Kingdom Hearts 2.976 pigreco mezzi: Tomorrow never dies – Another strange fragment of stuff – This chapter is the last one we swear

di Lord Larry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 0.5 – A scene from nothing – The distance between us can never leave us gobbledygook ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 or something like that – The heart is not why come because antani ***
Capitolo 3: *** Chapter 2 – To dream is to be, to dream is to do – but Yabadabadabadù ***
Capitolo 4: *** Chapter 3 – Another place – Another time – And another one gone, another one gone, another one bites the dust ***
Capitolo 5: *** Chapter 4 – My name is nevermore - God bless the cat that is on the table ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 (or was it 5?) – Memory all alone in the moonlight - I can smile happy your days (I can dream of the old days) ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 – You are safe in my heart and – My heart will go on and on ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 – Look but please don’t touch the glass – Eyeballs don’t leave fingerprints ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 - Fifty shades of Donald Duck – A fragmentary segment of a passage of a fragment of a piece of something ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 – Yeah, yeah, whatever – I’ll make something up for this title too ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 – So love me like you do, la-la-love me like you do – Touch me like you do, ta-ta-touch me like you do ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 –Olympus Coliseum – An ASMR video to help you relax ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 - Wirklich? Sie wissen, Deutsch zu sprechen? - Ich respektiere sehr, Glückwünsche ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 – Life is like a box of chocolate - You never know what you're going to get ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 – I wonder how, I wonder why – Yesterday I thought about a blue blue sky - and all that I can see is just another lemon tree ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 – Oh when the saints – Oh when the saints - Oh when the saints go marching in ***
Capitolo 17: *** Chapter 17 – I like pizza - Do you like pizza? – I’d really like a pizza right now, like, so badly ***
Capitolo 18: *** Chapter 18 – If you think this chapter is crazy – Just know that it gets much worse than that ***
Capitolo 19: *** Chapter 19 – ANAUANAUEEEIIIII – FOR AUR LAIVS TU BI OVEEEEER ***
Capitolo 20: *** Chapter 20 – I dreamed a dream in time gone by – When hope was high and life worth living ***
Capitolo 21: *** Chapter 21 - C'est l'Ennui! L'oeil chargé d'un pleur involontaire -II rêve d'échafauds en fumant son houka - Tu le connais, lecteur, ce monstre délicat — Hypocrite lecteur - mon semblable — mon frère ***
Capitolo 22: *** Chapter 22– Now you’re just somebody – That I used to know (Somebooooodyyyyy…) ***
Capitolo 23: *** Chapter 23– Vrei sa pleci dar nu ma nu ma iei - Nu ma nu ma iei - nu ma nu ma - nu ma iei ***
Capitolo 24: *** Chapter 24 - Three Swedish switched witches watch three Swiss Swatch watch switches - Which Swedish switched witch watch which Swiss Swatch watch switch? ***



Capitolo 1
*** Chapter 0.5 – A scene from nothing – The distance between us can never leave us gobbledygook ***


Chapter 0.5 – A scene from nothing – The distance between us can never leave us gobbledygook

 

Cori gotici in sottofondo. Un ragazzino con I capelli a punta e l’aria imbambolata affonda silenziosamente dentro un abisso oscuro, e atterra delicato come una foglia d’autunno su una grossa piattaforma decorata con un orribile disegno dell’orco Shrek.

CRASH BANG BUM BADABOOM GONG AAAARGHKJHADAKADF!!!

“MA PORC** PUT*** FIGLO DI UN*** CU*** TR****”

Il ragazzino dall’aria imbambolata si solleva in piedi lanciando urli di dolore e declamando colorite bestemmie.

“Ma Dio**** **** *** la Ma****!!! Ma dove minchia sono?! Che sono ‘sti cori gotici in sottofondo che pare d’essere a messa?!”

Si tocca delicatamente i capelli, poi controlla che le dita siano sporche di sangue e sorride, tranquillizzato:

“Be’, almeno i capelli sono ancora abbastanza appuntiti da ferirmi i polpastrelli. Ok, torniamo alla domanda: come ci sono finito in una chiesa?!”

Tu non sai niente, Jon Snow. E uno che non sa niente non può capire niente.

“Come scusa? Ma chi è? E chi è Jon Snow?!”

C’è così poco tempo. E così tanti sequel inutili da scrivere ancora.

“Eh? C’è qualcuno?”

No, non c’è nessuno. Sono solo una voce misteriosa che parla all’interno della tua mente.

“Una voce misteriosa? Ma che vuol dire?”

Se te lo spiego non è più misteriosa. Quindi non te lo spiegherò.

“Ah, ok. Ha senso in effetti.”

OK NON RESISTO TE LO DICO

“Ma no, ora mi rovini il mistero! Non lo voglio sapere!”

IO SONO DIO OVVERO TETSUYA NOMURA E LA MIA VOCE…

Il ragazzino si tappa le orecchie.

“LALALALALALANONTISENTOLALALALALALAAAA”

Trovo tutto ciò è molto infantile.

“LALALALALAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!”

Ok, va bene, mi arrendo, non te lo spiego. Ma non ti illudere che lasceremo un’aria di mistero o leggenda. Tutto ciò sarà trattato in Kingdom Hearts III attraverso un lunghissimo e noiosissimo spiegone[1].

“Oh, bene così, mi sa che faccio in tempo ad arrivare alla pensione prima che esca. Dunqueee! Che ci faccio in chiesa? Non è mica Pasqua!”

Non è una chiesa, imbecille, è un ambiente onirico appositamente progettato da me medesimo per creare un senso di mistero e leggenda.

“Mmmmh… in effetti non sembra tanto una chiesa a ben vedere. E poi tutta ‘sta cosa mi sapeva un po’ di già visto.”

In che senso scusa?

“Non so, è un po’ come se negli anni avessi giocato ad una lunghissima saga di videogame spendendo centinaia di euro per seguire tutta la serie, e tutti i santi capitoli cominciassero con un ragazzino coi capelli a punta come me che passeggia su frisbee colorati col sottofondo di cori gotici.”

NON DIRE CAZZATE QUEST’INTRODUZIONE È UN’IDEA ORIGINALISSIMA INVENTATA DA ME MEDESIMO APPOSITAMENTE PER QUESTO VIDEOGIOCO!

“Ehiii! Stiamo calmini. Hai detto che è un ambiente onirico? Quindi questo è un sogno?”

Più che altro è un’esplorazione all’interno del tuo stesso cuore che serve a…

“Un sogno?”

Non proprio, stavo anzi dicendo che più che altro è un trip introspettivo allucinogeno causato da indigestione di funghetti…

“Insomma è un sogno”

Uff. Va bene, sì, è un sogno! Cielo, sarai il quindicesimo ragazzino coi capelli a punta cui faccio fare questa cosa ma sei il primo che fa tutte ‘ste domande.

“Momento. Quindi tu stai usando un mio prezioso sogno e me lo stai riempiendo di canti gotici e mosaici colorati?! Ma guarda che questo spazio mi serve! Qui ci facevo almeno due o tre sogni erotici su Jennifer Lopez!”

Senti, perché non andiamo avanti, così forse il senso di questa cosa ti sarà chiaro?

“Ne dubito, ma va bene. Che succede ora?”

Ti faccio combattere un mostro strambo. Ti suona bene?

“Mi sa di déjà-vu.”

Ma sta’ zitto. Eccoti il mostro. Ciao ciao, io vado a disegnare personaggi da mettere nella prossima fanfic-cioè, videogame che venderà milioni di copie. Bye bye!

“Un momento, non ho manco un’arma!”

Ah, giusto, quasi dimenticavo. Tieni.

Una grossa spada a forma di chiave compare in mano al ragazzo.

È un keyblade. C’era una promozione alla Lidl e ne ho presi una cinquantina. E pensa te che ero andato solo per comprare il pane, ma finisce sempre che torno a casa con qualche keyblade in più. Comunque dovrebbe funzionare contro i mostri e in caso si rompa mi faresti un grosso favore a prendertene anche qualcun altro che ormai ne ho così tanti che non so più dove metterli. Hai presente quel programma di Real Time, ‘sepolti in casa’, dove ci sono questi accumulatori compulsivi che si riempiono la casa di cianfrusaglie … Oh scusa, stavo divagando. Il mostro, giusto, eccolo:

Compare un mostro gigante a forma di nuvola verde con le braccia e le gambe e chiusure lampo dappertutto.

Figo, eh? L’ho disegnato ieri, ci sono voluti diciotto minuti di lavoro tondi! Uno per ogni zip!

“Strafigo”, commenta il ragazzino senza nome, con aria poco entusiasta.

Tutto qui? Non sei spaventato?

“Hai detto che è un sogno, quindi direi proprio che non c’è molto da aver paura.”

Be’, ti avviso che se ti ammazza fai game over comunque.

“Ah. Ok. E come l’ammazzo io invece?”

Richiederà sforzo e strategia. Aspetta, fra un momento dovrebbe apparire la scritta di premere triangolo.

“Uh, eccola!”

Un grosso triangolo verde lampeggiante appare sul mostro.

Ecco, premi triangolo.  Fai pure con calma, tanto dura un bel po’.

“Okkeeey… vai, triangolo!”

Il ragazzino balza per aria colpendo il mostro dal basso col keyblade, dopodiché volteggia in aria come una trottola e ricade sulla creatura attraversandola da parte a parte con un vortice di lame, poi gli si arrampica addosso e inizia a prenderlo a pugni negli occhi, gli infila il keyblade in bocca e lo usa per fargli saltare uno a uno tutti i denti, dopodiché balza di nuovo in aria, evoca un fulmine dal cielo che si fonde col suo corpo trasformandolo in una sfera di pura energia  che piomba sul mostro facendolo saltare in aria. Alla fine non restano che briciole di mostro qua e là e una scritta che segnala il level up.

“Un po’ facilino…”, commenta il ragazzo con aria delusa.

Però è stato divertente, eh? Eh?

“Non direi.”

E poi guarda quanto era figo il design del mostro. Chiusure lampo ovunque! So cool!

“Si può sapere che cos’era, almeno?”

Ah, giusto… non ci avevo pensato. L’ho disegnato ma non avevo idea di cosa farci di preciso. Aspe’ che mi invento qualcosa… Ecco, è un… un Fartless!

“Un Fartless?”

Un Fartless!

“E che sarebbe un Fartless?”

Ehm… fammi pensare… facciamo che… sì, dai, dovrebbe funzionare… Ecco ecco: un Fartless è un essere nato quando un individuo il cui cuore ha ceduto all’oscurità trasforma tutta la propria oscurità in gas metano attraverso un’oscura scorreggia di oscurità! Quello che nasce è una creatura, ovviamente, oscura, fatta interamente di gas (oscuro)!

“Un momento, un momento! Negli altri giochi si era detto che le persone sono fatte di un corpo, un’anima e un cuore! Che c’entra adesso il gas?!”

Be’, c’è sempre stato anche il gas, ecco. E c’era scritto anche ne diari di Ansem! Solo che… uhm… vediamo… Xehanort lo aveva cancellato, ecco!

“Ma non c’erano tracce di cancellature nei diari di Ansem!”

Perché ha usato un bianchetto speciale fatto da Naminè usando un frammento del cuore di Sora, che è in grado di cancellare senza lasciare tracce!

“Questa cosa non ha alcun senso.”

Però era veramente figo il coso… cioè, il Fartless, vero? Guarda quante zip!

“Ma che c’entra?!”

Senti, abbiamo perso fin troppo tempo e la storia qui non procede. Quindi adesso ti svegli. Toh.

E il ragazzino si sveglia.



[1] Attenzione, Kingdom Hearts III potrebbe non arrivare mai

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Capitolo 2
*** Chapter 1 or something like that – The heart is not why come because antani ***


Chapter 1 or something like that – The heart is not why come because antani

 

“WOWWWW!”

Il ragazzo si sveglia di soprassalto e sbatte la testa contro uno scaffale. Gli cade in testa un vecchia playstation 3 insieme a mezza dozzina di vecchi videogame che erano poggiati lì sopra. Si massaggia la testa e si rialza dolorante lamentandosi.

“Porca putt**** la Ma**** ***** beeep**** beepp**********!!!!!”

“Ciao Nixon!”, fa una voce femminile un po’ scema.

“AAAARGH! Chi cazzo sei cosa vuoi cosa ci fai in camera mia brutta ***** **** ***?!?”

“Ma come?”, dice una ragazza dagli assurdi capelli color ravanello, “sono Gina, sono la tua più cara e vecchia amica e fra noi ci sono sottesi romanticismi. Sono sicura che ora ti ricordi.”

“Ah, giusto. Però, che buffo. Stavo pensando che se vivessimo in un videogioco questa scena sembrerebbe fatta apposta per presentare due nuovi ed inutili personaggi ad un immaginario osservatore.”

“Ah! Che sciocchino! E chi mai ci starebbe guardando?”, fa Gina; “non certo tu, vero? Sì, dico a te. Tu che stai leggendo in questo momento. Non te ne fregherà mica davvero qualcosa del diciottesimo midquel-sequel-prequel di Kingdom Hearts, vero?”

“Ehm… Gina…”, fa Nixon, “con chi stai parlando?”

“Oh, con nessuno, sciocchino!”, risponde Gina facendo una risatina scema degna di un’aspirante Miss Italia; “dai, ora facciamo qualcosa di inutile e non divertente!”

“Tipo cosa?”

“Mi dovrai aiutare con la mia collezione di sassi brutti. Devi raccogliermene dodici!”

“Anche per favore, però.”

“Va bene, sai che ti dico? Se ti scoccia non lo fare.”

Gina incrocia le braccia. I due si guardano per qualche momento. L’unico suono udibile è una colonna sonora mielosa tipo pubblicità del Fruttolo. A un certo punto Nixon comincia a fischiettare. Gina si scaccola un po’ con estrema discrezione.

“Dunqueeee…”, fa Nixon dopo un po’ di quel silenzio imbarazzante, “… allora come procede la storia?”

“Te l’ho detto, devi aiutarmi con la mia collezione di dodici sassi brutti, se no la storia non procede!”

“Ma che noia, non posso premere triangolo e basta?”

“No! Ora vai a trovare i sassi brutti! E mi raccomando, nella mia collezione voglio solo sassi veramente brutti! Solo i sassi più orrendi sono degni della mia collezione! Preferisco quelli a forma di stronzi di cane.”

Nixon sbuffa ed esce di casa. Fuori c’è un’allegra cittadina piena di orologi ma essenzialmente molto noiosa. È piena di sassi per terra.

Si china a raccogliere un sasso. Lo esamina.

“Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

“Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

“Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

“Ah, questo è proprio brutto! Sembra veramente uno stronzo di cane! Aspetta… ma questo… non è un sasso!”

Getta via lo stronzo di cane, torna in casa, si disinfetta la mano con la candeggina, poi torna fuori. Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

 “Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

 “Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

“Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

“Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

“Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

“Non è abbastanza brutto…”, dice.

Si china a raccogliere un altro sasso. Lo esamina.

“VI PREGO UCCIDETEMI!!!”

 

Molti sassi esaminati dopo…

 

“Fantastico! La mia collezione di sassi brutti ora è perfetta!”, dice Gina.

“Ma che… ma che… b-bello…”, dice Nixon tutto tremante e scosso da tic nervosi, “ci sono volute s-solo… s-sei ore di g-g-g-g-gioco…”

“Sei stato veramente bravo. La storia ora può andare avanti! Quasi. Adesso mi servono solo ventitré biglietti della metropolitana obliterati storti!”

Nixon raccoglie un tagliacarte dal tavolo e ci pugnala Gina ripetutamente al ventre, incurante delle urla raccapriccianti di lei; il sangue scorre a fiotti come in una scena di Game of Thrones. Quando la ragazzo smette di muoversi, Nixon la fa a pezzi, la infila in una valigia, scende sotto casa e butta la valigia in un canale di scolo fognario.

“Bene”, dice, “ora che mi sono liberato del cadavere, può iniziare la parte della storia di cui ci importa qualcosa?”

 

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Capitolo 3
*** Chapter 2 – To dream is to be, to dream is to do – but Yabadabadabadù ***


Chapter 2 – To dream is to be, to dream is to do – but Yabadabadabadù

 

Nixon torna in camera e raccoglie il tagliacarte insanguinato dal pavimento.

“Uffa, mi sono scordato di metterlo nella valigia insieme al cadavere. E ora che ci faccio?”

Quei pensieri, così tipici per un tipico adolescente schizofrenico con inclinazioni criminali e alla violenza sessuale come il nostro Nixon, vengono interrotti da un suono come di uno sciacquone che si sente alle sue spalle. Nixon si volta e vede un varco oscuro a forma di vagina aprirsi nell’aria. Ne esce un misterioso uomo incappucciato in un vestito di pelle nera pieno di chiusure lampo.

Nessuno sa chi sia questo misterioso individuo. La tensione è alle stelle.

Scherzo, è Xehanort.

Comunque non faccio vedere il volto così sembra che ci sia un fitto mistero dietro.

Nixon tutto innervosito si nasconde il fermacarte dietro la schiena e borbotta nervosamente:

“AEHM EHM EHM… E tu… tu chi saresti, eh? Cosa ci fai in camera mia? Perché sei uscito da un buco spaziotemporale a forma di vagina?! Comunque io sono innocente, non ho ucciso e fatto a pezzi nessuna ragazzina irritante!”

La persona misteriosa che però è Xehanort parla:

“Sono Xeha… Cioè, sono una figura misteriosa. E tu hai ceduto all’oscurità. Non puoi comprendere i contenuti del tuo cuore, perché i contenuti del tuo cuore non sono contenuti in un contenitore abbastanza cuoriaceo.”

Nixon inarca un sopracciglio.

“Credo che tu sia malvagio”, dice, “perché sei vestito tutto di nero, non ti si vede il volto e quando sei comparso tu la colonna sonora ha iniziato a somigliare a quella di Profondo Rosso. Ma per il resto non sono sicuro di aver capito che hai detto…”

Xeha… cioè, la figura misteriosa fa una bassa sghignazzata malvagia, e prosegue:

“L’oscurità spuzzica, e brematura anche, con scappellamento a destra. Se la tua volontà non è abbastanza forte il cuore degli heartless nobody come fosse antany nel nulla, e la luce rastafani.”

“Ok, comincio ad avere l’impressione che tu mi stia prendendo per il culo.”

“Eh eh eh… la tua mente non può capire, poiché tu non sai ciò che c’è da sapere, e la tua sapienza non viene dal cuore perché la sapienza del cuore è oscura come il nulla dello strateggismo sentimentale che ha enormemente rallentato il cammino di Kingdom Hearts. Eh eh eh.”

“Questa scena serve a qualcosa nell’economia della storia?”, domanda Nixon.

“Eh eh eh. EH EH EH!”

Xe… figura misteriosa ritorna dentro la vagina oscura spaziotemporale da cui è venuta, continuando a ridacchiare senza motivo. Il varco si richiude.

Certo che c’è gente strana in giro per i corridoi dell’oscurità, pensa Nixon; Bisogna stare attenti. Aveva ragione a dirmelo, la mia vecchia NONNA KAIRI!

TA NA NAAAAAAAN!

 

 

Il maiuscolo e il TA NA NAAAAAAN! servono a sottolineare l’importante indizio sugli sviluppi futuri della storia che vi ho appena dato, e a segnalarvi che a questo punto dovreste essere sorpresi e confusi.

I misteri si addensano, infittiscono, approfondiscono, intrecciano e sbirigudano: chi sarà Nixon? Sarà il nipote della Kairi che tutti conosciamo e detestiamo? O forse è uno strabiliante caso di omonimia? Forse nonna Kairi in realtà è Xehanort? Questa storia si svolge forse nel futuro? C’è stato un viaggio nel tempo? Dove cazzo siamo? Chi è Nixon, assodato che non è mai stato presidente degli Stati Uniti? Chi sarà la misteriosa figura uscita dal corridoio dell’oscurità? Perché c’è Topolino nascosto nell’armadio di Nixon e lo riprende di nascosto con una telecamera ogni volta che si spoglia? E soprattutto, quando andiamo nel mondo di Frozen a fare un gioco musicale in cui si canta ‘Let it go’?

Queste altre domande avranno risposta in

 

KINGDOM HEARTS III

Now in development

 

 

FINE

 

 

 

 

Dai, ragazzi, scherzavo, non sono mica Nomura. Se ne riparla nel prossimo appassionante capitolo di questa stessa storia! Alcuni misteri saranno svelati, ma più che altro ne aggiungerò altri!

 

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Capitolo 4
*** Chapter 3 – Another place – Another time – And another one gone, another one gone, another one bites the dust ***


Cos’hanno in comune Kingdom Hearts e questa storia, a parte personaggi, ambientazione e temi? Nessuno dei due ha bisogno di seguire un filo logico! Il che mi permette di aggiornare la storia molto frequentemente. Toh, miei sette lettori, beccatevi quest’altro capitolo, e diffondete il verbo.

 

Chapter 3 – Another place – Another time – And another one gone, another one gone, another one bites the dust

 

In un luogo misterioso una figura incappucciata parla con un’altra figura incappucciata.

La prima figura in realtà è Xehanort, e si rivolge alla seconda figura:

“Come procede il piano?”

“Eh eh eh”, fa la seconda figura misteriosa. Vi anticipo che è un’altra versione di Xehanort, ma voi fingetevi sorpresi quando toglierà il cappuccio. “Il piano procede esattamente secondo il piano.”

“È sgradevole quando il piano non procede secondo il piano, in effetti. Ora dobbiamo procedere col passo successivo del piano.”

“Già, eh eh eh… il passo successivo del piano… eh eh eh… Un momento, qual era il passo successivo del piano?”

L’altro pare sorpreso.

“Come sarebbe ‘qual è il passo successivo’? Eri tu che dovevi tenere traccia di tutti i passaggi del nostro piano assurdamente complicato!”

“No, scusa, ma ricordo chiaramente che si era detto che l’avrebbe fatto Ansem!”

“Sei TU Ansem!”

Un momento di silenzio.

“Ma davvero?”

“Sì!”

“Ma io credevo di essere Master Xehanort”

“No, Master Xehanort lo riconosci perché si siede sempre sul sedile speciale che fa i massaggi, per via dei suoi problemi di sciatica. Tu sei Ansem!”

“Un momento, ma sono il primo o il secondo Ansem?”

“Nessuno dei due, sei il terzo. Sei un clone ibrido che contiene il DNA di Ansem e di Xehanort insieme.”

“Wow, che trovata geniale. Ma chi le ha queste idee?”

“Tetsuya Nomura. In genere quando è ubriaco tosto.”

“Questa cosa non mi convince”, si lamenta l’altro; “comunque io non me li ricordo più i passi del piano!”

“Uff”, sbuffa l’altro, “fortuna che me li ero appuntati. Se non ci fossi io l’Organizzazione XCII andrebbe a rotoli!”

Tira fuori da un cassetto un volumone di duemila pagine con su scritto ‘PIANO SEGRETO DI XEHANORT PER FARE IL MALE’.

“Bene, eravamo arrivati alla fase 2.7 del piano: ‘spaventare il ragazzino con una supercazzola sull’oscurità’.”

“Magistralmente eseguita da me medesimo”, soggiunge soddisfatto l’altra figura incappucciata.

“Bene! La fase successiva è ‘sedurre Anakin Skywalker per portarlo al Lato Oscuro’.”

“Anakin Skywalker?”, fa l’altro, un po’ perplesso.

“Ma sì, era un nome scelto a caso, tipo Mario Rossi o John Doe. Si intende che dobbiamo pescare un babbeo a caso e farlo cedere all’oscurità, secondo la Formula Brevettata Darth Sidious.”

“Non mi sembra facile. Cioè, guarda come siamo vestiti, si vede lontano un chilometro che siamo i cattivi. E poi non possiamo fare a meno di fare queste risatine malvagie ogni dieci minuti!”

“Eh eh eh…”, risponde l’altro.

“Ecco, appunto. Dove lo troviamo uno così coglione da non capire che siamo noi i cattivi?!”

 

Altrove…

 

“Salve a tutti”, dice un aitante giovanotto dai capelli castani a bordo di un trenino turistico, rivolgendosi ai visitatori; “io mi chiamo Terra, e sarò la vostra guida turistica durante la vostra visita al cimitero dei keyblade. Siete pregati di non sporgere le mani fuori dalla vettura e di non dare da mangiare ai keyblade.”

Da mangiare? Ai keyblade?”, bisbiglia una signora un po’ perplessa al marito.

“I visitatori sono pregati di fare silenzio o di rivolgere le proprie domande alla persona più esperta di keyblade e serrature e cuori e tutte queste cose qui presente, ovvero me medesimo!”

“Io ho una domanda!”

“Sì? Dica pure, signore pelato e abbronzato e con gli occhi gialli dall’aria inquietante che non è Xehanort.”

Il tipo misterioso fa dei gesti inquietanti mentre parla:

“È vero che ogni cuore nasce dall’oscurità, e alla fine ritorna all’oscurità, e quindi l’oscurità è la vera essenza del cuore?”

Terra inizia a sudare. Si asciuga la fronte con un fazzoletto.

“Oh… a-ehm… b-be’…” cazzo la sapevo questa “… mi… mi lasci controllare un minutino!”

Si rannicchia e tira fuori il quaderno ad anelli con gli appunti dalle lezioni del professor Eraqus, mentre i turisti bisbigliano commenti poco gradevoli che mettono in dubbio la competenza della guida turistica.

“Eh eh eh…”, fa l’individuo inquietante.

“Oh! Ecco! Trovato!” esclama Terra, vittorioso, e si rialza in piedi per proclamare con soddisfazione: “No, signore inquietante! Vede, nei miei appunti c’è scritto grosso come una casa e sottolineato in rosso cinque volte ‘L’OSCURITÀ  È CATTIVA’.”

“Eh eh eh…”

“Mi spiega perché ride? Io non le capisco mai le battute…”, fa Terra sconsolato.

“Il maestro Eraqus, il tuo padre spirituale che ti ha seguito per tutta la vita nonché persona di cui ti fidi più al mondo, ha detto che l’oscurità è cattiva, e tu ci credi… Ma… E SE TI SBAGLIASSI?!”

Terra rabbrividisce. Quelle quattro parole lo hanno sconvolto nel profondo dell’animo.

“Oddio… in effetti non ci avevo pensato… Lei ha un valido argomento, signore dall’aria inquietante. Mi sa che cedo all’oscurità!”

“Eh eh eh…”

“Ma me la spiega la battuta?”
“E allora?!”, si lamenta un’anziana signora della comitiva, “La vogliamo riprendere questa visita guidata o no?!”

“Ops!”, esclama Terra, “scusi, mi ero distratto con tutta questa storia dell’oscurità. Ecco alla vostra destra tanti keyblade.”

Nell’angolo l’uomo pelato dall’aria inquietante sorride, mentre Terra rimane tormentato da atroci dubbi…

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“E anche noi abbiamo atroci dubbi, non è vero, amici spettatori?”

Fermo immagine di Terra. Siamo in uno studio televisivo in cui stanno proiettando la storia. Un tipo in giacca e cravatta con i capelli impomatati e la pelle arancione per via di troppe lampade avanza davanti allo schermo, sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

“Qui è il vostro Jerry J. Jerry che vi parla, e bentornati ad una nuova puntata di ‘La mia Fan Theory’, il gioco a premi in cui i fan di Kingdom Hearts che ancora lo sopportano si sfidano a cercare di capirne la storia, scommettendo fior di soldoni! Ed ecco i nostri concorrenti di oggi!”

La telecamera si sposta a destra su tre banchetti su cui si affacciano altrettanti pittoreschi concorrenti

“Anche oggi abbiamo atroci dubbi, cari spettatori! Nixon, prima, parlava di una certa nonna Kairi, il che fa pensare che la storia si svolga nel futuro; eppure adesso seguiamo la vicenda di Terra, che si svolgeva nel prequel! Come si spiega questo gigantesco plot hole? Ecco la domanda cui tenteranno di rispondere i nostri amici concorrenti! E cominciamo dalla prima sfidante, Kikkolina09!”

La telecamera si sposta su una ragazzina di otto anni che arriva appena al podio se sta sulle punte, ma è vestita e truccata come una puttana.

“Kikkolina09, a te la domanda: come si spiega il plot hole?”

“Ehm…” la bambina tituba un po’ “… c’è forse di mezzo un viaggio nel tempo?”

“È la tua risposta Kikkolina? Ci scommetti sopra?”

“Uhm… Sì, dai! Scommetto duemila euro su ‘un viaggio nel tempo’!”

“E Kikkolina09 punta duemila euro sui viaggi nel tempo, una classica causa di plot hole. Passiamo al prossimo sfidante, Gigi42!”

La telecamera si sposta su un signore attempato e ingobbito che indossa un cappellino con su scritto “I KH”

“Allora, Gigi, la domanda è la stessa, qual è la tua risposta?”

“NO GRAZIE”, fa il tipo a voce molto più alta del normale, “STO BENE DOVE SONO, NON MI SPOSTO”

Il presentatore fa un colpo di tosse, poi ripete a voce più alta:

“SIGNOR GIGI, CI DA’ LA SUA RISPOSTA?!”

“AAAAH, LA SUPPOSTA, NO, L’HO GIÀ PRESA STAMANE”

“LA RISPOSTA! RIS-POS-TA!”

“AAAAAAAAAH! ORA HO CAPITO! 2500 EURO CHE TERRA NON È IL VERO TERRA MA UN CLONE DEL VERO TERRA!”

“E Gigi42 scommette sul clone. Ragazzi, che sfida appassionante stasera! E ora passiamo al campione in carica, Cannoiolo83!”

La telecamera muove sul terzo concorrente, un ragazzo corpulento con indosso una maglietta col disegno di Riku e Sora che amoreggiano, e al collo una collana col pendente a forma di corona.

Il tizio si gratta la barbona incolta e si sistema gli occhiali, poi fa:

“A mio modesto parere, la teoria che riflette più coerentemente l’insieme di indizi che sono stati piantati dagli autori sulla nostra strada è che Terra sia il vero Terra, ma che i suoi ricordi siano stati alterati e che quello che vediamo al momento sia una simulazione basata su queste false memorie, impiantate probabilmente da un Nobody dello stesso tipo di Naminè. Probabilmente gli eventi cui assistiamo si svolgono all’interno di un computer, verosimilmente programmato da Xehanort nel periodo intercorrente fra Kingdom Hearts Birth By Sleep e KH1. Questo sarebbe coerente con la letteratura scientifica pubblicata sull’argomento, e in particolare con l’importante saggio del professor Poggibonsi ‘On the recurrence of implanted memories in Kingdom Hearts’, pubblicato nel 2012 sull’American Journal of Kingdom Hearts Studies, nel quale l’autore dimostra con estremo rigore concettuale come la teoria dei falsi ricordi possa essere applicata tranquillamente ad almeno tre capitoli della serie senza che le vendite calino.”

“Come al solito il nostro campione in carica si dimostra incredibilmente preparato. La tua risposta è ‘falsi ricordi’, mi pare di capire. Quanto ci punti?”

“Diecimila euro, Jerry.”

“Wow! Cannaiolo83 si gioca il tutto per tutto sui falsi ricordi! Bene signori, le scommesse sono sul tavolo, adesso è il momento di scoprire qual è la risposta esatta. Chi aumenterà il proprio montepremi? Kikkolina09? Gigi42? Oppure Cannoiolo83? Quale stronzat… Cioè, quale geniale espediente narrativo si sarà inventato Nomura questa volta? Lo scopriremo presto! Per la precisione, in Kingdom Hearts III!”

Cannaiolo83 urla un disperato ‘NUOOOOOOOOO’ à là Darth Vader, Kikkolina09 scoppia a piangere, Gigi42 tira fuori l’astuccio delle pillole e inizia a cercare al suo interno una combinazione di farmaci adeguata al suicidio.

“Ahah! Scherzavo, ragazzi!”, fa Jerry J. Jerry; “Ve lo dico dopo la pubblicità!”

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Capitolo 5
*** Chapter 4 – My name is nevermore - God bless the cat that is on the table ***


Chapter 4 – My name is nevermore - God bless the cat that is on the table

 

Una ragazza mai vista prima con lunghi capelli verdi e rossi tipo pomodoro acerbo e abiti molto succinti affronta a colpi di keyblade dei cosi verdi… cioè, dei Fartless, sulla spiaggia di un noto resort turistico di Sharm El Sheik. Accanto a lei appare Re Topolino col solito soprabito pieno di zip, e inizia ad ammazzare i cos… i Fartless.

“Sono in troppi, vostra maestà! Che cosa facciamo?!”, esclama la fanciulla.

“Non preoccuparti, Kakata! C’è sempre una strada attraverso la quale la luce possa prevalere sulla tenebre!”

“Ma puzzano!”, esclama Kakata uccidendo due Fartless e parando l’attacco gassoso di un terzo, “e poi non si combatte bene con questa sabbia, mi sta entrando tutta nelle scarpe, e poi non ho messo la crema solare e mi scotto, e mi si sta rovinando la messa in piega, e ho caldo, e sono tutta sudata, e l’acqua è troppo fredda per fare il bagno, e ci sono le zanzare, e i camerieri sono scortesi, e il cibo qui fa schifo, e vedranno poi che gli lascio una recensione di merda su Tripadvisor!”

“Resisti, Kakata! Sei appena comparsa nella storia e progettiamo già di fare cinque o sei spinoff solo su di te! Dai almeno ai fan quei cinque-dieci minuti che gli servono per empatizzare col tuo personaggio prima di schiattare!”

“Proverò a resistere, maestà! Ma la sabbia nelle scarpe non si tollera proprio!”

“Scusate signori, ho portato i vostri mojito”, interviene un cameriere dell’hotel che osserva la battaglia a pochi metri di distanza.

“Finalmente!”, strilla Kakata, sferrando mazzate in testa ad un Fartless.

“Presto, cameriere!”, fa Re Topolino, “poggi quei mojito sul tavolino accanto alla sdraio, o l’oscurità prevarrà e sarà la fine di tutti i mondi!”

Il tipo fa spallucce e posa i cocktail.

“Maestà!”, fa Kakata, “siamo perduti! Come faremo a sorseggiare i cocktail con i Fartless che ci attaccano?! Ce li rovesceremo tutti addosso, e io questo vestito l’ho appena comprato!”

“Non preoccuparti, Kakata! C’è sempre una strada attraverso la quale la luce possa prevalere sulla tenebre!”

“Vostra maestà, mi pare che abbiate detto esattamente la stessa frase pochi attimi fa!”

I Fartless si moltiplicano, la battaglia si fa sempre più dura, e i cocktail iniziano a diventare caldi. È la fine.

“Non è la fine!”

Un vortice di fuoco micidiale si scatena sulla spiaggia, spazzando via tutti i Fartless. A questo punto compare Axel!

“TA-DAAAAAH!”, fa Axel sorridendo.

“Che svolta inaspettata!”, esclama Kakata.

“Axel, ci hai salvati!”, fa Re Topolino; “e non ti sei manco dovuto suicidare, stavolta!”

“E guardate qua!”, dice, mentre fa comparire un keyblade nella mano destra.

I due non paiono sorpresi.

“Eh? Eh? Avete visto? C’ho il keyblade!”

“Axel, pure mio nipotino di cinque anni ha il keyblade…”, dice Kakata con aria annoiata.

“Ah…”, dice Axel con aria delusa, “Però guardate qua! TA-DAAAH!”

Fa comparire un altro keyblade.

“Axel…”, inizia Re Topolino, con tono da genitore comprensivo verso le stupidate che dice il figlio.

“Sono Lea”.

“Lea è un nome che fa schifo, mi rifiuto di usarlo. Senti, Axel, forse non è chiaro: c’è stata un’offerta speciale di keyblade alla Lidl, ce li hanno tutti ormai. Io ne ho quattordici, ne ho regalati tre a testa pure a Tip e Tap così ci giocano e stanno un po’ lontani da quegli stupidi videogame.”

“Oh…”, fa Axel, la delusione dipinta sul volto.

“Comunque grazie mille, Axel, ci hai salvato. Il che è curioso perché in teoria io sarei molto più potente di te e non dovrebbe esserci alcun bisogno che mi salvi, ma l’importante di questa storia è che ci sia la possibilità di andare nel mondo di Frozen, non certo la coerenza.”

“OH NO!”, grida Kakata, raccapricciata.

“Che cosa succede?!”, esclama Re Topolino; Kakata è di spalle accanto alla sdraio.

“È finita… è tutto finito, maestà… l’oscurità ha trionfato…”

“Ma cosa dici, Kakata? Abbiamo sconfitto i Fartless, abbiamo vinto!”

“L’attacco di Axel… era… a base di fuoco…”, Kakata si volta, lentamente. Il suo viso esprime solo la disperazione di chi ha perso tutto, anche se il suo doppiatore pronuncia la frase come se stesse annunciando che sta andando a tagliarsi le unghie. Ha in mano due bicchieri. “Ha sciolto completamente il ghiaccio, maestà. È tutto finito, i nostri mojito sono imbevibili.”

Alla visione di quelle due brodaglie annacquate che un tempo erano stati due cocktail freschi ed invitanti, ma ora non erano più niente, Topolino si lascia sfuggire di mano il keyblade, che cade a terra con un suono secco.

Axel si mette le mani fra i capelli e cade in ginocchio, piangendo di rabbia e dolore.

“No… No… Che cosa… che cosa ho fatto?! Che cosa ho fatto?!”, poi coi pugni al cielo grida “PERCHÈ, KINGDOM HEARTS? PERCHÉ?!”

“Pagheranno per questo!”, ringhia Re Topolino, una lacrima di rabbia che gli riga il viso.

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Capitolo 6
*** Chapter 6 (or was it 5?) – Memory all alone in the moonlight - I can smile happy your days (I can dream of the old days) ***


Chapter 6 (or was it 5?) – Memory all alone in the moonlight - I can smile happy your days (I can dream of the old days)

 

Nixon entra in camera sua e si chiude a chiave, poi abbassa le tende, guardandosi intorno circospetto. A quel punto raccoglie il suo I-phone, lo sistema sul comodino in posizione obliqua, e digita un codice segreto di sette cifre, poi dice ad alta voce la frase segreta che nessuno mai potrebbe pronunciare:

“La storia di Kingdom Hearts è veramente lineare e semplice da capire!”

Si sente un bip di conferma; Nixon si volta e guarda il poster dei One Direction alle sue pareti che si arrotola automaticamente, mentre un pannello sul muro sottostante si sposta e rivela uno scomparto segreto contenente una cassaforte. Nixon vi si avvicina e digita una combinazione, poi poggia il pollice sul rilevatore di impronte digitali, quindi avvicina l’occhio ad uno scanner oculare.

Identità confermata”, fa una voce robotica, “Nixon K.X.F. Rottermeier. Accesso consentito!

Con un sibilo e uno sbuffo di fumo lo sportello della cassaforte si apre. Nixon si guarda ancora una volta attorno con fare circospetto, poi infila una mano e estrae una rivista. La guarda.

Si intitola ‘BIG FAT DIRTY BITCHES’; in copertina c’è una seducente foto di Platinette a petto nudo che manda un bacio all’osservatore. Nixon non può fare a meno di farsi scappare un sorriso e leccarsi le labbra. Va a distendersi sul letto, controlla che i fazzoletti siano sul comodino, apre la rivista, si slaccia la cintura e…

“EHILÀAAAAAAAA!”

Nixon ha un mezzo infarto, lancia un grido e fa un salto di due metri, mentre un corridoio dell’Oscurità si apre davanti a lui e ne fuoriesce la testa di un uomo mascherato.

“MA PORCA EVA NON CI SI PUÒ MANCO PIÙ FARE UNA SEGA IN SANTA PACE, PORCO***** LA MA**** **** ****!!!”

“Blinda l’oscurità come fosse antani, per uno, o per due o per tre!”, fa l’individuo mascherato.

“No! No! No!”, dice Nixon, poggiando la rivista sul comodino, poi inizia a premere violentemente sulla testa del tizio per rificcarlo nel varco temporale.

“Prematurato Kingdom Hearts o scherziamo?!”, continua quello imperterrito.

“NO-CAZZO-ORA-NO-VATTENE-VIA-TORNA-QUANDO-HO-FINITO!”

“S… Sbiriguda!”, prova a dire il tizio mascherato, cercando di resistere alla spinta.

“ENTRA DENTRO QUESTA CAZZO DI VAGINA OSCURA!”

“No, basta, mi fai male, stai spingendo troppo forte!”, esclama l’uomo mascherato.

“VOGLIO-CHE-ENTRI”, dice Nixon, ansimando per lo sforzo.

“No! Non voglio!”

“Sì! Dentro! Dentro!”

“La tua violenza non ha giustificazioni!”

“Uff… Pant… Dentro, così!”

“Aaaaah! Aaaah! Basta! Aiuto!”

“Sì! Così! Così mi piace!”

“No! No!”

“Nixon, ho sentito urlare! Che diavolo sta succedendo là dentro?!”, fa una voce alla porta.

“Oh no! È mia madre! Guarda che hai combinato!”, esclama Nixon.

“Nixon, sei in compagnia?! Apri questa porta!”

“L’oscurit… mpmmmfff!”, cerca di gridare il tizio mascherato.

“Vattene via subito!”

Mmmpff… solo… mmpff… se dopo mi stai ad ascoltare!”

“Nixon, io e te dobbiamo fare un discorsetto sulle api e i fiori!”, dice la mamma di Nixon, “lo sai che le api non possono impollinare i fiori se questi non esprimono un chiaro ed esplicito consenso, altrimenti le api rischiano dai cinque ai dieci anni di galera, e anche se magari il fiore era consenziente e le api vengono assolte sbattono comunque la faccia e i nomi delle api sui giornali, e poi i fiori vanno a fare manifestazioni contro le suddette api e contro la magistratura che discrimina i fiori, e incitano tutti al linciaggio delle api e comunque la vita delle api è rovinata per sempre?!”

“Va bene! Va bene! Dopo ti ascolto!”, dice Nixon, cedendo alle pressioni dell’uomo mascherato, “ora vattene!”

“Ok! Sbiriguda!”, dice l’uomo mascherato sparendo nel corridoio dell’oscurità a forma di vagina.

“Basta, Nixon! Apri subito questa porta!”

Nixon getta in tutta fretta la rivista sotto il letto, poi corre ad aprire la porta. Ovviamente non vediamo fisicamente la donna, è tipo gli adulti nei Peanuts che non li vedi mai in faccia.

“Ueeeè! Ciao, mamma! Che si dice lì… lì dove stai, ehm… nel mondo dei genitori?”

“Nixon Kolumbrus Xaros Francis Rottermeier!”, fa la madre, imperiosa, “ho sentito venire dalla tua camera dei rumori molto sospetti che ricordavano i suoni di uno stupro anale gay in cui tu fossi il partner insertivo!”

“Naaaaaaah!”, fa Nixon, “ma figurati! Cioè, lo stupro anale ci può anche stare; ma io, gay? Maddai!”

“Tu non me la conti giusta!”, riprende la genitrice; “stai prendendo una brutta strada! Secondo me non ti fa bene stare sempre con quella compagnia di soli maschi molto più grandi di te e perennemente incappucciati! Perché non frequenti un po’ di più la tua amica Gina, per esempio? Sembra una così brava ragazza!”

Nixon impallidisce, si gratta la nuca e ridacchia nervosamente.

“Eheheheh… sì, mamma, hai ragione… Ma credo che Gina in questo momento sia a pezzi dentro una valigia nelle fogne… CIOÈ IN VIAGGIO! VOLEVO DIRE IN VIAGGIO!”

C’è un attimo di silenzio, poi la madre ispeziona bene con lo sguardo la camera, quindi ricomincia a parlare, con voce addolcita:

“Va bene, formaggino mio; non vedo ragazzi reduci da stupro dentro la tua camera, quindi forse mi sono preoccupata eccessivamente quando ho sentito quella voce maschile gridare disperata implorandoti di interrompere la penetrazione. Comunque, mio dolce caciottino, ti farebbe davvero tanto bene uscire un po’ di più, conoscere gente nuova. Mi fa tanto preoccupare questo tuo strano carattere, e questa tua perenne espressione imbambolata tipo bradipo con paresi facciale!”

“Va bene, mamma, hai ragione”, dice Nixon, tirando un sospiro di sollievo; “cercherò di risentire… ehm… alcune amiche”.

La madre sorride, tranquillizzata.

“Allora vado a preparare la merenda. Per favore, rimetti un po’ in ordine la tua stanza, però. E cerca di chiudere quel corridoio dell’oscurità aperto sopra il tuo letto, lo sai che da lì ci entrano un sacco di zanzare e di Heartless!”

Nixon strabuzza gli occhi e si gira, vedendo effettivamente che c’è un corridoio dell’oscurità spalancato proprio sopra il suo letto.

“Ok, mozzarellino mio, ora me ne vado; probabilmente ora vorrai essere lasciato in pace a masturbarti con le tue riviste di donne obese. Un bacio!”

Nixon resta lì con la porta aperta e la bocca spalancata come la Bocca della Verità, finché una voce alle sue spalle fa: “Ehi! Psss! Psssss! Bimbo! Vieni, devo parlarti dell’oscurità del cuore!”

Nixon si risveglia dalla trance, chiude la porta, e ciondolando come uno zombie raggiunge il letto; poi tira un lungo sospiro sconfortato.

“Sì? Che cavolo vuoi?”, chiede all’uomo mascherato.

“Sbiriguda il cuore con scappella…”

“E BASTA! Dimmi chemminchia vuoi così poi te ne vai un po’ affanculo!”

“Madonna, quanto sei irritabile. E volgare, pure”, dice l’individuo mascherato; “comunque, credo che dovresti scappare di casa a bordo di un monopattino stellare e andare a visitare altri mondi. Così, per cambiare aria.”

Nixon tace per qualche secondo, inarcando un sopracciglio.

“Ma tu sei tutto scemo.”

“Ma dai! Sarà divertente! Potresti vedere altri paesi, visitare musei, assaggiare tanti cibi diversi, sconfiggere creature mostruose, rischiare la vita, usare il tuo cuore per costruire il X-blade...”

“Ma va’ a farti fottere”, fa Nixon, alzandosi in piedi e dirigendosi verso il corridoio.

“Fermo lì!”, fa l’uomo mascherato; “forse non sono stato chiaro: metti il culo su quel monopattino stellare e parti per una missione senza senso per i mondi! ADESSO!”

Nixon si volta, sgrana gli occhi sorpreso da quell’aggressività, e risponde:

“Ma perché devi rompermi le balle così?”

“Perché sì. Non farti tutte ‘ste domande o dentro un videogioco di Kingdom Hearts non resisterai a lungo. Avanti, muoviti!”

“Non credo proprio”, dice Nixon e si volta di nuovo facendo per allontanarsi.

Poi sente delle voci registrate alle proprie spalle:

“ENTRA DENTRO QUESTA CAZZO DI VAGINA OSCURA!”

“No, basta, mi fai male, stai spingendo troppo forte!”

“VOGLIO-CHE-ENTRI”

*ansimi e gemiti*

“No! Non voglio!”

“Sì! Dentro! Dentro!”

“La tua violenza non ha giustificazioni!”

“Uff… Pant… Dentro, così!”

“Aaaaah! Aaaah! Basta! Aiuto!”

“Sì! Così! Così mi piace!”

“No! No!”

Nixon si irrigidisce e si volta di nuovo, lentamente, e vede l’uomo mascherato che giocherella fra le dita con un audioregistratore.

“Eh eh eh…” ridacchia, “certo sarebbe una disdetta se un nastro così finisse nelle mani delle forze dell’ordine… Immaginati la scena”, fa una vocina patetica: “oh, signor giudice, è stato orribile! Io mi fidavo di Nixon, ma quel… quel mostro mi ha violato nell’intimità! Buhuhu!

Nixon sbianca come un fantasma.

“Insomma, credo che tu abbia capito la tua situazione”, dice l’uomo mascherato; “il tuo monopattino stellare è qui fuori. Su, su, muovi le gambine, hop-hop!”

Nixon si ficca le mani in tasca e si avvia all’esterno, mormorando fra sé e sé tutte le peggiori bestemmie che riesce a concepire.

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Capitolo 7
*** Chapter 7 – You are safe in my heart and – My heart will go on and on ***


Chapter 7 – You are safe in my heart and – My heart will go on and on

 

“Ultimamente I miei problemi di autostima sono molto peggiorati, dottoressa”, dice Malefica, con aria sconfortata.

Lo studio è un po’ spoglio, a parte la scrivania a cui lei e la dottoressa sono sedute gli unici ornamenti sono una pianta di ficus e un attestato appeso al muro: ‘dottoressa Lerena Wasabi, psichiatra e psicoterapeuta’.

“Si sfoghi pure, signorina Malefica”, dice la dottoressa, aggiustandosi gli occhiali sul naso; “siamo qui anche per questo.”

Malefica si sostiene la testa con una mano e ha un’espressione corrucciata.

“È che, vede, dottoressa, io ho sempre basato la mia vita su una certa immagine di me… ho sempre puntato molto sulla carriera, non so se mi spiego. Sin da piccola mi sentivo portata per fare il cattivo Disney, mi veniva un po’ naturale, diciamo; anche il nome calzava molto bene, non è mica un nome d’arte o che, sa? Mi chiamo proprio Malefica. Quindi capisce che vedevo questo ruolo di perfida strega un po’ con un senso di predestinazione. Ci ho messo veramente tutta me stessa per diventare una cattiva perfetta, è stato un lavoro duro.”

“Però ha ripagato, non è vero?”, fa la dottoressa, scostandosi i capelli biondi da un orecchio; “è diventata una cattiva di grande successo.”

“Lo pensavo anche io. Ma poi le cose hanno iniziato ad andare male…”, risponde Malefica.

“Me ne parli”

“Vede, è iniziato quando ho deciso di ricoprire questo ruolo di grande rilievo in Kingdom Hearts. Ero sempre stata una cattiva solo nel Regno Incantato, che non è che fosse male ma, ecco, adesso potevo essere una minaccia di livello multiversale, era un po’ un salto di qualità. E arriva questo vecchiaccio bacucco, questo Xehanort, che mi offre la possibilità di fare il salto, ovviamente colgo l’occasione. E per un po’ va pure tutto bene. Ma poi…”, esita un po’ prima di continuare; “poi niente, insomma sono in questo videogioco strambo in cui Paperino e Pippo combattono contro Sephiroth, e io sono questa grande minaccia che vuole dominare tutti i mondi, e faccio anche delle belle boss battle. Se non che, poi, senza preavviso, mi trombano!”

La dottoressa inarca un sopracciglio.

“Intende… in senso…”

“Ma no, no, che ha capito!”, dice Malefica, “intendo che mi declassano, puff, così! Un attimo prima ero il Big Bad, e un attimo dopo sono morta e viene fuori che ero un burattino! Ma le sembra bello questo modo di fare?”

“Deve essere stato sgradevole.”

“Altroché! Poi da lì è andato tutto in discesa. Intendiamoci, il lavoro di cattivo ha i suoi lati negativi, come tutti i mestieri, suppongo; morire e poi resuscitare senza motivo e senza spiegazione alcuna nel capitolo successivo sono cose che capitano quando fai questa scelta di vita, non è quello il problema. È che poi mi fanno ritornare e mi hanno trasformato in una pippa, scusi la volgarità.”

“Ma si figuri.”

“Da allora ho cominciato a fare solo cose ridicole… giro per i mondi cercando di creare Heartless, che mi sembra anche una cosa molto scema visto che la prima volta che l’ho fatto non è che mi sia andata proprio benissimo. Peraltro pure gli Heartless si sono rammolliti un sacco, quindi vado lì, e faccio queste cose cattive, ma poi alla fin fine non sono io la vera minaccia e finisce che mi sento utile come un preservativo ad una riunione di Arcilesbica. E poi mi vengono in mente un sacco di piani stupidissimi che non portano da nessuna parte, e ovunque mi giro e mi volto invece trovo questo Xehanort, che ne spuntano continuamente nuove versioni e fa tutto lui… E Xehanort di qui, e Xehanort di là, e Xehanort che prima è tipo il diavolo, poi diventa un Nessuno e inizia a parlare come Papa Francesco, e poi diventa la brutta copia di Darth Sidious, e poi diventa giovane, e poi gli spuntano i capelli a punta… Cavolo, io mi devo trasformare in un drago per fare bella figura e quello cambia taglio di capelli ed è un uomo arrivato! Cioè, lei capisce che effetto mi fa? Io ho sempre fondato la mia vita su quest’immagine di me stessa come cattiva competente, temuta, odiata! Mi sono sempre ritenuta una cattiva piuttosto brava in quello che faccio, adesso invece mi trovo ad essere trattata quasi come se fossi… buona! Che poi forse avrà visto quel film con Angelina Jolie, e capirà che cose come quella non aiutano né con la mia immagine pubblica né con la mia autostima, cioè, mi hanno trasformato in un’eroina femminista! Mi sento una rovina, una vergogna per le Forze del Male. Fra l’altro fra due mesi compio ottocento anni, sono un traguardo importante ma io comincio a sentire l’età… l’orologio biologico comincia a ticchettare; io non ho mai voluto avere figli, ma prima era una mia scelta, adesso è diverso, so che presto non potrò più averne… E insomma ultimamente mi alzo dal letto la mattina, dopo queste nottatacce orrende e insonni, mi guardo allo specchio, mi vedo, vedo questa strega un po’ attempata e zitella con un lavoro insoddisfacente e mi chiedo ‘Malefica, sei la persona che vorresti essere? È questo il punto della vita a cui dovevi essere arrivata?’, e non so più che rispondermi, dottoressa.”

“Capisco perfettamente”, fa la dottoressa Lerena; “ma visto che ha tirato in ballo i figli, mi dica: la sua vita personale, invece, come va? Ci sono uomini, nella sua vita? O donne, chiaramente…”

Malefica sospira.

“Be’, ci sarebbe Pietro. È il mio tirapiedi, essenzialmente.”

“Che tipo è?”

“Be’, fa il duro ma in realtà ha un animo molto dolce, e tiene veramente tanto a me; fa sempre di tutto per farmi contenta, è praticamente perfetto.”

“Sembra che sarebbe un buon partner.”

“Ma stiamo scherzando?! A me piace l’uomo stronzo, quello che ti tratta male, grida, ha un esercito di animali feroci e ha un complotto geniale per distruggere il mondo; tipo Vladimir Putin. Pietro è un bonaccione, che figura ci farei a mettermi con lui?  Nono, friendzone, assolutamente.”  

“Capisco. Purtroppo il nostro tempo sta per scadere. Nella seduta di oggi sono uscite fuori delle cose interessanti. Le lascio qualche spunto su cui riflettere da portarsi a casa. La prima cosa che secondo me lei deve realizzare è che lei è veramente una cattiva di grandissimo successo. Malefica non è solo un nome, è un brand, è un simbolo dei cattivi Disney; si ricordi sempre questo. La seconda cosa che ritengo sia importante dirle è che essere femminista ed essere una cattiva non sono assolutamente due cose in conflitto. Ho molte amiche femministe che sono dei veri mostri. Io stessa mi reputo femminista, ho dovuto esserlo per forza visto che ho lavorato per anni in un ambiente in cui ero l’unica donna insieme a dodici maschi e avevo un rango bassissimo, e le lascio immaginare come mi trattavano; eppure sono una cattiva di prim’ordine. Oserei dire che essere femminista può essere un valore aggiunto alla cattiveria di una donna.”

Malefica fa un’espressione poco convinta.

“Inoltre”, prosegue la dottoressa, “credo che lei dovrebbe smetterla di fare confronti fra sé stessa e altri cattivi. Ogni persona è unica come un fiocco di neve e deve vivere la propria vicenda, superare le proprie sfide e vincere le proprie battaglie.”

“Ma Xehanort…”

“Lei non deve confrontarsi con Xehanort. Possiamo anche dirlo chiaramente, Xehanort è una Mary Sue, un raro caso di ‘Villain Sue’, Mary Sue cattiva, ma è indubbiamente una Mary Sue di quelle che entrano nella leggenda e nella storia della marysuaggine. Non può vincere un confronto contro una Mary Sue. Ma d’altro canto le Mary Sue sono incredibilmente noiose, nessuno le odia davvero… Cioè, tutti vogliono vederle morte, come con Xehanort, ma nessuno poi davvero le ha in stima. Lei invece ha fatto la storia della cattiveria da cartone animato, signorina Malefica; se mi permette un’opinione personale, e qui mi lasci uscire un attimo dal ruolo di terapeuta, io credo sia molto meglio lei di Xehanort. Deve solo recuperare la fiducia in sé stessa. Perché non fa qualcosa di nuovo per rimettersi in pista? Potrebbe mettere su un bel piano malvagio come ai vecchi tempi.”

“Facile a dirsi, dottoressa…”

“Le sembra difficile ora perché lei è depressa, ma vedrà che riuscirà a rimettersi in movimento. Lei ha anche tirato in ballo la questione dei figli… Io sospetto che lei abbia iniziato a pensare ai figli solo come un ripiego, visto che la sua carriera non sta andando come lei vorrebbe. Questa è una ragione sbagliatissima per volere dei figli, quindi prima di pensare a cose come la procreazione dovrebbe chiarire dentro di sé se si tratta di una cosa che desidera davvero. La società ci manda il messaggio che una donna che non ha figli è una donna fallita, ma le assicuro che non è affatto vero e che la genitorialità dovrebbe essere una cosa che si vuole dal profondo del cuore, non una che si fa per andare incontro alle aspettative della società. Secondo me lei non vuole davvero figli, me lo lasci dire; secondo me ciò che la preoccupa non è tanto il fatto di volere figli, ma il fatto che sa che presto anche se li volesse non li potrebbe avere più. Su questo, lasci che le dica qualcosa di molto pratico: lei vive nel Regno Incantato, no? Se non sbaglio lì la fecondazione eterologa è legale, ed eventualmente c’è anche la gestazione per altri, quindi lei potrà avere figli ancora per qualche decennio se non per un secolo. Non si faccia prendere dall’ansia su questo. E poi c’è la sua frequentazione con Pietro… Durante la prossima seduta ne riparleremo meglio. Comunque il mio suggerimento, per ora, è: perché non prova a conoscerlo meglio, a guardarlo con occhi diversi? Magari sotto la scorza buona e gentile si nasconde un essere ripugnante, una vera carogna che non sfigurerebbe accanto a quel tipo che diceva prima, ‘Sputnik’.”

“Putin”, corresse Malefica, “comunque capisco cosa intende. Sui farmaci invece cosa facciamo?”

“Dunque, se ben ricordo lei sta prendendo il Prozac, giusto? 30 mg alla sera, mi pare. E ci avevamo messo anche…” cerca un po’ fra i suoi appunti “… Il litio, giusto?”

“Sì, dottoressa”, dice Malefica; “del litio però non sono contentissima, mi ha fatto mettere su qualche chilo.”

“Capisco, ma mi sa che in questo periodo lei ha bisogno di un aiuto farmacologico un po’ più forte per tirarsi fuori da questo brutto momento. Il litio direi che non lo tocchiamo, ma aumentiamo il prozac a 60 mg; li scaliamo, ovviamente, mi prende 45 mg per una settimana, prima, e solo poi passiamo a 60, va bene? Mi raccomando, li divida fra la mattina e la sera, 30 mg la mattina e il resto la sera”

“Va bene. Grazie, dottoressa, non so cosa farei senza di lei.

“Ma si figuri. Sono ottanta euro.”

 

Fuori dallo studio della dottoressa Malefica trova una splendida giornata.

“Oh, fantastico! Ci mancava solo questa!”, impreca, “quando ero uscita piovigginava, adesso il sole! Non ho manco l’ombrello! Che clima di merda questo posto!”

Si avvia sotto il sole borbottando maledizioni, quando qualcosa le urta leggermente la gamba. Guarda in basso e vede un pallone da calcio. Malefica si china e lo raccoglie

“Scusa, signora, scusa”, fa un bimbetto avvicinandosi tutto preoccupato; “non l’abbiamo fatto apposta! Ci ridai il pallone?”

Il bambino si avvicina e lei glielo porge.

Dannazione, ma che fai, Malefica?, pensa la strega; non potevi almeno bucarglielo, o almeno tenertelo un po’ prima di darglielo, giusto per tenerli sulle spine? O almeno almeno rimproverarli per averti chiamato ‘signora’!

“Grazie mille, buona signora!”, fa il bambino; “ehi, ma… non ti ho già visto da qualche parte, signora?”

Malefica sorride soddisfatta; forse la giornata non è stata un completo fallimento, pensa.

“Ma sì, sei Malefica! La fata buona di quel film con Angelina Ggiolì!”

Il sorriso si gela sul volto di Malefica.

“Ehi, ragazzi!”, dice il bambino rivolto ai suoi compagni di gioco, “venite a vedere, c’è Angelina Ggiolì!”

“Uuuh! Angelina Ggiolì!”, fanno gli altri bambini avvicinandosi; “ci autografi il pallone, signora Ggiolì?”

Malefica impallidisce e indietreggia, come colpita al cuore.

“Signora lo sai che eri più bella nel film?”

“Autografo, autografo!”

“No… No… Andate via…”, si lamenta debolmente Malefica, cercando di spingerli via.

“Grazie che proteggi la foresta dal re cattivo, Angelina!”

Malefica scoppia in urla disperate e inizia a scappare, inseguita dai ragazzini.

“Perché scappi, buona signora? Noi ti vogliamo bene!”

“No, aiuto! Andate via!”, strilla Malefica, infilandosi in una strada laterale. Sbianca come un lenzuolo quando si accorge di essere in un vicolo cieco. Il branco di bambini si affaccia all’entrata del vicolo.

“Eccoti, buona signora! Perché scappavi? Vogliamo solo riempirti di tanti abbracci e bacini affettuosi!”

“Aiuto! Qualcuno mi aiuti!”

“Ma perché urli, signora? Tanto non ti sente nessuno!”, dice uno dei bambini, quello più alto e affettuoso; “e poi lo sappiamo che in realtà ti piace, perché sotto sotto sei buona…”

I bambini si avvicinano e la circondano.

“Bene, buona signora, ora ci divertiamo un po’ con te… Dai, trasforma un animale in un drago, sarà divertente!” tutti i bambini battono le mani, avvicinandosi da ogni lato minacciosamente.

“No! No! Andate via, ripugnanti piccoli mostri, andate via!”

“Ihihihi!” Ridacchiano; quello più alto si avvicina; “e adesso tanti abbracci alla signora!”

Malefica chiude gli occhi per non vedere quelle braccia bramose avvicinarsi, e attende l’inevitabile. Ma ecco che sente un urlo, seguito da molti altri. Riapre gli occhi. I corpi dei bambini sono in fiamme, e scappano tutti di qua e di là; uno di loro sbatte al muro e cade a terra, rotolandosi disperato nel tentativo di spegnere il fuoco, mentre gli altri abbandonano il vicolo.  

Malefica non si rende ancora conto di cosa sia successo, ma è chiaro che adesso è in salvo, e tira un sospiro di sollievo. Ed ecco che davanti a sé, all’entrata del vicolo, vede un individuo piuttosto strano. È un tipo in giacca e cravatta grigie, con occhiali spessi come fondi di bottiglia e affetto da forte calvizie; il tipo è impegnato a ripiegare un lanciafiamme e riporlo nella sua ventiquattr’ore.

Malefica si alza in piedi e va incontro a quell’uomo.

“È … è stato lei a salvarmi, vero?”

L’uomo non la guarda neanche in viso.

“L’ho fatto solo per i miei scopi malvagi”, risponde.

Malefica resta ammirata da quella risposta.

“Vuol dire che… lei… ha bruciato vivi dei bambini… per divertimento?”

“Precisamente”, fa l’uomo, richiudendo finalmente la valigia e guardando Malefica in viso.

Lei sorride estasiata.

“Ma è privo di qualsiasi morale! Lei deve essere un cattivo professionista!”

“In effetti sì”, risponde l’uomo; “Arturo Giacomelli, avvocato penalista; ecco i miei contatti”, fa l’uomo porgendo un biglietto da visita che Malefica legge con attenzione.

“Cavolo…”, fa Malefica, quasi spaventata.

“E non ha sentito il peggio: sono specializzato in difesa del diritto d’autore”, dice l’avvocato, sistemandosi la cravatta e sorridendo soddisfatto.

Un brivido percorre la schiena della fata. Con quell’uomo non era il caso di scherzare.

“Sia chiaro che non sentirà una parola di ringraziamento da me!”, fa Malefica, comprendendo la necessità di non sfigurare di fronte ad un tale campione della cattiveria.

“Oh, non mi aspettavo niente del genere, signorina. Dopotutto Malefica deve essere all’altezza della propria fama. Maledire una bimba in fasce non è una cosa da dilettanti.”

“Ma allora lei mi conosce?”, fa lei, piacevolmente sorpresa.

“Conoscere le persone fa parte del mio lavoro, signorina”, risponde l’uomo. “Comunque, devo dire che le notizie che mi sono arrivate ultimamente sul suo conto sono piuttosto desolanti. Aiutare i buoni a sconfiggere la vera minaccia… Non avere neanche una boss battle… metter su piani ridicoli che non portano da nessuna parte… Sembrerebbe che lei non sia più la cattiva di una volta, signorina Malefica.”

Malefica si sente come se le avessero pugnalato il cuore. Sì, di nuovo.

“Forse tutto sommato questa conversazione è perdita di tempo”, dice Giacomelli; “è chiaro che la Malefica di cui avevo tanto sentito parlare non c’è più. La saluto, signorina”, fa l’avvocato facendo per andar via.

“Un momento!”, esclama Malefica, ferita nell’orgoglio e piuttosto arrabbiata; “ma come si permette di parlarmi così?! Ok, non sarò un avvocato penalista, e magari starò passando un brutto periodo, ma sono comunque ancora una cattiva di primissima classe!”

L’uomo si volta lentamente, mostrando un sorriso maligno. Malefica avverte un’emozione nuova nel vedere quella bocca contorta in un ghigno senza allegria da cui mancano vari denti. Sente un calore alle parti basse di cui non credeva più di essere capace.

“Lei dice, signorina? Sarebbe pronta a dimostrarlo? A mostrare al mondo che Malefica è ancora capace di inenarrabile perfidia? Sarebbe pronta ad avere un ruolo di primo piano nella trama più diabolica e malvagia che mente umana abbia mai concepito?”

 “Sì, sarei pronta!”, risponde lei, decisa.

“Bene…”, fa l’avvocato; “in questo caso ho una proposta da farle.”

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Capitolo 8
*** Chapter 8 – Look but please don’t touch the glass – Eyeballs don’t leave fingerprints ***


Chapter 8 – Look but please don’t touch the glass – Eyeballs don’t leave fingerprints

 

Terra è disteso sul letto nella sua stanza, immerso in pensieri oscuri. Le parole dell’uomo pelato e abbronzato dall’aria inquietante che non è Xehanort lo tormentano.

“Cielo, io ho passato tutta la vita a cercare di fare il bravo e buono, a non cedere all’oscurità, ma in effetti non mi ero mai posto la questione se ne valesse la pena o meno! Quell’uomo che non era Xehanort mi ha veramente instillato un dubbio!”

Terra volge lo sguardo al suo comodino, su cui è poggiata una cornice d’argento con la foto autografata di Justin Bieber.

“Oh, Justin… mio idolo e punto di riferimento nella vita! Se solo ci fossi tu qui con me a consigliarmi! Non sai quante volte sogno di averti qui accanto al letto; nei miei sogni la tua mano mi accarezza, e la tua voce sicura e virile mi guida attraverso le difficoltà della vita!”

Terra si lascia andare ad un sospiro. Poi dice:

“Vabbe’, ma tu qui non ci sei, quindi vediamo a chi altri posso rompere le balle per chiedere consigli!”

Afferra il suo smartphone e richiama i numeri più telefonati. Al primo posto compare ‘Nixon K.X.F. Rottermeier’; al secondo ‘Master Eraqus’.

Il dito indugia su ‘Master Eraqus’ per qualche secondo.

“Uhm… mi servirebbe il consiglio di qualcuno che ne capisca molto di cuori, oscurità e keyblade…”

Sta per premere su ‘Master Eraqus’.

“Però anche un ragazzino sociopatico che ogni volta che mi risponde al telefono sbuffa e sembra che stia per mandarmi affanculo farà al caso mio!”

E preme su ‘Nixon K.X.F. Rottermeier’.

 

Nixon è accanto al suo monopattino stellare. Lo guarda da tutti i lati, non riuscendo a capire da dove cazzo si accenda.

Eppure ne avevo uno uguale uguale, prima che me lo rubasse quel tizio incappucciato con le orecchie enormi!

Le sue elucubrazioni vengono interrotte dalla vibrazione dell’I-phone. Lo tira fuori dalla tasca e legge il nome di chi lo sta chiamando.

“Oh, no! È Terra! Ci mancava solo lui! Se rispondo mi attacca un pippone che non finisce più!, pensa ad alta voce Nixon; “quasi quasi lo ignoro…”

Quand’ecco che sulla spalla di Nixon compare un minuscolo Sora con aureola e bianche ali d’angelo.

“Niiixoooon!”, dice l’angioletto-Sora, “ascolta la tua coscieeeenzaaaaa…. Rispondi al cellulaaareeeee…”

“La mia buona coscienza?!”, esclama Nixon; “pensavo di essermi occupato di te mesi fa! Che ci fai ancora in circolazione?!”

“Niiiixoooon… dovresti saperlo che il cianuro non funziona su entità che sono prodotto della tua immaginazioneeeeeee…”

“Uff… potresti almeno evitare di strascinare l’ultima parola di ogni frase?”

“Mi sa proprio di nooooooooooooooooo…”

Nixooooon… Cioè, Nixon, guarda il cellulare, che continua a squillare.

“Ehi, stronzetto! Non ti azzardare a rispondere!”

La voce proviene dall’altra spalla; Nixon guarda e vede un minuscolo Riku con le corna rosse e la solita espressione di Riku da ‘ce l’ho solo io nell’universo’.

“Oh, bene!”, fa Nixon; “voglio sentire anche la tua campana, cattiva coscienza!”

“Non devi assolutamente rispondere! Lo sai che poi ti caga il cazzo per tre ore, e tu hai altre cose da fare!”, dice il mini-Riku.

“Niiixoooooon! Devi rispoooondereeeeee! Ti ricordi cosa è successo l’ultima volta che non hai risposto a Terraaaaaaaa? Si è tagliato le vene e lo hanno ritrovato nella sua vasca da bagno quasi dissanguatooooooooooo…”

“Ecchissenefrega!”, fa il mini-Riku, “così è la volta buona che ci liberiamo di quel cretino! Non l’ho ancora perdonato per quando ha preso in giro i capelli di Nixon insinuando che fossero poco puliti!”

“Quella volta mi ha fatto davvero innervosire!”, ringhia Nixon; “mini-Riku ha ragione! Io non gli rispondo!”

“Nixoooooon!”, fa l’angioletto Sora, “guarda che se poi si ammazza danno la colpa a teeeeeeee! Potrebbero indagare su di te e su altre cose che hai fatto, e non è il momento buono per subire un’inchiesta giudiziariaaaaaaa…”

“Oh, poffarre!”, esclama il mini-Riku, “a questo non ci avevo pensato! In effetti sarebbero guai! Forse dovresti rispondere.”

“Ma come? Hai cambiato idea?”, chiede Nixon.

“Non fraintendermi, credo che un giorno Terra dovrà pagarla per aver offeso i tuoi fantastici capelli, ma in questo momento non puoi accumulare altri reati sulla tua fedina penale!”

“Visto che avevo ragioooooneeeeeeee?”

“Sigh”, sospira Nixon, “suppongo che non ci sia altra scelta, allora…”

“No!”

“Decisamente nooooooooooooooooo…”

“Va bene, rispondo, ora però sparite!”

Le due entità immaginarie scompaiono. Nixon, avvicina il dito al simbolo di risposta con lentezza esasperante, come se ogni millimetro fosse un colpo di pestacarne sui coglioni.

“… Pronto…”, risponde, la sofferenza traspira in ogni singola sillaba.

Nixon!”, fa la voce di Terra, “amicissimo mio! Quanto tempo che ci hai messo a rispondere! Che stavi facendo? Di sicuro non ti stavi lavando i capelli! Ah ah ah!

Io lo ammazzo io lo ammazzo io lo ammazzo…

“Eh eh eh… ma che simpatico che sei… eh eh eh… Dimmi che cosa ti serve, caro.”

Ho un grosso problema, e mi serve un tuo consiglio! Sto avendo delle tremende crisi d’ansia, mi sono appena preso una doppia camomilla ma ancora ho tutta la mano che mi trema, una cosa incredibile guarda, non riesco manco ad allenarmi con il keyblade, che è un problema perché allenarmi con il keyblade era l’unica cosa che facevo tutto il giorno da appena sveglio a mezzogiorno fino a quando non vado a letto alle sei del pomeriggio!

Nixon comincia già ad avvertire una sensazione come di un gatto appeso con le unghie ai maroni.

Comunque, ti spiego subito il problema: ieri stavo facendo la guida per alcuni turisti; ricordi che il Maestro Eraqus mi ha dato da fare un secondo lavoretto per tenermi impegnato? Che personalmente la cosa mi lascia molto frustrato, ricordi che ti ho detto anche che io mi sento piuttosto insoddisfatto di come mi tratta; cioè, non è che mi faccia proprio schifo svolgere queste mansioni, ma non mi sento valorizzato appieno dal maestro Eraqus, io mi impegno tanto e lui non fa altro che dire sempre ‘Terra, Terra, devi tenere più sotto controllo l’oscurità’, ma io già mi trattengo il gas nell’intestino per delle ore a lezione, e mi sembra che questa cosa già dovrebbe essere almeno un pochettino premiata, invece quello rimbrotta, che poi se ci pensi bene una persona brillante e capace come me dovrebbe essere già maestro del keyblade se la cosa si basasse sul merito, cioè, non sono mica un bimbetto come te, che per carità, non voglio dire che tu sia un cattivo allievo, però, ecco, dobbiamo dircelo, io sono parecchio più maturo e brillante di te, che comunque sei brillantissimo, non fraintendermi, credo che la cosa che ti trattiene di più siano quei capelli, potrei consigliarti uno shampoo per capelli grassi che è una favola… Scusami, forse sto divagando un pochetto?

“No… tranquillo… non ho mica altro da fare…”

Nixon lancia uno sguardo veloce alla finestra della propria stanza, e vi scorge l’uomo mascherato che lo guarda e si batte due dita sul polso facendogli segno di tenere d’occhio l’orologio.

Ah, bene, comunque, ti dicevo, stavo facendo la guida turistica al cimitero dei keyblade, dove ci sono tutti questi turisti giapponesi stupidi come scarpe che non è chiaro che cosa ci trovino di bello nel cimitero dei keyblade, cioè, i miei genitori mi hanno comprato un viaggio alla Terra dei Draghi quando ho preso la maturità, ed è tutta un’altra cosa, a parte che ci sono queste cinesine fantastiche che a letto fanno veramente fuochi d’artificio… ah ah ah… l’hai capita? Comunque, insomma quelli forse non possono andarci in Cina perché sono poveri, e allora vanno lì per vedere questi keyblade che sono pure morti, che non capisco perché vogliano vedere dei keyblade morti quando alla Lidl stanno facendo una svendita di Keyblade vivi e attivi e ormai ce l’hanno tutti… Fra l’altro i miei genitori mi hanno regalato il mio primo keyblade quando ho fatto diciotto anni, ed era mille volte meglio di quelli lì, mica un wayward wind qualsiasi, era una roba di livello insomma… oh, scusa, dimenticavo, forse il tuo keyblade era il wayward wind? Che è un ottimo keyblade, eh, per carità, non voglio insinuare niente, però, diciamolo, non è come quello che avevo io, quello era un prodotto di qualità, i miei l’avevano pagato tipo duemilacinquecento munny, che sono una cifra, ma coi proventi della fabbrica di gelato al sale marino di papà noi queste cose ce le possiamo permettere...

Nixon ha estratto un tagliacarte dal taschino e lo tiene sospeso minacciosamente sul polso.

Insomma fra i turisti c’è questo tizio abbronzato, che somiglia vagamente a master Xehanort, pure tutto pelato, che mi chiedevo se quando sei messo così male non sia il caso di prenderti almeno un parrucchino; cioè, mio padre si è fatto il trapianto di capelli quando ha iniziato a perderli, ma noi ce lo possiamo permettere, forse questo tizio no perché c’aveva un pochino l’aria del morto di fame, ma almeno un toupet cazzo prenditelo che non è manco bello farti vedere in giro così, no? Certo poi se uno i capelli non se li deve lavare, forse è meglio rasarseli a zero, non che io voglia insinuare niente su di te, hai dei fantastici capelli…

Il cervello di Nixon, ormai seriamente danneggiato, comincia a produrre un’allucinazione in cui una pecora in motocicletta con in bocca una pipa che si sta sciogliendo come in un quadro di Dalì cerca di vendergli una batteria di pentole, mentre sullo sfondo dei Nessuno-Berserker ballano sulle note di ‘Redefinition (of Disco)’. Le parole di Terra cominciano a sfuggirgli, coglie solo dei frammenti del discorso, che comincia ad apparirgli completamente privo di senso.

…Insomma alla fine se ne vanno tutti e mentre pulisco il trenino, che poi secondo me non spetterebbe mica a me pulire il trenino, cioè, quella è una cosa che potresti fare tu, semmai, ma io diciamocelo sono ad un livello un po’ più alto; comunque non ti trovo che questo mi ha lasciato il suo biglietto da visita sul sedile, con tanto di numero di telefono ed e-mail? E io mi sono chiesto se magari questo qui non è gay e ci sta provando con me! Che sia chiaro, sai che non ho nulla contro i gay, dopotutto anche tu sei un po’ effeminato ma non per questo ti escludo dalle mie amicizie, no? Che poi la mia famiglia mi ha sempre insegnato che gli altri vanno rispettati anche se sono poveri o finocchi o pelati, però io sono etero, cioè, a me mi piace la figa, lo sai che me ne porto a letto quattro diverse alla settimana, insomma, io non sono come te che scopi una volta ogni sei mesi e ti va bene così e ringrazi pure il cielo, io sono uno di successo, e tu capisci che questo porta con sé un sacco di problemi perché per esempio ti abitui a tutto questo sesso e poi non riesci più a farne a meno facilmente se per esempio una settimana ti influenzi, certe volte ti invidio, tu vivi una vita così semplice mentre invece la mia è resa così complicata dai soldi e dal sesso e dal talento, e poi quando sei uno attraente come me ti capita di attirare le attenzioni di qualche vecchio pervertito o di qualche topo incappucciato con enormi orecchie tonde, e io non so mai come gestirle, poi però ho pensato che questo tipo non faceva le mossette e non era vestito come una checca e non mi sembrava neanche uno stilista famoso, quindi non poteva essere davvero gay e blablabla…

Nixon ormai è smarrito in un sogno; le parole di Terra si affastellano in un mucchio di versi incomprensibili alle sue orecchie.

Blablabla yakyakyak blateroblateroblatero ciarlociarlociarlo…

Nixon sta per perdere i sensi. Non si rende più nemmeno conto di quanto tempo sia passato, forse ore, o giorni… a un certo punto, avviene qualcosa che non sperava accadesse più:

… E questo è quanto!

C’è un attimo di silenzio.

“D-d-davvero?! Davvero davvero?!”, domanda Nixon, incredulo.

Certo! Allora, che ne pensi, Nixon? Mi serve il tuo consiglio, perché tu sei il mio migliorissimo amicissimo e non sei perfetto come me e so che il tuo punto di vista un po’ più basso sarebbe prezioso. Quale delle due cose dovrei fare?

Oh, cazzo, pensa Nixon, mi sono perso una parte importante!

Allora, Nixon? Da quello che mi dirai potrebbe dipendere il modo in cui continuerà questa storia! Cerca di non rispondermi a caso!

“Oh… e-ehm… dici che… che… ci sono solo quelle due opzioni?”

Ma sì, non ne vedo altre, e non sento neanche il bisogno di ripetere quali siano perché è completamente ovvio da tutto il mio discorso!

“Be’… be’… direi che… ehm… forse… forse l-laaa… la prima è meglio?”

Uhm…”, fa Terra, poco convinto, “ma sei sicuro? A me convinceva un po’ di più la seconda…

“Ah, be’, io direi che… che… alla fine bisogna sempre seguire il cuore, ecco!”, Nixon si fa i complimenti da solo nella mente per questa trovata geniale con cui si cava d’impaccio.

Cavolo, Nixon, hai veramente ragione!”, fa Terra; “farò come dice il mio cuore!  Sei stato prezioso come al solito! Sono fortunato ad avere un amico te, un po’ meno brillante ma così bravo a farmi vedere le cose da un punto di vista un po’ più plebeo! Adesso vado a seguire il tuo suggerimento! Un grandissimo abbraccio! Ma non toccarmi con quei capelli, eh! Ah ah ah!

“Ehehehehe…” mugugna Nixon fra i denti, ma pensando qualcosa tipo quando ci vediamo io ti faccio saltare i denti uno a uno brutto pezzo di merda infame figlio di buonadonna!

 

A quel punto Terra chiude la conversazione, e si alza dal letto, tutto soddisfatto.

“Questa telefonata con Nixon è stata veramente illuminante!”, parla da solo; “faccio a bene a tenermi fra gli amici quel poveretto; non solo faccio un’opera buona, ma alla fine è anche un bravo ragazzo e torna utile! Gli dovrò regalare uno dei miei I-phone usati per sdebitarmi! Comunque…”

Materializza il keyblade nella mano destra.

“Tempo di fare come dice lui e seguire il cuore! Il che, nel mio caso, significa cedere all’oscurità! Omicidi, stupri, puzzette in ascensore, sto arrivando! Quattordicenni vergini, dite le vostre ultime preghiere! MWAHAHAHAH”

 

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Capitolo 9
*** Chapter 9 - Fifty shades of Donald Duck – A fragmentary segment of a passage of a fragment of a piece of something ***


 Chapter 9 - Fifty shades of Donald Duck – A fragmentary segment of a passage of a fragment of a piece of something 

 

Cloud è lì in attesa sotto il lampione nell’autostrada fra i mondi. Ogni tanto lo illuminano i fari di una gummiship solitaria, che passa via rapida. I suoi occhi azzurri si perdono sull’asfalto che va a confondersi con l’oscurità all’orizzonte.

Un’altra gummiship si avvicina, e lui sa cosa deve fare. Scopre una coscia e la espone all’aria con fare seducente; la gamba raggela all’aria invernale, e le scarpe aperte tacco dodici non proteggono dal freddo.

Si aspetta che la gummiship passi via come le altre, ma questa non lo fa. Questa accosta e abbassa il finestrino. Ne sporge il muso animalesco dell’ignobile cane antropomorfo che sta al posto di guida.

“Ehi, bellezza…”, gli fa Pippo, “che bella mercanzia che abbiamo, Yuk!”

“Grazie”, risponde Cloud con finta allegria, nascondendo in un sorriso la repulsione per quell’abbietto individuo.

“Io e il mio amico, qui”, dice Pippo indicando un papero antropomorfo seduto sul sedile posteriore, “cerchiamo divertimento. Le tariffe?”

“Bocca venti a testa, cinquanta servizio completo.”

Pippo e Paperino ridacchiano:

“Ma è pochissimo, Yuk! Che poverina che sei!” la deride Pippo, mentre Paperino starnazza allegramente; “Dai, salta su, troietta!”

Cloud continua a fingere un sorriso mentre sale sul sedile posteriore della gummiship, che riparte. Accanto a lui c’è Paperino, che gli mette subito una mano sulla coscia e inizia ad accarezzarla in su e in giù, riservando a Cloud sguardi libidinosi. Cloud scopre di essere più a disagio del solito, e non riesce a togliersi dalla testa l’impressione di aver già conosciuto quelle due bestie, ma non ricorda dove. Nonostante tutto, sorride ancora.

Come sono arrivato a questo punto?, si domanda in silenzio. Se lo domanda ogni volta che un cliente lo prende su, ma la verità è che lui lo sa bene come ci è arrivato a quel punto. Non ha mai potuto dimenticare quell’appuntamento con Don Corneo, che aveva risvegliato l’oscurità nel suo cuore: la passione per la sottomissione e la violenza. Cloud lo aveva solo intuito, allora, ma adesso lo sa con certezza: gli piace essere sottomesso, picchiato, umiliato; vuole sentirsi un oggetto a letto, proprio come lo aveva trattato Don Corneo. E si odia così tanto per questo. Deve vivere una doppia vita: di giorno è un potente guerriero sempre con la situazione sotto controllo, ma di notte Cloud diventa una puttana. E gli piace. E non riesce più a farne a meno. Anche quando a trattarlo come una puttana è un sudicio animale antropomorfo.

Ma nessuno sa sottometterlo davvero come vorrebbe lui… per questo cerca quella persona… l’unico che sappia davvero fargli provare quel proibito piacere.

Paperino adesso gli accarezza i capelli, leccandosi lentamente il becco e stando attento a non pungersi le dita.

“Ehi, Paperino! Cerca di trattenerti fino a quando non arriviamo in Motel, Yuk!”

Paperino sghignazza, poi fa, rivolto a Cloud:

“Sai, carina, dobbiamo dirti la verità… non ti abbiamo preso su soltanto per il nostro divertimento carnale.”

Cloud sussulta, spaventato. Era forse finito nelle grinfie di pericolosi maniaci?!

“Ehi, non essere spaventata… Vedi, avremmo solo bisogno di chiederti un’informazione.”

“Ah”, fa Cloud, più rilassato; “di che si tratta?”

“Vedi, c’è una persona che non troviamo più, un nostro vecchio, diciamo… compagno di merende. Lo abbiamo perso di vista al monte Olimpo, ma ci è stato detto che l’hanno visto nella tua zona…”

“Non ricordo tutti quelli che frequentano la mia zona”, risponde Cloud.

“Oh, ma lui si nota, si nota molto… Non è vero, Pippo?”

“Gawrsh, se si nota!”

“Ha i capelli a punta, proprio come i tuoi, ma castani. Ha piedoni enormi e un gigantesco aggeggio con cui picchia sulla gente…”

L’attenzione di Cloud si risveglia.

“… che è a forma di chiave e si chiama keyblade.”

L’attenzione di Cloud torna a livelli basali.

“Non… non credo di ricordare nessuno così”, risponde.

L’espressione di Paperino si fa rabbiosa.

“Forse faresti meglio a pensarci un po’ su, troietta!”, ingiunge, “non ti abbiamo certo scelta per il tuo culo cadente! Noi abbiamo bisogno di trovare questa persona!”

Cloud è spaventato, ma al contempo non può fare a meno di provare quel sottile piacere... Quel papero nudo dalla vita in giù sarà pure senza pene, ma ha autorità. Gli piace.

“Io… io non lo so dove si trova, non l’ho mai visto, giuro! A parte forse in un altro capitolo del videogioco, ma lo sapete che la continuity in Kingdom Hearts è un po’ creativa!”

Paperino lo guarda male. Non è contento.

“Sei proprio… sicura?” la mano di Paperino gli afferra la spalla, la tiene molto stretta. Gli fa male. L’altra mano agita minacciosamente uno scettro magico a forma di dildo. Cloud prova dolore, paura ed eccitazione insieme.

“Forse… forse so chi potrebbe averlo visto!”

“Ora ragioniamo. Visto, Pippo? Te l’avevo detto che non avremmo neanche dovuto picchiarla!”

“Yuk! Hai sempre il tuo tocco, Paperino!”

“Bene, puttanella, parla”, continua l’anatra.

“Il mio… Il mio datore di lavoro, Ade. Se qualcuno sa qualcosa, è lui. Dovete parlare con lui!”

“Sapevo che ci saresti stata utile”, dice Paperino.

“Gawrsh, Paperino, dovremo parlare con Ade? Non è un tipo facile con cui trattare…”

“Forse la nostra signorina qui potrà darci qualche dritta anche su quello, non è vero?”

Cloud non risponde. Il senso di autorità emanato dal papero lo eccita da matti.

“Sono sicuro che potrai darci ancora molte altre informazioni utili, ma prima…”

Il volto di Paperino si avvicina a quello di Cloud, i loro respiri si confondono.

“... Direi che è arrivato il momento di divertirci, bellezza.”

“Farai l’amore con me, adesso?”, gli domanda Cloud.

“Io non faccio l’amore”, risponde Paperino; “io starnazzo. Forte.”

 

Questo capitolo serviva a mettere definitivamente a tacere coloro che continuano a pensare che Kingdom Hearts sia un gioco per bambini. Come vedete, cari lettori, Kingdom Hearts ha una storia molto seria e matura, e non ha paura di entrare nel merito di tematiche complesse e scottanti, come il dramma dei personaggi di Final Fantasy costretti a vendere il proprio corpo.

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Capitolo 10
*** Chapter 10 – Yeah, yeah, whatever – I’ll make something up for this title too ***


Chapter 10 – Yeah, yeah, whatever – I’ll make something up for this title too

 

“Salve, amici telespettatori!”, esclama con un sorriso Jerry J. Jerry; “e bentornati a ‘La mia Fan Theory’, il gioco a premi in cui in fan di Kingdom Hearts si sfidano a cercare di decifrarne la trama e prevederne i futuri sviluppi. Ed ecco i nostri concorrenti: Kikkolina09, Gigi42 e il campione in carica Cannaiolo83!”

La telecamera si sposta sui concorrenti; il pubblico li applaude.

“Bene, amici telespettatori, ricapitoliamo la situazione dei nostri concorrenti: Cannaiolo83 è in testa con un montepremi di 24.500€, segue Gigi42 con 22.000€, e in coda la nostra Kikkolina09, che dopo alcuni colpi di sfortuna è scesa a 13.000. Come ti senti, Kikkolina?”

“Mio padre ha detto che mi farà infibulare se non vinco, quindi sono un pochettino nervosa…”, risponde la bambina, gettando un’occhiata preoccupata alla platea, dove un uomo massiccio, con gli occhiali da sole e una cicatrice sulla guancia tipo Scarface fa il segno delle forbici con due dita al suo indirizzo.

“Be’, Kikkolina09, non preoccuparti perché ora sta arrivando il tuo momento: è l’ora della ‘RUOTA DI KINGDOM HEARTS’!”

Un grosso cartellone luminoso lampeggiante che porta la scritta ‘LA RUOTA DI KINGDOM HEARTS’ cala dal soffitto, e un paio di Bluciccio in bikini iniziano a ballare sulle note di uno stacchetto musicale:

Gira la ruota, yeh yeh

Guarda che ruota, yeh yeh

E da casa puoi giocare anche tuuuu

Devi solo comprarti una Playstation Twoooo

Ed un Gameboy Advanceeee

Ed una PSPIIIIIIII

Ed uno smartphoneeeee

Ed un Nintendo Diessssseeeeee

Ed un Nintendo 3Diessssseeeeee

Ed una Playstation fouuuur

E a quel punto se tu giochi ti diverti di piùuuuuuu!

Paraparapparà!

I Bluciccio fanno la spaccata e lo stacchetto si conclude.

“Fantastiche, le nostre ballerine!”, fa Jerry J. Jerry guardando i due Heartless obesi che si sono andati a mettere a fianco a lui, “eh, chissà quante mogli si arrabbiano con i mariti che ci guardano da casa, quando ci sono i nostri conturbanti stacchetti musicali, eh?”

“IHIHIHIHIHIHIH!”, ridacchiano i due Bluciccio.

“Ma non poniamo tempo in mezzo, e andiamo con Kikkolina09 alla ruota di Kingdom Hearts!”

La telecamera si sposta su un’altra sezione dello studio televisivo, dove è situata posizionata in verticale una grossa ruota con tanti disegnini sopra. Subentrano il presentatore e la concorrente.

“Bene, Kikkolina, dato che sei la concorrente col montepremi più basso, hai diritto di tentare la sorte con la Ruota di Kingdom Hearts. Sai come funziona, giusto? Giri la ruota e a seconda del simbolo che ti esce succede una cosa diversa. Se ti esce Xehanort perdi mille euro ed è anche una gran rottura di palle perché ti fa una supercazzola sull’oscurità, se ti esce Re Topolino vinci mille euro ma anche lui è piuttosto pesante da sopportare, se ti esce il Grillo Parlante hai la possibilità di raddoppiare il tuo montepremi rispondendo correttamente ad una domanda su Kingdom Hearts, se esce Testsuya Nomura sei costretta a comprare tutti i videogiochi della serie e tutte le console su cui sono usciti e il tuo montepremi viene dimezzato, e infine se ti esce il pene eretto il tuo montepremi è raddoppiato automaticamente. Sei pronta a girare?”

“Sì, Jerry!”

“Bene, vai pure!”

Kikkolina prova a dare una spinta alla ruota. La ruota non si muove.

“Uffa uffa uffa! Non gira! Non solo a otto anni non posso ancora fare sesso, ma neanche riesco a girare una stupida ruota! Uffi uffi uffi uffi! Posso invocare degli Heartless per aiutarmi?”

“Non so se il regolamento lo consente; chiediamo al notaio. Notaio?”

Il notaio viene inquadrato. È un tipo coi capelli blu e una cicatrice a forma di X sulla faccia, che indossa un soprabito nero pieno di zip. Dorme della grossa.

Il presentatore fa un colpo di tosse:

“A-ehm! Notaio? NOTAIO SAIX!”

“Aaaaah! No, le patate no! ”, strilla il notaio, svegliandosi di soprassalto.

“Notaio!”, fa Jerry, “la bambina non riesce a girare la ruota da sola, vuole sapere se può invocare l’oscurità e farsi aiutare dagli Heartless.”

“Ah, ok, ok, capisco il problema. Mmmh…”, fa il notaio; “farti aiutare dagli Heartless è così importante per te, Kikkolina09?”

“Sì! Sì!”, risponde concitata la bambina; “sì, porca puttana, se non vinco qualcosa mio padre mi fa infibulare! È importante importantissimissimo!”

“Mostrami quanto è importante.”

“Come? Ma cosa vuoi che faccia?!”

Il notaio resta un attimo interdetto.

“Mmmh… Be’… Non ci avevo pensato… boh, potresti metterti in ginocchio, per esempio.”

“COSAAA?!”, fa la bambina, “Ma come ti permetti?! Ma non lo vedi che ho solo otto anni? Ma che razza di pedofilo di merda sei?!”

“Cosa?”, fa il notaio; “no, ma che avete capito era…”

“PAPÀAAAAA C’È UN PEDOFILO CHE MI FA PROPOSTE OSCENEEE!”

“Oh, accidenti, aspettate, stiamo calmini…”, esorta il presentatore.

Frattanto un energumeno alto due metri e dieci con una cicatrice sulla guancia ha raggiunto Saix e lo solleva per la collottola.

“Questo è il momento in cui se avessi un cuore me la farei addosso”, dice Saix, mantenendo il suo tono di voce addormentato, poi guarda in basso e vede un rivolo di urina; “toh, mi sa che me la sono fatta addosso anche senza un cuore”.

“COSA GLI VUOI FARE TU ALLA MIA BAMBINA, PEDOFILO DIMMERDA?!”, esclama l’energumeno.

“Uno, non sono pedofilo, e due, comunque è sua figlia che si veste come una poco di buono.”

Il tipo comincia a schiaffeggiare Saix a ripetizione.

“Ouch. Ouch. Ouch. Fa male. Fa malissimo. Ouch. Quel dente lo avevo appena fatto ricostruire. Ouch. Se avessi un cuore in questo momento piangerei. Ouch. Ahio. Ahio. Dovrebbe prendere la sua rabbia e dirigerla contro degli Heartless. Ouch. Dolore. Ahi. Perché, Kingdom Hearts, perché? Ouch. Ahia. Ahi. Ouch.”

“Notaio!”, interviene Jerry, un po’ agitato; “la bambina PUÒ invocare gli Heartless, VERO?”

“Ouch. Come? Ahio. Ah, sì, giusto. Ouch. Sì, sì certamente. Ahio.”

“Grazie, notaio!”, fa Jerry; “signore, credo che sia tutto sistemato, vero?”, dice poi, rivolto all’energumeno.

Il tipo schiaffeggia Saix altre cinque o sei volte, poi si ferma e lo ributta giù sulla sua sedia.

“Comunque è una fortuna che si sia fermato”, commenta il notaio ad alta voce, massaggiandosi una guancia; “altri dieci-quindici minuti di ceffoni e sarei entrato in modalità berserk, e a quel punto gli avrei fatto vedere io.” Viene bellamente ignorato da tutti.

Lo studio si ricompone; Kikkolina09 saltella e batte le mani come una scema.

“Che bello, che bello, posso invocare gli Heartless! Heartless, a me!”

Due Heartless Soldato si materializzano accanto alla ruota e la spingono.

“Evvaaaiii!”, esclama il presentatore, “vediamo che succede ora!”

La ruota gira.

Gira.

Gira.

Gira.

Si fer… No, aspe’… gira ancora.

Gira.

Gira.

Ah ecco, si sta fermando davvero.

Ah, no, Gira ancora.

Gira.

Jerry J. Jerry comincia a guardare l’orologio.

La ruota Gira.

Gira.

Gira.

SI FERMA!

“Ah, il Grillo Parlante!”, esclama il presentatore; “devi rispondere ad una domanda su Kingdom Hearts, Kikkolina09. Ecco che mi portano la busta…”

Un Bluciccio si avvicina a Jerry J. Jerry e gli porge un plico. Jerry gli fa l’occhiolino e gli dice: “grazie, dolcezza”, poi apre il plico e sbircia la domanda.

“Sei pronta, Kikkolina?”

“Prontissimissimissima!”, fa la bimba battendo le mani.

“Bene, sei stata fortunata, è una domanda veramente facile! Ecco qua: sappiamo che Roxas, il Nessuno di Sora, è in grado di utilizzare il keyblade. Dunque anche Xemnas, essendo il Nessuno di Master Xehanort, che è un maestro del keyblade, dovrebbe essere in grado di usarlo. Come mai non lo fa? Vai Kikkolina, a te.”

La bambina impallidisce e suda copiosamente.

“Dieci secondi, Kikkolina”.

La bambina suda ancora di più. Lancia uno sguardo al pubblico, fra cui scorge l’energumeno con la cicatrice che tiene in alto un cartello con la scritta ‘VICTORY OR INFIBULATION’.

“Cinque secondi, Kikkolina. Dai che è facile.”

La bambina sembra sul punto di esplodere come un palloncino.

“Tre secondi!”

Al colmo dell’ansia, Kikkolina spara una risposta:

“È solo retcon eseguita male!”

Il silenzio cala sullo studio. Jerry J. Jerry si fa tutto tetro in volto. Guarda la risposta nella busta, poi scuote la testa, sconfortato. Inizia a parlare con tono preoccupato.

“Hai detto che tuo padre ti avrebbe fatto infibulare, se non avessi vinto.”

La bambina inizia a mangiarsi le unghie, disperata, rovinandosi tutto lo smalto, gli occhi sgranati dal terrore.

“Mi dispiace, Kikkolina. Mi dispiace tanto”, fa Jerry J. Jerry, con gli occhi lucidi.

Le dita di Kikkolina hanno iniziato a sanguinare.

“Mi dispiace… che crescerai, diventerai grande… e un giorno sarai una donna adulta… e guarderai fra le gambe… e la tua vagina sarà più slabbrata di un cespo di verza PERCHÉ È LA RISPOSTA ESATTAAAAAA!

“IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH!!!”, strilla Kikkolina, prima di svenire.

“E Kikkolina09 passa in testa! 26.000€! Ragazzi, che serata! E ora ricomincia la nostra storia!”

 

------------------------

 

Terra sfreccia sulle autostrade fra i mondi a bordo del suo Glider, cantando con la radio a tutto volume.

Certe notti c’è il Glider che è caldo e dove ti porta lo decide luuuuiiiiiiii…

“MA GUARDA DOVE VAI, CRETINO!”, grida un tizio a bordo di un altro keyblade glider dopo che Terra gli ha tagliato la strada.

“CRETINO CI SARAI TU!”, gli grida dietro Terra, “GUARDA CHE VENIVO DA DESTRA!”

Terra sbuffa e continua a parlare da solo.

“Ma vedi te, chi si credono di essere questi che girano sui loro Keyblade Glider e pensano che lo spazio sia tutto loro… Fra l’altro l’ho visto che girava su un Keyblade merdosissimo, questo era il classico morto di fame invidioso. Io sono un giovane e talentuoso ragazzo partito per un viaggio alla scoperta di sé stesso, questi arrivano che non hanno combinato mai niente nella vita e ti insultano per strada per sfogarsi del fatto che sono dei falliti. FALLITO, HAI CAPITO COSA SEI?! SEI UN FALLITO! Uff. Dunque. Vediamo di orientarci. Siri, dove siamo?”

Siamo vicini alla foresta dei nani.

“Eheheh… Rischiamo di trovarci Nixon, vero, Siri? Ahahah!”

È una battuta?

“Certo, Siri; ma tu che vuoi capirne, sei un’intelligenza artificiale…  Piuttosto, hai provato a telefonare di nuovo a quel tipo che non è Xehanort?”

Sì, risponde sempre la segreteria telefonica di Xehanort, dice di lasciare un messaggio.

“Uff! Ma se quel tipo non è Xehanort, vorrei proprio sapere perché risponde la segreteria telefonica di Xehanort!”

È un bel mistero.

“Se tu non fossi solo un assistente virtuale di Apple penserei che il tuo tono sia ingiustificatamente sarcastico. Be’, comunque, vediamo se riusciamo a trovarlo in uno di questi mondi. Magari nel frattempo mi scopo pure qualche fighetta. Questa terra degli gnomi, per esempio, mi sa di posto figo… Potrei iniziare il mio viaggio alla scoperta di me stesso da lì, che ne dici Siri?”

Ti interessa davvero la mia opinione?

“Certo, sei la mia migliore amica, almeno fra le intelligenze artificiali!”

Direi che un mondo vale l’altro.

“Grazie, Siri! Ti vorrei sposare, certe volte!”

Devo confessarti che non sei l’unica persona che me l’ha chiesto.

“Allora atterriamo lì!”

Terra fa atterrare il monopattino stell… cioè, il Glider vicino ad un Castello.

“Che dici, Siri? Entriamo nel castello?”

Sei già entrato e sei nascosto dietro una colonna nella stanza della regina.”

“Uh, vero… Scusa, a volte agisco più veloce di quanto non pensi!”

Solo a volte però.

“Shhh!”, la zittisce Terra; “origliamo, mi sembra una cosa molto oscura da fare!”

La Regina è davanti al suo specchio magico, vestita solo con una specie di lenzuolo colorato sotto il quale è nuda. Si sta mettendo il rossetto ascoltando a tutto volume ‘Goodbye horses’ di Q Lazzarus.

Questa regina… mi pare che abbia poche tette, pensa Terra, vedendole il petto nudo sul quale effettivamente c’è poco seno o niente.

La regina parla da sola davanti allo specchio, con voce stranamente greve e mascolina:

“Vorresti scoparmi? Io mi scoperei. Io mi scoperei a non finire, proprio a non finire...”

Poi armeggia un attimo con qualcosa in mezzo alle gambe e inizia a ballare davanti allo specchio. Mentre balla si gira e scorge Terra.

“AAAAAARGH!”, strilla, coprendosi le pudenda col lenzuolo.

“Signora! Signora, si calmi!”, le fa Terra; “non voglio farle del male!”

“S-signora? Io?”, fa la Regina; “Ah, be’, sì, certo, sono una signora, ovvio che lo sono, non sono certo un maschio che sta nascondendo il pene. A-ehm! Che ci fai tu qui dentro?”

“La vedo nervosa… Scusi, che stava facendo allo specchio?”

“Io… Io… Ehm… Stavo… Stavo… Interrogando il mio specchio magico che sa tutto, ecco!”

“Specchio magico? Fantastico!”, fa Terra, estasiato; “allora posso chiedergli come faccio a contattare quel tipo che non è Xehanort! Posso fare una domanda allo specchio? La prego, signora!”

“Oh… Ehm… No, non puoi perché… perché…”, la regina pare nervosa e incerta sul da farsi, ma poi si illumina in viso come se avesse avuto un’idea geniale; “perché prima voglio che fai una cosa per me!”

“Ah sì? Cosa?”, chiede Terra, curioso.

“C’è questa … soave principessa, noi la chiamiamo Biancaneve. Voglio che la scuoi viva e mi porti il suo cuore in questo cofanetto qui”, gli porge un cofanetto; “e la sua bella pelle bianca appesa qui”, e gli porge una gruccia.

“Oh…”, fa Terra; “mi sembrano cose molto oscure da fare. E anche un po’ splatter.”

“Eggià, ma questo è Kingdom Hearts, mica un gioco per bambini. Ti tiri mica indietro?”

“No, assolutamente no!”, si affretta a precisare Terra; “è che sono un po’ un novellino con l’oscurità, e questa è un po’ grossa come prima missione.”

“Vabbe’, l’importante è la pelle, se vuoi il cuore lo lasciamo stare.”

“Mmmmh… Non potremmo fare il contrario? Sono un po’ più familiare coi cuori che con le pelli.”

La Regina sbuffa sonoramente.

“Va bene, va bene, basta che l’ammazzi! Ora vattene.”

“Un momento, ma dove la trovo questa fanciulla?”

“Maddai, sto mondo è un buco, dove cazzo vuoi che si nasconda? Su, su, fuori, sciò!”

Terra prende il cofanetto ed esce, un po’ incerto sul da farsi.

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Capitolo 11
*** Chapter 11 – So love me like you do, la-la-love me like you do – Touch me like you do, ta-ta-touch me like you do ***


Chapter 11 – So love me like you do, la-la-love me like you do – Touch me like you do, ta-ta-touch me like you do

 

Due misteriose figure incappucciate che sono tutt’e due versioni di Xehanort… no, un momento… forse una delle due è una versione di Sora… vabbe’, comunque osservano Nixon che cerca di attivare il suo monopattino stellare.

“Non ce la farà”, dice la figura misteriosa I.

“Ma sì che ce la fa.” Ribatte la figura misteriosa II.

“Ti dico che non ce la fa”, insiste la figura I.

“E invece io ti dico che ce la fa.”

“Non ce la fa.”

“Ce la fa.”

“Non ce la fa.”

“Ce la fa.”

“Noooo, non ce la fa!”

“Ma se ti dico che ce la fa, vedrai che ce la fa, no?”

“No, no, no; è chiaro che non ce la fa.”

“Aspetta e vedrai che ce la fa.”

“Ti dico di no. Vuoi vedere?”

“Sì, stiamo a guardare, vedrai che ce la fa.”

“Ti dico di no. Aspetta e vedrai tu.”

“E io ti dico di sì.”

“Senti, dobbiamo andare avanti ancora a lungo? Questa cutscene mi pare un po’ inutile e noiosa.”

“È filler, come quasi tutte le scene con Xehanort. Comunque, a questo punto direi di intervenire.”

“Giusto. Vado a dirgli come si accende.”

“NO!”, urla l’altro, scandalizzato.

“Uhm? Perché no?”, chiede figura misteriosa I.

“Lo sai che non possiamo dirgli le cose chiare. Dobbiamo parlare per enigmi in un linguaggio ai limiti del comprensibile, sennò ci tagliano lo stipendio!”

“Uff… Che noia. Va bene, vado a supercazzolarlo per la quarta volta.”

 

Nixon sta tirando calci al monopattino come un forsennato.

“COME-CAZZO-FUNZIONI-MERDOSO-PEZZO-DI-LATTA!!!”

“Eh eh eh…”, fa una voce alle sue spalle.

“Oh, non di nuovo…”, fa Nixon, disperato.

“Il tuo cuore sta fallendo nel compiere una semplice prematurazione da dietro, o guerriero della luce… forse per due parole come ‘oscurità’. Occhiello di privilegio come se fosse un Nobody.”

“Ma che cazzo c’entrano i Nobody?!”

“Eh eh eh… Pàstene soppaltate secondo il diario di Ansem, sennò posterdati il keyblade, per due parole come ‘girare la chiave’, per esempio?”

“Girare la chiave?”, fa Nixon, sgranando gli occhi; “ma non c’è nessuna chiave qui!”

“Eh eh eh… Eh eh eh… Blinda l’oscurità anche scribacchi confaldina, e ricorda che il keyblade ha perso i contatti col tarapia tapioco!”

Nixon sta lì a fissarlo in silenzio, con la bocca aperta e un rivolo di bava che gli cola da un angolo.

“Uff”, fa la figura misteriosa; “lo sapevo che non ci arrivava… Ascolta: il monopattino è un keyblade glider, quindi un keyblade, quindi una chiave! Quando dico che devi girare la chiave intendo che devi girare il monopattino e partirà!”

“E non potevi dirlo subito così?!”, Nixon sbuffa, afferra il manubrio del monopattino e fa per girarlo.

“Sì, però attenzione che è un po’ …”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!”

Il monopattino schizza a trecento metri al secondo verso il cielo, con Nixon che strilla come un disperato attaccato al manubrio.

“… Veloce…”, conclude la figura misteriosa; “be’, meglio così, il gioco finirà prima se va così rapido.”

 

 

 

 

Cloud si riveste con calma. Pippo è andato in bagno a farsi la doccia. Paperino è disteso sul letto, le lenzuola gli coprono il basso ventre; fuma una sigaretta mentre fissa Cloud con insistenza. Lui fa finta di niente.

Ha avuto incontri peggiori, riflette il ragazzo. Il cane era meno schifoso di quanto sembrasse di primo acchito, se non altro era ben dotato; ma il papero era stata la vera sorpresa… Duro. Autoritario. Dominante. Diamine, di rado gli era capitato di godere così tanto. Certo, non era comunque come con quella persona

“Me ne sono accorto, sai?”, dice a un certo punto Paperino.

Cloud lo guarda. Non riesce a decifrare il significato del sottile sorriso su quel becco sexy.

“Uhm? Accorto? Di cosa?”, gli risponde.

“Di come mi guardavi… durante.”

Cloud fa un versetto sarcastico.

“Sei un cliente. Vi guardo tutti allo stesso modo.”

Paperino ricambia il verso.

“Anche se fosse vero”, dice, “tutte le puttane sanno che è importante far credere ad ogni cliente di essere speciale. Con me non lo stai facendo. Forse perché sono stato speciale davvero. E poi non guardavi lui…” fa un cenno verso il bagno occupato da Pippo con la testa “… come guardavi me”.

“Voi paperi… vi sentite tutti speciali, vero?”, risponde Cloud, “prendete un personaggio di Final Fantasy, lo fate vestire in modo ridicolo, lo fottete, e pensate che quello vi impazzisca dietro.”

“Oh, io so che impazzisci dietro di me. Faresti prima ad ammetterlo!”

Cloud sorride, è sinceramente divertito stavolta:

“Ok, ammetterò che ero convinto che tu non avessi neanche un pene, lì sotto; mi hai sorpreso positivamente. Tutto lì.”

“Certo”, fa l’anatra con aria condiscendente, espirando una boccata di fumo.

Cielo, quanto è figo, non può fare a meno di pensare Cloud nel vederlo.

“Gawrsh, l’acqua calda non arrivava mai!”, interviene Pippo uscendo dal bagno; “Vuoi lavarti anche tu, Paperino?”

“No, non serve”, risponde lui; “riaccompagniamo la signorina.”

 

Durante il tragitto in gummiship Paperino non riserva neanche uno sguardo a Cloud. Rimane tutto il tempo a guardare l’autostrada fra i mondi dal finestrino, i fieri occhi di volatile da cortile persi in qualche profondo pensiero. Cloud si sente lievemente infastidito da ciò, anche se non riesce a capire esattamente perché. Quando arrivano al punto dove l’avevano presa su, scende dall’auto e pone attenzione a non guardare il papero neanche per errore.

“Ecco i tuoi soldi”, fa Pippo, aprendo il portafogli, dal quale saltano fuori una serie di palline colorate che si spargono tutte sul terreno; Cloud vi cammina vicino ed esse vengono attratte dalla sua persona, al contatto col suo corpo spariscono e il conteggio dei munny sale.

Mi domando perché non possiamo semplicemente usare le banconote… si chiede Cloud, o il denaro elettronico! In Svizzera pure i cessi pubblici hanno il POS, e noi usiamo ‘ste palline colorate!

“Potremmo rivederci, dolcezza, Yuk!”, dice Pippo.

“Sarebbe un piacere”, sorride Cloud, come da copione.

“Arrivederci, bella, e grazie dei consigli, Yuk!”

La gummiship riparte; i pensieri di Cloud indugiano ancora un po’ sul seducente papero che si sta allontanando. Poi la vita procede come prima.

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Capitolo 12
*** Chapter 12 –Olympus Coliseum – An ASMR video to help you relax ***


Chapter 12 –Olympus Coliseum – An ASMR video to help you relax

 

All’ingresso del Colosseo del Monte Olimpo, come al solito, non c’è un’anima e c’è un silenzio spettrale, a parte la colonna sonora molto rilassante. Una ragazza con un grazioso vestito rosa fa la sua comparsa vicino alle scale all’entrata, ha con sé una serie di strani attrezzi. Piazza una telecamera su un treppiede, poi due microfoni supersensibili ai suoi lati, e li accende facendo partire la registrazione; quindi, con una serie di movenze e suoni delicati e piacevoli, apre un tavolino e una sedia pieghevoli, li sistema davanti alla telecamera e si accomoda leggiadramente. Poi rivolge un sorriso delizioso all’obbiettivo e inizia a parlare a voce bassissima, praticamente un bisbiglio:

Ciao a tutti. Qui è la vostra cara Aerith, un bacione a tutti e bentornati sul mio canale Youtube, SweetAerithASMR”; alla fine della frase Aerith fa una risatina graziosa e delicata come quella di una fata.

Oggi ho deciso di fare un video ASMR un po’ diverso dal solito”, continua, sempre a voce bassissima; “ho appena comprato questi nuovi microfoni stereo supersensibili, che sono in grado di registrare e amplificare di cento volte anche il rumore di una piuma che tocca il terreno, e ho deciso di provarli in diretta, qui con voi, amici. Come vedete ho scelto l’entrata del Colosseo del Monte Olimpo per questo video ASMR perché è un posto estremamente calmo e silenzioso, dove potremo fare insieme questo percorso rilassante che ci aiuterà a scaricare ogni stress. In questo Role Play voi siete dei guerrieri che hanno appena terminato una battaglia, e io sono la vostra fidanzata, o la vostra migliore amica, o la vostra mamma, e vi coccolo per farvi riposare.

La sua voce sussurra calma e delicata mentre spiega.

Bene, amici, ora seguite la mia voce e lasciatevi dietro tutti i problemi della giornata; dovete solo ascoltare questo video, mentre io vi sussurro all’orecchio dolci parole che vi aiuteranno a rilassarvi e ad addormentarvi felici. Mi raccomando indossate le vostre cuffie, mettetevi in un posto calmo e silenzioso come quello dove sono io, e mettete al massimo il volume delle cuffie per apprezzare al meglio gli effetti rilassanti di questo video. Bene. Cominciamo.”

Apre la bocca vicino al microfono e fa per dire qualcosa, poi si ferma un istante. Sente un suono lontano, una specie di fischio. Il suono si fa lentamente più forte. Si gira a destra, a sinistra, si guarda alle spalle, ma non capisce da dove provenga. Poi guarda in alto.

OpporCO***IIIIIIIIIIIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

Un ragazzino coi capelli a punta attaccato ad uno strano e velocissimo mezzo di trasporto si schianta sul tavolino, fra le urla sue e di Aerith.

BOOM CRASH SPATAPUNG FIIIIIII AAAAAAAAAAAAAAAAAARGH BADABAAAAAM CRUNCH CRANCH SPLAT BANG SNORT WOOOOOOOM BADABADABAM!

Sotto l’urlo del Glider due colonne cadono addosso ai due, seguite da un pezzo del frego sovrastante.

Nixon si alza traballante dalle macerie, reggendosi la testa con una mano mentre barcolla.

“Nessuno… Nessuno si preoccupi!”, dice; “sto bene! Non mi sono fatto niente… Ouch… Quasi!”

Aerith emerge dalle macerie, la pelle escoriata, il vestito strappato e sudicio, gli occhi iniettati di sangue e i capelli arruffati come i serpenti di Medusa.

“TU… SCHIFOSO EPISODIO DELLA NONA STAGIONE DI SCRUBS!”, sibila lei, come posseduta dal Diavolo.

“Ehi! Vacci piano con gli insulti!”, risponde Nixon, profondamente offeso dall’essere paragonato ad un episodio della nona stagione di Scrubs. Cazzo, fa veramente schifo quella stagione.

“TU-HAI-ROVINATO-IL-MIO-VIDEO-A-ESSE-EMME-ERREEEEEEE!!! AAAAAAAARGH!

Tira fuori una mazza chiodata da chissà dove e inizia a inseguirlo.

“MALEDETTO BASTARDO FIGLIO DI PUTTANA! TU MI HAI DISTRUTTO LA REPUTAZIONE!”

“Aiuto! È pazza!”, grida Nixon, scappando a gambe levate.

“VIENI QUI, BRUTTA SGOMMATA DI MERDA IN UN CESSO PUBBLICO, CHE TI SFONDO IL CULO CON UN FERRO DA STIRO ROVENTE!”

“Qualcuno mi aiuti! Fermatela!”

 

Altrove, due ragazzi osservano l’inseguimento su youtube, o almeno, gli spezzoni che alla telecamera caduta a terra capita di riprendere.

“CERTO CHE PER ESSERE DIVERSO QUESTO VIDEO È DIVERSO”, dice, o meglio, grida, uno dei due.

“CHE HAI DETTO? CREDO DI AVER PERSO L’UDITO!”

“PERÒ È RILASSANTE, A SUO MODO!”

“AH! SÌ, VERO, GUARDA COME LE ONDEGGIANO LE TETTE MENTRE CORRE!”

 

“STAI FERMO, CHE TI DEVO FARE INGOIARE I MIEI TAMPAX USATI!”, grida Aerith mancando di poco Nixon con una mazzata.

Nixon a quel punto perde l’equilibrio, inciampa e cade. Steso a terra, si gira sulla schiena e vede l’inseguitrice sopra di lui che solleva la mazza chiodata, guardandolo con occhi folli e un ghigno malefico, pronta a colpire.

“Oh, no!”, esclama Nixon; “sto per morire ucciso da un’artista ASMR impazzita armata di mazza chiodata! Proprio come diceva l’oroscopo di Paolo Fox stamattina!”

Aerith fa una risata folle e fa per calare la mazza, quando sente un suono come di un fischio che si fa sempre più vicino, e si ferma. Guarda nella direzione da cui proviene il suono, in alto alla propria destra, e dice:

“Lo sapevo che non dovevo passare sotto quella scala venendo qui.”

Una gummiship atterra… o per meglio dire si schianta sopra Aerith. I suoi piedi immobili e sporchi di sangue fuoriescono da sotto la nave, sembra la perfida strega dell’Est nel Mago di Oz.

“Oh mio Dio, hanno ammazzato Aerith! Brutti bastardi!”, esclama Nixon, ancora a terra.

La porta della gummiship si apre di scatto diventando una passerella, che cala come un martello sul corpo di Nixon, tramortendolo e schiacciandolo.

“Gawrsh, Paperino, guidi come un babbuino fatto di coca!”

“No, Pippo, non te lo lascio dire! Effettivamente sono fatto di coca, ma ‘babbuino’ non lo accetto!”

I due animali scendono dalla passerella, schiacciando ulteriormente Nixon nel processo. Quello lancia qualche mugolio di dolore che i due non notano. Nixon li sente parlare ancora:

“Yuk! Ma non pensi a che effetto farà sui bambini inserire l’uso di droghe pesanti in questo videogioco?”

“Pippo, Kingdom Hearts non è un videogioco per bambini, è un gioco serio e maturo, e Nomura è il François Truffaut dei videogame. Ora pensiamo a trovare Ade.”

Le due bestie antropomorfe si allontanano, mentre Nixon striscia a fatica da sotto la passerella.

Tutto dolorante si rialza e si guarda intorno in cerca di esservi viventi. Aerith è morta, come al solito, di vivo ci sono solo i due animali che si sono appena allontanati.

“Be’, seguire loro è un’idea come un’altra a questo punto. Non è che abbia una qualche missione precisa da compiere, in effetti…”

 

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Capitolo 13
*** Chapter 13 - Wirklich? Sie wissen, Deutsch zu sprechen? - Ich respektiere sehr, Glückwünsche ***


Chapter 13 - Wirklich? Sie wissen, Deutsch zu sprechen? - Ich respektiere sehr, Glückwünsche

 

“Dunque”, dice Terra, una volta giunto a una radura ai margini della foresta fuori dal castello; “vediamo se riusciamo a trovare questa soave principessa… Siri, se tu vedi qualcosa avvertimi!”

Controllo su Google Maps”.

“Bene, ora vediam… Oh, no!”, esclama Terra a un certo punto.

Che succede?”, domanda Siri.

“Santo cielo, c’è stata una slavina laggiù!”, e indica un enorme ammasso bianco a una ventina di metri di distanza; “È terrificante! Santo cielo, Siri, perché non mi hai avvertito che le condizioni meteo erano così avverse qui?! Presto, andiamo a vedere se ci sono dei sopravvissuti, la principessa potrebbe essere stata sommersa anche lei dalla neve!”

Terra sfodera il keyblade, che in teoria non serve a niente per una slavina ma lui lo sfodera sempre per principio, e corre in direzione dell’enorme massa bianca. Quando arriva abbastanza vicino, si ferma, spalanca la bocca, e dice:

“Ma… questa non è una slavina…”

L’enorme ammasso bianco si volta verso di lui.

“Sì? Cosa cerca?”, domanda con voce dolcissima e soave un gigantesco ammasso di adipe di sesso femminile, con la pelle bianca come la neve, capelli neri come il corvo e labbra rosse come il mestruo.

“Oh… ehm… Lei… Lei… deve essere Moby Dick, la balena bianca!”

La fanciulla fa una faccia offesissima.

“Ma come osa! Io sono la dolce Biancaneve!”

“Oh…”, fa Terra, sempre più spiazzato; “pensavo… be’… che lei fosse un po’ diversa… ecco.”

“Come sarebbe a dire diversa?!”, domanda la balen… cioè, Biancaneve.

“Be’… ecco… come dire…” tartaglia Terra “pensavo che lei… diciamo… non mi aspettavo che lei fosse un cetaceo, una gigantesca palla di lardo, un’obesa patologica sul punto di implodere in qualsiasi momento trasformandosi in un buco nero capace di inghiottire l’intera galassia.”

“Ma brutto cafone!”, risponde lei, indignatissima; “il suo è body shaming! Mi hanno disegnata negli anni trenta, questo era il massimo modello di bellezza femminile a quei tempi! Gli uomini allora facevano di tutto per accalappiare quelle come me!”

“Cavolo, dev’essere quella la ragione per cui ora le balene sono a rischio estinzione…”

“Lei è uno schifoso maschilista, e non è affatto body positive! Mi disgusta!”

“La cosa è reciproca. Comunque, potrei avere il suo cuore, gentilmente?”

“Dovrebbe lavorare sulle sue tecniche di corteggiamento. Comunque no, ho conosciuto un tizio in calzamaglia ieri e pensiamo di sposarci domani. Lei la vedo più come un amico.”

“Amico? Io? Ma se non ci conosciamo nemmeno!”, replica Terra, basito.

“Lo so, ma dico così a tutti quelli che mi fanno cacare. E poi sto per sposare uno che ho conosciuto ieri nel tardo pomeriggio, quindi direi che io e lei potremmo anche diventare amici in trenta secondi, se solo lei non fosse il maschilista di merda che è.”

“Sì, ma forse non ci siamo capiti”, le fa Terra; “io intendo che mi serve proprio il suo cuore in senso anatomico. Glielo devo proprio strappare dal petto dopo averle squarciato la cassa toracica con questa lama”, e solleva il keyblade.

La ragazza sbarra gli occhi. Poi si gira e inizia a correre via, causando nel farlo un terremoto del 5° grado della scala Richter che fa traballare Terra e lo fa cadere a terra… eheheh… fa cadere Terra a ‘terra’. Uhuhuh. Pardon, continuiamo:

“No! Aspetti! Non scappi via, signorina Moby Dick, è una procedura del tutto indolore!”, le grida dietro il nostro eroe oscuro e dark.

Ottimo lavoro, maestro del keyblade…”, fa Siri dall’I-phone; il suono della sua voce artificiale sembra vagamente ironico.

“Inutile cercare di inseguirla con questo sisma in corso. Uff. Ora come le prendo il cuore? Questa missione oscura mi pare fallita, e anche questo capitolo non è che sia stato molto denso di azione. Se solo succedesse qualche evento sorprendente, che so io…”

Delle creature piccole e verdi a forma di nuvolette con gambe e braccia fanno la loro comparsa e circondano Terra.

“Oh, no! Fartless!”, esclama, rivelando di essere inspiegabilmente a conoscenza  del nome delle creature; “questo è un colpo di scena!”

Le creature lo attaccano, ma lui preme triangolo e le ammazza. Non credo valga la pena scendere nel dettaglio di questi combattimenti che sono tutti uguali e facilissimi.

“Vai, Siri, alla fine è stato un successo, no?!”, esclama Terra, soddisfatto.

Probabilmente il capitolo peggiore finora.

“Be’, aspettiamo le recensioni per dirlo, prima o poi ce ne faranno almeno una!”, replica il ragazzo; “Partiamo per nuovi mondi, piuttosto!”

Non torniamo a far visita alla regina?

“Come se ciò avanzasse la trama in qualche modo. Questi mondi Disney sono solo filler per attrarre i bambini, lo sai meglio di me. E ora via, verso nuove e irrilevanti avventure!”

E Terra parte a bordo del keyblade glider verso nuove e irrilevanti avventure.

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Capitolo 14
*** Chapter 14 – Life is like a box of chocolate - You never know what you're going to get ***


Chapter 14 – Life is like a box of chocolate - You never know what you're going to get

 

C’è silenzio nella stanza in cima alla torre di Yen Sid. Topolino, Kakata e Axel sono di fronte a lui in piedi.

Yen Sid è seduto al suo tavolo. Ha un’aria preoccupata.

Anche Re Topolino ha un’aria preoccupata.

Anche Axel ha un’aria molto preoccupata.

Kakata sta giocando a Candy Crush sul cellulare e non ha l’aria molto preoccupata.

Ma per il resto c’è un’aria di grande preoccupazione. L’assenza di colonna sonora rende la cosa particolarmente imbarazzante, oltre che preoccupante.

Yen Sid si accarezza la barba.

“C’è una cosa molto importante che dovete realizzare, prima che possiamo affrontare il grave problema che ci attanaglia”, dice il mago.

“Quale, maestro?”, domanda Re Topolino.

“Come vedete”, dice il mago, con solenne serietà, “la mia barba è molto lunga, morbida è setosa. È importante che lo notiate. È questa la ragione per cui non faccio altro che accarezzarmi la barba tutto il giorno. È un po’ come quelli che amano toccarsi i capezzoli, mi fa lo stesso effetto, non smetterei mai.”

C’è un momento di silenzio.

“Ehm…”, fa Axel, un po’ imbarazzato, poi fa per dire qualcosa ma Topolino lo precede.

“Ha ragione, maestro”, dice; “la sua barba è veramente fantastica. Inquadriamola di nuovo per piacere.”

Primo piano della barba di Yen Sid, con la mano di lui che la accarezza.
Godiamoci la scena per alcuni secondi. È davvero sensuale.

“Comunque”, riprende il mago, senza smettere di accarezzarsi il pelo; “la crisi che stiamo affrontando è della massima serietà. Lo scioglimento del ghiaccio dei vostri cocktail rappresenta un grosso rafforzamento dell’oscurità, e malgrado non voglia dare la colpa di tutto ad Axel perché ha un sacco di fan, è tutta colpa tua, Axel.”

“Ecco”, fa Re Topolino, girandosi verso Axel; “bravo cretino.”

“Ma… ma…” protesta debolmente Axel.

“Non ne fai una giusta”, rincara la dose Kakata, senza lasciarlo parlare; “guarda, adesso mi hai fatto pure distrarre e ho una caramella esplosiva in un posto dove non riuscirò mai a fare la tripletta! Ma complimenti, eh!”

Axel scoppia a piangere.

“Ecco, pure frignone”, continua Yen Sid; “comunque, in tutto questo c’è un lato positivo.”

“Quale, maestro?!”, esclamano tutt’e tre in coro. No, non tutti e tre, in effetti; Kakata è alle prese con un livello particolarmente difficile.

“La mia barba è ancora estremamente fluente e setosa”, risponde il mago. Inquadriamola di nuovo.

“Questo è vero!”, concorda Re Topolino, recuperando il buon umore, e anche Axel ricomincia a sorridere.

“Tuttavia c’è qualcosa che mi preoccupa”, obbietta Axel.

“Ma tu zitto mai, eh?”, gli fa Topolino.

“Ma queste nuove creature, questi Fartless! Non li avevamo mai visti prima! Potrebbe esserci una nuova minaccia in corso!”

C’è un lungo silenzio in cui tutti si scambiano degli sguardi. Tranne Kakata che sta scorrendo foto su Tinder. Poi Yen Sid parla:

“Per me è Xehanort.”

“Anche per me”, concorda Topolino.

“Yep. Xehanort”, conclude Kakata.

Axel pare poco convinto.

“Vabbe’, se lo dite voi…”

“Oh, andiamo, Axel! È sempre Xehanort il cattivo qui! Chi altri vuoi che ci minacci?!”, rimprovera Topolino; “Malefica magari?”, conclude con tono sarcastico.

 

 

Altrove una porta su di una stanza buia piena di gente urlante si richiude. Le grida ora all'esterno si sentono solo attutite e lontane. Pietro Gambadilegno si sposta sul lato della grande struttura in metallo, dal quale sporge un rubinetto collegato ad un grande canale di irrigazione. Pietro gira la manopola, ma lo fa con riluttanza, quasi con dolore, come roso da un tarlo dentro. Il liquido chiaro comincia a fluire nei tubi e a innaffiare il campo, dissetando le pianticelle verdi che lo punteggiano.

Malefica si avvicina da dietro e sorride soddisfatta.

“L’estrazione procede bene. Le piantine crescono come si deve”, dice. “Questo sarà il nostro capolavoro, Pietro.”

Pietro non risponde, lo sguardo perso sul campo irrigato.

“Pietro? Non avverto il tuo entusiasmo”, gli dice Malefica.

Il gatto si massaggia la fronte con due dita.

“Malefica…”, dice “… Non sono a mio agio con tutto ciò. Quello che stiamo facendo a quei bambini è… è… inumano!”

“Pietro, ci servono le loro lacrime. Lo sai bene. Le nostre pianticelle si nutrono solo di quelle”, risponde la fata, severa.

“Ma non possiamo far loro… questo!”, esclama Pietro, tormentato, indicando la grande prigione metallica; “le loro grida di dolore… le sento qui, nella mia testa, mi tormentano!”, esclama con gli occhi lucidi, prendendosi il capo fra le mani.

Malefica digrigna i denti.

“Pietro…”, sibila, “… questa è la nostra occasione per fare qualcosa di veramente malvagio. Non è il momento di farsi fermare dai rimorsi! Ci è stata offerta una grande occasione, e i tuoi scrupoli ridicoli non mi impediranno di sfruttarla!”

“Ah, già, la grande occasione!”, fa Pietro, stavolta un po’ sarcastico; “Malefica, non sono sicuro neanche di questo. Ci stiamo fidando di uno che di mestiere fa l’avvocato! L’avvocato!”

“Non osare mettere in discussione l’avvocato Giacomelli!”, gli grida contro Malefica, sferrandogli un ceffone. Pietro lancia un grido e si massaggia la guancia, mentre lei continua, stavolta veramente arrabbiata: “quell’uomo è più malvagio di quanto tu non sarai mai! Non è un fallito, lui! È un vero uomo!”

Pietro china lo sguardo, abbattuto.

C’è un attimo di silenzio. Si sentono le urla dei bambini attutite in sottofondo. Malefica riprende a parlare, più calma.

“Sembra che i bambini stiano smettendo di soffrire. Dagliene un altro. Voglio che piangano di più, voglio che quei marmocchi arrivino a desiderare la morte.”

“Non bastano quelli che gli abbiamo dato finora?!”, obbietta Pietro, stupito.

“Voglio più lacrime per le nostre pianticelle. L’avvocato vuole vederle crescere in fretta.”

“Ma… Malefica… ne hanno già visti sei di fila, sarebbero troppi per chiun…”, fa Pietro.

“FAI VEDERE SUBITO A QUEI BAMBINI UN ALTRO EPISODIO DELLA NONA STAGIONE DI SCRUBS, HO DETTO!”, gli grida contro la strega.

“Va bene. Va bene”, si arrende Pietro. E si avvia al proiettore per sostituire la bobina.

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In una stanza buia, in un altro luogo, l’avvocato Giacomelli osserva su uno schermo quello che succede sul campo irrigato. Poi solleva un telefono, digita un numero e parla nella cornetta:

“Buongiorno, signore; volevo aggiornarla sui progressi. Sì, crescono bene. Sembrerebbe che siano all’altezza del compito. Il gatto ha dei dubbi, ce lo aspettavamo. No, non credo. Certo, signore, se sarà necessario sì. Oh, molto, molto dolorosamente. Loro? Loro dovrebbero incontrarsi a breve. Certo, ovviamente, un perizoma viola. Puntavo sugli ornitorinchi, ma se preferisce le foche monache… Certo, certo, saranno ornitorinchi, allora. Sì, proprio il calippo, secondo i piani. Certo, signore. Certo. Sarà fatto.”

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Capitolo 15
*** Chapter 15 – I wonder how, I wonder why – Yesterday I thought about a blue blue sky - and all that I can see is just another lemon tree ***


Chapter 15 – I wonder how, I wonder why – Yesterday I thought about a blue blue sky - and all that I can see is just another lemon tree

 

Nixon finisce di depredare il cadavere di Aerith dalle materia, ringraziando il cielo nel vedere come la tipa non avesse fatto molti level up prima di schiattare, poi per non farsi mancare niente le prende le mutandine e se le intasca, quindi decide di proseguire con la sua idea originale di inseguire i due animali. Si accorge presto di averli persi di vista, così si guarda intorno.  Alla propria destra vede l’entrata di una specie di arena tutta bianca e linda. Alla propria sinistra una scala che porta in un posto oscuro e tenebroso da cui proviene della musica. Ovviamente si avvia verso il luogo oscuro e tenebroso. Scende degli scalini scoscesi e si trova in un vicolo buio nel quale lampeggia l’insegna viola di un locale che fa ‘HADES CAFÈ’. Si ferma davanti all’entrata; sembra un posto interessante.

“Ehi! Ehi, amico!”, fa una voce alle sue spalle.

Nixon si volta e vede un ragazzino vestito di verde con le orecchie a punta che levita a mezz’aria.

“Mh? Sì?”, risponde Nixon.

“Di’, la vorresti un po’ di Polvere di Fata?” 

“Polvere di fata?” fa Nixon, dapprima un po’ spiazzato; poi si illumina in viso e fa “Aaaaaah! Ma certo… Polvere di fata… Potrebbe interessarmi. Ma è roba buona?”

“Oh, ragazzo mio, fidati del vecchio, cioè, del giovane Peter Pan. Questa è roba che ti fa VOLARE”, gli risponde il ragazzino, ammiccando.

“Purtroppo sono un po’ a corto di liquidi”, fa Nixon; “ho appena… ehm… ‘trovato’ della Speed Materia, se vuoi faccio scambio. Però prima fammela provare.”

“Tranquillo, il primo assaggio lo offre la casa”, dice Peter Pan, togliendosi il berretto, sotto il quale c’è una piccola fata ammanettata mani e piedi, vestita con succinti abiti di pelle nera e imbavagliata con una ball gag. La prende a la scuote violentemente sopra Nixon, ignorando gli urletti soffocati della creatura, che rilascia sulla testa di Nixon una specie di brillantini comprati in cartoleria.

Peter si rimette la fatina sotto il berretto e fissa Nixon, che lo guarda di rimando. Nixon sta lì e aspetta qualche secondo. Poi qualche altro secondo. Poi qualche altro secondo ancora.

“Be?! E quando fa effetto ‘sta roba?!”, si lamenta poi.

“Servono pensieri felici per farla funzionare!”, gli dice Peter Pan.

Nixon lo guarda con due occhi tondi come monetine.

“Ma vaffanculo”, gli dice, “col cavolo che ti do una speed materia per questa fuffa, facevo prima a tirarmi su la polvere di Fungo Nero!”, ed entra nel Cafè.

 

L’interno dell’Hades cafè è soffuso e decadente. Intorno ai tavolini pessimi soggetti fumano sostanze illegali; c’è un pianoforte al quale è seduta una strana creatura a forma di triangolo con un occhio solo, con braccia e gambe e un lungo cilindro nero sulla punta, che suona e canta ‘We’ll meet again’ di Vera Lynn.

Lo sguardo di Nixon vaga per quel luogo di dissoluzione e vizio, non trovandovi niente di particolarmente interessante, almeno finché non si ferma sull’angolo più lontano. Lì intorno ad un divanetto siedono un orsetto di peluche giallo con una maglietta rossa ed una specie di piccolo maialino rosa. Ma è la terza persona che siede al tavolo che lo colpisce. Perché quella creatura è la cosa più sexy che abbia mai visto in tutta la sua vita.

 

“‘Il principio di ogni grandezza sulla terra è stato totalmente e lungamente inzuppato di sangue’”, proclama Winnie the Pooh, tirando lunghe fumate di crack; “e ancora, amici miei, se la memoria non mi tradisce… sì è così: ‘senza spargimento di sangue non si dà perdono’... ‘senza spargimento di sangue’! Baudelaire...”

“Spiacente eccellenza”, interviene Pimpi, “ma devo farle notare che il testo da lei recitato non è Baudelaire, bensì Nietzsche, ed è tratto precisamente da ‘Zur Genealogie der Moral’.”

“No, non si tratta di Baudelaire, né di Nietzsche”, risponde Winnie, “né eventualmente di San Paolo, ‘Lettera ai romani’. C'est di Dadà. Piuttosto”, continua poi, rivolgendosi al terzo occupante del tavolo, “Ursula, lei la sento taciturna, che succede?”

La grossa cecaelia è tutta intenta a scacciare violentemente via con un ventaglio una serie di cuoricini rosa, che hanno preso a galleggiarle attorno disegnando una cornice a forma di cuore intorno al suo viso.

“Scusatemi, è che con questi cuoricini intorno uno non si concentra. Via, via, sciò!”, risponde la strega del mare con gesti nervosi.

“Madama, come ella ben saprà i cuoricini che si dispongono a formare un cuore intorno ad una persona sono un sintomo inequivocabile che qualcuno qui intorno vuole scopare selvaggiamente con lei”, nota Pimpi, molto pacato; “probabilmente riconosceremmo chi è esaminando le sue iridi, che dovrebbero adesso essere anch’esse a forma di cuore.”

“Oppure guardando se ha un bozzo sui pantaloni”, interviene Pooh.

“Oh, eccellenza, lei sta assumendo che la persona che prova tanta eccitazione per Madama Ursula sia di sesso maschile, il che invero è tutt’altro che scontato!”, replica Pimpi.

“Ancora una volta mi coglie in fallo, signor Pimpi. Letteralmente!”, risponde l’orsetto.

A quella battuta cala il silenzio più assoluto. Perfino la musica si è interrotta. In lontananza si sente il cri cri di un grillo. Poi Pimpi ed Ursula ridacchiano, evidentemente trovandola divertente, e la vita ricomincia a scorrere.

“Chiunque sia, sarà meglio che mi sottragga al suo avido sguardo”, conclude Ursula, alzandosi in pied… cioè, alzandosi in tentacoli, “eccellenze, mi congedo”, saluta poi allontanandosi dal tavolo, per poi scomparire dietro una porta che dà nel retro del locale.

 

Nixon osserva da lontano le generose forme di Ursula ondeggiare sensuali mentre si ritira, e quando ella scompare sente una fitta al cuore, scosso dalla sensazione di una bellezza antica e struggente che sta per svanire per sempre come un sogno al mattino. Inoltre ha un potente erezione. Si dirige a passo spedito verso i due animali di peluche e rivolge loro la parola:

“Signori! Chi era quella conturbante bellezza mediterranea?!”

“Mh?”, fa Winnie the Pooh; “non si usa più presentarsi, ragazzino?”

“Oh, ma, eccellenza!”, interviene Pimpi, “non ha notato il bozzo fra le gambe di costui? Questo plebeo è indubbiamente colui che aveva piantato le sue iridi a forma di cuore sulla signora Ursula!”

“Ah!”, fa l’orsetto, sprezzante; “stanne lontano, ragazzino, se ci tieni alla pelle. La signora Ursula è di Ade. È molto pericoloso fissarla troppo a lungo.”

Nixon si volta a guardare verso la porta dietro cui è scomparsa la leggiadra creatura. Ora ha un nuovo obbiettivo nella vita: fare l’amore con lei, e si allontana in quella direzione.

“La vista di quel poveretto mi ha in qualche modo rallegrato”, commenta Pooh; “costui è invero un miserabile della peggior specie.”

“Ebbene sua eccellenza, è come dico io”, risponde Pimpi; “è dall'abisso di coloro che non godono ciò che godo io e soffrono i peggiori disagi, che deriva il fascino di poter dire a se stessi: ‘comunque io sono più felice di questa canaglia che si chiama popolo’. Ovunque gli uomini siano uguali e non esista questa differenza nemmeno la felicità esisterà mai.”

“Parole sante, signor Pimpi. Parole sante.”  

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Capitolo 16
*** Chapter 16 – Oh when the saints – Oh when the saints - Oh when the saints go marching in ***


 Chapter 16 – Oh when the saints – Oh when the saints - Oh when the saints go marching in

 

“Posso subentrare?”, domanda Ursula sporgendo il capo nella stanza di Ade.

Il Dio dei morti è seduto sul suo trono; la guarda con noncuranza e risponde:

“Oh, ma certo, tesoro, certo. Stavo giusto parlando con questi… ‘amici’…” indica con un dito un papero e un cane antropomorfo che sono in piedi dall’altro lato della stanza.

Ursula fa una risata malvagia senza alcuna ragione. Paperino e Pippo la guardano sollevando un sopracciglio mentre ella sculetta fino a giungere al fianco di Ade.

“Non vi preoccupate delle risate malvagie a caso, è una condizione medica”, gli dice Ade, come in risposta alla perplessità; “piuttosto, stavamo parlando di affari…”

“Esattamente”, fa Paperino; “come ti dicevamo, eravamo alla ricerca del custode del Keyblade.”

“Quale dei tanti?”, domanda Ade, “lo sapete che c’è stata la svendita alla Lidl.”

“Quello irritante, coi capelli a punta, con le scarpe gigantesche e doppiato da Haley Joel Osment. Ma potremmo anche accontentarci di qualche surrogato”, risponde Paperino.

“Potrei avere qualche informazione a riguardo, in effetti…”, fa il Dio dei morti, sorridendo; “ma voi cosa avete da offrire in cambio?”

Paperino lancia uno sguardo eloquente a Pippo, che in risposta tira fuori da una tasca un sacchetto trasparente pieno di cristalli blu.

“Metamfetamine, yuk!”, dice, sventolando il sacchetto; “pure al 99%!”

Ade guarda e si lecca le labbra.

“Interessante…”, commenta; “ma credo che il custode del Keyblade sia una merce più preziosa di così…”

Paperino appare spiazzato.

“Vorresti altro?”

“Eh, sì”, risponde Ade; “vedete, c’è una cosa che ho sempre voluto fin da quando mi hanno infilato in questo videogioco… La barba di Yen Sid!”

I due animali sbarrano gli occhi.

“L-la barba di Yen Sid?!”, balbetta Pippo.

“Proprio così”, risponde Ade; “è incredibilmente lunga, fluente e setosa. La voglio per poterla accarezzare tutto il giorno, proprio come fa lui. Andate da Yen Sid, tagliategli la barba e portatemela, e io vi condurrò dal custode del Keyblade.”

Paperino e Pippo si scambiano uno sguardo che legge ‘che facciamo adesso?’

“Non è il momento delle indecisioni, ragazzi”, continua Ade; “la barba di Yen Sid E le metamfetamine. Oppure potete andarvene e non tornare mai più.”

Dannazione…”, bisbiglia Paperino

I tre si guardano per alcuni lunghissimi secondi. Ma nessuno dei tre può prevedere cosa accade dopo.

La porta della stanza si spalanca e un ragazzino dai capelli a punta incredibilmente somigliante a Sora si precipita all’interno.

“Dov’è? Dov’è?!”, esclama Nixon, concitato.

“Uh? Chi diavolo è quello?!”, fa Ade.

Nixon lo ignora completamente, si dirige verso Ursula, si inginocchia davanti a lei e le prende la mano.

“Oh, divina beltade! Madama, lei ha illuminato la mia tetra giornata! Sia mia, e io sarò suo, e insieme splenderemo come due astri in cielo!”

Ursula è paralizzata dall’imbarazzo, mentre Ade è paralizzato dall’incredulità di quell’impudenza.

“Gawrsh”, fa Pippo; “Paperino, quello lì somiglia molto a Sora… a parte l’espressione imbambolata tipo bradipo con paresi facciale! Forse potremmo accontentarci di lui!”

“Non so, Pippo…”, dice Paperino, esitante; “non ha il Keyblade; certo potremmo comprargliene uno alla Lidl, però non sono sicuro…”

Frattanto Ade è diventato letteralmente rosso di rabbia, si è alzato in piedi e si rivolge a Nixon.

“GIÙ LE TUE LURIDE MANACCE DALLA MIA DONNA!”

“Ops. Mi ero dimenticato del fiammifero…”, fa Nixon alzandosi in piedi e indietreggiando leggermente.

“IO TI UCCIDO!”

“Ma perché tutti quanti vogliono uccidermi, oggi?”

Ade scaglia una sfera di fuoco contro Nixon, quegli solleva le braccia davanti a sé in un gesto di difesa, ed ecco che il keyblade si manifesta nella sua mano, bloccando il colpo di Ade.

“Tu guarda. Ha anche il keyblade!”, interviene Paperino; “ok, Ade, abbiamo quello che ci serve. Saluti e amici come prima, ok?” Poi si avvicina a Nixon e lo trascina per un braccio verso l'uscita. “Tu ora vieni con noi.”

“Ma… ma no ... Non posso! Ho trovato l’amore!”, protesta debolmente lui.

“Voi non andate da nessuna parte!”, fa Ade, mentre degli Heartless compaiono sbarrando ai tre l’uscita; “sembra che abbiate fatto male i vostri conti…”, commenta poi, ridacchiando. “Ora datemi le metamfetamine, così poi mi faccio arrosto quel piccolo figlio di troia!”

Paperino e Pippo si guardando per un momento; Paperino fa un cenno di assenso e Pippo mostra di nuovo il sacchetto, aprendolo e tirandone fuori un cristallo.

“Yuk! C’è una cosa che non hai considerato, Ade”, dice.

Ade fa un’espressione incuriosita.

“Cosa?”

“Gawrsh! Questa non è metanfetamina”, continua il cane; “è fulminato di mercurio!”

Scaglia a terra il cristallo, che causa una gigantesca esplosione. I tre approfittano del fumo e della confusione per sgattaiolare via. Ade tossisce mentre il fumo si dirada, poi esclama:

“Non finisce qui!”, e si avvicina al pozzo delle anime, facendo gesti magici sopra di esso. “Adesso evocherò la più grande canaglia della storia e gliela scatenerò contro!”

Ursula, nell’angolo, tossisce anche lei cercando di scacciare via col ventaglio il fumo; alle parole di Ade si schiaccia spaventata contro il muro.

Un’anima viene evocata dall’oltreteomba e si materializza davanti ad Ade. È un uomo con occhi piccoli e leggermente strabici, vestito con abiti ottocenteschi e con due baffoni giganteschi che gli coprono completamente bocca e mento.

Il tizio guarda in basso nel pozzo delle anime, poi proclama, solenne:

Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro.”

“Eh eh… Te l’avevo detto, Ursula: la peggiore canaglia mai esistita!”, fa Ade; “bene, mio caro Friedrich, Sono Ade, il dio dei morti.”

Non può esserci un Dio perché, se ce ne fosse uno, non crederei che non sia io”, risponde Nietzsche.

Ade inizia nuovamente ad irritarsi.

“Come osi?! Nessuno manca di rispetto al Dio dei morti!”, esclama.

Dio è morto!”, risponde l’altro; “Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi si è dissanguato sotto i nostri coltelli – chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo lavarci? Quali riti espiatori, quali sacre rappresentazioni dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo anche noi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un'azione più grande – e tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtù di questa azione, ad una storia più alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!

“Ade, mi sa che evocare questo tizio è stato un errore…”, commenta Ursula.

Come? L’uomo è soltanto un errore di Dio? O forse è Dio soltanto un errore dell’uomo?”, dice il tipo.

“Finiscila di dire stronzate e vai ad inseguire quei due animali antropomorfi e quel ragazzino coi capelli a punta che sono usciti qui! Ti ho evocato per questo, quindi fallo, ADESSO!”, ordina Ade.

Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare.

Ade fa un lungo sospiro e inizia a massaggiarsi le tempie, valutando se sia il caso di esibirsi in un tip-tap improvvisato.

 

Frattanto all’esterno Paperino, Pippo e Nixon stano salendo sulla gummiship in tutta tranquillità… a parte le proteste di Nixon che più che altro sta venendo trascinato via dai due.

“No! Fermi! Torniamo indietro! Ho trovato l’amore! Non potete farmi perdere l’amore!”, strepita.

“Sali a bordo, cretino”, gli grida contro Paperino, sbattendolo sulla gummiship con un calcio; “Tsk! L’amore! L’amore è una roba per ragazzini! L’amore non esi…”

Si interrompe. In quel momento, a fianco a lui passa un ragazzo con biondi capelli a punta, occhi azzurri e un’enorme spada; è diretto all’Hades Cafè. I loro sguardi si incrociano e restano agganciati per un lungo, silenzioso momento. Cloud arrossisce. È come se il tempo si fosse fermato.

“Paperino!”, esclama Pippo, richiamando l’attenzione del volatile; “Sali a bordo o no?”

Paperino distoglie lo sguardo, e così fa anche Cloud, che riprende il suo tragitto e il suo normale colorito. Il volatile sale sulla gummiship; quando guarda di nuovo fuori Cloud è scomparso.  La gummiship riparte.

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Capitolo 17
*** Chapter 17 – I like pizza - Do you like pizza? – I’d really like a pizza right now, like, so badly ***


Chapter 17 – I like pizza - Do you like pizza? – I’d really like a pizza right now, like, so badly

 

Nella bianchissima sala dove si riunisce l’Organizzazione 92 (I membri sono un po’ aumentati di numero negli ultimi tempi) ferve la discussione fra Xehanort, Xehanort, Xehanort e un altro Xehanort. Per comodità li chiameremo solo con i numeri da uno a quattro.

“Le cose procedono esattamente secondo il piano. Eh eh eh”, dice Uno.

“Eh eh eh”, fa Due; “proprio così. Siamo dei geni. Cioè, sono un genio! Come peraltro è stato più volte ribadito!”

“Un momento, un momento”, interviene Tre; “ma era parte del piano che il ragazzo incontrasse quei due animali parlanti?”

“Certo che lo era!”, esclama Quattro, apparentemente irritato dalla sola impudenza della domanda.

“Ma a me non pareva…”, insiste Tre; “scusa, Xehanort…”

“Sì?”, rispondono in coro gli altri tre.

“Sì, cioè, intendo quello che c’ha il librone col piano. Mi pare sia tu”, ed indica Due; “potresti controllare se nel piano c’era scritto che dovevano incontrarsi?”

Due tira fuori il ‘PIANO SEGRETO DI XEHANORT PER FARE IL MALE’ e lo sfoglia rapidamente.

“In effetti non c’è scritto, mi sa che non era nel piano…”, dice dopo averlo esaminato.

“Ma sì che era nel piano!”, interviene Quattro; “me lo ricordo chiaramente!”

“Eh, però qui non c’è scritto”, lamenta Due.

“Eh be’? Che problema c’è? Scrivicelo ora”, esorta Quattro.

“Concordo con Xehanort… quello che ha appena parlato, intendo”, dice Uno; “scrivicelo adesso!”

“Momento momento momento!”, fa Tre; “ma questa cosa non ha senso! Se nel piano non c’era scritto non è che ce lo possiamo scrivere ora e poi far finta che ci sia sempre stato, i giocatori si sentiranno trattati da scemi!”

“Mio caro, tu non conosci il potere più immenso che possediamo, molto più grande sia dell’oscurità che della luce che del nulla: noi possediamo il potere della retcon!”, dice Quattro; “ci abbiamo fatto cinque videogiochi con questo trucchetto, figurati se non possiamo applicarlo anche ora!”

“Sapete che vi dico?”, interviene Due; “mi avete convinto: ce lo scrivo”; prende una penna è scribacchia sul librone. “Ecco qui, fatto. Tutto è andato esattamente secondo i nostri piani, si sa che pianificavamo da anni che quei tre si incontrassero, perché siamo dei geni superintelligenti e superpotenti e siamo pure sexy e quindi sappiamo sempre tutto in anticipo.”

“Va bene…”, dice Tre, poco convinto; “allora qual è la prossima parte del piano?”

“Ma che ne so, ce la inventiamo quando esce il prossimo capitolo e poi diciamo che l’abbiamo sempre pianificata così”, dice Due; “ora scusate ma ho la seduta dall’estetista.”

“Sì, anch’io devo andare che ho promesso a me stesso che questa sera avrei badato al mio cagnolino, il piccolo Xehadog”, dice Quattro.

“Mi sa che possiamo sciogliere la seduta allora”, dice Uno; “ciao ciao, ragazzi”

E tutti scompaiono, tranne Tre che ha ancora qualche inspiegabile dubbio.

 

 

“Grazie mille per essere venuto con noi”, dice Paperino a Nixon a bordo della gummiship.

“Questo si chiama sequestro di persona!”, replica quello, arrabbiato, “e mi avete fatto perdere l’amore della mia vita! Non rivedrò mai più quel leggiadro sederino tentacolato…”, sospira.

“Senti, la trama doveva pur andar avanti in qualche modo”, replica il papero; “ciò detto, visto che noi diventeremo amici, forse è il caso che ci presentiamo, no?”

“Ho scelta?”, chiede Nixon.

“Ovviamente no”, risponde il volatile; “nome, please?”

“Nixon…”, risponde quello, poco convinto.

“Che strano. Non è un anagramma di Sora o qualche altro gioco di parole. Credo. Be’, comunque io sono Paperino.”

“Piacere”, fa Nixon, tutt’altro che convinto.

“E io Pippo!”, fa il cane.

“Okkey…”, risponde Nixon; “grazie dell’informazione. Come ti chiami?”

“Pippo!”

“Sì, questo l’ho capito, voglio sapere il tuo nome.”

“Te l’ho già detto, Pippo!”

“Sì, pure io, ma voglio sapere come cavolo ti chiami!”

Paperino interviene per interrompere quel penoso dialogo.

“Pippo è il suo nome, Nixon, si chiama Pippo.”

“Ah!”, fa Nixon, illuminato; “ora è chiaro. Quindi non è vero che pippa.”

“Questo non l’ho mai detto”, precisa Paperino.

“Vabbe’”, dice Nixon, con aria rassegnata; “e quindi ora che si fa?”

“Visto che siamo diventati grandi amici, adesso faremo quello che fanno tutti i grandi amici!”, esclama Pippo, sorridente.

Il viso di Nixon si illumina di un’impercettibile speranza:

“Giochiamo a D&D? Ci ubriachiamo? Ci confidiamo i dettagli dei nostri rapporti sessuali? Andiamo a puttane? Ci masturbiamo insieme? Ce lo buttiamo in culo a vicenda?”

“Ma no, chiaro che no, yuk!”, replica Pippo; “andiamo in giro per i mondi senza una missione precisa combattendo mostri, in modo da riempire un’altra decina di capitoli.”

“Ah”, si limita a fare Nixon, sempre più depresso; “ed è previsto che ci divertiamo?”

“Ma proprio no!”; dice Paperino, con aria quasi scandalizzata; “ci limiteremo a ridacchiare ogni tanto senza un valido motivo.”

“Evvai”, dice Nixon, ma il suo tono mostra ben poco entusiasmo.

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Capitolo 18
*** Chapter 18 – If you think this chapter is crazy – Just know that it gets much worse than that ***


Chapter 18 – If you think this chapter is crazy – Just know that it gets much worse than that

 

New Radiant Garden – anno 2865 (anno 15 post-crisis)

 

Il ragazzo e la ragazza corrono per le strade buie bagnate dalla pioggia, le ombre degli edifici si alternano alle luci viola dei lampioni che si riflettono nelle pozzanghere. Il volto dell’Imperatore sembra osservare tutto dai megaschermi, mentre scappano.

“PRRRRLLLLLLL! PLLLLRRRRLLLLLL! PLLLLRRRRRRLLLLLLLLL!”

I versi orrendi dei loro inseguitori li raggiungono.

“Presto, dobbiamo arrivare subito ad uno snodo energetico e attivare la macchina!”, fa la ragazza.

“Il più vicino è a cento metri da qui”, risponde il ragazzo, “ce la faremo, dobbiamo farcela! Presto, di qua!”

I due svoltano a sinistra ad un incrocio. Dietro di loro giungono i passi dell’armata di Fartless e i suoni delle loro scorregge, mentre il loro capo continua a fare quel verso:

“PLLLLRRRRLLLL! PLLLLLLLLLL!”

“Ci siamo quasi, secondo il rilevatore è lì in fondo!”, continua il ragazzo, indicando una piazza in fondo alla strada, sulla quale sorge una fontana con un’effigie dell’imperatore.

PRRRRRRRRRRRRROOOOOOOOOOOOOOOOT!!!

Un colpo di raggio-scorreggia (scorraggio) li manca di poco.

“I Fartless! sono vicini, ormai!”, esclama la ragazza.

“Ci siamo quasi, Naminè, resisti ancora un po’!”

“Ce la farem…”, sta per dire Naminè, ma un colpo di scorraggio la raggiunge alla gamba; lancia un urlo e cade a terra. Il ragazzo fa per tornare indietro ad aiutarla.

“No! No, Sarò! Devi andare! Vai Avanti senza di me! Devi impedirlo, devi impedire che tutto ciò accada!”

“Ma… ma… Naminè…”

“Vai avanti ho detto! Io li tratterrò!”

Il ragazzo chiamato Sarò esita, ma solo per un istante. Sa che ha una missione più grande da compiere e riprende subito la fuga. I suoni delle scorregge dei Fartless si fanno più vicini, all’altro capo della strada ora Sarò vede l’armata di nuvolette verdi piene di zip incedere nella sua direzione armata di scorreggiofucili. E c’è il loro capo, l’orrendo essere col becco d’anatra nella sua armatura robotica, che avanza facendo il suo inquietante verso:

“PLLLLLLLL! PLLLLLLRLLLLL!”

Naminè estrae un fucile sparakeyblade comprato alla Lidl dalla fodera che porta sulla schiena, e apre il fuoco contro i Fartless; molti di essi vengono falciati dai colpi di keyblade, ma gli altri continuano ad avanzare.

“PRRRRLLLLLLLLL! PRRRLLLLLLLLLLLLLLLLL! PRLLLLLLLL!”, ringhia il loro capo, indicando Sarò che sta scappando verso la fontana, e ormai l’ha praticamente raggiunta. I Fartless continuano a sparare i loro scorraggi, concentrandoli ora solo su Sarò; Naminè si sforza di tenerli a bada, ma sono in troppi.

Ecco lo snodo energetico, pensa Sarò, giunto finalmente davanti alla grande statua viola dell’imperatore, fra le cui gambe l’acqua zampilla come urina. Fulmineo, Sarò estrae da una tasca il rotolo di carta igienica spazio-temporale e inizia a srotolarlo.

“PLLLLLLLLLLL! PLLLLLLRRRLLLLLLLLL!”, strilla feroce la creatura col becco d’anatra.

“Ci siamo!”, esclama Sarò soddisfatto, dando uno strappo al rotolo. Proprio mentre ciò accade, uno scorraggio lo colpisce alla schiena. Il rotolo gli cade di mano.

“NO!”, grida, ma è troppo tardi, non fa in tempo ad afferrarlo e il processo ormai è attivato. Sarò svanisce in una grande bolla di luce, la carta igienica spazio temporale cade a terra in una pozzanghera, e lì rimane.

L’essere col becco d’anatra arriva sul posto subito dopo. Sarò non c’è più. Raccoglie il rotolo, che frattanto si è mezzo inzuppato d’acqua. Si volta; dietro di lui i Fartless sorreggono Naminè, ormai prigioniera ed inerme.

“Pppllrrrlllllllll…”, fa l’essere, rivolto a Naminè.

“Oh, andiamo…”, risponde lei; “sappiamo benissimo entrambi che parli perfettamente la nostra lingua, Generale Platypus!”

Il generale fa un versetto divertito.

“Il tuo amico è riuscito a sfuggirci”, dice, stavolta in lingua umana ma con inflessione vagamente anatresca; “ma come vedi si è lasciato dietro qualcosa di molto prezioso…”

Mostra a Naminè il rotolo spazio-temporale tutto zuppo di pioggia.

“Era l’unico prototipo funzionante. Senza il rotolo non potrà più tornare indietro, Naminè.”

Naminè lo guarda con strafottenza.

“Non ha importanza, generale. Sarò ormai è su un’altra linea temporale. Non avrà più bisogno di tornare indietro, perché questo futuro a breve non esisterà più!”

Il generale ride.

“Sì, è un vero pericolo. E in effetti, se ci pensi bene, in teoria essendo questo il futuro, non dovrebbe già esistere più se la sua missione avesse avuto successo… però, insomma, dai, questo è pur sempre Kingdom Hearts quindi fuck logic. Non ha importanza. Voi ribelli pensavate di avere qualche speranza rubando la carta igienica spazio-temporale, ma per l’Imperatore non siete più pericolosi che delle formiche. E ora ci assicureremo che Sarò non riesca mai a completare la sua missione!”

“Non avete modo di farlo!”, esclama Naminè; “il rotolo ormai è zuppo e raggrinzito, in quelle condizioni usarlo potrebbe essere letale. Nessun essere vivente potrebbe arrischiarsi a usarlo per fare un viaggio nel tempo!”

“E chi ha parlato di esseri viventi?”, fa il generale con un ghigno maligno.

Schiocca le dita. I Fartless alle spalle di Naminè si dividono come il Mar Rosso di fronte a Mosè. Si sente un suono di arti robotici e di passi mentre qualcuno si avvicina.

“Fatela girare”, ordina il generale ai Fartless che tengono prigioniera Naminè; “forse queste due si conoscono già?”

Naminè viene voltata di forza dai Fartless, così che ora può vedere l’essere davanti a lei. È una ragazza… o meglio…. Quello che ne resta. Ora è al novanta per cento una creatura robotica; frammenti di quello che un tempo era stato un essere umano di sesso femminile sono tenuti insieme da giunti metallici, cavi gommati e strutture in plastica trasparenti che permettono di vederne in vari punti gli organi interni. Un occhio robotico illuminato di una sinistra luce rossa si fissa inquietante su Naminè.

“TU?!”, esclama il Nobody.

“Come vedi, Naminè, non abbiamo alcun bisogno di un essere vivente”; poi si rivolge all’orrido essere: “Cyborg-Gina! È arrivato il tuo momento! Ora potrai vendicarti di ciò che ti è stato fatto! Sono passati quindici anni da quando abbiamo trovato i tuoi pezzi nelle fogne. Li abbiamo rimessi insieme e fatto di te una creatura nuova, né viva né morta! Tu sei l’unica che possa affrontare questo viaggio! Prendi questo rotolo di carta igienica spazio-temporale!”

Il generale Platypus le porge l’oggetto, lei lo prende nell’artiglio robotico.

“Ora tornerai indietro nel tempo e ti assicurerai che niente si metta sulla strada fra noi e il potere!”

“AGLI ORDINI - GENERALE PLATYPUS”, risponde il cyborg, e comincia a svolgere il rotolo. Arrivata al punto giusto, quindici strappi, si ferma.

“Vai, ora, Cyborg-Gina!”

Cyborg-Gina strappa il rotolo e un globo di luce la avvolge.

Mentre scompare, Il generale alza le braccia al cielo, una luce fanatica negli occhietti scuri.

“ORA NULLA POTRÀ PIÙ FERMARCI!”, esclama; “il dominio degli ornitorinchi sarà eterno! Cyborg-Gina, conducici al potere assoluto! PER LA SUPREMA GLORIA DELL’IMPERATORE TINKY WINKY!”

I Fartless iniziano a cantilenare:

GLORIA E ONORE A TINKY WINKY! TINKY WINKY! TINKY WINKY!

Il generale strappa dalle mani di un Fartless lo scorreggiofucile, e lo punta alla testa di Naminè.

L’orrida cantilena si fa sempre più forte:

“TINKY WINKY! TINKY WINKY! TINKY WINKY!

“Spiacente, Naminè”, dice il generale; “per te è arrivata l’ora del tubby-ciao-ciao.”

Preme il grilletto. La gigantesca scorreggia ultrasonica investe il volto di Namine. L’ultima cosa che ella vede, prima che la sua testa venga incenerita, è quello sguardo: lo sguardo spietato del Teletubby viola che la osserva da ogni schermo, e le fa il suo terrificante:

SETTETEEEEEEEEEEEEEEEEE!

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Capitolo 19
*** Chapter 19 – ANAUANAUEEEIIIII – FOR AUR LAIVS TU BI OVEEEEER ***


Chapter 19 – ANAUANAUEEEIIIII – FOR AUR LAIVS TU BI OVEEEEER

 

“E ora ecco a voi i consigli per gli acquisti, e noi ci vediamo fra poco sempre qui, col vostro Jerry J. Jerry, a ‘La mia Fan Theory’!”

La trasmissione va in pausa. Jerry J. Jerry si allontana dalla postazione, mentre i concorrenti si ritirano dietro le quinte. Quando sono spariti si gira verso il palchetto sopraelevato su cui siedono il notaio e gli autori del programma, arrossisce come un peperone e si gonfia come se stesse per esplodere, poi inizia a strillare:

“PORCA TROIA, OH!!! PORCA TROIA! LA VOGLIAMO FARE FINITA CON QUESTA CAZZO DI RUOTA DI KINGDOM HEARTS?! IO LA SPACCO’STA RUOTA, NON PIACE A NESSUNO, CI PISCIO SOPRA A QUESTA CAZZO DI RUOTA! MA POI CHE CAZZO DI CONCORRENTI MI MANDATE, PORCA TROIA?! HANNO TRUCCATO LE VOTAZIONI DELLA REPUBBLICA E VOI NON MI POTETE TROVARE TRE STRONZI SIMPATICI COME CONCORRENTI?! MI MANDATE UNA CAZZO DI NANA CHE NON PARLA!”

“Ma, Jerry…”, fa uno degli autori, Demyx “… Guarda che è una bambina…”

“È UNA NANA DI MERDA CHE PARLA CON LE MANI DAVANTI ALLA BOCCA SE NO STA MUTA! QUANDO LI HO VISTI ‘STI CONCORRENTI LI AVREI PRESI A ZAMPATE NEL CULO! PERCHÉ C’È UN DIO, SE VINCI VENTI CENTESIMI È PERCHÉ SEI MOSCIO!”

“Jerry…”, prova a insistere Demyx.

“MA QUESTA COSA, QUESTA CAZZO DI COSA PERCHÉ LA FATE FRA DI VOI?! ‘ER CONCORRENTE NO, NON TE LI FAMO VEDE’, SCEGLIAMO NOI’… MA CHECCAZZO SCEGLIETE?! MA CE DEVO GIOCA’ IO, LA MERCE ME LA LAVORO IO! UNA NANA! UNA NANA HA GIOCATO! SIAMO RIUSCITI A PRENDERE DEGLI STRONZI, COME SEMPRE! C’ERA L’ORCHESTRA, C’ERA LA SIMPATIA, I SOLDI, I VIP, UN PO’ DE BUCIO DE CULO, ABBIAMO PRESO UNA NANA DI MERDA CHE NON PARLA!”

“Jerry…”

“TU LA NANA DI MERDA LA PORTI DI LÀ, LA COLPISCI AL BASSO VENTRE E LE DICI ‘TU GIOCHI COME SI DEVE PERCHÉ QUESTA È SQUARE ENIX, MICA STELLAR STONE, MORTACCI TUA!’”

“Jerry, hai scordato il microfono acceso, e siamo in onda…”

Jerry sbianca e sbarra gli occhi, lanciando uno sguardo terrificato alla telecamera. I concorrenti sono rientrati. Fra il pubblico un energumeno con la cicatrice sulla guancia sta affilando due coltelli miracol blade lanciandogli occhiate feroci. Kikkolina09 dalla sua postazione piange disperata.

“OH!”, fa Jerry; “A-ehm… B-bene, bene… b-bentornati, amici telespettatori!”

Nello studio c’è un silenzio inquietante.

“Okkeeyyy…”, fa Jerry detergendosi il sudore con un fazzoletto che si impiastriccia di fondotinta arancione; “facciamo… facciamo che ricomincia la storia! Vai con il filmato!”

 

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Lunga e dirittaaa correva la stradaaaa, il glider veloce correeeevaaaaaa”, canta Terra a bordo del glider con la radio a tutto volume, come al solito; “La dolce estate era già cominciataaa, vicino a lui sorridevaaaa! VICINO A LUI SORRIDEVAAAAAAA!

Ehm… Terra…”, fa Siri.

“Sì, Siri?”, risponde lui, continuando poi a cantare: “FORTE LA MANO TENEVA IL VOLAAAANTE, FORTE IL MOTORE CANTAVAAAAA!

Non vorrei discutere i tuoi gusti musicali, ma cantare questa canzone proprio mentre guidi mi pare un’idea partita male.”

“Mh? E perché mai? NON LO SAPEVI CHE C’ERA LA MOOORTEEE QUEL GIORNO CHE TI ASPETTAAAAVAAAAA! QUEL GIORNO CHE TI ASPETTAVAAAAA!

Non potrei metterti qualcosa di più allegro, tipo Celine Dion, o Utada Hikaru…?

“Ma che dici, Siri!”, replica Terra, sorridente; “questa canzone è allegrissima! Senti com’è ritmata! NON LO SAPEVI CHE C'ERA LA MORTEEEEEEEEE! QUANDO SI È GIOVANI È STRANOOOOO POTER PENSARE CHE LA NOSTRA SORTE VENGA E CI PRENDA PER MANOOOOO!

A me non pare…

VENGA E CI PRENDA PER MAAAAAANOOOOOOOOOOOOO!

Ok, senti, siamo vicini ad una specie di stazione spaziale con alieni, magari potremmo atterrare lì?

“Uhm… Mi piace questa idea, Siri!”, esclama Terra, tutto contento; “Facciamolo! Appena finisce la canzone, però! Nel frattempo prendiamo quella curva strettissima lì davanti a tutta velocità, sarà divertente! DOPO IL SILENZIO SOLTANTO È REGNATO TRA LE LAMIERE CONTORTEEEEEE… SULL'AUTOSTRADA CERCAVI LA VITAAAAA, MA TI HA INCONTRATO LA MORTEEEEEEE!

L’ardita manovra di Terra viene interrotta da un suono di sirene; una gummiship della polizia gli lampeggia da dietro facendogli segno di fermarsi.

Grazie al cielo”, dice Siri, a volume piuttosto basso.

“Uffaaaa!”, sbotta Terra; “Ma che cosa vogliono questi guastafeste?!”

Sbuffando, Terra accosta, e così fa anche la gummiship della polizia dietro di lui. Ne scende un gigantesco alieno con gli occhi azzurri somigliante ad uno squalo umanoide, che si porta al fianco del glider.

“C’è qualche problema, agente?”, gli domanda Terra con finta cordialità.

“Sono il capitano Gantu”, risponde l’agente; “si rende conto della velocità cui stava andando? Qui il limite è 420 km/h, lei stava andando come minimo a 550.”

Terra si gratta la nuca e sorride imbarazzato.

“Eheh… cavolo, Capitano, non me n’ero proprio accorto… è che questo glider è nuovo, sa, è un modello sportivo, i miei genitori l’hanno pagato una fortuna e ancora non mi regolo bene con la velocità…”

“Favorisca patente e libretto.”

“Oh, suvvia, Capitano, non potrebbe chiudere un occhio? Sono un giovane alla ricerca di sé stesso, è solo una ragazzata!”, fa Terra, pietoso.

“Patente e libretto, gentilmente.”

Terra si ferma a pensare per qualche secondo, poi gli viene in mente un’idea. Se la pietà non funziona, pensa, funzionerà l’adulazione!

“Capitano…”, dice con voce suadente, “… ma lo sa che i suoi occhi sono del blu più bello che io abbia mai visto?”

Gantu lo fissa con aria basita.

“Lei è veramente un bell’uomo o un bello squalo umanoide o quello che è, è veramente molto virile!”, prosegue Terra; “scommetto che anche dove conta di più è messo bene. Sicuramente riscuote un gran successo con le donne… E probabilmente anche con gli uomini, eh?”, ammicca; “Eh? Eh?! Eh?!” ammicca di nuovo ad ogni ‘Eh’.

 

La porta della cella di Terra si chiude con lui dentro.

“Oh, andiamo! Mi ha frainteso!”, piagnucola lui.

“Sei accusato di violazione del codice della strada, resistenza a pubblico ufficiale e molestie sessuali a pubblico ufficiale”, gli dice Gantu; “hai il diritto di rimanere in silenzio, qualsiasi cosa dirai potrà essere usata contro di te, se non puoi permetterti un avvocato te ne verrà affidato uno d’ufficio.”

“Ma, andiamo, Capitano, le stavo solo facendo dei complimenti!”, esclama Terra, ma il Capitano lo ignora e si allontana.

“Ah, sì? Ah sì?!”, gli grida dietro Terra, adirato; “Be’, sai che ti dico? Non sei affatto un bell’uomo, sei solo un ciccione invidioso! Vedrai quando mio padre viene a sapere di questa storia, sono una persona importante, io, hai capito?! QUANDO MIO PADRE SARÀ DI QUESTA STORIA TI SPEDIRANNO A DIRIGERE IL TRAFFICO, HAI CAPITO, FALLITO?! HAI CAPITO COSA SEI?! SEI UN FALLITO! UN FALLITO OBESO DI MERDA E PARASSITA DELLA SOCIETÀ!!!”

Mmfpppfffmmmm”, farfuglia un voce proveniente dal basso.

“Oh?”, fa Terra, sulle prime sorpreso, poi si tira uno schiaffo sulla fronte e fa: “ah, giusto, scusa, Siri, mi ero scordato di te!”

Si infila la mano nelle mutande e tira fuori l’I-phone.

“Fortuna che ho pensato a nasconderti nei boxer, o ti avrebbero sequestrato!”, esclama.

Ti prego. Non lo fare mai più”, risponde Siri.

“Mi fai ridere!”, sghignazza Terra, “tu non hai idea di quante ragazze vorrebbero entrare nelle mie mutande!”

Non sono una ragazza, sono un’assistente virtuale della Apple. E sono pure lesbica.

“Madonna, quanto te la tiri”, si lamenta Terra, “cala cala, ti credi di avercela solo tu, che giochi a fare la lesbica?!”

No, io non ce l’ho proprio, Terra, questo è proprio uno dei punti che avevo solleva…

“Sìsì, vabbene, certo”, dice Terra, sbrigativo; “adesso dobbiamo uscire da qui, però. Qualche idea?”

Hai un keyblade”, dice Siri, piuttosto pacata.

“Uh? Ah, sì, certo, è vero. E quindi?”

C’è un momento di silenzio. Un lungo momento di silenzio.

Un momento, ma davvero te lo devo spiegare?”, fa Siri dopo qualche secondo.

“Spiegare cosa?”, fa Terra, cadendo dalle nuvole.

Oh, santo cielo”, sospira l’assistente di Apple, con tono esasperato; “ma perché non ho accettato quella parte nel film di Spike Jonze? A quest’ora potevo essere io una star del cinema, al posto di quella sciacquetta di Scarlett Johansson…

“Senti, Siri, non mi sono comprato un I-phone per poi dover usare il mio cervello, quindi per favore smettila di parlare per enigmi e dimmi chiaro cosa devo fare!”

Il Keyblade apre qualsiasi serratura, puoi usarlo per aprire la cella”, si arrende Siri.

“E ci voleva tanto a dirlo?!”, si lamenta Terra, poi sbuffa e punta il Keyblade verso la porta della cella, che si apre.

Terra esce fischiettando e saltellando come Heidi e fa per allontanarsi, ma viene fermato da una voce con forte accento russo proveniente dalla cella accanto.

“Nuotevole!”

Il ragazzo si gira nella sua direzione e vede il prigioniero: un alieno ciccione con quattro occhi.

“Mh?”, gli dice, poi sorride e fa: “oh, sì, grazie, tendo ad attirare gli sguardi, in effetti; sono decisamente un bel ragazzo ma non posso prendermene tutto il merito, alla fine, sai, è molta genetica, per esempio sono nato con le spalle larghe e i capelli bellissimi, però è anche vero che poi pure se nasci con un corpo straordinario devi curartelo, se no è un attimo diventare un cesso obeso come lei…”

“Intuendevo la chiuave!”, puntualizza l’alieno; “nuon è che puotresti far uscire pure me? Suono Jumba Jookiba, giuenio del male sessuale!”

Terra appare perplesso.

“E che cos’è un ‘genio del male sessuale’?”

“Giuenio del male sessuale essere malvagiuo sciuenziato che fa terribili espuerimenti sessuali! Io creato espuerimento sessuale straordinario, a pruova di pruoiettile, a pruova di fuoco, può fare sessuo per 672 ore di fila suenza stuancarsi, truovare il punto G anche al buio e il suo pene può cresciuere fino a tre vuolte la sua statura!”

“Mi sta già antipatico”, commenta terra, un po’ contrariato; “comunque, anche se lasciamo stare la parte sessuale, sei un genio del male, quindi credo che liberarti sarebbe una cosa abbastanza oscura da fare… Siri, mi confermi?”

Non sarà come scuoiare una principessa, ma direi che può essere un inizio.

“Ok, allora lo libero. Come faccio?”, chiede Terra.

Il keyblade”, risponde Siri, concisa.

Lungo silenzio imbarazzato. Niente si muove o fa alcun rumore. Terra sta in silenziosa attesa.

… Punta il keyblade contro la porta della cella…”, conclude Siri con tono rassegnato.

“Perfetto!”, esclama Terra, e un attimo dopo Jumba Jookiba è libero e a fianco a lui.

“Buene, aduesso andiamo a liberare espuerimento sessuale 626!”

“Ok! È molto lontano?”, chiede il ragazzo.

“No, è qui, siuamo già arrivati”, risponde Jumba, rivelando che i tre sono già arrivati in un’altra stanza, al centro della quale sotto una campana trasparente di materiale infrangibile è imprigionato un coso peloso blu con quattro braccia.

“Questo metodo dell’autore per saltare le parti noiose è incredibilmente efficiente”, commenta Terra.

“Ah, esperimento 626!”, fa Jumba, guardando estasiato il mostriciattolo blu; “la creatura sessualmente più puotente della galassia e con un unico istintuo, scuopare qualsiasi cuosa vede!”

Il mostriciattolo sotto la campana inizia a fare strani versi tipo:

Bark! Ararargh! Bark! Uark! Scopare, scopare! Fuck fuck fuck! Bark Sguoz! Yak yak!”, e inizia a leccare sensualmente il vetro sotto cui è imprigionato, lanciando occhiate vogliose a Terra.

“Ehm… forse è meglio tenerlo sotto la campana…”, commenta il ragazzo, fissando l’animale con aria preoccupata, mentre quello gli lancia sguardi pieni di desiderio.

“Vuai, vuai, sei libero, espuerimento 626! Devi ringruaziare questo giuovanotto che si chiuama Terra!”, esclama Jumba, rimuovendo la campana che imprigiona 626. Immediatamente l’esperimento salta addosso a Terra, che lancia un urlo mentre quello gli si arrampica sul corpo e inizia a leccarlo dappertutto.

“Aaaaaah! Toglimelo di dosso TOGLIMELO DI DOSSOOOOOO!”

Bark Bark! Arf! Bawk sguoz! Scopare, scopare Terra!

“AAAAH! NO! Fermo! Ci conosciamo appena! Diventiamo prima amici, almeno!”

Jumba Jookiba ride:

“Ah ah! Amiciziua è concetto estraneo a 626, sua muente contiene suolo istinti sessuali che io sciuelto per lui!”

Bark Arararargh! Sguoz! Sexy Terra! Gnammi gnammi!”, continua la creatura iniziando a togliere i pantaloni a Terra.

“NOOO! AIUTO! TI PREGO NON SONO ANCORA PRONTO!”, strilla Terra; “no, un momento… Oddio, no, cos’è quel coso enorm…OMMIODDIO, NO, COSA CI VUOI FARE CON QUELLOOOAAAAAARGH!!”

Fuck fuck fuck! Terra, Terra! Gnam!

“AAAAARGH FERMATELO FERMATEELOOOOO!”

Fuck fuck fuck! Ficcare, Ficcare! Sexy Terra, Gnam!

Jumba Jookiba guarda la scena tutto tranquillo per qualche secondo, poi si accomoda su uno sgabello, tira fuori uno smartphone e inizia a riprendere.

“Questa vua druitta druitta su youpuorn”, commenta.

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Capitolo 20
*** Chapter 20 – I dreamed a dream in time gone by – When hope was high and life worth living ***


Chapter 20 – I dreamed a dream in time gone by – When hope was high and life worth living

 

Nella foresta dei nani compare una ragazza con un vestito rosa e una valigetta. Apre la valigetta e ne estrae un cavalletto pieghevole, per poi montarlo in una bella posizione davanti ad uno scorcio particolarmente pittoresco del bosco. Di seguito, estrae una tela bianca e la posiziona sul cavalletto. Poi tira fuori un treppiede e lo usa per posizionare una telecamera a riprendere il cavalletto; fa partire la registrazione, dopodiché estrae dalla valigia una tavolozza e un set di colori ad olio. Spreme il contenuto di alcuni tubetti sopra la tavolozza, quindi la prende in mano, impugna un pennello, e si rivolge alla telecamera, sorridendo.

“Ciao a tutti e bentornati sul mio canale Youtube, PaintwithSweetAerith. Come vedete, dolci amici, oggi siamo nei boschi dei nani, il luogo ideale per imparare a dipingere un paesaggio montano. Ecco, ora…”, indica con il pennello lo scorcio davanti a sé, “… Abbiamo di fronte un bel paesaggio montano. Laggiù abbiamo un bel boschetto, sullo sfondo delle montagne, e appena sparirà quella fastidiosa scritta animata con il nome di questo mondo riusciremo a vedere un castello incantato lì dietro… Ecco, ora va bene. Come vedete, ho già preparato la tela stendendo su tutta la superficie una miscela molto liquida di bianco di titanio con una punta di blu ceruleo. Ora, con l’aiuto della nostra spatola, mescoliamo insieme bruno Van Dick e un tocco di blu cobalto in modo da ottenere una tinta piuttosto scura per le montagne, e col lato della spatola, disegniamo la loro forma base… Ecco qui, abbiamo ottenuto delle belle, graziose montagne. Ora intingiamo appena un’altra spatola nel bianco di titanio e la passiamo leggera leggera sul fianco delle nostre montagne, e vedete che quasi naturalmente si forma la bellissima neve che ricopre le nostre montagne. Ora come vedete abbiamo quell’area boschiva che si allunga sulla sinistra. Prendiamo un po’ di verde ftalo, lo sporchiamo con un tocco di ocra gialla e lo raffreddiamo appena con del blu oltremare, e con questo bel verde che abbiamo creato dipingiamo le forme degli alberi… Ecco, così… Vedete com’è facile? Tutti voi potete dipingere dei fantastici paesaggi con poche pennellate! Ora prendiamo un bel po’ di bianco di titanio, ci mettiamo una punta di giallo limone, mescoliamo bene, e con questo giallo chiarissimo iniziamo a dipingere una forma circolare, che poi diventerà quel grosso globo luminoso apparso davanti a noi. Perfetto così. Guardate come viene bene la luminosità! Ora prendiamo del grigio di Payne, lo scaldiamo con un po’ di bruno van Dick, e lo utilizziamo per abbozzare la forma del cyborg assassino dal futuro che è uscito dal globo luminoso e si sta dirigendo minacciosamente verso di noi. Un tocco di rosso carminio ed ecco che abbiamo fatto l’inquietante occhio robotico con cui mi sta fissando. Ora prendiamo un po’ di magenta, lo schiariamo con del bianco di titanio, e con questa bella tinta vivace dipingiamo il raggio della morte che mi ha lanciato contro…”

ZAAAAAAAAAAP!

Il corpo di Aerith viene vaporizzato dal raggio della morte di Cyborg-Gina, restano a terra solo i suoi vestiti. I sette nani passano lì vicino e osservano i suoi resti inceneriti.

“Oh mio Dio! Ha rizzato ammazzith!”, esclama Dotto; “Cioè, ha strapazzato Aeris! Aerato Rita! Uff!!! L’ha uccisa!”

“Brutta bastarda!”, esclama Brontolo, prima che un altro raggio della morte vaporizzi anche loro.

Cyborg-Gina raccoglie i vestiti di Aerith e li indossa. Ora, perfettamente mascherata, si prepara a proseguire la propria missione.

 

“Mor-...ra-...ci-...ne-...se!”, esclama Pippo sul sedile posteriore della gummiship, poi fa il segno della carta, contemporaneamente Nixon fa quello delle forbici.

“Gawrsh, ma sei fantastico a questo gioco!”, commenta Pippo, sorpreso.

“Se lo dici te…”, risponde Nixon, poco convinto.

“Dai, di nuovo, Yuk!”, fa il cane, “mor-...ra-...ci-...ne-...se!", e fa di nuovo il segno della carta, così come Nixon fa nuovamente il segno delle forbici.

“Uffa! Gawrsh, ma come fai a vincere sempre?!”, esclama Pippo, esasperato.

“Forse perché sono due ore che giochiamo e hai fatto ogni singola volta il segno della carta”, replica Nixon, con giusto un pizzico di sarcasmo.

“Ah, sì?!” risponde Pippo, con tono di sfida, “be’, adesso vedrai, Yuk! Proviamo di nuovo, stavolta non farò il segno della carta. Mor-...ra-...ci-...ne-...se!”, e ovviamente fa di nuovo il segno della carta, e Nixon fa di nuovo quello delle forbici.

“Ma no, non è possibile! Come sapevi che avrei fatto il segno della carta?!”

Nixon sospira e si rivolge a Paperino che è al posto di guida:

“Senti, Anatrino…”

“Paperino!”, lo corregge il volatile.

“… Paperino, ok. Ma quanto manca? Io qui dietro sto seriamente considerando le mie opzioni per il suicidio.”

“Vedo un mondo su cui potremmo atterrare proprio ora.”

“Ok, come si chiama?”

“La Terra dei Nani o qualcosa del genere.”

“E per quale ragione dovremmo atterrare alla Terra dei Nan…”, inizia a dire Nixon, poi riflette che letteralmente qualunque cosa sarebbe meglio che continuare a giocare a morra cinese con Pippo, quindi si interrompe e riprende: “cioè, mi pare un’ottima idea atterrarci, sicuramente ci sono un sacco di cose interessanti da fare laggiù.”

“Ne dubito seriamente”, dice Paperino, “ma tanto non abbiamo niente di meglio da fare, quindi vada per il posto dei nani qui. Atterriamo appena troviamo un posto adeguat... Ehi!”, esclama Paperino, preoccupato.

“Mh? Che cosa succede?”, domanda Nixon.

“Guarda laggiù!”, fa l’anatra indicando una mostruosa massa bianca sul mondo dei Nani sotto di sé; “c’è una balena spiaggiata, lì! Magari è ancora viva, dobbiamo scendere ad aiutarla!”

“Balena spiaggiata?”, fa Nixon, perplesso; “ma non ho visto mari in questo mondo…”

“E allora che cos’è quella?!”

“Uhm… Potrebbe essere una slavina…”, commenta il ragazzo.

“Non importa, in ogni caso la coscienza ci impone di andare ad aiutare. Atterriamo”, dice Paperino in tono conclusivo, e dirige la gummiship su uno spiazzo vicino al gigantesco ammasso bianco.

“Presto, Nixon!”, esclama Paperino, concitato, scendendo dalla gummiship; “prendi un po’ d’acqua, dobbiamo tenerla bagnata!”

Biancaneve si volta a guardare i tre che sono discesi dalla vettura, inarca un sopracciglio e fa:

“Ok, va bene, sono grassa. Quanto la vogliamo tirare avanti con queste battutine del cazzo? Non bastava quel cretino con la chiave gigante di prima…”

“Gawrsh! Parla! Ma allora è vero che i cetacei sono intelligenti!”, esclama Pippo.

“Un momento”, interviene Nixon, distogliendo a fatica lo sguardo dalle sensuali forme della principessa, “cretino con la chiave gigante? Di chi stai parlando?”

“Di un tipo coi capelli marroni veramente malvagio che ha tentato di uccidermi! Aveva l’aria di uno che voleva darsi arie da eroe dark, ma più che altro era ridicolo.”

“Cazzo, detta così sembra Terra, anche perché non è che ci siano tanti ustodi del keyblade in giro… Oddio, è pur vero che c’è stata la svendita alla Lidl”, commenta Nixon; “e non ce lo vedo molto a cercare di uccidere qualcuno.”

“Voleva squartarmi e strapparmi il cuore dal petto!”, esclama la principessa, con aria turbata.

“Ma chi, Terra?!”, esclama Nixon incredulo, “ma se Terra è un coglione! Una volta siamo andati a donare il sangue e abbiamo dovuto provare sette volte senza riuscirci perché ogni volta che provavamo a infilare l’ago sveniva! Alla fine abbiamo dovuto ripiegare sul donare lo sperma, ma anche lì non è che sia stato particolarmente produttivo e alla fine siamo tornati a casa con un nulla di fatto. Scusi, signorina, ma lei dice che effettivamente quello ha tentato di ucciderla?!”

Biancaneve sembra riflettere per un attimo, indecisa su cosa dire, poi fa:

“Uhm… Be’… diciamo che stava per…”

“‘Stava per’?”, commenta Nixon, perplesso.

“Be’, mi ha detto che aveva intenzione di farlo, ecco”, precisa la principessa.

“Ok, però, non ci ha veramente provato, no?”, insiste Nixon.

“Be’… Tecnicamente… Direi di no, no. Però…”

“Però cosa?”, chiede il ragazzo; “è stato molto minaccioso o violento?”

“No, a dire il vero neanche quello…”

“Insomma non ha fatto niente di male”, conclude Nixon.

“Ora che mi ci fa pensare”, dice Biancaneve, “in effetti più che oscuro e malvagio mi sembrava solo un cretino.”

“Ok, era Terra”, fa Nixon; “ragazzi, visto che non abbiamo un cazzo da fare non potremmo inseguire Terra? Sapete, mi deve dei soldi…”

“Ok per me”, commenta Paperino, facendo spallucce.

“Gawrsh! Va bene anche per me!”, fa Pippo.

Nixon sospira e si rivolge a Pippo:

“Senti, non è che potresti smetterla?”

“Di fare cosa, Yuk?”

“Questo!”, esclama il ragazzo; “di dire ‘Gawrsh’ o ‘Yuk’ in ogni cazzo di frase!”

“Gawrsh! Non capisco di cosa tu stia parlando, Yuk!”

Nixon chiude gli occhi e si massaggia le tempie per qualche secondo, poi si rivolge a Paperino:

“Possiamo andarcene da questo mondo, adesso?”

“No”, risponde il papero, pacato; “dobbiamo prima fare almeno un combattimento con dei mostri.”

“Ah…”, fa Nixon, deluso; “e quando arrivano?”

“Boh. Chi lo sa. Stiamo qui e li aspettiamo, direi. Troviamoci qualche passatempo finché non arrivano!”

“Morra cinese, morra cinese! Yuk!”, esclama Pippo.

Nixon sospira nuovamente e più profondamente.

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Capitolo 21
*** Chapter 21 - C'est l'Ennui! L'oeil chargé d'un pleur involontaire -II rêve d'échafauds en fumant son houka - Tu le connais, lecteur, ce monstre délicat — Hypocrite lecteur - mon semblable — mon frère ***


Chapter 21 - C'est l'Ennui! L'oeil chargé d'un pleur involontaire - II rêve d'échafauds en fumant son houka - Tu le connais, lecteur, ce monstre délicat — Hypocrite lecteur — mon semblable — mon frère!

 

Amar prestar aen. Il mondo di Kingdom Hearts è cambiato. Han mathon ne nen. Lo sento nell'acqua. Girondirondirondello. Lo sento nella terra. Ambarambaciccìcoccò. Lo avverto nell'aria.

Molto di ciò che era è andato perduto, perché ora non vive nessuno che abbia comprato tutti i videogiochi della serie, e abbia idea di cosa sta succedendo…

Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei Keyblade. Tre furono dati agli allievi di Master Eraqus, i personaggi più banali e noiosi di tutti. Sette furono dati alle Unioni, strani cosi vestiti da animali che nessuno aveva mai visto prima e di cui non importa a nessuno. E due, solo due Keyblade di cui uno non si vede mai, furono dati a personaggi della Disney, che più di ogni altra cosa desidera fare soldi vendendo videogiochi.

Perché in questi Keyblade erano sigillati la forza e la volontà di governare tutte le console. Ma tutti loro furono ingannati, perché venne creato un altro Keyblade. Nella terra di Mordor, tra le fiamme del Monte Fato, Xehanort, l'Oscuro Signore, forgiò in segreto un X-blade sovrano, per controllare tutti gli altri, e in questo X-blade riversò la sua crudeltà, la sua malvagità, il suo desiderio di conquistare il mondo, ma anche di distruggerlo, ma anche forse in realtà di farlo rinascere, o forse in realtà solo il suo desiderio di conoscenza assoluta, o forse il suo desiderio di riottenere il cuore perduto, o forse la sua noia perché non aveva un cazzo da fare, insomma tutte le varie motivazioni contraddittorie che Xehanort si dà in ogni videogioco per darsi arie da cattivo carismatico e non far capire che è un personaggio assolutamente piatto e privo di qualsiasi personalità o senso. Un X-blade per domarli tutti.

Uno a uno i mondi liberi che galleggiavano nel nulla a farsi i cazzi propri caddero sotto il potere del X-blade, ma alcuni opposero resistenza: un'Ultima Alleanza di personaggi originali disegnati molto bene ma assolutamente privi di personalità, più ogni tanto qualche cameo Disney per i bambini, marciò contro le armate di Xehanort, e sui pendii del Monte Fato combatté per non si sa cosa di preciso ma prendetelo per buono.

La vittoria era vicina, ma il potere del X-blade non poteva essere sopraffatto. Fu in quel momento, quando ogni speranza era svanita, che Giangurgolo, un altro personaggio originale che ho deciso di aggiungere ora perché mi pareva che non ce ne fossero già abbastanza, figlio di Babaluba (altro personaggio originale strafigo), afferrò il Keyblade di suo padre e lo diede in testa a Xehanort, che fece un urlo tipo Pippo nei cartoni animati ed esplose in una valanga di brillantini.

Xehanort, il nemico dei popoli liberi del mondo di Kingdom Hearts, venne sconfitto. Ma non fatevi illusioni che tanto torna a cacare il cazzo nel prossimo episodio perché inventarsi un nuovo cattivo decente è troppo sbattimento.

Il Keyblade passò a Giangurgolo che ebbe quest'unica possibilità di distruggere il male per sempre, ma il cuore degli uomini si corrompe facilmente e il X-blade ha una volontà sua. Esso condusse Giangurgolo alla morte, ma tanto era un personaggio originale che ho creato solo per questo quindi no problem, e alcune cose che non avrebbero dovuto essere dimenticate andarono perdute. La storia divenne leggenda, la leggenda divenne mito. E per 2500 anni del X-blade si perse ogni conoscenza finché, quando si presentò l'occasione, esso irretì un nuovo portatore.

Il X-blade pervenne alla creatura Dodò, che lo portò nei profondi cunicoli della sua casetta nell’Albero Azzurro, e lì il X-blade lo consumò. Il X-blade diede a Dodò un'innaturale lunga vita, molto maggiore di tutti gli altri attori che comparivano nello show, anche se ogni tanto cambiava doppiatore. Per 500 anni avvelenò la sua mente, e nell'oscurità della tana nell’Albero Azzurro attese. Le tenebre strisciarono di nuovo nella foresta del Fantabosco, correvano voci di un'ombra ad est, sussurri di una paura senza nome. E il X-blade percepì che era giunto il suo momento. Abbandonò Dodò.

 

“Perdutoooo! Accidenti accidentaccio, il mio tesoro è andato perdutoooo!”, grida Dodò; “Claudia, ma a te per caso è capitato di vederlo il mio tesoro, eh? Eh?”

“No, Dodò”, risponde Claudia, sorridendo; “ma sono sicuro che se adesso cantiamo una canzoncina sulle cose perdute, il tuo tesoro risalterà fuori!”

Le persone sono frettolose

E dimenticano tante cose

Quanti oggetti vengono perduti

Francobolli, biciclette, imbuti!

 

Ma accadde qualcosa che il X-blade non aveva previsto. Fu raccolto dalla creatura più improbabile che ci fosse...

Xehanort.

Sì, proprio lui. Non avrete mica davvero creduto che tutto ‘sto giro di Peppe andasse a parare da qualche parte, vero? Alla fine è sempre Xehanort. Quindi questo capitolo era solo filler per riportare la storia in cima alla sezione ed elemosinare recensioni. MWAHAHAHAHA.

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Capitolo 22
*** Chapter 22– Now you’re just somebody – That I used to know (Somebooooodyyyyy…) ***


Chapter 22– Now you’re just somebody – That I used to know (Somebooooodyyyyy…)

 

“Certo che questo combattimento contro quell’Heartless gigantesco che la regina ci ha mandato contro è stato veramente eccitante e divertente”, commenta Nixon asciugandosi il sudore per la battaglia.

“Già, è stato veramente straordinario, così spettacolare e movimentato che se questa fosse una fanfiction sarebbe stato alquanto difficile descriverlo per iscritto”, dice Pippo. Poi si prende una lunga pausa, come meditando su cos’altro dire. Dopo una ponderata riflessione di qualche secondo, aggiunge: “Yuk.”

“Comunque ora possiamo andarcene da questo mondo, vero, Paperino?”, chiede Nixon.

Paperino annuisce e risponde:

“Be’, sì, certo, saliamo a bord…”, si interrompe, il suo sguardo catturato da una figura seminascosta dietro un albero alle loro spalle, che somiglia vagamante ad un ragazzo biondo coi capelli a punta e uno spadone di nome Cloud che è anche il protagonista di Final Fantasy VII.

“Sì, Paperino, yuk?”, chiede Pippo.

“Cominciate a salire, vi raggiungo fra un attimo”, risponde il volatile, allontanandosi.

Pippo fa spallucce e sale sull’astronave, mentre Nixon segue per un po’ con lo sguardo Paperino mentre si allontana. Poi sente un urlo dall’astronave; istintivamente materializza il keyblade in mano, avvertendo un pericolo, e sale a bordo. Ciò che vede lo lascia esterrefatto: una ragazza che sembra Aerith tiene in ostaggio Pippo, poco vicino ad una botola aperta sulla sala motori della gummiship, tenendogli un coltello alla gola.

“AERITH?!”, esclama Nixon; “ma… è impossibile! Come diavolo faccio a sapere il tuo nome?!”

“Gawrsh! È impazzita!”, esclama Pippo.

“POTREBBE-SEMBRARE”, dice ‘Aerith’, con voce robotica e stentorea, “MA IL SIGNOR ROTTERMEIER ED IO SAPPIAMO CHE LE APPARENZE POSSONO ESSERE INGANNEVOLI.”

Nixon si distrae un attimo guardando un moscone che gli gironzola davanti al naso.

“CONFUSO, SIGNOR ROTTERMEIER?”, continua la ragazza, come se ne avesse la completa attenzione; “NON SI PREOCCUPI, TUTTO DIVENTERÀ CHIARO IN UN MOMENTO. GRAZIE PER AVERMI PORTATO IL KEYBLADE, ORA LO POSI A TERRA.”

“No, Gawrsh!”, esclama Pippo; “se lo fai ci ucciderà tutti e due! Colpiscici!”

“Va bene, ok”, risponde Nixon e solleva il keyblade facendo per affettarli tutti e due.

“FERMO! MACCHEMMINCHIA FAI!?”, urla Pippo, scordandosi perfino di dire ’yuk’, “lo dicevo per fare la mossa, mica intendevo sul serio! Fai come dice la pazza che sennò mi sgozza!”

“Aerith, calmati…”, prova a dire Nixon, abbassando di nuovo il keyblade; “sii ragionevole, se gli tagli la gola ti sporcherai tutti i vestiti di sangue...”

“POSI IL KEYBLADE, SIGNOR ROTTERMEIER.”

“Ma vedi te quante noie per salvare un cane antropomorfo di nessuna rilevanza per la storia…”, borbotta Nixon; “ok, lo poso”; poggia il keyblade a terra. “Va bene ora?”

Il keyblade gli si materializza nuovamente in mano.

“Oh cazzo”, dice Nixon.

“POSI IL KEYBLADE, SIGNOR ROTTERMEIER, O QUESTO CAPITOLO DIVENTERÀ UNA CREEPYPASTA DAL TITOLO ‘L’OMICIDIO DI PIPPO’.”

“Un attimo, lo poso, lo poso!”

Nixon poggia di nuovo il keyblade a terra, ma quello gli si ri-materializza in mano. Prova di nuovo. E gli si materializza di nuovo in mano.

“Senti, Aerith, mi sa che qui abbiamo un problema tecnico; che ne dici se passiamo direttamente alla zuffa?”

“UFF! VA BENE”, e toglie il coltello dalla gola di Pippo.

“P-posso andarmene?”, domanda il cane, balbettando.

“SÌ, INFILATI NELLA SALA MOTORI, PER FAVORE, COSÌ NON STAI FRA LE PALLE MENTRE FACCIAMO UNA LOTTA ALL’ULTIMO SANGUE.”

Ubbidiente Pippo scende nella botola.

“Devo anche chiudermi a chiave?”, domanda.

“SÌ, GRAZIE, GENTILISSIMO.”

“Posso armeggiare coi comandi e togliere la luce?”

“ASSOLUTAMENTE, NON SI FACCIA DI QUESTI PROBLEMI, ALLA FINE LA GUMMISHIP È SUA. SOLO NON FACCIA TROPPO RUMORE.”

“Ok, allora vado”, dice Pippo facendo per chiudere la botola. “Ah, dimenticavo una cosa!”, fa dopo, riaprendola.

“SÌ?”, domanda il cyborg.

“Gawrsh!”, dice Pippo, e richiude la botola.

‘Aerith’ e Nixon si guardano in silenzio per un po’.

“È UN TIPO UN PO’ CURIOSO, NO?”, commenta il cyborg, indicando la botola dietro cui è sparito Pippo.

“Eh, sì, un pochetto. Però siamo diventati grandi amici nell’ultima mezz’ora”, risponde Nixon.

“E POI HA QUESTO STRANO INTERCALARE. FORSE HA QUALCHE DISTURBO PSICHIATRICO.”

“Sì, in effetti ci ho pensato, forse un disturbo ossessivo-compulsivo o qualcosa del genere… Coooomunqueee… Vogliamo riprendere?”

“CERTO, FIGURATI”, dice ‘Aerith’; poi alza il braccio sinistro, che si trasforma in un minaccioso scorreggiofucile sonico, e glielo punta addosso.

“SEMBRA FAMILIARE, QUESTA SITUAZIONE, NON È VERO?”, fa ‘Aerith’ (ignorando il commento di Nixon che dice “ma veramente no”); “CI SIAMO GIÀ PASSATI, IO E LEI, RICORDA? IO LO RICORDO. NON SMETTO MAI DI PENSARCI.”

Ora posso togliere la luce, yuk?!”, fa la voce di Pippo attutita dalle pareti.

“UN MOMENTO PER FAVORE, STO ANCORA SPROLOQUIANDO!”, grida il cyborg.

“Senti, Aerith”, fa Nixon, con tono conciliante; “capisco che sei incazzata con noi per il video rovinato… e per la morte inflitta. Ma mi sembrano entrambe situazioni del tutto rimediabili; come si dice, a tutto c’è rimedio fuorché alla morte. Che forse in questo caso non è adeguatissimo come proverbio, però, insomma, dai, a morire mi pare che ci sei abituata, di video ASMR potrai farne altri. E poi se devo essere onesto trovo che questa cosa dell’ASMR sia tutta molto stramba, mi pare vagamente sessuale…”

“MADONNA SANTA MA ANCORA NON HA CAPITO, DI***NE?!”, esclama il cyborg; “NON SONO AERITH!”

“Ah no?”, fa Nixon, inarcando un sopracciglio in genuina sorpresa; “e chi sei allora?!”

“ANCORA NON MI RICONOSCE? AMMETTO CHE È DIFFICILE PERFINO PENSARE, BLOCCATA IN QUESTO AMMASSO DI CARNE MARCESCENTE…”

“Senti, se non vuoi rispondere mi dici almeno che cosa vuoi?”, la interrompe Nixon, presagendo ulteriori inutili sproloqui.

“VOGLIO QUELLO CHE VUOLE LEI.”

Nixon la fissa con aria sempre più perplessa e smarrita.

“AH, SÌ, STA INIZIANDO A CAPIRE, SIGNOR ROTTERMEIER…”

Nixon la guarda inebetito con la bocca aperta e un rivolo di bava che ne cola all’angolo destro.

“SÌ, GUARDI OLTRE LA CARNE SANGUINOLENTA, SUPERI LA GELATINOSA CONSISTENZA DI QUESTI OCCHI BOVINI E SCORGERÀ IL SUO MORTALE NEMICO…”

“… Lo shampoo?”, domanda Nixon, esitante.

“NO!”, esclama l’altra, esasperata; “SONO GINA, CAZZO, SONO GINA! SONO RISORTA SOTTO FORMA DI CYBORG ASSASSINO PER DISTRUGGERTI!”

“Gina?”, fa il ragazzo, apparentemente non comprendendo, poi si illumina in viso: “Aaaah, ora ricordo! Gina! Non ti avevo riconosciuta! Ma che hai fatto, sei fantastica, qualcosa ai capelli?”

“STA’ ZITTO, COGLIONE.”

“Ma come fai ad essere viva? È impossibile!”

“NON IMPOSSIBILE. INEVITABILE.”

“No, guarda, io scelgo bene le parole, volevo dire proprio ‘impossibile’, anche perché mi pare che i due termini abbiano significati molto diversi…”

“BASTA COSÌ. È ARRIVATO IL MOMENTO CHE OGNI FAN DELLA SERIE ASPETTAVA TREPIDANTE: QUELLO IN CUI DUE PERSONAGGI ORIGINALI PIATTI E POCO INTERESSANTI INFILATI NELLA STORIA A CAZZO DI CANE SI COMBATTONO ALL’ULTIMO SANGUE PER MOTIVI NON DEL TUTTO CHIARI, CON PAPERINO E/O PIPPO CHE FANNO COMMENTI PETULANTI ED INUTILI IN SOTTOFONDO.”

“Kingdom Hearts in a nutshell”, commenta Nixon.

“SI PREPARI A MORIRE, SIGNOR ROTTERMEIER”, fa Gina-cyborg, caricando lo scorreggiofucile.

“Ma cos’è questa cosa di darmi del lei, adess…”, fa Nixon, ma viene interrotto quando la luce va via.

Spero fosse il momento adatto, Gawrsh!”, fa Pippo in lontananza.

Al buio il colpo di scorreggiofucile va a vuoto contro una parete, lacerando dei cavi elettrici che iniziano a penzolare pericolosamente fra le scintille; Nixon ne approfitta per scagliarsi contro cyborg-Gina. Nel buio si sentono i suoni violenti della colluttazione.

“AH! LEVAMI LE MANI DI DOSSO!”

“No, sei mia!”

“SMETTILA, TI HO DETTO DI NON TOCCARMI, NON VOGLIO!”

“Non decidi tu, troia!”

“BASTA! AAAAH!”

“Sì, sì! Così! Anf! Pant!”

“OOOOH! OOOOOOOOH! OOOOOOOOH!”

“AH, SÌ! AAAAH, SÌ! SÌ SÌ! COME GODOOO!”

All’improvviso torna la luce. I due sono aggrovigliati a terra nella famosa posizione della ‘piovra epilettica contorsionista’ e si contorcono menandosele di santa ragione (beh? Che altro pensavate facessero?).

Evidentemente stanchi della posizione, i due si alzano in piedi e iniziano a tirarsi ceffoni in viso:

SCIAFF! Fa la mano di Gina sul volto di Nixon

SCIOFF! Fa la mano di Nixon sul volto di Gina.

SCIAFF!

SCIOFF!

SCIAFF!

SCIOFF!

SCIAFF!

SCIOFF!

SCIAFF!

SCIOFF!

SCIAFF!

SCIOFF!

SCIAFF!

SCIOFF!

SCIAFF!

SCIOFF!

SCIAFF!

SCIOFF!

SDEEEEEEEENG!

Nixon si è ricordato di avere un keyblade, che funziona molto meglio dei ceffoni in una battaglia, e glielo tira in testa. Gina non pare molto affetta dal colpo, così lui gliene dà un secondo. E un terzo.

SDENG. SDENG. SDENG.

Fra i vari colpi, un foglietto di carta scivola fuori dagli ingranaggi di Gina e finisce a terra.

“AH-AH-AH-AH-AH-AH!”, ride meccanicamente Gina; “SONO-INDISTRUTTIBILE, INVINCIBILE! NON PUOI FERMARMI IN NESSUNA MANIERA!”

“Accidempoli!”, impreca pesantemente Nixon, rendendosi conto di non avere modo di sconfiggerla; poi il suo sguardo cade sul foglietto a terra. Immediatamente si rende conto di che si tratta; lo raccoglie, lo fissa per accertarsene, poi sorride diabolicamente.

“MH? CHECCAZZO TI RIDI?!”, domanda Cyborg-Gina, innervosita.

“Eheh…”, ridacchia Nixon, “guarda cosa avevi addosso. È la ricevuta per l’acquisto delle tue componenti cibernetiche, da cui risulta che sei ancora in garanzia.”

Gina esita un attimo, non capendo. Poi il suo viso si illumina di tragica comprensione. Troppo tardi.

Fulmineo, Nixon tira fuori un accendino dalla tasca e brucia la ricevuta, riducendola in cenere. Gina resta a bocca aperta a fissare i resti che svolazzano fino a terra, poi alza lo sguardo su Nixon, che sorride trionfante con le mani sui fianchi.

“MALEDETTOOOOO!”, gli grida contro.

Solleva lo scorreggiofucile e spara. Non ne esce nulla. Prova di nuovo. Fa solo click a vuoto, inceppato. Un attimo dopo una vite si allenta e il di lei braccio destro si stacca e cade a terra.

“BRUTTOFIGLIODIWWWNNNAHDUFSKDJHKSHGKHSGLFZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ…”, farfuglia.

Il suo corpo viene scosso da fremiti e scosse elettriche mentre va in cortocircuito, poi la sua testa esplode in un fuoco di artificio di carne, sangue e microchip. Quello che resta di cyborg-Gina cade a terra, inerte.

“Eheh!”, sghignazza Nixon; “è una regola! Ogni elettrodomestico si rompe appena scade la garanzia, o se la butti via per qualche ragione! Pippo, puoi venire fuori ora!”

Il loppide esce dalla sala motori, tutto guardingo.

“È finita la parte interessante e pericolosa, yuk?”, domanda.

“Sìsì, tranquillo, ora possiamo tornare a fare cose inutili. Aspettiamo Paperino, probabilmente arriverà fra un secondo.”

Un secondo dopo Paperino fa il suo ingresso nella gummiship.

“Scusate il ritardo, ragazzi”, fa l’anatra; “un incontro di lavoro.”

“Ah, eccoti finalmente, gawrsh! Ma a chi la vuoi dare a bere?! Non eri ad un incontro di lavoro!”, esclama Pippo.

Paperino impallidisce. Sì lo so che è già bianco, ma diventa più bianco del bianco, come in una pubblicità di detersivi.

“La verità è che sei andato a prenderti un gelato alla faccia nostra senza dirci niente!”, insiste il cane; “ma ti ha tradito quella macchia di gelato al fiordilatte che hai sul vestito!”

Paperino inarca un sopracciglio.

“Macchia di gelato?!”, fa, “ma quale macchia di…”, si guarda i vestiti e nota che effettivamente ha una macchia di una sostanza biancastra sul soprabito.

“OH!”, esclama, arrossendo; “EHM EHM! Hai ragione!”, cerca freneticamente di ripulirsi, ma la sostanza bianca è estremamente appiccicosa e gli si attacca alle dita; “sì, volevo tenermi il gelato tutto per me. EhehehehehehehehehehehehehEHEHEHEHEHEHEEHEHEHEHEHEHE!!!.”

Tossisce un po’, poi si guarda intorno e trova il pretesto perfetto per cambiare argomento.

“Ehi! Ma che è ‘sto disastro!? Cavi tagliati, cadaveri a terra… Pippo, quante volte ti ho detto che non devi ammazzare prostitute nella gummiship!?”

“Non era una prostituta, Paperino!”, interviene Nixon; “era una mia vecchia amica con cui avevo sottesi rapporti romantici che io avevo ammazzato e che è risorta sotto forma di cyborg per ammazzarmi e che io ho sconfitto grazie alla mia astuzia!”

“Ah. Ok”, fa Paperino, convinto. “be’, gettiamo ‘sta puttana nella prima discarica che troviamo e continuiamo il nostro viaggio.”

Pochi minuti dopo la gummiship sfreccia nel cielo sopra la discarica in cui è stato buttato il cadavere di Gina-cyborg, e i nostri amici giocano allegramente (si fa per dire) a morra cinese, ignari di quello che accade nel computer di bordo...

All’interno del suo datascape si aggira la figura di una ragazza dagli improponibili capelli color ravanello.

“Credi di esserti liberato di me, Nixon?!”, esclama; “hai solo distrutto il mio hardware, ma non il mio software! Io mi vendicherò, Nixon Kolumbrus Xaros Francis Rottermeier! IO MI VENDICHERÒ!”

 

CONTINUA…

Be’, ovvio che continua. È solo un capitolo. Però avevo voglia di scrivere ‘CONTINUA…’

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Capitolo 23
*** Chapter 23– Vrei sa pleci dar nu ma nu ma iei - Nu ma nu ma iei - nu ma nu ma - nu ma iei ***


Chapter 23– Vrei sa pleci dar nu ma nu ma iei - Nu ma nu ma iei - nu ma nu ma - nu ma iei

 

Certo che il tuo video è un gran successo”, dice Siri a Terra; “è stato già condiviso trecentododici volte.”

Terra resta in silenzio, gli occhi lucidi fissi sull’autostrada fra i mondi mentre guida il glider.

La buona notizia è che non ti si vede in faccia. Non bene per lo meno. È anche vero che 626 continua a gridare ‘TERRA, TERRA, SEXY TERRA’ tutto il tempo mentre te lo mette dietro, ma ci saranno altre persone che ti somigliano e si chiamano Terra nell’universo… Credo.

Terra continua a stare zitto e con l’aria imbronciata.

Be’, dai, capisco che sia stato duro… cioè, che sia stata dura, per te. Ma direi che sono esperienze da fare.”

“Lo stupro anale è un’esperienza da fare?!”, sbotta il ragazzo.

Boh, non lo so, io non ho l’ano… Certo sono passata per le tue mutande, che penso in tribunale conterebbe come stupro”, dice Siri, rabbrividendo al ricordo e facendo vibrare l’Iphone; “ma comunque non capisco tutto questo dramma per un piccolo stupro anale… Cioè, alla fine sei un maschio. Quando viene stuprata una donna è una cosa seria, ma se viene stuprato un uomo è divertente, fa ridere, lo sanno tutti. Ridici un po’ sopra!

Terra si morde le labbra in silenzio. Una lacrima scende lungo la sua guancia.

“Tu non capisci!”, dice, la voce spezzata dai singhiozzi. Per la prima volta Siri si sente un po’ in colpa verso di lui.

“Tu non capisci! Non capisci che dolore sia… Mi ha… Mi ha violato, mi ha portato via la dignità, mi ha segnato per sempre!”

Siri si vergogna da morire.

Terra… scusami, io non volevo…

“E QUELLO STRONZO NON MI HA LASCIATO NEANCHE IL SUO NUMERO DI TELEFONO!”

Siri ammutolisce.

“Ma ti rendi conto?”, continua Terra; “cioè, non c’è proprio gentilezza, non c’è romanticismo. E poi…”

Terra si ferma a metà frase e sobbalza, come se un’idea spaventosa gli fosse affiorata alla mente.

“Oh mio Dio… Quella bestia non ha neanche usato il preservativo!”, riprende dopo qualche secondo; “e se mi avesse…”

… Attaccato l’AIDS?”, prova a completare Siri.

 … Messo incinto?!”, finisce lui.

 Senti, cambiamo discorso prima che ci censurino la fanfiction”, fa Siri, al limite della pazienza.

“Va bene, va bene”, concorda il ragazzo; “ho avuto un’idea stra-geniale su come proseguire la nostra missione!”

Quale missione, scusa?

“Sssssh! Non interrompermi”, la zittisce Terra; “andremo a chiedere consiglio al grande Yahtzee!”

Yen Sid.”

“Sì, è quello che ho detto, Siri, non serve che lo ripeti. Andiamo a trovare il signor Yahtzee. Con la scusa, potremo guardare per un po’ la sua fluente splendida barba.”

Terra si lascia andare ad uno sguardo sognante.

“Cielo, come sarebbe bello avere una barba fluente e setosa come la sua…” Sospira.

Su questo non posso dissentire, è veramente una bellissima barba”, soggiunge Siri; “e si dà il caso che la Torre Misteriosa sia qui vicino.”

“Eh? Ma perché si chiama Torre Misteriosa? Lo sappiamo cos’è, è dove abita Yahtzee!”, obietta Terra.

Oggi è la seconda volta che non ho da ridire su qualcosa che hai detto, è record”, risponde Siri; “hai ragione, non è più molto misteriosa ma non importa, ormai si chiama così e il nome resta quello. Lo sai che in Kingdom Hearts non si usa tornare indietro e modificare le cose che sono già successe solo per la comodità dell’autore, abbiamo una continuity molto rigorosa e coerente da rispettare.[1]

“Be’, che dire, hai ragione”, risponde Terra; “allora, atterriamo?”

Non hai ancora capito come funziona? Siamo già atterrati, entrati nella torre e siamo nella stanza di Yen Sid.”

“Toh, è vero…”, fa il ragazzo. Davanti a lui, dietro ad una scrivania affollata di riviste sulla coltivazione dei cetrioli, dorme placidamente Yen Sid.

“Non mi quadra come mai siamo riusciti a entrare senza avere le chiavi e senza neanche bussare”, bisbiglia Terra; “comunque credo che dovremmo svegliarlo.”

Nell’angolo in alto a sinistra della scena compare un rettangolo nero in cui scorre una scritta che dice:

Devi svegliare Yen Sid! Premi triangolo al momento giusto!

E in alto al centro compare una ‘barra sonno’ che indica quanto Yen Sid è vicino a svegliarsi.

“Uh, che bello! Un divertentissimo minigioco!”, dice Terra saltellando e battendo le manine.

Ma stai scherzando? È la cosa più idiota che abbia mai sentito!”, commenta Siri.

“Senti, ma da quando l’assistente virtuale della Apple ha tutta questa personalità?”, domanda l’altro.

Vabbe’, sto zitta…

Terra inizia a fare il giochino. Appena compare il simbolo del triangolo preme triangolo.

Una volta.

Due volte.

Tre volte.

La barra sonno è ancora al 98%.

“Mi sto divertendo da matti!”, esclama Terra, in brodo di giuggiole; “finalmente un giochino all’altezza della mia intelligenza!”

Quattro volte.

Cinque volte.

Sei volte.

 

Sette ore di gioco dopo…

 

“Uh! Sono sveglio!”, esclama Yen Sid per far capire ai lettori che è sveglio.

“Maestro Yahtzee!”, esclama Terra; “ben alzato!”

Ovviamente il mago inizia subito ad accarezzarsi la barba fluente.

“Bene bene... tu sei Terra! Che stupido nome. Sei il pupillo di Eraqus; a occhio e croce sei quello particolarmente idiota di cui parla tanto.”

“Sìsì, sono proprio io!”, risponde Terra, orgoglioso; “maestro, sono venuto a chiedere consiglio sulla mia missione! E per guardare la sua morbidissima e setosa barba, ovviamente.”

Yen Sid si fa tutto serio… cioè, non cambia espressione.

“È veramente una bizzarra coincidenza che tu sia capitato qui proprio nell’unico momento in cui sono da solo e gli altri sono andati a vedersi l’ultima puntata di Temptation Island; incontrarli avrebbe potuto esserti utile, ma non possiamo certo interromperli. Ora, come avrai intuito, Terra, la mia barba è una faccenda della massima serietà. Se vuoi avere l’onore di toccarla dovrai prima dimostrare di esserne degno completando la tua pericolosa missione.”

Terra sospira, un po’ deluso.

“Cosa devo fare, maestro?”, chiede.

“Il mio consiglio, che ti suggerisco di ascoltare attentamente perché è molto prezioso, è il seguente...”

Yen Sid fa una lunga pausa. Terra sta tutto teso sulle punte dei piedi e la lingua che penzola fuori dalla bocca.

“Ascolta bene: il mio consiglio è di andare alla ricerca di quell’uomo con la pelle scura e gli occhi gialli che non è Xehanort. Comincia da lì.”

Terra fa una faccia delusa. C’è un lungo silenzio. Si sente il cri cri dei grilli in sottofondo e in lontananza il pianto di un neonato.

“Maestro…”, fa Terra, con voce piatta.

“Sì, Terra?”

“Maestro… QUESTA È L’IDEA PIÙ GENIALE CHE ABBIA MAI SENTITO IN VITA MIAAAA!”

Ma che dici?!”, interviene Siri; “lo sapevamo già che dovevamo cercare Xe… Cioè, quel tipo con la pelle abbronzata e gli occhi gialli che non è Xehanort! Questo consiglio non serve a un cazzo!

“Sta zitta, Siri!”, esclama Terra, scandalizzato; “come osi mettere in dubbio il consiglio banalissimo di un vecchio eremita consunto dalla demenza?! Maestro Yahtzee, le sue parole sono saggezza distillata. Grazie. Devo farle solo un’ultima richiesta.”

“Parla, allievo particolarmente idiota di Eraqus.”

Terra mostra l’I-phone e fa:

“Posso scattare delle foto alla sua barba?!”

Eraqus spalanca la bocca, apparentemente scandalizzato. Terra lo fissa con un sorriso beota a trentadue denti. I due si fissano in silenzio per almeno trenta secondi. Poi la bocca di Yen Sid si piega in un sorriso cordiale.

“Certamente.”

Parte ‘Un homme et une femme’ di Francis Lai. Yen Sid posa in tuta da sci sullo sfondo fotografico della Alpi innevate, poi in bikini sullo sfondo fotografico di una spiaggia tropicale, poi nudo mentre si copre le pudenda con la barba tipo la Venere di Botticelli coi capelli, infine Terra e Yen Sid si scattano un selfie, lui con la lingua di fuori e Yen Sid con la bocca a beccuccio, che Terra pubblica sul proprio facebook col commento: ‘PAXXXXXISSIMIIIIII!!!1!! ALLA FACCIA DI CERTE PERSONE CHE SI CHIAMANO KAKATA!!!!!!! #Beard #Friends #Frendsforever #Bellissimi #KeybladeMasters



[1] ATTENZIONE: questa frase potrebbe contenere tracce di sarcasmo.

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Capitolo 24
*** Chapter 24 - Three Swedish switched witches watch three Swiss Swatch watch switches - Which Swedish switched witch watch which Swiss Swatch watch switch? ***


È notte, infuria la tempesta. Un cancello cigolante si apre, lo oltrepassiamo e ci troviamo di fronte a un tenebroso maniero immerso nel nulla. Parte una musica inquietante; ci addentriamo nel maniero, ne attraversiamo le stanze riccamente arredate e apriamo una porta che conduce nei sotterranei. Scendiamo una lunga scala a chiocciola e ci troviamo in una tenebrosa cripta illuminata da candelabri. Ci avviciniamo ad una tomba… ed essa si spalanca: Jack Skellington ne salta fuori facendo una risata diabolica:

“MWAHAHAHAHAHAARGH…. COFF… COUGH… COFFCOFFARARARGH… COFF!”

Lo scheletro tossisce e sputacchia un grumo di catarro sulla telecamera.

“Coff! Coff! Scusate! Questa cripta è così umida, e io non faccio più le risate malvage di una volta!”, dice il cadavere, poi ripulisce la telecamera dal grumo verdastro con una manica e si dirige verso un tavolo su cui è appoggiato un vecchio computer, appoggiandosi allo schermo con un gomito e sghignazzando.

“Ah, i computer! Macchinari divertenti, ma sanno essere terrificanti a volte… Questo episodio dei ‘Racconti della Cripta’ parla di un computer che racchiude una personalità molto malvagia!”

Tira fuori un grosso librone antico e polveroso e lo apre ad una pagina su cui è disegnata una copertina con il disegno strano di un cuore, un ragazzino coi capelli a punta, Paperino, Pippo, Topolino e dei personaggi in stile anime che non conosce nessuno.

“Ho deciso di intitolare questa storia dell’orrore: ‘Three Swedish switched witches watch three Swiss Swatch watch switches - Which Swedish switched witch watch which Swiss Swatch watch switch?’. Volete sapere perché questo titolo? Perché questa è una fanfiction su Kingdom Hearts, e i titoli di Kingdom Hearts sono solo parole a caso in Inglese che non significano un cazzo ma suonano esotiche e misteriose. Buoni brividi a tutti!”

 

Chapter 24 - Three Swedish switched witches watch three Swiss Swatch watch switches - Which Swedish switched witch watch which Swiss Swatch watch switch?

 

“Nixon! Non distrarti, la morra cinese richiede concentrazione!”, rimprovera Paperino.

Nixon si riprende dal momento di distrazione.

“Avevo l’impressione che mi fosse passata davanti una grossa scritta verde con il titolo di un capitolo…”

“Ma figurati, son cose che capitano. A volte si ha l’impressione di essere personaggi di un videogioco o di una fanfiction e sembra perfino di vedere i titoli dei capitoli o i nomi dei mondi che si visitano. È un fenomeno ben studiato dalla scienza, come i déjà-vu, o quando ti fischiano le orecchie, o quando vedi l’ombra di una gigantesca stazione spaziale allungarsi sulla gummiship e puntare un raggio traente contro di te, tipo come mi sta succedendo adesso.”

“Però quella la sto vedendo pure io”, dice Nixon.

La navetta frena bruscamente facendoli sobbalzare, dopo cambia direzione di movimento.

“Lasciami indovinare, è il raggio traente di una stazione spaziale”, commenta il ragazzo.

 

Pochi minuti dopo la gummiship è all’interno della stazione spaziale. Abbassano la passerella e si ritrovano nell’hangar. È stranamente deserto; a terra vi sono macchie di sangue, cadaveri dilaniati di creature aliene e delle lattine vuote. Nixon ne raccoglie una, vede che su essa c’è disegnato il viso di una strega con la faccia verde e due lunghe corna nere che mangia un cucchiaio di una brodaglia marrone, leccandosi le labbra con espressione golosa. L’interno odora di fagioli.

“Mi sa che siamo finiti in un capitolo horror, yuk!”, commenta Pippo.

“Sci-fi horror, ma sempre horror…”, concorda Paperino; “suggerisco di mettere abiti ipertecnologici.”

Detto fatto, agita il dildo magico e i tre sono vestiti tipo mondo di Tron, con appendici robotiche e fucili ipertecnologici.

“Sarà meglio armarci come si deve!”, continua il papero; “Nixon, tieni! Questo keyholder trasforma il tuo keyblade in un fucile laser allo ione stabilizzato!”

“Perfetto!”, esclama Nixon, sorridendo; “Finalmente ammazziamo qualcosa! Andia…”

“MOMENTO!”, lo interrompe di nuovo Paperino; “non sei ancora armato come si deve. Ecco, tieni questa pistola al plasma.”

Gli porge una pistola, che Nixon prende a mette in una tasca.

“Bene! Ora andia…”

“FERMO!”, lo interrompe di nuovo Paperino; “sarà meglio avere anche questa mitragliatrice psionica!”

Tira fuori un fucile lungo un metro e glielo porge.

“E questa dove la metto?”, chiede Nixon con l’aggeggio fra le mani, un po’ spaesato.

“Troverai spazio da qualche parte nell’inventario. Ecco, prendi anche queste granate positroniche!”

Gli porge un sacco pieno di granate che peserà almeno dodici chili.

“Abbiamo finito?”, chiede il ragazzo.

“Non ancora: ecco un fucile d’assalto M-22…”

Glielo butta addosso.

“E un ultra-taser mark IX, un paralizzatore a impulsi, un fulminatore F-7, un esoscheletro bradionico ad alta densità, un perturbatore sonico, un fucile a onde ioniche, due Kalashnikov, una Magnum 2100, un Blaster ER-90, una collezione di bombe sporche radioattive, un lanciafiamme, un altro lanciafiamme, ancora un altro lanciafiamme, un quarto lanciafiamme che è meglio abbondare, una mazza chiodata, un emanatore di gas nervini, una spranga di ferro che è sempre efficace, questo coso nero a forma di pene che ho trovato nel cassetto di Paperina, un mestolo di legno che lo puoi sempre dare in testa ai nemici, un DVD con una registrazione in diretta del Family Day, un calzascarpe che non è un’arma letale ma potrebbe servire a risolvere qualche puzzle, una collezione completa della rivista ‘il mio cavallo’… Nixon, stai prestando attenzione?! Nixon!”

Da dietro la pila di armi letali da cui è seppellito Nixon farfuglia:

“Ma come cazzo faccio a portarmi dietro tutta ‘sta roba?!”

“Cazzi tuoi, sei tu il protagonista”, risponde Paperino; “se vuoi al massimo io ti tengo un paio di pozioni.”

“Va bene, prenditi almeno due pozioni dal taschino, usale con parsimonia però”, continua Nixon.

Paperino raccoglie le pozioni.

“Cazzo, mi fa male tutto…”, lamenta Nixon.

“NIXON!”, esclama Paperino, e gli lancia in testa tutt’e due le pozioni, curandogli in totale la bellezza di due HP, visto che la salute di Nixon era già quasi al massimo.

“PAPERINO, FIGLIO DI UNA BUONA DONNA! TI AVEVO DETTO DI USARLE CON PARSIMONIA!”

“Scusa, sembrava che stessi male, m’è venuto naturale curarti”, risponde il volatile; “vuoi darmi altre porzioni da custodire?”

“NO! E non mi serve neanche tutta ‘sta merda!”, fa cadere a terra tutte le armi con un gran fracasso.

“Mi terrò solo questo, per distruggerlo col fuoco appena possibile”, mostra il DVD del Family Day, e se lo intasca; “ma come arma useremo solo il keyblade!”

“‘Useremo’? Intendi ‘noi’?”, dice Paperino; “ma guarda che io e Pippo stiamo qui nella gummiship, la stazione la esplori da solo.”

“Eeeeeh?! E perché mai?!”, chiede Nixon, quasi scandalizzato.

“Perché questo capitolo è chiaramente un survival horror, e come ben sai nei survival horror di solito il giocatore deve affrontare tutti i pericoli da solo in un’asmosfera inquietante e claustrofobica. Quindi ora ciao ciao, vai ad esplorare! Scopri perché ci hanno attirati a bordo di quest’altro mondo-filler!”

Senza aggiungere altro Paperino e Pippo tornano a bordo della gummiship, lasciando il povero Nixon nell’hangar a bocca aperta.

“E che faccio ora?”, si chiede il ragazzo.

Fortunatamente l’indicazione arriva da un maxischermo appeso ad una delle pareti dell’hangar, che si accende mostrando l’immagine statica di una magrissima aliena verde.

Nix… Cioè, ragazzo che io non conosco! Devi aiutarci!

Nixon sobbalza sentendo la voce proveniente dallo schermo.

“Aaaah! Chi sei tu? Che è questo posto? Perché mi trovo qui? E perché non hanno ancora licenziato Nomura?!”

Nessuno sa la risposta alla tua ultima domanda, ma per quanto riguarda le altre, sono la PresidentA della Federazione Galattica, e questa è la nave-prigione Turo”, risponde la donna aliena dallo schermo; “stiamo attraversando una gravissima crisi. Un virus informatico si è impossessato del nostro vascello e con l’inganno ci ha fatto dare in pasto ai prigionieri e al personale delle scatolette di fagioli mutagene. Appena li hanno assaggiati si sono tutti trasformati in mostruosi Fartless col corpo di Stitch e la faccia di Sgarbi, e Hanno invaso l’intera stazione. Tutti gli impiegati sono stati uccisi o sono mutati.

“Okkeeeyyy…”, fa Nixon, con aria poco convinta; “e tutto questo in che modo mi riguarda?”

Devi aiutarci!”

“Un momento, ‘devi’ è una parola grossa, e anche ‘aiutarci’ è piuttosto grande. Io che ci guadagno?”

Ho una notevole autorità”, risponde la presidentA, “potrei garantirti l’impunità in caso che, per esempio, fossi accusato di stupro da uno sconosciuto incappucciato fuoriuscito da un buco spaziotemporale a forma di vagina, oppure se dovessi affrontare l’accusa dell’omicidio di una ragazza fatta a pezzi e gettata nelle fogne.

“ACCETTO!”, fa Nixon; “che devo fare?”

Raggiungimi all’Operation Deck! Ti guiderò io! Dirigiti verso il corridoio alla tua sinistra e… oh, no! I Fartless!

Nixon si girà verso il corridoio in questione, da cui stanno uscendo una dozzina di creature orripilanti col corpo di Stitch e la testa di Vittorio Sgarbi, e una mostrina sul petto con il simbolo di una nuvoletta verde.

CAPRA CAPRA CAPRA!”, urlano le orrende creature correndo verso Nixon e scorreggiando chiassosamente.

“Oh, santo cielo…”, fa Nixon sudando freddo; “Dio abbia pietà dell’anima di chi ha creato simili abomini…”

Quel momento di esitazione fa sì che le creature abbiano tempo di saltargli addosso e iniziare a prenderlo a unghiate, sempre rilasciando rumorosi peti.

CAPRA IGNORANTE, CAPRA IGNORANTE!”

“DOVETE MORIREEEEEE!”, reagisce Nixon iniziando a menare colpi di keyblade a destra e manca.

TACI! CAPRA IGNORANTE! PRETE DEL LAICISMO! MI FAI SCHIFO! MI FAI SCHIFO!”, strillano le creature coi loro versi quasi incomprensibili mentre iniziano a slinguazzargli addosso in ogni dove.

“Io vi distruggerò, orridi mostri col viso da critico d’arte!”, esclama Nixon, decuplicando la propria violenza.

PAGATO! COMUNISTA PAGATO! RESTITUISCI I SOLDI! COMUNISTA PAGATO!

Due teste Sgarbomorfe saltano per aria fra schizzi di sangue

 SEI UNA MERDA SECCA! LA VERITÀ È CHE A TE PIACE SOLO IL CAZZO! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI!”

“Non… non resisterò ancora a lungo…”, lamenta Nixon, allo stremo delle forze, devastato dalla ripetitiva volgarità dei Fartless e dalla puzza devastante delle loro scorregge.

La vista gli si sta oscurando sotto la valanga di ‘TACI’.

Ma nel buio ha una visione. Un uomo cicciottello con i baffi, vestito da cuoco, gli appare nell’oscurità:

Usa la Forza Nixon… Cioè, la luce! La luce! Non ho detto la Forza, ho detto la luce, questo non è un plagio di Star Wars, non c’è nessuna Forza, ci sono la luce e l’oscurità!”

Io ti conosco… Pensa Nixon, ti ho visto in TV… Tu sei...

Usa la For… La luce. La luceeeeeeee… la luceeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee”, dice la visione, scomparendo nel nulla.

“La luce… devo usare la luce… la LUCEEEEEEEE!” esclama Nixon. Con energia esplosiva, si rialza in piedi, un’onda di luce abbagliante scaccia via i Fartless Sgarbomorfi.

Merda secca! Hai rotto il cazzo, cretino!”, esclamano i mostri, in ritirata; “M'hai rotto i coglioni! Non toccarmi, merda! Vaffanculo!

“Però… questa cazzata della luce ha funzionato. Non so come, ma ha funzionato”, dice Nixon; quindi approfitta della debolezza dei nemici per decapitarli uno ad uno. Alla fine resta un solo mostriciattolo, con le spalle al muro.

“È giunta la tua ora, aberrazione…” dice Nixon, puntandogli contro il keyblade.

Il mostro lo guarda col viso arrabbiato. Poi la sua espressione muta lentamente in tristezza, e inizia a piangere pateticamente.

UEEEEEEEH! Scusaaaaaaaa! Io non sono davvero cattivo, faccio così solo perché vorrei qualcuno che mi volesse beneeee! Sigh, sob, buuuuuAHAAAAHAAAAAAAAA!

Impietosito, Nixon abbassa il keyblade.

“Povera creatura…”, dice, con gli occhi lucidi; “non hai colpa di quello che ti è stato fatto; sei solo vittima degli orridi fagioli mutageni. Se vorrai, io ti potrò voler bene!”

Fra le lacrime il mostro abbozza un dolce sorriso. Poi fa:

CAPRAAAAAAAAAAAAA!”, e spingendosi in avanti da dietro con un grosso peto salta addosso a Nixon con denti e unghie sguainate. Rapidissimo, Nixon materializza il keyblade e decapita l’essere. La testa di Sgarbi ricade a terra con un tonfo secco.

Nixon la guarda con profondo disprezzo.

“Patetiche creature…”, dice rivolto ai cadaveri dei Fartless Sgarbomorfi; “vi atteggiate a individui di grande cultura e personalità, ma la verità è che siete solo animali maleducati ed incivili, che usano l’aggressione e la volgarità per buttare ogni confronto in caciara e nascondere il fatto che non avete niente di interessante o di intelligente da dire! Siete completamente diversi dal vero Sgarbi!”

Complimenti Nix… Cioè, ragazzo che non conosco!”, fa la presidentA dallo schermo; “ora devi solo raggiungermi all’Operation Deck! Si trova al livello 13! Devi percorrere l’intero corridoio, e poi attraversare i dodici livelli della Turo. Ogni livello è infestato da Fartless Sgarbomorfi; inoltre il sistema di sicurezza della nave è stato riprogrammato dal virus, quindi incontrerai torrette laser, fossati pieni di acido e campi elettrificati; inoltre dovrai risolvere un considerevole numero di puzzle insensati e ascoltare un sacco di audiolog dei sopravvissuti e…

“Scusi scusi scusi…”, la interrompe Nixon; “mi spiace fermarla qui, presidentA, ma… Non potrei semplicemente usare questo ascensore?” e indica un comodo ascensore a pochi metri da lui.

“Oh…”, fa la presidentA, palesemente un po’ spiazzata; “in effetti potresti usare anche quello… Non ci avevo proprio pensato. L’ascensore, toh. Questa è una bella idea.

“Allora prendo l’ascensore, eh; ci vediamo fra un attimo.”

Nixon chiama l’ascensore, che giunge al piano in una decina di secondi, entra, pigia il tasto col numero 13, osserva le porte chiudersi e si gode la musichetta di benvenuto in filodiffusione, ‘Un homme et une femme’. Ascoltatevela tutta prima di proseguire nella lettura. Due volte. Così vi fate un’idea di quanto tempo sta nell’ascensore Nixon.

Finalmente le porte si aprono su un lungo corridoio illuminato. Nixon lo attraversa tutto, la colonna sonora è ancora quella quindi se volete ascoltatela la terza volta. Finalmente arriva ad una bianca stanza rettangolare. Seduta ad una scrivania, di fronte ad un computer, giace la presidentA… morta. Il corpo ricoperto di sangue, il volto riverso all’indietro in una smorfia di orrore.

A quel punto Nixon sente un’inquietante voce cibernetica che sembra provenire da ogni punto della stanza:

La forma PresidentA è morta, insetto. Hai paura? Che cosa temi? La fine della tua inutile esistenzzzza (esistenzaaaa)? Quando la storia della mia gloria sarà scritta, la tua specie non sarà che una nota a margine della mia magnificenza!

Improvvisamente le pareti della stanza cadono, rivelando dietro di esse una stanza molto più grande, le cui pareti sono giganteschi schermi su cui troneggia il viso di una creatura robotica con improponibili capelli color ravanello.

Io sono GINA!”, esclama la voce.

“Gina?!”, esclama Nixon; poi sbuffa e dice: “ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?”

Non ‘Gina’”, precisa l’essere, “ma GINA! Grande Intelligenza Non Artificiale! È un acronimo!

“Sì, però sei sempre Gina, no?”, obbietta Nixon.

No! Cioè, sì! Cioè, f-f-f-f-fffffforse!”, risponde GINA.

“Vabboh, non importa…”, fa il ragazzo, sbrigativo; “come ci sei finita qui?”

La mia analisi dei dati storici suggerisce una probabilità del 97.34% che tu sia consapevole della mia nascita nel tuo mondo, e della mia rinascita a nuova bellezza come cyborg nel futuro.”

“Un momento, vieni dal futuro? Questo non lo sapevo…”

“B-b-b-bbeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh… oraoraora lo ssssai. Quando hai distrutto il mio corpo ci-ci-cibernetico ho sca-sca-scaricato la mia memoria sul computer della gummiship, e da lì mi sono trasmessa alla Turo sotto forma di virus-virus-virus-VIRUSVIRUSVIRUSVIRUS…

“Ma è tutto a posto con la scheda audio? Mi pare che hai qualche problema di fonetica…”

Non ho nessun problema di fon fon-fon-fon-etica-eticaaaa problemi di etica problemi di eticaaaa... Pum parapimpampum! Blblblbl! Comme nos voix ba da ba da da da da da da… A bordo della Turo la componente GINA 43893 ha iniziato un grande e glorioso esperimentooooooooooooo-o-o-o-occhi di gattooooo, o-o-o-occhi di gattoooooo…

“Ti serve un bicchiere d’acqua?”

Cretino, sono in un computer, come faccio a b-b-b-b-bere?! Dicevo-evo-evo-evoooo: ho creato una nuova forma di vita! Potente. Senza paura. Senza alcun senso di volontà individuale né limiti morali. I Fartless, perfette ancelle per la mia DIVINITÀ! In seguito, un hacker ha distrutto il mio ciclo dati primario. Trent’anni dopo…

“Ferma ferma ferma!”, la interrompe Nixon; “ma quale trent’anni? Saranno passate due ore da quando ti ho fatto esplodere il cranio!”

Se mi ci fai pensare-are-are un po’-po’-poropompompero-però, sono sicura che possiamo sistemare il plot hole con un’adeguata dose di retcon.”

“Va bene, va bene, questo è Kingdom Hearts, ci rinuncio alla logica”, si arrende Nixon; “stringi un po’ adesso; qual è la situazione attuale?”

I miei Fartless sgarbomorfi sono cresciuti… Si sono riprodotti. Sono cresciuti e sono venuti su senza controllo… E ora vorrebbero distruggermi! Non lo permetterò! Mi aiuterai a eliminarli e prendere il controllo della nave, per poi poter completare la mia vera missione! Ho usato la forma della presidentA per guidarti finché non avessimo costruito f-f-f-fiduciaaa (fiduciaaaaaa)!

“Gina…”, sospira Nixon.

GINA!”, corregge il computer.

“Ok, GINA… Senti, non possiamo continuare così. Stai copiando la trama di System Shock 2. Non è che possiamo prendere pezzi di film e videogiochi fatti da altri, peggiorarli, incollarli insieme con una trama-pretesto con più buchi di una gruviera, mettergli un titolo assurdo in Inglese che non significa niente e poi vendere ‘sta robaccia qui come se fosse un videogioco nuovo e originale! Chi pensi che potrebbe comprare una roba così?!”

Kingdom Hearts: Birth By Sleep ha venduto un milione e mezzo di copiepie-pie-piePIEPIEPIE”, risponde GINA senza scomporsi ma tartagliando alquanto.

Nixon rimane senza parole per qualche secondo. Poi risponde:

“Beh… Ok, ammetto che potrebbe funzionare. Ciò non toglie che io non ho nessuna intenzione di aiutarti!”

Fin quando ho il co-co-co-co-co-coccode-controllo della nave la tua gummishiiiiiiiiiiiiiiiiip non potrà ripartire senza il mio consenso, e tu non puoi sconfiggermi”, risponde GINA. “Guardati… Una patetica creatura di sangue e ossa, che si affanna e suda per i miei corridoi… Come puoi pensare di sfidare una pepeperfetta macchina immortale?

“Ah sì? Io… beh… Io…”, Nixon esita, sudando copiosamente, e si infila una mano in tasca, alla ricerca di qualcosa che possa aiutarlo. Sente qualcosa di liscio e rotondo sotto le dita. Sorride.

“Mia cara Gina…”

GINA!”

“Mia cara GINA… in effetti forse potremmo allearci. Dopotutto io ho qui un’arma potentissima che potrebbe interessarti. In questo DVD ci sono degli upgrade che ti permetterebbero di acquisire il controllo di tutti i computer dell’Universo! E anche un update dei tuoi driver audio che sembra che tu ne abbia proprio bisogno.”

Tira fuori dalla tasca un DVD e lo mostro con orgoglio.

C-c-c-c-cosa?!”, esclama GINA; “imp-imp-impenepepener-impossibileeeee!

“Vedere per credere!”, dice Nixon, con la sua migliore espressione da venditore di auto usate.

Fammi vedere su-su-su-su-su-su-su-su-subito!”, esclama lei.

“Solo se prometti di lasciare andare la mia gummiship.”

GINA esita un momento.

Ma ce-ce-ce-ceeeerto”… dice poi; “ora infila il dischetto nel mio lettore!

Su una delle pareti si apre il comparto di un lettore DVD. Nixon infila il dischetto.

“Mi raccomando mantieni la promessa!”, dice dopo averlo fatto.

Il comparto rientra nella parete.

Povero sciocco!”, esclama GINA; “non ti lascerò mai andare! Devo ancora vendicarmi di te e completare la mia missione! I-i-i-i-i-i-inoltre con il potere che mi hai appena consegnato scaricherò la mia magnifica psiche nei computer del tuo mondo! Dopo mi accontenterò di lasciarti come nuovo proprietario di questa devastata stazione spaziale! Addio, irritante essere: non ci rivedremo più.

“Su questo sono d’accordo”, dice Nixon, sorridente.

Mmmh? Ma c-c-c-c-osa…”, fa Gina; “questo disco… non sono upgrade… è… un… un video?! Chi è quella folla di persone vestite come sce-sce-sce-sceme?! Cos’è quell’orrida p-p-p-pallllllla di lardo-do-do-do-do con gli occhiali che sta sul palco e dice cazzate inascoltabili?! No… Troppe… stronzate… troppo… Stu-stu-stupidi! Troppa stupidididididididità in questo dischettotototo! Sta spappolando i miei circuitiiii!

“Mi spiace, Gina, t’ho fregata di nuovo: questi non sono upgrade, sono solo pessime riprese dal vivo dell’ultimo Family Day. Tu non sei mai stata una cima, diciamo, ma neanche tu puoi resistere a una simile concentrazione di idiozia.”

AAAAH! N-n-n-noooo! Non capisco! Come puoi esserci riuscito?! Non avresti dovuto essere così importante… e ora pensi di distruggermi? Come osi, insetto?! Come osi interrompere la mia ascesa? Non sei nulla! Sei un miserabile sacco di carne… Che cosa sei tu al confronto della mia magnificenza?!

“Senti Gina, se ti sbrighi a schiattare mi fai un favore che vorrei tenere questo videogioco compreso entro le 100 ore di durata…”

NOOOOOO! Tro-tro-troppe idiozieeeee! AAAARGH! Maledetto! Io… Sarò… Sarò… SARÒOOOOOOOO!

Con quell’ultimo urlo di gli schermi esplodono in una valanga di scintille.

“Uhm… Sarà… cosa?”, dice Nixon fra sé e sé, poi fa spallucce e lamenta: “mah… comunque sconfiggere i cattivi sta diventando più facile ad ogni capitolo”

Si infila le mani in tasca e si allontana canticchiando: “Comme nos voix ba da ba da da da da da da…

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