The Guardians

di EragonForever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Il Concilio dei Quattro Regni ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Una situazione complicata ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Mithryel la Dimensione dell'Acqua ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Il Legame dell'Anima ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Una Marcia in Più ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Iryndiel la Dimensione dell'Aria ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Thanatos ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Divisi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Pyrus la Dimensione del Fuoco ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Tharoon la Dimensione dellaTerra ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Libertà Riconquistata ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Un'unica forza ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - E' arrivato il momento di diventare più forti ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Sharazan la Dimensione dell'Energia ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Dentro Kouka ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Lotta Disperata ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - Una Piccola Vittoria ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Perché ci hai scelto ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - La Dimensione Fantasma ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - Verso l'eterno conflitto ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 - La Battaglia di Astrea ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 - Un aiuto inaspettato ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 - Nell'Abisso ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 - Apophys ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 - Luce Purificatrice ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 - La Verità e la Resa dei Conti ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 - Quiete dopo la tempesta ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

Un lampo squarciò il cielo illuminando l'interno del Tempio dove era custodito il Pilastro dell'Equilibrio. Da fuori si potevano notare le sue tonalità violacee e un banco di nubi attraversato da fulmini scarlatti. Era pieno giorno ma ora sembrava che il sole non ci fosse mai stato. L'atmosfera attorno a loro era satura e impregnata di quell'energia tenebrosa quanto potente che nonostante fossero all'aperto, regnava un profondo silenzio. L'erba al di fuori del Tempio pareva addirittura piegarsi sotto quel miasma infernale e gli animali restavano muti e paralizzati dal terrore nelle loro tane. Con passo incerto allora i sei Guardiani fecero il loro ingresso nel tempio. Aveva tutta l'aria di essere antico di millenni ma la struttura in se era stabile. Era immenso e al suo interno si sentivano così piccoli e insignificanti se paragonati al suo splendore. Nonostante fossero giunti li seguendo indicazioni di poco conto sapevano che non sarebbe stata affatto una passeggiata vista l'atmosfera che regnava. Alzarono quindi lo sguardo e spalancarono gli occhi nel vedere una densa nube che avvolgeva il Pilastro dell'Equilibrio. L'oggetto aveva l'aspetto di un antico obelisco egizio mentre la densa forma dalle sembianze fumose e vaghe lanciava bagliori color cremisi, quasi come se all'interno fosse viva. Bastava sentire la sua sola presenza per schiacciarli e persino il luogo tremava dinanzi a essa. Avanzarono quindi lentamente, gli occhi fissi su quella massa vaga e informe mentre dentro di loro iniziavano poco a poco a capire ogni cosa.

"Quindi ... c'era lui dietro a tutti gli attacchi e i disordini delle dimensioni.", mormorò una delle ragazze, la voce tremante.

"E la cosa più strana è che si direbbe abbia fatto tutto da solo.", disse un'altra ragazza, alquanto sorpresa.

Quando i sei Guardiani furono a qualche passo dal loro obbiettivo due di loro si fecero avanti.

"Chi sei? E da dove vieni?", chiese il ragazzo, la voce ferma e decisa.

Affianco a lui la ragazza lo guardava con aria seria, erano i soli a reggere la tensione mentre i compagni dietro di loro, nonostante rimanessero fermi e decisi, avevano gli occhi colmi di puro terrore e i loro corpi erano imperlati di sudore freddo alla sola presenza di quella nuvola oscura che sembrava addirittura li guardasse.

"Non vedo per quale motivo dovrei rispondervi, ciò che sono e da dove vengo non vi deve interessare ... Guardiani.", rispose una voce tonante come mille tuoni proveniente da essa.

"L'unica cosa che dovete sapere è che il mio nome è Apophys ... nient'altro.", riprese poco dopo.

Dafne allora avanzò ancora di poco, puntando il suo sguardo scintillante di determinazione verso di lui.

"E che cosa ci fai qui? Quali sono le tue intenzioni?", domandò con voce ferma e decisa.

La nube allora tese alcuni tentacoli verso di loro.

"Suppongo che giunti fino a questo punto sia del tutto superfluo nascondervelo, ormai la risposta dovrebbe essere chiara persino a voi no?", disse, mentre quelli osservavano tesi il Pilastro al suo fianco. Sapevano fin troppo bene a quali conseguenze si sarebbe giunti se ne avesse preso il potere. Quello poi proseguì.

"Voglio il potere del Pilastro. Qui, in questo mondo dove per perseguire i propri sogni l'unico modo è farsi strada con la forza, è quanto mai chiaro che solo il poter scegliere liberamente il proprio futuro conta veramente e solo i più forti hanno il permesso di sceglierlo a proprio piacimento senza alcun timore di trovare ostacoli sul loro cammino. Tutti siamo alla ricerca della felicità ma alla fine solamente i potenti la ottengono davvero. Gli altri invece saranno sempre destinati a essere schiacciati e sottomessi da chi è loro superiore. Per questo desidero il suo potere.", rispose.

I Guardiani però scossero la testa.

"Ti sbagli, con il rispetto e la lealtà anche i deboli possono unirsi per avere una vita migliore e i forti hanno il diritto di proteggerli in virtù della loro forza. È sempre stato così e così sarà sempre!", esclamò Fabio, contrario.

"Ah, allora è così eh? Suppongo allora non ci sia altro da dire, voi la penserete sempre in questo modo, giusto? Bene, visto che non c'è modo di farvi ragionare ... è inutile perdere altro tempo!", esclamò la nube, innalzandosi in tutto il suo potere.

Dafne allora si fece avanti ma il compagno la fermò.

"No, ci penseremo noi, tu stai indietro"

A quella frase spalancò gli occhi, incredula.

"No ... no, non vi lascerò affrontarlo senza di me. Mi avete addestrata apposta per questo genere di cose ... non starò a guardare.", replicò, seria.

"E' vero, sei stata addestrata con ottimi risultati ma fidati se ti diciamo che non sei ancora pronta per questo. Quell'avversario non ha nulla a che vedere con quelli contro cui hai combattuto finora, non possiedi ancora abbastanza esperienza per tenergli testa", replicò Leila, mettendole una mano sulla spalla con apprensione.

"Non è vero ... dite così solamente perchè sono un peso e che vi sarei d'intralcio ... non negatelo.", replicò Dafne, in lacrime di rabbia.

D'impeto si sentì stringere con vigore al petto del suo amato, al quale si aggrappò con disperazione.

"Non dirlo neanche per scherzo amore mio, non è vero niente. Se fossi stata un peso allora non ti avremo presa con noi salvandoti la vita e io non ti avrei ne addestrata ne amata. Se davvero credi in noi ... lasciaci andare ok?", le disse la voce calda e profonda di Fabio.

Bastarono quelle parole a farle capire che aveva ragione. Si era sempre fidata ciecamente di lui e non le aveva mai mentito una volta, nessuno di loro lo aveva fatto. L'avevano accolta e dato una nuova vita facendole praticamente da famiglia, ma nonostante la sua incrollabile fiducia, il terrore di perderli era vivido come non mai dentro di lei. Lyria allora le sorrise.

"Tranquilla Dafne, ce la faremo vedrai.", la rassicurò.

"Si, non devi temere per noi.", intervenne Ichigo.

"Andrà tutto bene.", gli fece eco Loki.

La Guardiana allora si calmò e li guardò con un lieve sorriso.

"E ... e va bene, ma tornate da me ok?"

"E' una promessa.", rispose Fabio, baciandola con amore.

Dafne ricambiò il gesto per poi guardarli avanzare contro Apophys. Il fumo e il miasma oscuro di cui era composta la nube era andato amalgamandosi e rimpicciolendosi fino ad andare a formare una forma più definita e in qualche modo "umana", di cui tuttavia non si riusciva a distinguere ancora i tratti. Si misero in posizione per attaccare creando un anello runico dorato dal quale partì una fiamma a forma di drago che spalancò le sue fauci lanciando una potente fiammata contro Apophys. Ne uscì una forte esplosione e quando finalmente i resti di fiamme e fumo si diradarono, poterono vedere ampie volute di melma oscura che estinsero le fiamme, mostrando il nemico ancora intatto. Apophys divenne quindi ancora più grande e li sovrastò con la sua potenza. Allora provarono un altro attacco lanciando un raggio di pura luce bianca che lo investì nuovamente ma il risultato fu sempre lo stesso. Niente riusciva a scalfirlo. In quell'attimo un profondo senso di impotenza li avvolse nella sua morsa, facendoli tremare dinanzi al suo potere.

"Come avete potuto constatare con i vostri occhi alla fin fine non avevo torto ... i deboli non possono nulla contro i forti, solo il potere decide chi muore e chi invece resta in vita!!!", esclamò Apophys, facendo tremare il Tempio.

Poco dopo dalla nube partì un'immensa onda di energia rossastra che travolse i Guardiani. Dafne, che era rimasta in disparte, fortunatamente non ne fu travolta, tuttavia l'onda di energia causata dal rinculo dell'incantesimo la gettò non poco lontano, mandandola a sbattere contro la parete del Tempio. Quando alzò lo sguardo per poco non si sentì mancare: con orrore vide i suoi compagni contorcersi dal dolore mentre fulmini cremisi li avvolgevano.

"Che cosa gli stai facendo maledetto!!", gridò.

"Quello che ho sempre fatto, insieme distruggeremo tutto quello che avete cercato di proteggere e tu guarderai ogni cosa piombare nel caos in mio nome!!", esclamò, mostrando i suoi nuovi alleati.

I compagni di Dafne erano cambiati, al posto della loro divisa ora avevano una nera armatura e i loro occhi erano vermigli, le loro espressione gelide come il ghiaccio e prive di qualsiasi emozione. Lei li guardò, sconvolta, non si accorse nemmeno dell'attacco in arrivo che si ritrovò contro la parete. Il contraccolpo fu talmente violento da mozzarle il fiato. L'ultima cosa che vide prima di svenire fu i suoi compagni che scomparivano assieme al nemico. Tese una mano ma poi fu tutto buio. Quando si risvegliò tutto era tornato alla normalità, ma era completamente sola. Alzò quindi lo sguardo al cielo e gridò, un grido straziato pieno di tutto il suo dolore e nel cuore la consapevolezza che non era riuscita a salvare coloro che amava di più al mondo.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP. Eh si, questa volta ho deciso di riscrivere la storia da zero, poichè non mi convinceva. Il titolo è provvisorio ma spero con tutta me stessa che vi possa piacere. Ringrazio KakashinoSharingan per i suoi consigli, KinghtofFire e Vago per il loro sostegno. Quindi ecco a voi il prologo! Buona lettura e alla prossima!

Baci la vostra EragonForever (Prologo revisionato)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Il Concilio dei Quattro Regni ***


Capitolo 1: Il Concilio dei Quattro Regni

Shintiel, un luogo maestoso e pieno di misteri e magia, di una bellezza mozzafiato dove gli animali potevano vivere una vita tranquilla, una combinazione mozzafiato di colori e odori frizzanti. Il primo impatto dava l'idea di essere in un eden. Oltre a tutto vi erano anche quattro terre, ognuna abitata da una razza specifica.

I primi abitanti a calcare quelle lande erano stati i Draghi, creature a dir poco maestose e fiere che potevano anche assumere una forma semi umana caratterizzata da corpi muscolosi, occhi da rettile, capelli sbarazzini dalle sfumature che potevano variare dal rosso al giallo e sulla testa avevano delle splendide corna, ovviamente di media grandezza. Vivevano nei Vulcani del Rubino, la zona più vulcanica di Shintiel, dal clima afoso e inospitale per qualsiasi altra specie. Il loro sistema governativo consisteva nella monarchia con la famiglia reale dei Thangarrion, composta dall'attuale sovrano Zanven, la moglie Aralya e i due figli, Eltanin il maggiore e Thuban il minore.

Dopo i Draghi giunsero gli Elfi Silvani che vivevano sugli alberi della magnifica Foresta di Smeraldo, un luogo fertile e rigoglioso dal clima temperato, molto vasta e piena di vita per la sua fertilità. Era un popolo pacifico e anche li c'era la monarchia. Sul trono regnava Eredhon con la moglie Rimbes ed il legittimo erede al trono Daeron. La famiglia Leaphen in se era molto amata e rispettata dai suoi sudditi.

Ma Draghi e Elfi non erano i soli unici abitanti. Poco tempo dopo giunsero i Nani, un popolo di indole alquanto suscettibile e credevano molto nell'onore. Loro invece vivevano sotto terra nelle Grotte del Diamante. Il loro sovrano era Re Markas, un temibile guerriero, sposato con la bella Illakayn da cui aveva avuto numerosi figli e figlie. Anche se vivevano in quel luogo avevano di che vivere, ma una persona normale sarebbe di certo impazzita dopo qualche giorno di permanenza.

Ed infine gli ultimi furono gli Umani, all'apparenza deboli ma pieni di risorse. Si erano stabiliti nelle vaste Pianure del Topazio. La capitale era Hoole ed era governata da Gerala, era un re giusto e amato dal suo popolo, così come Ginevra, la sua sposa. Dalla loro unione erano nati cinque figli, Castiel, Gerrit, Lyanna, Annabelle e il piccolo Fabian. Era un popolo pacifico che non cercava inutili guerre e per questo motivo anche i villaggi vicini si sentivano protetti e al sicuro.

Ogni razza viveva pacificamente tra loro, finchè sul trono dei Draghi non salì Zanven, il fratello minore del re precedente. Esso era tutto l'opposto del sovrano che l’aveva preceduto poichè la sua indole da guerra fondaio aveva causato non pochi problemi. Appena salì al trono dopo l'improvvisa morte del fratello, ruppe tutti i rapporti con gli Elfi compromettendo la loro economia e spostando il suo esercito sul confine per un'imminente conquista. Da quel momento in poi entrambe le razze erano sul piede di guerra.

Poco tempo dopo però anche i rapporti tra Nani e Umani erano fatti tesi da quando i primi erano stati colpiti da una tremenda epidemia che li decimava a dismisura. Sapendo che solitamente coloro che potevano essere soggetti alle malattie erano gli Umani, i Nani li avevano accusati di avergli trasmesso l'epidemia dando inizio a innumerevoli tensioni e ostilità.

In pratica le quattro razze erano sull'orlo del conflitto armato, ed infatti le voci erano giunte anche alle orecchie dell'autorità assoluta di Shintiel, ovvero i Guardiani, che avevano il compito di evitare possibili guerre inutili che avrebbero solamente portato a massacri di massa e alla distruzione dell'intera Shintiel. Così una mattina decisero di prendere provvedimenti e convocarono il Concilio dei Quattro Regni nel Palazzo della Pace situato all'interno del Regno di Mezzo. Esso era una struttura di stampo greco-romano con un colonnato all'ingresso e un magnifico portone dorato. L'interno era costituito da un'unica grande sala circolare con degli spalti ai lati. Il soffitto e le pareti raffiguravano la storia di Shintiel con splendidi dipinti di una bellezza unica. Era una stanza elegante e molto illuminata per via di alcune finestre e di un magnifico lampadario di cristallo appeso al soffitto. Non appena i Guardiani fecero il loro ingresso rimasero a bocca aperta per la sua bellezza mozzafiato, essendo la prima volta che vi entravano. Ma poi si ricomposero nel vedere il Concilio riunito. Ognuno dei Sovrani aveva portato con se i legittimi eredi al trono e la propria scorta personale. L'atmosfera era molto tesa e il silenzio regnava sovrano. Mentre i Guardiani avanzavano fino al centro della sala i presenti puntarono su di loro sguardi interrogativi e certi iniziarono a bisbigliare sul perchè fossero stati convocati lì dato che era la prima volta che accadeva. Così non appena i sei ragazzi raggiunsero il centro della sala, una di loro, Dafne, si fece avanti, l'aria seria e dopo un profondo respiro iniziò a parlare.

"Innanzitutto benvenuti al Palazzo della Pace popoli di Shintiel.", esordì.

I diretti interessati si limitarono ad annuire e poi la ragazza continuò.

"Vi abbiamo convocati qui perchè ci sono giunte delle voci riguardo all'atmosfera di tensione che da un po' di tempo impregna l'aria di Shintiel e ci chiedevamo il perchè dato che il nostro compito è quello di evitare ogni possibile conflitto tra le razze, quindi se avrete la cortesia di spiegarci saremo lieti di ascoltarvi.", riprese poco dopo, seria.

A quella richiesta ne seguì un teso silenzio, finchè il Re degli Elfi con un sospiro si fece avanti e parlò.

"Da quando Re Zanven è salito al trono ha rotto ogni rapporto con noi, in questo modo ha compromesso la nostra economia, molti dei nostri scambi principali passavano direttamente dal loro regno, senza di essi, non possiamo nemmeno più commerciare con le altre razze. Infine la cosa che più mi ha sorpreso è il fatto che abbia spostato le sue truppe sui nostri confini, bloccando qualsiasi spostamento da un regno all’altro e allarmando non poco i cittadini delle città limitrofe. Il primo sovrano era una persona valida e rispettosa, che tutti noi ammiravamo moltissimo, e ha sempre cercato di supportarci al meglio, non avrebbe mai cercato di scatenare un conflitto senza prima un valido motivo. Inoltre, questo loro nuovo sovrano è si e no un ragazzo, mi viene difficile immaginare come possa gestire un intero regno.", spiegò, indicando il Re dei Draghi che sbuffò in risposta.

"Tsz, mio fratello non era un re indulgente ma solo e soltanto un dannato pacifista. Noi Draghi siamo sempre stati fieri delle nostre tradizioni e dei nostri costumi, per noi, figli della guerra, dovrebbe essere del tutto inconcepibile il dover abbassare il capo di fronte alle altre specie. Siamo una razza orgogliosa e indomita, per noi il combattimento non è solo un passatempo, ma un’arte da perseguire e perfezionare, e sotto mio fratello invece non abbiamo fatto altro che rammollirci e lasciarci mettere i piedi in testa, come cani. Il suo comportamento per me era inaccettabile. E poi è inconcepibile che il nostro dominio, in quanto signori della guerra, prenda solamente una minima parte di Shintiel mentre invece gli Elfi, razza priva di onore e sempre in pace con il mondo, possieda terre più ampie. Il mio regno deve riottenere il suo splendore, quello che ha perduto sotto mio fratello, con le conquiste, niente di più e niente di meno.", replicò con aria di sfida.

A guardarlo dava l'idea di un vero guerriero. Era molto alto e ben piazzato, corpo muscoloso da grande combattente, la carnagione abbronzata, occhi da rettile color cremisi, capelli purpurei e sbarazzini con tanto di corna che spuntavano ai lati della testa. Vestiva di una semplice armatura di cuoio che evidenziava i suoi addominali. Le possenti braccia erano scoperte, a parte per i bracciali sugli avambracci. Bastava uno sguardo per capire che con lui non c'era da scherzare. Al suo fianco stava Eltanin, il suo erede al trono. A guardarlo non aveva l'aspetto minaccioso del padre, a parte il fisico scolpito per la guerra e i capelli color grano con sfumature oro, ma i suoi occhi dorati trasmettevano più sicurezza e fiducia. Scosse la testa nel vedere l'atteggiamento del padre. Come gli altri, aveva ascoltato in silenzio le sue parole, oscurandosi sempre di più mano a mano che proseguiva col suo discorso, e osservando tetro i rappresentanti delle altre specie. Così lo affiancò.

"Padre se posso permettermi, un conflitto simile sarebbe molto pericoloso, sia per noi che per loro. Se entreremo in guerra contro gli Elfi ci saranno pessime conseguenze da ambo le parti, non solo economicamente, ma anche in termini di perdite. Uno scontro armato porterebbe solo morte e distruzione per entrambi, e anche noi ne risentiremmo. Ti prego di ripensarci.", mormorò, lo sguardo fisso in quello del padre.

"Ripensarci? Non se ne parla proprio, è giunto il momento di fare vedere a Shintiel chi comanda.", ringhiò il Re Drago, contrario alle parole del figlio.

A quella frase tutti i presenti si adirarono non poco e iniziò un'accesa discussione, ben presto tutta la sala si riempì di urla sovrapposte tra loro. I Guardiani guardarono la scena parecchio sconcertati, dovevano intervenire prima che accadesse il finimondo, così un'altra delle ragazze dalla fluente chioma blu oceano si fece avanti affiancando Dafne con sguardo serio.

"Smettetela, tutti quanti!!!", gridò, chiamando a se l'attenzione dei presenti che si fermarono.

Poi la Guardiana riprese.

"Non è in questo modo che si arriva a un accordo, urlare e sbraitare peggiorerebbe solo la situazione, quindi cerchiamo di calmarci e di risolvere la cosa pacificamente ok?"

Il Re Drago dal canto suo sbuffò con aria annoiata.

"Pacificamente? E come pensate sia possibile una cosa del genere? Noi Draghi siamo i figli della guerra, per noi il mondo inizia e finisce sui campi da battaglia, senza di essi siamo privi di onore, è la nostra natura. Così è sempre stato, fin dall’alba dei tempi, e non potete chiederci di metterla in secondo piano solo per gli inutili piagnistei di uno sparuto gruppo di Orecchie-a-punta! Abbiamo già perso troppo, farò risorgere la mia specie, così come mio fratello avrebbe dovuto fare già tempo addietro, invece che farci ammuffire nelle nostre città.", sbottò.

Eltanin parve nuovamente in disaccordo poiché sapeva bene che se fosse scoppiata una guerra l'intera Shintiel sarebbe stata nel caos totale o peggio, avrebbe potuto persino scomparire, quindi affiancò nuovamente il padre, guardandolo con durezza.

"Padre per favore, dovete cercare di capire, se agirete in questo modo metterete tutti in grave pericolo, Shintiel scomparirà così come tutti quelli che la popolano. Una guerra non è la soluzione, rifletteteci."

Ma Zanven non lo ascoltò, era sordo alle sue parole poiché per lui la sola legge valida era la sua, e mai avrebbe rinunciato al proprio proposito pur di seguire le parole di chicchessia. Sebbene fosse convinto di fare il bene del popolo, così facendo non si era nemmeno reso conto che l’avrebbe inevitabilmente condotto verso il baratro. Uno scontro simile avrebbe significato sconvolgere l’equilibrio di tutta la dimensione, causare morti da ambo le parti e portare alla distruzione di città intere. Non era fatto per restare sul trono, e i Guardiani se ne erano resi conto, dovevano agire alla svelta, così ne parlarono tra loro.

"Allora, che ne pensate?", chiese uno dei ragazzi, gli occhi che ricordavano le foglie novelle a primavera velati di preoccupazione.

Dafne sospirò.

"A quanto pare Zanven non è uno facile e non si decide a ragionare, quindi temo che l'unica cosa da fare sia una sola.", mormorò.

"Intendi ... deporlo?", chiese la Guardiana dai lunghi capelli ramati, piuttosto preoccupata.

Dopotutto, i Guardiani erano l’autorità assoluta non solo di Shintiel, ma anche di tutte le altre Dimensioni, la loro parola era legge. E sebbene non si immischiassero spesso, almeno non in periodo di pace, negli affari politici dei Quattro Regni, volendo potevano ricorrere senza problemi anche a soluzioni incredibilmente drastiche pur di mantenere l’ordine. Nessuno, nemmeno i sovrani in carica, avrebbe potuto contraddirli.

"Si Arya, è l'unica soluzione, se resta sul trono tutta Shintiel sarà nei guai fino al collo.", fece l'altra di rimando.

I suoi compagni si guardarono piuttosto perplessi ma alla fine annuirono, sapendo che era la cosa giusta da fare. Così tutti e sei tornarono al centro della sala e Dafne guardò i Draghi con fermezza.

"Alla fine io e i miei compagni siamo giunti a una conclusione, ovvero che l'attuale sovrano Zanven deve essere deposto facendo salire Eltanin al suo posto in modo che la pace tra Elfi e Draghi venga ripristinata.", disse con decisione.

Il Re Drago a quelle parole sgranò gli occhi, incredulo.

"No, voi non avete il diritto di farlo!", ringhiò, in preda allo shock. Sgranò gli occhi, gocce di sudore che gli coprivano il capo, mentre serrava i pugni attorno ai braccioli del suo trono e osservava i presenti con occhi rossi di follia.

"Invece lo abbiamo eccome, portatelo via.", replicò Dafne, dando ordine ai suoi Angeli presenti di portare via il sovrano.

Zanven dal canto suo si ribellò con tutte le sue forze e alla fine al culmine della disperazione cedette.

"Fermi, vi dirò tutta la verità!", gridò, esasperato.

La Guardiana allora fece cenno di fermarsi e l'ex Re Drago si accasciò in ginocchio in segno di resa.

"Io non sono salito al trono per la volontà della mia gente ... ma con l'inganno. È vero, ho sempre odiato mio fratello per il suo modo di pensare, così ingaggiai Drake, il mio consigliere, per ucciderlo. Dopo divenni Re, essendo il legittimo erede. All'inizio non pensavo a un conflitto nonostante fossi sempre stato amante della guerra, ma Drake mi indirizzò, dicendo che era la cosa giusta da fare. Le tenebre quindi si impossessarono del mio cuore e della mia anima rendendomi quello che sono ora, sono stato manovrato dall'oscurità.", confessò infine.

Tutti i presenti rimasero alquanto sconcertati, soprattutto Eltanin poiché non riusciva a crederci, poi però si fece avanti, raggiungendo il padre e mettendogli una mano sulla spalla.

"Miei Guardiani, come voi stento a credere a una storia del genere ma nonostante tutto voglio farlo. Come nuovo sovrano dei Draghi ho deciso ... di perdonare mio padre per tutto quello che ha fatto, poiché in fondo è pur sempre un membro della mia famiglia e anche se ha fatto tutto ciò causando non pochi problemi contro la sua volontà non avrebbe senso punirlo più del dovuto con l'esilio o con la morte", esordì.

Zanven allora guardò il figlio negli occhi, sorpreso dalle sue parole.

"Figlio ... davvero mi perdoni nonostante tutto?", mormorò, abbassando lo sguardo.

"Si padre, ti perdono.", fece lui, abbracciandolo.

In quel preciso momento l'oscurità che c'era nel suo cuore svanì e i suoi occhi da cremisi tornarono dorati. I Guardiani allora sorrisero.

"Sii felice Zanven, poiché con quel gesto d'amore tuo figlio ti ha liberato dall'oscurità che ottenebrava la tua anima.", gli disse Dafne con un sorriso.

L'ex Re dei Draghi annuì e poi guardò gli Elfi con fare mortificato.

"Immagino che sia opportuno chiedervi scusa per quello che ho fatto ... spero possiate perdonarmi e che i nostri rapporti vengano ripristinati.”

Il Re degli Elfi dal canto suo fu leggermente titubante ma alla fine acconsentì.

"Noi accettiamo le vostre scuse, almeno in questo modo potremo finalmente convivere in pace.", disse infine.

Così Draghi e Elfi si strinsero le mani, segno che l'alleanza tra loro era stata ripristinata. Ma non era ancora finita, c'era un'altra situazione da risolvere, e allora i Guardiani volsero lo sguardo verso Nani e Umani.

"Bene, ora tocca a voi, qual'è il problema che vi affligge?", chiese nuovamente Dafne.

Re Markas allora si fece avanti, il fisico da guerriero che si scolpiva sotto la sua corazza e gli occhi color cioccolato carichi di preoccupazione.

"Da tempo il mio popolo è stato colpito da una terribile epidemia che abbiamo chiamato Sfogo di Fuoco, poiché si manifesta con delle macchie violacee sulla pelle simile alle ustioni, che bruciano il corpo molto lentamente causando forti febbri che poi portano alla morte. Abbiamo provato di tutto ma è incurabile. Come forse saprete, di tutte le razze presenti a Shintiel, solo gli Umani sono solitamente soggetti alle malattie, per cui non possono che essere stati loro, con i continui scambi tra le nostre specie, a trasmetterci tale morbo.", spiegò.

La Guardiana guardò i Nani con preoccupazione, poi sospirò.

"Avete un malato con voi?", domandò Dafne, poco dopo.

"Si, Oriel, mio figlio primogenito, è malato da ieri.", mormorò il sovrano facendo arrivare una barella con il ragazzo sopra per poi poggiarla ai piedi dei Guardiani.

I sei ragazzi allora si chinarono su di lui e lo esaminarono: le macchie violacee si estendevano per quasi tutto il corpo e la sua espressione era sofferente, piena di terrore.

"Dafne, che ne pensi?", esordì una delle sue compagne.

"Ah, non lo so Shea, non ho mai visto un morbo del genere, ma di sicuro non è opera degli Umani.", constatò infine.

"Oh ... e da cosa allora?", domandò Arya, perplessa.

"Purtroppo non ho una risposta, ma fortunatamente conosco una cura.", fece lei di rimando.

"Quale cura?", chiese Markas, speranzoso.

"Si chiama Gocce di Luna e cura qualsiasi morbo.", spiegò Dafne, prendendo alcuni ingredienti ed erbe magiche da una sacca che era sempre solita portare con se, legata in vita.

Un barlume di speranza si riaccese negli occhi dei Nani mentre lei con abile maestria iniziò a preparare la cura, pestando e mescolando gli ingredienti nei vari contenitori per poi mettere il tutto in un'ampolla creando un liquido dorato, al quale aggiunse tre gocce di pura luce bianca dando al liquido lo stesso colore. Soddisfatta del suo operato mostrò il liquido al Re dei Nani per poi versarne tre gocce nella bocca del ragazzo, infine attesero speranzosi. Dopo qualche secondo all'improvviso le macchie sul suo corpo si illuminarono di una luce bianca e iniziarono a regredire fino a scomparire del tutto. Il colorito verdognolo della pelle tornò di un delicato color ambra. Oriel riaprì gli occhi e suo padre lo abbracciò pieno di felicità.

"Grazie miei Guardiani, avete la mia piena gratitudine. E quella del mio popolo."

"E' stato un piacere, ora grazie all'antidoto il tuo popolo starà meglio.", rispose Dafne con un sorriso. Prese quindi un foglio di pergamena, scrivendo velocemente la ricetta e gli ingredienti per guarire la malattia, e consegnandola quindi al sovrano, raccomandandogli di consegnarla ai suoi cerusici.

Re Markas annuì per poi guardare il Re degli Umani e sospirò.

"Noi Nani vi porgiamo le nostre scuse per avervi accusato ingiustamente, spero che possiate perdonarci.", mormorò, mortificato.

Re Gerala dal canto suo annuì senza indugi.

"Si, avete il nostro perdono, e comunque sappiate che tutti noi dovremo essere alleati e non nemici.", disse infine.

Gli altri sovrani annuirono e si strinsero le mani in segno di pace. I Guardiani poterono quindi tirare un sospiro di sollievo dato che alla fine tutto si era risolto per il meglio. Così dopo lo scioglimento della riunione uscirono per poi fare ritorno ad Astrea, ma poco dopo aver varcato la soglia del Palazzo della Pace, videro venire loro incontro uno dei loro Angeli in fin di vita appartenente al seguito di Dafne. La ragazza allora lo prese tra le braccia, preoccupata.

"Che cos'è successo?", domandò.

L'Angelo li guardò con occhi sgranati, il corpo martoriato.

"A ... Astrea è stata attaccata.", fece appena in tempo a dire per poi spirare e dissolversi in una scia di luce.

I Guardiani a quella notizia si guardarono sconvolti e volarono di gran carriera alla volta della loro Sede ma non appena atterrarono per poco il loro cuore non si fermò: Astrea era ridotta a un cumolo di macerie.
 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, ecco a voi finalmente la stesura definitiva del primo capitolo. Come leggerete la situazione inizia subito a complicarsi con le Quattro Razze in conflitto tra loro, ma fortunatamente alla fine tutto si risolve. Ma il nemico ha fatto la prima mossa. Cosa aspetterà ora ai nostri Guardiani? Lo scoprirete nei prossimi capitoli.

Ringrazio KnightofFire e Vago che mi seguono sempre e Teoth con KakashinoSharingan per i loro preziosi consigli e il loro prezioso aiuto. Detto questo ... alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Una situazione complicata ***


Capitolo 2: Una Situazione Complicata

Astrea, un tempo splendida, ora era un cumolo di macerie. Con passo titubante i sei Guardiani entrarono nella Sede, della quale metà non c'era più. Con enorme sconforto videro che circa i due terzi dei loro Angeli era spirato per difenderla e le truppe rimanenti avevano un'aria spaventata e li guardavano con fare mortificato. Ma i sei ragazzi non avevano alcun motivo per essere arrabbiati nei loro confronti.

Girarono per Astrea ormai distrutta fino a raggiungere il tempio dove era custodito il Pilastro dell'Equilibrio. Sbiancarono nel vederlo vuoto mentre un brivido gelido scese lungo le loro schiene, ben consapevoli di quello che sarebbe potuto succedere se tutto quel potere che racchiudeva il Pilastro fosse finito in mano nemica. Così con il morale a terra rientrarono nella Sede per poi radunarsi nella Sala del Consiglio che si trovava nell'ala non distrutta al secondo piano dove stavano anche le loro stanze. Il luogo aveva un arredamento piuttosto semplice composto da due divani con al centro un tavolino e dei quadri alle pareti, mentre vicino a una finestra stava un mobiletto con sopra varie foto e un vaso di fiori. Infine con un sospiro si sedettero sui divani per discutere il da farsi.

"Fantastico, ci mancava pure questa, risolto un problema se ne presenta un altro, è un classico.", esordì uno di loro, le iridi dorate scintillanti d'ira.

"Già, e questa volta di gran lunga peggiore e il bello è che non sappiamo nemmeno l'artefice di questo disastro, peggio di così non può andare.", borbottò Tenma, sbuffando.

"Maverick e Tenma hanno ragione, senza il Pilastro il nostro universo ... morirà lentamente fino a scomparire, sarebbe una vera catastrofe.", replicò una delle Guardiane, gli occhi color acquamarina velati di preoccupazione.

"Hai perfettamente ragione Shea, dio, mi vengono i brividi solo a pensarci.", mormorò la castana, stringendosi a Tenma che l'abbracciò.

"Mh, e quel che è peggio è che non sappiamo nemmeno come muoverci, abbiamo le mani legate.", fece un altro passandosi la mano sui suoi capelli dorati, gli occhi blu elettrico bassi.

"Shin, non ti facevo così drammatico, di solito sei indecifrabile.", scherzò Maverick con un sorriso sornione.

In risposta il compagno sbuffò, esasperato.

"Genio, forse non l'avrai notato ma la situazione non è affatto delle migliori, rifletti prima di parlare zucca vuota!", esclamò.

Maverick fece per replicare ma Dafne li fermò, non poco irritata.

"Smettetela, tutti e due! Vi sembra il momento di litigare?! La situazione è già abbastanza complicata così com'è!", esclamò.

I due ragazzi allora si ricomposero, sapendo che aveva ragione. A Dafne non erano mai piaciuti i litigi e le discussioni poichè per lei una squadra unita era tutto, anche se non era mai facile, dato che ognuno di loro aveva il suo carattere e questa diversità non sempre li faceva andare d'accordo, ma poi facevano sempre la pace. Dopo un po' Shea guardò Dafne con preoccupazione.

"E adesso? Che cosa facciamo?"

La Guardiana a quella domanda sospirò.

"Non lo so ... anche se vorrei saperlo.", mormorò, afflitta.

L'amica fece per rispondere quando in quel momento sopraggiunse uno degli Angeli al servizio di Tenma che gli andò incontro. Vestiva di un'armatura alla greco-romana, carnagione rosea, capelli sbarazzini color caramello e gli occhi verde selva. La corporatura era quella di un guerriero mentre sulla schiena brillavano le sue ali angeliche color sabbia che irradiavano di un tenue bagliore dorato.

"Che succede?", chiese il Guardiano, serio.

"Abbiamo un prigioniero, ora è nelle segrete.", rispose l'Angelo, le braccia dietro alla schiena.

I Guardiani a quella notizia parvero risollevarsi.

"Grazie, andremo subito a interrogarlo, puoi andare ora.", disse infine Tenma per poi congedarlo.

Poi tornò dai suoi compagni.

"A quanto pare abbiamo un punto da dove iniziare"

"Già ... ma come lo convinceremo a parlare? Noi non abbiamo metodi molto persuasivi.", osservò Arya, perplessa.

"Nessun problema, qualche scossetta basterà.", intervenne Shin, un ghigno sul volto.

Dafne allora annui.

"Molto bene, andremo io, Shin e Maverick, voi invece potete andare a riposarvi un po', ne avete bisogno"

Shea però le mise una mano sulla spalla con apprensione.

"Anche tu ne avresti bisogno, hai l'aria esausta, lascia andare me al tuo posto"

Dafne allora sorrise per rassicurarla.

"Non preoccuparti, sto bene, stai tranquilla"

"Ti conosco troppo bene e tu lo sai, per favore.", insistè l'altra.

La Guardiana allora ci pensò un po' su ma alla fine cedette.

"E va bene Shea, vai pure.", disse infine.

L'amica allora l'abbracciò felice per poi andare con i suoi compagni nelle segrete. Si trovavano nei sotterranei di Astrea e ricordavano molto le prigioni medioevali, ma se non altro erano decisamente più pulite e non avevano quell'odore nauseante di chiuso. L'unica illuminazione erano le torce alle pareti. Il prigioniero si trovava nella prima cella di fronte all'entrata: aveva l'aspetto di un rettile umanoide dalle squame verdastre, muso da lucertola così come la coda, occhi gialli dalla pupilla verticale e due corna alle estremità della testa. Vestiva di un'armatura di cuoio che copriva il busto e le lunghe braccia abbastanza robuste, così come il fisico agile, mentre alle zampe portava i gambali. Il complesso era verde foresta con decori d'argento sul petto. Non appena vide i tre Guardiani entrare nella sua cella sogghignò, guardandoli con aria divertita, nonostante fosse incatenato mani e piedi.

"Se penssssate di ottenere qualcosssa da me ... allora ssssiete fuori ssstrada.", sibilò.

A quella frase Maverick ghignò.

"Oh, invece parlerai ... eccome se parlerai.", replicò, per poi prenderlo per il bavero.

"Chi vi ha mandato ad attaccare Astrea e a prendere il Pilastro? Parla avanti ... se ci tieni alla vita"

Il prigioniero lo guardò con fare di scherno.

"Preferissssco morire piuttossssto che tradire il mio padrone.", replicò.

Maverick allora fece per dargli uno schiaffo ma Shin lo fermò.

"No, lascia fare a me"

Il compagno allora lasciò a lui il posto, facendosi da parte. Il biondo allora sovrastò il prigioniero con sguardo impassibile e facendo apparire il suo bastone magico lo puntò contro di lui, colpendolo con una lieve scossa elettrica che gli percorse le membra, paralizzandole per qualche istante e intontendolo, intimandogli di parlare, ma il prigioniero continuava a ribellarsi. 

Sbuffando scocciato, iniziò a colpirlo con scosse che, lentamente, andavano aumentando di potenza. Tuttavia non servì a niente, per quanto si sforzassero, il demone arrivò persino a mordersi a sangue la lingua pur di non parlare, osservandoli con aria di sfida.

Sempre più al limite della pazienza, non ci volle molto perchè le scariche raggiungessero una potenza sempre più alta, causando presto vaste bruciature scure sul corpo dell'essere che, ormai, gridava disperato. Erano quasi due ore che stavano lì, quando, infine, rendendosi conto di essere ormai al limite estremo, fu costretto a parlare. Stremato, cedette, poiché consapevole che se fosse andato avanti oltre molto probabilmente sarebbe morto, quindi abbassò lo sguardo in segno di sottomissione e Shin allora si fermò, sorridendo trionfante.

"E ... e va bene, vi dirò tutto.", sibilò infine.

"Oh, era ora, bofonchiò Maverick con fare annoiato per poi chiamare gli altri con la telepatia.

Così non appena tutti i Guardiani furono riuniti il prigioniero con un sospiro iniziò a parlare.

"Come ssssapete il vosssstro Pilasssstro è in mano nosssstra, ma perchè venga utilizzato il mio padrone dovrà ottenere un corpo perfetto, forgiato dalla fussssione di alcuni crisssstalli pressssenti nelle dimenssssioni ancora rimasssste.", spiegò infine.

A quella rivelazione i Guardiani si guardarono perplessi, poiché era alquanto sconcertante.

"Grazie dell'informazione.", si limitò a dire Tenma.

Poi uscirono dalla cella e si radunarono nuovamente per parlare della nuova situazione creatasi.

"Ok ... peggio di così non può andare.", esordì Shea, preoccupata.

"Mh, concordo appieno.", rispose Shin.

Dafne allora si fece pensierosa, era vero, la situazione non era affatto delle migliori, ma dovevano agire al più presto prima che degenerasse completamente, quindi si alzò, guardando i suoi compagni con decisione.

"So che siete preoccupati e vi capisco, anch'io lo sono, ma questo non è il momento di stare con le mani in mano, no, ora è tempo di agire poiché ci attende una nuova e importante missione da compiere, ovvero trovare i cristalli prima del nostro nemico, altrimenti per il nostro universo sarà la fine.", esordì.

"D'accordo, da dove iniziamo?", chiese Tenma, serio.

La Guardiana allora fece apparire un ologramma del loro universo dove vi erano le cinque dimensioni attorno a Shintiel e ne indicò una in particolare.

"Preparatevi, si parte per Mithryel"

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con il secondo capitolo di questa fantastica storia. Spero con tutto il cuore che sia di vostro gradimento. Da come leggerete la situazione non è affatto delle migliori per i nostri Guardiani. Ora dovranno affrontare una missione che li porterà ai confini delle dimensioni per impedire che il nemico attui il suo piano. Cosa attenderà ora ai nostri Guardiani d'ora in poi? A che cosa andranno incontro? Tutto questo e altro nel prossimo capitolo!

Ringrazio KnightofFire e Vago per le loro recensioni, Teoth e KakashinoSharingan per il loro supporto e ovviamente chi legge e basta. Detto questo alla prossima avventura!

Baci la vostra EragonForever (Capitolo revisionato)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Mithryel la Dimensione dell'Acqua ***


Capitolo 3: Mithryel la Dimensione dell'Acqua

Mithryel era una dimensione molto particolare poichè si trovava addirittura sott'acqua. Era composta da bene 13 città stato indipendenti le une dalle altre e ognuna regnava su un territorio e alcuni villaggi minori. L'architettura era costituita da palazzi candidi come la neve appena caduta con sfumature azzurrine mentre le case erano dalle forme più disparate, alcune persino di corallo perlaceo o rosso anemone. La cosa che però saltava di più all'occhio era il palazzo reale di Atlantis, la città più importante. Era di una magnificenza fuori dal comune, di corallo dorato con alte torri dalle diverse forme. La sua imponenza si notava anche a miglia di distanza. I suoi abitanti erano distinguibili per le loro chiome di varie sfumature d'azzurro e alcuni avevano la carnagione del medesimo colore con i capelli bianchi, e tutti vestivano di tuniche bianche. Tutto il complesso era chiuso in bolle d'aria che permettevano di respirare.

I Guardiani rimasero a bocca aperta dallo spettacolo che si presentò loro davanti non appena sbucarono in una di esse tramite un portale dalle sfumature dorate, o almeno quasi tutti. Shea si guardava attorno con aria malinconica mentre i ricordi del suo lontano passato cominciavano a rifluire poco a poco nella sua mente disegnandole sul volto uno sguardo pieno di malinconia. Dafne, notando il suo stato d'animo le mise una mano sulla spalla con apprensione.

"Ehi, tutto bene?", esordì.

A quella domanda Shea sospirò per poi guardare i suoi compagni uno a uno.

"C'è una cosa che vi devo dire.", iniziò.

Loro la guardarono con fare perplesso.

"Che cosa?", le chiese Shin, affiancandola.

La Guardiana sospirò nuovamente e poi riprese.

"Il fatto è che ... questa è Ilirea, la mia casa.", mormorò poco dopo.

A quella rivelazione i suoi compagni rimasero molto sorpresi.

"Quindi tu provieni ... da Mithryel giusto?", domandò Arya, perplessa.

Shea annuì.

"Si, e immagino che sia più che giusto dirvi ogni cosa. Vedete, un tempo ognuna delle 13 città stato regnava su un proprio territorio e alcuni villaggi minori, c'era la pace. Ma poi sul trono salì un reggente ambizioso con metodi imperialistici che privò le città stato della propria indipendenza, finora nove in tutto. Ilirea era governata dal popolo essendo ancora libera, ma poi tutto cambiò quando venne scelto un tribuno che era rappresentante dei ceti mercantili.", iniziò, per poi fare una pausa.

Le costava molto sforzo ma era giusto che sapessero.

"Che è successo dopo?", chiese Tenma, dopo un pò.

La Guardiana a quella domanda abbassò lo sguardo e riprese con un profondo respiro.

"Dopo che salì al potere esso iniziò a prendere quello che gli era stato concesso in prestito in un vero e proprio dominio di terrore. Io e la mia famiglia appoggiavamo la resistenza e per questo venimmo esiliati.", concluse ifine con un fino di voce.

Dafne allora la guardò con un caldo sorriso.

"Ehi, tranquilla, faremo tutto ciò che è in nostro potere per salvare Mithryel, è una promessa.", la rassicurò.

Shea sorrise, rassicurata, anche se dentro di lei covava una profonda inquietudine, poichè non avrebbe mai immaginato che un uomo come il Reggente stesso potesse ambire a conquistare persino tutte le città libere rimaste. A riscuoterla dai suoi fu l'arrivo del nuovo governatore di Ilirea che li accolse calorosamente.

"Benvenuti a Ilirea miei Guardiani, io sono Zalenia, e provengo da Atlantis.", salutò.

Era un uomo anziano dalla pallida carnagione azzurrina e i capelli ingrigiti dal tempo mentre gli occhi erano due fiaccole blu oceano. Indossava una semplice veste bianca che scendeva morbida lungo il suo corpo magro. Aveva uno sguardo benevolo e gentile. I sei ragazzi allora gli andarono incontro.

"Siamo davvero molto lieti di conoscerla governatore.", salutò Dafne con un sorriso.

"Il piacere è tutto mio, ma ora prego, seguitemi.", li invitò l'uomo.

I Guardiani allora lo seguirono verso il suo palazzo. Lungo la strada videro com'era ora Ilirea, era immersa nella miseria e il popolo faticava a tirare avanti. Sui loro volti erano disegnate espressioni sofferenti di chi aveva perso completamente la speranza. A Shea le si strinse il cuore nel vedere il suo popolo ridotto in quello stato, come se si sentisse in un certo senso responsabile. Shin allora le cinse le spalle con un braccio, per poi baciarle la fronte nel tentativo di tirarle su il morale. Lei sorrise nel sentirselo vicino, poichè lui sapeva come farla stare meglio. Infine giunsero a palazzo. Anch'esso era consumato dal tempo, il suo colore era ora di un pallido bianco ingrigito, non più splendente come lo era stato all'inizio. La struttura in se non era molto vistosa, poichè era semplice, una normale casa con una cupola. L'interno invece era modesto, non tanto ricco come si erano aspettati. C'erano diverse stanze come la biblioteca, la sala da pranzo, quella delle riunioni, il salotto, la cucina e al piano di sopra le camere da letto.

Il gruppo si radunò nella sala principale dove venivano tenute le riunioni. L'arredamento consisteva in un tavolo circolare e dei quadri alle pareti. Zalenia li fece accomodare per poi spiegare loro come andavano le cose.

"Innanzitutto sono molto lieto del vostro arrivo, la situazione qui a Mithryel degenera ogni giorno di più. Da quando il Reggente Raven è salito al trono tutto va a rotoli. Nessuno sa per certo come sia salito al potere, ma io sono più che sicuro che ci sia qualcosa di oscuro sotto.", esordì.

"Qualcosa di oscuro?", chiese Dafne, perplessa.

"Si, ma non so cosa di preciso ... anche se ora che ci penso potrebbe derivare dai suoi consiglieri a parer mio corrotti, ma non ne sono del tutto certo.", spiegò infine.

"Grazie di cuore governatore, le sue informazioni ci saranno molto utili.", lo ringraziò Tenma.

"Qualsiasi cosa per voi miei Guardiani, ma ora ditemi, cosa vi porta qui a Mithryel oltre alla nostra situazione?", chiese Zalenia poco dopo.

I ragazzi a quella domanda si guardarono con fare incerto poichè sapevano che se avrebbero rivelato la loro missione non avrebbero fatto altro che metterlo in pericolo. Così Shea si fece avanti con un sospiro.

"Ci dispiace governatore, ma si tratta di una missione della massima sicurezza, spero non le dispiaccia.", mormorò.

L'uomo sorrise con fare comprensivo.

"Non preoccupatevi, l'importante è che ora siete qui.", rispose.

Poi guardò Shea con fare perplesso.

"Tu sei di qui non è vero?"

La Guardiana, colta alla sprovvista sussultò per poi abbassare lo sguardo.

"Si governatore, ero di Ilirea, ma dopo che io e la mia famiglia fummo esiliati poichè facevamo parte della resistenza dal precedente governatore non vi feci più ritorno.", spiegò con un sospiro.

"Mh ... capisco, ne ho sentito vagamente parlare della resistenza, si è fatta davvero valere e per me è un vero onore averti qui, te e i tuoi compagni sarete indispensabili per fermare Raven.", replicò Zalenia di rimando.

"Conti pure su di noi governatore.", rispose Dafne con decisione.

"Ci conto.", fece l'altro, per poi alzarsi seguito a ruota dai Guardiani.

"Bene, sarete miei ospiti al momento, potete andare ora.", li cogedò poco dopo.

Loro annuirono e i servitori allora li accompagnarono nelle stanze degli ospiti. Quando rimasero soli si riunirono nuovamente.

"Secondo voi abbiamo fatto bene a non metterlo al corrente della nostra missione riguardante il Cristallo delle Lacrime?", osservò Arya dopo un pò di silenzio.

"Si, è stata la cosa migliore da fare, Mithryel ha già i suoi problemi, sarebbe egoistico da parte nostra caricargli sulle spalle anche i nostri problemi.", rispose Dafne, seria.

"Giusto, hai ragione Daf, in fondo delle nostre faccende ce ne siamo sempre occupati noi.", osservò Shin, serio.

"Infatti ... ce la caveremo come abbiamo sempre fatto finora.", aggiunse Tenma.

"Ben detto.", rispose Maverick.

Dafne annuì con un sorriso sentendo quelle parole. In fondo era vero, da quando erano insieme avevano sempre affrontato qualsiasi situazione, anche la più difficile, giocandosela fino alla fine senza mai arrendersi. Poco più tardi sciolse la riunione e ognuno andò a riposarsi un po'. Ma non ci fu neanche il tempo di prendere che qualche ora dopo un'allarme assordante simile a una sirena suonò nell'aria, ridestandoli. Subito allora si precipitarono fuori dove si erano già radunati alcuni abitanti di Ilirea. Quello che videro fu alquanto sconcertante: alle porte della cittadella vi era un esercito impressionante armato di lance di tritoni e titani dall'aria decisamente poco amichevole, mentre in prima fila slittavano i cavalieri in groppa a dei cavallucci marini e dietro le catapulte con gli arcieri in groppa ai leviatani. Zalenia nel vedere l'esercito di Atlantis impallidì e venne quindi affiancato dai Guardiani.

"Governatore, che succede?", chiese Dafne, preoccupata.

L'uomo allora indicò l'esercito.

"Atlantis è venuta a prendersi Ilirea, se cadesse in mano sua ne mancherebbero solo tre per l'imminente conquista.", spiegò.

"Il che significherebbe una catastrofe, bisogna fermarlo.", rispose Tenma con decisione.

"E fortunatamente anche Ilirea ha un esercito da non sottovalutare.", intervenne una voce di donna alle sue spalle.

Il governatore e i Guardiani si voltarono, quest'ultimi con fare sorpreso. Davanti a loro si ergeva una bellissima donna in armatura a due pezzi blu cobalto con braccia, ventre e cosce scoperte. Agli avambracci portava due bracciali sempre del medesimo colore, stessa cosa per i gambali ai polpacci. Il gonnellino a mo di squame di pesce e i pettorali erano leggermente più scuri. Come elmo aveva solamente un diadema d'argento così come il cinturino. La carnagione era di un pallido azzurro, mentre gli occhi erano due fiaccole di ghiaccio. I capelli invece erano una cascata blu notte fluente. Dietro la schiena portava uno spadone a due mani e le labbra piene sfoggiavano in un sorriso spavaldo. Zalenia allora li andò incontro seguito dai sei ragazzi.

"Generale Thalassa, è un grandissimo sollievo averla qui.", la salutò.

"Tutto per la mia città natale.", rispose lei con voce soave per poi guardare le persone al suo seguito.

"E loro chi sono?"

Dafne allora si fece avanti.

"Generale, noi siamo i Guardiani e siamo qui con il compito di aiutare Mithryel contro la tirannia di Atlantis.", spiegò.

Thalassa inarcò un sopracciglio.

"Dei ragazzini? Sul serio? Questa si che è bella, ma se siete qui per aiutarci ... vi consigio di non ostacolarmi.", rispose con freddezza, per poi andare a chiamare i suoi uomini.

"Però ... che caratterino.", commentò Maverick.

"Perdonatela, Thalassa è ... come dire ...", iniziò.

"Troppo sicura di se?", completò Shin.

"A quanto pare direi di si.", aggiunse Tenma.

"Comunque grazie a lei avremo la vittoria assicurata.", aggiunse Zalenia infine.

Poco più tardi Thalassa ricomparve con il suo esercito ... e che esercito. Tritoni, Ninfe e Sirene armati fino ai denti con tanto di macchine da guerra super attrezzate di tutto punto. I Guardiani rimasero a dir poco impressionati da quell'incredibile forza bellica, tanto da sentirsi per un attimo delle formiche messi a loro confronto. Poco dopo uscirono fuori dalla cupola che avvolgeva la polis e si schierarono per la battaglia. Fortunatamente poco prima Thalassa aveva applicato sui Guardiani un incantesimo per muoversi sott'acqua e respirare. I sei ragazzi allora si appostarono vicino alle macchine da guerra. Di battaglie ne avevano fatte tante per proteggere il Pilastro dell'Equilibrio, ma quella era uno scontro vero e proprio e nonostante fossero ben saldi si vedeva che erano piuttosto impressionati. Ma nonostante tutto erano più che determinati a vincere.

Improvvisamente nell'aria si udì il suono di un corno che diede inizio alla battaglia. Subito le macchine da guerra iniziarono a sparare i loro colpi contro l'esercito di Atlantis mentre esso rispondeva con le catapulte. Le Ninfe e le Sirene con i loro canti invece cercavano di mettere in confusione le linee nemiche. Infine ci fu lo scontro corpo a corpo.

I Guardiani si separarono e iniziarono a colpire con i loro attacchi. Tra tutti Shea era quella più avvantaggiata e faceva il grosso del lavoro, così come Tenma grazie alle rocce sottomarine dal quale ricavava il suo potere. Dafne assieme ad Arya, Maverick e Shin facevano da supporto meglio che potevano. Quest'ultimi riuscivano però a fare poco niente in quell'ambiente così estraneo e Maverick, che usava il fuoco, riusciva a malapena a fare qualche danno. Shin invece era costretto a trattenersi, nel timore che, usata sott'acqua, la sua elettricità avrebbe potuto causare danni ingenti anche agli alleati. Dal loro punto di vista cercavano comunque di rendersi il più possibile utili, supportando chi aveva bisogno di una mano. 

A lungo andare però la battaglia sembrò volgere lentamente a favore dell'esercito di Atlantis poichè esso era meglio equipaggiato e in vantaggio numerico mentre gli Iliriani anche se avevano le macchine da guerra dalla loro erano non disponevano di un armamentario eccezionale ed erano in svantaggio per numero. Il nemico li stava ormai sovrastando e causando innumerevoli perdite al punto che l'esercito iliriano fosse lentamente costretto ad arretrare. Ma il generale ebbe un'idea, ovvero, sfruttare il terreno circostante, da loro ben conosciuto, visto che dopotutto giocavano a pochi passi dalla loro terra natia. Ben sapendo che, in quelle zone, i geyser sottomarini non erano certo pochi, il loro comandante diede ordine alle macchine da guerra di spingere la fanteria nemica verso di essi. Incapaci di reagire sia all'attacco iliriano che alle acque incandescenti dei geyser, scoppiavano nei momenti più inattesi, alla fine gli atlantidesi furono costretti a una lenta ritirata. Gli Iliriani, invece, non avevano problemi a evitare, grazie a scorciatoie ben conosciute e apprese negli anni, quelle acque bollenti e rimontarono a vista d'occhio, sopraffacendo l'esercito Atlasiano spinti dall'ardore di proteggere la propria patria dalla tirannia di Atlantis. Alla fine l'esercito nemico fu costretto a ritirarsi per non subire ulteriori perdite, dando così la vittoria agli Iliriani nonostante essi avessero comunque subito molte perdite per via delle strane armi utilizzate del nemico. Anche se spossati però avevano comunque ottenuto la vittoria grazie all'esperienza combattiva di Thalassa che aveva saputo guidare con maestria le sue truppe fino alla fine sebbene non fosse stato affatto facile. Nonostante però avessero vinto però nella mente dei Guardiani si era insinuato un pensiero, così ne parlarono.

"Avete visto le armi del nemico?", esordì Tenma, serio.

"Si, anche se non subito.", rispose Arya, preoccupata.

Shea allora si fece pensierosa.

"E se ci fosse Apophys dietro a tutto questo e al furto del Pilastro?", chiese con fare incerto.

"Mh, non saprei, anche se potrebbe essere.", rispose Dafne con un sospiro.

"Comunque in ogni caso è meglio tenere gli occhi aperti.", aggiunse Shin.

"Sono d'accordo, ma per ora dobbiamo concentrarci sul Cristallo delle Lacrime prima che cada in mano nemica.", disse Shea, seria.

"Ben detto, che la ricerca abbia inizio!", esclamò Maverick.

Tutti annuirono poiché la loro missione aveva l'assoluta priorità.
 

Angolo dell'Autrice

Salve gente! Eccomi qui con il terzo capitolo. Qui ho introdotto Mithryel, la Dimensione dalla quale proviene Shea e il suo passato. Da come leggerete la situazione non è affatto delle migliori e infatti Ilirea, la casa natale della nostra Guardiana viene attaccata dall'esercito di Atlantis. Qui si vedono anche le abilità dei nostri Guardiani, spero che siano interessanti. Ah ho aggiunto anche un personaggio secondario come Thalassa, spero vi piaccia. Questa è la prima battaglia che ho descritto, com'è? Bella? Confusionaria? Si riesce a capire qualcosa? Spero con tutto il cuore che non sia venuta uno schifo, ci ho messo l'anima per farla dato che gli scontri non sono affatto il mio forte purtroppo.

Passando ai ringraziamenti ringrazio KinghtofFire e Vago per le loro recensioni e le mie amiche Teoth e KakashinoSharingan per i loro consigli e ovviamente chi legge e basta. Detto questo alla prossima.

Saluti la vostra EragonForever (Scontro revisionato)

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Il Legame dell'Anima ***


Capitolo 4: Il Legame dell'Anima

Usciti dal palazzo del governatore i sei ragazzi, guidati da Shea, si diressero verso il luogo dove sapevano che era custodito il Cristallo delle Lacrime. Lungo la strada la loro compagna spiegò che esso un tempo era protetto dall'Ordine delle Sacerdotesse dell'Acqua, poiché essendo in grado di vedere il futuro avevano predetto che se fosse finito nelle mani sbagliate sarebbero stati guai e per questo motivo era stato creato l'Ordine con il compito di proteggerlo. Si trovava in una caverna subacquea di cui la posizione era nota a pochi. Durante il tragitto videro quanto Mithryel fosse nei guai, sembrava spenta e priva della voglia di vivere di un tempo, come se si fosse rassegnata all'inevitabile. A Shea le si strinse il cuore ma sapeva di non essere sola. Quando però giunsero a destinazione si sorpresero di vedere qualcuno all'entrata: era un ragazzo poco più grande di loro dai riccioluti capelli sbarazzini color porpora dai riflessi dorati, vispi occhi color cioccolato e la carnagione ambrata. Da sotto l'armatura dorata alla romana si poteva vedere un fisico robusto e atletico, muscoloso e agile. Il loro cuore perse un battito nel vedere che in mano teneva una pietra bianca dalle sfumature azzurrine che splendeva di un tenue bagliore azzurrino: il Cristallo delle Lacrime. Subito allora si misero sulla difensiva. Il ragazzo allora sogghignò.

"Oh ma chi si vede, i sei patetici Guardiani tutti insieme, a quanto pare siete arrivati tardi.", li schernì.

Maverick a quel punto si fece avanti, irato.

"E tu chi saresti di grazia? Chi ti ha mandato?"

Lui allora si diede una manata sulla fronte, ridendo.

"Oh ma dove ho lasciato le buone maniere? Io sono Hypnos ... ma non vi dirò chi mi ha mandato!!", esclamò.

Loro allora fremettero, a quanto pare avrebbero dovuto utilizzare le maniere forti, ma solamente Dafne, Shea e Shin erano ancora in grado di combattere nonostante fossero già spossati dalla battaglia precedente, ma non avevano altra scelta. Così i tre compagni si lanciarono in uno scontro disperato per impedire a Hypnos di andare via con il Cristallo. Ma sin da subito si resero conto di quanto divario di forza ci fosse tra loro e il nemico. Aveva una potenza inimmaginabile e la sua aura oscura faceva tremare la terra, cosa che a Dafne sembrava molto familiare poichè tempo addietro ne aveva sentita una simile ma di gran lunga peggiore. Hypnos poi sembrava praticamente immune ai loro attacchi, anche quelli più potenti non gli facevano un baffo. Lui dalla sua aveva il suo terribile Fuoco Nero, era inestinguibile quanto inarrestabile e persino Dafne e Shin faticavano a pararlo o contenerlo. Maverick rimase alquanto impressionato poiché quel fuoco era di gran lunga più potente della sua attuale magia. Avrebbe tanto voluto dargli una bella lezione, ma aveva consumato non poche energie nella battaglia precedente, e così fu costretto a starsene buono buono a guardare, cosa a dir poco frustrante per lui dato che era nella sua indole non stare mai fermo. Guardava in disparte assieme a Arya e Tenma lo scontro. Hypnos sembrava un vero e proprio demone da come combatteva, una tempesta di fuoco indomabile. Dafne e i suoi compagni ben presto cominciarono a risentirne essendo ancora provati dallo scontro precedente e infine crollarono in ginocchio, esausti. Hypnos nel vederli in quello stato sogghignò.

"Oh che carini, a quanto pare vi siete finalmente resi conto che contro di me non potete competere!! Allora non mi resta che dirvi addio per sempre perdenti!!", gridò, per poi scagliare una potente fiammata contro di loro.

I tre Guardiani spalancarono gli occhi a quella vista e iniziarono a tremare, non riuscendo a muoversi da quanto erano esausti. Anche i loro compagni iniziarono a tremare poiché il colpo avrebbe raggiunto anche loro, così chiusero gli occhi in attesa della fine ... che non arrivò mai. Allora li riaprirono per poi spalancarli nel vedere qualcuno che si era frapposto tra loro e l'attacco in arrivo venendo colpita in pieno e scaraventata contro la parete. Hypnos allora si arrestò guardando prima la figura a terra e poi i Guardiani con nonchalance.

"Tsz ... patetica. Sapete vorrei tanto finirvi ma ahimè ho qualcosa di più importante da fare, il mio padrone mi aspetta ... addio feccia umana.", sibilò, per poi fuggire con il Cristallo.

Maverick fece per inseguirlo ma i suoi compagni lo fermarono.

"No, non ne vale la pena.", gli intimò Shin.

Il Guardiano allora non insisté, capendo che aveva ragione. Quindi accorsero in aiuto della creatura che si rivelò essere una Ninfa d'acqua. Era ridotta molto male e il suo corpo era martoriato di ferite, segno che molto probabilmente si era scontrata con Hypnos prima del loro arrivo nel tentativo di proteggere il Cristallo. Sotto di lei si stava formando una pozza azzurra Shea allora d'istinto si inginocchiò al suo fianco e la prese tra le braccia, era in fin di vita, gli occhi semichiusi. Le prese quindi una mano.

"Ehi ehi ... tranquilla, ci sono io qui, è tutto finito.", esordì la ragazza, cercando di tenerla sveglia.

La Ninfa la guardò con gli occhi lucidi, ma riuscì a sorridere lievemente in segno di gratitudine per il loro sforzo, non riusciva nemmeno a parlare, essendo troppo debole. A Shea le si riempirono gli occhi di lacrime e la guardò con sguardo supplice.

"Ti supplico, resisti, non te ne andare, resisti. Dafne per favore ... dammi una mano", mormorò nuovamente.

La compagna annuì e si inginocchiò accanto all'amica, tirando fuori dalla sacca i medicamenti necessari per poi iniziare a medicare la Ninfa al meglio. Gli altri guardavano la scena con preoccupazione, sorpresi di quello che la Ninfa aveva fatto per loro. Seppur non conoscendoli di persona aveva messo a rischio la sua stessa vita pur di salvarli da quell'attacco. E ora era li, esanime, tra le braccia di Shea e Dafne che tentava di curarla. Mentre lo faceva la sua mente venne attraversata da un flash.

 

Vide lei che correva tenendo per mano Lhyr, la sua sorellina di sei anni mentre la sua casa, Elios, veniva distrutta senza pietà da un demone. Ad un certo punto la bambina cadde a terra, esausta e allora Dafne si chinò su di lei.

"Forza sorellina, resisti ancora un po'.", mormorò, preoccupata.

"Sono stanca, non ce la faccio più.", replicò la piccola, gli occhi lucidi.

La ragazza allora la prese in braccio.

"Tranquilla, non ti lascerò indietro, ho promesso che ti avrei protetta e lo farò.", rispose, riprendendo a correre.

Corse fino allo sfinimento per poi cadere a terra con ancora Lhyr tra le braccia. Attorno a loro c'era solo disperazione mentre Elios bruciava inesorabilmente. Provò a rialzarsi ma in quell'attimo la figura del demone le sovrastò e infine fu tutto buio.

 

La Guardiana si riscosse all'improvviso con gli occhi lucidi che si asciugò velocemente per non farsi notare. Shea teneva ancora la Ninfa tra le braccia, ma ora era avvolta da un alone azzurrino mentre la sua energia fluiva lentamente verso la creatura per cercare di salvarla nonostante lo sforzo, era quasi al limite.

"Shea fermati, consumerai tutte le energie che ti sono rimaste.", replicò la compagna, preoccupata.

"Non mi interessa, ha bisogno di me ... è pur sempre un abitante di Mithryel, non la lascerò morire. Ha rischiato la sua stessa vita per noi ... ora io farò lo stesso.", replicò l'altra, senza fermarsi, le calde lacrime che le rigavano le guance.

Sentiva la sua energia scemare mentre cercava disperatamente di salvarla. In quel momento però accadde qualcosa di incredibile. Entrambe furono avvolte da un alone dorato e poco a poco le loro ferite si rimarginarono. All'improvviso però il corpo della Ninfa si illuminò per poi venire assorbito dalla katana della ragazza che rimase alquanto sorpresa da tutto ciò.

"Ma ... ma che ... che è successo?", chiese, stupita.

Dafne dal canto suo fu sorpresa pure lei da quel fatto, così come gli altri compagni

"Si tratta del Legame dell'Anima, un sortilegio usato spesso dai primi Guardiani, ma poi col tempo venne dimenticato.", esordì.

"Legame dell'Anima? E in cosa consiste?", chiese Shea con voce tremante.

"Questo incantesimo avviene quando un Guardiano sacrifica la propria energia per salvare una creatura magica dall'animo affine al proprio, in questo modo nascono i famigli, e ora lei ottenendo la tua fiducia è diventata il tuo famiglio.", spiegò infine Dafne con un sorriso.

"Wow è ... è stupefacente!", esclamò Shea, per poi alzarsi, gli occhi che brillavano per l'emozione.

Ma poi si oscurò.

"Ma ora ... ma ora che si fa con il Cristallo? È in mano nemica adesso.", disse poco dopo.

Dafne allora sospirò, abbassando lo sguardo.

"Non lo so, ma ormai non possiamo più farci niente, l'unica cosa da fare d'ora in poi sarà impedire che gli alti Cristalli vengano presi dal nemico.", disse infine.

"Già, sono d'accordo, e poi non sappiamo nemmeno dove sia il suo covo.", aggiunse Arya, preoccupata.

"Vero, ma ogni cosa a suo tempo, adesso sarà meglio tornare a Ilirea.", replicò Tenma, serio.

I suoi compagni annuirono e allora tornarono indietro. Non appena però giunsero a destinazione videro con enorme sorpresa una nuova atmosfera, era festante e non più grigia e cupa come lo era all'inizio, così chiesero una spiegazione al governatore e lui spiegò che tutte le città stato sapendo della loro vittoria contro Atlantis avevano trovato il coraggio di ribellarsi al Reggente Raven riottenendo così la libertà perduta. Quella notizia risollevò di gran molto il loro morale. Anche se non erano riusciti a recuperare il Cristallo delle Lacrime almeno a Mithryel era comunque ritornata la pace e questo contava già abbastanza. Infine dopo i saluti fecero ritorno a Shintiel con speranza rinnovata. Astrea aveva bisogno di una bella restaurazione.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con questo nuovo capitolo pieno di nuove e interessanti scoperte! Da come leggerete compare un nuovo personaggio, ovvero Hypnos, uno dei seguaci di Apophys, il che si è dimostrato parecchio ostico per i nostri Guardiani e il Cristallo delle Lacrime è ora in mano sua. Per il suo potere mi sono ispirata all'Amateratsu di Itachi e Sasuke in NARUTO, spero che lo scontro sia fatto bene. Poi si scopre un nuovo potere chiamato Legame dell'Anima, bello vero? Ora la nostra Guardiana dell'Acqua ha una marcia in più. Ma hanno comunque ottenuto una nuova vittoria, ovvero la liberazione di Mithryel. Qui si scopre anche una piccola parte del passato di Dafne quando era ancora mortale. Spero con tutto il cuore che sia di vostro gradimento.

Ringrazio KnightofFire e Vago per le loro recensioni e ovviamente chi legge e basta. Detto questo alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever (capitolo revisionato)

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Una Marcia in Più ***


Capitolo 5: Una Marcia in Più

Buio, solo buio accolse Hypnos non appena varcò la soglia della sala del trono del Palazzo d'Onice situato al centro di una landa desolata priva di qualsiasi forma di vita. Il silenzio era sovrano, nemmeno il vento soffiava. L'atmosfera era pesante, mentre il suo miasma infernale impregnava l'intera area. Lui era ovunque, Hypnos poteva percepire la sua presenza fin dentro le ossa. Sudava freddo e nonostante fosse da anni al suo servizio li incuteva ancora un certo timore. Quindi si inginocchiò con le gambe che tremavano mentre in mano teneva il Cristallo delle Lacrime, una debole fonte di luce in mezzo a tutta quella oscurità. Deglutì un paio di volte per poi parlare.

"Mio signore Apophys, ho portato a termine la missione che mi avete assegnato.", esordì con il capo chinato.

Bastò sentire il silenzio per capire che lui era soddisfatto, poichè era uno che non si esponeva mai troppo, così Hypnos si alzò per poi uscire dalla stanza lasciando il Cristallo al suo cospetto. Si diresse quindi verso il salotto passando per i bui corridoi dove le torce illuminavano a malapena dando un'aria sinistra e inquietante, ma a lui non faceva ne caldo ne freddo. Quando raggiunse la sala spalancò le porte con fare trionfale, un sorriso in volto.

"Salve gente! Il vostro Hypnos è tornato!", esclamò con tono gioviale.

Le due figure sedute lo guardarono con fare impassibile.

"Suvvia, cosa sono quei musi cupi? Non siete contenti? Un po' di entusiasmo avanti.", disse poco dopo, sedendosi in modo scomposto su una poltrona accanto al fuoco.

"Hyp, siediti meglio su quella poltrona, non sei in un bar.", disse con freddezza la figura alla sua sinistra, intenta a leggere un libro, occhieggiando il compagno con fare critico.

Aveva una pallida carnagione diafana, gelidi occhi grigio chiaro e lunghi capelli lisci e fluenti con ciocche azzurro ghiaccio con ciocche argentate. Da sotto il vestito bianco si intravedeva un fisico agile ma anche magro e smunto. Il rosso allora sbuffò.

"Ah tu e i tuoi modi garbati mi date proprio sui nervi, io faccio come mi pare chiaro? E poi un minimo di entusiasmo insomma, ho trionfato per la miseria.", fece l'altro di rimando.

"Quindi hai dato a quei fenomeni da baraccone una bella lezione immagino.", disse una voce di ragazza sulla poltrona di fronte.

Lei invece aveva una delicata carnagione color pesca con un neo sul labbro superiore, vispi occhi smeraldini e capelli a caschetto ramati con tenui riflessi dorati. Fisico minuto e snello, agile e atletico, evidenziato dalla sua tuta aderente blu notte. Hypnos allora sogghignò.

"Certamente cara Selene, li ho pestati a dovere, peccato che quella patetica Ninfa si sia messa in mezzo durante il mio colpo finale, ma tutto sommato ho preso il Cristallo.", rispose lui con un sorriso spavaldo.

"Bravo, ti sei fatto valere.", disse Selene, soddisfatta.

"Come sempre dolcezza, ma anche tu hai dato il meglio di te"

"Si, è stato troppo facile, quegli angioletti non riuscivano nemmeno a proteggere se stessi, erano praticamente impotenti davanti al mio esercito.", fece lei.

"Decisa come sempre, degno di te, ah almeno tu mi apprezzi, non come il qui presente Thanatos che non fa altro che criticarmi"

L'altro sbuffò in risposta.

"Lo faccio semplicemente perchè non mi piacciono i tuoi modi poco rispettosi, e ora se volete scusarmi sono stato convocato.", disse con nonchalance, per poi posare il libro, alzarsi e uscire dalla stanza.

 

(...)

 

I Guardiani nel frattempo avevano da poco fatto ritorno ad Astrea, ancora rasa al suolo. Sentirono una stretta al cuore nel vederla ancora in quello stato ma poi si rimboccarono le maniche radunandosi nella Sala del Consiglio per decidere il da farsi.

"Bene, ci organizzeremo così, Shea, tu e Shin vi dedicherete al tuo famiglio, mentre io e gli altri ci occuperemo del ripristino della Sede e delle truppe andate perse.", esordì Dafne, seria.

I suoi compagni annuirono e allora si divisero nei due gruppi predisposti. Shea e Shin uscirono quindi fuori da Astrea per poi andare in un posto più tranquillo in modo da allenarsi in tutta tranquillità. Gli altri invece si radunarono al centro della Sede assieme alle loro truppe rimaste.

"Perfetto, possiamo metterci all'opera, Arya, Tenma, voi dirigerete la ricostruzione mentre io e Maverick ci occuperemo dei nuovi Angeli che rinasceranno.", disse infine Dafne, seria.

"D'accordo, rispose l'amica, decisa.

Poco dopo i due Guardiani iniziarono subito con il loro compito assieme agli Angeli. La ricostruzione di Astrea non era un compito facile ma grazie alla loro lunga esperienza riuscirono con un buon inizio a rimetterla in sesto dirigendo gli Angeli su come fare senza ovviamente restare con le mani in mano poichè anche loro li aiutavano facendo lavoro di squadra ripulendo Astrea dalle macerie interne per poi metterle fuori e ricostruire i pezzi tramite la telecinesi, certo, non era ad ampia potenza ma era lo stesso utile anche se serviva comunque molta concentrazione.

Intanto Dafne e Maverick erano andati all'Altare della Vita, un piccolo tempio nascosto poco fuori Astrea. La sua struttura era la stessa del tempio dove era custodito il Pilastro, solo più piccolo. Li aveva luogo la rinascita, non solo degli Angeli, ma anche dei Guardiani. Era stato in quel luogo che Dafne e i suoi compagni erano rinati a nuova vita. Per gli Angeli era lo stesso principio poichè prima di diventarlo erano persone di animo puro provenienti dalle varie dimensioni che, dopo la morte, rinascevano come Angeli al servizio dei vari Guardiani con mansioni specifiche come difendere la Sede, mantenerla, sistemare i rapporti e la biblioteca, spionaggio e ricerca di informazioni su cosa accadeva in giro e nelle dimensioni, specializzazione in attacco e per finire la protezione del Pilastro. Il compito dei Guardiani era quello di guidarli e istruirli a combattere e il vantaggio era che quando nascevano nuovi Angeli partivano già con una iniziale esperienza ed erano già abbastanza dotati in modo da non partire da zero nell'addestramento. Ogni Guardiano guidava una squadra appartenente alla propria Arte Mistica Elementale e ognuna aveva comunque un generale. Quando un nuovo Angelo rinasceva manteneva comunque il ricordo di chi era stato nella vita precedente. Inizialmente era spaurito e spaventato e allora Dafne aveva il compito di tranquillizzarlo facendolo sentire al proprio agio. Maverick invece li addestrava a combattere essendo lui il vero esperto, supportato a volte dai ragazzi. Quella mattina fu fortunatamente molto propizia.

Shea intanto con l'aiuto di Shin aveva, dopo vari tentativi, evocato il suo famiglio. Ora che la vedeva meglio aveva le fattezze di una bellissima Ninfa d'Acqua dal corpo sinuoso e aggraziato fasciato da un lungo abito che le lasciava le spalle scoperte da dove partiva uno strascico. Il bellissimo volto era incorniciato da una lunga chioma fluente come onde delicate mentre gli occhi erano due fiaccole azzurro scuro, così come le labbra piene e piccole che sfoggiavano in un dolce sorriso. Il corpo finiva in una spirale, il tutto sfumato da un tenue chiaroscuro. Shea e Shin ne rimasero completamente folgorati. La Ninfa allora ridacchiò con una melodiosa risata.

"Perchè mi guardate così?", chiese con una gentile vocina.

I due ragazzi quindi si riscossero.

"No ... niente, è solo che ... sei bellissima.", rispose Shea, arrossendo.

"Oh ... grazie, comunque io sono Larea, ultima sopravvissuta dell'Ordine delle Sacerdotesse dell'Acqua incaricate di proteggere il Cristallo delle Lacrime, è un piacere conoscerti Shea.", rispose la Ninfa con un caldo sorriso.

La ragazza rimase non poco stupita nel sentire il suo nome.

"Come fai a conoscermi?", domandò, perplessa.

Larea allora le si avvicinò, mettendole una mano delicata sulla spalla.

"E' merito del nostro Legame se ora ti conosco dolce Shea, quando mi sono legata a te ho avuto modo di conoscerti tramite i tuoi ricordi.", spiegò.

"Oh ... adesso si spiega tutto, a proposito lui è ...", iniziò.

"Shin giusto? Il tuo compagno se non sbaglio.", concluse la Ninfa, avvicinandosi al Guardiano che avvampò.

"Come lo sa?", chiese quello, stupito.

"Sempre tramite il Legame ... ma ora direi di andare dritti al punto. Ora che siamo compagne mia cara Shea dovrai imparare a usare appieno il mio potere, ad esempio come trasferirmi nella tua arma per potenziarla o fonderti con me, sono le due cose base, oltre anche a rafforzare il nostro Legame.", spiegò Larea.

La Guardiana rimase a bocca aperta a quella spiegazione.

"Sul serio?! Sembra una vera forza!", esclamò, entusiasta.

Il famiglio sorrise al suo entusiasmo.

"E' comunque il mio compito quello di aiutarti in modo da ricambiare quello che tu hai fatto per me salvandomi la vita, non è molto ma è il minimo.", spiegò.

"Tranquilla, per me è più che sufficiente, quando iniziamo?", fece la Guardiana di rimando.

"Beh ... direi anche subito giovane fanciulla.", fece la Ninfa di rimando.

Shea annuì con decisione, poi Shin le prese una mano.

"Non preoccuparti, sono qui se avrai bisogno.", la rassicurò.

La ragazza sorrise, poi si mise subito all'opera, impugnando la sua katana.

"Bene, come prima cosa chiudi gli occhi e espandi la mente, percepisci la mia energia e concentrala sulla lama in modo da farla fluire al suo interno, solo così riuscirai a rendermi un tutt'uno con essa.", spiegò nuovamente Larea con voce soave.

La Guardiana allora si fece guidare dalle sue parole, sentiva la sua energia scorrere dentro di lei come un'onda per poi percepirla fin dentro le vene e scorrere fino alla sua arma. Larea quindi divennne una scia azzurrina che attraversò la compagna fino a giungere alla lama che si illuminò di un intenso bagliore. Quando la luce si attenuò l'arma era diversa, sembrava fatta di pura acqua che riprendeva perfettamente le sue forme. L'impugnatura era argentata, finemente decorata. Shea spalancò gli occhi nel vedere quella meraviglia.

"Wow è ... è bellissima.", disse con voce tremante dall'emozione.

"Complimenti!", esclamò Shin.

"Brava, ci sei riuscita al primo colpo, ma ora dovrai fare lo stesso con me al tuo interno, è lo stesso principio.", disse Larea, uscendo dalla katana e rimaterializzandosi al fianco della compagna.

"D'accordo proviamoci.", rispose Shea, decisa.

La Ninfa annuì per poi fluire nel petto della ragazza che subito sentì la sua presenza.

"Bene, ora concentrati e fai la stessa cosa di prima.", spiegò la voce del famiglio nella sua testa.

La Guardiana allora ripretè il processo ma si accorse di avere qualche difficoltà poichè la sua energia era molta e mischiata a quella che Shea possedeva in corpo non era facile. Nei giorni seguenti non riuscì a vedere dei risultati.

"Dannazione, perchè non ci riesco.", borbottò un pomeriggio.

"Perchè devi cercare di mantenere la mia energia distaccata dalla tua in modo da riuscire a incanalarla nella katana. Ora cerca di rilassarti, fa respiri profondi e concentrati.", le disse Larea.

La Guardiana annuì e seguendo il suo consiglio vide che tutto le riusultò più facile, essendo più calma e rilassata e dopo qualche tentativo finalmente ci riuscì sotto gli occhi stupiti di Shin, che battè le mani.

"Hai visto? Ci sei riuscita.", commentò.

"E' vero, nei giorni precedenti ero tesa e non riuscivo a concentrarmi come volevo, ma ora ce l'ho fatta.", disse Shea con un sorriso.

"Complimenti mia cara, ma d'ora in poi dovrai riuscirci da sola senza la mia guida in modo da essere pronta in caso di necessità.", replicò Larea, seria.

"Contaci.", rispose la Guardiana, felice.

Così nei giorni che seguirono si allenò molto finchè non ottenne la completa autonomia in modo da fare la fusione semplicemente pensandolo. Fortunatamente anche la ricostruzione di Astrea e l'addestramento degli Angeli procedeva a gonfie vele. I Guardiani non appena seppero di Shea e dei suoi progressi furono molto felici. Ora avevano una marcia in più per portare a termine la loro missione.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, sono ritornata con un nuovo capitolo, perdonate l'assenza ma sono stata leggermente impegnata. In questo capitolo ho voluto introdurre un po' i seguaci di Apophys, ma col tempo avremo modo di conoscerli meglio parola mia poichè daranno decisamente del filo da torcere ai nostri Guardiani. Poi ho parlato in generale di come avviene la nascita degli Angeli, ma ho voluto concentrarmi di più su Shea e il suo famiglio Larea per approfondire di più il loro Legame ... spero che non sia confusionario. Preparatevi perchè avrete presto una buona dose d'azione parola mia.

Ringrazio di cuore KnightofFire e Vago, i miei due seguaci fidati che mi danno sempre ottimi consigli per migliorare sempre di più e ovviamente chi legge e basta. Detto questo alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Iryndiel la Dimensione dell'Aria ***


Capitolo 6: Iryndiel la Dimensione dell'Aria

Il tempo intanto passava e le cose stavano man mano tornando alla normalità. Sebbene molto lentamente le forze si stavano ristabilendo poco a poco e l'addestramento dei nuovi Angeli procedeva a gonfie vele. Maverick, nonostante la sua indole scherzosa si dimostrava comunque un ottimo insegnante e le reclute riuscivano a imparare in pochi giorni i suoi insegnamenti per quanto intensi fossero e sotto anche la guida di Dafne si ambientavano con successo alla loro nuova casa. La ragazza riusciva a farli sentire al loro agio con i suoi modi gentili.

Anche la ricostruzione di Astrea stava procedendo a buon punto, Arya e Tenma assieme agli Angeli si davano sempre un gran daffare, lavorando anche di notte dandosi poi i turni, facendo del loro meglio. Era faticoso ma almeno Astrea stava poco a poco ritrovando il suo splendore originario.

Shea nel frattempo aumentava sempre di più il suo Legame con Larea. Ormai erano in perfetta sintonia e riuscivano a intendersi anche solo con un semplice sguardo. La Ninfa si era fatta amica di tutti e ormai aveva ottenuto un posto ufficiale nella squadra. Grazie al suo aiuto Shea aveva in poco tempo imparato a usare l'arma potenziata in maniera a dir poco incredibile, come lanciare lame taglienti come rasoi, getti di ghiaccio o acqua bollente, alimentando la sua potenza combattiva.

Tutto era tranquillo ma un giorno mentre si stavano rilassando arrivò uno degli Angeli al seguito di Arya tutto trafelato. La Guardiana allora accorse in suo aiuto e lo fece sedere per fargli riprendere fiato. Quando si fu ripreso li guardò con gli occhi colmi di preoccupazione. Arya allora gli mise una mano sulla spalla con apprensione.

"E' successo qualcosa?" , chiese poco dopo.

"Si miei Guardiani, purtroppo Iryndiel è nel caos, è stata colpita da una misteriosa epidemia. Inoltre ho notato dei movimenti sospetti presso il luogo dove si trova il Cristallo dell'Anima.", spiegò, allarmato.

"Grazie dell'informazione, partiremo subito.", rispose la castana, senza scomporsi troppo.

L'Angelo annuì per poi congedarsi con un piccolo inchino. Poi la Guardiana guardò i suoi compagni, preoccupata e loro annuirono.

"Non preoccuparti, Iryndiel non avrà più nulla da temere.", la rassicurò Dafne, apprensiva.

Arya annuì rassicurata, poi convocarono alcuni Angeli per dare loro indicazioni.

"Noi andremo a Iryndiel, voi nel frattempo occupatevi di Astrea e delle reclute mentre siamo via.", esordì Dafne, seria.

Loro annuirono in segno di assenso. Infine i Guardiani aprirono un portale e lo varcarono.

 

(...)

 

Iryndiel, la Dimensione dell'Aria, era un luogo disabitato, coperto interamente da una fitta foresta ricca e fertile che si estendeva per la maggior parte della dimensione. L'unica zona abitata era la grande città di Areel, costruita a ridosso del monte maggiore. Era una democrazia poichè comandava il popolo tramite un governatore scelto con la votazione. La città era costruita sugli alberi ed era collegata da robusti ponti sospesi e passerelle. Al centro di essa stava la capanna del governatore che collegava poi alla piazza del mercato dove ogni giorno si radunavano i mercanti con la loro merce. Vivevano di caccia e agricoltura e ognuno di loro era un arciere provetto. Combattevano con la stessa grazia degli Elfi, anche se erano umani. Le case erano semplici capanne tutte uguali. Il popolo viveva di quello che la foresta offriva e la sua indole era del tutto pacifica. Ma lo scenario che si presentò di fronte ai Guardiani non appena arrivarono fu tutt'altro che pacifico. Areel era sotto attacco. Gli abitanti stavano combattendo contro un Belmut, un grosso uccello piumato di un tenue azzurro chiaro con sfumature blu. Gli occhi erano due fiaccole minacciose rosso sangue, mentre il lungo becco appuntito e gli artigli affilati come rasoi infierivano senza pietà contro la gente del posto. Arya spalancò gli occhi a quella scena sconcertante. Tenma allora l'affiancò.

"Cosa c'è?", chiese con apprensione.

"E' strano, il Belmut veniva considerato come un Dio qui da noi, non ha mai fatto del male a nessuno, è terribile.", spiegò, preoccupata.

"Cosa può essergli successo?", chiese Shea, perplessa.

"Non ... non lo so, sembra come impazzito.", rispose la castana con voce tremante.

In quel momento un verso agghiacciante simile a un urlo li riscosse dai loro pensieri e videro la povera creatura ferita al ventre precipitare in un cratere non molto distante con un tonfo. Preoccupati quindi si avvicinarono agli abitanti rimasti non poco spossati dallo scontro contro il Belmut. Non appena li videro misero su un'espressione sollevata e il governatore, un uomo calvo di mezza età vestito di una tonaca verde selva accorse trafelato.

"Siamo venuti appena abbiamo saputo, che cos'è accaduto al Belmut?", chiese Arya con fare preoccupato.

Lui la guardò e sorrise nel riconoscerla.

"Vedo che alla fine sei ritornata ragazza dei venti ... comunque da qualche tempo sembra un altro, è come impazzito e non siamo ancora riusciti a capire il motivo di questo suo improvviso cambiamento.", spiegò.

"Almeno sapete da quanto è in questo stato?", chiese Dafne, seria.

"Da circa due settimane, ma non so di preciso come, purtroppo nessuno ha visto niente.", rispose infine con un sospiro.

"Mh ... capisco, comunque in ogni caso sarà meglio andare ad aiutarlo, è fondamentale per la sopravvivenza di Areel.", replicò Arya, preoccupata, sentendo i gemiti del Belmut.

Il governatore allora la guardò con apprensione.

"La vostra compagna ha ragione, il Belmut ha bisogno del vostro aiuto"

I Guardiani a quella richiesta annuirono con decisione per poi andare in soccorso della povera creatura.

 

Angolo dell'Autrice

Salve gente, eccomi qui con il sesto capitolo ... ah vi informo che per due settimane non pubblicherò perchè vado al mare ma comunque continuerò a scrivere.

Qui viene presentata la situazione a Iryndiel, la casa di Arya, che non è delle migliori. Riusciranno i nostri Guardiani a svelare il mistero? Tutto questo nei prossimi capitoli.

Ringrazio calorosamente Vago e KnightofFire che sono ormai miei fidati sostenitori e recensori. Detto questo alla prossima avventura e buone vacanze!

Baci la vostra EragonForever

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Thanatos ***


Capitolo 7: Thanatos

Si inoltrarono quindi nella foresta di Iryndiel facendosi guidare da Arya, dato che in quell'ambiente c'era praticamente cresciuta. Il suo sguardo era teso mentre sentiva i gemiti strazianti del Belmut farsi sempre più vicini. Così velocizzarono il passo fino a che non raggiunsero il cratere dove era caduto il Belmut e rimasero sconcertati nel vedere quello che avevano davanti. La povera creatura giaceva a qualche passo da loro su di un fianco, esanime, mentre la ferita al ventre sanguinava copiosamente, creando una pozza di sangue vermiglio. Si avvicinarono con cautela per non spaventarlo, poi Arya si inginocchiò al suo fianco, posando delicatamente le mani sul suo petto. Il Belmut sussultò a quel contatto, ma era troppo debole per ribellarsi e aggredirla, sebbene gli occhi rossi e carichi d'ira facessero intendere quanto invece lo desiderasse. La Guardiana poteva sentire il flebile battito del suo cuore e il suo respiro irregolare, come se la vita lo stesse abbandonando poco a poco, così iniziò a fargli delle dolci carezze per cercare di tranquillizzarlo con parole cariche di affetto nel tentativo di farlo sentire al suo agio.

"Ehi ehi tranquillo, non vogliamo farti del male, siamo qui per aiutarti ... io sono Arya, non mi riconosci?", chiese con voce tremante.

A quelle parole il Belmut sembrò avere qualche reazione, ma era troppo debole, il suo battito stava rallentando e il suo sguardo era vuoto. Arya poteva percepire la sua sofferenza e il suo dolore come se fossero parte di lei, percepì fin nel profondo della sua anima, sentiva che si stava lentamente spegnendo. Così gli cinse le braccia attorno al collo cercando di riportare a galla quell'antico legame di amicizia che gli univa, di riportarlo indietro. Poiché se fosse morto, Iryndiel sarebbe stata perduta, in quanto l'esistenza stessa della dimensione, sebbene solo i Guardiani lo sapessero, era legata alla vita dell'Uccello Sacro. Era in lacrime, lacrime che mostravano tutto il suo profondo dolore.

"Ti prego ... non morire, senza di te saremo condannati ... ti supplico non andartene ... te lo chiedo con il cuore in mano ... abbiamo bisogno di te.", mormorò con voce tremante.

Nel vederla in quello stato ai suoi compagni si strinse il cuore poiché capivano come si stava sentendo in quel momento, percepivano che per lei il Belmut era qualcosa di molto più importante, era stato un amico per lei, il primo che avesse mai avuto e perderlo avrebbe significato un dolore troppo grande. Doveva essere salvato a qualunque costo. Arya era distrutta e non sapeva più che fare, era al culmine della disperazione ma all'improvviso videro un'aura di un tenue verde acqua avvolgerli entrambi e le ferite del Belmut si sanarono poco a poco, mentre i suoi occhi da rossi ritornarono neri. I suoi compagni sorrisero poiché compresero chiaramente come dovesse aver utilizzato il Legame dell'Anima per salvargli la vita. Quando l'aura si dissolse l'uccello si mise comodamente accovacciato suscitando lo stupore della Guadiana, che fu felicissima di vederlo sano e salvo, quindi gli saltò al collo, entusiasta.

"Zefiro ... meno male, ero così preoccupata ...", mormorò , la voce tremante di emozione.

"Si giovane prescelta, il tuo Legame mi ha salvato e ora io sarò per sempre al tuo fianco come famiglio.", rispose la creatura con la sua voce calda e profonda.

Gli altri Guardiani li guardarono con fare perplesso.

"Vi conoscete?", chiese Tenma, incerto.

Fu il Belmut a rispondere.

"Si, io e la vostra amica ci conosciamo da molto tempo. Lei sin da quando era in fasce venne scelta dalla Natura stessa come sua custode, dal suo stesso spirito, per proteggerla. Io e lei avevamo lo stesso compito.", esordì.

"Davvero?", chiese Shea, stupita.

Arya annuì con un sospiro e abbassò lo sguardo.

"Si ... ma questo comportava un terribile prezzo, non potevo vivere una vita felice con una famiglia ne avere amici, o una vita normale. I miei genitori morirono in un incendio e io allora venni cresciuta dalle Sacerdotesse del Vento, poichè in me videro un grande destino. Col tempo però, iniziai a non sopportare più quella vita, così scappai nonostante il mio fosse un grande compito ... e ora eccomi qui.", raccontò, una nota di incertezza nella voce.

"Oh ... ci dispiace molto, ma ... se ce ne avessi parlato ...", mormorò Shea, dispiaciuta.

Shin annuì.

"Shea ha ragione, siamo qui per aiutarci a vicenda. E se avessi desiderato confidarti o ... insomma, qualsiasi cosa ... ecco ...", arrossì appena, nervoso nel dover esprimere quei pensieri così estranei al proprio carattere.

"Quel che vuole dire quest'antenna parabolica ...", disse Tenma, cingendole il collo in un abbraccio, a cui lei sorrise, rilassata, "... è che noi siamo qui per aiutarti. Nessuno ti avrebbe biasimata se ci avessi parlato del tuo passato."

"Grazie ragazzi ... siete fantastici. Comunque non fa niente, ormai è acqua passata e poi ora che sono Guardiana riuscirò a mantenere la mia promessa, ovvero aiutare Iryndiel anche in un modo diverso.", spiegò.

"Ben detto ragazza dei venti.", rispose Zefiro, soddisfatto.

Poco dopo però sentirono un insolito potere impregnare l'aria che divenne ben presto fredda e gelida, creando un fitto manto di nebbia perlacea e diafana. I Guardiani allora si guardarono attorno, vigili, facendo da scudo a Zefiro per proteggerlo. In quel momento fece la sua comparsa una figura vestita di bianco che con loro sommo stupore teneva tra le mani una pietra verde smeraldo, il Cristallo dell'Anima. Non appena li vide mise su uno sguardo impassibile. Maverick allora irritato non poco si fece avanti.

"Senti, non so tu chi diavolo sei ma ti conviene darci il Cristallo prima di cacciarti nei guai."

Lui allora lo guardò con sguardo gelido.

"I tuoi modi non sono affatto garbati lo sai? Per essere un Guardiano ti facevo più gentile.", replicò irritato.

In risposta il rosso sbuffò.

"Allora lo chiederò più gentilmente, chi sei e cosa ci fai a Iryndiel?", chiese nuovamente.

"Mh, va meglio, prima però meglio che mi presenti: il mio nome è Thanatos e sono qui a Iryndiel per ordine del sommo Apophys" iniziò.

Nel sentire quel nome Dafne fremette, ma fu solo per un attimo, poiché perdere la calma in un momento del genere era totalmente impensabile, così si ricompose.

"Quindi immagino che ci sia tu dietro a tutto questo vero?", chiese con voce dura.

A quella domanda Thanatos fece un sorriso compiaciuto.

"Esattamente, sono io l'artefice del caos che ha messo soqquadro l'intera dimensione, il solo e unico responsabile di tutto ciò. Mi è bastato versare sul piumaggio del Belmut una polvere oscura e lui ha fatto il resto, facendo impazzire anche le altre specie del posto causando un'epidemia. Dopotutto, il suo compito era proprio quello di sorvolare queste lande, e senza nemmeno accorgersene, da custode di questa dimensione ne è divenuto il carnefice. La polvere si è diffusa ovunque, segnando il mio, anzi, il NOSTRO trionfo.", rispose, spalancando le braccia.

Nel sentire quel racconto i Guardiani fremettero dall'ira, ma in quel momento sentirono un boato e in breve tempo si ritrovarono accerchiati dalle specie che abitavano la foresta di Iryndiel con un aspetto alquanto inquietante, segno indelebile della follia che li aveva presi a causa della polvere: erano grossi il doppio del normale, gli occhi arrossati che sembravano uscire fuori dalle orbite, il pelo irto, lunghi artigli taglienti come rasoi e la bava alla bocca con i musi deformati in ghigni assassini. Rimasero allibiti e allora volsero i loro sguardi di brace su Thanatos, che sbuffò.

"Via via che modi, ma si da il caso che abbia io l'antidoto.", replicò, mostrando una fiala contenente una polverina azzurra.

"E altrettanto ovviamente non ve lo consegnerò mai.", riprese poco dopo, gelido.

"Oh, io non credo proprio, aspetta che ti risistemo i connotati e vedrai se cambierai idea!", gridò Maverick, irato.

"Ti conviene non farmi arrabbiare.", sibilò l'altro, puntando le sue gelide iridi sul Guardiano.

Maverick stava per esplodere ma i suoi compagni lo fermarono appena in tempo.

"Calmati adesso, dobbiamo risolvere questa situazione.", lo ammonì Tenma, severo.

Il rosso sospirò, prendendo un profondo respiro e calmandosi. Poi Dafne prese parola.

"Allora, ci divideremo in due gruppi, io, Arya e Maverick ci occuperemo di Thanatos, mentre Shin, Shea e Tenma delle bestie impazzite, mi raccomando non le uccidete, storditele e basta. Non hanno scelto loro questo destino, e non meritano certo di morire per il ghiaccio presente nei cuori altrui.", spiegò.

I tre Guardiani annuirono per poi andare a combattere contro le bestie, mentre il gruppo di Dafne si concentrò su Thanatos, volgendogli sguardi carichi d'ira.

"Quello che hai fatto alla mia casa è imperdonabile! La pagherai molto cara!", esclamò Arya, lanciandosi in avanti.

Un muro di ghiaccio nero le bloccò la strada, facendola arretrare, poiché esso si trasformò in una parete di fuoco. A quella vista la ragazza impallidì, iniziando a indietreggiare tutta tremante. Il fuoco era la sua paura primaria, come faceva quell'uomo a saperlo? Cadde in ginocchio, spaventata. Dafne allora le fu vicino, mettendole una mano sulla spalla.

"Non temere è un'illusione.", mormorò.

"Ma ... ma come fa a saperlo?", domandò l'amica, scossa.

"Non lo so, ma dubito seriamente che possa controllare più di un elemento allo stesso tempo ... per quanto possa essere forte, la sua aura gelida non è minimamente legata alle fiamme, quindi stai tranquilla ok?", cercò di rassicurarla Dafne.

Nel sentirla vicina la castana si tranquillizzò, rialzandosi con decisione. Infine lo scontro ebbe inizio. Loro iniziarono ad attaccare con i loro bastoni magici colpendo il nemico più e più volte, ma lui prontamente schivava gli attacchi parandoli con scudi di ghiaccio infrangibili. Sin dall'inizio compresero quindi l'enorme divario di forza che li separava. Bastava un suo tocco e le loro peggiori paure venivano a galla, e per quanto non fossero reali, ma mere illusioni, non per questo erano meno terrificanti e più provavano paura più Thanatos si rafforzava, diventando più forte. 

E se il gruppo di Dafne era alle strette anche i loro compagni non erano messi tanto bene poiché dovevano confrontarsi con specie di ogni tipo. Infatti non si trovavano di fronte solo a canidi e felini di ogni forma e dimensione, ma anche a innumerevoli rettili o insetti, per lo più mortalmente velenosi, o rapaci immensi in grado di volare. Ogni specie aveva il suo vantaggio, in grado di mettere non poco alle strette i Guardiani. Inoltre, mentre quelle bestie, guidate dalla pazzia, puntavano chiaramente a ucciderli, loro invece cercavano di trattenersi, restii a porre fine alla vita di creature che altrimenti sarebbero state innocenti. Ormai infatti i tre ragazzi avevano subito non pochi danni e stavano sul serio per giungere al limite. Però alla fine, grazie soprattutto al gioco di squadra, che invece le bestie, guidate dalla semplice ira, non possedevano, riuscirono a tramortirle e renderle innocue. 

Thanatos intanto non ci aveva messo molto a mettere ko gli altri Guardiani, per poi andarsene con il Cristallo. Sfortunatamente però non si accorse che la fiala che aveva attaccata in cintura gli cadde per essere presa al volo da Arya, che sorrise.

"Perfetto, abbiamo l'antidoto, ora non ci resta che curare l'epidemia!", esultò, per poi andare a spargerla sul piumaggio di Zefiro.

"Sai cosa fare.", sussurrò.

Il Belmut annuì per poi alzarsi in volo e spargere su tutta Iryndiel e le sue specie la cura. Quando ebbe fatto tornò dagli altri e attesero il risveglio delle creature che poco a poco tornarono normali e quando si svegliarono ognuno se ne andò per la propria strada senza ricordare l'accaduto. L'epidemia era stata curata e anche se purtroppo il Cristallo era finito in mano nemica, avevano comunque salvato la dimensione. Infine dopo che Dafne si fu occupata delle cure necessarie tornarono a casa con un compagno in più, stanchi ma soddisfatti.
 

Angolo dell'Autrice

Salve gente! Se vi chiedete perchè sono sparita per due settimane è perchè ero al mare in Toscana dove non c'era molto campo e portare il mio PC fin la era fuori discussione. Comunque, all'alba delle 10 eccomi con un nuovo capitolo dei miei Guardiani. Qui si affronta il passato di Arya, purtroppo non molto piacevole e successivamente lo scontro arduo contro il temibile Thanatos. Come vi è sembrato? Spero di averlo fatto bene dato che con gli scontri sono una vera frana. Qui si scoprono le sue abilità alquanto interessanti quanto ostiche che lo rendono un nemico degno del suo nome. Spero di averlo fatto bene (come sapete ho sempre fatto pena a fare i cattivi e devo tutto a Teoth se riesco a farli sennò da sola tanti saluti). Il Cristallo dell'Anima è in mano nemica ma Iryndiel è salva. Cosa attenderà ora i nostri Guardiani? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio Vago e KnightofFire, fedelissimi seguaci fino alla fine.

Baci baci la vostra EragonForever (Capitolo revisionato)

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Divisi ***


Capitolo 8: Divisi

Tornarono a casa comunque soddisfatti poichè almeno Iryndiel era salva, anche se il Cristallo dell'Anima era finito in mano al nemico. Lo scontro con Thanatos era stato parecchio spossante e lo stesso valeva per quello avvenuto contro le bestie impazzite, così andarono a riposarsi dopo un bel bagno rilassante e le cure da parte di Dafne.

Viste le fatiche dei giorni precedenti, decisero di prendersi alcune settimane di pausa da dedicare a sè stessi.

Poichè infatti la ricostruzione di Astrea era quasi ultimata e non sapevano ancora con esattezza nè dove si trovassero gli altri Cristalli nè quali fossero i piani successivi del nemico, non avevano alcun reale motivo per non concedersi un periodo di relax.

Dafne infatti, come loro leader, considerava essenziale non solo un buon allenamento ma anche lo svago, senza il quale sosteneva si sarebbero prosciugati inutilmente.

Quindi ognuno si dedicò alle proprie attività personali. Shin e Shea, così come Arya e Tenma, si presero una piccola vacanza, dedicandosi ai loro affari di coppia e uscendo assieme sempre più spesso. Dafne e Maverick, d'altro canto, preferivano dedicare il proprio tempo libero ai loro hobby ... che consistevano per la prima nella pittura e per il secondo nel passare le ore in quello che la sua leader definiva "friggersi il cervello di fronte a uno schermo invece che dare un senso alla propria miserabile esistenza".

Trascorsero così un paio di settimane, tra uscite, divertimento, qualche rissa tra Shin e Maverick e i pigiama party delle ragazze. Tuttavia un mattino ...

"Miei Guardiani, è successa una cosa terribile.", esordì l'Angelo dell'Aria, entrando ansante nella sala da pranzo dove i Guardiani stavano facendo colazione.

I sei ragazzi si fecero quindi attenti.

"Cos'è successo?", chiese Dafne, seria.

L'Angelo allora prese un profondo respiro per poi parlare.

"Mentre eravate via i Cristalli del Sangue e dell'Energia sono finiti in mano nemica e le dimensioni del Fuoco e della Terra sono nel caos più totale.", spiegò.

A quella notizia si allarmarono non poco, poichè la situazione si era fatta decisamente critica. Così dopo che l'Angelo si fu congedato si riunirono nella Sala del Consiglio per decidere sul da farsi.

"A quanto pare stavolta sarà molto più difficile del previsto.", esordì Shea, perplessa.

"Sono d'accordo, è come una battaglia su due fronti.", aggiunse Arya con un sospiro.

"La vedo molto dura.", le fece eco Tenma.

"Una complicazione dopo l'altra non c'è che dire.", aggiunse Shin.

Dafne e Maverick si fecero pensierosi, sarebbe stato difficile prendere la giusta decisione. Così dopo un'acuta riflessione tramite telepatia la Guardiana sospirò.

"La nostra proposta è questa, ovvero concentrarsi sull'ultimo Cristallo, poichè è fondamentale che non finisca nelle mani di Apophys, altrimenti potrebbe attuare il suo piano, cosa che non deve assolutamente accadere.", spiegò con decisione.

A quelle parole i suoi compagni, a parte Maverick, rimasero non poco allibiti da quella cosa del tutto inaspettata. Fu Tenma a prendere parola.

"Davvero vorreste fare una cosa del genere? E ai popoli delle nostre dimensioni ci avete pensato?", chiese con stizza.

Maverick a quelle parole sospirò.

"Si, ci abbiamo pensato ... ma ora come ora è il Cristallo ad avere la priorità.", mormorò.

"Infatti, poichè se Apophys otterrà quello che vuole saremo tutti in pericolo.", aggiunse Dafne.

Stavolta fu Shea a dire la sua, scuotendo la testa.

"Mi spiace, ma io non sono d'accordo, dare la priorità al Cristallo significherebbe sacrificare migliaia di vite innocenti quando il nostro compito è quello di proteggerle.", replicò.

Shin concordò in suo favore.

"Ha ragione, senza contare che poi avremo il peso di quelle vite sulla coscienza."

Non avevano tutti i torti ad essere contrari, questo Dafne e Maverick lo avevano capito, ma non sempre le scelte erano facili, questo lo sapevano bene, e a volte era necessario correre dei rischi per raggiungere uno scopo preciso. Stavolta fu Dafne a parlare.

"Sappiamo benissimo i rischi che comporterà questa scelta, ma se vogliamo evitare una catastrofe proteggere l'ultimo Cristallo è la cosa giusta da fare. E poi di certo neanche voi vorreste che Apophys trionfasse no?", cercò di spiegare.

"Infatti.", aggiunse Maverick, serio, stupendo i suoi compagni.

Shin allora lo guardò storto.

"Davvero sei d'accordo? Ti ricordo che qui c'è in gioco anche il destino della tua dimensione così come anche quella di Tenma, o forse non lo sai?", sibilò.

Il rosso sospirò a quelle parole.

"Si, me ne rendo conto, ma al momento il Cristallo dello Yin e dello Yang, l'ultimo rimasto, è più importante. Pensateci, se Apophys riuscirà ad ottenere quello che vuole ... allora non ci sarà più niente da proteggere.", disse con rassegnazione.

Bastarono quelle parole a riscuoterli, poichè era vero, se avesse ottenuto il suo obbiettivo, il loro universo sarebbe stato spacciato. Abbassarono quindi lo sguardo, rassegnati.

"E' vero ... avete ragione, siamo stati degli stupidi a non pensarci prima, scusateci.", mormorò Shea, mortificata.

Dafne però sorrise, mettendole una mano sulla spalla.

"Non fa niente, l'importante è che abbiate capito.", rispose.

Gli altri annuirono in segno di assenso, poi si congedarono. A quel punto la Guardiana tirò un sospiro di sollievo.

"Meno male, siamo riusciti a farli ragionare."

"Speriamo.", rispose Maverick.

 

Il giorno successivo, come ogni mattina, Dafne si alzò alla buon'ora, facendo un rapido giro di ronda presso la sede e controllando, al tempo stesso, i progressi della sua ricostruzione. Dopo un breve allenamento in Arena e un bagno rinfrescante, si riunì quindi con Maverick presso la Sala Ologrammi.

Il giovane che, dalle pesanti occhiaie che gli decoravano gli occhi color oro liquido, doveva aver passato una notte davvero pessima, osservava in silenzio l'immagine tristemente desolata della sua terra natia, dove i seguaci di Apophys erano riusciti a sottomettere tutte le terre circostanti, causando guerre intestine tra i clan delle Terre del Branco e portando rovina e distruzione ovunque.

Dafne entrò nella stanza, lo affiancò osservandolo preoccupata.

"Ehi ... tutto bene?", chiese, sfiorandogli la spalla delicatamente.

Quello sospirò, rammaricato.

"Per niente, anche se ieri ho detto che dovremmo concentrarci sull'ultimo Cristallo, non posso fare a meno di pensare alla mia dimensione. E al fatto che avrei dovuto proteggerla.", mormorò, tristemente.

"Ti capisco perfettamente, so cosa si prova a sentirsi impotenti. Ho osservato la mia casa venire distrutta di fronte ai miei occhi, e non ho potuto fare niente per evitare che ciò accadesse. Ho perso i miei famigliari, la mia casa ma soprattutto la mia adorata sorellina ... e me ne pento ancora.

Tuttavia, ormai siamo diventati più forti di quanto fossimo una volta. Abbiamo ottenuto un grande potere, e con esso faremo tutto il possibile per difendere e proteggere coloro che amiamo, non accadrà una seconda volta. Il passato non si può più cambiare ormai, ma questo non significa che non possiamo cambiare il futuro. Anche se ora dobbiamo concentrarci sul Cristallo dello Yin e dello Yang, un giorno torneremo su Pyrus e Tharoon, e ce le riprenderemo. Restituendo loro ciò che ci hanno fatto con tanto di interessi.", disse, sorridendogli caldamente.

A quelle parole le labbra di lui si incresparono in un lieve sorriso.

"Hai ragione, non possiamo abbatterci proprio ora. Anzi, è proprio perchè ci troviamo in un momento di difficoltà che dobbiamo essere più uniti e forti che mai.", affermò, mentre lo sguardo si alzava a osservare il sole fuori dalla finestra, che era ormai alto.

"Piuttosto ... DOVE DIAMINE SI SONO CACCIATI QUEI DEMENTI?!?", sbottò, mentre Dafne rideva divertita, "Avremmo dovuto riunirci per stabilire la strategia da usare contro quei bastardi di Apophys. E invece staranno ancora ronfando!"

Girò i tacchi, uscendo furibondo dalla stanza, il corpo attorniato da lingue di fuoco ardente.

Dafne alzò gli occhi al cielo, esasperata, mentre lo sguardo si spostava sull'ologramma di fronte a lei.

Non passarono che pochi minuti prima che la porta venisse letteralmente sfondata e un Maverick decisamente fuori dai gangheri entrasse urlando.

"Sono scappati!", gridò, rovesciando, senza mezze misure, il tavolo di fronte a sè.

Dafne sbarrò gli occhi color lapislazzuli, visibilmente sorpresa.

"Aspetta un attimo ... come sarebbe a dire -Sono scappati-? Credevo li avessimo fatti ragionare ieri!", disse, preoccupata.

L'altro sbuffò, gettandosi esasperato su una sedia, e poggiando i piedi sul tavolo, ancora rovesciato a causa del suo attacco d'ira.

"Beh ... evidentemente non è così. Ci hanno letteralmente fregati, e noi che gli abbiamo pure creduto!", sospirò, massaggiandosi le tempie, sfinito.

Dafne allora, silenziosamente, si avvicinò agli ologrammi, alzando una mano e facendo fluire le immagini alla ricerca dei loro compagni.

Non le ci volle molto per trovarli, che poterono vedere come Shin e Shea fossero partiti per Pyrus, mentre Tenma e Arya si fossero diretti a Tharoon.

Il volto le si oscurò, mentre Maverick sbottava.

"Ok, se già prima pensavo che fossero dei cretini, ora ne sono proprio sicuro. Ma che gli salta in testa di dividersi in quel modo? Vogliono forse farsi ammazzare?"

Dafne sospirò esasperata.

"Poco importa ormai, il danno è fatto. Possiamo solo cercare di raggiungerli e riportarli qui prima che succeda qualcosa di irreparabile."

"E poi riempirli di mazzate fino alla nausea.", fece lui, chiamando alcuni suoi Angeli e dando ordine che organizzassero le cose per la loro partenza.

"Molto bene, andiamo."

 

Angolo dell'Autrice

Salve gente! Rieccomi qui con un altro capitolo. E qui da come leggerete la situazione per i nostri Guardiani. Riusciranno i nostri eroi a risolverla? Tutto questo e altro nei prossimi capitoli!

Ringrazio Vago, KinghtofFire e soprattutto Teoth per le loro recensioni e i preziosi consigli senza i quali sarei persa. Grazie di cuore per i vostro sostegno! Detto questo alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Pyrus la Dimensione del Fuoco ***


Capitolo 9: Pyrus la Dimensione del Fuoco

Pyrus era una terra molto vasta, a vederla ricordava molto una savana per la sua vegetazione, anche se il clima era mite e ospitale. Essa era divisa in 25 Clan delle Lande che dominavano le Terre del Branco, dove al centro si stagliava un immenso vulcano chiamato Nido delle Fiamme. Il nome era dovuto al fatto che in esso dimorava Phoenix, la Grande Fenice.

Un tempo i clan erano governati dai draghi che li guidavano con giustizia e salvaguardavano l'ordine. Col tempo però vennero messi da parte e la guida venne lasciata agli umani, che però a causa della loro corruzione diedero il via a innumerevoli contrasti tra i vari clan. Ognuno di essi aveva una cultura fortemente tribale e barbarica, ben più regredita di quella delle altre dimensioni.

Fu li che si aprì il portale da cui uscì Maverick. Quando vide la sua terra natia ebbe un tuffo al cuore, mentre ricordi poco piacevoli gli tornavano alla mente. Scosse la testa: non era tornato per fare un tuffo nel passato ma per recuperare coloro che avevano deciso di fare di testa loro e fortuna volle che non ci mise molto a trovarli. Infatti non molto distante potè udire delle grida di protesta decisamente famigliari.

Rimboccandosi le maniche e preparandosi a suonargliele di santa ragione si diresse verso le voci.

"Lasciateci andare maledetti barbari! Siamo venuti qui per aiutarvi, dovreste ringraziarci invece di saltarci addosso come indemoniati!"

Maverick sorrise nel riconoscere la voce di Shin.

"A quanto pare si è cacciato nuovamente nei guai ... anche se questa non è una novità. E non è da solo, percepisco anche Shea. Bene, due piccioni con una fava, sarà meglio aiutarli prima che si facciano ammazzare.", si disse tra se e se per poi correre in quella direzione.

Nel frattempo infatti i due erano stati catturati dal Clan delle Anime Fiammeggianti, il più civilizzato degli altri ma non per questo meno barbaro, e che senza troppe cerimonie li aveva portati al centro del villaggio.

Il luogo non era che un ammasso vago e caotico di tende dalla forma conica, sorrette da alcuni pali contorti e costruite in pelli di animali esotici. Esse si alternavano tra stalle rozzamente costruite in edifici in paglia e focolari ardenti, mentre alcune forge indicavano le sedi dei fabbri e i bambini si rincorrevano divertiti, seguiti dai loro cani da caccia. Le tende erano distribuite in una cerchio, circondato da una rozza palizzata in legno e al centro del quale si trovavano un ampio spiazzo con la tenda del Capoclan, oltre che il focolare principale.

Furono quindi legati a uno spesso palo in legno con delle catene in acciaio puro, troppo grosse anche per loro e impossibili da spezzare.

Essi erano stati colti di sorpresa, motivo per cui non avevano fatto in tempo a difendersi.

E ora eccoli lì, legati come salami e osservati quasi fossero carne da macello.

"Che facciamo con loro? Sono entrati nelle nostre terre senza alcun permesso, infangandole con i loro piedi impuri e offendendo la Grande Fenice. Io dico di scotennarli.", fece uno dei guerrieri, il corpo coperto di neri tatuaggi tribali.

"Naaahhh ... sono ancora giovani e sarebbe un peccato ammazzarli. Non siamo tanto crudeli, piuttosto ... il tipetto con la faccia da sberle sarebbe un ottimo giullare, mentre lei ha proprio un bel visino. Come compagna di letto sarebbe perfetta.", fece un altro, osservandoli sadicamente.

"Ehi, lei non è mica di vostra proprietà ... anzi, è la MIA ragazza, chiaro? Torcetele un capello e do i vostri gioielli in pasto ai draghi!", sbottò Shin, irato.

Il guerriero scoppiò a ridere, divertito.

"E chi lo dice? Tu? Nanerottolo? Non saresti capace di uccidere nemmeno una zanzara!", replicò, tra le risate.

"Si, io. Razza di barbaro puzzolente e privo di materia grigia!"

L'uomo allora, adirato, gli afferrò il collo, stringendolo in una morsa letale, sotto lo sguardo impietrito di Shea.

"Osi offendermi? Ora la pagherai cara, razza di mocciosetto insolente!!!", urlò con voce tonante, estraendo una possente ascia bipenne.

Fece per colpirlo quando ...

"Fermo, per l'amor del cielo!", gridò Maverick a gran voce, accorrendo trafelato.

Nel vederlo, i suoi amici tirarono un sospiro di sollievo, mentre la tribù lo fissava con stupore, riconoscendolo.

Il guerriero, di nome Stoik, lasciò andare Shin, che riprese a respirare. Chinò quindi il capo, in segno di rispetto, mentre i suoi compagni osservavano la scena sorpresi e perplessi.

Maverick allora si avvicinò.

"Come Erede del Clan delle Anime Fiammeggianti, e Guardiano del Fuoco, esigo che i miei amici vengano liberati immediatamente.", disse con voce autoritaria.

Stoik annuì, sebbene a malavoglia, e liberò quindi i due ragazzi, che corsero verso l'amico guardandolo interrogativi.

Lui sospirò.

"Vi racconterò tutto.", mormorò appena per poi guidarli all'interno di una delle tende.

Non appena furono soli, li guardò con aria di rimprovero.

"Ma prima ... SI PUÒ SAPERE CHE DIAVOLO AVETE NELLE VOSTRE SCATOLE CRANICHE?!? Avete deciso di fare di testa vostra, e per poco non vi ammazzavano. Accidenti, pensavo che un briciolo di buon senso ce lo doveste avere!", li sgridò.

Loro abbassarono lo sguardo senza dire nulla, sapendo che aveva tutti i motivi per essere arrabbiato. In fondo, avevano disobbedito agli ordini.

Dopo il rimprovero però parve calmarsi.

"Comunque ... è giusto che sappiate ogni cosa.", esordì, prima di fare una pausa e riprendere, "Io sono il figlio ed erede del Capoclan delle Anime Fiammeggianti, Udin. Come tale, un giorno, avrei dovuto prendere il suo posto. Mio padre, però, era tutto fuorché disposto a lasciare il ruolo di guida del clan e non poteva sopportare l'idea che un giorno avrei potuto sostituirlo. Quindi venni esiliato.

E ora eccomi qui, tornato nella mia terra natia per salvarvi le chiappe. Bella storia, vero?", raccontò, con un filo di voce.

Shea allora gli mise una mano sulla spalla, con apprensione.

"Ci dispiace, non ne avevamo veramente idea.", mormorò appena.

"Tranquilla, non potevate certo esserne a conoscenza. Comunque sono qui anche per un altro motivo: bisogna radunare i clan immediatamente."

Uscirono quindi dalla tenda, dove i membri più importanti della tribù li stavano attendendo in silenzio. Tra essi, spiccava in particolar modo Udrobur, il Capoclan eletto, anni addietro, poco dopo la morte del padre di Maverick, deceduto in una sommossa dopo la sua partenza a causa del regime tirannico che aveva instaurato all'interno del clan.

L'uomo, un energumeno dagli accesi capelli rossi in stile rasta e il corpo coperto di cicatrici bianche e diafane.

Non appena li vide uscire, chinò appena il capo, esordendo.

"Ebbene? Cosa volete che facciamo, Maverick Zanna Scintillante?", chiese, con tono di rispetto.

Il giovane sospirò, dando direttive affinché i messaggeri più veloci venissero inviati in ogni angolo delle Terre del Branco, per riunire tutti i Capiclan presso la Rupe del Fuoco, dove si sarebbe tenuto un raduno per decidere il da farsi. Infatti, mentre raggiungeva il villaggio, il giovane aveva notato come, dai confini estremi di quelle terre, provenisse un fortissimo potere magico.

Solo un esercito al completo avrebbe potuto creare qualcosa di simile, e dopo essersi consultato con i compagni avevano deciso che, giunti a quel punto, tirarsi indietro sarebbe stato inutile.

Gli uomini partirono la sera stessa e, in meno di una settimana, riuscirono a radunare tutti i capi dei 25 Clan delle Terre del Branco.

Ogni clan spiccava sugli altri, e non solo per il diverso modo di vestire e atteggiarsi, ma soprattutto per l'astio evidente che vi era tra essi e quelle culture così differenti.

Maverick tuttavia non si lasciò intimorire e si fece avanti sotto gli sguardi sorpresi dei presenti, che non avevano immaginato fosse stato proprio lui, col proprio ritorno, a convocarli. Alcuni cercarono di protestare, mettendo in discussione il suo valore come esiliato, ma furono adeguatamente zittiti sia da lui che dai suoi compagni.

Quindi si schiarì la voce.

"Sentite, so che vi può sembrare strano tutto questo ma vi ho radunati per una questione assai importante.", iniziò.

"Ovvero?", chiese Stoik, con aria palesemente insofferente.

Alcuni annuirono, quasi a supportare il suo atteggiamento indolente nei confronti di quello che, sebbene un tempo avesse potuto essere il loro leader, ormai non era che un esiliato. Almeno secondo alcuni.

Maverick si schiarì nuovamente la voce e riprese, stavolta più duramente.

"Mentre voi ve ne state qui a uccidervi a vicenda ho potuto notare che ai confini delle Terre del Branco vi è un nemico pronto a invaderci. Hypnos sta radunando le proprie forze, costituendo un esercito che si fa di giorno in giorno sempre più grande, e presto nessuno sarà in grado di fermarlo. Ora, l'unico modo per combatterlo è quello di unirci per difendere le nostre terre. Basta con inutili guerre intestine perchè lottare tra di noi non è la soluzione e peggiorerebbe le cose ancora di più. Perciò la mia proposta è questa, unirci per sconfiggere il nemico!", esclamò.

I presenti allora lo guardarono piuttosto interdetti.

Era evidente come, nonostante la minaccia incombente, in pochi riuscissero ad accettare l'idea di mettere da parte i propri rancori tanto facilmente. Erano millenni che i clan si combattevano tra di loro, il sangue sparso era così tanto che, ormai, essi non conoscevano altro modo di vivere oltre a quello di lottare tra di loro. Molti avevano perso amici e famigliari durante quelle faide interne, e non erano disposti a mettere da parte il proprio orgoglio in quel modo.

Tanto meno se era un ragazzino a chiedere loro di farlo.

"Frena un attimo ragazzino, cerca di non montarti troppo la testa solo per il titolo che porti. Qui non siamo a Iryndiel, o in un'altra dimensione ... il titolo dei Guardiani per noi non ha alcun valore. L'unica cosa che conta è la forza, e se non dimostri di averla non vali meno di niente, sappilo!", disse uno dei capi, la chioma selvaggia che gli ricadeva come una criniera lungo i fianchi.

Il vecchio saggio delle lande allora si fece avanti, guardando Maverick con sguardo penetrante.

"Hanno ragione ragazzo, se vuoi che ti seguano come unico capo dovrai riuscire a domare Phoenix, poiché solo l'Eletto della Fenice potrà unire i clan in uno solo.", rispose.

Il Guardiano allora guardò i presenti con sguardo determinato, dato che il vecchio saggio aveva ragione.

"E sia, partirò per il Nido delle Fiamme"

 

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con il nono capitolo. Da quello che leggerete potrete vedere che la situazione non è affatto delle più rosee. Riusciranno i nostri tre Guardiani a risolverla prima che precipiti letteralmente? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio di cuore Teoth per il suo aiuto nel sistemare le cose che non vanno, e ovviamente i miei fidati seguaci Vago e KinghtofFire per le loro recensioni e preziosi consigli e nuovamente Teoth. Detto questo non ho altro da dire, solo ... alla prossima avventura!

Baci la vostra EragonForever!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Tharoon la Dimensione dellaTerra ***


Capitolo 10: Tharoon la Dimensione della Terra

Tharoon era una terra incredibilmente estesa, composta da una decina di città mercantili, connesse tra loro dalle innumerevoli carovane che vi passavano attraverso. Le gilde erano un sistema governativo e sociale molto comune e la schiavitù era stata ormai abolita da diversi anni. 

Era composta essenzialmente da un eterogeneo insieme di deserti sconfinati e ampissime praterie, i primi alternati da innumerevoli oasi, su cui si concentravano le città più importanti, e le seconde intervallate da alcuni fiumi navigabili durante tutta la durata dell'anno. Il clima era solitamente abbastanza afoso, e le piogge rade ... tuttavia le genti del luogo vi erano abituate e sapevano bene come procurarsi l'acqua in quelle terre che, per altri, sarebbero parse troppo selvagge per essere abitate.

Tuttavia lo scenario che si presentò davanti agli occhi di Dafne fu tutt'altro, una situazione che nessuno avrebbe mai immaginato prima d'allora. Le strade erano piene di carovane di schiavi incatenati, alcune città erano state quasi rase al suolo, mentre il fumo delle fiamme si alzava verso il cielo in nubi scure e minacciose. Sul volto dei prigionieri si potevano leggere pene indicibili mentre il caldo quasi soffocante costringeva i più deboli a cadere a terra stremati, anche se venivano subito fatti rialzare a frustate. Nel sentire quelle grida strazianti fremette di rabbia, ma doveva agire con calma se non voleva peggiorare le cose. 

Il portale l'aveva condotta in una delle strade principali della dimensione. Si trovava in un ampio deserto roccioso, i cui massi dalle calde sfumature color terracotta si intervallavano regolarmente, punteggiati a tratti da alcuni cactus e altre piante grasse, unico accenno di verde in quel luogo altrimenti dominato dai colori della terra. 

La strada, un ampio lastricato in ciottoli color sabbia, conduceva verso una delle maggiori città della regione e, fatta eccezione per le colonne di schiavi in catene, era praticamente deserta. Avvolta in un monotono mantello color avorio, Dafne camminava a capo chino, cercando di dare all'occhio il meno possibile e nascondendosi a tratti dietro le ampie rocce, per non attirare l'attenzione di quegli individui poco amichevoli.

Stava ormai per riprendere la ricerca dei suoi compagni quando, prima che potesse rendersene conto, venne colpita alle spalle e atterrata col viso tra la sabbia. Un istante dopo aveva perso i sensi.

Al suo risveglio vide che si trovava in uno strano covo sotterraneo pieno di uomini e donne vestiti in squallide e consunte divise color sabbia e suo malgrado notò anche che era in una gabbia con mani e piedi legati. Vedendo quindi che si era svegliata i due uomini messi a guardia della sua cella le puntarono delle alabarde alla gola, iniziando subito a farle domande, come per chi fosse, se era una spia, che cosa ci faceva a Tharoon e così via. 

Dafne dal canto suo rispose prontamente a ogni cosa che le veniva chiesta senza indugi. Fortunatamente in suo soccorso arrivarono Tenma e Arya che, garantendo per lei, la fecero liberare. Poi i tre compagni andarono in un luogo appartato per parlare.

"Immagino che tu abbia già visto com'è la situazione ... vero?", esordì Tenma dopo qualche minuto di silenzio.

Dafne sospirò.

"Si ... ho visto, che cosa tremenda, tutte quelle povere anime in catene.", mormorò, preoccupata.

"Anch'io sono rimasta sconvolta, ma è Tenma che ne sa di più.", fece Arya di rimando, guardando il compagno, che sospirò.

"Credo che sia giunto il momento di raccontarvi qualcosa di me.", esordì.

"Se non vuoi non sei obbligato.", lo rassicurò Arya con apprensione.

Il ragazzo però scosse la testa.

"No ... è giusto che sappiate. Vedete io ... ero figlio di un noto mercante di stoffe, ultimo nato di quattro fratelli, Akira e i due gemelli Hakuryu e Hakeryu. Loro però a differenza di mio padre Jamal erano ambiziosi, e per questo motivo non vennero riconosciuti come suoi eredi, quindi l'eredità venne passata a me. Loro allora, accecati dall'invidia, decisero di togliermi di mezzo, riducendomi in fin di vita e lasciato a morire nel deserto. Se non fosse stato per Dafne non sarei qui.", raccontò con un sospiro.

"Già, e non posso che esserne fiera.", fece lei con un caldo sorriso.

"Si ... ma c'è dell'altro, come avrete visto ci sono delle carovane di schiavi ma un tempo a Tharoon la schiavitù era stata abolita.", continuò.

Le due ragazze si fecero pensierose.

"Mhhhh, allora qualcuno deve averla nuovamente reintrodotta ... ma chi?", osservò la castana, perplessa.

A quella domanda Tenma abbassò lo sguardo, stringendosi nelle spalle. Sospirò.

"Purtroppo ... sono stati i miei fratelli, hanno preso il comando di Mireen, la città principale. Si servono di mercenari spietati e dell'Esercito Senza Nome di Thanatos per tenere sotto controllo le città circostanti. Qui dove siamo ora è il covo dei Ribelli, un gruppo di uomini e donne che combattono per la libertà. Vivono qui nel deserto per sfuggire al potere dei miei fratelli ... non avrei mai immaginato che potessero spingersi a tanto. Evidentemente, dopo la mia scomparsa hanno utilizzato il patrimonio di nostro padre per arruolare quei mercenari ... e ora solo i Ribelli si frappongono tra loro e il controllo totale di Tharoon."

Fece una pausa per poi indicare i Ribelli. 

Dafne li osservò, silenziosa.

Ora che poteva guardarli meglio, notò con rammarico che non erano che un gruppo sparuto ed eterogeneo di uomini disperati e impreparati. Le armi che avevano con sé erano rozze e l'equipaggiamento basilare era mal ridotto ... persino il loro aspetto, stanco e sfatto, lasciava capire in che situazione disperata si dovessero trovare.

"Il fatto è che sono molto pochi e non hanno ne mezzi ne risorse sufficienti per tenere nemmeno remotamente testa alle forze nemiche.", continuò poco dopo Tenma, dando voce alle sue stesse preoccupazioni.

Dafne sospirò per poi alzarsi e voltarsi di spalle.

"Bene, dato che siamo al corrente di tutto questo ...", esordì, voltandosi e guardarli con sguardo di fuoco.

A quell'espressione i suoi amici sussultarono, capendo che stava arrivando la ramanzina.

"Come vi siete permessi di disobbedire agli ordini?!? Da voi non me lo sarei mai aspettato!!! Stupidi, stupidi, stupidi, mi avete fatta preoccupare!", esclamò.

I suoi amici rimasero in silenzio, consapevoli che avevano sbagliato, seppur per una giusta causa. Poi però Dafne si calmò, prendendo un profondo respiro.

"Comunque, giunti a questo punto tanto vale darci da fare per riportare la pace a Tharoon prima che la situazione degeneri.", disse infine.

"Giusto ... ma come?", domandò Arya, illuminandosi. Per un attimo, avevano temuto che potesse decidere di riportarli ad Astrea, ma per fortuna Dafne non ne pareva intenzionata.

Tenma allora si fece pensieroso per poi rispondere.

"Mhhhh, l'unica opzione possibile sarebbe quella di ottenere l'appoggio di alcune creature mitologiche che però non hanno mai obbedito a nessuno, ovvero i leggendari Dijinn del Deserto, ma la vedo dura. La loro forza è la sola che potrebbe darci una speranza contro i miei fratelli.", spiegò.

"Ma rimangono comunque la nostra unica possibilità per aiutare Tharoon e i Ribelli contro gli schiavisti, dobbiamo tentare.", fece Dafne con decisione.

"Sei sicura di quello che dici?"

"Si Tenma, sicurissima, non possiamo arrenderci. Siamo Guardiani e il nostro compito è salvare questo universo dall'estinzione, giusto?"

I suoi compagni annuirono con un sorriso. La ragazza lo ricambiò per poi tendere la mano e loro la misero sopra la sua.

"Forza, la ricerca d'aiuto ... inizia adesso"

"Siii!!!", esclamarono in coro, alzando le mani.

La missione per salvare Tharoon era appena cominciata.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con un altro capitolo di questa fantastica storia che mi sta rendendo davvero orgogliosa. Ho voluto tenerlo tranquillo parlando della situazione di Tharoon introducendo così il passato di Tenma. Ma non temete, presto tornerà l'azione parola mia!

Ringrazio di cuore Teoth, Vago e KnightofFire per le loro recensioni e il loro supporto, grazie mille ragazzi. Detto questo non altro da dire, solo ... alla prossima avventura!

Baci la vostra EragonForever!

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Libertà Riconquistata ***


Capitolo 11: Libertà Riconquistata

Maverick nel frattempo camminava spedito verso il Nido delle Fiamme al centro delle Terre del Branco. 

Poteva vederlo in lontananza. Era davvero maestoso, una bellezza unica nel suo genere pur essendo un vulcano. Poteva già sentirne il calore. Quando finalmente lo raggiunse rimase ancora più estasiato, da vicino era qualcosa da togliere il fiato. Lo guardò, esaminandone ogni centimetro, finché non vide l'entrata, ovvero un'apertura alle sue pendici, così si arrampicò con agilità fino a raggiungerla. Non appena entrò attraversò un passaggio che lo condusse all'interno del Nido. Dentro era uno spettacolo senza pari poiché non sembrava l'interno di un vulcano, bensì una casa da quanto era spazioso. Da ogni parte levitavano lingue di fuoco e al centro c'era un baratro con della lava in fondo che ribolliva. 

Davanti a lui invece si stagliava un grande nido, di Phoenix però nessuna traccia, finché non la vide dall'altro lato del baratro ridotta in fin di vita. Il possente corpo del volatile era costellato da una schiera di innumerevoli e profonde ferite, che ne deturpavano il magnifico piumaggio rosso fuoco. La creatura aveva l'aspetto di una maestosa aquila reale, dall'acceso piumaggio color borgogna, con una lunga coda da pavone che brillava di tutti i colori del tramonto. Il capo, invece, era decorato da una corona di piume color arancio dorato. 

Subito allora accorse in suo aiuto nel tentativo di salvarla, rimanendo comunque sorpreso poiché per ridurla in quello stato ci voleva molto di più della semplice forza fisica. In quel momento infatti sopraggiunse niente poco di meno che lui, Hypnos, con un ghigno strafottente e carico di soddisfazione.

"E' inutile, non riuscirai a salvarla, ne a ottenere il suo potere. Quella bestiaccia non stabilirà alcun Legame con voi Guardiani, morirà prima che possiate provarci. Come puoi vedere, non le resta molto tempo", sibilò.

Il Guardiano allora lo guardò con occhi carichi d'ira a stento repressa.

"Le tue sono solamente parole gettate al vento.", replicò, per poi poggiare le mani sul petto dell'animale "Io la salverò a qualunque costo per il bene della mia terra e tu ... non riuscirai a fermarmi, ne ora ... ne mai.", riprese poco dopo, la voce carica di determinazione.

Poi volse lo sguardo alla povera creatura esanime. Aveva ferite in più punti che creavano sotto di lei una pozza di sangue vermiglio. Il suo respiro era affannato e i suoi occhi neri colmi di disperazione, che chiedevano aiuto. 

Maverick le accarezzò quindi la testa, gli occhi velati di lacrime. In quello sguardo disperato rivide se stesso, poiché anche lui aveva vissuto nella disperazione quando aveva scoperto che suo padre, colui che ammirava, non era nient'altro che un tiranno assetato di potere disposto a tutto pur di stare sul trono, arrivando persino a esiliarlo. Per lui era stato un duro colpo. Sentiva la sofferenza della Fenice come se fosse sua, la sentiva fin nel profondo della sua anima. Senza accorgersene aveva iniziato a piangere calde lacrime piene di dolore e con sommo stupore vide che anche Phoenix piangeva insieme a lui, come se anche lei avesse percepito la sua sofferenza, creando così un'empatia tra di loro. 

In quell'attimo infatti un'aura infuocata avvolse la creatura e poco a poco le sue ferite si risanarono fino a scomparire sotto lo sguardo stupito di Maverick che sorrise, asciugandosi gli occhi. Quando l'aura si dissolse Phoenix si accovacciò e gli diede un buffetto affettuoso. Lui allora la guardò con gli occhi velati.

"Io ... io non credevo di riuscirci.", mormorò, la voce tremante dall'emozione.

Lei invece sorrise.

"Si giovane guerriero, donandomi la tua energia tramite il Legame mi hai salvato, grazie anche alla nostra empatia, e ora combatteremo per sempre fianco a fianco come compagni.", rispose con voce calda e soave.

"Oh ... che momento toccante, mi viene da piangere ... ma anche se ora siete uniti state pur certi che non uscirete vivi da qui!", esclamò Hypnos.

Maverick a quelle parole lo guardò con aria di sfida.

"Oh ... io non credo proprio.", esordì, per poi alzarsi, gli occhi dorati che sprizzavano ira " E se pensi di riuscire a conquistare Pyrus ... dovrai prima passare sul mio cadavere!", esclamò poco dopo.

Hypnos ghignò a quella frase.

"Con immenso piacere, sono proprio curioso di vedere chi tra di noi ... ha le fiamme più forti!", rispose, lanciandosi in avanti.

E in quel preciso istante il loro scontro ebbe inizio. Entrambi gli sfidanti erano delle vere e proprie furie, uragani di fuoco viventi pronti a tutto per avere il sopravvento l'uno sull'altro. Le loro abilità combattive erano a dir poco fuori dalla norma, come se fossero nati solo per quello. Ognuno aveva i suoi vantaggi, Maverick per esempio dalla sua aveva l'incredibile agilità e la rapidità dei movimenti, così come la precisione. Hypnos invece poteva contare sulla sua forza bruta, quasi barbarica, poichè era più che determinato a sconfiggerlo, o meglio, a toglierlo definitivamente di mezzo. Il suo fuoco nero dava parecchio del filo da torcere dato che era praticamente inestinguibile, e Maverick faticava non poco a tenergli testa. Il suo avversario sembrava instancabile, mentre lui al contrario stava quasi per giungere al limite. 

Hypnos allora ne approfittò e con una potente palla infuocata lo scaraventò contro una parete. Infine si chinò su di lui e, afferrandolo per i capelli gli sbattè la testa contro di essa, frantumandone alcuni pezzi, un ghigno sadico in viso.

"A quanto pare ho vinto, ma in fondo era più che scontato, ma prima di andare lascia che ti riveli un piccolo segreto.", esordì, per poi avvicinare le labbra al suo orecchio "Dietro a tutte queste calamità e conflitti dimensionali c'è il solo e unico sommo Apophys ... e voi non potrete fare nulla per fermarlo. Addio, perdente.", concluse, dandogli un poderoso calcio all'addome, per poi andarsene, lasciandolo privo di sensi.

Quando rinvenne Phoenix corse in suo aiuto e con le sue lacrime prodigiose curò le sue ferite. Dopotutto, tutti sapevano quanto potessero essere miracolose le lacrime di fenice, sebbene potessero essere utilizzate solo raramente. Subito il Guardiano sentì un immenso sollievo pervadergli il corpo, avvolto da un'aura dorata. Poco a poco sentì il dolore svanire mentre le ferite si rimarginavano. Avvertì le forze tornargli, riempendolo di nuovo vigore. Quando la Fenice ebbe finito, il giovane la guardò con lo sguardo colmo di gratitudine.

"Grazie amica mia.", mormorò.

"Questo e altro per il mio custode, forza, torniamo dai clan, salimi in groppa.", rispose lei con la sua voce calda e soave.

Maverick entusiasta obbedì e quando fu salito l'animale si librò in volo uscendo dal vulcano. Non appena tornò dai clan in groppa a Phoenix tutti rimasero estasiati. Udrobur allora gli venne incontro non appena atterrarono, dandogli una pacca sulla spalla.

"Complimenti ragazzo, domando la Grande Fenice ci hai dato la prova della tua forza e per questo ti seguiremo nella guerra contro Hypnos e il suo esercito, rispedendolo a calci in culo da dove è venuto.", esordì.

"Grazie.", lo ringraziò, per poi andare al centro dell'assemblea "Giunti a questo punto ... andiamo a dare ai nostri invasori un caloroso benvenuto!", esclamò.

Tutti i clan annuirono e persino quelli che all'inizio lo avevano criticato lo seguirono poiché grazie a Phoenix aveva dimostrato loro di essere l'Eletto della Fenice. Il Guardiano, seguito dai suoi amici, li guidò nel luogo dove stava l'Esercito Scarlatto. Il nome ovviamente non si addiceva per niente dato che non era proprio il loro caso. 

Si sarebbero aspettati dei Demoni Rossi, con membra e corpi di rettili. Invece si trovarono di fronte a degli energumeni in parte felini alti quanto un uomo e mezzo, e altrettanto pesanti. I corpi erano coperti da folte pellicce, nere, striate o leopardate, i musi erano forniti da chiostre di zanne appuntite e artigli ricurvi ne decoravano le mani. La maggior parte di loro portava grossi spadoni o asce a due mani, oltre che pesanti scudi rotondi e lance dalla lama seghettata.

Scoppiarono quasi a ridere e molti in effetti non trattenerono una risata, che ovviamente non piacque molto a Hypnos.

"Che avete da ridere razza di barbari senza spina dorsale!", gridò.

Fu Maverick a parlare in sella a Phoenix.

"Perdonali Dio del Fuoco ma si aspettavano un vero esercito ... e non gatti giganti, sul serio, da te mi sarei aspettato un certo stile ma non questo!", lo provocò, scoppiando a ridere.

Hypnos allora lo guardò con sguardo di fuoco.

"Tu ... tutti voi pagherete molto caro questo affronto, e presto i miei uomini affonderanno le loro zanne nei vostri corpi!", ringhiò.

Quelle parole diedero inizio allo scontro e l'Esercito Scarlatto diede subito prova di non dover essere sottovalutato. Nonostante l'aspetto erano dei combattenti veri e propri, addestrati solo per uno scopo: la guerra. Maneggiavano le loro armi come se fossero una parte del loro corpo. Sembravano veri e propri demoni.

Ma anche i Clan non erano da meno, essendo anche loro guerrieri nati e ben addestrati sin da bambini a combattere. Persino le donne combattevano al fianco dei loro uomini. Ogni Clan aveva un suo modo di lottare certo, ma ora grazie alla guida di Maverick erano una cosa sola. Entrambi gli eserciti avevano la forza bruta, ma se i clan erano dotati anche di armature, seppur rozze, il nemico non aveva "protezioni" quindi potevano essere feriti in più punti. I Clan però dalla loro avevano anche l'ardente desiderio di proteggere la loro terra e questo pensiero era la loro forza.

Maverick intanto si stava scontrando nuovamente contro Hypnos, ma grazie al potere di Phoenix la sua forza combattiva era aumentata di molto e alla fine riuscì a vendicarsi della sconfitta subita accecandolo all'occhio sinistro.

"Stavolta ho vinto io ... nullità.", sibilò.

I Clan invece, grazie anche al potere del famiglio di Shea e alla forza di Shin con le sue scariche elettriche riuscirono ad avere la meglio, dando una sonora sconfitta al nemico, che si ritirò.

Finita la battaglia si riunirono quindi per una grande festa, celebrando la riconquista della libertà, e in quel frangente Maverick ne approfittò per fare un discorso, andando al centro, vicino al falò, e spalancando le braccia.

"Mia brava gente ... io non sono il tipo da discorsi profondi ma posso solo dirvi che vi ringrazio per aver combattuto al mio fianco oggi ... senza la vostra collaborazione a quest'ora non saremmo qui a festeggiare tutti insieme. Oggi Pyrus ha riguadagnato la sua libertà e la pace, poiché adesso le guerre tra i nostri Clan sono finalmente cessate, e di questo non posso che esserne felice ... ma come Guardiano non posso restare, quindi affido la guida a Udrobur, sono sicuro che saprà guidarvi come si deve. Ma tranquilli, verrò a farvi visita.", disse con voce solenne.

Venne acclamato con gioia e lo alzarono facendolo saltare sulle loro braccia, dato che era riuscito a salvarli dalla terribile minaccia.

Infine finita la festa salutarono i Guardiani con tutti gli onori che tornarono a casa felici e soddisfatti, poichè un'altra dimensione aveva riconquistato la libertà.
 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, rieccomi qui con un altro capitolo ricco di azione! E anche il nostro Maverick ha ottenuto il suo famiglio. Mamma mia non sapete che fatica ho fatto per gestire al meglio gli scontri, spero con tutto il cuore di aver fatto un buon lavoro. Qui si viene anche a scoprire che dietro a tutti i casini c'è effettivamente Apophys. Siate clementi o voi che leggete.

Ringrazio Teoth, Vago e KnightofFire per le loro recensioni e il loro sostegno, grazie di cuore miei prodi seguaci. Detto questo non ho molto altro da dire, solo ... alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Un'unica forza ***


Capitolo 12: Un'unica forza

Nel frattempo a Tharoon, dopo i preparativi necessari per il viaggio, il gruppo di Dafne era partito alla volta del Covo dei Dijinn del Deserto sotto il sole cocente che, sebbene fossero Guardiani, rendeva comunque difficile la loro traversata. Il deserto, sebbene avesse il suo fascino per le dune di sabbia dorata e le sue oasi, era un luogo lo stesso inospitale. Solo Tenma vi era abituato dato che li vi era nato e cresciuto.

"Ehi, sei sicuro di sapere dove si trova il loro covo?", esordì Arya ad un certo punto, che lo affiancò.

Lui le sorrise rassicurante.

"Si tranquilla, ci siamo quasi.", rispose.

Le guidava con passo spedito e sicuro tra le dune finchè non raggiunsero una spessa parete rocciosa.

"Eccoci qua, siamo arrivati.", esordì il castano.

Le due ragazze si fecero non poco perplesse.

"Ehm ... ne sei proprio sicuro? Non vediamo nessuna entrata.", osservò Dafne, incerta.

"Non temete, ce l'abbiamo davanti, è solo invisibile, state a vedere.", spiegò Tenma, per poi tendere le mani in avanti "Apriti Sesamo!", esclamò.

A quelle parole ecco che all'improvviso davanti ai tre apparve fatalità un portone dorato finemente elaborato con intrecci di un tenue color avorio e lo stemma dei Dijinn, ovvero una lampada magica diviso a metà tra le due ante che poco a poco si aprirono sotto lo sguardo stupito delle due Guardiane, che guardarono il compagno con fare interrogativo. Lui allora alzò le mani.

"Che volete farci, non l'ho mica scelta io la parola d'ordine ... altrimenti avrei scelto qualcosa di molto più complesso.", borbottò.

"Mh ... in effetti hai ragione, comunque sarà meglio andare.", fece Dafne di rimando per poi entrare seguita dai suoi compagni.

Davanti a loro si aprì un tunnel sotterraneo illuminato da alcune torce grande quanto una casa. Il soffitto era pieno di stalattiti che gocciolavano per l'umidità che impregnava il luogo. Non c'era nessuno, silenzio totale, interrotto solamente dal rumore delle gocce che cadevano. Infine raggiunsero la fine del tunnel dove vi era situata un'altra porta identica a quella d'entrata, sorvegliata da due guardie. Erano due energumeni di pietra dall'aspetto alquanto minaccioso. Si poteva individuare una semplice armatura dove vi era inciso lo stemma sul petto. Tra le mani tenevano delle alabarde poco rassicuranti. Erano alti si e no due metri e mezzo. Non appena li videro arrivare i loro occhi si illuminarono di una tenue luce dorata e mossero le alabarde a mo di sbarramento.

"Chi siete? E cosa ci fate qui?", chiese una con voce rimbombante.

Dafne allora si fece avanti.

"Vi possiamo assicurare che non abbiamo cattive intenzioni. Noi siamo i Guardiani e siamo qui per conferire con il vostro sovrano per una questione di estrema importanza.", spiegò.

I due allora li osservarono per qualche secondo come se stessero facendo uno scanner e poco dopo li lasciarono passare.

"Andate, vi sta aspettando.", dissero, per poi tornare nella loro posizione frontale di guardia.

Infine ecco che si aprirono le porte dalle quali filtrò una luce abbagliante che gli accecò, costringendoli a chiudere gli occhi. Quando il bagliore si attenuò li riaprirono poco a poco, rimanendo senza parole dall'incredibile spettacolo che si presentò loro davanti: una città completamente dentro la roccia ... e che città. Ampi palazzi dal taglio orientale con le loro cupole dorate e le mura d'avorio, grandi giardini con addirittura delle fontane e palme esotiche. Era un vero e proprio incanto. Ma la cosa che più di tutte colpì i tre Guardiani furono gli abitanti di quel luogo, i Dijinn, grossi energumeni muscolosi dalla pelle gialla come la sabbia dalle sfumature color terra. Dai loro possenti tronchi nascevano quattro massicce braccia tanto forti da sbriciolare una montagna, sotto la cintura che gli cingeva la vita, il ventre perdeva di solidità, diventando man mano una coda di pulviscolo etereo che si muoveva sospinto dalle correnti del sottosuolo.

In testa portavano dei turbanti marrone scuro o rossi, con tanto di corna d'ariete anellate e un neo sulla fronte. Vestivano all'araba, ovvero con un semplice gilet in modo da mettere in mostra il loro petto possente e ai polsi portavano dei bracciali dorati. Le loro iridi erano pozze d'oro liquido o di ossidiana. Ma la cosa veramente incredibile era che c'erano addirittura delle famiglie. Le donne Dijinn al contrario dei maschi avevano due braccia, erano molto più esili, di una bellezza più unica che rara, con occhi da cerbiatte dalle sfumature del cielo e cascate di fluenti chiome purpuree, corvine e castane. Il loro corpo dannatamente perfetto era coperto da veli che lasciavano spesso intravedere il generoso seno tondo e sodo. Ai polsi portavano gioielli come bracciali o collane attorno al loro splendido collo. Non avevano corna d'ariete ma piccole e deliziose orecchie a punta con dei pendenti. Sulla fronte, come i loro compagni avevano il consueto neo, nasino all'insù e labbra piccole e delicate. Sembravano fiori del deserto. Anche i piccoli Dijinn erano a dir poco degli adorabili pargoletti. Vivevano in pace e tranquillità, una vita pacifica e serena, cosa che fece sorridere i tre ragazzi. Tenma nel vedere tutte quelle rare bellezze per poco non svenne, finchè non fu riportato alla realtà da uno sguardo penetrante di Arya, quindi per farsi perdonare le diede un bacio sulla fronte.

Tutto intorno era un profumo soave di spezie aromatiche con le risate allegre dei bambini come sottofondo. Sembravano totalmente ignari della grave situazione al di fuori del loro mondo da quanto fossero sereni e felici, il che era molto strano. L'unica opzione più ovvia era che il loro sovrano non avesse appunto messo al corrente il suo popolo appunto per non turbare la loro serenità e la quiete. Nessuno parve accorgersi della loro presenza finchè un'ancella Dijinn non venne loro incontro facendo un piccolo inchino.

"Onore a voi nobili Guardiani, il mio signore mi ha mandato personalmente per scortarvi a palazzo, prego seguitemi.", li invitò.

I tre ragazzi allora la seguirono fino a raggiungere quello che doveva essere il palazzo reale e ne rimasero veramente incantati, era a dir poco qualcosa di magnifico: altre mura color avorio con cupole di pura giada finemente decorate in oro così come l'enorme portone. Ai lati c'erano due statue che raffiguravano dei leoni rampanti come simbolo di forza. La scalinata era di marmo candido e sembrava riflettere di luce propria.

Ma l'interno fu qualcosa di gran lunga più spettacolare. L'ingresso era circolare con un colonnato sempre di giada che entrava in perfetto contrasto con le pareti sempre in avorio. Negli angoli c'erano magnifiche piante esotiche dalle forme e colori più svariati. C'erano anche delle statue che raffiguravano Dijinn danzanti. La scalinata era sorvegliata da due guardie, portava al piano di sopra. Salendo poterono notare che le pareti raccontavano la storia dei Dijinn tramite meravigliosi dipinti da cui rimasero a dir poco rapiti. L'ancella sorrise con fare divertito.

"Sorpresi eh? Il mio signore è uno a cui piace molto apparire.", spiegò.

"Ce ne siamo accorti.", fece Tenma di rimando.

Infatti il palazzo in se era davvero molto appariscente e ogni cosa saltava subito all'occhio. Giunsero infine alla sala del trono il cui portone era di pura giada e irradiava di mille colori e sfumature. Le guardie, dopo che l'ancella ebbe detto loro che il sovrano li stava aspettando, lasciarono libero il passaggio e subito il portone si aprì su uno spettacolo più unico che raro: la sala del trono aveva le pareti che sembravano oro liquido sfumato all'avorio alle quali erano appesi i quadri dei precedenti sovrani. Era circolare con il colonnato addirittura rosso rubino e le scale che portavano al trono, anch'esso di giada, erano color sabbia. Lì, seduto in modo poco convenevole, stava il sovrano dei Dijinn: rispetto ai suoi sudditi era molto più grosso, le quattro braccia sembravano scoppiare da quanto fossero muscolose, così come il petto possente. La carnagione era d'avorio e gli occhi due pozze d'oro liquido. Le sue corna erano anellate mentre in testa portava un turbante alquanto vistoso con una gemma al centro sempre di giada così come il neo sulla fronte. Vestiva di un'appariscente yukata verde limone finemente ricamato di fili dorati, in netto contrasto con il turbante. Al suo fianco ovviamente c'erano delle ancelle intente a imboccarlo e a fargli i massaggi alle tempie e sui possenti pettorali. I Guardiani rimasero comunque di sasso poichè era la prima volta che si trovavano davanti a una scena del genere. Fortunatamente l'ancella venne in loro soccorso e, schiarendosi la voce, richiamò l'attenzione del sovrano, che sbuffò con fare seccato.

"Che c'è Mayumi?", chiese, alquanto irritato.

"Perdonate l'interruzione mio signore ma i Guardiani sono qui.", rispose, indicando i tre ragazzi.

Il sovrano li guardò con fare perplesso.

"I Guardiani eh? Vi facevo più vecchi, sul serio, non mi aspettavo dei poppanti come voi.", commentò divertito.

Tenma, piuttosto offeso, si fece quindi avanti.

"Faremo finta di non aver sentito ... comunque, nobile Thor, signore dei Dijinn delle Rocce, io e le mie compagne siamo qui per una richiesta.", esordì, per poi guardare Dafne che si fece avanti.

"Mio signore, siamo qui per chiedere il vostro aiuto da parte dei ribelli nella battaglia contro gli schiavisti ... purtroppo hanno risorse insufficienti per farcela da soli e per questo motivo serve il vostro aiuto.", spiegò, cercando di essere più convincente possibile.

Il sovrano però nel sentire quella richiesta si adirò non poco.

"Che cosa?! Voi volete che io, Thor, Signore dei Dijinn dovrei chinare il capo solamente perché siete Guardiani?! Tutto questo è davvero inaccettabile! Noi Dijinn non ci inchiniamo tanto facilmente! Se proprio volete il nostro aiuto dovrete dimostrare di esserne all'altezza ... Guardiani!", esclamò.

I ragazzi si guardarono piuttosto preoccupati, non avevano altra scelta che stare alle sue condizioni, così Shin si fece avanti.

"E in che modo dovremo dimostrarlo?", chiese, le braccia conserte.

A quella domanda Thor sogghignò.

"E' semplice, se uno di voi riuscirà a sconfiggermi in duello avrete il mio aiuto, in caso contrario ... buttate le vostre chiappette divine fuori di qui.", rispose.

Maverick fece per rispondere ma fu trattenuto appena in tempo. Poi il gruppo si consultò per qualche minuto.

"Allora ... e adesso come la mettiamo?", borbottò Shin, serio.

"Già, se accettiamo uno di noi verrà ridotto in polpette.", fece il rosso di rimando.

Shea sospirò.

"A quanto pare non possiamo tirarci indietro, uno di noi deve accettare ... ma chi?"

Stavolta fu Tenma a sospirare.

"Lo affronterò io, è una cosa che riguarda la mia dimensione, perciò mi sembra più che giusto.", disse con decisione.

A quelle parole i suoi compagni non lo contestarono, poiché sentivano che era giusto così, quindi il Guardiano si fece avanti, guardando Thor con determinazione.

"Accetto la vostra sfida!", esclamò.

Il sovrano dei Dijinn lo guardò con stupore, sorpreso dal suo coraggio, evidentemente aveva dato per scontato che sarebbero scappati a gambe levate.

"Devo dire che hai fegato nanerottolo ... preparati perchè non avrò alcuna pietà.", lo provocò.

Stavolta fu Tenma a sogghignare.

"Tsz ... chissà quante volte l'ho sentita, talmente tante volte che ho perso il conto"

"Ti farò piangere in ginocchio! All'arena tra un'ora esatta!", esclamò il sovrano, congedandoli.

Mayumi allora li portò in una delle stanze degli ospiti in attesa del duello che comprendeva un vistoso letto a baldacchino, un armadio, un davanzale e vicino ad esso un tavolino, il tutto ovviamente appariscente.

"Starete qui fino a che non giungerà il momento, poi verrò a chiamarvi.", spiegò per poi congedarsi.

Non appena rimasero soli Arya guardò Tenma negli occhi, battendogli i pugni sul petto.

"Razza di stupido! Perché hai accettato?!", esclamò.

Il compagno allora la prese per le spalle, fissandola intensamente negli occhi.

"L'ho fatto perché è l'unico modo per ottenere il suo aiuto e salvare così la mia dimensione.", rispose, serio.

"Questo lo so bene ma potrebbe essere molto pericoloso ... credimi, non dubiterei mai di te, è solo che ... sono molto preoccupata, con quelle quattro braccia potrebbe spappolarti e poi ..."

Venne interrotta dal contatto delle sue labbra che la baciarono con ardente passione per poi specchiarsi nei suoi occhi smeraldini che la guardarono con amore.

"Non temere amore mio, ce la farò, te lo prometto e sai perché? Perchè tu sei la mia forza più grande.", la rassicurò con voce calda e profonda.

Arya lo guardò con gli occhi che brillavano di emozione.

"Oh Tenma ...", sussurrò, baciandolo a sua volta.

Nel vederli a Dafne non poté sfuggire un sorriso mentre piacevoli ricordi le tornavano alla mente. Anche lei un tempo aveva provato quel sentimento e in fondo al cuore lo provava ancora nonostante lui ora non fosse più al suo fianco.

Un'ora passò veloce e Mayumi tornò a chiamarli per poi condurli all'arena, ovvero una specie di Colosseo in miniatura già pieno zeppo di spettatori dato che la notizia doveva essere volata. In mezzo ad essa se ne stava Thor a petto nudo pronto per la sfida. Prima di iniziare Tenma salutò Arya con un bacio, poi le due compagne andarono a sedersi sugli spalti. Infine raggiunse il sovrano al centro dell'arena che lo guardò come se fosse stato carne da macello.

"Mo te spiezzo in due nanerottolo.", lo provocò.

"Lo vedremo"

Poco dopo un suono di gong diede inizio allo scontro che sembrò volgere subito a vantaggio di Thor che ricoprì la sua pelle di roccia, rendendola impenetrabile, già sicuro di vincere. Tenma non si stupì più di tanto dato che anche lui poteva ricoprire il suo corpo di roccia, solo non in modo completo. Subito allora evocò un drago di terra pronto per l'attacco seguito da uno di piante che iniziò a immobilizzare l'avversario mentre l'altro cercava di fare una breccia, tentativi ovviamente vani dato che Thor con le sue possenti braccia li sbriciolò entrambi. Il Guardiano allora evocò Torgard, il suo martello da combattimento intagliato in legno di quercia rinforzato di un antico metallo chiamato Illirya che lo rendeva indistruttibile e con esso cercò di rallentarlo come meglio poteva nonostante Thor fosse dotato di una forza sovrumana e il controllo sulle rocce, giocando in casa, mettendo Tenma alle strette. Il giovane però poteva contare sulla sua incredibile velocità e agilità, cosa che Thor con la sua armatura non possedeva dato che lo rallentava di molto, così ne aproffittò sfruttando la cosa a suo favore e, riuscendo a creare una breccia nelle sue difese, riuscì ad atterrarlo colpendolo con violenza il suo addome frantumando così la sua armatura sotto il suo sguardo incredulo. Aveva vinto.

Tutti i presenti rimasero a dir poco ammutoliti poichè nessuno era mai riuscito a battere il loro sovrano e non si sarebbero di certo aspettati che a sconfiggerlo fosse stato solamente un ragazzino con un martello grande il doppio di lui. Thor allora si alzò da terra con fare incerto, fissando l'avversario negli occhi.

"Chi ... chi sei tu? E come hai fatto a battermi? Nessuno c'era mai riuscito prima d'ora"

Il Guardiano sorrise.

"Il mio nome è Tenma mio signore e sono riuscito a battervi grazie alla mia velocità e agilità, poiché la vostra armatura di roccia vi rallentava parecchio. Comunque bello scontro, siete un combattente davvero eccezionale maestà, degno del vostro nome.", rispose.

"Non per niente sono il sovrano del mio popolo.", si vantò l'altro, per poi ricomporsi "Comunque, dato che hai vinto avrete il mio aiuto contro gli schiavisti che opprimono Tharoon con il loro fetore. Non fatevi ingannare, anche se il mio popolo vive sereno sa perfettamente della guerra ma essendo troppo orgogliosi preferivamo rimanere neutrali, ma ora è tempo della ribalta e non ci tireremo indietro.", spiegò, estremamente serio.

E con quelle parole lui e il suo esercito seguì i Guardiani in quella lotta per il bene della loro patria. Era davvero imponente, armato di martelli, spade e alabarde, la cui pelle era la loro armatura. Avevano uno sguardo fiero di chi sapeva quello che stava facendo essendo l'ultimo barlume di speranza. Difatti i Ribelli non appena li videro scoppiarono in lacrime di gioia, poiché finalmente le loro speranze erano state esaudite. Così pieni di nuovo vigore iniziarono ad organizzare l'attacco decisivo e l'aiuto dei Dijinn fu davvero indispensabile poiché fornirono loro un equipaggiamento di gran lunga migliore. Così, dopo una settimana di preparativi poterono partire alla volta di Mireen, decisi più che mai a salvare la loro patria. Fu una traversata tranquilla nonostante il caldo, ma dopo quattro giorni raggiunsero la loro meta e puntualmente ad attenderli trovarono l'Esercito Senza Nome di Thanatos, composto dai Demoni Lupo, ovvero esseri con fattezze lupine con orecchie e coda da lupo dalla pelliccia o nera, o bianca, o grigia, in pratica erano licantropi che si ergevano su due zampe, alti si e no 1.70 per un peso di 60kg. Il loro fisico era esile magro ma comunque scattante. Non avevano ne armi ne armatura poiché la loro arma erano gli artigli affilati come rasoi e le zanne. In tutto si poteva contare si e no su 300 elementi, mentre l'esercito dei Ribelli unito a quello dei Dijinn su ben 400 uomini. Ci furono attimi di tensione ma il suono del corno diede inizio alla battaglia che avrebbe deciso il destino di Tharoon una volta per tutte. Infine i due eserciti si scontarono con un boato. Entrambi avevano i loro punti di forza, i Ribelli potevano contare sulla loro incrollabile volontà e il potere dei Dijinn che metteva il nemico non poco in difficoltà. L'esercito avversario invece aveva dalla sua il morso che rendeva i malcapitati licantropi e i poteri congelanti alquanto poco efficaci contro i Dijinn, essendo almeno il doppio di loro.

Lo scontro imperversava in mezzo alla polvere creatasi dell'impatto tra i due eserciti. Dafne e Arya aiutavano meglio che potevano facendo da supporto. Tenma nel frattempo si trovava faccia a faccia con Thanatos, pronto a pareggiare i conti per la sconfitta subita a Iryndiel. Entrambi sembravano vere e proprie furie, anche se il Guardiano era più avvantaggiato dal fatto che giocava in casa, il che significava che aveva il controllo totale del terreno. Thanatos però poteva contare sul fatto che aveva il controllo delle sue paure, cosa che però non ebbe effetto dato che il Guardiano, forte anche della presenza di Arya sul campo non si lasciò travolgere facilmente. Conoscendo il terreno poteva anche contare sui suoi punti strategici e grazie a questo, con somma sorpresa di Thanatos, tramite una lama di ghiaccio, lo colse alla sprovvista, tagliandogli un braccio. Il suo avversario preso dall'ira lo guardò con ferocia.

"Questa me la pagherai molto cara!", urlò, per poi colpire a morte il sovrano dei Dijinn ferendolo al torace.

A quella vista Tenma corse in suo aiuto cercando disperatamente di salvarlo. Il suo sguardo pieno di dolore diceva già ogni cosa e il ragazzo allora lo guardò con occhi carichi di determinazione.

"No, non vi lascerò morire chiaro?! Tharoon ha bisogno di voi ... il vostro popolo ha bisogno di voi e per questo non potete arrendervi proprio ora, non ve lo permetterò!", esclamò, guardandolo dritto negli occhi mentre la ferita sanguinava.

Nel suo sguardo poté percepire tutta la sua paura, una paura che anche lui aveva provato, ovvero quella di morire, finché Dafne non lo aveva salvato, e ora lui doveva fare lo stesso senza se e senza ma. Quel pensiero bastò e all'improvviso entrambi i loro corpi vennero avvolti da un'aura color sabbia e poco a poco la ferita al torace del Dijinn si rimarginò. Il Legame dell'Anima aveva trionfato anche questa volta e forte di quel nuovo potere la forza di Tenma aumentò cento volte tanto, portando così i Ribelli alla vittoria, che, anche grazie al fatto che combattevano in casa, avevano sfruttato la loro conoscenza del terreno per battere il nemico. Con quella loro tanto agognata vittoria Tharoon fu liberata dagli schiavisti e i fratelli di Tenma vennero esiliati, ma allo stesso tempo perdonati da quest'ultimo poiché nonostante quello che avevano fatto rimanevano pur sempre la sua famiglia. Ora che anche Tharoon era libera i Guardiani fecero ritorno a casa, non prima di aver eletto un nuovo sovrano Dijinn dato che Thor era diventato il famiglio di Tenma, stanchi ma comunque felici, poiché un'altra dimensione era salva.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, perdonate l'assenza ma questo capitolo mi ha tenuta veramente impegnata con tutto quello che vi dovevo inserire. Da come leggerete accadono una serie di avvenimenti che alla fine porta i Dijinn e i Ribelli a combattere insieme contro gli schiavisti. Ora la squadra della bella Dafne potrà contare anche sulla forza di Thor, ora famiglio del nostro Tenma. Spero con tutto il cuore di essre riuscita a gestirmi per il meglio!

Ringrazio Vago, KnightofFire e Teoth per le loro recensioni e i loro preziosissimi consigli. Detto questo ... alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever! (Sistemato il dialogo con Thor)

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - E' arrivato il momento di diventare più forti ***


Capitolo 13: "E' arrivato il momento di diventare più forti"

Non appena fecero ritorno ad Astrea e tutti i Guardiani furono nuovamente riuniti, Dafne e Maverick non ci pensarono due volte a fare una bella ramanzina. Si radunarono quindi nella Sala del Consiglio e dopo che li ebbero fatti sedere il rosso iniziò a camminare avanti e indietro nervosamente per qualche secondo finchè non si fermò puntando le sue iridi dorate cariche d'ira sui compagni seduti, mentre un'aura fiammeggiante lo circondò rendendolo ancora più minaccioso. Infine esplose come un vulcano in eruzione.

"SI PUO' SAPERE che cosa VI E' saltato in mente?!! Ma che avete nel cervello?!! Sabbia forse?!! RAZZA DI STUPIDI!! Per poco non vi siete fatti ammazzare su Pyrus e Tharoon!! Avete OSATO disobbedire agli ORDINI facendo di testa vostra, avete la vaga IDEA di quanto io e Dafne fossimo preoccupati eh?!! Per colpa della vostra irresponsabilità AVETE quasi compromesso la nostra missione principale!! SUL SERIO ... da voi non me lo SAREI MAI ASPETTATO!! Forse da me si ... ma da voi ... davvero, sono rimasto sorpreso!! Stupidi, stupidi e ancora STUPIDI!! Meritate una bella PUNIZIONE, altro che ramanzina!!", gridò furioso, per poi guardare Dafne che aveva assistito alla scena in disparte, appoggiata alla parete.

La ragazza dal canto suo sospirò per poi avanzare verso i suoi compagni che già tremavano. Li guardò quindi con sguardo impassibile e le braccia conserte. Sospirò nuovamente per poi parlare.

"Come punizione dovrete presiedere notte e giorno per una settimana al ripristino della nostra Sede, farete a turno e guai a voi se osate anche solo protestare. Shea, Arya, voi farete i turni tra mattina e pomeriggio.", esordì per poi guardare i due ragazzi "Tenma, Shin, voi invece farete i turni di notte. Che questo vi serva da lezione per la prossima volta ... ci siamo capiti?"

I suoi compagni si limitarono ad annuire senza dire una parola, ben consapevoli che avevano entrambi ragione, e in fondo era una punizione ben meritata, avevano sbagliato certo ma almeno ora Pyrus e Tharoon erano salve. Nel vederli così abbattuti Dafne si calmò, sfoggiando un caldo sorriso.

"Comunque nonostante la vostra insoburdinazione non posso negare che avete comunque fatto un buon lavoro grazie anche alla supervisione mia e di Maverick, quindi su col morale e cominciate"

Loro allora sorrisero rassicurati e poi si congedarono. Non appena rimasero soli la ragazza crollò seduta sul divano, l'aria esausta.

"Uff, meno male, e anche questa è fatta.", mormorò, tirando un sospiro di sollievo.

Maverick si sedette accanto a lei.

"Già ... ma non è ancora finita. Come ormai sappiamo dietro a tutto questo casino sulle dimensioni e l'attacco al Pilastro c'è Apophys, è sempre stato lui sin dall'inizio.", replicò.

Dafne sospirò tristemente.

"E purtroppo ora come ora con le nostre attuali capacità non siamo minimamente in grado di tenere testa ne a lui ne ai suoi seguaci ... proprio come quella volta.", rispose, sussurrando l'ultima parte.

Lui allora le mise le mani sulle spalle guardandola intensamente negli occhi.

"Ehi ... non temere, non accadrà di nuovo, ma se vogliamo salvare sia i tuoi compagni e il nostro universo non dobbiamo arrenderci, anzi al contrario, dobbiamo rimboccarci le maniche e cercare di diventare più forti.", la rincuorò.

Dafne allora sorrise.

"Si, hai ragione e poi siamo pur sempre Guardiani e non possiamo vacillare proprio adesso.", disse con decisione.

Maverick sorrise caldamente a quelle parole. Nonostante il suo animo fosse combattivo ma allo stesso tempo fragile Dafne sapeva sempre far rinascere la fiamma della speranza nei loro cuori. Da quando erano una squadra affiatata lei non si era mai persa d'animo nemmeno una volta, si era sempre data da fare e anche quando la situazione si faceva difficile dava loro la spinta necessaria per affrontarla.

"Bene.", esordì Dafne dopo qualche secondo " Quando gli altri avranno scontato la punizione comunicherò il da farsi.", disse infine.

La settimana che seguì fu abbastanza intensa per i quattro Guardiani, ma non si lamentarono, poiché sapevano che anche se avevano sbagliato a non rispettare gli ordini, Pyrus e Tharoon erano fuori pericolo e furono fieri nello scontare la punizione, anche se comprendeva poche ore di sonno per i due ragazzi, ma quando la settimana giunse al termine con ottimi risultati ebbero modo di recuperare. Infine una mattina Dafne convocò tutti alla Sala del Consiglio, e per iniziare volse lo sguardo verso i quattro Guardiani, sorridendo soddisfatta.

"Innanzitutto volevo dirvi che avete fatto un ottimo lavoro, il ripristino di Astrea grazie al vostro contributo procede a gonfie vele"

Loro sorrisero.

"In effetti ammettiamo che è stata dura ma sapendo che il nostro errore è servito a qualcosa di buono abbiamo accettato la punizione con uno spirito positivo.", spiegò Tenma.

"Ne sono davvero molto felice ... ma ora arriviamo al sodo, vi ho convocato per dirvi il da farsi.", esordì, schiarendosi la voce "Come tutti abbiamo potuto notare i nostri nemici sono dotati di una forza maggiore rispetto alla nostra attuale. Io e Maverick abbiamo riflettuto e alla fine siamo giunti alla conclusione che dobbiamo diventare molto più forti se dovremo riaffrontare i seguaci di Apophys in futuro.", spiegò, seria.

Tutti la guardarono in segno di assenso e Shea si fece avanti.

"Siamo pienamente d'accordo, che cosa proponi?"

La Guardiana della Luce sorrise.

"Tranquilli, ho pensato a tutto, ovvero che ci prenderemo un periodo per addestrarci, chi ha già un famiglio dovrà ampliare al meglio le proprie abilità con esso per acquisire maggiore empatia, Shea, tu essendo già avanti darai loro una mano.", spiegò.

"E per chi non ha ancora un famiglio?", chiese Shin, perplesso.

"Non temere, riuscirai ad aumentare comunque la tua forza combattiva come sai già fare e poi Shea avrà bisogno di te.", lo rassicurò Dafne.

Il biondo sorrise, era incredibile di quanta fiducia avesse in loro, quindi annuì. Così nei giorni seguenti si dedicarono ad aumentare le proprie abilità apprendendo l'utilizzo dei famigli e fonderli con le loro armi, potenziandole a loro volta, ottenendo poco a poco ottimi risultati, seppur con pazienza e fatica, ma grazie alla guida di Shea riuscirono nel loro intento. Dafne invece si allenava per conto suo, e lo stesso Shin, anche se spesso aiutava la compagna a seguire gli altri, mentre gli Angeli invece presiedevano il ripristino della Sede e delle nuove truppe oltre ad addestrarle anche a volte con l'aiuto di Maverick e Dafne. Passò poi un mese e il periodo di addestramento aveva dato i suoi frutti poiché ognuno ne aveva tratto dei benefici, aumentando così il Legame con il proprio famiglio, anche se per Tenma era stato difficile per via dei caratteri opposti e Thor essendo comunque un sovrano era stato fin troppo ligio al rispetto delle sue esigenze, come ad esempio un bel riposino di bellezza o sgranchirsi un po' le braccia, aveva pure preteso di essere servito, ma alla fine entrambi erano comunque riusciti ad andare d'accordo e ad aumentare il proprio Legame.

Tutti erano stati molto soddisfatti dei loro progressi, e una sera decisero di festeggiare alla grande con una bella pizzata di gruppo. Ma fecero appena a divertirsi che a fine serata un Angelo li chiamò, dicendo di andare alla sala ologrammi. I sei ragazzi allora raggiunsero la suddetta destinazione e spalancarono gli occhi nel vedere una figura dannatamenete familiare. Indossava un mantello del colore di un cielo stellato dal quale si intravedevano delle mani di luce, del volto invece erano visibili solo i profondi occhi azzurrri benevoli e gentili. Subito allora si inginocchiarono in segno di rispetto.

"Master Shiryu, a cosa dobbiamo la vostra visita qui ad Astrea?", esordì Dafne, alzando appena lo sguardo.

Lui allora si schiarì la voce per poi parlare con la sua voce calda e profonda.

"Miei giovani Guardiani, sono venuto qui per dirvi che ho trovato una dimensione a parte chiamata Dimensione Fantasma. Li potrete allenarvi per ottenere una forza superiore e sconfiggere così Apophys una volta per tutte.", spiegò.

I ragazzi allora lo guardarono con gratitudine.

"Grazie Master, faremo del nostro meglio per diventare ancora più forti.", rispose Shea, sorridendo caldamente.

"Di questo non ne dubito miei cari ragazzi e buona fortuna, so che ce la farete"

E detto questo sparì in un fascio di luce. Infine Dafne si alzò, seguita dai suoi compagni.

"Bene ... è arrivato il momento di diventare più forti e sconfiggere Apophys una volta per tutte"

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con un altro capitolo dei miei Guardiani. Allora, i nostri quattro ragazzi hanno ricevuto una bella ramanzina eh? Maverick in queste cose non si risparmia e Dafne li ha puniti giustamente. Come leggerete la situazione non è delle migliori perché si sono resi conto che il nemico è dotato di una forza superiore, quindi decidono di diventare più forti. Non ho spiegato ogni singola parte dell'addestramento (e spero di aver fatto bene) per un semplice motivo, ovvero lasciarvi con il fiato sospeso quando sfodereranno le loro nuove abilità e poi non avrebbe senso sapere tutto subito no? Shiryu poi dice loro di aver trovato questa Dimensione Fantasma dove potranno acquisire una forza superiore. Riusciranno i nostri Guardiani ad ottenere la forza necessaria per sconfiggere Apophys e i suoi seguaci? Tutto questo e altro nei prossimi capitoli. Ringrazio caldamente Vago, KnightofFire e Teoth per le loro recensioni e il loro supporto.

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Sharazan la Dimensione dell'Energia ***


Capitolo 14: Sharazan la Dimensione dell'Energia

Sharazan era una dimensione vasta quanto splendida e piena di vita con i suoi colori e gli incantevoli paesaggi, con i suoi villaggi, ampie vallate, templi, ciliegi in ogni dove che riempivano l’aria con il loro dolce profumo. Le ninfee decoravano i laghi sotto i ponticelli, mentre dalla nebbia spuntavano alte montagne e qualche antica costruzione come i santuari con le loro lunghe scalinate. I campi di riso completavano il quadro. La pace e la tranquillità erano sovrane e gli abitanti vivevano la loro vita con serenità, erano felici e il motivo di tutto ciò era il suo governo, ovvero il grande impero Kai, ormai in piedi da generazioni e si impegnava a garantire la pace. Esso era situato nella città imperiale di Kouka, la cui sola vista mozzava il fiato con i suoi colori e l’aria sempre di festa. Lì dominava il magnifico Palazzo Imperiale con la sua struttura alquanto artistica i cui colori dominanti erano il rosso e l’oro e all’ingresso, oltre alle magnifiche colonne stavano due statue raffiguranti dei dragoni rampanti, che richiamavano quelli incisi sul grande portone. Ricordava molto un’immensa pagoda per via delle sue notevoli dimensioni. Era praticamente da mozzare il fiato. Lì regnava l’Imperatore Xiao-Mei ormai da molti anni, stimato e amato da tutti, tanto che come sua protezione aveva al suo seguito un’ordine speciale di monaci combattenti votati alla sua difesa. Con il suo regno l’Impero aveva ottenuto la pace e non solo, poiché esso era custode di un oggetto alquanto raro e prezioso, ovvero il mitico Cristallo dello Yin e dello Yang, frutto anche della potenza dei suoi soldati e guerrieri. Questo clima di pace e prosperità purtroppo era da qualche tempo in crisi, dato che l’Imperatore, essendo ormai anziano non aveva più le forze per continuare a regnare e la morte sarebbe giunta presto per lui, e questo significava che doveva scegliere al più presto un’erede. Aveva tre figli, Shun e Shui, i quali erano legittimi e Alibabà, il quale era di secondo letto. I due principi avevano già mostrato più volte le loro capacità di comando e la corte li stimava molto, ma non avevano ereditato la saggezza e la bontà del padre così come l'umiltà e per questo fattore Xiao-Mei temeva per le sorti del regno. Alibabà invece possedeva tutte le qualità necessarie rispetto ai fratelli aveva la saggezza, ma soprattutto l'umiltà e questo l'Imperatore lo sapeva. Così quella mattina stessa convocò il figlio nella sua stanza.

Il giovane oltretutto era anche molto posato e tranquillo, rispettoso, cordiale e gentile con tutti. Aveva ereditato l'aspetto della madre, una cortigiana che tempo addietro aveva infatuato lo stesso Xiao-Mei, ma era morta nel darlo alla luce: i suoi lineamenti erano delicati, la carnagione bella e rosea, i capelli erano di un bel biondo dorato mentre gli occhi di un intenso color cioccolato, caldi e gentili. Il fisico era forte e agile, frutto degli allenamenti a corte. Quella mattina era nella sua stanza a studiare quando fu convocato dal padre. Immaginando che fosse una cosa importante non esitò a seguire la guardia che lo venne a chiamare, quindi attraversò i corridoi che portavano alle sue stanze.

L'Impero Kai non era mai stato un'amante dello sfarzo e il palazzo da loro costruito lo dimostrava: gli interni erano austeri e l'unica ricchezza erano i quadri alle pareti o oggetti estremamente rari e antichi tramandati per secoli dalla famiglia imperiale custoditi in una stanza nascosta.

Ad Alibabà piaceva quell'ambiente, dava in un certo senso una sensazione di pace e tranquillità, un po' come la sua indole, si sentiva al suo agio, anche se in quel momento era comunque e il cuore li batteva all'impazzata nel petto, ma non si scompose, nemmeno quando arrivarono alle stanze dell'Imperatore. La guardia quindi bussò alla porta e quando ricevette risposta fece entrare il ragazzo, chiudendola poco dopo.

Xiao-Mei un tempo era un uomo forte e pieno di energie, di bell'aspetto con il fisico di un vero guerriero e instancabile. Ma il tempo era passato anche per lui, il suo fisico si era indebolito, ma gli occhi erano ancora quelli di un tempo, neri e indomiti mentre la barba ora era lunga e bianca. Vestiva solamente di una camicia da notte e l'aspetto era quello di un uomo stanco e provato da mille battaglie.

Ad Alibabà gli si strinse il cuore nel vederlo così, poiché lo aveva sempre visto nel pieno del suo vigore, ma ora invece non era più quello di una volta. In segno di rispetto rimase fermo dov'era finché l'Imperatore non lo chiamò.

"Vieni avanti figlio mio, siediti"

La sua voce pur essendo ormai roca aveva ancora la solennità di un tempo. Il giovane allora si avvicinò, per poi sedersi accanto al sovrano.

"Ho saputo che volevate vedermi, di che si tratta padre?", chiese, il tono formale ma gentile.

L'uomo annuì.

"Si ... vedi, come ben sai io ormai sono vecchio e non ho più le forze per mandare avanti l'Impero Kai ed è per questo che ho preso la decisione di scegliere un'erede.", esordì.

A quelle parole il principe lo guardò incerto.

"E? Avete preso una decisione?", chiese il giovane, titubante.

A quella domanda l'Imperatore annuì per poi sospirare

"Si, in questo ultimo periodo ho avuto modo di riflettere molto accuratamente su questa questione alquanto delicata e alla fine ho deciso ... che sarai tu il legittimo erede al trono Alibaba.", rispose con decisione.

A quelle parole il ragazzo spalancò gli occhi, incredulo.

"Io? Perché io? Non sono nemmeno vostro legittimo figlio e poi avete già Shui e Shun come eredi.", replicò.

Xiao-Mei allora sospirò nuovamente.

"Questo è vero, anche loro sarebbero degli ottimi regnanti ma purtroppo non possiedono la mia saggezza e l'umiltà, non sono come te. Se salirebbero al trono sarebbero capaci di governare con il pugno di ferro e non è questo quello che voglio per il futuro dell'Impero.", spiegò, serio.

"Questo lo capisco ma ... insomma, non credo di esserne degno ...", mormorò l'altro, abbassando lo sguardo.

L'uomo allora lo prese per le spalle, guardandolo con uno sguardo che lui non gli aveva mai visto, era ... rassegnato, ben consapevole che oramai era solo questione di tempo. Sospirò.

"Senti Alì ... ormai non mi resta più molto da vivere, sto morendo. Il mio tempo è passato, ho regnato più che a sufficienza ma ora spetta a te prendere il mio posto sul trono dell'Impero Kai, poiché solo così tutto quello che ho creato potrà continuare a vivere. Ascolta ... so quello che stai pensando ma sappi che indipendentemente da tutto il resto sei pur sempre mio figlio, in te scorre il mio stesso sangue e questo fa di te un membro di questa famiglia. Lo ammetto, sarà molto dura, dovrai affrontare molte sfide e difficoltà, porterai un grande peso sulle tue spalle ... ma sono più che certo che l'Impero Kai sarà in buone mani con te come nuovo Imperatore.", iniziò per poi sorridere benevolmente "Tu sei forte Alì, hai un grande cuore, nobile e puro come il tuo animo gentile e generoso, ma anche coraggioso, ma soprattutto possiedi l'umiltà ed è questa la tua dote più grande, ricordatelo sempre figlio mio"

A quelle parole il giovane non seppe cosa dire, era spiazzato e al tempo stesso incredulo, mai prima d'ora lo aveva visto così rassegnato, nonostante il suo sguardo fosse ancora fiero e indomito. Avrebbe voluto dire tante cose ma alla fine si limitò ad annuire semplicemente, accettando così l'incarico che gli era stato affidato.

"Farò come desiderate padre.", mormorò dopo un po'.

L'Imperatore annuì per poi congedarlo. Alibabà allora, ancora incredulo di ciò che era appena successo decise di chiedere consiglio ai suoi fratelli e così li convocò nella sala del consiglio dove si facevano le riunioni.

Shun e Shui quando furono chiamati erano ad allenarsi come ogni mattina. Rispetto ad Alibabà loro assomigliavano al padre, entrambi erano ragazzi di bell'aspetto, con un fisico statuario da veri guerrieri. Shun portava i capelli lunghi fino alle spalle mentre Shui corti e sbarazzini, entrambi con un lieve accenno di barba e corvini, dalla carnagione leggermente ambrata mentre delle iridi color ossidiana completavano l'opera. Dotati di grande carisma la corte li rispettava ma allo stesso tempo li temeva. Rimasero stupiti quando ricevettero la richiesta di Alibabà ma senza farsi troppe domande dopo essersi dati una ripulita e cambiati raggiunsero il fratellastro nella sala per poi sedersi.

"A cosa dobbiamo la tua convocazione caro fratellino?", esordì Shun, curioso.

Il giovane allora si schiarì la voce per poi parlare.

"Ecco ... vi ho convocato perché ho bisogno della vostra opinione su una cosa molto importante.", rispose.

"E di che cosa si tratta Alì?", chiese stavolta Shui, facendosi attento.

Il ragazzo allora fece un'altra pausa per poi continuare.

"Ecco ... nostro padre stamattina mi ha convocato di persona nelle sue stanze per comunicarmi una cosa molto importante"

"Ovvero?", chiese Shun, nascondendo il suo allarmismo.

Alibabà si schiarì nuovamente la voce.

"Ovvero ... che mi ha nominato erede al trono dell'Impero Kai.", rispose, spalancando le braccia.

A quella risposta i suoi fratelli rimasero senza parole, increduli a quello che avevano appena sentito. Non potevano minimamente credere a una cosa del genere, ma per nascondere il loro sconcerto misero su un sorriso soddisfatto.

"Ma questa è davvero una bellissima notizia Alì, congratulazioni.", fece Shui, dandogli una pacca sulla spalla.

"Davvero siete contenti per me?", domandò il giovane principe, alquanto stranito.

"Ma certo che lo siamo, in fondo sei nostro fratello e come noi fai parte della famiglia. Papà ha scelto più che bene il suo degno successore.", replicò Shun, fingendosi entusiasta.

Il giovane allora non poté fare a meno di sorridere.

"Oh beh ... grazie mille, sono contento di avere il vostro sostegno, significa tanto per me"

"Quali fratelli non lo farebbero e poi sarebbe ignobile da parte nostra.", replicò Shui.

"Bene allora, io torno a studiare, a dopo.", si congedò Alì, lasciandoli soli.

Non appena se ne fu andato i due principi misero su un'espressione sdegnata.

"Dannazione, questo va contro ogni tradizione, è un affronto belllo e buono.", esordì Shun, battendo un pugno sul tavolo.

"Sono d'accordo con te, il trono sarebbe dovuto passare a noi, siamo i suoi legittimi figli dopotutto, Alì invece è di secondo letto e per tradizione non potrebbe nemmeno salire al potere essendo di umili origini.", replicò Shui, stizzito.

"Già, e poi parlare con nostro padre sarebbe solo una perdita di tempo, non cambierà mai idea su una simile decisione.", constatò l'altro, serio e preoccupato allo stesso tempo di come si erano messe le cose.

"E allora cosa proponi di fare?"

Shun sogghignò a quella domanda.

"Mmmh ... credo di avere un'ottima idea"

"E quale sarebbe?"

"Oh ... vedrai, ti piacerà fratello"

E dette queste parole si misero subito all'opera. Avevano sentito parlare che ai margini della foresta viveva una potentissima sacerdotessa oscura e quella stessa notte si recarono da lei. Quando si presentarono al suo cospetto la donna li guardò, fingendosi sorpresa di vederli.

"Oh chi abbiamo qui, i due principi che vengono a farmi visita, a cosa devo l'onore?", esordì.

Shun allora si fece avanti, lo sguardo serio.

"Siamo qui per chiedere il tuo aiuto, nostro padre oggi ha nominato come suo erede nostro fratello Alibabà, ma la tradizione vuole che solo i figli legittimi salgano al potere. Lui essendo di secondo letto non avrebbe il diritto di governare l'Impero Kai.", spiegò.

La maga allora li guardò con fare interessato.

"Oh, quindi vorreste il mio aiuto per prendere il trono suppongo.", commentò.

"Esattamente.", rispose Shui, serio.

La donna allora si fece pensierosa per poi sorridere.

"E sia, ma in cambio dovrete fare qualcosa per me.", esordì.

I due fratelli a quella richiesta si guardarono con sguardo d'intesa per poi annuire.

"Che cosa volete che facciamo?", chiese Shui, le braccia conserte.

Lei a quella domanda ghignò.

"Vi aiuterò a prendere il trono se in cambio mi consegnerete il Cristallo dello Yin e dello Yang.", rispose.

Inarcarono un sopracciglio a quella richiesta alquanto particolare.

"E a cosa vi serve se posso chiedere?", domandò Shui, perplesso.

A quella domanda la maga si stizzì.

"Questo non è affar vostro, dunque accettate oppure no?", insistette.

Loro due allora non poterono fare altro che annuire, poiché quello era l'unico modo possibile se volevano ottenere il trono dell'Impero Kai. La maga quindi li guardò compiaciuta.

"Molto bene, andate ora, prima avrò il Cristallo e prima eseguirò la vostra richiesta.", li congedò.

I due principi allora lasciarono fiduciosi la casa della maga e si diressero sicuri verso il luogo dove era custodito il Cristallo, ovvero i sotterranei del palazzo, e una volta li chiesero del suddetto oggetto alle guardie che indicarono quindi la stanza dove era custodito. Esso era una pietra ovale che brillava fulgida di un intenso bagliore dorato con sfumature nere ed era divisa in due colori, una parte bianca e una nera. Rimasero abbagliati di fronte a quello spettacolo, poi Shun lo prese, mettendolo in una sacca e in quell'attimo il cielo si tinse di nuvole nere con lampi e fulmini. Incuranti di ciò tornarono dalla maga, consegnandole il Cristallo.

"Abbiamo fatto quello che volevi ... adesso tocca a te.", le intimò Shun.

La maga annuì.

"Bene, datemi solo un secondo.", rispose per poi uscire.

Mentre i due principi prendevano il Cristallo lei si era organizzata convocando il suo esercito di Demoni Rettile e dopo aver chiamato il suo tenente diede l'ordine di attaccare la città imperiale, rientrando poi in casa.

"Molto presto il trono sarà vostro, andate ora, il mio esercito vi appoggerà.", disse semplicemente.

I due principi non fecero domande e si diressero quindi verso la città. In poco tempo Kouka si riempì di grida di terrore mentre i Demoni Rettile seminavano il caos totale. Colte alla sprovvista le guardie non avevano avuto il tempo di preparare le difese adeguate e si ritrovarono quindi impreparate ad affrontare un tale esercito, soprattutto se il nemico non era neanche umano. Non avevano mai visto qualcosa del genere e contro la potenza del nemico non poterono fare nulla per fermarlo. I Demoni Rettile erano spietati oltre che inarrestabili ma nonostante ciò risparmiarono i civili sotto richiesta della loro padrona.

Shun e Shui approfittando del caos radunarono i loro uomini fedele per poi irrompere nel palazzo con i nuovi alleati, uccidendo le guardie e mostrando la loro vera indole crudele. Le loro spade si tinsero del sangue di quelle povere anime senza alcuna pietà. Alibabà sentendo tutto quel casino si precipitò verso le stanze dell'Imperatore, sperando di arrivare in tempo, ma arrivò troppo tardi solo per vedere un Demone Rettile trapassarlo da parte a parte con una lancia di legno. A quella vista il giovane non poté trattenersi e gridando di rabbia si lanciò contro di esso cercando di fronteggiarlo ma i suoi tentativi furono vani poiché l'avversario era ben oltre le sue capacità, quindi finì al tappeto senza troppe difficoltà. Chiuse gli occhi in attesa della fine che però non arrovò ma venne sbattuto in cella. Fu una notte infausta per il giovane principe ma il colpo più tremendo giunse il giorno seguente quando fu portato contro la sua volontà nella sala del trono. Spalancò gli occhi nel vedere che su di essi stavano seduti i suoi fratelli che lo guardavano con odio e a quel punto capì. Li guardò con uno sguardo incredulo senza avere la forza di parlare poiché non riusciva a credere che si erano spinti a tal punto solo per il trono dell'Impero Kai. Infine solo una parola uscì dalle sue labbra.

"Perché?"

Nel sentire quella domanda lo guardarono con fare compiaciuto e poco dopo Shun prese parola.

"Il perché è piuttosto semplice fratellino, noi siamo per rispettare le tradizioni della nostra famiglia, ovvero che solo i figli legittimi hanno il diritto di salire al potere. Nostro padre nominando te come suo erede l'ha infranta e questo per noi è stato un affronto imperdonabile e perciò abbiamo agito di conseguenza.", spiegò.

A quelle parole spalancò gli occhi, scosso, non riuscendo a credere alle sue orecchie. I suoi fratelli, coloro che aveva sempre ammirato per la loro forza e il carisma di colpo lo avevano pugnalato alle spalle senza il minimo scrupolo. Non c'erano parole per descrivere il suo sconcerto, solo il suo sguardo pieno di incredulità parlava per lui. I due fratelli sospirarono per poi fare un gesto con la mano.

"Toglietelo dalla nostra vista.", disse Shui.

A quelle parole senza farselo ripetere due volte le guardie al loro servizio presero con forza Alibabà che senza avere nemmeno il tempo di ribellarsi si ritrovò buttato fuori dal palazzo senza troppe cerimonie e le porte gli si chiusero in faccia davanti al suo sguardo sconvolto di chi era stato appena tradito da coloro che credeva la sua famiglia.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, perdonate l'assenza ma questo capitolo mi ha tenuto non poco impegnata, credetemi, il più complicato dopo il primo avendo gestito una situazione non poco complicata. I nomi li ho presi al momento, almeno quelli dei due principi e non essendo giapponesi ma cinesi è stato abbastanza difficile. Alibaba invece è più che azzeccato per le sue origini mezze nobili. Come potete vedere il tutto è ambientato a Sharazan, ultima dimensione. E si, la situazione non è affatto delle migliori da quello che leggerete, spero con tutto il cuore di aver fatto un buon lavoro. Riusciranno i nostri Guardiani a risolverla? Tutto questo e altro nei prossimi capitoli.

Ringrazio calorosamente Vago per le sue recensioni fedeli e chi legge e basta. Detto questo ... alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Dentro Kouka ***


Capitolo 15: Dentro Kouka

Nel frattempo a Shintiel, nella sede di Astrea i sei Guardiani erao del tutto ignari di quello che era successo a Sharazan e si stavano preparando a partire per il loro addestramento speciale nella Dimensione Fantasma, quando all'improvviso un Angelo al seguito di Shin arrivò tutto trafelato, la divisa color lilla tutta spiegazzata e i capelli biondo scuro spettinati, mentre le sue 12 ali di un bellissimo indaco frementi di elettricità erano ancora spiegate. Aveva un'aria allarmata. Lo fecero quindi sedere per riprendere fiato e quando si riprese prese un profondo respiro e iniziò a parlare.

"Miei Guardiani, sono qui per dirvi che è successa una cosa alquanto preoccupante. So che dovevate partire ma temo che questo sia più importante.", esordì.

Shin allora lo guardò con sguardo serio.

"Non preoccuparti, avanti, cos'è successo di così terribile?", chiese.

L'Angelo allora respirò profondamente.

"Ero nella sala ologrammi quando l'ho scoperto, purtroppo si tratta di Sharazan, è nei guai, in guai seri, la situazione è grave, non so di preciso cosa sia successo ma comunque ha bisogno di voi.", spiegò.

A quelle parole il ragazzo si allarmò ma si contenne.

"Grazie dell'informazione, puoi andare adesso.", rispose per poi congedarlo.

Non appena se ne fu andato il Guardiano guardò i suoi compagni, anche loro allarmati.

"E adesso?"

Dafne allora lo guardò con decisione.

"Non devi neanche chiederlo, cambio di programma, si parte per Sharazan"

Nessuno ebbe nulla da ridire e quando ebbero preparato il necessario partirono per la dimensione. Sbucarono vicino a una strada deserta, rimanendo alquanto sconcertati dal cupo paesaggio attorno a loro, ma non ebbero nemmeno il tempo di chiedersi il perché che notarono a qualche passo da loro una figura stesa a terra vestita di stracci in fin di vita e subito corsero in suo aiuto.

"Secondo voi chi sarà?", chiese Arya

"Non lo so, ma chiunque sia non possiamo lasciarlo qui, forza, cerchiamo un riparo.", rispose Dafne, caricandoselo in spalla.

Shin allora li guidò in una grotta li vicino e una volta arrivati si presero cura del povero malcapitato che si rivelò essere un ragazzo poco più giovane di loro dall'aria molto provata dagli stenti e la fatica. Dafne con la sua magia curativa curò i suoi lividi e le ferite e poi con un panno bagnato li pulirono il corpo e il viso. Infine attesero che riprendesse conoscenza, cosa che avvenne dopo qualche minuto. Non appena vide quei sei visi sconosciuti che lo guardavano si spaventò non poco ma essendo ancora debole non riuscì a muoversi. Dafne allora lo guardò con fare rassicurante.

"Calmati ... non vogliamo farti del male, siamo qui per aiutarti, non devi avere paura.", lo tranquillizzò.

Il ragazzo allora parve tranquillizzarsi nonostante fosse ancora spaventato.

"D ... dove mi trovo? E ... e voi chi siete?", chiese con un filo di voce.

"Noi siamo i Guardiani, siamo accorsi non appena abbiamo saputo e ti abbiamo trovato sulla strada in fin di vita, che ti è successo?", chiese Shea a sua volta.

Lui allora si mise a sedere a fatica, massaggiandosi la pancia.

"Prima ... avrei fame e sete ...", mormorò.

"Non preoccuparti, ora ci occuperemo anche di questo, quando starai meglio ci racconterai.", fece Dafne, sorridendo caldamente.

Così lo rifocillarono e quando si fu leggermente ripreso raccontò loro ogni cosa.

"Il mio nome è Alibaba, terzo figlio dell'Imperatore Xiao-Mei. Mio padre essendo ormai anziano non aveva più le forze per regnare, così nominò me suo erede poiché considerava i suoi legittimi figli non adatti per questo compito essendo due irresponsabili e privi di carisma. Loro andarono su tutte le furie e quella stessa notte in un modo a me sconosciuto presero il trono con la forza e il giorno seguente mi esiliarono poiché per loro era inconcepibile che un figlio di secondo letto come me salisse sul trono al posto loro.", spiegò con voce tremante.

A quel racconto i sei ragazzi lo guardarono con fare dispiaciuto.

"Oh ... ma è terribile.", mormorò Arya, scossa.

Alibaba allora si rannicchiò con le ginocchia al petto, scoppiando in lacrime.

"Avreste dovuto vederli ... quei mostri lucertola seminarono il panico uccidendo le guardie e mio padre davanti ai miei occhi ... non ho potuto fare niente ... niente.", mormorò, il corpo scosso dai singhiozzi.

Dafne nel vederlo così le si strinse il cuore, capendo come si sentiva e per un attimo si ricordò del giorno in cui aveva perso ogni cosa, il giorno in cui rimase sola, una parte del suo passato che era ancora vivida nella sua mente. Una timida lacrima le rigò il viso ma se l'asciugò velocemente senza farsi vedere. Poi si avvicinò ad Alibaba e dopo essersi inginocchiata alla sua altezza lo abbracciò stringendolo al suo petto e facendogli dei piccoli cerchi sulla schiena per rassicurarlo.

"Su, su, non fare così, non temere, noi risolveremo ogni cosa te lo prometto, shhhh shhhh tranquillo.", sussurrò dolcemente nel tentativo di calmarlo.

In risposta lui la guardò alzando di poco lo sguardo, gli occhi colmi di lacrime.

"Da ... davvero lo farete?", chiese con un filo di voce.

Dafne annuì con un caldo sorriso.

"Certamente, e poi siamo Guardiani no? E i Guardiani aiutano sempre chi ha bisogno d'aiuto.", rispose.

A quelle parole il ragazzo ebbe l'impulso di saltargli al collo ma si trattenne, quindi si limitò a sorridere, ricacciando indietro le lacrime.

"Grazie ... grazie davvero dal profondo del cuore, ve ne sarò sempre grato.", mormorò.

"E' il minimo rispose lei per poi alzarsi e guardare i suoi compagni.

"Quindi ... ora che facciamo?", chiese Shea, incerta.

La Guardiana della Luce allora ci pensò su un attimo per poi farsi seria, segno che aveva trovato una soluzione.

"Faremo così, due di noi resteranno con Alibaba, ovvero Arya e Tenma, mentre io e gli altri ci infiltreremo sotto mentite spoglie nella città per ottenere delle informazioni e capire come muoverci, tutto chiaro?", esordì.

I suoi compagni annuirono in segno di approvazione, poi il gruppo di Dafne uscì dalla grotta e dopo aver cambiato le loro sembianze con quelle di cittadini comuni si inoltrarono senza destare sospetti nella città imperiale. Si sorpresero di trovarla quasi deserta e la sua atmosfera cupa e silenziosa. Nel vederla a Shin gli si strinse il cuore e i suoi occhi per un attimo si velarono. Shea allora lo affiancò, mettendogli una mano sulla spalla.

"Ehi, tutto bene?", chiese con apprensione.

Lui allora la guardò con un lieve sorriso.

"Si ... sto bene tranquilla, è solo che ... me la ricordavo diversa ...", rispose.

"Quindi ... ci sei già stato?", domandò la compagna, sorpresa, l'altro annuì.

"Si, ma è stato tanto tempo fa ... ma ora però sarà meglio concentrarci sul piano.", replicò, sviando il discorso.

Shea annuì, comprensiva, poi si guardarono intorno in cerca di una locanda e qui Shin fu d'aiuto perchè ne indicò una che faceva proprio al caso loro. Era un luogo poco frequentato dall'aria piuttosto umile ma confortevole e spazioso mentre l'odore speziato impregnava delicatamente l'aria. Aveva tutto ciò che si poteva definire una locanda del posto con arredamenti tipici e le tradizionali lanterne che illuminavano di una tenue luce soffusa. Al bancone stava una giovane donna molto bella dai lineamenti delicati, i capelli corvini erano acconciati in uno chignon e gli occhi a mandorla erano di un intenso color cioccolato, le labbra piccole e piene erano rosse mentre la carnagione pallida con le guance rosate. Vestiva di uno splendido kimono bianco con motivi floreali stretto in vita da una fascia rosa legata in un bel fiocco. Non appena li vide sorrise loro cordiale.

"Benvenuti, che cosa posso fare per voi?", chiese gentilmente.

Fu Shin a farsi avanti.

"Salve, io e i miei compagni vorremmo un tavolo e un pasto caldo.", rispose.

La donna sorrise e allora li guidò a un tavolo dove li fece accomodare.

"Bene, vi faccio portare il piatto della casa, di questi tempi purtroppo non abbiamo molto da offrire.", disse poco dopo, dirigendosi poi verso la cucina.

Quando se ne fu andata il gruppo tirò un sospiro di sollievo.

"Bene, non abbiamo destato sospetti, ora non ci resta che ottenere le informazioni che cerchiamo.", sussurrò Shea.

Shin annuì.

"Perfetto, non ci resta che aspettare il ritorno della locandiera, magari lei sa qualcosa che potrebbe esserci utile.", mormorò.

"Ok ... mi raccomando, massima discrezione.", fece Dafne di rimando.

Gli altri annuirono per poi attendere il ritorno della donna. Nell'attesa si guardarono attorno e poterono vedere che quelle poche persone che c'erano avevano gli sguardi vuoti di chi aveva perso completamente la speranza. A Shin gli si strinse nuovamente il cuore nel vederli in quello stato poiché ricordava quella gente allegra e piena di vita e speranza mentre ora sembravano morti viventi, gli occhi spenti persi nel vuoto.

"Un tempo tutto questo era ben diverso da ora ...", mormorò con un triste sospiro.

Shea allora lo guardò con un caldo sorriso.

"Non temere, vedrai che tutto questo tornerà come prima.", lo rassicurò.

Lui sorrise, confortato da tali parole e guardandola con amore. Da quando si erano conosciuti lei aveva visto sin da subito il buono che c'era nel suo animo tormentato fino a trasformarlo completamente, lo aveva salvato dal dolore del passato aiutandolo nelle difficoltà, e alla fine quel loro legame era diventato amore. Si sentì fortunato ad aver trovato una persona fantastica come lei. I suoi pensieri furono però interrotti dall'arrivo della locandiera con quattro piatti fumanti con dentro una specie di stufato dall'aria abbastanza appetitosa e li poggiò davanti a loro.

"Ecco a voi, spero che sia di vostro gradimento, buon appetito.", disse con un sorriso, per poi congedarsi.

Il gruppo allora mangiò di gusto senza destare sospetti e quando furono sazi tornarono al bancone per pagare.

"Allora? Com'era? Buono?", chiese la locandiera.

"Si, davvero delizioso.", rispose Shea con un sorriso.

"Ne sono contenta, avete bisogno di qualcos'altro?"

Fu Dafne a rispondere.

"Ehm ... veramente si, avremmo bisogno di alcune informazioni abbastanza importanti su cosa è successo qui.", disse con cautela.

A quella risposta la donna sussultò.

"Oh ... e perché desiderate saperlo?", chiese con fare incerto.

Shin allora la guardò con sguardo serio.

"Non qui, c'è per caso un luogo appartato dove possiamo parlare?"

La locandiera annuì con fare titubante e li condusse sul retro per poi guardarli con aria alquanto circospetta.

"Chi siete? E perché volete queste informazioni?", domandò, evidentemente nervosa.

Shea allora si fece avanti con cautela.

"Cerchi di calmarsi signora, non siamo qui per farle del male ma per aiutarla.", cercò di tranquillizzarla.

A quelle parole la donna li guardò con fare incredulo.

"Aiutarmi? E chi mi dice che possa fidarmi di voi?", disse con durezza.

Dafne allora le si avvicinò, prendendola delicatamente per le mani, guardandola poi negli occhi.

"Mi creda, se avessimo voluto farle del male lo avremmo già fatto, ma ora ascoti, noi siamo i Guardiani di Shintiel e il nostro compito è quello di aiutare chi ha bisogno d'aiuto. Non appena abbiamo saputo di Sharazan siamo subito accorsi, ma per aiutarla avremo bisogno di sapere la situazione attuale, altrimenti non potremo fare nulla e l'ultima cosa che vorremmo è avere centinaia di vite sulla coscienza. Quindi la prego, se ama davvero la sua patria ci aiuti, così che noi potremo fare la nostra parte"

La locandiera a quella rivelazione non seppe cosa dire, era nervosa e allo stesso tempo agitata.

"Davvero posso fidarmi?", chiese con un filo di voce.

"Si tranquilla, puoi fidarti di noi.", la rassicurò la ragazza con un caldo sorriso.

La donna nel vederla sorridere si tranquillizzò e allora si sedette con un sospiro.

"E ... e va bene, vi dirò tutto ...", esordì infine, lo sguardo basso.

La Guardiana della Luce le mise quindi una mano sulla spalla.

"Tranquilla, va tutto bene, non devi avere paura"

L'altra annuì per poi riprendere.

"Poco tempo fa sotto l'Imperatore Xiao-Mei la città di Kouka era prospera e ricca, vivevamo tutti felici, ma purtroppo dopo la sua tragica morte, i suoi figli hanno preso il trono con la forza dando al via a una terribile tirannia che da un mese opprime il nostro popolo, ma quel che è peggio vogliono consegnare il Cristallo in mano al nemico ... se accadesse sarebbe la fine ...", raccontò con voce tremante.

Nel vederla così Maverick si fece avanti.

"Non temere, noi faremo il modo di sistemare ogni cosa, è una promessa"

A quelle parole non seppe cosa dire e semplicemente si lasciò andare in un pianto liberatorio, guardandoli con immensa gratitudine.

"Grazie ... grazie davvero di cuore, io ... non so davvero cosa dire ...", mormorò.

"E' il minimo, ci sei stata molto utile.", rispose Dafne, abbracciandola.

"Grazie davvero.", aggiunse Shea.

La donna annuì con un lieve sorriso, felice di essere stata d'aiuto. Poco più tardi si congedarono e dopo i saluti tornarono dagli altri. Ora non restava altro che agire.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con un altro capitoletto. Qui i nostri Guardiani vengono a sapere in che pericolo incombe Sharazan e corrono ad aiutarla. Riusciranno a farcela e ristabilire l'ordine nell'ultima dimensione? Lo scoprirete nei prossimi capitoli.

Ringrazio calorosamente Vago, Teoth e il mio nuovo prode cavaliere reign_00evil per le sue recensioni! Alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitoletto revisionato)

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Lotta Disperata ***


Capitolo 16: Lotta Disperata

Dopo aver ricevuto le informazioni necessarie tornarono quindi dagli altri, dove Alibaba nel frattempo si era un pochino ristabilito, dato che Tenma e Arya lo avevano accudito. Non appena li videro tornare chiesero subito novità.

"Allora? Avete ottenuto le informazioni?", chiese la castana, trepidante.

Annuirono.

"Si, e purtroppo la situazione non è affatto delle migliori.", rispose Shea.

Alibaba allora si fece coraggio.

"E ... com'è?", chiese con fare titubante.

"Pessima, pare che i due nuovi sovrani abbiano dato inizio a una terribile tirannia che opprime la popolazione, ma il peggio è che vogliono consegnare il Cristallo nelle mani del nemico ... sempre se non l'abbiano già fatto.", raccontò Maverick, preoccupato.

"Mh, se forse è così ... allora siamo davvero nei guai.", replicò Arya, rabbrividendo.

Dafne allora sospirò.

"Calma ... niente panico, non è ancora tutto perduto, possiamo ancora ribaltare la situazione.", li tranquillizzò.

"E come?", domandò Tenma, incerto.

"Beh, con un piano semplice ma efficace.", rispose Shin, intuendo la risposta della Guardiana.

"E quale sarebbe questo piano?", domandò Alibaba, le braccia conserte.

Dafne allora sorrise.

"Faremo così, chiameremo in nostro aiuto le truppe di Angeli a Shintiel e quando avremo una potenza notevole invaderemo la città.", spiegò.

Nel sentire quella spiegazione i suoi compagni sorrisero.

"Però, a me sembra un buon piano.", commentò Tenma, soddisfatto.

Alibaba invece li guardò con fare perplesso.

"Avete anche ... gli Angeli?", chiese, stranito.

"Certamente, ognuno di noi li ha e corrispondono al nostro potere, vedrai, ti lasceranno a bocca aperta.", spiegò Arya.

"Mh ... interessante, certo che voi siete davvero pieni di risorse.", osservò.

"Beh ... grazie ...", rispose Shea, arrossendo.

Così poco dopo Dafne si mise a chiamare le loro truppe ad Astrea con un messaggio olografico.

"Abbiamo bisogno del vostro aiuto a Sharazan, raggiungeteci il prima possibile" diceva.

Dopo averlo inviato sorrise soddisfatta.

"Bene e questa è fatta, ora non ci resta che aspettare"

E dette quelle parole si misero in attesa dei rinforzi che nei giorni seguenti arrivarono poco a poco con indosso le loro splendide armature e dando sfoggio delle magnifiche ali. Alì nel vederle rimase senza fiato.

"Sorpreso eh?", commentò Maverick.

"Eccome! Non avevo mai visto degli Angeli prima d'ora!", esclamò Alibaba, entusiasta.

"Eheh, e aspetta di vederli in azione.", fece l'altro di rimando.

Man mano che i rinforzi arrivavano stavano iniziando a preparare il campo sistemandosi nei pressi della grotta con quello che si erano portati dalla Sede. Le tende erano disposte in perfetto ordine, ciascuna del colore dell'elemento a cui appartenevano. L'esercito man mano che aumentava mostrava sempre di più il suo fascino e la sua potenza così come la grandezza, lasciando Alibabà a bocca aperta ogni volta.

Nelle due settimane che seguirono i Guardiani erano riusciti a mettere su una notevole potenza bellica, circa un migliaio mentre il resto era rimasto ad Astrea per badare alla Sede e continuare la sua ricostruzione e quando i preparativi furono ultimati si riunirono per decidere il da farsi su come agire.

"Bene, ora che abbiamo l'esercito non ci resta che invadere la città ... ma come?", esordì Tenma, serio.

"Mh ... purtroppo in questo caso non posso esservi d'aiuto.", rispose Shin, mortificato.

"Tranquillo, troveremo una soluzione.", lo rassicurò Shea "Ma quale?", si chiese poco dopo.

Forse posso aiutarvi io proruppe una voce nelle loro teste.

In quel momento una scia simile a quella di una cometa attraversò inosservata il cielo per poi entrare nella grotta e in un alone di luce prendere le sembianze di una splendida Kitsune, una volpe bianca con le punte delle sei code dorate e vispi occhioni blu elettrico. I Guardiani rimasero incantati a quella vista, specialmente Shin, mentre Alibaba non sembrava affatto sorpreso. La Kitsune allora li guardò con un lieve sorriso.

Salve a voi miei Guardiani, io sono Firelight e da anni veglio sulla famiglia reale, sono qui per aiutarvi spiegò con voce soave.

"Oh ... e come hai fatto a sapere che avevamo bisogno d'aiuto?", chiese Dafne, stupita.

"Sono stato io a chiamarla.", spiegò Alibaba.

I Guardiani rimasero alquanto sorpresi a quella rivelazione.

"Tu? E come?", chiese Maverick, stupito.

Lui arrossì.

"E' semplice, diciamo che mio padre aveva chiesto una protezione speciale per me non appena sono nato, per questo Firelight è venuta in nostro soccorso.", spiegò.

"Wow ... certo che tu sai davvero stupire.", osservò Arya, sorpresa.

"Beh ... grazie, comunque ora abbiamo l'aiuto che ci serve.", fece l'altro di rimando.

"E come potrebbe esserci d'aiuto.", domandò Dafne, incerta.

Beh, so come farvi entrare nella sede nemica per prendere il Cristallo e portarlo al sicuro rispose Firelight per poi creare un'ologramma del Palazzo Imperiale e indicare un punto preciso.

Qui ci sono dei tunnel sotterranei nascosti dalla quale potrete infiltrarvi, vi condurranno dentro, il Cristallo si trova in una stanza sotterranea, ma non posso dirvi di più riprese poco dopo.

"Tranquilla, ci sei stata comunque d'aiuto.", rispose Shin, per poi d'istinto darle una carezza sul muso.

La Kitsune rimase alquanto sorpresa ma poi si lasciò fare facendo delle piccole fusa. Alibaba sorrise, intenerito.

"Le piaci.", spiegò, facendolo arrossire.

I suoi compagni ridacchiarono divertiti per poi tornare seri.

"Bene, ora che abbiamo il nostro esercito non ci resta che agire, faremo così, noi con l'aiuto di Firelight entreremo nel castello mentre Alì guiderà le nostre truppe contro il nemico, tutto chiaro?", spiegò Dafne, seria.

I suoi compagni annuirono ma il principe aveva un'aria alquanto incerta. La Guardiana allora lo affiancò, mettendogli una mano sulla spalla.

"Ehi, tutto bene?", chiese, apprensiva.

Lui sospirò.

"Sicura che potrò guidare gli Angeli? Sono pur sempre le vostre truppe in fondo.", mormorò.

La ragazza allora sorrise.

"Certamente, sono sicura che ce la farai, tuo padre ti ha scelto perché aveva fiducia in te, ma ora sei tu che devi averne in te stesso, quindi forza e coraggio ok?", lo incoraggiò.

A quelle parole il giovane si fece pensieroso per qualche secondo.

Ha ragione, non posso tirarmi indietro, qui c'è in gioco il destino della mia terra e dell'Impero Kai, questa sarà la mia unica possibilità per sottrarlo a coloro che tutt'ora lo stanno portando alla rovina. Mio padre credeva in me e anche loro, ma prima di tutto devo essere io ad avere fiducia in me stesso pensò tra se e se.

E con quei pensieri il suo sguardo si fece carico di determinazione e annuì anche lui.

"Si, farò del mio meglio, non vi deluderò disse con decisione, alzandosi.

"Perfetto, ora non ci resta che andare"

E con quelle parole e il favore della notte i Guardiani con Firelight al seguito si diressero verso il punto dove la Kitsune aveva indicato i tunnel sotterranei, ovvero un luogo nascosto dietro le mura del Palazzo dove vi era un passaggio nascosto dalle erbacce.

Da qui potremo infiltrarvi indisturbati questi, passaggi sono molto antichi. Il Cristallo è qua sotto da qualche parte spiegò la Kitsune.

"Bene, forza ragazzi, la salvezza di Sharazan dipende anche da questo.", disse Shin, deciso.

Gli altri non se lo fecero ripetere due volte e dopo aver liberato il passaggio entrarono nei sotterranei.

 

(...)

 

Nel frattempo Alì con gli Angeli al suo seguito stava avanzando verso la città dall'alto con il favore delle nuvole a coprire il loro passaggio. Fortunatamente l'armatura che avevano dato al giovane principe gli permetteva di volare anche senza l'aiuto delle ali e in questo modo poteva guidare gli Angeli senza problemi.

Guardando dall'alto la situazione non giocava molto a loro favore poiché la città era ben sorvegliata e c'erano guardie ovunque, così cercarono di giocare con l'effetto sorpresa tramortendo non visti le sentinelle che erano circa una ventina, ma per loro non fu troppo un problema dato che erano maggiori di numero. In questo modo giunsero quindi al Palazzo Reale dove però trovarono una brutta sorpresa ad attenderli: a sbarrare loro la strada non c'erano solo i soldati dei due principi ma anche l'esercito al servizio della sacerdotessa. Evidentemente si erano in un certo senso aspettati il loro arrivo e in questo modo avevano organizzato le difese ma ciò non bastò a fermarli.

Iniziò così uno scontro cruento che purtroppo portò a innumerevoli perdite da entrambe le parte. Gli uomini nemici in confronto agli Angeli e ai Demoni Rettile erano quelli più svantaggiati essendo comuni mortali ma non si dettero comunque pervinti.

Alibabà invece combatteva con grinta e coraggio forte anche del suo equipaggiamento che gli dava la forza necessaria e i continui allenamenti. Falciava i nemici senza pietà animato solo dal desiderio di riprendersi il trono che gli spettava di diritto, usurpato da coloro che aveva creduto suoi fratelli.

Gli Angeli al suo seguito mostravano tutta la loro potenza bellica con il potere degli elementi che li distingueva. Si muovevano con grazia in una danza mortale leggiadri e perfettamente in sincronia. Alì rimase senza parole nel vedere il loro modo di combattere, era qualcosa di meraviglioso.

Ma gli avversari purtroppo erano troppi e a stento assieme a un gruppo di Angeli riuscì a farsi strada fino a raggiungere la sala del trono dove c'erano Shun e Shui seduti sui loro troni e l'esercito dei Demoni Rettile come ostacolo. Nel vedere il fratello minore ancora vivo non rimasero molto sorpresi.

"A quanto pare sei sopravvissuto caro fratellino.", esordì Shun quasi compiaciuto.

Alì però li guardò con durezza.

"Sapete, un tempo vi ammiravo, avevo tutto il mio rispetto ma ora provo solamente un'immensa delusione. Ora sono qui per riprendermi ciò che è mio e sappiate che non mi tirerò indietro.

"Attento a come parli, stai per oltrepassare il limite e poi abbiamo fatto tutto questo per rendere onore alla tradizione che nostro padre ha infranto scegliendo te come erede"

"Non mi interessa, riavrò quello che mi spetta anche al costo della vita"

E mosso dall'ardito desiderio di salvare la sua patria si lanciò in avanti con gli Angeli al seguito contro il nemico ma essendo già stati decimati e provati dallo scontro precedente e perciò non fu affatto facile resistere in quel nuovo confronto. Gli Angeli però combattevano comunque strenuamente con i loro attacchi elementali che travolgevano il nemico senza pietà. Purtroppo però erano stremati e il nemico ancora fresco e con il suo veleno corrosivo non ebbero la minima pietà. Lo stesso Alì si faceva strada a stento verso i suoi fratelli. Rimasero stupiti dalla sua incredibile forza di volontà quando se lo videro davanti con la spada grondante di sangue violaceo mentre dietro di lui Angeli e Demoni continuavano a scontrarsi.

Il giovane principe era consapevole della forza combattiva dei suoi fratelli, addestrati all'arte della guerra sin da bambini, ma ciò non lo spaventava minimamente poiché era animato solo dalla voglia di salvare il suo popolo dalla loro tirannia. Non ci furono parole, semplicemente incrociarono le lame dando inizio a un ultimo scontro, uno scontro dove si sarebbe deciso il destino di Sharazan e l'Impero Kai una volta per tutte.

I due principi dalla loro avevano la forza e la potenza dei colpi oltre che l'aggressività con cui si muovevano, più che determinati a sconfiggere Alì per tenersi stretto il potere appena ottenuto con l'inganno.

Il giovane invece dalla sua aveva l'incredibile agilità, cosa che lo distingueva, poiché grazie ad essa si muoveva più veloce e nonostante lo scontro era due contro uno gli dava un buon vantaggio. I suoi fratelli però non si davano pervinti e ben presto iniziarono ad avere il sopravvento riuscendo a mandare a segno qualche colpo ferendolo in più punti. I loro sguardi non trasparivano alcuna pietà, ma solo la loro vera indole, un indole ben celata ma che ora aveva preso il sopravvento. Nel vederli così Alì capì che non sarebbe riuscito a resistere ancora a lungo, le ferite infertagli bruciavano impedendogli di pensare lucidamente, era animato solamente dalla forza della disperazione ma non si era ancora arreso. La sua spada finora non era nemmeno riuscita a scalfirli e sentiva le forze venire sempre meno, ma poi qualcosa nella sua mente lo spinse a non mollare ricordando le parole di Dafne poco prima della partenza.

Tuo padre ti ha scelto perché aveva fiducia in te, ma ora sei tu che devi averne in te stesso.

Forte di quel pensiero i suoi movimenti ripresero nuovamente vigore, riuscendo a contrastare quelli dei suoi fratelli che di fronte a quella nuova forza rimasero alquanto sorpresi poiché non si sarebbero mai aspettati una rimonta del genere. Poco a poco riuscì a farsi strada e la sua spada iniziò a colpirli in più punti ferendoli a sua volta finchè non li trafisse uno a uno a morte. Sul loro volto si dipinse un'espressione di incredulità.

"Ma ... maledetto ...", queste furono le loro ultime parole prima di esalare l'ultimo respiro.

Non appena ebbe compiuto tale gesto si trascinò a stento fuori dal Palazzo attraverso la sala del trono ora quieta. All'esterno si erano riuniti nel frattempo gli abitanti, l'aria provata ma quando videro uscire Alibabà i loro volti si dipinsero di nuova gioia. Il giovane allora sorrise alzando la spada in segno di vittoria, poiché con il suo gesto aveva liberato Kouka dalla tirannia dei suoi fratelli. Infine si lasciò cadere a terra privo di ogni energia con un sorriso soddisfatto sulle labbra. E mentre la sua anima volava nel cielo ora limpido il popolo pianse per il suo sacrificio, ma almeno aveva salvato le loro vite da un crudele destino.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, perdonate l'assenza ma in questi giorni purtroppo non avevo Internet. Comunque eccomi qui con un altro fantastico capitolo di questa storia della quale sono davvero orgogliosa! Che dire, è stato parecchio impegnativo con tutte queste fasi da intrecciare. Da quello che potrete leggere vedrete come i nostri Guardiani si organizzano per salvare Sharazan. Ma stavolta la scena si sposta su Alibaba che lotta fino alla fine per liberare la sua patria dalla tirannia dei suoi fratelli. Spero con tutto il cuore che gli scontri siano di vostro gradimento.Tenetevi forte però ... la battaglia è solo all'inizio. Riusciranno a salvare Sharazan una volta per tutte? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Ringrazio calorosamente Vago, reign_00evil e Teoth per le loro recensioni! Detto questo alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - Una Piccola Vittoria ***


Capitolo 17: Una Piccola Vittoria

Nel frattempo i Guardiani, con Firelight al seguito, correvano per i sotterranei, un intrico di corridoi impregnati di umidità con la sola luce delle torce che illuminava loro la strada. L'energia del Cristallo era ovunque e ciò non poté fare altro che confonderli, così dopo una buona oretta di giramenti a vuoto si fermarono per fare il punto della situazione.

"Ok è ufficiale ... ci siamo persi.", esordì Maverick, incrociando le braccia, alquanto nervoso.

Shea sbuffò non poco irritata.

"Ah sei sempre il solito drastico, non ci siamo persi, è l'energia del Cristallo che ci confonde.", replicò.

Arya annuì.

"Mh ... infatti è dappertutto, rintracciarlo sembra praticamente impossibile.", mormorò, scoraggiata.

Tenma allora le sorrise.

"Tranquilla, sono certo che troveremo una soluzione, giusto ragazzi?"

I suoi compagni annuirono.

"Ben detto.", rispose Dafne con un sorriso.

Concordo, ma quale? Io purtroppo non posso esservi molto d'aiuto, anche i miei sensi sono confusi ... rispose Firelight, preoccupata.

Shin allora si fece avanti.

"Io credo di avere un'idea ... Sharazan è la mia casa, forse se provassi a percepire da solo il Cristallo potrei riuscire a localizzarlo.", spiegò.

"Mh ... in effetti ha senso, potrebbe funzionare.", constatò Shea, dopo averci pensato un attimo.

Dafne annuì.

"Si, prova, in fondo tentare non nuoce"

Il Guardiano del Fulmine annuì per poi sedersi a terra con le gambe incrociate e chiudere gli occhi, espandendo quindi la sua mente in modo da sincronizzare la sua aura con quella del Cristallo. Il respiro era calmo e regolare così come il battito del suo cuore. All'inizio non fu facile poiché dovette concentrarsi al massimo, il che gli costò uno sforzo enorme, dato che divenne madido di sudore. Ma alla fine poco a poco riuscì a percepire l'energia giusta, quindi riaprì gli occhi e si alzò con l'aiuto di Shea per via dello sforzo. Lei allora lo guardò speranzosa.

"Allora? Ci sei riuscito?", chiese.

Il compagno annuì.

"Si, seguitemi, so dove si trova il Cristallo dello Yin e dello Yang.", rispose, per poi dirigersi verso una direzione precisa, seguito quindi dagli altri.

I suoi passi erano sicuri, senza alcuna esitazione in quell'intrico di corridoi, finché non si fermarono di fronte a un portone alquanto malmesso per via degli anni e il legno ormai marcito a causa dell'umidità.

"E' qui, ma qualcuno è alla sua guardia.", disse Shin con fare serio.

"Mh ... scommetto che quel qualcuno sia colui o colei che ha aiutato i due principi a prendere il trono oltre anche ad aver distrutto Astrea e rubato il Pilastro.", constatò Shea, decisa.

"Beh ... non ci resta che scoprirlo.", fece Dafne di rimando per poi aprire la porta.

Furono sorpresi nel vedere lo spettacolo alquanto inquietante che si presentò davanti ai loro occhi, ovvero un'enorme stanza con delle strane piante ai lati delle pareti con lunghe radici conficcate nel terreno che formavano una specie di corridoio. Le guardarono con aria stranita.

"Ma che diavolo ci fanno delle piante qui?", esordì Maverick, alquanto sconcertato.

"Mh ... difficile a dirsi, molto probabilmente sono cresciute qui nel corso degli anni.", fece Arya di rimando.

Shin allora guardò Firelight.

"Tu per caso sai qualcosa?"

La Kitsune ci pensò un attimo su ma poi scosse la testa.

Purtroppo no mi dispiace, forse come ha detto la tua amica sono cresciute qui rispose.

"Comunque in ogni caso abbiamo trovato il Cristallo dello Yin e dello Yang.", replicò Shea indicando un punto in fondo al corridoio di piante.

Dafne annuì.

"Perfetto, mi raccomando fate attenzione, chi lo sorveglia potrebbe essere ovunque.", disse con fermezza.

I suoi amici annuirono e così iniziarono ad avanzare con Firelight a chiudere la fila e con i suoi sensi vigili perlustrava la zona circostante con il suo sguardo attento. In quel momento però sentirono un'aura alquanto insolita impregnare l'aria.

"Bene, bene, bene, siete arrivati finalmente, Guardiani.", disse una voce di ragazza.

Il gruppo allora si fermò, raggruppandosi a mo di difesa.

"Dove sei? Fatti vedere avanti.", esordì Maverick, alquanto irritato.

"Quanta fretta, certo che tu sei uno che vuole passare subito alle mani eh? Beh ... se proprio ci tieni ti accontento subito.", rispose la voce.

Infatti poco dopo ecco che davanti a loro comparve una figura femminile e con un gesto teatrale si presentò.

"Ma prima di combattere lasciate che mi presenti, io sono Selene, la seguace più fedele di Apophys ... e state pur certi che non vi lasceremo prendere il Cristallo così facilmente"

E a quelle parole ecco che il suo esercito dei Demoni Rettile le comparve affianco, facendo sussultare i Guardiani.

"Quindi avevo ragione a intuire che c'eri tu dietro alla distruzione di Astrea e il furto del Pilastro dell'Equilibrio.", esordì Shea, non poco irata.

Selene sogghignò.

"Però che intuito, i miei complimenti davvero, non mi sarei mai aspettata che ci arrivaste ... ma ora è arrivato il momento di togliervi di mezzo sul serio, per i piani del grande Apophys siete solo un ostacolo!"

Con quelle parole ebbe inizio lo scontro, uno scontro con un solo obbiettivo: recuperare il Cristallo prima del nemico. Selene disponeva di un'agilità e di una forza a dir poco spropositata nonostante il suo fisico minuto ma non solo, dalla sua aveva anche le piante attorno alla stanza dalle quali derivava il suo potere, il che era un'enorme svantaggio per i Guardiani. E i Demoni Rettile non da meno, oltre al veleno corrosivo potevano anche usufruire delle piante ma in modo molto più limitato della loro padrona, ovvero lanciare lance di legno alquanto fastidiose poiché erano imprevedibili da schivare. Infatti mentre Shin stava combattendo una di quelle lance stava per colpirlo quando in quel momento Firelight si frappose tra lui e il colpo in arrivo, finendo gravemente ferita all'addome. La lancia, che non era piccola, ma un grosso tronco di legno appuntito, la scaraventò a qualche metro di distanza dal Guardiano che subito corse in suo aiuto e non appena le fu vicino si inginocchiò di fronte al suo muso sofferente.

"Dannazione! Perché l'hai fatto?! Non dovevi rischiare a tal punto!", esclamò, trattenendo le lacrime.

La Kitsune sorrise tristemente.

Si invece ... l'ho fatto per salvarti la vita ... se tu fossi morto coloro che ami ne avrebbero sofferto ... rispose con voce flebile.

A quelle parole il ragazzo spalancò gli occhi per poi abbassare lo sguardo.

"Ma io non sono Alibaba ... non dovevi rischiare così tanto"

L'ho fatto ... perché anche se ti ho appena conosciuto ... ti considero mio amico fece lei di rimando.

Nel sentire quelle parole Shin non poté più trattenersi e abbracciò il muso della Kitsune, non riuscendo più a trattenere le lacrime. Mai prima d'ora qualcuno aveva rischiato così tanto la vita per lui oltre ai suoi compagni. Si rivide bambino quando quando la sua gente lo disprezzava non vedendolo come uno di loro, ripensò alla profonda solitudine e sofferenza che aveva provato prima di diventare Guardiano, a quando non aveva nessun amico. Lei invece nonostante lo conosceva appena lo considerava già tale. Strinse quindi con più vigore il suo muso percependo il suo dolore come se fosse lo stesso che provava lui. In quell'attimo infatti accadde il miracolo: un aura color ocra avvolse entrambi nel suo calore benefico e poco a poco la ferita della Kitsune si rimarginò, finché non ne rimase più traccia. Quando l'aura si attenuò i due si guardarono negli occhi.

"Non ... non ci credo, ce l'ho fatta.", mormorò Shin, la voce tremante dall'emozione.

Si, grazie ai tuoi sentimenti ci siamo uniti come una cosa sola rispose Firelight, dandogli una musatina.

Il ragazzo non seppe cosa e si limitò ad accarezzarla con affetto. I suoi compagni sorrisero inteneriti a quella scena, ma la battaglia per il Cristallo non era ancora finita. Shin allora guardò la Kitsune negli occhi, e in quello sguardo d'intesa annuì per poi alzarsi e tornare a combattere. Gli alti Guardiani, eccetto Dafne, seguirono il suo esempio ed evocarono anche loro i famigli per avere un supporto maggiore nello scontro che continuava ad imperversare e ciò li portò in vantaggio. Essi erano dei veri e propri uragani e con i loro poteri mistici degli elementi falciavano il nemico senza pietà. Tra tutti Phoenix era quella più forte, le sue fiamme non avevano limiti e danzavano in una danza mortale, bruciando i nemici. Maverick le era affianco e i due sembravano in perfetta sintonia. Lo stesso valeva anche per gli altri Guardiani, il legame con i loro famigli era cresciuto molto, frutto dei tanti allenamenti. Ma però il nemico era lo stesso inarrestabile, così come Selene con la sua forza senza pari.

Nel vedere che la situazione stava lentamente precipitando Shin si preoccupò non poco.

Accidenti ... se andremo avanti di questo passo non usciremo vivi ... maledizione, non mi resta che usare il mio asso nella manica per avere un vantaggio pensò tra se e se.

E con quel pensiero chiuse gli occhi per poi irradiare di un'insolita aura dorata.

Potere dell'Ottavo Sentiero! Kishin!

In quel preciso istante scattò in avanti, la sua lancia dorata in mano, ad una velocità a dir poco sorprendente, tale da sembrare invisibile così come i suoi movimenti. A volte si alzava persino in aria attaccando dall'alto in modo anche da confonderli. La sua lancia era talmente veloce che non se ne accorgevano nemmeno di venire colpiti, e quando se ne rendevano conto era ormai troppo tardi. Persino Selene rimase stupita da quella sua straordinaria abilità. Ben presto le sue forze cominciarono ad essere messe alle strette, così non poté fare altro che ritirarsi, lasciando loro la vittoria. I Guardiani allora poterono quindi prendere il Cristallo per poi uscire dai sotterranei, ma quello che videro fu tutt'altro che piacevole: le loro truppe erano state completamente distrutte e con sommo dispiacere videro che anche Alibaba non era riuscito a sopravvivere. Almeno però avevano salvato il Cristallo e questo era già una piccola vittoria, ma ora non potevano fare altro che tornare alla loro base.
 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, prima di tutto è a malincuore che annuncio che questa storia sta per giungere al termine, mancano solamente 10 capitoli alla fine e sinceramente mi dispiace ... insomma quale autore non si affeziona alle proprie storie? Chi non lo farebbe non sarebbe un vero autore.

Comunque, passando al capitolo, che dire, è stato abbastanza impegnativo ma alla fine penso che sia venuto fuori un bel lavoro ... o almeno lo spero. Stavolta i nostri Guardiani hanno si ottenuto il Cristallo ma Sharazan rimane purtroppo in mano nemica, insomma una piccola vittoria però l'hanno avuta. Ma come vedrete nel prossimo capitolo la situazione è tutt'altro che delle migliori. Qui Shin poi usa il suo potere speciale (tanto per citare YU-GI-OH, uno dei miei cartoni preferiti, si sono una ragazza a cui piace, problemi? Spero di no XD) che spero di aver dato l'idea di che cosa si tratti, stessa cosa per tutto lo scontro. Ora anche lui ha un famiglio con cui combattere, spero che vi piaccia. Detto questo passo ai ringraziamenti verso Vago per le sue recensioni decisamente preziose, Teoth e KnightofFire! Per concludere non mi resta che dire ... alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Perché ci hai scelto ***


Capitolo 18: "Perchè ci hai scelto"

Tornarono in preda allo sconforto generale poiché la situazione non era affatto delle migliori. Tra le dimensioni solo Sharazan era in mano nemica dato che Elios era già stata distrutta tempo addietro. Decisero quindi di fare una riunione per decidere com'era meglio agire.

"Ragazzi, per come la vedo io siamo messi davvero male.", esordì Tenma, preoccupato.

"Già, e come se non bastasse ad Apophys manca solo un Cristallo per attuare il suo folle piano, che però è in mano nostra.", fece notare Maverick.

"Appunto, ma sta di fatto che la mia casa è ancora in mano nemica.", replicò Shin, scosso.

"La salveremo non preoccuparti.", lo rincuorò Shea con un caldo sorriso.

Il Guardiano in risposta sorrise rassicurato.

"A proposito di Sharazan ... che cos'era quel misterioso potere che hai evocato? Era a dir poco stupefacente.", osservò Arya, entusiasta.

A quella domanda Shin abbassò lo sguardo e si strinse nelle spalle, per poi prendere un profondo respiro.

"A quanto pare è arrivato il momento ...", mormorò.

"Se non vuoi parlarne non sei obbligato.", rispose Shea con apprensione.

Lui però scosse la testa.

"No ... è giusto che lo sappiate.", esordì, per poi sedersi "Io per quel che ne so sono orfano dalla nascita, venni cresciuto e addestrato sin da piccolo nel Tempio dei Sette Dragoni, dei combattenti votati a proteggere l'Impero Kai. Li gli orfani come me venivano addestrati alle Sette Arti del Buddha, ossia sette tecniche di combattimento per sette animali, Tigre, Mantide, Serpente, Scimmia, Gru, Gatto e Corvo. Chi sarebbe stato in grado di padroneggiarle tutte sarebbe diventato il Gran Maestro del Tempio.", iniziò a spiegare.

I suoi compagni rimasero stupiti a quella rivelazione.

"Davvero? E tu com'eri?"

Il volto di Shin si incupì a quella domanda.

"Io ... miravo a quel titolo più di chiunque altro dato che ero l'allievo migliore. Tuttavia però io non assomigliavo agli altri allievi, ero diverso e questo mi fece vedere come un estraneo, e non avevo amici ... mi disprezzavano, a tal punto che decisero di togliermi di mezzo.", riprese, la voce tremante.

Dafne allora lo affiancò.

"Calmati ... va tutto bene.", gli disse con dolcezza per rassicurarlo.

Shin annuì e allora riprese.

"Durante uno dei test finali fecero il modo che io uccidessi accidentalmente un nostro compagno e in questo modo venni cacciato dal tempio e marchiato come assassino. Così il mio sogno di diventare Gran Maestro si frantumò in mille pezzi. Ma però non mi arresi e per riscattarmi mi recai al Tempio dei Kishin dove appresi l'Ottavo Sentiero, il più potente di tutti e così tornai al Tempio dei Sette Dragoni"

"E poi che accadde?", chiese stavolta Tenma, Shin allora abbassò di più lo sguardo.

"Lo trovai completamente distrutto e il mio maestro morto. Da quello che mi dissero, gli allievi si erano ribellati e lo avevano ucciso. A quel tempo la mia terra era reduce da una sanguinosa guerra per il potere e io essendo rimasto solo non potevo fare nulla. Diventai Guardiano con lo scopo di proteggerla in futuro ed ora eccomi qui.", concluse.

"Quindi il potere che avevi utilizzato contro i guerrieri di Selene ..."

"Si Shea, quello era l'Ottavo Sentiero ... e non lo userò mai più.", rispose, sussurrando l'ultima parte.

I suoi compagni a quel racconto rimasero non poco sconcertati.

"Cavoli che storia, immagino che non sia stato facile per te.", mormorò Tenma, preoccupato.

"Per niente ... e il solo pensiero che sia ancora in mano nemica mi fa ... sentire male.", replicò l'alro, gli occhi velati.

I suoi amici a quelle parole gli si strinsero vicino per fargli sentire la loro presenza.

"Non temere, ci siamo noi qui con te.", sussurrò dolcemente Shea mentre lo stringeva in un caldo abbraccio al quale lui si abbandonò.

Tra tutti Dafne era quella che lo capiva di più essendo la sua dimensione già distrutta in passato. Fu lo stesso Shin dopo un po' a farle una domanda alquanto particolare.

"Perché ... ci hai scelto?"

A quelle parole la Guardiana della Luce sussultò per poi sospirare e alzarsi in piedi innanzi a loro.

"Vi ho scelti perché in ognuno di voi c'erano due cose che più di tutte vi accumunava, ovvero la forza di non arrendersi di fronte alle avversità e il desiderio di combattere per coloro che amavate. In ognuno brillava la fiamma della speranza e da quando siete diventati Guardiani non si è mai spenta ed è per questi motivi che vi ho scelto.", spiegò, guardandoli uno ad uno per poi riprendere "Ma non solo, vi ho scelto anche per le vostre qualità e il vostro animo." disse infine con un caldo sorriso.

A quel racconto i suoi compagni sorrisero per poi farle un'altra domanda.

"E tu invece?", chiese Maverick a sua volta.

Lei allora abbassò lo sguardo, stringendosi nelle spalle.

"Anch'io come voi sono stata scelta ... ma prima di tutto salvata.", esordì per poi fare una pausa e sospirare "Fu Fabio, il precedente leader dei Guardiani e Guardiano del Fuoco prima di Maverick, a salvarmi dalla distruzione di Elios e portarmi qui. Fui l'ultima membra della squadra, mi fecero da famiglia e poco tempo dopo diventai una Guardiana per mia scelta e ricambiare così il profondo debito che ci legava.", raccontò, mentre la sua mente vagava lontano.

 

Si ricordava come fosse ieri il giorno in cui era stata salvata, il giorno in cui Elios venne distrutta da un'entità oscura e allo stesso tempo ignota.

Era il giorno del suo decimo compleanno, tutto era perfetto così come doveva essere. A festeggiare c'erano tutti quanti e ovviamente la sua famiglia. Accanto a lei stava Lhyr, la sua sorellina di appena sei anni che entusiasta guardava la torta con le candeline. Quel giorno il cielo era azzurro limpido e tutti erano allegri e felici.

Ma all'improvviso esso si oscurò di nubi dense e violacee dalle quali iniziò a piovere una pioggia di fuoco che scatenò il panico generale seminando morte e distruzione. Poi un tremendo ruggito fece tremare la terra e tutti iniziarono a scappare in preda al panico. Quel giorno che doveva essere perfetto si era trasformato di colpo in un incubo vivente.

Senza perdere tempo Dafne prese Lhyr in braccio iniziando poi a correre in cerca di un riparo. Lhyr piangeva terrorizzata e allora lei la strinse più forte.

"Non temere sorellina, non ti accadrà nulla finché saremo insieme.", mormorò.

"Ho ... ho paura sorellona.", sussurrò la bambina.

"Non devi, io ti proteggerò, te l'ho promesso ... non ti lascerò indietro.", replicò Dafne, senza smettere di correre.

All'improvviso però un boato la fece cadere a terra ma si tenne Lhyr sempre stretta a se. Fece per rimettersi in piedi ma una figura scura le sovrastò con la sua ombra facendole immobilizzare dalla paura. Ma poco dopo accadde qualcosa di inaspettato, Lhyr si alzò, parandosi tra la creatura e sua sorella, spalancando le braccia, come per proteggere entrambi. La creatura la guardò con fare perplesso ma poi senza alcuna pietà la scaraventò lontano davanti agli occhi spalancati di Dafne che gridò in preda alla disperazione.

In quel momento tutto divenne buio.

Quando si svegliò era sola in mezzo a una landa bruciata e subito andò a cercare Lhyr chiamandola per nome cercando ininterrottamente finché non la trovò in una pozza di sangue, esanime. La prese quindi tra le braccia, in lacrime.

"Lhyr ... ti prego, rispondimi, Lhyr!", la chiamò.

La piccola allora aprì a fatica gli occhi con un lieve sorriso.

"Dafne ...", mormorò con voce flebile.

Lei allora la guardò in singhiozzi.

"Oh sorellina perché l'hai fatto? Perché ...", chiese tra le lacrime.

La bambina le accarezzò quindi il viso.

"L'ho fatto perché ... sei mia sorella ... tu mi hai sempre protetta e ... e stavolta volevo essere io a farlo ...", la voce sempre più debole.

Dafne a quelle parole singhiozzò più forte.

"Non dovevi ... ora non potremo più stare insieme te ne rendi conto? Avrei dovuto essere io a proteggerti non tu ..."

Lhyr allora la guardò con gli occhi colmi di lacrime.

"Oh sorellona ... lo so che me l'avevi promesso ma ... ma non temere ... io ... io ..." la voce venne interrotta da un colpo di tosse e il sangue incominciò ad uscire alle sue labbra.

Dafne allora se la strinse al petto, disperata.

"Lhyr ... Lhyr, ti prego ... ti prego non lasciarmi.", disse tra le lacrime.

"Oh sorella mia ... tutti muoiono prima o poi ... ma non sarai sola ... io ti proteggerò da lassù ... ma tu devi promettermi che ... che andrai avanti, qualunque cosa accada ... promettimelo ...", rispose la piccola, sempre più debole.

"Te lo prometto sorellina mia, te lo prometto"

"Grazie ... ti vorrò sempre bene Da ... Dafne ...", mormorò, per poi esalare il suo ultimo respiro.

Non appena la sentì fredda tra le sue braccia la ragazza spalancò gli occhi, incredula, per poi scoppiare in un pianto disperato lanciando grida straziate mentre nella sua mente rivide tutti i momenti che avevano passato assieme, dalla loro infanzia fino a quella mattina, tutti ricordi che ora non avrebbe mai più potuto rivivere. Pianse a lungo sul corpo inerte di colei che aveva amato nel modo più fraterno possibile. Attorno però la distruzione di Elios stava incombendo, quindi con il cuore spezzato seppellì Lhyr con un cumolo di pietre per poi darle un bacio sulla fronte e dopo aver posato l'ultima pietra corse via in cerca di un luogo sicuro. La sua corsa però non durò a lungo, poiché crollò a terra senza più alcuna energia. L'ultima cosa che vide fu Elios che bruciava in un inferno di fuoco.

 

(...)

 

Un bianco soffitto, questa fu la prima cosa che apparve nella sua visuale sfocata quando aprì gli occhi. Si guardò attorno, notando di essere in una stanza dall'aria confortevole, ma la cosa che più la sorprese fu quella di notare cinque figure sorridenti che la guardavano.

"Ehi, ben svegliata piccolina.", la salutò una delle due ragazze.

"Mhhh ... dove sono?", chiese con voce assonnata.

"Ti trovi ad Astrea, la nostra Sede e noi siamo i suoi Guardiani, io sono Fabio, mentre loro sono i miei compagni, Leila, Lyria, Loki e Ichigo. Ti abbiamo trovata priva di sensi in una foresta in fiamme appena in tempo.", raccontò uno dei ragazzi.

"E tu invece chi sei piccina?", chiese Lyria dolcemente.

"Io ... io sono Dafne.", mormorò.

Fabio allora sorrise.

"Bene Dafne, benvenuta nella tua nuova casa"

Da quelle parole per lei incominciò una nuova vita. I giorni che seguirono furono molto difficili e fu davvero molto dura per Dafne superare quello che aveva passato, ma i suoi nuovi amici le diedero tutto il loro sostegno facendole sentire la loro presenza nei momenti più bui, e col tempo cominciò a considerarli come la sua seconda famiglia e Astrea la sua nuova casa.

Passarono poi undici anni dal suo arrivo ed era tornata come nuova, crescendo bella, sana e forte. I suoi amici le avevano praticamente ridato la vita e la voglia di vivere crescendola con tanto amore.

Fu quel profondo senso di gratitudine a spingerla un giorno a prendere una decisione molto importante che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Così li riunì alla stanza del Consiglio.

"Vi ho chiamato perché ci tenevo a dirvi una cosa.", esordì.

"Che cosa Dafne cara?", domandò Leila, curiosa.

Lei allora prese un profondo respiro per poi parlare.

"Sapete, in questi ultimi anni ci ho riflettuto molto, voi avete fatto davvero tanto per me da quando sono qui, mi avete praticamente fatto da famiglia crescendomi e amandomi quasi come una figlia e per questo mi sembrava giusto ricambiare. Perciò ... ho deciso di unirmi a voi, vorrei diventare una Guardiana.", rispose.

I suoi amici furono felicissimi della sua scelta e l'accolsero tra loro a braccia aperte e grazie all'intervento di Shiryu divenne una Guardiana, la Guardiana della Luce.

 

I suoi compagni a quel racconto rimase a bocca aperta.

"Quindi è così che sei diventata una Guardiana, davvero incredibile.", commentò Shea, stupita.

"Si ... da quel giorno tutto per me cambiò in meglio.", rispose Dafne con un sospiro.

"Beh ... un po' com'è successo con noi.", osservò Tenma.

La ragazza annuì.

"Si e scusate se non ve ne ho parlato prima ma ... era troppo doloroso.", mormorò.

"Tranquilla, e poi come ci hai detto tu, nessuno giudica nessuno.", replicò Maverick.

"Già ... ma ora siamo comunque in un bel problema, noi abbiamo solo un Cristallo mentre Apophys ne ha già cinque più Sharazan nelle sue mani.", fece notare Shin.

Dafne allora si fece pensierosa per poi farsi seria.

"A quanto pare non ci resta che andare nella Dimensione Fantasma se vogliamo impedire che Apophys metta in pratica il suo folle piano e noi dobbiamo impedirlo a qualunque costo.", disse con decisione.

All'improvviso però la figura splendente di Shiryu apparve in mezzo a loro.

"Calma giovane Guardiana, non avere fretta, l'ultimo periodo è stato davvero molto intenso per voi, perciò insisto che vi prendiate un paio di settimane di riposo, altrimenti finirete per esaurire le energie.", disse con voce calma e pacata.

A quella richiesta da parte del loro Master non poterono di certo rifiutare poiché in fondo aveva ragione, erano Guardiani questo era più che certo ma le loro energie non erano mica eterne, quindi annuirono. In fondo un po' di riposo avrebbe fatto solo che bene.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP eccomi qui con un nuovo capitolo dei miei Guardiani, che non si trovano in una bella situazione. Ho sistemato il passato di Dafne perché la precedente versione era abbastanza confusa e priva di stile, spero vi piaccia. Da come dice il titolo qui Dafne spiega ai suoi compagni il perché li ha scelti, qui si scopre anche com'è diventata Guardiana, oltre anche il triste passato di Shin, non ha avuto anche lui vita facile poverino. Ora però come ha detto Shiryu, hanno bisogno di una piccola pausa. Spero che tutto sia di vostro gradimento. Ringrazio calorosamente Vago e Teoth per le loro recensioni ma soprattutto Franky93 che in un giorno solo si è messo in pari con la storia dandomi una carica positiva con i suoi bei commenti. Detto questo alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever! (Parte in corsivo sistemata)

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - La Dimensione Fantasma ***


Capitolo 19: La Dimensione Fantasma

Come aveva chiesto loro Shiryu i sei Guardiani si presero qualche settimana di riposo per recuperare appieno le loro energie e in quel frangente riuscirono fortunatamente a ripristinare tutta la loro forza bellica perduta e la ricostruzione di Astrea venne finalmente terminata con loro somma gioia, ritornando all'antico splendore. Era stato difficile, ma grazie alla loro incrollabile forza di volontà c'erano riusciti, quindi si concessero di festeggiare come si deve con una bella grigliata, cosa a dir poco gradita. In fondo quell'avvenimento meritava di essere festeggiato.

La festa fu davvero allegra, tra canti e balli. Il tutto durò fino a notte fonda ed infine andarono a dormire finalmente sereni mentre due giorni dopo fecero i preparativi per la partenza verso la Dimensione Fantasma dove si sarebbero allenati per affrontare con nuovo vigore Apophys e i suoi seguaci, che, come avevano potuto ben vedere, non erano affatto da sottovalutare.

La ricostruzione di Astrea aveva dato loro una carica positiva, così partirono tutto sommato fiduciosi per la Dimensione Fantasma dopo aver dato le direttive alle loro truppe per proteggere al meglio l'unico Cristallo che erano riusciti a recuperare a Sharazan.

Il portale si aprì in un luogo a dir poco surreale: il cielo era un misto tra il nero, il rosso e il viola mentre tutti attorno vi erano a volte nebbia e poi oscurità. Si potevano notare delle querce e alcuni castelli diroccati con qualche rovina sparsa qua e la. Ovunque invece era pieno di paludi dall'aria inospitale, cosa che fece storcere un po' il naso ad alcuni di loro come Maverick o Dafne ma non fecero commenti al riguardo, troppo presi ad osservare il paesaggio circostante con un misto tra stupore e meraviglia.

"Caspita, certo che non è affatto male!", esclamò Arya, entusiasta.

Si era avvicinata a quella che doveva essere una sporgenza da dove si vedeva il paesaggio circostante, ovvero una cascata con un lago.

"Sono d'accordo, ha un fascino a dir poco particolare e alquanto intrigante.", fece Shea di rimando.

"Il nome le si addice proprio.", aggiunse Maverick, guardandosi attorno.

"Già, a guardarla sembra che non ci sia anima viva oltre a noi.", osservò Tenma, perplesso.

In effetti il silenzio che impregnava l'atmosfera era qualcosa di a dir poco surreale, non si udivano nemmeno gli animali che, almeno in teoria, avrebbero dovuto popolare quel luogo.

"Beh ... questo non è proprio esatto.", proruppe una voce profonda nell'aria.

Subito allora si allarmarono non vedendo nessuno e si misero sulla difensiva.

"Non abbiate timore miei Guardiani, sono qui per aiutarvi.", rispose nuovamente la voce.

Poco dopo infatti ecco che dinanzi a loro apparve la figura di un vecchio dalla carnagione diafana, occhi color del cielo benevoli e gentili avvolto da una tunica dalle sfumature azzurrine che ocopriva la sua esile forma. I ragazzi lo guardarono con fare perplesso.

"E tu chi sei?", chiese Dafne con una nota di incertezza nella voce.

Il vecchio allora sorrise.

"Il mio nome è Tenka e sono l'Essenza della Dimensione, ovvero il suo custode. Ho previsto il vostro arrivo in una visione , vi stavo aspettando.", spiegò con fare pacato.

"Oh ... quindi sa anche il perchè siamo qui?", domandò Tenma, incerto.

Tenka annui.

"Certamente, quelli che di rado venivano qui volevano ricevere i miei insegnamenti, ma dovevano avere i giusti requisiti per essere considerati degni della mia approvazione.", spiegò Tenka, serio.

"Ah si? E in che modo?", domandò Shin con fare perpelesso.

L'Essenza allora li guardò con sguardo penetrante, come a scrutare nel profondo delle loro anime.

"Semplice, guarderò nelle vostre menti, ma voi dovrete lasciarmi entrare, poichè solo così potrò sapere se sarete degni o meno di ricevere il mio aiuto.", spiegò.

I Guardiani a quelle parole si fecero un attimo pensierosi, ma in fondo quello era l'unico modo, anche se non lo avevano mai conosciuto prima d'ora dovevano comunque fidarsi. Infine annuirono, chiudendo gli occhi e aprendo la mente. Tenka fece lo stesso, espandendo la sua fino a toccare le loro. Vide i loro passati, tutte le difficoltà che avevano dovuto affrontare prima di diventare Guardiani senza mai arrendersi, il loro dolore e le sofferenze che avevano patito, ogni cosa. Vide la determinazione nei loro cuori e la purezza del loro animo, ma soprattutto l'incrollabile forza di volontà che li accomunava. Dopo aver fatto ciò riaprì gli occhi e lo stesso fecero i sei ragazzi, guardandoli poi uno a uno, alimentando la tensione che andò a crearsi poco a poco.

"Allora?", chiese Arya dopo un po'.

Tenka in risposta sorrise.

"Ebbene, dopo un'attenta valutazione ... siete stati ritenuti degni di ricevere i miei insegnamenti.", rispose.

Il gruppo a quelle parole tirò un sospiro di sollievo.

"Molto bene, ora però seguitemi, vi porto a casa mia dove sarete miei ospiti per il tempo che starete qui ... ma vi avverto, per apprendere tutto ciò che vi insegnerò dovrete impegnarvi parecchio siamo intesi?"

I ragazzi allora annuirono con decisione, consapevoli di cosa li aspettava senza nessuna obiezione. Poco dopo Tenka si incamminò con loro al seguito, guidandoli quindi all'interno di quel luogo misterioso e spettacolare allo stesso tempo, fino ad arrivare alle cascate che Arya aveva visto dalla sporgenza. Rimasero incantati da quel luogo splendido dove le acque della cascata stessa riflettevano i colori dell'arcobaleno, cosa che li lasciò a bocca aperta.

"La mia casa si trova dentro di essa.", spiegò, indicando il suddetto luogo, per poi camminare sulle acque del lago sotto lo sguardo stupito dei Guardiani.

Tenka allora li guardò con il suo sorriso benevolo.

"Su seguitemi, non abbiate timore.", li invitò.

Il gruppo allora con fare titubante iniziò a muovere i primi incerti passi per poi scoprire che anche loro riuscivano a camminarci con assoluta facilità sotto lo sguardo compiaciuto di Tenka.

"Avete visto? È facile.", commentò, per poi riprendere il cammino "Qui ogni cosa è come se esitesse o non esista allo stesso tempo, ai vostri occhi tutto questo può sembrare ma allo stesso non lo è, per questo motivo si chiama Dimensione Fantasma.", spiegò mentre attraversavano il lago fino a raggiungere la cascata e attraversarla.

Spalancarono gli occhi davanti a quel nuovo nuovo spettacolo: il tutto era illuminato da luci fluorescenti dalle vaghe tonalità di azzurro che dava un tocco quasi mistico. La casa invece si trovava all'interno di un albero cavo con la chioma illuminata, simile a una quercia.

"Benvenuti a casa mia, ora riposatevi, inizieremo domattina.", disse Tenka, per poi farli accomodare.

L'interno era tutto sommato confortevole e accogliente oltre che ordinato. Essendo dentro un albero cavo lo spazio c'era per ben due piani, di sopra cerano le stanze mentre di sotto il salotto con la cucina. Sembrava una casa del tutto moderna. Dopo che furono entrati però si fecero seri.

"Senta ... se è possibile vorremmo iniziare subito.", esordì Dafne, decisa.

"Oh ... beh, se è quello che volete e sia.", rispose Tenka, per poi portarli in una radura poco lontano.

Una volta lì li fece sedere per poi schiarirsi la voce.

"Molto bene, io vi insegnerò a fondervi con i vostri famigli, ma per fare ciò vi servirà la massima concentrazione poiché non sarà facile come sembra, dovrete impegnarvi oltre le vostre capacità, fonderli con le vostre armi non basterà a sconfiggere Apophys.", spiegò, serio.

A quelle parole Dafne lo guardò con fare incerto.

"E per quanto riguarda me?", chiese, una nota di incertezza nella voce.

Tenka allora la guardò con un sorriso gentile.

"Per te giovane Guardiana ho in mente qualcos'altro che ti sarà però molto utile" rispose, riportando poi l'attenzione sui suoi compagni e riprendere "Voi rammentate questo, fondervi completamente con i vostri famigli non sarà solo questione di mente, ma soprattutto di cuore, dovrete concentrarvi sui vostri sentimenti e su ciò per cui combattete"

I suoi compagni annuirono per poi iniziare il loro addestramento, poi Tenka portò la Guardiana in un luogo vicino al lago, per poi guardarla con sguardo serio

"Dimmi, quando senti il nome di Apophys ... cosa provi?", domandò con tono pacato.

A quella domanda la ragazza spalancò gli occhi.

"Come sa di Apophys?"

"Io conosco molte cose giovane Guardiana poichè esisto da ben più tempo di voi, ma ora dimmi ... cosa provi quando senti il suo nome?"

Il volto di Dafne si rabbuiò nel sentire nuovamente quella domanda.

"Ecco ... provo rabbia, odio e rancore per quello che mi ha fatto passare.", rispose.

Tenka a quella risposta annuì.

"Bene, questi sentimenti negativi fanno parte di te come in ognuno di noi, ma in te hanno creato qualcosa.", esordì.

A quelle parole spalancò gli occhi, preoccupata.

"Qualcosa? In che senso ... qualcosa?"

Tenka allora prese un profondo respiro, per poi guardarla negli occhi.

"Tu domini l'Arte Mistica della Luce giusto?" esordì, Dafne annuì "Ebbene, dove c'è la luce c'è anche l'Oscurità, e i sentimenti negativi che provi l'hanno creata anche nel tuo animo. Essa ha avuto origine nello stesso attimo in cui Apophys ha corrotto i tuoi compagni, poiché una piccola ma potente scintilla si è insinuata anche nel tuo cuore.", spiego, guardandola poi con preoccupazione.

Dafne lo guardava con un'espressione scossa in viso e tremava.

"Quindi ... c ... cosa dovrei fare?", domandò con un filo di voce.

Tenka le mise quindi le mani sulle spalle.

"Se vorrai affrontare Apophys dovrai prima affrontare te stessa"

 

(...)

 

Nel frattempo gli altri Guardiani erano alle prese con il loro addestramento, seguendo le indicazioni date da Tenka, il che però si rivelò più difficile del previsto. Avevano evocato i loro famigli e stavano cercando di fondersi con essi tramite il Legame che li univa ma, come aveva detto l'Essenza, non era affatto facile, cosa che li fece irritare non poco.

"Ah dannazione! Possibile che è così dannatamente complicato?! Perchè a parole sembra tutto più semplice?!", protestò Maverick dopo l'ennesimo tentativo fallito.

"Ah, sempre a lamentarti tu eh? Cerca di avere un minimo di pazienza.", replicò Shin con fare seccato.

"Pazienza?! Ne ho portata fin troppa!", esclamò l'altro di rimando.

Shea allora li fulminò con lo sguardo.

"Smettetela per l'amor del cielo! Vi ricordo che questo addestramento è una cosa seria, comportarvi come bambini dell'asilo non risolverà nulla!", esclamò.

I due allora si zittirono. Ripresero quindi l'addestramento, nella speranza di giungere presto a un risultato.

 

(...)

 

A quelle parole Dafne lo guardò con fare perplesso.

"Affrontare me stessa? E ... come?"

"In questo modo.", rispose Tenka, per poi toccarle il petto.

In quell'attimo il corpo della ragazza venne avvolto da un'aura oscura che poco a poco per poi poi uscire di fronte a lei per poi prendere le sembianze di una figura dannatamenete identica, vestita di un lungo abito nero, la carnagione leggermente più scura, capelli argentati e occhi dorati carichi di un'ira a stento repressa che la guardavano con disprezzo. Nel vederla Dafne tremò dalla paura mentre Tenka era serio.

"Per combatterla dovrai essere più forte di lei, buona fortuna.", le spiegò, per poi scomparire.

Rimasta sola la ragazza vide la figura che la guardava con aria di sfida.

"Il mio nome è Eris, preparati perché non avrò nessuna pietà!"

 

(...)

 

Intanto gli altri erano ancora alle prese con il loro addestramento e Tenka li stava osservando, ed era più che evidente il fatto che fossero in difficoltà.

"Cercate di rammentare quello che vi ho detto prima, solo così riuscirete nella fusione"

"Ci stiamo provando se è per questo ...", borbottò Maverick, seccato.

"Si questo lo vedo, ma non lo state facendo nel modo giusto, dovete rilassarvi e aprire la mente, e la meditazione è il modo migliore.", spiegò.

In risposta il Guardiano del Fuoco sbuffò per poi fare come aveva detto il vecchio, seguito a ruota dai suoi compagni. Ma riuscire a mettere in pratica già al primo giorno non era la cosa più facile del mondo, e da li capirono che ci sarebbe voluto molto tempo.

 

(...)

 

Dafne nel frattempo se la stava vedendo con il suo io oscuro, che, rivestitosi di una nera armatura la stava attaccando con ferocia e la ragazza faticava non poco a parare i suoi attacchi carichi di un odio smisurato. Il suo corpo era già pieno di tagli ovunque che bruciavano fastidiosamente, il che le impediva di concentrarsi come voleva. Ma la cosa che la spaventava di più era il suo sguardo, uno sguardo carico di risentimento e rabbia, uno sguardo tale tale da farla sentire totalmente impotente e la stessa cosa fu nei giorni seguenti in cui dovette affrontarla.

"Sei debole, una come te non merita di essere una Guardiana!", le diceva.

Quelle parole le pesavano ogni volta come macigni, ma dopo quasi una settimana di tentativi falliti era più che decisa a dimostrare il contrario, determinata a non cedere all'oscurità. Quel pensiero però la distrasse e con un colpo violento finì in acqua, senza fiato. Provò a riemergere ma era troppo debole. Stava per cedere quando ...

Si sbaglia, tu non sei debole, dimostragli che sei più forte di lei, non cedere all'oscurità le disse una voce nella sua testa.

Chi sei? domandò la Guardiana, stupita.

Ora non ha imporanza, te lo spiego dopo, riemergi adesso rispose la voce.

Dafne allora spinta dalle sue parole riemerse a fatica, irradiando poco a poco di un bagliore dorato sotto allo sguardo stupito di Eris, e la guardò con aria di sfida, tendendo le mani in avanti.

"Sbagli a pensare che sono debole Eris, io sono stata secelta per la mia forza di volontà, una volontà che non si è mai spezzata ed è stata questa forza a spingermi a non crollare, e ora te lo dimosterò!", gridò, per poi lanciare contro di lei un raggio di pura luce bianca che generò un'esplosione accecante che la costrinse a schermarsi con un braccio.

Quando poi il bagliore si attenuò vide con sollievo che di Eris non c'era la minima traccia.

"Ce ... ce l'ho fatta ...", mormorò, per poi cadere all'indietro.

In quel momento però qualcosa fermò la sua caduta, facendola sedere contro di esso. Dafne allora si voltò, spalancando gli occhi a quello che vide: davanti a lei si stagliava un magnifico drago di luce dalla corporatura possente con proporzioni aggraziate e il muso amichevole così come i suoi gentili occhi azzurri. Sulla schiena erano aperte le sue immense ali che richiuse poi lungo i fianchi. Sembrava di un tenue color albino con sfumature dorate sul muso, le ali, il ventre e le corna, così come gli spuntoni. La coda era raggomitolata attorno alla ragazza con fare quasi protettivo.

"E ... e tu chi sei?", domandò Dafne, stupita.

Il drago allora sorrise leggermente.

Il mio nome è Lucis, e sono il tuo famiglio, sono nata direttamente dal tuo animo ed evocata attraverso l'amore per i tuoi compagni, un'amore che non hai mai smesso di provare fino alla fine, ma non solo, anche dai tuoi sentimenti positivi spiegò.

La Guardiana rimase stupita a quella rivelazione.

"Davvero? Quindi non centra il Legame dell'Anima?", chiese, incerta.

No, non centra, poiché ora la mia vita è legata alla tua come se fossimo una cosa sola rispose.

"Quindi se tu muori muoio anch'io e viceversa?", domandò.

In sostanza si ... forza ora, è il momento di passare al vero addestramento

 

(...)

 

Nei giorni che erano passati non solo Dafne aveva fatto dei progressi, ma anche gli altri Guardiani avevano raggiunto il loro obbiettivo riuscendosi a fondere con i rispettivi famigli. Ogni volta che lo facevano sentivano la forza del loro elemento che scorreva nelle loro vene come se fossero un tutt'uno con esso. Grazie agli insegnamenti di Tenka erano riusciti, tramite anche tanta meditazione, ad aprire le menti, riuscendo a carpire che si, fondersi con il proprio famiglio non era solo questione di mente, ma ci voleva anche il cuore, soprattutto il cuore.

Dafne poi lo stesso giorno in cui aveva ricevuto Lucis, si era dedicata a fonderla con la sua spada, rendendola in grado di ampliare il suo potere e, caricandola di energia, poteva muoversi alla velocità della luce.

I giorni poi passarono veloci e sia lei che gli altri fecero enormi progressi, finchè non passarono altre due settimane nelle quali portarono a termine il loro addestramento. Tenka quindi fu molto fiero dei suoi giovani allievi.

"Volevo farvi i miei più sinceri complimenti, tutti voi avete raggiunto il vostro obbiettivo, grazie all'aumento del vostro Legame siete riusciti con successo a fondere il vostro potere con quello dei vostri famigli, ampliando ancora di più la vostra forza, mentre tu Dafne con la tua enorme forza di volontà sei riuscita a sconfiggere Eris e a evocare il tuo famiglio ampliando poi il tuo potere. Ora avrete una marcia in più contro Apophys.", esordì.

"E' stato anche merito della vostra guida.", replicò Tenma, sorridendo.

"Ed è stato un onore potervi insegnare tutto questo, ora andate, e buona fortuna.", li salutò Tenka, aprendo un portale.

Così, dopo gli ultimi saluti i sei Guardiani lo attraversarono, facendo finalmente ritorno a casa forti di un nuovo potere.



Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con un nuovo capitolo di questa fantastica storia. Lo ammetto, è stato davvero molto impegnativo riuscire a gestirlo in modo abbastanza soddisfacente e spero con tutto il cuore che i miei sforzi non siano stati vani. Qui i nostri Guardiani si troveranno alle prese con un nuovo addestramento e Dafne a combattere contro il suo io oscuro. Se avete perplessità o qualunque tipo di dubbio o se c'è qualcosa che non vi convince siete liberissimi di dirmelo.

Ringrazio calorosamente Vago, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni! Detto questo ... al prossimo capitolo!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitoletto revisionato)

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - Verso l'eterno conflitto ***


Capitolo 20: Verso l'eterno conflitto

Quando fecero ritorno a casa erano più che propensi a recuperare le energie ma ben presto notarono che ai confini di Shintiel si erano radunati entrambi gli eserciti di Hypnos e Thanatos, ossia quello Scarlatto e quello Senza Nome con tutta l'ntenzione di attaccarli poiché il dispiegamento delle forze nemiche era pressoché qualcosa come un migliaio. Così senza perdere tempo tornarono ad Astrea dove si riunirono nella Sala del Consiglio per fare il punto della nuova situazione creatasi.

"E così Apophys ha fatto la sua mossa di attaccarci direttamente.", esordì Tenma dopo qualche minuto di teso silenzio.

"Già, e come se non bastasse ci ha mandato addosso entrambi gli eserciti di Hypnos e Thanatos ed avendoli già affrontati sappiamo quanto siano insidiosi.", aggiunse Arya, ricordando la battaglia di Tharoon.

"Concordo in pieno.", le fece eco Maverick, anche lui ricordando gli scontri di Pyrus.

"Infatti, senza contare che in questo caso il nostro addestramento alla Dimensione Fantasma non ci aiuterà nonostante i traguardi raggiunti, il dispiegamento di forze nemiche è troppo anche per noi.", replicò Shin, anche lui preoccupati.

Dafne allora si fece pensierosa per qualche secondo cercando una soluzione e quando ebbe trovato quella giusta si fece avanti.

"Shin ha ragione, non possiamo farcela da soli ed è per questo che chiederemo aiuto ai Quattro Regni, sono certa che dopo quello che abbiamo fatto per loro saranno più che disposti ad aiutarci.", propose.

I suoi compagni a quella proposta sorrisero.

"Si mi sembra un'ottima idea, manderò i miei messaggeri in ognuno di essi con la richiesta.", rispose prontamente Shea.

"Perfetto, non ci resta che convocare un nuovo Concilio.", aggiunse Tenma.

Così fecero come Dafne aveva proposto e dopo che Shea ebbe inviato i suoi messaggeri nei Quattro Regni attesero la risposta dei sovrani che arrivò due giorni dopo con un messaggio dove dicevano che sarebbero venuti. Qualche giorno più tardi ci fu il Concilio nel Palazzo della Pace dove mesi prima si erano riuniti per sedare i conflitti che un tempo avevano coinvolto i Quattro Regni. I Sovrani si presentarono con le loro scorte personali e vennero accolti benevolmente dai sei ragazzi. Quando poi si furono sistemati diedero inizio al Concilio dove il Re dei Draghi Eltanin prese parola.

"Ebbene, abbiamo ricevuto tutti il vostro messaggio e dopo esserci consultati tra di noi abbiamo deciso spontaneamente di aiutarvi in questa guerra.", esordì con decisione, suscitando lo stupore dei giovani Guardiani.

Il Re degli Elfi allora prese parola con un lieve sorriso.

"Non siate così stupiti miei Guardiani, abbiamo deciso ciò poiché tutti noi ci sentiamo profondamente in debito verso di voi, avete riportato la pace nelle nostre terre facendoci aprire gli occhi.", spiegò.

"Se non fosse stato per il vostro aiuto a quest'ora i Nani non esisterebbero più, vi dobbiamo la nostra stessa vita, ed è per questo che non esiteremo ad aiutarvi poiché se Apophys trionferà per tutti noi sarà la fine.", aggiunse Markas con voce solenne.

Nel sentire tali parole i sei ragazzi non poterono fare a meno di sorridere.

"Oh beh ... allora possiamo dire non c'è di che ma comunque abbiamo fatto il nostro dovere di Guardiani e possiamo dire che ci è riuscito piuttosto bene ...", rispose Maverick, imbarazzato.

"Eccome se lo avete fatto bene ed è per questo che non ci tireremo indietro.", rispose il capo degli Umani.

A quelle parole i sei ragazzi sorrisero in segno di gratitudine e dopo aver sciolto il Concilio si dedicarono ai preparativi per la battaglia costruendo il campo apposito attorno ad Astrea dove nei giorni che seguirono si radunò poco a poco un esercito consistente formato da Elfi, Umani, Nani, Draghi e Angeli, ognuno con le proprie caratteristiche distintive per via di armature.

Gli Elfi ad esempio sfoggiavano in corazze dorate leggere in modo da non impedire loro i movimenti finemente decorate e sotto portavano la cotta di maglia. Solo il sovrano non aveva un elmo e come armi usavano per lo più spade o archi.

Gli Umani a differenza dei primi avevano armature d'argento con pochi punti scoperti con sotto una tunica con la cotta di maglia, però più resistenti e armati delle loro fedeli spade.

I Nani invece portavano armature pù massicce e di ottima fattura che rendevano i loro corpi tozzi e tarchiati quelli di temibili guerrieri armati d'ascia e spada o lancia. Sotto non lasciavano punti scoperti. Bastava vederle per capire quanto fossero pregiate.

I Draghi d'altro canto non avevano una vera e propria armatura dato che la loro pelle era praticamente impenetrabile. In forma draconica erano ancora più maestosi e potenti.

Gli ultimi ma non di certo meno importanti erano gli Angeli, anch'essi forti delle loro armature lucenti che li facevano sembrare quasi divini.

Ogni esercito portava il suo stemma e aveva la sua parte di campo e nelle due settimane che seguirono esso divenne ancora più consistente, dando ai Guardiani un grande vantaggio.

 

(...)

 

Nel frattempo le forze nemiche marciavano senza sosta verso Astrea e più vedevano la destinazione vicina e più qualcuno non stava nella pelle.

"Ah, non vedo l'ora di arrivare e iniziare a prendere a calci in culo quei Guardiani da strapazzo, sento già l'odore della loro paura. Sarà davvero eccitante!", esclamò un esaltato Hypnos fuori dalle righe.

In risposta Thanatos rispose con un sospiro esasperato e allora il compagno gli diede una gomitata amichevole.

"Oh andiamo Thanny, non mi dire che non senti l'inebriante sensazione della battaglia che sta per arrivare, scommetto che in fondo in fondo anche tu sia eccitato.", lo stuzzicò.

A quel punto il generale lo fissò con uno sguardo tale da farlo rabbrividire.

"Per l'ultima volta Hyp non è che potresti fare silenzio? Mi stai facendo venire il mal di testa.", sbottò, alquanto irritato.

Hypnos allora sbuffò, incrociando le braccia.

"Va bene, va bene, mamma mia quanto sei noioso, e poi un minimo di entusiasmo da parte tua non guasterebbe.", borbottò, mettendo su un broncio infantile.

L'altro sbuffò, rimanendo in silenzio mentre davanti a loro la meta si avvicinava.

Presto il Bene e il Male si sarebbero nuovamente scontrati nell'eterno conflitto.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, vi sono mancata? Immagino di si ... scusate l'assenza ma ora eccomi qui con un nuovo capitolo, che spero con il cuore che sia decente. Ebbene si, ci stiamo avvicinando verso la battaglia finale e questo scontro sarà solo l'inizio ... riusciranno i nostri Guardiani a trionfare anche questa volta? Lo scoprirete nei prossimi capitoli. Piccolo sondaggio, qual'è il vostro Guardiano preferito? Dafne, Shea, Arya, Tenma, Shin o Maverick? Sappiatemi dire ok? Detto questo alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 - La Battaglia di Astrea ***


Capitolo 21: La Battaglia di Astrea

Nel frattempo ad Astrea i Guardiani dopo aver messo su una forza notevole in attesa della battaglia imminente, si erano radunati nella Sala del Consiglio per fare il punto della situazione.

"Bene, siamo riusciti ad organizzarci a dovere, ora non ci resta che attendere l'arrivo del nemico.", esordì il Sovrano degli Elfi con tono pacato ma allo stesso tempo deciso.

Dafne annuì per poi far apparire un'ologramma della Sede, indicando le mura che la circondavano.

"Quando arriverà prenderà sicuramente di mira le nostre mura per penetrare all'interno, il nostro compito sarà principalmente quello di impedire che facciano breccia, poichè se accadrà l'ultimo Cristallo sarà in pericolo e non possiamo permettere che cada in mano loro, quindi dovremo difendere l'ingresso principale.", spiegò, la voce carica di determinazione.

"Si, sembra un buon piano, io e il mio esercito ci occuperemo anche dei lati, non si sa mai.", aggiunse Eltanin, il Sovrano dei Draghi.

"Perfetto, e i nostri Angeli vi daranno una mano.", aggiunse Tenma.

"Benissimo, ora non ci resta che organizzarci prima che arrivi il nemico.", replicò il Sovrano dei Nani.

In quel momento però sopraggiunse un Angelo al seguito di Arya dall'aria allarmata.

"Perdonate l'interruzione miei nobili ma il nemico giungerà qui a breve.", esordì.

A quella notizia ci fu qualche secondo di smarrimento poiché pensavano di avere ancora un po' di tempo prima del suo arrivo, ma a quanto pare il nemico era stato più veloce. Dopo un po' Arya si fece avanti.

"Grazie dell'avvertimento, ci prepareremo immediatamente, va pure.", disse con decisione.

L'angelo annuì e quando se ne fu andato Dafne guardò i presenti con sguardo serio.

"Prepariamoci per la battaglia"

Gli altri annuirono e poco dopo iniziarono i preparativi per lo scontro ormai inevitabile seguendo il piano della Guardiana senza troppi indugi poiché non c'era tempo per quello. Ogni sovrano organizzò il proprio esercito, schierandosi poi all'esterno delle mura di Astrea. Oltre ai loro uomini avevano portato anche le catapulte, ognuna con una struttura diversa a seconda del popolo che l'aveva costruita. I Draghi di per se avevano già le loro sembianze draconiche a loro vantaggio. Tra tutti Eltanin spiccava con le sue squame color dell'oro che splendevano alla luce del sole dandogli un'aria ancora più solenne e lo stesso valeva per i suoi soldati dalle squame carminie o aranciate, uno spettacolo che lasciava tutti a bocca aperta.

Persino quando il nemico non poté non rimanere stupito da come i Guardiani si erano saputi organizzare in così poco tempo a disposizione.

"Però, complimenti, devo dire che avete fatto un ottimo lavoro per quanto riguarda il vostro esercito, sul serio, sono colpito ... sarà un vero piacere annientarvi tutti quanti!", esclamò Hypnos, estasiato, per poi guardare Maverick con odio "E tu maledetto ragazzino ... perirai sotto il filo della mia spada per quello che mi hai fatto!", sibilò con un sussurro minaccioso nella voce, indicandosi l'occhio sinistro coperto da una benda stile pirata.

In risposta il Guardiano del Fuoco ridacchiò divertito.

"Cielo, sei ancora arrabbiato per quello? Piuttosto dovresti essermi grato che non ti ho ucciso quel giorno che invece di lamentarti.", replicò, un sorrisetto in viso.

"Sarà anche vero ma non posso comunque perdonarti per aver sfigurato il mio bel faccino!", esclamò l'altro alquanto adirato, per poi guardare il compagno "E tu ... tu dovresti provare la stessa cosa che provo io no? Digli anche tu qualcosa!", sbraitò poco dopo, indicando il suo braccio meccanico che gli era stato messo al posto di quello che Tenma gli aveva mozzato a Tharoon.

In risposta Thanatos sbuffò scuotendo la testa, rimanendo impassibile. Dietro i loro eserciti fremevano per iniziare la battaglia ormai inevitabile. Poco prima dell'inizio Dafne guardò i i suoi compagni con sguardo serio.

Ragazzi, ora ascoltatemi bene, per avere qualche possibilità dovremo dividerci, io, Tenma e Arya ci occuperemo di Thanatos mentre Maverick, Shin e Shea di Hypnos, tutto chiaro? esordì tramite telepatia.

Ricevuto risposero gli altri per poi seguire il piano.

Avendo già combattuto contro i due generali sapevano di che cosa erano capaci, il che era un grande vantaggio per loro. Hypnos allora guardò Maverick con aria di sfida.

"Ti farò rimpiangerre di essere nato.", sibilò.

"Questo lo vedremo.", fece l'altro di rimando, per poi guardare Tenma che annuì.

Poi entrambi i gruppi si schierarono e lo scontro ebbe inizio, così come la battaglia.

Sin da subito i due generali presero di mira coloro che li avevano sfigurati dando fondo a tutta la loro potenza. Hypnos con il suo fuoco nero sembrava un pazzo scatenato, gli occhi carichi di un'ira a stento repressa, più che determinato a porre fine alla vita del giovane Guardiano che subito faticò a tenere testa ai suoi colpi fiammeggianti venendo ferito. Sembrava davvero fuori controllo e più colpiva più si esaltava. Nemmeno Shin e Shea riuscivano a dare appieno il loro supporto. Nel vederli in difficoltà Hypnos ghignò.

"E' inutile, io traggo forza dalla rabbia, non riuscirete a sottrarvi facilmente!", esclamò, colpendo Maverick con violenza all'addome, facendogli sputare sangue, cosa che fece anche con gli altri due, facendo perdere loro i sensi.

Thanatos d'altro canto nonostante il suo carattere non si risparmiò nei confronti di Tenma, più volte ferito dal suo ghiaccio nero e lo stesso valeva per Dafne e Arya che cercavano di supportare l'amico meglio che potevano. Il generale rispetto al focoso compagno manteneva la sua freddezza senza trasparire nessuna emozione. I suoi occhi di ghiaccio sembravano quasi perforare le loro anime mentre con i suoi muri di ghiaccio sembrava inattaccabile. La Guardiana dell'Aria però grazie alla sua arma potenziata lanciò frecce di fuoco in un tentativo disperato. Thanatos d'altro canto sbuffò.

"Patetici ... ora annegherete nelle vostre peggiori paure!", esclamò, travolgendoli con una tempesta di ghiaccio.

I ragazzi colpiti in pieno vennero scaraventati contro un albero per poi crollare accanto ai loro amici privi di sensi. A quel punto entrambi i generali sogghignarono in segno di vittoria.

"Ah, glie l'abbiamo fatta vedere è Thanny?", esordì Hypnos, eccitato.

L'altro in risposta annuì e poi voltarono loro le spalle, pronti ad andare verso la battaglia che infuriava quando all'improvviso accadde qualcosa per loro inaspettato: i sei Guardiani si rialzarono, avvolti da un alone di luce e qualcosa in loro iniziò a mutare, la spada di Dafne divenne letteralmente di luce mentre i suoi amici furono pervasi dal potere dei famigli diventando forme eteree del loro stesso elemento. A quella vista Hypnos spalancò gli occhi, incredulo.

"Ma ... ma com'è possibile? Vi avevamo sconfitto"

Maverick allora sogghignò.

"Beh ... pensavi male!", esclamò, lanciandosi in avanti seguito dai suoi compagni.

Pieni di nuovo vigore entrambi i gruppi ripresero le loro battaglie. L'energia dei loro elementi ribolliva come non mai dando ai Guardiani il controllo totale su di essi. Dafne anche se non aveva ancora ottenuto quell'abilità non era comunque da meno poiché grazie alla sua arma potenziata si muoveva più veloce della luce e colpiva Thanatos con una tale rapidità che il generale non se ne accorgeva nemmeno. I suoi compagni come lei seppero dare non poco filo da torcere, sembravano praticamente inarrestabili e nemmeno la rabbia di Hypnos bastò a contrastarli, così come il potere di Thanatos si rivelò del tutto inefficace contro quella nuova forza. Entrambi si ritrovarono ben presto allo stremo delle forze, e il dolore delle ferite subite iniziò a rallentarli fino a farli cadere in ginocchio. I cinque Guardiani allora tornarono normali così come l'arma di Dafne e li sovrastarono con la loro ombra. Hypnos quindi mise su uno sguardo rassegnato.

"A ... a quanto pare alla fine ci avete sconfitto eh?", esordì, le forze che venivano meno.

"A quanto pare si ... sei stato un valido avversario comunque.", rispose Maverick con un sorriso furbo sul volto.

"E lo stesso vale per te.", aggiunse Tenma, guardando Thanatos che sospirò.

"Alla fine ... abbiamo fallito ... ma le vostre paure vi accompagneranno per ... per sempre.", sibilò, anche lui al limite.

"Ma nonostante tutto ... è stato un vero e proprio ... spasso.", aggiunse il suo compagno.

E con quelle ultime parole entrambi i generali caddero inerti al

suolo, dando ai Guardiani la vittoria.

Nel frattempo i quattro eserciti senza non poche difficoltà riuscirono a sbaragliare gli eserciti nemici che privi dei loro generali iniziarono a disperdersi nella cofusione più totale venendo però sopraffatti. Lo scontro terminò comunque con successo. Venne quindi creato un campo per i feriti e iniziarono i lavori per prendere le armi nemiche e i prigionieri. Altri invece seppellivano i caduti mentre Dafne curava chi aveva più bisogno d'aiuto, aiutata dai medici di corte. Tutti avevano l'aria parecchio spossata per la fatica e l'intensità della battaglia che si era rivelata non poco feroce, ma per il momento regnava la tranquillità. Quella sera però accadde l'impensabile, un Angelo al seguito di Arya sopraggiunse con fare decisamente fin troppo allarmato.

"Miei Guardiani, è successa una cosa terribile!", esordì, guadagnadosi la loro totale attenzione.

"Parla, che è accaduto?", lo incitò Arya, ansiosa.

L'Angelo allora prese un profondo respiro.

"Mentre eravate impegnati nella battaglia le guardie all'interno della Sede hanno dato un'allarme.", rispose con voce tremante

"Che cosa?! Come sarebbe a dire un'allarme?!", esclamò Maverick, piuttosto scosso.

"Non ... non lo so, l'hanno dato e io sono venuto per avvertirvi.", mormorò l'Angelo, facendosi piccolo piccolo.

Nel sentire ciò Dafne rabbrividì.

"No ... no, non ci credo, possibile che ...", esordì, per poi spalancare gli occhi.

"Cosa? Che intendi dire con questo?", la incitò Maverick, serio.

Lei allora sospirò per poi guardarli uno a uno.

"Ragazzi ... temo che ... che siamo stati giocati"

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, innazitutto buona S.Lucia a tutti! Rieccomi qui con un nuovo capitoletto di questa fantastica storia che mi sta facendo emozionare sempre di più. Che ve ne pare? Credetemi ho faticato parecchio e spero con tutto il cuore che sia venuto fuori qualcosa di epico ... come sapete non me la cavo troppo bene con gli scontri e spero davvero che questo appena descritto vi emozioni. Se c'è qualcosa da migliorare siate liberissimi di dirmelo. Ma ora passiamo al succo della questione: dunque, alla fine i nostri cari Guardiani con il supporto dei Quattro Regni sono riusciti a trionfare su Hypnos e Thanatos che in questo capitoletto ci lasceranno ... ma una verità sconcertante si cela dietro a questa battaglia. Cosa sarà? Tutto questo e altro nel prossimo capitolo! Detto ciò ringrazio Vago, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni e ovviamente chi legge e basta. Ancora buona S.Lucia a tutti! Ah, piccolo sondaggio ... qual'è il vostro Guardiano preferito? Dafne, Shea, Arya, Maverick, Tenma o Shin? Sappiatemi dire, alla prossima e buone feste!

Baci baci la vostra EragonForever! (Scontro revisionato)

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 - Un aiuto inaspettato ***


Capitolo 22: Un aiuto inaspettato

Non appena udirono quelle parole non esitarono a precipitarsi nella sala dove tenevano il Cristallo, ma purtroppo arrivarono troppo tardi, le guardie che avevano dato l'allarme erano cadute. Ma la cosa sconcertante avvenne quando i loro sguardi guardarono fuori dalla finestra spalancata: videro Selene con cinque dei suoi Demoni Rettile che si allontanavano sorridendo loro trionfanti su un tappeto volante. In quell'attimo si sentirono travolgere da una terribile consapevolezza: ora Apophys aveva quello che cercava. Demoralizzati scivolarono con le schiene contro una parete in un silenzio quasi surreale e un'espressione sconvolta in viso. Fu Shea a rompere il ghiaccio dopo qualche minuto.

"E adesso ... cosa facciamo'?"

Shin in risposta sospirò.

"Credimi, vorrei saperlo anch'io ma ora come ora l'unica cosa certa è che adesso Apophys potrà attivare il suo folle piano e non gli ci vorrà molto per metterlo in pratica.", mormorò.

"Sono d'accordo e se accadrà saremo finiti.", rispose Arya, rabbrividendo.

Tenma allora la strinse a se per rassicurarla.

"Non temere, faremo tutto il possibile per impedirlo, sta tranquilla"

"Questo non lo nego ma se non sappiamo nemmeno dove si trova la vedo dura.", fece lei di rimando.

A quelle parole Dafne sospirò.

"E in questo non posso esservi d'aiuto purtroppo, nonostante lo conosca da più tempo di voi non sono mai riuscita a scoprirlo.", mormorò.

Shea allora le mise una mano sulla spalla.

"Non preoccuparti, sono certa che stavolta andrà diversamente.", la rassicurò.

"Lo spero ... lo spero davvero ..."

Poco più tardi diedero la notizia e i Quattro Sovrani ne rimasero non poco sconvolti da ciò.

"Quindi abbiamo affrontato tutto questo ... per niente?", chiese Gerala, incredulo.

"Ah, giuro che se prenderò quel bastardo glie la faccio vedere io!", esclamò Markas, non poco arrabbiato.

Dafne a quella scena sospirò, facendosi avanti.

"Per favore calmatevi, arrabbiarsi non serve a niente ... sentite, so che è difficile da credere che siamo stati giocati in questo modo ma non temete, noi Guardiani faremo tutto ciò che è in nostro potere per impedire l'estinzione del nostro universo, avete la mia parola.", disse con decisione.

"Nel frattempo voi occupatevi dei vostri feriti e di recuperare le energie, ne avrete bisogno.", aggiunse Arya poco dopo.

I Sovrani in risposta annuirono e allora i sei ragazzi si ritirarono dentro Astrea per cercare una soluzione al nuovo problema appena creatosi, il che si rivelò più difficile del previsto. Si erano ritrovati in biblioteca nella speranza di trovare qualunque indizio possibile che li conducesse a una traccia ma dopo ore di ricerche a vuoto cominciarono a cadere in preda allo sconforto.

"Ah dannazione, sembra di cercare un ago in un pagliaio.", esordì Maverick cadendo su una sedia dopo l'ennesimo buco nell'acqua.

"Sono d'accordo, nemmeno la Sala Ologrammi ha saputo darci risposta, il suo covo sembra praticamente introvabile.", aggiunse Tenma, anche lui preoccupato

"Mh ... di questo passo siamo davvero nei guai.", mormorò Arya, seduta sulle gambe del compagno.

Shea, anche lei tra le braccia di Shin sospirò.

"Non posso che essere più d'accordo"

Nel vederli così a Dafne le si strinse il cuore ma si fece forza.

"Continueremo domani, ora sarà meglio per tutti andare a dormire, ne avremo bisogno.

A quelle parole nessuno obbiettò e ognuno si ritirò nella propria stanza, o meglio Dafne e Maverick mentre gli altri preferirono stare con la loro dolce metà.

Il giorno seguente si svegliarono verso tarda mattinata più o meno riposati e dopo una buona colazione ripresero le ricerche. Fu nel mentre andavano in Sala Ologrammi che accadde un miracolo: un Angelo al seguito di Tenma giunse con una notizia.

"Miei Guardiani, ieri durante la battaglia siamo riusciti a fare un prigioniero dell'Esercito Senza Nome, ora è nelle segrete.", esordì.

A quella notizia i loro sguardi si illuminarono ma si contennero.

"Grazie, andremo subito a interrogarlo, puoi andare.", rispose il Guardiano della Terra, congedandolo.

L'Angelo annuì e non appena se ne fu andato i ragazzi si precipitarono nelle segrete dove in una cella era incatenato un grosso lupo dal pelo grigio alto si e no 1.70 dal corpo esile e magro ma scattante con uno sguardo minaccioso e gli occhi gialli scintillanti d'ira. Quando vide i Guardiani ringhiò con fare intimidatorio, cosa che non gli spaventò nemmeno. Il lupo allora ringhiò di nuovo.

"Se pensate di ottenere informazioni da me ... vi sbagliate di grosso.", esordì con voce cavernosa.

Maverick a quelle parole sbuffò.

"Si certo come no, dite tutti così ma poi alla fine cedete svelandoci i segreti più arcani del vostro padrone"

"Tsz, allora dovrete passare sul mio corpo.", sbottò il lupo di rimando.

"Ehi per chi ci hai preso?! Non siamo mica dei carcerieri spietati sai?!", ribattè Maverick, offeso.

Dafne allora sospirò.

"Calmati adesso, arrabbiarsi non servirà a nulla"

"Si ma ... prima o poi ci dovrà dire dove si trova Apophys no?", replicò il rosso, incerto.

"Si ce lo dirà ma stravolta a modo mio, non con le scosse elettriche.", fece lei di rimando.

A quelle parole i suoi compagni la guardarono con fare perplesso.

"Come a modo tuo ... non intenderai ..."

"Esattamente Shea, sentite è vero che è un nemico ma comunque non merita di soffrire, quindi quello è l'unico modo.", rispose con tono deciso.

Detto ciò entrò nella cella senza nessun timore per poi guardare il lupo negli occhi e tendere le mani verso di lui, poi poco a poco esse irradiarono di una tenue luce bianca e in un cerchio di rune partì un candido raggio che investì il prigioniero nel suo bagliore. Esso si dibattè per qualche minuto ululando con il muso tra le zampe cercando di ribellarsi opponendo resistenza ma poi poco a poco sentì come un senso di pace avvolgerlo in un caldo tepore e si calmò. Quando la luce si attenuò i suoi occhi erano diventati di un limpido azzurro e il corpo quello di un normalissimo lupo grigio. Ciò fece spalancare gli occhi ai sei Guardiani che non si sarebbero di certo aspettati una cosa del genere.

"Ma ... ma com'è possibile?", esordì Arya, sconcertata.

"Non sarà mica che ...", iniziò Shea, sconvolta.

Il lupo in risposta sospirò.

Proprio così, io e tutti gli altri siamo vittime della follia di Apophys, pur di ottenere quello che vuole non ha risparmiato nessuno spiegò con voce profonda.

A quelle parole fremettero, ma contennero la loro indignazione.

"Quindi ... sai dove si trova?", domandò Shin, serio.

L'animale annu'.

Si, il suo covo si trova nell'Abisso, una dimensione creata per se stesso da cui coordina tutte le sue forze rispose.

"Quindi sarebbe una dimensione a parte ... giusto?", osservò Shea, perpelessa.

Esattamente

I Guardiani allora lo guardarono con gratitudine.

"Grazie, ci sei stato di grande aiuto.", lo rincuorò Dafne, dandogli una carezza sulla testa.

Non c'è di che, è il minimo per ricambiare la libertà riconquistata

"Figurati ... comunque per il momento è meglio che resti qui ad Astrea finché tutto non sarà finito"

D'accordo, grazie ancora

I ragazzi annuirono e dopo che Dafne ebbe purificato anche il Demone Rettile facendolo ritornare una piccola lucertolina si riunirono nuovamente con i Quattro Sovrani il pomeriggio seguente.

"Abbiamo scoperto che Apophys si trova in una dimensione a parte chiamata l'Abisso da cui coordina tutte le sue forze, ora il nostro obbiettivo nel frattempo sarà quello di far riprendere i feriti per poi radunare nuovamente le forze in un attacco decisivo.", spiegò loro Dafne con decisione.

"Si ma ... quanto tempo abbiamo?", chiese Eltanin, preoccupato.

"Purtroppo non lo sappiamo al momento ma ora l'importante è ..."

In quel momento un Angelo al seguito di Shea irruppe nella sala, trafelato.

"Perdonate l'interruzione miei nobili e Guardiani, ma abbiamo visite, venite presto"

Tutti i presenti allora lo seguirono e non appena uscirono spalancarono gli occhi a quello che videro: all'ingresso delle mura di Astrea stavano gli eserciti delle quattro dimensioni che avevano liberato durante la ricerca dei Cristalli. Anche i Sovrani rimasero senza parole.

"E ... e loro chi sono?", chiese Gerala, stupito.

Il generale Thalassa allora si fece avanti.

"Noi siamo gli eserciti di Mithryel, Iryndiel, Pyrus e Tharoon, le dimensioni liberate dai Guadiani durante la ricerca dei Cristalli. Dalle nostre fonti abbiamo saputo della vostra situazione e ora siamo qui per aiutarvi"

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP eccomi qui con un nuovo capitolo ricco di colpi di scena ... precisazione, Apophys non è il solito pazzo megalomane come Orochimaru e company, no, per lui semplicemente i deboli devono essere schiacciati.

Ebbene si, ora i nostri Guardiani sanno dove si trova il suo covo e si preparano per la battaglia decisiva ma poi ... colpo di scena, ecco gli eserciti delle dimensioni libere pronti a dar loro una mano in segno di gratitudine ... spero che il finale sia di vostro gradimento come anche la cosa che gli eserciti di Hypnos, Thanatos e Selene in verità non sono altro che poveri animaletti indifesi corrotti contro la loro volontà, mi era venuta questa idea e allora l'ho messa in pratica ... spero che sia buona. Passando ai ringraziamenti ringrazio Vago, reign_00evil e Franky93 per le loro recensioni. In conclusione vi faccio i miei più sinceri auguri di buone feste e felice anno nuovo! Al prossimo capitolo!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 - Nell'Abisso ***


Capitolo 23: Nell'Abisso

Tutti i presenti spalancarono gli occhi a quelle parole, molto stupiti da ciò, specialmente i sovrani dei Quattro Regni dato che prima d'ora non avevano mai avuto modo di incontrarli faccia a faccia, anche perché solo i Guardiani potevano attraversare le dimensioni. Vista quindi la nuova situazione creatasi, Dafne si fece avanti, cercando di sciogliere la tensione.

"Miei nobili, comprendo fin troppo bene il vostro stupore, ma potete stare certi che questi popoli sono tutti degni della nostra piena fiducia, poiché li abbiamo aiutati nel momento del bisogno e ora sono qui per ripagare il loro debito aiutandoci nella lotta contro Apophys" esordì per poi guardare i nuovi arrivati con un sorriso "Anche se anch'io devo ammettere che sono alquanto stupita di vedervi qui con tutte le vostre forze spiegate.", riprese poco dopo.

"Possiamo immaginarlo ... vedete, quando siamo venuti a conoscenza della vostra situazione abbiamo convocato un consiglio d'emergenza per discutere sul da farsi, e alla fine eccoci qui.", spiegò Thalassa con un lieve sorriso.

"E quindi eccoci qua, pronti a dare una lezione a quel bastardo.", ghignò Udrobur, facendosi avanti.

Nel vederlo Maverick gli corse incontro, abbracciandolo come un fratello.

"Sono più che felice di vederti, benvenuto ad Astrea!", esclamò poco dopo.

"Anch'io sono contento, quindi è qui che vivi eh? Davvero niente male.", commentò il sovrano di Pyrus, dandogli una pacca sulla spalla.

"Grazie"

Anche gli alti Guardiani furono felici di incontrare nuovamente i popoli delle loro terre natie. Solo Shin se ne stava in disparte con fare malinconico e Dafne allora lo affiancò, mettendogli una mano sulla spalla.

"Posso capire quello che provi ma non temere, salveremo Sharazan, hai la mia parola.", lo rincuorò, per poi sorridergli caldamente.

In risposta Shin ricambiò il sorriso, rassicurato.

"Grazie ... grazie davvero ...", mormorò.

"Di nulla.", fece lei di rimando.

Dopo l'accoglienza si riunirono nuovamente per fare il nuovo punto della situazione.

"Bene, come avevo già detto prima, Apophys si trova nell'Abisso e ora che sappiamo dove si nasconde non ci resta che attaccare.", esordì Dafne, seria.

A quelle parole tutti i presenti annuirono e nei giorni che seguirono, sia i Guardiani che i Quattro Regni, riorganizzarono appieno i loro eserciti riportandoli poco a poco alla massima potenza. Per quel che riguardava le Quattro Dimensioni le loro forze erano già ben dispiegate e organizzate, ognuna ben distinguibile dall'altra. Dopo che erano state liberate dall'oscurita di Apophys, esse avevano saputo rialzarsi e mettere su un proprio esercito. Ovviamente per Mithryel e Pyrus non c'erano stati troppi problemi, ma per Tharoon e Iryndiel non era stata proprio una passeggiata dato che la seconda era una democrazia con un popolo pacifico. Fortunatamente però il governatore si era dato da fare e alla fine era riuscito ad organizzarsi al meglio mettendo su guerrieri addestrati con arco e frecce e qualcuno anche con la spada. Tharoon invece aveva creato un'alleanza tra i Ribelli e i Dijiin del Deserto grazie a un nuovo sovrano eletto personalmente dal popolo, riuscendo a mettere su una forza notevole.

I Guardiani furono felici di sapere ciò e dopo una settimana di preparativi, riuscirono anche loro ad organizzarsi assieme ai Quattro Regni. Quando tutte le forze furono pronte, si riunirono per mettere appunto una strategia d'attacco. Dafne allora oscurò la stanza per poi creare un'ologramma dell'Abisso.

"Allora, grazie all'ingegno di Tenma siamo riusciti a ideare più o meno l'aspetto del covo nemico" esordì, ingrandendo l'immagine e dopo un respiro profondo, riprendere "Bene, al centro abbiamo potuto intuire che ci sia una fortezza, mentre tutto intorno è deserto, anche se non ne siamo del tutto certi, quindi dovremo cercare di andare a occhio.", riprese poco dopo, per poi lasciare la parola al compagno.

"Dunque, è probabile che Apophys sappia del nostro arrivo ed avrà sicuramente riorganizzato le forze, quindi faremo così" iniziò, indicando un punto sull'ologramma "Qui in teoria c'è il confine meridionale, lì il nostro nemico avrà sicuramente piazzato il suo esercito, e lo stesso intorno alla fortezza. La strategia che ho ideato è semplice. Gli eserciti delle dimensioni rimaste terranno impegnati i nemici appostati al fronte, mentre noi Guardiani guideremo gli Angeli e i popoli dei Quattro Regni in un attacco alle spalle, tutto chiaro?"

In risposta i presenti annuirono.

"Bene ... ora non ci resta che attaccare.", disse Shea con convinzione.

Detto ciò sciolsero la riunione e prepararono i loro eserciti per l'attacco, il che non richiese molto tempo, dato che le truppe erano già organizzate. Prima di partire lasciarono un paio di Angeli al seguito di Tenma a sorvegliare la Sede in caso di attacco e poi attraversarono il varco che Dafne aveva aperto.

Non appena giunsero alla loro destinazione rimasero parecchio sconcertati. Molti di loro si sarebbero aspettati un luogo terrificante ma invece lo scenario che si presentò era del tutto diverso, esattamente come Tenma aveva intuito.

Attorno a loro si stagliava una sterminata landa desolata con qualche albero morto sparso qua e la, mentre al centro di tutto si innalzava un'imponente fortezza nera dall'aspetto a dir poco minaccioso con alte torri e guglie appuntite con mura dall'aria impenetrabile. Il cielo sopra di essa era denso di nubi rosso-violacee che davano l'idea di un'apocalisse in arrivo. Tutto attorno soffiava un vento forte, ma ciò non bastò a intimorirli. Arya allora chiamò alcuni suoi Angeli e li mandò in esplorazione dell'area circostante. Tornarono dopo una ventina di minuti e riferirono quello che avevano visto.

"Miei Guardiani, abbiamo perlustrato ovunque.", esordì il capo spedizione.

"E? Avete scoperto qualcosa?", chiese Arya, incitandoli.

"Si, la landa è deserta, ma sul fronte meridionale sta l'esercito nemico, sono in gran numero, e lo stesso davanti alla fortezza.", disse l'Angelo.

"Perfetto, ora tornate in formazione"

Gli Angeli annuirono, riunendosi all'esercito. Tenma allora si fece avanti, rivolgendosi agli eserciti delle dimensioni.

"Bene, ora non ci resta che attenerci al piano, andate.

I generali annuirono per poi avanzare verso il nemico, nascosti da un'ivisibile tempesta di sabbia creata dai Dijiin, mentre i popoli dei Quattro Regni, affiancati dagli Angeli, sotto la guida dei Guardiani, avanzarono verso la fortezza.

Il nemico stava di fronte all'enorme portone, pronto a tutto per impedire l'invasione all'interno. Infine entrambi gli scontri ebbero inizio e in quell'occasione i popoli delle dimensioni ebbero modo di mostrare la loro incredibile forza combattiva, sorprendendo l'avversario che, non vedendoli arrivare grazie ai Dijiin, venne colto di sorpresa. L'esercito di Mithryel, anche se era fuori dal suo ambiente naturale, riusciva ugualmente a combattere guidato dalla bella Thalassa che, come i suoi uomini, lottava con grinta e energia. Tra tutti, l'esercito di Pyrus spiccava per il suo modo quasi barbaro e brutale. Gli uomini di Tharoon, assieme ai Dijiin, mostravano invece un'incredibile agilità nel corpo a corpo, soprattutto i primi, mentre le frecce di Iryndiel non mancavano mai il bersaglio.

Alla fortezza invece i Guardiani cercavano di fare una breccia per cercare di entrare al suo interno anche se la cosa si presentò più ardua del previsto, ma grazie alla forza impetuosa dei draghi riuscirono a penetrare al suo interno, mentre fuori la battaglia infuriava.

L'ingresso era a malapena illuminato dalle torce alle pareti, quindi Dafne creò alcune sfere per illuminare. Poterono notare che l'arredamento era molto scarno e davanti a loro stavano le scale che portavano ai piani superiori. Non appena iniziarono a salire, vennero subito avvolti da un'incredibile senso di disagio e inquietudine, quasi come se stessero per venire schiacciati da un momento all'altro. A Dafne venne un capogiro e Shea allora la sorresse.

"Ehi ... tutto bene?"

"Si tranquilla ... è solo che ... questa forza l'ho già sentita in passato.", mormorò.

"Quindi vuoi dire che ..."

"Si Arya, questo è il potere di Apophys ... ma ora non abbiamo tempo da perdere"

Detto ciò presero a correre e man mano che si avvicinavano, l'aria diventava sempre più densa e impregnata di malvagità, ma non si fermarono. Giunsero poi in cima alle scale dove stava una porta finemente decorata dal cui interno proveniva una strana luce. Maverick allora, senza esitare, la spalancò con una palla di fuoco e si trovarono davanti a un'immensa sala con dei colonnati ai lati e vetrate. Lì quel potere era più forte e pulsante, ma riuscirono lo stesso a resistere. In fondo alla sala stava il Pilastro dell'Equilibrio e seduto ai suoi piedi stava lui, Apophys, in una forma ancora non del tutto umana. Ma la cosa più preoccupante fu il fatto che stava iniziando a imbrigliare il potere dei Cristalli attorno a lui. Subito allora corsero verso di esso per fermarlo dato che era momentaneamente vulnerabile, ma all'improvviso la figura di Selene con alcuni del suo esercito si parò loro davanti con aria minacciosa.

"Se volete fermare il mio signore ... prima ve la dovrete vedere con me"

 

Note dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con un nuovo capitlo. Con questo vi informo che siamo ormai agli sgoccioli, ancora cinque capitoli e questa storia giungerà al termine ... il che mi dispiace, ma mi ci sono davvero affezionata. Spero con tutto il cuore che sia venuto fuori una cosa accettabile ... insomma, con tutti questi scontri ahimè rischio di andare in panne eheh dato che come sapete non sono mai stati il mio forte. Comunque bando alle ciance, i nostri Guardiani sono finalmente giunti nell'Abisso, riusciranno a fermare Apophys prima che riesca a portare a termine il rito magico? Lo scoprirete nei prossimi capitli! Ringrazio Vago, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni! Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 - Apophys ***


Capitolo 24: Apophys

Nel vedersela davanti che sbarrava loro la strada i Guardiani non poterono fare altro che fermarsi, ben consapevoli che non avrebbero potuto evitare lo scontro.

"A quanto pare lui ha pensato proprio a tutto.", constatò Dafne, seria.

"Ovviamente, il mio signore non è affatto uno sprovveduto e vedo di portargli rispetto chiaro?!", esclamò Selene, alquanto irritata.

A quelle parole Maverick si adirò non poco.

"Rispetto?!! Rispetto?!! Lui non ha fatto altro che portare caos e disperazione ovunque, causando guerre e sofferenza!! COL CAVOLO che gli portiamo rispetto!!", urlò, infiammandosi.

Selene nel sentirlo sospirò per poi sogghignare.

"Molto bene ... l'avete voluto voi!"

E non appena ebbe detto quella frase lo scontro iniziò senza alcuna esclusione di colpi. La seguace di Apophys si dimostrò subito una temibile avversaria, poichè, anche senza le sue piante, poteva contare sulla sua incredibile abilità nel corpo a corpo e su una forza alquanto spropositata nonostante il fisico minuto, cosa che stupì non poco i sei ragazzi. Combatteva dando sempre il massimo, il che la rendeva non poco ostica. I suoi uomini d'altro canto la seguivano quasi fossero in adorazione e, come lei, davano davvero del filo da torcere, pieni di vigore. I Guardiani ovviamente avevano il loro bel daffare per cercare di contrastarla, ma ogni volta che si avvicinavano ad Apophys, lei interveniva impetuosamente pronta a proteggerlo dando il tutto per tutto. Anche se in quel frangente lui si apprestava a portare a termine il rito, che essendo non poco complesso, richiedeva del tempo ed era vulnerabile, sembrava lo stesso intoccabile grazie alla difesa infrangibile della sua sottoposta.

Vedendo che la situazione stava per precipitare, i sei ragazzi, dovettero ricorrere al potere dei loro famigli, fondendoli con le armi nella speranza di avere qualche vantaggio in più contro l'innarrestabile Selene, che non mostrava il minimo senso di affaticamento. Era fresca come una rosa mentre i Guardiani, al contrario, stavano cominciando poco a poco a risentirne, essendo feriti un po' ovunque in modo lieve. Ma ciò non gli spinse ad arrendersi, anzi, continuarono a combattere. Le loro armi rilucevano di nuova potenza grazie al potere dei famigli, che dava ad esse capacità a dir poco sorprendenti e lo stesso valeva per i Guardiani. Dafne poteva muoversi alla velocità della luce grazie alla suddetta arma ora avvolta dal suo elemento, Shea invece era molto più fluida con la sua katana trasformata in una frusta d'acqua. Arya invece poteva persino volteggiare leggera come una piuma e dal suo arco sfrecciavano freccie elementali che davano non pochi problemi agli uomini di Selene. Per quanto riguardava i ragazzi, Maverick con la sua lama infuocata aveva una forza di gran lunga superiore e le sue fiamme sembravano quasi danzare. Tenma invece grazie al suo martello, ora grande più del normale, creava potentissime onde sismiche e la forza era praticamente fuori dalla norma, mentre Shin creava tempeste di fulmini a suo piacimento e la sua lancia lanciava folgori di energia che non appena colpivano, polverizzavano letteralmente.

Selene alla vista di ciò non potè che rimanere sorpresa, i suoi soldati erano stati praticamente annientati, mentre lei era ancora in piedi nonostante le ferite subite. Nel vedersi circondata sogghignò.

"Ma guarda un po' ... alla fine siete riusciti a mettermi con le spalle al muro ... ma non avete ancora vinto ...", li schernì, mentre si premeva il fianco ferito con una mano.

"Forse, ma sta pur certa che non ci arrenderemo tanto facilmente ...", replicò Shea in tono di sfida.

"Bene ... nemmeno io, farò tutto ... tutto ciò che è in mio potere per far si che il mio signore trionfi ... una volta per tutte!"

Detto questo si lanciò nuovamente all'attacco nonostante le ferite. I Guardiani allora non poterono fare altro che riprendere lo scontro, seppur con qualche difficoltà, dato che lo scontro di poco prima era stato davvero molto ostico e li aveva spossati. Selene, anche se era ferita in modo abbastanza serio, sembrava avere ancora energia da vendere, ma si vedeva che ne risentiva. Alla fine infatti crollò in ginocchio, esausta e coperta di sangue, mentre sentiva la vita scivolarle via. Guardò quindi i Guardiani con odio e le prime lacrime iniziarono a rigarle le guance.

"A ... alla fine ce ... ce l'avete fatta ... ma se pensate che sia finita ... vi sbagliate di grosso ..." esordì per poi tossire e sputare sangue "Ma ... ma quello che conta è che ... che sono riuscita a ... a portare a termine il mio compito ... mi avrete anche sconfitta ma non avete ancora vinto ... questa guerra ..."

E con quelle ultime parole si accasciò a terra in una pozza del suo stesso sangue e un sorriso trionfante in volto. I Guardiani la guardarono con fare malinconico.

"Ha lottato fino alla fine ... la sua lealtà era qualcosa di a dir poco smisurato.", commentò Shin, sorpreso.

"Già, ma è stata comunque una valida avversaria, non c'è che dire.", replicò Maverick.

"Sono d'accordo ... ma ora non c'è tempo da perdere.", rispose Dafne, seria.

E con quelle parole corsero verso il loro nemico, ma in quel momento una luce accecante li travolse con il suo bagliore rosso-violaceo, scaraventandoli a terra e, alzando lo sguardo, videro con orrore che Apophys era riuscito nel suo intento: a poco a poco quel miasma denso che era prima iniziò poco a poco a prendere definitivamente una forma umana ben definita, finchè davanti a loro non si stagliò la figura di un incappucciato di cui non si riusciva a intravedere nemmeno il volto. Dietro di lui il Pilastro dell'Equilibrio era completamente privo del suo potere. A quella nuova consapevolezza le loro fronti si imperlarono di sudore.

Nel vederli così il giovane sorrise compiaciuto, mentre il suo sguardo si posava su Dafne, che iniziò ad ansimare.

"A quanto pare la storia ... sta per ripetersi"

 

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con un nuovo capitolo. Prima ci tengo ad informarvi che mancano solo tre capitoli alla fine di questa fantastica storia che mi ha fatto non poco penare.

Spero che lo scontro contro Selene sia venuto bene perchè, come vi ho già detto, con tutti questi scontri rischio di cadere in fallo ... se c'è qualcosa che non va siete liberissimi di dirmelo che sistemo tutto quanto. Alla fine Apophys è riuscito nel suo intento e ora ha un nuovo corpo pieno di tutto il suo potere. Che ve ne pare del suo aspetto? Carino vero? Riguardo alla frase finale se non vi ricordate andate a leggere il prologo e capirete. Ma ora la vera domanda è ... riusciranno i nostri Guardiani a sconfiggere Apophys una volta per tutte? Lo scoprirete nei prossimi capitoli. Ringazio calorosamente Vago, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni e i loro consigli. Detto ciò al prossimo capitolo!

Saluti la vostra EragonForever! (Sistemata descrizione di Apophys)

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 - Luce Purificatrice ***


Capitolo 25: Luce Purificatrice

Alla fine era successo quello che avevano temuto che accadesse: Apophys era riuscito nel suo obbiettivo finale e ora eccolo li davanti a loro in tutta la sua potenza, circondato dall'energia del Pilastro dell'Equilibrio ora spento e ridotto a un semplice obelisco. La sua aura era talmente schiacciante da non riuscire a farli alzare da terra. Dafne aveva già provato quella terribile sensazione di impotenza in passato e quella volta i suoi compagni le erano stati portati via, corrotti dalla sua oscurità, ma stavolta le cose sarebbero andate diversamente.

Non accadrà di nuovo maledetto pensò tra se e se per poi alzarsi a fatica, seguita a ruota dai suoi amici, uno sguardo carico di determinazione.

Apophys allora li guardò uno a uno per poi posare nuovamente lo sguardo su Dafne.

"A quanto pare la tua ostinazione di proteggere i più deboli non è affatto cambiata dal nostro ultimo incontro ... non ti è bastata la mia ultima lezione?", esordì con voce gelida.

In risposta la Guardiana lo guardò con sguardo di fuoco.

"Quello che hai fatto è stato imperdonabile ... ma la storia non si ripeterà di nuovo!", esclamò per poi prepararsi ad attaccare.

I suoi compagni d'altro canto avevano la fronte madida di sudore e le gambe che tremavano nello sentire quella terribile aura che Apophys emanava. Dafne allora li guardò con sguardo determinato.

"Capisco fin troppo bene come vi sentite poichè anch'io ho provato la stessa cosa, ma non dovete, non ora che il destino del nostro universo dipende da noi. Perciò fatevi forza e ricordate il perchè vi ho scelto e per cosa combattiamo.", disse con decisione.

A quelle parole i suoi compagni la guardarono prima con fare incerto, poi man mano i loro sguardi si fecero decisi e allora affiancarono la loro compagna, capendo che aveva ragione: se ora avessero vacillato, per il loro universo sarebbe stata la fine e non dovevano assolutamente permettere che accadesse. Apophys nel vederseli davanti mise su uno sguardo impassibile.

"A quanto vedo siete disposti a combattere contro di me nonostante tutto ... però, il vostro coraggio è ammirevole" esordì poi con fare sarcastico e con un sospiro riprendere "Ma per ora ... saranno loro i vostri avversari"

E come ebbe detto quelle parole, alla sua destra si udirono dei passi che si avvicinavano dal suono quasi metallico. I Guardiani allora guardarono in quella direzione, il cuore che batteva all'impazzata per la tensione creatasi. Il tempo che trascorse sembrò un'eternità, finchè dalla penombra non fecero la loro comparsa sei figure con una nera armatura e gli occhi vermigli, i volti impassibili. A quella vista il cuore di Dafne perse un battito poichè li aveva riconosciuti: quelle persone erano i suoi vecchi compagni ora corrotti dal potere di Apophys. Iniziò a tremare visibilmente e la fronte si imperlò di sudore. Shea allora le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla.

"Che hai? All'improvviso sei impallidita"

In risposta la Guardiana della Luce guardò nuovamente i nuovi arrivati e fece un profondo respiro.

"Io ... io conosco quelle persone ...", disse con un filo di voce.

"Ah si? E chi sono?", chiese Tenma, curioso.

Dafne a quella domanda abbassò lo sguardo.

"Loro ... loro sono i miei vecchi compagni di cui vi ho parlato ..."

A quella rivelazione spalancarono gli occhi, increduli. Sapevano che erano stati corrotti, ma non si sarebbero mai aspettati di doverli affrontare. Maverick allora guardò Apophys con rabbia.

"Maledetto, questo è giocare sporco allo stato puro!", gridò.

"Forse al momento non sono intenzionato a intervenire, basterà la Guardia della Notte a farvi perire.", rispose per poi fare un cenno ai suoi sottoposti che avanzarono parandosi di fronte al loro padrone.

A quel punto Dafne capì che non aveva altra scelta: doveva affrontarli. Dagli sguardi che le riversarono intuì che l'avevano riconosciuta, ma purtroppo questo non bastò a fermarli. I suoi compagni allora, seppur scossi, l'affiancarono, pronti allo scontro che non tardò a sopraggiungere. Sin da subito fu evidente quanto la Guardia della Notte era superiore in fatto di potenza nonostante i poteri fossero gli stessi, ma l'oscurità di Apophys li aveva aumentati di gran lunga. I Guardiani di Astrea cercavano in ogni modo di contrastarli ma non potevano nulla contro il vento tagliente di Leila o il fuoco nero di Fabio o anche l'acqua acida di Lyria. Persino i fulmini di Shin non riuscivano a fare nulla contro quelli neri di Ichigo e lo stesso per Tenma contro le meteore di Loki. Nessuno riusciva a dare appieno il massimo, soprattutto Dafne, poichè non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbe trovata a combattere contro coloro che un tempo erano stati la sua famiglia, che le avevano ridato la vita dopo che Elios era andata distrutta e una casa ... ma soprattutto l'amore, un amore luminoso che l'aveva aiutata anche nei momenti più bui della sua vita e che non aveva mai dimenticato. Tra tutti i suoi vecchi compagni Fabio era stato quello più prezioso, poiché l'aveva addestrata e poi amata come nessun'altro e ora che se lo trovava davanti da nemico era una cosa a dir poco inconcepibile. Il suo cuore era tutto un tumulto di emozioni contrastanti, si sentiva come pugnalata più e più volte. Avrebbe voluto gridare loro di tornare quelli che erano, ma sapeva che sarebbe stato del tutto inutile. Adesso erano solamente dei burattini nelle mani di quel mostro, completamente avvolti dalla sua oscurità. Colpivano ripetutamente i Guardiani di Astrea in modo brutale, quasi spietato e i sei ragazzi ormai stavano per raggiungere il limite, quando all'improvviso Lucis apparve in tutto il suo splendore senza che Dafne la chiamasse. La ragazza allora la guardò con gli occhi spalancati.

"Lucis che cosa ci fai fuori dal mio corpo? È ... è troppo pericoloso per te ...", replicò.

Lo so, ma non posso stare a guardare mentre tu e i tuoi compagni venite massacrati, di questo passo verrete uccisi rispose il drago, serio.

A quelle parole la Guardiana la guardò con gli occhi velati.

"Che cos'hai in mente di fare?! Se resti morirai, per favore torna nel mio corpo!"

Il famiglio allora poggiò la fronte squamata contro quella di lei.

Dafne cara so come ti senti ... ma come ti ho già detto non posso stare a guardare ... e c'è un unico modo se volete avere qualche speranza di salvarvi disse con voce calda e profonda.

La ragazza nel sentirla parlare così non poté trattenere le lacrime, capendo fin troppo bene quello che intendeva fare. Quindi abbracciò il suo muso come meglio poté con disperazione.

"No ... no ti prego ... ci deve essere un altro modo ... ti supplico ... non mi lasciare!", gridò, sconvolta.

Nel vederla così a Lucis le si strinse il cuore e pianse anche lei.

Oh amica mia, anch'io vorrei che ci fosse un altro modo ... ma purtroppo questo è l'unico ... però per non portarti nella morte dovrò spezzare nostro legame e ...

"No! No, non voglio! Non ... non lo accetto! Ho già perso tutti quelli che amavo e non voglio perdere anche te!", la interruppe la ragazza, il corpo tremante dai singhiozzi.

Lucis allora la guardò con fare rammaricato.

Mi ... mi dispiace, perdonami se puoi ...

E con quelle parole si staccò dalla compagna e in quell'attimo Dafne sentì come se qualcosa al suo interno si rompesse, simile a dei vetri infranti. Venne pervasa da un forte dolore che la costrinse in ginocchio. Guardò poi il suo famiglio che improvvisamente si illuminò di una pure luce bianca che avvolse i suoi vecchi compagni nel suo bagliore. Conosceva molto bene quell'incantesimo: Luce Purificatrice, lo stesso che anche lei aveva usato. In quel momento però avvertì uno strano calore che la pervase e sentì come una dolce pace che improvvisamente si trasformò negli ultimi sentimenti di Lucis. Avvertì ogni sensazione come il suo affetto verso di lei, la sua amicizia, ma soprattutto la sua gratitudine, ma anche il profondo dolore nello doversi separare. Le lacrime iniziarono a scorrere come un fiume in piena in un pianto disperato, non riuscendo a credere che non sarebbero mai più state assieme. Poco più tardi la luce si attenuò, mostrando i vecchi compagni di Dafne tornati del tutto normali. A pochi passi dalla Guardiana invece stava il corpo ormai esanime del suo famiglio. La ragazza allora si alzò a fatica per poi avvicinarsi a quel muso a lei tanto caro ed infine lanciò un grido straziato colmo di tutto il suo dolore, consapevole che ora non sarebbe mai più stata al suo fianco. Non c'erano parole per confortarla, poiché ora quelle lacrime parlavano per lei.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con questo nuovo capitolo! Eh si, stavolta Apophys ha giocato davvero sporco nei confronti dei nostri Guardiani ma soprattutto di Dafne. Lo ammetto, non amo far morire i miei personaggi, per lo meno i buoni ma ahimè stavolta era necessario. Ma alla fine con il sacrificio di Lucis (che riposi in pace) le cose sono andate per il meglio ... almeno per ora. Riusciranno i nostri Guardiani ad affrontare il temibile Apophys? Ma soprattutto, Dafne perdonerà i suoi vecchi compagni? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Ringrazio caldamente Teoth per essere tornata a recensire, Vago, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni! Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 - La Verità e la Resa dei Conti ***


Capitolo 26: La Verità e la Resa dei Conti

Il pianto di Dafne era l'unica cosa che si udiva in quella stanza ora silenziosa. I suoi vecchi compagni e i nuovi guardavano affranti la scena, percependo il suo immenso dolore come se fosse loro. Tra tutti solo Fabio ebbe il coraggio di farsi avanti, quindi le posò una mano sulla spalla. La Guardiana a quel contatto si voltò di scatto, incrociando le sue iridi ora tornate di un profondo color ossidiana, e il suo cuore tornò a battere all'impazzata dopo tanto tempo. Si sentì stringere tra le sue braccia forti e sicure in quella stretta che tanto le era mancata. Poco dopo a loro si aggiunsero anche gli altri e si ritrovò immersa nel loro calore.

"S ... siete tornati da me ...", mormorò la Guardiana della Luce, la voce tremante.

"Si ... e non sai quanto ci dispiace per quello che ti abbiamo fatto passare ma ... Apophys ci aveva avvolto nella sua oscurità senza che noi potessimo ribellarci ... ma ora con l'aiuto del tuo famiglio siamo ritornati quelli di un tempo ...", spiegò Leila con fare dispiaciuto.

"Hai sofferto le pene dell'inferno a causa nostra e capiremo se non vorrai perdonarci.", aggiunse Lyria con fare rammaricato.

A quelle parole però li strinse di più.

"Ora non ha più importanza ... non ha senso rivangare il passato ... quello che conta è che ora siete tornati da me ..."

"Si ... è vero, ma comunque resta il fatto che nulla potrà cancellare i nostri errori ..." esordì Loki per poi alzarsi e andare verso il corpo senza vita di Lucis "Perciò per redimerci c'è un solo modo.", riprese, toccando il muso con una mano.

"Ossia?", domandò Dafne con fare perplesso.

I suoi vecchi compagni allora raggiunsero l'amico, toccando anche loro il muso ormai gelido del drago.

"Ossia ... che la faremo rinascere ... lei ha sacrificato la sua stessa vita per salvare la vostra e le nostre anime ... quindi merita una seconda possibilità.", spiegò Fabio con un sorriso.

A quelle parole i Guardiani di Astrea spalancarono gli occhi.

"Aspettate ... non avrete mica intenzione di ...", iniziò Shea per poi essere interrotta da Lyria "No ... le daremo solo una parte della nostra energia, in questo modo avrà una seconda possibilità.", spiegò.

Detto ciò chiusero gli occhi espandendo la mente fino a toccare quella ormai spenta del famiglio e si illuminarono di un tenue bagliore dorato, che in scie di luce avvolsero il suo corpo e anch'esso iniziò a brillare, costringendo i presenti a schermarsi il volto con un braccio. In quel momento il corpo di Lucis iniziò a mutare poco a poco per poi prendere le sembianze di un uovo dorato pulsante di energia. Infine quando il bagliore si attenuò i vecchi compagni guardarono Dafne con un sorriso.

"Ecco fatto, ora il tuo famiglio potrà avere una nuova speranza rinascendo quando sarà il momento.", disse Ichigo con fare soddisfatto.

Gli occhi di Dafne brillarono a quelle parole, quindi guardò i suoi vecchi compagni con gratitudine.

"Grazie ... grazie davvero di cuore ...", mormorò, la voce tremante dall'emozione.

"E' il minimo ...", rispose Fabio, abbracciandola.

Apophys aveva assistito alla scena con fare impassibile per poi scuotere la testa.

"A quanto pare la vostra ostinazione non è affatto cambiata ... siete davvero patetici ... ma stavolta vi farò ricredere Guardiani.", sibilò per poi togliersi il mantello e rivelare il suo aspetto.

Era un ragazzo non molto più grande di loro dalla carnagione scura, occhi di un intenso color lapislazzuli e i capelli sbarazzini neri come la pece. Vestiva di una tunica nera stretta in cintura, mentre le maniche scendevano a campana fino ai polsi. Attorno a lui il potere del Pilastro dell'Equilibrio impregnava l'aria. Non appena Dafne lo vide spalancò gli occhi e la fronte le si imperlò di sudore. Si fece quindi avanti con passo tremante.

"Non ... non è possibile ... tu ... tu sei ... sei un'abitante di Elios, sei ... un Figlio della Notte ...", mormorò con voce strozzata.

Apophys a quelle parole assottigliò gli occhi per poi sorridere compiaciuto.

"I miei complimenti, alla fine lo hai scoperto ... ma in fondo c'era da aspettarselo dall'ultima Figlia della Luce rimasta in vita"

A quelle parole la Guardiana sgranò gli occhi mentre nella sua mente rivide ogni singolo attimo della distruzione di Elios, il terrore che aveva provato, la fuga disperata con sua sorella Lhyr e la morte di quest'ultima tra le sue braccia per mano di quella creatura oscura, ogni cosa. Si lasciò scivolare in ginocchio, incredula e il corpo tremante, poi con occhi lucidi guardò Apophys con fare disperato.

"S ... sei stato tu ... non è vero?", chiese infine con voce tremula.

In risposta lui sospirò, rimanendo in silenzio.

"Rispondimi! Sei stato tu?! Dimmelo avanti!", lo incitò Dafne, prossima alle lacrime.

Ancora una volta lui sospirò, per poi parlare.

"Si, sono stato io.", disse semplicemente.

A quella rivelazione la ragazza fremette di rabbia.

"Perché?! Dimmi solo il perché ... era anche casa tua in fondo no?! Come hai potuto fare una cosa simile?! A quale scopo?! Esigo saperlo!", gridò con foga.

Apophys a quello sfogo sospirò profondamente, per poi guardarla negli occhi con sguardo gelido.

"Il perché sembra piuttosto ovvio no? Quelli come me erano biasimati, erano malvisti a causa delle loro origini ... i Figli della Luce ci vedevano come portatori di disgrazie, ci tenevano a distanza come se avessimo avuto la peste ... e tu che sei una di loro mi chiedi persino il perché? Ho messo fine all'esistenza di Elios solo per vendicarmi di quello che la mia gente ha dovuto subire a causa vostra.", raccontò, sforzandosi di non esplodere.

A quella risposta stravolta fu Maverick a infiammarsi.

"Hai almeno una vaga idea di quello che hai fatto?!! A causa tua non solo Elios, ma anche la tua gente si è estinta!! Sei ... sei un mostro!!", urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

"Si ... me ne rendo conto, ma comunque non importa" esordì Apophys, volgendo nuovamente lo sguardo a Dafne "Vuoi sapere lo scopo? Ebbene ... grazie al potere che ho acquisito creerò una nuova Elios oscura, un mondo a mia immagine dove quelli come me potranno finalmente vivere in pace. Il suo nome sarà ... Obscuros e rinascerà dalle ceneri delle altre dimensioni rimaste.", disse infine con tono pacato ma gelido allo stesso tempo.

In risposta fu Fabio a intervenire.

"Sei un folle! Se accadrà sarai comunque solo senza nemmeno un amico! Ti va bene così?!"

"In questo caso ... sarà meglio per me!"

Dafne allora ebbe la forza di alzarsi e andare verso l'uovo di luce.

"In questo caso ... ti fermeremo una volta per tutte!", esclamò, per poi toccarlo e fondersi con esso.

In quell'attimo ci fu un bagliore accecante che illuminò la stanza, costringendo tutti a schermarsi il viso per proteggersi mentre la fusione era in corso. Il tutto durò qualche secondo e non appena la luce si attenuò il corpo di Dafne era cambiato: ora era una figura eterea fatta del suo stesso elemento che risplendeva di un nuovo potere. Vestiva di un abito anch'esso di luce che le arrivava poco sopra il ginocchio, mentre i capelli fluivano come onde delicate. I suoi compagni a quella vista spalancarono gli occhi.

"Dafne ... ce l'hai fatta ...", mormorò Arya, affaticata.

In risposta la Guardiana annuì, soddisfatta, per poi volgere uno sguardo di fuoco verso Apophys, che non ne fu minimamente toccato.

"Ora pagherai per tutto quello che hai fatto maledetto!!"

E con quelle parole, la Guardiana della Luce si lanciò in un ultimo e disperato attacco contro il suo antico nemico, colui che le aveva distrutto la vita portandole via tutto ciò che aveva di più caro al mondo, ma soprattutto colui che aveva ucciso la sua amata sorellina. Guidata dal senso di giustizia colpiva con tutta la forza possibile. Grazie a quel nuovo potere appena ottenuto era dotata di una velocità senza pari e attaccava a raffica prima che lui se ne accorgesse. Ma nei suoi colpi non c'era solo giustizia, ma anche rabbia, odio, rancore, disperazione, vendetta, tutte cose che non si era mai sognata di provare prima d'ora, essendo Guardiana non poteva permetterselo, andava contro i suoi principi. Ma stavolta era diverso e oltre che combattere doveva anche cercare di trattenersi per non far emergere quei sentimenti che non la rappresentavano.

Apophys d'altro canto si limitava a schivare per poi contrattaccare con forza altrettanto superiore. L'energia del Pilastro dell'Equilibrio gli aveva donato un potere senza eguali, capace di piegare qualunque cosa al suo volere, un potere che avrebbe potuto avvolgere l'universo per poi distruggerlo e plasmarne un altro dalle sue ceneri. Era un potere che però nemmeno la volontà di Dafne riusciva a contrastare, poiché per quanto si impegnasse non era riuscita a scalfirlo nemmeno di un millimetro e ben presto le fatiche degli scontri precedenti iniziarono a farsi sentire. Apophys quindi ne approfittò scaraventandola contro quello che rimaneva del Pilastro dell'Equilibrio. Il contraccolpo fu talmente forte da stordirla. Fece poi per colpirla di nuovo quando i suoi antichi compagni si intromisero, mettendosi in mezzo per cercare di bloccarlo con una barriera di energia. A quella vista Dafne spalancò gli occhi.

"Fermi! Non ... non siete nelle condizioni di affrontarlo! Fermi!", esclamò.

Fabio allora la guardò intensamente.

"Lo so ... ma come Guardiani è arrivato il momento di fare la nostra parte giocandoci il tutto e per tutto.", replicò, serio.

A quelle parole sgranò gli occhi, scossa.

"No! No ... non posso lasciarvelo fare ... vi ho appena ritrovati ... non voglio perdervi di nuovo!", esclamò, in lacrime.

Il Guardiano allora le sorrise mentre con i suoi amici cercava di reggere la barriera.

"Oh amore mio ... lo so che ci hai appena ritrovato, ma ormai il nostro tempo è passato ... ora toccherà a te e i tuoi Guardiani fermarlo ... ma comunque prima di andare sappi questo ..." iniziò, mentre i loro corpi, ormai al limite, venivano pervasi da una leggera luce e stavano iniziando a sgretolarsi "Non avere paura di innamorarti ancora ... apri il tuo cuore, perché l'amore è una cosa meravigliosa.", concluse.

"Sei stata una compagna fantastica ... la migliore del mondo ... crescerti per noi è stata la cosa più bella della nostra esistenza ... ti vorremo sempre bene.", aggiunse Lyria, sorridendole.

La ragazza a quelle parole li guardò intensamente, capendo che il loro tempo stava per finire.

"E voi sappiate che siete stati i migliori compagni che abbia mai avuto ... non ... non vi dimenticherò mai!", esclamò, la voce rotta dal pianto.

I suoi antichi amici sorrisero per poi scomparire in una miriade di scintille sotto gli occhi spalancati dei Guardiani di Astrea. Ma non ebbero nemmeno il tempo di metabolizzare quello che era appena successo che Apophys partì nuovamente all'attacco, senza dare un minimo di respiro. Dafne e i suoi compagni, essendo già stremati, ebbero il loro gran bel daffare per riuscire a resistere agli attacchi, i quali facevano tremare la terra e lo stesso Palazzo d'Onice. Nemmeno la fusione con i loro famigli riusciva ad arrestarlo. Le sue onde d'urto erano una forza della natura che li costrinse a ripararsi dietro il trono e in quel frangente ebbero modo di mettere a punto una strategia.

"Ragazzi ... se continua di questo passo dubito seriamente che riusciremo a resistere ancora per molto.", esordì Dafne, ansimante.

"Hai perfettamente ragione ... Apophys è ... è troppo forte ...", mormorò Shea, anche lei affaticata.

"Già ... stavolta deve essere l'attacco definitivo ..."

"Ben detto Arya ... e credo di sapere come fare ...", fece la Guardiana della Luce di rimando.

"Ossia? Usare i tuoi sacri poteri della luce in uno solo combinato?", osservò Tenma, serio.

"Esattamente ... il Giudizio Supremo è quello che li unisce ... in questo modo avremo qualche possibilità, o almeno lo spero ..."

"Non ci resta che provare ...", fece Maverick di rimando.

Shin annuì in segno di assenso, quindi uscirono da dietro il trono, mettendosi poi in posizione per effettuare l'attacco. Tesero quindi le mani che crearono un cerchio dorato di rune. Poi chiusero gli occhi e Dafne richiamò a se tutto il suo sacro potere della luce, per poi sincronizzarlo con la loro energia, concentrandola in quell'ultimo colpo disperato. Infine dal cerchio partì un immenso e candido raggio che travolse Apophys in pieno in un'esplosione accecante. Lui stesso fu sorpreso da tale potenza e nonostante provasse a resistere, la forza del loro legame era molto più potente della sua, poiché in quell'attacco c'erano tutti i loro sentimenti messi assieme, ma non solo, anche quelli degli antichi compagni di Dafne. All fine fu costretto a cedere e esplose, liberando così tutta l'energia del Pilastro dell'Equilibrio, causando una potentissima onda d'urto che stordì i Guardiani, facendo poi crollare l'edificio. Infine in una luce abbacinante fece ritorno ad Astrea nella dimensione di Shintiel.

 

Note dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con il terzultimo capitolo di questa fantastica storia che ahimè sta per giungere al termine. Allora, iniziamo! Qui finalmente si scopre tutta la verità su Apophys e sulla distruzione di Elios per mano sua oltre anche il suo scopo. Immagino che non ve lo aspettavate vero? Eheh, volevo riservarvi tutto alla fine. Riguardo ai suoi antichi compagni ... si, mi dispiace che non si siano salvati, ma come ha detto Fabio, il loro tempo era ormai passato ... spero di non pentirmene amaramente ma era necessario. Parlando dei due scontri ... spero con tutto il cuore che siano venuti bene e di aver reso l'idea su quello che accade in entrambi ... insomma se mi fossi soffermata troppo sui dettagli sarebbe venuto fuori un capitolo infinitamente lungo, quindi in poche parole un pacco ... in pratica vi ho risparmiato una lettura eterna ... ma comunque o voi che recensirete siate clementi. Con questo vi informo che gli scontri sono finalmente finiti. Passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio di cuore Teoth, Vago, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni e il loro supporto e chi legge e basta. Detto ciò non ho molto altro da dire quindi ... al prossimo capitolo!

Saluti la vostra EragonForever!

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 - Quiete dopo la tempesta ***


Capitolo 27: Quiete dopo la tempesta

La prima cosa che videro fu il soffitto dell'ingresso di Astrea sotto la statua del loro Master Shiryu. Avevano il corpo intorpidito e la testa che girava a mille, cosa che li costrinse a stare distesi ancora per qualche minuto, finchè, poco a poco, non si sentirono lievemente meglio. Si misero quindi a sedere con ancora qualche segno di stordimento. Il silenzio era sovrano, quando Maverick prese parola.

"Ehi ... qualcuno di voi ha una vaga idea di quello che è successo?", esordì con voce roca.

In risposta i suoi compagni misero su un'espressione confusa.

"Purtroppo no ... ho la mente ancora troppo scombussolata per ricordare qualcosa ...", mormorò Dafne con un sospiro.

"Lo stesso vale per noi ...", fece Shea di rimando.

"Forse io posso esservi d'aiuto.", disse la voce calda di Shiryu.

In quell'attimo la sua statua si illuminò di un tenue bagliore dorato per poi prendere le sembianze del loro Master. I Guardiani quindi lo guardarono in attesa. Shiryu allora si schiarì la voce, per poi parlare.

"Quello che vi è successo è piuttosto semplice" esordì, le mani dietro la schiena "Quando avete sconfitto Apophys, il potere del Pilastro dentro di lui, come avete potuto vedere, è stata liberata causando una potentissima onda d'urto che vi ha stordito, oltre ad aver distrutto il Palazzo d'Onice e lo stesso Abisso ... in poche parole è stato lo stesso Pilastro a riportarvi qui e siete rimasti privi di sensi per tre giorni.", spiegò.

A quel racconto i sei ragazzi lo guardarono con fare perplesso.

"T ... tre giorni?", domandò Dafne, incerta.

"Si, ma non temete, ho pensato io a ristabilirvi ... ma comunque sono fiero di voi, grazie al vostro coraggio l'universo è salvo e il male è stato sconfitto definitivamente, ottimo lavoro"

I Guardiani allora sorrisero con gratitudine.

"Grazie Master.", risposero.

Shiryu annuì per poi guardare Dafne e avvicinarsi a lei, mettendole una mano sulla testa con apprensione.

"So quello che è successo durante la battaglia, immagino che sia stata dura per te.", mormorò.

In risposta la Guardiana sospirò.

"Si ... ma passerà ... non si preoccopi ...", rispose infine.

Shiryu annuì per poi tornare a guardarli nuovamente.

"Bene ... non mi resta che augurarvi buona fortuna, miei Guardiani"

E con quelle parole sparì in un bagliore accecante e la sua statua tornò normale. Non appena fu sparito tirarono un grosso sospiro.

"A quanto pare ce l'abbiamo fatta.", esordì Maverick dopo qualche minuto.

"Si ... finalmente è finita ...", fece Arya di rimando.

"Ancora stento a crederci che siamo riusciti a sconfiggere Apophys.", commentò Tenma, ancora stupito.

Dopo un po' Dafne si alzò, evocando il suo bastone magico per sorreggersi e li guardò con un sorriso.

"Si, è stata dura, ma quello che conta è che siamo riusciti a compiere la missione con successo, sono fiera di voi"

I suoi compagni in risposta sorrisero, per poi alzarsi a loro volta.

"Quindi ... che facciamo adesso?"

"Per ora cara Shea non ci resta che recuperare appieno le forze e tra qualche giorno riuniremo il Concilio con i Rappresentanti degli Angeli e dei Quattro Regni per fare il punto della situazione.", rispose Dafne con decisione.

Nessuno obbiettò alle sue parole dato che erano ancora abbastanza spossati, così si ritirarono nelle loro stanze a riposare. Tra tutti Dafne era rimasta quella più segnata dalla battaglia, poichè non riusciva ancora a credere alla verità rivelata da Apophys sulla distruzione di Elios e alle motivazioni che lo avevano portato a tale gesto. A quel tempo però lei era stata troppo giovane per capire le divergenze tra i due popoli e mai avrebbe immaginato una cosa del genere. Ma la cosa che le rodeva di più era il fatto che non era riuscita a salvare i suoi compagni nonostante fosse stato lo scopo principale di quella missione ... ma purtroppo non c'era riuscita. Aveva sperato fino all'ultimo, ma nemmeno quello era bastato. Però, come aveva detto Fabio, il loro tempo era finito e questo non poteva cambiare. Però, anche se loro non c'erano più, i ricordi vissuti non sarebbero mai scomparsi e questa era la cosa più importante. Ma non poteva negare la loro mancanza, poichè per lei erano stati dei compagni davvero preziosi a cui avrebbe sempre dovuto la vita, delle persone meravigliose di cui non si sarebbe mai dimenticata.

I suoi compagni attuali questo lo sapevano fin troppo bene, ma erano comunque felici di essere al suo fianco come nuova squadra. Certo, non avrebbero mai potuto sostituirli come famiglia o primo amore, ma nonostante tutto non l'avrebbero mai abbandonata, anche perchè lei aveva salvato loro la vita quando sembrava che avessero perso la speranza. Le erano riconoscenti in un certo senso. Avevano vissuto molte avventure insieme da quando loro erano diventati Guardiani, ma mai una come la battaglia contro Apophys, che aveva messo alla prova ognuno di loro emotivamente facendo rivivere passati ormai lontani, ricordi dolorosi con cui speravano di non avere più a che fare, cosa purtroppo non possibile. Ma, come aveva detto Dafne, nessuno li aveva giudicati per le storie che si portavano dietro, nemmeno tra loro erano sorti giudizi, poichè ognuno era quello che era ed era questa la cosa che più contava.

Qualche giorno dopo si erano ripresi e la cosa che notarono fu che anche gli eserciti che avevano combattuto al loro fianco erano stati avvolti dall'energia del Pilastro e riportati chi alla sua dimensione e chi alla sua terra, o almeno questo era quello che avevano scoperto in Sala Ologrammi. Infine, come sie era deciso, riunirono il Concilio con i Rappresentanti degli Angeli e i Sovrani dei Quattro Regni al Palazzo della Pace per discutere sulla nuova situazione creatasi.

"A quanto pare alla fine ce l'abbiamo fatta, ancora stento a crederci.", esordì Eltanin, sorpreso, dopo che ebbe ascoltato il resoconto da parte dei Guardiani sulla sconfitta di Apophys.

"Non dirlo a me, mi sarò dato chissà quanti pizzicotti prima di rendermene conto.", fece Markas di rimando.

"Concordo ... ma mi chiedo cosa ne sia stato delle truppe nemiche nell'Abisso.", replicò Gerala, perplesso.

"Ora che ci penso me lo chiedo anch'io.", osservò il Sovrano degli Elfi, preoccupato.

"A questo posso rispondere io" esordì il Generale degli Angeli dell'Aria, per poi schiarirsi la voce e riprendere "Ho mandato alcuni miei sottoposti in perlustrazione sia dell'Abisso che della Dimensione del Fulmine e quando sono tornati mi hanno riferito che le truppe nemiche erano morte, mentre altre ancora tornate alla normalità.", spiegò.

A quelle parole Shin sgranò gli occhi, stupito.

"Quindi questo significa che ... che anche Sharazan ora è libera ...", disse con voce tremante dall'emozione, stendando a crederci.

In risposta Shea annuì.

"Adesso si.", mormorò dolcemente con un sorriso.

"Questa ... è ... è una cosa davvero meravigliosa.", replicò il suo compagno, emozionato.

"Lo è per tutti noi, ora finalmente potremmo dedicarci al ripristino della pace.", aggiunse Dafne, sorridendo caldamente.

A quelle parole tutti i presenti annuirono e quindi la riunione si sciolse e i Sovrani fecero ritorno ai loro rispettivi regni, dove si dedicarono a quello che la Guardiana aveva detto. In quanto ai Guardiani di Astrea, anche loro si dettero da fare. Certo, le perdite c'erano state, ma nonostante tutto ora, pieni di fiducia e nuova sicurezza, avrebbero finalmente potuto dedicarsi alla ricostruzione delle forze perdute e al ripristino della pace ora riconquistata.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con il penultimo capitolo di questa storia straordinaria di cui posso rendemi fiera. Qui da quello che leggerete Apophys è stato finalmente sconfitto ed è tornata la pace per i nostri Guardiani. Ho voluto anche concentrarmi sul loro stato emotivo dopo il loro risveglio ad Astrea, specialmente su quello di Dafne, dato che, da come avrete letto nel capitoletto precedente, ha scoperto una verità che mai si sarebbe immaginata e ha perso persone a lei care ... cosa mica da poco insomma e per quello che riguarda i suoi compagni anche loro hanno dovuto riaffrontare il loro passato ... e non è stata di certo una passeggiata al chiaro di luna ... quindi spero con il cuore di aver reso bene l'idea. Detto ciò non ho molto altro da dire, quindi passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio Teoth, Vago, Franky93 e reign_00evil per le loro recensioni e coloro che leggono e basta. Alla prossima avventura!

Saluti la vostra EragonForever! (Dialoghi leggermente sistemati)

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 - Epilogo ***


Capitolo 28: Epilogo

Passò poi un mese e cinque erano trascorsi dall'inzio di quella che venne chiamata la Guerra dei Sei Eserciti, e i sei Guardiani potevano finalmente godersi un po' di meritata pace e tranquillità, felici di aver portato a termine quella missione assai difficile che aveva messo a repentaglio le loro vite praticamente ogni giorno. Nel mese appena trascorso si erano dedicati a ripristinare quella pace che sembrava persa, a ricostuire, o meglio, riparare i danni causati dalla battaglia di Astrea e al ripristino delle truppe perse, cosa riuscita con molto successo. Un pomeriggio soleggiato Dafne riunì i suoi compagni per una missione speciale.

"Vorrei che andaste nelle vostre dimensioni per verificare se la pace è tornata anche lì.", esordì con un sorriso.

I suoi compagni a quella richiesta non poterono non sorridere, quindi annuirono.

"Certamente, lo faremo senz'altro" rispose Arya, per poi guardarla con fare perplesso "Ma tu non vieni con noi?", chiese poco dopo.

In risposta la Guardiana della Luce scosse la testa.

"No, è una cosa che riguarda le vostre terre natie ... e poi qualcuno dovrà pur restare qui a controllare la situazione no?"

"Sei proprio sicura?", chiese Shea, preoccupata.

"Si tranquilla, starò bene, non preoccupatevi per me.", la rincuorò.

A quelle parole i suoi compagni annuirono e per salutarla fecero un abbraccio di gruppo.

"Allora ci vediamo presto, vi voglio bene ragazzi"

"Anche noi e te ne vorremo sempre, ma tu sta attenta ok?", rispose Maverick con un lieve sorriso.

"Tranquillo, starò attenta, ma ora andate, io sarò qui ad aspettavi.", fece Dafne di rimando, scioglendo l'abbraccio.

I suoi amici annuirono per poi aprire i portali per le loro rispettive dimensioni, e, dopo i saluti, partirono per la missione speciale. Rimasta sola Dafne si fece però malinconica, in un certo senso le sembrava di essere tornata indietro, ma stavolta in cuor suo sapeva che sarebbero tornati da lei. Poi andò al ciliegio, il suo luogo preferito, dove da un mese stava una grossa lapide con incisa sopra una frase.

 

A Fabio, Leila, Lyria, Loki e Ichigo, i migliori compagni che abbia mai avuto. Non vi dimenticherò mai.

Con affetto, la vostra Dafne.

 

Aveva chiesto a Tenma di farla in memoria dei suoi antichi compagni caduti, dopo averne ovviamente parlato, e i suoi amici non avevano esitato ad accettare, capendo quanto fosse importante per lei. Sfiorò quindi la lapide con un lieve sorriso.

"Ciao ragazzi, eccomi qua come quasi ogni giorno" esordì, per poi sospirare e riprendere "Sapete, qui ad Astrea le cose vanno bene ... Apophys è stato sconfitto e la pace è tornata. Ora i miei compagni sono andati nelle loro dimensioni a vedere come vanno le cose mentre io ... beh, non ho più una dimensione a cui fare ritorno ... quelli che amavo non ci sono più ..." le prime lacrime iniziarono a rigarle le guance "E ora ... ora anche voi ve ne siete andati ... è ... è così tremendamente ingiusto ... ho sperato ogni singolo giorno di ... di riuscire a salvarvi ... ma ora ... ora ...", si lasciò andare in un lungo pianto disperato, crollando in ginocchio con il corpo tremante dai singhiozzi.

In quel momento però una mano calda si posò sulla sua spalla, facendola sussultare. Si voltò quindi di scatto, spalancando gli occhi nel vedere la figura lucente di Fabio che le sorrideva caldamente. D'istinto tese una mano verso di lui.

"F ... Fabio? S ... sei proprio tu?", chiese, la gola arida come se non bevesse da giorni.

In risposta il giovane sorrise, per poi inginocchiarsi alla sua altezza.

"Si ... sono proprio io ... o almeno sono il suo spirito.", rispose con voce calda e profonda.

La ragazza allora portò una mano al suo viso a lei tanto caro, facendogli lente carezze sulla guancia per averne la certezza che fosse veramente li al suo fianco. Fabio quindi portò le mani a quelle della fanciulla e le asciugò le lacrime.

"Non devi piangere per noi amore mio, dovresti essere felice che finalmente è finita.", mormorò con dolcezza.

In risposta Dafne gli prese i polsi con fare incerto.

"Infatti lo sono ma ... ma ... ho pagato un caro prezzo per arrivare a questo momento e ... e non riesco ad accettarlo ... ho sperato, pregato fino all'ultimo di potervi salvare ma non ... non ce l'ho fatta e questo fa male ... troppo male"

A quelle parole Fabio non esitò e la portò al suo petto, stringendola in un caldo abbraccio.

"Oh amore mio ... lo so, lo so che fa male, ma non puoi cadere nella disperazione, non ora che finalmente Apophys è sconfitto ... ascolta, so che salvarci era la missione principale e lo capisco, ma ... in un certo senso ci hai già salvato liberandoci dalla sua oscurità, cerca di vederlo come una cosa positiva ...", mormorò con voce supplichevole.

Dafne allora lo strinse con disperazione, senza frenare le lacrime.

"Ma io ... io avrei voluto riavervi al mio fianco ...", disse con la voce rotta dal pianto.

"Lo so che lo avresti voluto ... ma come ti ho già detto il nostro tempo è finito ... credimi, so che per te sarà molto dura da accettare, ma vedila in questo modo ... ora hai una nuova e meravigliosa squadra al tuo fianco, dei compagni pronti a sostenerti e a combattere al tuo fianco, persone che tu stessa hai salvato ridando loro la speranza che avevano perso e questo ti rende una leader davvero meravigliosa amore mio, capace di parlare ai cuori della gente e vederli tu stessa ed è stato questo a farmi innamorare di te"

Nel sentire quelle ultime parole la fanciulla alzò appena lo sguardo.

"Davvero?", chiese con voce roca.

"Certamente, ed è per questo che voglio che tu sappia che per me sei stata la cosa migliore che mi sia mai capitata mia dolce Dafne ... non cambiare mai.", mormorò lui, per poi baciarla con ardente passione.

La fanciulla ricambiò il contatto, lasciandosi avvolgere da quel dolce calore che solo lui le sapeva dare. In quel momento però il corpo di Fabio iniziò a irradiare di un lieve bagliore e a emanare una leggera polvere di stelle. Quindi si staccò, prendendola per le spalle.

"A quanto pare il mio tempo sta per finire ... ma prima di andare vorrei che tu mi prometta una cosa"

"Qualuque cosa amore mio ... qualunque cosa.", rispose Dafne in lacrime, cingendogli i polsi.

Lui allora poggiò la fronte contro quella di lei, posandole le mani sulle guance e guardandola intensamente.

"Promettimi di essere forte e guardare avanti ... ma soprattutto non chiudere il tuo cuore e cerca di goderti appieno la vita con i tuoi nuovi compagni ... loro ti vogliono bene e non ti abbandoneranno mai ... però sappi che noi saremo sempre nel tuo cuore e vivremo nei ricordi ... ma cosa più importante ... non arrenderti mai hai capito? Promettimelo"

In risposta la Guardiana annuì.

"Te lo prometto ..."

"So che lo farai amore mio ... so che lo farai"

E con quelle parole le diede un ultimo e dolce bacio per poi alzarsi verso l'alto in una polvere stellata. Non appena fu rimasta di nuovo sola guardò il cielo con un sorriso, asciugandosi le lacrime, ripensando poi alle sue parole. Aveva ragione ... dannatamente ragione. Ora che finalmente tutto era finito poteva essere felice per davvero, godersi la vita nel modo più sereno possibile. Certo, i suoi antichi compagni le mancavano già terribilmente, ma in cuor suo sapeva che sarebbero stati per sempre nel suo cuore.

Passò poi qualche giorno da quell'incontro e Dafne divenne molto più serena, specialmente quando i suoi compagni fecero ritorno dalle loro dimensioni con buone notizie, raccontando ciò che avevano visto con aria entusiasta.

"Insomma, morale della favola, anche nelle nostre case la pace è finalmente tornata e non ci sono più guerre ne sofferenze.", disse infine Maverick.

"Ne sono davvero felice.", rispose Dafne, sorridendo caldamente.

"Te invece? Com'è andata durante la nostra assenza?", chiese Shea.

"Benissimo! Mi è successa una cosa meravigliosa mentre eravate via!"

"Ah si? E che cosa?", domandò Arya, curiosa.

La Guardiana della Luce sorrise più ampiamente.

"Ecco ... ho rivisto Fabio, o meglio, il suo spirito.", rispose, suscitando lo stupore dei suoi amici.

"Davvero? E che cosa ti ha detto?", chiese Tenma, parecchio incuriosito.

"Mi ha incoraggiata tirandomi su il morale, oltre anche a dirmi quanto io sia stata la cosa migliore che gli sia mai capitata ... ma soprattutto mi ha detto di non cambiare mai.", fece Dafne di rimando.

A quel racconto i suoi amici sorrisero.

"Aveva ragione a dirti queste cose, è lo stesso che pensiamo tutti noi.", replicò Maverick con un sorriso.

"Si ... aveva ragione, prima di andare però gli ho fatto una promessa"

"Che promessa?", domandò stavolta Shin.

"Gli ho promesso di essere forte e andare avanti, ma soprattutto di non arrendermi mai.", fece Dafne di rimando, portando una mano al petto.

"Beh, non c'era promessa migliore.", commentò Arya, dandole una pacca sulla spalla.

"Già ..."

Dal ritorno dei suoi compagni passò poi una settimana nella quale Dafne continuava a guardare il tempio dove stava il Pilastro e l'uovo di Lucis, e cominciò a preoccuparsi nel non rivedere il drago. Un pomeriggio però, mentre erano fuori a godersi il tiepido sole e ne stava parlando, giunse un Angelo della Luce con fare trafelato.

"Miei Guardiani, è successa una cosa incredibile.", esordì, suscitando il loro interesse.

"Che cosa è successo? Ci hanno invaso gli alieni?", chiese Maverick con fare sarcastico.

L'Angelo però scosse la testa.

"No, qualcosa di più, stanotte mentre ero di guardia al Pilastro l'uovo di Lucis si è schiuso, ma inaspettatamente non è rinato solo il drago, bensì una nuova dimensione" iniziò, per poi guardare Dafne "Elios è tornata in vita"

A quelle parole tutti i presenti spalancarono gli occhi, stentando a crederci.

"T ... tornata in vita? Ma ... ma com'è possibile?", chiese la ragazza, la voce tremante dall'emozione.

"Non lo so, possiamo definirlo un miracolo dovuto al vostro profondo legame.", rispose l'Angelo con un sorriso.

Nel sentire tale frase gli occhi della Guardiana si inumidirono, lasciando uscire lacrime di gioia. Ci fu quindi una grande festa per il lieto evento e, mentre il sole tramontava, Dafne volse lo sguardo al cielo con un sorriso, dove Lucis, ormai sia sua famiglia che custode della dimensione stessa, le sorrideva, vegliando su di lei dalle nuvole.

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, innanzitutto sorpresa! Si, di solito pubblico al mercoledì ma stavolta volevo farvi un regalino ... ebbene si, siamo giunti alla fine di questa fantastica storia che mi ha tenuto impegnata per un anno, una storia che mi ha fatto si penare, ma di cui alla fine non posso che andarne fiera. Scriverla per me è stato un immenso piacere e ammetto che mi dispiace che sia finita, ma proprio tanto, essendo la mia prima originale. Lo ammetto, avevo da tempo l'idea di creare qualcosa di simile, perchè mi hanno sempre affascinato storie di questo genere dove la terra o l'intero universo devono essere salvati da una terribile minaccia. Mi mancherà moltissimo.

In questo capitolo ho voluto dedicare un po' di spazio a Fabio, unico grande amore della mia protagonista, spero non vi dispiaccia, ma in fondo chi meglio di lui poteva farle capire certe cose? Qui potrete forse vedere Dafne un'egoista, ma vi anticipo già che non lo è affatto ... insomma, la sua precedente squadra era quella che le aveva fatto da famiglia salvandola dalla distruzione di Elios quando era ancora bambina ... è piuttosto normale che parli in quel modo no? La rende più umana in un certo senso. Ora si può finalmente dire che la pace è finalmente tornata e ciliegina sulla torta ... Elios è rinata, cosa si poteva desiderare di più? Ma ora passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio di tutto cuore le mie due amiche TotalEclipseOfTheHearth e KakashinoSharingan per il loro supporto e sostegno e per avermi aiutato a creare questa fantastica storia, senza di loro non sarei mai riuscita a realizzare tutto ciò, perciò grazie di tutto cuore! Vago per avermi seguito sin dall'inizio con tanta pazienza e per le sue recensioni, Franky93, reign_00evil e Knght of Fire, sempre per le recensioni e anche Teoth e tutti coloro che mi hanno seguito e letto sin qui. Ma non temete, non sparirò, anzi, presto tornerò con una fanfiction tutta su Saint Seiya, spero con il cuore che vi piacerà. Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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