Ammaliato da te

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mio idolo ***
Capitolo 2: *** Corteggiami così, con dolci lettere e fiori ***
Capitolo 3: *** Chiamami e io verrò da te! ***
Capitolo 4: *** L'incontro tanto atteso! ***
Capitolo 5: *** Un desiderio travolgente ***
Capitolo 6: *** Fallo con me, come non l'hai fatto mai, fammi sentire che sono l'unico ***
Capitolo 7: *** Tornerai? ***
Capitolo 8: *** Una sorpresa inaspettata ***
Capitolo 9: *** Una seconda sorpresa inaspettata ***
Capitolo 10: *** Castiel e Olivia ***
Capitolo 11: *** Cellulari impermeabili all'acqua ***
Capitolo 12: *** Regali e proposte di appuntamenti ***
Capitolo 13: *** Questa la pagherai - prima parte ***
Capitolo 14: *** Questa la pagherai - seconda parte ***
Capitolo 15: *** nella mia bollente stanza -prima parte ***
Capitolo 16: *** Nella mia bollente stanza - seconda parte ***
Capitolo 17: *** Una giornata con te - prima parte ***
Capitolo 18: *** Una giornata con te - seconda parte ***
Capitolo 19: *** All'aeroporto ***
Capitolo 20: *** Incontro con Dean a New Orleans ***
Capitolo 21: *** Una cena a base di fragola! ***
Capitolo 22: *** Suona per me ***
Capitolo 23: *** Apri il tuo cuore, Dean ***
Capitolo 24: *** Questo ragazzo mi delizia con la sua musica ***
Capitolo 25: *** L'amore: felicità completa o una lenta e triste agonia? ***
Capitolo 26: *** Prenditelo ***
Capitolo 27: *** Dirty surprise ***
Capitolo 28: *** Sottomesso e padrone allo stesso tempo ***
Capitolo 29: *** Fiocchi di neve che accarezzano i nostri baci sulla ruota panoramica ***
Capitolo 30: *** La dichiarazione ***
Capitolo 31: *** Il mio fidanzato, l'amore della mia vita ***
Capitolo 32: *** Mi dispiace signore, le linee telefoniche sono interrotte ***
Capitolo 33: *** Amore in mongolfiera! ***
Capitolo 34: *** Un giorno ***



Capitolo 1
*** Il mio idolo ***


Mi chiamo Sam Winchester, ho 20 anni e i capelli color cioccolato e gli occhi verdi.

Amo la fotografia e vado al college.

Amo i manga e gli anime e….      

Anche un ragazzo.

No, vabbè, non so se lo amo, davvero..come l’amore vero che provi per qualcuno, no?

Ma chi può dire che cos’è l’amore…?
 
 





Dean Campbell è il mio mito da sempre. Ho seguito la sua carriera come uno scolaretto che fa i suoi compiti.

Ha cominciato a 6 anni apparendo come ospite al programma televisivo Musich of my heart, che è il programma per eccellenza sulla musica, dove i concorrenti giocano per il montepremi ma si esibiscono anche.

Dean era lì come ospite, ma sorprese tutti, indovinando gran parte delle risposte, a dispetto dei concorrenti.

Il presentatore ne fu sconcertato. Andò a parlare con il bimbo e si scoprì che Dean – che era con i genitori – era il figlio di una famiglia molto ricca e ben in vista.

Questo a fine serata scatenò varie polemiche, su chi pensava che fosse stato tutto combinato dall’inizio, per dare pubblicità ai Campbell, ma successivamente Dean ebbe modo di dimostrare con i fatti che era un bambino che sapeva davvero molto di musica.

E non solo. Aveva anche una bellissima voce.
 
Dean ottenne fin da bambino e poi da ragazzo, la partecipazione in vari film, fino a quando non decise di concentrarsi solo sulla musica. Scrisse personalmente una raccolta di canzoni dolci che intitolò :

Fairy tales of one thousand and one night.

Le fiabe delle mille e una notte.

Una raccolta cantata,  di fiabe per bambini, disponibile anche in forma cartacea.
 
 

“Ero andato dal panettier per comprar dei panini al latte, ma poi non volevo più venir via..ma poi non volevo più venir via..tanta dolcezza in una goccia di miele..il profumo del pane che mi riportava all’infanzia.. ..i panettieri sono ladri di cuori, prendono il nostro e lo portano via da noi.. oh non volevo più venir via…”canticchiava Sam dolcemente, sdraiato sul suo letto, con gli occhi lucidi, tenendo tra sé il libricino di fiabe trascritte.

Quando canticchiava o anche solo pensava, alle canzoni di Dean, non poteva fare a meno di emozionarsi.

Così tanto sentimento nelle sue parole, così tanto amore nella sua musica..

Così tanto amore….
 
 
Dean ora aveva 24 anni e si stava facendo strada nel mondo della musica sempre più velocemente, grazie alla sua voce e a quegli occhi angelici che incantavano i suoi fans, soprattutto le fans.

Sam era andato a vederlo ai concerti, ma non era mai riuscito ad avvicinarlo, per via della calca, ma, anche se avesse potuto, aveva l’impressione che non sarebbe riuscito comunque ad avvicinarlo, senza crollare in ginocchio per l’emozione.

E Dean che cosa avrebbe pensato di lui?

Ma lui ora, aveva il coraggio che tanto gli era mancato prima. Aveva avuto due anni per prepararsi psicologicamente!
 

E questa volta, aveva intenzione di stupire il suo idolo, proprio il giorno del suo compleanno!!
 
 















Note dell'autrice: 

Mi sembra così strano non mettere l'avertimento "incest" ahhah xd No, non avete capito male, e non è nemmeno la sagra degli equivoci! Stavolta DAVVERO Sam e Dean non sono frateli!! Lo so, è uno shock ahha ma questa storia me la sono immaginata così e per la prima volta non volevo che fossero i j2 a fare da cornice romantica, ma proprio i loro caratteri, solo non da fratelli!! <333

Lo so, sembra strano, ma cresciamo, ci evolviamo (forunatamente) e vogliamo esplorare nuovi scenari, e io ora mi sento molto proiettata in questa storia <333

spero vi piacerà e se vi piacerà davvero tanto, fatemi sapere che ne pensate ^__^ non ho più chiesto recensioni perchè sono arrivata ad un punto in cui non ci sto più male se non arivano, perchè mi concentro sulla storia, MA, visto che questa storia è importante anche dal punto di vista della novità, mi piacerebbe ^^ 

poi se non arrivano, sarò contenta lo stesso, già solo scriverla mi fa star bene <3333

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Capitolo 2
*** Corteggiami così, con dolci lettere e fiori ***


LETTERE E POESIE



Caro Dean, stasera ti ho visto in televisione, al concerto.

La tua voce è stata l’unica che mi ha emozionato, l’unica che vibrava in mezzo ad un coro di frastuoni.

Le persone applaudono, gridano, si esaltano, ma in mezzo a tutto questo rumore, tu riesci comunque a trasmettere amore attraverso la tua musica.

Attraverso la tua voce.

Faceva freddo, ieri sera… non potevo essere al concerto, perché per me è troppo lontano, ma sono uscito in giardino e sono restato lì per un po’…

Tu hai cantato in mezzo a tutto quel freddo, con solo un giubbottino leggero e io volevo provare un po’ di quello che anche tu provavi.

Se tu, sei stato per ore lì fuori, sopportando il freddo e ciònonostante, sei riuscito a regalare AMORE, io potevo sopportare il freddo per qualche minuto.

Non preoccuparti per me, non mi sono ammalato!
 
 
 
 
 
Caro Dean, sapere che tu scrivi personalmente le tue canzoni, non mi stupisce per niente. È proprio da te. Ce l’hai scritto nel viso, nei tuoi occhi…tu non potresti mai cantare niente, che non viene da te, dal tuo cuore, specchio delle tue emozioni.

Allo stesso tempo, so, che se qualcuno ti chiedesse di cantargli una canzone scritta da lui, tu lo faresti.

Con grazia, eleganza, con il cuore…

Vorrei anche io che tu cantassi qualcosa scritto da me, un giorno..

Dean, sarebbe così bello..

Scusa se scrivo così tanti puntini di sospensione..mi dicono che è un errore grammaticale, ma io non posso farci niente..

Da qualche parte ho letto che i puntini di sospensione sono un modo per espandere il pensiero senza recintarlo nella gabbia dei punti fermi..

E io vorrei sempre dire molto di più di quello che scrivo..

Spero di non averti spaventato! Un bacio !
 
 
 
 
 
 
Caro Dean, so che ti sono arrivate molte proposte di unirti a un qualche gruppo.

Non lo fare.

Lo so, io non sono nessuno per dirti quello che devi fare,

ma tu sei perfetto così..

tu devi restare così..

illuminato dal sole..e dalla luna..
 
 
 
 
 
Caro Dean, la tua dolcezza con i bambini mi ha riempito il cuore..

Questo sei tu, un essere speciale. Una persona meravigliosa.

Sei così pieno d’amore che io ti dico..non fidanzarti ancora, aspetta…

Per una persona piena d’amore come te, non mancherà l’amore, ma per quello romantico..

Non avere fretta…

Aspetta e pondera.

Sei leggiadro già così, non hai bisogno di impegnarti e quando lo farai..

Vorrei che lo facessi per amore…
 
 
 
 
Caro Dean, oggi è stata una giornata faticosa, deprimente, stanca…

Non sono ancora evoluto al punto da permettere ai pensieri negativi di non stancare la mia mente..

Ci riesci solo tu, la tua musica, le tue canzoni..

Quando sono tornato a casa, ho messo il tuo disco..e con le cuffie tra le orecchie, il mondo è scomparso di nuovo..c’era solo amore.

Oh, mio caro Dean..se bastasse offrirlo..se bastasse donarlo….ma non sempre le mani e il cuore sono pronti a ricevere l’amore..

Non voglio deprimerti…

Ma tu devi sapere che in qualche parte del mondo tu asciughi le lacrime di qualcuno solo grazie alla tua voce..

Ricordalo, quando ti sentirai anche tu stanco, o triste, e penserai di non valere niente

Perché anche se sei il mio idolo, so che sei anche un essere umano, e il cuore degli uomini è così..
Ricordalo

Me lo prometti?
 
 
 
Queste erano le lettere cariche di amore che Sam mandava al suo idolo, negli anni. Tutte rigorosamente anonime.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Dean era biondo e aveva degli occhi verdissimi.

Da qualche tempo però, aveva cambiato colore. Da tipica rockstar, aveva deciso di optare per uno stile più…trasgressivo.

Capelli corti –non troppo – e cresta immancabile, colore capelli: rosa e azzurri.

Niente piercing o tatuaggi.

A Dean piaceva vestire da ribelle, ma anche in maniera elegante, quando l’occasione lo richiedeva.

Si sentiva uno spirito libero.

Il colore dei capelli non era dato da una qualche tamarraggine, semplicemente amava quel colore, quel miscuglio di colori. Rivelava la sua personalità e la sua ricerca bramosa di fondere lo yin e lo yang o forse di ritrovare la sua parte mancante, proprio come lo yin ha bisogno del suo yang.
 
Dean riceveva sempre bigliettini e regali dai suoi fans e ne era sempre molto contento.

Riceveva anche lettere, ma mai anonime. I suoi fans volevano essere sicuri che lui sapesse dove trovarli, se dovesse rimanere per caso colpito dalle loro parole e volesse incontrarli.

Ecco perché quei biglietti anonimi…gli avevano dato un tarlo interminabile.
 
Era a questo che pensava Dean, mentre usciva dall’ufficio postale, accompagnato dai rimbrotti di suo padre, interminabili.
 
 
“Una star come te…ma che cosa ti salta in mente…che vergogna…”

“Papà, dai adesso piantala..” a Dean stava per venire il mal di testa.

Stai zitto!! Stai zitto e prega che la stampa non lo venga mai a sapere! Altrimenti sarai deriso da tutti per settimane!!” disse John e a riprova di quanto detto, si guardò intorno, terrorizzato di vedere qualche obiettivo.

Dean sospirò. Perché suo padre se la prendeva tanto? Aveva fatto quello che doveva fare..nè più né meno.

Si rimise a pensare a quello che era successo solo pochi minuti prima…
 
 
 
 
 
 
*

“Signor Campbell, mi dispiace ma quello che lei ci chiede,è impossibile..” diceva la signorina impiegata dispiaciuta.

“Andiamo! Che cosa è impossibile? Non mi pare di aver chiesto la luna..ho solo chiesto se vi ricordate di qualcuno che spediva lettere misteriose al mio indirizzo! Non sono comuni le lettere anonime, no?”

“Ma signor Campbell, noi non controlliamo le lettere…ci vengono spedite già chiuse e comunque non ne avremmo il tempo, considerato i ritmi frenetici e obbligatoriamente veloci a cui siamo sottoposti..”

“Ah sì? Beh, forse dovreste farlo invece..”

“Ma signor Campbell, sarebbe una violazione della privacy gravissima..noi non possiamo..le lettere sono personali..e poi ne arrivano milioni”

“Ehm..uh..certo..me ne rendo conto..scusatemi..ma io ricevo numerose lettere di una persona..anonime..volevo solo chiedere se esiste un modo per scoprire chi sia il mittente delle lettere..”

“Se le lettere sono ingiuriose, potrebbe sporgere denuncia e..”

“Ma no! Sono lettere bellissime e sentite, ma voglio sapere chi le manda!”

L’impiegata sembrava disperata.

“Signor Campbell, i clienti aspettano..c’è la fila..mi dispiace..”

“Ma non si può proprio fare niente per individuare il mittente? Ora che lo sapete, potreste limitarvi a controllare tutti gli indirizzi delle lettere e se arriva a un certo indirizzo e capite che è anonima…mi mandate a chiamare…”
 
 
 
 
La faccenda alla fine si era risolta con John – che aveva intuito le intenzioni del figlio - che fece una telefonata inferocita all’ufficio postale, reo di stare dando troppa corda al figlio e alimentare pettegolezzi…

Subito dopo si era precipitato all’ufficio per scusarsi di aver fatto perdere così tanto tempo a tutti.
 
 
Dean una volta in macchina si era reso conto dell’enorme cavolata che aveva fatto, ma voleva almeno tentare. Voleva scoprire chi era a mandargli quelle lettere tanto belle. Doveva almeno fare un tentativo…

“Ti rendi conto di quante scene hai fatto per degli stupidi bigliettini??” disse John una volta in macchina, chiudendo gli occhi e facendo un cenno con la mano per calmarsi, cercando di ritrovare un tono calmo.

“Non chiamarli stupidi! Mi da fastidio!”

“Oh, Dean, sei davvero un bambino!”

“Mi sembrava non fossero arrivati ancora gli insulti e le offese..”

“Ma ti rendi conto che dai credito alle parole scritte su un biglietto di una ragazzina qualunque? – Dean non gli aveva detto che era un ragazzo – Hai milioni di fans e i fans sono così! Ti idolatrano da quello che vedono in televisione! Non sono davvero innamorati del tuo essere! Con la stessa velocità con cui ti fanno salire, possono distruggerti! Non sei niente per questa persona, solo un sogno! Domani avrà qualcun altro da idolatrare.”

“Non è così..” disse Dean, ferito da quel pensiero.

“Ah sì? E se non fosse così, perché allora ti avrebbe scritto in forma anonima eh? Non gli importa di te, Dean! Altrimenti si sarebbe firmata con il suo nome! Non vuole essere trovata e tu ora rischi di farci cadere nel ridicolo, cadere nel ridicolo tu stesso, per una che neanche ti dice il suo nome! Sei ancora un ragazzino, ecco cosa!!”
 
 
 
 
 
 
 
*

Già nel giro di poche ore, si era sparsa la notizia sui social, facebook, twitter, ecc…su quello che era accaduto all’ufficio postale. Tutti ora,  si stavano sbizzarrendo tra le ipotesi più strampalate e fantasiose su chi fosse il fan/la fan misteriosa.

Sam aveva saputo della notizia, dal suo computer e si era coperto la faccia con le mani.
 
 
 
Nei giorni seguenti, Sam camminava per strada, avendo come la sensazione di essere all’interno di una bolla. Si sentiva come uno di quei personaggi dei telefilm, che di colpo diventavano popolari per essersi messi magari contro qualcuno di importante, di potere, oppure che scappavano dai cattivi.

Ma Sam non era un eroe, non ci si sentiva, anzi si era sempre sentito molto insignificante, anonimo.

Gli sembrava ancora strano, che si parlasse di lui, addirittura non conoscendolo nemmeno.

È solo perché non sanno chi sono, che parlano di me… si ritrovava a pensare, mentre camminava per le strade, con il cappuccio.
 
Non pensava nemmeno che Dean avrebbe mai dato tutta quell’importanza alle sue lettere. A dire la verità, ci aveva sempre sperato che le leggesse, e le considerasse anche..ma gli era sempre rimasto il dubbio…un cantante giovane, idolo delle ragazzine, leggere ogni stupido bigliettino o lettera che gli mandavano i fans?

Ci sperava sì,perché aveva scritto sempre tutto con il cuore, ma un conto era sperare in qualcosa, un conto è vederselo spiattellare davanti. D’un tratto si realizza quello che avevi sempre sperato e non è cosa semplice da digerire…

Non pensava che Dean, anche se leggesse le sue poesie e le sue lettere – oddio chissà che avrà pensato delle mie poesie – le potesse prendere così tanto sul serio da arrivare ad andare davvero all’ufficio postale.
 
Avrebbe voluto scrivere un’altra lettera a Dean, per chiedergli scusa, perché certamente Dean una volta realizzato che sul web  tutti parlavano – alcuni ridevano – di questa cosa, ce l’avrà sicuramente a morte con lui.

Ma d’altro canto, il web dice tante stronzate. Magari era solo una cosa che si erano inventati perché volevano a tutti i costi appioppare un interesse amoroso, una ragazza a Dean . Al pensiero sentì il suo stomaco contorcersi.

E se magari era tutto vero, chissà come aveva preso in realtà Dean, le lettere.

Lui aveva dato sempre per scontato che a Dean arrivasse l’amore con il quale l’aveva scritte, ma magari Dean si era spaventato. Magari si era arrabbiato, pensando fosse una specie di maniaco.
 
Se Sam avesse potuto parlargli adesso, gli avrebbe spiegato che la storia delle lettere anonime, aveva un motivo. Lui non credeva che avrebbe mai potuto affascinarlo, con il suo aspetto, quindi preferiva restare anonimo, scegliendo di far immaginare a Dean come era idealmente il suo viso e il suo aspetto, piuttosto che deluderlo, con una foto e un nome.

Lui così normale…così anonimo, senza niente di eccezionale.

Non aveva proprio  niente in più degli altri, che potesse accendere la scintilla in Dean, quindi a cosa gli serviva sapere il suo nome?
 
Poi riflettè meglio. In ogni caso, comunque era andata, Dean – il SUO DEAN – si era scomodato per andare all’ufficio postale a chiedere DI LUI.

Questa era una cosa davvero grossa, soprattutto immaginando quante centinaia di lettere o bigliettini, ricevesse ogni giorno quel ragazzo.

Era una cosa eccezionale.

Ma DEAN, aveva dato retta alle SUE lettere, ai suoi PENSIERI, alle sue POESIE. E tutto questo senza neanche sapere il suo nome, vedere un volto.

Senza contare che in molte lettere aveva parlato di lui al maschile. Dean sapeva che non era una ragazza, ma voleva conoscerlo lo stesso. ed evidentemente il fatto che queste lettere non avessero neanche un mittente, non lo aveva fermato.

Questo lo gonfiò di orgoglio. Dean voleva conoscerlo e questo solo basandosi su quello che gli aveva scritto.

Sì, poi magari vedendolo, lo avrebbe deluso, ma Dean gli aveva dato una vera dimostrazione di interesse – perlomeno riguardo ai suoi pensieri – e lo aveva fatto avendo a disposizione davvero pochissimi elementi per farlo e aveva scelto il modo più originale.

Quel ragazzo, oltre a essere un angelo, era anche un genio.

Aveva fatto una cosa davvero azzardata, si era esposto per lui, e ora Sam, la sola cosa che poteva fare per ripagarlo almeno un minimo era farsi conoscere.
 
Sam quasi ridacchiò per la scusa ridicola che gli era saltata in mente, per la scusa che raccontava anche a sé stesso.

Sì…ora lo fai per lui…sì come no…

In realtà aveva l’impressione di farlo più per sé stesso, per trovare finalmente il coraggio di presentarsi, ma preferiva non pensarci più di tanto.

Ormai aveva deciso e aveva scelto un modo molto originale per incontrarlo…
 
 
 
 
 
 
 
 
*

ROSE MULTICOLORI PER TE



  Dean si trovava a Los Angeles per il suo concerto, che ci sarebbe stato di lì a pochi giorni. Il suo compleanno cadeva di Mercoledì, ma aveva deciso con il suo manager, di festeggiarlo direttamente al concerto, con tanto di musica e torta, per fare il boom.

Non si aspettava proprio, quando andò ad aprire alla porta della sua favolosa suite, quel grande mazzo di rose multicolori.
 
Il mazzo era composto da rose rosa, rose viola, e arancioni (pesca? corallo?)

“Rose rosa? Viola? Arancioni? Chi manda rose rosa a un ragazzo? E per giunta multicolori” si chiese tra sé e sé, dopo che diede una mancia generosa al ragazzo della consegna.

Gli venne poi in mente che era il suo compleanno, ma i suoi genitori non erano tipi da fiori!!
 
 
Caro Dean, non volevo farti un regalo al concerto,

perché non è quel giorno che tu sei davvero nato e non sarebbe la stessa cosa

perché il giorno che sei nato, è davvero un giorno da festeggiare

ho comprato queste rose, pensando a te.

Lo so che le rosa rosa non sono forse le più indicate per un ragazzo

E so che è un pensiero da femminuccia romantica

Ma anche quelle, esprimono tenerezza e ammirazione, quella che io provo per te

Spero che potremmo finalmente incontrarci al concerto.
 
 
Mio dio..è lui…è arrivato fin qui…pensò Dean, sbalordito e con un principio di panico.

Posò la lettera e i fiori e cominciò a respirare forte.

Si sentiva arrabbiato.

Tra tutti i momenti in cui poteva scegliere di palesarsi, perché farlo adesso?

Durante un concerto. Era forse uno scherzo?

Amava forse giocare a nascondino?

Voleva davvero incontrarlo, ma temeva fosse solo uno scherzo o che nel bagno di folla che ci sarebbe stato, non sarebbero riusciti a vedersi.

Doveva forse ritenersi arrabbiato con lui per il gran casino dell’ufficio postale?

Forse voleva solo scusarsi?
 
Andò di fronte alle rose posate sul tavolo e sentì il loro profumo.

Rose rosa….solo tu potevi sceglierle di questo colore pensò, orgoglioso dell’originalità del suo ammiratore e affascinato dal tripudio dei colori in sè.
 

















Note dell'autrice: 

ragazzi, che fatica ahhah è raro che scrivo capitoli così lunghi ma ci tenevo a questo ^^ se notate ho scritto anche il pezzo delle rose che, per chi mi conosce bene, è insolito che io inserisco dopo un capitolo speso a parlare così tanto delle lettere...di solito opterei più per scriverlo nel capitolo seguente, ma stavolta mi sono sentita di fare in questo modo, perchè volevo scrivere subito la cosa delle rose..quindi perchè aspettare? <3333 e poi mi sembrava carino collegarlo alla cosa delle lettere ^^

baciiii a presto!!

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Capitolo 3
*** Chiamami e io verrò da te! ***


E così ci fu il famoso concerto.
 
Dean cantò delle bellissime canzoni, tra cui Angelo azzurro, emozionò tantissimo la folla, venuta apposta per lui, e poi ci fu il momento dedicato ai regali!

Dean scartò alcuni pacchetti voluminosi davanti alla folla, scusandosi per non poterli aprire tutti in quel momento.

Sorrideva, ringraziava, si faceva fare le foto, ma aveva la testa da un’altra parte.

Continuava a pensare..a lui.

Allo sconosciuto che non aveva ancora neanche un nome.
 


Normalmente non avrebbe incoraggiato una cosa del genere. Dall’altra parte avrebbe potuto esserci chiunque, magari uno psicopatico, un maniaco..uno che voleva solo intrappolarlo e ricattarlo del tipo – o mi dai i soldi o dico al mondo che la rockstar Dean è gay, ma Dean aveva letto abbastanza lettere dello sconosciuto, da sentirlo più come persona amica, che come individuo che potesse fargli del male... dal contenuto delle sue lettere era dolce, gentile, ingenuo e romantico…

Perso in questi pensieri, sgranò gli occhi, quando si accorse che su uno di quei pacchi, c’era scritto:

Pacco anonimo.

Il cuore cominciò a battergli forte, in tumulto.

Era lui. Ne era sicuro. Lo stava guardando in quel momento??

Guardò la folla, cercando non sapeva neanche lui che cosa, ma i suoi occhi ovviamente lo ingannavano. Anche se non ci fosse stata tutta quella gente, sapeva che non poteva sapere chi era.

Ma questo razionalmente. In realtà sentiva che avrebbe capito chi fosse, anche se solo lo avesse incontrato per caso in strada.
 
“Scusatemi..io non mi sento tanto bene..devo andare..” disse Dean, cercando di non perdere il suo contegno. Se si mostrava rilassato e non agitato, lo avrebbero lasciato andare più facilmente, senza seguirlo, infatti diede assolute disposizioni che voleva rimanere da solo.
 
Mannaggia a te..sarà bene che sia una cosa assolutamente importante…pensò Dean tra sé, tenendosi il pacco tra le mani e allontanandosi. Ai fotografi non sfuggiva nulla e aveva dovuto mascherare lo stupore per il pacco, prendendo altri pacchettini con sé a caso e tenendoseli tra le braccia.

Se lo avessero visto allontanarsi con solo quel pacco, era ovvio che c’entrava qualcosa e Dean non voleva gettare lui e quel suo ammiratore, già sotto i riflettori, così allo sbaraglio.
Almeno non prima di aver capito cosa realmente voleva da lui!!
 
 
 
 
 




Era notte ed era buia e faceva freddo. Si fermò in mezzo alla strada deserta,pregando che nessuno dei fans o dei fotografi lo seguisse, aprì il pacchetto, ma rimase basito da quello che ci trovò.

Un telefonino.

Era indeciso se scoppiare a ridere.

Si aspettò che lo sconosciuto chiamasse, come in quei film stile Matrix, ma in realtà lo sconosciuto non chiamò. C’era un messaggio indirizzato a quel telefono.

Chiamami. e a fianco c'era un numero telefonico.

Dean questa volta rise tra sé e sé.

Oh, il suo ammiratore voleva fare il bel tenebroso e poi con tanta ingenuità gli dava addirittura il numero del suo cellulare?

Non era così che bisognava fare, ma Dean era ormai troppo curioso di sentire la sua voce..lo chiamò immediatamente, sperando che dall’altra parte non ci fosse un qualche strano scherzo…magari avrebbe sentito la voce di un cane, magari la voce di una ragazza, o magari ancora, la madre della ragazza!! O magari, il telefono sarebbe esploso!!

Si fece coraggio e chiamò!
 
“Pronto?” sperò che la sua voce non tremò.

“Pronto? Dean?” chiese una voce angelica e Dean si sentì tremare le gambe all’istante.

“Dean? Sei tu?” dovette richiamarlo la voce. Sembrava preoccupata.

“S-sì, sono io. TU chi sei?” chiese Dean, cercando di controllarsi.

“Io sono..sono quello che ti ha mandato tutte quelle lettere…anonime..” specificò poi, ridacchiando imbarazzato.

Dean sentì come una nota di sollievo. Aveva sperato fosse lui, ma sentirlo era un’altra cosa.

Dean stava cercando ancora di trovare qualcosa da dire, ma fortunatamente Sam lo anticipò.

“Ascolta..non devi avere paura di me..volevo solo..trovare un modo originale per..conoscerti..ma non sono un molestatore, lo giuro.”

Se nella remota idea che Dean avesse avuto qualche dubbio ancora, la voce tremolante e sincera e dolce dall’altra parte della linea, glieli aveva tolti del tutto.

“Ti credo..” disse Dean, facendo una pausa, poi aggiunse: “Ma ammetterai che la tua idea..di conoscenza..è piuttosto..strana. Mi scrivi con delle lettere a cui non posso rispondere e non mi sembra giusto..e anche ora..mi stai parlando tramite telefono..se ti piace giocare, ok, ma io mi sono allontanato dal mio concerto, per assecondarti..se ora non ti fai vedere…puoi…puoi anche non..non scrivermi più!” disse Dean. Tutte queste cose gliele aveva dette con calma, senza rabbia, ma voleva che suonassero decise, e l’ultima frase la disse con titubanza, quasi pensando che lo sconosciuto le avrebbe prese alla lettera e non gli avrebbe scritto più.

“Dean..ti chiedo di avere solo un po’ di pazienza..ancora solo un pochino..ho preparato prima una sorpresa per te. Vorrei che tu la vedessi.” Disse Sam.

Dean sospirò. Da una parte era esasperato, dall’altra curioso.

“Poi finalmente ti farai vedere?”

“Sì. Lo prometto.” Disse Sam, ma sembrava indeciso, il che fece pensare a Dean che aveva in mente qualcos’altro, ma preferì sorvolare.
 
“Okay..vai alla taverna di nonna Mary, lì troverai qualcosa per te. Loro lo sanno e te la daranno senza fare domande. “

“Cosa? Non mi piace questa storia. Perché…”

“Per favore, Dean. Non te ne pentirai. Quando arrivi, chiamami di nuovo.” Disse e riattaccò.
 
Dean guardò il telefonino, pensando che quel tizio era davvero suonato.

Ma la cosa lo intrigava davvero tanto e arrivato a sto punto era inutile tirarsi indietro, no?








La taverna di nonna Mary non era lontana fortunatamente e camminando aveva l’opportunità di ripensare a come si era sentito a sentire finalmente la sua voce.

Sei uno stupido. Perché non l’hai fatto prima? Pensò sovrappensiero.
 
 
 




Arrivò alla taverna di nonna Mary, ringraziando tutti i santi che c’era poca gente, e a quell’ora, non sembravano badare a lui.

Si avvicinò alla ragazza che era al bancone dicendo:

“Salve. Sono Dean. Dean Campbell. Mi hanno detto che avete una cosa per me.”

La ragazza impallidì e arrossì allo stesso tempo. Dean vide sulla cartellina del suo nome, che si chiamava Jo.

“Sì. Sì.  Aspetta un attimo, scusa. Maryyyyy.”

Dean sollevò le sopracciglia perplesso, vedendo la donna guardare appena Dean e poi correre trafelata con un piatto in mano, facendolo sedere ad un tavolo.


“Ma che diavolo è? Cioè, scusi, per il linguaggio, è che sono un po’ nerv…”
 
Ma le parole gli morirono in gola, quando vide la donna togliere la carta stagnola che copriva il piatto e rivelare degli spaghetti ricoperti di sugo e con una meravigliosa spolverata di parmigiano che sembrava esser stato sciolto, dando l'impressione di bellissime strisce filanti di formaggio.




“Cosa significa?” chiese a nonna Mary, che altri non era che una donna di circa 50 anni, che però tutti chiamavano NONNA, a causa del suo modo di fare non molto giovanile.


“Oggi un ragazzino si è presentato qui e ha preteso di cucinare una pasta per lei, signore. Ha lasciato anche un biglietto.” Disse Mary. Dean lo lesse subito.
 

Dean, ho sempre desiderato che tu mangiassi qualcosa cucinato da me.

Nell’attesa che questo modesto spuntino, allieti la tua bocca e il tuo corpo, non vedo l’ora di poterti finalmente vedere dal vivo.

Fai con calma, desidero che tu possa sentire la cura e l’amore che ci ho messo nel preparare questo, spero davvero ti possa arrivare e quando lo avrai finito..

Ti aspetto alla fontana di Trevi.

Non vedo l’ora.
 


Dean prese il piatto e si spostò a mangiare la pasta davanti al bancone - gli piaceva di più, soprattutto per via dello sgabello e poi in quel modo, le luci in penombra gli arrivavano di più. Mangiò la pasta godendo di quel calore e della morbidezza della pasta, del sapore forte del sugo e della dolcezza del formaggio, sentendo come se non avesse mai assaggiato niente di buono in tutta la sua vita.

Avvertiva delle vibrazioni di eccitazione ed emozione a mangiare in quel locale, in piena notte, quello spuntino offerto da un ragazzo di cui non sapeva né nome né volto. C’era un che di misterioso ed emozionante, in questo. E sembrava che anche i clienti della locanda, avessero come percepito che era una cosa solo tra lui e quel ragazzo. Non andarono a disturbarlo, quasi come se l’aurea che emanava, lo imponesse.

Quando finì, lasciò una mancia per le due ragazze e cercò di uscire dal locale, anche se fu trattenuto da 3 ragazze che l’avevano riconosciuto e volevano una foto.

Per fortuna se la sbrigò abbastanza velocemente. Uscì dal locale e cercando di non dare nell’occhio, scrisse un sms al suo ammiratore.

Ho appena finito questo miracolo divino. Grazie! Sto arrivando.
 
 




















Note dell'autrice: 

spero vi siate emozionati anche voi come me, in questo capitolo ^___^

ho molte cose da dire, spero di ricordarmi tutto!!!

allora, innanzitutto, prima di dimenticarmi, qui è il link se l'immagine dovesse sparire, ma temo sparirà anche questo..cmq per scaramanzia:

https://spensieratezza.tumblr.com/post/160483978982


  Poi... Mary e Jo ahhah l'idea di Jo, mi è venuta spontanea, perchè mi è venuto spontaneo pensare a lei come ragazza barista (con la coda di cavallo ) e Mary idem, diciamo che la cosa di "nonna mary" è indice della mia antipatia su mary nella 12 stagione ahhah la cosa della nonna in particolare perchè trovo davvero assurdo che non riescano a truccarla un pò meglio, è invecchiata davvero troppo rispetto alla prima season, si vede e mi sbalordisce il fatto che non riescano a fare un lavoro migliore con il trucco!! Mi fermo qui se no divento troppo cinica ahhah

Il fatto della scelta della locanda e del telefonino..allora, io ho trovato sempre molto carina l'idea di seguire le indicazioni tramite telefonino, infatti ho adorato la cosa di Matrix ahhah e la cosa della locanda...mi sembrava davvero BELLA come scelta, la cosa che Sam avesse preparato questo piatto per Dean..e non volevo lo facesse dopo, doveva farlo ADESSO, che non si erano ancora incontrati..questo momento era perfetto proprio in questo modo.. ^^

La scelta del piatto è una cosa particolare! Io avevo visto questo piatto, e ne ero rimasta talmente incantata che ho pensato immediatamente a quello come pasto/cena che Dean avrebbe mangiato in questa circostanza, poi invece la razionalità mi invitava a scegliere un piatto più elaborato (avevo pensato anche a vari trancetti di pizza con gusti diversi ) come fantasia forse ci stava meglio, ma non riuscivo a lasciar andare questo piatto..più lo guardavo e più ci vedevo Dean a mangiarlo..non so se capite cosa intendo ahah

allora ho buttato all'aria la logica e ho scelto per questo piatto alla fine!! Non trovate anche voi che sia perfetto???

Ora, ultima cosa poi vi lascio in pace:

di certo ci sarà - anche se una piccola parte di voi - chi dirà che quello che è successo è poco realistico (Sammy che da un invito così a una persona famosa, ci gioca così, poi la cosa del telefonino, ecc ) ma secondo me non è una cosa così paradossale che non potrebbe mai capitare, e vi spiego perchè:


1) Sammy a quanto abbiamo visto ha avuto una fitta corrispondenza con Dean (anche se a senso unico ) e quindi forse sentiva già di avere un certo legame, come lo sentiva Dean 

2) probabilmente Sam non avrebbe osato tanto se Dean non gli avesse dato una grossa dimostrazione a modo suo (è andato all'ufficio postale cercando di scoprire il mittente delle lettere) quindi Sammy ha ricevuto una GROSSA motivazione!! Quindi per chi magari potrebbe pensare che una persona non farebbe mai una cosa del genere, per timidezza o mancanza di coraggio...beh bisogna vedere anche quanto ami il tuo idolo e se Dean ti da una dimostrazione così grossa come l'ha data a Sammy :)))


3) sono giovani entrambi ed entrambi curiosi e amanti di questi generi di giochi!!

4) Sammy aveva capito che Dean voleva davvero conoscerlo, quindi è stato mosso anche da questo!!

pps: la fontana non è la vera fontana di Trevi, è soprannominata così ahha

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Capitolo 4
*** L'incontro tanto atteso! ***


La Fontana di Trevi, altro non era che una stupenda fontanella al centro della piazza. Non era ovviamente la vera fontana di Trevi, ma era soprannominata così.

Quando Dean era uscito dal locale, mille pensieri gli affollavano la mente…

Oddio..mi aveva detto di chiamarlo quando sarei arrivato alla locanda e invece non l’ho fatto..avrò combinato un disastro?

E se ora se n’è già andato?

E se non riuscissi a trovarlo?

Come diavolo avrà fatto a trovare il tempo per cucinare quel meraviglioso piatto di pasta?

Mi ha fatto venir voglia di pasta al sugo per il resto della mia vita…
 
 





Quando Dean arrivò al luogo specifico dell’appuntamento, vide un ragazzino tutto infagottato in un cappotto marrone con cappuccio che aspettava seduto sulla fontana.

Un sollievo grandissimo gli tolse un peso dal cuore!

Il suo ammiratore era bellissimo! Era la cosa più dolce, tenera e pacioccona che avesse mai visto!!

“Ehi..” lo chiamò a mò di saluto.
 
Il ragazzino si voltò subito al richiamo e balzò in piedi come se fosse stato colpito da una scarica elettrica o forse mille.

“D-Dean?” domandò.

“E chi altri? Babbo natale?”

“Forse la fata turchina!” disse l’altro.

“Come?” Dean non si aspettava una risposta pronta.

“Beh..con quei capelli rosa e blu..puoi essere solo o babbo natale o la fata turchina!” lo prese in giro l’altro.

Dean scoppiò a ridere. Non se la prese, anzi, capì che l’altro aveva fatto quella battuta per sciogliere il ghiaccio e lo apprezzò moltissimo.
 
 
“Bella battuta.” Disse e poi camminò nella sua direzione, veloce, senza fermarsi.

E il suo ammiratore era perfetto anche in questo.


Si alzò, veloce, andandogli incontro, senza fare domande e i due finirono per abbracciarsi.
 

Sentitamente, volutamente, stringendosi più che poterono.



“Non mi sembra ancora vero di poterti toccare…allora sei vero..” disse Dean, continuando a stringerlo come se stesse stringendo la cosa più preziosa della terra.

“Anche tu sei vero..e finalmente posso abbracciarti..non ci speravo più..” disse il suo ammiratore, che non era rimasto intimorito dall’esuberanza di Dean, anzi, lo stringeva forte a sua volta, cosa che Dean apprezzava ancora di più.
 
“La colpa è tua..tutte quelle lettere anonime..poteva starci un abbraccio in mezzo..” disse Dean, sciogliendo l’abbraccio.

“Non ero sicuro lo volessi..”

“Te l’ho mai fatto pensare? Come avrei potuto, visto che non mi hai dato possibilità di risponderti? A proposito, come ti chiami veramente?”

Sam..”

“Non mi basta. Sam come? O devo venire a scoprire che è un nome d’arte?”

Sam rise. “Va bene..me lo merito. Sam..Winchester..

“Ok..Sam..io sono Dean Campbell..ma saprai il mio nome a memoria visto tutte le volte che avrai dovuto scriverlo per mandare quelle lettere..”

“Non le mandavo io personalmente, ma mio padre..”

“Cosa??” Dean era sbiancato.

Sam rise. “è uno scherzo. Ma ti pare? Le ho mandate tutte io e figurati se racconto a qualcuno che sono uno stalker seriale con la passione per la corrispondenza.”

“Se sono simpatici come te, gli stalker mi piacciono..” disse Dean. “A patto che mo non comincerai a stalkerare tutti i ragazzi carini e con capelli bicolori che incontri..”
 
Sam sorrise e stavolta sembrava davvero imbarazzato, quindi Dean cercò di fare la persona seria stavolta. Era anche ora.

“Abiti qui?” gli chiese, riferendosi a Los Angeles.

“No..no..un po’ più lontano..sono venuto qui in treno!”

“Cosa? Sul serio??”

“Sì, ma stai tranquillo..mi piacciono i treni!”

Dean lo guardò e Sam lo guardò…due sorrisi in simultanea.
 


“Allora…Sam.. sei una persona davvero carina..lo sai? E anche simpatica..” disse Dean, invitandolo a sedersi sulla panchina.

“Wow..beh..anche tu non sei niente male..” disse Sam, imbarazzato, guardando in basso.

“Perché hai..fatto tutto questo? Mi riferisco alle lettere..poi parleremo anche delle altre tue genialate.”

“Vuoi farmi credere che nessuno ti scrive mai? Avrai un sacco di ammiratori..”

“Sì, ma non mi scrivono in maniera anonima..di solito i miei fans ci tengono che io sappia chi sono loro…vogliono fare buona impressione su di me..tu invece mi hai colpito da subito anche perché non mi hai dato nessun elemento per capire chi sei..sembrava quasi come se volessi solo..darmi qualcosa, non ricevere..non sono abituato a questo atteggiamento..quindi ti chiedo..perchè? a cosa serviva a te, scrivermi così tante lettere sapendo che non avresti mai avuto qualcosa in cambio?”

“Era perché io..volevo solo riuscire a trasmetterti quello che sentivo. La mia ammirazione per te, per le tue canzoni..tu non dovevi darmi niente, anzi, siamo noi fans che dobbiamo dare qualcosa a te, semmai..siamo noi che dobbiamo ringraziare te per le emozioni che ci regali..desideravo solo che potessi sentirlo..” disse Sam sorridendo.

“Io invece penso che non sarei niente senza di voi..un idolo non è un idolo se non grazie alle persone che lo rendono grande.” Disse Dean.
 
Sam sorrise ancora imbarazzato e poi disse:

“Quindi davvero ti hanno fatto piacere le mie lettere? Sai che non ero neanche sicuro che le leggessi tutte?”disse un po’ vergognandosi.
“Certo che le leggevo tutte! E mi hanno colpito tutte! Sai, dovresti fare lo scrittore, il poeta..scrivi cose meravigliose..e molte delle quali non ero neanche sicuro di meritarle.”

“Io credo siano tutte vere invece..”

“Tipo?”

“La tua grande sensibilità…l’amore che ci metti nel canto..il fatto che si vede che sei una persona buona..”

Dean restò per un momento sorpreso, poi Sam lo sorprese ancora:

“Posso chiederti..che cosa ti ha colpito di più di quello che ti scrivevo?”

“Quando..quando mi hai scritto che volevi restare al freddo per sentire come mi sentivo..”




Caro Dean, stasera ti ho visto in televisione, al concerto.

La tua voce è stata l’unica che mi ha emozionato, l’unica che vibrava in mezzo ad un coro di frastuoni.

Le persone applaudono, gridano, si esaltano, ma in mezzo a tutto questo rumore, tu riesci comunque a trasmettere amore attraverso la tua musica.

Attraverso la tua voce.

Faceva freddo, ieri sera… non potevo essere al concerto, perché per me è troppo lontano, ma sono uscito in giardino e sono restato lì per un po’…

Tu hai cantato in mezzo a tutto quel freddo, con solo un giubbottino leggero e io volevo provare un po’ di quello che anche tu provavi.

Se tu, sei stato per ore lì fuori, sopportando il freddo e ciònonostante, sei riuscito a regalare AMORE, io potevo sopportare il freddo per qualche minuto.

Non preoccuparti per me, non mi sono ammalato!



Sam rise. “Beh..la fai sembrare una cosa da psicopatici..”

“Perché l’hai fatto?”

“Immaginavo te dover restare al freddo tutte quelle ore..noi fans pensiamo che sia tutto dovuto, non ci mettiamo mai nei panni dei nostri idoli, non pensiamo mai che per essere lì a farci emozionare, debbano fare dei sacrifici, sopportare il freddo per ore e ore con solo un giacchetto leggero, perché dovete essere fighi ed esteticamente è più bello da vedere un giacchetto leggero....potrà sembrare una cosa stupida a molti, ma secondo me è un sacrificio a suo modo anche questo...e il fatto che tu riesca nonostante tutto a emozionare, mi sembra una cosa grande.”

Dean restò provato da quelle parole.

“E poi non volevi che mi unissi a un gruppo..ho riflettuto molto sulle tue parole..chiedendomi perché mi facessi quella richiesta..”



Caro Dean, so che ti sono arrivate molte proposte di unirti a un qualche gruppo.

Non lo fare.

Lo so, io non sono nessuno per dirti quello che devi fare,

ma tu sei perfetto così..

tu devi restare così..

illuminato dal sole..e dalla luna..




“In realtà io trovo che tu sia..perfetto così..diciamo..con un gruppo secondo me ti oscureresti..”

“Perché pensi una cosa del genere?” chiese Dean curioso.

“Perché tu sei così! Non cercheresti mai di sgomitare per metterti in luce..preferiresti lasciar spazio agli altri, perché sei buono.”
 
Dean rimase ancora una volta spiazzato.

“Vedo che ti sei fatto delle idee definite su di me..hai fatto delle indagini?” chiese Dean, distogliendo lo sguardo da lui, incupendosi un pò.

“Cosa? No! Quello che penso, lo penso perché lo sento..ma sei offeso? Se ti ho offeso, mi dispiace.”

“Io offeso da parole così belle? Figurati…” ma si vedeva che Dean era perplesso. Sam non riusciva a capire bene se Dean lo considerava solo uno sciocchino che si era preso una cotta, o se in realtà lui stesso si giudicava diverso.
 


“Il tuo libro..le mille e una notte..ce l’ho a casa, sai! Sia il cd, sia il libro!” disse Sam, togliendo quella pausa imbarazzante.

“Ohhh..mi fa piacere..e cosa ne pensi?” chiese Dean, rallegrandosi.

“Quando ho ascoltato la canzone sui panini al latte, ho pianto..”

“Mmmm..e hai pianto perché ti faceva schifo o…”

Sam rise. “No! Era davvero commovente e penso che anche tu..quando l’hai scritta, hai pianto..”
 
Dean restò a guardarlo, facendosi stranamente serio d’un tratto.

“Non c’è bisogno che me lo confermi..forse mi dirai anche che non è così..ma sono assolutamente certo che ti sia emozionato a scriverlo, e hai anche pianto..”

“Un po’ arrogante..non c’è che dire..cosa ti rende tanto sicuro?” chiese Dean.

Ma Sam lo sorprese ancora una volta, perché non glielo spiegò subito, ma si mise invece a cantare una strofa della sua canzone:
 


Ero andato dal panettier per comprar dei panini al latte, ma poi non volevo più venir via..ma poi non volevo più venir via.

Dean restò basito ad ascoltare quella strofa.

Sam continuò:

tanta dolcezza in una goccia di miele.

Poi Sam riprese a parlare:

“la strofa ma poi non volevo più venir via.. è ripresa due volte subito e poi altre volte ancora..è una frase che già in un contesto normale riporta al conflitto perenne che è dentro di noi, quando non vorremmo venir più via da qualcosa, ma siamo costretti a farlo..se viene ripetuta spesso in un discorso, o come in questo caso, in una canzone, si vuole dare un messaggio di struggente malinconia e tristezza..e io credo sia molto difficile riuscire a dire tante volte questa frase senza commuoversi…” disse Sam.

Dean restò sbalordito e a bocca aperta, senza sapere cosa replicare.

“E poi come se non bastasse, abbiamo anche tanta dolcezza in una goccia di miele… si può quasi sentire la tristezza anche in una frase così dolce..la tristezza di chi riesce a cogliere la bellezza ma non riesce a catturarla, a tenerla con sé..e allora anche quella bellezza, diventa triste, quasi crudele, perché sfuggente…”

“Io..” Dean si stava accorgendo di avere gli occhi lucidi.

I panettieri sono ladri di cuori..prendono il nostro e lo portano via da noi…” suona come una metafora….come se fosse il bambino dentro di noi a parlare..”

“Il fanciullino di Pascoli..”

“Esatto..” convenne Sam.  È l’adulto che parla  tramite il fanciullino. Tramite un linguaggio infantile, si vuole ricalcare la metafora della tenerezza, per sottolineare il paragone come di tutte le cose teneri e struggenti che ci stracciano il cuore…che ci emozionano, ci fanno sentire vivi..ma che poi ci fanno soffrire quando non possiamo più riportarle…è questo che si intende per “i panettieri sono ladri di cuori…prendono il nostro e lo portano via da noi..” il fanciullino ricorderà sempre quell’emozione, ma non potrà riviverla..questo è come sentirsi strappar via il cuore..in quella canzone ci hai messo anche la tenerezza struggente e dolente delle cose che non ritornano più..” disse Sam.

Si accorse che Dean aveva gli occhi traboccanti di lacrime.

“Accidenti, dovresti fare lo psicologo..o il drammaturgo..”

“Dean..io..”

“E comunque tutto questo che direbbe di me?”

“Che sei una gran bella persona..con un’anima ricca..e piena di sensibilità..e che anche se sei una celebrità, anche tu soffri come tutti noi..”
 
Dean fece una cosa d’istinto, che aveva fatto gran poche volte con i suoi fans, e di sicuro mai mentre stava piangendo.



Lo abbracciò.
 
Era un gran bello spettacolo.

Loro due da soli. Su quella panchina.

Abbracciati.

“Scusami..io..”

“No..non devi scusarti..anzi, scusa tu me, non volevo farti piangere…” disse Sam, accarezzandogli la schiena.

Dean lasciò che Sam gli fece quella carezza, ma poi lentamente, sciolse l'abbraccio.



“Poche volte mi sono commosso così..mi hai colpito, Sam. davvero. Ma non ti ho fatto venir fin qui per vedermi così. Dai, parliamo d’altro. Parliamo della caccia al tesoro telefonico e del piatto di pasta che mi hai preparato.” Disse Dean, asciugandosi gli occhi.

“Ok..okay..ehm..” sorrise Sam.

“Innanzitutto sei un pazzo criminale. Avrei potuto chiamare la polizia, sai?”

Sam lo guardò seriamente, intimorito.

“Per tua fortuna, avevo visto Matrix. E mi è piaciuto un sacco.”

“È piaciuto molto anche a me!”

“Wooo quindi la tua non era un’idea originale, ma copiata!”

“Ma no..io..”

“Sto scherzando, Sam. Amo queste cose e poi sapevo che non potevi essere uno psicopatico. Non scriveresti cose così tenere, se no.”

“Intendi che ne avrei scritte di più sdolcinate se lo fossi stato?” disse Sam, stando al gioco.

“Esatto!” disse Dean, continuando a scherzare. “Sai, non so se passare alle rose o al piatto, prima..”

“Beh, i maschi amano il cibo e a meno che il mio piatto non ti abbia fatto schifo, vorresti parlare della pasta..” disse scherzando Sam.
 
“Stai zitto, stai zitto, tu mi confondi! Ora che mi ci fai pensare, voglio parlare prima delle rose! Quando mai si regalano rose rosa ad un ragazzo??”

Sam sembrò imbarazzato, ma poi Dean aggiunse:

“Non riuscivo a capire perché, ma la mia perplessità è del tutto svanita, davanti a quel piatto di pasta! Con quello posso perdonarti tutto, anche una giacca verde a pois, parola mia! L’hai cucinata davvero tu??”

“Sì, alla locanda..ma chiaramente non era fatta sul momento..avevo bisogno di un po’ di anticipo e di organizzazione..ma era del giorno stesso..l’ho preparata di pomeriggio..” disse Sam super imbarazzato.

“Cosa? Wow, ti giuro, sembrava cucinata sul momento! Un momento, ma allora come mai era calda e perfetta come se fosse stata appena sfornata?”

Mary e Jo erano incaricate di riscaldarla, appena le avrei avvisate..per telefono. Avevo una paura folle che non accettassi di venire..avevo già pronte una marea di scuse, nel caso da porgere loro e eventuali lavoretti per sdebitarmi del disturbo..”

“Wow..quindi se non fossi venuto, sarebbe stata anche colpa mia di questo....mi hai dato una bella responsabilità addosso..”

“No, scusa, io..”

“Sto scherzando, Sammy… e siccome sono stato anche un gran cafone prima, parlando delle rose, voglio rimediare ora. Non stavo scherzando, voglio sapere davvero ora, perché le hai scelte ROSA e VIOLA. Come mai un colore così singolare?  Erano bellissime, davvero. Scherzavo prima. Ma la mia curiosità è genuina e sincera. Siccome penso che sei un ragazzo che non fa mai niente a caso..vorrei sapere se c’è un motivo.”

“Beh, ecco…io..ho letto i significati delle rose, prima di decidere che colore scegliere..” rivelò Sam.

“Sempre più incuriosito. Dimmi..”

“Va bene, ma prima che lo faccio..e prima che scapperai, volevo prima mostrarti una cosa.”

“Cosa? Piccolo insolente..e poi perché dovrei scappare? Avanti, mostrami.” Lo sfidò Dean, sempre più incuriosito dal ragazzo.
 
 















Note dell'autrice: lo so, ora sarete arrabbiati ahhahah ma credetemi, più di 2000 parole e poco più, io è difficile che riesco a scrivere ahhah 

innanzitutto, perchè non mi limito a scrivere, spazio anche tantissimo le frasi e assieme alla correzione dell'intero capitolo, fidatevi, è un lavoro estenuante xd scrivere di più aumenta l'impegno e poi sinceramente siccome la parte che viene dopo (più parti ) sono davvero belle, secondo me meritano un capitolo a parte ^^

spero vi sia piaciuto il capitoloooooo. Io li amoooooo

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Capitolo 5
*** Un desiderio travolgente ***


Ok, Dean gliel’aveva chiesto, l’aveva spinto a farlo, e Sam stesso sentiva di volerlo fare.

Tirò fuori dalla tasca del suo giubbotto, un oggetto…

Una fisarmonica.

Non era una fisarmonica moderna, ma una piccola fisarmonica vecchia, ma tanto carina.

“Oddio..sei un tipo pieno di sorprese, Sam..” disse Dean, meravigliato.

“Aspetta..non deconcentrarmi..” disse Sam. Prese la fisarmonica e cominciò a suonarla.
 


Dean restò sbalordito, mirando Sam suonare. Con così tanta grazia suonava lo strumento, senza fatica, benché suonare la fisarmonica, richiedesse un notevole impegno e concentrazione.

Ma lui riusciva comunque a far fluire una melodia tanto bella, malinconica, dolce, e che riusciva a ricordargli tempi lontani, che a lui non erano mai appartenuti, tempi di feste sulle piazze, di gente che rideva per le strade acciottolate…

Sam non guardava Dean, quasi avesse avuto paura di distrarsi, finì il suo pezzo e poi alla fine Dean applaudì sonoramente.
 


“Dove hai imparato?” gli chiese curioso.

“A casa. Da solo.”

“Cosa??”

“Vedi..non volevo essere solo un fan fanatico per te..un fan..passivo..volevo dimostrarti che ero davvero interessato alla tua musica e che ammiro il tuo talento..il solo modo che avevo per dimostrarti che sono sincero, era quello di entrare nel mio piccolo, un po’ nel tuo mondo..nel mondo della musica..tutti i fan dei loro idoli, dicono che li capiscono..ma come possono gli artisti come te, crederci, sapendo che non possono sapere quello che state passando, sapendo che non possiamo capirvi? Volevo quindi dimostrare che posso farlo..posso capirti, assaporare anch’io…la musica..”

Dean restò senza fiato.

“Lo so..ti sembrerò uno sciocco ad aver fatto tutto questo..”

“No, non stavo per niente dicendo questo..”

“Anche se io e te non ci fossimo incontrati..questo  sarebbe stato qualcosa che mi sarei portato dietro per sempre. “ disse indicando la fisarmonica. “In un certo senso, sei stato tu, è stato per merito tuo che ho imparato a suonarla..e ne sono felice, contento.”

Dean era commosso.

“Non sai che piacere mi fa, sentirtelo dire…hai suonato molto bene, a proposito..”

“Grazie..”

“Perché la scelta di uno strumento così vecchio di fisarmonica?”

“Io..uh..mi rendo conto che esistono fisarmoniche più belle e nuove adesso..ma vedi..io ho preferito imparare a suonare questa..perchè..mi hanno sempre affascinato quegli artisti vecchi di strada che suonavano malinconici, belle canzoni..e loro sapevano che ben pochi li avrebbero apprezzati, ma incuranti di questo, continuavano a cantare, perché loro avevano la musica nel cuore.anch’io voglio essere così..”

“Dici parole bellissime, Sam..”

“Io..”

“Dimmene altre. Raccontami il perché di quelle rose rosa e viola.”

Sono LAVANDA.." disse Sam con un cipiglio puntiglioso che lo fece ridere.

"Va bene, dimmele..voglio.."

“Dean..è davvero una scemenza..non..”

Voglio – saperlo.  Sono un artista capriccioso, Sam. Quando voglio qualcosa, è molto facile per me ottenerla.” Disse Dean sorridendo.
 
Sam allora prese un grande sospiro e disse molto imbarazzato:

“Ho pensato che le rosa rosse fossero banali e avrebbero potuto imbarazzarti..”

“Perché sei un ragazzo..” rise Dean.

“Esatto..e non mi andavano le rose blu, perché sono artefatte.finte..”

“Mmm..capisco..”

“Io…le rose gialle esprimono inganno e gelosia..non mi sembrava il caso..e le rose nere sono presagio di sventura e tristezza..”

“Perché le rose arancioni, Sam?”

“Io..le rose corallo o arancioni,  simboleggiano un desiderio intenso perseguito con passione…

“E le rosa viol..cioè lavanda? Hai detto che le blu sono finte, ma..”

“Simboleggiano l’incanto, il fascino, l’adorazione!” disse Sam, ormai sempre più viola in viso." E le rosa rosa non volevo dartele, perché simboleggiano amicizia, ok?? Solo..affetto..ma non era quello a cui pensavo..”

“E a cosa pensavi, Sam?” chiese Dean che con difficoltà riuscì a trovare le parole dopo quelle confessioni.

“Il rosa per me non sarà mai il colore dell’amicizia..nè dell’affetto..ma dell’amore..di tutto l’amore..l’amore universale..l’amore romantico e quello sentimentale..”
 
 

Dopo una confessione così, Dean non potè far altro che prendergli il mento e baciarlo di slancio.

E fu Dean a guidare il bacio, ma Sam rispose con passione, le loro lingue si incontrarono subito insieme e cavolo..come baciava bene il piccoletto, e come si stringeva a lui.

Le sue mani, le sue labbra, lo stavano facendo impazzire.

“Vieni con me..nella mia suite..aspetta, quanti anni hai, prima?” gli chiese, ansimando.

“Venti..” disse Sam ansimando a sua volta.

A Dean non servì sapere altro.
 
 
 














Note dell'autrice: 

lo so lo so, ho fatto una retromarcia paurosa sulle rose ahhah ci ho pensato bene, ed era davvero un peccato che mi fermavo alle rosa rosa! Ma ho voluto inserire anche quelle!!

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Capitolo 6
*** Fallo con me, come non l'hai fatto mai, fammi sentire che sono l'unico ***


Pov Sam.



Come faremo a raggiungere la tua suite? Avevo chiesto a Dean. Mi immaginavo che raggiungessimo tipo un castello..magari correndo mano nella mano come se fossimo noi stessi dei principi innamorati, fino al suo castello, sotto la pioggia magari…

Che stupidino che sono..

Dovevo immaginare che non poteva essere nelle vicinanze, ma fu Dean a spiegarmi tutto, mentre rifacevamo a ritroso il percorso che lui aveva dovuto fare per venire da me, e nel frattempo mi illustrava la situazione…
 
“Per venire da te, ho dovuto escogitare tutto un piano con i miei collaboratori, fingendo che mi sentivo poco bene e quindi mi sarei ritirato dietro le quinte..se i fotografi fossero stati assolutamente convinti che io ero ancora al concerto, ma dietro, non sarebbero venuti a cercarmi..naturalmente alcuni non l’hanno bevuta, ma sono stati..diciamo..pagati profumatamente per tenere la bocca chiusa e io ho potuto allontanarmi indisturbato..”

Ero assolutamente sconcertato dalla naturalezza con cui mi stava confessando queste cose, come se fosse routine per lui, ma allo stesso tempo ero lusingato che avesse fatto tutto questo solo per raggiungermi e soprattutto per non avere nessuno intorno…

Allo stesso tempo percepivo la sua ansia, infatti mi stava quasi stritolando la mano…quasi avesse paura che io potessi ripensarci e decidere di scappare..mi intenerì un po’.

“Dean..ho capito, ma non stritolarmi..non ho intenzione di scappare..” dissi io, facendolo un po’ arrossire per l’imbarazzo.
 
 
 
Quando tornammo al concerto, che incredibilmente non era ancora finito, io rimasi incantato dalla destrezza di Dean, di riuscire ad arrivare senza farsi notare. Mi disse poi:

“Tu aspetta qui..ti giuro che faccio in un lampo..”

Ebbi un po’ timore che questa volta sarebbe stato lui ad abbandonare me, ma lui mi guardò fisso negli occhi, dicendomi:

“Tieni questo..”

“Che cos’è?” gli chiesi, tenendo un grosso cipollone d’oro tra le mani.

“è di mio padre. Una garanzia per assicurarti che tornerò. Non mi perdonerebbe mai se lo perdessi.”

“Dean! Ma che fai, non esagerare dai..” dissi io cercando di restituirglielo.

Dean però scosse la testa.

“Ti sto lasciando qui da solo e devo darti un buon motivo sia per restare, sia per assicurarti che tornerò. Dammi solo 10 minuti, quindici al massimo, per chiamare qualche mio collaboratore e rimediare una macchina, ok?”

Rimasi senza fiato, ma annuì. Dentro di me pensai che l’avrei aspettato anche per mezz’ora, tutta la notte, ma non era il caso di dirglielo, altrimenti avrebbe potuto approfittarsene.
 
 
 
Aspettai solamente 10 minuti, dopodiché Dean tornò da me, accompagnato da un omaccione corpulento.

“Quanto tempo è passato?” disse Dean.

“Io..oh..uh..dieci minuti..” dissi io imbarazzato, ricordandomi che tenevo ancora in mano l’orologio e restituendoglielo tutto imbarazzato.

Dean mi rivolse un sorriso compiaciuto e radioso, e insieme ci avviammo verso una limousine stupenda.

“Ti piacerà, vedrai…” disse, mentre mi apriva la portiera e entrava insieme a me nei sedili anteriori. Mi piaci tu, avrei voluto rispondergli.
 
 
 
 
 
Pov Dean.

Quando arrivammo alla mia suite, dopo esser passati per l’ascensore, mi scoprii più emozionato e ansioso di quello che mi sarei aspettato. Il mio ammiratore non sembrava interessato al lusso di dove ci trovavamo, non ha quasi degnato di uno sguardo l’albergo e sembra far di tutto per non guardare la suite, eppure speravo che ne sarebbe rimasto impressionato, così rende tutto più difficile.

Non ti piace la mia suite?” lo provocò Dean, andando da lui e accarezzandogli i capelli.

“Io..uh..non è questo..ma ho come..il cervello scollegato, ma è davvero un gran bel posto..davvero..complimenti..”

È tutto rosso in viso, non so cosa pensare…da una parte mi fa piacere constatare che è più interessato a guardare me, piuttosto che l’ambiente..”

Dall’altra parte, non so che fare..
 
“Bevi con me..” dico all’improvviso, aprendo il mio minifrigo e prendendo dei bicchieri di cristallo.
 
 
 
Pov Sam.

Brindiamo, bevo un sorso, ma quasi mi strozzo con lo champagne e subito Dean è lì a tenermi il viso.

“Sono un cretino, scusa..non sono abituato a bere..”

“Davvero? Oddio..pure astemio? Lo hai un difetto?” mi dice, tenendomi il viso tra le mani.

“Se per te è un pregio..tutti i miei amici mi prendono in giro..”

“Non sono amici, se lo fanno..io non ti prenderei mai in giro..voglio dire, non più del dovuto..” ride.

“Dea, stai straparlando..” rispondo io. Rimaniamo lì..in piedi..come se fossimo preda di un ballo silenzioso.
All’improvviso Dean diventa quasi timido..si mette fronte contro fronte, e non mi guarda negli occhi.
 
“Sam..ascolta..io..non sei obbligato a…lo sai..”

“Tu lo vuoi?”

“Sì..sì..cavolo sì..ma non voglio obbligarti..capisci..” dice. Oddio, struscia la sua fronte contro la mia, il suo naso contro il mio, chiudo gli occhi, non capisco più niente.

“Tu mi vuoi?” gli chiedo io.

“Sì..sì..”

“L’hai già fatto con un ragazzo?”

“Sì..e tu..?”

“Sì..ma voglio farlo con te..come se fosse la prima volta…”
 
Mi bacia appassionatamente, tenendomi il viso tra le mani, mi accarezza languidamente, fremo tra le sue braccia, mi sembra di tornare bambino, mi sembra di non esser mai stato accolto in vita mia prima di quel momento, come se non avessi conosciuto altre braccia prima di lui..
 
Mi fa sdraiare sul letto, continua ad accarezzarmi dappertutto, a baciarmi languido, dappertutto, a togliermi le scarpe, le calze, i jeans con lentezza esasperante, ma anche di una dolcezza straziante.

Voglio ricambiare, lo attiro a me, ricambiando le carezze....oh, la morbidezza della sua camicia celeste..sembra seta..mi accorgo che probabilmente lo è..la sua camicia è fatta di seta come probabilmente anche il resto del suo corpo..accarezzo la sua camicia..la sua pelle di seta e lui sospira. - per merito mio ? -
 
“Sospiri così con tutti quelli con cui lo fai?” gli dico ma non voglio sembri un tono cattivo, quindi lo bacio subito dopo..

“Tu..sei..diverso..il calore che mi trasmetti è..DIVERSO..”
 
E poi mi spoglia e non capisco più niente.
 
Quando resto nudo davanti a lui, mi sembra di essere nudo per la prima volta, davanti al mondo, davanti alla vita, davanti ad un essere umano..come se non fossero esistiti neanche i miei genitori, come se fosse lui la mia prima persona.

Come se non mi fossi spogliato mai veramente prima d’ora.

Quando Dean mi prepara, lo fa con la maestria di un violinista, con la dolcezza di un pianoforte
 
Le mani tue…strumenti su di me…che dirigi da maestro esperto quale sei..
 
 
Quando Dean entra dentro di me è come il completamento di un corpo, il completamento di un’anima, un’anima che trova la sua gemella.

Due corpi che si uniscono, fino ad incastrarsi alla perfezione.
 
Quando spinge dentro di me, è come conoscere per la prima volta la gioia, l’eccitazione, lo sbalordimento, l’AMORE.

















 Note dell'autrice: 

allora, la frase: 

Le mani tue…strumenti su di me…che dirigi da maestro esperto quale sei.. è di Mia  Martini - Minuetto 

forse in pochi non la conosceranno..io confesso che sono dovuta andare a leggere di chi era la frase ahha non ricordavo xd ma MERAVIGLIOSA CANZONE <3333

non perdetevi il risveglio <3333

spero di avervi sorpreso e di sorprendervi ancora con il prossimo capitolo xd

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Capitolo 7
*** Tornerai? ***


Sapevo che un ragazzo, una celebrità, come Dean Campbell, non sarebbe potuta rimanere con me, ma quando camminai con lui, tenendolo per mano, quando entrammo nella sua suite, ci baciammo e facemmo l’amore, mi scordai di tutte queste cose.
 
E ancora, quando durante la notte, nel dormiveglia, continuavo a sentirlo, lui continuava ad accarezzarmi come il più tenero degli amanti, e fino ad arrivare ad un certo punto, che mi sembrò anche di sentirlo suonare la mia fisarmonica…

Dean che suonava la mia fisarmonica…

Nel nero della nostra stanza, seguivo il suo profilo che suonava…ed era perfetto.
 
 
 
Al risveglio, anche se avrei voluto, sapevo in cuor mio, che non ci sarebbe stato.

Infatti non c’era.

“Dean..” continuai a sussurrare, toccando la sua parte del letto.
 
Realizzai subito che c’era un tavolino dentro la stanza, riccamente decorato con una bella e invitante colazione. C’era anche un piccolo vaso di fiori sul tavolino e vicino c’è un biglietto.
 
 
Caro Sam…perdonami, se puoi, ma sono dovuto scappare. Non è prudente per me farmi sorprendere a letto con qualcuno, spero capirai…
 
No, non volevo capire. Chiusi gli occhi, ma poi mi forzai a leggere il resto e quello che lessi, mi lasciò basito.
 
Ho chiesto di portarti la colazione. C’è un piccolo microonde nella stanza, per scaldare il latte e le brioche, se vuoi. Mi dispiace di non poter fare colazione con te. Penserai che questo sia un addio, ma io ho rubato il numero del tuo cellulare..
 
“Ma cosa…” mormorai io sconvolto da quell’ingiustizia. Io non avevo il suo, ma lui aveva il mio?

e non tenere il broncio, io ho dovuto leggere per anni, passivo, le tue lettere senza poter rispondere, sapevi il mio nome, ma io non sapevo il tuo. Eri in una condizione doppia di vantaggio, tu potevi esprimermi i tuoi sentimenti e potevi visualizzare un’immagine quando pensavi a me, io no.

Ora voglio prendermi una rivincita. Ho il tuo numero di telefono. Mi farò vivo io con te. Tu dovrai…
Aspettare.

Come ho fatto io.
 
 
 
“Ma…io sono senza parole…quanta arroganza…” dissi io, ma feci colazione, lo stesso, rincuorato in fondo dal fatto che lui avesse il mio numero e anche un po' eccitato da questa sorta di gioco del gatto con il topo, che era iniziata tra noi.

Quando finii la mia colazione, l'eccitazione svanì e mi sembrò sempre più sfocata e ridicola... e mi venne un gran mal di stomaco. Non ero sicuro che Dean avesse detto la verità. Forse non era neanche vero che aveva il mio numero e l’aveva detto solo per addolcire il suo abbandono…
 
No, lui non è così. Non lo farebbe mai…
 
 
 
Uscii dall’albergo e non potei evitare alle lacrime di cadere, mentre camminavo per la strada. Perché, perché se n’era andato? Non poteva aspettare che mi svegliassi?
 
E se non dovessi rivederlo mai più?
 
Riuscirei a riprendere a scrivergli come se questa notte non fosse mai accaduta?
 
 

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Capitolo 8
*** Una sorpresa inaspettata ***


Quando arrivò la telefonata di Dean, Sam era in treno.


“Ciao Sam, Sono Dean…”

Una ventata calda sembrò trapassare lo stomaco di Sam.

“Ciao Dean..” disse Sam, emozionato.

“Come stai? Ti è piaciuta la colazione? Hai usato la mia doccia?”

“L-la colazione è stata un pensiero molto carino..ma non ho fatto la doccia, Dean, sono andato via subito..”

“Ma come! Potevi restare per tutto il tempo che volevi. Non l’ho scritto nel biglietto? Peccato, Sammy, mi sono divertito a fantasticare su di te tutto nudo nella doccia…”

“Io invece…avrei preferito…altro..tipo vederti quando mi svegliavo..avresti…anche potuto aspettare che mi svegliassi..” disse Sam, cercando di non suonare troppo duro.

“Mi dispiace, ma sono dovuto scappare, Sammy..”

Sam cercò di suonare divertente. “Temevi che ti avrei incatenato al letto e non ti avrei fatto più andare via?”

“Una specie. Non tu. I tuoi occhi. Sei deluso, Sammy?”

“Io…no..” mentì Sam.

Dean rise, ma non sembrava una risata da presa in giro. Piuttosto autocompiacimento.

“Sammy, io ti ho salutato mille volte, quando eravamo a letto.”

“Sul serio? Era un saluto, quello? Credevo fosse una canzone..”
 
Durante la notte, Dean continuava a dire “ciao Sammy, ciao..” mentre lo sbaciucchiava, ma era difficile prenderlo sul serio, dal momento che erano accoccolati e che lui era stato comunque con Sam, tutta la notte.

“Sammy, non capisco se mi stai facendo un complimento o insultando.” Disse Dean, continuando a ridere, sempre più….felice?

Sam decise di non rispondere.

“Dean, che cos’è questa storia del numero a senso unico?”

“Prendila come una piccola rivincita per le centinaia di lettere a senso unico..”

“Ma..io non voglio essere scortese ma..che senso ha?”

 “Ci sentiremo presto, Sammy..ah, un’ultima cosa… è stata una bella notte…”
 
E concluse la chiamata lasciando così Sam, interdetto, a riflettere su quella frase.
 
 
 
 
 
 
*

Il lunedì, all’Università, Sam stava raccontando alla sua Amica Olivia, una ragazzina molto dolce con i capelli color cioccolato e scalati, la sua avventura con Dean.

“Mio dio, Sam..finalmente gli hai parlato, finalmente hai…oh mio dio!!”

“Non farti sentire!!!” la ammonì Sam.

A Sam non piaceva parlare di Olivia. Olivia era speciale, Olivia era la sua amica del cuore, quella che forse sogni di avere tutta la vita. Sam non la considerava neanche come la sorella che non aveva mai avuto. Olivia c’era stata nel periodo tremendo della scuola, dove tutti i ragazzini prendono in giro i ragazzini più deboli, tristi e soli, e malgrado Olivia fosse una outsider dentro e fuori, era stata vicino a Sam più di ogni altro. Per questo a Sam non piaceva parlare di lei, la considerava troppo preziosa per far sapere al mondo che Olivia esisteva.

Elementari, medie, superiori. L’aveva sempre difeso contro tutti. Ci fu un periodo un po’ imbarazzante alle medie, quando Olivia pensò di essersi presa una cotta per lo stesso Sam, proprio mentre Sam stava cominciando a venire a patti con la realizzazione che gli piacevano i ragazzi.

Ci fu una minima incomprensione, fortunatamente rientrata dopo pochissimo, il tempo che a Olivia passò la cotta e il suo innamoramento tornò a uno stadio spirituale  verso Sam, più che carnale, e dopo un periodo di assestamento, i due tornarono ad essere più amici di prima, al punto che Olivia tentava in tutti i modi di cercare di far fidanzare Sam con qualcuno.

Sam però evitava quasi sempre di lasciarsi coinvolgere dai tipi che aveva in testa Olivia, per ovvi motivi.
 
“Basta, non mi fido più di te. Tu vorresti accasarmi con tipi di cui ti infatui te stessa, peccato che siano tutti figaccioni estremamente eterosessuali. “

“Magari puoi fargli cambiare idea!!” ribatteva l’ostinata, facendolo ridere. “Sei uno stupido. Non vedi come ti guardano?”

“Olivia, la stupida sei te. Guardano me, male, perché ti vedono sempre abbarbicata a me.” diceva Sam, facendola arrossire.
 
 


Era lunedì. Erano due giorni che Sam non riusciva a dormire di notte, perché i pensieri su Dean, gli disturbavano il sonno; il weekend era passato ed era dovuto tornare all’Università e l’ultima cosa che si aspettava era quella di andare a sbattere addosso a Dean nel cortile dell’Università.
 
Ops.” Disse Dean con un sorriso a trentadue denti.

Dean!! “

“Quanto sei bello con questi pantaloni morbidi scozzesi e questa t – shirt bianca a righe celesti..” disse Dean squadrandolo.

Che…che cosa ci fai qui??” gli chiese, bisbigliando e sentendosi tremare le ginocchia. Oddio, Dean, nella sua università.

“Volevo vederti…e farti una sorpresa..e vedere il luogo in cui passi le tue giornate..” disse Dean, attirando il corpo di Sam a sé, strusciandosi a lui “E volevo vedere com’eri vestito..” disse, strusciando la sua bocca contro la sua, in maniera erotica.

Sam lo guardò con gli occhi socchiusi in un sorriso felice. Anche gli occhi gli ridevano, contenti di essere di nuovo incatenati ai suoi, tra le sue braccia.

Sam non riuscì neanche a parlare e replicare. La sua unica replica fu più un’azione.

Sorprendendo lo stesso Dean, si lanciò ad abbracciarlo di slancio, poggiando il suo mento contro la sua spalla.
 
Dean non se lo aspettava e rimase paralizzato dallo stupore, poi con uguale contentezza e tenerezza, ricambiò l’abbraccio.

Ma ormai erano arrivati anche gli altri studenti, che avevano riconosciuto Dean Campbell, e stavano gridando tra lo stupore e l’esaltazione.
 
Dean si guardò intorno, imbarazzato e un po’ spaesato, Sam invece, si staccò con delicatezza e dolcezza da lui, continuando a sorridere timidamente, ma indietreggiando da lui.
 
“Aspetta..dove vai..asp..” ma nel frattempo la calca si stava ammassando tutto intorno al grande idolo Dean Campbell. 

















Note dell'autrice: 

non ci crederete ma pur avendo questa scena in mente da molto, ho dovuto modificarlo più volte prima di arrivare a quello che volevo io..la telefonata infatti all'inizio non era così..era un pò più fredda, ma poi ho voluto modificarla, perchè mi sono ricordata che questa storia è stata ideata da me proprio pensata e immaginata come una cosa erotica ^^ poi verrà anche l'angst ma non voglio sia troppo pesante, ecco..

Olivia non era prevista, invece, lè stato un pensiero e un'idea dell'ultimo minuto ^^

ps non credo si capisca bene, ma il giorno che sam e olivia parlano, è lo stesso di quando dean arriva xd scusatemi se non l'ho reso chiarissimo nel capitolo

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Capitolo 9
*** Una seconda sorpresa inaspettata ***


Erano successe delle novità, dopo l’incontro con Dean all’ università di Sam.

Sarebbe ovvio pensare, che dopo quell’incontro i due abbiano ripreso a sentirsi e vedersi e fare l’amore…

Invece no!

Invece Dean aveva continuato a telefonare a Sam, spesso senza parlare neanche quando l’altro rispondeva e Sam restava lì con il telefono sull’orecchio, sapendo che era Dean e beandosi solo di quel momento.

Entrambi restavano così per minuti interi.

Fino a che Sam si stancò.

Si sentiva preso in giro, manipolato e preso in giro.
Sedotto e abbandonato.
 
 
 
Cominciò a non rispondere più al telefono e quando vide che Dean insisteva, lo cambiò.

Erano passate due settimane da allora e Sam era nel frattempo ossessionato dal pensiero di cosa fare per farsi perdonare di quel gesto , da Dean.

Certo, non che non se lo meritasse, ma comunque era stata una cosa parecchio irrispettosa da fare, senza neanche avvisarlo, e se Dean ora non avrebbe più vouto sentirlo?

Sarebbe stata colpa sua….
 
 
Quello che Sam non potè mai immaginarsi, era che Dean stesso, decise di fare il primo passo.

Non si sa come, era riuscito a scoprire che Sam si era preso una pausa dall’Università, per andare a lavorare nel negozio di ferramenta del fratello maggiore di Castiel, suo migliore amico.

Era solo un aiuto che aveva accettato di dargli, ma Dean era riuscito a scoprirlo.
 
 




Sam stava ancora pensando a Dean, quando se lo vide capitare dentro al negozio. Lo riconobbe dalla testa, prima ancora di vedere tutto il corpo.

Lo vide passare attraverso la porta che si apriva da sola, lui era al bancone e Dean aveva lo sguardo solenne.

Oddio, è incazzato. Ce l’ha a morte con me.
 
 


“Sam, ma che cosa ti prende?” chiese Mark Pellegrino, il fratello di Castiel. Era un ragazzo angelico con un viso dolcissimo e che ritraeva la bontà e la dolcezza assoluta. Era biondissimo e aveva degli occhi color nocciola, poi Mark vide bene il nuovo entrato e lo riconobbe. “Oh cavolo, ma è Dean Campbell. Che cosa ci fa qui? Sam, non fare il bambino, non è mica un alieno. Sam, ma dove vai?”

Sam stava cercando di sgattaiolare via senza farsi vedere da Dean e nel farlo stava cercando di muoversi nascosto tra gli anfratti e gli scaffali del negozio dopo esser sgusciato strisciando la passerella a capo chino.

Sam non gli rispose alla domanda, ma cercò di fargli dei gesti strani per dirgli di fare silenzio, ma Mark non capì.

“Sei così strano, oggi, Sam..”

Nel frattempo Sam si era nascosto dietro una tenda a filamenti che segnava l’ingresso di un’altra stanza, mentre Dean si avvicinò con uno dei suoi sorrisi migliori.
 


“Posso..fare qualcosa per lei?” chiese gentilmente Mark.

“Lo spero bene. Ho dimenticato qui qualcosa per me molto importante.” Disse l’altro sempre sorridendo.

“Sono desolato. È qualcosa dei nostri prodotti?”

“Veramente è qualcosa di molto più personale.” Disse Dean, facendo deglutire Sam.

“Oh, accidenti. Di cosa si tratta? Magari posso chiedere al mio assistente se è riuscito a trovarlo.” Disse Mark facendo sorridere ancora di più Dean.

“Se non le dispiace, vorrei chiedere direttamente a lui. Magari lui si ricorda. Era qualcosa di molto particolare e l’avevo mostrata solo a lui.”

“Dice davvero?” chiese Mark, mentre Sam si metteva una mano sugli occhi. “Sam, vieni qui!!”
 
I peggiori timori di Sam vennero confermati quando uscì fuori dalla tenda e vide il sorriso trionfante di Dean.

“Hai idea di che cosa sta cercando il signore qui?” chiese Mark.

“Io..io non sono..sicuro..” cominciò a balbettare Sam, ma per fortuna Dean era abituato a cavarsela con la dialettica ad uscire da queste situazioni.
 
“Il fatto è che il suo assistente è un mio fan sfegatato e mi aveva proposto un progetto molto carino per le mie prossime canzoni, ma è tutto ancora molto top secret, mi perdoni se sono stato così…misterioso.”

“D-davvero? Sam.” Mark guardò basito Sam, che era costernato allo stesso modo.

“Veramente io..”

“Non se la prendi con lui. Gli ho detto io di tenere il tutto segreto..e lui l’ha fatto  a quanto pare. Il fatto è che..non mi sono fatto più sentire per parlare del progetto. Una cosa davvero imperdonabile da parte mia, quindi, eccomi qui..spero di non disturbarlo al lavoro..” disse gentilmente Dean.

“No..no..ma si figuri..anzi perdoni Sam, deve essere rimasto un po’..sorpreso dalla sua visita, ma sarà felicissimo di parlare del progetto, ovviamente. Se volete, potete andare di là. Starete molto più comodi.” Disse Mark.
 


Ok, era l’inizio della fine. Sam cercò comunque di guadagnare terreno, sgusciando via per primo, mentre Dean era ancora impegnato con i saluti, anche se si accorsero presto della sua fuga.

“Ma…SAM?” chiese infatti Mark.

“Non vede l’ora di parlare del progetto. Mi piacciono i ragazzi così appassionati. Non si preoccupi, lo seguo io.” Disse Dean.
 
 
 


“Saaaaaaaaammmyyyyy. Non è gentile abbandonare in questo modo gli ospiti che vengono a trovarti. Lavori o no in un negozio?”

Sam aveva cercato di nascondersi piuttosto goffamente in un angolo, ma Dean sapeva esattamente dove si trovava. Prese una deviazione e lo sorprese alle spalle.

“Buuu.” Disse, spaventandolo.

“Oh dio.”

“Oh dio sì! Immaginavo già che fossi sexy con qualunque cosa addosso, ma addirittura con una cosa che fa così tanto anni 90!!. Ma vedendola addosso a te mi piace.” Disse Dean mirando la sua salopette.

“Che cos’hai contro le salopette? E che cosa ci fai qui nel negozio dove lavoro?”

“Uh-uh, percepisco del risentimento, Sam. Eppure dovrei essere io a essere risentito. Tutte quelle chiamate irraggiungibili, sei un cattivo bambino, Sam.” disse Dean.

“T-te lo sei meritato. Non saranno state più..ignobili..delle tue tante chiamate senza alcun dialogo.” Disse Sam tremando. Più Dean si faceva vicino, più era difficile resistergli.
 


Dean non gli rispose nemmeno, ma gli prese le cosce e le sollevò con un sol colpo, facendolo sedere sul bancone.

“Ho voluto godermi..il nostro corteggiamento.”

“C-che razza di corteggiamento era? Non vedersi e nemmeno  sentirsi?”

“Hai ragione. Volevo essere lento, ma non ci sono abituato e mi riesce male. Quindi torniamo alle vecchie abitudini, no?”

“C-che cosa?”

Ma Dean era stanco di parlare e quindi finì per baciarlo.
 
 
 
Un bacio molto passionale. Sam ebbe la sensazione come se Dean volesse imprimerlo o imprimere la sua bocca come sua proprietà in quel bacio.

Un bacio passionale, ma rubato.

“D-Dean…questo non può..questo non è…” disse Sam, confuso, cercando di sgusciare via, lasciando esterrefatto ancora di più Dean, che non era abituato a un rifiuto.
 
“Dove scappi??” gli chiese malizioso rincorrendolo e imprigionandolo contro il muro con il suo corpo, ma sembrava diverso. Certo, prima Sam non avrebbe potuto dire che era prepotente in maniera cattiva, ma gli sembrava comunque timoroso, frenetico, come se avesse paura di un qualcosa, forse non era certo che Sam lo volesse ancora.

Invece ora Dean, seppur ancora sensualmente prepotente, la sua prepotenza si era fatta più dolce, sempre sensuale, ma morbida e anche dolce. Il suo viso gli sorrideva, gli occhi gli sorridevano, si vedeva che era felice e ci fu una vena di morbidezza, in cui prese ancora il viso di Sam e lo baciò.



Un bacio lascivo ma colmo di dolcezza a cui stavolta Sam non potè non rispondere gemendo felice, pensando alla felicità intrisa nel viso di Dean.

Sarà la stessa che si vede nei miei occhi?

In quel momento Sam si lasciò andare ai più sentimentali pensieri da ragazzina, del tipo:

Se sono io a renderti così felice..voglio continuare a farlo..
 


“Dio…quanto mi sono mancate queste labbra…”

“Non..non sembrava..”

“Come? Cosa dici?”

“Credevo non volessi più vedermi e che mi stessi solo prendendo in giro. Per questo io ho..”

“Cambiato il numero?” lo provocò Dean.

“Mi dispiace..ma..ma mi sarei fatto perdonare. Ti avrei scritto di nuovo..mi sarei fatto perdonare..” aggiunse Sam.

Dean sembrò più felice a questa idea.

“Ah sì? E chi ti dice che io ti avrei rivoluto?”

“Sei qui ora no? Ahhh..” prese a gemere, quando Dean si strinse di più a lui, strusciando la sua erezione contro il membro di Sam, ancora coperto dai pantaloni.
 


“Sai..amo questa salopette. Così leggera. Come se non ci fosse, baby.”

“Dean..smettila..”

“Voglio che facciamo l’amore con questa indosso la prossima volta. Pensa quanto sarai stretto, quando potrò tirarti con queste.” Disse, tastando le bretelle, continuando a succhiargli il collo.

“Mi desideri così tanto? Non ci credo. È solo un bluff.”ansimò Sam.

“Un bluff, dici? Imparerai a capire quanto posso essere serio.” Disse Dean languido, continuando a stropicciargli il viso.
 


Il viso già rosso di Sam, divenne ancora più stropicciato e gonfio a causa delle attenzioni di Dean e finalmente cedette, baciandolo con un bacio passionale e vorace, cingendogli le braccia al collo.

L’autocontrollo di Dean andò a quel paese e dopo poco che si abbandonò al bacio, le sue mani vagarono sul corpo di Sam, palpandogli il sedere e poi entrando nella sua salopette, tastando la sua biancheria intima.
 
“Mmmm..” gemeva Sam. Non poteva fare altro, davanti alle calde e lascive carezze di Dean, ansimando più forte quando le sue mani si intrufolarono anche sotto la biancheria.

“AHHH..” gemeva più forte Sam, quando Dean decise di dargli piacere anche con la bocca, dopo avergli calato velocemente la salopette.
 


Non se l’aspettava e non potè far altro che contorcersi sotto di lui, mentre Dean succhiava il suo membro a più riprese, ora piano, ora facendo una pausa e poi più veloce.
 
Venne dentro di lui, ma Dean non si scompose, anzi si leccò le labbra, guardando con soddisfazione la faccia sfinita e sconvolta di Sam.



“Tieni. Ti rinfrescherà.” Disse Dean, prendendo una salvietta dai suoi pantaloni e passandogliela sul viso.

“M-ma tu?” balbettò Sam.

“Ah già..” disse Dean con un sorriso. “Basterà una bottiglietta d’acqua.”
 


Sam lo guardò confuso. Pensava che Dean intendesse che volesse una bottiglietta d’acqua per togliere il…”sapore.” Imbarazzato e forse anche un po’ offeso, lo accompagnò davanti ad una macchinetta di cibo e bevande, ma restò sbalordito quando Dean invece di berla, si gettò l’acqua sul viso e sui capelli.

"Oh, pensavi volessi berla?" scosse la testa divertito. "Non ho alcuna fretta di togliermi il sapore di te dalla mia bocca." disse mentre Sam lo guardava a bocca aperta.

“Fa caldo, non trovi anche tu?” gli chiese ancora Dean infierendo, aprendosi la camicia grigia e gettandosi acqua anche lì.
 
 
Poco dopo, Dean andò via, salutando Dean e Mark, sorridendo, portandosi dietro una bella fioriera.

Amo i fiori. “ disse con uno sguardo malizioso a Sam, che dovette trattenersi per non arrossire di nuovo.

“Siete..ehm..riusciti a parlare del vostro progetto?” chiese Mark.

“Oh sì. Sono riuscito a trovare quello che cercavo.” Disse Dean malizioso, alludendo a Sam e al suo nuovo numero di telefono, infatti guardò Sam dritto negli occhi, toccandosi la tasca della camicia affinchè lui capisse.

Sam capì e la sua espressione era un misto di imbarazzo e contentezza.
 
 
 
Mark aspettò che Dean uscì fuori dal negozio, prima di parlare con Sam.

“Ok, adesso dimmi tutto. Non credere che mi sia bevuto la storia del progetto.”

“Ehm..veramente io..” balbettò Sam.

Nel mentre, Dean stava uscendo dal negozio e incrociò Castiel che invece stava entrando.

Gli gettò addosso un’occhiata di ghiaccio.



“Ma cosa diavolo…Sam!!” disse Cas, entrando dentro il negozio.

“Cas..”

“Parliamoci chiaro! Se vuoi lavorare qui, devi lasciare fuori le tue fantasie hot dal negozio!”

“Cas!!”

“Ho appena avuto un’allucinazione! Il tuo sogno erotico che usciva fuori dal negozio e mi ha guardato come se avesse voluto uccidermi!”

“Cas!!!”

“Sam, che cos’è questa storia??” chiese Mark stralunato con la bocca aperta, evidentemente all’oscuro di tutto.
 
Ok, ora Sam era davvero nei guai. Come glielo spiegava? 

















Note dell'autrice: 

allora, è valsa la pena aspettare così tanto per questo nuovo capitolo? ahhahah xd penso si capisca anche dalla lunghezza, quanto mi sento ispirata xd

a dire la verità, le ispirazioni mi vengono da varie parti..confesso di aver fatto questo capitolo pensando a diversi generi "kiss me licia" per il negozio , anche se solo per quello.. e un pò anche cinquanta sfumature, sempre per via del negozio.. trovo davvero sexy e anche bella come cosa, che Dean vada addirittura al negozio dove lavora Sam e lì abbiano un incontro focoso *_*

infatti mi dispiace per questo momentaneo momento in cui dean ha fatto un pò lo stronzo, ma mi serviva per questo capitolo *_*

e poi se si fossero giurati amore eterno da subito, non sarebbe stato più molto divertente no? :ppp

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Capitolo 10
*** Castiel e Olivia ***


Sam stava facendo una passeggiata insieme a Castiel, l’altro suo grande amico, assieme a Olivia.

“Grazie per avermi permesso di uscire dalle grinfie e dallo sguardo indagatore di tuo fratello, Cas.” lo ringraziò Sam mentre camminavano.

“Potrai ringraziarmi camminando sui ceci per le prossime ventiquattr’ore…”

“Amico, non ti sembra di esag..”

“E per quanto tempo, sarà io a stabilirlo!”

“Ma Cas..”

“Ma ti sembra normale che devo venire a sapere da Olivia che hai passato la notte con Dean Campbell? Non potevi parlarmene personalmente? Siamo amici, no?”

“Guarda che sapevo benissimo che Olivia te l’avrebbe detto come prima cosa.”

“Ma cosa c’entra? Ho pensato che non volevi dirmelo proprio..insomma, le ho pensate tutte. Prima sparisci per un weekend e poi…”

“è che io…la verità è che mi sentivo in colpa già solo per essermelo lasciato scappare con Olivia, sai? Io..pensavo di star tradendo Dean in un certo senso. Forse lui vorrebbe che non lo dicessi a nessuno..”

“Ma noi siamo amici. I tuoi amici..e..cavolo. Gli muori dietro da una vita. Lascia che siamo contenti per te, no?”
 
 
 
Sam gli rivolse un sorriso grato e luminoso. Era vero. Castiel e Olivia erano i suoi migliori amici.

La sua mente però era come votata a pensare che fosse ancora solo. Era una sensazione difficile da abbattere, la sua. Come se gli mancasse ancora qualcosa.

Loro erano meravigliosi e Sam aveva semplicemente paura di non dare loro a volte tutto l’amore che meriterebbero. Forse stare da soli per tanto tempo, prendere così tante delusioni, ti chiudeva un pò.
 
 
 
 
 
 
*

Erano nella camera di Castiel. Sul letto.

Sam e Castiel erano abbracciati, sdraiati vicino, con gli occhi chiusi, in dormiveglia.

Sam aveva passato il braccio intorno al collo di Castiel per intero e le loro teste erano davvero molto vicine, fronte contro fronte.

Era un’immagine molto carina. Un’immagine indice anche della tempesta dei sentimenti che affollavano Sam, perché Sam si lasciava andare di rado, con il cuore, a manifestazioni d’affetto forti, ma quando lo faceva, era molto affettuoso e dolce e faceva sentire il suo affetto.

Per lui non era facile, ma gli faceva bene al cuore farlo.
 
Olivia tornò in quel momento, vedendo i due ragazzi così abbracciati.

Rimase per un attimo a fissarli, mentre Sam apriva gli occhi per primo, stropicciandoseli un po’.

Non si agitò, né fece movimenti bruschi, diviso per un attimo dalla tranquillità che gli dava l’amicizia con l’amica, insieme a un pizzico di preoccupazione per la sua reazione, perché era pur sempre la sua migliore amica.

E Castiel era…
Il suo ragazzo!
 


Castiel aprì gli occhi qualche secondo dopo, ma Olivia sorrise e senza dire niente, si gettò sull’amico del cuore a cavalcioni, atterrandolo.
 
“Olivia!” disse Sam,sorpreso, ma guardandola con un sorriso felice, di rivedere l’amica.

Allora… Cas mi ha raccontato del tuo incontro focoso con una certa celebrità di nostra conoscenza.” Disse Olivia con sguardo divertito, sedendosi sopra Sam.

“Sei corso subito a dirglielo, vedo..” disse Sam, rivolto a Castiel.

“Noi ci diciamo tutto, non siamo mica sfuggenti come te..” disse Castiel.
 

Castiel era stato a trovare dei parenti per qualche giorno, quindi non aveva potuto parlare con Sam personalmente della questione, ma poi tornato da un paio di giorni, aveva intenzione di parlare con Sam dei dettagli succulenti, non appena l’avesse rivisto al negozio.



“Ma se vi racconto sempre tutto..ora siete ingiusti..” si difese Sam.

Cooosa? Stavi per non dirmi neanche che saresti partito per Los Angeles! Ti ho sgamato solo perché ho visto il biglietto del treno, brutto farabutto!” disse Olivia.

“Avevo la testa per aria, fusa, non ci capivo più niente..”

“Seeee, ogni scusa è buona!” disse Castiel.

“Sam, tu devi capire che noi siamo tuoi amici. Lascia che condividiamo con te la gioia di saperti felice.” Disse Olivia dolcemente e ancora una volta Sam guardò negli occhi verdi e dolci di Olivia, sciogliendosi per la sua dolcezza nel suo viso da bambina e di amica speciale.



“Va bene..sì.” disse Sam dolcemente e anche Olivia si sciolse, chinandosi per abbracciarlo dolcemente. Sam chiuse gli occhi godendo della dolcezza dell’abbraccio della sua amica. Olivia aveva un potere rilassante, una morbidezza nel modo in cui ti abbracciava, che ti faceva stare proprio bene. Non era mai aggressiva o rigida. Dal suo corpo vibravano sempre emozioni d’amore.

Era una bella persona.
 
I suoi amici gli donavano così tanto affetto. Lui era grato per quello che facevano per lui.
 


Mentre Olivia abbracciava Sam, Castiel era rimasto a guardarla con un’espressione dolcissima, da innamorato. Non geloso. Solo da innamorato. Olivia si accorse della sua espressione su di sé, alzò lo sguardo e il suo viso si illuminò a incrociare quello sguardo.



Olivia si sporse a dargli un bacio sulla spalla, poi sul naso, poi all’angolo della bocca, poi sulla bocca ed ecco che Castiel le teneva il viso tra le mani e la baciava da prima a stampo, poi con un bacio più sensuale, con la lingua, ma con una morbidezza sensuale, come fosse un bacio degli angeli.

Olivia aprì gli occhi e lo guardò con sguardo da innamorata, lo stesso che lui aveva sempre quando la guardava, poi si girò, restando sdraiata a chiocciola contro di lui appoggiata al suo petto, mentre Castiel le accarezzava gli zigomi con le dita, mentre strusciava il viso sulla sua guancia e lei chiudeva gli occhi, contenta.
 
 
Sam restava a guardarli, ammirato.  Olivia era stata la sua prima amica, ma da quattro anni era arrivato anche Castiel.

Castiel si era subito infatuato di Olivia, ma ci mise due anni per riuscire a trovare il modo di dichiararsi a lei.

Quando finalmente lo fece, Olivia lo accolse a braccia aperte, perché anche lei era pazza di lui.
 
Era un rapporto particolare, quello di loro tre.  Entrambi, erano pazzi di Sam, di un tipo di innamoramento platonico, che non sfocia nel lato romantico, quindi Olivia non era gelosa quando vedeva Castiel troppo affettuoso con Sam o viceversa quando era Olivia troppo affettuosa con Sam. Provando lo stesso tipo di trasporto e sentimento verso l’amico, non erano gelosi, perché sapevano che quello che li legava l’uno all’altra – Olivia e Cas – era una cosa diversa, simile ma anche diversa. Un tipo di romanticismo diverso.

Olivia e Cas erano molto innamorati e Sam era contento per loro, ma anche lui voleva la stessa cosa.

Si chiedeva però, se non era uno stupido e un folle, a volerlo da Dean.
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Erano passati alcuni giorni e stavano ancora parlando della questione Dean.

“Ma sei matto ad accettare che ti chiami sempre con il numero anonimo?” chiese Olivia, mentre stavano facendo una passeggiata mangiando un cono gelato.

“Matto? Guarda che è stato Dean a propormelo.” Disse Sam.

“E a te sta bene questa cosa? Voglio dire, non puoi mai massaggiarlo in questo modo..è estenuante. Io non potrei mai…oh, lasciamo perdere!” disse Cas, facendo ridere Olivia.

“Se non gli rispondo entro un certo tempo limite a un messaggio, va in paranoia.” Rise.

“Beh, certo, un po’ mi pesa sì..ma è più bello quando..insomma, mi arriva una chiamata inaspettata..non so mai quando lo farà e quindi quando lo farà..è una sorpresa.” Si impappinò Sam.

Castiel e Olivia però, non la bevvero.

“Sam, non è che ti stai solo adeguando? Guarda che è così che una relazione diventa infelice..” disse Cas.

“Guarda che io e Dean non abbiamo..”

“Ma la vorresti? Dimmi solo se questa cosa di non poterlo chiamare quando vuoi, ti sta bene e non ti diremo più niente.” Disse Cas.

Sam rimase titubante.

“Mi pesa. Cavolo, se mi pesa, ma non posso chiederglielo..”

“Perché no? “ chiese Olivia esasperata.

“Io non..insomma non sono il suo fidanzato!!”
 
Olivia e Cas erano sbalorditi da quei ragionamenti.

“Sam, cavolo, ci sei andato a letto insieme!” disse Olivia.

“Gli hai fatto un fottuto piatto di pasta e gli hai preparato una caccia al tesoro!” disse Castiel.

“Ha scovato il posto dove lavori. Cioè è andato da Mark, rendiamoci conto!!” disse Olivia.

“E avete avuto un incontro particolarmente spinto! Devo dire a mio fratello di pulire bene quei banconi. Con la candeggina!” disse Cas.

“Sentite..voi non capite. Se Dean non mi ha detto niente, è perché non vuole darmi il numero e se glielo chiedo io, è sospetto.”

“Cosa??” i due amici erano sbalorditi.

“è un cantante molto popolare, capite? Non può permettersi di rischiare che qualcuno..vada alla stampa a spifferrare che esce con una rockstar e che magari divulghi i contenuti dei messaggi, delle chiamate..so come vanno queste cose. Non voglio che chiedendogli il numero, Dean debba stare con la paura che possa farlo anche io un giorno. Io non lo farei mai , ma Dean non sa questo e siccome tengo a lui, non voglio dargli neanche motivo di essere preoccupato.” Sputò fuori tutto in un solo colpo, poi divenne rosso, rendendosi conto delle parole che aveva detto.
 
Quando i due amici si ripresero, però, tornarono alla carica.

“Sam, è una follia….ma..ne sei innamorato?” chiese Olivia, perché solo questo poteva giustificare un simile atteggiamento.

“C-che cosa? No..io..ci conosciamo a malapena..come puoi dire..”

“Non dargli questo potere, Sam. Il potere di lasciare che decida lui come e quando sentirvi. Devi mettere le cose in chiaro. Deve avere fiducia in te..se non ce l’ha..”

“Io..vorrei che l’avesse..ma non voglio costringerlo ad averla. Non voglio che sia costretto ad avere fiducia in me, perché è l’unica scelta che gli rimanga da fare.”

“Non pensi di essere troppo buono? Una persona che si comporta così forse non merita..” Castiel stava esagerando, ma Sam lo conosceva bene. Quando vedeva che l’amico si lasciava forse prendere in giro o manipolare da qualcuno, diventava una belva. Non lo sopportava.
 
“Ascoltate.  So che potrebbe sembrare come qualcosa di molto strano il suo comportamento..ma non fatevi una cattiva opinione di lui, solo in base a quello che vi racconto io. Delle parole non bastano a spiegare Dean..solo conoscendolo, potete capire com’è davvero, perché la sua apparente prepotenza o strafottenza è solo una maschera, che cala quando gli parli con dolcezza e a cuore aperto. In quel preciso istante, vedi la sua dolcezza, che è una cosa che..non so spiegare. Non posso spiegarvi solo raccontandovelo.Perfino quando abbiamo avuto quell’incontro focoso al negozio di Mark..lui era..dolce. Perfino quando mi baciava e perfino quando mi spogliava, lo faceva con una certa..dolcezza. è una persona speciale, che non voglio ferire in alcun modo. Spero che possiate capirmi.” Disse lui.

E Olivia e Cas lo capivano davvero. Speravano solo che Sam non soffrisse. 

















Note dell'autrice: 

raga scusate, ho cercato di allungare il capitolo più che ho potuto xd nel prossimo capitolo ci sarà dean ^^

riprenderò a breve la storia "uno sconosciuto dagli occhi verdi" promesso xd forse già domani!

ps spero di non esser stata troppo sdolcinata in questo capitolo ahha

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Capitolo 11
*** Cellulari impermeabili all'acqua ***


“Non è possibile. Non è possibile. Non è possibile.” Disse Sam, cercando di resuscitare il suo telefono, che pareva morto completamente, dopo essere caduto nella vasca da bagno.

Non era colpa sua, si diceva.L’aveva portato in bagno perché..come avrebbe fatto se Dean l’avesse chiamato?

Si era alzato molto presto, pensando di cominciare la giornata con un bel bagno rigenerante e poi andare al college, ma dopo quello che era successo, non solo non si era rilassato per niente, ma non aveva neanche più voglia di andare a seguire le lezioni. Non sarebbe comunque riuscito a concentrarsi.

Senza telefono, non poteva più comunicare con Dean. Infatti, non aveva la sua mail e non si azzardava a mandargli messaggi privati sui social. Dean gli aveva confidato che spesso venivano visionati dal suo entourage.

Come faccio, come faccio, come faccio…

Gli sembrava di impazzire. Come avrebbe fatto se Dean avesse chiamato? Doveva forse scrivergli una lettera?

Passò altri 40 minuti buoni a cercare di rianimare il telefono. Invano.
 


Andò ad accendere il computer, cercando informazioni su come salvare un telefono morto. Nel frattempo, cliccò involontariamente sul link del collegamento di facebook.

Merda.

Cercò di uscire, ma qualcosa attrasse la sua attenzione.
Un messaggio.
 
“Uh?? Ma chi??”

Sam, rispondi al telefono.

Era il messaggio di uno strano tizio con un cappello a cilidro. Di sicuro un account fake.

“Ma che diav…DEAN?

“Chi sei? Io non ti conosco.” Rispose Sam, con il cuore che gli batteva già come un tamburo.

“Sì. Come no. La stessa cosa che dicevo io, quando il mio stalker mi scriveva assiduamente, che peraltro saresti tu. Ora potresti gentilmente rispondere al fottuto telefono?”

“Che diav…DEAN?”

“Sei un genio, Sherlock.Ora..devo ripetere la domanda? <3 “ gli chiese Dean, mettendo un cuoricino.

“Dean, il mio telefono è morto. Per questo non potevo risponderti. Non si accende più.”

“Che cosa gli è successo?”

“è caduto nella vasca!”

“AHAHAHAH”

“Smettila. Non è divertente. Me l’ero portato dietro, perché..”

“Aspetta, quindi stavi facendo il bagno? Tutto nudo?”

“Chissà perché, avevo immaginato che potevi chiamarmi..” concluse Sam, facendo finta di non aver colto la battuta.

Silenzio dall’altra parte.
 
“Che bello. Mi piace questa alchimia tra noi, Sammy. Questa..telepatia che c’è tra noi.”

“Grazie per esserti preoccupato.”

“Non ero preoccupato! È che detesto quando non rispondono al telefono!”

“Grazie lo stesso, comunque! Ma con che profilo stai scrivendo?”

“Ti piace? È una figata vero? È un account fake che uso quando voglio parlare con qualcuno in incognito. Insospettabile vero?”

“Sembri Michael Jackson in Billie Jean.”

“Beh, lui era così figo in quel concerto!!”
 

Ci fu un attimo di silenzio in cui nessuno dei due sapeva cosa dire e poi Dean scrisse ancora:

“Non farmi preoccupare più così.”

“Mi dispiace, Dean. Non l’ho fatto apposta. Ero in panico anch’io. Non sapevo come avvisarti, ma sai..forse il telefono si riprende.” Disse Sam, un po’ scettico.

“Nah. Conosco questi aggeggi, quando si spengono in quel modo, non c’è verso che si rianimano. Ormai è andato.”


Silenzio dall’altra parte.

“Questo mi ha fatto venire in mente..devo darti la mia mail..”

“Dean, non c’è bisogno, davvero.”

“E anche il mio numero di telefono, così se dovesse ricapitare, sai come avvisarmi. Anche da una cabina telefonica, va bene.”

“Sei serio?” chiese Sam con una faccina che rideva.

“Scusa, non lo vuoi per caso?”

“Cosa? Il tuo numero?”

“Hai un altro? Per questo non lo vuoi?”

“Dean, guarda che sei fuori strada!”

“Allora perché fai tante storie? ”

“Perché..voglio dire, perché adesso? Potevi darmelo subito, se volevi.”

“Mi stai davvero rimproverando?” chiese Dean ridendo ancora.

“Okay, sai che c’è? Basta. Non prendi niente sul serio.” Disse Sam, stava per chiuder facebook, quando Dean rincarò ancora:

“Sammy, puoi dirmelo se hai un altro, non mi arrabbio, ma preferisco le situazioni chiare,.”

“SMETTILA!!”

E chiuse Facebook.
 
 



Sam si sdraiò sul letto ancora stentando a credere a quello che era appena successo. Avevano litigato? Sam non capiva perché si era arrabbiato tanto. Forse perché Dean pensava avesse un altro? Perché gli stava dando il suo numero di telefono così in ritardo e solo perché era successo qualcosa? Perché gli aveva detto che gli andava bene che avesse un altro?

Pianse e poi si addormentò sfinito per essersi alzato così presto. Si risvegliò due ore dopo e riaprì facebook per guardare se c’erano altri messggi di Dean.
 



“Sammy, non volevo farti arrabbiare, ma dimmi che cosa ho detto per farti arrabbiare, ti assicuro che non era mia intenzione e anche se non so cosa è stato, mi scuso. Sono un coglione a volte. Non volevo essere così pesante e assillante, scusami. Se ti da fastidio che ti chiamo, non lo farò più.”
 
Sammy pensò che dopotutto il suo idolo era parecchio tonto.

“Pensi davvero che non voglia sentirti? Come ti viene in mente??”


Il mesaggio venne visualizzato subito.

“Beh, non mi hai mai chiesto il numero e ora che te lo voglio dare, mi sembrava non fossi tanto contento.”

“Ero sorpreso. Ho pensato che se non l’hai fatto subito era perché non volessi. “

“Sammy, che cosa diavolo stai dicendo? Sono stato io a proporre di sentirci!”

“Sì, ma..mi hai sempre chiamato con l’anonimo.”

“Ahhh..ora capisco tutto.”

“Pensavo che non volessi che io sapessi il tuo numero..perchè..magari avrai avuto dei pazzi che ti hanno minacciato in passato, degli stalker e stavolta volessi essere tranquillo.”

“Sammy..”

“E io ero d’accordo! Non volevo darti motivo di stare in ansia! Per nessun motivo! Per questo non ti ho mai chiesto nulla!”

“Sammy sei proprio uno stupido.”

“Cosa?”

“Non ti ho dato il mio numero non perché non mi fido di te, ma perché i miei agenti, collaboratori, tendono a controllare le mie conversazioni, anche se dicono che non lo fanno.”

“Che cosa?? Ma è illegale!”

Dean rise.

“è così in questo mondo e da una parte fanno bene. Sono famoso, non si sa mai che gente attiri..di tutti i tipi..ma dicono che quando vedono che una conversazione è abbastanza privata, non si intromettono. Per la privacy, sai.”

“Capisco.”

“Lo so cosa stai pensando, allora non avrebbero visto le nostre conversazioni, ma io volevo evitare anche che..insomma, visto che ci sentiamo..spesso..qualcuno vedendo il tuo numero troppe volte, potesse fare domande..voglio che rimanga una cosa nostra..al momento.”

“Capisco, Dean. “

“Ora però mi rendo conto che tutto questo ha scatenato troppi equivoci per i miei gusti. Oggi vado a prendere un altro cellulare. Solo per te, contento?“

Silenzio e poi:

"Sta tranquillo. Posso permettermelo." disse Dean facendogli una linguaccia.

“Grazie, Dean. Mi fa molto piacere. Cioè voglio dire..io..sono senza parole.”



“Ah e a breve ti arriverà un cellulare nuovo. Impermeabile all’acqua!”

“DEAN! NON TI AZZARDARE!”
 
Ma Dean era già uscito da Facebook.
 
















Note dell'autrice: 

raga,spero apprezziate questo capitolo, perchè per me è stato molto pesante da scrivere ahha xd

ma purtroppo le storie non si scrivono da sole, quindi..ho rimandato già troppo xd

a presto! i prossimi capitoli saranno più divertenti!

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Capitolo 12
*** Regali e proposte di appuntamenti ***


Quando arrivò il telefono per Sam, un samsung verde brillante, Sam era rimasto senza parole, dalla bellezza di tale aggeggio. Era dentro un pacco e il telefono era circondato da un nastro bianco, molto regale.

Oh, Dean..ma perché l’hai fatto..

Dentro la scatola, oltre al telefono, c’era il nuovo numero di Dean.

Ci mise il tempo che occorreva, per sintonizzare il telefono, poi scoprì che poteva già chiamare.

Lo chiamò subito.
 
 


“Sammy!” disse Dean, euforico.

“Dean?? Ma..come sapevi che ero io?”

“Ho chiesto e mi hanno detto che il pacco ti sarebbe arrivato oggi, in più tu eri l’unico che potevi avere questo numero.”

"Aspetta, aspetta. Tu avevi già il mio numero. Hai visto sul display." disse Sam confuso.

Dean rise ancora. "Sì, hai ragione, ma non ho guardato. Te lo giuro. Ero solo sicuro fossi tu."

Dean non si rendeva conto di star passando per un adolescente innamorato alla prima cotta. Sam rimase un perplesso. Neanche lui sapeva cosa dire.


“Allora? Ti piace? Ci tengo a specificare che l'idea del nastro è UNA MIA IDEA.” disse Dean.

“Dean, è straordinario. Stupefacente.”

“Lo sapevo!”

“E io non so davvero come ringraziarti, MA non dovevi farlo! Potevo benissimo comprarmi un telefono nuovo da solo e..ti sarà costato una fortuna!”

“Sammy,sta zitto e lascia farti i regali, dal momento che non è qualcosa che di solito faccio.”
 
Questo mozzò per un attimo il fiato a Sam, pressandogli lo stomaco.

“Cosa..cosa racconto ai miei, quando lo vedranno?”

Dean rise. “Orsetto, raccontagli che è da parte di un tuo spasimante, che poi è la verità.”

“Non riesco ancora a crederci di poterti telefonare quando vogl..ehm, cioè volevo dire..tu sarai molto impegnato e non voglio romperti..quindi..”

“Sammy, se non telefoni, mi incavolo come un leone.”

“Dean, voglio vederti.” si lamentò un po’ Sam.
 
Dean fece una pausa e poi disse:

“Anch’io. Anzi, voglio fare una cenetta con te. Davanti a tutti.”

“Che cosa? è uno dei tuoi scherzi?”

“Per niente. Partecipa al concorso, Sammy!”

“Concorso? Quale concorso?”

“Damn! Ma non sei il mio fan più sfegatato? Dovresti saperlo!” lo rimproverò.

“Da quando ci sentiamo, penso più a te, che a stalkerarti in tutte le tue attività..” sbuffò Sam. “Che concorso?” chiese ancora, intimorito.

“Vai su facebook. Ti mando un link privato.”
 
 
 
Sam accese il computer e Dean con l’account fake gli mandò un link privato.

Il concorso era:

Vinci una cena con Dean Winchester e le telecamere

Una cena da sogno con il tuo principe dei sogni.
 
Sam aveva la salivazione azzerata, ma riuscì a scherzare.

“Dean! La seconda frase è opera tua, vero?”

Dean scrisse una risata fagorosa.

“Vanesio che non sei altro!”

“Voglio cenare solo con te. Partecipa!”

“Ma Dean, chissà quanta gente lo farà..non potrò mai vincere!”

“L’avresti mai detto in tutti questi anni che io e te avremmo fatto flik – flak?”

Sam inviò solo una faccina arrossita.

“Amo quando il mio orsetto diventa rosso. Partecipa o metto il tuo nome io per te!”

“DEAN!!!” 

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Capitolo 13
*** Questa la pagherai - prima parte ***


“Dean, mi dispiace, ma non posso partecipare al concorso. Non arrabbiarti, Dean, cerca di capire! Mia madre non mi lascia venire fin lì! È troppo lontano. E troppe spese. Dovrei chiedere soldi ai miei!”

“E allora fallo!” fu la risposta di Dean. “Purtroppo il concorso si terrà lì. Al quartiere francese. Non pretenderai che lo faccia spostare in una località più vicina.”

“Senti, Dean..le possibilità che vinca proprio io, sono minime..lasciamo perdere.”

“Non credo ai miei occhi. È tutta questa la passione che hai nei miei confronti? Non ti ingelosisce sapere che flirterò con qualcun altro mentre tu starai a casa a fare il fighetto?”

“Casomai pantofolaio. E comunque avevi detto che sarebbe stata solo una cena.”

“Posso fare qualsiasi cosa con il fortunato, una volta che le telecamere si spengono. Anche portarmelo a letto..e tu non puoi saperlo.”

Clic.
 
Dean rimase di stucco.

Questo Sammy era davvero permalosetto. Ma era la cosa che gli piaceva anche molto di lui.
 
 
 
Sam ci era rimasto malissimo.  Doveva già lottare con la gelosia, sapendo quanto Dean fosse venerato dai fans e dalle fans. Non aveva modo di vedere cosa facesse, lontano dai suoi occhi e per giunta non poteva chiedergli di essergli fedele, perché non erano fidanzati. Stava cercando di fare la persona matura e quello stronzo lo prendeva pure in giro?
 
Dieci minuti dopo, una telefonata lo sorprese.

“D-Dean?”

“Scusa, Sammy.”

“M-mi stai davvero dicendo scusa?”

“Sì, Sammy. Scusa per non aver richiamato subito, ma dovevo..metabolizzare..”

“M-metabolizzare Metabolizzare cosa?”
 
Mille pensieri vorticarono nella mente di Sam. Che cosa stava metabolizzando Dean? Stava metabolizzando che si era innamorato di Sam? O forse che era Sam quello innamorato e doveva scaricarlo al più presto perché stava diventando un prroblema?

“Stavo metabolizzando il fatto che mi hai attaccato la linea con il telefono che io ti ho comprato.” Disse Dean con voce melliflua.

“Sei..sei un vero stronzo a rinfacciarmelo. Ti restituirò i soldi, non temere! Buona giornata!”

“Piano, piano, Sam, non vorrai attaccarmi la linea un’altra volta..non richiamerò un’altra volta.”

“E..e allora non farlo!!” disse Sam con voce isterica.

“Perché tanto astio, Sam? Io ti ho chiamato così felice di sentire la tua voce..” disse Dean, con voce scherzosa, ma con uno strano tono.

“Sei…uno stronzo! Perché devi prendermi in giro?”

“Io cosa?” chiese Dean stupito.

“Tu..tu hai detto che potresti anche andare a letto con qualcuno! Beh, fallo!! Tanto di sicuro lo fai già!” sbottò Sam.

La sorpresa di Dean era palpabile.

“Bene, bene, bene, sei geloso.”

“No! Ti chiedo solo di non sfottermi!”

“Ma perché? È così divertente quando tu mi offri così carta bianca. Sei geloso ma non vuoi venire al concorso? Che persona gelosa si comporta in questo modo?”

“Stai cercando di mettermi alla prova?”

“Non puoi pretendere che ti prendi sul serio se non sei coerente. Se non vuoi che vada a letto con qualcuno, tienimi occupato..”

“E se non dovessi vincere? “

“Un problema alla volta.” Disse Dean ghignando.

“Dean..non posso..mio spiace..” disse Sam triste.

“Sam, questo bidone ti costerà caro.”

“Cosa? Che intendi?”

“Lo scoprirai. Lo sai quanto mi piace sorprenderti, Sam.”
 

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Capitolo 14
*** Questa la pagherai - seconda parte ***


Sam era a casa di Olivia, insieme a Castiel, e stava raccontando loro della chiamata. Era affranto.

“Secondo me la stai facendo un po’ troppo grossa, Sam..” disse Castiel, inspirando a fondo con la cannuccia, il suo succo di frutta.

“Voi non capite. Quel ragazzo mi fa impazzire.”

“Diglielo. “ disse Olivia, facendo spallucce.

“No, no , non è come sembra. Mi fa impazzire di…desiderio.

“Oh..” disse Olivia.

“La questione è sempre la stessa. Diglielo.” Disse Castiel.

“Esatto.” Fece Olivia.

“Non ne ho il coraggio. E poi..non so..ha ragione con la cosa del concorso! Come posso dimostrargli quello che dico, se non glielo provo?”

“E tu provalo!” disse Castiel, insistendo.

“Senti, se hai bisogno di soldi e di compagnia, possiamo andarci insieme, convinco io i miei a darmi i soldi.” Disse Olivia.

“Questo non posso permetterlo!” disse Sam.

“I miei potrebbero contribuire! Senza contare che ho da parte qualcosa “ disse Castiel.

“Ragazzi, non cominciate!”

“Oh, sta zitto. Non capisci che vogliamo solo una scusa per andare a New Orleans?” disse Castiel, sbuffando.

Sam rise. “Siete dei veri amici, ma ci andrei solo per Dean e non sono disposto a stare inerme a guardare lui che cena con un altro o..un’altra!”
 
 
 
 
*

Sam era a pezzi da qualche giorno. Erano ormai settimane che non vedeva Dean. Da quando c’era stato quell’incontro focoso al negozio del fratello di Castiel e stava pensando di gettare all’aria il suo orgoglio e chiedergli di raggiungerlo. Si sentiva bruciare di desiderio, ma non perché voleva fare sesso, era desiderio di lui, una passione che era più del semplice tocco fisico. Voleva vederlo, respirare attraverso di lui. Forse era questo che significava essere innamorati?

Chissà se Dean provava le stesse cose!!
 
 
Quel giorno era con i suoi amici a giocare alla sala giochi, quando ricevette una chiamata da parte di sua madre.

“Sam, devi venire qui.”

“Mamma? Che succede?”

“C’è qualcuno che chiede di vederti. Dice di chiamarsi Dean Campbell e di essere un cantante.”

“Oh mio dio..è uno scherzo??” Sam rimase a bocca aperta.

“No. è qui, Sam. Per favore, vieni qui. Non sono mai stata tanto a disagio  e in imbarazzo in vita mia.”

“A-arrivo subito. Oddio.”
 
 
 
 
Sam aveva fatto quel tragitto a ritroso verso casa con il cuore in gola e che gli martellava come un tamburo. Gli sembrava di sentire quel profumo di panini appena sfornati – panini al latte -  di cui adorava così tanto parlare Dean nelle sue favole della buonanotte, e di cui Sam adorava sentire le storie. Non era tutto. Quel giorno gli odori e i profumi sembravano più intensi, l’odore dell’erba era più pungente e tutt’intorno sentiva odori di vernice fresca e di mangiare buono. Tutto sembrava avere un aspetto più vivo.

Forse perché Dean era andato a casa sua e aveva illuminato tutto quello che di buono poteva esserci al suo paese.
 
 
Arrivò a casa con il cuore in gola e si accorse troppo tardi di essere sudato marcio . Colpa dell’agitazione. Gli faceva sempre questi brutti scherzi.
 
“Mamma? Sono tornato!” disse con il cuore in gola, aprendo la porta.

“Sam, siamo qui!” disse sua madre.
 
Sam si preparò a quello che avrebbe visto. Non aveva il coraggio neanche di chiamare Dean mentre stava tornando. Quasi non ci credeva che lui era lì. Forse era solo uno scherzo!
 
D-Dean..?”

E invece non lo era.

Dean era lì, bellissimo, con i suoi strambi capelli pettinati con il jel e una camicia verde smeraldo che risaltava il colore dei suoi occhi.

Ciao Sammy. Stavo chiacchierando un po’ con tua mamma. Non mi avevi detto di avere una mamma così bella e simpatica.” Disse Dean, sfoderando il suo sorriso migliore.

“E tu, Sam, non mi avevi detto di avere un amico così affascinante e famoso.” Disse la donna, estasiata e guardandolo con un cipiglio di rimprovero.

Non sembrava poi tanto a disagio, riflettè Sam.

“Beh…io..che cosa ci fai qui, Dean?” gli chiese nervoso.

La madre guardò prima Dean, poi Sam.

“Lo capisco. La presenza della mamma in questi casi, mette imbarazzo.”

“Ma no, mamma..io non..”

“è colpa mia. Avrei dovuto avvisare Sam, prima di venire qui, ma volevo fargli una sorpresa..”

“Avrei solo voluto che me ne parlassi, Sam. Se mi avessi detto che volevi andare a New Orleans per una festa speciale che avrebbe organizzato il tuo amico, avrei fatto in modo di darti i soldi per il viaggio..”

“Mamma..io..che cosa gli hai detto, Dean?” chiese Sam, diventando di tutti i colori.

“Non molto, tranquillo. “ disse Dean, facendogli l’occhiolino. “Ma tanto tu verrai con me.”

Che cosa??
 
La madre capì subito che c’erano un mucchio di cose complicate e di cose noon dette tra  il figlio e quello strano ragazzo e non voleva mettersi in mezzo.
 
“Senti, Dean, perché ora voi due non andate nella camera di Sam a parlare di tutto quello di cui volete parlare e che probabilmente il mio adorato figlio si vergogna a dire davanti a me, mentre io vi preparo una merenda da portarvi poi tranquillamente in camera?” disse gentilmente.

“Mamma!”

“Signora, lei è davvero fantastica. Non ho mai conosciuto una donna come lei.”

La madre di Sam si schernì.

“Oh, beh, sa, quando cresci un figlio tanto carino ma introverso come Sam, devi adattarti e capire come comportarti per andare incontro ai suoi bisogni e alla sua sensibilità. Poi, ci sono genitori meno sensibili, che non riescono a fare questo con la dovuta sensibilità, ma questo è un altro discorso..” disse la dolce Mary.

Sam la guardò con dolcezza. Per qualche secondo riuscì perfino a fargli dimenticare l’imbarazzo provocato dalla visita di Dean.

Imbarazzo che tornò prepotentemente, non appena Mary sparì in cucina.
 
“Ecco…io..” farfugliò Sam, volgendo lo sguardo su di lui, ma Dean si era già arrampicato su per le scale.

“Muoio dalla voglia di vedere la tua camera, MA, farò il gentiluomo e aspetterò che tu mi accompagni. Dopotutto è la tua stanza e poi devo un ringraziamento a Mary.”

“C-cosa? Ringraziamento? Ah..il viaggio..ehm..cosa?” disse Sam, frastornato.

“No, non è per quello, ma perché non mi ha giudicato per i miei capelli.” Disse Dean indicandoseli.
 
Sam allora glieli guardò. Già. Rosa e blu. Adorava tutto di lui. Anche quei capelli così stravaganti.

“Sam..la camera..dai..ho fatto un lungo viaggio per vederla..” disse Dean sorridendo.

Sam salì con le gambe pesanti come piombo. 

















che dite, vi piace come dean gliela sta facendo pagare?? xd

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Capitolo 15
*** nella mia bollente stanza -prima parte ***


Sam aprì la porta della stanza e invitò Dean ad entrare.
Dean entrò e guardò la stanza di Sam come se fosse il tesoro su una nave da pirati.
 
Sam aveva due angoli librerie color celeste per i fumetti e una cuccetta in un angolo dove dormiva un tenero batuffolo di gatto, bianco, c’era il suo letto, soffice e interamente in bianco e poi accanto alla televisione c’era una playstation degna di quel nome, c’era uno specchio decorato in bianco e l’altra parete, proprio sopra il suo letto, era tappezzata di foto…

Sue.

“Sam..quelle sono..foto mie?” chiese sorpreso.

"Cosa?? No!!" mentì lui.

"Cosa? Neghi l'evidenza?"

"Sono solo foto.."

"A me sembra più un murale.."

Sam arrossì furiosamente.

“Io..mi dispiace..non avresti dovuto vederle.”

"Ma..formano un CUORE." disse Dean, stupefatto.

https://www.google.it/search?q=tappezzare+foto+al+muro&newwindow=1&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwiuzIXO7vHVAhUKXhQKHT7_CjAQsAQIJQ&biw=1366&bih=648#imgrc=TsdkfZ6mFSqgNM:



Sam voleva sprofondare sotto il pavimento e non farvi più ritorno.

"Dean..ascolta..è"

“Guarda qui! Qui sono venuto con una faccia da scemo!” disse Dean ridendo, indicando una foto dove faceva una smorfia, infastidito ad un tavolo.

“Non è vero!” disse Sam, offeso del fatto che Dean stesso si permettesse di offendere quello che..beh..era il suo idolo fino a quando non erano diventati amanti segreti clandestini e in fin dei conti lo era ancora.

“Permettimi di spiegarti. Era più di mezz’ora che aspettavo per un panino. Ti sembra possibile? Di sicuro non tornerò in quel posto!”
 
Il suo sguardo però cadde sul tavolino in legno bianco che c’era davanti alla tivù posato su un soffice tappeto persiano viola.

“Sammy, qui tutto di te, suona così etereo…è qui che fai merenda quando guardi la tivù?” chiese.

“Quando gioco..” disse Sam timido. “Dean, non credi che dovremmo parl..”

“Ma è fantastico! E dimmi, come te la cavi con i panini?” gli chiese euforico.

Sam lo guardò con tanto d’occhi.

“Lascia stare..io…era un’idea stupida.” Disse Dean grattandosi la testa.
 
Sam capì che Dean considerava dolce farsi preparare qualcosa da Sam. In fondo poteva anche farlo, no? Era arrivato fin lì solo per lui..ma adesso gli premeva un’altra faccenda.

“Sam, sei offeso?”

Sam gli girò le spalle e non gli rispose.

“Sam, ok, forse ho sbagliato, non avrei dovuto venire qui senza avvisarti..scusami, davvero..” disse cautelamente, mettendogli una mano sulla spalla.

Sam si voltò lentamente e poi inaspettatamente, lo baciò all’improvviso, facendolo cadere sul letto. 

















Note dell'autrice: lo so, vorreste uccidermi xd ma cercherò di aggiornare presto, prometto *_*

il link nella pagina è per davi un pò un'idea del murales di Sam ahha immaginatevelo più grosso <3

metto il link anche qui, ma in formato immagine, se l'altro non dovesse andar bene

http://www.lafigurina.com/wp-content/uploads/2014/10/cuore-di-foto.jpg
 


 

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Capitolo 16
*** Nella mia bollente stanza - seconda parte ***






ATTENZIONE: Ho deciso di postare qui il capitolo in parte censurato, per non avere problemi con il rating. Alla fine del capitolo, posterò il link per vedere il capitolo integrale (per chi volesse)



Sam l'aveva spinto sul letto senza staccare le labbra dalle sue e Dean rimase soppraffatto completamente dalla bocca e dal sapore del suo Sam. Lo spiazzava quando era così intraprendente. Lo sconvolgeva. Lo eccitava anche però, quindi, dopo un momento di smarrimento, incorniciò le mani al suo viso, approfondendo il bacio, per poi perdere il controllo e staccare le labbra dalle sue per andare a stuzzicargli con la bocca e la lingua, l'angolo dietro all'orecchio, in maniera lasciva.

"Ahhh" ansimava Sam, eccitato, ma ancora non voleva dargliela vinta. Era lui che comandava stavolta..

Cercando di non farsi "sottomettere" e di resistere ai suoi attacchi stavolta, gli baciò il collo, per poi alzargli la maglietta e lasciargli una scia di baci sul torace, per finire all'ombelico. Dean non ce la faceva a stare fermo e gli aveva stretto le spalle così forte, preda della frenesia e dell'eccitazione, che Sam si era ritrovato spogliato dei suoi vestiti, come un fulmine.

Rimase sconvolto solo per un momento, poi assecondò l'invito di Dean, che lo spinse in mezzo alle sue gambe. Sam era in biancheria, mentre Dean sembrava uno a cui avessero cercato di strappare via i vestiti o che fosse passato attraverso un aspirapolvere gigante. Entrambi i ragazzi, non sapevano che cosa volevano fare, non avevano un'idea precisa, non c'era l'intenzione di fare sesso. Non consciamente, almeno. Volevano solo...bruciare di passione!!

Dean però ebbe un attimo di lucidità, in cui per fortuna, allontanò Sam.

"Dean, che cavolo fai?" gli chiese Sam un pò spaventato.

"La porta.. Non possiamo farci sorprendere così da tua mamma, altrimenti..mi caccerà via e non potrò più far ritorno!"

Sam sorrise compiaciuto.

"Quindi hai intenzione di tornare??"

"Una tappa..alla volta..ok?" chiese Dean, chiudendo a chiave e voltandosi, ma venne un'altra volta sorpreso da Sam, che si era già inginocchiato davanti a lui e armeggiava con la sua cintura.




"SAM, MA COSA!!" ma Sam gli aveva già slacciato febbrilmente i jeans e si era chinato sul suo membro.

"Oh mio Dio!"

Sam non l'aveva preso in bocca. Lo stava solo leccando, a più riprese e in modo lascivo. Per dargli piacere e per sentire il suo sapore e scoprì che gli piaceva.

"Sam...non avevo idea che tu.." ansimava Dean, ormai schiacciato contro la porta.
Sam nel frattempo era diventato rosso bordeaux. Non aveva mai fatto questo prima e forse se Dean avesse smesso di parlare, sarebbe stato più facile.


"Sam..così mi fai perdere il controllo.."

Ma quando Sam aprì la bocca per fare sul serio, Dean riuscì a fermarlo, ma più che fermarlo, lo sollevò, prendendolo dal sedere.



"DEAN!!" Sam trovatosi paradossalmente a testa in giù, gridò quasi spaventato, mentre Dean lo sollevò, con non poca fatica, considerata la sua altezza e lo riportava sul letto.

"Che diavolo stai facendo..mi piaceva quella posizione.." disse Sam, stordito.

"Magari un'altra volta." disse Dean, sorridendo e facendolo sedere a cavalcioni su di lui.

"Cos'hai in mente? Non..non lo stavo facendo bene?" chiese Sam, imbarazzato e mortificato.

"Oh, al contrario. Lo stavi facendo benissimo! Ma..quando avrai finito, io sarò stanco e non potrò darti piacere, quindi..è meglio che facciamo tutto insieme." disse Dean con un sorrisetto.

"Non capisco.."

Dean sorrise ancora e tirò via dalla tasca della sua camicia, un tubetto di crema.



"Dean..ma cosa.." disse Sam stralunato.

"Anch'io voglio darti piacere, Sam."

"Dean..non possiamo..c'è mia mamma di sotto."

"Io non voglio fare sesso, Sam.."

Sam rimase muto.



"Diamine..mi sento di nuovo così eccitato! Le tue..attenzioni..l'hanno colpito molto.."

Sam respirò con affanno, mentre Dean si toccava, in maniera sensuale. 

"Vuoi ancora..?" gli chiese Dean guardandolo malizioso.



Si chinò ancora sul suo membro, ma con un'adrenalina diversa stavolta, perchè vedere Dean con in mano quella crema, lo eccitava ancora di più. Si chinò su di lui e riprese a muovere la lingua, con tutti i muscoli tesi, in attesa, impaurito ed eccitato per quello che aveva in mente Dean.


Dean cominciò allora a intingere un dito nella crema e a sfiorare l'apertura di Sam, che si lasciò scappare un brivido.

Dean ridacchiò e disse: "Ti piacerà" 

Sam arcuò la schiena preda del piacere, anche se non smise di fare quello che stava facendo. Sentire la crema gelata, mischiata al suo calore, al calore che sentiva DENTRO, lo stordiva, ma lo eccitava ancora di più.


"Continua. Non fermarti." disse Dean, continuando a farlo impazzire.

quando vide che Dean era duro abbastanza e stava impazzendo, solo allora, provò a prenderlo in bocca.


Sam se doveva dire che non lo spaventava, avrebbe mentito. Era grande e non aveva mai fatto una cosa simile in vita sua, in più Dean dall'altra parte lo stava facendo impazzire, ma..lo voleva. Si volevano a vicenda.

Aprì la bocca e lasciò che l'istinto lo guidasse, poi cominciò a succhiare, 

all'inizio non andò in profondità, godendo per un pò a di sentire i gemiti e gli ansiti di Dean., sempre più crescenti, poi, andò giù, sentendo le mani di Dean arricciarsi alla sua testa, ma senza soffocarlo, solo per incoraggiarlo e - forse era solo una sua impressione? - controllare che Sam stesse bene.


Sam sentiva le dita di Dean dentro di lui, ma non in profondità - a quanto pareva Dean sapeva quali punti toccare per non fargli male - il suo cervello si annebbiò del tutto. La sensazione del membro di Dean così dentro di lui e contemporaneamente le sue dita nella sua apertura, non lo facevano solo sentire pieno, ma pieno anche in modo mistico, come se ogni vuoto della sua esistenza, fosse stato colmato, come aver raggiunto l'estasi tanto cercata e il mistero dell'Universo o forse dell'Infinito.

Siamo una metà della mela e per tutta la vita andiamo in cerca della nostra metà per colmare il vuoto.

Era come sentirsi di nuovo interi.

Sam venne per pimo e Dean venne sentendo l'orgasmo di Sam.

"Oddio.." continuava a mormorare Dean, mentre Sam era crollato sul letto, stordito dall'orgasmo.


"Sam, con te, i migliori orgasmi della mia vita, baby." disse Dean.

Sam si chiese, nei postumi della sbornia di orgasmo, come faceva Dean a essere così romantico, anche quando parlava sporco.

"Dean...quella crema..dovremmo usarla ancora.." disse Sam. Lui forse non ce la faceva a restare romantico, parlando sporco, riflettè. 

Dean rise, in un segno di approvazione. 

"Dovremmo cambiare le lenzuola." disse Dean. 

















Note dell'autrice: ragazzi! Scusate tutto sto macello. Ho deciso di scrivere la versione integrale del capitolo qui:

https://spensieratezza.tumblr.com/post/164645119497/nella-mia-bollente-stanza-seconda-parte  

Mi dispiace molto, io avrei voluto postarlo direttamente com'era, ma ho paura che stavolta il tono era un pò troppo acceso e forse avrei dovuto cambiare il rating e non me la sento, per una storia leggera come questa, di mettere rosso, è più forte di me :)

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Capitolo 17
*** Una giornata con te - prima parte ***


Dopo quel fantastico orgasmo, Sam si era alzato, si era rivestito velocemente e stava per scendere al piano inferiore, quando Dean lo guardò un po’ perplesso.

“Non giudicarmi. Voglio solo controllare dov’è finita mia madre, quando torno su, mi lavo.” Disse, giustificandosi, ridacchiando. Si sentiva tutto sudato e appiccicoso. Aveva bisogno di una bella doccia.

Sam andò a cercarla in cucina e in salotto e non la trovò. Si stava un po’ preoccupando, quando vide un biglietto sul frigorifero.

Ho pensato di lasciarvi un po’ di privacy. La merenda la lascio qui, mentre io vado a fare la spesa. Divertiti con il tuo amico. È così simpatico. Baci, mamma.”

Sam sorrise. Sua madre era la più dolce del mondo.

Il biglietto però continuava:

“Stavo quasi per dimenticare: papà non rincaserà prima di domani, stava sclerando al telefono quando ha capito di non poter arrivare in tempo per conoscere il tuo amico. Quando gli ho detto che è una celebrità, ha borbottato qualcosa sul farti entrare nel mondo della musica.”

Sam ridacchiò tra sé. Cantare o suonare insieme a Dean? Meglio non esagerare con i sogni, o gli sarebbe scoppiato il cuore dalla troppa felicità. Mise via il biglietto e portò la merenda con il vassoio, di sopra.
 


“Meno male, credevo che qualcuno ti avesse rapito!” disse Dean.

“Spiritoso. Comunque mamma è fuori a fare la spesa. Mi ha lasciato un biglietto, quindi..”

“Siamo da soli? Wow, imbarazzante.” Sorrise Dean.

“Dean, ti dispiace se io..ecco..”

“Vai a farti la doccia? A dire la verità, sì. Come osi lasciarmi in questa casa buia tutto solo?”

Sam gli parlò vicino con il viso, stuzzicandolo. “La mia camera non è buia.”

“Ah no? Beh, senza di te, lo sarà senz’altro.”

“Devo lavarmi, ma..non sarebbe un problema se tu mi aiutassi..almeno risparmiamo con l’acqua calda.”

“Mmm.. sai che hai davvero delle splendide idee? Non posso sottrarmi a tali fantastiche idee sul piano del risparmio energetico, Sammy.”
 
 

Sam sorrise, mentre prendeva per mano Dean e lo accompagnava nel bagno. Mentre camminavano e scendevano le scale, Sam guardò Dean, che, era ancora nudo, e incurante della paura di farsi sorprendere, aveva sceso tutte le scale nude e così stava facendo per tutto il percorso.

Sam non voleva essere da meno. Si fermò per spogliarsi anche lui dei vestiti, sotto lo sguardo stupito, ma ammiccante di Dean, gli riprese la mano, mentre con l’altra portava i vestiti che si era appena tolto. Ora camminavano entrambi nudi per casa, tenendosi per mano. Era così eccitante.
 


Mentre si avviavano in bagno, Sam sorrideva tra sé, non poteva fare a meno di pensare a cos’avrebbero detto Olivia e Castiel, quando gliel’avrebbe raccontato.

Entrarono entrambi dentro la doccia. Sam cercava di non guardare troppo il corpo di Dean, che gli sembrava sempre di più assomigliare a un Dio greco. Non voleva farsi sorprendere, ma Dean gli sussurrò.

“Credi di non essere bello, tu, forse? Credi che non mi piaccia guardarti?” gli disse, poi facendolo ansimare ancora, aggiunse:

Girati.”

Sam deglutì.

“Dean, io non ti ho chiesto di venire qui per questo.”

“Lo so. Neanch’io.” Rispose lui.
 
Sam decidette di dargli fiducia e quello che avvenne fu…

Meraviglioso? Grandioso?

Dean si mise a lavarlo con la saponetta, facendogliela passare docilmente sulla schiena, per poi passare alla spugna, che passò sul suo sedere, in un modo sia erotico, sia dolce, poi passò al resto del corpo e allo shampoo e al balsamo che gli strofinò con dolcezza e incredibile delicatezza sulla testa.
 
Freschezza, dolcezza e amore, erano totalmente avviluppati intorno alla testa  e forse anche al centro del cuore di Sam.

“Come mi piace prendermi cura di te, Sammy.” Disse Dean.

“E a me piace che tu lo faccia.” Disse Sam.
 
Sam voleva ricambiare il favore, ma Dean gli disse docilmente che l’avrebbe fatto un’altra volta.
 
Quando uscirono, Sam sembrava un po’ risentito.

“Tu fai un mucchio di cose per me, perché tu non mi lasci fare lo stesso?” gli chiese, cercando di non mostrarsi arrabbiato, ma solo curioso.

Il fantastico dio greco, lo guardò, sorridendo, con i capelli tutti bagnati.

“Mio caro Sammy, bisogna guadagnarsi il diritto di prendersi cura di me.”

“E con questo che cosa vorresti dire?” chiese Sam spiazzato, questa non se l’aspettava.

Non è qualcosa che lascio fare a tutti..” disse misterioso.

“Non mi piace.” Ammise Sam.

Sammy, Sammy, anche quello che faccio con te, è molto più di quello che concedo agli altri..sii contento di questo obiettivo, per adesso.”

Sam avrebbe voluto ribattere che per lui, Dean non era un obiettivo, ma lasciò perdere. Era troppo felice per litigare.
 
Sam si accorse un po’ in ritardo, che c’era un solo phone.

“Uhm..immagino che dovremmo fare a turno..” disse Sam rammaricato.
Dean scosse la testa.

“A me piace stare con i capelli bagnati. Anzi, se non ti dispiace..” e si mise così ad asciugargli ii capelli.

Ecco ritornare le mani di Dean, intrufolarsi nei suoi capelli e spettinarglieli come un provetto parrucchiere.

Sam rimase basito, ma era troppo frastornato per opporsi.
 
 
 
 



*

Quando entrambi erano vestiti e lavati con cura, tornarono alla camera.

“Adesso me la farei proprio una bella merenda!” disse Dean.

“Ce l’eravamo dimenticata.” Ridacchiò Sam.

“Colpa tua. Tu mi distrai, più volte di quello che è lecito, Sammy.”
 
La merenda erano delle ciambelline ricoperte di nutella, che furono molto apprezzate dai ragazzi.

“Dean, adesso noi due dovremmo proprio parlare..” disse Sam, cautelamente.

“Non ancora. Oggi è la giornata dei desideri. Giochiamo a questa fantastica playstation, avanti.”

“Dean, io credo che dovremmo essere seri, almeno per un minuto. Ci siamo divertiti e adesso..”

“Il mio concetto di divertimento è un po’ più lungo, rispetto all’idea che tu hai di esso, Sam..” disse Dean divertito.

“Credevo che fossi venuto qui per un motivo..” puntualizzò Sam.

“Ah-ahhhh. Ci stai ancora pensando eh?”

“Eh? A cosa?”

“Al concorso! Ma certo, cominciava a solleticarti l’idea, io non ne ho più parlato e tu ora temi che non se ne farà più niente.”

“Sei completamente fuori strada.”

“Ok, allora, se mi sbaglio, non hai di che preoccuparti..”
“DEAN!!”

“Rilassati, Sam, verrai con me a New Orlans, fine della storia.”

“Cosa? Io..quando?
“Ah-ahhh.”

“Dean..adesso io..” ma poi Sam decise di cambiare tattica e andò vicino al suo orecchio e glielo leccò.

“Quando?”
Dean rimase di sasso.

“S-Sam..tu sì che sai essere persuasivo.”
Quando?” ripetè Sam, continuando.

“Domani!”
 
Sam scattò in piedi, frastornato.



Cosa?? DOMANI? E me lo dici adesso??”

“Stai giù, cosa pensi di fare?”

“Devo..prendere delle cose..”

“Uff..e io che pensavo di giocare. Va bene, ti aiuto.”
“Non è necessario.”

“Non credere che faccio l’altruista. In due finiremo prima e più presto finiamo più presto ritorna il divertimento. Non mi piace stare a guardare..beh..a meno che non mi offri uno spettacolo..” disse Dean malizioso.

Sam lo guardò ridacchiando tra sé e sé. Il suo Dean era davvero un pervertito, ma gli piaceva la cosa.

“Sam, solo per curiosità, tu l’hai messo il tuo nome nel concorso?” gli chiese Dean.

Sam lo guardò incredulo.

“Stai scherzando? Come faccio da qui?”

Dean lo guardò con tanto d’occhi e poi sospirò, sorridendo. “Non posso crederci. Non hai nemmeno letto il regolamento, vero?”

“N-no. A cosa serviva?”

Se tu avessi letto il regolamento, avresti saputo che i nomi vanno dati via internet!”

“EEEEEEEEEEEEEEEH???”

Dean scosse la testa. “Sammy, siamo nel ventesimo secolo o cosa?”

“Io…io credevo che fosse più tipo..come..ecco, insomma..come quando giochi al lotto, devi infilare una pallina con il nome..pensavo di doverlo fare direttamente da lì!!”
Dean scosse la testa.

“Sammy, sei l’essere meno tecnologico e più antiquato che esista! Voglio dire, DAVVERO, Sam? La ruota del lotto?? Sei rimasto negli anni novanta??”

“Non ci posso credere!!” disse Sam, tenendosi la testa tra le mani e finendo a terra, sconfortato. “è tutta colpa mia, della mia ignoranza..io…io..”

“Sammy, dai non fare così, questo non ha importanza!”

“Sì che ce l’ha! Se non ho messo il nome, non posso partecipare! Aspetta, faccio ancora in tempo?”

Dean scosse la testa. “La lista è chiusa, ma non importa, ho messo io il tuo nome.”

“EEEEEEEEEEEHHHH??” 

















Note dell'autrice: 

Dean sempre più somigliante a Mr Grey, non credete anche voi? ahhah sarà un caso? ahhah xd

scusate, oggi ce l'ho messa tutta per cercare di finire il capitolo, ma non ce l'ho fatta proprio xd

ancora tante sorprese devono accadere *_*

ps a me piace da mati quando negli anime giapponesi, i protagonisti fanno : "EEEEEEEH??" con quel modo buffo, ahhah, non so se avete presente, sono fantastici!! ahha

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Capitolo 18
*** Una giornata con te - seconda parte ***


“Ma sei impazzito a fare una cosa del genere?? E se ti scoprivano?”

“Nessuno mi scopre mai.” Aveva risposto Dean tranquillamente con un sorriso.

“E se io non avessi accettato di venire?”

“Credi che avrei potuto permetterti di non venire?”

E con quella dolce arroganza, aveva conquistato un’altra volta Sam. Dean aiutò Sam a mettere qualcosa nello zainetto che si sarebbe portato e poi ingannarono il tempo a giocare alla playstation.
 
Sam si sentiva un po’ a disagio a giocare alla playstation con il suo idolo –sì, perché, malgrado tutto quello che avevano fatto, Dean restava ancora pur sempre il suo idolo e gli sembrava semplicemente strano restarsene lì tranquillamente a concentrarsi sul gioco, mentre aveva Dean a due passi.

Soprattuto non riusciva ancora a credere a tutto il tempo che gli stava dedicando, per una persona impegnata come lui.

Nonostante le sue preoccupazioni però, riuscirono a divertirsi e Sam riuscì perfino a rilassarsi, mostrando a Dean tutte le bellezze di Medievil e di Spyro.
 
Dopo un’oretta passata a giocare, Dean si era steso sul suo letto e Sam ne aveva approfittato per sgusciare via.

Non gli piaceva l’idea di lasciarlo da solo, ma aveva bisogno di un attimo di pace, da solo..
 
Con le sue canzoni…
 


“Non è gentile lasciare un ospite da solo nella tua stanza. Non si sa mai cosa potrebbe fare.” Disse l’erotico Dean, al suo indirizzo, mentre a Sam prendeva un triplo infarto, mentre era seduto sullo scalino davanti alla porta, in giardino, con indosso ancora le cuffie.
“Dean, scusami, io..”

“Mmmm..pensavo che mi stessi tradendo, ma a quanto pare è qualcosa di più mentale” scherzò Dean. “Cosa ascolti?”

“Lascia perdere, non è import…DEAN!!” ma Dean gli aveva già sfilato gli auricolari dalle orecchie e se li era posti sulle sue.

“Ma quest…”

Sam aveva abbassato lo sguardo imbarazzato.

Dean tornò a guardarlo.

“è una mia canzone!”disse lui.

“E sarò per te un guerriero..e sarò per te il tuo cavaliere, e sarò per te, qualunque cosa, per te, solo per te..” snocciolò Sam.

“Senti il mio cuore, mio principe, ho giurato di proteggerti con tutto il mio cuore e la mia anima non potrà mai essere tanto nobile, quanto questo giuramento.” Disse Dean solenne.

Sam si asciugò un occhio con il dorso della mano.

“La ascolto sempre. Mi fa emozionare..”

Dean lo guardò e poi lo abbracciò di slancio, lasciando Sam esterrefatto.
 
Quando lo lasciò, Dean prese l’altro auricolare e lo mise all’orecchio di Sam, poi si sedettero insieme sul prato.

“Voglio ascoltarla con te.” Disse solo e si appoggiarono entrambi con la testa una sopra l’altra.
 
 
 
 
 
 




*

La giornata non era ancora finita e Dean aveva proposto a Sam, dopo la canzone, di andare a correre insieme.

A Sam non piaceva molto l’idea di farsi vedere dal suo idolo tutto sudato e affaticato, ma…in fin dei conti l’aveva visto dopo i postumi del sesso e dell’orgasmo!!

Accettò. Gli piaceva molto che questa loro prima giornata insieme a casa sua, era così ricca di avvenimenti!!
 
 
Sam salì sulla macchina di Dean. Una chevry impala del 67. Era un portento. Potente come lui.

Sam gli indicò un campo dove si poteva fare jogging liberamente. I due scesero e si misero a correre.
 
Sam non sapeva di avere tutta questa resistenza, prima di mettersi a fare a gara con Dean.

Non sapeva che anche Dean volesse correre e non sapeva che la sua presenza lo spingesse a dare il massimo. Non sapeva di essere ancora in allenamento dopo che era diverso tempo che non correva.
 
Dopo diversi minuti, Sam stava ancora correndo, mentre Dean aveva rinunciato e si arrancava a fatica.

Sam andò da lui e gli diede un bacio, portandogli la bottiglietta d’acqua.

Dean lo guardò con sguardo orgoglioso e Sam era contento di questo.
 
 
 
 



Quando tornarono a casa, Sam suggerì a Dean di farsi una doccia, ma separati stavolta.

Dean andò senza protestare o fare domande, sapevano che Mary non sarebbe rincasata presto, perché aveva telefonato dicendo che era dalla sua amica. Sapeva che i due volevano un po’ di privacy, ma aveva chiesto a Sam se andava tutto bene, per precauzione e quando lui gli aveva confermato che andava tutto alla grande, Mary non sapeva se preoccuparsi o essere felice!

Sam nel frattempo non aveva dimenticato la frase di Dean sui panini e aveva immaginato che dopo il jogging, Dean avrebbe avuto una fame da lupi e ne approfittò per stupirlo ancora di più.
 
Gli preparò un panino hot dog. Sam aveva pensato infinite volte a come fargli il panino, perfino mentre correva. Un panino con l’hamburger, un panino con insalata tonno e uova..ma non era sicuro Dean avrebbe apprezzato, di certo, quel golosone avrebbe mangiato tutto, ma preferiva dargli qualcosa che non lo avrebbe appesantito troppo, ma che al contempo avrebbe apprezzato.
 
Preparò allora un hot dog per lui e per Dean.

Voleva stupirlo con la semplicità.






Erano le 18:00 e Dean se ne sarebbe andato da lì a poco, parte di lui avrebbe voluto che Dean si fermasse a cena, ma sapeva che non lo avrebbe fatto.
 
Portò su i panini, godendosi lo sguardo che fece Dean, mentre era in mutande, appena emerso dalla doccia. Sam lasciò che Dean guardasse il panorama, mentre lui mirava il suo.
 
 
 
“Sam, sei così stupefaente. Sai che se continui così, potrei rapirti e portarti via? Così sarai obbligato a cucinare questi panini per l’eternità.” Disse Dean affamato.

“Senti, ma davvero ti piace? Pensavo fossi più un tipo da hamburger.” Disse Sam nervosamente.

“Io mangio tutto.” Disse Dean facendo spallucce. “Ma raramente il mio palato fa la hula hula. “

Sam rise. Dean e quel suo strano modo di fare i complimenti.

Questo sarebbe stato davvero un buon momento per dirgli che è innamorato di lui.
 
“Sam, allora, dobbiamo metterci d’accordo per domani.”

Oh no, momento rovinato.

“Senti, ma sei sicuro di non volerti fermare a cena? Non credo che quel panino ti abbia saziato molto.” Continuò Sam.

“Non scamperai alla burocrazia tirannica, perlomeno non con argomentazioni così futili..allora..ti dovrai svegliare alle ore…”
 
 
 
 
Dopo aver parlato, i due fecero l’amore e una volta finito, avevano una fame da lupi.
 
“Pizza da portare a casa?” chiese Dean, nel frattempo si era fatta ora di cena.

Come due provetti fidanzatini, andarono a prendere la pizza con la macchina di Dean e poi tornarono a casa e la mangiarono in camera di Sam, una volta finito, si sfidarono reciprocamente a Spyro.
 
Sam era sfinito dalla lunga giornata e alla fine crollò sul letto. Dean si mise a guardarlo teneramente, poi gli venne in mente di uscire nel piccolo balconcino della sua camera e guardare fuori.

Era sera e c’era già la luna alta in cielo. Gli dispiacque che Sam non potesse vederla.
 
Si avvicinò a Sam, ancora con gli occhi chiusi, e gli accarezzò teneramente una ciocca di capelli.

Un giorno, guarderemo la luna insieme, da un balcone come questo e troveremo la cosa molto romantica, un giorno..non oggi. Non è ancora il momento.  sussurrò Dean, sorridendo. 

















Note dell'autrice: 

ragazziiiiii! Questo capitolo è stato un PARTO!! Spero almeno vi sia piaciuto ^^ per favore ditemi che ne pensate della cosa del panino e delle canzoni di dean ascoltate da sam , ho adorato scrivere quelle parti <3333

Link se sparisce la foto:

https://spensieratezza.tumblr.com/post/164783236717/sam-si-sentiva-un-po-a-disagio-a-giocare-alla

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Capitolo 19
*** All'aeroporto ***


Sam aveva messo la sveglia alle sette del mattino, in accordo con Dean, perché alle dieci e mezza avrebbe dovuto pendere l’aereo per andare a New Orleans.

Nonostante l’eccitazione di una cosa del genere, fu comunque brutto svegliarsi a quell’ora. Non era abituato e in più sentiva freddo, forse per la delusione per il fatto che Dean non aveva dormito con lui. Se l’aspettava, ma ci aveva sperato comunque. Non sapeva se doveva sentirsi forse in colpa per il fatto che non l’aveva salutato quand’era andato via. Nel dormiveglia gli sembrava di aver percepito che lo salutasse con una carezza, ma lui era così stanco..per via delle troppe emozioni di quella giornata. Forse aveva solo creduto che Dean non avrebbe osato andarsene via senza salutarlo e così avrebbe dormito con lui. Illuso.

Ma forse era meglio così, pensò mentre seduto sul ciglio del letto, sbadigliava e si strofinava la faccia. Avere Dean il mattino dopo nel suo letto, con tutta la preparazione che avrebbe dovuto fare, lo avrebbe distratto e basta, Lui aveva bisogno di concentrazione e poi forse dormire insieme era troppo affrettato, in fondo stavano insieme da poco e Dean gli aveva già dimostrato tanto venendo addirittura a casa sua, Non poteva chiedergli altro per adesso.

La sua gattina Blanche, fece le fusa accanto a lui e lui la prese in braccio, coccolandola.

“Vuoi fare colazione, mia principessa?” gli chiese.
 
 
 




Andò in cucina e dopo aver dato il latte a Blanche, si preparò la colazione, chiedendosi se sarebbe riuscito a svignarsela prima che i suoi genitori si svegliassero, ma pochi minuti dopo, sentì dei passi scendere le scale.
 
“Possiamo avere anche noi la colazione?” chiese suo padre, sorridendo, in maniera dolce.

Sam sorrise a entrambi. “Ma certo.”
 
 
“E così..pensavi di riuscire a sfuggirci, non è vero? Fregato.” Disse suo padre Matt, mentre Sam assieme ai suoi genitori, si sedeva a tavola.

“Oh, non ho mai pensato di poter avere tanta fortuna. È già un miracolo che non sono stato svegliato da voi, mentre dormivo.” Ridacchiò Sam. Li riteneva capaci di farlo.

“Beh, io volevo farlo..” obiettò suo padre. “Ma tua madre mi ha fermato.”

“è ovvio.” Disse sua madre, guardandolo di sbieco.

Sam rise nervoso. Meno male che l’aveva fermato.
 
“Così..devi raccontarci qualcosa?” chiese Matt.

“Matt!” disse Mary.

“Andiamo, tesoro. È inutile girarci intorno.” Disse il padre ansioso.
 
Sam prese un grosso sospiro. Se lo aspettava in un certo senso ed era giusto.

“Oggi andrò a New Orleans..con Dean. Anzi no, voglio dire..lui mi raggiungerà lì.”

“Tesoro, è molto lontano. Sei sicuro?” chiese la madre apprensiva.

“Non vuoi che ti accompagniamo?” chiese il padre.

“Sapete che non è possibile. Dean mi ha già prenotato il volo e poi se anche fosse possibile..non ve lo chiederei..insomma..” disse Sam a disagio.

I suoi genitori si scambiarono un’occhiata carica di comprensione.

“Sam, chi è questo tizio? È uno a posto? Sei sicuro di poterti fidare?”

“Caro, è l’idolo di Sam fin da quando era bambino. Dean Campbell, il cantante.” Disse Mary.

Sam arrossì e quasi sputò il suo latte dalla tazza. E così sua madre l’aveva riconosciuto?

“Cosa?? Il cantante?? Quel cantante? Quello che nostro figlio ha tappezzato la stanza con le sue foto?”

“Io non ho tappezz..”

“Proprio lui. Mi sembrava di averlo riconosciuto, ieri, ma non ero sicura. Certo che mi hai fatto fare proprio delle figure, Sam..” disse Mary, scuotendo la testa.

“Io non volevo..è che ero a disagio..e poi..”

“Da quando conosci questo Dean?” chiese Matt.

“Da..uh..un po’..ci siamo scritti delle volte..io..non ne voglio parlare! Scusatemi!” disse Sam.

“Matt!” lo rimproverò Mary, con uno sguardo eloquente.
 
 
Matt guardò Mary e poi Sam e poi nel vuoto.
“Oh.”

Sam nel frattempo era diventato bordeaux.

“Già…io..dovrei andare adesso.” Disse Sam, cercando di svignarsela, ma il padre lo trattenne ancora un po’.

“Aspetta ancora un attimo, figliolo. Vuoi forse dirci che tu e questo..Dean Campbell avete una relazione??” disse.

“Matt!!”

“Una specie..io..non so che cosa siamo..per ora. È anche per questo che non volevo ancora parlarne con voi per ora. Non voglio mentirvi ma..”

Sam si fece coraggio per dire quello che sentiva.

“Lui è il mio idolo da sempre. Stravedo per le sue canzoni, per la sua musica. Mi piace tutto di lui. Mi sembra un sogno anche solo parlarci ed è per questo che non volevo coinvolgervi, ho paura che se sarò troppo arrogante nel sperarci..potrei svegliarmi, capite?”

Ed era così dolce che sua madre lo abbracciò affettuosamente. “Oh, caro.”



“Siamo molto felici per te, Sam. è una cosa meravigliosa, uscire con il proprio idolo. Non è da tutti. E poi se ha scelto te, devi avere qualcosa di speciale, ma non ho dubbi di questo. Sei mio figlio, no?” disse John facendogli l’occhiolino.

“Lui non ha scelto me.” brontolò Sam per scaramanzia.
 
“Quindi adesso devi andare a New Orleans? Quanti giorni starai via? Questo tuo idolo sa che hai l’università vero?” continuava a chiedere Matt. Sam gemette. Credette di essersela cavata abbastanza bene tutto sommato, ma i suoi genitori avevano ancora in serbo delle domande, prima di convincersi a lasciarlo andare, ma pensò fosse il prezzo da pagare.
 
 
 




Sam andò poi a farsi una doccia con un docciaschiuma tonificante, mentre Mary continuava a rimproverare John per essere troppo impiccione.

Verso le 10:00 , Sam era pronto per lasciare la casa, con uno zainetto alle spalle, ma John aveva ancora qualcosa da dire.

“Quindi starai via solo per un paio di giorni, sì?”

“Sì, papà.” Sorrise Sam.

“Beh..ok, divertiti, ma se..in teoria..non dico che andrà così..ma se dovesse andar male con questo tizio, puoi sempre conoscere qualche bella squinzia a New Orleans.”

Sam lo guardò basito. Mary pure.

Matt.” Lo avvertì Mary arrabbiata.

“Oppure un bel ragazzo!” si affrettò a dire Matt ridacchiando. “Qualsiasi persona tu voglia. Anche questo Dean. A patto che non ti faccia star male, altrimenti lo vengo a prendere!” disse Matt ridacchiando.

Sam scosse la testa e uscì dalla casa, era un po’ irritato, ma non potè fare a meno di sorridere, quando, passando accanto alla finestra aperta, sentiva ancora i genitori battibeccare
 


“Ci provi gusto a farlo arrabbiare?? Lo sai bene che gli piacciono i ragazzi! Non ti ricordi più il discorso che ci ha fatto??”

“Lo so cara, lo so, ma i giovani sono volubili, versatili, cambiano i gusti come cambiano le camicie.”

“Non mi parlare mai più.”

“No, per favore, Mary, scusami, sai che tu e nostro figlio siete tutta la mia vita!!”
 
 
Sam ridacchiò. In fondo suo padre era un povero diavolo. Un uomo buono. Certo, come tutti i genitori e forse i padri, non aveva accettato ancora del tutto il fatto che lui era gay, ma gli voleva un gran bene e stava perfino pian piano comprendendo, senza giudicarlo. Ci sarebbe voluto ancora un po’ ma era sicuro che poi lo avrebbe accettato. Le persone sono diffidenti nei confronti delle cose che non rientrano nella loro normalità di vita, ma solo perché non sono state abiutuate a vederle nella loro normalità. E poi almeno suo padre non gli aveva mai detto niente di cattivo. Per quanto riguardava Mary invece, era il prototipo di mamma fantastica e perfetta. Anzi, passava le giornate a consigliargli i ragazzi con cui uscire.
 
 
 
 
 
*

Quello che proprio non si aspettava Sam, era di ritrovare proprio all’aeroporto i due amici del cuore.

“Olivia, Castiel!! Che cosa ci fate qui?” chiese, sentendo il cuore battere forte nel rivederli.

Olivia e Castiel gli sorrisero raggianti. “Sorpresa!!” dissero e lo abbracciarono di cuore.

“Ragazzi..come sapevate che io ero..” disse Sam, ancora abbracciato a loro. Pensava ovviamente che loro erano venuti lì solo per salutarlo.

“Semplice, noi veniamo con te, stronzetto!!” disse Castiel allegro.

E fu lì che Sam notò a bocca aperta le borse che anche loro si erano portati in spalla.

“No! Non ci posso credere. Brutti pezzi di merda!” disse mentre i due amici ridevano di cuore.

“Vi ho mandato non so quanti messaggi e chiamate! Avevate il telefono spento. Mi avete detto che eravate in vacanza in un luogo incomprensibile e che non c’era la linea internet e segnale!”

Loro continuavano a ridere.

“Ed eravate così muti quando vi ho detto che DEAN era a casa mia..che ho anche pensato che non ve ne fregava niente e ora voi..”

“Oh, Sam, perdonaci tanto. È stato Dean a chiederci di mantenere il segreto e fare così i misteriosi.” Disse Olivia, con le mani giunte a preghiera.

“Che cosa?? DEAN??”

“è stato anche lui a pagare il viaggio anche per noi, con la sola richiesta che stessimo zitti con te fino alla fine. Non voleva che facessi il viaggio da solo!” disse Castiel allegro.

“LUI COSA??”

“ Ha detto che se l’avessi scoperto, avresti cercato di impedirglielo e sapendo quanto sei coglione, non abbiamo stentato a crederlo.” Disse Castiel. “Chiaramente a noi non frega niente di te, era solo per la vancanza!”

Castiel!!”

Sto scherzando, Holly!” disse Castiel.

* (ND, Holly è il diminutivo per il nome Olivia, usato dai ragazzi in forma affettuosa ) “Io..io non so cosa dire..ho la testa in pappa. Troppe emozioni e sorprese tutte in una volta, Non capisco..Dean... come ha fatto lui a contattarvi?”

“Ma su facebook, amico. In che mondo vivi? E anche su instagram! Siamo sempre più social, così dicono le presentatrici dei reality.”

“Cas, dagli tregua, poverino. E sbrighiamoci o perderemo l’aereo.” Disse Olivia ansiosa.

“Aspetta, aspetta solo un momento..da quanto tempo complottate con Dean alle mie spalle??”

Chi lo sa? Una settimana..due..il tempo è relativo!”

Cooooooooosaaaa?”

“Sì!!! E la cosa incredibile è che abbia voluto che venissi anche io! Credevo che sarebbe stato geloso di me, invece..bo..beh, meglio così..” disse Castiel, mentre Holly trascinava per i lembi dei giubbotti, i due amici, all’aereo.

“Suppongo che sappia che tengo molto a voi, ma..pensandoci bene, hai ragione, ma potrei subito ribaltare la situazione.”

“Cosa?? Che vuoi dire??” Castiel era sbiancato, così come Olivia.

“Dean credo sia uno geloso..se flirtassi con te, credo sarà una cosa spassossima da vedere.” Disse Sam prendendolo sottobraccio.

“Ma che razza di idee ti vengono in testa? Io sto con Olivia.”

“Ma Dean non lo sa!” disse Sam malizioso, lasciando Cas basito.

“E io posso avere voce in capitolo?” chiese Olivia, contrariata allo stesso modo.

“No. Non potete. Io non ne ho avuta quando avete complottato per giorni con il mio Dean alle mie spalle.” Disse Sam , guardandoli con aria di soddisfazione. “Sì, credo proprio sarebbe un’ottima vendetta.” Fischiettò Sam, saltellando, mentre si godeva la faccia dei suoi due amici atterriti non sapendo se stesse scherzando o meno.
 
 
 
 
 
 
*

Salire sull’aereo non era un’esperienza nuova per Sam. Ci era andato già diverse volte con i suoi genitori, in vacanza, ma tutt’altra cosa era andarci con gli amici. Era bello tutto, perfino salire sulla scaletta, perfino percorrere i corridoi e scegliere i posti a sedere.

Sam aveva poi tranquillizzato i suoi amici che si trattava solo di uno scherzo, anche se in effetti gli sarebbe piaciuto vedere Dean geloso.

Tutti e tre però convennero di non giocare con il fuoco, visto che Dean se voleva, sapeva come fare ingelosire Sam, a causa di tutti i suoi ammiratori e ammiratrici.
 
Sam passò le ore del volo a raccontare la giornata meravigliosa che aveva passato con Dean, facendo intuire i particolari piccanti, ma non entrando nei dettagli, poi ascoltarono a turno le sue canzoni. Ai due amici sembrò una cosa carina nei confronti del loro amico. Avevano intuito che Sam, nella fretta, si sarebbe dimenticato di portare dei cd musicali del suo Dean.

“Siete gli amici più meravigliosi che ho.” Disse Sam.

“Amico, siamo i tuoi unici amici.” Disse Castiel ridacchiando.

“Per questo siete i migliori.” Disse Sam allegro.
 
 
 
 
 













Note dell'autrice: 

che bello fare un capitolo esattamente come voglio, senza dividerlo *_*

allora, devo dire delle cose! 

IL PADRE DI SAM: immaginatevelo come il padre di Usagi Tsukino in Sailor Moon ^^ . Io me lo immagino così. Non posso farlo come John, perchè è già il padre di Dean xd mi dispiace per la parte finale dove mette in mezzo le ragazze ma...mi sembrava davvero di esagerare, scrivendo che accettava completamente, insomma non volevo farlo omofobo ma si sa che i genitori fanno sempre un pò fatica ad accettare i figli, specialmente i padri, le mamme forse ci riescono di più.. ma il padre di Sam non lo odia ne niente, diciamo che è ancora in fase di negazione, pensando che Sam potrebbe "cambiare idea" xd ma anche se non fosse così, non lo odierebbe ^^ eccetto questo, spero non vi abbia fatto cattiva impressione ^^

I GENITORI: in questo capitolo io mi sono imedesimata molto in Sam, piacerebbe anche a me una cosa come quella che è successa a lui xd e avendo un rapporto molto stretto con i miei genitori che sono molto apprensivi, so che non mi lascerebbero mai partire per un viaggio senza fare domande xd mi sono attenuta quindi a me stessa ma anche a molti figli che vivendo in casa penso che debbano dare conto ai genitori se spariscono per due giorni e addirittura prendono un aereo, poi soprattutto se viene uina celebrità a trovarli o.o

GLI AMICI: avevo deciso da molto tempo che gli amici dovevano andare con Sam. La scelta di farli tacere fino all'ultimo è per esigenza di trama xd e anche perchè la trovo una cosa carina che Dean fa per Sam. Vuole che gli tengano compagnia ^^

bene penso di aver detto tutto xd

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Capitolo 20
*** Incontro con Dean a New Orleans ***


Sam, Castiel e Olivia finalmente sbarcarono a New Orleans. Era davvero bella e Sam aveva l’impressione che la parte più bella della città dovessero ancora vederla.

“Allora, prendiamo un taxi o andiamo sull’autobus?” chiese Sam, visto che non avevano una macchina per raggiungere l’hotel.

“Ma dove vivete? Prendiamo un taxi, certo. Non sapete qual è la regola base del turista perfetto? Prendere un taxi.” Disse Olivia, tirando fuori per l’occasione un cappello vaporoso.

“Così sembri proprio una ragazza francese.” Disse Castiel, attirandola per la vita, infiammato.

“Ah..e così ti piacciono le ragazze francesi, eh, ragazzaccio?” gli chiese Olivia.

“Va bene! Andiamo a prendere questo taxi.” Disse Sam. Non era sicuro che gli piacesse guardare troppo le effusioni dei suoi amici. Gli facevano pensare a Dean. Quanto avrebbe voluto che fosse lì in quel momento….
 
 
I tre amici non ci misero molto a raggiungere la fermata dei taxi e il taxi non tardò ad arrivare.

“Visto, Olivia? È giallo, proprio come nei film.” Disse Sam sorridendo.

“è veroooo.” Disse la ragazza estasiata, mentre entravano tutti e tre e si sedevano sui sediloi posteriori.
 
 
 
 
*

Quando i tre amici raggiunsero l’albergo che Dean aveva indirizzato a Sam prima di andare via da casa sua, rimasero molto sorpresi di constatare che il soggiorno per i tre giorni stabiliti, erano già stati pagati da un certo Dean Campbell.

“Amico, a quanto pare, il tuo fidanzatino naviga nell’oro! Dovresti approfittarne!” disse Castiel ridendo.

“Non c’è niente da scherzare, Cas.Mi sento così in colpa. Adesso gli telefono e gli faccio una ramanzina.” Disse Sam triste mentre guardava i due maggiordomi portare le due valigie al piano di sopra.

Castiel guardò Olivia con un’occhiata che voleva intendere quanto Sam stesse impazzendo.
 
Quando entrarono però nella stanza d’albergo, videro qualcosa che fece desistere Sam dal chiamare subito Dean. Una bottiglia di champagne infiocchettata con un grande fiocco rosa.

“Wowww. Amico, se il tuo ragazzo non è innamorato di te, direi che chiunque vorrebbe un ragazzo così non innamorato che faccia queste cose…” disse Castiel.

“Cas, se era un complimento, beh, fa abbastanza schifo.” Gli fece notare Olivia.

“Oh..beh..le parole in fondo sono fatte per essere fraintese. Tu mi capisci, Sam, vero?” chiese Castiel.

“No. A dire la verità, io non ci sto capendo molto di tutto questo.” disse Sam, ma sembrava intenerito dal gesto e continuava ad accarezzare il fiocco e il bigliettino a esso collegato che recitava la scritta:

Sperando che questo champagne allieti il vostro soggiorno.

E un bacio al mio possibile futuro compagno di Cena
  • Dean Campbell
 
 
 
 
 
*

Sam  non poteva sopportare di aspettare ancora a lungo prima di parlargli, attardandosi a mettere a posto le cose nell’albergo. Aveva lasciato tutto così, precipitandosi fuori dall’albergo, cercando di chiamarlo. Gli amici lo avevano lasciato solo, capendo che voleva un po’ di privacy.

“Pronto?” la voce era dolce e vellutata e Sam sentì il cuore fare le capriole.

“Dean..” la voce di Sam era sollevata e felice. Temeva che non rispondesse, che fosse troppo occupato nei preparativi della cena che ci sarebbe stata l’indomani sera.

“Sam. È andato bene il viaggio?” gli chiese Dean con una voce melodiosa, che lasciava sottendere un mare di parole d’amore sotto forma di musica.

“Sei sicuro..di non aver appena suonato o cantato una canzone? Mi pare di sentire la musica..” disse Sam dolcemente, in preda a una forma di delirio.

“Come, scusa?” chiese Dean un po’ perplesso.

“N-niente. Scusa. Sono un po’ confuso.”

“Mi piace quello che dici, anche se è confuso. Anzi, vorrei davvero sentire di più..mi interessa questa cosa..”

“N-non importa. A dire la verità, io volevo..ringraziarti, ecco. Non dovevi però..avevamo i soldi per la camera..”

“Sam..”

“E grazie anche per lo champagne. Davvero. È stato un bel gesto.”

Dean non disse niente, ma a Sam sembrò quasi di sentirlo sorridere.

“Vorrei davvero..davvero tanto..vederti.”

Silenzio.

“Questo è…beh, questo è molto dolce.” Disse Dean, sembrava colpito.

“Per favore..” disse Sam, cercando di farlo cedere, seducendolo con la dolcezza. “Non riesco..non posso aspettare domani. Tutto di questa città mi fa pensare a te.”

Altro silenzio, seguito da un sospiro emozionato di Dean.

“Ora ti dirò il nome del’albergo in cui sto, ma sarai tu a decidere se raggiungermi o no....”

“O-okay.” Come avrebbe fatto, ci avrebbe pensato poi. Sam non riusciva a credere a tanta fortuna.

Dean gli disse il nome e l’indirizzo dell’albergo. Non era distante. Era in mezzo al centro.

“Prendi una bicicletta. Farai prima.” Disse Dean.

“Cosa? Una bici? Dove vado a rubarla una bici?” chiese Sam esterrefatto.

Dean rise. “Chiedi al tizio della hall. Nel loro garage hanno una specie di noleggio bici a pagamento. Ti costerà una bazzecola. Meno del taxi.”

“Incredibile. Quale hotel fa una cosa del genere?” chiese Sam.

“Questo. Ovvio.”

“Cosa? Tu lo sapevi?” Sam era sempre più sbalordito.

Dean rise. “Ti aspetto, non deludermi.”

Sam rimase di sasso. Dean aveva scelto appositamente quell’albergo, perché sapeva che Sam avrebbe avuto bisogno di una bici, nel caso che..incredibile. La consapevolezza però che avesse fatto tutto quello perchè anche lui avesse voglia di vederlo, lo infiammò ancora di più.
 
 
 
 

*

Prendere in prestito una bici per vedere la sua rockstar preferita, il suo idolo da sempre, che soggiornava in un albergo a pochi passi da lui, fu la cosa in assoluto più pazza che avesse fatto da sempre, più pazza anche di andare a Los Angeles solo per incontrarlo e donargli un piatto di pasta fatto da lui.

Mentre girava con la bici, in una città che si poteva dire che non conosceva, mille pensieri ruotavano nel suo cervello e Sam temeva che da un momento all’altro, il cervello potesse fondergli. Temeva di non riuscire a restare concentrato abbastanza per trovare il posto. Temeva di perdersi o di investire qualcuno con la bici.

Per fortuna riuscì a trovare l’albergo. Ora pregava solo di riuscire a trovare Dean e che non gli avesse tirato solo un brutto scherzo per divertirsi un po’.

Non lo avrebbe mai perdonato altrimenti.

O forse sì. In fondo lo amava troppo.
 
 
 

Quando Sam entrò nella hall, si sentì spaesato. Come avrebbe fatto ora a trovare Dean? Doveva chiederlo alla hall? Ma gli avrebbero dato il numero della camera? Chissà quanti fans avevano chiesto il numero della sua stanza d’albergo. Non potevano permettersi di darglielo.

Si avvicinò comunque cautelamente.

“Mi scusi..mi chiamo Sam Winchester. Sto cercando il signor..Dean..Campbell.” disse timidamente.

Il ragazzo della hall lo guardò, sgranando gli occhi, come se l’avesse riconosciuto.

“Oh sì..sì..Sam, giusto? Ha detto di raggiungerlo al terzo piano.” Gli disse all’orecchio.

Sam rimase basito. Dean aveva informato anche quel ragazzo?

“Collins, per favore, può accompagnare il ragazzo al terzo piano? Solo lui può passare, mi raccomando.” Disse il ragazzo ad una specie di omone che sembrava una guardia del corpo.

Sam restò stupefatto. Dean aveva proprio pensato a tutto.
 
“Prego, da questa parte.” Disse la guardia del corpo, invitando Sam a seguirlo.

Sam lo fece subito. Tutto quel mistero era sempre più elettrizzante.
 
 
 
 



*

Quando Sam e la guardia del corpo raggiunsero il terzo piano, la guardia si congedò gentilmente, lasciandolo solo. Sam guardò il lungo corridoio con le pareti rosse che si era lasciato indietro, pensò alle altre due guardie del corpo che vigilavano l’entrata  al terzo piano e che si preoccupavano di rendere inagibile quel piano. Solo a lui fecero passare.

Davvero Dean aveva tutto quel potere?

Non gli interessava soffermarsi troppo su quel pensiero in quel momento, però. Si guardò intorno, cercandolo e all’improvviso lo vide, appoggiato ad un angolo, con le braccia incrociate.

“Dean!” Non era un miraggio, vero?



Dean gli sorrideva meravigliosamente e Sam gli corse incontro, mettendogli le mani sul viso e baciandolo appassionatamente. Avvertì le braccia di Dean che gli avvilupparono la schiena e lo sollevarono. Gli piaceva. Dean riusciva sempre ad avvolgerlo facendogli sentire un mix di tenerezza ma facendolo sentire anche forte e protetto tra le sue braccia, protetto in maniera virile.

Dean una volta assaggiato le sue labbra sembrò perdersi nell’estasi e baciarlo più a fondo. Sam gemette nella sua bocca, aggrappandosi di più alla sua maglietta, alle sue spalle.
 
“Che cos’hai fatto? La tua bocca..è così..voglio dire, è sempre così..piena.” Dean non sembrava riuscire a trovare le parole giuste. “ma adesso..è …wow! Ha un sapore..”

Sam sorrise, chiedendosi se fosse il caso di lasciarlo o no nel dubbio. Sarebbe stato divetente. Dean riuscì a indovinare i suoi pensieri.

“Posso fartelo dire in mille modi..” disse Dean, malizioso.

“è..una mentina.” Sputò fuori Sam.

Dean rimase sbalordito. “Cosa??”

“Mentina e spray. Entrambi. A base di..cioccolato e menta. “

Dean era ancora sotto shock.

“Profumano e..lasciano una buona fragranza al palato.” Disse Sam sempre più imbarazzato.

Dean si riprese, sorridendo: “Mi dirai la marca e il nome, così non te li farò mai mancare, se prometti di metterle sempre.”

E così a Dean era piaciuta la sua iniziativa. Sam ne era felice. In fondo l’aveva fatto per sorprenderlo.
 
“Dean..forse non avrei dovuto venire..di sicuro sarai molto impegnato..” disse Sam, sentendosi in colpa.

“In effetti avevo una riunione, ma l’ho interrotta, sta tranquillo..”

“Che cosa??”

“Ehi, volevi vedermi o no?”

“Non volevo che interrompessi una riunione per me!!”

“Io invece lo volevo..tanto.” disse Dean ammiccante, prendendolo tra le braccia e strusciandolo su di lui.

Così facendo, sentì Sam teso tra le sue braccia.

“Sei già eccitato?” gli sussurrò.
“No…no!!”
“Oddio, quanto amo il tuo corpo..così sensibile, appena ti tocco. Non credo di poter aspettare di portarti in camera.”

“Cosa? Che cosa vuoi dire? DEAN!!”
“Schhhhh..”
 
 
Così dicendo, si infilò in un ascensore di quel piano, a pochi passi da loro, portando di peso Sam.

L'ascensore era ricoperto di velluto rosso drapeggiato. Sam lo guardò un pò stranito, ma poi si riprese:

“Sei impazzito?? Non lo farò qui!!” disse Sam, cercando di uscire, ma Dean aveva bloccato l’ascensore proprio in quel momento e la porta si richiuse.
 
“Ops.” Disse Dean sorridendo.

“Dean…sto lottando per non avere un attacco di panico..fammi uscire..subito.”

“Soffri di claustrofobia?”

“Cosa? No! Non penso..ma..non possiamo farlo qui. Potrebbero sorprenderci..e poi..”

“L’idea di stare chiuso qui dentro con me è così terribile?” gli chiese Dean, andandogli più vicino.

Sam respirò con affanno.

“No…cioè..è che..gli ascensori mi hanno sempre fatto paura..quando si chiudono..ecco..non penso di farcela..”

“Una fobia quindi..e sai cosa penso delle fobie?”

“Che..sono ridicole?”

“Che l’unica maniera per esorcizzarle è dare ad esse, qualcosa di molto piacevole.

“I-io..non credo che funzionerà!” disse Sam.

“Fidati di me.” replicò Dean con voce roca, sbottonandogli e sfilandogli i jeans con lentezza.

“Ah..” gemeva Sam, mentre Dean gli baciava l’interno coscia in modo languido e poi passava a succhiargli l’ombelico.

Sam continuava a gemere e Dean lo guardava soddisfatto, sentendo qualcosa tra le gambe di Sam risvegliarsi, quindi passò a dargli attenzioni anche lì.

“Ahhhh. Sì…sì!!!” gemeva Sam.
 
Dean continuò fino a quando non percepì che Sam era al limite, poi si fermò.

Sam lo osservò e vide che anche Dean era piuttosto eccitato. Si era sbottonato i jeans e cercava di darsi sollievo con la mano.

“Faccio..io..” disse Sam, inginocchiandosi e prendendolo in bocca e a Dean sembrò di vedere le stelle. Sam andò così bene che Dean temette di venire troppo presto, ma poi anche lui si fermò.

“Prendimi.” Gli disse.
 
Dean era talmente eccitato da quasi non vederci più. Lo girò contro la parete e cominciò a prepararlo. Non ci volle molto, visto che Sam era già bagnato per via di tutti quei preliminari.

“Aspetta..credi di potermi prendere, sollevandomi?” chiese Sam, sfidandolo.

Dean lo guardò. Ebbe un attimo di titubanza, ma poi l’eccitazione gli diede nuova carica.


Lo prese per le ascelle, sollevandolo e lo appoggiò al muro, facendo aderire il suo membro alla sua apertura.

“Ahhh..non resisto più….”

Era quello che c’era bisogno per far perdere a Dean il controllo.

Sempre stando attento a non fargli male, si spinse dentro Sam, dando sfogo alla passione, con quest’ultimo che gemeva aggrappandosi alle sue spalle.
 
 
 
 
 
 
 
*

Sam si trovava dentro la camera di letto di Dean, anche se in quel momento stava facendo una doccia, mentre il suo amato era andato ai piani di sotto, senza dirgli niente per fargli una sorpresa.

Quando Sam poi uscì dalla doccia, essendo stato avvisato da Dean, che si sarebbe assentato per qualche minuto, si mise sul suo letto, assaporando il profumo del suo cuscino.

Qualche minuto dopo, vide Dean entrare nella camera da letto tenendo un piatto e aprendo il coperchio che lo nascondeva. Gli mostrò il contenuto.

Una bella bistecca alla fiorentina.

“Dean..ma cosa..” Sam era a bocca aperta.

“Devi mangiare. Ti ho levato molte energie prima..” disse, porgendogli il piatto.

“Sei serio?” chiese Sam ridendo.

“Ehi, lo so che non può competere con un piatto di pasta cucinato da te..in realtà questo non l’ho neanche fatto io. Va bene essere una rockstar ma non credo mi avrebbero fatto avvicinare alla cucina.”

Sam sorrise, cominciando a mangiare.

“Sai, qui fanno piatti eccellenti. Me ne sono assicurato.” Disse Dean, sorridendo, contento di vederlo mangiare.

“Va bene..allora..” disse Sam e prese un boccone con la forchetta e lo avvicinò alla sua bocca.

“No..io..non ho fame.”

“Hai detto che sono eccellenti..quindi..”

Dean sorrise e lo accontentò, masticando il boccone dalla sua forchetta direttamente e facendo un verso di apprezzamento.
 

Sam sorrise. “Hai mangiato il boccone di bistecca dalla mia mano..sono contento.”

“Certo. Me l’hai offerto con tanta insistenza.” Replicò Dean ridendo.

Sam scosse la testa. “Non è quello che voglio dire. Insomma..non hai preso il boccone con i denti e l’hai mangiato per conto tuo. L’hai mangiato dalla mia forchetta.”
 
Sam lo guardò perplesso e poi sembrò quasi mortificato.

“Sam..io non ho pensato che..se ti fa schifo, prendo un’altra forchetta..non c’è prob..”

Sam gli diede una sberla sul braccio. “Stupido. Intendevo che non ti sei imbarazzato.Non ti sei staccato, voglio dire.hai continuato a mangiare senza interrompere il contatto..non ti sei allontanato..da me..mi piace. Questa la considero..intimità. e fiducia. Mi piace.”

Dean capì quello che Sam voleva dire e gli prese il viso per un altro bacio.
 
 
 
*

Quando, poco dopo, Sam ebbe finito la sua bistecca, domandò dopo un attimo di silenzio a Dean:

“Dean..noi due..che cosa siamo?”

“Così, ad occhio e croce, Sam Winchester e Dean Campbell..due umani.” Disse Dean, facendo finta di studiarlo.

“Dean..sai quello che voglio dire..insomma..io e te stiamo facendo sesso da un po’ e…”

“Sì, questo era indubbio.” Disse Sam contento.

“Ed è molto soddisfacente..”

“Confermo.” disse Dean esaltato.

“E..insomma..non credi che dovremmo parlare di..noi?”

“Non lo so. Tu di che cosa vuoi parlare?” chiese Dean circospetto.

“Ecco..io..tu non sei innamorato di me, per caso?”
Dean lo fissò con tanto d’occhi.

“Vorresti che lo fossi, Sam?”

"Io..me..lo stavo chiedendo perchè..insomma..forse io potrei essere..insomma.."

"Ti prego, non dirlo!"

Quelle parole gelarono il sangue a Sam.

"Dean..io.." ma Dean gli aveva preso il viso tra le mani, dicendo:

"Sto da Dio con te e preferisco vivere ogni giorno con lo stupore e l'esaltazione che domani continuerà, piuttosto che aspettare con rassegnazione la fine a cui ogni amore o innamoramento è destinata ad arrivare."

Sam aveva allontanato le mani dal suo viso.

"U-una persona come te, non può avere un'idea dell'amore così cinica e scontata. Non è neanche più cinica, ma banale, insomma."

"Ohh..qundi sarei banale?" chiese Dean divertito.

"Esatto! Oggi tutti odiano l'amore, speravo in qualcosa di più originale da parte tua, Dean!" sbuffò Sam.

"Ma io non odio l'amore." disse Dean. Sam sbuffò incredulo.

"No, io..dico davvero, Sam. Amo da morire gli amor platonici. Un eterno sentimento romantico destinato a non finire mai, perchè non mai soddisfatto, perchè l'uomo smette di desiderare quello che finisce per essere suo. I desideri del nostro cuore sono mal compresi. Noi pensiamo di volere un amore senza fine, invece ci auguriamo corteggiamenti senza fine. Quello, solo quello, ci rende felici, Di certo molto più dell'amore, che è sempre destinato a finire."

Sam era rimasto incantato dalle parole di Dean, ma subito si riscosse, guardandolo duramente.

"Tu non mi inganni a me, lo sai?" disse Sam.

"Scusa?" chiese Dean ridacchiando.

"Fai il finto cinico, ..ma i tuoi ragionamenti sono pieni di sentimentalismo passivo aggressivo. Vuoi vivere nella negazione, perchè hai paura della sofferenza e dell'abbandono!"

Dean rise. "Sei molto divertente, Sammy."

Sam sospirò.Non voleva arrabbiarsi con Dean.

"Perchè mi hai fatto venire fin qui, perchè hai fatto tutto questo se non mi ami??"

"Oh, ho fatto molto di più di quello che credi! Ho sabotato il concorso. Tutti i biglietti dentro il bussolotto, recitano il tuo nome. Complimenti, Sam. Hai vinto una cena con la tua rockstar preferita.”
 
Sam rimase senza fiato.

“Dimmi che non l’hai fatto davvero..”

“Avrai modo di verificarlo domani sera.”

“Io..io non..”

“Pensavi davvero che ti facevo venire fin qui lasciando tutto al caso? Mi hai proprio preso per uno scemo?”

“E…e tutto questo tu lo faresti per una persona che non ami?” Sam era sconvolto.

“Ah..ma allora insisti, non mi tirerai mai fuori un ti amo.”

“Io non voglio tirartelo fuori, voglio solo che tu mi dica quali sono i tuoi sentimenti per me. Oh, lascia perdere.”
 
Sam stava per andarsene, quando Dean lo bloccò per un braccio.

“Vuoi che ti dico cosa provo? D’accordo. Ti desidero, ti adoro e ti telefono perché mi piace sentire il suono della tua voce..”

“Dean..”

“Ho fatto tutto questo perché se non l’avessi fatto, se non avessi taroccato il concorso, non avrei avuto nessun stimolo a cenare con qualcuno che non fossi tu..”

“Io..”

“Tu mi stimoli, mi sorprendi ogni giorno, mi fai sentire bambino e mi fai sentire uomo, mi fai sentire importante, ti adoro e sono anche un po’ ossessionato da te, ma non voglio amarti, né voglio essere amato da te, perché quando ami qualcuno, ne sei sempre affamato, non ti basta mai e quando inevitabilmente scoprirai che quel qualcuno non può amarti come tu vorresti, l’amore svanisce, quindi, no, grazie, voglio continuare a desiderarti e a pensarti perché lo voglio io, non perché temo che se non lo faccio abbastanza, tu smetterai di amarmi. E voglio che tu faccia altrettanto, perchè se l'amore può finire, il desiderio è ETERNO” Disse Dean sorridendo.

Sam era incantato dalle sue parole. ma seppur romanticizzato, Dean alla fine gli stava chiedendo di fare i trombamici.

“Mi stai quindi suggerendo di fare i trombamici..” chiese Sam.

Dean scrollò le spalle. “A volte c’è più romanticismo nell’amicizia che nell’amore.”
 

















Note dell'autrice: spero di non aver rovinato il momento bellissimo che hanno passato nell'ascesore, con questi discorsoni cinici xd credetemi, il dialogo di Dean l'ho anche sistemato..perchè risultava anche più pesante di così, inizialmente :pp 

Daisy sa bene che io sono una romantica ma sono abbastanza disillusa ecco xd 

comunque era inevitabile che prima o poi si arrivasse a parlare dei loro sentimenti, ma non è ancora giunta l'ora di dichiarazioni romantiche, quindi questa tappa era obbligata...^^

spero che in questo dialogo si capisca un pochino la complessità dell'anima di Dean ^^

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Capitolo 21
*** Una cena a base di fragola! ***


Finalmente la sera della famosa cena era finalmente arrivato. Sam si era vestito di tutto punto, con uno smoking ma con un aspetto finto trasandato, lasciando la camicia bianca ben visibile, per non sembrare troppo un pinguino e mentre aspettava fuori, nella notte stellata, che venisse designato il vincitore, continuava ad assillare i due amici.

“Ma siete proprio sicuri che non danneggerà l’immagine di Dean,se cenerà con un uomo?” continuava a chiedere.

“Sam, ti ho già ripetuto mille volte che in caso saltasse fuori il nome di un ragazzo, la cena verrà vista come un simbolo di amicizia e ammirazione.” Disse Olivia esasperata.

“E se..e se non fosse vero che Dean ha truccato il concorso..magari l’ha detto solo per farmi venire qui..magari è tutto uno scherzo..”

“Amico, cerca di calmarti, ora.” Disse Castiel, tenendogli le spalle.
 
 

Inaspettatamente, dei signori portarono fuori un bussolotto con delle palline. Rimasero tutti a bocca aperta, sembrava di assistere ad un revival anni novanta!

“Voi credete che..l’abbia fatto per me?” chiese Sam, senza fiato, ricordandosi quando lui e Dean avevano parlato del bussolotto.

La folla era in delirio e dopo diversi minuti di attesa, per alimentare la suspance, venne pescato il nome di:
 

SAM

“Oh mio dio..oh mio dio..l’ha fatto..l’ha fatto veramente.” Disse Sam, che si stava per accasciare tra le braccia degli amici, mentre cercavano di tirarlo su, ridendo.

“Coraggio amico, non svenire proprio ora.” Disse Cas.

“Và e rendici fiero di te!!” disse Olivia, spingendolo insieme a Cas.
“M-ma io..”
 
“Vado a prendere il mio accompagnatore. Con permesso.” Disse Dean, facendosi largo tra la folla.

Sam rimase senza fiato. Dean era bellissimo con quel completo turchese e la cravatta blu, sembrava proprio un principe delle fiabe.

“Oh, eccoti qui.” disse Dean, lo prese sotto braccio e gli fece attraversare la folla. “Coraggio, dobbiamo andare al ristorante.” Disse.

Sam lo guardava raggiante. Era stupendo. L’aveva già visto da lontano, ma vederlo da vicino, era ancora più bello.
 
 
“Dean, io non so se ce la faccio…mi tremano le gambe.” Gli bisbigliò Sam, mentre entravano al ristorante.

“Mi fido di te. So che prenderai tutto con la massima disinvoltura e simpatia possibile. Pensa a quando ci siamo conosciuti, ok?”

A Sam l’idea gli fece ancora più paura.
 
 
 
“Allora..ciao.” disse Dean, sedendosi al tavolo, dove furono prontamente seguiti dalle telecamere.

“Ciao.” Disse Sam sorridendo timido.

“Piacere, Dean.” Disse Dean stringendogli la mano.

“Sam.” rispose lui allegro.

“Sei..giovane.” disse Dean.
“Anche tu.”

Dean lo guardò stranito. Sam trattenne una risatina.

“Non è..la risposta che mi aspettavo, ma in effetti hai ragione. Forse sono un po’ giovane per fare questo lavoro, ma anche tu sei giovane per..sì..insomma..” ora Dean era in difficoltà.

“Per una cena?” gli chiese Sam.

Dean lo guardò ora seriamente in difficoltà e a Sam fece tenerezza.

“Beh..tu mi piaci e quando ho saputo che c’era la possibilità di cenare con te, ho colto al volo l’occasione..ma non pensavo di essere davvero vincitore.”

“Beh, come vedi..la fortuna aiuta gli audaci! Dimmi però di più. Hai detto che io ti piaccio. Cosa intendi esattamente?”

“Beh, tu sei Dean Campbell, come potresti non piacere?”
“Beh..io..penso..”

“Cosa si intende quando si dice che ci piace qualcuno? Stima, ammirazione, affetto, simpatia..tu infiammi molte fantasie..ne sei cosciente?”

“E infiammo anche le tue?”
 
Questo era un gioco pericoloso, i due si guardarono, come a sfidarsi maliziosamente.

“Ti seguo da quando sono bambino. La musica mi allieta e mi è di ispirazione nei sogni.”

“Davvero?” ora Dean sembrava sinceramente sorpreso.

Sam annuì sincero. “Ho sempre pensato che chi riesca a fare della musica così buona, debba avere un animo buono.”

Dean smise del tutto di recitare e dimentico delle telecamere, gli mise una mano sulla sua.Nessuno dei due aveva voglia di ritrarsi.

“Quando dico che la tua musica mi è da ispirazione, intendo non solo in maniera astratta.”

“Quindi..tu suoni?”

“Mi sono dilettato qualche volta con la fisarmonica, ma sto meditando di imparare a usare uno strumento più dolce, più melodioso.”

“Tipo? Un piano?”

Sam scosse la testa dolcemente. “Quando sarà il momento, mi piacerebbe fartelo ascoltare.”
 
 
Dean e Sam mangiarono caviale e champagne e ostriche, bistecca alla fiorentina con contorno di diversi formaggi raffinati e poi un dolce che era un soufflé alla fragola molto buono.
Il vino rosso era delizioso.
 
"è davvero delizioso."  

"Sì, questo fragolino è un portento. Davvero, complimenti per la scelta." disse Sam, facendolo ridere, visto che chiaramente Dean si riferiva al momento.

Quando finirono la cena, Dean e Sam uscirono dal ristorante, mano nella mano.



“Sam, mi piacerebbe fare una passeggiata con te.” Disse Dean e non sembrava lui. Non sembrava neanche che stesse recitando, anche se Sam sapeva che non sembrava il solito Dean.
 
Alla fine si fermarono su una panchina, guardando la luna piena alta in cielo.

“Sai, vorrei tanto baciarti in questo momento.” Disse Dean, anche se erano consapevoli che non potevano, con tutti quegli occhi puntati addosso.

“E perché non lo fai?” chiese Sam, provocandolo,ma con dolcezza, non con lussuria.

“Perché..ora tu non dormi..e io non sono da solo, su un balcone..ma manca il balcone.” Sussurrò Dean con dolcezza.

Un giorno, guarderemo la luna insieme, da un balcone come questo e troveremo la cosa molto romantica, un giorno..non oggi. Non è ancora il momento.  

Sam lo guardò, con i suoi occhi languidi e dolci, qualcosa nella sua espressione, suggeriva che capiva ciò che Dean voleva dire.

“Questo è più bello di qualsiasi bacio..” disse Sam dolcemente, riferendosi a loro due, seduti su quella panchina.
 
 















Note dell'autrice: 

ragazzi, abbiate pazienza, ho una scaletta da rispettare e diversi momenti che voglio scrivere, anche perchè questa non è una storia come le altre, ma più leggera, quindi potrebbe finire in qualsiasi momento e anzi sarebbe già finita se non fosse che ho una specie di scaletta in testa :D ci saranno anche momenti più profondi non temete :D

ps qualcuno di voi segue ancora il lotto ? e mi potrebbe quindi dire se il famoso bussolotto lo usano ancora? ahha

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Capitolo 22
*** Suona per me ***


Sam si trovava nella villa di Dean, dentro la sua piscina. Era stata un’idea di Dean, quello di farlo venire lì a casa sua.

I genitori non c’erano, erano in giro per affari e avevano la casa tutta per loro.

E Sam era più sensuale e sexy che mai, nel modo in cui, dentro la piscina, prendeva in bocca il membro di Dean e se lo lavorava, languido e curando ogni particolare.

Un altro gemito roco, da parte di Dean, fece capire a Sam, che ci sapeva davvero fare e che stava apprezzando tantissimo.
 
 
 
 



*

“Ti piace la mia casa?” gli chiese Dean, ammirandolo, mentre in cucina, in mutande, mamgiava un’anguria.

“è bellissima.” Disse Sam.

“Oh, sì..davvero..bella..” disse Dean, leccando via quella gocciolina che pendeva dalla bocca di Sam, con la lingua.

Sam lo fissò.

“Scusa, io..lo sai che sei illegale, certe volte, vero?”

Sam lo fissò malizioso. “Mi piace come lo dici.”

“Vorrei che potessi stare qui tutti i giorni.”

Sam lo fissò sbalordito. “Mi stai chiedendo di convivere per caso?”

“Cosa? No, che ti salta in mente? È che mi piaci come pezzo dell’arredamento..ti intoni…bene con la casa.”

“Ah, grazie tante.” Sbuffò Sam, ridacchiando.

“Sammy..stasera avrei un impegno..”

Sam lo fissò. “Ma Dean, io sono venuto apposta per te..”

“Lasciami finire. Mi hanno chiamato per parlare di cose frivole..sai, i prossimi concerti..ma io non ho voglia di andarci..”

“E allora..non farlo.” Disse Sam, strizzando gli occhi.

“Potrei..dammi un buon motivo.” Lo sfidò Dean.
 
Sam si morse il labbro.

“Hai detto che avevi una sorpresa per me.”

“Non funziona così, Dean.”

Ti prego..

Stranamente quell’intonazione nella sua voce, convinse Sam. si alzò senza dire niente, si rimise i pantaloni e si avvicinò alla sua giacca.



“Aspetta, Sam..ma che fai..ti sei of..?” gli chiese Dean, cercando di fermarlo, temendo che Sam potesse andarsene, ma Sam tirò fuori dalla giacca un oggetto.

Una vecchia lira.
 
“Sam…ma..è…quello che penso che sia?” chiese Dean.

“È una lira, sì.”

“Io non capisco.”

“Voglio suonarla per te.” Disse Sam.

Dean si ammutolì di colpo e Sam quando vide che finalmente Dean stava tacendo, si sedette sul divano e cominciò a suonarla.
 
Una melodia dolcissima, quasi d’altri tempi, si levò da quella lira dolcissima.

Sam suonava come se la lira avesse un’anima e gli stesse cantando il senso delle cose, nella lingua degli angeli. Una melodia che arrivò dritta al cuore di Dean, facendogli versare lacrime che non si aspettava.
 
Sam teneva la testa bassa per non guardare Dean, ma dentro di lui, era come se avvertisse che Dean piangeva e per quanto non volesse farlo,pianse a sua volta.

Un angelo che piange. C’è qualcosa di più meraviglioso? Pensava Dean.
 
Quando Sam finì di suonare, Dean andò da lui e lo abbracciò. Sam si perse in quell’abbraccio. Pensò che erano due stupidi, a piangere così per una melodia.

“Non andrò a quella stupida riunione. Voglio che questa melodia sia l'ultima cosa che mi risuoni nella testa ancora per diverse ore, prima di addormentarmi e vorrei addormentarmi con te, se tu sei d’accordo.” Gli disse Dean dolcemente, guardandolo negli occhi.

Sam rispose con un bacio a quelle parole.























Note dell'autrice: spero vi piaccia come è piaciuto a me *_* è da tanto che voglio scriverlo!! Non vi preoccupate, forse già domani aggiornerò di nuovo <3

questo link è per farvi un pò capire a quale melodia si avvicina quella di Sam! Immaginatela magari leggermente più melodiosa soltanto..questo video è preso da un pezzo di Saint Seya..è da quando l'ho visto che ho pensato a Sam che la canta per Dean o viceversa *_*

https://www.youtube.com/watch?v=f6dbZM1IJ2U

Signori, la lira di Orpheo!!  

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Capitolo 23
*** Apri il tuo cuore, Dean ***


Pov Sam.

Dean è stato fantastico. Sarebbe stato normale per lui, parlare tutto il giorno della cosa che ha avvolto la sua vita in questi anni, fin da quando era bambino: La musica, ma lui non lo fece. Lo pregai, gli dissi, Dean, anche se sono a casa tua, non voglio che ti sforzi di non essere te stesso, per essere carino con me. Se vuoi parlare della tua musica, fallo. Parliamone anche tutto il giorno, a me non da fastidio. Dean però mi disse che parlava della sua musica da quando era piccolo e perlopiù con sconosciuti, con me invece era diverso, con me desiderava riscoprire un altro tipo di normalità, o meglio, desiderava scoprire ME.

Ed ecco che successe una cosa inaspettata. Restammo a parlare quasi tutta la notte. Dean mi fece mille domande. Una specie di interrogatorio. Mi disse che io sapevo tutto di lui e avevo un vantaggio ingiusto, quindi adesso dovevo rimediare,colmare le lacune, permettergli di recuperare il vantaggio.

Quindi lo feci. Risposi a tutto quello che lui voleva sapere.
 
Mi chiese se ho mai tenuto un diario in cui raccontavo quello che desideravo, quello che sognavo. Gli dissi che lo facevo, ma poi smisi, perché i miei genitori avevano il brutto vizietto di curiosare tra le mie pagine ed era molto imbarazzante.

Dean si adombrò, mi chiese se avevo avuto una brutta infanzia. Risposi di no, avevo avuto una bella infanzia. I miei genitori erano meravigliosi, non era di quello che parlavo nel mio diario.

E di cosa parlavi? mi chiese Dean.

Gli dicevo che parlavo di tutto. Della tristezza che mi prendeva per le sorti del mondo, per i drammi della gente comune costretta a soffrire, a non essere capita, per i litigi dei miei amici. A quei tempi soffrivo per tutto e crescendo cominciai anche a soffrire pensando che i miei genitori non avrebbero mai accettato la mia sessualità, ma loro mi sorpresero. Capirono prima di me, quale fosse e per convincermi a rivelarlo, cominciarono a elogiare l’amore libero e svicolato dai dogmi comuni della sessualità che era considerata normale e quando decisi di dirlo, semplicemente mi abbracciarono.

“Come ti invidio. Mio padre non condanna gli omosessuali, né pensa che siano una malattia, ma solo una questione di ormoni, sì.”

E quando cominciai a criticare le frasi di suo padre, Dean mi disse:

“Non pensare male di lui. Lui non crede neanche nell’amore eterosessuale. Mia madre l’ha lasciato quando ancora ero piccolo e non è più tornata con noi.”

Rimasi basito da quelle rivelazioni.Certo, le voci che in realtà i genitori di Dean fossero separati, c’erano sempre state, ma i media li annoveravano più che altro come crisi e frequenti tira e molla.

Dean rise.

“Ci sono tante cose che credi vere e in realtà sono fumo negli occhi, nello star system. Mia madre se n’è andata realmente via da noi quando io ero ancora piccolo ma per la facciata, i miei fingono di essere ancora sposati, quando qualcuno vede qualcosa di strano, si inventano qualche litigio o crisi per giustificare il fatto che non vengono mai visti insieme.”

“P-perché si sono lasciati?”

Dean si adombrò di nuovo.

“Questo non posso dirtelo. Mi dispiace.”

Non insistei e Dean riprese a interessarsi di nuovo di me e della mia vita. gli dissi della sete che avevo per la conoscenza, per la verità. Per un breve periodo avevo anche sognato di fare giornalismo, accantonando subito l’idea. Amavo la verità.

“Tu lo sai che i giornalisti sono i nostri peggiori nemici? Quelli come noi, devono lottare sempre per venire a patti con loro per non lasciare che pubblichino cose..compromettenti per le nostre carriere o facciano succedere scandali.” Mi disse Dean, poggiando il mento sui gomiti, guardandomi divertito.

Lo guardai dispiaciuto e quindi lui rise e mi sbaciucchiò.

“Sta tranquillo. Se tu fossi stato un giornalista..beh..forse saresti stato l’unico da cui avrei accettato di venir sputtanato.”

“Dici davvero?”

Ma Dean non volle approfondire l’argomento.
 
 
 
 
 



*

Quando mi risveglio nel letto di Dean, ho appena il tempo di pensare alla notte favolosa che abbiamo passato a chiacchierare – sì, ma dopo aver fatto l’amore però – che mi accorgo che Dean non c’è. Giro tutta la casa a cercarlo, un po’ contrariato di non essermi svegliato con lui al suo fianco. Ho ancora il pigiama che mi ha prestato per dormire e mi va un po’ largo.
 
“Dean, sei in bagno?? Sei nudo?” lo provoco.

“Entra, Sam.” e il mio cervello malato pensa a una proposta indecente.

Quando apro la porta però, sono sorpreso di vedere Dean seduto sulla vasca, con un dei tubetti di creme tra le mani.

“Non è che stai per diventare donna, vero?” lo prendo in giro.

“Stupido. Piuttosto, ho bisogno di te, credo.”

“Tu hai sempre bisogno di me! In cosa posso aiutarti? Anche se mi sembra strano che hai bisogno di me perfino per una maschera del viso!” ridacchio.

“Questa non è una maschera per il viso. È una tinta.”

“Cosa??”

Dean mi guarda.

“Ah, e dovresti anche tagliarmi i capelli e non per farti pressioni..ma..occhio a quello che fai. Ho un’immagine da mantenere.” E mi fece l’occhiolino.

“Dean! Io non sono né un barbiere, né un parrucchiere!”

“Non sostieni che bisognerebbe diventare qualsiasi cosa per la persona che si ama?”

Gli guardo i capelli. Quei capelli pieni di meches rosa e azzurri che mi hanno sempre incantato.

“Di che colore vuoi farli?”

“Mmm.dunque..domanda difficile..dopo aver valutato con attenzione..ho propeso per questa tinta che è quella che più si avvicina al biondo scuro, il mio colore naturale.”

Che cosa? I tuoi capelli sono in realtà biondi?”
 
 
 
 



*

Anche se terrorizzato, decisi di accontentarlo. Sembrava tenerci molto, quindi cominciai ad applicargli la tinta a strisce, sperando di non fare danni.

Restò un po’ in posa, poi lo feci sedere con la testa rivolta al lavandino e cominciai a lavarglieli, preparando prima dell’acqua tiepida per non farlo sentire a disagio. Alternavo il pettine a dei lievi massaggi alla cute, cercando di non fargli né male né infastidirlo, il mio scopo era rilassarlo, oltre a lavargli i capelli.
 
Dean non parlava, chiudeva gli occhi e si abbandonava alle mie mani. Ci trovammo dentro un silenzio irreale. Pensai a cose che mai avevo pensato prima. Mi sovvenne in mente tutte le volte che ci masturbavamo a vicenda. Credevo quello fosse il massimo punto da raggiungere per l’intimità di un individuo, solo in quel momento realizzai quanto avevo torto.

L’intimità era Dean che chiudeva gli occhi lasciandosi nelle mie mani, in tutti i sensi e mentre l’acqua lo teneva giù in quella posizione, mi rendevo conto che lui non era mai stato così vulnerabile con me come in quel momento.

E avevo l’impressione che Dean lo sapesse. Mi ricordavo quando mi lamentai che Dean non lasciava che facessi niente per lui.
 
 
“Tu fai un mucchio di cose per me, perché tu non mi lasci fare lo stesso?” 

"Mio caro Sammy, bisogna guadagnarsi il diritto di prendersi cura di me.”
 


E capivo quello che intendeva dire, soltanto adesso.
 


Finìì di lavarglieli e lo feci accomodare seduto davanti allo specchio, cominciando a tagliargleli.

“Ho sempre vissuto con mio padre, perché mia madre se ne andò appena ero nato. Mi ricordo quando avevo otto anni e un pessimo rapporto con mio padre, seppur fosse sempre molto presente con me e con mia madre il rapporto era inesistente, ciònonostante era lei quella che giustificavo di più. Credo che le persone, soprattutto i bambini, tendano ad attaccarsi di più alle persone che li amano di meno..non è buffo?”

“è triste, più che altro..” risposi io, tremando,

“Dentro di me, davo la colpa a mio padre, se mia madre non mi amava abbastanza. Gli rovinava la vita con il suo brutto carattere, con i suoi modi aggressivi..era per colpa sua se lei non aveva amore da dare, non aveva amore per me. Mio padre glielo tirava via. Continuai a dare la colpa a lui, poi un giorno, avevo quattordici anni, mio padre dovette partire per l’estero per delle cose importanti e io non potevo lasciare il paese..contro la volontà di tutti e tre, dovette affidarmi a mia madre per un mese..”

“Non potevi andare da qualche altro famigliare?”

“Non avrebbe dato un bel messaggio alla nostra famiglia. Sarebbe sembrato come se io non volessi stare con mia madre, quindi dovetti fare questo sforzo, anche se in realtà speravo in un’ultima occasione per riappacificarci..beh le cose non andarono proprio così..fu un mese terribile, di freddezza da parte di lei, quando finalmente la affrontai e le chiesi perché se n’era andata via di casa e perché non mi voleva bene, venni folgorato da una verità che mi fece male.

La sua fu una gravidanza difficile, a rischio, tanto che finì in coma e dovettero accelerare la mia nascita per salvarmi, due mesi prima. Nacqui prematuro, ma ce la feci. Lei si risvegliò sei mesi dopo. Lei era uscita sfiancata dal coma e non aveva l’energia per badare a me e mio padre non lo accettò. Mi disse che questa cosa compromise il rapporto e il matrimonio con mio padre e quindi si separarono.”

“è terribile..”

“Già. Ma non era la verità.”
“Come?? Mentì??”

“Quando papà tornò dall’estero, ero furibondo con lui. A casa abbiamo avuto uno scontro molto forte. Lo accusai di non aver capito la mamma, di averla lasciata proprio quando era più vulnerabile e aveva bisogno di noi, di avermi fatto crescere senza una madre. Lui sbalordito e incavolato, mi disse al contrario che lei non mi aveva mai voluto e che voleva abortire fin da quando le dissero dalla prima volta, che era una gravidanza a rischio.”

“No..”

“Mi disse che lui aveva lottato affinchè la gravidanza potesse proseguire, l’aveva rassicurata che sarebbe stato vicino ad entrambi, ciònonostante, lei finì in coma..e anche quando si risvegliò, nemmeno vedermi la addolcì, anzi, era ancora più arrabbiata una volta scoperto quello che era successo. Non volle nemmeno prendermi in braccio  e mi diede la colpa di tutto, anche del fatto che lei fosse finita in coma. Tieni lontano questo mostro da me. Mi ha quasi uccisa!” disse.”
 
Sam chiuse gli occhi e delle lacrime gli caddero dalle guance.
 
“Mio padre mi disse che lei dava la colpa a me e anche a lui e decise di andarsene di casa. Mio padre le disse che se se ne fosse andata e avrebbe rifiutato me, non l’avrebbe più ripresa con sé e così fece. Decidemmo di tenere tutto nascosto per non far scoppiare uno scandalo. E così da quel giorno io compresi che non era mio padre l’orco cattivo, anzi lui era quello che mi amava di più, costretto a trattarmi male per nascondere quello che aveva fatto lei. Non finì qui, mio padre ,mi disse che quel giorno lei gli gridò che aveva voluto farmi nascere contro la sua volontà, che avrebbe dovuto farla abortire come lei voleva dall’inizio e non farle sprecare sei mesi della sua vita a dormire."





Qualche anno prima…
 
“Vigliacca! Mostro! Bugiarda!” gridava Dean, distruggendo tutte le cose che gli capitavano a tiro nella sua camera.
 
 
 



Presente
 
“Da quel giorno decisi che non l’avrei mai più perdonata per quelle parole e così ho fatto.” Disse Dean con gli occhi luccicanti di lacrime.
 
Sam aveva le guance rigate di lacrime, che continuavano a scendere, si sentì mancare le forze e quindi posò le forbici e il pettine, cercando di sostenersi con i gomiti.

“Dean..io..”

“Continua a tagliare, Sam..” disse Dean senza voltarsi.

“Dean, ascolta..”

“Se vuoi aiutarmi, continua a tagliare. Cominciai ad usare questo colore di capelli per colpa sua, desideravo essere un altro, una persona diversa da quella che aveva provocato la distruzione della mia famiglia, ma ora ho capito. Non ci sono scusanti, per cui una donna decida di abbandonare volutamente suo figlio ancora in fasce. Non è naturale che una madre non ami suo figlio e desideri che non fosse mai nato, quindi, per favore..taglia.”

Sam prima di farlo, gli abbracciò il collo, da dietro, poggiando il viso su di esso, donandogli calore, conforto e amore.
 
 
 
 
 
*

Quando L’operazione capelli di Dean, finì, si guardò allo specchio. Quel colore biondo cenere che non ricordava più

“Mi piace..” disse, guardandosi allo specchio.

“Risalta i tuoi occhi.” Disse Sam, dandogli un bacio sui capelli tagliati.

“Che fai, non li butti via?” chiese Dean, abbracciandogli le gambe, da seduto, notando che Sam stava raccogliendo le ciocche colorate e le stava raggruppando.

Sam scosse la testa, mentre teneva le ciocche in mano.

“Sam, ehi, che hai?” gli chiese Dean, facendolo voltare.

“Forse a te..ricorderanno dei momenti brutti, Dean, ma a me ricordano l’inizio della tua entrata nel mondo della musica, quando compravo i tuoi cd e ti vedevo cantare, avevi questo colore..sempre..e ce l’avevi anche quando ti ho baciato la prima volta..e quando ho fatto l’amore con te, quindi no..non potrei mai buttarle.” Disse Sam con gli occhi lucidi di commozione.

“Sam..” lo chiamò Dean, colpito. “Io…Io ti amo.”
 
Sam si voltò di colpo. Era in piedi, accanto a lui, ma a quelle parole, gli andò in braccio e lo baciò di slancio.

“Anch’io ti amo!” rivelò Sam felice, piangendo di gioia.
 
 
 
 

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Capitolo 24
*** Questo ragazzo mi delizia con la sua musica ***


Dean era veramente innamorato di Sam e si vedeva.

Sam all’inizio aveva davvero paura. Aveva iniziato la storia con Dean, sapendo che era davvero complicata come cosa e che sarebbe potuta finire domani..perchè Dean era un artista ed era nel mondo dello spettacolo e lui invece era una persona comune, senza contare il fatto che erano due ragazzi, ciònonostante, da subito aveva pensato che voleva goderselo più che poteva, finchè poteva.

Sam si aspettava in ogni momento l’avvento della crisi dietro l’angolo, perché per via del loro lavoro, non avrebbero mai potuto stare insieme.

Dean però era molto innamorato di Sam e lo faceva vedere in ogni modo.

Aveva litigato con i suoi agenti e promoter, perché a loro dire, era poco social ultimamente.

Si era rifiutato di pubblicizzare alcuni vestiti e bevande – non mi metto a fare il cretino per ste cavolate – aveva osato dire – e poi questi vestiti sono orrendi. Neanche per soldi potrei mettere una roba del genere – e aveva anche battibeccato perché ultimamente non postava più niente sui social.

La verità era che i social non gli interessavano più. L’affetto e il calore dei fans era diventato compulsivo da un bel po’ di tempo, forse troppi anni. Un tarlo compulsvivo che lo spingeva ad accedere a instagram, facebook, twitter e cose simili, la mattina, il pomeriggio, la sera..perfino la notte..per controllare le notifiche, quello che dicevano di lui, per restare sempre informato.
 
La relazione con Sam, l’aveva scongelato da questa fame di social compulsiva. Gli aveva aperto un nuovo mondo, fatto di nostalgia e di zucchero filato, condensato con vecchie abitudini che aveva da ragazzino e che aveva dimenticato.

Tipo giocare a basket o a pallavolo. Non si ricordava più quanto era divertente, forse perché non aveva più nessuno con cui farlo.

Oppure, anche solo andare a correre in giro. Correre in compagnia, non pensava fosse così bello.

“Sai, è anche più bello correre in campagna, o per i boschi. Ti va di provare?” gli aveva detto Sam.

“Cavolo, Sam. Avevi ragione. C’è qualcosa che non sai?”
 
 

Dean amava anche guardare vecchi film con Sam. Il suo fidanzatino era un sentimentale. Gli aveva fatto vedere vecchi film, sentimentali, tra cui Lassie, oppure, Mary Poppins. Dean prima di guardarli, li considerava film stupidi, ma in compagnia di Sam, niente sembrava stupido, ma sembrava tutto bellissimo.

Avevano anche la loro privacy, visto che Dean aveva una casa a parte, non dovevano neanche preoccuparsi della famiglia di Dean.
 
“Sam, ti andrebbe ti fare un giro su un elicottero?” se ne uscì fuori un giorno.

“Dean.,.ma se dovessero vederci, cosa penserebbero?”

“Ma cosa ti importa! Non ci vedrà nessuno! Sta tranquillo. Dai, voglio farti vedere il cielo. Vedrai quanto è bello.”

“Lo sto già guardando.” Disse Sam, guardandolo.

La semplicità con cui Sam riusciva a dire certe cose, era disarmante, faceva arrossire Dean.
 
 
 


Sam e Dean avevano la loro bolla e per questo, Dean era cambiato, più concentrato su di lui, cosa che ovviamente non mancavano di notare, chi gli stava vicino.

“Chi è quel ragazzo con cui stai sempre?” gli chiedevano.

“Ve l’ho già detto. Un mio amico! Posso avere degli amici, no? O non posso??”

“Solo un amico? Perché vedi, la gente sta cominciando a mormorare!”

“La gente mormora sempre. Lasciala mormorare.”

“Mormora perché ti vede particolarmente affettuoso con lui..andate in giro insieme, pranzate insieme e le tue dediche a lui sui social..sono molto affettuose..e il fatto che tu sia ancora single..”

“Eravamo d’accordo che non avrei ricevuto pressioni su questo..sono ancora giovane..”

“Sì, ma hai rifiutato ogni flirt finto che ti hanno proposto..”

“Non mi piace prendere in giro la gente…eravamo d’accordo su questo..”

“Sì, ma adesso le cose sono cambiate.” Disse l’agente mostrandogli articoli di giornali in cui si metteva in dubbio la sessualità del giovane Dean Campbell.
 
Dean sospirò. “Ho già visto questi maledetti articoli. I miei mi hanno fatto una testa così. Per favore, vienimi in aiuto almeno tu.”

“Posso farlo, se mi lasci fare il mio lavoro.”

Dean sospirò. “E va bene.”
 
 
 
 
 
*

La cosa più penosa era stata informare Sam, del fatto che era costretto a fingere un flirt con la modella Genevieve Cortese, per un po’ di tempo, per allontanare le voci che lo volevano omosessuale.

“Questa?? Certo che non esistono più gli agenti di una volta. Odierai subito questa ragazza. Guarda qui che espressione. Chissà che antipatica che è…pensa se dovessi essere io a fingere.” Diceva Sam guardando il giornale. Scherzava per fargli tornare il buonuore, ma era anche sincero.

“Sam..mi dispiace tanto..”

“Tranquillo, Dean,..ti capisco..promettimi solo che..sarà per poco, mh?” disse Sam, tornando a sbaciucchiarselo sul divano.

Dean ricambiò. Non voleva deluderlo.
 
 
 
 
 
*

Con Geneviene non andò semplicemente male, ma fu un disastro completo. Le era risultata antipatica dal primo momento che aprì bocca, non voleva parlare con lei per più di cinque minuti o restare troppo a lungo nella stessa stanza. Si fece vedere con lei poche volte in giro, il tanto che bastava per creare qualche rumours, infatti si cominciò a vociferare di un suo fidanzamento con la modella.

La farsa durò un mesetto, poi Dean, stanco di avere sempre i paparazzi addosso, dopo l’ultimo litigio con lei, disse che in realtà non erano mai stati insieme e che lei era solo una bugiarda che voleva farsi pubblicità con il suo nome!!
 
Questo, all’agente non andò giù per niente, ma perlomeno era qualcosa. Almeno Dean era stato visto con una ragazza.
 
 
 
 
 
 
*

Una sera, Dean stava cantando in un bar, accompagnando la sua voce assieme a una band rock. Il pub gli piaceva, era accogliente e tutti acclamavano Dean e la band. Dean aveva voluto Sam con lui, aveva voluto che fosse anche lui sul palco e quando aveva finito di cantare, chiese a Sam di suonare la sua lira.

Tutti rimasero incantati ad ascoltare Sam suonare la lira.

Questo ragazzo, talvolta suona per me, deliziandomi con la sua musica.” Disse Dean, mettendo un braccio attorno alle spalle del suo ragazzo, mentre quest’ultimo lo fissava, incatenando gli occhi ai suoi, con un sorriso dolcissimo.

Si poteva quasi avvertire l’amore che i loro sguardi emanavano e le sue vibrazioni. Foto che vennero prontamente pubblicate sui blog e i siti di gossip, finendo anche sui social, soprattutto con la dedica dolcissima che Dean gli aveva dato.

Deliziandomi con la sua musica.
 
Dopo quel piccolo concerto, i due si misero a bere birra irlandese davanti al bancone. Dean non guardava nessuno, non faceva autografi, aveva occhi solo per il suo Sam, tanto che lo prese più vicino a sé anche per un selfies, mentre erano seduti davanti al bancone, scattò la foto, scrivendo:
Date night. 























Note dell'autrice: 

Date night: ho cercato su google il significato e su per giù è una frase che si mette per stare a indicare una serata in compagnia tra due innamorati, fidanzati o addirittura tra una coppia sposata che decide di prendersi del tempo per uscire insieme a divertirsi <3

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Capitolo 25
*** L'amore: felicità completa o una lenta e triste agonia? ***


La situazione stava sfuggendo di mano. I pettegolezzi tra Dean e il suo –assistente, migliore amico – Sam, stavano prendendo sempre più piede, ingigantendosi sempre di più e finì che l’entourage che lavorava per Dean, decise di correre ai ripari.

Dean si arrabbiò molto, quando, lesse su un giornaletto scandalistico, che avrebbe un flirt con la sedicente modella Bela Talbort e che era addirittura in procinto di sposarsi tra due mesi.

“Che cos’è questa porcheria??”  si arrabbiò molto per questa storia, ma quando vide Sam, a casa sua per una cenetta intima, sembrò averci ripensato.
 
“Dimmi che stai scherzando..non può essere..”

“Sam, sarà un matrimonio finto. Non la toccherò nemmeno, te lo prometto…lo sai che mi piaci solo te..”

Tentò di prendergli la mano, ma Sam si scansò. Dean sospirò.

“è l’unico modo per non far crollare la mia carriera..cerca di capire..”

“NO! Hai sempre..hai sempre detto che ti fanno schifo gli artisti che vivono nella finzione..e ora tu vorresti diventare uno di loro?”

“Considerate certe circostanze, si può cambiare idea nella vita..”

“Beh, adesso mi fai schifo tu. Hai ragione, si può cambiare idea.” Disse Sam alzandosi.
 
“Ehi, ehi, che cosa sono queste parole?? Non dicevi che ero il tuo idolo??” disse Dean, bloccandogli il braccio.

Sam lo guardò, pieno di amarezza.

“è proprio quello che si dice….non bisognerebbe incontrare mai di persona i propri idoli..c’è il rischio di scoprire che sono soltanto uomini…”

Dean restò talmente sconvolto, che lo lasciò andare.

Sam pieno di amarezza, fuggì via da quella casa, prendendo la metropolitana, per ritornare a casa.
 
 
 
 
 
 
*

Passò un’intera settimana, dove Sam non faceva altro che piangere, sperando che Dean lo chiamasse, fino a quando si fece effettivamente vivo, un giorno, andando a trovarlo a casa.

“Per favore, mamma, papà..potete lasciarci solo?” chiese Sam. I due, guardarono Dean come se fosse uno scarafaggio vivente. Dean intuì che lo stato d’animo di Sam dovesse essere molto trasparente. Si appuntò mentalmente di scusarsi con loro, appena possibile.
 
“Che cosa vuoi, Dean? “ chiese Sam, senza guardarlo in viso. Si sentiva vulnerabile. Era arrabbiato con lui, ma Dean era venuto apposta a casa sua, forse poteva….

“Volevo solo dirti che mi sei mancato..Sam, io non posso vivere senza di te..”

Okay, era fatta, ora Sam aveva le gambe che tremavano e il cuore che sembrava cadere. Non avrebbe retto ancora molto.

“Sam..per favore..”

Dean lo voltò e lo baciò. Non poteva farne a meno. Voleva sentire il sapore delle sue labbra, della sua bocca, volevo stringerlo tra le sue braccia.
 
“Ti amo..Sam..ti prego, torna da me..”

“E Bela?”

“Non ti devi preoccupare per lei. Lei non ci darà mai fastidio. Sa che io ti amo e non ci darà problemi..questa finzione fa comodo anche a lei..è tutta pub…SAM, ma che fai?”

Sam l’aveva spinto in malo modo, a quelle parole.
 
Non hai interrotto un bel niente!”

“Sam..pensavo che fosse chiaro che…”

“Io pensavo che tu fossi venuto qui per dirmi che ti eri pentito!! Invece no! “

“Insomma adesso basta!! Come puoi essere così egoista?? Pensa ai sostenitori che perderò se sanno che mi piace un ragazzo!”

Sam ora lo guardava come se non lo riconoscesse.

“Un ragazzo?? Un ragazzo? Sono solo questo per te? È questo che tu vedi quando mi guardi?”

“Sam, io non volevo dire..”

“Pensavo ci fosse qualcosa di profondo tra di noi..”

“C’è!! Maledizione, c’è! Ma la vita non gira come un film, non è una favola, SAM!!”

“Io non sarò mai il tuo sporco peccatuccio segreto..”

“Sam..ascolta..”

“VATTENE!!” gli gridò ancora Sam, spintonandolo mentre erano sulle scale.
 
Dean rischiò di cadere, fortunatamente aveva un buon equilibrio e incespicò solo per alcuni gradini.

Dean lo guardò. Sam aveva ancora la mano sulla bocca per lo spavento.
 
“Tu potevi anche avere ragione, Sam, sul fatto che quando conosci i propri idoli, scoprirai che sono soltanto uomini, ma anch’io avevo ragione..quando dicevo..che non volevo cedere ad amare nessuno,  perché l’amore porta soltanto sofferenza..e dolore..” disse Dean con un sorriso triste e gli occhi lucidi, per poi andarsene da quella casa, senza voltarsi indietro.
 
Quando uscì, Sam si accasciò seduto sulle scale, per terra, singhiozzando in un pianto disperato.
 
 























Note dell'autrice: 

mica questa storia poteva essere solo fluff eh?? dovevate immaginarlo :ppp

Io per scrivere questo capitolo mi sono basata sulla strordinaria fase che dice Lady Oscar al conte di Fersen : 
 

L'amore può portare a due cose: alla felicità completa, o a una lenta e triste agonia

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Capitolo 26
*** Prenditelo ***






“Amico, tu sei il nostro miglior amico e sai che pensiamo di te che sei la persona più speciale che esista, ma lascia che ti diciamo che rimaniamo un po’ spiazzati e increduli che tu pensassi che bastasse così poco per scombinare alla tua rockstar tutta una serie di preconcetti e business che gli avranno infilato fin da quando aveva dieci anni. Voglio dire, non basta essere un po’ speciali.” gli diceva Castiel, mentre chiacchieravano in una gelateria davanti a tre gigantesche coppe di gelato.

“Wow, Cas, ora sì che mi sento un dio, grazie a te. Se volevi farmi sentire una schifezza, ci sei riuscito in pieno.” Disse  Sam.

“Castiel sta dicendo che per quanto Dean possa amarti e ti ama ne siamo più che sicuri, di belle parole è pieno il mondo, di baci e del buon sesso ne può trovare quanti ne vuole. Cavolo, può perfino trovarne altri mille che gli facciano la tinta o che gli taglino i capelli, di sicuro molto più esperti a tagliargli i capelli di quello che puoi aver fatto tu, anche se non si sentirà allo stesso modo di quando tu glieli hai tagliati. Mi segui?” chiese Olivia.

“A dir la verità no..ma la mia mediocre intelligenza mi suggerisce che mi hai fatto pure tu un altro complimento”

Castiel e Olivia sbuffarono.

“Sam, se vuoi davvero Dean, devi dimostrarglielo. Devi fargli vedere quanto lo vuoi. Non basta che tu lo ami e lo sbaciucchi e gli dici che lo ami. Se alla prima crisi e al primo problema lo molli, darai ragione a quello che lui forse teme, che il vostro amore non è abbastanza forte e che comunque vi lascerete tra qualche anno. Dean vuole solo una prova da te, vuole sapere se è vero che lo ami come dici.” Disse Olivia.

“E lui mi ama invece? Aveva detto che mi amava e ora è disposto a farmi vivere nella finzione per una vita intera, a trattarmi come..l’altro..”

“E allora Dean aveva ragione.” Disse Castiel.

“Come??” chiese Sam irritato.

“Ti disse che se non eravate fidanzati e nessuno di voi si aspettava nulla dall’altro, sareste andati da dio e nel momento in cui vi sareste sentiti fidanzati, il rapporto si sarebbe incrinato. Aveva ragione. Dopo che una persona ti dice che ti ama, è una continua rincorsa a domandarti sempre se sei amato abbastanza, alla fine l’ego la vince, facendoti credere che non sei amato abbastanza, che MERITI DI Più, ma cosa significa meritare?” domandò Castiel.

“Lo state..difendendo? Non posso crederci, io me ne vado.” Disse Sam, tremando dalla rabbia.

“Sam, aspetta, ti prego, non arrabbiarti con noi. Noi ti vogliamo bene!” disse Olvia, tenendogli il braccio.

“Bene? State difendendo una persona che mi sta facendo soffrire in questo modo..senza tenere conto dei miei sentimenti..” disse Sam piangendo.

“Non è così,è proprio perché teniamo più a te e ai tuoi sentimenti, che diciamo questo. Sam, tu non smetterai di essere innamorato di lui per questo, ma agisci da sciocco, se permetti al tuo orgoglio, di allontanarvi.” Disse Olivia.

“Ah sì? Cosa dovrei fare secondo voi? Lo zerbino?”

“Dean è il ragazzo che non crede nell’amore, giusto? Non riesce a crederci neanche mentre ti sta dicendo in faccia che ti ama. Non è restando a casa, che gli farai cambiare idea e lo convincerai ad uscire allo scoperto. Va da lui. Non restare a casa. Confessa il tuo amore e se non riesci a confessarglielo, cantaglielo,  se non riesci a cantarglielo, dimostralo. Con il tuo corpo!” disse Castiel.

Sam rise. “Dovrei convincerlo con il sesso?”

“Non sarà il tuo corpo a convincerlo, stupido idiota, ma l’amore del tuo corpo! Se lo ami, lui lo capirà, ma non servirà a niente, fare l’offeso. Sam, ascoltami..” disse Castiel avvicinandosi e mettendogli le mani sul viso. “Una volta, mi dicesti che questa tua storia con Dean, sembrava un film, avevi gli occhi che brillavano, poi durante uno dei vostri litigi, mi dicesti che i film non esistono nella realtà. Amico mio, non è vero. I film possiamo trasportarli nella realtà. Esistono le stesse cose. Esiste tutto, così come esistono anche i cuori che si spezzano. Nei film non va tutto liscio e sai com’è che i rapporti da film finiscono per sempre? Quando uno dei due cede all’orgoglio, tu va da Dean, dimostragli che lo ami, dimostrargli che tu lo ami di più di quanto il successo potrà mai fare. Non devi costringerlo, devi convincerlo. Deve essere lui a volerlo!”

Sam aveva le guance rigate dalle lacrime.

“Non posso..mi dispiace..io non sono così speciale..sono una persona normale.”  detto così si allontanò, lasciando i due amici basiti.
 
 
 
 
 
 
 
*

“Un passaggio in macchina da parte di tuo fratello, lo abbiamo?” scherzò Sam guardando Cas, mentre Mark, da perfetto gentiluomo biondo, gli apriva lo sportello della macchina.

“Allora, ragazzi, meglio del taxi, eh? Prossima fermata Los Angeles?” chiese agli altri due seduti sulla sua macchina.

“Sì, se Sam non cambia di nuovo idea. È abbastanza lunatico in questi giorni.” Ridacchiò Olivia. Quel giorno aveva una camicetta bianca aderente e una gonnellina grigia scozzese con le calze. Collant nere.

“Ma va? Non l’avevo capito che era lunatico.” Disse Mark ridacchiando.

“Ci telefona a mezzanotte dopo giorni che era sparito dalla circolazione, dicendoci che aveva cambiato idea, che quel cretinetto del suo ragazzo, avrebbe alloggiato in un albergo di Los Angeles assieme a quell’altra smorfiosa della sua nuova conquista, Bela Talbort. Questo è troppo, ora vado lì e me lo riprendo, ha detto.” Disse Castiel.

“Poi ha aggiunto: sì, ma come faccio senza macchina?” ridacchiò Olivia.

“Gli chiesi se stava telefonando dall’oltretomba, visto che da giorni non avevamo più avuto notizie di lui.” Ridacchiò Castiel. 























ragazzi, avevo una immaine di come mi immaginavo OLivia, ma non so proprio che fine abbia fatto xd ma era perfetta xd

in alternativa ne allego un'altra per darvi un pò un'idea, anche se in realtà la immagino anche più carina e vivace e allegra , ma più che altro per darvi un'idea della capigliatura e dei lineamenti da bambola

https://spensieratezza.tumblr.com/post/166981513022

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Capitolo 27
*** Dirty surprise ***


Pov Sam
 

La gita fino a Los Angeles mi fa pensare tanto a uno di quei film francesi che ad Olivia piacciono tanto. Sento l’adrenalina che mi scorre nelle vene, mentre guardo fuori dal finestrino e l’aria mi arriva in faccia.

Freddo.

Ma freddo che mi fa sentire vivo, fuori dai blocchi mentali e delle inibizioni

Che cosa sto facendo? Sto andando da Dean, fregandomene delle conseguenze di quello che potrebbe succedere.

E se dovesse odiarmi? E se non riuscissi a fare quello che ho in mente? E se non riuscissi a trovarlo?

Quando amavo Dean da lontano, sembrava tutto più facile. Non ho mai creduto veramente o osato sperare che potesse amarmi, da quando è successo, tutto è molto difficile, ma forse è il prezzo da pagare per l’amore.
 
Se l’amore si paga dopo..noi senza inferno..non resteremo..se l’amor mi costa questo, non voglio sconti, voglio pagare…
 
“Va tutto bene, Sam?” gli chiese d’improvviso Mark, guardandolo un po’ in trance.

“Sì..perchè?” chiese Sam , ridestandosi dalla trance.

“Sembravi in trance. Pensavi a Dean?” gli chiese Castiel.

“A dire la verità…sì..” disse Sam sincero.

“Andiamo, oramai è fatta e poi..che cosa può succedere?” chiese Olivia dolcemente.

“Beh..uhhh..tante cose..” disse Sam.

“Tipo?” chiese Mark.

“Uhhh..beh..ci sono un sacco di cose che possono andare storte! Innanzitutto potremmo non riuscire a trovarlo, poi non è detto che io riesca a incontrarlo..ma la mia paura peggiore, è un’altra.”

“Avanti, spara.” Disse Mark allegro e conciliante.
 
Sam si fece forza e confessò.

“Ovviamente ho pensato a cosa potrei fare per..sorprenderlo..una volta che lo incontrerò..e sono cose un po’…uhm..che potrebbero mettermi o metterci nei casini..” disse imbarazzato.

“Sono cose sconce eh??” chiese Castiel divertito.

“Un po’..” ammise Sam, nascondendo il viso nelle mani.

“Sono legali?” chiese Olivia ingenuamente, facendo ridere tutti.

Sam la guardò. “Non voglio uccidere né derubare nessuno, tranquilla..ma..ecco..voi che dite..se mi presentassi nudo davanti a lui, potrebbe chiamare la polizia?” chiese Sam.

Tutti lo guardarono basiti.

“Amico mio, sei una sorpresa, una mina vagante.” Disse Castiel, battendogli la mano sulla spalla.

“Sam, tu fai quello che ti senti..anche se meno persone ti vedono come mamma ti ha fatto, meglio è…” disse Olivia.

“Non penso comunque che Dean chiamerebbe la polizia.” Disse Mark ridendo.

“Un’altra idea era quella di travestirmi da cameriere..ma..sono tutte idee..una più assurda dell’altra..e temo…ufff..io temo..che non riuscirò a  fare nessuna di queste..perchè sono solo…fantasie!!” disse Sam sconfortato, tenendosi la testa tra le mani.
 
Mark lo guardò sorridendo, intenerito.

“Sam, lascia che ti dica che qualsiasi fantasia può essere reale, se ci credi..e tu ami Dean così tanto che secondo me, puoi rendere reale qualsiasi cosa..e puoi far sì che ci creda anche lui, quindi fidati del tuo istinto.” Disse Mark.

Sam lo guardò rapito. Mark era davvero un principe. Elegante, occhi color nocciola, assomigliava al ragazzo della sala giochi di cui Sailor Moon, il cartone animato giapponese dell’eroina più famosa degli anni novanta, era all’inizio infatuata.

“Sei un mito, Mark. Ci sei sempre per noi tre..e sei così zen e premuroso e disponibile. Sai a chi assomigli? Al tipo della sala giochi di cui Sailor Moon era innamorata.” Disse Sam.

“Moran?” chiese Olivia.

“Te lo ricordi bene il nome..” la prese in giro Castiel, mentre Sam non sapeva se ridere perché Cas era geloso del personaggio di un’anime o perché Mark/Moran era scoppiato a ridere.

“Non ridere..dai guardalo..è questo qui sul cell..” disse Sam, passandogli il cellulare sulle foto.

“Sì..sì..va bene, ci credo..lo guarderò dopo, Sam..sto guidando!” diceva Mark, ridendo.
 
È così bello stare qui con loro tre a ridere e scherzare in questo modo. Questo clima di spensieratezza e il sapere che loro mi sostengono, mi rende felice.

E ho davvero paura che qualcosa possa andare storto..spero che continuerò a sorridere ancora alla fine di questa giornata e non ritorni a casa in lacrime invece.

No, devo crederci , devo farlo per Dean….
 
 
 
 
 
 
 
*

Pov Sam

È incredibile il lavoro che hanno fatto Mark, Cas e Olivia. Sono riusciti a scoprire l’albergo in cui alloggia Dean con quella smorfiosa pensa Sam , mentre le porte scorrevoli dell’albergo si aprono automaticamente.

Caspita, a prima vista sembra un albergo di lusso. E quella pianta..ho sempre amato le piante, soprattutto quelle grandi, mi danno una sensazione di serenità, negli ambienti.

Mentre salgo le scale, il cuore mi batte come un tamburo. Il tizio della reception aveva ricevuto una chiamata anonima da parte di Mark, che lo informava che sarebbe arrivato a breve un ragazzino con i capelli castani, pressappoco sui vent’anni, che si sarebbe dovuto occupare della disinfestazione nell’albergo, perché si temeva un’incursione di TOPI nella camera della nota celebrità Dean Campbell e doveva parlare con lui per chiedergli in che direzione era andato il topo.

Il povero receptionista era così terrorizzato che una cosa del genere si venisse a sapere, seminando il panico e facendo scappare i clienti, che fece salire Sam senza neanche chiedergli i documenti e senza neanche domandarsi come mai la star non era andata a lamentarsi direttamente con la direzione.
 
“Stia tranquillo, forse se agiamo in tempo, riusciamo a evitare un’infestazione di massa.” Aveva detto Sam, battendo sulla sua sacca, aggiungendo di evitare se possibile di telefonare alla celebrità chiedendo conferme, perché era in uno stato d’animo già molto alterato per via della presenza del topo in camera sua, non era di umore migliore e se l’avesse anche chiamato per confermarne la presenza…
 
Non posso crederci che l’ha bevuta senza neanche chiedermi di aprire la borsa pensò Sam, incredulo e divertito mentre saliva le scale. A dire la verità, nella borsa aveva strane bottiglie e tubetti che sarebbero potuti passare benissimo per quelle robe lì, ma altro non contenevano che bibite gassate.

Si fermò un attimo , per riprendere fiato e si infilò nell’ascensore, per aprire la sacca e cambiarsi. Sapeva per certo dai siti web, che Dean alloggiava lì, ma non sapeva se si trovava nella stanza in quel momento. Si mise una tuta da infestatore che aveva comprato in un negozio per poche sterline e bussò alla porta della stanza.
 
“Chi è?” Una voce di donna. Presumibilmente di Bela. Oddio…

“Sono..il disinfestatore!” disse Sam, un po’ incerto.

“Chi??”

“La prego, mi apri. Ci sono dei topi lì dentro.”

La ragazza aprì scocciata. “Si può sapere che cos’è questa storia??”
 
Sam la guardò. Era bella ed elegante, non c’era che dire, Dean aveva scelto bene per la sua farsa..

Ma no, l’hanno scelta i suoi agenti

E se scopano davvero?
 
“Mi hanno chiamato per un grave caso di disinfestazione. Sono venuto qui per rimediare.” Disse Sam, coperto da capo a piedi con la mascherina.

“Se questo è uno scherzo, non è divertente!!” disse Bela.

Sam si guardò intorno. Notò con piacere che non c’erano cose di Bela lì dentro, voleva dire che non dormivano insieme.
 
“Bela, ma con chi stai gridando? Chi c’è??”

La voce di Dean. E poi il suo corpo. Coperto da un accappatoio in cinta, che gli lasciava scoperto il torace. Era appena uscito da una doccia.

“Salve.” lo salutò Sam.

Dean era impietrito. “Questa voce..scopriti il viso.” Disse Dean.

“Con piacere. Qui dentro si soffoca. I topi devono aver infestato tutta la camera.” Disse Sam.
 
Dean impallidì a vedere quel viso, mentre Bela continuava a strepitare e a chiedere se davvero lì c’erano i topi, mentre Sam spruzzava in aria, bombolette spary a caso.

“Mamma mia, che fastidio questa tuta. Non riesco a lavorare come si deve qui. Mi sa che devo seguire il suo esempio.” Disse Sam, liberandosi della tuta, aprendo la cerniera e facendola cadere a terra, rimanendo in mutande con un gesto fluido ed elegante.

Bela gridò, mentre Dean rimase a bocca aperta.

Io chiamo la polizia!!” disse lei.

Dean la bloccò per un braccio. “Aspetta, non farlo. Questo ragazzo lo conosco.” Gli disse.

“Che coooosaaa?”

“Per favore, lasciami da solo con lui. Ti spiego dopo.” Disse Dean. Bela lo guardò pietrificata e rivolgendogli un’occhiata disgustata, se ne andò via sbattendo la porta.
 
Rimasti soli, Sam gli rivolse uno sguardo da bitchface.

“Se rimani senza parole, si vede che ho raggiunto il mio obiettivo..” disse Sam ammiccante.

“Io…io…tutto..potevo aspettarmi ma non..questo..cosa..come hai..perchè?” chiese Dean a fatica.
 
Sam si avvicinò a lui con fare malizioso e giocherellando con la cinta del suo accappatoio bianco.

“Sai..mi piace..giocare..e poi volevo sorprenderti..”

“Hai rischiato grosso..non sai quanto..ma come hai fatto ad arrivare qui..io…oddio..” disse, mentre Sam gli aveva tolto l’accappatoio e l’aveva gettato in un angolo.

“Sam..” Dean cercò di prendergli il viso per baciarlo, ma Sam, girando il viso come un gatto, gli disse languido, posandogli un dito sulle labbra:

“Devi guadagnarteli, i miei baci. E tu hai fatto qualcosa per guadagnarteli?” gli chiese suadente.

“N.no..” ammise lui, sottomesso.

“Mmm..sì,è così..anzi, hai fatto tutto il contrario..quindi per oggi, decido io dove voglio poggiare la mia bocca..che non sarà sulla tua..ma dove dico io..”

“Sam..cosa..oh mio dio!” disse, appena si rese conto che Sam aveva tutta un’altra idea di dove voleva appoggiare le sue labbra.
 
 
Quel momento fu sconvolgente e ad alta tassa erotica. Sam succhiava con lascivia e lussuria e passione, il membro di Dean, facendogli provare piacere e sensazioni sconvolgente, entrando ed uscendo dalla sua bocca, con maestria.

Quella passione pura, fuoco. Libertà senza vincoli.

“Non trattenerti..vieni per me..vieni..ti voglio..voglio che vieni su di me..” gli diceva Sam ansimando, strusciando la bocca contro il suo membro, fino a che Dean venne, con un grido strozzato, con risultati che si possono immaginare.

“Oddio, Sam..” disse il maggiore ancora frastornato dall’orgasmo. Non immaginava il suo ragazzo così intraprendente. Lo guardò e vide che Sam aveva il viso ovviamente inondato del suo piacere e voleva ripulirlo, ma Sam si allontanò, prima di dargli modo di farlo.

“Sam..aspetta, non puoi uscire così..” disse Dean, agitato, vedendo che si rimetteva la tuta velocemente ed usciva prima che potesse fermarlo.

Sam gli rivolse uno sguardo che era tutto un programma.

“Posso fare tutto quello che voglio..anche avere già una stanza prenotata con un altro nome.” Disse con un sorriso.

“Quale nome??? Dimmelo!! Sam!! Non uscire così!!!” Dean era sempre più agitato.

“A tempo debito.” Disse Sam con un sorriso. A dire la verità aveva una camera prenotata già con il nome di Mark, ma non voleva svelare tutto subito.
 
 
 
 
*

 
 
Pov Sam
 
Mamma mia, mi sento bruciare, sono uscito in questo modo, incurante di quelli che potrebbero vedermi e miracolosamente, non incontro nessuno. La gente cammina senza badare a me, senza vedermi o incrociarmi. Forse è così che ti succede quando sei sicuro di te, quando non hai paure, quando sei come…annebbiato, non può succederti niente di male. La fortuna è dalla tua parte.

Non so se questa nebbia adrenalinica che mi ha avvolto, sia io, o qualcun altro che non sono io. Forse una personalità che non sapevo di avere o che ho creato solo adesso, solo oggi. So solo che mi sento vivo. Ho fatto una follia, l’ho sorpreso, gli ho dato piacere, anzi ci siamo dati piacere l’un l’altro. Lui provando piacere, l'ha dato anche a me.

Forse l’amore è riuscire a fare follie, trovare qualcuno che ti faccia perdere la testa e uscire dagli schemi inibitori.

E poi il pensiero di come LUI mi veda adesso, mi infiamma.

Sto già pensando alla sorpresa successiva, mentre entro nella MIA camera, che non è davvero mia, ma di Mark e prima era di qualcun altro..sono tutte nostre quando ci entriamo, ma domani saranno di qualcun altro, penso, mentre mi spoglio nuovamente ed entro nella doccia.

Cose in affitto, che prendiamo in prestito e che sono nostre, per un po’, solo per un po’, ma domani saranno di qualcun altro.

E forse la stessa cosa vale per le persone. Per i loro cuori che ci regalano solo per cinque minuti, a volte un’ora, a volte per anni, per poi riprenderseli e regalarli a qualcun altro
 
i panettieri sono ladri di cuori, prendono il nostro e lo portano via da noi.. oh non volevo più venir via…”

Sam si ritrovò a piangere, sotto la doccia. Non sapeva se era per gioia, o per qualcos’altro. Forse era per quella canzone. Quella strofa lo faceva sempre commuovere di nuovo, tutte le volte che la ripeteva canticchiandola o anche solo pensandola.
 
Lui non era un panettiere, ma pensando ai cuori, desiderava che quello di Dean non fosse suo solo per un anno..o per dieci anni..

Io non voglio qualche anno..io voglio di più..
 
 
 
 
Pov Dean
 

Un’agitazione che non avevo più da tanto tempo, mi scorre lungo la spina dorsale. Oddio, Sam è uscito in quel modo, sballottato, con quella buffa tuta da disinfestatore e con il mio sperma addosso..

Oddio. Voglio avere un attacco di panico e allo stesso tempo voglio gridare di felicità e corrergli incontro e strapazzarlo di baci.

Lo sapevo. Lo sapevo che lui è speciale. È una fiamma pura. Amo la sua follia. Solo lui mi fa sentire davvero LIBERO.

Ti prego, Sam. Dimmi dove dormi. Dimmelo. Voglio guardarti dormire.
 
 
 
 
 
 

























Note dell'autrice: 

alloraaaaa!!! Spero non abbiate disprezzato niente, neanche il finale abbastanza hot ehm..xd spero davvero di non aver esagerato..ma sapete..è un periodo della mia vita che mi sento molto soffocata e ho desiderio di libertà e non so ahha e la mia voglia di trasgressione si vede che la sfogo qua e la faccio sfogare al povero Sam ahha xd spero vi sia piaciuto, vi aspetto con il prossimo. mica è finita qui *_*

ps avete capito il rimando alla frase originale di Sam Winchester: "io non voglio un anno, io voglio di più!!" ahhah Sam Winchester - quarta stagione quando voleva sostituirsi a Dean all'inferno xd

dirty surprise vuol dire sorpresa sporca xd

Se l’amore si paga dopo..noi senza inferno..non resteremo..se l’amor mi costa questo, non voglio sconti, voglio pagare… è una citazione di una canzone di Biagio Antonacci. "E se fosse per sempre"

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Capitolo 28
*** Sottomesso e padrone allo stesso tempo ***


Pov Sam



Sono le 16:00, quando mi travesto da cameriere, tutto vestito di bianco con un berretto da marinaio e vado in cucina a chiedere frutti di bosco e torta per il signor Dean Campbell.

“Sam?” mi domanda, quando mi apre la porta e vede il carrello che sto trasportando.

Io entro con il mio miglior sorriso sfacciato.

“Signor Campbell, sono venuto a portarle la sua merenda. Credo di coonoscere i suoi gusti in modo da sapere cosa preferisce per merenda.” Gli dico. Dean sgrana gli occhi. Ai lati dei pantaloni bianchi ci sono due lunghi strappi che mi sono fatto poco fa, che mi lasciano scoperte le cosce e il sedere, coperto solo da un leggero fiocchettino.

“Ahh..non toccare il dolce!” gli dico battendo una mano sulla sua. Smania dalla voglia di toccarmi e la cosa mi infiamma.

“Dean, volevo dirti che il tuo agente ha detto che per l’appuntamento delle und….Oddio!! “
 
Rimango a guardare Bela che corre trafelata via scioccata.

“La tua fidanzata comincia a farmi divertire. Ha un tempismo per coglierci sempre sul fatto, che fa sganasciare..anche se di fatto non facciamo niente. Forse è una nostra shipper.”

“Non è la mia fidanzata..”

Dean cerca di appiopparsi a me, ma io mi scanso.

“AHH. Non vorrai far aspettare la tua merenda.”

“Senti, non me ne frega niente di come hai fatto a infiltrarti tra il personale, non mi interessa come sei arrivato qui, né della merenda. Voglio solo te!”

“Ahhh..adesso vuoi solo me?”

“Sì…”

Respingo un altro assalto, trattenendo a stento le risate e indietreggiando.

“Se mi vuoi, mangia la merenda e aspetta la mia telefonata, da qui a dieci minuti.”

“Mi stai punendo, non è vero?”

“No..mi sto solo divertendo.” Dico con voce suadente.
 
 
 
 
 
*

Il cuore mi batte come un tamburo, mentre aspetto che i dieci minuti passino. Mi sembra di essere tornato indietro al nostro primo appuntamento. E forse è così.

Finalmente lo chiamo. Risponde al primo squillo.

“Sam…”

“Hello tesoro.”

“Dimmi subito dove sei o metto a soqquadro tutte le camere dell’albergo.”

“Uhhh..che fervore! Non posso resistere a tali minacce. Sono alla 341. Sbrigati ad arrivare, prima che svanisca via.”
 
 
 
 
*

Dean è velocissimo ad arrivare. Spalanca la porta della mia camera e ovviamente non mi trova. “SAAAAAAM!” grida. Chiaramente ha davvero paura che io sia sparito di nuovo.

“Non gridare o farai spaventare tutti i residenti!! Sono qui!” grido dal bagno comunicante.
 
Dean mi raggiunge in bagno e sembra sorpreso di vedermi nella vasca piena d’acqua, coperto da capo a piedi di schiuma.

“Che c’è?? Credevi che i dieci minuti servissero solo a te? Ma che presuntuoso arrogante.” Dico con voce buffa, alzandomi in piedi, tutto coperto di schiuma.

Dean fa per avvicinarsi ma lo blocco con un gesto delle mani.

“ALT. Ancora un’ultima cosa devi fare per me e poi sarò tutto tuo. Promesso.” Sorrido.

Dean ha una pazienza incredibile, ma forse è accondiscendente anche perché sa di meritarselo in un certo senso e poi forse è incuriosito.

“Cosa vuoi che faccia?”

Mi sta mangiando con gli occhi, mentre scendo dalla vasca, ma è curioso.

“Levati i vestiti.”

Lo fa con entusiasmo, sempre senza distogliere il suo sguardo da me.
 
“Molto bene, ora entra lì dentro.” Gli indico la vasca.

“Sam..non avrai mica intenzione di abbandonarmi lì e andartene?”

“Dovrai correre il rischio. Allora, entri o no?” lo sfido.

“D’accordo, MA, ti tengo d’occhio.”
 



Dean finalmente entra e io mi avvicino a uno scaffale e prendo una grossa spazzola di quelle usate per grattare la schiena e una spugna, poggio la spazzola vicino alla vasca e tengo la spugna.
 
“Ora entro e tu mi laverai tutto, con questa spugna.” Gli faccio vedere la spugna verde.
 
Dean annuisce, respirando forte. Entro nella vasca e gli do le spalle.  Sono in piedi e lui mi insapona il sedere passandomi la spugna su di essa, poi mi siedo nella vasca danogli sempre le spalle. Lui mi insapona tutto con la schiuma, le spalle, la schiena, il collo, poi sembra cedere,ma non come pensavo..semplicemente inspira il profumo del mio collo e si appoggia a me, quasi abbracciandomi.
 
“Avanti continua, non rovinare il gioco proprio adesso..” sorrido. La tentazione di sbaciucchiarmelo tutto e lasciar perdere il gioco, è forte, ma devo resistere.

Dean annuisce e continua a insaponarmi la schiena, poi faccio scorrere la sua mano accompagnandola sempre più giù sotto il mio torace, fino ad arrivare alla mia virilità e lo invoglio a continuare.
 
Dean mi stringe la spugna in mezzo alle gambe, forte, eccitato, facendo fatica a controllare le sue pulsioni e mi fa ansimare forte.
 
“Bene, adesso tocca a te..” gli dico. Sento la sua virilità cozzare forte contro il mio sedere e so che è eccitato. Riprendo la spazzola che avevo appoggiato al pavimento vicino alla vasca e la passo sopra il suo membro in un massaggio rilassante ed erotico insieme.

Vado avanti a grattarlo con la spazzola fino a che non vedo che sta quasi per scoppiare da tutta quella tensione sessuale.

“Ora..direi che possiamo passare alla fase b. Lasciamo perdere questa e passiamo alle DITA.” dico con voce erotica, togliendo via la spugna.
 
Dean ansima capendo cosa intendo. Le sue mani non riescono più a stare lontano da me e mi accarezza lungo i fianchi in maniera lasciva.

Io sorrido e sposto la bottiglietta dello shampoo e gli faccio vedere il lubrificante, che apro.

Lui risponde con un bacio,

“Ti amo..” mi dice.

Gli guardo il membro con aria vogliosa.

“Con le tue dita..dovrai passarmi questo SAPONE SPECIALE qui dentro..” dico indicando la mia apertura. “Pensi di poter fare un buon lavoro?” gli dico, leccandogli la sua virilità.

“Oh caz….sì. Sì, non ti deluderò..”

Mentre me lo dice, mi bacia il collo e mi accarezza in un modo che sto per cedere prima del dovuto, ma devo resistere.
Dio quanto lo voglio anch’io.
 


Mi prepara con le dita, io cerco di trattenere i gemiti, ma non ci riesco più di tanto e la cosa lo eccita.  
 
Quando finisce, riprendo a leccare e succhiare la sua virilità, poi con uno sguardo furbetto, gli passo il lubrificante su di esso, massaggiandolo prima piano, poi sempre più eroticamente.
 
E finalmente lo facciamo!
 


Facciamo un casino. Tutto il pavimento allagato, schiuma dappertutto, io sopra Dean.
.
 E non è ancora abbastanza.


Ci amiamo talmento tanto, ci vogliamo talmente tanto, che quando finisce, non smettiamo comunque di accarezzarci e coccolarci e baciarci e il tempo che ci riposiamo, tutte quelle carezze e baci, soprattutto quelle carezze spinte, ci fanno risvegliare entrambi.

Lo facciamo di nuovo, ma stavolta non andiamo fino in fondo. Chiedo a Dean di uscire un po’ prima di arrivare al limite, dopodiché lo prendo in bocca e continuo a farlo ansimare, fino a staccarmi ancora una volta.

“Ho sempre desiderato farmi uno shampoo..con il tuo liquido. Avanti. Dean..fallo…”
 
Dean mi guarda sbalordito dalla mia intraprendenza, è sempre più al limite, basta uno – due colpi di mani e viene sui miei capelli.
 
Non è disgustoso. È la cosa più erotica che mi sia mai capitata. Ancora di più se penso che è con la persona che amo.

“Ti ho già detto che ti amo immensamente?” mi chiede, accarezzandomi il viso e dandomi tanti piccoli baci su di esso e poi in bocca.

“Ti amo, ti amo piccolo..”

“Ti amo anch’io..” finalmente glielo dico, mi sembra come se sia passata una vita dall’ultima volta che glielo ho detto.

“Massaggiami bene lo shampoo..” dico, continuando a baciarlo. Lui mi accarezza i capelli e la testa e me la massaggia, facendomi il mio shampoo personale.

E io mi sento in estasi.

Oggi ho capito che puoi essere sottomesso e padrone nello stesso momento. 























Note dell'autrice: 

lo so, questa storia assomiglia sempre più a cinquanta sfumature ahhah xd qui mi sono spinta un pò in là lo ammetto xd ma capitemi..la storia sta per finire e voglio farli divertire più che posso, prima di finirla!! Questa storia ho sempre detto che volevo che fosse sensuale e romantica insieme :) purtroppo essendo dean un cantante, non ho molti mezzi per riuscire a farli divertire xd

il prossimo capitolo sarà più romantico!! :))

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Capitolo 29
*** Fiocchi di neve che accarezzano i nostri baci sulla ruota panoramica ***


Fiocchi di neve che accarezzano i nostri baci sulla ruota panoramica



Dopo quel fantastico sesso, Sam era andato via. Si era fatto riaccompagnare a casa dai suoi amici e da Mark.

La felicità per quello che gli era successo lo travolse e gli riempì il corpo per tutta la giornata.

In macchina si ritrovò addirittura a dire a loro una cosa sconvolgente.

“Sapete, se con Dean dovesse andare male, io non voglio più avere nessuno. Non sto scherzando, se anche non mi volesse più, i miei sentimenti non cambieranno. Non voglio amare nessun altro dopo lui. Non potrò amare nessun altro dopo di lui.”
 
Questo continuò a pensarlo anche l’indomani, nonostante l’umore cambiò. Svanita l’adrenalina, era scesi pensieri un pò malinconici. Forse era colpa di quella neve buffa e birichina che cadeva giù dal cielo, nonostante il calendario diceva che stava per iniziare l’estate.
 
Non me ne va bene una..per una volta che decido di venire alle giostre..ma a loro è andata peggio suppongo.. pensò ai proprietari delle giostre che avrebbero dovuto smontare tutto in cinque minuti.

“Ehi tu, ragazzo. Vuoi fare un giro?”

“Cosa? Dite a me?”

“Sì. Dico a te. Mi sembrava che guardassi la ruota come se volessi salirci. Se vuoi approfittane adesso, concediamo ancora solo un giro a tutti, poi chiudiamo!” disse l’uomo.
 
Sam ridacchiò tra sé. Un giro sulla ruota panoramica sotto la neve. Non gli veniva in mente niente di più strano e romantico allo stesso tempo.

Peccato non poter fare questa follia con…
 
“Pago io per il ragazzo e per me.” disse una voce e Sam perse un battito.

Si girò stupefatto. Era tutto imbacuccato, cappello e occhiali di sole, ma era certo che fosse lui.

“Mmm..lo conosci?” chiese l’uomo.

Sam fu grato di quella premura. Persone gentili esistevano ancora, tutto sommato.

“S-sì.” Disse.

“Bene. A voi.” Disse dando i biglietti ad entrambi.
 
Sam non poteva credere che Dean fosse lì con lui. Forse stava sognando. Nel frattempo Dean era andato a sedersi sulla giostra.

“Ehi aspetta un attimo. Scopriti il volto.” Gli chiese.

“Che c’è? Se non sei sicuro di chi io sia, puoi domandarlo al tuo corpo. Lui che cosa dice?”

Sam si ammutolì. Sì, era Dean senza dubbio.

Voce straffotente, risposta pronta, il suo cuore accelerato solo a guardarlo.
 
“Tu…sei tutto pazzo.” Disse Sam e si sedette vicino a lui.
 
 
 
Ci fu un iniziale imbarazzo in cui nessuno dei due disse una parola. Solo quando la giostra fu in cima, Sam parlò.

“Come hai fatto a sapere che ero qui?” gli chiese.

“Potrei averti seguito da ieri..da quando te ne sei andato.” Disse Dean, decidendosi a togliersi cappello e occhiali.

Sam lo fissò. Sgranò gli occhi in un accenno di risata.

“Stai sfiorando lo stalkeraggio, lo sai?”

“Dopo quello che hai fatto ieri, possiamo dire che siamo stalker l’uno dell’altro.”

“Perché quest’improvvisata? Potevi chiamarmi. Dirmi che eri qui.”

“Volevo sorprenderti. Come tu hai fatto con me.”
Sam rise.
“Tu sei tutto pazzo.”

“Mi piace…essere pazzo con te.”

“Perché mi hai seguito, Dean? Ci siamo visti solo poche ore fa?”

“Con la notte di mezzo, mi sembra una vita.”

Sam lo guardò, felicemente sorpreso di quel lato stranamente romantico e inaspettato di Dean.

“Cos’hai? Sembri diverso. Cos'è successo al tuo cinismo?”

“Scompare di fronte alla verità.”

“E qual è la verità?”

“La verità è che ho scoperto di volerti sempre accanto a me.”
 
Gelo e calore insieme pervadevano Sam e anche Dean. Entrambi. Il freddo dei fiocchi di neve che cadono sul loro viso e il calore di quelle parole, di sentirle e di dirle, provocava un contrasto piacevolissimo.

Emozionante e intenso.

Come romantico e intenso fu il bacio successivo.

L’iniziativa la prese Sam. Dopo quelle parole gli mise una mano sul viso e lo baciò dolcemente, romanticamente.

Ringraziò mentalmente i fiocchi di neve che candidi scendevano su di loro.

Quei fiocchi di neve sembravano accarezzare quei baci che si stavano dando, addolcendoli ancora di più., mentre la ruota continuava a girare. 























Note dell'autrice: 

ragazzi, avevo gli occhi a cuoricino quando scrivevo questo capitolo *_* ho deciso, come dicevo da un pò di giorni, di lasciarmi andare di più nelle storie e di "pensare" di meno e il risultato è questo <333 se è così, spero di continuare così anche x le altre storie xd

non perdetevi il prossimo capitolo. ci sarà una svoltaaaa

ps scusate gli errori, anche dopo aver pubblicato, mi tocca ricorreggere modificando più volte il capitolo, perchè la tastiera deve avere un'impostazione che mi cambia sempre le parole..è una grana che non avete idea..

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Capitolo 30
*** La dichiarazione ***


Amici, stavolta io voglio sorprendervi con una dedica. Una dedica d’amore, la mia personale dedica, alla persona che amo di più al mondo!” disse Dean, prima di cantare la sua canzone
 
E chi l’avrebbe mai detto, quando io ti ho conosciuto

Che ti avrei amato da impazzire

Tu eri innamorato delle favole che avevo scritto

Tu veneravi la mia musica

Io ascoltavo la musica del tuo cuore

Mi hai fatto innamorare con la tua dolcezza

E con il tuo amore che provavi per me

Sei riuscito a farmi sentire ancora un fanciullo

È questo l’amore mi chiedevo

Questo sentirsi grandi e piccoli allo stesso tempo?
 
Voglio amarti, voglio amarti per sempre

Voglio crescere, invecchiare con te

Voglio allontanarmi da ogni turbamento, da ogni finzione,
da ogni bugia

tu mi hai insegnato a non avere più paura

della verità

e io ora non ho più paura

dell’amore

non ho più paura di dirti

che io ti amo
 
Dimmi di sì, dimmi che vuoi stare con me

Dimmi che mi ami ancora e che non ti ho deluso

Dimmi che puoi perdonarmi per la mia debolezza

E voleremo insieme

Tra le nuvole

Con gli angeli

E io ti abbraccerò
 
 

Dopo altri due/tre ritornelli, la canzone finì, tra lo shock e lo stupore e la commozione generale, mentre Dean aveva gli occhi pieni di lacrime sul palco e se li asciugava, toccato.
 
“Questa è una dedica a un ragazzo. Sì, signori, sono innamorato di un ragazzo e desidero che lui rimanga per sempre insieme a me.”

I flash delle macchine fotografiche sommersero Dean a quelle parole.
 
 
 
 
 
*

Sam si era strozzato con il bicchiere di birra a quelle parole e aveva gli occhi fuori dalle orbite. Era arrivato a Los Angeles per stare vicino a Dean, mentre faceva quel concerto. Adesso si trovava insieme ai suoi amici in un pub e stavano assistendo al concerto in televisione.
“Mio dio, Sam, sta parlando di te!!” aveva strillato Olivia.

“Che cosa stai aspettando? Vai subito da lui!” disse Castiel.
 
 
 
*

Sam non andò da lui, non osava avvicinarsi al concerto, con il trambusto che ci sarebbe stato in quel momento. Aveva intenzione di andare in albergo da lui e aspettarlo lì. In fondo aveva una chiave di scorta.   


















Note dell'autrice: 

ragazzi, non odiatemi perchè ho diviso il capitolo xd oggi ho deciso di scrivere questo capitolo, buttandomi senza pensare troppo, ma lasciandomi trasportare dal sentimento xd vi confesso che solo a scrivere la canzone mi veniva da piangere, perchè mi commuoveva..e siccome il prossimo capitolo ha una carica emozionale abbastanza intensa, voglio prendermi del tempo perchè voglio che venga bene, ecco ^^ questi sono gli ultimi capitoli e ci tengo molto..anche perchè l'ho proprio voluta questa storia, ci tenevo proprio a scriverla ^^

ps dean si è lasciato con Bela ma non ho avuto modo di dirlo..lo dirò nel prossimo capitolo xd

ps non lasciatevi ingannare dal fatto che Sam beve birra ahha è passato poco tempo dal capitolo precedente, Ho immaginato che alcuni di voi magari se lo chiedono e ho voluto specificarlo

pps "è questo l'amore? questo sentirsi grandi e piccoli allo stesso tempo" è una citazione del libro "Per sempre " di Susanna Tamaro, anche se nel libro in realtà dice " Questo sentirsi improvvisamente leggeri e pesanti allo stesso tempo?

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Capitolo 31
*** Il mio fidanzato, l'amore della mia vita ***


Mentre mi dirigo verso l’hotel, penso.

Dean ha lasciato Bela per me, mi ricordo ancora quando me lo disse

Era stato quel giorno che era venuto da me, dopo che ci eravamo baciati sulla ruota

Eravamo scesi, mi aveva accompagnato a mangiare una cioccolata calda.

Era bianca, come la neve che aveva coronato il nostro bacio.

Mentre mangiavo la cioccolata mi disse: Sam, io non riesco più a immaginare di perderti. Ho lasciato Bela, perché neanche per finta voglio che il mio nome sia accomunato a quello di qualcun altro.

E io ero così felice…
 
E adesso ha fatto un’altra cosa bellissima. Certo, non ha fatto il mio nome, ma queso potremmo farlo insieme. Ha voluto aspettare apposta, perché lo facessimo insieme.

E mentre salgo le scale, il mio cuore fa bum bum bum. Sto pensando a Dean lì da solo, eppure circondato da milioni di persone che lo tempesteranno di domande.

Riuscirà ad essere qui a breve?

Forse ho sbagliato. Forse sarei dovuto andare lì da lui, raggiungerlo lì.

Cavolo, non so che fare! E se non fosse la cosa giusta da fare?
 



Attendo e attendo lì. Dean è andato via dal concerto. Oddio starà arrivando qui.

Quando però sento delle voci fuori dalla porta, mi accorgo che non è solo.

Oddio lo stanno ancora perseguitando.
 


“Dean Campbell è vero che la persona che lei ama è Sam Winchester?”

“Ci dica di più su questo rapporto speciale che lei ha con Sam. è davvero solo amicizia o vi amate?”
 
“Insomma, basta!! Lasciatelo in pace.” disse Sam, uscendo a sorpresa in quel momento.

Dean, il mio bellissimo angelo, si volta. Oddio, è così bello che sembra risplendere di luce propria in quel momento.

È sorpreso di vedermi lì da lui.

Capisco di aver fatto un passo falso, quando i giornalisti lasciano perdere Dean e si fiondano su di me.

“Sam, tu sei Sam Winchester, sono vere le voci che dicono che state insieme?”

“Sei proprio tu il ragazzo speciale di Dean?”

“Che cosa ne pensi della dedica di poco fa?”
 


Sam era totalmente impanicato. Si trovò all’improvviso quattro microfoni puntati davanti alla faccia. Era una situazione del tutto destabilizzante per lui.

“è il mio fidanzato.” Disse Dean a sorpresa, appoggiandogli una mano sulla spalla, dolcemente.

Sam rimase a bocca aperta.



Le parole che ho aspettato da tanto di sentirgli dire…

“Lo amo tantissimo e la canzone che ho cantato stasera è per lui.” Disse Dean

E sono bellissime così come me l’ero immaginate

Come bellissima è la sua musica
 
Oddio no, cosa faccio? Piango? No, ci sono tanti fotografi, trattieniti, Sam.

Oddio. No.



“Il mio dolcissimo ragazzo è molto emotivo e sensibile. “ disse Dean, stringendolo teneramente contro il suo petto, nascondendolo ai flash che cominciavano a scattare senza sosta.
 
 
 
“Oliviaaaaaaaaaaaaaaaa. Sbrigatiiiiiiiiiiii.”

“Un momento! Prendo le patatine!”
“Fanculo le patatine. Vieni a vedere Sam! Corriiii!!”

“Sam???”  “

Hanno fatto coming out!”

“ Che cooooosa?” Ad Olivia cadde il sacchetto sul pavimento e si precipitò a vedere.

“è Sam quello?” chiese vedendo Sam abbracciato a Dean, quasi a ripararsi dai flash.

“Siiiiii.” Disse Castiel esaltato, mentre Olivia guardava la scena a occhi sgranati. La testolina di Sam era premuta contro il petto di Dean che lo cingeva in un abbraccio,ma era lui senza dubbio.






















Note dell'autrice: Forse adesso avete capito dove volevo arrivare eh??? :ppp

questo capitolo è ispirato alla puntata 9 dell'anime Gravitation :D è esattamente così la scena :D 

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Capitolo 32
*** Mi dispiace signore, le linee telefoniche sono interrotte ***


Erano due mesi che Sam si era trasferito a vivere da Dean. Erano anche passati due mesi da quando si erano dichiarati fidanzati ufficialmente sotto i riflettori e sotto l’obiettivo, davanti a tutti con un coming out visto come “il più bello del mondo” detto proprio dalle testate giornalistiche.
 
Sam si sentiva davvero felice. A dire la verità non si era trasferito del tutto da Dean, ma convivevano per la maggior parte del tempo a casa sua, perché Sam a volte tornava a casa per andare a trovare i suoi e stare un po’ di tempo con i suoi cari amici, c’era però una cosa che lo preoccupava ancora. I sentimenti di Dean.

Non i sentimenti che Dean diceva di provare per lui. Su quelli non aveva alcun dubbio.

Sam non riusciva a dimenticare la triste storia di Dean con sua madre, la triste storia della sua famiglia.
 
Il padre di Dean, aveva trovato un’altra fidanzata e Dean sembrava contento per il padre, ai suoi occhi, ma dentro di sé Sam sapeva che forse Dean non riusciva ad essere felice del tutto, perché dentro di sé aveva sempre il fantasma di sua madre.

Quella madre che non era riuscita ad amarlo.

Forse è vero che quando ami tanto una persona, si stabilisce quasi una linea di connessione mentale. Sam desiderava tanto che Dean facesse pace con sua madre e quando ricevette inaspettatamente un messaggio sul suo facebook, da parte di una persona che diceva di essere sua madre, Sam rimase sbalordito.

Nel messaggio chiedeva di parlare con lui, sapeva che era il fidanzato del figlio.

Sam con non poco timore, accettò di parlarle.
 
 
 
Sam si trovò davanti una donna distrutta, fragile, tutto il contrario della donna arida, senza sentimenti, che si era immaginato.

Dentro di sé aveva l’immagine di una maschera che crollava nel suo viso, come un castello di carte.
 
Rivelò a Sam una verità inaspettata. Lei aveva ricevuto poco amore da sua madre da piccola, non si era sentita amata e temendo di diventare come sua madre, era maturato in lei il desiderio di non volere figli.

John però li voleva e riuscì a convincerla, ma poi si scoprì che il suo fragile corpo non era adatto a una gravidanza. Fu la goccia che fece traboccare il vaso per lei, la prova che non doveva essere madre, poi il coma, il risveglio e…
 
“La paura di diventare come mia madre, mi fece diventare come mia madre.” Disse la donna piangendo. “Ho allontanato proprio la persona che avrei dovuto invece amare di più. Mio figlio. Tutto perché non riuscivo a perdonare lei.”

Ora la donna era un fiume in piena di singhiozzi e faceva piangere anche Sam.

Sam non sapeva cosa dire. Si sentiva confuso, spaventato da una cosa più grande di lui.

Fino a prima di conoscere Dean, non avrebbe mai potuto credere possibile che una donna potesse finire in coma solo per colpa di una gravidanza.

Ma fino a prima di conoscere Dean non credeva fosse possibile che una madre potesse rifiutare così un figlio, senza che avesse in realtà alcuna colpa.

Si rese conto però anche, che prima di conoscere Dean, non credeva che l’amore per una persona – per il suo Dean  . potesse essere così grande.
 
 
Fu sull’onda di questo amore e per questo amore, che riuscì a trovare le parole per confortarla.

“Mi ascolti, lei ha fatto degli sbagli, ma chi non ne fa? Suo figlio la ama, torni da lei, non vede l’ora di riabbracciarla.” disse Sam con voce rotta.

E quando le emozioni divennero troppe per entrambi, la telefonata si concluse.

Sam sperò di aver fatto la scelta giusta a parlare così.
 
 
 
 
 




*

Il giorno dopo, Samantha Smith si presentò a casa di Dean. Lui era ancora in pigiama quando la vide davanti al cancello. Aprì il cancello con il telecomando, perplesso, diventando poi sempre più sconcertato, quando la vide cadere in ginocchio, dicendo disperata un “Perdonami, figlio mio.”

Ancora sconcertato, allungò la mano, fino a toccare quella di sua madre, per poi aiutarla a rialzarsi e madre e figlio finirono abbracciati.
 
Sam, durante quella mattinata, un po’ freddolosa e coperta di brina, vide quello spettacolo meraviglioso, che stava riscaldando d’un tratto, il grigiore di quella giornata..e stava facendo spuntare i primi caldi raggi di sole e sorrise, commosso.
 
 

“Cosa? è stato Sam?”
Sam aveva deciso di lasciare un po’ di spazio e di riservatezza a madre e figlio mentre tornavano a casa insieme, ma sentì lo stesso quella frase ed ebbe un po’ paura. Gli aspettava un rimbrotto con i fiocchi per non avergli detto della telefonata e aver agito alle sue spalle?
 
 
 



Quando entrarono in casa, Samantha rimase un attimo da sola sul divano, mentre Dean trascinava discretamente Sam in bagno, con grande timore di quest’ultimo.

“Dean, mi dispiace di non averti detto che tua mad…”

Dean interruppe il suo discorso, baciandolo appassionatamente, con le mani sul viso.

Continuarono a baciarsi e Sam mugolava più soddisfatto, cingendogli le braccia al collo.

Quando si staccarono, Dean gli disse, abbracciandolo:

“Ti ho già detto che ti amo tantissimo?”
 
 
 
 
 




*

Per Dean fu una lezione ascoltare per la prima volta sua madre a cuore aperto.

Samantha confessò anche a lui le sue paure e la grande tristezza della sua infanzia, dicendo inoltre di sapere di essere imperdonabile e che non avrebbe dovuto fargli la stessa cosa.

Dean capì che spesso le persone che ci negano l’amore, non sono sempre crudeli, ma spesso sono vittime del loro dolore.

Questa era un’altra cosa che gli aveva insegnato Sam, che Sam aveva imparato conoscendo Dean.
 
 
 
 
*

Durante i giorni successivi, Samantha telefonò ancora a Sam, per dirgli quanto lo ammirava e che ragazzo fantastico lui fosse.

Sam approfittò del fatto che ormai la donna lo ammirava, per permettersi di dirgli ancora una cosa:

“Samanta, mi permetta di suggerirle ancora una cosa. Faccia pace anche lei con sua madre.

Dean ha bisogno di sua nonna.”

Sam credeva di essersi spinto un po’ oltre, dopo questa frase.

Lo credeva davvero, quando le telefonate dopo quella, si interruppero e divennero meno frequenti.

Forse non doveva essere così arrogante da pretendere di cambiare la vita o i sentimenti degli altri.
 
Capì di essersi sbagliato, che Samanta aveva solo bisogno di un po’ di tempo, quando, due mesi dopo, chiese a lui e a Dean di andare a mangiare dalla nonna l’arrosto con sugo e le patate al forno.
 
Dean non era abituato a quest’aria così domestica e fu tentato di dire di no, ma la mano calda di Sam e la sua dolcezza lo convinsero.
 
 
Fu più naturale e più armonioso di quanto anche Sam potesse aspettarsi.

La casa della nonna era arredata con mobili in legno e dava un’idea di calore, di intimità.
 
Anche la nonna aveva una storia.

Non era riuscita ad amare la figlia, perché anche il padre di Samantha, il suo uomo, aveva detto di amarla e poi era tornato dalla sua bella moglie, dalla sua bella famiglia perfetta, lasciandola con una neonata in fasce da accudire.
E da amare.
Ma Rowena aveva imparato da lui, che l’amore era debolezza e non voleva essere più debole, quindi non ci era più riuscita.
 
 
Fu straziante vedere madre e figlia che piangevano e si abbracciavano insieme e si perdonavano a vicenda. Dean trovò rifugio tra le braccia di Sam, piangendo anche lui, mentre piangevano insieme, seduti sul pavimento, nascosti dietro un mobile.

Sam lo abbracciava e lo coccolava, come se fosse il tesoro più prezioso sulla Terra e lo era davvero per lui.
 


Un altro pezzo del suo cuore gli sembrò scoppiare, quando vide la nonna Rowena, abbracciare e riempire di baci suo nipote Dean, poco dopo.
 
 
Fino a qualche tempo fa , Sam non credeva, entrando nella famiglia di Dean, di provare emozioni così forti.

Ma forse provava delle emozioni così forti, perché amava lui.
 
 
Questa esperienza insegnò ai due ragazzi, che c’era sempre un tragitto lungo e tortuoso e lastricato di sofferenza, da attraversare, per trovare una spiegazione alla mancanza di amore.

Il coraggio risiedeva nell’andare a scavare in tanto dolore per trovarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

ragazzi, non avete idea di quanto sforzo ho fatto per decidermi a scrivere questo capitolo xd sono in guerra con mia madre quindi potete capire che non ero dello stato d'animo adatto per elogiare le madri ahha xd ma non è giusto che ci rimetta la storia no? xd

Il titolo è un tributo ancora una volta al mio libro preferito : L'acchiappasogni:


"Ma non serve, per quanto forte gridi, non serve, le linee telefoniche sono interrotte. Non si può tornare indietro, non si può uccidere il proprio nonno, non si può sparare a Lee Harvey Osvald che s'inginocchia ai piedi di una finestra del sesto piano del magazzino dei libri di Dallas puntando il fucile ordinato per posta, non puoi impedire a te stesso di  attraversare l'incrocio tenendo la ventiquattr'ore e la copia del Phoenix di Boston che non leggerai mai. Spiacente signore le linee telefoniche sono interrotte in un qualche punto della zona di Jefferson, non riesco ad inoltrare la chiamata, c'è un vero casino da quelle parti.."

Poi, oh, dio, questa è una novità, la chiamata viene inoltrata!"


Ovviamente in questa storia le linee telefoniche si riferiscono alle telefonate tra Sam e Samantha :D e al fatto che poi lei smise di chiamare :D 
 
ps dovrebbero pagarmi per tutta la pubblicità che sto facendo a questo libro AHAHHAH

ps la frase : "tuo figlio ti vuole bene, ti sta aspettando, va da lei" è una citazione presa da "Il corvo" del fantastico Eric Draven <3333

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Capitolo 33
*** Amore in mongolfiera! ***


Era notte e Dean stava facendo un altro concerto e stava dedicando un’altra canzone al suo dolce amore Sam.
 


E volerò con te, ti terrò per mano

E quella tua mano nella mia, riscalderà tutto il mio cuore

Tutto il centro del mio essere

E guarderò le stelle, per accarezzarti

Per baciarti, per toccarti

E non avrò bisogno di guardare il cielo

Per cercarlo nei tuoi occhi

Perché lì cercherò il verde, il verde che è nei tuoi occhi

E quando cercherò il verde, guarderò sempre questi tuoi occhi

Che mi fanno impazzire

Oh, amore mio, vola con me, tra le nuvole..tra le stelle, guardando la luna….

Baciami sotto la luna, sotto le stelle, abbracciami, amami
 
 

“Se proprio insisti..” fu la voce di Sam, che arrivò inaspettatamente in mongolfiera, la voce amplificata da un megafono.
 
Rimasero tutti senza parole a vedere quella scena. Dean quasi svenne dall’emozione.

“Non è un pazzo? Il mio adorabile pazzo?” urlò Dean esaltato e felice, alla folla.

“La tua canzone sta quasi per finire, ma questa mongolfiera non aspetta, amore!” gli gridò Sam. “Che cosa ne dici ora di salire?”
 

Dean rimase senza parole, mentre tutta la folla scalpicciava in fibrillazione. Dopo quel concerto, lui e Sam avrebbero dovuto partire per un viaggio loro due da soli, lui ora arrivava lì, interrompendo la sua canzone dedicata a lui, arrivando addirittura in mongolfiera?

“Io..sono senza parole..non so cosa dire..” disse Dean.

“Sono venuto qui per rapirti e non accetto un no come risposta!” disse Sam adorabile, infagottato nel suo piumino bianco con relativa sciarpa bianca annessa.

Dean aveva gli occhi che gli brillavano. E va bene, se pazzia doveva essere, pazzia sia.
 

Prima che la mongolfiera potesse toccare terra,  allungò una mano in direzione di quella di Sam, che, per precauzione fece scivolare una scaletta a rete, per permettere a Dean di agganciarsi.

E fu così che Dean venne…prelevato! In volo!!
 
 
La folla e gli organizzatori del concerto erano stupefatti e in delirio. Non si era mai vista una cosa del genere.

I due innamorati continuarono a baciarsi, senza più badare alla folla, mentre la mongolfiera si allontanava di nuovo, con loro due a bordo.
 
“Faceva tanto Aladdin e Jasmine con il tappeto volante, non trovi anche tu?” gli disse Olivia a Castiel, abbracciata a lui, mentre guardavano il tutto, dalla folla. Castiel per l’occasione aveva fatto molte foto. 

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Capitolo 34
*** Un giorno ***


La vita con Dean cantante non era incasinata e difficile come Sam temeva che sarebbe stata.

Dean temeva che Sam si sarebbe stufato di sentirgli parlare sempre di lavoro e di musica, quindi i primi tempi cercava di trattenersi, ma poi vide che in realtà Sam era completamente sincero quando gli disse di aver avuto un colpo di fulmine per lui e la sua musica.

Non l’aveva detto solo per farlo contento.

Sam non voleva che Dean lo tagliasse fuori, anzi il suo desiderio era che lo coinvolgesse il più possibile, ecco quindi che ebbe l’idea geniale di chiedergli di cantare delle canzoni scritte da lui!

Dean rimase a bocca aperta quando glielo propose.

“Sei sicuro di volerlo fare? È una cosa molto impegnativa…”

“Ho cominciato a scrivere un pezzetto..se ti va, leggi..” disse Sam imbarazzato e arrossito, porgendogli un foglio.

Dean prese ancora meravigliato, il foglio e cominciò a leggere quella che sembrava una bozza di una canzone.
 
 

Dondolavo sull’altalena

Da bimbo

Sognando e immaginando un altro bimbo

Pensavo fantasia fosse, fantasticherie

Quando mi sono accorto poi

In età adulta

Che tu sei sempre stato lì con me

Ti disegnavo al mio fianco

Senza vedere il tuo volto

Quando poi sono diventato grande

Ho cercato in tutte le fotografie incorniciate sui mobili

Il tuo volto vicino al mio
 


“è solo un’idea..ma non so se…Dean?” lo chiamò Sam, notando i suoi occhi pieni di lacrime.

Dean lo abbracciò di slancio, stringendolo forte, mentre Sam era seduto sul divano.

“è bellissima, Sam. un capolavoro… devi continuarla..sono proprio io..”

“Cosa? Io veramente stavo parlando di me nel testo..” disse Sam imbarazzato.

Dean si voltò a guardarlo sorridendo.

“Vuol proprio dire che siamo davvero anime gemelle.” Gli disse.
 
 
 
 
Sam aveva una personalità aulica. Aulico voleva dire parole che molte volte non sono nel linguaggio comune..generalmente le trovi in un linguaggio poetico..comunque significa altisonante echeggiante, rimbombante, d'effetto, altolocato, antico.

Dean scherzava definendolo sentimentale. Il suo bellissimo principe romantico.

Anche Dean si interessava a Sam e volle sapere le radici di questo suo temperamento romantico e da dove gli fosse venuta la passione per la lira.

Sam gli fece vedere tutto l’anime di Saint Seya.

Se c’era una cosa che Sam adorava di più al mondo di Saint Seya e del suo Dean, era vedere il SUO DEAN, che piangeva, guardando Saint Seya.

“Non sono un po’ troppo smielati questi cavalieri?” disse una volta.

“Sono altisonanti. Sono romantici.,” disse Sam baciandolo.

“Mmm..posso essere il tuo cavaliere?” gli chiese Dean.
 
 
Sam aveva ripreso a suonare la Lira e Dean era sempre ben lieto di farsi allietare dalla musica dal suo Sam.
 
Non parlavano sempre di musica però.

Dean ci teneva tanto a non trascurare il suo Sam e malgrado amava cantare, desiderava ancora di più vedere il suo Sam, viverlo, baciarlo, amarlo. Ridusse così i suoi impegni, senza abbandonare del tutto, ma lavorando di meno, perché voleva far vivere al suo Sam una vita da principe.

Quando aveva delle cene in ristoranti e hotel lussuosi accompagnati da limousine sfrenate, Sam andava sempre con lui e poi viaggiavano, vedevano il mondo.

Dean ci teneva a fargli vedere il mare, c’erano tantissime isole con dei mari stupendi.

Sam disse di amare i delfini e Dean conosceva dei parchi acquatici dove erano pieni di delfini.

Vedere Sam giocare con loro come un bambino, gli faceva bene al cuore.

E grazie al suo amore, anche lui stesso tornava bambino.
 
 
 
“Olivia, Castiel!” fu la voce contenta di Sam quando se li vide arrivare a casa loro – ormai Sam e Dean convivevano in una villetta a parte –

Dean sorrise. Era la voce raggiante di chi aveva due stupendi amici del cuore.

Dean non aveva mai avuto amici del cuore. Sinceramente prima di conoscere Sam, non credeva neanche all’amicizia, quella vera.

Ora vedere il suo Sam abbracciato da quelle testoline buffe, lo ispirava.

Gli faceva venire voglia e desiderio di chiedere al suo amore, di scrivere una canzone sull’amicizia.

Gli faceva venire voglia di tornare nel passato e di dire al suo sé stesso: Quanto tempo sprecato!

Ora Olivia e Castiel erano anche loro i suoi migliori amici.

“Ti ricordi quando eri geloso di me?” gli chiedeva Castiel, dandogli una pacca scherzosa sulla schiena.

“Mai stato geloso di nessuno, tantomeno di te!”

“Si si come no..quando mi incontrasti per la prima volta, mi fulminasti con lo sguardo!”
 
 
 
 
 




Come Romeo e Giulietta
 
Dean e Sam erano in vacanza in un posticino di mare dove avevano affittato una casetta fatta in pietra.

Era notte e all’improvviso, sentirono una melodia giù in strada che sembrava proprio sotto di loro.

“Dean..ma cosa..?” si chiese Sam, alzandosi. “Dean, ma dove sei?”

Dean non c’era. Sam si affacciò al balconcino e notò che si era radunata una piccola folla di persone e personaggi curiosi che stavano facendo loro una serenata. Tra loro,spiccò Dean fra tutti che stava facendo una serenata meravigliosa con un buffo cappello.

“Oh mio dio!!” disse Sam cadendo per terra, ridendo.

“Canto di tutto, non posso farmi togliere il record per una serenata!” disse Dean, poi con l’ausilio di una liana, fece per arrampicarsi.

“Dean, ma che fai? Fermo! Ti farai male!!” gli disse Sam.

Quel pazzoide di Dean non si fermò e continuò a salire sotto lo sguardo di Sam, per poi raggiungerlo.
 
“Che pazzo che sei!” disse Sam prendendo a baciarlo e abbracciarlo sotto l’applauso di tutti.

“Guarda, amore. “

“Si si vedo..vedo che sei pazzo..”

“No. Guarda.” Disse indicandogli la luna, mentre erano seduti rannicchiati sul balconcino.
 
E Sam capì.

Sam gli aveva rivelato che l’aveva sentito quando gli aveva sussurrato Un giorno, guarderemo la luna insieme, da un balcone come questo e troveremo la cosa molto romantica, un giorno..non oggi. Non è ancora il momento. quando pensava dormisse.

E ora avevano un balcone ed erano insieme

E stavano guardando la Luna.

“Un giorno..” disse Sam guardandolo dolcemente, prese il suo viso con una mano e lo baciò.

Romanticamente.

Splendidamente.

Sotto la luna.
 
 
 
 
 























Note dell'autrice: 

Ragazziiiii eccomi qui!! Sembra ieri che ho cominciato questa fanfiction - è una delle mie storie più corte - e adesso è finita! Daisy sa quante paranoie avevo, perchè temevo di non riuscire a finirla ahha xd ma ce l'ho fatta. Non so perchè mi era presa così male gli ultimi due capitoli o.o 

ho deciso di scrivere questa storia pensando di desiderare proprio una storia così. Fluff, erotica e romantica per Sam e Dean, nel mondo della musica. Non avevo mai visto un sam infatuato di Dean nella versione di suo idolo <3  ma nacora di più desideravo scrivere una fanfiction che avesse tanto della musica per i due angioletti <3  confesso di non sapere più cosa scrivere ahha quindi preferisco finirla qui anche perchè era stata pensata per davvero pochissimi capitoli ^^ confesso che mi mancheranno ma...con le mie storie non si sa mai quando è davvero finita xd

concludo con la cosa che dopo averci sperato tanto di finirla, ora che è finita, già mi mancano T_T

sono senza speranze lo so. Grazie a chi l'ha seguita *_*

ps è anche la mia prima storia con sam e dean non fratelli *_* sono molto contenta di come è andata *_*

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