You're so much bigger than the world I've made

di _SimoErato_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** On my own ***
Capitolo 2: *** Bring me out ***
Capitolo 3: *** Find me in the dark now ***
Capitolo 4: *** I don't wanna fight alone anymore ***



Capitolo 1
*** On my own ***


N.B. Nella versione pubblicata qualche giorno fa ho riscontrato diversi problemi,soprattutto a livello grafico,nel passaggio da word al sito e,dato che non riuscivo a porvi rimedio,ho cancellato il tutto e l'ho ripubblicata.
Spero che ora sia più leggibile,enjoy!


You’re so much bigger than the world I’ve made


On my own

Tokyo,pochi mesi dopo la sconfitta dell’organizzazione.

Il sole di una tiepida giornata primaverile batteva sulla grande metropoli di Tokyo,permettendo alla popolazione di abbandonare giubbotti e piumini ed abbracciare invece giacche a vento e maglie a maniche corte.
Da una grande villa del quartiere di Beika usciva proprio in quel momento un ragazzo diciottenne con addosso una camicia bianca,pantaloni neri e una cartella da scuola tenuta da entrambe le mani che erano racchiuse dietro il suo capo.
Quel ragazzo era il giovane detective liceale Shinichi Kudo,ormai famoso non solo a Tokyo ma nell’intero Giappone,che pochi mesi prima era riuscito a liberarsi delle sembianze di bambino in cui un veleno l’aveva costretto a rimanere per un intero anno,ed aveva sgominato l’intera organizzazione criminale responsabile del suo rimpicciolimento.
La lotta era stata molto lunga e degradante,ed ovviamente aveva coinvolto moltissima gente oltre lui. I suoi affetti più cari,l’FBI,la PSB,la polizia giapponese e persino i suoi genitori avevano avuto un ruolo nello scontro che aveva portato all’uccisione e la cattura di alcuni dei membri più importanti dell’organizzazione,seguito dal ritrovamento di dati importanti che avevano permesso a vari enti internazionali,che da tempo combattevano contro quegli uomini,di rintracciare tutte le loro basi e mettere un punto definitivo a quella piaga. Ricordava bene quello scontro,accaduto dentro la ruota panoramica del Toto Acquarium a pochi giorni dalla sua inaugurazione.
Lui,l’FBI e la PSB erano a conoscenza del fatto che gli uomini in nero sarebbero intervenuti per recuperare Curacao,uno dei loro membri più importanti che finì per perdere la vita durante quello scontro dopo essersi rifiutata di finire nelle loro mani.
Ciò che non avrebbe mai potuto immaginare,però,era stata la presa di iniziativa dei Detective Boys che aveva innescato una reazione a catena e portato loro,Ran e Kazuha a trovarsi sotto il tiro di Gin mentre lui ed Heiji li credevano al sicuro fuori dalla ruota.
Fortunatamente era intervenuta Ai,o meglio Shiho,che in quell’occasione aveva assunto l’antidoto da lei completato qualche giorno prima e si era frapposta tra i ragazzi e il suo incubo più grande,prendendosi anche una pallottola nello stomaco nel tentativo di difendere Ran. Gin quella pallottola l’aveva pagata cara perché subito dopo era stato sorpreso alle spalle da Shuichi Akai che lo aveva riempito di piombo ed immobilizzato a terra,permettendone l’arresto mentre tutto il resto delle forze armate interveniva a risolvere la situazione una volta per tutte.
Ricordava bene Ran che piangeva sul corpo di Shiho agonizzante e chiamava i soccorsi,così come il suo volto quando,in ospedale,l’aveva fronteggiato chiedendogli tutta la verità. Mentire era inutile,lei Shiho l’aveva vista bene e non era disposta a credere ad un’altra somiglianza casuale.
La verità era quindi venuta a galla e,com’era facilmente prevedibile,Ran aveva dichiarato di non volerne più sapere di lui.
Tuttavia Shiho,miracolosamente scampata a morte certa,aveva avuto un lungo dialogo con la giovane e alla fine l’aveva convinta a tornare sui suoi passi e il sogno d’amore che accompagnava la castana da un anno a quella parte si era realizzato quando Shinichi le aveva confessato i suoi sentimenti.
A quel punto Shiho aveva consegnato a Shinichi un altro campione di antidoto e tutti i tasselli erano finalmente tornati al loro posto.
Ora,qualche mese dopo,la vita trascorreva come se nessuna organizzazione criminale fosse mai intervenuta. Shinichi era tornato a frequentare il liceo,passava molto più tempo con la sua ragazza ma dedicava anche parte della sua attenzione a quei 3 bambini con cui aveva condiviso tanto nelle vesti di Conan Edogawa.
Un’altra persona con cui passava molto tempo era la ragazza che un tempo rispondeva al nome di Ai Haibara,che per lui era diventata ormai una sorella. Aveva sviluppato nei suoi confronti un attaccamento molto profondo e l’aveva sostenuta tantissimo dopo la trasformazione,aiutandola a riprendere in mano la sua vita in un momento in cui la giovane era terrorizzata all’idea di mettere il naso fuori casa.
Ad aiutarlo nell’impresa c’era stata anche Ran,che ormai considerava la ramata come una seconda migliore amica a cui,tra l’altro,doveva la vita. Grazie a loro,ai bambini e a tutto il resto del gruppo,l’ex donna in nero era riuscita a perdonarsi e a superare le sue paure.
Non aveva ripreso il liceo dal momento che sarebbe stato uno spreco di tempo con le sue due lauree e,grazie all’aiuto dell’FBI,era riuscita a trovare un posto come ricercatrice in un laboratorio ad Osaka. Nonostante fosse costretta tutti i giorni a fare la spola tra le due città,ed avesse stretto qualche legame anche sul posto di lavoro,Shiho riusciva a passare del tempo anche con Shinichi e compagnia,attirando non pochi sguardi maschili ogni volta che li attendeva all’uscita del liceo e suscitando i borbottii di Shinichi che la tartassava pretendendo di essere informato su tutto. Il suo comportamento rasentava il ridicolo,ma tutti sapevano che era un tentativo da parte del ragazzo di evitare che lei soffrisse di nuovo.
Shinichi fu destato dai suoi pensieri a causa di una macchina che l’aveva affiancato. Il finestrino del lato guidatore si abbassò e il ragazzo si trovò davanti la sua migliore amica che lo guardava con l’espressione sardonica che l’aveva sempre caratterizzata.
“Hai bisogno di un passaggio,Kudo?” chiese,con tono ironico.
Senza farselo ripetere il giovane fece il giro e si accomodò al suo fianco,salutandola con un bacio sulla guancia.
“Sei in ritardo?” le domandò,chiedendosi il perché lei fosse ancora a Tokyo alle 8 del mattino dato che dal lunedì al venerdì iniziava il turno alle 8.30 per poi staccare alle 16,per poi avere il weekend libero.
Shiho negò con un cenno del capo ed aggiunse “Oggi ho giornata libera,sto andando a sbrigare delle cose per il laboratorio e poi ad ora di pranzo prendo il treno”.
Shinichi parve perlpesso “Perché vai ad Osaka se hai giornata libera?”
A quella domanda la ramata imprecò mentalmente,ben sapendo cosa sarebbe successo non appena gli avesse detto il motivo del suo spostamento.
“Oggi è il compleanno di Gunji Naeko-san,una delle mie colleghe di laboratorio. Ha organizzato una serata in un locale tranquillo e poi mi ha detto che posso rimanere a dormire da lei,dato che è venerdì,e prendere il treno domattina con tutta calma.”
Intercettò la scintilla di disappunto negli occhi azzurri del suo interlocutore,ma fortunatamente erano arrivati davanti al liceo giusto in tempo per sentire la campanella suonare.
“Ascolterei volentieri l’ennesima paternale sul prestare attenzione a chi incontro,ma sfortunatamente né io né te abbiamo tempo. Ci vediamo domani” affermò,sporgendosi per baciarlo su una guancia e poi spintonarlo fuori dall’abitacolo.
Non appena Shinichi fu fuori,Shiho diede gas e si dileguò rapidamente tra le strade per evitare di dargli tempo di replicare.
Il ragazzo sospirò seccato,le inviò un “Questa non la passi liscia” e si diresse verso la sua classe.



Quello che sarebbe dovuto essere un posto tranquillo era invece una vera e propria discoteca gremita fino all’orlo di ragazzi dai 18 anni in su,perlopiù completamente ubriachi.
Shiho,seduta su alcuni divanetti assieme a Naeko e ai suoi invitati,si stava pentendo amaramente di aver accettato l’invito.
Nel tragitto dal guardaroba,dove era stata costretta a lasciare la giacca di pelle,al tavolo dove Naeko le aveva detto di recarsi si era sentita spogliare con lo sguardo da una quantità indefinita di sguardi maschili.
Nonostante avesse optato per un outfit relativamente semplice,e molto diverso rispetto a quello che era abituata ad indossare quando era ancora Sherry, le sue forme prosperose non passavano di certo inosservate,specialmente a causa di quella specie di top che la sua amica l’aveva obbligata ad infilare. Era bianco e composto da due grandi strisce che si attorcigliavano tra loro coprendo solo il seno e poco più. L’aveva abbinato a dei jeans neri aderentissimi a vita molto alta e a delle décolleté nere con il tacco spesso e il plateau alto. Vedendola in disparte,la festeggiata le si avvicinò con un bicchiere in mano e le si sedette accanto.
“Miyano-san,ti annoi?”
La ramata avrebbe voluto dirle la verità,e cioè che avrebbe tanto preferito essere a casa sotto le coperte in quel momento,ma non volle essere scortese con la sua amica quindi optò per una mezza verità.
“No,è che mi sento un po’ fuori luogo” Ammise,sorridendo in maniera colpevole.
A quel punto la sua interlocutrice,attorcigliandosi i lunghi capelli castani con le dita,la guardò intensamente con i suoi occhi color mandorla,le sorrise di rimando e poi le porse il cocktail che reggeva in mano.
“Su,butta tutto giù e vedrai che tra poco sarà tutto più divertente.”
Lì per lì la ramata rimase spiazzata e abbastanza perplessa,ma dopo le insistenze di Naeko e dei suoi amici pensò che in realtà non ci fosse nulla di così sbagliato nel divertirsi un po’,quindi,andando contro ogni suo credo,bevve rapidamente quel bicchiere e tutti quelli che le passarono da quel momento in poi,senza curarsi più di tanto di cosa ci fosse dentro.
Nonostante il suo fegato fosse abituato all’alcool dopo il periodo passato nell’Organizzazione,tutto quel miscuglio le salì velocemente al cervello e in breve la ramata entrò in una sorta di limbo in cui capiva ciò che le stava accadendo,ma non aveva i riflessi abbastanza pronti per reagire,che la portò a farsi trascinare in pista da Naeko e le sue amiche.
Lì si lasciò trascinare dalla folla ed iniziò a ballare,ma in breve la vista iniziò ad appannarsi e l’aria iniziò a mancarle a causa di tutte le mani che la toccavano,perciò senza accorgersene iniziò ad allontanarsi dal gruppo per trovare un posto più tranquillo.
Riuscì a districarsi dalla massa con non poca difficoltà e raggiunse la ringhiera che circondava l’intera sala fiondandosi in uno spazio lasciato libero. Si aggrappò con tutta la forza che aveva in corpo e chiuse gli occhi,sperando di star meglio.
“Ehi,stai bene?” sentì dire ad un tratto.
Aprì gli occhi e si voltò alla sua destra seguendo la direzione della voce e si trovò ad ammirare il volto di quello che reputò essere il più bel ragazzo che avesse mai visto in vita sua.
Aveva i capelli di un castano particolare,tendente al biondo,un pizzetto del medesimo colore e dei grandi occhi azzurri.
Shiho sentiva di conoscerlo,qualcosa dentro di sé le diceva che quel volto non le era affatto nuovo,ma a causa dei fumi dell’alcool non fu in grado di associare il volto ad una figura conosciuta perciò si limitò ad annuire con la testa.
Il suo interlocutore sorrise e le passò un bicchiere.
“No guarda,se bevo qualcos altro collasso.”Affermò la ragazza,accentuando il suo diniego scuotendo vivamente la testa.
Questa reazione provocò una risata divertita nel biondo davanti a lei che precisò “Tranquilla,è solo acqua. Ti farà sentire subito meglio”. Shiho lo guardò diffidente mentre allungava la mano per prendere il bicchiere.
Annusò il contenuto e poi lo bevve con molta cautela,appurando che era effettivamente acqua.
“Allora,Miss diffidenza,ho cercato di avvelenarti?” Domandò lui ironicamente,dopo aver assistito a tutte le mosse della ramata davanti a sé.
Lei si limitò ad alzare le spalle ed affermare “Non si è mai troppo previdenti”.
“Devi aver conosciuto persone davvero cattive per pensarla così” disse lui mentre rideva,senza neanche immaginare quanto le sue parole potessero essere reali nel caso della sua interlocutrice.
Il giovane,accorgendosene,tentò di rimediare intavolando una normale conversazione,ma dovette ricredersi quando la ragazza si rifiutò di dirgli il suo nome. Gli fu ancora più chiaro di avere di fronte una ragazza diversa dalle altre,più posata e sulle sue che ancora non dava segno di averlo riconosciuto o,se l’aveva fatto,era stata bravissima a non farlo notare.
Ciò contribuì a far nascere in lui un interesse ancora maggiore per quella ragazza che,contrariamente alle ochette giulive a cui era abituato,sembrava infischiarsene della sua fama e lo trattava come avrebbe trattato chiunque altro. Ad aumentare il suo interessamento contribuiva senza dubbio la sua bellezza strabiliante composta da un colore di capelli sul biondo-ramato,assolutamente inusuale in Giappone,dei tratti semioccidentali,delle belle labbra carnose e un paio di bellissimi occhi verde acqua,a cui andava aggiunto il suo indescrivibile fisico,con tutte le forme al posto giusto,che aveva fatto torcere il collo a quasi tutti i ragazzi del locale.
L’aveva notata subito,sin da quando faceva la fila per il guardaroba,ma in un attimo di distrazione l’aveva persa di vista e se ne era rammaricato. Ora però,che l’aveva ritrovata ed era riuscito ad intavolare una conversazione con lei,non aveva nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire di nuovo perché lo attraeva troppo;prima di tutto però decise di metterla alla prova.
“Eh va bene,vorrà dire che per me sarai Miss Diffidenza,finchè non avrò l’onore di conoscere il tuo nome. In ogni caso molto piacere,Higo Ryusuke.”Disse,allungandole la mano destra.
A quelle parole Shiho ebbe un lampo di comprensione,e subito le fu chiaro perché il suo cervello le avesse suggerito quella sensazione di familiarità non appena aveva posato il suo sguardo su di lui.
Ricordava di aver confessato a Shinichi,quando ancora loro due rispondevano ai nomi di Conan Edogawa e Ai Haibara,di provare una certa empatia (che il corvino aveva prontamente tradotto in cotta) per quel ragazzo che aveva una situazione per alcuni versi simile alla sua.
Ciononostante non fece una piega e si limitò a stringergli la mano con un sorriso.
Higo rimase ancora più sorpreso. Era evidente che lei l’avesse riconosciuto,ma per qualche motivo sembrava non interessarle.
“Posso sapere almeno quanti anni hai?” Le domandò,intenzionato a non demordere.
“Ne ho appena compiuti 19,a quanto pare ci passiamo solo un anno” Rispose lei,confermandogli definitivamente la sua teoria.
Il giovane calciatore si stava spremendo le meningi per trovare argomenti di conversazione che impedissero alla ragazza di allontanarsi da lui,ma ancora una volta lei lo stupì avvicinandosi e sussurrandogli,a pochi centimetri dal volto “Non mi inviti a ballare?”
Ryusuke non potè far altro che annuire,completamente soggiogato dal suo fascino,e si fece trascinare in pista.
Una volta lì i due presero a ballare estremamente vicini,spesso ad un soffio l’uno dall’altra. Avevano iniziato un gioco di resistenza,lo sapevano entrambi,e nessuno dei due era intenzionato a perdere.
Dopo un po’,inaspettatamente,Shiho si voltò ed iniziò a ballare con il corpo attaccato al suo,ma dandogli la schiena.
“Che fai,Diffidenza?” le chiese lui,poggiando le labbra sul suo orecchio sinistro,e tirando il lobo con i denti.
“Non vedi? Sto ballando” Rispose lei,addossandosi ancora di più al suo corpo e sentendo chiaramente qualcosa di duro batterle sulla vita. “Stavamo ballando anche prima” Continuò Ryusuke,accarezzandole il profilo con la punta di un dito partendo dal volto,scendendo poi per il collo fino ad arrivare al seno dove,dopo un cenno di assenso di lei,iniziò a lasciare qualche carezza.
“Non si balla sempre nella stessa posizione”Ribattè lei dopo un po’,andando indietro con il bacino a strusciarsi letteralmente contro il corpo di lui. Il calciatore sentì il sangue arrivargli dritto al cervello e alle parti basse,quindi le artigliò un seno e si fiondò a mordere e succhiare la candida pelle del suo collo.
“Tu non sai cosa ti farei” le sussurrò poi all’orecchio,stringendo ancora di più il suo corpo.
Shiho quindi si voltò e,con uno sguardo malizioso,disse solo “Dimostramelo”.
Ryusuke allora non ci vide più,le afferrò il volto e la baciò con forza e passione.
Fu come tornare a respirare,le loro labbra sembravano fatte apposta per collidere e il giocatore credeva che non sarebbe sopravvissuto a lungo con il suo corpo formoso completamente schiacciato contro il suo.
L’idillio durò poco,perché un tizio ubriaco si andò a schiantare contro Shiho nel tentativo di farsi largo tra la folla,costringendola a staccarsi dal suo calciatore.
“Miyano-san!” Si sentì gridare tra la folla a quel punto,e Shiho vide chiaramente Naeko farle segno di raggiungerla per andare via.
Si voltò verso Higo e si allungò verso le sue labbra per salutarlo,ma il ragazzo le arpionò il polso e la supplicò dicendo: “Miyano cosa? Ti prego,Diffidenza,ho bisogno di saperlo. Voglio rivederti”.
Shiho sorrise e rispose “Mi dispiace,promessa del calcio,ma dovrai scoprirlo da solo. Sai che faccio di cognome Miyano e ho 19 anni,facciamo che se riesci a trovarmi verrò ad un appuntamento con te. Ci stai?”
Il calciatore sospirò,sconfitto,per poi afferrarle il volto e baciarla di nuovo. “Ti troverò,Diffidenza,puoi starne certa” .
A quelle parole Shiho arrossì vagamente,lo guardò un’ultima volta e poi sparì tra la folla.
Una volta raggiunta Naeko questa la guardò con tando d’occhi,spostando continuamente lo sguardo da lei al giovane che continuava a fissarla. “Non dirmi che quello era Higo-san!” Domandò poi,artigliandole un braccio.
La ramata sorrise tra sé e sé e poi rispose “Ti sbagli, era solo un tizio che gli somigliava molto”.



“Dottor Agasa,è in casa?” Urlò Shinichi aprendo la porta dell’abitazione dell’uomo dopo averla trovata socchiusa. Arrivato all’ingresso,tuttavia,non vide nessuno e lì per lì rimase perplesso. Poi,come se qualcuno gli avesse risposto e l’avesse effettivamente invitato ad entrare,si tolse le scarpe ed infilò un paio di ciabatte,dopodiché chiamò nuovamente a gran voce il dottore che gli apparve improvvisamente di fronte con uno sguardo nervoso e l’indice destro premuto contro le labbra.
Allo sguardo perplesso del ragazzo l’uomo si scostò leggermente permettendogli di vedere oltre alle sue spalle la figura di Shiho scompostamente stesa ed addormentata su uno dei divani della sala.
“Cosa le è successo? Sta male?” Domandò con apprensione il ragazzo dirigendosi verso la sua amica.
A quelle parole il dottor Agasa rise leggermente e scosse la testa in segno di diniego.
“Non è niente,è semplicemente tornata da Osaka ubriaca fradicia”.
Shinichi strabuzzò gli occhi e si voltò a guardarlo.
“In che senso ubriaca fradicia?”
“Quanti sensi conosci?” Gli chiese l’uomo,in tono ironico.
Shinichi non riusciva a capacitarsene,insomma quella lì era Shiho,la stessa ragazza che fino a qualche mese prima aveva paura di uscire di casa e avere rapporti sociali e che era universalmente riconosciuta per il suo broncio perenne. Com’era possibile che proprio lei si fosse ridotta in uno stato del genere?
“Ma come ha fatto a tornare qui in queste condizioni?” Chiese,osservando lo stato in cui versava la ramata.
Dormiva pancia sotto,con un braccio sulla testa ed uno a penzoloni,le gambe attorcigliate tra loro e il corpo scosso da leggeri tremiti.
“Non ne ho idea,so solo che qualche ora fa ho aperto la porta e l’ho trovata che si reggeva al muro. Mi ha salutato,è entrata,si è fiondata sul divano e da lì non si è più mossa. Sono riuscito solo a toglierle le scarpe e coprirla con un plaid,per il resto non ho potuto fare granchè”.
“Dottore se va ad aprire la porta della sua stanza la metto io a letto. Data la posizione qui non sembra stare molto comoda” Affermò Shinichi annuendo tra sé e sé . L’uomo si trovò d’accordo con lui,quindi il moro afferrò Shiho e la sollevò per metterla a letto,rendendosi conto solo in quel momento di quale fosse il suo abbigliamento ed appuntandosi mentalmente di farle una bella strigliata non appena si fosse svegliata.
Dopodiché si diresse verso il piano inferiore,salutò il Dottor Agasa e tornò in casa sua,dove trovò ad attenderlo Heiji,Kazuha,Ran e Sonoko pronti per uscire.
“Shiho-chan non viene?” Gli domandò la sua ragazza,notando con rammarico l’assenza della sua amica.
Shinichi scosse la testa,poi scoppiò a ridere e disse “No,non è proprio nelle condizioni di venire”
“Che vuoi dire,scusa?” Intervenne sospetta Sonoko.
“Vuol dire,anche se non ci crederete mai,che la nostra reginetta dei ghiacci in questo momento è a letto a combattere con una sbornia epocale. Com’è successo lo sa solo lei. Allora? Andiamo?”
Incrociò gli sguardi allibiti ed increduli dei suoi amici,scrollò le spalle e borbottando un “Io l’avevo detto che non ci avreste creduto” uscì nuovamente dal portone in attesa di essere seguito.



“Io non capisco perché tu debba sempre farmi perdere decine d’anni di vita per le tue bravate. Ti sembra questo il modo di sparire? Io e gli altri ti abbiamo cercato per tutto il locale per ore” Borbottava Rikuo Endo muovendosi nervosamente in giro per l’appartamento che condivideva con il suo fratellastro che in quel momento si era steso a letto con le braccia incrociate dietro la testa, non dando minimamente segno di voler prestare attenzione al suo rimprovero.
“Ryusuke,maledizione! Vuoi ascoltarmi?”Sbottò allora il più grande,sbattendo un pugno contro il comodino accanto al letto per attirare su di sé l’attenzione dell’altro.
Dal canto suo, il biondo non diede segno di essersi spaventato o altro,si limitò semplicemente a dire “Ho conosciuto una ragazza”.
A quelle parole Rikuo sentì la rabbia scemargli pian piano e si sedette accanto a lui.
Gli mise una mano sulla spalla e lo guardò con un sorriso incoraggiante,essendo perfettamente a conoscenza delle difficoltà del suo fratellastro in ambito sentimentale. Ryusuke era un gran bel ragazzo che riscuoteva molto successo nel sesso opposto e questo,per un certo periodo di tempo,era stata una gran fortuna per lui.
Gli era stato possibile uscire con tutte le ragazze che desiderasse,sicuro che il desiderio fosse corrisposto anche dall’altro lato. Con tutte era sempre stato estremamente gentile e corretto,perché non era mai stato tipo da usare gli altri per soddisfare se stesso.
I problemi erano però sopraggiunti quando aveva abbandonato la squadra di Tokyo per unirsi ai Big Osaka.
In quel periodo aveva visto il suo nome venire affiancato dall’aggettivo “traditore” sia da parte dei suoi ex tifosi che da quelli attuali,e per lui era diventato sempre più difficile rimettersi in piedi dopo tutti i fischi che gli venivano lanciati contro durante ogni partita. A questo si era poi sommato l’improvviso allontanamento di molte delle compagnie che frequentava,e ciò l’aveva portato a comprendere che tutta la gente che prima di allora l’aveva avvicinato era interessata non a lui ma alla sua fama.
Appurare che a nessuno di loro fosse mai interessato molto della sua persona era stato un altro colpo duro da superare e sicuramente non ce l’avrebbe mai e poi mai fatta senza l’aiuto di Rikuo,che non l’aveva lasciato un secondo da solo e,anzi,l’aveva spronato a riprendersi ciò che era suo.
Aveva quindi preso in mano la situazione,lottando con i denti per riguadagnarsi il ruolo nell’Olimpo da cui l’avevano brutalmente cacciato,e ci era riuscito. Nel frattempo,però,aveva imparato a non fidarsi di chi lo circondava e a restringere il suo cerchio di amicizie a pochissimi fidati. Il suo approccio al genere femminile era irrimediabilmente cambiato,poiché il ragazzo aveva ripreso ad intrattenersi con varie ragazze ma senza dar loro modo di avere a che fare con lui una seconda volta.
Proprio per questo Rikuo era rimasto sorpreso nell’apprendere che era stata proprio una ragazza a ridurre il fratello in quello stato,ma d’altro canto era contento.
Chissà che quella misteriosa ragazza non fosse in grado di restituire al suo tormentato fratellastro un po’ di fiducia nel prossimo. “Com’è?”Gli chiese,curioso.
Il ragazzo scosse il capo sorridendo e rispose “E’ la più bella ragazza che io abbia mai visto in vita mia.”
Davanti allo sguardo del fratello che lo esortava a continuare,Ryusuke scoppiò nel fiume di parole più lungo di cui l’altro avesse memoria. “Ha i capelli ramati,ma di un ramato particolarissimo che non avevo mai visto addosso a nessuno. I suoi occhi sono grandi e verdi,e quando ti guarda non capisci mai cosa voglia da te,anche perché è sarcastica e diffidente all’ennesima potenza quindi ti manda in pappa il cervello dopo due secondi di conversazione. E il suo fisico,Dio il suo fisico” disse,portandosi nervosamente le mani nei capelli e suscitando le risate in Rikuo. “Non ho aggettivi per definirlo se non perfetto. La più bella,Rik,la più bella”.
“Ma non mi hai detto la cosa più importante”Intervenne l’altro.
Il calciatore sbuffò.
“Non te l’ho detta perché quella stronzetta non ha voluto dirmi il suo nome. Ha detto che me lo dirà,e accetterà di uscire con me,solo se riuscirò a trovarla e la vedo davvero difficile dal momento che so solo la sua età e il suo cognome”.
Rikuo riprese a ridere,davvero divertito. Quella ragazza doveva essere una forza della natura per tenere testa a suo fratello in quella maniera,gli sarebbe davvero piaciuto conoscerla.
“Il bello è però che a lei non fregava niente del fatto che io fossi Higo. Certo,non mi ha riconosciuto subito,ma quando è successo non ha fatto una piega e ha continuato a comportarsi nello stesso modo” Aggiunse il biondo.
“Dev’essere davvero speciale allora. Non possiamo farcela scappare,vero fratellino?” Lo stuzzicò Endo,divertendosi un mondo a metterlo in difficoltà.
“Già,peccato che sia già successo.”Sbuffò Ryusuke,sconsolato.
“Secondo me non dovresti darti per vinto,non ne esistono così tante di ragazze come lei” Ribatté l'altro,convinto.



Da quegli avvenimenti era passato poco meno di un mese. In tale arco di tempo Ryusuke aveva provato in tutti i modi a trovare quella ragazza ramata che gli aveva fottuto il cervello,ma purtroppo niente di ciò che faceva sembrava funzionare.
D’altronde cosa si aspettava? Miyano era un cognome molto diffuso in Giappone,e di ragazze Miyano di 19 anni ce ne erano tantissime.
A ciò si aggiungeva che le sue ricerche erano state ostacolate dall’impossibilità di accedere a maggiori informazioni riguardo le ragazze,aspetto fisico incluso,per motivi di privacy.
Così era passato un mese,e il ragazzo stava pian piano iniziando ad accantonare definitivamente l’idea di ritrovarla,sebbene il suo cervello non fosse della stessa idea e continuasse a tormentarlo tutte le notti con le immagini del loro bacio in discoteca.
Credeva di poter morire tutte le volte che ci pensava,perché in quell’attimo si era sentito più vivo di quanto gli fosse mai capitato in un’intera vita. Se chiudeva gli occhi rivedeva chiaramente il volto della sua Miss Diffidenza che lo invitava a ballare guardandolo con quello sguardo così malizioso ed indecifrabile,oppure la sua espressione totalmente arresa mentre lui era impegnato a torturarle il collo e a scendere giù con la mano sul suo corpo,sempre più giù..
Solitamente a quel punto era costretto ad interrompere quella visione ad occhi aperti per evitare spiacevoli inconvenienti,ma era certo del fatto che quella ragazza gli mancasse come l’aria,e che avrebbe dato di tutto per poterla vedere anche solo un’altra volta.
All’alba di quella soleggiata giornata di aprile,però, Ryusuke Higo non poteva immaginare che qualcuno quel giorno avrebbe deciso di ascoltare le sue preghiere,sebbene in un modo molto singolare.



“Avevo davvero bisogno di una giornata di riposo dopo tutto quel trantran di compiti ed interrogazioni” affermò Sonoko Suzuki,stiracchiandosi alla luce del sole seduta ad un piccolo bar di Osaka in compagnia dei suoi amici.
Quel giorno lei,la coppia di Tokyo e quella di Osaka erano riusciti ad organizzare una piacevole giornata in giro per la città del Kansai,e ad ora di pranzo erano stati raggiunti anche da Shiho che aveva ottenuto il permesso di lasciare il laboratorio qualche ora prima.
La giornata era trascorsa tranquillamente tra i classici battibecchi tra i due detective liceali e le facce sconsolate delle relative fidanzate che,per ripicca,avevano trascinato il gruppo per tutti i negozi del centro di Osaka. Shiho aveva riso di gusto vedendo le facce sconsolate dei due e,nonostante la stanchezza data dal lavoro,era riuscita a passare una giornata molto rilassante e a mettere leggermente da parte il tarlo che la tormentava da un mese a quella parte.
Da quando si era ripresa quella sbornia epocale,infatti,la ragazza non faceva altro che dannarsi per essere stata così stupida da non aver dato una possibilità concreta al bel calciatore.
Non sapeva cosa le fosse preso,ma in quel momento l’aveva assalita un istinto predatore che difficilmente era in grado di tenere a bada,ed il risultato di ciò era stata la totale assenza di notizie da parte di Higo da quella sera. Non che lei gli avesse dato la possibilità di fare altrimenti,d’altronde.
Dentro di sé Shiho sapeva che avrebbe dato volentieri una possibilità al giovane se solo ne avesse avuto modo,ma ormai si era rassegnata all’evidenza dell’unicità di occasioni del genere e aveva cercato di farsene un ragione,sebbene la sua mente continuasse a ricordarle gli avvenimenti di quella sera e quanto lei si fosse sentita protetta e quasi amata in un momento come quello che,purtroppo per lei,non avrebbe avuto una replica.
Shinichi,d’altro canto,l’aveva osservata di sottecchi per tutto il giorno ed aveva constatato con gioia che il broncio pensieroso che l’aveva tormentata nell’ultimo mese era prossimo a sparire del tutto.
Non sapeva esattamente cosa fosse successo,ma era certo che il principio di tutto fosse da ritrovare in quella fantomatica notte da cui Shiho era tornata ubriaca fradicia. Aveva provato molte volte ad estorcere informazioni dalla sua amica che,però,si era chiusa in un mutismo quasi fastidioso che,alla fine,l’aveva fatto desistere e sperare che quel momento sparisse presto.
Fortunatamente sembrava che le cose stessero andando come previsto dal momento che Shiho quel giorno aveva sfoggiato un’espressione rilassata per tutto il tempo,espressione che lui non vedeva da molto e che lo aveva reso molto contento.
A metà pomeriggio i ragazzi si erano rintanati in quel bar per rinfrescarsi con un bel gelato e parlare del più e del meno.
Verso l’ora del tramonto,però,Kazuha decise di avanzare una proposta.
“Ragazzi,che ne direste di andare al porto ad ammirare il tramonto prima che voi andiate via? In questo periodo dell’anno quella zona è un trionfo di colori ed il tramonto è molto suggestivo!” Affermò,convincendo immediatamente Ran e Sonoko che però se ne dovette tirare fuori perché,di lì a poco,sarebbe passato Makoto a prenderla.
I due detective,invece,sbuffarono contrari.
“Non è niente di diverso da ciò che possono vedere anche a Tokyo,baka”Borbottò il ragazzo del Kansai,per niente intenzionato a muovere un altro singolo muscolo per accontentare i capricci della sua ragazza.
Lei,dal canto suo,gli scoccò un’occhiata gelida e si limitò a ribattere “Lasciamo che sia la maggioranza a deciderlo. Al momento siamo 2 contro 2,dipende tutto da Shiho-chan”.
L’attenzione di tutti si spostò sulla figura della ramata che,dopo un attimo di imbarazzo,si dichiarò favorevole all’idea.
Le ragazze gioirono e si alzarono per raggiungere i mezzi con cui sarebbero andati al porto.
“Molte grazie,Miyano”Borbottò Heiji,lanciandole un’occhiata seccata tanto quanto il suo stato d’animo,e Shinichi si trovò,forse per la prima volta nella giornata,ad essere d’accordo con lui.
“Certo che voi due potreste sforzarvi di assecondare l’animo romantico delle vostre belle,una volta tanto” Decretò la ramata,avvicinandosi alla sua adorata moto Suzuki B-King laccata nera,comprata giusto poco tempo prima per rendere più facili i suoi spostamenti quando si trovava ad Osaka. Era costretta a pagare una fortuna per l’affitto del piccolo garage dove la custodiva,ma per quel gioiellino era disposta a questo ed altro.
Dopo aver salutato Sonoko,le due coppie salirono in sella alle rispettive moto e anche la ramata fece lo stesso. Diedero gas e seguirono Heiji che faceva loro strada per il porto.
Se Shiho avesse dovuto scegliere un’attività che la aiutava a distendere i nervi questa era sicuramente lo stare in sella alla sua moto. Ne aveva una anche quando era ancora Sherry ed era stata sua sorella ad insegnarle come guidarla,quindi portare avanti quell’abilità per la giovane era diventato quasi un dovere.
I ragazzi si fermarono ad un semaforo e lì,improvvisamente,la ragazza fu assalita da un’inspiegabile sensazione di ansia che la spinse a voltare lo sguardo a destra,dove si ergeva un ponte su cui passeggiavano diverse persone. Una in particolare,però,attirò la sua attenzione: un ragazzo alto,con i capelli castani tendenti al biondo e agli occhi chiari il quale esortava un altro ragazzo,che gli stava dietro di qualche metro,ad andare più veloce.
L’ex donna in nero non badò tanto al fatto che quello fosse il giovane calciatore che occupava i suoi pensieri da un mese a quella parte,quanto piuttosto al puntino rosso posizionato sulla sua nuca e di cui lui pareva non essersi accorto. Prima ancora di rendersene conto stava già sterzando.




“Rikuo,andiamo! Quanto sei lento oggi!” Affermò ridendo Ryusuke,voltandosi per la millesima volta ad osservare quello che teoricamente era il suo allenatore arrancare sul ponte. Il motivo di tanta fatica era dato dal fatto che il ragazzo in questione fosse andato a dormire molto tardi la sera precedente per essere poi svegliato molto presto,troppo presto,da un allegro Ryusuke che lo aveva obbligato ad accompagnarlo in giro per la città in una giornata così bella.
Il calciatore era perfettamente a conoscenze delle difficoltà del fratello nell’affrontare la giornata senza le sue 8 ore di sonno,ma non avrebbe mai perso un’occasione per prenderlo in giro,lo divertiva troppo.
Proprio per questo stava per lanciargli l’ennesima frecciatina quando sentì un rombo addordante alle sue spalle seguito da una voce che gridava: “HIGO,GIU’!”
Ryusuke si voltò e gli sembrò di sognare alla vista di una ragazza che si lanciava da una moto in corsa per cadere su di lui e buttarlo rovinosamente a terra assieme a lei,perdendo nell’impatto il suo casco e facendo finire il mezzo da cui si era buttata a poca distanza da una macchina che stava transitando sul ponte in quel momento.
Il giovane si rese conto di aver chiuso gli occhi solo quando si trovò a doverli riaprire,e quando abbassò lo sguardo sulla chioma ramata della ragazza che lo stringeva tremante sentì il respiro mancargli. Si domandò se quella non fosse una delle sue solite visioni ad occhi aperti,dal momento che non riusciva a spiegarsi come,colei che aveva fatto da protagonista a tutti i suoi sogni da un mese a quella parte,si fosse d’un tratto materializzata tra le sue braccia.
Stava quindi per dar voce alla sua meraviglia quandò sentì qualcosa di caldo colargli su una mano e,dopo aver indirizzato lo sguardo verso di essa,appurò con orrore che si trattasse di sangue.
A quel punto tutto l’accaduto gli fu immediatamente chiaro,come lo fu la constatazione che quel sangue non provenisse dal suo corpo.
“Ti prego dimmi che stai bene!” Affermò rivolto alla ramata,facendole alzare il capo in modo da incontrare i suoi occhi e tutto intorno a loro sembrò bloccarsi.
Shiho non riusciva a credere di avere davanti a lei proprio colui che aveva desiderato così ardentemente in quell’arco di tempo,e si ritrovò ad esternare i suoi pensieri con un sorriso che si trasformò subito in una smorfia di dolore che la portò a stringersi il braccio destro,dove la pallottola da cui aveva salvato Higo l’aveva sfiorata,per poi andarsi ad incastrare nel palo della luce alle loro spalle. “MIYANO!” Si sentì urlare a quel punto,e i due ragazzi si voltarono in tempo per vedere quelli che Higo suppose fossero gli amici della giovane che le correvano incontro.
Shiho dal canto suo sospirò,mostrò loro il pollice per garantire di star bene e cercò di alzarsi,ma Shinichi,che l’aveva raggiunta,le impedì di farlo e si dedicò a constatare la gravità della ferita incurante dei suoi borbottii.
A quella scena Ryusuke reagì con fastidio,fraintendendo completamente il ruolo del corvino e sentendo la sua felicità sgretolarsi pian piano ma si ricredette subito quando vide una ragazza castana avvicinarsi,scostare il giovane con un “Tesoro,mollala” ed aiutare la ramata a mettersi in piedi.
“Stai bene?” Sentì quindi chiedere da una voce alla sua sinistra,voce che proveniva da un ragazzo dalla carnagione olivastra che,al suo cenno d’assenso,lo aiutò a sua volta a rimettersi in piedi.
Rikuo raggiunse il fratello e lo guardò terrorizzato,convinto che fosse ferito; quando appurò che non era così lo abbracciò tremante,facendosi sfuggire qualche lacrima di sollievo.
Il ragazzo corvino,intanto,sembrava non darsi pace e parlava nervosamente a quella che lui aveva chiamato Miss Diffidenza,facendole una serie di domande che lei fermò prontamente dopo essersi accorta dell’arrivo della polizia sul posto.
Solo quando la stessa domanda le fu porta dagli agenti la giovane iniziò a raccontare.
“Ero ferma con la moto all’incrocio che si trova a destra del ponte,quando per caso ho notato Higo-san sul ponte e ho meditato di avvicinarmi per chiedergli un autografo” Affermò,senza guardare negli occhi nessuno dei suoi amici per evitare che la sua bugia venisse smascherata “Ma poi ho notato il puntino del laser sulla sua nuca e mi sono precipitata a spostarlo dalla traiettoria,dato che né lui ne Endo-san si erano accorti di nulla. Mi sono lanciata su di lui e il proiettile ha colpito me,ma solo di striscio,per poi conficcarsi nel palo della luce” Concluse,annuendo poi all’esortazione dell’Ispettore che le consigliava di andare a farsi medicare la bruciatura nell’ambulanza che era appena arrivata.
Ryusuke,intercettati i suoi movimenti,si districò rapidamente dalla presa del fratello e le afferrò un polso per fermarla e,quando lei si voltò,le sorrise in maniera riconoscente.
“Ti ringrazio infinitamente”disse,con una voce calda e roca che fece battere all’impazzata il cuore della ramata la quale ricambiò il sorriso con una punta di imbarazzo e sollevò le spalle come a dire “non è niente”.
“La ferita ti fa male?”Chiese lui,con una nota di rammarico.
Shiho si sentì quindi in dovere di tranquillizzarlo con un “Tranquillo,è solo un graffio. Un po’ di disinfettante e garze e non rimarrà neanche la cicatrice.”
Poi,vedendo che lui non sembrava molto convinto,gli sorrise leggermente e ribattè “Non è successo nulla,davvero”.
Il calciatore annuì però,determinato com’era a non lasciarsela fuggire di nuovo,le allungò la mano sinistra dicendo:”Higo Ryusuke,molto piacere”.
A quell’affermazione la ragazza si sentì presa in scacco ma poi,sorridendo sorniona,allungò a sua volta la mano sana e rispose “Miyano Shiho,il piacere è tutto mio”.
Dopodichè gli fece un occhiolino e si allontanò verso l’ambulanza con i suoi amici che,intanto,le avevano recuperato la moto da terra.
Solo quando il gruppo fu abbastanza distante Ryusuke aprì la mano per scoprire ciò che lei gli aveva passato durante quel breve contatto: era un foglietto molto piccolo e spiegazzato il cui messaggio fece strabuzzare gli occhi al biondo che sentì un nuovo moto di contentezza nascere dentro di lui.
“Ogni promessa è debito. 348********. Aspetto tue notizie,Shiho.”
Poco più tardi,dopo che lei,Ran e Shinichi,lasciate le moto nel garage della ragazza,erano saliti sul treno diretto a Tokyo,Shiho stava cercando di scusarsi con un offeso Shinichi che le ripeteva di essersi comportata come un’incosciente e di averlo fatto spaventare a morte. A metà viaggio la ramata l’aveva abbracciato mostrandogli di poter muovere tranquillamente entrambe le braccia nonostante la fasciatura su quello destro,poi si era semistesa sul suo sedile e Ran aveva intimato al suo fidanzato di lasciarla riposare in pace.
Proprio mentre stava per addormentarsi,però,sentì il suo iPhone 6 vibrarle nella tasca,pertanto lo afferrò e,attenta a non farsi scoprire dai piccioncini che battibeccavano davanti a lei,lesse il messaggio che le era appena arrivato sentendo le sue guance colorarsi leggermente di rosso.
“Te l’avevo detto che non ti avrei lasciata andare,Diffidenza” .



La suoneria dell’iPhone che si espandeva per la stanza costrinse Shiho ad affrettarsi a rispondere pur avendo solo un misero asciugamano a coprirle il corpo e i capelli ancora fradici. Non appena ebbe visto l’autore di tanta insistenza,tuttavia,non poté fare a meno di borbottare una serie di improperi a suo indirizzo e pertanto rispose con un seccato: “Kudo,cosa diamine vuoi?”
Dall’altro capo del telefono il corvino si trovò in netta difficoltà e dovette soppesare per bene le parole da dire alla sua migliore amica per evitare che lei si innervosisse maggiormente,perché se una Shiho ironica era fastidiosa,una Shiho arrabbiata era decisamente pericolosa e lui ci teneva alla pelle,grazie tante. “Ehm ciao Shiho,come stai?”
Percependo un’aura decisamente negativa provenire dall’altra parte della cornetta si affrettò ad aggiungere,con tono supplichevole “Avrei bisogno di un piccolo consiglio da parte tua per un regalo da fare a Ran,mi accompagneresti in centro?”
La ragazza massaggiò con vigore le sue palpebre per evitare di cedere alla tentazione di mandare al diavolo l’amico per la sua idea,poi però rifletté sulla totale incapacità di questo di destreggiarsi dignitosamente negli affari sentimentali perciò,dicendo addio ad una delle due giornate di pausa settimanali,dichiarò “Va bene Shinichi,ma solo perché mi fai pena. Ci vediamo da me tra venti minuti” e riattaccò,senza dargli tempo per replicare.
Chiusa la chiamata,tuttavia,si rese conto di aver ricevuto diversi messaggi da un destinatario con cui si era spesso intrattenuta,anche in lunghe conversazioni,durante le ultime due settimane.
Lei e Ryusuke non avevano avuto modo di incontrarsi dopo l’incidente di qualche tempo prima a causa dei loro orari molto diversi,d’altro canto però erano riusciti comunque ad instaurare un rapporto attraverso gli innumerevoli messaggi che si erano scambiati in quell’arco di tempo. Mediante questa corrispondenza la ragazza aveva iniziato ad intuire qualcosa del carattere del suo interlocutore,come ad esempio la sua passione per la cucina italiana,sebbene la sua dieta non gli desse molte possibilità di strafare,la predilezione per la musica pop e il divertimento che ricavava nel fare scherzi al suo fratellastro che,ormai,sembrava essersene fatto una ragione.
Era rimasta piacevolmente colpita dalla bravura che il ragazzo aveva dimostrato nel tenerle testa fin dal primo momento,iniziando con lei una sorta di gioco fatto di battutine e velate allusioni che nessuno dei due voleva perdere. Ciò che la turbava,però,era la varietà di emozioni che la colpivano durante queste conversazioni,in particolar modo il tuffo al cuore che sentiva ogni volta che la chiamava “Diffidenza”.
Lei,dal canto suo,aveva dovuto ponderare per bene le informazioni da dare al calciatore.
Nonostante l’attrazione che provasse nei suoi confronti a conti fatti era ancora un estraneo per lei,quindi dirgli la verità non era un’opzione considerabile per il momento.
D’altro canto,però,da quando aveva messo fine alla storia con l’organizzazione aveva deciso di non vivere più nella menzogna,perciò aveva optato per una mezza verità: gli aveva raccontato di essere per metà irlandese e per metà giapponese,di avere un’intelligenza fuori dal comune e di essere stata mandata dai suoi genitori in collegi privati molto rinomati che le avevano permesso di avere una doppia laurea e un lavoro di ricercatrice a soli 19 anni. Aveva inoltre detto di vivere con un suo lontano parente a Tokyo dal momento che i suoi lavoravano all’estero ma di passare gran parte della settimana ad Osaka per lavoro.
Ryusuke aveva ascoltato prestato attenzione ad ogni informazione datagli dalla giovane ragazza ramata che ormai gli aveva completamente fottuto il cervello,contento di scoprire giorno per giorno sempre più aspetti della sua personalità.Le aveva chiesto informazioni riguardo al ragazzo che era intervenuto a medicarla sul ponte,ed era rimasto sorpreso quando aveva appurato di non aver riconosciuto Shinichi Kudo.
Shiho gli aveva parlato in linea generale del loro rapporto e di quanto lui fosse geloso e apprensivo nei suoi confronti per problematiche avute in passato. L’aveva anche pregato di non lasciar trapelare il loro rapporto per il momento perché avrebbe preferito tenerlo per sé il più a lungo possibile,il calciatore si era dichiarato d’accordo e pertanto evitava di scriverle ogniqualvolta lei gli dicesse di essere in compagnia del suo amico.
Conoscendo le abilità investigative del detective di Tokyo Shiho sapeva bene di non dover mai abbassare la guardia,anche se quella tecnica che aveva adoperato le aveva permesso di parlare con Ryusuke senza destare sospetti.
“Buongiorno,Diffidenza. Spero che la tua giornata sia iniziata meglio della mia. Rikuo mi ha buttato dal letto alle 7.00 e costretto ad una sessione di corsa attorno ad Osaka di circa due ore. Ho fatto appena in tempo a lavarmi e a mettere qualcosa sotto i denti e sono dovuto uscire per andare ad allenarmi con la squadra. Ti sto scrivendo mentre guido,ma prima che tu dica qualsiasi cosa sappi che sto usando la dettatura,anche se non credo di essere un granchè. Tu come stai passando il tuo tempo? Non vedo l’ora di vederti,Diffidenza” (9.40) “Spero per te che tu non stia ancora dormendo,o potrei non rispondere più delle mie azioni a fronte di tale ingiustizia. Ora entro in campo,a dopo” (9.55)
Nonostante i messaggi risalissero a 20 minuti prima la giovane si affrettò a rispondere,pur sapendo che non avrebbe potuto parlare liberamente con lui prima della fine del giro per negozi con Shinichi che la aspettava.
"Ciao,Promessa del calcio. Se può consolarti mi sono svegliata con tutta calma alle 8.30,ho fatto colazione e poi mi sono concessa una lunga doccia calda. Peccato però che Shinichi sia intervenuto a rovinare tutto chiamandomi e supplicandomi di accompagnarlo in centro per comprare un regalo alla sua bella. Ho appuntamento con lui tra 20 minuti e sono mezza nuda,quindi ti saluto.
Ti scrivo quando torno,a dopo":

Fatto ciò,mise il suo telefono in carica e tornò in bagno. 20 minuti dopo,puntuale come un orologio svizzero,Shinichi si presentò da lei.
Al suono del campanello Shiho si affrettò a scendere le scale,dopo essersi infilata un top bianco a bretelle che lasciava in mostra la sua prosperosa scollatura,i jeans neri a vita alta della famosa sera in discoteca e degli stivaletti con il tacco.
Indossò la giacca di pelle,afferrò borsa e chiavi della macchina ed aprì la porta al corvino che,nell’attesa,si stava divertendo a pigiare il dito sul campanello creando una musichetta.
“Conti di iniziare a dimostrare 18 anni prima o poi o intendi continuare a comportarti come se ne avessi ancora 7?” Gli chiese stizzita,mentre si chiudeva alle spalle la porta di casa.
“Ciao Shiho,anche io sono contento di vederti” rispose il ragazzo,mettendo su il suo tipico sorrisetto da schiaffi.
“No,io non lo sono per niente dal momento che sono stata disturbata nella mia giornata libera” Ribattè lei,avviandosi verso la sua Fiat Punto rosso fiammante che il dottore le aveva regalato qualche mese prima.
Shinichi si guardò bene dal fare ulteriori commenti,limitandosi ad entrare in macchina e a dirle dove andare.
Mentre guidava per le strade trafficate del centro, la ramata realizzò che l’amico stesse per fare un regalo alla sua fidanzata senza che ci fosse una particolare ricorrenza imminente,per cui incuriosita gli chiese :”Dì un po’,dove siamo diretti?”
“Nella gioielleria che si trova due isolati più avanti”Rispose l’interessato,senza togliere lo sguardo dalla mappa che aveva sul suo cellulare. “E perché proprio lì? Non c’è nessuna ricorrenza nell’immediato”
“Così” tagliò corto lui,alzando le spalle.
A quelle parole Shiho rimase,se possibile,ancora più allibita,poi scoppiò a ridere e affermò “Certo,come no. Adesso magari mi dirai anche che stanotte ti sei svegliato e hai deciso di chiedere a Ran di sposarti e metter su famiglia,non è così?”
La giovane continuò a ridere delle sue stesse parole,conscia dell’impossibilità della loro realizzazione data l’evidente cocciutaggine del suo migliore amico,tuttavia dovette ricredersi quando,non sentendo reazioni provenire dalla sua destra,si voltò verso di lui e lesse sul suo volto uno sguardo tanto eloquente quanto imbarazzato.
“CHE COSA?”Sbraitò,inchiodando con la macchina al centro di un incrocio,incurante della reazione a catena che aveva scatenato nel resto degli automobilisti che,adesso,stavano suonando nervosamente i propri clacson.
“Shiho,la macchina!”Ribattè Shinichi che sentiva di aver perso in quella frenata tutti gli anni di vita che aveva recuperato tempo addietro con l’apotoxina,mentre attorno a loro il clamore sembrava aumentare secondo dopo secondo.
“Chi se ne frega della macchina! Ti si è fritto il cervello o cosa? Non ti è bastato prendere in giro Ran per un intero anno? Vuoi infliggerle il colpo di grazia? E voi muti con quei maledetti clacson,se non la piantate rimango qui tutta la giornata!”Urlò in tutta risposta la giovane,rivolta prima a lui e poi al resto della gente che circondava,minacciosa,la loro vettura.
Il corvino iniziò a pregare tutti i kami per poter uscire incolume da quella situazione,in cui non sapeva se avere più paura della massa di gente inferocita al di fuori dell’auto o dell’ira dell’ex donna in nero seduta accanto a lui. Probabilmente della seconda.
“Shiho,ti giuro che non è uno dei miei soliti colpi di testa e ci ho pensato bene. Per favore,accosta la macchina e ne parliamo bene,che dici? No perché,nel caso tu non l’abbia notato, quelle persone lì non sono propriamente felici della nostra presenza e se rimaniamo qui un altro solo secondo ci fanno a pezzi”la supplicò,pregando che lo ascoltasse e lo tirasse fuori da quella situazione.
La ramata alzò le spalle come a dire “e che me ne frega”,lo guardò truce e rimise in moto il mezzo allontanandosi,però,sempre più dal centro della città.
“Ehi! Dove stiamo andando? Ti avevo detto di accostare poco più avanti” La rimproverò Shinichi,non capendo le sue intenzioni.
“Nell’unico posto in cui possiamo parlare di questo” Fu l’ultima cosa che disse lei prima di entrare in uno stato di nervoso mutismo che durò fino al raggiungimento della fantomatica meta.
Al ragazzo non servirono altre spiegazioni,e si rilassò sul sedile sapendo che l’amica lo stava portando nel loro posto.
Il posto in questione era un parco situato alla periferia di Beika,frequentato perlopiù da anziani e bambini,che ospitava un laghetto su cui,attraverso delle palafitte,era stato costruito un piccolo gazebo. C’era andato una volta assieme all’amica e ai Detective Boys quando ancora vivevano sotto copertura,e ricordava di aver osservato la figura della piccola ramata riparata a leggere nel suddetto gazebo mentre loro giocavano a calcio.
Sempre in quel gazebo la giovane gli aveva consegnato l’antidoto definitivo,e quando,poco dopo la sua trasformazione,lei era sparita per un pomeriggio intero non aveva avuto bisogno di chiedersi dove cercarla.
L’aveva trovata lì,rannicchiata su se stessa e scossa dai tremori del pianto e della pioggia e in quell’occasione lei gli aveva esternato il disagio e il senso di ineguatezza che l’aveva accompagnata da tutta la vita e che si era acutizzato in quei giorni,specialmente in compagnia di Ran e delle altre ragazze. Alla sua richiesta di spiegazioni,lei aveva alzato lo sguardo,l’aveva guardato con gli occhi gonfi e rossi e aveva detto solo “Gin” e quel pomeriggio Shinichi aveva compreso quanto effettivamente quel bastardo avesse influito sulla vita della giovane ragazza davanti a lui.
L’aveva privata dell’affetto di una famiglia già da quando era bambina,ed aveva fatto di tutto per sostituirsi ad essa diventando il suo maestro. L’aveva iniziata alla vita,insegnandole però il suo modo di affrontarla ed ottenendo una sempre maggiore chiusura a riccio da parte di Shiho,che ormai al mondo non si fidava che di Akemi e di lui.
Dopo aver ottenuto la sua totale fiducia l’aveva resa la sua donna prendendosi l’unico aspetto infantile che la giovane era riuscita a mantenere durante quegli anni,e Shiho,così bisognosa di affetto,aveva accettato di buon grado tutto ciò che lui era stato disposto a darle. Non era mai stata particolarmente toccata dal fatto che lui si infilasse nel suo letto dopo aver ucciso qualcuno perché sapeva di essere fatta della sua stessa pasta,di avere le mani sporche di sangue tanto quanto lui.
Aveva accettato la sua presenza scostante,i rapporti consumati con le braccia bloccate da manette e ferite di sigaretta qui e lì per il corpo,la gelosia morbosa che lui nutriva nei suoi confronti,i ghigni in risposta ai suoi “ti amo” e la prigione di isolamento dal resto del mondo in cui l’aveva rinchiusa pensando che non ci fosse niente di strano,che tutto sommato fosse normale.
Gin la definiva sempre “la sua donna” e questo appellativo le faceva inspiegabilmente battere il cuore,interpretando quindi in maniera positiva la gelosia maniacale dell’assassino verso di lei.
L’uomo in nero le aveva insegnato sia a sparare con una precisione quasi degna di un cecchino,che a praticare le arti marziali per fare in modo che lei si potesse difendere da chiunque la volesse portare via da lui. A volte si meravigliava di quanto la sua Sherry gli fosse totalmente assoggettata ed andava molto fiero del lavoro che aveva fatto sulla sua fragile psiche,portandola a credere che il mondo che aveva costruito per lei fosse assolutamente normale e garantendosi,così,la sua totale fedeltà.
Nel suo piano perfetto però Gin un errore l’aveva commesso,ed era stata la pallottola che aveva sparato per uccidere Akemi Miyano, la quale aveva fatto in modo che la sua Sherry gli voltasse le spalle,quando credeva di essere il suo unico punto di riferimento.
Quella pallottola aveva infatti strappato il cielo di carta sotto cui Shiho era sempre vissuta e le aveva fatto capire a fondo la perversione del rapporto con Gin in cui,di normale,non c’era proprio niente. Al tempo stesso la ragazza aveva sentito tutte le sue certezze crollare inevitabilmente perché,una volta appurato che Gin non era mai stato ciò che lei pensava che fosse,era stato automatico pensare che tutta la sua vita fosse sempre stata così fasulla e sbagliata. L’unico pezzo di normalità a cui si sarebbe ancora potuta aggrappare le era stato strappato dallo stesso uomo che diceva di amarla. Il momento in cui Gin le aveva confessato di aver ucciso Akemi era stato anche quello in cui Shiho aveva capito di essere irrimediabilmente condannata ad essere diversa per tutto il resto della vita,perché se aveva passato 18 anni ad essere convinta che tutto ciò che la circondava fosse normale allora lei non aveva neanche lontanamente idea di cosa rispondesse,in realtà,al concetto di “normalità”.
Si era dovuta ricredere in parte durante il suo anno passato sotto le vesti di Ai Haibara,in cui aveva provato per la prima volta l’affetto sincero da parte di una famiglia e aveva assaporato la normalità che le era stata negata fin da bambina. In un solo anno,Shiho Miyano aveva imparato della vita più di quanto avesse fatto nei 18 anni precedenti e,per questo,qualche mese prima si era trovata a puntare una pistola alla tempia dell’uomo che un tempo diceva di amare,senza provare nessun rimorso.
Quando,però,era tornata ad essere Shiho Miyano,aveva sentito la paura salirle fin dalle viscere,paura di rimanere sempre confinata in un angolo e di non poter entrare mai a far parte del mondo che la circondava,e proprio queste erano le paure che aveva confidato a Shinichi quel pomeriggio.
Lui,dal canto suo,le aveva promesso che niente e nessuno le avrebbe mai più fatto del male e si era impegnato in tutti i modi per farle vivere la vita che aveva sempre meritato,cercando di scacciare i fantasmi del passato che la tormentavano.
Dopo un lungo lavoro poteva dire di esserci riuscito,anche se sapeva che le ferite che Shiho portava dentro di sé non si sarebbero mai rimarginate del tutto. Ci sarebbero stati giorni in cui le ombre dei tempi andati l’avrebbero terrorizzata e costretta a rintanarsi in se stessa,ed in quei giorni lui sapeva di non poter far altro che abbracciarla e trasmetterle tutto il suo conforto,aspettando di vederla star meglio.
“Kudo non ti ho portato qui per ammirare il tuo bel faccino,vuoi dirmi cosa ti passa per la testa?”Borbottò la ragazza a Shinichi che,solo in quel momento,si rese conto di essersi perso nei suoi pensieri per tutto il tragitto fino al gazebo in cui la sua amica aveva già preso posto,pronta ad ascoltarlo.
Camminò nervosamente avanti e dietro per il gazebo un paio di volte,poi si voltò verso la ramata e le puntò un dito contro mentre diceva “Adesso io ti dico tutto ciò che mi gira per la testa quindi non interrompermi fino a che non avrò finito,chiaro?”
Al cenno d’assenso di lei,il corvinò sospirò e continuò: “Come ti ho detto prima questo non è un colpo di testa,davvero. In realtà ci sto pensando da un po’. Da quando sono tornato le cose stanno andando bene,davvero,però so che Ran ha sofferto tanto e sto cercando in tutti i modi di renderla il più possibile,però so che lei ha bisogno di certezze,di qualcosa che le dia la prova che stavolta non me ne andrò. L’idea di chiederle di sposarmi mi è balenata in testa un po’ di volte in questi giorni,però non ne sono mai stato sicuro fino a stanotte.
Ho avuto un incubo,un incubo in cui tu non ti frapponevi tra lei e Gin e la pallottola la prendeva al centro della fronte.
Mi sono svegliato mandido di sudore e lì ho capito di non volerla perdere,e di volerla accanto per il resto dei miei giorni.
Certo,so che è presto, so che siamo giovanissimi e che abbiamo tutta la vita davanti,però ho bisogno di darle e di darmi questa certezza. Dopo quello che ho passato ho capito di non dover dare mai più niente per scontato,per questo voglio farlo adesso che posso piuttosto che rimandare ad un domani che,per quanto ne so,potrebbe anche non esserci. Che dici? Sono troppo avventato?”
Una volta voltatosi verso Shiho notò che il suo sguardo si era fatto più dolce e accondiscendente,dopodichè lei lo abbracciò forte e gli disse “Sei un uomo ormai,Shinichi,non hai più bisogno che io ti dia dritte” per poi aggiungere un “forse” sottovoce che fece ridere entrambi.
Quindi la ramata si alzò dalla panchina,lo guardò sorridente ed iniziò ad incamminarsi verso l’uscita affermando “Forza,pelandrone,abbiamo un anello da scegliere”.



“Tornata alla base,non mi sento più le gambe”
“Non parlarmi di gambe,credo di non essere più in grado di camminare dopo l’allenamento. Ma parliamo un po’ del tuo -sono mezza nuda- di stamattina,vuoi farmi morire di autocombustione?”
“E anche se fosse? Ci sarebbe qualche problema?”
“Assolutamente nessuno,Diffidenza.Piuttosto quando hai intenzione di mantenere anche il resto della tua promessa?”
“Non sono certo io a dover fare il primo passo,non credi?”
“Esattamente la risposta che mi sarei aspettato da te. Stai diventando prevedibile,Diffidenza”

Leggendo quell’ultimo messaggio Shiho aggrottò leggermente la fronte,per poi distendere nuovamente il viso in un’espressione serena e scuotere la testa. Ciononostante decise di non rispondere e tenere il suo interlocutore per un po’ sulle spine,quindi lasciò il telefono sul letto e scese le scale diretta in cucina.
La casa,senza la presenza del Dottor Agasa a renderla rumorosa,era silenziosa in maniera quasi inquietante. Quel silenzio,però,a lei piaceva molto perché la aiutava a distendere i nervi,specialmente dopo una giornata movimentata come quella,anche se doveva ammettere che ogniqualvolta che l’anziano signore partiva si ritrovava a sentire la sua mancanza. Anche se non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura,quell’uomo la divertiva con la sua sbadataggine e i suoi goffi tentativi di nascondere i cibi non proprio salutari che tanto amava mangiare ed inoltre le dava un senso di sicurezza,di familiarità che la faceva sentire per la prima volta parte di qualcosa. Dopo aver bevuto una tazza di thè guardò l’orologio e pensò che un bel bagno rilassante,preferibilmente molto lungo, non le avrebbe fatto affatto male perciò si diresse verso il bagno ed aprì l’acqua per riempire la vasca.
Nell’attesa che il tutto fosse pronto tornò in stanza,si spogliò rimanendo in intimo e prese il suo cellulare per poi tornare sui suoi passi ed immergersi completamente in quell’acqua bollente che,in pochi minuti,fu in grado di distenderle i nervi e farla rilassare completamente tanto da farla pian piano addormentare.
Non si rese neanche conto di essersi assopita fino a quando non sentì il telefono squillare sul comodino accanto alla vasca. Spaventata dall’improvviso risveglio lo afferrò al volo e rispose senza neanche guardare chi la stesse chiamando,convinta che fosse il Dottor Agasa. “Dottore,che succede? Ha problemi con la macchina?”Domandò quindi,non appena ebbe risposto alla chiamata.
Dall’altro lato,però,non sentì il solito tono impacciato dell’uomo che l’aveva raccolta dalla strada qualche anno prima,bensì una risatina seguita da un tono di voce che lei non aveva avuto modo di conoscere molto,ma che era comunque in grado di farle battere il cuore. “Persona sbagliata,Diffidenza. Ti disturbo?”
Non appena ebbe appurato a pieno chi fosse il suo interlocutore sentì le sue guance andarle a fuoco e,felice che non ci fosse nessuno a vederla,cercò di darsi un contegno e far uscire la sua voce salda e tranquilla,in modo che Ryusuke non sospettasse nulla dello stato in cui l’aveva ridotta.
“Beh,promessa del calcio,non ti nascondo che mi hai svegliata” affermò per poi aggiungere subito,sentendo silenzio dall’altro lato “ma non mi stai propriamente disturbando”.
Ryusuke scoppiò a ridere “E io che credevo di averti offesa e mi sono quasi umiliato per chiederti scusa”
“Offendermi? E per cosa?” Domandò la ramata,aggrottando le sopracciglia pensierosa.
"Beh,per il messaggio in cui ti dicevo di essere prevedibile".
“Ah,quello! No,non mi sono offesa,ho solo fatto in modo che tu cuocessi nel tuo brodo di convinzione come tutti quelli della tua specie” Spiegò Shiho,sistemandosi meglio nella vasca ed iniziando a sentirsi a proprio agio in quella situazione tanto nuova quanto piacevole.
“E chi sarebbero quelli della mia specie,Diffidenza?”
“Non sarei una signora se te lo dicessi chiaramente,lascio alla tua interpretazione”
“Va bene,va bene ho afferrato il concetto” Affermò il calciatore,alzando bandiera bianca.
“ Ho come l’impressione che non riuscirò mai ad averla vinta con te,sbaglio?”
“Assolutamente no”
“Immaginavo. In ogni caso se hai bisogno ti lascio tornare a dormire,non era mia intenzione disturbarti”
“Ti ripeto che non mi hai disturbata,anzi la tua telefonata è stata utile perché altrimenti penso che avrei passato la notte in questa vasca” “Aspetta”Ribattè Ryusuke,per poi chiedere “vuoi dirmi che in questo momento tu sei..come dire..”
Nuda?”Suggerì Shiho,vagamente divertita dall’imbarazzo del suo interlocutore. “Beh si,Higo. Conosci un altro modo per farsi un bagno,per caso?”
Dall’altro lato si sentì un profondo respiro e poi il giovane mormorare “Tu mi farai diventare pazzo,Diffidenza. Quando posso rivederti? “
"Te lo ripeto,promessa del calcio: sta a te dirlo”
“Se sta a me dirlo che ne diresti se domani sera ti portassi a cena fuori? Potrebbe andare?”
“Ma dove? Siamo a 6 ore di distanza”
“Di questo non devi preoccuparti,posso spostarmi tranquillamente a Tokyo per un paio di giorni. Allora? Lo prendo per un sì?”
A quel punto Shiho sentì lo stomaco contorcersi ed una conosciuta sensazione di panico farsi strada dentro di lei e lì per lì meditò di rifiutare l’invito,perché sentiva di essere in grado di parlare con lui tramite messaggi ,ma incontrarlo era tutto un altro paio di maniche e lei non sapeva se fosse pronta o meno a tutto questo.
D’altro canto,però,aveva promesso a se stessa e a Shinichi che non si sarebbe mai più fatta chiudere in gabbia perciò,cercando di non far vedere l’incertezza nella sua voce,rispose “Si,direi di si”.
Ryusuke,nella sua stanza ad Osaka,sorrise vittorioso e disse “Allora siamo d’accordo,ti aggiorno domani in mattinata. Ora ti lascio,sto crollando. A domani,Shiho.”
La ramata sentì il suo cuore fare un salto ed arrivarle dritto in gola nel sentire il suo nome essere pronunciato da quella voce roca e,invece di mostrarsi seccata per la confidenza che lui sembrava essersi preso nei suoi confronti,rispose “A domani,Ryusuke”,per poi affrettarsi a chiudere la chiamata prima di morire di autocombustione.
Ok,il dado era tratto e ormai non poteva più tirarsi indietro,ma adesso era nei pasticci. Come diavolo si sarebbe dovuta comportare? E cosa avrebbe dovuto indossare?
In che situazione mi sono cacciata, pensò,non sapendo assolutamente come uscirne.
Sapeva chi l’avrebbe potuta aiutare,ma sapeva anche bene cosa stava accadendo,in quel momento,nella casa accanto alla sua perciò stava cercando di trovare una momentanea sostituta a quella che da poco tempo definiva la sua migliore amica.
Vediamo un po’,a chi posso chiedere? Sonoko non se ne parla,non riuscirebbe neanche volendo a tenere la bocca chiusa. Kazuha non potrebbe aiutarmi materialmente quindi no. Ayumi? No,non sarebbe imparziale quindi sarei punto e a capo.
Scuotendo il capo,affranta,accettò che non c’era nessun’altra persona a cui potesse rivolgersi,per cui pregò mentalmente Shinichi di perdonarla ed inviò un messaggio a Ran.
“S.O.S.,domattina ho bisogno di aiuto. Non odiarmi,ma non so a chi altro chiedere”
La risposta le arrivò,inaspettatamente,pochi minuti dopo.
“Keep calm,domattina alle 08.00 sono da te.”
La ramata alzò gli occhi al cielo e,mentre si rivestiva,pensò a quanto il destino fosse stato assurdo nel portarle via sua sorella e poi nel restituirgliela sottoforma di Ran Mouri.


Angolo Autrice
Ciao a tutti!
Eccomi qui (di nuovo) con questo capitolo. Spero davvero che stavolta sia più leggibile,perchè efp mi ha dato la mia bella gatta da pelare con la scorsa versione.
Teoricamente questo trafiletto sarebbe dovuto andare all'inizio,però ho deciso di metterlo qui per non rovinare il crack-pairing (anche se non è neanche tanto crack come pensavo dato che ho scoperto che già tante persone ci hanno scritto a riguardo).
In realtà io stessa non avevo mai pensato a questa coppia da ShinShiho sfegatata,poi però ho rivisto il sedicesimo film e il nono (in cui Ai indossa una maglia dei Big) e le cose sono cambiate. Mi è venuta in testa questa idea e l'ho messa per iscritto.
Non pubblicavo qualcosa da anni,e le poche opere rimaste sul mio profilo sono le superstiti di una mia specie di crisi risalente al 2011 in cui avevo deciso di cancellare tutto e di non scrivere più niente.
E così è stato,fino a pochissimo tempo fa.
Spero davvero che vi piaccia,se avete critiche non esitate a farmelo sapere (specialmente per gli errori che,sicuramente,ci saranno).
Alla prossima,
Baci
Simo

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Capitolo 2
*** Bring me out ***


Bring me out

Più l’orologio si avvicinava alle 20,orario in cui Ryusuke sarebbe passato a prenderla, più Shiho tormentava le proprie mani.
Grazie all’aiuto di Ran era riuscita a trovare un vestitino bianco molto semplice,lungo fino a metà coscia che lei aveva leggermente accorciato tramite un cinturino messo attorno alla vita.
Ai piedi calzava gli stessi stivaletti con cui,il giorno prima,era andata in giro per gioiellerie con Shinichi e per finire aveva indossato una lunga giacca nera abbinata al colore della sua borsa.
Più il tempo passava più sentiva la poca sicurezza che Ran era riuscita a farle acquisire scivolare pian piano via.
Al suo posto stava prendendo piedeun’ansia incontrollabile che le suggeriva di mandare tutto al diavolo e restare a casa.
I suoi pensieri di evasione furono però bloccati dal suonare del campanello alle 20 precise che le fece bloccare il respiro in gola.
Scostò un momento le tende ed intravide una macchina bianca e la figura di Ryusuke appoggiata ad essa.
Era decisamente troppo tardi per tirarsi indietro,per cui prese un bel respiro profondo e varcò la soglia di casa.
Non appena il ragazzo la vide le passò lo sguardo addosso e le sorrise come solo lui sapeva fare,facendo vacillare il suo povero cuore ancora un po’.
Poi però,cercando di darsi un contegno ed assumere la stessa aria sicura di sempre,gli sorrise di rimando e gli si parò di fronte.
“Ciao,Diffidenza”La salutò lui,senza smettere di sorridere.
“Ciao,promessa del calcio” Salutò lei di rimando,stando al suo gioco fissandolo a sua volta di sottecchi.
Era incredibilmente bello quella sera con quei jeans scuri e quella maglia bianca a maniche corte a fasciargli completamente il corpo,e in aggiunta il giubbotto di pelle nero,retto da una sua mano dietro la spalla,aumentava l’alone di sensualità che il calciatore sprigionava di per sè.
Dopo qualche altro secondo speso a fissarla,il ragazzo si sollevò dall’auto e le aprì la portiera con un “Vogliamo andare?”.
La ramata annuì,divertita,ed entrò dentro l’auto seguita a ruota da lui che,non appena ebbe preso posto al sedile del guidatore,diede gas e si allontanò per le strade di Tokyo.
“Posso sapere dove siamo diretti?”Domandò Shiho,dopo aver perso qualche minuto a fissare la strada.
“Sopresa,madame” Rispose in tutta risposta il calciatore,tenendo gli occhi fissi sulla strada ma andando,con la mano sinistra,a stringere quella della ramata.
A quel gesto lei fu costretta a voltarsi un momento verso il finestrino per non fargli vedere di essere arrossita.
Dopo altri 20 minuti di strada Ryusuke parcheggiò la vettura nei pressi della cinta muraria che divideva la Tokyo metropolitana dal suo centro storico di età imperiale,zona a cui le auto non avevano accesso.
“Spero non ti dispiaccia fare un pezzo a piedi,Diffidenza”
Affermò,infilando un berretto dopo essere usciti dalla vettura,anche se  la ramata non sembrava affatto dispiaciuta all'idea.
Scosse la testa ma si trovò a stabuzzare leggermente gli occhi quando il biondo le porse il braccio con un sorriso divertito.
Lo accettò senza dire una parola,cercando di comportarsi nel modo più naturale possibile senza mostrare il parco divertimento in cui,intanto,si era trasformata la sua gabbia toracica mentre il ragazzo accanto a lei la scrutava di sottecchi cercando un modo per rompere il silenzio che si era creato tra di loro e farla sentire meno a disagio.
Badò bene di seguire la strada che le sue guardie del corpo gli avevano raccomandato,sapendo di non incorrere né in paparazzi né in altri pericoli di alcun genere.
Pregò inoltre che il piano elaborato dalla sua equipe funzionasse e che nessuno al ristorante fosse in grado di fargli delle fotografie grazie all’intervento di uomini fidati che avrebbero setacciato la sala palmo a palmo e che avrebbero evitato movimenti all’esterno.
Non che gli fosse mai davvero importato di vedere la propria vita privata spiattellata online,tuttavia ci teneva che quella serata con Shiho andasse bene in modo da poter sperare in una replica.
Non voleva metterla in difficoltà in alcun modo,dato che aveva capito l’estrema riservatezza che caratterizzava il suo carattere.
Inoltre,visti gli eventi di qualche settimana prima,il suo manager aveva ritenuto opportuno essere informato di qualsiasi suo spostamento in modo da poter organizzare una squadra di guardie del corpo che l’avrebbero controllato a distanza e sarebbero intervenuti solo se necessario.
Per aumentare la sua sicurezza aveva anche dovuto ostacolare il lavoro dei paparazzi ed impedire ai fan di fare fotografie per evitare che la rete fosse anch’essa a conoscenza dei suoi spostamenti.
Sapeva che i suoi uomini erano in grado di essere molto silenziosi ed agire nell’ombra,ciononostante pregò davvero che la ramata non si accorgesse di tutti quei movimenti perché voleva che lei si sentisse come in qualsiasi altra situazione,che pensasse di avere accanto una persona assolutamente normale e non un calciatore di fama nazionale.
Perso com’era nei suoi pensieri quasi non si accorse di essere arrivato al ristorante che aveva prenotato per la serata.
Era un locale abbastanza rinomato in città,posizionato nel centro storico della città in un edificio ristrutturato che,però,manteneva le caratteristiche architettoniche di età imperiale.
Il cameriere li condusse al loro tavolo,posizionato in un porticato che si affacciava su un grande giardino con alle spalle la maestosa torre di Tokyo.
“Adoro questo posto” Confessò Shiho ammirando il panorama davanti a lei,stupendo il giovane per la sua presa di iniziativa.
“Sono contento che ti piaccia,ho pensato a lungo a dove portarti” Rispose lui,fiero che la propria scelta fosse stata in grado di lasciare ammaliata una persona imprevedibile come la ragazza che aveva di fronte.
“E come mai hai scelto proprio questo?”Gli chiese lei,curiosa.
“Beh perché era nettamente il migliore su molti campi.
Certamente a Tokyo ci sono centinaia di migliaia di posti molto belli in cui passare una serata,però pochi danno la possibilità di godere di questa vista fantastica in una struttura di epoca imperiale. Ho inoltre apprezzato da subito questo porticato semi isolato in cui poter stare tranquilli perché ho immaginato che stare in un luogo affollato ti avrebbe imbarazzata ed infine nel menù sono presenti dei dolci all’occidentale per cui vado matto.” Affermò lui per poi aggiungere “Ma questo non dirlo a Rikuo,mi obbligherebbe a non so quante ore di allenamento extra se lo venisse a sapere”.
“In realtà non avrebbe tutti i torti. Nei dolci c’è un altissimo numero di carboidrati e zuccheri che l’organismo non riesce a smaltire rapidamente e che tendono a legarsi alle cellule adipose e ad aumentare la massa grassa” Spiegò la ramata,ripetendo quella che ormai era la ramanzina giornaliera per il dottor Agasa.
Tuttavia,alla vista l’espressione allibita del suo interlocutore,che sicuramente stava pensando ad un modo in cui rimediare alla pessima figura fatta,sì sentì in dovere di rassicurarlo.
"Però per una volta si può tranquillamente chiudere un occhio. Ti confesso una cosa,vado matta per i dolci al cioccolato” Disse,sogghignando tra sè e sè davanti all'evidente terrore che il calciatore sembrava provare all'idea di infastidirla.
Avrebbe potuto usare quella carta a suo vantaggio,prima poi.
Solo qualche volta.
Ryusuke rimase dapprima sorpreso da quel cambio di rotta,poi si trovò a sorridere divertito dal modo in cui la ragazza era bellamente riuscita a prenderlo in giro,rinunciando definitivamente all’idea di prevedere le sue mosse.
“Beh sarai felice di sapere che la mousse al cioccolato che vedi nel menù è stato uno dei fattori di scelta più determinanti”.
“Chissà perché non ne avevo dubbi,promessa del calcio” Lo canzonò lei,sfogliando il menù e scegliendo le sue portate.
La cena passò tranquillamente e Ryusuke fece di tutto per mettere Shiho completamente a proprio agio.
Cercò di evitare momenti di silenzio imbarazzante e lei,dal canto suo,iniziò pian piano a sciogliersi e a trovare molto piacevole conversare con il calciatore che aveva di fronte.
Parlarono molto delle proprie vite,in modo da poter scoprire qualcosa in più l’uno dell’altra,e il giovane rimase sempre più colpito dalla spiccata intelligenza della ramata e dal fatto che lei non la ostentasse ma,anzi,tendesse a minimizzarla e a considerarla quasi un peso.
Niente però fu paragonabile allo stupore che lo assalì quando,mangiando la famosa mousse al cioccolato, lei gli confessò di tifare per i Big e di essere una sua ammiratrice.
Scoppiò a ridere divertito e poi affermò “Non c’è che dire,Diffidenza,non finisci mai di stupirmi. Ti ci vorrei proprio vedere nei panni della tifosa sfegatata che urla-Higo!Higo!- dalle tribune”.
“Non ho mai fatto niente del genere né intendo farlo. Non confondermi con l’orda di ragazzine eccitate che seguono le partite solo per vederti in azione e urlano il tuo nome manco fossero in preda ad un orgasmo.” Ribatté lei,per poi assumere un’espressione indecifrabile,a tratti maliziosa che mise il suo interlocutore saggiamente sull'attenti.
“Anche se,stando sulle tribune,ho sentito tanti commenti interessanti su di te”.
“Commenti?” Chiese lui,messo leggermente in difficoltà dallo sguardo profondo di lei.
“Certo,e ti assicuro che sono molto vari. Solitamente i più non è che siano chissà che,ma ce ne sono alcuni che sfiorano l’indecente”.
A quelle parole Ryusuke si spalmò una mano sulla faccia e poi ridacchiò.
“Posso solo immaginare,certa gente non ha un minimo di pudore. Non immagini cosa possa arrivare a chiedere quando ti incontra,una volta una ragazzina mi ha chiesto di autografarle il reggiseno mentre lei lo indossava. Capisci? Lo aveva addosso!”.
“Vuoi dirmi che non ti ha allettato neanche un po’ come proposta?” Domandò lei ironicamente,divertita ma a tratti anche infastidita dalla conversazione.
“Assolutamente no. Non ti nascondo che ho avuto a che fare con molte ragazze del genere e ti assicuro che potranno aver avuto la mia attenzione per un po’,ma nessuna di loro ha mai avuto la mia stima o il mio interesse.
Per catturarmi ci vuole ben altro di qualche moina”Disse il calciatore,lanciandole uno sguardo di intesa.
Shiho,dal canto suo,resse il gioco di sguardi e,posando il capo su una mano chiese “Ah si? E cosa deve avere una ragazza per catturarti?”
“Beh”iniziò lui “innanzitutto deve sapermi tenere testa,adoro chi sa farlo. Deve poi essere in grado di intrigarmi e di tenere la mia attenzione sempre all’erta,non so spiegarti,fatto sta che non è una cosa da tutti.
In ogni caso quando una ragazza mi interessa davvero lo sento subito,è una sensazione strana come una scarica elettrica che mi pervade in tutto il corpo e ti assicuro che è davvero difficile farmela provare”.
“Dev’essere dura allora riuscire a trovare una persona con queste qualità”
Ribattè la ramata,con un ghigno divertito sul volto che si spense pian piano alla vista di lui che le faceva l’occhiolino e che,dopo aver risposto “Forse no”,si allontanava verso l’interno del locale per pagare il conto.
Dopo essere usciti dal locale i due iniziarono a passeggiare per il centro storico della città continuando a chiacchierare e il calciatore cercò in tutti i modi di ricordare l’itinerario che aveva accordato con la sua equipe,ma concentrarsi era davvero difficile con Shiho che lo fissava con quegli occhi di un verde particolarissimo e gli parlava della lotta giornaliera che ingaggiava con l’anziano che la ospitava. Nella loro passeggiata passarono davanti ad un chioschetto che vendeva bevande varie e,vendendo che lei aveva spostato la sua attenzione su di esso,le domandò se volesse qualcosa e si stupì quando lei gli manifestò il desiderio di bere una birra,non aspettandosi una richiesta del genere da parte di una ragazza come lei.
Trovandosi però d’accordo con il suo desiderio si avvicinò al chioschetto e prese due birre,per poi dirigersi con lei verso il fiume Sumida che le cui sponde erano illuminate ma,vista l’ora,poco frequentate.
“Posso farti una domanda?” Chiese Shiho ad un certo punto,prendendolo alla sprovvista.
Ciononostante fece un segno di assenso con il capo e lei continuò “Perché due settimane fa volevano ucciderti?”
Il calciatore sospirò,sapendo di dovere delle spiegazioni alla persona che qualche tempo prima gli aveva salvato la pelle,perciò le indicò una panchina su cui sedersi e parlarne per bene.
“Sai,non è la prima volta che succede una cosa del genere" Confessò,dopo qualche minuto di silenzio.
"Da quando ho lasciato i Noir Tokyo e mi sono unito ai Big Osaka ho spesso avuto a che fare con minacce di morte ed epiteti poco carini perché sono stati in tanti a considerarmi un traditore,e molti lo fanno ancora.
Ciononostante non mi sono assolutamente pentito di ciò che ho fatto,e se potessi tornare indietro lo farei altre mille volte anche se questo significa dover avere una squadra di guardie del corpo alle calcagna a cui devo comunicare ogni spostamento”.
In quel momento Shiho si sentì ancora più vicina alla giovane promessa del calcio perché anche lei aveva provato sulla propria pelle cosa volesse dire essere additata come una traditrice e rischiare la vita per questo.
Si sentì quindi in dovere di rassicurarlo e cercò di trovare le parole giuste per farlo.
“Posso capire quello che provi” esordì “E ti assicuro che il tuo è stato un gesto molto nobile di cui dovresti sempre essere fiero.
Non lasciarti influenzare dall’opinione di certa gente che ti colpevolizza per una colpa che non hai,ma anzi sbandiera sempre orgogliosamente ciò che hai fatto perché ti rende un eroe.
In pochi sarebbero stati in grado di affrontare a testa alta le pesanti conseguenze di un’azione del genere e tu l’hai fatto egregiamente,quindi come vedi questa è una prova che sarai sempre migliore dei quattro idioti che non accettano le tue scelte e fischiano le tue azioni in campo.
So che stasera eri molto preoccupato che io mi sentissi intimorita dalla presenza delle tue guardie,ma sappi che per me non c’è assolutamente nessun problema perché capisco perfettamente la situazione in cui ti trovi,e se frequentarti vuol dire dover convivere con questo allora lo farò.”
Dopo aver sentito quel flusso di parole,Ryusuke rimase qualche secondo a fissarla stordito e poi,con uno scatto felino,la strinse a sé e la baciò con impeto mentre dentro di sé sentiva il proprio cuore impazzire.
Forse è proprio lei pensò,realizzando più che mai la straordinarietà della ragazza e capendo di non volerla perdere per nessun motivo al mondo.
Shiho,superata la sorpresa iniziale,chiuse gli occhi ed iniziò a rispondere al bacio con il cuore che tremava dalla gioia,realizzando improvvisamente di aver passato l’ultimo mese e mezzo a non attendere altro che quel momento.
Si sentiva come se avesse passato un lungo periodo in apnea e di essere tornata a respirare solo in quel momento,stretta tra le braccia del suo bel calciatore che,dalla forza che ci metteva nel tenerla contro di sè,non sembrava volerla lasciare andare molto facilmente.
Non che lei ne avesse la minima intenzione,del resto.
Che sia questo l'amore? Si chiese in ultimo,prima di spegnere la mente ed abbandonarsi completamente ai baci del biondo.



Da quella sera erano passati tre mesi e ormai la popolazione del Sol Levante si trovava ad avere a che fare con l’afa di un luglio bollente. Quel primo appuntamento aveva portato ad un secondo,un terzo e così via fino ad arrivare al punto che nessuno dei due riuscisse più a tenere il conto delle loro uscite,e prima di rendersene conto Shiho,contro ogni sua aspettativa, si era trovata ad avere un rapporto strettissimo ed intimo con il giovane calciatore.
Erano diventati l’uno il confidente dell’altra,parlavano di qualsiasi cosa in (quasi)totale sincerità,discutevano degli argomenti più disparati e riuscivano a passare spesso del tempo insieme.
Il calciatore faceva i salti mortali per conciliare i propri allenamenti con l’orario lavorativo della ramata,in modo da riuscire a passare a prenderla non appena quest’ultimo terminasse per rimanere con lei fino ad ora di cena,orario in cui lei prendeva il treno per tornare a casa per non insospettire qualcuno di sua conoscenza.
Spesso poi,partite permettendo,Ryusuke si spostava a Tokyo nei weekend in modo da non dover stare lontano dalla sua bella scienziata per due giorni che,per ricambiare il favore,lo invitava a mangiare da lei approfittandone per poter passare del tempo con lui al sicuro da occhi indiscreti.
Altre volte era lei a trattenersi da lui per il weekend,usando la sua collega Naeko come alibi.
Nonostante il tempo passato e la frequenza con cui si vedevano nessuno era venuto a conoscenza dei loro incontri,nemmeno Shinichi,complici la bravura del team del calciatore,i lunghi viaggi che il Dottor Agasa compiva in quel periodo,una momentanea assenza di Shinichi per risolvere un caso abbinata ai preparativi del matrimonio quasi imminente e tanta,tanta fortuna.
Shiho non si sentiva a suo agio nel prendere in giro le persone a cui fondamentalmente doveva tutto,ma aveva deciso di non dire loro nulla per ragioni che riteneva assolutamente valide.
Voleva essere assolutamente sicura che con Ryusuke avrebbe potuto funzionare prima di permettergli di entrare stabilmente nella sua vita,e quindi dargli la possibilità di turbarla dalle fondamenta nel caso in cui tutto fosse crollato.
Non voleva che Shinichi,con la sua indole iperprotettiva,la limitasse nelle sue scelte ed iniziasse a pedinarla e a controllarla neanche fosse un segucio.
Infine,non voleva che qualcun altro rischiasse nuovamente la vita per lei.
Aveva scelto di frequentare il calciatore nonostante fosse conscia dei pericoli che quest’ultimo correva e voleva evitare che i suoi cari pagassero,di nuovo,le conseguenze delle sue azioni.
Sapeva infatti che se Shinichi fosse venuto a conoscenza di quella storia avrebbe dato anima e corpo per difenderla e non poteva assolutamente permettere che si mettesse nuovamente nei guai per causa sua.
Più teneva lontani i suoi affetti da quella storia più questi sarebbero stati al sicuro,si diceva sempre.
Era inoltre crucciata dalla consapevolezza di non essere del tutto sincera con il biondo che sembrava seriamente innamorato di lei,e più volte era stata tentata di dirgli tutta la verità. Puntualmente,però,aveva desistito per paura di essere rifiutata ed allontanata,ed aveva imparato a convivere con quel macigno che diventava sempre più pesante man mano che passavano i giorni ed il suo cuore si apriva al calciatore dei Big Osaka.
Ryusuke,d’altro canto,sentiva di starsi innamorando sempre più di quella ragazza ramata che lo faceva impazzire con il suo sarcasmo e la sua aria saccente.
Adorava parlare con lei e scoprire sempre nuovi aspetti della sua vita,si trovava spesso ad osservarla rapito mentre parlava,sia per ciò che diceva che per i movimenti delle sue labbra carnose che aveva scoperto essere il suo nuovo piatto preferito.
Non era raro,infatti,che la interrompesse nel mezzo di un discorso per divorarle quei due lembi rossi e morbidi che sembravano fatti apposta per collidere con la sua bocca,beccandosi sempre degli sbuffi ironici in risposta.
Desiderava quella ragazza in tutti i suoi aspetti,e spesso doveva trattenersi dal saltarle addosso e dar sfogo alla frustrazione che lo accompagnava dalla sera in cui l’aveva conosciuta,specialmente durante quelle notti in cui dormivano nello stesso letto.
Non erano mai andati oltre baci e carezze intime,perché nonostante il desiderio bruciante che lo corrodeva dall’interno voleva davvero fare le cose per bene con lei ed andarci piano.
Questi suoi buoni propositi erano difficili da mantenere però, soprattutto quando la vedeva arrivare a letto con indosso solo la maglia di uno dei suoi pigiami e le lunghe gambe snelle completamente nude.
Aveva scoperto questa sua abitudine sin dalla prima volta in cui avevano dormito insieme,costretti da un violento temporale che aveva impedito alla giovane di tornare a Tokyo, e ne era rimasto piacevolmente sorpreso,sebbene si fosse poi trovato a dover spesso placare i suoi bollenti spiriti quando il dormire insieme era diventata quasi un’abitudine.
Amava quella ragazza e non si sarebbe mai stancato della sua presenza in giro per casa,dei suoi commenti sardonici le rare volte in cui lo lascia tentare,invano,di preparare qualcosa di commestibile da ingerire e dei suoi baci improvvisi che gli facevano perdere la testa. Anche suo fratello,sebbene passasse poco tempo lì e preferisse soggiornare nella villetta che aveva comprato fuori città,si era abituato alla presenza di Shiho e,superato l’imbarazzo iniziale,aveva instaurato un rapporto con lei,apprezzandone molto i modi ed appoggiandola apertamente quando si trattava di scherzare alle sue spese.
A volte i due si accordavano e lo lasciavano ai fornelli solo per ridere dei disastri che puntualmente combinava,talvolta anche scommettendo su quanto ci avrebbe messo a rompere questo o bruciare quell’altro. Inutile dire che Ryusuke detestava quei momenti e il più delle volte lasciava loro il gravoso compito di cucinare,pur sapendo che poi gli sarebbe toccato lavare.
Non l’avrebbe mai ammesso davanti a nessuno,però le volte in cui si proponeva di preparare qualcosa –sotto le risate divertite di Shiho-lo faceva perché sapeva che lei avrebbe riso,e lui amava sentirla ridere.
Sapeva tuttavia che la giovane correva dei rischi nel frequentarlo,poiché più il tempo passato insieme aumentava più possibilità c’erano che,coloro che lo volevano morto mettessero gli occhi anche su lui. Malgrado tutto,però,Shiho non sembrava affatto spaventata e gli aveva spesso assicurato che non aveva intenzione di interrompere la loro relazione per qualche fuori di testa,e che se qualcuno se la fosse presa con lei l’avrebbe preso a calci.
Ryusuke rideva tutte le volte che lei prometteva botte a qualcuno,prendendola bonariamente in giro,ma per precauzione aveva incaricato alcuni dei suoi uomini di tenere d’occhio l’abitazione della giovane e tutti i suoi spostamenti.
Aveva preso queste misure anche a causa di alcuni biglietti strani che aveva trovato negli ultimi tempi nella sua cassetta delle lettere,due per l’esattezza su cui c’erano scritti dei numeri e delle parole.
Recitavano rispettivamente:“3. You’re”, ”2.Gonna”.
La sua squadra aveva ritenuto opportuno informare la polizia di Osaka che,in quel momento,stava indagando sul caso con la massima segretezza per evitare che le informazioni giungessero ad orecchie sbagliate.
Il calciatore non aveva informato Shiho delle ultime novità per non preoccuparla,tuttavia tentava di controllare ogni suo spostamento ed aveva ordinato ai suoi uomini di non perderla di vista nemmeno per un attimo.
Quando le conseguenze della sua scelta raggiunsero il famoso Higo,lui era con Shiho nella cucina di casa sua a cercare di rimediare al disastro che avevano appena combinato,ma andiamo con ordine.
Ryusuke si era svegliato per primo e aveva costretto la compagna ad imitarlo facendole il solletico fino a che non aveva messo i piedi per terra.
Si era poi diretto in cucina annunciando “Diffidenza,sto per prepararti una colazione che non dimenticherai facilmente”.
La ramata,seccata per il pessimo risveglio, aveva risposto con “Perché stavolta sarò costretta a farmi una lavanda gastrica,intendi?” per poi chiudersi in bagno,incurante dei suoi versi di protesta.
Il calciatore era quindi arrivato in cucina ed aveva iniziato a smanettare tra padelle e pentole,mentre la ramata lo raggiungeva e si sedeva sul divano per gustarsi lo spettacolo,osservando il biondo eseguire le seguenti operazioni: aprire il frigo ed estrarne cinque uova,afferrare una ciotola ed aveva iniziato a sbatterle contro il bordo per romperle tanta forza da disintegrare il primo uovo.
Per ovviare al danno aveva fatto cadere il secondo e,dando una manata al piano,schiacciato il terzo mentre Shiho si contorceva sul divano in preda alle risate.
Le aveva scoccato uno sguardo seccato per poi rialzarsi ed afferrare il quarto uovo,romperlo e versandone il contenuto in una padella che aveva precedentemente sistemato sul fuoco.
Si era quindi voltato nuovamente verso di lei con un sorriso sornione ma,vedendola ridere ancora più forte,era tornato ad osservare i fornelli e aveva appurato di avere lasciato la fiamma troppo alta e di aver carbonizzato quell’unico uovo che era riuscito a mettere in padella. Aveva sospirato,sconfitto, per poi illuminarsi alla luce di un’idea che avrebbe potuto cambiare le carte in tavola.
Aveva quindi afferrato il quinto uovo e l’aveva lanciato contro la ramata che,piegata su se stessa,piangeva dalle risate.
L’uovo le si era rotto in testa e Shiho,passando una mano tra i capelli,aveva visto il tuorlo colarle lungo le dita.
Il sorriso le era morto sulle labbra e Ryusuke aveva iniziato a darsi dell’idiota,spaventato all’idea di averla fatta arrabbiare.
La ramata aveva poi alzato la testa ed aveva iniziato ad avvicinarglisi con uno sguardo indecifrabile che l’aveva portato,saggiamente,ad indietreggiare e a blaterare qualche scusa che,però,la ragazza davanti a lui sembrava non ascoltare.
Ad un tratto aveva sentito una superficie dura alle sue spalle per poi appurare, con la coda dell’occhio,di essersi scontrato con il muro e di non avere più vie di fuga da Shiho che,intanto,l’aveva raggiunto e aveva allungato una mano verso di lui.
Aveva chiuso gli occhi,pronto ad uno schiaffo,ma poi aveva sentito un colpo leggero alla nuca e qualcosa di liquido colargli lungo il volto. 
Incredulo,aveva incontrato lo sguardo divertito della scienziata che,intanto,aveva toccato un po' di quella roba con un dito e gliel'aveva spalmata sulle labbra.
Una volta passata la lingua su di esse,si era finalmente reso conto del fatto che la scienziata l'aveva appena ripagato con la stessa moneta.
Contento di non averla fatta arrabbiare era scoppiato a ridere,per poi trovarsi a tossire dato che lei gli aveva lanciato contro della polvere di cacao ed era scappata. Aveva imprecato e l’aveva inseguita,bloccata nei pressi del divano e buttata per terra,mentre le cospargeva il volto con la panna che aveva afferrato durante la sua corsa.
Avevano quindi ingaggiato una vera e propria guerra fatta di cibo che volava,risate e,infine,lunghi baci sul pavimento.
Alla fine si erano rialzati,si erano lavati ed avevano iniziato a riordinare ridendo e scherzando,pertanto quando quel mattino il campanello suonò nessuno dei due era neanche lontanamente pronto a quanto sarebbe successo di lì a poco tempo.
Ryusuke si infilò una maglia e andò ad aprire la porta,trovandosi davanti la sua anziana vicina che gli porgeva una lettera a suo nome che aveva trovato nella sua casella della posta. La ringraziò,sfoderando il sorriso mascalzone che faceva battere il cuore all’intera popolazione femminile giapponese,e rientrò in casa per poi raggelarsi quando notò che sulla lettera non c’era scritto il mittente.
Non fece in tempo a pensare di doverla nascondere agli occhi di Shiho che lei gli comparve davanti,preoccupata per il suo sguardo terrorizzato.
“Che succede?”Domandò,sospettosa,alternando ripetutamente lo sguardo dal suo volto alla lettera che reggeva in mano.
Alla mancata risposta afferrò la busta e l’aprì,per poi raggelare lei stessa nel leggerne il contenuto:“1.Die”.
Nella busta,oltre il foglio che riportava questa inquietante scritta,c’era anche una pallottola che rendeva la minaccia,se possibile,ancora più spaventosa.
“Cos’è questa storia,Ryusuke?”Chiese,pallida come un lenzuolo e con la voce che tremava leggermente.
Il calciatore la guardò,sospirò e la invitò a sedersi sul divano per spiegarle ciò che le aveva tenuto nascosto negli ultimi giorni,mostrandole poi le foto degli altri due foglietti incriminati che in quel momento erano nelle mani della polizia di Osaka.
“Mi dispiace di aver agito a tua insaputa,Shiho. Non volevo allarmarti perché tutto questo potrebbe essere anche un’enorme montatura,non sarebbe la prima volta. Ho già avvisato la polizia,non ci saranno problemi”Affermò,cercando senza successo le sue iridi,temendo di averla fatta arrabbiare sul serio quella volta.
Non aveva torto,perchè quando Shiho rialzò lo sguardo i suoi occhi erano tutt’altro che dolci.
“Non tenermi mai più nascosta una cosa del genere,Higo. Non giocare a fare l’eroe,perché se mi vedi come una donzella da salvare sei proprio fuori strada.”Disse,lapidaria,prima di alzarsi e dirigersi in camera del ragazzo il quale,vedendo che stava recuperando borsa e giubbotto,le bloccò un braccio.
“Non andare via”le disse,pregandola con lo sguardo quando lei si voltò a guardarlo.
“Non mi sto tirando indietro,ho solo bisogno di stare un po’ da sola per smaltire l’arrabbiatura.” Sospirò la ramata,sentendo come sempre il bisogno di rassicurarlo.
Ryusuke annuì,scortandola alla porta e vedendola varcare la soglia dopo aver snocciolato un lieve “Ti scrivo appena arrivo”.
Shiho scese le scale in tutta fretta,sapendo bene di doversi allontanare da lì il prima possibile per evitare ripensamenti.
Si concesse una tregua per respirare solo quando orami era molto lontana dall'abitazione del giovane e,con un peso al petto,si recò in stanzione per prendere il treno,rimuginando sull'accaduto per tutta la durata del viaggio.
Aveva sempre avuto il presentimento che le cose fossero più complicate di quanto dicesse Ryusuke,tuttavia aveva preferito non dare ascolto al suo sesto senso e pensare che per una volta potesse andare tutto bene anche per lei.
Che illusa.
Sembrava proprio che la sua buona stella non avesse nessuna intenzione di funzionare,condannandola perennemente a vivere situazioni a limite del possibile mentre il resto del mondo si crogiolava nella sua normalità,considerandola addirittura noiosa.
Sospirò. Quanto avrebbe dato per vivere nella stessa maniera,ma evidentemente non ciò non era possibile. Almeno,non per lei.
Dopo essersi spremuta le meningi per tutta la durata del viaggio,giunse alla conclusione che c’era una sola persona a cui poteva rivolgersi per uscire da quella spinosa situazione.
Per quanto volesse evitare di coinvolgerla sapeva di non avere altre possibilità se non quella di rischiare la vita,e questo sicuramente Shinichi non gliel’avrebbe mai perdonato.
Sapeva anche molto bene che sarebbe uscito fuori di testa per tutti quei mesi di bugie,tuttavia sperava che capisse le sue motivazioni e che,con la sua mente geniale,trovasse subito un modo per risolvere il tutto senza che nessuno ci rimettesse le penne.
Sì,Shinichi avrebbe capito e avrebbe risolto tutto.
Forte di questa convinzione suonò il campanello di Villa Kudo e varcò la soglia,trovandosi subito davanti il corvino che la salutò molto calorosamente e la invitò ad entrare.
“Aspetta Shinichi,ho bisogno di parlarti” Affermò,sapendo bene che se avesse aspettato anche solo un secondo in più il coraggio sarebbe venuto meno e non sarebbe riuscita a confessargli la verità.
“Sono tutt’orecchie” Rispose lui,sorpreso dalla sua veemenza.
Shiho fece appena in tempo ad aprire la bocca che Ran sbucò nel corridoio e,sgridando il fidanzato per la sua sgarbatezza,condusse l’amica in salotto, o meglio in quello che un tempo era il salotto e che in quel momento era totalmente sommerso di campioni di stoffa per i vestiti dei due sposi.
“Ho proprio bisogno di un parere femminile,Shi-chan! Quella rapa ha insistito tanto per sapere almeno il tessuto del mio abito e poi non si è dimostrato in grado di dare neanche mezzo consiglio. Uomini!” Sospirò la castana,squotendo la testa in tono melodrammatico per poi illuminarsi,folgorata da un’idea e correre sulle scale dicendo “Aspetta,ne ho altri su in stanza,corro a prenderli!".
Approfittando dell’assenza di Ran,Shinichi le si avvicinò chiedendole “Allora,di cosa dovevi parlarmi?”
Ecco,quello era il momento.
Infondo non poteva essere così difficile dire “Sai Shinichi,frequento un ragazzo a tua insaputa da quattro mesi,spesso dormo da lui e lui viene da me quando tu e il Professore non ci siete. Ah,cos’altro? Si,è Ryusuke Higo,hai presente quel calciatore che hanno quasi ucciso qualche tempo fa? Proprio lui,e adesso rischia la vita perché ci sono dei folli che gli mandano lettere minatorie e minacciano di farlo fuori”. Beh magari detto con parole migliori sarebbe anche potuto essere accettabile,magari omettendo qualche particolare Shinichi sarebbe andato meno fuori di testa e avrebbe capito subito.
Non poteva mentire ancora,non viste la piega che le circostanze avevano preso.
Shinichi non l’avrebbe mai perdonata se avesse rischiato la vita a sua insaputa,l’avrebbe presa,chiusa in una stanza e buttato via la chiave.
Era il momento giusto,prese un grosso respiro e…
“Vorrei aiutarti a decidere la sala ricevimenti in cui si svolgerà il matrimonio,dato che Ran ha dato il compito a te”
..non ce la fece.
Sapeva i rischi che stava correndo,e sapeva che Shinichi sarebbe stato un valido alleato,tuttavia non riusciva proprio a coinvolgerlo nuovamente.
Lui si era costruito un’intera vita,ad ottobre si sarebbe sposato e si sentiva una merda all’idea di coinvolgerlo in un’altra missione omicida,rischiando di portarlo nuovamente lontano dai suoi cari. Aveva già rischiato troppo in passato per lei,adesso meritava tranquillità e stabilità,glielo doveva.
Lei se la sarebbe cavata.
“Possibile che nessuno si fidi di me? Anche Hattori mi ha fatto la stessa proposta ma l’ho allegramente mandato a quel paese” Sbottò lui,senza rendersi conto del conflitto interiore che stava attanagliando la sua migliore amica.
“Però se tu venissi con me potresti essermi molto utile,dato che conosci quasi meglio di me i gusti di Ran. Direi di sì,ci sto,ma ad una condizione.” Aggiunse poi,con il sorrisetto sornione alla tihoinpugnoetulosai che lei ranto odiava.
Tutte le volte che il detective sfoderava quel sorriso era per avanzare proposte che di proposte,in realtà, non avevano proprio niente.
Lei non avrebbe mai potuto rifiutare,qualsiasi cosa lui le avesse chiesto ed entrambi lo sapevano perfettamente.
“Quale?”Chiese quindi scocciata,cacciando via il suo dito indice che alla parola “una” le si era posato sul naso.
“Sarai la mia testimone”Concluse mostrando tutti i denti,confermando i suoi timori.
Shiho rimase stupita da quella proposta, e valutò attentamente l'ipotesi di dirgli di no solo per vedere quel maledetto ghigno spegnersi in modo da togliergli l'assurda convinzione di averla in suo potere.
Lei nelle mani di Shinichi. Mai.
Poi però,resasi conto della luce che brillava negli occhi del suo migliore amico,decise di dargliela vinta ancora per una volta.
“E sia. Ma dì ad Hattori di vestirsi bene,non gli permetterò di farmi sfigurare”.
Risero di gusto,poi lei manifestò il suo desiderio di tornare a casa e,salutata Ran,si diresse all’ingresso accompagnata dal corvino che la salutò ma poi,prima che lei riuscisse a chiudersi la porta alle spalle,le bloccò un polso e la costrinse a voltarsi e a guardarlo negli occhi. “Shiho,va tutto bene?” Domandò,con uno sguardo improvvisamente serissimo.
La ramata,cercando di non far vedere che il suo cuore aveva notevolmente aumentato i battiti per lo spavento,sorrise dolcemente e annuì con il capo,per poi sparire velocemente lungo il vialetto.
Perdonami,Shinichi.



L’afa di luglio aveva reso l’aria della città di Tokyo irrespirabile ed il clima invivibile per la popolazione ancora intrappolata nella metropoli che,ormai,si era rassegnata all’idea di un’estate da passare con vestiti leggerissimi,molte bottiglie d’acqua e un asciugamano da portarsi dietro per poter asciugare il sudore ed avere un po’ di sollievo.
Quella mattina Ryusuke si era svegliato nel letto della stanza d’albergo che prendeva ogni volta che soggiornava a Tokyo e aveva sentito dentro di sé un gran voglia di mare.
Aveva quindi molto democraticamente deciso che quel weekend lui e Shiho l’avrebbero passato alle Isole Sakishima,aveva chiesto al suo manager di provvedere per l’hotel e poi aveva pensato che fosse il caso di avvertire anche la ramata.
La telefonata era durata solo qualche secondo,giusto il tempo di comunicarle i suoi progetti e di intimarle di essere pronta in venti minuti e aveva riattaccato,in modo da non darle modo di replicare.
Esattamente venti minuti dopo aveva parcheggiato sotto la sua abitazione e le aveva fatto uno squillo,l’aveva letteralmente caricata in macchina ed era partito tutto contento verso il porto per prendere il traghetto e raggiungere le Isole Sakishima.
Il viaggio per arrivare a Miyakojima,nelle isole Miyako , era stato abbastanza lungo e a tratti arduo,viste le stradine strette e a strapiombo sul mare in cui aveva dovuto guidare a cui andavano aggiunti i commenti acidi con cui Shiho l’aveva tartassato per tutto il tragitto. Quest’ultima,infatti,si era dimostrata molto seccata di non essere stata interpellata in alcun modo per quell’inaspettata gita fuori porta pertanto,pur non essendo davvero arrabbiata,aveva pensato bene di fargliela pagare rendendogli il viaggio un inferno.
Ci avrebbe pensato due volte,la prossima volta,a prendere delle decisioni per entrambi.
Nonostante tutto,però,Ryusuke non si pentì di niente quando,arrivati in spiaggia quel pomeriggio, vide la ramata distendere il volto in un espressione meravigliata di fronte alla bellezza di Yonaha-Maehama Beach,da molti considerati la spiaggia più bella d’Oriente e motivo per cui lui amava recarsi nelle Isole Sakishima.
Le sue spiagge bianchissime ed il mare perennemente limpido le permettevano non solo di reggere il confronto con le località caraibiche ma addirittura di vincere nettamente grazie alla presenza della meravigliosa barriera corallina che attirava turisti da tutto il mondo,garantendole un primato di bellezza incontaminata difficile da superare.
Osservò la sua compagna di sottecchi e,notando come non riuscisse a nascondere il senso di meraviglia dal suo volto,sorrise vittorioso. “Allora,Diffidenza? Sono perdonato?”Domandò,incrociando mentalmente le dita.
Aveva pensato di portarla lì non solo per poter passare un weekend da soli in un posto meraviglioso,ma soprattutto per farsi perdonare definitivamente per la storia delle lettere minatorie.
Avevano parlato a lungo di quell’incidente e,nonostante le avesse giurato che non le avrebbe mai più tenuto nascosto nulla del genere,sentiva comunque di dover far qualcosa per rimettere effettivamente le cose a posto,perciò sperava davvero che il suo piano avesse funzionato.
Shiho lo osservò di rimando mentre si spogliava,sorrise in maniera enigmatica.
“Dipende da quanto sarà calda l’acqua”.
A quelle parole Ryusuke alzò gli occhi al cielo,per poi tornare a guardarla con un sorriso inquietante.
Non le diede il tempo di preoccuparsi a sufficienza della carica maliziosa di quel ghigno,poichè la sollevò di scatto in spalla e corse fino al mare,gettandola in acqua senza tante cerimonie.
Scoppiò a ridere divertito alla faccia che lei fece una volta tornata in superifice,ancora non del tutto consapevole di quanto appena successo.
Impegnato com’era nel ridere di lei non si rese conto del ciglio seccato che aveva preso il posto dello stupore sul suo viso,pertanto non ebbe tempo di reagire quando,all’improvviso,lei lo arpionò con una mano tirandolo verso di sé.
Così,preso alla sprovvista,cadde rovinosamente in acqua.
Shiho,non contenta,lo afferrò dalla nuca e lo tenne sott’acqua per un po’,per poi mostrare assoluta indifferenza di fronte allo sguardo seccato che lui le lanciò una volta che fu riuscito a riemergere.
“Non guardarmi così,impara a fare una roba del genere la prossima volta” Affermò,in tutta tranquillità,allontandandosi verso l’acqua più alta per farsi una nuotata.
Ryusuke scosse la testa e sospirò,sempre più consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscito a spuntarla contro quella ragazza che sembrava avere sempre una marcia in più rispetto a lui.
Appurò di doversene fare una ragione ed iniziò a nuotare verso di lei,affiancandola in breve tempo.
Si allontanarono dalla riva in silenzio,nuotando ognuno per conto suo pur essendo vicini e dopo un po’ raggiunsero una boa delle dimensioni di una zattera che galleggiava in tutta tranquillità,su cui c’erano solo alcuni bambini che si divertivano a tuffarsi in acqua a turno. Vi salirono sopra e si distesero,facendosi cullare per un po’ dalle onde del Pacifico e godendosi i raggi del sole che,intanto,iniziava la sua discesa verso l’orizzonte e,lentamente,scivolarono entrambi tra le braccia di Morfeo.
Shiho fu la prima a svegliarsi quando,oramai,il sole era arrivato all’orizzonte e sulla boa,così come in spiaggia,erano rimasti praticamente solo loro.
Il suo primo pensiero fu quello di fare qualche scherzo a discapito del biondo addormentato accanto a sé,tuttavia fu accecata dal rosso del sole che tramontava e la sua attenzione passò al paesaggio che la circondava.
La luce rossastra del pianeta colorava completamente il cielo,l’acqua e la spiaggia,creando un gioco di luci dal giallo al rosso fuoco talmente forte da far sembrare che tutto attorno a lei stesse prendendo fuoco e lei stesse galleggiando esattamente nel mezzo. “Spettacolare,non è vero Diffidenza?”Sentì chiedere a quel punto dal ragazzo alla sua destra che nel frattempo si era anch’esso svegliato e seduto sul bordo della boa,senza che lei si accorgesse di nulla,rapita com’era dallo spettacolo mozzafiato che si stagliava davanti ai suoi occhi.
“Spettacolare è dir poco” Ammise lei,senza distogliere lo sguardo dal tramonto neanche per un secondo.
Ryusuke dapprima le dedicò ancora qualche occhiata,felice di essere riuscito a lasciarla a bocca aperta per una volta,poi decise di spostare anch’egli gli occhi sulla meraviglia naturale in cui Yonaha-Maehama Beach si trasformava al tramonto.
Dopo che il sole fu sparito completamente dopo la linea dell’orizzonte,i due decisero che fosse arrivato il momento di tornarono in hotel,pertanto scesero dalla boa e nuotarono fino a riva.
Una volta arrivati in hotel iniziarono a discutere per chi si dovesse lavare per primo nella Jacuzzi della loro suite e,dopo che Shiho ebbe rifiutato l’invito del calciatore a lavarsi insieme con un’occhiata molto eloquente,decisero di tirare a sorte con una monetina.
Testa Shiho,Coda Ryusuke.
Ovviamente uscì testa.
La scienziata trotterellò trionfante in bagno e si godette un lungo bagno in quella vasca idromassaggio mozzafiato che,aveva deciso,sarebbe stato il prossimo acquisto in casa Agasa. Dubitava vivamente che il professore si sarebbe rifiutato,anzi aveva come il vago sospetto che si sarebbe precipitato a comprarla senza badare a spese pur di evitare che lei,parsimoniosa com’era,cambiasse idea a riguardo.
Passata un’ora dovette a malincuore cedere il posto a Ryusuke,il quale aveva aspettato pazientemente il suo turno fino ad allora e che l’accolse con un “era ora!” a cui lei rispose con una prevedibilissima alzata di spalle.
Dopo essersi asciugata ed aver indossato dei pantaloncini di jeans neri a vita alta,un top color vinaccio ed una felpa del medesimo colore dei pantaloncini uscì sulla verandina privata della suite,la quale si affacciava sulla spiaggia dove avevano trascorso l’intero pomeriggio. Spese del tempo ad osservare quella che,durante il viaggio, Ryusuke aveva definito “stanzina d’hotel” che poi si era rivelata essere una suite dotata di qualsiasi comfort.
Era situata nei piani più alti dell’hotel,quasi nei pressi dell’attico,e dalla grande veranda si poteva osservare sia Yonaha-Maehama Beach che parte dello skyline della città che,di sera,si riempiva di luci e di musica.
All'ingresso della suite vi era un grande salotto con tanto di divani,tavolini di cristallo e una maxi tv al plasma.
A destra del salotto c’era il guardaroba,grande quanto la sua intera stanza in casa Agasa,in cui alcuni fattorini,al loro arrivo,avevano provveduto a sistemare i loro abiti e a riporre i bagagli vuoti.
A sinistra,invece,si entrava nell’enorme stanza da letto nel cui centro troneggiava quest’ultimo,esattamente di fronte all’enorme veranda,con tanto di tavolini e sedie a sdraio, su cui lei si trovava esattamente in quel momento.
Il quinto spazio ed ultimo spazio del complesso,infine,era rappresentato dal bagno in cui Ryusuke era sparito da una buona mezz’ora. Shiho dovette ammettere di sentirsi leggermente a disagio in tutto quel lusso a cui non era assolutamente abituata.
Non le era mai piaciuto quel tipo di ambiente,forse perché le ricordava troppo il periodo in cui rispondeva al nome in codice di Sherry. Durante tutta la sua formazione scolastica,infatti, era stata indotta dai suoi tutori a frequentare eventi di un certo calibro con gente altolocata e,quando poi era entrata a far parte a tutti gli effetti della rosa dei membri più importanti dell’organizzazione,occasioni del genere erano diventate ormai una routine.
Ne venivano organizzate a dozzine e,partecipandovi,aveva avuto modo di incontrare moltissimi individui con enormi capacità nel campo dell’ingegneria,della tecnologia e soprattutto della scienza,ma anche un discreto numero di politici molto influenti nel mondo giapponese a cui non mancava mai di venire presentata.
Conosceva bene la ragione di tutto questo interessamento nei suoi confronti.
Nei piani alti,infatti,erano in molti ad essere estremamente fieri di averla al loro servizio,sia per la sua intelligenza fuori dal comune che per la sua bellezza,pertanto tendevano a mostrarla come un trofeo e ad usarla come esca per attirare nella loro rete un numero sempre maggiore di personaggi da cui ottenere fondi per le loro ricerche.
Aveva sempre odiato quei ricevimenti,pieni fino all’orlo delle risate e chiacchiere di gente all’apparenza gioviale e allegra,ben disposta a rispondere alle domande della stampa che,ignara di tutto,era talvolta invitata a partecipare.
Lei,però,era perfettamente a conoscenza del marcio che albergava dietro ognugno di loro e sapeva di non dovere mai abbassare la guardia in quelle occasioni poiché chiunque,persino l’individuo dall’aria più innocente,sarebbe stato in grado di ucciderla senza provare il minimo rimorso.
Mentre rimuginava su esperienze che avrebbe volentieri dimenticato,le tornarono in mente le sequenze di un ricevimento particolare e,con esse,sentì una familiare sensazione di angoscia attanagliarle lo stomaco.
All’epoca non aveva ancora compiuto 18 anni,e la relazione con il suo senpai era iniziata solo da qualche mese. Era stato proprio lui a dirle di dover partecipare a quell’evento e a specificare che l’avrebbe accompagnata come,d’altronde,aveva sempre fatto.
Per l’occasione aveva indossato uno dei suoi abiti preferiti,rigorosamente nero,formato da un bustino smanicato che le risaltava il seno e una gonna lunga fino a metà coscia,la quale acquisiva volume grazie a degli strati di tulle cuciti proprio sotto di essa.
Non appena aveva varcato la soglia dell’enorme villa in cui aveva sede l’evento,tuttavia,si era immediatamente pentita della sua scelta a causa dei numerosissimi sguardi poco casti che aveva attirato su di sé.
Si era stretta al braccio di Gin che,dal canto suo,si era mostrato fin da subito seccato per quella situazione ed aveva fulminato con lo sguardo (e non solo) chiunque avesse provato ad avvicinarglisi,tenendola stretta a sé senza lasciarla un attimo.
A onor del vero,un attimo in cui Shiho aveva avuto libertà di movimento c’era stato,e proprio lì si era scatenato il pandemonio.
Si era recata in bagno,lasciando Gin ad aspettarla appena fuori dalla porta ma,mentre era china a cercare il rossetto nella sua borsetta,si era sentita improvvisamente afferrare da qualcuno che era giunto alle sue spalle e,nel giro di un attimo, si era ritrovata con la parte superiore del corpo schiacciata contro il lavello,tenuta ferma dalle braccia di quello che aveva appurato essere un uomo.
Aveva lanciato uno sguardo al riflesso nello specchio ed aveva individuato la figura di un energumeno grande probabilmente 3 volte lei che,visibilmente ubriaco,aveva iniziato a lasciarle baci sporchi sul collo e le spalle e,con la mano che non usava per tenere bloccate le sue,aveva iniziato a tastare il suo corpo.
Shiho non era una sprovveduta,aveva imparato fin da bambina delle tecniche di autodifesa per evitare situazioni spiacevoli e,grazie all’aiuto del suo senpai,sapeva svolgere alla perfezione anche qualche mossa di karate.
Tuttavia,immobilizzata com’era,quelle poche mosse che conosceva erano del tutto inutili,specialmente contando la stazza dell’uomo sopra di lei. Improvvisamente si era resa conto che quell’essere non aveva pensato a tapparle la bocca,pertantò aveva inspirato profondamente e poi gridato più forte che potè,finendo poi per terra a causa di un pugno nello stomaco che lui le aveva assestato per punizione. Non era tuttavia riuscito a raggiungerla sul pavimento perché la porta si era spalancata improvvisamente,mostrando la figura di Gin che,del tutto fuori di sé,non ci aveva pensato due volte a conficcargli una pallottola in fronte.
Dopodichè aveva sollevato di peso la ragazza da terra e l’aveva trascinata in macchina,partendo come un pazzo alla volta di Tokyo.
Il viaggio si era svolto in assoluto silenzio,rotto talvolta da alcuni sospiri da parte della ramata che voleva ringraziare il biondo accanto a lei ma che,per qualche motivo,sentiva di non doverlo fare.
Non sbagliava.
Aveva ottenuto una spiegazione a quella sensazione quando,una volta arrivata a casa di lui,era stata obbligata a spogliarsi e poi posseduta senza tregua fino all’alba,momento in cui era stata cacciata dalla stanza e costretta a dormire sul divano.
Una volta sveglia,inoltre,Gin l’aveva afferrata per i capelli e l’aveva costretta in ginocchio davanti a sé,obbligandola a dichiarargli tutta la sua devozione e a scusarsi per essersi fatta toccare da qualcun altro che non fosse lui.
Lei sapeva che non era stata colpa sua,che non aveva assolutamente cercato quelle carezze,tuttavia,terrorizzata com’era all’idea di deluderlo e di perderlo,aveva deciso di non farlo arrabbiare ulteriormente e di accontentarlo.
Era quindi rimasta in ginocchio a terra per tutta la mattina,con indosso solo l’intimo, a supplicarlo di perdonarla mentre lui,seduto su una poltrona,la ascoltava senza lasciare la presa sui suoi capelli.
Quando si era ritenuto soddisfatto aveva posto fine a quel supplizio concedendole di alzarsi e di vestirsi,informandola poi che da quel giorno avrebbe provveduto personalmente a fare in modo che qualcosa del genere non accadesse mai più.
Da quel giorno in poi,infatti,l’uomo in nero aveva allenato la scienziata fino allo stremo delle forze,insegnandole tutte le tecniche di arti marziali di sua conoscenza e rendendola in grado di sparare con una precisione quasi uguale alla sua.
Shiho fu ridestata bruscamente dai suoi pensieri da alcuni cori stonati di ragazzi che passeggiavano sulla spiaggia sotto l’hotel.
Si rimproverò mentalmente per essere stata nuovamente tanto debole da farsi sopraffare da quei ricordi spiacevoli e dalle sensazioni che portavano con sé,ma soprattutto cercò di arginare la sensazione di umiliazione che avvertiva tutte le volte che ripensava a come si era completamente annullata davanti a Gin.
Se chiudeva gli occhi si rivedeva ancora in ginocchio per terra,tenuta su per i capelli da lui che la osservava con il suo ghigno perverso e le diceva “Su Sherry,puoi fare molto meglio di così”,così come sentiva la sua stessa voce sillabare delle scuse assolutamente immotivate e degradanti.
Aveva tanta voglia di prendersi a schiaffi da sola per quanto era stata fragile e stupida da aver potuto pensare,anche solo per un momento,che un individuo del genere avrebbe mai potuto provare amore per qualcun altro che non fosse se stesso.
Lui non amava affatto lei,ma l’idea di averla in suo potere e la consapevolezza di averlo accettato,anche se inconsapevolmente,la distruggeva completamente ogni singola volta che quei ricordi le tornavano in mente.
Cercò di rilassarsi su una delle sdraio della veranda,coprendosi gli occhi con un braccio e sperando di riuscire,prima o poi,ad ingoiare una volta per tutte quel boccone troppo amaro.
Mentre era ancora intenta a regolarizzare il respiro e i battiti del cuore,sentì la tasca destra dei suoi pantaloncini vibrare incessantemente. Provò ad ignorarla ma ben presto si rese conto di dover rispondere per far sapere al Dottor Agasa di star bene.
Pertanto afferrò il telefono e,senza guardare chi fosse il destinatario,rispose alla chiamata.
“Pron..”
“DOVE DIAVOLO SEI FINITA?”
Tutto a un tratto sentì la calma appena trovata scivolarle via e lasciare il posto al terrore.
Shinichi!
Aveva risposto,per la seconda volta in poco tempo,al telefono senza sapere chi la stesse chiamando e,per la seconda volta,si era volutamente catapultata in un grosso guaio,di gran lunga peggiore del precedente.
Parve rendersi conto solo in quel momento di aver dimenticato completamente la figura del suo migliore amico per tutta la giornata,migliore amico che non sembrava molto felice di questa dimenticanza dato il tono di voce.
Se a questo aggiungeva il fatto che il ragazzo in questione fosse anche considerato uno dei detective migliori del Giappone,e che quindi non si sarebbe lasciato abbindolare dalle scuse blande che aveva usato con il Professore,allora poteva dirsi ufficialmente nei casini. “Sono ad Osaka,da Naeko-san. Non te l’ha detto il Dottor Agasa?”Esordì,incrociando le dita e pregando che tutto andasse bene. Ovviamente non andò così.
“Oh si,lui me l’ha detto. Peccato che Gunji-san abbia telefonato proprio poco fa a casa per poter parlare con te,sostenendo di non ricevere segni di vita da parte tua da ieri sera”.
Ok,sono nella merda pensò,vedendo chiaramente tutto il teatrino costruito in quei mesi crollare pezzo dopo pezzo.
Sospirò.
Era fatta,ormai Shinichi l’aveva scoperta e non sarebbe mai riuscita a prendere in giro lo Sherlock Holmes del terzo millennio.
“Sono a Miyakojima,nelle isole Miyako” confessò,per poi aggiungere “con il mio ragazzo”.
“Il tuo.. cosa?” Sentì chiedere dall’altra parte,e la nota di delusione che avvertì in quella frase le fece male al cuore.
“Mi dispiace,Shinichi. Avrei dovuto dirtelo”.
“Si,avresti dovuto. Da quanto va avanti?”.
La ramata sospirò nuovamente,ben consapevole che da quel momento in poi lui l’avrebbe odiata.
“Quasi cinque mesi”.
La risposta tardò un po’ ad arrivare,e sapeva bene il perché.
Poteva immaginarsi perfettamente la figura del suo migliore amico (forse ex,a quel punto) che si sfregava il volto nervosamente,cercando in tutti i modi di contenere l’ira per impedire a se stesso di dire qualcosa che avrebbe potuto ferirla.
Si sentì,se possibile,peggio di un verme.
“E in questi cinque mesi non ti è mai venuto in mente di dover comunicare qualcosa del genere a quel cretino del tuo migliore amico? Ci eravamo promessi di non avere più segreti l’uno con l’altra,conta così poco quella promessa per te? Conto così poco io per te?”.
“No..no non è così” Rispose e poi crollò,iniziando a raccontargli tutto ciò che gli aveva tenuto nascosto in quei mesi.
“Ho provato un sacco di volte a dirtelo ma puntualmente non trovavo il coraggio per farlo. Non ho mai voluto tenerti all’oscuro di qualcosa,specie se importante. Sai che non farei mai niente del genere.
Ok hai ragione,è esattamente quello che ho fatto ma ho avuto dei motivi per comportarmi così. Volevo prendermi del tempo per conoscerlo in maniera approfondita ed instaurare un rapporto con lui,ma soprattutto volevo vedere se tra di noi potesse funzionare prima di presentartelo e farlo,quindi,entrare più a fondo nella mia vita e questo non sarebbe stato possibile se te ne avessi parlato.
Avresti preteso di sapere chi fosse e ti saresti fatto in dieci per scoprire la sua identità e pedinarlo e lo sai perfettamente anche tu”.
“Non avrei mai fatto niente del genere!” La interruppe lui quasi indignato.
“Ah no?” Lo rimbeccò lei,dando vita ad un vero e proprio battibbecco.
“Assolutamente no,ho mai fatto una roba così?” .
“SI!” Rispose Shiho,incredula della piega che la telefonata aveva preso.
“E quando?”.
“Ogni qualvolta un esemplare di sesso maschile ha avuto la malaugurata idea di avere a che fare con me,ad esempio?”.
“Vaneggi,voglio le prove”.
“Ah vuoi le prove? Ricordi quando il tizio del bar dietro l’angolo ci ha inseguiti per darci lo scontrino e tu lo hai preso a male parole perché pensavi mi stesse dando il suo numero?
Oppure quando hai gelato con lo sguardo il Dottor Araide perché mi aveva chiesto di sollevare leggermente la maglietta per controllare la cicatrice allo stomaco?
O che mi dici di quando hai fatto una scenata davanti a tutto il Teitan quando quel tuo compagno di classe,Suneko,mi si è avvicinato per dirmi che gli piacevano i miei occhi? O ancora..”
“Frena,frena. Ok hai ragione,non ti avrei dato tregua. Va avanti”.
“Adesso io e lui abbiamo stabilito un buon rapporto. Mi ci sono affezionata,e lui sembra tenerci molto a  me. Mi rispetta e mi riserva mille riguardi,sto davvero bene in sua compagnia. Nell’ultimo periodo ho pensato spesso di organizzare qualcosa per fartelo conoscere,in realtà,ma non ho mai trovato il coraggio per farlo. Avevo paura che mi avresti odiato”. Confessò,leggermente timorosa di ricevere una risposta che confermasse il suo pensiero.
“Stupida” Le rispose lui,con voce più dolce.
“Non potrei mai odiarti. Certo sono stupito,e forse un po’ deluso,ma niente di tutto questo può cambiare una virgola di quello che c’è tra noi. Inoltre posso capirti,so di non averti dato vita facile e che la responsabilità di questo è,in parte mia. Però preferisco parlarne meglio di persona,ora ti lascio stare. Suppongo sarai impegnata”.
Shiho alzò gli occhi al cielo alla nota maliziosa che colse in quella frase,ribattendo “Non nel modo che pensi tu”.
Shinichi rise.
“Certo,certo. Sappi però che appena torni,suppongo domani,ci prendiamo un’oretta per noi così mi racconti tutto. Dopodiché sappi anche che voglio conoscerlo,niente scuse. Me lo prometti?”
La ramata scosse la testa,stupita dalla piega che aveva preso la conversazione,e rispose “Certo,te lo prometto. A domani”.
Una volta chiusa la chiamata,la giovane sospirò per la millesima volta.
Non era stata del tutto sincera,dal momento che aveva omesso il motivo principale che l’aveva portata a tacere per tutto quel tempo,tuttavia non era ancora sicura di volergliene parlare.
In ogni caso,se poi avesse deciso di farlo,sicuramente non gliel’avrebbe detto per telefono.
Improvvisamente sentì un rumore sordo provenire dalle sue spalle e dei passi che le si avvicinavano,tuttavia non fece in tempo a voltarsi che sentì una fortissima botta alla nuca e si ritrovò stesa per terra.
Da lì,con la vista appannata e i sensi che pian piano venivano meno,credette di sentire delle voci concitate e Ryusuke che gridava. L’unico pensiero che fu in grado di formulare,prima di chiudere gli occhi,fu di rammarico.
Rammarico nei confronti di Ryusuke,che aveva dato tutto se stesso per far sì che le cose tra loro andassero bene.
Rammarico nei confronti di sé stessa,che si era illusa di poter vivere in maniera tranquilla semplicemente ignorando i problemi.
Infine rammarico nei confronti di Shinichi,che il giorno dopo l’avrebbe aspettata invano. Non avrebbe mantenuto neanche quella promessa,chissà se si sarebbero rivisti.
Poi,il buio.


Angolo autrice
Ciao a tutti!

Inizio con il dire di aver apprezzato molto le recensioni allo scorso capitolo,sia per quanto riguarda gli aspetti positivi ma soprattutto per le critiche e i consigli,che sono sempre utili.
Ho cercato di seguirli e di applicarli in questo capitolo ma,onestamente,non sono molto sicura di esserci riuscita.
In realtà ho un sacco di dubbi su questo capitolo (specialmente riguardo al troppo OOC e ai contenuti forti) che mi hanno spinta a vedere e rivedere il capitolo fino allo sfinimento. Poi però mi sono accorta che così facendo lo stavo rovinando e basta,perciò l'ho pubblicato.
Spero vi sia piaciuto e se avete qualche critica vi prego di farmela,non mi offendo.
Un'ultima cosa: per il terzo capitolo forse ci sarà da aspettare un po' di più perchè è ancora in fase di scrittura e,a causa di alcuni problemi in famiglia,non sono riuscita a concludere chissà che in questi giorni.
A presto (spero)
Baci
Simo

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Capitolo 3
*** Find me in the dark now ***


Find me in the dark now

La porta di Villa Kudo si spalancò lasciando passare Shinichi,o meglio le gambe di Shinichi e poi una massa informe di sacchetti e sacchettini che il giovane,molto poco delicatamente,scaraventò sul divano del soggiorno.
“Ma insomma,Shinichi!” Lo rimbeccò Ran,entrata subito dopo di lui.
“-Insomma Shinichi- un corno! Sono ore che ti seguo per Tokyo con questa roba in braccio che cresceva sempre più ad ogni negozio in cui entravamo. Come se non bastasse continuavi ad illudermi che ognuno di quei posti fosse l’ultimo che avremmo visitato dicendomi –Tesoro tranquillo,ancora questo e basta-.
Non so se te ne fossi accorta,tesoro,ma quella montagna di sacchetti era diventata più alta di me.” Sbottò lui,lasciandosi cadere sulla poltrona.
“Quante storie per qualche busta in più” Borbottò lei,levandosi la giacca e recandosi in cucina,senza badare allo sguardo che il suo ragazzo,ops futuro marito,le aveva lanciato alla parola “qualche”.
Pur essendo molto stanca sentiva un certo languorino peranto,conscia del fatto che anche per Shinichi fosse lo stesso,si mise ai fornelli. Mentre cucinava lanciò uno sguardo al salotto,adocchiando la sua figura addormentata sulla poltrona,e si ritrovò a sorridere teneramente. Povero caro,oggi non gli ho dato tregua un secondo pensò,ripensando a quanti negozi avevano visitato durante quelle poche ore per trovare delle bomboniere che andassero bene ad entrambi.
A onor del vero Shinichi,quella mattina,non si era mostrato esattamente interessato all’argomento.
Quando alle 8.00 la sveglia era suonata,infatti,il suo commento biascicato era stato “Ran,prendi la Golden card e compra ciò che ti pare”. Per quanto l’idea di avere quella miniera d’oro tutta per sé fosse stata allettante,la karateka però non aveva nessuna intenzione di dargliela vinta e permettergli di passare tutta la sua giornata libera a dormire.
L’aveva pertanto minacciato di prendersi botte un paio di volte,poi aveva perso la pazienza e aveva tirato giù dal letto l’intero materasso,Shinichi compreso.
Alle 9.00 spaccate il detective liceale di Tokyo aveva quindi varcato la soglia di casa sua e guidato fino al centro della città senza emettere un altro solo fiato,mostrandosi poi assolutamente disinteressato nei primi due negozi della lista. Al terzo,invece,aveva iniziato a mostrare un certo interesse per quelle che aveva precedentemente definito “cianfrusaglie troppo costose”.
Ran si era rallegrata di quel cambio di rotta,o almeno l’aveva fatto prima di notare cosa effettivamente avesse catturato l’attenzione del suo futuro marito. Con il suo sguardo da lince quest’ultimo aveva adocchiato una statuina color bronzo in disparte rispetto a tutte le altre,la quale rappresentava un personaggio che purtroppo conosceva troppo bene.
Ti prego,tutti ma non lui aveva pensato,avvicinandosi tremante a quell’oggetto.
Una volta afferratolo però,aveva appurato con orrore di non essersi sbagliata.
Era davvero Sherlock Holmes.
Dopo essere rimasta qualche secondo ferma a chiedersi come fosse possibile che una roba del genere esistesse davvero (insomma,nessuno sano di mente l’avrebbe mai scelta per il proprio matrimonio,o no?)aveva adocchiato lo sguardo estasiato di Shinichi e,seccata,aveva troncato tutte le sue speranze con un secco “NO”.
Il giovane Kudo,che già immaginava il suo ricevimento nuziale pieno zeppo di quelle statuine,non si era mostrato per niente felice di quella decisione che considerava tanto ingiusta. Quindi,dopo aver appurato che non c’era verso di farle cambiare idea,aveva pensato bene di renderle la giornata impossibile ostracizzando qualsiasi altra proposta avanzasse.
Dopo una stremante trafila di negozi passata a litigare,i due avevano adocchiato una bomboniera che per ironia della sorte fungeva da perfetto compromesso tra le loro idee: una piccola lente grandimento in argento,finemente lavorata ed incredibilmente brillante.
Non c’era stato bisogno di discutere ulteriormente,perciò erano entrati nel negozio e le avevano ordinate senza troppi giri di parole.
Una volta usciti di lì,tuttavia,Ran l’aveva trascinato ad accompagnarla a fare shopping con la scusa di doversi far perdonare per essere stato tanto infantile,passando altre 3 ore tra boutique varie sotto il caldo cocente.
Il risultato di quella piccola vendetta era,in quel momento,nitido davanti ai suoi occhi: Shinichi si era addormentato di botto come un bambino e sapeva che avrebbe faticato parecchio per convincerlo a svegliarsi per mangiare qualcosa.
In quei momenti avrebbe tanto voluto possedere lo stesso carisma di Shiho che,sicuramente,non si sarebbe mai fatta impietosire da una scena del genere e l’avrebbe svegliato a calci. Il pensiero del modo brutale in cui aveva svegliato Shinichi quel mattino,che quindi provava la sua capacità di agire alla stessa maniera, non le passò per la mente neanche per un secondo.
Al pensiero della ramata la sua fronte si aggrottò.
Non la sentiva da un po’ e tutte le volte che aveva provato a chiamarla le aveva risposto la segreteria.
In un primo momento si era allarmata,dato che Shiho era famosa per essere sempre reperibile. Poi,dopo che quella mattina Shinichi le aveva raccontato della discussione avuta con lei la sera prima,si era tranquillizzata e aveva pensato che la scienziata volesse semplicemente passare del tempo tranquilla con la sua nuova fiamma.
A quel punto però stava iniziando a preoccuparsi nuovamente di quel silenzio prolungato,tanto più che si era già fatta sera inoltrata e,stando a quanto aveva detto Shinichi,lei sarebbe dovuta essere tornata già da un po’.
Provò a chiamarla nuovamente,ma il risultato rimase invariato.
Afferrò quindi la cornetta del telefono fisso e digitò il numero di casa Agasa,per sapere se almeno lui avesse sue notizie. Quest’ultimo le rispose con tono altrettanto preoccupato,affermando di aver provato a mettersi in contatto con lei da tutta la giornata ma di non esserci riuscito neanche una volta. Inoltre l’uomo era allarmato dal notevole ritardo della giovane,che il giorno prima gli aveva garantito che sarebbe stata a casa nel primo pomeriggio.
Entrambi convennero che un comportamento del genere fosse molto lontano dalla personalità di Shiho ed in loro si fece ancora più forte il pensiero che le fosse successo qualcosa.
Una volta chiusa la chiamata si diresse verso Shinichi,iniziando a scuoterlo senza tanti complimenti.
“Che vuoi Ran?” Domandò lui dopo un po’,senza neanche aprire gli occhi.
“Svegliati,Shinichi. Shiho non è ancora tornata e nessuno sa dove sia” Rispose lei senza nascondere la sua preoccupazione.
“Avrà trovato traffico,hai provato a chiamarla?” Chiese nuovamente il moro,a metà tra il sonno e la veglia,senza aver capito davvero cosa stesse succedendo.
“La chiamo da stamattina ma ha la segreteria spenta”.
“Lasciala stare,sono solo le 19. Vedrai che tra un po’ tornerà”.
“In realtà sono quasi le 22” Affermò Ran guardando l’orologio,per poi sobbalzare dallo spavento alla vista di Shinichi che,inaspettatamente,si era alzato in piedi.
Adesso leggeva preoccupazione sincera anche nei suoi occhi.
“Dove diavolo è finita? Aveva promesso che sarebbe stata qui ore e ore fa! Sapevo di non dovermi fidare,lo sapevo” iniziò a dire lui,girando nervosamente in giro per la stanza senza sapere esattamente cosa fare.
“Magari si è fermata ad Osaka da Gunji-san” Ipotizzò Ran,cercando di trovare una spiegazione plausibile a quella situazione assurda. “Così da allungare il tragitto di almeno 6 ore? No, non ha senso e poi non è da lei. Se fosse stato così ci avrebbe avvisati” Ribattè lui,con il classico cipiglio che assumeva quando rifletteva attentamente su qualcosa.
“Provo a chiamare gli altri,magari l’hanno sentita” Dichiarò la karateka,digitando i numeri dei loro amici più cari.
Dopo aver fatto un giro di telefonate,tuttavia,appurarono che nessuno aveva notizie della ramata da un’intera giornata. La loro preoccupazione salì alle stelle.
“E se chiamassimo gli hotel di Miyakojima per chiedere di lei?” Propose ancora Ran.
A quelle parole Shinichi la guardò quasi folgorato,chiedendosi perché qualcosa di così semplice non gli fosse venuta in mente prima. Scattò verso l’appendiabiti,afferrò la giacca e si diresse verso la porta senza dire una parola.
“EHI!” Esclamò la ragazza,stupita da quei movimenti improvvisi.
“Vado alla centrale di polizia per far chiamare qualcuno. A noi privati non daranno mai nessuna informazione riguardo agli ospiti per motivi di privacy,ma alle forze dell’ordine non possono dire di no. Tu intanto resta qui e se c’è qualche novità avvisami subito,sono stato chiaro?”Disse in fretta il detective,prima di sparire oltre la soglia.
Una volta alla centrale spiegò brevemente la situazione a Sato e Takagi che si offrirono immediatamente di aiutarlo.
Contattarono tutti gli hotel della città,dai più abbordabili ai più costosi, ed ottennero le informazioni che cercavano solo all’ultimo della lista,un cinque stelle lusso.
La receptionist disse di ricordarsi della ragazza a causa del colore dei suoi capelli e confermò loro che la giovane aveva passato la notte lì con il suo accompagnatore,tuttavia li informò di non poter dar loro altre informazioni per ordini dall’alto e riagganciò.
“CHE DIAVOLO VUOL DIRE ORDINI DALL’ALTO?” Sbraitò Shinichi,al limite della sopportazione.
“Magari hanno deciso di passare un’altra notte lì e hanno dato ordine di non essere disturbati” Affermò Takagi,mentre Sato rimuginava tra sé e sé.
“No,non è da Shiho. Ci avrebbe avvisati,avrebbe..” Shinichi non potè finire la frase poiché sentì il suo telefono vibrare incessantemente all’interno della tasca destra dei pantaloni e si affrettò a rispondere.
“Pronto Ran,sei tu?” Chiese dopo aver aperto la chiamata.
Dall’altro lato però non sentì la voce della sua ragazza,né quella della sua migliore amica.
Fu un uomo a rispondergli.
“Parlo con Shinichi Kudo?” Domandò quest’ultimo.
“Si,chi parla?”
“Sono Rikuo Endo,e credo di doverle parlare”.


Ancor prima di aprire gli occhi Shiho avvertì di non essere al sicuro e,pur non essendo propriamente certa del motivo di quella sensazione,sapeva di potersi fidare del suo sesto senso.
Non che in quel momento potesse dirsi sicura di qualcosa d’altro canto,visto il senso di stordimento che l’aveva accolta non appena aveva ripreso i sensi. Raramente le era capitato di sentirsi in quella maniera,constatò,dato che quel tipo di sensazione o scaturiva da una sbornia,e lei non aveva mai avuto tanto modo di ubriacarsi in vita sua,oppure da una botta in testa.
Una botta.
Bastò pensare a ciò per farle tornare in mente tutti gli ultimi avvenimenti: qualcuno che la tramortiva,Ryusuke che sbraitava e lei che perdeva i sensi.
Aprì gli occhi di colpo,scoprendo di trovarsi in una specie di cantina semibuia, fredda e umida e di essere sola.
Provò a muoversi ma,com’era prevedibile,chiunque l’avesse portata lì aveva provveduto a legarle mani e piedi con delle catene belle spesse,immobilizzandola a terra.
Nonostante questo piccolo impedimento,constatò che le sarebbe potuta andare decisamente peggio dal momento che non era ferita o altro,ma solo bloccata ed infreddolita. A saperlo prima non si sarebbe sicuramente messa quei pantaloncini invisibili.
Ciò che la allarmava di più tuttavia non era affato la sua condizione,quanto l’assenza di Ryusuke,poiché sicuramente coloro che li avevano aggrediti avevano a che fare con gli avvenimenti degli ultimi mesi.
Non aveva idea di chi fossero quegli uomini,ma sapeva bene ciò che volevano e il dubbio che l’avessero già ottenuto le fece accapponare la pelle. Cercò di alzarsi più e più volte,invano,procurandosi dei tagli alle caviglie a causa dello sfregamento delle catene con la pelle che ignorò bellamente,poiché il pensiero che Ryusuke fosse ferito,o peggio,la stava letteralmente lacerando.
Improvvisamente sentì dei passi avvicinarsi alla porta della cantina che la costrinsero a bloccare ogni suo movimento e riassumere la stessa posizione di quando si era svegliata.
Ai passi si aggiunsero delle voci maschili che parlavano concitate e si facevano sempre più forti,fino a che la porta non si aprì mostrando le figure di due uomini.
Erano entrambi molto possenti a causa dei muscoli che sembravano riempire quasi interamente i loro corpi e,guardandoli in volto,non avevano affatto l’aria di essere gente raccomandabile.
Non che il fatto che l’avessero praticamente rapita e gettata lì le avesse dato sentore di questo,dopotutto.
Il più altro dei due aveva dei lunghi capelli castani che arrivavano fino alle spalle,mentre il più basso sfoggiava una disordinata capigliatura biondo platino ed ambedue sorrisero maliziosamente quando la videro sveglia.
“Buongiorno bambolina,dormito bene?” Le domandò il castano mentre chiudeva la porta e le si avvicinava .
Shiho non emise un solo suono in risposta ma si limitò a gelarlo con lo sguardo,tenendo d’occhio ogni suo spostamento.
“Ooh che sguardo truce” Commentò l’uomo,scoppiando poi a ridere assieme al suo collega.
“Dovresti esserci grata,ragazzina. Ti abbiamo lasciato riposare in questa stanza tanto confortevole senza torcerti un capello,quando avresti potuto ricevere lo stesso trattamento del tuo amico”.
A quelle parole Shiho sbarrò gli occhi e domandò,con voce alterata “Cosa avete fatto a Ryusuke?”.
“Allora una lingua ce l’hai!” Rispose il biondo che intanto aveva preso posto su una sedia lì vicino.
“Ho detto: cosa avete fatto a Ryusuke?” Ribattè lei,senza abbassare né lo sguardo né il tono pur essendo in netto svantaggio.
I due scoppiarono a ridere nuovamente,vivamente divertiti dall’alterazione della sua voce.
Dopodiché il moro,che fino ad allora era rimasto a qualche metro di distanza da lei,si abbassò alla sua altezza e,afferratole il mento con una mano,chiese: “E se ti dicessi che lo abbiamo fatto fuori che faresti?”.
“Vi ammazzerei con le mie mani” Fu la risposta secca della ragazza,la quale continuò a fissarlo con uno sguardo di ghiaccio che confermava le sue parole.
“Però,ne hai di fegato signorina,mi piaci. Permettimi però di farti notare che ti sarebbe alquanto difficile fare ciò che dici,dal momento che sei bloccata per terra” Ironizzò l’uomo,senza lasciare la presa sul suo volto.
Shiho,per tutta risposta,sorrise in maniera inquietante come solo Sherry sapeva fare,quasi divertita dall’affermazione di quell’energumeno senza cervello.
“Evidentemente non sai con chi hai a che fare. E levami quella mano di dosso”.
Il castano parve turbato da quel sorriso e quelle parole,perciò rafforzò la presa e dichiarò “Forse sei tu a non aver capito con chi hai a che fare. Siamo noi a decidere e,in caso tu non l’avessi ancora capito,se siamo qui è proprio per metterti le mani addosso,bambolina”. L’energumeno non ebbe però tempo di concretizzare quanto appena detto,poiché la porta si spalancò nuovamente mostrando tre figure. Le prime due erano quelle di due uomini della stessa stazza degli altri,uno corvino e l’altro biondo e riccio il quale era occupato a trattenere con entrambe le braccia Ryusuke.
Shiho ebbe un moto di contentezza nel constatare che fosse ancora vivo,ma questo si spense rapidamente quando la luce fioca della lampada che illuminava la stanza mostrò il suo stato.
Era pieno di lividi e sangue incrostato,con un labbro spaccato ed un rivolo di liquido rosso che gli scorreva sul volto.
Nonostante tutto però,non appena la vide sorrise di sollievo. Anche lui doveva aver temuto per la sua incolumità.
“Akahito,si può sapere che stai facendo?” Domandò il riccio all’indirizzo dell’uomo che ancora teneva saldo il volto della ramata,il quale si voltò a rispondere con uno sguardo seccato. “Stavo giusto per divertirmi un po’ con lei prima che arrivassi tu,Bunjiro”.
“Non provarci neanche,bastardo” Sbraitò Ryusuke,dimendandosi tra le braccia di Bunjiro con tutte le poche forze che gli erano rimaste. “Taci tu,calciatore da due soldi. Vuoi una ripassata?”.
“Akahito piantala e lasciala stare,sai che il capo non vuole”.
“Non ti ci mettere anche tu,Ebizo. Non siete in grado di farvi gli affaracci vostri per una volta?” Rispose Akahito all’indirizzo dell’uomo corvino,intervenuto nella discussione.
“Basta così” Disse una voce estranea alle 6 persone presenti nella stanza,che proveniva dalle spalle di Bunjiro ed Ebizo.
Tutti si voltarono verso di essa giusto in tempo per vedere apparire sulla scena un settimo uomo,più magro e composto rispetto agli altri. Era alto,anche se non eccessivamente,e mostrava un aspetto pulito e curato nei minimi dettagli. I capelli castani erano perfettamente ordinati,così come lo era il suo abbigliamento,composto da un tailleur vermiglio e delle scarpe laccate,in netto contrasto con i vestiti da ragazzacci di strada degli altri energumeni. Sul suo volto era stampato un ghigno perverso,la cui carica inquietante sembrava emanare radiazioni negative in tutta la stanza. I suoi occhi sembravano chiari,ma non erano ben visibile a causa delle ciocche di capelli che cadevano su di essi.
Da come tutti e 4 gli uomini si affrettarono a ricomporsi alla sua comparsa,Shiho e Ryusuke intuirono che doveva essere lui il capo di cui parlavano.
La ramata era fortemente in soggezione davanti a quell’individuo tanto inquietante che dentro di sé sentiva di conoscere,mentre il calciatore alla sua vista era sbiancato visibilmente.
“Ta-Tanaka-san”Balbettò,incredulo di avere davanti ai suoi occhi il capo della sua squadra di guardie del corpo.
Adesso capiva come avessero fatto quegli uomini ad aggredirli e rapirli nonostante i mille accorgimenti presi.
“Sorpreso di vedermi,Ryusuke Higo?”Lo canzonò Chojiro Tanaka,mentre l’energumeno platinato,che rispondeva al nome di Daisuke,provvedeva a legarlo e a posizionarlo per terra accanto a Shiho.
“Allora c’eri tu dietro tutto questo..”Affermò il calciatore,ancora sotto shock.
“Certo ragazzino,e ci sono stato fin dall’inizio. E’ stato davvero divertente vedere quanto impegno ci mettessi nell’organizzare tutto nei minimi dettagli per non far correre rischi alla tua fidanzatina. Un piano notevole il tuo,davvero,peccato che abbia affidato i tuoi uomini alla persona sbagliata senza rendertene neanche conto.
Quel branco di imbecilli si è fatto manipolare alla perfezione,non si sono neanche resi conto di averti lasciato scoperto ieri sera e hanno reso il lavoro ai miei uomini incredibilmente semplice” Spiegò Chojiro,prendendo il posto di Daisuke sull’unica sedia presente nella stanza. Ryusuke si insultò mentalmente per essere stato tanto stupido da essersi fidato di quell’uomo tanto da dargli il compito di proteggerlo,ma soprattutto si odiò profondamente per aver messo Shiho nei pericoli per colpa della sua inettitudine.
“Perché?”Domandò,dopo qualche attimo di secondo.
“I traditori come te non meritano di vivere,Ryusuke” Rispose quello,sorseggiando del vino che intanto i suoi uomini avevano provveduto a portargli.
“Non capisco”.
“Vedi Ryusuke,devi sapere che quando tu eri nei Noir Tokyo avevi gli occhi di molti investitori puntati su di te,inclusi i miei.
Mi sono subito interessato a te per le tue capacità formidabili malgrado la giovanissima età e,fin dal primo momento in cui ti ho visto in campo,ho sentito che saresti stato un investimento vincente. Ho quindi investito molto tempo e denaro su di te,sponsorizzando il tuo team sotto falso nome e le tue performances dei primi tempi hanno dato ragione alla mia intuizione e mi hanno reso molto ricco.
Poi però mi hai tradito. Sei passato ai Big Osaka senza nessun preavviso e mi hai portato sull’orlo della bancarotta senza alcun rimpianto. Ho passato mesi a vederti gioire del tuo successo mentre io lottavo per arrivare a fine mese a causa dei debiti che avevo contratto per finanziarti. Mi hai rovinato la vita,Ryusuke Higo,e quando me ne sono reso conto ho giurato di fartela pagare.
Sono riuscito a rimettermi in piedi grazie al denaro di alcune persone per cui ho fatto dei lavoretti ogni tanto,persone che hanno poi cercato di farmi fuori e da cui mi sono dovuto nascondere per un po’ di tempo,dovendo quindi accantonare momentaneamente i miei piani di vendetta. Non appena sono stato libero di muovermi di nuovo ho iniziato a progettare un piano per fartela pagare e ho assoldato questi 4 ultras dei Big Osaka che continuano a non considerarti degno della loro squadra.
Dopodiché sono riuscito a farmi assumere dai tuoi manager come capo del tuo team di guardie del corpo,e a quel punto è stato incredibilmente facile giostrare tutto affinché tu finissi nelle mie mani ”.
Dopo aver concluso il suo monologo di spiegazioni,l’uomo si sollevò e si scostò una ciocca di capelli dal volto,mostrando chiaramente il suo sguardo color ghiaccio.
A quella vista una lampadina si accese nella testa di Shiho,che,ancor prima di rendersene conto,si ritrovò ad esclamare “Io ti conosco!”. Chojiro voltò il capo verso di lei,incatenando i suoi occhi a quelli della ramata,sogghignando soddisfatto.
“E io conosco te,Shiho Miyano. O forse preferisci essere chiamata Sherry?”.
La ramata sbiancò nel sentire il suo vecchio nome in codice,avvertendo nel frattempo lo sguardo interrogativo di Ryusuke e del resto degli uomini puntato su di sé.
Sebbene l’avesse conosciuto sotto un altro nome aveva capito perfettamente chi fosse l’uomo davanti a lei.
Il loro incontro risaliva a qualche anno prima,quando era ancora minorenne. Gin l’aveva prelevata dal laboratorio in cui lavorava come ogni sera,tuttavia in quell’occasione l’aveva informata di dover fare una deviazione per incontrare una persona. Questa persona era proprio Tanaka,che li aveva aspettati in un bar. Si erano seduti e i due uomini avevano parlato a lungo di affari mentre lei sfogliava alcune riviste,senza mostrare alcun interesse per la discussione.
Al momento dei saluti,tuttavia,Tanaka le aveva allungato una mano e si era complimentato per la sua bellezza,scatenando l’ira di Gin che l’aveva allontanato in malo modo e poi aveva lasciato il bar con Shiho al seguito.
Da ciò che le aveva raccontato il suo senpai in seguito,Tanaka era scappato nel nulla portandosi via parecchi milioni di yen e tutta l’organizzazione era stata a lungo sulle sue tracce,senza però essere mai riuscita a trovarlo.
“Nel momento in cui Ryusuke mi ha parlato di te e mi ha mostrato la tua foto ho subito capito chi fossi,e ho deciso di inserire anche te nel mio piano di vendetta. Ti confesso che se non fossi stata tu mi sarei limitato a tramortirti e lasciarti in quella stanza d’albergo,ma non avrei mai potuto perdere l’occasione di vendicarmi di quel verme di Gin.
Mi ha dato la caccia per mesi,costringendomi a spostarmi di continuo e a vivere nella miseria per aver cara la pelle. Quale modo migliore di fargliela pagare se non quello di fare fuori la sua puttanella personale?” Domandò retoricamente,lanciandole un’occhiata allusiva.
Shiho abbassò lo sguardo senza avere la forza di rispondere a causa del cocente senso di umiliazione che si faceva strada dentro di lei.
La puttanella di Gin.
Era stata proprio questo.
“Ora vi lascio,la polizia mi sta aspettando per rispondere ad alcune domande sulla scomparsa di Ryusuke Higo. Sai,sono sulle tue ricerche da quasi 24 ore ormai.” Disse l’uomo,allontanandosi verso la porta e facendo cenno ai suoi uomini di seguirlo.
“Sei un bastardo,Tanaka!” Gridò Ryusuke al suo indirizzo mentre lasciava la stanza.
Chojiro si fermò un attimo,si voltò verso di lui e ghignando rispose “E non hai ancora visto niente,Ryusuke”.



Ryusuke Higo,pazzesco.
Questo era bene o male il pensiero che si ripeteva ininterrottamente nella mente di Shinichi da quando aveva scoperto l’identità dell’accompagnatore di Shiho.
Era rimasto a telefono con Rikuo Endo solo una decina di minuti,giusto il tempo necessario per avere le informazioni principali riguardo l’accaduto. Dopodiché si era trovato,senza neanche rendersene conto,in macchina con Sato e Takagi diretto a Miyakojima.
Erano giunti a destinazione alle prime luci dell’alba e subito si erano diretti al Miyakojima’s Grand Hotel,trovandolo completamente recintato e circondato da volanti della polizia. Grazie ai distintivi dei due poliziotti il trio era riuscito a varcare le transenne e ad entrare nella zona riservata alle indagini.
Una volta lì avevano parlato con l’ispettore Honzo Kimura della polizia di Miyakojima,che era a capo delle indagini e grazie a cui erano stati in grado di ricostruire in linea generale l’evolversi dei fatti.
Shiho e Ryusuke erano arrivati in hotel nel primo pomeriggio di due giorni prima ma erano andati via subito dopo il check-in,senza neanche essere entrati in stanza.
Erano poi tornati dopo il tramonto e da quel momento non erano più usciti dalla loro suite,neanche per cena quando,stando al racconto del maitre,un agente della squadra delle guardie del corpo del calciatore si era presentato in sala e aveva comunicato che la coppia non avrebbe cenato perché stanca. I due ragazzi non si erano fatti vivi neanche a colazione e il maitre,che era un amico di vecchia data del calciatore,aveva chiesto il motivo ad un’altra delle guardie che gli aveva risposto di non aver ancora avuto disposizioni,e per questo pensava che il giovane fosse ancora nel mondo dei sogni.
Verso ora di pranzo inoltre il signor Tanaka,capo del team di guardie di Higo,aveva disposto di non far avvicinare anima viva alla suite perché Ryusuke desiderava un po’ di privacy.
Nessuno si era quindi preoccupato più di tanto della loro assenza prolungata fino a metà pomeriggio,quando Rikuo Endo era arrivato alla reception chiedendo di poter vedere suo fratello.
La receptionist gli aveva detto di aver ricevuto disposizioni precise che non le permettevano di lasciarlo passare,tuttavia l’uomo aveva insistito parecchio perciò aveva desistito e aveva chiamato una delle guardie per farlo accompagnare alla suite. Avevano bussato parecchio alla porta della stanza ma senza mai ottenere risposta e,dopo svariati tentativi,la guardia aveva tirato fuori un pass par tout ed entrambi erano entrati.
Lo scenario che si era stagliato davanti ai loro occhi aveva confermato tutti i timori che Rikuo aveva covato da quando Ryusuke aveva smesso di rispondere alle sue chiamate: mobili per terra,vetri infranti e nessuna presenza dei due ragazzi.
La polizia era stata avvertita immediatamente,e con essa tutta le guardie del corpo del calciatore che,una volta arrivate,non si erano più mosse dalla stanza. Gli uomini erano stati tutti interrogati ed avevano dichiarato di trovarsi tutti al piano di sotto al momento in cui si ipotizzava fosse avvenuta l’aggressione.
Chojiro Tanaka aveva spiegato agli agenti che questa mossa aveva a che fare con un piano ben organizzato da lui stesso,che permetteva di controllare l’entrata e l’uscita di qualsiasi cliente dell’hotel e,tramite la presenza di alcuni uomini in concomitanza di ascensori e scale,il percorso di ognuno.
Ryusuke infatti,prima di partire,gli aveva personalmente chiesto di avere della privacy e con quel piano sarebbero riusciti a proteggerlo senza però intaccare i suoi spazi. Per questo nessuno si era avvicinato alla suite prima dell’arrivo di Rikuo,non volevano disturbarlo. Quando Shinichi e i poliziotti di Tokyo arrivarono, trovarono una situazione pressocché identica al giorno precedente,perché nessuno aveva idea di chi potesse aver rapito Shiho e Ryusuke e non era ancora pervenuta alcuna richiesta di riscatto.
Sia le guardie che gli agenti si mostrarono seccati all’arrivo di investigatori non appartenenti alla loro giurisdizione,tuttavia il fatto che la ramata risultasse residente a Tokyo non permetteva loro di bloccare le loro indagini.
Senza contare che Shinichi non avrebbe sentito scuse in nessun caso,niente gli avrebbe mai impedito di investigare su quel caso per salvare la sua migliore amica,e questo sia Sato che Takagi lo sapevano molto bene.
Il corvino analizzò la suite palmo a palmo,riscontrando diversi segni di collutazione lungo tutte e 5 le aree che la componevano che sicuramente erano frutto di un combattimento. Arrivato di fronte alla porta finestra tuttavia notò dei particolari che lo interessarono parecchio: numerose schegge di vetro,probabilmente provenienti dalla porta della veranda che era composta perlopiù da quel materiale,ma soprattutto delle impronte di scarpe semicircolari e dei graffi color argento sul parquet.
“Qui avete trovato un cellulare?”Domandò agli agenti,con un tono che non permetteva repliche.
“Si,glielo porto”Rispose uno di loro,sparendo per un momento dalla stanza per poi tornare con un sacchetto di plastica che conteneva il telefono di Shiho.
Come immaginavo Pensò Shinichi,afferrando l’oggetto con un guanto ed inserendo il codice di sblocco.
Rimase allibito quando si trovò davanti il registro delle chiamate con la sua in cima,e a quel punto comprese che Shiho doveva essere stata aggredita subito dopo aver finito di parlare con lui,esattamente in quel punto. A giudicare dai pochi segni che vedeva nelle immediate vicinanze,inoltre,doveva essere stata colpita con forza alle spalle per poi perdere i sensi sul pavimento.
Il resto della suite era invece un completo disastro,quindi Ryusuke doveva essersi accorto per primo dei rapitori e probabilmente aveva provato a raggiungere la ragazza con tutte le sue forze per difenderla.
Pregò vivamente che ci fosse riuscito in qualche modo e maledisse se stesso per aver lasciato che la sua amica si trovasse di nuovo in pericolo,pur avendole promesso che non sarebbe mai più successo.
Doveva trovarla,ad ogni costo.
Improvvisamente sentì una mano posarsi sulla sua spalla e,convinto che si trattasse di uno dei suoi amici,biascicò un “sto bene” non molto credibile.
“Prova di nuovo,Kudo. Non sei stato molto convincente” Disse invece una voce a lui conosciuta e,voltatosi,si trovò davanti al sorriso sornione di Heiji Hattori.
“Che diamine ci fai qui?” Gli chiese,stupito di vederlo.
“Ti pare questo il modo di accogliere un vecchio amico?” Borbottò il ragazzo dalla pelle olivastra con aria seccata.
Poi,visto lo sguardo preoccupato del suo compagno di avventure,mise da parte gli scherzi e affermò “Sono venuto appena ho saputo. A quanto pare la polizia di Osaka stava già indagando su delle lettere minatorie che Ryusuke Higo ha ricevuto negli ultimi mesi”.
Shinichi assunse un’aria perplessa. “Lettere minatorie? Shiho non mi ha mai parlato di niente del genere”.
“Beh è probabile che non lo sapesse,o magari non voleva farti preoccupare.
In ogni caso pare che il contenuto di queste lettere fosse una minaccia di morte neanche tanto velata,e in effetti non c’è da stupirsene dato che qualche tempo fa hanno cercato di conficcargli una pallottola in testa. Chiunque sia stato è ben deciso a toglierlo di mezzo,e Shiho purtroppo si è semplicemente trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.” Dedusse il ragazzo del Kansai che però si affrettò ad aggiungere “Ma vedrai che la ritroveremo sana e salva! Insomma,ha affrontato molto peggio di questo,sicuramente se la caverà”.
“Non ti sembra che ci sia qualcosa di strano?” Domandò Shinichi,guardandosi intorno con aria circospetta.
“In che senso?” “Pensaci. Un’aggressione in piena regola in un hotel pieno zeppo di persone,nonostante tutte le guardie del corpo e il personale dell’hotel. Non ci sono segni di effrazione,quindi i malviventi devono essere entrati dalla porta principale anche perché altrimenti non sarebbero mai riusciti a coglierli di sospresa.
Credo infatti che Shiho sia stata colpita alle spalle senza aver avuto la possibilità di reagire,e contando la sua abilità nelle arti marziali se qualcuno fosse arrivato dalla finestra o avesse scassinato la porta avrebbe avuto tutto il tempo per sentirlo e reagire,ma non è stato così.” “Tu credi che..”
“Esatto,credo che i rapitori avessero un complice all’interno del team delle guardie” Concluse il corvino,guardando uno ad uno tutti gli uomini incriminati.
Si avvicinò loro e,senza smettere di fissarli,domandò “Nell’arco di tempo che va dalle 19 dell’altro ieri a quando la stanza è stata aperta chi di voi si è allontanato dall’hotel?”.
Gli agenti si guardarono tra di loro riflettendo su quanto accaduto il giorno prima ed iniziando a negare in maniera disordinata e caotica. “Basta così” intervenne Tanaka,stagliandosi contro il detective e guardandolo con aria saccente.
“I miei uomini non si sono mossi di qui,garantisco io per loro ma potete anche chiedere al personale dell’hotel. Gli unici ad essersi spostati di qui siamo stati io e Juno-san,che siamo andati in centro per un’oretta nel primo pomeriggio di ieri per ritirare dei documenti in comune. Potete chiedere agli addetti,vi confermeranno che ci siamo intrattenuti lì per una ventina di minuti “.
“La sede comunale dista 10 minuti da qui,cosa avete fatto nei restanti 30?” Chiese Heiji,sospettoso.
“Juno-san ha avuto un malore quindi ci siamo fermati in una farmacia non molto distante da qui e sono andato a comprare delle vitamine mentre lui riposava in macchina. Abbiamo aspettato che si sentisse meglio e siamo tornati qui. Confermi?” Domandò Chojiro all’indirizzo dell’uomo di cui aveva parlato,che in tutta risposta fece un cenno d’assenso.
I due detective si scambiarono un cenno d’intesa.
E’ lui Pensarono entrambi,prima di uscire dalla suite per fare un giro dell’hotel e cercare i tasselli mancanti del puzzle.
“Si sarà allontanato per vedere come procedesse il sequestro. Certo che deve essere stato facile organizzarlo con il capo della squadra dalla propria parte” rifletté Heiji mentre scendevano nella Hall.
“Già. Deve aver addormentato il suo agente per un breve periodo di tempo in modo da agire indisturbato e creandosi un alibi,perciò il nascondiglio dove tengono prigionieri Ryusuke e Shiho non deve essere distante da quella farmacia” Continuò Shinichi,seguendo il flusso dei suoi pensieri.
“Sembra avere un alibi di ferro però”.
“Ho imparato a diffidare di coloro che ce l’hanno. Nessun alibi costruito può essere perfetto”.
A quelle parole Heiji sorrise sornione. Con loro due insieme il piano di Chojiro Tanaka aveva i minuti contati.
Passarono tutta la mattinata a fare su e giù per l’hotel e a cercare informazioni su quel Tanaka ma,a fine mattinata,il loro duro lavoro aveva dato molti frutti.
Avevano scoperto,grazie alla testimonianza di un addetto al ritiro e alla consegna dei panni sporchi,che due giorni prima i sacchi da prendere erano misteriosamente scomparsi e che l’hotel aveva dichiarato di averli consegnati a dei suoi colleghi venuti prima di lui.
Ne dedussero che i rapitori si erano probabilmente vestiti da addetti alle pulizie e,così facendo,erano riusciti a raggiungere la suite senza nessun problema ed avevano poi nascosto i corpi dei ragazzi nei sacchi per poterli portar via indisturbati.
Dopo una lunga telefonata con l’FBI e i servizi di sicurezza giapponesi,inoltre,avevano scoperto alcune informazioni interessanti sul conto di Chojiro Tanaka.
Sembrava infatti che fosse un brillante ingegnere molto interessato al mondo del calcio che anni prima aveva investito illegalmente enormi somme su calciatori americani e giapponesi emergenti,e il suo investimento più importante sembrava essere stato proprio Ryusuke Higo quando ancora giocava nei Noir Tokyo.
Al passaggio ai Big,però,la sua ricchezza era sfumata tanto velocemente com’era venuta e si era ritrovato ben presto sul lastrico,per poi sparire dalla scena per un bel po’ di tempo e riapparirvi nuovamente ricco e sistemato.
Inutile dire che questo aveva attirato l’attenzione dei servizi segreti internazionali che pertanto avevano investigato su di lui fin da subito,senza però trovare una sola macchia nera sulla sua fedina immacolata. Di qualsiasi mezzo si fosse servito per tornare quello di un tempo,Tanaka era stato talmente abile da cancellarne ogni prova.
Ai due detective fu quindi chiaro di non avere a che fare con un semplice complice come avevano precedentemente pensato,bensì con l’effettivo mandante del sequestro.
“Adesso il quadro è completo” Esordì Heiji,quando ebbero finito di analizzare tutto il materiale a loro disposizione.
“Non proprio. Ci manca scoprire dove tiene nascosti Shiho e Ryusuke,cosa intende farne ma soprattutto ci mancano le prove per incastrarlo” Precisò Shinichi,infuriato all’idea di avere sotto mano colui che aveva rapito la sua migliore amica ma di non poter far nulla per bloccarlo a causa dell’assenza di prove.
“E se andassimo a cercare il nascondiglio?”Propose il ragazzo del Kansai. Il corvino scosse la testa.
“Non sappiamo esattamente dove cercare,potremmo incappare in qualche suo scagnozzo e così facendo metteremmo quei due ancora più in pericolo”.
“Hai ragione. Ci serve un’idea”.
“Già,ma quale?” Shinichi ed Heiji tuttavia non ebbero modo di pianificare nulla,poiché alle loro spalle sentirono una voce concitata che li chiamava e, voltatisi ,videro Rikuo Endo scendere velocemente le scale ed arrivare davanti a loro.
“Ryusuke è riuscito a mettersi in contatto con me!” Esclamò,una volta che si fu fermato.
I due sgranarono gli occhi,del tutto impreparati a quest’evenienza. “Davvero? E cosa ha detto? Come sta Shiho?” Domandò Shinichi con fare concitato,sollevato all’idea che il ragazzo stesse bene ma preoccupato per la sua migliore amica.
“Ha detto che stanno entrambi bene. Per il resto è riuscito solo a dirmi che stasera giocherà la partita contro i Noir Tokyo ad Osaka,e poi la linea è caduta”.
“La partita contro i Noir..” mormorò Heiji,seguendo un pensiero che si stava facendo strada sia nella sua testa che in quella dell’amico che annuì.
“E’ una resa dei conti” Concluse al posto suo,consapevole più che mai del pericolo che inconbeva sui due ragazzi per cui,da allora,ogni secondo sarebbe potuto essere fatale.
“Resa dei conti? Di che parlate?”Chiese Rikuo che non riusciva a stare al passo dei loro pensieri.
“Presto,andiamo ad Osaka! Endo-san,le raccontiamo tutto per strada,sbrighiamoci!” Esclamarono i liceali,uscendo di corsa dall’hotel e trascinando con loro il povero allenatore.



Shiho e Ryusuke erano soli in quella cantina da tempo incalcolabile.
Non avevano avuto il coraggio di parlare e spiegarsi a vicenda ciò che si erano tenuti nascosti perciò,pur essendo vicini,avevano preferito restare in silenzio e approfittare di quel tempo per poter pensare.
Così erano passate ore ed ore,senza che nessuno portasse loro qualcosa da bere o da mangiare e la ramata si rese conto che,tolti i pochi sorsi che venivano loro concessi ogni tanto,non mangiavano né bevevano da quando erano stati rapiti,ossia un paio di giorni.
Non a caso sentiva le forze venir meno sempre più man mano che il tempo passava,ma non esternava questa sensazione per non allarmare ulteriormente Ryusuke,tanto più che anche lui molto probabilmente stava provando la stessa cosa.
Il calciatore dal canto suo perse un po’ di tempo ad osservare la figura della ragazza al suo fianco.
Era stanca e sporca,visibilmente pallida e ferita nella zona delle caviglie e dei polsi. A giudicare dal modo in cui si rannicchiava su se stessa,inoltre,sembrava avere molto freddo e lui si dannava per non poter far nulla in grado di farla stare meglio.
Odiava quella situazione,ma soprattutto odiava l’idea di averla messa in pericolo e non si sarebbe affatto meravigliato di vederla sparire dalla sua vita,qualora tutto si fosse risolto per il meglio.
“Mi dispiace,Shiho” Affermò,dopo una quantità indefinita di tempo. Lei alzò il capo ed incatenò gli occhi con i suoi,sorpresa da quelle parole pronunciate con tanto rammarico.
“Non è stata colpa tua”Disse poi,senza rompere il contatto visivo.
Ryusuke scosse vigorosamente la testa in segno di diniego.
“Si invece. Non avrei dovuto permetterti di entrare nella mia vita pur sapendo di essere in pericolo,sono stato egoista e adesso ne stai pagando il prezzo anche tu”.
Fu la volta della ramata di negare.
“L’avrei fatto lo stesso,lo sai vero?”
“No,Shiho. Non avrei dovuto permettertelo. Sono un imbecille completo,non sono riuscito a fare a meno di legarmi a te e poi,per proteggerci,ho affidato la nostra vita in mano a colui che mi voleva morto. Sono davvero un fallimento,come ho fatto ad essere così stupido?” Esclamò il calciatore con voce rotta,voltando il capo dalla parte opposta per non farle vedere le lacrime che avevano iniziato a scorrergli sul volto.
“Ryu..” Iniziò lei,cercando dentro di sé le parole migliore per poterlo consolare,ma lui non glielo permise.
“Ho passato tutta la mia vita a desiderare qualcuno di cui essere innamorato che ricambiasse,almeno in parte,i miei sentimenti. Ho conosciuto tanta gente che pensavo fosse interessata a me ma che,invece,mirava soltanto ai miei soldi e mi ero quasi rassegnato all’ipotesi di una vita solitaria.
Poi però sei arrivata tu.
Tu che mi hai stregato fin dal primo momento,che te ne sei fregata di chi fossi e ti sei addirittura rifiutata di dirmi il tuo nome. Ho passato settimane intere a cercarti ininterrottamente e poi,quando stavo per mollare,sei intervenuta di nuovo e mi hai salvato la vita. Questi cinque mesi che ho passato con te non hanno paragone con nessun altro momento dei miei 20 anni perché mi hai fatto sentire tanto felice che potrei piangere dalla gioia.E’ un paradosso ma è così,tu mi rendi felice e mi fai credere in me stesso come nessun altro è mai riuscito a fare e io davvero non so quale merito ho per meritarmi una persona bella come te al mio fianco.
Dio,Shiho,io non sono bravo con le parole ma non so davvero come altro dirti che mi hai completamente fottuto il cervello e che ti amo. Già,sono profondamente,maledettamente ed irrimediabilmente innamorato di te”.
Shiho era rimasta zitta per tutto il corso del monologo e,malgrado fosse riuscita a mantenere gli occhi fissi nei suoi per la maggior parte di esso,alla fine aveva ceduto e li aveva puntati sul suolo.
Ryusuke la amava.
La amava davvero e lei si sentiva uno schifo perché sapeva che si era innamorato dell’immagine di lei che aveva creato.
Quando la verità sarebbe uscita fuori non sarebbe mai riuscito,neanche volendo,a pensarla alla stessa maniera e se ne sarebbe andato. D’altronde,chi avrebbe potuto mai volere al suo fianco una donna debole e sporca come lei?
“Ryusuke io sono lusingata dalle tue parole,e ti confesso di provare un sentimento davvero forte nei tuoi confronti. Ciononostante non posso permetterti di continuare ad idealizzarmi così,perché io non sono affatto ciò che tu credi. Ti ho raccontato tante bugie sulla mia vita,non sono assolutamente la persona che tu pensi che io sia. Sono stata una criminale,forse lo sono ancora,ma soprattutto sono stata la schiava di un uomo che ha brutalmente abusato di me per anni con il mio consenso.
Non sono mentalmente stabile,come puoi ben vedere,e soprattutto ho difficoltà a percepire cosa sia la normalità nella realtà che mi circonda. Sei troppo buono e puro per una persona irrimediabilmente corrotta come me,promessa del calcio. Dovresti starmi lontano”.
Il calciatore parve stupito da quella confessione e abbassò un momento lo sguardo sul pavimento per poter pensare,ma quando lo rialzò questo era tutto fuorché disgustato.
“Shiho io non potrei mai stare lontano da te,non lo capisci? Non mi interessa di chi sei stata perché so chi sei adesso. Sei la persona più intrigante che io abbia mai conosciuto,ma al tempo stesso sai essere affettuosa e soprattutto hai un coraggio spaventoso.
Ti piacciono gli animali,passi molto tempo con dei bambini che sono amici dell’uomo con cui vivi e ti preoccupi di far mangiar sano chi ti circonda. Sei una solida spalla per Shinichi,anche se spesso borbotti per i suoi modi di fare,e anche se non lo dimostri sei in grado di farti in diecimila per far star bene le persone a cui tieni,me incluso. Come posso credere che una persona così sia una criminale? Non mi interessa del tuo passato ma solo di chi sei tu oggi,ed oggi sei la ragazza che si è portata via il mio cuore e niente e nessuno potrà mai cambiare questo”.
Shiho ebbe una gran voglia di piangere a quelle parole che si erano conficcate dentro di lei e che difficilmente sarebbero andate via. Nessuno le aveva mai detto qualcosa del genere,lei stessa aveva sempre pensato di non meritare qualcuno a cui importasse a causa della sua anima nera.
Ryusuke invece aveva rimesso in discussione tutto,perché la amava nonostante sapesse di avere a che fare con una persona irrimediabilmente danneggiata come lei.
Malgrado la situazione sentì nel suo animo una sensazione di tepore del tutto nuova che la faceva stare bene.
Fu proprio in quella cantina buia e fredda,con lo stomaco vuoto da giorni,mani e polsi legati e tagli sul corpo che Shiho Miyano potè dire di essere felice per la prima volta nella sua vita e nessuno le avrebbe mai tolto questa consapevolezza.
“Ryusuke ti prometto che,se mai riusciremo ad uscire vivi di qui,metterò un punto al mio passato e ti spiegherò tutto quanto per poter costruire un futuro con te” Furono le ultime parole che la ramata potè dire,poiché subito dopo la porta venne spalancata con forza e Akahito e Daisuke entrarono nella stanza.
“Forza calciatore,adesso vieni con noi”Affermarono,afferrando Ryusuke di forza a trascinandolo verso la porta senza badare alle urla di protesta di Shiho che,spaventata,vide la porta chiudersi alle spalle dei tre uomini e si trovò di nuovo sola.
Tuttavia non rimase tale a lungo perché,una ventina di minuti dopo,il giovane fu portato nuovamente all’interno della cantina.
Questa volta,tuttavia,non era legato ma in compenso era più bianco rispetto a prima e zoppicava leggermente.
“Cos’è successo?” Gli domandò,incuriosita da quel cambio di rotta. Lui sospirò pesantemente,portandosi una mano a massaggiare la fronte con un certo vigore.
Dopodichè alzò lo sguardo su di lei e disse “Stasera ci porteranno ad Osaka”.
Shiho spalancò gli occhi,sorpresa,ma si astenne dal commentare ed lo esortò a continuare.
Ryusuke annuì.
“Vogliono che io giochi la partita contro i Noir Tokyo. Hanno detto di volermi mettere alla prova e di sottopormi ad un test e se lo passerò saremo liberi di andar via,senza che nessuno ci dia più fastidio”.
“In cosa consiste questo test?” Chiese la ramata,la quale avvertiva chiaramente una nota stonata nel discorso ed era molto allarmata dall’evidente malessere del ragazzo davanti a sé.
“Dovrò segnare da solo tre goal entro la fine dei 90 minuti. Hanno detto che se ci riuscirò mi considereranno degno di essere la punta della loro squadra e non avranno più problemi con me”.
“Ma è impossibile! Non mangi da giorni,sei ferito e pallido come un morto!".
“Lo so,ma devo farlo. Mi sono allenato per tutta la vita,sono nato per fare il calciatore. Posso farcela”.
“E se non ci riuscissi?” Incalzò la scienziata,ritenendo assurdo che un uomo spietato come Tanaka potesse placarsi con qualcosa del genere.
Ryusuke distolse lo sguardo a quella domanda,cercando invano qualsiasi modo per sviarla.
“Ryusuke,rispondimi”.
“Se io fallissi o mi rifiutassi avrei un prezzo da pagare,su questo sono stati molto chiari. Non posso in nessun modo tirarmi indietro”. “Quale prezzo?” Domandò nuovamente Shiho,pur avendo capito ciò che il ragazzo non aveva il coraggio di confessarle.
A quel punto Higo alzò lo sguardo dal pavimento,lo fissò nei suoi occhi e,con voce rotta,rispose “Tu”.



Lo stadio Nagai era pieno zeppo di gente,divisa perfettamente tra gli spalti delle tue tifoserie,che attendeva impaziente l’inizio della partita. Shinichi ed Heiji avevano viaggiato per ore a velocità folle e riuscirono ad arrivare in tempo record,appena decina di minuti prima del fischio d’inizio.
Si precipitarono nella zona degli spogliatoi dove Rikuo si era rinchiuso per parlare con il fratello,ma le guardie del corpo del ragazzonon permisero loro di accedere alla zona e li fecero attendere nel corridoio che portava all’ingresso del campo da gioco.
“Pazzesco,sappiamo chi è stato ma non possiamo far niente per fermarlo” Borbottò Shinichi,nero di rabbia di fronte a quella situazione assurda che rischiava di essere fatale per Shiho.
“Calmati Kudo,ora più che mai dobbiamo essere lucidi e ragionare. Ne va della vita di Shiho”Lo ammonì Heiji,mettendogli però una mano sulla spalla in segno di conforto.
Il corvino non fu del suo stesso avviso,perché si levò malamente quella mano di dosso e sbottò:“Lo so da solo,grazie!”.
“Ragazzi” si sentì a quel punto dalle loro spalle,e una volta voltatisi i due si trovarono davanti a Rikuo e Ryusuke.
Quest’ultimo aveva un’aria tremenda: bianco come un cadavere,pieno di ecchimosi e con un andamento zoppicante.
Ciò che preoccupò maggiormente i due,tuttavia,fu il terrore che entrambi lessero all’interno dei suoi occhi.
“Higo-san”Lo salutò Heiji,mentre Shinichi mise da parte i convenevoli e chiese con tono duro:“Dov’è Shiho?”.
Ryusuke spostò gli occhi su di lui e,senza rompere neanche una volta il contatto visivo,iniziò a raccontare ciò che i suoi aguzzini gli avevano detto di dire alla polizia.
“Non so dove sia. Quando mi sono svegliato ero da solo e degli uomini incappucciati mi hanno detto che stava bene”.
Shinichi fece per scattare contro di lui,ma Heiji lo bloccò ed esortò il calciatore a continuare.
“Mi hanno picchiato e poi,dopo non so quanto tempo,mi hanno detto che stasera avrei dovuto giocare qui,per poi narcotizzarmi e lasciarmi su una panchina appena fuori dal parcheggio dello stadio”.
“Hai avuto più notizie di Miyano-san?”Domandò il ragazzo del Kansai,vista l’evidente incapacità verbale e motoria del detective di Tokyo. “Hanno detto di aver liberato anche lei,e Tanaka-san ha mandato un uomo a riprenderla dal luogo che ci hanno indicato.
Stando alla polizia deve essersi trattato semplicemente di una banda di ultras dei Big scontenta della mia presenza,che ha deciso di liberarmi concedendomi la possibilità di riscattarmi ai loro occhi. Non so se sia effettivamente così,ma probabilmente è l’unica ipotesi plausibile”.
Tralasciando l’evidente balla messa in piedi dal ragazzo,i detective furono certi del fatto che ci fosse qualcosa di più soprattutto grazie al suo sguardo. Quegli occhi color cielo sembravano infatti gridare aiuto con tutte le loro forze,e Shinichi ed Heiji capirono che in realtà Shiho era ancora nelle mani dei loro rapitori e che la sua salvezza sarebbe dipesa dall’esito di quella partita.
“L’agente mandato da Tanaka-san è riuscito a trovarla?”Chiese Shinichi,calcando leggermente sul cognome dell’uomo per far capire a Higo di sapere,evitando però che questa informazione arrivasse alle orecchie di quello che,in disparte,osservava tutta la scena.
“Sì,gli ha telefonato tre minuti fa per dire di averla trovata in una zona a mezz’ora da qui.” Rispose Ryusuke,facendo un leggerissimo cenno affermativo con la testa per confermare ai due i loro sospetti e pregando,allo stesso tempo,che captassero il messaggio che aveva nascosto nella sua ultima affermazione.
Shinichi ed Heiji si guardarono complici,consci di avere finalmente il quadro generale della situazione,dopodichè salutarono il calciatore e si diressero negli spalti.
“Ricapitoliamo: quei pazzi,sotto gli ordini di Tanaka,hanno detto a Higo di giocare questa partita e segnare tre goal altrimenti..”
“Altrimenti ne andrà della vita di Shiho” Affermò il corvino,concludendo la frase precedentemente iniziata dal ragazzo del Kansai.
“Cosa possiamo fare?”
“Per quanto mi costi ammetterlo al momento proprio niente. Non sappiamo dove tengano Shiho,e lo stadio è troppo grande per setacciarlo palmo a palmo ora che la partita è iniziata. Rischieremmo soltanto di perdere di vista quel bastardo e questo non possiamo permettercelo. Rimaniamo qui e teniamolo d’occhio,alla minima mossa falsa lo attacchiamo e speriamo che vada tutto bene”.



"Confortevole la tua postazione,bambolina?"Chiese Akahito a Shiho,legata con delle spesse corde ad uno dei seggiolini dello stadio.
Lei si limitò a non rispondere e a voltare il capo dall'altra parte.
Divertito da quel comportamento l'uomo si abbassò al suo livello e afferrò nuovamente il suo volto con una mano.
Shiho sentì il sangue arrivarle dritto al cervello,ma cercò di star buona e non peggiorare la situazione.
"Che dici se ci divertissimo un po' finchè il tuo amichetto non segna i tre goal?" Le propose,maliziosamente.
Lei,in tutta risposta,gli morse la mano che lui le stava passando sul viso e lo fece gridare di dolore.
"Bada a fare scherzi ragazzina,oppure quel ragazzino e tutte le persone qui dentro vanno dritti all’altro mondo”. Affermò quindi,tirandole un ceffone e posizionandosi dietro il suo sedile con Daisuke.
Si trovavano in uno degli spalti più alti dello stadio che,se non fosse stato per loro,sarebbe stato completamente deserto.
“Tanto finirà così lo stesso,non è vero? Avete posizionato delle bombe e al terzo goal di Ryusuke scapperete e ci farete saltare tutti in aria. Voi in realtà non siete affatto degli ultras,ma dei sicari mercenari interessati soltanto a far soldi”Ribattè la ramata,sicura della propria tesi.
Akahito e Daisuke la guardarono,stupiti dalla sua intelligenza e dalla velocità con cui aveva appreso un piano che loro avevano studiato per mesi.
“Beh tesoro,hai capito per metà. Si,al terzo goal questo posto salterà in aria ma non saremo affatto noi ad azionare le bombe”. Rispose il moro,ridendo assieme al suo collega. Shiho impiegò qualche secondo ad assimilare quelle parole,ma quando lo fece sentì la paurafarsi strada dentro di sé.
“Avete posizionato un sensore dietro la porta..”Disse con un filo di voce,chiedendosi come avesse fatto a non capirlo prima.
Come aveva potuto credere che Tanaka li avrebbe davvero lasciati andare così? Avrebbe dovuto comprendere che la sua sete di vendetta fosse troppo grande per essere sanata senza nessuno spargimento di sangue.
Gettò un’occhiata al tabellone segnapunti ed appurò con disgusto che erano giunti ormai a metà secondo tempo,e che Ryusuke aveva già segnato due goal. Mancava solo un’altra rete alla fine di tutto,e lei non poteva fare assolutamente niente per impedirlo.
Ti prego,fermati!



“Kudo guarda,Tanaka si sta allontanando!” Sbottò improvvisamente Heiji,osservando la figura di Chojiro che camminava verso l’uscita con fare circospetto.
Cosa avrà intenzione di fare? Si domandò Shinichi,non riuscendo a dare una spiegazione plausibile a quel comportamento.
Ripensò a tutto quanto,Shiho,il rapimento,il doppio gioco di Tanaka e lo strano comportamento dei rapitori ma nulla,non riusciva proprio a trovare un filo logico che collegasse tutti quegli elementi.
“Certo che Higo è proprio una bomba!” Esclamò in quel momento una ragazza poco distante da lui,ed allora una lampadina si accese nel suo cervello.
Una bomba! Ma certo,vogliono farci saltare in aria al terzo goal!
Si voltò verso la porta dei Noir vedendo la figura di Ryusuke avvicinarsi ad essa e capì di non avere più tempo.
“HATTORI! BLOCCA TANAKA!”Gridò,prima di catapultarsi verso il campo nel tentativo di fermare il calciatore.
Riuscì a scansare tutte le guardie che cercarono di impedirgli di raggiungere il punto in cui la partita si stava svolgendo,ma proprio all’ultimo fu atterrato da una di loro ed immobilizzato per terra.
“HIGO-SAN FERMATI,NON SEGNARE O SALTIAMO IN ARIA!”Urlò con tutte le sue forze,pregando che il biondo lo sentisse.
Ripeté la stessa frase più e più volte fino a quando non vide il ragazzo bloccarsi spaesato e,libero dalla presa dalla guardia,corse verso di lui per spiegargli tutto.
“Kudo-san cosa stai facendo?”Chiese il calciatore con tono di rimprovero una volta che il detective gli fu davanti.
“Lo sai che se non segno Shiho..”
“Se segni saltiamo tutti in aria,Shiho inclusa,non lo capisci? E’ per questo che ti hanno chiesto di fare proprio tre goal,per azionare il sensore che hanno posizionato dietro la porta!”Spiegò il corvino in maniera concitata.
A quelle parole tutti quanti si bloccarono,e l’arbitro fischiò per sospendere la partita e permettere agli spettatori di evacuare lo stadio. “MALEDETTI IMPICCIONI!”Sbraitò Chojiro,tenuto fermo da Heiji e da alcuni agenti sopraggiunti sul posto.
“E’ finita,Tanaka-san. Arrenditi”Affermò il calciatore a quel punto con tono serio,ma proprio in quel momento si sentì uno sparo provenire dagli spalti superiori dello stadio.
Tutti si voltarono terrorizzati in direzione di quel suono e Ryusuke,quando tornò a guardare la sua guardia negli occhi,vide sul suo volto uno sguardo sadico e soddisfatto che lo fece rabbrividire.
“E’ finita quando lo dico io,Ryusuke” Ribattè lui,ghignando vittorioso mentre veniva portato via.
Shinichi ed Heiji iniziarono a correre verso gli spalti prima ancora che l’eco dello sparo si fosse dissolto del tutto dallo stadio mentre intanto,attorno a loro,era scoppiato il panico.
Contrariamente al resto della gente il calciatore non pareva accennare a voler muovere un solo muscolo,aveva il cervello completamente inceppato.
Non riusciva a far nulla se non a fissare il punto da cui era provenuto quello sparo,mentre dentro di sé sentiva avanzare un dubbio terribile.
Si guardò intorno,pregando di vedere la figura di Shiho da qualche parte tra la folla,ma accanto a lui c’era solo gente che scappava spaventata.
Lei non era lì accanto a lui.
E se non era lì accanto a lui poteva essere solo in un punto,ossia sugli spalti più isolati.
Proprio da dove era arrivato lo sparo.
A quel punto sentì un dolore fortissimo al petto che lo fece accasciare al suolo,mentre intanto la consapevolezza che Shiho,la sua Shiho,fosse morta per colpa sua lo faceva gridare disperato.
“SHIHOOOOOO!”

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Capitolo 4
*** I don't wanna fight alone anymore ***


Dedicato a @Violetta_

I don't wanna fight alone anymore
"Every little thing that I've known is everything I need to let go,
you're so much bigger than the world I've made"
(On my own,Ashes Remain)


Shinichi ed Heiji correvano a perdifiato verso l’ingresso degli spalti da cui era provenuto lo sparo di pochi minuti prima.
Il detective di Tokyo aveva iniziato a correre senza neanche accorgersene,impedendosi di pensare a qualsiasi cosa e costringendo le sue gambe ad una velocità estrema.
Non voleva credere che quel colpo fosse stato indirizzato contro Shiho,non poteva essere vero,ci doveva essere un’altra spiegazione maledizione!
Heiji,dal canto suo,non ci aveva pensato due volte ad imitare l’amico e pregava che fosse tutto un enorme malinteso e che quella scienziata fosse riuscita a svignarsela in qualche modo.
Era riuscita a scappare dalle grinfie di una pericolosissima organizzazione criminale,non poteva aver mollato così!
La loro corsa fu tuttavia bloccata appena fuori dal campo,all’ingresso degli spalti,da Akahito che,furioso,brandiva una calibro 22 ben intento a far fuori qualcuno.
“Adesso basta,ragazzini!” Sbraitò,rivolgendosi ai due ragazzi che intanto si erano immobilizzati e pensavano ad un modo per capovolgere la situazione.
“Mi avete maledettamente stancato! Con il vostro vizio di mettere il naso in cose che non vi riguardano avete mandato all’aria un piano perfetto!” Continuò quello,senza accorgersi delle occhiate quasi impercettibili che i detective si stavano scambiando,ed iniziando ad avanzare verso Shinichi con fare minaccioso.
“Soprattutto tu,detective dei miei stivali. Sei l’amico della ramata,non è vero? Beh peccato che il tuo intervento non sia servito a nulla dato che adesso il mio collega l’ha già spedita all’altro mondo”.
Il corvino rimase pietrificato,non riuscendo a credere alle parole dell’energumeno davanti a lui.
Shiho era morta,senza che lui fosse stato in grado di portarla in salvo.
A questo poi si aggiunse un’altra consapevolezza e cioè che a premere il grilletto erano stati quegli uomini senza scrupoli,e da quel momento il suo cervello entrò in black-out completo.
Vide tutto rosso per un momento,poi sentì la rabbia prendere il posto del sangue nelle vene e non pensò più a niente se non al desiderio di vendetta che aveva preso il posto della ragione.
Siete morti,bastardi.
“IO TI AMMAZZO!” Sbraitò scagliandosi contro Akahito,noncurante della sua pistola. L’uomo rimase spiazzato da quello scatto improvviso ed iniziò a sparare colpi a raffica,due dei quali riuscirono a colpire di striscio il corvino che,però,non fece una piega e gli portò le mani al collo.
“KUDO! COSA DIAMINE FAI?” Gridò Heiji a quel punto,muovendosi velocemente per bloccare l’amico che ormai sembrava aver perso totalmente il lume della ragione. Le sue parole tuttavia fecero distrarre il detective di Tokyo per un paio di secondi,i quali furono utili ad Akahito per scrollarsi di dosso le sue mani e puntargli la pistola alla fronte,ribaltando nuovamente la situazione in suo favore.
Il detective del Kansai fu costretto a fermarsi,ancora troppo distante dai due per poter intervenire in tempo da salvare l’amico.
“Sono stufo di te,moccioso. Salutami la tua amichetta.” Ghignò l’energumeno mentre iniziava ad esercitare pressione sul grilletto della calibro 22,soddisfatto della faccia spaventata che il ragazzo davanti a sé aveva assunto.
Impegnato com’era a godere di quella che ormai riteneva una vittoria assicurata,non badò ai passi che si avvicinavano velocemente alle sue spalle fino a che questi non furono ad un soffio da lui. A quel punto si voltò,giusto in tempo per beccarsi un calcio in pieno volto che lo obbligò a mollare la presa su Shinichi ed indietreggiare verso il prato da gioco,ormai privato della pistola che era finita per terra durante la collutazione.
Aprì gli occhi,intenzionato a punire il suo assalitore atrocemente,ma i suoi propositi sfumarono assieme alla sua espressione furiosa alla vista di Shiho viva,libera e dall’aria particolarmente agguerrita.
“SHIHO!”Esclamò il corvino,contento come mai in vita sua di vedere l’amica sana e salva,dato che aveva davvero temuto di averla persa per sempre. Lei gli sorrise per un secondo,per poi tornare a focalizzare la sua attenzione sull’energumeno che ancora la fissava sgomento.
“Tu!”Disse poi lui,indicandola tremante,spaventato dalla sua espressione inquietante.
“Sorpreso di vedermi,Akahito?”Domandò lei con fare retorico,avvicinandoglisi con lo stesso atteggiamento con cui un leone si approssima alla sua preda.
“Daisuke doveva averti fatto fuori!”Continuò il moro,trovandosi inconsciamente ad indietreggiare di fronte all’avanzamento della ramata fino ad arrivare a toccare il recinto del campo.
Sgranò gli occhi,terrorizzato.
Era in trappola.
Shiho,in tutta risposta,sorrise malignamente e gli si parò di fronte.
“Come ti ho detto non molto tempo fa,Akahito,non sai con chi hai a che fare. E adesso,sogni d’oro” Affermò,prima di colpirlo violentemente con un pugno nello stomaco,accompagnato ad un altro calcio in faccia che gli fece perdere del tutto i sensi.
La ragazza rimase a fissare qualche secondo il corpo dell’uomo svenuto per terra con una certa soddisfazione,prima di sentire il proprio nome venire urlato da qualcuno alle sue spalle.
Si voltò ed incrociò lo sguardo di Ryusuke che le correva incontro. Non appena le fu giunto di fronte la sollevò e,sebbene lei protestasse,le fece fare un paio di giri in aria,fuori di sé dalla gioia di vedere che fosse viva e vegeta.
Dopo averla fatta scendere,inoltre,la fissò intensamente e poi catturò le sue labbra con avidità,sentendo tutti i tasselli tornare al proprio posto.
Nonostante la sorpresa,Shiho si ritrovò a sorridere in quel bacio e a stringerlo forte a sé,senza pensare a niente se non la sensazione di felicità che provava nell’essere nuovamente al sicuro tra le sue braccia.
“Dicevi sul serio allora,quando minacciavi di prendermi a calci”Disse lui con voce tremante per la gioia,quando dovettero staccarsi per qualche secondo in modo da riprendere aria.
Lei rise,divertita e rispose “Assolutamente si,quindi stai attento”,prima di tornare a baciarlo.
Era tutto finito,erano liberi e stavano bene. Al resto ci avrebbero pensato in un altro momento. 



La pioggia cadeva abbondante sulla città di Tokyo già da qualche giorno,e il forte vento maestrale che soffiava aveva abbassato notevolmente le temperature tanto da far sembrare luglio una specie di ottobre anticipato.
Shiho sedeva sul davanzale della finestra della sua stanza,osservando la pioggia mentre beveva una tazza di the caldo.
Erano passati solo un paio di giorni da quando era stata liberata,e in quell’arco di tempo non aveva messo il naso fuori casa neanche per sbaglio per varie ragioni,prima tra tutte la sua salute fisica.
Il digiuno prolungato a cui era stata costretta durante la prigionia l’aveva indebolita visibilmente,tanto che Shinichi aveva dovuto portarla a casa in braccio dopo l’avventura allo stadio perché,smaltita l’adrenalina,il suo corpo non aveva avuto materialmente più nulla su cui contare per farla rimanere in piedi.
Il freddo e l’umidità di quella cantina,inoltre,le avevano procurato un bel febbrone che l’aveva costretta a letto per una giornata intera,e né il dottore nè Shinichi le avevano tolto gli occhi di dosso per un solo momento.
Quella mattina però,dato che la febbre si era ridotta a qualche lineetta, aveva insistito per alzarsi e,dopo essersi lavata con l’aiuto di Ran,si era infilata dei jeans e un maglione e aveva svolto qualche ricerca per il laboratorio.
Dopo un po’ aveva sentito le sue forze venire man mano meno,e a malincuore era stata obbligata ad ammettere a se stessa di essere ancora troppo debole per lavorare. Aveva quindi spento il computer e si era accucciata sul davanzale ed era rimasta lì ad osservare la pioggia cadere.
Nonostante tutto era perfettamente a conoscenza dell’esistenza di un altro motivo,forse più importante della sua salute,che l’aveva spinta a chiudersi in casa per due giorni,e quel motivo stava cercando di contattarla da quando si era svegliata il mattino successivo alla partita. Afferrò il telefono e notò le decine di messaggi che Ryusuke le aveva inviato e a cui non aveva risposto,sospirando.
Quella di far soffrire il ragazzo non era certo una sua intenzione,ma in quel momento sentiva di aver soltanto bisogno di un po’ di tempo per se stessa in modo da mettere ordine nel casino in cui la sua testa si era trasformata.
Le parole che Ryusuke le aveva detto in quella cantina erano rimaste impresse a fuoco nella sua mente,e al solo ricordo di quel momento sentiva il cuore iniziare a battere fortissimo,senza controllo.
Aveva pensato a lungo al modo in cui interpretare quella sensazione,e dopo infiniti giri mentali era giunta a patti con la consapevolezza di essersi innamorata del giovane nonostante tutti i muri costruiti per evitare un’evenienza simile. Tuttavia al tempo stesso sentiva di non poter ancora aprirsi completamente al ragazzo,sapeva di dover mettere un punto definitivo al suo passato prima di poter andare avanti. Era però a conoscenza del fatto non sarebbe bastato riflettere su quanto accaduto e farsene una ragione per eliminare del tutto la vergogna che l’accompagnava,ma avrebbe dovuto affrontare di petto la sua paura,e questo la terrorizzava.
Non riusciva quasi a respirare al pensiero di dover incontrare di nuovo quegli occhi gelidi e calcolatori,o sentire quell’odore pregnante di fumo così vicino a sé.
Non ce l’avrebbe mai fatta ,Shuichi aveva torto marcio quel giorno allo stadio.

Shiho osservava con sollievo la scena che in quel momento si stava svolgendo sul campo da gioco: Shinichi aveva capito cosa stesse accadendo ed era riuscito a bloccare Ryusuke un momento prima che segnasse il goal decisivo.
Sorrise,conscia del fatto che il suo migliore amico non avrebbe mai potuto deluderla,ma il suo sorriso si spense in fretta quando sentì la canna della pistola di Daisuke posizionarsi sulla sua tempia sinistra.
Guardò l’uomo con la coda dell’occhio,e lo sguardo folle con cui le puntava l’arma contro le fece comprendere di essere spacciata.
“Tu e i tuoi amichetti avete rovinato tutto!”Esclamò lui a quel punto,premendo ancora più forte la canna contro la sua pelle.
“Ma sai cosa succederà adesso?Sarò io a rovinare te,spedendoti all’altro mondo. Buon viaggio,signorina”Continuò poi,sorridendole in maniera sadica e facendo per premere il grilletto.
Lei cercò in tutti i modi di rimanere impassibile davanti alle sue parole,ond’evitare di dargli una maggiore soddisfazione,e si concesse semplicemente di chiudere gli occhi quando lui ebbe finito di parlare.
Poi ci fu un colpo,ma stranamente non sentì alcun dolore e la cosa le parve strana.
Dopo che ebbe speso qualche secondo a constatare di essere ancora viva e vegeta spalancò gli occhi e si trovò davanti la figura di Akai che troneggiava su Daisuke,steso per terra con una profonda ferita ad un gamba.
L’uomo si precipitò davanti a lei e,dopo avere rotto le corde con un coltello,la prese in braccio e corse all’interno dei corridoi dello stadio,incurante del malvivente che ancora giaceva ferito sul pavimento.
Solo dopo essere giunto in prossimità degli spalti che si collegavano al campo l’agente la fece scendere e spese qualche secondo per capire se fosse ferita.
“Sto bene” Affermò lei,rompendo il silenzio che li aveva accompagnati durante tutta la fuga.
Shuichi osservò il suo volto cadaverico e i tagli che le riempivano il corpo,in particolar modo nella zona delle caviglie,e la guardò con uno sguardo che sapeva tanto di un “lo vedo” e che le fece alzare gli occhi al cielo.
“Adesso vado a recuperare quel tizio dagli spalti,e poi vado a fare due chiacchiere con Tanaka. Tu non muoverti di qui per nessun motivo finchè non sarai sicura che la polizia avrà fatto piazza pulita dei suoi colleghi,sono stato chiaro?” Le disse poi,in tono autoritario che non ammetteva repliche.
Peccato che Shiho non fosse esattamente dello stesso avviso.
Gli lanciò infatti uno sguardo truce e rispose “Te lo puoi anche sognare”.
Akai sospirò,abituato alla diffidenza che la ramata continuava a mostrare nei suoi confronti nonostante avessero avuto modo di chiarire la questione ‘Akemi’ e lei si fosse mostrata propensa non a perdonarlo,ma quantomeno ad accettare la sua esistenza nella cerchia di amicizie di Shinichi. Non che avrebbe mai potuto ambire a qualcosa di meglio,visti i precedenti.
“Shiho ascoltami,so che mi detesti ma evita di andar lì a farti uccidere solo perché io ti ho chiesto di fare il contrario. Non ti dico di farlo per me,ma per Akemi e soprattutto per te stessa” Ribattè,con un tono di voce estremamente pacato.
La ramata lo gelò con lo sguardo,e gli si avvicinò in maniera minacciosa,puntandogli un dito contro.
“Non osare” iniziò,una volta che fu ad un centimetro da lui.
“Ti ho già detto e ripetuto che non devi permetterti di nominare Akemi in mia presenza,figuriamoci usarla per invogliarmi a fare qualcosa. Il fatto che io abbia accettato la tua esistenza non vuol dire che io ti abbia perdonato,perché per me sei e sarai sempre l’uomo che ha ucciso mia sorella. Scalfisciti bene in testa queste parole perché non ho più intenzione di ripetertele”.
Tra i due calò il silenzio,e Shuichi fu suo malgrado costretto ad abbassare gli occhi sul pavimento.
Non sarebbe mai riuscito a reggere un confronto con quella ragazza,non con il senso di colpa che lo attanagliava tutte le volte che incrociava il suo sguardo.
Shiho dal canto suo spese qualche secondo a vedere se le sue parole avessero sortito qualche effetto sull’agente federale,poi gli diede le spalle ed iniziò ad incamminarsi verso il campo.
D’improvviso però si bloccò.
“Comunque so perfettamente cosa Akemi avrebbe voluto,e ti assicuro che lei non mi avrebbe mai impedito di proteggere chi amo” Disse con voce leggermente rotta,continuando a dargli le spalle.
“Quindi lo ami”Rispose Shuichi,felice per quell’inaspettata confessione da parte della giovane. Akemi sarebbe stata così felice di sentirle dire una cosa del genere.
Shiho sgranò gli occhi,rendendosi conto solo in quel momento di quanto detto.
“Credo..non lo so” Confessò,scrollando le spalle e guardando il pavimento.
Shuichi comprese subito il motivo della sua titubanza,perciò scattò verso di lei,le afferrò un polso e,dopo che si fu voltata,le parlò guardandola negli occhi.
“Shiho,tu non stai facendo niente di sbagliato,lo sai vero?”
Lei abbassò nuovamente lo sguardo,ma l’agente le afferrò il mento per continuare a tenere il contatto visivo.
“Non scappare. Tu più di tutti hai diritto ad avere una vita ed amare qualcuno,questa volta per davvero.
Non colpevolizzarti,non stai tradendo nessuno,anzi stai facendo per la prima volta ciò che è meglio per te stessa. Lui non ti meritava,non ti ha mai meritato e tu sei stata incredibilmente coraggiosa a buttare tutto via pur avendo passato in sua compagnia praticamente tutta la tua vita. Non sei mai stata tu ad essere strana,ma lui ad essere stronzo nell’essersi approfittato della tua vulnerabilità.
Adesso hai tutto il diritto di andare avanti e se ami quel ragazzo vuol dire che finalmente ci stai riuscendo per davvero”.
Shiho ascoltò quelle parole senza emettere un solo fiato,catturata dall’intensità degli occhi di Shuichi ma,quando lui ebbe finito di parlare,si trovò a scuotere la testa con veemenza.
“Io non posso amare qualcuno,non so come si fa,lo capisci? Ho paura di ciò che sto costruendo con Ryusuke,perché so che la figura di Gin non abbandonerà mai la mia mente,e un giorno potrebbe indurmi a pensare nuovamente cose sbagliate e a chiudermi in me stessa. Non posso essere così egoista da promettergli rose e fiori se so che prima o poi questo tarlo prenderà nuovamente il sopravvento su di me.”
Akai tacque per qualche minuto,ponderando attentamente quanto detto dalla ragazza che sembrava vicina alle lacrime,ma quando parlò la sua voce uscì ferma e sicura.
“Shiho,tu devi incontrarlo”.
La ramata sgranò nuovamente gli occhi a quelle parole,convinta di non aver sentito bene.
Tuttavia,quando alzò lo sguardo sul suo volto,si accorse di aver capito più che bene,e si trovò ad indietreggiare.
Shuichi però non glielo permise,dato che le afferrò entrambe le braccia,costringendola a rimanere ferma.
“Ascoltami,devi incontrarlo e parlarci. Solo così capirai perché ti ha fatto ciò che ti ha fatto e potrai finalmente metterci una pietra sopra. Non c’è altra soluzione.”
La scienziata ricominciò a scuotere violentemente la testa,assolutamente contraria alla proposta dell’agente dell’FBI.
“No,no non posso”.
“Si che puoi” Ribattè Akai,senza lasciare la presa. “Io sarò lì,e ti assicuro che non potrà in nessun modo farti del male. Adesso che sei abbastanza forte devi farlo,o prima o poi i ricordi avranno il sopravvento su di te e così lui avrà vinto di nuovo. Fallo per chi vuoi,ma fallo”.


“No,non posso farlo”Disse ad alta voce la ramata nel presente,dando voce ai suoi pensieri.
“Si che puoi” Ribattè una voce alle sue spalle,che la fece sobbalzare dalla sorpresa.
Si voltò e vide la figura di Shinichi appoggiato di schiena alla porta della sua stanza con le braccia incrociate e lo sguardo serio.
Lui le si avvicinò con passo quasi solenne,e quando le fu giunto di fronte si abbassò al suo livello e,guardandola negli occhi come Shuichi aveva fatto prima di lui,ribadì “Ce la puoi fare”.
“Akai ti ha detto tutto,non è così?”Chiese Shiho,sapendo perfettamente quale fosse la risposta.
“Si,e sono perfettamente d’accordo con lui”.
“E quando mai” Rispose ironicamente lei,scuotendo la testa.
Shinichi decise di non rispondere a quella frecciatina,e continuò dicendo: “è l’unico modo in cui tu possa davvero mettere da parte il passato”.
“Lo so,ma io non ce la faccio. Lo capite o no?” Sbottò lei,stanca di tutta quella gente che pretendeva di dirle cosa fare e come comportarsi.
Shinichi la guardò arrabbiato,e sbattendo un pugno sul muro controbatté: “Mi fai salire il nervoso fin dalle viscere quando fai così,te lo giuro. Hai avuto tanto coraggio da voltare le spalle a quella che era sempre stata la tua vita,possibile che adesso tu non riesca a chiudere del tutto con il tuo passato? Sembra quasi che ti diverta l’idea di continuare a soffrire inutilmente. Perché lo fai?”
Allo sguardo spaventato che la giovane gli lanciò in risposta,il corvino comprese di aver esagerato e di essersi lasciato prendere dall’ira,ma prima che potesse dire qualsiasi cosa per scusarsi,lei mormorò :“Ho paura”.
Si sedette accanto a lei e,presale una mano,disse: “Lo so che ce l’hai,ma non meriti di stare ancora male per quell’essere. Meriti di essere felice,e di poter essere in grado di rendere felice Ryusuke o chiunque per lui. Non sarai sola,va bene? Ci sarò io con te,non potrà torcerti un capello e alla minima parola di troppo lo riempio di botte una volta per tutte. Ti prego,Shiho,non lasciarlo vincere ancora”.
La ramata sospirò,rimanendo qualche secondo in silenzio persa nei suoi pensieri.
Il suo sguardo si spostò al cellulare,posto di fianco a lei,su cui lampeggiavano due nuovi messaggi di Ryusuke che la pregavano di fargli avere sue notizie,e a quel punto prese una decisione.
Guardò nuovamente Shinichi negli occhi,ed affermò “Va bene,lo faccio. Ma se mi lasci sola anche per un secondo ti faccio ingerire nuovamente l’aptx di forza,sappilo”.
Il corvino scoppiò a ridere,divertito da quell’uscita inaspettata, per poi allungare un mignolo ed avvolgerlo attorno al suo per suggellare la promessa alla maniera dei bambini.
“Promesso”. 



L’ingresso prigione federale dell’FBI di Tottori pullulava di gente quando Shinichi e Shiho varcarono la porta.
La ramata si strinse al braccio dell’amico,spaventata da tutto quel movimento di agenti che,a suo parere, sembravano alla ricerca di qualcuno,e il suo istinto di sopravvivenza le suggeriva sempre più di tornare indietro.
“Va tutto bene,stiamo solo aspettando l’arrivo di un criminale pluriricercato” Li tranquillizzò Shuichi,comparso dal nulla.
L’agente osservò la figura di Shiho,che si stringeva dietro il detective avvolta in una tutina blu notte smanicata,lunga fino alle cosce ma con il collo alto e ricami in pizzo sulla zona del decolté,abbinata ad una giacca bianca dentro cui lei sembrava voler sparire.
“Sei pronta?” Le chiese,cercando il suo sguardo che intanto fuggiva da una parte all’altra della stanza in cerca di chissà quale pericolo. Lei lo guardò,visibilmente spaventata,ma sorprendentemente annuì.
L’agente li condusse lungo un dedalo di labirinti ultra sorvegliati,passando attraverso decine e decine di porte scorrevoli apribili soltanto con lo scanner oculare e controllate da agenti armati.
Dopo un’interminabile camminata giunsero davanti ad una porta blindata bianco latte,e lì Shuichi si fermò e si voltò verso la ramata.
“Lui è qui dentro. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per entrare,nessuno ti farà pressioni.” Disse,con tono estremamente serio.
Shiho fece un cenno d’assenso e Shinichi la strinse a sé con fare protettivo,e solo dopo un po’ di tempo lei si decise di scostarsi e dichiarò di essere pronta.
Shuichi annuì in risposta e fece segno alla guardia di aprire la porta,ma quando Shinichi fece per accompagnare l’amica dentro l’agente lo bloccò .
“E’ meglio che entri da sola,lui non potrà torcerle un capello e in ogni caso noi saremo qui fuori per qualsiasi evenienza” Rispose ai loro sguardi smarriti.
“Shiho,sei sicura?”Domandò il corvino,che proprio non aveva voglia di lasciarla sola con quel folle.
Lei lo guardò un po’ titubante ma poi,sapendo che in realtà Shuichi aveva ragione,rispose : “Si,aspettami fuori”.
Gli sorrise incoraggiante e poi sparì dietro la porta.
Una volta dentro la chiuse alle sue spalle e poi,dopo aver sospirato profondamente,si voltò.
Gin era lì,seduto dietro l’unico tavolo della sala che,eccezion fatta per due sedie,non mostrava nessun altro tipo di arredamento. Indossava la classica tuta arancione delle carceri americane e aveva entrambe le mani legate con delle manette grandi e nere,probabilmente controllate a distanza.
Nonostante la sua condizione svantaggiosa,tuttavia,non mostrava nessun segno di imbarazzo o di umiliazione,ma anzi la guardava con il solito sguardo arrogante e malizioso come se fosse ancora lui ad avere il coltello dalla parte del manico.
Shiho,come ogni volta,si sentì profondamente in soggezione davanti a quello sguardo magnetico,tuttavia cercò di autoconvincersi del fatto che fosse lei ad essere in vantaggio ed acquisì abbastanza coraggio da allontanarsi dalla porta ed andare a sedersi proprio di fronte a lui.
Si studiarono per qualche minuto,in assoluto silenzio,senza che nessuno dei due avesse l’ardire di formulare neanche mezza parola.
Fu poi Gin a rompere il silenzio.
“Ciao Sherry,mi sei mancata”.
Lo sguardo di lei si indurì visibilmente,e quando parlò la sua voce uscì tutt’altro che dolce.
“Tu per niente. E non chiamarmi Sherry”.
“E come dovrei chiamarti?” Ribattè lui,ironicamente.
“Miyano andrà benissimo” Rispose la ramata,cercando in tutti i modi di mettere quanta più distanza possibile tra di loro.
L’assassino però non sembrò dello stesso avviso,perché alle sue parole scoppiò a ridere divertito.
“Non essere ridicola,direi che la parte dei convenevoli l’abbiamo già superata da un bel po’”.
“Ho detto Miyano e Miyano è. Ringrazia piuttosto che ti stia dando modo di chiamarmi ancora in qualche maniera.”
Nonostante il tono serio usato dalla scienziata,il ghigno sul volto del platinato non si spense anzi,se possibile,aumentò ancora. La cocciutaggine di quella ragazzina l’aveva sempre eccitato.
“Bene,Miyano,a cosa devo la tua visita?”.
“Devo parlarti” Rispose lei in maniera sicura,mentre intanto si torturava le mani al di sotto del tavolo.
“Beh dimmi,non che tu mi stia lasciando molte alternative del resto” Disse il biondo,alludendo alla sua immobilità.
Shiho rimase in silenzio per un po’,riflettendo attentamente su cosa dire all’uomo che le aveva rovinato la vita,ma alla fine tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu “Perché?”.
“Perché cosa,Sherry?”Chiese lui,senza cambiare espressione di una virgola.
“Piantala Gin,sai perfettamente di cosa sto parlando. Perché mi hai tolto una famiglia? Perché ti sei sostituito a loro? Perché eri così ossessionato all’idea di diventare il mio unico punto di riferimento,tanto da uccidere anche Akemi che era l’unica cosa che fondamentalmente mi rendesse ancora felice? Perché mi hai privato completamente della mia dignità? Perché mi hai posseduta? Ma soprattutto,perché hai fatto tutto questo proprio a me? Spiegamelo,non riesco a capirlo”.
Shiho gettò quel fiume di parole tutto d’un fiato,quasi senza respirare,e quando ebbe finito si sentì così appesantito dal peso della consapevolezza di ciò che l’uomo le aveva fatto da aver bisogno di stringersi il capo tra le mani per qualche attimo.
“Beh Sherry” iniziò Gin quando lei fu ritornata a guardarlo negli occhi “devo ammettere di essermi intrattenuto con tantissime donne nell’organizzazione,ma di avere sempre avuto un debole particolare per te”.
“Perché?” Incalzò lei. “Eri così pura ed innocente,così spaventata dal mondo che ti circondava e così bisognosa di un punto di riferimento su cui fare affidamento. Ti ho soltanto dato ciò che cercavi”.
“Bugiardo. Io avevo bisogno di qualcuno che mi amasse,non di un pazzo che mi riducesse alla sua schiava sessuale”.
“La mia schiava sessuale? Adesso esageri. Eri molto più di questo per me,averti con me era tanto importante quanto respirare. Da quando ti ho vista per la prima volta sei entrata nel mio cervello e non te ne sei più andata. Eri così candida ed ingenua,e il desiderio di sporcarti si è fatto sentire fin da subito. Eri un’anima pura,ed io volevo renderti come me,provavo piacere nel farlo e so che in fondo valeva lo stesso per te”.
Shiho rimase allibita da quelle parole così folli e si ritrovò a scuotere la testa con rabbia.
“Non dire cazzate,non mi hai mai dato nessun modo per capire cosa fosse giusto o cosa no in maniera oggettiva. Hai giocato con la mia psiche e hai fatto in modo che io fossi completamente assoggettata a te privandomi di qualsiasi via di uscita. Non avevo nessuno oltre te,e tu hai puntato proprio su questo per farmi tua”.
“Usa il presente,Sherry. Anche adesso tu non hai nessuno oltre me” Affermò lui sadicamente,sapendo di starla colpendo in un punto estremamente vulnerabile.
“Taci. Tu non sai niente di me. Adesso ho una vita vera con delle persone che mi amano per davvero,persone che mi lasciano libera di scegliere,non mi lasciano segni sul corpo e non mi costringerebbero mai ai loro piedi per punirmi” Sbottò lei,ormai completamente furiosa. “Sherry,Sherry,Sherry. Questo è sempre stato il tuo grande problema,l’unico elemento di quella piaga di tua sorella che non sono mai riuscito a depennare del tutto da te: sei troppo ingenua. Pensi ancora che il mondo sia in bianco e nero,che ci siano i buoni da una parte e i cattivi dall’altra e che una volta debellati i cattivi tutto vada bene.
Ma lascia che io ti mostri che ti sbagli,piccola Sherry.
Nel mondo ci sono anche persone come te,che sono a metà tra le due fazioni. Vuoi disperatamente far parte dei buoni,con la tua bella casa,i tuoi amichetti e magari anche un fidanzatino,ma sai bene che non potrai mai essere come loro. Loro sono anime pure,tu invece no perché io ti ho sporcato,e purtroppo per te questa macchia non può essere cancellata. Pensi davvero che queste persone vorranno rimanere a lungo con qualcuno che si è fatto sottomettere senza tanti problemi da uno come me,e che nel frattempo ha anche ucciso delle persone?”
Shiho si ritrovò suo malgrado a dover abbassare il capo,ferita da quelle parole che sapeva corrispondessero alla realtà dei fatti. Lei non sarebbe mai stata come tutti gli altri,prima o poi l’avrebbero odiata e sarebbe rimasta di nuovo da sola.
“Sei un mostro” Disse con rancore,senza però riuscire a guardarlo negli occhi.
“Io sarò un mostro,ma tu sei esattamente come me. Guarda in faccia la realtà,Sherry,sono l’unico a poterti capire e che non ti lascerà mai da sola. Vieni qui,mostrami la tua devozione come ai vecchi tempi e vedrai che troverò un modo per scappare per poterti stare vicino”Affermò lui con voce accattivante,certo ormai di averla in suo pugno.
Lei non emise un solo verso,ma dopo qualche minuto si alzò e si incamminò a testa bassa nella sua direzione,e lì Gin fu sicuro di aver vinto ancora una volta.
Sherry poteva fare la forte quanto le pareva,ma non sarebbe mai riuscita ad averla vinta contro di lui che aveva sempre avuto il controllo della sua psiche.
Una volta che fu arrivata davanti a lui si fermò,e l’assassino le ordinò di inginocchiarsi.
Quando la vide piegare la gamba sinistra per obbedire al comando,Gin sentì un moto di eccitazione invaderlo completamente e,intento com’era a pensare a come avrebbe potuto possedere quella meraviglia di creatura ancora una volta,si accorse tardi del ghigno che si era creato sul volto di lei,troppo tardi. Shiho infatti,con uno scatto fulmineo,gli mollò un pugno in pieno volto,rompendogli il setto nasale. Poi,non contenta,gli afferrò i capelli platinati e,costringendolo a guardarla negli occhi,gli disse le parole che nessuno dei due avrebbe più dimenticato negli anni.
“Ti ho detto di non chiamarmi Sherry. Io non sono più lei,e forse non lo sono mai stata. Sono stata debole e stupida a fidarmi di te,ma non sono mai stata come te e non lo sarò mai. Tieniti cari i ricordi di come mi hai posseduta,perché saranno l’unica cosa a cui potrai aggrapparti d’ora in avanti. Ti regalo anche i miei se preferisci,io da oggi non me ne faccio più nulla.
Adesso perdonami,ma ho delle persone da cui tornare che mi accoglieranno sempre a braccia aperte e soprattutto ho una vita da costruirmi come si deve. Goditi la gattabuglia,bastardo” Dichiarò con uno sguardo che l’uomo non le aveva mai visto addosso,lo sguardo di una Shiho vincente che sapeva di essere tale.
Detto ciò mollò la presa ed uscì di fretta dalla stanza,oltrepassando di corsa Shinichi e Shuichi e correndo a perdifiato lungo il dedalo di corridoi verso l’uscita. Si fermò solo dopo aver varcato la soglia e solo lì,sopraffatta da tutte le emozioni che quell’incontro le aveva procurato,si concesse di piangere,accasciandosi sulle scale dell’ingresso.
Poco tempo dopo si sentì stringere da delle braccia familiari,e non le servì neanche aprire gli occhi per riconoscere il corpo di Shinichi stretto al suo.
“Va tutto bene,sei stata bravissima. Dopo che sei andata via sono entrato a mollargli un altro pugno,così adesso ha la faccia completamente pesta. Se lo merita quel verme,adesso possiamo lasciarlo morire dov’è” Disse per confortarla,sentendosi sollevato quando la vide ridere tra le lacrime.
“E’ tutto finito,Shi-chan. E’ tutto finito.” Mormorò poi tra i suoi capelli,mentre lei continuava a sfogarsi sul suo petto. 



Shinichi e Shiho rientrarono da Tottori solo in serata dopo sette ore e mezzo di strada. La ramata si trascinò stancamente verso la sua abitazione,desiderando soltanto un bel bagno caldo e un letto comodo dopo tutte quelle ore passate a guidare,ma il resto del mondo non sembrava essere dello stesso avviso.
Senza badare all’amico che l’aveva affiancata invece di dirigersi direttamente verso casa sua,aprì la porta di casa Agasa e,davantì a sé,trovò una folla di gente ad attenderla.
C’erano davvero tutti: Ran,Sonoko e Makoto,la coppia di Osaka e persino i giovani Detective che erano tenuti a bada da un Agasa visibilmente in apprensione per lei.
Rimase incredula sulla porta,mentre Shinichi le batteva delle pacche sulla spalla sinistra contento della riuscita della sua sorpresa,e Ayumi corse ad abbracciarla.
La ramata si piegò alla sua altezza e la strinse forte,cercando di nascondere le guance rosse e gli occhi lucidi per l’imbarazzo e la commozione che quel gesto dolcissimo avevano scatenato in lei. Tutti i dubbi che le frasi di Gin avevano instillato dentro di lei furono spazzati via in pochi secondi,perché in quel momento fu certa più che mai del fatto che avrebbe sempre avuto qualcuno da cui tornare.
Si staccò dall’abbraccio con la bambina e corse dall’uomo che ormai considerava suo padre,stringendolo a sé come non aveva mai fatto in vita sua. Agasa rimase sorpreso da quel gesto d’affetto inaspettato,ma ben presto si ritrovò ad abbracciare con altrettanta forza quella ragazza ramata che aveva salvato più di un anno prima,e che ormai gli aveva completamente rubato il cuore con i suoi modi burberi e le sue diete ferree.
Hiroshi Agasa aveva provato tanti sentimenti nella sua vita,ma non aveva avuto la possibilità di crearsi una famiglia e quella solitudine l’aveva spesso rattristato. Il destino,però,aveva deciso di dargli una seconda possibilità quella sera in cui,rientrando a casa,aveva visto una figura bianca davanti Villa Kudo e,nonostante tutti i pericoli che aveva corso da quel momento in poi nascondendo in casa sua un’ex criminale,poteva affermare con certezza che avrebbe rifatto tutto senza alcun indugio.
Shiho ormai era diventata sua figlia a tutti gli effetti,e non avrebbe rinunciato a lei per nessun motivo al mondo.
Quel giorno era stato così in pena nel pensarla faccia a faccia con quel mostro,ed era così sollevato di vederla sana e salva tra le sue braccia.
“Stai bene?” Le chiese,quando si furono staccati e lei,con un sorriso dolcissimo,fece un cenno affermativo con la testa.
“Bene gente,io direi che abbiamo anche aspettato abbastanza. Mangiamo?” Intervenne Heiji,cercando di portare la serata su tutt’altra direzione.
Tutti scoppiarono a ridere divertiti,eccezion fatta per Kazuha che non mancò di tirargli uno scappellotto bello forte,borbottando qualcosa riguardo tutte le brutte figure fatte a causa delle sue uscite fuori luogo.
La serata trascorse serenamente tra chiacchiere e risate e tanto tanto cibo che fece la felicità del Professore dato che la scienziata,per quella sera,decise di chiudere un occhio sulla sua dieta.
Shinichi ed Heiji spesero ovviamente parecchio tempo a sfidarsi su chi avesse risolto più casi in quell’arco di tempo,mentre le rispettive compagne scuotevano la testa in maniera sconsolata,Sonoko raccontò del suo viaggio alle terme con “Makoto-kun” che sedeva imbarazzato accanto a lei e i bambini la aggiornarono entusiasti su tutte le avventure che avevano vissuto negli ultimi tempi.
A fine serata però,mentre tutti erano radunati attorno al tavolo a giocare a mahjiong tranne Shiho e Ran che rassettavano la cucina,si sentì il campanello suonare.
“Mitsuhiko-kun,potresti aprire tu per favore? Ti raggiungo subito” Chiese Shiho che ancora lavava piatti,gettando un’occhiata alla figura addormentata del Dottor Agasa.
Il bambino annuì e corse nell’ingresso,seguito a ruota dai suoi due amici.
“Non ci credo! Ma tu sei proprio Higo!”Esclamò la voce di Genta dopo qualche minuto di silenzio.
A quelle parole Shiho si pietrificò,non sapendo cosa fare.
La sua idea era quella di chiamare il ragazzo a fine serata per spiegargli il motivo dei suoi tre giorni di silenzio,ma a quanto pare lui doveva essersi stancato di aspettare e si sentiva profondamente in difficoltà all’idea di affrontare la sua rabbia,o peggio la sua delusione. Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla,e voltandosi trovò davanti a sé lo sguardo incoraggiante di Ran che le disse: “Va da lui,capirà”. Annuì e,facendosi coraggio,varcò la soglia del soggiorno trovandosi davanti Ryusuke intento ad ascoltare gli sproloqui dei tre bambini che,elettrizzati,cercavano di catturare l’attenzione del loro idolo in tutti i modi.
La ramata tossì un paio di volte e tutti i presenti si girarono verso di lei. Il calciatore,in particolare,la fissò con uno sguardo indecifrabile che lei non fu in grado di sostenere per l’imbarazzo.
“Ciao,posso parlarti?” Le domandò con tono serio.
Lei annuì e,mentre Ayumi e Mitshuiko portavano via Genta che non aveva nessuna intenzione di lasciare andare la stella della J league così facilmente,gli fece strada verso il giardino.
Una volta fuori si accomodarono su una panchina del giardino,e per un po’ nessuno disse nulla,troppo intento a studiare l’altro.
Solo dopo una decina di minuti spesi a guardarlo in silenzio Shiho decise di prendere la parola,seppur in maniera tentennante ed incerta. “Sei qui per dirmi che non vuoi più avere a che fare con me?” Chiese,incrociando mentalmente le dita e pregando dentro di sé che il ragazzo,nonostante tutto,le desse un’altra possibilità.
“Sono qui per sapere perché sei sparita dopo tutto quello che mi avevi detto,Shiho. Non credi che io mi meriti delle spiegazioni?” Rispose lui guardandola dritta negli occhi ma,pur avendo parlato con un tono seccato,il suo sguardo non era arrabbiato ma confuso,desideroso di capire.
La ramata sospirò pesantemente,annuendo.
Pur avendo avuto una giornata pesante sapeva di dovere delle spiegazioni a quel ragazzo dagli occhi azzurri,specialmente perché quel giorno aveva affrontato a viso aperto Gin proprio per lui.
“Oggi ho avuto un incontro” Iniziò,dopo avergli preso una mano tra le sue. Lui la guardò incoraggiante,e a quel punto lei prese a raccontare senza freno.
Gli parlò di tutto,aprendosi a lui completamente per la prima volta in 5 mesi. Raccontò la sua infanzia mai avuta,la morte dei suoi genitori,sua sorella,la scuola in America,le giornate passate in laboratorio e l’inesistenza dei suoi rapporti sociali ma soprattutto gli parlò di Gin. Ryusuke digrignò notevolmente i denti quando comprese quanto male le avesse fatto quell’uomo,ma sorrise divertito nel sentire il racconto di come quel giorno lei gli avesse rotto il setto nasale.
"Tu sai che per me valgono ancora le parole che ti ho detto in quella cantina,vero?" Le domandò quando lei si fu fermata un attimo per riprendere fiato e permettergli di assimilare quelle informazioni.
La scienziata annuì sollevata,e riprese a parlare.
Quando poi venne la parte inerente l’aptx il ragazzo dovette sforzarsi davvero tanto per rimanere concentrato dal momento che quella storia gli sembrava tanto incredibile,ma quando Shiho gli mostrò una fotografia di Ai Haibara e Conan Edogawa non ebbe più dubbi. Ricordava perfettamente quei due bambini dall’intelligenza fuori dal comune,e con quell’informazione tutto ebbe un senso.
Certo,il tutto era a dir poco inverosimile,ma effettivamente ripensando a quei due ragazzini dallo sguardo serio si disse che non ci poteva essere altra spiegazione al loro modo di fare troppo adulto.
Poi gli venne in mente un particolare sul caso di Asuka-san e,per decise di usarlo per smorzare la tensione che quel discorso aveva creato,sorridendo sornione.
“Cosa c’è?” Gli chiese lei,insospettita da quel sorrisetto sbucato dal nulla.
“E così tu eri la ragazzina che aveva una cotta per me” Disse il calciatore,certo di non sbagliare.
Shiho divenne tutta rossa,e voltò il capo dall’altra parte incrociando le braccia al petto in maniera stizzita.
“Non avevo affatto una cotta per te,chiudi la bocca”.
“Ah no? E allora perché tutte le volte che ci siamo incontrati mi sei trotterellata attorno per tutto il tempo?” Incalzò lui,certo di avere ragione.
“Beh perché eri un grande calciatore e sono sempre stata una tua grande fan,te l’ho detto” Ribattè lei,pensando a tutte le volte in cui si era resa ridicola davanti alla stella della J league e pregando che lui non se ne ricordasse.
“E perché nel caso di Asuka-san hai fatto di tutto per mostrare agli agenti che io fossi innocente?”.
La ramata si maledì mentalmente ancora una volta. Di tutti i casi in cui aveva cancellato la sua dignità per quel biondino quello del signor Asuka era sicuramente il più clamoroso.
“Solo perché eri in una brutta situazione e cercavo un modo per permetterti di uscirne”
“Quindi immagino che anche frugare nella spazzatura rientrasse in questo tuo nobile intento,o sbaglio?” Chiese Ryusuke,sapendo di aver toccato un nervo scoperto per l’orgoglio della scienziata davanti a lui che,infatti,diventò ancora più rossa e lo mandò al diavolo,facendo per alzarsi e andar via.
Il calciatore scoppiò a ridere,contento di averla spuntata contro di lei almeno per una volta,per poi afferrarla da un braccio e tirarla senza tanti sforzi sulle sue gambe.
La ramata si dimenò per un po’ ma poi,vista la forza che quelle braccia stavano esercitando nello stringerla,alzò bandiera bianca e poggiò la testa sulla sua spalla.
Ryusuke la abbracciò più forte,sentendo con piacere che lei ricambiava la stretta e respirando il profumo di rosa che i suoi capelli ramati emanavano.
“Mi sei mancata così tanto,Diffidenza”Confessò,ad un soffio dalle sue labbra.
“Sai che forse mi sei mancato anche tu,promessa del calcio?”Scherzò lei,avvicinandosi ulteriormente fino a fare in modo che i loro fiati si accarazzassero. Il calciatore non resistette più e finalmente,dopo tre giorni,tornò ad appropriarsi di quelle labbra che tanto aveva sognato,sorridendo leggermente durante il bacio.
Quando si staccarono lui appoggiò la fronte a quella di lei,assaporando appieno la tanto agognata vicinanza tra i loro corpi.
“Hai altro da dirmi prima di lasciarci questa conversazione alle spalle definitivamente?” Le domandò,senza smettere per un secondo di perdersi in quelle pozze verde acqua che tanto amava.
Shiho sorrise nuovamente.
“Beh si,forse una cosa sì” Disse,prima di avvicinarsi al suo orecchio e bisbigliare “ti amo anche io”.
Fatto ciò si sollevò e lo incitò a sollevarsi e a seguirla in casa.
“Oddio vuoi già presentarmi la tua famiglia? Aiuto,ho bisogno dei miei spazi” Affermò il calciatore in maniera melodrammatica,fingendo sconcerto.
La ramata,in tutta risposta,gli si avvicinò tanto da spalmarsi contro il suo corpo,cogliendolo di sopresa.
“Che peccato,ed io che pensavo che volessi starmi vicino” Bisbigliò maliziosamente soffiando sul suo collo,prima di fargli un occhiolino ed entrare in casa.
Ryusuke rimase impalato per qualche secondo,consapevole di avere un problemino da risolvere per rendersi presentabile. Poi scosse la testa,sorridendo.
Quella ragazza l’avrebbe fatto diventare matto. 

The End.



EPILOGO

Shiho sedeva stanca su una sedia del giardino dell’Hilton Tokyo Bay,massaggiando le sue caviglie doloranti.
Aveva passato l’intera giornata in equilibrio su quelle decolté color ghiaccio,e adesso i suoi piedi reclamavano pietà.
Pur essendo sempre stata abituata a portare tacchi relativamente alti,quel giorno aveva voluto osare indossandone un tipo mai provato prima e,come se non bastasse,per colpa di quel genio di Shinichi era stata anche costretta a correrci sopra per un sacco di tempo.
Forse non è stata un’idea geniale quella di accettare di essere la sua testimone Pensò,continuando il suo massaggio mentre osservava il paesaggio che la circondava.
La natura del giardino si esibiva in un tripudio di colori che riprendevano l’intera gamma giallo-rosso accentuato dal rosso del sole che,in quel momento,stava tramontando sul mare che si trovava alla loro destra.
L’intero spazio era stato addobbato con gazebi,tavoli e sedie rigorosamente bianchi,e gli invitati dei nuovi coniugi Kudo stavano raggiungendo il giardino nell’attesa del taglio della torta.
Ran si aggirava tra i suoi invitati con aria raggiante,avvolta nel suo candido abito lungo con le maniche a tre quarti e ricami di pizzo,mostrando fiera il proprio anello nuziale a chiunque glielo chiedesse.
Shinichi invece,dall’altro lato del porticato,stava nuovamente chiedendo scusa a Kogoro per l’inconveniente di quel mattino che aveva rischiato di mandare all’aria l’intera cerimonia,mentre il detective in trance continuava imperterrito a minacciarlo di morte.
Sonoko discuteva animatamente con Makoto riguardo una cameriera che,a sua detta,ci aveva provato con lui mentre,poco distante,Kazuha rimproverava Heiji per chissà quale motivo.
I detective boys,elegantissimi nei loro abiti da paggetti e da damigella,si rincorrevano lungo tutto il giardino e il dottor Agasa passeggiava con finta non chalance nella zona del buffet,aspettando soltanto che aprisse.
Shiho scosse il capo rassegnata,quell’uomo non sarebbe mai cambiato.
“Eccoti qui,ti ho cercata ovunque” Sentì dire improvvisamente da una voce alla sua destra e,voltatasi,vide Ryusuke che le sorrideva mentre reggeva due calici di vino rosso,avvolto nel suo completo blu notte abbinato al suo abito.
“Perdonami se sono sparita,ma avevo bisogno di un attimo di pace dopo la giornata di oggi” Si scusò lei in maniera colpevole.
Il calciatore rise,sedendoglisi accanto e cingendole i fianchi con un braccio.
“Certo che Kudo sa essere impegnativo” Affermò,ripensando a quanto avvenuto quella mattina.
“E non sai quanto. Ran merita una statua per tutta la pazienza che ha nel sopportarlo”.
Risero insieme.
“Ti ho già detto quanto tu sia incredibilmente bella oggi?” Disse poi il biondo,passando nuovamente lo sguardo sul corpo della ragazza avvolto in un top a maniche lunghe fatto interamente di pizzo ad eccezione della zona dei seni,abbinato ad una lunga gonna a vita alta semi aderente con lunghi spacchi lungo le gambe,il tutto interamente blu notte.
“Ma no,infondo non è certo l’unica cosa che dici da quando mi hai vista di uscire di casa stamattina” Ribattè lei ironicamente,pensando a quante volte il ragazzo se la fosse letteralmente mangiata con gli occhi durante quella giornata.
In realtà era da un po’ di tempo che il giovane tendeva ad incantarsi a guardarla con sguardo predatore,e Shiho era arrivata alla conclusione che Ryusuke,pur rispettandola,non era più tanto in grado di accontentarsi di qualche carezza e che voleva qualcosa di più. Non che fosse un male,d’altro canto,dato che era la stessa cosa che voleva lei.
“Non è certo colpa mia se questo abito lascia poco all’immaginazione” Bisbigliò lui al suo orecchio,stringendola ancora di più a sé. “Già,peccato che questo non sia il posto più adatto. E’ un vero peccato,vero Ryu?” Lo canzonò lei con tono malizioso,prendendo di nascosto uno dei suoi lobi tra le labbra e tirandolo leggermente.
Ryusuke annuì,cercando in tutti i modi di frenare l’eccitazione che lo accompagnava tutte le volte che si trovava vicino a Shiho,ma rimase stupito quando la vide alzarsi e fargli cenno di seguirla.
“Dove stiamo andando?” Le chiese,mentre camminava al suo fianco verso l’interno dell’hotel.
“Ho tanta voglia di starti vicino,ti va?”Domandò lei sorridendo sorniona,spiazzandolo completamente.
“Ma…ma tu hai appena detto che non si può e..”
“No,ho detto che quello non è il posto più adatto,ma non ho detto che non possiamo cercarne un altro. Si da il caso che io abbia visto delle stanze libere che fanno proprio al caso nostro.” Rispose la ramata,prendendolo per mano.
“Ma.. e Shinichi e Ran? E tutti gli altri?”
“Ah sta tranquillo,ci vuole ancora un po’ per la torta e per allora saremo sicuramente lì”.
Il calciatore a quel punto mandò al diavolo tutto il resto,estasiato all’idea di poter avere finalmente quella ragazza tutta per sé.
“Io non ne sarei così sicuro,non ti lascerò andare facilmente Diffidenza” Mormorò,prima di aprire la prima stanza che gli capitò sotto mano,tirando la ramata dentro di essa.
“Non vedo l’ora,promessa del calcio” Furono le ultime parole di lei,prima che Ryusuke chiudesse la porta alle loro spalle e catturasse le sue labbra.
Shiho sorrise durante il bacio e,prima di scollegare del tutto il cervello,pensò che non sapeva se ciò che stava vivendo fosse effettivamente la “normalità”,ma sapeva che la rendeva felice e,onestamente,questo le bastava.


Angolo autrice
Beh che dire.... è proprio finita!
Confesso di essermi commossa durante le battute finali,e spero davvero di essere riuscita a rendere questo finale nel modo migliore. Ho dato anima e corpo a questo capitolo,e spero davvero che ne sia valsa la pena!
Originariamente sarebbe dovuto essere molto più lungo,ma ho tagliato tutta la parte del matrimonio dei ShinRan perchè ho deciso che pubblicherò una shot a parte proprio su questo (probabilmente seguita da altre shot e raccolte,quindi tranquilli che non è finita qui).
Ringrazio tutti,sia chi ha commentato che chi ha messo la storia nelle seguite o nelle preferite ma anche chi ha letto soltanto.
Se ho trovato il coraggio di pubblicare di nuovo è grazie a voi!
A presto,
Baci
Simo

 

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