-Vitae-

di sereee_c
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Vitae- ***
Capitolo 2: *** - II - ***
Capitolo 3: *** - III - ***
Capitolo 4: *** - IV - ***
Capitolo 5: *** - V - ***
Capitolo 6: *** -VI- ***
Capitolo 7: *** -VII- ***
Capitolo 8: *** -VIII- ***
Capitolo 9: *** -IX- ***
Capitolo 10: *** -X- ***
Capitolo 11: *** -XI- ***
Capitolo 12: *** -XII- ***
Capitolo 13: *** -XIII- ***
Capitolo 14: *** -XIV- ***
Capitolo 15: *** -XV- ***
Capitolo 16: *** -XVI- ***
Capitolo 17: *** -XVII- ***
Capitolo 18: *** -XVIII- ***
Capitolo 19: *** -XIX- ***



Capitolo 1
*** -Vitae- ***


- Vitae -

- I -

 

"Mi rompe il cuore pensare che lei possa vivere una vita con lui che a me non sarà mai dato aver vissuto. Ho paura... Quante strade non potremo mai vivere? Quanti atti, gesti, amori mancati? Ho paura di questo mio aprirmi al nulla, scelgo e scegliendo mi chiudo mille altre scelte, io voglio viverle tutte, voglio esperirle, voglio farmele entrare nella pelle, vivere ogni singola vita che mi sia data e che mi sia possibile...io voglio vivere anche lui.. Anche solo per un attimo poter essere io la condivisione delle sue paure, delle sue risate, la sua spalla e la sua confidente. Vorrei avere io i suoi sguardi, i suoi pensieri, i suoi abbracci, i suoi baci...santo cielo...sto farneticando!".

Fine ritornò a sé, chiuse il libro che aveva tra le mani, lo appoggiò sul tavolo guardò a destra, guardò a sinistra si alzò e infine uscì dalla biblioteca.
Mai prima d'ora i corridoi le erano parsi così estranei, si sentiva come in un limbo tra il conscio e l'inconscio, come ancora non fosse riuscita del tutto a uscire dai propri pensieri. Camminava e pensava, pensava e cercava di non pensare, o almeno non pensare a lui. Automaticamente svoltò l'angolo, quell'angolo così tante volte fatto per andare in dormitorio, quando la sua fronte e tutto il suo corpo andarono a sbattere contro una superfice fredda ma sopratutto dura e molto dolorosa...

"...hai sempre la testa fra le nuvole!" ed ecco che poco più in la, dal lato opposto del corridoio aveva parlato quello che era stato poco primal'oggetto dei suoi pensieri.

"Briiight!!! Non.. ..non avevo visto questa dannatissima porta, e poi non ridere di me!!" Esclamò Fine rossa in viso, sia per la botta che per l'essere stata vista in un momento di così grande goffaggine.

"Sei una pasticciona" le aveva poi detto con quella sua dolcezza fraterna che la faceva sempre imbarazzare, ma che in fondo in fondo l'aveva sempre emozionata. "Non sono una pasticciona!" mise lei il broncio, "..e va bene forse solo un pochino" continuò massaggiandosi la parte della fronte che era venuta a contatto ravvicinato con la dannata porta.
"Beh in ogni caso che ci facevi qui in giro?" finì la rossa.
"Nulla di che" disse Bright "andavo in biblioteca a cercare dei libri per le mie ricerche. E tu come stai invece?".
"Bah a parte la botta tutto bene, faccio cose, vedo gente, insomma tutto ok!" non era questo che in realtà voleva rispondere, voleva urlargli che gli mancava, voleva chiedergli ancora il perché di questo suo improvviso distacco, voleva anche solo un abbraccio come ai vecchi tempi... ma era la prima a sapere che era impossibile e così prima che lui potesse aggiungere altro (se mai lo avesse fatto) lo salutò dicendo che doveva scappare e giratasi si riavviò verso i dormitori.
Bright rimase sorpreso, così da non riuscire a fare altro che salutarla e girarsi a sua volta... "perché ultimamente è così strana..." si chiedeva e non riusciva a venirne a capo. Fine aspettò pochi minuti e si voltò sperando dentro sè che magari anche lui si girasse per cercare la sua figura ancora una volta... non fù così, lo vide svoltare verso il corridoio della biblioteca e poi nulla. Si diede ancora della stupida, cosa pensava? Perché avrebbe dovuto girarsi? Eppure lei si era girata, lo aveva cercato mentre si allontanava...

"Aaaaaah perché deve essere tutto così difficile?!". Passò nella sala comune senza guardare in faccia nessuno, imboccò il corridoio della sua stanza, digitò il codice, passò la carta-chiave (carta magnetica usata come chiave per le porte), entrò e si richiuse la porta alle spalle.
Altezza come al solito era sdraiata a pancia in giù sul suo letto cercando di studiare...cercando. Appena vide entrare l'amica ne approfittò per, diciamo, prendersi una piccola pausa dal suo "intenso studio".
"Che muso, mamma mia sembra ti abbiano pestata!" esclamò rivolta alla sua amica rossa.
"Senti eh, non è proprio il caso...e poi in realtà sono stata picchiata per davvero..." disse la rossa incupendosi.
"Cosa?! Chi?! Quando?! Ma come?! Daiiii mi stai prendendo in giro! Guai a te eh!" esclamò allora quella con un irruenza inaspettata.
"Altezza dico la verità, ti pare?"
"Ma allora parla! Chi! Come!"
"E va bene lo dirò... ecco... insomma...si, è stata...una porta!"
"Una porta?!" rispose la bionda sorpresa.
"Una porta. Ci sono andata a sbattere, è stato uno scontro ravvicinato, lo ammetto"
Entrambe si guardarono per un attimo per poi scoppiare in una fragorosa risata!
"Sei tutta scema!! Mi stavo preoccupando, comunque non ce la puoi fare eh! Ma non l'avevi vista mi chiedo!? " disse ancora ridendo
"Ehm io no...Bright si, era li e mi ha vista andare a sbattere, non sai che imbarazzo...ma proprio lui doveva vedermi?! ...E poi sai che mi ha detto?"
L'amica la guardava aspettando che concludesse.
"Mi ha detto che andava in biblioteca, e io c'ero rimasta fino poco prima! Se rimanevo solo 5 minuti in più ci saremmo visti e magari avremmo studiato insieme... come ai vecchi tempi..."
Altezza la guardò silenziosa per un attimo prima di esordire con un sonoro e perentorio
"FINE...SMETTILA! Santo cielo, non vedi che non gli interessi?! È approfittatore, e poi come ti ha trattata?!? si è fatto sentire finchè gli è interessato, e ora, sparito..puff...poi hai il ragazzo tu! Quindi la devi smettere." concluse il suo sermone ma vedendo l'amica ancora dubbiosa aggiunse " ...so che ti ci trovavi bene, che avevate un bel legame, e che anche se non lo vuoi ammettere ti piace sia fisicamente che mentalmente ma sei tu la prima a dire che a lui non interessi... Lo sai che io ti capisco benissimo, dobbiamo farcene una ragione...dai" e concludendo la strinse in un abbraccio affettuoso.
"Hai ragione Altezza, anche io lo so...ma ogni volta che lo vedo...e ripenso a come sia andato tutto...mi manda fuori di testa. Lo so...devo avanti come sempre e basta..."
"Già...Fine... purtroppo è così... in ogni caso che fai dopo, ceni con me e gli altri?" chiese infine la bionda cercando di cambiare argomento.
Fine fu ancora distolta dai suoi pensieri... "Ehm scusa ma stasera proprio no, dopo viene a recuperarmi Shade, stasera usciamo!" disse felicemente.
"Evvabbene" esordì senza pause la bionda " per questa volta non mi lamenterò del bidone" concluse con la linguaccia facendo ridere l'altra.
Entrambe si sorrisero e fecero cadere la conversazione, Fine non era dell'umore, e Altezza conoscendola bene,non voleva richiamare all'amica certi pensieri.

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Capitolo 2
*** - II - ***


"Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere..."
"Uffa i libri che leggo la devono smettere di essere così melodrammatici, altrimenti non ne esco più da questa storia..!" pensò Fine che rimasta sola ormai in stanza attendeva l'arrivo di Shade.
"Driiin...driiin!" suonò immediatamente il campanello della porta della camera.
Fine, si alzò, si guardò velocemente allo specchio per risistemarsi un poco, aprì la porta senza troppa attenzione nel mentre che recuperava dal porta oggetti li affianco la sua carta-chiave, trovatala si girò immediatamente verso la porta ormai aperta e che sorpresa nel trovarsi davanti due occhi non blu come la notte, bensì marroni come la terra.
"Ciao" disse più che sorpresa "ehm che ci fai qui?!"
"Ciao Fine, stai bene? sembra tu abbia visto un fantasma! Non volevo farti quest effetto!" le disse con gentilezza guardandola intensamente negli occhi.
"Ma no Bright figurati! Scusa è che mi ha sorpresa vederti qui, non ti aspettavo, poi a quest'ora!" disse la rossa tentando di rimediare al suo stupore eccessivo
"Beh da come sei vestita, direi che qualcuno in ogni caso lo stavi aspettando... Dove vai di bello?" 
"ecco io ehm...in realtà..." iniziò lei quando "in realtà aspettava me!" disse Shade che da poco aveva fatto capolino nel corridoio. "Shade! Eccoti!" disse Fine sorpresa e imbarazzata "pensa poco fa pensavo fossi tu e invece era Bright che era venuto per..." " Si ecco ero venuto per riportarti questo libro, me lo ha dato la bibliotecaria ha detto che lo avevi dimenticato oggi in biblioteca..." e scambiò un occhiata con Shade, che pareva non gli staccasse gli occhi di dosso... "Beh dai non mi trattengo oltre, eccoti il libro Fine! Buona serata a entrambi!" detto questo diede il libro a Fine e se ne andò.
" Bah certo che poteva anche dartelo domani questo libro" esordì Shade avvicinandosi alla sua ragazza.
"Dai amore, non essere scorbutico,voleva solo essere gentile!" rispose lei con un pizzico di accidia verso il proprio ragazzo.
"Sarà...andiamo?" prima che potesse rispondere schiocco subito un prorompente bacio sulle dolci labbra di lei e presala per mano la portò via.


"Sophie!! Ma ci sei o ci fai?!" esclamò Altezza con voce perentoria," perché hai chiesto a Auler se mi trova a carina, lo sai che a me lui piace! Che imbarazzo!!Non dovevi! Assolutamente!"
"Daiiii Alti! Ma per cosa te la prendi, tanto nemmeno ha risposto!" disse l'altra con tutta calma e un sorriso sornione
" Proprio per questo me la prendo?! TU MI FARAI IMPAZZIRE!!" era ormai su un punto di non ritorno e così come la goccia che fa traboccare il vaso, iniziarono a traboccare lacrime di nervosismo dagli azzurri occhi di Altezza
"Dai alti vieni qui, perdonami dai, e poi non è vero che non ha risposto, ha detto anzi che ti trova carina! Davvero!"
Quella come se avesse avuto un radar alle parole "ti trova carina" balzò in piedi, guardò l'amica prima con astio, poi con dubbio, poi con rabbia, poi con speranza e chiese... "davvero???"
"Testuali parole: vestita così è carina. Non te l'ho detto subito perchè non volevo ti montassi la testa, ma visto come hai reagito... "
"Non mi stai prendendo in giro?!" chiese, senza nemmeno ascoltare l'amica, con gli occhi di un cucciolo bastonato "perché se è uno stupido scherzo sappi che me la paghi cara" aggiunse subito con le fiamme che le uscivano dalle pupille e uno sguardo che avrebbe messo terrore al più coraggioso e indomito eroe.
"Giuro, santo cielo alti come sei stressante ogni tanto!!!" l'altra fulminò l'amica con lo sguardo e poi subito serafica per le parole appena sentite la prese per il braccio e la trascinò alla ricerca del suo Auler, se quella sera la trovava carina bisognava allora approfittarne!! 


"e nulla quindi noi siamo corse, cioè ho trascinato Sophie di nuovo dentro al bar e li è successo tutto..."
"ma tutto in che senso? Dai non lasciarmi sulle spine!!" disse la rossa all amica.
"senti Fine non mi stare addosso eh! È mattina e non è stata una bella serata la mia e quindi nemmeno è piacevole da raccontare...!" si irritò la bionda, aspettò pochi secondi e vedendo che l'amica pareva aver capito la questione ricominciò il racconto.
" quindi dicevo entriamo nel bar..."
" questo già lo hai detto!"
"Fine!! Cosa non hai capito prima?!" fece gli occhi da assassina.
"altezza sei intrattabile mamma mia!"
"Shhhh" la zittì l'altra "entriamo nel bar e cerchiamo Auler, ma non lo troviamo! Allora usciamo e dei ragazzi cercano di attaccarci bottone allora noi con la scusa di andare in bagno ce li togliamo di dosso, solo che poi Sophie doveva davvero andarci, al bagno dico, così rientriamo, giriamo l'angolo per andare verso i bagni e chi ti troviamo?!" 
"chi?? Auler??" chiese la rossa.
"peggio" dice l'altra con un fremito di rabbia " peggio!! Abbiamo trovato si Auler peccato che sulla sua faccia ci fosse spalmata quella zoccola di Eliza! Io quella se la prendo la distruggo" disse infine al colmo della rabbia e con le lacrime della disperazione che già iniziavano a scendere.
" Ahia...e poi?"
"poi nulla me ne sono andata e Sophie mi è corsa dietro...se restavo li avrei fatto una scenata e non volevo rendermi ridicola per lui..."
" Mi spiace Alti...però hai fatto bene a non fare la scenata, ora già te ne pentiresti altrimenti...dai vieni qui!" e la rossa la strinse forte e aggiunse "ormai lo sai che tanto non ce ne va bene una, mi sa che c'abbiamo la rogna addosso alti!" l'amica la guardò e le sorrise. Fortuna che a questo mondo esistono gli amici, rendono ogni cosa meno triste, meno brutta, meno qualsiasi cosa, e sopratutto con loro non ci sono mai problemi, almeno di cuore! 
"Mi sa che qui ci serve l'acqua santa Alti!" aggiunse infine Fine già quasi ridendo e portando così un ilarità generale nella stanza..."eh già fortuna che ci sono gli amici!"

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Capitolo 3
*** - III - ***


Un giorno come un altro. In una stanza come le altre, in un collegio come altri, delle ragazze come altre si svegliavano come si svegliano tutti.
Una sveglia del genere di cui sono fatte tutte le sveglie, venne, come tutte le sveglie spenta con molto nervosismo.
Da un letto fece capolino una testa bionda, la testa si voltò, prese coscienza di sé e vide che nel letto dalla parte opposta al suo un fagotto se ne stava ancora imbacuccato sotto le coperte.
"Ma che...aw ore...aw sono"  disse la testa scrutando intorno a sè con gli occhi ancora semichiusi.
Si rigirò verso l'oggetto che l'aveva in malo modo svegliata, ne guardò di soppiatto il display e con non poca fatica lesse: 7:45.
"Sette e quarantacinque... Sette e quarantacinque...Sette e quarantacinque?!?!" di scatto resasi conto lucidamente di quello che aveva appena letto la bionda si alzò velocemente, quasi inciampando nelle sue stesse coperte e gettatasi dall'altra parte della stanza prese il fagotto che stava sotto le coperte e iniziò a scuoterlo.
"Fine!! Fine!!! SVEGLIAAA È TARDISSIMO!" 
Il fagotto un poco mugugnando tirò la testa fuori e "Asltesza mgna chfe vfuoi" sbiascò con la voce impiastrata dal sonno. 
"Fine sono quasi le otto siamo in ritardissimo,  muoviti alzati, mentre mi vado a sistemare in bagno!" e senza aspettare risposta si chiuse subito nella suddetta stanza.
"Le.. Mm otto..." mugugno l'altra riinfilatasi sotto le coperte... "Le otto" pensò ancora e come un lampo a ciel sereno la sua mente realizzò la situazione. 
"Santo cielo" sgranò gli occhi "non ce la farò mai a prepararmi in 10 minuti!!!".
Si alzò e ok, la divisa, e la divisa fu recuperata, via il pigiama, su la divisa. Aprì le imposte e fece entrare luce. Guardò l'ora, aveva ancora tre minuti! 
"Bagno" realizzò, corse alla porta e iniziò a bussare "Altezza muoviti esci!!! Serve a me entrare ora!!", l'orologio segnalava che mancavano ormai due minuti e lei ancora doveva sistemarsi, altezza aprì e si presentò pulita, pronta e profumata.
"Maledetta" pensò sommessamente Fine correndo a lavarsi il viso, i denti e sistemarsi i capelli che erano tutti arruffati. 
"Fine dobbiamo andare dai o non riusciremo a entrare in aula prima della lezione!!" le urlava intanto la bionda.
La rossa si catapultò fuori, preparazione in tempo record di 10 minuti, aveva superato sè stessa! Ora bisognava solo affrontare diversi lunghissimi corridoi per arrivare all'aula, ma ce la potevano fare!  

Nei corridoi si sentiva il consueto scalpicciare di passi di chi andava e chi veniva, chi usciva e chi entrava, il tutto ancora sospeso in quella magica aria del mattino quando i rumori sono ancora sommessi e sembra che tutti si curino di non disturbare né essere disturbati in quella quiete delle prime ore dopo il sonno. 
Forse quel mattino però non era così proprio per tutti.
"Permesso!!!" "Viaaaa, fate largoo" due testoline una rossa e una bionda correvano disperate per riuscire a entrare in tempo nell'aula 120A.
"Altezza corri! Più veloce!!" 
"Dannata Fine, io non" riprese fiato "sono fatta per gli sforzi fisici!!!" le urlò disturbando molti degli studenti in quella zona. "Mannaggia" pensò. "proprio oggi che abbiamo lezione dall'altra parte del collegio dovevamo svegliarci tardi!".
Finalmente l'aula. Le porte grazie al cielo erano ancora aperte. Le due si catapultarono dentro e si sedettero nei primi posti liberi. Il docente era in ritardo, che colpo di fortuna!
La lezione cominciò, ma Altezza quel giorno si sentiva veramente svogliata, la sua soglia di attenzione era pari a quella di un criceto, il che in confronto poteva essere in realtà considerato un insulto ai poveri criceti.
Guardava fuori e si distraeva, guardava il quaderno e senza rendersene conto disegnava cuoricini pensando ad Auler, al che li cancellava in ricordo della sera di due giorni prima. "Altezza ma che fai hai 22 anni e ancora disegni cuoricini" si diceva mentre svogliatamente iniziava a cancellarli con la penna. Scrutò ancora attorno a se e poi iniziò a guardare le persone nell'aula. La sua attenzione si fermò poi diverse file più avanti e venne attirata in particolar modo da una testolina azzurra. 
"Fine! Fine!" la chiamò agitata.
"Shhhh Alti! Che vuoi! Non vedi che sto cercando di seguire" disse l'altra esasperata dalle continue distrazioni dell'amica.
"Ma Fine guarda chi c'è più avanti in seconda fila! La vedi davanti quel ragazzo moro, la vedi?eh? Eh?!" 
Fine  un po' annoiata fece come le era stato detto, portò lo sguardo più avanti e il cuore perse un battito. "Fine? Allora? È lei o no? È lei?? Hei non mi dici nulla" continuava a tartassarla Altezza.
"si Alti dovrebbe essere lei.. Cioè io l'ho vista solo una volta però credo sia lei" 
"ma daiii! Che ci fa in questo corso? Non dovrebbe seguire un indirizzo diverso dal nostro?".
"non so alti, magari lo segue come corso a scelta".
"Ma poi guarda! Si è messa in seconda fila...che secchioncella...bah!" concluse la bionda.
La lezione era terminata. La bionda per il suo fare un po' pettegolo e curioso aveva escogitato un piano, così messe via le sue cose si congedò velocemente dall'amica, scusandosi dicendo di avere un impegno. La rossa che sapeva delle stranezze dell'altra pensò che dovesse correre a cercare Auler per stalkerizzarlo un po' e quindi la lasciò andare salutandola velocememnte. Così la bionda come vide nelle prime file l'azzurra che se ne andava in compagnia di una amica le andò dietro, voleva assolutamente vedere questa famosa ragazza. Per un po' le seguì nel corridoio finché non vide che svoltarono verso la mensa dell'ala est. La turchina e l'amica si misero in coda per prendere i vassoi quando dalla borsa dell'azzurra senza che lei se rendesse conto fuoriuscì e cadde un quaderno.
"questo è il momento!" pensò altezza che con nonchalance si avvicinò lo raccolse e lo porse alla proprietaria spiegandole che le era appena caduto senza che lei se ne accorgesse. La turchina giratasi ringraziò la sconosciuta con un grosso sorriso e si rimproverò della sbadataggine. Che stupore non fu per Altezza notare una così grande somiglianza con la sua amica. Se non fosse stato per i diversi colori di capelli e di occhi e il viso un po' dissimile le avrebbe definite "due gocce d'acqua"
Le espressioni, la piega delle labbra, il sorriso, il modo in cui si illuminavano gli occhi, tutto le aveva ricordato Fine!
"Che strano" pensò altezza sovrappensiero, quando si vide sotto gli occhi una mano protesa verso di lei.
"Piacere comunque, io mi chiamo Rein!" disse la turchese porgendole la mano, "Grazie per aver raccolto il quaderno! visto che sei sola posso invitarti a mangiare con me e la mia amica Lione?".
Altezza rimase perplessa, che fare? Poi si ricordò della sua missione di spionaggio e della regola "mai socializzare con il nemico" così le rispose con il suo sorriso migliore stringendole la mano "Piacere io mi chiamo Altezza, figurati per il quaderno, e grazie dell invito Rein però purtroppo sto cercando un amica e quindi devo proprio andare. In ogni caso è stato un piacere" detto questo e augurato alle due ragazze il buon appetito si allontanò.
"Muhmuhmuh" gioiva dentro se per la riuscita dell impresa quando a un tratto si senti chiamare.
"Altezza, Altezza ferma!!!" era Sophie che l'aveva intravista dal corridoio "che ci fai in giro da queste parti? Non pranzi?". Altezza gongolando ancora per il suo successo prese sottobraccio l'amica e le disse "Vieni mia cara, pranziamo insieme così ti racconterò... ti racconterò". 

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Capitolo 4
*** - IV - ***


Fine mise via tutte le sue cose nella borsa e lentamente uscita dall'aula si avviò verso i corridoi. Si stava avvicinando l'ora di pranzo ma come da un paio di giorni a questa parte non sentiva proprio la voglia di pranzare e menchemeno di avventurarsi in un luogo rumoroso e affollato come la mensa.
Imboccò allora i corridoi che portavano verso l'ala ovest, dirigendosi verso la biblioteca. Da diverso tempo quello era uno dei pochi luoghi che le metteva tranquillità. Strano come da piccola avesse sempre avuto timore di questi posti polverosi e pieni di libri e come invece ora non potesse farne a meno. 
Ultimamente era cambiata molto, era rimasta sempre giocherellona e scherzosa ma si era fatta anche più seria e diligente. In questo aveva contribuito molto anche la relazione con Shade, era con lui e per lui che aveva iniziato a frequentare la biblioteca e anche questo pian piano l'aveva resa amante di quel posto. Li si erano dati il primo bacio, li lui l'aveva più volte aiutata, rimproverata e infine incoraggiata verso quello che faceva. Le mancava molto la sua compagnia quotidiana, ma lui aveva ormai finito il percorso di studi ed era stato spostato come ricercatore in una succursale, quindi era poco il tempo che riuscivano a passare insieme.

Mentre si perdeva in questi non troppo allegri pensieri era ormai arrivata all'ingresso della biblioteca, entrò, salutò la dolce vecchina bibliotecaria e si mise seduta al solitario tavolone nascosto tra gli scaffali. Voleva stare sola. Aprì qualche quaderno per ricontrollare gli appunti ma non riusciva a concentrarsi...
"Uffa...avevo già abbastanza pensieri, ci mancava scoprire che la nuova ragazza di Bright frequenta il mio stesso corso! Perché capitano tutte a me!" urlava a se stessa in preda allo sconforto. In un moto di rabbia spinse via i quaderni e appoggio la testa sul banco, chiudendo gli occhi.
Non passò molto che sentì un qualcosa appoggiarsi sulla sua testa e una voce dolce che le diceva "è così che si studia signorina?". Conosceva quella voce, il suo cuore ebbe un fremito girò subito la testa e ecco. Occhi cobalto in occhi cremisi, mare e fuoco gli opposti inseparabili. 
"Shade!!" un magnifico sorriso le si allargò sulle labbra! "Che ci fai qui?!"
Quell'incontro ci voleva proprio! Shade non le rispose guardò l'orologio e vide che si erano già fatte le 12, un idea allora gli balenò nella mente.
"Ehi guarda che non puoi saltare il pranzo! Signorina Fine la invito ufficialmente per un pranzo a base di...gelato! Le va?" le disse Shade scherzosamente porgendole il braccio.
Aveva evitato di rispondere, ma a Fine non interessava, pensava solo a quanto fosse bello vederlo li con lei, come ai vecchi tempi. "Sei proprio scemo, beh Cavalier Shade, se me lo chiede con cotanta cavalleria non potrò opporre diniego al suo invito" detto questo per continuare il gioco, si mise a braccetto del suo cavaliere che appena ebbe la ragazza presso di se decise di avvolgerla in un caldo abbraccio e darle un bacio sulla fronte sussurrandole "Mi manchi amore...ecco perchè sono qui" la ragazza diventò rossa quasi quanto i suoi capelli e si appoggiò al petto di lui sentendo che ogni dubbio, ogni tristezza insieme a lui scompariva subito. Tra le sue braccia lei si sentiva a casa, e amava questa cosa.


Nel mentre una chioma bionda che rifulgeva tra gli scaffali dei libri aveva assistito inerme a tutta la scena. Era felice di vedere che quella che era stata la sua unica amica stava insieme a una persona che poteva amarla, eppure nonostante la felicità sentiva dentro se come una spina di tristezza. Sicuramente questo era perché dentro dentro anche se non voleva ammetterlo a se stesso, un Po quella pasticciona gli mancava. Non aveva capito come era avvenuto questo progressivo distacco però se ne sentiva in parte responsabile. Da quando si era messo con la nuova ragazza, e da quando Fine gli aveva parlato del fatto che lo sentiva distaccato i loro rapporti si erano pian piano raggelati. Non capiva...
Sbuffò, “io le donne non le capirò mai..." affranto riprese il suo lavoro di catalogazione dei libri e cercò di distogliersi quei pensieri.
Eppure quella spina malinconica non sembrava volersene andare.
"fortuna che dopo vedrò Rein, con lei starò meglio" si ripropose infine e sebbene non del tutto convinto cercò di distrarsi lavorando ancora più sodo.
Prese un libro lo catalogò e lo ripose, oggi doveva lavorare per la biblioteca e questo era il compito: riaggiornare gli archivi.
Libro dopo libro, scaffale dopo scaffale. Non si poteva certo definire il prototipo del lavoro allegro, in più non arrivava nessuna distrazione da quella ripetitività. Ecco l'ennesimo libro, lo prese, lesse annoiato il titolo "Botanica dei fiori", interessante! Lo guardò meglio, aveva una copertina rossa con un disegno stilizzato di un girasole. Un girasole, il fiore preferito da Fine! Ed ecco che lei ritornava nei suoi pensieri come fosse li presente...
"Erano nella serra del collegio, che bello era stato per lui scoprire che la sua amica era amante di giardinaggio almeno quanto lui. Discutevano di fiori e di piante e lei sembrava saperne sempre una più del diavolo.
"ecco! Guarda che belli questi fiori di caprifoglio, amo il loro profumo!! E guarda di la Bright che bei fiori"
"Si beh sono tutti belli" aveva esordito lui " ma nessun fiore potrà mai battere le rose...sono così leggiadre!"
Lei lo aveva allora guardato contrariata, "Le rose...bah sono fiori troppo vezzosi per i miei gusti, sono troppo come dire...perfetti! Sono belli certo, ma non mi danno emozioni..." 
Questo si che era interessante, era la prima ragazza a cui sentiva non piacessero le rose! Le rose piacciono sempre alle donne e lui lo sapeva bene.."Qual'è allora il tuo fiore preferito?" chiese incuriosito.
"I Girasoli!" esclamò lei con convinzione
"Ma i girasoli sono grossi, gialli e tondeggianti! E sembrano dei fiori tonti!"
"Ma dai non è vero" ci pensò un attimo "in realtà hai ragione sono dei fiori tonti, ma è proprio per questo che mi piacciono! Mettono allegria e non pretendono nulla, sono così semplici!" disse allora lei con il più bel sorriso che le aveva mai visto.

"Beh allora dovremo piantarne alcuni in questa serra" esordì lui rendendola felice come una bambina. Era così semplice lei, come i suoi fiori preferiti, non poteva non portare allegria e per questo a lui piaceva..
"I girasoli...già..." riportò il numero del libro, lo inserì in catalogo e lo ripose..."chissà come staranno in quella serra..non ci vado ormai da tanto.." i pensieri lo portarono ad altro, e anche se fisicamente era li, li a catalogare, nella sua mente appariva solo un colore predominante...il rosso.

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Capitolo 5
*** - V - ***


Rein aspettava da un po' l'arrivo del suo principe azzurro. Si erano dati appuntamento quella sera al porticato dell'Ala ovest da dove poi sarebbero usciti per fare un giro in città. Ancora non credeva che avrebbe mai trovato un ragazzo che le avrebbe fatto perdere la testa. Era una ragazza caparbia, sapeva quello che voleva, e con Bright lo aveva trovato, quello che voleva insomma. Lui era sempre così gentile, premuroso, la faceva sentire desiderata e inoltre lo stimava per il suo darsi al cento per cento per le cose che amava. Si erano conosciuti un po' per caso ad una festa abbastanza noiosa. Se ci ripensava le veniva ancora da ridere!
Bright le si era presentato solo per fare da spalla a un suo amico di nome Tio il quale era invaghito della turchese, ma essendo timido aveva chiesto all'amico di andare avanti. E così proprio nell'aiutare il suo amico, aveva invece fatto un gioco a favore di se stesso poichè la turchina si era infine interessata al biondo e non all'amico.
Entrambi uscivano da due storie disastrose, lei si era mollata tempo prima con il suo ragazzo storico, mentre lui era stato a sua volta lasciato dalla sua ragazza dopo ben 8 anni insieme. Era stato un inizio incerto, un curarsi le ferite a vicenda, un sorreggersi l'uno con l'altro che li aveva spinti nel giro di soli tre giorni a mettersi insieme. Era stato giusto? Era stata una scelta azzardata, frettolosa?
A Rein non importava, lei stava bene, e questo era tutto.
"Eccolo" pensò mentre iniziava a scorgere una testa bionda farsi largo tra i ragazzi che passeggiavano nel quadriportico.
Lui era sempre molto bello, in quel suo essere curato ma non esageratamente. In quel suo sorriso che gli si dipingeva in volto non appena la vedeva.
Poteva definirlo il suo Bright? Non le importava, lui era li, lei era li, per stare insieme, solo questo le importava.
"Scusa il ritardo" le disse gentilmente e un po' paonazzo per aver accellerato il passo per raggiungerla.
"Figurati, sono arrivata anche io da poco" mentì lei, per non creargli dispiacere.
"Beh allora direi che possiamo incamminarci, hai preferenza su qualche localino in cui cenare?"
"Mmm, fammici pensare, certo! Ti stupirò!" concluse la turchina sorridendo e presolo a braccetto si avviò verso l'uscita.


"Non voglio pensare che tra poco dovremo dividerci!" piagnucolò la rossa.
"Dai Fine! ...lo sai che anche a me non piace ma purtroppo i nostri impegni ci lasciano poco tempo ormai per vederci..." disse lui rammaricato, non sopportava questa distanza con la sua ragazza, fosse stato per lui l'avrebbe rapita e portata via per tenerla sempre con sè!
"già.. Uffa..." bisbigliò l'altra.
Il loro pranzo con gelato si era infine trasformato in un intero pomeriggio insieme, entrambi ne avevano gran bisogno, ma ormai si stava facendo sera.
Shade doveva rientrare per finire un lavoro che avrebbe dovuto terminare nel pomeriggio, e Fine anche se dispiaciuta aveva accettato di rientrare. Stavano proprio rientrando nell'enorme collegio quando Fine vide in lontananza dalla parte opposta alla loro una testolina turchese e una bionda ridere e scherzare.
"Ma perchè?!" pensò e a quella vista provò un così grosso fastidio che dovette girarsi immediatamente. Shade in compenso non sembrava essersi reso conto di nulla.
Entrarono, fecero i corridoi necessari ad arrivare all'alloggio di lei, e tra parole dolci e una triste malinconia si separarono, ma non senza prima un focoso bacio dato da Shade.

Fine entrò in stanza...Altezza non c'era, doveva essere fuori con Sophie in cerca di Auler. Si buttò sul suo letto e strinse il cuscino. Chiuse gli occhi, aveva un gran malditesta. “
Perchè? ...perchè?" pensò "Io mi trovo così bene con Shade, sono innamorata, vedo un futuro con lui, mi fa ridere, mi fa battere il cuore e più di tutto mi fa sentire come a casa ogni volta che mi stringe a sè. Eppure... Eppure ultimamente quando mi trovo sola...e penso...mi fa male, mi sento male, mi vengono le vertigini, la nausea e mi sento triste, triste e vuota. Mi sento persa quando sono sola e non capisco. Ho tutto, tutto quello che potevo desiderare posso dire di averlo, almeno nel mio piccolo eppure... Eppure come se ci fosse qualcosa in più... Come se ci fosse altro, un altro che mi strazia, altro di cui sento un estremo bisogno... come se nuotassi sempre nel continuo desiderio di qualcosa che non ho, di qualcosa che nemmeno io so cosa sia..come posso vivere così?" teneva ancora gli occhi chiusi e dentro sè si sentiva male...e pensava alla malinconia e quello che chiamavano melancholia al bisogno che sentiva dentro...e per cui non aveva risposta..
La porta si aprì di scatto ed entrò Altezza.
"Eccoti finalmente! Da quanto sei arrivata in stanza? Ma sopratutto dove sei stata tutto il giorno? Io e Sophie ti abbiamo cercata ovunque anche in biblioteca e non c'eri!"
La rossa fu costretta ad alzarsi, mise la sua maschera migliore per non far preoccupare la bionda e disse che aveva passato la giornata con Shade. Shade, le mancava..lui sembrava l'unica barriera a quella sua tristezza esistenziale dell'ultimo periodo.
Altezza guardò l'amica, chiuse la porta le si sedette accanto e l'abbraccio.
"Fine ti sei buttata ancora giù?" le chiese piano e con dolcezza.
La rossa fece segno di si con la testa.
"Fine...so che tutta la situazione dell'ultimo periodo per te non è stata delle migliori, e che anche l'assenza di Shade non aiuta, ma ricordati che io ci sono.
Io ci sono, e non devi aver paura di stare male insieme a me..io ti voglio bene lo sai" e le sorrise.

Fine si senti meno scossa, non poteva andare avanti così. Lei era solare, giocherellona, doveva reagire o non ne sarebbe pi uscita. Lo doveva a Shade, a Altezza, a Sophie ma sopratutto a se stessa. Doveva rimettere ordine nella sua vita, e avrebbe tentato in qualsiasi modo di farlo!
"...e poi, insomma, da musona diventi più brutta di quel che già sei!" riprese la bionda facendole la linguaccia.
Andò alla porta e aggiunse " e poi muoviti! Che si va a cena, e stasera non ci pacchi!!"
"Cosa, cosa, cosa?!" esordì la rossa "chi sarebbe più brutta?! Befana che non sei altro aspetta che ti prendo!!" disse ridendo e alzatasi fece per inseguirla.

La porta sbattè, si chiuse, e la stanza rimase nuovamente deserta.

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Capitolo 6
*** -VI- ***


  • "eddai apriti!!" non ce la faceva più, appoggiò la fronte alla porta e si lasciò scivolare a terra. "ma come ho potuto dimenticare la carta-chiave..." pensava Fine cercando di mettere insieme quei pochi ricordi che le venivano ora a mente a causa dei fumi Dell alcol. Allora erano uscite a cena, Altezza si era lasciata prendere la mano e aveva trascinato tutte in un pub con la speranza di trovare Auler. Li avevano bevuto e bevuto e ancora bevuto, il resto diventava nebbioso e ricordò solo di come aveva lasciato le amiche entrambe che flirtavano con degli avvenenti giovanotti, per tornarsene in dormitorio...ed eccola li ora, per terra davanti una porta irrimediabilmente chiusa. Un disastro. 
    Guardò il soffitto, e com fare melodrammatico urlò "Sfiga..,se mi senti, smettila hic...di prendertela con me!! Hai capito" gridava "devi smetterla!!!hic" 
    "Chi deve smetterla?" chiese una voce dietro la ragazza.
    "dannata sfiga, che vada al diavolo..." la rossa tanto presa dal suo sfogo nemmeno aveva sentito.
    "Fine se continui così sveglierai tutti...e poi sarebbe un grosso guaio!" disse ancora la voce dietro lei
    La ragazza smise di urlare ma rimase per terra, girata verso la porta, dando le spalle al suo interlocutore.
    "Fine?..." riprovò quello "vieni qui, alzati" e avvicinandosi a lei e presala sotto le braccia la fece rialzare e girare in modo da poterla guardare negli occhi...
    Lei non si oppose a quel contatto, ma una volta che si trovò tra le braccia di quello che l'aveva alzata, girò lo sguardo nel tentativo di evitare i suoi occhi.
    "Fine..?" chiese ancora quello
    "Che vuoi?" esordì la rossa guardando ancora altrove "Che vuoi...Bright" disse ora guardandolo dritto negli occhi, rossi dentro castano, fuoco e terra. 
    "mi pare ovvio fine...voglio aiutarti...dove si trova la tua carta-chiave?"
    "Grazie, a saperlo non sarei qui fuori non credi?!" rispose sgarbata
    "Sei sempre il solito disastro..immagino che quindi non ci sia nemmeno Altezza dentro... non posso lasciarti qui da sola...vieni con me"
    "no...no! Non vengo da nessuna parte! Bright!! Lasciami subito" disse cercando di dimenarsi tra le braccia del ragazzo 
    "smettila di dimenarti Fine! Lo faccio per te!" provò quello stringendola più a se senza che la ragazza si calmasse.
    " e va bene se è questo che vuoi mi costringi a usare le maniere forti!" e detto questo la prese e se la caricò in braccio mentre quella tirandogli pugnetti sul petto si dimostrava ancora contrariata.
    E così Bright s'incamminò verso l'ala sud con quel fagotto rosso tra le braccia, quel fagotto che, dopo essersi teneramente dimenato era caduto in un sonno profondo.

    Un raggio di luce si poso sul viso di una ragazza che dormiva, svegliandola appena, questa
    borbottò qualcosa, e si girò nel letto, venendo così a contatto con una superficie molliccia e calda. La ragazza aprì allora piano gli occhi e ancora addormentata guardò cosa aveva creato quel contatto. Vide un corpo..."Un corpo?!" pensò lei spalancando le iridi. Un corpo giaceva accanto a lei, che iniziava  a essere spaventata e non sapeva che fare. Si sporse di più per vedere di chi fosse quel corpo e quasi prese un infarto quando vide i verdi capelli di Auler! Quando vide il viso dello stesso ancora totalmente nel mondo sei sogni. "O MIO DIO." pensò come era finito Auler nel suo letto, ma un momento, quello non era il suo letto! E aspetta ancora, lei era nuda! Questo presumeva che anche lui fosse nudo e che allora probabilmente la notte passata i due avevano fatto...  "SESSO?!?!?"  
    Altezza era tra un principio di svenimento e uno di gioia totale. Ma come era stato possibile, lei non ricordava nulla, come aveva potuto farlo con lui da ubriaca marcia! Cosa aveva combinato!! Un disastro. Ma sopratutto cosa fare ora?! Andarsene e sparire o aspettare il risveglio di lui e come niente fosse comportarsi come una coppietta e scambiarsi coccole mattutine?! Certo la seconda idea era allettante e sopratutto lei avrebbe gradito delle effusioni d'affetto in un momento magari più lucido della sera prima, ma come faceva a sapere se sarebbe andata così? E se lui una volta sveglio si fosse pentito? E se, peggio, si fosse semplicemente approfittato di lei da ubriaca? E se poi la buttasse fuori dalla stanza? No, no, non lo avrebbe sopportato. Se ne sarebbe andata prima che lui si fisse svegliato, ecco la decisione. Si alzò di soppiatto, e nella penombra della stanza iniziò a recuperare i propri vestiti. "Ma che ore saranno pensò" non importa, l'essenziale era andarsene da li il più presto possibile. Altezza prese tutto si rivestì come meglio riuscì e cercando di non fare rumore uscì dalla stanza e piena di pensieri e preoccupazioni corse il più lontano possibile da quel posto, da quella stanza, ma sopratutto da quel ragazzo.

    Nel frattempo in un altra stanza da li non molto lontana una porta si spalancava e faceva entrare un invitante profumino di brioches. Un nasino, molto sensibile all'odore di qualsiasi dolcetto avendolo fiutato fece svegliare un ragazza sonnolenta. Fine aprì gli occhi e guardò il soffitto, un soffitto bianco candido diverso da quello della stanza sua e di altezza.  Dove si trovava? Non era nella sua stanza, e allora dov' era?  Si guardò in torno e vide che si trovava in una stanza a se stante, in cui c'erano semplicemente il letto matrimoniale in cui lei ora stava e un armadio. Dalla porta socchiusa penetrava il caldo profumo di brioches appena sfornate. Doveva alzarsi e fare i conti con chi l'aveva portata li. Ricordava ben poco della sera prima aveva solo alcuni flash al pub mentre un ragazzo ci provava, poi non sapendo come si ricordò solo della porta chiusa di camera sua e di aver urlato contro Bright. "Questa è la stanza di Bright?! Come ho potuto permetterlo?! E adesso?! Non posso, cosa dire, cosa fare, che imbarazzo..." pensava affranta. Ormai non si poteva che affrontare la realtà dei fatti, era costretta a farlo e cosi si alzò non molto decisa dal letto. Che sorpresa quando si vide vestita solo di una camicia da uomo per giunta abbottonata tutta storta. Cosa era successo?! Pregò che nella sbornia non fosse successo qualcosa di irreparabile e si tranquillizzò un po' quando vide che sotto la camicia indossava almeno ancora l'intimo. Voleva vestirsi ma in quella stanza i suoi vestiti non c'erano. "Perfetto" pensò"ora mi toccherà andare di là così..". Non poteva fare altrimenti, spalancò la porta con il cuore in gola e che sorpresa quando nella sala non vide nessuno. I suoi vestiti erano appoggiati piegati sul divano mentre poco dietro questo, nella cucinina, sul piccolo tavolo da pranzo vi era un vassoietto con delle brioches e un foglietto. Fine si avvicinò al tavolo, senza pensare prese una brioches e la sgranocchiò. Fissava intanto quel foglietto, aveva quasi paura ad aprirlo, ma andava fatto. Lo prese, lo girò tra le mani e infine lo aprì.

    "Fine, non so se ricorderai bene quello che è successo ieri sera, spero solo tu non pensi male di me. Avrei preferito aspettare che ti svegliassi per parlarne, ma sono dovuto scappare per una riunione di ricerca. Per farmi perdonare dell'assenza ti ho preso delle brioches (so quanto sei golosa), mangiale e fai come a casa tua. 
    PS Appena possibile vorrei vederti, ho veramente bisogno di parlarti.
    A presto, Bright" 

    Ecco ora lei cosa doveva pensare? Provava un misto tra paura, di quello che fosse accaduto la sera prima, risentimento perché lui non era rimasto li ad aspettarla, imbarazzo per tutta la situazione, e un male molto profondo che le toglieva il respiro. Si sentiva male per Shade, cosa avrebbe detto se avesse saputo tutto questo. Lui che c'era sempre per lei, cosa avrebbe fatto se avesse saputo che aveva da ubriaca pernottato nella stanza di Bright?! Di Bright poi, per cui Shade non solo non ha mai provato molta simpatia ma che non sopportava proprio per una tremenda gelosia che era iniziata nel periodo in cui lei e Bright erano più vicini. Come al solito aveva combinato un pasticcio dietro l'altro. Le passò la fame, voleva solo uscire da quella stanza, si rivestì in fretta e fece per uscire ma si fermò. Non poteva andarsene via così nel nulla, si rigirò cercò carta e penna, e scrisse frettolosamente:

    Bright, grazie di tutto. Scusami, davvero.
    Non credo ci sia molto da dire riguardo ieri notte e nei miei confronti. Facciamo finta di nulla; scusami ancora.

    Porto via la camicia, per lavartela, mi sembra il minimo. Te la farò portare appena pulita..
    Buona giornata e grazie di tutto”

    Non si firmò, non ce n'era bisogno. Ora era sistemato tutto. Prese la porta e uscì, tra sensi di colpa, dolori, e mille pensieri si allontanò in fretta sparendo nei corridoi.

 

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Capitolo 7
*** -VII- ***


Passò diverso tempo. Venne la primavera, portando con se la bella stagione, il caldo e il profumo di novità, di voglia di divertirsi e purtroppo anche di fine corsi e quindi inizio sessione esami.
L'ultimo periodo era stato per tutti un po rigenerante. Altezza dopo aver evitato per diverso tempo Auler, era stata costretta infine a un discorso faccia faccia che però l'aveva resa la ragazza più felice del mondo. Auler infatti dopo l'ennesimo tentativo fallito di parlarle si era infine presentato davanti la loro stanza e vi era stato finché Altezza non si era degnata di ascoltarlo. Fine che li aveva lasciati soli era quindi venuta a sapere in seguito che lui dopo essersi scusato, aveva però aggiunto che non si sarebbe mai pentito di aver fatto una,cosa da lui tanto voluta. Si forse avevano corso, ma entrambi si desideravano, quindi cosa c'era di male. Lui aveva ammesso di non essersi mai dichiarato perché aveva sempre visto la ragazza circondata da ammiratori e pensava quindi di poter essere scambiato per uno dei tanti. Ma quella sera quando lei, resa aperta dall'alcol, si era finalmente rivolta a lui che la guardava da lontano arrabbiato per tutti quei ragazzi che la corteggiavano, finalmente aveva capito che non poteva più lasciarla andare. Che la desiderava, che voleva conoscerla meglio, che fin  dal corso in cui si erano visti per la prima volta lui era rimasto subito colpito. E che non avrebbe quindi rinunciato facilmente. Con queste molte altre cose erano state dette tra i due giovani, cose che Fine in parte non venne a sapere, in parte non riuscì a capire essendo il discorso di Altezza troppo sconnesso per la felicità. In ogni caso si erano dati una possibilità, facendo tutto secondo routine, il primo appuntamento, le uscite, il conoscersi pian piano e infine il potersi apertamente dire una coppia. Sia Fine che Sophie ancora ridono della faccia che fece Monique quando Altezza non poco sfacciatamente dichiarò la sua ufficiale relazione con Auler.  In ogni caso per loro ora le cose andavano avanti tranquille e entrambi potevano dirsi più che innamorati e sopratutto più che felici.
Fine tornata in collegio dopo essere partita per alcuni giorni insieme a Shade per il suo compleanno, aveva in ogni modo tentato di scansare Bright e la sua "voglia di parlarle". Il ragazzo diversamente da Auler, dopo aver notato i continui sotterfugi e le continua fughe della rossa, aveva infine lasciato perdere e così i rapporti erano improvvisamente morti. Fine stava meglio, Bright a quanto sembrava se ne era fatto una ragione. E così entrambi erano ormai l'uno per l'altro come due sconosciuti. È sempre triste il declino di un amicizia ma ogni tanto purtroppo è necessario. Pure la loro partita così per caso, ed esplosa in una fiamma viva, nel frequentarsi, nel raccontarsi, nel conoscersi e nel darsi fiducia, era stata costretta a questo triste destino. Non sempre le cose vanno come ci si aspetta, esistono quelle conoscenze magiche che nascono e sbocciano in un legame che non si spezzerà mai, quelle invece tentennanti che per quanto piacevoli non si e spanderanno mai più del necessario, e infine le ultime, le più complicate e tristi, quelle conoscenze che diventano in fretta tra le amicizia più speciali che uno possa immaginarsi, ma che purtroppo profumano d'amore. Perché è così per quanto uno possa negarlo purtroppo il cuore non può essere messo a tacere. E il problema, e che non esiste solo il cuore, ma anche la mente e la mente ha paura dei sentimenti, sopratutto di quelli così forti da risultare incontrollabili, e allora oppone barriere, fa fuggire, fa scappare e fa crollare quel sentimento acerbo seppure così grande, che fa tanta paura. Questo successe a quei due ragazzi. La paura di non trovare nome per quel sentimento, la paura di quel nome così difficile da pronunciare, la paura Dell amore, la paura d'amare e di amare chi poi?
E così la vita continuava, alti e bassi, lezioni e corsi, uscite e divertimenti, tutti secondo regola, tutti secondo la norma di quel che sarebbe dovuto essere.

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Capitolo 8
*** -VIII- ***


Come sarebbe dovuto essere, o quasi?
Il profumo dei prati, il cinguettio degli uccelli, i colori che si facevano giorno dopo giorno più vivi inebriavano i sensi di Fine. La rossa stava passeggiando tra un quadriportico e l'altro trovando un posto tranquillo in cui leggere, non aveva proprio voglia di biblioteca. Troppi ricordi, troppe cose successe recentemente e sopratutto la presenza costante di una certa persona di sua conoscenza, l'avevano tenuta ormai lontana da quel posto. Sapeva che prima o poi sarebbe dovuta tornarci, sopratutto per studiare, ma nel mentre si godeva quella possibilità di tergiversare. 
Quel giorno sembrava tutto così maledettamente affollato, coppiette, ragazzi che giocavano, ragazze che spettegolavano, gelati, bibite, rumore, e nemmeno un posto in cui stare. Portico dopo portico, tutta presa dalla sua ricerca, senza quasi rendersene conto arrivò così alla fine del collegio, al piccolo giardino botanico e alla serra. Da quanto tempo non metteva piede in quel luogo...solo un anno prima era li che passava quasi tutte le sue giornate, tra fiori e piante e tra le chiacchiere con lui...già...una delle tante passioni in comune.
Forse non sarebbe stato male rifugiarsi nella serra, si ricordava di un comodo tavolo con sedie e di una panchina malmessa. Ma sopratutto ricordava la pressoché mancanza di qualsiasi essere umano in quel luogo, sarebbe stato perfetto (ricordi a parte) per concentrarsi un po' e studiare!

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Capitolo 9
*** -IX- ***


Guardava fuori dalla finestra, il sole splendeva rendendo tutto l'ambiente circostante di quel bel caldo tiepido primaverile. E così anche l'umidità tipica della biblioteca si percepiva di meno. Come al solito stava lavorando tra le ricerche e le ricatalogazioni dei vari libri presenti. D'altronde in questo ultimo periodo gli era stato assegnato questo come,tirocinio. Gli scaffali alti creavano come delle barriere isolandolo dal resto della biblioteca. Non che ce ne fosse bisogno viste le sporadiche presenze. Come ogni semestre quel posto si affollava solo in corrispondenza delle sessioni d'esame, quando gli studenti disperati dovevano autocostringersi a studiare. Gli era sempre piaciuta quella biblioteca, così calma e tranquilla. I volti noti erano riconoscibili per uno che la frequentava assiduamente, e anche questo era piacevole. Meno piacevole era scorgere ancora una volta la mancanza di una certa testolina rossa. Non che si fossero parlato molto l'ultimo periodo, ma per lui saper di poterla trovare sempre li era tranquillizzante. Vederla studiare silenziosa e solitaria mentre lui lavorava tra gli scaffali, gli dava pace. Fine era una ragazza vivace, una che non avresti mai detto potesse frequentare assiduamente una biblioteca, eppure era quasi sempre li. Sebbene fosse attiva, energica e amasse l'aria aperta, aveva imparato ad amare anche i libri, i momenti di pausa e la calma di quel posto solitario. Rein invece si presentava il contrario, per quanto sembrasse una ragazza diligente e in realtà lo fosse anche, odiava l'idea di mettersi in biblioteca, preferiva studiare o chiacchierare in qualche aula o in sala comune con le amiche. Era infatti venuta rade volte, e sempre solo per fare un piacere a lui, che vedendo la ritrosia di lei aveva a quel punto rinunciato a vederla mai li. Questo lato della sua ragazza un Po gli dispiaceva. In ogni caso ormai anche la sua "amica rossa" lo aveva abbandonato li. Gli mancava. Non sapeva cosa fare, gli avrebbe voluto chiedere cosa non andasse, ma ogni volta che aveva provato ad avvicinarla lei o se ne era andata ancora prima che potesse raggiungerla o si era defilata con una qualche scusa. Aveva capito il possibile imbarazzo dato dall'ultimo loro incontro ravvicinato, ma evitarlo in quel modo solo per questo gli sembrava esagerato. Eppure non capiva veramente, e anche volendolo negare a se stesso si era reso conto di una strana malinconia dentro di se, da quando i rapporti con lei erano cessati del tutto. Perché doveva andare così insomma? Era stata per lui l'unica vera amica, infatti non era mai stato capace di relazionarsi bene con le donne, poiché solitamente tutte gli cadevano ai piedi o gli si avvicinavano solo per cercare di sedurlo. Leo era stata diversa, con la sua ingenuità e con la sua dolcezza era piano piano entrata nella sua vita. Lui sapeva che lei c'era, per parlare, per confidarsi, per scherzare, anche solo per un abbraccio lei c'era sempre stata. E lui? Lui c'era stato per lei? Purtroppo iniziava a rendersi conto di non esserne sicuro. Da quando si era messo con Rein si era un po perso via. Fine aveva passato un brutto periodo familiare e lui le aveva mai chiesto come stava? No... Però le aveva detto che ci sarebbe stato se lei avesse avuto bisogno...che non fosse bastato? Era ovvio, lo sapeva che era caparbia e che non sarebbe mai andata di sua sponte a parlargli dei suoi problemi. Che testona. Era sempre pronta a ascoltare tutti e dare un allegria e consigli, e quando toccava a lei sfogarsi preferiva chiudersi in se stessa. Lo sapeva che era così e perché non gli era stato più vicino? Perché? Certo ora poteva capire perché, perché si sentiva infastidito a pensare,di starle vicino...perché sapeva che non era suo compito, bensì di Shade e questo lo aveva fatto allontanare.. Già. Che cavolata aveva combinato. Anche quando lei gli aveva parlato spiegandogli che lo vedeva lontano e questo le spiaceva, che aveva fatto? Niente, niente perché aveva paura. Perché aveva paura di quella vicinanza crescente, e che sentiva crescere verso di lei. Verso lei che già amava un altro, dentro di se che già aveva un altra splendida ragazza. Ecco perché. Bisognava distaccarsi, eppure era il primo a cercarla con lo sguardo in biblioteca, il primo a aiutarla quando la vide ubriaca, il primo a lasciarla sola al risveglio, con la scusa della riunione, per paura, paura di non potersi controllare una volta li, soli, in stanza. Che coglione. Già...
Bright sospirò, tutti questi pensieri erano ormai lucidi nella sua testa da diversi giorni, gli ci era voluto tempo per capirlo, e ancora di più per accettarlo. Quella pasticciona rossa, golosa di dolci gli era entrata nel cuoricino e lui non riusciva a farla più uscire...

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Capitolo 10
*** -X- ***


Chiuse la porta e salutò la bibliotecaria, anche per oggi il lavoro era finito.
La sua fortuna era che almeno, chiudendo la biblioteca alle 18 gli rimaneva sempre del tempo per occuparsi delle sue faccende. Si avviò verso il suo piccolo alloggio, nell'ala dell'edificio destinata ai docenti fuori sede e ai ricercatori. Era proprio una bella giornata. Avendo finito così presto era un peccato rinchiudersi nuovamente. Così cambiò direzione e si avviò verso i giardini. Si stava recando alla serra, ne avrebbe approfittato per bagnare un po' le piante e fare delle pulizie. Era sempre stata una sua passione, e anche se ultimamente vi passava più tempo al mattino per causa del lavoro, le ultime mattine non era riuscito a passare e così ne approfittava adesso. Attraversò il corridoio ciotolato, passò le aiuole e entrò nel giardino botanico. Senza perdere tempo tirò avanti e si inoltrò più verso il boschetto fino a raggiungere la piccola casetta vetrata. Notò subito che la porta era rimasta socchiusa, questo voleva dire che qualcuno vi era entrato e che magari fosse ancora dentro. Pensò alla solita coppietta che era finita li in cerca di privacy e che avendo trovato le chiavi "malnascoste" sotto un vasetto rotto si era intrufolata per stare insieme. Si fermò meditando il da farsi. Silenzio. Non si sentiva nessun rumore, nessun versetto o gridolino, nessun ansimare, niente. Forse non c'era più nessuno. O Forse si erano accorti della sua presenza? Difficile, visto che era arrivato senza quasi far rumore. Basta si era deciso, vista la strada fatta sarebbe entrato, e se avesse trovato qualcuno lo avrebbe a merito redarguito facendosi forte della sua figura di ricercatore e dipendente del collegio.
Piano piano dischiuse l'uscio e entrò, davanti a sè i banconi pieni di piante coprivano la vista alla parte posteriore della serra, quella con il tavolo da lavoro le sedie e la panchina. Se ci fosse stato qualcuno sicuramente sarebbe stato li. Aggirò quella piccola selva di piante e si sporse leggermente per osservare la scena poco più in là. Il tavolo di lavoro era sporco di terra e sopra vi era la chiave della serra e affianco dei vasetti a lui molto familiari. Si sporse un po' più avanti e la vide, sulla panchina con un libro aperto sulla pancia, la testa leggermente reclinata lasciava liberi i suoi ondeggianti capelli rossi, gli occhi chiusi e il respiro tranquillo erano il segno più evidente del fatto che si fisse assopita, così, mentre studiava. Probabilmente aveva scelto di andare li per trovare un po' di pace e conoscendola aveva certamente riconosciuto il contenuto di quei vasetti e se ne era presa cura, arieggiando la terra e bagnandoli leggermente. Erano vasi di girasoli, che lui stesso aveva piantato a inizio primavera e che ora con la forza tipica della natura erano divenuti vigorosi germogli volenterosi di crescere. Che dolce visone. Se ci pensava, non la vedeva ormai da due settimane e ora eccola li, addormentata così dolcemente davanti a lui. Le labbra socchiuse, un ciuffo di capelli indisciplinato che le ricadeva in mezzo alla fronte... Era come quella volta, nel suo appartamento, capace di creare scompiglio in lui anche solo dormendo. 
Forse avrebbe dovuto svegliarla, ma poi? Lei imbarazzata sarebbe nuovamente scappata via da lui, o magari no, e lui l'avrebbe trattenuta a se... Fantasie. 
Era meglio non disturbarla, non avrebbe mai voluto rovinare quel momento così tranquillo. Si avvicinò, la guardò, si chinò su di lei e stando attento a non svegliarla le baciò la fronte, la fissò ancora per poco e se ne andò.

Un brividò svegliò la ragazza. Stroppicciò gli occhi e vide che fuori iniziava a tramontare il sole, e l'aria diveniva sempre più fresca. Si era addormentata. Lo aveva sognato, lui che la trovava li nella serra, il loro posto magico, che mentre dormiva le si avvicinava e la baciava.. Questo era quel poco che ricordava del suo sogno, un sogno che le aveva lasciato dentro un forte batticuore ma anche tanta malinconia mista a sensi di colpa. Ultimamente lui veniva sempre a farle visita nei sogni...sogni di una dolcezza infinita. Eppure non era lui che avrebbe dovuto sognare, menchemeno in quel tipo di sogni...
Si guardò sulla pancia, prese il libro e lo chiuse rimettendolo in borsa. Si diresse al tavolo, andava risistemato e anche in fretta visto l'orario che si era fatto. Sistemò i vasi, buttò lo sporco a terra e prese la scopa..che strano quando vide un impronta. Non le era sembrato ci fosse quando era arrivata anche perché era tutto pulito. Forse stava lavorando di immaginazione e semplicemente non se ne era accorta, spazzò i dubbi e così il pavimento. Prese la borsa, la chiave, chiuse tutto e si diresse verso i dormitori.
Chissà cosa avrebbe fatto se avesse saputo che questa volta il suo sogno non era poi così distante dalla realtà...

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Capitolo 11
*** -XI- ***


Arrivò in stanza e vi trovò altezza che si preparava a uscire a cena con Auler.
"Fine! Eccoti! Eri a studiare immagino. Io esco con Auler, volete unirvi tu e Sophie?"
Fine ci pensò su un attimo, Shade non c'era, e di restare in stanza con i suoi pensieri o cenare sola proprio non le andava, così accettò.
Andarono in un localino in centro. Alla fine erano in sei, si erano aggiunti anche Tio, Mirlo e Toma, tutti e tre amici di Auler. Era così diventata da cena tranquilla a simpatica uscita di gruppo. Fine si era subito resa conto di un certo debole di Sophie per il ragazzo di nome Toma, che effettivamente era alquanto carino con i suoi capelli ricci argentati e gli occhi nocciola. A quel punto aveva deciso che avrebbe fatto in ogni modo per farli avvicinare, se lei aveva problemi amorosi che almeno le sue amiche fossero invece felici. 
Il piano scattò dopo cena quando il gruppo si divise in chi voleva andare a prendere il gelato e chi facendo una passeggiata si riavviava verso il collegio. Naturalmente Altezza e Auler scelsero la seconda opzione per stare un po' soli e furono seguiti da Mirlo che si era rivelata una ragazza veramente simpatica, ma che doveva lasciarli per raggiungere il suo ragazzo rimasto in collegio. Così il piano divenne semplice, poiché erano rimasti giusto loro quattro Tio, Fine, Sophie e Toma.
Si avviarono verso la gelateria e mentre Toma e Sophie chiacchieravano allegramente in attesa di scegliere i loro gusti, la rossa prese da parte Tio, che già aveva conosciuto in quanto amico di Bright, e lo pregò di assecondare il suo piano; fortunatamente il ragazzo si mostrò d'accordo!
Così presi i gelati, i due complici si dileguarono lasciando i due ragazzi ignari in compagnia l'uno dell'altra. Sophie che era sempre nel suo mondo ma aveva notato in Fine un comportamento sospetto, a quel punto capì il piano dell'amica e la ringraziò mentalmente dell'opportunità che le aveva dato per conoscere meglio Toma. Toma d'altro canto trovava carina e molto interessante Sophie quindi prese sul ridere lo scherzetto giocatogli da quei due e si avviò con lei per una passeggiata serale.
Nel mentre...
"E così da quanto stavi architettando questo piano eh?" disse Tio alla ragazza
"Ma no Tio, non da tanto...mmm solo da tutta la sera!!" concluse quella mettendosi a ridere e suscitando l'ilarità del compagno.
Fine lo guardò, era proprio un bel ragazzo, biondo con gli occhi verdi, in più era allegro e simpatico, la rossa non si capacitava proprio di come non avesse ancora trovato una ragazza.
Chiacchieravano e scherzavano l'un l'altro percorrendo le stradine del centro;
quando voltato l'angolo videro venirsi incontro, poco più in là, una coppietta a braccetto.
"Tio!!!" urlò la turchina sbracciandosi e indicando al suo compagno l'amico più avanti.
Bright si fissò prima negli occhi verdi dell'amico e poi in due affianco a lui, rosso rubino. Nel mentre le due coppie erano arrivate a incontrarsi.
"Ciao Rein" disse con una nota triste Tio, nota che non sfuggì alla rossa "Ciao Bright! Eravate a fare una passeggiata?" chiese rivolto questa volta al ragazzo.
Bright riscuotendosi dai suoi pensieri rispose e iniziò a chiacchierare con Tio.
"Ciao, noi ci siamo già conosciute vero?" disse intanto la turchina alla rossa.
"Ecco c'eravamo viste una volta in biblioteca perché ero li con Bright" che peso era dire quel nome "ma forse non c'eravamo presentate ufficialmente, in ogni caso io sono Fine!" disse sfoderando uno dei suoi più sinceramente falsi sorrisi.
"Ah vero, vero" cinguettò l'altra "io sono Rein, la ragazza di Bright appunto!" fini sorridendo anch'essa.
Fine odiò dentro di se quelle parole e quella ragazza che poverina in realtà non le aveva fatto nulla. 
"Che ci fate di bello in giro voi due? Tio non dirmi che è un appuntamento e io l'ho interrotto?!" see ne uscì a un tratto Rein.
Tio, Fine e Bright rimasero perplessi a quell'inaspettato intervento. Tio non si lasciò però scappare l'occasione e rispose prontamente "E si Rein cara, Fine essendo in crisi con il suo ragazzo ha finalmente accettato di uscire con me! Non trovi sia magnifico?!" disse stringendo di impeto tra le braccia Fine che divenne rossa come i capelli. "E ora effettivamente spero non vi spiaccia se proseguiamo da soli" disse col sorriso, e osservò che Bright contrasse il viso, mentre Rein restava impassibile. "Allora ciao a tutti" concluse trascinando via la rossa che si sentiva tanto stupita quanto sollevata dalla fine di quell incontro.
"Ciaoooo" urlò Rein ai due già lontani "e divertiteviiii" 
Si allontanarono un poco in silenzio finché finalmente Tio parlò 
"Scusa per questa scenetta...ma avevo assoluto bisogno di allontanarmi da quella conversazione e sopratutto da loro." disse rammaricato.
"Tio, cosa succede?...io so che non ci conosciamo molto ma ho visto come ti sei incupito, e perché non volevi stare li? Spero non sia nulla di grave..."
Tio la guardò ancora, due occhioni dolci lo scrutavano attendendo una qualsiasi risposta... forse era tempo di confessare a qualcuno le sue verità?

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Capitolo 12
*** -XII- ***


Non ne aveva mai parlato con nessuno, e forse era l'aria insolitamente frizzante, forse la luna che mandava una luce magica, forse la sua accompagnatrice che assomigliava in un certo qual modo alla ragazza da cui era fuggito poco prima, o forse solo che c'era sempre alla fine un tempo e luogo per tutto e quella sera, con quella ragazza era il suo luogo e il suo tempo. Tio la guardò, sorrise e iniziò il suo racconto. Di come era da più di un anno che si era innamorato dell'azzurra e di come finalmente a una festa aveva avuto occasione di approcciarla, di come per timidezza avesse mandato avanti Bright e di come per crudele gioco del destino la ragazza che desiderava da una vita si fosse infine innamorata del suo amico.
"Si Fine... Ora capisci perché non me la sentivo di stare li, con lei davanti, senza poter fare ne dire nulla e con il cuore dentro che invece mi gridava ogni cosa.."
"Mi spiace Tio... so cosa vuoi dire" sussurrò la rossa
Ma il sussurro non fuggi al ragazzo che dopo aver parlato esigeva anch'esso delle rivelazioni. Non gli erano infatti sfuggiti i visi dei due all'incontro, le occhiate di Bright e la faccia tesa della rossa.
"Allora?" chiese con voce delicata "cosa succede Fine, cosa c'è tra te e Bright?"
"Coosa?!" disse quella "non capisco cosa tu intenda, e comunque nulla di nulla di nulla. Categorico" fini diventando sempre più rossa. Non era mai stata tanto brava a mentire riguardo i sentimenti.
"Fine..." la guardò severo quello "io mi sono aperto con te...e non mi sono sfuggite certe occhiate, non mi crederai stupido"
La ragazza lo guardò, era così evidente che qualcosa non andava? Così palese? E ora? Effettivamente lui si era aperto senza farsi problemi, e anche lei sentiva che quella confessione li aveva immancabilmente avvicinati, ma ora? Era in estremo imbarazzo! Eppure perché no? Sfogarsi fa bene a tutti! E se poi lui andava a riferire tutto a Bright?! D'altronde erano amici di vecchia data, e anche se era successa quella cosa con Rein i rapporti come aveva confermato lui stesso, li aveva mantenuti! Che far-...
"No. Non lo dirò a Bright, qualsiasi cosa tu mi dica" disse quello interrompendo i pensieri della ragazza e cogliendola sul vivo. Ma come faceva a saperlo?! Lo guardò stupita la rossa e gli chiese "Davvero?" 
"Certo! Parola di lupetto!" disse lui battendosi un pugni sul petto e facendola ridere di gusto "a parte gli scherzi... Davvero Fine. Tu mi hai ascoltato e con te mi sono aperto come con nessun altro. Lo so è strano ma questo mi sentivo di fare, e mi ha fatto bene trovare una provetta ascoltatrice come te! Ora vorrei solo ricambiarti il favore...dico davvero" disse sorridendole con un sorriso che avrebbe conquistato qualsiasi donna. Quella Rein non sapeva cosa si era persa si ritrovò a pensare Fine guardando il ragazzo.
"Come sei carino Tio..." disse senza pensare "cioè no aspetta! Nel senso che sei gentile... No cioè aspetta non perché tu non sia carino anche fisicamente... Oooh ma insomma!!" ecco che ancora incespicava 
"Aah e così mi trovi carino, mm interessante signorina. Lo so che sono irresistibile ma non pensavo che avrei sedotto anche te rossa mia!" e dicendo questo e facendo avvampare la rossa, la riprese sottobraccio ricominciando a passeggiare "beh la notte è lunga quindi avrai tuuuutto il tempo per dirmi!" concluse.
La rossa sia di viso che di capelli si lasciò andare "Ecco...in realtà nemmeno io so di preciso cosa ci sia..." disse rattristata "era tutto partito per caso, ci siamo conosciuti così..
 

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Capitolo 13
*** -XIII- ***


Così ...per incidente direi. Arrivavo un giorno in biblioteca scocciata per mie cose, triste perché Shade era appena stato trasferito in una succursale come ricercatore. Volevo solo sedermi al mio solito posto, quello dove stavo sempre insieme a lui, a shade, quello che per me aveva un significato inestimabile e che era solo mio e dei miei ricordi, quando svoltai tra gli scaffali e vidi un intruso che si era messo sul mio tavolo. Sembrerà stupido ma non sai quanto fastidio mi diede vederlo seduto li" disse la rossa sorridendo al,ricordo.
"Mi chiese se mi dava fastidio che fosse su quel tavolo, poiché effettivamente io avevo buttato li le mie cose in malo modo...naturalmente gli dissi di no, che potevo dire? E che figura avrei fatto altrimenti!" ne rise.
"Beh la figura della piccola ragazza scorbutica che sei..." disse Tio punzecchiandola.
"Esatto...no aspetta! Ma che dici antipatico!" continuò a ridere quella dandogli un buffetto sulla spalla. "In ogni caso finimmo a studiare su quel tavolo praticamente ogni giorno, ed era bello alla fine sapere sempre di trovare qualcuno. Così piano piano facemmo conoscenza. Non so quando mi sia successo..forse quando seppi che si era lasciato con la ragazza. Forse standogli accanto. Ricordo ancora che eravamo andati a prendere un gelato quando me lo disse. Stavamo tornando e lui era stranamente taciturno, al che io mi preoccupa forse esageratamente e lui infine sbottò e con frasi sconnesse dall'imbarazzo e dalla tristezza mi disse che la sua ragazza storica lo aveva lasciato per sempre.. Ricordo che mi pianse il cuore per lui, non riuscii nemmeno a finire il gelato tanto mi si strinse lo stomaco...e non è assolutamente da me non finire un dolce!!" disse lei con la faccia seria e gli occhi spalancati come due fanali rossi nella sera. Lui la guardò e trovò che era proprio una bella ragazza, di quelle bellezze innocenti che non si mettono in mostra per farsi vedere come succedeva un po con Rein, ma che quando ti prendono non ti si tolgono dalla mente.
"Ebbene di li poi è successo tutto, il mio ragazzo geloso per la continua frequentazione con Bright. Lui che si trova un altra ragazza, e non si fa più vedere...il problema è che quando provai a dirgli che mi mancava lui si distaccò ancora di più, mi fece molto male... Ti ricordi la volpe del piccolo principe? Mi sono sentita come lei... Ero abituata a lui, alla sua presenza nella mia vita, mi aveva senza che me ne rendessi conto addomesticata, e ora mi trovo senza una presenza che in così poco tempo era diventata essenziale per me... Mi manca, mi manca tanto, mi mancano i momenti insieme, ma se è così che deve andare non voglio più stare male. Voglio dimenticarlo, come ho fatto con tanti altri, eppure è più difficile questa volta.. Ogni momento in cui mi rialzo..." e si interruppe perché non aveva più forza ne voglia di ricordare il dolore che le aveva causato il comportamento di lui.
"Fine... Mi spiace... Ti posso chiedere una cosa però?..  ti sei mai chiesta se ti manca, da amico... O da altro?" 
"Certo Tio, e la risposta mi ha fatto molta paura... Non voglio dirlo a me stessa ma dentro di me lo so...e so che per lui non è uguale ed è meglio così".
"Questo non puoi saperlo Fine, ho visto le sue occhiate, non dare mai nulla per scontato. Se un giorno ti accadrà di Dover stravolgere la tua vita, è normale aver paura, ma quel che sarà sarà no?" e la guardò profondamente. Poi si chinò lentamente sul viso di lei che rifletteva per quelle parole e lo guardava stupita, le diede un bacio e poi distaccatosi fissò la sua reazione.
"Ma... TIO?!? Sei impazzito?!" disse lei stupita. "perché mi hai dato un bacio sulla fronte?! Cioè è stato carino ma..." disse rossa.
"Me lo sentivo e basta...ogni tanto bisogna non pensare e fare.. E poi sei come una sorellina in questo momento per me!" e le fece la limguaccia iniziando ad avviarsi verso il collegio. La ragazza lo fissò un momento e ripresasi dalla sorpresa lo raggiunse. Camminarono silenziosi ancora per poco perché ormai il collegio era vicino. Lui l'accompagno alla sua stanza,  le diede la buonanotte e si girò per andarsene. 
"Tio!" esclamò quella fermandolo e facendolo rivoltare "Non farlo nemmeno tu! Non dare tutto per scontato!!" e avvicinatasi gli diede un bacio sulla guancia "Grazie...davvero... Buonanotte" e entrò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle. Silenzio. "Quella ragazza era veramente speciale...e la ringraziava per quelle parole, però Rein... Con lei ormai era chiusa, lei non faceva facce vedendolo, lei non pensava certamente a lui" pensò Tio avviandosi verso la sua stanza nei dormitori maschili... "già..." pensò ancora prima di addormentarsi felice e malinconico allo stesso tempo.

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Capitolo 14
*** -XIV- ***


"Allora com'è andata ieri l'uscita quando noi siamo andati via?" chiese Altezza mentre le due amiche mangiavano pacificamente.
Le due si guardarono negli occhi, nessuna aveva ancora raccontato nulla.
"Beh" cominciò Fine "più che altro ci dovrebbe raccontare la nostra cara Sophie" disse ammiccando, e distogliendo così l'attenzione dal racconto della sua serata.
Altezza all'oscuro di tutto guardò accigliata le due amiche attendendo risposta.
"Ecco si, è stato molto piacevole stare con Toma, e poi lo trovo veramente carino però ancora non saprei dire se m'interessa in quel senso o meno!!"
Altezza continuava a non capire così Fine le dovette spiegare per filo e per segno il piano escogitato da lei e da Tio.
"Insomma quindi Sophie mi stai dicendo che hai passato la serata con Toma, che ti piace, che lo trovi simpatico ma che ancora non sai bene cosa vuoi farci?" la bionda riflettè un attimo.
"Ma scusa e lui?" aggiunse intanto Fine.
"Beh sembrava contento di stare con me, scherzava ed era gentile ma appunto non saprei... Cioè in realtà mi ha chiesto di rivederci, ma non saprei appunto"
La bionda che ancora stava meditando picchiò le mani sul tavolo esagitata.
"Cosa, cosa, cosa?!?! Allora ti piace, è carino, ti ha chiesto di uscire e tu dici non saprei?!? Ma che hai in testa!! Accetta e basta, semmai poi gli dici di rimanere amici insomma!!!" Le amiche la guardarono con la tipica espressione da gocciolone sulla testa...era sempre la solita per lei qualsiasi bel ragazzo che ci provava andava bene. Beh almeno finché non aveva trovato Auler. 
"Scusa Alti cara, non per offenderti ma non hai pensato che è giusto essere anche un po' indecisi? In ogni caso Sophie secondo me escici ancora magari sono solo dubbi iniziali i tuoi, se poi scopri che ti piace meglio se no comunque non avrai rimorso!" disse poi la rossa più pacatamente.
"Ha parlato la signorinella, io ho una storia da una vita, me ne intendo di queste cose" la sbeffeggiò la bionda sentitasi accusata "e sentiamo intanto che loro erano via tu e Tio che avete fatto di bello? E non mentire so che sei tornata tardi insieme a lui, vi ho visti!" fulminò allora la rossa.
Fine colta sul vivo arrossì e non seppe cosa rispondere, non aveva voglia di raccontare la sua serata; così avendo finito già da un pezzo di pranzare si alzò di scatto lasciando stupefatte le amiche e scusandosi corse via con una scusa. "Guarda che non sfuggirai al mio interrogatorio" le urlò da lontano la bionda "chissà che sarà mai successo" pensò poi tornando a chiacchierare con l'amica.

"Ogni tanto Altezza è veramente troppo impicciona" pensava Fine camminando frettolosa tra i corridoi. Era così distratta che non si rese conto di urtare una persona. "Ahi!!" disse quella. Fine resasi conto si girò immediatamente chiedendo scusa quando vide una Rein indaffarata a raccogliere le sue cose cadute. "Proprio lei dovevo urtare" pensò prima di gettarsi ad aiutarla.
"Rein santo cielo scusa..." le disse veramente dispiaciuta. Rein tanto era presa a raccattare le sue cose che si rese conto solo a quel punto della rossa.
"Fine? Non avevo notato fossi tu!" disse allora la turchina. " tranquilla, anche io avevo la testa tra le nuvole, quindi colpa di entrambe" le sorrise.
Una volta raccolto tutto le due ragazze camminarono per un pezzo insieme.
"Scusa ancora Rein davvero, non ti ho proprio vista mi spiace, ero sovrappensiero"
"Dai Fine figurati! Immagino come sia la testa dopo un uscita romantica la sera prima!" disse ammiccando riguardo l'incontro della sera precedente.
"Santo cielo non anche lei" pensò la rossa accennando alla turchina un semplice sorriso. "Beh in ogni caso chiedo scusa anche io, stavo guardando per aria cercando Bright e non ti ho vista. Anzi tu che sei sua amiiica non è che sai dove posso trovarlo???" chiese poi.
A Fine sembrò che avesse calcato la parola amica in un modo strano, ma pensò che fosse frutto della sua immaginazione e nonostante le avesse dato una fastidiosa impressione le rispose gentilmente che non sapeva dove potesse essere e tenne a specificare che a causa degli esami ultimamente si vedevano raramente. La turchina la guardò senza sembrare molto convinta. Che fosse gelosa di qualcosa? Impossibile.
"beh Rein, non ti sono stata molto utile e inoltre mi scuso perché ora devo proprio andare! Ti saluto, a presto" le disse sorridendole e avviandosi il più possibile lontano da lei. "Fine! A presto! E se vedi Bright digli che lo sto cercando mi raccomando!"
Non ne poteva più voleva andarsene da tutto e starsene un po sola, era asfissiata, prima Altezza, poi Rein poi tutto che le tornava ciclicamente, e Shade che per quanto dolce era sempre più perennemente lontano. Voleva andare in biblioteca ma avrebbe trovato Bright e la voce di Rein che le chiedeva dove fosse le rendeva odioso anche solo quel pensiero. La serra. La serra era sicuramente il posto migliore in quel momento, inoltre avrebbe controllato il crescere di quelle piccole piante di girasole, niente di meglio.

Si avviò, prese la chiave da sotto i vasi rotti, aprì, si richiuse la porta alle spalle e iniziò a occuparsi della serra.
"Fine?" si sentì chiamare da dietro.
Lasciò il vaso che aveva tra le mani appoggiandolo sul tavolo, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
Si strofinò le mani per pulirle il più possibile dalla polvere e si girò.
Erano ormai le tre e mezza, dagli enormi vetri della serra entrava una calda luce, l'umidità era abbastanza alta e era stata aperta una delle finestre per fare entrare dell'aria fresca.  Lei aveva il viso un po arrossato per lo sforzo del pulire e per il clima leggermente afoso, scarmigliata teneva socchiuse le labbra nel respiro affannoso. La trovò adorabile. Le si avvicinò lentamente, lei lo guardava come si fosse trovava in un sogno. Come se il tempo si fosse fermato per un attimo esistevano solo loro due, in quella serra dimenticata da tutti. Si avvicinò fino a trovarsi di fronte a lei, fissandola negli occhi fuoco e terra. Lei non riusciva quasi a respirare, forse per il caldo, forse per lo sforzo fatto o forse semplicemente per quella forza con cui quegli occhi la inchiodavano. Erano uno di fronte all'altra lui si chinò e avvicinandosi sempre piu al viso di lei le toccò una guancia, ma subito come se si fosse ricordato di qualcosa, il suo viso divenne truce e si ritrasse immediatamente da quel gesto che era così sbagliato.
"Fine...io... Scusa...avevi della terra" disse guardando per terra e cercando ora di evitare lo sguardo di lei.
La ragazza d'altro canto si sentiva ancora boccheggiare, era confusa, non sapeva se doveva essere felice o rattristarsi. Cosa dirlgi? Macchia di terra? Era veramente questo, che lei fosse impazzita e si fosse semplicemente immaginata un qualcosa di più. Non sapeva cosa fare, cosa dire, cosa chiedere, guardò anche lei per terra. Poi in preda ai dubbi per non mostrarsi debole si rigirò verso il tavolo,e senza nemmeno capire cosa faceva fece per prendere dei vasi.
Ci fu un attimo interminabile di silenzio.
Solo il cicalare lontano di qualche insetto interrompeva a tratti quell'atmosfera muta. Bright non sapeva che fare, cosa aveva fatto? Perché? E lei? Cosa stava pensando ora? Era adirato con se stesso, strinse i pugni, si reputava uno sciocco. 
"Come.. Come è andata poi ieri con Tio?" fu l'unica cosa che riuscì a dire, che cosa stupida e assurda. Perché aveva tirato fuori quell argomento? Che lui ne fosse geloso e ne provasse accidia?
Fine si aspettava qualsiasi cosa, o almeno, ma non quella domanda. Cosa voleva dire? Cosa c'entrava adesso, era una nota di accidia quella che aveva accompagnato il nome del ragazzo. Cosa voleva ora? Controllare la sua vita, le sue conoscenze? Proprio lui?!
"Bene" disse dopo certo tempo. Entrambi erano rimasti immobili nei loro posti, nulla si era mosso. Fine gli dava le spalle, lui non riusciva a guardarla.
"Ho visto Rein prima. Ti cercava" aveva risposto con la stessa moneta. Anche lui aveva la sua vita, con le sue persone, che pensasse a sè e non a lei allora.
"Ho capito" disse semplicemente con del rammarico nella voce. 
Finalmente si mosse e si sedette sulla panca. Fine pur dandogli le spalle prestava attenzione ai suoi movimenti.
"Forse dovresti andare da lei" disse piano la rossa.
"Non ora" rispose lui indifferente. Lo voleva forse mandare via?

La conversazione cadde di nuovo. Fine intanto aveva ripreso a lavorare compulsivamente, sistemava alcuni vasi, altri li bagnava, altri ancora li concimava.
Di tutto quello che fece in realtà capi ben poco tanto si sentiva assoggettata dalla presenza di lui nella serra. Ad un certo punto si alzò, e si mise anch'esso a sistemare delle piante ma dal lato opposto. Nessuno dei due fiatava. Fine ad un certo punto si sentì stanca, si sedette e prese una bottiglietta d'acqua dalla borsa. Notando che il compagno era privo di tutto, gli chiese indecisa se ne volesse un sorso. Lui si girò la guardò, e annuì ringraziandola. Ogni volta che ai loro occhi capitava di guardarsi venivano catturati l'uno dall'altra in un vortice magnetico che li lasciava sospesi in loro stessi. Era difficile starsi vicini così, ma forse era anche...bello? Erano ormai le cinque passate. Entrambi seduti uno sulla panca e l'altro su una sedia meditavano il da farsi.
"Si sta facendo tardi... Sarà meglio chiudere e andarsene." finalmente Bright ruppe il silenzio.
"Certo" rispose lei iniziando a recuperare le sue cose.
Si diressero entrambi verso l'uscita. Bright recuperò le chiavi e dando le spalle a Fine chiuse la porta. "Spero di non averti dato fastidio..." le disse.
A fine sembrava quasi un déjà-vu, "No Bright...tranquillo" rispose al biondo che quando si girò si trovò di fronte a uno dei più belli sorrisi.
"Bene... Scusa... Devo scappare ora" disse poi frettolosamente lasciando la rossa e avviandosi. Lei rimase perplessa...andava sicuramente da Rein, solo quel pensiero fu capace di farle dimenticare la serenità momentaneamente ritrovata...

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Capitolo 15
*** -XV- ***


Lo guardava dormire, non riusciva a prendere sonno. Era troppo agitata, troppi pensieri le tormentavano la testa.
Sarebbe andato via senza tornare a breve.. Probabilmente sarebbero passati anni. Era distrutta.
La cena silenziosa, la rigidità che mostrava negli ultimi incontri con lei e la sua continua irrintracciabilità ora e solo ora assumevano un nuovo senso.
Almeno ora sapeva il motivo del cambiamento repentino del ragazzo, della sua freddezza e del suo distaccamento. Forse si era distaccato per paura di ferirla dicendole la verità. Ma lei non avrebbe rinunciato, se il problema era la distanza potevano comunque provare a resistere. Potevano sentirsi e magari cercare di vedersi. Certo non sarebbe stato facile ma almeno era già qualcosa.
Lo guardava e finalmente capiva tutto, pensava a quanto fosse stato dolce a preoccuparsi per lei tanto da distaccarsi per non ferirla.
Sembrava tranquillo per il momento, dormiva e la sua faccia era distesa. Era veramente bello.
Rein si trovò ad arrossire per quei suoi pensieri, ma forse quel ragazzo lei lo amava veramente.
Si puntellò meglio sui gomiti e si mise quasi seduta. Si avvicinò lentamente a lui e gli spostò una ciocca ribelle che gli era ricaduta sul viso. Il suo profumo la inebriava a tal punto da desiderare immediatamente un contatto con il corpo di lui. Silenziosamente si chinò e eliminò la distanza che separava le due bocche. Chiuse gli occhi godendosi quel bacio. Dopo poco si risollevò sperando di non averlo svegliato. Dormiva, e nonostante dormisse sul viso di lui si era dipinto un sorriso bellissimo in reazione al bacio. Lei sorrise di rimando e si riaccucciò al suo fianco chiudendo gli occhi felice. Sempre nel sonno lui sentendo qualcosa accanto al suo corpo si girò abbracciandola da dietro. Ormai anche Rein era pronta per dormire, si accoccolò tra le sue braccia e chiuse gli occhi tranquilla.
"mmm...Fine..." biascicò quello.
Rein aprì gli occhi di scatto e si paralizzò.
cosa?! Che avesse sentito male? Aveva veramente detto il nome di un altra abbracciandola?! No, doveva aver capito male, anche lei era stanca, sicuramente se li are immaginato. Cercava di tranquillizzarsi ma un senso di agitazione iniziava a pervaderla. Fece per allontanarsi un po da quell abbraccio, aveva bisogno di aria.
"mm fine..fine...resta con me..fine"
Lo guardò con gli occhi sgranati. Non aveva capito male, non aveva frainteso nulla. Ora più che mai aveva bisogno di alzarsi da quel letto, di staccarsi da lui. Aveva bisogno di stare sola.
Si alzò senza far rumore. Lo guardò e provò profondo odio. E così si era distaccato perché partiva?! O magari perché c'era un altra. Stronzo. Aveva le lacrime agli occhi e non riusciva a ragionare. L'unico pensiero che la teneva più o meno lucida in quel momento era quello di andarsene. Aveva ribrezzo e sentiva quasi i conati di vomito dallo schifo che provava. Prese i pantaloni, unica cosa che si era tolta visto che quello non aveva nemmeno voluto farlo, dicendo di essere troppo stanco. Tutto le veniva mostrato ora come una grossa bugia. Era stata proprio scema a crederci. Si infilò velocemente tutto e senza più indugiare prese la porta e se ne andò. Il più possibile lontano da quella stanza, da quel ragazzo...da quel letto ormai divenuto orribile.


"...FINE!!!" Bright si svegliò di soprassalto, era sudato, scosso e il cuore batteva a mille.
Si guardò affianco, il letto era vuoto. Rein non c'era ed era freddo, voleva dire che se ne era andata da un po'. Come mai? Onestamente non gli interessava, anzi ne provava sollievo. Non sapeva perché non era riuscito a dirgli la verità sui suoi sentimenti invece che fare come nulla fosse. Era stato un cretino ma ora non gli interessava minimamente. Era scosso dai sogni fatti. Nulla di preciso. Buio, poi un caldo dolore rosso che si diffonde, girasoli e poi di nuovo buio. La sensazione di non respirare e quella di perdere parte di sé pervadevano i suoi sogni. Fine..era il suo pensiero costante da quando aveva saputo della partenza imminente. Aveva male al cuore. Si rimise sdraiato e guardò il soffitto. L'orologio sul comodino segnava le due di notte. Dov'era lei ora? A letto? Fuori con le amiche? Con qualcun'altro che non era lui?
Gli venne l'istinto di vestirsi ed andare a cercarla. Ma anche una volta trovatala che avrebbe fatto? No era un idea assurda. Rimettersi a dormire? Non ci sarebbe riuscito. Accese la luce sul comodino, aprì il cassetto di questo per cercare qualcosa da leggere. Frugò un poco quando sotto fogli e articoli trovò un libricino piccolo piccolo, bianco, con scritto "Il piccolo principe".
Si era completamente scordato di quel libro. Glielo aveva regalato lei, tempo addietro, quando ancora si conoscevano da poco. Ricordava come si fosse sorpresa   scoprendo che lui non lo aveva mai letto. Così im giorno dopo lei gli aveva regalato proprio quel libro, e non uno qualunque bensì il suo giustificandosi dicendo che non era riuscita a comprarne un altro in tempo. Lui lo aveva iniziato e poi lasciato quasi subito perché preso da altro. Che fosse un segno ritrovarlo proprio ora?
Lo aprì e iniziò a sfogliarlo...

"non si vede bene che con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi..."

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Capitolo 16
*** -XVI- ***


Camminava nei corridoi malinconicamente. Sperava di poter vedere Bright almeno quel giorno. Altezza nel frattempo le raccontava gli ultimi pettegolezzi del collegio, ma a lei non interessavano minimamente e la sua mente vagava al pensiero del biondo.
La lezione non aiutò molto Fine. Non trovava la concentrazione e tutto era rivolto al momento in cui sarebbe andata alla serra. Fremeva. Le ore non passavano più.
"Ricordatevi di portare la dispensa perché la prossima volta lavoreremo su quella. La potete trovare presso le copisterie del Collegio. Alla prossima lezione, buona giornata a tutti"
Le parole del docente fecero fremere e risvegliare la rossa. Finalmente la lezione era finita e questo voleva dire libertà fino al pomeriggio. Con una vitalità ritrovata la rossa incitò la bionda ad andare e insieme uuscirono dall'aula.
"Fine, fine cara! Che piacere vederti!" disse una voce alle loro spalle.
"ehm ciao Rein" rispose la rossa voltatasi e riconoscendo la turchina.
"Che lezione noiosa non trovi?"
"Si effettivam-" non lasciò alla rossa il tempo di rispondere che subito riprese.
"Si beh in ogni caso volevo più che altro chiederti una cosa" chiese poi con un tono pungente e guardando la rossa dritta negli occhi. "Volevo sapere se potevi dirmi dove trovare Bright, sai magari tu eri più informata di me" calcò malignamente l'ultima parte. Altezza scrutò Fine che fissava impassibile l'azzurra.
"Sai più che altro vorrei passare tutto il tempo possibile con lui non tanto perché sono la sua ragazza"
"Ah si?!" intervenne Altezza a quel punto "in che senso scusa?"
L'azzurra fece un sorrisino rivolto alla bionda e poi puntò gli occhi nuovamente su Fine
"Ma come..." riprese l'azzurra "non lo sai, non siete informate?"
"Di cosa dovremmo essere informate Rein?" esordì a quel punto brusca Fine.
"Ma dai del fatto che parte e va via per sempre, strano che non lo abbia detto a te che sei proprio la sua migliore amica" disse evidenziando acidamente l'ultima parte. Silenzio. Rein vide una luce di stupore negli occhi della rossa. Colpita e affondata. Il suo piccolo piano per portare zizzania era cominciato.
"Beh mi spiace avertelo detto prima io ma ieri notte mentre ne parlavamo a letto non mi aveva parlato di te quindi pensavo già lo sapessi! Quanto mi spiace, spero di non averti offesa rivelandotelo prima di lui" concluse con dei fintissimi toni dispiaciuti.
Quanto sei zoccola, pensò Altezza guardando prima l'azzurra e poi l'amica preoccupata.
"Cara Rein non devi preoccuparti, probabilmente voleva dirmelo oggi ma non c'è nessun problema quando più tardi lo vedrò gli chiederò aggiornamenti" disse la rossa con lo sguardo di fuoco "Ora perdonami ma avrei un appuntamento per pranzo" concluse poi con sguardo glaciale e facendosi strada oltre l'azzurra.
Quest'ultima rivolse uno sguardo sorridendo malignamente verso la bionda che era rimasta ferma a guardare la scena. E fece per andarsene quando Altezza la fermò per un polso.
"Ricordati" le disse "che a essere così zoccole si rimane soli". L'azzurra con uno strattone liberò il suo polso e la guardò "qui di zoccola ce n'è una sola, e non sono io, carina." e se ne andò.
Altezza la fissò andarsene e benché avesse una gran voglia di andare a prenderla e tirarle uno schiaffo, rimase ferma. Cosa poteva dire, effettivamente i sentimenti che la sua amica provava per Bright erano sbagliati, eppure non era successo nulla tra i due quindi non si spiegava tutta quella cattiveria da parte azzurra. Oh che invece lei fosse all'oscuro di qualcosa che la sua amica non le aveva rivelato? Effettivamente erano diversi pomeriggi che quella spariva, ma non era così strano.. Ci avrebbe visto chiaro in tutto quello, non c'erano via di fuga, la rossa le doveva molte spiegazioni.

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Capitolo 17
*** -XVII- ***


Il tempo passava e il suo nervosismo stava cominciando a scendere e tramutarsi in senso di tristezza. La porta della serra scricchiolò e lei vi rivolse lo sguardo. Si aprì di scattò entrò un bright affannato, doveva aver corso. La vide e senza indugio si rivolse a lei. Arrivò così vicino da poterne sentire il respiro sulla pelle, la guardò intensamente, le cinse la vita e la baciò con un desiderio tale da lasciarla senza fiato...
Fine sgranò gli occhi, scrollò la testa. Guardò nuovamente la porta e poi si girò a osservare in torno. Iniziava persino a sognare a occhi aperti. Nessuno era entrato, nessuno l'aveva guardata, nessuno l'aveva baciata. Tutto ciò iniziava a essere svilente. Erano ormai le quattro del pomeriggio, il suò stomaco iniziò a brontolare. Non aveva pranzato e ora che iniziava e svanire l'effetto del nervosismo, il suo corpo le ricordava che aveva fame. Aspettare ancora un po? E poi quanto, un ora, mezz'ora..quanto? No basta era stufa di aspettare, aveva sempre aspettato Bright, lo aveva sempre perdonato. Avrebbe dovuto iniziare a concentrarsi sulle sue priorità, e sulle persone che veramente l'amavano. Shade non aveva fatto che amarla e lei lo ripagava innamorandosi di un altro? Non gli avrebbe fatto questo. Avrebbe ricominciato a pensare solo a lui e piano piano avrebbe ricominciato a volergli bene. Non sarebbe stato amore? Poteva sbocciare...bisognava provare. Eliminare il negativo e riconcentrarsi sulle cose veramente importanti.
La rossa si sentiva determinata, non nascondeva un fondo di tristezza nel cuore. Ma anche questo sarebbe passato, perché tutto passa! E si va avanti.
Prese le sue cose e si diresse verso l'uscita.

Stava per aprire la porta della serra quando qualcuno all'esterno l'aprì prima di lei. Si ritrovò due occhi ambrati preoccupati che la fissavano. Sulla faccia affannata di lui si mescolarono un miscuglio di sentimenti diversi, ansia, affanno, stupore, rabbia e tristezza.
"Ciao Bright..." sussurrò quella guardandolo.
"Che ci fai tu qui?!" rispose quello con rabbia bella voce.
"Ora mi tratti così? Prima mi tieni all'oscuro di tutto, mi fai credere che ci tieni a me e poi mi pugnali alle spalle. Non ti azzardare a provare di controbattere, so cosa hai fatto."
Il biondo la fissò stupita e incredulo. La rispinse all'interno della serra e chiuse la porta per poter discutere più privatamente.
"ti ripeto, cosa ci fai tu qui?! E cosa vorresti insinuare con quello che hai detto?!" disse lui più infervorato che mai
"beh se lo vuoi tanto sapere ho seguito la tua bella "amichetta" Fine per un pezzo prima di perderla e ritrovarla mentre usciva da questa serra. A quel punto ho subito capito che questo era il posto dei vostri incontri d amore e così non appena l'ho vista andarsene sono entrata io sapendo benissimo che saresti arrivato prima o poi. E così speravi di trovarci quella sciacquetta immagino! Mi fai schifo Bright, pensavo fossi diverso. MI FATE RIBREZZO!!" urlò infine l'azzurra.
Bright non si trattenne più "Rein che cazzo stai dicendo?!"
"La verità Bright! Quella che mi hai tenuto nascosta chissà per quanto! Ti ho sentito l'altra sera nel letto mentre urlavi il suo nome, stavi facendo un sogno erotico con lei mentre io ero affianco a te, vero? Santo cielo mi viene il vomito solo a ripensarci" esclamò quasi con le lacrime agli occhi.
Bright la guardò era tutta rossa e aveva gli occhi lucidi. "Rein non è così. Mi spiace per te, perché non ci crederai, ma nessuno ti ha mai tradito. Saii cosa ti dico?! È vero, non lo nego. Provo forte attrazione verso di lei, ma io ho dei principi e mai avrei osato fare qualcosa mentre stavamo ancora insieme!" le disse fermo.
"Come posso crederti Bright...?" supplicò quella.
"Non puoi. Forse se quella sera mi avessi svegliato invece che andartene e combinare tutti sto casino avremmo potuto parlarne come due persone adulte. Io ho paura dei miei sentimenti Rein eppure non ti avrei mai tradita... Mi spiace che sia andata così."
L'azzurra li guardò negli occhi, vedeva che era sincero ma la rabbia era troppo Forte per permetterle di capire e di perdonare. Aveva fatto un casino, si era sentita tradita e invece che chiedere spiegazioni aveva fatto un casino. Era distrutta. Lo guardò ancora con gli occhi appannati dalle lacrime. "...io ti volevo bene Bright.."  sussurrò prima di correre via in lacrime da quel posto, da quella serra, da lui.

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Capitolo 18
*** -XVIII- ***


Erano passati tre giorni da tutto l'accaduto e la rossa e il biondo non erano ancora riusciti ad incrociarsi. Lui era oberato dagli ultimi lavori e dalle ultime cose da sistemare prima della partenza che sarebbe avvenuta proprio quel weekend. In una settimana doveva completare l'archiviazione di tutto, preparare i bagagli, i curriculum, il discorso e le future basi per il lavoro di ricerca che andava a svolgere.
La rossa dal canto suo era oberata dalle ultime giornate di studio prima della fine del secondo semestre e quindi dell'anno.
L'azzurra non si era più fatta vedere e ogni volta che Altezza la individuava nei corridoi quella scompariva immediatamente dallo sguardo suo e della rossa.
Sophie era rimasta parzialmente all'oscuro riguardo tutto questo, e non era un grande problema in quanto il suo cervello era tutto preso dalla relazione con Toma che alla fine era sbocciata felicemente da parte di entrambi.
"uff.." sbuffò Fine gettandosi sulla poltroncina della loro stanza "questi ritmi di studio/lezioni/esami sono estenuanti!!" disse corrucciata.
"beh"rispose altezza "certamente tu non ti dai nemmeno un attimo di tregua però!" rifletté "senti perché stasera non usciamo? Daiiii....almeno ti distrai un po'...da tutto!" concluse sorridendo.
La rossa la guardò titubante, era stanchissima e anche solo l'idea di uscire le metteva ancora più stanchezza. Notò gli occhi da cagnolino bastonato della bionda e rispose "Ecco alti io...ehm-"
"Yeeeeeee che bello sapevo avresti detto di si!!" la interruppe altezza gioiosa.
"Ma veramente io-" la bionda le fece un gesto silenziandola e concluse "anche perché avevo già prenotato una apericena   nel localino che hanno appena aperto, per festeggiare la fine di quest'anno! Quindi devi venire! Ecco!" le fece l'occhiolino e vista l'orsa l'abbandonò correndo in bagno con la scusa di doversi preparare.
La rossa la vide richiudersi la porta alle spalle e le urlò "Guarda che mancano più di tre ore!!" e una voce dietro la porta  di rimando "Sono leeeentaaaaaa!!!".
Fine sorrise e si sdraiò sul letto, magari riposandosi un po avrebbe trovato la forza per uscire più tardi...chissà cosa stava facendo Bright..pensò prima di addormentarsi.

"Dai dormigliona svegliatiii" disse un Altezza già tutta agghindata per uscire. "Se non ti alzi non fai nemmeno in tempo a prepararti, e guardandoti ci vuole di certo un bel restauro!" le fece la linguaccia mentre quella pian piano ritornava dal mondo dei sogni.
"hei! Ma che dici?!... E poi" guardò l'orologio "manca ancora un ora!"
"Di ma devi farti bellaaaa" disse la bionda piena di entusiasmo. "Muoviti vai a farti la doccia che poi al trucco ci penso io" e la cacciò con una spinta in bagno.
Quaranta minuti dopo anche la rossa era pronta. Indossava un vestitino leggero a righe bianche a azzurre. La bionda per farla sentire un po meglio (a detta sua) dopo queste giornatacce, le aveva lisciato i capelli e fatto un trucco leggero che valorizzava il viso. La bionda dal canto suo vestiva un abito aderente verde ottanio e per la serata di era sistemata i capelli in tanti delicati boccoli. Voleva essere bellissima e lo voleva anche per l'amica. Era stufa della tristezza che aleggiava Nell'aria, la parola d'ordine per la serata sarebbe stata: festa, festa, festaaa!!!.
Auler le raggiunse fuori dai dormitori femminili e dopo aver baciato la bionda ammirò la bellezza di entrambe.
All'ingresso principale li aspettavano tutti. Una cosa le due non si aspettavano: di trovare tra il gruppo di amici una certa testolina azzurra. Quando la rossa e la turchina incrociarono gli sguardi arrossirono entrambe.
"che ci fa qui lei?!" esclamò sconcertata e preoccupata Altezza additandola.
"Amore, ma che modi! È venuta insieme a Tio" disse Auler.
Il ragazzo in questione a quella frase fece un occhiolino a Fine come a dirle "avevi ragione tu, hai visto ce l'ho fatta!". La turchese arrossì invece ancora di più e si avvicinò a Fine sussurrandole a occhi bassi "scusa...scusami davvero...se non vuoi io me ne vado.."
La rossa che era rimasta scioccata da tutti gli avvenimenti la fissò. Si aprì in un sorriso che lasciò perplessa la turchina.
"Rein tranquilla...è stata anche colpa mia. Trattami bene Tio stasera altrimenti non ti perdonerò così facilmente" le fece un occhiolino.
Quella si giustificò dicendo che erano solo amici, e che l'aveva invitata perché aveva saputo di Bright e voleva distrarla. La rossa le fece cenno di stare tranquilla e poi esordì"Ragazzi ora che ci penso sono una tonta ho dimenticato che dovevo prima fare una cosa andate pure avanti senza di me in caso vi raggiungo per un dopo serata!!" disse scusandosi.
Altezza la fulminò con lo sguardo. Fine chiese silenziosamente perdono e la bionda sbuffò. Sapeva che la rossa non sarebbe arrivata nemmeno dopo cena. L'azzurra rimase pensierosa. Nonostante questo tutti si avviarono e la rossa si allontanò nuovamente nel collegio.

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Capitolo 19
*** -XIX- ***


Sarebbe tornata in stanza, poco male tanto anche in partenza non aveva voglia di uscire. Quella ragazza però la mandava in bestia, prima le dava della zoccola in corridoio e tre giorni dopo usciva con un altro. Almeno era contenta per Tio, questa era la sua occasione e doveva giocarsela. Era così sovrappensiero che mentre girava un angolo non si rese conto che qualcuno aveva lasciato una porta aperta e ci andò a sbattere senza ritegno. "Ma allora la tua è un abitudine!" esclamò una voce dall'altra parte del corridoio. "ehm io ecco.." arrossì lei "non l'ho proprio vista" si commiserò in fine. "Sei proprio una pasticciona sbadata e disattenta" disse quello ormai vicino sorridendole. "Ehi vacci piano con gli insulti...Bright" rispose lei mettendo il broncio. Al sentirsi chiamato da quella voce lui ebbe un fremito. "Dove andavi così carina" cambiò argomento, avendo notato la bellezza della rossa. "Ecco, dovevo uscire ma poi è saltato...storia lunga" rispose lei mentre il cuore era in subbuglio per quell'aggettivo "carina" che le aveva riferito. Lui la guardò un attimo. Lei ricambiò lo sguardo arrossendo. Notò le occhiaie sul volto di lui, probabilmente stava lavorando molto prima della partenza. Altezza le aveva rivelato che alla fine partiva veramente e non era un invenzione dell'azzurra. "Beh" lui la distolse dai suoi pensieri "allora se sei libera non ti dispiacerà passare la serata con me!" disse poi lui sperando in una risposta positiva da parte della ragazza. Un uscita?! Un uscita...il cervello di lei cercava di assimilare e articolare una risposta sensata "...si..." riuscì a pronunciare senza smettere di guardarlo. Odiava l'effetto che lui le faceva, e al contempo lo amava. "perfetto" sorrise lui "allora vieni con me!" e prendendola per la mano se la portò dietro attraverso i corridoi. Entrambi in silenzio. Ascoltando i propri battiti, perché cuori correvano veloci e non solo per quel contatto. "Signorina posso farla entrare in tale reggia" disse lui facendola passare avanti e tenendole aperta la porta. "Ma Bright" rise lei "la tua reggia assomiglia molto alla serra sai?" concluse ridendo tranquilla. Era pazzesco come accanto a lui svanisse ogni preoccupazione. Anche con Shade le succedeva ma non sapeva come dirlo con Bright era diverso come ci fosse un qualcosa di diverso.. Bright la riprese per mano e lei a quel contatto avvampò nuovamente. Anche lui era arrossito, non si spiegava la tanta facilità con cui aveva ripetuto quel gesto. Il suo cuore batteva fohhirte e il profumo della rossa lo tranquillizzava e inebriava al contempo. "Vieni...voglio mostrarti una cosa" e detto questo accese una pila che si trovava nella serra, mostrando alla rossa una cosa tra i vasi. "Ma...wow, è bellissimo!" guardò la pianta illuminata dalla piccola torcia e continuò "quando è sbocciato?" "È sbocciato oggi, ieri ero passato e non c'era ancora...è il primo Fine" disse guardandola sorridere "È un girasole bellissimo!" sorrise ancora più lei "finalmente ci sono i girasoli in questa serra" si girò poi verso di lui. Si fissavano intensamente negli occhi, la penombra non lasciava intravedere molto ma entrambi rilucevano di gioia. "Aspetta" disse lui "non è l'ultima sorpresa" e detto questo spinse un bottoncino rosso che si trovava nascosto vicino al tavolo. "guarda" le disse. Una parte del tetto della serra, iniziò a muoversi e a rivelare un bellissimo cielo stellato. "ma Bright?! da quando conosci questa cosa, e perché io non ne ho mai saputo nulla" era inebriata Il biondo la condusse sotto la parte di tetto aperta, e entrambi si sdraiarono sui tappeti che vi stavano sotto, incuranti del fatto che fossero sul pavimento. Guardavano le stelle in silenzio, beandosi uno della presenza dell'altro. Ascoltando i propri respiri. "Quindi ormai manca poco alla tua partenza...vero" chiese a un certo punto titubante la rossa. Bright si puntellò sui gomiti e la fissò "parto questa domenica Fine... Immagino tu lo sappia da altezza... Mi spiace non essere stato io a dirtelo..." il suo sguardo si offuscò. La rossa seguì il suo esempio si appoggio ai gomiti e si alzò per guardarlo meglio "Tranquillo Bright, anzi sono molto contenta per te" disse sincera "questo era ed è il tuo sogno. Mi rende felice sapere che potrai realizzarlo" continuò. Silenzio. I due si fissavano. Fine abbassò per un attimo lo sguardo "ciò non toglie..." sussurrò"che mi mancherai..." finito ritornando a guardarlo negli occhi. Lui attese. La guardava. Questa volta avrebbe seguito il cuore. Si avvicinò di più a lei. Potevano sentire l'uno il respiro dell'altro. Fine era paralizzata. Ormai erano vicinissimi lui le sfiorò le labbra con le sue, erano dolci, era quello che desiderava. Ma non era giusto per lei poiché non conosceva i suoi sentimenti, poiché aveva un ragazzo. Dalle labbra di lei spostò il contatto poco di lato sulla guancia ma molto vicino alla Bocca. L'abbracciò. "Anche tu piccola Fine...anche tu"

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