La bambola di pezza

di Karly_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Leonardo si sporse cautamente oltre la vetrata rotta per osservare la grande sala buia che si trovava sotto di lui. 
L'oscurità della notte inghiottiva l'intero luogo e solo la lieve luce lunare che si infiltrava da quella spaccatura nella vetrata da cui solitamente il ninja faceva la sua entrata era l'unica cosa che evitava a quel luogo di cadere nella categoria "inquietante buio pesto".
La giovane tartaruga non ci pensò due volte prima di entrare in quello che un tempo era il covo del suo più acerrimo nemico e saltar giù dalla grossa sporgenza di pietra, per atterare di fronte il portone chiuso della sala.
Oramai non aveva più motivo di essere troppo guardingo in quel luogo. Da quando il Foot Clan era finito nelle mani di Karai poteva considerarlo un alleato e quel luogo, una seconda base.
Doveva ammettere, però, di essere stupito dal ritrovare quella sala così vuota e silenziosa. Solitamente Karai e Shinigami passavano lì la maggior parte del tempo a pianificare il futuro del Clan e i futuri attacchi ai loro nemici.
Gli occhi azzurri del ragazzo si spostarono velocemente sulle grosse porte dietro di lui, ma nessun rumore arrivò al suo orecchio per avvetirlo che qualcuno avesse notato il suo arrivo.
Ispezionò velocemente il luogo, avanzando cautamente di qualche passo verso il centro della sala. Scrutò ogni punto in cui i ninja ai servizi della sua amica potessero nascondersi, ma non trovò nessuna traccia che gli facesse intendere di essere in compagnia.
O erano diventati estremamente bravi oppure non c'era davvero nessuno.
Continuò a camminare lentamente verso il trono di Shredder, seminascosto nell'oscurità, lanciandosi ancora qualche sguardo confuso alle spalle.
<< Karai? >> Chiamò titubante a mezza voce. 
Era davvero strano che non ci fosse nessuno, avrebbe forse dovuto preoccuparsi?
<< Shinigami? >> Riprovò più forte, ma di nuovo non arrivò nessuna risposta, se non la sua stessa voce rimbalzata indietro dalle pareti.
Era ormai arrivato ai piedi del trono. Salendo le poche scale che lo separavano da questo potè notare che la seduta, che fino a poco prima pensava fosse vuota, inghiottita dall'oscurità, era in realtà occupata da qualcosa di non ancora ben definito ai suoi occhi.
<< Ragazze..? >>  La sua voce si affievolì sul finale di quella domanda, quando ormai, arrivato al trono, era riuscito a riconoscere cosa ci fosse posato su questo.
I pensieri nella sua testa si confusero in un improvviso punto di domanda, mentre piegava leggermente la testa da un lato per cercare di capire, ma i suoi occhi non gli stavano giocando alcuno strano scherzo.
Sul trono era seduta una bambola. 
E non una bambola qualsiasi, ma una rappresentante Karai.
Leonardo si guardò velocemente attorno, chiedendosi inconsciamente se quello non fosse uno scherzo. Stranito si accovacciò davanti alla grossa seduta, per guardare meglio la piccola bambola di pezza.
Non era più alta di venti centimetri e nonostante lo stile evidentemente artigianale era piuttosto dettagliata, aveva persino quel particolare trucco attorno agli occhi distinto di Karai, le labbra rosse, quel neo vicino al naso e lo stesso taglio di capelli.
Il ragazzo sollevò una mano e sfiorò delicatamente la ciocca nera che ricadeva sulla guancia della bambolina, notando che anche questi erano stati realizzati con estrema precisione e cura del dettaglio. Si chiese se fossero capelli veri, quelli.
Persino i vestiti erano una precisa riproduzione in miniatura della veste che la ragazza utilizzava di solito.
Un altro sguardo veloce alla sala e il ninja si rimise in posizione eretta, sollevando la bambolina e continuando a studiarla, rigirandosela tra le mani.
La osservò davanti e dietro, maneggiandola con cautela a causa del suo aspetto delicato e fragile, alla ricerca di un qualsiasi indizio che  potesse fargli capire perchè ci fosse una bambola raffigurante la sua amica seduta sul suo trono e chi ce l'avesse messa.
Mille ipotesi si affacciarono alla sua mente. Forse era solo uno scherzo, forse Karai l'aveva messa lì per... chissà quale stravagante motivo. O forse qualcuno l'aveva rapita e stava cercando di mandargli un messaggio? O mandarlo al Foot Clan? O a Shinigami? O forse a Shredder? 
Leonardo scosse la testa, per riprendere lucidità e non affogare in quel fiume in piena di ipotesi scollegate. Era troppo presto per scendere a conclusioni affrettate, dopotutto poteva essere anche solo un semplice scherzo.
Lanciò un ultimo sguardo al trono, ma oltre la bambolina sembrava non esserci nulla fuori posto.
Decise che per quella sera sarebbe tornato a casa e che sarebbe tornato alla base del Foot Clan l'indomani per controllare se Karai e Shinigami fossero ancora assenti e quindi comportarsi di conseguenza.
La tartaruga riabbassò lo sguardo sulla bambolina di pezza, piccola e tenera nella sua grossa mano verde. 
<< Tu però vieni con me. >> Le disse, con un lieve sorriso sulle labbra, divertito all'idea di star parlando ad un oggetto inanimato. 
Assicurando la bambolina tra le due cinghie che gli fasciavano il petto si rotrovò a giustificarsi con sè stesso sul fatto che non se la stava certo portando a casa perchè gli piacesse la bambola - o perchè gli piacesse Karai, per carità - ma perchè, se come pensava le due ninja erano sparite e quella bambolina era l'unico inidizio che aveva per ritrovarle, non voleva assolutamente rischiare che qualcun'altro se la portasse via o che finisse in mani sbagliate, tutto qui.
Messa la mini Karai al sicuro, uscì veloce e silenzioso come era entrato, attraversando nuovamente la vetrata rotta dell'edificio e saltando tra i tetti scuri di New York diretto verso casa.


Fine Prologo.


 
N.d.A: Questo è solo un incipit e lo ammetto sto ancora riprendendo la mano nello scrivere. Spero che questo prologo e i prossimi 2-3 capitoli possano interessarvi :3 Recensioni, commenti e critiche sono sempre accettate.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Non ci volle molto tempo prima che la lunga ed agile corsa sui tetti si trasferisse al di sotto della città, nelle buie e sporche fognature.
Ancora assicurata tra le cinghie sul petto della grossa tartaruga, la bambolina avrebbe potuto pensare che quello non era affatto un posto adatto a lei. Non avrebbe voluto rischiare di inzupparsi in acqua di fogna o di macchiarsi di umidità, ma la bambolina non avrebbe comunque avuto molte scelte se non quella di fidarsi del suo nuovo proprietario.
Leonardo percorse velocemente i pochi tunnel tutti uguali che lo dividevano da casa, ma, quando i tornelli che fungevano da ingresso alla loro abitazione entrarono nella sua visuale, si fermò, ancor prima di poter anche solo intravedere chi si trovasse nel grosso ambiente adibito a salotto.
La tartaruga sfilò la piccola bambola di pezza dalla sua postazione e le lanciò uno sguardo insicuro. 
Aveva deciso di portarla con sè per non farla finire in mani sbagliate, convinto che fosse un oggetto importante nel caso Karai e Shinigami fossero entrambe risultate davvero scomparse, ma sapeva anche che in quella casa la piccola delicata bambolina rischiava di cadere in grinfie altrettanto pericolose, non tanto perchè i suoi fratelli fossero creature malvagie, ma perchè si trattava pur sempre di tre adolescenti... quindi di creature estremamente malvagie.
Decise che per il momento la bambolina sarebbe stata il suo piccolo segreto, che avrebbe poi rivelato in un secondo momento, sempre se necessario, ai suoi fratelli nel caso tutta la questione della sparizione di due ragazze si fosse rivelata reale.
Portò quindi la bambola di pezza dietro la schiena, tenendola con entrambe le mani e si avvicinò con estrema cautela e piuttosto guardingo ai tornelli che annunciarono il suo rientro a casa.
Nel salotto circolare il suo fratellino più giovane era intento a guardare la TV, steso sul pavimento, con il viso fin troppo vicino allo schermo. Gli occhioni azzurri non si staccarono da questo neanche quando lo salutò con un "Bentornato, Leo" un pò distratto, troppo preso dalle scene confusionarie di un cartone animato sconosciuto.
Dietro di lui, seduto comodamente sul divano, Donatello era invece concentrato sull'ennesimo pezzo di tecnologia che aveva trovato e che stava cercando di rimettere in funzione. A differenza del fratellino lui sollevò lo sguardo su Leonardo, con un lieve sorriso e un "Hey, bentornato", ma altrettanto velocemente riportò la sua concentrazione sull'oggetto sconosciuto che aveva tra le mani.
Leonardo solitamente avrebbe avuto da ridire su quella mancanza di attenzione, ma in quel momento non potè far altro che esserne piuttosto felice.
<< Ciao ragazzi. >> Salutò lui, scivolando di lato, in modo da mantenere ancora nascosto ai due il piccolo segreto che teneva dietro il guscio. I suoi due fratellini erano così distratti da non notare neanche la sua lieve insicurezza, dovuta al fatto che all'appello mancasse il suo terzo fratello e soprattutto quello che più desiderava evitare in quel momento.
Ancor prima, però, che potesse chiedere che fine avesse fatto Raphael, la sua voce pungente lo colpì come un pugnale alle spalle.
<< Hey, cos'è questo? >> Domandò con tono divertito quella voce dietro di lui, accompagnata dalla terribile sensazione di qualcosa che gli veniva strappata di mano.
Leonardo si girò velocemente, un verso stupito -e certo non preoccupato o spaventato - gli sfuggì dalla gola, mentre cercava balbettando di trovare una scusa valida al suo nuovo possedimento, sapendo bene che la spiegazione "l'ho trovata" non avrebbe di certo fatto abboccare il rosso.
La sua ricerca di parole convincenti, però, si bloccò osservando gli occhi verdi e taglienti del suo fratellino che studiavano la bambola, rigirandola con sufficienza avanti e dietro, su e giù, fissandola con uno sguardo stranamente stupito e interdetto.
<< Wow... >> Esclamò solo in un sussurro, rigirando il povero oggetto ancora una volta. Gli occhi verdi del giovane saettarono veloci a quelli del suo leader e finalmente il ghigno malefico che lo distingueva riprese il posto che gli spettava di diritto su quella faccia che a volte meritava più di qualche schiaffo, per poi ripiombare sulla bambolina di pezza che gli suscitò una lieve risata per qualche motivo sconosciuto.
<< Wow! >> Ripetè, più convinto questa volta, alzando il bambolotto e allontanandolo dal suo proprietario quando lo intravide allungare una mano per riprenderselo. << Sarebbe molto più divertente se non fosse così inquietante. >> Cominciò a prenderlo in giro, attirando l'attenzione degli altri due fratelli che decisero di raggiungerli perchè le prese in giro erano sempre più interessanti di qualsiasi altra cosa.
<< WOAH! Assomiglia a Karai! >> Osservò Michelangelo, con i grandi occhioni azzurri ricolmi di meraviglia. Allungò le mani per agguantare la bambolina, ma per sua sfortuna Raphael lo allontanò con una poco delicata manata in faccia, continuando ad osservare il viso di Leonardo, che ora era diventato un imbarazzato broncio poco divertito.
<< Da dove l'hai presa? >> Chiese incuriosito Donatello, sfilando l'oggetto dalle grinfie del rosso che lo lasciò fare per concentrarsi sull'espressione esilarante del suo fratellone.
<< L'ho trovata... >> Fu la risposta sincera e imbarazzata del capo in blu. << Nel vecchio covo di Shredder. >>
<< Certo... >> Commentò sarcasticamente il secondogenito, continuando a ghignare. << Perchè prima che tirasse le cuoia Shredder ha deciso di darsi alla fabbricazione di giocattoli. >> 
Leonardo lanciò uno sguardo offeso a suo fratello, che, dal canto suo, non sembrò voler fare una piega. 
La tensione tra di loro, però, fu interrotta dal commento pieno di meraviglia di Michelangelo che esclamò in preda ad un' epifania. << Come Babbo Natale! >>
Qualche secondo di silenzio fu abbastanza per raffreddare l'intero ambiente, prima che la voce di Donatello, ancora intento a studiare con fare attento e delicato la bambolina, attirasse l'attenzione su di sè. << E' davvero molto dettagliata. >> Notò, mentre l'unica cosa che Leonardo poteva pensare in quel momento era un ringraziamento alle maniere delicate con cui il cervellone del gruppo aveva deciso di maneggiare quell'oggetto. << Chiunque l'abbia fatta deve conoscere Karai molto bene e molto da vicino... >>
Leonardo sentì lo sguardo pungente, malizioso e saccente di un fratello in particolare trapassarlo da parte a parte.
<< Conoscendo Karai, la lista di persone che possono averla creata non è molto lunga. >> Finì il viola, rialzando lo sguardo sul maggiore dei fratelli. La piccola bambola venne nuovamente sfilata dalla sua mano, per tornare in quelle poco fidate di Raphael. 
Leonardo sentì che lo sguardo di suo fratello Donatello era una muta richiesta di dettagli e dovette ringraziare che almeno lui fosse abbastanza maturo - o abbastanza abile da mascherare la sua sete di conoscenza degli avvenimenti come maturità - da non prenderlo in guro come la tartaruga dalla maschera rossa.
Il leader sospirò lievemente, arreso all'idea di dover giustificare il suo nuovo possedimento come se fosse stato colpevole di qualche reato.
<< Ero semplicemente andato a controllare che Karai e Shinigami non si fossere messe nei guai, ma al covo non c'era nessuno e al loro posto l'unica cosa che ho trovata è stata quella- RAPH! >> Quel richiamo fu stranamente più alto di qualche ottava, incredulo e indignato nel vedere il nominato fratello sollevare con sguardo di sufficienza la minuscola maglietta nera che rivestiva il corpicino della bambolina, incuriosito da chissà quale strana idea gli fosse passata in mente.
Leonardo strappò finalmente di mano al giovane la sua povera vittima, mentre questo sghignazzava un semplice << Cosa? Stavo solo vedendo quanto dettagliata fosse. >> 
Lo sguardo di sdegno e disgusto proveniente dai due ninja di fronte a sè avrebbe forse dovuto farlo sentire un pò colpevole e dispiaciuto per le sue azioni, ma come al solito non suscitò nessun altro sentimento se non divertimento.
<< Comunque sia... >> Cercò di riprendere il controllo della situazione il maggiore dei fratelli. << L'ho portata a casa solo perchè potrebbe voler dire qualcosa, nient'altro. >> Il suo tono non ammetteva discussioni o più semplicemente sembrava avere semplicemente fretta di uscire da quella sgradevole situazione. << Domani tornerò al covo per controllare che Karai e Shinigami siano tornate, se questa è di qualcuna di loro glie la restituirò, ma se sono davvero scomparse forse è l'unico indizio che ho... che abbiamo. >> Si corresse infine. Stava stranamente accarezzando i capelli della bambolina, quando rialzò lo sguardo sui suoi fratelli.
I tre erano in silenzio, questa volta, immobili a guardarlo. Raphael aveva incrociato le braccia sul petto e un sopracciglio arcuato in uno sguardo sospettoso era tutto quello di cui aveva bisogno per fargli capire che non era molto convinto di quella storia. Donatello e Michelangelo avevano entrambi uno sguardo interrogativo. Era come se lo stessero tutti giudicando come se fosse stato un povero pazzo.
Con un grugnito di frustrazione e disapprovazione, Leonardo voltò le spalle ai suoi fratelli. Un lieve "Lasciate perdere" sfuggì scocciato dalle sue labbra e si avviò verso la sua stanza, alla ricerca di un pò di silenzio e calma, tenendo stretta nelle mani la piccola bambolina di pezza.


Fine Capitolo 1.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


La piccola bambolina era comodamente seduta sulla scrivania, posizionata in maniera impeccabile in modo che non cadesse. Ai suoi due lati erano stati posti due libri, sotto le sottili braccia di stoffa, in modo che la piccola figura umana non potesse ribaltarsi di lato. Leonardo era stato molto attento a sistemarla in quella specie di trono, sicuramente non per chissà quale stupido motivo avrebbero potuto pensare i suoi fratelli, ma solo perchè lui era una persona estremamente ordinata.
Soddisfatto del suo operato, il ragazzo si allontanò quindi dalla scrivania, togliendosi di dosso le cinghie che gli fasciavano il corpo e le varie bende che coprivano i suoi arti. 
Ripiegò tutto e posizionò ogni cosa altrettanto ordinatamente affianco al futon che occupava un angolo della stanza, poggiando le due katana al muro e le varie fasce, gomitiere e ginocchiere ai piedi di queste.
Era ormai notte inoltrata e il giovane aveva sentito i suoi fratelli ritirarsi nelle loro rispettive stanze diverso tempo prima. 
Nonostante tutto, però, Leonardo non sentiva una gran voglia di dormire. Sovrappensiero si era seduto sulla sedia di legno posta di fronte alla scrivania, posando stancamente le braccia incrociate su questa, ritrovandosi a nascondere metà del volto oltre gli avambracci, mentre i suoi occhi spiavano stancamente la piccola riproduzione di Karai.
Ancora la sua mente si domandava a ripetizione cosa fosse successo alla sua amica, dove fosse, per poi cercare di ricordarsi di non poter ancora giungere a conclusioni affrettate e di dover pazientare ed aspettare fino all'indomani.
Un lungo sospiro gli fece chiudere gli occhi per qualche istante, poi tornò di nuovo a guardare la piccola bambola, quasi volesse cercare di carpire cosa avessero visto quei suoi piccoli occhi gialli e luminosi. Chi l'avesse creata, chi fosse il suo precedente proprietario, perchè si trovasse su quel trono, quando era arrivato.
<< Perchè devi sempre farmi preoccupare così tanto? >> Si ritrovò a chiederle il giovane, con l'ennesimo sorriso sulle labbra quando si accorse di star rivolgendo la sua domanda ad un oggetto inanimato.
Di tutta risposta la bambola non si mosse, nè parlò, dopo tutto era una bambola, ma sicuramente, se avesse potuto, gli avrebbe detto che era lui a preoccuparsi troppo e lui non poteva negare che fosse vero.
Aveva sempre rispettato la scelta di Karai di non andare a vivere con loro, nella loro piccola casa nelle fogne, sicuramente non era un posto adatto ad una ragazza come lei e, dopotutto, era grande abbastanza da scegliere come vivere la propria vita, ma la realtà era che lui, nonostante rispettasse quella idea, temeva anche che potesse succederle qualcosa lontano da lui, da loro, da quel rifugio sicuro.
Karai, ormai, era diventata una parte della famiglia. Figlia del suo sensei, sorella dei suoi fratelli e probabilmente la sua migliore amica, lui non poteva negare di provare per lei qualcosa che andava al di là di rispetto, ammirazione e affetto.
Nonostante la giovane età, Leonardo era un ragazzo piuttosto intelligente. Da giovane ragazzo, la prima volta che aveva visto Karai, che aveva incontrato Karai, che si era scontrato con lei, aveva provato una strana dolce confusione. Aveva creduto di essersi innamorato, così su due piedi, era persino corso da April, euforico, nel bel mezzo della notte con quella strana notizia: "Ho incontrato una ragazza" e lei, altrettanto euforica aveva emesso un verso che non era neanche sicuro gli esseri umani potessero produrre.
Ora riconosceva quella strana dolce confusione come tale: Euforia. 
Euforia nel trovare una kunoichi tanto brava, tanto forte, tanto coraggiosa, che non avesse paura di una creatura come lui, che anzi era capace di trattarlo quasi come una persona normale. 
Quell'euforia non era svanita neanche riconoscendo la sua appartenenza al Foot Clan.  
"Ognuno ha i propri difetti" aveva detto una volta a Raphael e nonostante, doveva riconoscerlo, in quel momento stava solo cercando di negare l'evidenza, di convincere sè stesso e gli altri che non si stava sbagliando sul conto di Karai, alla fine lui aveva sempre accettato quei "difetti". 
Leonardo non sapeva bene quando aveva cominciato ad innamorarsi di Karai e da bravo, intelligente, giovane ninja si era anche chiesto come avrebbe fatto a distinguere un sentimento che non aveva mai provato prima dal solo forte rispetto e affetto che sapeva di provare nei suoi confronti.
Aveva quindi cominciato a fare particolare attenzione al modo in cui il suo maestro parlava della sua defunta moglie, il tono che usava, le parole che pronunciava, lo sguardo che cambiava nei suoi occhi e ne riconosceva qualcosa di speciale, ma alla fine non sapeva ancora come definire quel sentimento. 
Aveva immaginato di porre a suo padre un semplice quesito, un giorno: "Come sai di amare qualcuno?", ma l'orgoglio di giovane uomo e l'imbarazzo di scoprirsi troppo ebbero in fine la meglio.
Ora, purtroppo, non avrebbe mai più potuto porgli quella domanda, ma nella sua mente lo aveva fatto spesso ormai, sperando che una proiezione astrale del suo defunto padre e maestro venisse ad illuminarlo con la sua grande conoscenza e saggezza, ma in cuor suo un pò sapeva che, anche se avesse potuto, il grande Hamato Yoshi gli avrebbe risposto che ognuno aveva da scoprire un  simile sentimento da solo e con l'esperienza prima o poi avrebbe trovato la risposta alla sua domanda.
Lui aveva cercato di trovare una risposta da solo, da bravo giovane ninja indipendente, si era fatto coraggio e aveva deciso di analizzare i sentimenti che provava nei confronti di Karai, si era chiesto perchè, tra tutti, proprio lei era così speciale. 
Per lungo tempo aveva sempre pensato che fosse per il suo carattere, per le sue qualità, per la sua bellezza, ma poi si rese conto che tutte quelle piccole cose erano solo ciò che rendevano Karai sè stessa, e lui non poteva amare Karai solo perchè era Karai, non avrebbe avuto senso, c'era qualcosa che non tornava.
Alla fine realizzò che il vero motivo per cui amava Karai era perchè lei aveva la capacità di renderlo più forte.
Lei era diversa dai suoi fratelli e dai suoi amici, mentre loro fortificavano il suo spirito standogli vicino e supportandolo, Karai gli proponeva ogni giorno nuove sfide, il cui premio in palio era il suo rispetto, la sua fiducia ma anche l'essere riconosciuto, non solo da lei, ma anche da tutti gli altri e da sè stesso, come un leader e una persona migliore.
La vicinanza con Karai gli aveva insegnato ad accettare e perdonare difetti ed errori, gli aveva fatto realizzare di provare profondo rispetto, fiducia e amore verso qualcuno nonostante tutto. Nonostante la rivalità, nonostante le mutazioni, nonostante i lavaggi del cervello, lui l'aveva sempre guardata con gli stessi occhi, aveva sempre provato per lei lo stesso sentimento. Perchè Karai era Karai e perchè era stata lei a farlo crescere tanto.
Aveva sacrificato per lei così tanto, che sembrava ancora troppo poco, aveva sacrificato i suoi stessi sentimenti, il suo stesso egoismo, solo per la sua felicità.
Leonardo non sapeva cosa invece lei provasse nei suoi confronti e forse, un pò, aveva paura di scoprirlo. Karai aveva avuto modo di dimostrargli la sua gratitudine, la sua fiducia, il suo rispetto, ma il giovane sapeva molto bene che lei era una maestra dell'inganno e che più di una volta, in passato, aveva ingannato persino sè stessa. Lui non si illudeva certo di essere qualcuno di altrettanto importante per lei e gli andava bene rimanere suo amico, aiutarla nel momento del bisogno, farle sapere semplicemente che ci sarebbe sempre stato, ma da giovane adolescente in fase di crescita non poteva evitare di nutrire qualche piccola speranza.
Nel buio della stanza, in quella notte inoltrata, la tartaruga mutante si ritrovò ad addormentarsi lì, seduto alla sua scrivania, di fronte a quella piccola bambolina di pezza, posata davanti a lui su un minuscolo trono di libri, come una regina.
Sognò, come tante altre volte rimaste segrete, quella ragazza tanto bella e tanto austera. Questa volta Karai era in silenzio e immobile. Lo osservava fisso, con quegli occhi affilati e penetranti come pugnali, un lieve sorriso divertito e furbo le piegava le labbra rosse.
L'intero sogno era solo quella semplice immagine statica, ma per quanto bella e stranamente avvicinabile apparisse in quel frangente, Leonardo non potè non provare una sorta di inquietudine e preoccupazione, forse data dalla sua immobilità, dal suo silenzio o forse dal fatto che somigliasse così tanto, fin troppo, ad una bambola senza vita.


Fine Capitolo 2.

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