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di Atocheg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La pasticceria ***
Capitolo 2: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 3: *** Uno spiacevole incontro ***
Capitolo 4: *** l'invito ***
Capitolo 5: *** Il bacio ***
Capitolo 6: *** Felice anno nuovo ***
Capitolo 7: *** Amori a San Valentino ***
Capitolo 8: *** Ci sarò sempre per te ***
Capitolo 9: *** Risolvere un problema ***
Capitolo 10: *** Incontri nel parco ***
Capitolo 11: *** La proposta ***



Capitolo 1
*** La pasticceria ***


Ok, prima di iniziare, un paio di avvisi:

1) Questa è la mia prima storia su Undertale, quindi non so come verrà fuori. Per questo, se vedete errori (o semplicemente la storia fa schifo), vi prego di informarmi. Questo vuol dire: non abbiate paura di mettere recensioni negative.
2) Solo, siete anche pregati di non essere offensivi. Le critiche sono prontamente accettate, gli insulti saranno prontamente segnalati.
3)Come forse si capisce dalla descrizione, la storia è ambientata dopo una pacifist run. Non sapevo se considerarlo AU o no, quindi per sicurezza l'ho messo. Se ho sbagliato, informatemi, per favore.

Bene, ora che è stato tutto chiarito, vi lascio alla storia. Buona lettura.

 

La neve invernale aveva ormai coperto le vie di città con uno spesso manto bianco, e per l'occasione le lezioni della giornata erano state annullate. I ragazzi ne avevano subito approfittato per andare a divertirsi nei modi pù disparati. C'era chi era andato a scatenarsi nel parco, soddisfacendo i suoi istinti più infantili, giocando insieme ai ragazzini con la neve, chi approfittava del tempo libero per passare la giornata con il proprio partner, e chi semplicemente passava la giornata sotto le coperte a dormire.

Aden, invece, preferiva dedicarsi al suo passatempo preferito: leggere. E lo avrebbe fatto volentieri nell'appartamento dove la sua famiglia abitava, se i vicini non fossero stati così rumorosi. Ma, con suo sommo dispiacere, la calma che desiderava non l'avrebbe trovata in casa sua. Quindi, dopo aver valutato le varie possibilità, ed aver escluso a priori l'idea, subito sorta nella sua mente, di andare da loro ed urlargli di chiudere il becco, scelse di uscire e trovare un luogo fuori. Toltosi in poco tempo il suo pigiama e scelto cosa mettersi (un maglioncino grigio, un paio di pantaloni pesanti nere e delle scarpe lucide, poiché non importava dove finisse, doveva mantenersi elegante), si fece una doccia veloce, si vestì e, dopo essersi assicurato di prendere anche un po' di soldi nel caso volesse comprarsi qualcosa per colazione, si infilò la sua giacca, prese il suo libro preferito e uscì. Appena varcò la soglia del suo condominio, fu lieto di aver scelto la sua giacca più pesante, visto che una folata di vento gelido fece venire la pelle d'oca su tutto il suo viso. Non esitò quindi a nascondersi nella pelliccia che foderava l'interno della giacca, emettendo un sospiro di sollievo nel sentire la sensibilità tornare nelle zone prima esposte al freddo, per poi iniziare a vagare per la città, in cerca di un qualsiasi luogo dove potesse trovare il silenzio che cercava.

Dopo una lunga ricerca (sembrava che tutti gli studenti della sua scuola si fossero organizzati per occupare ogni luogo che lui potesse ritenere adatto) Aden valutò seriamente l'idea di convincere il guardiano della scuola a farlo stare in biblioteca. Non era la prima volta che passava le giornate di libertà dallo studio a leggere nella biblioteca: c'era la regola il silenzio che cercava, e sia il bibliotecario che il custode della scuola erano clienti dell'agenzia di sua madre, oltre che buoni amici di famiglia, e lo conoscevano da quando era ragazzino, quindi non gli facevano molte storie se chiedeva di passare del tempo in tranquillità, fintanto che non si faceva vedere dal resto del personale.

- Che poi che senso ha? Io pago per venire a scuola, avrò il diritto di passarci del tempo anche fuori orario, no? - si stava domandando Aden, quando i suoi pensieri vennero interrotti da un dolce profumo che giunse alle sue narici, e il suo stomaco fu categorico: era arrivato il momento di spendere i soldi che si era portato dietro. Chiudendo gli occhi e lasciando che fosse il profumo a guidare i suoi passi, Aden si ritrovò di fronte a quella che era praticamente una pasticceria. Anche se vi erano numerose ragnatele, il locale era chiaramente lì da poco tempo, visto che Aden poteva vedere la sua scuola, quindi si sarebbe accorto di un locale così... particolare durante il suo tragitto da casa a scuola la mattina. Da quello che poteva vedere attraverso le due grandi vetrate, la pasticceria era molto ampia, con un soffitto nero. Infatti, nero, rosso e viola erano i colori dominanti in tutto il locale: le pareti erano di un rosso scuro con vari motivi viola rappresentanti ragni e ragnatele. Un parquet scuro copriva il pavimento, e sia i tavoli che il bancone erano intagliati in ebano. Al di fuori, appeso vicino alla porta, penzolava un'insegna, anche essa in ebano, su cui, con una grafia incredibilmente elegante, era stato scritto in argento "La piccola pasticceria di Muffet". Aden non riuscì a non ridacchiare nel leggere il nome del locale. Quel posto era tutto, tranne che piccolo.

Il brontolio del suo stomaco, oltre all'acquolina che gli venne nel vedere i vari dolci, lo convinse a non fermarsi a guardare e a entrare nella pasticceria. Lo squillare di un campanello segnalò la sua entrata, e subito il soffito iniziò ad agitarsi. Osservandolo meglio, Aden si accorse che in realtà il nero era dovuto a migliaia di ragni che coprivano la superficie, i quali erano probabilmente addormentati, ed erano stati svegliati dall'entrare del ragazzo. Un sorriso distese le labbra del giovane, e, quasi istntivamente, allungò una mano verso di loro, iniziando ad accarezzare il ragnetto che si posò sul suo palmo.

Ancora preso dalla creaturina sulla sua mano, Aden quasi letteralmente saltò per la sorpresa quando sentì una voce femminile ridacchiare da dietro il bancone, e subito si voltò verso quella che doveva essere una delle commesse del locale, e riuscì a malapena a trattenersi dal rimanere a bocca aperta: la ragazza ("Beh, dalla voce sembra una ragazza..." pensò Aden) aveva una carnagione color pervinca, e capelli neri che le giungevano fino al collo, con due fiocchi rossi a tenere due code di cavallo ai lati del capo. Quello che però il giovane notò maggiormente furono i cinque occhi, neri e senza pupilla visibile, ma che Aden era sicuro lo stessero guardando. "Logicamente, sono l'unico cliente qui..." pensò il ragazzo, prima che un'altro ridacchiare da parte della ragazza lo richiamasse alla realtà.

- Sei qui per ordinare qualcosa, caro? - domandò, sorridendo leggermente e mostrando così un paio di piccole zanne.

Il ragazzo neanche pensò troppo all'aspetto della ragazza. Da quando quella bambina, Frisk, era tornata dal Sottosuolo con tutti i mostri, aveva visto ogni genere di stramberie: Una donna-capra che insegnava nella scuola della sua cuginetta (e la sua controparte maschile che faceva il giardiniere nella stessa scuola), un robot come nuova star dello spettacolo, per non parlare della donna-pesce tra le forze dell'ordine e i due scheletri che, beh... neanche lui aveva capito cosa facessero (anche se aveva avuto modo di parlare con entrambi, e le battute del più basso, Sans, erano così tremende da risultare effettivamente divertenti), quindi una ragazza-ragno, seppur prima lo avrebbe fatto impazzire, ora non lo turbava più di tanto. Quello che, in verità, lo aveva sorpreso maggiormente, era come, nel complesso, lei potesse apparire oggettivamente carina. Solo dopo qualche istante la mente del giovane registrò quello che gli era stato detto, e Aden non poté fare a meno di essere imbarazzato per la sua maleducazione nel non darle una risposta (e di essere felice di poter attribuire sia al freddo all'esterno che al caldo che si sentiva nel locale la colpa del suo arrossire).

- Certamente, vorrei... ehm... - si fermò nel notare sia la lista delle varie pietanze, sia i loro prezzi. Il minimo che il giovane poté fare fu sperare che il nome 'Ciambella di ragno' si riferisse a chi la cucinava e non a cosa c'era dentro. "Beh, l'odore è sopraffino. Il sapore non puà essere così male, no?" pensò il ragazzo, e il brontolare del suo stomaco, oltre a farlo arrossire ancora di più e sperare che lui fosse stato l'unico a sentirlo, lo convinse a provare qualcosa. Alla fine decise di prendere croissant e té, entrambi di ragno, ovviamente. La ragazza segnò tutto su un registratore con due mani, mentre un altro paio prese i soldi da Aden e un altro paio ancora incartò uno dei croissan e glielo diede.

- Accomodati pure. Il tempo di preparare il tuo té e sono da te. - gli disse la ragazza, per poi scomparire dietro un arco che, da quello che si poteva vedere, conduceva alla cucina. Accogliendo l'invito fattogli, Aden si andò a sedere in un tavolo nell'angolo, togliendosi la giacca, che aveva tenuto addosso per tutto il tempo, e iniziando a leggere il libro. Preso dalla sua lettura, diede distrattamente un morso al croissant. Per un momento il ragazzo ebbe la sensazione che la sua mente fosse andata in tilt. Il dolce, indipendentemente dal essere costituito o no da ragni, era totalmente diverso da qualsiasi cosa avesse mai assaggiato, ed era tremendamente squisito. Un verso di piacere sfuggì dalla gola del giovane, e i suoi occhi si chiusero istantaneamente. Era come se ogni senso si fosse spento per permettere alla sua mente di concentrarsi solamente sul sapore del croissant nella sua bocca.

O meglio, quasi ogni senso, visto che poté udire chiaramente la ragazza nuovamente ridere. Non ci aveva fatto molto caso prima, ma la sua risata era molto particolare, un ridacchiare leggero che, seppure un po' strano, sembrava adatto a lei. Subito aprì gli occhi, guardandola, e osservando la sua divisa: una camicetta rossa dalle spalle a sbuffo copriva il suo busto, con un terzo fiocco, grande abbastanza da coprirle completamente il petto, nel centro, e due pantaloni, anch'essi rossi e anch'essi a sbuffo, che terminavano stringendosi intorno alle ginocchia. Inoltre, in due delle sue mani sinistre teneva una tazza e una teiera, che posò sul tavolino.

- Se ti serve altro, fammi sapere. - gli disse, tornando poi nella cucina, mentre Aden si versò una tazza di té. Il liquido era di un viola intenso, quasi innaturale, ma la ragazza si era dimostrata una cuoca eccellente, se era effettivamente lei ad aver preparato i dolci, quindi perché preoccuparsi? Dopo aver soffiato un paio di volte sulla tazza, per raffreddare un po' il té bollente, ne bevve un sorso, e la reazione del suo corpo fu la stessa del suo primo assaggio del croissant.

La giornata passò in fretta: dopo che ebbe finito il té e il croissant, Aden tornò a dedicarsi al libro, tendendo giusto un'orecchio per sentire quello che succedeva, come era suo solito fare, ma, ad eccezione dei rumori provenienti dalla cucina, nel locale vi era il silenzio più assoluto. Quando finì il libro, controllò l'ora sul suo cellulare: le due. E, oltre a lui, non era entrato nessuno nella pasticceria, cosa che Aden non riusciva a capire. "Almeno le persone he abitano quì vicino dovrebbero essere incuriosite dal profumo e venire a vedere." pensò Aden, respirando ancora una volta l'aroma di dolci che impregnava l'aria. Non avendo più altro da fare, Aden si rimise la giacca e si diresse di nuovo al bancone. Sarebbe tornato a casa, ma prima voleva complimentarsi con chiunque fosse Muffet per la qualità dei suoi prodotti. Aspettando, si mise di nuovo a guardare i ragni sul soffitto, provando ad identificarne qualcuno per passare il tempo. Di alcuni riuscì immediatamente a capirne la specie, ma per la maggior parte erano diversi da ogni specie di cui lui avesse letto o sentito parlare, il che, però, non lo sorprese: per quanto gli piacessero, la sua conoscenza sul campo degli aracnidi era alquanto limitata. Anche osservandoli, non si accorse di nulla quando uno di loro si staccò dalla massa, entrando nelle cucine, da cui poco dopo uscì fuori la ragazza-ragno, con le mani bianche di farina.

- Volevi ordinare qualcos'altro? - domandò, con il solito sorriso cortese sulle labbra.

- N-no. - rispose in fretta il ragazzo - Volevo solo fare i miei complimenti per l'ottimo cibo. Era tutto delizioso. -

Il sorriso della ragazza si fece ancora più allegro, e il viola delle sue guance si fece per un momento più scuro – Grazie. Ho cercato di adeguare le mie ricette ai gusti umani, ma senza il mio ingridiente principale avevo paura di non poter fare dolci buoni come quando eravamo nel Sottosuolo... - disse, appoggiandosi al bancone con le sue braccia di mezzo, ed appoggiò il capo su quelle più alte. Per qualche minuto vi fu il silenzio, finché finalmente la ragazza sembrò essersi ricordata di qualcosa – Oh, che sbadata, non ho neanche chiesto il tuo nome. - disse, coprendosi per un momento la mano con la bocca.

La sua esclamazione sorprese Aden, ma non ci pensò più di tanto, ragionando che, probabilmente, tra i mostri era usanza prima chiedere il nome prima di rivelarlo – Sono Aden. - si introdusse, porgendo una mano alla mezza-ragno – Tu invece devi essere Muffet, se ho capito bene. E' un bel nome. - concluse, facendola arrossire lievemente.

- Anche il tuo. I nomi umani sono così bizzarri, ma anche affascinanti. - rispose, stringendogli la mano, per poi sospirare – A dire il vero ne vorrei incontrare qualcuno, ma gli unici a venire nella pasticceria sono sempre mostri, e io non mi posso permettere di trascurarla per andare in giro... -

Aden si lascio sfuggire una leggera risata – Bene, allora considerami il tuo primo cliente abituale umano. - disse, sorridendo, avvicinandosi poi all'uscita, fermandosi poco prima di raggiungerla e voltandosi di nuovo verso di Muffet – A domani. -

Dietro al bancone, Muffet agitò una mano per salutarlo, facendogli l'occhiolino con i sue due occhi destri – A domani caro. -

Uscendo, Aden ringraziò nuovamente il fatto che la giornata fosse gelida, perché si sentiva come se le guance gli stessero andando a fuoco. Non credeva nei colpi di fulmini, non si illudeva per "simili stupide fantasie", come le definiva lui, ma non negava che Muffet, mostro o no, era carina, molto carina.

Quella sera, prima di andare a letto, segnò la sveglia per suonare un'ora prima, in modo di avere il tempo di ripassare dalla pasticceria, prima di andare a scuola.
  

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Capitolo 2
*** Nuove conoscenze ***


La luce che filtrava attraverso le tende cadde sugli occhi chiusi di Aden, ancora prima che la sua sveglia suonasse. Il ragazzo emise un verso infastidito, per poi rigirarsi e mettersi il cuscino sulla testa, facendo il possibile per ignorare la luce ed il primo canto degli uccelli.

Poco dopo iniziò a squillare la sveglia, che venne immediatamente fermata dal ragazzo, il quale, una volta che la ebbe silenziata, prese il cellulare per guardare l'orario.

"Ma che diamine? Perché si è messa a suonare un'ora prima?" si domandò seccato il giovane, posando il cellulare e, nel farlo, notando il ragnetto che aveva preso residenza in un angolino della sua stanza. In un istante, gli occhi gli si spalancarono nel ricordare perché avesse deciso di svegliarsi a quell'ora.

Velocemente, si precipitò giù dal letto e di fronte all'armadio, iniziando a scegliere cosa mettersi. Alla fine, soddisfatto della sua decisione (una felpa blu scuro, dei pantaloni pesanti grigi e le stesse scarpe lucide della giornata prima), si preparò quanto più in fretta possibile, per poi andare nel soggiorno, mettersi la giacca ed uscire nell'atrio del condominio.

- Aden, dove stai andando così presto? - lo fermò sua madre, con ancora addosso un pigiamone rosa e una tazza di caffé in mano.

- Dove vuoi che vada, mamma? - le rispose Aden, sollevando per un istante gli occhi al cielo – Vado a scuola. -

- Ma non hai neanche fatto colazione... -

- Prendo qualcosa lungo il tragitto, tranquilla. - sua madre stava per rispondergli, ma Aden la precedette dandole un bacio sulla guancia e scappando fuori dall'entrata del condominio.

Il tempo si mostrava più clemente rispetto al giorno prima. Non nevicava più, faceva leggermente più caldo, e, almeno per il momento, non c'era una singola nuvola in cielo. Ciononostante, faceva ancora freddo a sufficienza da costringere il ragazzo a rifugiarsi nella pelliccia del suo cappotto, mentre con le mani in tasca, si muoveva tra la neve rimasta sui marciapiedi lungo il percorso che lo avrebbe portato alla sua scuola, compiendo solo una lieve deviazione per raggiungere la pasticceria. "Tanto la scuola apre solo tra un'ora e mezza, ho il tempo di passare da Muffet." pensò, e si meravigliò di come gli fosse stato facile ricordare il suo nome. A volte gli risultava ancora difficile riportare alla mente persino i nomi dei suoi compagni di classe, con cui ormai aveva passato cinque anni. Doveva essere per quei dolci che aveva provato, ne era sicuro. Sì, si ricordava così facilmente di lei perché la associava a qualcosa di così buono, era ovvio. Il fatto che fosse anche carina era solo una piacevole aggiunta.

Ancora preso dai suoi pensieri, Aden si ritrovò infine di fronte alla pasticceria, proprio mentre Muffet stava rigirando il cartellino appeso alla porta ad indicare che aveva aperto. Appena si accorse di lui, la ragazza gli rivolse un sorriso – Buongiorno, Aden. Non mi aspettavo di vederti così presto. - lo salutò, agitando una delle sue mani superiori – Anche i mostri più mattinieri vengono qui almeno mezz'ora dopo l'apertura. -

Il ragazzo semplicemente scrollò le spalle – Devo essere a scuola tra un'ora, quindi... - rispose, entrando nella pasticceria, e togliendosi la giacca – E comunque, così non rischio di venire e notare che è tutto esaurito. Quella sarebbe la vera tragedia. - concluse, mettendosi a ridacchiare, almeno finché non si rese conto di quello che aveva appena detto.

"Congratulazioni, genio..." si ammonì mentalmente il giovane, accorgendosi solo dopo qualche secondo che anche Muffet si era messa a ridacchiare – Beh, non pensavo che i miei dolci potessero piacere così tanto. - disse lei, sorridendo, e mostrando ancora una volta le due piccole zanne che, secondo Aden, la rendevano ancora più gradevole da guardare.

Solo dopo un po' si rese conto che non aveva detto niente, rimanendo invece a fissarla. Come risvegliandosi da una qualche trance, il ragazzo si schiarì la voce, sperando che il calore che sentiva sul volto fosse dovuto alla temperatura del locale e non ad un possibile rossore delle sue guance – Penso che ti sottovaluti. - le rispose, unendo le mani dietro la schiena e riportando almeno l'ombra di un sorriso sul suo volto – Sono certo che in poco tempo avrai molti clienti anche tra gli umani. Devi solo dare loro il tempo di scoprirti. - continuò, e, nel notare l'ampliarsi del sorriso sul volto di Muffet, non potè fare a meno di imitarla, sorridendo in maniera più genuina.

- Grazie. Sei molto gentile a dire questo a un mostro che conosci da solo un giorno. - gli disse la ragazza, suscitando un altro leggero ridacchiare da parte di Aden.

- Sto solo dicendo la verità. Anzi... - iniziò a dire, ma venne interrotto dallo squillare del campanello, segno che altri clienti erano arrivati.

- CIAO MUFFET! IO, IL GRANDE PAPYRUS, HO UNA RICHIESTA DA FARTI! - urlò lo scheletro più alto dei due che erano appena entrati, portandosi una delle due mani coperte da due guanti rossi sul petto e sollevano al cielo l'altra nel presentarsi come "il grande Papyrus", mentre un secondo scheletro, più basso, stava in piedi accanto a lui, con le mani in una felpa con cappuccio blu.

- come va? - disse a Aden e Muffet, concentrandosi poi sul ragazzo – mhh... non credo ci siamo già incontrati. - domandò, allungando poi una mano verso di lui – io sono sans. -

Una leggera risata scappò dalle labbra di Aden, sia per l'eccentricità di Papyrus sia per quella che sembrava essere la scarsa memoria di Sans – A dire il vero, ci siamo già incontrati, ma non credo di essermi presentato. Ero troppo impegnato a ridere delle tue battute. Comunque, io sono Ad... - iniziò a dire, stringendogli la mano, e fu allora che si sentì una pernacchia risuonare nella pasticceria, seguita dalla risate di Sans, mentre il volto di Aden iniziava a diventare sempre di più dello stesso colore dei fiocchi di Muffet.

 SANS! COME TI DEVO DIRE DI NON INFASTIDIRE GLI UMANI CON I TUOI STUPIDI SCHERZI? - sbottò Papyrus, per poi schiarirsi la voce e ricominciare a parlare come se stesse tenendo un discorso di fronte ad un gran pubblico – AD OGNI MODO, IO, IL GRANDIOSO PAPYRUS, SONO VENUTO A CHIEDERTI DI POTER LAVORARE IN QUESTO LUOGO. - esclamò, accomodandosi poi, su richiesta della ragazza-ragno, ad uno dei tavoli, presto raggiunti anche da Muffet, che aveva una cioccolata calda in quattro delle sue mani, e reggeva un vassoio di dolci con le ultime due. Quasi immediatamente, Aden si alzò, prendendo il vassoio da Muffet e posandolo sul tavolo, ricevendo un sorriso di ringraziamento che lo fece arrossire leggermente, sebbene, rosso com'era a causa dello scherzo di Sans, non fosse possibile notarlo.

- Molto bene, Papyrus, - iniziò a dire Muffet, con tutta l'aria di un manager di alta finanza – Cosa sai fare?-

- SONO ABILISSIMO IN CUCINA, UN MAESTRO SPAGHETTORE, MA POSSO PREPARARE TUTTO QUELLO CHE DESIDERI! - rispose lui, battendosi con orgoglio un pugno sul petto, per poi gettarsi in avanti, spalancando gli occhi (o meglio, le sue orbite, visto che non aveva occhi veri e propri) – DUNQUE CHE NE DICI? ASSUMERAI IL MAGNIFICO PAPYRUS? -

- A dire il vero, in cucina sono già a posto... - cominciò a rispondere Muffet, fermandosi di punto in bianco, ed Aden, che, per motivi che lui stesso non capiva, aveva continuato ad osservare la ragazza, notò una goccia di sudore iniziare a scivolare lungo la sua fronte. Spostando il suo sguardo per vedere cosa stesse causando quella reazione, vide Sans: la sua orbita destra era completamente vuota, senza più il punto bianco che sembrava essere la sua pupilla, mentre in quella sinistra sembrava essersi materializzato un occhio azzurro brillante. Bisognava ammetterlo, sembrava abbastanza minaccioso – M-ma posso assumerti come commesso, e se svolgerai bene il tuo lavoro, allora forse... - dall'occhio blu di Sans iniziò a sprigionarsi una fiamma dello stesso colore – Sicuramente sarai promosso a cuoco in poco tempo. - finì nervosamente Muffet – Ti va bene? - domandò infine, più a Sans che a Papyrus, ma quest'ultimo non sembrò farci caso, applaudendo rumorosamente.

- PERFETTO! IL GRANDE PAPYRUS SARA' IL COMMESSO MIGLIORE CHE TU ABBIA MAI AVUTO! SARO' COSI' BRAVO CHE NON POTRAI FARE A MENO DI RENDERMI CUOCO!- urlò lo scheletro, battendosi nuovamente un pugno sul petto. Sia Aden che Muffet non poterono fare a meno di sorridere, rallegrati dall'energia di Papyrus.

I quattro si misero per un po' a chiacchierare, discutendo principalmente delle differenze tra la vita nel Sottosuolo e quella in superficie. Nonostante le difficoltà iniziali, l'unione del mondo umano con quello dei mostri stava procedendo abbastanza spedita. C'erano ancora molte persone che si ribellavano alla novità, basandosi solo sui mostri che avevano visto nei film o in TV, ma anche persone che invece supportavano il cambio, mostrandosi amichevoli con i mostri, ed il loro numero sembrava aumentare di giorno in giorno. Aden, di conto suo, stava anche approfittando della situazione per conoscere gli altri tre, soprattutto Muffet.

La loro chiacchierata continuò finché lo sguardo di Aden non si posò per pura casualità sull'orologio appeso dietro al bancone, e i suoi occhi si spalancarono.

- Oh cavolo, sono in ritardo. Tra pochi minuti iniziano le lezioni. - esclamò scattando in piedi e rimettendosi di corsa la giacca.

Stava per correre fuori dalla pasticceria, quando si sentì tirare per l'orlo della manica, e si voltò: in qualche modo, Sans era riuscito ad alzarsi e fermarlo senza che nessuno se ne accorgesse – non ti preoccupare, amico. conosco una scorciatoia, arriverai alla tua meta in un istante. - gli disse, e Aden sembrò calmarsi. Non capiva perché, ma si fidava delle sue parole. Ciononostante, si diresse in fretta fuori del locale, ma non prima di aver pagato per la sua cioccolata, seguito, lentamente, dallo scheletro.

Appena furono all'aperto, Sans si diresse verso un vicolo isolato – Ehi, dove stai andando? La scuola è dall'altra parte. - gli urlò dietro Aden, ma lo scheletro gli fece semplicemente segno di seguirlo.

Nonostante la voce nella sua testa gli urlasse di correre il più velocemente possibile verso la scuola, il ragazzo lo seguì, e quando furono nel vicolo, Sans porgé la mano al giovane – ora dammi la mano e chiudi gli occhi. - gli disse, e quando, seppur titubante, Aden obbedì, il ragazzo ebbe la sensazione di stare fluttuando. Seppur incuriosito, non aprì gli occhi, e presto la sua impressione fu di cadere, impressione che si rivelò esatta quando i suoi piedi toccarono terra. Allora aprì gli occhi, e si ritrovò in uno dei corridoi della sua scuola. Gli studenti erano già nelle loro classi, e gli inservienti nel corridoio non sembravano aver notato la sua improvvisa apparizione.

Senza farsi troppe domande, Aden si diresse di corsa nella sua classe, preparandosi per un'altra giornata di lezione.


   Allora, ricordate che avevo detto che probabilmente non avrei potuto aggiornare prima di Lunedì?

Beh, a quanto pare mi sbagliavo. ^^'

Comunque, spero che la storia finora vi stia piacendo.

Ah, e un piccolo avviso: come ho detto rispondendo alle recensioni del primo capitolo, sono disposto ad accettare richieste per personaggi che vorreste vedere nella storia, siano essi Canon o OC (in entrambi i casi, comunque, ricordatevi che avranno un ruolo secondario. La storia ruota intorno a Muffet ed Aden, non agli altri ;)).

Bene, grazie dell'attenzione e a presto,
Atocheg

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Capitolo 3
*** Uno spiacevole incontro ***


Ebbene sì, signore e signori, due capitoli in un giorno. ;)
In tutta onestà, leggendo una delle proposte nelle recensioni mi sono detto "Perché non provarci?" ed ho scritto questo.
Avviso: ci sarà un po' di violenza e razzismo (forse? assumete di sì, ok?).
Buona lettura.^^


Era ormai passato un mese da quando Aden aveva scoperto la pasticceria di Muffet, e da allora, ogni giorno, prima di andare a scuola, vi ci si recava, chiacchierando un po' con Papyrus e Muffet, e, quando lo studio e i suoi impegni glielo permettevano, ci andava anche il pomeriggio, a volte incontrando altri mostri, e in un'occasione era anche passato il famoso robot, Mettaton, mentre lui stava sistemando degli appunti di scienze. In quell'occasione aveva anche parlato un po' con Alphys, un ibrido di donna e lucertola che, da quello che Aden aveva capito, prima di venire in superficie era la scienziata di corte.

La maggior parte del tempo, però, lo passava parlando con Muffet, quando lei non stava insegnando a Papyrus come preparare i vari dolci. Quando invece Aden arrivava durante le lezioni, si ritrovava spesso a provare ciò che lo scheletro preparava: se la cavava, ma il giovane preferiva senza dubbio i dolci cucinati dalla ragazza.

E parlando di Muffet, lei e Aden erano ormai diventati buoni amici. Ogni volta che parlavano, lei gli raccontava vari episodi della sua vita, il più recente dei quali fu quando Frisk era caduta nel Sottosuolo, e qualcuno aveva promesso a Muffet una ricca ricompensa in cambio dell'anima della bambina. Frisk aveva rischiato addirittura di finire in pasto al cucciolo della ragazza, un ibrido tra un ragno ed un muffin, ma era comunque riuscito a cavarsela senza ferire nessuno. L'espressione di Aden nel sentirla raccontare di come la avesse attaccata ferocemente, prima che Muffet decidesse di risparmiarla, fu a dir poco sorpresa. Anche se appariva fragile ed indifesa, quel racconto rendeva chiaro che Muffet era tutto tranne che quello. In quel momento il giovane capì perché nessuno avesse preso di mira il suo locale, come invece era successo a tanti altri mostri. Persino Toriel, l'insegnante nella scuola della sua cuginetta, era comunque vista di cattivo occhio da alcune delle madri. Una volta che Aden era dovuto andare a prenderla al posto dei suoi zii, aveva sentito un genitore lamentarsi che non voleva 'una di quelle creature' vicina a suo figlio. Tutto quello che Aden aveva potuto fare era stato scusarsi con Toriel per il comportamento della persona, ma la donna gli aveva confermato che non ce n'era bisogno.

Mentre Aden stava ancora ripensando a quell'episodio, e a quanto in generale fosse successo nell'ultimo mese, sentì delle urla provenire da più avanti sulla strada insieme ad una serie di risate. Riconoscendo la voce, il ragazzo corse fino a vedere l'ingresso della pasticceria. Davanti ad essa c'era un gruppo di suoi coetanei, tutti con i volti coperti da sciarpe e cappelli, e nel mezzo del gruppo, con sommo orrore del giovane, alcuni di loro si stavano accanendo su di Muffet, incitati dagli altri intorno a loro. Immediatamente Aden si mise a cercare qualcosa sul suo cellulare, emettendo un leggero – Sì! - quando trovò ciò che cercava.

- Forza ragazzi! Schiacciamola come l'insetto che è! - esclamò qualcuno dal gruppo, prima che per la via risuonasse la sirena della polizia, facendo disperdere il gruppo con un singolo grido di 'Filiamocela!'. Poco dopo, quando ci fu la certezza che i ragazzi se ne erano definitivamente andati, Aden zittì la sveglia del suo cellulare, avvicinandosi di corsa a Muffet ed inginocchiandosi per controllarla: era piena di lividi, ed il suo volto era rigato dalle lacrime. Vedendola in quello stato, il ragazzo sentì la rabbia bruciargli nel petto, oltre ad un'incredibile preoccupazione per la ragazza tremante di fronte a lui.

- Bastardi... - sibilò il giovane, per poi appoggiare delicatamente una mano sulla sua spalla – Muffet? - provò chiamarla, vedendola aprire lentamente i suoi due occhi sinistri, per poi gettarglisi addosso, stringendolo con tutte e sei le braccia e piangendo sul suo petto. Istintivamente, Aden la abbracciò, accarezzandola sulla schiena nel tentativo di calmarla – Su, su, va tutto bene. Se ne sono andati... - le disse, ed era sul punto di chiederle come fosse successo, quando vide un sacco dell'immondizia gettato a terra lì vicino, e non ci mise molto a capire che la avevano sorpresa mentre stava portando fuori la spazzatura. Per quanto feroce potesse diventare Muffet, quei ragazzi erano decisamente troppi per lei. Per un momento, si domandò cosa sarebbe potuto succedere se lui non fosse intervenuto, e la risposta che gli venne in mente gli fece scendere un brivido lungo la schiena, ma lo scacciò, ringraziando il cielo di essere passato in tempo per aver aiutato la sua amica. I due rimasero fermi al freddo per qualche minuto, prima che Aden aiutasse Muffet ad alzarsi e la accompagnasse dentro la pasticceria. Una volta dentro, la fece sedere su una delle sedie, mentre i ragni, che si erano accalcati intorno alla porta nel sentire le urla, si stavano ora avvicinando ai due, apparentemente impegnati sia a 'parlare' tra di loro che con Muffet, e il suo cucciolo le andò incontro, strusciandosi contro le sue gambe e uggiolando tristemente, suscitando un debole sorriso da parte della ragazza, che lo accarezzò con le sue mani più basse.

Mentre Muffet informava i ragni della situazione, Aden prese un fazzoletto e glielo diede, ricevendo anche lui un sorriso – G-grazie per avermi aiutata. - gli disse Muffet, visibilmente agitata per l'accaduto, mentre si asciugava gli occhi dalle lacrime, e inclinando leggermente la testa quando lo vide tirare fuori il cellulare e digitare un numero – Cosa fai? -

- Chiamo l'ospedale. Voglio essere sicuro che quei bastardi non ti abbiano fatto più male di quel che sembra. - le rispose, finendo di digitare il numero di emergenza e iniziando la chiamata, quando Muffet scattò in piedi e gli levò il cellulare di mano – Ma cosa...? -

- Non posso lasciare la pasticceria incustodita. - gli disse lei, osservandolo con un'espressione seria.

Aden stava per protestare, ma lo sguardo di Muffet gli fece capire che non avrebbe avuto modo di convincerla. Emettendo quindi un sospiro di sconfitta, il ragazzo allungò una mano – Come vuoi, ma questa sera resto a controllarti, e fino a che non saremo sicuri che tu ti sia ripresa, ci sarà sempre uno di noi a tenerti d'occhio, ok? - le rispose, e stavolta fu il suo turno di mostrarsi serio in volto, seppur non riuscì a nascondere la sua preoccupazione, ed infatti sorrise soddisfatto quando lei annuì – Bene, ma ora dammi il cellulare che almeno avviso i miei. -

Dopo aver detto ai suoi che avrebbe passato la notte fuori, inventandosi qualche balla per tranquillizzarli, Aden si voltò verso la ragazza – Allora, se mi puoi dare qualche secondo, vado a recuperare la macchina e ti accompagno a casa... - iniziò a dire, ma Muffet lo interruppe, alzando una mano di fronte a lui.

- Non ce n'è bisogno, - lo avvisò – abito qui sopra. - e, detto questo, indicò una porta vicino alla cucina, per poi recarvicisi ed aprirla, mostrando una rampra di scale che saliva fino al piano superiore.

Molto bene. - rispose lui, per poi guardare un momento la porta della pasticceria – dunque... vuoi salire mentre io chiudo? Direi che quello di cui hai bisogno ora è un po' di riposo. - le disse, prendendo le chiavi quando lei gliele diede, e assicurandosi di chiudere bene le porte e di spegnere le luci, mentre Muffet salì dentro casa sua. Tuttavia, quando Aden si ritrovò a chiudere la cucina, gli venne un'idea. Passato un po' di tempo, Muffet era ormai nella sua camera, seduta sul letto, quando qualcuno bussò alla porta.

Muffet, posso entrare? - domandò Aden, per poi aprire lentamente la porta e sbirciare all'interno. La ragazza, tolti i vestiti, si era messa una veste da sera, anch'essa rossa, e si era sciolta le code, lasciando cadere liberamente i suoi capelli. Nel vederla, Aden si sentì nuovamente arrossire, ma , nonostante questo, fece il possibile per mostrarsi tranquillo, entrando con una tazza fumante – Ho pensato di prepararti una camomilla, per aiutarti a rilassarti. - le disse, notando lo sguardo incuriosito di Muffet, per poi ridacchiare – Non sarò bravo quanto te, ma anch'io so preparare qualcosa di così semplice. - concluse, ridacchiando nuovamente e poggiando la tazza su un comodino vicino al letto.

Anche Muffet si concesse una leggera risata, nonostante la situazione, per poi guardare per un momento verso il basso, come se stesse pensando a qualcosa di importante, prima di rivolgersi nuovamente al ragazzo – Aden... - iniziò, facendolo voltare verso di lei, giusto in tempo perché lei si piegasse leggermente in avanti, dandogli un bacio sulla guancia – Grazie. -

Arrossendo, e suscitando un'altra risata da parte di Muffet, il giovane si alzò – F-figurati. Buonanotte. - rispose, dirigendosi velocemente fuori dalla camera e chiudendo la porta, appoggiandovisi poi con la schiena. Il suo volto era così caldo che era sicuro stesse sudando, e, senza che se ne accorgesse, un sorriso distese le sue labbra, mentre si stava portando una mano dove, poco prima, si erano posate le labbra della ragazza.




Ok, siate sinceri, secondo voi sto rendendo Muffet troppo OOC? Ho questo costante timore. Se è così, avvisatemi.

Alla prossima,
Atocheg

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Capitolo 4
*** l'invito ***


Ripresosi dalla sorpresa del bacio, Aden rimase per qualche minuto appoggiato alla porta, andando poi a sedersi su una poltrona in quello che doveva essere il salotto, preparandosi per quella che pensava sarebbe stata 'una lunga notte'. All'inizio, effettivamente, rimase sveglio, alzandosi per controllare che Muffet non avesse problemi, giocando un po' con il suo animaletto di compagnia, o semplicemente mettendosi le cuffie e tenendosi sveglio con qualche canzone. Ogni volta che si affacciava per controllarla, Aden non riusciva a trattenere il sorriso che distendeva le sue labbra nel vedere la ragazza dormire tranquillamente, nonostante tutto quello che era successo prima quella sera. Ma presto si ritrovò con il muffin mostruoso addormentato sulle sue gambe, e così stanco che neanche la musica riuscì a fargli mantenere gli occhi aperti.

Quando poi si era svegliato, inizialmente non capiva dove si trovasse, o perché stesse dormendo su un divano, ma quando si ricordò cosa fosse successo, oltre alla certezza di dover avvisare la polizia il prima possibile, un altro dettaglio lo incuriosì: era sicuro che non si fosse messo sopra una coperta prima di cedere alla stanchezza. Una volta sceso, pronto ad uscire il prima possibile, si ritrovò davanti Muffet, con un dolce in una mano ed un caffé caldo in un'altra.

- Buongiorno. - lo salutò, sorridendo e dandogli ciò che teneva – La colazione di oggi è offerta dalla casa. Un ringraziamento per ieri sera. -

- Oh, non preoccuparti. - le rispose il ragazzo, ricambiando il sorriso – Il bacio di ieri sera è stato la ricompensa più gradita che potes... - iniziò a dire senza pensarci, interrompendosi però quando capì cosa stava dicendo, ed arrossendo violentemente – C-cioé, insomma, mi basta sapere che stai bene. -

Muffet stava per rispondere, dopo aver ridacchiato leggermente, quando la porta della pasticceria si aprì di colpo, e la voce di Papyrus inondò l'ambiente.

- BUONGIORNO MUFFET! - urlò lo scheletro – IL GRANDE PAPYRUS E' PRONTO PER UNA NUOVA GIORNATA DI LAV... OH, SALVE UMANO! - salutò, notando il ragazzo, che rispose con un cenno del capo. Fatto questo, Papyrus indossò un cappello con il nome della pasticceroa sopra, mettendosi quindi dietro al bancone, voltandosi poi verso di Aden – VUOI ORDINARE QUALCOSA? -

- N-no grazie, sono apposto. – gli rispose lui, ancora imbarazzato per quello che aveva detto prima – Beh, - disse, dopo essersi calmato, rivolgendosi di nuovo a Muffet – ora che c'è Papyrus, io vado. Mi raccomando, fammi sapere se succede qualcosa, ok? -

- Certamente. - rispose lei con un sorriso – Grazie ancora per ieri sera – disse, sollevandosi sulla punta dei piedi per dargli un altro bacio sulla guancia, e ridacchiando nuovamente nel vederlo spalancare gli occhi e diventare ancora più rosso di quanto fosse prima – A presto. -

 Senza rispondere, non per maleducazione, ma perché si sentiva troppo scosso da quello che era appena successo, Aden uscì velocemente dalla pasticceria,  venendo poi sorpreso da una voce familiare dietro di lui.

- allora, quando glielo vuoi dire?- gli domandò Sans, camminandogli a fianco con fare casual.

Senza togliere lo sguardo da davanti a sé, il giovane scrollò le spalle, fingendo indifferenza – Non ho idea di cosa tu stia parlando... - rispose, ma, se poteva fidarsi del ghigno sul volto dello scheletro, non era riuscito a convincerlo.

- ovviamente. dunque è solo un caso che hai passato la notte da lei e arrossisci ogni volta che ti è vicina. -

Aden sentì il calore sul suo viso aumentare, e si tirò su il cappuccio per nascondere il suo rossore –  N-non è come sembra. Siamo amici, tutto qui. -

- certo... - rispose lo scheletro – comunque, volevo invitarti alla nostra festa di natale, tra una settimana. ci saranno tutti quanti, quindi... -

Il ragazzo lo interruppe, sollevando un sopracciglio in sua direzione – Sapendo che vi conosco solo da un mese, cosa ti fa pensare che accetterei? O che io non abbia già da fare? -

Il ghigno dello scheletro sembrò farsi più ampio, e sollevò le spalle – come ho detto, ci saranno tutti, – rispose, fissando il ragazzo e facendogli l'occhiolino – anche muffet. pensavo ti potesse interessare, ma se hai da fare... - concluse, voltandosi e reincamminandosi verso la pasticceria.

- No! - lo fermò Aden, sentendosi poi tremendamente imbarazzato per la sua reazione, e sospirò sconfitto – Molto bene, dimmi l'orario e l'indirizzo. - continuò, scrollando le spalle – Tanto in famiglia non festeggiamo mai durante la vigilia. - esclamò, prima che gli venisse in mente una domanda: come si sarebbe dovuto vestire per l'occasione?

- tranquillo, sarà solo una festa tra amici. - disse lo scheletro, rispondendo alla domanda prima ancora che le parole uscissero dalla bocca del giovane – mettiti quello che trovi più comodo, niente di troppo elegante. - continuò, per poi fissarlo di nuovo negli occhi – a meno che tu non voglia fare colpo... - concluse, e Aden fu sicuro che, in qualche modo, il ghigno irremovibile dello scheletro si fosse velato di malizia.

Un sospiro esasperato sfuggì dalle labbra del ragazzo – Come te lo devo dire? Io e Muffet siamo solo amici. Non sono interessato a lei. - rispose, sollevando gli occhi al cielo, per poi riportarli velocemente su Sans quando lo sentì ridacchiare.

- ehi, io non ho detto su chi vorresti fare colpo. - rispose lo scheletro, sollevando le spalle – ma credo lo abbia appena detto tu. - disse, voltandosi di nuovo ed incamminandosi nella direzione opposta a Aden – beh, io vado da grillby. ci vediamo alla festa. mi raccomando, sii puntuale. -

Distrattamente, il giovane annuì, prima di ricordarsi che non aveva ricevuto un'informazione fondamentale – Ehi, non mi hai detto dove e quando ci sarà la festa. - gli urlò dietro, provando a inseguirlo, ma era come se Sans si fosse volatilizzato. Poco dopo, il suo cellulare iniziò a vibrare: Sans gli aveva inviato un messaggio con l'indirizzo e l'orario della festa. "Dove diamine ha trovato il mio numero?" si domandò il ragazzo, ma alla fine decise che preferiva non sapere, dirigendosi invece verso casa sua.

La settimana passò via velocemente: essendo iniziate le vacanze di natale, Aden aveva approfittato del tempo libero per comprare i regali ai mostri con cui era riuscito a fare amicizia. Non si era fatto problemi con i prezzi, cercando semplicemente di comprare qualcosa che potesse piacere a tutti. - Me lo posso permettere, – si era detto, ridacchiando – i miei clienti sono sempre molto generosi con le loro mance. -

Essendosi dimostrato piuttosto abile nel disegno, il giovane aveva deciso di sfruttare la sua capacità, mettendola al servizio di ogni studente disperato abbastanza da accettare che lui facesse un compito per casa al posto loro, pagando il prezzo scelto da Aden. Grazie alla sua trovata, al ragazzo i soldi non mancavano, e quindi la sua preoccupazione fu di scegliere regali che gli altri apprezzassero.

Per la maggior parte fu abbastanza semplice, ma quando venne il momento di scegliere un regalo per Muffet, il ragazzo si ritrovò incapace di decidere cosa farle. All'inizio era passato per una gioielleria, ed aveva pensato di regalarle degli orecchini a forma di ragnatela, ma aveva deciso che era una cattiva idea. "Troppo sfarzosi per lei, forse Mettaton apprezzerebbe di più qualcosa del genere" si era detto. Dopo era passato per un negozio di dolciumi, pensando di comprargliene qualcuno, visto che Muffet sembrava avere un debole per i dolci, ma anche quella volta ci aveva ripensato. Lo stesso è accaduto con tante altre idee, e così era arrivata la sera della festa e Aden aveva comprato un regalo per tutti, tranne che per Muffet. Per un momento il ragazzo pensò di chiamare Sans e dirgli che stava male e non poteva più andare, ma prima che mettesse in atto la sua idea, sul cellulare gli arrivò un messaggio da Sans: "la festa comincia tra poco, sii puntuale, mi raccomando. p.s.: non preoccuparti del regalo. è  già tutto preparato."

All'inizio Aden si domandò come facesse a sapere del problema che lo affliggeva, e si guardò attorno, pensando che , forse, lo stava spiando, ma alla fine si arrese all'idea che tutto quello che riguardava Sans raramente aveva una spiegazione logica.

Essendosi già fatto una doccia veloce, ed avendo già indossato gli abiti per la serata, ossia un maglioncino a righe rosse e verdi, oltre a dei pantaloni scuri e alle solite scarpe, tutto quello che dovette fare fu incartare gli ultimi regali, per poi prendere le chiavi e andare in macchina, dopo aver spiegato ai suoi la situazione ed averli salutati. Per sicurezza, si portò altra carta per impacchettare i regali, sicuro che, se anche era accaduto un miracolo e Sans si era preso la briga di aiutarlo, aspettarsi che avesse incartato quello che aveva preso significava tentare la sorte.

Ok, questo è probabilmente il capitolo peggiore che mi sia mai venuto in mente, ma mi serviva qualcosa per introdurre un capitolo natalizio.
Comunque, con un po' di fortuna, riuscirò a pubblicare il capitolo con la festa in tempo per natale.
Ok, dunque, lasciate qualche recensione, se volete, e ditemi finora cosa ve ne pare.

A presto,
Atocheg

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Capitolo 5
*** Il bacio ***


Allora, prima di iniziare, una piccola proposta. Durante la lettura, provate ad ascoltare queste quattro canzoni:

  • Jingle bells (non c'è bisogno che vi dica quando, credo si capisca ;P)
  • Death by glamour (Quando Mettaton e Frisk salgono sulla pista da ballo)
  • Spider dance (mentre Muffet balla)
  • All I want for Christmas is you (stesso discorso di Jingle bells, capirete perfettamente quando sarà il momento di ascoltarla ^^)
​Buona lettura.


- ehi, ragazzo, è il tuo quarto bicchiere. non credi di averne avuto abbastanza? - domandò lo scheletro, osservando con fare apprensivo Aden, che stava seduto ad una delle poltrone nella grande sala dove si svolgeva la festa.

 

- Nah, tranquillo, non ho problemi a reggere l'alcool. - rispose il giovane, poggiando il calice su un tavolino tra le due poltrone – Ma sembra che tuo fratello non sia altrettanto capace. - concluse, ridacchiando e indicando Papyrus, impegnato a cantare con Undyne a squarciagola 'Jingle bells', stonando la maggior parte delle note, mentre Toriel, Asgore e Muffet lo osservavano divertiti. Quando si voltò nuovamente verso Sans, Aden lo trovò impegnato a parlare con Frisk, la quale teneva in mano del vischio, indicando con un sorriso i due mostri dalle sembianze caprine. - Cosa state complottando? Non mi piace essere tenuto fuori da un possibile scherzo. - disse il ragazzo, sporgendosi verso i due.

 

- 'complottare' suona male, amico. la nostra piccola frisk ha solo ideato un modo per riavvicinare i nostri due regnanti, e vorrebbe il mio aiuto. - rispose Sans, e subito dopo il suo occhio sinistro iniziò a brillare di un'intensa luce azzurra, ed un bagliore dello stesso colore avvolse il vischio che, ad un cenno della mano da parte dello scheletro, volò sopra i due mostri.

 

- E-ehi, guardate. - esclamò Alphys, indicando il vischio sopra i due – S-secondo le tradizioni umane, o-ora voi due dovreste... ecco... b-baciarvi. - concluse, arrossendo violentemente, mentre i due sovrani si guardavano intorno, sorpresi ed imbarazzati in egual misura.

 

- M-ma... insomma, n-non possiamo farlo di fronte alla bambina. - provò a giustificarsi Toriel, voltandosi in direzione di Frisk, ma sia Aden che Sans avevano già provveduto a coprirle gli occhi, osservando i due mostri con due ghigni quasi identici.

 

- Oh, per l'amor del cielo. - se ne uscì infine Mettaton, gesticolando con fare esageratamente melodrammatico – Volete inziare a sbaciucchiarvi? La nostra audience non aspetta altro. - concluse, e difatti ogni individuo presente si stava sporgendo verso i due, ansiosi di vedere il bacio.

 

- Suvvia, Tori. - disse Asgore, riprendendosi dalla sorpresa e sorridendo leggermente – E' solo un'innocente tradizione. - quelle parole furono dette con un tono quasi supplichevole, al punto che Aden dovette coprirsi la bocca per non mettersi a ridere e rovinare il momento.

 

"Il re è disperato, a quanto pare" pensò, mentre, lasciata Frisk, si era unito al cerchio che circondava i due mostri, osservandoli. Un silenzio opprimente era calato sulla sala, visto che anche la musica si era fermata dopo che il DJ, un fantasma con un paio di cuffie di nome Napstablook (che, a quanto pare era il cugino di Mettaton), si era anche lui avvicinato, sebbene molto più timidamente, tanto che sia Mettaton che Papyrus erano accorsi al suo fianco per incoraggiarlo. Ma, alla fine, il silenzio fu rotto da una serie di esultanze quando, dopo qualche secondo di attesa, Toriel finalmente si decise ad avvicinarsi ad Asgore e, seppur lentamente, infine le loro labbra si erano unite. Nel vedere come tutto fosse finito bene, ognuno sembrava aver avuto un'unica reazione, la gioia: Undyne e Alphys avevano iniziato a saltare, abbracciandosi e baciandosi anche loro, anche se si separarono poco dopo, Undyne con un enorme ghigno, mentre Alphys stava diventando sempre più rossa; Mettaton e Papyrus si erano anche loro abbracciati, coinvolgendo anche Napstablook, che aveva iniziato a piangere per la gioia; Aden e Muffet, invece, si erano presi per mano e stavano saltellando in cerchio, esultando. Nel farlo, Aden notò con la coda dell'occhio qualcosa che sembrava stonare con l'umore generale del gruppo: Sans e Frisk, vedendo il bacio, si erano abbracciati, Frisk ridendo soddisfatta, ma Sans era stranamente silenzioso, al punto che poteva quasi sembrare triste. Appena i due si lasciarono, Sans si alzò, dirigendosi verso la finestra e sul balcone, poggiandosi sulla ringhiera ad osservare il paesaggio davanti a sé.

 

Mentre Mettaton prendeva in mano il microfono, e saliva con Frisk sulla pista da ballo, Aden raggiunse lo scheletro, mettendosi la giacca sulla sua via verso la finestra e, avvicinatosi abbastanza, tirando fuori un pacchetto di sigarette e un accendino – Ne vuoi una? - offrì a Sans, prendendone intanto una per sé – Con me fanno miracoli per risolvere il malumore. - continuò a parlare, non ricevendo risposta dallo scheletro, mettendosi la sigaretta in bocca e accendendola, per poi prendere un'ampia boccata, osservando il fumo svanire lentamente nel buio della notte – Ok, arriviamo al sodo. Si vede che sei cotto della regina, e lei sembra averti molto a cuore... -

 

- eh. - fu inizialmente l'unica risposta di Sans, oltre una scrollata di spalle, ma dopo un po' si decise a parlare ulteriormente, prendendo anche lui una sigaretta e facendosela accendere da Aden – lei ha a cuore tutti i suoi amici... - rispose, prendendo una boccata dalla sigaretta, riuscendo, in qualche modo, a non aprire i suoi denti per farlo – e comunque la ragazzina vuole vedere lei e il re insieme. è meglio così. -

 

- Quindi non ci vuoi neanche provare? – domandò irritato il ragazzo – Andiamo, Sans, non puoi davvero essere soddisfatto si osservare da lontano. -

 

- siamo tutti una grande famiglia, quindi sì, mi sta bene così. piuttosto... - rispose, guardando il giovane e, in qualche modo, ampliando il sorriso in un ghigno – non si potrebbe dire lo stesso di te e muffet? - continuò, ridacchiando nel vedere il rossore sul volto di Aden intensificarsi – predichi bene ma razzoli male, eh, amico? -

 

- Touché. Comunque, questo non toglie che dovresti parlarle. - disse, dopo un lungo silenzio, il ragazzo, spegnendo la sua sigaretta nella neve e dirigendosi di nuovo verso l'interno del locale: quasi tutti stavano ormai iniziando ad apparire brilli, tranne, ovviamente, Napstablook, troppo impegnato ad occuparsi della musica per bere qualcosa, e Frisk, che era troppo giovane per bere. Muffet, Papyrus e Mettaton stavano eseguendo una danza sincronizzata, mentre Asgore, Toriel e Frisk li osservavano dalle poltrone. Di Undyne ed Alphys non vi era alcuna traccia. "O sono andate via, o si sono appartate." pensò il giovane, ridacchiando leggermente mentre si avvicinava al buffet, per poi prendere una fetta di crostata, mangiandola mentre si dirigeva verso le poltrone.

 

- Oh, umano, spero ti stia godendo la serata. - lo salutò il re, ricevendo un leggero colpo sul braccio da parte della 'madre' di Frisk.

 

- Asgore! Ha un nome e lo sai. - lo ammonì Toriel, suscitando una risata da parte dei due umani, e un sorriso imbarazzato da parte di Asgore – scusati con lui. -

 

- Non mi sono offeso, vostra maestà, non preoccupatevi. - provò a dire Aden, ma il re dei mostri lo zittì alzando una zampa e scuotendo la testa.

 

- No, ha ragione. E' stato scortese da parte mia, ti chiedo scusa. - disse, e per qualche secondo vi fu silenzio, prima che Asgore parlasse di nuovo – Vedo che hai preso una fetta della torta di Toriel. -

 

- Ah, l'avete cucinata voi? I miei complimenti, è deliziosa. - disse il giovane, facendo ridacchiare leggermente sia Toriel che Frisk.

 

- Grazie, Aden, ma credo che tu preferisca i dolci di Muffet. – gli rispose la regina, e i tre ridacchiarono nel vedere il giovane arrossire – Figliolo, l'unico motivo per cui sembra che Muffet non si sia accorta di averti catturato nella sua ragnatela è perché, probabilmente, è cotta di te più di quanto siano cotti i suoi dolci. -

 

Nel sentire quelle parole, l'attenzione di Aden fu totalmente concentrata sulla regina, e, senza neanche pensarci, si ritrovò in un istante a pochi centimetri dal muso del mostro – Ne siete sicura? Davvero le piaccio? - domandò, sorridendo speranzoso.

 

- Perché non glielo chiedi direttamente tu? - domandò allegramente Asgore.

 

- Niente di più facile. - rispose sarcastico il ragazzo, raddrizzandosi e iniziando a girare su sé stesso – mi basterà andare da lei e dirle: 'Ehi, Muffet, mi piaci. Per caso anche io...?' - iniziò a dire, fermandosi quando, voltatosi, si ritrovò di fronte Muffet, con un espressione sorpresa sul suo volto.

 

- allora, amico – disse, dopo un lungo ed imbarazzante silenzio, Sans, apparso come dal nulla accanto a Frisk – cosa stavi dicendo? -

 

- Stavo dicendo: 'E' il caso che io vada.' - rispose il giovane, ridacchiando nervosamente – domani devo svegliarmi presto per andare dai parenti. Festa stupenda, grazie di avermi invitato. Buonanotte. - concluse, mettendosi la giacca ed incamminandosi velocemente verso l'uscita, ma quando ormai era quasi alla porta, sentì la voce di Muffet dietro di sé.

 

- Aspetta. - gli disse, e quando lui si voltò verso di lei, la vide giocherellare nervosamente con le sue dita – Quello che avevi detto prima... è vero? - domandò, tenendo lo sguardo basso – Io ti piaccio? -

 

"Ok, ok... stai attento a quello che dici, Aden. Non fare l'imbecille." pensò il ragazzo, prima di rispondere, aprendo la porta – Se vuoi sapere la risposta, fatti trovare davanti alla tua pasticceria tra cinque giorni, ok? - senza neanche aspettare la sua risposta, il giovane uscì – Buonanotte, Muffet. - disse, quando, senza neanche pensarci, si mosse verso di lei, dandole velocemente un bacio sulla guancia – Buon natale. - concluse infine, chiudendo velocemente la porta, incamminandosi verso la sua macchina, per poi guidare verso casa.

 

Una volta arrivato, si diresse immediatamente nella sua camera, mise il cellulare a caricare e, mentre si stava cambiando, fece partire il suo lettore mp3. Quando si era ormai messo il pigiama ed era pronto ad addormentarsi, le note di "All I want for Christmas is you" iniziarono a risuonare nella camera, e, chiudendo gli occhi, Aden vide nuovamente il volto nervoso di Muffet mentre gli faceva la sua domanda, e non poteva fare a meno di sperare che, seppur lievemente, la ragazza fosse stata speranzosa come lo era stato lui nel sentire Toriel. Le labbra del giovane si distesero in un sorriso, e, come per rispondere, si mise a cantare sottovoce – All I want for Christmas is you – detto questo, cullato dalle note musicali, si lasciò sprofondare nel buio del sonno.



Ok, su le mani chi ha davvero creduto che il bacio sarebbe stato tra Muffet ed Aden. ^^

Aden: Per coloro che le hanno appena alzate, congratulazioni, siete stati trollati. XD

Beh, signori, seppur con qualche ora di ritardo, ecco il nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Buon natale a tutti.

Atocheg


P.S.: Cavolo, mi ero scordato. Un consiglio a tutti i fan di Sans e Papyrus: Cercate su Youtube "All I want for Christmas is you" di "Man on the internet". Fidatevi, non rimarrete delusi.^^

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Capitolo 6
*** Felice anno nuovo ***


- Aden, sei sicuro di volerci provare? - gli disse il ragazzo, impegnato a mischiare un mazzo di carte, mentre Aden si stava asciugando i capelli – Voglio dire, hai sempre avuto una passione per le cose strane, va bene, ma un appuntamento con un mostro? Non credi di stare un po' esagerando? -

 

- Nartis, te l'ho già spiegato, - rispose il giovane, sollevando gli occhi al cielo mentre, finito di asciugarli, iniziò a pettinarsi i capelli bianchi – non è un appuntamento, le ho solo chiesto di aspettarmi davanti alla pasticceria per chiarire la questione. -

 

- Direi che con quello – rispose Nartis, indicando un mazzo di viole poggiato sul comò – sarai piuttosto chiaro. Comunque, non riesco a credere che tu voglia davvero provarci con un mostro. -

 

- Forse dovresti conoscerla, fratellino. - disse l'albino, finendo di aggiustarsi i capelli – Solo perché è un mostro non vuol dire che non sia affascinante. -

 

- E' un ragno. I ragni non sono affascinanti. - rispose l'altro, suscitando un sospiro da parte di Aden.

 

- Tu e la tua aracnofobia... - disse, per poi mettersi la giacca, prendere chiavi e mazzo di fiori e dirigersi al garage, seguito da Nartis – Stasera torno tardi. Fa gli auguri a tutti quanti da parte mia, ok Nar? - disse, caricando in macchina un cesto e il mazzo di viole.

 

Il più giovane gli diede un leggero pugno sulla spalla – Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo. - disse offeso, per poi sospirare – Comunque glieli farò. Divertiti. - concluse, per poi tornare dentro casa, mentre Aden, salito in macchina, iniziò a guidare fino alla pasticceria, ma, quando vi arrivò, vide che Muffet era ancora dentro, impegnata con gli ultimi clienti della giornata. Aspettando che finisse, il ragazzo parcheggiò poco distante dalla pasticceria, per poi fare una breve camminata fino al locale. Poco prima che vi entrasse, vide Mettaton uscire, leggermente alterato. I due si scambiarono un saluto veloce, poi, mentre Aden entrava nella pasticceria, Mettaton e suo cugino salirono su una limousine rosa. Sentendo Muffet borbottare dalla cucina, vi entrò, trovandola impegnata ad impastare dei biscotti, aggiungendo, occasionalmente, dei ragni.

 

Cercando di non pensare agli aracnidi, il ragazzo si schiarì la voce per farsi notare – Hai avuto una discussione con mister celebrità? - domandò, ridacchiando divertito.

 

Muffet sbuffò, incrociando le due braccia superiori e continuando a lavorare con le altre quattro – Quel presuntuoso pretende che io faccia dei dolci a sua immagine. Dice che ' farebbe salire le vendite fino alle stelle'. - rispose, alzando le due braccia prima incrociate al cielo, prima di fermarsi per un momento e voltarsi con i cinque occhi spalancati – Oh, cielo, ho scordato il nostro appuntamento. -

 

"Non è un appuntamento." stava per dire Aden, ma, a dirla tutta, non gli dispiaceva che si definisse il loro uscire insieme in quel modo, quindi non si prese la briga di correggerla.

 

- Scusa, la discussione con Mettaton mi ha fatto perdere il senso del tempo. - disse mortificata la ragazza – Dammi un minuto per prepararmi e possiamo andare. - concluse, per poi correre su per le scale verso la sua camera.

 

Diversi minuti dopo, Aden si trovava ancora ad aspettare che Muffet scendesse. Dando un'occhiata veloce all'orologio, Vide che mancavano ormai pochi minuti alle undici.

 

"Speriamo di non trovare traffico, o non arriveremo in tempo" pensò il ragazzo, quando, finalmente, Muffet ritornò nella sala, facendo rimanere a bocca aperta il giovane: sopra qualsiasi cosa avesse deciso di mettersi, la ragazza indossava un lungo cappotto rosso scuro, e portava un guanto nero su ciascuna mano. Da sotto un cappellino in lana scuro, un paio di paraorecchie viola coprivano i lati del capo della ragazza, e intorno al collo portava una sciarpa dello stesso colore. Dopo alcuni secondi passati in silenzio, l'attenzione di Aden fu catturata dal ridacchiare di Muffet – Allora, ti piace come ho scelto di vestirmi? - domandò, giocosa nel suo tono di voce.

 

Riuscendo a non arrossire, Aden semplicemente annuì, per poi uscire e, una volta che Muffet finì di chiudere la pasticceria, offrire il braccio alla ragazza. Insieme camminarono fino alla macchina e, prima di entrarvi, Aden prese il mazzo di viole e lo offrì a lei.

 

- Ho pensato che sarebbe stato scortese presentarmi a mani vuote. - si giustificò d'istinto il giovane, quando Muffet lo prese in silenzio, ma si sentì leggermente sollevato nel vedere il viola delle sue guance farsi più scuro, e gli angoli della sua bocca sollevarsi in un sorriso.

 

- Grazie, sono bellissime. - gli disse, per poi abbracciare il ragazzo.

 

- L-lieto che ti piacciano. - rispose lui, dopo essersi ripreso dal suo nervosismo – O-ora, però, dobbiamo muoverci. Non vorrei arrivare in ritardo. - Un po' lo infastidiva dover interrompere quell'abbraccio, ma ci teneva a raggiungere il prima possibile la loro destinazione. Quindi, saliti in macchina, Aden iniziò a guidare verso la periferia della città e, da lì, verso Monte Ebott.

 

- Ehi. - disse all'improvviso Muffet – Seguendo questo sentiero possiamo arrivare a dove prima c'era la barriera. - esclamò, per poi voltarsi verso Aden, sorridendo - Un giorno devo farti vedere il Sottosuolo. E' bellissimo. -

 

- Ne sarei entusiasta. - rispose il giovane – Ma adesso sono io a volerti far vedere qualcosa. Sono certo che ti piacerà. -

 

Fortunatamente, come sperava il giovane, le strade parevano completamente sgombre, e quindi arrivarono in poco tempo ad uno spiazzo vicino al sentiero. Una volta arrivati, Aden spense la macchina e, dopo essere sceso ed aver preso il cesto, aiutò Muffet a scendere e, presala per mano, si inoltrò con lei nel bosco. La luna era alta in cielo e forniva abbastanza luce da illuminare loro la via, e, inoltre, Muffet sembrava essere in grado di vedere bene al buio. Dopo qualche minuto di cammino, i due arrivarono finalmente ad una radura. Dal lato opposto degli alberi, la parete della montagna diventava impprovvisamente ripida, al punto che sembrava si fosse direttamente staccato un pezzo e fosse franato a valle. Dalla posizione in cui si trovavano, erano in grado di vedere perfettamente l'intera città, che, per qualche motivo, era completamente al buio. Preoccupato, Aden controllò sul suo cellulare l'orario: mancavano ormai cinque minuti alla mezzanotte.

 

- Strano – disse fra sé e sé il ragazzo – di solito i preparativi li fanno con le luci ancora accese... - continuò, voltandosi verso Muffet, e notando l'espressione infastidita sul suo volto – Qualcosa non va? -

 

La ragazza si voltò subito verso di lui, sorridendo e tremando leggermente – N-no, va tutto bene. E' s-solo un o' più freddo di quanto p-pensassi, non ti preoccup... - non fece in tempo a finire di rispondere, che Aden si levò la giacca e la posò sulle sue spalle.

 

- Ecco, va meglio ora? - domandò, sorridendo nel vederla annuire, per poi prendere il cellulare e, attivata la radio sul programma di fine anno, posarlo vicino a loro. Con solo la musica a far loro compagnia, i due giovani rimasero silenziosamente a guardare le stelle. Mentre erano impegnati a fare ciò, Aden sentì qualcosa posarsi sulla sua spalla e, sbirciando con la coda dell'occhio, vide che Muffet vi si era appoggiata con la testa.

 

- E' una scena magnifica, non trovi? - domandò lei, continuando a guardare verso il cielo. Aden, invece, continuava ad osservarla, sorridendo leggermente, e le cinse le spalle con un braccio.

 

- Oh sì, - rispose, tornando a guardare in alto – meravigliosa... - concluse, rimanendo per qualche altro secondo in silenzio, prima di decidersi a parlae nuovamente – Allora... c'è qualcosa che vorresti da questo nuovo anno? -

 

La ragazza rimase a pensare per qualche momento – Che Mettaton la smetta di assillarmi. - rispose, mettendosi poi a ridere – Parlando seriamente, non credo ci sia altro che potrei volere: ho la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro... - disse, per poi guardarlo – Tu, invece, vorresti qualcosa? -

 

- Effettivamente, c'è qualcosa che vorrei fare... - disse infine, preferendo ignorare il rossore che iniziava a tingere il suo volto – s-se tu me lo vuoi permettere, ovviamente. - concluse, proprio mentre dalla radio iniziò a partire il countdown per il nuovo anno. Non ricevendo risposta, il giovane si voltò verso di Muffet, e la vide osseervarlo con uno sguardo confuso, così decise di provare lo stesso.

 

9, 8, 7...

 

Muffet sembrò capire le intenzioni di Aden, e chiuse gli occhi sorridendo.

 

6, 5, 4...

 

"No, no. Cosa stai facendo, idiota? Inventati qualcosa e smettila con questa stupidaggine!" gli urlava una voce nella sua testa, ma Aden scelse di ignorarla, avvicinando il suo volto a quello della ragazza, inclinandolo leggermente e chiudendo anche lui gli occhi.

 

3, 2, 1...

 

Le labbra di entrambi erano leggermente infreddolite, ma nessuno dei due sembrò curarsene, stretti nei loro reciproci abbracci. Un sibilo risuonò in lontananza, poi vi fu un botto e una luce rossa inondò l'ambiente. Aprendo leggermente un occhio, Aden vide un altro fuoco d'artificio salire in cielo ed esplodere, irradiando stavolta una forte luce verde. Dopo altre due o tre esplosioni, i due ragazzi alla fine si separarono, mettendosi ad osservare il resto dei fuochi d'artificio.

 

- Adesso sì che non potrei volere altro. - disse, sorridendo e cingendole nuovamente le spalle con un braccio, prima di prendere dal cesto due calici, una bottiglia di spumante ed aprirla, versando poi lo spumante nei due bicchieri e porgendone uno a Muffet – Felice anno nuovo. -

 

- Felice anno nuovo, Aden. - rispose la ragazza, facendo un brindisi.

 

- Oh, quasi mi ero dimenticato. - disse all'improvviso il giovane, ridacchiando – Per rispondere alla tua domanda: - continuò, dando infine un bacio veloce sulla fronte della ragazza – Mi piaci, da impazzire. - rispose, per poi bere un sorso di spumante, osservando i fuochi esplodere in cielo – Quest'anno non poteva iniziare in modo migliore. -


Come promesso, eccovi il nuovo capitolo per capodanno.
Spero vi piaccia.

Auguri di buon anno a tutti,
Atocheg

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Capitolo 7
*** Amori a San Valentino ***


- Fidanzato con un ragno? Devo ammettere che me lo sarei aspettato più da Tauman che da te. - commentò, ridacchiando leggermente, Fabio, per poi ricominciare a scrivere sul suo quaderno.

 

I due ragazzi, insieme al suddetto Tauman e a Nartis, erano seduti all'ombra di un cipresso nel giardino di Fabio, impegnati a scrivere una relazione sull'ultimo lavoro svolto in classe. Al sentir menzionare Muffet, Nartis rabbrividì leggermente.

 

- Innanzitutto, non ho mai detto che siamo una coppia. - lo corresse velocemente Aden – E poi, la tua ragazza si comporta come un cane e quella di Tauman si chiama letteralmente "Coniglio". Anche se volessi fidanzarmi con Muffet – Al solo sentir dire quelle parole Nartis rabbrividì nuovamente – Non sarebbe strano quanto voi due. -

 

- La mia Bunny ha solo una fervida immaginazione. - la difese Tauman, impegnato, anziché a scrivere, a intagliare un modellino della suddetta ragazza. Il sole che ormai stava scomparendo all'orizzonte si rifletteva nella lama che stava usando, illuminando il volto pallido e le labbra, coperte dal trucco violaceo.

 

- E poi, tu sei cotto di un mostro. Più anormale di quello... - aggiunse Nartis, senza alzare lo sguardo dal quaderno.

 

- Ammettilo, sei solo invidioso perché lui ha trovato una ragazza. - lo punzecchiò Fabio, sorridendo nel vedere Nartis sbuffare.

 

- Non è la mia ragazza. Seriamente, non ti è mai capitato di baciare una tua amica? - lo corresse nuovamente Aden, sbuffando, per poi voltarsi verso Nartis, sorridendo leggermente – Su, sono certo che troverai quello giusto per te, prima o poi – disse, cingendogli le spalle con un braccio e stringendo leggermente, ricevendo un sorriso rincuorato dal fratello – Ma devi smetterla di lamentarti di Muffet, ok? - aggiunse, ridendo e stringendo un po' più forte il fratello – Sul serio, dovresti conoscerla, sono certo che andreste d'accordo. - disse, quando un'idea si fece strada nei suoi pensieri, e si rivolse agli altri tre con un ampio sorriso – Perché non venite con noi a visitare il sottosuolo? Muffet voleva farmi vedere dove abitava, e non credo si lamenterà a vedere altri interessarsi alla sua storia.-

 

- Perché no? Potrebbe essere divertente. - rispose Tauman, continuando ad intagliare il legno e sorridendo allegramente all'albino, prima che un'idea gli venisse in mente – Può venire anche Bunny? Sono certo lo adorerebbe. -

 

- Fintanto che non lo si faccia di San Valentino, a me sta bene. - disse Fabio, e per qualche secondo vi fu un profondo silenzio tra i quattro, mentre tutti gli occhi erano puntati su di lui – Che c'é? - domandò, sollevando le spalle – E' la prima volta che trascorro San Valentino da fidanzato. Voglio passare la giornata con Lily. -

 

- Non ti facevo un romantico. - disse divertito il biondo – Cosa farete? -

 

Il resto della conversazione si concentrò sui progetti per la festività in arrivo: Fabio e Tauman avevano entrambi intenzione di portare le loro ragazze al cinema, Fabio a vedere l'ultimo film d'amore di Mettaton (- Lily va matta per quel robot – commentò lui), e Tauman l'ennesima versione di Nightmare; Nartis, almeno secondo gli altri, avrebbe passato la giornata a commiserarsi per non essersi ancora confessato al ragazzo che gli piaceva (facendo arrossire lievemente il ragazzo in questione), e Aden aveva in mente di accompagnare Muffet in una visita della città.

 

- Ho l'impressione che, con quanto si concentra sul lavoro, non ha mai avuto modo di scoprire la sua nuova casa... - aggiunse infine, quando, giunta ormai la sera, i quattro erano rientrati dentro casa, e Aden, Nartis e Tauman si stavano preparando ad andarsene.

 

- Beh, buon divertimento, allora. - commentò Fabio con un sorriso appoggiato all'uscio di casa sua, per poi prendere Aden da parte, mentre gli altri li osservavano incuriositi – Sicuro che non siete fidanzati? -

 

- Sicurissimo. - rispose l'albino, per poi ridacchiare – Cos'è? Stai già pensando di tradir...? -

 

- Chiediglielo. - lo interruppe l'altro, con tono tremendamente serio, lasciando Aden confuso.

 

- Cosa le dovrei chiedere? -

 

- Cosa secondo te? Di diventare la tua ragazza, ovviamente. - rispose lui, dandogli un leggero colpo sulla spalla – Vi piacete, no? Tu glielo hai detto, lei te lo ha confermato, mettetevi insieme. Fidati, non ti conviene perdere l'occasione. - aggiunse, per poi sospirare – Senti, questo è il mio consiglio. Sta a te se seguirlo o no. - detto questo, lo riaccompagnò all'ingresso, dove li aspettavano gli altri due - Ci vediamo domani, ragazzi. - li salutò con un sorriso, quando i tre salirono sulla macchina dell'albino e partirono.

 

In poco tempo raggiunsero anche la casa del biondo, che, dopo essere praticamente saltato fuori dall'auto ed aver compiuto a balzi il percorso fino alla porta, saluto entusiasta i due fratelli e sparì dietro la porta. Alla fine, i due arrivarono al loro condominio e, dopo aver parcheggiato, entrarono nel loro appartamento.

 

Dopo una cena veloce, passata a chiacchierare, come sempre, con la sua famiglia, l'albino si diresse in camera sua, si stese sul letto e, perso nel suo fantasticare, si ritrovò a pensare al consiglio di Fabio.

 

"Chiederle di diventare la mia ragazza? Sicuro, magari le chiedo anche di sposarmi..." pensò sarcastico "Anche se non ha tutti i torti... Dopotutto, quante sono le probabilità che mi dica di no? Sì, ma se poi sembro andare troppo di fretta?" Alla fine, però, si decise su cosa fare e, preso il cellulare, iniziò a messaggiarsi con Muffet.

 

- Ciao, Muffet. Come stai? -

 

Dopo una breve attesa, giusto un minuto o due, gli arrivò la risposta.

 

- Ciao caro. Io sto bene, grazie. Tu invece? Da qualche settimana stai venendo così poco in pasticceria... :( -

- Lo so, scusa. Dopo la pausa invernale mi hanno riempito di lavoro a scuola. Che ne dici se, per rimediare, passiamo una giornata insieme e ti faccio vedere la città? -

 

Qualche minuto passò prima che il cellulare vibrasse per il messaggio arrivato. Senza perdere tempo, lo riaccese, leggendo la risposta.

 

- Non credo sia possibile. Devo occuparmi della pasticceria.-

- Pensi sempre alla pasticceria. Non ti fa bene, lo sai? Io ti offro la possibilità di sfogarti un po'. ;) -

 

Mentre aspettava la risposta, Aden ripensò, ridacchiando, a come, prima di Capodanno, non avrebbe mai pensato di mandarle un messaggio del genere. Tuttavia, anche se non la aveva incontrata spesso negli ultimi giorni, dopo il bacio che si erano scambiati alla luce dei fuochi artificiali, ed aveva avuto la conferma che ciò che provava non era a senso unico, era diventato molto più sciolto in presenza di Muffet. Il suo pensiero venne interrotto da un vibrazione. La risposta era infine giunta.

- Ok, proverò a non occuparmi del lavoro per un giorno. -

- Ottimo. - scrisse lui, sorridendo – Ti andrebbe bene domani? -

 

Nuovamente aspettò un paio di minuti che Muffet considerasse la sua proposta.

 

- Va benissimo. Allora ci vediamo domani, caro.-

- Perfetto, a domattina. Buonanotte, Muffet. :* -

 

Appena ebbe mandato il messaggio, gli arrivò la buonanotte da parte della sua 'amica'.

 

Sorridendo, il ragazzo si coricò sotto le coperte e, pensando alla giornata che stava avvicinandosi, si lasciò andare tra le braccia di Morfeo.

 

 

Il giorno dopo si svegliò di buon ora e, dopo essersi preparato velocemente, ma sempre con la dovuta attenzione all'eleganza, l'albino scese in strada e si incamminò verso la pasticceria. Dopo il solito quarto d'ora di camminata, arrivò al locale, giusto in tempo per vedere Muffet girare il cartello per segnalare l'apertura. Appena lo vide, la ragazza lo saluto, con un ampio sorriso che mostrava le sue piccole zanne.

 

- Ciao, Aden. Sei venuto a fare colazione prima di andare a scuola? - domandò allegramente, prendendo quello che ormai era diventato il solito ordine del giovane: un croissant ed un caffé, ovviamente entrambi di ragno.

 

Pur non rifiutando il cibo offertogli, Aden scosse leggermente la testa – Ti sei già scordata cosa abbiamo deciso ieri sera? Niente lavoro oggi, la giornata sarà solo per noi due. - affermò, e la ragazza lo osservò confusa.

 

- Ma hai scuola... - obbiettò lei, ricevendo in risposta un leggero ridacchiare del giovane, che posò il cibo che teneva in mano e le si avvicinò.

 

- Non ho fatto un'assenza in quattro anni. E poi, sarei ipocrita a spingerti ad ignorare il tuo lavoro e poi non ignorare il mio, no? - nel parlare la prese per mano – Senza contare che, se dovessimo aspettare la fine delle lezioni, non riuscirei a farti vedere nulla della città. Ora, vogliamo iniziare questa 'escurzione'? - domandò, senza mai smettere di sorridere.

 

Dopo un'iniziale esitazione e qualche altra protesta, Muffet infine si arrese e, sistemata qualche istruzione per Papyrus, richiuse la pasticceria e si incamminò col ragazzo. Dopo una breve camminata mano nella mano, in cui Aden non poté fare a meno di notare le occhiate che ogni tanto qualcuno rivolgeva alla coppia, i due arrivarono a quella che il ragazzo ritené adatta alla loro prima meta: Il Museo della città.

 

"Quale modo migliore di scoprire la città che vederne la storia?" pensò, pagando i biglietti d'ingresso ed entrando nell'ampia sala. Come detto prima, il museo sarebbe dovuta essere solo la prima tappa della loro giornata, ma, poiché la città esisteva da tempi molto antichi, e di conseguenza il museo molto ampio, i due si ritrovarono a passare l'intera giornata in giro per il museo, osservando i vari reperti esposti e, occasionalmente, Aden si ritrovava a spiegare a Muffet la storia dietro alcuni di essi, vedendola affascinata dalle varie esposizioni, e ritrovandosi, a sua insaputa, a sorridere. Verso la fine, quando, visitato completamente il museo, erano tornati all'atrio iniziale, l'albino sentì Muffet tirarlo per una manica.

 

- Non mi hai raccontato niente di quella. - disse lei, indicando una statua marmorea: raffigurava due giovani, un uomo e una donna, stretti in un abbraccio, che si fissavano amorevolmente negli occhi.

 

Aden la osservò in silenzio per qualche minuto, prima di ridacchiare – Ah, già, me ne ero scordato. - affermò, avvicinandovisi – Vedi, secoli fa, quando questa città era ancora un borgo, ci fu una violenta epidemia. La figlia del borgomastro, purtroppo, fu una delle vittime. La statua fu scolpita da uno scalpellino locale in memoria di lei e del suo amato, che, si dice, le rimase accanto fino alla fine. Pochi giorni dopo la morte della ragazza, anche lui perì. Standole accanto, anche lui finì infettato... - spiegò, sospirando alla fine. Non sentendo risposta, dopo che Muffet lo aveva tempestato di domande durante la visita, si voltò verso di lei, e la vide osservare la statua in silenzio. Sorridendo, le si avvicinò e le cinse la vita con un braccio – Sai, dicono che il cielo fu così commosso del loro amore, che benedì la statua, e tutti coloro che si baciano in sua presenza staranno insieme per sempre. -

 

- Davvero? - domandò Muffet, voltandosi di scatto verso l'albino, e vedendolo ridacchiare.

 

- Così dicono, ma è solo una leggenda. Anche se, chi lo sa. Dopotutto, le leggende hanno sempre un fondo di verità, no?- rispose, sorridendo nel vederla comunque speranzosa – Ti andrebbe di prova...? - non fece in tempo a finire la domanda, che le labbra di Muffet si posarono sulle sue, anche se solo per un secondo, prima che la ragazza si allontanasse un pochetto, ed entrambi ridacchiarono – Lo prenderò per un sì. - disse lui, prima che una guardia si avvicinasse per informarli che il museo era prossimo all'orario di chiusura.

 

Uscendo, i due, videro che ormai era scesa la sera e, sorpreso, Aden prese il cellulare per controllare l'ora – Oh, cielo, il tempo è volato oggi... - commentò, per poi sospirare – Peccato, volevo farti vedere almeno qualcosa in più del museo. - disse, lievemente sconsolato, mentre i due si reincamminarono verso la pasticceria, solo per sentire Muffet ridacchiare e poggiargli il capo su una spalla.

 

- Meglio così, almeno adesso avrai un motivo in più per passare del tempo insieme a me. - disse, facendo sorridere di nuovo l'albino che, per l'ennesima volta, ripensò a quello che Fabio gli aveva detto il giorno prima.

 

" Alla peggio, mi dirà semplicemente di no, giusto?" provò ad incoraggiarsi, per poi prendere fiato - Muffet... senti, è da ieri che sto pensando ad una cosa. - iniziò, attirando l'attenzione della ragazza – Ci sono parole che un mio amico mi ha rivolto che mi hanno fatto riflettere. Vedi, mi piaci, questo già lo sai, ed adoro passare del tempo con te... -

 

- Aden, c'è qualcosa che stai cercando di dirmi? - domandò lei, con tono preoccupato, per poi sussultare, coprendosi la bocca con una delle sei mani – Sei fidanzato e la tua ragazza è gelosa? Dovevo capire che c'era un motivo se non eri venuto spesso, ultimamente. Oh, cielo, mi dispiace, non volevo... - cominciò a scusarsi, ma fu fermata da Aden, che le prese la mano con la quale si era coperta la bocca, sorridendo nervosamente.

 

-No, non c'è nessuna ragazza. Quello che sto cercando di dire è che, ecco... provo qualcosa per te, e da qualche tempo ormai. Dopo il bacio che ci siamo dati a capodanno, è come se fosse scattato qualcosa in me. Non ho idea di cosa sia ciò che provo per te, ma voglio scoprirlo. - disse, quasi tutto d'un fiato, per poi sollevare lo sguardo fino a far specchiare le sue iridi scarlatte nei cinque occhi neri della ragazza – Sempre se tu vorrai aiutarmi. - intanto, nella testa del giovane era un susseguirsi di "Tipregodimmisìtipregodimmisìtipregodimmisì...".

 

A Muffet ci volle qualche secondo per capire cosa intendesse l'albino, ma appena realizzò ciò che le era stato detto, un ampio sorriso si fece largo sul suo volto, mentre ognuno dei cinque occhietti mostrava una gioia smisurata – Oh, santo cielo. Sì, sì, SI'! - disse, urlando l'ultima affermazione, per poi, quasi letteralmente, saltare tra le braccia di Aden, che probabilmente sarebbe cascato a terra se non si fosse velocemente appoggiato ad un muro lì vicino, e, abbracciandolo fortemente, far incontrare nuovamente le loro labbra, in un bacio più intenso anche di quello che si erano dati la sera di capodanno.

 

Trascorsero il resto della camminata in silenzio. Nessuno dei due disse una parola, nessuno dei due sentiva ce ne fosse bisogno. Camminare l'uno affianco all'altra, mano nella mano, era più che sufficiente. Una volta alla pasticceria, si diedero la buonanotte, o meglio, restarono in silenzio per cinque minuti buoni e poi si augurarono buonanotte. Sulla strada di ritorno, ad Aden sembrò di starsi librando in aria, per quanto si sentiva felice. Giunto a casa, i suoi gli domandarono preoccupati dove fosse stato tutto il giorno, ma lui semplicemente li ignorò, andando in camera sua con un'espressione sognante, sotto lo sguardo perplesso dei suoi genitori e quello esasperato di Nartis, il cui unico pensiero fu "Se mi riempe la camera di disegni su Muffet, giuro che lo butto fuori di casa."


Ehi!
Credevate di esservi liberati di me, eh? XD
E invece no, sono sempre qui.
Ok, in verità dovrei preoccuparmi per scuola, ma, onestamente, non potevo far mancare alla storia un capitolo per San Valentino, no? ;)

A presto,
Atocheg

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Capitolo 8
*** Ci sarò sempre per te ***


Il cinquettio degli uccelli si mescolava al ridere dei ragazzini, creando una dolce melodia che risuonava nel parco in quel giorno di Marzo. Aden stava seduto ad una panca, all'ombra di un'albero, sorseggiando il suo té e godendosi la tranquillità, quando una ragazza si lanciò su di lui, abbracciandolo fortemente.

Al ragazzo ci volle un pò per comprendere cosa fosse successo, ma quando si riprese si lasciò sfuggire una risata, ricambiando l'abbraccio – Buongiorno anche a te, Lily. -

- Fabio mi ha raccontato tutto! - urlò la ragazza, stringendo ancora più forte il ragazzo - E' una cosa bellissima! - aggiunse, abbaiando alla fine, e Aden rise di nuovo, sollevando lo sguardo al cielo "E la mia ragazza è quella strana..."

A qualche via di distanza, Muffet aveva aperto da qualche ora, e già vari mostri si erano radunati nella pasticceria per mangiare e passare un po' di tempo con gli amici, quando la campanella all'ingresso suonò, segnalando l'arrivo di qualche nuovo cliente, e due ragazzi, uno alto e biondo, dal fisico slanciato e con le labbra truccate di viola, l'altro più basso e più robusto, con gli occhiali, i capelli scuri tenuti ordinati e, nel complesso, vestito con eleganza.

- Buongiorno, cari, cosa posso portarvi? - domandò sorridente Muffet, senza ricevere risposta dai due, che semplicemente si avvicinarono al bancone.

- Come sempre Aden ha buon gusto. - se ne uscì il più alto, sorridendo in maniera quasi inquietante e attirando l'attenzione del restgo del locale, quando l'altro gli diede una gomitata al fianco, osservandolo con sguardo severo.

- Lascia parlare me, ti ho detto. - lo rimproverò lui, per poi schiarirsi la voce e osservare Muffet, sorridendo amichevolmente - Le mie più sentite scuse per il mio amico. A volte non comprende che sarebbe meglio tacere. - disse, rivolgendo un'occhiataccia veloce all'altro ragazzo, per poi tornare a rivolgersi a Muffet - Come penso si sia capito, noi siamo amici di Aden. Devo ammettere, sapere che qualcuno era riuscito ad attirare il suo interesse è stata una sorpresa. - aggiunse, iniziando a prendere qualcosa all'interno della sua giacca - Ma siamo lieti di questa novità, e anzi, saremmo più che onorati di farvi conoscere la nostra... credo si possa definire combricola. Sarebbe bello poter conoscere colei che è riuscita a conquistare il cuore del nostro amico. - continuò, tirando fuori un invito e poggiandolo sul bancone - Sempre, sia chiaro, che voi vogliate venire. In ogni caso, orario e indirizzo sono sul retro dell'invito. Buona giornata. - concluse, voltandosi e uscendo dalla pasticceria, trascinandosi dietro il biondo che, intanto, si agitava, lamentandosi di avere fame e di voler almeno provare qualcosa, lasciando Muffet confusa e con un invito per una festa di cui non sapeva nulla.

 

- Quindi ora vuoi considerare quel ragno come uno di noi?! - domandò scioccato Nartis nell'apprendere ciò che era successo, e Fabio semplicemente sollevò le spalle.

- L'ho soltanto invitata ad una festa, che sarà mai?-

- L'hai invitata alla festa che facciamo per celebrare i cento giorni alla fine della scuola. Mai pensato che magari avresti potuto chiederci il permesso? - domandò l'altro, furioso.

- Correggimi se sbaglio, ma la festa la facciamo nella MIA casa, ergo scelgo io chi viene. - rispose Fabio, sorridendo beffardo e finendo di sistemare l'ultimo tavolo all'interno del cortile, mentre il volto di Nartis si faceva sempre più rosso per la rabbia – Su, Nartis, non vuoi vedere il tuo fratellone felice? - domandò poi, stringendolo per le spalle con un braccio.

- Può essere felice anche senza farmi passare la serata in compagnia di un ragno... - rispose acidamente l'altro, per poi andare ad aiutare Tauman a sistemare le luci e le casse per la musica, e Fabio, dopo essersi concesso una breve risata, tornò dentro casa per controllare come stesse andando il catering. Il sole era ancora alto in cielo, ma c'era ancora tanto da sistemare, e doveva essere tutto pronto prima del tramonto.

 

Quando, alla fine, giunse la sera, tutto era pronto: in un gazebo vicino alla casa era stato sistemato tutto il necessario per preparare cocktail, e due uomini stavano pulendo i vari bicchieri; molti tavolini erano sparsi di fronte ad esso e, poco più  avanti, parte del selciato era stata sistemata per sembrare una vera pista da ballo: l'asfalto era stato coperto con del parquet, coprendo il tutto con un secondo gazebo, e ad ogni angolo erano state sistemate casse e riflettori. Fabio, Nartis e Tauman stavano osservando il risultato, seduti ad un tavolino. Fabio e Tauman stavano tranquillamente sorseggiando un drink, mentre Nartis continuava a borbottare.

- Su, non sarà poi così terribile passare un po' di tempo con gli altri, no? - domandò scherzoso Tauman, guadagnandosi un'occhiataccia dal più giovane, e sia lui che Fabio risero per un momento.

- Piuttosto, dov'è Aden? Non doveva accompagnare lui le ragazze? - cambiò discorso Nartis, e mandò un messaggio al fratello dicendogli di sbrigarsi.

Il telefono vibrò nel giaccone dell'albino, ma lui non ci fece caso, impegnato a sistemarsi per la serata: era vestito con un abbigliamento 'casual', che per lui significava una camicia scura con pantaloni e scarpe lucide. Si mise due dita di profumo sul collo, per poi indossare la giacca, salutare  i suoi, salire in macchina e partire per andare a prendere Muffet e le altre ragazze.

In dieci minuti raggiunse la pasticceria: le luci erano ancora accese, ma il cartello all'ingresso indicava che il locale era chiuso. Avendo trovato un parcheggio davanti all'ingresso, il ragazzo si fermò e scese dalla macchina. Appena il cucciolo di Muffet lo vide, saltò sulla maniglia, usando il suo peso per aprirgli la porta. Aden sorrise e diede una carezza al muffin mostruoso, per poi avvicinarsi alle scale che conducevano alla casa della ragazza. - Muffet, sei pronta? - domandò, e la risposta giunse quando la vide scendere le scale, rimanendo a bocca aperta nel rimirarla: anziché il suo solito abbigliamento, muffet per la festa aveva deciso di indossare una maglietta rosa con un foulard rosso annodato intorno al collo, mentre dalla vita in giù partiva una gonna che terminava poco sopra le ginocchia, mostrando le sue gambe avvolte da delle calze nere, come nere erano le scarpette che portava ai piedi.

- Allora, che te ne pare? - domandò lei, facendo piroetta, quando finì di scendere le scale.

- Direi che sei stupenda, ma lo sei ogni giorno. - rispose, facendola ridacchiare, per poi cingerle la vita con le braccia e  baciarla – Dobbiamo proprio andarci alla festa? Posso chiedere a Fabio di inventare una scusa. - aggiunse, e nuovamente Muffet ridacchiò.

- Che c'è? Sei geloso? - domandò, allontanandosi e poggiando le mani inferiori sui fianchi, incrociando le altre quattro e inclinando la testa con fare scherzoso.

Aden semplicemente rise. – Non è colpa mia se sei così bella. - disse, per poi darle un bacio sulla fronte e, mano nella mano, dirigersi verso la macchina, dopo che Muffet ebbe finito di chiudere la pasticceria.

Passati a prendere anche Lily e Bunny, infine giunsero a casa di Fabio, e vennero accolti da una marea di luci e musica: molti ragazzi si stavano già scatenando sulla pista da ballo, e gli altri erano o ai tavolini o al bancone. Vedendoli arrivare, Fabio aprì loro il cancello, raggiungendoli poi mentre Aden finiva di parcheggiare.

- Ce ne avete messo di tempo –

- Ringrazia le signorine – rispose Aden, indicando Lily e Bunny con un cenno del capo – Io e Muffet le abbiamo aspettate per quasi mezz'ora. -

- Beh, almeno non vi siete annoiati, a quanto pare. - disse Bunny, ridacchiando e porgendo a Aden un fazzoletto, mentre il ragazzo la osservava confuso – Hai del rossetto viola intorno alle labbra. -

- Ti è rimasto addosso dalla pasticceria. - aggiunse con un sorriso Mufffet, osservandolo pulirsi velocemente le labbra.

- E perché non mi hai avvisato? - domandò, leggermente infastidito, Aden.

La giovane ridacchiò nuovamente – Pensavo ti donasse. - rispose, facendogli l'occhiolino.

- Ok, vado direttamente a chiedere di mettere un lento per voi due o volete prima scatenarvi sulla pista? - si intromise d'un tratto Fabio – Avessi saputo che sareste stati così sdolcinati, avrei ordinato anche delle scorte di insulina. -

- Ow, perché hai rovinato il momento? - si lamentarono le ragazze, e Lily gli diede un legger colpo sulla spalla – Erano così dolci. - aggiunse, storcendo i suoi lineamenti in un broncio.

Fabio semplicemente sollevò gli occhi al cielo, ridacchiando – Avranno tutta la serata per essere dolci, ma adesso direi di goderci la festa, no? Andiamo. - E con quell'ultima parola prese per mano Lily e, mentre Bunny correva incontro a Tauman, i due ragazzi andarono ad unirsi alla folla sulla pista da ballo, lasciando soli Aden e Muffet.

Dopo qualche minuto di silenzio, finalmente Aden decise di parlare nuovamente – Sul serio, perché non mi hai avvisato? - domandò, andandole accanto.

- Te l'ho detto: il viola ti dona. - rispose lei, ridacchiando e dandogli un bacio sulla guancia – E poi, sarebbe servito ad indicare alle altre che tu sei mio. - aggiunse.

Nuovamente Aden ridacchiò – Come vuoi, ma non hai bisogno di marchiarmi per rendermi tuo. - le disse, restituendole il bacio – Ora, vogliamo unirci agli altri? - domandò, perndendola sottobraccio e, insieme, si avviarono anche loro verso la pista da ballo.

La serata andò per la maggior parte tranquilla: dopo aver ballato per un po', i due avevano raggiunto gli amici di Aden al bancone e fatto le dovute presentazioni. Tutto il gruppo fece velocemente amicizia con Muffet, e persino Nartis, nonostante un'iniziale diffidenza, dopo che, grazie ad uno stratagemma da parte di Fabio e Aden, ebbe modo di parlarle, non sembrava più turbato dai tratti aracnidei della ragazza.

- Allora, sai cosa voglio sentire. - disse l'albino, tenendo in mano il suo cocktail, e sorridendo soddisfatto verso il fratello minore, che sospirò sconfitto e alzò gli occhi al cielo.

- Va bene, ho dato un giudizio affrettato sulla tua fidanzata. - ammise alla fine, dando un'occhiata alla ragazza in questione, che intanto era tornata sulla pista da ballo – Ancora non capisco come sapevi che io avrei anche solo tollerato la sua presenza. - aggiunse, scolandosi l'ennesimo martini.

- Non lo sapevo, ma contavo che la paura di quello che avrei potuto farti se tu l'avessi fatta star male ti convincesse a stare buono. Avevo ragione. - rispose il maggiore, ed entrambi si fecero una risata, quando d'improvviso sentirono una voce provenire dalla pista da ballo.

- Ma bene, non sapevo che anche gli insetti fossero ammessi a questa festa. - nel sentire quelle parole, entrambi i ragazzi si immobilizzarono.

"No, non può aver osato invitarla." pensò Aden, voltandosi di scatto, e vedendo che tutta la pista si era fermata, osservando la scena che si stava svolgendo. Davanti a Muffet si trovava una ragazza dai capelli neri, tenuti in una coda di cavallo. Indossava un top rosso e degli short blu scuro, e ai piedi portava un paio di sandali.

- Mi sorprende che adesso la mia classe permetta a creature come voi di mescolarsi tra i suoi membri. - continuò disgustata la ragazza

Intanto Muffet era visibilmente sempre più arrabbiata: tutte e sei le mani erano serrate a pugno, e a giudicare dal suo sguardo era sul punto di attaccare la ragazza da un momento all'altro.

- Che ci fai qui, Jennifer? - domandò Aden, andando accanto a Muffet – Stiamo cercando di goderci la serata, quindi... -

- Quindi cosa? Devo andarmene?- domandò con aria di superiorità Jennifer – Ti prego, non essere ridicolo. Semmai, questo scherzo della natura dovrebbe levarsi di torno e lasciare in pace le persone per bene. -

- L'unica che dovrebbe andarsene sei tu, e in fretta. - disse, con apparente calma, il ragazzo, avvicinandosi a lei con fare minaccioso, quando due bruti si misero in mezzo, pronti a lottare

- Perché semplicemente voi abomini non tornate sotto il vostro sasso, come i vermi che siete, in modo che tutto torni alla normalità? - continuava imperterrita la ragazza, al sicuro dietro le sue guardie, mentre sia Muffet che Aden sembravano essere sempre più decisi a infischiarsene della stazza degli altri e zittirla a suon di schiaffi.

- Vi prego, ragazzi, non c'è bisogno di ricorrere alla violenza. - si intromise Fabio, sistemandosi tra i litiganti – E poi, le parole di Jennifer sono parzialmente vere: certe... creature non dovrebbero essere ammesse in nostra presenza. - aggiunse, sotto lo sguardo sconvolto di quasi tutti i presenti, tranne il gruppetto di Jennifer, che invece lo osservava compiaciuto – Dopotutto, cosa c'è di più patetico di vedere animali che, solo perché sono in grado di parlare e di camminare su due zampe, si ritengono degni di stare in compagnia degli uomini? - continuò, mentre gli sguardi degli invitati si facevano sempre più inorriditi.

- Ma... Fabio, cosa stai dicendo? - domandò sconvolta Lily, ma Fabio semplicemente le sorrise.

- La pura verità, tesoro. - rispose lui, tornando ad osservare Muffet, che intanto stava tenendo i pugni talmente stretti che le unghie avevano perforato la pelle, e gli occhi della ragazza stavano iniziando a riempirsi di lacrime – Certe creature dovrebbero essere tenute lontano dalle persone per bene, e, visto che una di queste creature è ora tra di noi, andrebbe immediatamente allontanata. Dico bene? - Aden stava intanto osservando tutto con il volto rosso per la rabbia, e sembrava che l'unico motivo per cui non si era ancora scaraventato sul suo 'amico' era il pastore tedesco che lo stava tenendo d'occhio, quando Fabio, assicurandosi di non essere visto dal gruppo di bulli, gli fece l'occhiolino.

 - Benissimo! - risposero all'unisono Jennifer e il suo gruppo.

- Ottimo! - rispose soddisfatto il ragazzo, voltandosi verso di loro – Allora confido che siate in grado di capire da soli che è meglio che vi leviate di torno prima che io decida di lasciare liberi i miei cuccioli. - aggiunse, mutando in un istante la sua espressione in una di puro disgusto, per poi andare di fronte a Muffet, e tirare fuori un fazzoletto – Tieni, asciuga le lacrime. - le disse con tono premuroso.

La ragazza rimase ad osservarlo confusa per qualche istante, prima di comprendere cosa fosse accaduto, e iniziare a ridere insieme a Fabio, sotto lo sguardo perplesso dei presenti, che tuttavia si unirono ai due nel ridere mano a mano che capivano la situazione.

Gli ultimi a comprendere il significato di ciò che il ragazzo aveva detto furono, naturalmente, Jennifer e il suo gruppo, e i loro volti si fecero scarlatti per la rabbia.

- Ma come ti permetti?! - urlò furiosa Jennifer – Nessuno parla di me in questo modo e la passa liscia. - aggiunse, e i due bruti iniziarono ad avvicinarsi a Fabio con fare minaccioso, quando due pastori tedeschi si misero tra loro, ringhiando.

- Oh, siete ancora qui? Vedrò di essere più chiaro: - disse Fabio, girandosi ad osservarli con un sorriso sul volto – Conterò fino a quattro, e se non sarete fuori da casa mia, diverrete il prossimo pasto dei miei cuccioli. -

- N-non oseresti. Mio padre rovinerebbe la tua famiglia se lo venisse a sapere. - provò a intimidirlo Jennifer, ma il sorriso di Fabio si fece semplicemente più ampio.

- Uno. - iniziò a contare lui, e già vi furono dei ragazzi che iniziarono a correre verso il cancello.

- Non puoi dire sul serio. Non sei così stupido. - disse la ragazza, con la voce che iniziava a tremare.

- Due... - rispose tranquillamente il ragazzo, e non servì altro per convincere Jennifer e i suoi scagnozzi rimasti a correre il più veloce possibile – tre e quattro. Assicuratevi che raggiungano il cancello, ok belli? - domandò ai due cani, che gli abbaiarono in risposta ed iniziarono a correre dietro ai bulli, mentre Fabio tornava tranquillamente alla sua sedia, sotto le esultazioni e gli applausi della folla.

Nonostante il momento negativo creato da Jennifer, i ragazzi rifiutarono di farsi rovinare la serata: subito ricominciarono tutti a ballare, mentre Aden e Muffet si ritirarono nella casa per occuparsi delle ferite ai palmi della ragazza.

- Certo che hai degli amici fantastici. - commentò entusiasta la ragazza, seduta su un divano mentre Aden passava del cotone bagnato di disinfettante sui graffi.

- Vero, anche se ogni tanto vorrei che mi informassero delle loro idee. - rispose lui, ridendo – Se non fosse stato per Rex, probabilmente Fabio si sarebbe ritrovato con il naso rotto prima che potesse finire la sua finta. -

- Non ne dubito... - disse lei, per poi dargli un bacio sulla guancia – Grazie di avermi difesa da quei bulli. -

- Sarei un pessimo fidanzato se lasciassi che degli idioti facciano stare male la mia ragazza, no? - domandò lui, sorridendo, quando uno dei barman portò alla coppia un telecomando con sopra un biglietto.

- Da parte del signor Candelori. - disse, posandolo sul tavolino vicino ai due, per poi tornare al bancone.

Incuriosito, Aden aprì il biglietto ed iniziò a leggere:

"Scusate per l'incidente con Jennifer. A pensarci bene non avrei dovuto invitarla. Classe o no, lei è una stronza, meritava di essere ignorata. Troverò un modo per farmi perdonare, ma, per adesso, dovrete accontentarvi di digitare 14 sul telecomando. Volevo tenerlo in serbo per la fine della serata, ma credo che dopo quello che è accaduto, questo sia il momento migliore.
-F"

Finito di leggerlo, i due si osservarono per un istante, indecisi se aspettare per vedere cosa aveva previsto il ragazzo per la fine della serata, o fare come c'era scritto, ma ,alla fine, Aden prese il telecomando e digitò il numero datogli. Subito dalle casse del televisore iniziò a risuonare 'Can't help falling in love' di Elvis Presley, e, dopo un momento di sorpresa, Aden si lasciò sfuggire una risata – E poi vuole far credere di non essere romantico. - commentò divertito, alzandosi, per poi porgere una mano a Muffet – Mi concede questo ballo, mia signora? - domandò, facendo ridere entrambi.

- Come potrei rifiutare un simile invito? - rispose lei, prendendogli la mano e dirigendosi nel mezzo della stanza, dove ballarono, stretti l'uno all'altra, fronte contro fronte, fino alla fine della canzone, mentre fuori gli altri continuavano a scatenarsi sulla pista in giardino.

Dopo che la canzone finì i due si unirono nuovamente alla folla sulla pista, divertendosi insieme ai compagni di classe dell'albino finché, quando la maggior parte delle persone se ne era ormai andata, Fabio invitò tutti quelli rimasti all'interno della casa. Una volta dentro, Fabio prese il telecomando e digitò un altro numero. Stavolta a diffondersi nell'aria furono le note di 'Overjoyed'. Tauman e Bunny andarono immediatamente nel mezzo della sala ed iniziarono a ballare, ed anche Aden e Muffet furono ben lieti di concedersi un secondo lento. Intanto Fabio era impegnato a parlare con un ragazzo di poco più alto di lui, dai capelli marroni scuri e gli occhi grigi. D'un tratto il ragazzo, sotto lo sguardo compiaciuto di Fabio, si avvicinò a Nartis, mettendosi a chiacchierare con lui per un po', mentre Lily trascinava il suo fidanzato al centro della sala con le altre coppie.

Finito anche quel ballo, i ragazzi considerarono la festa finita: il bancone che fungeva da bar era già stato smontato, i barman se ne erano andati, riportando anche dentro i tavolini, e l'unica cosa che rimaneva a testimonianza della festa era la pista da ballo, con le luci ora spente. Mentre tutti si stavano preparando ad andarsene (tutti tranne Lily, che aveva convinto Fabio a farle passare la notte da lui), Aden vide Nartis e il ragazzo che si era messo a parlare con lui uscire dalla cucina e, convinti che nessuno li stesse guardando, il ragazzo diede un bacio sulla fronte a Nartis, che fece il sorriso più sincero che l'albino avesse mai visto. Stando attento a non farsi vedere, Aden si riunì velocemente al gruppo, scambiandosi gli ultimi saluti, per poi dirigersi ognuno alla propria macchina.

Una volta arrivati di fronte alla pasticceria, Aden accompagnò Muffet fino alla orta, e non poté fare a meno di notare la preoccupazione sul volto della ragazza – Pensi ancora a cosa è successo? -

- Quella ragazza cercherà di vendicarsi, vero?- domandò lei, sempre più preoccupata.

- L'hai sentita. Probabilmente correrà dal paparino per vendicarsi sulle nostre famiglie, ma conosco Fabio: avrà già previsto e preso precauzioni per tutto. E' molto più furbo di quanto sembri. - rispose il giovane, sollevando le spalle, per poi accarezzarle il volto, nel tentativo di rassicurarla – Quindi puoi stare tranquilla. Qualunque cosa accada, ce la caveremo. -

- Ma non voglio che tu ti metta nei guai per causa mia. Non è gi... - continuò Muffet, ma Aden la interruppe poggiandole l'indice sulle labbra.

- Giusto o no, non m'importa: non voglio che qualcuno ti faccia del male. - rispose lui, sorridendo e avvicinando i loro volti – Quindi, che ti piaccia o meno, ci sarò sempre per te. - concluse, baciandola.


Angolo autore:

Giusto per fare i dovuti riconoscimenti, Lily, Bunny e Jennifer sono OC dell'autore Anonimo The Assassin. Grazie mille di avermeli lasciati usare. ;)
Detto questo, grazie a tutti quelli che hanno deciso di leggere fino a qui.
Al prossimo capitolo,
Atocheg

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Capitolo 9
*** Risolvere un problema ***


Muffet si trovava nella cucina della pasticceria, impegnata a preparare i dolci che avrebbe venduto la mattina dopo. Aveva ripetuto così tante volte i passaggi che ormai si sarebbe potuta anche permettere di distrarsi un po' mentre le sue mani facevano tutto il lavoro, ma, nonostante questo, la ragazza era completamente concentrata sulla sua opera, principalmente perché desiderava offrire solo il meglio ai suoi clienti, e in parte perché questo la aiutava ad ignorare un altro problema che la affliggeva.

 

Da molti giorni era ormai iniziata la primavera, e i pensieri della ragazza, soprattutto quelli riguardanti il suo fidanzato, erano diventati sempre più scostumati. All'inizio aveva immaginato solo un bacio più lascivo del solito, o che Aden la toccasse in zone che non aveva mai osato prima, ma ultimamente i pensieri di Muffet riguardo lei e il suo amato si concludevano spesso con loro due che facevano sesso. La ragazza sapeva bene cosa significavano quei pensieri: sin da quando era una mostriciattola sua madre le parlava della 'magia' che permetteva a due individui di avere un bambino, e quando Muffet aveva raggiunto un'età più matura le avevano spiegato che, come ogni mostro che fosse in parte animale, durante la primavera la sua parte aracnidea avrebbe avuto il desiderio istintivo di riprodursi. Ma questa era la prima volta che quel desiderio si era manifestato in lei, e la ragazza era parecchio frustrata per questo, soprattutto perché non voleva che Aden si facesse un'idea sbagliata di lei se, dopo poco più di un mese, gli avesse chiesto di fare l'amore con lei.

 

Scuotendo il capo e rimproverandosi per essersi distratta dal suo lavoro, Muffet tornò a concentrarsi sul suo lavoro, e riuscì a proseguire senza più pensare al suo problema. Aveva tirato fuori dal forno i dolci, lasciandoli a raffreddare sul bancone, quando sentì due braccia cingerle la vita, e le labbra del suo ragazzo lasciarle un bacio sulla guancia, facendola saltare per la sorpresa e provocando una risata da parte del giovane – Buonasera, mia cara. -

 

Pur se felice di averlo vicino, in presenza di Aden il problema di Muffet diventava molto più difficile da ignorare, soprattutto perché si ritrovava accanto l'oggetto dei suoi desideri, rendendola ancora più nervosa, un fatto che non passò inosservato al ragazzo – Qualcosa non va? - domandò preoccupato.

 

Lei semplicemente scosse la testa, liberandosi dal suo abbraccio e allontanandosi lievemente – No, sono solo stanca per il lavoro di oggi, tutto qui. Non ti devi preoc... - si fermò quando sentì un mano posarsi sulla sua spalla.

 

- Muffet... - il tono di Aden era quasi paterno, di chi sa che gli è appena stata detta una menzogna e vuole sapere la verità – Ormai sono giorni che ti comporti così. Ho fatto qualcosa che ti ha infastidita? - mentre parlava il ragazzo si era spostato davanti a lei, sollevandole poi gentilmente il volto, e ora i cinque occhi neri del mostro si specchiavano in quelli del suo fidanzato, le cui iridi rosse sembravano riflettere il desiderio che ardeva dentro di lei.

 

Velocemente abbassò lo sguardo, osservando così il petto del ragazzo, e subito avvertì il desiderio di vederlo senza la camicia che aveva allora indosso. Sopprimendo anche quest'ultima inopportuna tentazione, la ragazza spostò lo sguardo su uno dei tavoli all'interno della pasticceria – No, tu non hai fatto niente. E ti ho detto di non preoccuparti, è un problema solo mio. -

 

Per un po' vi fu il silenzio, che a un certo punto fu interrotto da un sorpreso ed imbarazzato – Ah. - da parte di Aden. Incuriosita, Muffet diede un'occhiata veloce al ragazzo, vedendolo arrossire, mentre un ragno risaliva dalla spalla del ragazzo verso il soffitto. All'improvviso insegnare alla sua famiglia come farsi capire dagli umani non sembrava più un' idea così brillante. Ripresosi dalla sorpresa, Aden si mise a ridacchiare nervosamente – Beh, capisco come mai non volevi parlarne... - iniziò a dire, per poi fare un respiro profondo, riportando lo sguardo della ragazza su di lei e sorriderle – Comunque, se ti da fastidio, potremmo porvi rimedio. - aggiunse, baciandola prima che potesse rispondere. Il bacio fu lievemente più impacciato di come Muffet immaginava: era evidente che nessuno dei due aveva esperienza con baci del genere. Ma non le importò: in quel momento si sentiva come se un peso gigantesco si fosse levato dal suo petto, e si lasciò andare al desiderio che aveva finalmente modo di soddisfare. Tuttavia, ad un tratto Aden concluse il bacio, e la ragazza emise un debole lamento nel non sentire più il calore delle labbra del suo amato, facendo ridacchiare il giovane – Scusa, ma non credo tu voglia che qualcuno entri durante la nostra prima volta, no? - domandò scherzosamente lui. Subito Muffet corse a chiudere la pasticceria, e Aden ne approfittò per sgattaiolare su per le scale, sparendo dietro la porta dell'appartamento di Muffet. Quando riscese, la ragazza aveva finito di sistemare l'ultimo antifurto, e subito gli corse incontro per riprendere da dove avevano interrotto.

 

Mentre si baciavano, Aden la prese in braccio e, facendo attenzione a non cadere, salì nuovamente le scale, e aprì con un gomito la porta socchiusa. Intanto Muffet teneva il volto del suo amato fermo con due mani, mentre le altre quattro avevano iniziato a sbottonare la camicia del giovane, così che, quando il ragazzo aprì la porta della camera di Muffet, la luna che filtrava attraverso le finestre illuminava la pelle candida del suo torso, mettendo in risalto i suoi muscoli. I due separarono le loro labbra giusto il tempo di riprendere fiato, prima che Aden appoggiasse la sua fidanzata sul letto, per chiudere la porta della camera.

 

I due esplorarono il corpo l'uno dell'altra a lungo. Non solo era la loro prima volta insieme, ma per entrambi era anche la prima volta che avevano un rapporto. Quando finirono, La camera era nel caos: i vari abiti erano sparpagliati per il pavimento, insieme ad almeno un cuscino. Sul letto si trovavano i due amanti, ancora ansimanti e sudati a causa del rapporto appena consumato.

 

- Va meglio? - domandò tra un respiro e l'altro Aden, accarezzando il braccio che Muffet aveva poggiato sul suo petto.

- Va meglio. - mormorò Muffet, stringendosi a lui e poggiando la testa sul suo petto. - Grazie di avermi aiutata. - aggiunse, prima di lasciarsi andare al sonno.

- E' stato un piacere, amore mio. - rispose Aden, sorridendole e coprendola. Dopo un'ultima carezza sul volto color lavanda e un bacio sulla fronte, anche lui si abbandonò all'abbraccio di Morfeo.

 


E rieccomi qua!
Allora, mi scuso per l'attesa lunga ad il capitolo corto, ma naturalmente voglio mantenere questa storia ad un bollino al massimo arancione, quindi...
pubblicherò (forse) una one-shot con la scena completa, forse.

Ad ogni modo, spero che il capitolo, anche se corto, vi piaccia.

A presto,
Atocheg

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Capitolo 10
*** Incontri nel parco ***


Dopo quella notte insieme, l'istinto della metà animale di Muffett non sembrava essere più un problema, e anzi la ragazza sembrava essere molto più rilassata di quando i due si erano conosciuti. Non ignorava il suo lavoro alla pasticceria, ma adesso Aden riusciva, ogni tanto, a convincerla facilmente a chiudere prima per passare del tempo insieme.

 

Quello era uno di quei giorni: i due ragazzi stavano passeggiando, mano nella mano, all'interno del parco cittadino. I fiori sugli alberi stavano ormai iniziando ad appassire, per lasciar posto ai loro frutti, ma, nonostante questo, i prati e le aiuole erano ancora riempiti dei più disparati colori. Infatti, passando accanto ad un'aiuola, Aden approfittò dell'assenza di guardiani per cogliere un girasole e porgerlo alla sua fidanzata, che lo prese con un sorriso,annusandolo, per poi dargli un bacio sulla guancia. I due camminarono per un po', apprezzando in silenzio l'uno la compagnia dell'altra, quando videro la loro piccola amica.

 

Subito Muffet agitò una mano – Ciao Frisk. - la ragazzina si era messa vicino ad un grosso cespuglio, ed anzi sembrava essersi nascosta dietro di esso. Sentendo il proprio nome, Frisk si voltò sorpresa e, quando si accorse di chi l'aveva salutata, fece velocemente cenno ai due ragazzi di abbassarsi e avvicinarsi a lei, cosa che, dopo un'occhiata confusa e una sollevata di spalle da parte di entrambi, infine fecero.

 

- Si può sapere cosa sta succedendo? Stai forse scappando da Toriel? - scherzò Aden, ma Frisk scosse la testa, indicando un punto nel parco dove, di fatto, si trovava la madre adottiva della ragazzina, seduta su una panchina insieme al precedente re dei mostri, Asgore – Bene, lieto di vedere che si sono riappacificati, ma la domanda rimane: cosa sta succedendo? - Frisk arrossì leggermente, sbirciando sopra il cespuglio, imitata subito dagli altri due. Si poteva vedere benissimo il laghetto, e vicino alle sue rive vi erano due persone: una di esse era sicuramente Undyne, impossibile non riconoscere la chioma rossa della donna, ma il ragazzino che la accompagnava, ragazzino che sembrava avere all'incirca dodici, in abbigliamento sportivo e piegato in due per il fiatone, Aden non aveva idea chi fosse. Una cosa era certa, però, e l'albino osservò nuovamente Frisk, con un grande ghigno sul volto – Fammi indovinare, ha a che fare con il nuovo stu... - - Oh, andiamo, Matteo, giù stanco dopo solo quattro giri? - la voce di Undyne lo interruppe e tutti e tre tornarono ad osservare il duo - Persino le reclute nelle guardie reali sarebbero riuscite a farne dieci. - il ragazzo, Matteo, alzò di colpo il capo a fissare Undyne, ed era evidente nel suo sguardo che vedeva quella frase come una sfida che non esitò ad accettare, riprendendo immediatamente a correre – Ottimo! Questo è lo spirito! - gridò Undyne, sorridendo, per poi corrergli dietro.

 

Quando i due se ne furono andati, Aaden, Muffet e Frisk si rialzarono da dietro il cespuglio – Dunque, presumo che la colorazione delle tue guancie sia causata da quel Matteo, giusto? - il rossore di Frisk si fece più intenso, e la ragazzina portò lo sguardo sul terreno, tenendo le mani dietro la schiena e strusciando un piede per terra, ma, alla fine, annuì

 

Muffet, intanto, saltellava sul posto dall'entusiasmo, tenendo unite le sei mani e osservando Frisk con un ampio sorriso – Aw, la nostra piccola Frisk sta avendo la sua prima cotta. E' così tenero. - per un momento lo sguardo della bambina si fece leggermente seccato – Non trovi anche tu, Aden? -

 

- Beh, non credo di potermi esprimere, non conoscendo questo Matteo, ma... - le braccia del ragazzo si chiusero intorno alla vita di Muffet, stringendola a lui – almeno nella mia esperienza personale, la prima, e unica, relazione sentimentale si sta rivelando semplicemente perfetta. - dicendo questo, diede a sua volta un bacio sulla guancia della sua fidanzata – Perfetta come te! -

 

Entrambe le ragazze alzarono gli occhi al cielo, e Frisk si diresse dai suoi genitori adottivi, mentre Muffet si lasciò andare maggiormente nell'abbraccio del suo amato – Sei incredibilmente sfacciato, lo sai, vero? -

 

Il ragazzo annuì, dandole un altro bacio – Ma non ti ho mai sentito lamentarti. - rispose, facendo allargare il sorriso sul volto della mezza-ragno, per poi tornare ad osservare Frisk in lontananza, ridacchiando – Certo che si capisce che questa è la stagione dell'amore, eh? Prima Papyrus e Mettaton, ora Frisk cotta di questo Mat... -

 

- Papyrus e Mettaton? - Muffet si voltò verso di lui, osservandolo confusa – Sono diventitati una coppia? -

 

Aden ridacchiò, scuotendo il capo – Non solo una coppia qualsiasi. Sono la coppia del momento. Ogni giornale ha almeno un articolo su loro due. - per dimostrarlo, andò a prendere un giornale abbandonato su una panca vicina, porgendolo poi a Muffet. In prima pagina vi era una grande foto che ritraeva i due mostri insieme davanti ad un ristorante: entrambi indossavano uno smoking (Mettaton ne portava uno rosa, mentre quello di Papyrus era di un molto più classico nero), e Mettaton si era messo in una posa drammatica, come suo solito, mentre Papyrus salutava allegramente la telecamera

 

- Incredibile... -.disse lei, rimanendo a bocca aperta.

 

- Se quello è incredibile, dovresti vedere la foto del loro bacio. - disse lui, ridacchiando – Che poi come fa un teschio ad arrossire? -

 

In preda alla curiosità, Muffet cercò immediatamente la foto citata, trovandole quasi subito. Effettivamente, si vedeva Mettaton tenere lo scheletro per il colletto dello smoking e dargli un bacio sui denti, e Papyrus era, come aveva fatto capire Aden, diventato rosso come un peperone. Il sorriso tornò sul volto della giovane – Beh, adesso capisco perché lo ha assunto come guardia del corpo. - affermò, per poi sospirare contenta e chiudere il giornale – Sono felice per loro. E' sempre una fortuna trovare l'amore. -

 

- Vero, allora io sono il più fortunato di tutti. -

 

- Oh, e potrei sapere perché? - domandò lei, incrociando le braccia e osservandolo.

 

- Ma come, non è ovvio? - rispose lui, sorridendo – Sono il più fortunato di tutti perché ho incontrato te. - continuò, dandole un bacio sulla fronte.

 

- Adulatore. - fu l'unico commento che fece Muffet, prima che i due ricominciassero la loro passeggiata.


Ok, innanzitutto, Matteo è un OC di proprietà di Djmathew.
Scusa se c'è voluta quasi tutta la storia per soddisfare la tua richiesta, ma ehi, è il risultato che conta, no?

Secondo: come ho detto, la storia è quasi finita. Originariamente avevo pensato di continuarla ancora per un bel po' (rendendola però più una raccolta di one-shot), ma, francamente, sto iniziando ad esaurire le idee, quindi il prossimo capitolo vedrà questa storia concludersi con un salto avanti di qualche anno e... un grande evento.

Alla prossima,
Atocheg

 

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Capitolo 11
*** La proposta ***


Gli anni passarono, e Aden si era ormai trasferito in un'appartamento tutto per sé, mettendo da parte i soldi che guadagnava lavorando all'acquario della città. Muffett, invece, aveva avuto un tale successo con i suoi dolci che si era potuta permettere di comprare un locale ancora più ampio per la sua pasticceria, e ora che i lavori di ristrutturazione erano giunti al termine, aveva deciso di organizzare per Halloween una festa in maschera alla vecchia pasticceria prima che la chiudesse, invitando tutti i suoi amici.

Aden voleva approfittare di questo evento per un 'idea che da qualche mese gli era venuta: ormai lui è Muffett stavano insieme da anni, sempre pronti a consolarsi l'un l'altro quando accadeva qualcosa di brutto e a sostenersi a vicenda nel raggiungimento dei propri obiettivi. Tutti quelli che li conoscevano non potevano fare a meno di confermare che erano una bella coppia, e, ora che aveva una casa tutta sua e uno stipendio fisso, si ritrovava spesso a domandarsi se non fosse giunto il momento per fare l'ultimo, grande passo.

Il giorno della festa era ormai dietro l'angolo e Aden aveva preparato una sorpresa. Quindi, finito il suo turno all'acquario, si recò immediatamente al laboratorio di Alphys. La scienziata lo stava aiutando a preparare quella che sarebbe stata una parte fondamentale del suo costume, rifutando ogni forma di pagamento che l'uomo aveva più volte offerto, e lo aveva chiamato per informarlo che era tutto pronto. Giungendo in prossimità del laboratorio, Aden stava pensando a come, nonostante ancora vi fossero gruppi razzisti, il mondo in generale si fosse abituato abbastanza velocemente alla coesistenza tra umani e mostri: Mettaton era diventato una star di fama mondiale, mentre Papyrus era ormai l'idolo di ogni bambino, e Grillby aveva aperto una catena di ristoranti che si era espansa per tutta la nazione. Aden pensava che ciò fosse dovuto al fatto che i mostri erano generalmente gentili e amichevoli con tutti, anche con coloro che si mostravano inizialmente ostili nei loro confronti.

Entrando nel laboratorio, vi trovò Undyne ed Alphys, chiaramente eccitate per qualcosa. Tuttavia, non appena i due mostri si accorsero di lui, Alphys fece il possibile per calmarsi, mentre Undyne gli andò incontro, dandogli una pacca sulla schiena talmente forte che Aden rischiò di cadere a terra per la spinta.

- Congratulazioni, amico! - disse entusiasta la donna-pesce.

- L-le ho detto della tua idea per Halloween! - confessò la scienziata, interrompendo Undyne – A proposito, sei venuto a prendere quello che mi avevi chiesto, giusto? - Aden annuì – B-bene, vado a prendertelo. - detto questo la donna sparì dietro la porta, tornando dopo pochi minuti con due scatole, una più voluminosa e un'altra quasi piatta e molto più piccola – E-ecco quì. Dovrei aver sistemato il difetto che abbiamo trovato nell'ultimo test, e ho aggiunto dei sensori sulla superficie: le sentirai come se fossero parte di te. -

Sorridendo, Aden prese le scatole e, dopo aver ringraziato Alphys, salutò entrambe, uscendo dal laboratorio ed incamminandosi verso il suo appartamento.

Alla fine giunse il 31 ottobre, e Aden aveva appena indossato il suo travestimento che Alphys aveva preparato, soprendendosi di come, nonostante la prima volta che lo aveva indossato fosse stato incredibilmente doloroso, ora quasi non sentiva più gli aghi che si connettevano al suo midollo. Evidentemente doveva ormai essersi abituato alla sensazione. Guardandosi allo specchio, Aden non poté fare a meno di ammirare quanto fosse realistico: l'abito nascondeva le parti metalliche, e le mani, non potendo essere nascoste dal vestito, erano coperte con dei guanti. Alla fine, con l'abito addosso, sembrava che fosse davvero nato con sei braccia. Alphys aveva fatto davvero un ottimo lavoro.

Finito di ammirare il frutto dell'ingegno della scienziata, l'albino indossò un paio di guanti identico a quello che coprivano le altre quattro mani, approfittando della situazione per fare un'ultimo test, e, dopo quasi un mese di allenamento, gli risultava abbastanza facile controllare le protesi, le quali si muovevano come se fossero sempre state una parte di lui. Soddisfatto del risultato, Aden infine si mise il mantello, uscì dal suo appartamento e guidò fino alla pasticceria. Giunto al locale, per sicurezza, una volta sceso dalla macchina, nascose le protesi, una delle quali teneva una scatoletta coperta di velluto, dietro la schiena, si coprì maggiormente con il mantello, ed entrò. La maggior parte dei loro amici erano già arrivati: Alphys, Muffett e Mettaton, travestiti rispettivamente da scienziata pazza, da vampira e da quello che, a giudicare dai vari cavi che sebravano fuoriuscire dalle sue giunture, doveva essere una specie di zombie robotico, stavano chiacchierando vicino ad una delle vetrate, mentre ad un tavolo sedevano due diavoli, i quali dovevano essere i coniugi Dreemur,  e Sans, che, dando un'ulteriore prova della sua pigrizia, aveva deciso di "mascherarsi" da scheletro. Toriel e Sans dovevano aver passato molto tempo a raccontarsi delle freddure, a giudicare dalle loro risate e dall'esasperazione di Asgore. Continuando a guardarsi intorno, vide che Undyne, truccata da mostro di Frankenstein, stava sfidando Matteo, travestito da cavaliere, a bere la maggior quantità di punch, incoraggiati da Papyrus, che si era mascherato da Jack Skeletron, e da una, seppur leggermente preoccupata, Frisk, che invece si era travestita da strega. Con un po' di fortuna, Muffett aveva avuto la saggezza di non aggiungerci dell'alcool.

E parlando di Muffett, la mezza-ragno si doveva essere accorta di lui, visto che l'albino si ritrovò presto abbracciato dalla sua fidanzata – Mi domandavo quando saresti arrivato. - Voltandosi a guardarla, osservò bene il suo costume: il vestito era simile a quelli che portava solitamente, ma stavolta era completamente nero, salvo qualche forma aracnidea rossa, così come neri erano i lunghi guanti da lei indossati, lunghi fino ai gomiti. Un mantello pendeva dalle sue spalle, anch'esso nero all'esterno, mentre all'interno una ragnatela bianca si espandeva su uno sfondo violaceo.

Sorridendo, Aden le diede un bacio veloce sulla fronte, abbracciandola con le tre braccia sinistre, e, a giudicare dal sussulto della donna, era chiaro che la sorpresa aveva avuto l'effetto desiderato. Infatti, Muffett lo osservò stupita e, quando lui spostò leggermente il mantello per permetterle di vedere le braccia aggiuntive, un ampio sorriso si fece strada sul suo volto.

Lo prese per mano e iniziò a trascinarlo verso le scale – Ehi, - disse scherzosamente l'uomo – Dove mi vuoi portare? -

- Beh, le braccia le hai – rispose lei, per poi indicare  i suoi occhi – Vediamo di completare l'opera, no? -

Senza dire un'altra parola, Muffett lo condusse in camera sua, facendolo sedere di fronte ad uno specchio, per poi allontanarsi, probabilmente per andare a prendere i trucchi necessari. Aden passò l'attesa chiedendosi se fosse il caso di togliersi direttamente quel peso dallo stomaco. Dopotutto, stava iniziando a sentirsi nervoso... se avesse aspettato fino alla fine della festa probabilmente non avrebbe più avuto il coraggio di domandarglielo. E, comunque, non poteva certo stare tutta la serata con quella scatoletta in mano.

In quel momento Muffett tornò nella sala con una quantità immane di trucchi e, ponendosi di fronte a lui, iniziò a lavorare sulla sue fronte. La matita e il rossetto gli facevano il solletico, ma Aden fece il possibile per non ridere e rovinare il lavoro della sua amata, distraendosi, invece, osservandola in volto e vedendo quanto fosse concentrata sulla sua opera.

Una volta che lei ebbe finito, gli permise di guardarsi allo specchio: adesso sul volto dell'albino vi erano altri tre occhi, simili a quelli di Muffett, ma rossi.

- Ora siamo quasi identici. - disse soddisfatta la mezza-ragno – Facciamolo vedere a tutti. - aggiunse, chiaramente pronta a precipitarsi giù per le scale e riunirsi alla festa.

E di certo sarebbe scattata fuori dall'appartamento, se Aden non l'avesse presa per mano, alzandosi e fissandola negli occhi – Prima c'è una cosa che devo dirti. - "Ora o mai più!" - Muffett, stiamo insieme da oltre sei anni. - chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Si stava sentendo sempre più nervoso, ma ormai aveva cominciato e doveva andare fino in fondo – E sono stati sei anni stupendi, ma, ecco, non mi basta. Voglio qualcosa di più. - riaprendo gli occhi, vide che Muffett lo stava osservando attentamente – Voglio portare la nostra relazione al livello successivo. Quindi... - doveva aver capito cosa stava dicendo, visto che la vide sorridere e... erano lacrime quelle che si stavano formando nei suoi occhi? - Muffett... - si inginocchiò, tenendole le mani e tirando fuori la scatoletta – mi faresti l'immenso onore di, ecco... - aprì la scatoletta, rivelando un anello a forma di ragno, con incastonata un'ametista al posto dell'addome – sposarmi? -

Appena ebbe finito la domanda Muffett gli si buttò addosso, , facendoli finire a terra, baciandolo e piangendo dalla gioia. Chiaramente, quello doveva essere un sì. Sollevato, l'albino la abbracciò, ricambiando il bacio. Una volta che Muffett ebbe modo di riprendersi dall'emozione del momento, Aden la aiutò a rialzarsi e, dopo averle messo l'anello al dito, le porse le braccia. Di certo sotto si stavano chiedendo che fine avessero fatto, e, onestamente, entrambi non vedevano l'ora di riferire la notizia, per cui insieme scesero nuovamente nella pasticceria.

Ricordate come avevo detto che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo?
Beh, ci ho ripensato. Dopotutto, non possiamo lasciarli senza vedere la cerimonia, dico bene?
Per cui, ci saranno altri due capitoli: uno per il matrimonio, e uno per una piccola sorpresa.

A presto,
Atocheg

 

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