Virus S420

di missjendy99
(/viewuser.php?uid=264588)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** intro ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** intro ***


Intro

21-12-2094



La propagazione del virus S420 è al 80%.

Pochi giorni al completamento, pochi giorni all'apocalisse.

Il virus S420 è un virus potenzialmente letale di rapida propagazione. Esso si diffonde tramite contatto diretto.

Fino ad ora meno del 70% degli infetti ha superato le prime 24 ore dal contagio.

Dopo 48 ore dal contagio metà degli infetti muore mostrando segni di invecchiamento precoce, pustole e l'esplosione degli occhi.

Questa metà a distanza di pochi minuti dalla morte (il tempo varia da soggetto a soggetto) si alza in piedi in cerca di cibo (per lo più carne, preferibilmente umana e giovane).

I momentanei sopravissuti vengono chiamati "i condannati": questi sono i soggetti che in media hanno più probabilità di riprendersi e tornare normali. Attenzione non è detto sia la sorte migliore.

In media tuttavia tre soggetti su cinque che sopravvivono dopo 72 ore dal contagio subiscono mutazioni fisiche o psichiche di diversa natura.

La maggior parte dei condannati solitamente si suicida dopo pochi giorni dalla guarigione. Le cause di ciò sono ancora sconosciute.

La popolazione mondiale è stata decimata, gli animali sono anch'essi soggetti al contagio, la natura sta morendo e la civiltà finora conosciuta è destinata all'estinzione.

Il numero di non morti è elevato, i condannati una percentuale infinitesimale.

Io sono una condannata. Sono stata contagiata 55 ore fa e da 2 ore circa il mio cervello ha iniziato a processare informazioni ininterrottamente.

Mi resta poco tempo prima che il mio corpo subisca mutazioni significative e io perda il controllo del mio cervello.

Ho intenzione di trovare una cura o qualcuno in grado di poterla fabbricare.

Girano voci tra i non infetti che a Sud un gruppo di ricercatori abbia trovato un vaccino ma che questo sia momentaneamente inutilizzabile; la gente si nasconde, teme il contagio e non è disposta a raggiungere il centri dove i vaccini vengono distribuiti.

Quei pochi che si avventurano fuori dal proprio rifugio lo fanno per fare rifornimento e se hanno fortuna tornano alla base con qualche provvista e sprovvisti di munizioni, il resto non torna affatto.

Per dirigermi a Sud ho bisogno di un mezzo di trasporto, carburante, provviste e munizioni.

Il problema sono proprio queste ultime; esse si trovano nella ZONA X, la zona più pericolosa della città, sede dei non morti e di alcuni criminali che sfruttano il virus a loro vantaggio.

Andare lì significa rischiare di essere catturata e uccisa o peggio, mangiata.

Ma avventurarsi verso Sud con poche munizioni rappresenta comunque un pericolo e non ho alcuna certezza che a poche miglia da qui io trovi le munizioni di cui ho bisogno.

Non ho scelta; devo andare nella ZONA X.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1


Prima devo trovare un mezzo di trasporto e poi devo pensare alla benzina, quattro taniche dovrebbero bastare.

Le provviste sono un po' più complicate da recuperare. Il negozio più vicino a me è fin troppo scoperto, non mi piace è una preda facile, ma non ho tempo è l'unica opzione opinabile.

Mi reco quindi dal droghiere con due zaini capienti ma non troppo ingombranti e faccio scorta di cibo preconfezionato, acqua e sigarette.

Finito di riempire il secondo zaino sento un rumore sospetto. Chiudo rapidamente la lampo dello zaino ed estraggo le due pistole di cui non mi separo mai.

Inizio a recarmi in silenzio verso l'uscita ma poi sento un grido disumano.

Mi fermo.

Il profumo inebriante di qualcosa di profondamente sbagliato: odore di sudore, sangue e qualcosa che non riesco ancora pienamente a capire.

Questo profumo per noi condannati è come il cibo grasso per un obeso; delizioso e dal profumo irresistibile ma sbagliato.


Un colpo, due, tre e poi silenzio. Ossa che scricchiolano, odore di sangue, un respiro agitato: il mio.

Dovrei essere abituata a tutto questo ormai; morte e distruzione sono all'ordine del giorno.

Nessuno è al sicuro, nemmeno una condannata.

Silenzio e poi passi. Mi nascondo dietro lo scaffale dei dolci, i passi si avvicinano al mio nascondiglio e poi si allontanano.

Dopo qualche secondo non li sento più. Esco dal mio nascondiglio e velocemente esco da quella trappola mortale. Facendo attenzione a non essere seguita mi dirigo all'auto e scarico gli zaini nel cofano della macchina che ho nascosto in un vicolo abbastanza vicino alla Zona X.


La prossima tappa è il negozio d'armi in mezzo a quello che una volta era un bellissimo quartiere con fontane, scuole e parchi. Una zona tranquilla, la più tranquilla dell'intera città motivo di orgoglio per i suoi cittadini e per il sindaco che si era prodigato nel renderlo tale.

È inutile pensarci ora: non è più l'eden che era prima. Ora quello che vi rimane è solo una lurida zona invasa dai ratti e dai non morti, per non parlare dei criminali.

Mentre chiudo il cofano sento la canna di una pistola puntata alla testa. Merda. Sono stata incauta.

Mi giro lentamente e vedo un ragazzo, sui 20 anni con una pistola puntata alla mia testa. Sanguina e ha gli occhi vitrei; è un contagiato. Mi allontano impercettibilmente in modo da essere il più lontano dall'arma e il più vicino possibile all'auto.

" Dammi le chiavi dell'auto" mi ordina affannato. Si regge i piedi a malapena e si regge il fianco sanguinante. È debole.

" Non riusciresti a guidarla. Da quanto sei un contagiato? " domando osservandolo meglio. Non deve essere stato contagiato da più di un giorno.

" 30 ore. E ora dammi le chiavi" dice imperativo.

" E io ti ho già detto che non riusciresti a guidarla" dico sicura. Non riuscirebbe a torcermi un capello.

" Sta zitta. Dammi le chiavi" tossisce e proprio in quel'istante abbassa la pistola e io gli sono addosso, lo disarmo e gli punto la sua stessa pistola addosso.

" Hai altre armi?" chiedo lucida. Potrei ucciderlo ma qualcosa mi dice che mi sarà molto utile.

" Fottiti.." tossisce per alcuni secondi e poi si accascia a terra svenuto.

" Merda" gli do un colpetto per vedere se è ancora in vita e lui cerca di afferrarmi un piede. Furbo, ma non quanto me. Mi libero con un calcio.

" Alzati" gli ordino " hai altre armi?".

" Anche se le avessi non lo verrei di certo a dire ad una mocciosa come te" sputa acido.

" Ok allora muori " gli punto la pistola alla testa, la armo e pronta a sparare chiedo " Ultimo desiderio?".

" Ok, ok. Si ho caricato tre zaini con armi e munizioni nella tua auto. Sto andando a Sud" dice mettendo le mani davanti a se in segno di difesa alzandosi.

" Anche io sto andando a Sud. Facciamo un patto: tu non mi spari e io ti porto con me. Ci stai?".

" Ok mocciosa. Ora punta quell' affare da un' altra parte".

" Io sono Maya e non sono una mocciosa, moccioso."

" Io sono Matt" dice con un sorrisetto di scherno e stringendomi la mano.


Restiamo qualche secondo in silenzio squadrandoci a vicenda.

È un bel ragazzo: alto, moro, occhi scuri. Muscoloso anche se ora pare terribilmente pallido, sarà per la ferita.

Lui sembra perso nei suoi pensieri, ancora umani. Io sono lucida, spaventosamente lucida, sto calcolando in quanto tempo manifesterà la sua natura.

Si ridesta e dice " se hai finito di farmi la radiografia io direi di andarcene. Siamo troppo esposti".

"Non ti stavo facendo la radiografia". Presuntuoso.

A un certo punto sento dei gorgoglii provenienti da poco lontano da noi, a riprova di ciò che ha detto.

Anche lui li ha sentiti. Io gli faccio cenno di avvicinarsi in silenzio e in pochi secondi li vedo spuntare alla fine del vicolo. Troppo tardi. Ci hanno visti.

Mi precipito all'auto e nel mentre Matt apre la portiera ed entra io faccio partire l'auto e metto in moto sgommando.

Vado a tutta velocità verso la fine del vicolo dove ci aspetta una schiera di non morti. Passo con furia tra questi e ne spappolo metà sul parabrezza rendendo la visuale estremamente ridotta.

Ma non è fondamentale vedere per me; con l'incremento delle mie capacità cognitive ho scoperto di poter avere una panoramica di ciò che mi circonda in caso di visione ostruita.


Chiudo gli occhi e mentre faccio partire i tergicristalli svolto verso l'autostrada.

Con la visuale libera riapro gli occhi.

Matt mi guarda sconvolto " Sei una condannata. Non avevo mai visto una condannata prima d'ora. Quanto ti manca allo stadio finale?"

" Poco, troppo poco" mormoro.

" Quanto impiegheremo ad arrivare a destinazione?" chiede lui squadrandomi.

" 12 ore. Ti conviene riposare. Sei ferito. Non mi serve un peso morto appresso" dico fredda con gli occhi puntati sulla strada.

" Un peso morto, ma sentitela la saputella. Hai qualcosa con cui posso medicarmi o qualcosa da mangiare?" chiede lui cercando di assumere una posizione meno dolorosa possibile.

"Ferita da proiettile?" chiedo .

" No, coltellata. I bastardi che hanno monopolizzato la Zona X mi hanno scovato e hanno tentato di uccidermi. Ma sono duro a morire." dice ghignando e tossicchiando.

" OK mister duro a morire, se non vuoi morire dissanguato ti conviene bendare la ferita e prendere qualcosa per evitare infezioni. Ai tuoi piedi dovrebbe esserci il kit del pronto soccorso e qui" dico aprendo il comparto davanti a lui " dovrebbero esserci delle pasticche."


Si leva la maglietta e inizia a tamponare la ferita al fianco con quella. Avevo ragione è muscoloso. Mentre flette i muscoli nell'atto di medicarsi la ferita noto delle cicatrici sulle braccia e sulla schiena.

Finito il bendaggio prende una pasticca e si rilassa per qualche secondo sul sedile.

" E da mangiare?" chiede poco dopo.

" Scivola dietro e tira verso di te il sedile. Dietro c'è uno zaino con le provviste. Tira fuori anche un pacchetto di malboro, l'accendino è nella tasca interna".

" Vedo che hai pensato a tutto. La benzina?" dice mentre inizia ad andare dietro. Il suo è davvero un bel sedere. Arrossisco per i miei stessi pensieri. Sembro una pervertita. Pensavo di essere diventata immune a queste cose ma a quanto pare mi sono sbagliata.

" Quattro taniche nel bagagliaio e abbiamo anche il serbatoio pieno" rispondo dopo essermi schiarita la voce.

" Vestiti? Coperte? " domanda concentrato mentre cerca ciò che gli ho chiesto.

" Ci sono anche quelli. Le coperte sono sotto il tuo sedile. Per quanto riguarda i vestiti sei fortunato.. ne ho un paio maschili." si sdraia dietro e tira fuori una confezione di tramezzini al prosciutto, una bottiglia d'acqua e il mio pacchetto di Malboro.

Apre la confezione di tramezzini e me ne passa uno. Dopo questo spuntino apre un finestrino e si accende una sigaretta per poi passarmela.

" I vestiti sono nel borsone ai tuoi piedi" dico.


Inspiro una boccata di fumo e mi sento immediatamente più rilassata.

È l'unica cosa in grado di farlo. Lui si piega in avanti per levarsi i pantaloni sporchi di sangue e così facendo vedo sulla spalla il segno di un morso. Strano. Non avevo mai visto un contagiato con un morso prima d'ora.

Di solito si viene contagiati tramite contatto, basta una stretta di mano e kaputt; i germi viaggiano in fretta, il contatto è praticamente immediato.

Matt finisce di spogliarsi e indossa gli abiti di Brandon, il mio fratellone morto pochi giorni fa. È stato lui a contagiarmi.

Al secondo tiro guardo nello specchietto retrovisore e vedo Matt fissarmi.

" Che c'è ?" gli domando, alternando lo sguardo da lui alla strada, ma lui scuote la testa e si sdraia.

" Niente; sono solo stanco" dice semi sdraiato, l'auto è piccola per lui infatti è costretto a tenere le gambe piegate.

Un sorriso amaro si impadronisce del mio viso, assomiglia moltissimo a Brandon.

Devo smetterla di pensarci, è morto. Non potrò più rivederlo.


" Dormi, ti sveglierò fra un paio d'ore. Dovrai essere forte altrimenti non sopravviverai." dico cercando di controllare i miei stessi pensieri.

" Non ci avevo ancora pensato... cosa mi accadrà?" chiede ad occhi chiusi.

" Hai superato le prime 24 ore e questo è già un grosso vantaggio. Se superi le 48 ore il tuo corpo, la tua mente inizierà a mutare. Passate 72 ore dal contagio la mutazione sarà completa. Da qui nulla è certo; potresti impazzire e tentare il suicidio o diventare un combattente" dico priva d'emozioni "ora dormi".

Metto un po' di musica e lui si addormenta.

La mia mente ragiona ininterrottamente; non dovrebbe potersi addormentare a questo stadio. Ciò significa che a breve morirà.

Non devo farmi coinvolgere. Devo essere il più distaccata possibile.

Allo scadere delle 48 ore lui morirà e resterò di nuovo sola.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


6 ore dopo

Sono stanca. Guidare per me non è stato mai un problema ma da quando ho la consapevolezza di avere una mina vagante sdraiata sui sedili della mia macchina, i miei sensi e il mio cervello sono impazziti.

Devo fare una sosta il prima possibile per bere e per smettere di pensare.

Vedo uno spiazzo vuoto poco più lontano. Sembra sicuro.

Mi fermo. Controllo il livello della benzina: mezzo serbatoio. Slaccio la cintura, faccio un respiro profondo e lo guardo. È ancora vivo. Lo smuovo e apre gli occhi.

" Come ti senti?" chiedo.

" Bene. Perché ci siamo fermati? " chiede con voce impastata e sedendosi dritto.

" Avevo bisogno di fare una sosta. Siamo a metà strada comunque. Passami dell'acqua".

" Vuoi che guidi io per un po'?".

" Non è il caso manca poco a.. sai.." parlo in difficoltà. Ma che mi succede? Dovevo apparire distaccata. Cazzo Veronica riprenditi! Si lo so ho dato un altro nome a Matt perché la prudenza non è mai troppa.

" Grazie per la fiducia..Veronica" lo guardo confusa e imbarazzata.

" Veronica? Io non mi chiamo Veronica."

" Ma se hai appena detto Cazzo Veronica riprenditi" mi guarda lui ancora più confuso.

" No.. non l'ho detto" e adesso? Sente i miei pensieri?

" Si a quanto pare" dice.

" Smettila" dico stizzita " A quanto pare hai superato la fase cruciale di tutto il processo. Ma è strano. Non si era mai concluso così in fretta. È la prima volta che lo vedo accadere. Potresti essere una nuova forma esistente." concludo sussurrando. La domanda è quanto può essere pericoloso?

" Spero di non esserlo" dice abbassando lo sguardo.

" Quanti anni hai Matt? Da dove vieni?"

" Ho 21 anni e vengo da dove vieni anche tu. Ti ...ti è..uhm..ti è rimasto..ti è rimasto qualcuno?" mi chiede puntando le sue pietre scure nelle mie azzurre.

" No" dico voltandomi verso la strada e abbassando lo sguardo " mio fratello Brandon e io eravamo gli unici sopravvissuti del nostro quartiere ma poi lui è uscito in ricognizione ed è stato contagiato. A...All'inizio non me lo volle dire... ma io l'avevo capito; non mi dava più il bacio della buona notte, non mi abbracciava più. Poco dopo è morto" mi riallaccio la cintura e metto in moto, un groppo in gola e lo stomaco chiuso.

Lui si sposta sul sedile davanti e mi fissa. Mi schiarisco la voce "Ma non è diventato un non morto, semplicemente ha smesso di respirare. Sono rimasta al suo capezzale per ore dopo la sua morte ma non è successo niente." mi volto a fissarlo, gli occhi lucidi "Niente di niente" mi rigiro verso la strada e riparto " Dopo la sua morte ho raccolto tutte le mie cose e me ne sono andata. Non mi ero resa conto tuttavia di aver preso qualcosa che anche lui aveva toccato. Perciò quando ho iniziato ad avvertire i primi sintomi sono rimasta spiazzata" dico mentre una lacrima solitaria mi scivola su una guancia. Era da quando lui è morto che non mi accadeva.


" Quanti anni hai?" mi chiede sussurrando.

" 18" dico dandogli uno sguardo. Sembra dispiaciuto per me.

" Lo sono" dice.

" Smettila" dico fredda "smettila di leggere i miei pensieri".

" Scusa" dice "è più forte di me. Non riesco a controllarlo"

" A te è rimasto qualcuno?"

" Si, la mia sorellina Amanda. Ha 18 anni come te. È andata a Sud alla prima orda. Senza di me" dice impassibile "pensava che io fossi morto. Sono uscito per un paio d'ore per prendere qualcosa da mangiare e quando sono tornato ho visto un suo biglietto che diceva


Non potevo più aspettarti. Io ed alcuni amici stiamo andando a Sud. In caso fossi ancora vivo, vattene da qui. La prima orda arriverà fra poco. Ti voglio bene Matt.


Non so se te lo ricordi ma prima era tutto tranquillo, niente morte, niente distruzione, si andava in giro con mascherine e cose del genere ma nulla più. Poi le cose peggiorarono e apparirono i non morti. Il mio quartiere fu il primo ad essere raso al suolo. La mia sorellina se andò quel giorno e io rimasi lì fino alla seconda orda. Non l'ho più sentita da allora"


"Abitavi nella zona X! " dico allibita dandogli un occhiata veloce.

"La cosa peggiore è che non sono stato contagiato lì. Ho..incontrato una ragazza e non ho riconosciuto i sintomi. Così quando mi ha morso non ho fatto storie. I problemi sono sorti dopo. È morta quasi subito".

Non può essere stata una contagiata, piuttosto una condannata. È senza precedenti. Non posso portarmelo dietro è una mina vagante. Non so cosa gli e ci succederà.

"Non puoi farmi questo. Abbiamo un patto" dice incazzato.

"Ok, ok. Ora smettila. Manterrò la parola data. Tu però devi smettere di leggere i miei pensieri. Mi urta."

" Ci proverò non ti prometto nulla però. Non riesco ancora a controllarlo ma ci proverò."

" Allora siamo d'accordo; tu non mi mollerai in mezzo al nulla e io non ti leggerò la mente" mi tende la mano in modo da suggellare il nostro patto.

Io allungo la mia mano e stringo la sua in un tacito accordo.

" Affare fatto"






Ore 23.23 ( 4 ore alla destinazione)


Matt è tornato davanti e io sto ancora guidando. Sono stanchissima.

"Dovremmo fermarci, a meno che tu non voglia lasciarmi guidare"

"No è ok, posso ancora guidare. E poi non manca molto."

" Non è il massimo arrivare a destinazione senza potersi reggere in piedi. Poi se ci sono dei non morti come farai ad affrontarli?"

Dio che nervi, però ha ragione. "Ok. Va bene." mi fermo poco più avanti e mi sposto dietro senza scendere: è da incoscienti scendere dall'auto con questo buio. È troppo pericoloso non sappiamo cosa vi si cela.

Sento uno sportello sbattere e mi volto verso il sedile davanti allarmata.

Aspetto qualche secondo ma non risale. Spaventata torno davanti e vedo che siamo quasi senza benzina.

"Merda!"

Scendo dall'auto e lo vedo trafficare con la lampo dei jeans.

"Potevi dirmelo " dico ghignando. Lui si volta imbarazzato.

" In realtà ne ho approfittato. Volevo ache fare il pieno."

"Ook" dico voltandomi verso la macchina. Mi incammino verso questa e apro il bagagliaio. Tiro fuori la tanica di benzina e faccio il pieno. Apro il cofano e controllo l'olio, non si sa mai.

"Ora dovremmo essere a posto." chiudo il cofano e mi volto verso di lui.

Ha lo sguardo vacuo come se improvvisamente stesse rivivendo un ricordo fin troppo bello o doloroso.

" Mi ricordi tanto lei" dice, lo sguardo vacuo. Si riscuote e mi affianca un sorriso triste stampato in faccia " controllava sempre l'olio, era una maniaca con la sua Betsy" lo guardo stranita "la sua auto".

Scoppio a ridere "Betsy? Sul serio?" sono piegata in due dalle risate, le lacrime agli occhi "peggio di un uomo".

Lui mi guarda sorridendo "Beh, ora che abbiamo sistemato tutto direi di..." e si ferma .

Sbianca ma non sta guardando me ma qualcosa dietro di me.

Ci hanno avvistato, merda!


"È quello che penso?" chiedo.

"No, peggio".

Sbianco a mia volta, non è possibile. Non possono essere loro. Non possono essere i combattenti.

Mi volto e li vedo: sono loro.

I combattenti sono un fantomatico gruppo di condannati che sono sopravvissuti al contagio e che arrivati allo stadio finale hanno deciso di combattere (da cui il nome) e non arrendersi alla realtà.

Fino ad oggi pensavo fossero solo una leggenda ma, a quanto pare, mi sbagliavo.

Sono a meno di 10 metri da noi e stanno venendo a prenderci.


Chiudo il cofano "CORRI" grido.

Matt ed io ci precipitiamo all'auto e vi saliamo ma non facciamo in tempo a mettere in moto che l'auto viene squarciata, gli sportelli strappati via e noi veniamo scaraventati fuori.

L'impatto è forte. Ho il fiato mozzato, le costole sono quelle che ne risentono di più.

Matt è a un metro da me, svenuto.

Cerco di alzarmi ma è inutile, mi hanno arpionato la caviglia. Crollo nuovamente a terra.

Emetto un gemito, il dolore è forte. Mi allungo verso la pistola che è rotolata fuori dall'auto.

Su Vero, non è lontana, ce la puoi fare. Ancora poco.

"AAHH" la mano calpestata da uno stivale da uomo.

Alzo lo sguardo verso il mio aguzzino, gli occhi lucidi ma lo sguardo determinato.

Non morirò qui.

" Combattiva fino all'ultimo" dice una voce sconosciuta " tuo fratello aveva ragione, ci sarai molto utile Veronica". Non vedo nulla, una luce mi acceca. La pistola viene calciata lontano.

"Questa non ti servirà, non ora almeno".

L'uomo mi libera la mano e si abbassa per prendermi in braccio.

Perfetto. Colgo l'occasione per tirargli una testata ed alzarmi per prendere la pistola.

Incespico un paio di volte e poi la raccolgo.

Ho la vista offuscata ma dovrei essere in grado di arrivare alla ma...







"Veronica, quante volte ti ho detto di NON aspettarmi MAI vicino alla finestra. Così sei un bersaglio facile" dice mio fratello, il tono duro.

" Sei in ritardo, avevi detto che saresti tornato subito. Questo ieri sera Brandon, IERI SERA!" dico, le occhiaie e la voce roca " ti ho aspettato tutta la notte sveglia ma tu.. tu.. tu non sei arrivato" le lacrime scivolano sulle guance "pensavo fossi morto". Scoppio a piangere convulsamente. Mi stringe fra le sue braccia e mi culla dolcemente.

"Oh pulce. Tornerò sempre da te, hai capito? Sempre. Non ti lascerò mai" mi sussurra all'orecchio continuando a cullarmi.

Mi prende in braccio e mi porta a letto. Si sdraia vicino a me e mi prende tra le braccia.

" Ti voglio bene pulce"


Mi sveglio su un letto soffice avvolta da due braccia protettive e un profumo maschile, quello di Brandon. Era tutto un sogno. Chiudo gli occhi e mi accoccolo di più al corpo di mio fratello.

"Brandon, ho fatto un sogno orribile" dico, la voce roca " tu eri morto e io ero finita in mano ai combattenti".

La stretta aumenta "pulce, è così che ti chiamava?". Mi irrigidisco, questo non è Brandon.

Cerco di divincolami ma non ci riesco. Mi spinge sul materasso e si mette sopra di me.

"Matt?"

" Mi spiace deluderti dolcezza ma io non sono Matt" la voce muta, diventa più profonda "sai, sei proprio facile da ingannare" inizia a cambiare il volto, i tratti diventano più marcati gli occhi diventano verdi, le labbra più carnose.

"Chi sei tu?" cerco di colpirlo in modo da liberarmi ma lui anticipa le mie mosse "Dov'è Matt?".

"Il mio sciocco fratellino intendi? È stato bravo a tenerti d'occhio" dice ghignando e premendo il suo corpo sul mio " sei proprio come lui ti aveva descritto: una combattente" .

"Non ti credo! Non puoi aver parlato con lui, mio fratello non avrebbe mai voluto avere a che fare con un combattente, non ci avrebbe mai messo in tale pericolo" dico agguerrita levandomelo di dosso e saltando giù dal letto " lui me lo avrebbe detto, non mi avrebbe mai mentito" mi rifugio in un angolo. Sono in intimo. Scivolo lungo la parete e mi rannicchio. Non voglio che mi veda.

"Maniaco " dico.

"Pulce" impietrisco.

"Non chiamarmi così. Non ne hai il diritto" .

" Sei qui per un motivo." dice serio " ma non sei ancora pronta per questo" si alza dal letto. Porca di quella.. è... nudo!

Mi copro gli occhi "Vestiti maniaco" .

Ride " la signorina qui è una verginella, non l'avrei mai detto".

Poco dopo apro gli occhi e lui è vestito.

" Vestiti " dice serio lanciandomi dei vestiti. Bipolare il ragazzo. "Devi incontrare una persona e...non ti piacerà".



20 minuti dopo


Finito di vestirmi mi prende per un braccio e mi conduce nel buio. Svoltiamo tre volte a destra e una volta a sinistra. Il braccio mi fa male così come le costole. La mano è livida ma non fa male.

I miei sensi sono all'erta ma non percepiscono nulla. Il mio cervello pulsa, c'è qualcosa che interferisce e mi impedisce di vedere nel buio.

Sarà più difficile così scappare da qui.

All'improvviso una luce accecante mi ferisce gli occhi. Ci metto alcuni secondi a mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo.

Siamo in una caverna, non c'è dubbio. La luce è artificiale, devono aver trovato un generatore da qualche parte.

Inizio ad analizzare la stanza in cerca di una via di fuga ma la mia analisi viene interrotta dalla vista di una persona.

Non può essere. Non posso credere ai miei occhi.

" Cosa.. come.."

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


"Ti posso spiegare pulce" dice il ragazzo che ho davanti. Un ragazzo che conosco fin troppo bene e in cui avevo riposto una cieca fiducia. Un ragazzo che mi ha abbandonato.

"Cosa mi vuoi spiegare? Vuoi spiegarmi perché mi hai mentito o perché hai finto di essere morto? Pensavo che ci fidassimo uno dell'altro Brandon. Pensavo che non mi avresti mai mentito... ma a quanto pare mi sbagliavo."

"Pulce sono stato costretto a lasciar.."

"Fanculo Brandon, non ti credo più".

Sono delusa e ferita. Avevo fiducia in lui, ma a quanto pare non ci si può fidare nemmeno del proprio sangue.

Me ne voglio andare. Non voglio starlo a sentire; vorrà rifilarmi altre menzogne.


Faccio per andarmene ma Brandon mi ferma per un braccio.

"So che non sei pronta ad ascoltarmi ma se non te lo dico adesso sento che potrei scoppiare" inizia.

Lo guardo negli occhi cercando di capire il suo stato d'animo.

Scavo a fondo nei suoi occhi grigi, cercando di capire se vuole mentirmi.

E poi me ne sono resa conto: riesco a sentire il battito del suo cuore in modo distinto. Un' altra mutazione. Quanto sarà passato?

Il suo cuore corre veloce, troppo veloce per una persona normale.

Ma qui nessuno è normale, non più.

"Cosa ti è successo?" sussurro, il groppo in gola.

Pensavo di star perdendo la capacità di provare dei sentimenti, o qualsiasi cosa, ma a quanto pare non è così.


"Quel giorno non sono morto, o per meglio dire si sono morto ma poi ho riaperto gli occhi e ho ripreso a respirare. Tu te ne eri già andata.

Quando sono stato contagiato, ho avuto una paura fottuta. Essere contagiati voleva dire andarsene, in un modo o in un altro e lasciarti da sola, a patire tutto questo inferno e non volevo farlo per nulla al mondo.

Una notte poi ho incontrato Amanda, la sorella di Matt" dice indicando il ragazzo con cui avevo dormito tutta la notte e che sembrava tutto tranne che una ragazza.

"aveva cambiato forma davanti a me e mi aveva detto che sapeva cos'ero e che avevano bisogno di me." dice indicando le persone che ci circondano "Quella notte li ho incontrati e mi hanno spiegato quello che avevano in mente di fare. Ho passato la notte a rimuginare sul da farsi e poi è successo quello che è successo ".


"Sei un combattente?" gli chiedo.

"Si"

"Devo parlare con Matt" dico rivolta a sua sorella che sembra il capo della situazione.

Poi rivolgendomi a mio fratello dico " non so cosa pensare..non so se crederti. Potevi dirmi la verità. Non sono stupida, mi ero accorta che eri un contagiato e aspettavo solo di vedere cosa ti sarebbe accaduto".

"Pulce, io ti voglio bene. So che tu adesso non puoi capirmi perchè sei ancora sana ma..." inizia.

Lo fermo subito "Sono una contagiata, l'ho preso da te il virus" dico squadrandolo in ricerca di qualche reazione.

"NO. Non è possibile, sono stato attentissimo." dice incredulo" Quanto mi dispiace pulce" dice avvicinandosi e cercando di abbracciarmi. Io faccio un passo indietro diffidente.

Come può aspettarsi che io lo abbracci adesso. Dopo che mi ha mentito. Non sarà così semplice tornare a fidarmi da lui.


"Da quanto sono svenuta? " chiedo. Non deve mancare molto alla fine della mutazione.

" Un paio d'ore" dice un ragazzo che ha le orecchie da coniglio "Io sono Henry comunque" arriccia le orecchie, è strano.

"Precisamente quanto?" chiedo in apprensione.

"7 ore più o meno".


Mi mancano solo 2 ore e poi tutto cambierà. Cosa mi succederà? Continuerò a vivere o morirò? Sarò la stessa o cambierò irrimediabilmente?

"Posso parlare con Matt ora?"

"È in ricognizione, tornerà tra poco " dice un omone di colore semi sdraiato su una sedia mentre digita al computer con... i piedi. Curioso. "Sono Shadow" dice facendomi l'occhiolino.

"Quanti siete? Dov'è questo posto? E perché io ho dovuto dividere il letto con lui?" chiedo indicando Amanda.

"Sono una ragazza " sottolinea lei.

"A letto non lo eri" ribatto io.

"Mmh, situazione scottante " ci scherza su Henry.


"Per rispondere alle tue domande dovrai aspettare Matt; è lui il capo" dice Shadow.

"Perfetto, è perché il capo si è scomodato ed è venuto a prendermi?" chiedo, il tono ironico.

"Perchè ci servi" dice Matt facendo la sua entrata in scena al fianco di due ragazze e un ragazzo.

"Vieni, andiamo a parlare di là" dice iniziando a incamminarsi verso il corridoio da cui ero venuta, diverso da quello da cui era spuntato lui.


Camminiamo al buio, la strada è la stessa. Non è che la stanza in cui ho dormito...

"Si hai dormito nella mia stanza, con me" .

Non vedo nulla ma ho la sensazione che stia ghignando.


Ragioniamo:

Matt, se così si chiama, è uno stronzo che mi ha mentito perché, ovviamente, non è un contagiato ma bensì è un combattente. In realtà la situazione è pure peggiore perché lui è il loro capo e ha detto che gli servo. Ma a cosa? E perchè mi hanno portato qui?

E poi , mio fratello è ancora vivo e mi ha mentito. Cosa devo fare con lui? Devo perdonarlo? Sono felice di averlo ritrovato ma posso davvero fidarmi di lui?


"Smettila di pensare troppo" dice entrando nella sua camera da letto "si, mi chiamo Matt e sono un combattente, in realtà questo gruppo l'abbiamo creato io e mia sorella"

"bel tipetto tua sorella" dico ironica "perchè me la sono ritrovata a letto nuda?"

"Ah, questo non lo so" ride "magari le piaci".

"Su cos altro mi hai mentito?" chiedo irritata. Odio che mi si menta.

Mi fissa serio "su nulla".

"Sei sicuro? È l'ultima possibilità che ti do per dirmi la verità" fisso i miei occhi nei suoi. Se ora non mi dice tutto e poi spunta fuori qualcosa, giuro che gliela farò pagare cara.

La sua maschera si incrina per un secondo ma poi mi sorride "certo che sono sicuro".


"Perché sono qui Matt?". Sono confusa, io non sono una combattente. A cosa potrei mai servir loro?

"Sei qui perché il virus in te si è manifestato in modo diverso dagli altri; ti abbiamo fatto degli esami, ti abbiamo studiato. Sei tu in realtà che hai infettato tuo fratello. Dai test è emerso che hai sviluppato capacità che vanno al di là di quello che ci saremo mai aspettati. Tu non hai subito mutazioni fisiche perché ne hai subite a livello cognitivo e sensoriale più di quelle che si sono manifestate in tutti i combattenti esaminati fino ad ora. Sono più di tremila" sorride "sei unica Veronica".

"Ma com'è possibile tutto questo? Perchè non me ne sono accorta prima?" sono ancora più confusa.

"Non lo sappiamo ancora" dice tornando serio.

"Non hai ancora risposto alla mia domanda, perchè sono qui?"

"Perchè abbiamo bisogno di te. Nell'ultimo periodo i centri mobili che trasportavano il vaccino sono stati distrutti e così i centri fissi nei punti più vicini a qui. Pensiamo che vogliano delimitare la zona il più possibile per poi distruggerla. In fondo l'infezione è partita da questa zona"

"Ma che senso ha? L'infezione si è diffusa nel resto del mondo"

"Questo non è propriamente vero. L'infezione si è diffusa ma è stata quasi del tutto neutralizzata in Europa ed è localizzata in altri pochi paesi del mondo. Ma quì è diverso, il virus si è esteso troppo quindi vogliono risolvere il problema radendo al suolo l'intera zona"


"Quindi vogliono sterminare migliaia di persone. È questo che mi stai dicendo?"

"Si. È così. Non possiamo lasciarglielo fare. Ci sono in gioco le vite di famiglie intere e quelle di troppi bambini. Noi vogliamo impedire tutto ciò, per questo abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno delle tue capacità, possiamo salvare quelle vite".

"Qual'è il piano?".

Sono decisa ad aiutarli, costi quel che costi, io salverò quelle persone.

"Dobbiamo trovare un modo per diffondere il vaccino e, dobbiamo trovare una cura per gli infetti. Ma noi non ne abbiamo le capacità, mentre tu si"

"Quindi.. mi stai dicendo che devo trovare una cura? Sei impazzito?Nessuno l'ha ancora trovata. Nemmeno gli scienziati con più esperienza nel campo; come puoi pretendere che una studentessa come me che, prima di tutto questo aveva solo iniziato il college possa trovarla? Anche con le mie nuove capacià non ci riuscirei".

Ho gli occhi fuori dalle orbite, me lo sento. Come può credere che io possa fare una cosa del genere? Non ce la farò mai.

" Ci riuscirai, non hai ancora sviluppato il tuo cervello al 100% ma lo farai. Sei la nostra ultima e unica chance"mi guarda fiducioso. La sua vita, il suo mondo è nelle mie mani..e io, sono terrorizzata. "Io credo in te".

Si avvicina e poggia le sue mani sulle mie spalle "io credo in te".

"Ok, lo farò. O almeno ci proverò".


"Quanto tempo abbiamo? " gli chiedo mentre ci dirigiamo verso la sala riunioni.

"Due settimane prima che inizino a chiuderci ermenticamente quà dentro. Tre alla fine"

"Già che c'eri perchè non mi hai rapita il giorno prima della fine del nostro mondo?" dico sarcastica.

Una giornata perfetta devo dire; ho scoperto che mio fratello è vivo, che sono una combattente con poteri strani e che la vita di tutti noi è nelle mie mani.

Non potrebbe andare peggio di così.


"Potrebbe piovere" dice ghignando.

"Ha-ha. Guarda quanto sto ridendo. Il tuo umorismo fa schifo" sono nervosa, non so come fare.

"Ti aiuteremo a sviluppare le tue capacità, Shadow ti aiuterà con la realizzazione pratica dello strumento con cui diffonderemo il vaccino mentre io e tuo fratello cercheremo di fornirti dei libri e quante più informazioni sul virus così che tu possa sviluppare la cura".

"Lui lo sa? Sa cosa sono?" chiedo entrando finalmente nella sala riunioni, tutti sono seduti e ci fissano.

"No, sa solo ciò che gli hai detto tu".


Ci sediamo. Mi presenta a tutti.

"Lei è la nostra soluzione" mi indica "ha capacità straordinarie che potrebbero salvarci tutti. Purtroppo la sua trasformazione non è ancora completa e perciò ha bisogno del nostro aiuto".

Guardo mio fratello, è sconvolto. "Cosa? Ma...quando è successo?" chiede.

"E cosa avrebbe di così speciale da essere la nostra salvezza?" chiede una delle ragazze che avevo visto tornare poco prima da una missione. È di una bellezza particolare anche se a quanto pare è di un'antipatia unica.

È affetta da eterocromia, ha un occhio verde e l'altro azzurro. Oltre ciò ha una cicatrice sul sopracciglio destro e una folta chioma bianca naturale.

Questa ragazza mi irrita.

Matt riporta a tutti ciò che ha detto a me, punto per punto.


La riunione finisce poco dopo e io sono esausta. Ho bisogno di dormire, cosa strana visto che sono rimasta svenuta per sette ore.

Gli occhi mi si chiudono da soli. Vedo per un secondo tutto nero e le gambe non mi reggono.

"Ehi, stai attenta" mi dice una voce sconosciuta afferrandomi al volo.

"Scusa, deve essere un calo di zuccheri" dico rimettendomi in piedi.

"Tranquilla, io sono Jason."

"Piacere di conoscerti, io sono Veronica" dico sentendo la testa girare "devo sedermi".

Jason mi accompagna ad un divano che non avevo notato e mi fa sedere.

"Vuoi che ti porti qualcosa o chiami qualcuno?"

"Brandon, chiamami Brandon" dico prima di sdraiarmi e chiudere gli occhi.


"Pulce, è tutto ok?" sento pochi secondi dopo.

"Brandon, codice 007" mormoro socchiudendo gli occhi. Lui capisce subito e corre in un posto a me sconosciuto. Siggillo gli occhi, ho un' emicrania martellante in corso. Poi sorrido, i ricordi che riaffiorano.

Abbiamo iniziato ad usare questo codice quando avevo 9 anni, dopo ver visto James Bond. A pensarci adesso mi viene da ridere perché da allora soffrivo di cali di zucchero improvvisi.

Ricordo che il giorno in cui abbiamo visto il film, facemmo un patto: ogni qual volta mi fossi sentita male avrei dovuto dire "codice 007" e lui sarebbe corso a prendermi gli orsetti gommosi per farmi sentire meglio.

E questa "tradizione" è rimasta invariata nel tempo pur non avendo più cali di zucchero dall'età di 15 anni.

E questa cosa mi fa pensare: Brandon è ancora il mio fratellone, mi vuole ancora bene come allora.


"Ecco a te pulce" dice dandomi gli orsetti.

"Dove li hai presi? Non pensavo circolassero ancora" dico sorridendogli e cercando di sedermi. Poi gli prendo la busta dalle mani.

"Ho una scorta da parte, solo per te. Mi hanno sparato per quegli orsetti ma avrei fatto qualsiasi cosa per prenderli" dice sorridendomi preoccupato accarezzandomi la fronte "come ti senti?".

"Meglio. Ti voglio bene Brandon" dico abbracciandolo.

Ci stringiamo per un tempo infinito, mi era mancato così tanto. Sembrano passati anni dall'ultima volta in cui ci siamo visti.

"Mi sei mancata tanto pulce" dice stringendomi più forte.

Quando ci stacchiamo ci guardiamo negli occhi, entrambi lucidi, e scoppiamo a ridere.

"Riesci ad alzarti?" chiede, un velo di preoccupazione negli occhi.

"Si, andiamo a dormire?" chiedo sorridendogli stanca.

"Io sono di guardia stanotte ma se vuoi puoi dormire comunque nel mio letto" dice ricordandomi di quando mi addormentavo nel suo letto quando eravamo piccoli, mi piaceva immergermi nel suo profumo. Mi ricordava tanto quello di papà.

Annuisco.

Mi accompagna nella sua stanza e mi da la buona notte. Ha il turno fino alle due e mezza poi tornerà in camera.


Mi sdraio sul letto a due piazze immergendomi tra le sue lenzuola, e accompagnata dal suo profumo cerco di prendere sonno ma non ci riesco. Ho freddo, e le sue lenzuola mi fanno pensare a mamma e papà e ai momenti senza di lui quando, disperata, ci dormivo da sola tra quelle lenzuola.


Non voglio stare da sola. Non voglio stare da sola. Non voglio stare da sola.


Quando finalmente mi decido a scendere dal letto e raggiungere mio fratello, sento bussare alla porta; una, due volte.

È passato troppo poco tempo perchè sia Brandon. È allora chi è?

Mi alzo dal letto e mi dirigo verso la porta. Aspetto ancora qualche secondo e poi sento bussare una terza volta.

Apro la porta e lo vedo.

"Cosa ci fai qui?"


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


"Cosa ci fai qui Amanda?" si, avevo davanti Amanda, in versione Matt. Ho l'impressione che la faccia sentire più sicura vestire i panni di un uomo.

"Wow, impressionante. Come hai fatto a capirlo? "

"Non lo so in realtà, avete due presenze diverse".

"Sono venuta per tuo fratello "dice arrossendo impercettibilmente e trasformandosi in una ragazza mora, gli occhi scuri come il fratello. È minuta, forse per quello preferisce vestire i panni di un uomo.

"È di guardia" dico "pensavo lo sapessi".

"Ah, ha fatto un cambio. Me ne ero dimenticata". È impacciata, quasi insicura.

"State insieme?" le chiedo dubbiosa.


"Ecco, non proprio. È difficile parlare con tuo fratello dell'argomento. Ora vado, scusa se ti ho disturbato. Buonanotte."

"Tranquilla, buonanotte".

Ora sono più sveglia di prima, ma che cavolo!

Bussano di nuovo alla porta. Sarà Amanda che si è dimenticata di dirmi qualcosa?


"Ti sei dimenticata qual.." mi interrompo. Questa volta non è Amanda ma bensì Matt.

"Ciao?" lo guardo confusa.

"Ehi, ho sentito il tuo messaggio" dice imbarazzato.

"Che messaggio?" gli chiedo.

"Mi hai mandato un messaggio telepatico. Non voglio stare sola.Mi sono forse sbagliato?" chiede dubbioso.

"In realtà lo stavo solo pensando. Non era mia itenzione mandarti un messaggio telepatico nel bel mezzo della notte. In realtà, non sapevo nemmeno di poterlo fare" dico grattandomi il collo.

"Ah.. beh..è una buona notizia allora, vuol dire che stai sviluppando le tue capacità"


"Vuoi ancora compagnia?" chiede con malizia avvicinandosi al mio corpo.

"NON quel tipo di compagnia, maniaco" dico ridacchiando e facendolo entrare "ora ho capito da chi ha preso tua sorella".

"Che peccato" continua la sua scenetta da maniaco pervertito "non riesci a dormire perchè continui a pensare a me?" cerca di metterla sul ridere ma non riesce nemmeno a strapparmi un sorriso.

"Tutta questa storia non mi fa dormire" gli confesso stedendomi sul letto una mano a coprirmi gli occhi.

"Dormire tra il profumo di papà non mi fa stare bene" mormoro tanto che lui non mi sente. Si avvicina e si siede accanto a me.

"Cosa hai detto?" chiede difatti.


"Niente" dico subito "non ho detto niente".

Il silenzio è padrone del momento, è un silenzio strano e un po' pesante da sostenere.

"Come avete trovato questo posto?" chiedo per smuovere la situazione.

"Io e mia sorella siamo stati i primi ad essere contagiati in famiglia. Quando siamo arrivati allo stadio finale siamo stati colti da un attimo di follia e abbiamo sterminato un intero quartiere di non morti"

Wow

"Dopo questo episodio nostro padre ci ha sbattuti fuori di casa e io mi sono dovuto occupare di entrambi. Iniziammo a rubare e a uccidere tutti quei non morti che ci si piazzavano sulla strada. Da quel episodio in poi altri sopravvissuti come noi iniziarono a seguire il nostro esempio. Così io e mia sorella decidemmo di creare un gruppo, una società composta da quelli come noi. Quando iniziammo ad essere tanti cercammo un posto sicuro in cui poter vivere senza essere uccisi. Henry è stato molto utile da questo punto di vista" dice.

"Henry?" mi sembra di averlo già sentito.

"Il ragazzo con le orecchie da coniglio" chiarisce lui.

Ci rifletto un attimo.

Poi ho l'illuminazione. Il tipo che aveva arricciato le orecchie da coniglio. Un tipo ordinario. Certo, tolto il dettaglio delle orecchie.

Ha un viso pulito e giovanile. Deve essere più giovane di me sicuramente, forse sui 14 anni. È abbastanza minuto per essere un ragazzo. L'unica cosa anomala, che non ti farebbe mai pensare che sia una persona normale, sono quelle orecchie da coniglio, quelle vere orecchie da coniglio.


"Era in una banda di criminali, lo so non si direbbe ma ha 20 anni. Una notte ha sentito un uomo parlare con il suo capo di questo posto e lui, che già voleva uscire dal giro e che ci aveva conosciuti da poco, ce lo riferì facendoci portare anche lui.

Fu difficile per i primi tempi orientarsi tra queste gallerie. Ogni tanto ci si perdeva. Ma poi ci abbiamo fatto l'abitudine".

"Quanti siete in totale?" chiedo scrutandolo attentamente.

"Dici che abitiamo qui?" .

Annuisco. Mi alzo e mi siedo vicino a lui.

"Questa montagna è divisa in sette settori. Solo la zona comune non è abitata, è al centro della montagna. Questo è il settore 5, qui ci abitiamo in 20. In totale siamo in 170 e siamo un po' a corto di spazio. Siamo poi collegati tramite un'altra serie di labirinti ad un' altra montagna"

"Non pensavo fosse così articolato questo posto" dico meravigliata.

"Lo è " sorride "è un bel posto".


"Comunque sei un bugiardo magistrale" lo accuso.

"Si, scusa per quello. Ma era l'unico modo" dice imbarazzato.

"Cosa c'è di vero tra tutto quello che mi hai detto?" sono davvero curiosa.

"Ehm...ho 21 anni. Mia sorella si chiama Amanda. La coltellata. Oh, si quella era vera. C'era qualcuno che ti voleva uccidere in quel vicolo ma sono intervenuto. Poi..sento davvero i tuoi pensieri. Li sento tutti, il che è strano perchè di solito riesco a sentirne solo parte dei pensieri della gente, sarà legato al tuo potere. E basta" conclude.

"Quindi più che bugie erano mezze verità."

"Si".

"Che altre capacità hai?" chiedo. Si sente in colpa, è per questo che sicuramente risponde a tutte le mie domande.

"Oltre a leggere il pensiero sono telepatico e ultimamente ho scoperto di poter fare questo" mi fissa negli occhi intensamente e sento la mia mano muoversi da sola. Non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. La mia mano si va a posare sul suo collo.

"Stringi" ordina. La mano inizia a stringere da sola.

"Manipoli la gente" mormoro.

"Lascia" dice. Distoglie lo sguardo "Si, riesco a manipolare la mente della gente, riesco a far fare loro delle cose. Ma devo ancora lavorarci su, è piuttosto stancante come cosa".


Si sdraia sul letto e così faccio anche io, guardiamo il soffitto.

"Come siete finiti tu e Brandon da soli?" chiede a bassa voce.

"Mamma è morta di cancro, prima della diffusione del virus. Papà invece è un non morto. Non so se sia ancora vivo o se l'abbiano ucciso; so solo che l'ultima volta in cui l'ho visto si stava nutrendo della carcassa di un cane" dico girandomi su un fianco, dandogli la schiena. Non mi piace parlare di questo.


"E tu?" chiede.

"Io cosa?" dico voltandomi dalla sua parte.

"Che poteri sai o pensi di avere?" mi fissa negli occhi.

"Posso fare una mappa mentale di ciò che mi circonda e utilizzarla se non poso usare i sensi, sono telepatica, penso di poter sentire le funzioni vitali di chi mi circonda".

"Ti è capitato con Brandon?" chiede.

"Aha. L'ho toccato e ho sentito distintamente il suo battito"

"Quella è una sua capacità. Non abbiamo ancora capito bene come funzioni ma è sua. Tutti l'hanno provato" dice avvicinandosi al mio corpo "poi?".

"Riesco ad elaborare alcune cose in poco tempo. Tipo i calcoli o acuni ragionamenti".

"Ah si?" dice allontanandosi di poco da me "Allora, quanto fa... 16934 x 4798?"

"81249332" rispondo prontamente "vuoi controllare?" chiedo in un moto di sfida.

"Wow, incredibile".


"Puoi indurre anche il sonno?" chiedo sentendo le palpebre pesanti.

"Mi piacerebbe" sussurra "ma non ne sono ancora capace. Sogni d'oro".

Cado in un sonno profondo, senza sogni.


Il mio sonno cessa all' improvviso ma io non ho la voglia di aprire gli occhi. Sembrano passati pochi secondi da quando mi sono addormentata. Mi sento strana, quasi rinata. Però non riesco a muovermi, cosa che mi infastidisce alquanto.

Poi apro gli occhi.

È tutto buio, certo qui la luce non arriva. Possono essere passati pochi minuti come giorni. È impossibile capirlo.

Sento il corpo pesante, mi sento più stanca di come ero prima di andare a dormire.

Alzo un braccio e mi blocco; non è possibile.

Mi alzo in fretta e furia, inciampando nelle coperte che mi coprivano e rischiando di rompermi l'osso del collo più di una volta, tutto per arrivare allo specchio posto vicino alla porta del bagno.


La mia pelle è del colore della porcellana e mie braccia sono ricoperte da sottili scie blu scuro e viola.

Levo i jeans e la maglietta con cui ho dormito e mi guardo meglio.

La schiena è costellata da puntini blu e viola, sono come una galassia di stelle; alcune di queste determinano l'inizio di quelle scie che avvolgono il mio corpo e che ora brillano di luce propria. Non sono collegate tra loro ma creano ghirigori sulla mia pelle, sembrano quasi dei tatuaggi.

Sposto lo sguardo sul viso, dove queste scie non sono arrivate e noto che i miei capelli sono diventati di un bianco purissimo mentre i miei occhi sono diventati neri.

È assurdo, è come se fossi un' altra persona, ma sono io. Le labbra a cuore e i tratti marcati sono i miei, le forme sono le mie ma tutto il resto non mi appartiene


Deve essere un incubo, cosa mi è successo?


La porta si apre, è Brandon.

"Chi sei tu? Dov'è mia sorella?" chiede, mano alla fondina della pistola, pronto a spararmi.

"Sono io Brandon, sono Veronica" dico.

Mi guarda meglio cercando delle somiglianze e poi mi si avvicina "Dio Veronica ma cosa ti è successo?" dice osservando prima i miei capelli poi i miei occhi e infine dice "E queste?" guardando le scie che mi ricoprono quasi interamente.

"Non lo so" dico "mi sono svegliata così".

"Non pensavo potessi subire delle mutazioni così evidenti" dice allontanandosi da me. Quasi come se fosse....spaventato. Mio fratello è spaventato da me.

Mi rivesto velocemente per coprire tutto quello.

Mio fratello è spaventato da me.

Mi volto verso il letto, non voglio che mi guardi.

Mio fratello è spaventato da me.

Mi rannicchio in un angolo, il viso nascosto tra le braccia. Sento la sua voce ovattata che mi dice qualcosa e poi sento la porta sbattere.

No, mio fratello è schifato da me.


Qualche istante più tardi sento la porta aprirsi, seppellisco il volto ancora di più tra le mie braccia. Sento una mano posarsi delicatamente sulla mia testa.

"Guardami" mi incita ma io rimango nella stessa posizione. È Matt.

"Veronica guardami. Va tutto bene. Non è successo nulla" continua a dire.

Sollevo il viso verso il suo e lo guardo negli occhi.

"Cosa mi è successo Matt?" mormoro squadrandolo. Squadrando la sua anima.

"Vieni" dice mettendomi un braccio sulle spalle "facciamo degli esami".

Mi accompagna lungo un corridoio illuminato, è l'unico che è illuminato qui sotto.

Camminiamo per qualche minuto, ancora nella stessa posizione. Mi sta reggendo, se mi lasciasse, in questo momento, crollerei in ginocchio.

Arriviamo in quella che deduco essere l'infermeria.

Mi fa sedere su un lettino e mi dice di aspettare.

Si allontana per quella che sembra un' eternità.

Continuo ad osservarmi le braccia e sfiorando quelle scie che ad ogni mio tocco diventano più brillanti.

Mi perdo nei meandri dei miei pensieri.

Cosa mi è successo? Ma soprattutto come è successo? Pensavo che con tutte le trasformazioni che avevo subito questo non succedesse.

"Eccoci" dice Matt seguito da un altro uomo.

Deve essere un dottore.

"Lui è Fox, uno dei dottori che abbiamo qui".

"L'avevo immaginato" inizio "perchè ho subito una mutazione fisica?" chiedo.

"Ora proviamo a capirlo" dice iniziando a visitarmi. Prende qualche campione di capelli e osserva attentamente le scie.

"Sembrano iniziare sulla schiena" lo informo.

Mi fa girare e io gli mostro quella serie di puntini.


"Farò delle analisi sui tuoi capelli. Ci vorrà del tempo" dice allontanandosi con Matt.

Non mi spiego tutto questo, non dovrebbe essere tipo impossibile un cosa del genere?

Così tante mutazioni in così poco tempo poi.

"Fox avrà i risultati fra qualche ora. Vuoi dormire ancora un po' nel frattempo? Avrai dormito qualcosa come un paio d'ore soltanto"

"Non voglio dormire. Piuttosto mangerei qualcosa e mi metterei a leggere qualche studio sul virus" dico. Devo andare in fondo a questa faccenda.


Mi alzo dal letto e mi allontano verso la sala comune con Matt al seguito "sei sicura?" chiede dubbioso.

"Si Matt, non dormivo dal giorno in cui pensavo Brandon fosse morto" non lo guardo nemmeno, devo raggiungere quella sala "non cambierebbe nulla" concludo.

Giunti nella sala comune mi reco verso un computer, lo metto in funzione.

Apro i file che mi interessano.

"Ok, ti porto qualcosa da mangiare" si arrende andandosene.

Li analizzo velocemente, riesco a memorizzarli più velocemente di quanto mi aspettassi.


Deve essere successo qualcosa anche al mio cervello.

Quando Matt rientra non lo sento nemmeno, troppo concentrata sul mio compito.

Solo quando mi mette il piatto davanti mi accorgo di lui.

"Grazie" dico. Lo metto da parte e continuo a memorizzare dati. Finisco proprio quando vedo Shadow entrare nella stanza.

"Ciao" lo saluto.

"Chi sei?" chiede indietreggiando.


"Sono Veronica, pronto al lavoro?"

"Ma..cosa?" chiede confuso osservandomi.

"Non lo so ancora" dico per poi cambiare argomento "Ho studiato tutti i file sul virus"gli dico.

"Quando?" mi chiede "erano più di 300".

"Questa notte. Mi sono svegliata e ho deciso di iniziare".

Memore del piatto che mi aveva preparato Matt lo prendo e inizio a mangiare quella specie di frittata uscita male ma smetto poco dopo. Mi sa che non sa cucinare... ma almeno ci ha provato.


"Hai già qualche idea per la cura? O per la diffusione del vaccino?" chiede speranzoso.

"Sfortunatamente no" mi strofino gli occhi "ho bisogno di altre informazioni e dovrei anche analizzare il vaccino. Mi servirebbero gli appunti di qualcuno che ha lavorato al progetto e un pasto decente" dico sedendomi.

Lui ride "ha cucinato Matt?" chiede indicandomi il piatto vicino a me.

"Già" sorrido "è pessimo" dico scoppiando a ridere e lui con me.

"Lascia fare a me" dice ridacchiando " ti preparerò il miglior hamburger della tua vita".

"Basta che sia commestibile " lo punzecchio.

"Così mi offendi" scherza lui "per vendetta potrei avvelenarti".

" Scusi signor chef. Per favore abbia pietà" rido "scherzi a parte" continuo seria "grazie".

"Non c'è problema. Se vuoi, tra le scartoffie là in fondo" dice indicandomi il punto in cui era seduto l'altro giorno "ci sono i progetti che avevo ideato prima che arrivassi tu. Non hanno funzionato. Magari puoi iniziare a guardarli e capire dove ho sbagliato. In fondo sei tu il genio della situazione" dice prima di uscire di scena.


Mi reco al suo posto e inizio a prendere in mano qualche progetto. Nessuno sembra particolarmente adatto alla soluzione; alcuni perchè ci metterebbero troppo tempo a diffondere il vaccino e noi non ne abbiamo di tempo. Altri sono complicati da realizzare perchè non abbiamo i pezzi che ci servono.

Prendo in mano un foglio, appallottolato e lo apro.

Lo studio attentamente. Sembra poter funzionare, è un progetto complesso e ci servono dei pezzi difficili da recuperare. Ma non è impossibile, dovranno essere apportate delle modifiche sostanziali nell'alimentazione.

L'unica cosa è che ci sono degli errori di calcolo, è per questo probabilmente che Shadow l'avrà scartato.


Inizio a correggere gli errori e a fare una lista dei pezzi che ci serviranno. Non sarà facile, per nulla ma ci proveremo.

Finisco di correggere gli errori più grossolani quando sento un profumo buonissimo che mi fa venire l'acquolina in bocca. Da quand'è che non faccio un pasto decente?

Mi volto in tempo per veder entrare Shadow nella stanza. In mano ha un piatto che sembra quasi un miraggio.

"Ecco a voi milady" mi dice con tanto di inchino.

"Grazie mille sir. Sembra squisito"

Scoppiamo entrambi a ridere.

"Nel frattempo sei riuscita a ideare qualcosa?" chiede sedendosi vicino a me e osservandomi mangiare.

"Ho scavato tra i tuoi progetti e ne ho trovato uno che potrebbe fare al caso nostro. Certo ci sono degli errori ma li possiamo sistemare. Un problema grosso però sarà il carburante, per coprire l'intera zona ce ne serve minimo il doppio di quello che avevi previsto" parliamo per quelle che sembrano ore fino a quando non veniamo interrotti dal dottor. Fox.


"Sono pronti i risultati. Vieni con me" dice serio, quasi minaccioso.

Mi alzo e mi sgranchisco le gambe "arrivo" mi volto verso Shadow "chiama Matt e digli di iniziare a prendere le cose della lista" poi mi allontano con Fox.

Il suo tono non mi è piaciuto per nulla. C'è qualcosa che non va.

Dopo qualche minuto raggiungiamo l'infermeria e Fox mi gela con le sue parole "le tue mutazioni sono fuori controllo. Potresti subirne altre centinaia o non subirne più. La tua situazione è delicata, devo fari altri esami per capire l'evoluzione che il tuo organismo sta subendo. Dobbiamo capire esattamente quando e come sei stata contagiata. Ma fino ad allora non potrai entrare in contatto con gli altri combattenti; non sappiamo se tu possa apportare delle modifiche anche agli altri e non vogliamo rischiare che capiti nulla di male"

"Ok, ho capito. C'è una zona in cui potrò isolarmi e lavorare senza che nessuno possa essere messo in pericolo?"

"Puoi lavorare quì con me e il dottor Blake. Siamo due dei pochi sopravvissuti dell'equipe medica che si era occupata degli studi sul virus. Ci potrai essere utile"

"Avete un campione di virus su cui lavorare?"

"No, possiamo solo lavorare sul vostro sangue"

"E il sangue dei non morti? Avete qualche campione?"

"Purtroppo lo abbiamo esaurito e procurarsene dell'altro sembra quasi impossibile" sembra esausto, ha le occhiaie e ogni tanto lo vedo zoppicare.

Avrà l'età di mio padre, è un poco brizzolato e porta gli occhiali da vista.


"Avete mai provato a tenere un esemplare e non limitarvi a prendere campioni? Così si possono applicare le cure ad un campione umano e trovare la cura potrebbe diventare pi semplice. Io posso andare in ricognizione da sola e provare a catturare un non morto, in fondo non mi può succedere nulla" e potrei cercare mio padre, spero sia ancora vivo.

"Non essere sciocca, tu sei un'importante risorsa e dobbiamo analizzare anche il tuo sangue. Non puoi andare in ricognizione, soprattutto da sola. È troppo pericoloso" è risoluto e convinto che io non ce la possa fare.

"Non ha senso che io stia rilegata qui. Potrei essere molto utile nel raccogliere un esemplare" dico impuntandomi "E vi aiuterò con gli esperimenti".

Lui sbuffa si leva gli occhiali e si massaggia la base del naso "senti: fai come ti dico e basta. Non uscire e resta il più lontano possibile dagli altri"

"Come vuoi. Ora sono stanca, vado a riposarmi" lo informo.

Sto per varcare l'uscita "non dire nulla a Matt" dico. Lui annuisce.

Pochi istanti dopo il diretto interessato entra nell'infermeria e io esco diretta nella stanza adiacente all'infermeria. È una stanza piccola e spoglia.

Mi sdraio sul letto e aspetto, aspetto che mi succeda qualcosa, qualsiasi cosa. Ormai mi aspetto di tutto.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3657624