Never surrender

di Darky_eyes
(/viewuser.php?uid=957511)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Il giorno del diploma. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Festa in spiaggia e saluti ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Io sarei cosa?! ***
Capitolo 5: *** Una giornata normale ... o forse no ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Si parte ... ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: parenti inaspettati ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Primo giorno ad Orbis ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Never  surrender  
Prologo:
 


Buio.
Intorno a me è tutto buio, sto correndo in un bosco sento i rami che mi graffiano la pelle, sento i sassi e le radici sotto i piedi, ho i polmoni che vanno a fuoco, ma non posso fermarmi. Non devo fermarmi.
Sto scappando ma non so da chi o da cosa, nella mia mente compare a intermittenza un paio di occhi etero – cromatici, quello a destra è azzurro mentre quello a sinistra è verde chiaro. A un certo punto inciampo a causa di una radice, cerco di rialzarmi ma non ci riesco dentro di me l’ansia e la paura stanno crescendo; mi arrendo chiudo gli occhi e aspetto la mia fine ma …
 
- - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - -


- Ah!- mi sveglio urlando sento il cuore battere talmente forte che sembra stia per scoppiare, accendo la lampada sul mio comodino e cerco di calmarmi, ma è tutto inutile.
 Sento la porta della mia camera aprirsi e vedo sbucare la testa di mia madre, deve avermi sentito urlare; mia madre è una donna sulla quarantina con i capellii neri lisci lunghi fino alla schiena, il viso magro segnato da qualche piccola ruga dovuta all’età, sempre illuminato da un sorriso e da grandi occhi verde smeraldo identici ai miei, la sento dire  - hey tesoro che succede hai fatto un incubo?-  - Sempre lo stesso ma come è possibile? –  ormai sono due mesi che faccio sempre lo stesso incubo  –Non lo so tesoro vedrai che è solo un po’ d’ansia, dopotutto hai appena passato gli esami finali, dai ora torna a dormire che domani hai la cerimonia de diploma-  -Ok mamma forse hai ragione, buona notte-  -Notte tesoro-.  Con un sorriso incoraggiante, mia madre esce dalla stanza, nel frattempo mi sdraio e cerco di riaddormentarmi altrimenti domani chi li sente i miei.








Angolino di Darky:
Salve a tutti io sono Darky_eyes e questa è la mia prima storia e finalmente ho avuto il coraggio di pubblicare quindi sono ben accetti consigli e critiche, ci si vede alla prossima CIAOO!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1: Il giorno del diploma. ***


                                                                                               
 
 
Capitolo 1:  Il giorno del diploma


 
-Abbi, Abbi! Svegliati- - mmm ancora cinque minuti mamma - - No tesoro avanti alzati oggi c’è la cerimonia del diploma ti conviene sbrigarti se non vuoi fare tardi-
- Cosa! Giusto devo muovermi altrimenti Natalie non mi darà tregua-, corro in bagno alla velocità della luce mi faccio una doccia veloce e torno nella mia stanza per decidere cosa indossare. Sinceramente non me ne importa un granché visto che saranno coperti dalla toga quindi opto per dei jeans chiari stretti in fondo, una canottiera nera con sopra una camicia a quadri nera e rossa ovviamente slacciata sul davanti e un paio delle mie inestimabili converse di colore rosso, lascio i capelli sciolti e mi do solo un po’ di mascara e di fondotinta, arrotolo le maniche della camicia fino ai gomiti, prima di scendere una rapida occhiata allo specchio. I capelli castani leggermente mossi, lunghi poco più sotto le spalle sono in ordine, beh per modo di dire, gli occhi smeraldini almeno danno un po’ di colore al mio viso pallido come il resto del corpo dopotutto, io e il sole abbiamo un rapporto conflittuale visto che ogni estate nonostante i chili di crema protettiva finisco per bruciarmi lo stesso, così ho rinunciato.
Sono una ragazza piuttosto bassa, sono circa 1.58 ma apparte questo non posso lamentarmi visto che non sono né troppo magra né troppo grassa e di certo non posso lamentarmi delle mie curve.
Finito il controllo generale scendo in cucina dove mi si presenta davanti la stessa scena di ogni mattina, con mia madre che prepara la colazione, mentre mio padre è seduto a capotavola a leggere il giornale e a bere la sua immancabile tazza di caffè, invece ai piedi del tavolo si trova Red il mio cucciolone giocherellone intento a mangiarsi la sua ciotola di croccantini, appena mi vede comincia ad abbaiare e a scodinzolare –Buongiorno!- -ciao tesoro - - Hey scricciolo sei pronta per il grande giorno?- -si papà ma ti ho già detto di non chiamarmi scricciolo- - Lo so, lo so, scricciolo- sorride beffardo – ahah ma che simpatico- dico sarcastica – Avanti voi due muovetevi non voglio fare tardi, Abbi a che ora veniva a prenderti Natalie?- - Alle otto visto che la cerimonia comincia alle nove- guardo l’orologio le otto meno un quarto bene ho tempo per mangiare con calma, mi siedo al tavolo dove mia madre ha messo ogni ben di dio, ci sono pankake, biscotti, uova con becon, cereali, latte, caffè e succo d’arancia –Wow mamma ma quante cose hai preparato?- - Oh andiamo oggi è un giorno speciale e visto che sei stranamente in orario bisogna festeggiare- - Hey cosa stai insinuando?- - Niente  tesoro- sto per ribattere ma vengo interrotta dal campanello  -oh è arrivata, ciao ci vediamo dopo- saluto i miei genitori afferro il cellulare e vado da Natalie –Ciao Nat - - ciao Abbi, wow sei in orario- - uffa ma la finite di ripetere tutti la stessa cosa?- - si tranquilla ora però andiamo-. Salgo sulla sua macchina e percorriamo per l’ultima volta il percorso verso scuola. Una volta arrivate entriamo nell’immenso edificio e lo troviamo ricoperto di festoni, vediamo ragazzi sorridenti da ogni parte, alcuni di loro sono ancora alle prese con gli ultimi preparativi ovviamente sotto l’occhio vigile dei professori.
Io e Nat invece andiamo a recuperare toghe e quant’altro visto che ormai è quasi ora.

 

Ore 9:00 cortile della Miami High School
 
Ok finalmente è arrivato il momento, sono un po’ nervosa anche perché sarò una dei primi visto che il mio cognome è Black; uno ad uno ci alziamo e andiamo a prenderci il tanto agognato diploma, il tutto dura all’incirca due interminabili ore che strazio. Finita la cerimonia io e Nat salutiamo i nostri genitori e insieme al resto dei nostri compagni ce ne andiamo in spiaggia a preparare tutto quello che può servirci per il falò di stasera, la nostra ultima festa come classe e se devo essere sincera mi mancheranno più o meno tutti, soprattutto Nat, è la mia migliore amica e domani lei e la sua famiglia torneranno in Francia, sia lei che sua madre mi hanno assicurato che potrò andarla a trovare qualche volta , che sarò sempre la benvenuta e che potremmo sentirci ugualmente, ma non è la stessa cosa, siamo amiche da quando si è trasferita qui per cominciare il liceo non conosceva ancora nessuno e così mi sono presentata e siamo diventate subito amiche.
Uff. ora basta con i pensieri tristi adesso dobbiamo pensare solo a divertirci poi domani si vedrà.      






Angolo di Darky
Salve gente, ecco qui il primo capitolo, vi prego di perdonare gli eventuali errori grammaticali (tanto è ovvio che qualcuno mi è sfuggito) e volevo avvertirvi che i primi capitoli saranno per lo più di pasaggio quindi non saranno particolarmente emozionanti, però tranquilli la parte più "movimentata" non tarderà ad arrivare. quindi vi prego di leggere e di lasciare delle recensioni così che possa migliorare.
Ps. sono riuscita ad aggiungere il banner YEHH :-)
ci tenevo a ringraziare i lettori silenziosi e DraminRose che ha aggiunto la storia tra le preferite.
Alla prossima gente CIAOOO
.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2: Festa in spiaggia e saluti ***











Capitolo 2: festa in spiaggia e saluti


 
Una volta raggiunti i nostri compagni in spiaggia abbiamo cominciato a preparare i tavoli per le bibite, a piazzare le varie torce da accendere quando si farà buio e, la legna per il falò, nel mezzo dei preparativi abbiamo deciso di fare una pausa e alcuni di noi sono andati alla pizzeria qui vicina a prendere da mangiare, una volta finito abbiamo ripulito e terminato i preparativi. Visto che abbiamo finito presto, decidiamo di andare a prendere asciugamani e costumi e tornare per passare il resto della giornata in spiaggia.
Mentre gli altri si sono direttamente buttati in acqua, ho steso il mio asciugamano e dopo essermi data tre kili di crema m sono messa a prendere il sole, sto quasi per addormentarmi quando mi sono sentita afferrare per la vita e sollevare, non ho avuto neanche il tempo di capire cosa stava succedendo che mi sono ritrovata in acqua.
< Jake! >
< Ah ah scusa Abbi ma non ho resistito! >. Ecco questo è Jake in pratica è il buffone della classe lui e Alex sono migliori amici ma sono completamente diversi, Alex è serio intelligente e simpatico ha i capelli neri e gli occhi azzurro chiaro e devo ammettere di aver avuto una cotta per lui qualche anno fa,fortunatamente lui non lo sa anche perché non feci tempo a dichiararmi che lui si era già messo con Angela l’oca bionda della classe; ma almeno siamo ora siamo amici.
< Uff adesso ti affogo brutto idiota! >
< Si si Abbi di quello che vuoi ma in realtà mi vuoi bene >.
< Sì come ti pare > e cominciamo a rincorrerci come due bambini.
Ridendo e scherzando si sono fatte le sei così ci siamo salutati dandoci appuntamento alle nove, non vedo l’ora di andare a casa a farmi una doccia, prima però andiamo a casa di Nat e prendere la sua roba visto che si sarebbe fermata a dormire da me stanotte.
 

Ore 7:00 p. m. casa Black camera di Abbi.
 
< Uffa Nat non so cosa mettermi! >
< Cosa ma Abbi è una semplice festa in spiaggia il costume, un paio di pantaloncini e una canottiera no? >
< Ah la fai facile tu! >
< Su dai fammi vedere >. Si alza dal letto e va verso l’armadio e comincia a cercare
< Trovato! > riemerge dall’armadio con un paio di pantaloncini di jeans chiari strappati e una canottiera rossa con sopra disegnato un asso di cuori
< E ovviamente ti metterai i sandali color sabbia intrecciati sul davanti >.
< Ovviamente e quale costume mi metto? >
< mm quello rosso con i pois neri? >
< Giusto sei un mito Nat ! tu invece che cosa ti metti ?>.
< modestamente so di essere un genio e credo che metterò i pantaloncini neri, con il top verde e i sandali neri che dici? >
< Approvo! > dico alzando entrambi i pollici < E il costume verde acido senza spalline vero? >
< Esatto Abbi, adesso però muoviamoci non voglio arrivare tardi e sorbirmi le lamentele di Angela > dice scocciata Nat.
< Oh no per l’amor di dio quando ci si mette è davvero insopportabile >
< E perché quando non lo è ? > dice con tono acido la mia migliore amica
< Wow e da quando siamo così acide, non dirmi che ti ho contagiata>
< sai com’è no ? a stare con lo zoppo si impara a zoppicare > dice ridendo
< Uf cattiva > e detto questo una alla volta andiamo in bagno a cambiarci e alle nove precise siamo in spiaggia.
Sinceramente son sorpresa nel vedere che tutti sono arrivati in orario,

< Ah ah non cambi mai eh? > dice Nat ridendo
< Che vuoi che ti dica, il lupo perde il pelo ma non il vizio >.
 
 
Devo ammettere che la serata sta filando liscia come l’olio, siamo tutti qui a ridere e a ballare e nella mia mente si fa largo la convinzione che nonostante siano dei ragazzi un po’ matti so che mancheranno, ma basta pensare a cose tristi pensiamo piuttosto a divertirci, per una volta concordo con la mia vocina interiore e vado a ballare con Kristy e Ally, Nat è ad arrostire marshmallow con Jake e Lucy mentre Alex sta limonando con Angela, nonostante ormai la mia cotta per lui sia acqua passata non riesco a non innervosirvi quando li vedo insieme, ma credo sia normale no?.
 
La festa finisce verso le 2:00 del mattino compreso il tempo impiegato, almeno da quelli più sobri di mettere a posto, noto con piacere che anche Angela è ubriaca e si sta comportando da idiota, povero Alex, ma anche Nat è un po’ brilla, quindi salutiamo tutti e prendendo Nat sottobraccio e aiutata da Jake (quando vuole sa anche essere utile) la facciamo salire sul lato passeggero dell’auto e ringraziando Jake ce ne torniamo a casa mia, menomale che i miei genitori dormono, così facendo meno rumore possibile entriamo in camera e appena tocchiamo il letto crolliamo subito addormentate, ma come ultima serata insieme direi che andata e con il sorriso sulle labbra mi addormento, spero solo di non svegliarmi di nuovo a causa di quel maledetto sogno.
 
- - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -   
Uffa sono le nove e mezza ed è da circa venti minuti che cerco di svegliare Nat, dopo aver passato una notte insonne a causa di quel maledetto sogno che ormai mi tormenta da due mesi e cioè dal mio compleanno che faccio questo strano sogno e l’unica cosa che riesce a calmarmi, oltre la voce di mia madre, è il medaglione che i miei mi hanno regalato per il mio sedicesimo compleanno, è rotondo con una cornice in argento dalla quale partono delle ramificazioni sempre in argento che si incontrano al centro il tutto racchiude una pietra color oro, lo considero come il mio portafortuna; ma tornando a noi per svegliare la bella addormentata decido di prendere il cuscino e di sbatterglielo in faccia e noto con piacere che sveglia, non senza lanciarmi un’ occhiataccia.
< Ma ti sembra il modo di svegliare qualcuno! >
< Scusa eh! Ma era da venti minuti che cercavo di svegliarti, cominciavo a preoccuparmi >. Una volta svegliate scendiamo in cucina stille zombie, dove quella santa che è mia madre ha già preparato due belle tazze di caffè con tanto di biscotti
< Oddio mamma ti adoro > dico sedendomi al tavolo imitata da Nat che annuisce dicendo 
< Ma figurati Natalie e ti ho già detto di chiamarmi Eva non signora Black > dice mia madre ridendo < Ok sign…  hem volevo dire Eva >.
Finito di fare colazione io e Nat siamo andate a cambiarci visto che tra poco passerà mio padre per portarci all’aeroporto dove ci aspetteranno i genitori di Nat, il volo è all’ una ma loro devono arrivare prima per il check-in.
 

Aeroporto di Miami ore 12:45 a.m.

< Ok ci siamo > dice Nat < Mi mancherai un casino tesoro, mi raccomando non metterti nei guai >
< Sai che non è possibile > dico cercando di trattenere le lacrime ma è inutile
< Oddio Abbi non piangere altrimenti comincio anche io >
< Lo so ma è più forte di me sigh >
< Lo so ma hey ci sentiremo tutti i giorni e poi mi verrai a trovare e anche io ritornerò qualche volta, dai dove è finita la Abbi dura che conosco io, quella che non piange mai e che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno? >
< Sono qua è solo che sei la mia migliore amica e non so cosa fare senza di te >
< Ma no ce la farai benissimo sei la migliore > e detto questo sentiamo annunciare che il volo di Nat sta partendo così ci abbracciamo e saluto lei e la sua famiglia che sta salendo sull’aereo.
Durante il viaggio dall’ aereoporto a casa non dico neanche una parola, resto tutto il tempo con la testa poggiata al finestrino e con Diamond degli Shinedown a tutto volume che mi riempie le orecchie e mi permette di sgombrare la mente e di non pensare, al fatto che non vedrò più la mia migliore amica e al sogno che non mi lascia dormire, ma soprattutto a quegli occhi, occhi profondi particolari, visto che erano etero cromatici, ma nonostante questo non mi fanno paura tutt’altro e non ne capisco il perché; uffa forse sto impazzendo.
Questo è già successo cara.
Fantastico ora ci si mette anche la mia coscienza a tormentarmi sono messa proprio bene.
Sono talmente persa nei miei pensieri che non mi accorgo di essere arrivata a casa
< Hey Abbi torna sulla terra guarda che siamo arrivati > dice mio padre
< Eh cosa?.. oh si siamo arrivati eh eh > dico imbarazzata
< Sempre nel tuo mondo? > dice lui
< Mi pare ovvio no? > ribatto io
< Ah  ah su scendi che tua madre ci aspetta > e detto questo scendiamo dalla macchina e una volta entrati chiedo a mia madre,
< Che si mangia mamma cara ? >
< Pensavo di ordinare delle pizze visto che ormai sono le due che ne dite? >
< Perfetto io al salame piccante e tu papà? >
< Prosciutto crudo >
< Ok allora voi due andate ad apparecchiare mentre io chiamo la pizzeria > dice mia madre, allora io vado ad apparecchiare lasciando i miei in soggiorno.
 

Nel frattempo in soggiorno  ( Pov. Esterno )
 

< Credi sia il caso di dirglielo? > dice il padre di Abbigail a sua moglie
< Si è arrivato il momento di dirle la verità >
< Cosa!? E se non fosse pronta? Una notizia del genere potrebbe sconvolgerla >
< Anch’io sono preoccupata, ma è pronta, sai del suo sogno no? >
< Si lo so ma … >
 Niente ma le abbiamo dato il medaglione quando ha compiuto sedici anni così che proteggesse finché non fosse arrivato il momento e il momento è arrivato>
< Hai  ragione, dobbiamo dirglielo prima che sia troppo tardi >. Nel frattempo Abbigail entra nel soggiorno dicendo,

< Di niente cara > risponde l’uomo
< Si Abbi ho ordinato e tra poco dovrebbe arrivare il fattorino >
< Ok mamma >.







Angolo di Darky:
Salve a tutti ecco il secondo capitolo della storia, dove abbiamo conosciuto un po' meglio la nostra Abbi.
Cosa devono dire i signori Black alla figlia?
Cosa significa il suo sogno ? e
Di chi sono quegli occhi ?
Ne saprete di più nel prossimo capitolo.
Ringrazio chi ha letto la storia, Alexthegamer93 che ha messo la storia tra le seguite e
DraminRose che l'ha messa tra le preferite e ci vediamo al prossimo capitolo. CIAOOO.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3: Io sarei cosa?! ***












 
          

Capitolo 3: Io sarei cosa?!...



Finito di pranzare aiuto mia mamma a sparecchiare e salutiamo mia padre mentre esce per andare al lavoro, poco dopo esce anche mia madre, mio padre è uno psicologo e ha uno studio in centro, guadagna abbastanza bene da permettere a mia madre di non lavorare, ma siccome lei non vuole restare a casa con le mani in mano lavora nel negozio di antiquariato dei signori Smith, una simpatica coppia anziana che conosco da quando ero piccola.
Rimasta sola a casa e decisa a non restarci prendo cellulare e borsa ed esco a fare una passeggiata, ho solo voglia di stare da sola e non ho voglia di parlare con nessuno così mi metto le cuffie con The Diary of Jane dei Breaking Benjamin a tutto volume me ne vado in spiaggia, cerco un posto isolato lontano dalle persone e una volta trovato lancio la borsa per terra tiro fuori gli occhiali da sole e incurante della sabbia che entra nei vestiti mi sdraio e prendo il libro che mi aveva regalato Nat l’anno scorso Il ritratto di Dorian Gray, un bel libro l’avevo cominciato però per mancanza di tempo non ero riuscita a finirlo quindi ho deciso di riprenderlo in mano e di ricominciarlo da capo. Passo così circa due ore, poi a causa del gran caldo decido di andare a prendermi una bella granita ghiacciata alla menta, il mio gusto preferito. Una volta finita decido di tornarmene a casa per di farmi una bella doccia rigenerante.
 

Casa Black ore 7:30 p.m. camera di Abbi.
 

< Mi ci voleva proprio un bel bagno > dico uscendo dal bagno notando che il mio cane è comodamente spaparanzato sul mio letto, probabilmente anche lui è esausto a causa del caldo,
< Vedo che ci siamo messi comodi eh >. In risposta Red alza la testa e mi guarda con i suoi occhioni e se ne torna a dormire, scuotendo la testa vado verso il mio armadio indosso l’intimo e prendo un paio di leggings e una maxi maglia color crema a maniche corte, torno in bagno ad asciugarmi i capelli poi raggiungo il mio cane a letto ed accendo la televisione dove trasmettono vecchie puntate dei  Simpsons.
Sono esausta oggi è stata davvero una giornata lunga, quasi quasi mando un messaggio a Nat tanto se non sbaglio da loro dovrebbero essere più o meno le 10:30 del mattino.

A Nat:   - Ciao tesoro come stai? Come è Parigi?
                P. s. non è che ti ho svegliata vero?      
 
Non devo aspettare molto per una sua risposta.
 
Da Nat:   - Hey cara tutto ok, Parigi è bella come sempre ma non mi diverto senza di         
             te L.
                 E comunque no tranquilla non mi hai svegliata, ero già in piedi dalle otto
                non sono una dormigliona come te ;-).
 
 
A:          - Hey non prendermi in giro, se mi piace dormire non è colpa mi!
               comunque qui è una noia mortale L
                                    
 
N:         -  Ah Ah scema J, dai ora devo andare ti saluto ti voglio bene Abbi.
 
 
A:         -  Ciao tesoro J.
 
 
Appoggio il telefono sul comodino e l’ occhio mi cade sul medaglione, lo prendo e lo osservo attentamente, da quando me l’hanno regalato mi ha affascinata, sarà per le varie ramificazioni o per la pietra, resta il fatto che anche il solo guardarlo riesce a darmi la calma necessaria per eliminare tutti i miei dubbi è strano che questo piccolo oggetto riesca a farmi questo effetto.
Il corso dei miei pensieri però viene interrotto dalla voce di mia madre che dice di scendere perché è pronta la cena. Scendo e stranamente i miei genitori sono silenziosi, troppo silenziosi e mio padre ha un’ aria preoccupata così chiedo:
 
< C’ è qualcosa che non va? > mio padre come se si fosse appena svegliato risponde:
 
< No perché? >
 
< Sembrate preoccupati >
 
< No tranquilla non è niente siamo solo un po’ stanchi niente di più >
 
< Ok se lo dici tu > rispondo anche se non sono del tutto convinta.
 
A fine serata siamo tutti e tre seduti sul divano a guardare la televisione con Red sdraiato sul tappeto, a un certo punto mia madre spegne la tv e si rivolge a me dicendo:
 
< Tesoro io e tuo padre dovremmo parlarti >
< Già dobbiamo spiegarti un po’ di cose, tutto quello che ti diremo nonostante potrà sembrarti assurdo è la verità e qualunque domanda vorrai fare ti prego di aspettare la fine della “ storia” ok? >
 
< O- ok > dico un po’ titubante, ora è mia madre a prendere la parola:
 
< Va bene cominciamo dal tuo sogno ricorrente, ecco quello non è solo un semplice sogno è più una visione, un segno > fa una piccola pausa, forse sta cercando le parole giuste;
 
< Significa che i tuoi poteri si stanno svegliando >
 
< P- poteri? >
 
< Si, devi sapere che tu non sei una semplice ragazza, dentro di te scorre un grande potere, il potere della luce, un potere fortissimo che ha scelto te per salvare il nostro vero mondo >
 
< Vero mondo?, ok è ufficiale non ci sto capendo più niente >, adesso a prendere la parola è mio padre,
< Si, sai non esiste solo questo mondo, ma ne esiste anche un’ altro che risulta invisibile agli esseri umani, grazie a una barriera magica che li tiene separati, in questo mondo vivono in pace tante creature diverse, ci sono maghi, elfi, draghi, fate, folletti e draghi, fino a qualche anno fa anche noi vivevamo lì, tu eri molto piccola all’ epoca quindi è impossibile che te lo ricordi, ma siamo dovuti scappare perché su di noi stava per abbattersi una minaccia molto antica che credevamo sconfitta da tempo e l’ unico modo per eliminarla una volta per tutte è il potere della luce, che ti ha scelta ed ora è dentro di te >
 
< Frena frena, mi state dicendo che noi proveniamo da un altro mondo, che io sarei una specie di contenitore per questo potere e che dovrei sconfiggere un’ antica minaccia? > dico sorpresa e preoccupata allo stesso tempo,
 
< Si > risponde semplicemente mia madre, < Ok sentite è tardi è meglio che vada a dormire, ne riparliamo domani va bene > non li lascio neanche rispondere e corro in camera e senza neanche cambiarmi mi butto sul letto e chiudo gli occhi cercando di metabolizzare le parole di mio padre e di mia madre, ma non faccio che ripetermi che deve essersi trattato solo di uno scherzo, perché andiamo non può essere vero, no?.

 
 
 

 
Angolo di Darky…
Salve a tutti, ecco finalmente il terzo capitolo dove abbiamo scoperto un po’ di cose e stiamo per entrare nella parte fantasy della storia.
Ringrazio chi ha letto la storia, Alexthegamer93 che ha recensito i precedenti capitoli e che segue la storia, icesakura che ha messo la storia tra le seguite e DraminRose che l' ha messa tra le preferite.
In più vorrei ricordarvi che le recensioni sia positive che negative sono le benvenute.
Che altro posso dire beh ci vediamo alla prossiama CIAOOOO.

       

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Una giornata normale ... o forse no ***


                                    



Capitolo 4: Una giornata normale … o forse no
 


Apro gli occhi ancora assonnata con il suono della sveglia che invade la stanza, mi alzo svogliatamente e noto che addosso ho ancora i vestiti di ieri, dopo qualche secondo le rotelle del mio cervello si mettono in funzione e le parole di mio padre e di mia madre si ripresentano nella mia mente e sinceramente sono ancora convinta che si sia trattato solo di uno scherzo che però non fa ridere.
Decido di lasciare perdere e vado in bagno a farmi una doccia, una volta uscita lego i capelli in una coda alta indosso l’intimo e indosso un paio di pantaloncini da ginnastica neri e una canotta nera, infilo le ciabatte e scendo in cucina, l’ orologio segna le undici e mezza e sul frigo c’è un messaggio di mia madre che dice:
 
Tesoro io e tuo padre siamo usciti, torneremo
Verso le sei baci mamma J
 
Ok perfetto, così non dovrò riaprire la conversazione di ieri sera almeno fino al loro ritorno e da quell’ ora probabilmente se ne saranno già dimenticati.

< Capito Red siamo solo io e te oggi, almeno fino alle quattro > a partire da oggi dalle quattro alle dieci e mezza darò una mano a Jake al bar dei suoi genitori, così potrò anche guadagnare qualcosa.
< Beh visto che non è ancora di pranzo che ne dici di andare a fare una passeggiata cucciolo ? >, prendo il guinzaglio e lo aggancio al suo collare, mi infilo le scarpe e usciamo, il sole splende come sempre e non faccio neanche in tempo a chiudere il cancello che Red comincia subito a tirare.
< hey calmati piccolo ora andiamo >.
 
Dopo la passeggiata.

Una volta rientrati mando Red nel giardino sul retro mentre io vado in cucina a prepararmi qualcosa per pranzo, premetto che cucinare non è proprio il mio forte, per questo mi preparo un semplice toast e una semplice insalata con pomodori freschi. Finito di pranzare metto tutto nella lavastoviglie e mi vado a sdraiare sul divano a guardare la televisione, cominciano a tornarmi in mente le parole di mio padre ma scaccio subito via il pensiero dandomi mentalmente della sciocca, prendo il cellulare e mando un messaggio a Jake per confermargli che sarei arrivata alle quattro al bar, poi decido di scrivere a Nat:

A: - Hey Nat come va?. Oggi comincio a lavorare al bar insieme a Jake fammi gli        
       auguri.
 
Dopo poco il cellulare inizia a squillare lo prendo in mano e vedo che è Nat, non perdo tempo e le rispondo.
 
< Hey Nat come va?. >
 
< Hey Abbi, tutto bene, allora cominci a lavorare con Jake eh ah quanto vorrei vedervi, scommetto con durerai un giorno con lui ahahah >
 
< Hey così mi sottovaluti e poi non può mica essere sempre colpa mia >
 
< Si questo lo so però potresti essere un po’ meno acida e essere come posso dire un po’ più dolce no?. Comunque se lavorerai lì tutta l’ estate vedrai tutti i giorni anche Alex eh eh >
 
< Aspetta calma, non cominciare a farti strane idee, perché numero uno ormai Alex non mi piace, due dovrò lavorare mica mettermi a chiacchierare con le persone e terzo è fidanzato quindi puoi stare tranquilla Nat >
 
< Mm se lo dici tu vedrò di fidarmi ma sappi che pretendo come tua amica di sapere tutto quello che succede con Jake con Alex o con chiunque altro sono stata chiara ?.>
 
< Ah ah cristallina, sembrava quasi una minaccia >
 
< Certo che era un minaccia ah ah dai ti saluto Abbi ora devo andare ma un ultima cosa cerca di arrivare in orario almeno il primo giorno eh >
 
< Ah ah ma sentitela cosa è sei diventata spiritosa ora ?. Comunque tranquilla ciao Nat.>
 
< Ciao tesoro.>.
 
Chiusa la telefonata con Nat mi metto a vedere un film a caso in televisione, verso le tre vado a darmi una rinfrescata raccolgo i capelli in una coda alta , infilo un paio di pantaloni neri stretti a vita alta con sopra una camicetta bianca con le maniche lunghe fino al gomito e un paio di converse nere prendo borsa e cellulare e prima di avviarmi verso il bar vado a salutare Red e a dargli da mangiare e da bere così che ne abbia abbastanza almeno fino al rientro dei miei genitori, una volta sistemato esco di casa e mi avvio verso il bar, non è molto distante da casa mia per questo ci vado a piedi.
 
Appena entrata, osservo attentamente l’ interno del bar, le pareti sono chiare e il pavimento è in legno chiaro, a lato della porta c’è un lungo bancone nero e da sgabelli il resto della stanza è occupato da anche essi neri come le sedie. Vengo subito accolta da Jake che mi salta subito addosso facendomi quasi cadere:
 
< Dai Jake anche io sono felice di vederti ma non ti allargare!.>
 
< Ah ah sempre la solita piccola acida Abbi, dai su vieni ti faccio vedere dove puoi lasciare la borsa > . Detto questo mi fa segno di seguirlo e così ci ritroviamo davanti a una porta in legno bianca con attaccato sopra il cartello privato, entriamo è una stanza molto ordinata con pareti bianche, su tre di loro ci sono appesi degli attaccapanni in legno chiaro e sotto di essi ci sono delle panche, nella parete libera da panche ed attaccapanni c’è una porta sempre in legno chiaro, probabilmente si tratta di una specie di sgabuzzino, appoggio la borsa su una panca ed usciamo dalla stanza Jake mi da un grembiule bordò che indosso subito, oggi c’ è molta gente e quindi abbiamo poco tempo per chiacchierare sono talmente concentrata nel servire ai tavoli senza far cadere niente, anche se ogni tanto ho la strana sensazione di essere osservata, che non mi accorgo di Alex che entra, almeno finché non sento una voce chiamarmi:
 
< Hey ciao Abbi, non sapevo lavorassi qui>
 
< Ciao Alex non ti avevo visto e oggi è il mio primo giorno, vuoi che ti porti qualcosa?.>
 
< No no tranquilla sono solo venuto a portare a Jake il portafogli l’ ha lasciato da me ieri, probabilmente perderebbe anche la testa se ce l’avesse attaccata al collo >
 
< Ah ah beh hai ragione, ora scusa ma devo finire di portare delle ordinazioni > 
 
< Si non preoccuparti > dice lui sorridendo io ricambio il sorriso e torno al lavoro.
I genitori di Jake sono molto gentili soprattutto sua madre e donna bassina con un grande sorriso sul volto, suo padre invece è un uomo alto e snello ( probabilmente Jake ha preso da lui ) che riesce subito a metterti a tuo agio e a rendere il lavoro più divertente, loro hanno anche una figlia più grande già sposata e con un figlio, Jake una volta mi ha fatto vedere una sua foto è davvero un bel bambino e quindi ad aiutarli oltre a Jake per l’ estate assumono sempre qualcuno e siccome Lake sapeva che stavo cercando un lavoro estivo ha subito chiesto ai suoi se potevano assumermi e fortunatamente loro hanno accettato.
Una volta chiuso il locale i signori Reed se ne vanno dopo aver sistemato la cucina e rimaniamo solo io e Jake a pulire la sala principale, per rendere il lavoro un po’ meno noioso prendo il telefono e lo attacco alle casse e le note di We want Rock you dei Queen invadono il locale, quando ormai avevamo finito le pulizie sentiamo bussare alla porta e mentre Jake va ad aprire io vado a spegnere la musica, dalla porta vedo entrare Alex con in mano una busta di carta:
 
 < Pensavo aveste fame e così vi ho portato qualcosa da mangiare > e infatti appoggia la borsa sul bancone e tira fuori due panini e due bottigliette di Coca – cola, in effetti stavo morendo di fame cos ci sediamo e cominciamo subito a mangiare, prima però scrivo a mia madre che m sarei fermata a mangiare qui e quindi di non preoccuparsi, ridendo e scherzando però è arrivata mezzanotte così buttiamo via la spazzature ed usciamo dal bar una volta che Jake ha chiuso saluto i due ragazzi visto che devono fare la strada opposta alla mia
 
< Beh ragazzi allora buonanotte e a domani ciao > di facendo per allontanarmi ma Jake dice:
 
< No no aspetta ti accompagniamo a casa noi altrimenti che gentiluomini saremmo >
 
< Esatto >
 
< No dai ragazzi dovreste fare il doppio della strada e poi so badare a me stessa > dico facendo un mezzo sorriso,
 
< Mm va bene questa volta passi ma domani ti accompagno a casa e non voglio sentire un no come risposta chiaro?. >
 
< Cristallino, dai ciao ragazzi a domani >
 
< Buonanotte >
 
< A domani Abbi >, dopo questo scambio di saluti ognuno se ne va per la propria strada. 
Stavo camminando tranquillamente, la strada buia era illuminata dai lampioni, era stata una giornata lunga ma devo ammettere che lavorare con Alex non è poi così male cosa che non ammetterò mai in sua presenza , potrebbe montarsi la testa ancora di più.
Completamente persa nei miei pensieri non mi accorsi della figura che mi seguiva, finché non mi sentii afferrare e trascinare all’ interno di un vicolo.
< Hey ma che cazzo fai lasciami subitoo!>
 
< Silenzio finalmente ti ho trovata, la mia signora sarà felice >
 
< Ma che cosa stai dicendo brutto maniaco >
 
< Ah che maleducato che sono non mi sono neanche presentato, sono Egor Smirnov al servizio dell’ unica vera regina. >
 
Oddio fantastico dovevo per forza imbattermi in un pazzo maniaco, cerco di liberarmi dalla sua presa ma è inutile, ad un certo punto mi afferra per la gola e mi sbatte contro il muro la stretta non è così forte da togliermi il fiato ma sono comunque bloccata e non capisco come faccia, presa dal panico cerco di urlare ma nessuno arriva a darmi una mano.
 
< Urla pure quanto vuoi tanto nessuno può sentirti ho isolato il vicolo nessuno può sentirci o vederci >
Osservo quella figura è un uomo non avrà più di trenta anni ha i capelli neri, gli occhi color ambra, la pelle pallida una lunga cicatrice gli parte dalla tempia fino ad arrivare al mento e la bocca è piegata in un ghigno vittorioso.
 
< Hey senti non so di cosa tu stia parlando ma non sono chi tu credi che sia ti sei sbagliato, lasciami andare > cerco di dire con voce tremante e cercando di trattenere le lacrime che si stanno formando e che minacciano di uscire.
 
< La pietra che porti al collo dice tutt’altro Abbigail>
 
Aspetta come conosce il mio nome?.
< Eh eh io so chi sei > dicendo questo libera la mia gola cerco di muovermi ma non ci riesco, < è inutile non puoi muoverci a meno che non lo voglia io, si allontana di qualche passo e alza una mano verso di me e non credo ai miei occhi ma intorno alla sua mano si è formata una specie di nebbia nera, < Tranquilla non voglio ucciderti, non ancora almeno, questo servira solo a stordirti così non potrai varmi qualche scherzetto>.
Ho paura ho veramente paura non capisco cosa sta succedendo ma ad un certo punto sento un forte calore provenire dal mio petto, dove si trova il ciondolo.
L’ ultima cosa che vedo è una forte luce dorata e poi tutto intorno a me diventa buio.



Angolo di Darky
Salve a tutti, scusate il ritardo ma ecco qui il quarto capitolo, che cosa è successo? cosa è successo ad Abbi?
 lo sapremo nel prossimo capitolo.
Volevo anche dirvi che probabilmente comincerò ad aggiornare la storia almeno una volta al mese, ringrazio chi ha letto la storia e vi chiedo di lasciare delle recensioni così che possa sapere cosa ne pensate :-).
Beh non ho altro da dire quindi CIAOOO :-).

  

                                      





 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5: Si parte ... ***



 
                                                  

 
Capitolo 5: Si parte ...

Buio, è tutto buio, sento la testa pulsare ma anche delle voci, riconosco i miei genitori ma c’è anche qualcun altro, ma dalla voce non mi è familiare. Provo ad aprire gli occhi e vengo colpita dai raggi del sole così li richiudo e provo di nuovo ad aprirli, all’ inizio vedo solo delle sagome sfuocate ma poco a poco cominciano a prendere forma, vedo i miei genitori che stanno parlando con un ragazzo, è giovane di sicuro non avrà più di 23 anni biondo, pelle chiara, alto e sinceramente ha davvero un bel fisico ma la cosa che mi ha colpito di più sono i suoi occhi, quello a destra è azzurro mentre quello a sinistra è verde chiaro proprio come quelli del mio sogno!, visto che non si sono accorti che mi sono svegliata mi schiarisco la voce e in quel momento tre paia di occhi vengono puntati su di me:

< Oh finalmente ti sei svegliata ci siamo preoccupati da morire >

< M-mamma ma cosa è successo?> cerco di alzarmi dal letto ma un dolore lancinante ai muscoli mi fa ricadere sul letto.

< Stai buona sei ancora debole ecco bevi questo > mia madre mi passa una tazza con del the caldo, lo prendo e ne bevo un sorso, intanto riformulo la mia domanda

< Che cosa è successo? > e questa volta a rispondermi è mio padre

< Tu cosa ti ricordi ? > 

< Mi ricordo un vicolo e un uomo strano poi una forte luce dorata e-e poi il buio> mi ricordo ben poco di ieri notte, poi un ‘altra domanda si fa spazio nella mia mente:

< Mm scusa ma tu chi saresti ? > dico al ragazzo biondo.
Rimane sorpreso dalla mia domanda, probabilmente non se l’ ha aspettava, ma si riprende subito e mi risponde:

< Sono Aiden >

< È lui che ti ha riportato a casa >

< A beh grazie >

< Figurati Abbigail>
Sono sorpresa che conosca il mio nome, ma probabilmente glielo avranno detto i miei, ma sento che mi stanno nascondendo qualcosa e in un lampo mi tornano in mente le parole di quell’uomo:

< Aspettate un secondo quel tizio ha detto qualcosa a proposito di una signora, l’ ha chiamata l’ unica vera regina qualcosa del genere e aveva del fumo nero che usciva dalle mani, non è che ho sbattuto la testa e ho immaginato tutto ? >

< Purtroppo no tesoro è tutto vero > dice mia madre con tono serio

< Quel bastardo di Egor e pensare che una volta era dalla nostra parte, menomale che c’eri tu Aiden altrimenti non oso immaginare cosa sarebbe successo > posso sentire la rabbia trattenuta nel tono di mio padre. Per la prima volta a prendere la parola è il ragazzo che di nome Aiden. 

< Ha fatto tutto da sola Damon, appena ho sentito la presenza di Egor ed Abbigail nel vicolo mi sono diretto subito lì, ma appena sono arrivato lei era svenuta e lui a terra semi-incosciente ed è sparito appena mi ha visto, così ho preso Abbigail in braccio e l’ho portata qui >

Aspetta un secondo Damon DAMON !  nessuno chiama mio padre per nome almeno nessuno sconosciuto e anche il suo racconto per quanto strano possa essere rispecchia esattamente quello che ricordo.

< Aspetta ma voi vi conoscete? >

< Beh tesoro si anche se l’ultima volta che abbiamo visto Aiden aveva 4 anni >

< Papà volete smettere di fare i misteriosi e di spiegarmi una buona volta che diavolo e successo e chi era quel tizio? > Sto cominciando ad irritarmi sul serio.

< Tesoro ricordi quello che io e tuo padre ti abbiamo detto l’altra sera, beh è la verità l’ uomo che ti ha attaccata viene da Orbis, così come Aiden e la “vera regina” di cui parlava Egor> dice con disprezzo mia madre < è la minaccia di cui ti abbiamo parlato lei vuole governare su entrambi i mondi ma per farlo ha bisogno della pietra di Lux, che tu porti al collo, ma la pietra ha deciso di concedere il suo potere a te così che tu possa fermarla>
Nonostante questa storia mi risulti ancora inverosimile, gli eventi recentementi avvenuti mi stanno facendo cambiare idea

< Ok quindi io cosa dovrei fare? Se non ho capito male ieri sera ho usato quei poteri ma sono svenuta subito>

< Beh a questo ci penseranno Aiden e gli altri e, a proposito di questo io e tua madre pensiamo che sia meglio che tu vada ad Orbis così che possano aiutarti a sviluppare e controllare i poteri > dice mio padre e posso notare una certa nota di tristezza negli occhi, anche se tutta questa storia e l’idea di andare in un posto sconosciuto insieme ad un perfetto estraneo mi spaventa un pochino, mi fido dei miei genitori e sinceramente tutto ciò che sta succedendo mi affascina, magie, pietre magiche, regni nascosti, tutto quello che ho sempre sognato.

< Ok quando bisogna partire? >  a rispondere alla mia domanda è il ragazzo:

< Oggi appena ti sarai ripresa completamente, direi che sia la cosa migliore>

< Sono d’accordo anche io, vieni tesoro ti accompagno in camera, ora ti fai un bel bagno caldo e vedrai che ti riprenderai in un attimo>. Mi  alzo dal divano aiutata da mia madre e mi accompagna fino in camera mia, io mi dirigo in bagno a farmi una doccia calda mentre lei si siede sul mio letto ad aspettarmi.
Una volta uscita dalla doccia asciugo i capelli e li lego in una coda alta indosso l’ accappatoio e torno in camera, appena mia madre mi sente uscire dal bagno punta i suoi occhi su di me e mi sorride.

< Abbi vieni ti aiuto a prendere le cose che ti serviranno quando sarai via> si avvicina al mio armadio e ne tira fuori un vecchio borsone di tessuto nero

< mamma non credi che sia un po’ troppo piccolo, non so quanto starò via però non penso che ci staranno molte cosi lì dentro> dico dubbiosa e ricevo in risposta da lei solo un sorrisetto sghembo,

< non preoccuparti, questo borsone era mio me lo diede tua nonna quando avevo più o meno la tua età è speciale, puoi metterci dentro tutti i vestiti che ti servono senza che diventi troppo pesanti>

< Wow ma è fichissimo!>

< Vieni a darmi una mano > dice facendomi l’ occhiolino, così cominciamo a infilare nel borsone la biancheria, magliette, pantaloni, leggins, infilo anche un paio di scarpe da ginnastica, quando credo di aver finito mia madre esce dalla stanza dicendomi di aspettarla lì, poco dopo ritorna con in mano un libro con la copertina in cuoio scarlatto.

< Ecco porta anche questo con te, so quanto ti piace disegnare e ho pensato che questo ti sarebbe piaciuto>

< Mamma grazie è-è bellissimo> dico prendendo in mano il libro, che in realtà è un diario e ne accarezzo i bordi, lo poggio sul letto e abbraccio forte mia madre e agli angoli dei miei occhi si cominciano a formare delle lacrime che asciugo appena ci separiamo.

< Su piccola, ora vestiti, io ti aspetto di sotto>, detto questo esce dalla camera dirigendosi al piano di sotto, intanto indosso l’intimo e infilo un paio di pantaloni lunghi neri a vita alta, una canotta grigia poco più lunga dietro e con sopra stampato un teschio bianco e indosso il mio inseparabile giubbotto di pelle nero, metto il diario nella borsa, prendo il borsone – wow è davvero leggero – e raggiungo gli altri di sotto. Sono tutti e tre in soggiorno a parlare e anche se cercavano di nasconderlo si vede lontano un miglio che i miei genitori sono preoccupati, mi avvicino a loro

< Eccoti, forza è ora di andare, mi raccomando fate attenzione entrambi > dice mio padre mettendo una mano sulla mia spalla e una su quella di Aiden

< Aspetta ma come faremo ad arrivare dove dobbiamo andare ? > di certo non ci saremmo arrivati in macchina o con qualche altro mezzo di trasporto,

< Non preoccuparti ci penso io > e Aiden tira fuori dalla tasca dei pantaloni una piccola sfera di vetro e mi fa cenno di avvicinarmi

< Vieni afferrala e non lasciarla fino a quando non te lo dico io ok? >. Mi guarda negli occhi, devo ammettere che ora mi sento più tranquilla, gli faccio si con la testa e veniamo avvolti da una luce bianca proveniente dalla sferetta.
          

Angolo di Darky
Hey ciaoo a tutti dopo tanto eccomi qua con il sesto capitolo, il viaggio di Abbi è appena cominciato e chissà cosa succederà. Ringrazio chi legge la storia chi la recenscisce, o l' ha messa tra le seguite o tra le preferite.

P.s. Probabilmente comincerò ad aggiornare il terzo sabato di ogni mese, salvo imprevisti, fatemi notare eventuali erreori grammaticali e lasciate delle recensioni perfavore, alla prossima. CIAOOO :-)






 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6: parenti inaspettati ***





Capitolo 6: parenti inaspettati …
 
Riapro gli occhi e capisco subito di non essere più nel soggiorno di casa mia ma di essere nel bel mezzo di un enorme biblioteca antica con il pavimento con le mattonelle a scacchiera e il soffitto formato da volte, tutte decorate con affreschi meravigliosi!, le pareti sono occupate scaffali pieni di libri, probabilmente tutti molto antichi, fatti di legno intagliato con grande maestria, la biblioteca si sviluppa su due piani e per arrivare al secondo piano c’ è una piccola scaletta sempre in legno scuro, un vero paradiso per me, ne sono rimasta incantata.

< Ma che posto è questo ? >
< Questa Abbi è la biblioteca del palazzo reale, in tuta Orbis non esiste biblioteca più grande, contiene libri di ogni genere tra cui tutti quelli che parlano i Orbis e della sua storia>.
Risponde Aiden osservando anche lui la maestosa biblioteca.
< è un posto magnifico >
< già lo è davvero. Ora però andiamo gli altri ci staranno aspettando >
< ok, aspetta chi sono gli altri? >
< ora vedrai tranquilla e seguimi > dice rivolgendomi un sorriso sghembo, così lo seguo.

Usciamo dalla biblioteca e attraversiamo diversi corridoi, tutti con le pareti molto chiare e il pavimento ricoperto dalle stesse mattonelle della biblioteca, appese alla pareti c’ erano diversi quadri che ritraevano battaglie e creature fantastiche, ai lati del corridoi ci sono dei piccoli tavolini in legno scuro con sopra vasi pieni di fiori o candelabri.
Camminiamo in silenzio, ma non era un silenzio nato dall’ imbarazzo, o almeno non da parte sua io anche se cercavo di non dimostrarlo ero agitatissima erano successe tante cose in pochi giorni, prima la chiacchierata con i miei genitori, poi l’ aggressione nel vicolo – non voglio neanche pensare a cosa poteva succedermi se non fosse intervenuto Aidan – e ora mi trovo in un mondo a me sconosciuto e sto per incontrare dei perfetti sconosciuti, ho paura di svenire da un momento all’ altro. Coraggio Abbi ce la puoi fare voi la verità no ? bhè ora l’ avrai.
Dopo poco arriviamo davanti ad una grande portone, sempre in legno scuro, decorato con ghirigori dorati intagliati nel legno, Aiden si avvicina al portone, apre una delle due ante e mi fa cenno di entrare per prima – grazie, già ho l’ ansia fammi anche entrare per prima in una stanza piena di estranei, ma no dai fai pure! –
< Prima le signore >  dice con un ‘ altro sorriso sghembo, faccio un respiro profondo ed entro.
La stanza è enorme, pareti chiare decorate con ghirigori dorati, il soffitto composto da un enorme cupola di vetro molto spesso ma che permetteva ugualmente di osservare il cielo, infatti potevo osservare il cielo azzurro, il sole e le nuvole candide, probabilmente quella cupola è la principale fonte di luce nella stanza, anche se ale pareti laterali ci sono molti piccoli lampadari, al centro della stanza c’ è un tappeto rosso che porta fino ad un piccolo rialzo composto da tre piccoli scalini sopra al quale sono posizionati due grandi troni, assurdo sembrano fatti di ghiaccio, lo schienale è come formato da tante schegge di ghiaccio e i cuscini sono bianco latte, davvero sorprendente. Seduti sul trono ci sono due persone, devono essere il re e la regina di questo posto, lei è davvero molto bella, con capelli castano scuro scuro e occhi verdi, pelle rosea, le labbra carnose erano piegate in un dolce sorriso, indossa un vestito viola lungo fino alle ginocchia e stretto in quel punto, maniche a ¾  e scollatura a barchetta e al collo un medaglione che probabilmente raffigura lo stemma della famiglia reale. L’ uomo al suo fianco ha un aria regale e fiera, capelli neri, barbetta nera e occhi scuri, indossa pantaloni neri, camicia bianca e cravatta anche essa nera come le scarpe, porta alla mano un anello con lo stesso stemma del medaglione della moglie – strano quell’ anello mi sembra di averlo già visto, in effetti tutti qui mi sembra familiare –.
Oltre ai due sovrani ci sono altre due persone nella stanza, un ragazzo ed una ragazza, la ragazza è magra e poco più alta di me, capelli lunghi fino alle spalle rosa – penso siano tinti anche se non mi sorprenderebbe il contrario - , occhi azzurro ghiaccio e pelle bianca, indossa un paio di pantaloni stretti grigio scuro con sopra una camicetta nera con le maniche lunghe e trasparenti che ricadeva morbida sul corpo. Il ragazzo invece ha i capelli corti e neri, un po’ spettinati, occhi scuri, alto più o meno quanto Aiden e un fisico atletico, indossa un paio di pantaloni scuri una t – shirt verde una giacca di pelle marrone scuro e un paio di scarpe di scarpe da tennis.
Appena entrati Aiden va verso la coppia seduta e fa una piccola riverenza, io faccio lo stesso.

< Ragazzi non servono tutte queste cerimonie > dice l’ uomo trattenendo un mezzo sorriso,
< Tu devi essere Abbigail, l’ ultima volta che ti ho visto eri molto piccola> questa volta è la donna a parlare, dice di avermi vista quando ero piccola e probabilmente è per questo che tutto qui dentro mi sembra familiare, però non mi ricordo di loro.
< Ah sicuramente non ti ricorderai di noi visto che quando tu e i tuoi genitori ve ne siete andati avrai avuto un anno >
< Mi altezza ma voi come conoscete me e i miei genitori ? >
< o giusto non ci siamo presentati e non c’ è bisogno che ci chiami altezza, io sono Elizabeth Wood e lui è mio marito Alexander e per quanto riguarda la tua domanda io conosco molto bene tua madre visto che siamo sorelle >
< A – aspetti questo quindi significa che lei sarebbe mia zia? >
< Esatto io ed Elizabeth siamo i tuoi zii e Benjamin è tuo cugino > questa volta a rispondere alla mia domanda è Alexander,
< Esatto felice di conoscerti cugina, io sono Benjamin ma puoi chiamarmi Ben > dice sorridendo il ragazzo vicino Aiden si fa avanti e mi porge la mano per presentarsi, io contraccambio la stretta di mano
< Il piacere è mio cugino, io sono Abbigail, anche se credo tu lo sappia già, ma puoi chiamarmi Abbi > rispondo sorridente. Anche la ragazza dai capelli rosa si va avanti con un grane sorriso sulle labbra anche esse rosa,
< Io invece sono Carolyn piacere di conoscerti Abbi >
< il piacere è mio Carolyn > rispondo con un sorriso altrettanto grande .
< Bene ora che abbiamo finito con le presentazioni che ne dite di mostrare ad Abbi il resto del palazzo, io ed Elizabeth abbiamo alcuni incarichi ufficiali da svolgere, ma ci rivedremo stasera a cena. Ti affido a loro mia cara >.
Detto questo i miei zii – mi fa strano chiamare qualcuno in questo modo – si alzano e lasciano la stanza passando da una porta a lato della pedana, rimaniamo solo io Aiden, Ben e Carolyn,
< Perfetto, allora come è stato il viaggio spero che Aiden non si sia comportato da scorbutico >
< Hey scorbutico a chi !? >
< A te e a chi altri se no >
< su su ragazzi fate i bravi, allora cugina benvenuta ad Orbis, come probabilmente avrai capito questa è la sala del trono e penso che tu abbia già visto la biblioteca giusto? > Annuisco
< Bene allora seguici e ti mostreremo tutto il resto, ah non fare caso alle loro litigate sono all’ ordini del giorno ormai, sono come cane e gatto >
Detto questo usciamo dalla stanza passando dalla stessa porta da dove ero entrata e cominciamo a camminare per i corridoi del castello, poco dopo Carolyn mi si affianca
< Allora come è il mondo degli umani? È vero che avete tanti oggetti strani e che non ci sono creature magiche? > mi chiede incuriosita
< Beh il mondo umano è molto bello anche se a differenza di qui non c’ è la magia e come hai detto tu neanche le creature magiche, posso farti una domanda?>
< Certo spara >
< I tuoi capelli sono sempre stati rosa oppure…>
< tinti ? , no no li ho sempre avuti rosa sin dalla nascita, sai io sono una strega muta-forma, in pratica sono persone con la capacità di trasformarsi in animali oppure in un’ altra persona, però per questo è necessario almeno un capello della persona, alcuni di noi come me nascono con un colore di capelli particolare ad altri il colore cambia con il tempo>
< Wow è fantastico!, quindi sai usare la magia? >
< ah ah beh si, però ho imparato anche ad usare delle armi per non contare solo sui miei poteri, dimmi quanto sai di questo posto e delle creature che vivono qui?>
< In effetti non so molto quasi nulla, mi sembra tutto un sogno non riesco ancora a crederci >
< Beh credici ragazza, presto imparerai anche tu a sviluppare ed usare i tuoi poteri e per questo conta pure su di me e anche su quei due lì davanti, ma attenta ad Aiden sa essere davvero antipatico quando ci si mette > dice con un ghigno
< Hey guarda che ti sento Carolyn e non è che tu sia da meno > stavano ricominciando a battibeccare, allora mi avvicino a Ben,
< Ma fanno sempre così? >
< Si purtroppo lo fanno spesso, ma infondo è divertenti guardarli mentre si punzecchiano come dei bambini ah ah > . mah devo dire che sono davvero strani, ma divertenti, continuiamo il giro turistico, mi mostrano le cucine, la sala dove si addestrano e domi mi allenerò anche io, la sala da ricevimento dicono che la vedrò stasera a cena, saliamo delle scale e ci ritroviamo in un corridoio che si divide a destra e a sinistra,
< Ragazze ci vediamo più tardi, io e Ben abbiamo delle cose da sbrigare, Carolyn ti mostrerà la tua stanza Abbi > detto questo ci salutiamo e mentre i ragazzi tornano giu io e Carolyn andiamo a destra
< Chissà cosa avranno da fare, mah chi li capisce quei due> mi scappa un sorriso che però non sfugge a Carolyn.
Arriviamo davanti una porta rettangolare di legno scuro, Carolyn mi da la chiave della porta,
< Questa è la tua stanza la mia è qui davanti mentre quelle dei ragazzi sono nel corridoio a sinistra, nella stanza troverai i tuoi bagagli, ah e dovrebbe esserci anche qualcosa da mangiare visto che probabilmente hai saltato il pranzo, se hai bisogno di qualsiasi cosa usa questo e di il mio nome io ti risponderò, tutto chiaro? >
< Si grazie ma non dovrei avvertire i miei genitori ?>
< Tranquilla ci abbiamo già pensato e ricorda alle otto verrò a chiamarti per la cena, ora riposati > mi saluta e va nella sua stanza, prendo la chiave che mi ha dato e apro la porta, la stanza ha le pareti verde acqua, sul pavimento c’ è un grande tappeto bianco molto morbido, al centro della stanza c’ è un grande letto a baldacchino in legno con copriletto e cuscini verde scuro sulla parete opposta c’ è un grande armadio in legno e accanto una porta che da sul bagno che ha pareti azzurrine e una bella vasca, su un’ altra parete della stanza c’ è una grande porta finestra che da sul terrazzo, è davvero magnifica, decido di farmi un bagno caldo e di riposare un po’ prima di cena. Sento un misto di ansia ed eccitazione che mi attorciglia lo stomaco, chissà come finirà questa storia.    





Angolo di Darky:
Salve a tutti ragazzi ecco un nuovo capitolo, perdonate il ritardo eheheh, comunque finalmente Abbi è arrivata su Orbis e ha scoperto che la sua famiglia è più grande di quello che pensava, beh perdonate eventuali errori di grammatica ma non ho avuto tempo di rileggere lasciate una recensione perfavore e alla prossiama volta. CIAOO : ).

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7: Primo giorno ad Orbis ***




                                           



Capitolo 7: Primo giorno ad Orbis






Mi sveglio dal mio pisolino, la sveglia sul comodino segna le sette tra un ora passerà Carolyn a chiamarmi per la cena, decido quindi di alzarmi e di darmi una sistemata, tiro fuori dal borsone un paio di pantaloni neri ed una camicetta nera semplice, lego i capelli in una coda alta, mi do un leggero tocco di trucco e infilo le mie all star nere.
Siccome è ancora presto prendo il diario che mi ha dato mia madre prima di partire e una matita, lo apro alla prima pagina e comincio a disegnare la prima cosa che mi viene in mente. Alle otto in punto sento bussare alla porta, vado ad aprire e mi trovo davanti il viso di Carolyn
< o bene vedo che sei già pronta> mi invita ad uscire ed insieme ci dirigiamo verso la sala da pranzo dove ceneremo
cavolo ma come ha fatto ha capirlo?
< E se ti stai chiedendo come faccio a saperlo, beh te lo si legge in faccia e in più ci sono passata anche io tempo fa > dice facendo un mezzo sorriso.
< vedi quando ero piccola i miei genitori mi affidarono ad Elizabeth e Alexander, quindi posso capire come ci sente ad essere in un posto sconosciuto con mille domande che ti ronzano per la testa>
< Si ma cosa dovrei fare? Cosa è questa storia della regina cattiva o quello che è ?>
< Domani ti spiegheremo tutto e comincerà il tuo addestramento>.
Nel frattempo siamo arrivati davanti ad un altro grande portone, lo apriamo ed entriamo nella sala da pranzo, è una sala con il pavimento in legno e pareti decorate con affreschi che rappresentavano le quattro stagioni al centro c’è un tavolo in legno scuro sopra il quale era stata posizionata una lastra di marmo rosso su un’ estremità del grande tavolo sono stati messi sei piatti con altrettante posate, bicchieri e tovaglioli, pochi secondi dopo arrivano anche tutti gli altri e ci mettiamo a tavola, io sono vicina a Carolyn, Alexander è a capo tavola e sull’ altro lato del tavolo ci sono Elizabeth, Ben ed Aiden. La cena prosegue tranquillamente chiacchierando e ridendo come in una famiglia normale.
Dopo cena i due sovrani sono andati a dormire, da quel che ho capito dovrebbero avere un specie di riunione molto importante.
Invece noi quattro siamo andati in una stanza con un caminetto, divani e poltrone.
< allora cugina dicci qualcosa su di te ? > chiede Ben giustamente incuriosito visto che poche ore fa ha scoperto di avere una cugina di cui neanche immaginava l’esistenza
< mi sono diplomata l’altro giorno, vivo con i miei genitori e il mio cane, il mio colore preferito è il verde, mi piace leggere e disegnare andavo bene in matematica ma storia è sempre stata una nota dolente e tu cugino che mi racconti? >
< Mmm cosa posso dire… vediamo ho 22 anni e passo le giornate ad aiutare i miei genitori e ad evitare che questi due si uccidano a vicenda > dice indicando i due in questione che non gli risparmiano occhiatacce mentre io mi trattengo a stento dal cominciare a ridergli in faccia
< Più che altro sono io che evito che finiate nei guai > risponde Carol – mi ha chiesto di chiamarla così – facendo roteare gli occhi
< fidati Abbi meglio tenere gli occhi aperti domani possono diventare davvero degli infami> ripete, a proposito di domani chissà cosa dovrò fare, anche perché per quanto riguarda l’ esercizio fisico non sono proprio il massimo.
< em sentite ma cosa dovrò fare esattamente domani?> domando curiosa e leggermente preoccupata.
Questa volta a parlare è Aiden:
< Beh io e Ben ti insegneremo almeno per ora le basi del combattimento corpo a corpo, mentre Carol ti aiuterà ad usare i tuoi poteri senza perdere il controllo o svenire > beh dai non sembra tanto male la parte del combattimento corpo a corpo però mi preoccupa leggermente.
< Va bene ragazzi visto che domani ci attende una giornata molto intensa direi che sia meglio andarcene tutti a dormire , che dite? > dice Ben alzandosi dalla poltrona dove si era praticamente sdraiato
< Si hai perfettamente ragione > rispondo.
Usciamo da quella specie di salottino e andiamo verso le nostre stanze una volta arrivato il momento di divederci i ragazzi ci augurano la buona notte e noi facciamo lo stesso, Carol mi accompagna di nuovo alla porta della mia stanza, ci diamo la buona notte ed ognuna entra nella propria camera.
Mi cambio velocemente in un paio di pantaloncini del pigiama bianchi, tolgo il reggiseno e metto una canotta grigia larga sui fianchi, vado a letto e spengo le luci, non prima però di lanciare un’ occhiata al terrazzo e al suo paesaggio notturno mozzafiato.
La mattina dopo vengo svegliata da qualcuno che bussa alla mia porta, con i riflessi di un bradipo addormentato mi alzo e vado ad aprire,
< Buongiorno Abbi su forza devi sbrigarti se non vuoi fare tardi >
< Buongiorno anche a te Carol > come fa ad essere così allegra di prima mattina?, no sul serio, ditemelo voglio sapere il suo segreto. Probabilmente ha capito che non sono molto reattiva alla mattina così entra:
< Su forza tu vai a lavarti e vestirti io ti aspetto qui, ah e mettiti qualcosa di comodo perché dopo colazione cominciano gli allenamenti!>,
< Si capitano!> dico ridendo, prendo un paio di pantaloni della tuta neri e una canotta bianca e vado a farmi una rapida doccia, una volta uscita lego i capelli in una coda alta mi vesto e torno da Carol che nel frattempo è seduta sul mio letto, infilo le scarpe da ginnastica e una felpa nera con cappuccio e sono pronta.
< Pronta? >
< Yes >, detto questo usciamo e ci dirigiamo verso la stanza dove abbiamo cenato ieri sera. Lancio uno sguardo veloce alla mia accompagnatrice, indossa un paio di leggins neri con una canotta azzurra e una felpa con cappuccio anch’ essa azzurra. Appena entrate troviamo la tavola imbandita, appena l’ ho vista mi si sono illuminati gli occhi, Carol deve essersene accorta perché se la ride sotto i baffi, penso di essere diventata rossa come un peperone in questo momento, i ragazzi sono già seduti a mangiare:
< Potevate almeno aspettarci, bestie> dice Carol e mi lascio sfuggire un mezzo sorriso
< Scusa Carol ma oggi dobbiamo andare con i miei genitori non so dove a parlare di non so che cosa, ma credo che ci saranno anche i rappresentati delle altre classi. Quindi cugina mi dispiace ma oggi dovrai allenarti da sola con Carol>
< Buona fortuna allora >
< Fa niente non sarà così tremendo, vero?> chiedo rivolgendomi a Carolyn
< Certo che no! Non ascoltarli > (rivolge un occhiataccia ai due)
< Se lo dici tu, dai Ben muoviti o faremo tardi – di nuovo – ciao ragazze>
< Va bene, ma è successo solo una volta, perché me lo ricordi sempre?>
Aiden questa volta si limita a regalargli un ghigno mettendo in mostra i suoi denti bianco perla,
< Lascia stare andiamo che è meglio> dice l’altro roteando gli occhi e incamminandosi verso l’ uscita, Aiden fa la stessa cose e per un momento i nostri sguardi s’ incontrano e anche se si è trattato di un attimo ho sentito come una scossa percorrermi la spina dorsale, ma ignoro la sensazione e saluto i ragazzi con un cenno della mano.
Dopo una colazione leggera siamo andate in palestra;  l’ arredo è moderno al centro della stanza c’ è un ring con un sacco da boxe, ci sono pesi e altri attrezzi da palestra, c’ è anche una specie di “ angolo relax” con due divanetti neri in pelle e un tavolino di vetro, ma la cosa più bella a mio parere è la parete composta da finestre che offre la vista di tutta la città.
< Per prima cosa devi imparare a controllare i tuoi poteri, così da poterli usare senza perdere conoscenza >
< ok da dove cominciamo?>
< così mi piaci adesso chiudi gli occhi e concentrati, immagina tutta l’ energia che scorre nel tuo corpo, devi visualizzarla nella tua mente >
Ok chiudo gli occhi e cerco di visualizzare l’ energia, sento di nuovo uno strano calore diffondersi in ogni parte, ma questa volta non così forte da farmi svenire.

Dai Abbi senti l’ energia, vedi l’ energia e falla uscire, semplice, -semplicissimo-
Mi concentro e man mano sento diminuire il calore nel mio corpo e lo sento aumentare nella mia mano, apro gli occhi e vedo che una sfera dorata si è formata sul palmo della mia mano, sono sorpresa, non pensavo di riuscirci al primo colpo !
< Wow vai forte Abbi, adesso vedi il bersaglio > dice indicandomi una parete con sopra attaccato un bersaglio < colpiscilo >
< Ok proviamo > porto il braccio indietro e poi con forza lo riporto in avanti lanciando la sfera, che va a colpire la parete al di sopra del bersaglio e gli da fuoco.
< Ottimo, bisogna aggiustare un po’ la mira ma direi che siamo sulla buona strada> e con un semplice gesto della mano fa sparire il fuoco, la fisso a bocca aperta
< wow come hai fatto?>
< Semplice con molto allenamento e vedrai presto ci riuscirai anche tu>
< Lo credi davvero? Insomma sono qui da appena un giorno e sinceramente sono un po’ preoccupa di quello che mi succederà >.




Hello,
finalmente dopo secoli ho aggiornato di nuovo ( era ora ), scusate il mostruoso ritardo ma l' ispirazione in questo periodo sto litigando con il computer e l' ispirazione si è fatta antendere. Ora però ecco l' ottavo capitolo, cosa ne pensate? fatemelo sapere con una recensione, che sono sempre ben accette, soprattutto fetemi notare gli errori che possono essermi sfuggiti.
Alla prossima e CIAOOO :)
  


  

 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3502729