La magia a volte opera in modi misteriosi

di LadyVaderFrancy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Priorità ***
Capitolo 2: *** Non è bello ciò che bello, ma è bello ciò che piace ***
Capitolo 3: *** Reclusione ***
Capitolo 4: *** Angolino dello Scribacchino ***
Capitolo 5: *** L’amore è cieco ***
Capitolo 6: *** A giocare con il fioco prima o poi... ci si scotta (parte 1) ***
Capitolo 7: *** A giocare con il fioco prima o poi... ci si scotta (parte 2) ***
Capitolo 8: *** Finzione o verità? ***
Capitolo 9: *** Il Ballo ***
Capitolo 10: *** Il Ballo - seconda parte ***
Capitolo 11: *** Il Ballo - seconda parte - CAPITOLO BONUS SECONDO FINALE ***



Capitolo 1
*** Priorità ***


Capitolo 1 Il principe mezzosangue

 

Harry prese posto nell’aula semi deserta. Non riusciva ancora a credere che si sentiva così tranquillo e rilassato, poco prima di una lezione di pozioni! Con Lumacorno come insegnante e il libro del Principe Mezzosangue come alleato, non aveva più nulla da temere, tutto gli sembrava molto più chiaro, quasi semplice.

 

Peccato che quell’unto bastardo di Piton in cambio aveva ottenuto la cattedra della sua materia preferita, cosa che lo infastidiva a non finire, ma che in fondo non lo turbava realmente, dato che era perfettamente consapevole di essere bravo in difesa a differenza di pozioni, e che quindi l’insopportabile uomo lo rimproverava e lo denigrava, solo per il gusto di farlo e non perché era un incompetente come si affannava tanto a rimarcare, con i suoi commenti sprezzanti  e offensivi durante ogni lezione.

Le voci dei suoi amici lo distolsero dai quei pensieri infausti.

 

“Ecco dov’eri! Harry ti abbiamo cercato ovunque” urlò Hermione.

 

“Oh scusate. Avevo un po’ di tempo e ho pensato di arrivare in anticipo” rispose il moro grattandosi la testa.

 

“Certo! E a te questo sembra normale? No dico, ma da quando arrivare prima a pozioni è una priorità?” sbottò Ron, poi fissò l’oggetto che il suo amico stringeva gelosamente tra le mani.

“Sempre merito del nostro amico… il Principe Mezzosangue. Comincio a preoccuparmi Harry, ormai ne sei ossessionato” disse il rosso mentre prendeva posto.

 

“Non esagerare, sono solo curioso” si affrettò a rispondere il Golden Boy, ma se doveva essere del tutto onesto con se stesso, doveva ammettere che Ron almeno in parte aveva ragione.

Da quando ne era entrato in possesso, aveva passato ogni momento di libertà a studiare il libro, leggendo riga per riga gli accurati e dettagliati appunti del precedente proprietario.

Il vero problema era, che più il tempo passava e più la sua smisurata curiosità cresceva, spingendolo a porsi un infinità di domande, sulla figura emblematica del Principe Mezzosangue. Chi era? A quale casa era appartenuto? Che aspetto aveva? Ma soprattutto perché aveva scelto quel nome? E cosa lo aveva spinto a farlo? Aveva ipotizzato che fosse un tipo piuttosto scrupoloso e molto pignolo, ma anche piuttosto solitario a giudicare dal tempo che aveva impiegato, per apportare tutte quelle correzioni e le migliorie sulle pagine ingiallite, che ormai gli erano fin troppo familiari.

 

Indubbiamente il precedente proprietario era un ragazzo molto intelligente, pieno di inventiva e immensamente preparato, non solo in pozioni ma anche in Difesa contro le arti Oscure.

Il principe aveva un talento innato per quelle due materie. Ma tutte queste congetture non placavano affatto la sua curiosità anzi aveva crato un altra serie di domande: perché utilizzava uno pseudonimo invece di rivendicare il prezioso testo con il suo vero nome? Forse era solo timido... oppure aveva qualcosa da nascondere esattamente come lui? Se la sua ipotesi era corretta, da cosa e da chi si stava nascondendo? La sola idea che qualcun’altro celasse la propria identità agli occhi degli altri studenti, lo faceva sentire inspiegabilmente meno solo.

A volte nelle sue fantasie immaginava di parlargli e di rivelargli tutti i suoi inconfessabili segreti: la sua orribile vita dai Dursley, la profezia che pendeva inesorabile sulla sua testa, il suo immenso dolore e i suoi sensi di colpa per la morte di Sirius, di Cedric e dei suoi genitori.

 

Per fortuna, fu nuovamente strappato fuori dai suoi pensieri, questa volta dalla voce cantilenante del buffo ometto che ora, era il loro nuovo insegnante di pozioni.

“Buongiorno miei cari ragazzi. Oggi studieremo un filtro, che sono sicuro interesserà gran parte di voi” poi fissò Ron e aggiunse. “Oh suvvia non guardarmi con quell’espressione Wallarby, sono certo che perfino tu ne sarai estasiato!”.

 

“E’ Weasley Signore” lo corresse sbuffando Ron. Possibile che non c’è verso di farli ricordare il mio nome miseriaccia!

 

“Ahhh si. Si hai ragione Weasley” poi schiarendosi la voce aggiunse “Come ormai saprete, tra due settimane si svolgerà il ballo di San Valentino. Il preside ha suggerito di fare delle lezioni a tema. Oh io l’ho trovata un idea piuttosto simpatica. Dunque oggi studieremo e distilleremo l’Amortentia”.

 

Tutti gli studenti lo guardarono incuriositi e sorpresi in un primo momento, ma quando il pozionista sollevò il coperchio che sigillava la pozione, un coro di sospiri si levò nell’aula, seguito da espressioni eccitate e divertite.

L’uomo vedendo le espressioni trasognate degli suoi studenti in prima fila, si affrettò a coprire il calderone e poi chiese cortesemente a tutti di mettersi al lavoro.

 

Dopo aver preso l’occorrente dall’armadio degli ingredienti, Harry aprì il suo prezioso testo di pozioni, vide che c’erano una quantità esagerata di annotazioni e correzioni. Decise come al solito di seguire le indicazione del Principe invece di quelle dell’autore, sapendo che avrebbe ottenuto un risultato di gran lunga migliore. Tutto procedeva liscio come l’olio, almeno finchè non lesse un paragrafo posto in un riquadro.

 

L’Amortentia è un filtro di straordinaria potenza, è necessaria una grande abilità per prepararlo alla perfezione. In molti credono sia una mistura innocua, ma io ritendo che sia una valutazione sciocca e superficiale.

La pozione rende colui che la ingerisce del tutto inconsapevole a ciò che lo circonda, costringendolo a pensare solo all’oggetto del suo desiderio, rendendolo indubbiamente vulnerabile.

Questo è il motivo per cui non lo ritengo un distillato innocuo, anzi direi che una tale condizione sia piuttosto pericolosa e inaccettabile! Dopo un attenta riflessione, ho deciso dunque di apportare delle consistenti modifiche alla ricetta originale. Ho fatto in modo che il soggetto non perda la sua lucidità, a meno che non si trovi in presenza di colui che è stato indotto ad amare. Certo questo rende la sua attrazione ancora più coinvolgente e molto più radicata nella sua mente … ma è sempre meglio che andare in giro come un ebete senza cervello per tutto il tempo.

Sai ho immaginato i tuoi meravigliosi occhi smeraldini scintillare solo per me, mentre ho realizzato questo filtro. Perché non posso essere ricambiato almeno per una volta… dannati Grifondoro!

 

Harry rimase impietrito leggendo quell’ultima frase depennata, ma ancora leggibile. Passò delicatamente il dito indice sulla scrittura elegante e ordinata, e poi la realizzazione di quello che aveva appena scoperto…

 Il principe Mezzosangue non era stato un Grifondoro, e dopo quel commento avrebbe scommesso almeno 10 galeoni, che era appartenuto alla casata verde-argento.

 Il suo cuore batteva più velocemente ogni volta che rileggeva… Ho immaginato i tuoi meravigliosi occhi smeraldini, scintillare solo per me…  Sentì un brivido corrergli lungo la schiena.  Amava gli occhi verdi… proprio come i miei . Merlino doveva essere davvero preso da questa persona… non ha mai scritto niente di personale su libro, chissà se era innamorato di un ragazzo o di una ragazza?

Harry era talmente immerso nelle sue riflessioni, da non accorgersi che Malfoy aveva lanciato un paio di ingredienti piuttosto pericolosi nel suo calderone. Solamente dopo l’ultimo SPLASH, si rese conto che qualcosa non andava. Vide il contenuto del suo calderone diventare dapprima oleoso, poi cambiò colore e infine prese a gorgogliare minacciosamente. Solo a quel punto realizzò che sarebbe esploso.

Una cosa che aveva visto accadere un infinità di volte negli anni precedenti, quindi era più che consapevole che avrebbe dovuto allontanarsi immediatamente o quantomeno alzare uno scudo protettivo. Ma stavolta la sua preoccupazione non era rivolta a se stesso, il suo unico pensiero fu quello di salvare il libro del Principe Mezzosangue.

Mentre afferrava il prezioso volume il miscuglio esplose. Un attimo dopo era ricoperto da una sostanza appiccicosa biancastra. Emise un suono strozzato e poi si accasciò a terra stordito. Il suo ultimo pensiero andò al misterioso giovane Serpeverde. Un accenno di sorriso scivolò sulle sue labbra mentre stringeva il libro a se, felice che non era stato danneggiato.

 

*****

 

“Cosa ne pensi Severus?”

 

“Che non dovrei essere qui. Non è affar mio, capire cosa è successo al tuo prezioso Grifondoro, Albus” rispose sprezzante l’uomo vestito di nero.

 

“Oh suvvia Severus, siamo entrambi consapevoli che la competenza di Horace non si avvicina minimamente alla tua. Ha fatto il possibile per capire cosa sia accaduto ad Harry”.

 

“Senza il minimo successo, a giudicare dello stato di Potter” sbottò il pozionista fissando la rovina della sua esistenza. Poi diede un occhiataccia al vecchio mago e aggiunse “Te lo avevo detto, che era una pessima idea alzare un tale polverone per una festa così ridicola e senza senso! Come hai potuto pensare che fosse accettabile permettere alle teste di legno di giocare, con una pozione simile? Ecco questo è il risultato” sibilò indicando il Grifondoro.

 

“Volevo solo ravvivare l’interesse dei ragazzi. Ho pensato che incentrare gli insegnamenti sul tema di San Valentino li avrebbe entusiasmati”.

 

“Non è per divertirsi che sono qui Albus!”. Dannato vecchio pazzo… lui e le sue idee ridicole!  Ma tanto poi sono io che devo rimediare alle idiozie dei marmocchi deficienti…

 

Harry sentì delle voci in sottofondo. Non riuscì a riconoscerle anche se gli sembravano piuttosto familiari. La sua testa gli doleva e i suoi pensieri erano così confusi. Si chiese dove si trovava e cosa era accaduto e poi un pensiero lo colpì, il Principe…il suo amato libro… la pozione… l’esplosione.

A quel punto sentì il panico invaderlo, aveva perso l’unica cose che era appartenuta al ragazzo che ormai considerava, un amico, un confidente e per la quale aveva sviluppato un profondo sentimento di… di qualcosa che custodiva nel suo cuore.

Così aprì gli occhi e per un istante l’unica cosa che vide fu l’oscurità.

Non riusciva a distinguere i tratti del volto della persona di fronte a lui, ma ne percepiva il forte magnetismo e poi si improvvisamente si sentì fagocitato da quelle pozze oscure che lo fissavano con insistenza.

 

“Potter!”

 

Quella voce era fredda e misteriosa… gli era familiare eppure non lo era… si stropicciò gli occhi, sperando di riconoscere chi aveva di fronte.

 

“Ragazzo mio, tieni i tuoi occhiali” disse una voce morbida e gentile, poi sentì un tocco delicato.

Harry li prese e li inforcò senza la minima esitazione e quando la sua visione divenne chiara, rimase a bocca aperta.

 

“Che diavolo ti è preso Potter! Hai perso quel poco cervello che avevi? Chiudi quella bocca o ci entreranno le mosche!” ringhiò il pozionista profondamente infastidito dal comportamento indegno del Grifondoro.

 

Harry sentì prima un ondata di calore invaderlo con forza e poi suo cuore iniziò a battere all’impazzata. Era così sopraffatto da quello che provava che riuscì a malapena a borbottare “ Ecco…io…io” e poi arrossì vistosamente senza riuscire ad aggiungere altro.

 

Piton osservò la reazione dell’idiota sopravvissuto, non era un comportamento tipico di Potter, dimostrarsi così sottomesso in sua presenza. Si chiese se il suo comportamento era dovuto, alla botta che aveva preso cadendo a terra. Però quando lo vide arrossire furiosamente, un orribile sospetto si insinuò nella sua mente. “Potter, dimmi qual è stato l’ultimo volto che hai visto prima di svenire nei sotterranei!”.

 

Il ragazzo alzò il viso, i suoi occhi smeraldini scintillarono e poi timidamente rispose “Nessuno… pro-professor Piton. Piton… Severus Piton… che bel nome… lo sa ,che ha un nome fantastico? Unico direi…”

 

Il pozionista emise un suono strozzato e dopo aver visto il ragazzo sospirare mentre lo osservava, ringhiò “Oh santissimo Merlino! Stai dicendo che IO sono la prima persona che hai visto dopo… l’esplosione?” NO...Non può essere! Questo non sta accadendo… NON A ME!”

 

Harry gli sorrise beatamente e poi senza riuscire a trattenersi disse “Professore lo sa che ha degli occhi splendidi? Sono così magnetici e sensuali…”

Il pozionista li passò una mano sul viso, poi fissò con rabbia il preside e infine sibilò “E’ tutta colpa tua Albus!” e in un turbinio di vesti nere sparì dietro le porte dell’infermeria.

Angolino dello scribacchino:

Rieccomi! Non ditemi che davvero avete creduto, che vi avrei lasciato a bocca asciutta fino a settembre? Scherzetto! 
Bene oggi è la festa dell'ammoreee e quindi non potevo non dedicargli un paio di capitoli.
Godetevela e soprattutto RECENSITE! 
A presto la vostra 
LadyV

 

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Capitolo 2
*** Non è bello ciò che bello, ma è bello ciò che piace ***


 

Harry rimase imbambolato a fissare il sinuoso mantello nero, che sembrava fosse dotato di vita propria.

Voleva alzarsi per rincorrere Piton, voleva pregarlo di restargli accanto almeno altri 5 minuti o … per tutto il resto della vita.

Sentiva l’irrefrenabile desiderio di respirare la sua stessa aria, di odorare il suo profumo di spezie ed erbe, di ascoltare quella voce calda e sensuale per ore e ore. Beh in realtà avrebbe voluto molto di più… ma Severus, gli era sembrato leggermente di cattivo umore. Certo quel cipiglio, lo rendeva ancora più sexy, ma ci sarebbero state altre occasioni per farsi avanti… molte altre!

Quando le porte dell’infermeria si chiusero, quei pensieri scemarono.


Silente sorrise, mentre osservava il giovane mago e poi bonariamente disse “Harry ragazzo mio, come ti senti?”


Il Grifondoro piuttosto frastornato rispose “Bene…  credo. Posso tornare alla torre?”.

 

“Signor Potter, lei tornerà al suo dormitorio solo dopo che le avrò dato il permesso. Il preside non è autorizzato a dimettere i miei pazienti”.

 

Harry sbuffò, Madama Pomfrey era sempre troppo iperprotettiva con chi aveva la sfortuna di finire sotto le sue grinfie. “Sto bene, davvero, non sono ferito… ”.

 

“Questo lo vedremo subito”. A quel punto la donna estrasse la sua bacchetta dal camice bianco e lanciò un paio di scansioni. Inizialmente la vide annuire soddisfatta, almeno fino a quando non la senti esclamare ”Oh santissimo Merlino!”

 

“Che c’è?” chiese preoccupato il moro, allarmato dalla reazione della matrona.

Cercò inutilmente di sbirciare i risultati, mentre la strega passava la pergamena al preside.

Dopo un lungo ed irritante silenzio, il vecchio mago disse “Oh beh, non credo ci sia nulla di cui preoccuparsi, almeno fin tanto che li teniamo separarti”.


“Cosa? Separati? Da chi?”

 

“Harry, temo che dovrai soggiornare alla torre, fin tanto che il professor Piton non troverà un antidoto al tuo problema, o finché non riusciamo ad organizzare i tuoi spostamenti in modo sicuro.”

 

“Problema? Ma quale problema? Io mi sento bene, davvero!”. E poi  figuriamoci Piton non mi aiuterebbe mai. Il pipistrello la userebbe come scusa per avvelenarmi con il permesso di Silente!

 

Il vecchio mago mise una mano sulla spalla del Grifondoro “Sembra che la pozione che stavi preparando, abbia avuto degli effetti collaterali alquanto insoliti.”


Oh no! Conosco quello sguardo, ci sono cattive notizie, anzi pessime. “Preside… per favore… “ lo implorò Harry.

 

“Sai che cos’è l’amortentia Signor Potter?” chiesa severamente Madama Pomfrey


“Si, è un potente filtro d’amore…”. Poi una realizzazione, era stato compito dalla pozione che stava preparando. Ma non poteva essere sotto l’effetto della mistura, perché era perfettamente lucido e razionale, così sbottò “Ma non era pronto! E poi ho visto il mio amico Ron quando ha mangiato i cioccolatini destinati a me… Lui era fuori di testa… Io sono me stesso, non posso essere sotto l’effetto dell’amortentia!”

 

“Infatti è per questo il preside ti sta dicendo che è insolito. Ti comporterai come il Signor Weasley, solo in presenza della persona che desideri.”

 

Harry spalancò gli occhi, allora questo voleva dire che si sarebbe comportato come Ron di fronte a qualcuno. Quel pensiero lo fece rabbrividire. Oh Cavolo, speriamo che non siano Hermione o Ron … o peggio uno dei Serpeverde!!  “Chi-chi è?”

 

“In teoria l’ultima persona che hai visto prima di svenire” rispose la medi-strega cautamente.

 

Silente si schiarì la gola “O la prima che hai incontrato al tuo risveglio”.

 

“Io non mi ricordo di nessuno in particolare… Voi sapete chi è?”

 

“Si. E’ per questo, che sei stato temporaneamente confinato nella torre” rispose il vecchio mago.

 

 “Meno male, almeno non sono Ron o Hermione. Non è un Grifondoro vero?”.


“No Harry”.

 

Sentendo la risposta di Silente il moretto tirò un sospiro di sollievo. Aveva già troppe cose a cui pensare e di cui preoccuparsi, senza doversi privare anche del supporto e della compagnia dei suoi due migliori amici.

 

“Quindi? Chi è?” Non ricevendo alcuna risposta, sbottò “Se rischio di assalire qualcuno, almeno dovrei sapere chi è!”

 

“II professor Piton” rispose il preside.

 

Calò il silenzio in infermeria. “COSA? PITON! Non può essere! Se- Se  è uno scherzo non è divertente!”

 

Lo sguardo del vecchio mago divenne serio. “Ecco perché è tassativo che resti alla torre, finché non capiamo come agire per il meglio. Se dovessi vedere anche solo di sfuggita il professor Piton, perderesti il controllo delle tue azioni e dei tuoi pensieri, mettendo a rischio anche la sua posizione nell’ordine. A quel punto sareste entrambi vulnerabili ai molti occhi che vi osservano”.

 

Harry sapeva che il preside si riferiva ai figli dei Mengimorte presenti all’interno del castello. Se una cosa simile giungesse alle orecchie del vecchio Voldy, di sicuro ordinerebbe al suo fidato seguace di portarmi da lui... e sarei spacciato e così anche tutto il mondo magico. Ma poi il suo cervello proseguì il ragionamento ad alta voce “Se dovessi correre davvero dietro a Piton… mi ucciderebbe prima di riuscire a pronunciare la parola Quidditch”

 

Silente sorrise “Al primo incontro sei sopravvissuto, ragazzo mio”

 

Il Grifondoro sbiancò di colpo. “Io… Io l’ho visto? Quindi… lui- lui lo sa?”

 

“Oh si! E se non ricordo male, si è defilato quando gli hai detto che i suoi occhi erano magnetici e sensuali”

 

“Sono morto” piagnucolò atterrito il moro mentre si stringeva la testa tra le mani.  Voleva scomparire dalla faccia della terra. Sperava che da un momento all’altro, il preside gli comunicasse che era solo un brutto uno scherzo, perché era praticamente impossibile che qualcuno provasse qualcosa di diverso dal disgusto e dal ribrezzo per Piton, anche sotto l’effetto di un filtro d’amore! Un senso di nausea lo investi con tale prepotenza da doversi tenere lo stomaco.

Si chiese perché le cose più assurde e orribili dovevano capitare sempre e solo a lui! Almeno Ron si era invaghito di Romilda Vane, che tutto sommato era una bella ragazza. Certo non era propriamente il suo tipo, visto che gli piacevano i ragazzi, ma in confronto a Piton …Chiunque era meglio di Piton, l’unico escluso forse era Voldemort!


Fu Madama Pomfrey a mettere fine ai suoi tomenti, annunciandogli che era libero di tornare alla torre.

 

“Bene se ti senti abbastanza in forze, chiamerò la Professoressa McGranitt, per farti scortare alla torre”.

 

“Preside non è necessario… posso andarci da solo. Davvero sto bene”.


L’uomo scosse la testa. “Mi spiace ragazzo mio, ma ogni volta che sarai fuori dalla torre, devi essere accompagnato da qualcuno. E per qualcuno non intendo i tuoi amici. Deve essere tassativamente un insegnante”.

 

Oh no! Ma queste restrizioni sono peggio di quelle del secondo anno! Meraviglioso, o sono confinato alla torre o mi serve una baby-sitter! Praticamente un prigioniero! “Meraviglioso” bofonchiò facendo una smorfia.

 

“Oh suvvia Harry, non è così tragico. Ci vorranno al massimo un paio di giorni credimi. Il professor Piton troverà una rapida soluzione.”

 

Si certo, come se fosse vero. Si è liberato finalmente delle mia intollerabile presenza… figuriamoci farà di tutto per prolungare la cosa…Sempre se non mi avvelena nel processo… o non mi uccide se per caso dovessi incontrarlo per sbaglio nei corridoi. Harry rabbrividì nuovamente al pensiero di comportarsi come un idiota davanti all’unto bastardo.

 

SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS

 

La stanza era rovente. I vapori e le esalazioni sprigionate dalla moltitudine di calderoni, avevano surriscaldato l’intero laboratorio.

Severus scrutava i residui di quello che una volta era stato un calderone perfettamente funzionante. Beh almeno fino a che non aveva avuto la sfortuna di finire tra le incompetenti mani di Potter.

Ringhiò infuriato. Possibile che quell’insopportabile marmocchio era capace di portare devastazione qualunque cosa facesse?

Aveva esaminato più e più volte la disgustosa melma verdastra, che giaceva sul fondo del recipiente di peltro. E quello che aveva scoperto lo aveva profondamente turbato. C’erano degli ingredienti totalmente estranei alla preparazione dell’Amortentia comune, come le Uova di Runespoor e la radice di Zenzero.

Come Maestro Pozionista, ricordava qualunque mistura avesse: modificato, inventato o migliorato nel corso degli anni, e l’aggiunta di quei due particolari ingredienti erano una sua invenzione! La cosa che lo confondeva però erano le piume di Jobberknoll e i chicchi di caffè.

Si chiese se tutti quegli ingredienti erano stati aggiunti semplicemente a caso da Potter o se qualcuno dei suoi Serpeverde li aveva lanciati nel calderone dell’idiota sopravvissuto, per fargli un dispetto.  Nel corso degli anni aveva assistito molte volte a quella pratica, e aveva chiuso un occhio solo nel caso in cui l’ingrediente impropriamente aggiunto, non fosse stato nocivo o pericoloso. Sogghignò. Doveva ammettere che vedere l’indignazione di Potter dopo essersi beccato una punizione immeritata, era a dir poco impagabile.

 

“Oh Severus … sei qui?”

 

“Horace…” sibilò senza nemmeno alzare lo sguardo.

 

L’ometto cantilenante si avvicinò al suo ex allievo. “Hai trovato una soluzione al problema del signor Potter?” chiese mentre allungava lo sguardo sulle caldaie.

 

Severus gli lanciò un occhiataccia, in particolare una che diceva…  Tocca uno dei miei calderoni e la prossima cosa che ci finirà dentro sono le tue dita!

 

“Non ancora, ma ho individuato gli ingredienti estranei”.

 

“Estranei? Oh, devo dire che sono sorpreso! Fino ad oggi Potter ha sempre presentato delle pozioni impeccabili, è molto competente e preciso e…”

 

Severus lo fissò disgustato “La competenza di Potter nel campo di pozioni è a dir poco aberrante. A parte Paciock, non ho mai visto una tale ignoranza e inettitudine concentrata in un solo studente. Quindi dubito fortemente che nel giro di pochi mesi, il marmocchio sopravvissuto sia riuscito a padroneggiare l’arte con tale destrezza.

La sua fama ha offuscato il tuo giudizio. Ma perché mi sorprendo? Lo hai messo sulla tua preziosa mensola ancor prima di vederlo, non è così… Horace?”

Lumacorno non rispose, perché era proprio quello che aveva fatto. “Oh beh vedo che sei piuttosto preso. Ci vediamo a cena Severus”.

 

Il mago vestito di nero ringhiò, Lumacorno poteva non essere il più sagace dei maghi, ma non era nemmeno un idiota. Nel suo piccolo, era un discreto pozionista.

Se doveva essere completamente onesto con se stesso, sulla famosa mensola aveva intravisto solo giovani maghi e streghe competenti. Quindi se Potter si trovava in quella cerchia, qualcosa era accaduto. Ma cosa? Granger aveva distillato le pozioni per lui? Le aveva comprate in qualche emporio?

Quell’irritante moccioso aveva trovato un modo per barare in sua assenza, e quell’ingenuo di Lumacorno si era fatto infinocchiare come un pivello!

Ah ma lui conosceva Potter, avrebbe scoperto cosa stava tramando e avrebbe pagato caro il suo errore.  Oh si… avrebbe trascorso mesi e mesi in punizione con lui!

Ma prima doveva trovare un antidoto alla melma verde che giaceva sul suo tavolo. La sola idea che la testa di legno fosse invaghita lui, era rivoltante.

Prima in infermeria avrebbe voluto stordirlo, pietrificarlo, perchè un Potter arrogante, pigro e sfacciato era più sopportabile di uno che sbavava per lui. 


Angolino dello scribacchino:
Eccomiiii!!! Maghi e streghe ecco il secondo capitolo... Oh oh mi sa che ne vedremo delle belle??? So che ve lo state chiedendo... ahahah e non siete i soli. 
Dite che il marmocchio sopravvissuto a Voldy, riuscirà a terminare l'anno o Sev lo ucciderà prima? Mah... e chi lo sa....
Tutto può succedere.
Aspetto con impazienza di sapere che ne pensate.
A presto
LadyV
 

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Capitolo 3
*** Reclusione ***


 

 Harry era seduto sul suo letto, si sentiva mortificato e affranto.

Una volta tornato alla sala comune dei Grifondoro, la McGranitt lo aveva informato davanti a tutti i suoi compagni, che non era autorizzato ad uscire dalla torre senza essere accompagnato personalmente da lei o da un altro insegnante.

Avrebbe voluto sprofondare per l’imbarazzo, la strega lo aveva trattato come un bambino a cui viene ribadito di non allontanarsi e che poi anche se ha obbedito, è stato costretto comunque a dare la mano ad un adulto.

Tutti non facevano altro che ripetergli la stessa cosa: il preside, Madama Pomfrey e ora la sua capo cosa. Non era mica un idiota santissimo Godric! Aveva capito che era importante stare alla larga da Piton!

La gente sembrava convinta, che lui “volesse realmente” vedere o stare con il pipistrello. Ma si sbagliavano e di grosso.

Possibile che nessuno dei docenti aveva notato il suo repentino cambio di umore, nel momento esatto in cui il preside aveva annunciato “allegramente”, che il bastardo sarebbe stato il nuovo insegnare difesa? Eppure si era praticamente strozzato con il succo di zucca davanti a tutto il castello!

Quella stessa notte aveva perfino vagliato l’idea di abbandonare il corso. Poi ovviamente non lo aveva fatto, perchè Difesa contro le arti Oscure era la sua materia preferita, ed inoltre gli serviva come l’aria nei suoi polmoni, se voleva avere almeno una minuscola possibilità di sconfiggere Voldemort.

Per costringersi a presenziare alla prima lezione, probabilmente in un momento di follia, si era auto convinto che il pozionista gli sarebbe stato meno ostile. Tutti sapevano che l’uomo ambiva a quella cattedra da anni, quindi teoricamente avrebbe dovuto essere più… felice? No, non era un vocabolo che poteva associare a Piton…allora più rilassato? Nemmeno … Almeno meno amaro? Ma l’uomo si era dimostrato estremamente duro e spietato, esattamente come a pozioni. E tutta la scuola ne era al corrente: gli studenti, i professori, il preside, i ritratti, i fantasmi perfino i muri! Allora perché, tutti si aspettavano che corresse a cercarlo?

Beh in realtà un motivo valido c’era, doveva assolutamente scoprire cosa stavano tramando Malfoy e l’unto bastardo. Ma con le nuove disposizioni, si poneva un grosso problema, come ci sarebbe riuscito adesso che non poteva tenerli d’occhio?

Ron ed Hermone non lo avrebbero appoggiato in questa impresa. Erano troppo presi dalla loro nascente relazione, per accorgersi di quello che gli accadeva intorno.

Inoltre la riccia continuava a dirgli, che avrebbe dovuto concentrarsi solo suoi studi invece di perdere tempo con i due Serpeverde, perché tutte le sue supposizioni e gli appostamenti non lo avrebbe portato a niente di concreto o di importante.

 

Si distese sul letto e sospirò desolato. Poi con la coda dell’occhio vide il suo zaino abbandonato vicino al comodino. Lo afferrò e prese il libro del principe.

Accarezzò la copertina consulta, poi lo avvicinò al viso e inspirò profondamente. Aveva un odore di ingredienti e pergamena stantia. Lo aprì delicatamente, con la cura che gli riservava ogni singola volta, sorrise vedendo la scritta familiare “proprietà del principe mezzosangue”. Ah sono sicuro che tu invece mi avresti capito. Ti piaceva sperimentare, scoprire, creare. Chissà se sei ancora in vita… E se si, che lavoro fai? Chi sei? Oh darei qualunque cosa per sapere chi sei principe.

Le ricerche che lui e i suoi amici avevano intrapreso per capire chi fosse, erano state una perdita di tempo. Era praticamente impossibile ricollegarlo ad un nome, senza avere alcun tipo di informazione concreta. Se almeno fossero riusciti a scoprire in che anno il ragazzo aveva frequentato la scuola, quella sì che sarebbe stata una svolta! Per quanto ne sapevano, poteva essere stato un compagno di Tom Riddle oppure per assurdo poteva essere un suo compagno di scuola, del tutto inconsapevole che Harry si era invaghito di lui.

Beh è inutile continuare a scervellarmi e visto che sono confinato qui, tanto vale fare qualcosa di utile, finirò il saggio di Lumacorno. Ma quando si alzò per prendere pergamena e inchiostro, il testo di pozioni gli cadde dalle ginocchia.

Mentre lo sollevava per riporlo sul suo letto, vide che la copertina si era leggermente scollata e purtroppo alcuni fogli si erano staccati. Oh no! No, NO! Dannazione! Perché devo essere sempre così maldestro!

Con aria piuttosto afflitta, si chiese se Hermione conosceva un incantesimo per sistemare il tomo, ci teneva troppo per lasciarlo così. Afferrò delicatamente le pagine che erano fuoriuscite per reinserirle al loro posto, ma alla prima occhiata si rese conto che quei fogli non erano parte del libro, sembravano dei pensieri, o delle pagine strappate da un diario o parti di alcune lettere.

 

Parte mancante…

 

…non riesco ancora a credere che sia tutto finito tra noi, non posso, Non ci riesco.

Perché non mi hai lasciato almeno spigare? Mi sono umiliato davanti a tutta la tua casa pur di poterti parlare quella stessa notte e tu mi hai sbattuto la porta in faccia.

So di aver sbagliato e ho tentato di dirtelo, ma tu non hai voluto nemmeno ascoltare! Mi hai solo accusato di essere… quello che sono.

Mi conosci da anni, avresti dovuto comprendere il perché del mio gesto.

Sono sicuro che ad altri avresti dato una seconda opportunità, ma non a me. No, io non merito nulla vero? Se i nostri ruoli fossero stati invertiti, perfino a lui avresti concesso il tuo perdono, come hai fatto con quell’arpia di tua sorella. E’ perché non sono un nobile Grifondoro come te?

Sono giunto alla conclusione, che tutti gli anni in cui siamo stati migliori amici, non contano più nulla per te. Eppure avevi promesso che niente sarebbe cambiato tra noi, e io ti avevo creduto dannazione! Non hai idea di come… mi sento soffocare.

La vita di tutti va avanti, tranne la mia. Mi sento così solo e perso, senza di te.

 Vorrei solo svegliarmi domani mattina e pensare che tutti questi orribili mesi sono stati solo un sogno. Mi mancano le nostre chiacchierate, i nostri momenti in riva al lago nero, le nostre scappatelle pomeridiane nel laboratorio di pozioni… mi manchi tu. Io ti amo, ma tu questo non lo saprai mai, perchè sono un vigliacco e non mai avuto il coraggio di dirtelo quando potevo.

Quella maledetta sera mi hai detto di non cercarti più e io l’ho fatto. Ma non posso evitare di osservarti tra la folla di studenti, e quando il mio sguardo incrocia il tuo nella sala grande, ti volti e questo mi fa male, o L……

Parte finale strappata….

 

Le parole del presunto Serpeverde lo avevano talmente colpito, che aveva persino smesso di respirare. La confidenza che il ragazzo aveva fatto a quel consunto pezzo di pergamena, era così toccante e profonda che poteva quasi sentire il suo dolore avvolgerlo come era successo con l’abbraccio di Remus, dopo che avevano visto Sirius cadere oltre il velo.

Scosse la testa, come a voler scacciare via i ricordi e si concentrò nuovamente sul misterioso personaggio, che da mesi era al centro dei suoi pensieri.

Le cose che aveva appreso per puro caso negli ultimi minuti erano interessanti ed inaspettate. Così il principe era innamorato del suo migliore amico/amica e aveva combinato qualcosa per la quale questa persona non lo aveva perdonato.

Questo fatto lo aveva sconcertato, anche lui e Ron nel corso degli anni avevano avuto grossi diverbi, eppure alla fine li avevano sempre risolti. Si chiese cosa poteva aver fatto di così grave, da non meritare il perdono.

Perfetto, ora non solo voleva scoprire l’identità del ragazzo, ma voleva anche sapere cosa gli fosse successo! Forse alla fine i due amici avevano sistemato le cose ed ora erano felicemente sposati, oppure quell’avvenimento li aveva costretti a conoscerne altre persone.

Sperava davvero che il principe non fosse rimasto da solo, non se lo meritava… nessuno lo meritava.

 

***

 

Erano passati due giorni ed Harry era talmente annoiato, che pur di uscire dalla torre avrebbe frequentato volentieri perfino una lezione Storia della Magia.

La giornata aveva preso una piega decente verso l’ora di pranzo. La McGranitt era venuta per informalo, che Piton aveva iniziato a distillare il suo antidoto. Che tutto sommato era più o meno una buona notizia, se tralasciava il dettaglio “di chi” lo stava facendo. Ma poi la situazione era peggiorata nuovamente, nel momento in cui la vecchia strega gli aveva riferito, che ci sarebbero volute almeno due settimane.

Probabilmente vedendo la sua evidente delusione, la donna si era impietosita e gli aveva annunciato che se lo desiderava poteva riprendere le lezioni a partire dall’indomani stesso, a patto che rispettasse rigorosamente l’imposizione di essere accompagnato ovunque. Infine aveva cercato, senza il minimo successo, di rassicurarlo, dicendogli che era in buone mani.

 

                                                           ***

 

“Harry, siamo tornati!” urlò la riccia.

 

Il moro alzò lo sguardo, solo a quel punto si rese conto che le lezioni erano terminate.

 

“Ciao ragazzi, come va?”

 

“Oh il solito. Tieni, sono gli appunti e le assegnazioni di oggi” rispose Hermione mentre gli porgeva una moltitudine di fogli di pergamena.


“Ah grazie. Proprio quello che mi ci voleva, altri compiti!”

 

“Si sa qualcosa di nuovo?” chiese Ron mentre si buttava con poca grazia sul divano tra Hermione e il suo amico.

 

Harry gli raccontò dell’incontro con la loro capo casa. “…Quindi da domani, sarò Harry Potter sorvegliato speciale. Dio, mi chiedo se riuscirò mai ad avere un anno normale.”

 

“Sai amico non ti invidio proprio. Però devi ammetterlo, meglio così che … l’alternativa. Te lo immagini vedere qualcuno che sbava per l’unto bastardo? Puah che schifo!”

 

“Grazie Ron. Per tua informazione sono IO quello che come dici tu, gli sbava dietro!”

 

“Si ma tu sei costretto! Voglio dire è la pozione… non sei mica tu”. Poi lo fissò per un attimo e con un tono piuttosto allarmato aggiunse “Perché lui… lui non ti piace per-per davvero?”.

 

“NO!” urlo con la faccia disgustata. “Merlino Santo, certo che NO!”.

 

Ad aprile dello scorso anno, Harry aveva finalmente trovato il coraggio di confessare ai suoi due amici, di essere gay. Per mesi aveva vissuto nel terrore, di rivelare le sue preferenze, per paura che lo etichettassero come “il diverso” anche in campo amoroso. Ed era la reazione di Ron a preoccuparlo in modo particolare. Invece il rosso in questa occasione lo aveva sorpreso, gli era semplicemente scoppiato a ridere in faccia divertito, come se avesse raccontato la più grande delle scemenze invece di un segreto inconfessabile. Dopo essersi calmato a sufficienza, il Grifondoro gli aveva spiegato che anche a suo fratello Charlie piacevano i ragazzi, e che nel mondo magico era cosa piuttosto normale e che gli unici che non apprezzavano la cosa erano i purosangue, perché le coppie di uomini non potevano generare un erede legittimo. Hermione invece lo aveva sostenuto senza la minima esitazione ed Harry si era sentito immensamente sollevato.

 

“Meno male amico, perché …Ahhh Piton…”

 

“La volete piantare voi due! Non sono affari vostri, con chi si vede Piton” sbottò la riccia.

 

Ron scoppiò a ridere. “Perché tu pensi davvero, che quel bastardo si sia mai visto con qualcuno? Io non credo… Beh forse tra i suoi amichetti Mangiamorte, qualcuno lo ha trovato anche lui… non portano sempre quelle maschere sulla faccia?”

 

Il volto di Harry si rabbuiò. Sì, i Mangiamorte portavano le maschere, se lo ricordava fin troppo bene. Sia il giorno in cui era morto Cedric che al Ministero, era pieno di maghi che portavano quelle dannate maschere…” chiuse gli occhi non voleva pensarci, era ancora troppo, troppo doloroso. Così si alzò e senza dire nulla si diresse al suo dormitorio.

 

“Ronald Weasley! A volte sei proprio un cretino! Che diavolo ti è saltato in mente? Lo sai che sono passati solo pochi mesi da quando Sirius…” e le parole gli morirono in bocca.

 

“O Miseriaccia! Devo andare su a parlargli, io non volevo…”

 

“No Ron, rimani qui. Se è andato in camera, vuol dire che voleva restare da solo”.

 

Il rosso annuì e poi con un’espressione sconsolata appoggiò la testa sulla spalla della sua quasi fidanzata.

 

***

 

Harry si stava ricredendo. Restare al dormitorio tutto sommato, non era stato così male in confronto alla sua nuova routine.

Era al secondo giorno di libertà vigilata e si sentiva più infelice che mai.

Quel giorno alle prime due ore aveva frequentato Pozioni, ce lo aveva scortato la McGrannit. Aveva preso una E per aver terminato con successo la pozione e al termine della lezione era stato accompagnato da Lumacorno a Trasfigurazione.

La vecchia strega poi lo aveva costretto a tornare alla torre ed era rimasto lì per due ore, perché avrebbe dovuto avere Difesa, alla quale ovviamente non poteva partecipare. Piton prima lo avrebbe umiliato davanti a tutti e poi lo avrebbe o scuoiato vivo.

L’attesa ebbe termine con l’arrivo di Vitious, che era venuto a prelevarlo, per scortarlo alla sua lezione, ma una volta giunti davanti la porta dell’aula si rese conto che aveva dimenticato il suo zaino.

 

“Professore mi scusi, ma dobbiamo tornare indietro, ho dimenticato lo zaino!”

 

“Mi spiace, ma siamo già in ritardo Signor Potter, farai senza” rispose il mago.

 

“Ehm … solo che io… ecco vede non ho la mai bacchetta” mormorò mentre arrossiva per l’imbarazzo.  Vedendo l’espressione severa del suo insegnate aggiunse “Senta sono già tutti nelle classi, posso fare una corsa, ci vorranno al massimo 10 minuti”.

 

“Mi dispiace Signor Potter, ma è assolutamente fuori questione. Il preside è stato chiaro, da solo non va da nessuna parte”.

 

Harry si guardò intorno e poi indicando il corridoio dalla quale erano venuti disse “Professore non c’è anima viva. Sarò velocissimo lo prometto”.

 

Vitious sbuffò sonoramente, poi con un colpo di bacchetta evocò dalla sua scrivania una pergamena. “Uhm vediamo… il professor Piton rimarrà giù nelle segrete per almeno un'altra ora, ha una lezione con quelli del quinto anno, non dovrebbe esserci nessun problema.” Poi gli lanciò uno sguardo severo “Nessuna deviazione Signor Potter! Se non torni entro dieci minuti, saranno guai!”

 

“Si signore! Sarò un fulmine” poi si voltò e iniziò a correre in direzione della torre.

 

Mentre percorreva per la seconda volta il corridoio in direzione dell’aula di incantesimi, si accorse che quello era l’unico momento da giorni, in cui non si era sentito soffocare. Il suo istinto gli diceva di filarsela al lago, per godersi un po’ di libertà, ma la cosa era fuori questione, il professor Vitiuos si era fidato e lui non poteva deluderlo alla prima occasione.

 

Era a pochi passi dalla porta, stava cercando il compito da consegnare al docente quando con la coda dell’occhio intravide qualcosa che catturò la sua attenzione. Una figura ammantata di nero in lontananza, era voltata di spalle e si stava dirigendo verso i sotterranei.

 

Piton!

Quello fu il suo ultimo pensiero razionale.

 

Un attimo dopo il cuore iniziò a martellargli nel petto.  E come quando avvistava il Bocchino durante le partite di Quiddich, iniziò a corrergli incontro senza la minima esitazione.

 

Severus era furibondo. Un ragazzo Corvonero aveva quasi staccato un braccio ad uno degli alunni di Pomona. Mi chiedo come è possibile, che un qualsiasi alunno del quinto anno non sia ancora in grado di produrre uno scudo accettabile! E’ a dir poco scandalosa la loro inettitudine!

Risultato aveva dovuto sospendere la sua lezione dopo soli 45, aveva punito i ragazzi togliendo ad entrambi una trentina di punti e assegnando loro una settimana di detenzioni da scontare con Gazza.

Nonostante ciò la sua rabbia non era ancora del tutto sbollita. Decise dunque che si sarebbe sfogato su qualche altro marmocchio alla sua prossima lezione.

Mentre svoltava l’angolo che lo avrebbe condotto giù nei suoi amati sotterranei, sentì qualcuno che correva nella sua direzione. Molto bene, sembra che non dovrò attendere oltre. Qualcuno sta per beccarsi immediatamente una bella lavata di capo e una detenzione con i fiocchi! Stava per voltarsi, per vedere chi fosse il malcapitato, ma non ci riuscì. Due braccia piuttosto magroline lo avevano afferrato da dietro.

La sua risposta fu immediata. Afferrò la bacchetta e dopo una sola sferzata, sentì la presa su li lui annullarsi completamente, seguita dal rumore di un tonfo.

 

 

Angolino dello scribacchino:

 

Oh Buongiorno miei cari lettori, so che mi state maledicendo a più non posso, perché ora volete sapere che succederà, ma la vita a volte non è giusta, come dice sempre il nostro preferito di sempre.
No a parte gli scherzi, questo capitolo che è un po’ di passaggio era necessario per i prossimi.
Dai cercherò di scrivere il prossimo il più in fretta possibile, in  modo da non farvi attendere troppo.

Volevo ringraziare tutti per le splendide recensioni, siete davvero fantastici! In particolare ci tengo a ringraziare due persone Az91, che si sorbisce anche i mie scleri, e Layla.

Layla questo capitolo è dedicato a te, perché ti sei fatta tre notti insonni per leggerti tutte le mie FF e le hai recensite tutte. Un grazie di cuore.

 Bene ora vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo, mi raccomando continuate a recensire!!!!
 

Un abbraccio la vostra

LadyV.

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Capitolo 4
*** Angolino dello Scribacchino ***


Angolino delle Scribacchino:

Maghi e streghe, purtroppo in questo periodo sono davvero stra piena di impegni fuori dal web. Vi  ricordate che vi avevo accennato la cosa mesi fa? Beh ci siamo...
Io e il mio piccolo gruppo di Hp abbiamo un sacco di progetti  e di impegni a tema, quindi il tempo libero che ho in questo momento, è tutto concentrato su questa attività. 
Mi sembrava corretto comuncarlo, in modo da non deludere le aspettative di nessuno, perchè gli aggiornamenti, se ce ne saranno, saranno molto molto sporadici. 

Voglio lasciarvi comunque un pezzettino di me... anche se in un formato diverso.
https://www.youtube.com/watch?v=TsGgthbOtO8

Ci risentiamo a settembre...

Lady 

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Capitolo 5
*** L’amore è cieco ***


Capitolo 4  L’amore è cieco

 

… Due braccia piuttosto magroline lo avevano afferrato da dietro.

La sua risposta fu immediata. Afferrò la bacchetta e dopo una sola sferzata, sentì la presa su li lui annullarsi completamente, seguita dal rumore di un tonfo….

 

 

 

Quel manto oscuro volteggiava sinuosamente nell’aria, il suo movimento era ipnotico, come lo sguardo del suo proprietario. Nel momento in cui lo aveva intravisto non era riuscito a trattenersi. Doveva avvicinarsi, voleva parlargli, voleva disperatamente toccarlo.

Il contatto con quella morbida stoffa, lo aveva spedito direttamente in paradiso. Ma come tutte le cose belle, purtroppo era durato solo un brevissimo istante. Non aveva fatto nemmeno in tempo ad avvolgerla con le braccia, che una forza invisibile gliela aveva strappata via brutalmente, scagliandolo a terra.

La perdita di quella vicinanza, era stata estremamente più dolorosa della botta che aveva preso sia sulla testa che sul braccio destro.

Si massaggiò la nuca, e mentre si sedeva riaprì gli occhi. Lo vide, lui era lì in tutta la sua magnificenza. Era bello e dannato come un angelo caduto. I suoi occhi d’ossidiana bruciavano come tizzoni ardenti. Harry si rese conto, che poteva restare lì seduto per terra come un idiota, a guardarlo per tutta l’eternità.  L’unica cosa che riuscì a sussurrare, fu il suo nome “Severus… “

 

Quando si era sentito afferrare da dietro, aveva reagito d’istinto. I lunghi anni di spionaggio, lo avevano preparato ad affrontare qualsiasi attacco previsto o meno.

Ringraziò Salazar e tutti i fondatori, che aveva maledetto l’idiota sopravvissuto solamente con un leggero schiantesimo, invece che con una meritatissima maledizione senza perdono. Di certo anche il suo grande autocontrollo e la sua lucidità mentale erano stati fondamentali nel rammentargli in extremis, che si trovava in una scuola e non nella cerchia del Signore Oscuro.

 

Sia l’autocontrollo che la lucidità mentale erano entrambi andati a farsi benedire, nel preciso istante in cui il marmocchio aveva pronunciato il suo nome con quel tono maledettamente lascivo. Una furia cieca lo invase, paragonabile solo a quella di un orda di lupi mannari. “Potter, razza di idiota! Perché non sei alla torre o in una qualsiasi classe!”

 

Oh Merlino, mi sembra leggermente contrariato, perché poi? Non credo di aver fatto nulla di male.

Oh però è così sexy quando è arrabbiato… Gli viene quella adorabile rughina tra le sopracciglia...  Certo preferirei che mi dicesse qualcosa di carino invece di urlare in quel modo… ma la sua voce è così… oh Merlino potrei venire anche solo sentendolo parlare.

Oh per Godric! Mi sta guardando così… Intensamente. Fo-forse allora gli piaccio anche io almeno un pochino?!

Oh sarei così fortunato… ad essere proprio io il prescelto tra tutti!!!  Chissà in quanti spasimano per lui, e chi non lo vorrebbe è così… splendido!

 

Severus fissò severamente il Golden Boy, sembrava troppo perso dai suoi pensieri per notare la sua indignazione. Pensieri di certo sconvenienti, che purtroppo lo riguardavano. Sembrava un vero babbeo, con quel sorriso irritante stampato su  quella faccia da schiaffi…  beh più babbeo del solito! Merlino santo quel filtro doveva essere molto più potente di quanto si era aspettato. Così determinato ad avere una risposta raggiunse il Grifondoro con tre grandi falcate, lo afferrò per il colletto e in malo modo lo strattono per rimetterlo in piedi. “Allora? Vuoi rispondermi Potter! 20 punti dal Grifondoro per la tua mancanza di rispetto!”

 

Harry sorrise beatamente, come se fosse stato premiato invece di essere stato punito. “NOOO, Io-io la rispetto moltissimo! Lei mi piace molto, è il mio professore preferito, lo sa? Anzi sei la mia persona preferita, no è troppo poco… sei la migliore di tutto il mondo!  Io-io bacerei la terra deve cammini, se solo potessi dimostrartelo in qualche modo…” poi si avvicinò al corpo dell’uomo intenzionato a dimostrarglielo immediatamente “Dio… lo sai che ha un ottimo profumo. Posso averne un pochino?” poi inspirò profondamente “Spezie e pergamena… Ahhhh irresistibili!”

 

Oh Salazar divino! Questo è molto più grave del previsto! Potter di norma era una testa di legno insopportabile, ma questa versione smielata e stucchevole era a dir poco rivoltante. Così in preda al totale disgusto, lo spinse indietro con forza, in modo da farlo indietreggiare di almeno un paio di passi. “Non-ti-azzardare-a-toccarmi-di-nuovo… o giuro che non vedrai l’alba di un nuovo giorno”.

 

“Vuol dire che posso toccarla, solo di notte? Uffa però! Ma va bene allora… meglio di niente. Ma non sarà facile! Tu sei così bello: con quei capelli setosi, e le labbra sottili… Sono così invitanti, come i ghiaccioli in una calda giornata estiva…e i tuoi occhi? Oh Wow quelli farebbero girare la testa a chiunque. Posso avere una tua foto? Voglio metterla qui nella tasca interna della toga, così starai sempre vicino al mio cuore….”

 

Quella fu l’ultima frase che riuscì a pronunciare.

 

Harry sentì la magia del mago vestito di nero avvolgerlo.

In un primo momento si era sentito euforico, all’idea di essere toccato dalla sua magia, almeno fino a quando si rese conto che nonostante muovesse le labbra per esprimere ad alta voce tutto il suo amore per l’uomo, lui lo aveva silenziato! Si chiese il perché. Forse non era stato abbastanza gentile e premuroso? Se le cose stavano così, doveva assolutamente rimediare!

Stava per avvicinarsi di nuovo al pozionista, ma prima che riuscisse a farlo, l’uomo sbottò.  “Almeno non sarò costretto ad ascoltare le tue idiozie, mentre andiamo da preside”.

Le sue parole ebbero un effetto inaspettato. Potter, sfoggiava uno sguardo estasiato all’idea di essere trascinato da lui, fino all’ufficio del preside. Merlino santissimo aveva voglia di schiaffeggiarlo! Per evitare di perdere la testa sibilò “Ora… camminerai due passi davanti a me. Se solo OSI avvicinarti alla mia persona o cerchi di toccarmi o semplicemente ti sento respirare troppo vicino, che Merlino ti aiuti Potter! Sono stato chiaro?”

 

Il ragazzo cercò inutilmente di protestare.

 

“Fa solo un cenno con la testa, razza di idiota!”

 

Harry annuì. Ma sembrava avere un’espressione poco rassicurante in viso. Gli ricordava quella di suo padre, poco prima di essere la vittima di uno dei suoi pessimi scherzi.

Per rafforzare l’idea, nella testaccia vuota del Golden Boy, che era assolutamente off Limits per lui, afferrò la bacchetta e lanciò una fattura pungente piuttosto potente al di dietro del ragazzo che era sopravvissuto solo per tormentare la sua misera esistenza.

 

Harry aprì la bocca, probabilmente aveva emesso un guaito.

Vedendo la faccia indignata del moretto, ghignò soddisfatto “Muoviti Potter!”.

Con lo sguardo ferito e l’espressione corrucciata Harry finalmente iniziò a camminare.

 

Oh è così vicino, posso sentire i suoi passi dietro di me. Il mio cuore batte come un tamburo, forse sta per venirmi un infarto. Beh non sarebbe poi così male… sarebbe costretto a baciarmi per farmi la rianimazione… Ohhh sarebbe fantastico! Però potrei non ricordarmelo… e sarebbe un vero peccato.

Vorrei solo stringermi a lui.  Vorrei che mi avvolgesse con il suo mantello. Oh deve essere il sogno di ogni studente… potrei fermarmi di colpo e sarebbe lui a toccarmi allora… Oh so che lo desidera quanto me.

 

Senza ulteriori riflessioni si arrestò di colpo. Ma il pozionista era preparato, così gli lanciò due incantesimi pungenti, uno che colpì di nuovo il fondoschiena e l’altro la spalla sinistra.  “La prossima volta, che tenti nuovamente di fare il furbo con me, ti pietrifico Potter”.

 

Ovviamente Harry non era riuscito a trattenersi, così il viaggio era proseguito con un Grifondoro che galleggiava a mezz’aria a poco meno di due passi dal pipistrello dei sotterranei.

 

 

“Spostati vecchio ammasso di fango!”

 

Il Gargoyle ghignò divertito “Parola d’ordine, Professor Piton”

 

“Perché ti ostini a chiedermela, se sai chi sono!”. Quel ammasso di sassi senza cervello lo faceva impazzire.

 

“Faccio solo il mio lavoro” rispose con fare dispettoso.

 

“Il tuo lavoro è proteggere il preside dagli sconosciuti! Sono 16 anni che lavoro qui! Ora smettila di farmi perdere tempo e fammi passare!”

 

“Oh volentieri, non appena mi avrà detto la parola d’ordine. Cosa c’è non la sa?” rispose ridendo il Gargoyle.

 

Piton stava per puntare la sua bacchetta contro il guardiano, quando sentì la voce familiare del preside provenire dalla cima delle scale. “Fallo passare Arci. Credo che oggi sia di cattivo umore”

 

La statua sbuffò. Severus per contro gli riservò uno dei suoi ghigni più perfidi. “Visto… ammasso di terriccio inutile. Potrei lasciarti in compagnia di Potter. Vi trovereste bene insieme voi due, dato che avete lo stesso quoziente intellettivo” e poi si diresse senza esitare al piano superiore, snobbando il Gargoyle.

 

Bussò come di consueto,  solo per educazione dato che il preside sapeva sempre chi batteva alla sua porta.

 

“Vieni avanti ragazzo mio”

 

L’uomo non se lo fece ripetere due volte.

 

La voce gentile del preside lo accolse. “A cosa devo il piacere?”

 

Severus fece un movimento con la mano ed il corpo pietrificato di Harry Potter, galleggiò nello studio. 

Subito dopo l’uomo iniziò a passeggiare nervosamente avanti e indietro, cercando di calmarsi per non aggredire il preside.

Dopo aver quasi scavato un solco nel pavimento sbottò. “Te lo avevo detto, che Potter non avrebbe obbedito! Mi è saltato addosso nel bel mezzo del corridoio, Albus! E se qualcuno ci avesse visti? Cosa direbbe il Signore Oscuro, se sapesse che Potter è infatuato di me!”

 

Il vecchio mago si appoggiò alla sedia, poi evocò tre tazze di tè fumante e con la solita calma che lo contraddistingueva, disse “Calmati Severus per favore. Prendi una tazza di tè oppure preferiresti una goccia al limone? E’ una delle tue” e poi gli fece l’occhiolino.

 

Il pozionista ringhiò. “L’unica cosa che voglio, è che me lo levi dai piedi! E’ perfino più irritante del solito. Albus, mi ha toccato! Avrei potuto… ucciderlo”.

 

“Ma non lo hai fatto. Questo è il motivo, per cui Harry  è in quello stato? Potresti annullare l’incanto, per favore?”

 

“NO! Non finché io sono presente. Voglio che lo punisci, duramente. E che inculchi in quella sua testa vuota, che NON DEVE USCIRE DALLA TORRE!”

 

“Severus, lo hai detto tu stesso, che ci sarebbero volute almeno due settimane per produrre l’antidoto e…”

 

“Non credo che saranno sufficienti, Albus. Il filtro è molto più aggressivo di quanto mi aspettassi in origine. Ci sono variabili da considerare. Le interazioni tra i vari ingredienti, sono del tutto inusuali. Individuare esatta composizione, potrebbe richiedere molto più tempo del previsto, mesi perfino. Devi interrogarlo, devi scoprire quale ricetta ha utilizzato e su dove l’ha reperita. Dobbiamo mettere fine a questa assurdità il prima possibile” sentenziò il pozionista con un tono molto serio. Oh prima che lo uccida.

 

“Dopo essere giunto a queste conclusioni, non ti aspetti veramente che lo teniamo rinchiuso per tutto il tempo nella torre? Per quanto riguarda il suo comportamento nei tuoi confronti, non è razionale, ma indotto contro la sua volontà. Non sarebbe corretto punirlo per qualcosa che non può controllare, non trovi anche tu Severus?”

 

Gli occhi del mago vestito di nero scintillarono pericolosamente. “Ha disobbedito! Sapeva di non poter bighellonare per il castello da solo, eppure lo ha fatto!”

 

“Non sappiamo cosa sia successo, parlerò con lui. Ora sciogli l’incanto.”

 

Severus sbuffò infastidito. Non l’avrebbe mai spuntata contro il suo mentore. Era troppo affezionato al suo pupillo, per vedere l’enorme stupidità che lo caratterizzava. “Divertitevi allora”.

 

“Aspetta Severus. Vai nel salottino”

 

“Cosa? Perché?” rispose stizzito l’uomo vestito di nero.

 

“Fai come ho detto, per favore”.

 

Il tono del vecchio mago era stato gentile e deciso. Severus sapeva che non era una richiesta ma bensì un ordine. Sbuffò sonoramente, ma nonostante fosse riluttante obbedì.

Mentre la porta si chiudeva alle sue spalle, pronunciò un Finite Incantatem. Un attimo dopo la magia del preside avvolse l’intero salottino.

 

Harry si sentiva stordito, dolorante e piuttosto confuso. Si guardò in giro per diversi istanti, prima di rendersi conto che si trovava nell’ufficio di Silente.

“P-Preside?”

 

“Buongiorno Harry” rispose con tono bonario il vecchio mago.

 

 “Che cosa è successo? Perché sono qui?”

 

“Sembra che nonostante le nostre raccomandazioni, tu abbia vagato per il castello da solo”.

 

“Oh si… Ehm mi dispiace. E’ solo che, avevo dimenticato la mia bacchetta al dormitorio. Non c’era nessuno in giro e il professor Vitious ha detto, che Piton era impegnato per un'altra ora. Così ho fatto una corsa per andare e tornare il più in fretta possibile e poi … poi non mi ricordo più niente”.

 

“Temo che tu non sia stato abbastanza veloce. Hai incontrato il professor Piton, sulla via del ritorno, e non era affatto contento del vostro incontro”.

 

Harry emise un suono strozzato. Aveva assalito Piton nel corridoio? E come mai era ancora vivo e vegeto? “Ecco io… qualcuno ci ha visto?”

 

“Pensiamo di no. Queste disposizioni sono fondamentali, per garantire la sicurezza di entrambi, pensavo lo avessi compreso”.

 

Harry sentì un peso affondare sul suo stomaco. La delusione era più che evidente nella voce del vecchio mago. “Mi dispiace signore. E’ solo che… non avevo intenzione davvero. Starò più attento… Come mai sono ancora vivo e vegeto?”

 

“Penso che sia per puro scopo accademico, Harry. Il professor Piton è uno studioso, per lui trovare un antidoto alla tua condizione, rappresenta una sorta di divertimento. A proposito di questo argomento, mi ha anche riferito, che la ricetta da te utilizzata non è quella standard. Ricordi dove l’hai presa ragazzo mio?”

 

Harry si irrigidì. “Io non capisco, ho usato la ricetta che era nel mio libro signore. Forse gli ingredienti che sono stati lanciati nel mio calderone dai suoi Serpeverde l’hanno resa diversa” rispose sulla difensiva il Golden boy.

 

Silente lo fissò intensamente e poi aggiunse “Il professor Piton non la pensa così. Comunque se dovesse venirti in mente qualcosa in merito, sappi che la mia porta è sempre aperta per te, Harry”.

 

Il Grifondoro sentì lo stomaco contorcersi. Non gli piaceva l’idea di dover mentire a Silente, ma quel bastardo di Piton di certo gli avrebbe confiscato il libro del principe ed era un pensiero intollerabile. Così nonostante il senso di colpa, si costrinse a dire “Grazie Signore. Posso andare adesso?”

 

Il vecchio mago annuì. Il Golden boy si affrettò a d uscire, per evitare di incrociare ulteriormente lo sguardo del suo mentore. Pochi istanti dopo un Severus Piton piuttosto indignato, uscì dal salottino. La sua espressione era dura come il suo tono di voce. “Sta mentendo e tu lo sai. Ma non farai niente, non è così Albus?”

 

“Sono sicuro che Harry farà la cosa giusta, alla fine. A volte ci vuole del tempo per elaborare i propri errori. Basta saper aspettare Severus”.

 

Il pozionista ringhiò “Perfetto, ma non lamentarti se per errore invece di lanciargli una fattura pungente, la prossima volta lo uccido!” e senza aggiungere altro, uscì dall’ufficio per dirigersi nei suoi alloggi.

Angolino dello Scribacchino:

Miei cari lettori, oggi avevo un pò di tempo a disposizione e quindi l'ho sfruttato al massimo, per aggiornare almeno una delle mie FF. Spero sia di vostro gradimento... fatemi sapere cosa ne pensate. 
Sappiate che il mio cervello non dorme mai... e che nonostante il poco tempo... sono piena di nuove idee... Un abbraccio
La vostra Lady V

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Capitolo 6
*** A giocare con il fioco prima o poi... ci si scotta (parte 1) ***


Capitolo 5  Agiocare con il fioco prima o poi... ci si scotta (parte 1)

 

 

Una  volta raggiunto il suo alloggio, nella privacy di quelle mura familiari Severus si tolse il suo mantello, si versò un bicchiere divino elfico, prese un enorme tomo dalle proporzioni esagerate e poi si accomodò nella sua poltrona preferita, quella verde con i braccioli usurati, proprio di fronte al camino.

Si massaggiò le tempie con vigore, era ancora profondamente contrariato, sia per il comportamento irresponsabile di Potter, che per quello accondiscendente e lassista del preside. 

Cercò di scacciare quei pensieri irritanti, per concentrarsi unicamente sul suo compito e cioè risolvere i disastri che solo Harry-James-testa-di-legno-Potter, era in grado di creare a suo discapito per giunta!

Mentre sfogliava le pagine consunte ed ingiallite, in cerca di una soluzione al rompicapo della pozione d'amore, si chiese perché Silente lo avesse reso partecipe della conversazione intercorsa con il marmocchio. Lui non aveva alcun bisogno di ascoltare le sue assurde giustificazioni, sapeva che era l'unico e il solo colpevole di ciò che era accaduto nel corridoio. Strinse i bordi del tomo con forza ricordando l'espressione di Potter. Aveva mentito in merito alla questione della pozione, ne era sicuro. Il senso di colpa era stampato a chiare lettere sul quell'insopportabile volto sfacciato,perfino un idiota se ne sarebbe accorto! Eppure nonostante l'evidenza, Silente aveva lasciato correre ancora una volta,giustificando il comportamento scorretto del suo prezioso Golden Boy.

Non sprecherò il mio prezioso tempo, per assecondare i tuoi capricci da adolescente viziato e arrogante! Non questa volta... Questa volta le cose andranno diversamente, Potter! Ti costringerò ad ammettere tutte le tue colpe e posso assicurarti che verrai punito per le tue malefatte! 
Preparati Potter, perchè scoprirò come hai infinocchiato Lumacorno e lo farò quando meno te lo aspetti, avrai convinto Silente che sei il suo perfetto Golden Boy, ma io so di cosa sei capace!

Sì, avrebbe smascherato il moccioso e avrebbe goduto nel vedere la faccia delusa del preside, una volta che gli avrebbe sbattuto davanti agli occhi la prove inconfutabile che il moretto era un moccioso: arrogante, viziato e bugiardo, proprio come suo padre.

Chiuse il tomo, poi afferrò il bicchiere e mentre si gustava un'altro sorso di quel dolce liquido scarlatto, ghignò soddisfatto, sì stavolta il marmocchio avrebbe imparato la lezione nel modo più duro...e cioè,che a giocare con il fuoco prima o poi ci si scotta!

 

***

Aveva il fiatone. Dopo essere uscito dall'ufficio di Silente era corso direttamente alla torre.

Una volta salito al suo dormitorio, prese la bacchetta, sciolse gli incanti che proteggevano il suo baule, lo aprì ed evocò il libro del principe Mezzosangue.

Non appena lo afferrò lo strinse a se, con fare quasi protettivo e si sentì stranamente confortato, come se avesse abbracciato qualcuno di reale.

Gli era dispiaciuto mentire al preside, ma non avrebbe rinunciato all'unica cosa che era appartenuta al suo "amico speciale".
Harry era certo che se avesse detto la verità sulla pozione e sul libro, Piton avrebbe preteso di vederlo e poi glielo avrebbe confiscato solo il gusto di fargli un dispetto. E non solo, lo avrebbe accusato di aver barato in pozioni, cosa che aveva insinuato più di una volta quando erano da soli, lo avrebbe deriso, sbeffeggiato e infine punito.

Avrebbe potuto sopportare le fastidiose calunnie di Piton, le sue crudeli angherie, perfino l'ennesima immeritata punizione, tanto erano tutte cose che aveva già affrontato nel corso degli anni, ma non gli avrebbe permesso di portagli via il suo adorati libro!

Harry non si sentiva in colpa per aver seguito le indicazioni del Principe invece di quelle dell'autore, e non lo considerava di certo"barare". Per quanto ne sapeva le annotazioni potevano essere uno scherzo o semplicemente sbagliate, quindi dal suo punto di vista, non era poi così diverso dal fare delle ricerche in biblioteca e poi sperimentarle per conto proprio.

Se tutto questo fosse successo all'inizio dell'anno, il pensiero di separarsi da quel tomo sgangherato sarebbe stato solo una questione scolastica, ma da quando aveva scoperto i pensieri più profondi del ragazzo era diventata una cosa molto personale.


Con quel pensieri in mente, sfogliò le pagine consunte e tra le varie pergamene che erano scivolate fuori dalla copertina, trovò un piccolo foglietto stropicciato. Da un lato c'erano dei vecchi appunti di aritmanzia, ma dall'altro c'erano alcuni dei suoi pensieri.

 

...non posso andare avanti così! 
Oggi è stata l'ultima volta, che ho permesso a quegli idioti la fuori, di umiliarmi!

Sono stanco di sentire gli altri studenti che mormorano alle mie spalle,come se fossi io l'unico ad essere sbagliato!

Come se loro, fossero tutti perfetti! Beh non lo sono, sono solo degli ipocriti, tutti quanti!

Possono tenersi le loro stupide famiglie perfette, i loro soldi, le loro finte amicizie!

Lamia dedizione per lo studio, non è un crimine! Cosa c'è di male nel voler ottenere la conoscenza, nel voler sperimentare cose nuove,nel volersi mettere alla prova!

Un giorno non lontano gliela farò pagare... e allora si ricrederanno.

Non vedo l'ora di andarmene da questo posto, a volte mi sento soffocare.....

 

Harry rimase impietrito leggendo quelle poche frasi, perché anche lui si sentiva solo e si sentiva soffocare a volte, anche se le loro motivazioni probabilmente erano diverse. Certo doveva ammettere che dallo sfogo che aveva appena letto, nemmeno il principe se la cavava splendidamente. Un'altra cosa che avevano in comune.

Beh lui aveva Ron ed Hermione al suo fianco, ma anche se erano degli ottimi amici non avrebbero mai compreso i suoi sentimenti fino infondo. E come potevano? Avevano un passato felice, delle famiglie amorevoli a supportarli e tutta una vita davanti. Lui a differenza loro, non aveva una famiglia su cui contare, l'unico su cui avrebbe potuto fare realmente affidamento era...Sirius, ma lui non c'era più, perchè era morto a causa sua.
E come se tutto questo non fosse stato già abbastanza orribile, aveva anche una sentenza di morte appesa sulla testa, a causa di un pazzo esaltato che lo aveva designato come rivale, quando non era ancora nemmeno nato!

Sospirò,decise di scacciare quei pensieri infausti e di concentrarsi su quella mezza pergamena che aveva appena letto. Subito una moltitudine di nuove domande, di ipotesi, si face strada nella sua mente dopo che aver letto lo sfogo del suo misterioso principe.

***

 

Ora mai mancava solo una settimana alla tanto sospirata Festa di San Valentino. Tutta la scuola era in fermento. L'allegria e l'amore si potevano respirare un pò ovunque all'interno delle antiche mura del Castello di Hogwarts. Beh, fatta eccezione per una stanza nelle viscere del castello, situata nei sotterranei in uno dei corridoi più isolati. E cioè negli appartamenti di Severus Piton.

Tra tutte le feste insulse ed idiote, questa è la peggiore! Istituire addirittura un ballo a cui sarò costretto a partecipare, insieme a quella massa di teste di legno che non faranno altro che rendersi ridicoli balbettando frasi stucchevoli, ingurgitando una quantità di dolciumi esagerata. Silente questa volta ha davvero esagerato!

Quei pensieri lo avevano messo di cattivo umore, aveva bisogno di rilassarsi, così si mise a distillare un filtro contro le pozioni d'amore che uno per il mal di stomaco.

Una volta terminata la fase di imbottigliamento, decise di dedicarsi a qualcosa di più impegnativo, l'antidoto di Potter.

Più osservava la pergamena con la lista degli ingredienti che il marmocchio aveva utilizzato per distillare la sua pozione, più si convinceva che quella fosse la sua ricetta, con l'aggiunta del tutto casuale delle piume e del caffè.

Doveva averne l'assoluta certezza prima di preparare l'antidoto corretto,non poteva basarsi solo sulle sue supposizioni, perchè se si fosse sbagliato rischiava di avvelenare Potter, non che gli fosse realmente dispiaciuto, ma di sicuro Silente e Minerva avrebbero avuto qualcosa da ridire in merito.

Stanco di essere il solo a dedicare tempo ed energie per risolvere i problemi del suo studente più odiato, decise di porre fine ai suoi dubbi e alle menzogne di Potter una volta per tutte, mettendo in atto i suoi propositi.

Con una sferzata della sua bacchetta evocò l'orario delle lezioni del fastidioso Golden boy, che gli era stato gentilmente fornito da Minerva, per evitare ulteriori spiacevoli incontri tra loro due.

Un luccichio soddisfatto apparve negli occhi color ossidiana del mago vestito di nero, quando si rese conto che non avrebbe dovuto aspettare molto.

***

Harry sospirò atterrito, mentre stringeva tra le dita quel piccolo pezzo di pergamena.

Ron si avvicinò alla spalla sinistra del suo migliore amico, per sbirciare cosa lo avesse reso di colpo così arrabbiato "Amico, che cos'è?"

"Guardatu stesso!" sbottò. "Non riesco a crederci! Riesce a trovare una scusa per mettermi in punizione, anche se quello che succede non è colpa mia!"

"Beh che ti aspettavi, voglio dire è Piton!" rispose il rosso come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

"Quel bastardo mi ha dato un'intera settimana di punizione con Gazza!"

Il rosso fece una smorfia, pensando che Harry non si sarebbe affatto divertito le sere avvenire. Gazza era un orribile magonò rancoroso e sadico che godeva nel tormentare i malcapitati che finivano nelle sue grinfie.

Anche se doveva ammettere che era sempre meglio aveva a che fare con lui,piuttosto che con Piton, che a differenza del custode, aveva pieni poteri decisionali sugli studenti se non c'erano Silente o la McGranitt a limitare i danni.

***

Le ginocchia e la schiena gli dolevano come l'inferno. Erano passate quasi tre ore, da quando aveva iniziato a strofinare il pavimento della sala grande.Adagiò la spazzola nel secchio, mentre si stiracchiava in cerca di un po' di sollievo si rese conto guardandosi attorno, che aveva pulito poco più della metà della stanza.

"Rimettiti al lavoro Potter o resteremo quì tutta la notte!"Lo riprese Gazza.

Bastardo...guardalo come gode!

"Uh sembra molto arrabbiato, non è vero Miss Purr? Forse il principe di Grifondoro sperava di cavarsela più facilmente...peccato. Ho ricevuto ordini precisi dal professor Piton di non farti battere la fiacca!"

Al solo sentir nominare Piton, Harry scattò il piedi. Perchè quel dannato pipistrello doveva tormentarlo sempre e comunque!

Il vecchio custode accarezzò il suo gatto sulla testa e poi con aria beffarda disse "Torna al lavoro Potter, o dovrò riferire a Piton che ti sei rifiutato di eseguire le sue istruzioni e lui aggiungerà altri giorni alla tua punizione."

Il giovane Grifondoro si sentiva ribollire il sangue, voleva tirare la spazzola in testa all'uomo, ma sapeva che non aveva modo di cavarsela a parte quello di tornare al lavoro. Mentre stava per riprendere il gravoso e sgradito compito, vide uno dei prefetti di Serpeverde che si avvicinava al magonò per consegnargli una pergamena.

"Sei sicuro che sia del professor Piton?" domandò dubbioso l'uomo.

"Sì,me lo ha consegnato di persona"

"Bene...se è così allora" poi si voltò infastidito verso Harry e aggiunse"Puoi andare per stasera..ma ti aspetto domani dopo le 8!"

Il ragazzo d'oro non se lo fece ripetere due volte e in tutta fretta si allontanò per andare alla Torre. Mentre percorreva a grandi passi i corridoi quasi deserti del castello, si chiese perchè Gazza lo avesse lasciato andare così presto, mancava ancora un ora al coprifuoco.

 

Angolino dello scribacchino:

oh...oh sono sicura che molti di voi staranno pensando, chi non muore si rivede!

Ebbene sì rieccomi come l'Horcrux appena recuperato dalla caverna.

Finalmente la mia vita super-super-incasinata ha trovato un minimo di stabilità e quindi mi sento pronta a riprendere in mano le avventure di Sev ed Harry.

Ecco il nuovo capitolo!

Buona lettura e siate clementi che sono quasi due anni che non scrivo nulla. Un commentino mi farebbe tanto piacere anche se non me lo merito, vista la lunga attesa...ma voi siete buoni vero?

 

Un kiss a tutti e ricordatevi che la magia opera in modi misteriosi!

Ps Io ci provo, avrei bisogno di un/una Beta, se qualcuno fosse interessato mi puó contattare per favore? grazie. Besos

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Capitolo 7
*** A giocare con il fioco prima o poi... ci si scotta (parte 2) ***


Era stanco. Fisicamente, grazie alle molte notti insonni e ora anche a quelle due interminabili ore passate a strofinare il pavimento della sala dei trofei. In passato nemmeno i pesanti allenamenti di Oliver-fissato-Baston lo avevano sfibrato tanto!

Si stiracchiò la schiena, mentre camminava pigramente per i corridoi oramai deserti del castello, nella speranza di trovare un po' di sollievo. Ma la stanchezza fisica non era la sola a gravare sulle sue giovani spalle. Aveva troppi pensieri e preoccupazioni: Voldemort, la profezia, le varie morti che pesavano sulla sua coscienza e ora anche questa stupida assurdità della pozione, che lo costringeva a vivere come un recluso anche ad Hogwarts oltre che dai Dursley! Non ne poteva più, aveva bisogno di un attimo di tregua. Mentre tutta quella negatività si faceva strada nei suoi pensieri, sentì le sue emozioni agitarsi nel petto, il respiro si fece sempre più corto e più superficiale, si sentiva soffocare, aveva bisogno di un po' d' aria!

Allora si voltò e iniziò a correre a perdifiato, senza una meta, senza riflettere, desiderava solo allontanarsi, di respirare. Così corse giù per le scale, poi lungo i corridoi e senza rendersene conto si ritrovò di fronte alla porta che conduceva ai giardini, esitò solo un istante prima di lanciarsi nell'oscurità di quella fredda notte.

Da uno degli angoli bui in fondo al corridoio, una figura ammantata di nero ghignò con malizia. Fin troppo prevedibile Potter. Aveva volutamente liberato il Grifondoro con largo anticipo, con l'assoluta certezza che il marmocchio sopravvissuto avrebbe utilizzato quel tempo per infrangere le regole. E Potter non lo aveva deluso.

Lui lo conosceva bene. Più di chiunque altro e ora avrebbe dimostrato a tutti i suoi colleghi e soprattutto al preside, che la vera natura del ragazzo era ribelle, maliziosa, e volutamente disobbediente.

Aveva il fiatone. L'aria fredda che entrava e usciva dal suo petto, sembrava riuscire a rischiarare anche i suoi pensieri e quindi riuscì a placare il suo animo tormentato. Per la prima vota da giorni, si sentiva bene. Decise di godersi appieno quel breve momento di libertà, così si mise seduto sul brecciolino a pochi passi dall'acqua, afferrò un sasso e lo lanciò nel lago Nero.

E' davvero una notte splendida...mi è mancato venire qui! Pensò mentre appoggiava le mani a terra. Lasciò cadere la testa all'indietro, chiuse gli occhi e si lasciò invadere totalmente dalla serenità di quel luogo. Purtroppo per lui quella beatitudine non era destinata a durare a lungo. Si drizzò di scatto, non appena sentì un fruscio provenire dietro alle sue spalle, stava per voltarsi per vedere chi fosse, ma non servì perché quella voce baritonale era inconfondibile.

“Potter...”

Sono spacciato! “Dannazione!” Quella fu l'ultima parola razionale che riuscì a formulare prima di perdere il controllo di sé.

Con un rapido movimento si mise sulle sue ginocchia, aveva lo sguardo da ebete saldamente stampato in faccia, mentre fissava lo splendore ammantato di nero che torreggiava su di lui.

“Ah! Ma che splendida sorpresa! Sei qui anche tu? Sei venuto a cercarmi professore?” chiese speranzoso il Grifondoro.

Piton socchiuse gli occhi e poi con un tono esageratamente beffardo rispose “ Sì, Potter. Sono venuto a cercare proprio te, come se non avessi niente di meglio da fare!”

Harry si alzò in piedi tutto concitato, il suo cuore batteva come un tamburo. E' vero! E' venuto per me! PER ME! Oh dolce Merlino... guarda qua sono tutto in disordine... mentre lui è così...Magnifico! Assolutamente perfetto!

Mentre la sua testa divagava, formulando pensieri del tutto sconvenienti, con la mano si spazzolò i vestiti, cercando di darsi una sistemata per quanto gli fosse possibile in una tale e imprevista circostanza. Poi lentamente si avvicinò all'uomo.

Non appena il marmocchio si avvicinò, lui si ritrasse. Quei sospiri e quello sguardo estasiato erano una chiara manifestazione dei ridicoli sentimenti fittizi di Potter nei suoi confronti. Doveva stare attento, doveva tenere ben a mente che il Grifondoro al momento non aveva alcuna paura di lui, e che le sue azioni erano del tutto imprevedibili. Nonostante l'irritazione e il disgusto che provava, decise di prendersi quello per cui era venuto, per chiudere al più presto l'intera faccenda!

“Allora Potter, ora che siamo da soli, forse potresti confidarmi qualcosa di personale. Giusto per dimostrami quanto tieni a me”

Harry annuì vigorosamente “Sì.. sì certo! E' una splendida idea! Spara!”

Severus ghignò “ Dove hai preso la ricetta dell’amortentia?”

“Amortentia?” ripetè come un pappagallo il moro, con un'espressione confusa stampata sulla faccia.

“Sì, Potter Amortentia, il filtro che è riuscito a ridurti in questo stato, più patetico del solito”

Vedendo l'espressione vuota del marmocchio, ringhiò. Doveva stare calmo ed essere paziente se voleva delle risposte.

“il filtro che ti ha fatto …invaghire di me” sputò le parole con profondo disgusto.

“IO NON HO PRESO ALCUN FILTRO! E-e non mi sono invaghito... io.. io ti amo Severus...” e poi cercò di avvicinarsi ancora al suo professore.

Severus mise una mano davanti a se stesso, per bloccare qualsiasi azione da parte dell'ebete sopravvissuto. Poi si pizzicò la radice del naso, poteva sentire crescere quella sensazione di pesantezza dietro gli occhi, che in genere anticipava l'arrivo di un gran mal di testa. Dannazione! Lo fissò per un lungo istante. Non sta mentendo, non ricorda nulla. Devo cambiare strategia. Dopo un breve silenzio riprese a parlare “Il professor Lumacorno dice che quest'anno, ti sei dimostrato piuttosto abile nella sua materia, non ti sembra strano, visto che per ben 5 anni eri un completo disastro? Dimmi hai preso qualche libro dalla biblioteca? O forse, hai trovato un modo per imbrogliare...”

“Imbrogliare? Perché dovrei? Ho avuto il miglior professore di pozioni di tutti i tempi. Dirò a Lumacorno che è tutto merito tuo e dei tuoi insegnamenti!”

Il pozionista ringhiò frustrato, tutti i suoi sforzi erano completamente inutili! Nessun pensiero del Grifondoro era reale o minimamente affidabile, così si voltò e iniziò a camminare verso il castello!

“Professore... Severus!” urlò Harry mentre gli correva dietro.

“Taci!” ringhiò. Avrebbe voluto lasciarlo lì da solo, ma conoscendo l'idiota sarebbe affogato nel lago Nero e poi Silente lo avrebbe maledetto, per non aver riportato il suo prezioso pupillo al castello. Così si costrinse a dire “Puoi camminare vicino a me, ma solo se resti in assoluto silenzio! Se proverai a toccarmi te ne pentirai e ...15 punti in meno a Grifondoro per essere fuori dal tuo dormitorio!” Togliere punti ai Grifondoro e specialmente a Potter, era sempre qualcosa che gli dava soddisfazione.

“Oh! Grazie professore per la sua comprensione” sospirò il moretto come se in realtà gli avesse fatto un favore invece che un dispetto.

Piton grugnì, non c'era nessuna soddisfazione a togliere dei punti a Potter finché era in quello stato! Così riprese a camminare. Per sua fortuna, il moccioso non tentò nulla di strano. Aveva mantenuto di proposito un'andatura molto sostenuta per far in modo che il Grifondoro facesse fatica a stragli dietro. Una volta rientrati al castello, riuscì a seminarlo per i corridoi che portavano giù nei sotterranei.

Avrebbe dovuto pensare ad un altro modo per confermare i suoi sospetti. Stasera il suo tentativo era stato un completo fallimento!

Non appena rientrò nei suoi alloggi, si tolse il mantello e lo appese all'appendiabiti vicino alla porta, poi si diresse in salotto, aprì lo sportello della credenza e si versò un mezzo bicchiere di vino elfico, si accomodò sulla sua poltrona preferita e involontariamente l'occhio gli cadde sull'orario delle lezioni del suo incubo personale. Ghignò, l'indomani Potter aveva doppie pozioni e poi due ore libere. Interessante...molto interessante.

La notte era stata un'ottima consigliera. Quella stessa mattina a colazione aveva fatto recapitare un messaggio a Potter, da uno dei suoi Serpeverde.

 

Quando vide un primino Serpeverde avvicinarsi a lui con un foglio di pergamena in mano, sbuffò. Non aveva alcun dubbio su chi fosse il mittente. Aprì il foglio e poi ringhiò “Non ci posso credere! Ha spostato di nuovo l'orario della mia punizione, stavolta nel pomeriggio, proprio dopo le due ore di pozioni! Quel bastardo vive per tormentarmi!”.

“Vedila dal lato positivo, almeno avrai una sera libera per finire i compiti” gli disse Hermione cercando di tirarlo su.

Ron la guardò orripilato “Ma tu, da che parte stai? Dedicare la sua unica serata libera a fare i compiti, a me, sembra piuttosto una doppia punizione Hermione”.

“Già” rispose stizzoso il moro.

“Fare un po' di compiti non ha mai ucciso nessuno, Ron.”

Harry continuava ad essere irritato e non aveva di certo alcuna voglia di sentire i battibecchi dei suoi due migliori amici, aveva altro a cui pensare.

“Stasera invece faremo una bella partita ad Exploding Snap con gli altri! Ci divertiremo un sacco, vedrai amico!” disse Ron cercando di distrarre il moretto.

“Potreste fare entrambe le cose...” rispose Hermione nella speranza di convincere i due ragazzi a dedicare almeno una parte della serata ai compiti.

Il prescelto a quel punto si alzò in piedi “Andiamo o faremo tardi a Trasfigurazione, ci manca solo che anche la McGrannit mi metta in punizione. e poi inutile discuterne adesso, forse sarò così stanco che andrò a letto presto almeno per una volta”. E senza aggiungere altro afferrò lo zaino, se lo mise in spalla pronto ad affrontare la prima ora di lezione della giornata. Penso che li deluderò entrambi, stasera vorrei restarmene da solo, voglio controllare il libro del principe, magari riesco a trovare qualche altra informazione utile tra le sue note, vorrei davvero tanto sapere chi è.

“Dovevi proprio insistere, con la storia dei compiti? Lascialo respirare Hermione! Quel pipistrello gli sta sempre con il fiato sul collo, almeno noi che siamo i suoi amici dovremmo aiutarlo a rilassarsi un po'. Non esiste solo lo studio nella vita lo sai?”

“Certo che lo so, volevo sono aiutare, proprio come te!”

I due proseguirono con i loro battibecchi fino a che non videro la vice preside entrare in aula.

La giornata era stata abbastanza tranquilla. Trasfigurazione era passata velocemente, le doppie ore di pozioni invece erano state piuttosto lunghe ma tranquille, la sua pozione era perfettamente riuscita grazie alle istruzioni supplementari del suo misterioso principe.

Poi aveva pranzato velocemente e ora si stava dirigendo verso l'ufficio di Gazza per scoprire quale fosse il prossimo spiacevole compito che Piton gli aveva assegnato.

Bussò alla porta dello stanzino, ma non ottenne nessuna risposta.

Strano pensò, Gazza non era tipo da tardare quando doveva supervisionare una punizione, per quel vecchiaccio era praticamente un divertimento. Bussò una seconda volta, ma anche stavolta non ci fu alcuna risposta. Decise di entrare, poteva essersi appisolato, oppure poteva aver ingerito qualcuno dei prodotti Weasley, non che gli importasse granché, ma di certo non voleva che l'uomo riferisse a Piton che non si era presentato! La sua scelta si rivelò corretta, sulla vecchia e logora scrivania che occupava quell'ufficietto angusto e sudicio, giaceva un pezzo di pergamena indirizzato a lui.

Per Potter

Non potrò supervisionare la tua punizione, ma non sperare di essertela cavata! Recati nei sotterranei, i magazzini del professor Piton devono essere inventariati! Se non ti presenterai lo riferirò al tuo insegnante.

Gazza

 

Si è dimenticato di aggiungere che lo avrebbe detto a Piton con sadico piacere! Che bastardo! Quei due sono fatti della stessa pasta!

Comunque nonostante tutto era piuttosto sollevato. Inventariare gli ingredienti non era un compito spiacevole, era un po' come sistemare la dispensa di casa, solo che al posto delle scatolette di tonno avrebbe contato gli occhi di troll o le scatole o i barattoli di radice di asfodelo.

L'unica cosa che non capiva, era perché Piton avesse ancora un magazzino privato, visto che non era più l'insegnate di pozioni! Beh forse perchè è ossessionato dalle pozioni? In fondo che altro ha nella vita quel pipistrellaccio? Niente! Tutti lo odiano...quindi passerà tutto il suo tempo libero a preparare intrugli orribili e a programmare l'infelicità dei suoi studenti.

 

Con tutta calma di diresse nei sotterranei, di sicuro Piton non lo stava aspettando nel suo magazzino. Beh alla fine era riuscito comunque a trovare un lato positivo in tutta questa storia, Piton non poteva più tormentarlo e anche se avesse fatto, lui, non se lo sarebbe ricordato. Sorrise, di certo l'uomo doveva essere contrariato. Sorrise a se stesso, forse dopo tutto questa non sarebbe stata una brutta giornata come aveva ipotizzato quella mattina.

Il magazzino si trovata in fondo al corridoio, poche stanze più in là dopo l'aula di pozioni.

Entrò con il preciso intento di darsi da fare, in modo da poter finire il suo compito nel più breve tempo possibile. La nota di Gazza, diceva che doveva sistemare il magazzino, non quanto tempo doveva impiegare per farlo. Se si fosse sbrigato avrebbe avuto più tempo libero per se stesso.

Non appena socchiuse la porta le torce si accesero, si guardò intorno e capì che c'era qualcosa di strano. In quella stanza non c'era assolutamente nulla da sistemare. Tutto era perfettamente etichettato, impilato, sugli scaffali non c'era un granello di polvere. Così si avvicinò sul tavolo e vide un piccolo plico di fogli, era l'inventario. Lo sfogliò la data dell'ultimo aggiornamento risaliva al giorno precedente.

“Ma che significa? E' uno scherzo?” disse ad alta voce.

“Significa che ora, finalmente scopriremo la verità sulla pozione che ti ha colpito Potter”

Harry chiuse gli occhi, un brivido gli attraversò la schiena, era fottuto stavolta. Strinse la cinghia dello zaino e poi il vuoto iniziò a riempire la sua testa.

“Bene, bene... Potter, che piacere vederti qui oggi.”

Il moretto si voltò, aveva un sorriso raggiante “Professore...anche io sono felicissimo di vederla, ah com'è bello anche oggi, il nero le dona molto sa.”

Severus ghignò, mentre osservava lo zaino sulla spalla del Grifondoro. “Sai il preside mi ha affidato un compito che si sta rivelando piuttosto ostico, forse tu potresti aiutarmi, mi servirebbe un libro di pozioni del sesto anno...”

“Oh le presto il mio! Ma dov'è... deve essere qui da qualche parte. ” così rovistò convulsamente nello zaino. Ah poteva fare qualcosa di carino per Severus! Magari lui lo avrebbe ringraziato con un bacio? Magari...anzi sicuro! Ha chiesto proprio a me, una cosa così importante. Forse lo ha fatto di proposito. Che dolce è così timido! Ma non ha capito che sono innamorato di lui?

Severus socchiuse gli occhi. Fin troppo facile.

“Eccolo!” disse con un sorriso smagliante.

Un luccichio di vittoria scintillò nei suoi occhi d'ossidiana. E' proprio il mio vecchio libro! Adesso Silente non potrà accampare altre stupide scuse, questa è la prova inconfutabile che Potter ha mentito e che lo ha fatto di proposito, facendo correre degli inutili rischi a tutti, per il suo egoismo! “Dammelo” ordinò severamente.

Senza la minima esitazione Harry allungò il braccio e lo consegnò inconsapevolmente al suo legittimo proprietario. Non rendendosi contro che probabilmente non lo avrebbe mai più rivisto. “Sono felice di averti aiutato. Ora posso stare un po' con te? Magari potremmo parlare di quello che ti piace fare o di quello che vuoi”

Piton guardò il ragazzo sopravvissuto che si era appena messo in un mucchio di guai e disse “Aspetta qui per qualche minuto. Poi avrai modo di parlare a lungo, credimi Potter”

Harry non percepì il grondante sarcasmo che colava dalle parole del pozionista, così con lo sguardo sognante lo vide lasciare il magazzino.

 

Scosse la testa, tutto era molto confuso. Si guardò intorno, ma dove si trovava?

Si concentrò e dopo un breve istante, ricordò di essere stato nello stanzino di Gazza e di aver ricevuto l'ordine di sistemare il magazzino di Piton, che però era già in ottime condizioni. Ma forse qualcuno lo avrà maledetto e si sarà confuso. Però adesso che faccio?

Decide di tornare alla Torre, se era abbastanza fortunato, forse nessuno si sarebbe accorto che per errore di non si sa chi, aveva saltato la detenzione.

Una volta raggiunta la Torre, si diresse nel suo dormitorio. Avrebbe occupato le prossime due ore a leggere le note del principe in cerca di qualche indizio, dopo cena invece avrebbe giocato qualche partita a scacchi con Ron.

Si mise seduto sul suo baldacchino e chiuse le tende, non voleva essere disturbato da nessuno, se Ron lo avesse sorpreso con l'aria sognate mentre pensava al fantomatico ragazzo del suo libro, lo avrebbe preso di nuovo in giro.

Frugò nello zaino, in cerca del libro, ma sembrava volersi nascondere tra tutte le sue cose, sbuffò, il disordine era uno stile di vita per lui.

Per velocizzare le cose, svuotò il contenuto della borsa sul letto, ma niente! Spostò le pergamene, i libri il maglione, nulla il libro non c'era! Impossibile, l'ho usato a pozioni!

Poteva sentire l'ansia crescere dentro di lui ogni secondo che passava. Doveva calmarsi e pensare, quel libro era troppo importante per lui, ma dove poteva essere finito? Forse lo aveva dimenticato nell'aula di pozioni? Se era così doveva correre subito nei sotterranei per riprenderlo. No, questa ipotesi non era possibile, era sempre stato attento a metterlo dentro lo zaino prima di tutte le altre cose, proprio per evitare di dimenticarlo in giro.

Merlino e se gli fosse caduto fuori dalla borsa? Adesso poteva essere ovunque!

Il suo prezioso libro...magari era finito nella mani di chissà chi...oppure...poteva essere finito in qualche cestino della spazzatura, qualcuno poteva averlo gettato via, come una cosa senza valore, visto che era vecchio e logoro!

NO! No, no, Non può essere devo trovarlo, devo trovarlo subito!

Iniziò a camminare su e giù per la stanza, ma cosa poteva fare? Non poteva dire al preside del libro, gli aveva mentito in faccia per tenerselo. Non poteva dirlo nemmeno ai suoi amici, loro credevano che ne fosse ossessionato.

Poi un pensiero orribile lo colpì come un bolide in pieno petto, le sue confessioni! Un paio di notti prima dopo aver letto e di conseguenza fantasticato sul principe gli aveva scritto un'ipotetica lettera, se qualcuno avesse capito che era sua? Peggio se la trovasse un Serpeverde!? Vedeva già i titoli del profeta in prima pagina “Confessioni amorose dell'eroe del mondo magico, tutti i più sordidi segreti a pag. 4”

No, calmati, la lettera non è firmata, nessuno può sapere che il libro è tuo, nessuno a parte Ron, Hermione e Ginny. Che lo avevano visto maneggiarlo più volte.

Si rese conto che correre fuori a cercarlo dopo ore, era praticamente inutile! La frustrazione, la rabbia, la paura di averlo perso per sempre lo stavano dilaniando. Allora iniziò a ripercorrere mentalmente l'intera giornata, più e più volte nel tentativo di capire dove poteva averlo smarrito e quando ormai la disperazione lo stava facendo desistere ricordò un particolare importante, quando era arrivato alla torre Grinfodoro, lo zaino era aperto, e lui lo chiudeva sempre!

Era un'abitudine che aveva preso fin da bambino, quando suo cugino e i suoi amici lo rincorrevano per fargli i dispetti. Le prime volte nel tentativo di sfuggire ai suoi inseguitori, tenendo lo zainetto aperto aveva perso: penne, matite, gomme e perfino qualche quaderno, e poi quando lo aveva detto a sua zia, era stato punito per la sua incuria e si era dovuto arrangiare con quel poco che aveva a scuola, visto che i Dursley non avrebbero mai speso dei soldi per sostituire le cose di seconda mano di Dudley che aveva perso. Se la sua sacca era aperta o qualcuno lo aveva rubato o...PITON! Era stato Piton! Tutto tornava! Le domande del preside su dove avesse trovato la ricetta della pozione, la strana detenzione che non era avvenuta! In tutta la sua carriera scolastica non aveva mai sentito che uno studente venisse risparmiato, per errore per giunta, da una sua detenzione! E poi c'era quella sensazione di vuoto e di non ricordare come fosse arrivato al magazzino maniacalmente perfetto, di quel bastardo! SI ERA PITON! Non sapeva come ma si sarebbe ripreso il libro e avrebbe trovato un modo per fargliela pagare!


Angolino dello scribacchino

Eccomi! Visto, alla fine non è passato troppo tempo dall'ultimo aggiornamento! Avevo promesso che piano piano avrei continuato e Lady V mantiene sempre le sue promesse.

Volevo ringraziare tutte le persone che mi stanno incitando a finirle, specialmente su Wattpad. Voi non avete la minima idea di quanto  sia importante il feedback dei lettori, è un pò come la benzina che ti fa andare avanti. Ho parlato con molti di voi e sapere che qualcuno attende i miei aggiornamenti, mi costringe a trovare un po' di tempo per scrivere, nonostante i mille impegni fuori dal web.

Un ulteriore ringraziamento va alla mia super Beta Seby! Grazie!

Quindi niente, fatemi sapere che ne pensate e recensite, mi raccomando! Buona lettura.

A presto

Lady V.

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Capitolo 8
*** Finzione o verità? ***


Angolino dello scribacchino:

Buona pomeriggio...ah già immagino le vostre testoline che vorticano dicendo, ma Lady è impazzita? Mesi che non pubblica un piffero e poi SBAM...due capitoli nella stessa settimana?

Ebbene sì. E forse per la fine della prossima potrete leggere il finale di questo mio piccolo esperimento.

Bene ma ora passiamo alle cose serie. No fatemi capire una cosa, vi mollo per due anni e tutto il mio super lavoro per farvi recensire dov'è sparito?

Dimenticato come dopo un Oblivion? E' no è! Quante volte ve lo devo ripetere che per chi scrive è importante sapere se la storia piace, ma soprattutto cosa ci vedete voi.

Le cose che vi piacciono, quelle che vi sono rimaste nel cuore.

Sono costretta a togliere punti a tutti!

Vabbè dai basta con le scemenze. Spero però di sentire qualche vocina.

Buona lettura

LadyV.

Ps Un grazie alla mia Beta Seby  che è sempre velocissima a revisionare.

 

Quando Ron ed Hermione tornarono alla torre, trovarono il loro amico e la zona intorno al suo letto in uno stato caotico. Sembrava fosse reduce da una visione di Voldemort. I suoi capelli infatti erano un vero disastro, sul suo viso sfoggiava un'espressione molto cupa e il suo letto era cosparso dalle cose più disparate.

“Harry! Cosa è successo? Hai avuto un'altra visione?” chiese Hermione preoccupata.

“No, non c'era Voldemort stavolta” rispose il prescelto.

“E allora perché hai quella faccia?” chiese Ron. Poi gli sovvenne che il suo amico era appena rientrato, dopo aver scontato una punizione con Gazza. “Giusto la detenzione! E' stata peggio delle altre due?”

Harry rispose con un misto di rabbia e disperazione. “Sì, Piton ha preso il mio libro”.

La riccia lo guardò dubbiosa, in questi ultimi mesi, sembrava che Harry vedesse complotti ovunque, prima Malfoy ora questo! “Sei sicuro? Ma cosa se ne farebbe Piton di un vecchio libro di pozioni? Di certo uno come lui avrà testi molto più impegnativi.”

Il moro allora si alzò in piedi, si sentiva profondamente irritato, “Certo che sono sicuro! Non so come diavolo faccia, ma Piton lo sa che la ricetta che ho usato durante la lezione di pozioni, non era quella del nostro libro di testo e ovviamente lo ha detto a Silente. Me lo ha detto il Preside in persona quando sono stato nel suo ufficio l'ultima volta. E poi da quando a quel bastardo serve un motivo logico per tormentarmi?” si passò una mano tra i capelli “Devo riprenderlo! Stasera, quando tutti saranno a cena!”, poi si voltò, aprì il baule ed estrasse il mantello dell'invisibilità.

“Cosa!? Ma sei impazzito? Non puoi rubare a Piton! Quel pipistrello unto ti ucciderà! E poi per cosa? Uno stupido, vecchio libro. Tu sei matto!”

Harry strinse le mani, stritolando la leggera stoffa magica del mantello di suo padre. Sapeva che i suoi amici non avrebbero capito, ma in fondo lo aveva sperato e comunque aveva bisogno del loro aiuto per riprenderselo. “Voi non capite...”

“Invece capiamo, fin troppo bene, vero Ron? Forse dopotutto è un bene per te. Non vedi che quel libro è diventata un'ossessione? Stai addirittura pensando di infrangere, non so quante regole della scuola, solo per riaverlo. Harry, se Piton ti becca stavolta sarai espulso! Rubare degli ingredienti è una cosa, ma questo... è diverso.”

“No. Non capite! Ci sono delle cose... cose che ho scritto su delle pergamene, che ho lasciato al suo interno, se qualcuno le trova...Piton od altri...sono...”

“Hai scritto delle cose compromettenti su di te e le hai lasciate in giro? Harry come hai potuto! Quali cose? Spero non su tu-sai.chi!” sbottò sconcertata Hermione.

Il moro distolse gli occhi, era stato sciocco da parte sua, ma si era sentito così vicino al principe mentre gli scriveva. “Non molto, solo alcune...forse ...parecchie credo. Capisci ora perché devo riprenderlo? Se Piton le legge, sarò sulla Gazzetta del Profeta per i prossimi 10 anni! Già li vedo i titoli : Harry Potter il salvatore è gay! Oppure il prescelto se la fa sotto all'idea di affrontare Voldemort! Da ragazzo d'oro a scapolo d'oro, chi sarà il fortunato ad accaparrarselo? Tutte le notizie più succose a pag.4”

“Oh Harry...Devi dirlo subito a Silente.”

“Non posso Hermione, quando mi ha chiesto della ricetta, ho mentito...” e poi c'è il rischio che non me lo restituisca.

“Non credo che tu possa recuperarlo stasera, mancano solo 20 minuti alla cena. Non possiamo pensare ad piano, che funzioni, in così poco tempo. E poi per quanto ne sai Piton potrebbe averlo già letto o potrebbe averlo già consegnato al preside o ai giornali. Se non lo fatto allora penseremo a qualcosa dopo cena”.

“Hermione ha ragione. Oggi mi è arrivato un pacco dai gemelli, magari dopo possiamo controllare se tra le loro ultime invenzioni c'è qualcosa di utile!”

Il ragazzo sopravvissuto sospirò affranto, non aveva altra scelta. I suoi amici avevano ragione, poteva essere già troppo tardi. In ogni caso la possibilità di riuscire a sottrarre il libro del principe dalle grinfie del pipistrello senza un piano, erano quasi nulle, per non dire suicide.“Ok allora andate a mangiare, io penserò a qualcosa nel frattempo”.

***

La cena era stata un affare tranquillo, aveva scambiato qualche parola di cortesia con Minerva e con Septima. Mentre stava per alzarsi da tavola, si rivolse a Silente.

“Preside, avrei la necessità di scambiare due parole in privato sulla situazione di Potter”. Non vedeva l'ora di poter dire al vecchio dell'ultima bravata del suo pupillo. Stavolta il moccioso sarebbe stato punito come meritava!

“Mi dispiace Severus, temo dovrai attendere fino a domani. Ho degli affari urgenti da sbrigare.”

Fece una smorfia, aveva già pregustato la conversazione con l'uomo e ora avrebbe dovuto rimandarla. Rispose con un glaciale “Certamente preside”. Poi alzò e si diresse nei suoi alloggi.

Una volta entrato nelle sue stanza private, accese il camino con un unico movimento della sua bacchetta, si tolse il mantello e si versò un goccio di vino elfico. Dunque si accomodò sulla sua poltrona preferita, poi prese il libro che era appoggiato sul tavolino proprio accanto a lui e si concesse qualche minuto di relax, prima di mettersi a lavorare sull'antidoto di Potter.

Potter...il suo tormento. Si chiese se il ragazzo si fosse accorto di aver perso il suo libro. La sola idea che Potter usasse le sue conoscenze, per barare nella classe di pozioni lo infastidiva a morte. Ma cosa poteva aspettarsi dalla progenie di James Potter? Entrambi erano pigri, arroganti, sfacciati, viziati, incuranti delle regole. Inoltre il ragazzo non aveva l'etica del lavoro, l'impegno per lui era praticamente un optional.
Mentre denigrava mentalmente il ragazzo sopravvissuto lo sguardo gli cadde sull'oggetto che gli aveva appena requisito. Istintivamente mise da parte il compendio sugli ingredienti rari del sud est asiatico e si alzò per prendere il testo consunto dal tempo.

Il sesto anno, il primo passato al castello senza l'amicizia di Lily...quanto tempo è passato, eppure mi manchi ogni singolo giorno.

Aprì una pagina a caso era tutta piena di appunti e correzioni. Sorrise a se stesso, quella di prendere appunti direttamente sui testi, era un'abitudine che non aveva mai perso.

Passò l'indice su una delle sue tante note, la sua scrittura giovanile era molto meno appuntita di quella di attuale. Ogni pagina di quel libro parlava della sua passione per la materia, della sua voglia di mettersi alla prova e di eccellere. E lui era un'eccellenza nel suo campo, se solo avesse saputo aspettare, i riconoscimenti sarebbero arrivati da soli. Invece la smania di rivalsa e la brama di vendetta, lo avevano condotto al servizio del Signore Oscuro.

Mentre i ricordi riaffioravano, un paio di fogli di pergamena caddero dal piccolo tomo, che teneva tra le mani. Li raccolse e quando ne lesse il contenuto, impallidì. Erano dei pensieri che aveva scritto molti anni fa! Si era totalmente dimenticato di aver affidato alcune delle sue confidenze alle pagine di quel libro. Erano così intime e private! Come poteva aver commesso una tale idiozia? Parlare di lei in quel modo, dei suoi sciocchi sentimenti da adolescente emarginato.

Li sfogliò uno ad uno: alcuni riportavano solo degli accenni a fatti accaduti in passato, altri delle riflessioni sui suoi sentimenti, altri ancora dei farfugliamenti infantili sulle sue false speranze, ma uno tra tutti colpì la sua attenzione, era una lunga lettera ... che non era stata scritta da lui!

 

Caro Principe Mezzosangue,

non so se riceverai mai questa lettera, ma oggi avevo un estremo bisogno di sentirmi vicino a te e così ho pensato che l'unico modo per farlo, fosse scriverti.

E' stata una giornata particolarmente dura e l'unico momento bello me lo hai regalato tu. Poco fa ho trovato una delle pergamene che penso tu abbia volutamente nascosto nel libro. Racconta di te. Sembrano delle pagine strappate da un diario, non sai quanto vorrei leggerlo, per conoscerti meglio.

Ti penso spesso, molto più di quanto vorrei ammettere. Ho fatto perfino delle ricerche in biblioteca per scoprire chi sei, e credimi chi mi conosce sa che non è uno dei miei posti preferiti qui al castello.

Mi sono chiesto tante volte: chi sei, dove vivi e quanti anni hai. A volte ho perfino sperato che tu fossi uno dei tanti studenti che incrocio ogni giorno nei corridoi, ma poi quando ho capito dalle tue note che sei un Serpeverde, invece ho pregato che tu non fossi più qui

Io sono un Grifondoro e so che per te questo non sarebbe un grosso problema in fondo sei o sei stato innamorato di uno di noi, ma lo sarebbe per me. Non sono molto bravo con le parole, ma cercherò di spiegarti il perché.

Quando sono arrivato al castello, ero un bambino: solo e senza amici, maltrattato e odiato dalla famiglia babbana in cui sono cresciuto. Non sapevo nulla del mondo magico in cui ero stato catapultato. Anzi a dirla tutta non sapevo nemmeno di essere un mago. Non conoscevo il mio passato e nemmeno quello che era veramente successo ai miei genitori. Una delle prime cose che mi è stata detta da coloro che sono stati i miei primi amici, è che i Serpeverde sono cattivi e ecco...io gli ho creduto.

Voglio confessarti una cosa, che solo l'attuale preside di Hogwarts sa, il cappello parlante voleva smistarmi proprio nella tua casa, ma io gli ho chiesto di non farlo, perché il mago che ha distrutto la mia vita ancor prima che io nascessi, era un Serpeverde. Sono passati più di 6 anni da quel giorno, non sono più un bambino e da allora qualcosina l'ho imparata. Oggi so che ci sono persone buone e cattive in ogni casa, ma sono sicuro che se tu fossi qui, saresti tu ad evitarmi e ad odiarmi e io non riuscirei a sopportarlo.

Vedi nella mia vita sono sempre stato giudicato a prescindere da quello che sono e quello che faccio.

Ti faccio un esempio, nel mondo babbano i miei zii e mio cugino Dudley mi hanno sempre detestato perché sono un mago e perché sono stati costretti a prendersi cura di me. Sempre se farmi dormire in un armadio sotto le scale e darmi da mangiare il minimo indispensabile significa prendersi cura di qualcuno. Non c'è stato un solo giorno da quando ne ho memoria in cui loro tutti e 3, non abbiano cercato di rendere la mia vita un vero inferno, per qualcosa che io non potevo e non posso controllare dato che non ho scelto io di essere un mago o un orfano.

Nel mondo magico le cose non vanno meglio, ma qui le persone hanno dei giudizi contrastanti. Alcuni mi idolatrano per qualcosa che mi è successo quando avevo appena un anno e sulla quale non ho avuto il minimo controllo, gli altri mi odiano per lo stesso identico motivo. Quell'evento ha distrutto la mia vita. Ho perso i miei genitori che si sono sacrificati per me, ho perso la possibilità di avere una vita normale, una famiglia amorevole, e forse non avrò nemmeno l'occasione di averle. Tutti loro mi hanno giudicato unicamente in base al mio passato, ma nessuno ha veramente idea di chi io sia e nemmeno gli importa.

Ho sempre pensato, che tutte le voci che circolavano sul mio presunto destino di salvatore, fossero delle esagerazioni o dei falsi miti. Invece pochi mesi fa dopo aver perso tragicamente il mio padrino a causa di un mio grosso errore, ho scoperto che sono vere.

Tutti si aspettano grandi cose da me. Alcuni pensano che io sia il loro grande salvatore, altri che io sia il loro grande nemico, ma io non mi sento affatto grande. La parola con la quale invece mi identifico di più è invisibile.

Tutti i giorni cammino tra dei volti più o meno conosciuti: tra coloro che mi detestano, tra gli amici, tra i professori, e nessuno ha la minima idea di chi io sia, di come mi sento, di cosa sogno, di quanto i sensi di colpa che mi porto dietro mi tolgano il respiro. Spesso la notte vedo i visi di tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per salvare la mia e li prego di fare una scelta diversa, perché vivere senza coloro che ami, è una vita a metà piena di vuoti incolmabili da riempire.

A volte mi sento schiacciato dal peso del mio destino che mi è stato scaricato addosso. Vorrei che non fosse toccato a me, vorrei che qualcun altro fosse il prescelto. Prescelto per cosa, poi? Perdere tutte le persone che ami? Rinunciare alla tua vita perché probabilmente morirai giovane affrontando un pazzo che vuole conquistare il mondo?

Alla mia età, le uniche cose di cui dovrei preoccuparmi, sono se il ragazzo che mi piace mi noterà mai, o se prenderò un buon voto alla prossima interrogazione di Trasfigurazione. Ma non è così, non per me. Ho letto che non te la passavi molto bene a scuola, mi dispiace moltissimo, so cosa vuol dire. Di sicuro, tu sarai stato uno studente modello a giudicare dalle tue note geniali, io invece... me la cavo e basta. Mi vergogno un po' a dirtelo, ma tra le notti insonni, il cercare di non essere ucciso dal professore di Difesa Contro le Arti Oscure di turno e i sabotaggi dei membri della tua casa che mi odiano più degli elfi domestici, non è facile concentrarsi sugli studi.

Quest'anno poi ho meno probabilità di sopravvivere del solito, non ho idea di quanto tempo fa tu sia stato qui, ma se consci Piton allora credo non ci sia bisogno di aggiungere altro. Quest'anno ha ottenuto lui la cattedra di difesa per mia grande sfortuna. Pensandoci bene, forse tu non lo avrai trovato così pessimo se sei stato nella sua casa, perché si sa che a voi riserva un trattamento di favore.

Invece io, essendo un Grifondoro sono praticamente indegno perfino di respirare ai suoi occhi. Ma essere stato assegnato alla casa dei leoni, non è l'unico motivo per cui mi odia. Lui mi detesta soprattutto a causa di mio padre. Non so di preciso tutta la storia, ma so per certo che mio padre non si è comportato bene con lui. Esiste un detto babbano che dice: le colpe dei padri ricadranno sui figli, beh nel mio caso è proprio così. Se Piton invece di essere un sadico bastardo fosse stato una persona ragionevole, gli avrei spiegato che non condivido quel tipo di comportamento, ma lui nei miei confronti si è comportato sempre come un vero infame!

Oggi per farti un esempio, mi sono beccato una settimana di punizione, per qualcosa che non solo non è nemmeno dipesa da me, ma di cui sono stato vittima. Ma a lui questo non importa, non gli è mai importato. Per lui, io sono il figlio di mio padre e quindi merito di pagare a prescindere. A volte è dura sentirsi dire in faccia che sono pigro, arrogante, viziato quando tutte questi aggettivi, sono così lontani dalla mia realtà. Quindi anche in questo caso sono stato condannato a prescindere da chi sono. Mi chiedo se anche tu mi avresti giudicato a causa del nome che porto, probabilmente sì, ecco perché ti ho scritto che per me sarebbe stato un problema. Ormai mi sono rassegnato, sono davvero in pochi a saper guardare oltre il nome che porto e il mio passato.

Sono così stanco. Ti tutto e di tutti. So che anche tu hai provato le stesse emozioni, è per questo che mi sento così vicino a te. Pensare a te, mi fa dimenticare tutti i miei problemi, per me sei come una luce accesa nel buio che mi circonda. A volte mi sento come se avessi sempre accanto un dissennatore, e a differenza del passato non ho il mio patronus a proteggermi.

Questa è una di quelle cose che non ho detto a nessuno, nemmeno ai miei amici. Da quando è morto il mio padrino, non riesco più a produrre un Patronus, vorrei tanto che tu fossi qui, sono sicuro che con te la mio fianco ci riuscirei.

Perdonami se la mia lettera ti sembrerà un po' pesante, ma oggi è così che mi sento. Ci sono anche cose belle nella mia vita: i miei amici, il quidditch, essere un mago, ma te ne parlerò un altro giorno, uno meno cupo. Oggi avevo bisogno di aprire il mio cuore a qualcuno che fosse in grado di capirlo.

Voglio che tu sappia che se in questo momento potessi esprimere un piccolo desiderio, uno realizzabile, chiederei di poterti incontrare mio amato principe.

Entrare in possesso di questo libro, è stata una delle poche cose belle che mi sono successe in questo periodo buio, ne avrò grande cura perché per me è molto prezioso. Spero un giorno di potertelo restituire di persona.

Con amore.

Il fortunato possessore del libro del Principe Mezzosangue

 

Alzò gli occhi dalla pergamena, dire che era sorpreso dalle rivelazioni di quella lettera era un eufemismo. Forse sconcertato era la parola più appropriata.

Non può essere, deve essere uno scherzo...di pessimo gusto per giunta.

Rovistò nel tomo per vedere se ci fosse dell'altro, per confermare la sua teoria. L'unica cosa che trovò, fu un piccolo pezzo di pergamena che era rimasto attaccato alla copertina interna.

Questo risale alla notte di ieri, dopo il nostro incontro al lago...

*Pezzo stracciato *

Qua la castello c'è un gran fervore, sono tutti emozionati per il ballo che si terrà la sera di San Valentino. Io penso di essere uno dei pochi a non essere interessato.

Ho ricevuto quattro inviti, ma sono tutte ragazze e sono sicuro che mi hanno invitato solo per la mia dannata fama, perché nemmeno le conosco!

Comunque pensandoci bene, non avrei accettato nemmeno se fossero stati dei ragazzi. Ecco vedi, io sono un po' all'antica. Vorrei andarci con qualcuno che mi piace davvero. Sono molto imbarazzato anche solo a scriverlo, ma l'unico con la quale vorrei andarci ...sei tu, mio principe. Chissà se avresti accattato il mio invito. Magari io me sto qui sdraiato sul mio letto a fantasticare come uno stupido su di te, e magari a te piacciono invece le ragazze, oppure sei già sposato.

Sai dai tuoi pochi accenni, non sono riuscito a capire se il Grifondoro con gli occhi verdi di cui sei tanto innamorato è una ragazza o un ragazzo. Ovviamente spero che sia stato un ragazzo, così magari avrò almeno una chance con te, forse un giorno.

Se i miei amici sapessero che ti sto scrivendo queste lettere, penserebbero che sono pazzo, continuano a dire che sono ossessionato da te, dal tuo libro, ma quello che provo nei tuoi confronti, mi fa stare bene e quindi che male c'è? In molti sono innamorati di qualcuno che non...

*Pezzo mancante*

 

Crollò sulla poltrona, come se qualcuno avesse prosciugato le sue energie. Rilesse la pergamena ancora e ancora e ogni volta la trovava sempre più sconvolgente.

Se quelle parole scritte al suo se più giovane erano vere, Harry James Potter, era una persona totalmente diversa da quella che pensava di conoscere.

In quelle pagine non c'era il minimo accenno di: arroganza, superficialità, egocentrismo e pigrizia. Il ragazzo che aveva scritto quella pergamena sembrava un giovane molto maturo, consapevole, che celava perfino alle persone che gli erano più care, i suoi dubbi, le sue paure, che si portava sulla coscienza dei pesi enormi, insostenibili anche per un adulto.

Si era sempre vantato di saper leggere le persone, di sapere esattamente chi avesse di fronte dopo una prima occhiata. Possibile che un ragazzino di soli 11 anni era riuscito ad imbrogliarlo così magistralmente? E non per un giorno o due ma per ben sei lunghi anni? No, era impossibile, non aveva mai commesso errori di tale portata. In realtà uno lo aveva commesso, con il signore Oscuro, ma a quei tempi era solo un ragazzino per Merlino! Ora era un uomo formato, un potente mago, una formidabile spia.

Quindi un precedente c'era. Detestava ammetterlo anche a se stesso ma c'era.

Alzò lo sguardo e fissò a lungo il camino nel vano tentativo di allontanare quei pensieri, ma era inutile. Potter era appena diventato un mistero da risolvere.

Le ipotesi erano due. O Potter aveva capito che lui era il principe mezzosangue e gli stava facendo uno stupido scherzo, che si sarebbe concluso con una morte lenta e dolorosa del Grifondoro, oppure era la verità.

In quel caso doveva presumere che i pregiudizi di cui Potter lo accusava avessero alterato la sua valutazione. A quel punto era un dato di fatto che fossero reali, ma lo erano altrettanto la sua sfrontatezza, la sua noncuranza delle regole, la sua impulsività . Allora dove stava la verità? Potter poteva apparire come un perfetto idiota Grinfondoro e celare nella parte più profonda di se, un animo Serpeverde?

Non gli piaceva, non capire con chi avesse a che fare. Specialmente se si trattava di Potter. Doveva assolutamente scoprire la verità, perché se il ragazzo si sentiva indesiderato, invisibile avrebbe avuto bisogno di un aiuto.

In fondo anche se il Grifondoro non gli piaceva, aveva giurato di proteggerlo, era suo compito assicurarsi che sopravvivesse alla guerra e in quel fragile stato emotivo si sarebbe di certo fatto uccidere dal Signore Oscuro.

Chiuse gli occhi e si maledì per aver recuperato quel libro , se non lo avesse fatto adesso avrebbe finito di sorseggiare il suo vino elfico e poi sarebbe andato a dormire, ora invece la sua testa era piena di pensieri e non avrebbe chiuso occhio, tormentato ancora una volta da Harry James Potter.

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Capitolo 9
*** Il Ballo ***


Erano trascorsi due giorni, un tempo relativamente breve ma che in alcune circostanze può sembrare un'eternità. Questo era il caso sia del prescelto che del suo insegnante meno favorito. Il primo era impegnato a concepire un piano per riprendersi il suo beneamato libro, l'altro invece cercava di capire se e cosa nascondeva il ragazzo-sopravvissuto-solo-per-dargli-fastidio.

“Allora?” chiese impaziente il moretto mentre spostava il vassoio del pranzo, che era costretto a consumare nella torre generalmente in solitudine.

“Circa 40 minuti da quando arriva a quando se ne va” rispose Ron.

“Beh non è male...se riesco ad entrare subito ho tutto il tempo che mi serve”

“Non entrerai.” sentenziò Hermione.

“Perché no?” chiese Harry

“Perché Piton è un uomo molto privato, pensi sul serio che non abbia messo degli incantesimi di protezione sulla porta d'ingresso?”

Il moretto allora indicò il grosso tomo che giaceva ancora aperto sul suo letto. “E' per questo che vi ho fatto prendere quel libro in biblioteca! Posso farcela!”

“Non lo so amico...voglio dire è Piton”

“Grazie per la fiducia.”

Hermione alzò gli occhi. “Io resto dell'idea che se fossi andato da Silente...”

“Silente ha già troppi pensieri, e poi questa è una cosa tra me e lui! Me lo ha sottratto con l'inganno” disse rabbioso il golden boy.

Hermione era fermamente convinta di due cose: la prima che la lontananza da quel libro in realtà fosse una benedizione per il suo amico, la seconda che nonostante lo avesse aiutato a formulare il piano, l'intera faccenda non sarebbe finita bene. “Va bene ripassiamo i passaggi ancora una volta. Io e Ron andremo nella sala grande poco prima dell'ora di cena. Non appena Piton si siede al tavolo degli insegnanti ti invieremo un segnale attraverso il galeone per darti conferma che hai il via libera. Solo a quel punto tu andrai giù nei sotterranei e proverai ad entrate nelle sue stanze. Appena Piton si alza da tavola, ti avviseremo nella stessa maniera. Harry non fare scemenze, se senti il galeone bruciare vattene subito dalle segrete, perché se Piton ti scop...

“Lo so, lo so, sarò prudente d'accordo.” rispose Harry

Hermione aveva un'espressione poco convinta e molto preoccupata. “Ora dobbiamo proprio andare, abbiamo difesa, ci vediamo dopo cena.”

“Ah fortunato te, che puoi restartene qui” bofonchiò il rosso.

Nel giro di un paio di minuti la torre era tornata ad essere silenziosa e deserta.

-SSS-

Mentre camminavano in direzione dell'aula di difesa, gli altri 2/3 del trio stavano ancora discutendo del piano. “Non funzionerà” mormorò la riccia “...e finiremo nei guai”.

“Nah, sei troppo pessimista Mione. Harry non si farà beccare ha il suo mantello. Se proprio non riuscirà ad entrare, gli basterà tornare alla torre”

La riccia lo afferrò per un braccio “Harry non pensa correttamente! E' ossessionato da quel libro e dallo scoprire chi è il principe mezzosangue. Non sembra anche a te, che sia l'unica cosa che veramente gli interessa? Credo sia una reazione alla morte di Sirius”.

“Che c'entra Sirius adesso?”

“Harry si è chiuso dopo la sua morte, di certo lo avrai notato anche tu. Ho pensato molto al perché si sia lasciato prendere così tanto da questa storia e credo che interessarsi ad una persona che non è reale, gli sia di sollievo”. Vedendo che il rosso sembrava non afferrare il concetto, aggiunse “Ron, il principe non può morire, se non è una persona reale o qualcuno che non conosce”.

“Lo stai descrivendo come se fosse pazzo. Dai ha solo bisogno di distrarsi! Io dico che dovrebbe venire al ballo. Visto che non gli piace nessuno al momento, potrebbe venire con noi o con una di quelle ragazze che ho ha invitato” vedendo lo sguardo di disapprovazione della ragazza aggiunse “Come amici, no?! Non c'è mica nulla di male se ci va... un paio sono anche carine.”

“Te lo ricordi vero che Harry è ga...”

Il loro discorso fu bruscamente interrotto da una voce baritonale inconfondibile.

“Tutti dentro e fate silenzio! ” Sibilò il pozionista, mentre sorpassava i due Grifondoro.

Quando aveva visto Granger e Wealsey che confabulavano proprio vicino alla sua classe si era volutamente attardato. Così aveva avuto la risposta che voleva, Potter non stava mentendo, almeno sulla parte in cui diceva di essersi innamorato del suo se più giovane. Avrebbe voluto vedere la faccia del ragazzo se avesse scoperto a chi rivolgeva le sue fantasticherie amorose.

Un'espressione disgustata apparve sul suo volto, così Potter era innamorato di lui. Senza indugiare oltre su dei pensieri così infausti iniziò la lezione, avrebbe riflettuto sull'argomento e su come procedere, quella sera stessa.

-SSS-

Il golden boy stava scalpitando vicino al ritratto della signora grassa. Aveva già il mantello sopra la testa pronto a dirigersi nei sotterrai a tutta velocità, non appena i suoi amici gli avessero dato il segnale. Il tempo passava, ma la moneta restava un freddo pezzo di metallo stretto nella sua mano destra.

Dai perché non ti scaldi! E se fosse rotta? No, le abbiamo provate sia ieri sera che oggi pomeriggio. Ma allora perché non si scalda?

Avrebbe voluto camminare su e giù nella sala comune per scaricare un po' la tensione, ma in giro c'erano ancora parecchi Grifondoro, avrebbe potuto colpire inavvertitamente qualcuno e lui non voleva ritrovarsi nella condizione di dare spiegazioni a nessuno.

Dannazione! Se Ron ed Hermione si sono dimenticati di avvisarmi perché lui si sta ingozzando e lei sta leggendo qualche stupido libro, li strozzo!

Quando ormai si era convinto che i suoi amici si fossero dimenticati di avvisarlo, li vide passare attraverso il ritratto della Signora Grassa. Non c'era nessuno in giro, così si sfilò il mantello dalla testa e urlò! “Che cosa è successo? Non ho ricevuto nessun segnale! Non vi sarete mica...”

“Calmati, non c'era.”

Il moretto, sgranò gli occhi per la sorpresa “Che vuol dire non c'era?”

“Esattamente quello che ha detto. Il pipistrellaccio non si è fatto vedere amico”.

Forse allora Piton ha consegnato il libro a Silente...No, per favore Santo Godric.

“E...e Silente?”

Fu Hermione a rispondere “Silente era al suo posto. Non ho notato nulla di insolito nel suo comportamento. L'unico posto vuoto al tavolo dei professori era quello di Piton”.

“Dai amico, forse doveva solo lavarsi i capelli...per una volta. Che sfortuna che abbia scelto proprio stasera per farlo” disse con espressione divertita e schifata il rosso.

Il corvino stava per zittirlo, ma osservando la smorfia sul volto del suo migliore amico, non riuscì a restare serio “Impossibile, gli ci vorrebbero secoli e tutta l'acqua del lago Nero, per togliersi tutto quell'unto dalla testa!”

I tre a quel punto scoppiarono a ridere davanti al ritratto.

“Dai su con la vita amico, ci riproveremo domani.”.

Harry annuì ai due ragazzi e una volta preso posto davanti al camino si misero a perfezionare il loro piano.

-SSS-

Nel tardo pomeriggio era stato dal preside, per comunicargli che avrebbe dovuto allontanarsi dal castello per un paio di giorni. Il vecchio mago gli aveva chiesto la motivazione e lui aveva risposto che doveva fare un paio di ricerche per terminare l'antidoto di Potter. Silente non era il mago più potente e sapiente del loro secolo solo di nome lo era anche di fatto e dunque si era accorto immediatamente che stava nascondendo qualcosa. Tuttavia si fidava di lui e quindi dopo un avergli fatto un paio di domande alla quale aveva evitato accuratamente di rispondere alla fine suo malgrado aveva acconsentito. Così quella sera stessa aveva lasciato il castello e si era diretto a Spinner End, aveva un assoluto bisogno di tranquillità per decidere come comportarsi.

Le informazioni contenute in quella lettera cambiavano molte cose. Aveva sempre pensato che Potter fosse uguale a quel cretino di suo padre, una persona superficiale, senza arte ne parte, pronta a lanciarsi senza un minimo di riflessione in qualsiasi situazione pericolosa solo per godere della fama delle sue imprese, ma lo scritto dimostrava l'esatto contrario.

La cosa che lo aveva sorpreso di più era che il ragazzo non aveva condiviso i suoi sentimenti e i suoi problemi con nessuno, perché? Lui, Granger e Weasley sembravano essere un cosa sola, eppure gli aveva nascosto che scriveva al suo se più giovane, che non era più in grado di evocare un Patronus e sicuramente molte delle sue confidenze sulla sua vita domestica. Potter si stava isolando e la reclusione forzata non lo stava di certo aiutando. Doveva fare qualcosa. Lo aveva promesso a Lily, l'unica donna che avesse mai amato in vita sua e che una parte di lui ancora amava, nonostante negli anni si fosse reso conto che in realtà era attratto dagli uomini. L'amore nei confronti di Lily era qualcosa di puro, che trascendeva il fatto che fosse una donna, era come se lei fosse la sua luce e per quella luce lui era disposto a fare qualsiasi cosa e l'avrebbe fatta.

Potter aveva bisogno di ritrovare la fiducia, la speranza, una motivazione per cui combattere, ma quale? Ringhiò, forse avrebbe dovuto dire tutto ad Albus e lasciare che fosse lui ad occuparsi della cosa, visto che lui non era decisamente la persona più adatta a motivare qualcuno. Inoltre il tutto doveva essere fatto senza il suo esplicito coinvolgimento. Se qualcuno avesse sospettato che stava aiutando il prescelto la voce prima o poi sarebbe arrivata alle orecchie del Signore Oscuro e questo non poteva permetterlo. Il suo ruolo di spia era fondamentale per l'ordine della Fenice.

Poi casualmente lo sguardo gli cadde sul libro che aveva requisito al ragazzo. Lo prese tra le mani, lo aprì dove aveva riposto la lettera e sospirò. Il principe era la soluzione o almeno l'unica che gli fosse venuta in mente.

-SSS-

Non aveva alcuna voglia di andare a quella stupida festa! Era la terza volta che tentava di fare il nodo a quello stupido farfallino nero! Si mise a sedere sul suo baldacchino e sospirò guardando l'invito di Silente e la mascherina che aveva trovato al suo interno.

Perché ci devo andare? Se Silente mi vuole nella sala Grande, vuol dire che Piton non c'è nemmeno stasera. Uffa era un'ottima occasione per provare a recuperare il libro, magari potrei sgattaiolare via nel bel mezzo della festa e...se non ci vado mi farà il terzo grado e scoprirà che ho mentito.

“Harry sei pronto? Ma quanto ti ci vuole? Ci stai mettendo più tempo di una ragazza!” urlò Ron, dal fondo della scale.

“Sto arrivando!”. Prese la mascherina che avrebbe dovuto indossare dopo la cena e se la mise in tasca. Mi chiedo perché dobbiamo indossare delle maschere per il ballo, ma perché me lo chiedo, sarà una delle solite stranezze del preside.

I suoi amici lo stavano aspettando nella sala comune. Ron stavolta indossava un abito adatto molto simile al suo, l'unica differenza era il colore del cravattino che era bianco. Hermione aveva i capelli raccolti con delle ciocche che le incorniciavano il volto e vestiva un bellissimo abito lungo color rosa antico. Insieme erano proprio una bella coppia.

“Eccomi, sono più o meno pronto”

Mentre uscivano Ron si avvicinò al moro.

“Senti amico, solo per stasera cerchiamo di divertirci e prenderci una pausa”.

In realtà il Golden Boy avrebbe voluto prendersi una pausa molto volentieri, ma smettere di pensare a tutti i suoi problemi era quasi impossibile. Per Ron è facile, stavolta ci sta andando con la persona che gli piace veramente, invece io...alla fine me ne starò tutta la sera in un angolo a guardare gli altri, a trovare un modo per evitare le ragazze che mi hanno invitato e le prese in giro dei Serpeverde.
 

La sala grande era magnifica! Le luci soffuse creavano un'atmosfera molto romantica, una moltitudine di cuori rosso acceso dominavano il soffitto incantato, la zona del buffet era contornata da 4 colonne trasparenti, al loro interno c'erano migliaia di bollicine a forma di cuore che salivano verso l'alto. Si guardò intorno, le decorazioni erano un po' troppo sdolcinate per i suoi gusti, ma lo sguardo sognante delle ragazze diceva il contrario.

Un gruppo di Serpeverde capitanato da Malfoy sorpassò la coppia d'oro di Grifondoro “Ah Weasley, vedo che stavolta non hai quella specie di tappeto ambulante addosso. Certo non che faccia molta differenza davvero” disse Pansy Parkinson, sghignazzando.

Un Malfoy piuttosto divertito la prese per la vita “Non vale nemmeno la pena di abbassarsi a parlare con quella feccia mia cara. Amanti dei sangue sporco, sangue sporco e traditori del loro sangue...disgustoso”

“Rimangiatelo!” ringhiò Ron.

“Fermo Ronald, ci sta solo provocando ignoralo e godiamoci la serata come avevamo programmato, va bene?” disse Hermione mentre gli teneva il viso stretto tra le mani, nella speranza che il ragazzo lasciasse correre.

“Va bene, ma prima o poi me la paga quel brutto furetto!”

Harry che era rimasto a qualche passo da loro, si era avvicinato dopo che aveva sentito il suo migliore amico alzare la voce “Che succede?”

“Niente, solo quel fottuto idiota di Malfoy” bofonchiò il rosso con uno sguardo truce.

Tutto sommato la cena era stata piacevole e quel primo momento di tensione era stato completamente dimenticato. Harry aveva chiacchierato con i suoi compagni di casa, con qualche membro dell'E.S. e aveva scambiato un saluto anche con il Preside e alcuni dei suoi professori. Il cibo era ottimo e l'atmosfera allegra lo aveva tirato un po' su di morale. Poi però era arrivato il momento del ballo e la situazione era drasticamente cambiata. Tutti avevano indossato la famosa maschera come richiesto e si erano lanciati nelle danze. Mentre se ne stava appoggiato al muro a fissare un mucchio di persone che adesso praticamente quasi non riconosceva, sospirò.

Potrei andarmene, chi si accorgerebbe della mia assenza? Mentre si stava guardando intorno per capire, se quello fosse il momento giusto per squagliarsela, una profonda voce che proveniva dalla sua destra lo fece trasalire.

“Buona sera, potrei avere l'onore di questo ballo?”

Il Grifondoro granò gli occhi, di fronte a lui c'era un ragazzo molto alto e magro vestito di tutto punto, con indosso una maschera color argento che gli tendeva una mano. Lo guardò attentamente da testa a piedi per capire chi fosse, ma con il volto semi coperto era impossibile. Aveva dei capelli lunghi, lisci e di un intenso color corvino, li teneva raccolti in una coda di cavallo proprio sotto la nuca, ma il dettaglio che maggiormente lo colpì furono i suoi magnetici occhi color ossidiana.

“Ehm...io- io, non so...ball...are” riuscì a malapena a balbettare mentre arrossiva furiosamente. Ringraziò Merlino che le luci fossero soffuse.

“E' meno difficile di ciò che si crede, basta lasciarsi guidare” e lo esortò rivolgendo lo sguardo alla sua mano che era ancora protesa verso il prescelto.

Santo Godric, che imbarazzo! Però è...è molto carino! No, non posso. Non so nemmeno chi è, potrebbe essere solo uno stupido scherzo. Così si guardò intorno per confermare la sua ipotesi e si rese conto che nessuno stava guardando nella sua direzione. Beh forse, mi sto facendo troppi problemi, è solo un ballo, e poi è...cosi emozionante questa cosa. Oh su dai sei un Grifondoro no?! Quindi fatti uscire la voce e accetta, prima che gli venga un crampo o che decida che sei un idiota e lo chieda ad un altro! Avrebbe voluto rispondere qualcosa di carino, ma in realtà riuscì a spiaccicare a mala pena un misero “O...OK grazie.” e poi afferrò la mano del giovane sconosciuto.

Il misterioso ragazzo annuì soddisfatto e poi gli fece cenno di seguirlo. Harry notò che aveva un silhouette molto affusolata, il suo passo era deciso ma molto elegante inoltre sembrava essere totalmente a suo agio tra la folla di studenti. Deve essere un purosangue...Una volta raggiunta la pista, lo prese di nuovo per mano, gli cinse la vita e con un unico gesto deciso lo avvicinò a se.

Harry era sorpreso e teso come una corda di violino, non sapeva come comportarsi e non voleva sembrare un imbranato... ma una voce profonda vicino al suo orecchio destro interruppe i suoi pensieri.

“Rilassati”

Harry fece appena in tempo ad annuire prima di ritrovarsi a volteggiare in mezzo alla pista. Non aveva idea di come fosse possibile ma stava ballando sul serio! Il giovane che lo teneva tra le braccia doveva essere un esperto ballerino, perché non si erano scontrati con nessuno ed era perfino riuscito ad evitare che lui gli pestasse i piedi. La sua testa si era completamente svuotata da tutti i pensieri che aveva in precedenza e si era riempita di domande. Decise di dare voce alla più ovvia. “Posso sapere chi sei? Sai con queste maschere è impossibile capire...”

“Ha importanza?”

“Beh certo che ne ha. Tu-tu sai chi sono?”

Il ragazzo ghignò, sapendo che il moretto voleva delle risposte concrete che non avrebbe ricevuto “Ha importanza?”

“Mi hai invitato senza sapere chi sono!?” disse incredulo il Golden Boy “Ma potrei essere qualcuno che non ti piace o di una casa...”

“Penso sia proprio per questo che il preside le abbia distribuite”

“Si ma...” Harry era sconcertato. Era la prima persona che lo aveva invitato a prescindere dal fatto che fosse il prescelto. Fece un sorriso genuino, questa cosa gli piaceva molto. “Ma non sei curioso di sapere chi sono? A quale casa appartengo? Se frequentiamo le stesse classi?”

“Non al momento, Grifondoro e non mi interessa” rispose mentre faceva volteggiare Harry.

Harry sbatté le ciglia confuso “Come sai che sono un Grifondoro? ”

“Se tu fossi un Serpeverde, non avresti mai accettato l'invito senza conoscere prima la mia identità. Se invece tu fossi stato un Tassorosso avresti già iniziato a blaterate ridicolaggini sdolcinate sulla modalità del mio invito. Non sei nemmeno un Corvonero, perché invece di pormi un'infinità di domande, avresti cercato di fare delle deduzioni cervellotiche per conto tuo, quindi per esclusione sei un impulsivo Grifondoro.”

“Oh, beh...hai ragione sono un Grifondoro, ma sul serio non vuoi sapere altro? Perché sai... ecco a me piacerebbe invece...”

Alzò gli occhi al cielo, Potter era un vero impiastro. Doveva dargli delle informazioni o lo avrebbe tormentato per tutta la sera. E lui voleva che la serata fosse uno strumento atto a distrarre il ragazzo e ad inculcare alcuni concetti in quella sua testa dura, che di certo non avrebbe mai accettato da Severus Piton, l'unto e malvagio pipistrello dei sotterranei.

“Se risponderò alla tue stesse domande poi la smetterai di farmi il terzo grado?”

“Sono solo curioso” rispose imbarazzato e un po' sulla difensiva.

“Sono un ex studente Serpeverde. Casualmente sono venuto a conoscenza del ballo da mio cugino che è ancora un allievo di questa scuola come te e prima che tu lo chieda la risposta è no, non ho alcuna intenzione di rivelarti la sua identità. Sono per così dire in incognito.”

Harry si fermò in mezzo alla pista e si allontanò di mezzo passo. “Impossibile! Non sono ammesse persone esterne! Questo vuol dire che ti sei imbucato e se qualcuno lo scopre?” e poi con lo sguardo un po' imbronciato aggiunse “e comunque non stavo per chiedere chi è tuo cugino”.

Il ragazzo accennò un sorriso beffardo “Nessuno lo scoprirà ammesso che tu la smetta subito di attirare l'attenzione di tutta la sala. Voi Grifondoro siete incredibili, pensate mai prima di fare qualcosa? Ragiona non sono più uno studente, cosa pensi potrebbero farmi, mettermi in punizione? Togliermi dei punti?” Vide lo sguardo di Potter era in parte mortificato in parte infastidito, era stato troppo duro con lui, non andava bene. Così sospirò e aggiunse con fare più gentile “Senti occhi di smeraldo, sono qui solo per passare una bella serata in compagnia di qualcuno d'interessante. Ma se tu sei un bravo Grifondoro obbediente, troverò qualcuno di più adatto”

Stava per dargli una rispostaccia per averlo preso in giro, ma quando lo aveva chiamato occhi di smeraldo il fastidio era sparito di colpo. E' per questo che mi ha invitato? Per i miei occhi...gli piacciono gli occhi verdi, proprio come al mio principe e se fosse ...No impossibile. “Co-come mi hai chiamato?”

“Se non è di tuo gradimento, ne troverò uno che lo sia”.

“Ehm...no. No, mi piace...” rispose sorridendo. Mentre arrossiva come un peperone, si riavvicinò al Serpeverde con l'intenzione di riprendere a ballare ma il giovane dagli occhi d'ossidiana, gli mise una mano dietro la schiena e lo spinse verso il buffet. “Gradirei bere qualcosa se non ti dispiace.”

“Oh sì... no...cioè certo andiamo”

Harry lo osservò a lungo, ogni movimento del misterioso cavaliere trasudava sicurezza. Era davvero molto affascinate. Lui invece, era impacciato e imbarazzato. Però potrebbe essere, è un ex studente, è un Serpeverde a cui piacciono i Grifondoro con gli occhi verdi...oh sarebbe magnifico se fosse proprio lui!

Lo stava fissando di nuovo imbambolato. Se non lo avesse visto con i suoi occhi, non ci avrebbe mai creduto che Potter fosse così: imbarazzato, timido, perfino imbranato! Non c'era una sola oncia dell'arroganza di James Potter in suo figlio in tale circostanza. Lanciò uno sguardo sulla pista, perfino Paciock se la stava decisamente cavando meglio di lui. Merlino dovevo essere davvero impazzito quando ho deciso che questa era un'ottima mezzo per motivarlo.
Riempì due bicchieri di punch mentre faceva le sue riflessioni, prima di passarne uno a Potter li annusò accuratamente.

“Ora possiamo fare un brindisi”

“Tranquillo non è alcolico. Tu non bevi?” chiese Harry.

“Ne sono consapevole, ricordo le disposizioni scolastiche. Però, sono stato anche io uno studente fino a qualche tempo fa e se non ricordo male, questo non ha mai scoraggiato l'aggiunta di pozioni dagli effetti poco piacevoli o imbarazzanti.”

Harry gli sorrise con l'aria di chi la sapeva lunga “Puoi stare tranquillo, gli unici due che avrebbero fatto una cosa simile sono i fratelli gemelli del mio migliore amico, ma hanno lasciato la scuola lo scorso anno”. Poi si portò il bicchiere vicino alle labbra e prima di bere aggiunse “Sul serio saresti stato in grado di capire se c'era qualcosa nel punch solo annusandolo?”

“Certamente. Annusando e controllando l'uniformità di colore e viscosità principalmente nella parte superficiale del punch. Le pozioni innocue non richiedono ingredienti complicati e quindi ad un occhio esperto sono piuttosto facili da individuare”. Vedendo lo sgomento del Golden riprese a parlare “Pozioni è sempre stata una delle mie materie preferite. Sto studiando per diventare un Maestro di pozioni”.

“Wow ma è fantastico! Deve essere davvero molto impegnativo.” Potrebbe davvero essere lui! Sentì i battiti del suo cuore accelerare alla sola idea.

Fantastico? Da quando Potter ritiene che le pozioni siano fantastiche? Decise di divertirsi un pò con il marmocchio, questa situazione si stava rivelando piuttosto interessante. “A giudicare dal tuo entusiasmo, devo dedurre che è un argomento che appassiona anche te occhi di smeraldo?”: Era curioso di vedere se gli avrebbe mentito nel tentativo di fare bella figura.

“A dire il vero ecco...non proprio. Onestamente non saprei dirti a che livello sono. ” disse completamente imbarazzato. “Comunque non sono molto bravo”.

“Come scusami? Cosa intendi con “non saprei dire a che livello sono?” Di certo avrai un professore che ti assegna dei voti”.

“Beh vedi fino al quinto anno, le lezioni erano un vero e proprio inferno per me, perché l'insegnate era Severus Piton”. Vide il Serpeverde inclinare leggermente la testa, segno che si aspettava una spiegazione più dettagliata. “Mi stava sempre con il fiato sul collo e la maggior parte delle volte senza alcun motivo. Inoltre dividevamo le lezioni con i suoi Serpeverde, che si divertivano immensamente a sabotare le mie pozioni perché sapevano che lui li avrebbe lasciati impuniti. Ecco perché non ho la minima idea se sarei stato in grado di preparare qualcosa di decente, non ne ho mai avuto la possibilità. Quest'anno però le cose vanno molto meglio, ho un nuovo professore e un aiuto extra, molto...speciale.”. Mise un'enfasi particolare sull'ultima parte della frase.

Ah così secondo lui sarei io il problema e non la sua completa pigrizia ed inettitudine!

Socchiuse gli occhi e poi con un tono piuttosto secco rispose ”Capisco. Quindi sei quel genere di studente. Uno di quelli che incolpa gli altri per la scarsità del proprio rendimento. Non me sarei mai aspettato da te, occhi verdi. Mi ricordo del professor Piton, ho imparato molto da lui, l'ho sempre trovato piuttosto severo ma molto competente.”

Harry si mordicchiò il labbro inferiore, l'atmosfera tra lui e il Serpeverde si era raffreddata in meno di due minuti, perché diavolo aveva accennato al pipistrellaccio? Idiota, ma con tanti argomenti proprio questo dovevi tirare fuori? Non voleva di certo parlare dell'unto bastardo, quando aveva la possibilità di stare in compagnia di questo magnifico ragazzo. Tuttavia lo aveva fatto e probabilmente lo aveva indirettamente offeso. Beh ormai era evidente che Piton era stato anche il suo ex capo casa e che lo apprezzava profondamente proprio come facevano tutti i suoi serpenti. Doveva rimediare. Doveva spiegare al ragazzo che non era una questione di casa e poi avrebbe cambiato subito argomento. “Non ho mai detto che non è preparato. Solo è complicato...Lui mi odia, dal primo momento che ho messo piede in questa scuola a causa di mio padre. E pensare che prima di arrivare al castello pozioni tra tutte, era la materia che mi affascinava di più. Purtroppo dopo la fine della mia prima lezione mi sono reso conto che qualsiasi cosa avessi fatto, a lui non sarebbe mai andata bene a prescindere e quindi mi sono semplicemente concentrato su altro. So che è sbagliato da parte mia comportarmi così, ma ho imparato fin da piccolo ad accettare che ci sono delle cose che non si possono cambiare a prescindere dai propri desideri o dall'impegno che uno ci mette. Comunque la mia materia preferita invece è Difesa contro le arti Oscure!”

Cosa? Potter interessato a pozioni? Sta mentendo! Avrebbe voluto approfondire, ma poi guardò in quelle iridi smeraldine erano così simili agli occhi di lei. Non c'era la minima traccia di menzogna, inoltre il ragazzo sembrava ansioso di cambiare argomento. Si diede mentalmente dello sciocco, non era qui per infierire, ma per restituirgli quel dannato libro, che sembrava essere il suo unico conforto. Chiuse gli occhi, aveva promesso di proteggerlo e lo avrebbe fatto. “Capisco, una situazione al quanto spiacevole” e poi prese un sorso di punch.

Vedendo che la tensione tra lui e l'ex studente sembrava essersi dissipata, fece un sospiro di sollievo. Harry a quel punto cercò di fare appello a tutto il suo coraggio Grifondoro e mentre arrossiva disse “Bene visto che ti piace questo alone di mistero tra di noi, se io sono occhi di smeraldo, tu chi saresti?”

Il ragazzo gli aveva servito la riuscita dell'impresa su un piatto d'argento. Troppo facile Potter!

“Avevo un ridicolo nomignolo quando studiavo qui al castello, potremmo usare quello...”

Il cuore di Harry iniziò a battere forte, mentre aspettava di sentire il soprannome. Ti prego, fa che sia lui.

“.... il Principe Mezzosangue”

Non appena quelle parole uscirono dalle labbra del Serpeverde, il suo cuore iniziò a battere all'impazzata e si rese conto di aver smesso quasi di respirare. Un enorme sorriso genuino abbellì il viso del Grifondoro. “S-sei davvero... tu” lo sentì mormorare con un sussurro così lieve, che era stato quasi impercettibile.

 

 

Angolino dello scribacchino:

Eccomi! Ragazzi questo doveva essere l'ultimo capitolo ma come avrete notato, mi sono lasciata prendere un po' la mano (sai che novità!).

Quindi vi annuncio che è ufficialmente il penultimo.

Beh ora vorrei sapere se vi è piaciuto. Che dite la scena del ballo era un po' scontata?

Era troppo stucchevole? Questo non è proprio il mio territorio quindi mi aiutereste tantissimo se mi scriveste cosa ne pensate.

Ah ringrazio la mia super BETA, Seby per la correzione.

Bene a prestissimo.

Un abbraccio

La Vostra LadyV:

 

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Capitolo 10
*** Il Ballo - seconda parte ***


 

.... il Principe Mezzosangue”

 

Non appena quelle parole uscirono dalle labbra del Serpeverde, il suo cuore iniziò a battere all'impazzata e si rese conto di aver smesso quasi di respirare. Un enorme sorriso genuino abbellì il viso del Grifondoro. “S-sei davvero... tu” lo sentì mormorare con un sussurro così lieve, che era stato quasi impercettibile.

 

Severus non aveva mia visto quegli occhi smeraldini scintillare in tale maniera. Per un attimo anche il suo cuore perse un battito. Se solo Lily lo avesse guardato almeno una volta con quello sguardo. In effetti nessuno lo aveva mai guardato con tale adorazione. Che diavolo stava pensando? Era Potter...Harry Potter! Poco più di un ragazzino e non uno qualsiasi, un Grifondoro, il figlio di Lily e di quel bastardo di James Potter e infine il prescelto che doveva annientare il Signore Oscuro. Si schiarì la gola cercando di riportare sotto controllo i suoi pensieri.

Harry era rimasto imbambolato a fissare “il suo principe”. Santo Godric, ho passato settimane intere a pensare a lui ed ora eccolo proprio qui, davanti a me. Dio è così sexy, misterioso, forte, sicuro di se stesso. Adesso voglio proprio sapere tutto di lui! Merlino, sono talmente emozionato che non so nemmeno cosa dire. Come reagirà quando scoprirà che ho trovato e poi perso il suo libro? E se si risentisse perchè ho letto le sue note e le sue lettere? Forse non dovrei dirglielo...Oh vorrei che lui capisse quanto i suoi pensieri mi hanno aiutato a...

Non riuscì a formulare il resto dei suoi pensieri, perchè una forte spinta che proveniva dalle sue spalle, gli fece perdere l'equilibrio. Chiuse gli occhi mentre caracollava a terra aspettandosi di sentire un qualche tipo di dolore.

“Ma che diavolo fai? Alzati!” sibilò Severus.

Harry riaprì gli occhi all'istante. Era praticamente sdraiato sul Serpeverde che aveva trascinato a terra con sé e che, per sua fortuna, aveva attutito l'impatto. Si irrigidì quando si rese conto che una delle sue mani era posata sul torace del corvino e l'altra vicino al suo...Oh Santissimo Merlino che figuraccia! Adesso come mi alzo senza palpeggiarlo? Sentì dei passi concitati venire nella loro direzione.

“Signor Weasley e Signor Malfoy! Dovreste vergognarvi tutti e due! Dieci punti in meno a testa! Ora scusatevi subito con il Signor Potter e la sua...oh volevo dire e il suo cavaliere. E ringraziate Merlino che entrambi stasera siete stati accompagnati da due giovani dame assennate e desiderose di proseguire i festeggiamenti, altrimenti vi avrei messo immediatamente in punizione! Sappiate che vi tengo d'occhio e se dovessi vedere che vi scambiate anche una sola occhiata troppo ostile lascerete il ballo e vi assegnerò un'intera settimana di punizione con il Signor Gazza! Sono stata chiara?”

Entrambi i ragazzi risposero che avevano capito e poi, seppur controvoglia, furono costretti a scusarsi. Infine si erano allontanati, così come la Mc Gonagal. Nel frattempo sia Harry che Severus si erano finalmente rialzati.

Merlino che imbarazzo! Dov'è un cavolo di Basilisco quando serve? Penserà che sono un idiota o un maniaco. A quel punto Harry lanciò un sguardo fugace al ragazzo dai capelli corvini, sembrava furioso!

Severus era livido! Dannati marmocchi idioti! Grazie a quelle due teste di legno di Weasley e Malfoy, Potter l'imbranato gli era caduto addosso e sembrava piuttosto desideroso di restarci. Infatti si era alzato in tutta calma mentre si strusciava su di lui! Schioccò le labbra, pronto a ridurlo in cenere con le sue parole più velenose, quando il ragazzo iniziò a scusarsi. “Mi...Mi dispiace. Davvero. Io sono...non volevo. E' che non mi sono accorto che erano dietro di me. Scusami, io...!” e poi si coprì il viso con entrambi i palmi della mani. “Io non volevo toccarti...” il suo viso oramai era di color rosso Grifondoro.

Quel gesto gli ricordò nuovamente Lily, anche lei era solita coprirsi il volto quando era imbarazzata e Potter era più che imbarazzato, probabilmente si sentiva umiliato. Sapeva cosa il Grifondoro provava per il suo se più giovane e ancor più quanto era brutto sentirsi umiliato davanti a qualcuno per cui provi una forte infatuazione. Dopo quella breve riflessione la sua rabbia svanì, grazie al ricordo di lei. E poi se doveva essere del tutto onesto, il ragazzo non aveva alcuna colpa di ciò che era accaduto. Sospirò imbarazzato a sua volta. “E' stato un'incidente indipendente dalla tua volontà. Avanti togliti quelle mani dal volto, non sei un Tassorosso.”

Invece di sentirsi sollevato Harry arrossì ulteriormente. Merlino stava andando tutto a rotoli! Sospirò esasperato, forse avrebbe fatto meglio a tornare alla torre, almeno avrebbe evitato altre figuracce. Mentre pensava a come svignarsela per la seconda volta nell'arco della serata, qualcosa si mosse nel suo stomaco, sentiva come una sorta di trepidante emozione. No Dannazione! Non si sarebbe arreso. Che diamine forse sarebbe stata la sua unica occasione di trascorrere del tempo con il Serpeverde e non l'avrebbe sprecata! E poi il principe aveva ragione, lui era un coraggioso Grifondoro, non un codardo!

Così si asciugò i palmi sudati sui pantaloni, si voltò e senza proferire parola andò dritto al tavolo delle bibite, prese altri due punch visto che i precedenti erano finiti sul pavimento. Al suo ritorno ne allungò uno al Principe. “Non so tu, ma io-io ho ancora la gola secca. Magari, ecco...potremmo berlo nei giardini, penso sia meno rischioso ” e accennò un esitante sorriso.

Severus aveva osservato il Golden Boy, solo un istante prima gli era sembrato che volesse fuggire e quello successivo eccolo lì proprio davanti a lui che faceva appello a tutto il suo coraggio e gli porgeva un drink analcolico. Avrebbe voluto bere qualcosa di molto più forte: un Cognac o un wishky d'annata dopo l'accaduto, ma anche lui aveva la gola piuttosto secca. Così afferrò il calice ed entrambi bevvero il contenuto tutto d'un fiato. Di certo il liquido rossastro non era appagante come un buon liquore, ma il mix fruttato con l'aggiunta di un po' di zenzero e una componente frizzantina almeno era fresco e dissetante.

Scrutò a lungo il ragazzo, non aveva bisogno di usare la leggilimanzia su di lui per sapere quanto bramasse la sua compagnia. Decise di assecondarlo con il preciso intento di risolvere l'enigma che ormai Harry James Potter rappresentava. Aveva letto le confessioni scritte dal Grifondoro, inizialmente non gli aveva creduto o lo aveva fatto solo in parte e questa era un'occasione perfetta per scoprire la verità.

“Grazie. La mia gola è a posto”. La reazione del ragazzo a quelle poche parole fu immediata. Tristezza. “Gradirei comunque fare due passi. La sala è un po' troppo affollata per i miei gusti”.

Ah grazie a Merlino! Pensavo se ne sarebbe andato! 
I due ragazzi poggiarono i bicchieri vuoti sul tavolo e poi s'incamminarono verso il portone d'entrata.

L'aria era piuttosto pungente. Le notti di febbraio erano sempre molto rigide. L'inverno scozzese era qualcosa alla quale ci si abitua piuttosto facilmente, vivendo in una delle scuole di magia più prestigiose al mondo. La candida neve, l'oscurità della foresta proibita, il lucente strato di ghiaccio del Lago Nero, la protezione delle catene montuose tutt'attorno lo rendevano un piccolo pezzo di paradiso. Aveva amato il castello ancor prima di vederlo di persona, lo aveva sempre considerato casa, un luogo in cui poter tornare grazie ad Albus, uno per cui valeva la pena combattere. Si voltò a guardare il ragazzo al quale era stato affidato questo ingrato compito. Difendere il mondo magico dal Signore Oscuro. Potter avrebbe avuto bisogno di tutta la sua forza, il suo coraggio e le sue abilità per affrontarlo.

“Prima hai detto una cosa che non riesco a togliermi dalla mente. Hai detto che alcune cose non si possono cambiare a prescindere da quanto lo desideriamo o da quanto ci impegniamo. E' una riflessione molto profonda per un ragazzo della tua età. Questa affermazione non è riferita solo all'esperienza vissuta con il tuo professore di Pozioni o sbaglio?”.

Non voleva parlare di questo, avrebbe rovinato quella sorta di fragile intesa che si era creata tra loro. Il principe non sapeva chi fosse e per lui andava bene così. Eppure quel profondo senso di solitudine, di incomprensione pesavano enormemente sul suo cuore. Chiuse gli occhi. Questo ragazzo aveva sofferto parecchio proprio come lui, lo aveva letto in quei pensieri segreti affidati al suo libro. Forse, poteva rispondere solo a questa domanda e poi magari avrebbero ballato al chiaro di luna, proprio lì sulle rive del lago Nero, come un principe di Serpeverde e quello di Grifondoro. Ma così sarò costretto a dirgli la verità. Sospirò, non c'era altro modo. E sia.

“Devo dirti una cosa, prima di rispondere” affermò Harry con solennità. “Io...so delle cose su di te”.

Severus si fermò e si voltò stampandosi in faccia un'espressione sorpresa. Così ha deciso di dirmi del libro. Interessante. Non me lo sarei aspettato da Potter.

“Prima ti ho detto che quest'anno le cose in pozioni vanno meglio”. Oh dai diglielo! Il libro in fondo era a scuola, non lo hai rubato da casa sua! “Ma il merito non è di Lumancorno, il mio nuovo professore...ma di un libro. Uno che ho trovato nell'armadio delle forniture scolastiche all'inizio dell'anno. Era il tuo libro, di quando studiavi qui”.

Severus socchiuse gli occhi. Molto coraggioso Potter, cosa ti aspetti che faccia adesso? 
Fece un passo verso il Grifondoro.“Il mio vecchio libro di pozioni?” Sibilò con un'insidiosa gentilezza.

Harry annuì.

Un altro passo verso il Golden Boy “Hai letto dunque anche le mie note e...”

Harry annuì di nuovo.

Lo sguardo e il tono di Severus si fecero glaciali “Così ti sei preso gioco di me...” e poi si voltò per andarsene.

“NO! Aspetta!” Sbottò Harry e lo afferrò per un braccio. “Ti prego aspetta! Lasciami spiegare... Per favore”.

La serata aveva preso una piega troppo personale, aveva deciso di cogliere l'occasione al balzo e di andarsene. Avrebbe restituito il libro al ragazzo in un altro modo. Ma quelle parole pronunciate in maniera così disperata, erano state le stesse con cui molti anni prima aveva supplicato Lily. Se lei lo avesse ascoltato forse alcune cose sarebbero andate diversamente. Così si voltò, incrociò le braccia al petto e attese. Vediamo come te la cavi adesso Potter.

“Non è come credi. Io non prendo in giro le persone. Soprattutto non lo avrei mai fatto con te, dopo quello che ho letto. Il tuo libro...è stata l'unica cosa che mi ha aiutato a sopravvivere in questi lunghi mesi. Tu, i tuoi pensieri, i tuoi racconti, siete stati come una linfa vitale per me. Non ho mai avuto molte cose nella mia vita e quelle a cui tenevo mi sono state strappate via con la forza. Ho perso i miei genitori quando avevo solo un anno, da allora ho vissuto con miei zii e mio cugino. Loro mi odiano da quando sono stati costretti a prendersi cura di me. L'unica persona che mi ha voluto sinceramente bene era il mio padrino, ed è morto pochi mesi fa, a causa mia. Io non volevo più... non avevo più la forza di...” ma la frase gli morì in bocca. “Tu-tu mi piaci molto. Mi piacevi anche prima di stasera e, quando ho capito chi eri, avevo paura di non essere adatto a te, così non ho detto nulla sperando di poterti stare accanto per un po’”. Al termine del suo discorso il suo volto era di una sgargiante tonalità di rosso.

Sospirò.

Non c'era ombra di menzogna in quelle magnifiche iridi smeraldine. Dannazione perchè si era messo in una situazione simile? Cosa avrebbe dovuto fare adesso? Confortarlo? Non era bravo in questo genere di cose. La gentilezza, il conforto non gli erano familiari.

Harry si avvicinò all'ex Serpeverde, erano ad un passo l'uno dall'altro. “Senti, mi dispiace, avrei dovuto dirtelo, ma... possiamo dimenticare tutto questo? Quando mi hai invitato hai detto che volevi passare solo una bella serata e lo vorrei tanto anche io. Vorrei qualcosa di bello da ricordare in futuro. Balla con me, adesso. Balla con me e basta senza pensare a nulla.”Severus esitò. “Balla con me, mio Principe.” lo esortò ancora.

E Severus allora cedette.

Lo prese per la vita e iniziò a danzare sotto la luna, in riva al lago nero.

Il suo sguardo si perse in quelle pozze verdi, e vide l'anima del ragazzo e tutto ciò che non avrebbe voluto sapere.

Vide la solitudine, il dolore, il rifiuto, la paura di perdere coloro che amava. Sentì la paura di dover affrontare il Signore Oscuro, la paura di morire da solo e non amato. Non riuscì a proferire una sola parola. La sua testa girava molto più velocemente dei loro piedi. Cosa diavolo stava facendo? E soprattutto perchè? Il ragazzo era il figlio della sua nemesi. Era il figlioccio di quel cagnaccio pulcioso di Black e lui li detestava, nonostante fossero passati a miglior vita. Avrebbe voluto allontanare, cacciare il Grifondoro, ma non poteva. La vita del ragazzo era così simile alla sua. Non poteva farlo, ma lo voleva. In quel momento, Potter era come una lastra di acciaio incandescente che lo stava bruciando con le sue emozioni travolgenti. Mentre stava cercando disperatamente di allontanarsi da quel contatto mentale fortuito, in un angolino della sua mente vide anche l'amore: l'amore per i suoi amici, per il castello, per la vita che avrebbe voluto vivere e per lui, il principe!
 

Harry era felice. Il principe alla fine era rimasto li, con lui. Il suo cuore batteva all'impazzata. Questo sarebbe stato uno dei ricordi più felici di tutta la sua vita. In quel preciso momento tutto era perfetto. Il silenzio della notte attorno a loro, le braccia di quel ragazzo dagli occhi d'ossidiana che lo cingevano, la luna, il riverbero del lago. Dio se avesse potuto scegliere un momento in cui fermare la sua vita sarebbe stato senza dubbio questo! E così si abbandonò a quelle dolci sensazioni e si lasciò avvolgere completamente da quel sentimento, e senza pensare a niente si avvicinò al volto del Serpeverde e lo baciò sulle labbra con delicatezza.

 

Severus si bloccò all'istante. Le labbra di Potter erano sulle sue e lo stavano baciando! Sentiva l'ardente desiderio del giovane nei suoi confronti e questo lo sconvolse. Lo spinse lontano con una forza quasi brutale tanto che il Grifondoro cadde a terra. “Che diavolo ti salta in mente POTTER! ”

Harry spalancò gli occhi! Mise la mani a terra e si rialzò, si sentiva confuso e ferito dalla reazione del Serpeverde. “Tu… tu sai chi sono? Io pensavo che tra di noi...che tu e io... che anche tu...”

“Non ci sarà mai un noi! Mi hai sentito ragazzo? MAI!”

Si era sempre definito una persona razionale. Si era sempre vantato di sapersi controllare. Era sicuro di poter gestire qualsiasi situazione. Ma non questa. Potter aveva passato un limite invalicabile. Le sue emozioni erano di una tale intensità che quasi si era abbandonato, a quel bacio, ai suoi occhi di smeraldo, a quel candore che emanava. Per un attimo si era sentito come una falena vicino alla fiamma di una candela. Una sola volta si era lasciato andare ad un tale sentimento e lo aveva distrutto. Devo calmarmi e devo andarmene, subito! Non poteva restare ad osservare quegli occhi feriti, non era stato in grado di negargli nulla in passato e forse non ci sarebbe riuscito nemmeno ora. Quegli occhi che nonostante tutto lo stavano finalmente osservando come aveva sempre desiderato. Con amore. Con desiderio. Erano troppo pericolosi, portavano alla memoria troppi sentimenti , troppi ricordi.

“Perchè mi hai invitato? Se non volevi stare con me. Dimmi chi sei? Dimmi perchè lo hai fatto?”

“La serata finisce qui. Torna subito al castello” Sentenziò Severus con durezza, senza nemmeno guardarlo in faccia.

“NO! Ho non ti lascerò andare via così! Ho almeno il diritto di sapere perchè mi hai preso in giro. Mi hai mentito! Tu sapevi chi ero. Perchè mi hai invitato? Per ridere di me con tuo cugino e i suoi amici, non è così?”

Quegli occhi accusatori...non di nuovo.

Vedendo che il Serpeverde non aveva intenzione di rispondere, si avvicinò e lo spinse contro un albero. “Dimmelo!” urlò mentre schiacciava il suo corpo su quello di Severus in modo da tenerlo bloccato. A quel punto lo baciò una seconda volta, ma stavolta fu rabbioso e irruento.

“Dannazione a te, Potter! Sei proprio come tuo padre! Prendi quello che vuoi come se fossi il padrone del mondo!”

“Che centra mio padre, adesso?”

Severus era furibondo. In quella posizione, si sentì come quando James Potter lo sottometteva ai tempi della scuola. Così afferrò il ragazzo e lo spinse a sua volta contro il tronco dell'albero, le loro posizioni si erano invertite, la loro vicinanza era snervante e inopportuna 
“Non hai ancora capito vero? No certo che no. Come potresti...”

Non riusciva a crederci, un attimo prima era tra le braccia del principe e si sentiva al settimo cielo ed ora lo stava tenendo schiacciato contro un albero, mentre urlava contro di lui. Perchè tutto doveva diventare sempre così orribile? Perchè toccava sempre a lui?

“Allora dimmelo! Me lo devi!”

Severus lo inchiodò al tronco, i suoi occhi d'ossidiana bruciavano di rabbia. “Sei proprio come tuo padre. Pigro, arrogante!”. Non credeva realmente a quello che stava dicendo, ma la forza dell'abitudine, il desiderio di ferirlo erano più forti di quello strano senso di compassione che sentiva nei confronti del ragazzo. Era compassione? Simpatia? Cameratismo? Pietà? Qualunque cosa fosse doveva schiacciarla. Potter doveva smettere di provare dei sentimenti per lui. Doveva odiarlo quello era l'unico modo.

Harry spalancò gli occhi. ”P-Piton. NO!”

“Si Potter, sono proprio io”. Ghignò con fare sprezzante. Poi senza aggiungere altro afferrò dalla tasca una fiala, conteneva l'antidoto dall'Amortentia. Aveva finito di prepararlo la sera precedente.

“Prendilo è l'antidoto.”

Il Grifondoro non si mosse. Guardò la fiala che il suo principe, no, che Piton gli aveva messo nella mano. Non poteva essere vero. Questo era un orribile incubo e lui stava per svegliarsi. Di certo si era addormentato nel suo letto ed aveva perso il ballo e tutti i pensieri che aveva per la testa avevano dato vita a questo incubo surreale.

“Prendilo subito! O finirai per saltarmi nuovamente addosso!” sibilò sprezzante Severus, come se la sola idea fosse ripugnante.

Harry allora stappò meccanicamente la fiala e la ingerì. Piton, no il principe...era Piton. Impossibile! Forse l'uomo aveva letto il libro del principe e aveva capito che si era preso una cotta per il giovane pozionista e così aveva messo in piedi tutta questa pantomima per umiliarlo? Si ma certo, il principe non poteva essere Piton, era troppo intelligente, divertente per essere... Merlino il pipistrello lo avrebbe raccontato ai suoi Serpeverde! La sua vita era finita!

Si sentiva umiliato, ferito, distrutto. In passato l'uomo lo aveva sminuito, deriso, aveva cercato di espellerlo, ma quello che aveva fatto stanotte andava oltre qualsiasi cattiveria. Stanotte gli aveva tolto la sua dignità e i suoi sogni.

Abbassò la testa, si sentiva senza forze. Cosa sarebbe successo adesso? Dio lo aveva baciato due volte! Quando se ne sarebbe ricordato Piton lo avrebbe ucciso per questo. Di sicuro l'unto bastardo lo aveva fatto per vendicarsi di suo padre? Di Sirius? Delle figuracce causate dall'Amortentia? Era difficile capire perchè lo avesse fatto, forse la risposta era persino più semplice. Perchè Harry James Potter esisteva. Proprio come aveva detto una volta Sirius riferendosi all'uomo di fronte a lui. Gli sovvenne una frase che aveva scritto in una delle lettere al principe...le colpe dei padri ricadranno sui loro figli. Ed eccolo li, il torto causato da suo padre, proprio di fronte a lui che si stava prendendo la sua vendetta.

“Perchè lo ha fatto?” chiese ferito.

Severus non rispose.

“Torna al castello Potter, ne parleremo in seguito.” Severus non aveva voglia di affrontare il discorso in quel momento, sia lui che i ragazzo erano turbati e arrabbiati.

“Questo è tutto quello che ha da dire? Ha letto la mia lettera e ha deciso di prendere l'identità del principe per ferirmi? Beh complimenti ci è riuscito, spero sia contento adesso!” A quel punto alzò lo sguardo per guardare l'uomo.

“Torna al castello, ne parleremo in seguito” rispose con durezza Piton. Quegli occhi così feriti, così carichi di dolore...non riusciva a sopportare di vederli così.

“Io non sono mio padre, guardi! Mi guardi in faccia!” e a quel punto Harry si strappò la maschera dal volto. “Perchè devo continuare a pagare per qualcosa che non ho fatto? Perchè mi odia a tal punto da togliermi l'unica cosa a cui tenevo? Perchè? Il principe... io mi ero innamorato di lui! Può deridermi quanto vuole per questo, non mi vergogno di provare dei sentimenti per qualcuno...Lei ha rubato la sua identità...io...”

“No Potter. Io sono il principe mezzosangue”.

Quelle parole pronunciate come una sentenza, decretarono la rottura di una diga che a lungo il Golden Boy aveva disperatamente cercato di trattenere. Così i suoi occhi si fecero velati e le lacrime iniziarono a cadere contro il suo volere. Non voleva piangere davanti a Piton, ma si sentiva uno straccio, aveva bisogno di sfogarsi e poi ormai che differenza poteva fare? Piton aveva cose ben peggiori da raccontare a quel punto. E così grazie a quel pensiero assurdo iniziò a ridere.

“Solo a me poteva capitare! Solo io potevo innamorarmi di qualcuno che mi odia, ma in fondo è la stessa storia che si ripete ancora e ancora”. E la sua risata di fece più forte “Giusto, mi sembra giusto! Sirius la tormentava solo perchè esisteva e lei ha fatto altrettanto. Ma ora lui non c'è più e io... Dio perchè lo ha fatto? Non poteva per una volta, ignorarmi come fanno tutti!”

A quel punto lo fissò dritto negli occhi e Severus si perse nuovamente nella mente del ragazzo. Era sconvolto, le sue emozioni erano un vero caos. Quella luce tanto ardente che aveva scorto prima quando ballavano insieme si era quasi spenta! Ed era stata colpa sua. Dannazione voleva dare uno scopo al ragazzo e invece glielo aveva tolto! Motivare qualcuno non era decisamente la sua specialità anzi era totalmente negato! Doveva rimediare in qualche modo. Voleva rimediare. Così misurando attentamente le parole disse: “Non era mia intenzione prendermi gioco di te. Comprendo perfettamente il tuo particolare stato d'animo. Tutti almeno una volta hanno sofferto per questioni amorose. Il mio intento era unicamente quello di restituiti quel dannato libro a cui sembravi tanto affezionato, solo comprenderai che non desideravo che tu scoprissi che ero stato io a rendertelo. Ho una reputazione e un ruolo da difendere”. Così estrasse dalla tasca il volume, lo ingrandì e lo scaraventò nella mani del Grifondoro. “Ecco prendi”

“E cosa dovrei farci adesso? Se lei è veramente il principe allora... Lei mi odia. Io... Dio, come ho potuto essere così stupido? Perchè mi sono fidato? Avrei dovuto capirlo che c'era sotto qualcosa. La gente si avvicina a me solo perchè sono il dannato prescelto, quindi o per la mia fama o per uccidermi. Perchè ho creduto che stavolta sarebbe stato diverso?” Stupido! Sei un vero stupido!

“Smettila, il vittimismo non ti si addice, Potter”

“Io volevo solo...” Harry voleva odiare Piton, ma quelle parole erano state stranamente confortanti. Molto più simili a quelle che avrebbe pronunciato il suo principe invece di quelle del suo insegnante più odiato.

“So cosa desideri, l'ho letto in quelle poche pagine che hai scritto e lo hai esternato più di una volta stanotte. Un giorno non lontano, troverai ciò che stai cercando così disperatamente”. Dopo un attimo di silenzio si costrinse ad aggiungere “Non era mia intenzione causare questo genere di disagio .”

Harry voleva disperatamente credere alle sue parole, perchè questo nella sua testa poco lucida, voleva dire che il principe non lo aveva preso in giro. “Io vorrei che tutto questo non fosse successo. Vorrei solo riavere il mio principe. Anche sapendo che è lei” e in un momento di follia, baciò di nuovo l'uomo.

La prima cosa che percepì fu l'umidità sulle guance del ragazzo. Stanotte Potter lo aveva baciato tre volte: la prima in maniera timida e gentile, la seconda furente e appassionata e la terza disperata. Stavolta però a differenza della altre due non si ritrasse e non lo allontanò.

Quando si rese conto di ciò che aveva fatto si allontanò come se fosse stato schiaffeggiato “Io... Io Merlino sto impazzendo! Perchè non mi ha fermato?”

“Sei solo sconvolto e in gran parte è per “merito” mio”. Rispose Severus.

“Lei... Io...Noi...” e iniziò ad iperventilare “Merlino santissimo...”

“Calmati.”

“No, lei non capisce... mi è piaciuto! Oh Dio...l'ho detto ad alta voce, vero?”

“Sei un adolescente in piena crisi ormonale è del tutto normale. Adesso calmati”

“No...NO! Oh santissimo Merlino” Non mi è piaciuto baciare Cho, ok ma lei era una ragazza! Ma nemmeno con il Tassorosso e lui era carino! O Meglio con lui un pochino sì, ma con...Oh Godric Divino! Non riusciva nemmeno a pensarlo. Con il principe..con Piton invece sì! Ok sono impazzito!

Il ragazzo era nel panico! Forse avrebbe dovuto stordirlo. Così almeno avrebbe smesso di farneticare cose incomprensibili. Era evidente che anche stavolta aveva sbagliato il suo approccio. Ma che diavolo avrebbe dovuto fare? Era stato duro e non aveva funzionato .Era stato comprensivo e aveva peggiorato le cose. Merlino gli era testimone avrebbe preferito trovarsi al cospetto dell'Oscuro in questo momento, almeno lì sapeva perfettamente come comportarsi. In tutti gli anni in cui aveva insegnato al castello mai si era trovato in una situazione così imbarazzante.

“Potter...POTTER!”

Il ragazzo sentendo gridare il suo nome, si fermò.

“Siediti”. Vedendo che non obbediva aggiunse “Potter siediti subito o Salazar mi è testimone, ti incollo al suolo!”

“Non posso stare seduto! Ho bisogno di...aria!”

Severus a quel punto lo afferrò per un braccio e lo mise a sedere, poi fece altrettanto.

“Guarda il lago Nero e respira lentamente”

“No.. io”

“Ascolta solo la mia voce. Respira. Inspira, conta fino e tre e poi espira. Lentamente così...”

Dopo un paio di minuti il Grifondoro sembrava essersi calmato. Lo vide cingere le ginocchia che aveva tirato al petto. “Perchè mi ha aiutato? Credevo che il suo scopo fosse quello di vedermi ridotto in miseria. Oggi ho decisamente toccato il fondo.”

“I pregiudizi spesso ci inducono a credere cose non vere” rispose Severus mentre osservava la superficie del lago.

“Questo vuol dire che ha cambiato idea su di me?”

“Alcune ...forse” rispose Piton ghignando. Il ragazzo non è così insopportabile dopo tutto, rimane una testa di legno impulsiva ma non è affatto come suo padre.

“Potrebbe togliersi quella maschera adesso?”

Non si era nemmeno reso conto di indossarla ancora. Così afferrò la bacchetta e sibilò “Evanesco”.

Harry fissò il volto del ragazzo che gli sedava accanto. Non era esattamente come quello che aveva visto nei ricordi dell'uomo l'anno precedente. Il suo naso era dritto e un po' più piccolo, il che rendeva i suoi lineamenti più aggraziati. Era...carino. La sua espressione non era arcigna e segnata come quello di Piton.

“Ora cosa succederà?” chiese Harry mentre giocherellava con le dita.

“Ora torneremo al castello e fingeremo che tutta questa storia non sia mai accaduta Potter”.

“Ma è accaduta! Io non sono sicuro di poterlo... dimenticare”.

“Lo farai, con il tempo”.

Facile per lui dirlo. Sono io quello che è innamorato di ...cosa ? Dell'idea di quello che è stato in passato? Del suo se più giovane? Di una parte che è nascosta dentro di lui? Può anche essere gentile se lo vuole e molto affascinante e sexy... No, non devo pensare a queste cose! E' Piton, è vecchio, ma è anche il principe.

“Potter...POTTER!”

“E'...sì... cosa?” quando si voltò, vide che Piton era di nuovo... Piton. “Quando lo ha fatto?”

“Mentre tu sognavi ad occhi aperti. Dovresti perdere questa tua cattiva abitudine.”.

Gli occhi del principe sul volto di Piton. Era sicuro che dopo stanotte non sarebbe mai più riuscito a vedere l'uomo di fronte a lui solo come un bastardo insensibile. Arrossì all'idea di sapere com'era baciare Severus Piton.

Il ragazzo era un vero disastro. Le sue emozioni erano stampate sul suo viso a chiare lettere. Anche se non avesse parlato con nessuno, prima o poi qualcuno che lo conosceva bene avrebbe capito che era accaduto qualcosa di strano tra loro. La Granger, tanto per fare un esempio, o Silente, ipotesi ben peggiore. Era certo che Potter aveva rivalutato la sua opinione su di lui e non sarebbe mai riuscito a tenerlo nascosto.

“Spero che ti sia chiaro che le informazioni che abbiamo appreso entrambi sul conto l’uno dell'altro, come tutto ciò che è accaduto stanotte, deve restare un segreto per chiunque. Nulla deve differire nel nostro comportamento”.

“Chiaro. Ma qualche volta, quando siamo soli, lei potrebbe...” Potrebbe cosa? Invitarmi a fare una passeggiata? Essere più carino? Baciarmi? Merlino sono pazzo!

“Potter la nostra tregua finisce ora. Una volta tornati al castello, sarà tutto esattamente com'è sempre stato. Tu l'insopportabile Golden Boy e io il malvagio pipistrello dei sotterranei. Sì, sono a conoscenza dei fantasiosi nomignoli che mi avete affibbiato”. Poteva vedere la tristezza negli occhi del ragazzo. Merlino odiava essere lui a causare quello sguardo, ma era necessario, per il suo ruolo di spia, per la sicurezza di Potter e per stroncare sul nascere le ridicole fantasticherie del Grifondoro nei suoi confronti.

“Mi mancherà molto. Lei...ehm... lui, il principe...sa, era confortante sapere che c'era qualcuno un po' come me”.

Severus chiuse gli occhi, sapeva cosa intendeva il ragazzo. La solitudine era una cattiva consigliera. “Potter hai i tuoi amichetti, parla con loro come hai fatto con lui in quelle lettere e in breve tempo tutta questa faccenda sarà solo un ricordo.”

“Loro non capirebbero. Hanno le loro famiglie amorevoli a supportarli ad amarli, un destino libero da Vold...da Tu-sai-chi. Io invece no e neppure lei lo aveva. Ora le cose che ho letto hanno tutto un altro significato”. Harry a quel punto si avvicinò all'uomo, chiuse gli occhi e iniziò a parlare vicino al suo orecchio. “Grazie per aver reso meno difficili questi mesi, non so come avrei fatto senza di te. Mi mancherai da morire. Voglio dirti che anche adesso che ho scoperto chi sei... quello che provo per te, non è poi così diverso. So che sembra assurdo eppure è così. Addio mio principe...Io...vorrei solo...”

Il discorso del ragazzo lo aveva colpito. Non avrebbe potuto lenire quel dolore nelle vesti di Severus Piton, ma c'era una cosa che poteva fare e l'avrebbe fatta.

Strinse il ragazzo a se “Un giorno troverai quello che stai cercando Potter...ti basterà guardare nel posto giusto la prossima volta” Poi afferrò la bacchetta, la puntò alla tempia del ragazzo-sopravvissuto e mormorò “Oblivion”.

Lentamente tutti i ricordi di quella serata svanirono o furono manipolati, uno dopo l'altro. Severus entrò nella mente del ragazzo, per accertarsi che l'incantesimo non creasse alcun danno. Solo in quel momento comprese quanto i sentimenti di Potter per lui, fossero profondi. Al ragazzo davvero non importava che lui fosse il principe. Quella piccola apertura che aveva manifestato nei suoi confronti aveva creato una sorta di comprensione e aveva mitigato quasi 6 anni di incomprensioni e pregiudizi. Sciocco ragazzo sentimentale!

Quando Severus uscì dalla mente del Grifondoro si sentì profondamente soddisfatto del suo lavoro. Potter avrebbe ricordato di aver incontrato alla festa, un ragazzo carino con il quale aveva avuto una semplice e comune avventura di una notte. Nulla di più. Aveva inoltre impiantato dei falsi ricordi nella sua testa. Così avrebbe ricordato di aver preso l'antidoto per l'amortenthia, inviatogli a nome suo per mezzo di un elfo domestico, che lo aveva costretto di prepotenza a bere la fiala, e di aver recuperato il suo beneamato libro grazie all'informazione ricevuta dallo stesso elfo, il quale gli avrebbe comunicato per errore che sarebbe rimasto lontano dal castello per l'intero weekend.

Tutto era sistemato. Potter avrebbe avuto di nuovo il suo libro e le sue fantasticherie sul suo amato principe a dargli conforto. Questo era davvero tutto quello di cui aveva bisogno. Decise che non si sarebbe più intromesso nella vita privata del ragazzo nel tentativo di aiutarlo, vista la disastrosa esperienza.

Quando lo scostò, lo guardò un ultima volta in quegli occhi smeraldini e disse “Adesso, puoi tornare alla torre Potter. Riposa. Ti aspettano giorni difficili in futuro. Sappi che in un modo o nell'altro il principe Mezzosangue veglierà su di te, sempre”.

FINE

 

 

 

 

Angolino dello scribacchino:

Eccoci qua, maghi e streghe di ogni età e regione! In questi tempi bui, in cui un l'epidemia di corona virus sta infettando il mondo. Io ho cercato di trovare un lato positivo, sono rinchiusa in casa e quindi sono riuscita a terminare dopo tanto tempo questa mia breve avventura!

Immagino che il finale sia stato leggermente inaspettato, per alcuni di voi. In realtà lo è stato anche per me. Ho cambiato idea molte volte e alla fine questa è la versione che ha prevalso. So per certo che alcune delle persone che mi seguono (...Tassorosso, ne me ne vogliano i membri della casa della prof.ssa Sprout, ma se fosse per voi tutte le storie finirebbero in modo sdolcinato) si aspettavano un happy ending. Spero vi sia piaciuta comunque e che nonostante la cattiveria della Vostra Lady, decidiate di lasciare comunque un commentino. 
Date sfogo alla vostre idee!

Un abbraccio più virtuale del solito date le circostante e mi raccomando restate tutti a casa a leggere!

LadyV

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Capitolo 11
*** Il Ballo - seconda parte - CAPITOLO BONUS SECONDO FINALE ***


Capitolo 10 -Il ballo Seconda parte-

secondo finale

 

 

Angolino dello scribacchino:

Buongiorno a tutti,

Visto che stiamo vivendo momenti difficili in questi giorni in cui siamo costretti: a stare a casa, a cambiare le nostre abitudini, che siamo scombussolati a causa dell'epidemia e che mi avete scritto in tanti piagnucolando che il precedente finale era:

bello ma triste.... (commento Corvonero, perchè la fan che lo ha fatto non ha pianto e ha cercato di convincermi perchè era meglio un altro finale)

bello ma che vi ho fatto piangere per ore... (commento dei Tassorosso)

bello ma come ho potuto obliviare Potter... (commento dei Grifondoro)

ma soprattutto perchè avevo il sospetto che qualcuno di voi, avesse assoldato i 4 cavalieri dell'apocalisse per farmela pagare, ho deciso di postare anche il finale che avevo scartato. (strategia Serpeverde :) )

Premesso questo...NON VI CI ABITUATE! Siete stati fortunati stavolta e potete leggerlo solo perchè lo avevo già scritto e devo avvisarvi che comunque non è proprio un vero Happy Ending, ma più Happy del primo ahahaha :)

Bene detto questo buona lettura e RECENSITE! (anche il capitolo precedente...non fate i furbetti!). Questo Bonus infatti esiste solo grazie a coloro che hanno fatto sentire la loro voce.

Un abbraccio

la Vostra LadyV o Lady Soul (il mio nuovo nome)

 

 

 

 

 

.... il Principe Mezzosangue”


 

Non appena quelle parole uscirono dalle labbra del Serpeverde, il suo cuore iniziò a battere all'impazzata e si rese conto di aver smesso quasi di respirare. Un enorme sorriso genuino abbellì il viso del Grifondoro. “S-sei davvero... tu” lo sentì mormorare con un sussurro così lieve, che era stato quasi impercettibile.


 

Severus non aveva mai visto quegli occhi smeraldini scintillare con tanta intensità. Per un attimo anche il suo cuore perse un battito. Se solo Lily lo avesse guardato almeno una volta con quello sguardo. In effetti nessuno lo aveva mai guardato con tale adorazione. Che diavolo stava pensando? Era Potter...Harry Potter! Poco più di un ragazzino e non uno qualsiasi, un impulsivo Grifondoro, il figlio di Lily e di quel bastardo di James Potter e infine il prescelto che doveva annientare il Signore Oscuro. Si schiarì la gola cercando di riportare sotto controllo i suoi pensieri.

Harry era rimasto imbambolato a fissare “il suo principe”. Santo Godric, ho passato settimane intere a pensare a lui ed ora eccolo proprio qui, davanti a me. Dio è così sexy, misterioso, forte, sicuro di se. Adesso voglio proprio sapere tutto di lui! Merlino, sono talmente emozionato che non so nemmeno cosa dire. Oh! Vorrei che lui capisse quanto significa per me...

“Occhi di smeraldo, sei tra noi comuni mortali? Se hai di meglio da fare posso tornare più tardi” disse Severus con fare divertito.

“No...cioè…sì, ci sono. Ci sono. E' solo che mi si è seccata la gola. Ti va di prendere un altro dirnk?” disse accennando un timido sorriso.

Severus annuì, anche se in realtà avrebbe voluto bere qualcosa di molto più forte: un Cognac o un whisky d'annata, invece di un punch analcolico. La serata si stava rivelando piuttosto lunga e non aveva ancora trovato un modo efficace per restituire il libro a Potter. Così, quando il Grifondoro gli porse il calice. lo afferrò e, senza prestargli la minima attenzione, lo bevve tutto d'un fiato. Di certo il liquido rossastro non era appagante come un buon liquore, ma il mix fruttato con l'aggiunta di un po' di zenzero e una componente frizzantina, almeno, era fresco e dissetante.

Severus sgranò gli occhi mentre realizzava che il precedente punch non aveva una componente frizzante! Un istante dopo aver formulato quel pensiero, sentì i muscoli dei polpacci rilassarsi seguiti da quelli delle cosce! Dannazione...c'è una pozione! Chiuse gli occhi, si concentrò sul retrogusto che aveva in bocca sapendo che aveva davvero poco tempo. Zenzero, mirtilli...un vago sentore di anice stellato, la componente frizzantina è un distillato di foglie di rabarbaro essiccato. Gli effetti veloci e il rilassamento muscolare indicano che sicuramente è...una pozione d'amore! Alzò immediatamente le barriere occlumantiche, cercando di creare una sorta di scudo attorno ai suoi pensieri e ricordi, un po' come faceva quando veniva convocato dal Signore Oscuro, in modo che, se non fosse stato in grado di controllarsi, almeno non avrebbe rivelato a Potter la sua vera identità o peggio il suo vero aspetto.

L'Amortenthia che aveva colpito il Golden Boy in classe, infatti, aveva un funzionamento particolare, si attivava unicamente riconoscendo l'oggetto del suo desiderio. Così quando si era svegliato in infermeria e lo aveva guardato si era verificato una sorta di imprinting nel ragazzo, ma probabilmente la pozione che invece aveva appena ingerito lui, era un comune filtro d'amore e lo avrebbe reso totalmente incapace di intendere e di volere. Chiuse gli occhi cercando di contrastare l'effetto con ogni oncia di volontà che possedeva, ma ormai era troppo tardi. Il pozionista era consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscito ad uscire da quella sala prima che la pozione offuscasse la sua coscienza. Santissimo Salazar aiutami …

Harry vide il principe impallidire all'improvviso. “Va tutto bene?” invece di una risposta vocale il Serpeverde oscillò.
“No... bere... pozione!” riuscì a sillabare con fatica.

“Ehi, va tutto bene?” ripeté il moro mentre lo afferrava per la vita, facendo cadere il suo bicchiere sul pavimento ancora pieno.

Severus riaprì gli occhi, la prima cosa che vide furono un paio di splendidi occhi smeraldini che lo fissavano. Sembravano così familiari, non sapeva a chi appartenessero, l'unica cosa che gli era chiara era che li desiderava, li voleva per se. Erano la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua.

“Ehm Principe, va tutto bene? Di colpo sei diventato così pallido che...”

Il Grifondoro non riuscì a finire la frase perchè il Serpeverde lo attirò a se, gli sollevò la testa e lo baciò con passione.

Quel bacio era stato così improvviso, intenso e assolutamente meraviglioso. Era stato baciato e aveva baciato prima d'ora, ma questo era diverso. Era stato coinvolgente, avvolgente. L'unica parola che gli girava per la testa era, perfetto. Gli era piaciuto.
Quando il Serpeverde si allontanò, Harry arrossì. “I-Io... non credevo che tu...”

Il giovane dagli occhi di ossidiana si avvicinò nuovamente e bisbigliò sottovoce “ Ti desidero, come se tu fossi l'acqua fresca e io un assetato nel deserto. Sii la mia acqua occhi di smeraldo”.

Il suo cuore aveva smesso di battere e a breve sarebbe morto d'infarto, ne era certo! Non può essere vero! Io ho sognato questo momento per così tanto tempo e ora lui...oh Merlino è così sexy! Harry chiuse gli occhi, si sentiva travolto da un mare di emozioni. Per la prima volta dopo mesi si sentiva di nuovo vivo. Non dovrei assecondarlo, ha detto che c'era una pozione, eppure... voglio che mi baci ancora e ancora.

“Vieni occhi di smeraldo!”. Severus prese la mano di Harry e poi lo trascinò nel corridoio.

“Dove stiamo andando? Non sei in te! Hai bevuto una pozione, dobbiamo dirlo a qualcuno!”

Severus si voltò, lo attirò a se, lo baciò di nuovo e poi gli sussurrò “In un posto in cui posso dissetarmi di te”.

Harry chiuse gli occhi. Merlino desiderava più di ogni cosa stare con il principe, ma voleva che fosse così? Voleva che fosse a causa di una pozione? Eppure non sembrava fuori di testa come Ron, quando Romilda Vaine gli aveva regalato i cioccolatini e nemmeno come la sua descrizione fatta da Hermione, quando vedeva Piton. Il principe sembrava solo più sciolto e disinibito, non un fantoccio senza volontà.

Mentre rifletteva su cosa fare, si sentì afferrare per la vita e poi una voce suadente sussurrò nel suo orecchio “Basta con i se e con i ma. Posso sentire la tua esitazione e credimi è infondata. Smettila di essere così tremendamente Grifondoro. Io al tuo posto non avrei indugiato un solo istante. Se i nostri ruoli fossero invertiti...saresti già senza tutti quei vestiti addosso”.

Sentì una vampata di calore invaderlo. Merlino dovrei dirlo a qualcuno e fare la cosa giusta ma...è così eccitante che...

“So che una parte di te mi desidera. Lo sento. Tutto il tuo corpo lo sta praticamente urlando”. Severus allora afferrò Harry per la nuca e iniziò a baciarlo appassionatamente e quando liberò le sue labbra aggiunse “...ascoltati” e poi fece scivolare la sua mano sinistra lungo la schiena di Harry che si fermò sull'attaccatura delle sue anche.

Oh Dio...

Purtroppo Harry non riuscì né a pensare né ad ascoltarsi, perchè la sua attenzione fu completamente monopolizzata dal suono dei fischi e dai troppi commenti imbarazzanti fatti dagli studenti che erano presenti in sala a pochi passi da loro.

...Oh! Hai visto quei due! Che sfacciati!...

...Ma quello non è Potter? E quello che sta con lui chi è?...

“Harry con un ragazzo? Perché non ci ha detto niente? Vedere... spostati che voglio vedere!”

“Ron smettila di spingermi! Non è educato spiare il tuo migliore amico! Ci racconterà tutto domani!”

...Perché qualcuno vorrebbe uscire con quello sfigato dello sfregiato?...

...Si vai così Harry! Vuoi che ti scatti una foto ricordo?...

Voleva sprofondare.

Perché qualsiasi cosa facesse doveva diventare di dominio pubblico? Doveva andarsene! Così afferrò la mano del principe e iniziò a camminare verso l'uscita della sala Grande, con un andatura quasi frenetica.

“Sc-scusali. Sono degli idioti! Tutti quanti, perfino i miei così detti amici!” riuscì a biascicare mentre cercava un posto tranquillo qualunque. L'unica cosa che desiderava era che fosse lontano da occhi e orecchie indiscrete. Alla fine si ritrovò al terzo piano, davanti al corridoio dove era situato l'accesso alla stanza delle necessità. Lasciò andare a malincuore la mano del principe per effettuare i tre consueti passaggi davanti al muro, quando vide apparire la porta, si affrettò ad entrarvi trascinando con se il Serpeverde, poi la richiuse in tutta fretta, sperando che nessuno li avesse seguiti.

Era ancora girato di spalle con la fronte appoggiata al legno scuro che farfugliava frasi incomprensibili...Che figuraccia! Domani ne parleranno tutti!... quando sentì delle mani cingergli la vita e delle labbra appoggiarsi sul suo collo.

Fremette sotto quel tocco inaspettato.

“Vedo che hai finalmente deciso di abbandonare i tuoi tentennamenti, occhi di smeraldo” sussurrò con malizia nell'orecchio di Harry.

“C-Cosa?” rispose sorpreso di rimando il Golden Boy. Quando si voltò, capì il perchè di quel commento.

La stanza delle necessità aveva assunto l'aspetto di un enorme camera da letto, che includeva un salottino con una chez long, molti cuscini, degli eleganti e comodi tappeti, il tutto era scarsamente illuminato fatta eccezione per il bagliore emesso dalle fiamme che scoppiettavano in un grande camino. Era tutto molto romantico. Sembrava il posto perfetto per...passare un'ardente notte d'amore!

“I-io...ecco non...è co-come sembra...”

Severus mise il suo braccio sinistro a fianco al collo di Harry, poi avvicinò lentamente il suo corpo a quello del Grifondoro. “Davvero? Mio candido Grifondoro...Non fare l'innocentino con me. Conosco le proprietà di questa stanza...esaudisce i tuoi desideri. Mi desideri, occhi di smeraldo?”

Harry fece un respiro profondo. Non è in se... non è giusto approfittare di lui in questo modo ma...Santo Godric, se non la smette mi farà impazzire e finirò per saltargli addosso.

“Sai c'è un detto babbano che dice “ogni lasciata è persa”. Non è meglio pentirsi di aver fatto qualcosa piuttosto che rimpiange di non averla fatta?”

La determinazione di Harry nel fare la cosa giusta era ormai giunta al limite e il principe non stava affatto aiutando! No...no...non è in se...pensa ad altro...pluffa, bo-boccino, Nimb-us...

“E' inutile resistere...” sospirò Severus mentre gli baciava il collo e risaliva verso la mandibola.

“Sei teso come la corda di uno strumento che brama solo di essere suonato...e allora sii il mio violino”

 

La voce suadente del principe era così paradisiaca che quando il Serpeverde gli diede un lungo e appassionato bacio, tutte le sue indecisioni andarono a farsi benedire! Così afferrò a sua volta il volto del ragazzo dagli occhi d'ossidiana e iniziò a baciarlo.

Nel giro di pochi istanti, l'atmosfera tra i due giovani si era fatta incandescente. Le mani di entrambi erano perennemente sul corpo dell'altro con il solo intento di accarezzare, sfiorare, dare e ricevere piacere. Le loro bocche e i loro corpi si intrecciarono e per il resto della notte. Si amarono con dolcezza e passione senza risparmiarsi. Molte parole furono sussurrate, molti gemiti furono emessi e alla fine, esausti, ma ampiamente soddisfatti si addormentarono davanti al camino.

 

SSS

 

 

La testa gli doleva.

Socchiuse gli occhi e quel poco di luce che filtrava attraverso le palpebre semi aperte lo fece trasalire. Attese che i suoi sensi si adattassero e poi lentamente si mise seduto. A quel punto si rese conto che anche la sua muscolatura era piuttosto rigida. Quando la coperta gli scivolò di dosso, rabbrividì. Abbassò lo sguardo e … Ma che diavolo! Perché diamine sono...nudo? E soprattutto dove mi trovo? Si guardò intorno, quell'ambiente non gli era affatto familiare. Poi sentì un mugolio vicino a lui, troppo vicino! Abbassò lo sguardo e notò che sotto la parte restante della coperta color panna, sbucava una zazzera di capelli castano scuri. Oh Santissimo Salazar! Si era ubriacato in qualche taverna ed era finito a letto con qualcuno? Eppure non ricordava di essere uscito dal castello, avrebbe dovuto incontrare Potter per restituirgli il libro e... un orribile sospetto attraversò la sua mente.

Ma non poteva essere accaduto...

“M-io principe...” bofonchiò una voce fin troppo familiare.

Sì, a quanto pare era accaduto!

Scattò in piedi e grazie a quel movimento repentino la coperta scivolò lontano dal misterioso amante, svelando e confermando in maniera inconfutabile la sua identità. Harry dannatamente-nudo-come-un-verme-Potter!

Salazar divino, che cosa ho fatto? Ho approfittato del ragazzo?

Doveva assolutamente sapere cosa fosse successo! Così lanciò un incantesimo soporifero su Potter, gli afferrò la testa, gli aprì gli occhi ed entrò nella sua mente. Attraverso i suoi ricordi vide ciò che era accaduto dal punto di vista del ragazzo.

...Il loro incontro...il ballo...la pozione...i loro flirt...e tutto il resto...

Non c'era stato nessun tipo di forzatura. Si sentì immediatamente sollevato. Potter desiderava ardentemente ciò che era accaduto tra loro, lo aveva vissuto come se fosse stata la cosa più bella che gli fosse accaduta fino a quel momento e, mentre guardava le espressioni dipinte sul suo stesso volto, si rese conto che non era dispiaciuto affatto nemmeno a lui.

 

Le sue notti amorose erano sempre state fugaci e condivise con dei partner occasionali, ma Potter era diverso. Non era il tipo da sesso occasionale. Lui era uno sciocco ragazzino sentimentale, uno di quelli che crede nell'amore. Doveva inventarsi qualcosa e in fretta, prima che il ragazzo si svegliasse.

Chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie per evitare che il suo mal di testa latente riaffiorasse. Il suo piano iniziale era miseramente fallito.

Possibile che ogni volta che il ragazzo era coinvolto le cose prendevano sempre una piega del tutto inverosimile? Orribile? Assurda?

Merlino Santissimo, era stato a letto con un dannato Potter! E gli era anche piaciuto! Questo era l'inizio della fine...un chiaro presagio che l'apocalisse ormai era vicina ed inevitabile! Perfetto si disse, così almeno non si sarebbe mai dovuto preoccupare delle conseguenze delle sue folli e malsane azioni.

Decise di mettere da parte quella linea di pensieri, perchè altrimenti lo avrebbero condotto in un solo luogo: al San Mungo, reparto malattie mentali... e alla fine si sarebbe ritrovato a condividere la stanza con quell'idiota di Allock!

Sospirò.

Era inutile rimuginare su ciò che era successo e poi era stato sotto l'effetto della pozione. In ogni caso aveva raggiunto il suo scopo, motivare Potter. Così si mise all'opera nel tentativo di trarre il massimo vantaggio dagli avvenimenti accaduti solo poche ore prima.

 

SSS

 

Sentì un leggero torpore che coinvolgeva tutta la sua muscolatura. Si stiracchiò come un gatto sornione dopo un lungo pisolino. Aprì gli occhi, non era alla torre ma dove si trovava? La stanza delle necessità! Oh Godric divino...il principe! Aveva fatto l'amore con il Principe per tutta la notte!

“Principe? Ci sei?”

Nessuna risposta.

“Ehi... principe?”

Nessuna risposta.

Rimase profondamente deluso. Era consapevole che il principe avesse ingerito una pozione e che quello era l’unico motivo per il quale avevano trascorso una fantastica notte d'amore insieme, ma in cuor suo aveva sperato che quell'esperienza avesse significato qualcosa anche per l'altro ragazzo.

Beh a quanto pare si era sbagliato. Non dovrei essere così deluso, sapevo che non provava nulla di più di un’attrazione per me. Io invece...

Mentre si alzava in piedi per rivestirsi, vide un foglio di pergamena cadere ai suoi piedi.

 

Per il mio Grifondoro dagli occhi di smeraldo,

è con un grande senso di inquietudine che ti scrivo queste poche righe.

Se le circostanze fossero state diverse, se io fossi stato un'altra persona stamane, al tuo risveglio, mi avresti trovato accanto a te.

Ci tengo a farti sapere che quello che è successo tra noi, non è stata una semplice avventura per me, come spero non lo sia stata per te.

Per correttezza avrei dovuto dirti ieri sera che la mia la permanenza nel tuo paese era ormai giunta al termine. Ho degli obblighi e delle responsabilità alle quali non posso assolutamente sottrarmi. Vorrei poterti dire di più, molto di più, ma non mi è concesso. Troppe vite dipendono dal mio silenzio. Sono certo che comprenderai la mia posizione o almeno spero che tu faccia.

Vorrei poterti dire che ci rivedremo presto, che ti scriverò non appena mi sarà possibile, ma non è mia abitudine fare promesse che sono sicuro di non poter mantenere.

Posso assicurarti però che il ricordo di questa notte mi accompagnerà a lungo. Lo conserverò gelosamente tra quelli che mi sono più cari.

Quando il mondo magico sarà finalmente libero dalla crescente minaccia del Signore Oscuro, spero di poter fare ritorno nel mio paese.

In quell'occasione forse avrò la possibilità di rivederti e di rivelarti il mio nome. Se ciò non fosse scritto nel nostro destino, ti auguro ogni bene.

Tuo Principe Mezzosangue.

 

Ps. Mi sono permesso di evocare il mio vecchio libro di pozioni dai tuoi effetti personali. Vi avevo posto un incantesimo speciale quando ero uno studente come te, per poterlo appellare nel caso lo avessi smarrito. Ho aggiunto qualche piccola nota qua e là, per aiutarti ulteriormente nei tuoi studi. Spero non ti dispiaccia.

 

Harry strinse la lettera e se la mise sul cuore.

Non è stata solo un'avventura di una notte nemmeno per lui! Quando tutto questo sarà finito, sono sicuro che ci rivedremo! Me lo sento. A presto mio Principe!

 

FINE per la seconda volta e...

non chiedete altri finali,

perchè sono terminati come l'amuchina!

E RECENSITE!

Kiss

 

 

 

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