La bellezza del filo d'erba

di MesserGigi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il filo d'erba ***
Capitolo 2: *** Infiniti raggi, mille vie. ***



Capitolo 1
*** Il filo d'erba ***


"Non mi ero innamorato mai così intensamente di una ragazza, eppure, ora lo sono. Sono innamorato di sentimenti puri. Per quanto possano sembrare sentimenti da femminuccia in un romanzo rosa, ebbene, io, uomo duro di animo mi sono innamorato. La mia rovina è vicina, per seguire questo amore, sono sicuro che avrei dovuto prendere una strada diversa da questa. Una strada che avesse come obbiettivo questa ricerca della perfezione interiore. Da quel giorno in poi mi sono sempre forzato seguire la strada che mi ha portato qui e ora odio il mio mondo fatto di complotti alle mie spalle e falsità, odio il mio mondo di chiusura in me stesso e odio il mio mondo formato da paure e angosce futili, io odio me stesso. Il mondo moderno ha la colpa più grande, poiché il mondo in cui vivo aiuta molto il vivere autonomo della gente, del non aver bisogno dell'altro per sopravvivere a questo schifoso mondo ipocrita. E io non sono altro che un piccolo uomo, che con questo schifo comportamenti non riesce a farsi una vita decente, come tante vite che esistono tutt'ora. Nella mia vita ho notato diverse volte che esistono vite molto differenti dalla mia e molto più belle. Cosa intendo per belle? Semplicemente intendo vite con vitalità. Scusami per questo gioco di parole, ma era l'unico modo per spiegare con una frase semplice ed efficace il problema. Forse potrei spiegarmi meglio dicendo che io vivo una vita noiosa, senza esperienze, come l'immenso primo amore, l'amore che accompagna tutta la vita! Ebbene io mi cruccio tutt'ora di non averlo trovato. Mi sono sempre innamorato di ragazze che sentivo adatte a me, ma tutte scompaiono, non vanno oltre. Io ho chiesto sempre questa esperienza. Ho chiesto disperatamente anche alla religione! Ed eccomi qua, accovacciato su un letto senza sentimenti per consolare il mio animo triste e disperato. E come un uomo si dispera che ha perso la casa, io mi dispero per aver perso la speranza. La speranza l'ho persa, ma ora pianifico le mie prossime mosse. Mosse davvero crudeli per me. Significa cambiare, distruggere la maschera che mi porto dietro fin dall'infanzia che si è piantata su di me senza permesso come un'erbaccia cattiva che emana mal odore! Possa io cambiare ed estirparti fin dalla radice! Malevola pianta che copri il mio cuore con le tue radici che mi fanno inciampare ad ogni passo! Questa è la mia situazione, uomo distrutto che con tutto se, si sforza e non riesce a raggiungere il suo obbiettivo, devo cambiare se stesso e lo devo fare per il mondo. Per questo scrivo questa lettera. A te mio caro amico, tu che leggi ora queste disperate parole. Aiutami."

Mi era arrivata questa lettera apparentemente anonima in uno dei primi giorni di primavera, mentre i passeri cinguettavano sui verdi alberi con rami illuminati da un caldo sole e io uomo, di poco più di vent'anni, seduto su una fredda poltrona, ero concentrato a leggere questa maledetta lettera. Maledetta non perché odiata da me, maledetta non perché era scritta, ma maledetta perché conteneva parole dolorose che conoscevo bene. Il mio animo aveva toccato con mano questi sentimenti. Ma mai, mi sarei aspettato che qualcun altro avesse la possibilità di sentire questo. Di avere questi sentimenti, di avere questi grossi dolori.
In quel momento la lettera, che tenevo fra l'indice e il medio della mia mano destra tremava. Sentivo una gran paura di girare la lettera, sapevo già cosa aspettarmi. Vedevo attraverso la luce il retro della lettera, aveva un'ombra nera d'inchiostro dietro, ormai avevo capito che era lui e la girai. Lasciai cadere la mia testa indietro e disperatamente misi le mani in faccia a coprire il viso disperato di dolore e commosso di gioia. Mi alzai pronto a sdraiarmi sul letto dove mi addormentai di colpo. Era il simbolo, era il filo d'erba!

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Capitolo 2
*** Infiniti raggi, mille vie. ***


"Dell'uomo del guardare 
Sotto il tramonto
Dell'uomo dello scrutare
Un nuovo racconto
Dell'uomo col sensibile 
Per consolar l'animo mio
Dell'uomo dell'emozione
Io vo' cercando"

"Descrivere un uomo è come descrivere un'immensa biblioteca di libri che continuano a scriversi ogni momento che passa. La nostra vita, infatti, anche nei momenti più gravi e più dannosi per il nostro essere, continua ogni secondo. Anche nel momento noioso, sul proprio letto, ad attendere un nuovo amore o un periodo stabilito è esperienza". Disse Luca. Roberto era sbalordito, non si aspettava un certo pensiero. "Roberto, che ne pensi?". Roberto distolse lo sguardo dallo spettacolo che aveva davanti agli occhi, fissò l'amico con grande curiosità e chiese "Come fai a dire che stare distesi su un letto sia esperienza? Attendere un momento ignoto è come dimenticarsi di vivere una vita e dedicarsi all'ozio, sappiamo entrambi che porta al nulla". Luca rispose "Allora perché guardi questo tramonto con me su questo colle? Secondo il tuo ragionamento, guardare questo spettacolo della natura è oziare e porta al nulla. Allora perché ne siamo così affascinati e torniamo sempre? Eppure tornare ogni giorno qua ci fa comprendere che abbiamo qualcosa di diverso dagli altri." Roberto disse "Sì, vero, sono stato sempre d'accordo sul fatto che abbiamo qualcosa in più rispetto all'altra gente. Ma secondo me, questo qualcosa in più, ce l'hanno tutti in fondo, va solo scoperto dentro ognuno. Per questo motivo, guardare questo tramonto, non è ozio perché per me è una riscoperta continua di questo qualcosa in più." Luca chiese "Questo qualcosa in più, in camera, non lo senti?" Roberto rispose "No, sarò strano, ma odio pensare sul letto. Pensare alla mia vita, della quale non sono per niente soddisfatto, che mi serve? A cosa mi servirà mai se non a rovinare una giornata rendendola deprimente? Guardare questo tramonto, mi rincuora. È come avere di fronte infiniti raggi e ad ogni raggio una possibilità. Questo mi fa capire che la vita, può essere cambiata per ogni raggio che seguo e questi raggi non sono altro che le mie scelte."

Era la prima volta che guardavo seriamente un tramonto. Lo sapevamo entrambi che quello spettacolo lo avevamo sempre ignorato. Ma uno sguardo diverso aveva elevato il nostro essere a percepire quella bellezza.

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