Dalton in gemellaggio

di jarmione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notizia ***
Capitolo 2: *** Le detenute ***
Capitolo 3: *** Evelyn medita vendetta ***
Capitolo 4: *** Addio William Dalton ***
Capitolo 5: *** Addio Jack Dalton ***
Capitolo 6: *** Addio Joe Dalton ***
Capitolo 7: *** mali estremi, estremi rimedi ***



Capitolo 1
*** Notizia ***


Per quanto mi prometta di non scrivere altre long se non finisco quelle in ballo, alla fine vengo meno e pubblico lo stesso.

Storia che entra a far parte della mia serie sui Dalton!

Buona lettura e...messaggio per EVELYN80 torna il tuo nano da giardino preferito XD (e voi altri lettori...leggete le sue storie, fidatevi di me!!)

 

 

 

Solita giornata noiosa al penitenziario.

I detenuti spaccavano le pietre, alcuni chiacchieravano fra di loro e tutto sembrava scorrere liscio.

Persino i Dalton sembravano più tranquilli del solito, infatti Peabody li teneva sotto stretta sorveglianza.

Quando si parlava dei Dalton c'era poco da stare tranquilli.

Eppure Joe non sembrava intenzionato ad evadere o almeno...così sembrava.

Persino i suoi fratelli si erano accorti che era troppo rilassato, rispetto al solito carattere irascibile che aveva.

Tutto da quando la signorina a Betty era riuscita a convincere Peabody a far studiare Evelyn.

Non avendo, quest'ultima, ricevuto l'istruzione giusta fino in fondo, la signorina Betty l'aveva presa sotto la sua ala protettiva.

Dopotutto era l'unica femmina in mezzo a dei detenuti uomini e, per quanto i fratelli la proteggessero, la signorina Betty aveva paura per la sua incolumità.

Ma Evelyn, da degna Dalton, non sembrava intenzionata a farsi proteggere ed a fare le cose come si deve, anzi...cercava ogni modo possibile e immaginabile per copiare, nonostante William fosse contrario e faceva di tutto per sfuggire dalla morsa protettiva della donna, che se aveva l'occasione cercava persino di insegnarle a vestirsi.

Nessuno dei suoi fratelli aveva avuto un istruzione come si deve, anche se William aveva sfruttato la sua intelligenza e aveva proseguito da auto didatta, perché lei doveva venire meno a questa tradizione?

William le aveva insegnato a leggere e scrivere nel tempo libero, quando era piccola e lui non era ancora al penitenziario, stessa cosa gli altri.

Per loro era sufficiente saper leggere, per scoprire cosa dicevano i giornali di di loro, e contare, altrimenti non aveva senso rapinare le banche.

Ad ogni modo, la signorina Betty si era accorta della calma che regnava da quando i fratelli erano tornati al penitenziario.

Sorvolava sempre sul fatto che Evelyn facesse di tutto per uscire, persino scappare dalla finestra, pur di evitare le sue lezioni, ma aveva anche notato che la sua presenza teneva calmi i detenuti.

Era un mistero ma ebbe un idea e non vide l'ora di dirla a Peabody.

"Mia cara per oggi hai finito" disse rivolta ad Evelyn, che stava cercando di risolvere dei problemi di matematica.

La ragazza alzò gli occhi e guardò la donna dubbiosa

"Non è finita la nostra ora" anche se sapeva che questa frase significava tirarsi la zappa sui piedi da sola, non voleva che la signorina Betty pensasse che fosse davvero una lavativa.

Ma la donna sembrava più convinta che mai.

"Hai fatto il tuo dovere abbastanza, continueremo in un altro momento, vai pure cara"

L'accompagnó alla porta della stanza, che avevano adibito come aula per i detenuti, facendola uscire.

Una volta che Evelyn fu fuori, la signoria Betty si avviò verso l'ufficio del direttore quasi saltellando e con un sorriso smagliante.

I Dalton se ne accorsero e quando videro Evelyn rimasero di sasso.

"Ma che le è preso?" Domando Joe indicando la donna

"C'è il macinato stasera, forse è felice per questo" si intromise Averell, attirando le occhiatacce dei fratelli "beh io sono felice!" Ribattè incrociando le braccia al petto e alzando la testa in segno di indifferenza.

"Devi averla resa felice" constató Jack

"Ma se non ho fatto niente"

"Hai forse fatto qualche compito senza copiare?" Propose William

"Ti piacerebbe" sorrise soddisfatta Evelyn, ricevendo uno sguardo severo da parte del fratello "che c'è? Sono una Dalton" William ci rinunciò.

Poi Evelyn si avvicinò a Joe e gli sussurrò "Trova un modo per farmi evadere dall'aula domani"

"Ci puoi giurare sorella" sorrise malignamente Joe.

Quando si parlava di evasione andava tutto bene.

Sapeva che negli ultimi periodi aveva smesso di pianificare e un evasione da un aula era un modo per tenersi in allenamento.

"Dalton o no sei comunque una di noi" sorrise Jack, mettendole un braccio attorno alla vita e attirandola a se.

Joe emise un verso di schifo, misto alla gelosia che solo William riuscì a notare.

"Peggio di così non può andare" borbottò.

Ma, come ben si sa, c'è sempre qualcosa che può sconvolgere la vita al penitenziario.

"CHE COSA!?" La voce di Peabody risuonò per tutto il penitenziario, facendo saltare i detenuti, facendo cadere Ming Li Fu dallo sgabello mentre stendeva e facendo rizzare i capelli alle guardie.

Averell, che si era spaventato, era saltato in braccio a William facendolo cadere a terra.

"Chi essele onolevole celetino che fa ullale il dilettole a questo modo!?" Esclamò il cinese, che dovette recuperare le divise da terra "ola mi tocchelà lilavale tutto!"

L'urlo di Peabody aveva sconvolto tutti, tanto da non accorgersi che erano rimasti bloccati per cinque minuti.

Quando scese nel cortile, camminava lentamente, come se gli stessero puntando un fucile addosso.

Aveva l'aria sconvolta ma allo stesso tempo sembrava convinto di ciò che stava per fare.

Guardò verso la signorina Betty "Ma ne è sicura?"

"Sicurissima direttore" cinguettó lei

"Ma la sua presenza non ha mai funzionato!"

"Ma quella di lei si invece, si fidi direttore"

Peabody sospiró "Peggio si così non può andare, addio tranquillitudine" poi fece radunare i detenuti vicino, in modo che tutti potessero ascoltare.

"Miei cari detenuti..." si sistemò il colletto della camicia "mi è stata fatta notare la vostra buona condottitudine degli ultimi periodi ed è per questo che ho intenzione di premiarvi come meglio meritate"

Tutti drizzarono le orecchie, persino i Dalton si mostrarono curiosi.

"Ho mandato un telegramma al mio amico Ellis Ludwig ed insieme abbiamo deciso che..." osservó la signorina Betty, sperando cambiasse idea...ma nulla.

Anzi, lo intimava a proseguire.

"Abbiamo...deciso che faremo un gemellaggio!"

"Un geme cosa?" Domandò Joe senza capire "non prevederà mica..."

"Sara qualcosa con gemme di frutta!" Sognò Averell ad occhi aperti

"Un gemellaggio" ripetè William "è un modo per unire due popoli diversi fra loro per stabilire un legame politico o culturale"

Quasi nessuno aveva capito.

Joe, comunque, tirò un sospiro di sollievo "Meno male, avevo capito ben altro"

"E questo gemellaggio..."proseguì Peabody "lo faremo con il penitenziario femminile!"

Le grida di approvazione dei detenuti risuonarono per tutto il cortile, mentre i Dalton si guardavano senza parole.

"Che cos'è? Uno scherzo?" Chiese Evelyn, sperando che Peabody scherzasse.

Un gemellaggio con un penitenziario femminile avrebbe creato una bella rivolta nell'attimo che le donne tornavano indietro.

I detenuti avrebbero cercato di evadere per andare da loro e stessa cosa temeva per i fratelli.

"Non temo di no" rispose Jack, notando il volto soddisfatto della signorina Betty e del direttore.

"Io penso che come esperienza ci servirà"

"Allora ci ho azzeccato! Ve lo dico io che è una trappola!!" Esclamò Joe, che cercava di fermare quello scempio tra i detenuti senza ottenere risultato.

I fratelli erano più confusi di prima.

"Joe stai bene?"

"No! Non sto bene!" E si allontanò lentamente verso le celle "un gemellaggio" borbottò "come se un uomo volesse due marmocchi uguali fra i piedi"

Jack, William ed Evelyn si scambiarono occhiaie interrogative

"Pensate anche voi quello che penso che Joe abbia pensato?"

Tutti annuirono e lo seguirono.

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Capitolo 2
*** Le detenute ***


In questo capitolo ho fatto un po' la perfida, chiedo in anticipo perdono.

 

 

Joe borbottava, convinto di non essere sentito, mentre i fratelli restavano in silenzio e in attesa.

Evelyn stava appoggiata alla porta della cella, con le braccia incrociate e sospirando.

Possibile che Joe fosse davvero così stupido?

"Un gemellaggio....che cosa ridicola"

William e Jack si guardarono "Il gemellaggio è una cosa diversa da ciò che pensi"

"Allora perché fanno venire qua le donne!?" Chiese "a chi piacciono due marmocchi?"

"Alla mamma ne sono piaciuti quattro, di cui due gemelli e uno rognoso" commento Evelyn, osservandosi le unghie come se avesse detto una cosa ovvia.

Jack e William indietreggiarono mentre Averell si nascose sotto al cuscino.

Joe iniziò a cambiare colore da blu a viola e da verde a rosso paonazzo.

"Chi ti credi di essere ragazzina!?"

"Sono colei che è cresciuta assieme al suddetto rognoso"

Joe ringhiò e, vedendolo partire in quarta, William e Jack lo afferrarono per le braccia e lo tennero fermo per evitare che prendesse a schiaffi Evelyn.

Non l'avrebbe mai fatto davvero, ma di certo non sarebbe stato fermo.

Se poi si teneva conto che Evelyn era un maschiaccio stavano freschi, sarebbe partita la lotta.

Joe disse cose irripetibili mentre la ragazza sembrava non sentirlo.

Averell, che era rimasto nascosto sotto al cuscino, rispuntó fuori e lo guardò.

"Però è vero che sei rognoso" disse sottolineando l'ovvio.

Non l'avesse mai detto.

Joe si infuriò di più e i gemelli non riuscirono a tenerlo.

Si sfogò su Averell mettendolo KO.

Quando fu calmo, cosa che accadde dopo quasi dieci minuti, poterono riprendere il discorso.

"E comunque la mamma è la mamma" disse Joe iniziando a camminare avanti e indietro.

"Ma Joe..." intervenne William "il gemellaggio consiste nel conoscere la cultura e le usanze di un altro popolo"

"Peabody ha scelto il penitenziario femminile per farci contenti" aggiunse Jack, mentre Evelyn gli lanciò un occhiata.

"E cosa credete che si faccia con una donna!?"

"Non quello che pensi te" rispose Evelyn

"Tu sta zitta razza di pulce!"

"Parla per te razza di nano da giardino"

"Nano da giardino lo dici ad un altro!" Joe stava per infuriarsi di nuovo ma per fortuna venne bloccato dai gemelli e da Emmet e Pit, che fecero capolino nella cella.

"Evelyn Dalton nella tua cella"

Evelyn sbuffó e diede un bacio al volo a Jack, che salutò sorridendo e arrossendo come un ebete.

Poi guardò Joe "Nano" e se ne andò, senza lasciargli il tempo di ribattere.

Chiusa la porta della cella, William sospiró e Jack pure.

Era difficile stare in celle seprate per evitare disastri.

Averell aveva lo sguardo da cane bastonato.

"Perché quando litigano loro due finisco sempre in mezzo io?"

"Sta zitto imbecille" lo ammonì Joe, che emise uno sbuffo simile ad un grugnito "quella pulce sta alzando troppo la cresta" disse "e la cosa peggiore è che ho capito perché"

Attirò l'attenzione dei fratelli che, pur essendo abituati alle uscite di Joe, non riuscivano mai a capirlo.

"Ragionate, è una donna!" Disse "ed è una Dalton, potrebbe approfittarne per evadere"

Gli altri tre si guardarono

"E come?"

"Può confondersi fra le ragazze ed uscire con loro e poi al momento giusto zac! Evaderà e noi resteremo qui come degli imbecilli"

William e Jack riuscirono finalmente a capire.

Jack sperava che non facesse davvero una cosa del genere mentre William ammise che era un piano geniale degno di una Dalton.

Averell guardò Joe "Ma come può confondersi fra le ragazze?" Lei e nostra sorella!"

Joe si portò una mano sul volto

"Jack dagliele tu io non ho più la forza" e si udì il suono di un ceffone.

 

*******

 

Il mattino seguente, all'alba, i detenuti erano già in cortile, pronti ad accogliere le detenute.

Peabody, sempre meno convinto, stava davanti al cancello assieme alla signorina Betty

"Si fermeranno qualche giorno, speriamo in bene"

"Si rilassi signor direttore, vedrà che andrà tutto per il meglio"

Il direttore deglutì, quella frase non significava nulla di buono.

Rantanplan, che camminava in mezzo alle persone, osservava i detenuti con gli occhi sgranati.

-Che succede? Sta arrivando l'ape regina?-

I Dalton stavano in silenzio, mentre Joe macchinava il suo piano infallibile.

Nel pensare osservó nel loro angolo e vide Evelyn.

Entrambi si lanciarono uno sguardo di sfida e poi lo distolsero.

Si udirono suoni di zoccoli provenire da lontano e, qualche minuto dopo, qualcuno bussò alla porta.

Le guardie aprirono e fece il suo ingresso un lungo carretto trainato da quattro cavalli.

-Ho capito!- pensò Rantanplan -sono arrivate delle bistecche giganti!-

"Mio caro Melvin!" Un uomo alto e dai lunghi baffi neri spuntò fuori dal carretto e si avvicinò a Peabody.

"Come stai vecchio mio?" l'uomo strinse Peabody tanto da soffocarlo e fargli schioccare le ossa.

"Ellis Ludwig...che piacere" disse fra un gemito e l'altro il direttore.

Ellis si sistemò e guardò la signorina Betty "E lei deve essere la signorina Betty dico bene?" Fece il bacia mano alla donna, che arrossì "una giovane donzella come lei dovrebbe lavorare in un posto diverso, ma chi sono io per giudicare?" Tornó a guardare Peabody, lanciando un piccolo sguardo ai detenuti "bene mio caro Melvin, come da accordi ecco le mie ragazze" indicò il carretto, da cui non scese nessuno "te le affido a te" e risalì

"Ma..." Peabody si sentiva preso alla sprovvista "e le regole e..."

"Tranquillo mio caro Melvin, tornerò fra qualche giorno"

Insieme ad una delle guardie, che aveva guidato il carro, partì in una nuvola di fumo e, quando essa so diradò, c'era un gruppo di ragazze in divisa carceraria, ma nessuna guardia che le supervisionava.

I detenuti iniziarono a fischiare e fare complimenti, mentre Peabody era rimasto senza parole

"Non erano questi gli accordi!"

-Sono fin troppo grandi come bistecche- pensó deluso Rantanplan -e poi hanno ancora i peli dei loro defunti animali quindi non sono commestibili-

Il gruppo di ragazze non era tanto grande, erano dieci e una più bella e formosa dell'altra.

Lunghi capelli raccolti in una coda, da brune a bionde e da corvine a rosse.

"Buongiorno direttore" salutò una di loro, che fece capire che era la capa del gruppo "io sono Fantine" sorrise amichevolmente e con uno sguardo a dir poco ammagliante.

La signorina Betty si insospettì ma rimase zitta per il bene dei detenuti, in fondo era stata una sua idea.

Anche le altre si presentarono ed iniziarono a fare risolini spargendosi fra i detenuti, che ad uno ad uno svenivano dall'emozione.

Nessuno di loro vedeva una donna da secoli.

Evelyn esclusa in quanto sorella dei Dalton e tutti sapevano che toccare una femmina di Dalton significava perdere i denti o peggio, la vita.

Ad Evelyn poco importava in quel momento.

Le dieci ragazze avevano stesso persino Peabody e si erano già avvicinate ai quattro fratelli.

Averell, che non sembrava minimamente turbato, cercava di parlare con una ragazza ma, avendo come sempre la bocca piena, sputacchiava e la riempiva di briciole e saliva.

Joe cercava di fare il duro ma era già caduto come una pera cotta nella morsa di quella che era la capa.

William era diventato tutto rosso come un peperone e si lasciava ammaliare da una mora molto formosa e seducente.

Persino Jack faticava a resistere e quando una biondina gli passò un dito sotto al mento, iniziò persino a sbavare.

Ad Evelyn questa cosa non sfuggì ed iniziò a fremere si rabbia in perfetto stile Joe Dalton.

Aveva solo abbastanza contegno da non mettersi in mostra.

Fantine, la capa, si avvicinò anche a lei

"Tu devo essere Evelyn Dalton" disse, ma senza ottenere risposta "ho sentito molto parlare di te"

"Sul serio?" Domandò scettica Evelyn

Fantine annuì e sorrise amichevolmente, anche se il suo tono lasciava trasparire ben altre intenzioni "Spero che in questo arco di tempo diventeremo amiche, un gemellaggio serve anche a questo no?" Poi se ne andò aggiungendo... "carino comunque il piccoletto con i baffetti" riferita a Joe.

Ad Evelyn la cosa infastidiva da morire.

Sarà istinto femminile, sarà quello che vuole, ma era sempre più convinta che un gemellaggio con un penitenziario femminile fosse una cosa stupida.

Fantine, la capa, era tutto tranne che affidabile.

Avevano tutte in aria troppo innocente.

Evelyn non era una santa e di certo non mirava a diventarla ma quelle di vedeva lontano un miglio che avevano strane intenzioni.

E i suoi fratelli ci cascavano in pieno...persino Jack.

Più lo guardava più sentiva il sangue ribollire nelle vene...ed anche qualche lacrima minacciare di uscire.

Sapeva che quelle donne avevano qualcosa in più di lei, innanzi tutto la bellezza ed infine l'astuzia.

Lei a malapena riusciva a farsi rispettare.

Si sentiva inferiore.

La signorina Betty, che sembrava del suo stesso parere, si avvicinò.

"Ho il serio dubbio di aver sbagliato qualcosa" borbottò.

"Non è colpa sua" la tranquillizzó Evelyn, che aveva comunque capito il perché dell'idea della donna.

Non aveva colpa e non poteva sapere che le femmine del penitenziario avrebbero sfruttato tutto a loro piacimento.

Ovviamente Peabody, alla fine di tutto, avrebbe di certo rimproverato la signorina Betty, ma al momento c'era ben altro in gioco.

Persino Rantanplan sembrava poco convinto di quella situazione.

-Forse non è un carico di carne gigante- pensó -sono tutte ballerine di can can!- e tentò di fare qualche movimento, per dimostrare che anche lui era in grado, ma si attorciglió e cadde a terra.

Evelyn lo considerava il cane più stupido del west ma sempre meglio di niente.

Ma la poveretta ancora pensava a Jack e a come si lasciava andare sotto le moine di una delle femmine.

Lei a malapena attirava la sua attenzione, faticava sin dai tempi in cui stavano tutti con Mamma Dalton per ottenere un saluto o un abbraccio da lui.

Era riuscita ad ottenere attenzioni e iniziare una favolosa storia assieme che adesso veniva tradita a causa di donne più belle di lei.

Non riuscì a trattenersi e scoppiò a piangere correndo nella sua cella.

Gliel'avrebbe fatta pagare, prima alle femmine e poi a Jack.

 

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Capitolo 3
*** Evelyn medita vendetta ***


Evelyn rimase chiusa nella sua cella per tutto il resto della giornata.

Non scese neanche a pranzo e nemmeno a cena, nessuno si era accorto della sua assenza...persino Jack.

Ogni volta che si affacciava alle sbarre della finestra lo vedeva sorridere come un ebete e questo la infastidiva.

Si sentiva tradita, umiliata, lei che lo amava davvero.

Se avesse potuto lo avrebbe preso a bastonate.

Avrebbe voluto andare da lui la notte e parlare ma sapeva che sarebbe stato inutile oltre che impossibile, dato che i fratelli erano chiusi a chiave mentre lei no.

Non essendo una vera detenuta, aveva certi privilegi in confronto agli altri, che comunque sapevano la situazione e accettavano Evelyn come una di loro.

Era persino riuscita, inconsapevolmente, a rendere mansueto Stinky Bill, cosa che nessuno era mai riuscito a fare.

Uno dei tanti privilegi che aveva, era proprio la cella perennemente aperta e la possibilità di girare per tutto il penitenziario liberamente, persino negli alloggi della signorina Betty e di Peabody.

Decise di sfruttare quel suo privilegio per raggiungere Jack durante la notte.

Pensando ai fratelli sapeva che non c'era da stare tranquilli.

Pensava anche al povero Averell, che per tutto il giorno veniva sfruttato da queste ragazze per ottenere informazioni e lui, stupido, ci cascava.

Però notava che non era felice e che per la maggior parte del tempo se ne stava nel loro angolo.

Avrebbe dovuto parlare anche con lui...e chiedergli scusa per le sberle prese a causa sua il giorno prima.

Attese la sera e quando tutti erano a dormire, ne approfittó per uscire ma, quando tentò di aprire la porta...essa era chiusa a chiave.

Tentò di forzarla ma niente, non aveva nemmeno una forcina.

Chi diavolo era stato a chiuderla dentro?

Le guardie avevano ordine preciso di non farlo.

Sapendo che la sua cella distava di una da quella dei fratelli, tentò il gesto disperato di richiamare la loro attenzione dalla finestra.

"Joe!" Tentò di avere un tono un po' alto ma, essendo notte, le veniva spontaneo bisbigliare "Joe!...sono chiusa a chiave!"

Ma niente

"William...Averell...Jack! Aiuto!"

Nessuno rispose.

Evelyn si mise in ascolto e ciò che udì la fece rabbrividire.

Sentiva i fratelli ridere e bisbigliare, parlando di piani di evasione, assieme ad altrettante voci...femminili.

Solo il russare si Averell le fece capire che lui non stava facendo nulla.

Come facevano le ragazze a trovarsi nelle celle degli uomini?

Si sentì morire.

Rinunciò persino a voler uscire e si accasciò a terra, lasciandosi andare nuovamente alle lacrime.

 

*********

 

Il mattino seguente, dopo una nottata passata a fissare il soffitto, Evelyn si avvicinò alla porta per udire se qualcuno passava di lì per aprirle.

Sentì il fischiare di Stinky Bill

"Ehi!" Batte le mani sulla porta "ehi!"

Il fischiettio cessó

"Stinky Bill!"

Due secondi dopo bussó sulla porta di Evelyn

"Fammi uscire!"

"Sei chiusa dentro?" Persino lui si stupì

"Se fosse aperta non te lo chiederei testone!"

"E perché sei chiusa dentro?"

Evelyn sbuffó esasperata, convincendosi che Stinky Bill è peggio di Averell.

"Stinky Bill aprimi immediatamente o ti giuro che dico a Peabody che le limette che trova in lavanderia sono le tue!"

Di sottofondo si udì Ming Li Fu cinguettare "Ola posso limale anche le unghie dei piedi!"

Sarà stata la fifa, sarà stato il pensiero di altri anni alla condanna, stava di fatto che Stinky Bill aprì la cella servendosi, per l'appunto, di una lima, che si portava sempre a dietro ben nascosta non si sa dove.

Appena aperta, Evelyn corse fuori, ignorando il povero Stinky Bill che la implorava di stare zitta con Peabody.

Giunta a mensa, venne accolta dalla stessa scena del giorno prima.

I detenuti che cadevano come pere cotte davanti alle ragazze e quest'ultime a renderli loro schiavi.

Ma solo lei notava queste cose?

Possibile che le guardie e Peabody non lo notassero?

Altro che gemellaggio per scambio culturale, qui qualcuno ci lasciava davvero due gemelli.

Persino la signorina Betty, che stava assieme alle guardie, si sentiva inerme davanti a quello scenario.

Nel vedere al tavolo dei fratelli le ragazze che passavano mani e dita tra i capelli e i baffi, ebbe lo strano impulso di fare una strage.

La stessa voglia le venne quando vide Fantine, la capa, lanciarle uno sguardo sfida.

Ebbe la sensazione che fosse stata lei a chiuderla nella cella.

Cercò di stare calma e si avvicinò a Joe

"Joe devo parlarti"

"Si si dopo" rispose lui senza degnarla di uno sguardo, in quanto troppo impegnato a flirtare

"Ma Joe è importante"

"Senti un po' pulce!" La guardò minaccioso "non vedi che sono molto impegnato!? Sto escogitando un piano per evadere e tu mi distrai!"

"Ma..."

"Sparisci pulce o ti riduco un colabrodo!"

Evelyn rimase di sasso, mentre Fantine ridacchiò, attirando nuovamente l'attenzione di Joe su di se.

Provó con William 

"William ti devo parlare"

"Ne parliamo dopo Evelyn ok?"

Evelyn non disse altro e tentò infine con Jack

"Jack...Jack ti devo parlare" niente "Jack mi vuoi ascoltare!?"

Ma nulla, sorrideva e arrossiva sotto le attenzioni della ragazza al suo fianco.

Annette si chiamava.

Era al limite.

Non fece colazione e si andò ad appostare nel loro angolo.

Li vi trovò Averell, seduto a terra con le gambe raccolte al petto e lo sguardo imbronciato.

Lei fece lo stesso.

"Non ti degnano di uno sguardo vero?"

Averell annuì "Nemmeno le ragazze"

"Io sono una ragazza"

"Ma la mia sorellina, non è la stessa cosa" precisò lui

"Io però non cercherei mai di tradirti e non ti volterei le spalle" Evelyn fece un profondo sospiro, mentre i suoi occhi divennero tristi.

Averell tolse il broncio e la guardò attentamente.

Forse, in quel frangente, la capiva più di quanto lei si aspettasse.

Evelyn tirò su con il naso ed infine, non riuscendo a trattenersi, inizio per l'ennesima volta a piangere, stringendosi al petto di Averell, che rimase di sasso senza sapere cosa fare.

"Mi trattano come un estranea e Jack non mi guarda nemmeno"

Averell non era mai stato bravo a consolare le persone, di solito faceva solo disastri.

Lui mangiava quando era triste, e non solo in quel caso, quindi era inerme di fronte allo scenario che aveva davanti.

Una cosa era certa, nessuno poteva farla piangere.

Poco dopo Evelyn si calmò e rimase stretta ad Averell.

"Ti prego stringimi Averell" anche se in modo impacciato, Averell la strinse

"Ti andrebbe di aiutarmi? Ho un piano" Gli chiese alzando lo sguardo e implorandolo.

Evelyn non era Joe e quindi di lei si fidava.

"Il tuo piano prevede del cibo?" Chiese "ho una certa fame"

"Prevede che ti do la mia dose di macinato per un mese"

Ad Averell si illuminarono gli occhi

"Affare fatto!"

Evelyn sorrise, suo fratello Averell era fantastico.

"Ti adoro Averell"

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Capitolo 4
*** Addio William Dalton ***


Eccomi qua! Essendo che il capitolo doveva essere bello lungo all'inizio, ho preferito dividerlo in tre parti e, come potrete dedurre dal titolo, ho iniziato con William e proseguirò con gli altri due (Jack e Joe) spero che il capitolo non risulti troppo sdolcinato e stessa cosa gli altri che seguiranno.

Grazie come sempre ad Evelyn80, che ama la mia perfidia verso i personaggi.

 

 

Quando tutti i detenuti furono in cortile a spaccare le pietre, incitati dalle ragazze, Averell ed Evelyn si intrufolarono negli alloggi della signorina Betty.

Aveva tentato di farsi spiegare dal fratello se Joe aveva un piano o meno e tutto ciò che aveva ottenuto è stato che si voleva intrufolare nel carro delle ragazze quando uscivano.

Sapeva che metà del piano mancava, Averell non era così ferrato in queste cose, lui si lasciava coinvolgere e basta.

Non per niente finiva sempre male.

Comunque, decise di dare una mano.

Il suo piano era semplice.

Joe voleva evadere? E lei gli avrebbe fornito la giusta attrezzatura.

Voleva vedere fino a che punto sarebbe arrivato, sia lui che gli altri.

Li avrebbe presi da parte uno per uno.

Ovviamente aveva già messo in conto che Joe si sarebbe infuriato ma non le importava.

Non era contraria alle evasioni, anzi, lei era la prima che aveva cercato di farlo evaderebbe pochi mesi prima.

Ma evadere per correre dietro a delle ragazze proprio no.

Poteva risultare un gesto egoistico e forse lo era, ma aveva un sentore che quelle ragazze lo stessero fregando.

Degli altri detenuti non le importava, lei voleva solo salvare Joe, Jack e William.

Per quanto le detenute fossero belle e persuasive, credeva ciecamente che i suoi fratelli si meritassero di meglio.

Delle donne oneste e che li accettavano per quello che erano.

Anche Jack si meritava di meglio.

Sospiró ed iniziò a frugare in uno dei bauli della signorina Betty, mentre Averell cerava nell'armadio.

La ricerca del necessario stava prendendo una piega a dir poco ridicola.

Evelyn teneva in mano alcuni corpetti della signorina Betty ed emetteva suoni disgustati.

Chi avrebbe avuto il coraggio di mettere tutta quella roba di pizzo e merletti addosso?

Erano orribili e avrebbe scommesso che persino Mamma Dalton si sarebbe rifiutata di indossarli, visto che per le rapine ai negozi sarebbero stati fastidiosi.

Averell, invece, sembrava a proprio agio e si era persino messo un vestito e un cappello da donna, sorridendo come un imbecille.

Ad Evelyn vennero dei dubbi ma scacció ogni tipo di pensiero, altrimenti non avrebbe concluso nulla.

Suo fratello era abbastanza eccentrico da far credere alle persone di essere ciò che non era.

Dopo aver recuperato ciò che le serviva, si avvicinò all'armadio.

Sopra di esso vi era una scatola che, Evelyn sapeva, conteneva delle parrucche, a detta della signorina Betty per gli spettacoli fra detenuti, ma anche lì tutti avevano dei dubbi.

"Averell tirami su"

Come se niente fosse, il fratello la tirò su

"Vuoi giocare al cavallino?" Iniziò a trottare per la stanza, facendo roteare Evelyn.

"Averell, testa di rapa, fermo!" 

Averell si fermò di colpo, facendo quasi cadere la ragazza "Non ti piace?" Disse con gli occhi lucidi 

"Si mi piace ma non adesso!"

L'uomo sospiró sconsolato e si avvicinò nuovamente all'armadio.

Evelyn prese la scatola e si fece rimettere giù.

Recuperò anche il resto ed uscì di corsa seguita da Averell, che si fermò sul ciglio della porta "Posso portarmi via un vestito?"

"No!"

E con il broncio uscì anche lui.

 

*******

 

William si stava dirigendo tranquillamente verso il capanno adibito ad aula scolastica.

Sorrideva e fischiettava allegramente.

Un allegria che Evelyn non aveva mai visto.

Aveva ricevuto ordine dalla signorina Betty di prendere alcuni libri e lui aveva obbedito.

Era l'unico di cui potersi fidare per certe cose, quando si parlava di libri e conoscenza si rivolgevano tutti a lui.

Una volta entrato in aula, iniziò a cercare i libri richiesti negli scaffali ed ogni volta che li prendeva, li sfogliava avidamente.

"Ah l'odore della conoscenza" sospiró, proseguendo il suo compito.

Poco dopo, si udì la porta del capanno chiudersi.

William sobbalzò, credendo subito che ci fossero i fantasmi, mettendosi contro il mobile.

"Chi è la?"

"Ciao William" la voce di Evelyn, proveniente da uno dei banchi, gli fece fare un altro sobbalzo, anche se si calmò subito quando vide che era lei.

"Mi hai spaventato"

"Davvero?" Chiese con tono sarcastico "pensavo che uno come te fosse difficile da spaventare"

"Tutti si spaventano, anche quelli che non sembrano" affermò, assumendo un aria da saputello.

"Ah..." aveva voglia di ribattere ma non era il momento "e pensare che credevo il contrario" spiegó "immaginavo che le persone colte fossero senza macchia e senza paura e che notassero ogni cosa"

William riflettè qualche istante "A parte la macchia e la paura il resto è così" rispose William "le persone colte notano sempre tutto o quasi"

"Anche le persone che cercano di fregarle?"

"Si anche quelle"

Possibile che William non si accorgeva delle domande trabocchetto di Evelyn?

Lei aveva sempre considerato William il più intelligente...ma in quel momento lo credeva solo il più stupido.

Scosse la testa "Tu non te ne rendi conto vero?"

William la guardò curioso.

Di cosa non si rendeva conto?

"Hai mai pensato che queste detenute vi stiano usando?"

L'uomo si mise a riflettere ma non riusciva a trovare la fregatura.

Pensó che, essendo donne e per di più detenute, cercavano solo un modo per sentirsi come donne libere e provare i piaceri della vita assieme ad altri uomini.

Ovviamente sia le ragazze che i ragazzi non vedevano persone dell'altro sesso da parecchio, esclusi il direttore del penitenziario femminile e la signorina Betty di quello maschile.

Evelyn capì che era inutile proseguire.

Aprì il banco e tirò fuori della biancheria.

"Tieni" e gliela lanciò.

William la prese al volo e, appena vide cosa aveva in mano, arrossì come un peperone.

"E queste?" Domandó cercando di non pensare ai pozzi e i merletti...dal profumo che aveva la biancheria intima.

William sapeva che apparteneva alla signorina Betty.

"So del vostro piano, vi serviranno per confondervi fra le detenute" si avvicinò a William e lo guardò dritto negli occhi "forse è uno dei piani più geniali di Joe" disse

"Ma...Joe ci ha detto che era il tuo!"

"Il mio?" Chiese curiosa "ma se a malapena sono riuscita a farvi evadere appena arrivata, figuriamoci intrufolarmi fra le ragazze del penitenziario" fece roteare gli occhi "anche se non h subito condanne, sono sorvegliata a vista ricordi?"

William sospiró.

"Se il piano funziona, spero che riuscirai a raggiungere il Messico...addio William" gli diede un bacio sulla guancia e se ne andò, lasciandolo solo nell'aula e con la biancheria in mano.

Si sentiva in colpa ma era giusto così.

Per di più lei non aveva intenzione di evadere, dopotutto non era neanche una vera Dalton, e vedere William che non la fermava, nonostante avesse capito che lei non sarebbe andata con loro, le fece capire che era inutile tentare di persuaderli.

Forse non sarebbe nemmeno riuscita a convincerli.

William non aveva detto nulla, Joe sarebbe stato contrario a portarla a dietro mentre Jack...con Jack non lo sapeva.

Forse avrebbe provato a dire qualcosa o forse niente.

Decise che era meglio occuparsi di lui prima.

Se preferiva andare con le detenute allora sarebbe finita anche la loro storia.

Come si suol dire, breve ma intensa.

Si asciugò una lacrima ed iniziò a pedinarlo, in attesa del momento giusto per parlare.

 

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Capitolo 5
*** Addio Jack Dalton ***


So che è breve ma, come già spiegato, voglio descrivere il momento degli "addii" con i fratelli.

Lo faccio per dilungare un po' la storia altrimenti l'avrei già finita.

Buona lettura e grazie infine ad Evelyn80 e chiunque legge.

 

 

Pedinare Jack si era rivelata un impresa titanica.

Se non stava con la ragazza stava con William che, forse poco convinto di quello che era accaduto nell'aula di scuola, aveva avuto l'intelligenza di non dire nulla.

Loro due erano inseparabili e talvolta avrebbe voluto avere il loro stesso legame.

Sarebbe stato bello poter essere la gemella di Jack, ma ciò avrebbe significato non poter stare assieme come lei desiderava.

Sarebbe stato solo un amore fraterno più forte di altri.

In quel momento avrebbe tanto voluto avere un consiglio da parte di Mamma di Dalton che, anche se insegnava solo a rapinare, era sempre pronta ad aiutare i suoi figli e soprattutto lei.

Essendo l'unica femmina in mezzo a quattro maschi comportava dei privilegi.

Sospiró.

Almeno Averell sembrava intenzionato a restare ma, come ben sapeva, Joe aveva una grande influenza su di lui e già immaginava che sarebbe riuscito a convincerlo ad evadere con loro.

Poi il piano sarebbe fallito a causa di qualche uscita stramba di Averell...come sempre.

Segui Jack fino alle docce, dove finalmente lo trovò solo e...con il solo asciugamano attorno alla vita.

La situazione era decisamente imbarazzante, ma non avrebbe avuto altre occasioni di vederlo solo.

Jack fischiettava allegramente, non si era accorto di lei.

Fece per togliersi l'asciugamano...

"Oddio!" 

L'esclamazione di Evelyn lo fece sobbalzare e si rimise al volo il telo in vita.

Evelyn sembrava quasi disgustata.

Di legge una donna non poteva vedere il proprio compagno nudo fino alla prima notte di nozze.

Un conto era a petto nudo ma il resto non era proprio conveniente, anche se non le sarebbe dispiaciuto.

Dopotutto stavano assieme...o così credeva.

"Grazie" gli disse lei quando fu coperto

"Sei pazza?" Chiese lui riprendendo la calma "che ci fai qui?"

"Secondo te? Dovevo parlarti"

Jack era diventato rosso come un peperone e stessa cosa Evelyn.

Ci fu silenzio per qualche secondo.

Secondo interminabili che ad Evelyn parvero secoli.

Perché parlare con il suo ragazzo era diventato così difficile tutto di un botto?

Da una parte si sentiva imbarazzata, dall'altra aveva ancora in testa i sorrisetti che Jack faceva alla detenuta che lo filava e questo le fece ricordare il motivo per cui lo pedinava come una stupida.

"Volevo...volevo solo chiederti come stai..."

"Non c'è male" rispose lui "io vorrei..." indicò la doccia e fece capire che aveva intenzione di lavarsi.

Evelyn sembró acconsentire ma quando si voltò per uscire ebbe un tuffo al cuore.

"Jack..."

Lui si fermò.

A quel punto, spinta forse dalla disperazione, Evelyn gli corse incontro e lo strinse forte, baciandolo con tutto il bene che gli voleva.

Jack la strinse a sua volta e ricambiò quel bacio inaspettato.

Anche se timido e impacciato, amava Evelyn e quel contatto era tutto ciò che desiderava.

Erano rare le occasioni in cui poteva stare soli.

Quando si staccarono, Jack si ritrovò in mano dei vestiti e una parrucca e...dovette utilizzarli per coprirsi, in quanto l'asciugamano gli era caduta quando aveva deciso di stringere Evelyn.

Lei non sembrava affatto infastidita.

"Che cosa sono?" Chiese lui, ormai rassegnato.

"Ti serviranno per evadere" rispose la ragazza "riuscirete a confondervi fra le detenute è una volta fuori potrete scappare in Messico"

Jack ci mise un po' a capire cosa intendesse Evelyn, poi pensò al piano che Joe aveva progettato.

Poi realizzó anche l'ultima frase

"Tu non vieni?" Evelyn scosse la testa "perché? Sei una ragazza e puoi confonderti"

Scosse nuovamente la testa "Sono sorvegliata a vista, ricordi?

"Ma..."

"Lo sai che non posso Jack"

Ci fu qualche attimo di silenzio

"Mi mancherai..."

Evelyn si sentì morire.

Jack non ci arrivava.

Lei era affidata ai fratelli e loro avevano la responsabilità.

Avrebbe potuto intrufolarsi tranquillamente fra le detenute, se non fosse che i suoi capelli erano biondi ed era l'unica donna in un penitenziario maschile e Pit ed Emmet avevano l'ordine di sorvegliarla.

Anche Jack, come William, sarebbe andato tranquillamente fuori, ignorando quel particolare.

"Visto che te ne andrai...mi auguro troverai di meglio"

"Che vuoi dire?"

Evelyn sospiró

"È stato bello Jack..." si avvicinò e gli diede un altro leggero bacio sulla punta del naso "addio Jack Dalton"

Ed uscì dalla sala doccia, lasciando Jack immobile e con in mano i vestiti da donna che Evelyn gli aveva fornito.

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Capitolo 6
*** Addio Joe Dalton ***


Ed ecco finalmente l'ultimo addio (ho dovuto rivedere tre volte la puntata in cui Averell va a Parigi)

Come dice Evelyn80, ho messo un bel po di tristezza ma mi farò perdonare giuro (ho rasentato la depressione XD)

Buona lettura!

 

 

Il cuore di Evelyn era ormai in frantumi.

Sentiva di aver perso ogni possibilità di essere amata da qualcuno.

Almeno Jack aveva avuto la decenza di essere dispiaciuto, al contrario di William che non aveva dato peso alle sue parole.

Le donne avevano un bel potere sugli uomini, specialmente se erano detenute.

Nel camminare fra i corridoi, con aria triste e pensierosa, non si accorse di essere osservata e, senza volerlo, andò a sbattere contro qualcosa o meglio...qualcuno.

Cadde a terra con un sonoro tonfo.

"Guardate ragazze" era una voce femminile "il passerotto ha abbandonato il suo nido"

Evelyn alzò lo sguardo e vide Fantine, la capa, osservarla con uno strano sorriso stampato in volto ed altre tre detenute dietro di lei.

Deglutì e si rialzò, lanciando uno sguardo di sfida, che di terrificante non aveva niente.

"Che cosa volete?"

"Da te nulla" disse "ma dai tuoi fratelli si"

"Lasciateli in pace!"

Fantine rise ancora.

"Tranquilla, nessuna di noi intende fare qualcosa, vogliamo solo evadere"

Evelyn alzò un sopracciglio

"Cosa pensavi? Che solo perché siamo donne non possiamo sognare di evadere?"

"E i miei fratelli a che vi servono?"

"Loro?" Ci fu ancora qualche risata da parte delle altre tre detenute "saranno il nostro diversivo" e si voltò verso la finestra sbarrata, come ad incitare Evelyn a guardare.

Nel cortile, più precisamente nel loro angolo, Joe era inginocchiato a terra a disegnare qualcosa, forse un piano, assieme a William ed Averell.

-Averell!- Evelyn rimase senza parole.

Alla fine anche lui era stato edotto ad aiutare Joe.

Era davvero ingenuo.

"Lasciate stare i miei fratelli..."

"Te l'ho detto, nessuno li toccherà"

"Gli dirò tutto e...e voi la pagherete cara!"

Le detenute risero di gusto, come se avesse appena raccontato una barzelletta, avviandosi  verso l'uscita "ciao ciao passerotto"

Evelyn ci mise qualche secondo per riprendersi ed poi corse fuori anche lei, raggiungendo Joe nel loro angolo.

Il maggiore tentava di spiegare, per l'appunto, il piano di evasione.

"....ed infine salteremo fuori! Tutto chiaro?"

"Joe!" Lo chiamò lei "Joe!"

"Alla buon ora pulce! Sono stufo di spiegare cento volte, ma che fine avevi fatto?"

Evelyn aveva il fiatone e sembrava non aver minimamente ascoltato la domanda.

"Ti...ti stavo cercando"

"E mi hai trovato, su vieni qui e ascolta"

Evelyn scosse la testa

"Joe aspetta devo parlarti io..."

"Sentì un po' signorina, hai già fatto abbastanza tardi e mi tocca rispiegarti tutto" disse rimproverandola "e adesso pretendi anche di parlare?"

Non l'avesse mai detto.

Evelyn iniziò ad infervorarsi.

"Joe Dalton ti ordino di ascoltarmi!!" Esclamò con quanto fiato aveva in gola, tanto da far voltare tutti i detenuti e le guardie, comprese le ragazze.

Persino William e Joe erano rimasti senza parole.

Jack era ancora alle docce, per sua fortuna.

La ragazza cercò di non perdersi d'animo.

Sapeva che con Joe ci sarebbe stato da litigare

"E adesso seguimi!"

E si avviò verso la loro cella.

Joe la seguiva, misto fra lo sbalordito e l'infuriato.

Una volta in cella, Evelyn chiuse la porta e vi si appoggiò, pronta per un eventuale fuga in caso di sfuriata di Joe.

"Ebbene?" Chiese lui, incrociando le braccia e battendo il piede a terra "si può sapere cosa c'è di così importante da farti fare certe uscite?"

"Mi stupisco della tua stupidità!"

Joe, per l'appunto, iniziò a cambiare colore ed a fumare dalla rabbia

"Io sarei stupido?"

"Si lo sei!"

Joe divenne ancora più furioso

"Stupida sarai tu che non segui mai i miei piani!"

"I tuoi piani falliscono sempre!"

Quella frase fu la goccia di troppo.

Joe l'afferró per la maglietta e la trascinò alla sua altezza.

"Razza di ingrata, porta rispetto a chi si prende cura di te!" Esclamò Joe "tu sei sotto la nostra tutela specialmente la mia ed esigo rispetto chiaro?!"

Evelyn non si lasciò intimorire 

"Non hai rispetto neanche per te stesso!" Ribattè lei "e il tuo piano fallirà ancora!"

"E tu come fai a dirlo?"

"Perché le ragazze vi useranno!"

"Oh certo, perché tu non lo faresti vero?"

"No non lo farei!"

Joe Dalton rise "Sembri tanto innocente ma in fondo sei una Dalton e i Dalton sono bravi ad usare le cose e le persone"

"Specie quando sono alti come mani da giardino"

"Non sono un nano! Sono solo...diversamente alto!"

Evelyn scosse la testa e lanciò a Joe della biancheria intima e una parrucca.

Joe osservó gli indumenti con aria curiosa.

"E questi?"

"Non volevi evadere?"

Joe rimase senza parole.

E quando aveva ascoltato il suo piano?

"Io non seguo mai i tuoi piani vero?"

"Beh...in effetti mi sbagliavo.." e guardò bene i vestiti, sorridendo soddisfatto 

Evelyn sospiró.

"Beh? C'è qualche problema"

"Ti facevo più furbo Joe Dalton"

"Cosa intendi dire?"

"Sei sempre stato determinato e vederti cedere per delle donne facili come quelle non mi sta bene"

Joe incroció le braccia e distolse lo sguardo

"Non prendo ordini da una marmocchia che non sa nemmeno scassinare una cassaforte"

Evelyn ebbe una morsa allo stomaco

"Io sono quella che ti ha baciato!"

"È vero ma non sentendo nulla non vedo perché devo trattarti diversamente dagli altri"

"Perché io ti voglio bene!"

"Non vedo cosa centra"

"Ma...?"

"Niente ma signorina"

Evelyn non sapeva cosa fare "Sei insensibile Joe!"

Lui alzò le spalle, come a scrollarsi di dosso tutt'a la conversazione.

Se la metteva così...

"...Ho...ho rotto con Jack"

Joe tornó a guardarla, aveva finalmente attirato la sua curiosità.

"E comunque non verrò con voi"

"No no aspetta un attimo" la fermò lui scuotendo la testa confuso "Mi hai appena detto che hai chiuso con Jack e poi mi dici che non evadi!?"

Evelyn annuì.

"Con jack è finita e fare cose strane con te non mi sembra il modo giusto per concludere" anche se a Jack gliel'avrebbe fatta pagare alla prima occasione.

Un vero fidanzato non si sarebbe arreso senza aver provato a combattere per stare con la sua donna.

Si era solo limitato ad assecondarla.

"William sembra non far caso a ciò che dico ed Averell ti segue allo stesso modo che Rantanplan segue le farfalle"

"Sei sotto la mia tutela!"

"Sono sotto la tua tutela ma sono anche sotto la responsabilità di Peabody e della signorina Betty, perciò decido io con chi restare e se voglio posso anche dire a Peabody le tue intenzioni"

Joe sorrise sfidandola "Avanti fallo" le disse "voglio proprio vedere se riuscirai a fermarci senza prove"

"Non mi starai sfidando?"

Joe annuì

"Molto bene" fece per uscire ma Joe la bloccò per il braccio

"Denunceresti i tuoi fratelli in questo modo?"

"E tu saresti capace di abbandonarmi?"

Joe rimase in silenzio.

"Stai diventando impossibile, pulce"

"E tu insopportabile, nanetto"

"La smetti di chiamarmi nano!?"

Evelyn sorrise appena

"Mi mancheranno le tue sfuriate"

Joe si ricompose "Hai davvero intenzione di lasciarci?...di lasciarmi?"

L'ultima parola colpì profondamente Evelyn, che per qualche istante ebbe intenzione di cambiare idea.

"Pensavo di avere una possibilità"

"È meglio così" rispose "dopotutto lo hai detto anche tu, sono solo una marmocchia incapace di scassinare una cassaforte"

Joe non sapeva cosa dire.

Non poteva lasciarla lì ma allo stesso tempo non poteva costringerla.

Sentiva che poteva avere una possibilità adesso che si era lasciata con Jack, ma non aveva la certezza che fosse vero e che ricambiasse.

"Se...se evadiamo voglio che tu venga"

"Te l'ho detto Joe...non hai bisogno di me" si inginocchiò e gli diede un dolce bacio sulle guance "io non sono una Dalton"

E senza aggiungere altro, Evelyn uscì dalla cella.

"Beh allora fa come ti pare!" Gli urlò lui, con un tono di voce misto tra il furioso e il deluso, prima che la porta della cella venisse sbattuta.

Almeno Joe aveva provato a fermarla, ma lei aveva un piano in mente e a breve sarebbe scattato.

Mentre tornava in cortile, incroció le detenute e lanciò loro uno sguardo di sfida, per poi raggiungere la signorina Betty, che stava nell'aula di scuola.

"Signorina Betty?"

"Oh Evelyn, vieni cara"

"Ho..." tirò su con il naso, trattenendo le lacrime "devo dirle una cosa" si sarebbe pentita amaramente di quello che stava per fare.

"Oh cielo che è successo?" Accorse subito "siediti cara, ti faccio una bella camomilla e ne parliamo con calma"

E poco dopo, chiuse la porta dell'aula.

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Capitolo 7
*** mali estremi, estremi rimedi ***


Il resto del gemellaggio proseguì tranquillo.

Le detenute si erano già ambientate e gli uomini erano diventati degli adorabili agnellini, tanto che Evelyn ebbe i brividi nel vedere Stinky Bill fare il casca morto servizievole con le ragazze.

Come faceva un bestione come lui ad amare?

Scosse la testa e sospiró.

Osservó verso l'angolo Dalton.

I fratelli studiavano ancora il piano di evasione.

Più li guardava più era convinta di aver combinato un bel pasticcio, ma se tutto filava liscio avrebbe avuto la sua soddisfazione.

La nota dolente era Jack.

Lasciarlo non era stato semplice ma anche quella era stata la decisione migliore.

Non sarebbe tornata sui suoi passi, ma avrebbe dovuto fare attenzione a non cascarci con Joe.

Quel nano sapeva essere persuasivo.

Jack alzò lo sguardo per alcuni istanti e le fece un piccolo sorriso, per farle capire che era senza rancore.

Evelyn ebbe l'istinto di ricambiare ma sospiró nuovamente e si voltò altrove.

Nel cortile si era creata in aria tesa e cupa.

Chi riusciva si godeva gli ultimi attimi con le detenute mentre altri era sul punto di una crisi perché non le avrebbero più viste.

Da una parte la signorina Betty aveva avuto una bella idea, ma dall'altra c'era parecchio da ridire.

Osservandosi attorno la vide è noto anche che le lanció uno sguardo di intesa e fece i pollici in su.

Evelyn annuì ma, nel rivoltarsi verso il loro angolo, vide che i fratelli erano spariti.

Ebbe un tuffo al cuore non vedendoli ma immagino che si stesse preparando.

Persino Pit ed Emmet erano scomparsi, forse li stavano sorvegliando.

Peabody teneva d'occhio l'orologio da taschino e teneva il volto puntato verso il portone, che era aperto.

Strano ma vero, nessuno tentava la fuga.

In lontananza si vide un polverone avvicinarsi, il carro che avrebbe riportato le detenute al penitenziario era ormai vicino.

Evelyn incroció le dita.

Pregava vivamente che il suo pensiero si rivelasse reale...si pensiero, perché del piano non aveva nulla.

Quando il carro giunse nel cortile e si fermò, tutti quanti tossirono a causa del polverone.

Le detenute si misero in fila e ad una ad una diedero un bacio ed un saluto malizioso agli uomini, che svenivano dall'emozione.

Le guardie del femminile non le contavano neanche ma pare che non si fossero accorte che qualcuna era di troppo.

Evelyn li vide.

Vide Pit ed Emmet vestiti da donna.

Fece una piccola risata.

Volevano evadere anche loro? O sapevano dei fratelli?

Più probabile la seconda, il problema era...chi li aveva avvisati? 

Lei di certo no.

Vide anche i suoi fratelli, con le parrucche che aveva rubato dalla stanza della signorina Betty.

Jack e William erano i più veritieri.

Joe ed Averell erano troppo alto e troppo basso per lo standard.

Le venne da ridere, erano davvero ridicoli, ma cercò di restare seria.

Anche se sapeva che i piani Joe fallivano sempre, quindi sarebbero tornati al penitenziario scortati dalle guardie, aveva comunque la strana sensazione che si prova quando si è soli.

La sensazione di abbandono.

Li guardava uno per uno, mentre salivano sul carro, mentre la lasciavano alla deriva.

Erano pensieri assurdi e sapeva di doverci fare l'abitudine, ma rivolse ad ognuno un pensiero.

 

Averell,

Mio caro fratello, mio dolce ed unico fratellone.

Promettimi che non mi dimenticherai

Grazie di tutto.

 

William,

Grazie per i tuoi insegnamenti, troverai prima o poi qualcuno a cui insegnare ciò che solo tu sai fare.

 

Jack,

Ti amo ancora, ti amerò sempre, ma è giusto finirla qui.

 

Joe,

Non ho da dirti niente solo...abbi cura di te nano.

 

Rise di se stessa.

Si poteva essere così stupidi?

Dedicare l'ultimo pensiero a qualcuno che sarebbe tornato nel giro di dieci minuti.

E per lo più pensieri d'addio.

Il sole le dava alla testa.

Nel momento che il carro di pieno, le guardie fecero un cenno di saluto a Peabody e poi sfrecciarono via a tutta velocità.

Peabody sembrava non essersi accorto della mancanza dei fratelli Dalton ma...

"Dieci a uno che torneranno qui fra venti minuti"

"Ma...signor Direttore, stiamo parlando dei Dalton!"

"Si calmi signorina e si fidi di me"

Nel frattempo, nel carro, le detenute sbuffavano e borbottavano mentre Fantine e le tre amiche erano pronte ad evadere.

Essendo tutte ammassate, nessuno si accorse che poco dopo sparirono.

Avevano mano messo il carretto in modo che, al ritorno, bastava un colpetto deciso ed avrebbero aperto un buco abbastanza grande da farle scivolare sotto e quindi fuori.

Per l'appunto, i fratelli non si erano accorti e specialmente Averell, che faceva sventolare la divisa femminile sulle gambe.

"Bene ragazzi, ancora poco ed evaderemo!"

"Sei un grande Joe!" Lo incitarono William e Jack

"Hai visto Joe!?" Intervenne Averell, con la voce più alta del dovuto "mi arriva una brezza sotto la gonna!"

Joe digrignò i denti

"Appena siamo fuori ti uccido"

"Non parleresti così se avessi anche tu aria la sotto" si imbronciò Averell.

Il maggiore di mise le mani al volto.

"Jack dagliela tu, io non ho più forza" 

E Jack obbedì, tirando un ceffone ad Averell.

Solo in quel momento, Joe si accorse del buco che le detenute avevano fatto.

Quattro di loro erano sparite.

"Accidenti siamo fregati"

"Perché?"

"Fantine e le sue amiche sono scappate! Ed essendo noi di troppo adesso dovremmo rimpiazzarle!"

I gemelli non capirono

"Non capite idioti?!" Disse "se quattro detenute fuggono, ma al momento della conta risultano tutte significa che non possiamo evadere!"

Gli erano ancora più confusi.

"Lasciate perdere siete troppo stupidi...seguitemi" si avvicinò al buco e fece per saltare.

Pit ed Emmet, che erano sul carro, li notarono e scattarono in piedi, puntando i fucili.

"Mani in alto fratelli Dalton!"

Tutte le detenute si voltarono, pronte per fare il tifo.

"Pensavate di scappare?"

Joe non sembrava preoccupato.

"Oh al contrario, volevamo solo appurare una diceria femminile"

Le due guardie si guardarono negli occhi "E sarebbe?"

"Una donna con la gonna su corre più veloce di una con la gonna giù e i fucili in mano" rise malignamente e saltò giù dal carro, seguito dai fratelli.

"Siamo liberiiii"

Era davvero comodo correre con la gonna su, peccato che le loro gambe fossero così...maschili.

Si nascosero dietro ad alcune rocce.

"È fatta!"

"Ciao Joe Dalton" una voce ammaliante e persuasiva, richiamò la sua attenzione.

Fantine e le tre ragazze li guardavano soddisfatte.

"Ci volevate fregare! Sapevate che volevamo evadere!" Esclamò Joe

"Oh lo so benissimo, ma anche noi volevamo evadere e voi eravate il nostro diversivo"

Joe divenne paonazzo

"Non credere che la passerete liscia"

"Oh al contrario, ad ogni modo ci vediamo in giro" e raggirarono la roccia, salendo su quattro cavalli e galoppando verso l'orizzonte.

"Da dove spuntano i cavalli?" Si chiese William

"E adesso che facciamo Joe?" Brontoló Averell "io ho fame"

Joe non aveva molte idee.

In quel preciso istante si rese conto che Evelyn li aveva fregati, sapeva tutto.

"Quella...quella pulce!"

"Forse dovremmo tornare a prenderla" propose Jack.

"Mai!" Rinate Joe "non ha voluto evadere e quindi si arrangia!"

"Però ci ha fornito questi" William indico parrucca e vestito "potrebbe esserci di aiuto"

"No! E adesso seguitemi"

Joe era ancora più furioso.

Corsero fino a che non raggiunsero la casa di mamma Dalton.

Capirono che era in casa per via della polvere che usciva dalla finestra, segno che stava ripulendo.

"Mamma!" Spalancò la porta ed entrò, richiudendola subito "Eccoci siamo evasi!"

La donna li guardò attentamente "Bene bene guarda chi si rivede" il tono di mamma Dalton era tutto tranne che felice "ti sembra il modo di presentarti?"

"Ma...ma mamma siamo evasi!"

"Non mi interessa!" Sbottó "un vero Dalton evade senza bisogno di travestimenti e con quelle gonne siete il disonore della famiglia!"

"Ma..."

"E dov'è vostra sorella?"

"Ecco lei..."

"L'avete lasciata indietro!?" Urló la madre, scandalizzata.

Per tutta la zona si udirono quattro ceffoni ben assestati.

Qualche istante dopo la porta della casa si aprì e mamma Dalton ne uscì con i fratelli, tenuti tutti e quattro per l'orecchio e ben legati con delle corde.

Vide in lontananza Pit ed Emmet e li raggiunse.

"Immagino che questi quattro disgraziati siano di vostra competenza" disse, lanciando i fratelli a terra

Pit ed Emmet erano senza parole.

Nemmeno mamma Dalton si prendeva la responsabilità.

"E ricordate quello che vi ho detto, un vero Dalton evade senza nascondere il suo volto!" E tornó in casa, sbattendo la porta.

"Aaaww l'amore di mamma" li prese in giro Pit

"La mamma ha sempre ragione" concordó Emmet 

Averell assunse un aria da rimprovero "In effetti Joe sei davvero ridicolo con quel vestito"

"E tu? Ti sei visto?" Lo ammonì Jack.

Joe non li ascoltava.

Era furioso per due motivi.

  1. evadeva e sua madre lo rispediva al penitenziario
  2. Evelyn doveva per forza averli denunciati per far si che Pit ed Emmet fossero sul carro.

Appena sarebbero giunti al penitenziario avrebbe dato una lezione a quella mocciosa.

Vennero scortati fino all'ingresso e gettati nel cortile.

"Allora fratelli Dalton?" Intervenne Peabody "piaciuta l'evasione?" Ancora rideva per il loro abbigliamento.

"Non dica nulla"

Peabody rise ancora.

Li fece slegare e se ne andò.

Rantanplan li osservó -Dalle api ai fuchi, ne accadono di tutti i colori in questo penitenziario-

Evelyn si avvicinò.

Non fece in tempo a parlare che Joe la prese per il colletto e l'abbasso alla sua altezza.

"Cosa ti è saltato in mente di denunciare i tuoi fratelli!?" Sbottó

Evelyn tentò di liberarsi "Guarda che non ho fatto niente!"

"Ah davvero? E come mai ieri ti hanno visto dalla signorina Betty?"

"Non sono affari tuoi"

"Lo sono eccome visto che sei sotto la mia responsabilità"

"Ti hanno scoperto perché come donna non sei credibile e perché ti sei dimenticato di cancellare il tuo piano dal muro" e infatti, nel loro angolo, c'era l'intero piano disegnato sul muro.

Joe si infuriò "Averell ti avevo detto di cancellarlo!"

"Scusami Joe ma avevano preparato la cena e avevo fame!"

Joe ringhiò "Giuro che prima o poi ti strangolo!"

Ma Averell lo ignorò

"E tu..."rivolto ad Evelyn "non pensare che sia finita qui"

"Non è colpa mia se tutti e quattro vi siete fatti fregare da delle donne"

"Anche tu sei una donna"

"Io non ti fregherei"

"Ma sei comunque una donna e per di più una pulce!"

"E tu un nano da giardino"

"NON SONO UN NANO!" Joe stava per sbottare ma venne afferrato in tempo dalle guardie e portato in cella, mentre imprecava e diceva cose irripetibili.

Quando Evelyn fu finalmente libera dalla sua presa, posó i suoi occhi su quelli di Jack.

Caló il silenzio.

William, che aveva capito, prese Averell e lo trascinò lontano.

"Dove andiamo"

"Ti portò alla mensa"

"Siiiii si mangia!"

E gli altri due rimasero soli.

"Tu...tu lo sapevi?" Chiese Jack, ed Evelyn annuì "perché?"

"Volevo che capiste l'errore" rispose "che senso ha evadere? Vi prendete giorni in più di condanna ogni volta che lo fate"

"Non sappiamo fare altro...vogliamo rapinare le banche"

Evelyn si era scordata che mamma Dalton aveva cercato di far crescere lei come una vera signorina e i fratelli come banditi.

"Comunque non...non credevo che ti arrendessi subito"

"E cioè?"

"Quando eravamo alle docce...non credevo che mi avresti dato ascolto senza combattere per avermi, senza provare a farmi cambiare idea"

La signorina Betty spuntò all'improvviso dietro Evelyn "Adesso cara?"

"Si...adesso" e la signorina Betty fece apparire da sotto il gonnellone un matterello, preso in prestito dalle cucine.

Evelyn lo prese e lo diede in testa a Jack.

"Un vero fidanzato non si comporta così!" 

E il povero Jack iniziò a correre per tutto il cortile, seguito da Evelyn che voleva rompergli il matterello addosso.

Correvano entrambi abbastanza veloci da non toccare quasi terra.

Rantanplan si sdraiò per terra e li guardò sognante 

-Il rito del corteggiamento è sempre bello, specie se si tratta dei Leopardi come in questo caso"

 

 

FINE

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