La spia dai capelli rossi

di Harlequin892
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima missione ***
Capitolo 2: *** Ricordi dimenticati ***



Capitolo 1
*** Prima missione ***


Era una giornata con un sole splendente e un clima mite, Reveil era piena di gente e carrozze che andavano su e giù per la strada, tra le grida gioiose dei passanti
-che bella Reveil è davvero molto grande l’ultima volta che ci sono stata avevo forse cinque anni- disse la ragazza dai capelli rossi raccolti mentre guardava dal finestrino della carrozza diretta verso villa Barma.
Che bel bosco proprio verde come la vita che c’è a Reveil, appena usciti dalla Bosco si vide un’enorme tenuta era molto strana forse perché i Barma erano stranieri, appena arrivati davanti alla villa un uomo alto con i capelli marrone e dei leggeri occhiali con lenti ovali disse –benvenuta Amelia-sama, io sono Reim–
-non ce bisogno del sama, chiamami Amelia-
Un po’ imbarazzato disse -certamemte come vuole Amelia-
-grandioso, mi porti a fare un giro della villa?  Chiese Amelia sorridendo
-ahm ahm…. Certamente, ma dovremmo andare da Rufus-sama-
-dai portami a fare un giro della villa, ti prego- disse implorando Reim.
Dopo aver visto quella faccia e quegli occhi blu implorare, sospirando dissero -d’accordo-
-evviva- disse Amelia saltellando felice
Mentre stavano per incamminarsi Reim, ordinò di portare i bagagli nella stanza di Amelia, nel frattempo loro s’incamminarono e Reim spiego con meticolosità ogni stanza, quando finirono Amelia diventando rossa abbraccio fortissimo Reim e disse –sono così felice di rivederti dopo tempo mi sei mancato tantissimo per poi mettersi a piangere stringendo la giacca di Reim con più forza.
Reim si abbasso e tirando fuori un fazzoletto a righe rosso bianco disse –le signorine non dovrebbero piangere, come puoi vedere, siamo di nuovo insieme- per poi asciugarle in modo dolce le lacrime dalla faccia di Amelia per poi soffiarle il naso e poi rimetterselo in tasca si alzo e disse –andiamo Rufus ci aspetta-
Amelia rialzandosi segui Reim pensando al fatto adesso avrebbero passato molto più tempo insieme d’altronde dovevano recuperare il tempo perso, arrivarono davanti ad un portone in legno d’olmo con finiture d’oro ed un pomello d’argento.
Entrando nella stanza si meraviglio della sua bellezza le pareti ricoperte di quadri con delle librerie ai lati della stanza al centro c’era una scrivania di legno di abete finemente decorata dall’atra parte  c’era un giovane uomo con i capelli lunghi cremisi che scorrevano lungo la schiena e sulle spalle, mentre la frangia era spazzolata verso il lato destro del volto e aveva un ahoge sporgente in cima alla sua testa. Gli occhi erano grigio scuro e più oblungo di quelli degli altri, molto probabilmente perché veniva da un paese straniero inoltre, la carnagione era anche notevolmente più pallida di quello delle altre persone, Indossava una spessa veste color crema che aveva un collare nero.
Guardando Amelia con indifferenza disse –accomodati-
Amelia si accomodò su un divano rosso con la struttura fatta in un legno scuro quasi nero, si guardo in torno estasiato da tutti i quadri che c’erano sulle pareti, -quindi non dici niente neanche un ciao-
Rufus non degno di uno sguardo Amelia continuando a scrivere disse –devi partire immediatamente per una missione, ho lasciato tutto sul comodino-
Amelia abbastanza arrabbiata poiché non la degnava di uno sguardo prese i documenti e li sfoglio in modo approssimativo e disse con tono arrogante –mi sembra una missione semplice non dovrò neanche fare fatica-
-puoi andare- disse Rufus sempre chino sui documenti.
Amelia ormai giunta ai ferri corti pensò non ci vediamo da quindici anni e questo e il suo modo di salutare, no signore prima o poi me la paga cara stringendo i pugni e chiudendo la porta facendo un gran rumore che fece tremare vasi e quadri.
S’incammino con passo pesane verso la sua camera, arrivata chiuse la porta, si spoglio e si diresse verso il bagno che era piastrellato di azzurro mentre le pareti erano piastrellate di bianco e nero, riempi la vasca da bagno con l’acqua calda e il sapone per poi immergersi nella vasca e rilassarsi tra le bolle.
Fare un bagno era l’unica cosa che la rilassava d’avvero perdersi tra le bolle e la schiuma li sembrava di essere tornata una bambina ma scaccio i suoi pensieri quando senti un rumore di oggetti che si spostavano in camera sua, usci dalla vasca si mise la prima cosa che trovo ovvero una accappatoio rosso di lana di qualche taglia in più. Quando apri la porta e trovo un uomo sui 30 anni dai capelli biondi e gli occhi azzurri intorno ai suoi occhi cerano delle macchie nere e delle borse sotto gli occhi. Vestiva con pantaloni neri su misura serrati con due cinture, un paio stivali marrone come i guanti. Indossava anche una maglietta arancione e una camicia bianca allentata e un gilet nero rifinito con una giacca nera lunga.
Amelia rossa disse –chi cavolo sei tu?!
-io sono Eizen il chain con cui hai stretto un contrato- disse facendo un leggero inchino.
Amelia inizio a tirarli tutto ciò che gli stava intorno colpendo più volte il chain che disse –porca miseria, la vuoi smettere, non sono un ladro-
-sei vestito di nero, sei apparso senza alcun avvertimento e stavi frugando tra le mie robe-
-ok, forse ho sbagliato metodo comunque non noti qualcosa di diverso-
-che sei nella tua forma fisica- disse tornando in bagno.
-esatto, è bellissimo poter toccare gli oggetti e riuscire ad assaporare il cibo- disse felice come una pasqua.
-mi hai fatto passare la voglia di fare il bagno puoi sparire giacché mi devo cambiare- disse imbarazzata.
Il chain scompari come per magia e Amelia inizio a vestirsi, si vesti con dei pantaloni neri, una maglietta bianca, una camicia nera e un capotto marrone scuro.
Bene si parte ho tutto la borsa di juta, la mia moneta e i bracciali attorno al mio polso sono sicura che oggi niente andrà storto, mentre usciva penso alla missione ch era semplicissima dove uccidere un chain che stava dando scompiglio in città.
REVILE
La notte era buia la luna era piena ed era l’ora di trovare quel chain cosa più facile dirsi che a farsi ma sapeva già dove cercare, si diresse in un’acciaieria abbandonata davanti al portone di metallo arrugginito, stavano diversi cadaveri. benissimo e la pista giusta penso per poi aprire la porta che fecce un cigolio molto forte quando entro, Eizen si materializzo davanti a lei la abbraccio facendo in modo che la faccia di Amelia poggiasse sul suo petto.
 Amelia rossa disse -lasciami andare- tentando di liberarsi dalla presa del chain.
Eizen rispose –questa scena è troppo cruenta per una ragazza come te-
Amelia infuriata disse –non sono cosi debole, lasciami andare è un ordine-
Eizen decise di scomparire per permettere ad Amelia di veder cosa c’era. Lo spettacolo che si presento era orripilante c’erano cadaveri di persone una sopra l’altra impalata su dei pali enormi, calderoni vecchi e arrugginiti con schizzi di sangue e piene di resti umani, ormai delle persone non rimaneva più niente se non qualche pezzo di carne in decomposizione, le pareti erano macchiate di sangue così come il pavimento.
Quando vide quello spettacolo orripilante Amelia iniziò a vomitare dal disgusto, per terra appari una chiazza marrone chiaro con diversi resti di cibo, Amelia iniziando ad andare in iperventilazione iniziando ad ansimare quando una voce si levo dal fondo della fabbrica.
La voce stridula diceva –abbiamo visite vai Hedgehog.
Verso Amelia stava arrivando una palla nera prima vista ricoperta di aculei Amelia non si mosse di un millimetro e disse –Eizen dammi la tua forza-
I bracciali di Amelia diventarono gialli infusero un potere misterioso nelle mani di Amelia quando il chain gli arrivo addosso, essa con il palmo della mano lo blocco e caricando l’altro braccio tiro un pugno al chain che volo addosso al contraente uccidendolo sul colpo. Sotto di lui si formo un cerchio nero che risucchio con forza il chain e il contrante, Amelia disse –questo e ciò che ti meriti per aver ucciso tutte queste persone, nel abisso fai ammenda per i tuoi peccati-
Ho completato il lavoro ma che succede non mi reggo in piedi i miei occhi si tanno chiudendo mentre stava per svenire Eizen si materializzo per prenderla in braccio e disse –hai usato troppo potere e non dovevi vedere quella scena-
NOTE DEL'AUTORE
ciao a tutti quelli che legeranno questa fun fic, questa è la seconda fun fic che scrivo sul universoo di Pandora Hearts.
se volete vedere la precednete si chiam il ragazzo dal capotto nero, se vi è piacuta la storia vi invito a recensirla dando che cosigli se li avete.
un ultima cosa mi scuso se c'è qualche erore di ortogafia o di sinatssi, se vete domande chiedete pure nei commenti.

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Capitolo 2
*** Ricordi dimenticati ***


In quella notte buia e oscura che riusciva a coprire pure la luna, dopo che Amelia era svenuta per il troppo sforzo,Eizen se l’era caricata sulle spalle e procedeva per le vie buie e oscure della città, mentre camminava pensò: “Lo sapevo che non doveva vedere quella scena, comunque il fatto che sia svenuta usando poco potere non è normale forse si sta risvegliando la maledizione”.
Scacciòsubito quei pensieri quando notò che Amelia stava riprendendo conoscenza, sorridendo disse -buonasera bella addormentata, hai dormito bene?
Amelia strofinandosi gli occhi stanchi e con la voce impastata disse -Cosa è successo?
-Hai distrutto il chain usando una grande quantità di potere poi sei svenuta- disse mentendo sul uso del potere.
-Bene allora, buonanotte! Disse, per poi riaddormentarsi.
Eizen arrabbiato disse:-Svegliati porca miseria! non ho voglia di portarti fino alla tua stanza!!-
Ma neanche gli urli isterici di Eizen la svegliarono; sembrava immersa nel mondo dei sogni, aveva un’aria così rilassata come se tutta la tensione fosse sparita. Eizen, dovendosi rassegnarsi,si mise una mano sulla faccia e facendo un sorriso maligno disse –Ok, sarà il caso di muoversi-
Eizen piegò le gambe come se fossero delle molle che si stavano caricando, per poi piegarsi in avanti con il busto e spiccareun salto che lo fece volare sui tetti delle case.Continuo cosìsaltando di casa in casa; stranamente nessuno si era svegliato,nonostanteil caos che si stava creando fuori.
Nel giro di un paio di minuti arrivòdavanti alla finestra della stanza di Amelia: il cornicione era di un bianco latte che faceva contrasto con la finestra nera in ferro decorata con incisioni.
Eizen entrò dalla finestra come un ladro che doveva rubare qualcosa, appoggiò Amelia sul letto per poi rimboccarle le coperte come un padre amorevole che vuole bene a sua figlia.Beh d’altronde doveva rispettare quella promessa che aveva fatto dieci anni fa.
Finito di mettere a letto Amelia si sedette su una poltrona lì vicino ed iniziò a pensare profondamente “Spero che la maledizione non si risvegli altrimenti finirà male; d’altronde la sua famiglia e da sempre maledetta a causa del contratto che il suo antenato strinse con me e mia sorella”
Si acese un sigaro che prese da un porta sigari che teneva dalla tasca dei pantaloni e continuò a pensare, scrutando attraverso l’oscurità di quella sera: “Chissà dov’è mia sorella, spero che stia bene”.
MENTE DI AMELIA
Amelia si trovava nella sua mente, guardandosi in girovedeva solo oscurità quando una strana sensazione la assalì: sembrava un misto di paura, inquietudine e incertezza. Inoltre sentiva qualcosa di viscido e appiccicoso avvolgerle lentamente le gambe. La stessa sensazione la sentì quando qualcosa la strinse attorno alla vita, nonostanteusasse tutte le sue forza per liberarsi, non ci riuscì e lentamente i tentacolila trascinarono sul fondo: lei urlo disperatamente:-Eizen, Reim aiutatemi!!
Nessuno senti la sua voce,d’altronde era sempre stato grazie aEizen e Reim che la aiutavano sempre: ora si trovava da sola senza nessuno che la potevaaiutare e pensò: “Forse questa è veramente la fine che merita una debole che non riesce a fare nulla, tanto vale sprofondare nell’oscurità più totale”
Mentre veniva lentamente trascinata verso il fondo i suoi occhi si chiusero, e nel frattempo iniziò a sognare le memorie di quando era bambina:
Era una giornata con un sole che splendeva nel cielo, con gli uccelli sugli alberi verdi che cantavano, c’era una quiete fantastica ti faceva andare in pace la mente ma quella quiete fu interrotta da uno scalpitare di zoccoli e di un nitrito; dalla forestalìvicino usci una carrozza nera, decorata con finiture bianche,trainata da due cavallimarroni, con la parte della testa bianca, che correvano a tutta velocita.
Sulla carrozza c’erano 4 persone: una donna dai capelli corvini e gli occhi azzurri,con un seno prosperoso,che portava un abito vittoriano viola con strisce fuxia ed un paio di scarpe da sera rosse; seduto al suo fianco c’era un uomo sui 30 anni come la moglie. Esso vestiva una camicia bianca a bottoni con i polsini, sopra portavaun frak nero ed un paio di guanti neri, in testa aveva un cilindro nero mentre in mano teneva un bastone da passeggio con raffinate decorazioni in oro e argento di un legno alquanto raro di cui Amelia non aveva mai sentito parlare,nonostante conoscesse tutta la flora di Reville e dintorni alla perfezione.
Portava dei pantaloni neri con scarpe da sera del medesimo colore aveva i capelli rossi corti ed degli occhi azzurri. Di fronte a loro c’erano due bambini di 5 anni: una era una bambina dai capelli rossi con gli occhiazzurri. Mentre l’altro era un bambino dai capelli neri e gli occhiazzurri.
Mentre Amelia vedeva quella scena le venne un gran mal di testa, come se qualcosa sepolto da anni stesse riaffiorando nella sua mente.
Intanto si sentivano dei dialoghi provenire da dentro la carrozza: la donna stava dicendo –Amelia e Vash comportatevi bene quando saremmo al cospetto di Rufus-
Vash chiese –che tipo è questo Rufus?
Il padre rispose –Rufus è a capo della casata dei Barma una famiglia di stranieri che si dice abbiano aiutato Jack a fermare la tragedia di Sablier,possiamo dire che per lui le persone si dividono in utili e inutili e ha il monopolio delle informazionisu Pandora e Reveil, insomma lui sa tutto ciò che accade qui intorno-
Amelia che stava guardando fuori dalla finestra disse –Deve essere un grande uomo-
-Sì, noi da generazioni serviamo la famiglia Barma come spie- rispose la madre.
“Ma come quella sono io?Impossibile. Io ho vissuto per anni in un orfanotrofio ed ero figlia di una contadina, poi sono stata adottata da Rufus. Le stava venendo un mal di testa, ancora più forte si sentiva la testa esplodere, ma il vero problema era come uscire da quel dannato sogno”
Mentre stava pensando, notò una luce di colore bianco, accecante e calda, ma allo stesso tempo famigliare e sentiva la voce di Reim che la chiamava –Svegliati Amelia, che è tardi!
NEL FRA TEMPO NELLA STANZA DI AMELIA
Era una mattinata assolata, con i raggi di luce che filtravano dalla finestra e accarezzavano il viso di Amelia: fuori era tutto calmo, si udiva solo il rumore degli uccellini cantare e la frescura della brezza mattutina. Ad un tratto si senti il rumore della porta di Amelia sbattere da cui entro Reim che cercava di svegliarla le stava dicendo –svegliati Amelia è tardi-
Nel frattempo Eizen si era nascosto nel bagno per evitare di farsi scoprire da Reim e stava origliando dalla porta quando senti uno sbadiglio ed una voce dire: –Reim cosa vuoi?
-Vorrei sapere perché ti sei svegliata così tardi?
-Dai non fare il fiscale, adesso vado subito da Rufus gli devo chiedere un paio di cose- disse con voce seriosa e sguardo deciso.
-D’accordo ma vedi di muoverti- disse, per poi girare i tacchi e andarsene.
Quando Reim usci, Amelia disse –esci dal bagno ti devo parlare- disse seriosa e con uno sguardo in grado di congelare il sangue nelle vene.
-Inizi a spaventarmi con quella faccia e quel tono di voce! - disse ridendo
-Oggi ho fatto un sogno che sembrava reale:c’ero io da bambina ed ero insieme a mio fratello e ai miei genitori,e da come eravamo vestiti sembravamo dei nobili non dei contadini, comunque… perché sei nella tua forma fisica? -
A sentire quelle parole Eizen iniziò a sudare freddo e disse con nonchalance: -Sarà stato solo un sogno, comunque non riesco più a tornare alla mia forma spiritica-
Amelia cambiò sguardo: da serioso a quello di sempre, per poi dire Ti credo, tu sei la persona oltre a Reim e Rufus di cui mi fido di più!
Sentendo quelle parole gli venne un tuffo al cuore lei aveva tutta quella fiducia in lui e dover mentire per mantenere quella promessa? Poteva tradire quella persona per Amelia? No, non poteva perché se quella promessa veniva infranta Amelia si sarebbe trovata in pericolo e lui non poteva permettere che questo accadesse.
Mentre pensava, Amelia era sparita e stava avanzando velocemente verso l’ufficio di Rufus come se avesse l’argento vivo addosso. Mentre procedevaincontrò un paio di domestiche che discutevano tra di loro del fatto che il Rufus, in passato, avesse tentato un sacco di volte di conquistare Sheryl fallendo sempre; lui era cosi fissato da mandare Reim a casa dei Rainsworth con l’ordine di non tornare fino a che Sheryl avesse accettato il suo amore.
Per tutta risposta lei invitò Reim a rimanere da loro quanto voleva infatti, tornava alla villa solo quando Rufus lo chiedeva. Amelia dopo aver origliato la conversazione, iniziò a pensare “Come può essere così testardo quell’ uomo? ”
Arrivata davanti allo studio di Rufus, entrò sbattendo la porta e ricevendo un’occhiataccia lei rispose col suo sguardo, il più gelido possibile. –voglio chiederti chi erano i miei genitori? mentre si sedeva sulla sedia.
-Te l’ho già detto: sei stata adottata da me, sei mia figlia anche se adottiva-
-Allora spiegami perché non hai scelto un maschio, sarebbe stato migliore per la successione- disse spazientita e battendo per terra il piede.
-Te l’ho già detto: sei stata adottata da me perché eri l’unica interessante in quell’orfanotrofio e l’unica ad avere dei capelli rossi-
-Allora perché non ti comporti da padre e stai sempre chiuso… non mi saluti mai? Non ti sei preoccupato per me dopo che me ne andai per quei 15 anni, Al mio ritorno non mi hai chiesto niente, anzi mi mandi in missione come se non mi volessi tra i piedi!!!- disse infuriata come non mai, con il fumo che le usciva dalle orecchie.
Nel frattempo c’era un casino fuori, dalla porta di Rufus si sentivano urli di domestiche che stavano picchiando una persona, quando la porta si apri c’era Eizen legato come un salame con delle corde, che stava implorando di essere liberato, ma le servitrici continuavano a dire che aveva sbirciato mentre loro si cambiavano.
Amelia si mise una mano sulla faccia, andò verso Eizen e chiese –Hai veramente sbirciato le cameriere mentre si cambiavano?
Eizen negò in tutti i modi, dicendo –Mi sono solo perso per la villa, ho aperto un paio di porte, ma mi sono ritrovato nella sala da pranzo e poi in una biblioteca: una volta uscito queste due mi hanno legato e portato qui da voi-
-Abbiamo visto qualcuno spiarci quando abbiamo guardato fuori dalla porta abbiamo trovato solo te, che poi, conciato così, sembri un ladro poi con quella mascara nero, pesantissimo, sugli occhi ci hai spaventate senza contare le borse…
Amelia, sospirando e mettendosi una mano sulla faccia, disse –miseriaccia perché mi metti in questi guai; comunque lui è il mio assistente quindi se fosse stato lui non si sarebbe fatto scoprire tanto facilmente-
-Se permetti vorrei liberarmi-
-Ok, fai pure-
Eizen tirò fuori una lametta con cui inizio a tagliare le corde per poi liberarsi con una facilità impressionante e disse –C’è qualche nuova missione?
Rufus, interrompendo il discorso, disse –Si, lascio i documenti sulla scrivania-
Amelia li prese e se ne andò sbattendo la porta.
note del autore
scusate per questo ritardo abbisale, ma non avevo idee per la storia.

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