Diamantsterne - 30 Days OTP Challenge

di Strawbana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Holding hands ***
Capitolo 2: *** Cuddling somewhere ***
Capitolo 3: *** Gaming/watching a movie ***
Capitolo 4: *** On a date ***
Capitolo 5: *** Kissing ***
Capitolo 6: *** Wearing eachothers’ clothes ***
Capitolo 7: *** Cosplaying ***
Capitolo 8: *** Shopping ***
Capitolo 9: *** Hanging out with friends ***
Capitolo 10: *** With animal ears ***
Capitolo 11: *** Wearing kigurumis ***
Capitolo 12: *** Making Out ***
Capitolo 13: *** Eating Icecream ***
Capitolo 14: *** Genderbender ***
Capitolo 15: *** In a different clothing style ***
Capitolo 16: *** During morning ritual(s) ***
Capitolo 17: *** Spooning ***
Capitolo 18: *** Doing something together ***
Capitolo 19: *** In casual wear ***
Capitolo 20: *** Dancing ***
Capitolo 21: *** Cooking/Baking ***
Capitolo 22: *** In battle, side-by-side ***
Capitolo 23: *** Arguing ***
Capitolo 24: *** Making up afterwards ***
Capitolo 25: *** Gazing into eachothers’ eyes ***
Capitolo 26: *** Getting married ***
Capitolo 27: *** On one of their birthdays ***
Capitolo 28: *** Doing something ridiculous ***
Capitolo 29: *** Doing something sweet ***
Capitolo 30: *** Doing something hot ***



Capitolo 1
*** Holding hands ***


01 - Holding Hands

 

Toudou si massaggiò le tempie, cercando di alleviare il mal di testa che lo tormentava da qualche ora. Sospirò, chiedendosi ancora una volta come gli era venuto in mente di iniziare una nuova relazione alla sua età, con un uomo per giunta. Già, perché dopo la vittoria sui Second Stage Children Sakamaki, il suo braccio destro, si era dichiarato, confessandogli di averlo amato in silenzio per quasi tutta la vita. La notizia aveva scosso profondamente il presidente dell'El Dorado: in passato era riuscito a sposarsi con una donna per amore e a costruirsi una famiglia, ma in seguito perirono tutti in uno degli attentati dei primi Second Stage Children, lasciando lui come unico superstite. La cosa ferì profondamente Toudou, che per anni si rifiutò anche solo di pensare di iniziare una nuova relazione.  Eppure, dopo averci riflettuto per qualche giorno, aveva deciso di accettare i sentimenti di Sakamaki e di provare ad iniziare una nuova vita con lui, anche se questo significava andare incontro ad una lunga serie di discussioni e dibattiti con il consiglio dell'El Dorado. In fondo Toudou era il loro presidente, una delle persone più importanti al mondo, qualsiasi decisione riguardasse la sua immagine doveva essere discussa da tutti in modo da decidere se era appropriata o meno. Così l'uomo si era ritrovato, per la seconda volta nella sua vita, a dover disquisire della sua vita sentimentale con il consiglio, anche se  in maniera decisamente più accesa rispetto alla prima volta: c'era chi non vedeva problemi in quella relazione, alcuni sostenevano che poteva danneggiare la reputazione del presidente e proponevano di non renderla pubblica, altri invece si opponevano su tutti i fronti. Dopo cinque giorni di dibattiti continui Toudou si chiedeva di continuo cosa l'avesse spinto a voler iniziare quella relazione, ma quell'ultima volta cercò di darsi seriamente una risposta: i Second Stage Children erano stati fermati, la sua famiglia vendicata ed era il momento di andare avanti. Poi, anche se non voleva ammetterlo, soffriva davvero la solitudine e non voleva più tornare la sera in una casa vuota e fredda. Ma quegli elementi da soli non avrebbero mai convinto Toudou ad iniziare una relazione: c'era stato qualcos'altro nella dichiarazione di Sakamaki, qualcosa che il presidente dell'El Dorado non riusciva a focalizzare, che lo aveva spinto a dire di sì. Toudou sospirò nuovamente: quei ragionamenti avevano fatto aumentare il suo mal di testa invece di diminuirlo. In quel momento Sakamaki entrò nella sala e, vedendo il suo amato con un'aria tanto affaticata, gli si avvicinò e si sedette al suo fianco, prendendolo per mano.

-Ehi Toudou, va tutto bene?

Il presidente sussultò e si mise a guardare la sua mano stretta in quella dell’allenatore della Perfect Cascade: Sakamaki aveva le mani più grandi rispetto alle sue, più forti ed anche più ruvide a causa degli anni passati a progettare e costruire apparecchiature nel suo laboratorio. Toudou ricambiò cautamente la stretta, riflettendo su come quel semplice contatto lo facesse sentire un po’ più sicuro e protetto, poi gli fu tutto più chiaro: era quella sensazione di sicurezza che lo aveva spinto ad iniziare la relazione con Sakamaki, la consapevolezza di sapere che il suo nuovo compagno era qualcuno che era stato al suo fianco per anni dimostrandosi sempre leale e capace. L’uomo si rilassò e sorrise, felice di aver dissipato ogni dubbio sulla sua decisione, poi decise di rispondere alla domanda posta dall’uomo al suo fianco  

-Sì, ora va tutto bene.

E, detto questo, poggiò la testa sulla spalla del suo nuovo fidanzato pensando che, qualsiasi fosse stata la decisione del consiglio, lui non avrebbe rinunciato ad iniziare una nuova vita con la persona più fedele che avesse mai conosciuto.

 

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Angolino rotondo

Ed ecco a voi, signori e signore, una Lau che invece di finire ciò che ha in corso inizia cose nuove. Va beh, questa raccolta ce l’avevo in mente da molto  tempo e proverò ad essere puntuale almeno con questa. Almeno ci provo. No, non ci sarà un capitolo al giorno, ma uno alla settimana, di domenica appunto. Di recente mi sono affezionata alla Chrono Stone e Sakamaki e Toudou sono diventati la mia OTP per eccellenza, quindi ho colto la palla al balzo ed ho iniziato questa challenge. Ah, per chi vuole partecipare o vuole più informazioni qui lascio il link alla challenge: http://30dayotpchallenge.deviantart.com/journal/30-Day-OTP-Challenge-LIST-325248585

Ora parliamo del titolo  della raccolta:  dovrebbe significare “stelle di diamante”, anche se ho modificato la scrittura rendendola tutta attaccata perché mi piaceva di più esteticamente, quindi è un errore voluto. Questo titolo è ispirato alle stelle di diamante che usava l’imperatrice Elisabetta di Baviera (la principessa Sissi per intenderci) per adornare i suoi capelli. Perché ho scelto questo titolo? Beh, perché in un mio headcanon Toudou ha origini austriache oltre che giapponesi e volevo che il titolo rappresentasse come la realtà quotidiana di una relazione sia speciale per qualcuno che passa la vita tra incarichi e situazioni straordinarie, sono piccoli gioielli da custodire con cura. Inoltre potrete notare da questo primo capitolo che condivido alcuni (per non dire molti) headcanon con Ursy, Lyca_ qui su EFP, l’autrice di Empty Man. Questo perché discutiamo molto insieme sulla Chrono Stone ed insieme abbiamo costruito un sacco di headcanon sui personaggi della serie. Per ultima cosa saluto Luigia, buon compleanno (in ritardo), questa raccolta inizio a pubblicarla per te! Grazie anche a tutti quelli che hanno letto fin qui!

Ci vediamo la settimana prossima!

-Lau

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Capitolo 2
*** Cuddling somewhere ***


02 - Cuddling somewhere

 

Erano cinque minuti che Sakamaki sbuffava ininterrottamente. Il suo fidanzamento con Toudou era diventato ufficiale già da un mese, eppure il loro rapporto non progrediva affatto. Avevano iniziato a vivere insieme nella casa del presidente, casa che l'allenatore della Perfect Cascade trovava troppo grande per due persone, ma la convivenza sembrava averli allontanati più che avvicinati. Non avevano ancora mai litigato, non era quello il problema, la realtà era che quasi non si rivolgevano la parola. Al lavoro in quel periodo si occupavano di progetti completamente diversi e non si incontravano quasi mai, mentre a casa Toudou continuava a rimuginare sui mille problemi che l'El Dorado doveva risolvere e finiva per isolarsi, ignorando qualsiasi cosa intorno a lui. Anche in quel momento, mentre leggeva sul divano, sembrava non essersi reso conto del fatto che Sakamaki lo stava fissando da quasi un quarto d'ora. Lo scienziato si era accorto che Toudou non stava nemmeno leggendo: era fermo sulla stessa pagina da una decina di minuti, troppo perso nei suoi pensieri per proseguire la lettura. Stufo di quel silenzio, l'allenatore della Perfect Cascade sfilò dalle mani del suo fidanzato il tablet su cui stava leggendo. Il presidente trasalì, colto di sorpresa da quel gesto così brusco, e lanciò un'occhiataccia al coinquilino.

- Ehi, che ti prende?

Per tutta risposta Sakamaki poggiò il tablet sul tavolino di fronte al divano e strinse forte a sé il suo amato.

-Mi prende che sono stufo di vederti così teso e sulle tue, che ne dici di rilassarti un pochino adesso?

In realtà quella situazione aveva portato Toudou ad irrigidirsi ancora di più: dopo dieci anni passati in solitudine quel contatto gli sembrava strano, quasi inappropriato, e la cosa lo metteva a disagio.

-Io mi stavo rilassando infatti, sei tu che mi hai interrotto.

L'allenatore della Perfect Cascade lo guardò con aria poco convinta, poi si mise ad accarezzare dolcemente la schiena di Toudou.

-Non mi sembri per niente rilassato a dire la verità. Ora chiudi gli occhi.

Il presidente fece per ribattere, ma il suo fidanzato lo precedette.

-Chiudi gli occhi ho detto, lascia fare a me.

Sbuffando, Toudou ubbidì agli ordini del suo braccio destro, chiudendo gli occhi. Una volta che l’ebbe fatto Sakamaki iniziò ad accarezzarlo anche sulla testa,  mettendo ancor più a disagio il presidente: l’uomo sentiva come inadatti a lui quei gesti teneri, nella sua mente si immaginava i membri del consiglio che lo osservavano e questo lo faceva rabbrividire ad ogni carezza. Dopo qualche minuto l’allenatore della Perfect Cascade sbuffò di nuovo: il suo piano era quello di far rilassare il suo compagno coccolandolo un po’, invece quest’ultimo si era teso ancora di più ed aveva iniziato anche a tremare.

-Insomma, possibile che tu non riesca a rilassarti neanche così?

Toudou si separò da lui e lo guardò male.

-Come posso rilassarmi con queste moine infantili?

L’altro lo guardò sinceramente confuso.

-Moine infantili…?

Il presidente rimase stupito dalla confusione del suo fidanzato.

-Sì, queste sono  le tipiche cose che fanno i genitori con i bambini ancora piccoli.

Sakamaki si corrucciò ancora di più.

-È una cosa che fanno le persone che si vogliono bene, sia in famiglia che in coppia. Tu e Hana non l’avete mai fatto?

Heikichi rimase interdetto: il rapporto con Hana, sua moglie, era stato sincero ed amorevole, ma molto moderato dal punto di vista del contatto fisico, il massimo affetto che si esprimevano tra loro si limitava a qualche bacio e delle carezze ed abbracci occasionali. La cosa era sempre risultata normale ai due, nati e cresciuti in famiglie che ritenevano efficienza e serietà dei dogmi imprescindibili, ma il sapere di aver negato alla moglie qualcosa che poteva farla stare bene sconfortava parecchio il presidente dell'El Dorado. Vedendo Toudou deprimersi in quel modo fece capire a Sakamaki di aver toccato un tasto dolente, così l'allenatore cercò subito di rimediare al danno fatto.

-Guarda, ora ti faccio vedere meglio come si fa.- Disse, spingendo Heikichi a poggiare la testa sul suo petto. -Senti il suono del mio cuore?

Il presidente annuì in silenzio.

-Bene, allora concentrati su quello e cerca di non pensare più a nient'altro.

Toudou chiuse gli occhi e seguì volentieri l'indicazione: non voleva davvero pensare più a niente, il ricordo della moglie era ancora troppo doloroso per lui. Subito dopo Sakamaki riprese ad accarezzarlo, più delicatamente rispetto a prima nel tentativo di metterlo il più possibile a suo agio. Il presidente sospirò appena: sentire il calore delle mani di Toguro sul suo corpo lo confortava mentre il suono ovattato del cuore dell'altro che batteva dissipava lentamente i pensieri e le preoccupazioni che affollavano la sua mente. Senza neanche accorgersene Heikichi iniziò davvero a rilassarsi, scivolando adagio verso il mondo dei sogni.

"Mh, queste moine non sono tanto male dopotutto" pensò poco prima di abbandonarsi completamente al sonno.

 

-Toudou...?

Sakamaki sorrise vedendo che il suo fidanzato si era addormentato. Facendo ben attenzione a non svegliarlo, Togurou lo prese in braccio e lo portò nella camera che condividevano, stendendolo sul letto. Prima di tornare in salone, lo scienziato baciò delicatamente il volto disteso del suo amato.

-Visto che non è male rilassarsi di tanto in tanto?

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Angolino rotondo

Lau è per la prima volta puntuale signore e signori, LA FINE DEL MONDO E’ VICINA! Lol no, è che davvero voglio farla bene questa challenge. Questo capitolo è molto fluffolo, ma già dal prossimo inizieranno delle scene divertenti, anche se un po’ di fluff ci si infilerà sempre, il che non guasta. Non ho molto altro da dire, ringrazio Marina Swift che mi ha recensita e tutte le persone che hanno letto il primo capitolo. So che il numero dei click al primo capitolo non sono mai un dato reale sul quanti hanno letto o hanno intenzione di seguire la storia, ma visto quanto sono stata chiara nell’introduzione penavo di attirare sì e no una decina di persone, ed invece! Non ho idea di quanti seguiranno realmente la storia ma sono felice comunque~

Ci vediamo domenica prossima!

-Lau

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Capitolo 3
*** Gaming/watching a movie ***


03 - Gaming/watching a movie

 

Toudou e Sakamaki avevano modi diversi di rilassarsi: il primo preferiva leggere ed ascoltare musica classica, mentre il secondo passava le serate a giocare con un gruppo di colleghi a dei videogiochi sparatutto di ultima generazione. I due avevano stabilito delle serate in cui dedicarsi ai loro passatempi e di solito non si disturbavano, ma Toudou, col passare del tempo, aveva iniziato a sviluppare interesse per l'hobby di Sakamaki. Non tanto ai giochi in sé, Heikichi non aveva mai avuto né il tempo né la voglia di appassionarsi ai videogiochi, ma a quanto lo scienziato sembrava divertirsi insieme ai suoi amici.

-Non capisco... Cosa c'è di tanto bello nell'interpretare un branco di mercenari che sparano a vista a chiunque si pari loro davanti?

Sakamaki sospirò, chiudendo la conversazione con i colleghi per potersi dedicare completamente a Toudou.

-Non è il gioco in sé ad essere bello, è la sfida che offre a divertire.

Il presidente dell'El Dorado guardò il suo braccio destro con aria scettica.

-Da quando ti sei trasferito in questa casa non ti ho visto perdere una sola partita, dove sarebbe la sfida?

-Non mi hai mai visto perdere perché siamo i migliori e la sfida consiste nel rimanere i migliori il più a lungo possibile.

Heikichi sospirò, tornando alle sue letture.

-Continuo a non capire cosa ci sia di divertente...

-Vuoi provare?

L'uomo alzò nuovamente gli occhi dal tablet e guardò il suo compagno per capire se stesse dicendo sul serio o lo stesse prendendo in giro. Gli bastò un attimo per capire che Togurou era più che serio.

-Non ho la più pallida idea di come si adoperi l'affare che usi per giocare, come potrei provare?

-Prendi l'altro vicino alla TV e siediti accanto a me, ti insegno.

Sospirando, Toudou lasciò il suo tablet sul tavolo ed andò controvoglia a prendere il joypad impolverato vicino alla TV, poi si avvicinò a Sakamaki, aspettando che quest'ultimo si alzasse da terra e si decidesse a sedersi sul divano, ma lo scienziato lo afferrò per il polso e lo costrinse a sedersi tra le sue gambe. Il presidente dell'El Dorado emise qualche brontolio di dissenso.

-Non possiamo sederci sul divano?

-Na, gioco meglio seduto per terra.

Heikichi sospirò, sapendo bene che discutere sarebbe stato inutile, e si poggiò contro il petto del compagno, cercando di stare un minimo più comodo. Sakamaki impiegò una mezz'ora abbondante per spiegare al fidanzato la funzione di ogni tasto presente sul joypad, le meccaniche del gioco e le regole generali per giocare online, poi finalmente riuscì a convincere Toudou a fare una partita di prova. Ci volle un po' a farlo cedere visto che in quel gioco c'era solo la modalità online ed il presidente dell'El Dorado voleva evitare di fare brutte figure, anche se si trattava solo di un gioco. Dopo che lo scienziato ebbe insistito parecchio e dopo che ebbe assicurato che il suo capo sul fatto che nessuno avrebbe saputo che era lui a giocare, Heikichi finalmente cedette. Sakamaki aprì una partita online due contro due ed iniziarono a giocare. Toudou però aveva una grande difficoltà a stare dietro alla partita: si confondeva con i tasti, si incastrava negli ostacoli della mappa e rischiava costantemente di finire nelle trappole piazzate dal nemico. Togurou invece giocava più o meno come sempre, aveva giocato spesso da solo contro due avversari per allenarsi, quindi la mancanza dell'aiuto del presidente non gli pesava affatto. Alla fine vinsero la partita e lo scienziato posò il controller a terra, soddisfatto.

-Beh, non è andata tanto male!

Heikichi guardò male il suo fidanzato, credendo che lo stesse prendendo in giro, ma osservando l'espressione serena sul suo volto capì che era davvero soddisfatto e sospirò.

-Dici? Non ne sono affatto convinto, ho combinato solo disastri...

-Devi solo prenderci la mano, tutto qui.

-Mi dispiace Togurou, ma non fa proprio per me...

Il presidente dell'El Dorado poggiò il controller vicino a quello dello scienziato e poi tornò a poggiarsi sul petto di quest'ultimo, riflettendo.

-Però non è stata un'esperienza totalmente inutile.

Sakamaki guardò il suo fidanzato, curioso.

-Ah no? Perché?

Toudou ricambiò il suo sguardo, sorridendo.

-Stare seduti così è più comodo di quanto immaginassi, potrebbe diventare il mio posto preferito per leggere.

Quella risposta lasciò Togurou senza parole, tanto che non riuscì a dire niente quando il suo compagno si alzò per andare a recuperare il suo tablet per poi tornare nella posizione di prima, sistemandosi ancora meglio.

-Hai davvero intenzione di leggere sistemato così?!

Heikichi guardò Togurou negli occhi.

-Perché no? Tu giochi meglio seduto per terra ed io leggo meglio se sto tra le tue braccia.

Nuovamente Sakamaki si ritrovò incapace di rispondere: quelle parole gli erano sembrate talmente adorabili che proprio non riusciva a replicare. Riprese il joypad col volto leggermente arrossato per l’imbarazzo.

-Va bene, fai come vuoi.

Toudou ridacchiò: gli piaceva prendere l’iniziativa qualche volta. Si sollevò un poco per dare un bacio sulla guancia allo scienziato.

-Ti amo, Togurou.

Sakamaki lo guardò con aria di rimprovero, ma poi gli diede un bacio sulla fronte per ricambiarlo.

-Ti amo anche io, Heikichi.

I due passarono il resto della serata in quella posizione, il che influì un po’ sul modo di giocare dello scienziato visto che non riusciva a concentrarsi sapendo di avere il suo amato presidente accoccolato tra le braccia.

 

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Angolino rotondo

Submarimon.

Lo so, nessuno di voi capirà questo inizio di angolino, ma è una cosa che avevo promesso di fare. Parlando di cose serie, questo capitolo per me è stato il più impegnativo perché, essendo appassionata di videogiochi, mi veniva naturale usare termini non comprensibili da tutti e quindi correggermi con espressioni che potevano capire tutti è stata una sofferenza. Il fluff regna sovrano anche in questa shot, ma nella prossima arriverà un peletto di angst, promesso. Intanto ringrazio come al solito chi ha letto fino a qui, Marina che mi ha recensito, Ursy che mi beta e Sissy che si è unita alle recensioni!
Ci sentiamo domenica prossima! (Con questa raccolta)

-Lau

 

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Capitolo 4
*** On a date ***


04 - On a date

 

-Sei in ritardo.

Toudou guardò con aria di rimprovero Sakamaki: odiava farsi aspettare, era un presidente e doveva essere un esempio per tutti, anche nelle le piccole cose. Per questo, quando il suo fidanzato non si era presentato in orario per andare a cena nel suo ristorante preferito, Heikichi si era decisamente spazientito. Togurou però non era minimamente preoccupato per aver fatto arrabbiare Toudou, anzi, era felicissimo di vederlo. Aveva passato la settimana precedente fuori città per prendere parte ad un progetto che coinvolgeva scienziati provenienti da tutto il mondo e quella era la prima volta che passavano tanto tempo separati da quando avevano iniziato la loro relazione. L’allenatore della Perfect Cascade baciò dolcemente sulle labbra il  suo fidanzato, guardandolo con aria amorevole.

-Scusami, ma il mio capo voleva una relazione dettagliata sul nostro progetto e sai come prende seriamente il lavoro lui.

Heikichi ricambiò a malapena il bacio: non sapeva se ridere o continuare ad essere arrabbiato. In realtà si sentiva in colpa ad aver accolto Sakamaki in quel modo, in fondo gli era mancato molto in quei giorni e avrebbe voluto mostrargli che anche lui era felice di vederlo, ma sentiva di aver rovinato tutto con quel rimprovero iniziale.

-Capisco. Andiamo, non facciamoci attendere oltre.

Il presidente fece strada nel ristorante: ci era venuto talmente tante volte che non aveva più bisogno che il cameriere lo accompagnasse alla saletta privata, ma lo lasciava fare comunque per cortesia. La coppia si sedette al tavolo ed ordinò velocemente, poi, quando il cameriere fu uscito dalla sala, tra i due calò il silenzio. Heikichi non sapeva che dire, si sentiva in colpa e a disagio in quella situazione.Voleva chiedere scusa a Togurou per il suo comportamento, ma non trovava le parole per farlo. Il silenzio si prolungò fino all'arrivo degli antipasti e riprese dopo che la coppia si fu augurata buon appetito. Più i minuti passavano più Toudou di sentiva in colpa e tutta quella preoccupazione gli  stava facendo passare l'appetito, ma Heikichi si costrinse a finire tutto ciò che aveva nel piatto. Nel momento in cui il presidente poggiò la forchetta sul tavolo, Sakamaki, che lo stava osservando attentamente già da un po', lo prese per mano.

-Ehi, vuoi dirmi cosa c'è che non va?

Toudou si morse le labbra, non sapendo ancora se confidarsi o meno col suo fidanzato, ma alla fine decise di  parlargli. In fondo continuando ad ignorarlo il problema non si sarebbe risolto.

-Perdonami, sto rovinando tutto… Avevo organizzato questa cena per fare qualcosa di speciale per il tuo ritorno, ma il tuo ritardo mi ha innervosito e non sono riuscito ad accoglierti come si deve…

-Tutto qui?

Il presidente dell’El Dorado fulminò con lo sguardo Sakamaki: quella era una cosa importante per lui e non capiva come lo scienziato poteva sminuirla in quel modo.

-Immaginavo che avrei finito per fare tardi, per questo ti ho preso un regalo per farmi perdonare!

Sentendo quelle parole la collera di Heikichi si trasformò subito in curiosità: cosa poteva avergli regalato il suo fidanzato? Togurou sorrise notando l’aria curiosa del suo fidanzato e tirò fuori dalla sua borsa un pacchetto che porse al presidente. A quest’ultimo brillarono gli occhi alla vista del regalo: anche senza averlo scartato poteva dire senza ombra di dubbio un libro. Non un libro come quelli che leggeva di solito sul suo tablet, ma uno fatto di carta ed inchiostro, rarissimi nel futuro e che lui collezionava. Toudou prese timidamente il pacchetto e lo scartò con calma.

-Königliche Hoheit di Mann in lingua originale! Era l’ultima opera che mi mancava di questo autore! Dove l’hai preso? E’ introvabile!

Sakamaki rise, felice di vedere il suo fidanzato così entusiasta.

-Ti dico solo che me l’ha procurato un amico che mi doveva un favore.

Heikichi accarezzò la copertina del libro, sorridendo appena.

-Grazie, è un regalo molto gradito…

-Di nulla, in fondo questa è la cosa più vicina ad un primo appuntamento che potremo mai avere, dovevo renderla speciale in qualche modo.

Finalmente Toudou scoppiò a ridere: non ci aveva pensato, ma in fondo quello che aveva detto il suo fidanzato era vero. Intanto il sorriso sul volto dello scienziato si allargò.

-Finalmente hai riso! Su, basta corrucciarsi e cerchiamo di goderci questa cena. Comunque ricordati che puoi arrabbiarti con me quanto ti pare, io troverò sempre un modo per farmi perdonare e farti tornare il sorriso.

Il presidente dell’El Dorado annuì e si alzò dal suo posto per andare a baciare sulla fronte il suo compagno.

-Va bene… In ogni caso mi ero dimenticato di dirtelo: bentornato Togurou…

Sakamaki fece sedere Toudou sulle sue gambe, pronto a baciarlo con passione, ma interrotto sul più bello dall’arrivo del cameriere che creò un’atmosfera imbarazzante che continuò per tutto il resto della serata.

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Angolino rotondo

Ho cockblockato la mia stessa OTP, sono una brutta persona--

Pensavate che mi fossi dimenticata di voi eh? Ed invece sono qui! E pubblicherò anche la settimana prossima, Lau non ha Pasqua! (In realtà ce l’ha, ma pubblica comunque)

Comunque non ho molto da dire, in questo capitolo c’è giusto un filo di angst, per poi scadere nel fluff più becero, ma ormai è un’abitudine!

Taglio corto che è tardi.
Ci sentiamo domenica prossima!

-Lau

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Capitolo 5
*** Kissing ***


kissing

05 – Kissing

 

Col passare dei mesi Toudou aveva iniziato a fare il callo alle dimostrazioni fisiche d’affetto che Sakamaki gli dedicava: baci, abbracci e quant’altro non erano più un problema per lui. E non solo non erano più un problema per il presidente dell’El Dorado, ma quest’ultimo iniziava a desiderarle e richiederle al suo fidanzato. L’unico problema era che Heikichi aveva alcune difficoltà a comunicare al partner i suoi desideri: educato com’era, non riusciva a chiedere direttamente coccole, baci ed affini, così ricorreva a dei piccoli stratagemmi che aveva già sperimentato con sua moglie per fare intendere Sakamaki cosa volesse. Lo scienziato però, abituato ad approcci molto più chiari e diretti, non si rendeva conto dei desideri del suo compagno e spesso rovinava i piani di Heikichi, aumentando la frustrazione ed il desiderio di affetto di quest’ultimo.

Un giorno Toudou, dopo essere stato costretto ad andare al lavoro senza aver ottenuto la dose extra di coccole che tanto desiderava quella mattina, decise di cambiare atteggiamento: si impegnò per procurarsi un’oretta di pausa durante la giornata e, dopo essersi assicurato che Sakamaki fosse solo nel laboratorio, lo raggiunse facendo ben attenzione a non essere visto da nessuno. Togurou rimase abbastanza sorpreso nel vedere il suo fidanzato nel suo laboratorio a quell’ora del giorno.

-Heikichi, come mai qui? È successo qualcosa?

Il presidente guardò con aria arrabbiata lo scienziato e si avvicinò a lui, facendolo alzare dalla sedia su cui era seduto tirandolo per la cravatta.

-Vieni con me.

Toudou non attese una risposta da parte del suo compagno e lo trascinò in un piccolo ripostiglio che lo staff del laboratorio utilizzava per conservare vecchie schede di memoria. Togurou rimase parecchio sorpreso dall’atteggiamento del suo presidente ed iniziò a preoccuparsi, pensando di aver fatto qualcosa di male.

-Cosa c’è? Perché mi hai trascinato qui?

Heikichi puntò i suoi occhi rossi sul fidanzato, con un’aria incredibilmente seria.

-Baciami.

Sakamaki rimase senza parole: non aveva mai pensato di ritrovarsi in una situazione del genere.

-Baciarti? Ma Heikichi, siamo al lavoro, non mi sembra proprio il caso…

Il presidente dell’El Dorado si avvicinò di più al suo fidanzato e gli circondò il collo con le braccia.

-Non mi interessa. Baciami, è un ordine.

Togurou deglutì a fatica, non sapendo cosa fare: non gli piaceva trascurare il suo lavoro, era una delle cose che amava di più al mondo, ma non poteva nemmeno ignorare Toudou, che era l’altra cosa che amava di più al mondo. Poi quella situazione gli impediva di ragionare lucidamente.

-N-Non possiamo, qualcuno potrebbe scoprirci!

Sospirando, Heikichi decise di rinunciare a convincere il suo fidanzato a parole e passò direttamente ai fatti, baciando con decisione sulle labbra lo scienziato. Sakamaki sussultò ed esitò un attimo, ma poi iniziò a ricambiare il bacio del presidente, senza metterci però troppa passione per paura di perdere il controllo. Dopo poco i due si separarono e Togurou sospirò.

-Allora, sei felice adesso?

Toudou non smise di fissare il suo compagno negli occhi.

-No, ne voglio ancora. E questa volta devi essere tu a baciarmi.

Lo scienziato si trovò nuovamente in difficoltà.

-Che ti prende Heikichi? Non è da te comportarti così! Siamo al lavoro, Tru potrebbe tornare da un momento all’altro e se non mi trova potrebbe mettersi a cercarmi. Che faremmo se ci trovasse qui dentro a pomiciare?

-Le verrebbe subito in mente di controllare questo ripostiglio?

-Beh, non penso…

-E allora non è un problema, basta stare zitti e non fare rumore. Tanto le bocche le terremo occupate a fare altro.

Sakamaki sospirò, capendo che il suo compagno non avrebbe cambiato idea per niente al mondo, e decise di arrendersi.

-E va bene, ma solo cinque minuti.

Toudou sorrise soddisfatto e lasciò che lo scienziato lo baciasse. I due iniziarono a scambiarsi baci leggeri ed affettuosi, ma più il tempo passava più le loro effusioni si facevano intense e passionali. Sakamaki e Toudou finirono per dimenticarsi del tempo che scorreva e del luogo in cui si trovarono e continuarono a baciarsi fino a quando le attenzioni dello scienziato non furono catturate da delle voci appena fuori lo stanzino. L’uomo si separò dal fidanzato per capire cosa stava succedendo, ma il presidente cercò di ritirarlo a sé, emettendo un mugugno contrariato.

-Heikichi, fammi capire cosa sta succedendo lì fuori.

-Non sarà niente di importante. Dai, continuiamo…

Togurou sorrise, intenerito dal comportamento del suo fidanzato, poi riprese a baciarlo. Dopo nemmeno un minuto la porta del ripostiglio si spalancò, rivelando uno Zanark Avalonic decisamente furibondo.

-Eccoti qui vecchio, è da un po’ che ti cerco! Tu mi devi ancora la mia moto, smettila di pomiciare e ridammela!

Sakamaki guardò con gli occhi spalancati il giovane Avalonic: si era completamente dimenticato che quel giorno sarebbe venuto a riprendersi la sua moto che gli aveva sequestrato per controllarla e metterla in regola, ma subito dopo lo scienziato si accorse che a guardarli non c’era solo l’ex criminale, ma anche la sua assistente Tru, che li osservava con aria scandalizzata.

-Allora vecchio, vuoi darmi la mia moto sì o no?!

Togurou ebbe bisogno di qualche secondo per riuscire a formulare una frase di senso compiuto.

-S-Sì… Tru, per piacere, accompagnalo alla sua moto…

La ragazza, ancora scandalizzata, annuì e condusse l’Avalonic in un’altra stanza. Lo scienziato era quasi in uno stato di shock, solo sentire Toudou che nascondeva il viso contro il suo petto mugugnando imbarazzato lo fece riprendere.

-Te l’avevo detto che qualcuno avrebbe potuto scoprirci!

-Oh, sta zitto Togurou!

I due sospirarono, cercando di capire come risolvere la situazione: assicurarsi il silenzio della giovane Tru non sarebbe stato un problema, comprare quello di Zanark sarebbe stato più complicato. E se l’ex criminale avesse raccontato quella scena a Gamma, il suo fidanzato, la reputazione dei due uomini sarebbe stata rovinata per sempre.

 

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Angolino rotondo

Ed ecco come promesso il capitolo di Pasqua! Un po’ in ritardo, è vero, ma sono stata ostaggio di parenti tutto il giorno. Però meglio tardi che mai! Faccio comunque gli auguri a tutti, spero abbiate passato una buona Pasqua e vi auguro di passare una buona Pasquetta! L'assistente di Sakamaki, Tru, è un OC della mia amica Ursy a cui sono tanto affezionata <3 Non mi dilungo troppo perché sono molto stanca, vi saluto!

A domenica prossima!

-Lau

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Capitolo 6
*** Wearing eachothers’ clothes ***


06 - Wearing eachothersclothes

 

Ricoprire delle cariche importanti nell’organizzazione che governava il mondo aveva i suoi pro ed i suoi contro. Uno di questi contro era essere svegliati nel cuore della notte per una qualsiasi emergenze. Dopo tanti anni di lavoro Sakamaki e Toudou avevano fatto il callo  a queste chiamate notturne, ma più avanzava il tempo più per loro era difficile rispondere repentinamente a queste convocazioni improvvise. Nei mesi successivi alla sconfitta della Feida quelle chiamate si erano moltiplicate: c’erano i mille problemi per la ricostruzione del quartier generale dell’El Dorado e delle città danneggiate dagli attacchi, da tenere sotto controllo gli eventuali effetti collaterali del vaccino somministrato ai bambini e, cosa più importante di tutte, rintracciare ogni SSC presente nel mondo per sottoporlo alla cura. A complicare ulteriormente la situazione ci si mettevano anche alcuni componenti della Feida che, nonostante la sconfitta, non accettavano il fatto di dover rinunciare ai loro poteri e continuavano ad opporre una forte resistenza, anche se ora che si erano divisi risultavano meno pericolosi, ma non meno dannosi. Proprio a causa di un attacco di questi piccoli ribelli al cantiere della nuova sede centrale dell’El Dorado Toudou e Sakamaki furono svegliati nel bel mezzo della notte. I due venivano da una settimana molto impegnativa che li aveva decisamente spossati e riposavano tranquillamente, quando il cellulare del presidente suonò. Non senza lamentarsi, l’uomo si alzò e rispose, svegliando anche il suo compagno. Ancora intontito dal sonno, Togurou cercò di capire cosa stava succedendo dalle poche parole pronunciate da Heikichi, ma l’uomo terminò la conversazione prima che l’altro potesse capirci qualcosa. Con dolcezza, Toudou baciò la fronte del suo fidanzato.

-Alzati Togurou, dobbiamo andare…

Lo scienziato si lasciò sfuggire un profondo sospiro.

-Che è successo?

-Un altro attacco…

Heikichi si alzò, indossando la sua vestaglia.

-Io vado in bagno, puoi andare a preparare il caffè per favore?

Sakamaki rispose con un grugnito e si mise a sedere. Mentre il presidente scompariva nel bagno, Togurou si strofinò il viso per liberarsi dagli ultimi residui di sonno e si alzò anche  lui, diretto in cucina. Visto che era ancora parecchio assonnato, lo scienziato si fece guidare dall’abitudine per compiere ciò che gli era stato chiesto: mise a fare il caffè, anche se con qualche difficoltà, poi tornò in camera e si diresse al suo armadio. Afferrò senza guardare il primo completo che gli capitò tra le mani ed iniziò a vestirsi. Nel frattempo sentì Toudou uscire dal bagno ed aprire l’altro armadio presente nella camera, ma Sakamaki non ci prestò molta attenzione perché aveva bisogno di concentrarsi su quello che stava facendo. Stava riscontrando qualche difficoltà nel vestirsi: lo stava facendo praticamente ad occhi chiusi, avendo ancora troppo sonno per tenerli aperti, ma non era quello che gli causava problemi, quello che lo metteva in difficoltà era il fatto che i suoi vestiti sembravano essersi ristretti rispetto al giorno prima. Mettendosi d’impegno e trattenendo il respiro era riuscito ad infilarsi abbastanza in fretta i pantaloni, ma abbottonarsi la camicia si era rivelato essere la vera sfida. Con una bella dose di pazienza e facendo ben attenzione a trattenere le imprecazioni, visto che il suo compagno le odiava, Togurou riuscì lentamente ad abbottonarsi la camicia. Sarebbe stato più semplice prendere un altro completo, ma lo scienziato non voleva perdere altro tempo e non voleva far notare al presidente di avere delle difficoltà, l’importante per lui era che il completo resistesse fino al loro arrivo al quartier generale temporaneo, poi si sarebbe cambiato con quello di riserva che teneva in laboratorio. Proprio mentre Sakamaki si stava infilando la giacca ed imprecava mentalmente notando che anche quella si era ristretta, la voce del suo fidanzato attirò la sua attenzione.

-Ehm, Togurou…

Lo scienziato si girò, aprendo finalmente gli occhi, e rimase decisamente sorpreso nel vedere Toudou indossare non uno dei suoi soliti completi, ma uno di quelli del suo compagno, di una o due taglie troppo grande per lui. Sakamaki poi si guardò e scoppiò a ridere rendendosi conto che per tutto quel tempo aveva cercato di indossare gli abiti dell’altro.

-Lo sapevo che prima o poi saremmo finiti con lo scambiarci gli armadi!

Il presidente brontolò, imbarazzato dal fatto di non essersi accorto dell’errore fino a quando non si era guardato nello specchio.

-C’è poco da ridere. Dai, cambiamoci in fretta, ci aspettano.

Facendosi scappare ancora qualche risatina, Togurou fece come richiesto: i due si scambiarono velocemente i vestiti, poi andarono in cucina a consumare velocemente il caffè ed infine si diressero alla macchina che li stava aspettando per condurli alla sede dell’El Dorado. Una volta che si furono sistemati sui sedili posteriori della vettura, i due si rilassarono.

-Sai Heikichi, non stavi male con il mio completo.

Toudou guadò il suo compagno, per poi accoccolarsi più vicino a lui e poggiare la testa sulla sua spalla.

-Dici? Anche tu stavi bene col mio… Potremmo farcene un paio su misura.

Sakamaki rise, accarezzando dolcemente la guancia del suo fidanzato.

-Sarebbe una cosa un po’ stupida da fare, non trovi?

-Già, ma sarebbe comunque carina…

Lo scienziato accennò un sorriso e diede un bacio sulla fronte al suo presidente.

-È vero, poi nessuno ci impedisce di farlo… Ma sì, qualche volta possiamo essere carini anche noi.

E detto questo i due chiusero gli occhi, concedendosi qualche altro minuto di riposo prima di iniziare un’altra lunga giornata di lavoro.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Ed eccomi qua, un po’ in ritardo ma è ancora domenica! Devo dire che questo capitolo mi ha dato qualche grattacapo, non sapevo proprio come farlo questo prompt, avevo paura anche che non venisse abbastanza lungo, ed invece! I prossimi capitoli sono tutti un po’ demenziali, per alcuni non ho proprio idee, per altri invece ho già bene in mente cosa fare. Grazie per aver letto!

A domenica prossima,

-Lau

 

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Capitolo 7
*** Cosplaying ***


07 - Cosplaying

 

Sakamaki non aveva mai fatto troppo caso a come si vestiva, da giovane gli bastava indossare qualcosa che non lo infastidisse e lo proteggesse durante i suoi esperimenti. Solo quando iniziò a lavorare per l’El Dorado dovette iniziare a curare un po’ di più il suo guardaroba visto che durante le riunioni gli era richiesto un abbigliamento formale. Ma anche con questo cambiamento lo scienziato non si era curato più di tanto dei suoi indumenti: all’inizio chiedeva a suo fratello minore, che di vestiti e di stile se ne intendeva più di lui, cosa comprare ed indossare in certe occasioni.  Col passare del tempo Togurou imparò lo stretto indispensabile sull’abbigliamento per non fare figuracce al lavoro o ad eventi importanti, senza però provare davvero interesse per l’argomento. Toudou invece era tutto il contrario: era stato educato fin da piccolo ad essere un modello, anche nell’aspetto, quindi a vestirsi in maniera impeccabile, cosa che per lui non era mai stato un peso e col tempo si era trasformata in un piacere. Ad Heikichi piaceva rimanere informato sulle mode, non solo quelle che lo interessavano direttamente. Gli piaceva osservare come la gente si vestiva per ogni occasione, poco importava se questi fossero donne o uomini, grandi o piccini, adorava vedere stili diversi, anche cose che lui non poteva concedersie a volte si permetteva di provare qualcosa di nuovo. Nonostante Sakamaki sapesse di questa passione del compagno, rimase parecchio sorpreso quando, entrando nella loro stanza, vide Toudou indossare la divisa della Protocol Omega. Dal canto suo anche il presidente era sorpreso: pensava che Togurou sarebbe rimasto fuori per un po’, non si aspettava di vederlo tornare così presto e soprattutto non si aspettava di essere fissato con tanta intensità dal fidanzato.

-Cosa c’è? Perché mi guardi così? Ho qualcosa di strano?

-Perché indossi quella divisa?

Heikichi sorrise, segretamente felice che Sakamaki gli avesse fatto quella domanda.

-Stavo pensando di formare una squadra di agenti temporali adulti. Solitamente mandiamo dei ragazzini perché passano più inosservati, ma in alcune situazioni si sono dimostrati inadatti ai loro compiti, quindi una squadra di riserva adulta potrebbe tornarci utile in quei casi.

Lo scienziato gli si avvicinò, senza staccargli gli occhi di dosso.

-Ed hai voluto iniziare questo ambizioso progetto dalle divise?

-Ho già individuato dei possibili candidati, non sto iniziando dalle divise. Comunque come mi sta?

Togurou abbozzò un sorriso, sapendo che il compagno gli avrebbe fatto quella domanda. Trovava che gli stesse benissimo, e gli sembrava anche strano visto che, essendo quella divisa indossata solitamente da ragazzini, non aveva mai provato ad immaginare un uomo adulto che la vestisse.

-Ti sta divinamente, come ogni cosa che indossi dopotutto…

Lo scienziato si diresse verso il suo armadio per mettersi qualcosa di più comodo del suo solito completo.

-Hai il dono di sembrare splendido con qualsiasi vestito.

-Bene, perché ne ho fatta fare una anche per te.

Sakamaki si paralizzò, per poi girarsi lentamente verso il fidanzato.

-Cosa…?

Toudou cercò di sembrare il più serio e formale possibile.

-Non potevo basare la mia scelta sull’usare o meno questa divisa per la nuova squadra solo su una prova, così ne ho fatta fare una anche per te, così potrai aiutarmi.

Il presidente si affrettò a prendere un’altra divisa da una borsa vicino al letto e a porgerla al compagno.

-Ovviamente non sei costretto a farlo.

Togurou sospirò, prendendo la divisa: certo, non era costretto a farlo, ma sapeva benissimo che rifiutarsi significava deludere e rattristare il presidente. Avrebbe fatto uno sforzo, tanto non sarebbe diventata la sua nuova tenuta giornaliera. Lo scienziato fece una smorfia toccando il tessuto: era elastico, resistente e si macchiava difficilmente, però a lui non piaceva la sensazione che gli dava a contatto con la pelle, ma cercò di non pensarci e si cambiò. Una volta che ebbe finito si mostrò al fidanzato.

-Contento ora?

Heikichi sorrise, facendo segno di sì.

-Ti sta molto bene, come te la senti?

Sakamaki fece un’altra smorfia, allungando il tessuto della sua manica.

-Mi sento come se indossassi un preservativo su tutto il corpo.

Il presidente non trattenne una risatina divertita.

-Non sei abituato, tutto qui! O avresti preferito indossare la divisa della Perfect Cascade?

Lo scienziato rabbrividì, immaginandosi con quei vestiti addosso.

-Per pietà, quella divisa non è fatta per qualcuno che non abbia il fisico di un tredicenne.

Toudou gli si avvicinò, prendendolo per mano.

-Comunque io trovo che questa divisa ti doni, poi è divertente essere vestiti uguali!

Togurou alzò lo sguardo sullo specchio ed osservò il riflesso suo e del suo fidanzato, pensando che, più che essere vestiti uguali, era divertente il fatto che stessero indossando vestiti che normalmente non avrebbero mai indossato.

-Già, sembriamo proprio due agenti temporali pronti per andare in missione.

Heikichi rise ancora, abbracciando il compagno.

-In un certo senso sarebbe bello…

Lo scienziato ghignò e gli fece alzare la testa.

-Cosa c’è, il massimo delle tue trasgressioni si limitano all’indossare una divisa nella tua stanza?

-Viaggiare nel tempo è troppo pericoloso, non posso permettermelo.

-Neanche con il tuo fidato braccio destro al tuo fianco?

Il presidente abbozzò un sorriso.

-Vedremo… Sarebbe un’esperienza che mi piacerebbe fare almeno una volta nella vita…

Sakamaki lo baciò con dolcezza.

-E allora facciamolo. Per un giorno smettiamola di essere il presidente ed il capo del dipartimento tecnologico dell’El Dorado e facciamo gli agenti temporali in qualche epoca lontana!

Lo scienziato scoppiò a ridere.

-Sono disposto anche ad indossare questa divisa per tutto il viaggio per farti felice!

Il sorriso di Toudou si allargò e chiuse gli occhi, cercando di resistere alla tentazione di mettere subito in pratica il piano proposto dal suo fidanzato.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Sette settimane puntuale, record personale! Ok, bando alle ciance e parliamo. Questi capitoli sono un po’ difficili perché integrarli in una situazione canonica non è semplice. Però mi diverto comunque! I miei due bimbi con la divisa della Protocol, non vedo l’ora che venga rilasciato il gioco della Galaxy qui in Italia per reclutarli e vestirli in questo ed ogni altro modo possibile ed immaginabile <3 Chiudo questo angolino con un headcanon: Sakamaki è il terzo di sette figli e solo lui e l’ultimogenito sono maschi, le altre cinque sono femmine di tutte le età!

Grazie come al solito per aver letto!

A domenica prossima,

 

-Lau

 

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Capitolo 8
*** Shopping ***


08 - Shopping

 

Sakamaki e Toudou non erano abituati ad interessarsi alle faccende di casa: il lavoro prendeva loro troppo tempo e non riuscivano ad occuparsi di cose come la spesa e le pulizie, quindi di solito le delegavano ad inservienti di fiducia ben pagati. Un giorno però il domestico che si occupava di fare gli acquisti per loro si ammalò. Togurou subito iniziò a pensare a chi mandare al suo posto, ma il suo fidanzato lo fermò prontamente.

-Senti, perché oggi non usciamo prima dal lavoro ed andiamo noi due a fare la spesa?

Lo scienziato guardò il suo datore di lavoro con aria perpelssa.

-Noi? E perché?

Il presidente non trattenne un piccolo sorriso.

-Non ho mai fatto questo genere di acquisti, sono curioso di provare!

Quelle parole sorpresero un po’ Sakamaki: anche lui veniva da una famiglia ricca ed abbastanza importante, ma più di una volta si era ritrovato a fare una spesa generica da solo. Però Heikichi non era solo il presidente dell’El Dorado, ma anche il figlio del presidente precedente, quindi riflettendo Togurou arrivò alla conclusione che quella possibilità non era tanto strana. E lui proprio non riusciva a dire di no a Toudou.

-E va bene, andremo noi se ci tieni tanto.

Il presidente fece un cenno di approvazione ed andò subito a sistemare i loro impegni in modo di avere un po’ di tempo a fine giornata per sbrigare quella faccenda, senza però dire niente al consiglio su quello che sarebbero andati a fare. Sakamaki sapeva bene il perché: per la sua  sicurezza, Heikichi era praticamente costretto a girare con una scorta ventiquattro ore su ventiquattro e, sebbene l’uomo sapesse che era per il suo bene ed ormai era abituato a quella situazione, a volte gli riusciva difficile sopportarla. Quel pomeriggio il presidente non voleva restrizioni e per lo scienziato significava solo una cosa: che la sicurezza del suo fidanzato dipendeva solo da lui. La cosa lo rendeva certamente un po’ nervoso, ma era abbastanza abile sia con le armi da fuoco che nel combattimento corpo a corpo e mai avrebbe permesso a qualcuno di fare del male a Toudou, non mentre lui era presente. Ma, giusto per non correre rischi, alzò il livello di attenzione dei robot di sicurezza del centro commerciale dove sarebbero andati. A fine giornata Togurou si presentò nel giardino sul retro del loro quartier generale: sarebbero usciti da lì per non farsi scoprire. Poco dopo Heikichi lo raggiunse e Sakamaki lo accolse con un sorriso.

-Eccoti. Pronto per questa piccola avventura?

Il presidente baciò il suo compagno, anche se era parecchio seccato dal tono scherzoso dell’altro.

-Smettila di prendermi in giro, non tutti hanno avuto la tua fortuna in quanto a libertà.

Lo scienziato rimase sbigottito di fronte a quell’affermazione: lui aveva sempre pensato a quelle faccende solo come un peso da delegare ad altri, ma la possibilità di farle era una cosa che a Toudou non era mai stata data. Sì, la  vita era stata buona con lui: gli aveva permesso di fare molte cose che ad altri non erano permesse, aveva avuto un’esistenza agiata ed un futuro praticamente assicurato, ma spesso Sakamaki se lo dimenticava. Togurou raggiunse il suo fidanzato, che si era già avviato verso l’uscita, e lo strinse a sé, baciandolo con più passione.

-Hai ragione, scusami. Dai, andiamo…

Dopo i due raggiunsero la macchina e fecero quello che si erano prefissati: Heikichi si divertì un sacco essendo per lui un’esperienza del tutto nuova, mentre Sakamaki si sentì un po’ a disagio a causa della gente che li guardava stupefatti, ma col passare del tempo iniziò ad ignorarli. Arrivati alla cassa, la coppia ebbe la solita discussione su chi avrebbe dovuto pagare, facendo quasi venire una crisi di panico alla cassiera che li stava servendo. Finita quella faccenda, Toudou insistette per far un giro in tutti i negozi presenti nel centro commerciale e il suo fidanzato fu felice di accontentarlo, finendo per essere praticamente gli ultimi clienti ad andarsene. Felici e soddisfatti, i due ritornarono a casa. Dopo aver messo a posto i loro acquisti, la coppia si concesse un po’ di riposo sul divano. Heikichi era ancora elettrizzato per l’esperienza appena fatta ed il suo fidanzato lo notava perfettamente.

-E’ stato divertente, dovremmo rifarlo qualche volta!

-Qualche volta quando, Heikichi?

-Che ne dici di una volta al mese?

-Una volta ogni due mesi.

Il presidente si corrucciò.

-Cosa c’è, non ti è piaciuto?

L’altro gli accarezzò il viso, sorridendo.

-No, non fraintendermi. Oggi è stata una giornata stupenda, è la ramanzina che ci farà il consiglio domani che non mi va di ripetere ogni mese.

Toudou sospirò, constatando che il suo compagno aveva ragione, ma subito tornò a sorridere.

-E va bene, una volta ogni due mesi sarà perfetto.

 

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Angolino rotondo

 

E Lau ce la fa anche stavolta. Al pelo, ma ce la fa anche sta volta. Scusatemi, sono abbastanza presa da Homestuck ed ho trascurato un po’ la scrittura. E mi sono distratta anche con un prompt così particolare ed un pochino ostico da usare per questa coppia, ma spero vi sia piaciuta comunque questa shot!

Alla settimana prossima,

 

-Lau

 

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Capitolo 9
*** Hanging out with friends ***


09 - Hanging out with friends

 

Toudou sospirò annoiato: quella sera aveva cercato di organizzare un'uscita tra amici, ma si stava rivelando un fallimento, almeno dal suo punto di vista: aveva deciso di uscire insieme a Sakamaki, Asurei Rune ed il Dr. Arno Crossword per una cena, nel tentativo di socializzare un po' con questi ultimi due. Le cose dall'inizio non sembravano andare troppo male: Toguorou ed il Dr. Arno, essendo entrambi scienziati, avevano molti interessi in comune ed avevano iniziato a chiacchierare con piacere. L'unico problema era che il discorso tagliava completamente fuori gli altri due uomini, che non riuscivano a capire quasi nulla di ciò che stavano dicendo dei due studiosi. Allora Heikichi aveva provato a chiacchierare con Asurei, ma il verde sembrava troppo nervoso per sostenere una conversazione. Dopo aver ricevuto per lo più risposte monosillabiche, il presidente rinunciò all’idea di parlare col suo sottoposto. La cosa lo infastidiva parecchio, ma non poteva biasimare il verde per avere paura di parlargli, in fondo era sempre il suo superiore ed era normale che temesse di farlo arrabbiare in qualche modo, per Toudou era una situazione ricorrente. Persa ogni speranza di socializzare con qualcuno, Heikichi si mise ad osservare il suo fidanzato, sperando che quest’ultimo si accorgesse di lui e lo aiutasse a rompere un po’ il ghiaccio, ma sapeva quanto Sakamaki amasse parlare del suo lavoro e le possibilità che si distraesse erano minime. Così il presidente passò il resto della cena mangiando in silenzio, sospirando di tanto in tanto. Alla fine fu anche costretto a fingere di non sentirsi bene per recuperare le attenzioni del suo compagno e convincerlo a terminare i suoi discorsi, però con quello stratagemma si era assicurato le attenzioni dello scienziato per tutto ciò che rimaneva della serata. Una volta che furono arrivati davanti al cancello della loro casa, Toudou decise di fare una passeggiata in giardino prima di rientrare per poter prendere una boccata d’aria e Sakamaki scelse di stare con lui. I due camminarono per un po’ tra gli alberi in silenzio, poi Heikichi si fermò, rabbrividendo per il freddo. Subito Togurou si tolse la sua giacca per metterla sulle spalle del fidanzato che lo ringraziò con un sorriso malinconico. Preoccupato, lo scienziato gli accarezzò con delicatezza il volto.

-Ehi, cosa c’è? Sembri triste…

Il presidente fece un leggero segno di no con la testa.

-No, no, va tutto bene… Sono felice che tu ti sia divertito stasera.

-Per te non è stato così?

Toudou sospirò ancora e poi si strinse all’altro. Per anni Sakamaki era stato il suo unico amico, per poi diventare il migliore col passare degli anni. Quando erano giovani lo scienziato era l’unico abbastanza coraggioso ed abbastanza stupido da mettersi a stuzzicare il figlio del presidente e quella che era iniziata come una forma di rivalità era diventata col tempo una splendida amicizia. Anche per questo Heikichi era rimasto tanto sorpreso dalla dichiarazione di Togurou ed ora che lo scienziato era diventato il suo compagno il presidente sentiva la mancanza di qualche altro amico nella sua vita. Il problema era che per lui non era facile fare amicizie: le persone normali lo temevano, mentre quelle che si avvicinavano per prime a lui spesso avevano doppi fini. Era in buoni rapporti con certi suoi conoscenti, abbastanza da considerarli degli amici, ma il doversi comportare sempre in maniera formale con loro non gli permetteva di avere un rapporto sereno come quello che aveva sviluppato con Sakamaki nel corso degli anni.

-Senti, perché la prossima volta non usciamo con mio fratello e suo marito?

Toudou guardò perplesso lo scienziato, confuso da quella domanda improvvisa. Togurou sorrise, accarezzandogli i capelli.

-Sarebbe giusto presentarteli, poi il compagno di mio fratello è un chiacchierone, sono sicuro che non si farebbe problemi a parlare con te!

Il presidente sorrise, felice che il suo fidanzato avesse trovato un modo per tirarlo su di morale così in fretta.

-Sì, non sarebbe male come idea… Perché non ci hai pensato prima?

-Beh, questa cena l’hai voluta organizzare tutta di fretta! Mio fratello non vive in questa città, dobbiamo avvisarlo un po’ prima…

Heikichi si accoccolò tra le braccia dell’altro per proteggersi dal freddo notturno.

-Va bene, la prossima volta usciamo con loro.

 

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Angolino rotondo

 

Ed eccomi qua, in ritardo come al solito. Scusate, ma oggi sono tornata da una mini vacanza a Firenze. Questo capitolo oltre ad uscire in ritardo è un po’ cortino, ma spero piaccia comunque. Domenica prossima avrò ospiti, ma spero di riuscire a pubblicare comunque. Anche perché dal prossimo capitolo le cose si fanno divertenti! La chiudo qui che sono stanca.

A domenica prossima,

 

-Lau

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Capitolo 10
*** With animal ears ***


10 - With animal ears

 

Toudou sospirò e le orecchie da gatto che indossava in quel momento si afflosciarono, seguendo il suo umore. Qualche giorno prima il presidente aveva chiamato Alpha nel suo ufficio per congratularsi con lui per l’ottimo lavoro che stava svolgendo in quel periodo e di conseguenza concedergli un premio a sua scelta. Il capitano della Protocol Omega era messo a riflettere con la sua solita aria imperscrutabile per qualche minuto.

-Beta non fa che prendermi in giro dicendo che i miei capelli somigliano alle orecchie di un koala. Se tutti indossassero delle orecchie da animale almeno per un giorno non potrà più dirmi niente.

Heikichi era rimasto incredibilmente sorpreso da quella richiesta, ma ormai aveva dato la sua parola e non poteva tirarsi indietro. E così, qualche giorno più tardi, ad ogni dipendente dell’El Dorado era stato dato l’ordine di  indossare le orecchie di qualche animale al lavoro e Toudou non poteva faceva eccezione. A lui erano toccate delle orecchie da gatto, semplici all’apparenza, ma molto complesse in realtà: erano delle orecchie ipertecnologiche che percepivano lo stato d’animo di chi le indossava e si muovevano per adattarsi ad esso. Piccoli accessori del genere erano molto comuni nel futuro e parecchie delle orecchie indossate dagli impiegati dell’El Dorado avevano questa funzione. Heikichi si sentiva davvero a disagio con quegli affari addosso e si era rifiutato di guardarsi allo specchio per tutto il giorno. Il presidente non aveva un buon rapporto con gli animali: da piccolo era stato attaccato parecchie volte da bestie diverse e quindi ne aveva paura, anche di un semplice coniglietto. Le uniche creature che non lo terrorizzavano erano i cincillà, avendone posseduto uno per gran parte della sua giovinezza, e provava una particolare avversione verso i gatti che più volte avevano attentato alla vita del suo animale domestico. Quindi indossare delle orecchie da felino per l’uomo non era proprio il massimo, ma i suoi dipendenti avevano accettato più o meno tutti con entusiasmo la novità e  quindi nella sede regnava un buonumore generale che Toudou non voleva guastare. Sentendosi però giù di morale, Heikichi approfittò di uno dei suoi brevi momenti di pausa per andare a trovare Sakamaki nei laboratori. Lo scienziato non si era mostrato né particolarmente entusiasta né disgustato da questa iniziativa, aveva solo richiesto che gli venissero assegnate delle orecchie poco ingombranti che non lo intralnciassero nel lavoro, così gli vennero date delle orecchie da panda.  Toudou entrò silenziosamente nella stanza, grato che lì ci fosse solo il suo fidanzato, e cercò di fare un sorriso convincente.

-Ehi Togurou, come sta andando il lavoro?

Sakamaki alzò gli occhi dal progetto che stava elaborando e guardò Heikichi per qualche secondo.

-Cosa c’è che non va, quella roba non ti piace?

Il presidente sospirò profondamente.

-È davvero così evidente?

Lo scienziato annuì.

-Beh, ormai ti conosco… Poi le orecchie lo mettono ancora più in evidenza.

Toudou si accigliò, stufo della situazione.

-Queste cose sono fastidiose, si muovono di continuo e scommetto che mi danno un’aria ridicola.

-Io trovo che ti donino.

Heikichi lanciò un’occhiata confusa al fidanzato, non sapendo se stesse dicendo sul serio o stesse solo cercando di consolarlo.

-Mh… Tu invece come ti trovi? Quelle orecchie ti stanno intralciando nel lavoro?

-No, per nulla. Sono piccole e non si muovono, poi sono in grado di lavorare in situazioni ben peggiori.

Il presidente sospirò nuovamente e si sedette a fianco al suo compagno, che nel frattempo aveva ripreso la tua attività.

-Sono felice di saperlo, poi almeno a te stanno bene, non sembri uno scherzo della natura indossandole…

Dopo aver sentito quelle parole, lo scienziato si alzò e fece fare lo stesso a Toudou, poi lo prese per mano e lo portò di fronte ad una teca vuota dove conservavano gli androidi per permettere ad Heikichi di osservare il suo riflesso.

-Guardati, non ti stanno per niente male. Non ti fanno sembrare uno scherzo della natura e non sembri nemmeno ridicolo.

Il presidente arrossì, non a causa delle lusinghe del suo fidanzato, ma perché aveva la prova di risultare ridicolo con quelle orecchie addosso. L’uomo si coprì il volto con le mani, emettendo un verso lamentoso.

-Come fa la gente a non ridermi in faccia…?

Sakamaki sospirò e costrinse Toudou a mostrare il volto per poterlo baciare e guardarlo negli occhi.

-Perché sei bellissimo, riesci a risultare serio e professionale anche con quelle cose addosso, non hai nulla di che vergognarti.

Heikichi si lasciò scappare un sorriso: continuava a pensare di sembrare ridicolo, ma era bello sentirsi elogiare in quel modo anche in quella situazione.

-Grazie Togurou, è bello sentirselo dire…

Lo scienziato abbracciò il suo fidanzato per rassicurarlo ancora un po’.

-E poi a me i gatti piacciono e tu saresti il gatto più bello di tutti.

-Beh, non è che ci voglia molto a risultare più belli di quelle bestiacce!

Sakamaki sospirò sconsolato, chiedendosi se Toudou avrebbe mai superato la sua fobia degli animali. Lui un gatto l’avrebbe adottato volentieri, ma non l’aveva ancora detto al suo compagno per paura di farlo arrabbiare. Forse un giorno lo avrebbe convinto a lasciargliene prendere uno.

 

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Angolino rotondo

 

Riprendo a pubblicare ad orari decenti! Sono andata un po’ sul demenziale, ma il peggio arriverà col prossimo capitolo! Forse ho fatto Toudou un po’ troppo insicuro, ma quando si tratta di animali non sa proprio come fare secondo i miei headcanon. Ora corro via che entro mezzanotte devo finire di scrivere un’altra cosa.

A domenica prossima,

 

-Lau

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Capitolo 11
*** Wearing kigurumis ***


11 - Wearing kigurumis

 

Morire di vergogna? Toudou non pensava fosse possibile, ma si stava ricredendo. Quando aveva offerto a Beta un premio a sua scelta per l'ottimo lavoro svolto in quel periodo la ragazza aveva pensato bene di vendicarsi dello scherzetto che le aveva fatto Alpha qualche giorno prima. Come? Costringendo tutta l'El Dorado ad indossare kigurumis, dei costumi raffiguranti ogni tipo di animale, per un giorno. Neanche questa volta Toudou si era potuto rimangiare la parola e così lui ed i suoi dipendenti si erano visti costretti a lavorare vestiti con dei buffi costumi di animali per tutto il giorno. E prendere decisioni importanti per il mondo intero vestito da cincillà non era proprio il massimo. Se con le orecchie da gatto aveva evitato di guardarsi allo specchio per tutto il giorno, con quel costume addosso voleva nascondersi sotto la scrivania e non farsi vedere mai più da anima viva. La sua unica e magra consolazione era che almeno il vestito rappresentava l’unico animale con cui era in buoni rapporti. Inoltre si era preparato e aveva fatto in modo da spostare tutti i suoi impegni ad altri giorni, così che nessuno lo vedesse conciato in quel modo. Comunque angosciato, l’uomo non faceva altro che camminare avanti e dietro per il suo studio, inciampando di tanto in tanto nella coda del suo costume. Non vedeva l’ora che quella giornata finisse, ma i minuti non sembravano scorrere. Ad un tratto Heikichi sentì bussare alla sua porta e, per non farsi vedere, si infilò davvero sotto la scrivania. Un impiegato vestito da pinguino, non ricevendo risposta, aprì comunque la porta  e diede un’occhiata all’interno dello studio.

-Che strano… Eppure mi avevano assicurato che il presidente era qui…

Visto che lì non sembrava esserci chi cercava, l’impiegato si ritirò. Una volta che fu certo che il suo dipendente se n’era andato, Toudou uscì dal suo nascondiglio. Però quell’imprevisto gli aveva fatto capire che non poteva passare tutto il giorno a nascondersi, almeno non nel suo studio. Il presidente cercò di pensare ad un posto nell’edificio dove non andasse nessuno, ma non gli veniva in mente niente. Poi si ricordò il deposito degli androidi collegato al laboratorio di Sakamaki: qualcuno ancora ci entrava, ma era pieno di nascondigli e nessuno avrebbe mai pensato di trovarlo lì. Con quel nuovo obbiettivo bene fisso in mente, Heikichi iniziò ad inventarsi incarichi per tutto il personale che poteva incontrare sulla strada per il deposito, Togurou compreso, per essere sicuro che non lo vedessero, poi si avviò. Grazie al suo piano Toudou non incontrò nessuno sulla sua strada ed entrò soddisfatto nel laboratorio, ma si pietrificò all'istante sulla soglia quando vide che Sakamaki era ancora lì. Sentendo la porta aprirsi, lo scienziato alzò pigramente gli occhi dal suo tavolo di lavoro e guardò il suo fidanzato.

-Heikichi, che ci fai qui? Credevo non saresti uscito dal tuo ufficio per tutto il giorno...

Toudou non riuscì a dire niente, troppo in imbarazzo per parlare. Poi la sua attenzione fu attirata dal costume che indossava Sakamaki: aveva il cappuccio abbassato, quindi era un po' più difficile capire che animale rappresentasse, ma dopo averlo osservato per un po' Heikichi si azzardò a fare un'ipotesi.

-...È un canguro?

Togurou fece cenno  di sì, con aria sinceramente disinteressata. La cosa sconvolse lievemente il presidente: quella mattina Sakamaki era stato uno dei primi a prendere il proprio kigurumi, si era messo a cercarlo personalmente e Toudou pensava l'avesse fatto per sceglierne uno poco ingombrante e che non lo infastidisse sul lavoro. E invece no, aveva preso un costume da canguro con una bella coda grande e delle orecchie non proprio piccole sul cappuccio.

-Ma perché un canguro?!

Lo scienziato si allontanò leggermente dal tavolo di lavoro e si mise a frugare nel marsupio del costume, tirando fuori una chiave inglese. In quel momento Heikichi sentì il bisogno irrefrenabile di strozzare il suo fidanzato: non riusciva a capire come facesse Sakamaki a stare tranquillo in una situazione che lui trovava così terribilmente imbarazzante. Cercò di rimproverarlo, ma era talmente arrabbiato che riusciva solo a balbettare. Alla fine ci rinunciò e si limitò a guardare male il compagno. Togurou lo guardò scettico.

-Che c’è? Solo perché tu ti vergogni non vuol dire che dobbiamo farlo tutti.

-Ma come fai a non vergognarti?! È così… Così mortificante!

Lo scienziato strinse le spalle.
-Ho passato di peggio.

Toudou sbuffò, stufo di sentire quella risposta.

-Mi chiedo se mi racconterai mai di questo “peggio” che hai passato.

Sakamaki aprì la bocca, come se stesse per dire qualcosa, ma poi scosse la testa.

-Non ne vale la pena…

Heikichi si corruciò.

-Perché no?

Togurou sospirò.

-Ho fatto tante cose di cui non vado fiero, non c’è bisogno che tu le conosca.

Toudou iniziò a preoccuparsi.

-Anche se non ce n’è bisogno mi piacerebbe conoscerle comunque. Se hai paura che ti giudichi puoi stare tranquillo che non lo farò. Sarai anche il mio fidanzato, ma prima di tutto sei il mio più caro amico.

Sakamaki guardò il suo compagno, cercando di decidere sul da farsi, poi si alzò e gli si avvicinò per accarezzargli il viso.

-Va bene, ma ora non è il momento. Stasera a casa vedrò di raccontarti qualcosa.

Heikichi sorrise felice e lo scienziato ricambiò il sorriso prima di continuare.

-Comunque se sei venuto qui per nasconderti è meglio se ti sbrighi, cricetino. Ho mandato Tru a svolgere il lavoretto per cui mi avevi chiamato e tra non molto tornerà.

Toudou per un attimo rimise il broncio.

-Non sono vestito da criceto, ma da cincillà.

Poi il presidente diede un bacio leggero allo scienziato e si avviò nuovamente verso il deposito.

-Ci vediamo a fine giornata.

Disse prima di scomparire dietro la porta del magazzino. Ridacchiando, Sakamaki tornò a lavoro, pensando a quanto volesse bene al suo fidanzato.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Gira e rigira mi trovo sempre a pubblicare al pelo. Scusate ragazzi, questo capitolo è anche un po’ simile al precedente, ma per un buon motivo: siamo passati da semplici orecchie a costumi da animali completi, volevo dare un senso di degenerazione! Spero che comunque vi sia piaciuto!

A domenica prossima,

 

-Lau

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Capitolo 12
*** Making Out ***


12 - Making Out

 

Sakamaki era uno scienziato geniale, la cosa era riconosciuta a livello mondiale, ma anche i migliori a volte si trovano in difficoltà. Togurou a volte si bloccava: trovava difficoltà a completare un’invenzione e non ci riusciva per settimane. La cosa gettava lo scienziato in una profonda crisi che lo rendeva nervoso, irritabile ed aggressivo verso chiunque. Nei casi più gravi, durante queste crisi, si barricava nel suo laboratorio e non usciva di lì fino a quando non risolveva il problema o non sveniva per la mancanza di cibo e sonno. La cosa creava grandi problemi all’El Dorado: in un colpo solo si trovavano fuori gioco uno dei loro scienziati migliori ed inutilizzabile uno dei loro laboratori meglio attrezzati. Ma la cosa che più preoccupava Toudou e gli altri dirigenti dell’El Dorado era che Sakamaki danneggiasse sé stesso. Era un elemento importante per loro società, perderlo per dei motivi così sciocchi non era un’opzione che volevano prendere in considerazione. Quando accadevano questi episodi stavano molto attenti a monitorare i movimenti dello scienziato, preoccupati che si facesse del male. Heikichi andava spesso a parlargli durante queste crisi, cercando di convincerlo a mangiare e a riposarsi. Anche se per anni non aveva capito il perché, il presidente era l'unico che riusciva a farlo ragionare almeno un po'. Ora che erano fidanzati, Toudou capiva che lo scienziato lo trattava con più riguardo a causa dei sentimenti che provava per lui e, quando si ripresentò una situazione del genere, il presidente decise di usare questa cosa a suo vantaggio: con un po' di pazienza riuscì a convincere Sakamaki a lasciare il laboratorio e tornare a casa insieme a lui, ma anche a casa Togurou non faceva che pensare ai suoi esperimenti e come migliorarli. Heikichi era sinceramente preoccupato per il suo compagno: sapeva quanto lo scienziato amasse il suo lavoro, ma pensarci così ininterrottamente lo logorava e non lo aiutava certo a sbloccarsi. Più volte quella serata Toudou cercò di distrarre il fidanzato con qualche scusa, ma questo terminava subito il discorso in maniera brusca e tornava a fissare i suoi appunti in attesa di un'illuminazione. Alla fine Heikichi decise di tentare il tutto per tutto: si avvicinò allo scienziato facendolo girare bruscamente verso di sé e, quando quest'ultimo aprì la bocca per chiedergli cosa diamine stesse facendo, Toudou si avventò sulle sue labbra, baciandolo con passione. Sakamaki rimase sbalordito dal comportamento del suo fidanzato, tanto insolito rispetto al normale, ed appena si staccò cercò di chiedergli spiegazioni.

-Heikichi, cosa diavolo...?

Il presidente non gli fece terminare la frase e lo baciò nuovamente, anche se questa volta si staccò quasi subito.

-Sta zitto e spegni quel maledetto cervello per una volta.

Togurou rimase a bocca aperta di fronte a quella risposta ed Heikichi ne approfittò per riprendere a baciarlo. Ogni volta che il presidente si fermava per riprendere fiato Sakamaki cercava di dirgli di smetterla, ma Toudou non lo lasciava parlare. Alla fine lo scienziato perse il controllo e sbatté contro il muro il suo compagno, iniziando a ricambiare quei baci con altrettanta passione. Heikichi mugolò soddisfatto: era proprio quello che voleva, le attenzioni di Sakamaki ora erano concentrate su di lui ed aveva finalmente smesso di pensare solamente ai suoi dannati esperimenti. Inoltre pomiciare in quel modo non gli dispiaceva affatto. I due si separarono solo quando furono senza fiato e, quando si furono ripresi un poco, Togurou poté finalmente parlare.

-Si può sapere che ti è preso, Heikichi?

-Ti aiuto col tuo lavoro.

Lo scienziato guardò con aria poco convinta il suo superiore, chiedendosi se stesse dicendo sul serio.

-Mi aiuti distraendomi?

Toudou lo guardò male, infastidito di non essere stato preso sul serio.

-Tu hai bisogno di distrarti. Devi smetterla di pensare per un po’ e rilassarti, così poi puoi tornare a lavoro fresco e riposato. Vedrai che così riuscirai a concentrarti molto meglio.

Sakamaki non era convinto, glielo si poteva leggere in faccia, ma Heikichi non aveva intenzione di dargliela vinta, quindi lo afferrò per la cravatta e lo costrinse ad avvicinarsi ancora di più a lui.

-Quindi ora andiamo in camera, passiamo una bella serata insieme e tu lasci perdere il tuo lavoro fino a domani, chiaro?

Lo scienziato annuì, quasi spaventato dalla serietà del suo fidanzato. Anche se controvoglia non poteva fare altro che ubbidirgli.

 

-Finalmente ce l’ho fatta!

Sakamaki sentì Toudou abbracciarlo da dietro.

-Che ti avevo detto? La nostra serata di relax ha fatto bene alla tua concentrazione.

Togurou sorrise ed accarezzò un braccio al suo fidanzato, per poi allungarsi per baciarlo sulle labbra.

-Già, avevi ragione… Devo ascoltare più spesso i tuoi consigli!

Heikichi sorrise.

-Non c’è di che. La prossima volta che avrai un problema con il lavoro dimmelo, così ti aiuto a distendere i nervi.

Lo scienziato sorrise malizioso.

-Anche sul lavoro?
Toudou lo guardò male.

-Sul lavoro no. Però una volta tornati a casa possiamo rilassarci nel modo che più ti piace.

Sakamaki ridacchiò e baciò nuovamente il suo fidanzato: avrebbe accettato quell’invito molto volentieri e forse ne avrebbe approfittato chiedendo aiuto ad Heikichi anche quando non gli era strettamente necessario.

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Capitolo 13
*** Eating Icecream ***


13 - Eating icecream

 

Toudou era un tipo freddoloso. Non lo era sempre stato, almeno Sakamaki non ricordava che fosse stato così anche quando erano giovani, ma dopo la perdita della sua famiglia Heikichi aveva iniziato ad avvertire continuamente freddo. Proprio per questo motivo nella casa dei due il riscaldamento era sempre acceso e Toudou faceva fatica a dormire se non avvertiva il calore del suo compagno vicino a lui. Togurou non era infastidito da questa situazione: lui preferiva il freddo, ma il lavoro di scienziato lo aveva abituato a stare in ambienti molto caldi. Ma una cosa che incuriosiva Sakamaki era il fatto che Heikichi, nonostante l’essere così freddoloso, amava il gelato. Tutte le volte che uscivano fuori a cena il presidente ordinava per dolce o del gelato o un semifreddo, per poi magari rabbrividire all’uscita dal locale. Allo scienziato piaceva osservare il fidanzato mentre si gustava il suo dessert: lo rendeva felice e si vedeva, Toudou sorrideva ad ogni cucchiaiata e la cosa faceva sorridere anche Togurou. Però, nonostante l’evidente passione del compagno, Sakamaki non l’aveva mai visto comprare del gelato in vaschette, ma lo prendeva solo al ristorante. Dopo aver notato questo comportamento, lo scienziato decise di indagare.

-Ehi, perché non compri mai del gelato? Ti piace tanto…

Toudou lo guardò sinceramente stupito.

-Il gelato… Di qualche negozio?
Togurou annuì, non capendo la sorpresa del fidanzato.

Il presidente rabbrividì.

-No, mai sia!
Sakamaki si accigliò.

-Perché? A te piace il gelato.

-Ma tra quello fatto a mano e quello industriale non c’è confronto!

Lo scienziato sospirò: lui era abituato a mangiare tutto ciò che gli capitasse sotto mano di commestibile, non capiva quelle frivolezze.

-E tu ti privi di un cibo che ti piace per questo motivo?

-Io non mi privo di nulla, sono due mondi differenti e a quello a cui rinuncio non voglio nemmeno avvicinarmi.

Sakamaki scosse la testa ridacchiando, poi gli posò un bacio sulla fronte.

-Sei davvero senza speranza…

Il presidente guardò il suo fidanzato allontanarsi verso il suo studio: non capiva come lo scienziato potesse essere tanto rozzo a volte, a lui sembrava impossibile mettere allo stesso livello un prodotto fatto a mano con uno industriale.

Qualche giorno dopo Togurou uscì di casa da solo, per poi tornare una mezz’ora dopo con un sacchetto della spesa. Incuriosito da quel comportamento, Heikichi gli si avvicinò chiedendogli cosa avesse comprato e cercando di sbirciare nel sacchetto, ma subito Sakamaki lo allontanò, dicendo che quella era una sorpresa. Detto questo l’uomo andò in cucina e ci si chiuse dentro. Toudou era davvero curioso: la spesa era stata fatta di recente e non avevano nessuna occorrenza speciale da festeggiare, quindi non capiva il perché di quel gesto. Sapendo di non poter fare nulla fino all’ora di cena, l’uomo prese il suo tablet e si mise a leggere, ma quando dalla cucina iniziò a spandersi un odore invitante Heikichi decise di indagare. Attento a non farsi sentire, il presidente entrò in cucina ed arrivò alle spalle del suo fidanzato , spiando quello che stava facendo.

-Cosa cucini?

Sakamaki non si scompose e continuò a tagliare delle verdure.

-Cucino la cena, tutto qua.

Toudou guardò con disappunto il cibo sui fornelli: nulla sembrava qualcosa di speciale che meritava di essere nascosto, quindi non capiva perché tutta quella segretezza da parte del compagno. Dopo aver lasciato che Heikichi rimuginasse un po’, lo scienziato interruppe il suo lavoro ed afferrò il viso del suo superiore, per poi scoccargli un bacione sulle labbra.

-Su, basta ficcare il naso e torna di là. Abbi un altro po’ di pazienza e la cena sarà pronta!

Il presidente si offese un po’ per i termini usati dal fidanzato, ma gli diede ascolto e lo lasciò lavorare. Verso le otto la cena era pronta in tavola: era un normalissimo pasto come tanti altri che avevano fatto e Toudou si sentiva un po’ preso in giro. Era sicuro che lo scienziato gli stesse nascondendo qualcosa. Alla fine della cena, Sakamaki sparecchiò e portò le stoviglie in cucina,  per poi riemergere da quest’ultimo con una coppa di gelato che piazzò davanti al fidanzato. Heikichi guardò meravigliato prima quel dessert e poi Togurou.

-Dove l’hai preso?

Lo scienziato ostentò un sorriso fiero.

-Fatto a mano dal sottoscritto e solo con gli ingredienti migliori.

La sorpresa di Toudou si trasformò subito in curiosità.

-Non sapevo che fossi capace di preparare anche il gelato.

-Mi sono fatto passare la ricetta da un esperto.

-Che sarebbe…?

-Non è importante, tu intanto assaggia.

Heikichi sospirò ed assaggiò il suo dessert. Il suo compagno si era premurato di farlo alla menta, uno dei suoi gusti preferiti ed era davvero buono. A chiunque Sakamaki avesse chiesto la ricetta era qualcuno che se ne intendeva. Toudou non trattenne una risata.

-Tu mi vizi troppo…

-Eh no, hai i soldi per viziarti da solo. Io voglio soltanto vederti sorridere.

Ed il sorriso di Heikichi non si fece attendere: adorava come stava andando avanti la loro relazione, se all’inizio aveva avuto dei dubbi sul funzionamento della loro storia ora non ne aveva più. L’unica cosa che non gli andava giù era non riuscire a fare sorprese come quelle al fidanzato, ma avrebbe rimediato al più presto. In fondo il presidente dell’El Dorado trova sempre un modo per raggiungere i suoi scopi.

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Capitolo 14
*** Genderbender ***


14 - Genderbender

 

Sakamaki Touko era la più giovane scienziata che fosse mai diventata capo del dipartimento scientifico dell’El Dorado. Complice il periodo difficile in cui era appena passata la società e il suo talento fuori dal comune, la donna si era fatta notare facilmente dalle alte sfere dell’El Dorado e questo le aveva permesso di fare carriera molto velocemente. I suoi superiori erano felici di avere una scienziata talentuosa come lei a capo del dipartimento, ma purtroppo la situazione non era sempre rose e fiori: Sakamaki aveva un caratteraccio e trattava male tutti i suoi colleghi. Non era sempre stata così,  quando era più giovane aveva rapporti migliori con il resto del personale, anche se solo con quello femminile, ma più gli anni passavano più lei si isolava dai suoi colleghi. Era arrivata a farsi costruire un laboratorio privato in cui potesse lavorare da sola. Il consiglio l’aveva costretta più volte ad assumere un assistente, ma tutti quelli che aveva preso con sé si erano fatti trasferire a qualche altro dipartimento dopo pochi giorni, non essendo in grado di sopportare la donna. L’ultimo si era appena trasferito quando il consiglio spinse la presidentessa, Toudou Heiko, ad andare a parlare con lei. Per qualche motivo misterioso Touko sembrava sopportare solo Heiko, era l’unica a cui si rivolgeva educatamente e con rispetto, ma in fondo le due erano amiche da tanto tempo, quindi la cosa non sembrava così strana. In un momento di pausa tra i suoi impegni giornalieri, la presidentessa si presentò nel laboratorio della sua sottoposta, trovandola completamente immersa nel suo lavoro, tanto che Heiko dovette schiarirsi la voce per farsi notare.

-Oh Toudou, che ci fai qui?
La
donna non rispose, intenta com’era a guardarsi intorno.

-Davvero non capisco come fai a gestire tutto questo da sola Sakamaki, deve essere un’impresa.

La scienziata fece un verso stizzito, rimettendosi a lavoro.

-Gli altri mi sono solo di peso, sono troppo pigri e presuntuosi per lavorare efficientemente.

Heiko si trattenne sul fare commenti sulla presunzione di cui parlava Touko.

-Però l’El Dorado è come una macchina, ed una macchina non funziona bene se tutti i suoi ingranaggi non collaborano.

-L’El Dorado non è una macchina Toudou, è una società, una società mandata avanti da pochi individui validi che si trainano dietro gli altri che fanno solo il minimo indispensabile per non farsi licenziare.

La voce della presidentessa si fece più fredda.

-Mi stai forse dicendo che ti senti sfruttata da me, Sakamaki?

Capendo di aver esagerato, la scienziata si convinse a moderare i suoi toni.

-Non ho mai detto questo. Tu sei una persona straordinaria Toudou, e come tutte le persone straordinarie in questo posto vieni sfruttata dal consiglio. Tu per esempio sei il loro capro espiatorio. Appena qualcosa va male scaricano su di te la colpa dei loro errori.

Heiko titubò un attimo prima di rispondere.

-Sarà anche così, ma il mio compito è fare in modo che non ci siano errori, così la colpa non ricadrà su di me.

Touko sospirò, sapendo che la sua superiora stava volutamente facendo finta di non capire.

-Tagliamo corto, sei venuta qui per dirmi di smetterla di spaventare quegli scansafatiche che voi chiamate “assistenti”?

-Sarebbe carino se riuscissi a tenere lo stesso per più di una settimana.

-Lavoro molto meglio da sola, lo puoi vedere con i tuoi occhi.

-Non è una questione di lavorare bene o no Sakamaki, lo sai benissimo.

La scienziata sbuffò: già, lei era la pecora nera che voleva stare lontana dal gregge, era quella da tenere d’occhio e correggere. Proprio per quello il consiglio insisteva tanto ad affiancarle qualcuno, probabilmente avevano paura di un suo possibile tradimento.

-...Se ne tengo uno per più di una settimana e poi scappa posso evitare di prenderne un altro?
La
presidentessa ridacchiò divertita.

-Va bene, se ci riesci proverò a convincere il consiglio che farti avere un assistente non è proprio destino!
Col
cuore più leggero, Heiko si avviò verso l’uscita del laboratorio: lei aveva piena fiducia in Sakamaki, sia nel suo genio che della sua fedeltà, le preoccupazioni del consiglio non la toccavano minimamente.

-Ah Toudou, un’ultima cosa.

-Cosa?
-
Gli ingranaggi coincidono, non collaborano.

E sentito questo, la presidentessa se ne andò, scuotendo la testa.

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Un po’ in ritardo, un bel po’ in ritardo ma ecco finalmente il quattordicesimo capitolo. Scusate, tra esami e vari problemi mi sono presa un po’ di pausa, ma ricominciamo col botto. Allora, in questa raccolta ogni capitolo veniva dopo l’altro cronologicamente parlando, volevo dare l’idea di un avanzamento nella relazione, questo capitolo però sarà l’unica eccezione. Non volevo ricadere nella solita scenetta dell’esperimento andato male che scambiava tutti di sesso, quindi ecco qui un universo alternativo in cui i nostri bei bambini son nati donne. Nonostante il cambio di sesso non è cambiato quasi nulla del carattere di Sakamaki e Toudou e, secondo i miei headcanon, questa scena è avvenuta anche nell’universo “maschile”. E quindi niente, se tutto va bene le pubblicazioni continueranno regolarmente.

Ci vediamo domenica prossima,

-Lau

 

 

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Capitolo 15
*** In a different clothing style ***


15 - In a different clothing style



Dopo i traumi causati dai desideri espressi da Alpha e Beta, Toudou aspettò un mese intero prima di chiedere a Gamma cosa volesse come premio per l’ottimo lavoro che stava svolgendo in quel periodo. Con sommo dispiacere del presidente anche l’albino voleva che i membri dell’El Dorado indossassero una particolare divisa per un giorno, ma Gamma non aveva specificato quale: aveva semplicemente chiesto al suo superiore se poteva costringere gli altri dipendenti ad indossare ciò che avrebbe voluto lui e se n’era andato. Qualche giorno dopo il ragazzo si presentò nell’ufficio di Heikichi con un tablet per mostrare al presidente il lavoro che aveva svolto: Gamma aveva disegnato personalmente delle divise per ogni dipendente dell’El Dorado, nessuno escluso. Erano tutte ispirate a mode diverse venute a galla nei secoli passati, quelle che secondo l’albino si adattavano meglio ai suoi colleghi. Toudou era rimasto molto sorpreso da quel lavoro: non immaginava che Gamma avesse un tale talento e, visto che quei vestiti  non solo non erano imbarazzanti ma erano anche di suo gradimento, Heikichi diede subito il suo ok per crearli. Qualche giorno dopo ogni dipendente dell’El Dorado ricevette la sua uniforme personalizzata: Beta si era ritrovata ad indossare un vestitino tutto fronzoli azzurro pastello ed una felpa pelosa rosa confetto, Zanark un completo da cowboy e Alpha dei vestiti dai colori luminosi e coperti di lustrini sfavillanti. Al suo presidente Gamma aveva riservato un trattamento migliore: il completo che aveva studiato per lui era ispirato alla moda ottocentesca e Toudou l’aveva apprezzato molto. Certo, all’inizio si sentiva un po’ a disagio con quei vestiti, ma dopo poco ci si abituò. In fondo erano sempre meglio di un altro stupido costume da animale! La giornata passò tranquilla ed in fretta per Heikichi: non dovendosi nascondere per l’imbarazzo era riuscito a svolgere tutti i suoi impegni della giornata senza grandi problemi ed in più molti dei suoi dipendenti gli avevano fatto i complimenti per gli splendidi vestiti che indossava. Toudou non era un tipo eccessivamente vanitoso, ma gli apprezzamenti non gli dispiacevano. Alla fine della giornata il presidente si avviò verso il laboratorio del suo suo fidanzato: a causa dei loro impegni non si erano visti per tutto il giorno e lui era curioso di vedere che genere di divisa aveva preparato Gamma al suo compagno. Raggiunta la sua meta Heikichi trovò Sakamaki a lavorare un un nuovo tipo di androide: lo scienziato indossava un completo color rame decorato con degli splendidi ricami raffiguranti ingranaggi, ma la cosa che colpì di più il presidente erano gli occhialini in stile steampunk che portava al posto dei suoi soliti occhiali arancioni. Era strano per Heikichi osservare il suo compagno con quegli abiti: abituato com’era a vederlo con il suo complieto di tutti i giorni aveva smesso di prestare molta attenzione all’aspetto fisico di Togurou e solo in quel momento si rendeva conto che lo scienziato aveva un fascino a cui non aveva mai fatto caso. Con un colpetto di tosse Toudou attirò su di se l’attenzione del compagno, che interruppe il suo lavoro e si levò gli occhialini, sorridendo.

-Ma guarda, un principe è sceso fin qua giù a farmi visita!
Il presidente ridacchiò e si avvicinò per dare un bacio a Sakamaki.

-Non metterti a scherzare, è tardi, è ora di tornare a casa.

Lo scienziato strinse a sé il suo fidanzato e lo baciò nuovamente.

-Sei bellissimo, come sempre.

Heikichi sorrise: il parere di Togurou contava più di quello di tutta l’El Dorado messa insieme. Poi però vide lo scienziato accigliarsi leggermente.

-Qualcosa non va?

Sakamaki non rispose e continuò a studiare il suo superiore per una manciata di secondi, poi prese il nastro che legava i capelli di Toudou in una coda e lo sciolse delicatamente.

-Ecco, ora va molto meglio!

Il presidente si sistemò meglio i capelli e poi guardò il suo riflesso in uno degli schermi spenti del laboratorio.

-Sì, può andare… Così sto decisamente più comodo.

Lo scienziato ridacchiò soddisfatto prima di baciare ancora il suo compagno.

-Visto quanto li curi è un peccato tenere i tuoi capelli stretti in un codino. Così invece tutti possono vedere quanto sono belli e morbidi.

Heikichi emise un verso lusingato.

-Anche tu sei molto bello, questi vestiti ti donano davvero molto.

Sakamaki si staccò appena per osservarsi.

-Già, non sono male. Gamma ha sbagliato lavoro, avrebbe avuto molto più successo e meno problemi se avesse fatto lo stilista.

Toudou non seguì molto il discorso, intento com’era ad osservare il fidanzato.

-Stai davvero molto bene, potresti indossare questo genere di completo ogni giorno…

-Mh, potrei, ma smetterebbe di essere speciale. Preferisco indossarlo solo qualche volta e solo per i tuoi occhi.

Heikichi sorrise appena, maliziosamente.

-E perché no, mi piace come prospettiva.

-Però una cosa l’ho decisa!

Il presidente sussultò, sorpreso dal tono improvvisamente allegro e squillante del suo compagno.

-Cosa?

Sakamaki fece un sorrisone e indossò nuovamente gli occhialini.

-Questi li tengo in laboratorio, mi piacciono e sono comodi contro le scintille!

Toudou scosse la testa, ridendo di gusto: ed ecco che il nuovo fascino un po’ misterioso dello scienziato andava a farsi benedire per lasciare spazio alla solita aria un po’ rozza e diretta che l’aveva sempre fatto spiccare su tutti gli altri, l’aria che Heikichi aveva trovato interessante fin dall’inizio e che aveva imparato ad apprezzare ed amare nel corso degli anni.

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Capitolo 16
*** During morning ritual(s) ***


16 - During morning ritual(s)



Iniziata la convivenza con il suo nuovo fidanzato, Sakamaki dovette cominciare a cambiare le sue abitudini. Lo scienziato, per cui era consuetudine vivere da solo e soprattutto a rimanere a dormire per tutta la settimana nel suo laboratorio all’El Dorado, non era avvezzo a cose come lo svegliarsi presto per andare a lavoro e dividere il bagno con qualcun’altro. Le giornate di Togurou iniziavano sempre allo stesso modo: con una sveglia non sua. Infatti Toudou aveva l’abitudine di alzarsi mezz’ora prima del compagno per organizzare meglio la giornata e, qualche volta, prima di svegliarsi del tutto cercava l’affetto del suo fidanzato, impedendogli di tornare a dormire. Purtroppo per Sakamaki, quella mattina Heikichi voleva un po’ di attenzioni tutte per sé prima di incominciare a lavorare.

-Ehi, buongiorno…

A quel dolce saluto Sakamaki non riuscì a rispondere con più di un grugnito, cosa che fece ridere genuinamente il suo compagno.

-Quando imparerai che se non vai a letto presto non riuscirai mai a svegliarti riposato?

-Lavoro meglio di notte…

Toudou sospirò e scosse la testa, poi si sdraiò vicino al suo compagno per godersi le pigre carezze che lo scienziato riusciva a dedicargli. I due passarono così una manciata di minuti, fino a quando il presidente non decise di alzarsi per iniziare la sua giornata. Mentre Heikichi andava in bagno a farsi la sua doccia quotidiana, Sakamaki cercò di riaddormentarsi nel poco tempo che gli rimaneva prima che la sua sveglia iniziasse a suonare. Quando questo infausto avvenimento accadde, lo scienziato si mise controvoglia a sedere sul letto, cercando di liberarsi dalla sonnolenza residua. Dopo aver passato una decina di minuti in quella posizione, Togurou si decise finalmente di alzarsi e a dirigersi in cucina a preparare la colazione. Poco dopo venne raggiunto da Heikichi che, dopo aver finito la sua doccia, aveva già provveduto ad asciugarsi e vestirsi. A quel punto Sakamaki avrebbe voluto prendere una semplice tazza di caffé ed andare a prepararsi, ma Toudou lo fermò come ogni mattina.

-Non puoi lavorare a stomaco vuoto! Siediti a tavola e fai colazione come si deve.

E, sospirando, lo scienziato seguì gli ordini del suo presidente. La conversazione che incominciava dopo risultava parecchio noiosa: Heikichi elencava con calma e professionalità gli impegni della giornata, sia i suoi che quelli del fidanzato, mentre Togurou fingeva di ascoltarlo e rispondeva alle sue domande con sonori grugniti. Quando lo scienziato riuscì finalmente ad ingurgitare la quantità di cibo imposta dal suo compagno, gli venne concesso il permesso di alzarsi da tavola e recarsi in bagno. Lì Sakamaki potè finalmente liberarsi completamente dalla sonnolenza che lo impigriva, ma era tanto abituato a compiere quei gesti già presente sul posto di lavoro che si concesse un po’ troppo tempo, facendo tardi e attirando così le ire di Toudou. Perché il presidente non si accontentava di presentarsi in orario alla sede dell’El Dorado, voleva arrivare come minimo con un quarto d’ora di anticipo. Correndo e scappando, Togurou raggiunse il suo fidanzato davanti alla porta, che lo guardava con aria alterata.

-Riuscirai mai ad essere in orario una volta tanto?

-Io sono in orario Heikichi, sei tu che sei costantemente in anticipo.

-Beh, sei in ritardo rispetto alla mia tabella di marcia.

In quel momento Sakamaki avrebbe volentieri strozzato il suo presidente, ma era sempre e comunque la persona che aveva amato per una vita, ed ora che era finalmente suo non riusciva a rimanere in collera con lui per più di dieci secondi, quindi sospirò e gli rispose.

-Hai ragione, mi dispiace, sono irrecuperabile. Mi perdoni?

Toudou lo osservò per qualche attimo, fingendo incertezza, poi gli diede un bacio, sistemandogli contemporaneamente la cravatta che non era stata annodata con cura.

-Sì, ti perdono, però ora sbrighiamoci, va bene?

Togurou ricambiò il bacio per poi annuire.

-Va bene, va bene… Vai sempre troppo di fretta tu.

Heikichi gli sorrise.

-Hai ragione, mi dispiace, sono irrecuperabile. Mi perdoni?
Lo scienziato ridacchiò divertito.

-E come posso non perdonarti? Se non lo faccio mi fai arrestare!
Anche il presidente scoppiò a ridere, prima di prendere per mano il suo fidanzato ed avviarsi verso la loro macchina.

La routine mattutina di Sakamaki era cambiata di colpo come tante cose della sua vita e proprio come questa era diventata più complessa e caotica, ma non meno piacevole.

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Capitolo 17
*** Spooning ***


17 – Spooning

 

Sakamaki aveva provato fin dalla più tenera età una discreta antipatia per il genere femminile, antipatia che iniziò a provare per quasi tutto il genere umano dopo una decina di anni di lavoro all’El Dorado, ma il suo astio verso le donne rimaneva comunque forte e crebbe ancora di più quando Toudou si sposò ed ebbe una figlia. Togurou non riusciva proprio a sopportare la cosa e, nei suoi momenti più ostili, aveva più volte augurato mentalmente loro di morire, ma quando il suo desiderio divenne realtà i sensi di colpa iniziarono a divorarlo. Nei giorni seguenti all’assassinio della famiglia di Heikichi lo scienziato rimase sempre vicino al suo migliore amico e vedere l’uomo che amava soffrire così tanto mise Sakamaki davanti all’evidenza che per tutti quegli anni si era comportato da persona crudele ed egoista augurando la morte alle persone che rendevano felice Toudou. Svegliarsi la notte sentendo il suo presidente piangere era un’esperienza che aveva segnato Togurou, tanto che, a dieci anni di distanza, gli bastava sentire un solo lamento di Heikichi per destarlo dal sonno più profondo. Ed una notte accadde proprio quello: un singhiozzo strozzato aveva raggiunto l’orecchio di Sakamaki, svegliandolo subito. L’uomo si girò verso il suo compagno e lo trovò che gli dava le spalle, tutto tremante e raggomitolato su sé stesso, abbracciato al cuscino con cui cercava di soffocare i suoi singulti.

Vedere il suo amato ridotto in quello stato spezzò il cuore allo scienziato. Sapeva bene perché Toudou stava piangendo: si stava avvicinando l’anniversario della morte della sua famiglia e con lui ritornava il dolore che in dieci anni il presidente dell’El Dorado non era mai riuscito a dimenticare. Ma a differenza di un decennio prima, in quel momento Togurou aveva un’idea di cosa fare per aiutare Heikichi a stare meglio: lo abbracciò e lo strinse a sé, cercando di far aderire il più possibile i loro corpi in modo da far sentire a Toudou il suo calore, fargli capire che non era solo e rassicurarlo, poi iniziò ad accarezzarlo con una mano, mentre con l’altra cercava di farlo staccare dal cuscino.

-Heikichi, va tutto bene, non piangere…

Il presidente si lasciò scappare un singhiozzo più forte e si raggomitolò di più tra le braccia del fidanzato, tremando in maniera ancor più incontrollata.

Sakamaki sospirò: sapeva che quello era un tentativo di Toudou di nascondersi, non voleva farsi vedere così debole, era una cosa che gli avevano insegnato a non fare e lui aveva sempre seguito ciecamente quell’insegnamento. Lo scienziato non aveva la minima intenzione di gettare la spugna, ma oltre quello non sapeva cosa fare: cercò di ricordare le poche volte in cui aveva tentato di consolare qualcuno ed iniziò a canticchiare una melodia che era solito cantare al suo fratellino più piccolo quando quest’ultimo piangeva. I due continuarono così per una decina di minuti, poi Heikichi iniziò finalmente a calmarsi. Togurou iniziò a baciargli la testa per farlo calmare del tutto e dopo un altro paio di minuti il presidente smise finalmente di tremare.

-Togurou…

Attirato dal debole suono della voce di Toudou, Sakamaki smise di baciarlo.

-Dimmi Heikichi…

Il presidente rabbrividì per un attimo.

-Qualsiasi cosa succeda… Ti prego, ti prego non mi lasciare!

Lo scienziato lo strinse più forte a sé.

-Stai tranquillo, neanche tutti i demoni dell’inferno riuscirebbero a separarmi da te.

Lentamente il respiro di Toudou si fece più lento e regolare e Sakamaki fu certo che il suo fidanzato si era addormentato.

Nonostante questo Togurou continuava a sentire il senso di colpa che gli attanagliava il cuore: era giusto che lui godesse di una felice possibile solo grazie alla sofferenza della persona che amava? Soprattutto dopo che aveva passato la sua vita comportandosi in maniera crudele verso la famiglia di Heikichi. Sakamaki non sapeva se fosse giusto o meno, ma intendeva fare di tutto per alleviare in ogni modo il dolore che Toudou provava. In fondo quello era il minimo che poteva fare per la persona più importante della sua vita.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Ehilà, è da un po’ che non ci si sente! Scusate, mi sono presa una vacanza dalla scrittura, il mese di Agosto è stato distruttivo per me, quindi non ho avuto proprio testa e tempo di scrivere, ma da oggi si riprende ad aggiornare regolarmente. Per chi se lo chiedesse lo spooning è la posizione in cui uno abbraccia una persona di spalle. Mi mancava scrivere flungst, sono davvero felice di questo capitolo! Beh, ci sentiamo la settimana prossima.

Saluti,

 

-Lau

 

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Capitolo 18
*** Doing something together ***


18 – Doing something together

 

-Dobbiamo rimetterci in forma.

Sakamaki guardò il suo fidanzato con aria scettica.

-Non so te, ma io non faccio altro che alzare pesi in laboratorio, non mi sembra di essere fuori forma.

Toudou incrociò le braccia, guardando il suo compagno: Togurou aveva ragione, non era il tipo che faceva fare tutto alle macchine e molto spesso portava da solo al suo laboratorio casse piene di materiali molto pesanti, poi sotto la sua supervisione lo scienziato aveva iniziato ad adottare uno stile di vita più salutare e regolare, cosa che aveva decisamente migliorato la sua condizione fisica.

-E neanche tu sei fuori forma, quindi non capisco da dove ti è venuta fuori questa idea…

Il presidente dell’El Dorado fece una smorfia: in quei giorni i consiglieri più anziani avevano iniziato a presentargli coloro che avevano scelto come loro successori per quando sarebbero andati in pensione ed avevano anche iniziato ad insistere con Toudou perché anche lui cominciasse a cercare qualcuno che in futuro avrebbe ricoperto la carica di presidente. Heikichi, che era il secondo membro più giovane del consiglio, non si era mai posto il problema di un successore e quelle pressioni improvvise lo facevano sentire in ansia e gli facevano prestare più attenzione agli acciacchi della vecchiaia che stava comunque avanzando anche in lui.

Toudou però non voleva soccombere all’età e fare attività fisica gli sembrava un buon modo per combatterla. Inoltre era qualcosa di semplice che lui e Sakamaki potevano fare assieme.

-Lo so, ma un po’ di movimento ci farà bene comunque. Poi sarebbe un buon modo per fare qualcosa insieme, al di fuori di qualche film tu ti occupi dei tuoi progetti ed io leggo, sarebbe un buon modo per condividere qualcosa.

Lo scienziato sorrise: l’idea non gli sembrava più tanto male.

-Va bene, ci sto. Hai già contattato un personal trainer?

-No, volevo prima sentire cosa ne pensavi.

-Allora non contattare nessuno, ci penso io a studiare un allenamento per entrambi.

Heikichi guardò dubbioso il suo compagno.

-Sei sicuro di esserne in grado…?

-Ehi, sono sempre l’allenatore della Perfect Cascade!

-Sì, ma loro sono androidi…

-Non preoccuparti, saprò studiare un allenamento adatto.

Toudou era ancora poco sicuro della cosa, ma Sakamaki aveva un’aria tanto sicura che non riuscì a dirgli di no.

Qualche giorno dopo lo scienziato consegnò al fidanzato il programma del suo allenamento e Heikichi rimase parecchio sorpreso da quanto era ben studiato, ma soprattutto dal numero di esercizi che Togurou gli aveva assegnato.

-Non sono un po’ troppi per iniziare?

-Mh? Ho messo il numero minimo di esercizi per iniziare un allenamento, non mi sembrano per niente troppi.

Il presidente emise un verso poco convinto, ma si rassegnò a seguire la tabella studiata da Sakamaki, in fondo lo scienziato aveva seguito vari corsi militari in gioventù e ne sapeva certamente più di lui riguardo agli allenamenti.

Il sabato successivo i due si svegliarono di buon’ora e fecero una colazione sostanziosa prima di iniziare gli esercizi di riscaldamento. Toudou, che non aveva mai fatto molto esercizio fisico in vita sua, si trovò subito in difficoltà: gran parte dei nomi presenti sulla sua lista degli esercizi gli era sconosciuta e faceva una gran fatica a finire anche solo il riscaldamento. Sakamaki invece si comportava come un professionista e, dopo aver finito il riscaldamento, aveva subito iniziato ad allenarsi e non si fermava se non per bere tra un esercizio e l’altro. Heikichi lo guardava invidioso: nonostante fosse più vecchio di lui riusciva a seguire senza fatica un programma anche più duro di quello del presidente, che invece non riusciva a finire un esercizio senza fare una pausa prima. In più Sakamaki era andato molto avanti col programma e a Toudou non sembrava proprio di allenarsi in compagnia. Stizzito, il presidente raccolse le sue cose e si avviò verso la camera da letto.

-Ehi, dove vai?

Toudou si fermò ma non si girò a guardare il compagno.

-Ho fatto abbastanza per oggi, vado a farmi la doccia.

-Non eri tu che volevi allenarti? Non è da te gettare la spugna.

-Beh, mi aspettavo che la cosa fosse un po’ diversa.

-Non mi dire che pensavi di diventare un campione dopo due flessioni?

Heikichi fece segno di no energicamente ed esitò un attimo prima di continuare.

-Pensavo che ci saremmo allenati insieme…

-È quello che stiamo facendo, no?

Il presidente sospirò.

-A me sembra di essere su un pianeta completamente diverso dal tuo, non ci siamo scambiati nemmeno una parola per tutto l’allenamento…

Togurou si corrucciò e raggiunse il fidanzato, per poi farlo girare e guardarlo negli occhi. Toudou rimase un attimo interdetto, preoccupato dall’espressione accigliata del compagno, ma questo si addolcì dopo un attimo.

-Ho capito, tu non vuoi che io mi alleni con te…

-Ma no Togurou, a me farebbe tanto piacere…

Lo scienziato ridacchiò.

-No, quello che tu vuoi e che io ti faccia da allenatore: ti seguirò negli esercizi e ti incoraggerò, così non potrai certo dire che non ci rivolgiamo la parola!

Anche Heikichi sorrise.

-Mh, non ci avevo pensato… Può andare bene.

Il resto dell’allenamento fu ancora più pesante per Toudou: Sakamaki era un allenatore davvero esigente, non gli faceva fare pause durante gli esercizi e lo faceva riposare solo due minuti prima di passare al compito successivo. Alla fine il presidente si buttò sul divano, stremato, mentre Togurou recuperava le sue chiavi di casa.

-Dove stai andando?

-In farmacia.

-Che ci vai a fare in farmacia?

-Oh, vado a prendere qualcosa per i dolori muscolari…

Lo scienziato guardò il suo fidanzato sorridendo in maniera malefica.

-Domani mattina ne avrai bisogno.

E detto questo Sakamaki uscì, mentre Heikichi iniziava a rendersi conto che allenarsi col suo compagno non era stata proprio fantastica come idea.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Ecco qui il nuovo capitolo! Questa volta mi è venuto veramente lungo, siamo quasi a mille parole! E pensare che era il capitolo in cui avevo meno idea. Nuovi headcanon su Sakamaki, quando era piccolo ha fatto vari corsi di preparazione militare ed era una piccola belva assetata di sangue. Si è un attimo calmato crescendo, fortunatamente! Penso che continuerò a pubblicare una settimana sì ed una no, mi è più comodo.

Beh, allora ci vediamo tra due settimane!

Saluti,

 

-Lau

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Capitolo 19
*** In casual wear ***


19 – In casual wear

 

-Per l’amor del cielo Togurou, non puoi girare in mutande per casa tutto il giorno, mettiti addosso qualcosa!

Sakamaki staccò gli occhi dal suo videogioco per guardare con aria scocciata il suo fidanzato.

-Heikichi, è domenica. Fammi fare quello che mi pare.

Toudou incrociò le braccia, irritato.

-Non è decoroso, indossa qualcosa!
-
Oh, io sto indossando qualcosa: le mutande.

Il presidente dell’El Dorado trattenne a stento la sua voglia di strangolare il suo sottoposto.

-Qualcosa in più delle mutande!

-Scusa, ma non mi faccio dire come vestirmi da uno che indossa gli stessi completi che usa al lavoro ogni giorno per oziare a casa la domenica.

Heikichi guardò perplesso i suoi abiti.

-Non mi sono vestito come ogni giorno!

Sakamaki fece un sorrisetto sarcastico, ritornando a prestare attenzione al videogioco.

-Hai ragione, almeno ti sei risparmiato la cravatta.

Toudou ringhiò contrariato: odiava non essere ascoltato.

-Se mi vesto in maniera meno formale ti deciderai ad indossare qualcosa?

-Mh, ci posso pensare…

Soddisfatto dalla risposta, Heikichi andò in camera, spalancò le ante del suo armadio ed impallidì guardandone il contenuto: non vedeva niente là dentro che potesse fare al caso suo. Gran parte dei suoi abiti all’interno del guardaroba li indossava ogni giorno a lavoro e le poche eccezioni comprendevano dei completi per occasioni speciali e la tuta che indossava durante i suoi allenamenti. Il presidente si mise a riflettere: certo, la tuta avrebbe fatto al caso suo, ma la trovava terribilmente sciatta. Alla fine Toudou si rassegnò all’idea che sarebbe dovuto uscire per comprarsi dei vestiti più adatti alla casa, ma sarebbe dovuto uscire da solo visto che il suo compagno si rifiutava di indossare un qualsiasi indumento e la cosa lo scocciava non poco. Ad un certo punto fu fulminato da un’idea: aveva detto a Sakamaki che si sarebbe vestito in maniera meno formale, ma non aveva specificato a chi dovevano appartenere gli abiti. Entusiasta del suo nuovo lampo di genio, l’uomo si diresse all’armadio di Sakamaki e lo aprì: lo scienziato aveva un assortimento di vestiti più vario ed Heikichi si mise subito alla ricerca di qualcosa che gli andasse bene.

Dopo una ventina di minuti il presidente riuscì a mettere insieme una combinazione di abiti che incontrava i suoi gusti ed iniziò a cambiarsi. Purtroppo però l’uomo si era completamente dimenticato del fatto che il suo compagno indossava vestiti di un paio di taglie più grandi rispetto a lui e la maglia che aveva appena indossato gli stava decisamente troppo larga. Con dispiacere Heikichi dovette sfilarsela ed indossare la t-shirt che indossava durante gli allenamenti, ma non voleva rinunciare alla sua idea. Cercò di indossare i pantaloni e subito si rese conto che erano troppo lunghi per lui, ma almeno erano elasticizzati e non gli cadevano. Come ultima cosa Heikichi si infilò la felpa di Togurou: anche questa risultava troppo grande per lui, ma a differenza dei pantaloni era molto comoda e la larghezza non lo infastidiva minimamente.

L’uomo si diede un’ultima sistemata e poi si rimirò allo specchio: gli piaceva davvero come gli calzavano quei vestiti, nonostante la grandezza non gli davano un’aria trascurata, cose del genere andavano di moda qualche anno prima. Sempre più fiero della sua brillante idea, Toudou tornò nel salotto e si mise tra Sakamaki e la TV.

-Ecco, mi sono vestito in maniera più casual. Ora ti metterai qualcosa addosso?

Lo scienziato mise in pausa il gioco e squadrò da capo a piedi il suo fidanzato.

-…Sembri un ragazzino.

Heikichi avvampò, confuso. Era una critica? Non era riuscito a capirlo dal tono di voce del compagno, ma al presidente sembrava una critica fatta e finita.

-D-Davvero…? M-Mi vado a cambiare allora.

Toudou si era già avviato a testa bassa verso la loro stanza, ma Togurou lo afferrò per un polso e lo trascinò sul divano affianco a lui.

-Ehi, ho detto che sembri un ragazzino, non che sei un cesso. Al contrario, trovo che tu stia molto bene.

Heikichi si sentì sollevato e si sorprese di quanto il parere di Sakamaki fosse importante per lui, poi si ricordò il perché di tutto quel casino.

-Ora puoi indossare qualcosa di decente?

-Ho detto che ci avrei pensato…

-Muoviti.

Lo scienziato sbuffò.

-Posso indossare solo una maglia?

-No.

-I pantaloni?
-
Già va meglio, ma preferirei  che ti vestissi come una persona educata.

Brontolando, Togurou si alzò e andò in camera, lasciando il presidente sorridente e soddisfatto sul divano a riflettere: i vestiti casual non erano poi tanto male, doveva comprarne un po’. Oppure poteva rubarne qualcuno al fidanzato, idea che gli piaceva ancora di più.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

E finalmente sono tornata sulla challenge. Tra una cosa è l’altra l’ho davvero trascurata, pensare che questo capitolo era quasi finito da più di un mese… Però ormai mancano solo undici capitoli, non ho intenzione di abbandonarla! Questo mese il prompt era “In formal wear”, ma visto che questi due si vestono sempre formali ho deciso di prendermi la libertà di modificarlo in “In casual wear” per movimentare un po’ la cosa. Sono molto stanca, quindi non mi dilungherò ancora.

Ci sentiamo il più presto possibile,

 

-Lau

 

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Capitolo 20
*** Dancing ***


20 – Dancing

 

-Ahia, attento. Non dovresti essere il mio insegnante di ballo?

Toudou si separò dal suo compagno, sospirando.

-Scusami, è che questa cosa mi rende molto nervoso.

Sakamaki incrociò le braccia, non riuscendo a comprendere tanta agitazione da parte del compagno.

-Si tratta solo di danzare alla tua festa di compleanno, non mi pare una tale tragedia.

Il presidente scosse la testa: il suo compagno non poteva capirlo, non ancora almeno. Da quando era nato Heikichi aveva sempre odiato il giorno del suo compleanno: essendo il figlio del precedente presidente dell’El Dorado si sapeva quasi con certezza che la carica sarebbe passata a lui, quindi la sua vita era sempre stata al centro dell’interesse dell’opinione pubblica. Le feste che venivano organizzate al suo compleanno erano un’occasione per le persone più influenti del mondo di studiarlo più da vicino, fargli domande e giudicarlo.

Quando era un bambino era costretto dai genitori ad imparare a memoria le risposte ad ogni possibile domanda scomoda che veniva loro in mente, per assicurarsi che dicesse sempre la cosa giusta. Crescendo aveva imparato a compiere da solo questo procedimento e dopo il suo matrimonio con Hana le cose erano diventate più semplici. Anche la donna era stata sottoposta ad un trattamento simile da piccola, essendo stata scelta per essere una delle possibili compagne di Toudou in futuro, quindi comprendeva la situazione e supportava il marito in questi eventi, rispondendo al suo posto se tentennava ed intrattenendo gli ospiti quando lui era costretto ad allontanarsi. Ma dopo l’omicidio della sua famiglia per Heikichi quell’evento era diventato una vera e propria tortura: soprattutto i primi anni tutti si aspettavano un suo crollo emotivo da un momento all’altro, gli chiedevano di continuo se stesse pensando a nominare un suo successore od un sostituto, come stesse andando la guerra contro i Second Stage Children e se aveva intenzione di risposarsi.

Riabituarsi a gestire tutto quello stress e quelle domande scomode da solo era stato difficile, ma ci era riuscito. Solo che ora sorgeva un nuovo problema: presentare adeguatamente Sakamaki come suo nuovo compagno. Togurou non era esattamente un personaggio ben visto: il suo genio era indiscutibile, ma il suo brutto carattere, la sua arroganza ed il dubbio che non potesse essere fedele a nessuno all’infuori di Toudou lo rendevano scomodo a molte famiglie influenti. Heikichi doveva cercare di far cambiare loro idea in una sera, presentando Sakamaki come un individuo affidabile adatto ad affiancarlo nella presidenza dell’El Dorado.

Più facile a dirsi che a farsi. Volendo iniziare con calma, il presidente aveva deciso di istruire il compagno sul ballo con cui avrebbero dovuto aprire le danze la sera del suo compleanno, ma la tensione faceva fare più errori a lui che al suo allievo.

Togurou magari non capiva appieno la situazione che angosciava tanto il suo fidanzato, ma saperlo in ansia gli bastava per decidere di prendere in mano la situazione.

-Smettila di rimuginare in silenzio, riprendiamo. Dai, questa volta guido io.

Toudou guardò con aria scettica lo scienziato.

-Non scherzare.

-Non sto scherzando. Nervoso come sei anche un babbuino con le zampe amputate ballerebbe meglio di te, guido io.

Heikichi prese quell’affermazione come un’offesa personale, così decise di dimostrare al compagno che si sbagliava di grosso, ma lasciò comunque che fosse quest’ultimo a condurre.

Ma, con sua enorme sorpresa, il presidente si rese presto conto che Sakamaki non conosceva solo alla perfezione i passi di danza di quel ballo particolare, ma era anche in grado di improvvisare e condurre il compagno senza farlo inciampare o risultare sgraziato. Una volta che si furono fermati Toudou rimase un attimo in silenzio a riflettere.

-Non mi hai mai detto di saper ballare.

Lo scienziato roteò gli occhi al cielo, infastidito.

-Vengo da una famiglia con sei sorelle ed una madre attrice che ha partecipato, diretto e prodotto un sacco di musical famosi. Avevo più probabilità di essere diseredato se fossi diventato un pessimo ballerino che se fossi diventato un terrorista.

Heikichi ridacchiò appena, poi il suo compagno gli fece fare una giravolta ed un casquè.

-Sei più tranquillo adesso?

Il presidente annuì, guardando l’altro negli occhi.

-Certo però che se me lo dicevi prima potevamo risparmiarci i problemi della lezione…

Togurou sorrise con aria furba.

-E perdermi un’occasione per poter ballare con te? Neanche per sogno.

Questa volta Toudou scoppiò in una vera e propria risata, decisamente più sereno: in fondo mancava ancora qualche mese al suo compleanno, sarebbe andato tutto bene.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

E dopo una pausa natalizia non programmata ecco di nuovo la challenge. Scusatemi tutti, ma scrivere con parenti in giro è più difficile di quanto ricordassi--
E niente, mi ero dimenticata quanto fossero belli i miei bambini~ Ebbene in questa shot si accenna ad eventi futuri, poi vedrete più avanti!
Ed
ora, se EFP collabora, cerco di pubblicare.

A presto,

 

-Lau

 

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Capitolo 21
*** Cooking/Baking ***


21 – Cooking/Baking

 

La tecnologia era uno degli aspetti principali della vita di ogni abitante del futuro. Molte cose negli appartamenti erano automatizzate: la pulizia, la manutenzione ed anche la preparazione dei pasti. Il cibo fatto in casa era diventato quindi obsoleto, anzi, un bene di lusso. I ristoranti erano rimasti gli unici luoghi in cui erano le persone a fare il più del lavoro e non erano certo posti in cui andare a mangiare tutti i giorni. E poi c’era Sakamaki, o meglio, la sua famiglia. Nuovi nel panorama della classe dirigente del futuro, i coniugi Sakamaki si erano sempre distinti per la particolarità nel modo di porsi verso la società e il modo di crescere i figli. Al contrario di altre famiglie ricche ed importanti non si erano limitati a mettere al mondo un erede, ma ne avevano pianificati ben cinque, per poi alzare il numero fino a sette. Tutti i loro figli erano stati istruiti in maniera completa e calcolata per assicurare loro il miglior futuro possibile in vari campi della società. La primogenita era diventata un’atleta olimpica, la secondogenita aveva preso le redini dell’azienda edilizia del padre, la quartogenita era diventata una botanica di fama mondiale, la quintogenita aveva seguito le orme della madre diventando un’attrice e anche la sestogenita ed l’ultimogenito, seppur senza un vero aiuto da parte dei genitori, avevano fatto conoscere il loro nome al mondo, la prima tramite la pittura ed il secondo tramite la scienza e la cucina. “Il nostro nome diventerà importantissimo e sopravvivrà per secoli”, questo spesso ripetevano i coniugi Sakamaki ai loro figli. E, per assicurarsi la salvezza della prole in ogni situazione, i due avevano fatto seguire ai figli un numero smodato di corsi di sopravvivenza. Proprio grazie a questi corsi Togurou aveva imparato a combattere, cacciare, conoscere la natura ed apprezzarla e, soprattutto, a cucinare. Lo scienziato, che, pur avendo un brutto rapporto con i genitori, ne aveva ereditato l’eccentricità, era solito cucinare a mano i suoi pasti e, avendo anche un fratello cuoco, per lui preparare il cibo senza affidarsi completamente alla tecnologia era la normalità.

Toudou al contrario non aveva mai messo piede in una cucina in vita sua. Nell’infanzia era stato costretto a concentrarsi solo sulla sua futura carica di presidente, quindi cose superflue come imparare a cucinare non rientrava nel suo piano di studi. Solo una volta lui e sua moglie, quando erano giovani, avevano provato a cucinarsi qualcosa come regalo di anniversario, ma, essendo entrambi digiuni di nozioni di cucina, avevano solo combinato un pasticcio ed Heikichi soprattutto aveva rinunciato all’idea di cucinare. Però, la convivenza con Sakamaki gli aveva fatto cambiare lentamente idea. Toudou invidiava la preparazione del compagno, capace di fare cose che lui non aveva neanche mai preso in considerazione, e in lui cresceva il desiderio di imitare il compagno. Deciso non solo a mettersi alla prova, ma anche ad esplorare le sue radici austriache, il presidente dell’El Dorado si era procurato un libro di ricette con cui preparare la cena per lui ed il suo compagno, che sarebbe tornato a breve dopo un viaggio di lavoro. Preoccupato però di fare un gran pasticcio, Heikichi scartava una ricetta dietro l’altra, ritenendole tutte troppo difficili per lui. Un piatto però finì per colpirlo: si trattava del Frittatensuppe, una pietanza costituita da striscioline di crêpes servite in un brodo di manzo. Facendo parecchio freddo in quel periodo ed essendo il piatto molto semplice da preparare, Toudou decise di preparare quello. Per prima cosa mandò un suo sottoposto a comprare gli ingredienti, visto che lui non voleva uscire da solo in mezzo al gelo, poi si mise subito a lavoro.

Preparare il brodo non sembrava una grande impresa, bastava riempire la pentola ed impostarla per la preparazione di tale ingrediente, solo che prima doveva salare la carne e tagliare le verdure. Heikichi ebbe un piccolo ripensamento prendendo in mano il grosso coltello da cucina scelto per tagliare le verdure, poi si mise a lavoro, tagliando le verdure in maniera grossolana, ma accettabile per un brodo. Messe a bollire carne e verdure, Toudou si mise a lavorare sulle crêpes, la parte che lo preoccupava di più: l’uomo finì per spargere un po’ dappertutto, ma alla fine riuscì a fare delle crêpes abbastanza spesse da essere tagliate in striscioline, peccato che si procurò diverse scottature nel tentativo. Per coronare il tutto, il presidente si procurò anche un bel taglio mentre preparava le striscioline. Sperando che il dolore e la fatica fossero serviti a preparare qualcosa di commestibile, Toudou si sbrigò a pulire tutto e ad apparecchiare, aspettandosi che il suo fidanzato rientrasse a momenti. Lo scienziato infatti arrivò poco dopo e si trovò davanti una cena a lume di candela ben preparata ed il suo amato già al suo posto, sorridente.

-Bentornato, Togurou.

Sakamaki ricambiò il sorriso e si liberò subito della sua borsa e del cappotto, non vedendo l’ora di baciare la sua dolce metà.

-Grazie, tesoro. Che bella cenetta che mi hai preparato!
Gli
occhi rossi di Heikichi si illuminarono.

-Ti sembra buona? L’ho preparata da solo per te.

Lo scienziato rimase a bocca aperta, sorpreso da quel gesto che non si sarebbe mai aspettato dal compagno, per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani, attirato dalla presenza di un cerotto.

-Vedo che ti sei dato da fare! Ti sei fatto male, eh? Beh, è normale per qualcuno alle prime armi…

Toudou rise quando l’altro gli baciò la mano con delicatezza nei punti in cui si era ferito.

-Dai, lavati le mani e vieni a tavola, voglio un tuo parere anche sul sapore!

Togurou annuì e fece come richiesto, per poi passare una splendida serata mangiando e chiacchierando in compagnia del suo compagno, raccontandogli di come era andato il viaggio e dandogli pareri sulla cucina.

-Non è male, non è male davvero. Non avevo mai assaggiato questo piatto prima d’ora, ma sono sicuro che con un po’ di erba cipollina può essere ancora più buono. Magari la prossima volta cuciniamo insieme, ti va?

Heikichi annuì, sorridendo tranquillo: gli tornavano in mente i suoi romanzi, dove a volte leggeva di coppie che si rilassavano con una cenetta intima fatta apposta per stare l’uno con l’altro a chiacchierare, e non poté non immaginarsi protagonista di quei racconti famigliari pieni di problemi di tutti i giorni che a lui erano sconosciuti, vista la sua posizione straordinaria. Sakamaki però stava portando tanti frammenti di ordinarietà nella sua vita, e Toudou gli era estremamente grato per questo.

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Mh mh, sono tornata. Scusate la lunga assenza ma negli ultimi mesi ho avuto un sacco da fare e questa challenge mi è proprio sfuggita dalle mani. Ora che sono in vacanza però voglio aggiornarla ogni domenica, anche perché ormai manca poco alla fine e voglio assolutamente completarla. Trovare l’ispirazione per questo capitolo è stato difficile, poi iniziai a scriverne metà e la lasciai per un paio di settimane, ritrovandomi nella pupù una volta ripresa (perché non mi ricordavo più cosa dovevo scrivere). Alla fine però è uscito questo zuccherino che per me è stato un buon modo per riavvicinarmi alla coppia, i miei cuccioli mi erano mancati!

Ci sentiamo la settimana prossima,

 

-Lau

 

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Capitolo 22
*** In battle, side-by-side ***


22 – In battle, side-by-side

 

Era passato ormai un anno da quando Tru, la giovane assistente di Sakamaki, aveva iniziato a prestare servizio all’El Dorado. I suoi compiti consistevano per lo più nella manutenzione degli androidi, lavori di poco conto e nel mantenere in ordine il laboratorio. Mai però era stata portata a lavorare sul campo, quindi quando quella mattina Sakamaki e Toudou le avevano detto di prepararsi per un’operazione esterna era rimasta un po’ perplessa, perplessità che si era trasformata velocemente in terrore quando aveva appreso che stavano andando su un campo di battaglia.

Dopo la sconfitta della Feida al Ragnarok si erano creati parecchi tumulti: non tutti i Second Stage Children erano d’accordo con l’idea di farsi vaccinare e perdere i poteri che li rendevano tanto speciali e pericolosi, così molti di loro avevano iniziato ad opporre resistenza violenta e a scappare dall’El Dorado.

Nonostante l’atteggiamento violento che questi dimostravano, Toudou non aveva intenzione di dare l’ordine di mettere fine alle vite di quei ragazzi, ma non poteva neanche lasciare che andassero in giro a ferire le persone e a distruggere edifici governativi, così decise di adottare la strategia che aveva studiato in caso di sconfitta al Ragnarok: sedare i Second e vaccinarli mentre erano incoscienti. Così per mesi l’El Dorado si era impegnata a stanare i ragazzi ribelli e catturarli, in modo da poterli rendere innocui. L’unico problema era che i Second, grazie ai loro poteri, non solo riuscivano ad opporre una resistenza estenuante, ma anche a raggiungere e sopravvivere in ambienti ostili all’uomo, per cui le operazioni di recupero risultavano particolarmente ostiche. Quel giorno l’El Dorado si doveva occupare di alcuni ragazzi che si erano barricati in una stazione di ricerca abbandonata nelle montagne e Toudou aveva deciso di sfruttare il territorio: la stazione era situata in una depressione, circondata da zone rialzate che davano una splendida visuale sulla zona circostante ed essendo tutto coperto di neve era impossibile riuscire a fuggire senza essere visti, quindi il presidente dell’El Dorado era deciso a stanare i Second e sedarli a distanza. Avrebbe mandato la Perfect Cascade all’interno dell’edificio per ingaggiare uno scontro e costringere i ragazzi ad uscire all’esterno, a quel punto dei cecchini appostati sui rialzamenti avrebbero sparato dei sedativi ai fuggitivi, mettendoli K.O.

Una volta che il piano fu approvato dal consiglio ci fu il problema dello scegliere il personale che avrebbe preso parte all’operazione: la chiave dell’operazione doveva consistere in due persone, una che si teneva in contatto con la Perfect Cascade ed un’altra che coordinava i vari cecchini sparsi per le alture. Normalmente Toudou si sarebbe occupato dei soldati e Sakamaki degli androidi, ma essendo quest’ultimo anche uno dei migliori tiratori scelti dell’El Dorado era stato assegnato alla squadra dei cecchini. Proprio per questo motivo i due avevano deciso di portare la giovane assistente dello scienziato: gli androidi riconoscevano i suoi ordini e lei sapeva bene come monitorarli e contattarli tempestivamente. Imbacuccati in vestiti pesanti per proteggersi dal freddo, il gruppo di agenti, insieme alla squadra, si trasportò nella zona dell’operazione e subito iniziò i preparativi per l’operazione. Una volta che tutti in cecchini ebbero occupato la loro posizione, Toudou diede a Tru l’ordine di far muovere la Perfect, che subito fece irruzione nella struttura. Mentre sotto di loro iniziava una battaglia, tutti gli uomini rimanevano fermi come statue, primo fra tutti il presidente, che attendeva come un predatore la sua preda.

Sedare i primi Second non fu difficile: ignari del pericolo si addentrarono al di fuori dell’edificio senza troppa paura, venendo colpiti velocemente. Quando gli altri si resero conto di quello che stava accadendo fecero di tutto per fuggire, sparpagliandosi in più punti, cercando di proteggersi con i loro poteri e scappando il più velocemente possibile verso luoghi riparati. Nonostante questa baraonda Heikichi riusciva a mantenere il completo controllo: i suoi occhi guizzavano sul campo sottostante e in una frazione di secondo riusciva a comprendere quale cecchino fosse più adatto ad abbattere il Second, dando subito ordini di conseguenza. Sakamaki non era da meno: la mira e la reattività dell’uomo continuavano ad essere fantastiche, bastava che il suo presidente dicesse una sillaba e un Second cadeva.

Tru era quasi spaventata dei due che aveva davanti: le loro capacità erano fuori dal normale, agli occhi della ragazzina sembravano dei mostri sacri impossibile da battere.

Nel giro di un quarto d’ora la battaglia terminò e Rey Rukh contattò la giovane assistente per informarla che non era più presente nell’edificio. Ancora un po’ timorosa, la ragazza si fece avanti per informare Toudou della situazione.

-P-Presidente, la Perfect conferma che gli obbiettivi sono tutti stati stanati!

Heikichi si girò a guardarla con ancora un’espressione fredda dipinta sul volto, ma subito si sciolse, sospirando per il sollievo. Nel frattempo Togurou, sentita la notizia, si rimise in piedi e si pulì i vestiti dalla neve che ci era rimasta attaccata.

-Però, ce la siamo cavata bene, eh occhi di falco?

Toudou ignorò la provocazione dell’altro, troppo impegnato a sfregarsi le braccia, intirizzito.

-Per fortuna è finita, non sopporto più questo freddo…

Sorridendo, lo scienziato strinse a sé il fidanzato, che mugolò contrariato prima di accoccolarsi contro il corpo dell’altro, chiudendo gli occhi e godendosi il suo calore. Senza perdere il sorriso, Sakamaki si girò verso la sua assistente per chiedere informazioni.

-Tru, quali sono le condizioni della Perfect?

La rossa sussultò, ricordandosi improvvisamente dei suoi doveri, e subito iniziò a destreggiarsi con il tablet per reperire tutte le informazioni richieste dal suo superiore.

-Dai ed Iru hanno subito danni minori, il livello di carica di tutti si aggira intorno al 59% e sono entrati in modalità monitoraggio nell’attesa di altri ordini!

Togurou annuì, per poi tornare a rivolgersi all’uomo accoccolato tra le sue braccia.

-Che dici, torniamo a casa?

Heikichi si separò da lui ed annuì.

-Sì, facciamo radunare tutti e recuperiamo i ragazzi. Ho proprio voglia di un caffè caldo in questo momento…

Tru si stupì ancora una volta: gli uomini che fino ad un attimo prima le sembravano dei della guerra pronti a scagliare la loro collera su malcapitate vittime ora erano completamente diversi, una coppietta tranquilla che si stuzzica e si vuole bene. Incredibile quanto un campo di battaglia possa cambiare le persone.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Eh eh, si torna a pubblicare due settimane di fila! Lo so, lo so, non è un gran traguardo visto che la continuità doveva essere una parte importante di questa raccolta, ma ehi stiamo tornando in carreggiata! Quando trovai questa challenge questo prompt è uno di quelli che mi ha convinto ad incominciarla, volevo proprio descrivere Sakamaki e Toudou su un campo di battaglia. Special guest per questo capitolo è Tru, OC della mia amica Ursy che ormai è entrata nel mio cuoricino a forza di role. Grazie a lei ho potuto dare un punto di vista più esterno a questa shot, ho cercato di far vedere Sakamaki e Toudou dagli occhi di qualcuno che su un campo di battaglia non c’è mai stato, un po’ ingenuo e abbastanza impressionabile, ecco perché i due sono visti così invincibili e perfetti in questa shot. Beh, ormai manca poco alla fine di questa challenge, cercherò di impegnarmi e pubblicare puntuale anche settimana prossima, è anche vero però che ho altri progetti da aggiornare, quindi vedrò a cosa dare la precedenza.

Se tutto va bene ci si sente la settimana prossima!

Bye,

 

-Lau

 

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Capitolo 23
*** Arguing ***


23 – Arguing

 

-Hai di nuovo disobbedito ai miei ordini, non è così?

Sakamaki sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Perché, perché quando si trattava di lavoro il suo fidanzato doveva essere così tartassante?

-Sì, ho disobbedito e ho salvato la situazione, devi proprio rimproverarmi?

-I miei ordini vanno seguiti, che ti piacciano o no. Devi smetterla di approfittarti del nostro rapporto per fare quello che ti pare.

All’udire quelle parole lo scienziato emise un verso di sdegno. Come scienziato di punta della El Dorado, non era raro che Togurou venisse mandato in missioni importanti e rischiose e l’uomo, essendo stato addestrato in giovinezza al combattimento, non si tratteneva dal prendere dei rischi per salvare la situazione. Questo a Toudou non piaceva e, fin da quando erano amici, ordinava allo scienziato di contenersi e rimanere al sicuro. Sakamaki però non lo ascoltava praticamente mai.

-Approfittarmi del nostro rapporto?! Casomai sei tu che hai troppa paura che ci crepi e non mi lasci agire come dovrei.

-Sei troppo importante per l’El Dorado, non puoi prenderti certi rischi!
-Non sono un fottutissimo panda, non ho bisogno di essere protetto! So come combattere e userò le mie abilità per la buona riuscita della missione, che ti piaccia o no!

Heikichi era solito avere un’ottima pazienza, ma il linguaggio scurrile utilizzato dal suo compagno e l’atteggiamento irrispettoso minavano fortemente la sua calma.

-Sei uno scienziato, lascia il lavoro pericoloso agli agenti preparati!
-Non sono solo uno scienziato e, per quanto mi piaccia stare in laboratorio, sono in grado di fare la mia parte anche durante azioni pericolose! Non puoi pretendere che me ne stia in disparte a non fare un cazzo!

Toudou incrociò le braccia, decisamente irritato.

-Certo, perché tu devi essere sempre al centro dell’attenzione, non è vero?

Sakamaki distolse lo sguardo dal suo capo, offeso.

-Non è certo per questo che lo faccio.

-Oh, certo che no! Tu lo fai perché pensi alle missioni come un gioco e vuoi solo divertirti! Ultime notizie, questo non è uno dei tuoi videogiochi, tu potevi morire caricando i Second in quel modo!

-Lo so bene, ma io so prendermi i miei rischi! Ma cosa ne vuoi sapere tu, che il combattimento più difficile che hai affrontato è stato contro un labrador che ti voleva fare le feste!

Quella era la goccia che fece traboccare il vaso, Toudou non poteva sopportare una tale mancanza di rispetto dal suo fidanzato. Doveva punirlo e sapeva bene come fare.

-Basta così! Sei sospeso, Togurou. Per quattro settimane. Non potrai partecipare a missioni, condurre esperimenti o usare il tuo laboratorio. Ora va’ a casa.

Di fronte a quella che riteneva un’ingiustizia, Sakamaki non poté trattenersi dal commentare.

-Ma non è giusto! L’hai detto tu che sono troppo importante per l’El Dorado, non puoi sospendermi per quasi un mese!

Heikichi girò la poltrona su cui era seduto, dando le spalle al suo fidanzato.

-L’ho appena fatto invece. E se non vuoi che la sospensione aumenti è meglio che tu te ne vada senza discutere.

Toudou era sicuro di aver rimesso al suo posto Sakamaki con quella punizione, ma non aveva tenuto in conto il temperamento del suo compagno.

-…Io mi licenzio.

Come stordito da quella frase, Heikichi girò appena la sedia per tornare a guardare lo scienziato: questo stava frugando rabbiosamente nelle sue tasche e, quando ebbe trovato la sua tessera identificativa, la sbatté con violenza sulla scrivania del presidente.

Un’ansia immane colse Toudou nel vedere quella scheda, ma la sua mente ancora non riusciva a processare quello che stava succedendo.

-No, aspetta, cosa significa? Non puoi licenziarti!

-Sì invece! Sono stanco di queste tue manie iperprotettive e sono stanco di non poter lavorare ai progetti che mi appassionano di più! Me ne vado da mio fratello, lì sarò libero di fare ciò che voglio!

L’angoscia e la confusione di Heikichi crebbero ancora di più: suo fratello abitava dall’altro lato del mondo, cosa voleva dire che sarebbe andato da lui?

Si sarebbe trasferito? Lo stava lasciando?

Quel pensiero mandò Toudou completamente nel panico, spingendolo ad alzarsi e a correre verso la porta che il suo fidanzato aveva appena attraversato. Ma, una volta fuori, venne immediatamente bloccato da alcuni suoi dipendenti bisognosi del suo aiuto.

-Presidente, ci sono stati segnalati dei problemi a numerose centrali elettriche della città, la cosa sembra sospetta e vorremmo indagare, che ne dice? …Presidente?

Heikichi non ascoltava minimamente quei subalterni, i suoi occhi vermigli viaggiavano da una parte all’altra del corridoio, alla ricerca dell’uomo che stava inseguendo.

-Togurou… Dov’è Togurou…?

I due dipendenti si guardarono straniti, decisamente disorientati dal comportamento del loro presidente.

-Il signor Sakamaki? Ci è passato davanti poco fa, sembrava arrabbiato, perché?

Gli occhi di Toudou si riempirono di lacrime, mentre un verso lamentoso lasciò la sua bocca. Quei litigi erano sempre nati per una sua paura: la paura di perdere il suo migliore amico. Per questo lo rimbeccava sempre e gli ordinava di non esporsi mai ai pericoli. E ora la sua peggiore paura stava diventando realtà, solo in una maniera che lui non avrebbe mai immaginato.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Sono risorta. Perdonate la lunga assenza, ma la mia nuova scuola mi tiene davvero molto occupata, anche se in positivo. Con le vacanze di Natale alle porte però cercherò di essere più celere e aggiornare tutti i miei lavori, promesso! Questo capitolo mi ha dato parecchio filo da torcere, trovare una motivazione per far litigare Sakamaki e Toudou è stato difficile. Alla fine sono soddisfatta del risultato. Ah, un po’ di angst ci voleva in questa raccolta. Cercherò di essere puntuale anche la settimana prossima, non voglio lasciare questa situazione troppo in sospeso!

Ci sentiamo presto,

 

-Lau

 

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Capitolo 24
*** Making up afterwards ***


24 – Making up afterwards

 

Non poteva crederci. Sakamaki proprio non poteva crederci.

Toudou era arrivato a farlo fermare dalla sicurezza dell’El Dorado pur di non farlo andare per la sua strada. Eppure era Heikichi a non volerlo lì per un mese.

Lo scienziato era furibondo, camminava avanti e dietro nell’ufficio della sicurezza in attesa che il suo fidanzato si degnasse di raggiungerlo. Gliene avrebbe dette di tutti i colori quando avrebbe varcato quella soglia, dovevano mettere le cose in chiaro.

Quando sentì la porta aprirsi, Togurou era già pronto ad attaccare il suo discorso, ma una furia inaspettata gli tolse ogni parola di bocca.

Heikichi irruppe nella stanza con la furia di un uragano, gli occhi di fuoco ben puntati sul compagno, quasi a volerlo incenerire in un attimo.

-Sentimi bene tu, stupido, stronzo egoista! Non hai alcun diritto di rassegnare le dimissioni e andartene così, alcun diritto!

C’erano due cose che Toudou non faceva mai. La prima era arrabbiarsi.

-È stata una tua idea! Non ti ho chiesto io di venire a lavorare all’El Dorado, non ti ho chiesto io di diventare tuo amico e non ti ho chiesto io di diventare il mio fidanzato! Hai fatto tutto da solo, ora non puoi pretendere di andare dall’altro lato del mondo perché ti girano! Non puoi… Non puoi lasciarmi così…

La seconda cosa che Toudou non faceva mai era piangere.

Quando si rese conto delle lacrime che gli rigavano il viso, il presidente dell’El Dorado diede le spalle al suo sottoposto, cercando di recuperare la sua compostezza. Non riusciva a credere che la paura di essere lasciato dal compagno lo avesse sconvolto così tanto, eppure era lì, chino su sé stesso mentre cercava di placare i singhiozzi che lo scuotevano.

Sakamaki era rimasto a bocca aperta, confuso. Neanche lui riusciva a capacitarsi di quanto il loro litigio avesse sconvolto Toudou, era riuscito a fargli fare le due cose che non faceva mai. Mortificato, lo scienziato si fece avanti e toccò le spalle al suo fidanzato che si ritrasse, ma testardo Sakamaki lo fece girare e lo strinse a sé con forza.

-Heikichi… Io… Io… Mi dispiace, non ho mai detto di volerti lasciare…

-Ti sei licenziato! Hai detto di voler andare a stare con tuo fratello, questo non significa lasciarmi?!

-Ok, ok, ho esagerato! Mi dispiace, non volevo turbarti così e mai ho pensato di lasciarti!

Toudou combatté tra le braccia dell’altro nel tentativo di separarsi, desideroso di isolarsi per smettere di piangere, ma Sakamaki non aveva alcuna intenzione di lasciarlo. Tenendo Heikichi ancora ben stretto, lo scienziato si chinò a baciargli le guance rigate dalle lacrime, la fronte, le palpebre, mettendo in tutto una dolcezza immane. A ogni bacio il presidente si sentiva più calmo, come se quelle dimostrazioni di affetto dissipassero la sua angoscia. Alla fine le lacrime di Toudou smisero di scorrere, i singhiozzi si placarono e lui smise di combattere, affondando piuttosto la testa nel petto del fidanzato.

Sakamaki continuò con le sue dolcezze, ponendo fine ai baci e iniziando a cullare e carezzare l’altro per calmarlo completamente. Una volta accertatosi che Toudou avesse recuperato la calma, lo scienziato riprese a parlare.

-Mi dispiace averti sconvolto così, non era mia intenzione… Ero solo arrabbiato, sono stanco di essere trattato come un moccioso che non si sa difendere!

Il presidente si strinse di più all’altro.

-Ho solo paura… Non voglio perdere anche te, non riuscirei a sopportarlo…

Togurou scoppiò a ridere e si separò dal fidanzato per guardarlo negli occhi.

-E vuoi evitarlo tenendomi qui? Sono più al sicuro tra i Second! Ti ricordi quando mi ruppi il braccio e mi presentai comunque a lavoro? Devo avere ancora una foto della tua espressione da qualche parte!

Heikichi scoppiò a ridere a sua volta, con gli occhi più rossi del solito a causa del pianto che pizzicavano.

Anche dopo un litigio del genere Sakamaki riusciva a farlo ridere. Più sereno, Toudou si strinse di nuovo al suo fidanzato, facendosi cullare dal suo calore.

 

“La tua sospensione di un mese è ancora valida, lo sai?”

“Va beh, a questo punto me ne farò una ragione… Ingannerò il tempo preparando la cena al mio fidanzato.”

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Daje che durante le vacanze voglio essere puntuale. Bene bene, i miei due cuccioli hanno fatto pace! Sono molto soddisfatta di questo capitolo su più livelli, sia quello di scrittura che quello concettuale. La fine della challenge si avvicina e anche senza ricevere recensioni io sono comunque felice, amo scrivere su questi due personaggi e spero di riuscire a dedicare altro spazio a loro in futuro. Cercherò di essere puntuale anche la prossima settimana, i toni torneranno a essere un po’ più rilassati. Da ora in poi ho un’idea per tutti i capitoli.

Ci sentiamo presto,

 

-Lau

 

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Capitolo 25
*** Gazing into eachothers’ eyes ***


25 – Gazing into eachotherseyes

 

Sakamaki era sempre stato dell’idea che l’arma più forte di Toudou fossero i suoi occhi. Certo, il presidente era un abile oratore e la sua pazienza era portentosa, ma Togurou continuava a credere che fosse il suo sguardo a renderlo un leader tanto rispettato. Le iridi cremisi erano ancora una rarità nel futuro e le persone che possedevano gli occhi di questo colore avevano un’innata propensione a mettere in soggezione la gente col loro sguardo.

Il rosso era il colore del sangue, del fuoco, dei divieti e dell’amore, era allo stesso tempo un colore positivo e negativo e, nonostante l’avanzamento sociale e tecnologico, anche nel futuro veniva sia amato che temuto. Per questo chi si ritrovava con gli occhi di questo colore veniva riusciva allo stesso modo a incantare le persone e a inquietarle.

Toudou aveva imparato presto a sfruttare questa sua particolarità, fin da giovane era capace di zittire il più fastidioso dei suoi oppositori con un solo sguardo e, con la stessa arma, era in grado di rassicurare la popolazione preoccupata.

Sakamaki aveva sempre avuto difficoltà a guardare il presidente negli occhi: quelle iridi scarlatte gli davano l’impressione di leggergli l’anima.

Trovarsi quindi forzato a guardare Toudou negli occhi lo metteva molto a disagio.

Specchiarsi in quegli occhi rossi era per lo scienziato come entrare in un grande deserto: iniziava a sudare, la sua gola si seccava e cominciava a faticare a tenere gli occhi fissi e ben aperti.

Però non poteva distogliere lo sguardo, c’era in ballo la sua credibilità agli occhi del fidanzato. No, doveva continuare a fissare quei pozzi di lava dal fondo irraggiungibile.

A confronto gli occhi di Togurou non erano nulla: piccoli, neri, talmente poco espressivi che nessuno era capace di dire cosa passasse per la testa allo scienziato. Con occhi del genere Sakamaki non sarebbe mai riuscito a far provare a Toudou le stesse cose che il presidente faceva provare a lui. Eppure doveva resistere e continuare a fissarlo negli occhi.

Mantenere le calma era sempre più difficile per Togurou: sentiva un fuoco bruciarlo dall’interno, una fiamma scaturita dallo sguardo dell’altro e nata solo per consumarlo completamente.

Lo scienziato si ripeteva che doveva resistere, che doveva darsi un contegno e rimanere concentrato, ma era troppo difficile, troppo…

Alla fine, stremato, Sakamaki distolse lo sguardo, facendo così gongolare di gioia il presidente dell’El Dorado.

-Bene, ho vinto.

Trionfante, l’uomo dagli occhi rossi portò la mano avanti e afferrò una caramella abbandonata al centro del tavolo e la scartò, mangiandola. Togurou sbuffò, non trovando ancora la forza di guardare il suo fidanzato.

-Tutto questo macello solo per decidere chi si sarebbe mangiato l’ultima caramella…

Toudou non si fece toccare dalle parole dell’altro e continuò a gongolare godendosi la pallina di zucchero duramente conquistata.

-In qualche modo dovevamo decidere, no? Una gara di sguardi mi sembrava il metodo più adatto.

Lo scienziato sbuffò ancora, rodendo per la sconfitta.

-Potevamo di certo trovare un metodo meno infantile…

-Non c’è niente di infantile in una gara di sguardi! E poi ero certo che non avresti potuto resistere ai miei occhi.

Sakamaki lanciò un’occhiataccia all’altro, con l’unico risultato di farlo ridere divertito.

-Su, non fare così! Domani ne compriamo delle altre.

-Non è certo per la caramella che sono arrabbiato…

Sentendosi molto sicuro di sé, Toudou si alzò dal suo posto e si avvicinò al compagno.

-Non pensavo te la saresti presa così tanto per una sconfitta…
Lo scienziato sentì un nodo alla gola quando gli occhi di Heikichi tornarono a fissarsi nei suoi e cercò di pensare in fretta a un modo per levarsi da quella situazione senza umiliarsi ulteriormente.

-N-Non me la sono certo presa...

-E allora per quale motivo sei così arrabbiato?

Sudando freddo, Togurou disse la prima cosa che gli capitò in mente.

-P-Perché non avrò mai degli occhi belli come i tuoi…?

Sorridendo, Toudou diede un leggero bacio sulle labbra del fidanzato.

-I tuoi occhi a me piacciono così come sono, mi fanno sentire speciale…

Sospirando, il presidente abbracciò il compagno, desideroso di sentire il suo calore, e Sakamaki non esitò un attimo a ricambiare l’abbraccio. Lo scienziato non poteva proprio rimanere in collera con Heikichi più di qualche minuto. Così come il rosso era un colore diviso tra desiderio e timore, Toudou era un uomo capace di essere forte e fragile allo stesso momento, cosa che Sakamaki aveva sempre trovato affascinante e che lo aveva portato in gioventù a innamorarsi dell’uomo che in quel momento teneva tra le braccia.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Buon anno nuovoooooooo!

Due mie storie nella home, da quanto tempo non accadeva…

Comunque è tempo di iniziare il countdown, mancano cinque capitoli alla conclusione di questa raccolta! I miei imbecilli mi mancheranno… Tanto tornerò a scrivere su di loro (prima o poi).

Intanto il prossimo sarà un GRANDE aggiornamento, non vedo l’ora di scriverlo, anche se probabilmente salterò la prossima settimana causa rientro a Milano.

Ci sentiamo presto,

 

-Lau

 

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Capitolo 26
*** Getting married ***


26- Getting married

 

Toudou si rimirò a lungo nello specchio appeso alla parete. Si sistemò per l’ennesima volta la cravatta, prima allentandola e poi stringendola, cercando il modo per rendersi perfetto, anche più del solito. L’abito scuro, di un’eleganza ancor più raffinata rispetto ai suoi soliti completi, gli dava una sensazione strana addosso, come se fosse la gabbia che impediva al suo cuore palpitante di schizzargli via dal petto. Camminò avanti e indietro, sistemandosi i gemelli ai polsi e riempiendosi la mente di mille domande. Sakamaki era già lì o avrebbe fatto il suo solito ritardo? Si era ricordato degli anelli? Si era annodato bene la cravatta?

Il suono del bussare alla porta ruppe il filo di quei pensieri e un uomo dai lunghi capelli biondi che iniziavano a incanutirsi, gli occhi violetti e l’aria perplessa si affacciò nella stanza.

-Heikichi, sei pronto?

Il presidente sussultò e si voltò verso l’individuo appena entrato.

-Shid… Sì, sono pronto…

Il biondo entrò nella stanza per lisciare la giacca di Toudou e allentargli un po’ la cravatta.

-Nervoso?

Heikichi annuì.

-Più della prima volta…

-Mi chiedo il perché…

Shid, il cugino di Toudou, era stato invitato al matrimonio del presidente in veste di testimone, ma non era proprio sicuro che Heikichi stesse facendo la scelta giusta.

-Tu non eri nervoso il giorno del tuo secondo matrimonio?

Il biondo rifletté attentamente sulla domanda che gli era stata posta: anni prima aveva divorziato dalla moglie che suo padre aveva scelto per lui, risposandosi poi con la donna di origini modeste che amava. Mentre l’aspettava all’altare, Shid era stato divorato dai dubbi e dalle domande sul loro futuro, che fortunatamente si era rivelato felice e spensierato.

Toudou in quel momento si trovava nella stessa situazione in cui si era trovato lui anni prima e Shid, amando profondamente il cugino, non poteva lasciarlo preda a quell’angoscia.

-Sì, lo ero molto, ma alla fine è andato tutto bene. Andrà così anche con te, Heikichi, rilassati.

Il presidente accennò un sorriso, rassicurato dalle parole del cugino, poi prese un bel respiro profondo.

-Andiamo.

I due si avviarono verso la sala principale, dove si sarebbe svolta la cerimonia. La proposta di matrimonio da parte di Sakamaki era arrivata in maniera casuale e accennata, un semplice “Sarebbe bello se ci sposassimo”. Toudou, che in quel momento stava leggendo, non poté fare di interrompere la lettura per lo sgomento, poi rispose, con altrettanta semplicità “Sì, hai ragione… Sposiamoci allora”.

I preparativi per la cerimonia erano stati semplici, nessuno dei due voleva un matrimonio sfarzoso pieno di invitati, l’unica cosa che a loro importava era sancire la loro unione.

Toudou aveva fatto sapere velocemente al consiglio che a breve si sarebbe sposato, facendo intuire che non accettava opposizioni alla sua decisione, mentre Sakamaki aveva sparso la voce tra i suoi amici più cari e poche altre persone, invitando solo loro alla celebrazione. Alla fine ai due era rimasto solo da scegliere i loro testimoni, cosa su cui non avevano grandi dubbi: lo scienziato avrebbe chiesto al fratello minore, mentre Heikichi aveva chiesto a suo cugino.

Una volta entrato nella sala della cerimonia Toudou sentì il suo cuore accelerare ancora: vedere Sakamaki sussultare all’apertura delle porte, di fianco al giudice di pace, l’aveva emozionato; camminare verso l’altare, con Shid al suo fianco e con gli amici di Togurou che stuzzicavano e incoraggiavano lo scienziato, gli fece tremare le gambe. Una volta che Heikichi si trovò davanti a lui, Sakamaki gli prese le mani.

-Non sai per quanto tempo ho sognato questo momento…

Guardare gli occhi lucidi e commossi del suo fidanzato fu l’ultima goccia per Toudou, che scoppiò in lacrime: il sogno di Togurou si stava realizzando, mentre lui si rendeva conto in quel momento della grande fortuna che gli era capitata, una seconda possibilità. Avrebbe avuto di nuovo una famiglia, aveva la possibilità di vivere la sua nuova unione in maniera intima, tutto ciò che gli era stato strappato o negato stava finalmente tornando da lui.

Il presidente si strinse a Sakamaki, che cercava di consolarlo, preoccupato.

-Heikichi, stai bene? Vuoi che interrompiamo tutto?

Toudou fece cenno di no, separandosi un po’ dal fidanzato e guardandolo con occhi ancora pieni di lacrime, ma sorridendo.

-No… Non voglio ritardare questo momento un secondo di più.

Dopo aver rassicurato anche suo cugino e il giudice di pace, Heikichi si asciugò le lacrime e prese di nuovo un respiro profondo, calmandosi.

-Va bene, ora possiamo cominciare…

Ristabilita la calma, il giudice di pace diede inizio alla cerimonia. Per tutto il suo discorso Sakamaki e Toudou non fecero che guardarsi, tenendosi per mano, erano così concentrati l’uno sull’altro che sembrava non ascoltassero. Invece, quando il giudice fece loro la fatidica domanda, non esitarono un attimo a dare una risposta affermativa.

Nonostante l’emozione, le loro mani non tremarono un secondo quando arrivò il momento di scambiarsi gli anelli e, quando la loro unione fu finalmente ufficializzata, si baciarono con passione, senza essere disturbati dalle esultazioni dei pochi ma vivaci invitati.

-Togurou, ti amo così tanto…

Nuovamente sull’orlo delle lacrime, Toudou non si era trattenuto dal pronunciare quelle parole.

-Ti amo anche io, Heikichi, da morire… E questa è un’altra cosa che sognavo di fare da tanto tempo.

Prima che Toudou potesse chiedergli di cosa stesse parlando, Sakamaki lo prese in braccio, facendo scappare al presidente un urletto sorpreso.

-Cosa fai?

-Porto via in braccio il mio novello sposo, non è così che si fa?

Ridendo divertito, Heikichi si strinse forte a Sakamaki con il cuore colmo di gioia.

-Già, ti amo davvero tanto, Togurou.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma ho scritto questo capitolo lacrimando ogni quattro righe. I miei bambini si sono sposati, come mi mancheranno una volta finita questa raccolta…

A tal proposito vorrei parlare di una questione… Penso che sappiate un po’ tutti come funziona EFP e che dalla propria pagina autore si può vedere il numero di gente che apre le storie e i vari capitoli. Ecco, io vedo che questa raccolta ha più di una trentina di silenziosi lettori fissi, ovviamente non so chi sono, ma vedo quel numeretto sempre essere abbastanza costante.

So che chiedere recensioni non è giusto, però io vorrei sentire la vostra voce almeno una volta prima della fine di questa raccolta, anche via MP. Vorrei sapere perché mi seguite, se vi piace la coppia oppure aprite questa raccolta per altre ragioni.

Dal mio punto di vista sono io insieme ad altre tre persone a shippare questi due e a me va bene, non mi faccio problemi, ma ho tanti progetti per quando finirò questa raccolta e non so se pubblicherò altro su questi due. Certo, si scrive per sé stessi e io già lo faccio, perché adoro questa coppia, infatti o già tre o quattro storie su di loro non pubblicate, anche primi capitoli di long. Solo che le long è difficile portarle avanti a forza di volontà…
Per questo vi lancio una richiesta: contattatemi, fatemi sentire la vostra voce. Con recensioni, MP, non importa, voglio sentire la vostra, voglio sapere se avreste piacere a leggere ancora di questi due. Non vi mangio, non abbiate paura!

Io continuerò a scrivere per me stessa, voglio solo sapere se c’è qualcuno che ha piacere a leggere ciò che scrivo.

Ci sentiamo presto,

 

-Lau

 

 

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Capitolo 27
*** On one of their birthdays ***


27- On one of their birthdays

 

Nel futuro il compleanno del presidente era considerata un evento molto importante. Veniva organizzata in due sale: una molto grande per i dipendenti dell’El Dorado e le loro famiglie e una più riservata ed elegante per l’élite mondiale che veniva a rendere omaggio a Toudou.

Sakamaki, pur non provenendo da una famiglia politicamente importante, era sempre stato invitato da Heikichi alla festa più privata, anche quando il ruolo di presidente era occupato dal padre di quest’ultimo. Togurou però a quella festa non ci era mai andato volentieri: doversi rapportare con persone che lui riteneva solo palloni gonfiati e il dover mantenere un atteggiamento serio e distinto per tutta la serata gli risultava particolarmente difficile. Il non poter parlare con Toudou per più di una manciata di secondi rendeva il tutto ancora più arduo e lo scienziato era sempre andato a quella celebrazione solo per non deludere e rattristare il suo amato.

La visione di questo evento per Sakamaki cambiò radicalmente quando si ritrovò a essere il compagno del presidente: non poteva essere più uno che se ne stava in disparte per tutta la serata, doveva accompagnare Toudou per tutto l’evento e doveva rasentare la perfezione in ogni suo gesto.

“Questo evento è come una vetrina, la gente viene per osservarci e giudicarci…”

Glielo aveva spiegato Heikichi durante una delle lezioni di danza che prendevano in vista dell’evento. Il presidente si riempiva di ansie riguardo all’evento, iniziava le preparazioni con quasi un anno di anticipo, doveva rendere tutto nuovo, tradizionale, gradevole sia per chi lo sosteneva che per i suoi oppositori, modesto e sfarzoso al tempo stesso, doveva cercare l’equilibrio perfetto tra mille antipodi.

Fino a prima dell’inizio della loro relazione Sakamaki non si era mai accorto dello stress che Heikichi accumulava a causa dell’evento e la cosa lo preoccupava.

Lo scienziato avrebbe tanto voluto aiutare suo marito nei preparativi, ma l’unica cosa che gli riusciva era tranquillizzare Heikichi la notte, quando erano soli.

Il giorno dell’evento Toudou non stette un attimo fermo: andava da una parte all’altra a dare ordini, ad assicurarsi che tutto fosse perfettamente al suo posto. Solo a dieci minuti dall’inizio dell’evento Heikichi decise finalmente di fermarsi e rilassare la sua espressione, modellandola con un sorriso serafico, una maschera che avrebbe indossato per tutto il resto della serata.

Raggiunse Sakamaki, che fino a quel momento non aveva potuto far nulla se non osservarlo e lo prese per mano.

-Lascia parlare me stasera, ok?

Lo scienziato annuì, stordito da quel tornado di responsabilità inaspettate. Togurou si lasciò guidare verso la porta, dove al fianco di Toudou avrebbe accolto gli ospiti più importanti.

Come richiesto da suo marito, Sakamaki rimase in silenzio, pronunciando solo le parole di cortesia necessarie a salutare gli ospiti.

Molti degli invitati si trattenevano a scambiare due chiacchiere col presidente, chiacchiere che Togurou ascoltava attentamente e presto lo scienziato si rese conto di essere l’oggetto di gran parte delle conversazioni. Il tono dei colloqui era fin troppo familiare a Sakamaki: un misto di commenti acidi e battutine ammiccanti a che aveva ascoltato mille e mille volte uscire dalla bocca di sua madre. C’era chi si fingeva sorpreso che qualcuno come Toudou avesse deciso di impegnarsi con lo scienziato, altri gli dicevano indirettamente che avrebbe potuto trovarsi di meglio, ma Togurou rimaneva in silenzio, non sentendosi minimamente toccato da quei velati insulti che gli arrivavano.

Una sola persona lo spinse a rispondere, la moglie di un membro del consiglio, una signora anziana che cercava di nascondere l’età con mille interventi estetici che davano alla sua pelle un’aria finta, finta quasi quanto la pelliccia di visone che portava sulle spalle.

-Presidente, che piacere vederla!

Sakamaki notò subito che il sorriso di Toudou si era fatto più teso, era capitato già un paio di volte durante la serata, sempre quando si presentavano individui particolarmente fastidiosi.

-Signora Abe, il piacere è mio…

La donna sorrise compiaciuta.

-Devo farle le mie congratulazioni per il suo matrimonio, non deve essere stato facile decidere di sostituire Hana dopo tutti questi anni!

Quando veniva pronunciato il nome della moglie di Heikichi, Sakamaki si innervosiva automaticamente, ma quella volta la sua inquietudine non fu provocata da quello, ma dal tono saccente con cui l’anziana parlava. Toudou però non perse il sorriso e chinò il capo in un gesto cortese.

-La ringrazio, sono molto felice di questa mia nuova unione.

Neanche il sorriso della signora Abe vacillò e la donna aprì la bocca per sfoderare nuovamente la lingua biforcuta.

-Se è felice lei… Si è scelto un partito bizzarro, ma lei ha sempre avuto dei gusti particolari, presidente!

Detto questo, la signora diede l’impressione di volersi accomodare, ma decise di allontanarsi dedicando alla coppia un ultimo, velenoso commento, espresso con voce abbastanza alta perché questi ultimi potessero sentirlo.

-Ah, cosa si fa per non rimanere soli sulla via del tramonto…

A Sakamaki poteva ignorare i commenti saccenti e gli insulti velati finché erano rivolti alla sua persona, ma quelli rivolti a Toudou non poteva in alcun modo perdonarli. Ma se l’uomo aveva imparato una cosa dalla madre che tanto odiava era che ogni ingiuria mascherata poteva essere ritorta contro chi la pronunciava.

-Già, per esempio si rimane con la persona sposata solo per la sua posizione e che non si sopporta da una vita…

Toudou e i signori Abe si girarono a guardare lo scienziato, lasciati a bocca aperta dal commento e Togurou, fingendosi altrettanto sorpreso, portò avanti la recita che sua madre gli aveva indirettamente insegnato.

-Ho detto qualcosa che non va? Il mio era solo un esempio…

Livida in volto, la signora Abe non fece altri commenti e si allontanò velocemente insieme al marito, lasciando Sakamaki alle sue mentali celebrazioni di vittoria.

Celebrazioni che vennero presto interrotte da una gomitata nello stomaco da parte di Toudou.

-Ti avevo detto di lasciar parlare me.

Lo scienziato si massaggiò il fianco dolorante.

-Io ho lasciato parlare te infatti, ho solo fatto un commento innocente. Non pensavo che mi avrebbero sentito.

-Non fare il finto tonto! Non dovremmo abbassarci al loro livello.

-E io non mi sono abbassato al loro livello, l’ho semplicemente schiacciata usando la sua stessa arma.

Il presidente sospirò, per poi andare a stringere una mano del compagno.

-Grazie… È dalla morte di Hana che quell’arpia non mi dà tregua con i suoi commenti maligni…

Se fossero stati in un altro luogo, Sakamaki avrebbe già avvolto Toudou in un abbraccio, ma visto la situazione si limitò a ricambiare con affetto la stretta di mano.

-…L’anno prossimo però la tua festa l’organizzo io.

Heikichi sorrise e scosse la testa, sollevato dalla voglia di scherzare che suo marito conservava anche in quell’occasione.

-Il primo compleanno che passerò in pensione lo lascerò organizzare tutto da te…

-E sarà il compleanno più bello della tua vita, te lo prometto.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Siamo a meno tre signori, il traguardo è spaventosamente vicino.

Scusate il ritardo di pubblicazione, ma la settimana scorsa non ero proprio in vena di scrivere e oggi è stata una giornata pesante per me.

Questa è una delle prime shot che ho ideato per questa raccolta, volevo dare un’idea di quanto possa essere stressante la vita di un capo di stato. Spero di aver reso bene l’idea!
Taglio qui che è tardissimo e domani ho lezione.

Ci sentiamo presto,

 

-Lau

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Capitolo 28
*** Doing something ridiculous ***


28 - Doing something ridiculous

 

Sakamaki aveva sempre detestato le riunioni del consiglio dell’El Dorado, le trovava incredibilmente noiose e faceva di tutto per evitarle. Ma, da quando si era sposato con Toudou, era diventato più difficile sottrarsi a quei meeting. Costretto a partecipare, lo scienziato cercava mille modi per passare il tempo, che spesso consistevano nel rompere le scatole al suo caro sposo.

Toudou capì in fretta che sedersi al fianco di suo marito significava passare le successive due ore a essere infastidito da uno scienziato annoiato e, visto che lui era interessato alle riunioni, iniziò a scegliere una sedia situata al lato opposto del tavolo rispetto a Sakamaki, riuscendo così di seguire in pace le riunioni.

Un giorno, immerso nella monotonia più totale, Togurou ebbe un’idea per passare il tempo. Col telefono ben nascosto sotto il tavolo, Sakamaki procedette con il suo piano malvagio.

 

“Ehi splendore, cosa indossi sotto quel completo?”

 

Attirato dalla vibrazione del suo cellulare, Toudou lo prese subito per controllare se gli fosse arrivata qualche comunicazione importante, ma il presidente si accigliò altrettanto in fretta vedendo quel messaggio.

 

“Togurou, mi ha visto mentre mi vestivo stamattina.”

 

Per niente scoraggiato da quella risposta, lo scienziato continuò a mandare messaggi.

 

“Andiamo, non essere così severo, sto cercando di creare un po’ di atmosfera!”

 

“Siamo nel bel mezzo di una riunione.”

 

“E se non lo fossimo? Sai cosa ti farei?”


“No e non voglio saperlo!”

 

“È un peccato, perché saprei esattamente come farti eccitare…”

 

Toudou roteò gli occhi al cielo, già stanco dello stupido gioco che aveva iniziato suo marito.

 

“Solo perché ti annoi non significa che devi… Smettila di guardarmi così!”

 

Un bel sorriso soddisfatto spuntò sul volto dello scienziato, che non perse tempo a rispondere.

 

“Lo sai, ho sempre sognato di fare l’amore con te su questo tavolo.”

 

Le guance del presidente iniziarono a colorarsi di rosso mentre leggeva queste parole.

 

“Smettila Togurou, devo seguire!”

 

“Oh, ti sto distraendo? Mi dispiace, non credevo di attrarti così profondamente.”

 

Stuzzicare Heikichi per Sakamaki era sempre stato divertente, ma da quando avevano iniziato la loro vita di coppia aveva trovato nuovi e fantastici modi per tormentarlo e imbarazzarlo.

 

“Diventi così rosso solo quando ti faccio sentire bene, vuol dire che questa situazione ti piace?”

 

“No, non mi piace. Smettila di inviarmi i messaggi, ho bisogno di seguire e sapere se mi arrivano comunicazioni importanti.”

 

Sakamaki non aveva alcuna voglia di lasciar perdere il suo nuovo passatempo, ma i suoi successivi messaggi vennero completamente ignorati da Toudou, che ora rivolgeva rabbiosamente tutte le sue attenzioni al collega che stava parlando in quel momento.

Sconfitto, lo scienziato sbuffò e si mise a guardare il suo compagno, sperando che avesse pietà di lui e ricominciasse a distrarlo. D’un tratto lo scienziato venne colto da una nuova, fantastica idea.

Scusandosi cortesemente con le persone sedute vicino a lui, Togurou si alzò e andò nei bagni del palazzo, pronto a portare avanti il suo nuovo piano. Dopo una manciata di minuti tornò nella sala, come se avesse fatto una normalissima pausa fisiologica. Nuovamente seduto, Sakamaki non distolse mai gli occhi da suo marito, aspettando il momento adatto per fare la sua prossima mossa.

Quando si rese conto che l’espressione del presidente si era distesa e che la sua attenzione era completamente catturata dal discorso, lo scienziato prese furtivamente il suo cellulare e inviò un altro messaggio al suo compagno.

Toudou, che si era quasi dimenticato dell’imprevisto di poco prima, prese il cellulare e, sbloccato lo schermo, si ritrovò nella chat con Sakamaki una bella foto dei gioielli di famiglia dell’uomo.

Diventando rosso come un peperone, Heikichi sbatté il cellulare sul tavolo, guardando infuriato il suo compagno, che invece gli sorrideva sornione.

Il segretario del presidente, spaventatosi per quel gesto improvviso, si rivolse al suo datore di lavoro, seduto al suo fianco.

-Signore, va tutto bene?
-Qual è la pena minima per un omicidio, Isaya?

-Eh? Cinque anni di carcere, credo… Perché questa domanda?

-No, nulla. Non faccia entrare nessuno nel mio ufficio dopo la riunione, ho una ramanzina da fare.

Il signor Isaya acconsentì confuso, mentre si interrogava sul motivo dell’ira del suo capo.

Toudou intanto pensava a un modo per punire Sakamaki, mentre lo scienziato ridacchiava e pregustava il momento in cui si sarebbe fatto perdonare per quello scherzetto di pessimo gusto.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Mi sono presa una pausa un po’ troppo lunga…

Scusate signori, ma scrivere del sexting è risultato più difficile del previsto.

Il prompt per questo capitolo era “fare qualcosa di ridicolo” e visto che nei capitoli precedenti questi due sono già stati vestiti da animali, sono stati costretti a fare cosplay e una marea di altre cose imbarazzanti, ho deciso di andare un po’ fuori dagli schemi. In fondo cosa c’è di più ridicolo di un goffo e non corrisposto tentativo di sexting nel bel mezzo di una riunione?
Lol, spero che non troviate il capitolo troppo off topic.

Comunque ora vado che è super tardi!

Siamo a -2 signori, la fine è vicina!

Ci sentiamo presto,

 

-Lau

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Capitolo 29
*** Doing something sweet ***


29 - Doing something sweet

 

Le vie di Chicago nel cuore del mattino erano attraversate da ogni genere di persone: giovani impegnati a recarsi sul loro luogo di lavoro, mogli premurose occupate a svolgere le commissioni necessarie alla felicità del loro marito, operai sporchi e sudati che si spezzavano la schiena per mantenere funzionali le strade della città, monelli che marinavano la scuola e gruppi di protesta che distribuivano volantini per informare i passanti sui danni dell’alcool e sulle punizioni che spettavano a chi lo acquistava. Quando un’attivista di questi gruppi si avvicinò a Sakamaki per lasciargli uno di questi volantini, venne brutalmente scansata dall’uomo che le lanciò un’occhiata piena di disprezzo prima di proseguire sulla sua strada.

Togurou disprezzava fortemente le donne, soprattutto quelle sgallettate che credevano di poter imporre la loro pudica e sobria visione della vita su tutti gli abitanti degli Stati Uniti.

Ma in fondo l’uomo doveva ringraziarle: se quelle bacchettone non avessero spinto tanto per proibire l’alcool in tutta la nazione lui non avrebbe mai potuto creare la sua piccola cellula criminale occupata nel contrabbando di spiriti. Quell’attività, ben mascherata come locale di musica jazz, stava fruttando a Sakamaki una quantità di soldi non indifferente, oltre a portarlo nelle grazie delle famiglie mafiose della città che si rivolgevano a lui per avere liquori di ottima qualità e per far sparire personaggi scomodi alle loro attività.

La reputazione di Sakamaki era però stata recentemente minata da uno sciocco imitatore che aveva iniziato a uccidere malviventi di varia natura seguendo il suo modus operandi

 La cosa lo aveva messo in forte imbarazzo di fronte alle importanti famiglie con cui era in contatto, che non potevano fare a meno di sospettare di lui.

Togurou doveva risolvere il problema al più presto e forse uno dei “lavoretti” che gli era stato commissionato gli aveva dato la possibilità di prendere due piccioni con una fava.

Infilandosi in un vicoletto che passava inosservato agli occhi dei più, l’uomo andò ad aprire la porta che portava al suo locale, al momento chiuso in vista della serata.

Liberatosi dal cappotto e dal cappello, Togurou si avvicinò a suo fratello, intento ad ascoltare e selezionare gli artisti che si sarebbero esibiti nei giorni seguenti.

-Lysandre, come vanno le cose?

-Tutto a posto, sto finendo di organizzare il programma della prossima settimana. Non abbiamo ricevuto visite importanti mentre non c’eri.

-Bene. Dov’è Safran?

-Sta intrattenendo il tuo… Ospite.

Sakamaki annuì e non aggiunse altro. Dopo aver salutato alcuni dei dipendenti impegnati nelle pulizie del locale, l’uomo si diresse nelle camere segrete del palazzo, dove i distillatori da lui creati lavoravano a pieno regime. Controllati i regimi di produzione e lo stato degli ordini che doveva soddisfare, Togurou avanzò ancora verso la parte più nascosta dell’edificio dove si trovavano gli appartamenti privati suoi e della sua famiglia.

La sua meta era una cantina buia, illuminata solo dalla luce di una candela, dove una donna dai lunghi capelli neri legati e trattenuti da innumerevoli trecce immortalava su una tela il ritratto dell’uomo legato su una sedia di fronte a lei.

Di fronte a quello spettacolo Sakamaki non trattenne un sospiro prima di accendere la luce.

-Safran, quante volte ti ho detto di non dipingere al buio? Ti rovini la vista…

La donna si girò, posando i suoi occhi violetti e spenti sull’uomo appena entrato.

-Pavot, devi lavorare…?

Togurou avrebbe ucciso pur di non sentire più pronunciare il suo secondo nome, ma per la sua sorellina minore faceva un’eccezione: era forse l’unica donna al mondo che riusciva a sopportare, taciturna e riservata, come lui e Lysandre era stata ripudiata dalla famiglia e non aveva un posto dove andare. Inoltre accettava la sua omosessualità e lo aiutava a nasconderla al pubblico fingendosi la sua fidanzata.

-Sì, ho bisogno che tu vada…

Un lampo di tristezza illuminò per un attimo gli occhi della donna.

-Devi ucciderlo?

Sakamaki si lasciò scappare un sorriso: sua sorella amava davvero la pittura e aveva trovato nell’ultimo prigioniero che aveva portato al locale un soggetto perfetto per le sue opere.

-No Safran, puoi stare tranquilla. Anche se volessi ucciderlo ti lascerei finire prima il suo ritratto.

Rassicurata, la donna si alzò dalla sedia e ripose in un angolo della stanza i suoi strumenti di lavoro, per poi salutare il fratello e lasciare la cantina, chiudendo la porta alle sue spalle.

-Quindi mi tieni in vita solo per far felice la tua compagna?

Prima di rispondere al prigioniero, Togurou andò a sedersi sulla sedia occupata fino a poco prima da Safran.

-Non ho detto questo, ho detto che, anche volessi ucciderti, ti lascerei in vita per farle finire il ritratto. Quindi non voglio ucciderti.

-Non capisco perché ti ostini a tenermi in vita. Ti hanno pagato per eliminarmi, no? Finisci il tuo lavoro.

Con una smorfia, Sakamaki portò avanti e sollevò appena il volto del suo interlocutore, incontrando così le sue iridi scarlatte colme di disprezzo e stanchezza.

-Toudou Heikichi… Desideri così tanto ricongiungerti con la tua famiglia?

Il prigioniero venne scosso da un brivido sentendo quelle parole, poi distolse lo sguardo, arrabbiato.

-Cosa vuoi saperne tu?

Il criminale ghignò soddisfatto, felice di aver messo in difficoltà Heikichi.

-Ho fatto le mie ricerche, signor ispettore capo della polizia. Sei un tipo interessante dopotutto! Lo sa che i suoi amici a Filadelfia hanno fatto uscire tutti quelli che aveva sbattuto dentro a un mese dal suo trasferimento qui a Chicago?

Il poliziotto si trattenne dal ringhiare infastidito.

-Lo so e non mi interessa.

-Strano, dalle informazioni che ho raccolto su di lei non sembra il tipo che se ne frega di queste cose! Uomo di chiesa, capofamiglia esemplare, poliziotto incorruttibile… Mi chiedo come sia possibile che un paladino della giustizia come lei si sia fatto beccare in un vicolo ad ammazzare a sangue freddo un picchiatore della malavita dal sicario che doveva ucciderla.

-Non sono cose che ti riguardano!

Sakamaki ridacchiò soddisfatto davanti a quello scatto di rabbia che aveva cancellato tutto il patimento da fame e la stanchezza dal viso di Toudou.

-Mi riguardano eccome invece. Vedi, il metodo di uccisione che copiavi per non farti beccare è la mia firma, quindi la colpa delle tue scappatelle è ricaduta tutta su di me. Quindi spiegami il perché… Perché hai deciso di copiarmi? Volevi incastrarmi?

Heikichi rimase per un lungo attimo in silenzio: era vero quello che l’altro gli stava dicendo? Lui non aveva premeditato niente di così elaborato, era davvero finito vittima dell’assassino che aveva deciso di imitare per passare inosservato?

-Io… Io ho visto che era un metodo di assassinio comune in parecchi casi irrisolti, ho pensato di sfruttarlo per non far ricadere sospetti su di me. Non avevo idea che fossi tu l’autore degli altri omicidi.

Il sorriso di Togurou si fece più sereno: il mistero era risolto, la sua reputazione era salva. Però quella scoperta gli riempiva la testa di altri pensieri.

 -Beh, il tuo piano è riuscito alla perfezione. È quasi un peccato che mi avessero commissionato il tuo omicidio, se no l’avresti fatta sicuramente franca.

Nella cantina scese il silenzio per una manciata di secondi, prima che il poliziotto riprendesse la parola.

-Quindi ora mi ucciderai?

Sakamaki scosse la testa per poi abbandonare la sedia e avvicinarsi al prigioniero per scrutarlo meglio. Toudou aveva qualcosa che lo affascinava enormemente: era un uomo dalla bellezza particolare, turbata e allo stesso tempo esaltata dalle difficoltà che Heikichi aveva attraversato, un irreprensibile servo della giustizia che si era abbassato a trucidare i criminali nei vicoli bui della città, nascondendosi come un ratto. Quell’uomo era un mistero che aveva completamente conquistato Togurou.

-No, non ti ucciderò. Anzi, avrei una proposta da farti…

 

-…Beh, direi che per stasera è meglio smetterla, continuiamo domani.

Heikichi mugolò contrariato, strofinandosi assonnato contro il marito.

-Ancora un episodio Togurou, ti prego…

Lo scienziato sorrise intenerito, carezzando il volto del compagno.

-Ti si chiudono gli occhi… Guarda che la serie non scappa mica! Continuiamo a vederla domani!

Toudou sospirò: Sakamaki aveva ragione, stava morendo di sonno, ma si era fatto prendere così tanto da quella storia ambientata nell’America del proibizionismo…

-Un altro episodio, ti prego… Voglio scoprire la proposta che Martin vuole fare a Parker…

Lo scienziato ridacchiò e baciò la fronte del suo amato.

-Lo scopriremo domani, così abbiamo tempo per discuterne e fare delle supposizioni.

Il presidente mugolò contrariato ancora una volta, ma alla fine accettò la cosa. In fondo avevano deciso di iniziare quella serie proprio per aumentare i loro interessi in comune e discutere tra loro della trama, vedere gli episodi tutti in una volta avrebbe eliminato quei piccoli piaceri. Ancora un po’ riluttante, Heikichi abbandonò il calore del divano e si preparò per la notte, mettendosi a riflettere mentre aspettava il compagno.

Quella serie televisiva l’aveva completamente conquistato, riusciva a immedesimarsi perfettamente nel personaggio del capo della polizia, finendo inconsciamente per sostituirsi alla sua figura, cambiando poi il resto dei protagonisti con altre persone a lui vicine.

Vaneggiare romanticamente su un criminale era una cosa poco matura, Toudou lo sapeva, eppure trovava piacevole abbandonarsi a quella fantasia. Sakamaki poi gli rendeva facile la cosa: pur essendo un agente governativo, lo scienziato assumeva molto spesso atteggiamenti da delinquente. Il presidente spesso si domandava come sarebbe stata la sua vita se Togurou avesse scelto la strada della criminalità.

Quando suo marito lo raggiunse a letto, Heikichi lo abbracciò pigramente, accoccolandosi al suo petto.

-Togurou… Tu mi ameresti in qualsiasi situazione?

Intenerito dalla domanda Sakamaki sorrise, accarezzando i lunghi capelli dell’altro.

-Certo, nulla potrebbe cambiare i sentimenti che provo per te.

-Quindi mi ameresti anche se le nostre vite fossero diverse?

-Non basterebbe un intervento divino per cancellare il mio amore per te, figurarsi una sciocchezza simile.

Toudou chiuse gli occhi sorridendo, soddisfatto da quelle risposte. Anche in una vita fatta di crimini e scorribande, suo marito avrebbe trovato il tempo di innamorarsi di lui.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

Siete confusi? Vi ho fatto lo scherzetto?

No ok, facciamo i seri. Ho deciso di giocare un po’ con questa shot, la prima parte è una AU che avevo inventato tempo fa, ma alla fine è tutto frutto della fantasia di Heikichi. Il prompt, doing something sweet, gira attorno all’inserire sé stesso e il compagno in una fantasia romantica. Spero che la cosa sia riuscita bene, io mi sono divertita un sacco a scrivere il capitolo. Non credo trasformerò mai questa AU in un progetto reale vista la poca popolarità della coppia nel fandom, ma sono stata comunque felice di proporla in questa forma.

Manca solo una shot a questo punto…

Ci sentiamo la settimana prossima,

 

-Lau

 

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Capitolo 30
*** Doing something hot ***


30 - Doing something hot

 

Immerso nell’acqua calda fino alle spalle, Toudou sospirò soddisfatto, lanciando poi un’occhiata al suo compagno.

Sakamaki era annoiato, sbuffava e cercava in silenzio qualcosa che potesse intrattenerlo. Che lo scienziato non fosse tipo da terme Heikichi l’aveva sempre sospettato, ma dal vivo la situazione era anche peggio di quanto il presidente si aspettasse.

Nel tentativo di cambiare le cose, Toudou si accoccolò vicino al marito, venendo subito avvolto da un suo braccio.

-Grazie per avermi accompagnato qui.

-Figurati, avevi bisogno di una vacanza…

Fin da quando si erano conosciuti, Togurou era per Heikichi una specie di sveglia: sapeva sempre quando aveva bisogno di una vacanza e in gioventù l’aveva più volte costretto con la forza a una giornata di riposo.

-Tu però non mi sembri molto rilassato…

Toudou spiò la smorfia che fece Sakamaki a quelle parole.

-Non mi piace stare fermo senza fare nulla.

-Si chiama ‘relax’, Togurou, è una cosa diversa.
A quelle parole sulle labbra di Sakamaki si formò un sorriso divertito, il tono puntiglioso e preciso che assumeva Toudou in situazioni intime lo rendeva davvero buffo.
Quest’ultimo sorrise, contento di essere riuscito a scacciare quella smorfia dal viso di suo marito; con un movimento flessuoso delle spalle emerse dall’acqua calda, lasciando che alcune gocce gli scivolassero lungo la schiena, dettaglio che non sfuggì agli occhi maliziosi di Sakamaki.
-Dove vai, mon amour?
-In bagno, torno fra un attimo

 Detto questo Heikichi se ne andò, senza dar segni di aver colto la provocazione nella voce del compagno, il quale, rimasto solo, fu costretto nuovamente a pensare a come passare il tempo senza evaporare in mezzo a quel vapore. Chiudendo gli occhi riuscì nuovamente a vedere la figura snella di Toudou emergere dall’acqua, con quei capelli così morbidi impregnati di essenze profumate che spesso si è ritrovato ad annusare, al risveglio nel loro letto… Quei capelli bagnati assumevano un aspetto ancora più carezzevole… Tutto in suo marito dava sensazioni tattili incredibili…
A distrarlo dai suoi pensieri che stavano già andando alla deriva, ci pensò proprio il presidente, che tornò portando un vassoio con due bicchieri e una bottiglia di sakè. Sakamaki si leccò le labbra.
-Oh stavo giusto pensando che berrei volentieri qualcosa… Pensavo però a qualcosa di più dissetante!
Toudou tornò a sedersi al fianco dello scienziato, lasciando galleggiare il vassoio di legno con il liquore.

-Beh, mi sembrava la bevanda più adeguata all’atmosfera.

Con il sorriso ben fisso sulle labbra, Togurou versò il sakè nei bicchieri e fece un brindisi con il marito. Bastarono pochi sorsi a rallegrare i due coniugi, che iniziarono a ridere e chiacchierare allegramente.

-È una cosa che ho sempre desiderato… Bere qualcosa con te.

Sakamaki guardò il presidente con sguardo assente, immerso nei ricordi.

-È vero, ora che ci penso noi due non abbiamo mai avuto la possibilità di farci una bevuta insieme.

-Già…

Heikichi sospirò, scivolando ancora di più all’interno della vasca.

-Non era consigliabile per un presidente abbandonarsi a una serata alcolica con i dipendenti… Però sentirti parlare delle tue notti brave mi ha sempre incuriosito, mi sarebbe tanto piaciuto unirmi a te almeno una volta.

Toudou strizzò gli occhi quando suo marito gli schiccò un bacio sulla fronte.

-Parli come se non fosse più possibile farne una! Basta chiedere, sai? Chiamo i miei amici, ci procuriamo un po’ di superalcolici, prendiamo in prestito qualche mezzo e andiamo a far baldoria. Con te nel gruppo non dobbiamo nemmeno preoccuparci di essere arrestati!

Heikichi si abbandonò a una risata spensierata, con le gote arrossate per l’alcool e l’ilarità.

Era felice, sentiva una dolce sensazione di calore inondargli il petto ed era sicuro fosse causata dai sentimenti che provava per l’altro.

-Sei davvero fantastico Togurou, sono fortunato ad averti come mio amico… E come marito.

Lo scienziato si fece avanti, baciando Toudou sulle labbra.

-Sono io a essere fortunato. Ho sempre sognato di poterti stare accanto, Heikichi, e non solo come amico. Il fatto di essere qui con te, di portare al dito la fede che hai deciso di darmi, a volte tutto questo non mi sembra reale…

Toudou non cercò di consolare Sakamaki, si limitò ad approfondire il bacio, rendendolo così intenso e appassionato che mai lo scienziato avrebbe potuto scambiarlo per un sogno.

Togurou era riuscito a conquistare l’uomo che per anni aveva desiderato e Heikichi aveva recuperato la felicità che credeva persa per sempre, entrambi non desideravano altro.

I loro momenti insieme erano come dei gioielli, piccole oasi di vita comune nelle loro esistenze eccezionali, che avrebbero custodito gelosamente nei loro cuori.

 

~~~~~~~~~

Angolino rotondo

 

È finita. Yep, dopo quasi quattro mesi di stallo sono finalmente riuscita a finire quest’ultimo capitolo. È un po’ una sofferenza, perché sono davvero affezionata a questa coppia e non so quando potrò riscriverci sopra. Allo stesso tempo però è bello vedere finalmente un mio progetto finito su questo sito. A ottobre inizierà la serie di Ares, e la GO sembrerà quasi qualcosa che non è mai successo. Ci saranno nuovi e vecchi personaggi a cui pensare, e si spera che questo fandom torni a brillare come un tempo. La GO forse verrà un po’ dimenticata, ma questa coppia per me sarà sempre speciale. Spero di averla fatta trovare almeno un po’ speciale anche a chi ha letto fino a qui, quel numeretto tutto nero affianco al nome del capitolo. Più di mille persone, per curiosità o per sbaglio, hanno aperto il primo capitolo, circa una settantina sono quelli che hanno aperto l’ultimo. Non so chi siete, non mi importa, ma spero che questa raccolta vi sia piaciuta. Io mi sono divertita in questi mesi a scervellarmi su ogni capitolo, a infilare questi due in situazioni assurde o quotidiane. Anche io, come Toudou, mi sento felice.

E con questo vi saluto, domani mi aspetta un lungo viaggio e ho bisogno di dormire.

Alla prossima, miei cari, chissà come e chissà quando…

-Lau

 

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