Albus e Severus 2.0

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima dell'inizio - E tu che cosa mi darai in cambio, Severus? ***
Capitolo 2: *** Prima dell'inizio - Quando scelsi di diventare l'uomo di Silente ***
Capitolo 3: *** Primo anno - Come ci si sente a lasciare un miracolo, appoggiato ai gradini? ***
Capitolo 4: *** Primo anno - Il fisico di Albus ***
Capitolo 5: *** Lo specchio delle brame di Silente ***
Capitolo 6: *** Il rospo di Neville e la gatta di Gazza ***
Capitolo 7: *** Terzo anno - Piton accetta di fidarsi di Black e Remus ***
Capitolo 8: *** Quarto anno - Silente difende Piton con Karkaroff ***
Capitolo 9: *** Quarto anno - Penso che a volte lo smistamento avvenga troppo presto ***
Capitolo 10: *** Quinto anno - Piton e l'odio per la Umbridge ***
Capitolo 11: *** Quinto anno - Silente perseguitato dal Ministero, ma Piton gli resta accanto ***
Capitolo 12: *** Harry dice a Piton che gli dispiace per come suo padre lo trattava! ***
Capitolo 13: *** Silente a casa di Piton ***
Capitolo 14: *** Piton e la mano maledetta di Silente - prima del bacio - ***
Capitolo 15: *** Il tanto atteso bacio!! ***
Capitolo 16: *** Quando Narcissa va da Piton ***
Capitolo 17: *** Due voti Infrangibili. Il primo annulla il secondo! ***
Capitolo 18: *** Il voto infrangibile e quel tremolio che percorse la mano di Piton ***
Capitolo 19: *** Silente fa l'amore con Piton, dopo aver fatto visita a Lumacorno ***
Capitolo 20: *** Piton affronta Draco alla festa di Lumacorno ***
Capitolo 21: *** Lily, sono riuscito a cambiare ***
Capitolo 22: *** I ricordi della scuola e dei malandrini ***
Capitolo 23: *** Lo sai che tutto quello che faccio, lo faccio per te, vero? ***
Capitolo 24: *** Il mio nome ***
Capitolo 25: *** Il toccante confronto tra Regulus e Silente ***
Capitolo 26: *** Silente ringrazia Regulus per aver sostituito il medaglione ***
Capitolo 27: *** Quarto anno - Silente deve preoccuparsi di tutti! ***



Capitolo 1
*** Prima dell'inizio - E tu che cosa mi darai in cambio, Severus? ***


Nell’aria balenò una luce bianca, accecante e frastagliata, come un fulmine. Piton cadde in ginocchio e la bacchetta gli sfuggì di mano.

“Non mi uccida!” gridò Piton.

“Non era mia intenzione.” Disse Silente.
Ed era la verità. 

Quello che provava per Piton, era diverso da quello che provava per gli altri mangiamorte. Non sapeva spiegare perché, ma non provava lo stesso disprezzo, quasi non avvertisse la stessa malvagità che sentiva defluire negli altri.  Non lo avvertiva una minaccia.

“La..la profezia..la Cooman..”

“Ah si. Quanto hai riferito a Lord Voldemort?”

Sapeva, immaginava che gliel’avrebbe riferito, tuttavia non fece nulla. Non sapeva neanche lui perché.

Quando poi Piton perse il controllo e chiese a Silente di nasconderli tutti, Silente disse una frase sorprendente.

“E tu che cosa mi darai in cambio, Severus?”

“Qualunque cosa.” rispose Piton dopo un attimo di sbalordimento.
 
Questo segnò l’inizio del sodalizio più significativo della storia magica e fu l’inizio del grande potere che Silente cominciò ad avere su Piton. Il male che accetta di lasciarsi sottomettere, di SERVIRE il BENE.

A volte comincia tutto da una frase.
“E tu che cosa mi darai in cambio?”

Silente provò un inesplicabile senso di gusto perverso in quella sorta di ricatto emotivo.

Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma quella sorta di ricatto, diceva molto sulla sua personalità. Lui voleva Piton dalla sua parte, voleva che servisse lui, LUI, non Voldemort. Voleva portarlo dalla sua parte.

A livello inconscio, era già attratto magneticamente da Severus Piton. Voleva averlo vicino.

Peggio, voleva..

Voleva essere TUTTO per lui.

Ci fu una sensazione di gioia perversa, in lui, quando si sentì rispondere:

“Qualunque cosa.”






















Note dell'autrice:

 ragazzi, non c'è niente da fare, io AMO questa coppia, l'ho sempre amata xd e per quanto possano dirne gli altri, io ho sempre trovato affascinante l'attaccamento di silente a piton <333 andava oltre a un semplice rapporto di collaborazione per me <333

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Capitolo 2
*** Prima dell'inizio - Quando scelsi di diventare l'uomo di Silente ***


“Non mi uccida!”
“Non era mia intenzione.”
A volte bastano solo due parole, per cambiare il soffio di un cuore.
Il destino di un’anima.
 
Severus Piton era affascinato dalla bellezza e dal fascino.
Era per questo che aveva studiato per diventare un pozionista.
Trovava sempre affascinante come una semplice pozione potesse confonderti la mente, irretire i sensi.
Lui desiderava sopraffare, ma non poteva negare di rimanerne affascinato quando ne restava sopraffatto.

Una delle cose che trovò affascinante, fu l’incontro con Silente, dopo tanti anni.
Fascinoso il momento in cui la malvagità si incontrasse con la bontà, due facce della stessa medaglia, che però sembrava impossibile che si incontrassero.
Pensava spesso a quell’incontro, a come Silente avesse scelto di incontrarlo, di ascoltare cosa avesse da dire.
E in questo modo lui stesso aveva segnato il destino di entrambi.
Così come Piton lo aveva segnato per tutti e due, quando rispose a Silente:

“Qualsiasi cosa.”
 
Quando Piton aveva risposto così, non sapeva che ciò avrebbe significato una cosa molto più profonda di quella che aveva pensato.
Qualsiasi cosa, significava proprio “qualsiasi cosa.”
Significava dare tutto di lui a quell’uomo.
Ogni cosa.
La sua lealtà, i suoi occhi, le sue orecchie.
Il suo amore.

Non immaginava che si sarebbe fuso così tanto con quell’uomo, da non riconoscere più dove iniziasse uno e finisse l’altro.
Non immaginava che Silente si sarebbe affidato così tanto a lui, né che lo avrebbe difeso a spada tratta con chiunque osasse mettere in dubbio la sua onestà.
Non immaginava che un giorno si sarebbe ritrovato a dare più lealtà a un uomo giusto, piuttosto che all’Oscuro Signore.
Né che questo lo facesse sentire così BENE.
 
Non avrebbe mai immaginato di diventare l’uomo di Silente.

Piton ripensava spesso a quel loro incontro, così tempestoso.
La paura e la diffidenza negli occhi dell’uno e dell’altro.
E si diceva che non avrebbe cambiato una virgola di quell’incontro.
Anche tornando indietro 100 volte, avrebbe scelto di essere l’uomo di Silente.

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Capitolo 3
*** Primo anno - Come ci si sente a lasciare un miracolo, appoggiato ai gradini? ***


Quando arrivai al numero 4 di Privet Drive, sentivo freddo. Era una notte fredda, ma non importava.

Dentro di me sentivo il cuore leggero. Voldemort era scomparso. Il mondo magico stava festeggiando. Qualcosa di grandioso era successo e l’animo e il cuore di tutti era gioioso.
 
 Guardavo i lampioni accesi, mi davano fastidio, mi impedivano di pensare e poi non volevo che vedessero me e Minerva, quindi li spensi con lo spegnino.

Devo ammetterlo. Fu una genialata da parte sua, aspettarmi in quel modo. Quale eleganza!

Minerva riesce ancora a stupirmi, ancora dopo tanti anni che la conosco.

Aspettarmi, travestita da gatto.

Avrei dovuto immaginarlo. La cosa mi fa sorridere.



Sono stupito che non sia a festeggiare assieme a tutti gli altri maghi, per la scomparsa di Voldemort.

Io non credo di essere più grande di quello che sia stato o che è ancora, Voldemort aveva poteri che io non avrò mai, ma Minerva mi dice che è così solo perché sono troppo nobile, per usarli.

Io non so se sono una persona nobile. Intelligente sì, certamente, di questo sono sicuro..ma cosa vuol dire davvero nobile?

è forse nobile voler capire gli altri o i meandri della mente umana, perdonare, amare sopra tutto? Continuare a sognare, a sperare, non abbandonarsi all’ira, alla distruzione? Tutto questo è fonte per me di amarezza, perché dovrebbe essere una cosa normale, ma con Minerva non dico questo. Non voglio intristirla. Non oggi. Non questa notte.



Adoro Minerva, ma a volte mi fa arrabbiare. Soprattutto quando comincia a discutere sulla mia decisione di dare Harry Potter, il bambino sopravvissuto, ai suoi zii.

Non può capire, certo, ma per Harry è molto, molto meglio crescere con i suoi zii. Solo qui può essere al sicuro. Nessuno potrà fargli del male fisicamente in quella casa. Gli zii..sono gli zii..impareranno ad amarlo!

Mi dispiace che a volte Minerva non abbia fiducia in me.



“Affiderei ad Hagrid la mia stessa vita.” dissi. Se potevo io dare fiducia incondizionata a qualcuno, perchè non potevano altri fare la stessa cosa con me, senza fare domande?

Riesco a vedere nell’animo umano. In quello di Hagrid ci vedo tanta solitudine e tanta bontà. Credo nelle persone sole perché sono quelle che hanno più amore da dare, e più gli viene negata la possibilità di darlo, e più sarà il loro amore, quando incontrano qualcuno che glielo permetterà.

Potevo immaginare Hagrid arrivare in quel momento con la motocicletta con il bambino. Hagrid è una persona buona. Su di lui si può contare. Ha il mio affetto. Sicuramente. Uno dei pochi.

Abbiamo delle cose in comune io e lui, anche se non si direbbe, siamo entrambi persone sole.
 


Quando Hagrid arriva, prendo il bambino – Harry – e lo poso sul gradino, per un attimo gli occhi mi diventano lucidi. Per pochi attimi mi lascio prendere dall’emotività, figurandomi la scena come se fossi lì presente.

Era un miracolo che Harry fosse sopravvissuto. Quanta malvagità. Voler fare del male a un bambino, solo sulla base di una profezia ridicola e senza senso!

Solo per un attimo mi chiedo se non sto facendo un errore. Posso vedere me stesso tornare indietro con il bambino tra le braccia e portarlo via con me. Assicurarmi che abbia l’amore che meriti.

Io..un vecchio come me, crescere un bambino?

Ero ancora in grado di dare amore a qualcuno?

La mia mano restò ferma nell’aria.

No. Sarebbe stato meglio, con la sua famiglia.

Avrebbe avuto una vita normale, fino a quando non sarebbe stato pronto ad affrontare il mondo magico e la verità.
 


Non mi andava di festeggiare. Voldemort era morto, ma anche Lily e James. Un bambino sarebbe vissuto senza i suoi genitori, e un uomo - Piton - avrebbe sofferto questa colpa per tutta la vita, cercando di espiare. Un uomo che in questo momento era in lacrime.

Non c'era niente da festeggiare...



Durante la notte mi rigirai nel letto. Non riuscivo a dormire. Mi sentivo tormentato. Ero in pensiero per il bambino. Speravo sarebbe stato bene con quella famiglia. Non è colpa mia. Non potevo farci niente. Solo lì sarà protetto, non gli accadrà niente di male, continuavo a ripetermi, cercando di respingere l'idea che qualcosa sarebbe andato di male.




Non immaginavo sarebbe stato tanto difficile scrivere una lettera a Harry! 



In tanti anni da quando sono a Hogwarts ne ho visti davvero di tutti i colori, soprattutto da parte di famiglie che generarono mezzosangue e non volevano accettare che i loro figli venissero qui.

È capitato spesso che molti ragazzi destinati a diventare maghi, non ricevettero la loro lettera per Hogwarts, perché i genitori non gli permettevano di leggerla. Ho visto molti casi così.

Succedeva poi che si scopriva sempre tutto, perché con il tempo, la magia sfuggiva al loro controllo e succedevano disastri che bisognava poi rimediare con cancellazione di memoria collettiva su babbani che avevano assistito a episodi palesemente magici – per fortuna innocui – e conseguente terzo grado alle famiglie.

Tutto molto imbarazzante per tutti noi.                

Ecco perché cominciai a interessarmi personalmente di tutti i futuri studenti – a rischio  - diciamo così. C’era una lista e andava rispettata. Tutti i nomi della lista dovevano essere a Hogwarts, il 1 Settembre.

I gufi ricevevano apposta l’istruzione di comunicare anche non verbalmente se la posta era stata consegnata. Se era così, il gufo tornava felice, altrimenti se c’erano stati problemi, cominciava a fare versi struduli, arrabbiato e a distruggere tutto quello che trovava.

Il gufo incaricato di consegnare la lettera a Harry, era MOLTO arrabbiato.
 

Mentre il gufo che mi trovo davanti, sta ancora stridendo nella sua lingua, davanti a me, dico:

“Va bene..ascolta..adesso faremo più copie di queste lettere. Le farai piovere tutte giù per la cappa del camino, intesi?”

Il gufo rispose con un verso acuto, dispiegando le ali.
 
 
Anche quel tentativo fu infruttuoso. Devo ammettere però che la cosa mi stava divertendo.

“Sono proprio degli idioti..” disse la Mc Granitt, scrivendo una nuova lettera, che stavolta avrebbero fatto consegnare direttamente in un albergo.

Albus non sapeva cosa dire e lui ne aveva conosciuti di idioti.

Non aveva importanza quanto cercassero di scappare. Avevano spie ovunque che potevano riferire loro, qualunque loro spostamento. Avrebbero sempre saputo dove stavano andando.
 
 
Ad un certo punto, Silente esasperato, andò a trovare Hagrid personalmente.

“Mi dispiace disturbarti, hagrid, ma occorre che tu vada a consegnare questa per me.” disse.

“Ma..signore, questa è la lettera per Hogwarts, dovrebbero essere state consegnate tutte già qualche giorno fa.” disse stranito, tenendola in mano. “Problemi con i gufi?”

“Non sono loro i problemi, non lo sono mai. Ma la famiglia del ragazzo.”

“Il..ragazzo?? Ma..aspetti..questa lettera è..è per Harry..Potter…?” chiese sbalordito.

“Sì. Purtroppo ho riposto troppa fiducia nella sua famiglia. So per certo che il ragazzo non ha ricevuto nessuna delle lettere che con estrema insistenza gli abbiamo recapitato..”

“Ma…ma…perché??” Hagrid era sbalordito dall’idea che qualcuno non volesse spontaneamente mandare dei ragazzi in un sogno come Hogwarts.

Silente fece un sorriso.

“La mente umana è piuttosto contorta, mio buon amico..ma a proposito della consegna di questa lettera, c’è bisogno di un metodo..più..incisivo. Ho pensato che tu..”

“Conti su di me, signore. Ho sempre detestato chi cerca di tarpare le ali ai giovani maghi.”
 
 
 

Caro diario, in questi anni, ho seguito Harry Potter da lontano.

Sapevo che non stava bene, ma non immaginavo potessimo arrivare a tanto.

Ho così tanto lavoro da sbrigare e ho perso un mucchio di tempo con una faccenda così banale e allo stesso tempo importante, come la consegna della lettera.

Ho mal di testa. Andrò dal pub di madama Rosmerta cercando di pensare ad altro.

Non so se siano peggio i Dursley o il sorriso divertito di Piton riguardo a questa faccenda.

Come può essere divertito da una simile infantileria?

Esiste questo termine? Potrei chiamare il ministero e chiedere di coniarlo.

Sono Albus Silente in fondo.






















Note dell'autrice: 

ragazzi ho deciso di spostare la storia con i capitoli di Silente e quelli di Piton, insieme, visto che le idee scarseggiano e i capitoli fanno fatica ad accumularsi :p

quindi la storia non è cancellata ma ho deciso di mettere le due storie insieme 

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Capitolo 4
*** Primo anno - Il fisico di Albus ***


È il 1 settembre.

Primo giorno delle lezioni a Hogwarts. Primo giorno che vedrò….lui.

Mi farà un certo effetto guardarlo negli occhi? Cosa proverò? Rabbia, rancore senso di colpa, rimpianto?
 


“Severus! È una bella giornata, non trovi anche tu?” chiese Silente, andandogli incontro.
 
Silente è il preside della scuola di Hogwarts. È uno dei maghi più ammirati della comunità magica. Uno dei più famosi. Forse il solo di cui l’Oscuro Signore abbia mai avuto paura.

È vecchissimo. Non so neanche quanti anni abbia – certo, non che dovrebbe interessarmi comunque – ma nonostante questo, ha ancora un fisico imponente. Non ha la pelle decadente, tipica delle persone anziane, e ha ancora un fisico sodo..forse addirittura più del mio, che sono più giovane..



“Severus, a cosa stai pensando?” chiese Silente, con curiosità, sorridendo.


Ma a che diavolo sto pensando? Devo riprendermi.



“Solo al fatto che gli studenti non vengono qui per divertirsi o godere dei raggi del sole, Albus..”


mi compiace il fatto che sono uno dei pochi che può chiamarlo o si permette di chiamarlo per nome. Non da a molti questa libertà. Ovviamente lui si fida di me.



“Penso che in un clima disteso e gioviale, gli studenti possano dare il meglio delle loro capacità,  è per questo che oltre alla sicurezza, ho a cuore anche il benessere dei miei studenti e…”

Silente continuava a parlare, ma Severus piton era di nuovo perso nei suoi pensieri.

Probabilmente deve usare la magia per avere un fisico così sodo, nonostante i suoi anni..vorrei riuscire a carpire il suo segreto..forse il fatto che faccia uso così tanto della magia, mantiene in forma il suo corpo..

“Ho capito. Hai la testa da un’altra parte..” disse Silente gentile.

“Cosa?? No, ti sbagli.” Cercò di giustificarsi Piton, ma Silente aggiunse:

“Non ti preoccupare..è perfettamente normale..anzi, ti stavo cercando apposta..volevo dirti che ti capisco..”

“Mi..mi capisci?” Non si metterà mica a dirmi che capisce che io sia geloso del suo fisico? Non oserà…

“Oggi arriva il Prescelto e capisco che per te deve essere difficile, considerando..”

Ma porca miseria..

“Ah, capisco..eri preoccupato per me..ma non devi. Sono un uomo adulto,capace di lasciarsi il passato alle spalle.”

Albus fece una faccia scettica e Piton la prese sul personale.

“Se così non fosse, non sarei qui con te, adesso, no??” disse Piton arrabbiato, alludendo al suo passato da Mangiamorte.

“Certo..e sono contento che tu sia qui, con me, Severus..”

“Bene.” disse Piton, andando via.
 
Però..è stato l’unico a pensare a come potrei sentirmi. Il solo.  Pensò Piton, con un sorriso.
 
















 Note dell'autrice: 

ragazzi, non potevo farmi scappare il diario di piton xd :ppp spero vi piacerà! Non sarà demenziale come sembra da questo cap, tranquilli ahhah xd

Non so proprio come mai, non c'è la sezione della coppia Albus /Piton, per me sono davvero shippabilissii, soprattutto nel libro xd misteri!!

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Capitolo 5
*** Lo specchio delle brame di Silente ***


Harry mi ha chiesto che cosa vedo nello specchio delle brame.

“Io? Mi vedo con in mano un paio di grossi calzini di lana. I calzini non bastano mai, è passato un altro anno e nessuno mi ha regalato un solo paio di calzini. Chissà perché, a me regalano soltanto libri.”
 
Aveva mentito, ma non del tutto.

Nello specchio vedeva sua sorella. Ariana. Bella, dolce e fragile. Ancora viva.

Nello specchio vedeva Grindelwald. Suo vecchio amico e uomo di cui era profondamente innamorato.

Nello specchio riviveva quel periodo come un loop, ma con una differenza. Riusciva ad accorgersi in tempo della malvagità del suo amico e a salvarlo.

Vedeva anche Piton.

Nello specchio riusciva a trovare la forza di abbracciarlo e scacciare del tuto l’oscurità dentro di lui, colmare la sua disperazione e pena.

Nello specchio era consolatore e amico dell’uomo che gli stava facendo così tanti favori.Piton si apriva con lui ed era meraviglioso poter parlare a cuore aperto dei propri demoni.

Ma lui era Silente. L’uomo che si teneva tutto dentro.
 
Chi potrebbe mai amare una persona come me?



Solamente dopo tutti questi desideri, quando tornava la tristezza, vedeva nello specchio delle brame, I CALZINI. Rispecchiavano il suo desiderio di essere amato.

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Capitolo 6
*** Il rospo di Neville e la gatta di Gazza ***


Il rospo di Neville

 
 
“Tutti qui e guardate che cosa succede al rospo di Paciock. Se è riuscito a preparare una pozione restringente, diventerà un girino, se ha sbagliato e non ho alcun dubbio in proposito, è probabile che il suo rospo finisca avvelenato.”
 
Alla fine il rospo era diventato un girino e Piton tolse cinque punti in meno a Grifondoro perché aveva capito che era stata Hermione ad aiutarlo.





In quel momento si stava sfogando con Silente.
 
“Quella mocciosa impertinente. Le avevo detto di non immischiarsi. Avrei comunque dato un antidoto per il rospo, una volta dato a Paciock una lezione. In questo modo non imparerà mai a…”

“Perché non hai detto a Paciock che avevi già pronta una cura per il veleno?” chiese Silente, guardandolo serio e profondo.

Piton rifuggì da quello sguardo indagatore, guardandolo aspramente, ma il suo colorito si accese di rosso.

Qualunque idiota lo avrebbe capito. Anche la Granger. Ma lei no. Non poteva farsi gli affari suoi. Ha voluto sfidarmi.” Disse Piton ancora rancoroso per quella storia.
 
Silente sospirò.
 



 Avrei voluto che Severeus  dicesse dell’antidoto, ma lui non è solito voler farsi benvolere dagli alunni, anche a costo che tutti credano che sia un mostro.  Scriveva Silente nel suo diario.



La gatta di Gazza



La gatta di Gazza, Mrs Purr, era stata pietrificata e Gazza continuava a piangere.

"Ultimamente la professoressa Sprite è riuscita a procurarsi alcune Mandragole. Non appena saranno cresciute, farò una pozione che riporterà in vita Mrs Purr." disse Il preside, Albus Silente.

"Lasci fare a me." ne approfttò Allock, devo averla fatta centinaia di volte, la pozione ricostituente alla Mandragola, so prepararla a occhi chiusi."

"Fino a prova contraria, l'esperto di Pozioni in questa scuola sono io." disse Piton glaciale e furibondo.

Questo INSETTO, cerca di farsi bello agli occhi del Preside?

Silente e Piton si guardarono negli occhi e Silente sembrò arrossire sotto lo sguardo di fuoco di Piton.

Seguì una pausa imbarazzata, tra tutti i presenti, che forse si erano accorti della tensione che scaturiva in quell'aula.
 






















Note dell'autrice: 

lo so, il capitolo è vergognosamente corto ahha ma è davvero difficile ed è già una fortuna che ho avuto questa ispirazione ahha xd scusate!! il capitolo è ispirato alla pagina 132 del secondo libro di Hp

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Capitolo 7
*** Terzo anno - Piton accetta di fidarsi di Black e Remus ***


L'odio di Piton per Lunastorta



Piton continuava a pensare a Lupin e al suo posto di insegnante di difesa contro le arti Oscure.

 il suo sangue gli ribolliva, se pensava che uno degli amichetti di James Potter, stava in quel momento lì al castello ad occupare il posto che da tanti anni avrebbe preferito occupare lui. Aveva chiesto a Silente, ripetutamente, di non fidarsi, di non dargli quel posto.. e ora non solo Silente se n'era fregato alla stragrande di come si sentiva lui, ma sembrava anche sottovalutare  il fatto che essendo grande amico di quel traditore di Black, avrebbe potuto benissimo tramare nell'ombra contro di lui. E ora Black era entrato.

Tutto perché Silente non gli aveva dato ascolto e inoltre pretendeva che gli facesse da balia preparando pozioni per lui in tempi ravvicinati e in dosi massicce.

Se qualcuno avesse detto a Piton che un giorno, da insegnante di Hogwars, avesse dovuto preparare un antidoto per la condizione di Lupin, ripetutamente, non sapeva come avrebbe reagito. Probabilmente avrebbe rifilato allo sfortunato un Avada Kedavra.

Il solo fatto di dover fare qualcosa per far star meglio uno della combriccola odiosa di queL SERPENTE, di quel… MAIALE di James Potter, era rivoltante.

Naturalmente Piton non era completamente senza cuore e anche se non lo dava a vedere, lui apprezzava e riconosceva i bei modi e la gentilezza, soprattutto dal momento che grazie a Voldemort, era abituato da sempre a tutt’altro.

Anche se odiava quindi Lupin, per quello che rappresentava, il legame con quel maiale, così come odiava Harry Potter, doveva doveva riconoscere  a Lupin un certo savoir fair e una gentilezza quasi piacevole e di certo inaspettata da uno che era stato uno dei migliori amici di quel Potter,
 
Avrebbe voluto davvero avvelenarlo quando Silente gli propose di preparare quella pozione anti trasformazione di lupo mannaro per lui , ma si accorse ben presto che alla fine non voleva davvero farlo. Non sapeva se era per la gentilezza di Lupin o per chissà che cosa, ma alla fine sembrava davvero il migliore di tutta quella combriccola di James Potter.  Nonostante questo,  sapeva benissimo, che se Lupin avesse dovuto scegliere tra loro e il suo caro vecchio amico traditore Black, avrebbe scelto sicuramente Black, a priori, contro tutto e tutti,  anche nel remoto caso che Lupin agisse davvero con le migliori intenzioni, cosa di cui, dubitava fortemente.

Insomma, dopo Raptor, c’era il forte sospetto che qualcun altro, qualche altra talpa traditrice, congiurasse contro di loro..altrimenti come avrebbe fatto Sirius ad entrare?

Ma se era davvero Lupin ad averli traditi, era strano che si comportasse così con il ragazzo. Quasi come se tenesse davvero a lui.




*

Lunastorta ringrazia Piton per la pozione



“Severus, io volevo dirti solo..grazie. Per tutto quello che fai per me.”

“Bando agli svenevolismi, Remus, prendi la maledetta pozione. E poi non lo faccio per te, ma per il benessere di tutti.”

“Severus, volevo solo farti sapere…che mi dispiace di non averti difeso quando..quando James…”

“Non dire quel nome! Non davanti a me, Remus. MAI Più.” disse Piton rabbrividendo.

“Va bene..scusami, ma io dovevo..insomma..farti sapere.”

“Ora l’hai fatto. Possiamo finirla qui. “

“Va bene. Scusami ancora, Severus. E grazie.”
 
Piton non osava ammetterlo, neppure ad alta voce a sé stesso, ma quel gesto, era stato apprezzato.  




*

Piton accetta di fidarsi di Black e Lupin



“Levati di torno Potter, sei già abbastanza nei guai..se non fossi stato qui a salvarti..” disse Piton.

“ Solo rimasto solo con lui per ore  a prendere lezioni di difesa contro i dissennatori. Se davvero stava aiutando Black, perché non mi ha finito allora?”

“Non chiedermi di immaginare come funziona la mente di un lupo mannaro..” disse Piton, ma qualcosa in lui cigolava.

“Severus, per favore..” lo supplicò Remus.

Piton, molto lentamente, abbassò la bacchetta.

“Grazie, Piton..” disse a bassa voce, ma tuttavia con un sussurro ben udibile, Sirius.

“Ti tengo d’occhio, Black.” Disse Piton, guardandolo ancora male. “E ora, spiegatevi! E badate di essere convincenti!” disse Piton a tutti quanti.



Purtroppo nonostante tutto, nonostante Piton era pronto a credere ai ragazzi, successe lo stesso il finimondo. La trasformazione di Lupin in lupo mannaro, la cattura di Black per via di altri professori, la fuga di Minus, non vista da esterni. Di nuovo.
 
“È davvero una storia incredibile.” Disse il preside, ascoltando il racconto.

“Mi dispiace, io ho cercato di…ma sono stato colpito con un incantesimo da quel bastardo di Minus e sono svenuto e così hanno catturato Black. Sono molto addolorato per il mio fallimento, ma sono pronto a testimoniare, signore.” Disse Piton.

“Credo che adesso andrò a parlare con Harry e Hermione.” Disse il preside.
 
 
 




*

"Il professor Lupin e il professor Piton possono dirle..” cominciò Harry.

“Il professor Lupin al momento è nel cuore della foresta e non può dir niente a nessuno, devo aggiungere inoltre che i lupi mannari, così come gli ex mangia morte, godono di una così scarsa fiducia presso gran parte di noi, che il loro sostegno conterrà pochissimo..” disse Silente.

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Capitolo 8
*** Quarto anno - Silente difende Piton con Karkaroff ***


"Ve lo assicuro! Severus Piton è un mangiamorte!" aveva urlato Karkaroff.

Silente l'aveva prontamente difeso. "Ho già deposto a questo proposito. Severus Piton è stato un Mangiamorte, è vero, però è tornato dalla nostra parte prima della caduta di Voldemort e ha fatto la spia per noi, a suo rischio e pericolo. Ora non è un Mangiamorte più di quanto lo sia io."

La fierezza che aveva Silente nei suoi occhi e nelle sue parole, era palpabile perfino a distanza. Harry la percepiva e percepiva anche qualcos'alto, forse. Affetto? 

Silente era affezionato a Piton? 

Silente tirò un sospiro, quando ebbe finito di parlare. Si agitava sempre quando mettevano in dubbio Piton. Trovarsi ad esporsi così tanto lo metteva in una sorta di agitazione perenne, ma non poteva farne a meno. Sentiva una sorta di emozione prepotente ogni volta che inveivano contro di lui, come una sorta di protezione che lui aveva per l'insegnante.

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Capitolo 9
*** Quarto anno - Penso che a volte lo smistamento avvenga troppo presto ***


“Karkaroff vuole fuggire se il marchio si accende.” Disse Piton.
“Davvero? E tu sei tentato di fare lo stesso?” chiese Silente.
“No. Non sono così vigliacco!”
“No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…"


POV PITON

Disse quelle parole che stordirono ogni piccola parte dei miei organi.

Compreso il cuore.

Tutto a un tratto era così rigonfio, che non riuscivo a respirare.
Che imperdonabile peccato di sdolcinato sentimentalismo.

Ho sempre odiato tali sdolcinerie
Eppure in bocca a lui, quelle parole

Mi resero FELICE.

Pensare che lui pensava questo di me mi fece sentire..

Orgoglioso.
 
 


*

“No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…”


POV SILENTE

Me ne andai, lasciandolo basito, gonfio di quel mio solito egocentrismo, che mi rendeva sempre auto compiacente di come riuscivo a generare sentimenti forti nella mia vittima di turno grazie alla mia lingua tagliente.

Ma questa volta c’era qualcosa di diverso.

Questa volta il mio sarcasmo era dolce e l’usai per rendere felice un uomo,
di cui non solo provavo stima, ma anche affetto, amore.

Un uomo che avevo imparato a stimare profondamente e di cui mi dolevo sempre che non capisse quanto valore aveva.

è difficile. Spesso non esprimo i miei sentimenti, mi tengo i miei segreti per me, anche con Harry non li esprimo, se posso evitarlo, nonostante sono molto affezionato al ragazzo.

Ma con Piton, era diverso. Quell'uomo riusciva a sconvolgermi.

Gonfio di com'ero della stima che provavo per quell'uomo meraviglioso, non riuscii più a contenere quei sentimenti, non potevo più stare zitto.


Desideravo che lui riuscisse a vedersi come io vedevo lui.
Volevo che lui sapesse com’era davvero lui per me.

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Capitolo 10
*** Quinto anno - Piton e l'odio per la Umbridge ***


Quando arrivò questa novità che la Umbridge avrebbe ispezionato le aule degli altri insegnanti, Silente e Piton discussero a lungo di questa cosa, nel privato del suo studio.

Albus assisteva, dapprima arrabbiato, poi preoccupato e infine sorridente, ai lunghi improperi e indignazione varia, che Piton usava per trovare degli aggettivi su che cosa era quella donna e su quanto fosse inammissibile, vergognoso, per non dire arrogante, che pretendesse di giudicare gli altri insegnanti.

Negli occhi di Silente, brillava lo scintillio dell’orgoglio.

“L’indignazione che provi per la malvagità altrui, fa risaltare l’assenza della tua, Severus, questo mi riempie d’orgoglio.”

Severus era arrossito d’imbarazzo a queste parole e aveva farfugliato qualcosa di disconnesso.






*

“Tutti gli anni da quando è arrivato qui a scuola, ha fatto regolarmente domanda per quel posto, se non sbaglio?” domandò la Umbridge.

“Sì.” Disse Piton.

“Ha idea della ragione per cui Silente gliel’ha rifiutato con tanta costanza?”

“Le suggerisco di domandarlo a lui.” Rispose Piton con uno scatto.
 
Miriadi di sentimenti intensi e passionali trapassarono Piton in quell’istante. Parlare del posto di inseganante di Difesa, era da sempre un argomento delicato e che faceva sempre male, oltretutto parlarne con una persona TANTO ODIOSA,  faceva doppiamente male, ma era più della rabbia che lo pervadeva. C’erano anche altri sentimenti che lo trapassavano.

Doveva tutto a quell’uomo, a Silente. Gli era leale da anni, eppure Silente non aveva mai accettato di dargli quel posto.

Una dualità di sentimenti lo pervadeva.

Da un lato si poteva vedere dal punto di vista che Silente malgrado quello che diceva, non si fidava così completamente di lui, come voleva dar a intendere.

Dall’altro lato, forse Silente ci teneva così tanto a lui, da non voler andare a calcare su una ferita ormai sepolta, che era quella del suo passato di Mangiamorte, temeva infatti, che avrebbe potuto ricaderci, più per fragilità, che per malvagità vera e propria e quindi voleva preservarlo.

Era oltremodo indecente che fosse diventato così sentimentale.

Sapeva che quando si attacca a qualcuno, diventa così patetico, l’aveva sperimentato su Lily, ed era per questo che non voleva attaccarsi mai a nessuno e faceva il possibile per farsi odiare da tutti.
 

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Capitolo 11
*** Quinto anno - Silente perseguitato dal Ministero, ma Piton gli resta accanto ***


“Questo lo sappiamo. Sappiamo che il Ministero sorveglia Silente.” Disse Harry, mentre ascoltavano il racconto di Hagrd quando raccontava del viaggio che aveva dovuto fare con Madame Maxime, per andare a cercare i draghi.

Sappiamo che il ministero sorveglia Silente, aveva detto Harry. Quello che però non sapeva, quello che poteva solo intuire ma non sapere, era tutto lo stress che derivava da questa sorveglianza.

Silente era un uomo algido, forte, un uomo che era abituato a non farsi vedere crollare, a non lamentarsi e a farsi vedere forte, ma a volte anche lui era stanco.

Tutto lo stress che gli provocava il ministero, lo provava, ma non voleva darlo a vedere.

Era arrabbiato ma non voleva farsi vedere debole, voleva essere forte.

C’era però qualcuno che si preoccupava per lui. Gli insegnanti ovviamente, tutti quelli che gli volevano bene, la Mc Granitt…

E poi c’era LUI.
Lui che Silente aveva protetto.
Lui a cui Silente aveva dato un’altra chance.

Lui che l’aveva difeso con tutti.
 
Lui. Severus Piton.
Lui lo sosteneva.
Andava a trovarlo.

Si premurava di sapere sempre notizie del Ministero.
Stava dalla sua parte.
 
Lui, Severus Piton, se avesse potuto fare un paragone con le sue pozioni per descrivere questo momento, l’avrebbe paragonato a una pozione da assaggiare, che aveva il sapore agrodolce di un’amicizia improbabile, sconnessa, che non si sarebbe mai aspettato.

Ancora più strano era questo sentimento che provava.
Quello di preoccuparsi per lui, di volerlo proteggere.
 
Il ministero è il MALE. pensava.
 
Durante quel periodo così strano, in cui Silente era odiato da tutto il Ministero della Magia e visto come un impostore e bugiardo, Severus Piton non lo lasciava un attimo.
Era la sua ombra.
Per Silente, era bello sentire Piton fare domande, interessarsi sull’ultima stronzata che aveva messo in atto il Ministero, il più delle volte, contro di lui.

La sua indignazione era quanto di più dolce poteva regalargli.
 
“Non mostrare il tuo malumore agli studenti, Severus. Il tuo insegnamento non ci deve rimettere per colpa mia e dei miei casini.” Osò dirgli un giorno.

Piton non gli rivolse la parola per tutta la giornata.

Ma per Silente, anche questa era una prova d’affetto.






















Note dell'autrice: 

scusate per i capitoli sempre così corti e i titoli sempre banali, ma è difficile trovare titoli incisivi xd allo stesso tempo non voglio rinunciare a tutte l emozioni che mi trasmettono certi passaggi e che mi ispirano nello raccontare l'amicizia/amore tra i due, anche se fossero solo due pragrafi, ormai ho cominciato questa serie e la porterò  a termine, altrimenti non avrebbe avuto senso neanche iniziarla <333

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Capitolo 12
*** Harry dice a Piton che gli dispiace per come suo padre lo trattava! ***


Allora..ti stavi divertendo, Potter??”

“N-no.” disse Harry tentando di liberarsi.
“Un uomo spiritoso tuo padre, vero?”
“Io…non..”

“Non ripeterai mai a nessuno quello che hai visto!!” ululò Piton.

“No..certo che no….io mi…mi dispiace.” Disse Harry.

Piton lo guardò stralunato.
“Che cos’hai detto, Potter?”

Mi dispiace!! Io NON LO SAPEVO!!” strillò Harry a occhi chiusi, desolato.

“Fuori, Potter..” disse Piton, che era rimasto chiaramente sorpreso e disarmato da quelle scuse.
“Aspetti, io volevo..”

“Fuori! Fuori di qui! Non voglio vederti mai più qui dentro!”
 
Harry corse più in fretta che poteva, fuori dall’ufficio di Piton.

Piton nel frattempo, si era accasciato  al suolo.

Potter aveva frugato nei suoi ricordi peggiori.

E gli aveva chiesto scusa!

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Capitolo 13
*** Silente a casa di Piton ***


Quando Silente fu costretto a lasciare la scuola per scappare dal Ministero della Magia, nessuno sapeva dove fosse andato, anche se tutti se lo chiedevano.

Uno dei pochi a cui veniva concesso il privilegio di vedere Silente, era il professor Piton.

Quel giorno era stato a pranzo da lui, a Spinner’s End.

Silente si era preoccupato di portare il pranzo.

Piton non chiese dove si fosse procurato tante delizie tutte insieme, nonostante fosse un fuggitivo.
 


“Così questa è la tua stanza, Severus, caruccia.” Disse il preside.

Piton, che sapendo che la visita del preside era imminente, si era preoccupato di riassettare un po’ la sua casa, non aveva fiatato.

“Se vuoi fermarti qui per la notte, io posso..cioè sarei felice di lasciarti la mia stanza..” disse Severus, imbarazzato.

“Oh. Lo faresti davvero, Severus?” gli chiese, mettendo una mano sullo stipite della porta e fissandolo a pochi centimetri dal viso. Severus rimase sull’uscio della porta, senza allontanarsi, ma guardò in basso, leggermente arrossito.

“Certo.” Rispose solo.
Silente sorrise di nuovo.

“Ti ringrazio, Severus, ma non è necessario. Non voglio approfittare oltre della tua gentilezza e poi se ci vedono insieme, metterei nei guai anche te e non è quello che voglio.” disse l'altro, allontanandosi.

“Ho giurato di servirti..” disse Piton, in un tono quasi offeso.

“Ma ciò non implica che tu per me sia solo un servitore..” disse Silente.

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Capitolo 14
*** Piton e la mano maledetta di Silente - prima del bacio - ***


“Perché? Perché ti sei messo quell’anello? Contiene una maledizione sono sicuro che lo sapevi. Perché ti sei azzardato anche solo a toccarlo?”
“Io..sono stato uno sciocco..terribilmente tentato..”
“Tentato da cosa??”
Silente non rispose.

È un miracolo che tu sia riuscito a tornare qui! Quell’anello conteneva una maledizione di straordinaria potenza!!”
Piton era furioso. Se qualcuno oltre al preside, l’avesse visto in quel momento, sarebbe rimasto a bocca aperta davanti a una simile perdita di controllo.

Lui, l’austero professor Piton, l’uomo sempre impassibile, iperscrutabile, freddo, addirittura cinico, l’uomo che nulla sembrava scuoterlo, stava sbraitando senza più preoccuparsi di apparire debole, senza preoccuparsi di nascondere i suoi sentimenti.

Quell’uomo, stava sbraitando contro il preside. Si preoccupava per lui! Lo rimproverava.
 
Se qualcuno oltre a loro due, avesse visto quello spettacolo, sarebbe rimasto allibito, non solo dalla sfacciataggine e dal cambiamento di Piton, ma anche da quell’inaspettato sipario su un legame che forse prima d’ora non si sapeva essere così stretto.

Certo, Silente aveva difeso spesse volte Piton, ma quanto fossero vicini, quanto in realtà fosse stretto il loro rapporto, non si era mai visto, perché era raro cogliere qualche breccia tra loro due. Se c’era un qualche tipo di legame tra loro, non lo lasciavano intravedere agli altri, soprattutto considerato quanto Piton ci teneva a non mostrare i suoi sentimenti.
 
Eppure in quello studio, in quel momento, Piton non si preoccupava di lasciar cadere la maschera e di mostrare la sua debolezza.

Silente era ferito e a lui non importava che era il preside, che gli doveva rispetto, in quel momento contava solo il fatto che lui fosse ferito e il rispetto non contava niente in quel momento. Desiderava solo picchiarlo, fino  a fargli perdere i sensi, PUNIRLO per aver messo così a repentaglio la sua vita.
 
Il vero legame tra Piton e Silente, si poteva vedere in quel momento e forse, anche a chi davvero Piton era fedele e leale.






















Note dell'autrice: 

allora ragazzi, come vi ho già detto, io amo alla follia questi due e il loro rapporto e non voglio risparmiarmi su nulla. Le mie scene preferite sono quelle del voto infrangibile e quella in cui piton dimostra che DAVVERO era preoccupato per la mano di Silente! Purtroppo dovendo scrivendo una storia d'amore tra loro due, ho dovuto passare oltre e non soffermarmi troppo sulle mie due scene preferite, è per questo che nonostante quel capitolo l'ho già scritto, ho aggiunto questo missing moment, che affiancherà nel capitolo (sposterò gran parte di questi ultimi capitoli nella storia ) dopo che vi avrò dato tempo di leggerlo! 

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Capitolo 15
*** Il tanto atteso bacio!! ***


Piton era furioso, furibondo.

“Conteneva una maledizione!! Sono sicuro che lo sapevi, perché ti sei azzardato anche solo a toccarlo??”

Silente cercava disperatamente di ritornare sull’argomento del giovane Draco Mlafoy, ma Piton si sedette nel posto che occupava solitamente sempre Harry, davanti alla sua scrivania e non glielo permise.

“Severus, ti prego, parleremo della mia mano maledetta più tardi, ora è di vitale importanza..”

“Anche questo lo è.” Disse Piton, prendendogli la mano.

Silente lo guardò stranito, i suoi occhi si ingrandirono.

“Severus, io sono vecchio..ho vissuto i miei anni e..”

“Stai zitto. Guarirò la tua mano..troverò un modo. Lo prometto.”

Altro silenzio.

“Sono fortunato, molto fortunato ad avere te, Severus.” Disse Silente con dolcezza.

I due si guardarono. Piton gli lanciò uno sguardo colmo di apprensione e amore, mentre gli teneva ancora stretta la mano annerita, in egual misura.
 

Silente allungò una mano ad accarezzargli il viso e Piton chiuse gli occhi a quella carezza.

“Severus..”

Silente azzerò le distanze e lo baciò. Piton ricambiò, lasciandosi andare immediatamente al bacio, lasciandosi trascinare da quella dolcezza e da quell’amore, ma da quella distanza erano entrambi scomodi.


Piton fece per allontanarsi con il solo scopo di girare in tondo per andare da lui, ma Silente non gli permise di interrompere il bacio. Lo agguantò per la veste con la mano libera e con una forza sovrumana, riuscì a fargli scavalcare la scrivania.

Piton era sconvolto da tanta irruenza ma niente affatto incline a protestare, continuarono a baciarsi e sorprendentemente fu Piton a spingere Silente contro il muro, mentre lo baciava, nonostante continuasse a stare attento alla mano ferita.

Oh, da quanto tempo lo desiderava!!






















ohhhhh finalmente dopo un anno di sacrifici, arrivano un pò di soddisfazioni ahha sono riuscita ad arrivare al momento del bacio!! quasi non ci credo! ahhah xd

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Capitolo 16
*** Quando Narcissa va da Piton ***


Non mi è difficile essere gentile con Narcissa, trovo che lei al contrario della Lestrange, abbia un filino di bontà. In fondo è una donna e una madre preoccupata, quella che è venuta da me oggi, per chiedermi di salvare suo figlio. Stava per tradire Voldemort, quindi questo mi fa capire che sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa, qualsiasi, per salvare il figlio. Quando disse “Ma non ce la farà! Come potrà, quando anche Silente…” capì all’istante che stava perdendo il controllo e le persone così emotive, sono facili da manipolare, mio malgrado, sorrisi, anche se il solo nominare Silente, mi faceva male. Narcissa continuava a piangere e distolsi gli occhi dalle sue lacrime, una parte di me si dispiaceva, l’altra parte era arrabbiata, anche perché sapeva cosa lei voleva veramente da me.

Narcissa…personaggio affascinante, quasi quanto Lucius e capace di amare con passione. Amava Lucius con passione e anche suo figlio. Era fedele a loro, non a Voldemort e questo bastava ad avere dalla sua parte il mio rispetto.

Se i Membri dell’Ordine, se Potter, Silente, potessero vedere questa stupida Lestrange, adesso..chissà cosa vedrebbero. A me è colto il privilegio, mio malgrado, di aver visto anche altre sfumature di lei, oltre alla feroce assassina, pazza, sanguinaria, fedele a Voldemort. Oltre a essere quello, è una sorella, ha seguito Narcissa ciecamente, cercando di convincerla a non venire da me. Potrei provare quasi pena per lei e invece tutto ciò che desidero, soprattutto dopo averle sentito dire che se avesse dei figli, li sacrificherebbe al signore oscuro, è quello di seppellirla viva, dopo averle fatto un Cruciatus fino a farla svenire.
 

Narcissa ha visto la pallida imitazione di Codaliscia, offrirci da bere. Mi sembrò che lo guardasse con un’espressione un po’ triste e un po’ desolata. Prova pena per lui? Forse dopotutto questa donna può essere ancora recuperata. Dovrò parlarne con Silente a questo proposito.

Narcissa, gli altri e perfino Voldemort, non sanno che in combutta con Silente e con l’Ordine, abbiamo preso uno dei peggiori criminali in circolazione e lo sottoponiamo regolarmente alla pozione Polisucco e ad altri incantesimi che gli modificano la memoria, per fargli credere che Minus è tornato dalla nostra parte, dopo che Potter lo aveva barbaramente catturato.

Silente ha pensato davvero a tutto per proteggere anche quell’ignobile ratto. Mi chiedo se vale tutto questo sforzo, così come gli altri schifosi scarafaggi amici suoi ai tempi della scuola.
 

“Ho avuto un sacco di tempo per pensare a cosa volevo fare, per progettare la mia mossa successiva, per fuggire come Karkaroff, no?”

Mentre parlo di Karkaroff, una nuova fitta di dolore mi prende lo stomaco a ricordare com’era andata veramente. Mi ricordo l’ondata di rabbia che mi era presa, quando Silente mi chiese se ero tentato di fare lo stesso.”No, non sono così vigliacco!” mormorai risentito.
 

Continuavo a snocciolare spiegazioni per Lestrange. Cercai di evitare l’argomento Potter, parlare del fatto che non l’avessi ucciso, nascondeva una verità che non potevo dire, che l’avevo protetto. Ancora una volta misi una maschera e continuai. Quando Narcissa mi disse che avevo passato tutti quegli anni sotto le sottane di Silente, lungi dal sentirmi indignato, provai un retrogusto di compiacimento.

Sì. L’avevo fatto perché io lo amavo. E lo amo ancora.

Farei tutto per lui.

Quando parlai della sua ferita, fu come se in quel momento fossi ferito anche io, ma controllai di nuovo le mie espressioni. Era la cosa che sapevo fare meglio, come Occlumante.






















Note dell'autrice: 

questo pezzo è stato difficilissimo per me da scrivere xd nel prossimo dovrei parlare del Voto Infrangibile! Naturalmente anche lì la situazione sarà modificata ma devo pensare bene alla cosa. Ci stiamo avvicinando comunque a scrivere della storia d'amore tra i due! 

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Capitolo 17
*** Due voti Infrangibili. Il primo annulla il secondo! ***


Rimasi costernato quando Narcissa mi chiese di fare il Voto Infrangibile. Temevo un’eventualità del genere, ma avevo fatto il possibile per non pensarci. Non credevo poi, che me l’avrebbe chiesto proprio Narcissa.

Accettai. Non potevano saperlo, ma avevo già fatto un Voto Infrangibile ed era quello di proteggere la vita di Albus ad ogni costo. Giurai inoltre di non ucciderlo, non importava quanto le circostanze sarebbero state disperate. Questo voto decisi di farlo il giorno che Silente venne da me con la mano maledetta. Persi la ragione all’idea che potesse morire e ci baciammo.

Giurai che l’avrei salvato.

È stato dopo quel momento che feci il voto infrangibile. Sapevo che avrebbero cercato di manipolarmi, a costringermi a fare una scelta che non volevo fare.

Voldemort forse si era accorto che io provavo qualcosa per lui, per questo, credo, che se Draco fallirà, voglia che sia io a farlo.

Io però non lascerò che una persona che amo, muoia un’altra volta per colpa mia.
 
Quando feci l’incantesimo, con Bellatrix a suggellare il tutto,  Non riuscii a reprimere un moto di paura quando nel giuramento mi chiese se ucciderò Silente. La mia mano si mosse per me, nella mano di Narcissa. Tradiva tutto, tradiva il fatto che io non volessi farlo.

Narcissa sentì la mia mano muoversi nella sua, mi guardò impaurita e quando vide una scintilla sprizzare appena dalle nostre mani, credo avesse capito che c’era qualcosa che non andava, che avrei lottato per non rispettarlo del tutto. Non si può spezzare un voto infrangibile, ma se ne fai uno e poi ne fai un altro, chiedendo cose contrarie rispetto al primo, il secondo si annullerà.Non avevo intenzione di non rispettare le prime due promesse, ma quella su Albus....ALBUS...

Mi guardò impaurita. “Concentrati, Narcissa. Pensa a Draco.” Le dissi, guardandola con sguardo penetrante. Lei sospirò e non mi tradì con Bellatrix.

Ci tiene davvero a suo figlio.






















Note dell'autrice: non vi aspettavate una svolta così, eh??? :ppp vi ho anticipato un bacio. Ne parlerò nel prossimo capitolo! 

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Capitolo 18
*** Il voto infrangibile e quel tremolio che percorse la mano di Piton ***


Severeus Piton aveva dovuto essere freddo, cinico, nel respingere le accuse di Bellatrix, nel momento in cui lei lo accusava di aver passato tutto quel tempo sotto le sottane di Silente.

Aveva dovuto fingere addirittura di esser felice del fatto che fosse rimasto ferito, che le sue azioni erano più deboli di un tempo!

Tuttavia, nel momento in cui le cose si fecero serie, nel momento in cui si preparò a fare il voto infrangibile,

nel momento in cui Bellatrix disse “E se dovesse rendersi necessario..se Draco dovesse fallire..” il cuore di Piton per un attimo tremò, così come la sua mano stretta in quella di Bellatrix, che tradì quali erano i suoi veri sentimenti.

Piton poteva pure mettere tutte le maschere del mondo,

ma il cuore è un’altra cosa.

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Capitolo 19
*** Silente fa l'amore con Piton, dopo aver fatto visita a Lumacorno ***


 
“AHH AHHH AHHH.”

Silente era potente, era possente, era magistrale.

Piton pensò che non aveva mai provato niente del genere per nessuno.

Nemmeno per Lily.
 
Quando finirono di fare l’amore, rimasero nel letto, ancora abbracciati.



“è bello che tu sia venuto qua da me, subito dopo esser andato ad assumere un nuovo insegnante di Pozioni.. Albus.” Disse Piton accarezzandolo, con un sorriso un po’ sarcastico.

“Noto una vena di ironia nelle tue parole. Severus, mi sbaglio?” chiese Silente, divertito.

“Ma no, cosa te lo fa pensare?” sbuffò Piton.

“Sev..su quel lavoro..c’è una specie di maledizione, lo sai. Chiunque arrivi, non resta mai per più di un anno..e io..io voglio averti al mio fianco per ancora tanto tempo!” rivelò.

Si baciarono dopo quelle parole.
 
“Come va la tua mano?” chiese Piton dopo il bacio, notando che un po’ del nero era sparito.

“Molto meglio, Severus. Grazie a te.” Sorrise lui.

“Sono contento che la mia medicina funzioni!”

“La mia medicina sei tu, Severus.”

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Capitolo 20
*** Piton affronta Draco alla festa di Lumacorno ***


Trovare Draco imbucarsi alla festa di Lumacorno, mi aveva stupito molto e l’avevo subito portato via, spaventato e arrabbiato insieme. Non volevo rimproverarlo ma solo cercare di spingerlo a confidarsi con me. Quello che era accaduto a Katie Bell, aveva sconvolto tutti, Silente di più, ma io forse ero più sconvolto perfino di Silente. Capivo che Silente si sentiva in colpa, insomma, una ragazza ha rischiato la vita per via di un pacchetto che era destinato a lui, tuttavia io stavo se possibile ancora peggio. Oltre al fatto che Draco aveva attentato alla vita dell’uomo che amavo, mi sentivo in colpa anche per Katie. Sono sicuro che tutti pensano che io odii gli studenti, per gran parte è vero, però non li avevo mai voluti morti, inoltre Silente mi aveva chiesto di tenere d’occhio Malfoy e io avevo fallito.

Ringrazio solo la stupidità dei suoi sedici anni, mista alla paura, se il piano era fallito, anche se tutto sommato ancora mi chiedo come Draco potesse credere che un simile pacco così vistoso, potesse sfuggire ai controlli severi di Gazza.

Un altro brivido mi percorse la schiena. Silente stava appena appena guarendo da quella brutta ferita, cosa sarebbe successo se anche solo si fosse azzardato a toccare la collana? Anche se, dopotutto, dopo quello che gli è capitato, si può pensare che stia più attento.
 
“Lo so che cos’ha in mente! Vuole rubarmi la gloria!”

Questo mi aveva sconvolto. Avevo davanti a me un ragazzino sciocco, viziato, terrorizzato e profondamente addolorato dalla cattura di suo padre. Come potevo fare a combattere contro questo? Io non avevo figli, non sapevo capire i ragazzi ed era stato sciocco, per non dire arrogante, illudermi di poter fare da vice padre a questo ragazzino, per due adulazioni che mi aveva fatto quando insegnavo Pozioni negli anni, mi ero illuso di essere il suo preferito, ma le adulazioni dei ragazzini sono come neve al sole, tanto velocemente si infrangono allo stesso modo.
 
“Parli come un bambino. Capisco che la cattura e la prigionia di tuo padre ti abbiano sconvolto, ma..”

Lui però non mi lasciò parlare e fuggì dall’aula come se fossi il peggiore dei nemici. Non importava il fatto che invece avesse giurato fedeltà proprio al peggiore, proprio a colui cui non importava niente del suo destino.

Io cerco di fare di tutto per aiutare, faccio la spia per Albus, eppure, vengo sempre considerato da tutti, come un cane rognoso.

Ora anche da Draco.

Mi sentivo impotente e per la prima volta, molto debole.
 






















Note dell'autrice: 

questa era una parte troppo importante per saltarla xd mi piace per una volta, poter scrivere un pov facile xd sapete, credo che potrei mettere anche quello dove Piton pensa con disprezzo a Raptor, ma devo prima rifletterci bene. Ciao!

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Capitolo 21
*** Lily, sono riuscito a cambiare ***


Lily, mi ricordo quando da ragazzi, James e i suoi amici cercavano di allontanarti da me
Ti dicevano che sarei diventato un mangiamorte, che sarei passato al lato oscuro.
Ai tempi credevo davvero che solo tu mi potessi salvare dal prendere questa cattiva strada.
Pensavo che sarei cambiato per te, se me lo avessi permesso, ricordi?

Poi quando tu mi hai lasciato, credetti di non avere più niente che valesse la pena lottare
Per avere la luce.
Inaspettatamente però, anni dopo, sono qui.

A fare la spia di Silente, per LUI.

Fu lui a ridarmi la luce.

Lily alla fine non sei stata te, a farmi cambiare.
Ma non ti odio, sai? Il destino è stato così ingiusto e imprevedibile con noi.
Si è divertito a mischiare le carte.
 
Lily, non era vero, sai? Non ero un caso perso.

Ho fatto la spia di Silente per anni, per il bene.

Mi chiedo se tu saresti orgogliosa di me, se tu mi abbia perdonato, visto che è in parte colpa mia se sei morta.

Cosa penseresti a vedermi adesso?

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Capitolo 22
*** I ricordi della scuola e dei malandrini ***


Quando sei ragazzino, pensi che il tempo della scuola sarà eterno.
Che soffrirai in eterno.
Per i compagni che ti prendono in giro, per il programma che non hai studiato, per una verifica andata a male, credi che quell’iter, le umiliazioni, le delusioni, la rabbia, l’autocompiacimento, le delusioni amorose, vivranno in eterno.
Prigionieri di un loop temporale senza fine.
 
Essere assunto per insegnare in questa scuola, fu come rivivere tutto da capo.
Le lezioni, le umiliazioni di Potter e i suoi amici.
Ogni ricordo vivido nella mia testa.
Tutto di questa scuola mi parla di loro e di ME.
Quel moccioso, figlio di Potter, mi parla di LORO.
Questa scuola mi ricorda anche di Lily e del perché è morta.
 
Questa scuola è la stessa, ma io sono cambiato.
C’è ancora Silente, come allora.
E poi è venuto a insegnare anche Lupin.
Non credo che lui si rendesse conto dei ricordi che tempestavano la mia mente, quando lui è venuto a insegnare qui.
Eravamo di nuovo entrambi qui.
E quando è comparso anche Black?
Era come essere di nuovo un ragazzino, con due dei famosi “malandrini” teppistelli.
Solo che io non ero più un ragazzino che loro prendevano in giro e Black era..beh era molto più evaso e molto meno popolare di quello che ricordavo.
 
Quando ci affrontammo e venimmo quasi a duello, quel giorno, a Grimmauld Place,
mi sembrava di essere tornato ai vecchi tempi.
Poi capii.
Io, Lupin, Black, la scuola, perfino Silente.


Eravamo cambiati, anche se il contesto non sembrava averlo fatto o comunque lo aveva fatto in una maniera molto distorta e contorta.

è sempre un casino quando il contesto non cambia con la stessa velocità delle persone.

E così capii che torna tutto prima o poi.

Ricordi, sentimenti, oggetti, persone.
 
Alla fine tutto torna come prima, ma non è più la stessa cosa.






















ragazzi, non pensavo che scrivere questi pensieri, mi avrebbe mandato così in depressione! ahha xd comunque state tranquilli! Erano pensieri che avrei dovuto scrivere prima o poi, ma ciò non significa che non manderò avanti la storia, piuttosto se trovate capitoli spostati, non preoccupatevi! per ora li tengo così, ma poi dovrò spostarli all'interno della storia, tipo l'ultimo finisce come primo ecc ecc, perchè questi hanno poco a che fare con la storia che sta andando avanti xd

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Capitolo 23
*** Lo sai che tutto quello che faccio, lo faccio per te, vero? ***


“Severus…aiutami…”

Severus Snape fissò la professoressa, appesa a testa in giù, cercando di mantenere un’espressione indecifrabile a tutto il resto della platea attorno al tavolo, ma allo stesso tempo, di far breccia nello sguardo della donna, affinchè LEI capisse. Non seppe mai se ci fu riuscito, perché Voldemort la freddò con un Avada Kedavra, senza dargli l’opportunità di lamentarsi una volta di più.

L’adrenalina e la tensione che aveva pervaso Piton in quegli attimi in cui la professoressa lo supplicava – esattamente come aveva fatto Silente -  aveva generato in lui una sorta di strana scossa. Per attimi di inenarrabile follia, potè quasi vedersi, nell’atto di ribellarsi e liberare la donna, sotto lo sguardo basito e interdetto dei presenti, sotto la rabbia cieca di Voldemort, sfidarli tutti, TUTTI.
Ma anche quell’attimo passò, come un sogno, come un incubo.
E un’altra vita era andata persa. Un’altra vita innocente.
 
L’ansia che lo aveva invaso quando quel Yaxley  -“ maledetto” - aveva detto con quella sua vocetta “Mio signore, io ho informazioni diverse!” aveva potuto dissimularla solo grazie al suo spirito da Occlumante naturale.

Parlava di Potter come se nulla gli faceva più piacere che fornire a Voldemort le informazioni per catturarlo. In realtà quello che diceva era vero, in minima parte, ma la sua intenzione non era per niente quella di farlo catturare. Lui sapeva che, se tutto andava come previsto, Potter si sarebbe salvato, così come tutti loro, ma doveva fingere BENE.
 
 

Quando la riunione a villa Malfoy finì, Piton voleva solo scappare nell’unico luogo in cui desiderava stare, ma percorrendo una città babbana, si imbattè in una chiesa.

Sconvolto, dal fatto che qualcos’altro gli impedì di correre subito dove desiderava andare, entrò nella chiesa.

Piton non era tipo da pregare, non lo era mai stato. Non pregò nemmeno per la pover’anima di Lily. Non pregò nemmeno per chiedere a lei il suo perdono.
Quel giorno invece, si inginocchiò e pregò.
E sapendo di non meritarlo, pregò.
Pregò per la pover’anima della professoressa, che l’aveva supplicato con tanta dolcezza, pregò che potesse trovare la pace e che dal cielo potesse perdonarlo.
Pregò che il cielo potesse farlo.
 
 

*

Non resistette nella chiesa un minuto di più.
Subito la lasciò, correndo come se avesse le ali, come se bruciasse.
Corse fino a quando grazie alla magia, non raggiunse la sua vecchia casa.

Quando entrò, si inginocchiò ai piedi di un letto abbastanza grande, matrimoniale e strinse le dita dell’uomo che giaceva sul letto, con riverenza.

“Severus…sei tornato..” disse una voce.

“Sì, sono tornato per te, Albus…te l’avevo detto che sarei tornato..” sorrise Piton dolcemente anche se con l’animo straziato.

“Stai..piangendo..”

“Oh, non è niente, non preoccuparti..” disse Piton, asciugandosi velocemente l’occhio.

“Che cosa ti ha costretto a fare, Voldemort?” gli domandò sospettoso.
“Nulla che non potessi sopportare.” Minimizzò Piton.

Si sedette sul letto e si protese di nuovo davanti all’uomo.

“Lo sai che, tutto quello che faccio, lo faccio per te, vero?” gli disse Piton in una maniera così dolce e ardente, che Silente cominciò a lacrimare.

“Oh, Severus..”

Questa volta fu il moro a prendergli il viso a coppa per baciarlo con passione.
 
Passione, bramosia, amore.
Non credeva di poter amare qualcuno così forte, dopo Lily.
Né che si sarebbe mai sentito bruciare così tanto da tutto quell’amore.

“Severus..Severus…ti amo.”

Sentirglielo dire era come bruciare. Lasciò che Silente lo accarezzasse, prima sopra la toga e poi all’interno, a contatto con il suo torace nudo.

Oh, le mani di Albus. Erano sottili, delicate, capaci.

Soprattutto dopo che quella brutta ferita alla mano era guarita.
Amava farsi toccare da lui, lasciarsi baciare, baciarlo.
Fare l’amore con lui.
Gli apparteneva profondamente. Non avrebbe cambiato nulla di tutto questo.

E se per averlo con lui, doveva sopportare il disprezzo di Potter, degli altri insegnanti, credendolo un vile traditore, così sia.
 
 
 






















Note dell'autrice: 

allora prima di tutto, Silente è vivooooooo xd chissà se qualcuno di voi l'aveva già sospettato xd credo di averlo lasciato intuire nei capitoli del voto infrangibile e forse addirittura in una vecchia introduzione di presentazione alla storia xd ma chissà se vi ricordavate xd 
non potevo lasciarlo morire!! xd

ps ancora non riesco a scrivere una scena di loro due che fanno l'amore, anche se mi piacerebbe DAVVERO TANTO xd

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Capitolo 24
*** Il mio nome ***


Severus Piton era tornato nel luogo in cui era scappato.
La scuola.

Era tornato, sì, perché nonostante tutto quello che dicevano di lui, vigliacco lui non lo era!
Era tornato quindi,sì, e aveva aperto la bara di Silente.

Lo aveva guardato e un dolore profondo gli aveva fatto tremare il labbro e inumidito gli occhi.
Posò le labbra sulla sua bocca..e attese..

Per qualche orribile secondo di troppo, temette di aver fatto tutto sbagliato, che Silente non si sarebbe mai più risvegliato, che lo aveva perso PER SEMPRE.
E invece…
Aprì gli occhi. Quel meraviglioso azzurro dei suoi occhi si riflesse nel suo.

“Severus..”

Oh, quanto era dolce la pronuncia del suo nome, proprio come quel giorno che lui..

“Severus..stai..piangendo?” gli chiese l’uomo, alzando una mano su di lui.

Severus si chinò su di lui alla ricerca di un abbraccio, un contatto, o semplicemente di perdono.

“Severus..fammi alzare, adesso, dai..” gli disse Albus Silente, toccandogli il braccio con una dolcezza infinita.

Severus si asciugò gli occhi cercando di ritrovare una parvenza di dignità e lo aiutò a venire fuori dalla tomba.
“Hai portato..?” chiese Silente.

Severus annuì e mostrò il cadavere con lo stesso volto di Silente, come lui gli aveva ordinato.
 
Severus, questa volta con la complicità di Silente, rimise a posto la bara magica, stavano per andar via, ma Silente lo bloccò.


“Severus..mi preoccupi..da quando ho aperto gli occhi non hai detto una sola parola..credi che chieda tanto se desideri anche solo sentirti pronunciare..il mio nome?”

L’aveva detto quasi sussurrando. Severus non si trattenne più, prese Albus e lo spinse contro il muro della scuola, baciandolo con tutto l’amore e la passione che sentiva travolgerlo dentro di lui come un vulcano che stava esplodendo.
 
Si baciarono per un tempo che parve interminabile, poi finalmente si staccarono.

“Anche tu mi sei mancato, Severus..e adesso, andiamo.” Gli disse Albus, sorridendo all’uomo che ormai da anni, aveva rapito il suo cuore.






















Note dell'autrice: 

e "finisce" anche questa storia! Dico finisce tra virgolette, perchè, ci sarebbero taaanti approfondimenti che avrei voluto fare, anche se ora non me ne viene in mente neanche uno, non è detto però che in seguito non possa scrivere ancora qualche missing moment! Tutavia, per ora, la loro storia è conclusa, credo di aver soddisfatto tutto quello che volevo scrivere fino adesso. Avrei voluto davvero descrivere meglio la scena della tomba aperta, volevo ispirarmi a quando Voldemort va ad aprire la tomba di Silente, ma....non so dove si trovi! xd credo sia da qualche parte nel settimo libro, verso la fine o verso metà, ma se mi metto  a cercarlo, lo trovo tra quarant'anni xd e vi dico la verità, al momento che scrivo sono già parecchio nervosa..con le mie ff non va bene, faccio faticaa finirne alcune, altre ad aggiornarle ecc ecc..quindi oggi sono proprio di pessimo umore xd
spero comunque che questa storia sia piaciuta e ringrazio chi mi ha recensito! xd Silente e Piton sono la mia ship da sempre, ma scrivere di loro, anche senza avere un minimo un indirizzamento da altre ff visto che questa ship sembra non venire considerata da nessuno, è stato molto difficile!

sayonara xd

ps potreste vedere capitoli spostati all'interno di questa storia, perchè li sposto secondo la cronologia degli avvenimenti! tranquilli che non cancello niente xd

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Capitolo 25
*** Il toccante confronto tra Regulus e Silente ***


Avviso: questo capitolo si riferisce ad un estratto del mio spin off su Regulus quando andava ancora a scuola, ma siccome fa sempre parte di questa serie di storie, l'ho messa anche qui, dove racconto la vita di Silente, oltre alla sua storia con Piton! Per chi volesse leggere la storia da cui è tratto questo capitolo, la trovate nella serie che compare già nella storia, senza che linko di nuovo ^^ :)  ulteriori precisazioni per la comprensione della storia: nonostante in questo capitolo, Regulus si comporta come se fosse in lutto, Sirius non è ancora morto ahahh xd è solo che, visto che Regulus è al settimo anno, suo fratello ha già finito la scuola e Regulus sente tantissimo la sua mancanza xd






“Black, che cosa ci fai in giro di notte per la scuola?”

Regulus avrebbe voluto scomparire, per la vergogna e la paura di farsi sorprendere a girovagare per il castello di notte da solo.

“Io..mi dispiace..mi ero..ero andato a farmi un bagno..” disse desiderando che il pavimento lo inghiottisse.

Silente sembrò soppesarlo per un po, poi inaspettatamente sorrise.

“So che l’assenza di tuo fratello è indice per te di grande dolore, Black, ma devo chiederti di promettermi che non andrai più in giro di notte da solo, senza il mantello di James Potter, chiunque potrebbe sorprenderti di notte e potrei non essere io la prossima volta, non vuoi che Serpeverde perda cinquanta o cento punti alla tua casa, vero? Sarebbe un vero peccato.”

Dopo quelle parole, Regulus avrebbe voluto dissolversi.

“Mi dispiace infinitamente, non so come scusarmi..è solo che..io..”

“è solo che non riesci a rinunciare al vostro dolce rituale del bagno di notte. Lo capisco, Regulus, i rituali sono la cosa più dolce che abbiamo e ci sentiamo persi quando vengono a mancare le nostre abitudini, ma continuare su questa scia non farà sentire tuo fratello più vicino a te, visto che un rituale fatto in compagnia ha tutto un altro sapore”

“Me ne rendo conto..mi dispiace di averla delusa..” disse Regulus rammaricato.

“Io?” disse Silente e parve sorpreso. “Sai perché stavo girando per il castello di notte, Regulus?”

“Io..no..ma ammetto di esserne curioso..ma non mi permetterei mai di chiederlo, signore.”
Silente rise.
“Ma io te lo dirò lo stesso, stavo pensando a quanto è struggente la sensazione di amore e protezione che provi per l’umanità, scontrata con il peso del nostro essere così impotenti. Io amo questo castello, e voi, tutti i miei allievi, siete tutto per me. Io non desidero altro che proteggervi tutti e incamminarvi verso il cammino della luce, riflettevo sulla mia arroganza, è imposibile per un uomo, un singolo uomo, salvare tutti. è arroganza. Per quanto puoi amare qualcuno, non puoi costringerlo ad un cammino di luce se non è quello che desidera e per quanto io possa desiderare un cammino di luce per tutti, ci sono allievi in questa scuola che intraprenderanno un cammino di oscurità e io con tutte i miei crismi sull’amore e la salvezza, non potrò comunque fare nulla per impedirlo.”
 
Regulus era scioccato da una tale sincerità verso di lui e da quanto quelle parole lo scuotessero e lo disarmassero dentro, come un cuore che viene accartocciato.

“Signore, se crede che esiste qualcuno qui che possa diventare malvagio in futuro, è..è ancora in tempo per far si che questo non accada..sono tutti solo degli studenti..con tutto il rispetto, signore..non voglio permettermi di dire quello che deve fare..ma lei è un grande mago..e questa è una grandissima scuola di magia..se ha dei sospetti su qualcuno..può..”

“Può? Io non devo fare niente, mio caro Regulus.” Disse Silente spiazzandolo e creando sgomento nel ragazzo.
“Ma..ma lei è il mago più grande che..”

“Neanche il mago più grande può decidere del destino di altri maghi, se il loro cuore li spinge in una direzione. Noi possiamo solo cercare di salvare più gente possibile, ma a volte dobbiamo semplicemente renderci conto che non possiamo salvare tutti. Vedo il tuo viso e capisco che ti ho sconvolto, sei solo un ragazzo, e io devo fare i conti con la mia intelligenza al di sopra della media, tutti i giorni, è stata questa, per esempio, a togliermi il sonno stanotte. Non mi meraviglia quindi che avrai bisogno di tanto, tanto tempo, prima che tu capisca e condivida il significato delle mie parole, ma sei solo un ragazzo, non è ancora il momento..adesso sei solo un fratello che si sente solo perché gli manca terribilmente l’amore della persona più vicina che aveva a sé, non devi capire cose più grandi di te. Un giorno lo farai.”

“G-grazie, signore..”

Regulus si sentiva commosso e in preda alle emozioni, fece per abbracciare il professore, ma ebbe un attimo di esitazione.

Il professore però, essendo dotato di una intelligenza sopra la media, capì il desiderio del ragazzo e lo abbracciò prendendo lui l’iniziativa.

Sarebbe giunto il momento che Regulus avrebbe capito le sue parole.
Un giorno. Non ora.






















Note dell'autrice: ragazzi, ci tengo tantissimo alle mie storie collegate alla serie di Harry Potter 2.0 So che questo è un capitolo un po blslacco, seppur, concedetemi l'arroganza, emozionante, e forse c'entrerà anche niente con la storia d'amore tra il preside e Piton, ma è comunque un estratto che fa sempre parte della mia serie e siccome l'ho inserito nello spin off di Regulus che sto scrivendo, non ho potuto fare a meno di metterlo anche qui, percchè questa non è solo una raccolta che racconta la storia d'amore tra Silente e Piton, ma anche una raccolta dei momenti più importanti tra i due uomini e ho pensato che fosse davvero importante mettere questo pezzo :))

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Capitolo 26
*** Silente ringrazia Regulus per aver sostituito il medaglione ***


Avviso: questo è un flashforward che devo ancora scrivere nel mio racconto, sequel di harry potter 2.0, ma ci tenevo a inserirlo *_* specifico ovviamente per chi non segue le mie altre storie, che in questa raccolta, Regulus si scopre che è vivo :)




Silente era lì, davanti a Regulus e lo guardava con un’ammirazione che pensava non sarebbe mai stata superiore a quella che provava per Severus Piton.

E forse era così, forse quel sentimento non avrebbe mai potuto superare quello che provava per Severus, cionostante, l’ammirazione che provava per il ragazzo, L’UOMO che era diventato Regulus Black, ci andava vicino.

Regulus lo guardava, un’ammirazione mista a un timoroso rispetto e una qualche forma di timidezza, rendevano quell’uomo, come se fosse ancora un ragazzo, quasi come se il tempo per lui, davvero non fosse mai passato.

E forse era così, il velo avrà potuto magari non rendere immutabile la sua gioventù, ma l’aveva comunque cristallizzata.
Gli anni erano passati anche per Regulus, ma nonostante ciò, era rimasto allo stesso tempo un ragazzo.

“Mi dispiace infinitamente per quello che ho fatto, signore.”

L’incantesimo sembrò quasi svanire, sotto quelle parole, come se qualcuno avesse per ironia del destino, alzato un velo, appunto.

"Temo di non capire, ragazzo mio, dopo quello che hai fatto...quello che hai rischiato per dare il vero medaglione a Kreacher, affinchè lo distruggesse, tu chiedi scusa a me?"

Regulus sembrava sull’orlo delle lacrime.

“Harry mi ha raccontato quello che avete provato quando siete stato costretto a bere l’acqua, signore..”

“Oh…Harry non avrebbe dovuto..” e il tono di voce di Silente non voleva sembrare un rimprovero ma fu così che uscì.

“Non credo l’abbia fatto per farmi sentire in colpa..” ci tenne a precisare Regulus. “Ma è così che mi sento. Se io non avessi..sostituito l’horcrux, lei non avrebbe quasi rischiato la vita..da parte mia è stato totalmente…”
“Un atto di nobile altruismo e sacrificio.” finì Silente per lui, lasciandolo basito.
“M-ma come…lei ha rischiato..”

“Ho rischiato la mia vita, come tu l’hai addirittura persa, mio giovane amico. Sì, perché anche se non sei morto, hai perso parte dei tuoi anni che non torneranno mai più indietro..nesssuno di noi è rimasto incolume dalla crudeltà di..”

“Non avrei comunque voluto una vita dove Sirius non c’era.” Disse Regulus piangendo, interrompendo il preside, che lo fissò sbalordito.

“Sembra quasi che il tuo cuore sia più puro da andare oltre le mie aspettative e sappi che le mie aspettative sono sempre tanto alte, ragazzo.”
Regulus Black si trovò ad arrossire.

“Regulus, nascondere l’horcrux, è stato un gesto di profondo altruismo che ha mostrato l’uomo che sei davvero. Non un mangiamorte, ma un uomo d’onore, sono contento che tu l’abbia fatto, e berrei cento di quelle ampolle, se dovessi tornare indietro, pur di non cambiare neanche una virgola di quel giorno. Ricordi il nostro discorso durante il settimo anno, sul fatto che non tutti possono essere salvati?”

“S-sì.” Disse Regulus con gli occhi lucidi.
Silente sorrise.

“Con il tuo coraggio e la tua nobiltà d’animo, hai dimostrato che forse è vero che non tutti possono essere salvati, ma che vale sempre la pena provarci. Mi hai reso tanto orgoglioso di te, Regulus, mi piacerebbe un giorno di questi, quando saremo liberi dalle preoccupazioni, mettere questo ricordo nel pensatoio, per rivedere quel giorno nitidamente e riascoltare me stesso parlarti, sapendo quello che già so, sentendomi orgoglioso dell’uomo che sei diventato.”

Regulus questa volta non lo abbracciò come quel giorno ma crollò comunque a terra, in ginocchio, scoppiando a singhiozzi.
 
Tutti lo guardavano preoccupati, Silente sorrise e gli diede solo una carezza gentile sulla testa.
 
 






















Note dell'autrice: sembra che sto prendendo a cuore Regulus, quasi ai livelli di Peter, ahhah xd come vedete sono particolarmente lanciata xd ribadisco che questo è un flashforward, un pezzo che devo ancora scrivere nella mia nuova storia sequel di Hary Potter 2.0 xd

ps è sempre di Silente, seppur gentile, di cui stiamo parlando, quindi chiaramente non è delicato a tal punto da infierire sul fatto che il poveretto si è perso anni della sua vita dietro un velo ahha xd

pps la scelta di non dare molti dettagli sul posto, è voluta, essendo un flashforward, ma vi dico solo che si trovano nella foresta :) specificherò meglio nel mio nuovo sequel :)

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Capitolo 27
*** Quarto anno - Silente deve preoccuparsi di tutti! ***


Contesto: qui siamo al quarto anno, ma chi sta seguendo la raccolta, noterà che siamo già arrivati al settimo! Questi sono solo missing moment :)) infatti li sto risistemando tutti secondo la cronologia, anche questo capitolo dovrò spostarlo poi! :)) ma ci tenevo a inserirlo. Il contesto è quando Hagrid voleva licenziarsi per colpa della Skeeter e Harry quasi si era fatto beccare a scuola di notte con l'uovo!





Albus era nel suo ufficio e quando ricevette la lettera di dimissioni di Hagrid, fece una smorfia.
Era molto seccato e sperava davvero che almeno Hagrid non facesse l’idiota.
Sospirò, quante preoccupazioni che gli davano tutti.
Di sua iniziativa, andò alla sua capanna e si mise li a cercare di convincerlo che quello che voleva fare era una cavolata gigantesca, anzi, in realtà era andato lì sia per convincerlo, sia per informarlo che rifiutava le sue dimissioni.

Quando infine Harry, Ron, Hermione arrivarono li alla capanna, fu lieto che Hagrid avesse potuto sentire con le sue orecchie quanto pensassero di Rita.
Aveva passato gli ultimi trenta minuti a rassicurarlo sul fatto che loro tre ci tenevano alla sua amicizia!
In pochi potevano sostenere di sapere cosa c’era nel cuore di Albus Silente.
Di sicuro non erano in molti a sapere del suo affetto per il mezzo gigante Hagrid.

A volte però faceva alcune cose che erano una dimostrazione.
Tipo rifiutare le sue dimissioni e adoperarsi per andare addirittura nella sua capanna a dirglielo.
Quando Silente voleva, era ostinato.
Decideva lui se accettare qualcosa o no.
E non bisognava fiatare.
Da un certo punto di vista, gli piaceva avere quel potere.
Lo adoperava di più tanto più amava qualcuno.
Voleva bene ad Hagrid e non gli avrebbe mai permesso di licenziarsi.

Era contento del fatto che il suo avere una certa autorità gli dava la possibilità di impedire alle persone che voleva bene, di fare sciocchezze inutili e farsi del male da soli.
Mentre tornava su al castello, pensò anche a Piton.
Era certo che era un grandissimo uomo ma sentiva che se era rimasto forte, un po del merito era anche suo.
Anche le menti più forti hanno bisogno di qualcuno che creda in loro, per non cadere, scivolare nel baratro.

E Silente sapeva che per Piton, la fiducia che lui gli donava, era prezioso come un tesoro sommerso negli abissi di un mare dimenticato.
Piton sapeva quanto valeva la fiducia, soprattutto quando non aveva mai ricevuto questo dono particolare da nessuno.
Sapere di essere in un certo senso “L’unico.” per lui, era bello. Era il regalo di Piton per lui.
 
 


*

“Lo sai che non nascondo niente, Moody, dal momento che tu stesso hai frugato con cura nel mio ufficio..” diceva Piton.
"Privilegi di Auror, Piton. Silente mi ha detto di tenere d’occhio..”

“Si da il caso che Silente si fidi di me! Mi rifiuto di credere che ti abbia dato ordine di perquisire il mio ufficio!”

“Ma certo che Silente si fida di te. È un uomo fiducioso, vero? È convinto che a tutti sia dovuta una seconda possibilità. Ma io..io dico che ci sono macchie che non vengono via, Piton. Macchie che non vengono mai via, capisci quello che voglio dire?”
Piton all’improvviso fece una cosa molto strana. Si afferrò convulsamente il braccio sinistro con la mano destra, come se gli facesse male.

Malocchio stava alludendo al suo periodo d’ombra, quando era un fedele mangiamorte di Voldemort.

Quando disse quella frase “macchie che non vengono mai via..” avvertì un dolore tremendo alla base del petto.
Macchie che non vengono mai via, Piton. Capisci quello che voglio dire?

A Piton non era mai interessato del giudizio degli altri. Non gli importava che tutti avessero una cattiva opnione di lui e che non l’avrebbero mai cambiata, non gli importava che lo vedessero come una brava persona, o lo stimassero, era abituato alle critiche e alle denigrazioni fin dall’età scolare, non lo toccavano, non gli importava di nessuno.
Tranne..

Albus…

Macchie che non vengono mai via.
Se anche Albus l’avesse visto come Malocchio lo vedeva…
Non poteva sopportarlo.

Tutto quello che aveva fatto, la fiducia che Albus aveva di lui, sapere di avere il suo rispetto e la sua fiducia era stato come la luce che illuminava il suo cammino oscuro, il suo cuore nero.
Sapere che gli aveva dato perfino una cattedra ad Hogwarts dopo quello che aveva fatto, dopo che per colpa sua, i Potter erano morti..

Una delle sue principali paure e terrori più grandi, era che non importava quanta fiducia potesse dargli Silente, ai suoi occhi quello che aveva fatto, non sarebbe mai andato via, una macchia indelebile nella sua anima.
Ai suoi occhi sarebbe sempre stato un MOSTRO..
Non poteva sopportare che Albus lo pensasse.
 
 
 
 
*

Il giorno dopo fu un’altra giornata faticosa per Albus Silente.
Durante la colazione, aveva visto l’aria afflitta di Severus e gli aveva chiesto gentilmente cos’aveva che non andava. Gli aveva perfino versato del latte nel tè, a tavola, gli aveva passato la marmellata, sotto gli sguardi truci e straniti dei professori, che erano sempre stati un po straniti di questa confidenza e gentilezza.

“Mangia un po, poi mi dirai, dai, non fare questa faccia, o attirerai l’attenzione.”

Severus aveva sbuffato sonoramente ma aveva troppo rispetto per contrastare apertamente il preside e una volta finita la colazione, Silente l’aveva preso per un braccio, dicendogli che avrebbero parlato nel suo ufficio, nello stesso istante, Gazza, come se avesse avuto il sale alla coda, si fermò davanti a loro, nominando qualcosa a proposito di Pix e di un uovo.

“Sparisci, Gazza!” disse Severus, minaccioso. “Il preside e io dobbiamo parlare.”

Gaza sembrava deluso e insistette che se Piton voleva narrare le cose di ieri sera, poteva aiutarlo nella ricostruzione dei fatti.
Albus, notando l’aria brutta, si mise in mezzo e alzò le mani.

“Parlerò prima con il professor Piton e poi con te, Argus, per favore. Aspetta il tuo turno. Non ci metteremo molto.”

Severus rivolse a Gazza un sorriso soddisfatto.
 
 
*

Fu difficile riuscire a tirare fuori a Piton qual era il vero problema, non era un tipo che diceva certe cose, certo, o che mostrava apertamente quando fosse ferito, non aveva detto apertamente la cosa che gli aveva fatto star così male, ma continuava a girare in tondo alla questione dell’uovo, di Potter, della mappa, dell’intrusione di qualcuno nel suo ufficio e poi..

“Mi ha minacciato! Quel bastardo mi ha minacciato!” gridò.
A quel punto li, Silente gli chiese di ripetergli esattamente le stesse parole che aveva usato e lui le sputò fuori.

Silente allora capì. Non aveva bisogno di domandare a Piton niente, sapeva che non avrebbe mai ammesso la cosa, quindi ci pensò lui a farlo. Gli disse:


“Ha detto così? Molto maleducato da parte sua. Ma tu sai che è un pensiero di Malocchio, vero? Non di certo il mio.”
Il braccio di Severus sembrava bollente nel punto in cui Albus lo aveva toccato.

“Certo che lo so!” sbottò lui imbarazzato, ma evitò di guardarlo negli occhi. “E comunque non mi importa quello che dice quel viscido.”

Eppure Silente notò che Piton sembrò molto più felice e molto meno concentrato sul suo furto quando uscì dal suo studio.

Con un sospiro, attese di parlare con Gazza e il suo diverbio con Pix.
Quanta pazienza in questo castello!
“Gazza, entra pure!” disse.
 

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