Una nuova speranza per i chocobo

di soffio di nebbia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1



«Prompto... lo sai che è una follia, vero?»
La voce di Gladio venne accolta dal silenzio. Prompto ignorò volutamente la sua obiezione e strinse le labbra nel tentativo di mantenere i nervi saldi mentre infilava le ultime provviste nello zaino.
«Cerca di ragionare. Quando è stata l'ultima volta che hai visto un chocobo? Io ne ho visto uno circa otto anni fa, durante una caccia, ed era già ridotto a una carcassa. Cosa ti fa pensare di poterne trovare qualcuno ancora vivo?»
Prompto richiuse la cerniera e si portò lo zaino sulla spalla, voltandosi poi verso Gladio, in piedi di fronte a lui. Poco distante, Ignis sorseggiava ebony seduto su una poltrona ascoltando attentamente la loro discussione.
«Wiz dice che forse qualche esemplare selvatico può essere sopravvissuto e secondo me ha ragione. Sono animali tosti, intelligenti, veloci... e sono anche capaci trovare dei nascondigli impensabili... per questo nessuno ne ha più visto uno»
«Prompto...»
Gladio si avvicinò e appoggiò una possente mano sulla spalla del più giovane, guardandolo dritto negli occhi..
«C'eri anche tu quando abbiamo cercato di aiutare Wiz a trasferire i suoi chocobo qui a Lestallum. Hai visto anche tu come è finita»
Il biondo pistolero sospirò. Per un lungo momento non disse nulla e punto lo sguardo al pavimento sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di far capolino agli angoli degli occhi.
Lo ricordava bene quel giorno. Un daemon imponente aveva attaccato e l'intero ranch era stato spazzato via come un castello di carte. Wiz si era salvato per miracolo ma la maggior parte dei chocobo erano stati uccisi sul colpo. Un piccolo gruppo, però, sembrava essere riuscito a disperdersi...
«Alcuni di loro sono riusciti a fuggire. Forse...» biascicò Prompto, accorgendosi di colpo che stava cercando di convicere soprattutto se stesso.
«Non ci sono solo i daemon da considerare. Il cibo scarseggia, la carne è un bene prezioso e ci sono tanti cacciatori...»
Si bloccò nel momento in cui vide gli occhi di Prompto fissarsi di colpo nei suoi, un'espressione sconvolta sui tratti del volto cosparso di lentiggini.
«Gladio, come ti viene in mente?! Nessuno farebbe mai una cosa del genere!» esclamò.
Di fronte a quella tenace negazione di un'evidenza che era sotto gli occhi di tutti, Gladio non poté far altro che tacere. Era inutile.
«Iggy! Diglielo anche tu!» continuò Prompto.
Ignis appoggiò la tazza di ebony sul tavolino di fronte a lui, lo sguardo cieco fisso su un punto indefinito del pavimento.
«L'istinto di sopravvivenza può spingere ad azioni altrimenti impensabili, Prompto, perfino a nutrirsi della carne dei propri simili»
Un brivido di disgusto percorse la schiena di Prompto nell'ascoltare le parole di Ignis.
«Illudersi è peggio» riprese Gladio «Lo so che è dura, ma è meglio se affronti subito la realtà»
Prompto si morse le labbra.
«Però...» la sua voce rischiava di spezzarsi da un momento all'altro «Se quello che dici è vero, a me che cosa resta?»
A quella domanda, pronunciata col cuore a pezzi, Gladio tacque.
Sia lui che Ignis potevano solo immaginare come potesse sentirsi il più giovane. Tutti loro, per quanto impegnati a lottare giorno dopo giorno per la sopravvivenza nell'arco dei dieci anni di tenebre e successivamente impegnati nella ricostruzione di Insomnia, erano riusciti a mantenere una propria dimensione individuale che offriva loro non solo un rifugio ma anche una ragione strettamente personale per continuare a vivere nei momenti di crisi.
Ignis aveva la cucina e, sebbene la scarsità di materie prime aveva messo a dura prova le sue doti culinarie, aveva sempre dato tutto se stesso in ogni piatto, regalando piccoli momenti di gioia alle persone che lo circondavano. Tutti dicevano che avrebbe dovuto aprire un ristorante e lui, adesso che la luce era finalmente tornata sul mondo e la ricostruzione di Insomnia procedeva a gonfie vele, stava iniziando a valutare seriamente quella proposta.
Gladio aveva sempre trovato la propria ragione di vita nel culto della forza e quando i daemon avevano invaso ogni angolo del mondo la cosa più naturale per lui era stata mettersi al servizio dei più deboli. Ancora adesso nulla era cambiato e sicuramente la ricostruzione della capitale di Lucis sarebbe proceduta molto più a rilento senza di lui.
Ma a Prompto era stato tolto tutto.
Prima aveva perso Noctis che era stato l'amico più caro che avesse mai avuto e l'oggetto di tutta la sua devozione.
Poi, durante la lunga notte decennale, aveva dovuto lentamente mettere da parte la propria passione per la fotografia, perchè nei lunghi periodi di crisi non c'è spazio per gli hobby superflui: le batterie servono ad illuminare i fari delle auto e le torce dei cacciatori, così la notte è meno pericolosa. La pellicola fotografica è un ottimo combustibile e non ha senso sprecarla per imprimervi ricordi che nessuno vuole ricordare.
E poi i chocobo erano scomparsi. Prompto amava quegli animali da quando aveva memoria. Non avrebbe mai saputo spiegarne bene la ragione, sapeva solo che nei momenti di tristezza gli era sufficiente pensare al loro becco sorridente, ai loro occhi nerissimi e brillanti, ai loro movimenti goffi e fieri al tempo stesso, per ritrovare egli stesso il sorriso.
Il solo pensiero di non poterne mai più toccare uno gli era intollerabile, non riusciva ad accettare di aver perso anche quell'ultima fonte di gioia. Per questo motivo, ora, era più che mai deciso a smentire una volta per tutte le voci che davano i chocobo per estinti.
«Lo so che sembra una sciocchezza, che forse dovrei rendermi più utile in altri modi» biascicò Prompto «Però è importante per me. Lo è davvero»
E di colpo, nel silenzio che seguì, mentre era lì in piedi con lo zaino penzolante su una spalla, si sentì un completo idiota.
«Non devi giustificarti» disse allora Ignis quasi avvertendo la sua tensione «Hai dato tutto ciò che potevi in questi anni al servizio di Lucis e se adesso senti il bisogno di fare qualcosa per te stesso, non c'è nulla di cui tu debba incolparti. Gladio... se Prompto ha preso questa decisione non abbiamo il diritto di fermarlo»
Gladio incrociò le braccia al petto.
«Io lo dico per lui» disse «Se si mette subito l'animo in pace eviterà di rimanere deluso più avanti»
«Forse vale la pena tentare» continuò Ignis. A quelle parole inaspettate, Prompto alzò lo sguardo e i suoi occhi si illuminarono di colpo di curiosità.
«È vero, le probabilità di trovare qualche esemplare ancora vivo sono scarse» continuò Ignis «Però se Prompto dovesse riuscirci ne gioveremmo tutti. Faciliterebbe gli spostamenti e il trasporto di provviste e medicinali nelle zone più isolate. I rifugiati di Lestallum potrebbero tornare alle proprie vecchie case e ricostruirsi una vita con una parvenza di normalità. Non sono aspetti da sottovalutare»
Ora, a seguito delle parole di Ignis, il volto di Prompto ritraeva un tale entusiasmo che Gladio non ebbe la forza di obiettare altro.
«Certo, non hai tutti i torti, Iggy» disse.
Con la speranza di nuovo alle stelle e la consapevolezza di poter fare qualcosa di buono, Prompto agganciò una pistola e un coltello alla cintura dei pantaloni e si avviò verso la porta.
Si voltò un'ultima volta verso i propri amici e sorrise.

«Non tornerò a mani vuote, ve lo prometto!»



Note: Era da un po' che volevo scrivere qualcosa riguardo Prompto e il suo amore per i chocobo, poi mi è saltato sotto gli occhi un prompt che diceva più o meno "Prompto si rifiuta di credere all'estinzione dei chocobo". Non ho potuto far altro che prendere la palla al balzo e scrivere di getto questo primo capitolo, anche perchè è una storia mi permetterà di mettere finalmente in forma scritta il mio personale headcanon secondo cui... ok, questo immagino lo scoprirete alla fine anche se è piuttosto intuibile ^^
Non sarà una storia lunga, probabilmente si concluderà in tre, massimo quattro capitoli, ma spero che avrete modo di apprezzare comunque questa breve avventura :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2



Il viaggio verso la regione di Duscae era iniziato piuttosto bene.
«Grazie, Talcott, sei veramente gentile ad accompagnarmi per tutto questo pezzo» disse Prompto voltandosi verso il giovane alla guida del furgone.
«Figurati, è solo una piccola deviazione» rispose il più giovane «Senti, ma com'è che ti interessano così tanto i chocobo?»
Prompto fece spallucce.
«A te com'è che interessano così tanto i cactuar?»
Talcott ridacchiò.
«Ognuno ha le sue fissazioni, immagino»
Prompto sorrise di rimando spostando poi la sua attenzione sulle bestiole in miniatura che il ragazzo esponeva ancora fieramente sul cruscotto. Lo ricordava ancora bene il momento in cui, circa undici anni prima, Noctis gli aveva regalato la statuina più rara della sua collezione.
Prompto non credeva di aver mai visto un bambino più felice di quanto lo era stato Talcott quel giorno.
Come se i loro pensieri si fossero incontrati, il giovane sorrise tristemente.
«Sai, ci penso spesso a Sua Maestà Noctis» disse «Era così...»
Scosse leggermente la testa cercando il termine più adatto.
«Già...» mormorò di rimando Prompto.
Dopo qualche istante di silenzio, Talcott indicò la strada dinanzi a loro.
«Siamo quasi arrivati» annunciò.
Il panorama roccioso della faglia di Cauthess venne lentamente coperto da una vegetazione più fitta e di lì a poco il furgone iniziò a rallentare fino a fermarsi nei pressi della vecchia stazione dei chocobo di Wiz.
Prompto aprì lo sportello del furgone e balzò giù.
«Ti accompagnerei volentieri anche oltre, ma quella roba non si trasporta da sola fino ad Insomnia» disse Talcott indicando il retro del furgone ricolmo di rifornimenti.
«Hai già fatto tanto, grazie ancora» rispose Prompto «Ah! Se ti fermi ad Hammerhead ricordati...»
«Sì, di salutare la signorina Cindy da parte tua... lo so già» ridacchiò Talcott «Buona fortuna per la tua ricerca»
Prompto richiuse lo sportello e salutò l'amico con un cenno della mano mentre quest'ultimo rimetteva in moto il furgone spariva all'orizzonte.
A passi lenti, Prompto scese lungo il sentiero che portava lì dove un tempo sorgeva la stazione dei chocobo.
Era la prima volta che vi metteva piede alla luce del giorno e, al chiarore del sole, lo spettacolo era ancora peggiore di quanto ricordasse.
Quello che una volta rappresentava per Prompto un luogo di genuina felicità era ora ridotto ad un cumulo di macerie.
L'insegna "Wiz Chocobo Post" giaceva distrutta tra i mattoni e i teloni gialli del negozio. Le stalle erano ormai inesistenti.
Facendosi strada, Prompto riconobbe con fin troppa facilità alcuni frammenti biancastri dalla forma allungata cui erano ancora attaccati gli ultimi resti di un piumaggio dorato.
Degli animali cui Wiz aveva dedicato l'intera vita non restavano altro che pallide ossa.
Seppur non riuscendo a trattenere un lieve tremore delle mani, Prompto si fece forza e si mise alla ricerca di alcuni supplementi che gli sarebbero tornati utili durante la sua personale missione. Si fermò lì dove c'erano i resti di un vecchio magazzino e cominciò a rovistare tra il legname delle macerie.
Al calar della sera, Prompto era riuscito a recuperare il necessario per proseguire il viaggio. Infilò in una parte vuota della zaino alcune scorte di erba ghisal e energizzanti e si mise al collo un fischietto che fungeva da richiamo.
Infine, soddisfatto del proprio lavoro, si accampò ad un rifugio poco distante nutrendosi di alcune delle provviste preparategli da Ignis.
Mentre il fuoco crepitava davanti ai suoi occhi, Prompto cercò di non pensare agli inevitabili ricordi che quello scenario gli rievocava. Poi, però, avanzando oltre la soglia del dormiveglia, la voce di Noctis gli sembrò reale come quando aveva vent'anni.

 

I primi giorni l'entusiasmo volò alto. Prompto si spostava da una regione all'altra di Lucis esplorando in lungo e in largo le zone selvagge e nutrendosi di quello che trovava. La maggior parte delle volte prediligeva muoversi a piedi, qualche altra volta, per i lunghi spostamenti, si affidava alla gentilezza di qualcuno dei rari viaggiatori che potevano ancora permettersi un veicolo a motore.
Le prime quattro settimane passarono in fretta.
Trascorsi quattro mesi senza alcun risultato, però, il morale di Prompto cominciò a vacillare.
La tristezza cominciò a farsi largo dentro di lui insieme ad un familiare senso di inutilità che pensava di essersi lasciato alle spalle in gioventù, ma che ora tornava invece più spietato di prima.
Perso, senza alcuna strada da seguire, cominciò a porsi pericolose domande sul suo posto nel mondo.
Poi, mentre marciava distrattamente per un sentiero sopraelevato della foresta di Myrl, sentì un rumore seccò all'altezza delle caviglie e nel giro di un attimo fu strattonato verso l'alto.
Colto di sorpresa, Prompto gridò e un secondo più tardi si accorse di dondolare a testa in giù legato ad una corda che pendeva da un albero.
«Merda!» imprecò tra i denti. Qualcuno aveva deciso di piazzare delle trappole.
Il rumore di uno sparo riecheggiò in lontananza seguito da un verso che gli parve di riconoscere.
Dopo un primo momento di agitazione, Prompto respirò a fondo cercando di riflettere sul da farsi.
La corda poteva tagliarla con facilità, ma il sentiero lungo cui si trovava era affiancato da un pericoloso strapiombo. Gli sarebbe bastato sbagliare di pochi centimetri il punto di atterraggio per cadere nel vuoto.
Prima di tutto doveva cercare di raggiungere un punto sicuro, quindi iniziò a darsi alcune spinte per dondolare verso l'interno. Afferrò il coltello dalla cintura e concentrò la forza sugli addominali per sollevarsi verso le caviglie. Con un colpo secco incise la corda che legava, ma si accorse subito che un solo taglio non sarebbe stato sufficiente.
Riprese a dondolarsi e si risollevò verso l'alto buttando fuori aria dalla bocca.
Un improvviso rumore proveniente dalla fitta vegetazione lo fece deconcentrare e il coltello gli sfuggì dalle mani.
Prompto imprecò di nuovo. Intanto delle voci confuse cominciarono giungere alle sue orecchie, sempre più vicine, insieme al suono di foglie secche e rami spezzati.
«Oh, ma guarda un po' che strana bestiola abbiamo catturato!»
Prompto si voltò di scatto in direzione della voce. Due uomini armati di fucile lo stavano guardando con aria divertita. Il sorriso sulle loro labbra non prometteva niente di buono.
«Mi dispiace» disse Prompto, cercando di essere diplomatico «Ero sovrapensiero e non ho guardato dove mettevo i piedi, ma giuro che non l'ho fatto apposta»
«Sarebbe preoccupante il contrario» ironizzò il secondo uomo «Sei un cacciatore?»
«Cosa? No no! Io...»
«Se non sei un cacciatore allora che ci fai qui?»
«Se mi fate scendere posso spiegarvi tutto» riprese Prompto «Sto solo cercando dei chocobo, nient'altro...»
Il primo cacciatore gli si avvicinò di qualche passo e senza dire una parola gli appoggiò una mano sulla schiena, dando una leggera spinta. La corda si mosse e Prompto cominciò a ondeggiare. Lentamente. Pericolosamente. Il cuore del biondo cominciò a battere più velocemente.
«Bestie rare i chocobo» disse il cacciatore «Ce ne è appena sfuggito uno, ma non deve essere andato molto lontano»
Nonostante il sudore che cominciava ad imperlare la sua fronte sentendosi andare avanti e indietro tra le rocce e il precipizio, Prompto non poté evitare di sgranare gli occhi, incredulo.
«Che cosa?!» Prompto era incredulo «Dove l'avete visto? Da che parte è andato?»
Il cacciatore si spostò sotto di lui e raccolse il coltello che era caduto in precedenza dalle mani di Prompto. Lo osservò attentamente, come se si trattasse di un oggetto raro.
«È il simbolo della vecchia Guardia Reale» disse tra sé spostando finalmente la sua attenzione sugli occhi dell'uomo appeso a testa in giù davanti a lui «E così eri anche il lecchino di Re Regis e di quell'altro smidollato di suo figlio?»
Nonostante Prompto non avesse idea di dove l'uomo volesse andare a parare con quel discorso, di colpo si irrigidì stringendo i pugni.
«Non ci provare» disse tra i denti.
Il volto del cacciatore si fece più serio. Con il pugnale iniziò a recidere la corda che imprigionava Prompto e intantò continuò a parlare:
«Voi di Insomnia vi siete rifugiati per anni dietro quella vostra barriera e avete abbandonato il resto di Lucis al suo destino. Avete servito un re che sarebbe stato pronto a cedere le nostre case all'Impero pur di salvare se stesso, ma adesso che vi fa comodo vi prendete la libertà di invadere i nostri territori?»
Prompto iniziò ad agitarsi nel tentativo di allontanare i suoi aguzzini.
«Tu non hai idea di cosa stai parlando, fammi scendere!»
In tutta risposta venne colpito al volto da un manrovescio che fece balenare un lampo davanti ai suoi occhi.
Poi, mentre i suoi occhi rimettevano a fuoco, Prompto si accorse che il cacciatore stava puntando il coltello contro il suo viso.
«Questo è il nostro territorio di caccia»
Con un ultimo movimento secco, il cacciatore recise di netto la corda.
Prompto gridò cadendo nel vuoto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3



«Ehi, Noct... ci pensi mai a come sarebbe se le cose fossero andate diversamente?»
Prompto sorrideva, inspiegabilmente felice mentre allungava del mangime verso il piccolo chocobo nero che lui e gli altri erano riusciti a salvare prima ancora che nascesse.
Il pulcino beccò felice dalla sua mano.
Prompto si voltò verso il recinto del rifugio di Wiz dove riposavano gli altri uccelli. Noctis rideva mentre cercava di porgere delle foglie d'erba al più ribelle degli animali.
«Non ti viene mai voglia di tornare indietro a quando tutto era al suo posto?»
Noctis lo guardò con un sorriso disteso. Una luce serena brillava nei suoi occhi di ventenne.
«Sempre»


Mentre riapriva lentamente gli occhi, Prompto alzò una mano davanti agli occhi per proteggersi dal sole che lo accecava filtrando dagli alberi. Nelle orecchie sentiva ancora uno strano ronzio che poco a poco svanì. La vista tornò lentamente più nitida ma Prompto rimase sdraiato fino a quando non fu sicuro di essere del tutto lucido.
Sempre.
Quella parola continuava a riecheggiare nella sua mente procurandogli una strana sensazione di sollievo.
Si sollevò lentamente a sedere con la testa ancora leggera, ma venne riportato immediatamente alla realtà da una fitta che lo fece sibilare dal dolore.
Portandosi una mano alla tempia si accorse di sanguinare.
Non sapeva per quanto tempo fosse rimasto svenuto, ma a giudicare dalla luce doveva essere già passato mezzogiorno, quindi almeno un paio d'ore doveva averle trascorse privo di sensi.
Poco male, era già un miracolo che fosse ancora vivo.
Mentre pensava a questo, Prompto liberò le caviglie dalla corda che ancora lo legava e poi recuperò lo zaino alla ricerca di qualche pozione.
Mentre le sue mani rovistavano tra le varie tasche interne, la sua attenzione venne attirata uno strano qualcosa nascosto tra i cespugli. Aguzzò la vista, avvicinandosi di qualche passo. Sembrava tondeggiante, e la superficie era chiazzata di giallo e nero .
Per un istante si sentì mancare il fiato e, quasi dimenticando i dolori che aveva per tutto il corpo, zoppicò con un urgenza verso il cespuglio. Gli sembrava di riconoscere quell'oggetto, ma non poteva esserne sicuro, così si inginocchiò lì vicino e spostò in fretta il fogliame che lo nascondeva alla vista fino a quando...
Fino a quando un singulto sfuggì dalle sue labbra per l'emozione.
Con mani tremanti, Prompto sollevò piano l'uovo che era davanti ai suoi occhi e lo strinse delicatamente al proprio petto. Un tiepido senso di speranza gli scaldò il cuore mentre sorrideva tra le lacrime e appoggiava in silenzio la fronte sulla liscia superficie di quel piccolo miracolo che qualche chocobo doveva aver cercato di proteggere dall'avidità dei cacciatori.
Per la prima volta da quando era partito nella sua ricerca, per la prima volta da quando Noctis era scomparso, Prompto sentiva di aver ritrovato una parte di sé di cui si sentiva ormai orfano, qualcosa per cui valesse davvero la pena lottare e sorridere.
Un rumore tra i cespugli lo fece voltare di scatto. Di colpo in allarme, Prompto indietreggiò senza lasciare l'uovo, mentre con una mano libera cominciava ad estrarre la pistola.
Un verso acuto riecheggiò per la radura, un verso che Prompto riconobbe all'istante.
Dai cespugli balzò fuori un maestoso animale dalle piume del colore del sole, gli occhi neri brillanti di furore, il becco aperto in un grido selvaggio.
L'iniziale meraviglia di Prompto venne meno nell'istante in cui si accorse che la bestia, nonostante il vigore con cui soffiava nella sua direzione, tremava e si muoveva in maniera instabile. Guardando con più attenzione si accorse che il piumaggio del petto era impregnato del sangue di un'orribile ferita aperta.
«Ehi, ciao bella...» disse Prompto, facendo tutto il possibile per non allarmare ulteriormente il chocobo «È il tuo uovo questo, vero?»
L'animale soffiò ancora più forte, battendo per terra le zampe deboli, come se fosse intenzionato ad attaccare.
Prompto si avvicinò lentamente, porgendo l'uovo nella sua direzione.
«Va tutto bene, stai tranquilla» disse, con tono rassicurante «Non voglio farvi del male»
L'enorme volatile gridò un'ultima volta e fece per partire alla carica, ma le sue zampe cedettero e cadde a terra con un tonfo sordo.
Prompto si precipitò in suo aiuto e l'animale sembrò calmarsi immediatamente sentendo l'uovo che veniva adagiato al suo fianco.
Allungando una mano ad accarezzarle la testa, Prompto si accorse che era fredda.
Troppo fredda.
Il sangue continuava a scorrere copiosamente dal suo petto formando una pozza vischiosa sull'erba.
Cercando di mantenere la calma, Prompto svuotò lo zaino a terra controllando tutte le pozioni e gli energizzanti che aveva
Cercò in tutti i modi bloccare l'emorragia, ma per quanto tentasse di rimettere in sesto l'animale alla fine si accorse che stava solo cercando di rimandare l'inevitabile.
Mentre tamponava la ferita con dell'elisir, l'animale gridò cercando di respingerlo.
Prompto ritrasse immediatamente il braccio senza sapere cosa fare.
Il grido si prolungò in un rantolo strozzato e ricolmo di sofferenza.
Forse Wiz avrebbe potuto aiutarla...
Ma il viaggio era lungo e lei aveva già perso così tanto sangue... non ce l'avrebbe mai fatta.
La felicità che Prompto aveva provato solo pochi istanti prima si infranse in un secondo mentre realizzava una verità che detestava e il mondo gli crollò da sotto i piedi.
Se voleva davvero aiutare quel chocobo a trovare sollievo da quell'estenuante agonia, poteva fare una sola cosa.
Prompto si chinò piano verso l'animale e affondò le dita tra le sue morbide piume.
«Mi dispiace» disse con voce rotta.
Continuò ad accarezzarla a lungo, con dolcezza, e il chocobo non fece nulla per ribellarsi a quel contatto, rispondendo soltanto con dei profondi respiri strozzati.
«Mi prenderò io cura del tuo piccolo» sussurrò Prompto «Puoi stare tranquilla. Nessuno gli farà del male, te lo prometto»
E mentre con una mano continuava a blandirle teneramente la livrea dorata, con l'altra estrasse lentamente la pistola.
Per quanto si sforzasse, non riusciva a smettere di tremare.
Pianse mentre appoggiava la canna di metallo contro la testa dell'animale.
Strinse gli occhi per non dover guardare e premette il grilletto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4



Prompto marciava a passo sostenuto in direzione sud-est.
Era ancora scosso per il triste destino toccato al chocobo che aveva incontrato subito dopo aver ripreso i sensi, ma non era più tempo di abbandonarsi alle lacrime; doveva uscire dalla foresta il prima possibile.
Prima di rimettersi in cammino aveva svuotato lo zaino di tutto ciò che era più superfluo e vi aveva riposto delicatamente l'uovo, cercando di imbottire lo spazio attorno con la stoffa dei suoi vestiti di ricambio in modo da proteggerlo dagli urti.
Nel corso del primo pomeriggio il cielo si fece più plumbeo. Di lì a poco, attraverso la folta cortina boscosa, cominciò a cadere una fitta pioggia incessante.
Sebbene ora il freddo gli facesse battere i denti, Prompto non si coprì. Rimase in canottiera, con i brividi a drizzargli i peli delle braccia, usando tutto ciò che gli era rimasto per tenere al caldo l'uovo di chocobo di cui aveva deciso di farsi carico.
La pioggia continuava a cadere da almeno mezz'ora quando un rumore furtivo lo fece voltare indietro. Non vide nulla, ma quel suono sommesso di rami spezzati non si dileguò.
Al contrario, si fece sempre più vicino.
Prompto fece appena in tempo ad alzare gli occhi al cielo; un uomo armato balzò giù da uno degli alberi. Un uomo armato che riconobbe all'istante.
Prima ancora che Prompto potesse pensare di fuggire, un secondo uomo alle sue spalle lo attirò a sé premendo la lama di un coltello alla sua gola.
«Ti siamo mancati?» gli disse con tono sprezzante, così vicino che Prompto poteva sentire il calore del suo fiato sul collo.
Il biondo pistolero smise di respirare quasi all'istante. Intanto l'altro cacciatore, lo stesso che lo aveva fatto precipitare quella mattina, gli si avvicinò con aria fintamente amichevole.
«È proprio vero che chi non muore si rivede» disse «Adesso io e te facciamo un patto, ci stai?»
Prompto rimase in silenzio. Il cuore cominciò a martellare prepotentemente nel petto. Il cacciatore interpretò il suo silenzio come una risposta affermativa e continuò a parlare:
«Sappiamo che hai trovato il nido di mamma chocobo. Sei stato così stupido da lasciare la radura piena di tue tracce» Mentre diceva questo lanciò ai piedi di Prompto le boccette vuote di alcune pozioni.
«Il patto è questo: tu adesso ci consegni l'uovo e noi ti lasciamo andare per la tua strada, dimentichiamo questa storia e facciamo finta di non averti mai incontrato. Se invece rifiuti di collaborare... ti mandiamo a fare compagnia al pennuto. Allora, che dici?»
Prompto non rispose. Si prese tutto il tempo possibile per studiare la situazione e valutare come uscirne.
«Cosa c'è, hai perso la lingua?» ironizzò il cacciatore.
«Mi hai quasi ammazzato stamattina» rispose Prompto, stizzito «Perchè adesso dovresti fare un patto con me?»
«Perchè voglio che tu vada a dire a tutti che cosa succede ai bastardi di Insomnia che si prendono la briga di venire a cacciare da queste parti»
Prompto avrebbe voluto rispondergli a dovere, ma si morse la lingua per non farlo. Sapeva di non poter mettere a rischio la sua vita se voleva portare a termine la sua missione.
Doveva riflettere, riflettere...
Se solo Ignis fosse stato lì... Lui avrebbe saputo sicuramente cosa fare! Era razionale, diplomatico...
Pensa, Prompto, pensa...
Studiò l'ambiente circostante con la coda dell'occhio. Dapprima non vide nulla di interessante, ma poi la sua attenzione venne attirata da un alto rilievo sormontato da rocce che si stava lentamente sgretolando sotto i colpi della pioggia battente.
«Va bene» disse allora Prompto, alzando le mani in segno di resa «Va bene, basta che ci diamo una calmata però, ok?»
Il cacciatore sorrise soddisfatto.
«Bravo ragazzo»
Prompto sentì la lama allontanarsi lentamente dalla sua gola e rimase immobile. L'uomo che l'aveva tenuto bloccato gli strappò lo zaino dalle spalle e lo spinse a terra facendolo cadere sulle ginocchia.
«È stato un piacere fare affari con te» disse «Ricordati di riferire tutto quando torni a casa»
Prompto rimase ad osservare i due che si allontanavano scambiandosi commenti divertiti sulla sua persona. Lasciò che si godessero la vittoria per alcuni metri, poi gli richiamò.
Quando i cacciatori si voltarono, Prompto stava puntando la pistola contro di loro.
«Oggi hai proprio voglia di morire eh!» commentò uno dei due «Cosa vorresti fare con quel giocattolo?»
Prompto non si lasciò impressionare. Ormai era talmente determinato ad arrivare fino in fondo alla sua personale missione che nulla avrebbe potuto fermarlo. Un orgoglio che non aveva mai conosciuto si fece strada dentro di lui ed egli non vacillò dinanzi ai suoi nemici.
Non vacillò nemmeno quando li vide mettere mano a loro volta ai fucili.
Invece, strinse leggermente gli occhi e prese la mira la mira su un punto sopraelevato appena dietro di loro, lì dove c'era il rilievo roccioso. Sparò tre colpi, uno dietro l'altro, tre soli colpi che furono sufficienti a far smuovere le pietre che ne sovrastavano la sommità causando una frana di rocce e detriti.
Quando i cacciatori si resero conto dell'accaduto fu troppo tardi. Uno di loro rimase bloccato dalla vita in giù sotto uno strato di sassi, mentre l'altro riuscì ad evitare di fare la stessa fine solo per grazia divina.
Ad ogni modo, Prompto approfittò di un suo attimo di distrazione per precipitarsi verso di lui, riappropriarsi dello zaino e fuggire più veloce che poteva.
«Brutto bastardo, io ti ammazzo!» l'urlo del cacciatore lo raggiunse immediatamente. Capì dai rumori alle sue spalle che l'uomo era già partito al suo inseguimento. Era il più feroce dei due, quello che aveva il comando, quello che non si era fatto scrupoli a farlo cadere da un'altezza che avrebbe potuto ucciderlo.
«Se ti prendo giuro che ti strappo la pelle dal corpo!»
Quelle parole furono seguite da uno sparo. Nello stesso istante Prompto gridò avvertendo un acuto bruciore al braccio destro. Si accorse subito di sanguinare ma per fortuna il proiettile l'aveva solo tagliato di striscio. Quell'attimo di distrazione, però, fu sufficiente a fargli perdere terreno. Il rumore della corsa del suo inseguitore si fece più prossimo, talmente prossimo che ora Prompto poteva sentire anche il rumore del suo respiro pesante.
Si sentì spingere a terra e perse l'equilibrio, finendo con la faccia nel fango.
La pistola venne scagliata lontano e sentì il peso del cacciatore sopra di sé. Nel tentativo di proteggere l'uovo, Prompto spinse lo zaino fuori dalla portata di entrambi.
Non appena il cacciatore lo fece voltare, il biondo cercò di colpirlo al naso con una testata, ma l'avversario doveva aspettarselo perchè si scostò appena in tempo e rispose con un pugno in piena faccia. Prompto sentì in bocca il sapore del sangue e subito dopo due mani si strinsero attorno al suo collo cominciando a stringere.
L'uomo lo sovrastava con tutto il suo peso, la pioggia batteva contro il viso pizzicandogli gli occhi. Mentre Prompto lottava per liberarsi, un pensiero assurdo gli attraverso la mente: Gladio l'avrebbe preso in giro a vita se avesse saputo che si era fatto mettere k.o. dal primo cacciatore impazzito.
Nel corso della sua vita, Prompto aveva sempre prediletto i combattimenti a distanza. Credendo di non essere abbastanza forte per affrontare uno scontro corpo a corpo, si era sempre affidato alla precisione delle armi da fuoco. Per sua sfortuna, però, lo Scudo del Re non gli aveva mai reso vita facile in tal senso. Non faceva sconti a nessuno quando, anni prima, costringeva lui e Noctis a levatacce mattutine per dedicare le prime ore dell'alba a sessioni d'allenamento che per Prompto avevano il sapore di veri e propri massacri. Il pistolero aveva perso il conto di tutte le ammaccature che aveva collezionato di accampamento in accampamento per colpa sua.
Col tempo, però, aveva fatto dei progressi e anche se era passato del tempo non poteva aver dimenticato proprio tutto.
Non importa quanto grosso sia il tuo avversario, tutti hanno dei punti deboli, devi solo saperli sfruttare.
Dannazione, era riuscito a mettere k.o. Gladio, che era anche il doppio di quel cacciatore! Se lo ricordava come se fosse ieri, Gladio non aveva mangiato cup noodle per un mese per penitenza!
In un rincorrersi di memorie senza capo né coda, le forze iniziarono ad abbandonare Prompto.
«Muori, feccia» sibilò il cacciatore.
No, non poteva finire così. Non aveva vagabondato per mesi in lungo e in largo per finire a morire in quella foresta.
Sentì un senso di ribellione pulsargli nel sangue e con un ultimo barlume di coscienza portò le mani ai polsi dell'assalitore che ancora lo strangolava.
Cercò di ricordare gli insegnamenti di Gladio e di Cor...
Allora spostò la propria presa sul braccio e la spalla destra del cacciatore. Con un movimento scomposto intrecciò la gamba alla sua fino a bloccarla, poi si diede una rapida spinta col bacino e concentrò tutta la forza nelle braccia per ribaltarlo diagonalmente.
Il cacciatore non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di quel che stava accadendo; si ritrovò con la schiena a terra e Prompto sopra di lui che, senza perdere nemmeno un secondo, lo colpì con una gomitata al viso e poi con un pugno dritto alla gola, allo stomaco e alle parti basse. Mentre l'uomo rantolava per il dolore, Prompto si rialzò in piedi cercando di riprendere ossigeno. Si annotò mentalmente di ringraziare Gladio appena lo avrebbe rivisto e senza indugiare in ulteriori pensieri recuperò lo zaino ricominciando a correre.
Ormai non doveva essere lontano.
La voce del cacciatore giunse furiosa alle sue spalle:
«Ti ammazzo!»
Uno sparo colpì il tronco di un albero appena davanti a Prompto. Ne seguirono subito altri, sempre più ravvicinati e Prompto continuò a correre a zigzag, anche se non scivolare era sempre più difficile ora che la foresta era piena di fango e pozzanghere a causa della pioggia.
Dopo una corsa che parve durare un'eternità Prompto raggiunse finalmente il sentiero collegava le rive del Lago Vesper all'autostrada principale.
Gli spari continuarono e ora, trovandosi in un territorio aperto, senza la protezione degli alberi, il rischio di essere colpito era ancora più grande.
Il cacciatore raggiunse il sentiero e continuò il suo inseguimento in una corsa stentata, fermandosi di tanto in tanto solo per caricare il fucile e sparare un altro colpo.
Giunto alla strada principale, Prompto sgranò gli occhi scorgendo un camion in avvicinamento.
Man mano che il veicolo si avvicinava, cominciò a sbracciarsi correndo nella sua direzione.
«Ehi! Fermo, aiutami!»
Quando riconobbe il logo sul camion, poi, capì di essere veramente salvo: Hammerhead.
Lo sportello si aprì e Cindy guardò Prompto come se avesse visto un fantasma.
«Ehilà, bisogno di uno strappo?»
In quel momento il cacciatore apparve al centro della strada sparando un altro colpo e Prompto si riparò immediatamente dietro la portiera del camion.
«Problemi in vista!» fece Cindy «Sali, veloce!»
Prompto montò a bordo in fretta e furia e, prima ancora che potesse chiudere lo sportello, Cindy cominciò a premere sull'acceleratore.
Il cacciatore continuava a sparare contro il gigante di ferro, ma la donna continuò a dare gas.
«Tieniti forte!» disse a Prompto.
Cindy puntò in direzione dell'uomo al centro della carreggiata e prendendo sempre più velocità.
In un primo momento il cacciatore continuò a sparare, ma quando realizzò che la donna a bordo del veicolo non era per nulla intenzionata ad arrestare la corsa, decise di mettersi in salvo lanciandosi di lato e ruzzolò via scomparendo oltre il guard rail.
Il camion continuò il suo viaggio verso la salvezza.
Prompto abbassò gli occhi sullo zaino e lo aprì. L'uovo era ancora intatto.
Di colpo sollevato, il biondo sospirò profondamente. La tensione lo abbandonò tutta insieme e fu solo allora che Prompto si accorse di avere il cuore a mille. Senza più la spinta dell'adrenalina Prompto si ritrovò a soffocare un gemito tra i denti; i dolori tornarono di colpo a martellare ogni centimetro del suo corpo ricordandogli di essere ancora ferito.
«Hai aspetto orribile, lasciatelo dire» commentò Cindy.
Prompto guardò la donna accanto a lui e sorrise nonostante avesse male dappertutto. Adorava la franchezza con cui Cindy doveva sempre sottolineare ogni concetto. Adorava molte cose di lei in realtà, anche quelle più materiali... da sempre. Col tempo, però, il batticuore si era calmato, le farfalle allo stomaco avevano smesso di farlo sussultare ogni volta che sentiva pronunciare il suo nome, le ginocchia avevano smesso di tremare e il sudore aveva smesso di imperlargli la fronte ogni volta che passava davanti alla sua officina.
Ancora oggi sarebbe rimasto intere giornate ad aiutarla nelle riparazioni solo per poterla osservare e ancora oggi sperava un po' ingenuamente che ad un certo punto lei si voltasse e lo guardasse con occhi diversi... ma quello che prima era un fuoco indomabile che gli impediva perfino di parlare aveva lasciato spazio ad un calore più piacevole e diffuso. Adesso Prompto poteva vantarsi di riuscire a parlare con Cindy senza balbettare... riusciva addirittura a formulare frasi di senso compiuto!
«Se fossi un'auto in questo momento direi che sei da rottamare» aggiunse Cindy.
«Non ti ci vedrei mai a rottamare un'auto» rispose Prompto «Ripareresti anche il peggiore dei catorci»
«Appunto! Questo dovrebbe farti capire quanto sei conciato male» ribadì lei con convinzione.
Con un movimento discreto, Prompto inclinò leggermente il collo verso lo specchietto retrovisore. Fece una smorfia vedendo il proprio riflesso e rendendosi conto che Cindy non stava per niente esagerando.
«Cindy...» disse poi «Per favore, potresti accendere il riscaldamento?»
La donna gli lanciò un'occhiata dubbiosa.
«Non ce l'hai una giacca?»
«È per lui» disse Prompto indicando l'uovo «Ha bisogno di stare al caldo»
Allora Cindy mugugnò qualcosa e spostò una levetta lasciando che una piacevole aria tiepida riempisse l'abitacolo.
«Allora è vero quello che dicono in giro, che ti sei messo alla ricerca dei chocobo superstiti» commentò «In tutta onestà non pensavo che ne avresti ricavato qualcosa»
Prompto le lanciò un'occhiata allusiva.
«Tu non mi dai abbastanza fiducia»
Per alcuni minuti rimasero in silenzio e nel giro di poco si lasciarono la foresta alle spalle. All'orizzonte delle colline di Cleigne, ora, si levava un'alta colonna di fuliggine cui presto si aggiunsero le inconfondibili diramazioni infuocate del Monte Ravatogh.
«Ti riporto fino a Lestallum, va bene?» disse Cindy «Nel frattempo ti conviene riposare un po', la strada è ancora lunga»
Non ricevendo alcuna risposta, la donna si voltò verso il lato del passeggero.
Vinto dalla stanchezza, Prompto si era già addormentato.
Cindy tornò a guardare la strada. Ormai aveva smesso di piovere e il cielo iniziava a schiarirsi.
Mentre disattivava i tergicristalli, alzò di poco il riscaldamento.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5



«Zio Prompto! Papà non mi lascia cavalcare Nebula!»
Prompto si volta verso la bambina dai capelli corvini che fa irruzione nel fienile con espressione imbronciata.
«Cosa? Come si permette?! Adesso gliela diamo noi una bella lezione, vieni!»
Prompto piega le ginocchia a terra lasciando che la bambina gli si arrampichi sulla schiena. Con una leggera spinta la aiuta a sollevarsi in modo che possa mettersi a cavalcioni sulle sue spalle e la sostiene per le piccole mani dalla pelle diafana
«Alla carica!»
Alzandosi in piedi, Prompto sfreccia all'esterno del fienile e si precipita verso i campi baciati dal sole. La risata della bambina risuona cristallina nelle sue orecchie come la più dolce delle musiche.
Noctis è lì, in sella ad un maestoso chocobo nero, una tra le creature belle che abbiano mai calpestato il suolo di Lucis.
«Sua Maestà Noctis!»
Prompto rallenta la corsa. Il Re di Lucis, amico di un'intera vita, si volta guardandolo dall'alto della sua cavalcatura e dirige la bestia verso di lui .
«Sono desolato di dover interrompere il suo momento di svago» continua Prompto, per nulla intimorito e con tono esageratamente regale «In qualità di personale scudiero di Sua Altezza Stella Lucis Caelum ho il dovere di far presente che sta cavalcando da mezz'ora e la mia Principessa ha il diritto di reclamare una corsa su quel chocobo»
Il volto del sovrano è quello di un uomo autorevole. Ogni suo movimento esprime nobiltà e i suoi occhi brillano di fierezza.
Tuttavia, di fronte ai due che gli si parano davanti, il Re si sente completamente disarmato. Scuote lentamente il capo in segno di resa e sorride di cuore accettando la sconfitta.
«Tu sei la mia rovina, Prompto, me la vizi troppo!» esclama «Un giorno finirete per spodestarmi voi due! Forza, Stella, vieni qui»
Prompto si avvicina in modo che Noctis possa sollevare dolcemente la figlia e appoggiarla in sella al chocobo.
«Prendi le redini» le dice avvicinando le mani alle sue «Tienile così, senza tirare troppo... ecco, bravissima»
Noctis dà un leggero colpo al chocobo col retro degli stivali e l'animale comincia a muoversi, dapprima lentamente per poi prendere sempre più velocità.
Padre e figlia cavalcano insieme in una distesa di verde sotto il sole d'estate.
Prompto li guarda allontanarsi e poi tornare indietro. Li sente ridere, gioire, e sorride insieme a loro. Non si è mai sentito così bene.
Quando il chocobo si avvicina di più, Stella allunga una mano verso Prompto, gli occhi ricolmi di felicità. Lui imita il gesto della bambina in maniera speculare e, mentre l'animale galoppa al suo fianco, le loro mani si incontrano battendo il cinque.
Quando però Prompto si volta per continuare a guardare la corsa, davanti lui c'è solo un'infinita distesa d'erba.


«Prompto... Prompto!»
Il biondo aprì gli occhi di soprassalto. Ancora disorientato e con le palpebre appesantite, fece fatica a riconoscere la camera del suo alloggio di Lestallum.
Ebbe l'impressione di essersi svegliato da un sonno interminabile e per un attimo dubitò che tutto quel che aveva vissuto negli ultimi mesi fosse realmente successo. Poi riconobbe il volto dell'uomo seduto ai piedi del letto e tutto cominciò a prendere una forma più reale.
«Iggy... che cosa è successo?» domandò, ancora confuso.
«Non ricordi?» rispose Ignis «Cindy ti ha portato qui. Eri alla foresta di Myrl, qualcuno ti stava inseguendo»
Prompto annuì debolmente.
«Quanto tempo è passato?»
«Hai dormito per quasi due giorni» disse Ignis con calma. Fece una breve pausa scandida dal suono di un sospiro e da un soffice frusciare di lenzuola.
«Chi è Stella?» chiese.
Pronunciò quel nome con delicatezza, come se si trattasse di un evanescente segreto destinato a svanire al primo spiraglio di luce.
Prompto non rispose immediatamente. Avvertì un nodo alla gola ricordando il barlume di un infantile sorriso che non avrebbe mai illuminato il mondo.
«Una bambina bellissima» mormorò in risposta.
Ignis aggrottò leggermente le sopracciglia udendo l'inflessione che aveva assunto la sua voce.
«Prompto, va tutto bene? Stai piangendo...»
Il più giovane scosse piano la testa.
«Era solo un sogno» disse ricomponendosi.
Dopo qualche istante di silenzio in cui cercò di rimettere in ordine i propri pensieri, Prompto si drizzò a sedere, improvvisamente allarmato.
«Dov'è il mio zaino?» domandò spalancando d'un tratto gli occhi.
«Non preoccuparti, il tuo uovo è al sicuro» fece Ignis «Gladio lo ha affidato a Wiz. Più tardi potrai vederlo se vuoi. Come ti senti adesso?»
Tranquillizzato dalla risposta dell'amico, Prompto allargò le braccia cercando di sciogliere i muscoli ancora intorpiditi dalla lunga degenza.
«Stordito, ma poteva andarmi peggio» rispose.
«È l'effetto degli antidolorifici» spiegò Ignis «Ad ogni modo è una fortuna che Cindy ti abbia trovato in tempo. Io e Gladio eravamo ad Insomnia quando abbiamo ricevuto la sua chiamata. Si è presa cura di te fino al nostro arrivo»
Prompto abbassò gli occhi sulle proprie dita intente a stropicciare il tessuto delle lenzuola. Avvertì un leggero calore salire verso le guance.
«Penso di riconoscere questo silenzio» commentò Ignis.
Prompto ridacchiò leggermente a disagio.
«Non ti si può nascondere nulla, eh? In realtà... sai, pensavo che dopo tutto non le importasse granché di me»
«A modo suo ti è affezionata» rispose Ignis «Non come speri tu forse, ma questo non significa che non ci tenga»
Prompto annuì debolmente.
«Chiaro...»
Subito dopo appoggiò i piedi a terra. Ormai le forze stavano tornando.
«Wiz cosa dice dell'uovo?»
Ignis accennò un lieve sorriso.
«Vuoi vederlo?»


Gladio stava finendo di sistemare alcuni rifornimenti in un vecchio magazzino quando la porta si aprì ed entrò Ignis, immediatamente seguito da Prompto.
«Buongiorno, Bella Addormentata» esordì Gladio punzecchiando l'amico dai capelli biondi «Riposato bene? Non ti svegliavi più».
«Difficile svegliarsi senza un bacio d'amore che spezzi l'incantesimo» replicò Prompto, la mente che ogni tanto correva ancora a Cindy.
Gladio, per tutta risposta, gli lanciò una finta occhiata complice.
«Se hai bisogno di affetto non devi far altro che chiedere, non mi scandalizzo...» disse, sghignazzando tra sé quando Prompto spalancò gli occhi arrossendo vistosamente.
«Che stai dicendo? Non parlavo di te! Tu... stammi lontano. Apprezzo la generosità, ma stammi lontano»
«Lascialo in pace, Gladio, non vedi che lo traumatizzi? In fondo è ancora un bambino» si immischiò Ignis prendendo in giro il più giovane.
«Ehi, che intendi dire con questo?» replicò Prompto, offeso.
Gladio rise lanciando un pesante sacco di tela su un mucchio accumulato in un angolo.
«Come stai comunque?» disse mentre si avvicinava con espressione più seria «Ci hai fatto preoccupare»
«Illusi, pensavate di liberarvi di me per così poco?» rispose Prompto, passando lo sguardo tra Gladio e Ignis.
In quel momento, una piccola porta sul retro si aprì lasciando entrare il vecchio Wiz.
«Oh, ecco il giovane eroe!» esclamò.
Prompto gli si precipitò incontro.
«Signor Wiz! Che mi dice dell'uovo? Come sta?»
«Quale uovo? Non c'è nessun uovo qui»
Di fronte all'espressione perplessa di Prompto, Wiz gli diede le spalle facendogli cenno di seguirlo.
«Non startene lì impalato, vieni»
Prompto seguì Wiz in una piccola stanza adiacente al magazzino, senza sapere cosa aspettarsi. Gladio e Ignis entrarono subito dopo, pregustandosi già la reazione che avrebbe avuto il loro amico scoprendo che l'uovo di chocobo si era schiuso la notte prima.
La reazione di Prompto, infatti, non si fece attendere. Un'esclamazione di gioia riempì l'intero magazzino, così improvvisa e vivace che il pulcino appena nato sussultò per lo spavento gonfiandosi nel morbido piumino.
«Prompto, datti una calmata! Vuoi fargli venire un infarto?» lo redarguì Gladio.
Wiz si mise a ridere vedendo l'espressione mortificata del più giovane.
«Scusa, piccolo, non volevo spaventarti» disse Prompto mentre si inginocchiava di fronte al nido improvvisato messo insieme da Wiz.
«Piacere di conoscerti» aggiunse allungando le dita verso il pulcino «Hai visto che ce l'hai fatta? Sei un tipetto tosto!»
«Sicuramente non ce l'avrebbe mai fatta senza di te» disse Wiz «Dopo tutti questi anni non pensavo che avrei avuto di nuovo la fortuna di veder nascere un chocobo davanti ai miei occhi. Non ci speravo più ormai»
«Avrei voluto esserci!» fece Prompto, leggermente deluso.
Ignis mosse qualche passo avvicinandosi al nido.
«Che cosa pensi di fare adesso? Hai già idea di dove portarlo?»
Il viso di Prompto si fece tutto d'un tratto pensieroso. Sembrò riflettere a lungo prima di alzarsi in piedi.
«A questo proposito, speravo in un vostro aiuto... Io non so se potrò prendermi cura di lui molto presto» disse infine.
Ignis annuì. La sua espressione non mutò minimamente, come se avesse già capito le intenzioni dell'altro. Al contrario, Gladio si parò davanti a Prompto.
«Un momento, frena» disse «Che intenzioni hai? Sei sparito per mesi, hai fatto tutto questo casino solo per trovarlo e adesso te esci con questa frase?»
Prompto si voltò con decisione verso l'amico.
«Appunto! Ho viaggiato per quattro mesi prima di trovarlo e sua madre è morta davanti ai miei occhi. Per un attimo ho iniziato a credere che tu avessi davvero ragione e che non ci fosse più speranza, ma poi ho trovato lui»
Indicò il nido con un gesto carico di risolutezza, gli occhi brillanti di feroce speranza.
«Come lui sono sicuro di poterne trovare altri, non importa quanto sarà difficile. Ma se li abbandoniamo a loro stessi finiranno davvero per estinguersi e io non voglio che questo accada»
Per qualche secondo il silenzio riempì la stanza, spezzato soltanto dal lieve pigolio del pulcino.
«Non accadrà» mormorò infine Ignis.
Gladio portò una mano dietro la nuca, temporeggiando per qualche istante.
«Forse questa volta non dovresti partire da solo» disse «Ne abbiamo parlato io e Iggy poco dopo la tua partenza, magari...»
Prompto lo interruppe scuotendo la testa con decisione.
«No. A Insomnia c'è ancora bisogno di voi, non posso permettervelo. Grazie davvero, ragazzi, ma questa è una cosa che devo fare da solo»
Nessuno sembrava aver nulla da replicare. La discussione era chiusa e Prompto si voltò verso Wiz.
«So che le sto chiedendo molto, ma lei è l'unico che può prendersi cura di Aceto mentre sarò via»
«Non devi preoccuparti, ragazzo» rispose Wiz «Questo non è un favore che mi stai chiedendo ma un regalo che mi stai facendo»
Ignorando completamente il sorriso felice di Prompto, Gladio sollevò un sopracciglio.
«Aceto?» commentò con aria critica «Seriamente?»
«Non si può dire che non sia originale» disse Ignis, non troppo convinto.
«Non è originale, è ridicolo»
In tutta risposta, Prompto tornò a concentrarsi sul pulcino.
«A lui piace però. Vero, Aceto?» disse, accarezzando leggermente l'animale sotto il becco.
Gladio agitò una mano con aria rassegnata e Ignis scosse la testa bonario.
Wiz ridacchiò avviandosi verso l'uscita.
«Tra poco Aceto dovrà mangiare» disse «C'è da preparargli del mangime adatto, vado a recuperare qualcosa»
«Oh! Vengo anch'io» saltò su Prompto, entusiasta, scomparendo insieme a Wiz oltre la porta.
Gladio e Ignis rimasero soli.
«Che destino crudele il tuo, eh?» mormorò Gladio inginocchiandosi davanti al pulcino.
Il piccolo aprì il becco in un piccolo sbadiglio e rintanò la testa tra le minuscole ali.
Con un movimento lento, Ignis sistemò i propri occhiali sul naso.
«Gladio, pensi che sia possibile mobilitare qualche squadra di ricostruzione verso Duscae?» domandò con calma.
Gladio fece spallucce e si voltò verso di lui.
«Non dovrebbero esserci problemi, perchè?»
«Pensavo che a Wiz e Prompto potrebbe fare comodo riavere la vecchia stazione dei chocobo come base»

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