Last Song.

di Class Of 13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I - さよなら - Sayonara. ***
Capitolo 2: *** II - 君の今と私の今 - Kimi no ima to watashi no ima. ***



Capitolo 1
*** I - さよなら - Sayonara. ***


I - さよなら - Sayonara.


«何も言わずに さよならしてしまって ごめんね».
Perdonami per essermene andato senza dire niente.



Le onde del mare si infrangono placide contro la scogliera, sospinte da quello stesso vento al cui risveglio aveva contribuito con sofferenza ormai innumerevoli volte. Quello di Caldis è un continente dove non le dispiacerebbe vivere nonostante abbia un clima così diverso dalla sua Eternia, la terra in cui è cresciuta e dove la sua famiglia la attende.
Mentre inspira a pieni polmoni l'odore della salsedine, le voci poco distanti di Tiz e Agnés la raggiungono, seguite da quella del vecchio Saggio. La Grande Voragine si sta lentamente chiudendo, svanendo assieme ad ogni traccia dell'operato di Airy e del suo signore Ouroboros.
La battaglia è finita, ma, mentre i dolori delle sue membra stanche e ferite spariranno col tempo, il ricordo di tutto ciò che ha passato assieme ai suoi amici rimarrà per sempre impresso nella sua mente, testimonianza del fatto che non c'è crescita che possa essere vissuta senza dolore. In questa avventura ha guadagnato e perso molto più di quello che avrebbe mai immaginato, ma il pensiero di vivere finalmente in pace è confortante.
Sancire la pace tra il Ducato e l'Ortodossia richiederà un impegno notevole sia da parte sua, figlia di Braev il Templare, nonché una dei quattro Guerrieri della Luce,  sia da parte della cara Agnés, una degli ultimi rappresentanti di una fede che stava ormai perdendo il suo originale significato. È un'impresa che ha del titanico, ma non sono sole, in questa nuova personale battaglia.
La voce di Ringabel richiama la sua attenzione, così come quella dei suoi amici. Sul suo volto spicca quel suo solito sorriso dall'aria un po' scanzonata, ed Edea si sente sorprendentemente sollevata nel vedere che le cose importanti sono rimaste le stesse nonostante tutto quello che hanno passato.
«Io vi saluto qui», dice senza perdere il suo sorriso e, per un attimo, Edea crede di aver sentito male. Le espressioni sui volti di Tiz e Agnés si fanno immediatamente preoccupate.
«Cosa intendi dire?», domanda infine la vestale, dando voce ai pensieri dei presenti.
Il sorriso cede il posto ad un'espressione seria, e improvvisamente non le sembra poi così strano che Ringabel e Alternis possano essere, pur appartenendo a mondi differenti, la stessa persona. «La verità è che non appartengo a questo mondo e, pertanto, non c'è posto per me, qui», risponde senza esitazione.
Le parole le escono di bocca nel momento stesso in cui prendono forma nella sua mente. «Che razza di idiozie vai dicendo? Puoi rimanere qui, con noi... Come sempre!». In angolo della sua mente nota, con un certo orrore, quanto sia pericolosamente vicina alle lacrime.

Il sorriso che si riforma sulle labbra di Ringabel ha una malcelata nota di tristezza. «Ho finalmente recuperato i miei ricordi, ricordi dolorosi, così come ricordi delle persone che amo. È per questo che non posso rimanere. Non posso abbandonare il mondo da cui provengo al suo destino».
Pensare a quanto lui abbia sofferto in qualche modo le spezza il cuore. In un mondo chissà quanto lontano dal loro, lui aveva amato un'altra versione di lei, l'aveva amata e, impotente, l'aveva vista morire davanti ai suoi occhi. Nonostante lo odi per questo, sa che ha ragione, non può abbandonare il suo mondo quando ha la possibilità di salvarlo, ma non riesce ad accettarlo. Non riesce a non essere egoista, quando si tratta di lui.
«Allora...», comincia, le sue mani che lo strattonano per il bavero della giacca. «Allora verrò con te!».
Le mani di Ringabel sono sulle sue spalle mentre scuote il capo con decisione. I suoi gesti sono estremamente delicati, quasi non si addicono alla fama di donnaiolo di cui si era sempre fatto vanto. «No, il tuo posto è qui. Ci sono delle persone che ti aspettano e che hanno bisogno di te».
Edea lo sa. Sa di non poter lasciare la sua famiglia, non dopo aver finalmente parlato con suo padre, non dopo aver visitato un mondo in cui il dolore della perdita e la gioia del ritrovamento si incontravano sui volti dei suoi genitori. Eppure la parte più egoista di lei vorrebbe seguirlo. Ci sono tante, troppe cose che vorrebbe e dovrebbe dirgli, ma la sua bocca non fa che dar voce ai singhiozzi che le scuotono il petto e la bagnano il bel volto di lacrime.
Non sa quando o come sia successo, ma, per colpa di qualche strano paradosso temporale, le labbra di Ringabel sono sulla sua fronte, le braccia strette attorno a lei. Un gesto inequivocabile, ma anche un addio. Un addio che potrebbe essere definitivo.
«Mi dispiace», sussurra piano al suo orecchio mentre la stringe di più a sé. Il suo cuore batte piano, ha un ritmo quasi rassicurante, e, scioccamente, si rende conto di non aver mai notato quanto fosse alto, quanto le sue spalle larghe potessero proteggerla proprio come aveva giurato di fare.
«Perdonami, mia amata Edea».
§
 
Il mare è una visione insolita ma forse, proprio per questo, riesce a tranquillizzarla. È così vasto e splendente mentre si congiunge con il cielo all'orizzonte in una distesa di azzurro.
Non ha voluto guardarlo, mentre andava via. Non ne ha avuto il cuore. Aveva continuato a piangere in silenzio, guardando l'immensa distesa d'acqua, e, alla fine, aveva accettato la realtà dei fatti: ogni viaggio ha un inizio così come una fine.
Il suo viaggio con Ringabel si era concluso lì, su una spiaggia di Caldisla, ma la sua vita sarebbe andata avanti. In quanto erede del Capo del Concilio dei Sei era suo dovere impegnarsi per portare la pace su Luxendarc, e avrebbe messo tutta se stessa nel suo compito.
Andava bene così. Edea Lee sarebbe andata avanti da sola.

 


Note

Ho scritto queste due One-Shot in pieni feels post Bravely Second ( e dopo essermi sparata il manga di Deafult e quei pochi capitoli tradotti che si trovano di "Pocketbook Of R" ) e, come potete aver già visto con i vostri occhi, non si tratta di nulla di eclatante, essendo una semplice rivisitazione.
Le parole che vedete in giapponese sono prese dal testo di "Last Song", ending di Bravely Second composta da Ryo dei Supercell e cantata da Chelly. Questa canzone - che non ha pietà di me e delle mie lacrime - nella mia ottica (ma anche con un po' di attenzione al testo) è palesemente cantata dal punto di vista di Edea e Ringabel e fa un po' luce su ciò che c'è tra loro.
Il titolo di questo capitolo è forse una delle parole giapponesi più note al mondo: "sayonara", ovvero "addio", e la scena in questione, non mostrata nel gioco ma disegnata nel manga, è l'addio di Ringabel a Tiz, Agnés ed Edea dopo la battaglia finale contro Ouroboros. Il sottotitolo, per chi se lo stesse chiedendo, si legge "nani mo iwazuni sayonara shitte shimatte gomen ne" e significa proprio ciò che ho scritto in corsivo sotto di esso. 

 

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Capitolo 2
*** II - 君の今と私の今 - Kimi no ima to watashi no ima. ***


II - 君の今と私の今 - Kimi no ima to watashi no ima.
 
«いつか君の今と私の今 また交差するその時には…».
Se un giorno il tuo presente e il mio presente dovessero incrociarsi ancora…
 
Nonostante fossero trascorsi due anni e mezzo, il Castello del Vampiro era rimasto identico a come lo avevano lasciato dopo il valoroso sacrificio di Lester De Rosso. Nei saloni scuri e riccamente arredati aleggiava l'aria carica di elettricità che precedeva uno scontro, una battaglia alla ricerca della verità.
Non sapeva nemmeno lei cosa li avesse spinti sulla soglia di quel castello immerso nelle nevi gelide di Eternia, ma, nel momento in cui vi avevano messo piede, una morsa gelida le aveva attanagliato lo stomaco: un inconfondibile elmo scuro giaceva ai piedi di un dipinto raffigurante una Yōko dall'espressione maliziosa dipinta sul volto dai lineamenti raffinati.
 
Alternis era lì. E le parole che Yōko aveva speso su di lui non erano affatto rassicuranti. Dovevano raggiungerlo, dovevano salvarlo, non poteva permettersi di perdere un'altra persona importante.
 
Il coraggio con cui Yew aveva affrontato la verità sulla sua famiglia l'aveva positivamente colpita: proprio come Agnés prima di lui, il ragazzo aveva accettato il passato, prendendolo come un monito per plasmare un futuro migliore con le sue stesse mani. In parte rivedeva in lui la se stessa di due anni prima, la ragazzina viziata che vedeva il mondo in bianco e nero senza rendersi conto di quanto i contorni di quei due stessi colori potessero sfumare tra loro. Eppure, proprio come lei, era stato costretto a crescere dai recenti avvenimenti e vedeva in lui quella scintilla che un giorno lo avrebbe portato ad essere un leader giusto e carismatico. A volte si domandava se suo padre avesse mai visto in lei quella stessa debole luce che stava osservando con i suoi occhi.
 
«Pensiamo che tutti voi siate davvero interessanti». Yōko sogghigna, portando una mano a coprire le labbra truccate. «Ma tra voi c'è qualcuno che coglie la nostra attenzione più di chiunque altro, qualcuno dall'animo le cui profondità sono ancora a noi sconosciute. Non vorresti aiutarci a risolvere questo problema, Edea Lee?».
 
Un brivido di paura le scorre lungo la schiena mentre i suoi compagni scompaiono assieme al resto del castello. La voce dello yōkai giunge fin troppo chiara alle sue orecchie. «Comincia pure, cara. Ti ascoltiamo».
 
Qualcosa nel suo tono di voce la spinge ad obbedire e, finalmente, Edea parla. «Il mio nome è Edea Lee, figlia del Gran Maresciallo di Eternia. Sona sempre stato orgogliosa della mia famiglia, della mia posizione, della mia reputazione».
 
Le parole sembrano venir fuori dalla sua bocca, dal suo cuore senza darle la possibilità di controllarle. C'è qualcosa di ammaliante, nella voce di quella volpe, come se Edea potesse raccontarle senza remore tutti i suoi segreti, i suoi rimpianti, i suoi sentimenti e sentirsi libera, più leggera. Parla della sé di due anni prima e del tradimento nei confronti del ducato, del bisogno di vedere il suo valore finalmente riconosciuto da suo padre, ma il senso di liberazione viene ben presto sostituito da una profonda angoscia.
 
Molto bene, Edea. Adesso scaviamo più in profondità… Solitudine. Questo è ciò che provi negli angoli più remoti del tuo cuore.
 
Le parole di Yōko bruciano sulla sua pelle e sul suo cuore come acido, nonostante le neghi con veemenza.
 
Non è altro che la verità. Agnés ha Tiz. Magnolia ha Yew. Mahzer ha Braev, Eleanor ha il Comandante Goodman. Aimee e Panettone, Holly e Barras… Vedi la loro gioia e provi solitudine… tristezza… paura.
 
Fa male. Molto più di qualunque ferita fisica un mostro possa infliggerle. Il modo in cui Tiz e Agnés si sorridono, l'imbarazzata dolcezza dei gesti tra Yew e Magnolia, l'affetto incondizionato che lega i suoi genitori. Un dolore atroce e continuo che sembra riaprire con violenza una ferita che aveva tenuto nascosta con la massima cura. È in quella ferita che Yōko colpisce ancora e ancora, fino a darle il colpo di grazia.
 
Eppure anche tu avevi qualcuno. Ma lui ti ha lasciata indietro. Non lo rivedrai mai più… Colui a cui tieni più di chiunque altro al mondo. E ciò che fa più male è che lui ha scelto di lasciarti. Ti sei detta di essere forte, che saresti stata bene da sola. Per sempre sola, senza che ci sia qualcuno ad attenderti. Non adesso, non quando invecchierai, non quando morirai.
 
Yōko ha perfettamente ragione. C'è una sola verità, una verità nascosta dietro sorrisi forzati, custodita gelosamente nel suo cuore. «Mi manca… Ringabel…».
 
«Edea!».
 
Conosce quella voce. Ha sempre pensato che non l'avrebbe mai più risentita.
 
«Perdonami, non è da me far attendere una donzella», la figura di Ringabel, armato del suo solito sorriso e della sua armatura da Cavaliere Nero le appare sfocata tra la lacrime. «Tu, sola? Non diciamo sciocchezze. Sono sempre stato al tuo fianco, per tutto questo tempo. Non ti ho mai dimenticata, nemmeno per un singolo istante. Non mi credi? Guarda pure il mio diario, se vuoi!».
 
Ringabel. Il suo sorriso strafottente e la sua voce, le spalle larghe e il braccio ferito nel proteggerla. Lui è lì, in carne ed ossa, ed Edea, tra le lacrime, non può fare altro che gettarsi tra le sue braccia, riempiendolo di insulti tanto immeritati quanto poco sentiti.
 
«Si tratta sempre di te stesso, non è vero? Io… Io ti odio!».
 
«Via, via, non era mia intenzione prenderti in giro. E adesso, ti va di tornare… Insieme?».
 
§
 
Lo scontro contro Yōko è di una violenza inaudita. Ricorrono a tutti i loro assi nella manica, per sopravvivere e, alla fine, grazie al contributo di Ringabel, riescono a prevalere.
Mentre la yōkai rivela a Yew l'ultima verità, Edea si ritrova a guardare di sottecchi il Cavaliere Nero, quasi temesse di vederlo sparire nel momento in cui avesse distolto lo sguardo. Ringabel si è decisamente fatto strada tra i ranghi, viene a sapere poco dopo, incaricato di proteggere più e più piani dimensionali da eventuali minacce. Le risate che si diffondono tra i suoi compagni le ricordano l'inizio della sua avventura, quando, nella loro beata ingenuità, non sapevano che il destino di più mondi sarebbe stato riposto nelle loro mani.
 
«Hai la mia più sincera gratitudine, Edea», le dice infine, e nei suoi occhi scorge la stessa espressione che aveva intravisto su quella spiaggia di Caldisla due anni e mezzo prima. È il preludio di un altro addio, ma non ha intenzione di rimanere con le mani in mano neanche questa volta.
 
«Non vorrai dirmi che questo è un altro addio?!».
 
Ringabel abbassa lo sguardo, afflitto, e il senso di colpa la fa vacillare per un istante. «Mi dispiace, Edea. Ma, per dirla tutta, non avrei nemmeno dovuto rivelarvi la mia identità-».
 
«No, fermo lì! N-non puoi lasciarmi un'altra volta!».
 
L'onestà con cui parla dei suoi sentimenti sorprende perfino lei. Se esistono infiniti piani dimensionali non può fare a meno di domandarsi se arriverà mai il giorno in cui i loro presenti si sarebbero incrociati ancora una volta, se avrebbe mai avuto l'occasione di dirgli ciò che Yōko con le sue parole aveva già insinuato.
 
«Edea…», la interrompe. La sua espressione è seria, quasi solenne, e lei sa già che, anche questa volta, non ci sarà modo di trattenerlo. «Tu non sarai mai, mai sola. Non ti ho mai lasciata né lo farò mai. Dopotutto è proprio come ho già detto… Dovunque tu sia, ogni volta che sarai in pericolo, io sarò lì».
 
Non ha il coraggio di vederlo andare via nemmeno questa volta. Quando estende un braccio, la sua mano non fa altro che afferrare il vuoto. È triste, ma fa meno male dell'ultima volta.
 
 
Si sarebbero rivisti presto, era una promessa.
 



Note 

Questa scena è la famosa scena in cui Ringabel rivela la propria identità durante la sidequest di Yoko, una scena in cui Edea si trova con le spalle al muro ed è costretta ad affrontare i propri sentimenti, solo per poi ritrovarsi a dare un altro addio.
Tralasciando il fatto che il finale di Second, per colpa di questi due poveretti che proprio non riescono a stare insieme, mi ha fatto desiderare un Bravely Third come poche cose al mondo, passiamo alle informazioni più importanti.

Il titolo di questo capitolo ("Kimi no ima to watashi no ima") significa "il tuo presente e il mio presente" e il suo sottotitolo si legge "Itsuka kimi no ima to watashi no ima mata kousa suru sono toki ni ha". Come già anticipato nelle precedenti note, anche queste sono delle frasi prese dal testo della canzone.

Attualmente sono indecisa se scrivere o meno un possibile nuovo capitolo, su un loro incontro definitivo in cui finalmente - se lo meriterebbero - si dicono tutto quello che vorrebbero/dovrebbero dirsi, ma ho il terrore di snaturare questi personaggi così belli e che hanno avuto una crescita splendida e sono così indaffarata con lo studio che non so se questa scena verrà mai alla luce. Per seguire eventuali aggiornamenti sulle mie storie (ma anche sulle... cose, che traduco), potete trovarmi sulla mia pagina Facebook:

 
 

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