Elements: il segreto di Daphne

di Alessia_Leone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 01: Daphne Strauss ***
Capitolo 3: *** 02: Dove diavolo sono finita?! ***
Capitolo 4: *** 03: Tempo di presentarsi ***
Capitolo 5: *** 04: Forse non sei poi così male ***
Capitolo 6: *** 05: E tu cosa sei? ***
Capitolo 7: *** 06: Set ***
Capitolo 8: *** 07: Maya ***
Capitolo 9: *** 08: Sotto la pioggia battente ***
Capitolo 10: *** 09: Un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questo è un mondo come tanti altri: pieno di cose bizzarre e in cui la magia è di uso comune. In questo mondo, dove vedere una nave volante e un drago solcare i cieli uno accanto all'altro è normale, esiste una leggenda ed una leggenda molto particolare, che parla di una divinità ed di un uomo, suo cavaliere. Il Dio della Terra, malvagio fratello della Dea del Cielo, un giorno scappò dal regno degli Dei per seminare morte e terrore fra gli umani. La Dea del Cielo decise di non lasciare impunite le azioni del fratello e scese sulla terra per fermarlo. Per fare ciò, dovette legare la sua anima a quella di una mortale, ed insieme al compagno di quest'ultima, scacciarono il Dio della Terra e lo imprigionarono. Quando la divinità e il suo compagno morirono, una coppia di bambini nacque per prendere il loro posto e così fu per generazioni, fino ai giorni nostri. Questa è la storia della nuova Dea, del suo cavaliere e dei loro amici che avranno di nuovo il compito di rinchiudere il Dio della Terra che diciassette anni fa fu liberato dalla sua prigionia...

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Capitolo 2
*** 01: Daphne Strauss ***


<> disse Imasa abbracciandola.
<> rispose la ragazza, posando la borsa per terra per contraccambiare l'abbraccio della nonna.
<>
Riluttante, Daphne lasciò andare la nonna, afferrò la borsa, salì sul treno e si girò un'ultima volta per guardare l'anziana.
<> gridò la ragazza cercando di sovrastare il forte fischio del treno.
<> urlò la nonna a sua volta.
La porta del treno ultraveloce le si chiuse davanti e Daphne sospirò appoggiandosi alla parete di ferro. 
<>
Passando da una carrozza all'altra, Daphne sentì crescere sempre più una forte malinconia e un gran senso di colpa. La ragazza non avrebbe mai voluto lasciare la nonna paterna per frequentare l'Accademia Athena, ma suo nonno materno, l'attuale preside della scuola, e la stessa Imasa l'avevano obbligata ad iscriversi in quanto secondo loro, frequentare una vera scuola l'avrebbe aiutata a conoscere ragazzi della sua età e ad ampliare il suo mondo.

Daphne non era mai uscita da casa sua e fino ad allora aveva sempre vissuto con sua nonna sulle montagne a ovest del regno di Wisteria. Quando arrivò la prima lettera da parte del preside Daphne la ignorò, perché non aveva la minima intenzione di lasciare le montagne. Quando poi le lettere cominciarono ad aumentare, Imasa si insospettì e un giorno ne aprì una, scoprendo che Daphne da mesi continuava a rifiutare le offerte del nonno. Quando chiese spiegazioni alla nipote, questa le disse che non voleva lasciarla da sola sulle montagne, ma l'anziana la obbligò ad iscriversi, poiché era giunto il momento anche per Daphne di scendere dalle montagne e vedere il mondo. 
E così adesso la povera ragazza si trovava seduta all'interno di un treno ultraveloce che presto l'avrebbe portata nella sua nuova scuola.

Yeee non vedo l'ora...

La ragazza appoggiò la testa contro il finestrino e sospirò.
Dopo circa sei ore di viaggio, una voce registrata annunciò l'arrivo presso la stazione di Rosenroot, la città vicino la quale era stata costruita la scuola. Daphne sospirò prese i bagagli, la sua borsa a mano e la custodia del suo violino, e si diresse verso l'uscita del treno dove si imbatté in due ragazzi, un maschio e una femmina, vestiti con la divisa della sua nuova scuola. Il ragazzo aveva dei lunghi pantaloni blu, un pullover smanicato dello stesso colore, una camicia bianca e una cravatta a righe bianca e blu mentre la ragazza al posto dei pantaloni aveva una minigonna bianca, un pullover dello stesso colore, una camicia blu e la stessa cravatta righe bianca e blu. Vedendoli, un'ondata di timidezza investì la giovane, la quale ringraziò di non avere ancora la propria divisa, così da poter risultare invisibile agli occhi degli altri studenti. Daphne osservò i due giovani da lontano: lui aveva corti capelli biondi a caschetto e occhi castani e stava ascoltando svogliatamente la ragazza dal carré corvino che continuava a saltellare energicamente su e giù. Dalla sua posizione Daphne non era in grado di ascoltare la loro conversazione eppure non poté che sorridere osservando l'energica ragazza.

Dopo qualche secondo, il treno finalmente si fermò e i due ragazzi scesero seguiti a ruota da Daphne che rimase all'istante a bocca aperta: la stazione di Rosenroot aveva più l'aspetto di una grande serra che di una stazione ferroviaria, aveva un soffitto altissimo pieno di vetrate e sorretto da una complicata struttura di ferro, che si estendeva per tutto l'edificio e che ne sorreggeva l'enorme peso. Daphne osservò il grande e antico orologio al centro della stazione e si rese conto che la navetta per raggiungere la scuola sarebbe passata di lì a poco, si sistemò la custodia del violino sulle spalle e si mise a correre. Riuscì a prendere la navetta per un soffio e si sedette su uno dei posti in fondo, vicino al finestrino, guardando la strada persa fra i suoi pensieri. Dopo circa una mezz'oretta, Daphne scese dalla navetta e seguì alcuni ragazzi attraverso il lungo viale alberato che li avrebbe portati in accademia, appena fuori città, stando attenta a non inciampare nei piccoli mucchietti di foglie raccolte qua è là per la strada. Una volta arrivata davanti l'accademia Daphne rimase a bocca aperta: la scuola era enorme, costruita a forma di ferro di cavallo, tutt'intorno ad essa c'erano grandissimi giardini estremamente curati e sul lato ovest del complesso riuscì addirittura a vedere un bosco.

O una piccola foresta a giudicare dalle dimensioni!

La ragazza scosse la testa.

Il nonno non scherzava sul fatto che questa fosse una scuola fuori dal comune... spero solo che il fatto che gli studenti siano tutti nobili non sia vero...

Avendo sempre vissuto sulle montagne, Daphne raramente aveva incontrato altre persone a parte sua nonna, ma l'incontro con l'insopportabile marchese De Guillé, il reggente della zona in cui la ragazza abitava, non se lo sarebbe dimenticata molto facilmente. 
La giovane si fece coraggio e entrò nella scuola. Se l'esterno le era sembrato incredibile, anche l'interno non era da meno: i soffitti erano alti e finemente decorati da affreschi raffiguranti battaglie, feste, nature morte e tanto altro ancora, con stucchi e oro ad incorniciarne la bellezza, di fronte a lei si ergeva maestosa un'enorme scalinata costruita con del marmo grigio chiaro il cui corrimano era stato ricavato invece con del marmo nero e bianco. Osservando con attenzione, Daphne poteva scorgere numerose candele fluttuare e correre per tutto il soffitto, illuminandone ogni angolo e mostrandone ogni piccolo dettaglio in tutta la sua gloria. Tutto intorno a lei era un continuo ripetersi di marmi, oro, stucco e avorio.

Decisamente una scuola di riccastri... più che una scuola sembra un castello...

Daphne sospirò nuovamente e scosse la testa.

Si può sapere dove diavolo sono finita?!

Ai lati della grande scala, numerosi studenti si stavano radunando davanti a due grandi bacheche. Daphne estrasse l'ultima lettera inviatale dal nonno e ne rilesse velocemente il contenuto...
<<... una volta entrata in accademia vai verso la bacheca di sinistra, quella dedicata agli alloggi delle ragazze, lì, leggerai il piano e il numero della tua stanza. Ricordati che avrai una compagna di stanza...>>

Come se avesse mai potuto dimenticarlo. Non solo si trovava per la prima volta in vita sua estremamente lontana da casa, in un posto completamente nuovo, nel quale, francamente, non aveva alcun desiderio stare, da adesso in avanti avrebbe dovuto convivere con un'altra ragazza, nobile per giunta. Daphne aveva voglia di gridare e strapparsi via i tutti i sui lunghi capelli castani, ma si trattenne.

Speriamo solo non sia una snobbosa signorina di alta classe...

Ma guardandosi intorno, Daphne iniziava a convincersi che una nobile del genere non esistesse. Più di una ragazza infatti si era fermata a fissarla apertamente, alcune la stavano addirittura indicando ridacchiando sommessamente. Sentì alcune ragazze chiedersi cosa ci facesse una serva fuori dai suoi alloggi mentre altre la guardarono estremamente schifate.

Stupidi nonni insistenti e stupide ragazzine snobbose...

Daphne si diresse verso la bacheca il più velocemente possibile, cercando di mischiarsi fra la folla e fallendo miseramente nel suo intento. Incredibilmente imbarazzata, lesse velocemente il suo nome, la stanza e il piano in cui avrebbe alloggiato e sparì alla velocità della luce. La sua stanza si trovava nell'ala ovest del terzo piano ed era la numero 315. Dopo essersi persa tre volte e dopo aver ripetutamente chiesto indicazioni,  riuscì finalmente a trovarla.

Finalmente grazie a dio! Questa scuola è seriamente troppo grande per i miei gusti... Adesso entro nella mia stanza, mi presento, mi lancio all'istante sul letto e dormo fino a domani.

Daphne si fermò davanti alla porta, si sistemò i vestiti e le borse, afferrò la maniglia, ma all'ultimo,esitò.

E' solo una ragazza! Cosa vuoi che mi faccia?! Non mi mangerà mica... forse...

Daphne si avvicinò alla porta per aprirla ma questa si spalancò da sola e un ragazzo mezzo nudo dai capelli rossi le si schiantò letteralmente addosso buttandola per terra e cadendo sopra di lei. 
<> esclamò Daphne presa alla sprovvista.
<> urlò una ragazza con un carrè nero correndo fuori dalla stanza brandendo un cuscino con fare minaccioso.
Daphne cercò di scrollarsi il ragazzo di dosso, ma appena lo toccò sentì una scossa attraversarle il corpo. Dopo essersi ripresa dalla sorpresa iniziale, riuscì a toglierselo di dosso e a mettersi seduta, ma il già citato cuscino la colpì in pieno viso, facendola ricadere nuovamente a terra.
<> chiese il ragazzo alzandosi in piedi come se nulla fosse.
<> esclamò un ragazzo con un caschetto biondo uscendo dalla stanza.
<> chiesero i due.
Teo indicò Daphne, che si stava alzando da terra, completamente allibita e un po' spaventata.
<
<> disse la ragazza arrossendo e nascondendosi dietro la custodia del violino per proteggersi da un'altra possibile cuscinata.
<
<>

<> urlò euforica la ragazza dai capelli neri.

Daphne arrossì ancora e annuì, rilassandosi.
<> le chiese Teo sorpreso.
Daphne annuì nuovamente.
<>
<> protestò la ragazza offesa.
Teo la ignorò e proseguì. 
<> le propose Teo sorridendole.
Daphne, a corto di parole a causa del troppo imbarazzo annuì, Iris corse a prendere la borsa a mano della ragazza e Teo si offrì di portarle il violino ma Daphne rifiutò. La stanza delle ragazze era estremamente grande, cosa che ormai francamente non sorprese più la giovane, al centro della grande parete in fondo alla stanza c'erano due letti da una piazza e mezza, uno di questi fatto ma senza il cuscino mentre l'altro era stato completamente disfatto e le coperte e le lenzuola erano sparse ovunque per tutta la parte sinistra della stanza; su entrambe le pareti laterali erano situate una scrivania, una libreria e un armadio. Nella parete in fondo infine c'era una grande finestra che illuminava la stanza. Metà della stanza era in perfetto ordine, mentre l'altra metà era un completo disastro. Osservando lo stato pietoso nel quale si trovava il lato di Iris, Daphne si mise a ridere per la prima volta da quando era partita.

<> chiese.
Iris sbuffò e Teo scosse la testa contrariato.
<> rispose Teo.
Daphne guardò il ragazzo incredulo e nascose un sorriso dietro la custodia del violino.
< chiese la ragazza.
<> domandò Teo grattandosi la testa confuso.
<<È qui fuori imbambolato come un ebete!>> gridò Iris, che nel frattempo era uscita dalla stanza per cercare l'amico.
<
<> rispose Daphne.
Il ragazzo si diresse fuori dalla stanza mentre Daphne si lasciò cadere sul letto pensando a ciò che le era appena successo:

1.Un ragazzo dai capelli rossi le era caduto addosso, attentando alla sua vita non appena aveva provato ad entrare nella sua stanza;

2.Il suddetto ragazzo le era caduto addosso perché stava scappando da una battaglia a cuscinate contro la sua compagna di stanza;

3.Aveva ricevuto una cuscinata al posto del ragazzo sopra citato, fatto inaccettabile;

4.Se non fosse stato per Teo probabilmente a quest'ora sarebbe già morta;

5.Il ragazzo a causa del quale si era presa un cuscinata in pieno viso stava venendo trascinato all'interno della sua stanza da Iris e Teo ed era mezzo nudo...

Questo pensiero mandò completamente in tilt il cervello di Daphne. Alex, era mezzo nudo dalla cintura in su, e stava mostrando al mondo il suo glorioso corpo perfettamente allenato ed estremamente muscoloso. La bocca di Daphne stava letteralmente strisciando contro il pavimento e il suo viso era diventato istantaneamente più rosso di un pomodoro maturo.

Porca miseria... No, no, no, ragazza riprenditi!

Daphne scosse la testa e chiuse gli occhi.

Concentrati Daphne Strauss! Sono solo muscoli! Be... è proprio questo il problema!

Quando la ragazza riaprì gli occhi, notò che il ragazzo si era rimesso la camicia e che la stava fissando inebetito dal letto di Iris, mentre gli altri due ragazzi erano impegnati a sistemare la confusione che regnava beffarda nella parte di stanza di Iris. Daphne guardò per la prima volta Alex negli occhi e rimase pietrificata. Due bellissimi occhi azzurri si stavano specchiando nei suoi comuni occhi castani, togliendole il fiato.
<> chiese il ragazzo a un tratto, come se stesse cercando di ricordarsi dove l'avesse già vista.
<> rispose Daphne, provando la stessa sensazione. 
I due rimasero a fissarsi per un tempo infinito, chiedendosi tra sé dove avessero già visto l'altra persona. All'improvviso i due furono interrotti da Iris.

<> chiese la ragazza passando una mano davanti alla faccia dell'amico.
Alex infastidito dal comportamento dell'amica, materializzò un cuscino e glielo lanciò contro.
<> strillò la ragazza cadendo a terra. <> disse rialzandosi, brandendo minacciosamente il cuscino.
<> rispose il ragazzo formando un altro cuscino.
I due ricominciarono a lottare, cuscini volavano da una parte all'altra della stanza senza tregua e Daphne fu colpita più volte, tanto che alla fine decise di nascondersi sotto il letto per evitare la pioggia di cuscini.

Si può sapere dove diavolo sono finita?!

 

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Capitolo 3
*** 02: Dove diavolo sono finita?! ***


Si può sapere dove diavolo sono finita?!

Dal suo nascondiglio sotto il letto, Daphne stava osservando terrorizzata l'aspra battaglia che si stava consumando nella sua nuova stanza. Cuscini volavano da ogni parte e per proteggersi adeguatamente dagli assalti nemici, le due parti in lotta avevano costruito dei fortini utilizzando le scrivanie e le coperte dei letti. Alex poggiò un piede sul suo fortino e, indicando iris, pronunciò la sua dichiarazione di guerra. 
<> urlò il ragazzo togliendosi la camicia e lanciandola via. 
Iris si mise a ridere e lo indicò. 
<>

I due contendenti si fissarono, caricarono i cuscini come se fossero dei fucili a pompa e iniziarono a lanciarseli contro senza tregua. 
<
Daphne saltò in aria dallo spavento e sbatté la testa contro l'asse del letto. Dopo essersi ripresa dalla sorpresa si girò verso Teo, che nel frattempo si era rifugiato sotto al letto insieme a lei. 
<
Il ragazzo le sorrise comprensivo. 
<> le assicurò il ragazzo. 
Daphne fece un respiro profondo cercando di calmarsi e guardò fuori. 
La battaglia era ricominciata, ancora più violenta di prima e nessuno dei due era stato colpito o aveva intenzione di cedere. 
<> chiese ad un tratto. 
<
Teo scivolò fuori dal nascondiglio e si alzò in piedi sicuro di sé. 
<
Teo non finì mai quella frase. 
Una scarica di cuscinate lo colpì in pieno e il ragazzo cadde a terra privo di sensi.

Noooooooooo e adesso che faccio?!

Daphne afferrò la caviglia del ragazzo e lo strattonò più volte cercando di svegliarlo, ma ogni suo tentativo fallì miseramente.

E' ufficiale, rimarrò in balia di questi mostri per tutta la notte... potrei anche morire... Spero solo che mia nonna si ricordi di me anche dopo la mia morte...

Fu nel momento in cui Daphne perse ogni speranza che si accorse di una cosa, una cosa che la fece inorridire e uscire dal suo nascondiglio alla velocità della luce. La custodia con all'interno il suo violino stava volando da una parte all'altra della stanza e si sarebbe inesorabilmente schiantata contro il muro se non avesse fatto qualcosa per impedirlo. 
<> urlò la ragazza fuori di sé lanciando un incantesimo contro i due ignari combattenti, che finirono schiacciati contro il muro. 
Subito dopo aver immobilizzato i due ragazzi Daphne lanciò un altro incantesimo e fermò la custodia del violino appena in tempo. Un silenzio glaciale pervase la stanza, facendo rabbrividire i due combattenti. 
<> chiese Daphne con estrema calma, troppa calma. 
<> esclamò Alex. 
Quattro dardi ghiacciati sfiorarono il ragazzo andando a conficcarsi nel muro a fianco a lui. 
<
<> disse il ragazzo ridendo nervosamente. 
L'incantesimo che teneva immobilizzati Iris e Alex svanì e i due ragazzi caddero a terra. Daphne si avvicinò lentamente allo studente dai capelli rossi e gli si inginocchiò davanti, lanciandogli un'occhiata assassina. 
<> esclamò il ragazzo guardandola negli occhi. 
Prima che Alex potesse scappare Daphne lo congelò al pavimento. Il ragazzo urlò sorpreso e cercò di liberarsi dalla prigione di ghiaccio, ma ogni suo tentativo risultò essere vano. Daphne prese la camicia abbandonata dal giovane e gliela lanciò addosso.<

Iris, che era rimasta in silenzio fino a quel momento, si mise a ridacchiare. 
<> commentò Iris. 
Teo e Alex gemettero esasperati e Daphne, colta alla sprovvista, si mise a ridere. 
<> esclamò la ragazza. 
<
<> acconsentì Daphne. 
<> disse a quel punto Alex. 
<>  
<> chiese il ragazzo facendo gli occhi dolci. 
Daphne lo fissò male per un ultima volta e annullò l'incantesimo. Il ragazzo afferrò la camicia, se la rimise e rimase in un angolo in silenzio.

<> disse Iris lanciandogli un cuscino in testa. 
<
<> chiese Daphne. 
<> disse il ragazzo sedendosi sul pavimento. 
Daphne si guardò intorno e constatò amaramente come la stanza fosse stata completamente ribaltata dalla lotta fra i due ragazzi. La giovane alzò gli occhi al cielo e sospirò.

<
<
Un altro dardo si conficcò sul muro di fianco al ragazzo e Daphne alzò un sopracciglio, sfidandolo a terminare la frase. 
<>  
La ragazza annuì energicamente e scattò in piedi all'istante pronta a dare una mano all'amico.

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Capitolo 4
*** 03: Tempo di presentarsi ***


Dopo che Iris e Alex ebbero finito di sistemare la stanza, i ragazzi andarono a sedersi sui letti e ricominciarono a parlare, così da poter conoscere la nuova arrivata... in modo normale. 
Iris e Teo condividevano il letto di Iris mentre Alex e Daphne erano sul letto di quest'ultima, con Alex osservato a vista dalla ragazza che stringeva forte al petto il proprio violino. 
<> le chiese Teo. 
Daphne gli sorrise e annuì. 
<
Daphne alzò una mano e iniziò ad indicare i ragazzi ad uno ad uno. 
<>

Iris e Teo si misero a ridere mentre Alex la fissò inorridito. 
<
<
I due si guardarono in cagnesco mentre Iris e Teo stavano letteralmente soffocando dal ridere. 
<> sussurrò Teo. 
<> disse Iris. 
Daphne si alzò dal letto, posò il violino sulla scrivania e tornò a sedersi, senza mai smettere di guardare male il ragazzo. 
<> propose la ragazza allungando una mano verso il ragazzo. 
Alex la guardò sospettoso, ma allungò ugualmente una mano verso la ragazza. 
<
Cori di "buu" si levarono dal letto di fronte.

<
<
<> esclamarono insieme i due ragazzi in questione <
Teo alzò gli occhi al cielo per nulla impressionato. 
<> disse il ragazzo. 
I due ragazzi ignorarono l'amico, preferendo concentrarsi sulla nuova arrivata.

<> chiese Alex cambiando discorso. 
Questa volta fu Daphne ad alzare gli occhi al cielo. 
<
Gli altri ragazzi si guardarono confusi. 
<> le domandò Teo sorpreso. 
<
<> esclamò Alex allibito. 
<
<> disse Iris allibita. 
<
I tre ragazzi la fissarono increduli e Iris si accigliò subito dopo.
<> chiese tristemente. 

La mia solita fortuna...

Daphne fece di "no" con la testa facendo illuminare la nuova compagna di stanza. 
<
<> chiese Iris titubante. 
<
Iris le saltò addosso felicissima, abbracciandola forte mentre Teo e Alex si sorrisero. 
<> esclamò Alex saltando sul letto e allargando le braccia in modo plateale. 
Daphne gemette esasperata e Teo le sorrise comprendendo il suo disagio. 
Dopo che i due idioti si rimisero al loro posto, a turno tutti i ragazzi cominciarono a parlare di sé. 
Iris proveniva da una famiglia di baroni i quali avevano il controllo di un piccolo pezzo di terra bagnato dal mare nel sud del regno, Alex invece apparteneva ad una famiglia di conti molto influente nel regno, i quali avevano il controllo di una delle più vaste contee del regno, ma fu Teo quello che la stupì più di tutti. 
<> chiese esterrefatta.

Non sono l'unica!

<
Teo guardò Iris e sorrise. 
<> spiegò il ragazzo. 
<> chiese Daphne. 
<> confermò Teo.

Dannato vecchietto succhiasoldi...

 

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Capitolo 5
*** 04: Forse non sei poi così male ***


Quando la sveglia suonò il giorno dopo, Daphne impreco sottovoce.

Allora non è stato tutto un sogno...

La ragazza si mise a sedere e si prese la testa fra le mani, lanciando quanti più insulti possibili a suo nonno. Dopo essersi lavata e vestita con la sua nuova divisa scolastica, che trovava sinceramente orribile, Daphne cominciò a svuotare la borsa e a sistemare le sue cose. Qualche minuto dopo sentì bussare alla porta, si girò e vide Teo fare capolino nella stanza. 
<>
La ragazza contraccambiò il sorriso che il ragazzo le aveva rivolto e fece cenno al ragazzo di entrare silenziosamente. 
<> urlò Alex entrando, guadagnandosi un'alzata di occhi al cielo da parte di Daphne. 
<> confermò Teo sedendosi sul letto della sua ragazza. 
Il ragazzo sorrise e spostò dal viso di Iris una ciocca di capelli ribelli. La ragazza cercò istintivamente la mano del ragazzo e ci si accoccolò sopra.
<> le sussurrò Teo all'orecchio. 
Iris gemette frustrata e si rannicchiò sotto le coperte, trascinando con sé la mano del giovane. 
<> esclamò Alex. <> continuò il ragazzo. 
Un sorriso pericoloso gli si materializzò sul volto e il ragazzo si avvicinò pronto ad attuare il suo malefico piano. 
<> esclamò Daphne uscendo dalla stanza. 
<> disse Alex correndole dietro.

Oh grandioso! Inseguita da mister sexy muscolo... No aspetta... Che diavolo ti salta in mente! Ricordati del violino! Il violino! Gli addominali! No aspetta scelta sbagliata... AAAARGH!

Daphne accelerò il passo, sicura di essere completamente rossa in viso, ma Alex la raggiunse in un lampo. 
<> chiese bruscamente, in parte imbarazzata e in parte infastidita. 
Alex la afferrò per il braccio, obbligandola a guardarlo negli occhi. I due si guardarono intensamente per qualche istante, riprovando la stessa sensazione della sera prima.

Dov'è che ti ho già visto? 

<> esclamò, risvegliando entrambi dalla trans in cui erano caduti. 
La ragazza scosse la testa e lo osservò con più calma. Alex era sincero, Daphne poteva capirlo bene osservando i suoi tristi e grandi occhi azzurri.

Adesso mi sento in colpa.

La ragazza sospirò, massaggiandosi il collo chiaramente in imbarazzo e Alex la lasciò andare. 
<
<
<
<>

Oddio no... Non guardarmi con quei grossi occhioni azzurri... da cucciolo ferito...

Daphne si mise una mano davanti al viso e guardò fuori da una delle finestre del corridoio. 
<> mentì Daphne arrossendo.

Giuro. Giuro che non potevi trovare scusa peggiore... Speriamo se la beva.

<> le disse il ragazzo sorridendole.

Meno male che se l'è bevuta.

Daphne sospirò e Alex sorrise tra sé e sé.

Come se potessi bermi una scemenza del genere, se non vuoi dirmi il motivo va bene, mi basta che che continui ad arrossire in mia presenza... mi piace quel rossore sul tuo viso.

<> chiese il ragazzo, cercando di cambiare argomento. 
<
<
I due si rimisero a camminare per il lungo corridoio, ma all'improvviso Daphne si fermò. 
<> chiese. 
Alex si mise a ridere di gusto. 
<
Daphne annuì, non capendo dove il ragazzo volesse andare a parare. 
<Teo e Iris sono da soli in una stanza, è meglio non entrarci o essere lì con loro, quando quei due sono da soli, si saltano letteralmente addosso>> 
Daphne arrossì. 
<
Alex annuì ridendo. 
<>

Devo ricordarmi di svegliarmi presto da oggi in avanti.

Daphne scosse la testa incredula, afferrò il ragazzo per un braccio e lo trascinò via, incitandolo a sbrigarsi.
<
La ragazza arrossì e scosse la testa. 
<
Alex la guardò sbalordito e si rimise a ridere. 
<
<> esclamò Daphne vagamente offesa. 
Il ragazzo la prese per mano e si mise a correre. 
<> urlò il ragazzo.

Oh... mi sta tenendo la mano... E' così calda... e grande... e... RICORDATI DEL VIOLINO DANNAZIONE! NON FARTI BATTERE DA MISTER MUSCOLO! Ma gli addominali... e la sua mano...

Poco più in là, un professore e un alunno stavano osservando la coppia correre per il corridoio.  
<> disse l'uomo. 
<> rispose il ragazzo svogliatamente. 
Il professore gli diede uno schiaffo sulla nuca. 
<
<>

<
<> commentò il ragazzo. 
<
<> chiese lo studente. 
<
<
<
<> chiese il ragazzo confuso. 
L'uomo gli diede un altro schiaffo sulla nuca. 
<
<>

<> disse il professore andandosene.

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Capitolo 6
*** 05: E tu cosa sei? ***


Dopo aver preso la colazione, per Alex uova strapazzate e pancetta mentre per Daphne un thè e alcuni biscotti, i ragazzi andarono a sedersi in uno dei tavoli della quasi deserta mensa. 
<> chiese Daphne sorseggiando il suo thè. 
<> rispose il ragazzo. 
<
Daphne estrasse il programma delle sue lezioni dalla tasca e lo passò al ragazzo.

Lunedì: letteratura (8-10), storia della magia (10-13), allenamento fisico (14-17) 
Martedì: corso di magia avanzata elemento acqua (9-13), disegno artistico (14-16) 
Mercoledì: letteratura (8-9), corso di magia avanzata elemento terra (9-13) 
Giovedì: giorno libero; 
Venerdì: corso di magia avanzata elemento fuoco (7-11), runologia (11-13), addestramento famigli (14-15), allenamento fisico (15-18)

Alex guardò Daphne incuriosito. 
<
<
Alex sospirò. 
<> chiese il ragazzo. 
Daphne alzò le spalle. 
<> commentò la ragazza. 
Poco dopo, anche Teo e Iris si unirono ai due.
<> sussurrò Alex all'orecchio di Daphne facendola ridere.

Alla fine venne fuori che Daphne avrebbe avuto lezione con tutti i suoi amici solo il lunedì e martedì, per i corsi di disegno artistico e per l'allenamento fisico. Con Iris e Alex avrebbe partecipato ai corsi di magia avanzata e al corso di runologia mentre le lezioni in comune con Teo erano quelle di letteratura e l'allenamento fisico del venerdì, che gli altri due non avevano. Daphne scoprì che Teo non aveva alcun potere e che si era iscritto in accademia ambendo ad una laurea in ingegneria o chimica. 
<> gli chiese Daphne curiosa. 
<> esclamò il ragazzo battendosi un dito sulla tempia. 
<> esclamò Iris orgogliosa. 
<> commentò Daphne colpita. 
Alex e Iris rimasero pietrificati e Teo esultò. 
<>

Alex e Iris si abbracciarono sconvolti. 
<> disse il ragazzo. 
<<...Un altro ossessionato con discorsi strani...>> continuò Iris. 
<<...Magari le piace pure la scienza...>> 
<> disse Daphne. 
<> si propose Teo. 
<> esclamò Daphne eccitata.

I due idioti urlarono spaventati. 
<> disse Iris svenendo tra le braccia di Alex. 
<> esclamò Alex agitandola tentando di svegliarla. 
Quando la ragazza non diede segni di vita, Alex decise di fare l'unica cosa intelligente, secondo lui, in quel contesto: si caricò Iris in spalla e scappò via. Daphne li osservò incredula. 
<> chiese indicando il punto da cui gli idioti erano fuggiti. 
<> disse Teo ridacchiando.

I due ragazzi finirono di fare colazione e si incamminarono a loro volta verso l'uscita della mensa. 
<> le propose il ragazzo. 
Daphne si illuminò all'istante. 
<> esclamò eccitata. 
Prima che Teo potesse replicare, si sentì uno trillo e Teo alzò una mano. 
<
Daphne lo guardò incuriosita. 
<> chiese Daphne confusa. 
<> rispose Teo. 
Il ragazzo scostò leggermente la manica sinistra, dalla quale spuntò un piccolo e sottile orologio blu, il cui schermo si stava accendendo e spegnendo furiosamente. Teo premette sopra lo schermo e davanti a lui si apri una finestra, dentro la quale comparve la faccia di Iris. 
<> gridò Daphne facendo un salto all'indietro. 
Teo la guardò incuriosito. 
<> le chiese. 
La ragazza scosse la testa. 
<> spiegò il ragazzo. 
Daphne osservò l'oggetto meravigliata. 
<> esclamò. 
<
<> chiese la ragazza. 
<
Daphne scosse la testa. 
<> disse a mo' di spiegazione la ragazza. 
Teo stava per controbattere quando fu interrotto dalla sua ragazza. 
<> esclamò una decisamente seccata Iris. 
<> chiese Teo. 
<
<> esclamò Teo. 
Daphne gemette frustrata ma annuì. 
<>

Teo guidò Daphne attraverso il dedalo di corridoi della scuola fino ad arrivare al giardino interno dell'accademia. Quando Daphne lo vide, elesse il giardino come sua zona preferita della scuola. Il giardino era ampio, pieno di alberi e panchine e con una gigantesca fontana nel mezzo, nella quale erano raffigurati la prima dea del cielo e il suo cavaliere: entrambi stavano puntando una spada verso il cielo e si guardavo sorridendo. Quattro stradine fatte di sassi bianchi si diramavano dalla fontana, in direzione dei quattro punti cardinali: tre di queste riportavano dentro la scuola mentre quella che puntava verso nord, portava alla foresta che Daphne aveva intravisto il giorno prima. Alex e Iris si trovavano seduti su una delle panchine vicino alla fontana, situata appena sotto la statua del cavaliere del cielo.

<> gridò Alex. 
I due ragazzi affrettarono il passo e raggiunsero gli amici. Non appena Daphne le si fermò davanti, Iris fece comparire un vecchio libro di incantesimi per bambini e lo passò all'amica. 
<> esclamò eccitata. 
<> esclamò Alex egualmente eccitato. 
<> chiese Daphne.

Iris e Alex si guardarono negli occhi e fecero comparire davanti a loro un fischietto: quello di Iris era azzurro cielo mentre quello di Alex rosso e nero. I due ragazzi fischiarono e dopo qualche secondo si sentì un verso provenire dal cielo. Daphne alzò lo sguardo e vide un piccolo draghetto azzurro piumato scendere in picchiata verso Iris. 
<> urlò la ragazza aprendo le braccia. 
Il piccolo famiglio si catapultò fra le braccia di Iris, che iniziò a coccolarla. 
<
Il draghetto fece una capovolta ed emise un verso felice. 
<> chiese Daphne curiosa. 
<> le chiese Teo. 
<> rispose Daphne.  
<> chiese Iris accarezzando la testa del suo famiglio. 
<> chiese la ragazza confusa. 
<> commentò Teo.

<> commentò Alex, incrociando le braccia. <> chiese il ragazzo. 
Un enorme cane nero saltò addosso al ragazzo buttandolo a terra. 
<> esclamò Teo mettendosi a ridere. 
Daphne osservò incuriosita i due famigli. 
<> chiese Iris. 
Daphne annuì e Iris aprì il libro alla pagina dell'incantesimo per il richiamo del famiglio. 
<> le chiese Iris. 
La ragazza lesse più volte l'incantesimo e lo memorizzò in un lampo. 
<> disse. 
Alex le passò un bastone e Daphne tracciò per terra la runa di evocazione.

<<Tu che diventerai il mio servitore, rispondi alla chiamata della tua padrona e presentati al mio cospetto!>>

Una luce fortissima illuminò la runa che Daphne aveva tracciato sul suolo e, dopo qualche secondo, al suo interno comparve un piccolo esserino. 
Il suo corpo era a forma di palla, aveva due piccolissimi occhi neri, un piccolo nasino nero e il suo corpo era ricoperto interamente di pelo beige. A terminare il tutto, aveva due lunghe codine beige rivolte all'insù che cominciarono ad agitarsi non appena il piccolino vide la sua padrona. Daphne gli si inginocchiò davanti e lo osservò incuriosita. Quando la ragazza lo salutò, il piccoletto fece un minuscolo saltello e le si arrampicò velocemente addosso, fermandosi sulla spalla della ragazza. Una volta lì, le leccò la guancia.

Daphne guardò i suoi amici confusa. 
<> esclamò Daphne. 
Il piccolo famiglio sbadigliò e si addormentò sulla spalla della ragazza. 
<> domandò Iris. 
<> disse una voce dietro di loro. 
I ragazzi si girarono e videro camminare verso di loro un anziano con gli occhiali, con corti capelli bianchi e folti baffi dello stesso colore, vestito con un completo di tweed verde. Il vecchietto stava sorseggiando una tazza di thè. 
<> esclamò Daphne sorpresa di vederlo. 
<> esclamò l'uomo mettendosi a ridere. 
<> chiese Iris. 
<
<> esclamò Alex sbiancando. 
<> disse l'uomo. 
<> chiese Teo. 
<
<> chiese la nipote.
<
> rispose il nonno. 
I ragazzi osservarono di nuovo il piccolo famiglio. 
<> chiese Alex a un tratto, ricordandosi le parole del vecchio.

<>

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Capitolo 7
*** 06: Set ***


Il preside se ne andò subito dopo senza dare altre spiegazioni ai ragazzi, che alla fine, decisero di rimanere in giardino per studiare il nuovo arrivato. Seduti per terra uno accanto all’altro, stavano discutendo sul da farsi. 
<> domandò Iris indietreggiando. 
<> rispose Alex. 
<> chiese Teo. 
<> azzardò Iris. 
<> disse Alex. 
<> ipotizzò Teo. 
<> chiese Daphne un po' preoccupata. 
Teo annuì e procedette a spiegare a Daphne tutti i tipi di microspie create fino ad adesso, facendo impallidire la ragazza sempre di più.

<> chiese Iris. <
<> commentò Alex sottovoce. 
Iris lo guardò sorpresa ma prima che potesse commentare, Daphne le toccò una spalla, distraendola. 
<> le chiese la ragazza. 
<> chiese presa alla sprovvista. 
Teo la fissò incuriosito mentre Daphne indicò il suo famiglio. 
<
L'amica si mise a pensare ad un nome e presto anche gli altri tre la seguirono. 
<> disse Teo.

I quattro ragazzi lo fissarono. 
<> esclamò Iris indicandolo con entrambe le braccia. 
<> disse Alex. 
Daphne afferrò delicatamente il suo famiglio e iniziò ad accarezzarlo, il piccoletto si strusciò contro la mano della padrona e sbadigliò, svegliandosi lentamente. Due grossi occhioni neri la fissarono assonnati. Daphne sorrise e fece comparire davanti a lui una piccola barretta di metallo. Quando il suo famiglio la vide, ci si appese e cominciò a mangiucchiarla felice. Iris strillò e cadde al suolo emettendo versetti strozzati, tra i quali Daphne riconobbe "tenera palla di pelo" e "è talmente bello da essere illegale".

<> propose Daphne, ignorando l'amica. 
I ragazzi annuirono e si avvicinarono mentre Iris rimase lì dov'era, ancora in botta da "è troppo carino per essere legale". 
<> chiese Daphne avvicinandoselo al viso. 
Il famiglio la guardò negli occhi e le toccò il naso con il suo, subito dopo saltò giù e ripeté la stessa azione anche con Teo, Alex, Iris, Grandine e Ruth, dopo di che si mise davanti ai ragazzi. Una piccola luce blu lo circondò e il piccoletto si trasformò in Ruth. I ragazzi lo fissarono a bocca aperta. 
<> chiese Teo incredulo. 
Gli amici annuirono senza parole. 
<> chiese Daphne. 
Il suo famiglio fece un respiro profondo e sputò una piccola fiammella. 
<
<> commentò Teo. 
Il famiglio di Daphne corse verso Alex e gli saltò addosso, cosa che non andò a genio alla vera Ruth, che iniziò a ringhiare ingelosita. Il famiglio si illuminò di nuovo e si trasformò in Alex. I due Alex si fissarono e uno di questi sgranò gli occhi, per poi iniziare a fissar l'altro piuttosto male. 
<> chiese Iris. 
Sia Daphne che Teo scossero la testa. Improvvisamente, l'Alex che stava guardando male l'altro venne avvolto da una luce blu e ritornò al suo aspetto originale. Il famiglio di Daphne risaltellò dalla padrona e le si sedette sulla spalla.

<> disse Daphne accarezzandolo. 
Il piccolo famiglio le leccò un dito e iniziò a saltellare felice. 
<> commentò Iris, sull'orlo di un'altra crisi da "è troppo carino". 
<> chiese Alex a quel punto. 
<> ipotizzò Teo. 
<> esclamò Daphne scattando in piedi. 
Teo scattò in piedi a sua volta eccitato. 
<
<> chiese Iris ad Alex. 
Il ragazzo annuì e si alzò in piedi, aiutando poi l'amica a fare lo stesso. 
Iris corse verso Teo e lo prese per mano, incamminandosi verso l'accademia seguiti da Alex e Daphne. 
<> domandò Alex. 
<> disse la ragazza accarezzando il suo famiglio.

Set fissò di nuovo male Alex e gli saltò improvvisamente addosso. Il piccolo famiglio gli salì sulla spalla e gli si avvicinò all'orecchio. 
<> gli ringhiò minaccioso. 
Dopo avergli dato un piccolo morso al lobo dell'orecchio, Set saltò giù dal ragazzo e ritornò sulla spalla di Daphne, che non si accorse di nulla. Alex si bloccò in mezzo al giardino e fissò stralunato il piccolo famiglio. Daphne si accorse che il giovane non li stava più seguendo e si girò per vedere dove fosse. 
<> gli disse Daphne sorridendo. 
<> rispose incredulo. 
 

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Capitolo 8
*** 07: Maya ***


Il "Drago ubriaco", una taverna dei bassifondi della città di Rosemary, era più vivace del solito. Per gli operai delle fabbriche della zona, il secondo venerdì del mese era giorno di paga, e perciò, la sera spendevano quanti più soldi possibili in alcool. La taverna era grande, aveva una ventina di tavolini sparsi per tutto il piano terra del locale, un vasto bancone e due grandi tavoli da biliardo. Sulla destra c'era una piccola scala che portava al piano superiore, dove c'erano alcune camere che i clienti potevano affittare per la notte. L'intero locale era fatto in legno: il pavimento, il soffitto e i muri stessi erano tutti realizzati con del legno chiaro, che illuminato dalle tenue luci bianche dei faretti, risaltava ancora di più, conferendo al locale un atmosfera calda e accogliente. Alan Bowen, il proprietario del locale, stava preparando cocktail senza sosta e quasi non si accorse che la porta del suo locale si era aperta un'altra volta.

Una ragazza dai lunghi e mossi capelli biondi completamente vestita di nero, fatta eccezione per la sua sciarpa color rosso sangue, era entrata nel locale con un grosso sacco sulle spalle e si stava dirigendo lentamente verso il bancone. Uno degli operai, chiaramente ubriaco, provò a toccarla, ma una singola occhiata da parte della ragazza gli fece cambiare idea e l'uomo si rimise a bere in assoluto silenzio, terrorizzato dalla giovane. Quando Alan la vide avvicinarsi al bancone, andò a prendere una bottiglia di scotch e ne verso il contenuto in quattro bicchieri, svuotandola completamente. La ragazza lasciò cadere a terrà il sacco, che toccando il suolo produsse un forte rumore metallico, attirando l'attenzione di qualche cliente. 
<> disse buttando giù il primo bicchiere. 
<
La ragazza alzò le spalle e afferrò il secondo bicchiere. 
<
<> le chiese l'uomo indicando la borsa della giovane. 
La ragazza sorrise, continuando ad osservare il liquido ambrato. 
<
Alan fischiò impressionato. 
<> commentò l'uomo sorpreso. 
<> borbottò la ragazza bevendo anche il secondo bicchiere. 
Alan fissò la ragazza incuriosito. 
<
Un bicchiere sfiorò la testa del barista, schiantandosi contro gli scaffali degli alcolici. 
<> sussurrò annoiata la ragazza buttando giù anche il terzo bicchiere.

Maya posò il bicchiere vuoto e si girò verso i clienti, scorgendo nei loro occhi ciò che era abituata a vedere sin dalla nascita: odio. Tutti i clienti del bar la stavano fissando con disprezzo e alcuni di questi si stavano avvicinando a lei, pronti a saltarle addosso e massacrarla di botte. Maya sospirò. 
<
L'uomo annuì e tirò fuori dal sotto bancone un grosso sacchetto marrone pieno di monete. Preso il sacchetto con la sua ricompensa e la borsa con i tesori trovati nel dungeon, Maya pagò e uscì dalla taverna, sapendo perfettamente di essere seguita.

Prese qualche strada secondaria, facendo finta di provare a seminare i suoi inseguitori, fino a quando non si trovò "intrappolata" in un vicolo cieco. 
<> disse uno degli uomini che l'aveva seguita. 
In totale gli uomini erano sette, ma a Maya non importava.

Che siano sette o un'intera armata non fa differenza.

<
Gli uomini non si mossero di un millimetro, Maya cominciò a contare, ma uno di questi la interruppe. 
<> disse.

Ovunque vada sempre la stessa storia.

<
<> disse il più vecchio del gruppo. 
L'uomo di fianco a quello che aveva appena parlato le tirò un sasso e la colpì in testa, ferendola appena sopra l'occhio destro. Una piccola striscia di sangue scese dalla ferita e andò a finire sopra alla cicatrice che la ragazza aveva sul volto: una lunga e grossa cicatrice verticale che attraversava il viso della giovane da qualche centimetro sopra il sopracciglio destro, fino a metà guancia. Per Maya, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. La ragazza scattò in avanti ad una velocità disumana, sorprendendo i suoi aggressori. Con la mano sinistra scostò il suo lungo mantello ed estrasse un'elsa di spada argentata, materializzando una lama di ferro con i suoi poteri. Con la spada appena creata, tagliò via la testa all'uomo che l'aveva colpita. Prima che qualcuno degli altri aggressori potesse fare qualcosa, la ragazza estrasse un'altra elsa, questa volta dorata, e materializzò una lama fatta di fuoco azzurro. 
<
In un secondo, Maya tagliò il braccio dell'uomo che la stava attaccando alle spalle e con un calcio lo fece schiantare contro il muro dietro di lei, rompendogli diverse costole, dopodiché con la spada di fuoco infilzò la testa di uno degli uomini alla sua sinistra e mentre con l'altra lama tagliò la testa a quello a fianco a lui. Dei sette inseguitori iniziali, ne restavano soltanto quattro uno di questi ferito gravemente. I tre uomini ancora in piedi provarono a scappare, cosa che fece infuriare la ragazza. In men che non si dica, Maya accorciò le distanze e uccise ne uccise due, trafiggendoli al cuore. L'ultimo cadde in ginocchio e pregò Maya di risparmiarlo. 
<> rispose la ragazza glaciale. 
L'uomo sgranò gli occhi dalla paura, ma Maya non ebbe compassione di lui. Lo uccise staccandogli la testa con la lama di ferro. Sfruttando le fiamme della spada dorata, Maya bruciò tutti corpi tranne quello dell'uomo a cui aveva staccato il braccio e che rantolava dolorante nel vicolo.

Quando la ragazza si inginocchiò davanti all'uomo morente, questi chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. 
<> disse l'uomo a fatica. 
<
<>  
<> rispose la ragazza. 
L'uomo si mise a ridere e subito dopo a tossire. 
<
Maya lo afferrò per la testa e lo sollevò da terra senza fatica, l'uomo provò a scalciare ma a causa della eccessiva perdita di sangue riuscì solo a muovere le gambe. 
<>

Con un incantesimo, Maya bloccò il corpo dell'uomo a mezz'aria e iniziò a prenderlo a pugni selvaggiamente. Prima gli ruppe le poche costole che aveva ancora integre, poi il braccio, le anche e infine le gambe. Quando si fu assicurata di avergli spezzato ogni singolo osso in corpo gli tagliò la testa. Il cadavere cadde a terra producendo un tonfo secco e Maya restò ad osservarlo per qualche minuto.

<> chiese al cadavere.

Maya distrusse la lama di ferro e spense quella di fuoco, fatto ciò, rimise via le sue due else, ma questa volta non bruciò il cadavere, lo lasciò lì così com'era. Maya se ne andò via da quel luogo di morte ricoperta di sangue dalla testa ai piedi, ma a lei non importava, ormai, si era abituata all'odore metallico del sangue. Non si sentiva in colpa per quello che aveva fatto e perché avrebbe dovuto? Ormai Maya non sentiva nulla, era abituata a cose del genere. 
In fondo per lei, quella era una serata normale.

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Capitolo 9
*** 08: Sotto la pioggia battente ***


Maya vagò per qualche ora per le strade della città, attendendo che il drago ubriaco si svuotasse. Intorno alle quattro di mattina entrò nella taverna e chiuse a chiave la porta. 
<> le chiese Alan. 
<
L’uomo sospiro sollevato mentre Maya si incamminò sbadigliando su per le scale. Dopo aver superato le prime venti stanze, entrò nella camera numero 21 e la chiuse a chiave. La ragazza si spogliò, gettò i vestiti in un catino e andò a lavarsi. Dopo essersi ripulita dal sangue, Maya uscì dalla doccia e si asciugò. Senza rivestirsi, ritornò in camera e trovò sul letto dei vestiti puliti insieme alla sua sciarpa rossa, adesso ripulita dagli schizzi di sangue. Dopo essersi rivestita, prese la sciarpa e la attorcigliò intorno al cuscino. Tornò in bagno sbadigliando e, dopo aver lavato i suoi vestiti, se ne andò dritta a letto. Quando posò la “Titania”, l’elsa di spada argentata, sul comodino vide un bigliettino sopra ad una cartellina sigillata.

“E' arrivata una cosa per te -Alan”

La ragazza prese la cartellina e l’aprì subito, riconoscendone immediatamente il contenuto. Qualche mese prima, la ragazza aveva pagato alcuni uomini affinché questi scoprissero quante più informazioni possibili su certi “soggetti” e nel fascicolo che la ragazza teneva fra le mani, non solo c’erano queste informazioni, ma c’era anche la posizione di uno di loro.

<> sussurrò sinistra. 
Lesse più volte il fascicolo, ma alla fine la stanchezza ebbe la meglio su di lei e decise di dormire un po'. Prese la "Scarlett", l'elsa dorata, e la mise sotto il cuscino. A mezzogiorno si alzò e dopo aver mangiato, rilesse nuovamente il fascicolo meditando sul da farsi. Immaginò ogni possibile scenario, immaginò ogni possibile combattimento e si vide morire più di una volta tuttavia, in alcune delle sue simulazioni, Maya era riuscita a vincere e a sopravvivere. La ragazza prese un foglietto e scrisse un messaggio per Alan. Prese le sue due armi, il suo mantello e la sciarpa dopodiché, utilizzando il potere della luce, Maya fece comparire davanti a sé un portale e ci entrò.

Quando qualche ora dopo, Alan entrò nella stanza per portarle la cena e la trovò deserta. Confuso, l'uomo posò il vassoio con la cena della ragazza sul comodino e lì, notò un bigliettino indirizzato a lui. Prima che potesse leggerlo, un varco si aprì dietro di lui e Maya rientrò nella stanza. 
<
<> mentì la ragazza. 
Maya si tolse il mantello, lo appoggiò sul letto e si spogliò. Alan osservò il corpo nudo della giovane e fu colto da un moto di rabbia, che la ragazza decise di ignorare.

<
Maya evitò elegantemente la lampada che l'uomo le lanciò dietro e andò a farsi una doccia. In cinque minuti ritornò nella stanza avvolta in un grosso accappatoio bianco. 
<
<
Maya afferrò il piatto e iniziò a mangiare. Dopo qualche minuto di silenzio la ragazza posò il piatto e fissò Alan seccato. 
<> commentò la giovane, fingendosi seccata. 
Alan sbuffò. 
<> commentò sarcastico. 
L'uomo si avviò verso la porta e l'aprì. 
<> le disse sorridendole. 
<
Alan si mise a ridere e richiuse la porta. Approfittando della temporanea assenza dell'uomo, Maya si rivestì in fretta e furia e aprì un varco. 
<> disse la ragazza entrandoci. 
Quando il varco si richiuse, Alan entrò nella stanza con un bicchiere di scotch. 
<
L'uomo stava per uscire dalla stanza quando notò la cartelletta che aveva portato il giorno prima alla ragazza. Incuriosito, l'uomo ne lesse velocemente il contenuto. Il bicchiere gli scivolò di mano e Alan corse fuori dalla stanza per cercarla. 

Quando Maya riapparì, si ritrovò all'interno di una foresta, nel bel mezzo di un acquazzone e completamente al buio.

In questa parte del mondo, siamo tre ore avanti rispetto a Rosemary, nel regno di Wisteria, quindi qui dovrebbe essere mezzanotte. Se proseguo per un kilometro in questa direzione troverò il luogo della tratta e lì, troverò Neptune.

La ragazza corse fino a quando non avvistò una vasta area completamente disboscata, nella quale notò alcuni uomini parlare fra loro. Gli uomini erano circa una decina e tra di loro, Maya scorse l'inconfondibile capigliatura azzurra del generale dell'acqua. Il generale dell'acqua, nome in codice "Neptune", era completamente vestito di blu e azzurro e aveva un lungo mantello indaco.

Quindi eri veramente qui stasera.

La ragazza rimase nascosta fra la folta vegetazione della foresta e osservò attentamente ciò che stava accadendo, attendendo la sua occasione per attaccare. A un tratto, un grande varco nero si aprì davanti al drappello di uomini e da esso, uscì un uomo completamente vestito di nero.

Porca... Che diavolo ci fa LUI qui.

Maya si tolse il mantello e se lo mise sopra la testa, cercando di mimetizzarsi meglio fra la vegetazione. Neptune e l'uomo vestito di nero parlarono per qualche secondo, dopodiché tutti gli uomini seguirono il nuovo arrivato nel varco, tutti tranne il generale azzurro, che rimase lì. 
<> disse l'uomo. 
Maya sorrise e uscì dal suo nascondiglio. 
<> le chiese il generale. 
<
<> chiese Neptune sorpreso. 
Maya si mise a ridere scuotendo la testa, scostò il mantello e si tirò su la manica destra fino alla spalla, mostrando all'uomo il suo braccio metallico. 
<
<
<<Vendetta>> 
Neptune materializzò quattro schegge enormi e le scagliò contro la Maya, la quale le evitò senza fatica e tirò fuori le sue due else. Fece comparire una lama di fuoco azzurro sulla Scarlett e una lama d'acciaio sulla Titania. 
<
La ragazza, muovendosi all'improvviso, colse il generale di sorpresa e lo ferì al petto. 
<> disse Maya.

A circa trecento metri di distanza, immerse nella vegetazione, comparvero due figure incappucciate. In lontananza si potevano ancora sentire i rumori di una battaglia in corso. Le due figure si guardarono intorno e rimasero a bocca aperta: la foresta era stata divisa esattamente in due parti una stava bruciando a causa di fortissime fiamme azzurre, mentre l'altra metà era stata completamente congelata. 
<> disse la figura più alta. 
I due corsero a perdifiato verso il luogo dove Maya e Neptune stavano combattendo e un esplosione più forte delle altre fece li rabbrividire. Quando arrivarono, trovarono solo uno dei due combattenti in piedi, completamente ricoperto di sangue e avvolto da una sottile, ma intensa luce blu, l'altro invece era a terra in un lago di sangue. 
Maya cadde in ginocchio tossendo sangue, ma si sforzò di guardare verso l'alto. Per qualche istante, lasciò che la pioggia lavasse via la fatica della battaglia e alla fine sorrise. 
<
La ragazza cadde a terra accanto al cadavere di Neptune e le due figure incappucciate corsero verso di lei. 
<> esclamò il più alto fra i due e il suo compagno annuì. 

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Capitolo 10
*** 09: Un nuovo inizio ***


Quando Maya riprese conoscenza, tutto ciò che poteva sentire era un dolore talmente forte e lancinante da impedirle di muoversi. La ragazza aprì gli occhi e si maledisse all'istante per averlo fatto, poiché un fortissimo mal di testa la punì crudele. La giovane si guardò intorno, ma non riconobbe il luogo nel quale si trovava: alla sua destra c'era una grande finestra, dalla quale filtrava l'argentea luce della luna, l'unica fonte di luce della stanza, davanti a lei c'era una piccola scrivania e alla sua sinistra c'erano una sedia e un comodino. La camera era fatta prevalentemente di legno e un po' le ricordava la taverna di Alan, anche se questa era decisamente più pulita della sua vecchia stanza.

Si può sapere dove sono?

Maya provò ad alzarsi in piedi, ma un fortissimo dolore alla gamba destra e al fianco sinistro le impedirono di farlo.

Quel bastardo di Neptune doveva proprio lasciarmelo un regalino d'addio.

Stringendo i denti e ignorando il dolore, la ragazza si alzò in piedi, ma proprio in quel momento la porta della stanza si aprì. Una ragazza dai lunghi capelli rossi, entrò portando con sé una montagna di bende e dato che aveva le mani occupate, era stata obbligata ad aprire utilizzando la schiena. La sua prima reazione, fu quella di cercare la Scarlett, ma di lei e della Titania, non c'era nessuna traccia.

Ho la sensazione che dovrò difendermi alla vecchia maniera.

Maya saltò addosso alla ragazza, cogliendola di sorpresa. Quando la mercenaria la girò per guardarla in viso, il suo cervello andò in tilt.

Non è possibile...

Sopra la chioma rossa, quasi perfettamente mimetizzate, la ragazza possedeva un paio di orecchie rosse da gatto, intorno al naso aveva una piccola nuvoletta di lentiggini, ma soprattutto, aveva i più grandi e maestosi occhi verdi che Maya avesse mai visto. Fu proprio quel dettaglio a mandare in tilt il cervello della ragazza.

E' impossibile... nessuno al mondo può avere entrambi gli occhi verdi! Neanche i silvani! Già uno è di per sé innaturale! L'oscurità mi sta giocando qualche strano scherzo.

<
All'improvviso, qualcuno accese la luce nella stanza e Maya fu sbalzata via da sopra la ragazza da un calcio. La ragazza rotolò due volte e andò a sbattere contro il muro, accasciandosi a terra tenendosi le costole doloranti.

Penso di avere l'intera cassa toracica fratturata...

<> urlò la donna che le aveva tirato il calcio. 
Maya la fissò truce. Chi diavolo credeva di essere per trattarla così? Nessuno di importante decise la Yami, la quale spostò poi la sua attenzione sulla ragazza dai capelli rossi, constatando che aveva veramente entrambi gli occhi verdi.

Assurdo... come è possibile?

<> commentò incredula. 
April si morse il labbro inferiore e guardò la donna, la quale le diede una pacca sulla testa. 
<> esclamò sorpresa. 
La donna roteò gli occhi annoiata. 
<> commentò. 
<> esclamò la ragazza stringendo i denti.

Fa male persino parlare... O urlare... O respirare.. Giuro che se non l'avessi già ucciso andrei all'istante a far fuori quel bastardo azzurro.

April e la donna si guardarono nuovamente e la Yami sospirò. 
<> disse. 
Maya incrociò gambe e braccia e si appoggiò al muro stando attenta a non farsi male. 
<> chiese la donna alzando elegantemente un sopracciglio. 
<
<> commentò la donna caustica. 
<
Le due si guardarono in cagnesco per qualche istante, senza distogliere lo sguardo dall'altra. Nessuna di loro però aveva fatto i conti con la testardaggine dell'altra e perciò le due rimasero a fissarsi per minuti interi senza battere ciglio. Stancatasi, April tirò la manica della donna per attirare la sua attenzione. Le due si guardarono negli occhi per qualche secondo e la Yami sospirò. 
<> commentò la donna sbuffando e incrociando le braccia. 
La ragazza dai capelli rossi scosse la testa e si avvicinò a Maya con estrema cautela, come se stesse tentando di avvicinarsi una bestia inferocita. Dopo aver superato i primi istanti di sorpresa, dovuti agli occhi della ragazza, Maya osservò incuriosita le orecchie da gatto della giovane. La ragazza era sicuramente una silvana, una variante di essere umano con caratteristiche animali, che aveva più o meno la sua età, anche se a causa del corpo esile e dei tratti fanciulleschi del viso non ci avrebbe scommesso. Più la osservava, più la ragazza le piaceva. April le si avvicinò esitante e Maya ebbe quasi voglia di alzare gli occhi al cielo, ma alla fine si trattenne. 
<> esclamò con tono flirtuoso facendole l'occhiolino. 
Maya sorrise notando la reazione di April: la ragazza diventò istantaneamente rossa come i suoi capelli, le sue orecchie scattarono verso l'altro e i suoi occhi si spalancarono. 
Un dardo ghiacciato si conficco nel muro a fianco a Maya, sorprendendola. 
<> commentò la donna osservandosi le unghie con un fare innocente.

Ma che cazzo?! Mi prendi per il culo?

<
Otto dardi ghiacciati si conficcarono intorno alla ragazza, uno di questi in mezzo alle sue gambe, minacciosamente vicino alla sua ferita. 
<VECCHIACCIA?!>> urlò la donna furibonda. 
Maya scattò in piedi, egualmente arrabbiata. 
<> esordì la ragazza invitando la donna a farsi sotto. 
La Yami si scrocchiò le nocche e il collo, ma prime che le due potessero saltarsi addosso uno strano simbolo nero si materializzò dal nulla sotto i loro piedi immobilizzandole. April scoccò un'occhiataccia ad entrambe e si avvicinò a Maya. La ragazza le tolse la maglietta e Maya rabbrividì. 
<
<
<>
<
Maya aprì la bocca per controbattere ma non disse nulla, decidendo piuttosto di osservare la rossa al lavoro. La ragazza aveva tolto tutte le bende e stava spalmando sulle ferite un unguento verdastro. Osservando il proprio corpo Maya fece una smorfia.

Questa volta ho davvero esagerato.

Una grossa ferita a forma di "x" le attraversava i perfetti addominali scolpiti da parte a parte e, come aveva ipotizzato correttamente in precedenza, la maggior parte delle sue costole erano rotte. Sul fianco sinistro aveva una ferita molto profonda, inflittale dalla spada di ghiaccio di Neptune, dalla quale aveva perso molto sangue, per non parlare di tutte le innumerevoli botte e ferite minori. Quando la silvana finì di bendarle il lato superiore, passò a quello inferiore, nel quale l'unica vera ferita importante era quella alla gamba destra. 
<> le chiese a un tratto la donna, spezzando il corso dei suoi pensieri. 
Il viso della giovane si oscurò e la cosa non migliorò quando notò che le orecchie di April erano all'erta. Probabilmente anche la ragazza dai capelli rossi era curiosa. 
<> puntualizzò la ragazza, cercando di cambiare discorso. 
La donna alzò gli occhi al cielo. 
<
La mente di Maya stava lavorando freneticamente per cercare di assimilare tutte quelle informazione.

Sono rimasta svenuta per una settimana intera! Altro che aver esagerato... tuttavia mi chiedo perché io sia qui e come facciano a conoscermi...

<> chiese la giovane. 
<
<
<
April annullò l'incantesimo che aveva lanciato sulle due e raccattò tutte le bende usate per buttarle. Guardò negli occhi Margaret la quale annuì. 
<> disse la donna a Maya. 
Maya fece come aveva detto la donna. 
<>

April uscì dalla stanza e andò in cucina sentendo Margaret e Maya urlare. La ragazza mise su un pentolino per fare del thè e un altro per preparare la cena a alla ragazza. Dopo aver aspettato che l'acqua dei due pentolini bollisse, la giovane silvana preparò il thè e il riso, dopodiché April mise tutto in un vassoio e si avviò verso la stanza di Maya. Avendo paura che qualcuno potesse farle cadere il vassoio, la ragazza si mise di fianco alla porta e bussò con un piede. Quando sentì Margaret dirle di entrare, April tirò un sospiro di sollievo e entrò nella stanza. Maya era seduta contro lo schienale del letto, ancora più pallida di prima. April diede una tazza di thè a Margaret e posò il riso sul comodino di fianco al letto della giovane, fatto ciò, prese il proprio thè e andò a sedersi alla sinistra di Maya, lasciando fra di loro un'abbondante "distanza di sicurezza".

<> le chiese Margaret seria. 
Maya si massaggiò le tempie e sospirò. 
<> domandò la giovane. 
La donna nascose un sorriso e incrociò le braccia. 
<> le chiese. 
<> disse la ragazza alzandosi in piedi. 
<> chiese guardandosi intorno. 
<> disse la donna. 
Maya gemette frustrata. 
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Maya gemette di nuovo. 
<> sbottò frustrata. 
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Maya si massaggiò nuovamente le tempie, trattenendo a stento la rabbia. 
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Margaret e April si guardarono e April scosse la testa. 
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Margaret interruppe Maya fissandola storto. 
<> chiese la ragazza incrociando le braccia, ricambiando lo sguardo. 
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Maya aprì la bocca per controbattere ma per la seconda volta quella sera, non trovò alcuna argomentazione a suo favore e così tornò a sedersi sul letto furibonda, afferrò il piatto con il riso e iniziò a mangiare. 
<> disse la donna ghignando trionfante. 
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Maya annuì, posò il piatto vuoto sul comodino e si sdraiò dando le spalle alle due. 
<> esclamò la ragazza. 
<> disse Margaret evitando un calcio dalla silvana. 
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<> esclamò la donna minacciando la giovane con una palla di ghiaccio sospesa sopra di lei. 
Maya annuì e Margaret sorrise soddisfatta. 
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<> chiese Maya. 
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Maya gemette frustrata ma annuì. 
<> disse la donna.

Daphne e i suoi amici si trovavano nella stanza dei ragazzi e stavano parlando animatamente fra di loro. Iris e Alex sembravano pronti a picchiarsi da un momento all'altro mentre Teo e Daphne li fissavano esasperati. Maya invece, li osservava annoiata fuori dalla finestra seduta sul ramo di un albero. 

 

La sto osservando da quando ha messo piede in accademia eppure non è ancora rimasta da sola, adesso ha pure quell'insopportabile palla di pelo che non la molla mai...

Maya osservò la luna e sospirò. Nonostante Margaret le avesse ordinato di tenere Daphne fuori dai guai senza farsi vedere dalla ragazza, Maya aveva tutt'altre intenzioni.

Pazienza Maya pazienza, appena Daphne rimarrà da sola, sarà tutta tua.

Fine prima parte

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