Elixa, la videogamer

di Kidotsudeki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vecchia e nuova routine ***
Capitolo 2: *** Elixa, la ragazza qualunque ***
Capitolo 3: *** Show Time ***



Capitolo 1
*** Vecchia e nuova routine ***


"Caro diario

Era un giorno qualunque, quando accadde l'inaspettato.
Quando il cambiamento bussò alla mia porta, stavo solo cercando uno svago dai miei problemi familiari. Mia madre aveva uno stipendio che a stento riusciva a consentirci di arrivare a fine mese. Da quando mio padre era deceduto, ho sempre cercato un lavoro che potesse aiutare mia madre in questa sua lotta contro la fame. Mi sentivo in colpa di essere così inutile, ancora a scuola, da voler necessariamente trovare un lavoro che mi aiutasse a conciliare studio e necessità di denaro. D'altro canto, però, non volevo nemmeno essere bocciata per perdere tempo dietro ai banchi e altri soldi in libri di testo. Con la crisi economica che il nostro paese stava vivendo, l'Italia non aveva grandi opportunità da offrire a gente come me, così, come tutte le sere, decisi di affogare il mio dispiacere in serie tv piratate online.  
E proprio mentre mi arrovellavo sui problemi insormontabili della nostra vita, che davanti ai miei occhi comparì una pubblicità pop-up davvero degna di nota: «Gioca a League of Legends». Di indesiderate finestre Chrome ero solita chiuderne davvero a montagne, ma quella pubblicità fu l'unica che catturò davvero la mia attenzione. Sembrò uno scherzo del destino, perché la finestra si aprì ignorando comunque tutti i miei sistemi di protezione (blocco pop-up di Chrome, antivirus e Ad-block).
Insomma, quel gioco mi stava chiamando ed io risposi, senza costruirmi chissà quali aspettative. 
Installato il gioco e creato l'account, mi resi subito conto del suo potenziale. Mi catturò letteralmente, fin solo dal tutorial. 
Tra tutti quei personaggi trovai subito la mia categoria prediletta, imparando a giocarli più o meno tutti. Mi appassionai così tanto che dedicai anima e corpo a giocare. Non trascurando lo studio, diventai comunque molto forte, scalando la classifica che lo stesso gioco forniva per incentivare i giocatori a migliorare: partendo da Bronzo V (il rank più basso), arrivai in poco tempo a Gold III, su fino al Diamond IV. In questo percorso, conobbi tantissime persone e tra questi, il mio migliore amico Morris Schoemaker, un venticinquenne olandese con cui costruii ben presto un'intesa fortissima. 
A noi si unirono un siciliano di nome Giovanni Venettoni, Ryan Nail e la sua bandiera britannica e Paolo Viozzi direttamente da Roma. Dire che la nostra amicizia fu subito intensa è essere riduttivi. Il forte legame che ci univa divenne ben presto uno dei motivi che ci spinse a dare il massimo e la nostra dedizione non tardò a portare risultati: diventammo conosciuti come i FarEuWest, ma l'attrattiva di questo fantomatico gruppo non era soltanto la nostra ineguagliabile bravura, ma una caratteristica ben precisa e piuttosto insolita.
I FarEuWest erano un team competitivo con un componente femminile dall'identità misteriosa: Elixa, la temibilissima player nel ruolo di attack damage carry, detto anche marksman, il dps da danno fisico della squadra. E indovinate chi è lei? 
Sono io, proprio così. Il nostro successo divenne un VERO lavoro retribuito: il primo team competitivo italiano aveva sfondato nell'universo dell'e-sport portando per la prima volta in tutta la storia di League of Legends una donna sul panorama internazionale, e quella donna? Ero proprio io! 
La Riot games, la casa madre del videogioco, premiò il nostro talento, facendoci firmare un contratto dove tutti i membri del team si impegnavano a giocare, a vincere e a mantenere segreta la mia identità. Divenni il diamante di punta delle strategie di marketing della stessa azienda, che poterono investire su Elixa, senza appesantire e danneggiare la mia vita privata. D'altronde nessuno sapeva chi fosse davvero Elixa. Nessuno sapeva chi si nascondeva dietro a quel nickname, nessuno tranne me e la mia squadra, ovviamente. 
Grazie ai soldi che percepisco, ogni tanto faccio trovare un bonus inaspettato nella busta paga di mia madre, anche se non puoi capire la fatica che sto facendo nel mantenere nascosto tutto ciò a mia madre. Lei pensa che i videogiochi sono una perdita di tempo, ma forse, un giorno, quando sarà più aperta mentalmente e potrà accettare la loro validità, magari potrò confessarle che, se campiamo fino a fine mese è solo e soltanto grazie al business dei videogame.
Nel frattempo Elixa è diventata una figura di riferimento per tutta la community di League of Legends, conosciuta in tutto il mondo per il suo carisma e le sue incredibili meccaniche di gioco. Caro diario, non me lo sarei mai aspettato, ma il futuro è ancora in divenire. Spero di riuscire ad essere all'altezza delle aspettative che il mondo riserva per il mio alter-ego vincente. 

Con affetto. Anna Lisa."
 

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Capitolo 2
*** Elixa, la ragazza qualunque ***


Rileggere quelle pagine di diario scritte qualche mese precedente aveva rattristato la mattinata di Anna Lisa. 
Da quelle parole, la sua vita sembrava aver avuto quella ventata di giustizia di cui lei e la sua famiglia avevano davvero bisogno: alla fine il destino ed il suo senso dell'umorismo avevano soltanto premiato la giovane combattente che tanto si dannava per la sopravvivenza del suo amato nucleo familiare. Non c'era alcun motivo apparente per smettere di sorridere. Aver conquistato il lavoro più bello del mondo semplicemente videogiocando, un bel gruppo di amici così vicino a lei, aver raggiunto il successo mantenendo comunque la tranquillità dell'anonimato ed una doppia vita, non sono comunque cose che in fondo desideriamo tutti? 
Siamo onesti ... eppure Anna Lisa non era ancora soddisfatta. 
Nel suo cuore si attanagliava un enorme senso di colpa. Il reddito che percepiva ormai all'insaputa della madre era qualcosa che non poteva ancora condividere con lei. Dovendola tenere all'oscuro di tutte le sue passioni estremamente retributive, quella povera mamma era costretta a continuare a fare due lavori. La cosa non era così negativa, considerando il fatto che ad Anna Lisa serviva tempo per allenarsi a League of Legends e per mantenere il ritmo di un livello estremamente competitivo. Non avere una madre così scettica e così diffidente dei videogames era soltanto un vantaggio sia per Anna Lisa, che per Elixa ed il suo team, ma chi avrebbe pensato a lei e alla fatica mentale e fisica di credere di essere l'unica ruota del carro per il sostentamento della sua famiglia? Di certo non l'avrebbe fatto Elixa. 
Con la pesantezza nel cuore e il desiderio di trovare una soluzione alla mentalità così ottusa e retrograda di sua madre, Anna Lisa si alzò dal letto per scendere a fare colazione. Doveva andare a scuola e confrontarsi, ancora una volta, con la vita reale alla quale aveva deciso di appartenere per concludere gli studi. Lì, nessuno sapeva chi era veramente. 
Si infilò le scarpe per uscire e con i baffi di caffè latte, una fetta di pane tostato e le chewingum in tasca, si affrettò ad uscire biascicando a gran voce: 
«Scusami mamma, ma oggi non ho tempo! Ho il compito in classe di disegno tecnico e voglio accaparrarmi il banco migliore, che non traballa!»
Scappò a gambe levate anche per il fatto che non riusciva a guardare sua madre che, con affetto, la seguiva dallo stipite della porta. In fondo al cuore, anche se a fin di bene, le sue bugie per coprire Elixa non la stavano aiutando come desiderava. 
Fortunatamente la scuola era a pochi passi da casa e nonostante abitasse in una grande città come Roma, la breve distanza ed rumoroso traffico erano perfetti per porre un freno a scomodi pensieri. Dinanzi all'entrata della scuola non si può far trapelare i propri problemi, nemmeno da uno sguardo, perché soltanto il più forte usciva vittorioso da quelle quattro mura. 
A scuola Anna Lisa era una semplice ragazza di città, con un discreto amore per il trucco, senza esagerare, le t-shirt e ... i videogiochi. Chi l'avrebbe mai detto? Quando non poteva scambiare due parole con la sua migliore amica e compagna di classe Teresa, cercava di intrattenersi con le classiche applicazioni di svago nel cellulare. Essendo una personalità pacata, risultava invisibile agli occhi delle "Divine", o così le soprannominavano. Nella sua scuola regnavano indiscusse delle regine estremamente influenti, tanto belle quanto spietate. Tutti volevano essere loro amici, perché diciamocelo: la popolarità fa gola a tutti e le personalità forti ed aggressive sono spesso estremamente attraenti. Anna Lisa avrebbe voluto dire a tutti e dimostrare che i suoi successi valgono molto di più di quello squallido soprannome del quale tanto si vantavano. Godere di una fama internazionale non capita a tutti, ma i vincoli del suo contratto glielo impedivano. Così, ogni volta che all'intervallo svilavano nel corridoio della sua scuola, lei sorrideva e si gratificava della compagnia sincera e onesta della sua migliore amica. 

«Visto che allora sei capace di farlo anche da sola?»
disse Anna Lisa indicando il foglio di Teresa. 
«Mi sono davvero applicata tutto il pomeriggio. Mi è dispiaciuto non uscire con te, ma d'altronde sono abituata ai tuoi rifiuti. Non avrei mai pensato che il tuo darmi buca alla fine mi sarebbe stato d'aiuto!»
Esclamò l'amica canzonandola e dandole una lieve pacca sulla spalla. 
«Che stronzetta che sei! Ricordati di citarmi nei ringraziamenti della tesina degli esami di stato, per questo dieci che prenderai!»
Scoppiarono a ridere entrambe sbattendo fragorosamente e sgraziatamente i pugni sul banco. Tanta mancanza di compostezza non passò inosservata. Infatti il clamore attirò l'attenzione dei compagni, ma anche e soprattutto quella di una persona in particolare che, casualmente, stava passando davanti alla porta della loro classe. 
«Hai visto??»
«Cosa?»
«Non ci credo ... non hai visto?!?»
«COSA!!»
«E' appena passato davanti alla nostra classe Andrew» 
Anna Lisa si pietrificò. 
«Ti prego DIMMI che non mi ha visto ADESSO»
«Sì, ti ha visto adesso»
«No .. »
«Sì, Liz ... stava guardando proprio qui»
«.... no.....ti prego ...»
Soffocò le parole cercando di sparire tra le sue braccia ed il banco
«Liz ... ricordati del mio amore per te. Se dovesse dire che sei l'antifemminilità per eccellenza, sappi che io ti ho sempre amato come nessun altro»
Rimarco' sarcasticamente Teresa dando delle lievi pacche sulla spalla della sua migliore amica. Fortuna che i veri amici riescono sempre a dare il necessario conforto nel modo più delicato possibile. 

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Capitolo 3
*** Show Time ***


«Ehi? Ragazzi?»
Domandò una voce femminile tentando di sovrastare il chaos generale. 
«... ragazzi?»
Il gruppo degli interessati parlava e rimuginava, immerso in un flow di pensieri che sembrava essere immune da ogni tipo di sollecitazione. 
Stanca di aspettare, la signorina ben educata urlò a gran voce: «RAGAZZI!!!! MI CAGATE???» ed ecco quattro belle teste che si alzarono quasi contemporaneamente.
«Allora ... è tutto pronto per questa sera?»
«Ti abbiamo già detto di sì! Morris è già andato a prendere il tuo costume in lavanderia. Questa sera inauguriamo la nostra sala lan dedicata. Sei pronta a sfondare?»
Paolo Viozzi era il classico tipo di persona che non ne voleva sapere tante. Diretto, efficace e preciso, era il leader della squadra, lo shoutcaller e la mente strategica. Si occupava non solo di gestire le cose in partita, ma anche di dirigerle nella vita reale, specie se il coach si trovava impegnato nella ricerca di staff affidabile per la nostra nuova attività. Non si trovano tutti i giorni persone capaci di mantenere un segreto della grande portata come quello di Elixa. Bisognava pensare a tutto. 
«Perfetto. Alle cinque qui da voi!»
Anna Lisa, che stava già per scappare dalla porta principale con il suo zaino blu shocking, venne trattenuta da un appunto fulmineo: «Oh! Bella, ricordati di entrare dall'altro ingresso, hai capito? Tu dovrai sempre entrare da lì da ora in avanti, altrimenti... »
«Sì mamma, sì ... Lo so! Grazie!»


* * *

 «Se scorri sulla sinistra trovi la tua parrucca. Ti devo aiutare ad allacciare il costume?»
«Sì caro, grazie!»
Anna Lisa era una ragazza tranquilla, piuttosto sicura di sé nei panni di Elixa, ma quella sera c'era qualcosa che non andava. Uno sprazzo di malinconia comparve nello specchio del muro. Morris, suo migliore amico e supporto in gioco, era una vera colonna, un suo vero sostenitore anche nella realtà. Quella tristezza fulminea sul volto di lei non passò affatto inosservata agli occhi di chi, ogni giorno, allenandosi con lei, era abituato a studiare alleati e nemici.
«Anna, che cos'hai?»
La fissò dallo specchio con un sorrisetto malizioso. Seduto dietro di lei le fece sentire ogni centimetro di lampo, scrutando l'imbarazzo della ragazza allo stringersi del vestito sulla sua pelle. 
«Non provare a mentirmi. Ti conosco. Sai benissimo che con questo stato d'animo non farai il boom sul palco»
«Ma se ... voglio dire ... »
«Carissima ...» aggiunse un po' scocciato «...contiamo su di te stasera. Devi brillare. E così non brillerai, perciò dimmi. Ancora problemi con tua madre?»
Il costume era di un materiale riflettente, piuttosto simile al lattice. Il suo corpo snello e le forme a clessidra erano avvolte da un tessuto che lasciava ben poco alla fantasia. Eppure, sebbene l'abito poteva sembrare piuttosto succinto, su di lei dava un'idea di seconda pelle, risultando assolutamente naturale e sobrio. 
«La sala lan è un ulteriore profitto, che tu sai bene non posso condividere con lei. Sfiancarla di lavoro non rientra di certo nelle mie gioie più grandi!»
Morris cominciò a impensierirsi. Voleva davvero rasserenarla, ma non c'era più tempo! Si alzò di scatto e sospirando le diede delle rapide pacche sulla spalla. 
«Questa non sarà una situazione eterna. Non durerà per sempre. Lo sai meglio di me. Non manca molto ai tuoi diciott'anni. Quando sarai più autonoma, avrai tutto il diritto di dimostrarlo ampiamente. Devi resistere ancora un anno circa. Ora goditi il tuo momento, tutti là fuori stanno aspettando te! Alcuni tuoi fan sono venuti da parecchio lontano per vederti! Sii te stessa, come sai essere!»
Si guardarono rapidamente, sorridendo e scambiandosi attimi di complicità. Sintetico, ma efficace: Morris sapeva sempre come essere incisivo. Non a caso era il più grande support della storia esportiva internazionale.
«Si va in scena! Mettiti la parrucca che tra poco tocca a noi!»
 

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