualcosa del genere qui"

Il vecchio tartarugone sembrò un po' in difficoltà inizialmente "Beh, così sembra molto vago. Ci sono vari luoghi del genere..."

"Magari il numero 7 è ripetuto in qualche leggenda?" provò a suggerire il Pikachu.

"Ce ne sono vari di riferimenti ma c'è una leggenda in particolare, la più reale. E' una missione che molti leggendari esploratori hanno provato a compiere ma hanno fallito o hanno rinunciato. Si tratta dei 7 tesori, di cui si vocifera la presenza di un grande potere, ma quello che possano fare non si è mai visto"

"Davvero nessuno ci ha provato a prenderli?" Domandò perplesso Ash.

Il Pokémon vaporiera annuì "Quasi. Chi ci ha provato non è mai arrivato in fondo ai Dungeon. Ancora oggi nemmeno sappiamo quali siano effettivamente i Dungeon visto che nessuno è tornato con i tesori, anzi... mai sono arrivati in fondo. Per quel che si vocifera, delle grande forse leggendarie li difendono"

I due esploratori si sentirono fortunati ad essere immersi nell'acqua calda, altrimenti i loro visi sarebbero impalliditi. E loro, due novellini Pokémon ed esploratori dovevano essere i primi a riuscire in quell'impresa?

Erano fortunati se sarebbero tornati vivi.

Il resto della serata avevano ascoltato altre storie varie e si erano rilassati, ma la preoccupazione era rimasta anche se erano abili a nasconderla. In un momento come questo non avevano altra scelta se non tentare.

Una volta rientrati alla Gilda, nemmeno ad un orario spropositato, i due ringraziarono Chatot e rientrarono nella loro stanza.

...

Ash e Serena sapevano di non aver molto tempo a disposizione, se la situazione era davvero problematica e Cresselia era in pericolo dovevano partire il prima possibile.

Il Deserto Folgore era uno dei Dungeon più alla portata, anche se dalle loro previsioni sarebbe stato pieno di Pokémon di tipo terra e non era una bella prospettiva per Ash.

Completarono varie missioni extra nei giorni a venire in modo da poterle tenere di scorta e presentarle per i giorni in cui sarebbero stati alla ricerca dei tesori segreti. Una volta sicuri di avere qualche alibi di scorta e di aver guadagnato un bel gruzzoletto, il loro obbiettivo fu di fare una scorta di strumenti utili. Avevano corde, bacche, erbe e trucchetti utili per evitare più scontri possibili.

Il giorno della partenza fu tutto perfettamente organizzato. La missione di cui si erano presi incarico era vicina al Dungeon ed era già stata portata giorni prima, ma questo i loro superiori non dovevano saperlo. Per loro l'avrebbero compiuta quel giorno stesso.

Il Deserto Folgore non era vicino, quindi partirono il prima possibile, avvisando il giorno precedente che non sarebbero stati presenti alla colazione. Per loro fortuna Chatot sembrò abbastanza tranquillo in merito e ciò tolse loro gran parte di preoccupazione.

Già prima del loro arrivo i due si imbatterono in varie distese di sabbia, ma solo una volta arrivati nei pressi del Dungeon sentirono il sole cuocente sul loro pelo e il sudore bagnarli come delle fontane. La loro speranza era che nelle profondità di esso avrebbero trovato un po' più di riparo dal calore.

"Ci siamo..." disse Ash con qualche respiro di fatica.

Serena lo guardò con premura. Non sentiva quel calore in modo terribile, ma questo era grazie all'essere un tipo Fuoco. Non poteva dire lo stesso dell'amico, che probabilmente avrebbe avuto bisogno ben più di lei le scorte d'acqua e di cibo "Sei sicuro di volerlo fare? Questo caldo a lungo andare potrebbe farti davvero male..."

"Ci siamo preparati a lungo, non possiamo mollare ora" cercò di incoraggiarla Ash alzando il pollice all'insù. "O la va o la spacca. Se la situazione si fa troppo difficile e si presenta un pericolo troppo grande possiamo usare un' Evadisfera"

Sebbene il numero di piani non fu elevato, quei soli 10 furono molto difficili da superare. Come previsto vi trovarono parecchi Pokémon di tipo Terra e ciò rese molto difficile gli scontri per Ash. Inoltre, se da un lato Serena non soffriva il caldo, molti dei nemici avevano a disposizione mosse di tipo Roccia, tipo dei Garchomp e Rhyperior e ciò portò pure lei in un grosso svantaggio.

Generalmente quei Pokémon erano molto più forti di loro, quindi trovarsi in svantaggio in quel modo li dovette portare a fuggire gli scontri o nascondersi, in modo da evitarne il più possibile. Usarono ogni trucco possibile per conservare le energie che gli sarebbero servite in un eventuale scontro finale.

Ciò che più li segnava nell'animo era che questo era il più corto di tutti i Dungeon segnati da Cresselia. Come sarebbero stati gli altri? Cercavano di scacciare il pensiero e le preoccupazioni.

"*Anf... anf*" annaspava il Pikachu "Non so quanto posso resistere ancora" disse cercando di dissetarsi bevendo un sorso di Elisir Max "Per lo meno dovremmo essere arrivati" si guardò, vedendo che ormai non si trovavano più in un piano qualunque del Dungeon ma su un sentiero isolato dalla sabbia e dai Pokémon.

Stavano camminando con passo incerto ma non avevano dubbi che quella era l'unica opzione ormai possibile. Era troppo tardi per ritirarsi e cambiare idea.

"Ancora un ultimo sforzo e poi potremo lasciare questo posto con il tesoro!" incitò Ash mettendo più coraggio e determinazione nei suoi movimenti.

"Se c'è un tesoro così importante dovremo aspettarci qualcuno a difenderlo. Saremo abbastanza pronti per affrontarlo?" si fermò Serena, facendo così fermare anche il Pikachu.

Il tono dell'amica sembrò riportarlo a terra per un momento. Gli venne un brivido lungo la schiena, erano davvero in grado? Avevano idea di cosa sarebbe potuto succedere se non fossero stati all'altezza? Ci doveva essere un motivo se anche i migliori esploratori non ce l'avevano fatta o non si sapeva nulla a riguardo.

"Siamo solo due novellini, non voglio scoraggiarti o... sembrare che non ci sia speranza..." provò a continuare Serena con tono comunque fermo ma non duro. Perdere sarebbe stato come vivere una normale sconfitta? Oppure qualcosa di peggio?

"Lo so, hai ragione, però ormai non possiamo tornare indietro" spiegò lui, sapendo che però la Fennekin la pensava allo stesso modo "In tutte le lotte Pokémon che ho affrontato mai mi è capitato di ritirarmi o di non affrontare la sfida con tutto me stesso. In qualche modo con l'impegno mi sono sempre ritrovato a farcela. Non ho mai davvero incontrato faccia a faccia in un situazione come questa un avversario che sapevo in anticipo di un'altra lega come forza..."

"Quindi ti senti un po' disorientato?" chiese Serena volendo sapere di più su cosa provasse davvero l'amico.

Lui smorzò un sorriso "Beh mi conosci! Io affronto sempre faccia a faccia la situazione! Se quando lo faccio non sono pronto cerco di migliorarmi per poi riprovare a farcela!"

"Ma in questo caso per quanto siamo migliorati e stiamo continuando a farlo..." continuò Serena "Non abbiamo tempo per farlo. Credevamo di poter gestire la situazione anche sapendo di non essere pronti ma forse davvero siamo in una situazione al di sopra delle nostre capacità"

"Già oggi abbiamo dovuto evitare il confronto e fuggire dai problemi. E' solo che... non sono abitato a questo" si grattò un po' il capo il topino "Non sono abituato a girare attorno ai problemi..."

Serena appoggiò una zampa su quella dell'amico "Si, ti conosco abbastanza per saperlo ed è una cosa valorosa, ma non abbiamo altra scelta. Ormai è tardi per tirarci indietro, ma possiamo ancora provare a venire a patti con il guardiano"

Si ritrovò ad annuire con un lieve sorriso il topino "Potrebbe essere troppo forte ed evitare lo scontro è la nostra opzione migliore stavolta, è per una causa maggiore. Forse sentendo le nostre ragioni si convincerà! Dopotutto è per una buona causa!"

Provarono entrambi a pensare positivo. "Già, magari spiegando tutto e chiedendoglielo ci darà il tesoro!"

"Non funzionerà..." disse una voce alle loro spalle.

I due sobbalzarono.

Dietro di loro c'era una figura a loro conosciuta: Chatot.

"C-Ch..."

"C-Chatot?!"

"Che ci fa-..."

Cosa ci faceva lì? Come li aveva trovati? Perché?

Le loro teste erano in corto circuito.

"Dovrei io chiedervi cosa ci fate qui, però rimandiamo a più tardi. Torniamo alla Gilda immediatamente." Rispose con tono diretto. Di sicuro voleva risposte e aveva le sue supposizioni al riguardo, ma ora avevano altre priorità.

I due esploratori però non si mossero "Ma..."

"C'è tempo e luogo per ogni cosa, ma non ora."

Ancor più della sorpresa di trovarsi lì Chatot con loro, la vera cosa che li lasciò titubanti fu la sua espressione sobria. Non sembrava furioso o in escandescenza, né tanto meno sembrava sorpreso di trovarli lì.

Conoscendo il suo carattere si aspettavano una reazione del tutto diversa.

Così come lui non si stava comportando da suo solito, Ash e Serena decisero di fare altrettanto e non accennarono a seguirlo. Oggi non avrebbero fatto i bravi ragazzi... o meglio, Pokémon.

"Abbiamo una missione da portare a termine! E' molto importante per noi!" disse Ash con un po' di rimorso ma con sicurezza e decisione.

Chatot, che si era già girato per andarsene con l'aspettativa di essere seguito, si rivoltò verso di loro e in una veloce svolazzata si mise sul lato opposto, come dovesse spingerli verso l'uscita "Non avete capito, è un ordine. Potete vederlo come un incoraggiamento, ma non è una richiesta"

Eppure i due continuarono a rifiutare di muoversi.

Chatot non sembrò apprezzare e il suo tono si fece più urgente "Non dovreste nemmeno essere qui. E' totalmente una pazzia, non so forse come siate arrivati fin qui ma non importa ora, dobbiamo tornare a casa subito!"

"Non possiamo farlo! Ormai è tardi per tornare indietro, dobbiamo portare a termine la nostra missione! Abbiamo fatto tanta strada e fatica!"

"E' questo il punto! Siete andati fin troppo oltre! Finirete con l'addentrarvi sempre più nell'ignoto fino a che vi sarà impossibile tornare indietro!"

L'espressione e il modo di atteggiarsi di Chatot fecero capire loro che non stava bluffando e che la situazione era estremamente seria e di suo sconcerto. Era il classico "mortalmente serio", che non dava spazio a moine, piccoli esuberi di rabbia o rimproveri nemmeno.

Eppure i due dopo uno sguardo rapido risposero con fermezza "Sappiamo a cosa andiamo incontro"

"No che non lo sapete! Altrimenti non sareste nemmeno arrivati fin qui dove siete ora! Non sareste nemmeno partiti se sapeste a cosa andate incontro."

"Hai ragione" sospirò Ash "Non lo sappiamo per certo ma possiamo immaginare, sentiamo che è qualcosa al di sopra delle nostre capacità"

"Allora siete solo incoscienti!" si avvicinò lui per spingerli e farli tornare indietro, senza risultati.

"No! Non abbiamo altra scelta!" ma le parole dei due sembrarono entrare da un orecchio del pennuto e uscire dall'altro.

"E' un miracolo che siate proseguiti tanto!" Aprì le ali e le sbatté un paio di volte con urgenza, ormai al limite della sopportazione "Non voglio sentire obiezioni, io me ne ne vado e voi venite con m-"

"GROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO"

*RUTTLE* *RUTTLE* *RUTTLE*

L'improvviso ruggito li portò a tremare non solo per la sorpresa ma per la potenza di esso, finendo per impedire loro di muoversi per lo spavento.

Il ruggito fu lungo e pochi istanti dopo essere iniziato anche il terreno iniziò a tremare, talmente tanto che tutto intorno a loro vibrava e ruotava con intensità.

Pareva loro di essere pressati da un'enorme potenza o che tutto intorno stesse crollando e implodendo. Alcune parti di terreno roccioso iniziarono ad innalzarsi e a muoversi, costringendo i tre Pokémon della Gilda a reagire allo shock e cercare di attivarsi in qualche modo.

Chatot si liberò in aria, mentre Ash prese la coda e la conficcò nella roccia per cercare più stabilità. Con una delle zampe anteriori libere prese Serena e la avvicinò a sé, abbassandosi e cercando di farli rimanere più aderenti possibile al terreno per non venire sbalzati via.

Appena il tremore iniziò a placarsi ne iniziò uno diverso. Le classiche vibrazioni di un Pokémon molto grande e possente che si avvicinava.

Si aspettavano qualcosa di molto più lento, di avere tempo di fuggire. Invece, appena guardarono in avanti, si ritrovarono un Groudon che li osservava con sguardo scuro e poco visibile ai loro occhi.

Non dava loro il classico brivido di Pokémon leggendario potente, i loro corpi percepivano quella presenza come pericolo.

Sembrava una bestia.

"GROOOOOOOO!" urlava e ringhiava l'immensa creatura.

Ad ogni passo la terra tremava e il terreno si spaccava. Il Groudon sparava raggi a destra e manca e ogni cosa che colpiva si sgretolava lasciando posto alla desolazione.

"Reggiti!" urlò Ash cerando di mantenere la presa ben salda e allo stesso tempo trattenendo a sé Serena, la quale a suo modo si stringeva accanto al suo amico e serrava gli artigli al terreno.

"Ci sto provando" urlò lei.

"Groudon ascoltaci! Non vogliamo combattere! Vogliamo solamente parlare!" tentò Ash di chiedergli tregua, provando un grande terrore, ma facendo di tutto per controllarlo. Doveva essere forte, per se stesso e per Serena.

Groudon però non sembrava badare minimamente a loro. Li stava ignorando? Non li sentiva?

Ash continuò a provare a chiamarlo, a raggiungerlo con la sua disperata richiesta, ma sembrava del tutto inutile. Tutto ciò che si poteva leggere negli occhi del bestione era voglia di distruzione totale. Fosse stata una rabbia ceca sarebbe stato un minimo vantaggio per fuggire, ma Groudon sembrava consapevole della loro presenza e avanzava verso di loro.

Un ruggito risuonò di nuovo nell'aria ed entrambi chiusero gli occhi trattenendosi alla loro placca di terra.

"ATTENTA!" urlò Ash stringendosi ancora più a Serena non appena vide l'enorme ombra di Groudon piombare sulle loro teste. A pochi centimetri dal collidere però il lucertolone sembrò ritirare la zampa indietreggiando.

"GROO GROO!" ruggì infastidito abbassando la testa verso le zampe e graffiandosi furiosamente il volto.

Ash e Serena alzarono gli occhi e notarono che Chatot stava eseguendo delle manovre di disturbo per attirare l'attenzione del Pokémon leggendario. Lo colpiva in testa con alcuni attacchi, svolazzando a destra e sinistra e lanciando schiamazzi per confonderlo.

"SCAPPATE!" urlò il pappagallo "NON SO PER QUANTO POSSO TRATTENERLO! PRESTO!" li fece risvegliare dal loro trans iniziale, sembrando quasi rimproverarli.

Pikachu e Fennekin non se lo fecero ripetere due volte e mollarono la presa cercando un riparo dalla lotta feroce che si stava consumando.

"Dobbiamo sconfiggere Groudon! Non possiamo fallire la missione e tanto meno lasciare Chatot indietro! Non abbiamo la certezza che non gli succeda nulla!" disse Ash alzando la voce per farsi sentire da Serena.

Lei annuì "Prima di tutto dobbiamo permettere a Chatot di allontanarsi"

"A quello ci penso io, tu rimani qui!" rispose Ash correndo verso la zona di lotta.

Chatot notò subito la presenza del Pokémon e sembrò alquanto confuso e forse irritato "COSA FAI ANCORA QUI?!"

"Non ti lasceremo indietro! Vola dietro di me e al mio via usa Raffica!" Rispose a gran voce il Pikachu fermandosi a qualche metro di distanza.

"Sei matto!?"

"Per favore!" lo pregò il Pokémon Elettro.

Sembrò passare un secolo, ma fu solo un attimo. In quell'istante Chatot lesse qualcosa negli occhi del Pokémon.

Determinazione pura.

Quella sensazione solo il Capitano gliel'aveva mai data.

Il volatile scese in picchiata e si posizionò dietro ad Ash il quale subito saltò in aria attivando Codacciaio "VIA!" urlò quando la sua coda sbatté sul terreno, con un'inclinazione tale da alzare un enorme polverone di sabbia in direzione del nemico.

Chatot al richiamo lanciò Raffica sul polverone e l'enorme potenza della ventata, unita al polverone alzato da Codacciaio, crearono una folata sabbiosa che andò a scontrarsi addosso a Groudon e lo circondò, facendolo disorientare e indietreggiare.

Approfittando del momento i due corsero verso Serena, riparata dietro a delle rocce, cercando di mettersi un momento al sicuro. La pausa non sarebbe durata molto. Groudon non era infastidito dalla sabbia in sé ma quella folata aveva dato modo ai due esploratori di inoltrarsi nella tempesta e fuggire dalla sua vista.

"Dobbiamo fuggire subito! Andiamocene!" incitò Chatot.

Ash aprì la borsa e cominciò a rovistarci dentro ma impallidì quando constatò che qualcosa mancava "Oh no..."

"Cosa succede?"

"L'Evadisfera... non c'è" disse lui con preoccupazione, facendo sbiancare anche gli altri due.

"Come sarebbe che non c'è!?" squittì Serena.

Ash avanzò la borsa mostrando ai due la mancanza dell'oggetto, in un misto tra la rassegnazione e il nervosismo "Deve scivolata fuori durante le scosse di terremoto"

"Allora non ci resta che darcela a gambe alla vecchia maniera" concluse Chatot. Il pennuto si girò verso di loro, incontrando espressioni preoccupate ma altrettanto decise "Non possiamo fuggire subito però, ci vedrà e ci seguirà. Se ha attacchi a lunga distanza potrebbe finire molto male. In questo ambiente è in vantaggio totale su di noi"

"Ci serve un modo per neutralizzarlo per un bel po' di tempo" confermò Ash.

"Il problema è che non abbiamo nulla a disposizione per farlo in questo posto. Non siamo in una grotta dove possiamo creare dei crolli. Ci sono poche rocce, terra e sabbia... tutti elementi a cui è abituato" portò l'ala sotto il mento il Vice Capitano.

"Qualcosa che possa impedirgli di muoversi... muovere..." L'espressione di Serena si accese "Ho trovato!"

"Cosa ti è venuto in mente?" domando Chatot con sguardo attento.

"Sabbie mobili! Il suo peso e agitazione non gli permetterebbe mai di contrastarle. Essendo un tipo Terra prima o poi probabilmente ne uscirà ma per farlo serve calma e da quel che si vede ci vorrebbe un sacco di tempo perché si plachi. Questo dovrebbe permetterci di scappare senza problemi!"

"Sei un genio!" esultò Ash con gli occhi brillanti. "Ma qui non vedo sabbie mobili, probabilmente perché c'è tanta terra"

"Quello non dovrebbe essere un problema" gli fece un occhiolino la volpina "Le sabbie mobili sono facili da creare, basta soffiare del vento in modo uniforme tra i granelli e il gioco è fatto"

Chatot si fece pensieroso "In effetti hai ragione, ma io non conosco nessuna mossa che sparga vento in modo omogeneo, persino Raffica ha un alternarsi di intensità, senza contare che colpirebbe solo la superficie"

"Avrei una soluzione per controllare Raffica, ma non sono sicura che funzionerà al primo tentativo" rispose lei un po' amareggiata.

"Beh, non abbiamo altre opzioni al momento, quindi dovremo affidarci a te" dichiarò il pappagallo "Non c'è scelta sbagliata in questa situazione, ce ne è solo una possibile e dovremo farla funzionare"

La volpina annuì "Si, lo so"

"Posso aiutare in qualche modo?" Chiede Ash con un tono di speranza. Se poteva fare qualcosa voleva dare il suo contributo.

Serena gli lanciò un sorriso dolce "Mi spiace, ma per questo serviamo solo io e Chatot. Tu tieniti pronto"

Ash stava per chiedere a cosa si dovesse tener pronto, ma lo sguardo dell'amica diede già la risposta. Dopotutto erano lì per una ragione e liberarsi di Groudon così come distrarre Chatot era un'occasione unica da cogliere nel migliore dei modi. Come si dice; cogliere due Pidove con una fava.

Il Pikachu annuì "Ce la farai" disse solamente. Non c'era bisogno di dirle che si fidava di lei, perché quello lo sapeva già. Qualunque cosa sarebbe successa lui avrebbe sempre posto fiducia nelle scelte di Serena e l'avrebbe sostenuta.

"Andiamo!" Serena e Chatot partirono e iniziarono a dirigersi verso Groudon. L'uccello afferrò Serena per le zampe e si alzò in volo, tenendo una distanza di sicurezza dal nemico ma cercando comunque di essere il più vicino possibile.

"Ok, usa raffica ai piedi di Groudon!"

"Spero tu sappia davvero cosa stai facendo..." disse Chatot attivando il suo attacco ripetuto.

"Lo spero anche io" pensò Serena concentrandosi. Iniziò a raccogliere energia, ma improvvisamente un attacco di Psicoraggio le uscì dalla bocca.

Ciò fece infuriare subito Groudon che ruggì con potenza e fece sballottare i due sospesi in cielo.

L'uccello tornò in posizione, capendo che non era quello che la Fennekin voleva creare. Avrebbero dovuto insistere con i tentativi.

Il processo era simile a Psicoraggio, ma non era quella la mossa che voleva lanciare. Ci aveva fatto pratica per giorni sperando che sarebbe tornata utile, ma non era riuscita ancora ad evolverla nel nuovo attacco che aveva pensato.

Non ci sarebbero state altre occasioni migliori. Serviva impararla ora.

Doveva farcela.

Di nuovo iniziò a raccogliere l'energia psichica di Psicoraggio ma cercò di farlo con più lentezza e regolarità. Doveva controllare il flusso di energia raccolta e trattenerlo dentro di sé. Questa era la prima parte.

Tuttavia l'ansia non aiutata a controllare questo processo. L'energia finiva per accumularsi come un comune Psicoraggio e a scagliarsi aumaticamente.

E così successe per cinque volte. Poi sei, poi sette e così arrivarono ad una ventina, tutte le volte dovendo evitare gli attacchi di Groudon. Sia Chatot che Serena erano sfiniti e sapevano che ormai non sarebbero più riusciti a continuare per molto.

"Devo... r-riuscirci..." Chiuse gli occhi la volpina, regolando il suo respiro.

Inspira. Espira. Inspira. Espira. Inspira. Espira.

Pian piano sentì di nuovo l'energia arrivare, era difficile tenerla a bada, ma la sua mente provava a mantenere il controllo attraverso i respiri regolari. Come per un attacco di panico, il singhiozzo o la sensazione di tosse o vomito.

Concentrazione, naturalezza, calma e controllo.

L'energia iniziò a diffondersi con calma dentro di lei e la sentì scorrere nel suo corpo. La concentrò poi nella testa e gli occhi iniziarono a farsi carichi, potenti e pieni di aura. Lì aprì cercando di non farlo di scatto e provò a concentrare il tutto sulla raffica che volava in direzione del piedi di Groudon.

Rimase fissa su quella, cercando di ignorare ogni pensiero esterno, di ignorare alla vista qualunque altra cosa.

Sentì quasi il controllo di quel vento, come se nella sua mente fosse tangibile.

E improvvisamente riuscì a guidarlo, puntando poi alla sabbia e a farlo spargere bene dentro di essa. Dividere l'aria attraverso i granelli e farla circolare. Era estremamente difficile e più manteneva attivo quel procedimento più il mal di testa aumentava e sentiva l'energia raccolta svanire. Eppure cercò di continuare il più possibile.

Fino a che non vide qualcosa muoversi. La sabbia sembrò muoversi in un flusso e la massa di Groudon pian piano iniziò ad affondare. Le sue zampe vennero inghiottite dal terreno e il Pokémon con agitazione e frustrazione riprese a ruggire.

"GROUUUUUUUUUUUUUU!!"

Quando finalmente Serena sentì le forze svanire ormai il gioco era fatto. Le sabbie mobili si erano generate.

Era riuscita ad imparare Psichico. Un po' improvvisato e impreciso, ma sufficiente per il momento.

Sentendo il corpo della volpina afflosciarsi e le ali farsi stanche il Pokémon volante scese sempre tenendo le distanze e adagiò Serena al terreno.

Proprio quando Chatot iniziò a guardarsi attorno per chiedersi dove fosse Ash, il topino apparve appena in lontananza e li raggiunse in fretta. "Tutto bene?!"

"Sì, solo affanno" ripose il pappagallo riprendendo fiato.

Ash si chinò verso Serena, la quale ancora era accasciata al suolo e con le orecchie afflosciate e il respiro affannoso mostrava visibile stanchezza. L'amico tirò fuori una Baccarancia dalla borsa e gliela portò davanti al muso con gentilezza. "Sei stata fantastica" si limitò a dire con un caldo sorriso.

Il Pokémon di tipo Fuoco aprì gli occhi e ricambiò con un sorriso esausto, per poi azzannare la bacca. Quando ebbe finito, sentì parte di energie tornare nel suo corpo e si rialzò in piedi senza troppe difficoltà.

Mentre Chatot era ancora girato ad osservare Groudon, Ash fece cenno a Serena con il muso di abbassare lo sguardo. Vedendo la zampa gialla dell'amico dare leggere pacche alla borsa la ragazza rialzò lo sguardo e lanciò una domanda silenziosa. L'annuire di Ash non fece tardare la risposta e ciò sembrò risvegliare in entrambi una gioia estrema.

Tuttavia ben presto quella gioia si bloccò, minacciata dal silenzio di Chatot e le sue parole fredde e inespressive. "Torniamo alla Gilda"

"GROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!" fu urlò di rabbia della bestia leggendaria e l'intero deserto sussultò al suo ruggito. Le tempeste si alzarono e il sole si fece caldo quasi quanto una supernova.

Però erano ormai distanti quando il ruggito lontano arrivò alle loro orecchie e non cambiò l'atmosfera tra i tre. Erano ormai nei pressi dell'entrata del Dungeon, stavano davvero tornando alla Gilda e non era come se lo erano immaginato.

"Questo Dungeon è per Pokémon di rango Master o superiore..." vociferò piano Chatot ma non sembrava un rimprovero. Sembrava più un modo far realizzare ai due cadetti la semplice verità: ne erano usciti vivi e a pelo.

Ora lo avevano capito anche Ash e Serena: erano stati terribilmente fortunati. Era un caso fortuito se erano arrivati fino alla fine del Dungeon e uno ancora più miracoloso l'essere fuggiti dalle grinfie di Groudon interi.

Aver ottenuto il tesoro e in qualche modo bloccato il Pokémon nemico era stato una manna dal cielo. Anche se nel profondo volevano credere di essere stati capaci di sfruttare le condizioni in cui erano a loro vantaggio, la verità era che fino a lì erano riusciti a superare le difficoltà perché le avevano appunto aggirate come avevano riflettuto prima della sfida finale.

Chatot sapeva delle condizioni del Dungeon e dello scontro con il guardiano, per questo la definiva una follia in piena regola. Nemmeno il Team Malia avrebbe avuto la certezza di arrivare fino alla fine e di riuscire a sfidare il leggendario.

Figuriamoci se il Pokémon in questione sembrava esploso di energia.

...

Nessuno di loro parlò più per tutto il tragitto fino alla Gilda. Calò un silenzio glaciale e pesante, talmente surreale per la situazione tale da far capire quanto fosse grave. Quanto davvero fossero nei guai.

Chatot non parlava, non li rimproverava, non urlava e gracchiava. Camminava davanti a loro e non accennava a girarsi per guardarli, sicuro che fossero dietro di lui e che lo stessero seguendo. In un certo senso era meglio non vedere la sua faccia per Ash e Serena, evitando un paio di occhi pieni di delusione.

Arrivarono alla Gilda e per loro fortuna era già tarda serata. Le luci fioche sembravano trasmettere una malinconica aria. Non erano quasi in questa zona della Gilda a quest'ora e sembravano dirigersi... verso una parte in cui non erano mai stati.

Si ritrovarono in un corridoio più buio degli altri, probabilmente un'area riservata solo a Chatot e il Capitano. Quando si fermarono di fronte ad una porta e il pappagallo con l'ala fece cenno di farsi avanti capirono che non era un incontro come altri.

L'uccello aveva uno sguardo quasi... comprensivo o di pietà. Che stava succedendo?

Non credevano che le conseguenze sarebbero state di questo genere.

Con esitazione Ash spinse la porta aperta. Il Capitano si ergeva a qualche metro da loro e la sua presenza inizialmente li fece esitare, ma poi si fecero lentamente avanti con Chatot alle loro spalle e la porta si chiuse, isolandoli dal resto del mondo.

Ci fu silenzio per qualche secondo, volava una sensazione di disagio. Il Capitano però sembrò farne dissipare gran parte quando si girò a guardarli con un lieve sorriso.

Wigglytuff non pareva arrabbiato, ma nemmeno il suo solito sorridente e allegro. Non incuteva terrore o faceva il pazzerello. Come Chatot, si stava comportando in un modo talmente innaturale che si sentiva la serietà della situazione.

"Benvenuti"

"C-Capitano... dove ci troviamo?" chiese Serena con esitazione.

"Questo è un incontro segreto speciale, rimarrà tutto tra noi e queste quattro mura" spiegò Wigglytuff.

"Se fosse una situazione come le altre vi avremmo convocati domani nell'ufficio del Capitano per una punizione" disse il secondo in comando mettendosi ad un lato della stanza.

I due iniziarono a sudare freddo. Ash deglutì appena e chiese "E la nostra non lo è?"

"A questa domanda siete voi che dovete rispondere" la creatura rosa disse con un certo tono di attesa. "Sono Ash e Serena a dovercelo dire, non credete?"

"...Noi..."

Sapevano che in quel momento non potevano uscire dalla situazione con una scusa qualunque e ogni loro possibile storia che si erano inventati per sicurezza in caso qualcuno avesse dubitato al loro ritorno era andata in fumo visto che erano stati trovati da Chatot.

Ad aggiungersi ai problemi c'era il fatto che se Chatot li aveva seguiti e trovati allora c'erano dei sospetti concreti e non molto recenti. Eppure si erano comportati così naturalmente prima della missione, a meno che il pennuto non fosse riuscito a vedere oltre le facciate costruite dopo l'incontro con Cresselia.

Non avevano niente da dire per scamparla. Non sapevano cosa inventarsi e fare scena muta per costruire qualcosa li avrebbe messi ancora di più nei guai.

Nonostante questo non si sentì nessuna parola per parecchi secondi. Chatot e Wigglytuff non parlavano e con il progredire del tempo di attesa, i due superiori sentivano di ricevere una conferma ai loro sospetti.

Qualcosa c'era sotto a quella moltitudine di casi strani che capitavano, coperti dall'illusione di due semplici e curiosi esploratori, amanti dell'avventura e del rischio.

Trovarsi in quella stanza aveva un senso.

Quei due nascondevano qualcosa.

E quel qualcosa era...

"Noi siamo umani"

.

.

.

...Continua

-

-

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Nota d'autori:

Ciao a tutti! Siamo tornati con un nuovo capitolo!
Sappiamo che vorrete correre a leggere probabilmente, ma prima ci teniamo a dire due parole! In caso potete leggere questa nota dopo aver letto il capitolo!
Prima di tutto vorremmo partire con delle ovvie scuse! L'attesa è stata lunga, così l'assenza di capitoli. Potrete anche notare che non vi sono più illustrazioni all'interno per il momento.
Purtroppo, il team si è andato a sfoltire e il lavoro effettivo è tutto concentrato su due persone.
Siamo in due a scrivere e progettare, ma una di noi si occupa dell'intera correzione, della realizzazione delle fanart e della riscrittura dei capitoli.
Ciò è un ammasso di lavoro estremamente pesante oltre che LUNGO.
Vorremmo darvi la certezza che saremo più rapidi e in un certo senso possiamo anche affermarlo. Tuttavia i ritmi non saranno mai veloci come all'inizio della pubblicazione.
I capitoli ai tempi erano scritti velocemente, poco revisionati e lo stile di scrittura molto discutibile. Vogliamo offrirvi una migliore qualità.
Tuttavia una di noi, la scrittrice, disegnatrice e revionatrice ha anche gli esami di maturità e conservatorio. Ciò vuol dire che per quanto adesso sia fattibile aumentare il ritmo, verso Maggio/Giugno probabilmente sarà obbligatoria una pausa. Ci scusiamo per questo!

La seconda cosa di cui vorremmo parlare è ovviamente la nuova serie Pokémon.
E' un argomento che non avremmo voluto toccare ma viste le tante novità ci siamo sentiti costretti a farlo.
Teniamo a precisare che non vogliamo creare una polemica eccessiva nello spazio commenti quindi vi chiediamo di trattenervi dall'usare i forconi.
E' impossibile non dare dei dati di fatto, quindi lo faremo ora per non farlò più:

Una nuova serie è stata rilasciata, Pokémon Go. Partendo dal fatto che mischiare il mondo videoludico con la serie è una cosa che per quando non di nostro gusto non possiamo davvro giudicare. Va a gusti.
Non sentiamo necessario di menzionare in sé la trama.
Il problema di fondo rimane sempre ASH.
Partiamo dalla base. Ash avrebbe "vinto" la lega di Alola. Non ce la sentiamo di definirla ufficiale.
Potremmo soffermarci ore su come la lega fosse più facile delle altre, su quanto sia ovvio che gli autori abbiano voluto mettere l'ennesima toppa per rimediare agli ascolti e di dare il contentino. Ma il problema di fondo è sempre purtroppo un altro, ovvero l'uso di Ash.

Oltre al fatto che le persone si dimenticano la Lega Orange, a tutti gli effetti una Lega ufficiale che Ash HA VINTO... come abbiamo sempre sostenuto, il percorso di un Ash rebootato più volte, usato solo come macchina per raccimolare soldi, non è accettabile. Abbiamo avuto un Ash che da Kanto a Kalos (esclusa Unima) è cresciuto e maturato, con FATTI e PROVE. Mettendo da parte il discordo vero Ash, accettare una vittoria della lega in questo modo sarebbe davvero un insulto all'Ash che abbiamo seguito questi anni e a cui Shudo a lavorato.
Per quell'Ash la vittoria della lega non serviva, aveva già raggiunto un punto di crescita massimo e non serviva un trofeo a renderlo un grande allenatore di Pokémon. Il Maestro Pokémon non è il solo vincere la lega.
Ash meritava molto di più, tutti noi meritavamo molto di più.

Poi, siamo a conoscenza della presenza di alcune scene che parrebbero collegare tutte le linee temporali, a dire che Go sarebbe sequel di Sole e Luna e così delle altre serie. Tuttavia allo stesso tempo ci sono prove per dichiarare il contrario, ad esempio il fumetto ufficiale speciale di Sole e Luna rilasciato in onore del film dove l'Ash di SM ha lo stesso inizio di quello del film e NON della serie originale. Così come ci sono le varie prove raccolte negli anni sulla crescita di Ash, ormai impossibile da definire ancora un bambino di dieci anni, cosa che però le nuove serie si ostinano a fare.
Il problema in sé non sarà mai la trama perché quella può essere bella quanto si vuole, ma finché manca il rispetto ad Ash e al suo progresso non sarà mai davvero una serie che rispetta anche i fan.
Ma viste le circostanze e il punto che ormai si è raggiunto, dove OGNI linea temporale viene mischiata, dove tutti viene mescolato a caso, dove Ash viene rebootato di continuo e dove possiamo davvero aspettarci di tutto... abbiamo tratto le conclusioni che è inutile pensare a quello che succede e succederà nella serie in futuro.
Non conta cosa inseriranno ormai nella serie, quanti vecchi compagni potrebbero aggiungere per mischiare di nuovo il frullato, quanti "padri di Ash" potrebbero inserire o quali fighissimi Pokémon faranno catturare ad Ash. Purtroppo ora ci possiamo aspettare qualunque macello.
Ma ciò ormai non dovrebbe più importare.
Potranno modificare il futuro quanto vogliono, aggiungere roba, ma ciò non potrà mai cancellare ciò che abbiamo di Ash, ciò che è stato e il suo progresso. Le serie che abbiamo visto, il lavoro di Shudo, nulla di ciò potrà essere cancellato dall'esistenza o dichiarato NON VALIDO.
Non potranno rendere invalidi i fatti e le prove che abbiamo della sua crescita e del suo vero potenziale. Potranno dichiarare quello che vogliono ora ma non si può cancellare ciò che fu già dichiarato dall'autore originale, dalla serie stessa.
Per questo il nostro appello è di concentrarci su ciò che è stato e che conserviamo.
Siete liberi di seguire la nuova serie, nessuno ve lo impedirà, ma se tenete ad essa per Ash e non solo per un ceco amore del brand o i Pokémon, pensate allora davvero a cosa sarebbe più corretto!
La nostra proposta è questa fic, ma ognuno di noi dovrebbe conservare il ricordo di questo personaggio. Dal suo inizio alla sua fine.
Non parleremo più della nuova serie, la nostra lotta sarà solo dimostrare il nostro affetto incondizionato per un personaggio che per tanti di noi ha fatto molto e per chi lo ha creato! E' inutile fare guerra alla nuova serie ormai, pensiamo alla nostra. Alle nostre idee, alle nostre fantasie e avventure, a come sarebbe potuta andare se il vero Ash avesse visto un futuro! Concentriamoci su di lui!

Proprio per questo vorremmo passare ora al terzo punto.
Non siamo gli unici con progetti ambiziosi e che tengono al vero Ash.
Per questo siamo lieti di annunciarvi che parte del nostro staff sta collaborando con la sceneggiatura di una fanfiction speciale scritta dalla Leader di Satoshipedia (Di cui facciamo parte).
La trama, lo sviluppo di ogni personaggio e i dettagli sono studiati in modo incredibile, per dare non solo giustizia ad Ash, ma anche per dare un senso a tutte queste linee temporali!
Probabilmente è anche più avvincente, geniale e realistica della nostra ahaha!
Non possiamo assicurarvi che sarà Amourship, ma ognuno avrà il suo spazio e ne varrà davvero la pena! Le ship alla fine fine diventano secondarie in alcune circostanze. 
Tenete gli occhi aperti per la storia che collega tutti i mondi Pokémon:

"E ognuno per la propria strada"

Infine, il nostro ultimo avviso:
Siamo lieti che apprezziate la nostra fanfiction e la consideriate uno specie di stendardo dell'amourshipping ma noi NON sosteniamo assolutamente ship wars o tentativi di screditare le altre ship o i personaggi che ne fanno parte. Tipo Misty, Vera, Lucinda o chiunque altro. Per quanto l'Amourshipping sia stata dichiarata canonica, questo non ci da motivo di attaccare o screditare i gusti altrui. Anche se non fosse mai diventata canonica la nostra ship. I personaggi scritti da Shudo sono preziosi e ognuno ha molto da offrire ad una storia. Una ship non deve invalidarli o creare odio verso di loro! 
Vi chiediamo quindi di non usarci come ispirazione per attaccare o insultare altri personaggi o ship!




Grazie e alla prossima!

 

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Capitolo 40
*** Episodio 37: Il vaso di pandora? Aperto. ***


Episodio 37: Il vaso di Pandora? Aperto.



"Noi siamo umani"

Furono le parole con cui iniziarono a raccontare tutto.

Ormai non aveva senso nascondere, i due Pokémon di fronte a loro non avrebbero creduto a nessuna scusa. Inizialmente Chatot con lo sguardo sembrò chiedere loro se li prendevano per i Castform, ma presto la sua espressione divenne quasi contemplativa. Era un'ammissione talmente stramba che quasi sembrava avere senso, più di una qualunque banale scusa.

E man mano che i due raccontavano gran parte della nebbia di dubbi che li avvolgeva si dissipava.

"Hmm..." fu l'unica cosa che Wigglytuff espresse mentre osservava con il suo solito sguardo incomprensibile. Tuttavia pareva molto attento alla questione.

Se quei due davvero erano umani si spiegava il perché fossero apparsi dal nulla, perché avessero nomi e abitudini strane, perché non sapessero informazioni basilari del loro mondo, come mai avessero tanto da nascondere e infine perché sembravano sempre avere la testa altrove.

"Questo è quanto" concluse Serena, scaturendo un piccolo cenno di sorpresa in Ash.

Aveva concluso prima che potessero menzionare Cresselia, o loro missione.

"I tesori che stiamo cercando servono per farci tornare a casa, ma non eravamo sicuri che ci avreste permesso di fare le nostre ricerche se avessimo rivelato tutto."

Era stata la scelta migliore, avevano promesso a Cresselia di non rivelare nulla e questo avrebbero fatto finché era possibile. Purtroppo era un segreto per cui non potevano porre fiducia in nessuno ancora. Non per paura di essere traditi ma perché, mettendosi nei panni di Chatot e Wigglytuff, li avrebbero fermati di certo dal buttarsi in una peripezia come quella.

Dire che i tesori servivano a riportarli a casa era forse la scusa più sensata e anche verosimile. Dopotutto sapevano che i tesori possedevano sorprendenti capacità e se possibile, una volta completata la loro missione, avrebbero potuto provare ad utilizzarli.

Se non avessero fallito.

Wigglytuff portò le zampine sotto il mento "Hmm... in poche parole ci avete usati." Riassunse lui.

"No! Non vi abbiamo usati" subito Ash scosse le zampe davanti a sé freneticamente "O almeno non direttamente, non era nostra intenzione farlo!"

Chatot assunse sempre più un espressione seria, maschera invece di sentimenti feriti. Sentiva il veleno neel becco, un sentimento di tradimento che mai lo aveva colto in quel modo. Sembrava sul punto di ribattere ma Wigglytuff lo interruppe "Ma certo!"


 

"Uh?" L'uccello si girò verso il Capitano con aria confusa. Perché sembrava tanto indifferente? Conosceva il Capitano e in fondo da lui si aspettava di tutto, ma pensava avrebbe capito un po' cosa provava. Li avevano bellamente usati per i loro scopi.

"Certo, mi pare ovvio! Si trovavano in un mondo sconosciuto e dovevano mettersi in un luogo sicuro, dove qualcuno potesse spiegare le regole di questo mondo, dove potessero trovare pasti senza preoccupazioni e un rifugio in cui dormire. Allo stesso tempo però serviva loro anche avere un ruolo o dei permessi che rendessero accessibili varie informazioni, tipo quello di esploratori cadetti, e di fare conoscenze utili per raggiungere il loro scopo!" Disse con un sorriso, ma le parole facevano rabbrividire i due.

Messa così sembravano le persone più vili e manipolatrici mai esistite.

"M-Ma proprio per ques-" sembrò perplesso Chatot ma finendo ancora interrotto.

"Non era forse l'opzione migliore?" domandò il Capitano lasciando tutti un po' titubanti per la questione. "Non era il piano più logico ed efficace?"

Si alzò con fare appena plateale, senza togliere dalla faccia il suo sorriso "Penso che nella loro situazione avremmo fatto tutti allo stesso modo. Certo arrivando a pensarci-" guardò prima il suo secondo in comando e poi i cadetti "-e mettendosi a disposizione per ciò che comportava."

Calò il silenziò, Ash e Serena sembravano confusi. "E' vero, la loro scelta era la migliore per i loro scopi personali, avrebbero ricevuto tutto quello che gli serviva e ci hanno usati dal primo all'ultimo momento..."

"Noi..."

"Ma ci hanno anche ripagati di tutto." silenziò tutti con questa semplice affermazione "Sapevano che avrebbero dovuto impegnarsi a lavorare alla Gilda e apprendere, ci hanno messo tutta la loro grinta e hanno fatto più o meno sempre ciò che ritenevano corretto, pure per noi!"

Chatot sembrò perplesso ma lasciò che Wigglytuf proseguisse. Non poteva negare che i due novellini avevano sempre svolto gli incarichi presi, avevano portato a termine ogni missione, mai rubato qualcosa, aiutato sempre se necessario...

"Ci hanno aiutati, hanno fatto il loro dovere e soprattutto hanno imparato tanto da questa esperienza! Questa è una scuola per diventare esperti esploratori e loro avevano bisogno di diventarlo, non importano le motivazioni personali. Per proseguire nel loro obbiettivo hanno bisogno di migliorare e il ruolo di questa Gilda sta riuscendo perfettamente in ciò per cui è stata fondata."

Guardò un attimo Chatot, il quale teneva la testa un po' bassa, facendo fatica ad ammettere che le parole del Capitano erano vere “Anzi, se riesce a farlo con due umani per di più, che non hanno familiarità con i loro corpi e poteri, allora va ben oltre!”

Si avvicinò ai due Pokémon e appoggiò sulle loro spalle le zampe dando delle piccole pacche "Siamo usati per fare esperienza da ogni singolo membro! Il Team Gash non è il Team Teschio. Non usano il permesso per scopi avidi o per ferire gli altri. La loro causa è nobile e, anche se non lo fosse, non hanno mai usato il ruolo della Gilda per rompere le regole in sé. Ci hanno sempre comunque rispettati, non è così?"

I due annuirono subito ma sentivano nel profondo un lieve senso di colpa pensando al fatto che in questo preciso momento, non dicendo la totale verità, non stavano affatto rispettando fino in fondo il Capitano.


 

Era l’illusione che finalmente stessero dicendo tutta la verità, quando parte di essa era ancora nascosta. Avessero detto tutto ciò prima di incontrare Cresselia, probabilmente si sarebbero potuti considerare onesti e a posto con la questione delle bugie.

Ma avevano pur un’altra scelta? No.

Sapevano che potevano fidarsi del Capitano e Chatot e di poter essere totalmente onesti. Sarebbe stata la scelta eticamente più corretta in questo momento riferirsi a loro.

Ma sarebbero andati contro alla promessa fatta a Cresselia, su cui lei aveva insistito di sicuro per motivi validi.

"Quindi vogliamo ignorare tutto?" domandò Chatot con un leggero tono di risentimento. Ora capiva meglio Ash e Serena, ma non riusciva ad accettare il tutto completamente. Nel profondo, avrebbe preferito trovarsi davanti due esploratori troppo curiosi e scavezzacollo, ma che sarebbero un giorno diventati suo motivo di orgoglio. Il modello di esploratore che sarebbe voluto diventare.

Sì, era frustrato. Perché se davvero erano umani tutto ciò che avevano costruito come esploratori era una bugia. I difetti e i pregi, la loro energia e animo da cadetti. I due combinaguai che però gli erano entrati nel cuore, i gioielli che sperava di formare...

I giovani che avrebbe voluto prendere sotto la sua ala, nascondendo l'affezione con la sua classica rigidità...

Erano solo una crudele illusione.

Li aveva seguiti in quel Dungeon infernale non perché non si fidava di loro, ma perché perché l'ammirazione e affezione che aveva sviluppato lo avevano portato a preoccuparsi, a credere che erano solo due adolescenti un po' incoscienti e birbanti che lo tiravano matto.

Invece non erano birbanti o semplici giovani incoscienti e ingenui, che ancora doveva seguire nella loro crescita. Era stata tutta una dolce ma soprattutto amara illusione.

"Non prenderemo nemmeno un provvedimento?" le parole uscivano ma erano solo frutto della frustrazione.

Ad essere sinceri non sapeva nemmeno quanto ne valesse la pena ormai di punirli o insistere. Non erano cadetti da formare, non aveva più nessuna autorità vera su di loro se era tutto una menzogna. Non erano nessuno davvero per lui.

Erano almeno in parte coloro che avevano mostrato di essere?

Avevano almeno in parte quella fiamma che aveva intravisto nei loro animi?

Perché gli faceva tanto male l’idea che non fossero nulla di ciò? Perché sperava che comunque quelle che aveva conosciuto erano i veri Ash e Serena?

Il Capitano sembrò contemplare un attimo "Come ho detto, mettendoci nei vostri panni possiamo capire perfettamente la vostra scelta" confermò il discorso precedente, poi però fece un cenno con il corpo in direzione dell’uccello, quasi a cercare di dargli su un lato ragione.

"Ma in maniera uguale voi potrete mettervi nei nostri e capire come mai da qui in poi non possiamo lasciarvi continuare la vostra ricerca."

"COSA?!" entrambi sobbalzarono.

"Non vi stiamo impedendo di tornare a casa, ma per il momento dobbiamo valutare al meglio la situazione e non possiamo farlo se intanto andate a suicidarvi in un Dungeon letale. Per questo, a condizione che continuerete il vostro lavoro da cadetti della Gilda, vi permetteremo di andare in ricognizione nel prossimo Dungeon che vi servirà a raccogliere il tesoro"

Nessuno parlò. Chatot appariva scioccato e... turbato?

"Tuttavia, sarà solo una ricognizione per testare il territorio. Non avrete il permesso di arrivare fino in fondo al Dungeon e verrete accompagnati da una scorta, un esploratore esperto che possa aiutarvi a tornare sani e salvi"

"M-Ma... Capitano..." provò Chatot inutilmente.

Ash e Serena non sembravano molto soddisfatti ma non dissero nulla, sentendo che Wigglytuff aveva altro da dire "Voi due mi ricordate tanto loro..."

"Capitano." sembrò quasi intimarlo di tacere sulla questione il volatile.

"Credo che abbiano già sentito qualcosa in merito" rispose Wigglytuff con premura "Non è così? Avrete sentito dei due eroi di questo mondo" Si rivolse a loro.

Si limitarono ad annuire, lasciando a Wigglytuff la possibilità di proseguire "Entrambi erano membri della Gilda e uno di loro era umano. A quanto pare non aveva memoria di quello che gli era successo o chi fosse prima di trasformarsi, ma ciò passò in secondo piano nella loro vita. Sventarono il grande conflitto contro Dialga oscuro e Darkrai e riportarono la pace nel nostro mondo. Sono stati i nostri migliori esploratori e forse i più grandi mai esistiti. Dopo il diploma, vissero nel promontorio, nella tana che si cela nella bocca di Sharpedo."

Quello... era un indizio molto interessante. Era proprio al promontorio che avevano trovato la mappa. Forse il fatto che erano umani come il Pokémon della leggenda era un motivo per cui Cresselia aveva lasciato la mappa in quel luogo e per cui lo squarcio li aveva guidati lì.

"L'umano decise di rimanere nel nostro mondo e rinunciò a cercare una via per tornare alla sua vecchia vita. Insieme i due esploratori si costruirono una fruttuosa via come esploratori, raggiunsero un sacco di successi..."

"Capitano non..."

"Tuttavia-"

Chatot si girò dal lato opposto, sentendo un macigno nello stomaco "...Ricevettero una missione di Rango Segreto. Non ci poterono rivelare nulla al riguardo ma ovviamente ci salutarono prima di partire. Fu l'ultima volta che li vidimo.”

Chatot fece una smorfia cercando di ignorare le parole.

“Abbiamo sentito da alcune fonti affidabili che era successo qualcosa di grosso e inspiegabile. Sapevamo che tanti esploratori non tornavano da quel genere di missioni ma con loro abbiamo sempre sentito sicurezza. Non c’è stata una volta, dopo che salvarono il nostro mondo, in cui non ci siamo aspettati di vederli tornare vittoriosi."

"Erano il nostro orgoglio... ed erano degli amici..." mormorò Chatot a bassa voce.

"Tutto ciò che siamo riusciti a sapere era che molto probabilmente non ce l'hanno fatta, ma non c'è modo di saperlo per certo con i nostri occhi. Non abbiamo modo di vivere questa perdita perché non abbiamo dei corpi su cui piangere. Non potremo mai dargli il nostro addio, passare il lutto e andare avanti." digrignò il becco il pappagallo.

Continuò Wigglytuff "Vi assomigliate in ambizioni e senso del dovere. Entrambi i vostri team sono spericolati ma volenterosi. Avete quel qualcosa che dice agli altri solo nel guardarvi che siete speciali, diversi dalla norma.. che farete tanto. Però ora io e Chatot abbiamo delle responsabilità. Finché siete nostri cadetti teniamo conto della vostra incolumità e ne rispondiamo."

Non poteva più succedere che altri giovani talenti, quei gioielli di vita che erano germogliati in parte dei loro cuori e che avevano aiutato a crescere, se ne andassero per sempre prima di loro.

"Questo è tutto." Concluse Wigglytuff.

Non era chiaro se si aspettassero una risposta contraria, sta di fatto che Ash e Serena abbassarono appena i loro capi, tenendo però lo sguardo fisso sul Capitano e con vuoto nel cuore mormorarono "Okay."

“Tutto ciò che è successo qui rimarrà segreto, possiamo capire come mai non lo avete voluto rivelare. Contatterò subito la vostra scorta e appena sarà d’arrivo vi farò sapere.” Concluse il Capitano “Potete andare!”

I due Pokémon uscirono dalla stanza e chiusero la porta dietro di loro. Si guardarono per un attimo e poi andarono verso la loro stanza a riposare.

All’interno della stanza passò qualche minuti di silenzio. Chatot sembrava frustrato ma indeciso sulle parole da usare e ad essere sincero, nemmeno sapeva cosa dire. Gli sembrava che tutto riguardante i due cadetti avesse perso senso.

“Sei deluso per la mancata punizione?” domandò Wigglytuf, pur sapendo che non era quello il problema.

“Non per la punizione in sé, quanto per le motivazioni”

“Capisco, se li avessimo puniti come norma sarebbe significato che loro erano normali cadetti che avevano fatto una marachella. Sarebbe stata una situazione normale e loro dei giovani promettenti con la testa fra le nuvole. Non sei deluso che non siano stati puniti, ma che non è successo perché quello in cui credevi-”

“Era tutto falso.” concluse Chatot con l’amaro in bocca.

“-era appena diverso da ciò che ci aspettavamo” corresse Wigglytuff. “E’ vero, ci hanno tenuto nascosti dei segretucci ma non vuol dire che le persone che abbiamo conosciuto siano davvero quello che sono!”

“E’ difficile da credere se i segreti sono solo la loro intera esistenza...” Chatot si voltò ancora di più guardando un punto vuoto.

Wigglytuff si avvicinò e gli appoggiò la zampa sulla spalla “E’ come una Mela Perfetta!”

“Cosa?” sembrò confuso Chatot anche se il frutto era il paragone preferito del Capitano.

“E’ come se assaggiassi una gustosissima Mela Perfetta credendola rossa e ne rimani estasiato dal sapore, scoprendo poi però che invece era verde. L’apparenza della mela è cambiata ma, ora sapendolo, anche l’idea del suo gusto che ti eri fatto cambia?”

“...”

“Solo perché la tua percezione della buccia di mela è venuta meno non vuol dire che debba venir meno anche la delizia della polpa gustata.” gli diede qualche pacca sulla spalla rassicurandolo.

Non doveva essere per forza tutto un falso. Forse Ash e Serena non erano Pokémon o aspiranti esploratori, ma voleva davvero dire che non erano le persone che avevano mostrato loro? Voleva davvero dire che tutti quei momenti assieme non contavano nulla? Che le loro personalità erano solo maschere?

Ora Chatot non riusciva a trovare risposta.

Arrivò il momento per Ash e Serena di conoscere la loro guida e guardia del corpo, la quale però Ash sentiva meglio definibile come balia. Erano nel pieno della notte e il sole non sarebbe sorto prima di alcune ore, ma i due non si fecero troppe domande al riguardo. Seguirono le indicazioni e si recarono subito nel punto di ritrovo segreto, trovandosi al cospetto di Chatot, Wigglytuff e il loro accompagnatore.

"Questo è Scizor, un esploratore rango segreto. Vi accompagnerà nella vostra prossima spedizione” presento Chatot con l’ala.

“Piacere di conoscervi” annuì il Pokémon rosso scintillante tendendo la chela. “Spero la nostra collaborazione possa portare a grandi risultati”

Ash e Serena ricambiarono, ma nelle loro menti il pensiero era rivolto a come avrebbero potuto continuare la missione con lui a sorvegliarli. Ogni pensiero di svignarsela sembrava subito crollare. Di questo passo non avrebbero mai raggiunto i famosi risultati sperati “Altrettanto...”

“Vi abbiamo preparato il necessario per questa missione, lo troverete all’uscita. Ci tengo anche a ricordarvi che dovrete seguire sempre le sue istruzioni e non agire mai per conto vostro o allontanarvi se non su suo comando. Inoltre, quando riterrà necessario fare ritorno non opporrete resistenza. Chiaro?" raccomandò Chatot con sguardo tagliente, non lasciando spazio ad altro se non il consenso forzato dei due cadetti.

“Direi di partire il prima possibile allora, la zona del Sud può essere molto difficile da esplorare e le ore del mattino sono le più proficue” consiglio l’esperto.

“Per questo partiamo stanotte?”

“Esatto” confermò Scizor “Salvo imprevisti, arriveremo prima dell’alba dopodomani. In quelle zone i Pokémon sono consapevoli che gli esploratori tendono ad avventurarsi nei Dungeon verso le ore più calde della giornata, viste le temperature basse. Ciò vuol dire che si preparano ad attaccare verso il pomeriggio. La mattina ha la luce del sole ma il clima è comunque abbastanza freddo e non sospetterebbero il nostro arrivo”

“Ha molto senso, incontreremo meno nemici!” esclamò Serena. Forse essere accompagnati da qualcuno così saggio e preparato in verità non sarebbe stato male.

Scizor, Ash e Serena uscirono dalla Gilda e una volta prese le borse si incamminarono.

"Il Capitano ha deciso di affidarci questa missione nelle zone più a Sud, non è esattamente una delle mie preferite ma dovremo adeguarci..." mormorò Scizor.

"Come mai?" chiese curiosa la volpina.

"Esperienze personali, ma non mi va troppo di scendere nel dettaglio. Diciamo solo che ho avuto un incontro ravvicinato con un Pokèmon piuttosto infido.”

Ash tirò fuori una mappa occasionale e la consultò "E’ praticamente l'opposto di quello che abbiamo affrontato ieri" disse lui notando che la landa di neve e ghiaccio nella loro mappa segreta era stata segnata come uno dei 7 punti.

Ovviamente la reliquia lasciata da Cresselia era con loro, solo che Ash l’aveva tenuta nascosta sotto il capello e inserita di seguito nella borsa quando Scizor era distratto. Non potevano rischiare che qualcosa indicasse la presenza di Cresselia nella loro missione.

La voce di Scizor lo riportò alla realtà “Serena, tu sarai importante in questa missione. Non avrai problemi a tenerti riscaldata grazie alla fiamma interna nel tuo corpo e sarai anche un vantaggio se dovessimo scontrarci con qualche tipo Ghiaccio puro. Tu Ash sarai molto utile se incontreremo Pokémon di tipo acqua. Però sarà meglio evitare minacce il più possibile, non possiamo nemmeno contare solo su di te, altrimenti finirai per sfinirti”

“Serena è forte! Sono sicuro che sarà pronta! E poi anche se non sono in vantaggio lotterò con tutte le mie forze e se avrà bisogno la difenderò!” rispose Ash con determinazione, facendo arrossire appena l’amica. “Ci aiuteremo a vicenda!”

...

Il viaggio fu lungo ma arrivarono a destinazione nell’orario previsto, tutto secondo il piano di Scizor. Il clima era appena soleggiato ma la temperatura era molto più bassa rispetto a qualunque altra avessero vissuto in questo mondo. Serena non sentiva grandi difficoltà ma i brividi lungo le schiene di Scizor e Pikachu arrivarono subito.

"Seguite i miei passi e non allontanatevi. Cerchiamo di proseguire longo i percorsi più appartati, in modo da non essere colpiti direttamente dal vento gelato e di non perderci nella landa di neve”

I due ascoltarono le istruzioni del Pokémon e si avventurarono con lui nel Dungon. Come aveva previsto, incontrarono poche minacce sul percorso e bastarono pochi attacchi per sconfiggerle. Si trovavano ormai in una zona molto avanzata e potevano scorgere il Dungeon successivo a pochissime miglia di distanza.

“Là c’è il Monte Valanga!” esclamarono i giovani esploratori della Gilda.

Gli sguardi entusiasti di Ash e Serena si tramutarono in preoccupazione quando videro che Scizor era fermo. Ispezionava il cielo con sguardo dubbioso, ma per i due giovani non sembrava esserci nulla di strano.

“Che succede? Non proseguiamo?” domandarono i due.

Scizor ci mise qualche secondo a rispondere, mantenendo lo sguardo sulle nubi che formavano una distesa fitta e omogenea “Non si vede il sole...”

“Uh?”

“Le nuvole sono talmente fitte che si percepisce a malapena da dove viene la luce del sole. Non posso dire con certezza che ore sono, ma sono abbastanza sicuro che è quasi pomeriggio. Il clima oggi è particolarmente instabile e freddo, ma è passato abbastanza tempo.”

Il Pikachu e la Fennekin si scambiarono un’occhiata, percependo dove voleva arrivare. “M-Ma ormai siamo quasi arrivati al Monte”

“E’ sufficiente, abbiamo registrato tutto il registrabile.” Disse lui però.

“Ma sarebbe un peccato! Siamo arrivati così in là!” esclamò Ash con dispiacere chiaro sul volto. Avevano fatto un enorme passo avanti ed anche se la parte di più difficile era davanti a loro non potevano buttare via ogni progresso.

Scizor scosse la testa “Anche fin troppo, è pomeriggio inoltrato e tornare indietro adesso è necessario, finché abbiamo energie. Ma tornare non dovrebbe essere un problema, so orientarmi bene su percorsi già attraversati.”

“Ma come hai detto non si capisce bene che ora sia! I Pokémon non riconosceranno che è pomeriggio e potremmo approfittarne!”

“Il fatto che il tempo sia più complicato e freddo è proprio ciò che ci mette in potenziale rischio. I Pokémon abitanti della zona riconoscono meglio di noi gli orari della giornata nel loro habitat e saranno persino avvantaggiati in questa situazione.” insistette lui per farli capire, non aspettandosi davvero delle eccessive reazioni.

Li osservò un attimo, non comprendendo la loro urgenza “E’ sufficiente così, era solo una ricognizione. E’ fuori questione andare al Monte Valanga, non rientra nella missione affidata ed è un Dungeon di altissimo rango” Il suo istinto gli diceva che qualcosa non andava. Chatot e Wigglytuff gli avevano detto che magari si sarebbero sentiti insoddisfatti ma di seguire il piano ad ogni costo, ma questa reazione lo faceva sentire in modo strano.

“Per favore andiamo appena oltre! Siamo così vicini, è molto importante! Sarebbe uno spreco non approfittare di questa opportunità! Ormai ci siamo!” provò anche Serena.

Lo sguardo di Scizor divenne più autoritario “Mi spiace, ma non posso permettervi di andare oltre. Gli ordini sono ordini.”

I due si irrigidirono. No, non potevano fermarsi ora. Non quando erano così vicini! Non potevano permettersi altri ritardi. Sì, era pericolosa la strada ma ancora di più le possibili conseguenze di un loro fallimento. Cresselia si fidava di loro e nessuno riusciva a percepire la gravità della situazione.

Non era colpa di Chatot e Wigglytuff, dopotutto avevano nascosto loro le vere motivazioni della missione. Allo stesso tempo però non riuscivano a percepire quanto fosse importante persino nella prospettiva della loro scusante. C’era un motivo se volevano fare tutto in fretta, anche se era solo per tornare a casa.

Scizor sospirò "Sempre così con le giovani reclute; volete sempre strafare. Si legge dai vostri sguardi che non avete intenzione di sottostare alle regole e ho il presentimento che era nei vostri piani fin dal principio”

“N-No, non è questo… ma vorremmo...”

“Sentite, ho avuto specifici ordini e non posso trasgredire. Comprendo il vostro spirito d’esplorazione e la vostra emozione, ma siete ancora giovani e inesperti. Non è tanto per me ma quanto per voi, siete il futuro di questo mondo. Devo assicurarmi che possiate un giorno sostituirci...” cercò di far comprendere loro la situazione.

"Capisco..." disse Ash chinando il capo, seguito da Serena.

"Molto bene" si rasserenò Scizor vedendo i due Pokémon capire la situazione "Quindi ora faremo ret-” iniziò a parlare ma vide che i due non si erano mossi.

Li osservò un attimo con sguardo attento anche se provava un leggero dubbio in testa. I due avevano ancora lo sguardo basso, ma lentamente vide quello del Pikachu alzarsi. Bastava quello ad anticipare le seguenti parole.

“Capisco… ma non possiamo.”

Quegli occhi decisi e fermi come il ghiaccio ma che emanavano un calore di ribellione. L’ombra del cappello che cercava di mascherare ogni emozione contribuiva alla fermezza dello sguardo del Pokémon. Niente avrebbe cambiato la loro decisione.

Non lo volevano fare arrivare alla forza, vero? Non erano così folli…?

...No, gli sguardi parlavano chiaro.

Non avevano la minima intenzione di seguirlo.

“Se lei vuole tornare lo faccia, ma noi non possiamo venire con lei” Era da folli andare contro le direttive, ma in quel momento il loro istinto gli diceva che dovevano farlo, era la cosa giusta.

O l’unica che potevano permettersi.

I due gli diedero le spalle e sembrarono intenzionati ad andarsene per conto loro, lanciandogli un ultimo sguardo e procedendo per qualche passo.

Il Pokémon li osservò per qualche istante. Non gli restava altra scelta. Scizor sembrò prepararsi in posizione di attacco, non voleva fare loro del male, ma doveva prenderli con la forza e riportarli alla Gilda.

Serena e Ash, aspettandosi che egli sarebbe arrivato alla forza, non attesero il suo scatto e partirono in corsa all’improvviso, dirigendosi verso la montagna.

Scizor rimase sorpreso ma non si fece bloccare da ciò. Camminò per qualche secondo e poi con un balzo partì in fretta e si mise alle loro calcagna.

Non era una sorpresa, era molto più veloce di loro, estremamente. I due sapevano le loro chance di fuga erano minime, ma sapevano anche che non volevano attaccarlo e che dovevano proseguire. Sentivano ansia nel cuore, percependo la sua presenza sempre più vicina.

La loro unica speranza era che il clima fosse dalla loro, affidandosi alla bora naturale.

“Serena, dobbiamo farlo!” disse Ash con frustrazione. “Devi usare uno dei tuoi attacchi di tipo fuoco!”

“Cosa!? M-Ma-”

“Fidati, non dobbiamo colpirlo, mira al terreno quando te lo dirò, ok?”

“Ok”

“Tre… due… uno… ORA!!” Ash gridò abbastanza fortemente da farsi sentire da lei ma non da Scizor.

Si bloccarono di colpo ma non attesero alcun istante. Subito Serena si girò di scatto ruotando grazie alla neve e lanciò un Fuocobomba diretto ai piedi di Scizor. Il tempismo fu perfetto e il Pokémon fu costretto a saltare indietro, non aspettandosi minimamente di essere attaccato.

Scosse di dosso in fretta la neve bagnata schizzata dall’attacco, non avendo tempo per riflettere se fosse loro intenzione non colpirlo o avessero fallito. Tornò all’inseguimento, tuttavia per sua grande frustrazione i due erano fuori dal suo campo visivo. La neve aveva cominciato a cadere con violenza e si stava trasformando in tormenta.

Di questo passo li avrebbe persi del tutto prima che raggiungessero il Dungeon e il tempo non era di sicuro dalla sua.

“Dannazione...” mormorò accelerando, ma più proseguiva meno sentiva la loro presenza. Avrebbe considerato che magari si erano nascosti altrove nella landa di neve, ma vista la loro urgenza e il possibile pericolo di perdersi non pensava sarebbero arrivati a ciò.

Corse più veloce che poteva, ma quando ormai si fermò si accorse che il paesaggio ormai era unico. Non c’era un riferimento, persino le orme appena lasciate in due secondi venivano ricoperte.

Non vi era nulla intorno a lui se non un bianco puro e intenso.

...

"Ci ha seguiti?" chiese Serena correndo a più non posso, sentiva il fiato pesante e la gola rauca ma non accennava a fermarsi.

"Penso che lo abbiamo seminato, ma per sicurezza ci conviene nasconderci per qualche minuto!" disse Ash rallentando il passo.

I due calarono la corsa e si appartarono dietro a delle dune di neve, scavando in esse ed entrandovi come se fossero una piccola tana.

“Se non avessimo avuto la bufera non ce l’avremmo fatta probabilmente..." disse Serena “Dici che se la caverà?”

“Tranquilla, è molto più esperto di noi e ha detto di sapersi orientare bene, l’unica sua opzione in questo momento è tornare indietro per evitare di perdersi” commentò prendendo un respiro profondo “In ogni caso sono sicuro che andrà tutto bene, sembra aver già esplorato queste zone. Ora come ora dobbiamo pensare ad andare avanti!”

“No, penso dovremmo fermarci” scosse la testa lei sorprendendo l’amico. Subito spiegò la motivazione “La bufera ci ha aiutati per ora ma quello che ha detto prima Scizor è vero, può essere anche molto pericoloso. I Pokémon del luogo saranno più forti e ci troveremo in svantaggio! Non sappiamo nemmeno quanto sarà lungo il percorso”

Ash comprese però non sembrò del tutto convinto “Vero, però sempre per quello che ha detto Scizor, le ore del giorno sono le più calde, sopratutto le pomeridiane. Prima arriviamo alla vetta, più probabile sarà essere in vantaggio contro il guardiano in caso non voglia aiutarci...”

“Hai ragione, ma sarà poco utile se il sole sarà coperto...”

“Già...”

Serena sospirò “Facciamo così, attendiamo ancora un momento per vedere se la tormenta si calma! In caso contrario ripartiremo lo stesso. Però per ora cerchiamo di recuperare le energie e tenerci caldi finché possiamo!” incoraggiò lei.

Per quanto bizzarro, sotto la neve era molto più probabile di essere riscaldati. Il corpo riscalda l’ambiente circostante e impedisce ad esso di ghiacciarsi. Il corpo di Serena avrebbe aiutato ancora di più nel processo.

Il Pikachu annuì “Va bene!”

I due aspettarono un po' prima di uscire dalla tana. Quando diedero un’occhiata all’esterno notarono che purtroppo non si era placato di molto. Non ebbero altre scelte se non continuare la scalata in quelle condizioni.

Sul percorso incontrarono molti più avversari come previsto. Tuttavia gli Snorunt non furono un problema con gli attacchi di Serena e tantomeno lo furono i Piplup elettrificati da Ash, con suo lieve dispiacere per ricordi passati.

Man mano salivano il clima si fece più ostico e la grandine iniziò a scendere. Ciò creò più difficoltà durante gli scontri ma inaspettatamente non incontrarono solo Pokémon ostici; durante un momento in cui erano sul punto di disperdersi, un Nosepass li aiutò puntando il suo naso magnetico verso Nord e facendogli da bussola per una parte di percorso.

Il terreno divenne sempre più scivoloso e ghiacciato, il freddo aumentava e così anche la difficoltà nel respirare a così alta quota. A quel punto dalle loro menti ogni remota possibilità di trovarsi Scizor alle calcagna era sparita.

Continuarono a combattere le intemperie di quel monte freddo e ostico fino a che, con grande loro gioia, ad un certo punto, trovarono all'interno del monte quello che gli esploratori avrebbero definito un break point segnalato dalla presenza della statua di Kangaskhan. Ancora non capivano perché, ma i Pokémon selvatici non osavano avvicinarsi in quei luoghi di norma. Forse emanava una sorta di aura materna nei confronti degli esploratori e di conseguenza li proteggeva.

"Direi che possiamo fermarci un attimo" Disse Ash sedendosi sul terreno freddo. Dimenticandosi della probabile temperatura il Pikachu sentì subito il didietro gelarsi e un brivido gli corse lungo la schiena, rizzandogli tutto il pelo.


 

Serena in un balzino si sedette subito direttamente di fianco ad Ash e avvolse la sua codina dietro alla schiena dell'amico. "Meglio?"

In un primo momento lo aveva colto alla sprovvista ma in seguito si rilassò al calore emanato dall'amica. "Molto"

"Dici che passeremo dei guai con Chatot e Wigglytuff?" domandò Serena anche se era ovvia ad entrambi la risposta.

"Penso proprio di sì...” rispose Ash francamente.

Serena sembrò un po' in conflitto con i suoi pensieri “Dici… che dovremmo tornare alla Gilda?"

"Io..." Ash sembrò titubante "Non lo so. Lasciare la Gilda sarebbe l'unico modo per avere totale libertà ma a quel punto dubito che potremmo tenere i nostri permessi da esploratori e questo ci potrebbe causare problemi con le nostre esplorazioni..."

"Io intendevo... se ci conviene tornare a missione finita" specificò lei un po' nervosa.

Il Pikachu si irrigidì un momento "Non verremmo considerati dei criminali? Sarebbe come rubare i permessi da esploratori. Il Team Teschio lo ha fatto… noi non siamo come loro..." Disse subito in un getto ma i pensieri sembrarono fluire uno dietro l'altro "Però noi abbiamo delle buone ragioni per farlo e se aspettiamo potrebbero succedere cose molto brutte..."

"...Quindi?"

Entrambi non riuscirono a trovare risposta. Non arrivò nel momento in cui arrivarono alla caverna dai cristalli di ghiaccio, non arrivò nel momento in cui iniziarono a sentire la sottile aria glaciale che uccideva all'istante persino il vapore espirato e sparì del tutto il pensiero nel momento in cui piombò di fronte a loro l'essenza del ghiaccio: Articuno.

"Immagino siate qui per per un motivo chiaro" tuonò il pokemon uccello "Questa è una zona sacra, dovete aver un bel coraggio per presentarvi. Oppure siete estremamente stupidi."

I due deglutirono, sentivano il gelo persino nella voce del Pokémon leggendario. "Perdoni il disturbo ma siamo venuti per-" iniziò Serena ma subito fu interrotta.

"Voi volete qualcosa di speciale da me, no?” chiese subito, trovando la risposta nel loro silenzio “Beh, a questo punto so benissimo cosa. Ma se pensate che ve lo cederò vi sbagliate di grosso!”

“Per favore...” provò di nuovo lei “Non vogliamo combattere, siamo qui per delle buone ragioni. Ci serve-”

“Se siete venuti fin qui con la speranza di ottenere il tesoro senza combattere vi sbagliate di grosso. Mi stupisce ci abbiate anche solo pensato viste le difficoltà a cui siete stati disposti ad andare in contro. Ma a maggior ragione… capirete che non uscirete da qui a zampe piene senza una sfida”

"Non abbiamo scelta" sospirò Ash all’amica "Dovremo affrontarlo"

Si misero entrambi in posizione d’attacco come risposta alle parole di Articuno, confermando il loro intendo di sfidarlo.

Il Pokémon guardiano glaciale sembrò osservarli inizialmente impassibile e si liberò in cielo. Non serviva pronunciarlo ad alta voce, ma se pensavano che sarebbero stati in vantaggio solo per le loro tipologie allora si sbagliavano di grosso.

Subito Articuno decise di partire con un attacco Geloscheggia, prendendo in contropiede Ash e facendogli affondare il suo musino nella neve fresca. Serena provò a ricambiare con Fuocobomba per proteggere l’amico, ma la fenice glaciale era molto agile e schivò senza problemi, rispondendo poi con Tifone.

Il vento potente fu incrementato dalle scaglie di ghiaccio e dalla neve, alzando una bufera che gli permise di nascondersi.

"Dove è finito?" il volto preoccupato di Serena accompagnava il suo sguardo mentre cercava di scovare il Pokémon nemico.

"Restami vicina!" le suggerì Ash "In due avremo più possibilità di bloccare il suo attacco!"

Si misero spalla a spalla, ma nemmeno con la loro visione ora totale riuscivano a scovare Articuno. Era come se non vi fosse differenza tra l’ambiente interno ed esterno, per quanto si trovassero al chiuso.

All’improvviso dei raggi gelidi incominciarono ad arrivare da tutte le parti "Geloraggio! Attenzione!" gridò Ash lanciando un attacco Fulmine su uno di essi, passandoci però completamente attraverso.

Cosa!?" si stupì lui.

"Provo io con Fuocobomba!" disse Serena sputando una stella di fuoco. Tuttavia anche il suo attacco non ebbe effetto. Il raggio li colpì in pieno entrambi, facendoli ruzzolare indietro. Si ritrovarono entrambi acciaccati, mai avevano provato un simile freddo.

“Sono magnanimo e ho un animo onorevole, quindi vi darò un’unica chance di rinunciare alla sfida. Avete l’occasione di ritirarvi finché sto ancora andando leggero su di voi” volò in fronte a loro il Pokémon con fare solenne.

"Giammai!" gridò Ash subito rialzandosi, notano però che le zampe posteriori e la coda erano intrappolate in blocchi di ghiaccio.

"E’ questa la vostra risposta?” Sembrò puntualizzare sulla domanda, non insistendo sulla posizione in cui si trovava l’avversario. Niente sembrava davvero sorprenderlo o smuoverlo.

“Abbiamo un obiettivo e lo compiremo ad ogni costo!" ripeté Ash confermando. Non c’era alcuna opzione sulla ritirata. Avrebbero combattuto fino alla fine e avrebbero vinto. Era la loro missione e insieme ci sarebbero riusciti.

Questa volta sarebbero andati fino in fondo e a testa bassa.

Sentì un calore improvviso dietro di sé e vide il ghiaccio che lo bloccava sciogliersi grazie ad un leggero soffio continuo di fuoco fatto da Serena. Era come un segno che anche lei concordava con le sue parole.

Articuno affilò lo sguardo e rientrò nella tormenta che li circondava, sparendo dai loro occhi. Era ovvio che stava preparando un altro attacco. Ash ebbe appena tempo di liberarsi che di nuovo altri Geloraggi partirono in ogni direzione.

Era come ritrovarsi in una stanza con qualche opera d’arte o gioiello protetti da dei raggi X in continuo movimento.

"Altra ondata!" Gridò Serena. Preparandosi a controbatterli, lanciò un altra fiammata dalla sua bocca. Il colpo stavolta sembrò funzionare, ma si sentì subito spostata da Ash per evitare di essere colpita da un altro raggio, finendo poi lui coinvolto in uno dei fasci di luce azzurra.

"Ash!" gridò la volpina "Stai bene!?"

"Sì..." si rialzò Ash notando però che a differenza della volta precedente… non aveva sentito praticamente nulla. Non aveva ghiaccio addosso e nemmeno si sentiva ferito. Era stato preso in pieno, ma i colpi non sembravano aver avuto alcun effetto.

Cosa stava succedendo?

“Strano, non sei ferito...” osservò lei pure.

Ash provò a ragionare, come era possibile che dei Geloraggi arrivassero da tutte le parti quando di Articuno ce ne era solo uno? L’unica era che…

"Ho capito!" gridò Ash "Ha usato Doppioteam nella bufera e ha creato l'illusione di spararci contemporaneamente più attacchi, ma uno solo è quello vero! Nascondersi serve solo a non farci capire da dove arriverà quello vero!"

"E so come bloccare questa tecnica!" disse convinto il Pikachu.

Corse in avanti e si gettò a terra, iniziando a rotolare su se stesso. Improvvisamente le sue guance iniziarono a emanare energia elettrica e pian piano il suo attacco Fulmine iniziò a formare un enorme gabbia elettrica in continuo movimento.

Serena aveva ricordo di quella tecnica, era uno degli scudi difensivi di Ash e sembrava anche avere molto effetto. Il Tifone iniziò a placarsi e le nubi vennero spazzate via, colpendo anche ogni clone ed eliminandoli. Una delle scariche andò a colpire l’ala di Articuno, il quale perse equilibrio e andò a sbattere contro la parete della grotta.

“Grande Ash!” esultò Serena.

Un colpo però non sembrò necessario, il guardiano si ricompose e riprese il volo, con sguardo ancora più glaciale. Avevano capito il suo trucco?

Subito entrambi Ash e Serena lanciarono un attacco combinato da Fulmine e Fuocobomba, mirando al nemico. Egli però fu solo sfiorato da esso e pian piano sembrò diventare sempre più rapido.

Il Pokémon scatenò un altro Tifone e sembrò ripetere la tecnica precedente. Di risposta, Ash riusò la tecnica del controscudo ma la bufera stavolta era troppo fitta per riuscire a capire se avesse effettivamente colpito qualcosa.

Degli attacchi partirono, Ash e Serena provarono a schivarli al meglio. Improvvisamente uno di essi partì dalla nube con maggiore potenza e sembrò dirigersi verso il Pikachu, mentre un altro arrivava dalla parte opposta. Ash non sembrò spaventato a prima vista, abbastanza sicuro che uno dei due era per forza una copia se non entrambi. Si preparò per effettuare la sua tecnica per la terza volta ma improvvisamente Serena si gettò su di lui ed entrambi finirono a metri di distanza.

“C-Cosa?” mormorò lui confuso chiedendosi perché l’amica l’avesse fatto. Ella indicò con la zampa alcuni dei punti colpiti dai raggi e con grande sconcerto l’amico notò che tutti erano scavati dal ghiaccio.

Ogni colpo era reale.

“Sta usando Purogelo… se veniamo colpiti da anche solo uno di quelli… è finita” mormorò Ash con frustrazione. Purogelo era una mossa infinitamente letale e se ogni attacco era vero non avrebbero mai potuto respingerlo con il controscudo, non in quel modo e zona almeno. Senza contare che era quasi impossibile schivare ogni colpo.

“Dobbiamo trovare un modo per colpire Articuno, ma come?” pensò lui.

Serena si guardò in giro, cercando di trovare una soluzione. Il ritmo dei raggi sembrava avere un non-so-ché di particolare. Come se avesse uno schema preciso…

E se davvero tutto ciò ricordava una stanza di sicurezza con i raggi x…

La volpina fece un respiro profondo “Ash.” lo richiamò lei con determinazione.

Lui si girò verso di lei “Serena?”

“Balliamo.”

“...Eh?”

Sembrò fermarsi tutto per un istante. Il Pokémon giallo avrebbe scommesso di essere diventato matto. Aveva davvero proposto di balla-

“Possiamo evitare i raggi e sconfiggere Articuno, ma per farlo dobbiamo ballare” insistette lei notando l’indecisione e l’espressione abbastanza sbigottita di Ash. Se non fossero nel bel mezzo di una situazione di vita o morte probabilmente la sua reazione sarebbe stata più comica.

“E’ l’ora di fare una performance!”

“M-Ma io n-no-” Articuno non li avrebbe risparmiati per uno spettacolino di danza e non capiva come ciò li avrebbe aiutati a ribaltare la sfida. E anche facendo finta che Ash comprendesse il piano di Serena… non aveva la minima competenza nel ballo e non sapeva che doveva fare.

“Ti fidi di me?” chiese lei allo stesso tempo rassicurandolo.

“Sì.” rispose lui senza esitazione.

“Allora… segui quello che faccio io” si mise sulle zampe posteriori e ne pose una anteriore, facendogli cenno di prenderla per mano.

Ash osservò la zampa per qualche secondo e poi sorrise. Non aveva bisogno di dubitare, se Serena aveva un piano l’avrebbe sostenuta fino alla fine.

Serena iniziò a guidarlo di nuovo nel campo di battaglia, ma i suoi movimenti erano attenti e fluidi, seguiti da quelli di Ash che cercava di stare al passo. Non stava scherzando quando diceva di ballare, stavano davvero danzando e… stavano evitando ogni raggio.

Un salto, una piroetta, una movenza a destra e poi sinistra, un po' più indietro e avanti. Era tutto uno schema di movimenti e persino Ash dopo qualche secondo di osservazione poté capire che non si stavano muovendo a caso.

Non riusciva a prevedere le prossime mosse ma Serena lo guidava con naturalezza, come se fosse consapevole di ogni cosa che li circondava e come reagire. A volte mormorava qualche piccola indicazione ma per gran parte lo guidava semplicemente con il corpo come un partner di danza.

“Woah...” commentò lui guardandosi attorno. Erano coordinati, anche se lui era più goffo e di sicuro meno aggraziato. Si voltò osservando Serena dritta negli occhi e iniziò a leggere davvero il suo piano.

I raggi seguivano un ritmo ripetuto, quindi andavano a mirare una zona con una determinata angolazione e non variavano. Serena sembrava aver calcolato tutto ciò e programmato una danza in pochissimo tempo e pressata dalla situazione problematica.

Il ballo era il modo più naturale di rispondere a quella tecnica e raggiungere l’unica zona sicura e punto da cui attaccare: il centro della stanza.

Se non potevano risolvere il problema da Pokémon, lo avrebbero fatto da umani.

Continuarono a muoversi avanzando verso il centro, sebbene ciò non veniva ben notato all’apparenza. Frustrato, Articuno aumentava la velocità dei raggi ma nonostante ciò i due riuscivano a muoversi tra essi senza toccati.

“Noi con il ballo abbiamo sempre una storia particolare...” commentò ad un certo punto Ash, sentendo come l’atmosfera stesse cambiando man mano che erano più vicini alla meta.

La volpina trattenne una risatina consapevole.

“Ehi Serena”

“Hm?”

“La prossima volta…” iniziò lui senza però terminare, risultando però sufficiente per Serena. Bastò il suo sguardo a capire.

Entrambi saltarono al centro della stanza, venendo liberati dal flusso di vento e dai raggi, ma la loro danza non cambiò. Iniziarono a muoversi in moto circolare inizialmente staccati, saltando in tondo senza rompere i loro sguardi incatenati. Si fecero coinvolgere totalmente dallo spirito del momento e fecero qualche piccola acrobazia, qualche saltello e piroetta, a volte congiungendosi e altre staccandosi, ma sempre coordinati.

Man mano che si muovevano però i loro animi si scaldavano e si caricavano, le guance di Pikachu si elettrizzavano e il petto di Serena si riempiva di fiato infiammato. Si ripresero per le zampe e girarono sempre più veloci, per poi staccarsi all’ultimo e iniziare a rotolare su se stessi, rilasciando finalmente i loro attacchi.

La loro vicinanza e attaccamento rese impossibile di colpirsi a vicenda, ma il controscudo combinato ebbe effetto devastante su tutto il resto.

Il Tifone fu annullato, l’ambiente si riscaldò e gran parte del ghiaccio ai loro piedi si sciolse, lasciando solo delle piazze di roccia e terra. Il corpo di Articuno divenne visibile e fu preso intrappolato nella gabbia, venendo danneggiato costantemente dalle fiamme e i fulmini. Non trovando spazio di fuga cominciò a sentirsi enormemente indebolito e disorientato e fu in quel momento che i due lanciarono il loro attacco finale.

Si rialzarono ma senza perdere un istante saltarono in aria e scagliarono una palla di elettricità infiammata, colpendo a pieno l’obbiettivo e trascinandolo in un angolo della caverna fino a sbattere contro la parete.

E questa volta non servì attendere per sapere che non si sarebbe rialzato a combattere.

Entrambi caddero a terra con precisione, sempre tenendosi per le zampe. Alzarono gli arti liberi al cielo e con fare trionfante pronunciarono le loro parole di vittoria.

“Finisheeed!”

Come se fosse un’esibizione. Serena non riuscì a non pronunciare il suo slogan di chiusura e Ash sentì con naturalezza l’istinto di fare lo stesso. In piena sintonia con la compagna.

Ancora con un po' di fiatone ma senza rompere la posa, i due si guardarono con occhi brillanti e dei sorrisi, tra un respiro e l’altro.

“E’ stato pazzesco!” esultò Ash finalmente dopo qualche secondo rimettendosi in posizione naturale. “Sei stata un genio!!”

Serena arrossì appena “Ci siamo riusciti assieme, eravamo perfettamente coordinati e hai saputo muoverti in modo grandioso”

“Ma sei tu che hai studiato e programmato quella coreografia!” ribatté lui continuando a complimentarsi con entusiasmo.

Il rossore aumentò sulle guance della volpina, la quale piegò appena la testa “N-Non ho programmato davvero nulla. Ho studiato un po' i movimenti dei raggi ma per gran parte del tempo stavo improvvisando” Aveva seguito naturalmente il suo istinto, affidandosi alle su doti di danza.

Ciò sorprese il ragazzo, ma non in senso negativo “Aspetta, quindi hai fatto tutto a caso?” domandò con un sorriso. Lei annuì e sul muso del Pikachu si formò un ghigno “Poi dici a me che sono irruento!”

Gli diede una leggera spinta con la coda vaporosa. Lui scherzava e di sicuro era molto fiero di come aveva gestito la situazione. Sapeva anche che probabilmente non c’erano ripensamenti sull’affidarsi a lei o meno. Fossero tornati indietro lo avrebbe rifatto, anche sapendo che era tutto un tentativo disperato. Si fidava totalmente delle abilità di Serena e così del suo istinto.

Ma sì, aveva agito in un modo totalmente da Ash e aveva funzionato. Per quanto non fosse abitudine da prendere, a volte spegnere la propria coscienza e cervello, gettandosi a capofitto in una situazione disperata, poteva funzionare.


 

"Urrgh" sentirono il lamento dell’uccello che si rialzava. "Complimenti. Ce l'avete fatta, mi avete sconfitto...”

"Questo vuol dire che... potresti darci il tesoro?"

"...Una vittoria leale in una sfida leale... ve lo sareste guadagnato" sospirò il Pokémon liberandosi dai frammenti di cristallo caduti su di lui con la collisione.

Li osservò in silenzio per un attimo per poi liberarsi nell’aria con un sospiro. Raggiunse un punto alto della parete rocciosa ghiacciata e all'improvviso lo colpì con il becco. Il materiale andò a frantumarsi e si formò un buco nel quale infilò uno degli arti, tirando poi fuori il tesoro.

"Questo è il Flautogelo, uno dei sacri tesori che noi guardiani proteggiamo. So che vi spetterebbe di diritto visto che avete vinto la sfida, ma allo stesso tempo devo assicurarmi che non finisca in mani sbagliate" Spiegò lui non porgendolo subito "Per questo devo sapere, cosa ne vorreste fare? E' per collezionismo? Perché volete guadagnare un certo potere?”

non vedendoli rispondere immediatamente egli continuò “Non fraintendetemi. Non mi interessa se volete usarlo per bisogni egoistici, non è più affar mio. Come ho detto però, questi sono strumenti potenti e sebbene ci sia chi li userebbe in modo banale ed egoistico... esiste chi invece potrebbe usarli per fare del male. Non mentite, perché lo capirò bene se tentate di nascondere la verità." Con sguardo severo li mise in guardia.

I due si scambiarono uno sguardo. Non potevano rivelare il segreto di Cresselia, lo avevano promesso. "Il tesoro ci servirebbe per una missione segreta... non potremmo farne davvero parola" ammise Ash. "Ma non vogliamo farne un cattivo uso! Questo lo possiamo assicurare..."

L'uccello leggendario alzò il cipiglio non meravigliato "E di questo come posso esserne sicuro?"

"Non può, però non ha altra scelta. Non possiamo parlarne perché abbiamo fatto parola di non farlo e nemmeno noi sappiamo bene di cosa si tratti, ma se le dicessimo che potrebbe accadere una catastrofe... preferirebbe correre il rischio di consegnarci il tesoro o quello di vedere il mondo distrutto?" domandò Serena mettendolo alle strette ma mantenendo comunque come poteva le informazioni private.

Potevano solo avvertirlo del rischio, anche se non avevano molto per provare ciò che dicevano senza rivelare tutto.

Articuno sembrò un po' preso alla sprovvista dall'affermazione. Tra tutte le ipotesi che aveva pensato come giustificazioni o scusanti, questa non gli era passata minimamente in testa. Due piccoli scriccioli che dicevano di essere coinvolti in una missione per evitare un'apocalisse?

Sembrava così assurdo... che poteva essere vero.

"Ahahahahah!" iniziò a ridere Articuno, sorprendendo e spaventando appena i due che lo guardarono straniti. Perché rideva?

"E' talmente assurdo che deve essere per forza la verità!" Fece un ghigno abbastanza contenuto "Ok, vi consegnerò il Flautogelo, ma non aspettatevi che sia così facile per gli altri guardiani! E se proverete a fare del male con i tesori… vi troverò e vi distruggerò con il più doloroso degli assideramenti”

Con la zampa consegnò la reliquia ma entrambi finirono per prenderla con lentezza e fifa. Sentivano il gelo nel sangue con la quelle parole glaciali. "Chiaro."

E una volta che il cimelio era tra le loro zampe, una ventata di neve li fece raggomitolare al suolo per coprire i loro musi. Quando rialzarono i loro capi, a vento concluso, il Pokémon leggendario era svanito nel nulla.

...

Alla fine, Ash e Serena non avevano più pensato molto se era il caso di tornare alla Gilda o no.

I loro corpi li avevano guidati verso di essa.

Non se la sentivano ancora di prendere misure così estreme come la fuga e diventare fuorilegge. Per quanto le loro motivazioni fossero giustificate, qualcosa li tratteneva dal tradire quei Pokémon.

Erano amici. Erano come una famiglia. La Gilda era molto più di una semplice accademia per esploratori. Persino Chatot era molto più vicino a tutti loro di quel che sembrava.

Esitavano a prendere ancora una decisione così grande, malgrado i problemi che sarebbero certamente arrivati al loro ritorno.

I loro passi erano stanchi e trascinati, tornare indietro dal monte fu molto dispendioso come energie, per quanto il clima sembrò stranamente a favore. Probabilmente Articuno li aveva graziati e aveva contribuito in qualche modo a diminuire la bufera e calmare i Pokémon nemici.

Si aspettavano qualunque cosa al loro ritorno, tranne una reazione positiva.

Quando entrarono nell’ufficio segreto e trovarono subito davanti Scizor capirono che i loro pensieri erano esatti.

“Bentornati" disse Wigglytuff aspettandoli tranquillamente seduto sulla sua poltroncina. Chatot al suo fianco aveva uno sguardo a metà tra il rassegnato e il deluso, non sembrava neanche arrabbiato. Non sembrava volerli nemmeno guardare in faccia.

"Capitano..." abbassarono il capo Ash e Serena.

"Come è andata la vostra esplorazione?" chiese il pokemon pallone con tono serafico ma tranquillo e a tratti misterioso.

"Come?" non furono le prime parole che si aspettavano.

“Beh siete andati avanti con l’esplorazione sul Monte Valanga, no? E vedervi qui sani e salvi anche se non al massimo della forma lascia poche opzioni come risultati. Siete tornati indietro prima di raggiungere la vetta, vi siete arresi di fronte alla sfida e il guardiano è stato magnanimo… oppure...-”

“Abbiamo sconfitto il guardiano Articuno e abbiamo recuperato il secondo tesoro.” confermò Ash con decisione, ignorando lo sguardo sbigottito di Scizor e l’iniziale shock di Chatot. Il Capitano non ebbe una grande reazione ma nei suoi occhi si leggeva una scintilla di soddisfazione. “Abbiamo portato a termine la missione con successo”

“La missione non era quella!” ribatté con tono irritato Chatot.

Scizor si fece avanti con la chela, quasi a voler fare qualcosa per calmarlo ma Wigglytuff con il capo gli fece cenno di lasciarlo continuare.

“La vostra missione era andare in ricognizione e poi tornare! Gli ordini erano stati chiari, non dovevate allontanarvi da Scizor e dovevate sottostare ai suoi ordini. Sappiamo bene che volete completare il vostro obbiettivo ma c’è un limite all’irruenza e la stupidità!” gracchiò acido puntando l’ala.

I due sembrarono abbassarsi appena al tono di voce. Per quanto erano consapevoli che le parole erano vere, non potevano nemmeno dire di sentirsi vergognati. Le loro azioni, sebbene sbagliate, avevano però delle buonissime ragioni.

Il Capitano approfittò per consigliare a Scizor di lasciare la stanza per un momento. Il Pokémon concordò e silenziosamente se ne andò, lasciano libero sfogo al pappagallo.

“Non so quale buona stella abbiate dalla vostra per essere sopravvissuti non ad uno ma a due... ripeto DUE Dungeon di livello master. Ma la fortuna non durerà per sempre! Lo capite o no che rischiate la vita!?" diventò sempre più grave la sua espressione. “Regole a parte, voi siete nostri cadetti! Umani o non umani! Ed è nostro compito assicurarci che la vostra incolumità non sia lesa!”

"Chatot, penso che sia sufficiente" lo calmò Wigglytuff appoggiando una zampa sulla sua spalla.

“Chat-… cioè Signore… per favore noi non vorremmo trasgredire le regole e siamo consapevoli del rischio che corriamo-”

“No che non lo siete.” gracchiò basso Chatot.

“-ma noi dobbiamo tornare a casa il prima possibile! E ci servono i tesori per farlo!” provò a spiegare Ash.

Il Pokémon rosa sospirò un attimo. Strinse appena la presa alla spalla del compare, per fargli capire che ora avrebbe gestito lui la situazione come meglio conveniva.

Mollò la zampa dalle piume di Chatot e si mise un po' più davanti ai due Pokémon cadetti con sguardo un po' comprensivo ma anche autoritario “Capiamo anche noi le vostre esigenze e la vostra voglia di tornare a casa. Ma la vostra missione è ardua e i rischi sono elevati. La determinazione è sempre stata una dote che ammiro e elogio, ma è qui che arriva il momento per qualcuno che ha le competenze di mettervi un limite per chi non può farlo. Se non riuscite a darvi un controllo dovremo darvelo noi. Il nostro compito è di assicurarci la vostra sicurezza e se voi non potete garantirne mettendola in repentaglio non abbiamo altra scelta se non prendere in mano la situazione.”

“...” Chatot rimase in silenzio totale.

“Abbiamo una responsabilità sulle vostre vite e se le vostre intenzioni sono quelle di metterle a rischio trasgredendo le regole allora non mi vedo costretto a ritirarvi i permessi di esplorazione e sospendere il vostro rango”

“C-Cosa?” i due alzarono gli sguardi con nervosismo. Eppure, sapevano che questa possibilità sarebbe potuta presentarsi.

“A voi potrebbe servire il rango e i permessi, giusto? Se ciò consiste nell’usarli contro i nostri ordini allora ci vedete costretti a revocarli per impedirvi di gettarvi a capofitto in qualcosa più grande di voi”

Ci siamo già gettati in qualcosa più grande di noi… e per uscirne dobbiamo entrare in qualcosa ancora più grosso...” pensò Serena.

Chatot a quel punto sembrava essersi ricomposto. Tornò a prendere parola, cercando di suonare deciso e risoluto “Non dovete temere, tornerete a casa...” provò a immedesimarsi appena in loro e capire la situazione, tranquillizzandoli “Però si sono presentate già due di queste situazioni, non possiamo permetterci se ne presenti una terza. Dobbiamo ponderare. Per stasera andate a letto senza cena, ne riparleremo domani.” concluse con fermezza.

"Ma..." provò a obiettare Ash. Qui ne dipendeva non solo il loro futuro, come era agli occhi dei loro superiori, ma quello di tutti. Non potevano davvero fermarli così!

"FUORI!" gridò il vice capitano facendoli saltare appena e schizzare via.

“SVEGLIAAAA!!!!”

"Ugh..." disse Salandit alzandosi di malavoglia "A questo punto penso proprio che questo rituale serva solo per far sfogare Loudred in modo utile"

"Guarda che fare la sveglia è un onore per noi Loudred!" ribatté lui continuando il suo giro e urlando a più non posso, assordando le orecchie dei suoi compagni di dormitorio.

Passò per ogni camera, raggiungendo infine il dormitorio di Ash e Serena. "SVEGLIA PELANDRONI!" urlò da dietro la loro porta.

Non arrivò alcuna risposta. Inizialmente sembrò annoiarsi alla cosa, poi però riprovò con tono ancora più forte. "HO DETTO SVEGLIAA!!" ripeté.

Di nuovo non arrivò risposta. Sapeva che di recente i due erano spesso stati mandati in missioni impegnative, lunghe e distanti. A volte richiedevano loro intere giornate e tornavano ad orari spropositati, altre invece stavano via per più giorni, ma in ogni caso era impossibile non riuscire a sentire il suo richiamo.

Gli unici casi in cui lasciavano dormire qualcuno era su ricorrenze speciali, su infortuni oppure per missioni concluse in tardi orari, che però non erano stati comunicati questa volta da Chatot, al contrario delle precedenti. Era stato anche detto loro quando i due erano assenti, ma di nuovo… non era questo il caso.

"Che succede?" disse Sunflora avvicinandosi attirata dal trambusto.

"No-Non si svegliano..." disse annaspando Loudred appena.

"Loudred senza voce? Shock! che avvenimento!"

“Sì ma in questi giorni sembra ricorrere spesso” commentò Corphish “Non possono sentirti e svegliarsi se non sono qui. Pensate che siano ancora in missione?”

“No. Li ho visti rientrare ieri mentre ritornavo dai miei… bisogni… e sono entrati nella loro stanza. Sono sicuro che non avevano nessuna missione per cui dovevano partire prima e non era così tardi ieri da dover ricevere un permesso per dormire di più” rispose Zorua.

"Allora poche chiacchiere, aiutatemi a sfondare la porta. E’ chiusa dall’interno quindi stanno poltrendo e ne va del mio onore svergliarli!" rispose Loudred toccandosi i muscoli. Fosse stato un umano, si sarebbe rtirato su le maniche.

La porta fu buttata giù in pochi secondi ma con loro grande sorpresa e confusione, i due non c’erano.

"D-Dove sono!?" commentò la maggior parte. Ultimamente sparivano sempre e non avevano idea di dove fossero. Inizialmente avevano ponderato se era il caso di arrendersi alla confusione e prenderla ormai come una bizzarra abitudine a cui non pensare troppo. Però questo caso sembrava ancora più anormale.

"ALLORA! Cosa è questo trambusto?" spuntò la voce di Chatot, il quale arrivò sul posto ancora un po' assonnato. La stanchezza era chiara sul suo volto. "Sono oramai abituato alle tue sveglie piuttosto cacofoniche ma oggi hai veramente esagerato Loudred..."

"Signor Chatot!" disse Bidoof "Di norma veniamo avvisati, ma questa volta non abbiamo ricevuto niente a riguardo di Ash e Serena...”

“In che senso?” sbadigliò appena ancora cercando di focalizzare.

“N-Non sono nei loro letti!"

"COSA?!" si allarmò il pappagallo svegliandosi di botto e fiondandosi nella loro camera, pregando Arceus che ciò che avesse sentito fosse solamente un allucinazione auditiva.

Invece, purtroppo per lui, i suoi sensi erano funzionanti e i due cadetti erano davvero spariti.

“Non sono nemmeno in cucina o in sala da pranzo” commentò Chimecho.

“Neanche n-nei bagni” aggiunse Sunflora.

“Assolutamente niente anche all’esterno della Gilda” concluse Diglett.

Non avevano il permesso di lasciare la Gilda in alcun modo, quindi non c’era alcuna scusante. Era chiaro cosa fosse successo.

"Voi tutti!” richiamò la loro attenzione Chatot con decisione ricomponendosi “Tornate alle vostre mansioni odierne! Non c’è nulla di cui preoccuparsi, ci penseremo io e il Capitano”

Gli apprendisti della Gilda obbedirono senza fiatare, pensando che forse la situazione non era così anormale se Chatot era… composto. Avrebbe dato molto più di matto.

Ma la verità era che si stava trattenendo in modo assurdo per evitare di esplodere. Se non fosse stato un segreto così importante e se la situazione non fosse così tremendamente grave, probabilmente a quel punto sarebbe già andato di matto.

Raggiunse il Capitano immediatamente, spiegando la situazione in modo abbastanza agitato. “Non sappiamo nemmeno dove sono diretti” pensò con frustrazione. Come potevano rintracciarli?

Wigglytuff appoggiò il torsolo di una Mela Perfetta sulla scrivania. Era prevedibile" sospirò, prendendo atto della realtà "Non avrebbero usato una tattica uguale alle precedenti per andare in esplorazione senza dircelo. Partire all’improvviso stanotte era l’unica che non ci aspettavamo viste le loro energie scarse, anche se la più logica”

“Cosa possiamo fare?”

“I tesori restanti sono cinque e non sappiamo l’ordine con cui intendono recuperarli ma penso sia ancora possibile rintracciarli. Manderemo dei Pokémon dal buon fiuto a cercarli e a quel punto, una volta individuati, il buon Scizor andrà a recuperarli prima che si spingano troppo oltre! Urrà!!”

“Dice che li troveranno prima di allora?” chiese Chatot preoccupato e frustrato.

"Sicuramente" disse Wigglytuff anche se entrambi sapevano che non vi era alcuna certezza. Potevano solo sperare che quella buona stella che li aveva accompagnati fino ad ora reggesse ancora per una volta.

...

Ash e Serena erano ormai arrivati davanti ad un promontorio. Potevano dire con franchezza di non aver pensato più di tanto a quale fosse la scelta più logica da fare in merito alla loro partenza. Come era calata la notte i due avevano lasciato la base della Gilda e si erano avviati verso la prossima tappa. Si erano dati un momento per fare un pisolino solo quando erano certi che nessuno li avrebbe trovati.

Però erano sicuri che qualcuno era stato messo sulle loro tracce non appena si erano accorti della loro mancanza.

"Come ci si arriva in questo Dungeon? La mappa dice che qui nelle vicinanze ce ne è uno ma io non vedo nulla!”

"Posso controllare?" disse Serena avvicinandosi a lui "Uhm qui dice di andare avanti ma c'è solo il mare ormai. Che la mappa non sia precisa?"

"No, Cresselia ci ha sicuramente lavorato un bel po' perché potessimo andare nei giusti luoghi e se ha segnato che bisogna proseguire probabilmente è così. Però qualcosa non torna… non penso che si sia dimenticata che noi non possiamo volare...”

"Un ingresso segreto magari?" propose Serena.

"Può darsi ci sia. Però ci sono solo nuvole, luce e tantissima acqua di fronte a noi. Mentre attorno solo qualche cespuglio e delle rocce. Non penso ci sia un passaggio sotto l’oceano e la foresta è finita ai piedi del promontorio. Non possiamo nemmeno aggirare la strada...”

"Questo posto… si chiama Promontorio Altavia" lesse Serena nella mappa "Chissà perché...”

"Forse perché siamo in alto?" propose Ash pur sapendo fosse una risposta forzata.

Serena scosse la testa "Non penso, troppo semplice"

I due provarono a ragionare ancora un po', osservando il paesaggio. Serena osservò di nuovo le rocce e la loro strana conformazione. Era l’unica cosa che la lasciava un po' stranita.

Un’improvviso spiffero gli entrò nell’orecchio. Provò a seguirne il percorso grazie al movimento delle foglie degli alberi, fino al suo sbattere contro le rocce. Strizzò lo sguardo e notò delle piccole fessure attraverso le quali passava l’aria. Il vento proseguì fino ad interrompersi su una roccia più grossa a fine percorso.

"Ash… ascolta" disse Serena facendo avvicinare l'amico. "Forse quel masso… riesci per caso a spaccarlo con Codacciaio?"

"Posso provarci!" rispose annuendo l’amico mentre irrobustì la coda. Il ragazzo caricò l’attacco e colpì la roccia con tutte le sue forze.

Non appena il masso si crepò una folata enorme di vento lo travolse in pieno facendolo rimanere sospeso in aria "Aahhhhh!! M-Ma cosa?!"

"S-stai volando! Beh, più o meno!" disse Serena sorpresa. Davanti a loro si era formata una corrente d'aria totalmente volta verso l'alto, di una potenza smisurata.

Ash salì sempre più in alto fino a sparire nel cielo “Waaaa!!!”

"Ash!? ASH!!" lo richiamò Serena spaventata. L’ho spedito in orbita!?”

"Sto bene!" riecheggiò la voce di Ash "Devi venire su! E'-E' incredibile!"

"Dove sei!?" urlò Serena dal basso non riuscendo nemmeno a scorgerlo.

Arrivò di nuovo la sua voce molto lontana "Quassù! Sulle nuvole!"

"Sulle nuvole!?"

"Io non… devi venire su e basta!"

Serena prese coraggio, se Ash diceva che andava tutto bene allora si poteva fidare. Inspirò ed espirò, prese la rincorsa e si diresse a tutta velocità verso il flusso d'aria ascensionale "AHHHHHHHH!" gridò sentendosi tirata improvvisamente da una forza stranissima. Sembrava di essere avvolti totalmente in un lenzuolo e trasportati via.

Sentì una fortissima pressione sul suo corpo, non poteva dire di sentirsi libera di muoversi come voleva. Non era uguale a fluttuare senza gravità, era una sensazione particolarissima.

Quando riaprì gli occhi notò lo sguardo di Ash sorridente "Te l'avevo detto! Non è pazzesco??”

“Sì, ma ho il terrore che la corrente si fermi all’improvviso e di cadere!” ridacchiò lei. Da quell’altezza la collisione con la superficie dell’acqua li avrebbe uccisi o per lo meno feriti gravemente.

Ash ricambiò la risatina, venendo però distratto poi da qualcosa. “Uh… guarda!"

Serena osservò oltre il compagno e si stupì. Davanti a lei vi era una distesa di nuvole e nell'orizzonte una ancora più grande formava una gigantesca spirale, come se fosse una torre. Le soffici nuvole bianche in quella zona sembravano tante pennellate a scie di un dipinto.

"Forza!" la incoraggiò lui "Dobbiamo sbrigarci!"

"Arrivo!" annuì lei.

Cercarono di cavalcare le correnti fino ad arrivare alla spirale. Una volta al suo ingresso i loro corpi si sentirono più pesanti e prima che potessero accorgersene i loro piedi toccarono la base delle nuvole. Con grande sollievo e sorpresa però i due non caddero.

Si chiedevano come fosse possibile, ma non ebbero tempo di fermarsi a ragionarci su. Alcune cose erano destinate a restare un mistero.
Ciò che sapevano era che dovevano salire e con il percorso che spariva dai loro occhi talmente era alto capirono che ci avrebbero messo molto ad arrivare alla fine.

Alla fine ebbero anche ragione. I piani erano davvero tanti rispetto ai primi Dungeon che avevano affrontato nella ricerca dei tesori e avevano trovato parecchi nemici difficili da battere o da evitare. Si trovavano in un ambiente totalmente diverso da ogni altro e non sapevano bene come muoversi.

La maggior parte delle scorte che si erano portati erano quasi finite, in particolare per la scarsa quantità che avevano preso nella fretta di partire.

Gli acciacchi e la stanchezza per i pochi attimi di sonno si erano fatti ben sentire verso la fine del Dungeon ed erano stati costretti a fermarsi varie volte. L’unico lato positivo erano gli attacchi di Ash superefficaci contro i tipi Volante incontrati.

Ma anche quello dopo un po' divenne un enorme peso e sembrò un’illusione quando arrivarono alla fine. Quasi non ci credevano.

Arrivarono ad una piazzola su delle nuvole e l’unico percorso che portava avanti era chiaramente un sentiero per lo step finale. Attorno a loro c’era solo il vuoto. Non si sentiva nemmeno un soffio di vento, non si vedeva una nuvola. Era il nulla.

Inizialmente i loro corpi erano riscaldati per il continuo movimento, ma con il riposo il freddo aveva cominciato a farsi sentire. Si trovavano ad altissima quota, probabilmente ancora più in alto della vetta del Monte Valanga e gli effetti si sentivano.

Dovevano affrontare il guardiano e sentivano che a stare troppo fermi per qualche motivo si sarebbero indeboliti ancora di più, eppure non si sentivano ancora pronti e non avevano altro modo per rimettersi in senso se non riposare.

Sentivano che stavolta non erano in buone condizioni, l’ottimismo era stato soffocato rispetto alle altre volte.

Dentro i loro animi, per qualche motivo, sembrava sfociare della paura.

"Ho un brutto presentimento. E' tutto fin troppo tranquillo e non in maniera positiva" rabbrividì la volpina.

"Onestamente ormai sento solo brutti presentimenti in qualunque luogo andiamo. La Gilda e il casino in cui ci troviamo, la missione, un pericolo in arrivo..." rispose lui aderendo però all’impressione.

Improvvisamente una forte ventata improvvisa sbatté su di loro e li spostò di metri e metri. Sembrò quasi un attacco di un Pokémon per la violenza, ma non vedevano nessuno nei dintorni. Li aveva colti totalmente alla sprovvista, devastati quasi.

Provarono ad aggrapparsi al terreno per rimanere stabili ma la forza cominciò ad aumentare e i loro corpi si staccarono totalmente da terra, finendo sospesi nel vuoto e trascinati via.

"Serena!"

"Ash!"


 

Cercarono di raggiungersi per non finire separati da correnti diverse. Il primo tentativo di giungere le loro zampe fu vano, entrambi trascinati via non appena arrivarono quasi ad aggrapparsi. La distanza tra loro aumentò, così come il panico di finire chissà dove da soli.

In quel momento non avevano la mente pacata per ragionare.

Provarono a farsi venire qualcosa in mente in fretta, la corrente principale era una e forse potevano sfruttarla per avvicinarsi.

Ash cercò di stabilizzarsi su essa e liberarsi dalle altre che lo facevano girare in modo confuso. Appena riuscì a farlo si sentì rapidamente trasportato verso l'amica "Serena lasciati andare all'indietro!"

La volpina non obbiettò e nemmeno ci penso su, si piegò con la schiena verso il basso e lasciò che la testa facesse peso. Improvvisamente due zampine la aggrapparono per i fianchi con molta fatica e, sebbene in un primo momento sembrò sfuggire alla presa, alla fine si sentì avvolta totalmente nella stretta dall'amico.

"Tieniti forte!" Le disse mentre lui si stringeva su di lei e cercava di non staccarsi.

La ventata diventò sembra più violenta e prima che potessero accorgersene i due collisero con il terreno in modo brusco. Non persero tempo rimanendo a terra, la sorpresa era bastata a metterli in allerta.

L’ambiente in pochissimi secondi era totalmente cambiato, sembrava di essere stati teletrasportati in una dimensione alternativa o che tutto fosse stato sconvolto. Ora le nuvole presenti erano nere come la pece, il cielo sebbene non presentasse turbolente o maltempo era grigio intenso.

Sentivano nelle vene che era peggio delle volte scorse.

Capirono per la prima volta quanto fossero in svantaggio, sentendosi quasi perduti seppur sapessero cosa aspettarsi.

Si misero fianco a fianco in piedi e alzarono lo sguardo verso l'alto, trovando di fronte a loro una figura enorme. L'unica cosa che distinguevano nell’aura oscura accentuata dalle nuvole scure era la silhouette della creatura serpentina. Si potevano scorgere due zampe con gli artigli al di sopra e le fauci aperte.

Solo quando un tuono rombò nel cielo dietro il Pokémon e illuminò per un istante da dietro la figura riuscirono a riconoscere chi fosse.

Rayquaza.

E bastò lo sguardo per capire che non le parole sarebbero state inutili.

...

Si sentiva ancora il rombo dei tuoni nel cielo. Ormai era da parecchie ore che il tempo era instabile e la maggior parte di Pokémon della Gilda erano tutti riuniti nelle in un'unica camera, parlando del più e del meno.

L'assenza di Ash e Serena era stata sollevata di nuovo nel corso della giornata ma Chatot alla fine aveva informato loro che erano impegnati in una missione molto distante da Borgo Tesoro, che gli era sfuggito dalla mente di avvisare e che il mal tempo probabilmente avrebbe fatto tardare ancora di più il loro ritorno.


 

Era una fortuna che i membri della Gilda se l'erano bevuta, almeno per Chatot. Non voleva che fossero tutti coinvolti.

In cuor suo sapeva che quei due avrebbero fatto quella peripezia e sperava solo che Scizor li riportasse indietro. Meglio ancora, che si accorgessero da soli della pazzia e tornassero indietro sani e salvi.

Ma quella era probabilmente una mera fantasia.

Il silenzio della sala principale della Gilda e del buio del pomeriggio nuvoloso in essa davano un tono ancora più cupo e ansioso, tranne per qualche tuono illuminava leggermente dalle finestre lo spazio.

E lui aspettava. Aspettava di vederli rientrare, poi di rimproverarli e di dare loro una sonora punizione.

Più passavo le ore e la sera incombeva però, più il pensiero di provvedimenti si faceva lontano. Ogni minuto si rafforzava il pensiero che sarebbe stata già una fortuna il loro ritorno vivi.

*BAM* sentì un forte tuono rombare nelle sue orecchie.

Un altro seguì, quasi coprendo il lievissimo rumore di gocce d'acqua e di passi inzuppati.

Si girò.

Un altro tuono.

Il fragore di due masse bagnate che colpivano il pavimento con pesantezza.

I due novellini apparvero ai suoi occhi cadendo all'entrata.

Ash e Serena non ricordavano quasi nulla di ciò che era successo dopo lo scontro, anzi ad essere più precisi avevano perso la cognizione di ogni cosa durante esso. Non ricordavano bene il susseguirsi di mosse e attacchi, però avevano memoria del dolore.

Quello era forte e chiaro.

Non sapevano come erano usciti vivi dallo scontro, come se ne fossero andati, come fossero tornati. L’unica sensazione durante il viaggio era di essere privi di coscienza e che a trascinarli fosse il male delle ferite.

Ma ormai quando erano nei pressi di Borgo Tesoro la loro mente non registrava più nulla e aveva ceduto del tutto quando i loro corpi non erano bagnati dalla pioggia incessante.
Non gli pareva di essere scesi dalla scala a pioli, erano forse caduti?
Non gli pareva di aver riconosciuto alcun Pokémon, erano stati visti da qualcuno?

Sentirono solo le forze cedere totalmente e si lasciarono cadere a terra.

Ash, per quanto avesse gli occhi aperti, non sembrava veder nulla.

A-…. mi se-…. Co….è…..”

Sentì qualche passo e un leggero battito d’ali e percepì la presenza di qualcuno di fianco a lui. Forse l’aveva ancora toccato con un arto, non ricordava però di aver alcuna sensibilità nel corpo per saperlo con certezza e nemmeno riconosceva il Pokémon.

C…...no…..-ndi…..”

Spostò appena la testa indietro e i suoi occhi caddero sul corpo immobile dell’amica ma non ebbe alcuna reazione.

Per… fa… ri...”

Oh” finalmente si accorse, qualcuno stava parlando.

Vociferò qualcosa, l’unica cosa rimasta impressa nella sua mente e nel suo corpo.

Non realizzò se effettivamente le parole erano uscite dalla sua bocca, solo di averla aperta.

E finalmente la sua mente si lasciò soccombere nel buio.

...

Chatot spalancò gli occhi alla visione terrificante e macabra che aveva di fronte. In tutti i suoi anni di carriera aveva visto Pokémon venire gravemente feriti, anche uccisi… ma per qualche motivo la visione dei suoi due cadetti ridotti in quello stato…

...lo avevano pietrificato.

Si riprese e corse subito al fianco di Ash, appoggiando un’ala sul suo corpo e gracchiando agitatamente.

“ASH! SERENA!” li chiamò ma non ricevette alcuna risposta. Osservò il corpo di Serena ma non vide altro che il suo corpo steso a terra e gli occhi occhi. Si rivolse ad Ash e riprovò a smuoverlo “Ohi! Ash rispondi!” si abbassò sul suo novellino e si avvicinò al suo volto.

Notò gli occhi del Pikachu aperti appena, ma il respirò sembrò mancargli nel becco quando li guardò direttamente. Erano vuoti, spenti, il dolore e la stanchezza sembravano chiare in essi ma allo stesso tempo davano l’idea di quanto fosse… rotto…

Chatot di nuovo si avvicinò al volto del Pikachu, catturato dal movimento svolto verso la Fennekin. Vide la bocca muoversi appena e rimase quindi in ascolto, cercando di percepire qualcosa. Qualunque cosa.

"Ray……... za…….. for...te…"

E il corpo del cadetto si fece ancora più pesante di quanto fosse possibile. Vide i suoi occhi chiudersi lentamente e poté giurare che per un momento gli era venuto un senso di disperazione profonda.

Qualche magico e incredibile momento di assurdo controllo gli aveva permesso di appoggiare l’orecchio sul petto del Pokémon e per quanto fosse debole e lento… c’era.

Se non fosse stato per quell’autocontrollo probabilmente avrebbe creduto all’invisibilità del movimento dei loro respiri.

...

Le sue orecchie fischiavano, sentiva poco e male. Erano voci lontane, voci distanti ma non sembravano voci nemiche.

"Sono ferite molto gravi."

Non aprì gli occhi, era troppo stanco per farlo e per qualche ragione il suo istinto gli diceva di non farsi scoprire sveglio. O almeno, in stato di semi… molto semi… coscienza.

“Non ho mai visto nulla di simile.”

“...-fortunati.”

“Ci vorr-… -tempo… perché si rist...cano.”

Di nuovo si sentì sopraffatto dall’oscurità e il senso di stanchezza.

Quando si riprese di nuovo gli sembrava di essere in un altro mondo, totalmente scombussolato. Questa volta la sua prima reazione fu aprire gli occhi e riconobbe a fatica l’infermeria della Gilda.
Sembrò bastare ad attirare l’attenzione di Floette, la quale fece un leggerlo sobbalzo, un *gasp* e sparì dalla sua vista in fretta, probabilmente a chiamare qualcuno.

Pensava fosse stato abbastanza veloce, ma a quanto pare invece ci mise un bel po' anche solo ad accucciarsi meglio e aprire bene gli occhi, perché quando lo fece davanti a lui si erano già radunati Chatot e Wigglytuff.

“Ash?”

“...Hm…?” rispose lui un po' assente e ancora privo di forze, ma almeno cosciente.

Wigglytuff e Chatot emanarono un sospiro di sollievo, sentendo l’uccello mormorare “Grazie al cielo...”

“Come ti senti?” domandò Floette con premura.

Il topino si toccò appena la testa, sempre non alzandosi troppo. “Serena?” fu forse la prima parola pronunciata in modo coerente e chiaro. Vide qualche movimento lontano sullo sfondo da parte probabilmente dei compagni a ciò. Forse dei sorrisi perplessi? Scosse di testa? Non importava…

Si girò finalmente un po' di più con la testa, catturando la forma di Serena pacificamente accucciata nel lettino di fianco al suo. Per essere onesti, sembrava pacifica all’apparenza, ma il pensiero che era in verità stravolta gli dava un senso di profondo sconforto.

“Sta bene, ma come te era a pezzi. Solo che il tuo corpo pare aver retto meglio” rispose l’esperta di cure. “Ma non hai ancora risposto alla mia domanda… come ti senti?”

deglutì e sembrò prendere due secondi per formare una frase coerente “Come… u-un secchio arrugginito, b-bucato e... svuotato da ogni singola goccia di acqua... per po-poi essere lasciato in mezzo al nulla...”

“Hm, considerate le circostanze è meglio del previsto” commentò lei scuotendo la testa.

Ci fu qualche istante di silenzio totale. Il ragazzo sembrò guardare un po' in basso e muovere appena lo sguardo, per poi vociferare “Cosa è successo?” dal nulla.

A quella domanda si sentì un leggero mormorio di sottofondo e un leggero sbuffo da parte di Chatot “Sul serio? Non dovreste essere voi a rispondere?” Notando però la forma ancora vulnerabile del Pokémon non sentì di voler infierire.

“Floette, potresti...-?” chiese il Capitano, ricevendo un cenno di consenso da parte dell’infermiera, la quale lasciò la stanza.

“Siete tornati dalla Gilda in condizioni pessime e preoccupanti...” Riprese Chatot “Ma non mi stupisce visto il Dungeon che avete affrontato...”

Il Pikachu attese qualche secondo, poi borbottò “Non è il Dungeon ad averci ridotti così.”

“Ovvio, i Pokémon di esso.”Rispose Chatot con una smorfia a quella che sembrava una battuta.

“No, il Dungeon lo abbiamo attraversato tutto fino alla fine.”

Calò una nota di silenzio per un momento. Le parole sembrarono sorprendere un po' i due superiori, i quali sapevano quale era allora l’evidente risposta. Non servì che Ash finisse; era stato per forza il guardiano.

“Quando sei svenuto hai menzionato Rayquaza…”

Il topino annuì “Sì...” bastò ciò per rispondere.

“SIETE FOLLI!” alzò la voce il pappagallo.

“Chatot...” mormorò il Capitano un po' come avviso ma anche con premura.

“...”

“Scizor?” domandò Ash. L’ultima volta che l’avevano visto lo avevano seminato nella landa di neve, ma erano abbastanza sicuri fosse già ritornato.

“Dovreste essere voi a dircelo, siete gli ultimi di noi ad averlo visto” rispose Wigglytuff, ignorando il senso di delusione dentro di lui. Sperava fossero a conoscenza di dove fosse Scizor, in quanto preoccupato per la sua incolumità.

“Cosa? Non è tornato?” Ash sbiancò appena.

Il Capitano annuì “Non è mai tornato. So che è un esploratore capacissimo e sa cavarsela, ma proprio perché è capace non si sarebbe mai fermato dal cercarvi. Il fatto che siate riusciti a proseguire vuol dire che in qualche modo lo avete seminato. E se non vi ha mai ritrovati vuol dire proprio che non ha continuato a cercarci e che quindi-”

“-è successo qualcosa...” concluse Ash sentendo un vuoto crescere dentro.

“Non sarebbe successo se voi non aveste fatto di testa vostra come sempre.”

Le sue parole sembrarono colpire il bersaglio, le orecchie di Ash si afflosciarono e il suo capo calò. Intervenne Wigglytuff, il quale cercò di sembrare imparziale.

“Riparleremo della vostra rimozione dagli incarichi in un altro momento. Adesso dovete ancora riposare”

“Rimozione?” domandò Ash sapendo però dove voleva andare a parare. Le conseguenze delle loro azioni erano ben prevedibili.

Chatot sbuffò “Pensavate che non saremmo intervenuti? Tre volte sono più che sufficienti!”

“Non siamo più esploratori della Gilda?”

“Non è mai stato davvero di vostro interesse per quanto mi risulta, no?” rispose con parole velenose il Pokémon volatile “Ma no, non siete sollevati del tutto dal vostro incarico. Semplicemente non andrete più in missione, rimarrete agli arresti domiciliari nella Gilda e lavorerete come sentinelle fino a nuovo ordine!”

“Ma noi abbiamo bisogno di-”

“Sappiamo che ne avete bisogno per tornare a casa.” si mise in mezzo Wigglytuff cercando di placare le acque “Come esploratori la nostra morale è aiutare chi ha bisogno e noi faremo il possibile per permettervi di farlo. Ma d’ora in poi lo faremo a modo nostro.”

Ash si limitò a guardarlo con espressione indecifrabile.

“Chiameremo in causa esploratori professionisti e vedremo di aiutarvi, ma d’ora in poi la vostra incolumità non verrà più lesa. A volte la tutela va applicata a forza.”

“Siete nostri esploratori e la vostra sicurezza è di nostra responsabilità”

“Ne parleremo in un momento più propizio.” concluse Wigglytuff facendo cenno a Chatot che era ora di lasciare riposare i due cadetti.

In tutto ciò Ash non rispose, rimase seduto con espressione impossibile da leggere sul volto.

“...”

“Che facciamo?”

“Uh?” Si girò verso Serena sentendo la sua voce. “Come ti senti?”

La volpina sospirò “Penso come te, emotivamente e fisicamente, ma adesso non conta. Ho sentito tutto...”

“Hai finto di dormire” sorrise appena lui.

“Meglio fargli credere il più possibile di essere in convalescenza” rispose lei ricambiando con un altro piccolo sorriso.

“Non lo saremmo davvero?”

“Dipende dalle intenzioni. Ti conosco abbastanza da sapere che idea ti gira per la testa e la mia domanda è se ti va davvero di andare fino in fondo” disse lei, dandogli in un certo senso la spinta per parlare.

“Abbiamo fatto una promessa a Cresselia e vorrei mantenerla, ne va la protezione di tutti...”

“Anche io. Questo significa che siamo costretti ad andare ancora una volta contro le regole. Una volta per tutte purtroppo.”

“Perché non ci hanno espulsi dalla Gilda loro stessi?”

“Ritirandoci i permessi e il rango non saremmo più esploratori e ci darebbe problemi ma allo stesso tempo non essendo più cadetti non avrebbero alcun controllo su di noi. Siamo comunque diventati amici e pensano che così ci terranno fuori dai pericoli”

“Cosa di cui siamo grati...”

Lei annuì Ma noi siamo Pokémon liberi e se per esserlo dobbiamo andarcene…”

Ash abbassò appena lo sguardo. Non aveva mai amato queste cose… tradire gli amici. Aveva sempre condannato queste scelte. Per lui gli amici venivano prima di tutto e sosteneva che lavorando insieme si poteva risolvere qualunque cosa, ma in questa situazione quanto conveniva davvero seguire la sua morale?

“Siamo in una situazione difficile, ma dobbiamo scegliere. Se seguire Cresselia fino in fondo oppure rivelare tutto. Da una parte sembreremmo il Team Teschio e tradiremmo i nostri amici, però tenendoli fuori dal pericolo di queste missioni.”

“...”

“Dall’altra se riveliamo tutto e poniamo fiducia nel potere dell’amicizia, potremmo avere degli alleati di fiducia e sono sicura che non rivelerebbero mai niente ai quattro venti, ma ci saranno più chance di venire scoperti da spie o che dei nemici si accorgano dei nostri movimenti. E poi ci lasceranno andare in missione? Potrebbero capirci e aiutandoci lasciandoci libertà oppure farlo coinvolgendo grandi esploratori ma spargendo troppo la voce...”

Si fidavano dei membri della Gilda ma non conoscevano abbastanza tutti loro per avere la certezza che valesse la pena andare contro gli ordini di Cresselia.

“In un certo senso anche noi ci stiamo comportando come loro non dandogli informazioni. Limitarli per proteggerli” lo guardò con tenerezza. “So che non va esattamente secondo ciò in cui credi, ma so anche se tu senti l’impulso di farlo. Sono entrambe parti di te…”

Lo guardò dritto negli occhi “A volte dobbiamo fare scelte che vanno contro la nostra morale se vogliamo farcela. Io credo nelle tue decisioni quindi non importa quale sarà la tua risposta. Ti seguirò in qualunque decisione tu prenderai e se sarà una sbagliata o di cui pentirsi ne condivideremo il peso”

Sentì un balzò nel petto, tornarono nel suo corpo un lieve calore e una forza che aveva sentito mancare. Aveva ragione, il mondo non è così gentile da permetterti di avere tutto ciò che vuoi come vuoi. Nessun mondo.

Potevano solo fare una scelta e seguirla fino in fondo. Entrambe avevano dei pregi e dei difetti, ma facendo gli ignavi e non tentando nulla ne avrebbero solo pagato tutti le terribili conseguenze.

“Chatot ha detto Siete nostri esploratori e la vostra sicurezza è di nostra responsabilità. Quindi leveremo loro questa responsabilità e non saremo più loro esploratori.” Pronunciò deciso.

Serena sorrise, adesso avrebbero seguito questa decisione dando il loro meglio.

Sarebbero fuggiti definitivamente.

“Siamo ancora deboli, dovremo prendere in prestito delle bacche… un sacco di bacche e erbe. Per rimetterci in fretta, a costo di un’indigestione, e per scorta. E dobbiamo fare tutto discretamente”

“Ash Ketchum, villain novello. Potresti persino aiutare il Team Rocket a vincere un giorno” scherzò Serena.

“Ah… ah...” ridacchiò lui con un sospiro.

“Scherzi a parte, dobbiamo partire subito. Il sole sta tramontando e non si aspettano una nostra fuga messi come siamo al momento. E anche se se ne aspettassero una terranno gli occhi aperti solo di notte, quando siamo sempre fuggiti.”

Ash concordò.

“Non si torna più indietro”

La luce fioca delle fiammelle delle lampade illuminava la struttura.

Il chiacchiericcio allegro dei Pokémon della Gilda in sala da pranzo rimbombava per i corridoi della Gilda mentre il profumo delle cibarie si spargeva…

La porta della dispensa, leggermente aperta, faceva scappare leggermente l’oscurità che racchiudeva...

L’ufficio del Capitano, mancante di prove delle prese di posizione fatte...

I letti dell’infermeria vuoti...

.

.

.

...continua

 



Nota d'autori: 
Ciao a tutti! Scusate la lunga assenza, ma diciamo che questo 2020 non ci ha permesso di mantenere il programma che ci eravamo prefissati.
Una di noi ha avuto la maturità, poi si è scatenato il covid che, a differenza di quanto si pensi, non ha dato più tempo libero.
Avremmo voluto postare molto di più ma ci sono stati molti fattori ad impedirlo, uno tra tanti è il casino di Wattpad che ci ha tenuti impegnati.
Per chi non lo sapesse, a Giugno è stato hackerato wattpad, tuttavia non è stato detto nulla a nessuno fino a quando un mese fa migliaia di utenti sono stati hackerati e così le loro e-mail e le loro informazioni personali sono state condivise nel dark web. 
Il nostro account purtroppo è stato uno dei tanti tuttavia, per fortuna, la nostra e-mail era falsa e non conteneva alcuna informazione personale, oltre ad averne cambiato la password il prima possibile.
Ovviamente, per evitare altri problemi, visto che il casino non è stato ancora risolto, abbiamo deciso di non pubblicare più su Wattpad le nostre fanfiction. O almeno fino a che non sarà risolto totalmente il problema.
Ciò non significa che non pubblicheremo più totalmente. Continueremo ad aggiornare la fanfiction qui su EFP e inizieremo a pubblicare su "Archive of Our Own"

Ci spiace molto questo inconveniente ma vogliamo tutelare la sicurezza nostra e dei nostri lettori. 
Grazie della comprensione!

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Capitolo 41
*** Episodio 38: Senza voltarsi indietro! Eco di lancette prepotenti! ***


Nota d'autori: 
Ciao a tutti! Siamo tornati con un nuovo capitolo! Purtroppo siamo ancora in ritardo, lo sappiamo. Ma questo anno è un inferno oltre che un casino, sia a livello generale che personale. Tuttavia stiamo cercando di migliorare il ritmo! Non facciamo promesse, ma speriamo di riuscirci!
Questo arco inoltre è quasi finito! Poi torneremo a Forsia! Sperando che possa soddisfarvi la conclusione che abbiamo in mente! 
Ma senza allungare il brodo, ecco a voi il capitolo!

 


Episodio 38: Senza voltarsi indietro! Eco di lancette prepotenti!

 

Ash e Serena attraversarono il ripido sentiero che li avrebbe condotti ancora una volta verso il dungeon della loro recente misfatta. Avevano perso clamorosamente, ma dentro di loro bruciava un forte istinto di rivicinta.

Conservarono le loro energie e i loro fiati. Ogni singola briciola di forza sarebbe stata vitale per affrontare Rayquaza.

Solo quando furono vicini al Dungeon lasciarono andare la tensione.

"Sai… credo di aver avuto un altro di quei squarci!"

"Davvero?" domandò Serena "E cosa hai visto?"

"La riuscita della nostra impresa. Stavolta sono sicuro che la faremo" affermò l'allenatore con sguardo determinato.

Serena piegò appena la testa, mostrando un sorriso perplesso "Sicuro che sia stato proprio uno squarcio e non il tuo ottimismo?"

"...Beccato." ammise Ash "Però stavolta sento che ce la faremo! Squarcio o istinto cambia poco, no?"

Serena gli diede corda “Beh, di norma le tue sensazioni non mentono.”

“Eh eh… oh! Siamo arrivati!”

La vista del promontorio Altavia era sempre la stessa, una distesa di prato verde e rocce, sempre accarezzata da una folata di vento, che quel giorno tuttavia, sembrava più graffiarla.

Qualcosa sembrava diverso, l'aria era più pesante. Tuttavia i due esploratori ignorarono questo dettaglio, decidendo di proseguire. Una volta trovato il passaggio della volta precedente i due vennero sbalzati in aria verso la corte del loro nemico più terribile incontrato fin ora.

Una volta ch le loro zampe toccarono il terreno, i due proseguirono nel loro cammino e nel fugace silenzio dell’ambiente circostante iniziarono a ricordare cosa aveva permesso loro di arrivare fin lì.

“Mi dipiace non aver potuto salutare gli altri.” Disse Ash rompendo il silenzio.

“Anche a me, così come essere fuggiti”

“Non avevamo molta scelta… e per poco non venivamo scoperti!” sospirò Ash. Non avrebbero voluto prendere misure così estreme se non obbligati. “Se non fosse per lui probabilmente adesso saremmo molto più svantaggiati.” commentò Ash.

Serena annuì “Vero...”

In effetti, fuggire dalla Gilda indisturbati si era rivelato più arduo del previsto. Il tempo non era molto per recuperare le loro cose e le provviste.

Era stato un aiuto fortuito a permettergli di farcela...


 

Flashback


 

“Dobbiamo sbrigarci...” sussurrò Ash mentre sistemava la borsa. Serena osservava da dietro uno dei muri la sala principale, in modo da accertarsi che fossero tutti ancora in sala da pranzo.

“Lo so, ma dobbiamo anche star certi che nessuno di loro ci becchi.” rispose la volpina uscendo allo scoperto assieme all’amico per avvicinarsi alla dispensa.

“Prendiamo quello che troviamo e ce la filiamo...”

tap tap

Sentirono uno zampettio famigliare. Improvvisamente un cigolio di una porta risuonò e i due si voltarono di scatto in direzione del suono. Videro la porta della stanza del Capitano aprirsi appena e ebbero un sussulto.

Non dovevano essere tutti a mangiare?

Si fecero prendere dal panico. Non potevano far rumore ma dovevano nascondersi e in fretta.

In un impeto di ansia si gettarono in direzione della dispensa, aprirono la porta e si gettarono al suo interno, pregando che le le loro code non si fossero viste.
Non ebbero tempo di chiudere la porta, si sarebbe di certo visto, quindi si limitarono a gettarsi nell’oscurità.

I loro corpi andarono a sbattere contro qualcosa e sentendo di fronte a loro una presenza rilasciarono un gemito. Probabilmente anche notato come suono, visto l’improvviso cambio di direzione del rumore dei passi nella sala al di fuori.

I loro cuori palpitavano, erano stati già beccati? La figura però sembrò intimarli a fare silenzio e li spinse in un angolo del ripostiglio. Non ebbero tempo nemmeno di ragionare e non ne persero per fare domande. Si limitarono a seguire la raccomandazione.

Sentirono la figura rovistare tra degli scaffali e qualche secondo dopo proveniente dalla fessura della porta aumentare. Si contorsero sempre più contro il muro per non farsi toccare dalla luce ed avere parti del corpo allo scoperto.

“Oh, sei tu.” Domandò una voce gracchiante. Era quella di Chatot.

“M-Mi ha mand-dato lo chef a prendere degli ingredienti per u-ultimare lo st-stufato!” rispose la voce balbettante alla soglia della porta.

“Ti serve un’ala?”

“O-Oh no! N-Non si preoccupi! Non f-faro cadere nemmeno un-una me-mela!”

“Ooook… allora ci vediamo tra poco. Mi raccomando, non sgranocchiare qualcosa sulla strada” Chatot lanciò all’individuo un’occhiata semi scherzosa.

La voce rispose con ansia e senso di vergogna “Oibò no-non lo f-farei mai!!”

“Suvvia scherzavo!” Rispose Chatot ridacchiando flebilmente e allontanandosi.

Sentirono una porta in lontananza di un’altra stanza chiudersi, probabilmente dove si erano riuniti a mangiare gli altri e dopo qualche secondo un sospiro.

La porta si richiuse ma non del tutto, fu solo accostata. L’oscurità tornò a dominare e fu in quel momento che la voce parlò.

“P-Potete ve-venire fuori adesso? Il bu-buio così m-mi mette a disagio...”

I due si guardarono e annuirono, uscendo allo scoperto, trovandosi Bidoof davanti. Non era una sorpresa ormai, avevano riconosciuto la voce prima, ma l’idea di essere colti sul fatto in quel modo li metteva a disagio.
Non tanto quanto essere scoperti da Chatot o il Capitano ovviamente.

“Grazie Bidoof...” i due mormorarono sospirando.

“Beh...” il castorino arricciò il naso “Non c’è di che, m-ma mi chiedo in verità di cosa.”

“Beh, per averci aiutati a nasconderci.”

Il Pokémon timido scosse la testa “Qu-Quello lo avevo capito, ma più perché state facendo tutto questo.”

Ci fu un attimo di silenzio prima che Serena parlò “Uh… vuoi dire che non sei sorpreso di vederci in piedi, qui… che proviamo a nasconderci da Chatot?”

Bidoof condivise loro un sorriso comprensivo “Gran par-parte di noi si nasconde spesso da Chatot, q-quindi già di norma sarei solo incuriosito.”

“Ma per il resto?”

“No-no, ci sono tante cose strane che ho notato di recente, quindi ormai ero pronto ad aspettarmi di tutto” sospirò e li aiutò a mettere negli zaini alcune provviste “E’ da tempo che ho capito che tra voi, Chatot e il Capitano ci sono degli affari di cui nessun altro è a conoscenza”.

“T-Tu lo hai notato?” Speravano non lo avesse fatto nessun altro.

Il castorino annuì e assunse un espressione un po' rammaricata “So-sono il primo a non riuscire ad esprimersi, quindi so quali sono le caratteristiche di qualcuno che mantiene un segreto. Può sembrare che io sia molto ingenuo e forse a volte lo sono ma… notare che qualcosa non vada quando riguarda i miei amici penso sia il minimo anche da uno come me.”

Provarono a ribattere ma incredibilmente il Pokémon li interruppe per proseguire “Ho sempre avuto piccoli sospetti, soprattutto durante il periodo in cui siete spariti per quella missione all’improvviso. Ho ripensato spesso che l’ultima volta che ti ho visto Ash, prima di ciò, eri corso via in modo strano. Da allora ho cercato di sopprimere quei sospetti, ma i pensieri tornavano a galla ogni volta.”

“...”

“Forse perché sembro più ingenuo passo inosservato e meno persone sospettano di me. Ho avuto quindi modo di starvi più attorno anche se non ve ne siete mai accorti. E ormai mi sembra chiaro che vogliate andarvene ancora in segreto”

I due abbassarono le orecchie ma il loro silenziò confermò.

“Vorrei chiedervi cosa stia succedendo ma immagino che non me lo direste, vero?” li guardò con occhi innocenti e umili, sapendo già la risposta.

Ash, con rammarico, gli posò una zampa sulla spalla. Aveva rimorso negli occhi e cercava le parole giuste “Mi dispiace, non può saperlo nessuno...”

“C-Capisco...” il castorino mormorò con voce sobria. Si capiva che dentro era ferito, ma cercò di non darlo a vedere.

“Non dirai nulla agli altri, vero?”

“Tranquilli, non lo farò. Però… vi vorrei chiedere una cosa, a cui possibilmente vorrei risposta.”

Ash e Serena esitarono un attimo ma diedero l’ok per domandare.

“Tutto ciò che c’era tra noi, era vero?”

I due sembrarono sorpresi dalla domanda.

“I-Immagino che a questo punto anche chi siate possa essere discutibile, ma ciò che vi chiedo è se lo deve essere anche l’amicizia che ci ha legati. L’Ash e la Serena con cui abbiamo legato, con cui ci siamo divertiti ed emozionati… quelli che davvero abbiamo conosciuto nel profondo, erano veri?”

“Sì.” risposero all’unisono entrambi senza esitazione. Talmente tanta sicurezza che colsero alla sprovvista Bidoof “Senza alcun dubbio. Quelli che avete conosciuto in missione, a tavola, durante le riunioni nelle nostre stanze o in qualunque altro momento di compagnia...”

“I legami che abbiamo forgiato qui, per quanto nascosti da… parecchie bugie, sono tutti veri. Voi siete nostri amici e i momenti passatti assieme qui alla Gilda per noi sono speciali.”

Sentirono dei piccoli *sniff* di i interruppe lasciando trasparire dagli occhietti due lacrime. Serena instintivamente lo abbracciò "Vi saremo sempre riconoscenti, davvero.”

“Q-Questo s-sembra un addio...” ridacchiò appena ma più il silenzio si estendeva più un grosso vuoto nel suo cuore si estendeva. Era davvero un addio??

“Ci dispiace...” Non era una risposta ma valeva come conferma.

“E’ un-una strada senza ritorno? Nemmeno in un futuro lontano?”

I due lo guardarono con comprensione e rammarico “Purtroppo dubitiamo, ma sarebbe meglio così...-” Vedendolo sbiancare subito aggiunsero “-...Ma non in quel senso! Anche se è rischioso intendiamo tornare sani e salvi, semplicemente… non qui.”

Potevano non aver tempo di farlo. Chi lo sa se non li avessero rispediti subito a casa in qualche modo, o ci fossero finiti senza nemmeno accorgersene.
Probabilmente, completata la missione, non avrebbero rivisto né Bidoof, né tantomeno gli altri amici della Gilda.

E non volevano nemmeno prendere in considerazione la possibilità di non uscirne vivi.

Ora Bidoof sentiva un misto di gratitudine per averli scoperti, ma allo stesso tempo una grossa malinconia e angoscia.

“Possiamo chiederti di aiutarci ad uscire inosservati?” chiesero.

“M-Ma certo” Rispose lui naturalmente. “Ne sarei onorato”

I tre osservarono fuori dalla porta e, una volta constatato che non vi fosse nessuno, corsero fuori. Grazie all’aiuto di Bidoof e della sua mossa Fossa recuperarono tutte le loro cose nello studio del Capitano, constatato di essere chiuso a chiave.

Appena ebbero finito, si ritrovarono sull’uscita della Gilda.
E così nell’aria si sentiva un sentimento di addio.

Entrambi abbracciarono Bidoof con gratitudine “Grazie ancora, infinitamente. Mi raccomando, qualcosa potrebbe essere in arrivo…” si staccarono e lo guardarono negli occhi con determinazione “Tieni gli occhi aperti.”

Il Pokémon marroncino ebbe un brivido ma poi annuì.

Il Pikachu e la Fennekin a quel punto si allontarono di qualche passo, ma sembrarono fermarsi di nuovo.

“Ah Bidoof, non sottovalutarti così tanto, vali più di quanto credi. Questa è una delle svariate prove...” rassicurò Serena.

“Esatto!” Ash si sistemò il cappello, girandosi di spalle “Sai… nei panni di allenatore, tu saresti sicuramente un Pokémon di cui andrei fiero di avere in squadra.”

Alcuni sorrisi finali e si concluse così il loro saluto. I due fuggitivi corsero via, in direzione opposta al tramonto, lasciando dietro di loro pezzi importanti di questa loro avventura… che però avrebbero per sempre conservato nei loro cuori.

“A-Aspetta… che voleva dire nei panni di allenatore?”


 

Fine Flashback


 

“Penso che se troveremo un Bidoof selvatico una volta tornati a casa non potrò fare a meno di tentare di catturarlo” ridacchiò il Pikachu.

“Lo avresti fatto indipendentemente da questa avventura” rispose lei con tono simile.

“Touché! Ma sai quanto amo i Pokémon...”

“Quanto è variato il tuo amore per i Pokémon in questa avventura?” domandò lei curiosa. Questa esperienza doveva aver portato delle conseguenze nel loro modo di pensare.

“...” Il ragazzo pensò un attimo prima di rispondere “Sai… penso che li adoro ancora di più. Ora potremmo avere un legame ancora più profondo con loro, un livello totalmente diverso per comunicare. Avremo modo di capir-...”

Si fermò un attimo sentendo una strana atmosfera. Non era lo stesso silenzio della volta precedente e più proseguivano più sentivano un’aria totalmente differente.

“…Ho uno strano presentimento” mormorò Serena, dubbiosa come lui.

“Sbrighiamoci.” annuì lui.

Come pensavano, qualcosa di diverso davvero c’era; era tutto più abbordabile.

Non aver incontrato molti Pokémon selvatici era strano, ma ancora di più lo era la sensazione che provavano dentro i loro cuori. Erano carichi, ma allo stesso tempo non sentivano nessuna paura intensa.

Dov’era quell'aura intimidatoria che tanto li aveva sconvolti nel recente scontro?

I venti si muovevano in modo stranamente regolare, molto più composto. Ebbero prova di ciò quando buttarono un granello di cemento su uno dei flussi per capire la loro destinazione.

Arrivarono al limite del Dungeon e si prepararono per il loro prossimo step. Presero un respiro profondo, ignorando tutti gli strani dettagli notati e si presero per zampa. Una volta appostati sul bordo più vicino a dove erano stati prelevati la volta precedente, si lasciarono un pò andare. Quando ebbero la certezza che il vento li avrebbe sollevati da terra e presto presero il volo.

In pochi secondi si trovarono nel luogo della loro scorsa sconfitta.

Atterrarono decisi e pronti all'attacco, non si sarebbero fatti sorprendere ancora una volta.

Invece in qualche modo vennero sorpresi, perché davanti a loro non si manifestò nessuno. E così per i minuti in cui rimasero in posizione e in guardia.

Il clima non era molto diverso ma, per quanto turbolento, sembrava altrettanto controllato.

E ancora, non si sentiva nessuna presenza.

C'era una sensazione di vuoto.

"Uh...?" diminuì un pò la tensione nel corpo di Serena. "Non c'è nessuno?"

"E' strano... ma non mi pare che il guardiano sia nei dintorni" si ritrovò d'accordo l'amico.

"Come mai?"

"Non saprei, ma direi di non erdere un istante e approfittarne per cercare il tesoro!" rispose lui con determinazione mettendosi a perlustrare lo spiazzo di rovine.

La volpina contribuì nella ricerca, annusando in giro e osservando i vari elementi che li circondavano. Dove poteva trovarsi il tesoro? Non c'erano molti oggetti in cui nasconderlo; pareti, buche o cespugli.

Le uniche cose che vedeva erano il pavimento, delle macerie che Ash stava già controllando e delle colonne, alcune rette in piedi e altre cadute.

Controllare le macerie era comunque buono, ma non pensava vi avrebbero trovato ciò che cercavano. Era troppo scontato.

La cosa che più la straniva era quella colonna a terra, centrale rispetto alla larghezza del pavimento.

Non era troppo perfetta? Non aveva nemmeno una base a cui ricollegarsi; se contava le colonne ognuna aveva il suo piedistallo, anche se staccata...

Tranne quella.

Balzò in avanti e la ispezionò con attenzione, per poi decidersi. "Ash! Proviamo a far rotolare quella colonna!" chiamò Serena mettendosi dietro ad essa e spingendo.

"Uh? pensi sotto ci sia qualcosa?"

"Non tanto sotto, quanto dentro!"

Questo bastò. Il Pikachu corse ad aiutarla con il suo Codacciaio e insieme riuscirono a far rotolare la colonna. Come previsto non vi era alcun buco nel terreno, ma ce n'era uno in essa, proprio sul lato prima voltato.

Troppi elementi negavano fosse una coincidenza.

E infilando la zampa ne ebbero conferma. Ash sentì qualcosa di solido ma leggero, dalla forma particolare. Tirando fuori l'oggetto si ritrovarono davanti la Cielmelodica.

"EVVAI!" entrambi si diedero un batti cinque.

Serena piegò appena la testa "Non pensi che se lui se ne fosse andato avrebbe portato il tesoro con sé? Rayquaza non sembra per niente il tipo da abbandonarlo così..."

"Hai ragione" ammise Ash "Ma continuo a non sentire alcuna presenza..."

"Dici che possiamo prenderlo?" domandò la volpina.

"Dobbiamo, non abbiamo altra scelta. Non mi sembra il tipo da fare imboscate e probabilmente c'è un motivo se non abbiamo incontrato né lui né molti Pokémon nemici. Ma qualunque sia la vera ragione possiamo solo prendere il tesoro e proseguire nella nostra missione!"

"Giusto!" aderì Serena mentre Ash sistemò la Cielmelodica nella borsa.

Una volta rimessa la colonna al suo posto, per non dare subito nell'occhio in caso Rayquaza tornasse, i due si prepararono ad andarsene. "Ora dobbiamo solo rimetterci in cammino!" incitò Ash.

"Per fortuna abbiamo l'Evadisfera. La prima volta siamo stati letteralmente scaraventanti nel vuoto. E' solo grazie a qualche corrente che ha rallentato la caduta che non siamo-..."

"Già..." rabbrividì Ash. Tirò fuori la sfera dalla borsa e la offrì a Serena, che insieme a lui appoggiò entrambe le zampe allo stesso momento.

L'oggetto si illuminò e un fascio di luce avvolse i due esploratori, i quali sparirono dal luogo, portandosi via l'unico segno del loro passaggio.

...

Quando riaprirono gli occhi notarono con loro sorpresa di non essere ai piedi del Dungeon, piuttosto in uno spazio chiuso. Guardandosi in torno si accorsero di trovarsi in una piccola caverna.

Un improvviso rombo tuonò nel cielo, facendoli sobbalzare appena. Si avvicinarono all’uscita e subito i loro nasi furono pervasi dal classico odore di pioggia, anche se già solo alla vista era abbastanza ovvio il temporale che si scatenava al di fuori.

"Perché pensi che la sfera ci abbia teletrasportati qui? Di norma ti porta all’uscita di un Dungeon...” il Pikachu osservò l’oggetto sparire lentamente dalle proprie zampe e dissolversi nel nulla.

“Forse è successo qualcosa nel Dungeon mentre stavamo cercando il tesoro. Anche se non ho idea di cosa di preciso...”

Ash sospirò grattandosi il capo. Persino per un ottimista come lui era evidente che qualcosa di brutto circolava, ma forse era proprio questo suo ottimisto a portarlo a sopprimere dentro di sé le preoccupazioni.

Voleva porre fine a questa minaccia sul nascere, anche se di norma si gettava faccia a faccia contro i nemici.

Anche se doveva ammettere che di recente gli era difficile riconoscere davvero quale fosse il suo mondo.

"Beh, direi di farci un’idea sul nostro prossimo obbiettivo nel frattempo"

"Vediamo..." disse Serena spianando la mappa "Il deserto lo abbiamo attraversato e così il monte. Anche la Scala del Cielo è fatta...”

“Ci mancano l'abisso, il mare, la giungla e il vulca-" si fermò di colpo.

"Che c'è?" chiese Serena sorpresa dalla reazione.

"Ma questo... non è lo stesso vulcano dove tempo fa ti avevano portata quelli del team Teschio?" indicò lui con la zampa.

"Uh… non saprei a dire il vero. Non ho mai visto dove si trovasse sulla mappa, penso sia più facile che tu abbia controllato quando sei venuto a salvarmi"

“Sì! Sono sicuro! E’ anche l’unico vulcano della regione e mi pare di riconoscere dai disegni la costa su cui sono sbarcato prima di entrare lì!”

"Quindi abbiamo avuto uno dei tesori sotto il naso tutto il tempo?”

“Già! E non dirmi che-”

“-l’eruzione era-”

“-opera di un guardiano!?” esclamarono assieme.

Ash schioccò le dita “Ma certo! Probabilmente quella volta aveva percepito problemi e quindi si è arrabbiato! L’eruzione doveva essere per forza opera sua!”

“Beh vito che consciamo il territorio potremmo andare lì come prossima meta! Tanto tutti i Dungeon che ci servono sono molto sparsi.”

“Non ti metterà un po' a disagio?” domandò l’amico con un pochino di simpatia e comprensione.

“Probabilmente un pochino, ma tolto il dente tolto il dolore… giusto?” sorrise lei scacciandola preoccupazione.

Ash ricambiò il sorriso “Giusto. E poi non penso ci daranno tanti problemi i Pokémon del luogo, l’ultima volta li ho mandati tutti allo sbaraglio!” dichiarò lui con un accenno d’orgoglio.

Serena avrebbe voluto dire “Il mio eroe” in modo scherzoso, ma decise di trattenersi, per vari motivi.

Considerarlo il suo eroe le faceva battere il cuore al solo pensiero, anche se Ash avrebbe fatto tutto ciò per qualunque suo amico, forse anche uno sconosciuto nel bisogno.

Un altro motivo era la consapevolezza che, anche se era una battuta, guardandola in modo appena più profondo, non poteva lasciare sempre che fosse lui ad essere l’eroe. Un giorno sarebbe voluta diventare la sua eroina e stava lavorando sodo per arrivare al suo pari.

Probabilmente Ash l’avrebbe contraddetta subito dicendole che era già al suo livello se l’avesse sentita dire certe cose e forse aveva ragione, ma Serena sapeva anche che chiunque nella sua posizione si sarebbe sentito quasi insufficiente.

Quasi, se si fosse trattato di un altro eroe qualunque allora si sarebbe sentita schiacciata da una montagna di sentimenti di incompetenza. Ash però, per quanto tutt’altro che principesco, valoroso e dal gran cuore, non era solo un eroe.

Lui era un trascinatore. Non era mai brillato come il sole, una singola massa calorosa a cui tutti ruotano attorno. Era più una stella brillante che vagava e ispirava altre ad unirsi a lui. Riusciva a portare spontaneamente al suo fianco le persone che crescevano con lui, rendendole loro piccolo, dei piccoli eroi.

Lei voleva solo poter accompagnarlo e aiutare le altre stelle, così come se stessa. Brillare da sola e ancora di più con loro.

“-Serena?” la chiamò lui e lei tornò con la mente chiara. Dalla faccia che aveva Ash sembrava l’avesse chiamata almeno un paio di volte. “Tutto bene?”

“Sì, scusa” scosse lei la testa “Sono solo un po' stanca”

“In effetti abbiamo riposato comunque meno del normale e il tempo che c’è rende sonnolenti… direi allora di riposare qui. Siamo al riparo e non mi sembra una cava abitata da qualcuno”

“Un sonnellino lo farei volentieri… ma prima ripetemi quel che stavi dicendo” suggerì lei di finire il discorso, scusandosi per essersi distratta.

“Oh, dicevo che secondo me dovremmo trovare qualcuno che ci aiuti nei prossimi Dungeon!” rispose lui mentre si spostavano più all’interno della piccola tana per mettersi nell’angolo più caldo.

Serena piegò appena la testa “Qualcuno che ci aiuti? In tal caso avremmo fatto prima a chiedere a qualcuno della Gilda...”

“Li avrebbe messi nei guai però… inoltre non potevamo dire loro nulla”

“Non possiamo rivelare troppo nemmeno a qualcunque Pokémon accetti di aiutarci miracolosamente” ribatté lei preoccupata.

“Vero… ma tantovale provare, no? So che siamo forti assieme e non dubito che potremmo farcela! Però i prossimi percorsi saranno ancora più difficili e devo essere onesto… siamo esausti.”

Serena annuì, la prova vivente era la loro sonnolenza in aumento non appena prendevano una pausa.

“Fossi il me di anni fa ti direi subito di buttarci nonostante tutto, come affrontare un capopalestra da ottava medaglia quando sei ancora alla prima. Però pian piano ho imparato che ci sono sfide che possiamo permetterci di rischiare e altre no… anche se è difficile capire di quale si tratta” guardò il palmo della propria zampa per un momento “Sono sicuro che ce la faremo, daremo il meglio! Ma ci serve qualcuno che sappia di più di questo mondo”

“Una cosa è buttarsi in una sfida avventatamente con ottimismo, un’altra è essere incoscienti” Aderì Serena “Ad essere sincera di recente ci sono un sacco di scelte strane che dobbiamo fare. Non mi sorprenderei se ne avessimo fatte alcuni che si contraddicono”

I due si ritrovarono a sbadigliare all’unisono. Capendo che avevano raggiunto il limite si accucciarono. “Ci penseremo una volta risvegliati, riposa bene Ash”

“Anche te Serena” ricambiò sentendo le palpebre chiudersi.
 


 

Furono dei passi improvvisi a svegliarli ore dopo.

Erano abbastanza distanti ma furono sufficienti a mettere in allerta Serena che, subito dopo, svegliò Ash, impegnato in un sonno più profondo.

L’amico stava per chiederle cosa stesse succendo ma subito lei lo zittì e gli disse di tiarsi più indietro con lei nell’angolo.

Dal rumore sembrava che fosse in arrivo un Pokémon molto grosso. Poteva essere un viaggiatore come loro oppure il proprietario della tana, per quanto disabitata sembrasse. Non vi era alcun dettaglio che potesse far capire una determinata proprietà.

I rumori si fecero più pesanti fino a quando i due intravidero un’ombra stagliarsi nella fioca luce del mattino; grossa, lunga e si stagliava su due piedi.

Era un grosso Armaldo, era bastato poco per riconoscerlo.

Passò qualche secondo di silenzio, quasi a far pensare Armaldo se ne fosse andato, tuttavia non si erano sentiti altri passi a provare la cosa.

E nonostante il totale silenzio, il Pokémon non ci mise molto ad accorgersi della presenza dei due sconosciuti, per quanto fossero nascosti. "Avanti, magari può fregare un Pokémon qualunque di un Dungeon ma non me di certo. So che siete qui"

I due rabbrividirono, ma a questo punto sarebbe stato solo sciocco rimanere nascosti se era così sicuro ch fossero lì.

Ash e Serena uscirono dal nascondiglio lentamente. Dalla voce non sembrava aggressivo ma non era una ragione valida per abbassare la guardia.

"Due scriccioli, uh? Allora, che ci fate qui?" domandò con fare tranquillo, nascondendo un lato di sé un pò titubante. Come avevano trovato la sua tana? Per di più senza seguirlo?

Sperava non fossero altri Pokémon con la fissa di catturarlo.

"Uh, questa è casa sua?" domandò Serena.

"Direi proprio di sì, anche se temporanea" Ignorò momentaneamente il fatto che i due non gli avevano risposto e proseguì fino ad un angolo della tana, appoggiando le provviste.

"Ci dispiace per averla invasa, sembrava disabitata..." Si grattò appena il capo Ash, sperando non reagisse male. Per il momento tuttavia sembrava abbastanza calmo, o almeno così sperava.

Armaldo guardò i due Pokémon, mentre iniziò a sgranocchiare una mela "Non è un problema, alla fin fine sembra davvero un comune buco e sono comunque solo di passaggio. Quindi… perché eravate qui?"

"Ci siamo finiti usando un'evadisfera dopo aver completato una dura missione e visto che fuori c’era il maltempo abbiamo pensato di riposare per un po'“

"Hmm" borbottò Armaldo "Che tipo di missione?"

"Top secret."

Armaldo ridacchiò "Roba grossa? Eppure mi sembrate novellini a guardarvi"

"La Scala del Cielo è roba grossa?"

Armaldo si ingozzò un attimo, ma fece in modo di riprendersi il prima possibile. Si diede qualche pugnetto sul petto e tossicchiò "Pardon?" Li guardò bene per qualche secondo e capì dai loro sguardi che non scherzavano. E aggiungendo che non avevano negato di essere novellini...

"Voi due siete folli" disse. "Come mai gli scricchioli pazzi capitano sempre a me?" il suo pensiero andò a rivolgersi verso un Pokémon rosa rotondo incontrato anni prima.

"Eh... ce lo dicono spesso" ridacchiò Ash.

"Come mai due novellini come voi sono stati mandati lì? Pochi esploratori ne sono usciti vivi poi... a meno che non abbiate lasciato il luogo non appena ci avete messo zampa dentro"

"Uhhh... Non siamo proprio stati mandati. Diciamo che è stata più una nostra iniziativa"

Lui smise di mangiare per un momento la mela e li guardò con interesse "Ohhh ho capito. Siete un pò dei fuorilegge come me”

I due si irrigidirono "Uh?!"

"O almeno lo ero. Non sono più un criminale, per quanto però sia ancora un fuggitivo. A quanto pare si sono scordati di togliere la mia vecchia taglia sulla testa"

"C-Che cosa hai fatto per diventarlo?"

"Il passato è passato, ho scontato la mia pena. Inoltre, non sono così chiacchierone da spifferare tutti i dettagli della mia vita. Un pò come voi."

Ash e Serena lo guardarono confusi, mentre egli lanciò ad ognuno una mela "Non ci vuole un genio a capire che state lasciando fuori informazioni, anche se siete inspiegabilmente aperti verso uno sconosciuto."

"Beh di norman non tutti ci dicono di essere ex criminali" ribatté Ash.

"Hm, hai ragione. Sarà che mi ricordate qualcuno..." incrociò le zampe mente osservò i due mangiarsi quelle mele...

Le mele...

"Dove state facendo i corsi per esploratori?" domandò con attenzione. Per diventare esploratori ufficiali serviva frequentare dei luoghi specializzati e registrati e il suo presentimento gli diceva che-...

"La Gilda di Wigglytuff" Risposero i due all'unisono.

Sapevano che essere così aperti con uno sconosciuto nel loro caso non era il massimo ma, ricordando la discussione avuta ore prima, avevano bisogno di qualcuno ad aiutarli e lui sembrava competente, per quanto ex criminale.

"..." Il Pokémon non rispose a quell'affermazione, rimanendo pensieroso per qualche secondo. Poi la sua bocca parlò "Di cosa si tratta la vostra missione? Certo sempre nei limiti di ciò che potete dirmi”

"Non vuoi... riportarci alla Gilda... giusto?"

Il Pokémon rimase un attimo sorpreso, poi ridacchiò "Non preoccupatevi, non sono uno che fa la spia sugli affari personali degli altri. Anzi, provo molta empatia visto che siete fuggitivi come me. Certo, mi aspetto lo stesso trattamento da parte vostra"

I due annuirono lentamente, iniziando a fidarsi appena "Dobbiamo arrivare alla fine del Vulcano Gigante e sconfiggerne il Guardiano… poi dobbiamo recarci in altri dungeon"

Armaldo cercò di non sorprendersi "Hmmm folle. Immagino che vi serva una zampa" Ma certo, si erano aperti perché volevano un rapporto di fiducia con lui e averlo in squadra. Erano così disperati da chiedere aiuto al primo sconosciuto dall'apparenza forte e esperto?

"Sì... Potrebbe essere dura e abbiamo bisogno di Pokémon capace. Anche se hai avuto la fedina penale sporca in un certo senso ti ha dato esperienza e sei un tipo roccia! Contro i Pokémon di tipo fuoco è perfetto!"

“In effetti… avrei anche mosse di tipo acqua in caso, per bilanciare la mia debolezza agli attacchi di tipo Roccia e contro i tipi fuoco e terra”

“Esatto! Inoltre devi essere in costante movimento!”

Armaldo ragionò un attimo "Non fa una piega." ammise "Ok, vi aiuterò"

"Davvero?!" I due esclamarono.

"Certo, tanto dovevo cambiare aria in ogni caso. Finché non mi coinvolgete in qualcosa di estremamente illegale vi darò una zampa. Ci terrei a non peggiorare la mia situazione"

I due ridacchiarono un pò nervosamente. Ciò che stavano facendo non era illegale... a parte fuggire con i permessi da esploratori. Ma ciò non avrebbe influito su Armaldo, a meno che non fossero in qualche modo denunciati e non fosse diventato un complice. "C'è qualcosa che vorresti in cambio?"

"Non mi interessa nulla di particolare, anche se gradirei dividere degli eventuali tesori e provviste trovate sulla strada. Come detto, devo cambiare aria ed è da un pò che non vivo una bella avventura vecchio stile" li rassicurò "Inoltre, diciamo che è una piccola beffa verso un vecchio amico"

“Un amico?”

“Solo uno scricciolo che mi avete fatto ricordare...”
 

...
 

Ritrovarsi in quel luogo dopo la scottante esperienza passata provocò strane reazioni da parte di Ash e Serena. Il primo sembrava indossare uno sguardo determinato, mentre l’altra, sebbene nel suo habitat ideale, si senteva più sulla spine.

La cosa non sfuggì agli occhi di Armaldo "Paura?"

"Esperienze passate" cercò di smorzare la tensione Serena esibendo un sorriso piuttosto finto.

"Quindi siete già stati qui?" chiese il Pokémon fossile piuttosto sorpreso.

"Sì, anche se era una missione di tutela" rispose Ash vagamente. Rivelare ad uno sconosciuto, seppur amichevole, le esperienze che aveva passato Serena non gli sembrava un gesto molto carino da compiere. Non c’era bisogno di ricordare l’esperienza più del dovuto.

"Capisco..." commentò il Pokémon coleottero "Ok piccoletti, la situazione è questa. La Fennekin qui presente è un tipo fuoco quindi lei dovrebbe giocare in casa, a meno che non ci sia qualche Pokémon di tipo terra che conosce anche mosse di tipo Roccia e, in quel caso, anche io dovrò evitare di venire colpito. Tu invece che sei un Pikachu sei un tipo elettro e a parte alcuni Pokémon di tipo terra non dovresti avere molti problemi"

“Hmm” risposero i due annuendo.

“Inoltre, per quanto possa aiutarvi con i miei attacchi di tipo roccia e acqua sono anche un tipo coleottero quindi non posso farvi da scudo perenne”

Ash agitò appena la zampa “Tutto questo è vero, ma i tipi sono relativi alla fine. Con la determinazione e il gioco di squadra sono sicuro che non avremo problemi!”

“Alquanto ottimista” commentò nuovamente Armaldo.

Serena ridacchiò “E’ fatto così, ma ha ragione. Qualunqu lotta è ribaltabile, anche se in svantaggio di tipo”

“Esatto! Quindi non perdiamo altro tempo! Andiamo!” disse luì invitandoli a seguirlo.

“E’ sempre così?” domandò l’ex-criminale.

“Sì, per lo più, ma è contagioso” rispose Serena senza esitazione, partendo a ruota dietro ad Ash.

Con un lieve sospiro, anche il terzo Pokémon iniziò il cammino all’interno del Dungeon.

Scalare di nuovo il vulcano fu più facile del previsto, forse per la presenza di Armaldo o forse perché Ash ci aveva davvero giusto. Alcuni lo avevano riconosciuto e gli giravano alla larga, a volte balbettando Pikacastigo.

Raggiunsero senza complicazioni il break point e poco dopo si trovarono a poco dall’entrata nel cratere.

"Ci siamo quasi" esclamò Serena guardando l'orizzonte.

"Sento ancora uno strano presentimento… come nella Scala del Cielo, tutto è troppo semplice. Dovrei sentirmi sollevato ma invece è l’esatto opposto” commentò Ash a bassa voce.

“Tutto bene?” gli chiese Serena girandosi verso di lui.

“Sì sto bene!” subito lui la tranquilizzò facendo un passo in avanti “E’ sol-”

Un flash gli accecò la vista e sentì la sua mente farsi lontana dal corpo. Inizialmente fu molto disorientato ma presto prese coscienza di star vivendo un altro squarcio.

Fu veloce e poco chiaro. Si trovava nello stesso posto dove il suo corpo risiedeva e intorno a sé un silenzio tombale.

Improvvisamente un’ombra apparve di fronta a lui, rossa e rapida. La sua massa era familiare ma non ebbe tempo di vedere, perché non appena essa si scagliò su di lui lo squarciò finì.

“WAA!” tornò in sé rabbrividendo.

“Ash! Tutto bene?”

“Cosa è successo?” espresse la sua confusione il loro compagno temporaneo.

“Uno squa-” alzò lo sguardo “ATTENZIONE!”

Un enorme masso di roccia bollente rotolò in loro direzione. Armaldo si getto addosso ai due novellini e li spostò dal sentiero, finendo però coinvolto dall’impatto.

“Armaldo!”

“Sto bene… più o meno. Dannazione sono incastrato!" brontolò il Pokémon cercando di tirarsi fuori dalla trappola di rocce che si era creata con la collissione del masso.

“Grazie per averci aiutati...” Serena ringraziò, ma subito lui sembrò mettere da parte le questioni di gratitudine.

“Sì, sì, non c’è di che, ma dovete correre. Andate avanti e proseguite!”

“Cosa?”

“Questa è di sicuro una trappola, per dove ci troviamo un masso bollente lo avremmo visto fuoriuscire dopo un’eruzione. Andate avanti! Io vi raggiungerò non appena mi sono liberato!”

“M-Ma-” provarono a contestare i due.

Tuttavia vennero subito interrotti “Anche tu hai percepito qualcosa, giusto?!” si rivolse ad Ash, ma non attese risposta, sapendola già “Bene, quindi dovete andarvene. Non preoccupatevi per me, me la caverò. Non sono uno scricciolo!”

I due si guardarono un attimo, per poi annuire con esitazione “Se non ti vediamo tra pochi minuti torniamo a prenderti”

“Ok, ma ora andate.”

Ash e Serena si girarono e partirono in corsa con esitazione. Zampettarono veloci verso il cratere, cercando di recuperare il tesoro in fretta e tornare ad aiutare Armaldo se non li avesse raggiunti.

Normalmente avrebbero insistito per aiutarlo a qualunque costo, ma sapevano anche che se fossero stati attorno a lui, chiunque li stesse aspettando, avrebbe potuto coinvolgere anche Armaldo e ferirlo in quel momento di debolezza.

Erano certi di essere l’obbiettivo. Allontanadosi avrebbero allontanato il pericolo da Armaldo, o almeno così speravano.

La loro preoccupazione salì una volta arrivati sull’orlo del cratere. Era passato almeno un quarto d’ora e Armaldo non si vedeva. La loro paura principale era che chiunque li avesse attaccati fosse rimasto indietro e se la fosse presa con il loro nuovo compagno.

“Che facciamo? Torniamo indietro?”

“...Non ne ho idea. Non voglio lasciare nessuno indietro ma voglio anche fidarmi di lui” commentò il Pikachu.

“Aspettiamo qualche minuto?”

“Penso che s-” Un’improssiva ombra rossastra apparve nella coda dell’occhio del Pokémon topo e un senso di dejavou lo colpì. “-A TERRA!!" gridò Ash venendo nuovamente interrotto e trascinando Serena con sé.

Una feroce sferzata d'aria passò poco appena sopra le loro orecchie, come un colpo di forbici appena sfoderate.

Un Pokémon dalla corazza rossa e dallo sguardo vuoto si ergeva davanti a loro, come se fosse uno zombie. Serena ebbe un sussulto, davanti a loro vi era una presenza molto familiare…

Era Scizor.

"Scizor!?" esclamò Ash trattenendo un sussulto. Cosa ci faceva Scizor lì? Era stato mandato da Wigglytuff per caso? Eppure Scizor era sparito nel nulle e dato per disperso.

Il Pokémon non rispose e si preparò di nuovo ad un altro attacco, ancora più feroce del primo. Questa volta Ash non fu abbastanza rapido e il colpo riuscì a prendere una delle sue zampine "GGHHH" trattene una smorfia di dolore accasciandosi.

"Ash?! Va tutto bene!?" esclamò Serena.

“S-Sto bene" cercò di rialzarsi in piedi Ash. Cosa diamine stava succedendo? Scizor era un esploratore composto e professionale. Per quanto la sua missione fosse di riportarti a casa, o almeno così era certo al monte, non li avrebbe mai attaccati per ferire.

Ed questi attacchi erano per far male.

"Scizor che stai facendo?" gridò il topo. “Cosa è successo dopo la nostra separazione?”

"..." fu la silenziosa risposta dell'insetto rosso.

“Ti hanno chiesto di riportarci alla Gilda?” Insistette Ash, mentre Serena caricava i suoi attacchi di tipo fuoco per autodifesa.

Fu tutto inutile, Scizor non diede risposta e si limitò a caricare un Forbice X.

“Provo a fermarlo io con un Lanciafiamme!" disse la volpina sparando una poderosa fiammata dalla sua bocca.

Ciò che scioccò di più i due non fu una schivata o un controattacco; Scizor non si mosse di un centimetro. Ciò che li stupì fu che rimase fermo a subire l’attacco, il quale non lo scalfì per nulla.

"COSA?!" gridò sorpresa la volpina poco prima di essere presa in pieno dalla sforbiciata micidiale.

"SERENA!" gridò Ash per poi rivolgersi con rabbia al colui che ormai era un nemico "ORA BASTA! NON SO COSA TI SIA PRESO MA NON AZZARDARTI PIU' A TOCCARLA!" gridò sparando il miglior Fulmine che avesse nel suo repertorio.

Scizor fu preso in pieno, ma l'unica cosa che gli causò furono due leggeri ammaccamenti sulla sua corazza rossa.

"..." replicò e sparò un Metaltestata sul topino sbalzandolo via.

"A-Accidenti... n-niente sembra fermarlo!" annaspò Ash. Cercò di rialzarsi ma con orrore notò il Pokémon proprio sopra di lui, il quale lo osservava con occhio vuoti e secchi. Sembrava una macchina per uccidere, senza anima.

Il Pikachu istintivamente si preparò a ricevere il colpo, non sapeva che potenza aspettarsi, ma probabilmente sarebbe stato molto doloroso.

Chiuse gli occhi e attese.

Tuttavia il colpo non arrivò mai a segno. Piuttosto sentì un grido e un rumore di collisione.

"WAHHHHHHHHHHH" urlò una voce fuoricampo e qualcosa andò a scontrarsi contro le chele di Scizor, trascinandolo lontano.

Quando Ash riapri gli occhi una nuova conoscenza si era aggiunta nella battaglia, rosa e tondeggiante… le sue orecchie mosee dal vento.

"Qui le cose non vanno bene per nieeente bene, per niente, no no no..." disse calmamente Wigglytuff osservando il Pokémon steso a terra. Si girò poi verso Ash e Serena "Voi state bene?" chiese con apprensione.

"Capitano!? M-Ma come..!?" iniziò a chiedere sorpreso il Pikachu ma subito il Pokémon lo fermò.

"Ne riparleremo dopo! Ora pensate a trovarvi un rifugio e mangiarvi qualche Baccarancia. Qui me la caverò io!"

"M-Ma Scizor?”

“Ci penserò io a lui! Nessun problema! Fate quello che dovete fare...” disse il Capitano in modo sbrigativo.

Serena si era rialzata ed era ora a fianco di Ash, osservando il Capitano con preoccupazione “Capitano non possiamo lasciarla indietro! Insieme possiamo batterlo!”

“In un caso normale, sono sicurissimissimo di si, ma ora come ora penso sia ovvio che qualcosa non va” Scizor doveva essere il loro protettore, ora sembrava un sicario… e di sicuro non pareva avere l’intenzione di risparmiarsi nemmeno con Wigglytuff, visto lo sguardo dei suoi occhi rivolto al Pokémon rosa.

“C-Capitano… ci dispia-” provarono i due.

“Lo so” Non li lasciò terminare “Siete dei monelli, ma ora non conta più. Andate, portate a termine la vostra missione. Qualunque sia.”

Il Pokémon nemico iniziò lentamente a rialzarsi e la cosa fece affrettare il Capitano “Non posso trattenerlo per molto! Andate!!”

I due si sentirono dei blocchi di ghiaccio. Già Armaldo si era sacrificato per lasciarli proseguire e avevano dovuto mollarlo indietro. Avrebbero dovuto farlo anche con il Capitano?

Quanti Pokémon si sarebbero sacrificati per mandarli avanti? Era necessario lasciare indietro qualcuno, per di più amici, per la loro missione?

Lo sguardo di Wigglytuff sembrò rispondere di sì. Non sapeva quale fosse il loro scopo ed era un mistero come li avesse trovati, probabilmente ne avrebbero fatto un discorsetto in circostanze diverse. Tuttavia l’urgenza nei suoi occhi sembrava intimarli a darsi una mossa.

A volte bisogna fare scelte che non ci piacciono. In questo caso… la faccio io per voi.”

“E’ un ordine.” sorrise lui uccidendo sul nascere ogni possibile contestazione.

I due, ormai rassegnati, iniziarono ad allontanarsi con amarezza “Un altro Pokémon ci ha aiutati ma è rimasto indietro...”

“Vedrò di aiutarlo io!” notando una mossa improvvisa di Scizor in direzione dei suoi cadetti il Pokémon si mise in mezzo e trattenne il colpo di Metaltestata “GHNNN… è di tipo acciaio...” Si arrotolò meglio sul corpo dell’insetto e lo bloccò per impedigli di proseguire oltre, facendo leva sulle sue forti zampe anteriori “VIA DA QUI! ORA!”

Guardò indietro con la coda dell’occhio, ma con sua sorpresa e sollievo, Ash e Serena non erano più in vista.

Beate Mele Perfette…” L’attacco doveva averli convinti a correre via, per quanto esitanti e pieni di rimorso fossero.
 


 

Il Pokémon pallone stava cercando di sopportare qualsiasi colpo e di contrattaccare con i più potenti Granvoce che aveva nel suo repertorio di mosse, tuttavia Scizor non sembrava risentirne particolarmente. Ci furono violenti scambi di mosse ma mentre la mantide corazzata ad ogni round sembrava uscirne illesa, Wigglytuff invece faticava sempre di più.

"Urrgh" tossì il capitano con la fronte impregnata di sudore e il corpo pieno di ammaccature. "N-non r-riesco a trovare un punto debole. Scizor si sta muovendo in maniera perfetta, anche troppo. Sembra un automa..."

La definizione di automa infatti non andava molto lontano dalla condizione in cui il Pokémon avversario si ritrovava: sguardo vuoto, cinico e assente, ma capace di trasmettere un’aria spietata e fredda.

Scizor continuava a dispensare sforbiciate a destra e sinistra mentre Wigglytuff faceva di tutto per schivarle o per lo meno assorbirle senza rimediare troppi danni. L’unica sua chance era usare il Fuocobomba che aveva imparato proprio per affrontare gli avversari di tipo Acciaio che si ritrovava. Era però consapevole che la mossa era ancora troppo imprecisa e nella situazione in cui si trovava lanciarla sarebbe stato un probabile suicidio.
Ora come ora però non aveva altra scelta.

Fece un balzo indietro e iniziò a raccogliere il fiato nel suo corpo e accumulare calore, tuttavia sentì un altro tipo di calore scatenersi dentro di sé e si accasciò a terra.
Rilasciò il respiro e delle fiammette deboli svanirono nell’aria come fragili schegge.

Alzò lo sguardo, la sua vista sfocata. Tentò di prendere lo stesso la mira anche in posizione inginocchiata. Aveva affrontato minacce simili, seppur in nessuna di quelle situazioni si era trovato in così difficoltà. Sapeva però che non era una scusante e che avrebbe dato tutto fino all’ultima briciola.

Rischiava che Scizor si avvicinasse troppo? Bene, avrebbe usato la vicinanza a suo vantaggio e avrebbe rilasciato Fuocobomba all’ultimo, in modo da colpirlo per forza. Il rischio di essere colpito prima era enorme, quasi certo, ma a mali estremi estremi rimedi.

Iniziò a fare lunghi respiri senza dare troppo nell’occhio dell’avversario.

Attese, Scizor sempre più vicino e pronto a colpire.

Raccolse tutto il fiato che poté e si preparò a scagliarlo, ignorando il dolore e il bruciore che sentiva. Doveva rilasciare la mossa con tutto ciò che aveva in corpo, ogni goccia di energia.

Tuttavia, qualcosa si mosse prima di lui e si mise in mezzo ai due attachi. Wigglytuff per la sorpresa rotolò indietro e una fiammata enorme gli uscì dalla bocca, liberandosi in cielo.

L’improvviso intruso invece afferrò Scizor per la testa e lo scagliò via brutalmente con tutta la forza che aveva nelle sue… chele.

“Hey scricciolo, attento ai tuoi attacchi! Per un pelo non mi colpivi con quel Fuocobomba!”

Wigglytuff aprì gli occhi completamente nell’udire la voce. Rotolò in piedi e si ritrovò subito faccia a faccia con una grossa ammaccatura che il suo soccorritore portava sulla schiena.

Non ragionò nemmeno per un istante, la sua bocca pronunciò quel nome automaticamente. "Maestro!?" gridò dalla sorpresa.

Armaldo lo fissava con uno sguardo mezzo mezzo divertito e mezzo stranito "Aspetta… tu sei quello scricciolo?!”

“Olàlà! Sei proprio tu!”

Armaldo indossò un ghigno sul volto, internamente digerendo la sorpresa “Pensavo fossero quei due all’inizio! Solo dopo ho notato che non era così, ma non mi aspettavo che il Wigglytuff fossi tu."

"Sorpreso di trovarmi come Wigglytuff e non Igglybuff?”

“Un po', ma più per il fatto che non era un altro della tua specie. Sai non sei esattamente l’unico Wigglytuff di questo pianeta...”

Scizor sembrava a terra svenuto dopo aver picchiato il capo. Questo avrebbe dato loro tempo di riprendere fiato e cercare di immobilizzarlo in qualche modo.

“Come sei arrivato qui Maestro? E' da anni o meglio secoli che non ci vediamo!" rispose Wigglytuff "Ho sentito voce che eri stato rilasciato ma non ho avuto molto tempo di verificare e venirti a cercare”

Armaldo sorrise, il suo amichetto non era cambiato affatto. “Lunga storia scricciolo, diciamo che si sono dimenticati di ripulirmi la fedina penale e sono stato costretto a girare qua e là, in attesa che rimedino.”

“Ohiohiohi, ti aiuterò io in quello dopo che questa cosa sarà risolta! Con la mia parolina sarai pulito in men che non si dica!”

“Grazie, ma ora penso che sia il momento di mettere da parte le chiacchiere. Hai visto per caso i tuoi due cadetti? Immagino siano passati da qui”

"Intendi Ash e Serena? Come li conosci?”

“Li ho incontrati mentre fuggivo, erano di ritorno dalla Scala del Cielo e i siamo alleati. Ho detto che li avrei aiutati…! Anche perché avevo capito che erano tuoi allievi e che probabilmente non avevano il tuo permesso di fare ciò che che stavano facendo.”

Wigglytuff sospirò “Incontro nato dal destino immagino…”

“Ehi, è vero che l’ho fatto per dispetto ma anche come favore. Li ho tenuti lontani dai guai come potevo”

“Grazie” ammise sinceramente l’amico “Quei due sono finiti in qualcosa di grosso e temo anche brutto… il mio pancino mi ha guidato da loro!” Ridacchiò “Totalmente irragionevole che li abbia lasciati fuggire.”

“Quindi sapevi che se ne sarebbero andati?”

“Oh lo sospettavo! Ma il mio istinto mi ha consigliato di lasciarli fare e urrà urrà! Forse era la scelta migliore. Anche se sono dovuto intervenire io alla fine si sono dimostrati capaci e adesso saranno probabilmente quasi a destinazione."

Sentirono dei rumori provenire da poco distante. Videro Scizor che si reggeva in piedi. Dalla sua espressione sembrava non provasse alcun dolore e non si fosse fatto nulla, ma la sua postura parlava diversamente.

"Non sono più il tuo Maestro scricciolo, anzi direi quasi che ora sei tu il maestro di tutti. Quindi, Capitano, ho un’idea per metterlo fuori gioco… disposto ad ascoltarmi?” Lanciò un’occhiata determinata all’amico di lunga data.

Wigglytuff ricambiò “Dica compare!”

“Ho visto che il tuo Fuocobomba è ancora un work in progress, ma penso che sia necessario usarlo almeno una volta. Dobbiamo però rallentare Scizor per farlo, anche se ferito è probabilmente ancora troppo veloce.”

“Ok, come vuoi rallentarlo?”

"Questo vecchio bandito ha ancora qualche vecchio trucco; guarda un pò qui!" dalla corazza tirò fuori un globo.

"Una lumisfera? Di solito non aiuta gli esploratori a trovare l'uscita dei Dungeon?" chiese il Pokémon rosa.

"Certo, lo farebbe, almeno nelle situazioni normali. Ricorda però che c'è sempre più di un modo di usare uno strumento, scricciolo..." disse in maniera un pò sibilina lui. “Dobbiamo usarla non appena si avvicinerà. Mi raccomando, la affido a te mentre lo tengo impegnato”

Si sentì uno scatto e di nuovo Scizor sembrò partire alla carica. Armaldo si mise in mezzo e affrontò il nemico a testa bassa.

Neanche lui, essendo di tipo roccia, avrebbe retto a lungo l'impatto contro un tipo acciaio, ma a differenza di Wigglytuff aveva una buona corazza che gli avrebbe permesso di sopportare più danni.

Tuttavia all’ultimo il coleottero rosso cambiò direzione e partì quarta, girando attorno a loro come un fossennato. Sembrava una saetta, passando sul terreno, saltando sui fianchi dei tronchi degli alberi e dandosi la spinta per aumentare.

Il Pokémon in sé era quasi invisibile, non avevano modo di capire a occhio nudo quando si sarebbe avvicinato. Di tanto in tanto si scagliava su Armaldo colpendolo con le sue chele e gli provocava danni, ma la velocità con cui agiva era troppo elevata sia per la vittima di difendersi che per Wigglytuff di aiutare colpendo il nemico.

Inizialmente, Armaldo sembrò solo subire, ma man mano che proseguivano i colpi aquisiva sicurezza. Era come se nella sua mente stesse calcolando qualcosa, probabilmente le tempistiche e intervalli degli attachi.

“N-Nove secondi precisi dal mio via. In quel momento scaglia la sfera ai miei piedi”

Wigglytuff lo guardò confuso un attimo ma si preparò lo stesso, fidandosi cecamente del compagno.

“Via!”

Scizor continuava ad attaccare e nulla cambiava, ma quelle erano le intenzioni di Armaldo, che contava nella mente i secondi.

Altrettanto faceva Wigglytuff…

Tre…

Due…

Uno…

Scaglio la sfera a terra con forza e l'area si illuminò di una luce immensa. Durò brevi ma importanti secondi.

Scizor rallentò e chiuse appena gli occhi instintivamente, era una reazione alquanto minore rispetto alle aspettative, ma considerato che non sembrava reagire molto al dolore, doveva essere il massimo ottenibile.

Fu allora che Armaldo sgaiattolò via e incominciò a correre sul campo. Quando Scizor riaprì gli occhi scoprì che Armaldo aveva costruito un Bunker roccioso intorno a lui. Provò a sfondarlo ma non appena fece un passo il suo piede iniziò a sprofondare.

“VAI!” Si sendì al di fuori della trappola. Scizor non aveva fatto nemmeno a tempo ad alzare la testa.

Un poderoso Fuocobomba arrivò dal cielo e si riversò sul Pokémon.

Quando le fiamme si esaurirono nel bunker e le rocce pian piano crollarono, rivelando Scizor scottato completamente e fuori gioco.

"Uff… uff… è fatta" soffiò Wigglytuff sedendosi stremato, seguito a sua volta da Armaldo. "Grazie compare, senza di te non sarei riuscito a scamparla stavolta"

"Ringraziami ricordando al Magnezone di pulirmi completamente la fedina… ma è stato lo stesso un piacere"

"E’ stato un piacere assistere a questo show pure per me!" li interruppe una vocina dall'alto "Avete sconfitto il luogotenente più forte che avevo attualmente! I miei complimenti davvero!"

Armaldo e Wigglytuff rizzarono le orecchie "Cosa?"

"A dire il vero avevo previsto altri soggetti per questo spettacolo, ma di certo il Capitano Wigglytuff a il grande bandito Armaldo non sono da meno per la goduria!” continuò la voce. “Per stavolta però mi sporcherò le mani”

"Chi sei?" gridò Wigglytuff richiedendo all’entità di rivelarsi.

"Io? Beh pochi mi hanno conosciuto realmente, ma molti parlano di me. Ditemi, quali sono le vostre ambizioni e soprattutto quanto desiderate appagarle?"

"Le nostre ambizioni non sono di tuo interesse, le porteremo a compito con le nostre zampe" rispose Armaldo ad alta voce, guardandosi in giro con la coda dell'occhio.

Lui e Wigglytuff, schiena contro schiena, cercavano di avere tutto il territorio circostante sotto i loro occhi.

La voce ridacchiò "Quanta confidenza nelle vostre parole. Ma non sempre gira tutto a favore nella vita"

"Con quanta confidenza invece tu ti nascondi nelle ombre invece di venire allo scoperto?"

"Se proprio volete sfidare la sorte vi accontenterò..."

I due si irrigidirono sentendo il tono farsi più grave, raggelando il loro sangue.

"...Vi dimostrerò quanto possa essere determinante e distruttiva la sfortuna..."

Una nube scura li circondò all'improvviso, prima ancora che i due potessero accorgersi della sua iniziale manifestazione. Era molto più intensa di una nebbia normale e portava con sé una forte colorazione violacea.

"Ma non temete, perché non dovrete vedere mai più l'ombra di un fallimento."

Sentirono un flusso d'energia entrargli dal naso e la bocca, fluendo nel loro corpo come un'entità a se stante che si fondeva a loro e li intossicava. I loro corpi non riuscivano a ribellarsi, un tremore era l'unica reazione che riuscivano ad avere mentre la foschia gli entrava dentro e veniva assimilata.

Fluiva in loro, la sentivano mutare ogni cellula del loro corpo mentre soffocava il loro sistema in ogni sua parte.

"...Farò in modo che quella vostra confidenza non sia totalmente inutile"

 

 

"Serena, tu vedi qualcosa?" Furono le prime parole ansimanti di Ash, mentre si guardavano attorno al capolinea.

"No... Non vedo nulla purtroppo..."

Erano arrivati alla fine del Dungeon, ma le loro ricerche non avevano portato alcun frutto. Al contrario della volta precedente, non c'era alcun tesoro.

Avevano trovato quello che poteva sembrare un nascondiglio per il tesoro ma non vi era nulla all'interno e nemmeno vi era traccia del guardiano.


 

Erano forse arrivati troppo tardi? Dai segni di lotta si poteva intuire vi era stato uno scontro e che qualcuno aveva combattuto di sicuro il guardiano.

"Che facciamo? Se qualcuno si è preso il tesoro... come faremo a ritrovarlo?" espresse con preoccupazione Serena.

Ash strinse i denti in una piccola smorfia di frustrazione. Un intoppo dietro l'altro... prima si erano separati da Armaldo, poi l'attacco di Scizor, in seguito il sacrificio del Capitano...

Sembrava tutto stesse precipitando.

"Temo che dovremo posticipare quei pensieri a più tardi..." rispose lui alla fine "Non possiamo permettere che la cosa ci fermi, ora più che mai dobbiamo continuare."

"Come abbiamo lasciato indietro il Capitano dobbiamo lasciare indietro anche questo..." mormorò Serena abbassando le orecchie.

Si sentivano entrambi dei codardi, ma ora più che mai avevano una conferma che quell'orologio del loro istinto non era più immaginario e le lancette di esso battevano furiosamente veloci.

La posta in gioco era davvero troppo alta e solo loro portavano il testimone lasciato da Cresselia. Uno che nessun altro poteva portare e che mai avrebbero dovuto lasciar cadere.

Ash appoggiò la zampina sulla spalla della volpina cercando di darle conforto, per quanto in verità anche lui ne cercasse con quel contatto "Per ora sì, ma sistemeremo tutto. Non possiamo perdere tempo purtroppo e stare qui a girarci i pollici non farà apparire il tesoro all'improvviso..."

Per quanto doloroso, dovevano andare avanti.

C'era una minaccia in arrivo e dovevano raccogliere tutti i tesori in tempo per affrontarla. Questa minaccia era quasi invisibile, come un virus, ma si stava spargendo e sarebbe peggiorato in men che non si dica.

"Piuttosto che perdere tempo adesso a chiederci come cercare questo tesoro andiamo a prendere gli altri, sperando che siano dove dovrebbero"

Serena annuì "Se davvero qualcuno li sta raccogliendo come noi dobbiamo anticiparlo, perché non ci possiamo permettere il dubbio che sia dalla nostra parte al momento, ci sono troppi rischi"

"Esatto." concordò Ash. "Dobbiamo proseguire e tenere sempre il prossimo obbiettivo sott'occhio. Non so ancora perché Cresselia ci abbia scelti per questa cosa, ma so che siamo gli unici due umani e questo deve essere in qualche modo determinante. Non possiamo fallire!"

"Allora che stiamo aspettando?" si mise in piedi Serena "Al prossimo Dungeon!"

Il Pikachu si sistemò il cappello e annuì.

Seguirono il rumore delle onde del mare, prendendo un tunnel diretto verso l'uscita.

Partiti alla volta del loro prossimo obbiettivo, lasciando dietro di loro un vuoto e caldo covo...

E una leggera foschia che iniziò ad invaderlo giusto un istante dopo…

.

.

Continua…

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Capitolo 42
*** Risonanza di forze unite! La verità sull’eredità! ***


Nota d'autori: 
Eccoci qui dopo... tanto tempo. 
Ci scusiamo davvero molto per il periodo passato dal nostro ultimo caricamento. Purtroppo, più si cresce, più gli impegni della vita reale diventano fitti. Tra lavoro e università, altri progetti ed essendo rimasti solamente in due, è difficile riuscire a mettersi a scrivere. Stiamo facendo il possibile per organizzarci e portarvi capitoli più frequentemente, così come le illustrazioni promesse, e stiamo cercando di tradurre la fanfiction in inglese e trovare possibilmente nuovi collaboratori. Tuttavia, essendo un progetto senza profitto e per pure passione, non si può offrire un compenso e giustamente non tutti vorrebbero dedicarsi ad un progetto così grossolano che non porta guadagno. 
Nonostante ciò, continueremo a fare del nostro meglio per migliorare i ritmi di rilascio dei nuovi capitoli E per la riscrittura dei primi capitoli! 
Vi ringraziamo per la pazienza e vi lasciamo alla lettura!

 


Risonanza di forze unite! La verità sull’eredità!

 

 

“Ti affido le redini della Gilda” annunciò Wigglytuff con tono casuale. Tuttavia, Chatot aveva imparato a leggere il Capitano così bene, che ormai poteva capire quando un ordine era tale.

“Capitano?”

“Nessuno delle squadre che abbiamo ingaggiato per recuperare Ash e Serena ha fatto ritorno, non ho altra scelta che andare io stesso a cercarli.” Spiegò con un sorriso, ma il solo millimetro che mancava a renderlo arcuato quanto il solito dimostrava la gravità della situazione.

Se si era arrivati ad una misura così drastica allora doveva pensare davvero a circostanze gravi.

“Ma capitano, lei è l’unico che è in grado di mantenere la calma qui! Senza di lei si camminerebbe dritti nel pandemonio, capirebbero tutti che la mancanza dei due novellini è più seria del previsto!” Gracchiò lui ansioso. 

“Anche se Ash e Serena non sono Pokémon nel loro mondo originale e anche se avevano ragioni diverse per diventare esploratori rispetto a tutti noi, sono membri della Gilda. E la loro sicurezza è mia responsabilità. Non è solo sospetto che qualcosa non vada, ormai è chiaro. E ad ogni situazione estrema serve una soluzione estrema” 

Chatot aprì il becco per parlare. Voleva ribattere, dire qualcosa per dissuadere il Capitano dal partire. Non era tanto perché fosse davvero così spaventato dal gestire la Gilda da solo, ma perché veder andare via Wigglytuff, l’apice della piramide voleva dire proprio aver finito le carte. 

E aver finito le carte significava che Ash e Serena erano potenzialmente nei guai.

Non voleva avere visioni negative della cosa, credere che davvero potesse essere successo loro qualcosa. Se fosse riuscito a convincere il Capitano a restare, voleva dire che effettivamente anche la massima competenza della Gilda non trovava drastico il problema. 

Ma chi voleva prendere in giro? Era passato troppo da quando si erano accorti della loro assenza e ancora di più dalla presumibile ora in cui avrebbero potuto andarsene. Scizor non era mai tornato e lo stesso era successo con gli altri professionisti disponibili ad andare a cercarli. 

Con quei pensieri in testa poi era facile giungere anche alla preoccupazione che il suo superiore facesse la stessa fine. Era il miglior esploratore in circolazione, appena arrugginito, ma il suo non era uno smalto che si perdeva così facilmente. Il problema era che Wigglytuff stesso emanava un’aura di cauta apprensione.

Situazione surreale che non poteva che allarmare il pappagallo. 

Il Pokémon rosa si avvicinò all’amico, appoggiandogli una zampa sulla spalla “La priorità sono i nostri cadetti; ti lascio il compito più importante” 

Chatot non rispose, ma Wigglytuff non rimase ad attendere che trovasse una risposta. Passò oltre e si diresse verso la porta, risparmianogli solo un ultimo sguardo quando ormai era all’uscio della porta “Ho fiducia in te” 

Il ricordo di quella conversazione ancora aleggiava nella mente del pappagallo, mentre con viso stanco osservava la pioggia abbattersi violentemente sul nudo terriccio della piazzola d’ingresso della gilda. 

Tutte le missioni da più di una giornata o che si avventuravano oltre i dintorni di Borgo Tesoro erano state sospese, giusto per precauzione. Non poteva rischiare di perdere altri ragazzi in giro per la regione e magari disseminare ogni esploratore esistente per recuperarli. 

Ovviamente la cosa aveva insospettito tutti e si era dovuto cercare delle giustificazioni valide e credibili per mantenere la calma. Li aveva informati che Ash e Serena erano stati mandati a riprendersi al villaggio degli Shaymin, che il Capitano era solo andato a trovare i suoi genitori e convincendoli che le due mancanze non erano assolutamente correlate. 

Tuttavia sapeva che la scusa non avrebbe retto a lungo, specie se il Capitano mancava da già più di una settimana e pure dei loro amici non vi erano notizie.
L’unica cosa che gli aveva permesso di non farsi abbattere o di perdere lucidità era stato proprio l’incarico ricordatogli da Wigglytuff; prendersi cura dei loro Pokémon. 

Sospirò un’ultima volta, inalando una grossa boccata di aria umida, il sentore di bagnato che gli invadeva il becco. Era tempo di chiudere l’ingresso al pubblico e mettere fine ad un altra giornata fin troppo tranquilla. 

Un fragore squarciò il suo udito.

Non era quello di un tuono. 

“Ma che…?” Alla faccia della giornata vuota. Forse l’aveva gufata e non sapeva se esserne rassicurato o allarmato. L’ultima volta che avevano sentito tanto casino si erano trovati il Pikachu e la Fennekin stesi a terra conciati per le feste.

Eppure in quel momento tutto desiderava finché fosse una notizia sulle incognite di cui era al corrente. 

Volò al piano terra e osservò dalla finestra, un gruppo di Pokémon era ammassato all’entrata e molti altri si apprestavano a correre nella stessa direzione. Riuscì a scorgere alcuni dei suoi cadetti tra di loro, facendo scattare in lui un improvviso senso di autocontrollo. 

Non serviva un genio per capire che c’era qualcosa che non andava ed era suo compito mantenere la calma e gestire la situazione.
Aprì la porta e subito con le ali cercò di spingere indietro i presenti, imponendo un pò di ordine “Che sta succedendo? Bidoof, Chimecho?” Si rivolse subito ai due Pokémon, notandoli in mezzo alla massa di civili e alcuni dei suoi cadetti, continuando a bloccare l’entrata con gli arti distesi mentre i cittadini sembravano sull’orlo di impazzire. Poteva vedere anche Salandit e Sandile in fondo al gruppo, che si guardavano all’indietro con ansia. 

“Aprite!! Presto!!”

“Fateci entrare!”

“Vi prego aiutateci!” 

“Sbrigatevi!”

L’uccello digrignò il becco, non sarebbe stato in grado di controllarli per molto. Il momento in cui avrebbero finalmente perso il controllo per qualunque ansia li stesse possedendo, lo avrebbero calpestato pur di farsi avanti.

Chimecho fluttuò in testa al gruppo, il suo viso dimostrava che aveva molto più controllo del suo panico rispetto agli altri, ma non sembrò opporsi al desiderio comune di entrare nella gilda “Non c’è tempo! Spiegheremo una volta entrati!” 

“Ma…-”

“Signore è un codice rosso! Presto!” 

Chatot trattenne il fiato per un istante, ma cedette. Si fece da parte e fu inutile il richiamo di Diglett per riconoscere l’impronta, tutti si fiondarono dentro l’edificio e alcuni nemmeno si preoccuparono di scendere le scale normalmente, buttandosi per il foro che portava al piano inferiore. 

Era come una mandria impazzita. 

Quando anche gli ultimi Pokémon del gruppo ebbero oltrepassato l’entrata, l’uccello lanciò uno sguardo sul percorso, vedendo altri individui in avvicinamento. Lontani, ma decisamente intenzionati a raggiungere il luogo.

Si muovevano in modo strano… ma non fece a tempo ad osservare meglio, perché due zampe lo trascinarono all’interno della Gilda e poi vide i suoi cadetti chiudere la porta in fretta e bloccarla. 

“Che sta succedendo qui?!” domandò frastornato. Erano tutti fuori di testa?

“E-E’ la fine del mondo!” Sbracciò con le sue zampine da quadrupede Sandile, mentre Chimecho continuava ad osservare fuori dalla finestra ma mantenendo una certa distanza da essa, quasi a temere di essere troppo vicino all’aria esterna. 

*SBAM*

Si sentì un colpo improvviso alla porta, la quale rimase in posizione, ma aveva incassato un danno notevole dal solo suono emesso. 

“Fine del mondo!? Ma di cosa accidenti parli?” Domandò nuovamente spazientito, ma percependo ora molto chiaramente la sensazione di pericolo, seppur non avesse idea di cosa la causasse. 

Salandit tremò appena, incrociando una zampina dietro all’altra e deglutendo con coda bassa. Cercò di rendere stabile il suo tono di voce “I-I Pokémon sono impazziti”

“Quello lo vedo!”

“Non in quel senso!” scosse la testa Sandile. 

Chimecho pure intervenì animato “Sono impazziti davvero, come… imbestialiti! Sembrano… Zombiemon!” squittii sulla parola finale. 

Chatot alzò il cipiglio, gli sembrava tutto un’assurdità. Zombiemon? Erano solo creature fantasiose di storie horror. Voleva chiedere cosa si fossero bevuti i cadetti visto che sembrava si fossero fusi il cervello, ma si trattenne. Chimecho non perdeva il senno così e Salandit non si comportava come se dovesse nascondersi dal mondo.

Qualcosa non andava per davvero.

Forse era la ragione per la quale dovesse ascoltarli bene e dare loro il beneficio del dubbio “Spiegati meglio” si rivolse a Chimecho, quello che forse gli avrebbe dato la risposta più chiara.

L’interpellato annuì “O-Ovviamente non intendo veri Zombiemon, ma si comportano in modo simile. Non rispondono se gli parli, ti attaccano come se fossi una preda e-e… sembra che alla minima ferita, anche da un attacco a distanza che viene da loro ti rendano come loro!”

“Ed è successo così all’improvviso?” Aggrottò la fronte, ignorando di nuovo quella grossa parte del suo cervello che urlava alla presa in giro. 

“Sì, anche se non tutti sono impazziti assieme, si è solo diffuso in fretta” spiegò, sobbalzando al nuovo botto che suonò dietro la porta e fluttuando inconsciamente verso le scale.

“BZZT! Il Commissario è stato il primo a perdere il controllo! BZZT!” urlò un Magnemite che fece capolino da dietro Chimecho, appena fluttuato fuori dal foro.

Chatot conosceva bene quel Magnemite; era un membro della Polizia locale di Borgo Tesoro. Non lo aveva notato nella massa, cosa che effettivamente suonava strana di suo suo perché non era un individuo così confondibile.
Anche perché era sempre accompagnato dai suoi colleghi. 

Stavolta era solo…

“Come sarebbe a dire che il commissario è impazzito?” chiese nuovamente spiegazioni, stavolta meno spaesato e titubante. 

“BZZT! Stavamo trasportando al carcere un detenuto che aveva attaccato un villaggio vicino in maniera molto strana ma violenta. Il Commissario lo ha messo fuorigioco facilmente e si è occupato personalmente di portarlo per la strada, ma ad un certo punto ha cominciato a vibrare e il suo sguardo è cambiato. In poco tempo è totalmente impazzito! Ha attaccato alcuni cittadini che ci seguivano incuriositi e da lì loro ne hanno attaccati altri e la situazione è precipitata!”

*SBAM* 

Risuonò di nuovo la porta e si mosse appena. Si vedeva che da fuori i Pokémon stavano spingendo per entrare e non ci sarebbe voluto molto prima che la sfondasse, o che un Pokémon di tipo terra scavasse sotto di essa per raggiungerli. Non sapeva quanto fossero coscienti per farlo, ma a forza di tentativi in qualche modo sarebbero arrivati a loro. 

“Devo andare a controllare la situazione, voi scendete dagli altri e quando torno bloccate il foro d’entrata”

“Ma Signore là fuori è pericoloso!” 

“Devo verificare di persona le perdite e vedere con i miei stessi occhi cosa sta succedendo. Tenetevi pronti a bloccare tutto, se sentite che la porta è sul punto di cedere o non torno entro i prossimi dieci minuti lasciate perdere e chiudete ogni passaggio.” Istruì con fermezza “Mi sono spiegato?”

“S-Sì…”

“Bene.”

Alzò la testa in direzione di una delle finestre sul soffitto e volò verso essa. Diede una sbirciata, constatando che non vi era nessuno ad aspettarlo e vi passò attraverso, volando subito il più alto possibile per non dare troppo nell’occhio e per allontanarsi da potenziali pericoli. 

Appena guardò in basso… non poté che osservare sbigottito lo spettacolo sconcertante che si manifestava. Vari cristalli di colore scuro erano sparsi in giro ed emanavano una strana aura. 

C’erano Pokémon dagli sguardi scuri ma assenti, il colore del corpo desaturato e la sclera dei loro occhi anche a distanza era visibilmente nera come la pece. Si muovevano in modo instabile ma brusco e quasi famelico. 

Sì, sembrava un’invasione di Zombiemon, ma non lo erano chiaramente per davvero. Sembravano sotto l’effetto di qualcosa, forse l’effetto di qualche potere di un Pokémon?
Ma chi mai aveva poi queste capacità?

Sorvolò il borgo, vedendo le abitazioni e i negozi malandati e oggetti sparsi ovunque, mentre i cittadini cercavano di fuggire per mettersi in salvo da qualche parte. Dovette trattenere con tutto se stesso l’istinto di gettarsi in picchiata e portarli in salvo, ma vi erano talmente tanti Pokémon sparsi ovunque che non avrebbe mai saputo su cui concentrarsi, oltre che avrebbe rischiato di essere infettato, venendo meno al suo compito di proteggere la Gilda. 

Altro dubbio, era quanto ci mettesse la sindrome a manifestarsi. Se fosse immediata o se i segni apparissero gradualmente in base al danno ricevuto. Se una vittima fosse contagiosa e pensando il contrario la portasse dagli altri e perdesse poi tutti i superstiti?

Vide gli effetti di varie mosse tutti intorno; scosse, fiamme, rampicanti…

E non poteva escludere vi fossero Pokémon volanti infetti ormai, doveva tornare di fretta dai suoi esploratori. 

Ad un certo punto un getto d’acqua gli passò di fianco, facendolo indietreggiare bruscamente. “Ma che diamin- AAHHH!”

Un altro getto cercò di colpirlo e nuovamente riuscì a schivare in tempo. Abbassò lo sguardo per capire chi lo avesse attaccato e con orrore notò che l’autore non era altri che uno dei membri della Gilda che non era ancora rientrato dalla sua missione: Corphish. 

“Dannazione!” gracchiò Chatot cercando di darsi un contegno, ma fallendo miseramente nel vedere uno dei suoi allievi in quelle condizioni.

Non si sarebbe mai potuto aspettare una cosa del genere, eppure voleva in qualche modo incolparsi e recriminare a se stesso di averli fatti anche solo uscire dalla Gilda. 

All'improvviso una liana lo afferrò per la zamba e si sentì trascinato verso il terreno. Il corpo gli urlò di volare via e sbattere le ali come mai aveva fatto prima, ma il suo istinto di sopravvivenza non bastò e in pochissimo tempo si trovò scaraventato a terra. 

Non guastò un istante e cercò di rialzarsi per volare via ma il rampicante era ancora avvolto intorno alla sua zampa, fin troppo saldo per potersene liberare. I suoi occhi stavolta incontrarono quelli di Sunflora, stavolta molto più vicino.

Non rimase sorpreso, la situazione gli aveva imposto di metabolizzare in fretta che chiunque non fosse ancora rientrato dei suoi cadetti era ormai stato infettato. Se non subito, lo sarebbe stato una volta entrato nel Borgo o in altri luoghi in cui probabilmente si era verificato lo stesso disastro. 

Lo sguardo di Sunflora era assente ma sembrava lo stesso puntarlo come una succulenta preda. Non era fame di carne sicuramente, era solo una foga istintiva di infettarlo, per quanto ormai fosse inutile.

Era stato toccato dai suoi rampicanti dopotutto, questo voleva dire che-

“CHE FAI IMPALATO!?” Una voce forte lo richiamò e ben presto una massa poderosa travolse Sunflora e lo scaraventò a metri di distanza, facendo così svanire pure le liane che bloccavano Chatot. 

“Stai bene?” chiese Golem al pappagallo. “Perché non hai reagito?”

“Sono stato preso alla sprovvista…” borbottò Chatot “Ma non penso faccia una grossa differenza, ormai sarò infetto.”

Golem attese un paio di secondi, scrutandolo attentamente, per poi domandare “Ti senti in qualche modo soffocato o posseduto da qualche strana energia?”

“No?”

“Allora non sei infetto.” Rispose semplicemente. 

“Ah no?”

Il Pokémon massiccio scosse la testa “Venire colpito o toccato non ti infetta automaticamente, solo se hai delle ferite aperte e le molecole infette vi passano attraverso. In quel caso allora basta un getto d’acqua contaminata o un graffio. La mia corazza è dura, per quello ho resistito fino ad ora, ma tu hai corso un grosso rischio”

“G-Grazie per l’aiuto... m-ma che sta succedendo?” 

“A saperlo! Eravamo impegnati in una missione di soccorso quando all’improvviso… ATTENTO!” gridò nuovamente e con un balzo si buttò in avanti, oltre il corpo del pappagallo, finendo per scontrarsi con un gruppo di cristalli scuri e che si spargevano come una macchia di petrolio nel mare. 

Da dove erano spuntati?

“VATTENGRWAHHHHHHHH!” urlò contorcendosi dal dolore il macigno, tutto sotto lo sguardo stralunato del gestore temporaneo della gilda.

Stavolta però non perse tempo e si levò in cielo, diretto verso la Gilda. Ringraziò silenziosamente il suo salvatore, aumentando la velocità e passando oltre ai Pokémon che strillavano, gli attacchi lanciati a caso e i cristalli che si proiettavano in alto dal terreno. 

Riuscì a raggiungere la finestra, lanciando una rapida occhiata alla situazione all’entrata della porta, ormai sul punto di cedere. Si precipitò dentro e senza guardarsi indietro si infilò nel foro che portava al piano di sotto. 

“Chiudete, presto!” Urlò, senza preoccuparsi di controllare come fosse la situazione all’interno della Gilda. Sapeva che se disgraziatamente fossero stati infettati in qualche modo sarebbe stato attaccato, ma ormai non aveva altre alternative. 

Subito i Pokémon situati  nelle vicinanze spararono degli attacchi di fango e terra, per poi solidificare il tutto con il fuoco. Aggiunsero poi dei grossi massi e tutto ciò che potevano trovare di solido e dalla buona capacità di ostruzione. Si erano preparati bene.

Grazie al cielo. 

Si voltò verso lo spazio più ampio della stanza, trovando ad osservarlo Chimecho, Bidoof, Croagunk, Diglett e gli altri Pokémon che erano riusciti a mettersi in salvo in precedenza. 

“Com’è la situazione qui?”

“Stiamo tutti bene, relativamente” Rispose Diglett, chiaramente sudando freddo. Si vedeva il sollievo nei loro occhi ad essersi riuniti con il loro superiore sano e salvo, ma sapevano che c’era poco da gioire. 

Tuttavia, i cittadini salvati erano chiaramente innervositi. I suoi esploratori erano stati bravi a gestirli fino a quel momento, ma era ovvio che ora si sarebbero tutti scaricati su di lui visto che era l’autorità maggiore presente in tutto il borgo. 

“Ok, so che è difficile, ma dovete cercare tutti di mantenere la calma”

“Come mantenere la calma!?” gridò un Sewaddle in preda al terrore “Ho visto mia mamma diventare un mostro!” 

“Lo stesso vale per il mio amato Nidorino!” gridò una Nidorina portandosi le zampe alla testa “Mi stava portando al nostro appuntamento quando tutto ad un tratto un cristallo è spuntato dal terreno ed è finito per pestarlo. Pochi istanti dopo il mio amato ha cercato di attaccarmi!”

Nemmeno il costante rilascio di Aromaterapia dell’infermiera Floette in combinazione ad un Rintoccasana di Chimecho riusciva a placare gli animi spaventati di tutti. 

“Che facciamo signor Chatot?” chiese Bidoof cercando di non farsi comandare dall’ansia.

Poteva leggere nello sguardo di Bidoof e gli altri membri la silenziosa domanda sulle condizioni del Capitano. Non lo avevano chiesto apertamente, consci che avrebbe spaventato i civili sentire l’inevitabile e ovvia risposta a quella domanda.

Perché non sapere nulla equivaleva ad una notizia negativa.

Chatot trattenne una smorfia, scuotendo la testa “Al momento l’opzione migliore che abbiamo è recarci in qualche posto inabitato e sperare che vi siano meno cristalli dove non c’è civiltà.”

“C-Cristalli?” ripeté dubbiosa Salandit, la sua coda quatta quatta sul terreno “Quindi sono davvero quelli la causa di tutto?”

Il pennuto annuì”Ormai è chiaro che sono quelli l’innesto di questa… infezione o potere. Si vede chiaramente che hanno un’aura, devono essere controllati da qualche Pokémon. E il modo migliore per evitarli è andare dove non attaccherebbe”

“Quindi non possiamo restare qui?” Un Vulpix alzò la propria voce titubante. 

Il pappagallo subito confermò “E’ troppo pericoloso, non sappiamo quanto reggerà il nostro blocco al passaggio e potrebbero attaccare Pokémon di tipo terra o spuntare cristalli direttamente qui dentro. Inoltre siamo in un punto che chiunque prenderebbe di mira”

*VROOOMMMM*

Il terreno iniziò a tremare e piccoli frammenti del blocco iniziarono a cadere, crepe ormai visibili su esso. 

Non avevano molto tempo, dovevano andarsene subito. 

“Loudred, bisogna preparare delle provviste”

“Già fatto”

“Kit di pronto soccorso?”

“Anche quello preparato. Pensavamo fosse il caso di essere pronti anche a fuggire”

Il pennuto smorzò un sorriso che accennava ad orgoglio e approvazione “Bene, allora prendete le sacche e dirigiamoci verso l’uscita secondaria.”

“Abbiamo un’uscita secondaria?” piegò il capo Zorua confuso. Eppure vivevano lì da parecchio tempo, non ne avevano mai sentito parlare. “Se fosse per le emergenze non sarebbe il caso fossimo al corrente della cosa?”

Il pennuto rilasciò un piccolo sbuffo, mentre prese a camminare in direzione del piano inferiore “Non è una vera e propria uscita secondaria. E’ un’area riservata per incontri segreti e affari urgenti e dispone anche di un’uscita diversa dalla principale. E’ per passare inosservati più che per le emergenze, ma nel nostro caso funziona ugualmente”

Ignorarono i rumori che continuavano a venire dal piano superiore, scendendo rapidamente per il secondo foro nel terreno e seguendo Chatot con ansia di velocizzare il passo. Fossero stati liberi di fare come volevano, sarebbero corsi come matti verso quella che pensavano la via di fuga più facile.

Si fermarono di fronte alla pianta rampicante che usciva dal tunnel delle sentinelle. Era chiaro che il volatile volesse scendessero da lì. Rinunciarono subito a fare domande, fidandosi semplicemente della sua indicazione e aiutandosi a vicenda, visto che non tutti erano in grado di aggrapparsi al tessuto a calarsi senza cadere. 

Una volta tutti con i piedi per terra, osservarono il punto da cui erano partiti, con un timore che teneva i loro sguardi incollati, come se si aspettassero da un momento all’altro di essere seguiti. Quasi volessero convincersi che dove si trovavano fino a pochi secondi prima era ormai infestato di Pokémon corrotti. 

Era una paura quasi primordiale. 

“Forza, non restiamo imbambolati” Li richiamò Loudred, sbattendo appena il piede per terra per accompagnare il suo tono autoritario.
Funzionò, i civili sembrarono rabbrividire e si misero in marcia. 

Continuarono a camminare in fila, due a due, arrivando alla postazione delle sentinelle. 

La luce penetrava dalle grate metri e metri sopra i loro capi, ma variava e spariva spesso, con il continuo passare di ombre sopra di esse.
E la loro lentezza dava ancora più angoscia ai Pokémon, i quali ascoltavano in silenzio i passi dei loro concittadini che si dirigevano dentro la gilda.
Verso di loro.

In termini di distanza, probabilmente erano più vicini che mai. Se non ci fossero state le grate sarebbero stati a secondi di distanza.
Per fortuna però, in termini di percorso, erano ancora relativamente al sicuro.
Ma non toglieva la tensione che provocava il ricordo costante delle presenze pericolose sopra le loro teste.

Cercarono di concentrarsi sulla scena di fronte a loro.
Erano giunti ad una porta coperta di piante e Chatot sembrava non essere minimamente toccato dalle sue condizioni. Con una semplice folata di vento creata con lo sbattere delle ali, esse si spostarono e liberarono la serratura e gli spiragli che facevano passare aria tra la stanza e il corridoio oltre la porta. 

Tirò fuori poi una chiave dal suo ammasso di piume e l’avvicinò all’unico elemento che li separava dalla presunta via della salvezza.

Quello era lo stesso passaggio usato da Chatot assieme ad Ash e Serena per arrivare alla sala riunioni segreta, dove avevano conversato sulla loro condizione speciale, ma questo non era necessario rivelarlo agli altri cadetti, dovevano solo concentrarsi ad uscire da lì e avere meno pensieri per la testa possibili. 

Girò la chiave e in un click la porta si sbloccò. Portò l’ala verso la maniglia e iniziò ad aprirla verso di sé.

Si aspettava di trovarsi un cunicolo buio e vuoto. 

Non di trovarsi faccia a faccia con un ammasso rosa pallido e due occhi neri come la pece, con solo due pupille rosse fuoco ad illuminare come un laser la faccia dell’individuo. 

“CAPITANO!?” Squittirono tutti i presenti meno Chatot, il quale non esitò ad aprire le ali spalancate e ad urlare. 

“TUTTI VIA DA QUI! PRESTO!!” 

Trovarsi il Capitano di fronte agli occhi aveva fatto scattare subito il campanello d’allarme nel cervello del pennuto. Non era nemmeno servito pensarci, aveva fatto tutto il suo istinto di sopravvivenza. 

“YOOOOM….” tuonò la voce di Wigglytuff, facendo indietreggiare tutti i presenti, i quali non si erano mossi nonostante il comando di Chatot.
Erano pietrificati.

L’uccello rilasciò il suo attacco Schiamazzo e sebbene non riuscì a fare chissà cosa, fu sufficiente a far rotolare Wigglytuff indietro nel tunnel da cui era provenuto, essendo leggermente in discesa. 

Ma non avrebbe recuperato molto tempo, al massimo un minuto.

Si girò verso gli altri, ancora lì impalati e li rimproverò con espressione severa e allarmata “VI HO DETTO DI ANDARE VIA!” Si sentiva un ipocrita, perché pure lui non aveva reagito la prima volta quando era stato attaccato da Sunflora, ma il suo riuscire a fuggire era stato tutto frutto della fortuna e del sacrificio di Golem. Non poteva permettersi gli stessi rischi con un gruppo intero da proteggere.  “TORNATE AL PIANO DI SOPRA!”

“Ma il blocco sarà ormai già stato distrutto!” 

“Come faremo a fuggire poi?”

“Saremo circondati e attaccati!”

“Il passaggio dietro le bacheche delle missioni è troppo piccolo perché ci passino tutti!”

“E poi non sarebbe rischioso salire addirittura due piani?”

Il caos che stavano provocando con i loro versi pieni di panico iniziò a mandare Chatot in totale esasperazione. Di questo passo Wigglytuff li avrebbe raggiunti ed eliminato ogni sforzo fatto da Chatot di guadagnare loro tempo. 

Vero, era un rischio tornare indietro, ma era la loro unica opzione.
Perché una via c’era.

“WIIIII”

Il tempo era scaduto di nuovo. 

Chatot lanciò uno sguardo verso il cunicolo da cui erano provenuti e poi verso quello dal quale proveniva il verso del Capitano. Continuò ad alternare tra i due, mentre il suo cervello lavorava ad una soluzione. 

Non poté che prendere l’unica estrema che gli balenò in mente.

Zampettò con urgenza verso gli esploratori in cima al gruppo e con sguardo duro riprese a parlare "Ritiratevi come vi ho detto, intanto vi coprirò le spalle" disse a bassa voce.

"Cosa?" mormorarono confusi i presenti, talmente tanto da mascherare la paura che li animava.

"E' un ordine. Andatevene alla svelta. Se volete salvarvi l’unica cosa che potete fare è tornare indietro."

"E lei cosa farà? E-E da dove potremo fuggire? E se ci sono già Pokémon infetti ad aspettarci?" Domandò Loudred nascondendo il più possibile la sua agitazione, persino lui stava perdendo la compostezza.

Chatot abbassò appena la testa ma non distolse lo sguardo dal Pokémon rosa che si avvicinava lentamente "Il Capitano ormai se n’è andato e non potete fare altro che fuggire! Non è come gli altri, è il più forte e farà un sacco di vittime. Solo io posso tenerlo occupato abbastanza tempo affinché sappiate!"

Tra i cadetti cadde un profondo senso di angoscia, ma almeno sembravano ascoltare sia loro che gli altri fuggitivi. 

"Entrate nell'ufficio del Capitano, dietro il telo troverete una botola con un passaggio segreto che vi porterà ad un'uscita secondaria! Per aprirla c'è un modo speciale, ma non so quale sia. Non ho mai preso quella strada, solo il Capitano l'ha fatto. Ma sono sicuro che capirete come passare oltre." 

Voltò appena la testa verso di loro, assicurandosi che le sue parole arrivassero chiare e autoritarie “Vero, potreste rischiare di incontrare i Pokémon che cercavano di sfondare la barricata, ma se avete qualche chance che ancora non sia successo dovete sfruttarle ora! Non perdendo tempo qui con me! Ogni secondo è vitale! Inoltre, non verrete contagiati al solo tocco, quindi avreste modo di provare a respingerli. E’ la vostra unica opzione. Meglio loro che affrontare il Capitano.”

"S-Signore..." mormorò Floette con apprensione "Ma lei finirà-"

"Un capitano affonda sempre con la sua nave... e un secondo cade sempre con il suo capitano. Dovete andare!"

Tra la paura e la confusione i Pokèmon fecero alcuni passi allontanandosi, ma non sembravano davvero intenzionati a lasciare il loro superiore.

Chatot digrignò il becco, alzando il tono di voce "Avete dei Pokémon estranei alla Gilda sotto la vostra responsabilità, è vostro compito tenerli al sicuro! E non serve a nessuno che voi finiate come tutti gli altri! Abbiamo lasciato che tutti coloro rimasti fuori fossero attaccati, il minimo è tenere al sicuro coloro che si sono salvati!”

Passarono altri secondi, duranti i quali Chatot rimase a fare da scudo sul varco della porta. Improvvisamente Wigglytuff decise di cessare la camminata e partì alla carica, scagliandosi verso il suo secondo e finendo per scontrarsi testa a testa contro di lui.

Tutti dietro di lui sobbalzarono, alcuni rilasciando gemiti di terrore, forse anche piangendo, altri trattenendo l'impulso di avvicinarsi ad aiutarlo. Lui però rimase saldo sulle sue zampe e fece resistenza.

Chatot guardò negli occhi il suo caro amico con dolore, quelli che gli avevano sempre trasmesso tanta… stranezza ma anche un grande spirito. Ora non riusciva a leggere più nulla in lui, era come se si fosse svuotato da ogni briciola di anima e voleva risucchiarla a lui di conseguenza.

Non aveva avuto nemmeno un istante per piangere il suo amico e nemmeno era nella condizione di poterlo fare, ma aveva fatto una promessa.
Avrebbe protetto i membri della gilda.

E Wigglytuff si sarebbe trovato d’accordo con la presa di posizione appena messa in atto.

Con la coda dell'occhio osservò che nessuno si era ancora mosso e sentì una stretta al petto. Una mista di frustrazione, preoccupazione e rabbia. Si trovò sul punto di urlare nuovamente, ma stavolta qualcuno lo anticipò.

"Ragazzi, seguiamo le direttive." La voce che parlò non sembrava lasciar spazio ad alcun dibattito.

Scaturì ancora più shock, soprattutto ai cadetti, quando notarono che la voce proveniva dal loro compagno Bidoof.

Il castorino si fece avanti e con le movenze del corpo sembrò invitarli a darsi una mossa "Dobbiamo andarcene, adesso." Alzò un po' il tono "E' dura lasciare indietro i nostri amici e  le persone a cui teniamo, ma il signor Chatot ha ragione. Non potremo aiutare nessuno stando qui e facendoci catturare!"

Non si sarebbe mai aspettato lui stesso di trovarsi in quella situazione. Non tanto la semi-scena apocalittica, ormai quella pareva all’ordine del giorno viste le capacità di alcuni Pokémon ostili o della semplice e a volte crudele madre natura, piuttosto il fare da voce della ragione. 

Non ci sarebbe mai riuscito se non fosse stato per il suo ultimo incontro con Ash e Serena prima che lasciassero la gilda. Aveva avuto modo di riflettere molto ed i sentimenti dei due amici erano più comprensibili e immedesimabili che mai.
Quel senso di colpa che ti mangia dentro, quello di lasciare indietro qualcuno e di sapere che qualcosa di brutto gli fosse accaduto.

Chissà quante volte avevano dovuto provare quelle sensazioni, pur credendo nell’ideale che nessuno vada abbandonato.

Forse proprio coloro che supportano quella morale sono quelli che ci soffrono di più nel doverci andare contro.

 

Ora era lui in quella posizione e doveva per forza prendere le redini del gruppo. Non come leader, ma qualcuno che li tenesse coesi, perché era l’unico che aveva potuto digerire il crudo messaggio. 

Poteva e doveva farcela. 

I cadetti si scambiarono degli sguardi frastornati, ma le parole di Bidoof e il suo coraggio, così divampanti, sembrarono smuoverli finalmente.

Se Chatot avesse potuto voltarsi, avrebbe mostrato un sorriso pieno di orgoglio verso Bidoof, ma non essendo possibile, si limitò a dare un’ultima smossa “Forza, ascoltate Bidoof”

E il castorino, con l'amaro in bocca gli voltò le spalle, correndo a quella che era la coda del gruppo e trascinandoli a partire "Forza ragazzi, di corsa!"

Non era un momento ideale, ma il pappagallo provò un enorme sollievo nel sentire i passi agitati di tutti allontanarsi dal luogo.  

"Buona fortuna" Smorzò un sorriso l'uccello mentre i pochi superstiti sparirono man mano al piano di sopra.

"Ora, a noi due..." Mormorò in direzione del Capitano.

 

 

Fecero appena a tempo ad aprire le porte dell’ufficio del Capitano quando sentirono un enorme fragore provenire dal primo piano sotto terra, seguito poi da rumori di zampe, calpestii e masse che cadevano. 

Subito tutti coloro che erano in testa si fiondarono all'interno, mentre gli altri attraversavano la stanza con l’obbiettivo di raggiungerli. 

Alcuni corpi di Pokémon iniziarono a fare capolino dalle scale che portavano di sopra e i cuori di tutti iniziarono a pulsare come non mai. Sia chi era in fuga verso la salvezza, sia chi era alla porta ad attenderli, fremendo per chiuderla e sbarrarla. 

“FORZA!!” Gridò Bidoof incoraggiando i Pokémon restanti. 

Loudred, in fondo al gruppo, diede uno spintone ai civili di fronte a lui, scaraventandoli direttamente di fronte alla porta dell’ufficio, ma rallentando così il suo stesso passo. 

Non riflesse molto al suo gesto, ma bastò il suo sesto senso a fargli capire che in qualche frazione di secondo sarebbe stato assaltato e per questo urlò poderosamente “CHIUDETE LA PORTA!!”

“LOUDRED!!” Gridarono Zorua e Bidoof sulla soglia della porta, mentre osservarono un Electivire avanzare una zampata verso il loro compagno. 

Pensavano ormai fosse tutto finito, che avrebbero dovuto lasciare indietro il loro amico e chiudergli la porta in faccia come aveva chiesto, per evitare che la massa di Pokémon dietro all’aggressore, tutti contaminati come lui, li raggiungessero.

Sembrava che ormai fosse in balia dell’onda che presto lo avrebbe travolto.

Invece, di fianco a loro passò un Lanciafiamme e andò a colpire dritto Electrivire prima che potesse sfiorare Loudred, buttandolo indietro e creando un tumulto assieme agli altri Pokémon appena scesi.
Fu una questione di tre secondi, ma bastarono all’esploratore per allontanarsi sufficientemente da non essere aggrappato da altre zampe estese verso di lui e correre goffamente ma rapidamente verso i compagni. 

Non sprecarono neanche un istante, chiudendo subito la porta e buttandoci davanti tutti gli oggetti preparati da coloro che stavano all’interno per barricarla.

Subito si sentirono dei colpi e la maggiorparte dei Pokémon più grossi dovette pressare per non permettere ai Pokémon all’esterno di fare breccia e consentire agli altri superstiti di aggiungere oggetti per bloccare il passaggio.

Quando sembrò essere tutto abbastanza stabile, si occuparono di nuovo di usare rocce, fanghiglia e terra solidificata per rendere il blocco consistente e finalmente poterono tirare un sospiro di sollievo.

Ancora li faceva fremere il pensiero che era solo un attimo di pace momentanea, ma fu già molto rassicurante sapere che avevano raggiunto l’unica via di fuga senza farsi subito catturare.

“Ehi…” Loudred si lasciò cadere un attimo sul pavimento, offrendo un sorriso stanco ma riconoscente a Vulpix, il quale era l’unico possibile artefice del suo salvataggio “Grazie, senza quel Lanciafiamme sarei stato spacciato”

Salandit annuì, un sorriso mesto sul suo muso allungato: "Hai avuto una risposta molto pronta…”

La volpe ricambiò il sorriso leggermente imbarazzata. “Noi esterni alla gilda siamo già un peso extra a cui dovete badare, il minimo è aiutarci a vicenda. Non siamo esploratori ma abbiamo anche noi dei doveri Pokémon”

Loudred apprezzò con sorpresa il commento, ma si limitò ad un cenno con il capo. Era vero, dovevano aiutarsi tutti e collaborare come un’unica forza per poter tirare duro.

E sembrava essere un messaggio che tutti avevano percepito ormai, forse scossi dal sacrificio di Chatot, a cui cercavano di non pensare troppo per non scoppiare a piangere, e alla guida di Bidoof. 

Avevano trovato subito il passaggio. Proprio come detto da Chatot, dietro il telo sul muro in fondo alla stanza, vi era una specie di asse rotonda di legno. Tuttavia, non c'erano serrature e sembrava essere collegata a qualche strano meccanismo nella roccia.

"Penso che non ci resti altro che sfondarlo..." sospirò Loudred alzandosi da terra e testando i muscoli del braccio.

Fece per avvicinarsi, ma Bidoof si mise in mezzo freneticamente, cercando di impedirglielo "Aspetta! Se lo fai probabilmente crollerà tutto!"

"Uh?" domandò il Pokémon viola confuso.

Bidoof scosse la testa, avvicinandosi alla parete legnosa. "Oltre che sarebbe troppo facile e il Capitano non sarebbe così sprovveduto da fare un passaggio facilmente sfondabile, penso ci sia un sistema che colleghi le assi ad alcuni sostegni nelle pareti. Temo che sfondando anche solo questa parte tutta la struttura crollerà con noi..."

Il discorso aveva senso, talmente tanto che tutti i presenti sembrarono perdere lo scarso ottimismo ritrovato. Loudred si toccò il capo, fregando con la mano frustrato "E allora cosa facciamo?! Non abbiamo tempo!"

"E' anche colpa nostra che ci siamo fermati troppo quando Chatot ci ha detto di sbrigarci..." mormorò Zorua con una sua forma di altrettanta frustrazione. Non avrebbero nemmeno rischiato di incontrare direttamente gli infetti se si fossero mossi subito. Avrebbero raggiunto e barricato lo studio prima che essi sfondassero il blocco tra il piano terra e il prima sotto il livello.

Questo fece zittire gran parte dei presenti, lasciando in sottofondo solo il suono di scontri e mosse provenienti da fuori la stanza.

"Cerchiamo intanto dei possibili pulsanti o qualcosa che avvii il meccanismo di apertura..." Bidoof stesso sentiva ansia, forse più di chiunque altro. Tuttavia, doveva tirare dritto.

Sapeva di non essere stupido e nemmeno così ottuso come pareva. Lo aveva detto ad Ash e Serena... poteva dimostrarlo.

Annusò in giro e osservò ciò che lo circondava. Non sembrava esserci nulla che potesse davvero sbloccare il portale. I suoi compagni stavano spostando tappeti, casse e piante, toccavano i muri e analizzavano le torce per il fuoco.

Eppure l'unica cosa che davvero catturava il suo occhio erano degli strani segni per terra.

Provò a toccarli con una zampa, ma non causarono nulla, quindi di nuovo lì tornò ad osservare, notando la quantità e la disposizione. Man mano trovava qualcosa di sempre meno casuale in loro.

Parevano della dimensione di zampe, a pensarci bene... quelle di un Wigglytuff. Aveva fatto abbastanza turni da sentinella per esserne sicuro.

"Loudred" chiamò lui l'amico.

Il Pokémon alzò lo sguardo e si avvicinò "Hm?"

"Abbiamo fatto un sacco di turni da sentinelle assieme, giusto?"

"Fin troppi..."

"Forse invece è meglio così. Vedi queste impronte?" domandò indicando i segni sul terreno "Magari non hanno proprio la forma distinta di impronte, ma non pensi che per la pressione applicata in determinate zone... possano vagamente sembrare quelle di un Wigglytuff?"

Loudred inclinò appena la testa, osservando con occhi strizzati, ma dalla sua espressione Bidoof sembrava capire che in effetti forse aveva sollevato un punto importante "In effetti..."

 "Non sembrano distinte da una camminata e sono in un ordine casuale ma anche determinato."

"Quindi intendi dire che sono segni di salti?"

"Non proprio..." Bidoof guardò meglio. L'apparenza gli ricordava molto quei grossi fogli di carta su cui vi erano disegnati i passi da seguire per le danze rituali di alcuni branchi e tribù, oppure per canzoni da festa.

Danza... balletti...

Il suo volto si illuminò.

Un balletto… il balletto del Capitano...

Il balletto della Mela Perfetta.

 

Posò le zampe sulle aree segnate, più l'idea balenava nella testa, più era sicuro che i segni fossero marcati appositamente.

Socchiuse appena gli occhi, cercando di riesumare alla memoria i movimenti fatti dal Capitano quando era in preda alla gioia per le sue adorate mele. Con la mente impegnata a guidarlo, iniziò a posare i passi su alcuni dei determinati segni e in sequenza iniziò a muoversi. 

I Pokémon presenti smisero di cercare e puntarono tutti gli occhi su di lui, impegnato in buffi movimenti.

"Bidoof... sei così disperato da metterti a danzare?" domandò Zorua perplesso.

"E' la danza!" Esclamò lui aprendo gli occhi.

"La danza?" domandarono tutti confusi e titubanti.

Il castorino si rimise su quattro zampe e annuì "Il balletto delle Mele Perfette del Capitano è la soluzione! I segni corrispondono ai passi e probabilmente completandola potrebbe aprirsi il passaggio!"

Il silenzio degli altri continuò, mostrando tutti i loro dubbi in merito. Sebbene fosse qualcosa di totalmente fattibile, conoscendo Wigglytuff, allo stesso tempo era molto strambo per essere la loro unica fonte di salvezza.

*THUMP* si sentì un forte tonfo provenire da fuori lo studio.

"Dobbiamo sbrigarci! Non c'è tempo! E' la nostra unica opzione al momento!"

"Va bene, come procediamo?" subito aderì Loudred al tentativo, dando man forte all'amico. Tanto valeva provarle tutte ormai. Se dovevano fallire, meglio farlo tentando ogni opzione fino all’ultimo. Dopotutto, era per una frazione di secondo che si era salvato. a questo punto anche gli elementi più piccoli e improbabili facevano la differenza.

Bidoof sorrise con determinazione "Io ho quattro zampe e sono leggero, ho paura che sarebbe più complicato. Per te Loudred sarà più semplice! Devi fare tu la danza!"

"A-Ah..." Questo però non era un elemento su cui si era soffermato. Doveva ballare?

"Forza!" Incitò lui.

Loudred sudò freddo, le sue spalle si abbassarono afflosciate. Non c'era altra scelta...

Si mise sui segni e si preparò, imbarazzato, a iniziare. "Io non ricordo bene però, mi guidi tu?"

"C-Certo!" annuì il castorino, indicandogli dove muoversi man mano.

Sarebbe stata una scena esilarante se non fosse stata per una questione così drammatica. Pian piano Loudred si mosse cercando di imitare il Capitano e ignorando i suoni sempre più potenti provenire dall'esterno. I battiti contro la porta aumentavano e non si poteva dire quanto avrebbe retto la barricata. 


Poteva essere minuti così come secondi.

Appena mise il passo sull'ultimo segno, improvvisamente si sentì un rumore provenire dalle pareti. Pian piano, uno spiraglio di vento entrò nella stanza e i Pokémon videro la porta di legno spostarsi leggermente come una porta a scorrimento.

Sì, era davvero in linea con il pensiero del Capitano…

Ma ce l'avevano fatta; e solo quello contava. Una volta controllato che non vi fossero altri Pokémon che sbucassero a sorpresa dalla seconda uscita tentata, finalmente una scintilla di speranza si riaccese in loro.

"Tutti dentro! Via, via, via!!" dissero Loudred e Bidoof con premura. Erano sollevati, ma non potevano abbassare la guardia.
Sarebbe arrivato il momento di fermarsi a tirare sospiri di sollievo, semplicemente non era quello.

In corsa saltarono tutti all'interno del buco nella parete e corsero dentro al tunnel. L'ultimo ad entrare fu Loudred, il quale, non appena oltrepassò, tirò giù velocemente il telo, coprendo la visuale della stanza. Gli bastò inoltrarsi di qualche passo nel cunicolo per sentire l’asse tornare nella sua posizione originale, chiudendo il passaggio e facendo calare il buio.

 …

Anche da tutt’altra parte il mare era in tempesta, ma non quella che si era abbattuta su Borgo Tesoro. 

Kyogre, emerso dagli abissi più profondi, si ergeva di fronte ad Ash e Serena ed era pronto ad attaccare.

"Attenta!" gridò Ash notando un gigantesco mulinello d'acqua piombare verso l’amica, che cogliendo l’avvertimento lo schivò all'ultimo. Il pelo le si rizzò appena sentendole passare di fianco l’acqua fredda e violenta. 

"C'è mancato un pelo" mormorò "Grazie Ash!"

Lui annuì, tornando a fissare l’avversario.
Erano riusciti ad arrivare abbastanza facilmente alla fine del Dungeon, anche grazie agli attacchi elettrici del Pikachu. Tuttavia, avevano avuto davvero poco tempo per pianificare una strategia per affrontare la minaccia più grossa che li divideva dall’ambito tesoro. 

Tutto era basato sulla strategia, perché per quanto fosse utile la tipologia di Ash, contro un Kyogre e con Serena in netto svantaggio sarebbero stati costantemente a rischio in uno scontro diretto e senza trucchetti.

Inoltre, Kyogre non sembrava particolarmente incline ad ascoltarli. Non avevano nemmeno potuto tentare di aprire bocca che li aveva accolti con un ruggito e la promessa di annegarli per aver solo sfiorato il suo territorio.

“Voi creature di terra siete tutte uguali. Entrate nel mare e volete godere dei suoi tesori e benefici, con l’arroganza di saper nuotare o persino di poterlo gestire come volete, ma poi non accettando la sua natura a tante facce! Incapaci di affrontarla, vi inoltrate in un territorio di cui conoscete i rischi, che non vi appartiene; non lamentatevi se finite per annegare dove sapevate che sarebbe stato possibile!” Gli occhi dell’orca si accesero di un rosso luminescente e il livello dell’acqua iniziò ad alzarsi.

Il pavimento della grotta in cui si trovavano fu presto inondato e i due furono costretti ad arrampicarsi sulle sporgenze e pilastri che si ergevano verso l’altro. Le pareti erano abbastanza scivolose e solo grazie alle loro piccole unghie riuscirono ad alzarsi di qualche metro.

Ma non sarebbe stato sufficiente, il pilastro su cui camminavano era basso. Le onde li avrebbero travolti lo stesso. 

“Ash! Dobbiamo raggiungere un punto più alto!” Urlò Serena guardando sotto di lei e come la seguiva rapidamente il volume dell’acqua. Non aveva mai avuto nulla di particolare contro l’acqua, nemmeno una volta diventata una Fennekin, ma questo l’avrebbe potuta uccidere in mezzo secondo. 

Il Pikachu cercò di guardarsi in giro in fretta e furia, cercando un possibile appiglio, ma non c’era nulla che potessero raggiungere con un semplice salto.
La sporgenza più vicina, vicina ad altri pilastri che salivano ancora più in alto, era a parecchi metri di distanza e non potevano certamente raggiungerla a nuoto senza essere trascinati direttamente nella bocca di Kyogre. 

Se solo fosse stato possibile sfruttarle per arrivare a destinazione…

“Forse…” Ragionò Ash, facendo due calcoli veloci in testa. Non era un genio, ma aveva maturato molta inventiva durante i suoi anni di allenatore e trovare nuove strategie di adattamento alle situazioni era essenziale. 

Non poteva che tentare a questo punto. Non avevano altre opzioni e se doveva fallire lo avrebbe fatto provando.
Forse, nell’ipotesi migliore in cui il piano sarebbe fallito, Serena avrebbe raggiunto l’altra sporgenza, mettendosi in salvo, e lui sarebbe intervenuto fulminando l’acqua disperatamente fino ad esaurire tutta l’elettricità in corpo. 

“Serena! Quando te lo dico tu salta!”

L’espressione della volpina esprimeva chiara incertezza, ma non si oppose né espresse dubbi in merito. Ormai conosceva Ash a sufficienza per sapere quando una delle sue folli idee poteva essere geniale. Inoltre, sapeva che non l’avrebbe mai messa in pericolo appositamente, si fidava ciecamente di lui. 

“Ok… e poi?”

Ash attivò Codacciaio, sentendo un peso in più aggiungersi al corpo ma anche più solidità. “Poi usa Fuocobomba verso questa parete e non fermarti fino a che non saremo sull’altra sporgenza”

“Va bene”

Il topino osservò l’acqua che si abbatteva ai loro piedi e prendendo un grosso respiro per calmare i propri nervi mollò la presa e si lasciò cadere. 

“Ora!!” 

Serena pure mollò la presa, fiato già accumulato nei polmoni, e non appena sentì due zampe avvolgerla sputò il suo più forte Fuocobomba. I due vennero scaraventati all’indietro parallelamente con l’acqua e ben presto il loro peso rimase sospeso, con la Coda di Ash che li teneva in equilibrio sulla superficie delle onde, quasi stesse surfando. 

L’attacco di Serena collise con la parete del pilastro su cui erano arrampicati in precedenza e prendendo sempre più velocità grazie alla propulsione e la corrente, la coppia di amici si ritrovò a schizzare da un lato all’altro della grotta.

Con la coda dell’occhio Ash osservò la sporgenza avvicinarsi “Serena aggrappati!”

Non guastando un attimo, la volpe di tipo fuoco cessò il suo attacco e, voltandosi appena tra le braccia dell’amico, si allungò per afferrare con le zampe anteriori il loro punto di salvezza.

Riuscì nell’intento, ma dovette affondare le unghie nel terreno roccioso per impedire alla perdita di equilibrio della coda del compagno e la corrente di trascinarli via.
Facendo forza nei suoi arti e portando la testa in avanti tirò su con tutta se stessa il proprio corpo e quello dell’amico, aggrappato saldamente alla sua vita, fino a che non furono entrambi con le zampe a terra. 

“Non penso farò mai più surf, nemmeno quando tornerò a camminare su due gambe…” sospirò lei tra uno sbuffo e l’altro, mentre cercava di riprendere fiato. 

“Mi trovo d’accordo…” disse lui puntando subito ai pilastri che salivano in alto “Stiamo rimandando l’inevitabile… di questo passo riempirà tutta la grotta”

“E la bolla d’aria sparirà, finiremo per sbattere contro il soffitto al massimo”

“Forse se riuscissi ad avvicinarmi a Kyogre…” abbassò appena le orecchie Ash, pensando ad alta voce alla più rischiosa delle idee “Magari buttarmi nel mulinello e elettrizzarlo è davvero la migliore opzione”

“E’ certamente la migliore opzione per farti divorare” lo ammonì Serena, ovviamente contrariata “Non lo farai, non se ne parla! Fosse una lotta Pokémon il massimo rischio sarebbe perdere, qui però ci giochiamo la vita.” 

“Però non abbiamo tante alternative!” Sbracciò lui, cercando di non alzare troppo la voce. Non voleva litigare con Serena, anche perché sapeva che stava solo cercando di non fargli fare mosse avventate o proprio stupide, che era effettivamente come funzionava normalmente nel loro rapporto. “Devo attaccarlo in qualche modo e con te che rischi il doppio-”

Si accorse giusto qualche parola in ritardo che avrebbe potuto risparmiarsi il commento, vedendo le orecchie della Fennekin afflosciarsi appena. Lui e la sua dannata boccaccia! “A-Ah non intendevo in quel senso-!” agitò le zampe di fronte a sé.

Lei sospirò, anche la coda abbassandosi “Lo so, è solo un dato di fatto che sono un peso per questa missione” Ash aprì la bocca per ribattere, ma lei lo anticipò continuando “Sono un tipo fuoco e lui un Pokémon leggendario di tipo acqua, non è colpa di nessuno se sono diventata il Pokémon che sono. Va bene così…”

“Ehi… anche io sono stato in difficoltà quando abbiamo dovuto affrontare Groudon o i Pokémon che lo precedevano nel suo Dungeon.” Provò a supportare, appoggiandole una zampa sulla spalla. 

“Sì, ma potevi fare qualcosa, io qui sono praticamente un pesce fuor d’acqua. L’unico modo in cui possa aiutare è farmi inghiottire direttamente e bruciargli la lingua!”

“Non lo farai, non se ne parla.” borbottò lui imitando il precedente monito dell’amica, la quale ridacchiò appena. 

“Non lo farò… ma dobbiamo trovare un’altra soluzione.”

“Non potrete scappare per sempre! L’oceano può alzarsi più di quanto crediate!” Una voce dal basso tuonò. 

“Già…” concordò lui. 

“Aspetta… e se…” Ragionò lei. C’era un modo, era folle e rischioso, ma poteva funzionare. 

Il Pikachu piegò appena la testa incuriosito “E se…?”

La volpina alzò di scatto la testa “E se davvero mi facessi inghiottire?” 

…Eh?

Ci volle qualche secondo per permettere ad Ash di recepire il messaggio. “Come scusa!?” esclamò lui sbigottito. Per caso le aveva fatto andare dell’acqua alla testa mentre surfavano? Da quando proponeva certe pazzie? Quelle erano il suo campo!”

“Ascolta, può funzionare!”

“No.”

“Ma ho un piano!”

“E io ho una buona e quindi bruttissima idea di come potrebbe andare a finire!” scosse la testa il Pokémon elettrico “Lo hai detto tu che qui ci giochiamo la vita! Non gli serviremo la tua su un piatto d’argento formato antipasto!”

“Ash.” gli appoggiò una zampa sulla sua, cercando di placarlo “Ascolta il mio piano prima, non ho intenzione di rischiare più del necessario.”

“...” gonfiò appena le guance lui non completamente convinto, ma poi decise di lasciar andare un sospiro e almeno ascoltare la proposta. Sapeva che Serena non tendeva a fare piani eccessivamente rischiosi, quindi forse era meglio di quanto suonava.

Gli regalò un sorriso dolce e comprensivo “Hai presente la parte di Pinocchio dove viene ingoiato dalla balena?”

“Uh, sì?”

“Per uscire lui decide di appiccare un incendio alla barca con cui Geppetto era arrivato, in modo da fargli aprire la bocca e uscire!”

Ash si grattò il capo, cercando di collegare i tasselli “Quindi vuoi ispirarti alla storia per attaccare Kyogre?”

“Esatto!” Annuì lei “Come sappiamo, attaccare Kyogre per te è possibile anche da distanza, perché puoi elettrificare l’acqua. Tu proverai di nuovo a surfare come hai fatto prima e userai un attacco di tipo elettro. Il danno gli arriverà sicuramente!”

“Ok…”

“Ti sarai avvicinato molto e si concentrerà su di te, ma a quel punto avrà già subito parecchi danni e se mantieni a lungo la tua mossa probabilmente terrà la bocca aperta abbastanza tempo per farmi saltare ed entrare! Lì entro in gioco io. Non posso fargli nulla dall’esterno, ma all’interno, dove ha i punti più sensibili, posso fare abbastanza danni da metterlo fuori gioco! E sarà talmente distratto che tu potrai aiutare con qualche attacco se serve!”

Era un buon piano, davvero brillante, ma Ash non era del tutto conquistato. Il fattore di rischio era altissimo e se per lui era facile mettersi a rischio, non lo era altrettanto accettare che qualcuno a cui tenesse facesse altrettanto. Non era forse simile al suo piano precedente? “Perché non posso farmi ingoiare io? Sarebbe molto più efficace e rischierei meno di farmi male se decidesse di sputarmi fuori con un getto d’acqua”

“Non lo farebbe per lo stesso motivo per cui non perderebbe tempo ad usare un getto d’acqua contro di me mentre gli salto addosso o perché non ti ingoierebbe di principio. Sa che lo fulmineresti facilmente se ti ingoiasse e sa che deve concentrarsi su di te se ti avvicini, non varrebbe la pena fare lo stesso con me. Potrebbe affogarmi a distanza” 

“Ma se uso una mossa elettrica poi dall’esterno mentre tu sei dentro finirai per essere colpita anche tu!”

“Non servirà, tu lo userai fino a che non entro e poi basterà Codacciaio sul suo muso per tenergli la bocca chiusa”

“Non saprei…” Tornò ad aumentargli il dubbio. Sapeva che era il piano migliore che avevano si fidava pienamente di Serena. Era sicuro potesse funzionare e gli avrebbe affidato la sua vita in qualunque momento, ma era proprio per quello che si sentiva a disagio. A dipendere del piano non era la sua vita, ma quella dell’amica. 

E Serena questo lo poteva percepire, sapeva che Ash non dubitava di lei “Lo so che è un piano condizionato da tanti se, ma è l'unica alternativa che può davvero funzionare e non ucciderci all’istante”

Ash sospirò, sapendo perfettamente che Serena aveva l’unico piano concreto e che più avrebbero atteso, meno chance avrebbero avuto di sconfiggere Kyogre. “Ok, proviamo.” Annuì acquisendo determinazione. 

Serena pure annuì cercando di trovare la carica. Si girò verso il Pokémon leggendario, avvicinandosi al mulinello, quando l’amico l’aggrappò leggermente per la coda “Aspetta.”

Si girò verso di lui, osservandolo confusa per un momento. Riuscì a leggere subito nei suoi occhi color ambra un… tocco di paura?
Ma sapeva che era, molto probabilmente, timore per lei e non per se stesso.

“Fai attenzione.” Disse con un tono così serio e premuroso da essere quasi raro. Aggiunse però poi sdrammatizzando appena “Ricorda che sono io quello spericolato tra noi due”

“Era ora che qualcuno ti rubasse il trono” ridacchiò lei, assumendo poi un sorriso rassicurante “Prometto che starò attenta”

E senza scambiarsi più nessuna parola, entrambi saltarono in due direzioni diverse.
Serena passò di scoglio in scoglio, cercando di avvicinarsi al Pokémon leggendario, che subito la notò ma non provò ad attaccarla.

La sua attenzione era puntata su Ash, il quale grazie a Codacciaio si era gettato tra le onde del mulinello e provava a rimanere in equilibrio mentre surfava in tondo.
Su una cosa Serena ci aveva già preso, Kyogre era confidente di poter eliminare l’amica in un secondo momento, la sua preoccupazione era non far avvicinare Ash dove non avrebbe potuto colpirlo.

Il movimento circolare del Pikachu era difficile da seguire, soprattutto perché riusciva a controllarsi e non era semplicemente inghiottito dall’acqua. 

“Ti prendi forse gioco della potenza del mare?!” Ruggì l’orca leggendaria cercando di aumentare la velocità per far cadere la piccola peste e annegarla prima che potesse elettrizzare l’acqua. 

“Certo che no! Anzi, la rispetto per la forza che mi sta prestando!” Rispose Ash caricando le guance e rilasciando un potente Fulmine che si propagò tutto attorno. Ci mise poco a raggiungere Kyogre, il quale non poté far altro che ruggire in preda al dolore. 

Il suo dimenarsi era un tentativo di rendere più violento il mulinello e far ribaltare il Pikachu. Tuttavia le sue intenzioni non sembrarono portare a molto frutto. 

“ARRRRRRRRGHHHHHHHHH!!”

Il Pokémon di tipo elettro tenne lo sguardo alternato tra il nemico e Serena, la quale era sempre più vicina all'obiettivo. 

Non sarebbe resistito a lungo, ma per sua fortuna ci volle poco per la volpina ad arrivare ormai in prossimità del nemico. Lanciò un’occhiata al compagno e con cenno del capo gli diede il segnale.

Sarebbe stata una bugia dire che non aveva la minima paura a saltare diretta nelle fauci di Kyogre, ma tra le tante cose imparate da Ash, vi era anche la regola del rischio.
Era meglio non pensare, lasciare che fosse l’adrenalina a parlare.

Con quella convinzione la Fennekin saltò dritta verso il nemico e tutto ad un tratto il Fulmine cessò come previsto.
Kyogre ebbe giusto il tempo di riprendersi dallo stordimento e vedere la macchia di un Pokémon entrare dentro la sua bocca ancora spalancata. Accontentò il bocconcino, non tentando nemmeno di sputarla. 

Chiuse le fauci e per un istante Ash sentì un brivido corrergli lungo tutta la schiena. Anche se sapeva che era parte del piano non lo rendeva meno sconcertante. Eppure non poteva farsi prendere dall’esitazione in quel momento.

Saltò anche lui in aria, diretto verso il capo dell’orca e con voce forte urlò “ORA SERENA!”

Kyogre non riuscì a comprendere in tempo le implicazioni, perché quando finalmente capì cosa potevano aver pianificato, sentì il bruciore invadergli la gola.
Era sensazione simile al bruciore di stomaco, ma molto peggiore. Doveva aprire la bocca, respirare, liberarsi di quella sensazione atroce. 

Fece per spalancare le fauci, ma un peso gli atterrò sul muso, tenendole ben chiuse. Il Codacciaio di Ash era stato potente e gli avrebbe lasciato un bel livido, ma non era comparabile al sentire tutto il corpo in fiamme. Per un tipo acqua poi, era davvero una cosa quasi inimmaginabile, impossibile. Eppure era esattamente come si sarebbe immaginato un forno. 

Serena continuava a sputare fiamme all’interno, cercando di aumentare sempre più la temperatura. Non ci sarebbe voluto ancora molto, una volta raggiunta la temperatura sarebbe sgusciata fuori dalla bocca aperta di Kyogre e Ash l’avrebbe finito con un Fulmine ravvicinato. 

Probabilmente un giorno avrebbe riso e provato disgusto per la sola idea di essere stata all’interno di un corpo. In quel momento però doveva concentrare le ultime forze. 

“Ci siamo quasi!” Le parole di speranza di Ash arrivarono alle orecchie fischianti del leggendario. 

Aveva ragione, era in una situazione talmente sconosciuta che sentiva il panico crescere. Non ci sarebbe voluto molto per approfittare del suo momento di debolezza.
Motivo per cui non poteva che affidarsi alla forza pura. 

La paura crebbe in rabbia e pian piano anche quella si tramutò in furia ceca.

Un’improvvisa luce illuminò tutta l’area e un’ondata di aura si propagò, facendo subito sbalzare Ash all’indietro. Il Pikachu ebbe la giusta fortuna di trovare un appiglio alle rocce attorno, anche se a distanza fin troppo ravvicinata al nemico.

Non si aspettò di vedere Kyogre mutare aspetto.
La sua massa si pietrificò per un istante e Ash sentì lo stomaco improvvisamente attorcigliarsi.

Perché mentre il corpo del leggendario iniziò a fluttuare e pian piano a creparsi come un guscio di roccia, tutto ciò che poteva ricordare era che Serena era ancora là dentro. 

“SERENA!” urlò non sapendo cosa fare. Doveva attaccare la bestia da distanza? Saltargli addosso? 

Sembrava sul punto di esplodere.

E una specie di esplosione ci fu. Un’energia potente scoppiò dal corpo di Kyogre e quando la corazza pietrificata si disintegrò, le dimensioni del nemico erano notevolmente superiori. Il manto blu faceva da contrasto con le strisce d’energia gialle che lo percorrevano sul corpo e si concentravano negli occhi. 

Se dentro di lui scorreva tanta potenza, cosa poteva essere successo alla sua amica?

Nonononono.

La bocca di Kyogre si aprì e un getto potente d’acqua si scagliò nell’aria e andò a colpire le pareti. La sua direzione variò, andando a distruggere quasi ogni pilastro e sporgenza raggiungibile dalle sue prede, in modo che fossero utilizzabili.
Ad un certo punto tra l’acqua sparata, Ash riuscì a scorgere una macchia gialla e il suo istinto scattò.

“Serena!!” Si lanciò in alto e riuscì ad afferrarla per la coda, finendo trascinato come lei contro un punto a caso della parete della grotta.

L’impatto fu duro, ed entrambi caddero a peso morto nelle onde che ormai si abbattevano violentemente in tutto il perimetro.

Ash cercava disperatamente di tenere la testa dell’amica a galla, provando ad ignorare il campanello d’allarme che risuonava al fatto che lei non stesse in alcun modo reagendo.
La sua urgenza cresceva sempre più in disperazione. Non poteva colpire Kyogre, le sue scosse sarebbero state insignificanti e per di più non poteva rischiare di ferire ulteriormente Serena, lì tra le sue braccia.

Gli serviva un appiglio, una galleria per uscire da lì, qualunque cosa per portare Serena al sicuro e impedire che annegasse.

Non poteva farla annegare.

Quello era il suo unico pensiero, guidato da un forte spirito di sopravvivenza. 

Cercò di vedere tra le onde e l’impotente massa del Pokémon leggendario levitava poco più avanti, sempre più vicina.

“Consideratevi onorati, quella a cui state assistendo è la mia forma superiore ed è una rarità assoluta che la usi” 

Stava perdendo le forze. Era davvero la fine?

“Ma è ora di finire questi giochetti! La vita è iniziata dall’acqua…-” 

Scorse dell’energia concentrarsi alla bocca di Kyogre e a quel punto sapeva che non c’era probabilmente nulla che poteva fare. Le onde in quel momento avevano cessato di sballottarli e li stavano tenendo fermi in un punto preciso. 

Non potevano più scappare. 

Ma il suo istinto e cuore lo rifiutava. Mai arrendersi, fino alla fine. 

No, non avrebbe ceduto fino all’ultimo istante. 

“-...e nell’acqua terminerà!” ruggì il nemico, lasciando partire un raggio dalla bocca, ben mirato verso di loro.

Il Pikachu attese il colpo, ma non chiuse gli occhi. Osservò l’attacco avvicinarsi sempre più, in quello che sembrava un momento fatto andare a rallentatore.

Forse anche per quello era riuscito a cogliere un secondo elemento avvicinarsi e collidere con esso, facendolo deviare.

Poi si sentì un altro ruggito da parte del leviatano "GRAHHHHHHHH!!" e le onde che lo tenevano fermo iniziarono ad allentare la loro spinta. 

Sentì due zampe avvolgersi attorno a lui rapidamente e il suo corpo alzarsi sopra il livello dell’acqua, venendo trascinato via. Era tutto scombussolato, ma abbastanza cosciente da riconoscere di essere stato messo sulla schiena di qualcuno. 

La voce del presunto Pokémon gli parlò. “Mi raccomando, non mollare la tua compagna. Tieni duro ancora un pò.” Non era calda, anzi aveva un nonsoché di tagliente, ma gli dava molta più rassicurazione delle grida di quel bestione da cui si stavano allontanando. 

Si limitò a fare come detto, perché in fondo la sua priorità era infatti assicurarsi che Serena stesse bene. Tutto il resto era secondario.

Dopo qualche scatto verso l’alto, un gira e rigira, finalmente si fermarono.

Era una delle ultime sporgenze disponibili, tra le più alte. Da soli Ash e Serena non l’avrebbero mai raggiunta, quindi chiunque fosse questo sconosciuto era davvero un abile saltatore. 

Scivolando pian piano giù dalla schiena del loro salvatore, Ash toccò il terreno con le zampe e forse mai più felicemente di quel momento. Rivolse subito uno sguardo alla volpina, finalmente lasciando che la preoccupazione lo pervadesse.

Tuttavia, il saldo e sicuro tocco del Pokémon dietro di lui lo bloccò per un istante, impedendogli di perdere totalmente la calma. “Sta bene, respira ancora. Ha solo perso conoscenza”

Passò qualche istante prima che Ash decidesse di rilasciare un respiro di sollievo. In quel momento, si girò lentamente verso il suo salvatore, per vederlo faccia a faccia.

Figura abbastanza snella, dalle zampe artigliate e il collo lungo. Pelle verde, pancia rosata e una foglia che gli partiva dal capo. 

Un Grovyle. 

L’unica cosa che il Pokémon di tipo erba offrì al Pikachu fu un sorriso di comprensione, prima di focalizzarsi nuovamente sulla minaccia, più furiosa di come l’avevano lasciata “Le presentazioni a più tardi. Dobbiamo sconfiggere in fretta ArcheoKyogre e-”

“ArcheoKyogre?” 

“Anche quello lo spiegherò dopo.” Rispose rapidamente “Sei ancora in grado di combattere?”

Combattere era un parolone. Avrebbe potuto scagliare ancora giusto qualche attacco, ma sentiva le sacche delle guance farsi… vuote. Inoltre il suo corpo era stremato dagli sforzi che aveva fatto per combattere le onde, i suoi muscoli parevano lacerati.

“Posso ancora usare qualche attacco, ma sono vicino al mio limite…”

“Non servirà raggiungerlo. Per quanto si sia rafforzato, in verità è più vulnerabile che mai. Avete fatto un buon lavoro e ora siamo estremamente in vantaggio se non usa attacchi di tipo ghiaccio. Lo bloccherò con Radicalbero e tu potrai salirci addosso, usando Fulmine” Si posizionò al bordo della sporgenza, una zampa più indietro dell’altra e postura pronta all’attacco. “Dopo la tempesta l’erba cresce più rigogliosa…”

I suoi occhi si illuminarono per un istante e Radicalbero emerse dall’acqua ai bordi della caverna, raggruppandosi attorno a Kyogre con violenza e stringendolo saldamente. Le pinne ormai limitate e il muso serrato lo limitavano di ogni movimento.

Il Pokémon orca cercò di dimenarsi ma furono vani i suoi tentativi. Fosse stato in acqua sarebbe stato avvantaggiato, ma fluttuando nell’aria era estremamente scoperto ed era ormai troppo indebolito. Inutile anche colpire con le sue onde i rampicanti. 


Con un balzo Ash saltò giù dalla sporgenza e atterrò su una delle radici intrecciate. Corse verso il centro della grotta e senza esitare di fronte allo sguardo minaccioso del leggendario, vi saltò nuovamente sulla schiena.

Un respiro profondo fu tutto ciò a cui si affidò per raccogliere energia, per poi scaricarla dando il tutto per tutto. “Fino all’ultimo!!” 

Kyogre poté soltanto grugnire di dolore, dovendo sopportare la scossa nella sua lunga durata. Quando ormai le scariche iniziarono a svanire, ormai la forma del Pokémon era afflosciata e il moto delle onde si era placato. 

I rampicanti non dovettero nemmeno allentare la presa, poiché Kyogre parve tornare alla sua forma originale, stramazzando poi nell’acqua che si abbassava sempre più, rivelando eventualmente il pavimento su cui avevano camminato appena arrivati.

Il Pikachu saltò giusto in tempo su una delle piante, evitando di finire anche lui in quello che ormai era un laghetto sotterraneo.
Alla vista della terraferma, il corpo di Ash iniziò a vacillare, finalmente libero da gran parte di agitazione e adrenalina, portandolo a zampettare goffamente fino ad essa.

Il terreno era freddo sotto il suo pelo, ma anche così solido, così… fermo. Si godette quegli attimi, pancia all’ingiù, cercando di ritrovare quel poco di pace e quiete. Tutto quel movimento ora si stava manifestando in ritardo sotto forma di nausea. 

"Pfui" sospirò il Pokémon erba, atterrando di fianco a lui e appoggiando la Fennekin a fianco al compagno. "Bel lavoro Pikachu." disse complimentandosi con Ash del suo operato. 

"Ash… mi chiamo A-Ash” scosse lui la testa guardando al suo fianco, rimanendo piacevolmente sorpreso quando vide quelle iridi azzurre in bella vista proprio davanti al suo muso "Serena? Stai bene?” 

Un piccolo cenno con il capo “Sì, te?” Domandò lei con voce flebile, probabilmente ancora provata dal caos avvenuto in precedenza. Grazie al cielo era sveglia. 

Lui annuì, rivolgendole uno sguardo dolce “Non c’è male… grazie a…?”

“Grovyle” il Pokémon tipo erba rispose, comprendendo che il dubbio era se avesse un nomignolo o meno. “Beh, direi che mentre vi riprendete dobbiamo fare due chiacchiere. Tenete.” aprì la borsa a tracolla e tirò fuori due baccacedro. “Vi restituirà le forze.”

I due si scambiarono uno sguardo prima di accettare le offerte. Era incredibilmente conveniente, forse troppo, ma ormai li aveva aiutati fino a quel punto e non erano in condizione di fare i malfidati. "Grazie mille." 

Fu così che pochi minuti dopo si ritrovarono seduti in cerchio, con i due compagni esploratori impegnati a sgranocchiare le bacche, mentre Grovyle li guardava con pazienza. 

“Perché ci hai aiutati?” finalmente domandò Ash. “Il tuo arrivo è stato… improvviso. Non ci conosciamo e-”

"Devo correggerti. Voi non conoscete me, ma io conosco voi. O almeno, conosco le conseguenze che accadrebbero se fallisse la vostra impresa. Dico bene, Ash Ketchum proveniente da Biancavilla e Serena di Borgo Bozzetto?"

Entrambi i due ex-umani rizzarono le orecchie, quasi ingozzandosi sui loro bocconi. Ash effettivamente si ritrovò sul punto di strozzarsi, venendo subito assistito dalla volpina che gli diede delle pacche sulla schiena, fino a che non rilasciò un respiro.

"M-Ma tu sai che noi…” provò a domandare indirettamente Serena, mentre ancora Ash si massaggiava la gola, dove risiedeva un groppo fantasma. 

Grovyle non poté che ridacchiare alle loro espressioni. "Quando vieni dal futuro, finisci per imparare molte cose.”

"D-Dal futuro!?"  gracchiò il Pikachu sconvolto. 

“Sono un viaggiatore temporale e sono saltato nel passato per evitare che la minaccia attuale abbia ripercussioni sul futuro in cui vivo. In realtà sono qui da un bel pò e cercavo proprio voi due" annui Grovyle lasciando i due a bocca aperta. "Vedete, in realtà è già la terza volta che salto nel passato per correggere il futuro. E non è la prima volta che ho a che fare con Pokémon che in realtà sono umani. Anche il mio vecchio partner era un essere umano trasformato in Pokémon"

Quell’informazione risvegliò in Ash un senso di dejavu, innescando i ricordi delle storie che sia Torkoal che Cresselia avevano raccontato a lui e Serena "Ci hanno raccontato che un Pokémon e un umano hanno scongiurato la minaccia della paralisi del tempo anni fa…”

Un sorriso nostalgico apparve sul muso di Grovyle, il quale nuovamente confermò "Esattamente, quelli erano il mio amico e il suo nuovo compagno. Sono tornato indietro per cercarli e combattere problemi in corso di… corruzione dell’animo-" si bloccò per un secondo, inalando aspramente "-ma le circostanze me lo hanno impedito." 

Serena notò una certa fatica nel pronunciare quelle parole da parte dello starter di tipo erba, decidendo quindi di non fare domande in merito. “Visto che ho scoperto che altri due umani erano caduti nel nostro mondo, mi sono messo sulle vostre tracce. Vi aiuterò nella vostra impresa.”

"Beh, abbiamo obiettivi in comune e una mano fa sempre comodo" ammise Ash grattandosi il capo e sporgendo la zampa in segno di amicizia verso Grovyle, il quale la afferrò e gli diede una leggera stretta “Immagino che tu stia cercando come noi i sette tesori?”

Un ghingo “Precisamente”

Il sorriso di Ash fu meno positivo mentre ammise “Noi abbiamo già tre tesori e questo dovrebbe essere il quarto… però siamo stati in un altro Dungeon e quando siamo arrivati alla fine-”

“Non c’era nessun guardiano e nessun tesoro” concluse Serena per lui.

Una risata fragorosa uscì dalla bocca di Grovyle, il quale cacciò la zampa nella borsa e questa volta tirò fuori un piccolo tamburo rosso. “Cercavate qualcosa di simile?”

I due balzarono in piedi, avvicinandosi a lui con entusiasmo e infrangendo quello che sarebbe stato il suo spazio vitale. “E’ proprio quello!!”

“Quando sono passato nel primo dungeon che volevo esplorare ho notato che ormai il tesoro era stato preso, quindi ho previsto ormai foste già più avanti di me. Ho saltato i punti più vicini e sono passato direttamente al Vulcano Gigante per recuperarlo e risparmiarvi uno scontro.” Lo ripose nuovamente nella sua borsa: "Scontro non facile, Heatran sa il fatto suo, però ne è valsa la pena. Se qualche nemico vi avesse sconfitti avreste potuto farvi soffiare tutti i tesori recuperati in un colpo solo.”

“Wow! Fantastico!”

“Me la cavo.” si permise di accettare il complimento.

Ormai non c’erano molti dubbi sull’affidabilità del Pokémon. Non pareva malvagio e li aveva salvati quando avrebbe potuto tranquillamente soffiare loro tutti i tesori mentre erano impegnati ad annegare. 

Unire le forze era l’opzione migliore, di questo Ash era sicuro “Immagino che da qui proseguiremo insieme?”

Grovyle annuì “Sarebbe l’intenzione. So che probabilmente avete tante domande, ma preferirei rispondere sulla strada per il prossimo dungeon, dopo aver recuperato l’Acquarmo-”

"Voi..." 

I tre si girarono di colpo, osservando lo specchio d’acqua, dove galleggiava debolmente l’orca leggendaria. 

Grovyle si mise in posizione di difesa, o forse attacco. Semplicemente, si pose tra il raggio di mira di Kyogre e i due esploratori. "Certo che questo ha più vite di un Meowth…”

"Non… p-posso darvela. Ne va del mio onore di guardiano!" mormorò con voce debole ma inquietante, aprendo la bocca e mostrando i denti appuntiti ad ogni parola. 

"Kyogre ascolta" provò Serena a parlargli da distanza di sicurezza "A noi serve l'Acquarmonica per una buona causa. Ci serve per salvare il mondo!" 

"L-La scusa più stupida che puoi inventarti, ragazzina impudente! Molti ci hanno provato a ingannarmi, ma questo…" 

"E' la verità!" supplicò la volpina di ascoltarla. 

"Ora basta!!” Perse rapidamente la pazienza il Pokémon acquatico, cercando di preparare un attacco di tipo ghiaccio.

Stavolta fu Serena a mettersi in cima al gruppo, pronta a cercare di respingere qualcunque mossa sarebbe arrivata. 

Tuttavia, a fermare il tumulto fu una voce totalmente estranea, che rimbombò nella gronta. "Fermo!" 

Kyogre istantaneamente cessò il suo attacco, con cauta attenzione. Non era tanto per il monito, quanto più perché quella voce gli era familiare e di natura particolarmente distinta.

“Ascoltali” La voce ancora parlò e tutto d’un tratto, sopra di loro, più o meno a metà tra le due parti, si materializzò un Pokémon rosa fluttuante, simile ad un gatto.  

Ash strabuzzò gli occhi. Quel Pokémon era una nota leggenda nel loro mondo, ma lui poteva dirsi uno dei pochi fortunati che lo avevano incontrato… più di una volta. "Mew..." disse con un fil di voce.

"Tu... che ci fai qui?" Grugnì Kyogre, usando però un tono ben diverso da quelli assunti precedentemente. Sembrava mostrare una sorta di… rispetto?

"Risparmia le energie, ti vedo stanco..." Si avvicinò il Pokémon fluttuando e dandogli qualche pacca sul capo come se fosse il suo animaletto domestico "Vedo che ti hanno conciato per le feste!"

Poteva essere intesa come una presa in giro o semplice innocenza del Pokémon, ma era quasi buffo vedere il mostruoso bestione venir consolato dal micetto rosa.

"...Mew?" Nuovamente lo chiamò Ash, stavolta più forte, catturando la sua attenzione.

Il Pokémon mitico espresse un lieve miagolio e si avvicinò "Piacere! Vedo che avete già idea di chi sia. Sappiate che la cosa è reciproca"

"Sai chi siamo?" Domandò Serena piegando appena la testa.

"Non è molto difficile per Pokémon come me che trascendono la realtà. A dire il vero non sono ormai l'unico che ha percepito il trambusto che state causando." Portò la zampina sotto il muso contemplando. L'aspetto adorabile andava in contrasto con il discorso critico che stava facendo.

"Immaginavamo..." Sospirò Ash.

Grovyle annuì "Prima o poi qualcuno avrebbe notato, affrontare e sconfiggere più guardiani uno dietro l’altro non è cosa da poco. Ma immagino che queste altre entità siano concentrate su altro in questo momento se non ci hanno intercettati” domandò, rivolgendo uno sguardo a Mew.

Lui annuì "Là fuori la situazione è critica."

Subito Ash e Serena assunsero sguardi preoccupati. Erano stati in viaggio per un pò e non si erano fermati quasi mai, per evitare di essere raggiunti da qualcuno sulle loro tracce o per la fretta di terminare il loro compito. "Che sta succedendo?”

"Semplicemente il putiferio" espresse con preoccupazione Mew, gesticolando appena con la zampa "Tanti villaggi sono sotto attacco. Misteriosi cristalli neri sono cresciuti ovunque e i Pokémon sono stati zombificati..."

"Zombificati?!” Sembrava assurdo, soprattutto per i due ex-umani, familiari con le storie di zombie più stravaganti e varie. 

“Diciamo che sono sotto il controllo di qualcosa o qualcuno… e riescono a rendere come loro altri Pokémon tramite ferite.”

Effettivamente non era lo stesso concetto di zombie che avevano Ash e Serena, ma il termine era abbastanza appropriato per semplificare le cose “...E sta succedendo ovunque?" 

“Purtroppo sì” confermò Mew, lasciando i due esploratori novelli a pensare alle implicazioni della cosa. 

Grovyle sembrò sorpreso ma non quanto loro. A quanto pare non si aspettava che le cose precipitassero in quel modo, ma era preparato a qualcosa di inusuale e catastrofico. Era certamente più turbato che scioccato.  

"Quindi anche a Borgo Tesoro..." Serena lanciò uno sguardo all’amico, nei suoi occhi leggeva lo stesso timore "I nostri amici sono..."

"Dobbiamo aiutarli!" rispose lui con determinazione.

Grovyle camminò verso di loro, incrociando le braccia con una smorfia di frustrazione, cercando subito di placare i loro animi. Era anche lui nervoso, ma non poteva buttare al vento tutti gli sforzi fatti “Purtroppo temo che ormai lanciarvi in una missione di salvataggio vi porterà solo ad un sacrificio inutile. Finirete solo come loro... O la gran parte se qualcuno è riuscito a fuggire."

"Il modo migliore che avete di aiutarli è continuare quello che state facendo" concordò Mew con il Pokémon di tipo erba, svolazzando di fronte ai tre Pokémon terrestri. "E anche in fretta. Solo perché la nostra minaccia non vi ha ancora attaccati non significa che aspetterà molto a farlo"

"Aspetta, aspetta..." Ash fece cenno con le zampe di rallentare, estendendo i palmi in avanti "Prima di tutto... tu conosci la minaccia che vogliamo affrontare? E sai anche per chi stiamo agendo?"

"So che non siete nemici e so che volete raccogliere tutti i tesori per fermare un nemico che sta incombendo. Il perché però non lo so effettivamente" ammise Mew con tono quasi giocoso sul finale.

Era un Pokémon bizzarro, ma gestibile.

"...Cresselia ci ha incaricati di lavorare per lei, dovevano continuare questa missione assieme, ma è sparita. Ci ha lasciato la mappa con i luoghi da esplorare e noi ci siamo solo messi in viaggio. Sapevamo che non poteva essere una cosa da nulla." spiegò il Pikachu.

"Capisco," agitò la coda appena il gatto fluttuante "Era da un po' che non sentivo la presenza di Cresselia e questo proverebbe i sospetti che sia già finita nelle grinfie del nostro nemico. A questo punto sarebbe spiegata la sua sparizione"

"Però ora non lo facciamo solo per lei! Vogliamo aiutare i nostri amici e questo mondo più di ogni altra cosa, anche se non è il nostro!"

"Più anche di tornare a casa?" Rispose Mew direttamente, gelando i due sul posto "Come so che non siete di questo mondo? Si capisce. E poi me lo avete appena detto”

Il micio sorrise con espressione curiosa e divertita "Quindi? Se doveste scegliere come usare i tesori... E se aveste un solo tentativo, li usereste per tornare a casa? Oppure rinuncereste a quello per salvare un mondo a cui non appartenete?"

L'aria sembrò farsi pesante. Grovyle sentì l’istinto di mettersi in mezzo, perché metterli in quella posizione era ingiusto. Tuttavia, sapeva che non poteva farlo, perché lui stesso si era ritrovato a lasciare il suo futuro e rinunciarvi per salvare il passato e non era una cosa scontata. Se c’era davvero la chance che i tesori avessero un solo utilizzo per le stesse persone…

Voltò la testa sui due Pokémon-umani, aspettandosi di trovare disagio o incertezza.
Invece, trovò convinzione "Ovviamente li useremmo per salvare questo mondo!" risposero senza la minima esitazione.

"È una risposta circostanziale?"

"No! Troveremo un altro modo per tornare a casa! Su quello non ci arrenderemo mai, ma le vite di un mondo intero valgono molto di più!" Disse Serena come se fosse un dato di fatto. 

Ash incrociò le braccia e annuì “E poi nemmeno sappiamo se i tesori davvero ci possano portare a casa! Non fosse successo nulla di tutto questo probabilmente staremmo cercando altrove per altre opzioni totalmente diverse.”

La tensione causata dalla domanda sembrò dissiparsi appena. Parlavano con una tale sincerità e purezza d’animo, che non vi era spazio per dubitare delle loro parole. Mew non aveva alcun dubbio sulla veridicità delle loro intenzioni.

Sicuramente li avrebbe feriti e preoccupati dover affidarsi ad altro, forse a qualcosa di non esistente, però non avrebbero mai scelto comunque di fare la scelta più corretta per tutti.

"Bene, benissimo!” applaudì con le zampine il Pokémon mitico “Anche perché siete gli unici che potranno portare avanti la missione"

"Noi… da soli? Voi guardiani non potete fare nulla? Siete molto più forti"

"Siamo più forti, questo è sicuro, però siamo anche noi vulnerabili ai cristalli. Possiamo essere contagiati e sotto il controllo del nemico diventare distruttivi. Saremo i primi ad essere presi di mira, se non lo siamo già. Ho perso contatto con altri guardiani e può darsi siano già trasformati, quindi siete stati bravi a recuperare i tesori così in fretta.”

"Siamo stati comunque attaccati durante il nostro viaggio…” fece notare Serena “E ora che ci penso… forse Scizor…?”

“Quindi il Capitano…” mormorò Ash con frustrazione.

Serena condivise lo stesso stato d’animo al pensiero che Wigglytuff fosse finito come tutti gli altri, ma un pensiero la fulminò “Aspetta, ricordi quello scontro con Morelull? Dici che forse…?” 

“Può darsi… effettivamente aveva un’aura strana”

“Un’aura oscura? Sguardo famelico e quasi assente?” si intromise Mew, incuriosito dalla questione. 

Ash annuì “Non subito, man mano che abbiamo continuato a combattere è diventato sempre più… selvaggio.”

“Può darsi che fosse una delle prime forme tentative di controllo…” rifletté Mew “E siete stati feriti in quello scontro?”

Stavolta fu Serena ad annuire, ricordando bene quello scontro e quanta difficoltà avessero avuto, essendo uno dei primi e più ardui. “Sì, eravamo entrambi messi male, soprattutto Ash”

“Hmm interessante! Questo potrebbe confermare la mia teoria” lo sguardo di Mew si fece più criptico “Se dopo quella volta siete stati attaccati non più direttamente, probabilmente è perché già da quell’incontro il nostro nemico ha fallito nel suo obbiettivo base… ovvero infettarvi!” 

I volti di Ash e Serena rimasero confusi, mentre cercavano di capire cosa intendesse Mew. 

“Voi due siete probabilmente immuni ai cristalli! Una volta verificato, il nemico ha capito di aver bisogno di rinforzi più… fisici per fermarvi.”

Lo starter di tipo erba concordò “Ha senso. Se siete stati attaccati da Pokémon probabilmente infetti prima e non siete stati resi come loro, c’è un’alta probabilità che siate davvero immuni. Spiegherebbe anche come mai questa minaccia ha atteso ad attaccarvi. Semplicemente pensava che i guardiani vi avrebbero sistemati e che in caso alternativo avrebbe potuto lo stesso intervenire una volta impossessata delle pedine migliori. Se non potete essere infettati, l’unica sarebbe uccidervi”

Rabbrividirono all’implicazione, ma era anche una versione dei fatti estremamente realistica “Ma perché proprio noi?”

“Perché voi non siete normali Pokémon. Voi venite da un altro mondo, è la vostra natura che probabilmente vi ha resi i candidati perfetti a salvarci. Non escludo nemmeno che siate stati portati qui proprio per quella ragione. Forse il nostro mondo vi ha automaticamente chiamati per preservarsi, o forse qualche Pokémon”

“E’ possibile una cosa del genere?” domandarono voltandosi verso Mew. 

Lui scrollò le spalle “Abbastanza. E forse anche per questo la minaccia sapeva di voi ancor prima che iniziaste a raccogliere i tesori”

Grovyle portò la zampa sotto il mento "Ora però capisco come mai non è stato possibile coinvolgere Dialga e Palkia... Entrambi sono potenziali vittime..."

"Se non lo sono già per certo. Se il piano del nemico è di controllare tutti i Pokémon vuol dire che non ci guadagnerebbe nulla nel distruggere lo spazio e il tempo, ma dovrà sempre assicurarsi che non siano tra i piedi. Motivo per cui potrebbero già essere infetti ma nascosti" Rispose il gattino rosa in tono critico "Ciò non significa che ci nasconderemo. Noi guardiani rimasti cercheremo di portare in salvo più Pokémon possibile, visto che non sappiamo come funzioni la zombificazione e se sia reversibile"

Il pensiero che tutti i Pokémon colpiti non fossero curabili era terrificante per tutti. Moltissimi loro conoscenti e amici, ma anche solo innocenti, erano fuori controllo, forse gran parte della popolazione mondiale. Oltre alla macabra idea di perderli per sempre, che avrebbero fatto se davvero fosse rimasta così la situazione? Avrebbero dovuto fuggire con tutti i sopravvissuti lontano da lì? Certamente non potevano arrivare ad una cosa come… sterminarli. 

Pregavano davvero non fosse come nei film…

Mew allungò le zampe in avanti, emanando una leggera luce che fece poi depositare tra di esse un oggetto in particolare "Direi che dobbiamo velocizzare la questione. Sono venuto per recapitare il mio tesoro"

Sembrava da sprovveduti affidarsi a dei totali sconosciuti e forse se avesse avuto tempo avrebbe trovato le proprie persone a cui affidarsi, ma ora come ora la speranza di trovarsi davanti i due successori dei due eroi…

Sembravano simpatici e dal buon spirito, ciò gli bastava.

"So della tua fama Grovyle, mi affido anche a te” Lanciò il gentile monito al Pokémon, il quale annuì con prontezza. 

Mew porse il tesoro ad Ash e lo appoggiò tra le sue zampe “Mi auguro voi siate davvero legati a loro..."

"Loro?" domando il Pikachu confuso.

“Amici… che non sono più tra noi, ma che voi ci ricordate” mormorò Grovyle voltando appena il capo per non guardarli dritti negli occhi. Cercò poi di cambiare argomento, avvicinandosi alla sponda del lago verso Kyogre, che ormai non avrebbe più dovuto attaccarli “Quindi, ora ci darai il tesoro?”

“...” grugnì appena il leggendario con testardaggine, ma un solo sguardo a Mew ed eventualmente si trovò costretto a cedere “Va bene… ma vi conviene che non gli succeda nulla altrimenti-”

“Lo tratteremo con il massimo riguardo” assicurò Serena alzando la zampina.
In verità non avevano alcuna certezza che non sarebbe successo nulla di brutto, anche perché non sapevano come usare quei tesori. Però, avrebbero davvero fatto il meglio affinché non diventassero inutilizzabili o peggio. 

Anche se la priorità era salvare il mondo.

Kyogre sparì per qualche minuto, immergendosi nella pozza e andando sul fondale. Quando risalì, teneva la famigerata Acquarmonica tra le zanne e non solo, anche i cappelli e la borsa dei due Pokémon, persi durante la lotta. Lasciò gli oggetti con cura nelle mani di Grovyle e poi, dopo un leggero cenno con il capo, tornò a immergersi per riposare. 

Lo starter di tipo erba mise subito con cura il tesoro nella propria sacca e poi ridiede la borsa e i capelli ai rispettivi proprietari. 

“Bene” Annunciò Mew “Direi che ci siamo quasi. La mia presenza è necessaria altrove quindi mi dispiace non potervi aiutare oltre, anche se vi manca poco. Posso però darvi qualche informazione sulla vostra ultima esplorazione…”

L’assenza di Mew non era ideale, ma avevano Grovyle ad aiutarli, quindi non si sentirono troppo in crisi di fronte alla notizia. Inoltre, ogni informazione extra era utile. 

"L'ultimo tesoro è il Cornoroccia e si trova in un luogo oscuro e dimenticato: l’Abisso del mondo. Un crepaccio profondo e desolato dove la luce non filtra quasi minimamente.” Lo avrebbe mostrato su una mappa, ma quella era uno degli oggetti che si erano rovinati quando la borsa era sprofondata negli abissi.

Infatti, quando notò il tentativo di Ash di prendere il pezzo di carta, ridacchiò di spirito “Vi posso teletrasportare nelle vicinanze, non è un problema” Poi, in mezzo secondo, il suo muso cambiò totalmente espressione, andando sul cupo “Dovete fare molta attenzione! Oltre ad essere un dungeon davvero terrificante e ostico, anche il suo guardiano è forse uno degli esseri più potenti di tutto il mondo Pokémon. Mi secca ammetterlo, ma vive in recessi talmente profondi che non sono riuscito nemmeno a mettermi in contatto con lui.”

“E’ un Pokémon così taciturno?”

“Beh, diciamo che Giratina non è un tipo molto sociale…”

“G-Giratina?” Quindi avrebbero dovuto affrontare uno dei Pokémon leggendari più forti mai conosciuti?

Il micetto annuì scuotendo la testa "Di Giratina si sa molto poco, persino noi altri guardiani non abbiamo avuto quasi mai occasione di vederlo o parlarci. L'ultimo tesoro gli fu affidato proprio perché impossibile da trovare e ottenere con lui a fargli da guardia e abitando in quel posto. Il percorso sarà lungo e intricato e Giratina è un recluso, non sarà per niente accondiscendente quando gli chiederete il tesoro. Per nessuna ragione al mondo vi cederà di sua spontanea volontà il Cornoroccia. Se lo volete ottenere l'unica cosa che potete fare è sconfiggerlo, non ci sono altri modi."

“Beh, abbiamo fatto trenta, dovremo riuscire a fare trentuno!” rispose Serena con ottimismo, accompagnata da un Ash altrettanto determinato. 

Grovyle ridacchiò di fronte al loro buon spirito. Poteva essere un punto debole a volte, ma gli piacevano parecchio i tipi come loro “Ottimisti voi due…”

“Non che faccia male in una situazione come questa” Mew aderì alzando un pugno in aria con altrettanta carica. “Avanti allora! Si parte!” annunciò fluttuando verso i tre, tendendo il suo arto. 

Grovyle, Ash e Serena tesero i propri pugni e andarono a giungerli con quelli di Mew, lasciando che il potere del Pokémon li avvolgesse “Sì!”

Finalmente riuscirono a raggiungere la luce alla fine del tunnel. Si era rivelato un percorso più lungo del previsto, ma sapevano che sarebbe rimasta comunque molta strada prima di raggiungere un luogo sicuro. 

Si assicurarono dell’assenza di cristalli e Pokémon estranei, per poi proseguire in una boscaglia poco fitta. Era l’unica via, ma era rischiosa con tutte le forme di vita che potevano esserci in giro. 

"Mi raccomando, state attenti a non avvicinarvi troppo agli alberi e i cespugli. Tenete i toni bassi, non dobbiamo farci sentire” avvisò Bidoof con voce bassa ma sufficiente a farsi sentire da tutti. Dovevano limitare i suoni per non attirare attenzioni indesiderate e sentire possibili avvicinamenti. 

Bidoof voleva assolutamente portare tutti in salvo. Aver perso così tanti amici e civili, sapendo a quanti in più là fuori erano nelle stesse condizioni, gli metteva un grande peso nel cuore. Sperava con tutto il cuore che fosse una condizione reversibile, ma non avendone la certezza doveva fare tutto ciò che era in suo potere per non perdere qualcun altro.

Un sentimento simile scalpitava in Loudred, ma lui stesso faticava a prendere le redini della situazione.
Era stato sorprendente come l’amico goffo e timido si fosse preso in carico l’intero gruppo, guidandoli come un vero leader. Non emanava l’aura da comandante, ma il suo cuore puro bastava a far sentire tutti più coraggiosi e uniti. Ciò poteva bastare viste come si erano messe le cose.

Doveva ammettere di provare un minimo cenno di invidia, ma anche riconoscenza di fronte al fatto che qualcuno si fosse fatto avanti per salvare gli animi di tutti, anche se dimostrava una sua mancanza. 

Avrebbe continuato a fare del suo meglio e aiutato Bidoof. Era ammirevole il suo sforzo, ma sapeva che dentro doveva anche sentirsi sopraffatto dalle responsabilità e un senso di inadeguatezza. Per combatterlo dovevano appoggiarsi gli uni agli altri, civili e cadetti. 

Con quello spirito nel cuore, il cammino proseguì e le ore passarono. Nonostante il tragitto compiuto non era molto, i civili non allenati stavano iniziando a patire i morsi della stanchezza. C’era chi annaspava e arrancava e i cadetti facevano il possibile per incitare e aiutare, ma non potevano portarli tutti sulle spalle. 

“Capa, secondo lei che cosa è questa malattia?” domandò Sandile, in fondo al gruppo con la compagna di squadra. 

“N-Non saprei…”

Al tono di voce sforzato di Salandit non passò inosservato al coccodrillo di tipo terra, il quale si voltò non appena notò che la lucertola focosa non era al suo fianco. 

Di rado la vedeva sudare, era una cosa quasi impossibile. Eppure, in quel momento sulla pelle di Salandit scendevano goccioline di acqua, il suo muso appena rizzato “Capa, che c'è?" 

"N-Nulla, p-procediamo…" rispose lei, ma ormai l'atmosfera era decisamente cambiata e nota a quasi tutti i camminatori, i quali si erano fermati e avevano rivolto i loro sguardi sull’interessata. 

Nessuno parlò, ormai la tensione era così fitta che quasi si poteva affettare con un coltello. Bidoof e Loudred lanciarono un’occhiata alla compagna cadetta, osservando il suo sguardo per qualche istante e cercando di leggere qualcosa nei suoi occhi. Eventualmente, il contatto visivo si ruppe quando Salandit sorrise aspramente e si rannicchiò. 

In quel momento l’ansia generale esplose tra i presenti, i quali cercavano di allontanarsi dal Pokémon, sospettando già quale fosse la situazione.

"Capa!" urlò Sandile cercando di avvicinarsi invece, ma venne afferrato per la coda da Zorua e Vulpix, i quali lo tirarono indietro. 

“E’ infetta! Non puoi!” mormorò tra i dento serrati Zorua, confermando i sospetti di tutti.

Ogni volto impallidì quando finalmente comparve anche un’aura oscura attorno al Pokémon, perché l’avevano vista parecchie volte durante la giornata, e tutte erano risultate in caos e pericolo. 

Era stato così improvviso per tutti, ma forse non per un Pokémon in particolare.

Salandit vestiva il volto di chi ormai aveva raggiunto una realizzazione dolorosa ma ovvia, una che forse era già nei dintorni da ben prima di quel viaggio “S-Scusatemi… v-vi prego di scusarmi…”

“Salandit, ma come-”

“M-Mi dispiace. M-Mi sono tagliata c-con un cristallo durante il p-primo attacco al b-borgo…” cigolò lei tremando e raschiando il terreno con tre zampe, travolta dal fastidio. L’arto alzato si scuoteva molle come fosse intorpidito e prestando bene attenzione si poteva notare un graffio sull’interno coscia. 

Il tono di voce con cui li implorò celava senso di colpa “N-Non volevo stare da sola!” 

Gli effetti avevano tardato a mostrarsi, quindi aveva pregato in cuor suo che ci fossero delle eccezioni alla regola stabilita da Chatot. Che i cristalli non infettassero in ogni caso e che quindi non era il caso di informare nessuno del taglietto minuscolo fatto alla zampa.

Era stata una scelta egoista e sconsiderata, se ne era vergognata tutta la giornata. I suoi compagni già infetti erano rimasti ad aiutare fino a che non si erano trasformati del tutto e persino i civili avevano unito le forze per impedire che qualcun altro fosse sacrificato.

Avrebbe potuto rovinare tutto. Poteva ancora farlo. 

"NGAHHH!!” ruggì ancora, sempre più disperata “Sc-scappate... presto! N-Non so quanto ancora potrò...NGGGHH!" 

Sandile scosse la testa, puntando le zampe e cercando di combattere la presa delle due volpe al suo retro. “Non possiamo lasciarti qua!”

Si sentì sollevato e messo su delle alte spalle. Guardando il pelo di colui che lo aveva preso di peso, certamente sapeva che si trattasse di Loudred. Ma ciò non gli impedì di dimenarsi e rifiutare l’evidente destino dell’amica “Lasciami! E’ una nostra compagna!”

Non poteva vedere il viso amareggiato di Loudred e la sua smorfia di rabbia. Rabbia verso la situazione, verso Sandile e soprattutto verso se stesso. No, non verso Salandit, perché anche se ora erano tutti in pericolo, poteva capire quella disperazione e paura di rimanere sola. Quella consapevolezza di essere condannati ad un destino ignoto.

Lo mandava su di giri, lo frustrava alla follia, ma aveva promesso di prendere in mano la situazione come aveva fatto Bidoof. Era arrivato il momento di agire di conseguenza.
Odiava dover lasciare indietro una compagna, una collega e un’amica. Così come aveva odiato lasciare indietro gli altri infetti e Chatot, ma non avevano altra scelta.

Il loro lavoro comprendeva salvare i Pokémon e ora avevano l’incolumità di un gruppo intero da salvaguardare. Non potevano fare più nulla per Salandit e non potevano mettere a repentaglio altri. 

“Avete sentito!? Muoviamoci!” intimò Loudred a gran voce, portando tutti i Pokémon a sobbalzare e seguire a ruota. Sui loro volti c’era paura e vergogna, provando sentimenti contrastanti verso l’infetta. 

Avrebbero potuto metterla facilmente K.O. tutti assieme, anche da distanza, e assicurato loro il tempo di allontanarsi con molta più sicurezza. Però il pensiero di ferirla così tanto in quel modo li metteva tutti a disagio.

Se non avesse mentito non si sarebbero mai trovati a rischio, ma allo stesso tempo stava resistendo e soffrendo per dare loro la chance di salvarsi. Nessuno sentiva davvero risentimento verso di lei, né voglia di recriminarla della situazione. Sarebbe potuto accadere a chiunque di loro e probabilmente avrebbero agito nello stesso modo.

Non c’era tempo per rimuginare. 

Si erano già allontanati un pò, ma in men che non si dica sentirono dei passi veloci avvicinarsi e si ritrovarono Salandit di fronte a loro, denti sbarrati e pronta ad azzannare.
Il gruppo cercò di fare marcia indietro, mentre Loudred si preparò a rilasciare un’onda sonora abbastanza forte da scacciare via l’amica. 

L’attacco però venne facilmente schivato e con un movimento serpentino la lucertola sgusciò nella massa e affondò le zanne nella zampa di Ponyta, il quale rilasciò un nitrito addolorato. 

“Dannazione!” urlò Loudred, mentre fece cenno agli altri di correre in avanti più veloci che potessero.

Tuttavia, bastarono pochi secondi affinché Nidorina fosse morsa, e a sua volta altri due Pokémon furono morsi da lei e Salandit.

La situazione si era capovolta in una manciata di minuti e uno dietro l’altro sarebbero stati infettati.
Consapevole che ormai Sandile doveva aver riacquisito la ragione, Loudred lo lanciò in avanti, ordinandogli di correre. Poi si voltò verso gli aggressori e scagliò un potente Granvoce, in grado di spedirli tutti diversi metri a distanza e lasciarli disorientati.

Ma era una soluzione temporanea, non sarebbe bastato. Era necessario combatterli e metterli tutto K.O. dalla distanza, non avevano altra scelta.
Ciò però portava ad una chiara eventualità; qualcun altro sarebbe stato infettato nel tentativo di sconfiggerli, non era possibile evitarli tutti. 

Tutti i Pokémon si misero in riga, civili ed esploratori, consapevoli di poter soltanto collaborare e sperare nel meglio. 

Loudred aprì la bocca per commentare e dirgli di fuggire, ma subito fu interrotto da Zorua “Risparmia il fiato, ti servirà.” Era inutile buttarsi in un sacrificio simile quando sarebbero stati raggiunti di nuovo più avanti. 

Se solo avessero messo fuori gioco Salandit quando ancora si stava trasformando…
ma ormai quel che era fatto era fatto. L’unica opzione era affrontare il pericolo come avrebbero dovuto fare molto prima ed evitare l’intero casino.

Eccoli là, a pochi metri più avanti, stavano correndo incontro a loro gli amici fuori controllo. Sempre più vicini, metro dopo metro. 

I superstiti caricarono ognuno un attacco a distanza o una mossa di stato, in modo da rafforzarsi. Prepararono il colpo e…

…una frana. 

Una massa di rocce cadde di fronte a loro, bloccando il sentiero e separandoli dai Pokémon infetti. 

Poi all’improvviso tre Pokémon sconosciuti si materializzarono attorno a loro in una specie di formazione a triangolo, per poi aggiungersi un quarto sopra i loro capi. 

Fu con qualche aggiuntivo sguardo che rese quegli sconosciuti un pò più riconoscibili, soprattutto la forma scura come punta della piramide.

"C-Cosa?" balbettò Bidoof "M-Ma tu sei..." 

Non fece a tempo a concludere, perché all’improvviso una luce abbagliante li avvolse e il suo corpo si sentì sollevare. Quel momento di mezzo, momento di attesa, crebbe la sua ansia ma non durò molto.

Qualche secondo era già con i piedi a terra, anzi tutti lo erano, ma non la stessa su cui posavano prima. Appena la visione tornò chiara, si accorsero di essere in una specie di spazio roccioso e socchiuso. 

Erano tutti spaesati e confusi. Nonostante non si trovassero più in pericolo imminente, era successo tutto così rapidamente che era difficile da metabolizzare.
Inoltre, chi diceva che non fossero ancora a rischio?

“Dovete scusare il brusco salvataggio, ma eravate sul filo del rasoio”

Finalmente Bidoof alzò lo sguardo e incontrò quello del loro presunto salvatore. Una figura che confermò i suoi sospetti, ma mai si sarebbe aspettato di trovarsi davanti: Dusknoir. 

E non un Dusknoir qualunque, quel Dusknoir. Lo stesso che li aveva ingannati tempo prima e aveva quasi causato la distruzione del loro mondo. 

“D-D-D-Du-Du..." balbettò il castorino frastornato.

Il Pokémon fantasma sospirò “Immaginavo questa reazione, dopotutto 'ultima volta non è che ci siamo lasciati in note molto positive" 

"DUSKNOIR!" gridò Loudred mettendosi sulla difensiva "Non so quali piano tu abbia in mente, ma se ci sei tu dietro questa storia-”

“Aspetta lui è quel Dusknoir!?”

“Colui che ha cercato di causare la paralisi del tempo!?”

“Ci sta attaccando di nuovo!?”

“Ehi, ehi, tutto questo non è opera mia, sono dalla vostra parte” Subito chiarì lui alzando le mani in segno di innocenza, mentre i suoi tre collaboratori si misero al suo fianco.

Ah, l’altra sorpresa. Erano Mesprit, Azelf e Uxie…

“Voi…” Bidoof era certo, gli stava girando la testa. 

Il Pokémon fluttuante dai codini rosa si pose davanti a Dusknoir,  rivolgendo uno sguardo comprensivo ai Pokèmon spaventati e innervositi “Cari amici, placate i vostri animi turbolenti. Dice la verità”

“E se stesse imbrogliando anche voi?” alzò un cipiglio con sospetto Chimecho. 

Azelf sorrise consapevole “Posso comprendere come mai la pensiate così” Dopotutto, erano finiti già una volta nella rete di inganni di Dusknoir, quindi era normale dubitare delle sue buone intenzioni “Posso però assicurarvi che è qui per aiutare e non siete i primi che salviamo”

“Eh?” mormorarono i Pokémon del gruppo. 

“Abbiamo allestito un campo per superstiti non molto lontano da qui. Non potevamo teletrasportarvi direttamente sul luogo perché dobbiamo assicurarci prima che nessuno sia infetto. Non vogliamo rischiare di mettere a repentaglio l’intero gruppo di Pokémon che abbiamo tratto in salvo da vari luoghi della regione” spiegò Uxie con tono pacato.

“Permettetemi di spiegare," si schiarì la voce il tipo spettro, facendosi avanti con cauto atteggiamento “Le cose sono cambiate rispetto a tempo fa, ho capito i miei errori e nel futuro le cose sono migliorate, ma non del tutto. Non è come propriamente come dovrebbe essere dopo aver fermato la paralisi del tempo e la distorsione dello spazio nel passato.”

Rimasero tutti in silenzio, attenti al suo discorso e a come lo porgeva, attenti a cogliere qualunque traccia di inganno nelle sue parole. La sua sincerità però sembrò estremamente reale. “Abbiamo ignorato una minaccia che ci sembrava di poco conto, che poi però si è ingigantita e ci ha sopraffatti.”

“Che tipo di minaccia? Sapete chi è il responsabile di questi attacchi?”

“Sappiamo che si tratta di un Pokémon che una volta portava fortuna e prosperità, o diceva di farlo, ma che ci ha portato distruzione e malasorte. Nel nostro tempo, come nel vostro, sono apparsi dei cristalli e tutti sono stati infettati, salvo pochissime eccezioni. Si parla del 2% della popolazione Pokémon rimasta normale e gli effetti si sono prolungati per così tanto da diventare irreversibili…” abbassò il capo scuro. 

Vulpix sobbalzò “I-Irreversibili?”

“Nel futuro sì, ma nel vostro tempo probabilmente non è ancora una forma così drastica. Questo è il motivo per cui il Maestro Dialga mi ha mandato qui per adempiere alla missione. Il mio compito è di trovare quanti più sopravvissuti e metterli in salvo, prima che il numero di infetti peggiori drasticamente. Mentre Grovyle-”

“Grovyle!?” esclamò Bidoof sorpreso. Anche lui era tornato nel passato? Gli era stato detto dai suoi due amici passati che alla fine si era rivelato innocente, anzi, un vero e proprio eroe intento a salvare tutti. 

“-ha il compito di provare a rintracciare ed aiutare i due eroi che avrebbero potuto fermare questa epidemia sul nascere." 

"Stai parlando di... loro?" chiese Chimecho con tono speranzoso, quasi a voler credere ad un miracolo. In un momento così buio, sarebbe stata la luce più calda a rincuorarli.

"...No. Loro non sono gli eroi di cui abbiamo bisogno." disse Dusknoir con un tono più cupo, scuotendo la testa con rammarico e rompendo sul nascere quella speranza che si stavano costruendo.

Faceva male dover vedere i loro visi spegnersi così, ma era anche prova di quanto quei due avessero impattato tutti loro e quanto bene avessero fatto quando erano ancora tra loro. 

"Sono altri gli eroi che stiamo cercando per questa missione ed è nostro compito aiutarli con una resistenza di quanti più alleati possibile, in modo da debellare la minaccia che sta devastando entrambi i nostri mondi!”

Loudred incrociò le braccia, non ancora del tutto convinto “Ma se punti a cambiare il passato… e il futuro, questo non vuol dire che sparirai?”

La domanda lasciò tutti sorpresi, ma non fu fuori da ogni logica, anzi. “Effettivamente, non mi spiego come mai tu e Grovyle siate ancora… voi. Non sareste dovuti sparire nel momento in cui Palkia e Dialga sono stati sconfitti nel nostro tempo?” chiese Bidoof incerto. 

Dusknoir socchiuse il suo occhio, assumendo un'espressione quasi assente e pensierosa. Ricordava ancora il suo stesso stupore nel sapersi vivo e parte ancora della realtà. “Non so spiegarmi anche io come mai non siamo spariti, il Maestro Dialga ci ha detto che potrebbe essere il volere di un essere superiore, che ci ha voluti ricompensare per aver assistito nella salvezza del mondo” 

“Un essere superiore?” 

“Chissà… comunque, siamo pronti a rischiare di sparire nuovamente se significa proteggere tutti i Pokémon, del vostro e del nostro tempo. Perché non conta quanto vivremo, ma quanto faremo durante la nostra vita. Prima o poi tutti spariremo, ma è giusto dare un futuro a chi ancora non lo ha potuto camminare. E’ una lezione che ho imparato e intendo seguire fino alla fine.”

Seguì qualche istante di silenzio, i Pokémon attorno non sapevano cosa dire o fare.
All’improvviso però Bidoof zampettò verso Dusknoir e gli tese la piccola zampetta "Io ti credo" 

“Cosa!?” si stupirono tutti, chi più e chi meno. 

"Non lo so spiegare…” mormorò goffamente il castorino, ma con convinzione nelle sue parole “Ma sento che Dusknoir è davvero dispiaciuto per quel che è successo e credo che con lui alla guida avremo più possibilità di sopravvivere. Potremmo rischiare di essere infettati più avanti, ma prima sarebbe stata una certezza se non fosse intervenuto, quindi non abbiamo davvero nulla da perdere” 

"Bidoof..." osservò meravigliata Floette "Se ci credi tu allora ci credo anche io”

Chimecho si voltò verso di lei "Floette?" 

"Bidoof ha ragione. Con Dusknoir al nostro fianco potremmo davvero riuscire a salvare molte vite. E non è questo uno dei compiti degli esploratori? Salvare vite? Dobbiamo almeno provare a fidarci per il bene di tutti”

Quelle parole colpirono tutti i presenti. La priorità di un esploratore era salvare vite, più di salvare se stessi. E ora Dusknoir tendeva loro la mano più sicura verso la salvezza. 

Ed uno ad uno, tutti iniziarono a muoversi in avanti, con passi tentativi e disponibili. L’unico che rimase ancora fermo fu Loudred, il quale sbuffò leggermente e offrì un sorriso “Immagino che qualche volta bisogni buttarsi, giusto?”

“Loudred…!” sorrise Bidoof, riconoscente della fiducia. 

"...E va bene!" sbracciò il Pokémon dalla bocca larga, rivolgendosi al nuovo alleato "Ma ti tengo d'occhio capito? Al minimo accenno di tradimento..." 

"Sei libero di colpirmi e sconfiggermi. Non mi opporrò." concluse il Pokémon molto mestamente, mentre i tre Pokémon leggendari al suo retro sorrisero soddisfatti. 

Potevano essere attaccati e minacciati, ma non avrebbero mai smesso di lottare per il bene di tutti.
Insieme.

“E’ ora di rilasciare la bestia…”

.

.

.

Continua…
 


 

 Nota d'autori:

Piccola precisazione. Siamo a conoscenza degli eventi che stanno succedendo in "Pokémon esplorazioni", ma ci teniamo a ribattere che il nostro pensiero non è cambiato. Il nostro problema non è la qualità della storia ma l'uso di Ash e della sua età, così come i collegamenti che la serie avrebbe con la sua linea temporale. Il rispetto verso un personaggio è fondamentale e sarà una cosa su cui noi personalmente non chiuderemo un occhio. Vi pregheremmo cortesemente di non fare dello spazio commenti un'area di dibattito sulla questione.
Grazie

 

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