Ignotus - Indovina chi?

di Nirvana_04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una lama di paura ***
Capitolo 2: *** Per un pugno di... ***



Capitolo 1
*** Una lama di paura ***


Una lama di paura
 
 
 
 





Nel buio del tuo nascondiglio ti accovacci. Ogni tanto senti passare qualcuno proprio fuori dal tuo regno, capti flebili sensazioni; ne bevi qualcuna per saziare il tuo corpo.
Ieri qualcuno ha disturbato il tuo riposo: si è avvicinato e ha provato a spiare dal buco della serratura. Se n'è andato in fretta, soddisfatto, ma tu hai rubato la sua più profonda paura. Se tornerà, gliela soffierai in faccia.
La tranquillità del tuo antro viene spezzata di nuovo.
Ancor prima delle voci, percepisci gli inebrianti profumi che si portano dentro gli invasori della quiete, lezzi che svelano la loro codardia.
Uno tra tutti sfida il tuo rifugio, si appresta alla porta. Affamato, ti slanci verso il punto di luce, saggi l'aria che penetra attraverso di esso con tutto il tuo corpo, avido di poterle dare forma.
Ti agiti, fremi, ti dimeni avvinto alle tenebre. E il tuo nascondiglio si scuote con te, saldo sui suoi quattro piedi.
Fuori qualcuno mormora. Forse vuole attaccarti? Che si faccia pure coraggio con quello che può: tu sei pronto, conosci il suo punto debole.
Versi confusi, un soffio appena trattenuto – qualcuno domanda e un altro risponde – e infine si libera un gorgoglio di risate minacciose – suono disgustoso.
Un filo di luce squarcia il tuo mondo, si fa strada nel tuo regno di illusioni e maschere, e una lama di paura serpeggia fino a te, ti dà definizione.
Il tuo corpo sembra sciogliersi e condensarsi, un arto olivastro si allunga per scostare i lembi di quel manto nero che ti isola dall'altra parte – il nero ti dà colore e ti cela alla luce e agli sguardi.
Delle tante maschere che hai indossato, quella proprio non la comprendi.
Mentre ti accingi ad affrontare il tuo nemico, non puoi fare a meno di pensare che certi timori sono davvero ridicoli.

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Capitolo 2
*** Per un pugno di... ***


Per un pugno di…






 
La sua mente galleggiava, sospirando teatralmente sul suo irreversibile destino.
Rimuginava sui sogni antichi di una seconda giovinezza sfiorita, tramutati in derisorie scartoffie sbattutegli in faccia ogni qualvolta egli tentasse di sperare.
La missiva era accartocciata in un angolo dell'aula, indecorosa manifestazione del suo turbamento. Certo, non si comportava così un cavaliere, ma… ahimè… egli non lo era di certo. Rifiutato ancora una volta!
E quindi galleggiava, rimuginando su cosa avesse sbagliato. Lui lo sapeva, però, che l'errore era stato commesso da altri: un pugno di mosche non riempiva la pancia; tuttavia un pugno di millimetri poteva colmare un intero papiro.
 

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