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Toudou si massaggiò le
tempie, cercando di alleviare il mal di testa che lo tormentava da qualche ora.
Sospirò, chiedendosi ancora una volta come gli era venuto in mente di iniziare
una nuova relazione alla sua età, con un uomo per giunta. Già, perché dopo la
vittoria sui Second Stage Children Sakamaki, il suo braccio destro, si era
dichiarato, confessandogli di averlo amato in silenzio per quasi tutta la vita.
La notizia aveva scosso profondamente il presidente dell'ElDorado: in passato era riuscito a sposarsi con una
donna per amore e a costruirsi una famiglia, ma in seguito perirono tutti in
uno degli attentati dei primi Second Stage Children, lasciando lui come unico
superstite. La cosa ferì profondamente Toudou, che per anni si rifiutò anche
solo di pensare di iniziare una nuova relazione. Eppure, dopo averci
riflettuto per qualche giorno, aveva deciso di accettare i sentimenti di
Sakamaki e di provare ad iniziare una nuova vita con lui, anche se questo
significava andare incontro ad una lunga serie di discussioni e dibattiti con
il consiglio dell'ElDorado.
In fondo Toudou era il loro presidente, una delle persone più importanti al
mondo, qualsiasi decisione riguardasse la sua immagine doveva essere discussa
da tutti in modo da decidere se era appropriata o meno. Così l'uomo si era ritrovato,
per la seconda volta nella sua vita, a dover disquisire della sua vita
sentimentale con il consiglio, anche se in maniera decisamente più accesa
rispetto alla prima volta: c'era chi non vedeva problemi in quella relazione,
alcuni sostenevano che poteva danneggiare la reputazione del presidente e
proponevano di non renderla pubblica, altri invece si opponevano su tutti i
fronti. Dopo cinque giorni di dibattiti continui Toudou si chiedeva di continuo
cosa l'avesse spinto a voler iniziare quella relazione, ma quell'ultima volta
cercò di darsi seriamente una risposta: i Second Stage Children erano stati
fermati, la sua famiglia vendicata ed era il momento di andare avanti. Poi,
anche se non voleva ammetterlo, soffriva davvero la solitudine e non voleva più
tornare la sera in una casa vuota e fredda. Ma quegli elementi da soli non
avrebbero mai convinto Toudou ad iniziare una relazione: c'era stato
qualcos'altro nella dichiarazione di Sakamaki, qualcosa che il presidente dell'ElDorado non riusciva a focalizzare,
che lo aveva spinto a dire di sì. Toudou sospirò nuovamente: quei ragionamenti
avevano fatto aumentare il suo mal di testa invece di diminuirlo. In quel
momento Sakamaki entrò nella sala e, vedendo il suo amato con un'aria tanto
affaticata, gli si avvicinò e si sedette al suo fianco, prendendolo per mano.
-Ehi Toudou, va tutto
bene?
Il presidente sussultò e
si mise a guardare la sua mano stretta in quella dell’allenatore della Perfect Cascade: Sakamaki aveva le mani più grandi rispetto alle
sue, più forti ed anche più ruvide a causa degli anni passati a progettare e
costruire apparecchiature nel suo laboratorio. Toudou ricambiò cautamente la
stretta, riflettendo su come quel semplice contatto lo facesse sentire un po’
più sicuro e protetto, poi gli fu tutto più chiaro: era quella sensazione di
sicurezza che lo aveva spinto ad iniziare la relazione con Sakamaki, la
consapevolezza di sapere che il suo nuovo compagno era qualcuno che era stato
al suo fianco per anni dimostrandosi sempre leale e capace. L’uomo si rilassò e
sorrise, felice di aver dissipato ogni dubbio sulla sua decisione, poi decise
di rispondere alla domanda posta dall’uomo al suo fianco
-Sì, ora va tutto bene.
E, detto questo, poggiò la
testa sulla spalla del suo nuovo fidanzato pensando che, qualsiasi fosse stata
la decisione del consiglio, lui non avrebbe rinunciato ad iniziare una nuova
vita con la persona più fedele che avesse mai conosciuto.
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Angolino rotondo
Ed ecco a voi, signori e signore, una Lau che invece di finire
ciò che ha in corso inizia cose nuove. Va beh, questa raccolta ce l’avevo in
mente da moltotempo e proverò ad essere
puntuale almeno con questa. Almeno ci provo. No, non ci sarà un capitolo al
giorno, ma uno alla settimana, di domenica appunto. Di recente mi sono
affezionata alla Chrono Stone e Sakamaki e Toudou
sono diventati la mia OTP per eccellenza, quindi ho colto la palla al balzo ed
ho iniziato questa challenge. Ah, per chi vuole
partecipare o vuole più informazioni qui lascio il link alla challenge: http://30dayotpchallenge.deviantart.com/journal/30-Day-OTP-Challenge-LIST-325248585
Ora parliamo del titolodella raccolta:dovrebbe significare
“stelle di diamante”, anche se ho modificato la scrittura rendendola tutta
attaccata perché mi piaceva di più esteticamente, quindi è un errore voluto.
Questo titolo è ispirato alle stelle di diamante che usava l’imperatrice
Elisabetta di Baviera (la principessa Sissi per intenderci) per adornare i suoi
capelli. Perché ho scelto questo titolo? Beh, perché in un mio headcanon Toudou ha origini austriache oltre che giapponesi
e volevo che il titolo rappresentasse come la realtà quotidiana di una relazione
sia speciale per qualcuno che passa la vita tra incarichi e situazioni
straordinarie, sono piccoli gioielli da custodire con cura. Inoltre potrete
notare da questo primo capitolo che condivido alcuni (per non dire molti) headcanon con Ursy, Lyca_ qui su EFP, l’autrice di Empty
Man. Questo perché discutiamo molto insieme sulla Chrono
Stone ed insieme abbiamo costruito un sacco di headcanon
sui personaggi della serie. Per ultima cosa saluto Luigia, buon compleanno (in
ritardo), questa raccolta inizio a pubblicarla per te! Grazie anche a tutti
quelli che hanno letto fin qui!
Erano cinque minuti che
Sakamaki sbuffava ininterrottamente. Il suo fidanzamento con Toudou era
diventato ufficiale già da un mese, eppure il loro rapporto non progrediva
affatto. Avevano iniziato a vivere insieme nella casa del presidente, casa che
l'allenatore della Perfect Cascade trovava troppo
grande per due persone, ma la convivenza sembrava averli allontanati più che
avvicinati. Non avevano ancora mai litigato, non era quello il problema, la
realtà era che quasi non si rivolgevano la parola. Al lavoro in quel periodo si
occupavano di progetti completamente diversi e non si incontravano quasi mai,
mentre a casa Toudou continuava a rimuginare sui mille problemi che l'ElDorado doveva risolvere e
finiva per isolarsi, ignorando qualsiasi cosa intorno a lui. Anche in quel
momento, mentre leggeva sul divano, sembrava non essersi reso conto del fatto
che Sakamaki lo stava fissando da quasi un quarto d'ora. Lo scienziato si era
accorto che Toudou non stava nemmeno leggendo: era fermo sulla stessa pagina da
una decina di minuti, troppo perso nei suoi pensieri per proseguire la lettura.
Stufo di quel silenzio, l'allenatore della Perfect Cascade
sfilò dalle mani del suo fidanzato il tablet su cui
stava leggendo. Il presidente trasalì, colto di sorpresa da quel gesto così
brusco, e lanciò un'occhiataccia al coinquilino.
- Ehi, che ti prende?
Per tutta risposta
Sakamaki poggiò il tablet sul tavolino di fronte al
divano e strinse forte a sé il suo amato.
-Mi prende che sono stufo
di vederti così teso e sulle tue, che ne dici di rilassarti un pochino adesso?
In realtà quella
situazione aveva portato Toudou ad irrigidirsi ancora di più: dopo dieci anni
passati in solitudine quel contatto gli sembrava strano, quasi inappropriato, e
la cosa lo metteva a disagio.
-Io mi stavo rilassando
infatti, sei tu che mi hai interrotto.
L'allenatore della Perfect
Cascade lo guardò con aria poco convinta, poi si mise
ad accarezzare dolcemente la schiena di Toudou.
-Non mi sembri per niente
rilassato a dire la verità. Ora chiudi gli occhi.
Il presidente fece per
ribattere, ma il suo fidanzato lo precedette.
-Chiudi gli occhi ho
detto, lascia fare a me.
Sbuffando, Toudou ubbidì
agli ordini del suo braccio destro, chiudendo gli occhi. Una volta che l’ebbe
fatto Sakamaki iniziò ad accarezzarlo anche sulla testa, mettendo ancor
più a disagio il presidente: l’uomo sentiva come inadatti a lui quei gesti
teneri, nella sua mente si immaginava i membri del consiglio che lo osservavano
e questo lo faceva rabbrividire ad ogni carezza. Dopo qualche minuto
l’allenatore della Perfect Cascade sbuffò di nuovo:
il suo piano era quello di far rilassare il suo compagno coccolandolo un po’,
invece quest’ultimo si era teso ancora di più ed aveva iniziato anche a
tremare.
-Insomma, possibile che tu
non riesca a rilassarti neanche così?
Toudou si separò da lui e
lo guardò male.
-Come posso rilassarmi con
queste moine infantili?
L’altro lo guardò
sinceramente confuso.
-Moine infantili…?
Il presidente rimase
stupito dalla confusione del suo fidanzato.
-Sì, queste sono le
tipiche cose che fanno i genitori con i bambini ancora piccoli.
Sakamaki si corrucciò
ancora di più.
-È una cosa che fanno le
persone che si vogliono bene, sia in famiglia che in coppia. Tu e Hana non l’avete mai fatto?
Heikichi rimase
interdetto: il rapporto con Hana, sua moglie, era
stato sincero ed amorevole, ma molto moderato dal punto di vista del contatto
fisico, il massimo affetto che si esprimevano tra loro si limitava a qualche
bacio e delle carezze ed abbracci occasionali. La cosa era sempre risultata
normale ai due, nati e cresciuti in famiglie che ritenevano efficienza e
serietà dei dogmi imprescindibili, ma il sapere di aver negato alla moglie
qualcosa che poteva farla stare bene sconfortava parecchio il presidente dell'ElDorado. Vedendo Toudou
deprimersi in quel modo fece capire a Sakamaki di aver toccato un tasto
dolente, così l'allenatore cercò subito di rimediare al danno fatto.
-Guarda, ora ti faccio
vedere meglio come si fa.- Disse, spingendo Heikichi a poggiare la testa sul
suo petto. -Senti il suono del mio cuore?
Il presidente annuì in
silenzio.
-Bene, allora concentrati
su quello e cerca di non pensare più a nient'altro.
Toudou chiuse gli occhi e
seguì volentieri l'indicazione: non voleva davvero pensare più a niente, il
ricordo della moglie era ancora troppo doloroso per lui. Subito dopo Sakamaki
riprese ad accarezzarlo, più delicatamente rispetto a prima nel tentativo di
metterlo il più possibile a suo agio. Il presidente sospirò appena: sentire il
calore delle mani di Toguro sul suo corpo lo
confortava mentre il suono ovattato del cuore dell'altro che batteva dissipava
lentamente i pensieri e le preoccupazioni che affollavano la sua mente. Senza
neanche accorgersene Heikichi iniziò davvero a rilassarsi, scivolando adagio
verso il mondo dei sogni.
"Mh,
queste moine non sono tanto male dopotutto" pensò poco prima di
abbandonarsi completamente al sonno.
-Toudou...?
Sakamaki sorrise vedendo
che il suo fidanzato si era addormentato. Facendo ben attenzione a non
svegliarlo, Togurou lo prese in braccio e lo portò nella camera che
condividevano, stendendolo sul letto. Prima di tornare in salone, lo scienziato
baciò delicatamente il volto disteso del suo amato.
-Visto che non è male
rilassarsi di tanto in tanto?
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Lau è per la prima volta puntuale signore e signori,
LA FINE DEL MONDO E’ VICINA! Lol no, è che davvero
voglio farla bene questa challenge. Questo capitolo è
molto fluffolo, ma già dal prossimo inizieranno delle
scene divertenti, anche se un po’ di fluff ci si infilerà sempre, il che non
guasta. Non ho molto altro da dire, ringrazio Marina Swift
che mi ha recensita e tutte le persone che hanno letto il primo capitolo. So
che il numero dei click al primo capitolo non sono mai un dato reale sul quanti
hanno letto o hanno intenzione di seguire la storia, ma visto quanto sono stata
chiara nell’introduzione penavo di attirare sì e no una decina di persone, ed
invece! Non ho idea di quanti seguiranno realmente la storia ma sono felice
comunque~
Toudou e Sakamaki avevano
modi diversi di rilassarsi: il primo preferiva leggere ed ascoltare musica
classica, mentre il secondo passava le serate a giocare con un gruppo di
colleghi a dei videogiochi sparatutto di ultima generazione. I due avevano
stabilito delle serate in cui dedicarsi ai loro passatempi e di solito non si
disturbavano, ma Toudou, col passare del tempo, aveva iniziato a sviluppare
interesse per l'hobby di Sakamaki. Non tanto ai giochi in sé, Heikichi non
aveva mai avuto né il tempo né la voglia di appassionarsi ai videogiochi, ma a
quanto lo scienziato sembrava divertirsi insieme ai suoi amici.
-Non capisco... Cosa c'è
di tanto bello nell'interpretare un branco di mercenari che sparano a vista a
chiunque si pari loro davanti?
Sakamaki sospirò,
chiudendo la conversazione con i colleghi per potersi dedicare completamente a
Toudou.
-Non è il gioco in sé ad
essere bello, è la sfida che offre a divertire.
Il presidente dell'ElDorado guardò il suo braccio
destro con aria scettica.
-Da quando ti sei
trasferito in questa casa non ti ho visto perdere una sola partita, dove
sarebbe la sfida?
-Non mi hai mai visto
perdere perché siamo i migliori e la sfida consiste nel rimanere i migliori il
più a lungo possibile.
Heikichi sospirò, tornando
alle sue letture.
-Continuo a non capire
cosa ci sia di divertente...
-Vuoi provare?
L'uomo alzò nuovamente gli
occhi dal tablet e guardò il suo compagno per capire
se stesse dicendo sul serio o lo stesse prendendo in giro. Gli bastò un attimo
per capire che Togurou era più che serio.
-Non ho la più pallida
idea di come si adoperi l'affare che usi per giocare, come potrei provare?
-Prendi l'altro vicino
alla TV e siediti accanto a me, ti insegno.
Sospirando, Toudou lasciò
il suo tablet sul tavolo ed andò controvoglia a
prendere il joypad impolverato vicino alla TV, poi si
avvicinò a Sakamaki, aspettando che quest'ultimo si alzasse da terra e si
decidesse a sedersi sul divano, ma lo scienziato lo afferrò per il polso e lo
costrinse a sedersi tra le sue gambe. Il presidente dell'ElDorado emise qualche brontolio di dissenso.
-Non possiamo sederci sul
divano?
-Na, gioco meglio seduto
per terra.
Heikichi sospirò, sapendo
bene che discutere sarebbe stato inutile, e si poggiò contro il petto del
compagno, cercando di stare un minimo più comodo. Sakamaki impiegò una mezz'ora
abbondante per spiegare al fidanzato la funzione di ogni tasto presente sul joypad, le meccaniche del gioco e le regole generali per
giocare online, poi finalmente riuscì a convincere Toudou a fare una partita di
prova. Ci volle un po' a farlo cedere visto che in quel gioco c'era solo la
modalità online ed il presidente dell'ElDorado voleva evitare di fare brutte figure, anche se si
trattava solo di un gioco. Dopo che lo scienziato ebbe insistito parecchio e
dopo che ebbe assicurato che il suo capo sul fatto che nessuno avrebbe saputo
che era lui a giocare, Heikichi finalmente cedette. Sakamaki aprì una partita
online due contro due ed iniziarono a giocare. Toudou però aveva una grande
difficoltà a stare dietro alla partita: si confondeva con i tasti, si
incastrava negli ostacoli della mappa e rischiava costantemente di finire nelle
trappole piazzate dal nemico. Togurou invece giocava più o meno come sempre,
aveva giocato spesso da solo contro due avversari per allenarsi, quindi la
mancanza dell'aiuto del presidente non gli pesava affatto. Alla fine vinsero la
partita e lo scienziato posò il controller a terra, soddisfatto.
-Beh, non è andata tanto
male!
Heikichi guardò male il
suo fidanzato, credendo che lo stesse prendendo in giro, ma osservando
l'espressione serena sul suo volto capì che era davvero soddisfatto e sospirò.
-Dici? Non ne sono affatto
convinto, ho combinato solo disastri...
-Devi solo prenderci la
mano, tutto qui.
-Mi dispiace Togurou, ma
non fa proprio per me...
Il presidente dell'ElDorado poggiò il controller
vicino a quello dello scienziato e poi tornò a poggiarsi sul petto di
quest'ultimo, riflettendo.
-Però non è stata
un'esperienza totalmente inutile.
Sakamaki guardò il suo
fidanzato, curioso.
-Ah no? Perché?
Toudou ricambiò il suo
sguardo, sorridendo.
-Stare seduti così è più
comodo di quanto immaginassi, potrebbe diventare il mio posto preferito per
leggere.
Quella risposta lasciò
Togurou senza parole, tanto che non riuscì a dire niente quando il suo compagno
si alzò per andare a recuperare il suo tablet per poi
tornare nella posizione di prima, sistemandosi ancora meglio.
-Hai davvero intenzione di
leggere sistemato così?!
Heikichi guardò Togurou
negli occhi.
-Perché no? Tu giochi
meglio seduto per terra ed io leggo meglio se sto tra le tue braccia.
Nuovamente Sakamaki si
ritrovò incapace di rispondere: quelle parole gli erano sembrate talmente
adorabili che proprio non riusciva a replicare. Riprese il joypad
col volto leggermente arrossato per l’imbarazzo.
-Va bene, fai come vuoi.
Toudou ridacchiò: gli
piaceva prendere l’iniziativa qualche volta. Si sollevò un poco per dare un
bacio sulla guancia allo scienziato.
-Ti amo, Togurou.
Sakamaki lo guardò con
aria di rimprovero, ma poi gli diede un bacio sulla fronte per ricambiarlo.
-Ti amo anche io,
Heikichi.
I due passarono il resto
della serata in quella posizione, il che influì un po’ sul modo di giocare dello
scienziato visto che non riusciva a concentrarsi sapendo di avere il suo amato
presidente accoccolato tra le braccia.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
…Submarimon.
Lo so, nessuno di voi capirà questo inizio di angolino, ma è
una cosa che avevo promesso di fare. Parlando di cose serie, questo capitolo
per me è stato il più impegnativo perché, essendo appassionata di videogiochi,
mi veniva naturale usare termini non comprensibili da tutti e quindi
correggermi con espressioni che potevano capire tutti è stata una sofferenza.
Il fluff regna sovrano anche in questa shot, ma nella
prossima arriverà un peletto di angst, promesso.
Intanto ringrazio come al solito chi ha letto fino a qui, Marina che mi ha
recensito, Ursy che mi beta e Sissy che si è unita
alle recensioni!
Ci sentiamo domenica prossima! (Con questa raccolta)
Toudou guardò con aria di
rimprovero Sakamaki: odiava farsi aspettare, era un presidente e doveva essere
un esempio per tutti, anche nelle le piccole cose. Per questo, quando il suo
fidanzato non si era presentato in orario per andare a cena nel suo ristorante
preferito, Heikichi si era decisamente spazientito. Togurou però non era
minimamente preoccupato per aver fatto arrabbiare Toudou, anzi, era felicissimo
di vederlo. Aveva passato la settimana precedente fuori città per prendere
parte ad un progetto che coinvolgeva scienziati provenienti da tutto il mondo e
quella era la prima volta che passavano tanto tempo separati da quando avevano
iniziato la loro relazione. L’allenatore della Perfect Cascade
baciò dolcemente sulle labbra il suo fidanzato, guardandolo con aria
amorevole.
-Scusami, ma il mio capo
voleva una relazione dettagliata sul nostro progetto e sai come prende
seriamente il lavoro lui.
Heikichi ricambiò a
malapena il bacio: non sapeva se ridere o continuare ad essere arrabbiato. In
realtà si sentiva in colpa ad aver accolto Sakamaki in quel modo, in fondo gli
era mancato molto in quei giorni e avrebbe voluto mostrargli che anche lui era
felice di vederlo, ma sentiva di aver rovinato tutto con quel rimprovero
iniziale.
-Capisco. Andiamo, non facciamoci
attendere oltre.
Il presidente fece strada
nel ristorante: ci era venuto talmente tante volte che non aveva più bisogno
che il cameriere lo accompagnasse alla saletta privata, ma lo lasciava fare
comunque per cortesia. La coppia si sedette al tavolo ed ordinò velocemente,
poi, quando il cameriere fu uscito dalla sala, tra i due calò il silenzio.
Heikichi non sapeva che dire, si sentiva in colpa e a disagio in quella situazione.Voleva chiedere scusa a Togurou per il suo
comportamento, ma non trovava le parole per farlo. Il silenzio si prolungò fino
all'arrivo degli antipasti e riprese dopo che la coppia si fu augurata buon
appetito. Più i minuti passavano più Toudou di sentiva in colpa e tutta quella
preoccupazione gli stava facendo passare l'appetito, ma Heikichi si
costrinse a finire tutto ciò che aveva nel piatto. Nel momento in cui il
presidente poggiò la forchetta sul tavolo, Sakamaki, che lo stava osservando
attentamente già da un po', lo prese per mano.
-Ehi, vuoi dirmi cosa c'è
che non va?
Toudou si morse le labbra,
non sapendo ancora se confidarsi o meno col suo fidanzato, ma alla fine decise
di parlargli. In fondo continuando ad ignorarlo il problema non si
sarebbe risolto.
-Perdonami, sto rovinando
tutto… Avevo organizzato questa cena per fare qualcosa di speciale per il tuo
ritorno, ma il tuo ritardo mi ha innervosito e non sono riuscito ad accoglierti
come si deve…
-Tutto qui?
Il presidente dell’ElDorado fulminò con lo sguardo
Sakamaki: quella era una cosa importante per lui e non capiva come lo
scienziato poteva sminuirla in quel modo.
-Immaginavo che avrei
finito per fare tardi, per questo ti ho preso un regalo per farmi perdonare!
Sentendo quelle parole la
collera di Heikichi si trasformò subito in curiosità: cosa poteva avergli
regalato il suo fidanzato? Togurou sorrise notando l’aria curiosa del suo
fidanzato e tirò fuori dalla sua borsa un pacchetto che porse al presidente. A
quest’ultimo brillarono gli occhi alla vista del regalo: anche senza averlo
scartato poteva dire senza ombra di dubbio un libro. Non un libro come quelli
che leggeva di solito sul suo tablet, ma uno fatto di
carta ed inchiostro, rarissimi nel futuro e che lui collezionava. Toudou prese
timidamente il pacchetto e lo scartò con calma.
-KöniglicheHoheit di Mann in lingua
originale! Era l’ultima opera che mi mancava di questo autore! Dove l’hai
preso? E’ introvabile!
Sakamaki
rise, felice di vedere il suo fidanzato così entusiasta.
-Ti
dico solo che me l’ha procurato un amico che mi doveva un favore.
Heikichi
accarezzò la copertina del libro, sorridendo appena.
-Grazie,
è un regalo molto gradito…
-Di
nulla, in fondo questa è la cosa più vicina ad un primo appuntamento che
potremo mai avere, dovevo renderla speciale in qualche modo.
Finalmente
Toudou scoppiò a ridere: non ci aveva pensato, ma in fondo quello che aveva
detto il suo fidanzato era vero. Intanto il sorriso sul volto dello scienziato
si allargò.
-Finalmente
hai riso! Su, basta corrucciarsi e cerchiamo di goderci questa cena. Comunque
ricordati che puoi arrabbiarti con me quanto ti pare, io troverò sempre un modo
per farmi perdonare e farti tornare il sorriso.
Il
presidente dell’ElDorado
annuì e si alzò dal suo posto per andare a baciare sulla fronte il suo
compagno.
-Va
bene… In ogni caso mi ero dimenticato di dirtelo: bentornato Togurou…
Sakamaki
fece sedere Toudou sulle sue gambe, pronto a baciarlo con passione, ma
interrotto sul più bello dall’arrivo del cameriere che creò un’atmosfera
imbarazzante che continuò per tutto il resto della serata.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Ho cockblockato la mia stessa OTP, sono una
brutta persona--
Pensavate che mi fossi dimenticata di voi eh? Ed invece sono qui! E
pubblicherò anche la settimana prossima, Lau non ha Pasqua! (In realtà ce l’ha,
ma pubblica comunque)
Comunque non ho molto da dire, in questo capitolo c’è giusto un filo di angst, per poi scadere nel fluff più becero, ma ormai è un’abitudine!
Taglio corto che è tardi.
Ci sentiamo domenica prossima!
Col
passare dei mesi Toudou aveva iniziato a fare il callo alle
dimostrazioni fisiche d’affetto che Sakamaki gli dedicava: baci,
abbracci e quant’altro non erano più un problema per lui.
E non solo non erano più un problema per il presidente
dell’El Dorado, ma quest’ultimo iniziava a desiderarle e
richiederle al suo fidanzato. L’unico problema era che Heikichi
aveva alcune difficoltà a comunicare al partner i suoi desideri:
educato com’era, non riusciva a chiedere direttamente coccole,
baci ed affini, così ricorreva a dei piccoli stratagemmi che
aveva già sperimentato con sua moglie per fare intendere
Sakamaki cosa volesse. Lo scienziato però, abituato ad approcci
molto più chiari e diretti, non si rendeva conto dei desideri
del suo compagno e spesso rovinava i piani di Heikichi, aumentando la
frustrazione ed il desiderio di affetto di quest’ultimo.
Un
giorno Toudou, dopo essere stato costretto ad andare al lavoro senza
aver ottenuto la dose extra di coccole che tanto desiderava quella
mattina, decise di cambiare atteggiamento: si impegnò per
procurarsi un’oretta di pausa durante la giornata e, dopo essersi
assicurato che Sakamaki fosse solo nel laboratorio, lo raggiunse
facendo ben attenzione a non essere visto da nessuno. Togurou rimase
abbastanza sorpreso nel vedere il suo fidanzato nel suo laboratorio a
quell’ora del giorno.
-Heikichi, come mai qui? È successo qualcosa?
Il
presidente guardò con aria arrabbiata lo scienziato e si
avvicinò a lui, facendolo alzare dalla sedia su cui era seduto
tirandolo per la cravatta.
-Vieni con me.
Toudou
non attese una risposta da parte del suo compagno e lo trascinò
in un piccolo ripostiglio che lo staff del laboratorio utilizzava per
conservare vecchie schede di memoria. Togurou rimase parecchio sorpreso
dall’atteggiamento del suo presidente ed iniziò a
preoccuparsi, pensando di aver fatto qualcosa di male.
-Cosa c’è? Perché mi hai trascinato qui?
Heikichi puntò i suoi occhi rossi sul fidanzato, con un’aria incredibilmente seria.
-Baciami.
Sakamaki rimase senza parole: non aveva mai pensato di ritrovarsi in una situazione del genere.
-Baciarti? Ma Heikichi, siamo al lavoro, non mi sembra proprio il caso…
Il
presidente dell’El Dorado si avvicinò di più al suo
fidanzato e gli circondò il collo con le braccia.
-Non mi interessa. Baciami, è un ordine.
Togurou
deglutì a fatica, non sapendo cosa fare: non gli piaceva
trascurare il suo lavoro, era una delle cose che amava di più al
mondo, ma non poteva nemmeno ignorare Toudou, che era l’altra
cosa che amava di più al mondo. Poi quella situazione gli
impediva di ragionare lucidamente.
-N-Non possiamo, qualcuno potrebbe scoprirci!
Sospirando,
Heikichi decise di rinunciare a convincere il suo fidanzato a parole e
passò direttamente ai fatti, baciando con decisione sulle labbra
lo scienziato. Sakamaki sussultò ed esitò un attimo, ma
poi iniziò a ricambiare il bacio del presidente, senza metterci
però troppa passione per paura di perdere il controllo. Dopo
poco i due si separarono e Togurou sospirò.
-Allora, sei felice adesso?
Toudou non smise di fissare il suo compagno negli occhi.
-No, ne voglio ancora. E questa volta devi essere tu a baciarmi.
Lo scienziato si trovò nuovamente in difficoltà.
-Che
ti prende Heikichi? Non è da te comportarti così! Siamo
al lavoro, Tru potrebbe tornare da un momento all’altro e se non
mi trova potrebbe mettersi a cercarmi. Che faremmo se ci trovasse qui
dentro a pomiciare?
-Le verrebbe subito in mente di controllare questo ripostiglio?
-Beh, non penso…
-E allora non è un problema, basta stare zitti e non fare rumore. Tanto le bocche le terremo occupate a fare altro.
Sakamaki sospirò, capendo che il suo compagno non avrebbe cambiato idea per niente al mondo, e decise di arrendersi.
-E va bene, ma solo cinque minuti.
Toudou
sorrise soddisfatto e lasciò che lo scienziato lo baciasse. I
due iniziarono a scambiarsi baci leggeri ed affettuosi, ma più
il tempo passava più le loro effusioni si facevano intense e
passionali. Sakamaki e Toudou finirono per dimenticarsi del tempo che
scorreva e del luogo in cui si trovarono e continuarono a baciarsi fino
a quando le attenzioni dello scienziato non furono catturate da delle
voci appena fuori lo stanzino. L’uomo si separò dal
fidanzato per capire cosa stava succedendo, ma il presidente
cercò di ritirarlo a sé, emettendo un mugugno contrariato.
-Heikichi, fammi capire cosa sta succedendo lì fuori.
-Non sarà niente di importante. Dai, continuiamo…
Togurou
sorrise, intenerito dal comportamento del suo fidanzato, poi riprese a
baciarlo. Dopo nemmeno un minuto la porta del ripostiglio si
spalancò, rivelando uno Zanark Avalonic decisamente furibondo.
-Eccoti qui vecchio, è da un po’ che ti cerco! Tu mi devi ancora la mia moto, smettila di pomiciare e ridammela!
Sakamaki
guardò con gli occhi spalancati il giovane Avalonic: si era
completamente dimenticato che quel giorno sarebbe venuto a riprendersi
la sua moto che gli aveva sequestrato per controllarla e metterla in
regola, ma subito dopo lo scienziato si accorse che a guardarli non
c’era solo l’ex criminale, ma anche la sua assistente Tru,
che li osservava con aria scandalizzata.
-Allora vecchio, vuoi darmi la mia moto sì o no?!
Togurou ebbe bisogno di qualche secondo per riuscire a formulare una frase di senso compiuto.
-S-Sì… Tru, per piacere, accompagnalo alla sua moto…
La
ragazza, ancora scandalizzata, annuì e condusse l’Avalonic
in un’altra stanza. Lo scienziato era quasi in uno stato di
shock, solo sentire Toudou che nascondeva il viso contro il suo petto
mugugnando imbarazzato lo fece riprendere.
-Te l’avevo detto che qualcuno avrebbe potuto scoprirci!
-Oh, sta zitto Togurou!
I
due sospirarono, cercando di capire come risolvere la situazione:
assicurarsi il silenzio della giovane Tru non sarebbe stato un
problema, comprare quello di Zanark sarebbe stato più
complicato. E se l’ex criminale avesse raccontato quella scena a
Gamma, il suo fidanzato, la reputazione dei due uomini sarebbe stata
rovinata per sempre.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Ed
ecco come promesso il capitolo di Pasqua! Un po’ in ritardo,
è vero, ma sono stata ostaggio di parenti tutto il giorno.
Però meglio tardi che mai! Faccio comunque gli auguri a tutti,
spero abbiate passato una buona Pasqua e vi auguro di passare una buona
Pasquetta! L'assistente di Sakamaki, Tru, è un OC della mia
amica Ursy a cui sono tanto affezionata <3 Non mi dilungo troppo
perché sono molto stanca, vi
saluto!
Ricoprire delle cariche
importanti nell’organizzazione che governava il mondo aveva i suoi pro ed i
suoi contro. Uno di questi contro era essere svegliati nel cuore della notte
per una qualsiasi emergenze. Dopo tanti anni di lavoro Sakamaki e Toudou
avevano fatto il callo a queste chiamate notturne, ma più avanzava il
tempo più per loro era difficile rispondere repentinamente a queste
convocazioni improvvise. Nei mesi successivi alla sconfitta della Feida quelle chiamate si erano moltiplicate: c’erano i
mille problemi per la ricostruzione del quartier generale dell’ElDorado e delle città
danneggiate dagli attacchi, da tenere sotto controllo gli eventuali effetti
collaterali del vaccino somministrato ai bambini e, cosa più importante di
tutte, rintracciare ogni SSC presente nel mondo per sottoporlo alla cura. A
complicare ulteriormente la situazione ci si mettevano anche alcuni componenti
della Feida che, nonostante la sconfitta, non
accettavano il fatto di dover rinunciare ai loro poteri e continuavano ad
opporre una forte resistenza, anche se ora che si erano divisi risultavano meno
pericolosi, ma non meno dannosi. Proprio a causa di un attacco di questi
piccoli ribelli al cantiere della nuova sede centrale dell’ElDorado Toudou e Sakamaki furono svegliati nel bel
mezzo della notte. I due venivano da una settimana molto impegnativa che li
aveva decisamente spossati e riposavano tranquillamente, quando il cellulare
del presidente suonò. Non senza lamentarsi, l’uomo si alzò e rispose,
svegliando anche il suo compagno. Ancora intontito dal sonno, Togurou cercò di
capire cosa stava succedendo dalle poche parole pronunciate da Heikichi, ma l’uomo
terminò la conversazione prima che l’altro potesse capirci qualcosa. Con
dolcezza, Toudou baciò la fronte del suo fidanzato.
-Alzati Togurou, dobbiamo
andare…
Lo scienziato si lasciò
sfuggire un profondo sospiro.
-Che è successo?
-Un altro attacco…
Heikichi si alzò, indossando la sua
vestaglia.
-Io vado in bagno, puoi andare a
preparare il caffè per favore?
Sakamaki rispose con un grugnito e si
mise a sedere. Mentre il presidente scompariva nel bagno, Togurou si strofinò
il viso per liberarsi dagli ultimi residui di sonno e si alzò anchelui, diretto in cucina. Visto che era ancora parecchio
assonnato, lo scienziato si fece guidare dall’abitudine per compiere ciò che
gli era stato chiesto: mise a fare il caffè, anche se con qualche difficoltà,
poi tornò in camera e si diresse al suo armadio. Afferrò senza guardare il
primo completo che gli capitò tra le mani ed iniziò a vestirsi. Nel frattempo
sentì Toudou uscire dal bagno ed aprire l’altro armadio presente nella camera,
ma Sakamaki non ci prestò molta attenzione perché aveva bisogno di concentrarsi
su quello che stava facendo. Stava riscontrando qualche difficoltà nel vestirsi:
lo stava facendo praticamente ad occhi chiusi, avendo ancora troppo sonno per
tenerli aperti, ma non era quello che gli causava problemi, quello che lo
metteva in difficoltà era il fatto che i suoi vestiti sembravano essersi
ristretti rispetto al giorno prima. Mettendosi d’impegno e trattenendo il
respiro era riuscito ad infilarsi abbastanza in fretta i pantaloni, ma
abbottonarsi la camicia si era rivelato essere la vera sfida. Con una bella
dose di pazienza e facendo ben attenzione a trattenere le imprecazioni, visto
che il suo compagno le odiava, Togurou riuscì lentamente ad abbottonarsi la
camicia. Sarebbe stato più semplice prendere un altro completo, ma lo
scienziato non voleva perdere altro tempo e non voleva far notare al presidente
di avere delle difficoltà, l’importante per lui era che il completo resistesse
fino al loro arrivo al quartier generale temporaneo, poi si sarebbe cambiato
con quello di riserva che teneva in laboratorio. Proprio mentre Sakamaki si
stava infilando la giacca ed imprecava mentalmente notando che anche quella si
era ristretta, la voce del suo fidanzato attirò la sua attenzione.
-Ehm, Togurou…
Lo scienziato si girò, aprendo
finalmente gli occhi, e rimase decisamente sorpreso nel vedere Toudou indossare
non uno dei suoi soliti completi, ma uno di quelli del suo compagno, di una o
due taglie troppo grande per lui. Sakamaki poi si guardò e scoppiò a ridere
rendendosi conto che per tutto quel tempo aveva cercato di indossare gli abiti
dell’altro.
-Lo sapevo che prima o poi saremmo
finiti con lo scambiarci gli armadi!
Il presidente brontolò, imbarazzato
dal fatto di non essersi accorto dell’errore fino a quando non si era guardato
nello specchio.
-C’è poco da ridere. Dai, cambiamoci
in fretta, ci aspettano.
Facendosi scappare ancora qualche
risatina, Togurou fece come richiesto: i due si scambiarono velocemente i
vestiti, poi andarono in cucina a consumare velocemente il caffè ed infine si
diressero alla macchina che li stava aspettando per condurli alla sede dell’ElDorado. Una volta che si
furono sistemati sui sedili posteriori della vettura, i due si rilassarono.
-Sai Heikichi, non stavi male con il
mio completo.
Toudou guadò il suo compagno, per poi
accoccolarsi più vicino a lui e poggiare la testa sulla sua spalla.
-Dici? Anche tu stavi bene col mio…
Potremmo farcene un paio su misura.
Sakamaki rise, accarezzando dolcemente
la guancia del suo fidanzato.
-Sarebbe una cosa un po’ stupida da
fare, non trovi?
-Già, ma sarebbe comunque carina…
Lo scienziato accennò un sorriso e
diede un bacio sulla fronte al suo presidente.
-È vero, poi nessuno ci impedisce di
farlo… Ma sì, qualche volta possiamo essere carini anche noi.
E detto questo i due chiusero gli
occhi, concedendosi qualche altro minuto di riposo prima di iniziare un’altra
lunga giornata di lavoro.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Ed eccomi qua, un po’ in ritardo ma è ancora
domenica! Devo dire che questo capitolo mi ha dato qualche grattacapo, non
sapevo proprio come farlo questo prompt, avevo paura
anche che non venisse abbastanza lungo, ed invece! I prossimi capitoli sono
tutti un po’ demenziali, per alcuni non ho proprio idee, per altri invece ho
già bene in mente cosa fare. Grazie per aver letto!
Sakamaki non aveva mai
fatto troppo caso a come si vestiva, da giovane gli bastava indossare qualcosa
che non lo infastidisse e lo proteggesse durante i suoi esperimenti. Solo
quando iniziò a lavorare per l’ElDorado
dovette iniziare a curare un po’ di più il suo guardaroba visto che durante le
riunioni gli era richiesto un abbigliamento formale. Ma anche con questo
cambiamento lo scienziato non si era curato più di tanto dei suoi indumenti:
all’inizio chiedeva a suo fratello minore, che di vestiti e di stile se ne
intendeva più di lui, cosa comprare ed indossare in certe occasioni. Col
passare del tempo Togurou imparò lo stretto indispensabile sull’abbigliamento
per non fare figuracce al lavoro o ad eventi importanti, senza però provare
davvero interesse per l’argomento. Toudou invece era tutto il contrario: era
stato educato fin da piccolo ad essere un modello, anche nell’aspetto, quindi a
vestirsi in maniera impeccabile, cosa che per lui non era mai stato un peso e
col tempo si era trasformata in un piacere. Ad Heikichi piaceva rimanere
informato sulle mode, non solo quelle che lo interessavano direttamente. Gli
piaceva osservare come la gente si vestiva per ogni occasione, poco importava
se questi fossero donne o uomini, grandi o piccini, adorava vedere stili
diversi, anche cose che lui non poteva concedersie a
volte si permetteva di provare qualcosa di nuovo. Nonostante Sakamaki sapesse
di questa passione del compagno, rimase parecchio sorpreso quando, entrando
nella loro stanza, vide Toudou indossare la divisa della Protocol
Omega. Dal canto suo anche il presidente era sorpreso: pensava che Togurou
sarebbe rimasto fuori per un po’, non si aspettava di vederlo tornare così
presto e soprattutto non si aspettava di essere fissato con tanta intensità dal
fidanzato.
-Cosa c’è? Perché mi
guardi così? Ho qualcosa di strano?
-Perché indossi quella
divisa?
Heikichi sorrise,
segretamente felice che Sakamaki gli avesse fatto quella domanda.
-Stavo pensando di formare
una squadra di agenti temporali adulti. Solitamente mandiamo dei ragazzini
perché passano più inosservati, ma in alcune situazioni si sono dimostrati
inadatti ai loro compiti, quindi una squadra di riserva adulta potrebbe
tornarci utile in quei casi.
Lo scienziato gli si
avvicinò, senza staccargli gli occhi di dosso.
-Ed hai voluto iniziare
questo ambizioso progetto dalle divise?
-Ho già individuato dei
possibili candidati, non sto iniziando dalle divise. Comunque come mi sta?
Togurou abbozzò un
sorriso, sapendo che il compagno gli avrebbe fatto quella domanda. Trovava che
gli stesse benissimo, e gli sembrava anche strano visto che, essendo quella
divisa indossata solitamente da ragazzini, non aveva mai provato ad immaginare
un uomo adulto che la vestisse.
-Ti sta divinamente, come
ogni cosa che indossi dopotutto…
Lo scienziato si diresse
verso il suo armadio per mettersi qualcosa di più comodo del suo solito
completo.
-Hai il dono di sembrare
splendido con qualsiasi vestito.
-Bene, perché ne ho fatta
fare una anche per te.
Sakamaki si paralizzò, per
poi girarsi lentamente verso il fidanzato.
-Cosa…?
Toudou cercò di sembrare
il più serio e formale possibile.
-Non potevo basare la mia
scelta sull’usare o meno questa divisa per la nuova squadra solo su una prova,
così ne ho fatta fare una anche per te, così potrai aiutarmi.
Il presidente si affrettò
a prendere un’altra divisa da una borsa vicino al letto e a porgerla al
compagno.
-Ovviamente non sei
costretto a farlo.
Togurou sospirò, prendendo
la divisa: certo, non era costretto a farlo, ma sapeva benissimo che rifiutarsi
significava deludere e rattristare il presidente. Avrebbe fatto uno sforzo,
tanto non sarebbe diventata la sua nuova tenuta giornaliera. Lo scienziato fece
una smorfia toccando il tessuto: era elastico, resistente e si macchiava
difficilmente, però a lui non piaceva la sensazione che gli dava a contatto con
la pelle, ma cercò di non pensarci e si cambiò. Una volta che ebbe finito si
mostrò al fidanzato.
-Contento ora?
Heikichi sorrise, facendo
segno di sì.
-Ti sta molto bene, come
te la senti?
Sakamaki fece un’altra
smorfia, allungando il tessuto della sua manica.
-Mi sento come se
indossassi un preservativo su tutto il corpo.
Il presidente non
trattenne una risatina divertita.
-Non sei abituato, tutto
qui! O avresti preferito indossare la divisa della Perfect Cascade?
Lo scienziato rabbrividì,
immaginandosi con quei vestiti addosso.
-Per pietà, quella divisa
non è fatta per qualcuno che non abbia il fisico di un tredicenne.
Toudou gli si avvicinò,
prendendolo per mano.
-Comunque io trovo che
questa divisa ti doni, poi è divertente essere vestiti uguali!
Togurou alzò lo sguardo
sullo specchio ed osservò il riflesso suo e del suo fidanzato, pensando che,
più che essere vestiti uguali, era divertente il fatto che stessero indossando
vestiti che normalmente non avrebbero mai indossato.
-Già, sembriamo proprio
due agenti temporali pronti per andare in missione.
Heikichi rise ancora,
abbracciando il compagno.
-In un certo senso sarebbe
bello…
Lo scienziato ghignò e gli
fece alzare la testa.
-Cosa c’è, il massimo
delle tue trasgressioni si limitano all’indossare una divisa nella tua stanza?
-Viaggiare nel tempo è
troppo pericoloso, non posso permettermelo.
-Neanche con il tuo fidato
braccio destro al tuo fianco?
Il presidente abbozzò un
sorriso.
-Vedremo… Sarebbe
un’esperienza che mi piacerebbe fare almeno una volta nella vita…
Sakamaki lo baciò con
dolcezza.
-E allora facciamolo. Per
un giorno smettiamola di essere il presidente ed il capo del dipartimento
tecnologico dell’ElDorado
e facciamo gli agenti temporali in qualche epoca lontana!
Lo scienziato scoppiò a
ridere.
-Sono disposto anche ad
indossare questa divisa per tutto il viaggio per farti felice!
Il sorriso di Toudou si
allargò e chiuse gli occhi, cercando di resistere alla tentazione di mettere
subito in pratica il piano proposto dal suo fidanzato.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Sette
settimane puntuale, record personale! Ok, bando alle ciance e parliamo. Questi
capitoli sono un po’ difficili perché integrarli in una situazione canonica non
è semplice. Però mi diverto comunque! I miei due bimbi con la divisa della Protocol, non vedo l’ora che venga rilasciato il gioco
della Galaxy qui in Italia per reclutarli e vestirli
in questo ed ogni altro modo possibile ed immaginabile <3 Chiudo questo
angolino con un headcanon: Sakamaki è il terzo di
sette figli e solo lui e l’ultimogenito sono maschi, le altre cinque sono
femmine di tutte le età!
Sakamaki e Toudou non
erano abituati ad interessarsi alle faccende di casa: il lavoro prendeva loro
troppo tempo e non riuscivano ad occuparsi di cose come la spesa e le pulizie,
quindi di solito le delegavano ad inservienti di fiducia ben pagati. Un giorno
però il domestico che si occupava di fare gli acquisti per loro si ammalò.
Togurou subito iniziò a pensare a chi mandare al suo posto, ma il suo fidanzato
lo fermò prontamente.
-Senti, perché oggi non
usciamo prima dal lavoro ed andiamo noi due a fare la spesa?
Lo scienziato guardò il
suo datore di lavoro con aria perpelssa.
-Noi? E perché?
Il presidente non
trattenne un piccolo sorriso.
-Non ho mai fatto questo
genere di acquisti, sono curioso di provare!
Quelle parole sorpresero
un po’ Sakamaki: anche lui veniva da una famiglia ricca ed abbastanza
importante, ma più di una volta si era ritrovato a fare una spesa generica da
solo. Però Heikichi non era solo il presidente dell’ElDorado, ma anche il figlio del presidente precedente,
quindi riflettendo Togurou arrivò alla conclusione che quella possibilità non
era tanto strana. E lui proprio non riusciva a dire di no a Toudou.
-E va bene, andremo noi se
ci tieni tanto.
Il presidente fece un
cenno di approvazione ed andò subito a sistemare i loro impegni in modo di
avere un po’ di tempo a fine giornata per sbrigare quella faccenda, senza però
dire niente al consiglio su quello che sarebbero andati a fare. Sakamaki sapeva
bene il perché: per la sua sicurezza, Heikichi era praticamente costretto
a girare con una scorta ventiquattro ore su ventiquattro e, sebbene l’uomo
sapesse che era per il suo bene ed ormai era abituato a quella situazione, a
volte gli riusciva difficile sopportarla. Quel pomeriggio il presidente non
voleva restrizioni e per lo scienziato significava solo una cosa: che la
sicurezza del suo fidanzato dipendeva solo da lui. La cosa lo rendeva
certamente un po’ nervoso, ma era abbastanza abile sia con le armi da fuoco che
nel combattimento corpo a corpo e mai avrebbe permesso a qualcuno di fare del
male a Toudou, non mentre lui era presente. Ma, giusto per non correre rischi,
alzò il livello di attenzione dei robot di sicurezza del centro commerciale
dove sarebbero andati. A fine giornata Togurou si presentò nel giardino sul
retro del loro quartier generale: sarebbero usciti da lì per non farsi
scoprire. Poco dopo Heikichi lo raggiunse e Sakamaki lo accolse con un sorriso.
-Eccoti. Pronto per questa
piccola avventura?
Il presidente baciò il suo
compagno, anche se era parecchio seccato dal tono scherzoso dell’altro.
-Smettila di prendermi in
giro, non tutti hanno avuto la tua fortuna in quanto a libertà.
Lo scienziato rimase
sbigottito di fronte a quell’affermazione: lui aveva sempre pensato a quelle
faccende solo come un peso da delegare ad altri, ma la possibilità di farle era
una cosa che a Toudou non era mai stata data. Sì, la vita era stata buona
con lui: gli aveva permesso di fare molte cose che ad altri non erano permesse,
aveva avuto un’esistenza agiata ed un futuro praticamente assicurato, ma spesso
Sakamaki se lo dimenticava. Togurou raggiunse il suo fidanzato, che si era già
avviato verso l’uscita, e lo strinse a sé, baciandolo con più passione.
-Hai ragione, scusami.
Dai, andiamo…
Dopo i due raggiunsero la
macchina e fecero quello che si erano prefissati: Heikichi si divertì un sacco
essendo per lui un’esperienza del tutto nuova, mentre Sakamaki si sentì un po’
a disagio a causa della gente che li guardava stupefatti, ma col passare del
tempo iniziò ad ignorarli. Arrivati alla cassa, la coppia ebbe la solita
discussione su chi avrebbe dovuto pagare, facendo quasi venire una crisi di
panico alla cassiera che li stava servendo. Finita quella faccenda, Toudou
insistette per far un giro in tutti i negozi presenti nel centro commerciale e
il suo fidanzato fu felice di accontentarlo, finendo per essere praticamente
gli ultimi clienti ad andarsene. Felici e soddisfatti, i due ritornarono a
casa. Dopo aver messo a posto i loro acquisti, la coppia si concesse un po’ di
riposo sul divano. Heikichi era ancora elettrizzato per l’esperienza appena
fatta ed il suo fidanzato lo notava perfettamente.
-E’ stato divertente,
dovremmo rifarlo qualche volta!
-Qualche volta quando,
Heikichi?
-Che ne dici di una volta
al mese?
-Una volta ogni due mesi.
Il presidente si
corrucciò.
-Cosa c’è, non ti è
piaciuto?
L’altro gli accarezzò il
viso, sorridendo.
-No, non fraintendermi.
Oggi è stata una giornata stupenda, è la ramanzina che ci farà il consiglio
domani che non mi va di ripetere ogni mese.
Toudou sospirò, constatando
che il suo compagno aveva ragione, ma subito tornò a sorridere.
-E va bene, una volta ogni
due mesi sarà perfetto.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
E Lau
ce la fa anche stavolta. Al pelo, ma ce la fa anche sta volta. Scusatemi, sono
abbastanza presa da Homestuck ed ho trascurato un po’
la scrittura. E mi sono distratta anche con un prompt
così particolare ed un pochino ostico da usare per questa coppia, ma spero vi
sia piaciuta comunque questa shot!
Toudou sospirò annoiato:
quella sera aveva cercato di organizzare un'uscita tra amici, ma si stava
rivelando un fallimento, almeno dal suo punto di vista: aveva deciso di uscire
insieme a Sakamaki, Asurei Rune ed il Dr. Arno Crossword per una cena, nel tentativo di socializzare un
po' con questi ultimi due. Le cose dall'inizio non sembravano andare troppo
male: Toguorou ed il Dr. Arno, essendo entrambi
scienziati, avevano molti interessi in comune ed avevano iniziato a
chiacchierare con piacere. L'unico problema era che il discorso tagliava
completamente fuori gli altri due uomini, che non riuscivano a capire quasi
nulla di ciò che stavano dicendo dei due studiosi. Allora Heikichi aveva
provato a chiacchierare con Asurei, ma il verde
sembrava troppo nervoso per sostenere una conversazione. Dopo aver ricevuto per
lo più risposte monosillabiche, il presidente rinunciò all’idea di parlare col
suo sottoposto. La cosa lo infastidiva parecchio, ma non poteva biasimare il
verde per avere paura di parlargli, in fondo era sempre il suo superiore ed era
normale che temesse di farlo arrabbiare in qualche modo, per Toudou era una
situazione ricorrente. Persa ogni speranza di socializzare con qualcuno,
Heikichi si mise ad osservare il suo fidanzato, sperando che quest’ultimo si
accorgesse di lui e lo aiutasse a rompere un po’ il ghiaccio, ma sapeva quanto
Sakamaki amasse parlare del suo lavoro e le possibilità che si distraesse erano
minime. Così il presidente passò il resto della cena mangiando in silenzio,
sospirando di tanto in tanto. Alla fine fu anche costretto a fingere di non
sentirsi bene per recuperare le attenzioni del suo compagno e convincerlo a
terminare i suoi discorsi, però con quello stratagemma si era assicurato le
attenzioni dello scienziato per tutto ciò che rimaneva della serata. Una volta
che furono arrivati davanti al cancello della loro casa, Toudou decise di fare
una passeggiata in giardino prima di rientrare per poter prendere una boccata
d’aria e Sakamaki scelse di stare con lui. I due camminarono per un po’ tra gli
alberi in silenzio, poi Heikichi si fermò, rabbrividendo per il freddo. Subito
Togurou si tolse la sua giacca per metterla sulle spalle del fidanzato che lo
ringraziò con un sorriso malinconico. Preoccupato, lo scienziato gli accarezzò
con delicatezza il volto.
-Ehi, cosa c’è? Sembri
triste…
Il presidente fece un
leggero segno di no con la testa.
-No, no, va tutto bene…
Sono felice che tu ti sia divertito stasera.
-Per te non è stato così?
Toudou sospirò ancora e
poi si strinse all’altro. Per anni Sakamaki era stato il suo unico amico, per
poi diventare il migliore col passare degli anni. Quando erano giovani lo
scienziato era l’unico abbastanza coraggioso ed abbastanza stupido da mettersi
a stuzzicare il figlio del presidente e quella che era iniziata come una forma
di rivalità era diventata col tempo una splendida amicizia. Anche per questo
Heikichi era rimasto tanto sorpreso dalla dichiarazione di Togurou ed ora che
lo scienziato era diventato il suo compagno il presidente sentiva la mancanza
di qualche altro amico nella sua vita. Il problema era che per lui non era
facile fare amicizie: le persone normali lo temevano, mentre quelle che si
avvicinavano per prime a lui spesso avevano doppi fini. Era in buoni rapporti
con certi suoi conoscenti, abbastanza da considerarli degli amici, ma il
doversi comportare sempre in maniera formale con loro non gli permetteva di
avere un rapporto sereno come quello che aveva sviluppato con Sakamaki nel
corso degli anni.
-Senti, perché la prossima
volta non usciamo con mio fratello e suo marito?
Toudou guardò perplesso lo
scienziato, confuso da quella domanda improvvisa. Togurou sorrise,
accarezzandogli i capelli.
-Sarebbe giusto
presentarteli, poi il compagno di mio fratello è un chiacchierone, sono sicuro
che non si farebbe problemi a parlare con te!
Il presidente sorrise,
felice che il suo fidanzato avesse trovato un modo per tirarlo su di morale
così in fretta.
-Sì, non sarebbe male come
idea… Perché non ci hai pensato prima?
-Beh, questa cena l’hai
voluta organizzare tutta di fretta! Mio fratello non vive in questa città,
dobbiamo avvisarlo un po’ prima…
Heikichi si accoccolò tra
le braccia dell’altro per proteggersi dal freddo notturno.
-Va bene, la prossima
volta usciamo con loro.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Ed
eccomi qua, in ritardo come al solito. Scusate, ma oggi sono tornata da una
mini vacanza a Firenze. Questo capitolo oltre ad uscire in ritardo è un po’ cortino, ma spero piaccia comunque. Domenica prossima avrò
ospiti, ma spero di riuscire a pubblicare comunque. Anche perché dal prossimo
capitolo le cose si fanno divertenti! La chiudo qui che sono stanca.
Toudou sospirò e le orecchie da gatto che
indossava in quel momento si afflosciarono, seguendo il suo umore. Qualche
giorno prima il presidente aveva chiamato Alpha nel suo ufficio per congratularsi
con lui per l’ottimo lavoro che stava svolgendo in quel periodo e di
conseguenza concedergli un premio a sua scelta. Il capitano della Protocol Omega era messo a riflettere con la sua
solita aria imperscrutabile per qualche minuto.
-Beta non fa che prendermi in giro dicendo
che i miei capelli somigliano alle orecchie di un koala. Se tutti indossassero
delle orecchie da animale almeno per un giorno non potrà più dirmi niente.
Heikichi era rimasto incredibilmente
sorpreso da quella richiesta, ma ormai aveva dato la sua parola e non poteva
tirarsi indietro. E così, qualche giorno più tardi, ad ogni dipendente dell’ElDorado era stato dato l’ordine
di indossare le orecchie di qualche animale al lavoro e Toudou non poteva
faceva eccezione. A lui erano toccate delle orecchie da gatto, semplici
all’apparenza, ma molto complesse in realtà: erano delle orecchie
ipertecnologiche che percepivano lo stato d’animo di chi le indossava e si
muovevano per adattarsi ad esso. Piccoli accessori del genere erano molto
comuni nel futuro e parecchie delle orecchie indossate dagli impiegati dell’ElDorado avevano questa
funzione. Heikichi si sentiva davvero a disagio con quegli affari addosso e si
era rifiutato di guardarsi allo specchio per tutto il giorno. Il presidente non
aveva un buon rapporto con gli animali: da piccolo era stato attaccato
parecchie volte da bestie diverse e quindi ne aveva paura, anche di un semplice
coniglietto. Le uniche creature che non lo terrorizzavano erano i cincillà,
avendone posseduto uno per gran parte della sua giovinezza, e provava una
particolare avversione verso i gatti che più volte avevano attentato alla vita
del suo animale domestico. Quindi indossare delle orecchie da felino per l’uomo
non era proprio il massimo, ma i suoi dipendenti avevano accettato più o meno
tutti con entusiasmo la novità e quindi nella sede regnava un buonumore
generale che Toudou non voleva guastare. Sentendosi però giù di morale,
Heikichi approfittò di uno dei suoi brevi momenti di pausa per andare a trovare
Sakamaki nei laboratori. Lo scienziato non si era mostrato né particolarmente
entusiasta né disgustato da questa iniziativa, aveva solo richiesto che gli
venissero assegnate delle orecchie poco ingombranti che non lo intralnciassero nel lavoro, così gli vennero date delle
orecchie da panda. Toudou entrò silenziosamente nella stanza, grato che
lì ci fosse solo il suo fidanzato, e cercò di fare un sorriso convincente.
-Ehi Togurou, come sta andando il lavoro?
Sakamaki alzò gli occhi dal progetto che
stava elaborando e guardò Heikichi per qualche secondo.
-Cosa c’è che non va, quella roba non ti
piace?
Il presidente sospirò profondamente.
-È davvero così evidente?
Lo scienziato annuì.
-Beh, ormai ti conosco… Poi le orecchie lo
mettono ancora più in evidenza.
Toudou si accigliò, stufo della
situazione.
-Queste cose sono fastidiose, si muovono
di continuo e scommetto che mi danno un’aria ridicola.
-Io trovo che ti donino.
Heikichi lanciò un’occhiata confusa al
fidanzato, non sapendo se stesse dicendo sul serio o stesse solo cercando di
consolarlo.
-Mh… Tu invece
come ti trovi? Quelle orecchie ti stanno intralciando nel lavoro?
-No, per nulla. Sono piccole e non si
muovono, poi sono in grado di lavorare in situazioni ben peggiori.
Il presidente sospirò nuovamente e si
sedette a fianco al suo compagno, che nel frattempo aveva ripreso la tua
attività.
-Sono felice di saperlo, poi almeno a te
stanno bene, non sembri uno scherzo della natura indossandole…
Dopo aver sentito quelle parole, lo
scienziato si alzò e fece fare lo stesso a Toudou, poi lo prese per mano e lo
portò di fronte ad una teca vuota dove conservavano gli androidi per permettere
ad Heikichi di osservare il suo riflesso.
-Guardati, non ti stanno per niente male.
Non ti fanno sembrare uno scherzo della natura e non sembri nemmeno ridicolo.
Il presidente arrossì, non a causa delle
lusinghe del suo fidanzato, ma perché aveva la prova di risultare ridicolo con
quelle orecchie addosso. L’uomo si coprì il volto con le mani, emettendo un
verso lamentoso.
-Come fa la gente a non ridermi in
faccia…?
Sakamaki sospirò e costrinse Toudou a
mostrare il volto per poterlo baciare e guardarlo negli occhi.
-Perché sei bellissimo, riesci a risultare
serio e professionale anche con quelle cose addosso, non hai nulla di che
vergognarti.
Heikichi si lasciò scappare un sorriso:
continuava a pensare di sembrare ridicolo, ma era bello sentirsi elogiare in
quel modo anche in quella situazione.
-Grazie Togurou, è bello sentirselo dire…
Lo scienziato abbracciò il suo fidanzato
per rassicurarlo ancora un po’.
-E poi a me i gatti piacciono e tu saresti
il gatto più bello di tutti.
-Beh, non è che ci voglia molto a
risultare più belli di quelle bestiacce!
Sakamaki sospirò sconsolato, chiedendosi se
Toudou avrebbe mai superato la sua fobia degli animali. Lui un gatto l’avrebbe
adottato volentieri, ma non l’aveva ancora detto al suo compagno per paura di
farlo arrabbiare. Forse un giorno lo avrebbe convinto a lasciargliene prendere
uno.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Riprendo a pubblicare ad orari decenti!
Sono andata un po’ sul demenziale, ma il peggio arriverà col prossimo capitolo!
Forse ho fatto Toudou un po’ troppo insicuro, ma quando si tratta di animali
non sa proprio come fare secondo i miei headcanon.
Ora corro via che entro mezzanotte devo finire di scrivere un’altra cosa.
Morire di vergogna? Toudou
non pensava fosse possibile, ma si stava ricredendo. Quando aveva offerto a
Beta un premio a sua scelta per l'ottimo lavoro svolto in quel periodo la
ragazza aveva pensato bene di vendicarsi dello scherzetto che le aveva fatto Alpha
qualche giorno prima. Come? Costringendo tutta l'ElDorado ad indossare kigurumis,
dei costumi raffiguranti ogni tipo di animale, per un giorno. Neanche questa
volta Toudou si era potuto rimangiare la parola e così lui ed i suoi dipendenti
si erano visti costretti a lavorare vestiti con dei buffi costumi di animali
per tutto il giorno. E prendere decisioni importanti per il mondo intero
vestito da cincillà non era proprio il massimo. Se con le orecchie da gatto
aveva evitato di guardarsi allo specchio per tutto il giorno, con quel costume
addosso voleva nascondersi sotto la scrivania e non farsi vedere mai più da
anima viva. La sua unica e magra consolazione era che almeno il vestito
rappresentava l’unico animale con cui era in buoni rapporti. Inoltre si era
preparato e aveva fatto in modo da spostare tutti i suoi impegni ad altri
giorni, così che nessuno lo vedesse conciato in quel modo. Comunque angosciato,
l’uomo non faceva altro che camminare avanti e dietro per il suo studio,
inciampando di tanto in tanto nella coda del suo costume. Non vedeva l’ora che
quella giornata finisse, ma i minuti non sembravano scorrere. Ad un tratto
Heikichi sentì bussare alla sua porta e, per non farsi vedere, si infilò
davvero sotto la scrivania. Un impiegato vestito da pinguino, non ricevendo
risposta, aprì comunque la porta e diede un’occhiata all’interno dello
studio.
-Che strano… Eppure mi
avevano assicurato che il presidente era qui…
Visto che lì non sembrava
esserci chi cercava, l’impiegato si ritirò. Una volta che fu certo che il suo
dipendente se n’era andato, Toudou uscì dal suo nascondiglio. Però
quell’imprevisto gli aveva fatto capire che non poteva passare tutto il giorno
a nascondersi, almeno non nel suo studio. Il presidente cercò di pensare ad un
posto nell’edificio dove non andasse nessuno, ma non gli veniva in mente
niente. Poi si ricordò il deposito degli androidi collegato al laboratorio di
Sakamaki: qualcuno ancora ci entrava, ma era pieno di nascondigli e nessuno
avrebbe mai pensato di trovarlo lì. Con quel nuovo obbiettivo bene fisso in
mente, Heikichi iniziò ad inventarsi incarichi per tutto il personale che
poteva incontrare sulla strada per il deposito, Togurou compreso, per essere
sicuro che non lo vedessero, poi si avviò. Grazie al suo piano Toudou non
incontrò nessuno sulla sua strada ed entrò soddisfatto nel laboratorio, ma si
pietrificò all'istante sulla soglia quando vide che Sakamaki era ancora lì.
Sentendo la porta aprirsi, lo scienziato alzò pigramente gli occhi dal suo
tavolo di lavoro e guardò il suo fidanzato.
-Heikichi, che ci fai qui?
Credevo non saresti uscito dal tuo ufficio per tutto il giorno...
Toudou non riuscì a dire
niente, troppo in imbarazzo per parlare. Poi la sua attenzione fu attirata dal
costume che indossava Sakamaki: aveva il cappuccio abbassato, quindi era un po'
più difficile capire che animale rappresentasse, ma dopo averlo osservato per
un po' Heikichi si azzardò a fare un'ipotesi.
-...È un canguro?
Togurou fece cenno
di sì, con aria sinceramente disinteressata. La cosa sconvolse lievemente
il presidente: quella mattina Sakamaki era stato uno dei primi a prendere il
proprio kigurumi, si era messo a cercarlo
personalmente e Toudou pensava l'avesse fatto per sceglierne uno poco
ingombrante e che non lo infastidisse sul lavoro. E invece no, aveva preso un
costume da canguro con una bella coda grande e delle orecchie non proprio
piccole sul cappuccio.
-Ma perché un canguro?!
Lo scienziato si allontanò
leggermente dal tavolo di lavoro e si mise a frugare nel marsupio del costume,
tirando fuori una chiave inglese. In quel momento Heikichi sentì il bisogno
irrefrenabile di strozzare il suo fidanzato: non riusciva a capire come facesse
Sakamaki a stare tranquillo in una situazione che lui trovava così
terribilmente imbarazzante. Cercò di rimproverarlo, ma era talmente arrabbiato
che riusciva solo a balbettare. Alla fine ci rinunciò e si limitò a guardare
male il compagno. Togurou lo guardò scettico.
-Che c’è? Solo perché tu
ti vergogni non vuol dire che dobbiamo farlo tutti.
-Ma come fai a non
vergognarti?! È così… Così mortificante!
Lo scienziato strinse le
spalle.
-Ho passato di peggio.
Toudou sbuffò, stufo di
sentire quella risposta.
-Mi chiedo se mi
racconterai mai di questo “peggio” che hai passato.
Sakamaki aprì la bocca,
come se stesse per dire qualcosa, ma poi scosse la testa.
-Non ne vale la pena…
Heikichi si corruciò.
-Perché no?
Togurou sospirò.
-Ho fatto tante cose di
cui non vado fiero, non c’è bisogno che tu le conosca.
Toudou iniziò a preoccuparsi.
-Anche se non ce n’è
bisogno mi piacerebbe conoscerle comunque. Se hai paura che ti giudichi puoi
stare tranquillo che non lo farò. Sarai anche il mio fidanzato, ma prima di
tutto sei il mio più caro amico.
Sakamaki guardò il suo
compagno, cercando di decidere sul da farsi, poi si alzò e gli si avvicinò per
accarezzargli il viso.
-Va bene, ma ora non è il
momento. Stasera a casa vedrò di raccontarti qualcosa.
Heikichi sorrise felice e
lo scienziato ricambiò il sorriso prima di continuare.
-Comunque se sei venuto
qui per nasconderti è meglio se ti sbrighi, cricetino.
Ho mandato Tru a svolgere il lavoretto per cui mi
avevi chiamato e tra non molto tornerà.
Toudou per un attimo
rimise il broncio.
-Non sono vestito da
criceto, ma da cincillà.
Poi il presidente diede un
bacio leggero allo scienziato e si avviò nuovamente verso il deposito.
-Ci vediamo a fine
giornata.
Disse prima di scomparire
dietro la porta del magazzino. Ridacchiando, Sakamaki tornò a lavoro, pensando
a quanto volesse bene al suo fidanzato.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Gira e rigira mi trovo sempre a pubblicare
al pelo. Scusate ragazzi, questo capitolo è anche un po’ simile al precedente,
ma per un buon motivo: siamo passati da semplici orecchie a costumi da animali
completi, volevo dare un senso di degenerazione! Spero che comunque vi sia
piaciuto!
Sakamaki era uno
scienziato geniale, la cosa era riconosciuta a livello mondiale, ma anche i
migliori a volte si trovano in difficoltà. Togurou a volte si bloccava: trovava
difficoltà a completare un’invenzione e non ci riusciva per settimane. La cosa
gettava lo scienziato in una profonda crisi che lo rendeva nervoso, irritabile
ed aggressivo verso chiunque. Nei casi più gravi, durante queste crisi, si
barricava nel suo laboratorio e non usciva di lì fino a quando non risolveva il
problema o non sveniva per la mancanza di cibo e sonno. La cosa creava grandi
problemi all’ElDorado: in
un colpo solo si trovavano fuori gioco uno dei loro scienziati migliori ed
inutilizzabile uno dei loro laboratori meglio attrezzati. Ma la cosa che più
preoccupava Toudou e gli altri dirigenti dell’ElDorado era che Sakamaki danneggiasse sé stesso. Era un
elemento importante per loro società, perderlo per dei motivi così sciocchi non
era un’opzione che volevano prendere in considerazione. Quando accadevano questi
episodi stavano molto attenti a monitorare i movimenti dello scienziato,
preoccupati che si facesse del male. Heikichi andava spesso a parlargli durante
queste crisi, cercando di convincerlo a mangiare e a riposarsi. Anche se per
anni non aveva capito il perché, il presidente era l'unico che riusciva a farlo
ragionare almeno un po'. Ora che erano fidanzati, Toudou capiva che lo
scienziato lo trattava con più riguardo a causa dei sentimenti che provava per
lui e, quando si ripresentò una situazione del genere, il presidente decise di
usare questa cosa a suo vantaggio: con un po' di pazienza riuscì a convincere
Sakamaki a lasciare il laboratorio e tornare a casa insieme a lui, ma anche a
casa Togurou non faceva che pensare ai suoi esperimenti e come migliorarli.
Heikichi era sinceramente preoccupato per il suo compagno: sapeva quanto lo
scienziato amasse il suo lavoro, ma pensarci così ininterrottamente lo logorava
e non lo aiutava certo a sbloccarsi. Più volte quella serata Toudou cercò di
distrarre il fidanzato con qualche scusa, ma questo terminava subito il
discorso in maniera brusca e tornava a fissare i suoi appunti in attesa di
un'illuminazione. Alla fine Heikichi decise di tentare il tutto per tutto: si
avvicinò allo scienziato facendolo girare bruscamente verso di sé e, quando
quest'ultimo aprì la bocca per chiedergli cosa diamine stesse facendo, Toudou
si avventò sulle sue labbra, baciandolo con passione. Sakamaki rimase
sbalordito dal comportamento del suo fidanzato, tanto insolito rispetto al normale,
ed appena si staccò cercò di chiedergli spiegazioni.
-Heikichi, cosa
diavolo...?
Il presidente non gli fece
terminare la frase e lo baciò nuovamente, anche se questa volta si staccò quasi
subito.
-Sta zitto e spegni quel
maledetto cervello per una volta.
Togurou rimase a bocca
aperta di fronte a quella risposta ed Heikichi ne approfittò per riprendere a
baciarlo. Ogni volta che il presidente si fermava per riprendere fiato Sakamaki
cercava di dirgli di smetterla, ma Toudou non lo lasciava parlare. Alla fine lo
scienziato perse il controllo e sbatté contro il muro il suo compagno,
iniziando a ricambiare quei baci con altrettanta passione. Heikichi mugolò
soddisfatto: era proprio quello che voleva, le attenzioni di Sakamaki ora erano
concentrate su di lui ed aveva finalmente smesso di pensare solamente ai suoi
dannati esperimenti. Inoltre pomiciare in quel modo non gli dispiaceva affatto.
I due si separarono solo quando furono senza fiato e, quando si furono ripresi
un poco, Togurou poté finalmente parlare.
-Si può sapere che ti è
preso, Heikichi?
-Ti aiuto col tuo lavoro.
Lo scienziato guardò con
aria poco convinta il suo superiore, chiedendosi se stesse dicendo sul serio.
-Mi aiuti distraendomi?
Toudou lo guardò male,
infastidito di non essere stato preso sul serio.
-Tu hai bisogno di
distrarti. Devi smetterla di pensare per un po’ e rilassarti, così poi puoi
tornare a lavoro fresco e riposato. Vedrai che così riuscirai a concentrarti
molto meglio.
Sakamaki non era convinto,
glielo si poteva leggere in faccia, ma Heikichi non aveva intenzione di
dargliela vinta, quindi lo afferrò per la cravatta e lo costrinse ad
avvicinarsi ancora di più a lui.
-Quindi ora andiamo in
camera, passiamo una bella serata insieme e tu lasci perdere il tuo lavoro fino
a domani, chiaro?
Lo scienziato annuì, quasi
spaventato dalla serietà del suo fidanzato. Anche se controvoglia non poteva
fare altro che ubbidirgli.
-Finalmente ce l’ho fatta!
Sakamaki sentì Toudou
abbracciarlo da dietro.
-Che ti avevo detto? La
nostra serata di relax ha fatto bene alla tua concentrazione.
Togurou sorrise ed
accarezzò un braccio al suo fidanzato, per poi allungarsi per baciarlo sulle
labbra.
-Già, avevi ragione… Devo
ascoltare più spesso i tuoi consigli!
Heikichi sorrise.
-Non c’è di che. La prossima
volta che avrai un problema con il lavoro dimmelo, così ti aiuto a distendere i
nervi.
Lo scienziato sorrise
malizioso.
-Anche sul lavoro?
Toudou lo guardò male.
-Sul lavoro no. Però una
volta tornati a casa possiamo rilassarci nel modo che più ti piace.
Sakamaki ridacchiò e baciò
nuovamente il suo fidanzato: avrebbe accettato quell’invito molto volentieri e
forse ne avrebbe approfittato chiedendo aiuto ad Heikichi anche quando non gli
era strettamente necessario.
Toudou era un tipo
freddoloso. Non lo era sempre stato, almeno Sakamaki non ricordava che fosse
stato così anche quando erano giovani, ma dopo la perdita della sua famiglia
Heikichi aveva iniziato ad avvertire continuamente freddo. Proprio per questo
motivo nella casa dei due il riscaldamento era sempre acceso e Toudou faceva
fatica a dormire se non avvertiva il calore del suo compagno vicino a lui.
Togurou non era infastidito da questa situazione: lui preferiva il freddo, ma
il lavoro di scienziato lo aveva abituato a stare in ambienti molto caldi. Ma
una cosa che incuriosiva Sakamaki era il fatto che Heikichi, nonostante
l’essere così freddoloso, amava il gelato. Tutte le volte che uscivano fuori a
cena il presidente ordinava per dolce o del gelato o un semifreddo, per poi
magari rabbrividire all’uscita dal locale. Allo scienziato piaceva osservare il
fidanzato mentre si gustava il suo dessert: lo rendeva felice e si vedeva,
Toudou sorrideva ad ogni cucchiaiata e la cosa faceva sorridere anche Togurou.
Però, nonostante l’evidente passione del compagno, Sakamaki non l’aveva mai
visto comprare del gelato in vaschette, ma lo prendeva solo al ristorante. Dopo
aver notato questo comportamento, lo scienziato decise di indagare.
-Ehi, perché non compri
mai del gelato? Ti piace tanto…
Toudou lo guardò
sinceramente stupito.
-Il gelato… Di qualche
negozio?
Togurou annuì, non capendo la sorpresa del fidanzato.
Il presidente rabbrividì.
-No, mai sia!
Sakamaki si accigliò.
-Perché? A te piace il
gelato.
-Ma tra quello fatto a
mano e quello industriale non c’è confronto!
Lo scienziato sospirò: lui
era abituato a mangiare tutto ciò che gli capitasse sotto mano di commestibile,
non capiva quelle frivolezze.
-E tu ti privi di un cibo
che ti piace per questo motivo?
-Io non mi privo di nulla,
sono due mondi differenti e a quello a cui rinuncio non voglio nemmeno
avvicinarmi.
Sakamaki scosse la testa
ridacchiando, poi gli posò un bacio sulla fronte.
-Sei davvero senza
speranza…
Il presidente guardò il
suo fidanzato allontanarsi verso il suo studio: non capiva come lo scienziato
potesse essere tanto rozzo a volte, a lui sembrava impossibile mettere allo
stesso livello un prodotto fatto a mano con uno industriale.
Qualche giorno dopo
Togurou uscì di casa da solo, per poi tornare una mezz’ora dopo con un
sacchetto della spesa. Incuriosito da quel comportamento, Heikichi gli si
avvicinò chiedendogli cosa avesse comprato e cercando di sbirciare nel
sacchetto, ma subito Sakamaki lo allontanò, dicendo che quella era una
sorpresa. Detto questo l’uomo andò in cucina e ci si chiuse dentro. Toudou era
davvero curioso: la spesa era stata fatta di recente e non avevano nessuna
occorrenza speciale da festeggiare, quindi non capiva il perché di quel gesto.
Sapendo di non poter fare nulla fino all’ora di cena, l’uomo prese il suo tablet e si mise a leggere, ma quando dalla cucina iniziò a
spandersi un odore invitante Heikichi decise di indagare. Attento a non farsi
sentire, il presidente entrò in cucina ed arrivò alle spalle del suo fidanzato
, spiando quello che stava facendo.
-Cosa cucini?
Sakamaki non si scompose e
continuò a tagliare delle verdure.
-Cucino la cena, tutto
qua.
Toudou guardò con
disappunto il cibo sui fornelli: nulla sembrava qualcosa di speciale che
meritava di essere nascosto, quindi non capiva perché tutta quella segretezza
da parte del compagno. Dopo aver lasciato che Heikichi rimuginasse un po’, lo
scienziato interruppe il suo lavoro ed afferrò il viso del suo superiore, per poi
scoccargli un bacione sulle labbra.
-Su, basta ficcare il naso
e torna di là. Abbi un altro po’ di pazienza e la cena sarà pronta!
Il presidente si offese un
po’ per i termini usati dal fidanzato, ma gli diede ascolto e lo lasciò
lavorare. Verso le otto la cena era pronta in tavola: era un normalissimo pasto
come tanti altri che avevano fatto e Toudou si sentiva un po’ preso in giro.
Era sicuro che lo scienziato gli stesse nascondendo qualcosa. Alla fine della
cena, Sakamaki sparecchiò e portò le stoviglie in cucina, per poi
riemergere da quest’ultimo con una coppa di gelato che piazzò davanti al
fidanzato. Heikichi guardò meravigliato prima quel dessert e poi Togurou.
-Dove l’hai preso?
Lo scienziato ostentò un
sorriso fiero.
-Fatto a mano dal
sottoscritto e solo con gli ingredienti migliori.
La sorpresa di Toudou si
trasformò subito in curiosità.
-Non sapevo che fossi
capace di preparare anche il gelato.
-Mi sono fatto passare la
ricetta da un esperto.
-Che sarebbe…?
-Non è importante, tu
intanto assaggia.
Heikichi sospirò ed
assaggiò il suo dessert. Il suo compagno si era premurato di farlo alla menta,
uno dei suoi gusti preferiti ed era davvero buono. A chiunque Sakamaki avesse
chiesto la ricetta era qualcuno che se ne intendeva. Toudou non trattenne una
risata.
-Tu mi vizi troppo…
-Eh no, hai i soldi per
viziarti da solo. Io voglio soltanto vederti sorridere.
Ed il sorriso di Heikichi
non si fece attendere: adorava come stava andando avanti la loro relazione, se
all’inizio aveva avuto dei dubbi sul funzionamento della loro storia ora non ne
aveva più. L’unica cosa che non gli andava giù era non riuscire a fare sorprese
come quelle al fidanzato, ma avrebbe rimediato al più presto. In fondo il
presidente dell’ElDorado
trova sempre un modo per raggiungere i suoi scopi.
SakamakiTouko era la più
giovane scienziata che fosse mai diventata capo del dipartimento scientifico
dell’ElDorado. Complice il
periodo difficile in cui era appena passata la società e il suo talento fuori
dal comune, la donna si era fatta notare facilmente dalle alte sfere dell’ElDorado e questo le aveva
permesso di fare carriera molto velocemente. I suoi superiori erano felici di
avere una scienziata talentuosa come lei a capo del dipartimento, ma purtroppo
la situazione non era sempre rose e fiori: Sakamaki
aveva un caratteraccio e trattava male tutti i suoi colleghi. Non era sempre
stata così, quando era più giovane aveva
rapporti migliori con il resto del personale, anche se solo con quello
femminile, ma più gli anni passavano più lei si isolava dai suoi colleghi. Era
arrivata a farsi costruire un laboratorio privato in cui potesse lavorare da
sola. Il consiglio l’aveva costretta più volte ad assumere un assistente, ma
tutti quelli che aveva preso con sé si erano fatti trasferire a qualche altro
dipartimento dopo pochi giorni, non essendo in grado di sopportare la donna.
L’ultimo si era appena trasferito quando il consiglio spinse la presidentessa, ToudouHeiko, ad andare a parlare
con lei. Per qualche motivo misterioso Touko sembrava
sopportare solo Heiko, era l’unica a cui si rivolgeva
educatamente e con rispetto, ma in fondo le due erano amiche da tanto tempo,
quindi la cosa non sembrava così strana. In un momento di pausa tra i suoi
impegni giornalieri, la presidentessa si presentò nel laboratorio della sua
sottoposta, trovandola completamente immersa nel suo lavoro, tanto che Heiko dovette schiarirsi la voce per farsi notare.
-Oh Toudou, che ci fai qui?
La donna non rispose, intenta com’era a guardarsi intorno.
-Davvero
non capisco come fai a gestire tutto questo da sola Sakamaki,
deve essere un’impresa.
La
scienziata fece un verso stizzito, rimettendosi a lavoro.
-Gli
altri mi sono solo di peso, sono troppo pigri e presuntuosi per lavorare
efficientemente.
Heiko si trattenne sul fare commenti sulla presunzione di cui parlava Touko.
-Però l’ElDorado è come una macchina, ed
una macchina non funziona bene se tutti i suoi ingranaggi non collaborano.
-L’ElDorado non è una macchina Toudou, è una società, una società mandata avanti da pochi
individui validi che si trainano dietro gli altri che fanno solo il minimo
indispensabile per non farsi licenziare.
La voce
della presidentessa si fece più fredda.
-Mi stai
forse dicendo che ti senti sfruttata da me, Sakamaki?
Capendo
di aver esagerato, la scienziata si convinse a moderare i suoi toni.
-Non ho
mai detto questo. Tu sei una persona straordinaria Toudou,
e come tutte le persone straordinarie in questo posto vieni sfruttata dal
consiglio. Tu per esempio sei il loro capro espiatorio. Appena qualcosa va male
scaricano su di te la colpa dei loro errori.
Heiko titubò un attimo prima di rispondere.
-Sarà
anche così, ma il mio compito è fare in modo che non ci siano errori, così la
colpa non ricadrà su di me.
Touko sospirò, sapendo che la sua superiora stava volutamente facendo
finta di non capire.
-Tagliamo
corto, sei venuta qui per dirmi di smetterla di spaventare quegli scansafatiche
che voi chiamate “assistenti”?
-Sarebbe
carino se riuscissi a tenere lo stesso per più di una settimana.
-Lavoro
molto meglio da sola, lo puoi vedere con i tuoi occhi.
-Non è
una questione di lavorare bene o no Sakamaki, lo sai
benissimo.
La
scienziata sbuffò: già, lei era la pecora nera che voleva stare lontana dal
gregge, era quella da tenere d’occhio e correggere. Proprio per quello il
consiglio insisteva tanto ad affiancarle qualcuno, probabilmente avevano paura
di un suo possibile tradimento.
-...Se ne
tengo uno per più di una settimana e poi scappa posso evitare di prenderne un altro?
La presidentessa ridacchiò divertita.
-Va bene,
se ci riesci proverò a convincere il consiglio che farti avere un assistente
non è proprio destino!
Col cuore più leggero, Heiko si avviò verso
l’uscita del laboratorio: lei aveva piena fiducia in Sakamaki,
sia nel suo genio che della sua fedeltà, le preoccupazioni del consiglio non la
toccavano minimamente.
-Ah Toudou, un’ultima cosa.
-Cosa?
-Gli ingranaggi coincidono, non collaborano.
E sentito questo, la presidentessa se ne andò,
scuotendo la testa.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Un po’ in ritardo, un bel po’ in ritardo ma ecco finalmente il
quattordicesimo capitolo. Scusate, tra esami e vari problemi mi sono presa un
po’ di pausa, ma ricominciamo col botto. Allora, in questa raccolta ogni capitolo
veniva dopo l’altro cronologicamente parlando, volevo dare l’idea di un avanzamento
nella relazione, questo capitolo però sarà l’unica eccezione. Non volevo
ricadere nella solita scenetta dell’esperimento andato male che scambiava tutti
di sesso, quindi ecco qui un universo alternativo in cui i nostri bei bambini
son nati donne. Nonostante il cambio di sesso non è cambiato quasi nulla del
carattere di Sakamaki e Toudou
e, secondo i miei headcanon, questa scena è avvenuta anche
nell’universo “maschile”. E quindi niente, se tutto va bene le pubblicazioni
continueranno regolarmente.
Dopo
i traumi causati dai desideri espressi da Alpha e Beta, Toudou
aspettò un mese intero prima di chiedere a Gamma cosa volesse
come premio per l’ottimo lavoro che stava svolgendo in quel
periodo. Con sommo dispiacere del presidente anche l’albino
voleva che i membri dell’El Dorado indossassero una particolare
divisa per un giorno, ma Gamma non aveva specificato quale: aveva
semplicemente chiesto al suo superiore se poteva costringere gli
altri dipendenti ad indossare ciò che avrebbe voluto lui e se
n’era andato. Qualche giorno dopo il ragazzo si presentò
nell’ufficio di Heikichi con un tablet per mostrare al
presidente il lavoro che aveva svolto: Gamma aveva disegnato
personalmente delle divise per ogni dipendente dell’El Dorado,
nessuno escluso. Erano tutte ispirate a mode diverse venute a galla
nei secoli passati, quelle che secondo l’albino si adattavano
meglio ai suoi colleghi. Toudou era rimasto molto sorpreso da quel
lavoro: non immaginava che Gamma avesse un tale talento e, visto che
quei vestiti non solo non erano imbarazzanti ma erano anche di
suo gradimento, Heikichi diede subito il suo ok per crearli. Qualche
giorno dopo ogni dipendente dell’El Dorado ricevette la sua
uniforme personalizzata: Beta si era ritrovata ad indossare un
vestitino tutto fronzoli azzurro pastello ed una felpa pelosa rosa
confetto, Zanark un completo da cowboy e Alpha dei vestiti dai colori
luminosi e coperti di lustrini sfavillanti. Al suo presidente Gamma
aveva riservato un trattamento migliore: il completo che aveva
studiato per lui era ispirato alla moda ottocentesca e Toudou l’aveva
apprezzato molto. Certo, all’inizio si sentiva un po’ a
disagio con quei vestiti, ma dopo poco ci si abituò. In fondo
erano sempre meglio di un altro stupido costume da animale! La
giornata passò tranquilla ed in fretta per Heikichi: non
dovendosi nascondere per l’imbarazzo era riuscito a svolgere
tutti i suoi impegni della giornata senza grandi problemi ed in più
molti dei suoi dipendenti gli avevano fatto i complimenti per gli
splendidi vestiti che indossava. Toudou non era un tipo
eccessivamente vanitoso, ma gli apprezzamenti non gli dispiacevano.
Alla fine della giornata il presidente si avviò verso il
laboratorio del suo suo fidanzato: a causa dei loro impegni non si
erano visti per tutto il giorno e lui era curioso di vedere che
genere di divisa aveva preparato Gamma al suo compagno. Raggiunta la
sua meta Heikichi trovò Sakamaki a lavorare un un nuovo tipo
di androide: lo scienziato indossava un completo color rame decorato
con degli splendidi ricami raffiguranti ingranaggi, ma la cosa che
colpì di più il presidente erano gli occhialini in
stile steampunk che portava al posto dei suoi soliti occhiali
arancioni. Era strano per Heikichi osservare il suo compagno con
quegli abiti: abituato com’era a vederlo con il suo complieto
di tutti i giorni aveva smesso di prestare molta attenzione
all’aspetto fisico di Togurou e solo in quel momento si rendeva
conto che lo scienziato aveva un fascino a cui non aveva mai fatto
caso. Con un colpetto di tosse Toudou attirò su di se
l’attenzione del compagno, che interruppe il suo lavoro e si
levò gli occhialini, sorridendo.
-Ma
guarda, un principe è sceso fin qua giù a farmi
visita!
Il presidente ridacchiò e si avvicinò per
dare un bacio a Sakamaki.
-Non
metterti a scherzare, è tardi, è ora di tornare a casa.
Lo
scienziato strinse a sé il suo fidanzato e lo baciò
nuovamente.
-Sei
bellissimo, come sempre.
Heikichi
sorrise: il parere di Togurou contava più di quello di tutta
l’El Dorado messa insieme. Poi però vide lo scienziato
accigliarsi leggermente.
-Qualcosa
non va?
Sakamaki
non rispose e continuò a studiare il suo superiore per una
manciata di secondi, poi prese il nastro che legava i capelli di
Toudou in una coda e lo sciolse delicatamente.
-Ecco,
ora va molto meglio!
Il
presidente si sistemò meglio i capelli e poi guardò il
suo riflesso in uno degli schermi spenti del laboratorio.
-Sì,
può andare… Così sto decisamente più
comodo.
Lo
scienziato ridacchiò soddisfatto prima di baciare ancora il
suo compagno.
-Visto
quanto li curi è un peccato tenere i tuoi capelli stretti in
un codino. Così invece tutti possono vedere quanto sono belli
e morbidi.
Heikichi
emise un verso lusingato.
-Anche
tu sei molto bello, questi vestiti ti donano davvero molto.
Sakamaki
si staccò appena per osservarsi.
-Già,
non sono male. Gamma ha sbagliato lavoro, avrebbe avuto molto più
successo e meno problemi se avesse fatto lo stilista.
Toudou
non seguì molto il discorso, intento com’era ad
osservare il fidanzato.
-Stai
davvero molto bene, potresti indossare questo genere di completo ogni
giorno…
-Mh,
potrei, ma smetterebbe di essere speciale. Preferisco indossarlo solo
qualche volta e solo per i tuoi occhi.
Heikichi
sorrise appena, maliziosamente.
-E
perché no, mi piace come prospettiva.
-Però
una cosa l’ho decisa!
Il
presidente sussultò, sorpreso dal tono improvvisamente allegro
e squillante del suo compagno.
-Cosa?
Sakamaki
fece un sorrisone e indossò nuovamente gli occhialini.
-Questi
li tengo in laboratorio, mi piacciono e sono comodi contro le
scintille!
Toudou
scosse la testa, ridendo di gusto: ed ecco che il nuovo fascino un
po’ misterioso dello scienziato andava a farsi benedire per
lasciare spazio alla solita aria un po’ rozza e diretta che
l’aveva sempre fatto spiccare su tutti gli altri, l’aria
che Heikichi aveva trovato interessante fin dall’inizio e che
aveva imparato ad apprezzare ed amare nel corso degli anni.
Iniziata
la convivenza con il suo nuovo fidanzato, Sakamaki dovette cominciare
a cambiare le sue abitudini. Lo scienziato, per cui era consuetudine
vivere da solo e soprattutto a rimanere a dormire per tutta la
settimana nel suo laboratorio all’El Dorado, non era avvezzo a
cose come lo svegliarsi presto per andare a lavoro e dividere il
bagno con qualcun’altro. Le giornate di Togurou iniziavano
sempre allo stesso modo: con una sveglia non sua. Infatti Toudou
aveva l’abitudine di alzarsi mezz’ora prima del compagno
per organizzare meglio la giornata e, qualche volta, prima di
svegliarsi del tutto cercava l’affetto del suo fidanzato,
impedendogli di tornare a dormire. Purtroppo per Sakamaki, quella
mattina Heikichi voleva un po’ di attenzioni tutte per sé
prima di incominciare a lavorare.
-Ehi,
buongiorno…
A
quel dolce saluto Sakamaki non riuscì a rispondere con più
di un grugnito, cosa che fece ridere genuinamente il suo compagno.
-Quando
imparerai che se non vai a letto presto non riuscirai mai a
svegliarti riposato?
-Lavoro
meglio di notte…
Toudou
sospirò e scosse la testa, poi si sdraiò vicino al suo
compagno per godersi le pigre carezze che lo scienziato riusciva a
dedicargli. I due passarono così una manciata di minuti, fino
a quando il presidente non decise di alzarsi per iniziare la sua
giornata. Mentre Heikichi andava in bagno a farsi la sua doccia
quotidiana, Sakamaki cercò di riaddormentarsi nel poco tempo
che gli rimaneva prima che la sua sveglia iniziasse a suonare. Quando
questo infausto avvenimento accadde, lo scienziato si mise
controvoglia a sedere sul letto, cercando di liberarsi dalla
sonnolenza residua. Dopo aver passato una decina di minuti in quella
posizione, Togurou si decise finalmente di alzarsi e a dirigersi in
cucina a preparare la colazione. Poco dopo venne raggiunto da
Heikichi che, dopo aver finito la sua doccia, aveva già
provveduto ad asciugarsi e vestirsi. A quel punto Sakamaki avrebbe
voluto prendere una semplice tazza di caffé ed andare a
prepararsi, ma Toudou lo fermò come ogni mattina.
-Non
puoi lavorare a stomaco vuoto! Siediti a tavola e fai colazione come
si deve.
E,
sospirando, lo scienziato seguì gli ordini del suo presidente.
La conversazione che incominciava dopo risultava parecchio noiosa:
Heikichi elencava con calma e professionalità gli impegni
della giornata, sia i suoi che quelli del fidanzato, mentre Togurou
fingeva di ascoltarlo e rispondeva alle sue domande con sonori
grugniti. Quando lo scienziato riuscì finalmente ad
ingurgitare la quantità di cibo imposta dal suo compagno, gli
venne concesso il permesso di alzarsi da tavola e recarsi in bagno.
Lì Sakamaki potè finalmente liberarsi completamente
dalla sonnolenza che lo impigriva, ma era tanto abituato a compiere
quei gesti già presente sul posto di lavoro che si concesse un
po’ troppo tempo, facendo tardi e attirando così le ire
di Toudou. Perché il presidente non si accontentava di
presentarsi in orario alla sede dell’El Dorado, voleva arrivare
come minimo con un quarto d’ora di anticipo. Correndo e
scappando, Togurou raggiunse il suo fidanzato davanti alla porta, che
lo guardava con aria alterata.
-Riuscirai
mai ad essere in orario una volta tanto?
-Io
sono in orario Heikichi, sei tu che sei costantemente in anticipo.
-Beh,
sei in ritardo rispetto alla mia tabella di marcia.
In
quel momento Sakamaki avrebbe volentieri strozzato il suo presidente,
ma era sempre e comunque la persona che aveva amato per una vita, ed
ora che era finalmente suo non riusciva a rimanere in collera con lui
per più di dieci secondi, quindi sospirò e gli rispose.
-Hai
ragione, mi dispiace, sono irrecuperabile. Mi perdoni?
Toudou
lo osservò per qualche attimo, fingendo incertezza, poi gli
diede un bacio, sistemandogli contemporaneamente la cravatta che non
era stata annodata con cura.
-Sì,
ti perdono, però ora sbrighiamoci, va bene?
Togurou
ricambiò il bacio per poi annuire.
-Va
bene, va bene… Vai sempre troppo di fretta tu.
Heikichi
gli sorrise.
-Hai
ragione, mi dispiace, sono irrecuperabile. Mi perdoni?
Lo
scienziato ridacchiò divertito.
-E
come posso non perdonarti? Se non lo faccio mi fai arrestare!
Anche
il presidente scoppiò a ridere, prima di prendere per mano il
suo fidanzato ed avviarsi verso la loro macchina.
La
routine mattutina di Sakamaki era cambiata di colpo come tante cose
della sua vita e proprio come questa era diventata più
complessa e caotica, ma non meno piacevole.
Sakamaki aveva provato fin dalla più tenera
età una discreta antipatia per il genere femminile, antipatia che iniziò a
provare per quasi tutto il genere umano dopo una decina di anni di lavoro all’ElDorado, ma il suo astio verso
le donne rimaneva comunque forte e crebbe ancora di più quando Toudou si sposò
ed ebbe una figlia. Togurou non riusciva proprio a sopportare la cosa e, nei
suoi momenti più ostili, aveva più volte augurato mentalmente loro di morire,
ma quando il suo desiderio divenne realtà i sensi di colpa iniziarono a
divorarlo. Nei giorni seguenti all’assassinio della famiglia di Heikichi lo
scienziato rimase sempre vicino al suo migliore amico e vedere l’uomo che amava
soffrire così tanto mise Sakamaki davanti all’evidenza che per tutti quegli
anni si era comportato da persona crudele ed egoista augurando la morte alle
persone che rendevano felice Toudou. Svegliarsi la notte sentendo il suo
presidente piangere era un’esperienza che aveva segnato Togurou, tanto che, a
dieci anni di distanza, gli bastava sentire un solo lamento di Heikichi per
destarlo dal sonno più profondo. Ed una notte accadde proprio quello: un
singhiozzo strozzato aveva raggiunto l’orecchio di Sakamaki, svegliandolo
subito. L’uomo si girò verso il suo compagno e lo trovò che gli dava le spalle,
tutto tremante e raggomitolato su sé stesso, abbracciato al cuscino con cui
cercava di soffocare i suoi singulti.
Vedere il suo amato ridotto in quello stato
spezzò il cuore allo scienziato. Sapeva bene perché Toudou stava piangendo: si
stava avvicinando l’anniversario della morte della sua famiglia e con lui
ritornava il dolore che in dieci anni il presidente dell’ElDorado non era mai riuscito a dimenticare. Ma a
differenza di un decennio prima, in quel momento Togurou aveva un’idea di cosa
fare per aiutare Heikichi a stare meglio: lo abbracciò e lo strinse a sé,
cercando di far aderire il più possibile i loro corpi in modo da far sentire a
Toudou il suo calore, fargli capire che non era solo e rassicurarlo, poi iniziò
ad accarezzarlo con una mano, mentre con l’altra cercava di farlo staccare dal
cuscino.
-Heikichi, va tutto bene, non piangere…
Il presidente si lasciò scappare un
singhiozzo più forte e si raggomitolò di più tra le braccia del fidanzato,
tremando in maniera ancor più incontrollata.
Sakamaki sospirò: sapeva che quello era un
tentativo di Toudou di nascondersi, non voleva farsi vedere così debole, era
una cosa che gli avevano insegnato a non fare e lui aveva sempre seguito
ciecamente quell’insegnamento. Lo scienziato non aveva la minima intenzione di
gettare la spugna, ma oltre quello non sapeva cosa fare: cercò di ricordare le
poche volte in cui aveva tentato di consolare qualcuno ed iniziò a canticchiare
una melodia che era solito cantare al suo fratellino più piccolo quando quest’ultimo
piangeva. I due continuarono così per una decina di minuti, poi Heikichi iniziò
finalmente a calmarsi. Togurou iniziò a baciargli la testa per farlo calmare
del tutto e dopo un altro paio di minuti il presidente smise finalmente di
tremare.
-Togurou…
Attirato dal debole suono della voce di
Toudou, Sakamaki smise di baciarlo.
-Dimmi Heikichi…
Il presidente rabbrividì per un attimo.
-Qualsiasi cosa succeda… Ti prego, ti prego
non mi lasciare!
Lo scienziato lo strinse più forte a sé.
-Stai tranquillo, neanche tutti i demoni dell’inferno
riuscirebbero a separarmi da te.
Lentamente il respiro di Toudou si fece più
lento e regolare e Sakamaki fu certo che il suo fidanzato si era addormentato.
Nonostante questo Togurou continuava a
sentire il senso di colpa che gli attanagliava il cuore: era giusto che lui
godesse di una felice possibile solo grazie alla sofferenza della persona che
amava? Soprattutto dopo che aveva passato la sua vita comportandosi in maniera
crudele verso la famiglia di Heikichi. Sakamaki non sapeva se fosse giusto o
meno, ma intendeva fare di tutto per alleviare in ogni modo il dolore che
Toudou provava. In fondo quello era il minimo che poteva fare per la persona
più importante della sua vita.
~~~~~~~~~
Angolino
rotondo
Ehilà, è da un po’
che non ci si sente! Scusate, mi sono presa una vacanza dalla scrittura, il
mese di Agosto è stato distruttivo per me, quindi non ho avuto proprio testa e
tempo di scrivere, ma da oggi si riprende ad aggiornare regolarmente. Per chi
se lo chiedesse lo spooning è la posizione in cui uno
abbraccia una persona di spalle. Mi mancava scrivere flungst,
sono davvero felice di questo capitolo! Beh, ci sentiamo la settimana prossima.
Sakamaki guardò il suo fidanzato con aria
scettica.
-Non so te, ma io non faccio altro che alzare
pesi in laboratorio, non mi sembra di essere fuori forma.
Toudou incrociò le braccia, guardando il suo
compagno: Togurou aveva ragione, non era il tipo che faceva fare tutto alle
macchine e molto spesso portava da solo al suo laboratorio casse piene di
materiali molto pesanti, poi sotto la sua supervisione lo scienziato aveva
iniziato ad adottare uno stile di vita più salutare e regolare, cosa che aveva
decisamente migliorato la sua condizione fisica.
-E neanche tu sei fuori forma, quindi non
capisco da dove ti è venuta fuori questa idea…
Il presidente dell’ElDorado fece una smorfia: in quei giorni i consiglieri
più anziani avevano iniziato a presentargli coloro che avevano scelto come loro
successori per quando sarebbero andati in pensione ed avevano anche iniziato ad
insistere con Toudou perché anche lui cominciasse a cercare qualcuno che in
futuro avrebbe ricoperto la carica di presidente. Heikichi, che era il secondo
membro più giovane del consiglio, non si era mai posto il problema di un
successore e quelle pressioni improvvise lo facevano sentire in ansia e gli
facevano prestare più attenzione agli acciacchi della vecchiaia che stava
comunque avanzando anche in lui.
Toudou però non voleva soccombere all’età e
fare attività fisica gli sembrava un buon modo per combatterla. Inoltre era
qualcosa di semplice che lui e Sakamaki potevano fare assieme.
-Lo so, ma un po’ di movimento ci farà bene
comunque. Poi sarebbe un buon modo per fare qualcosa insieme, al di fuori di
qualche film tu ti occupi dei tuoi progetti ed io leggo, sarebbe un buon modo
per condividere qualcosa.
Lo scienziato sorrise: l’idea non gli
sembrava più tanto male.
-Va bene, ci sto. Hai già contattato un
personal trainer?
-No, volevo prima sentire cosa ne pensavi.
-Allora non contattare nessuno, ci penso io a
studiare un allenamento per entrambi.
Heikichi guardò dubbioso il suo compagno.
-Sei sicuro di esserne in grado…?
-Ehi, sono sempre l’allenatore della Perfect Cascade!
-Sì, ma loro sono androidi…
-Non preoccuparti, saprò studiare un
allenamento adatto.
Toudou era ancora poco sicuro della cosa, ma
Sakamaki aveva un’aria tanto sicura che non riuscì a dirgli di no.
Qualche giorno dopo lo scienziato consegnò al
fidanzato il programma del suo allenamento e Heikichi rimase parecchio sorpreso
da quanto era ben studiato, ma soprattutto dal numero di esercizi che Togurou gli
aveva assegnato.
-Non sono un po’ troppi per iniziare?
-Mh? Ho messo il
numero minimo di esercizi per iniziare un allenamento, non mi sembrano per
niente troppi.
Il presidente emise un verso poco convinto,
ma si rassegnò a seguire la tabella studiata da Sakamaki, in fondo lo
scienziato aveva seguito vari corsi militari in gioventù e ne sapeva certamente
più di lui riguardo agli allenamenti.
Il sabato successivo i due si svegliarono di buon’ora
e fecero una colazione sostanziosa prima di iniziare gli esercizi di
riscaldamento. Toudou, che non aveva mai fatto molto esercizio fisico in vita
sua, si trovò subito in difficoltà: gran parte dei nomi presenti sulla sua
lista degli esercizi gli era sconosciuta e faceva una gran fatica a finire
anche solo il riscaldamento. Sakamaki invece si comportava come un professionista
e, dopo aver finito il riscaldamento, aveva subito iniziato ad allenarsi e non
si fermava se non per bere tra un esercizio e l’altro. Heikichi lo guardava
invidioso: nonostante fosse più vecchio di lui riusciva a seguire senza fatica
un programma anche più duro di quello del presidente, che invece non riusciva a
finire un esercizio senza fare una pausa prima. In più Sakamaki era andato
molto avanti col programma e a Toudou non sembrava proprio di allenarsi in
compagnia. Stizzito, il presidente raccolse le sue cose e si avviò verso la
camera da letto.
-Ehi, dove vai?
Toudou si fermò ma non si girò a guardare il
compagno.
-Ho fatto abbastanza per oggi, vado a farmi
la doccia.
-Non eri tu che volevi allenarti? Non è da te
gettare la spugna.
-Beh, mi aspettavo che la cosa fosse un po’
diversa.
-Non mi dire che pensavi di diventare un
campione dopo due flessioni?
Heikichi fece segno di no energicamente ed
esitò un attimo prima di continuare.
-Pensavo che ci saremmo allenati insieme…
-È quello che stiamo facendo, no?
Il presidente sospirò.
-A me sembra di essere su un pianeta
completamente diverso dal tuo, non ci siamo scambiati nemmeno una parola per
tutto l’allenamento…
Togurou si corrucciò e raggiunse il
fidanzato, per poi farlo girare e guardarlo negli occhi. Toudou rimase un
attimo interdetto, preoccupato dall’espressione accigliata del compagno, ma
questo si addolcì dopo un attimo.
-Ho capito, tu non vuoi che io mi alleni con
te…
-Ma no Togurou, a me farebbe tanto piacere…
Lo scienziato ridacchiò.
-No, quello che tu vuoi e che io ti faccia da
allenatore: ti seguirò negli esercizi e ti incoraggerò, così non potrai certo
dire che non ci rivolgiamo la parola!
Anche Heikichi sorrise.
-Mh, non ci avevo
pensato… Può andare bene.
Il resto dell’allenamento fu ancora più
pesante per Toudou: Sakamaki era un allenatore davvero esigente, non gli faceva
fare pause durante gli esercizi e lo faceva riposare solo due minuti prima di
passare al compito successivo. Alla fine il presidente si buttò sul divano,
stremato, mentre Togurou recuperava le sue chiavi di casa.
-Dove stai andando?
-In farmacia.
-Che ci vai a fare in farmacia?
-Oh, vado a prendere qualcosa per i dolori
muscolari…
Lo scienziato guardò il suo fidanzato
sorridendo in maniera malefica.
-Domani mattina ne avrai bisogno.
E detto questo Sakamaki uscì, mentre Heikichi
iniziava a rendersi conto che allenarsi col suo compagno non era stata proprio
fantastica come idea.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Ecco qui il nuovo capitolo! Questa volta mi è venuto
veramente lungo, siamo quasi a mille parole! E pensare che era il capitolo in
cui avevo meno idea. Nuovi headcanon su Sakamaki,
quando era piccolo ha fatto vari corsi di preparazione militare ed era una piccola
belva assetata di sangue. Si è un attimo calmato crescendo, fortunatamente!
Penso che continuerò a pubblicare una settimana sì ed una no, mi è più comodo.
-Per l’amor del cielo Togurou, non puoi
girare in mutande per casa tutto il giorno, mettiti addosso qualcosa!
Sakamaki staccò gli occhi dal suo videogioco
per guardare con aria scocciata il suo fidanzato.
-Heikichi, è domenica. Fammi fare quello che mi
pare.
Toudou incrociò le braccia, irritato.
-Non è decoroso, indossa qualcosa!
-Oh, io sto indossando qualcosa: le mutande.
Il presidente dell’ElDorado trattenne a stento la sua voglia di
strangolare il suo sottoposto.
-Qualcosa in più delle mutande!
-Scusa, ma non mi faccio dire come vestirmi
da uno che indossa gli stessi completi che usa al lavoro ogni giorno per oziare
a casa la domenica.
Heikichi guardò perplesso i suoi abiti.
-Non mi sono vestito come ogni giorno!
Sakamaki fece un sorrisetto sarcastico,
ritornando a prestare attenzione al videogioco.
-Hai ragione, almeno ti sei risparmiato la
cravatta.
Toudou ringhiò contrariato: odiava non essere
ascoltato.
-Se mi vesto in maniera meno formale ti
deciderai ad indossare qualcosa?
-Mh, ci posso pensare…
Soddisfatto dalla risposta, Heikichi andò in
camera, spalancò le ante del suo armadio ed impallidì guardandone il contenuto:
non vedeva niente là dentro che potesse fare al caso suo. Gran parte dei suoi abiti
all’interno del guardaroba li indossava ogni giorno a lavoro e le poche
eccezioni comprendevano dei completi per occasioni speciali e la tuta che
indossava durante i suoi allenamenti. Il presidente si mise a riflettere:
certo, la tuta avrebbe fatto al caso suo, ma la trovava terribilmente sciatta.
Alla fine Toudou si rassegnò all’idea che sarebbe dovuto uscire per comprarsi
dei vestiti più adatti alla casa, ma sarebbe dovuto uscire da solo visto che il
suo compagno si rifiutava di indossare un qualsiasi indumento e la cosa lo
scocciava non poco. Ad un certo punto fu fulminato da un’idea: aveva detto a
Sakamaki che si sarebbe vestito in maniera meno formale, ma non aveva
specificato a chi dovevano appartenere gli abiti. Entusiasta del suo nuovo
lampo di genio, l’uomo si diresse all’armadio di Sakamaki e lo aprì: lo
scienziato aveva un assortimento di vestiti più vario ed Heikichi si mise
subito alla ricerca di qualcosa che gli andasse bene.
Dopo una ventina di minuti il presidente
riuscì a mettere insieme una combinazione di abiti che incontrava i suoi gusti
ed iniziò a cambiarsi. Purtroppo però l’uomo si era completamente dimenticato
del fatto che il suo compagno indossava vestiti di un paio di taglie più grandi
rispetto a lui e la maglia che aveva appena indossato gli stava decisamente
troppo larga. Con dispiacere Heikichi dovette sfilarsela ed indossare la
t-shirt che indossava durante gli allenamenti, ma non voleva rinunciare alla
sua idea. Cercò di indossare i pantaloni e subito si rese conto che erano
troppo lunghi per lui, ma almeno erano elasticizzati e non gli cadevano. Come
ultima cosa Heikichi si infilò la felpa di Togurou: anche questa risultava
troppo grande per lui, ma a differenza dei pantaloni era molto comoda e la
larghezza non lo infastidiva minimamente.
L’uomo si diede un’ultima sistemata e poi si
rimirò allo specchio: gli piaceva davvero come gli calzavano quei vestiti,
nonostante la grandezza non gli davano un’aria trascurata, cose del genere
andavano di moda qualche anno prima. Sempre più fiero della sua brillante idea,
Toudou tornò nel salotto e si mise tra Sakamaki e la TV.
-Ecco, mi sono vestito in maniera più casual.
Ora ti metterai qualcosa addosso?
Lo scienziato mise in pausa il gioco e
squadrò da capo a piedi il suo fidanzato.
-…Sembri un ragazzino.
Heikichi avvampò, confuso. Era una critica?
Non era riuscito a capirlo dal tono di voce del compagno, ma al presidente
sembrava una critica fatta e finita.
-D-Davvero…? M-Mi vado a cambiare allora.
Toudou si era già avviato a testa bassa verso
la loro stanza, ma Togurou lo afferrò per un polso e lo trascinò sul divano
affianco a lui.
-Ehi, ho detto che sembri un ragazzino, non
che sei un cesso. Al contrario, trovo che tu stia molto bene.
Heikichi si sentì sollevato e si sorprese di
quanto il parere di Sakamaki fosse importante per lui, poi si ricordò il perché
di tutto quel casino.
-Ora puoi indossare qualcosa di decente?
-Ho detto che ci avrei pensato…
-Muoviti.
Lo scienziato sbuffò.
-Posso indossare solo una maglia?
-No.
-I pantaloni?
-Già va meglio, ma preferirei che
ti vestissi come una persona educata.
Brontolando, Togurou si alzò e andò in
camera, lasciando il presidente sorridente e soddisfatto sul divano a
riflettere: i vestiti casual non erano poi tanto male, doveva comprarne un po’.
Oppure poteva rubarne qualcuno al fidanzato, idea che gli piaceva ancora di
più.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
E finalmente sono tornata sulla challenge.
Tra una cosa è l’altra l’ho davvero trascurata, pensare che questo capitolo era
quasi finito da più di un mese… Però ormai mancano solo undici capitoli, non ho
intenzione di abbandonarla! Questo mese il prompt era
“In formalwear”, ma visto
che questi due si vestono sempre formali ho deciso di prendermi la libertà di
modificarlo in “In casual wear” per movimentare un po’
la cosa. Sono molto stanca, quindi non mi dilungherò ancora.
-Ahia, attento. Non dovresti essere il mio
insegnante di ballo?
Toudou si separò dal suo compagno, sospirando.
-Scusami, è che questa cosa mi rende molto
nervoso.
Sakamaki incrociò le braccia, non riuscendo a
comprendere tanta agitazione da parte del compagno.
-Si tratta solo di danzare alla tua festa di
compleanno, non mi pare una tale tragedia.
Il presidente scosse la testa: il suo compagno
non poteva capirlo, non ancora almeno. Da quando era nato Heikichi aveva sempre
odiato il giorno del suo compleanno: essendo il figlio del precedente
presidente dell’ElDorado
si sapeva quasi con certezza che la carica sarebbe passata a lui, quindi la sua
vita era sempre stata al centro dell’interesse dell’opinione pubblica. Le feste
che venivano organizzate al suo compleanno erano un’occasione per le persone
più influenti del mondo di studiarlo più da vicino, fargli domande e
giudicarlo.
Quando era un bambino era costretto dai genitori
ad imparare a memoria le risposte ad ogni possibile domanda scomoda che veniva
loro in mente, per assicurarsi che dicesse sempre la cosa giusta. Crescendo
aveva imparato a compiere da solo questo procedimento e dopo il suo matrimonio
con Hana le cose erano diventate più semplici. Anche
la donna era stata sottoposta ad un trattamento simile da piccola, essendo
stata scelta per essere una delle possibili compagne di Toudou in futuro,
quindi comprendeva la situazione e supportava il marito in questi eventi,
rispondendo al suo posto se tentennava ed intrattenendo gli ospiti quando lui
era costretto ad allontanarsi. Ma dopo l’omicidio della sua famiglia per
Heikichi quell’evento era diventato una vera e propria tortura: soprattutto i
primi anni tutti si aspettavano un suo crollo emotivo da un momento all’altro,
gli chiedevano di continuo se stesse pensando a nominare un suo successore od
un sostituto, come stesse andando la guerra contro i Second Stage Children e se aveva intenzione di risposarsi.
Riabituarsi a gestire tutto quello stress e
quelle domande scomode da solo era stato difficile, ma ci era riuscito. Solo
che ora sorgeva un nuovo problema: presentare adeguatamente Sakamaki come suo
nuovo compagno. Togurou non era esattamente un personaggio ben visto: il suo
genio era indiscutibile, ma il suo brutto carattere, la sua arroganza ed il
dubbio che non potesse essere fedele a nessuno all’infuori di Toudou lo
rendevano scomodo a molte famiglie influenti. Heikichi doveva cercare di far
cambiare loro idea in una sera, presentando Sakamaki come un individuo
affidabile adatto ad affiancarlo nella presidenza dell’ElDorado.
Più facile a dirsi che a farsi. Volendo iniziare
con calma, il presidente aveva deciso di istruire il compagno sul ballo con cui
avrebbero dovuto aprire le danze la sera del suo compleanno, ma la tensione
faceva fare più errori a lui che al suo allievo.
Togurou magari non capiva appieno la situazione
che angosciava tanto il suo fidanzato, ma saperlo in ansia gli bastava per
decidere di prendere in mano la situazione.
-Smettila di rimuginare in silenzio,
riprendiamo. Dai, questa volta guido io.
Toudou guardò con aria scettica lo scienziato.
-Non scherzare.
-Non sto scherzando. Nervoso come sei anche un
babbuino con le zampe amputate ballerebbe meglio di te, guido io.
Heikichi prese quell’affermazione come un’offesa
personale, così decise di dimostrare al compagno che si sbagliava di grosso, ma
lasciò comunque che fosse quest’ultimo a condurre.
Ma, con sua enorme sorpresa, il presidente si
rese presto conto che Sakamaki non conosceva solo alla perfezione i passi di
danza di quel ballo particolare, ma era anche in grado di improvvisare e
condurre il compagno senza farlo inciampare o risultare sgraziato. Una volta
che si furono fermati Toudou rimase un attimo in silenzio a riflettere.
-Non mi hai mai detto di saper ballare.
Lo scienziato roteò gli occhi al cielo,
infastidito.
-Vengo da una famiglia con sei sorelle ed una
madre attrice che ha partecipato, diretto e prodotto un sacco di musical famosi.
Avevo più probabilità di essere diseredato se fossi diventato un pessimo
ballerino che se fossi diventato un terrorista.
Heikichi ridacchiò appena, poi il suo compagno
gli fece fare una giravolta ed un casquè.
-Sei più tranquillo adesso?
Il presidente annuì, guardando l’altro negli
occhi.
-Certo però che se me lo dicevi prima potevamo
risparmiarci i problemi della lezione…
Togurou sorrise con aria furba.
-E perdermi un’occasione per poter ballare con
te? Neanche per sogno.
Questa volta Toudou scoppiò in una vera e
propria risata, decisamente più sereno: in fondo mancava ancora qualche mese al
suo compleanno, sarebbe andato tutto bene.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
E dopo una pausa natalizia non programmata ecco di nuovo la challenge. Scusatemi tutti, ma scrivere con parenti in giro
è più difficile di quanto ricordassi--
E niente, mi ero dimenticata quanto fossero belli i miei bambini~ Ebbene in
questa shot si accenna ad eventi futuri, poi vedrete
più avanti!
Ed ora, se EFP collabora, cerco di pubblicare.
La tecnologia era uno
degli aspetti principali della vita di ogni abitante del futuro. Molte cose
negli appartamenti erano automatizzate: la pulizia, la manutenzione ed anche la
preparazione dei pasti. Il cibo fatto in casa era diventato quindi obsoleto,
anzi, un bene di lusso. I ristoranti erano rimasti gli unici luoghi in cui
erano le persone a fare il più del lavoro e non erano certo posti in cui andare
a mangiare tutti i giorni. E poi c’era Sakamaki, o meglio, la sua famiglia. Nuovi
nel panorama della classe dirigente del futuro, i coniugi Sakamaki si erano
sempre distinti per la particolarità nel modo di porsi verso la società e il
modo di crescere i figli. Al contrario di altre famiglie ricche ed importanti
non si erano limitati a mettere al mondo un erede, ma ne avevano pianificati
ben cinque, per poi alzare il numero fino a sette. Tutti i loro figli erano
stati istruiti in maniera completa e calcolata per assicurare loro il miglior
futuro possibile in vari campi della società. La primogenita era diventata
un’atleta olimpica, la secondogenita aveva preso le redini dell’azienda
edilizia del padre, la quartogenita era diventata una botanica di fama
mondiale, la quintogenita aveva seguito le orme della madre diventando un’attrice
e anche la sestogenita ed l’ultimogenito, seppur senza un vero aiuto da parte
dei genitori, avevano fatto conoscere il loro nome al mondo, la prima tramite
la pittura ed il secondo tramite la scienza e la cucina. “Il nostro nome
diventerà importantissimo e sopravvivrà per secoli”, questo spesso ripetevano i
coniugi Sakamaki ai loro figli. E, per assicurarsi la salvezza della prole in
ogni situazione, i due avevano fatto seguire ai figli un numero smodato di
corsi di sopravvivenza. Proprio grazie a questi corsi Togurou aveva imparato a
combattere, cacciare, conoscere la natura ed apprezzarla e, soprattutto, a
cucinare. Lo scienziato, che, pur avendo un brutto rapporto con i genitori, ne
aveva ereditato l’eccentricità, era solito cucinare a mano i suoi pasti e,
avendo anche un fratello cuoco, per lui preparare il cibo senza affidarsi
completamente alla tecnologia era la normalità.
Toudou al contrario non
aveva mai messo piede in una cucina in vita sua. Nell’infanzia era stato
costretto a concentrarsi solo sulla sua futura carica di presidente, quindi
cose superflue come imparare a cucinare non rientrava nel suo piano di studi.
Solo una volta lui e sua moglie, quando erano giovani, avevano provato a
cucinarsi qualcosa come regalo di anniversario, ma, essendo entrambi digiuni di
nozioni di cucina, avevano solo combinato un pasticcio ed Heikichi soprattutto
aveva rinunciato all’idea di cucinare. Però, la convivenza con Sakamaki gli
aveva fatto cambiare lentamente idea. Toudou invidiava la preparazione del
compagno, capace di fare cose che lui non aveva neanche mai preso in
considerazione, e in lui cresceva il desiderio di imitare il compagno. Deciso
non solo a mettersi alla prova, ma anche ad esplorare le sue radici austriache,
il presidente dell’ElDorado
si era procurato un libro di ricette con cui preparare la cena per lui ed il
suo compagno, che sarebbe tornato a breve dopo un viaggio di lavoro.
Preoccupato però di fare un gran pasticcio, Heikichi scartava una ricetta
dietro l’altra, ritenendole tutte troppo difficili per lui. Un piatto però finì
per colpirlo: si trattava del Frittatensuppe, una pietanza costituita da striscioline
di crêpes servite in un brodo di manzo. Facendo parecchio freddo in quel
periodo ed essendo il piatto molto semplice da preparare, Toudou decise di
preparare quello. Per prima cosa mandò un suo sottoposto a comprare gli
ingredienti, visto che lui non voleva uscire da solo in mezzo al gelo, poi si
mise subito a lavoro.
Preparare il brodo non
sembrava una grande impresa, bastava riempire la pentola ed impostarla per la
preparazione di tale ingrediente, solo che prima doveva salare la carne e
tagliare le verdure. Heikichi ebbe un piccolo ripensamento prendendo in mano il
grosso coltello da cucina scelto per tagliare le verdure, poi si mise a lavoro,
tagliando le verdure in maniera grossolana, ma accettabile per un brodo. Messe
a bollire carne e verdure, Toudou si mise a lavorare sulle crêpes, la parte che
lo preoccupava di più: l’uomo finì per spargere un po’ dappertutto, ma alla
fine riuscì a fare delle crêpes abbastanza spesse da essere tagliate in
striscioline, peccato che si procurò diverse scottature nel tentativo. Per
coronare il tutto, il presidente si procurò anche un bel taglio mentre
preparava le striscioline. Sperando che il dolore e la fatica fossero serviti a
preparare qualcosa di commestibile, Toudou si sbrigò a pulire tutto e ad
apparecchiare, aspettandosi che il suo fidanzato rientrasse a momenti. Lo
scienziato infatti arrivò poco dopo e si trovò davanti una cena a lume di
candela ben preparata ed il suo amato già al suo posto, sorridente.
-Bentornato, Togurou.
Sakamaki ricambiò il
sorriso e si liberò subito della sua borsa e del cappotto, non vedendo l’ora di
baciare la sua dolce metà.
-Grazie, tesoro. Che
bella cenetta che mi hai preparato!
Gli occhi rossi di Heikichi si illuminarono.
-Ti sembra buona? L’ho
preparata da solo per te.
Lo scienziato rimase a
bocca aperta, sorpreso da quel gesto che non si sarebbe mai aspettato dal
compagno, per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani, attirato dalla presenza
di un cerotto.
-Vedo che ti sei dato da
fare! Ti sei fatto male, eh? Beh, è normale per qualcuno alle prime armi…
Toudou rise quando l’altro
gli baciò la mano con delicatezza nei punti in cui si era ferito.
-Dai, lavati le mani e
vieni a tavola, voglio un tuo parere anche sul sapore!
Togurou annuì e fece
come richiesto, per poi passare una splendida serata mangiando e chiacchierando
in compagnia del suo compagno, raccontandogli di come era andato il viaggio e
dandogli pareri sulla cucina.
-Non è male, non è male
davvero. Non avevo mai assaggiato questo piatto prima d’ora, ma sono sicuro che
con un po’ di erba cipollina può essere ancora più buono. Magari la prossima
volta cuciniamo insieme, ti va?
Heikichi annuì,
sorridendo tranquillo: gli tornavano in mente i suoi romanzi, dove a volte
leggeva di coppie che si rilassavano con una cenetta intima fatta apposta per
stare l’uno con l’altro a chiacchierare, e non poté non immaginarsi
protagonista di quei racconti famigliari pieni di problemi di tutti i giorni
che a lui erano sconosciuti, vista la sua posizione straordinaria. Sakamaki
però stava portando tanti frammenti di ordinarietà nella sua vita, e Toudou gli
era estremamente grato per questo.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Mhmh, sono tornata. Scusate la
lunga assenza ma negli ultimi mesi ho avuto un sacco da fare e questa challenge mi è proprio sfuggita dalle mani. Ora che sono in
vacanza però voglio aggiornarla ogni domenica, anche perché ormai manca poco
alla fine e voglio assolutamente completarla. Trovare l’ispirazione per questo
capitolo è stato difficile, poi iniziai a scriverne metà e la lasciai per un
paio di settimane, ritrovandomi nella pupù una volta ripresa (perché non mi
ricordavo più cosa dovevo scrivere). Alla fine però è uscito questo zuccherino
che per me è stato un buon modo per riavvicinarmi alla coppia, i miei cuccioli
mi erano mancati!
Era passato ormai un anno da quando Tru, la
giovane assistente di Sakamaki, aveva iniziato a prestare servizio all’El
Dorado. I suoi compiti consistevano per lo più nella manutenzione degli
androidi, lavori di poco conto e nel mantenere in ordine il laboratorio. Mai
però era stata portata a lavorare sul campo, quindi quando quella mattina
Sakamaki e Toudou le avevano detto di prepararsi per un’operazione esterna era
rimasta un po’ perplessa, perplessità che si era trasformata velocemente in
terrore quando aveva appreso che stavano andando su un campo di battaglia.
Dopo la sconfitta della Feida al Ragnarok si
erano creati parecchi tumulti: non tutti i Second Stage Children erano d’accordo
con l’idea di farsi vaccinare e perdere i poteri che li rendevano tanto
speciali e pericolosi, così molti di loro avevano iniziato ad opporre
resistenza violenta e a scappare dall’El Dorado.
Nonostante l’atteggiamento violento che
questi dimostravano, Toudou non aveva intenzione di dare l’ordine di mettere
fine alle vite di quei ragazzi, ma non poteva neanche lasciare che andassero in
giro a ferire le persone e a distruggere edifici governativi, così decise di
adottare la strategia che aveva studiato in caso di sconfitta al Ragnarok:
sedare i Second e vaccinarli mentre erano incoscienti. Così per mesi l’El
Dorado si era impegnata a stanare i ragazzi ribelli e catturarli, in modo da
poterli rendere innocui. L’unico problema era che i Second, grazie ai loro
poteri, non solo riuscivano ad opporre una resistenza estenuante, ma anche a
raggiungere e sopravvivere in ambienti ostili all’uomo, per cui le operazioni
di recupero risultavano particolarmente ostiche. Quel giorno l’El Dorado si
doveva occupare di alcuni ragazzi che si erano barricati in una stazione di
ricerca abbandonata nelle montagne e Toudou aveva deciso di sfruttare il
territorio: la stazione era situata in una depressione, circondata da zone
rialzate che davano una splendida visuale sulla zona circostante ed essendo
tutto coperto di neve era impossibile riuscire a fuggire senza essere visti,
quindi il presidente dell’El Dorado era deciso a stanare i Second e sedarli a
distanza. Avrebbe mandato la Perfect Cascade
all’interno dell’edificio per ingaggiare uno scontro e costringere i ragazzi ad
uscire all’esterno, a quel punto dei cecchini appostati sui rialzamenti
avrebbero sparato dei sedativi ai fuggitivi, mettendoli K.O.
Una volta che il piano fu approvato dal
consiglio ci fu il problema dello scegliere il personale che avrebbe preso
parte all’operazione: la chiave dell’operazione doveva consistere in due
persone, una che si teneva in contatto con la Perfect Cascade
ed un’altra che coordinava i vari cecchini sparsi per le alture. Normalmente
Toudou si sarebbe occupato dei soldati e Sakamaki degli androidi, ma essendo
quest’ultimo anche uno dei migliori tiratori scelti dell’El Dorado era stato
assegnato alla squadra dei cecchini. Proprio per questo motivo i due avevano
deciso di portare la giovane assistente dello scienziato: gli androidi
riconoscevano i suoi ordini e lei sapeva bene come monitorarli e contattarli
tempestivamente. Imbacuccati in vestiti pesanti per proteggersi dal freddo, il
gruppo di agenti, insieme alla squadra, si trasportò nella zona dell’operazione
e subito iniziò i preparativi per l’operazione. Una volta che tutti in cecchini
ebbero occupato la loro posizione, Toudou diede a Tru l’ordine di far muovere
la Perfect, che subito fece irruzione nella struttura. Mentre sotto di loro iniziava
una battaglia, tutti gli uomini rimanevano fermi come statue, primo fra tutti
il presidente, che attendeva come un predatore la sua preda.
Sedare i primi Second non fu difficile: ignari
del pericolo si addentrarono al di fuori dell’edificio senza troppa paura,
venendo colpiti velocemente. Quando gli altri si resero conto di quello che
stava accadendo fecero di tutto per fuggire, sparpagliandosi in più punti,
cercando di proteggersi con i loro poteri e scappando il più velocemente
possibile verso luoghi riparati. Nonostante questa baraonda Heikichi riusciva a
mantenere il completo controllo: i suoi occhi guizzavano sul campo sottostante
e in una frazione di secondo riusciva a comprendere quale cecchino fosse più
adatto ad abbattere il Second, dando subito ordini di conseguenza. Sakamaki non
era da meno: la mira e la reattività dell’uomo continuavano ad essere
fantastiche, bastava che il suo presidente dicesse una sillaba e un Second
cadeva.
Tru era quasi spaventata dei due che aveva
davanti: le loro capacità erano fuori dal normale, agli occhi della ragazzina
sembravano dei mostri sacri impossibile da battere.
Nel giro di un quarto d’ora la battaglia
terminò e ReyRukh contattò
la giovane assistente per informarla che non era più presente nell’edificio.
Ancora un po’ timorosa, la ragazza si fece avanti per informare Toudou della
situazione.
-P-Presidente, la Perfect conferma che gli
obbiettivi sono tutti stati stanati!
Heikichi si girò a guardarla con ancora un’espressione
fredda dipinta sul volto, ma subito si sciolse, sospirando per il sollievo. Nel
frattempo Togurou, sentita la notizia, si rimise in piedi e si pulì i vestiti
dalla neve che ci era rimasta attaccata.
-Però, ce la siamo cavata bene, eh occhi di
falco?
Toudou ignorò la provocazione dell’altro,
troppo impegnato a sfregarsi le braccia, intirizzito.
-Per fortuna è finita, non sopporto più
questo freddo…
Sorridendo, lo scienziato strinse a sé il
fidanzato, che mugolò contrariato prima di accoccolarsi contro il corpo dell’altro,
chiudendo gli occhi e godendosi il suo calore. Senza perdere il sorriso,
Sakamaki si girò verso la sua assistente per chiedere informazioni.
-Tru, quali sono le condizioni della Perfect?
La rossa sussultò, ricordandosi
improvvisamente dei suoi doveri, e subito iniziò a destreggiarsi con il tablet per reperire tutte le informazioni richieste dal suo
superiore.
-Dai ed Iru hanno
subito danni minori, il livello di carica di tutti si aggira intorno al 59% e
sono entrati in modalità monitoraggio nell’attesa di altri ordini!
Togurou annuì, per poi tornare a rivolgersi
all’uomo accoccolato tra le sue braccia.
-Che dici, torniamo a casa?
Heikichi si separò da lui ed annuì.
-Sì, facciamo radunare tutti e recuperiamo i
ragazzi. Ho proprio voglia di un caffè caldo in questo momento…
Tru si stupì ancora una volta: gli uomini che
fino ad un attimo prima le sembravano dei della guerra pronti a scagliare la
loro collera su malcapitate vittime ora erano completamente diversi, una
coppietta tranquilla che si stuzzica e si vuole bene. Incredibile quanto un campo
di battaglia possa cambiare le persone.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Eh eh, si torna a pubblicare due
settimane di fila! Lo so, lo so, non è un gran traguardo visto che la
continuità doveva essere una parte importante di questa raccolta, ma ehi stiamo
tornando in carreggiata! Quando trovai questa challenge
questo prompt è uno di quelli che mi ha convinto ad
incominciarla, volevo proprio descrivere Sakamaki e Toudou su un campo di
battaglia. Special guest per questo capitolo è Tru, OC della mia amica Ursy che ormai è entrata nel mio cuoricino a forza di role. Grazie a lei ho potuto dare un punto di vista più
esterno a questa shot, ho cercato di far vedere
Sakamaki e Toudou dagli occhi di qualcuno che su un campo di battaglia non c’è
mai stato, un po’ ingenuo e abbastanza impressionabile, ecco perché i due sono
visti così invincibili e perfetti in questa shot.
Beh, ormai manca poco alla fine di questa challenge,
cercherò di impegnarmi e pubblicare puntuale anche settimana prossima, è anche
vero però che ho altri progetti da aggiornare, quindi vedrò a cosa dare la
precedenza.
Se tutto va bene ci si sente la settimana prossima!
-Hai di nuovo disobbedito ai miei ordini, non
è così?
Sakamaki sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
Perché, perché quando si trattava di lavoro il suo fidanzato doveva essere così
tartassante?
-Sì, ho disobbedito e ho salvato la situazione,
devi proprio rimproverarmi?
-I miei ordini vanno seguiti, che ti
piacciano o no. Devi smetterla di approfittarti del nostro rapporto per fare
quello che ti pare.
All’udire quelle parole lo scienziato emise
un verso di sdegno. Come scienziato di punta della El Dorado, non era raro che
Togurou venisse mandato in missioni importanti e rischiose e l’uomo, essendo
stato addestrato in giovinezza al combattimento, non si tratteneva dal prendere
dei rischi per salvare la situazione. Questo a Toudou non piaceva e, fin da
quando erano amici, ordinava allo scienziato di contenersi e rimanere al
sicuro. Sakamaki però non lo ascoltava praticamente mai.
-Approfittarmi del nostro rapporto?! Casomai
sei tu che hai troppa paura che ci crepi e non mi lasci agire come dovrei.
-Sei troppo importante per l’El Dorado, non
puoi prenderti certi rischi!
-Non sono un fottutissimo panda, non ho bisogno di essere protetto! So come
combattere e userò le mie abilità per la buona riuscita della missione, che ti
piaccia o no!
Heikichi era solito avere un’ottima pazienza,
ma il linguaggio scurrile utilizzato dal suo compagno e l’atteggiamento
irrispettoso minavano fortemente la sua calma.
-Sei uno scienziato, lascia il lavoro
pericoloso agli agenti preparati!
-Non sono solo uno scienziato e, per quanto mi piaccia stare in laboratorio,
sono in grado di fare la mia parte anche durante azioni pericolose! Non puoi
pretendere che me ne stia in disparte a non fare un cazzo!
Toudou incrociò le braccia, decisamente
irritato.
-Certo, perché tu devi essere sempre al
centro dell’attenzione, non è vero?
Sakamaki distolse lo sguardo dal suo capo,
offeso.
-Non è certo per questo che lo faccio.
-Oh, certo che no! Tu lo fai perché pensi
alle missioni come un gioco e vuoi solo divertirti! Ultime notizie, questo non
è uno dei tuoi videogiochi, tu potevi morire
caricando i Second in quel modo!
-Lo so bene, ma io so prendermi i miei
rischi! Ma cosa ne vuoi sapere tu, che il combattimento più difficile che hai
affrontato è stato contro un labrador che ti voleva fare le feste!
Quella era la goccia che fece traboccare il
vaso, Toudou non poteva sopportare una tale mancanza di rispetto dal suo
fidanzato. Doveva punirlo e sapeva bene come fare.
-Basta così! Sei sospeso, Togurou. Per
quattro settimane. Non potrai partecipare a missioni, condurre esperimenti o
usare il tuo laboratorio. Ora va’ a casa.
Di fronte a quella che riteneva
un’ingiustizia, Sakamaki non poté trattenersi dal commentare.
-Ma non è giusto! L’hai detto tu che sono
troppo importante per l’El Dorado, non puoi sospendermi per quasi un mese!
Heikichi girò la poltrona su cui era seduto,
dando le spalle al suo fidanzato.
-L’ho appena fatto invece. E se non vuoi che
la sospensione aumenti è meglio che tu te ne vada senza discutere.
Toudou era sicuro di aver rimesso al suo
posto Sakamaki con quella punizione, ma non aveva tenuto in conto il
temperamento del suo compagno.
-…Io mi licenzio.
Come stordito da quella frase, Heikichi girò
appena la sedia per tornare a guardare lo scienziato: questo stava frugando
rabbiosamente nelle sue tasche e, quando ebbe trovato la sua tessera
identificativa, la sbatté con violenza sulla scrivania del presidente.
Un’ansia immane colse Toudou nel vedere
quella scheda, ma la sua mente ancora non riusciva a processare quello che
stava succedendo.
-No, aspetta, cosa significa? Non puoi
licenziarti!
-Sì invece! Sono stanco di queste tue manie
iperprotettive e sono stanco di non poter lavorare ai progetti che mi
appassionano di più! Me ne vado da mio fratello, lì sarò libero di fare ciò che
voglio!
L’angoscia e la confusione di Heikichi
crebbero ancora di più: suo fratello abitava dall’altro lato del mondo, cosa
voleva dire che sarebbe andato da lui?
Si sarebbe trasferito? Lo stava lasciando?
Quel pensiero mandò Toudou completamente nel
panico, spingendolo ad alzarsi e a correre verso la porta che il suo fidanzato
aveva appena attraversato. Ma, una volta fuori, venne immediatamente bloccato
da alcuni suoi dipendenti bisognosi del suo aiuto.
-Presidente, ci sono stati segnalati dei
problemi a numerose centrali elettriche della città, la cosa sembra sospetta e
vorremmo indagare, che ne dice? …Presidente?
Heikichi non ascoltava minimamente quei
subalterni, i suoi occhi vermigli viaggiavano da una parte all’altra del
corridoio, alla ricerca dell’uomo che stava inseguendo.
-Togurou… Dov’è Togurou…?
I due dipendenti si guardarono straniti,
decisamente disorientati dal comportamento del loro presidente.
-Il signor Sakamaki? Ci è passato davanti
poco fa, sembrava arrabbiato, perché?
Gli occhi di Toudou si riempirono di lacrime,
mentre un verso lamentoso lasciò la sua bocca. Quei litigi erano sempre nati
per una sua paura: la paura di perdere il suo migliore amico. Per questo lo
rimbeccava sempre e gli ordinava di non esporsi mai ai pericoli. E ora la sua
peggiore paura stava diventando realtà, solo in una maniera che lui non avrebbe
mai immaginato.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Sono risorta. Perdonate la lunga assenza, ma la mia nuova
scuola mi tiene davvero molto occupata, anche se in positivo. Con le vacanze di
Natale alle porte però cercherò di essere più celere e aggiornare tutti i miei
lavori, promesso! Questo capitolo mi ha dato parecchio filo da torcere, trovare
una motivazione per far litigare Sakamaki e Toudou è stato difficile. Alla fine
sono soddisfatta del risultato. Ah, un po’ di angst
ci voleva in questa raccolta. Cercherò di essere puntuale anche la settimana
prossima, non voglio lasciare questa situazione troppo in sospeso!
Non potevacrederci.
Sakamaki proprio non
poteva crederci.
Toudou era arrivato a farlo fermare
dalla sicurezza dell’El Dorado pur di non farlo andare per la sua strada.
Eppure era Heikichi a non volerlo lì per un mese.
Lo scienziato era furibondo, camminava
avanti e dietro nell’ufficio della sicurezza in attesa che il suo fidanzato si
degnasse di raggiungerlo. Gliene avrebbe dette di tutti i colori quando avrebbe
varcato quella soglia, dovevano mettere le cose in chiaro.
Quando sentì la porta aprirsi, Togurou
era già pronto ad attaccare il suo discorso, ma una furia inaspettata gli tolse
ogni parola di bocca.
Heikichi irruppe nella stanza con la
furia di un uragano, gli occhi di fuoco ben puntati sul compagno, quasi a volerlo
incenerire in un attimo.
-Sentimi bene tu, stupido, stronzo
egoista! Non hai alcun diritto di rassegnare le dimissioni e andartene così,
alcun diritto!
C’erano due cose che Toudou non faceva
mai. La prima era arrabbiarsi.
-È stata una tua idea! Non ti ho
chiesto io di venire a lavorare all’El Dorado, non ti ho chiesto io di
diventare tuo amico e non ti ho chiesto io di diventare il mio fidanzato! Hai
fatto tutto da solo, ora non puoi pretendere di andare dall’altro lato del
mondo perché ti girano! Non puoi… Non puoi lasciarmi così…
La seconda cosa che Toudou non faceva
mai era piangere.
Quando si rese conto delle lacrime che
gli rigavano il viso, il presidente dell’El Dorado diede le spalle al suo
sottoposto, cercando di recuperare la sua compostezza. Non riusciva a credere
che la paura di essere lasciato dal compagno lo avesse sconvolto così tanto,
eppure era lì, chino su sé stesso mentre cercava di placare i singhiozzi che lo
scuotevano.
Sakamaki era rimasto a bocca aperta,
confuso. Neanche lui riusciva a capacitarsi di quanto il loro litigio avesse
sconvolto Toudou, era riuscito a fargli fare le due cose che non faceva mai.
Mortificato, lo scienziato si fece avanti e toccò le spalle al suo fidanzato
che si ritrasse, ma testardo Sakamaki lo fece girare e lo strinse a sé con
forza.
-Heikichi… Io… Io… Mi dispiace, non ho
mai detto di volerti lasciare…
-Ti sei licenziato! Hai detto di voler
andare a stare con tuo fratello, questo non significa lasciarmi?!
-Ok, ok, ho esagerato! Mi dispiace, non
volevo turbarti così e mai ho pensato di lasciarti!
Toudou combatté tra le braccia
dell’altro nel tentativo di separarsi, desideroso di isolarsi per smettere di
piangere, ma Sakamaki non aveva alcuna intenzione di lasciarlo. Tenendo
Heikichi ancora ben stretto, lo scienziato si chinò a baciargli le guance
rigate dalle lacrime, la fronte, le palpebre, mettendo in tutto una dolcezza
immane. A ogni bacio il presidente si sentiva più calmo, come se quelle
dimostrazioni di affetto dissipassero la sua angoscia. Alla fine le lacrime di
Toudou smisero di scorrere, i singhiozzi si placarono e lui smise di
combattere, affondando piuttosto la testa nel petto del fidanzato.
Sakamaki continuò con le sue dolcezze,
ponendo fine ai baci e iniziando a cullare e carezzare l’altro per calmarlo
completamente. Una volta accertatosi che Toudou avesse recuperato la calma, lo
scienziato riprese a parlare.
-Mi dispiace averti sconvolto così, non
era mia intenzione… Ero solo arrabbiato, sono stanco di essere trattato come un
moccioso che non si sa difendere!
Il presidente si strinse di più
all’altro.
-Ho solo paura… Non voglio perdere
anche te, non riuscirei a sopportarlo…
Togurou scoppiò a ridere e si separò
dal fidanzato per guardarlo negli occhi.
-E vuoi evitarlo tenendomi qui? Sono
più al sicuro tra i Second! Ti ricordi quando mi ruppi il braccio e mi
presentai comunque a lavoro? Devo avere ancora una foto della tua espressione
da qualche parte!
Heikichi scoppiò a ridere a sua volta,
con gli occhi più rossi del solito a causa del pianto che pizzicavano.
Anche dopo un litigio del genere
Sakamaki riusciva a farlo ridere. Più sereno, Toudou si strinse di nuovo al suo
fidanzato, facendosi cullare dal suo calore.
“La tua sospensione
di un mese è ancora valida, lo sai?”
“Va beh, a questo
punto me ne farò una ragione… Ingannerò il tempo preparando la cena al mio
fidanzato.”
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Daje che durante le vacanze voglio essere puntuale. Bene bene, i
miei due cuccioli hanno fatto pace! Sono molto soddisfatta di questo capitolo
su più livelli, sia quello di scrittura che quello concettuale. La fine della challenge si avvicina e anche senza ricevere recensioni io
sono comunque felice, amo scrivere su questi due personaggi e spero di riuscire
a dedicare altro spazio a loro in futuro. Cercherò di essere puntuale anche la
prossima settimana, i toni torneranno a essere un po’ più rilassati. Da ora in
poi ho un’idea per tutti i capitoli.
Sakamaki era sempre stato dell’idea che l’arma
più forte di Toudou fossero i suoi occhi. Certo, il presidente era un abile
oratore e la sua pazienza era portentosa, ma Togurou continuava a credere che
fosse il suo sguardo a renderlo un leader tanto rispettato. Le iridi cremisi
erano ancora una rarità nel futuro e le persone che possedevano gli occhi di
questo colore avevano un’innata propensione a mettere in soggezione la gente
col loro sguardo.
Il rosso era il colore del sangue, del fuoco,
dei divieti e dell’amore, era allo stesso tempo un colore positivo e negativo
e, nonostante l’avanzamento sociale e tecnologico, anche nel futuro veniva sia
amato che temuto. Per questo chi si ritrovava con gli occhi di questo colore
veniva riusciva allo stesso modo a incantare le persone e a inquietarle.
Toudou aveva imparato presto a sfruttare
questa sua particolarità, fin da giovane era capace di zittire il più
fastidioso dei suoi oppositori con un solo sguardo e, con la stessa arma, era
in grado di rassicurare la popolazione preoccupata.
Sakamaki aveva sempre avuto difficoltà a
guardare il presidente negli occhi: quelle iridi scarlatte gli davano l’impressione
di leggergli l’anima.
Trovarsi quindi forzato a guardare Toudou
negli occhi lo metteva molto a disagio.
Specchiarsi in quegli occhi rossi era per lo
scienziato come entrare in un grande deserto: iniziava a sudare, la sua gola si
seccava e cominciava a faticare a tenere gli occhi fissi e ben aperti.
Però non poteva distogliere lo sguardo, c’era
in ballo la sua credibilità agli occhi del fidanzato. No, doveva continuare a
fissare quei pozzi di lava dal fondo irraggiungibile.
A confronto gli occhi di Togurou non erano
nulla: piccoli, neri, talmente poco espressivi che nessuno era capace di dire
cosa passasse per la testa allo scienziato. Con occhi del genere Sakamaki non
sarebbe mai riuscito a far provare a Toudou le stesse cose che il presidente
faceva provare a lui. Eppure doveva resistere e continuare a fissarlo negli
occhi.
Mantenere le calma era sempre più difficile
per Togurou: sentiva un fuoco bruciarlo dall’interno, una fiamma scaturita
dallo sguardo dell’altro e nata solo per consumarlo completamente.
Lo scienziato si ripeteva che doveva
resistere, che doveva darsi un contegno e rimanere concentrato, ma era troppo
difficile, troppo…
Alla fine, stremato, Sakamaki distolse lo
sguardo, facendo così gongolare di gioia il presidente dell’El Dorado.
-Bene, ho vinto.
Trionfante, l’uomo dagli occhi rossi portò la
mano avanti e afferrò una caramella abbandonata al centro del tavolo e la
scartò, mangiandola. Togurou sbuffò, non trovando ancora la forza di guardare
il suo fidanzato.
-Tutto questo macello solo per decidere chi
si sarebbe mangiato l’ultima caramella…
Toudou non si fece toccare dalle parole dell’altro
e continuò a gongolare godendosi la pallina di zucchero duramente conquistata.
-In qualche modo dovevamo decidere, no? Una
gara di sguardi mi sembrava il metodo più adatto.
Lo scienziato sbuffò ancora, rodendo per la
sconfitta.
-Potevamo di certo trovare un metodo meno
infantile…
-Non c’è niente di infantile in una gara di
sguardi! E poi ero certo che non avresti potuto resistere ai miei occhi.
Sakamaki lanciò un’occhiataccia all’altro,
con l’unico risultato di farlo ridere divertito.
-Su, non fare così! Domani ne compriamo delle
altre.
-Non è certo per la caramella che sono
arrabbiato…
Sentendosi molto sicuro di sé, Toudou si alzò
dal suo posto e si avvicinò al compagno.
-Non pensavo te la saresti presa così tanto
per una sconfitta…
Lo scienziato sentì un nodo alla gola quando gli occhi di Heikichi tornarono a
fissarsi nei suoi e cercò di pensare in fretta a un modo per levarsi da quella
situazione senza umiliarsi ulteriormente.
-N-Non me la sono certo presa...
-E allora per quale motivo sei così
arrabbiato?
Sudando freddo, Togurou disse la prima cosa
che gli capitò in mente.
-P-Perché non avrò mai degli occhi belli come
i tuoi…?
Sorridendo, Toudou diede un leggero bacio
sulle labbra del fidanzato.
-I tuoi occhi a me piacciono così come sono,
mi fanno sentire speciale…
Sospirando, il presidente abbracciò il
compagno, desideroso di sentire il suo calore, e Sakamaki non esitò un attimo a
ricambiare l’abbraccio. Lo scienziato non poteva proprio rimanere in collera
con Heikichi più di qualche minuto. Così come il rosso era un colore diviso tra
desiderio e timore, Toudou era un uomo capace di essere forte e fragile allo
stesso momento, cosa che Sakamaki aveva sempre trovato affascinante e che lo
aveva portato in gioventù a innamorarsi dell’uomo che in quel momento teneva
tra le braccia.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Buon anno nuovoooooooo!
Due mie storie nella home, da quanto tempo non accadeva…
Comunque è tempo di iniziare il countdown, mancano cinque
capitoli alla conclusione di questa raccolta! I miei imbecilli mi mancheranno…
Tanto tornerò a scrivere su di loro (prima o poi).
Intanto il prossimo sarà un GRANDE aggiornamento, non vedo l’ora
di scriverlo, anche se probabilmente salterò la prossima settimana causa
rientro a Milano.
Toudou si rimirò a lungo nello specchio
appeso alla parete. Si sistemò per l’ennesima volta la cravatta, prima
allentandola e poi stringendola, cercando il modo per rendersi perfetto, anche
più del solito. L’abito scuro, di un’eleganza ancor più raffinata rispetto ai
suoi soliti completi, gli dava una sensazione strana addosso, come se fosse la
gabbia che impediva al suo cuore palpitante di schizzargli via dal petto.
Camminò avanti e indietro, sistemandosi i gemelli ai polsi e riempiendosi la
mente di mille domande. Sakamaki era già lì o avrebbe fatto il suo solito
ritardo? Si era ricordato degli anelli? Si era annodato bene la cravatta?
Il suono del bussare alla porta ruppe
il filo di quei pensieri e un uomo dai lunghi capelli biondi che iniziavano a
incanutirsi, gli occhi violetti e l’aria perplessa si affacciò nella stanza.
-Heikichi, sei pronto?
Il presidente sussultò e si voltò verso
l’individuo appena entrato.
-Shid… Sì, sono pronto…
Il biondo entrò nella stanza per
lisciare la giacca di Toudou e allentargli un po’ la cravatta.
-Nervoso?
Heikichi annuì.
-Più della prima volta…
-Mi chiedo il perché…
Shid, il cugino di Toudou, era stato
invitato al matrimonio del presidente in veste di testimone, ma non era proprio
sicuro che Heikichi stesse facendo la scelta giusta.
-Tu non eri nervoso il giorno del tuo
secondo matrimonio?
Il biondo rifletté attentamente sulla
domanda che gli era stata posta: anni prima aveva divorziato dalla moglie che
suo padre aveva scelto per lui, risposandosi poi con la donna di origini
modeste che amava. Mentre l’aspettava all’altare, Shid era stato divorato dai
dubbi e dalle domande sul loro futuro, che fortunatamente si era rivelato
felice e spensierato.
Toudou in quel momento si trovava nella
stessa situazione in cui si era trovato lui anni prima e Shid, amando
profondamente il cugino, non poteva lasciarlo preda a quell’angoscia.
-Sì, lo ero molto, ma alla fine è
andato tutto bene. Andrà così anche con te, Heikichi, rilassati.
Il presidente accennò un sorriso,
rassicurato dalle parole del cugino, poi prese un bel respiro profondo.
-Andiamo.
I due si avviarono verso la sala principale, dove si sarebbe
svolta la cerimonia. La proposta di matrimonio da parte di Sakamaki era
arrivata in maniera casuale e accennata, un semplice “Sarebbe bello se ci sposassimo”. Toudou, che in quel momento stava
leggendo, non poté fare di interrompere la lettura per lo sgomento, poi
rispose, con altrettanta semplicità “Sì,
hai ragione… Sposiamoci allora”.
I preparativi per la cerimonia erano stati semplici, nessuno
dei due voleva un matrimonio sfarzoso pieno di invitati, l’unica cosa che a
loro importava era sancire la loro unione.
Toudou aveva fatto sapere velocemente al consiglio che a
breve si sarebbe sposato, facendo intuire che non accettava opposizioni alla
sua decisione, mentre Sakamaki aveva sparso la voce tra i suoi amici più cari e
poche altre persone, invitando solo loro alla celebrazione. Alla fine ai due
era rimasto solo da scegliere i loro testimoni, cosa su cui non avevano grandi
dubbi: lo scienziato avrebbe chiesto al fratello minore, mentre Heikichi aveva
chiesto a suo cugino.
Una volta entrato nella sala della cerimonia Toudou sentì il
suo cuore accelerare ancora: vedere Sakamaki sussultare all’apertura delle
porte, di fianco al giudice di pace, l’aveva emozionato; camminare verso l’altare,
con Shid al suo fianco e con gli amici di Togurou che stuzzicavano e incoraggiavano
lo scienziato, gli fece tremare le gambe. Una volta che Heikichi si trovò
davanti a lui, Sakamaki gli prese le mani.
-Non sai per quanto tempo ho sognato questo momento…
Guardare gli occhi lucidi e commossi del suo fidanzato fu l’ultima
goccia per Toudou, che scoppiò in lacrime: il sogno di Togurou si stava
realizzando, mentre lui si rendeva conto in quel momento della grande fortuna
che gli era capitata, una seconda possibilità. Avrebbe avuto di nuovo una
famiglia, aveva la possibilità di vivere la sua nuova unione in maniera intima,
tutto ciò che gli era stato strappato o negato stava finalmente tornando da
lui.
Il presidente si strinse a Sakamaki, che cercava di consolarlo,
preoccupato.
-Heikichi, stai bene? Vuoi che interrompiamo tutto?
Toudou fece cenno di no, separandosi un po’ dal fidanzato e
guardandolo con occhi ancora pieni di lacrime, ma sorridendo.
-No… Non voglio ritardare questo momento un secondo di più.
Dopo aver rassicurato anche suo cugino e il giudice di pace,
Heikichi si asciugò le lacrime e prese di nuovo un respiro profondo,
calmandosi.
-Va bene, ora possiamo cominciare…
Ristabilita la calma, il giudice di pace diede inizio alla
cerimonia. Per tutto il suo discorso Sakamaki e Toudou non fecero che
guardarsi, tenendosi per mano, erano così concentrati l’uno sull’altro che
sembrava non ascoltassero. Invece, quando il giudice fece loro la fatidica
domanda, non esitarono un attimo a dare una risposta affermativa.
Nonostante l’emozione, le loro mani non tremarono un secondo quando
arrivò il momento di scambiarsi gli anelli e, quando la loro unione fu
finalmente ufficializzata, si baciarono con passione, senza essere disturbati
dalle esultazioni dei pochi ma vivaci invitati.
-Togurou, ti amo così tanto…
Nuovamente sull’orlo delle lacrime, Toudou non si era
trattenuto dal pronunciare quelle parole.
-Ti amo anche io, Heikichi, da morire… E questa è un’altra
cosa che sognavo di fare da tanto tempo.
Prima che Toudou potesse chiedergli di cosa stesse parlando,
Sakamaki lo prese in braccio, facendo scappare al presidente un urletto
sorpreso.
-Cosa fai?
-Porto via in braccio il mio novello sposo, non è così che si
fa?
Ridendo divertito, Heikichi si strinse forte a Sakamaki con
il cuore colmo di gioia.
-Già, ti amo davvero tanto, Togurou.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma ho scritto questo
capitolo lacrimando ogni quattro righe. I miei bambini si sono sposati, come mi
mancheranno una volta finita questa raccolta…
A tal proposito vorrei parlare di una questione… Penso che
sappiate un po’ tutti come funziona EFP e che dalla propria pagina autore si
può vedere il numero di gente che apre le storie e i vari capitoli. Ecco, io
vedo che questa raccolta ha più di una trentina di silenziosi lettori fissi,
ovviamente non so chi sono, ma vedo quel numeretto sempre essere abbastanza
costante.
So che chiedere recensioni non è giusto, però io vorrei
sentire la vostra voce almeno una volta prima della fine di questa raccolta,
anche via MP. Vorrei sapere perché mi seguite, se vi piace la coppia oppure
aprite questa raccolta per altre ragioni.
Dal mio punto di vista sono io insieme ad altre tre persone
a shippare questi due e a me va bene, non mi faccio
problemi, ma ho tanti progetti per quando finirò questa raccolta e non so se pubblicherò
altro su questi due. Certo, si scrive per sé stessi e io già lo faccio, perché
adoro questa coppia, infatti o già tre o quattro storie su di loro non
pubblicate, anche primi capitoli di long. Solo che le long è difficile portarle
avanti a forza di volontà…
Per questo vi lancio una richiesta: contattatemi, fatemi sentire la vostra
voce. Con recensioni, MP, non importa, voglio sentire la vostra, voglio sapere
se avreste piacere a leggere ancora di questi due. Non vi mangio, non abbiate
paura!
Io continuerò a scrivere per me stessa, voglio solo sapere
se c’è qualcuno che ha piacere a leggere ciò che scrivo.
Nel futuro il compleanno del presidente
era considerata un evento molto importante. Veniva organizzata in due sale: una
molto grande per i dipendenti dell’El Dorado e le loro famiglie e una più
riservata ed elegante per l’élite mondiale che veniva a rendere omaggio a Toudou.
Sakamaki, pur non provenendo da una famiglia politicamente
importante, era sempre stato invitato da Heikichi alla festa più privata, anche
quando il ruolo di presidente era occupato dal padre di quest’ultimo. Togurou
però a quella festa non ci era mai andato volentieri: doversi rapportare con
persone che lui riteneva solo palloni gonfiati e il dover mantenere un
atteggiamento serio e distinto per tutta la serata gli risultava
particolarmente difficile. Il non poter parlare con Toudou per più di una
manciata di secondi rendeva il tutto ancora più arduo e lo scienziato era
sempre andato a quella celebrazione solo per non deludere e rattristare il suo
amato.
La visione di questo evento per Sakamaki cambiò radicalmente
quando si ritrovò a essere il compagno del presidente: non poteva essere più
uno che se ne stava in disparte per tutta la serata, doveva accompagnare Toudou
per tutto l’evento e doveva rasentare la perfezione in ogni suo gesto.
“Questo evento è
come una vetrina, la gente viene per osservarci e giudicarci…”
Glielo aveva spiegato Heikichi durante una delle lezioni di
danza che prendevano in vista dell’evento. Il presidente si riempiva di ansie riguardo
all’evento, iniziava le preparazioni con quasi un anno di anticipo, doveva
rendere tutto nuovo, tradizionale, gradevole sia per chi lo sosteneva che per i
suoi oppositori, modesto e sfarzoso al tempo stesso, doveva cercare l’equilibrio
perfetto tra mille antipodi.
Fino a prima dell’inizio della loro relazione Sakamaki non si
era mai accorto dello stress che Heikichi accumulava a causa dell’evento e la
cosa lo preoccupava.
Lo scienziato avrebbe tanto voluto aiutare suo marito nei
preparativi, ma l’unica cosa che gli riusciva era tranquillizzare Heikichi la
notte, quando erano soli.
Il giorno dell’evento Toudou non stette un attimo fermo:
andava da una parte all’altra a dare ordini, ad assicurarsi che tutto fosse
perfettamente al suo posto. Solo a dieci minuti dall’inizio dell’evento Heikichi
decise finalmente di fermarsi e rilassare la sua espressione, modellandola con
un sorriso serafico, una maschera che avrebbe indossato per tutto il resto
della serata.
Raggiunse Sakamaki, che fino a quel momento non aveva potuto
far nulla se non osservarlo e lo prese per mano.
-Lascia parlare me stasera, ok?
Lo scienziato annuì, stordito da quel tornado di responsabilità
inaspettate. Togurou si lasciò guidare verso la porta, dove al fianco di Toudou
avrebbe accolto gli ospiti più importanti.
Come richiesto da suo marito, Sakamaki rimase in silenzio,
pronunciando solo le parole di cortesia necessarie a salutare gli ospiti.
Molti degli invitati si trattenevano a scambiare due
chiacchiere col presidente, chiacchiere che Togurou ascoltava attentamente e
presto lo scienziato si rese conto di essere l’oggetto di gran parte delle
conversazioni. Il tono dei colloqui era fin troppo familiare a Sakamaki: un
misto di commenti acidi e battutine ammiccanti a che aveva ascoltato mille e
mille volte uscire dalla bocca di sua madre. C’era chi si fingeva sorpreso che qualcuno
come Toudou avesse deciso di impegnarsi con lo scienziato, altri gli dicevano
indirettamente che avrebbe potuto trovarsi di meglio, ma Togurou rimaneva in
silenzio, non sentendosi minimamente toccato da quei velati insulti che gli
arrivavano.
Una sola persona lo spinse a rispondere, la moglie di un
membro del consiglio, una signora anziana che cercava di nascondere l’età con
mille interventi estetici che davano alla sua pelle un’aria finta, finta quasi
quanto la pelliccia di visone che portava sulle spalle.
-Presidente, che piacere vederla!
Sakamaki notò subito che il sorriso di Toudou si era fatto
più teso, era capitato già un paio di volte durante la serata, sempre quando si
presentavano individui particolarmente fastidiosi.
-Signora Abe, il piacere è mio…
La donna sorrise compiaciuta.
-Devo farle le mie congratulazioni per il suo matrimonio, non
deve essere stato facile decidere di sostituire Hana
dopo tutti questi anni!
Quando veniva pronunciato il nome della moglie di Heikichi,
Sakamaki si innervosiva automaticamente, ma quella volta la sua inquietudine
non fu provocata da quello, ma dal tono saccente con cui l’anziana parlava. Toudou
però non perse il sorriso e chinò il capo in un gesto cortese.
-La ringrazio, sono molto felice di questa mia nuova unione.
Neanche il sorriso della signora Abe
vacillò e la donna aprì la bocca per sfoderare nuovamente la lingua biforcuta.
-Se è felice lei… Si è scelto un partito bizzarro, ma lei ha
sempre avuto dei gusti particolari, presidente!
Detto questo, la signora diede l’impressione di volersi
accomodare, ma decise di allontanarsi dedicando alla coppia un ultimo, velenoso
commento, espresso con voce abbastanza alta perché questi ultimi potessero
sentirlo.
-Ah, cosa si fa per non rimanere soli sulla via del tramonto…
A Sakamaki poteva ignorare i commenti saccenti e gli insulti
velati finché erano rivolti alla sua persona, ma quelli rivolti a Toudou non
poteva in alcun modo perdonarli. Ma se l’uomo aveva imparato una cosa dalla
madre che tanto odiava era che ogni ingiuria mascherata poteva essere ritorta
contro chi la pronunciava.
-Già, per esempio si rimane con la persona sposata solo per
la sua posizione e che non si sopporta da una vita…
Toudou e i signori Abe si girarono
a guardare lo scienziato, lasciati a bocca aperta dal commento e Togurou,
fingendosi altrettanto sorpreso, portò avanti la recita che sua madre gli aveva
indirettamente insegnato.
-Ho detto qualcosa che non va? Il mio era solo un esempio…
Livida in volto, la signora Abe non
fece altri commenti e si allontanò velocemente insieme al marito, lasciando
Sakamaki alle sue mentali celebrazioni di vittoria.
Celebrazioni che vennero presto interrotte da una gomitata nello
stomaco da parte di Toudou.
-Ti avevo detto di lasciar parlare me.
Lo scienziato si massaggiò il fianco dolorante.
-Io ho lasciato parlare te infatti, ho solo fatto un commento
innocente. Non pensavo che mi avrebbero sentito.
-Non fare il finto tonto! Non dovremmo abbassarci al loro
livello.
-E io non mi sono abbassato al loro livello, l’ho
semplicemente schiacciata usando la sua stessa arma.
Il presidente sospirò, per poi andare a stringere una mano
del compagno.
-Grazie… È dalla morte di Hana che
quell’arpia non mi dà tregua con i suoi commenti maligni…
Se fossero stati in un altro luogo, Sakamaki avrebbe già avvolto
Toudou in un abbraccio, ma visto la situazione si limitò a ricambiare con
affetto la stretta di mano.
-…L’anno prossimo però la tua festa l’organizzo io.
Heikichi sorrise e scosse la testa, sollevato dalla voglia di
scherzare che suo marito conservava anche in quell’occasione.
-Il primo compleanno che passerò in pensione lo lascerò
organizzare tutto da te…
-E sarà il compleanno più bello della tua vita, te lo
prometto.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Siamo a meno tre signori, il traguardo è spaventosamente
vicino.
Scusate il ritardo di pubblicazione, ma la settimana scorsa
non ero proprio in vena di scrivere e oggi è stata una giornata pesante per me.
Questa è una delle prime shot che
ho ideato per questa raccolta, volevo dare un’idea di quanto possa essere
stressante la vita di un capo di stato. Spero di aver reso bene l’idea!
Taglio qui che è tardissimo e domani ho lezione.
Sakamaki aveva sempre
detestato le riunioni del consiglio dell’El Dorado, le trovava incredibilmente
noiose e faceva di tutto per evitarle. Ma, da quando si era sposato con Toudou,
era diventato più difficile sottrarsi a quei meeting. Costretto a partecipare,
lo scienziato cercava mille modi per passare il tempo, che spesso consistevano
nel rompere le scatole al suo caro sposo.
Toudou capì in fretta
che sedersi al fianco di suo marito significava passare le successive due ore a
essere infastidito da uno scienziato annoiato e, visto che lui era interessato
alle riunioni, iniziò a scegliere una sedia situata al lato opposto del tavolo
rispetto a Sakamaki, riuscendo così di seguire in pace le riunioni.
Un giorno, immerso nella
monotonia più totale, Togurou ebbe un’idea per passare il tempo. Col telefono
ben nascosto sotto il tavolo, Sakamaki procedette con il suo piano malvagio.
“Ehi
splendore, cosa indossi sotto quel completo?”
Attirato dalla vibrazione
del suo cellulare, Toudou lo prese subito per controllare se gli fosse arrivata
qualche comunicazione importante, ma il presidente si accigliò altrettanto in
fretta vedendo quel messaggio.
“Togurou, mi ha visto mentre mi vestivo stamattina.”
Per niente scoraggiato da
quella risposta, lo scienziato continuò a mandare messaggi.
“Andiamo,
non essere così severo, sto cercando di creare un po’ di atmosfera!”
“Siamo nel bel mezzo di una riunione.”
“E
se non lo fossimo? Sai cosa ti farei?”
“No e non voglio saperlo!”
“È
un peccato, perché saprei esattamente come farti eccitare…”
Toudou roteò gli occhi al
cielo, già stanco dello stupido gioco che aveva iniziato suo marito.
“Solo perché ti annoi non significa che devi… Smettila di
guardarmi così!”
Un bel sorriso soddisfatto
spuntò sul volto dello scienziato, che non perse tempo a rispondere.
“Lo
sai, ho sempre sognato di fare l’amore con te su questo tavolo.”
Le guance del presidente
iniziarono a colorarsi di rosso mentre leggeva queste parole.
“Smettila Togurou, devo seguire!”
“Oh,
ti sto distraendo? Mi dispiace, non credevo di attrarti così profondamente.”
Stuzzicare Heikichi per
Sakamaki era sempre stato divertente, ma da quando avevano iniziato la loro
vita di coppia aveva trovato nuovi e fantastici modi per tormentarlo e
imbarazzarlo.
“Diventi
così rosso solo quando ti faccio sentire bene, vuol dire che questa situazione
ti piace?”
“No, non mi piace. Smettila di inviarmi i messaggi, ho
bisogno di seguire e sapere se mi arrivano comunicazioni importanti.”
Sakamaki non aveva alcuna
voglia di lasciar perdere il suo nuovo passatempo, ma i suoi successivi messaggi
vennero completamente ignorati da Toudou, che ora rivolgeva rabbiosamente tutte
le sue attenzioni al collega che stava parlando in quel momento.
Sconfitto, lo scienziato
sbuffò e si mise a guardare il suo compagno, sperando che avesse pietà di lui e
ricominciasse a distrarlo. D’un tratto lo scienziato venne colto da una nuova,
fantastica idea.
Scusandosi cortesemente
con le persone sedute vicino a lui, Togurou si alzò e andò nei bagni del
palazzo, pronto a portare avanti il suo nuovo piano. Dopo una manciata di
minuti tornò nella sala, come se avesse fatto una normalissima pausa fisiologica.
Nuovamente seduto, Sakamaki non distolse mai gli occhi da suo marito,
aspettando il momento adatto per fare la sua prossima mossa.
Quando si rese conto che l’espressione
del presidente si era distesa e che la sua attenzione era completamente
catturata dal discorso, lo scienziato prese furtivamente il suo cellulare e
inviò un altro messaggio al suo compagno.
Toudou, che si era quasi
dimenticato dell’imprevisto di poco prima, prese il cellulare e, sbloccato lo
schermo, si ritrovò nella chat con Sakamaki una bella foto dei gioielli di
famiglia dell’uomo.
Diventando rosso come un
peperone, Heikichi sbatté il cellulare sul tavolo, guardando infuriato il suo
compagno, che invece gli sorrideva sornione.
Il segretario del
presidente, spaventatosi per quel gesto improvviso, si rivolse al suo datore di
lavoro, seduto al suo fianco.
-Signore, va tutto bene?
-Qual è la pena minima per un omicidio, Isaya?
-Eh? Cinque anni di
carcere, credo… Perché questa domanda?
-No, nulla. Non faccia
entrare nessuno nel mio ufficio dopo la riunione, ho una ramanzina da fare.
Il signor Isaya acconsentì
confuso, mentre si interrogava sul motivo dell’ira del suo capo.
Toudou intanto pensava a
un modo per punire Sakamaki, mentre lo scienziato ridacchiava e pregustava il
momento in cui si sarebbe fatto perdonare per quello scherzetto di pessimo
gusto.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Mi sono presa una pausa un po’ troppo lunga…
Scusate signori, ma scrivere del sexting
è risultato più difficile del previsto.
Il prompt per questo capitolo era “fare
qualcosa di ridicolo” e visto che nei capitoli precedenti questi due sono già
stati vestiti da animali, sono stati costretti a fare cosplay
e una marea di altre cose imbarazzanti, ho deciso di andare un po’ fuori dagli
schemi. In fondo cosa c’è di più ridicolo di un goffo e non corrisposto
tentativo di sexting nel bel mezzo di una riunione? Lol, spero che non troviate il capitolo troppo off topic.
Le vie di Chicago nel
cuore del mattino erano attraversate da ogni genere di persone: giovani
impegnati a recarsi sul loro luogo di lavoro, mogli premurose occupate a
svolgere le commissioni necessarie alla felicità del loro marito, operai
sporchi e sudati che si spezzavano la schiena per mantenere funzionali le
strade della città, monelli che marinavano la scuola e gruppi di protesta che
distribuivano volantini per informare i passanti sui danni dell’alcool e sulle
punizioni che spettavano a chi lo acquistava. Quando un’attivista di questi
gruppi si avvicinò a Sakamaki per lasciargli uno di questi volantini, venne
brutalmente scansata dall’uomo che le lanciò un’occhiata piena di disprezzo
prima di proseguire sulla sua strada.
Togurou disprezzava fortemente
le donne, soprattutto quelle sgallettate che credevano di poter imporre la loro
pudica e sobria visione della vita su tutti gli abitanti degli Stati Uniti.
Ma in fondo l’uomo doveva
ringraziarle: se quelle bacchettone non avessero spinto tanto per proibire l’alcool
in tutta la nazione lui non avrebbe mai potuto creare la sua piccola cellula
criminale occupata nel contrabbando di spiriti. Quell’attività, ben mascherata
come locale di musica jazz, stava fruttando a Sakamaki una quantità di soldi
non indifferente, oltre a portarlo nelle grazie delle famiglie mafiose della
città che si rivolgevano a lui per avere liquori di ottima qualità e per far
sparire personaggi scomodi alle loro attività.
La reputazione di Sakamaki
era però stata recentemente minata da uno sciocco imitatore che aveva iniziato
a uccidere malviventi di varia natura seguendo il suo modus operandi
La cosa lo aveva messo in forte imbarazzo di
fronte alle importanti famiglie con cui era in contatto, che non potevano fare
a meno di sospettare di lui.
Togurou doveva risolvere
il problema al più presto e forse uno dei “lavoretti” che gli era stato
commissionato gli aveva dato la possibilità di prendere due piccioni con una
fava.
Infilandosi in un
vicoletto che passava inosservato agli occhi dei più, l’uomo andò ad aprire la
porta che portava al suo locale, al momento chiuso in vista della serata.
Liberatosi dal cappotto e
dal cappello, Togurou si avvicinò a suo fratello, intento ad ascoltare e
selezionare gli artisti che si sarebbero esibiti nei giorni seguenti.
-Lysandre, come vanno le
cose?
-Tutto a posto, sto
finendo di organizzare il programma della prossima settimana. Non abbiamo
ricevuto visite importanti mentre non c’eri.
-Bene. Dov’è Safran?
-Sta intrattenendo il tuo…
Ospite.
Sakamaki annuì e non
aggiunse altro. Dopo aver salutato alcuni dei dipendenti impegnati nelle
pulizie del locale, l’uomo si diresse nelle camere segrete del palazzo, dove i
distillatori da lui creati lavoravano a pieno regime. Controllati i regimi di
produzione e lo stato degli ordini che doveva soddisfare, Togurou avanzò ancora
verso la parte più nascosta dell’edificio dove si trovavano gli appartamenti
privati suoi e della sua famiglia.
La sua meta era una
cantina buia, illuminata solo dalla luce di una candela, dove una donna dai lunghi
capelli neri legati e trattenuti da innumerevoli trecce immortalava su una tela
il ritratto dell’uomo legato su una sedia di fronte a lei.
Di fronte a quello spettacolo
Sakamaki non trattenne un sospiro prima di accendere la luce.
-Safran, quante volte ti
ho detto di non dipingere al buio? Ti rovini la vista…
La donna si girò, posando
i suoi occhi violetti e spenti sull’uomo appena entrato.
-Pavot,
devi lavorare…?
Togurou avrebbe ucciso pur
di non sentire più pronunciare il suo secondo nome, ma per la sua sorellina
minore faceva un’eccezione: era forse l’unica donna al mondo che riusciva a
sopportare, taciturna e riservata, come lui e Lysandre era stata ripudiata
dalla famiglia e non aveva un posto dove andare. Inoltre accettava la sua
omosessualità e lo aiutava a nasconderla al pubblico fingendosi la sua
fidanzata.
-Sì, ho bisogno che tu
vada…
Un lampo di tristezza
illuminò per un attimo gli occhi della donna.
-Devi ucciderlo?
Sakamaki si lasciò
scappare un sorriso: sua sorella amava davvero la pittura e aveva trovato nell’ultimo
prigioniero che aveva portato al locale un soggetto perfetto per le sue opere.
-No Safran, puoi stare
tranquilla. Anche se volessi ucciderlo ti lascerei finire prima il suo
ritratto.
Rassicurata, la donna si
alzò dalla sedia e ripose in un angolo della stanza i suoi strumenti di lavoro,
per poi salutare il fratello e lasciare la cantina, chiudendo la porta alle sue
spalle.
-Quindi mi tieni in vita
solo per far felice la tua compagna?
Prima di rispondere al
prigioniero, Togurou andò a sedersi sulla sedia occupata fino a poco prima da
Safran.
-Non ho detto questo, ho
detto che, anche volessi ucciderti, ti lascerei in vita per farle finire il
ritratto. Quindi non voglio ucciderti.
-Non capisco perché ti
ostini a tenermi in vita. Ti hanno pagato per eliminarmi, no? Finisci il tuo
lavoro.
Con una smorfia, Sakamaki
portò avanti e sollevò appena il volto del suo interlocutore, incontrando così
le sue iridi scarlatte colme di disprezzo e stanchezza.
-Toudou Heikichi… Desideri
così tanto ricongiungerti con la tua famiglia?
Il prigioniero venne
scosso da un brivido sentendo quelle parole, poi distolse lo sguardo, arrabbiato.
-Cosa vuoi saperne tu?
Il criminale ghignò
soddisfatto, felice di aver messo in difficoltà Heikichi.
-Ho fatto le mie ricerche,
signor ispettore capo della polizia. Sei un tipo interessante dopotutto! Lo sa
che i suoi amici a Filadelfia hanno fatto uscire tutti quelli che aveva
sbattuto dentro a un mese dal suo trasferimento qui a Chicago?
Il poliziotto si trattenne
dal ringhiare infastidito.
-Lo so e non mi interessa.
-Strano, dalle informazioni
che ho raccolto su di lei non sembra il tipo che se ne frega di queste cose!
Uomo di chiesa, capofamiglia esemplare, poliziotto incorruttibile… Mi chiedo
come sia possibile che un paladino della giustizia come lei si sia fatto
beccare in un vicolo ad ammazzare a sangue freddo un picchiatore della malavita
dal sicario che doveva ucciderla.
-Non sono cose che ti
riguardano!
Sakamaki ridacchiò
soddisfatto davanti a quello scatto di rabbia che aveva cancellato tutto il
patimento da fame e la stanchezza dal viso di Toudou.
-Mi riguardano eccome
invece. Vedi, il metodo di uccisione che copiavi per non farti beccare è la mia
firma, quindi la colpa delle tue scappatelle è ricaduta tutta su di me. Quindi
spiegami il perché… Perché hai deciso di copiarmi? Volevi incastrarmi?
Heikichi rimase per un
lungo attimo in silenzio: era vero quello che l’altro gli stava dicendo? Lui
non aveva premeditato niente di così elaborato, era davvero finito vittima dell’assassino
che aveva deciso di imitare per passare inosservato?
-Io… Io ho visto che era
un metodo di assassinio comune in parecchi casi irrisolti, ho pensato di
sfruttarlo per non far ricadere sospetti su di me. Non avevo idea che fossi tu
l’autore degli altri omicidi.
Il sorriso di Togurou si
fece più sereno: il mistero era risolto, la sua reputazione era salva. Però
quella scoperta gli riempiva la testa di altri pensieri.
-Beh, il tuo piano è riuscito alla perfezione.
È quasi un peccato che mi avessero commissionato il tuo omicidio, se no l’avresti
fatta sicuramente franca.
Nella cantina scese il silenzio
per una manciata di secondi, prima che il poliziotto riprendesse la parola.
-Quindi ora mi ucciderai?
Sakamaki scosse la testa
per poi abbandonare la sedia e avvicinarsi al prigioniero per scrutarlo meglio.
Toudou aveva qualcosa che lo affascinava enormemente: era un uomo dalla
bellezza particolare, turbata e allo stesso tempo esaltata dalle difficoltà che
Heikichi aveva attraversato, un irreprensibile servo della giustizia che si era
abbassato a trucidare i criminali nei vicoli bui della città, nascondendosi
come un ratto. Quell’uomo era un mistero che aveva completamente conquistato
Togurou.
-No, non ti ucciderò.
Anzi, avrei una proposta da farti…
-…Beh, direi che per
stasera è meglio smetterla, continuiamo domani.
Heikichi mugolò
contrariato, strofinandosi assonnato contro il marito.
-Ancora un episodio
Togurou, ti prego…
Lo scienziato sorrise
intenerito, carezzando il volto del compagno.
-Ti si chiudono gli occhi…
Guarda che la serie non scappa mica! Continuiamo a vederla domani!
Toudou sospirò: Sakamaki
aveva ragione, stava morendo di sonno, ma si era fatto prendere così tanto da
quella storia ambientata nell’America del proibizionismo…
-Un altro episodio, ti
prego… Voglio scoprire la proposta che Martin vuole fare a Parker…
Lo scienziato ridacchiò e
baciò la fronte del suo amato.
-Lo scopriremo domani,
così abbiamo tempo per discuterne e fare delle supposizioni.
Il presidente mugolò
contrariato ancora una volta, ma alla fine accettò la cosa. In fondo avevano
deciso di iniziare quella serie proprio per aumentare i loro interessi in
comune e discutere tra loro della trama, vedere gli episodi tutti in una volta
avrebbe eliminato quei piccoli piaceri. Ancora un po’ riluttante, Heikichi
abbandonò il calore del divano e si preparò per la notte, mettendosi a
riflettere mentre aspettava il compagno.
Quella serie televisiva l’aveva
completamente conquistato, riusciva a immedesimarsi perfettamente nel personaggio
del capo della polizia, finendo inconsciamente per sostituirsi alla sua figura,
cambiando poi il resto dei protagonisti con altre persone a lui vicine.
Vaneggiare romanticamente su
un criminale era una cosa poco matura, Toudou lo sapeva, eppure trovava
piacevole abbandonarsi a quella fantasia. Sakamaki poi gli rendeva facile la
cosa: pur essendo un agente governativo, lo scienziato assumeva molto spesso
atteggiamenti da delinquente. Il presidente spesso si domandava come sarebbe
stata la sua vita se Togurou avesse scelto la strada della criminalità.
Quando suo marito lo
raggiunse a letto, Heikichi lo abbracciò pigramente, accoccolandosi al suo petto.
-Togurou… Tu mi ameresti
in qualsiasi situazione?
Intenerito dalla domanda
Sakamaki sorrise, accarezzando i lunghi capelli dell’altro.
-Certo, nulla potrebbe
cambiare i sentimenti che provo per te.
-Quindi mi ameresti anche
se le nostre vite fossero diverse?
-Non basterebbe un
intervento divino per cancellare il mio amore per te, figurarsi una sciocchezza
simile.
Toudou chiuse gli occhi
sorridendo, soddisfatto da quelle risposte. Anche in una vita fatta di crimini
e scorribande, suo marito avrebbe trovato il tempo di innamorarsi di lui.
~~~~~~~~~
Angolino rotondo
Siete confusi? Vi ho fatto lo scherzetto?
No ok, facciamo i seri. Ho deciso di giocare un po’ con
questa shot, la prima parte è una AU che avevo
inventato tempo fa, ma alla fine è tutto frutto della fantasia di Heikichi. Il prompt, doingsomethingsweet, gira attorno all’inserire sé stesso e il
compagno in una fantasia romantica. Spero che la cosa sia riuscita bene, io mi
sono divertita un sacco a scrivere il capitolo. Non credo trasformerò mai
questa AU in un progetto reale vista la poca popolarità della coppia nel fandom, ma sono stata comunque felice di proporla in questa
forma.
Immerso nell’acqua calda
fino alle spalle, Toudou sospirò soddisfatto, lanciando poi un’occhiata al suo
compagno.
Sakamaki era annoiato,
sbuffava e cercava in silenzio qualcosa che potesse intrattenerlo. Che lo
scienziato non fosse tipo da terme Heikichi l’aveva sempre sospettato, ma dal
vivo la situazione era anche peggio di quanto il presidente si aspettasse.
Nel tentativo di cambiare
le cose, Toudou si accoccolò vicino al marito, venendo subito avvolto da un suo
braccio.
-Grazie per avermi
accompagnato qui.
-Figurati, avevi bisogno
di una vacanza…
Fin da quando si erano
conosciuti, Togurou era per Heikichi una specie di sveglia: sapeva sempre
quando aveva bisogno di una vacanza e in gioventù l’aveva più volte costretto
con la forza a una giornata di riposo.
-Tu però non mi sembri
molto rilassato…
Toudou spiò la smorfia che
fece Sakamaki a quelle parole.
-Non mi piace stare fermo
senza fare nulla.
-Si chiama ‘relax’,
Togurou, è una cosa diversa.
A quelle parole sulle labbra di Sakamaki si formò un sorriso divertito, il tono
puntiglioso e preciso che assumeva Toudou in situazioni intime lo rendeva
davvero buffo.
Quest’ultimo sorrise, contento di essere riuscito a scacciare quella smorfia
dal viso di suo marito; con un movimento flessuoso delle spalle emerse
dall’acqua calda, lasciando che alcune gocce gli scivolassero lungo la schiena,
dettaglio che non sfuggì agli occhi maliziosi di Sakamaki.
-Dove vai, monamour?
-In bagno, torno fra un attimo
Detto questo Heikichi se ne andò, senza dar
segni di aver colto la provocazione nella voce del compagno, il quale, rimasto
solo, fu costretto nuovamente a pensare a come passare il tempo senza evaporare
in mezzo a quel vapore. Chiudendo gli occhi riuscì nuovamente a vedere la
figura snella di Toudou emergere dall’acqua, con quei capelli così morbidi
impregnati di essenze profumate che spesso si è ritrovato ad annusare, al
risveglio nel loro letto… Quei capelli bagnati assumevano un aspetto ancora più
carezzevole… Tutto in suo marito dava sensazioni tattili incredibili…
A distrarlo dai suoi pensieri che stavano già andando alla deriva, ci pensò
proprio il presidente, che tornò portando un vassoio con due bicchieri e una
bottiglia di sakè. Sakamaki si leccò le labbra.
-Oh stavo giusto pensando che berrei volentieri qualcosa… Pensavo però a
qualcosa di più dissetante!
Toudou tornò a sedersi al fianco dello scienziato, lasciando galleggiare il
vassoio di legno con il liquore.
-Beh, mi sembrava la
bevanda più adeguata all’atmosfera.
Con il sorriso ben fisso
sulle labbra, Togurou versò il sakè nei bicchieri e fece un brindisi con il
marito. Bastarono pochi sorsi a rallegrare i due coniugi, che iniziarono a
ridere e chiacchierare allegramente.
-È una cosa che ho sempre
desiderato… Bere qualcosa con te.
Sakamaki guardò il
presidente con sguardo assente, immerso nei ricordi.
-È vero, ora che ci penso
noi due non abbiamo mai avuto la possibilità di farci una bevuta insieme.
-Già…
Heikichi sospirò,
scivolando ancora di più all’interno della vasca.
-Non era consigliabile per
un presidente abbandonarsi a una serata alcolica con i dipendenti… Però
sentirti parlare delle tue notti brave mi ha sempre incuriosito, mi sarebbe
tanto piaciuto unirmi a te almeno una volta.
Toudou strizzò gli occhi
quando suo marito gli schiccò un bacio sulla fronte.
-Parli come se non fosse
più possibile farne una! Basta chiedere, sai? Chiamo i miei amici, ci
procuriamo un po’ di superalcolici, prendiamo in prestito qualche mezzo e
andiamo a far baldoria. Con te nel gruppo non dobbiamo nemmeno preoccuparci di
essere arrestati!
Heikichi si abbandonò a
una risata spensierata, con le gote arrossate per l’alcool e l’ilarità.
Era felice, sentiva una
dolce sensazione di calore inondargli il petto ed era sicuro fosse causata dai
sentimenti che provava per l’altro.
-Sei davvero fantastico
Togurou, sono fortunato ad averti come mio amico… E come marito.
Lo scienziato si fece
avanti, baciando Toudou sulle labbra.
-Sono io a essere
fortunato. Ho sempre sognato di poterti stare accanto, Heikichi, e non solo
come amico. Il fatto di essere qui con te, di portare al dito la fede che hai
deciso di darmi, a volte tutto questo non mi sembra reale…
Toudou non cercò di
consolare Sakamaki, si limitò ad approfondire il bacio, rendendolo così intenso
e appassionato che mai lo scienziato avrebbe potuto scambiarlo per un sogno.
Togurou era riuscito a
conquistare l’uomo che per anni aveva desiderato e Heikichi aveva recuperato la
felicità che credeva persa per sempre, entrambi non desideravano altro.
I loro momenti insieme
erano come dei gioielli, piccole oasi di vita comune nelle loro esistenze
eccezionali, che avrebbero custodito gelosamente nei loro cuori.
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Angolino
rotondo
È finita. Yep, dopo quasi quattro mesi di stallo sono finalmente
riuscita a finire quest’ultimo capitolo. È un po’ una sofferenza, perché sono
davvero affezionata a questa coppia e non so quando potrò riscriverci sopra.
Allo stesso tempo però è bello vedere finalmente un mio progetto finito su
questo sito. A ottobre inizierà la serie di Ares, e la GO sembrerà quasi
qualcosa che non è mai successo. Ci saranno nuovi e vecchi personaggi a cui
pensare, e si spera che questo fandom torni a
brillare come un tempo. La GO forse verrà un po’ dimenticata, ma questa coppia
per me sarà sempre speciale. Spero di averla fatta trovare almeno un po’
speciale anche a chi ha letto fino a qui, quel numeretto tutto nero affianco al
nome del capitolo. Più di mille persone, per curiosità o per sbaglio, hanno
aperto il primo capitolo, circa una settantina sono quelli che hanno aperto l’ultimo.
Non so chi siete, non mi importa, ma spero che questa raccolta vi sia piaciuta.
Io mi sono divertita in questi mesi a scervellarmi su ogni capitolo, a infilare
questi due in situazioni assurde o quotidiane. Anche io, come Toudou, mi sento
felice.
E con questo vi
saluto, domani mi aspetta un lungo viaggio e ho bisogno di dormire.
Alla prossima, miei
cari, chissà come e chissà quando…