Creepy Stories

di Mattalara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Game of Life ***
Capitolo 2: *** The Birth of the Fallen Angel ***
Capitolo 3: *** The Rise of a Daisy ***
Capitolo 4: *** An Howling of Sadness ***
Capitolo 5: *** The Birth of Deception ***
Capitolo 6: *** Il Bosco ***
Capitolo 7: *** La Città ***
Capitolo 8: *** Il Movente ***
Capitolo 9: *** La Cantina di Mr.Bear ***
Capitolo 10: *** Senza Corpo ***
Capitolo 11: *** Love You ***
Capitolo 12: *** The House of Doom ***
Capitolo 13: *** Gioco Infinito ***
Capitolo 14: *** Hide and Seek ***
Capitolo 15: *** NON ABBASSARE GLI OCCHI ***
Capitolo 16: *** La Cerva ***
Capitolo 17: *** Black Swan's Dolly ***
Capitolo 18: *** Build Battle ***



Capitolo 1
*** Game of Life ***


Adoravo Super Mario.
Non riesco a ricordare un solo momento della mia infanzia in cui non abbia anche solo pensato a quel gioco.
Era tutta la mia vita.

 ERA.

Un giorno particolarmente cupo e nuvoloso, ero appena tornato dal lavoro stavo girando su internet in cerca di qualche gioco online da acquistare a basso prezzo. Lavoravo come cassiere in un piccolo supermercato e non guadagnavo molto, quanto basta per andare avanti e qualche svago.
Comparve la pubblicità di un gioco della saga di Super Mario, la protagonista era la Principessa Peach. Notai che era gratis nonostante non fosse una demo, la comprai subito.
Appena accesi il gioco, notai che la schermata era completamente bianca, solo una scritta in rosa compariva al centro:"A loyal meal". Un pasto reale? Pensai che fosse una versione creata da qualche fan, magari un minigioco incentrato su un banchetto al palazzo della principessa.
Comparve il menù, accompagnato da un'allegra musichetta tipica del gioco, scelsi nuova partita e cominciai a giocare.
Il video iniziale inquadrava Mario che passeggiava nel regno dei funghi, un Toad si avvicinò con in mano una lettera.



Caro Mario.

Volevo dirti che sei stato invitato ad un rinfresco al mio castello, una piccola cerimonia in tuo onore, per ringraziarti tutte le volte che hai salvato me ed il mio regno.

Principessa Peach.



Mario sorrise e si avviò al castello.
Ci fu una piccola sessione di gioco con i comandi basilare, avrei guidato Mario al castello e memorizzato i comandi. La sezione di gioco era come in Mario Galaxy.
Appena arrivato, alcuni Toad mi dissero che la principessa attendeva Mario al piano di sopra. Salii le scale e la trovai affacciata ad un balcone a guardare il cielo.



Peach:<< Hei Mario, sei arrivato finalmente! >>



Disse con la sua solita voce soave ed angelica. Fui contento di vedere che i personaggi parlavano come in Super Mario Sunshine e per di più in italiano. Mario le diede un cenno di saluto con il capo e le baciò una mano.



Peach:<< Non vedo l'ora che inizi il rinfresco, sai ho lavorato tutto il giorno e sono parecchio affamata >>



Doveva essere una versione hackerata del gioco, almeno era fatta bene.
La coppia si diresse verso la sala banchetti, ma all'arrivo la musica cambiò drasticamente e il simbolo del salvataggio in corso era comparso in basso a sinistra.
Un attacco di Bowser pensai.
Ma il cattivo era una figura incappucciata con un lungo mantello nero, il volto era come se non ci fosse, nascosto nel buio anche senza una maschera.
Con un atletico salto finì dietro Mario e Peach, afferrò la principessa a fuggì verso le finestre.



Peach:<< Mario aiuto!! >>



Mario stava per afferrare il rapitore, ma questo scomparve improvvisamente in una nube di fumo nera che formò la frase:<< Tu non sai cos'è veramente >>
Cosa significava? La cosa mi incuriosì di più e mi faceva solo attendere con più ansia l'inizio dei livelli.
Comparve la mappa dei livelli del mondo 1-1, selezionai il primo.
Tutto era normale, fino alla prima bandiera di checkpoint, li dai cespugli sbucò fuori un singolare animaletto.
Un procione, con due limpidi occhi blu e due antenne sulla testa, accoppiate con le variopinte ali da farfalla sul dorso.
Mario la fissò stupito, l'animaletto, che dalle lunghe ciglia e dall'aspetto doveva essere femmina, gli fece cenno di seguirla. Seguendola, giunsi ad una scorciatoia, la presi e giunsi in un attimo a pochi passi dal traguardo.
Alla fine il procione disse solo:<< Se sei in difficoltà chiamami, solo se necessario >>
La voce era femminile, ma ciò che mi stupì è che era quella di Peach!! Anche Mario sembrava averlo notato.
Tutto proseguiva bene, siccome avevo molto tempo ed ero un vero e proprio campione a quel gioco, giunsi al quinto mondo in sole due ore. Senza bisogno dell'aiuto del procione fatato.
Presto si fece sera, cenai, mi feci una doccia, guardai un po' di TV ed andai a dormire.
Ma non avrei mai immaginato di sognare il peggio.



Mi risvegliai in un livello del gioco, all'inizio ero eccitatissimo. Poi la gioia mutò in paura.
Non c'era musica, solo vento, accompagnato da quello che doveva essere un ringhio affamato.
Mi voltai.
Dietro di me si ergeva un mostro, un enorme lupo nero come la pece, con otto zampe artigliate, quattro ali da pipistrello, quattro serpenti grigi a strisce nere al posto delle code e quattro teste. Le zanne che dovrebbero rappresentare i canini si estendevano fuori dalle fauci dall'alto e dal basso. Gli occhi erano blu fluo e le pupille rotonde e leggermente allungate all'estremità erano quasi trasparenti.
La creatura era ferma a fissarmi, fili di bava colavano dalle zanne delle teste, che esse leccavano affamate.
Mi voltai e corsi, la creatura mi venne dietro. Vidi un cartello dire:<< Il primo livello è sempre troppo facile >>. Infatti non accennava ad aumentare o ad usare le ali.
Non c'erano nemici o trappole, solo io ed il mostro.
Appena giunsi alla bandiera e la toccai, l'essere si arrestò di colpo, lasciando segni nella terra e sorridendo ampiamente, o meglio dire ghignando.
 



Era solo un sogno.
Mi svegliai e mi preparai per tornare a lavoro.
Tornato a casa, notai che il computer era acceso, la schermata era il menù del gioco, ma sul mio salvataggio c'era scritto:"La tua fortuna si esaurirà presto"
Un po' insicuro decisi di continuare a giocare.
Stavolta era tutto diverso, la musica era più lenta e quasi al contrario, raccapricciante era anche lo sfondo spoglio di colori allegri, tutto era grigio e cupo.
Le colline in lontananza non avevano nemmeno i loro occhietti neri.
Arrivai ad un livello acquatico
Sembrava tutto normale, non era difficile, tranne per il pesce gigante che mi inseguiva affamato, verso la fine vidi di nuovo la prociona alata.
Guizzava impotente nell'acqua, evidentemente le ali da insetto non potevano funzionare se bagnate.
Mario la tirò fuori dall'acqua, lei gli sorrise, poi lo spinse nelle onde.
Mi spaventai ripensando al pesce, ma quello che vidi fu di gran lunga peggio.
Il mio inseguitore giaceva con il ventre all'aria, totalmente squarciato, la lisca e gli organi erano visibili dal taglio e un scia di sangue si espandeva nei dintorni, attirando piccoli Pesci Smack, che lo azzannarono e cominciarono a divorarlo.
Anche se sott'acqua, il rumore di carne strappata e di masticamento erano chiari come la scena davanti ai miei occhi, trattenni a stento il vomito, pur non sapendo per quanto.
La musica si era stoppata.
Uscii dall'acqua e tornai alla bandiera, tutto era tornato normale.
Pensando a qualche altro hack continuai a giocare, i livelli erano ancora tristi e cupi, la musica ora era distorta e quasi assordante.
Raggiunsi il mondo otto. Poi decisi di tornare a dormine.



Mi risvegliai nuovamente in quel livello, ora il vento era più freddo e forte, pioveva e al posto dello sfondo c'era solo il nero.
La creatura era ancora dietro di me, faceva penzolare le lingue fuori dalle sue numerose fauci. Sembrava divorarmi con lo sguardo.
Un altro cartello diceva:<< Stavolta non illuderti, non sarà così facile >>.
Corsi, la bestia andava più veloce di prima e azzardava qualche balzo e brevi voli. Raggiunsi la bandiera, prima di toccarla il mostro mi graffiò un braccio, il sangue sgorgava dai tagli, il dolore era immenso. Come se tessero versando dei tizzoni ardenti nelle ferite.
Il mio persecutore si era messo a leccare il sangue colato a terra, fissandomi intensamente.
Rideva.



Mi alzai con uno scatto dal letto.
Il mio braccio sanguinava, i tagli c'erano, non era un sogno. Il computer era ancora acceso su quella schermata di menù, il salvataggio diceva solo:<< Ultima occasione >>.
Chiamai il mio capo per dirgli che non stavo bene e che sarei rimasto a casa. Mi curai le ferite ed iniziai il gioco.
Non c'era musica, lo sfondo del mondo otto era sempre lo stesso, ma neanche i suoni dei passi di Mario erano come prima. Erano veri passi, fatti con vere scarpe a giudicare dal suono.
Completai tutti i livelli, privi di musica e stranamente in bianco e nero. 
Arrivai al castello.
Non c'erano nemici, dai muri colava sangue e vari scheletri erano sparsi a terra, era tutto troppo realistico. 
Vomitai. Più di una volta.
Finito di svuotarmi ripresi il gioco, c'erano solo cartelli di avvertimento.
<< Spegni il gioco! >>
<< Non potrai pi uscirne! >>
<< Tu non sai cos'è realmente! >>
L'ultimo diceva:<< Io ti ho aspettato anche troppo! >>
Lacrime di terrore e tristezza rigavano il mio volto, ormai non percepivo nulla, se non una strana presenza.
Arrivai al portone che conduce al boss.
Partì un filmato. Mario entrò in una stanza, c'era Peach al centro, piegata sul cadavere della figura misteriosa che l'aveva rapita. 
Si alzò a fissare Mario, no non Mario. Me.
I suoi occhi azzurri erano brillanti. Sorrise, i suoi denti erano affilati e pungenti, teneva una mano sul petto, le sue unghie erano artigli affilati che spuntavano dai setosi guanti bianchi.
Si alzò in piedi, completamente macchiata di sangue.
Il vestito, il copro, il volto, la bocca soprattutto.
Tremavo sempre più forte, volevo allontanarmi dallo schermo, spegnere il gioco e distruggere il disco, ma ero come paralizzato. Mentre la presenza nella stanza si faceva ancora più forte.
Dai capelli di Peach sbucarono due antenne, accoppiate con le ali da farfalla sul dorso e con una coda da procione che spuntava dalla gonna. 
Era lei! La creaturina della scorciatoia, il mostro dei miei sogni, l'artefice di tutto. 

Peach:<< Sorpreso? >>

Disse con una risatina isterica, la sua voce era bassa ed inquietante, quasi minacciosa. 
Ma io ero già terrorizzato, ero raggomitolato nella sedia e reggevo le ginocchia con le braccia. Piangevo terrorizzato, pregando che tutto finisse.
La principessa si avvicinò a Mario.

Peach:<< Non volevo che tu vedessi tutto questo, andava tutto bene! >>

Continuò con una punta di amarezza nella voce.

Peach:<< Non sai cosa si prova, a soffrire la fame e a dover mangiare cibo che non ti sazia mai. Poter fare un pasto decente una volta ogni tanto ed ssere derisa dagli altri demoni perché con un aspetto ridicolo e da fatina!!!Ad ogni rapimento di Bowser, mi bastava usare una delle mie tre forme ed ingannare le guardie e poter finalmente mangiare un pasto decente! >>

Cosa?!

Peach:<< Ed ora, lei aveva scoperto tutto, mi avrebbe ucciso! Non avevo scelta! >>

Scoprì il volto dell'uomo, che si rivelò essere....PEACH!!!! Non poteva succedere, Mario era davanti a lei, solo sdraiato a terra, totalmente fatto a pezzetti.
Peach ora stava fissando me, sentivo i suoi occhi trafiggermi l'anima.

Peach:<< Non si può più tornare indietro, nessuno saprà cosa è successo qui, nessuno! >>

Lo schermo si spense, il disco venne espulso.
Io svenni, era troppo.



Ero di nuovo in quel livello, ora tutto completamente nero.
Nulla di visibile, solo io e la principessa trasformata, di nuovo.
Senza leggere il cartello corsi, veloce, senza curarmi di ciò che accadeva intorno a me.
Sentivo il suo fiato sul collo.
La bandiera, mi lanciai verso di essa, scomparve. Come tutte le mie speranze.
Buie come quel posto.



Appena ripresi conoscenza, avrei preferito essere morto nel sonno.
In un angolo buio della stanza, un paio di occhi blu luminosi mi guardavano, accompagnati dal più folle dei sorrisi.
Peach scattò verso di me, incollandomi al suolo.
Ancora sorridendo, portò un ala alla mi gola e fece un piccolo graffio, capii che stava per finirmi.

<< Ti prego no! >>

Implorai, ma lei mi ignorava.

<< Faro tutto quello che vuoi! >>
Peach:<< E che cosa potresti mai fare?! >>

Chiese inclinando di lato la testa divertita.

<< Diffonderò il gioco come virus, farai molte più vittime, ma ti prego non uccidermi! >>

Piangevo disperato come un bambino, la sua espressione mutò da felice a triste.

Peach:<< Credimi non vuoi farlo, te ne pentiresti >>

Si apprestò a sgozzarmi canticchiando una specie di ninnananna.
Ma alla fine le mie lamentele la convinsero.

Peach:<< Bene. Io ti avevo avvisato >>

Con questo scomparve. Io feci subito come promesso, pulii casa e andai a letto.
Sognai.



Ero in un cimitero, migliaia di persone piangevano disperate sulle lapidi.
Tutte avevano la stessa data di morte.
Le persone si voltarono a guardami:<< ASSASSINO! >>
Gridavano.
<< Mostro egoista! Li hai condannati per salvarti! >>
Mi avevano accerchiato, mi picchiavano. Non sentivo nulla, solo la risata di Peach in lontananza.



Al mio risveglio, trovai il giornale del mattino, solo necrologi, tante morti. Solo un colpevole....io.
Sentivo i pianti di quelle povere famiglie da dentro casa, ero stanco, sfinito, distrutto.
Arrancai verso la cucina, presi un coltello.

<< E' solo colpa mia >>
Dissi a me stesso.

<< Spero che questo ripaghi anche le mie colpe future >>

Poi più niente.
La polizia entrò in casa dell'uomo, allarmata dal capo di lavoro che non l'aveva più sentito per un giorno.

<< Suicidio >>

Disse il primo.
Nella mano del corpo vi era un biglietto, diceva:<< E' stata tutta colpa mia, perdonate le morti a causa del mio egoismo >>

<< Quali morti? Qui non ci sono casi di suicidio o omicidio da un anno! >>

Chiese il secondo.
L'altro fece spallucce e portarono via il corpo.
Li fuori, una donna osservava la scena. Con un lungo abito rosa, guanti bianchi come le nuvole, due occhi blu spiccavano sulla pelle pallida ornata da gioielli, trucchi ed incorniciata da dei lunghi capelli dorati.
Una coda striata ondeggiava lentamente, mentre la luce del sole filtrava dalle grandi ali da farfalla sulla schiena, perfettamente accoppiate con e antenne che essa aveva in testa.

Peach:<< Io l'avevo avvertito >>

Disse sorridendo amaramente.

Peach:<< Non c'è rimedio, non ci sono scusanti, mettere a rischio gli altri per salvare se stessi...non ha soluzione. Ed il senso di colpa, è troppo forte >>.

Nessuno di loro sa perché il ragazzo si sia suicidato, nessuno sa la verità.
La verità circola nel web, sotto mentite spoglie, verità ancora più profonda e nascosta. Molti la cercano.
E voi? Siete pronti a giocare con la vostra stessa vita solo per la verità?

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Capitolo 2
*** The Birth of the Fallen Angel ***


Il cimitero era un posto buio, cupo, freddo ed umido.
In quel giorno piovoso e tetro, la nebbia non lasciava scampo alla luce e le candele sulle lapidi sembravano lottare per la propria vita.
Un magnifico husky bianco, con dei limpidi occhi blu oceano passava per le deserte stradine dalle morte sembianze. Un collare rosa pesca con un cuore al centro brillava nel buio.
Si fermò davanti ad un lapide.
R.I.P.
Qui riposa Albert Albains
la tua memoria sarà viva nei nostri ricordi.
Il cane sbuffò in tono quasi derisorio quelle parole.
Parole non meritate, per un uomo che avrebbe preferito salvare se stesso a migliaia di innocenti.

<< Bella vendetta eh? >>

Chiese una voce stridula nella mente della pelosa creatura, la quale girò gli occhi annoiata, prima di ringhiare alla lapide e ricordare tutto.

<< Come ci sono finita qui? >>

Si chiese.

<< Era tutto così diverso >>

Sussurrò con rabbia, fissando le bianche zampe, ai suoi occhi tinte di rosso, rosso sangue, rosso colpa.



                                                                                              ANNI PRIMA

Un gruppo di hacker osservava con orgoglio la loro creazione, un gioco tutto nuovo, grande varietà di personaggi e grande storia. 
giocando in quattro, i personaggi rispettivi erano Mario, Luigi, Peach e Daisy.
La ragazza dai biondi capelli disse:<< Evvai! Ho preso il travestimento da procione! Combinato con il cristallo a farfalla magico, Peach ha potenziato forza e vita! >>
Gli altri guardarono con invidia il gioiello del potere, per scherzare spinsero il personaggio al di sotto di una sporgenza. Fra le risate, nessuno poteva vedere lo sbaglio.

                                                                                           PDV* di Peach

Perché?! 
PERCHE'?!
Sto cadendo, nel vuoto, nessuno tenta di tirarmi su, nessuno tenta di salvarmi.
Sono finita.
Cado in un denso liquido nero, oleoso ed appiccicoso. Cerco di tirarmi fuori, è attaccato a tutto il mio corpo, stringo il gioiello del potere a me e allungo un braccio verso una sponda. Ma qualcosa mi trattiene, una mano, un corpo.
Mi volto.
Un ammasso di liquido nero con occhi rossi come il sangue, pupille da rettile, artigli e denti affilati.
Mi trascina dentro il lago di pece.
Buio.



                                                                                                PRESENTE

Una lacrima scivolò lungo il muso della cagnolona*, cadde a terra, mischiandosi con le mille gocce di pioggia, come piangendo in un oceano, sembrano piccolissime, ma sono grandi.



                                                                                                PASSATO

Dopo poco, riesco a tirarmi fuori da questa trappola vischiosa.
Tossisco, liberando i miei polmoni e strofinando i miei occhi. Qualcosa di strano c'è sulla mia mano, le mie unghie...sono...ARTIGLI!!
Con smalto rosa, si allungano in punte affilate e taglienti.
L'alzo davanti al mio volto, notando uno specchio davanti a me, il mio volto, i miei denti. Sostituiti da zanne appuntite, sulla mia testa, ci sono due....antenne?! Bé si avvicinano a quelle delle farfalle, così come le ali sul mio dorso, variopinte ali quasi trasparenti, giallo oro con sfumature arancione/rosso.
Qualcosa sta strofinandosi sul mio fianco, mi volto, una folta coda grigia a strisce nere ondeggia a terra.

<< Cosa sono diventata?! >>
<< Cosa SIAMO diventate >>

Una voce stridula, che doveva appartenere ad una ragazza, risuona ovunque, nelle pareti, nell'aria, nella mia testa. La quale credo stia per scoppiare da un momento all'altro.

<< Chi sei? >>

Chiedo terrorizzata. In un lampo mi ritrovo in uno strano luogo, sembra un posto nero, buio, una luce illumina un unico punto. Come una lampada.
La forma di liquido nero si ripresenta.

<< Ciao Peach >>
<< Chi sei? >>

Chiedo più fiduciosa.

<< Ho molti nomi, chiamami Inganno >>

Disse. Mi avvicino piano, e mi siedo davanti a lei, si accuccia, forse si è seduta?

<< Cosa vuoi? >>
<< Diciamo, cara principessa, che voglio vivere >>

Sono confusa.

<< Io ho bisogno di un corpo per vivere, come un simbiote, sfrutto un altro organismo per vivere. Solo che non arreco danni, aspettavo che qualcuno cadesse nella mia trappola, mi nutro di chiunque non posso piegare alla mia volontà.
Ma la tua era molto forte e si è spezzata all'ultimo momento, ora siamo legate nella morte >>

Non so se essere felice di essere viva, o triste per l'essere diventata un...

<< Demone Peach, un demone. Ed ora ti spiegherò alcune cose basilari, fra cui le tre forme base >>
<< Forme base? >>
<< Si. La prima è il tuo aspetto attuale, la seconda è una similitudine fra di noi >>

Entra nel mio corpo, come assorbita da una spugna.

<< Chiudi gli occhi >>

Li chiudo.

<< Pensa all'animale che ti ha dato la pelle e a quello che ti ha dato le ali >>

Sento il mio corpo cambiare, come se non fosse altro che un dipinto su tela che viene cancellato e ridipinto.
Riapro gli occhi, c'è di nuovo uno specchio d'innanzi a me, vedo un procione. Un procione con le ali e le antenne.

<< E questa? >>

Chiedo trattenendo le risate

<< La seconda forma, la più INGANNEVOLE >>

Dice Inganno

<< Ora la terza, il mio aspetto attuale, donato dalla nostra unione. Pensa a ciò che ti innervosisce, concentrati sui sentimenti negativi, pensa che la trama va avanti senza di te, ti hanno tolta di mezzo, ed ora devi vendicarti >>

Riapro gli occhi, salto all'indietro terrorizzata.
Un lupo nero pece, con otto zampe artigliate è li davanti in quello specchio, quattro teste con zanne arcuate che si stendevano dall'alto in basso e viceversa, con corna ricurve fissano direttamente me. Quattro serpenti striati mi sibilava contro, ma non con aggressività, quasi con gentilezza, le ali da farfalla sono quattro ali da pipistrello.

<< Cos'è questa mostruosità?! >>
<>

Mi sibila Inganno.

<< Ed ora? >>
<>

I miei pensieri vanno a quella forza che mi controllava, che mi ha spinto a saltare giù dalla sporgenza, come se controllata da altri.

<< Andiamo! >>

Dico mentre un ghigno malefico mi illumina il volto. 
Come se nulla fosse, ritorno alla mia prima forma e mi ritrovo in uno strano luogo, pieno di strani attrezzi dalla difficile classificazione. Un lampo e migliaia di informazioni mi entrano in mente.

<< Questi si chiamano computer ed ora ti trovi nel mondo degli umani. Ma penso che il tuo cervello stia già registrando tutte le novità, grazie a me poi >>

Dice Inganno, comincio ad abituarmi a lei.
Vedo dei ragazzi, vestiti con abiti alquanto semplici, felpe, jeans, cose così.
Una ragazza bionda mi nota, il suo sguardo si riempie di terrore.

<< Non può essere, Peach?! >>
<< Ma dai, da quando l'abbiamo fatta cadere è stranamente scomparsa dal gioco, non puoi vederla ovunq- >>

La frase del ragazzo dai capelli neri si spegne notandomi.
Senza riflettere mi avvento contro di lui, prendendolo per il collo e sollevandolo da terra.
E' leggero, quasi come un giocattolo di carta, senza sforzo affondo le zanne nella sua spalla e strappo via un pezzo di carne.
Il sangue che pulsa nelle vene

UCCIDI

Il gusto della carne tenera sul palato

CONDANNA

Lo scricchiolio delle ossa sotto la mia forza

CACCIA

La mia forza, la mia potenza, cosa sono rimasti gli altri davanti a me

Maledici in eterno coloro che ti hanno ucciso per divertimento

La vita che porto via come nulla

Prendi il loro CUORE, la loro ANIMA

La mia bocca si spalanca come se nulla fosse, ingoiando il corpo senza alcuno sforzo, risputo i vestiti.
La voce di Inganno mi informa di poter ingerire ciò che voglio, anche senza sbavarlo o digerirlo, ma non m'interessa. Ho solo bisogno di nutrirmi, nutrire la mia fame di vendetta.
Finito con lui, sento qualcosa darmi prurito su un fianco, vedo l'altro ragazzo, un tipo castano con degli occhiali da vista parecchio grandi infilzarmi la pelle con una lama. La ferita si rigenera ogni volta.

DEBOLI

Le mia ali destre* scattano, tagliandogli lo stomaco e la gola come coltelli, lasciando che sangue e interiora cadano sul pavimento, macchiando tutto di rosso.

Non sono NULLA

Saltò alla ragazza dai capelli rosso fuoco, fuoco.
Tirandoglieli la avvicino a me, la lancio nella cucina li accanto. 
Sbatte sui fornelli, accendendoli, le sbatto il volto con la coda su di essi, il suo volto si distrugge, la puzza di carne bruciata riempie la stanza, i suoi capelli ramati si "accendono" fiammanti, espandendo il fuoco su tutto il corpo. Urla e si dibatte, la sua pelle cade a pezzi.
L'ultima ragazza, la bionda, è li in un angolo. Raggomitolata su se stessa piange disperata, con quei capelli, quegli occhi blu, quei vestiti rosati. Sembra quasi me.

<< In piedi! >>

Ordino, la mia solita voce melodiosa lascia posto ad un tono parecchio amareggiato.
Tremante si mette in piedi, sussurrando:<< Ti prego. Non farmi male, hai già ucciso gli altri. Per favore! >>
Supplica così bene che è quasi convincente.
Inganno mi osserva da un lato della stanza.
Le mie mani accarezzano i suoi capelli, passandoli fra le dita.

<< Non farà troppo male >>

Sussurro accanto al suo volto, posando le mie labbra sulle sue, posso sentirla irrigidirsi.
Prima che se accorga, le succhio via l'anima, il suo corpo appassisce, disgregandosi in tanti granelli di polvere, come sabbia che cade dalla mani di un bambino.

<< Ed ora? >>

Chiede Inganno

<< Dobbiamo tornare indietro >>
<< Così?!>>
<< Tu ti chiami pure inganno, Ci travestiremo, useremo la loro invenzione per cibarci >>
Suggerisco
<< Tu, sei un genio sorella! Nessuno ci scoprirà! >>



                                                                              PRESENTE

<< Magari fosse stato vero >>

Disse fra se la principessa, tornando alla sua prima forma.
Ci sono volute anche settimane a volte, mesi, ma nessuno aveva mai completato il gioco, nessuno aveva scoperto il suo segreto. 
L'angelo caduto era rimasto nascosto, ed ora, in soli tre giorni un semplice umano l'aveva smascherata. Aveva condannato la sua vita ed il suo regno, ormai spodestata dal trono era sola, insieme ad una voce nella sua testa, si voltò a fissare il fitto bosco dietro al cimitero.

<< Non siete sole >>

Disse una voce, una voce profonda, oscura, fra gli alberi.
Un'alta figura la osservava così oscura che solo un volto bianco, spoglio, si vedeva fra gli alberi.
<< Venite >> Disse << A casa vi attendono >>.
E così la principessa sparì, per divenire una fra leggende che si nascondono nella finta inesistenza, per colpire alla fine e dimostrare che vivono.
Hanno solo bisogno di qualcuno che creda in loro e nella verità celata dalle origini del bene e del male.
Dalla medaglia con due facce ed una personalità gentile e crudele, che varia nella caccia, una caccia creata solo per sopravvivere.
Ben venuti, nella vita eterna, cosa dareste in cambio di venire con noi, di avere tutto?
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Note d'autrice:
(*)1=Cagnolona:Dire cagna non mi sembrava adeguato.
(*)2=Ali destre:Le farfalle hanno quattro ali, appunto due per lato.  (*)3=PDV vuol dire Punto Di Vista

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Capitolo 3
*** The Rise of a Daisy ***


Il castello era silenzioso, la stanza della principessa ancora di più.

Daisy fissava il panorama fuori dalla finestra con uno sguardo addolorato e malinconico.
Da quando era caduta da quel precipizio, Peach non era più stata ritrovata, neanche il corpo, era come se fosse scomparsa.
Daisy sentiva sempre di più, ogni giorno, la sua gioia dissolversi, era così orribile il regno senza la sua migliore amica.

Un gruppo di ragazzi fissava lo schermo con impazienza.

Alla morte dei precedenti creatori dei quel gioco, i loro più grandi fan, o meglio i loro amici più stretti avevano deciso di portarlo avanti.
Non c'erano molti problemi fin'ora, ma a volte Daisy si bloccava ed era come se non rispondesse ai comandi del mouse.

<< E' così triste vederla in questo stato >>

Commentò uno di loro osservandola piangere, avevano pensato di ricostruire la trama, ma gli era stato impossibile re-inserire Peach. Era come scomparsa da quel gioco. Nessun codice, niente, come se fosse un ricordo passato.

<< Hai ragione, ma non sappiamo più che fare, forse dovremmo cambiare la trama >>

Commentò l'unica ragazza dal gruppo, una sedicenne con uno stile abbastanza dark.
Scostò una ciocca dei suoi capelli corvini dagli occhi smeraldati e tornò a fissare lo schermo.

<< E se lasciassimo che si svolgesse come un film? >>
<< Che intendi Marsha? >>

Chiese il suo ragazzo.

<< Se seguiamo la cosa come una trama, potremmo scoprire cosa non va, potrebbe anche essere stato programmato così >>

Rifletté lei.
I due ragazzi accordarono e si misero ad osservare la svolta degli eventi, come un film.


Daisy camminò per vari metri.
Fino a raggiungere il fondo del burrone dal quale Peach era precipitata.
Trovò solo un fossato vuoto, non c'era nulla, solo terra e delle macchie.
Strane chiazze di un liquido nero e denso.
Daisy ne toccò una, la sostanza si muoveva, come se fosse viva e capace di reagire agli stimoli dell'ambiente.
Le macchie formavano una specie di percorso, come delle tracce.
La principessa di Sarsaland si avviò nella stessa direzione
Seguì le tracce fino a giungere davanti ad una foresta,

<< Non l'avevo mai notata >>

Disse fra se Daisy.
Infatti non c'era mai stata, era come comparsa del nulla. Scura, tetra, nebbiosa, sembrava quasi viva fuori e morta dentro dall'aspetto. Tirava un vento gelido che fece rabbrividire la principessa e scuotere le piante. La vegetazione era rigogliosa, ma non sembrava proprio nulla di vero, come un illusione della vista, come un ologramma.


<< Ma voi sapevate niente? >>

Chiese Marsha agli altri due.

<< No, io no. Tu Rob? >>

David, il ragazzo di Marsha e il suo amico Roberts erano molto simili, coetanei entrambi con dei lisci capelli ramati e sempre sorridenti, abiti sportivi, visto che erano nella stessa squadra di calcetto. L'unica differenza erano gli occhi, David aveva due occhi azzurro cielo e Robert occhi talmente scuri da sembrare quasi neri.
Entrambi erano abbastanza superstiziosi, anche se in questo caso, chiunque penserebbe ad un hack.<< Un hack ben fatto >>

Disse appunto Robert, continuando con:<>




Addentrandosi nella foresta, Daisy notò dei cambiamenti.

Li dentro non soffiava più vento, non si muovevano più i rami e le foglie, la nebbia sembrava finta, come polvere su un dipinto, qualcosa appoggiato tanto per fare, come se non si potesse neanche definire nebbia. Non c'era temperatura, Daisy non sentiva né caldo, né freddo, non sentiva neanche le correnti d'aria, il tempo sembrava essersi fermato.
Raggiunse una vecchia quercia, doveva essere molto antica, i rami sembravano quasi sul rischio di cadere o sgretolarsi in polvere, sembrava che l'albero fosse stato corroso dal tempo stesso.
La principessa diede un paio di colpi con la mano sul tronco, come se volesse vedere se c'era qualcosa all'interno. 

<< Strano >>

Pensò Daisy, il suono era sordo, come se fosse vuoto, ma da alcune scalfiture nella corteccia si vedeva chiaramente l'interno e non era certo vuoto.
Posò una mano sulla spaccature più grande, poteva passare attraverso l'albero, era davvero vuoto, c'era come un'immagine che illustrava il falso.
Entrò con tutto il braccio all'interno di esso, scontrò contro qualcosa di soffice al tatto. Come un peluche, peloso, morbido, ma era diverso, emetteva calore e respirava, la principessa sentiva anche il battito di un cuore.
Ritirò in fretta il braccio, ma a quanto pare era stata notata.
Come un fulmine, qualcosa sfrecciò fuori dall'albero e le atterrò di fronte.
Un procione con due frastagliate ali da farfalla variopinte e due sottili antenne se ne stava li seduto a fissarla.

<< Ciao...ragazza >>

Salutò insicura la principessa, notando una specie di collare rosa pesca con un cuoricino d'oro incastonato.



<< Cos'è?! >>
Chiese David esaltato dalla scoperta.
Marsha segnava su un foglio ogni stranezza e ogni indizio che il gioco illustrava loro.



<< Scusa non volevo disturbarti >>

L'animale la fissava con i suoi occhi blu, erano spalancati e sembrava avere un'espressione quasi sorpresa.
Si avvicinò tranquillamente a Daisy, spiccando un piccolo volo e atterrandole in braccio sorridendo.

<< Direi che non ti ho importunata, posso chiamarti Ombra? Visto questo luogo >>

Si rilassò quest'ultima, irrigidendosi all'udire di un ringhio famelico e alla visione di due occhi rossi come il sangue, con due pupille da rettile e completamente privi di sclera o altri segni particolari.
Uscì dalle ombre un grosso lupo, la pelliccia era nera come la pece, aveva due corna affilate sulla testa e quattro ali da pipistrello sul dorso, un serpente grigio cenere con delle strisce nere ondulate faceva capolino al posto della coda.

<< Oh cazzo! >>

Disse Daisy.



<< La prima parolaccia in questo gioco, bingo! >>

Si dissero Robert e David battendosi il cinque, Marsha fissava lo schermo con una punta di paura, come se provasse quello che Daisy sentiva in quel momento e temesse per la vita del personaggio.



Daisy era alle strette, non aveva armi, Mario e Luigi non c'erano.

<< Ma perché sono stata così stupida ad avventurarmi da sola?! >>

Si rimproverò mentalmente, intanto il mostro avanzava ringhiando e leccandosi le labbra in continuazione.
Stava per spiccare un balzo, quando la creaturina fra le braccia della principessa saltò a terra davanti al mostro, rispondendo con un ringhio nervoso.
La cosa sembrò arrestarsi e fissò la sfidante con un misto di noia e stupore.
Si fissavano come se stessero parlando mentalmente, come una connessione telepatica.



I ragazzi non sapevano cosa dire, anche se David mormorava:<< Botte! Botte! >> In continuazione.



Alla fine il lupo prese per la collottola Ombra e la lanciò nei cespugli, riportando la sua attenzione a Daisy la saltò addosso, buttandola a terra e tentando di azzannarle la gola, per fortuna la preda alzò un braccio in difesa, riuscendo a far azzannare al mostro solo quello.



Il sangue che colava dalle ferite era fin troppo realistico, ai ragazzi sembrava di poter sentirne l'odore e Marsha chiuse gli occhi per qualche secondo, gli altri due se la ridevano abbastanza.



Daisy colpiva ripetutamente il muso del mostro per cercare di staccarselo di dosso, ma si stava facendo più male lei.
Ombra sfrecciò nuovamente fuori dai cespugli, saltando al volto della creatura e facendole mollare la presa.
Staccandosi, sembro ingrandirsi e divenne grande quanto il lupo, che era sembrava furioso con l'eroina di turno che aveva tentato di salvare Daisy.
Quest'ultima si alzò e corse nella direzione da cui era arrivata.
fuori dalla foresta, incontrò Mario e Luigi, i quali andarono subito a soccorrerla, chiedendo l'accaduto.
Lei rispose con evidente paura nella sua voce e quando si voltò a guardare la foresta, essa era cambiata. Non vi era rimasto che un mucchio di alberi e arbusti morti, tutto era come marcito, una folata di vento e anche i sassi si sbriciolarono in granelli di polvere, che le correnti d'aria portarono via in piccoli mulinelli di vento.
Nulla più era rimasto di quella foresta fantasma.



Marsha Spense la console.

<< Per stasera basta, il simbolo del salvataggio automatico è comparso, quindi tutti i dati sono stati salvati, in più il capitolo è finito >>
<< Già, spero solo di non avere gli incubi >>

Mormorò David baciandola, Robert intanto andò a prendere i sacchi a pelo e li sistemo nella camera adiacente.
Poi tutti andarono a letto.



Daisy si risvegliò in uno strano posto.
Era un magnifico prato fiorito.
L'erba e i diversi fiori di vario colore le arrivavano alle ginocchia, il sole era brillante come un gioiello, le poche nuvole dalle buffe forme sembravano non volerlo mai coprire, il bosco che circondava quella radura aveva tutto tranne un aspetto macabro ed un lago argentato era al centro del prato.

<< Cos'è il paradiso? >>

Si chiese Daisy.

<< In effetti gli somiglia >>

Disse una voce alle sue spalle, una voce melodiosa, che lei conosceva molto bene.
Si voltò, abito da principessa rosa pesca, bionda, occhi blu.

<< PEACH! >>

Esclamò felice Daisy abbracciandola, lacrime di gioia solcavano il volto di entrambe.

<< Anche io sono felice di vederti >>
<< Dove siamo? >>
<< In una specie di EDEN, un paradiso dei sogni. Chiunque lo sogna può farci ciò che vuole, sei l'unico essere su questo pianeta e puoi farci ciò che vuoi, anche metterci qualcun altro, tu mi cercavi ed eccomi qui >>

Spiegò Peach.

<< Ma dove sei fisicamente? >>

Chiese Daisy

<< Non so dirtelo con precisione, sono in tutt'altro luogo, ma posso assicurarti che non sono morta, non posso definirmi viva. Ma non sono morta >>
<< Troppo mistero Peach, troppo mistero >>

Rispose Daisy scuotendo la testa.
Ad un tratto cominciò a soffiare un vento forte.

<< Ti stai svegliando, devo andare >>

Disse Peach.

<< Potremmo rivederci? >>
<< Certo >>

Mentre tutto si oscurava, Daisy notò qualcosa di diverso, l'unica cosa strana a parte le ali da farfalla che erano spuntate alla sua amica? Vediamo...aveva notato di sfuggita anche le antenne, la coda striata...

<< Aspetta... >>

Disse Daisy svegliandosi. Fissò il soffitto della sua camera e poi il braccio fasciato.

<< Peach e Ombra...sono la stessa cosa?! >>

Chiese ad alta voce ma facendo attenzione a non svegliare nessuno nel castello.
Prese il suo diario e annotò tutto, doveva investigare più a fondo.



Marsha, David e Robert si erano svegliati.
Dopo una sana colazione avevano ripreso il lavoro.
annotando sempre il tutto.
Giorno due:
Usando Daisy abbiamo letto il suo diario, c'era descritto una specie di sogno e sembra che abbia trovato un collegamento fra Ombra e la Peach scomparsa.
Possiamo muovere noi il personaggio ora e ci stiamo recando sul luogo dove sorgeva la foresta dello scorso giorno.
Il terreno è completamente vuoto, in compenso c'è di nuovo "Ombra". E' seduta li davanti a Daisy e sorride, i suoi occhi sembrano quasi guardare lo schermo, parte un filmato.
Un paio di zoom sui volti delle due e un dialogo riportato qui sotto.

Daisy:<< Se davvero tu...Peach? >>

Ombra diventa Peach, la coda, le ali e le antenne restano, le unghie sembrano artigli e i denti nel suo sorriso sono zanne.

Peach:<< Proprio io, ti ho detto che ci saremmo riviste >>

Le due si abbracciano.

Daisy:<< Quella cosa che ci ha aggredito ieri? >>
Peach:<< Inganno intendi? Giusto scusala, pensava mi stessi rapendo, non da molta fiducia a chi mi gira intorno >>
Daisy:<< Aspetta chi? >>

Compare un'altra donna: Indossa un abito da sera nero scuro, come i suoi capelli, gli occhi sono quelli del mostro di ieri, ha anche le corna, le ali e la coda a serpente.

Inganno:<< Ciao >>

Dice con un fare non molto aggressivo, la voce è leggermente più profonda di quella delle altre due e sembra quasi sdoppiata.

Peach:<< Daisy lei è Inganno, Inganno lei è Daisy >>
Inganno:<< Piacere, scusa per il morso >>

Stretta di mano.

Daisy:<< Cosa intendevi nell' EDEN con il fatto che non puoi essere viva? >>
Peach:<< Bé ecco...la verità è che, non sono più umana, non lo sono più da molto tempo, Mario dovrebbe essere pure morto, ho ricreato un'altra illusione temporale, ma stavolta non potevo esserci >>
Daisy:<< Quindi tutto questo è finto? >>
Peach:<< Esatto, ora sono un demone >>

Il mondo sembrava crollare sotto i miei piedi, la mia migliore amica, un demone; tutto ciò che mi circonda, un'illusione.

<< Com'è successo? >>
<< Ero praticamente morta, ma lei mi ha ridato la vita >>

Disse indicando Inganno, ma se lei l'aveva salvata, perché sembra così...malvagia dall'aspetto e dall'atteggiamento.

<< Almeno i suoi assassini non sono rimasti impuniti >>

Disse quest'ultima.

<< Cosa sta dicendo? >>

Chiesi ormai temendo la possibile risposta. Peach chiuse gli occhi, fissando le sue mani li riaprì e prese un respiro profondo.

<< Loro mi avevano tolto tutto, il dolore era troppo forte e dopo anche la fame era diventata insaziabile >> Una lacrima rigava il suo volto << Le mie mani sono macchiate di sangue, sangue innocente >>

Aveva ucciso, si era nutrita di carne umana, tutto per colpa di qualcuno che neanche conoscevo.
L'abbracciai strettamente, come temendo che potesse sparire ancora.

<< Non voglio lasciarti >> Le dissi << Non m'importa cosa hai fatto >>

Non m'importava davvero, lei è sempre stata come una sorella per me, mai e poi mai l'avrei abbandonata.

<< Non lascerò che tu te ne vada nuovamente >>
<< Io devo andare per forza, ma come te non voglio vederti sparire in un'illusione >>
<< Allora portami con te >>

Pregai piangendo. Lei fissò inganno, come chiedendo cosa fare, lei annuì sorridendo e fece un cenno verso di me, muovendo la bocca come se azzannasse l'aria.
Peach mi strinse a se, poi morse la mia spalla, faceva male, ma sentii come se qualcosa stesse entrando nelle mie vene, come un liquido estremamente fastidioso, ma calmante allo stesso tempo.
Svenni.



Il gioco si spense, nel senso che si oscurò lo schermo, poi comparve la schermata di menù.
I tre salvataggi erano tutti nominati:
IL VOSTRO TEMPO
E' SCADUTO
GAME OVER
Lo schermo sembrò divenire uno specchio, c'erano i nostri riflessi.
Io e Robert avevamo gli occhi lucidi per la commozione e Marsha era una fontana, ma ora nei nostri sguardi c'era paura. 
Cosa stava succedendo, comparve Inganno dietro di noi, sullo schermo, ci voltammo e non c'era nulla.
Comparvero anche Peach e Daisy, ci voltammo e non c'era di nuovo niente, tutto era sullo schermo.
Per un attimo sembrò di essere solo nello schermo anche a noi, ci fissammo l'un l'altro per accertarci che non stessimo sognando.
Si avvicinarono a noi, Daisy dietro di me, Peach aveva Marsha e Inganno Robert, Daisy aveva anche lei artigli e denti affilati, ma la coda era quella di un gatto arancione, pelo lungo e folto, le ali sembravano quelle di una libellula, come le antenne, diverse appunto da quelle di Peach.
Cos'è successo davvero non lo sappiamo tutt'ora, ricordiamo solo i loro artigli tagliarci la gola, poi più nulla.

<< Dove andremo >>
<< Da un amico speciale, ha una villa nel bosco, dove ci sono tanti altri come noi>>
<< Qualcuno sa che esistiamo? >>
<< Molti ci conoscono, ma solo alcuni sanno della nostra esistenza reale, per altri siamo solo storie, leggende spaventose, quei pochi che sanno la verità ci temono e ci ammirano allo stesso momento >>.

Io e Peach coi scambiammo un bacio, mentre inganno distolse lo sguardo come se fosse gelosa.
Un sipario si era chiuso, ma molti altri si sono aperti.
E tu? 
Sei sicuro che quello che accade nello schermo non sia solo un indizio sulla tua fine?  

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Capitolo 4
*** An Howling of Sadness ***


                                            Il sangue.
                                            Il dolore.
                                            La morte

Corpi caduti come carte da gioco intorno a me, i suoi occhi brillavano nel buio della mia stanza, il suo ringhio disperato era un misto fra fame e pianto.
Mi voltai a fissare i suoi occhi di zaffiro, chiusi i miei e attesi.

                                          GIORNI PRIMA

Ero un ragazzo come tanti, avevo appena finito il college ed ero tornato a casa.
I miei sarebbero dovuto stare fuori per lavoro una settimana, ma decisi comunque di tornare.
Al mio arrivo, casa era deserta, c'erano alcuni regali sul tavolo, uno in particolare attirò la mia attenzione.
Un videogioco, non uno qualunque: ho sempre amato la saga di The Legend of Zelda, avevo tutti i giochi. Quel singolare disco, aveva sulla copertina, l'immagine di un paio di occhi blu luminosi, uno strano simbolo e il titolo:

                                      The Dealy Curse

Quel titolo mi era nuovo, impaziente di provarlo, inserii il disco e cominciai a giocare.

Non c'erano filmati introduttivi, solo tre slot di salvataggio.
Selezionai il primo e mi preparai all'avventura.
Il castello di Zelda ad Hyrule comparve sullo schermo. La panoramica mostrava una battaglia in corso fra soldati e mostri, sembravano i mostri del crepuscolo in:"Twilight Princess*", ma erano diversi.
Non avevano simboli rossi o maschere bianche, erano solo ammassi di liquido nero con forme animalesche.
Stavano vincendo, i soldati venivano spazzati via con l'avanzamento dei nemici. Una figura incappucciata su un cavallo scheletro fiammeggiante li seguiva, dedussi che era il re degli invasori. Mi stupii di come la veste non bruciasse a contatto con le fiamme della criniera, la coda e le zampe del destriero.
La scena si spostò sulla Principessa Zelda in un sotterraneo del castello, sembrava spaventata e preoccupata, sicuramente per via della battaglia.
A terra vi era lo stesso sigillo della copertina, rosso e macabro, sembrava scritto con il sangue. La principesse posò a terra la candela e attese,  sette globi di luce colorati comparvero dal nulla.
Uno era nero oscuro, un altro rosa, uno arancione vivo, uno blu cielo, uno verde acqua, il penultimo era d'oro e l'ultimo rosso vivo.

<< Siete stata voi ad evocarci Principessa? >>

Chiesero i globi, parlando all'unisono, le voci erano femminili e leggiadre, come delle giovani ragazze. Fui rallegrato dal fatto che oltre ai sottotitoli le voci del doppiaggio parlavano forte e chiaro in italiano.

<< Si. Ho bisogno del vostro aiuto, il mio regno è in pericolo. Dovete aiutarlo! >>
<< AH AH! Solo i disperati ci chiedono aiuto! >>

Derise il globo azzurro.

<< E solo gli stolti osano darci ordini! >>

Aggiunse quello nero, illuminandosi maggiormente.
Zelda sembrò intimidita, ma si ricompose in un attimo.

<< Non era un ordine, era una richiesta. Per favore, ditemi come salvare il mio regno >>

Sembrarono riflettere un attimo.

<< Non possiamo interferire con gli affari del regno umano finché non prendiamo corpo. Ma possiamo donare un potere a chi ne necessita >>
<< Per favore, ne ho bisogno >>
<< Ne siete davvero sicura Principessa? >>

A quella domanda, comparvero le opzioni SI e NO.
Scelsi SI, volevo continuare la storia e aiutare il regno.
Dopo pochi secondi di silenzio, i globi si fusero in una sola sfera che cambiava continuamente colore, poi entrarono nel petto di Zelda, assorbiti come un liquido su una spugna.
La Principessa cadde a terra scossa da degli spasmi, poi svenne.

Ci fu un cambio di schermata.
Link era sdraiato al sole su un prato. Epwna*, la sua cavalla, era dietro di lui a brucare l'erba.
Ad un tratto un movimento nei cespugli li accanto attirò l'attenzione di Link, si alzò in piedi e partì la sessione di gioco.
I comandi erano identici a quelli di Twilight Princess, probabilmente era vicino a quel titolo.
Arrivai al cespuglio e cliccai A: CONTROLLA.
Link sbirciò nei cespugli.
Un enorme lupa nera ne saltò fuori.
Dalle lunghe ciglia femminili dedussi che era un lupo femmina, sul suo pelo color pece spiccavano due occhi rossi come il sangue, con due pupille da rettile nere.
Fissò Link con un ghigno derisorio, come se lo stesse prendendo in giro e si sedette a fissarlo.
Epwna cominciò ad agitarsi, sbuffando e voltando nervosamente lo sguardo intorno a se. Link cercava di calmarla, mentre altre lupe sbucavano fuori dai cespugli.
Una era gialla come l'oro con delle sfumature più chiare sul ventre, con due occhi blu cielo ed un'altra dagli stessi occhi era color castano chiaro. Le due si sedettero ai lati di quella nera, lasciando altre quattro a girarci attorno.
Altre due nere pece dagli occhi azzurri, un'altra dorata con degli occhi gialli quanto il suo pelo ed una dal pelo rosso fuoco, gli occhi erano un misto fra azzurro chiaro e viola lavanda.
Link sfoderò la spada e si preparò a combattere, le quattro belve intorno a lui e Epwna ringhiarono furente, ma quella dorata dagli occhi blu alzò una zampa, facendole fermare.
La nera parlò.

<< Una grande minaccia si abbatterà sul tuo villaggio e su tutto il regno. Fuggi, non potrai mai fare nulla >>

Disse con una voce sibilante e quasi multipla, prima di fuggire, seguita dalle altre.
Link abbracciò Epwna per confortarla e tornarono al villaggio, dunque erano nella foresta di Firone, quindi il gioco era letteralmente ambientato nei luoghi di Twilight Princess. Ma ovviamente non era lo stesso, anche se un lupo c'era.
Il ritorno era a cavallo, ma alcuni mostri erano nei paraggi e decisi di combattere, era semplice e divertente, fino a quando non finirono i nemici, a quel punto m'incamminai nuovamente verso il villaggio. Fermandomi ovviamente a casa di Link.

La scena si spostò nuovamente su Zelda.
La principessa era in una cella, stesa su un lettino. Aprì gli occhi e si guardò intorno. Tutto era deserto.
Fece cenno di risedersi, ma una voce la bloccò.

ALZATI!

Confusa, la Principessa si guardò intorno, per un attimo pensai che fosse stata una sua immaginazione, ma la voce tornò.

ESCI!

Inizialmente confuso anche io, ma contento di poter compiere una nuova sessione di gioco, portai Zelda fino alle sbarre della cella.
Cliccai A.
La Principessa afferrò con fermezza due sbarre, con un respiro tentò di allargarle. Le due si piegarono sotto la sua forza, aprendo un varco per permetterle la fuga.
Era questo il potere che le avevano donati i globi?
Uscii e guidai il personaggio verso l'uscita dalle segrete, delle guardie la controllavano da fuori.
Mi voltai e mi avvicinai ad una finestra in cima ad un muro. 
Comparve la scritta: VUOI SCALARE? 
SI
NO
Scelsi si, chiedendomi come avrebbe fatto Zelda. Poggiò le mani sulla parete di pietra, poi si arrampicò stando esattamente in equilibrio sulla parete!
Staccando le mani, camminò con leggera insicurezza fino alla finestra.
Il panorama al di fuori non era molto diverso, ma la battaglia stava ancora infuriando.
Zelda guardò nervosamente verso il basso.

<< E adesso? >>

Si chiese.

SALTA!

Disse di nuovo la voce, di nuovo le opzioni SI e NO. Provai a scegliere NO.

HO DETTO SALTA!

Disse di nuovo la voce. Stavolta senza opzioni, ma potevo comunque muovermi, non vedevo altra scelta. Premetti nuovamente A e guardai Zelda precipitare con un urlo verso il basso.

CONCENTRATI!

Premetti velocemente A, all'ultimo secondo, Zelda si fermò nell'aria. 
Levitava come una foglia al vento e riuscì ad atterrare in piedi.
La cosa si faceva sempre più interessante.
Alcuni mostri venivano verso di noi.
Scagliarono una lancia contro Zelda, alzò una mano, la punta colpì la tenera carne, ma non andò affondo. La mano si richiuse istantaneamente su di essa, uno scricchiolio e la punta non era altro che polvere e briciole. Stupefatti, i mostri attaccarono direttamente, cominciai a combattere come facevo con Link; potevo colpirli, afferrarli, scagliarli lontano come se non fossero nulla più che bambole. Perfino Zelda sembrava stupirsi della sua forza, un mostro riuscì a graffiarle un fianco, quasi mi spaventai: del sangue sgorgava da essa. Sangue molto ben dettagliato, sembrava vero, così come le ferite aperte nella carne e la pelle che pendeva strappata come i pezzi di abito.
Attaccai ogni nemico sulla mia strada, tutti cadevano come se nulla fosse e le ferite sembravano rigenerarsi come se mai fossero state inflitte.
Un intero esercito era davanti a me.

FUGGI!

NON SEI ANCORA PRONTA

Partì un altro filmato.
Un alone di luce ricoprì Zelda, vidi la sua sagoma cambiare, al suo posto comparve una magnifica lupa dal magnifico pelo marrone chiaro e giallognolo sul ventre. Corse di continuo fino ad una specie di laghetto in una foresta, il laghetto accanto al villaggio di Link.
Bevve un po' d'acqua e cadde sfinita per la corsa, addormentandosi.
Salvai e spensi il gioco.
Il giorno seguente ripresi.
Ma il primo salvataggio era inagibile, il nome Link, con cui avevo nominato lo slot aveva i colori spenti e opachi.
Il secondo partiva da dove ero arrivato io, era nominato con:CLOSE THE SOLUTION.
Vicino alla soluzione.
Cliccai e ripresi il gioco.
Zelda si risvegliò in un letto, nella sua forma di Hylia. Era a casa di Link!
Pensai di essere troppo avanti.
Link si avvicinò e accennò qualcosa senza voce.

<< Mi hai trovato svenuta sulla riva dello stagno e mi hai salvato? Grazie Link >>

Ecco com'era finita li.

<< Come dici restare qui fino a che non starò meglio? Mi piacerebbe, ma il mio castello è sotto attacco, devo andare >>

Link disse nuovamente qualcosa.

<< Lo faresti davvero? >>

Annuì.

<< Grazie di cuore Link, sì prudente >>

Link uscì, un breve filmato lo mostrò a cavallo di Epwna, mentre andava verso il castello con alcuni uomini del villaggio.
Sicuramente era andato a combattere.
Zelda esplorò la casa e si affacciò alla finestra. Osservò il boschetto con scarso interesse, notando poi la lupa dorata dagli occhi blu, fissarla dal "cortile".
Zelda scese di sotto e si avvicinò all'altra.

<< Ben svegliata amica mia >>

La salutò scodinzolando, la sua voce mi ricordava qualcuno, ma non riusciva a venirmi in mente.

<< Ciao >>
<< E' accaduto nulla di strano la scorsa notte? >>

Chiese preoccupata, quando Zelda stava per chiedere spiegazioni, un urlò acuto risuonò dal villaggio.
Zelda si affacciò da dietro i cespugli, Fad il pastore, trascinò una capra morta davanti a tutti. La visione mi disturbò non poco. Il cadavere era divorato fino alle ossa, pezzi di carne scorticata ed interiora era visibili e altamente realistici. Sembrava di guardare un film, ignorai il senso di nausea e continuai il gioco.

<< Sei stata tu?! >>

Chiese Zelda alla lupa. Lei fissò il corpo con uno sguardo famelico, poi si ricompose.

<< No. E' stato qualcun altro che tu conosci bene. Ma non una di noi >>
<< Chi è stato? >>
<< Non vuoi saperlo davvero >>

E con questo si congedò, sparendo nella macchia di alberi e arbusti.
Il tempo passò velocemente, fu un filmato di susseguirsi di passare di giorni e notti. 
Ogni giorno c'era un nuovo cadavere.
Fino alla notte in cui, potei interpretare Zelda nella sua forma di lupo.
Era nel villaggio e  nel recinto delle capre, ma la stalla era letteralmente blindata.
Zelda ringhiava, poi un fumo rosso attirò la mia attenzione, lo analizzai. Con la stessa scena di quando Link trova qualcosa, comparve la scritta : Hai appreso l'odore del sangue.
L'odore del sangue?!
Seguii con l'istinto la traccia,  si divideva in più strade, tutte che finivano in recinti o case.
Nessun animale era in vista, delle rane erano vicino ai bordi del ruscello che attraversava il villaggio.
L'opzione era :Mangia.
Cliccai, con un balzo Zelda-lupo gli fu addosso, azzannò ognuna di loro con un forte scricchiolio di ossicine rotte e le mandava giù. Ogni volta, compariva la scritta: Non basta.
Saltai, anche senza l'aiuto di Midna, fin dentro la casa di...non ricordo chi fossero, ricordo erano quelli con il cane.
Il cucciolo dormiva quieto sul tappeto, senza attendere comando, Zelda serrò le sue fauci sul cane e con uno schiocco nauseante, il sangue schizzò in tutta la stanza. I cane lanciò un urlo di paura e dolore che mi fece venire le lacrime agli occhi dalla tristezza.
Che razza di gioco stavo giocando?!
Zelda fuggì dalla casa con il corpicino inerme in bocca, mentre la famiglia si svegliava.
Spensi il gioco e non lo riaccesi più per quel giorno, ero stranamente turbato.
In compenso feci alcune ricerche sul gioco, era introvabile, in compenso vi erano correlati alcuni articoli su persone morte, alcuni ragazzi che narravano di averci giocato.
Preso dalla curiosità, giocai la sera seguente.
Stavolta, solo il terzo slot era giocabile, diceva:" SO CLOSE".
Così vicino.
Stavolta giocai nei panni di Link, la missione era semplice, sconfiggere i nemici e riprendersi il castello.
Il combattimento fu epico, ma molto impegnativo, persi alcune volte, poi giunsi alla vittoria. Ero ansioso di vedere chi fosse il cattivo principale, ma il mantello cadde a terra su un mucchio di polvere, come se si fosse sgretolato.
Pensai che forse nel corso del gioco l'avrei scoperto, intanto la scena si sposto su Link, a casa sua in piena notte.
Zelda era introvabile. La cercai nella casa e nel giardino, muovendo il pad incerto, quasi spaventato. Dei cumuli di terra sorgevano fra l'erba alta.
Link scavò.
Ormai ero disgustato all'ennesima potenza, scheletri di animali giacevano in una fossa, galline, capre, il cane, il gatto dei genitori di Bettina, qualche pesce, una scimmia e perfino il falco che potevo chiamare con l'erba melodina.
Link portò una mano a coprirsi la bocca, quando Zelda, in forma di lupo, saltò nello spiazo di terra dietro di lui. Stringeva il corpo inerme di Colin fra le fauci, dal respiro si capiva che era vivo. 
Ma per quanto ancora?
Gli abitanti del villaggio stavano arrivando armati, lei fuggì verso il bosco di Firone, seguita dalla folla e da Link.
Stavolta interpretavo lei che fuggiva, era abbastanza semplice, anche se il corpo di Colin impicciava nel tragitto.
Si fermò solo al laghetto, gli abitanti la circondarono e Colin si era ripreso. Fuggì dalla lupa, troppo spaventata dalla folla per fermarlo.
Link fece cenno a tutti di non attaccare, ma nel mentre, il ringhio seccato di Zelda divenne un vero e proprio ruggito.
La lupa bruna crebbe, divenne un lupo grande quanto Lord Bulbo, il cinghiale di Re Bublin. Gli artigli e le zanne si erano allungati e ingranditi, affilati come pugnali. I suoi occhi erano solo due oceani rossi con un singolo punto blu fluorescente.
Gli abitanti l'attaccarono. Lame, fuoco e bastonate si scontrarono contro la bestia. Il sangue versato si confondeva con le limpide acque. Ma la maggior parte  di esso apparteneva agli abitanti. I loro corpi feriti strisciavano lontano da Zelda, ora con lo sguardo fisso su Link.
Lui esitò, anche lei fece un passo indietro, fissando il disastro intorno a lei con un guaito spaventato.
Link le si avvicinò con la mano tesa.

UCCIDI!

La voce era forte e chiara, ma solo Zelda sembrò udirla e scosse con violenza la testa, ringhiando e guaendo; Link s avvicinava sempre di più.

FALLO!

Zelda si strofinò il muso con una zampa, come a voler allontanare il pensiero, ora Link le aveva posato la mano sul soffice pelo del capo.

NON TI ACCETTERANNO MAI!

AI LORO OCCHI SEI UN MOSTRO!

DIMOSTRA CHE SEI UN ESSERE SUPERIORE!

Schermo nero.
Si riaccese con dei cadaveri tutti intorno a Zelda, ora con il suo normale aspetto, piangeva, con il corpo di Link fra le braccia.
Pioveva.
Gli occhi del ragazzo erano spalancati, con un'espressione di tristezza e paura, ma anche di perdono e pietà.
Un ultima lacrima scese dal suo occhio morto, confondendosi con le gocce.
Non mi vergogno ad ammetterlo, piansi anch'io, singhiozzando come un bambino, con la testa fra le mani.
Ricordo la principessa pugnalarsi e cadere a terra, poi le lupe prendere la forma dei globi di luce e portarla via.
Il gioco si spense.

Hai capito la soluzione? SI o NO?
NO.
Peccato.

Dopo quella selezione, il gioco si spense.
Mi ritrovai circondato dal nero più assoluto, una puzza di carne e sangue mi circondava. Così come i cadaveri.
Vomitai a quella visione.
Corpi caduti come carte da gioco intorno a me, i suoi occhi brillavano nel buio della mia stanza, il suo ringhio disperato era un misto fra fame e pianto.
Mi voltai a fissare i suoi occhi di zaffiro, chiusi i miei e attesi.  
Sentii solo l'atroce dolore degli artigli e le zanne nel mio corpo e poi più nulla.
Mi abbandonai alla morte, con l'ultima visione di Zelda, insieme a delle ragazze dai volti nascosti, in un bosco.
Un cancello si aprì su un'enorme villa.
Poi più niente.



Ritrovarono il corpo morto del ragazzo il mattino dopo.

Con il sangue, era scritto a terra: 

SO CLOSE TO SOLUTION, BUT THE SALVATION IS FAR FROM HER, SHE'S WITH US AND NOW YOU TOO.

(Così vicina alla soluzione, ma la salvezza è lontana da lei, lei è con noi e ora anche te)





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Note d'autrice:

(*)= Il modo corretto in cui credo si scriva il nome di Epona:Epwna, almeno secondo il sito ufficiale. 

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Capitolo 5
*** The Birth of Deception ***


Notte, adoro la notte.
Io e Peach ci avviciniamo al nostro obbiettivo con silenzio e sicurezza.
E' li in camera sua, al computer, i suoi capelli corvini coperti di gel e i suoi vestiti scuri da emo si mescolano con i suoi occhi smeraldo.

Io:<< Proprio come suo padre >>. 

Sibilo fra i denti. Peach mi guarda confusa.

Peach:<< Ok, spiegami perché mi hai portato qui >>

Dice, forse è il caso di dirglielo? 
Non credo proprio.

Io:<< Mi piacerebbe spiegarti cara, ma purtroppo per te è un segreto professionale >>

Sembra convinta, almeno mi ha parlato, dall'ultima volta.

Io:<< Fai tu no? >>

                                                                    PDV di Derek

A volte è così noioso qui, non succede mai nulla.
Ammetto che le cose divertenti uno deve crearsele da solo, ma ho finito l'ispirazione. 
A due anni dalla morte di mio padre, ho provato ad evocarlo con una tavoletta Ouija, ma non ha funzionato.
Mia madre mi raccontava spesso di come mi somigliava, io non era ancora nato quando si è suicidato, ricordo che lei lo dichiarava molto fuori dal comune. 
Pazzo a volte.
Mi raccontava di come lui dicesse di sentire una voce, di come voleva essere libero, quelle volte non sembrava lui, ma mia madre Clarisse non l'ha mai abbandonato e spesso lo appoggiava per non farlo sentire solo. 
Non ha mai neanche chiamato uno psichiatra.

Io:<< Che fregatura >>

Dico fissando la tavoletta in un angolo.

<< Fosse l'unica? Non dovresti fidarti di ciò che compri su Ebay >>

Sussurra una melodiosa voce femminile alle mie spalle.
Mi volto.
In piedi in un angolo della stanza, vi è una donna, o meglio sembra la Principessa Peach.
Era identica, nulla è diverso o fuori posto il lei, tranne che nel suo sorriso, vi sono zanne affilate e le unghie che fissano annoiati i suoi occhi blu sono artigli felini.
Due antenne vibrano quasi impercettibilmente sulla sua testa e quattro ali da farfalla erano semi aperte sulla schiena.

Io:<< Chi sei? >>
Peach:<< Peach ovvio, tutto il tempo al computer e non mi conosci? >>

Chiede sorridendo e avvicinandosi, una coda di procione fa capolino come per salutarmi, mentre lei si ferma davanti a me.

Io:<< Cosa vuoi? >>

Chiedo cercando di non sembrare spaventato, insomma la situazione è assurda!

Peach:<< Non cosa voglio, cosa vogliamo >>

Risponde con un tono di voce basso e sdoppiato, dalla sua ombra emerge ciò che sembra essere lei. 
Ma vestita di nero, con dei lunghi capelli corvini e due occhi rosso sangue dalle lunghe pupille. e antenne sono corna e le ali sono quelle di un pipistrello, al posto della coda un serpente striato mi sibila contro.

Io:<< Chi è? >>
Inganno<< Ma dov'è la mia educazione. Sono Inganno e credimi Derek dovresti conoscermi >>

Dice Inganno con un ghigno malefico sul volto, Peach la fissa con confusione e curiosità allo stesso momento.
L'altra le mormora un:<< Lasciaci soli >>. Diventando un...procione farfalla?! La Principessa esce dalla stanza.
Sono preoccupato per le sorti di mia madre e mia sorella Stacy, è ancora una neonata dopotutto.
Faccio per alzarmi, ma Inganno mi blocca.

Io:<< Cosa volete?! >>
Inganno:<< Strano tu abbia paura, e pure dovresti aver ereditato il coraggio di tuo padre >> 
Io:<< Cosa sai di mio padre?! >>

Cominciavo ad avere davvero paura.
Afferrandomi per la gola ringhia un aggressivo:<< Più di quanto pensi! >>
Buio.

                                                                                             CUCINA

Clarisse cuce a mano una maglietta per il figlio Derek, occhieggiando di tanto in tanto Stacy che gioca con dei peluches a terra.

<< Stacy >>

Per un attimo le sembra udire una voce chiamare la figlia, non facendoci caso torna a lavoro.
Stacy volta la testa verso la sala:<< Chi è? >> Chiede mentalmente la neonata a se stessa.
Gattona in sala per trovare un buffo procione con ali e antenne da farfalla scodinzolare verso di lei.

Peach:<< Ciao Stacy >>
Stacy:<< C-tao >>

Dice l'infante, non riuscendo a parlare bene.

Peach:<< Che carina,io sono Peach ti va di giocare? >>

Chiede l'altra con un largo sorriso sul muso e facendole cenno di avvicinarsi con una zampina. La bambina annuisce e si avvicina, mentre quella che era solo un'illusione rimane a far compagnia alla madre.

                                                               LUOGO SCONOSCIUTO

Un uomo dai neri capelli a caschetto e dai verdi occhi smeraldo fissava con orgoglio la sua amata cucire in salone come era solito fare la sera.
Andando in camera a cambiarsi i vestiti notò qualcosa: in un angolo della stanza un'ombra acquattata lo fissava silenziosamente con i suoi occhi rossi.

Leonard:<< Cosa sei? >>

Chiese senza paura l'uomo, consapevole del fatto che se fosse stata una minaccia l'avrebbe dimostrato.
Un miscuglio confusionale di voci maschili e femminili rispose:<< Non ho nome, non ho dimora, non ho corpo o sesso. Dammi tu quello che chiedo >>
Disse alzandosi e avvicinandosi all'uomo, sembrava un fumo invisibile, scomparve, rimanendo una voce nel nulla.

Leonard:<< Cosa chiedi? >>
<< Una vita >>

Rispose la voce nella sua mente.
Nei giorni successivi l'uomo trascorreva ugual tempo con la moglie e la voce, non capiva proprio come darle quel che voleva.
Intanto l'entità era sempre più impaziente, osservava la coppia vivere FELICE, assaporare la PASSIONE. 
La cosa non provava nulla, stava solo li a fissare, ed ora era stufa. Cominciò ad insistere sempre di più con la richiesta di aiuto.

Leonard:<< Non so cosa fare! >>

Gridava esasperato Leonard.

<< Ingegnati! E' tempo che anche io esprima il mio diritto alla vita! Vedi di trovare un modo! >>

Da quell'episodio, si parlavano molto meno e Leonard divenne paranoico, dormiva male e poco, non poteva più fissare un'ombra o un riflesso.

Clarisse:<< Sono in cinta! >>

Esclamò un giorno la moglie felice, lui era al settimo cielo.
Passò una settimana senza preoccuparsi più di quella cosa, l'aveva quasi dimenticata, finché una notte...

<< LEONARD! >>

Urlò la creatura nella sua mente.

Leonard:<< Lasciami in pace! Ho provato ad aiutarti, non posso fare nulla! >>

La cosa rise, una risata cupa e maniacale che lo fece rabbrividire nel terrore.

<< NULLA?! No caro, tu puoi darmi ciò che mi serve con un solo modo, dandomi una vita in cambio >>
Leonard:<< Non lo farò mai, non sono un assassino! >>

Fuggì.
Correva, non sapendo dove, correva.

<< Dammi una vita! Oh io ne prenderò una a cui tieni Leonard, sarebbe un peccato perdere il proprio figlio! >>

La frase si spense in una crudele risata priva di gioia.
Tornato a casa Leonard cominciò a non poterne più.
La sua paranoia era aumentata e la moglie faceva del suo meglio per non dimostrare che aveva paura di lui, a volte.
Alla fine non ne poté più davvero.

Leonard:<< E' una vita che vuoi?! Prenditela! >>

Queste furono le ultima parole di Leonard, prima di lanciarsi dal tetto di casa sua nel traffico.

                                                                        PDV di Inganno

Morto.
Non è più qui con me, ma ora mi sento diverso.
Sento il calore, il freddo sul mio corpo, un denso liquido nero mi dona una vaga forma umanoide, sono vivo.
Mi sento leggero, sollevato...felice!
Per la prima volta in tutti questi anni, non sono più un guscio vuoto privo di emozioni, sono vivo. 
Sono potente.
Sono il burattinaio della vita delle mie prede.
Ma sono incompleto, non so cosa sono o come sono(in tutti i sensi)
Una vita non è forse sufficiente?
Ma che importa ora, importa solo la mia sopravvivenza.

                                                                       PRESENTE

Derek ricomparve nella sua stanza, insieme ad Inganno.

Derek:<< Era un ricordo, tu hai ucciso mio padre! >>
Inganno:<< Io non ho fatto nulla, ho chiesto aiuto e lui mi ha tradito! >>
Urlò lei a pieni polmoni.

Clarisse:<< Derek? Stacy? Cosa sta...AAAAAAHHHH! >>

Urlò la madre dei due dalla sala.

Derek:<< MAMMA! >>
Inganno:<< Loro staranno bene, la mia coinquilina non è il tipo che uccide per divertimento. La maggior parte dei casi >>

Il ragazzo si alzò in piedi infuriato.

Derek:<< PERCHE'?! >>
Inganno:<< Dopo quella volta >> Proseguì Inganno con nonchalance <>

Il suo sorriso era terrificante e si avvicinava a Derek come un gatto con un topo.

Inganno:<< Quando la trovai e vidi che il suo animo si era infranto, ero più tentata ad ucciderla, poi ho visto dei sentimenti talmente forti che mi rendevano ancora più viva. Più...potente! Si è unita a me senza problemi, quando le ho aperto gli occhi aveva già in mente un piano per il nostro futuro! Ma ero stufa di pensare a tuo padre ogni volta che nel mondo umano menzionavano il tuo fottutissimo cognome Stilingson!! E sei l'unico che gli somiglia così tanto, non ho altro modo per placarmi, se non ucciderti >>

Afferrò il ragazzo per la gola e lo sbatté contro il muro, chiamò mentalmente Peach, la quale stava...

                                                                                     PDV di Peach

Non capisco perché la madre di questa piccina addormentata fra le mie zampe sia svenuta. 
Umani.
Poso la piccola accanto alla madre e accorro dalla mia collega e "amante" in un certo senso. Bleah!!
La trovo con il ragazzo a terra davanti a lei, mi fa un cenno col capo e ci riuniamo in un solo corpo.

Inganno:<< Terza forma >>
Io:<< Sicura? >>

Chiedo fissando il giovane che tenta di alzarsi a fatica.

Inganno:<< Fidati di me >>

Come una crisalide da vita ad una falena, il nostro corpo cambia, pronto per l'azione.
Rimanendo in piedi su due zampe, con le altre sei solleviamo...Derek sopra le nostre quattro teste da lupo, quattro serpenti alla coda strattonane attentamente le ali da pipistrello nere, come per chiedere un pezzo del bottino.

Mimo uno:<< Scusa >>

E lo ingoiamo intero.
Non so perché, ma il sorriso di Inganno è cresciuto ed ora sembra quasi più allegra del solito.

Io:<< Perché? >>

Chiedo ancora.

Inganno:<< Ha a che fare con le mie origini >>
Io:<< Non me ne avevi mai parlato >>
Inganno:<< Neanche a lui, gli ho fatto vedere come sono diventata così, chi sono in realtà...non è altro che un mistero >>.



----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Note d'autrice: Deception vuol dire inganno in inglese

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Capitolo 6
*** Il Bosco ***


PREMESSA: Questo è un crossover con cinque creepypasta(fra cui la mia) che su un gruppo Facebook sono risultate le migliori: 1999, Bleeding Cross, Strangled Red e Chreereeli's garden.
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Luogo buio e oscuro, affascinante e misterioso, ingannevole e stupendo.
Avvolto in una felpa verde, il quale cappuccio nascondeva un oscuro volto mutilato un giovane ragazzo attraversava quel magnifico paradiso. Due sclere nere come la pece, nascoste da delle ciocche color cioccolato, fissavano il sentiero, la bocca coperta da una croce bianca si arcuava in un sorriso nascosto da essa.
Il ragazzo camminò per diversi minuti, fino a giungere ad una radura.Circondata dagli alberi, sembrava fatta apposta per qualcosa di preciso.Un laghetto limpido era ad un lato, accanto ad un muro roccioso e un fascio di luce solare illuminava il posto.
Un rumore attirò l'attenzione del visitatore, qualcuno lo osservava, qualcuno nascosto nell'ombra.Si voltò nella direzione del suono, fingendo di non aver sentito nulla, dai cespugli sbucò un altro ragazzo.Vestito con degli jeans rosso sangue, così come la maglia e il cappello, salvo dov'era bianco, i capelli nero scuro erano scostati, mostrando un volto nero, vuoto con due occhi rossi ed un sorriso folle.Bleeding Cross, questo era il nome del primo ragazzo, non si lasciò intimidire.

B.C:<< Ciao Steven >>
3v3n:<< NON CHIAMARMI COSI'! >>

Urlò il secondo facendo un passo avanti.
Bleeding Cross mise su un sorriso giocoso.

B.C:<< Sennò che fai, mi catturi con una Perdentball! >>

Questo era troppo, l'allenatore estrasse una pokéball e la lanciò a terra, ne uscì un Charizard. O meglio, un qualcosa di somigliante, era totalmente martoriato, non si capiva neanche se fosse o meno vivo. Difficile.

3v3n:<< Vediamo se fai ancora il simpaticone! >>
B.C:<< Sono solo realista >>

Ghignò l'altro estraendo un coltello affilato dalla tasca.

B.C:<< A noi due più Grisù >>
3v3n:<< Mph! Miki, uccidilo! >>

Il Pokémon si lanciò verso Bleeding Cross in un vano tentativo di azzannargli il volto. Richiuse le fauci nel nulla, rimettendosi in posa d'attacco sputò un getto di fiamme, mancando di poco il bersaglio.

3v3n:<< Andiamo Miki! Sistemalo una volta per tutte! Non farti fregare da un perdente! >>

Il Charizard guardò l'allenatore fingendosi distratto, appena lo sfidante saltò verso di lui con il coltello, lo afferrò fra le zampe anteriori e lo scagliò contro un albero. Per la precisione fra i rami più alti, dove non vi era un appiglio. Sarebbe ricaduto fra le zanne infuocate del Pokémon, se non si fosse appeso a quello che credeva fosse un alveare. Appeso ad un ramo.
Ma non era così.
Le mani di Bleeding Cross si scontrarono con un pelo soffice. Avvolto in magnifiche ali da farfalla variopinte, stava un procione con dei magnifichi occhi blu e due antenne abbinate alle ali in testa.
L'animale scattò verso l''intruso, facendo atterrare entrambi contro Miki, il povero Charizard era così assopito nei suoi pensieri sul nuovo sfidante che non riuscì ad evitarli.
Cadde a terra con i due sopra.
Il batuffolo di pelo saltò all'indietro e cambiò forma all'istante.
Un lupo nero come la pece, con otto zampe per quattro teste, ali da pipistrello e quattro serpenti striati al posto della coda fece la sua comparsa. Ringhiando ferocemente contro il trio, le zanne erano affilate come gli artigli ed i canini si estendevano al di fuori delle labbra sia verso il basso che verso l'alto.

3v3n:<< Miki, usa lanciafiamme! >>

Il pokémon terrorizzato eseguì l'attacco per non deludere il suo allenatore, ma la creatura diede veloci battiti d'ali che respinsero con il vento le fiamme.

B.C:<< Calmati ora >>

Disse cercando di far ragionare la cosa.

B.C:<< E' colpa sua! >>
3v3n:<< COSA?! >>
B.C:<< Io me ne andrò se me ne dai la possibilità! >>

L'animale li fissò tranquillo, poi mutò nuovamente, trasformandosi in una bellissima donna, con lunghi capelli dorati che incorniciavano un pallido volto dai magnifici occhi blu oceano.
Un magnifico e regale abito rosa pesca si sposava con i guanti di seta bianchi che ella portava. Se non fosse per la coda, le ali e le antenne, le unghie affilate e le zanne che le ornavano il sorriso, sarebbe sembrata quasi umana.

Peach:<< Un giorno dovrò cambiare posto per fare i pic-nic >>

Disse la Principessa Demone con un sorriso sornione.
3v3n fece rientrare il suo Charizard nella pokéball e spintonò a terra Bleeding Cross.

3v3n:<< Grazie per l'infarto, ne avevo proprio bisogno >>
B.C:<< Idem >>
Peach:<< Basta fare i frignoni, piuttosto avete notato qualche umano venendo qui? >>

Gli altri due fecero di no, raramente un umano con buon intelletto si era addentrato nei meandri del bosco.
Peach sospirò sconsolata, chiudendo le ali e abbassando le antenne, la coda però si arcuò in un semicerchio, e la donna scattò subito di lato la testa. Come se avesse captato qualcosa.

3v3n:<< Cosa c'è? >>
Peach:<< Umani, bambini, tutti sui cinque sei anni. Peccato, non sopporto cacciare i piccoli >>
3v3n:<< Muoviamoci va! E' da una vita che non si trova carne fresca >>

I tre accorsero, o meglio volarono sul luogo. I ragazzi sul Charizard e Peach con le sue ali.

B.C:<< Ma per caso c'è anche Inganno?! >>

Scherzò Bleeding Cross

Peach:<< Tu sfotti pure, non è la mia immaginazione. Purtroppo >>

Aggiunse con un sorrisetto la ragazza, mentre una vocetta stridula le rispondeva con un:<< Hei! >> indignata.
Arrivarono ad un'altra radura nel bosco, con un fuoco da campeggio al centro ed un totale silenzio, scritto nella polvere, vi era l'anno 1999. Inciso, come se non fosse più cancellabile.

3v3n:<< Non dirmi che è... >>
Peach:<< Uno scherzo, un ricordo del passato, che i fantasmi dei bambini riportano in vita con le loro risate e le loro urla. Come quelli del Freddy's Fazbear Pizzeria >>
B.C:<< Fottuto Mr. Bear, qui ci sono pochissimi bambini da cacciare e lui si diverte >>

Il posto era diverso da dove essi si trovavano prima, come se si entrasse in un altro luogo, un'altra città, un'alta epoca.
I tre si fissarono per un po', prima di ri-addentrarsi nella boscaglia.
Poi scorsero qualcosa, un'altra donna. O meglio gli somigliava, aveva la pelle di un colore fucsia vivo, i lunghi capelli rosa scarno, occhi verde smeraldo e tre margherite su una gonna colorata che indossava, insieme ad un top e stivali a tacco alto ed un giglio blu fra i capelli.

B.C:<>

Si lanciò contro di essa, 3v3n lo avrebbe seguito, ma Peach lo bloccò con un braccio ed un sorriso crudele in volto.
Appena Bleeding Cross stava per agguantarla, la donna mutò forma, facendo scontrare il volto dell'assassino contro degli zoccoli di cavallo.
Bleeding Cross fu rispedito indietro e al posto della donna rimaneva una pony dagli stessi colori, le margherite erano su entrambi i fianchi e il suo volto impassibile non si scompose.
Gli altri due ridevano forte della disavventura del loro amico.

3v3n:<< Che dolce, battuto da un mini pony! >>
Peach:<< Ah Cheerilee, quando mai smetterai di farmi ridere? >>

Disse la principessa asciugandosi una lacrima.

Cheerilee:<< Ciao anche a voi, stavo cercando nuovi fiori per il mio giardino, poi ho sentito degli strani suoni, risate di bambini e poi urla agonizzanti, provenivano da tutto questo luogo, ma mi ci sono ritrovata senza troppo sforzo, così stavo dando un'occhiata >>

Spiegò la pony

B.C:<< Con quei colori pensavi di passare inosservata?! >>
Cheerilee:<< Metti che mi scambiano per una che fa i cosplay >>
In quel momento un suono di passi attirò l'attenzione del gruppo.
Intorno al falò, ora acceso, vi erano riuniti dei bambini, sorridenti e giocosi, ballavano attorno al fuoco.
I due assassini sorrisero in modo inquietante e malefico, Cheerilee guardava con diffidenza e Peach aveva uno sguardo triste, come se le dispiacesse dover uccidere bambini per vivere.

Inganno:<< Sai bene che non puoi farne a meno >>

Sussurrò Inganno nella sua mente, Peach fissò brevemente il vuoto ad occhi chiusi e poi seguì gli altri nella radura del falò.
Nulla.

<< MA CHE CAZZO?! >> 

Urlarono adirati i protagonisti, prima di essere sommersi da un pioggia di mani, mani mozzate, di bambini, che ancora si muovevano.
Mr. Bear li fissava sorridente, poi si diede alla fuga, lasciando il gruppo seccato e altamente incazzato a guardarlo fuggire.

Cheerilee:<< Non so voi, ma quando un'erbaccia disturba il mio orto io la ESTIRPO >>

Disse Cheerilee con sguardo folle ed un sorriso maniacale sul muso calcando la parola.
Gli altri la fissarono ricambiando e s'incamminarono all'inseguimento di Mr. Bear.
Difficile dire perché erano così adirati, forse perché Bleeding Cross e 3v3n aveva perso potenziali vittime, Cheerilee era stata privata della sua pace e Peach aveva sempre provato affetto verso i bambini.
S'incamminarono attraverso boschi e strade deserte, alla ricerca del luogo da cui Mr. Bear avrebbe trasmesso il suo nuovo show, commesso altri omicidi e stavolta, solo loro avrebbero potuto fermarlo.
Ma lo avrebbero fatto?
Potete scoprirlo anche voi, guardate Canale 21 e venite ad unirvi al party, dovete solo entrare nel profondo della questione, per scoprire la verità.

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Capitolo 7
*** La Città ***


Il gruppo, attraversava la città deserta alla ricerca di Mr. Bear.
L'aria era soffocante e polverosa, passavano di tanto in tanto dei cespugli secchi rotolanti. Sembrava un film ambientato nel west.
3v3n:<< Non lo troveremo mai così, sembra scomparso nel nulla >>
Commentò 3v3n seccato.
Bleeding Cross si era trascinato a lungo, prima che Cheerilee gli permettesse di salirle in groppa e farsi trasportare.
Peach camminava con le mani in verticale. Avendo esaurito l'energie nelle gambe, nelle ali e nel rimbalzare a molla con la coda, la quale teneva in alto la gonna perché non cadesse.
Passando davanti ad una vecchia abitazione, udirono un debole segnale di statico provenire da una camera.
Come se recuperate subito le energie, si fiondarono li dentro. trovarono un vecchio televisore, acceso e sintonizzato sul Canale 21.
Mr. Bear comparve sullo schermo, in sottofondo Booby la mano salutava il pubblico.

Mr.Bear:<< Ciao miei cari amici e ben tornati su Canale 21! Immagino siate curiosi di sapere perché sto contattando degli amici in particolare >>

Disse l'uomo nel costume d'orso fissando lo schermo e facendo intendere si riferisse ai cinque inseguitori.

Mr.Bear:<< Voglio fare un piccolo gioco, ho preso qualcosa ad ognuno di vuoi, venite a trovarmi nel posto dove tutto ha avuto inizio e riprendetevi i vostri oggetti, altrimenti.... >>

Il canale smise di trasmettere e tornò lo statico.

Cheerilee:<< Cosa vuole dire?! >>
Peach:<< Perché fa questo?! >>
B.C:<< Cosa ci ha portato via?! >>
3v3n:<< Che intende per posto da cui tutto ha avuto inizio?! >>

In quel momento un lampo di genio illuminò i quattro, Miki il Charizard era uscito dalla pokéball.

Miki:<< (Forse intende Caledon City, Ontario, qui vicino) >>
3v3n:<< Miki, ti adoro! >>

Disse l'allenatore abbracciando il Pokémon.
I due assassini, la demone e la pony s'incamminarono nuovamente.
Fatti pochi chilometri sotto il sole, stavano per collassare a terra.

B.C:<< Hei un autogrill! >>

Disse Bleeding Cross indicandone uno sul ciglio della strada.
Si fiondarono su di esso, pronti a terrorizzare i clienti e a fare razzia di tutto. 
Ma qualcosa non andava.
Il posto era deserto.
Non c'era nessuno, eppure la corrente elettrica era funzionante e tutti i cibi e le bevande arano al loro posto, ben curati e freschi.

Peach:<< Qualcosa non va >>

Disse Peach, gli altri annuirono, si accese un televisore, mostrando delle immagini.
Un coltello, uno strano gemboy, una foglia ed una corona.

Mr.Bear:<< Piccoli indizi su cosa potrei avervi rubato, fate in fretta, nessuno di questi durerà a lungo. Eheheheh! >>

Trillò la fastidiosa voce di Mr.Bear.

Cheerilee:<< Comincia a stancarmi quel pagliaccio travestito >>

Sibilò Cheerilee tra i denti.
I quattro si rifocillarono e dopo essersi riposati, salvo i litigi fra i ragazzi per l'utilizzo della toilette per uomini, ripresero il viaggio.
Giunsero a Caledon in piena notte, il cielo era buio, quasi nero, illuminato da poche stelle ed una luna nascente rossa come il sangue.

Peach:<< Mancano solo la neve, la nebbia e siamo a Silent Hill >>

Commentò sarcastica la Principessa Demone. 
Come a comando, la nebbia si alzò sulla città, coprendo tutto, ingoiando le sagome delle case e tutto ciò che le circondava.
Allungando una mano oscura, un'ombra che era Inganno tocco oltre la nebbia il nulla, tutto era scomparso e la temperature scese di parecchi gradi.
Solo la strada era libera, percorrendola giungeva ad un'unica casa, una casa conosciuta fin troppo bene.

                                                                 CANTINA DI MR.BEAR

Mr.Bear:<< Che il vero gioco cominci >>

Sogghignò Mr.Bear guardando il gruppo dalla finestra e fissando gli ostaggi in un angolo.

CONTINUED...

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Capitolo 8
*** Il Movente ***


Piccolo indizio sulla terza ed ultima parte della saga dei cinque creepypasta.
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Cara Inganno
Anzi, caro Rapimento!
Si, ancora mi ricordo, tu?
Ricordi il tempo passato insieme, come io ti davo un tetto sulla testa, cibo, divertimento nel torturare piccole anime innocenti?
Così come sei arrivato, te ne sei andato.
Eravamo inseparabili, una coppia perfetta di assassini, nessuno ci avrebbe mai scoperti, tu hai rovinato tutto.
Sei scomparso nel nulla, non capisco perché poi tu non mi abbia ucciso, forse non volevi lasciarmi per farmi del male?
Ti facevo forse troppa pena?
Che importa! 
Sei cambiato, non sei più il mio fedele orsetto peluchoso, non sei neanche più maschio.
Ormai sei con lei, ti sei appiccicata ad una principessa demone, che sembra più una fata che un demone.
Se non fosse per la tua presenza nelle altre due forme risulterebbe quasi un cosplay-parodia mal riuscito. Mi hai abbandonato per un'altra, ma ora tutto sarà sistemato, tu e gli altri cinque state cadendo nel mio tranello come mosche in una pianta carnivora.
Presto ti pentirai amaramente di ciò che mi hai fatto.
Mr. Bear

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Capitolo 9
*** La Cantina di Mr.Bear ***


Finale di serie.
------------------------------------------------------------------------------------Di fronte alla casa dal sinistro e decaduto aspetto, 3v3n, Bleeding Cross, Cheerilee e Peach decidevano il da farsi.
Valeva la pena giocare a questo stupido gioco creato da Mr. Bear per degli oggetti che aveva preso da loro?

Cheerilee:<< N-ne vale pena dite? >>

Chiese la pony tremando leggermente.

B.C:<< Non sappiamo neanche se quello che dice è vero >>
3v3n:<< Lo so. Ma se lo fosse?! Nessuno può fare questo a me e passarla liscia! >>

Disse con determinazione l'allenatore.

Peach:<< Ha ragione, anche se non fosse vero, lui non può fermarci, ha comunque una consistenza umana nonostante sia una creepypasta come noi, siamo più forti >>.

Inganno restava in silenzio, sembrava quasi triste, ma non voleva certo abbandonare il "suo" corpo.
Entrarono.
Un salone polveroso, poco addobbato e ammuffito li accolse in primo luogo. In secondo, la figura di Mr.Bear su una poltrona nella penombra.

3v3n:<< Tu! >>
Mr.B:<< Bravi amici miei >>

Disse l'uomo travestito da orso battendo allegramente le zampe, ma con una lentezza angosciante. Il suo tono era più che altro un sussurro sinistro, come facevano i bambini a cadere nel suo tranello poi, era un mistero.

Mr.B:<< Tutti qui, per trovare qualcosa che vi ho preso, quando voi avete qualcosa di mio >>

Disse indicando l'ombra della Principessa Demone con un artiglio.
L'ombra prese vagamente forma, divenne una copia di Peach con dei colori scuri. Nero il vestito ed i capelli, appunto aveva le corna, ali da pipistrello ed un serpente alla coda come la terza forma delle due messe insieme, occhi rossi compresi per il resto erano identiche.

Peach:<< Che intendi? >>
Mr.B:<< Ah, non lo sapevate? >>

Chiese nuovamente Mr. Bear alzandosi e avvicinandosi a loro.

Mr. Bear:<< Prima di te, Inganno era il mio amico Rapimento, un giorno scomparve, lasciandomi per poi stare con te! E già un miracolo che non mi abbia prosciugato! >>

Ringhiò.
Peach:<< Davvero? >>
Inganno:<< Non sai la verità Mr. Bear, non me ne sono certo andata per farti del male! >>
B.C:<< Ma quindi Inganno è un trans?! >>

Tutti lo fissarono male.

Cheerilee:<< Noi cosa centriamo con quel... >>
Inganno:<< Simbiote-succube >>
Cheerilee:<< Con quello?! >>
Mr.Bear:<< Diciamo che volevo divertirmi, ciò che vi ho rubato è nella mia cantina. Booby gli sta facendo la guardia >>
3v3n:<< Dobbiamo aggirare te ed una mano?! Troppo semplice >>

Ghignò 3v3n preparandosi allo scontro.

Mr.Bear:<< Povero illuso >>

Cadendo in ginocchio, Mr. Bear lanciò un urlo agonizzante che si trasformò in un ruggito. Il costume cadde a pezzi, da sotto crebbero chili di muscoli e pelo, le unghie delle mani si affilarono in artigli da orso, così come il corpo e il volto. 
Mr. Werebear* era cambiato del tutto.

Ceerilee:<< Ditemi che non sto vedendo davvero un orso mannaro >>
3v3n:<< Quasi mi pento di non aver guardato come si uccidono su Skyrim, Ben* perdonami! >>

La bestia si avvicinava al gruppo con fare minaccioso, il sorriso sul muso era qualcosa di inquietante, spettrale, perfino per loro.

3v3n:<< Vai Miki! >>

Il Charizard mezzo morto scese in campo e si piazzò davanti all'avversario.

3v3n:<< Sistemalo come tu solo sai fare amico mio >>

Con un ruggito i due corsero l'uno contro l'altro, finendo in un groviglio di morsi e zampate.
Con un coda acciaio, Mr. Bear si ritrovò contro una parete e Miki gli volò nuovamente addosso.

Peach:<< Andate in cantina e prendete le nostre cose, io aiuto Miki >>

Così detto si divisero.

Inganno:<< Facciamo del nostro meglio, non vedo l'ora di finire questo inutile peluche carico di steroidi >>.

                                                                                             CANTINA

I tre giunsero sul luogo. 
Accolti da una mano senza corpo a terra.

B.C:<< E tu vorresti fermarci?! >>

Chiese ridendo. 
Bobby disse:<< Insieme >> Ed un esercito di mani armate di pistole e coltelli gli si pararono davanti.

Cheerilee:<< Stare zitto no eh?! >>

                                                                                              SALONE

Mr. Bear era riuscito a scagliare Miki contro una libreria, questa cadde sopra il Charizard e il mostro stava per addentarlo.
Peach afferrò per la collottola l'orso mannaro e lo lanciò dall'altra parte della stanza.
Avvicinatasi a lui, mise le ali attorno ai fianchi come un hula-hoop e con una piroetta lo ferì al ventre. Scattò poi all'indietro per proteggersi.
Trasformatasi nella sua seconda forma, corse verso di lui, Mr. Bear gli lanciò contro vari oggetti e pezzi di legno del tavolo ormai distrutto, ma le dimensioni dell'avversaria variavano da grandi a piccole in continuazione e spesso glieli rilanciava contro con battiti d'ali.
Arrivatagli vicino, si mise a palla, con le ali attorno tutto il corpo rotolò contro di esso e come una rotaia cominciò a tagliargli la pelle.
Mr. Bear la scaraventò con una colpo contro il muro, il quale si ruppe e lei cadde di fuori.
Rialzandosi sulle zampe traballanti, fu accolta da un'altra serie di colpi, l'ultimo la spedì qualche metro più in la.

Inganno:<< Ok, insieme >>

Le due entrarono nella loro terza forma e con un possente ruggito si preparavano a fronteggiare l'avversario, il quale sembrava stare ancora benone.

                                                                                              CANTINA

B.C:<< Per sconfiggere quelle mani bastava solo un immortale a parare i colpi >>
3v3n:<< Ma fottiti stronzo >>

Cheerilee li ignorò e raggiunse gli oggetti rubati.

Cheerilee:<< Il coltello preferito di Bleeding Cross, il primo Pokédex di 3v3n, il mio tulipano preferito e...Principessa Peach? >>

Chiese notando la vera Peach, una buona e non demone di sicuro.

Peach:<< Delle altre creepypasta? >>

                                                                                              GIARDINO

Mr. Bear era spiazzato sopra il tetto di casa sua. 
Aggrappatasi ad esso con le ali, e bloccate con quattro zampe le braccia e le gambe del nemico, con le altre quattro Peach ed Inganno lo tempestavano di mazzate.
Dopo alcuni colpi, Miki sfondò la parete sotto di loro per uscire, facendo finire i due più lui di nuovo a terra.

Miki:<< (Sono arrivato in tempo?) >>
Inganno:<< Zitto va! >>
Mr.Bear:<< (Consideratevi fortunati ad essere vivi, i giochi finiscono ora!) >>

Una coltellata al cranio lo fece tentennare, seguita da un calcio di pony nel basso ventre e un Pokédex dritto negli occhi.

Peach:<< Perché ci avete messo tanto? Le nostre cose? >>

Gli altri indicarono la Peach normale che le teneva strette.
L'orso mannaro si alzò a fatica e fissò con l'unico occhio buono i suoi nemici.
Con un ultimo sforzo, si alzò in piedi e si lanciò verso di loro, solo per ricadere a terra stremato.
Inganno si staccò dal corpo ospite, facendo tornare la Principessa alla sua forma normale, e si avvicinò allo sconfitto. Divenne un ragazzo, sempre in nero, ma vestito con abiti pesanti e con due orecchie d'orso sulla testa ed una coda.

Inganno:<< Come ti dicevo, non ti volevo fare del male >>

Disse con una voce maschile.

Inganno:<< Ma per ogni anno che vivevo al tuo fianco, tu perdevi un anno di vita. Sarei voluta tornare, ormai non sei più umano del tutto. Ma ora che ho stabilito un contatto più forte non posso. Non volevo che tutto questo succedesse e so che è una cosa che non dico sempre ma...mi dispiace >>

In un instante tutto scomparve, la casa, la nebbia...si ritrovarono nel bosco e nessuno sembrava essere ferito.
Mr. Bear tornò nella sua forma umana e fece per andarsene, si voltò verso di loro e li salutò con un cenno del capo, gli altri risposero e s'incamminarono verso casa. Ostaggi compresi.

3v3n:<< Ma ora ci dobbiamo rifare la strada a piedi?! >>
Peach(Umana):<< Il portale per il mio regno è portatile, posso ospitarvi per una notte >>.

Con un grazie generale tutti s'incamminarono certi di una cosa, non ci sarà mai fine.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Note d'autrice:
(*)1=Werebear=orso mannaro in inglese.
(*)2=Ben Drowned

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Capitolo 10
*** Senza Corpo ***


Non ho un corpo,
non ho un genere ne una forma,
ho solo un'anima.

Un anima quasi vuota, capace di essere l'ombra di chiunque e al contempo la sua condanna.

Non puoi vedermi al buio, non puoi percepirmi, ma se cammini nel mio tranello, ti conviene essere interessante.

Solo essendolo potrò prenderti, come un fratello o una sorella sarò al tuo fianco, io ti darò la sicurezza, la salvezza ed il supporto, tu mi darai la vita.

Come una succube mi nutro della tua ospitalità, in cambio ti proteggerò dai pericoli, donandoti tutto.

Nonostante ciò rimarrai un giocattolo fra le mie mani, una marionetta nel mio spettacolo, la comparsa della mia recita e non te ne renderai conto.

Solo se sceglierai di tradirmi ti farò rendere conto della realtà, ti farò capire il tuo posto nel mio grande gioco e sarà troppo tardi. 
Per te.

Io mi staccherò dal tuo corpo, prosciugandoti l'anima per sopravvivere in solitudine, ma alla fine dovrò ritrovare un corpo.

Tu sei passata da me, ho visto la tua anima e mi è piaciuta, ti sei unita a me senza problemi, mi hai donato un'alleanza duratura, non come le altre.
Passano gli anni e tu mi hai reso più forte, mi hai dato tutto, lascia che ricambi il favore, donandoti ciò che tu mi hai donato Principessa, una vita vera.

Ritroveremo insieme qualcuno che starà al nostro fianco in tutto e per tutto, distruggeremo ogni ostacolo, tu ed io.

Se mai qualcuno dirà che ti sto solo usando, rifletti, anche io ho un cuore, anche io provo sentimenti. 
Vogliamo la stessa cosa tu ed io: ritrovare la famiglia.

Non ti libererai di me, perché sei tu stessa ad impedirtelo, ora svegliati il nostro viaggio continua.

Per sempre tua

Inganno

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Capitolo 11
*** Love You ***


Bleeding Cross fissava davanti a se la sua preda.
La ragazza dai capelli corvini e i rossi occhi felini si stava lisciando il lungo a nero abito.
Le ali da pipistrello si stendevano di tanto in tanto alla luce dei raggi lunari che si rifletteva sulle corna della succube. Il serpente che gli faceva da coda l'avvisò del visitatore.

Inganno:<< Bleeding Cross, fatti avanti >>

L'assassino uscì dall'ombra, mostrando ciò che aveva dietro la schiena, un mazzo di rose, rosse come il sangue.

B.C:<< Sei bellissima lo sai? >>
Inganno:<< Se questo è un tentativo di far colpo su di me non funziona lo sai? >>

Rispose lei con un tono beffardo e derisorio che indicava la crudeltà certa.
Bleeding Cross non si scompose, chiese semplicemente:<< Da quando ti allontani così dal tuo corpo ospite? >>

Inganno:<< Peach aveva da fare e siccome ospitati in questo regno* ho promesso di non fare danni, mi stavo riposando, da SOLA >>

La voce assunse un tono di comando all'ultima parola.

B.C:<< Ok arriverò al dunque, perché non vuoi uscire con me? >>
Inganno:<< Perché non mi interessi ovvio! >>

Sibilò lei con un ghigno di superiorità, squadrandolo dall'alto al basso come un predatore attorno alla sua preda.
I ruoli si erano ribaltati.

B.C:<< Non sai che ti perdi >>

Scherzò lui, Inganno era irremovibile come sempre.

Inganno:<< E non voglio saperlo, ti avrei già lanciato via, se non fossimo ancora in accordo dopo la sconfitta di Mr. Bear! >>

I suoi occhi brillavano pericolosamente, le pupille si erano ristrette a due strisce sottili, il che non era un buon segno.
Il serpente sibilava a Bleeding Cross come se fosse un topo.

B.C:<< E se io non volessi andarmene?! >>

Chiese spavaldo.
Lei si sciolse, trasformandosi in una pozza di liquido nero e denso, che scivolò sotto Bleeding Cross e lo sommerse ingrandendosi come uno slime.
Bloccato a terra, il ragazzo non poté fare altro che maledire la sua lingua lunga.

Inganno:<< Vuoi davvero sapere perché Peach non è qui e per quale motivo non ti voglio? >>

Chiese con un tono più calmo, lui annuì, non fidandosi di parlare.

Inganno:<< Ok. Qualche ora fa è successo che...

                                                                             FLASHBACK

Peach stava sonnecchiando tranquillamente sul letto della stanza degli ospiti. 
Stranamente non era molto vicina alla sua lei non-demone, in realtà non voleva spaventarla troppo, il suo battito cardiaco era sempre accelerato e la demone temeva che l'organo scoppiasse da un momento all'altro.
Inganno la fissava da molto, i suoi occhi rossi fecero una breve scansione del luogo per assicurarsi che l'incantesimo di insonorizzazione avesse funzionato.
Bloccò a porta e strisciò sopra il suo corpo ospite addormentato.
Delle catene nere e dello stesso liquido della simbiote-succube apparvero ai polsi e alle caviglie della vittima.
Solitamente faceva così solo quando cambiava corpo e si liberava definitivamente dell'ospite.
Ma stavolta aveva in mente qualcos'altro.
Peach si svegliò, la fredda temperatura delle catene la stava disturbando, aprendo gli occhi notò la sua "amica" a cavalcioni sulla sua vita.

Peach:<< Che combini? >>

Chiese notando le catene e i fili di bava che illuminavano le zanne di Inganno, la quale aveva un sorriso da far accapponare la pelle.

Inganno:<< Mi annoiavo e ho pensato di divertirmi >>

Rispose muovendo l'indice e il medio della mano destra come due gambe che camminano sullo stomaco dell'altra, arrivata al bordo dell'abito si fermò.

Inganno:<< Non arrivi proprio a cosa ho in mente vero? >>
Peach:<< No >>

In realtà ne aveva un'idea, ma non voleva ammetterlo, non voleva neanche pensarci.
Leccandosi le labbra inganno lacerò il vestito con gli artigli e i tessuti sottostanti.

Peach:<< HEY! Lo sai quanto costano?! >>

Ringhiò Peach morendo dalla voglia di saltare addosso all'altra, ma le catene sembravano averle bloccato i poteri.

Inganno:<< Inutile, come ti ho donati i poteri posso bloccarteli, non posso levarteli però non vorrei che mi morissi qui davanti. Ormai sono troppo AFFEZIONATA a te! >>

Cantò Inganno come se ci fosse qualcosa da festeggiare.

Peach:<< Giuro che appena mi libero ti... >>

Inganno la interruppe posando le labbra sulle sue. In realtà non era mai stata una tipa romantica, non aveva mai avuto un compagno. A parte la sua specie poteva autoriprodursi in alcuni casi.
Sorridendo malignamente, si preparò al divertimento che sarebbe arrivato dopo.

                                                                                    PRESENTE

Ancora shockato dalla rivelazione, Bleeding Cross non si accorse neanche che era libero.
Inganno si era ritirata sopra il ramo di un albero del giardino nel quale i due si trovavano, pensando al seguito e leccandosi le labbra nel contempo.

B.C:<< E come è finita? >>
Inganno:<< Meglio di quanto mi aspettassi, a parte non riusciva a muoversi un granché. E non per le manette >>

                                                                                   FLASHBACK 2

Mi sveglio quattro ore dopo, ricordo di aver perso i sensi quando....CAZZO!
Scatterei in piedi, ma il mio corpo urla dal dolore, vedo alcuni segni di graffi e morsi su di esso, di sicuro quella puttana di Inganno non è campionessa di romanticismo.
Aspetta un attimo dov'è?
E' qui, abbracciata a me, la voglia di distruggerla adesso, ma la sua presa sul mio corpo è parecchio forte, in più il suo serpente-coda a la bocca serrata sulla mia coda e i denti affondati in essa. La coda è il mio punto debole, non riesco a sopportare che qualcuno la tocchi e il dolore mi paralizza, ma è masochista quest'altra?!

Inganno:<< Giorno cara >>

Penso che la mia espressione diceva tutto.

Io:<< Ti ho mai detto che io e te dovremmo essere amiche?! >>
Inganno:<< Era una dimostrazione d'affetto infatti >>

Mi bacia ancora una volta e scompare, lasciando un incantesimo che cura le mie ferite.
Avrò gli incubi da ora in poi.

                                                                                        PRESENTE

B.C:<< Quindi non è arrabbiata? >>
Inganno:<< Non lo so >>
Peach:<< Ora lo sai >>

Sussurrò all'orecchio di Inganno Peach, uscita poco prima dall'ombra delle piante.

Inganno:<< H-heila! >>

Squittisce con paura Inganno.

Peach:<< Solo una cosa... >>
Risponde la Principessa Demone con rabbia.

Peach:<< Non metterti mai più quel rossetto che ho avuto un'intossicazione da trucco >>.

L'altra sorrise abbracciandola, lasciando Bleeding Cross a terra e tutto solo.

                                                                                     THE END

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Note d'autrice:
(*)1=Si riferisce al finale del cross-over dove Peach(normale) li ospita.

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Capitolo 12
*** The House of Doom ***


Era una casa solitaria, in un vicolo abbandonato della Pensylvania, tre piani di vecchio e ammuffito materiale, in compenso il giardino era abbastanza spazioso e allegro, se non fosse pieno di piante morte, alberi spogli che ospitavano altalene rotte e se non si affacciasse su un cimitero.

Luca:<< Dai ragazzi voglio vederla da dentro >>

Disse un ragazzo sui tredici anni, i suoi biondi capelli ribelli ed i suoi occhi azzurri viaggiavano dalla casa al suo coetaneo e amico altrettanto biondo dagli occhi color smeraldo e alla sua sorellina. 
Una dolce bambina con dei capelli neri e degli occhi nocciola pieni di vita. 
Ora erano ampliati e timorosi davanti a quella struttura che a quell'ora della sera era anche più inquietante.

Luna:<< Non voglio stare qui, torniamo a casa >>
Luca:<< Luna non è il momento, anche se hai paura non puoi tornare indietro a sola >>
Mike:<< Perché te la sei portata dietro, è piccola! >>

Disse Mike, rimproverando l'amico.

Luca:<< Dovevo fargli da babysitter >>

Rispose quest'ultimo, scavalcando il cancello e aiutando gli altri due a fare lo stesso.
Trovò l'unica altalena intatta e ci fece accomodare la sorellina con un:<< Aspettaci qui. Andrà tutto bene, i mostri e i fantasmi non esistono ok? >> Di rassicurante.
Luna annuì poco convinta, guardando il fratello maggiore e l'amico entrare li dentro.

                                                                                CORRIDOIO PRINCIPALE

Luca:<< Ok Mike, vai di sopra, io comincio a registrare qui >>

Spiegò Luca, i due i tenevano a registrare il tutto per dimostrare il loro coraggio a scuola e in giro.
I due si separarono, non immaginando di essere osservati.
Un'ombra solitaria era appostata sulle travi del soffitto a fissarli con due occhi rettiliani rosso sangue, lasciando colare gocce i saliva con impaziente attesa del pasto.
Camminando come un ragno sui soffitti e le pareti, raggiunse un gatto dorato che dormiva nella cucina della casa.
Gli sussurrò all'orecchio canticchiando:<< Svegliati. La cena è arrivata, non dormire, orsù sveglia! >>
Il felino spalancò due occhi blu oceano e sorrise, un sorriso malato è contorto, da cui trapelava fame e trasmetteva un piccolo bagliore di gioia.
Miagolò con un tono basso, come se trasmettesse un segnale, un segnale che raggiunse altri individui in quella casa.

                                                                                     PIANO SUPERIORE

Mike si avventurò in camera da letto, non trovando nulla.
Polvere, polvere e ancora polvere.
Uscì, lasciando la porta cigolare chiudendosi e coprendo il rumore di passi.
Passi silenziosi e tranquilli, passi lenti e danzanti, di due sagome nascoste nell'ombra, ombra dalla quale trapelavano risatine malefiche.
Mike entrò nel bagno, fece qualche foto e fissò lo specchio sopra il lavandino.
Osservava il suo volto e si sorrise, passandosi una mano fra le ciocche dorate e mutando espressione da gioia a paura.
Il suo riflesso era nero, il suo volto era introvabile, solo un folle sorriso, accompagnato da due occhi rossi e trapelanti di sangue.
Lanciò un urlo e fuggì da lì, solo per essere accolto da un altro individuo.
Una felpa verde scuro copriva tutto il busto, delle ciocche color cioccolato coprivano il volto dell'uomo che spinse a terra Mike, facendolo cadere poco fuori dal bagno, la cosa nello specchio cominciava a venire fuori ormai.

Mike:<< Aiutami ti prego! >>

Pregò all'altro.
Lui alzò la testa, nella luce della luna che filtrava dai vetri rotti delle finestre s'intravedeva un volto oscuro, una X bianca copriva la bocca, in forte contrasto con gli occhi neri del mostro che era li in piedi.
Alzandosi, Mike fece per correre, ma delle braccia lo tenevano fermo in posizione, bloccandogli la fuga e esponendo la sua pallida gola.
Il ragazzo incappucciato sollevò un coltello e lo poggiò contro la trachea.

Mike:<< Vi prego no! Aiutooo! >>

Uno scatto della lama e uno schizzo di sangue su tutte le pareti.
Il corpo senza vita di Mike cadde a terra nel silenzio e li vi rimase con gorgoglii soffocati e spasmi.
Luca accorse sul posto chiamando l'amico e trovando solo il suo cadere.
Tappandosi la bocca con entrambe le mani per non vomitare singhiozzò disperato.
Si voltò e corse all'entrata, cercando di uscire ma trovando la porta bloccata.
Batté contro di essa.

Luca:<< LUNA! Apri ti prego sono io! LUNA! >>

                                                                             GIARDINO

Luna si dondolava sconfortata.
Era sola da più di un'ora e nessun suono era partito dalla casa.
Aveva promesso di aspettarli li e di non dire niente ai genitori.
Ora lo rimpiangeva, era stanca, spaventata e infreddolita.
Piangeva silenziosamente, mentre qualcosa attirò la sua attenzione.
Un procione con delle ali da farfalla e delle antenne in testa, svolazzò intorno a lei per un momento, veloce come un lampo le si posò davanti con un pacchetto fra le zampe.
Glielo porse.
Luna prese il pacco, strappò via la carta marrone e polverosa, per trovare una coperta, una soffice, grande, pelosa e calda coperta.
Se la mise attorno, sentendosi subito sollevata.

Luna:<< Grazie >>
Peach:<< Prego >>
Luna:<< Sono Luna, come ti chiami? >>
Peach:<< Peach >> 

Rispose diventando quella che sembrava la principessa di Super Mario, salvo coda, ali, antenne, artigli e denti affilati.

Peach:<< Perché non entriamo? a freddo qui fuori e in casa c'è da mangiare >>
Luna:<< Davvero? Ma io non posso andare con gli sconosciuti >>
Disse la bambina con voce innocente.

Peach:<< Ma io non sono più una sconosciuta, in più tuo fratello Luca ed il suo amico Mike stavano giusto per chiamarti >>

Disse sempre sorridendo la principessa. 
Sorridendo a sua volta, Luna le prese la mano e s'incamminò con lei.

                                                                      CORRIDOIO PRINCIPALE

Attraversata la porta d'ingresso, la casa era diversa: tutto era perfettamente addobbato e accogliente, come una casa dei giochi appena costruita.
Gli occhi della bambina brillavano con gioia, mentre seguiva la principessa in quel mondo tutto nuovo e colorato, soprattutto il piccolo tappeto di seta rossa sulla quale le due stavano camminando.

                                                                        CORRIDOIO PRINCIPALE  

Luca smise di tentare di aprire la porta. per un solo attimo la sentì aprirsi e richiudersi da sola, ma guardandola non si mosse. Sentiva dei passi ed un dolce profumo da donna, ma nulla. Sentì addirittura qualcuno camminargli addosso, sul quel piccolo tappeto di seta rossa dove egli stava.
Cerò di seguire i passi, giungendo ad una porta sul retro, conduceva ad una serra. 
Una serra dall'aspetto parecchio differente dal resto dell'appartamento.
Le piante erano giovani e vive, quasi come se non appartenessero a quel posto, tutto era in un ordine armonioso ed inquietante allo stesso tempo.
Noto quello che sembrava un pony che doveva essere femmina dall'aspetto, seduta al centro della serra.
Aveva un pelo color fucsia vivo, con una criniera e la coda rosa chiaro e due occhi color smeraldo, come quelli del suo amico Mike, ma più accesi. Sui fianchi vi erano disposte in egual modo tre margherite ed un giglio blu sporgeva dalla criniera, coprendo quasi l'occhio destro del pony.
A Luca parve di ricordare che doveva uscire di li solo sentendo ancora dei passi.
Ma non appena si voltò un forte spintone lo fece cadere a terra e gli fece slogare la caviglia dalla brutta posizione in cui era caduto.
Il pony si mosse verso di lui con fare sinistro ed inquietante. 
Camminando lentamente, come se danzasse al ritmo del cuore del ragazzo*.

Cheerilee:<< Non ti conviene disturbare il mio giardino >>
Disse la voce femminile dell'animale.

Luca:<< Chi sei?! Dove sono?! Cosa vuoi?! >>

Chiese il ragazzo, piangendo per il dolore e per la paura del suo destino.

Inganno:<< Fa un po' troppe domande il ragazzo >>

Sogghignò una donna in nero, totalmente, l'abito e i capelli spiccavano sulla pelle pallidissima, insieme a due occhi da rettile rosso sangue.
Scostò i capelli che si erano intrecciati su due corna arcuate, lasciandoli cadere sulle spalle e leggermente su quattro ali da pipistrello, un serpente grigio a strisce nere fece capolino da dietro di lei, leccandosi le squamose labbra.

Peach:<< Sinceramente li preferisco quando stanno zitti >>

Continuò la Principessa Demone accostandosi all'altra, sembravano quasi uguali.
Quasi.

Luca:<< Cosa siete?! >>

Chiese il ragazzo ancora una volta.
Cheerilee andò a prendere qualcosa da un armadietto, mentre le altre due si fusero insieme, dando vita ad un lupo con quattro teste dagli occhi infuocati e con zanne talmente affilate da estendere i canini oltre le labbra dall'alto in basso e viceversa, otto zampe, forse un paio a testa, letteralmente, ospitavano artigli acuminati. Le corna accoppiate con le ali da pipistrello sembravano appartenere ad un diavolo dell'Inferno e i serpenti alla coda erano quattro.

Cheerilee:<< Noi, siamo tutto >>
Peach:<< Siamo la paura che ti tiene sveglio, l'ombra che ti osserva sulla parete >>
Inganno:<< Siamo il mostro che si nasconde dentro di te, un incubo della tua anima* >>

Dissero con tono cantilenante, intanto Cheerilee gli si fece vicino con uno strano spray.

Cheerilee:<< Tranquillo è fertilizzante liquido >>

Disse la pony spruzzandoglielo contro.

Cheerilee:<< Dona alle piante una crescita forte e ISTANTANEA >>

Continuò con una risata finale.
Luca si contorceva nel dolore, la pelle e i tessuti interni si laceravano lentamente e con forti strappi, perdendo sangue e un liquido verdognolo, lasciando il posto a strane radici, che spezzavano ogni osso e ostacolo nel loro cammino della crescita, lasciando il ragazzo morto, nient'altro che un intruglio di sangue, carne e piante a terra.
Sorridendo, le tre assorbirono la sua anima, cibandosi dell'unica carne che nulla è in grado di frantumare, quella dell'essere.
Così fecero coloro che uccisero Mike, mentre un Charizad zombi bruciava il suo corpo, 3v3n e Bleeding Cross portavano via con loro quello che una volta era un ragazzo come tanti.
Sotto una luna brillante i loro corpi riacquistarono forza e vigore, così come le loro anime, dannate ad un' esistenza eterna che ha come prezzo la vita degli altri.

                                                                       IL GIORNO DOPO

Tutti i giornali parlavano dei ragazzi trovati morti e della bambina superstite che dormiva beata in una delle stanze con un piatto di latte e biscotti accanto.
Non sempre essere coraggiosi e scettici porta bene quanto essere intelligenti e cauti.

E voi?
Com'è la luna nel cielo?

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Note d'autrice:
(*)=Danzare a ritmo del cuore: dal Film Van Helsing è ciò che dice Dracula.
A qualcun altro piace il film?
(*)=Frasi della canzone When you're evil di Voltaire, tradotte ovviamente.
Scrivete nei commenti che ne pensate.

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Capitolo 13
*** Gioco Infinito ***


E' bello inseguirti, terrorizzarti, straziarti, portarti alla pazzia, per poi consolarti. Ti osservo dormire, mi avvicino al tuo letto, al tuo corpo inerme, osservo ciò che ci differenzia e ciò che ci rende uguali. Il tuo corpo perfetto, a differenza del mio, pallido, morto e con il ventre aperto a metà verticalmente. l tuo stomaco è chiuso, senza tagli, il tuo petto si alza e si abbassa con ogni respiro, appoggio la mia mano artigliata su di esso, il tuo battito cardiaco è così rilassante, le tue delicate mani dalle unghie perfettamente curate e non taglienti stringono un peluche, un orsacchiotto arancione e bianco che il tuo migliore amico ti ha donato. E' bello inseguirti, terrorizzarti, straziarti, portarti alla pazzia, per poi consolarti.

Ti osservo dormire, mi avvicino al tuo letto, al tuo corpo inerme, osservo ciò che ci differenzia e ciò che ci rende uguali.
Il tuo corpo perfetto, a differenza del mio, pallido, morto e con il ventre aperto a metà verticalmente. l tuo stomaco è chiuso, senza tagli, il tuo petto si alza e si abbassa con ogni respiro, appoggio la mia mano artigliata su di esso, il tuo battito cardiaco è così rilassante, le tue delicate mani dalle unghie perfettamente curate e non taglienti stringono un peluche, un orsacchiotto arancione e bianco che il tuo migliore amico ti ha donato.
Il mio sguardo viaggia alla tua bocca leggermente socchiusa, ai tuoi denti piatti e non affilati e pericolosi come i miei, i tuoi occhi sono chiusi. Peccato.
ho sempre amato come le tue iridi marrone nocciola, si rispecchiano nei miei occhi variopinti, viola fluorescente il destro, il tuo colore preferito e rosso sangue il sinistro, il mio color preferito. Entrambi privi di sclera e iride, solo questi due colori ornati da due pupille lunghe come quelle di un rettile.
Siamo così simili, eppure così diverse.

Io ti devo la vita, tu mi hai creato, dandomi un corpo dalle tue paure più profonde, cercando di liberartene le hai rese me, mi hai reso libera. Libera dal tormento della non esistenza, dalla consapevolezza di non esistere, tu "sorella" mia, mi hai reso viva.

Ti scuoto leggermente per svegliarti, poi mi ritiro nell'angolo più buio di quella che è ormai la nostra stanza, ovunque tu vada io ci sono sempre, ci sarò anche nella tua morte.
Ti metti a sedere, non capendo cosa ti ha svegliato, fissi la tua sorella umana dormire beata, ti guardi attorno e quando stai per rimetterti a dormire, mi senti. Senti il mio sguardo, il mio respiro, la mia presenza.
Mi cerchi, non mi trovi, ti sdrai e chiudi gli occhi, avanzo e torno al tuo fianco, sfiorando le ciocche castane dei tuoi capelli, ti copri leggermente il volto, quasi non volessi far notare la tua paura.
Torno nel mio angolo, non badando ai tuoi movimenti, ricordando le altre volte che non mi hai visto e pure ero qui, quando studiavi io ero qui, ci sono sempre.

Il tuo fiato smorzato mi fa voltare, mi hai visto.
I tuoi occhi ampliati con stupore e paura sono fissi su di me, la tua bocca spalancata non trova il modo di chiudersi, il tuo corpo è così teso che sembra stia per spezzarsi.
Sorrido, saltellando verso di te, ti alzi, mi giri intorno e corri, il tuo orsacchiotto è rimasto sul letto, fissando il vuoto con i suoi occhi di vetro.
Da poco sedicenne e la più coraggiosa fra i tuoi parenti ed i tuoi amici, ora stai fuggendo, i tuoi rincasano tardi e tu cerchi rifugio nella loro camera.

E' bello inseguirti, terrorizzarti, straziarti, portarti alla pazzia, per poi consolarti.

Ti seguo, ti cerco, ti trovo.
Cerchi rifugio nell'armadio, eccoti li, anche tu ora sei in un angolo buio, tentando di sparire, temendo di essere vista.
Ci siamo come scambiate di ruolo, ora quella quasi introvabile sei tu ed io quella che ti dovrebbe cercare.
Il mio sorriso si amplia,cantando una simpatica ninnananna, la tua preferita avanzo a carponi fino ad arrivare davanti a te. Il tuo respiro sul mio volto è così dolce, il battito accelerato del tuo cuore è come musica per le mie orecchie. Il tuo sguardo è impagabile, il sudore sul tuo corpo è come un vestito di perle che brilla, che solo io posso vedere.
Il sangue che cola dalla mia ferita goccia sul tuo pigiama, ti raggomitoli come un neonato nel grembo materno e chiudi gli occhi, coprendoti le orecchie non  volendo ascoltarmi, ma il suono della mia voce si è insinuato nel tuo cervello, radicato nella tua memoria, è ormai inestirpabile.
Piangi, tremando violentemente, consapevole che per quanto tu abbia scherzato sulla mia esistenza, a volte credendoci a volte no, ora non puoi scappare.

E' bello inseguirti, terrorizzarti, straziarti, portarti alla pazzia, per poi consolarti.

Tutte le volte che ti sentivi osservata, ero io.
Colei che ti seguiva di notte, ero io.
Che ti tormentava negli incubi, ero io.
Che ti spiava nell'ombra, ero io.
Che ti seguiva ovunque facendoti venire attacchi di paura, ero io.
Colei che ora non ti lascerà mai, che continuerà a starti accanto, che sarà parte di te, sono io.

E' bello inseguirti, terrorizzarti, straziarti, portarti alla pazzia, per poi consolarti.

Ti avvolgo fra le mie braccia, stringendoti a me, e sentendoti tremare al mio tocco.
Ti calmi improvvisamente, come se non ti fossi più estranea, come se ti fossi abituata alla mia presenza.
Ti riporto in camera e ti deposito a letto, sdraiandomi al tuo fianco, noto come i tuoi occhi mi fissino, o almeno tentino di fissarmi al buio, con curiosità. Senza più timore o paura, con curiosità e apprensione.
Ti addormenti, o sei svenuta?

E' bello inseguirti, terrorizzarti, straziarti, portarti alla pazzia, per poi consolarti.

Ripulisco tutto il sangue, ci vuole molto, poi torno nel mio angolino, preparandomi a camminare al tuo fianco un'altra giornata.
Perché questo è come un gioco senza fine.
Io sono come l'ombra della paura, che ti fa annaspare nel buio alla ricerca di un appiglio, quell'appiglio sono io, ma sono anche colei che ti ha rinchiuso in quella disperazione eterna.
Il gusto di fare questi scherzi può sembrare malvagità, voglio solo essere notata, quando mi avrai accettato, allora saremmo una cosa sola, per sempre.

E' bello inseguirti, terrorizzarti, straziarti, portarti alla pazzia, per poi consolarti.

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Capitolo 14
*** Hide and Seek ***


Ding Dong
I know you can hear me
Open up the door
I only want to play a little

Mezzanotte, un'ora perfetta per giocare.
Dove sei? 
Non vuoi giocare con me sorella?
Ho capito! Vuoi giocare a nascondino!
Io cerco.

Ding Dong
You can’t keep me waiting
It’s already too late
For you to try and run away 
I see you through the window 
Our eyes are locked together 
I can sense your horror
Though I’d like to see it closer

Adoro quel tuo sguardo sorella mia, lo stesso di paura che avevi quando hai visto che la tua creazione più perfetta...io...sono viva, sono reale, tu mi hai reso vera.

Ding Dong
Here I come to find you
Hurry up and run
Let’s play a little game and have fun
Ding Dong
Here I come to find you
Hurry up and run
Let’s play a little game and have fun

Sto arrivando.
So già che sei fuggita, ma dove vuoi andare?
io ti troverò ovunque, siamo LEGATE INSIEME, la stessa cosa, non possiamo separarci.

Ding Dong
Where is it you’ve gone to?
Do you think you’ve won?
Our game of hide and seek has just begun
I hear your footsteps
Thumping loudly through the hallways
I can hear your sharp breaths 
You’re not very good at hiding

Sento i tuoi passi, il tuo respiro, il tuo cuore.
Ti percepisco, riconosco il tuo odore, quello del caldo sangue che scorre nelle tue vene.
Non sei brava a nasconderti ora, sei sempre stata brava prima, sembri agitata...spaventata.

Just wait, you can’t hide from me (I’m coming)
Just wait, you can’t hide from me (I’m coming)
Just wait, you can’t hide from me (I’m coming)
Just wait, you can’t hide from me

Non puoi nasconderti.
Non puoi scappare.
Non puoi lasciarmi sola.
Non puoi abbandonarmi qui.

Knock Knock
I am at your door now
I am coming in
No need for me to ask permission

Sei in camera nostra?
Forse si, la porta prima non era chiusa a chiave.
Entro.

Knock Knock
I’m inside your room, now
Where is it you’ve hid?
Our game of hide and seek’s about to end
I’m coming closer
Looking underneath your bed but
You’re not there, I wonder
Could you be inside the closet?

No davvero dove sei?
Non sotto il letto a quanto pare, quasi quasi...l'armadio?
Eri li l'ultima volta, non puoi essere così stupida, no! Scusa non volevo pensarlo! Magari sei solo disperata?!
Bé diamo un occhiata.

Ding Dong
I have found you
Ding Dong
You were hiding here
Now you’re it
Ding Dong
Finally found you, dear
Now you’re it
Ding Dong
Looks like I have won
Now you’re it
Ding Dong
Pay the consequence

Cu cu!
Guarda guarda chi c'è qui?
Ti ho trovato cara, certo sembriamo amanti, così...ma non siamo neanche sorelle non vero senso della parola. Il bacio che ti rubo quindi non è un gran problema.
Ma ora c'è la penitenza, vieni con me.

Ding Dong
I know you can hear me
Open up the door
I only want to play a little

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Capitolo 15
*** NON ABBASSARE GLI OCCHI ***


Sono già le 18:00 e l'autobus ancora non arriva.
Odio quando è in ritardo, non sopporto stare fuori di casa a quest'ora; soprattutto in inverno, quando si fa buio presto.
Sono uscita di primo pomeriggio con mia sorella, voleva che l'accompagnassi ad incontrare il suo ragazzo il giorno di San Valentino, poi lei lo avrebbe riaccompagnato a casa, peccato che gli è servita la mia auto.
Ancora non arriva.
Fisso la panchina di ferro dipinto di viola con disinteresse, intravedo una scritta in nero: Non abbassare gli occhi!
Non so perché, ma quasi come quando si sfidano le frasette o le scommesse degli amici, abbasso lo sguardo.
All'inizio ammetto di non vedere nulla, guardo meglio, cercando di scorgere l'asfalto sotto la grata della panchina, c'era qualcosa.
Vedo prima un paio di occhi, spenti come se privi di luce.
Vedo poi un volto, contorto in un espressione di angoscia, dolore e terrore puro.
Il sangue, scarlatto e caldo.
Riconosco il MIO volto!
Sbatto le palpebre e volto lo sguardo, ma la sensazione di quegli occhi, dei miei occhi morti che mi fissano non cessa.
Abbasso nuovamente lo sguardo, sono ancora li.
Mi alzo, non c'è nessuno a cui chiedere aiuto, forse ho solo bisogno di un dottore, forse è solo la stanchezza.
Decido di chinarmi e guardare sotto la panchina, niente.
Come se non avessi visto nulla, mi rialzo e guardo la grata, eppure è li, sono li.
Mi riabbasso, nulla.
Alla fine striscio sotto la panchina e alzo lo sguardo.
Per fortuna che non c'è nessuno, così sdraiata sulla schiena e sotto una panchina, avrebbero tutti riso di me.
Vedo di nuovo un volto: scuro, privo di luce e vuoto, come una sagoma di fumo senza nulla.
Vorrei alzarmi, vorrei chiedergli chi è, ma non riesco a muovermi o ad emettere alcun suono, sono come paralizzata sul posto.
Ora capisco, vedevo me stessa, perché era il futuro.
Sono io adesso, un corpo morto a terra, ucciso non so come da quell'essere, quella Presenza oscura.
E' troppo tardi per rialzarsi.
Ora so che non devo mai sfidare il dubbio, tanto meno una scritta così stupida e banale: Non abbassare gli occhi!
Mi chiedo anzi, come non l'abbia notato prima: casualmente non c'è nessuno, l'autobus ritarda di un'ora, l'unica scritta su un posto vuoto. Niente graffiti, niente spazzatura a terra, tutto perfetto, tranne che per quell'unica scritta: Non abbassare gli occhi se non  vuoi essere vittima della PRESENZA!

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Capitolo 16
*** La Cerva ***


Più la guardo più penso: come si può essere così?
Come può in un qualcosa di così grazioso e puro, in una bellezza timida e costantemente innocente, nascondersi tanto odio, rimorso.
Il mio fucile non può più difendermi, la dolce e tenera creatura spaventata che sarebbe servita a sfamarmi ha ora invertito i ruoli.
I grandi occhi lucidi e spaventati sono fissi con rabbia e rancore nei miei, le zanne che non immaginavo potesse avere, chiuse in un ringhio di crudeltà.
Quando una semplice lotta per la sopravvivenza, si spinge troppo avanti, bisogna sapersi tirare indietro, non tentare invano di catturare una preda inafferrabile.
Perché tutti i deboli, dentro sono forti.
Ed è oramai troppo tardi, per tornare indietro, non per ammirare la grande magnificenza e bellezza della cerva che è ora l'innocenza e la morte insieme, l'orrore e la bellezza.

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Capitolo 17
*** Black Swan's Dolly ***


Era una grande ballerina Melissa.
Fin da piccola aveva dimostrato grande bravura e passione verso quell'arte così espressiva e ammaliante che era la danza.
Spiccava particolarmente in quella classica, fu così che i suoi la iscrissero ad una scuola molto cara, ma anche la migliore.
Come lei.
La migliore del corso e di tutto l'istituto, sembrava quasi un'altra, un tutt'uno con la musica ed il movimento.
Cresceva danzando e nessuno, nemmeno il più critico, riusciva a dire qualcosa sul suo stile.
Fino a quando, ormai cresciuta, non volle partecipare ad un'importante concorso, la vincitrice, sarebbe stata la ballerina principale di un musical, sarebbe stata il Cigno Nero.
Lei bramava quel posto, sentiva nel cuore che era il suo destino, essere la numero uno.
E così passava le giornate esercitandosi, come sempre non sembrava stanca di fare ciò, sembrava che la sua bravura, la sua autostima e la sua gioia crescessero e fossero essenzialmente costituiti da ciò.
Alle selezioni era andata perfettamente in ordine: un tutù rosa con perfetta sincronia di colore insieme alle scarpette e le calze, i capelli neri in una crocchia e gli occhi scuri che le brillavano dall'emozione.
Emozione che spesso spariva all'osservare le sue rivali, sembravano bambole, con quei sorrisi finti di superiorità, quel desiderio di vincere solo per il premio del ruolo, nessuna passione. Solo un esercito di soldatini di piombo che seguiva le istruzioni della mano che li muoveva.
Null'altro che burattini senza vita, con il solo scopo di compiacere il burattinaio, brutti anatroccoli che mai sarebbero divenuti cigni.
Al suo turno diede il meglio di se, mai aveva messo così tanto impegno e concentrazione, quasi rischiasse di divenire lei stessa un burattino o una scimmietta ammaestrata che voleva solo il premio.
Quando finì, attese il risultato, osservando l'ennesima rivale che entrava ed usciva: una donna aggraziata con lunghi capelli castani e occhi che sembravano dorati, il suo sorriso era meno finto, i suoi movimenti più passionali.
Quella non era l'ennesima finta bambola, era come lei, una ragazza in carne ed ossa che danzava per passione, per amore della danza e della musica, qualcuno che era vivo dentro.
Poteva essere pericolosa per la sua vittoria, ma ciò rendeva più interessante la selezione, una vera rivale.
Quando però comunicarono il risultato, la gioia e il divertimento che la competizione avevano acceso in Melissa, furono sostituiti da un'amara tristezza, un senso di vuoto che bruciava e doleva nel petto, faceva tanto, tanto male. Come se non riuscisse più a respirare.
<< La vincitrice è la numero dieci >>
La numero dieci.
L'altra ragazza viva, l'altra unica danzatrice fra le bambole.
Melissa si congratulò, per una volta con un sorriso finto.
Si diresse a casa in lacrime, distrutta, pervarsa da una delusione e da una tristezza che per un attimo le fecero desiderare la morte.
Tutto pur di non sentire quell'orribile dolore nel petto, tutto.
Dei cigni passavano su un prato li accanto, alcuni bianchi e candidi, altri neri e scuri.
I cigni neri, il Cigno Nero.
Lei era il Cigno nero, non quell'oca tinta di un colore che non era suo, come il ruolo.
Tornò a casa di corsa e prese tutto l'occorrente, la recita era ancora lontana, quindi aveva tutto il tempo del mondo.
La sua casa divenne un silenzioso limbo di dolore, morte e follia.
Il suo tutù rosa era tinto di nero e rosso. La vernice gettata confusamente su di esso e il sangue degli stessi cigni neri che l'avevano salutata dal prato.
Mentre lei strappava loro le penne e le attaccava all'abito con cura, fino a creare un elegante e macabro abito di piume nere come la pece, con due ali finte che si aprivano sulla schiena, quasi come un angelo caduto.
Rintracciò nei giorni seguenti le concorrenti e le partecipanti all'opera, erano solo bambole degne a malapena di stare sul suo stesso palco.
Così lei le sistemava, morte, prive di vita, con un trucco da bambole e degli abiti da bambole, in pose finte e senza un errore.
Poi prese finalmente la numero dieci e le mise un abito di piume bianche, come aveva fabbricato il suo, per poterla distruggere alla fine.
Il cigno nero che uccideva il cigno bianco.
Giunse la recita, il palco era perfetto come tutto il resto, gli spettatori erano entusiasti e gli addetti non informati sull'accaduto.
Per loro era solo cambiato il copione, di un regista che giaceva sotto l'impalcatura, circondato da ordigni esplosivi.
Pronti a fare il botto per il gran finale.
Lei ballava con il suo compagno, un bel ragazzo, anche lui vivo.
Lei era nel suo abito da Cigno Neo, con un trucco da bambola però, perché doveva essere esageratamente bella per quel ruolo. Trucco vistoso e quasi pesante, tuttavia che lasciasse vedere che tale bambola aveva un cuore e dei sentimenti, che era viva.
Alla fine del ballo, mentre le miriadi di bambole erano ferme sullo sfondo a muoversi in modo meccanico per dei cavi appesi al soffitto, proprio come quello che erano, dei semplici burattini dai finti movimenti.
Il pubblico applaudiva e sorrideva, sembrava un grande recita a loro.
Alla fine si alzò fino al soffitto la numero dieci, legata con finte ali spalancate ad una croce di legno di mogano.
In lacrime.
Cercava di chiedere aiuto, ma era troppo stanca, esausta e il pubblico ancora sorrideva.
Melissa andò al centro del palco e si inchinò.
<< La danza è tante cose. E' passione, è gioia, è amore e perfino tristezza, rabbia e sofferenza. Morte. Tutti semplici sentimenti e situazioni, che possono generare melodie, le quali possono generare movimenti e coreografie. La danza è vita stessa. Stasera vi ringrazio di essere qui, di essere venuti a questa magnifica opera, per assistere all'ascesa del Cigno Nero e della sua bambola, nella vita e la morte >>
Si inchinò ancora all'applauso, premendo un pulsante sul vestito e lasciandosi con un sorriso in lacrime, investire dall'esplosione e concludendo il suo più grande successo.
Aveva realizzato il suo sogno, tutti parlavano di lei, della sua bravura e della su follia.
Alla fine la danza è vita, ma non balliamo con lei, per lei, siamo bambole che si muovono alle sue note e alle sue coreografie.
Nulla più che bambole che pretendono di sembrare cigni aggraziati, che amano e vivono per ciò che fanno o che semplicemente sono costrette a fare.
Tutti qui ad osservare le macerie, a rabbrividire sapendo che il corpo di Melissa, la Bambola del Cigno Nero, non è stato trovato, è come scomparso e la sagoma di due ali spalancate fra la polvere è perfettamente visibile.
Questo perché la danza è vita, una vita che non può essere spenta.

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Capitolo 18
*** Build Battle ***


<< Dai dai! Almeno una vittoria! >>

La giovane ragazza era parecchio concentrata sulla partita che si stava svolgendo su Minecraft: Build Battle.
Per farla breve: si sceglie a votazione un tema qualsiasi e il giocatore singolo, o la coppia, o la squadra, deve costruire uno scenario che più gli si avvicini. Per esempio se il tema è la spiaggia, si può optare per un pavimento di acqua per poi mettere sabbia, creature marine e costruire qualche bagnante con il vario materiale. Poi si vota, tutti insieme, chi ha ottenuto più voti positivi vince ovviamente.

<< Fa che il tema sia qualcosa di serio, ti prego Notch, Herobrine, Ender Dragon...anche Entity 303 non mi importa. Ma datemi un tema serio e non complicato >>

Il tema scelto era: Letto.

<< Giustamente >>

Sbuffò la ragazza seccata.
Allora, fare semplicemente un letto era troppo banale ovviamente, serviva qualcosa di bello e significativo e lei di inventiva per le costruzioni di Minecraft né aveva molta, si era costruita un impero.
Mise in pausa e cercò un'idea adatta.

<< Quante camere degne di un premio ho visto ultimamente? A parte la mia >>

Scherzò con se stessa ridacchiando, anche perché fra peluches e oggetti da disegno per varie fanart avrebbe seriamente dovuto rimettere a posto.
Effettivamente c'era uno stile di letto, di stanza, che sarebbe stato comunque bello da vedere.

<< Ok, cerchiamo di non riprodurre la versione spazzatura di ciò che ho in mente >>

Pavimento in...il quardo dai era carino; il letto ovviamente doveva essere una struttura imponente e curata nel dettaglio...in pochi minuti.
Perso in partenza praticamente.
Tuttavia riuscì rapidamemte a riprodurre un letto matrimoniale stile vittoriano con tanto di tende di seta semi aperte(e sorvoleremo su tutte le divinità di Minecraft che la ragazza avrà tirato giù per farle almeno decenti); le coperte erano nere, in tono con le colonne e la testiera in legno scuro con alcuni disegni di rose (o quelle cose che somigliavano a rose) blu; infine usò la lana rossa per ricreare delle specie di nastri scarlatti attorno alla testiera e alle colonne, prima di fare un cuscino però, almeno una persona addormentata dai.

<< Ok, mi ucciderà per starle rovinando l'immagine ma poi chiederò scusa >>

Cercò di riprodurre bene la figura addormentata di una donna, l'effetto delle coperte era venuto bene, idem il cuscino su cui posava e il busto, la faccia...dai tanto è il letto il tema.
E poi fare bene una faccia con cubi di lana non è molto semplice.
Infine, tanto per restare sempre in tema, mise dei letti, i soliti in cui il personaggio può dormire, come decorazioni lungo le colonne, giusto in tempo visto che era il momento di giudicare le opere d'arte.
Capito la battuta? Opera d'arte...quella cosa!

<< Prepariamoci a soccombere e ad arrivare nemmeno ventesime >>

Tuttavia, la scritta della vittoria comparve proprio nel duo scenario.
Aveva vinto!

<< Oddio! Non ci credo! Una partita su cinque grazie al cielo! >>

Si, tale gioco è arduo anche se divertente e creativo e molto utile nel cercare modelli per le proprie costruzioni in Minecraft.
La ragazza immortalò il momento e festeggiò allegra la vittoria, magari nella Hall of Fame del suo mondo nel gioco poteva inserirci un cartello commemorativo o tale Pixelart.
Ma prima doveva ringraziare la fonte della sua ispirazione.

---

Tu: Hei Mistress ho una grande notizia per lei.

Mistress Night(Wolfy): Dimmi Puppy.

Tu: Ho vinto una Build Battle ispirandomi al suo ottimo gusto in fatto di stile.

Mistress Night(Wolfy): Awww well done Pet ❤

Tu: Poi ho inviato il file prima.

Mistress Night(Wolfy): Si ora l'ho visto. Ah questo Whatsapp.

Tu: Ok, ora vado.

Mistress Night(Wolfy): Aspetta, vedendo il file devo premiarti per la tua vittoria, un pochino anche punirti per come mi hai fatto.

Tu: Ma...adesso io sarei un po' impegnata Mistress.

Mistress Night(Wolfy): Perché che fai?

Tu: Sono fuori casa a fare un importante lavoro. Voi?

Mistress Night(Wolfy): Sono sdraiata sul tuo letto, comparsa appena accanto a te.

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