Star Criceto: Begun

di Butterflix2002
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guai ***
Capitolo 2: *** L'ombra ***
Capitolo 3: *** Ghiacciosamente magico ***
Capitolo 4: *** "Sbaglio?" ***
Capitolo 5: *** Un punto di svolta ***



Capitolo 1
*** Guai ***


È strano come qualcosa di così banale possa diventare invece di fondamentale importanza. Mr. Squiggles si chinò e raccolse quel fragile ma vitale fiore … Ma come siamo arrivati a questo punto? Facciamo un po’ di chiarezza. Ricordo quel giorno, o forse no …

È Plushland, un mondo parallelo al nostro. È abitato dai personaggi delle più celebri saghe, come il baffuto Mario, l’impacciato Luigi, il simpatico Paperino, la bella Zelda, la povera Tristezza, il dolce Bob (sempre assieme al suo Tim) e altri più o meno noti. Ecco, tra questi ultimi abbiamo dei criceti speciali, provenienti dal mondo degli ZhuZhu Pets: il principale è Mr. Squiggles. È un criceto dalla pelliccia soffice tendente all’arancio, ha un dolce musetto e delle piccole zampette. Porta sempre un mantello che da un lato è rosso accesso e dall’altro è giallo luminoso. Gli arriva fino alle zampette, ma nonostante ciò non inciampa mai (vi spiegherò meglio perché). La sua peculiarità è l’aspetto dei suoi occhi: sebbene siano piccolini e di un buio nero, fanno capire subito che non è il tipo facilmente sottomettibile. Lì non sarà né il più famoso, né il più forte, né il più alto, ma una cosa è certa: sa di essere speciale. Sì, a dir la verità è leggermente presuntuoso, ma non significa che sia cattivo.
Non inciampa per una semplice ragione: quel mantello gli permette di volare. Già, lui narra che appena nato, gli sia apparso un mago il quale gli abbia conferito dei misteriosi poteri. Tuttavia non sapeva come usarli, per questo gli abitanti di Plushland non gli credevano.

Una sera d’estate, stava girando con lo skate per le strade della città, quando ad un tratto vide passare per di lì Daniel, il re. Sì, erano tutti sotto una monarchia, ma nessuno se n’era mai lamentato. Daniel era un orsetto di chiaro colore, con la sua scintillante corona sempre al capo e con la classica veste sfarzosa … il classico re, insomma. Dani teneva in mano un gelato mentre chiacchierava con una delle sue guardie del corpo. Tutti lo adoravano e Mr. Squiggles non era da meno. Così corse ad inchinarsi, ma fermò lo skate troppo tardi andando a far cadere il re con il suo povero gelato alla nocciola …
Daniel sgranò gli occhi e controllò d’istinto il suo dessert: era ormai immangiabile. Appoggiandosi alla sua guardia si alzò e urlò al criceto:
“MA SEI MATTO? CHE TI È SALTATO IN MENTE? POSSIBILE CHE DEBBA ESSERE SEMPRE TU A COMBINARE GUAI? QUANDO IMPARERAI A CHIUDERTI IN CASA E A RESTARCI? POSSIBILMENTE SENZA FARE DANNI CHE SOLO TU SAPRESTI FARE??”
Mr. Squiggles abbassò lo sguardo e disse insicuro come solitamente non era:
“Volevo soltanto salutarla …”
Il re lo osservò, poi voltò lo sguardo verso la sua guardia e pochi secondi dopo, risero all’unisono. Mr. Squiggles non comprendeva il motivo di quell’ilarità, che gli venne spiegato pochi secondi dopo.
“Come se a me importasse di essere salutato da te la sera tardi! AHAHAHAHAHAH! Dai, su, Seb, torniamo al castello” e così dicendo se ne andò senza voltarsi per un saluto o per qualsiasi altra cosa. Mr. Squiggles avrebbe tanto voluto che qualcuno lo amasse così tanto da non riuscire ad allontanarsi senza girarsi a guardarlo … purtroppo era solo, perché era magico e perché era presuntuoso. Chi mai sarebbe potuto diventare suo amico? Tornò a casa lasciando lì lo skate.

Accese una debole luce e si mise sotto quelle coperte piene di fessure. Non riusciva a dormire. Stava pensando alle parole di Dani … alzò gli occhi al soffitto: c’era una botola che gli permetteva di osservare le stelle. Erano apparentemente minuscoli punti insignificanti, ma si sa che in realtà sono infinitamente più grandi di qualsiasi creatura vivente. Tutto sommato, le stelle erano un po’ come lui. Ad un certo punto, qualcosa attirò la sua attenzione. Vide una scia velocissima, che però non era la coda di una cometa. Il colore era troppo strano … tanto strano da far alzare il nostro eroe per andare a controllare …

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Capitolo 2
*** L'ombra ***


Mr. Squiggles uscì di corsa e in meno tempo possibile, sollevò nuovamente lo sguardo al cielo. Improvvisamente tutto si oscurò.

Apparve un ponte argenteo su un fiume cristallino che scorre tranquillo.
Apparve un tappeto rosso.
Apparve Seb, la guardia. Non è solo, ci sono altri suoi colleghi.
Apparve un portone sfarzoso.
Il castello del re!

Poi tutto tornò normale. Che possa essere stata una visione? Che centrava con quella cometa-noncometa? Non c’era tempo da perdere. Mr. Squiggles volò fino a palazzo: magari avrebbe trovato il modo di scusarsi.
A pochi centimetri dal ponte, gli sorse un dubbio: “Come diamine faccio a sbarazzarmi di quelle guardie?”. Mentre li osservava, notò che una di loro stava ripetutamente starnutendo. “Forse è allergico a qualcosa … ma a cosa?” pensò. E gli venne in mente una delle sue. Tornò velocemente a casa, prese delle piume dal suo scomodo cuscino e poi le lasciò cadere sotto il naso del tipo. La povera guardia iniziò a starnutire più frequentemente di prima, ma non era più la sola. Un terzo delle guardie si scoprì allergico tanto da far perdere la concentrazione alle altre. Il criceto riuscì quindi, a prendere le chiavi ad un tipo con estrema facilità. Era andato sul banale, ma l’importante era esserci riuscito. Aprì lentamente il possente portone.
Vide dei soldati a terra, molto indeboliti. Udì delle grida. Un’oscura figura si stava furtivamente avvicinando a Dani! Era un’ombra di una forma indistinguibile, non sembrava possedere corpo.
“Ma vattene! Stavo facendo il mio sonno di bellezza! Come pensi che io possa riuscire a governare quella banda di mocciosi se non riesco a riposare le rughe?” L’ombra per un attimo scomparve, ma riapparve poco dopo, dietro il re, il quale venne colto alla sprovvista. La losca figura prese Daniel e mentre stava per scomparire, da una finestra laterale entra un personaggio incappucciato. Quest’ultimo, corse verso il mostro e si accorse della presenza del criceto. Per un secondo lo guardò e poi disse: “Che fai lì imbambolato? Aiutami a salvarlo!”. Il criceto non se lo fece ripetere due volte e lo raggiunse. L’ombra per un po’, bloccò la propria fuga.
Sembrava interdetto nel vedere i due nuovi arrivati. Sì, sembrava perché ovviamente non avendo faccia, non potevo saperlo con esattezza. Daniel ne approfittò per prender parola: “Dai aiutatemi. Mr. Squiggles, me lo devi per prima”. D’altronde non aveva tutti i torti, così l’eroe provò a dar un pugno all’essere che aveva catturato il re, ma fu un attacco nullo: era solo un’ombra. Il tizio incappucciato, estrasse dalla tasca una scatolina rossa che al tatto si trasformò: era come una specie di mega barattolo di pomodoro. Solo che era completamente verde. Il tipo urlò: “Allora vai Aspiratutto!” e così dicendo aprì il “barattolo di pomodoro verde” . Ne uscì un piccolo tornado che si diresse verso quella misteriosa creatura, che però scomparve in tempo per salvarsi insieme al re. Una tenebra avvolse l’atrio per un istante, poi tutto tornò normale.
La figura incappucciata riportò, in un modo che per Mr. Squiggles era inspiegabile, il barattolo nella scatolina. Poi si avviò verso la finestra dalla quale era entrato. Il criceto gli corse dietro e gli chiese: “OHI!? Chi sei tu? Cos’era quella cosa? Dov’è Dani? Spiegami, perché non ci ho capito un “H”!” Il tipo si girò e lo squadrò da capo a piedi. Infine disse: “Mi dispiace, ma non sono un insegnante di grammatica”. Detto questo, scomparve nel buio della notte.

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Capitolo 3
*** Ghiacciosamente magico ***


Anche stavolta aveva combinato un guaio … Aveva tante domande e nessuna risposta. Cos’era quell’ombra? Perché aveva preso Daniel? Starà ancora bene? Chi era quello strano tipo incappucciato? E quella scia luminosa?
Delle guardie si rialzarono e, barcollando, raggiunsero Mr. Squiggles.
“Ma quanto sei inutile? Torna a casa tua, pazzo.”
E disse un altro: “Non dirmi che quella cosa era opera della tua magia!”
Il criceto abbassò leggermente la testa lateralmente e rispose: “Non rapirei mai Dani. Non sono un criminale”
“Però sei un pazzo con la magia. Forse è colpa sua!”
“Sì, è sicuramente colpa sua” Nel castello si aprì un grande dibattito. Mr. Squiggles non sapeva che fare … sarebbe potuto scappare ma d’altronde era anche colpa sua se il re era stato rapito. Così rimase ad ascoltarli. Seb disse: “Sì, è pazzo ed ha aggredito Daniel. Ergo: portiamolo al manicomio.” Le guardie si guardavano un po’ insicuri, ma alla fine si avvicinarono al criceto. Mr. Squiggles si alzò in volo ma qualcosa lo colpì e cadde …

Si risvegliò in una stretta stanza, senza finestre ma con un letto a castello e un lavandino. Aveva dolori ovunque e per stiracchiarsi notò che portava una fascia nel torace. Ci appoggiò la mano ma provava una forte fitta … Si alzò. Era dietro le sbarre.
Plushlandia era tanto meravigliosa quanto inquietante e contradditoria. C’erano tanti eroi e tanti bei posti, ma allo stesso tempo non avevano ancora abolito i manicomi … “C’è sempre un’altra faccia nella stessa medaglia”. Aveva bene a mente quelle parole, probabilmente qualcuno in passato gliele aveva ripetute …Tuttavia i suoi ricordi erano sfocati.
Mentre era avvolto nei suoi pensieri, qualcosa lo prese alla sprovvista.
“CIAOOOOOOOOOOOO!”
Si girò di scatto. Davanti a lui, un pinguino da un piumaggio nero e folto, lo stava salutando allegramente per mezzo della sua pinna. “Io mi chiamo Penguin. Tu chi sei?” Continuava a sorridere. Rimase confuso per un po’, ma poi rispose:
“Io sono Mr. Squiggles. Questo è un … mh … manicomio?” si guardò attorno.
“Certo!” e gli scappò una risata sincera.
“Già … ma che domande faccio? Si vede che sei un pazzo.” Disse il criceto ruotando gli occhi.
Penguin rise: “AHAHAHAH! Me lo dicono in tanti! Anche tu sei pazzo!” fece all’altro un occhiolino.
Mr. Squiggles stava per dire qualcosa ma poi ci ripensò. Il tipo non stava dicendo una completa cavolata. Per spezzare il silenzio, Penguin gli chiese: “Come mai sei qui?”
Esitò un attimo a rispondere, ma il pinguino non sembrava avere cattive intenzioni. “Beh, non saprei dirti con esattezze … le guardie … boh …”
Penguin fece un’espressione sorpresa: “Anche te sei stato portato qui dalle guardie di re Daniel??? Che figata!!! Siamo in due!” e saltò dalla gioia, abbracciando il nostro eroe. Quest’ultimo cercò di staccarselo di dosso, ma invano.
“Non è una figata, scemo.”
“Sì, che lo è! Io sono stato portato qui perché sono ghiacciosamente magico. E tu?”
“EH?? Cosa?”
“Cosa cosa? Che c’è da spiegare?”
“Perché sei stato portato qui?”
“Ma l’ho già detto, è perché sono ghiacciosamente magico.”
Sarebbe potuto essere qualcuno che avrebbe potuto capirlo? Qualcuno magico come lui?
“Spiegami meglio, Penguin.”
“Con piacere!” il suo sorriso si allargò . “Sta a vedere!” batté le pinne e si creò poi tra queste un cristallo di ghiaccio. Era davvero incredibile! Mr. Squiggles lo guardò stupito.
“Come hai imparato a farlo?”
“Beh, tutta la mia famiglia conosce questi incantesimi …” E il criceto pensò che forse anche i propri parenti erano stati a contatto con il mago …
“Anche io sono magico, credo.”
“Wow! Ma allora siamo davvero uguali!” e lo strinse più forte. Cercò nuovamente di staccarsi, ma, ad essere sincero, era contento di quell’abbraccio: non ne riceveva mai nessuno.
“Okay, okay. Ora staccati per favore”. Il pinguino accettò, continuando a sorridere. Poco dopo disse: “Ti vedo perplesso … a che stai pensando, mr. Squiggles?”
D’istinto rispose: “Stavo pensando … ma perché se siamo magici, non cerchiamo di uscire da qui? Sai, avrei delle cose urgenti da fare …”
Penguin abbassò la testa lateralmente. “Beh, ecco … non so, ci sono delle guardie … non mi piace terrorizzare gli altri.”
Mr. Squiggles scosse la testa.
“Ma non ci arrivi? Se ci hanno portato qui è perché sanno che possiamo essere meglio di tutti. Ti faccio una promessa: se mi aiuti a uscire, ti svelo la mia attuale missione top secret”.
Penguin si stupì e si girò. Lentamente, avvicinò le pinne alle sbarre. Le congelò. Successivamente, distrusse il ghiaccio. Via libera. O quasi. Le guardie accorsero.
“Non fate un altro passo altrimenti vi spariamo”.
Penguin girò lo sguardo verso Mr. Squiggles, il quale si stava seriamente agitando. Aveva obbligato il possibile nuovo e primo amico a fare una cosa che non avrebbe voluto …
Chiuse gli occhi.
Un bagliore fece cadere le pistole di entrambe le guardie.
Penguin si avvicinò ai due tipi spaventati:
“Non fate un passo altrimenti il mio amico lo rifarà”.
Le guardie rimasero interdette e non obiettarono assistendo alla fuga dei due “pazzi”.
Fuori, il Sole splendeva radioso . Mr. Squiggles e Penguin risero fino alle lacrime. Poi il pinguino chiese, alludendo alle parole di pochi minuti fa: “Ora voglio troppo sapere della tua attuale missione top secret”. E l’altro fu di parola. Gli raccontò di tutto quello che era successo: della scia, dell’ombra, del rapimento del re, del tizio incappucciato, della fascia al torace … Al termine del racconto, Penguin gli domandò: “Mi stai chiedendo di aiutarti?”
“Ehm … veramente …”
“Ma certo che lo farò! Non c’era bisogno di chiedere!!!” e lo riabbracciò contento. Stavolta Mr. Squiggles non si lamentò.
“Da dove partiamo?”.

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Capitolo 4
*** "Sbaglio?" ***


Erano passati due giorni dall’inizio della loro indagine, ma Mr. Squiggles e Penguin non avevano ancora scovato alcuna traccia del re. Nulla di nulla. A Plushland dominava un forte terrore per l’instabilità politica. Il TG Yoshina (diretto da una Yoshi di color rosa) stava ricevendo più spettatori del solito, così lei ne approfittò inventandosi menzogne per aumentare l’attenzione del pubblico. Per esempio disse che era stato avvistato il complice del rapitore. Ma i nostri eroi sapevano che in realtà non c’era stato alcun compare.
Penguin si era trasferito a casa del criceto, visto che la sua era stata distrutta dalle guardie tempo fa.

La mattina del terzo giorno, Mr. Squiggles si alzò e si diresse verso il bagno. Si guardò allo specchio: quel riflesso lo turbava. Non poté non domandarsi quale fosse il suo scopo. Abbassò lo sguardo verso il torace. Gli dava un terribile fastidio indossare quella fascia. Così, con un po’ di esitazione, la tolse: non c’era alcuna ferita. Il cuore iniziò a battere più celermente: che cosa stava accadendo al suo corpo? Perché si stavano manifestando i suoi poteri?

Uscì dal bagno. Penguin stava sorseggiando una fredda limonata.
“Buongiorno Mr. Squiggles! Ho avuto un’idea geniale!”
“Dubito, ma sentiamo …” ironizzò Mr. Squiggles, che alla vista dell’amico si sentì più tranquillo.
“Se hai detto di aver visto un’ombra, dobbiamo indagare sotto le ombre!”
“Eh???” E Penguin spinse fuori di casa l’altro, lanciando indietro il bicchiere che si spezzò.

Giunsero nel parco principale di Plushland. Penguin cercava esaltato qualche indizio sotto le ombre degli alberi.
Mr. Squiggles, con le mani tra le mani, gli disse: “È l’idea più stupida che io abbia mai sentito. Stiamo perdendo tempo!”
Ma l’altro rispose allegramente: “Tanto il tempo lo si perde comunque. Perlomeno, lo stiamo perdendo per una buona causa.”
“Non sono tanto sicuro che questo sia il modo migliore per la nostra buona causa” disse Mr. Squiggles, girandosi poi per guardare i presenti. C’erano dei babies che correvano spensierati lungo il perimetro del parco. C’erano tanti papaveri che venivano osservati dalla principessa Peach, la quale era in compagnia del suo fedele Toad. C’erano degli abitanti che stavano tenendo una partita a calcio. Ma qualquadra non cosa.
Osservò meglio. I giocatori non erano divisi in squadre. Infatti c’era un solo portiere di piccole stature. Era un criceto come lui, di colore bianco ma con delle macchie arancioni nel capo. Aveva due grandi occhi neri, che seguivano visibilmente terrorizzati gli spostamenti del pallone. Poi il colpo decisivo. Un Koopa calciò la palla contro la pancia del portiere, il quale cadde addolorante. Gli altri presenti risero sonoramente. Nessuno porse una mano al poveretto per aiutarlo.
Perciò Mr. Squiggles, tenace più che mai, volle andare ad aiutarlo, facendo cessare qualsiasi cosa stesse combinando Penguin.
Mr. Squiggles porse la mano (la zampetta) al criceto a terra. L’altro fissò i due arrivati. Non sapeva se farsi aiutare.
“AHAHAH dai, tranquillo! Noi siamo due fighi. Non siamo malvagi!” esclamò il pinguino, aggiungendo un simpatico occhiolino.
“Ehm, no. Qua il figo sono soltanto io. Ma neanche il mio amico è malvagio” continuò Mr. Squiggles.
“EHI!! AHAHAHAH!”
Tutto sommato, parevano sinceri. Così il criceto si fece aiutare. Si alzò.
“Dai, allora riprendiamo da dove ci siamo interrotti!” disse un Patrat, colpendo nuovamente il pallone. Stavolta però andò diversamente. Penguin creò un scudo di ghiaccio che bloccò il colpo. Gli altri li guardarono meravigliati. Dopo un attimo di stupore, non si arresero e ripresero a calciare il pallone cercando di distruggere quella strana magia. Intanto Mr. Squiggles ne approfittò per chiedere qualche informazione al criceto. Si chiamava Hamtaro, abitava da non molto a Plushland e anche lui era preoccupato per la scomparsa del re. Dopo infinite supplicazioni da parte di Mr. Squiggles, ammise di non amare il calcio e di essere stato costretto a giocare. Anche lui, come lo ZhuZhu Pet, era bisognoso di un’amicizia. Lo si capiva dal suo modo di parlare, dal suo continuo abbassare lo sguardo, dal suo cercare di nascondersi … Qualche minuto dopo, Penguin li avvertì: “Il mio scudo sta per distruggersi! Che facciamo? Ci diamo alla fuga? Oppure potremmo darci al giga? Saremmo superfighi in versione giga. Ehh? Ehh? No okay, non faceva ridere. Questa situazione mi sta leggermente stressando”
Mr. Squiggles si rivolse ad Hamtaro: “Dipende da quello che vuoi fare tu.”
L’altro rispose incerto: “Io …. Io non lo so … non voglio scappare come un vile … e poi, nonostante non ci siano grandi rapporti, mi dispiace andarmene senza un saluto …”
Mr. Squiggles stranamente non sapeva che dire. Così, dopo che lo scudo fu distrutto, Hamtaro fece un piccolo passo avanti e si rivolse agli altri presenti:
“Mi dispiace, ma … ecco … io …” e iniziò a balbettare. I due amici lo guardarono preoccupati ma poi qualcosa venne a salvarli. Yoshina aveva deciso di girare la nuova edizione del notiziario proprio nel parco. Così tutti i giocatori, notata la presenza, andarono ad accorrerle. Aveva molti ammiratori … Un inaspettato imprevisto. Un inaspettato ma fondamentale imprevisto. Le cose migliori sono quelle che non ci si aspetta.
Mr. Squiggles tirò un respiro di sollievo. Hamtaro li ringraziò: “Grazie mille per quello che avete fatto. Io …”
Penguin lo fermò: “Non ringraziarci! È un piacere per noi!”.
Hamtaro sorrise.
“Hai detto che sei preoccupato per il re?” gli domandò Mr. Squiggles.
“Beh, sì … ecco … come tutti, penso.”
“Allora che ne dici di aiutarci a cercarlo?” propose sorridente il nostro eroe. Hamtaro questa volta non esitò, e sorrise timidamente a sua volta. “Ma come faremo …?” chiese dubbioso.
“Seguiamo la mia idea geniale!” e così dicendo portò i suoi amici a cercare tra le ombre degli alberi.

Il tempo passò e con il calare del Sole, Mr. Squiggles vide che ormai oltre a loro tre, era presente soltanto un quarto individuo: era una cricetina proveniente dal mondo degli ZhuZhu Pets. Lo sapeva perché aveva riconosciuto la voglia nella schiena, caratteristica di ogni animale di quelle parti.
La cricetina stava osservando i papaveri, così come qualche ora fa aveva fatto Peach. Li annusò e li mise in testa. Mr. Squiggles le si avvicinò, tanto i suoi amici non se ne sarebbero accorti, visto che erano troppo impegnati nella ricerca.
“Ehi!” la salutò. Lei si girò. Aveva una pelliccia delicata di un chiaro grigio, un corpo esile e una faccia impassabile. Mentre la guardava, pensò che non aveva mai incontrato qualcuno di più affascinante. Lei non disse nulla. Tornò ad osservare i fiori. Mr. Squiggles la imitò. “Spesso” iniziò la cricetina “la bellezza ci sembra così immutabile, così indispensabile. Guarda questi fiori per esempio: sono meravigliosi e hanno un dolce profumo. Ma poi …” raccolse un altro papavero “se cerchi di tenerteli iniziano ad appassire. Perdono il loro caratteristico colore e il loro odore. E nonostante tu ne fossi così interessato, col tempo inizi a pensare che, tutto sommato, i fiori non sono poi così meravigliosi. E invece lo sono. Sei tu che li hai voluti staccare”. Si girò verso Mr. Squiggles:
“Sbaglio?”.
Lui non rispose. Lei lasciò a terra i papaveri e si allontanò imperturbabile.

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Capitolo 5
*** Un punto di svolta ***


Un altro lampo. Il tempo non gli era certo d’aiuto. Correva e i suoi piedi continuavano a finire nelle pozzanghere appena formate. A nulla era servito andare in gruppo, a nulla era servito potenziare le proprie armi. L’inseguito lo accecò con una torcia, segnando così, il fallimento della missione.

A tavola, Mr. Squiggles e i suoi amici stavano mangiando. Hamtaro aveva preparato delle salsicce vegane (eh? Ma esistono?). Penguin provò a dare un assaggio, ma era un pasto troppo caldo per i suoi gusti. Preferiva di gran lunga bere il ghiaccio (dico per davvero). Mr. Squiggles, invece, iniziò a sbraitare:
“OHHHHH? MA CHE COSA HAI CUCINATO?? Mica sono vegano! Abbiamo bisogno di forze, noi! E poi come fanno a essere salsicce non generate da animali uccisi? Ti rendi conto che è soltanto una mossa commerciale??”.
Hamtaro si agitò: “Ma .. ma … lo sai che sono un naturalista!” delle lacrime iniziarono a velargli il viso.
Mr. Squiggles alla vista delle lacrime dell’amico, si scusò: “Dai, era per scherzare … ora so io come farti stare meglio!” Detto ciò, prese i tre piatti e buttò le salsicce nel bidone della spazzatura. Poi tornò a tavola: “Bene, ragazzi. Dobbiamo subito riprendere le nostre ricerche!”.
Hamtaro non disse nulla: stava ancora meditando su quel che era appena successo. Penguin, invece, ribadì: “Ma Mr. Squiggles … sono quattro giorni che cerchiamo, ma ancora non abbiamo trovato nulla. Se nemmeno la mia idea geniale è servita a qualcosa, chissà come siamo messi …”. Mr. Squiggles non si arrese: “Non possiamo lasciare Dani in difficoltà. Ha bisogno di noi. E nonostante non mi piaccia ammetterlo, c’è qualcuno che può essere molto più utile di noi nel trovarlo”. Hamtaro si incuriosì:
“Chi?”
“Yoshina. Lei ha migliaia di telecamere, forse potremmo scoprire qualcosa se riuscissimo ad accedere al suo studio.”
Hamtaro deglutì. Pensò un po’ e poi disse: “Non sembra facile …”
L’altro criceto allora sostenne: “Ma dobbiamo provarci! È l’unica soluzione che mi viene in mente.”
Penguin tornò a sorridere. “Mi sembra un’ottima idea! Non geniale, ma ottima. Però ci serve un piano.”
“Beh sì, ci penseremo …” Il pinguino alzò una pinna verso il soffitto:
“Io ci sto! E voi?”
Mr. Squiggles avvicinò la propria mano a quella del suo amico. Poi chiese ad Hamtaro: “Allora?”
Hamtaro esitò. Ma poi vide i sorrisi convinti degli altri due e non poté fare a meno di imitarli.

I tre erano davanti all’abitazione di Yoshina, nonché suo centro notiziario. Mr. Squiggles ripeté il piano:
“Allora, ricapitoliamo: Penguin avverti i giornalisti di aver visto il rapitore di Dani, che poi in realtà sarà una stele di ghiaccio e io e Hamtaro cerchiamo di entrare nello studio”. Effettivamente, non era una gran pensata, ma il tempo stringeva.
Penguin fece come andava fatto. “Oddio, oddio! Ragazzi, ho uno scoop incredibile!!”
“Sappiamo già che sei scappato dal manicomio con la magia” disse uno dei giornalisti.
Penguin non se la prese. “No, no, no. È qualcosa di altrettanto incredibile. Ho avvistato il rapitore di Dani!”.
I giornalisti si guardarono emozionati per lo scoop. E come previsto, seguirono il pinguino.

I due criceti allora entrarono nell’edificio. C’era una marea di persone, tutti chiamati per testimonianze o indagini.
“Cavolo, non pensavo fosse così affollato!” esclamò a bassa voce Mr. Squiggles.
Hamtaro gli ribatté tremolante: “Faremo una brutta fine …”
“Sta’ tranquillo, ho già una soluzione. Ma non ti piacerà!”
“C-cosa stai per fare …??” domandò preoccupato Hamtaro.
L’amico urlò: “GENTE, ATTENZIONE! QUESTO È UN BORSEGGIATORE!! TENETEVI AL SICURO!” e spinse l’altro contro la folla. La maggior parte dei presenti uscì dal posto, ma alcuni si avvicinarono al “ladro” intimorendolo di andarsene. Come sperato, Yoshina arrivò a controllare e iniziò a riprendere la scena.
“TG YOSHINA: borseggiatore entra nel mio studio. Verrà severamente punito.”
“EHH? C-cosa?” Hamtaro scoppiò in lacrime.

Nel frattempo Mr. Squiggles entrò nell’ufficio della giornalista. Si sentiva in colpa, ma non poteva fare altrimenti. Era sicuro che non gli avrebbero fatto nulla e nel caso l’avrebbe salvato.
La stanza era piena di fogli e documenti ovunque, sia per terra e sia nella grande scrivania che occupava la metà dello spazio. Erano presenti ben quattro computer. Mr. Squiggles accese quello centrale, il secondo a sinistra. Richiedeva una password. “Bene e ora che faccio? Abbiamo rischiato per nulla …” pensò il criceto abbattuto. Poi ricapitò.

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Ma com’era possibile? Non ci ragionò più di tanto, doveva fare in fretta. Accesso completato. Trovò la sezione per il controllo delle telecamere. Osservò uno ad uno ogni videoregistrazione. Poteva anche assistere alle spiegazioni per niente convincenti di Penguin ai giornalisti e alla triste intervista ad Hamtaro. Qualcosa però attirò la sua attenzione. Davanti ad una grotta erano parcheggiati quattro strani veicoli, uno tra i quali gli riportò in mente quella stellanonstella … Forse aveva di fronte a sé una prima risposta ai suoi dubbi. Sentì dei passi avvicinarsi velocemente, così uscì in tempo record dalla porta posteriore dopo aver segnato su un foglio (rubato) le coordinate della grotta.

Un’ora dopo, si era riunito con gli altri. Penguin non era stato per niente credibile né tantomeno Hamtaro, che infatti non subì alcuna denuncia: si vedeva che era un pezzo di pane.
Mr. Squiggles raccontò loro della propria scoperta:
“Dobbiamo capire cosa sono quegli affari. Ho le coordinate per arrivare al nostro obiettivo.”
“Oh, ma che cosa a che fare con Dani?” chiese perplesso Penguin.
“Beh, se è stato forse quell’affare a farmi raggiungere il castello allora potrebbe darci qualche informazione in più”.
“Ah okay” accettò Penguin.
Hamtaro era dubbioso, soprattutto perché non voleva ripetere una scena simile a quella poco prima avvenuta. Però non voleva opporsi e acconsentì.

La grotta si trovava poco distante dalla città, era situata nei pressi di un sinistro bosco. I veicoli, per fortuna, erano ancora parcheggiati. Due di questi erano molto simili tra loro, erano poco larghi e con solo tre ruote, quella posteriore di grandi dimensioni e quelle anteriori che ne aveva molto più inferiori. Uno aveva la vernice blu e l’altro rossa. Il terzo veicolo aveva una forma molto strana. Possedeva due “pungiglioni” gialli sul davanti e un altro piccolino dall’altra parte. Era principalmente bianco ma con strisce rosse e blu. L’ultimo, infine, era molto simile all’immaginario collettivo di un’astronave, ma in scala ridotta. Era verniciata con gli stessi colori già visti. Mr. Squiggles nell’osservarla scovò una scritta presente nel davanti: “Star Top”.
Anche i suoi amici erano davvero stupiti e incuriositi.
“Questo è indubbiamente il mio preferito!” commentò Penguin indicando il mezzo blu. “Mi ricorda il ghiaccio!”
Hamtaro ridacchiò un po’ e poi domandò: “Ma ora che facciamo?”
Mr. Squiggles si guardò intorno. Dopo aver riflettuto, propose: “Forse dovremmo entrare nella caverna …” .
Hamtaro deglutì nuovamente. “Non … non … non trovi che sia un p-po’ pericoloso?”
“Non lo sapremo mai se non ci avviamo”.
Penguin non era spaventato e così Hamtaro fu costretto nuovamente a seguirli di malavoglia.

La luce all’interno della grotta era davvero debole, i tre eroi riuscivano appena a vedersi tra di loro. Ad un certo punto, si sentì un battito d’ali. Un’ombra si avvicina ad Hamtaro e all’ultimo cambia direzione. Penguin e Mr. Squiggles ebbero un immediato sussulto, ma il loro amico non mostrava alcuna reazione. Così il criceto dal mantello magico gli chiese:
“Ehi, Hamtaro … tutto bene? Ti sei spaventato?”
Hamtaro parve sorridere. “Io? Perché dovrei? Era un dolcissimo pipistrello. Non mi avrebbe potuto farmi del male.”
Penguin era perplesso: “Ah sì?”
“Certo.”
“Ma se fosse stato un vampiro? Avrebbe potuto morderti per succhiarti il sangue!”
Hamtaro stavolta urlò spaventato. Gli dispiaceva ammettere che la realtà è indubbiamente dubbiosa, che l’apparenza inganna ma solo a volte.
Ad un tratto, qualcosa lo urtò, facendolo cadere. Il pinguino lo aiutò a rialzarsi. Mr. Squiggles, invece, corse all’inseguimento. Portò avanti una mano e toccò una stoffa leggera … la tirò a se.
Il mantello cadde.
Il tipo si girò per cercare il suo indumento.
Era un papero in calzamaglia. Aveva alcune caratteristiche formali più simili a quelle di un uomo che né a quelle della propria specie. Agli occhi, portava una benda nera, la quale nascondeva l’identità del personaggio misterioso.
Il tipo cominciò a fissarli, senza dire nulla. Era affannato e sudato. Si riprese.
Mr. Squiggles parlò:
“Venga alla luce.”
E Penguin inopportunamente scherzò: “Chiara citazione alla Bella e la Bestia! Io sono la bella!”
Il papero guardò entrambi in modo impassabile, poi rispose avvicinandosi:
“Sono Paperinik. Ora rivoglio il mio mantello” e così dicendo, fece per riprenderselo ma il criceto volante lo bloccò.
“Con calma, Paperinik. Prima ho bisogno di qualche informazione” sorrise con determinazione. “
Io non ho bisogno di dirvi un nel niente” cercò di avvicinarsi ma Penguin gli congelò i piedi.
Mr. Squiggles lo aveva riconosciuto dalla voce, era la figura incappucciata presente al rapimento di Dani.
“Cosa sai della scomparsa del re? Come facevi ad essere lì? Il rapitore ti conosceva? Come possiamo aiutarlo? E quelle astronavi? Sono tue? E …” avrebbe voluto continuare, ma Paperinik glielo impedì:
“Ehi, ehi, ehi. È una missione top-secret. Non sono tenuto a dirvi nulla, mocciosi.”
“Sicuro che non sei tenuto? Sai, il mio amico potrebbe congelarti cellula dopo cellula …” continuò Mr. Squiggles, appoggiando un braccio sulla spalla di Penguin.
“Si, è vero! Sono ghiacciosamente magico!”
Il terzo si intromise nella conversazione: “Dai, ragazzi … non passiamo alle maniere forti. Se non è tenuto a dirci nulla non ce lo dirà …”
“OH, sì che lo farà! Vai Penguin!” e il pinguino congelò il papero fino alla sua coda.
Poi li scongiurò: “Va bene, va bene … vi dirò qualcosa … Ma ad una condizione: mi scongelerete, mi ridarete il mantello e vi comprerete un libro di grammatica”.
“E tu ti comprerai un libro di matematica! Sono TRE condizioni!!” rise Penguin.
Paperinik sospirò.
Mr. Squiggles, Penguin e Hamtaro erano pronti ad ascoltarlo, con l’intento di ottenere qualche nuova importante informazione utile alla loro missione.

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