Yulia Plisetsky.

di Fonissa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Black Dress. ***
Capitolo 2: *** Coming Out ***



Capitolo 1
*** The Black Dress. ***


*ATTENZIONE*

Saranno presenti alcuni cambiamenti di pronome per il personaggio di Yuri, ovviamente, ma nonostante sia io stesso Genderfluid, è la prima volta che scrivo di ciò, quindi se trovate qualche parte o cambiamento di pronome poco chiaro, non fatevi scrupoli a segnalarmelo e provvederò a riscriverlo al meglio.

Yulia Plisetsky  

The black dress

Yuri non ebbe nemmeno bisogno di aprire gli occhi per capire che quello sarebbe stato uno di quei giorni. Non aveva bisogno di guardarsi allo specchio per interminabili minuti o di provare qualsiasi vestito avesse nell'armadio, e nemmeno di ripetere più volte il suo nome, come all'inizio. Lentamente si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi, per poi guardare lo specchio intero che si trovava proprio di fronte a lui, o meglio, di fronte a lei.

"Yulia." sussurrò, e il suo corpo ebbe un fremito. Si alzò, stiracchiandosi e sbadigliando, andando verso l'armadio e iniziando a cercare qualcosa sul fondo, nella parte dedicata a quei giorni. Ma appena afferrò una delle sue magliette lunghe fino a metà coscia, si bloccò a occhi spalancati. Yuuri Katsuki era lì con loro, in Russia, e lei se ne era completamente dimenticata. Posò alla svelta la maglietta, come scottato. Nessuno sapeva di questa sua 'condizione', tranne Mila. Con lei aveva condiviso questo suo segreto, troppo difficile da controllare per una sola persona. Viktor, Georgi, Yakov e Lilia erano abituati a vederlo ogni tanto con quei vestiti, quasi non ci facevano più caso. Sotto suggerimento di Mila, avevano pensato che fosse qualche moda giovanile o cose simili, e la questione era stata risolta. Ma non poteva farsi vedere così da Yuuri, assolutamente no. Optò per una maglietta semplice e nera e dei pantaloni stretti dello stesso colore. Dopo qualche attimo di esitazione, si azzardò a legarsi i capelli in una coda, lasciando come suo solito qualche ciuffo davanti all'occhio destro. Quello, almeno, poteva permetterselo. Se non altro, quel giorno lo avevano di risposo, così non doveva per forza stare ore e ore in mezzo agli altri pattinatori durante gli allenamenti. Sobbalzò quando sentì qualcuno bussare alla porta.

"Yuri, sei pronto? Ti sei svegliato tardi?"

La voce di Mila la fece sospirare di sollievo. Senza dire niente, aprì la porta, invitando l'amica ad entrare.

"E' successo qualcosa, Yuri?" chiese Mila, sedendosi sul letto. Sbattè un paio di volte gli occhi, notando l'abbigliamento e l'acconciatura.

"Ho capito... Yulia?"

Yulia annuì, sedendosi anche lei. Sarà per il fatto che sapeva del suo segreto, ma Mila capiva al volo quali erano le giornate in cui non era Yuri Plisetsky, ma Yulia Plisetsky. Ovviamente, all'inizio non era così, e le domande della maggiore per capire come si sentisse facevano imbarazzare e arrabbiare Yulia allo stesso momento. Una volta le aveva addirittura chiesto: 'oggi chi sei?', come se fosse una persona diversa quando si sentiva femmina. Prima le aveva urlato contro, poi aveva spiegato con molta calma che Yuri e Yulia erano due modi di chiamare la stessa persona.

"Perché sei vestita così, allora? Metti quelle parigine che adoro!"

Yulia abbassò lo sguardo.

"Non me la sento di vestirmi in quel modo, oggi. E poi ho messo una semplice t-shirt e un pantalone stretto, anche tu ti vesti così."

"E' per Yuuri, vero?"

"Si, anche per quello." Yulia sapeva che era inutile provare a mentire a Mila, se ne sarebbe accorta.

"Sai benissimo cosa ne penso, ma te lo dirò di nuovo: dovresti parlarne con gli altri."

"Basta Mila, è inutile ripetermelo, non dirò niente."

"Ti farai del male continuando così, loro ti vogliono bene."

"E' solo una cosa temporanea, posso benissimo vivere senza che loro la sappiano."

Mila sospirò sconsolata, scostandosi un ciuffo di capelli rossi da davanti gli occhi. Guardò l'amica, increspando le labbra.

"So benissimo il fastidio che provi quando ti chiamano con il nome sbagliato... Yulia."

"Sopporterò. Ne abbiamo già parlato, non sono sempre così, semplicemente vado a periodi."

Mila si alzò di scatto, incrociando le bracci al petto e guardando Yulia dall'alto in basso.

"Il problema di fondo sei tu. Già il fatto che non chiami questa cosa con il suo nome dimostra che non l'hai ancora accettata pienamente. Ci sono periodi in cui ti senti femmina, e quindi? Che male c'è? Resti sempre tu, qualunque sia il tuo nome o il pronome che usi. Non sei strana o anormale, sei solo..."

"Non dirlo, ti prego."

"Genderfluid."

Yulia si portò le ginocchia al petto, nascondendoci il viso. Mila si morse il labbro, poi si sedette al suo fianco, strofinandole la schiena.

"Tutto ciò mi riporta a tre anni fa..." sussurrò.

"Che intendi dire?"

"Quando hai scoperto che ti piacciono i ragazzi."

A quel punto Yulia alzò lo sguardo, posando i suoi occhi verdi su quelli blu notte dell'amica.

"Sono una ragazza, cosa c'è di strano nel fatto che mi piacciono i maschi?" disse con ironia. Entrambe scoppiarono a ridere, spezzando la tensione che si era creata.

"Forza Yulia, vieni a fare colazione, gli altri avranno già quasi finito. Ah, e ho sentito di Yuuri e Viktor parlare del fatto che oggi pomeriggio sarebbero usciti. Senza di loro, ti senti libera di provare alcuni vestiti che non mi vanno più?"

Yulia rabbrividì, seguendo l'amica che si stava già dirigendo verso la stanza dove si riunivano per ogni pasto.

"I tuoi vestiti non sono proprio il mio genere."

"Ne ho alcuni che ti starebbero a pennello, fidati."

La minore non rispose, ma dopo qualche secondo sussurrò:

"Mila..."

"Tranquilla, già lo so. Dovrò fare finta che tu sia un ragazzo."

 

Quel pomeriggio, Yulia uscì dalla sua camera con la maglietta che stava per prendere quella mattina, che nascondeva a malapena un pantaloncino, e le parigine che Mila adorava, andando proprio verso la camera di quest'ultima.

"Finalmente sei arrivata! Vieni, entra."

Yulia strabuzzò gli occhi alla vista del cumulo di vestiti sparsi sul letto di Mila.

"Tutti questi?"

"Tanto non hai altri impegni questo pomeriggio, no?"

"E quindi dovrei passarlo tutto a provare vestiti di dubbio gusto?"

"Ehy, li ho scelti apposta per te! Apprezza il mio sforzo! -Mila le lanciò un paio di vestiti, sorridendo- forza, provati questi. Vedrai che ti piaceranno."

Yulia sbuffò, andando verso la cabina armadio per cambiarsi.

"Yulia, perché non ti cambi davanti a me? In fondo siamo entrambe ragazze, no"?

Mila prese una nota mentale di non dire mai più una cosa del genere, dopo aver ricevuto vari insulti non molto gentili.

Yulia uscì poco dopo, guardandosi allo specchio. Effettivamente, non stava male. Il pantalone era un semplice jeans stretto strappato sulle ginocchia, la maglia, di un grigio scuro, si fermava appena sopra l'ombelico. Sopra indossava una felpa nera con la zip e l'interno in lana.

"Stai benissimo." esclamò la rossa.

"Devo ammetterlo, su questo ci hai azzeccato, ora dobbiamo vedere il resto."

Alla fine, Yulia si divertì anche a provare tutti quei nuovi outfit, soprattutto visto che la maggior parte gli piacquero davvero, e anche se non lo disse, Mila lo capì. Quando i vestiti furono finiti, Yulia si buttò sul letto, decidendo di mettere il primo completo che aveva provato.

"Finalmente abbiamo finito..." sospirò.

"No, non ancora."

Sotto gli occhi stupiti della bionda, Milla cacciò da sotto il letto una busta abbastanza grande, che Yulia riconobbe provenire da un negozio di alta moda.

"E questo cos'è?"

"Volevo farti questo regalo da un anno, ovvero da quando mi hai confessato di essere Genderfluid. Ne ho visti tanti, ma nessuno mi convinceva. Poi ho notato questo, e ho pensato che fosse semplicemente perfetto. Non ne hai mai avuto uno, vero?"

Appena Yulia aprì la busta, i suoi occhi iniziarono a brillare.  Ne uscì fuori un vestito nero, con il top interamente fatto di pizzo, sul vedo-non-vedo, e la gonna a pieghe che arrivava sopra le ginocchia.

"E' bellissimo... -in uno slancio di affetto, Yulia abbracciò Mila- grazie."

"E di cosa? Forza, provatelo."

Il disagio nello star indossando una gonna per la prima volta svanì non appena Yulia si guardò allo specchio. Quel vestito sembrava fatto apposta per lei, come se fosse dipinto sul suo corpo. Si sentiva bene in quei panni, a proprio agio.

"Peccato che lo vedrai solo tu..." sussurrò Yulia osservando tristemente lo specchio. Mila appoggiò una mano sulla spalla dell'amica.

"So che prima o poi riuscirai a dirlo a tutti, credo in te."

 

*Angolo autrice*

E ti pareva che quella che doveva essere una One shot si doveva trasformare in una ministoria da due capitoli. Comunque, tutto ciò nasce da una mia head canon, siete liberi di condividerla o meno.

Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Coming Out ***


Yulia Plisetsky
Coming Out
Non appena Mila si svegliò il giorno dopo, ancora in pigiama, si diresse verso camera di Yuri. O di Yulia, visto che probabilmente anche quel giorno si sarebbe sentita femmina, ma era abituata a chiamarlo con il maschile fino a una sua conferma. Era proprio per questo che stava andando, per dargli sostegno morale. Quel giorno avrebbero avuto gli allenamenti, quindi sarebbe stata ancora più dura del solito. Una volta, Yuri aveva provato a spiegarle come ci si sentiva quando tutti non riconoscevano il tuo genere. Era come avere costantemente addosso dei vestiti stretti che ti davano fastidio e che non ti piacevano, mentre tutti cercavano di farteli piacere per forza, nonostante non te li sentissi bene addosso.
“Yuri… -disse, bussando alla porta del biondo- o Yulia?” aggiunse sottovoce.
“Yulia.” Rispose la minore, aprendo la porta.
“Anche oggi?” chiese Mila, entrando e chiudendo la porta alle sue spalle.
“L’ultima volta è durato una settimana intera, ricordi?”
“Si, come ricordo che ci sono giorni in cui cambi da un’ora all’altra, e ti arrabbiavi pure se ti chiamavo con il nome sbagliato.”
“Sono giorni rari, ma comunque…”
Proprio mentre stava parlando, qualcun altro bussò alla porta con una certa insistenza.
“Yurio! Sei pronto per oggi? Noi ti aspettiamo.” diceva la voce allegra di Viktor.
“Viktor, lascialo stare. E’ presto, magari si è svegliato ora.”  aggiungeva Yuuri.
Yulia sospirò sentendo la voce di quei due, iniziando a cercare qualcosa né di troppo maschile, né di troppo femminile, ma adatto per pattinare.
“Sarebbe tutto più facile se lo sapessero.” Gli suggerì Mila. E Yulia non poteva negare che era così. In realtà ci aveva riflettuto tutta la notte, valutandone i pro e i contro. Era stato il vestito a far nascere i suoi dubbi, lo sapeva benissimo, e ora non poteva tirarsi indietro. Forse davvero era la soluzione migliore, forse Yuuri e Viktor avrebbero perfino potuta aiutarla. Ma se invece si fosse rivelato il completo opposto? Se avessero iniziato a guardarla con occhi diversi, a considerarla diversa o, addirittura, a evitarla? Sarebbe riuscita a sopportarlo?
“Sai benissimo che non ti discriminerebbero, Yulia. Non sono quel tipo di persone.” Esclamò Mila, poggiandogli le mani sulle spalle e costringendola a guardarla negli occhi. Yulia non lo avrebbe mai ammesso di sua spontanea volontà, ma Mila per lei era diventata come la sorella che non aveva mai avuto, e averla vicina le dava quel briciolo di coraggio e sicurezza in più che gli serviva per fare il passo avanti.
“Non lo so, Mila. Sicuramente non capirebbero.”
“Nemmeno io lo capisco appieno, eppure con me ti trovi bene. Me lo spiegasti proprio tu all’inizio, ricordi? Non serve capire, serve solo…”
“…il rispetto.”
“Esatto. E fidati che quello, Viktor e Yuuri te lo darebbero a occhi chiusi.”
Yulia prese un respiro profondo, poi, con gli occhi chiusi e le mani strette a pugno, annuì. Mila le sorrise, poi aprì la porta, trovandosi davanti Viktor e Yuuri che la guardavano confusa.
“Mila? Che ci fai qui?” chiese Viktor, sbattendo le palpebre un paio di volte.
“Stavo parlando con… Yuri. C’è una cosa che vorrebbe dirvi -si girò verso l’amica, con sguardo dolce- vuoi che me ne vada?”
“No, rimani. Tu ci devi essere.”
Mila sorrise, facendo entrare i due che guardavano la scena confusi. Li fece sedere sul letto, mentre Yulia era di fronte a loro a sguardo basso. Tutta la grinta e la spavalderia che aveva sempre con sé sembravano sparite da un momento all’altro, nel momento in cui Yuuri e Viktor avevano messo piede in quella stanza.
“Che dovevi dirci, Yurio?” chiese Yuuri, capendo la difficoltà di chi si trovava di fronte a lui. Ma questo ebbe l’effetto contrario, infatti Yulia iniziò a tremare non appena sentì il nome Yurio. Non era nemmeno il suo nome esatto, ma in quell’occasione aveva il potere di farla sentire sbagliata.
“Puoi farcela.” Sussurrò Mila, facendole segno di parlare.
‘No, non posso farcela. E’ stata una pessima idea.’
Queste erano le uniche cose che riusciva a pensare. Ogni volte che apriva la bocca per parlare le parole gli morivano in gola e il cuore le batteva più velocemente. Poi, rivolgendo i suoi occhi verso l’armadio, un’idea le arrivò dritta in mente e schiarì il turbinio di pensieri che aveva in testa. Se non riusciva a spiegarlo a parole, lo avrebbe mostrato. Scambiò un’occhiata con Mila, che capì solo dopo qualche secondo, e le sorrise incoraggiandola. Sotto lo sguardo stupito dei due uomini ancora seduti sul letto, Yulia aprì velocemente l’armadio, afferrò la busta che le aveva dato Mila il giorno prima insieme a un paio di scarpe nascoste sul fondo, per poi dirigersi verso il suo bagno in camera personale. Si cambiò velocemente, attenta a non rovinare il vestito, poi indossò le scarpe, ovvero degli stivaletti con un tacco basso. Aprì uno degli armadietti del bagno, trovando i trucchi che le aveva prestato la rossa. Lucidalabbra rosa chiaro, una linea di eyeliner e un po' di mascara, concludendo alzandosi i capelli in una coda. Non si truccava spesso quando si sentiva femmina, ma solo in quel momento capì che semplicemente non c’era mai stata una vera occasione. A che scopo truccarsi, se poi si sarebbe solo nascosta?
Poggiò le mani sul lavandino, guardando dritto il suo riflesso allo specchio. Disse e ridisse lo stesso discorso che si era fatta ogni giorno per tre mesi, quando aveva scoperto di essere genderfluid. Quando finalmente si sentì pronta, ritornò nella sua camera. Non guardò nessuno in faccia, anche se poteva sentire i loro sguardi bruciargli addosso. Si guardò allo specchio intero che aveva in camera, dicendo:
“Mi chiamo Yuri Yulia Plisetsky, ho quindici anni e vengo dalla Russia. La mia vita ruota intorno al pattinaggio e sono arrivata prima sia ai campionati Junior sia al Grand Prix Senior. Ma oltre a questo, mi piacciono i ragazzi e… sono Genderfluid, il che vuol dire che ci sono dei periodi in cui mi sento maschio, altri in cui mi sento femmina. L’ho scoperto un anno e mezzo fa. Ho mantenuto il mio segreto per sei mesi, poi mi sono confidata con Mila. Il mio nome femminile è Yulia, quello maschile Yuri e li considero entrambi come miei nomi. Oggi, mi sento una ragazza.”
Solo in quel momento si voltò verso Yuuri e Viktor, che la stavano guardando a occhi e bocca spalancata, non sapendo nemmeno loro cosa dire. Yulia si morse il labbro, sentendo il sapore del lucidalabbra in bocca. Mila guardava la scena a metà tra il divertito e l’intenerito. Sapeva che quel discordo aveva aiutato Yulia a fare chiarezza nella sua mente e a darle autostima. Con lei, aveva fatto coming out nello stesso modo.
“Quindi, tu ti senti una ragazza ora?” chiese Viktor. Probabilmente aveva avuto un tale shock che lo aveva assimilato in ritardo.
“Si, esattamente. Quindi dovete chiamarmi Yulia e usare il femminile.”
“E dobbiamo trattarti come una ragaz-“
Viktor non finì di parlare, poiché la voce della bionda lo sovrastò.
“Sono sempre io, idiota! Cambia solo il mio nome e il pronome!”
“Non riesco a capire…”
“Non serve capire -intervenne Mila- basta solo un po' di rispetto. Vi ci abituerete presto, fidatevi.”
“Beh, il fatto che tu spesso ti senta una ragazza spiega molte cose.” Esclamò Yuuri, che ancora non aveva parlato. Si alzò dal letto, avvicinandosi a Yulia.
“Potevi dircelo prima, Yur- volevo dire, Yulia. Avremo evitato di farti sentire a disagio.”
“Era difficile.” Rispose spontaneamente la più piccola, troppo scossa per provare a essere fredda.
“Si, capisco. Tranquilla, d’ora in avanti non ti metteremo mai più a disagio. Vero, Viktor?” finì Yuuri, girandosi verso il fidanzato, che annuì sorridendo, prima di dire:
“Comunque, quel vestito ti sta una meraviglia!”
 
I quattro giorni successivi, Yulia li passò tra gli allenamenti e le spiegazione a Viktor e Yuuri, che erano ansiosi di riuscire a sentire ogni dettaglio. Viktor le promise che anche lui le avrebbe fatto un regalo, e le disse che se voleva, poteva venire col il vestito regalatole da Mila al matrimonio suo e di Yuuri. Come c’era da aspettarsi, Yulia gli urlò contro che mai e poi mai si sarebbe fatta vedere vestita in quel modo in mezzo a tutte quelle persone.  Il quinto giorno, si alzò dal suo letto, e guardandosi allo specchio sussurrò:
“Yuri.”
Si sentiva maschio quel giorno. Ma ovviamente, i discorsi non finirono, anzi si ritrovò a spiegare come non si sentisse sollevato perché si sentiva maschio, e come non considerasse la parte maschile più importante di quella femminile. E alla fine di quel giorno, guardandosi allo specchio, potette dire:
“Io sono semplicemente io, maschio o femmina che sia.”
 
 
*ANGOLO AUTRICE*
Ed eccoci alla fine! Che dire, ho amato scriverla, tanto che pensavo di scriverci una OS collegata a questa mini-long, sperando che questa volta sia davvero una OS XD
Ditemi voi cosa ne pensate
-Fonissa

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