Kingdom Hearts W - Raccolta di one shot -

di Walt96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Scelta del Preside ***
Capitolo 2: *** La Storia di Cytrus ***
Capitolo 3: *** Il Consiglio dei Maestri ***



Capitolo 1
*** La Scelta del Preside ***


La Scelta del Preside
 
 
 
 
I ritratti lo seguivano con lo sguardo mentre attraversava i corridoi, non gli rivolgevano quasi mai la parola, come se mettesse in soggezione anche loro, oltre che gli studenti della scuola.
Severus Piton stava salendo dal suo ufficio nei sotterranei di Hogwarts ed era diretto in quello del preside sotto convocazione.
Dopo aver ricevuto un netto rifiuto alla sua proposta di andare a sorvegliare i movimenti dei Mangiamorte e dell’Oscuro Signore, aveva deciso di lasciare Silente e i suoi alleati alle loro faccende e aveva abbandonato lo studio.
Era passato quasi un giorno quando il Patronus del preside lo aveva convocato nuovamente, eppure era sicuro che gli altri Referenti se ne fossero andati nel frattempo.
Pronunciò la parola d’ordine, varcò la scalinata nascosta dal gargoyle di pietra che conduceva a destinazione, bussò alla porta ed entrò.
Come sospettava trovò Silente seduto sulla sua scrivania, era impegnato in una febbrile lettura di un grosso volume che appariva come un’esaustiva enciclopedia, ma sembrava al quanto strano, visto che era un libro piuttosto nuovo e con rilegature inusuali rispetto a quelli della scuola, ricordava quelli dei babbani.
Inoltre, in una delle due poltrone davanti alla scrivania di Silente c’era Minerva McGranitt segretamente intenta a sbirciare il più possibile dal libro.
«Desiderava vedermi, preside?» chiese Piton annunciandosi.
«Oh, Severus sì, siediti» rispose il preside alzando per la prima volta lo sguardo dallo strano volume chiudendolo.
«Se ne sono andati?» chiese il professore di pozioni con estrema riluttanza.
«Sì, ma è arrivato il momento di dare una mano seriamente, l‘equilibrio dei mondi potrebbe essere in grave pericolo».
«Quindi mi lascerà sorvegliare i movimenti dell’Oscuro Signore?».
«Lo farai, sì, ma ad una condizione: tornerai al tuo vecchio alloggio a Spinner’s End come se fossi in congedo dal ruolo di professore per le vacanze estive, aspetterai che ti contattino loro» rispose Silente senza ammettere repliche.
«E se avesse già trovato i mezzi per andarsene? Se avesse già scelto che potere conquistare?» replicò comunque Severus.
«Allora farai rapporto subito a me utilizzando i messaggi via Patronus, e io lo riferirò subito ai Referenti».
«Pertanto, se dovessero partire, dovrei andare con loro?».
«Sì andresti con loro… è tutto Severus, buona fortuna» disse Silente e a quel punto Piton si alzò e andò via dallo studio; con il suo mantello nero ricordava molto un pipistrello che vola nella notte.
Silente era avvilito dalla diffidenza di Severus, avrebbe voluto che capisse le sue intenzioni e che i pericoli stavano per moltiplicarsi a vista d’occhio, ma non era ancora il momento di rivelargli tutto.
«Albus, c’è qualcosa che ti preoccupa? Sembra che quel libro non porti buone notizie…» ruppe il silenzio Minerva McGranitt
«Purtroppo hai ragione Minerva, questo è il libro che mi ha gentilmente dato il professor Rowan, e racconta tutta la mitologia e le leggende del mondo dei Pokemon che ho appena visitato…»
«E…?»
«Va oltre ogni mia immaginazione… Ogni regione ha le sue usanze e i suoi Pokemon leggendari con poteri immensi, straordinari, difficili da contrastare, se Dialga avesse avuto il possesso delle sue facoltà, ieri sera, avrebbe potuto distruggere tutto senza grande fatica; credo che, anche se sotto l’effetto della maledizione Imperius, il potere di Doflamingo e le capacità di Magneto, Dialga abbia fatto il possibile per trattenersi» concluse il preside con tono amaro.
Minerva appoggiò la schiena alla sedia e si lasciò appoggiare come sfinita, con un’espressione disperata dipinta in volto, «È un futuro orribile quello che ci aspetta… dobbiamo trovare Magneto al più presto, mi offro come volontaria» disse Minerva piena di spirito.
Silente sorrise «Mi fa piacere la tua aderenza alla causa Minerva, ma sarebbe imprudente rischiare di lasciare Hogwarts senza un successore, andrò io appena sarò nuovamente in forze» e così dicendo si guardò la mano annerita con cui aveva contrastato il Tempo.
«Hai già qualche idea sul dove possa essere?» chiese la McGranitt.
«Non esattamente ma ho il sospetto che si sia rifugiato in luoghi in cui sono disponibili grandi quantità di metallo»
«E una volta catturato cosa ne faremo?».
«Chiamerò Topolino e lo interrogheremo. Conoscere il proprio nemico è fondamentale per poterlo sconfiggere» concluse Silente.
«Ora scusami Minerva ma devo finire di leggere questo volume, è meglio che io sappia tutto quello che c’è da sapere sui Pokemon in modo da fronteggiare al meglio Doflamingo quando sarà il momento» la congedò.
«Ma certo Albus, buonanotte» rispose lei alzandosi e dirigendosi verso l’uscita.
«Buonanotte» rispose lui, mentre la porta si chiudeva.
Poi però non si rimise a leggere l’enciclopedia sui Pokemon, ma estrasse dalla veste l’anello che aveva recuperato nella Sala delle Reliquie.
Se lo rigirò tra le dita con attenzione, scrutando ogni suo dettaglio, sottoponendo al suo giudizio la pietra nera incastonata, con il simbolo che lui conosceva molto bene.
Possibile, che dopo tutti quegli anni, fosse riuscito a trovare la Pietra della Resurrezione?

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Capitolo 2
*** La Storia di Cytrus ***


La storia di Cytrus
 
 
 
Cytrus era originario dell’isola di Jaya e all’età di trent’anni, nella foresta, trovò un misterioso e rarissimo grappolo di Frutti del Diavolo.
Passeggiava spesso nel bosco dell’isola alla ricerca di un Frutto, perché sapeva che erano decenni che non ne compariva nessuno lì e il momento sarebbe giunto presto, ma quando vide quel grappolo rimase più stupito di quanto previsto; la regola è che un Frutto non si può rimaterializzare finché il suo proprietario è ancora in vita, ma quel grappolo aveva ben sei proprietari e quindi sarebbe ricomparso solamente dopo che tutti e sei sarebbero morti!
Così Cytrus, pieno di emozione, si arrampicò sull’albero e colse uno di quegli splendidi chicchi, erano più grossi dei chicchi d’uva normali, verdognoli e con un unico ghirigoro sulla buccia.
Non attese neanche di scendere dal ramo che lo addentò scoprendo il tipico sapore amarissimo dei Frutti del Diavolo, talmente disgustoso che si lasciò cadere con un tonfo a terra.
Chissà quale potere immenso gli avrebbe donato quel Frutto così raro, magari si trattava di uno Zoo Zoo Mitologico o Ancestrale, era troppo in emozione per fare ipotesi.
Non gli sembrò di aver subito nessun cambiamento particolare, tentò di concentrarsi per trasformarsi in qualcosa ma non avvenne nulla.
Decise di provare a colpire un albero nei paraggi e gli puntò una mano contro convinto di sprigionare qualche strano potere, ma avvenne un'altra cosa, sotto i piedi dell’albero il suolo venne lacerato dall’interno come se fosse di stoffa, poi si aprì una voragine circolare da cui fuoriusciva un forte vento.
Cytrus venne sbalzato all’indietro e cadde a terra, quando perse la concentrazione il foro svanì e rivelò solamente che l’albero era scomparso.
Deciso a capirne di più, Cytrus, si dedicò a fare ricerche sul quello strano potere e solo dopo anni e numerose ricerche che lo portarono alla Biblioteca Internazionale di Water Seven, scoprì di che frutto si trattasse: il frutto World World, estremamente raro, permetteva al possessore di creare portali per altri mondi.
L’indole insicura e la poca spina dorsale di Cytrus, che voleva solo diventare più forte, lo spinse a trascorrere i successivi anni aprendo ogni tanto il portale senza mai trovare il coraggio di tuffarcisi dentro.
Fu un paio di settimane orsono che avvenne una svolta nel corso degli eventi.
Era appena approdato all’arcipelago Sabaody, una sera, mentre era alla ricerca di una ciurma che lo avesse accompagnato nel Nuovo Mondo che avvenne un fenomeno al quanto strano, svoltò l’angolo di un pub e si ritrovò davanti ad una macchia nera che emergeva dal suolo.
Cytrus si inginocchiò davanti a quel fenomeno che lo spiazzò completamente, un Ombra misteriosa lo scaraventò violentemente contro la parete alla sua destra schiacciandolo e tenendolo fermo.
Non vedeva il suo aggressore ma aveva la sensazione che non ci fosse proprio, che si nascondesse dentro quella specie di porta di fumo nero; poi una voce parlò: «T-t-trova Doflamingo… p-p-p-parlagli del tuo frutto e portalo nel paese di Little Hangleton, nel mondo d-d-d-della magia» al che Cytrus rispose anche se aveva la faccia schiacciata contro il muro «Doflamingo ?! Ma è stato appena sconfitto a Dressrosa! Chi sei? Perché lo dovrei fare?»
La voce che provenne dal corridoio oscuro rispose ancora una volta prima di svanire «Fallo! O d-d-d-dovrai vedertela con qualcuno di molto più forte di D-D-Doflamingo» e in un attimo il corridoio oscuro svanì lasciando il terreno libero.
Cytrus smise di essere schiacciato contro il muro e si lasciò di nuovo cadere in ginocchio cercando di realizzare ciò che era appena successo.
Qualcuno più forte di Doflamingo… certo era una bella minaccia.
Cytrus non si era mai scordato di quella volta che il pirata fece visita nella sua isola e del potere spaventoso che possedeva, e, in questo momento doveva essere al quanto furioso.
Decise comunque di provare ad incontrarlo e vedere cosa sarebbe successo, in fondo non aveva nulla da perdere.
Trascorse qualche giorno, raccolse un po’ di voci in giro e esaminò bene la situazione: Doflamingo era stato avvistato l’ultima volta nella zona dell’isola Raijin, perciò anche lui si precipitò lì nella speranza di trovarlo.
Lo riuscì ad intravedere in un pub qualche giorno dopo l’inizio delle ricerche, decise di provare ad attirare la sua attenzione senza farsi notare, allora fece finta di bere qualche bicchiere di troppo e parlando con il barista raccontò a voce alta le capacità che gli aveva donato il frutto World World.
Qualcuno si girò verso di lui ma non sortì l’effetto che si aspettava, perciò decise che avrebbe ritentato.
Uscì dal pub un oretta dopo che Doflamingo e la sua ciurma se ne erano andati, per non destare sospetti, passeggiava sulla riva del molo quando d’un tratto si ritrovò il corpo bloccato in una posizione normalmente non statica.
«Mhuhuhuh, tu ora vieni con noi» disse la voce calda di Doflamingo alle sue spalle.
 
 
 
 
«La aspetteremo qui capitanoooo…!» gridò Jolla mentre Doflamingo scomparve nel portale, Cytrus ritirò la mano verso di sé e la voragine nel ponte della nave si richiuse all’istante, senza lasciare traccia.
«Eheheheh Doffy ce la farà anche questa volta» disse Trebol sicuro, prendendo posto nella sua poltrona a forma del simbolo dei fiori.
Cytrus si era accasciato a terra, sfinito per lo sforzo, tutti quanti non lo considerarono neanche più dopo che aveva adempito al suo compito, anche se in realtà era così anche in precedenza.
Aveva accettato di entrare a far parte della ciurma dei pirati di Donquijote per paura delle orribili capacità di Doflamingo; lui era lì nell’isola di Jaya il giorno in cui Doflamingo arrivò e punì un suo sottoposto in maniera brutale davanti a tutta la piazza.
Dopo la partenza del capitano tutta la ciurma era molto sotto pressione, tutti erano preoccupati per lui e per il futuro… ma quasi nessuno considerava gloriosa la sua decisione di partire per un mondo nuovo, lasciandoli lì abbandonati a loro stessi.
Passò qualche giorno, mancava poco e sarebbero dovuti andare a fare rifornimento di viveri, di Doflamingo neanche l’ombra…
Se ne stavano lì, dietro quello scoglio, con la vista aperta sul mare orientale senza vedere nulla oltre alla grande distesa di acqua che li separava dal resto della civiltà.
Ogni tanto qualche gabbiano veniva a fargli visita sul ponte della nave e, se lo si riusciva a catturare, lo si cucinava al forno la sera stessa per i tre ufficiali: Trebol, Pica e Diamante.
Durante questo tempo nella ciurma Cytrus aveva fatto amicizia solo con Jolla che era la donna più anziana del gruppo e trascorreva la maggior parte del tempo a sperare che lei gli desse qualcosa da fare.
«Posso prendere il tuo Log Pose?» chiese Cytrus scendendo nella sua cabina.
«Hai detto il mio bellissimo Log Pose? Ma certo, prendilo pure, adulatore!» rispose lei crogiolandosi in complimenti che nessuno avrebbe mai pronunciato.
Cytrus sorrise a questo tipica caratteristica di Jolla, prese il “bellissimo” Log Pose e risalì sul ponte.
Il Log Pose è un bracciale-bussola molto particolare, perché non segna il Nord bensì la nuova rotta da seguire per raggiungere l’isola più vicina; Cytrus lo appoggiò sulla testa della polena a forma di fenicottero della nave della famiglia Donquijote, la freccina segnava la direzione davanti a lui. Prima ne rimase sorpreso, poi pensandoci bene forse l’isola più vicina al punto in cui si trovavano era Amazon Lily, l’isola delle donne, anch’essa nella Fascia di Bonaccia e perciò molto difficile da raggiungere.
Cytrus aveva amato una sola donna nella sua vita, senza essere mai ricambiato; a Cybill piacevano i pirati, forti e famosi con una grossa taglia sulla testa, con grandi poteri e grandi abilità, una sognatrice in effetti.
L’aveva conosciuta lì, sull’isola di Jaya, quando erano ancora ragazzi e divennero subito amici, ma tali rimasero nonostante i numerosi tentativi e proposte da parte di Cytrus.
Fu per questo motivo che prese il mare dopo aver mangiato il suo Frutto, voleva diventare un pirata famoso e potente per poter un giorno tornare a Jaya e conquistarla.
Si stava perdendo nei suoi pensieri in quel tramonto roseo visto da quel punto del mare, non c’era vento come al solito, tutto era estremamente tranquillo, i gabbiani volarono via dallo scoglio tutti insieme; allontanandosi, quel paesaggio poteva essere ritratto in un quadro da un bravo pittore.
Se solo Cybill avesse saputo la rarità e il potere mistico del suo frutto…
Il dileguarsi improvviso dei gabbiani, però, lasciò tutto in un estremo silenzio, inquietante a dir la verità.
Poi la loro assenza venne giustificata.
Un alone aureo e splendente avvolse lo scoglio che nascondeva la nave, e in un attimo un’onda d’urto dorata lo disintegrò in mille frammenti spostando la nave di qualche metro e scatenando il caos.
Forse non Cybill, ma qualcuno potrebbe aver scoperto il potere del suo frutto.
 

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Capitolo 3
*** Il Consiglio dei Maestri ***


Il Consiglio dei Maestri
 
 
 
 
Il Viaggio della Forza era un abilità che richiedeva un’enorme quantità di energia, per questo lo lasciava sempre sfinito dopo l’arrivo nel luogo desiderato.
Il Maestro Yoda era appena arrivato su Coruscant davanti al Palazzo del Consiglio dei Jedi, era comparso davanti alla grande porta d’entrata e diverse truppe di cloni l’avevano visto; d’altronde era difficile che anche un Jedi addestrato capisse davvero ciò che era appena avvenuto.
«Sergente Rex, come procede la guerra? Troppe ore di meditazione mi sono concesso» chiese Yoda al soldato che stava guidando una pattuglia di cloni verso l’imbarco degli incrociatori stellari, invitandolo tacitamente ad entrare nel palazzo con lui.
«È un piacere vederla Maestro, dopo la battaglia su Geonosis si sono perse le tracce del Conte Dooku, ma abbiamo delle novità sul Generale Grievous: sembra che si stia spostando da Felucia a Ilyum, nell’Orlo Esterno» disse Rex con la solita voce elettronica causata dall’altoparlante del casco, accompagnandolo nella grande entrata del Palazzo del Consiglio dei Jedi.
Quelle notizie sembrarono rendere Yoda pensieroso, probabilmente ragionava sui recenti avvenimenti appena accadutogli in segreto.
«Grazie Rex, subito il Consiglio devo incontrare, che la Forza sia con voi» disse e si diresse verso la Sala.
Passò attraverso gli archivi, una immensa biblioteca, sia cartacea che digitale, in cui erano presenti tutte le informazioni riguardati la Galassia conosciuta, fu proprio lì che una giovane Padawan intenta nello studio avvertì immediatamente la presenza del Maestro Yoda.
Dal suo aspetto si capiva che era un’aliena umanoide (di razza togruta) con due trecce bianche striate di blu e la pelle rossa con numerosi tatuaggi bianchi, si alzò di corsa e raggiunse il Maestro Yoda chiamandolo «Maestro! La cerco da tre giorni! Doveva affidarmi ufficialmente come allieva ad un Jedi si ricorda?».
«Oh Ahsoka! Mai potrei dimenticarmi?» disse Yoda sorridendo «Via da Coruscant sono stato, un aiuto urgente ho dovuto dare, ufficialmente affidata al giovane Skywalker da ora tu sei, raggiungerlo il prima possibile sul pianeta Christophsis tu devi, con le truppe di rinforzi potrai viaggiare» disse Yoda ufficializzando la richiesta della Padawan.
«Davvero? Oh sono così contenta! Grazie Maestro vado subito a prepararmi!» disse in evidente stato di eccitazione correndo via verso gli alloggi.
«Inesauribile l’energia della gioventù è» commentò Yoda da solo proseguendo verso la destinazione e in quel momento la sua mente venne rivolta a Walt e a ciò che era successo la notte prima…
Salì nella Sala del Consiglio che era posizionata nella torre centrale dell’edificio: la stanza era a base circolare e completamente vetrata; trovò la maggior parte dei membri seduti a discutere sulle mosse da fare e quelli che non potevano essere presenti fisicamente utilizzavano un ologramma in tempo reale per poter partecipare ugualmente alla riunione.
«Quali sono le novità?» chiese Yoda appena si sedette sulla sua postazione.
Mace Windu il Maestro che sedeva alla sua destra prese la parola, era un uomo di colore sulla quarantina d’anni caratterizzato da una grande autorità «Abbiamo saputo da fonti certe che una delegazione della Federazione dei Mercanti ha appena rapito il figlio di Jabba the Hutt, sospettiamo che ci sia il Conte Dooku dietro questo rapimento» rispose il Maestro Windu riassumendo i rapporti arrivati, zelante.
«Uhm…» si mise a pensare Yoda strofinandosi il mento con le dita.
«Probabilmente è una mossa dei Separatisti per prendere il controllo sulle rotte dominate dagli Hutt» aggiunse il Maestro Ki-Adi-Mundi dando valore alla tesi del Maestro Windu.
«Probabile questo è, contattare il Maestro Kenobi su Christophsis dobbiamo, se la battaglia finita è, il giovane Skywalker su Tatooine possiamo inviare» concluse Yoda decidendo il da farsi.
Il Maestro Windu allora si avvicinò all’apparecchio cilindrico che si trovava al centro della stanza e digitò qualche pulsante prima di risedersi.
Sopra il piccolo trasmettitore si materializzò l’ologramma di una persona, sembrava avere una trentina d’anni, aveva una barba castana e un aspetto nel complesso ordinato e serio «Maestro Obi-Wan Kenobi a rapporto» disse.
«Come stanno andando le cose su Christophsis Obi-Wan? I Rinforzi dovrebbero essere già partiti» chiese Yoda educatamente.
«L’esercito di droidi è numeroso ma le truppe sono in ritirata Maestro» rispose la piccola riproduzione dello Jedi.
«Il figlio di Jabba the Hutt rapito è stato, inviare il giovane Skywalker sul suo vecchio pianeta natale Tatooine dovremo, e tu richiesto su Coruscant sei Obi-Wan, appena conclusa la battaglia contro i droidi sarà» riferì Yoda spartendo gli ordini.
«Ricevuto non ci sono problemi».
«La padawan Ahsoka ho inviato lì da voi, assegnata al giovane Skywalker sarà»
«Molto bene, passo e chiudo» disse l’ologramma e subito dopo il collegamento con Obi-Wan si interruppe.
«Come mai avete affidato una padawan a Skywalker?» chiese Mace Windu a Yoda.
«Impegnato il giovane Skywalker va tenuto, nei prossimi tempi, addestrare il Maestro Obi-Wan io devo».
 
 
 
 
 «Come è andata la battaglia su Christophsis Obi-Wan?» chiese Yoda al Maestro Kenobi mentre si dirigevano verso gli ascensori.
«Bene siamo riusciti a guadagnare tempo finche Anakin e la sua nuova padawan non hanno disattivato gli scudi, poi l’armata droide non ha avuto scampo, i cloni sono molto più efficienti, non c’è dubbio. La creatività dei droidi è limitata» rispose il cavaliere Jedi.
Entrarono in un ascensore da soli e Obi-Wan guardò incuriosito la destinazione del suo incontro con Yoda, è sempre un onore ricevere una lezione privata dal Gran Maestro del Consiglio dei Jedi e non avveniva di frequente.
L’ascensore si spostò e salì a grande velocità; la parete vetrata permetteva di ammirare il paesaggio circostante e solo in quel momento Obi-Wan capì qual era la loro destinazione.
«La Sala delle Reliquie?! Sono anni che non viene aperta! Nessuno mi ha mai detto di esserci stato».
«Ultimamente degli eventi che compromettono l’equilibrio dell’esistenza sono avvenuti» iniziò a spiegare il Maestro Yoda.
«Si riferisce alla battaglia di Geonosis?»
«Purtroppo no… Nessuno al corrente di questi avvenimenti è, Obi-Wan, devi sapere che non tutto in questa galassia avviene».
Intanto l’ascensore era arrivato a destinazione e uscirono dal piccolo abitacolo, davanti a loro c’era un’immensa porta d’acciaio che segnava l’ingresso di una immensa sala; Yoda si concentrò e, con la mano libera dal bastone, aprì le spesse porte che bloccavano l’accesso.
I due Jedi entrarono insieme e Obi-Wan si lasciò sfuggire un gesto di evidente emozione di scoprire finalmente ciò che si trovava dentro quella sala.
Yoda si fermò sulla porta e lasciò che il Maestro desse sfogo alla sua curiosità girovagando per gli scaffali.
Il giovane si guardò intorno e iniziò a passeggiare piano piano tra le vetrine osservandole con attenzione e curiosità, Yoda percepiva che stava iniziando a capire perché fosse stato portato lì.
Sì fermò davanti ad una vetrina con esposti due oggetti: un quaderno con una copertina nera e una sfera metallica color bronzo piena di disegni geometrici sulla superficie, sembrava avere un meccanismo interno.
«Percepisco una grande concentrazione nella Forza in questa stanza, Maestro».
«Esatto, alla risposta tu stai raggiungendo».
Obi-Wan chiuse gli occhi… «Delle persone dall’incredibile potere sono state qui di recente» e così dicendo si avviò senza rendersene conto davanti alla clessidra che indicava l’andamento dello Spazio-Tempo.
La fissò per qualche momento senza dire niente, meditando sulla faccenda e scoprendo, tra i meandri della Forza, una risposta.
«Esistono molteplici realtà» concluse Obi-Wan.
«Migliorata notevolmente la tua conoscenza della Forza è Obi-Wan, molti mondi esistono, la nostra galassia piccola diventa se si conoscono le vere dimensioni della realtà. Imparare a viaggiare tra i mondi tu devi, personaggi oscuri presto dovremmo affrontare, il rischio che Darth Sidious coinvolto verrà alto è» disse Yoda profondamente, anche se con un tono molto duro.
«Sono pronto» rispose Obi-Wan.
 

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