A kiss from a Rose

di Vera_D_Winters
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Thinking about you - Bibi ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 I was thinking about you - Koza ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 I know you I walked with you once upon a dream ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 Remember me for Centuries ***
Capitolo 5: *** The Crow and the Butterfly ***



Capitolo 1
*** Thinking about you - Bibi ***


...Iʟ ᴄᴏʟᴏʀᴇ ᴅᴇɪ sᴜᴏɪ ᴄᴀᴘᴇʟʟɪ ʀɪᴄᴏʀᴅᴀᴠᴀ ϙᴜᴇʟʟᴏ ᴅᴇʟʟᴇ ᴅᴜɴᴇ ʙᴀᴄɪᴀᴛᴇ ᴅᴀʟ sᴏʟᴇ ᴅɪ ᴍᴇᴢᴢᴏɢɪᴏʀɴᴏ, ᴄᴏsɪ ᴄᴏᴍᴇ ᴀɴᴄʜᴇ ɪʟ sᴜᴏ sɢᴜᴀʀᴅᴏ ʀᴇᴄᴀᴠᴀ ɪ sᴇɢɴɪ ᴅɪ ϙᴜᴇʟ ᴅᴇsᴇʀᴛᴏ ɪɴ ᴄᴜɪ ᴇʀᴀ ɴᴀᴛᴏ ᴇ ᴄʀᴇsᴄɪᴜᴛᴏ. Pᴇʀᴄʜᴇ́ sɪ ᴏsᴛɪɴᴀssᴇ ᴀ ɴᴀsᴄᴏɴᴅᴇʀʟɪ ᴅɪᴇᴛʀᴏ ϙᴜᴇʟʟᴇ ʟᴇɴᴛɪ ᴠɪᴏʟᴀᴄᴇᴇ ᴇʀᴀ ᴜɴ ᴍɪsᴛᴇʀᴏ. Mᴀ ғᴏʀsᴇ ɪʟ ᴄᴀᴘᴏ ᴅᴇɪ ʀɪʙᴇʟʟɪ ᴠᴏʟᴇᴠᴀ ᴄᴇʟᴀʀᴇ ϙᴜᴇʟʟᴀ ᴄɪᴄᴀᴛʀɪᴄᴇ ᴄʜᴇ ʟᴏ ʟᴇɢᴀᴠᴀ ɪʀʀɪᴍᴇᴅɪᴀʙɪʟᴍᴇɴᴛᴇ ᴀʟʟᴀ ᴘʀɪɴᴄɪᴘᴇssᴀ ᴇ ᴀʟ ᴘᴀʟᴀᴢᴢᴏ ᴄʜᴇ ᴛᴀɴᴛᴏ ᴏsᴛɪɴᴀᴛᴀᴍᴇɴᴇ sᴛᴀᴠᴀ ᴄᴇʀᴄᴀɴᴅᴏ ᴅɪ ʀᴏᴠᴇsᴄɪᴀʀᴇ...

La principessa aprì gli occhi e l'immagine che aveva appena sognato, il suo amico d'infanzia fattosi ormai quasi adulto, svanì immediatamente, quasi fosse stato un miraggio causato dal calore sotto cui si era appisolata.
L'oasi non era enorme come sarebbe stata un tempo, e anche l'acqua scarseggiava, ma era bastato stare un po' all'ombra leggera delle palme perchè tutti i Mugiwara si addormentassero, spossati e accaldati. E soltanto Bibi sembrava essersi ridestata fino a quel momento.

Una volta passata la confusione iniziale, la giovane donna si alzò in un lieve volteggiare del mantello nero, e scostandosi qualche ciuffo ribelle dal viso si allontanò dal gruppetto ancora apparentemente quieto, ridacchiando per il ronfare ritmico di Zoro e Rufy. Chissà forse era stato proprio quel rumore a strapparla ai suoi sogni...
Immersa nei suoi pensieri, la principessa percorse qualche metro, lasciando soffici impronte sulla sabbia arroventata, arrancando ogni tanto sui sandali. Voleva allontanarsi per qualche minuto così da richiamare le immagini del sogno appena fatto, sperando di concentrarsi nel silenzio e nella solitudine, ma i suoi sforzi furono decisamente vani: tutto ciò che ricordava di quel sogno erano i contorni sfocati delle spalle di Koza che si allontanava per la sua strada. Lontano da lei ancora una volta.
Possibile che quel sogno fosse la proiezione delle sue paure? 
Bibi desiderava solo fermare la ribellione che minacciava di mettere ancora più in ginocchio il suo amato Paese, ma sapeva che convincere il vecchio e cocciuto amico non sarebbe stato semplice, anzi, e temeva davvero di veder rifiutate e inascoltate le proprie parole. Koza era un'idealista, pieno di ardore e fermo nelle sue convinzioni. Spostare una montagna sarebbe stato decisamente più semplice che fargli cambiare idea.
Sotto quelle paure però, e sotto la determinazione della sua missione, si agitava un cuore di giovane adolescente, che desiderava da morire riabbracciare il vecchio compagno d'avventure e giochi spensierati. Forse anche per questo lo aveva sognato.
Ah che cos'avrebbe dato per tornare a quei momenti!
La loro amicizia era iniziata con una rissa, ed era cresciuta tra giochi e scherzi. Erano stati inseparabili, e addirittura Koza era arrivato ad affrontare una banda di banditi che volevano rapire la principessa. Era pronto a morire pur di proteggerla, così aveva detto. E quanto aveva pianto Bibi per quella frase. Lei non voleva affatto che qualcuno si sacrificasse per la sua salvezza, tanto meno una persona per cui provava un affetto smisurato.
Insomma tra piccole avventure il tempo era passato, e le strade dei due bambini si erano dovute dividere.
La giovane però non avrebbe mai e poi mai immaginato che addirittura un giorno si sarebbero trovati l'uno contro l'altro, intenti a combattere entrambi per i propri ideali, che in quel momento più che mai sembravano inconciliabili, sebbene in realtà non fossero altro che due facce della medesima medaglia.
No lei non avrebbe mai voluto arrivare a un epilogo del genere. Tuttavia il destino a volte sembrava essere davvero beffardo e crudele...

"Bibiiii-chaaaaan!"
La voce del cuoco dei Mugiwara la riscosse dai suoi pensieri e dalle sue riflessioni, facendola sobbalzare leggermente. Si voltò verso il punto da cui era arrivata la voce, portandosi una mano al petto per il lieve spavento, e forzò un sorriso che però non arrivò ad illuminarle gli occhi chiari.
"Arrivo!"
Urlò di rimando, cominciando poi a correre verso il piccolo agglomerato di palme, notando che tutta la ciurma era di nuovo in piedi pronta a ripartire. Non vi erano più indugi e non vi erano più scuse. Prima di notte avrebbero raggiunto l'oasi in cui i ribelli avevano stabilito la loro base, e allora sarebbe arrivato il momento della verità. Pace o guerra? L'ago della bilancia propendeva inesorabilmente verso la seconda, e la principessa avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per fermare il conflitto imminente, anche se questo avesse dovuto significare mettersi contro a una delle persone a cui aveva voluto più bene in assoluto. Forse addirittura il suo primo amore, quell'amore puro e infantile che aveva continuato a vibrare tra le corde dell'anima della principessa, con quella stessa semplicità che di solito si perdeva assieme alla fanciullezza, ma che in lei invece era rimasta viva e luminosa.
Purtroppo però non vi era sentimento che tenesse.
La salvezza del popolo di Alabasta era più importante di qualsiasi cosa, anche di ciò che serbava una principessa nel profondo del proprio cuore.

"Arrivo Koza..."
Mormorò al vento che soffiava insistentemente, facendo danzare i granelli di sabbia che si impigliavano tra i capelli ondulati della giovane donna.
Forse era sciocco e assurdo, ma sperava che in qualche modo quella brezza calda potesse portare la sua voce fino a lui. Che potesse portare la sua voce, la sua determinazione, e i suoi desideri. Lontano, oltre l'orizzonte infuocato dal sole al tramonto.

- to be continued -
- coming next - thinking about you - Koza -

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Capitolo 2
*** Cap. 2 I was thinking about you - Koza ***


Sᴇ ʟᴜɪ ᴇʀᴀ ᴜɴ ᴘᴇʀғᴇᴛᴛᴏ ғɪɢʟɪᴏ ᴅᴇʟ ᴅᴇsᴇʀᴛᴏ, ʟᴇɪ ᴇʀᴀ ᴘɪᴏɢɢɪᴀ. ᴍᴀʀᴇ, ᴄɪᴇʟᴏ. Nᴏɴ ᴇʀᴀ sᴏʟᴏ ɪʟ sᴜᴏ sᴏʀʀɪsᴏ ᴀ ʀɪᴄᴏʀᴅᴀʀᴇ ᴍɪʟʟᴇ ɢɪᴏʀɴɪ ᴅɪ sᴏʟᴇ﹐ᴍᴀ ɪ ᴄᴏʟᴏʀɪ ᴄʜᴇ ᴅɪsᴇɢɴᴀᴠᴀɴᴏ ʟᴀ sᴜᴀ ʙᴇʟʟᴇᴢᴢᴀ. E Fᴏʀsᴇ ʟᴀ ᴘʀɪɴᴄɪᴘᴇssᴀ ᴅɪ Aʟᴀʙᴀsᴛᴀ sᴀʀᴇʙʙᴇ sᴛᴀᴛᴀ ᴘɪᴜ̀ ᴀᴅᴀᴛᴛᴀ ᴀ ᴜɴ ᴘᴀᴇsᴀɢɢɪᴏ ғᴇʀᴛɪʟᴇ ᴇ ʀɪɢᴏɢʟɪᴏsᴏ ᴅɪ ᴘʀᴀᴛɪ ᴇ ʀᴜsᴄᴇʟʟɪ﹐ᴘɪᴜᴛᴛᴏsᴛᴏ ᴄʜᴇ ᴀ ϙᴜᴇʟʟᴇ ᴅᴜɴᴇ sᴛᴇʀɪʟɪ ᴇ ᴘʀɪᴠᴇ ᴅɪ ᴠɪᴛᴀ...

Il capo dei ribelli aveva passato buona parte del pomeriggio a riguardare la piantina di Alubarna, così da sistemare gli ultimi dettagli dell'incursione armata, e una volta finita la riunione era andato a coricarsi sulla sua scarna brandina, raccomandandosi anche con i suoi compagni di riposarsi a dovere. Una grave e cruenta battaglia aspettava tutti loro il mattino seguente, ed era bene che le truppe fossero al massimo della loro forza.
Con il braccio destro sollevato a coprirsi parte del visto, il leader ci mise poco ad appisolarsi, scivolando lentamente in un sonno agitato, fatto di urla disperate, spari, sangue e macerie.
Che stesse sognando la battaglia che si sarebbe consumata di lì a poche ore? Che fosse un tenebroso sogno premonitore?
No... Koza non credeva in quelle sciocchezze, e nel dormiveglia cercò di sottrarsi a quell'incubo.
La sua mente ancora intrappolata nel mondo onirico allora, scivolò in un altro anfratto più lontano e gentile: un ricordo... ora stava sognando un ricordo. Un viso tondo e delicato, un sorriso caldo e vivace, occhi blu come l'oceano e lunghi capelli del colore del cielo terso d'estate.
Bibi... perchè ora stava sognando la principessa? Dopo quasi undici anni...
Forse era il senso di colpa? Dopotutto stava facendo di tutto per deporre il padre di quell'amica d'infanzia, scardinare il trono e distruggere probabilmente per sempre il palazzo che una volta era stato teatro di giorni felici e spensierati. I loro giorni felici. Forse sognare Bibi ora era un monito della sua mente che voleva avvisarlo di fermarsi, trovare un'altra soluzione.
Ma come potevano esserci altre soluzioni?
Il re aveva tradito la sua gente, il popolo che aveva giurato di proteggere e far prosperare. Aveva rubato la pioggia, aveva distrutto tutto ciò che di buono era stato costruito, mettendo in ginocchio quei luoghi che egli stesso aveva chiesto di rendere fertili e prosperi. Era indifendibile.
E benché il giovane avesse ottimi ricordi legati a quell'uomo, l'affetto in quel momento andava messo da parte, assieme al dispiacere: contava solo la rivolta. Solo con essa forse, le sorti di Alabasta sarebbero cambiate, e la fine sarebbe stata scongiurata.
Tuttavia in quel sogno ovattato e avvolto dal vento e dalla sabbia, la figura di Bibi sembrava proprio chiedergli il contrario.
"Fermati... fermati... Leader."
La sua voce non era più quella stridula della bambina con cui aveva giocato per tanto tempo, ma era il tono autoritario di una giovane donna pronta a sbocciare. Era cresciuta, proprio come era cresciuto lui, e anche se non la vedeva da anni, la sua mente riusciva ad immaginarla, bellissima, determinata, pronta a prendere il suo posto nel mondo.
Nel sogno allora Koza provò ad avvicinarsi a lei, pronto a chiederle spiegazioni, e anche a spiegare lui stesso le proprie ragioni. Era pronto a raccontarle della sofferenza patita dal popolo di Alabasta, di quanto gli facesse male ergersi contro la famiglia reale, ma quanto fosse un male necessario, e di come ogni passo che aveva compiuto fino a quel momento, era stato solo per fare il bene di tutti.
La dimensione onirica però purtroppo si infranse come tanti specchi che crollano e vanno in frantumi, mentre lui si svegliava quasi di soprassalto, madido di sudore freddo, il corpo in tensione. La sagoma della principessa svanì nel nulla e lui tornò al presente.
Era stato così vicino dal poterle parlare...
Ma... un momento. Che cosa andava a pensare? Quello era stato solo un sogno, non era accaduto realmente!
Intontito e frastornato, il ribelle si alzò dal suo giaciglio e raggiunse il tavolino su cui era poggiata una bacinella contenente un po' d'acqua, dopodichè si terse il viso, nel tentativo di schiarirsi un poco le idee.
Gli sembrava di sentire ancora la voce della giovane, come se stesse arrivando assieme al vento lieve che faceva ondeggiare leggermente la tenda sotto cui era accampato. Ma sicuramente era solo una strana illusione, nata dai suoi timori e dai suoi turbamenti.
Non che stesse rivalutando i suoi pensieri, anzi. Coloro che avevano rubato la pioggia e messo il paese in ginocchio dovevano pagare, giustizia andava fatta e Koza non si sarebbe tirato indietro, nonostante un tempo lontano avesse conosciuto di persona il sovrano, e nonostante proprio a quel tempo gli avesse anche voluto bene come a uno zio gentile.
No, i suoi ideali erano giusti, la battaglia era l'unica soluzione. Anche se non gli piaceva, anche se non voleva che altre persone ancora soffrissero e perdessero la vita, quello era un male necessario, e non si sarebbe fermato nemmeno se davvero si fosse ritrovato la sua bella principessa davanti agli occhi. Il dado era tratto.
Ritrovata la sua risoluzione prese un bel respiro profondo e uscì dalla tenda, cercando con lo sguardo chi era di vedetta al momento in quel turno di guardia.Non che fossero mai stati attaccati, ma la prudenza era necessaria in una situazione tanto delicata.
Mentre si avvicinava al limitare di quell'oasi però, il suo sguardo catturò una serie di figure che si avvicinavano senza fuochi o torce per farsi riconosce. Il sole ormai era tramontato lasciando il posto a una splendida notte stellata, non abbastanza luminosa tuttavia, da far riconoscere quelle sagome sempre più vicine.
"Attenzione... mano alle armi..."
Mormorò al compagno d'armi più vicino, prima di mettersi a urlare a pieni polmoni, all'indirizzo del gruppetto sempre più vicino.
"Ehi? Chi va la?? Identificatevi immediatamente!"
Chi poteva essere tanto stolto da avvicinarsi ad un'intera armata di ribelli?

- to be continued -

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Capitolo 3
*** Cap. 3 I know you I walked with you once upon a dream ***


Erano troppo distanti per potersi riconoscere, sopratutto perchè in quegli undici anni di separazione erano cambiati e cresciuti. E poi com'era possibile ritrovarsi laggiù proprio quella sera, quando si erano incontrati nei loro sogni poche ore prima? Sembrava una magia, o forse uno strano scherzo del destino.
Eppure Koza dovette ricredersi, quando udì l'urlo in risposta alla sua richiesta di palesarsi e presentarsi ai ribelli.
"Sono la principessa Nefertari Bibi."
Quell'unica risposta risuonò nello spazio enorme che intercorreva tra i ribelli di guardia e il piccolo gruppetto che si era avvicinato, e fece risalire un brivido d'incredulità lungo la schiena del leader del raffazzonato esercito popolare.
No... non era vero. Come poteva...?
Le gambe del giovane tuttavia lo portarono avanti, sebbene l'incredulità avesse storpiato i tratti del suo viso. Alcuni dei suoi commilitoni si agitarono nel vederlo avanzare, cercarono di fermarlo, ma fu tutto inutile. Come in trance Koza camminò fino a fermarsi a pochi metri da quelle persone sconosciute, in silenzio, come se le parole gli fossero state portate tutte via.
 

E fu allora che Bibi lo vide.
Era anche più bello di come lo aveva sognato.
"Leader..."
Bisbigliò ora senza più determinazione nella voce limpida, ma solo con una timida urgenza di chiudere le distanze tra loro e stringerlo, come se quel gesto potesse bastare a ricucire la profonda ferita che aveva distrutto il loro amato Paese.
Le ci volle tutta la forza di volontà di cui disponeva per rimanere immobile dove si trovava, sollevano il mento tremulo per mostrarsi più sicura di quanto in realtà non fosse.
Si schiarì la gola una volta, un'altra e un'altra ancora prima di proferire di nuovo parola, e anche così, le ultime sillabi si affievolirono nuovamente:
"Sono qui perchè ho delle informazioni di vitale importanza per tutti noi. Qualcosa che potrebbe cambiare il corso degli eventi. Vorresti ascoltarmi per favore?"
Oh si decisamente, su quelle ultime parole la voce della principessa era drasticamente calata, fin quasi a divenire inudibile.

E Koza rimase in silenzio, nella più totale contemplazione. Quasi nemmeno si chiese chi fossero gli accompagnatori della giovane, li aveva notati si, ma la sua attenzione era tutta focalizzata sulla principessa.
La luce della luna le conferiva un'aura più adulta, ed esaltava la sua pelle nivea e perfetta. La bellezza di chiunque sarebbe impallidita al confronto e in un angolo recondito della sua mente si vide gettare tutto alle ortiche per seguire lei e solo lei. Per fortuna però, passato lo stordimento iniziale, si ricordò chi era, dove fosse, e quale dovere avesse verso tutte quelle persone che l'avevano scelto come loro guida. Non poteva tradirle, e non poteva nemmeno tradire se stesso, benchè quegli occhi profondi come l'oceano valessero qualsiasi rischio e qualsiasi pena. 
Anche il ribelle fu costretto a schiarirsi la voce, e dopo un gesto austero e altero con cui indicò tutto il piccolo capannello di persone che lo fronteggiava, come a chiedere che cosa significasse quel gruppo eterogeneo, incrociò le braccia al petto.
"Ti ascolto."

Bibi cercò di mantenere la calma davanti a quell'atteggiamento tanto duro.
Nemmeno un saluto cordiale, nemmeno un sorriso, solo un muro con il viso del suo vecchio e amato amico d'infanzia.
Che altro poteva aspettarsi comunque? Era ovvio che sarebbe finita così.
Le era parso di cogliere la sorpresa e una briciola d'affetto in quel viso scolpito, ma forse era stata solo una sua impressione, una proiezione dei suoi desideri. Il leader la guardava con distacco, come se il tempo avesse cancellato tutto ciò che erano stati.
Strinse con forza i pugni, irrigidendo le braccia che fino a quel momento erano state lasciate inermi contro il corpo, e allo stesso modo strinse anche i denti.
"Non qui. Io e i miei amici abbiamo fatto un lungo viaggio per vederti, potresti almeno scortarci all'accampamento."
E non appena vennero nominati, i Mugiwara ruppero quelle fila che si erano create spontaneamente: Rufy fece per parlare, ma venne prontamente interrotto da Nami che gli tappò la bocca con la mano, Zoro e Sanji si raddrizzarono per bene, stendendo la schiena e irrigidendo la postura delle spalle, come se fossero pronti a combattere, e Usopp e Chopper furtivamente si nascosero dietro di loro.
Bibi sperava che nessuno di loro prendesse iniziative strane o sarebbe stata la fine. Tuttavia confidava che la volontà del capitano della ciurma pirata di combattere contro Crocodile, gli impedisse di compiere gesti avventati contro qualcuno che con quel mostro non aveva nulla a che fare.
 

Il capo dei ribelli intanto aveva arcuato un sopracciglio nel notare quei lievi movimenti. Alle sue spalle inoltre, i suoi commilitoni cominciavano ad agitarsi di nuovo, e nel silenzio che riecheggiava tra le dune, si udì nitido lo scatto di alcuni fucili e lo stridio di alcune lame estratte da chissà dove.
"Non sprecate le munizioni! Sono troppo preziose e qui non vi sono pericoli!"
Tuonò in tono deciso all'indirizzo dei suoi uomini, prima di riportare la sua attenzione su Bibi e i suoi strani compagni.
"Non posso permetterti di arrivare all'accampamento. Se sei qui davanti a me e non già in manette nelle grinfie dei miei uomini e solo in virtù della nostra vecchia amicizia. Ma non posso tirare troppo la corda. Sei la figlia del tiranno, e le persone laggiù vogliono anche la tua testa, non solo quella di tuo padre. Non so che cosa speri di ottenere ormai, e se hai davvero delle informazioni o meno, ma non posso permetterti di procedere oltre."
 

Altro nervosismo tornò a scuotere i Mugiwara. La situazione si faceva sempre più tesa, e Bibi sapeva che non avrebbe potuto tenere quelle teste calde a bada ancora per molto. Tuttavia non poteva nemmeno desistere, era lì per fermare la guerra, lo aveva giurato e non era intenzionata a cedere per nessuna ragione al mondo.
Fece allora per aprire bocca, ma venne preceduta da Rufy, il quale si era liberato della stretta della navigatrice, leccandole la mano.
"Bibi chan ha rischiato la vita per scappare da Crocodile dopo aver scoperto tutti i suoi sotterfugi! E tu nemmeno la vuoi ascoltare! Sei stupido o cosa?! Non è lei il nemico, è quel viscido verme!"
Il pirata dal cappello di paglia sbraitò con forza quelle parole, tanto che probabilmente lo avevano sentito fino all'accampamento e oltre.
Un colpo netto gli arrivò sulla nuca, sempre ad opera della giovane dai corti capelli arancioni, mentre gli altri scuotevano la testa senza speranza.
 

Le parole del giovane moro però, non avevano lasciato indifferente Koza, che abbandonato la postura da muro inamovibile si protese in avanti, confuso ma anche determinato a capirci qualcosa di più.
"Che cosa c'entra ora l'eroe di Alabasta?"
 

"Eroe? Ma allora sei duro di comprendonio?! Sei peggio di Zoro!"
Il colpo questa volta arrivò dallo spadaccino, e fu molto più forte di quello della navigatrice, nonostante l'ilarità che aveva percorso il gruppo alla nuova affermazione del capitano.
Questa volta però, Bibi tornò a riprendere la parola.
"E' una storia complicata Leader... Ti prego."
Alzò gli occhi su di lui, cercando di non torturarsi il labbro inferiore a morsi mentre cercava le parole adeguate.
"Non ti ruberò troppo tempo, e se non ti sembrerà una storia veritiera la mia... Allora potrai anche catturarmi e portarmi come ostaggio domani davanti a mio padre."
Ecco, ora si stava giocando il tutto per tutto.
Un coro di protesta si levò dalla ciurma alle sue spalle pochi attimi dopo che lei aveva proferito il suo discorso, ma con un cenno della mano fece loro segno di lasciare stare.
Aveva deciso, ed era più risoluta che mai.
 

Dal canto suo Koza si prese un attimo per prendere una decisione, ma alla fine, pur non lasciando trapelare nessun particolare sentimento nè dal tono di voce nè dall'espressione del viso, annuì semplicemente una sola volta.
"D'accordo. Seguitemi."

 

-To be continued-
-Coming next: remember me for centuries. -

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Capitolo 4
*** Cap. 4 Remember me for Centuries ***


La luce della lampada ad olio crepitava, gettando sulla tenda strane e fluttuanti ombre scure, riflesso dei gesti e delle figure che si muovevano attorno al piccolo tavolino sui cui erano poggiate le cartine che spesso Koza consultava per aiutarsi a pianificare attacchi e sommosse.
I Mugiwara erano rimasti fuori, ad eccezione della donna dai capelli arancioni che aveva detto di chiamarsi Nami, e così anche il capo dei ribelli si era tenuto a fianco solo il suo vice.
Erano tutti sicuri che non sarebbe accaduto nulla e che Bibi non aveva assolutamente cattive intenzioni, tuttavia si era deciso che entrambi tenessero con loro almeno una sorta di guardia del corpo.
Così era iniziata quella riunione inaspettata.
Il capo dei ribelli non sapeva se credere o meno alla storia che la principessa gli stava raccontando, certo era però che con tutti quei dettagli era difficile pensare ad una menzogna. Certo esistevano anche bugie ben collaudate e impossibili da smascherare, ma non poteva essere il caso di Bibi. Da qualche parte era certo ci fosse ancora la bambina che aveva imparato ad apprezzare e voler bene.
Anche il suo vice sembrava pendere dalle labbra della principessa, la fissava completamente rapito, e quasi annuiva deciso ad ogni nuova scoperta, come se avesse sempre saputo tutto quanto.
"Uno degli uomini di questa Baroque Works può mutare il suo aspetto giusto?"
Intervenne comunque il ribelle, interrompendo il flusso di parole della principessa.
"Come faccio a sapere che non sei tu? E che non ti stai inventando tutto per fermarmi?"
L'espressione che comparve sul volto della principessa a quella domanda sembrava insieme divertita ed esasperata, come se si fosse aspettata un'obiezione del genere.
Prima però che Koza potesse fare alcunché, la principessa allungò le mani e tolse dal viso dell'uomo gli occhiali dalle lenti violacee, e sorrise dolcemente.
"Quella cicatrice te la sei fatto per proteggermi. E se non fossero intervenuti mio padre e i suoi uomini quel giorno non sarebbe affatto finita bene. Tu però sei stato tanto coraggioso da frapporti tra me e addirittura tre briganti adulti e spietati."
In un tacito accordo allora, la ragazza dai capelli arancioni e il vice dei ribelli si alzarono e lasciarono silenziosamente la tenda, ma Koza non vi badò molto, intrappolato nello sguardo di Bibi. Le tolse di mano gli occhiali e li posò sul tavolino, lasciandosi sfuggire un breve sospiro.
"Lo rifarei un altro milione di volte ancora."
Ammise in un mormorio, ingoiando l'orgoglio.
"Ma adesso... adesso è troppo tardi. La macchina della ribellione è in moto, e se io ora cambiassi rotta improvvisamente, dubito che mi seguirebbero. Il popolo è arrabbiato e deluso Bibi, e non tutti crederanno alla tua storia."
Era davvero rammaricato, e quel sentimento si poteva percepire in ogni sillaba, tuttavia era la pura e inevitabile verità. Infuocare animi già provati dalla sofferenza era assolutamente semplice, placarli invece era tutto un altro paio di maniche.
La giovane donna comunque non sembrava affatto scoraggiata, e i suoi occhi continuavano a scintillare di quella luce determinata che non abbandonava mai chi era certo di perseguire la verità.
"Per ora non dovranno saperlo tutti, Leader."
Ancora quel nomignolo che gli dava da bambino.
"Domani porterai comunque i tuoi guerrieri alle porte di Alubarna. Perchè Crocodile esca allo scoperto è necessario che la battaglia ci sia, o perlomeno che entrambi gli eserciti siano schierati uno davanti all'altro. Dovremo fargli commettere un passo falso, ma in questo mi aiuteranno gli amici con cui sono venuta qui oggi. Ciò che ti chiedo è di essere abbastanza bravo da tenere i tuoi soldati a bada abbastanza  a lungo da permettermi di parlare a tutti. Ci muoveremo separatamente così nessuno sospetterà che io sia stata qui e che ci siamo accordati in segreto. E quando il tuo esercito sarà davanti a quello di mio padre, io farò la mia mossa. Tu conducili alle porte di Alubarna, e io ti prometto che non ci sarà altra sofferenza, nè vi saranno altre morti inutili. Fidati di me Leader. Amo troppo questo paese per permettere che succeda una catastrofe... e quest'amore me lo ha insegnato proprio mio padre."
Koza annuì, mentre dentro si sentiva annegare un po'. 
Come aveva potuto credere che Cobra avesse davvero rubato la pioggia? Come aveva potuto farsi abbindolare a quel modo, proprio lui che lo aveva conosciuto tanto da vicino, e aveva visto il suo buon cuore e la sua dedizione al popolo di Alabasta? Come aveva potuto essere proprio lui il cuore pulsante della ribellione? Se solo avesse chiesto invece che credere semplicemente ai suoi occhi...
"Hai agito in buona fede Leader. La delusione, la paura, e il dolore per il nostro Paese ferito ti hanno fatto agire in maniera avventata. Ma non sarebbe mai accaduto se tu non fossi stato una brava persona che ama questi luoghi tanto quanto noi. Io non ti incolpo di nulla."
Mormorò con voce rassicurante la principessa, come se gli avesse letto nel pensiero, scaldandogli un poco il cuore.
Era ancora capace di leggerlo in viso, nonostante tutti gli anni trascorsi?
"Non sono sicuro di meritare tanta accondiscendenza."
Le disse prendendole la mano e portandosela al petto, proprio all'altezza del cuore, mentre un delizioso colorito roseo accendeva le guance della giovane, regalandole un aspetto ancora fanciullesco eppure altrettanto bello e desiderabile.
"Ma su una cosa non posso contraddirti. Ho agito sperando di fare il bene di tutti. E ho intenzione di agire ancora seguendo questo principio."
Bibi annuì, cercando di fuggire all'imbarazzo, distogliendo lo sguardo da quello del ribelle.
"Allora è deciso. Lasceremo subito l'accampamento così nessuno sospetterà o vedrà nulla, e domani ci rincontreremo alle porte di Alubarna."
Fece per sciogliere l'intreccio delle loro mani mentre si alzava in un delicato fruscio del mantello blu che indossava, ma Koza la trattenne, rinsaldando la presa sulle sue dita esili, bloccandola.
"No... resta un altro po' qui con me Bibi. Ci sono ancora tante cose di cui vorrei parlare con te. Non andartene subito."
"Ma Leader... devi riposare. Dobbiamo riposare tutti, domani sarà una giornata lunghissima..."
"Soltanto un altro po'. Non chiedo altro Bibi."
Un sospiro esitante accompagnò lo sguardo della principessa che ora tentennava.
Alla fine però annuì, e un timido sorriso si dipinse sulle sue labbra mentre acconsentiva a rimanere con lui, accomodandosi di nuovo composta sul piccolo sgabello che aveva occupato poco prima, lasciando che le sue dita si intrecciassero a quelle del ribelle, scomparendo quasi nella mano tanto grande di lui, provata dal duro lavoro sulla terra arida.
"Soltanto un altro po'."
Disse in tono quasi serio, ripetendo le parole pronunciate poco prima da lui, e questa volta fu il turno del ribelle di annuire.
Se lo sarebbe fatto bastare.
Ma che fosse dannato se non avesse approfittato di ogni minuto che avevano a disposizione. Con tutto quello che c'era in gioco l'indomani? Solo un folle l'avrebbe fatta scappare via.
E Koza forse poteva essere impulsivo e testardo... ma folle? Quello non lo era mai stato.

-To be continued-
-Coming next - the crow and the butterfly -

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Capitolo 5
*** The Crow and the Butterfly ***


Alla fine avevano cominciato a parlare entrambi a raffica, come a voler ricucire tutti quegli anni di distanza in una volta sola. Koza aveva mostrato tutta la sua anima di ribelle dai grandi ideali di libertà e giustizia, raccontando di tutto il lavoro svolto con il padre per rendere rigogliosa la terra donata loro da re Cobra, e Bibi dal canto suo aveva parlato della sua vita a palazzo, della sua missione segreta alla Baroque Works, e di quanto avesse amato quel breve viaggio con i pirati Mugiwara. Su quel punto i suoi occhioni color dell'oceano avevano preso davvero a brillare come stelle nel firmamento, e il giovane era rimasto per qualche attimo imbambolato ad osservarla. Non l'aveva mai vista tanto appassionata, e gli bastò poco per capire che nonostante la principessa amasse e mettesse il proprio popolo sopra ogni cosa, avrebbe rimpianto probabilmente per sempre la vita di mare.
Fu inevitabile dispiacersi per lei, e tuttavia certi destini erano davvero scritti nella pietra, e purtroppo quello della principessa era uno di quelli.
Quando l'ora aveva cominciato a farsi tarda comunque, soprattutto gli occhi di Bibi avevano iniziato a chiudersi lentamente e la principessa quasi aveva rischiato di addormentarsi sulla sedia. Koza l'aveva presa al volo prima che si lasciasse andare rischiando di finire col faccino sul pavimento, e una volta presa tra le braccia l'aveva stesa sulla propria brandina. Certo non era il massimo della comodità, ma sembrava talmente stanca la sua principessa, che probabilmente non si sarebbe resa conto di dov'era sdraiata.
Per un po' il ribelle rimase a guardarla, diviso tra il volersi sdraiare accanto a lei e ciò che invece sarebbe stato appropriato fare, e alla fine si limitò a chinarsi sulla sua fronte, posandovi un bacio lieve, per poi recuperare una coperta in cui si avvolse dopo essersi messo a sedere all'angolo del letto, rannicchiato con le ginocchia al petto e gli occhiali posati a terra.
Gli ci volle poco per lasciarsi andare alle braccia di Morfeo anche lui, e lo fece col sorriso sulle labbra. L'unica pecca era che quel momento tutto loro era durato fin troppo poco.

 

Bibi aveva riposato per la prima volta dopo mesi senza incubi. 
I ricordi evocati da quell'incontro si erano susseguiti come dipinti di luce e colore nella sua mente placidamente addormentata, e l'avevano accompagnata per tutta la notte.
Con le primi luci dell'alba però, la giovane era stata strappata ai suoi sogni felici, tornando con la mente alla più brutale realtà: era arrivato il momento della verità, quel giorno si sarebbero decise le sorti di Alabasta.
Si lisciò la veste dopo essersi tirata a sedere sulla brandina, e un po' confusa si guardò intorno. Com'era arrivata su quel lettino? E Koza dov'era? La risposta arrivò subito dopo, quando il suo sguardo terso si posò su un'ispida chioma bionda, che sporgeva dal bordo del letto. Aveva dormito sul pavimento quell'impiastro?  Ma che diavolo.... non era davvero cambiato di una sola virgola.
Bibi sospirò e scivolò silenziosamente giù dalla branda, cercando di non svegliarlo, e si inginocchiò accanto a lui per posare gli occhiali sul comodino, così che non rischiasse di schiacciarli una volta sveglio, e proprio come aveva fatto lui qualche ora prima, rimase ad osservarlo addormentato per qualche secondo. La mascella volitiva sembrava rilassata, e la cicatrice spiccava nitida sulla sua pelle bronzea. Era diventato così bello negli anni...
Inconsciamente la principessa si era sporta verso il suo viso, rimanendo sospesa a pochi millimetri dalle sue labbra, e quando si era resa conto di quello che stava per fare, arrossendo violentemente si era alzata di scatto e a passo svelto aveva lasciato la tenda, diretta dai suoi amici pirati per svegliarli e lasciare l'accampamento prima che altri ribelli si svegliassero e li vedessero, proprio come avevano pattuito la notte precedente.
Solo quando furono a molti passi dalle tende ammassate tutte vicine la principessa si guardò indietro, portandosi una mano all'altezza del cuore, un pessimo presentimento che le stringeva il petto e la faceva fremere di paura. Forse era solo l'agitazione per tutto ciò che avrebbero dovuto fare, per tutte le cose che potevano andare male... si era solo agitazione. Tutto si sarebbe concluso per il meglio quel giorno... era tempo che tutti loro smettessero di soffrire e tornassero a sorridere sotto lo stesso cielo di pace.


Non erano passati molti minuti da quando Bibi se n'era andata via veloce come il vento, e anche il capo dei ribelli venne strappato ai suoi sogni tranquilli, richiamato all'ordine da uno dei suoi. Per un attimo fissò il compagno allarmato poichè temeva che la principessa fosse ancora lì con lui, ma quando comprese che non era così, si guardò alle spalle aggrottando le sopracciglia mentre passava la mano sulle lenzuola su cui era rimasto un lieve tepore.
No Bibi non era andata via da molto, ma a quanto pareva era stata davvero abbastanza brava da non farsi vedere da nessuno.
Con un sospiro Koza si alzò e inforcò gli occhiali che erano stati riposti con più cura di quanto non avesse fatto lui, dopodichè si preparò per andare a parlare con i suoi uomini. Doveva prepararli a una battaglia che in realtà non sarebbe avvenuta e non sapeva come fare. Si sarebbe comunque inventato qualcosa perchè lo aveva promesso a Bibi, e perchè doveva assolutamente coprirle le spalle come aveva sempre fatto da quando si erano conosciuti.
Giacca chiusa, sciabola alla cintola, spalle dritte e sguardo fiero sebbene nascosto dagli occhiali, ed eccolo pronto al grande discorso.
Una volta fuori e una volta radunati tutti i compagni attorno a sè comunque, le parole arrivarono da sole, chiare e forti come aveva sempre fatto fino a quel momento. Li incitò si, ma li esortò anche a decidere col cuore qual'ora si fossero presentate delle scelte da fare. Fu criptico e un leggero brusio di curiosità e perplessità si diffuse tra le fila dei ribelli, ma alla fine un unico urlo fiero si levò dagli uomini e dalle donne riuniti laggiù, prima che si preparassero tutti a partire a bordo delle proprie cavalcature.
Chissà se Bibi lo aveva sentito quel grido che con forza si era levato al cielo chiedendo libertà e giustizia.
Chissà se nonostante tutto sarebbe stata orgogliosa del suo popolo, della sua gente.
Koza di sicuro lo era.

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