Piccole storie alla rinfusa

di Laurana Lauranthalasa Efp
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sguardo ***
Capitolo 2: *** Scelte ***
Capitolo 3: *** Always ***
Capitolo 4: *** Passi ***
Capitolo 5: *** Un dettaglio fra mille cose ***
Capitolo 6: *** Incontri ***
Capitolo 7: *** Ferite ***
Capitolo 8: *** Scie ***
Capitolo 9: *** Breath ***
Capitolo 10: *** Problems and solutions ***
Capitolo 11: *** Considerazioni ***
Capitolo 12: *** Dismorfobia ***
Capitolo 13: *** Brainstorm ***



Capitolo 1
*** Sguardo ***


Piccole storie alla rinfusa
 

Sguardo
 
Non ebbi bisogno di farmi tante domande.
Mi bastò quello sguardo sulla mia pelle.
Fù l’unica risposta che volevo sentire.
Prima di lasciar cadere a terra il vestito,
feci un sorriso che sembrava essere tirato fuori dal fondo di un cassetto che si apre di rado.

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Capitolo 2
*** Scelte ***


 

Scelte

 
La sedia è scomoda, la sala d’attesa è piena di gente e sembra che tutti mi guardino.
Quel maledetto dottore è sempre in ritardo.
Il telefono stretto in mano vibra con insistenza ed io speranzosa rivolgo lo sguardo allo schermo.
Non sei tu.
Penso al tuo viso, alle tue mani, ai tuoi baci, a noi che adesso non siamo più “noi” ma solo due entità distinte.
Io che non riesco a dimenticarti e tu che sarai chissà dove fra le gambe di un’altra.
E se ti mandassi un messaggio?
L’indecisione mi attanaglia lo stomaco.
No va beh, non posso scriverti.
E anche se ti scrivessi non servirebbe a niente.
Non mi risponderesti.
Quindi non ti scrivo.
No, veramente. E poi cosa dovrei scriverti?
Ciao?
Come stai?
Che fai?
Sei innamorato?
Non di me sicuramente.
Cosa dovrei scriverti?
Però forse dovrei essere coraggiosa e mandarti un caz.. di messaggio.
Immagino la scena…tu che vedi il mio nome e poi stizzito cancelli tutto quanto.
No… no… è molto meglio che non ti scriva niente.
Allora è deciso. Non ti scrivo.
Magari ti ricordi a malapena che esisto. Che figura ci farei?
Non ti scrivo, è la scelta giusta.
Metto il telefono nella borsa e appoggio una mano sulla pancia dolorante e tesa.
Nostro figlio di te avrà solamente il tuo nome.

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Capitolo 3
*** Always ***


Always

 
 
I colori caldi e morbidi del tramonto illuminano i campi di grano seminati in fila ordinate dal lavoro dell’uomo.
I rossi e gli arancione dei raggi solari si mescolano al giallo e al verde di quest’ estate ormai giunta alla fine. L’aria fresca della sera mi fa rabbrividire e stringendomi le braccia intorno al corpo appoggio la testa allo stipite della porta.
Il giorno finisce e lascia il posto alla sera.
Sospiro e lascio che la mente si svuoti.
I pensieri caotici e ingarbugliati dati dalle mille cose da fare, finalmente riposano quietì in questi momenti che precedono la cena e poi il riposo.
Guardo il cielo multicolore e poi verso l’orizzonte.
Scruto in lontananza, cercando la tua figura.
Fra poco sarai qui.
Volgo lo sguardo dentro casa e con la coda dell’occhio controllo che tutto sia in ordine.
La tavola è apparecchiata, le bottiglie dell’acqua e del vino sono ben disposte e ho messo persino due mazzolini di fiori come segnaposto. Una piccola cosa romantica, niente di ridondante…giusto per fare un gesto carino e gentile.
Una folata di vento leggero mi scompiglia i capelli, faccio due passi verso lo specchio all’entrata e mi aggiusto la frangia.
Finalmente sento il rumore della tua macchina, lo sbattere dello sportello e poi i tuoi passi sul palco di casa.
Ti affacci dentro l’uscio e mi vedi.
Un sorriso si allarga sul tuo bel volto.
Ti guardo e come sempre mi si ferma il respiro in gola.
Sei bello, di una bellezza che toglie il fiato.
E sento di amarti ogni giorno di più.
“Ciao, sono qui.”
“Ciao, tesoro…bentornato a casa. Vieni, la cena è pronta.”
“Aspetta, dammi un bacio!”
Ridendo, mi butto fra le sue braccia e lo bacio con trasporto.
So già che dopo cena una volta a letto non si accontenterà solamente di un bacetto.
Beh se vogliamo esser sinceri nemmeno io! penso sorridendo sorniona.
Appoggio la testa sul suo petto e lo sento mormorare:
“Ah che bello dopo un giorno di duro lavoro, esser qui a casa…noi due…”
“Grazie, amore. Lo penso anche io, non voglio stare senza di te.”
Mi guarda fisso, una domanda gli sale alle labbra.
''Ci pensi mai al futuro?''
Lo accarezzo sulla guancia.
''Si..e tu ci sei sempre!”

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Capitolo 4
*** Passi ***


Passi

 
 
Mi sono svegliata presto e invece di tornare subito a letto, dopo essermi vestita, sono uscita di casa a respirare l'aria fresca del mattino.
Di solito mi piace camminare lungo il sentiero del bosco che passa dietro la mia abitazione, ma non disdegno  neanche di dirigermi al parco giochi o in centro paese.
 Diciamo che quel sentiero è il mio preferito. Ecco tutto. Anche perché c’è un silenzio eccezionale. Ed io adoro il silenzio, la quiete. Non sono una misantropa sia ben chiaro, ma se devo pensare, preferisco farlo in santa pace.
Mentre cammino penso e rifletto sulle cose più disparate. E’ sorprendente quanti ricordi, sensazioni, pensieri ed interrogativi premano per uscire tutti quanti allo scoperto! Alle volte si accavallano tutti quanti e ho come l’impressione di stare per impazzire. E così per avere un poco di tregua mi metto ad osservare il paesaggio.
Ma torniamo alla mia passeggiata solitaria di questa mattina.
A dir la verità, io questa mattina non sarei dovuta essere qui a trascinare i miei piedi e la mia mente stanca dopo una notte quasi insonne, lungo questo sentiero di montagna. No, no! Sarei dovuta rimanere a letto fra le tue braccia, al calduccio. E dopo tu avresti dovuto svegliarmi con un bacio, una carezza audace e alla fine avremmo finito per fare l’amore. E invece no! Tutto questo non è successo perche tu hai preferito andartene per tre mesi a fare la bella vita in quel villaggio vacanze in Tunisia! Ed io a passar l’estate qui da sola! Mi sento tanto triste e tanto Heidi! Sigh!
Quindi, un po’ per la nostalgia di te, un po’ per la rabbia che mi fai non ho affatto dormito! Mia madre vedendomi alzata alle cinque di mattina ha scosso la testa sconsolata. Io lanciandole uno sguardo omicida sono uscita prima che parlasse o dicesse qualsiasi parola per consolarmi!
Avrei voluto urlare, ma poi ho pensato che non sarebbe servito a nulla. Spero solo che tu torni presto.
I  miei passi hanno accompagnato il mio silenzio mentre pensavo che sarebbe stato bello se tu fossi stato qui con me. Niente di particolarmente audace, solo camminare con te, mano nella mano. Non ci sarebbe stato bisogno di tanti discorsi.
 A volte il silenzio parla più di mille parole.

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Capitolo 5
*** Un dettaglio fra mille cose ***


Un dettaglio fra mille cose

 
 
Voglio essere un dettaglio.
Quel dettaglio che migliora.
Un dettaglio che si evidenzia fra mille cose sfuocate e incolori.
Per te, non devo essere una delle tante, ma una che si distingue dalle tante.
Voglio essere come lo zucchero a velo sui croissant, la panna sul caffè, il ritornello preferito di una canzone, il ciondolo di un braccialetto, un ricordo che spicca fra tanti momenti vissuti.
Mi devi desiderare come desidera l’acqua un assetato, un bambino il suo peluche preferito, un amante l’amata lontana.
Non voglio essere essenziale, perchè non c'è nulla di cui in realtà non si possa fare a meno o non possa venir sostituito.
Voglio essere diversa.
Non voglio amarti come le altre, ma più di tutte le altre. 

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Capitolo 6
*** Incontri ***


Incontri

 


Ci siamo “incontrati” poco fa.
Tu camminavi velocemente lungo la via principale del paese, la ventiquattrore stretta in mano, il vestito elegante e il viso serio di chi ha troppi impegni.
Io, seduta in macchina ferma al semaforo, le mani strette al volante e i minuti contati, la fretta che prende la gola e i denti che mordono le labbra.
Ti ho riconosciuto da lontano, anche se eri in mezzo ad altre persone, per il modo di camminare, le scarpe e la camicia che ti ho regalato per Natale dando addio a mezzo stipendio. Ricordo che l’hai osservata con sufficienza… strano anche che tu l’abbia indossata…
Qualcosa ha voluto che mentre ti osservavo, ti girassi di fronte al semaforo.
Ci siamo guardati per qualche secondo. Non di più. Poi è scattato il verde ed io sono partita di scatto.
Il respiro mi si è fermato in gola, un lieve sudore mi ha imperlato la fronte.
I ricordi non lasciano scampo.
E il mio cuore ha iniziato a battere di nuovo.
Il tuo? Non lo so…
Adesso sono qui al lavoro con mille pensieri su di te, ad aspettare che tu mi mandi un messaggio scrivendomi semplicemente "Sono in strada, scendi!." 
Ma tanto lo so che non succederà.
A volte, lungo il tuo cammino la vita ti mette tra i piedi qualcuno, poi se lo riprende senza farsi tanti scrupoli. Perché lo fa?
Forse per darti qualcosa da amare e rimpiangere per il resto del viaggio…

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Capitolo 7
*** Ferite ***


Ferite
 

 
Mi guardo allo specchio.
Un viso pallido, smunto e dagli occhi spenti è quello che mi rimanda di riflesso.
Esternamente non si nota nulla.
Osservo le mie braccia magre, troppo affamate d’amore che urlano tutto il loro tormento.
Lo sguardo scende giù al seno inesistente, alla pancia vuota e a gambe che sembrano crollare sotto un dolore immenso.
Non parlo più con nessuno da tempo e a che cosa servirebbe?
Non capirebbero che da quando tu non ci sei, non esisto più nemmeno io.
Mi hai lasciata qui, con indosso solamente il ricordo di te che mi attanaglia la bocca, lo stomaco e il cuore.
 
Ci sono ferite che non si vedono e tu, andandotene, me ne hai inferta una mortale.
Troppo profonda e dolorosa, l’ho tenuta nascosta dentro al mio essere mascherata da un falso sorriso.
Ci sono ferite che vorrebbero scoppiare di parole.
Ci sono ferite al Cuore che sanguinano solo dentro.

E chi le ha provocate rimane pulito.

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Capitolo 8
*** Scie ***


Scie
 

 
 
“ Non tornerai più,vero?”
“ Non credo… Sono stanco di bugie e sotterfugi.”
Il respiro si fa ghiaccio.
Parole che sembrano stilettate dritte al cuore.
Non ti guarda negli occhi ma fissa un punto lontano dietro le tue spalle.
Sei già un ricordo.
Fra pochi mesi non sarai nemmeno più quello. Il tuo volto si sovrapporrà a molti altri visi e diverrai un fantasma, un’entità mai esistita.
Triste fine di un amore.
Fai per trattenerlo, ma guardandolo in viso ti rendi conto che non cambierà idea.
Vorresti urlare ma dalla gola non ti esce nulla.
 
Resta! Io ti voglio lo stesso. Sarà la mia condanna. Ti voglio con o senza amore. Mi basta che rimani!!!
 

Che stupida….Ti metti persino a pensare di essere in grado di amare per tutti e due. 
Con passi fluidi raggiunge la porta, apre l’uscio e andandosene via ti saluta con un: “Stammi bene! Se capita ci sentiamo per telefono ok?”.
Inebetita pensi solamente a quanto siano strane le persone.
Prima ti spezzano il cuore e poi con leggerezza, incuranti del male fatto, si aspettano di rivederti prima o poi.
Le lacrime scendono a solcarti il viso.
Davanti alla porta chiusa si fa sera, notte e poi di nuovo giorno.
Miriadi di raggi dorati entrando dalla finestra socchiusa, illuminano candide lenzuola solcate da scie di rossi bruniti che finiscono a terra.

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Capitolo 9
*** Breath ***


Breath

 
 

Prima di andare a dormire, ho indossato la lingerie più bella e sensuale che avevo.
Mi sono guardata allo specchio e soddisfatta del risultato ho sorriso.
Ho immaginato che fossi qui a togliermi di dosso la tua mancanza assieme ai vestiti e al tuo silenzio insopportabile.
Ho spalancato la finestra e mi sono affacciata al balcone.
Guardando dritto verso casa tua, distante centinaia di chilometri, ho pensato a te.
Per me sei sempre poco più distante di un volo d’aereo ma a molto meno di un respiro dal cuore.

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Capitolo 10
*** Problems and solutions ***


Problems and solutions
 
 
Tu sei il mio problema e la mia soluzione,
la gioia più grande provata e mai vissuta
ma sei pure l'avversità più estrema e sofferente
che il mio cuore abbia mai dovuto sopportare.
E' per questo che di fronte a te,
ai tuoi occhi che mi scandagliano l’anima e mi lasciano nuda
mi sento semplicemente inerme ed ho paura.
Paura di non essere compresa, prima che amata.
Paura di essere il tuo problema e la tua soluzione.
 

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Capitolo 11
*** Considerazioni ***


Considerazioni

 
Ultimamente mi sento come quando andavo a scuola.
Di tempo ne è passato da allora ma il mio stato d’animo mi riporta a quei giorni, a quelle mattine interminabili dove nonostante fossi in classe con ventuno persone mi ritrovavo il più delle volte a parlar con il silenzio della mia solitudine.
Ero quella che inizialmente camminava sola per il corridoio, senza guardare minimamente in faccia nessuno. Non che non avessi il coraggio sia ben chiaro, solo che mi bastava quel che le orecchie sentivano e vedere le loro facce sorridenti che mi insultano sottovoce sarebbe stato troppo E poi mia madre fin da bambina mi diceva: “Quando loro ti prendono in giro, tu ignorali e non rispondergli. Si stuferanno e non ti daranno più fastidio, più tu t’arrabbi, più loro ci trovano gusto. Ignora!”.
Quindi tenevo lo sguardo fisso davanti a me e andavo per la mia strada.
Forse questo metodo funziona con i bambini, ma quando ti trovi di fronte ai classici adolescenti deficienti che non smettono di darti fastidio, qualche dubbio sulle parole di tua madre ti deve pur venire.
Non ho mai capito, e forse non capirò mai come possano solo giudicarti dai chili che ti porti addosso. I miei cari compagni di classe passarono anni ad inventare  esclusivamente per me i peggiori nomignoli che potessero esistere, senza porsi minimamente il problema che per chi non è abbastanza forte da farci su una risata, sarebbe rimasto marchiato per sempre. Il problema comunque non erano i nomi dispregiativi che sentivo sussurrare tutti i santi giorni sulla mia persona, ma tutte quelle brutte sensazioni che ciò hanno provocato.
E che sono continuate nel tempo, negli anni a venire.
Persino ora che sono adulta mi sento ancora sbagliata, fuori luogo, come quella ragazzina che non faceva ricreazione per non dare nell’occhio, che faceva finta di stare male per non infilarsi una tutina aderente e fare ginnastica. Sai che risate con la cicciona in short e maglietta aderente?
Ti sputano addosso sentenze, ma non sanno di quel che c’è dietro.  Pensano che una persona un po’ in carne sia solo qualcuno che non ha voglia di fare due passi e che pensi solo a mangiare sprofondata sul divano davanti alla televisione.. Che ne sanno loro del vuoto che hai dentro creato dai mille problemi e della poca stima che hai verso te stesso.
Come puoi spiegare tutto ciò a quel pubblico ottuso e poco interessato al tuo stato d’animo? Non capirebbero mai, mai e poi mai.
Ad un certo punto capisci che non potrai mai contare su quell’involucro che ti porti addosso, non sarai mai interessante per quello e allora decidi di puntare ad altro vista la poca determinazione e forza di volontà che potrebbe farti perdere peso e taglie di jeans. Punti ad avere un bel carattere, essere una buona amica, mostrarsi simpatica e di compagnia. Di essere una bella persona.
Con parecchi sbagli e tanti anni di tentativi forse ci riesci, sai dico forse perché non credo mai nella persona che sono arrivata ad essere. Si, ad un certo punto sai di poter puntare solo su quello, perché sei sempre quella cessa di ragazzina solo un po’ cresciuta, con poche soddisfazioni e misere rivincite. Ti senti quasi come un super eroe, sei arrivata a piacerti almeno un poco, hai compiuto la missione e il tuo star bene fa star bene anche gli altri sempre che ti dimentichi di guardarti allo specchio. Sia ben inteso.
E poi se come non bastasse arriva l’amore nella vita di una persona a complicare le cose, le prime cotte i primi accorgimenti, i primi desideri… convinta che tutte le volte sia una cosa diversa che non hai mai provato prima, mentre poi si rivelano tutte uguali. E qui viene la parte più difficile per una come me… l’esteriorità , che sai già che non porterà lontano… arriverai solo a prenderti tanti schiaffi  in faccia che fanno male,  paura, e ti fan passare la voglia di rischiare e di metterti in gioco, di provarci.
Ho quasi sempre sostenuto che se qualcuno si sarebbe innamorato di me non sarebbe stato per i capelli, il vestito, il trucco o il mio bel visino inesistente Insomma se davvero esistesse il colpo di fulmine con me sarebbe stato impossibile. Prima avrebbero dovuto inevitabilmente scavare in quel che sono per trovare qualcosa di interessante o curioso e che dopo averlo fatto forse avrebbero potuto avere un interesse che li spingesse a provarci.
E poi sei arrivato tu.
Quello che ho sempre desiderato.
Quello che pensavo non esistesse.
Quello che se anche hai quel chilo in più se ne frega, che non si vergogna a portarti al cinema o in spiaggia al mare, quello che cerca in tutti modi di farti sentire bella così come sei. Che bene o male riesce a scavare e riesce a scoprire qualcosa di te. Che ti ami e ti faccia sentire amata.
Purtroppo in tutta questa bella favola c’e una pecca. Peccato non averla vista in tempo.
Lui ti vede solo come ‘’carne’’, quella da portare a letto insomma.
Una botta e via, amici come prima.
Sinceramente non ho mai pensato che qualcuno potesse trovare una come me “ da botta e via” soprattutto perché hai cercato di mostrarti per quello che eri, il più che potevi.
Avevi mostrato l’anima, il tuo “Io” più profondo.
E  quindi  il lavoro di una vita cade. L’autostima anche  All’improvviso non sei più una bella persona e tutto ciò che decidi di fare è sbagliato. Pensi di non valere niente e tutti stanno bene senza di te. La tua presenza è superflua e soprattutto senti che forse non riesci a trasmettere nulla. Se non sei riuscita a trasmettere tutto l’amore che provavi, e non gli hai lasciato nulla, come puoi pensare di poter conquistare qualcuno???
E ora non hai più nulla su cui contare.
Più nessuna arma, più nessun punto buono. Niente di niente.
Ti  senti come a scuola tanti anni fa, quella ragazzina che in pochi conoscono e che pur di camminare tra quella gente vorrebbe sparire.
Quella fallita in partenza, e quella che continuerà a fallire.
Quella che non riesce a lasciare un segno,
quella di cui facilmente si dimenticano. 

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Capitolo 12
*** Dismorfobia ***


Dismoforbia


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"Il fondotinta, per coprire le imperfezioni.
 Il correttore, per nascondere le occhiaie a causa delle notti trascorse sveglia a pensarti.
 il mascara, perchè non volerlo sbavato è un motivo in più per trattenere le lacrime.
 Il fard, per nascondere tutte le volte in cui arrossisco guardandoti.
 Il rossetto, per ogni momento in cui vorrei baciarti."


 Una maschera, indossata ogni giorno con l'ansia di incontrarti.

  

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Capitolo 13
*** Brainstorm ***


Brainstorm
 
Potrebbe essere stata
una vita Intera,
la frazione di un secondo,
un verso riuscito,
un bicchiere di vino versato,
una promessa,
una cartolina inattesa,
una caccia spietata alla felicità,
un guaito di cane nel meriggio,
il desiderio che annienta,
strappo di carta, apnea della carne,
sogni,
partiture, 
calendari in fiamme,
sentire tutto,
un niente 
il vestito che scivola lentamente
o te che sorridi prima che il sole tramonti.
 
 

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