"Cosa
ci fai qui Amanda?" si, avevo davanti Amanda, in versione Matt.
Ho l'impressione che la faccia sentire più sicura vestire i
panni di
un uomo.
"Wow,
impressionante. Come hai fatto a capirlo? "
"Non
lo so in realtà, avete due presenze diverse".
"Sono
venuta per tuo fratello "dice arrossendo impercettibilmente e
trasformandosi in una ragazza mora, gli occhi scuri come il fratello.
È minuta, forse per quello preferisce vestire i panni di un
uomo.
"È
di guardia" dico "pensavo lo sapessi".
"Ah,
ha fatto un cambio. Me ne ero dimenticata". È impacciata,
quasi
insicura.
"State
insieme?" le chiedo dubbiosa.
"Ecco,
non proprio. È difficile parlare con tuo fratello
dell'argomento.
Ora vado, scusa se ti ho disturbato. Buonanotte."
"Tranquilla,
buonanotte".
Ora
sono più sveglia di prima, ma che cavolo!
Bussano
di nuovo alla porta. Sarà Amanda che si è
dimenticata di dirmi
qualcosa?
"Ti
sei dimenticata qual.." mi interrompo. Questa volta non è
Amanda ma bensì Matt.
"Ciao?"
lo guardo confusa.
"Ehi,
ho sentito il tuo messaggio" dice imbarazzato.
"Che
messaggio?" gli chiedo.
"Mi
hai mandato un messaggio telepatico. Non voglio stare sola.Mi
sono forse sbagliato?" chiede dubbioso.
"In
realtà lo stavo solo pensando. Non era mia itenzione
mandarti un
messaggio telepatico nel bel mezzo della notte. In realtà,
non
sapevo nemmeno di poterlo fare" dico grattandomi il collo.
"Ah..
beh..è una buona notizia allora, vuol dire che stai
sviluppando le
tue capacità"
"Vuoi
ancora compagnia?" chiede con malizia avvicinandosi al mio
corpo.
"NON
quel tipo di compagnia, maniaco" dico ridacchiando e facendolo
entrare "ora ho capito da chi ha preso tua sorella".
"Che
peccato" continua la sua scenetta da maniaco pervertito "non
riesci a dormire perchè continui a pensare a me?" cerca di
metterla sul ridere ma non riesce nemmeno a strapparmi un sorriso.
"Tutta
questa storia non mi fa dormire" gli confesso stedendomi sul
letto una mano a coprirmi gli occhi.
"Dormire
tra il profumo di papà non mi fa stare bene" mormoro tanto
che
lui non mi sente. Si avvicina e si siede accanto a me.
"Cosa
hai detto?" chiede difatti.
"Niente"
dico subito "non ho detto niente".
Il
silenzio è padrone del momento, è un silenzio
strano e un po'
pesante da sostenere.
"Come
avete trovato questo posto?" chiedo per smuovere la situazione.
"Io
e mia sorella siamo stati i primi ad essere contagiati in famiglia.
Quando siamo arrivati allo stadio finale siamo stati colti da un
attimo di follia e abbiamo sterminato un intero quartiere di non
morti"
Wow
"Dopo
questo episodio nostro padre ci ha sbattuti fuori di casa e io mi
sono dovuto occupare di entrambi. Iniziammo a rubare e a uccidere
tutti quei non morti che ci si piazzavano sulla strada. Da quel
episodio in poi altri sopravvissuti come noi iniziarono a seguire il
nostro esempio. Così io e mia sorella decidemmo di creare un
gruppo,
una società composta da quelli come noi. Quando iniziammo ad
essere
tanti cercammo un posto sicuro in cui poter vivere senza essere
uccisi. Henry è stato molto utile da questo punto di vista"
dice.
"Henry?"
mi sembra di averlo già sentito.
"Il
ragazzo con le orecchie da coniglio" chiarisce lui.
Ci
rifletto un attimo.
Poi
ho l'illuminazione. Il tipo che aveva arricciato le orecchie da
coniglio. Un tipo ordinario. Certo, tolto il dettaglio delle
orecchie.
Ha
un viso pulito e giovanile. Deve essere più giovane di me
sicuramente, forse sui 14 anni. È abbastanza minuto per
essere un
ragazzo. L'unica cosa anomala, che non ti farebbe mai pensare che sia
una persona normale, sono quelle orecchie da coniglio, quelle vere
orecchie da coniglio.
"Era
in una banda di criminali, lo so non si direbbe ma ha 20 anni. Una
notte ha sentito un uomo parlare con il suo capo di questo posto e
lui, che già voleva uscire dal giro e che ci aveva
conosciuti da
poco, ce lo riferì facendoci portare anche lui.
Fu
difficile per i primi tempi orientarsi tra queste gallerie. Ogni
tanto ci si perdeva. Ma poi ci abbiamo fatto l'abitudine".
"Quanti
siete in totale?" chiedo scrutandolo attentamente.
"Dici
che abitiamo qui?" .
Annuisco.
Mi alzo e mi siedo vicino a lui.
"Questa
montagna è divisa in sette settori. Solo la zona comune non
è
abitata, è al centro della montagna. Questo è il
settore 5, qui ci
abitiamo in 20. In totale siamo in 170 e siamo un po' a corto di
spazio. Siamo poi collegati tramite un'altra serie di labirinti ad
un' altra montagna"
"Non
pensavo fosse così articolato questo posto" dico
meravigliata.
"Lo
è " sorride "è un bel posto".
"Comunque
sei un bugiardo magistrale" lo accuso.
"Si,
scusa per quello. Ma era l'unico modo" dice imbarazzato.
"Cosa
c'è di vero tra tutto quello che mi hai detto?" sono davvero
curiosa.
"Ehm...ho
21 anni. Mia sorella si chiama Amanda. La coltellata. Oh, si quella
era vera. C'era qualcuno che ti voleva uccidere in quel vicolo ma
sono intervenuto. Poi..sento davvero i tuoi pensieri. Li sento tutti,
il che è strano perchè di solito riesco a
sentirne solo parte dei
pensieri della gente, sarà legato al tuo potere. E basta"
conclude.
"Quindi
più che bugie erano mezze verità."
"Si".
"Che
altre capacità hai?" chiedo. Si sente in colpa, è
per questo
che sicuramente risponde a tutte le mie domande.
"Oltre
a leggere il pensiero sono telepatico e ultimamente ho scoperto di
poter fare questo" mi fissa negli occhi intensamente e sento la
mia mano muoversi da sola. Non riesco a distogliere lo sguardo dai
suoi occhi. La mia mano si va a posare sul suo collo.
"Stringi"
ordina. La mano inizia a stringere da sola.
"Manipoli
la gente" mormoro.
"Lascia"
dice. Distoglie lo sguardo "Si, riesco a manipolare la mente
della gente, riesco a far fare loro delle cose. Ma devo ancora
lavorarci su, è piuttosto stancante come cosa".
Si
sdraia sul letto e così faccio anche io, guardiamo il
soffitto.
"Come
siete finiti tu e Brandon da soli?" chiede a bassa voce.
"Mamma
è morta di cancro, prima della diffusione del virus.
Papà invece è
un non morto. Non so se sia ancora vivo o se l'abbiano ucciso; so
solo che l'ultima volta in cui l'ho visto si stava nutrendo della
carcassa di un cane" dico girandomi su un fianco, dandogli la
schiena. Non mi piace parlare di questo.
"E
tu?" chiede.
"Io
cosa?" dico voltandomi dalla sua parte.
"Che
poteri sai o pensi di avere?" mi fissa negli occhi.
"Posso
fare una mappa mentale di ciò che mi circonda e utilizzarla
se non
poso usare i sensi, sono telepatica, penso di poter sentire le
funzioni vitali di chi mi circonda".
"Ti
è capitato con Brandon?" chiede.
"Aha.
L'ho toccato e ho sentito distintamente il suo battito"
"Quella
è una sua capacità. Non abbiamo ancora capito
bene come funzioni ma
è sua. Tutti l'hanno provato" dice avvicinandosi al mio
corpo
"poi?".
"Riesco
ad elaborare alcune cose in poco tempo. Tipo i calcoli o acuni
ragionamenti".
"Ah
si?" dice allontanandosi di poco da me "Allora, quanto
fa... 16934 x 4798?"
"81249332"
rispondo prontamente "vuoi controllare?" chiedo in un moto
di sfida.
"Wow,
incredibile".
"Puoi
indurre anche il sonno?" chiedo sentendo le palpebre pesanti.
"Mi
piacerebbe" sussurra "ma non ne sono ancora capace. Sogni
d'oro".
Cado
in un sonno profondo, senza sogni.
Il
mio sonno cessa all' improvviso ma io non ho la voglia di aprire gli
occhi. Sembrano passati pochi secondi da quando mi sono
addormentata. Mi sento strana, quasi rinata. Però non riesco
a
muovermi, cosa che mi infastidisce alquanto.
Poi
apro gli occhi.
È
tutto buio, certo qui la luce non arriva. Possono essere passati
pochi minuti come giorni. È impossibile capirlo.
Sento
il corpo pesante, mi sento più stanca di come ero prima di
andare a
dormire.
Alzo
un braccio e mi blocco; non è possibile.
Mi
alzo in fretta e furia, inciampando nelle coperte che mi coprivano e
rischiando di rompermi l'osso del collo più di una volta,
tutto per
arrivare allo specchio posto vicino alla porta del bagno.
La
mia pelle è del colore della porcellana e mie braccia sono
ricoperte
da sottili scie blu scuro e viola.
Levo
i jeans e la maglietta con cui ho dormito e mi guardo meglio.
La
schiena è costellata da puntini blu e viola, sono come una
galassia
di stelle; alcune di queste determinano l'inizio di quelle scie che
avvolgono il mio corpo e che ora brillano di luce propria. Non sono
collegate tra loro ma creano ghirigori sulla mia pelle, sembrano
quasi dei tatuaggi.
Sposto
lo sguardo sul viso, dove queste scie non sono arrivate e noto che i
miei capelli sono diventati di un bianco purissimo mentre i miei
occhi sono diventati neri.
È
assurdo, è come se fossi un' altra persona, ma sono io. Le
labbra a
cuore e i tratti marcati sono i miei, le forme sono le mie ma tutto
il resto non mi appartiene
Deve
essere un incubo, cosa mi è successo?
La
porta si apre, è Brandon.
"Chi
sei tu? Dov'è mia sorella?" chiede, mano alla fondina della
pistola, pronto a spararmi.
"Sono
io Brandon, sono Veronica" dico.
Mi
guarda meglio cercando delle somiglianze e poi mi si avvicina "Dio
Veronica ma cosa ti è successo?" dice osservando prima i
miei
capelli poi i miei occhi e infine dice "E queste?"
guardando le scie che mi ricoprono quasi interamente.
"Non
lo so" dico "mi sono svegliata così".
"Non
pensavo potessi subire delle mutazioni così evidenti" dice
allontanandosi da me. Quasi come se fosse....spaventato. Mio
fratello è spaventato da
me.
Mi
rivesto velocemente per coprire tutto quello.
Mio
fratello è spaventato da me.
Mi
volto verso il letto, non voglio che mi guardi.
Mio
fratello è spaventato da me.
Mi
rannicchio in un angolo, il viso nascosto tra le braccia. Sento la
sua voce ovattata che mi dice qualcosa e poi sento la porta sbattere.
No,
mio fratello è schifato da me.
Qualche
istante più tardi sento la porta aprirsi, seppellisco il
volto
ancora di più tra le mie braccia. Sento una mano posarsi
delicatamente sulla mia testa.
"Guardami"
mi incita ma io rimango nella stessa posizione. È Matt.
"Veronica
guardami. Va tutto bene. Non è successo nulla" continua a
dire.
Sollevo
il viso verso il suo e lo guardo negli occhi.
"Cosa
mi è successo Matt?" mormoro squadrandolo. Squadrando la sua
anima.
"Vieni"
dice mettendomi un braccio sulle spalle "facciamo degli esami".
Mi
accompagna lungo un corridoio illuminato, è l'unico che
è
illuminato qui sotto.
Camminiamo
per qualche minuto, ancora nella stessa posizione. Mi sta reggendo,
se mi lasciasse, in questo momento, crollerei in ginocchio.
Arriviamo
in quella che deduco essere l'infermeria.
Mi
fa sedere su un lettino e mi dice di aspettare.
Si
allontana per quella che sembra un' eternità.
Continuo
ad osservarmi le braccia e sfiorando quelle scie che ad ogni mio
tocco diventano più brillanti.
Mi
perdo nei meandri dei miei pensieri.
Cosa
mi è successo? Ma soprattutto come è successo?
Pensavo che con
tutte le trasformazioni che avevo subito questo non
succedesse.
"Eccoci"
dice Matt seguito da un altro uomo.
Deve
essere un dottore.
"Lui
è Fox, uno dei dottori che abbiamo qui".
"L'avevo
immaginato" inizio "perchè ho subito una mutazione
fisica?" chiedo.
"Ora
proviamo a capirlo" dice iniziando a visitarmi. Prende qualche
campione di capelli e osserva attentamente le scie.
"Sembrano
iniziare sulla schiena" lo informo.
Mi
fa girare e io gli mostro quella serie di puntini.
"Farò
delle analisi sui tuoi capelli. Ci vorrà del tempo" dice
allontanandosi con Matt.
Non
mi spiego tutto questo, non dovrebbe essere tipo impossibile un cosa
del genere?
Così
tante mutazioni in così poco tempo poi.
"Fox
avrà i risultati fra qualche ora. Vuoi dormire ancora un po'
nel
frattempo? Avrai dormito qualcosa come un paio d'ore soltanto"
"Non
voglio dormire. Piuttosto mangerei qualcosa e mi metterei a leggere
qualche studio sul virus" dico. Devo andare in fondo a questa
faccenda.
Mi
alzo dal letto e mi allontano verso la sala comune con Matt al
seguito "sei sicura?" chiede dubbioso.
"Si
Matt, non dormivo dal giorno in cui pensavo Brandon fosse morto"
non lo guardo nemmeno, devo raggiungere quella sala "non
cambierebbe nulla" concludo.
Giunti
nella sala comune mi reco verso un computer, lo metto in funzione.
Apro
i file che mi interessano.
"Ok,
ti porto qualcosa da mangiare" si arrende andandosene.
Li
analizzo velocemente, riesco a memorizzarli più velocemente
di
quanto mi aspettassi.
Deve
essere successo qualcosa anche al mio cervello.
Quando
Matt rientra non lo sento nemmeno, troppo concentrata sul mio
compito.
Solo
quando mi mette il piatto davanti mi accorgo di lui.
"Grazie"
dico. Lo metto da parte e continuo a memorizzare dati. Finisco
proprio quando vedo Shadow entrare nella stanza.
"Ciao"
lo saluto.
"Chi
sei?" chiede indietreggiando.
"Sono
Veronica, pronto al lavoro?"
"Ma..cosa?"
chiede confuso osservandomi.
"Non
lo so ancora" dico per poi cambiare argomento "Ho studiato
tutti i file sul virus"gli dico.
"Quando?"
mi chiede "erano più di 300".
"Questa
notte. Mi sono svegliata e ho deciso di iniziare".
Memore
del piatto che mi aveva preparato Matt lo prendo e inizio a mangiare
quella specie di frittata uscita male ma smetto poco dopo. Mi
sa che non sa cucinare... ma almeno ci ha provato.
"Hai
già qualche idea per la cura? O per la diffusione del
vaccino?"
chiede speranzoso.
"Sfortunatamente
no" mi strofino gli occhi "ho bisogno di altre informazioni
e dovrei anche analizzare il vaccino. Mi servirebbero gli appunti di
qualcuno che ha lavorato al progetto e un pasto decente" dico
sedendomi.
Lui
ride "ha cucinato Matt?" chiede indicandomi il piatto
vicino a me.
"Già"
sorrido "è pessimo" dico scoppiando a ridere e lui con me.
"Lascia
fare a me" dice ridacchiando " ti preparerò il miglior
hamburger della tua vita".
"Basta
che sia commestibile " lo punzecchio.
"Così
mi offendi" scherza lui "per vendetta potrei avvelenarti".
"
Scusi signor chef. Per favore abbia pietà" rido "scherzi a
parte" continuo seria "grazie".
"Non
c'è problema. Se vuoi, tra le scartoffie là in
fondo" dice
indicandomi il punto in cui era seduto l'altro giorno "ci sono i
progetti che avevo ideato prima che arrivassi tu. Non hanno
funzionato. Magari puoi iniziare a guardarli e capire dove ho
sbagliato. In fondo sei tu il genio della situazione" dice prima
di uscire di scena.
Mi
reco al suo posto e inizio a prendere in mano qualche progetto.
Nessuno sembra particolarmente adatto alla soluzione; alcuni
perchè
ci metterebbero troppo tempo a diffondere il vaccino e noi non ne
abbiamo di tempo. Altri sono complicati da realizzare perchè
non
abbiamo i pezzi che ci servono.
Prendo
in mano un foglio, appallottolato e lo apro.
Lo
studio attentamente. Sembra poter funzionare, è un progetto
complesso e ci servono dei pezzi difficili da recuperare. Ma non
è
impossibile, dovranno essere apportate delle modifiche sostanziali
nell'alimentazione.
L'unica
cosa è che ci sono degli errori di calcolo, è per
questo
probabilmente che Shadow l'avrà scartato.
Inizio
a correggere gli errori e a fare una lista dei pezzi che ci
serviranno. Non sarà facile, per nulla ma ci proveremo.
Finisco
di correggere gli errori più grossolani quando sento un
profumo
buonissimo che mi fa venire l'acquolina in bocca. Da
quand'è che
non faccio un pasto decente?
Mi
volto in tempo per veder entrare Shadow nella stanza. In mano ha un
piatto che sembra quasi un miraggio.
"Ecco
a voi milady" mi dice con tanto di inchino.
"Grazie
mille sir. Sembra squisito"
Scoppiamo
entrambi a ridere.
"Nel
frattempo sei riuscita a ideare qualcosa?" chiede sedendosi
vicino a me e osservandomi mangiare.
"Ho
scavato tra i tuoi progetti e ne ho trovato uno che potrebbe fare al
caso nostro. Certo ci sono degli errori ma li possiamo sistemare. Un
problema grosso però sarà il carburante, per
coprire l'intera zona
ce ne serve minimo il doppio di quello che avevi previsto"
parliamo per quelle che sembrano ore fino a quando non veniamo
interrotti dal dottor. Fox.
"Sono
pronti i risultati. Vieni con me" dice serio, quasi minaccioso.
Mi
alzo e mi sgranchisco le gambe "arrivo" mi volto verso
Shadow "chiama Matt e digli di iniziare a prendere le cose della
lista" poi mi allontano con Fox.
Il
suo tono non mi è piaciuto per nulla. C'è
qualcosa che non va.
Dopo
qualche minuto raggiungiamo l'infermeria e Fox mi gela con le sue
parole "le tue mutazioni sono fuori controllo. Potresti subirne
altre centinaia o non subirne più. La tua situazione
è delicata,
devo fari altri esami per capire l'evoluzione che il tuo organismo
sta subendo. Dobbiamo capire esattamente quando e come sei stata
contagiata. Ma fino ad allora non potrai entrare in contatto con gli
altri combattenti; non sappiamo se tu possa apportare delle modifiche
anche agli altri e non vogliamo rischiare che capiti nulla di male"
"Ok,
ho capito. C'è una zona in cui potrò isolarmi e
lavorare senza che
nessuno possa essere messo in pericolo?"
"Puoi
lavorare quì con me e il dottor Blake. Siamo due dei pochi
sopravvissuti dell'equipe medica che si era occupata degli studi sul
virus. Ci potrai essere utile"
"Avete
un campione di virus su cui lavorare?"
"No,
possiamo solo lavorare sul vostro sangue"
"E
il sangue dei non morti? Avete qualche campione?"
"Purtroppo
lo abbiamo esaurito e procurarsene dell'altro sembra quasi
impossibile" sembra esausto, ha le occhiaie e ogni tanto lo vedo
zoppicare.
Avrà
l'età di mio padre, è un poco brizzolato e porta
gli occhiali da
vista.
"Avete
mai provato a tenere un esemplare e non limitarvi a prendere
campioni? Così si possono applicare le cure ad un campione
umano e
trovare la cura potrebbe diventare pi semplice. Io posso andare in
ricognizione da sola e provare a catturare un non morto, in fondo non
mi può succedere nulla" e potrei cercare mio
padre, spero
sia ancora vivo.
"Non
essere sciocca, tu sei un'importante risorsa e dobbiamo analizzare
anche il tuo sangue. Non puoi andare in ricognizione, soprattutto da
sola. È troppo pericoloso" è risoluto e convinto
che io non ce
la possa fare.
"Non
ha senso che io stia rilegata qui. Potrei essere molto utile nel
raccogliere un esemplare" dico impuntandomi "E vi aiuterò
con gli esperimenti".
Lui
sbuffa si leva gli occhiali e si massaggia la base del naso "senti:
fai come ti dico e basta. Non uscire e resta il più lontano
possibile dagli altri"
"Come
vuoi. Ora sono stanca, vado a riposarmi" lo informo.
Sto
per varcare l'uscita "non dire nulla a Matt" dico. Lui
annuisce.
Pochi
istanti dopo il diretto interessato entra nell'infermeria e io esco
diretta nella stanza adiacente all'infermeria. È una stanza
piccola
e spoglia.
Mi
sdraio sul letto e aspetto, aspetto che mi succeda qualcosa,
qualsiasi cosa. Ormai mi aspetto di tutto.
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