I need your love

di Legriel_2002
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 ***
Capitolo 8: *** Cap. 8 ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 ***
Capitolo 11: *** Cap. 11 ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 ***
Capitolo 16: *** AVVISO ***
Capitolo 17: *** I'M COMING!!! ***
Capitolo 18: *** Cap. 16 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


                             CAPITOLO 1
 
 
 
A quel tempo Bosco Atro si chiamava BoscoVerde il Grande ed era governato da Re Oropher. Thranduil era giovane ma sapeva già combattere come un vero guerriero, viveva con Re Thingol e sua moglie Melian. Appena raggiunta la maggior età tornò a vivere con suo padre per un centinaio d’ anni.
 
    -Che strano…ho la sensazione che oggi accadrà qualcosa...
 
Avendo questo presentimento decise di andare a cavalcare per il regno per pensare un po’. Quel pensiero non lo lasciava in pace e finì per diventare cosi teso che non sentì dei passi di orchi avvicinarsi a lui, ma quando se ne rese conto era troppo tardi perché un orco gli andò contro. Se ne ritrovò circondato. Iniziò a difendersi come poteva perché loro erano una ventina.
Erano passati solo pochi secondi quando una figura comparve dal nulla. Lo aiutava e mentre lo faceva vide che aveva i capelli lunghi e castani.
Quando finirono, insieme, di combattere, si accorse che l’ elfa  era stata ferita sulla spalla. Si guardarono in faccia come se si conoscessero da una vita. Fu lei a iniziare la conversazione.
 
    -State bene? -Io si…ma voi siete ferita
Fece per prenderle il braccio per guardare la ferita ma lei si ritrasse
 
    -State tranquilla, non vi farò nulla
 
Le abbassò la spallina lentamente e le curò la ferita con qualche erba di scorta che si era portato.
 
    -Ho finito… -…vi ringrazio…
 
Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso e lo stesso valeva per lei. Sembravano amici da sempre non riuscivano a non guardarsi e lui sentiva qualcosa che non aveva mai sentito in vita sua. Sentiva che quell’ elfa le avrebbe cambiato la vita per sempre.
 
    -Posso chiedervi come vi chiamate? -…Yallen…voi invece? -Io sono Thranduil principe di questo regno -…oh perdonatemi…io non sono di queste parti -tranquilla
 
Piombò il silenzio fra i due perché nessuno sapeva cosa dire o fare col timore di fare qualcosa di sbagliato.
 
    -di dove siete? -Non sono di nessuna parte in realtà
 
Mentre diceva questo sorrise. A questo Thranduil ricambiò.
 
    -Cioè? -Un giorno sono ad Est e il giorno dopo sono ad Ovest. Non mi fermo da nessuna parte. Viaggio in continuazione da una parte all’ altra. -Quindi per stanotte non hai un posto dove andare?
 
Lei scosse la testa.
 
    -Visto che sei ferita puoi venire a stare da noi al castello per un pò -Vi ringrazio per l offerta ma non posso accettare. Sono abituata a dormire sugli alberi…e poi non voglio creare troppo disturbo -Non posso lasciarvi dormire fuori, fa freddo e la vostra ferita potrebbe riaprirsi e state tranquilla non creerete nessun problema.
 
All’ inizio Yallen non era molto d accordo ma alla fine si fece convincere da Thranduil. La portò al castello con il suo cavallo ringraziandola ancora per avergli salvato la vita.
La portò nella stanza accanto alla sua.
 
    -Se hai bisogno di qualcosa dimmelo -Grazie ma non credo ce ne sarà bisogno, quello che state facendo è già abbastanza.
Lui accennò un sorriso e uscì dalla stanza. Intanto si incontrò con suo padre.
 
    -Salve padre, volevo parlarti -Dimmi pure
 
Si spostarono nella sala del trono
 
    -Oggi ho incontrato un’ elfa silvana che mi ha salvato la vita ma è rimasta ferita durante il combattimento cosi… l ho invitata a stare un po’ di tempo con noi finche non si riprenderà completamente -Beh…la ringrazierò per averti salvato ma…sei sicuro di averla invitata solo per quello? -…si… -…ok buona giornata -…grazie anche a te
 
Da pomeriggio si fece sera e Thranduil non sapeva ancora il motivo ma aveva il bisogno di vederla per sapere se stava bene o se aveva bisogno di qualcosa. Quando arrivò alla porta della sua stanza si sentì bloccato ma riuscì a trovare il coraggio di bussare. Entrò e la vide addormentata sul letto. Si sedette sul bordo del letto.
 
Cercò di non svegliarla, le accarezzò i capelli come se da un momento all’ altro l avrebbe persa per sempre. Non sapeva neanche lui cosa stava facendo, non era in lui. “come sei bella mentre dormi” iniziò ad accarezzarle una guancia. Ritornò in sé e uscì silenziosamente.

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


                                       Capitolo 2
 
 
 
Il giorno dopo, non era ancora l’ alba, ma lei sentiva un grande bisogno di uscire. Non ce la faceva a rimanere rinchiusa li dentro così si cambiò d’abito e uscì dalla sua stanza silenziosamente per non svegliare gli altri.
Appena riuscì ad uscire, sentì l’aria fresca accarezzarle il viso si sentì subito meglio come se fossero anni che non vedeva più il mondo.
I capelli le volavano all’ indietro. S’incamminò dove solitamente gli elfi silvani si allenavano con gli archi e i pugnali.
Si allenava così che non si rese conto che il sole stava sorgendo. Si prese  una pausa e si accostò sotto un albero per riposare, quando vide che il principe Thranduil veniva verso di lei. All’ improvviso sentiva il cuore batterle irregolarmente, non sapeva come comportarsi.
 
Quando lui la vide sotto l’albero ricordo cosa aveva fatto la sera prima “chissà come ha dormito… ma che mi prende? Perché mi faccio queste domande?”. Ma nonostante questo continuava a farsele quelle domande. Si fermò un attimo non sapendo cosa dire ma poi si fece coraggio e andò da lei.
 
-ciao
-…oh salve!...
-vi sentite meglio?
-…si vi ringrazio. Penso che stia guarendo, quindi potrei già riprendere il mio viaggio oggi stesso avete già fatto molto accogliendomi nel vostro castello
 
Lui non sapeva cosa rispondere. Avrebbe voluto convincerla a rimanere da loro per un altro po’ ma non riusciva a trovare una scusa adatta per farlo.
 
-ma ne siete sicura? Siete ancora debole e non vorrei che vi sentiste male durante il vostro viaggio. Forse è meglio che restiate ancora per qualche giorno
 
Yallen non sapeva che dire “mi sembra di stare abusando troppo della loro gentilezza, però da un lato ha ragione la ferita non è ancora completamente guarita…cosa faccio?”.
 
Lui l’ aveva sentita visto che le aveva letto il pensiero.
 
-l’unica cosa che puoi fare è rimanere ancora un po’
 
Lei, non conoscendo le sue capacità, si stupì per quello che le aveva detto, ma alla fine si convinse.
 
-però solo per pochi giorni.
-certo, però credo che potreste iniziare a darmi del tu
-no no…non mi sento ancora pronta a farlo, prima…vorrei guadagnarmi un po’ della vostra fiducia
-e come pensate di fare?
-non lo so…attenderò il momento giusto.
-come volete. Vi siete già allenata?
-si e devo dire che funzionano i vostri modi di allenarvi
-grazie
 
 
Da quel giorno iniziarono a parlare di più nei seguenti e sembravano diventare sempre più amici che si confidavano a vicenda.
Entrambi non si erano resi conto che da giorni passarono le settimane, mesi ed anni.
Diventarono migliori amici finche Thranduil iniziò a provare qualcosa di più di una semplice amicizia. Quando stava con lei si sentiva bene e non doveva mantenere quella voce seria con suo padre e con le guardie.
Anche lei provava lo stesso perche con lui poteva esprimersi come non aveva mai fatto con nessun’ altro. Ma si rendeva conto di commettere un errore così negli altri giorni iniziò ad evitarlo.
 

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Capitolo 3
 
 
 
Erano passati duecento anni da quando Yallen era rimasta a Boscoverde il Grande perché  aveva salvato la vita del principe Thranduil da una banda di orchi.
Era diventato un amico, per lei, ma non perché l’ aveva accolta nel suo castello ma perché poteva capirla. Anche quando era triste, lui la consolava. La trattava molto meglio di una semplice sorella. Iniziò però a provare qualcosa di più di una semplice amicizia.
Ogni volta che Thranduil guardava Yallen, gli sembrava, non solo di stare bene, ma anche di essere in pace con se stesso quando aveva un problema con suo padre o con il regno. Si era innamorato di lei e, nonostante sapesse che gli era proibito provare quelle emozioni con un’ elfa silvana, non poteva proprio evitarlo, tanto che era deciso a dirglielo ma in un momento in cui nessuno li avrebbe disturbati.
 
Era pomeriggio e Yallen, come ogni giorno, si allenava e, per prendersi una pausa, si sedeva sotto un albero per riposare.
Thranduil, vedendola addormentata, rimase incantato dalla sua bellezza e dal suo volto che dimostrava innocenza e dolcezza. Si avvicino lentamente e si sedette accanto a lei. Yallen sentiva una presenza di fianco a lei così gli occhi mentre lui le stava accarezza i capelli dolcemente.
 
 
-scusa…ti ho disturbata?-
 
 
-no tranquillo. Volevi parlarmi?- mentre parlava si trattenne dal baciarlo e da confessargli l’ amore che provava per lui.
 
 
-beh…volevo confessarti una cosa…-
 
 
-…dimmi..-
 
 
In quel momento Thranduil appoggiò la sua mano su quella di Yallen il quale si chiedeva cosa doveva confessargli.
 
 
-mi sono innamorato-
 
 
Yallen sentendo quella frase ne restò sconvolta. Una parte di sé era triste e l’ altra stava morendo. Non sapeva cosa rispondere. Cosa avrebbe fatto se fosse rimasta di nuovo sola? Che cos’ era per lei Thranduil? Sarebbe mai riuscita a dimenticarlo?
 
 
-…non so che dire…sono felice per te…la conosco forse?-
 
 
-…si e molto bene anche- lui si avvicinò sempre di più a lei che non capiva le sue intenzioni.
 
 
-…che vuoi…dire-  si sentiva attratta da lui che quasi non riusciva a parlare bene.
 
 
-non l hai ancora capito?- diceva a mentre le guarda la bocca con la tentazione di baciarla appassionatamente. E così è stato. Si era avvicinato così tanto che non riuscì a resistere che la baciò. Lei ricambiava con passione mentre lui le prendeva il viso tra le mani dolcemente. Quel momento non poteva essere disturbato da niente e nessuno. Quando si staccarono la tristezza di Yallen era scomparsa, ma era ancora…un po’ in shock.
 
-Ti amo Yallen da quando ti ho conosciuta
 
 
-anche io ti amo- dopo quel bacio passarono il resto della giornata insieme.
 
 
Thranduil la riportò in camera sua anche se avrebbe voluto passare la notte insieme a lei e sentire il dolce profumo dei suoi capelli, ma sapeva che non era possibile.
 
 
-buonanotte amore mio- e le baciò la fronte come se volesse dirle “da oggi in poi nessuno ti farà del male o ti porterà via da me”.
 
 
-buonanotte- si sentì protetta e felice dopo quello che aveva passato quel pomeriggio.
 
 
Entrambi avrebbero  voluto stare insieme ma ertano consapevoli che se lo avrebbero fatto qualcuno avrebbe potuto sospettare.
 
Il giorno dopo lei uscì dalla sua stanza prima dell’ alba e si diresse dentro il bosco per prendere un po’ d’aria. Ritorno indietro e si incontro in giardino con Thranduil che appena la vide le andò incontro e la baciò.
 
 
-Thranduil…perché fai così? Sono stata via solo per poco.
 
 
-mi sono preoccupato comunque…non voglio che ti capiti nulla di male-mentre glielo dicevo le accarezzava il volto e i capelli.
 
 
-andiamo in camera mia. Lì fa più caldo.
 
 
-va bene
 
 
Si diressero nella camera del principe che continuava a tenere stretta a sé Yallen che aveva iniziato ad avere un brutto presentimento.

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


Capitolo 4
 
 
 
 
 
Il brutto presentimento gli fece venire il mal di testa. Non riusciva a pensare ad altro. Quel pensiero non la lasciava in pace, era preoccupata per lei e per Thranduil.
 
 
-stai bene, Yallen, sei un po’ palliada
 
Quando si rese conto che le stava parlando era decisa a non dirle nulla. Non valeva la pena di preoccuparlo tanto.
 
 
-…si tranquillo, sto bene
 
-non puoi nascondermi nulla. Qualcosa ti turba? Sai che puoi fidarti di me.
 
-Thranduil…io sto bene e non ti devi preoccupare di nulla- “almeno spero…”
 
-…sei sicura?- le disse accarezzandole una guancia, lei annuì e cerco di sorridere per convincerlo.
 
 
D’ improvviso il vento si alzò e la temperatura iniziò a scendere tanto che Yallen cominciò a tremare. Lui per scaldarlo la strinse contro il suo petto.
 
 
-vuoi tornare dentro Yallen?- gli chiese continuando a scaldarla con il suo corpo caldo.
 
-…si. Sarà meglio
 
 
Insieme tornarono dentro e, dopo aver chiuso le porte del regno, si ritrovarono in corridoio illuminato da molte lanterne che ogni volta incantavano gli occhi della giovane elfa, visto che lei non ne aveva mai vista una.
 
Si sedettero in un angolo dove potevano stare e chiacchierare tranquilli. Rimasero abbracciati per un bel po’.
 
 
-stai meglio ora?
 
-quando sono con te sto sempre bene- e si accoccolò al suo petto dolcemente.
 
 
-credi che dovremmo dirlo a mio padre?
 
-…non lo so. Io affronterò qualsiasi cosa con te anche se sarà dura.
 
-questa è una delle cose che amo di te, che sei decise e coraggiosa. Ti amo Yallen, non ti cambierei per nessun’ altra al mondo.
 
-anche io ti amo Thrnaduil e non sarei mai in grado di tradirti con qualcun altro perché quello che provo per te è troppo forte.
 
 
Finirono la conversazione che Thrnaduil la baciò in modo appassionato e ed incontrò la lingua di Yallen in una danza sensuale. Non riuscirono a staccarsi. Il legame fra di loro non si sarebbe mai separato da nulla e da nessuno. Ma una voce rimbombò nelle loro teste. Era una voce imperiale che li fece tremare. Era re Oropher comparso dal nulla.
 
-cosa significa questo!?!?!?
 
-padre…per favore, calmati e lascia che ti spieghi
 
 
Yallen non riusciva a muoversi. Era paralizzata dalla paura e ricordò il suo presentimento “sapevo che sarebbe successo qualcosa…”. Non sapeva che dire.
 
 
-come puoi esserti messa con una Silvana!!??
 
-padre io e Yallen ci amiamo e non ci separeremo mai chiaro?
 
-Thranduil apri gli occhi! Tu ti meriti qualcosa di più non puoi perdere tempo con un’elfa da quattro soldi!!
 
Padre e figlio si guardarono con grande disprezzo e Thranduil più dei due.
 
-non posso credere a quello che a quello che ho sentito
 
Oropher non ne poteva più tanto che mise suo figlio da parte e  stava per picchiare Yallen. Ma Thranduil aveva già capito le sue intenzioni cosi si mise subito in mezzo deciso a non muoversi.
 
 
-vedo che non posso farti cambiare idea
 
-no…non puoi per che lei è mia e lo sarà sempre.
 
-spero solo che tu sappia quello che stai facendo…perché presto, ti pentirai di questa tua decisione.
 
 
Finito di parlare, re Oropher se ne andò per conto suo. Sperava che suo figlio l’avrebbe lasciata ed era convinto che lo avrebbe fatto soffrire.
Faceva di tutto per separarli ma Thranduil sapeva già che era opera sua tanto che continuavano a discutere.
Un giorno suoi padre gli chiese di accompagnarlo ad una battaglia, lui accettò ma era consapevole che avrebbe dovuto separarsi dalla sua amata. Non sapeva come dirglielo in modo di non farla soffrire.
 
Dopo quel giorno Yallen non riusciva più a guardare il suo re, quella persona che aveva accettato di tenerla nel suo regno nonostante fosse in disaccordo fin dall’ inizio.
Era in camera sua quando sentì bussare alla sua porta.
 
-avanti!
 
Era Thranduil, aveva il volto serio e un po’…triste.
 
 
-stai bene? Ti vedo…un po’ strano
 
-dobbiamo parlare…
 
Non lo aveva mai visto così ma era decisa a sapere cosa lo turbava.

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Capitolo 5
*** Cap. 5 ***


Capitolo 5
 
 
 
 
Non sapeva come dirglielo. L’ avrebbe fatta soffrire dicendole che doveva partire con suo padre, ma doveva farlo anche se in quel momento non trovava le parole giuste. “come faccio a dirti che dovrò starti lontano per un pò?”.
Yallen lo vedeva triste e preoccupato. Non lo aveva mai visto così. “cos’è successo? Perché sembri così…infelice?” lui l’aveva sentita e decise di parlare.
 
 
-sono infelice perché…devo partire con mio padre…
 
-…cosa?
 
-…si. Dovrò affiancare mio padre durante una guerra. Mi dispiace…ma ti prometto che tornerò molto presto, te lo assicuro. Non ti preoccupare, non ti lascerò.
 
Lei non sapeva cosa dire ma in cuor suo temeva che non lo avrebbe più rivisto. Sentiva un nodo in gola ma si trattenne. Lui aveva già capito e per rassicurarla la abbracciò e le baciò dolcemente la fronte. Non avrebbero mai voluto separarsi.
Yallen non poteva più resistere e una lacrima le rigo il bel volto.
 
 
-quando partirete?
 
-fra due giorni
 
Parlarono per molte ore ricordando i momenti passati insieme. Intanto si erano seduti sotto lo stesso albero dove si baciarono per la prima volta e si confessarono l’amore che provavano l’uno per l’altra. Sarebbe stato molto difficile per loro separarsi e avere il timore che non si sarebbero più rivisti.
Da pomeriggio si fece notte. Loro stavano ancora insieme e non si resero conto che ormai si era fatto tardi. Come ogni volta Thranduil la riaccompagnava nella sua stanza…ma non questa volta. Dopo essere tornato nella propria stanza, non riusciva a dormire, sentiva il bisogno di averla accanto e accarezzarla come non aveva mai fatto, cos’ decise di andare da lei in piena notte.
Anche lei non riusciva a dormire. Sentiva dentro di sé come un vuoto. Doveva averlo accanto, solo così si sarebbe sentita meglio e…protetta.
Non bussò ma appena la vide addormentata si sedette accanto a lei. Yallen, sentendo la sua presenza, si svegliò di colpo.
 
 
-…Thranduil
 
-perdonami…non riuscivo a dormire, mi mancavi.
 
-anche tu
 
Passarono la notte insieme abbracciati. Entrambi avevano riempito il vuoto che sentivano.
Il giorno dopo Thrnaduil era accanto a lei ancora addormentato. Non voleva svegliarlo ma si cambiò per uscire ad allenarsi. Prese dal suo armadio un pugnale che le aveva dato tempo fa il suo amato elfo. Stava per abbassare la maniglia della porta quando una voce la fermò
 
 
-ti ho svegliato vero?
 
-ero già sveglio. Molto prima di te.
 
Gli fece un sorriso come se volesse dirgli “Ti amo Thranduil. Come vorrei non dovermi separare da te.”.
In poco tempo anche Thranduil si cambiò tornando in camera sua.
 
 
 
 
 
Re Oropher, nonostante anche lui si stava preparando per partire con suo figlio, era deciso a parlare con Yallen prima di partire molto seriamente.
L’ultima volta c’era suo figlio a difenderla ma questa volta era sicuro che nessuno lo avrebbe fermato.
 
 
 
 
 
Per tutto il giorno non si erano visti perché il principe doveva ancora discutere un po’ di cose e prepararsi per la mattina dopo. Lei era ancora preoccupata per lui e questo pensiero le faceva sbagliare la mira ogni volta che doveva scoccare una freccia, ma all’improvviso sentì una presenza avvicinarsi a lei tanto che tirò fuori il suo pugnale per difendersi.
Davanti a lei c’era la persona che stava per farle del male quando scoprì la relazione tra lei e Thranduil.
 
 
-Ciao Yallen. Possiamo parlare?
 
Le chiese con tono serio e deciso, lei intanto sentiva una grande paura dentro di sé e sentiva il cuore batterle a mille.

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***


Capitolo 6
 
 
Rivedere re Oropher la fece agitare ma riuscì a controllarsi. Ricordò l’ultima volta in cui l’aveva visto e trovarsi con lui da soli la fece sentire un po’ a disagio. Di colpo la paura invase il suo cuore.
 
-…di cosa?
 
Chiese, la sua voce tremava. La guardava come se si vantasse di qualcosa. Non riusciva a capire a dove voleva arrivare.
 
-l’ultima volta c’era Thranduil che ti ha difesa, ma ora nessuno lo farà.
 
Lei non sapeva che dire. Sapeva che prima o poi le avrebbe alzato la voce. Avrebbe voluto andarsene da quel posto e stare dove poteva amare il suo principe senza che nessuno fosse contrario alla loro relazione.
 
-…che volete dire?
 
-ti impedirò di stare con mio figlio, anche se contro la vostra volontà. Non voglio che lui stia con una Silvana che si è inventata la storia di essere orfana, di avergli salvato la vita. Lascia in pace Thranduil, non permetterò che stiate insieme. Si merita molto di più di una come te. Una del suo livello sociale e spero, nel caso vogliate continuare, che prima o poi si accorgerà di che tipo di donna sei tu!
 
-mio signore… so che non volete che io stia con Thranduil, ma io lo amo e non sarei mai in grado di farlo soffrire.
 
A quelle parole Re Oropher non seppe cosa rispondere, ma era comunque deciso a separarli e mostrare al principe, dopo la guerra, che Yallen era un poco di buono. Se ne andò con lo sguardo ancora malvagio. Yallen fece un sospiro. Finalmente si sentì sollevata dopo aver detto al re quello che prova veramente. Non si sarebbe mai separata da Thranduil.
 
Ricominciò ad allenarsi, ma ogni freccia che scoccava sbagliava. Aveva la testa altrove, era preoccupata. Cosa farà il re per separarli? Li farà soffrire entrambi? E se si in che modo?
Tutti quei pensieri l’avevano fatta sentire male. Le girava la testa. Così rientrò nella sua stanza a riposare un po’, ma non riuscì a dormire. Si alzò per un po’ d’acqua. Quel movimento la fece sentire peggio e sentì un forte mal di testa. Cosa le stava succedendo? Sentiva tutti i suoi muscoli indebolirsi, ma allo stesso tempo sentiva un grande dolore in tutto il corpo. Bevve tutta l’acqua ma il dolore si fece più forte. Non riusciva più a controllarsi, perse i sensi e cadde a terra e l’oscurità invase i suoi occhi.
 
 
 
 
Finalmente, dopo tanti problemi con l’esercito, poteva dedicarsi un po’ di tempo per se stesso e con Yallen. Non la vedeva da tutto il giorno e aveva iniziato a sentire un vuoto dentro di sé. La cercò nella sua stanza, ma non rispose. Entrò e quando la vide a terra la paura invase il cuore.
 
-Yallen! Ti prego rispondimi!
 
Cercò di svegliarla, ma lei non si riprendeva.
 
-per favore reagisci!
 
La prese in braccio e la fece sdraiare sul letto. Chiamò un elfo perché la possa curare. A malincuore dovette uscire e aspettare. Non riusciva a stare tranquillo. “non potrei vivere se le accadesse qualcosa”. Per fortuna l’elfo che l’aveva visitata gli diede una buona notizia.
 
-non è nulla di grave. Si riprenderà presto.
 
-…vi ringrazio, posso vederla?
 
-si certo
 
 Appena entrò si sedette sul bordo del letto accanto a lei che in quel momento aprì gli occhi.
 
-come ti senti?
 
-un po’ meglio grazie
 
-per fortuna sono venuto a cercarti- le disse mentre le accarezzava i capelli e il viso-senza di te non potrei vivere-
 
-davvero?-gli chiese mentre cercava di sedersi senza sforzarsi-si…-e le sorrise.
 
Il pomeriggio lo passarono insieme e Yallen, lentamente, si riprese. Arrivò la notte e non se ne erano neanche accorti.
Thranduil continuava a circondarle la vita con un braccio per sostenerla. Ogni volta che la guardava sentiva una fitta di desiderio, ma quella notte sarebbe diventata sua.

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Capitolo 7
*** Cap. 7 ***


~~Capitolo 7

 

 

-sarà meglio rientrare- disse Yallen accorgendosi che era calata la notte. Iniziava a tremare per il freddo


-hai ragione- rispose abbracciandola per riscaldarla.


Si incamminarono lei si stringeva a lui teneramente. Lui la scaldava tenendo il mento sulla sua testa come volesse proteggerla. Non vennero visti da nessuno apparte qualche guardia che dopo essergli passati davanti iniziavano a bisbigliare e questa cosa faceva innervosire il principe.
Dopo tanti anni Yallen rimaneva incantata dall’interno del regno e della sua grandezza. È degna di un re, pensò guardando le luci che la illuminava. Thranduil la accompagno in camera sua, ma dentro avrebbe voluto averla per sé e la fitta di desiderio deventò sempre più insopportabile fin che non cedette e la spinse dentro la stanza chiudendo la porta dietro di lui.


-che stai facendo?


Iniziò a baciarla sul collo sussurrandole


-ti amo…ti voglio Yallen…

Il suo respiro divenne irregolare per il piacere del suo bacio sul collo. Lui le abbassò la spallina e riprese a baciarla ovunque e lentamente iniziò a spostarla verso il letto di lei. La fece sdraiare di colpo, ormai il desiderio di averla era diventata potente e non riusciva più a trattenersi.
Iniziò a spogliarla togliendole il corpetto e a baciarla in ogni sua parte del corpo. Lei gli tolse l’armatura che indossava fin che non rimasero nudi entrambi.


-ti amo come non ho mai amato nessun’altra Yallen…ti desidero da quando ti ho conosciuta. Non ti sto mentendo.


-ti amo anche io Thranduil non avrei ma pensato di innamorarmi di te, ma mi sbagliavo. Ti amo più della mia stessa vita. Il mio cuore ti appartiene e ti apparterrà per sempre.


Detto questo riprese a baciarla con più passione. Entrò in lei dolcemente. Non voleva farle del male. Poi le spinte si fecero più veloci e potenti. Lei continuava a gemere di piacere e le poche volte che erano di dolore lui la bacia sul collo per alleviarglielo. La baciava anche sulle guancie che all’inizio erano diventate color porpora. Lei per tutto il tempo lo ha baciato con passione e sul petto e sul collo che intanto lo eccitava ancora di più. Si sdraiò accanto a lei e calarono nel dormiveglia insieme.
Il giorno dopo lui si svegliò per prima ed ebbe il tempò di accarezzarle il viso poco prima che anche lei aprisse gli occhi.


-buongiorno amore mio

-buongiorno- rispose sorridendogli

Si rivestirono ed uscirono. Thranduil sistemò le ultime cose con l’esercito e con suo padre che ogni giorno cercava di convincerlo a lasciarla. Ma lui non si lasciò convincere non dopo la loro notte passata insieme e poi lui era sicuro dei suoi sentimenti e non l’avrebbe mai abbandonata. L’amava per davvero. Lui stesso ne era convinto.
Tutto era pronto per la partenza. Il principe salutò la sua amata di nascosto perché sapeva che re Oropher si sarebbe infastidito. Si abbracciarono fortemente. Entrambi avevano il timore di non riuscire mai più a rivedersi.


-me lo prometti che tornerai?

-…io ti amo…per me sei come l’aria: INDISPENSABILE! Senza di te non posso e non voglio esistere…sarai il mio primo pensiero la mattina e l’ultimo la sera…ti amo dalla prima volta che ti ho vista. Te lo prometto tornerò.

-Ti amo anche io. E spero che tornerai presto.


Il loro bacio sembrava infinito ma era pieno di amore, dolcezza e malinconia. Il principe, insieme al padre, partì col suo esercito.

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Capitolo 8
*** Cap. 8 ***


Capitolo  8
 
 
 
Quando uscirono dal Bosco il sole illuminò il volto del principe, che riuscì vedere quello padre. Aveva un espressione seria, preoccupata, tesa. Lo era anche Thranduil. Pensare che questo era solo l’inizio. Lui non aveva mai partecipato ad una guerra, anche se lo aveva tanto sognato, ma ora il suo cuore non smetteva di battere forte.
Durante il viaggio si incontrarono con l’esercito elfico di Lorien e i nani di Moria. Insieme si unirono agli uomini di Gondor per la battaglia di Dagorlad.
 
 
                                                  *** 
 
 
Passarono tre o quattro mesi dall’ inizio di una dolorosa guerra contro l’esercito di Sauron e l’anello del potere. Si era unito anche l’esercito di Gran Burrone e Re Elrond al comando.
L’esercito di Oropher iniziava a cedere. Stavano perdendo troppi guerrieri nonostante fossero in tanti.
Soprattutto il principe  iniziava a preoccuparsi. Di loro ne rimanevano ben pochi, ma questo non li fermò. All’ improvviso vide un orco andare addosso a suo padre, che era accasciato a terra. Lo raggiunse per aiutarlo, ma un colpo d’aria lo fece sbattere contro una parete rocciosa. Sauron era sceso in battaglia. L’orco di prima, tornò alla carica con suo compagno, alto almeno il doppio di lui. Thranduil, vedendo la scena, si rialzò disperatamente, ma arrivò tardi.
Quando lo raggiunse, vide il corpo del suo genitore con una grande ferita sul petto e lungo il collo. Il sangue gli colava da un’altra ferita all’occhio.
 
 
                                                 ***
 
 
La guerra ebbe fine, ma, anche se avevano vinto, non ci fù nessuna festa per la loro vittoria. I morti erano in molti.
Thranduil ebbe l’occasione di parlare con suo padre un’ultima volta. Gli rimaneva poco da vivere. Mai in vita sua aveva provato un dolore più forte di questo. Stava per perdere la persona più cara che aveva, anche se lui non gli era stato molto vicino ne come persona ne come padre.
 
Entrò nella sua tenda.
 
Si sentì bloccato. Cosa doveva fare? Il  silenzio piombò fra loro due. Continuavano a guardarsi. Dentro di sé sentiva il bisogno che gli dicesse qualcosa, ma le parole di cui aveva bisogno non arrivavano. Fù lui a interrompere il silenzio.
 
 
-come stai?
 
-non sento quasi nulla
 
La sua voce si affievoliva lentamente, ma continuò a parlare faticosamente, come se l’aria diventasse sempre più pesante.
 
 
-ti prego, perdonami figlio mio. Non avrei dovuto trattar male quell’ elfa. Ma da quando sei tornato da me ho sentito il dovere di proteggerti da qualsiasi cosa, forse anche dalle persone che avresti incontrato.
 
-padre…non è a me che dovresti chiedere scusa ma a lei, ma visto che non potrai farlo…lo farò io per te. Io la amo e credo che accetterà le tue scuse, anzi ne sono certo. Yallen è una brava persona. Non avevo mai incontrato una come lei. È speciale e lo sarà sempre.
 
-spero…almeno…che governerai come si deve…il nostro regno e che…possiate…essere felici…
 
-lo farò
 
Gli rispose prendendogli la mano nella sua. Per la prima volta Thranduil fece cadere una lacrima lungo il viso.
Avrebbe mantenuto quella promessa.
La notte prima del loro ritorno, il principe continuava ad avere la testa piena di pensieri tanto che iniziò a sentirsi male. Decise di riposare. Tuttavia non ci riuscì. La sofferenza di aver perso suo padre non lo lasciava in pace e lo tormentava.
Provo a bere un po’ di vino che si erano portati gli elfi da casa. Era forte ma è come se lo avesse svegliato. Per un attimo riuscì a dimenticare tutto quello che lo circondava e ne prese un altro per poi tornare nella sua tenda dove finalmente riuscì a riposare.
 
                                                  ***
 
Il giorno dopo, si svegliò con un po’ di mal di testa ,ma gli passò in fretta. Mentre si preparava per tornare a casa, i suoii pensieri erano su Yallen. Finalmente poteva rivederla dopo mesi. Nonostante la morte del re, si sentiva più felice cosa che gli sembrava alquanto strana.
Anche quando dava ordini agli elfi del suo popolo, si sentiva strano. Dopotutto avrebbe dovuto farlo anche in futuro ,ma in quel momento si sentiva come scomodo e decise di evitare.
La maggior parte del ritorno lo fecero con gli elfi di Lorien che, poco dopo, se ne andò per la sua strada.
Quando arrivarono al confine molti iniziarono a bisbigliare.
Probabilmente per la gioia o della morte dei loro amici.
Quando si trovarono difronte alle porte del loro regno le guardie li accolsero con felicità seguito con un po’ di tristezza nel vedere che erano tornati in pochi.
Thranduil, appena sceso da cavallo, non perse tempo e si mise a cercare la sua amata. Chiese ad un ancella se l’avesse vista.
 
 
-l ho vista in giardino
 
-grazie
 
 
                                                 ***
 
Appena lo vide gli corse incontro e lo abbracciò. Lui ricambiò con forza. Non c’erano bisogno di parole per fargli capire quanto era stata in pensiero per lui. Lui affondò il suo viso sulla sua spalla e lei potè sentire il suo respiro lungo il collo che le fece venire dei brividi lungo la schiena. Quando si staccarono rimasero a guardarsi per qualche istante fin che Yallen parlò.
 
-sono così felice di rivederti e che stai bene. Mi sei mancato molto.
 
 
-anche tu mi sei mancata. Non è passato un solo giorno che non pensassi a te. Il non poterti vedere o toccare ormai mi stava uccidendo. Stava diventando una tortura, non ce la facevo più. per fortuna la guerra è finita e posso riprendere a baciarti e abbracciarti.
 
 
-senti…mi dispiace per tuo padre…l ho saputo poco fa.
 
 
-già…ma rivederti, il dolore e la tristezza ormai sono  passati in fretta.
 
 
Si abbracciarono ancora e Thranduil, guardandola meglio si rese conto che il suo ventre si era un po’ arrotondato. Non potè fare a meno di sorridere perché era sicuro della ragione.
 
 
-sei incinta?
 
Lei ricambiò il sorriso ed annuì.
 
-ma è meraviglioso!
Finì per baciarla in modo appassionato come mai prima d’ora. Finalmente si erano incontrati dopo tanto tempo. Per noi può sembrare poco ma per loro è un eternità.                 

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Capitolo 9
*** Cap. 9 ***


Capitolo 9
 
Sono passati due mesi dal ritorno di Thranduil dalla battaglia di Dagorlad.
Si prendeva cura di Yallen. L’idea di diventare padre gli riempiva il cuore di gioia, come non aveva mai fatto prima d’ora. Ormai la voce si era sparsa per tutto il Bosco che nel frattempo, il nuovo re di quel regno, l’aveva nominato Bosco Atro.
Non riusciva a pensare ad’ altro che a suo figlio e talvolta ne parlava con la sua amata elfa su che nome dare al piccolo.
Yallen. Anche lei era felice ed entusiasta e ogni volta che aveva voglia di mangiare si sentiva in qualche modo un po’ bizzarra. Era una sensazione tutta nuova per lei e si toccava la pancia in continuazione.
Un pomeriggio, senza che Thranduil lo sapesse, uscì in giardino per prendere un po’ d’aria. La nausea che sentiva, quasi tutti i giorni, era terribile, ma quando sentiva il vento che passava tra gli alberi mandare i suoi capelli all’ indietro provò una sensazione di piacere e i raggi del sole che illuminavano il suo volto la miglioravano ancora di più. Fin quando non sentì una voce che la rimosse dai suoi pensieri.
 
 
-Yallen!
 
Si voltò subito e vide il suo amato re venire verso di lei. Aveva l’aria di essere preoccupato e teso.
 
 
-eri qui. Ho visto che dentro non c’eri allora ho pensato che ti fossi sentita male e…Valar! Mi sono preoccupato a morte.
 
 
-scusa…aveva un po’ di nausea e allora ho pensato di venire qui a prendere un po’ d’aria. Perdonami se non ti ho avvisato.
 
A quel punto lui le mise una mano sulla sua guancia delicatamente. Aveva la pelle liscia e morbida come la seta. Lo spavento che aveva avuto prima si era ormai dissipato. In quei giorni Yallen era diventata un po’ sensibile, ma non perdeva mai il suo bel sorriso di tutti i giorni.
 
 
-non fa niente, ma la prossima volta avvertimi.- e, posando una mano sul ventre, chiese- ti senti meglio ora?
 
 
-stavo bene fino a pochi minuti fa, ma quando sei comparso con i tuoi spaventi e le tue preoccupazioni, il piacere che stavo provando se ne è andato.
 
A quelle parole Thranduil rise.
 
 
-tu come stai?
 
-uff lavoro…lavoro…e ancora lavoro. Fare il re è dura. Sapevo che il giorno che lo sarei diventato sarebbe stato difficile, ma non credevo così tanto.
 
-con il tempo ti ci abituerai.   
 
Il silenzio piombò fra i due. Yallen era felice per la sua gravidanza , ma era anche preoccupata per Thranduil.  In poco tempo da principe è diventato re. Non ne sapeva molto sui doveri reali, ma da quello che le aveva detto aveva già capito che non doveva essere affatto facile per lui. Lui sembrò averle letto negli occhi la preoccupazione che provava nei suoi confronti e le assicurò che nonostante la nuova esperienza che stanno vivendo insieme, era felice di averla accanto.
Lei era sempre più stanca e talvolta restava nella loro stanza a leggere qualche libro visto che erano poche le volte in cui poteva muoversi. In quel mese iniziò a sentire qualche calcio del piccolo che aveva in grembo. Certo faceva male, non molto, tuttavia era felice di sentirli.
 
                                                 ***
 
Thranduil passava più tempo che poteva con lei. I doveri reali non lo lasciavano in pace.
Talvolta, per giocare, appoggiava l’orecchio sulla pancia della madre per sentire suo figlio o figlia. Voleva a tutti costi avere un maschio. In confronto a una femmina, era più facile da istruire e insegnare a combattere perché imparava in fretta.
Yallen invece era in disaccordo con lui. Voleva una femmina. Voleva avere una figlia che avesse i suoi capelli e i suoi occhi, insomma…tale e quale a sua madre.
 
 
-scusa ma non vorresti che fosse un maschio?
 
-no preferisco una femmina. Madre e figlia hanno un rapporto molto più stretto piuttosto che con il padre.
 
-si ma lo stesso vale per il figlio con il padre no?
 
-uff…mi stai confondendo smettila!
 
-e va bene però ora non ti agitare!- disse nascondendo una risata per il suo comportamento esagerato- le crisi isteriche fanno male alle donne incinte-
 
-mi hai dato dell’isterica? Guarda è meglio che io torni dentro per evitare di arrabbiarmi sul serio- detto questo si alzò senza neanche guardarlo.
 
-aspetta non fare cosi- ma era inutile lei era già entrata.
 
Si rimproverò per da solo per quello che aveva detto anche se da un'altra parte lei aveva un po’ esagerato. Ma doveva anche un po’ capirla per le sue condizioni.
Passò il resto della giornata ancora con i suoi doveri, ma non riusciva togliersi dalla testa Yallen. Aveva sbagliato a dirle quelle cose e invece di stare con lei era nella sala del trono.
 
A quel tempo nani ed elfi erano molto amici. Loro erano molto ricchi, anche più di loro e Thranduil  questo lo sapeva. Dentro di sé era un po’ invidioso ma era inutile. Ignorò questo piccolo particolare di loro anche se quel giorno re Thror gli fece visita ed iniziarono a parlare.
 
-a quanto pare noi nani siamo molto più potenti di voi dato che mi stai chiedendo questa cosa.
 
-Thror. Essere più ricchi non vuol dire essere più potenti. Significa essere più avidi. Almeno questo ho capito dal vostro comportamento negli ultimi decenni.
 
-mi stai dando dell’avido?
 
-prendila come vuoi Re dei nani. Ma ti avverto. Il tuo amore per l’oro potrebbe mettere in pericolo la tua razza. Te lo dico da amico non perché sono invidioso anzi. Se fossi al tuo posto mi fermerei un attimo a riflettere per il bene del mio popolo.
 
-tsk…non ho bisogno dei tuoi consigli Thranduil. Tu pensa al tuo popolo. E io penso al mio. Comunque tornando al nostro argomento…sei tu che dovrai darmi gli attrezzi giusti.
 
-te li darò appena potrò nel frattempo puoi anche non preoccuparti di nulla.
 Il re degli elfi continuava a mettere in guardia Re Thror, ma lui sembrava ignorare i suoi avvertimenti tanto che cominciò a prenderli più per minacce di guerra.
Ci fu molta tensione fra i due, ma per fortuna non accadde nulla che avrebbe potuto rovinare la loro “amicizia”.
 
 
Arrivò la sera e Yallen stava per addormentarsi quando sentì qualcuno entrare nella stanza. Non le ci volle molto per capire chi era e si tranquillizzò. Lo vide sedersi accanto a lei sul letto e accarezzarle il viso.
 
-ti chiedo scusa va bene?- e dopo aver annuito continuo con quello che le sembrò un interrogatorio- come stai?- le chiese accarezzandole la pancia.
 
-stanca, ma bene.
 
Si sentiva in colpa per la sua stanchezza. Avrebbe voluto starle più accanto e mettere un po’ da parte il suo ruolo di re, ma sapeva che non era possibile. Le mise una mano fra i capelli per attirala a sé e baciarla. Era da tanto che non riusciva più a sentire il sapore delle sue labbra e lo aveva capito quando non voleva più staccarsi.
 
-questo vuol dire che ti sono mancata- questa frase lo fece sorridere
 
-si e molto- detto questo torno sulla sua bocca allo stesso tempo continuando ad accarezzarle il ventre.
Non riusciva ancora a credere, nonostante glielo avesse detto due mesi fa, che diventerà padre e, ogni volta che questo pensiero gli tornava alla mente, lo rendeva felice.
 
Sapeva di non potergli chiedere di stare con lei tutto il giorno ma di sicuro il momento della giornata che preferiva era la notte perché lui la accarezzava, la baciava e la faceva sparire i dolori alla schiena causato dalla gravidanza. E per farla addormentare le massaggiava la testa. Era sempre piacevole.
Non le importava se il giorno dopo sarebbe dovuta restare di nuovo sola. Voleva godersi quel momento con lui e non pensare a nient’altro.

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Capitolo 10
*** Cap. 10 ***


 Capitolo 10
 
Mancava poco al nono mese ma Yallen aveva una gran voglia di partorire.
Era stanca del mal di schiena, nausee.
Thranduil…non passava più tanto tempo con lei. Ormai la notte, quando tornava in camera, la trovava addormentata e lei non poteva più godere delle sue carezze e baci. A momenti gli afferrava la mano per qualche calcio del piccolo. Certo faceva male ma lei era felice di sentirli.
 
-come stai?
 
-…bene
 
-dalla tua faccia non si direbbe proprio…che cos’hai?- le chiese mentre le accarezzava un guancia.
 
Il suo cuore iniziò a battere irregolarmente. Continuava a fissare il libro sul letto. Avrebbe voluto prenderlo e buttarglielo in faccia e andarsene. Era molto arrabbiata. Era stufa di starsene da sola tutto il giorno. Praticamente non si vedevano neanche più. solo quando si svegliavano o in corridoio.
Si trattenne dal fare a quello che stava pensando e optò per rispondergli.
 
-…sto bene non preoccuparti.
 
-scusami se insisto ma sembra che tu non voglia dirmi che stai male o qualcosa di simile- le disse insistente e lei sbuffò.
 
-saresti così gentile da smettere di farmi queste domande e tornare ai tuoi doveri?
 
-e dai non ti arrabbiare- le rispose dandole un piccolo bacio sull’angolo della sua bocca.
 
-allora smettila di farmi domande- detto questo uscì dalla stanza e si diresse in giardino, dove almeno poteva trovare un po’ di tranquillità.
 
Thranduil, dopo che l’elfa uscì, gli scappò una risatina. Non poteva prendersela, ma il suo carattere lo faceva divertire.
Oggi doveva incontrarsi di nuovo con Thror e la cosa non gli piaceva affatto, non dopo l’ultimo incontro che avevano avuto.
 
Sapeva che aveva fatto male nel trattarlo così, ma in quel momento era talmente arrabbiata che non riusciva neanche ad ammettere il proprio errore.
Mentre era immersi in questi pensieri cominciò a sentire dei
passi. Nonostante avesse gli occhi chiusi riuscì a percepire che erano in molti. Quando li aprì vide numerosi nani erano armati, ma quello davanti era quello più serio. Aveva degli occhi blu mare, ma non incutevano timore come quelli di Thranduil. Lo riconobbe subito. Era Thror.
I nani dietro di lui avevano molti sacchi vuoti. Cosa sono venuti a fare qui i nani di Erebor?. Continuava a farsi questa domanda mentre li osservava passeggiare tranquillamente.
Uno di loro iniziò ad osservarla e gli andò incontro.
 
-salve, voi dovreste essere Yallen
 
-si, sono io, e voi chi siete nani di Erebor, ma non capisco perché siete venuti da noi
 
-Nàr non restare indietro! Dobbiamo sbrigarci a tornare!- disse il re dei nani al suo compagno.
 
-arrivo! Perdonatemi mia signora, ma devo andare
 
-non importa vai pure- il nano accennò un inchino e si riunì coi suoi compagni.
 
Yallen ne rimase sorpresa dalla gentilezza di quel nano. Aveva saputo che negli ultimi anni quelli della sua razza stavano cominciando ad essere molto avidi. Lui era l’unico che sembrava diverso dagli altri.
A quel punto vide Thranduil venire verso di lei. Stranamente la rabbia che provava si era dissipata e si rallegrò nel vederlo anche se aveva sempre quel suo sguardo serio che intimoriva chiunque.
 
-sei ancora arrabbiata?
 
-non più
 
-strano. Con me sei stata molto dura con quel nano donavi dei sorrisi- a quella frase l’elfa si mise a ridere.
 
-da quando in qua il re di Bosco Atro prova gelosia?
 
-da quando ho capito di essere pazzo di te- e le lasciò un dolce bacio sulle labbra.
 
Quel baciò lo ricambiò subito. Sarebbe anche stata l’ultima volta che l’avrebbe baciato. Quindi si godé il momento più che poteva. Ormai il sole stava calando ma preferiva stare ancora un po’ lì, sotto l’albero.
 
-non vuoi ancora rientrare?
 
-no
 
-ma non posso lasciarti qui da sola
 
-tranquillo, io sto bene. Tu vai pure.- Thranduil cercò di convincerla, ma non era possibile, così si arrese.
 
Solo dopo qualche minuto, Yallen decise di tornare dentro perché aveva appena avuto una contrazione. Era più forte delle altre ma non si allarmò più di tanto. Era ancora all’ottavo mese quindi c’era ancora tempo.
 
-mia signore vi sentite bene?- lì vicino c erano due guardie e appena la videro sofferente la soccorsero.
 
-…si…abbastanza…
 
-vi porto in camera
 
-…si…grazie…
 
 

ANGOLO AUTRICE:

Ciao ragazzi! Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ho aggiornato presto perché nei prossimi giorni sarò un tantino occupata. Anche se non commentate non importa spero solo che la storia vi sia piaciuta. Dico questo perché ormai mi mancano solo 2-3 capitoli prima di completarla. Così potrò dedicarmi anche alle altre. Ciao!     Chacky_321

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Capitolo 11
*** Cap. 11 ***


Chiedo scusa a tutti, ma, come avevo avvertito nel capitolo precedente, sono stata molto occupata in questi giorni. Spero che a sara_3210 e a sofi01 piaccia questo capitolo e che non odiate Thranduil. Dopotutto…non ha la colpa di nulla giusto? Hahaha. Buona lettura.
Chacky_321
 
 
 
Capitolo 11
 
 
Si sentiva malissimo e di fianco a lei c’era solo la guardia che la stava aiutando.
Si rese conto che stava sudando. Ormai sentiva mancarle l’aria e vedeva sfocato. Appena entrarono in camera, si sedette sul letto dolente.
 
< vado a chiamare Re Thranduil >
 
< no aspetta! Non chiamarlo >
 
< ma mia signora non posso lasciarvi così. Non me lo perdonerebbe mai. Lasciate almeno che chiami un’elfa guaritrice >
 
Yallen non poteva far altro che annuire, le mancava la voce e non aveva neanche la forza per muoversi.
“oh Valar, vi prego fate solo che sia un falso allarme…” continuava a ripeterselo nella mente. I dolori aumentavano sempre di più nel basso ventre, tanto che dovette stringere la coperta su cui era seduta. Il suo respiro era diventato irregolare. Era disperata.
Di colpo, vide la guardia di prima insieme a un’altra elfa un po’ più grande che la fissava preoccupata. La riconobbe, era Brethil. L’aveva vista ogni volta che doveva curare dei soldati, tonati dalle guerre.
Intanto l’elfo le stava spiegando la situazione. Yallen si sdraiò sul letto e cercò di rilassarsi che però risultò impossibile.
 
< da quanto ti senti così >
 
< …ero in giardino…è lì che è cominciato... >
 
< va bene ho capito. Ora non ti muovere vado a chiamare aiuto >
 
Brethil prima di andarsene le toccò la pancia e quando scese verso il ventre, Yallen strinse gli occhi e prese la mano di lei per stringergliela. In quel momento aveva capito che non c’era più tempo e che non poteva ignorarla.
Uscì dalla camera.
Intanto la guardia continuava a chiedere se doveva chiamare il re, ma l’ elfa si rifiutava. Non voleva agitarlo. Certo si trattava di suo figlio o figlia ma non voleva allarmarlo.
 
< mia signora, insito per chiamarlo. Non potete stare da sola. Dovete avere qualcuno accanto >
 
< …ci sei tu > detto questo, anche in modo ironico, Cùthalion* si trattenne dal ridere.
 
< perdonatemi, mia signora ma non penso di esserne all’altezza. E poi in queste situazioni tendo sempre ad agitarmi molto, a volte anche senza volere > quest’ultimo pezzo di frase l’aveva detto a bassa voce. Non voleva che la Regina si agitasse anche lei. Non in quel momento.
 
Poco dopo rientrò Brethil con l ‘aria di essere preoccupata al massimo. Guardo la guardia e gli bisbigliò qualcosa all’ orecchio. Yallen si infastidì perché aveva il diritto di sapere che stava succedendo. Quando l’ elfa finì di parlare all’orecchio dell ‘altro, quest’ultimo si mise a gridare.
 
< CHE COSA?! >
 
Brethil continuava a fargli segno di stare zitto, ma lui non ci riusciva anzi. Cominciò a correre per la stanza sperando di fare qualcosa di utile invece creava solo casino.
 
< Cùthalion calmati!!!! >
 
< come faccio a calmarmi se mi hai appena detto che non c’è nessun elfo che può aiutarci perché sono usciti per un compito del re!?!? >
 
< vuoi stare zitto?!?!?! >
 
< Brethil è vero che…non c’è nessuno? > chiese Yallen sofferente al massimo. A Brethil fece pena annuire. Dopotutto erano da sola insieme a uno stupido elfo che correva per la stanza, che poco a poco si stava distruggendo.
Per fortuna Brethil riuscì a prenderlo e a schiaffeggiarlo per due volte.
 
< ascoltami bene signorino. Se non ti calmi sarò costretta a mandarti dai tuoi compagni così almeno non rischi di distruggere l’unica stanza disponibile che abbiamo visto che le altre sono già fuori uso a causa tua! >
 
< brava! Mandami dai miei compagni così forse torneranno e ci aiuterà a risolvere questo grande problema!!! > finito di parlare Brethil lo schiaffeggiò un’ultima volta perché questo perse i sensi e cadde a terra.
 
< almeno per un po’ non ci darà alcun problema >
 
Per tutto il tempo in cui i due elfi stavano litigando, Yallen ormai era sicura di quello che stava per accadere e, mentre era sdraiata sul letto, cerco di respirare più che poteva, anche perché dopo ne avrebbe avuto bisogno.
Brethil cominciò a prepararla visto che aveva aspettato abbastanza. Mentre si preparava anche lei mormorava a sé stessa: “Cauthalion appena avrò finito qui sarà meglio per te che tu non sia qui perché potresti non sopravvivere alla mia furia
Yallen, ormai sicura di non poter resistere di più, cominciò a spingere più che poteva, mentre l’altra continuava ad incoraggiarla. Era troppo stanca e quando perdeva le forze faceva un respiro e per spingere aveva una mano che stringeva la coperta sul letto.
Ogni minuto che passava le sembrava un’eternità. Voleva che quel momento finisse al più presto.
Quando diede l’ultima spinta, mollò la presa della mano, ancora con il respiro ansante, ma anche con un sorriso in volto. Era felice di sentire il pianto di suo figlio o figlia, perché finalmente era nato.
 
< è un maschio, mia signora >disse Brethil con le lacrime agli occhi, mentre posava il piccolo sul grembo della madre.
 
L’ elfa quando lo vide, cominciò a piangere dalla felicità e non poteva smettere. Non le importava se era maschio. La cosa importante era che stava bene.
 
< mia signora, fossi in voi andrei a chiamare il re > questa volta annuì. Dopotutto suo figlio era appena nato ed aveva tutto il diritto di saperlo.
  
 

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Capitolo 12
*** Cap. 12 ***


Capitolo 12
 
 
Non riusciva a staccare gli occhi da suo figlio. Era cosi tenero, dolce e innocente. Non aveva le parole per descriverlo. Rammentò tutti i momenti passati a lamentarsi per la sua stanchezza e dolori alla schiena, ma ora che lo aveva in braccio era sicura che sarebbe rimasta incinta anche un milione di volte per lui.
Aveva gli occhi azzurri proprio come il padre e questo pensiero la fece sorridere. Il piccolo continuava ad agitare la sua manina sul volta delle madre per accarezzarla.  Questo gesto commosse Yallen che continuava a baciare la fronte del piccolo principe. Non si sarebbe staccato da lui neanche un secondo.
Di sicuro avrebbe dato la vita per quella creatura.
 
 
 
< ORA BASTA SVEGLIATI!!! > urlò Brethil alla guardia che in tutto quel tempo era a terra. Il che era un bene dato che aveva messo sotto sopra la stanza. Peccato che l’urlo dell’elfa sveglio il neonato, che era appena riuscito ad addormentarsi.
 
< perdonatemi > si scusò, mettendosi le mani sulla bocca. L unica cosa positiva era che la guardia si era svegliata.
 
< …che mi sono perso? > chiese non avendo la minima idea di chi stesse piangendo e del perché Brethil stesse chiedendo scusa.
 
< lascia stare. Ora tu vai nel bosco e avverti il re di quello che è successo >
 
< va bene > rispose. Fece per uscire, ma si fermo voltandosi verso l’ elfa.
 
< e…cos’è successo? > chiese facendo infuriare  Brethil che si trattenne dall’ urlare. Lo prese per il colletto e gli parlo con tono minaccioso.
 
< la prossima volta ricordami di non fare mai affidamento su di te > detto questo lo lasciò andare e si incammino da sola verso la stalla dove tenevano i cavalli.
Prese uno di questi e uscì dal regno in tutta fretta.
 
 
Dopo vari tentativi il piccolo elfo riuscì ad addormentarsi. Cuthalìon promise di non aprire bocca e si limitò a gesticolare. Egli e Yallen si misero a parlare e all’ elfa scappò qualche risata per come rispondeva. Gli propose se gli sarebbe piaciuto essere il padrino di suo figlio. All’inizio la guardia non era tanto convinto. Aveva qualche problema di ansia e non sapeva se ne fosse stato all’altezza.
 
< facciamo cosi…ti do qualche giorno e poi vedremo se saprai cavartela. Anche se so dentro di me che tu ne sarai pi9ù che all’altezza > gli rispose bisbigliando.
 
Cuthalìon  poté solo annuire con un bel sorriso in volto pieno di gratitudine ma anche di insicurezza “in effetti mi piacerebbe prendermi cura del principe. Non ho mai avuto figli e poi tutto il giorno non faccio quasi niente…ma si dai” e così si convinse.
 
La “conversazione” fu interrotta dall’apertura della porta. Il re era tornato. Il suo sguardo era pieno di felicità ma anche di dispiacere. Era in piedi sulla soglia, poi cominciò a venire verso di loro. Si sedette sul letto accanto a Yallen baciandole la tempia e chiedendole perdono. Intanto la guardia uscì capendo che dovevano stare da soli anche all’inizio ci fu bisogno dell’aiuto di Brethil per tirarlo fuori da lì.
 
< mi dispiace di non esserci stato. Perdonami >
 
Yallen lo guardo e, avvicinandosi alle sue labbra, lo baciò con passione. Non potevano più fermarsi. le dita di lui si ritrovarono fra i capelli di lei per attirarla di più a sé. Quel bacio durò poco perché il piccolo principe si era messo a fare dei versi come se volesse attirare l attenzione dei genitori.
Thranduil lo prese in braccio e cominciò a cullarlo teneramente e gli baciò la fronte. L’elfa sicuramente non poteva perdersi quello spettacolo commovente.
 
< come lo chiamiamo > gli chiese ad un certo punto
 
< …scegli tu il nome > rispose con un sorriso in volto
 
Dopo qualche instante Yallen decise il nome che avrebbe dato al figlio. Il nome lo descriveva proprio come lo vedeva.
 
< …Legolas > disse continuando ad osservare la scena.
 
 
 
Una settimana dopo
 
Yallen passava tutto il giorno con Legolas. Brethil la aiutava come poteva.
Cuthalìon invece passava con la madre e il re. Voleva imparare a prendersi cura del principe e a conoscerlo cosi forse da grande sarebbero potuti diventare amici. In più aiutava il re con i suoi problemi ma non ne parlava mai con la madre. Non voleva farla stare in pensiero.
Aveva già fatto abbastanza “aiutandola” col parto e voleva rimediare ai suoi errori.
 
 
Yallen si trovava nella sua stanza, intenta a leggere un libro che molti secoli prima era stata scritta per raccontare una battaglia tra orchi ed elfi. A forza di leggere non si rese neanche conto di averlo finito.
Appoggiò il librò sul letto e il suo sguardo cadde sulla culla accanto a lei. Si avvicinò e iniziò ad ammirare Legolas che dormiva tranquillamente.
Proprio in quel momento Thranduil entrò in camera. Sembrava avesse avuto una discussione. Nonostante il suo sguardo fosse serio, l elfa riuscì a capire che qualcosa non andava.
 
< è successo qualcosa? > gli chiese. Non lo aveva mai visto cosi.
 
Lui si mise a guardarla come se volesse chiederle perdono. Ma si limitò a fissarla per un tempo che gli sembrò infinito.
Si avvicinò a lei e la bacia sulla fronte.
 
< …si…scusa sono solo… > ma non ebbe tempo di finire la frase che lei posò le labbra sulla sue.
 
Quel bacio però era diverso. Sapeva di nostalgia e sicurezza allo stesso tempo. Ancora una volta le dita di lui si ritrovarono fra i capelli di lei e dietro la sua nuca per attirarla a sé. Le sue mani passarono lungo i fianchi mentre lei si aggrappava al suo collo facendogli venire brividi lungo la schiena.
Quando si staccarono, ansimarono.
 
< ora sei più tranquillo? > gli chiese, guardandolo negli occhi.
 
< con te sono sempre tranquillo e sto sempre bene > le rispose, voglioso di baciarla un’altra volta, ma non fu possibile perché Legolas si svegliò e cominciò a piangere.
 
Ovviamente la madre non perse tempo a prenderlo in braccio per calmarlo.
Thranduil. Certamente anche lui era felice per la nascita del suo erede, ma gli mancavano i momenti da soli con la sua amata.
 
< posso averlo io > le chiese a un certo punto. Lei annuì e glielo porse.
 
Il padre cominciò a cullarlo e ci volle poco perché il piccolo elfo si addormentasse.
 
<  sembra che tu gli stia più simpatico > a quella frase Thranduil si trattenne dal ridere e lasciò solo un sorriso.
 
Il pomeriggio lo passarono insieme finché Yallen era decisa a porgli una domanda anche se molto probabilmente lo avrebbe fatto arrabbiare. Tuttavia non poteva tenersela dentro la curiosità di sapere cosa non andava.
 
< posso…posso farti una domanda? > chiese.
 
Sentendo il tono della sua voce, il re si volto verso di lei e notò la sua preoccupazione in volto. Non ne capiva il motivo. O forse lo sapeva. E se fosse stato così non voleva risponderle sinceramente, ma qualcosa lo costringeva a farlo.
Poté solo annuire in quel momento.
 
< …perché? Perché prima…eri arrabbiato? >
 
A quella domanda sentì una morsa allo stomaco. Per la prima volta aveva provato la paura di confessare qualcosa.
 
 
 

ANGOLO AUTRICE:

 
CIAO A TUTTI!! SCUSATE IL RITARDO, MA IN QUESTI GIORNI HO AVUTO MOLTO DA FARE E QUESTA è L’UNICA STORIA CHE HO POTUTO AGGIORNARE FIN’ORA. SPERO VI SIA PIACIUTO.
SPERO CHE QUALCUNO (SARA_3210) NON FRAINTENDA I MIEI CAPITOLI AFFRETTANDO VARIE IPOTESI SU COME FINIRA’ QUESTA STORIA.
AVVISO SUBITO CHE MI MANCANO DUE CAPITOLI PER ARRIVARE ALLA FINE DI QUESTA STORIA.
ANCHE SE NON AVETE RECENSITO NON IMPORTA PERCHE’ PER ME L’IMPORTANTE  E’ CONDIVIDERE LE MIE STORIE.
BEH…ALLA PROSSIMA. BACIONI.
LEGRIEL_2002

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Capitolo 13
*** Cap. 13 ***


Salve a tutti!!! So che nonostante vi chieda scusa per la mia lunga assenza, non riuscirete mai a perdonarmi. Pero chiedo lo stesso il vostro perdono. CHIEDO SCUSA A TUTTIIIII . ma in questi mesi sono stata molto occupata. Ho gli esami e non ho potuto scrivere per niente. Credo che per il prossimo dovrete aspettare ancora ma forse non tanto…credo.
Comunque vi accerti che questo capitolo è…diciamo…drammatico.
AVVISO PER SARA_3210
NON LEGGERLO!!! TI PREGO  TI SCONGIURO NON LEGGERLO…SE CI TIENI ALLA TUA VITA!!!!!
Buona lettura. Ciao
 
 
CAPITOLO 13
 
 
 

< scusa ma non voglio parlare di questo proprio ora > le rispose indifferente
< perché no?! Voglio solo aiutarti, magari posso fare qualcosa… >
< NO! Yallen per favore! Non puoi fare nulla per risolvere la situazione > detto questo portò via Legolas.
 
L’ elfa, ancora chiusa nella stanza, non si era neanche accorta di aver trattenuto il fiato e il suo cuore batteva ancora irregolarmente. Era ancora sconvolta dalla loro discussione, non lo aveva mai visto perdere il controllo in quel modo e molto probabilmente anche lui deve essersene accorto.
Dal quel giorno i due elfi non si parlavano molto. Magari solo qualche parola al giorno ma non avevano più avuto una conversazione diretto. Si limitavano a farsi cenni o cose di questo tipo. Non si guardavano piu neanche negli e i loro baci diventarono presto freddi e distaccati. Quasi falsi.
 
Due anni dopo
Legolas ormai aveva quasi due anni. Il padre invece era sempre più nervoso. Yallen avrebbe voluto saperne il motivo di tanta freddezza nei suoi confronti. Non era più lo stesso da molto tempo. Forse dalla nascita di suo figlio o dall’ultimo litigio che avevano avuto pochi giorni prima. Forse era colpa sua se Thrnaduil poco a poco si stava allontanando sempre di più da lei.
Qualunque fosse la ragione , non le importava molto. Le mancava le sue carezze e le sue pareole dolci. Erano tanti, troppi anni che non riceveva più un suo abbraccio.
 
Un giorno, stava passando in corridoio finche non senti udire delle voci. Una molto probabilmente apparteneva  a Thranduil, mentre l’altra la riconobbe poco dopo. Era il capitano della guardia, Draugluin.
 
< ma ne siete sicuro, mio signore? Insomma… il vostro esercito ha bisogno di prepararsi in più giorni. Non in due. Non potete darci più tempo? >
 
< ho detto che partiremo tra due giorni. Se vi serve più tempo, sarà meglio che cominciate a prepararvi ora >
 
< …si, mio signore >
 
Pochi secondi più tardi, dopo aver sentito i passi dei due elfi allontanarsi, Yallen poté tirare un sospiro di sollievo. Era certa che se Thranduil l’avesse scoperta ad ascoltare la conversazione, la situazione tra loro due sarebbe peggiorata. Preferì tornare da suo figlio e cercare di dare una logica a quella conversazione tanto strana. Perché l’esercito doveva prepararsi? Cosa sarebbe successo tra due giorni? Più si faceva quelle domande più non ci capiva nulla.
    Si stese sul letto insieme a Legolas che continuava ad alzare le sue manine verso l’alto cercando di prendere quelle della madre che intanto gesticolavano sopra di lui per farlo giocare un po’. Le risate del piccolo riuscirono a distrarla per un po’. Non importava quanti problemi ci fossero tra i due elfi ancora innamorati l’uno dell’altra, Legolas avrebbe avuto i genitori uniti e sempre pronti ad aiutarlo nel suo futuro.
 
< posso entrare? > l’ elfa si alzo di scatto e si mise a sedere sul letto, vedendo Thrnaduil sulla soglia e l’unica cosa che riuscì a fare fu solo annuire. Il re si sedette accanto a lei, accarezzando la testa del suo erede.
 
< tra meno di due giorni dovrò partire per la guerra. Non so ancora quando tornerò >
 
A quella frase non sentiva più batterle il cuore. D’improvviso cominciò a sentire freddo in ogni parte del corpo. Non era la prima  volta che doveva partire, ma per qualche strana ragione si sentì pieni di emozioni indescrivibili: tristezza, malinconia, rimpianto, rabbia, comprensione.
 
< …capisco > si sorprese per il tremolio che le uscì dalla bocca
 
L’elfo le rivolse uno sguardo veloce e in quei pochi secondi si chiese se sarebbe resistito dal non vederla per più di un giorno. Non riuscì più a parlare. Quello che doveva dirle glielo aveva già detto. Allora perché restava lì a fissarla come se fosse pronto a rinunciare anche a quell’impegno per poter restare per tutta l’eternità con Yallen?
   La rabbia che aveva provato due anni prima, in quella discussione, non si era ancora placata. Per quanti sforzi facesse, ogni volta che la guardava provava solo rancore, rimpianto… Non capiva più nulla, tra i due si era formato un muro ed entrambi sembravano essere troppo orgogliosi per fare il primo passo.
Si  era maledetto un sacco di volte per averle alzato la voce, quel giorno, ma forse era troppo tardi per potervi rimediare.
 
< nel caso non tornassi, vorrei che tu andassi a Gondor… Lì si trova un mio caro amico… staresti bene e di sicuro si prenderà cura di voi… >
 
< dove andrete a combattere…? >
 
< …a Gundabad… > le rispose. Se prima era disposta a tutto per riavvicinarsi a lui, ora era tutto il contrario. Si sentì infastidita e arrabbiata.
 
< e se non volessi farlo? Se volessi rimanere qui? >
 
< ti costringerebbero a farlo. Ho parlato con Brethil e soprattutto con Cuthalìon. Immaginavo che ti saresti ostinata a rimanere e credo proprio che non rimarrai neanche un secondo qui se io non tornassi  > s’incamminò verso la porta, ma si fermò e si voltò verso di lei con lo sguardo serio < Non fare l’egoista Yallen. Sai bene che se perdessimo la battaglia i nostri nemici invaderebbero questo posto e se tu rimanessi, che fine farebbe Legolas?>
Detto questo uscì dalla stanza sbattendo la porta alle sue spalle.
 
Perché doveva essere così difficile? Yallen ormai non si sentiva più amata e l’unica cosa che la teneva ancora in vita era suo figlio. Avrebbe rinunciato a tutto anche ad allontanarsi da Thrnaduil per rendere felice la vita del piccolo.
Sentiva le guance diventare sempre più calde e il nodo che sentiva in gola era troppo grosso per riuscire a deglutirlo finchè sentì gli occhi inumidirsi e la vista appannarsi.
Da quanto tempo non scoppiava in  pianto pieno di disperazione.
Cercò di trattenersi più che poteva, lo faceva per il piccolo elfo. Non doveva vedere la madre soffrire. Smise di piangere per un po’ e chiamò Cuthalìon.
 
< ditemi mia signore…ma…siete sicura di stare bene >
 
< si tranquillo sto bene >
 
< ma voi state piangendo…volete un bicchiere d’acqua? >
 
< Non voglio niente però per favore, prenditi cura di Legolas finchè non ti chiamo. Ho bisogno di stare un po’ da sola >
 
L a guardia annuì e porto via il principe.
Appena la porta si chiuse, Yallen si stese sul letto e strinse le lenzuola come per aggrapparsi. Almeno per qualche minuto poteva sfogarsi. Per tutti quegli anni i suoi pianti erano muti, le scendevano solo lacrime. Ora invece era tutto il contrario.
Tutto quello che voleva in quel momento era un po’ di affetto e un paio di braccia a cui aggrapparsi.

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Capitolo 14
*** Cap. 14 ***


Ciao a tutti! So di avervi detto che dovevate aspettare ancora un bel po’ questo capitolo, ma i miei zii, che amo tanto, mi ha regalato tre computer!!! Sinceramente ora non so proprio dove metterli, ma li ringrazio tanto perché ora, quando avrò tempo, potrò continuare la storia senza disturbare i miei genitori. Spero che vi piaccia perché non è un granchè. Ap resto. Ciao.

 
Capitolo 14
 
 
Appena riaprì gli occhi s’accorse che era notte. Era ancora sdraiata sul letto, ma soprattutto era da sola.
Sentiva le lacrime secche su gli occhi e decise di lavarsi il viso. Per quanto aveva dormito? Continuava a farsi questa domanda finché non le venne in mente Legolas.
Uscì dalla stanza e si mise a cercare Cuthalìon, dopotutto era a lui che l’aveva affidato, ma non lo trovò da nessuna parte. Dopo qualche instante sentì una mano posarsi sulla sua spalla e si voltò.
 
< Brethil! Sai per caso dov’è Cuthalìon? >
 
< Si, dopo che avevate affidato vostro figlio a lui, sono usciti in giardino, però non so se sono tornati. A proposito state meglio? >
 
< Si perc…! Immagino che ti abbia già raccontato tutto >
 
< Non proprio mi ha solo riferito che stavate piangendo e che volevate stare un po’ da sola…riguarda il re non è vero? >
 
< Credo che, dopo quest’ultima discussione…non ci farò più molto caso. L’unica cosa che mi trattiene ancora qui nel suo palazzo è nostro figlio nient’altro. Lui può fare della sua vita quello che vuole >
 
Brethil si sorprese da quello che le aveva detto l’elfa. Non immaginava potesse dire tutte quelle cose su una persona che ha amato alla follia. E lei è stata testimone del loro amore fin dall’inizio. Quando ha saputo del suo arrivo a Bosco Atro strinsero amicizia facilmente e quando lei s’innamorò di Thranduil, Yallen si confidava sempre con lei nonostante dicesse che per lei non vi era speranza proprio perché non era una nobile. Ma, conoscendola, sapeva che non era vero e lo diceva solo per farsi forza e continuare ad andare avanti sebbene dovesse sopportare la freddezza del suo re, ma non disse nulla a riguardo, preferì tenersi la proprio opinione per sé.
 
Yallen decise di cercare in giardino, tuttavia non c’era nessuno. In quel momento cominciò a preoccuparsi.
Finalmente in corridoio trovò l’elfo che cercava, ma stranamente, non aveva suo figlio con lui.
 
< Cuthalìon dov’è Legolas? >
 
< Ehm…è dal re. Ero in giardino poi però il re ha detto che voleva tenerlo con lui per un po’, credo finché avesse avuto tempo >
 
Non si era infastidita da quello che le aveva appena riferito; semplicemente era un misto tra felicità e tristezza. Da una parte era felice che dopo tanto tempo avesse ricominciato a stare con il piccolo principe per un po’. Dall’altro invece era un po’ in ansia perché, che l’avesse voluto o meno, si sarebbe dovuta incontrare con lui, o forse no.
  E’ probabile che in questo momento la odi e che avrebbe mandato qualcuno a rimandarle suo figlio. Questo pensiero la fece star male e per qualche instante non si ricordò di essere in compagnia di Cuthalìon.
 
< Mia signora…mi avete sentito? >
 
< …! Scusami ero sovrappensiero… >
 
< Non fa nulla, se volete potete parlarne con me. So di non essere proprio l’elfo giusto, ma…credo che voi abbiate bisogno di confidarvi con qualcuno >
 
< Non è così facile come sembra…insomma, non riesco più a riconoscerlo, Cuthalìon. Lui non è più l’elfo di cui mi sono innamorata. E’ diventato un'altra persona. Passa poco tempo con me, ma questo lo posso sopportare perché so quello che sta passando, tuttavia si comporta in modo strano, soprattutto con me. E’ diventato freddo. Prima mi trattava bene era tutto rose e fiori invece ora mi sembra di vivere un incubo. Continuiamo a discutere e non ne capisco il motivo >
 
< Non lo so, forse…hai ragione per il re è un esperienza tutta nuova questa, ma…non so che dirti per la seconda. Ho saputo da poco che domani partirà per Gundabad e ...nel caso non tornasse… >
 
< Si… so cosa dovremo fare, ma nonostante questo non sono d’accordo >
 
< Per quale motivo? >
 
   A quella domanda non sapeva rispondere si limitò a guardare il verso il basso e continuare a chiedersi nella mente se lui la amava ancora. Quello che aveva detto a Brethil era falso. Lo aveva detto nella speranza di togliere quel poco di amore che conserva per lui, ma nonostante questo continuò ad amarlo, sempre.
 
< Cuthalìon, dov’è il re? >
 
< Nelle sue stanze >
 
Si limitò ad annuire e a rientrare.
Quando arrivò alla porta senti il cuore battere veloce. Non sapeva proprio come comportarsi. Sapeva solo che doveva restare calma e parlarci per un po’.
Bussò e subito, da dentro si sentì la sua voce.
 
< Avanti >
 
Aprì la porta lentamente e la chiuse alle sue spalle.
Lo trovò seduto sul letto con in braccio Legolas. Questa scena la commosse. Non si sarebbe mai stancata di guardarli così.
 
< …ciao > riuscì a dire e si maledisse per il tremolio della sua voce.
 
< Ciao… > le rispose
 
La vide entrare nella stanza. Quanto le era mancato il suo viso e quegli occhi in cui si è perso molto tempo prima.
Lo ammise anche a se stesso di aver esagerato, ma non riusciva a trovare le parole giuste per farsi perdonare. “Forse è meglio aspettare dopo la battaglia a Gundabad” si disse.
La invitò a sedersi di fianco a lui e le porse il piccolo elfo, che fino a quel momento stava dormendo tranquillo.
 
< …p-parti domani vero? >
 
< …si >
 
< Ascolta…ci ho pensato e… credo che hai ragione. Nel caso tu non tornassi più, io e Legolas partiremo per Gran Burrone >
 
< Bene. Con voi verranno anche Brethil e Cuthalìon >
 
Lei poté solo annuire, anche se dentro di se, stava soffrendo. Anche solo il pensiero che lui non torni la rattristava. Ogni volta che ci pensava, sentiva il mondo crollarle addosso.
 
< Sei proprio convinto di non tornare vero? >
 
< Non esattamente. Questa battaglia è diversa dalle altre ed molto probabile che saranno delle vittime >
 
In realtà in quel momento non stava pensando al giorno dopo, bensì a lei. A su cosa le dirà nel caso tornasse. A quanto avrebbe sofferto se non l’avesse più rivista.
Dopo qualche instante di silenzio decisero di dormire. Misero Legolas nella culla e si misero a letto.
Ormai era abituata da un po’ di tempo a dormire come se fosse da sola. Da tanto tempo le dava le spalle e lei rimaneva sveglia a guardare fuori dalla finestra, sperando che un giorno Thranduil sarebbe tornato quello di prima.
Poi però, quando stava sul punto di chiudere gli occhi, sentì delle braccia circondarla da dietro e non ci mise molto dal scoprire chi era. Si voltò verso di lui e si avvicinò fino a sentire il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente. Forse, nonostante tutte quelle discussioni, il re provava ancora affetto nei suoi confronti.
 
 
Il giorno dopo, quando aprì gli occhi, si ritrovò da sola nel letto. Molto probabilmente si era svegliato prima per partire presto.
Diede da mangiare al piccolo elfo prima di rimetterlo nella culla e aspettare il momento di salutarlo. Per sprecare il tempo, decise di leggere qualche libro sul alcune battaglie del passato.
 
Dopo un paio di ore, bussarono alla porta e sulla soglia comparve Cuthalìon.
 
< Mia signora, il re sta per partire >
 
< Grazie per avermi avvertito >
 
Insieme uscirono da quella stanza e si diressero fuori. Li si trovava l’esercito che ancora stava riempiendo le sacche con cibo, erbe, armi. Fra loro riuscì a trovare Thranduil che appena si voltò incontrò gli occhi di Yallen.
Subito le venne incontro abbracciandola come non aveva mai fatto.
 
< Promettimi che farai di tutto per tornare >
 
< Te lo prometto > le sussurrò nell’orecchio e le baciò la fronte.
 
Dopo di che partì senza guardarsi indietro. Era deciso a mantenere quella promessa. Lo avrebbe fatto non solo per il suo popolo, ma per l’elfa che ha amato e che ancora amava.

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Capitolo 15
*** Cap. 15 ***


Capitolo 15


Di lui non seppe più nulla.
Erano passati circa sette mesi. I primi furono quelli più disperati. Ogni notte rimaneva a piangere da sola sperando che da un momento all'altro ritornasse colui che ha amato, ama e che amerà sempre.
Il piccolo elfo biondo invece era ignaro di quello che stava accadendo in quel periodo.
Ogni tanto di notte si svegliava e, nonostante non sapesse ancora a camminare, riuscì a gattonare e ad arrampicarsi sul letto della madre. 
Una volta raggiunta si rannicchiava contro il suo petto voglioso di coccole.
Yallen lo accoglieva commossa fra le sue braccia e gli accarezzava il capo come per rassicurarlo.
<< Non ti preoccupare figlio mio, tuo padre è un uomo forte e di sicuro tornerà presto >>
<< Nana pelchè sei così tliste? >>
Non rispondeva mai sinceramente a questa domanda. Trovava un motivo abbastanza banale.
Infine cercava di sorridere per tenere lontano anche il minimo pensiero che forse il re non tornerà più.








Nonostante il respiro affannoso e la fronte sudata riuscì a rimettersi in piedi. Da poco un Uruk-ai avevo colpito il cervo che cavalcava ed era caduto da una bella altezza. 
Dopo essersi rimesso in piedi, notò che era sera.
Tutto il suo esercito, ormai praticamente sfinito, si ritirò insieme al loro sovrano, con ancora una piccola speranza di tornare a casa sani e salvi. 
<< Mio signore, gira voce che alcuni orchi si siano nascosti tra gli alberi e stiano raggiungendo Bosco Atro >>
Il suo cuore sembrava essersi bloccato per un tempo che sembravano secoli. 
Cerco di mandare più truppe possibili nel suo regno anche se sapeva che era una mossa azzardata quella che stava facendo.
Era solo una voce.
Ma se fosse stata vera? Gli elfi che erano rimasti a casa sarebbero stati colti di sorpresa.
Dopo qualche giorno però non si ebbero più notizie.
Loro combattevano contro l esercito nemico, ma a Bosco Atro?
Che stava succedendo?







<< da! >>
<< no, si dice Ada >> il piccolo rise e continuò a ripetere nel modo sbagliato la parola "Ada".
La madre divertita si mise a fargli il solletico e a baciarlo su tutto il viso.
Era rilassata quando stava con suo figlio. Sembrava che tutto il resto non aveva importanza. Poteva stare con lui e crescerlo felice e senza alcuna preoccupazione.  
Le stava passando un piccolo arco e una freccia finta quando sentì delle voci fuori dalla stanza. Non ci mise molto tempo a capire che il popolo era nel panico. Guardò fuori dalla finestra e vide dei cadaveri. Alcuni elfi li conosceva altri invece li conosceva solo di viso. 
Sentiva la paura nella stomaco e una volta preso Legolas fra le braccia uscì dalla propria camera e vide che c erano elfi ovunque. Chi stava cercando di portare via i propri figli da quel caos. Alcune guardie cercavano di aiutarmi quelli che erano stati annientati dagli orchi.
  Yallen si voltò verso una finestra e vide che alcuni elfi partiti per la guerra erano tornati.
<< Grazie Amore mio... >> sussurrò e baciò la fronte del piccolo principe, che continuava a domandarle cosa stava succedendo.



Eccomi!!! 
Dopo...diciamo quasi un anno sono tornata. Sono sicura che molti saranno felici per questa cosa...o forse no. Comunque mi dispiace che la storia sia corta ma ho avuto poco tempo per farla. E chiedo alla mia cara amica Sarà di non suicidarsi...
A presto.
Bacioni.
Legriel_2002

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Capitolo 16
*** AVVISO ***


AVVISO!!

 
 
OK OK!!
Sto tornando dopo un anno e mezzo circa. Sono LEGGERMENTE cambiata ma di sicuro la mia passione per i Libri non smetterà mai. Difatti voglio continuare la storia e non scrivere un capitolo ogni 2 anni. Sto cercando di tenermi libera il più possibile, ma sapete un adolescente ha sempre dei problemi. Infatti in questi due anni sto andando da una psicologa e devo dire che un pò sta funzionando.
In questa settimana cercherò di portare avanti la storia dato che ora rileggendola voglio anche io il capitolo successivo. Spero che voi abbiate capito il motivo della mia assenza e che continuerete a sostenermi tramite messaggi come una volta.
Bacioni.
Legriel_2002

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Capitolo 17
*** I'M COMING!!! ***


~~ Ciao a tutti.
Mi spiace avervi fatto aspettare tanto. Sono successe molte cose tra cui problemi a casa, liceo e amicizie rotte. In questo periodo, tuttavia, mi sto riprendendo. Sono cambiata un po’ ma come sempre non smetto mai di leggere. In questo periodo sto facendo tirocinio ma avrò comunque il tempo di pubblicare il capitolo 16. Non l’ho ancora terminato ma credo di riuscire a pubblicarlo questo weekend. Massimo Lunedì. Cosa vi aspettate che accadrà a Yallen e agli elfi di Bosco Atro???
Scrivetemi le vostre idee. Forse ci sarà tempo anche per una nuova storia ;)
ciauuuu
 

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Capitolo 18
*** Cap. 16 ***


Capitolo 16

 
Appena tornata nella propria stanza cercò di prendere solo le cose necessarie. Cibo, erbe per curare eventuali ferite e anche una spada, se ce ne fosse stato il bisogno. L’elfa cercò di mantenere la calma di fronte al pianto del piccolo principe.
Una volta raccolte le proprie cose, si radunò con Brethil e Cuthalìon verso un passaggio che il re aveva mostrato loro mesi prima. Da lì si poteva raggiungere facilmente Gran Burrone. Tuttavia Bosco Atro era stata invaso da Orchi, ma soprattutto Uruk ai. Mostri che nessuno vedeva da almeno un Era.
Yallen sconvolta da tutto quel caos che si era creato invitò comunque più elfi possibili  seguirli verso quel passaggio. Se avesse potuto fare qualcosa, anche solo salvare una vita, l’avrebbe fatto.
< Mia signora, dobbiamo fare presto. Stanno per raggiungere la sala  del trono. Se non ci sbrighiamo non raggiungeremo il passaggio per Gran Burrone >
La regina non se la sentiva di abbandonare quella povera gente. In poco tempo aveva fatto amicizia con Brethil e Cuthalìon, tuttavia aveva anche conosciuto molte persone, famiglie e piccoli elfi che volevano sempre giocare con Legolas. Abbassò lo sguardo per incontrare quello del piccolo, gli diede un bacio sulla fronte e lo affido a Brethil.
< Prenditi cura di lui finchè non ritornerò, va bene? >
< Mia signora, dove volete andare? > si intromise Cuthalìon. Non riusciva a comprendere il motivo di una tale decisione. Perchè combattere una battaglia ormai persa?
< Non preoccuparti, mellon nin. Voglio solo aiutare più persone possibili a mettersi in salvo > detto questo, tiando fuori la spada, che non utilizzava dal suo matrimonio con il suo amore, si unì allo scontro.
 
 
Rialzandosi a fatica, raggiunse un piccolo gruppo di soldati.
< Dove sono i tuoi compagni? > domandò al primo che aveva di fronte. Questo, voltandosi, accennò un inchino e si affrettò a rispondere.
< Mio signore, è molto strano. Uno di loro è tornato riferendoci che vostra moglie non è scappata ma sta difendendo Bosco Atro. Ci sono state dele vittime,ma meno di quante ce ne aspettavamo e tutto grazie alla Regina Yallen >
Thranduil era rimasto sconvolto da questa notizia. Posò lo sguardo là dove in teoria dovrebbe essere stato il suo Regno e l’elfa che non aveva mai smesso di amare. Se la immaginava a combattere con la stessa passione di quando l’aveva conosciuta. Un amante del combattimento, ma anche della pace, dolce, generosa e passionale. Senza un motivo apparente sorrise e quella stanchezza che poco prima provava, d’improvviso era sparita. Radunò un migliaio di elfi ancora in forze e voltandosi verso l’esercito nemico riprese la battaglia. Stavolta non lo fece solo per il suo Regno, ma anche per la sua famiglia.
Arrivò la sera, ma dopo un paio di colpi subiti dall’esercito elfico, gli Orchi non sembravano voler arrendersi. Erano decisi a distruggere almeno uno dei tre regni. Il Re e i soldati erano praticamente sfiniti, quando dall’oscurità della foresta comparvero delle luci. Thranduil cercò di mettere a fuoco quelle figure che si confondevano con gli alberi, finchè non riconobbe il piccolo esercito che era partito per salvare il Bosco. Una figura centrale però non potè ignorare.
Vide Yallen, vestita da soldato che gli corse incontro e lui si alzò a fatica con l’intento di abbracciarla. Quell’abbaccio sembrò durare un eternità ma fu sufficiente da far comprendere ad entrambi che nessuno dei due aveva mai smesso di amare l’altro. L’elfa si steinse al suo petto, non riuscendo a trattenere le lacrime e alontanandosi leggermente gli sfiorò le labbra con le proprie.
Quanto le era mancato l’elfo per cui aveva perso la testa. Con le mani tremanti gli sfiorò il volto,le labbra e il petto, ancora incredula di vederlo anvcora vivo.
< Mi sei mancato tanto amore... >
< Anche tu, tanto... > rispose lui accarezzandole i capelli e riempendola di baci < dov’è Legolas? Perchè non è con te? > < L’ho lasciato con Brethil e Cuthalìon, sta bene >.
L’elfo annuì e, contento di vederla sana e salva, la baciò di nuovo < Sei stata una pazza a venire fin qui lo sai? > Yallen non riuscì a evitare di ridere, ma restando abbracciata a lui rispose < ricordi? Io amo combattere >
Il giorno dopo, la battaglia riprese.

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