Gigli bianchi.

di fulmineo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sweetness. ***
Capitolo 2: *** Sintonia. ***
Capitolo 3: *** Bisogno d'aiuto. ***
Capitolo 4: *** Non lasciarmi. ***
Capitolo 5: *** I care for her. ***
Capitolo 6: *** Imbarazzo. ***
Capitolo 7: *** Questioni di cuore. ***
Capitolo 8: *** Parti da qui. ***
Capitolo 9: *** It's difficult. ***
Capitolo 10: *** Una strana sensazione. ***
Capitolo 11: *** In danger. ***
Capitolo 12: *** La traccia. ***
Capitolo 13: *** What I feel for you. ***
Capitolo 14: *** Everything's ok. ***
Capitolo 15: *** Il simbolo del nostro amore. ***



Capitolo 1
*** Sweetness. ***


Era una tranquilla giornata all'NCIS e gli Agenti Speciali Tim McGee, Nick Torres, Clayton Reeves ed Alex Quinn stavano compilando scartoffie in attesa dell'uscita di Gibbs dall'ufficio di Vance, quando l'ascensore s'aprì e da esso uscì l'altra Agente Speciale, la sola mancante, Ellie Bishop.

Era a casa da due giorni, dopo che era stato ucciso il suo carissimo amico dell'NSA Qasim Naasir e tutti si stupirono di vederla "Tutto bene?" Chiese proprio Alex, alzandosi con gli altri per raggiungere la scrivania della collega.

"Si, sto davvero bene... Grazie."

Poi la bionda notò i fiori "Sono per te, da parte di tutti noi." Disse Torres e Quinn lo guardò davvero male.

L'idea dei fiori era stata sua, sperava che piacessero ad Ellie ed aveva avuto ragione. Senza contare che poi, a detta di Alex stessa, i gigli bianchi erano i fiori perfetti per la collega.

"Andiamo, abbiamo un caso. Tre Marine trovati morti sulla spiaggia!" Tuonò severo Gibbs, notando poi Bishop e la fermò quando tutti erano già in ascensore "Bishop! Che ci fai qui?"

"Torno al lavoro!" Rispose, prendendo un profondo respiro "Sono pronta, Gibbs. Non riesco a stare a casa..."

"Ti terrò d'occhio e, se riterrò necessario mandarti a casa, sta sicura che lo farò in un secondo!"

Ellie annuì col capo ed entrò in ascensore col boss, ma continuava a vedere davanti agli occhi Qasim morente.

Anche sulla scena del crimine la bionda non riusciva a concentrarsi e non ascoltava per niente Ducky e Palmer; poco distante, intenti a fare foto e cercare prove, Quinn e McGee se ne accorsero "Se Gibbs se ne accorge la spedisce a casa!"

"Già..." Sospirò Alex, continuando a fissarla.

"Perché non vai a consolarla, Quinn?" Chiese Torres, avvicinandosi " Vai e portala in un posto appartato..." Sussurrò, facendole l'occhiolino e la ricciola gli sferrò una pacca dietro alla nuca in stile Gibbs.

"Se lo ridici ti spacco in tre!"

McGee li fissava interdetto "Quinn, tu...??"

"Non serve sventolarlo ai quattro venti!"

"Abby aveva ragione... Le dovremo trenta Dollari a testa!" Disse Reeves, con un timido sorriso.

Alex non credeva alle sue orecchie "Cosa? Ehm... Abby lo sa?? E voi avete scommesso sulla mia vita privata? Vi spaccherei il naso!"

"Occhio che se tiri troppe pacche come Gibbs, ti chiederà il copyright!"

"Per cosa dovrei chiedere il copyright?" Chiese proprio Gibbs, colpendo alla sua maniera Torres "Basta sciocchezze! Avete trovato qualcosa?"

"Segni di battistrada, ho fatto un calco e lo porterò ad Abby."

"Anch'io ho qualcosa per lei." Disse proprio Torres "Ho trovato delle tracce di sangue su un pezzo di lattice..."

"Sembra un pezzo di guanto..."

"Portate tutto ad Abby allora!" Avanzò il boss "Reeves, McGee, sentite i testimoni!"

Torres passò la busta per le prove col frammento di guanto ad Alex, che teneva il suo calco e la ricciola s'avvicinò a Bishop "Ehi..." Iniziò con dolcezza.

Bishop le sorrise subito "Ehi tu..."

"Devo portare queste ad Abby... Vieni con me?"

"D'accordo... Andiamo."

"Ok." Sorrise teneramente Quinn.

Gibbs le guardò da lontano e sorrise tra sé e sé, mentre un'idea circa le due sottoposte si faceva largo nella sua mente, ma ora Bishop aveva bisogno di qualcuno che le stesse vicino e la capisse ed era certo del fatto che Quinn e la sua dolcezza erano perfette per tale compito.

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Capitolo 2
*** Sintonia. ***


Arrivate al laboratorio di Abby per consegnarle le prove, Quinn e Bishop videro che l'Analista stava ballando sulle note di una canzone heavy metal "Oh... Scusate!" Disse Abby, notando le due Agenti Speciali, andando a spegnere lo stereo.

"Ti abbiamo portato questi..."

"Il calco di un battistrada ed un frammento di guanto... Mi metto subito al lavoro!"

"Grazie." Sorrise Quinn, lasciando il laboratorio.

"Aspetta Bishop!" La chiamò l'Analista "Tieni... Questo lo..."

"È di Qasim." Disse subito Ellie, con gli occhi lucidi "Non lo confonderei con nessun'altro..."

Abby sorrise appena, posandole la mano sulla spalla destra "Stai bene? So che è difficile, ma sii forte."

"Ci provo... Ma come dici tu, è difficile." Rispose Ellie "Altrimenti Gibbs mi spedisce a casa e non mi va di rimanere sola..."

"Non sei sola. Ci sono io... C'è Ducky ed anche Jimmy. E poi, ovviamente, anche Gibbs, Torres, McGee e Reeves e... Lei."

Abby le fece notare Quinn, rimasta lì ad aspettarla, invece di andare via "Ma..."

"Niente ma." Sorrise Abby "Non la conosco da molto, ma lei non mi sembra il tipo che ti pianta in asso, anzi... È quel genere di persona che ti aspetta e tende la mano. Mi ricorda tanto Ziva."

Ellie guardò dapprima Quinn e poi Abby, sorridendole "Grazie."

"Di niente. Ricorda quello che ti ho detto!"

La bionda annuì e mise il braccialetto di Qasim, poi raggiunse Quinn "Tutto ok?"

"Perché... Perché non sei andata di sopra?"

"Volevo aspettarti." Rispose la ricciola "Senti... Non ci conosciamo ancora bene, ma io non sono quel tipo di persona che pianta in asso un'amica in difficoltà!"

Entrarono poi in ascensore "Grazie." Disse piano Ellie, poggiando la testa alla spalla destra di Alex.

"Figurati." Sorrise la ricciola, posando la propria testa accanto a quella della collega.

Non fecero in tempo ad allontanarsi prima che le porte dell'ascensore si aprissero e si trovarono davanti Gibbs che, probabilmente, stava andando da Ducky "Ehi, voi due... Siete andate da Abby?"

"Si." Rispose Quinn, che cercava di nascondere l'imbarazzo "Le abbiamo portato le prove raccolte e ci farà sapere quando avrà novità!"

"Molto bene. Mettetevi al lavoro!"

"Certo." Risposero insieme.

"A proposito... Eravate da copertina, poco fa." Disse, mentre le porte dell'ascensore si chiudevano.

Ed entrambe s'imbarazzarono, visto che l'ironia di Gibbs era molto rara e quell'affermazione le aveva colpite.

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Capitolo 3
*** Bisogno d'aiuto. ***


Il caso trovò soluzione l'indomani ed i nostri andarono ad arrestare i tre Marine corrotti che la vittima cercava di smascherare, visto che trafficavano in armi.

Per questo i nostri avevano circondato il magazzino nel quale i tre trafficavano "Ci saranno una ventina di persone, là dentro..."

"Circondate l'edificio." Disse Gibbs "Io e McGee entriamo dall'ingresso principale, Torres e Quinn sul retro, Bishop e Reeves, voi perquisite quelle auto..."

Tutti seguirono le disposizioni del boss e fu lo stesso Gibbs ad entrare per primo "Fermi! NCIS!" Gridò con fermezza.

"Tutti a terra e mani dietro la testa!"

Per tutta risposta, iniziò una sparatoria e tre scapparono da un'altra uscita "Coprimi!" Disse Quinn.

"Dove vuoi andare?"

"A prendere quei tre fuori!"

Torres annuì col capo ed Alex andò; intanto, fuori, i tre avevano raggiunto le auto, trovando però Bishop e Reeves "Fermi!" Gridò quest'ultimo.

I tre si nascosero dietro una delle tre auto e spararono verso i due Agenti Speciali, ma solo Reeves rispose al fuoco. Bishop era pietrificata e non riusciva a toccare la pistola "Dai, coraggio! Dammi una mano, non ci riesco da solo!"

Bishop sgranò spaventata gli occhi scuri ed indietreggiò ma, per fortuna di Reeves, Quinn riuscì ad ucciderne due, colpendoli alle spalle "Tutto bene?"

"Si... Per fortuna sei arrivata tu!"

"Che vuoi dire? Dov'è Bishop?"

L'Agente Speciale di colore fece cenno col capo dietro l'altra auto ed Alex vi si diresse con lui a passo spedito "Non ha nemmeno estratto la pistola..."

Quinn rinfoderò la sua, proprio nell'attimo in cui arrivava Gibbs e, da lontano, McGee e Torres portavano via i quattro superstiti arrestati, facendoli salire sul retro di uno dei due SUV coi quali avevano raggiunto il posto e poi se ne andarono.

"Cos'è successo qui? Reeves?"

"Ecco... Lei non ha estratto la pistola..."

Gibbs fissò Bishop e vide i suoi occhi spenti "È vero?"

"Si..."

"A casa. E restaci almeno una settimana!" Ordinò il boss e Bishop obbedì, limitandosi a guardare Alex con uno sguardo indecifrabile "Accompagnala, Reeves."

Anche l'uomo se ne andò, mentre Gibbs e Quinn avrebbero atteso l'arrivo di Ducky per i cadaveri e la Polizia Militare per far sequestrare le armi nel magazzino.

"Gibbs, pensavo... A Bishop."

"Non è una novità, Quinn. Ebbene?"

La ragazza rimase spiazzata dalla risposta del boss e sorrise appena "So che di protocollo dovrebbe andare dallo psicologo dell'NCIS, ma... Se invece lei parlasse con me?"

"Avevo già pensato a questo. Sono certo che tu la saprai aiutare... Mi raccomando, conto su di te!"

"Farò di tutto. Lo prometto!"

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Capitolo 4
*** Non lasciarmi. ***


Quella stessa sera, finito il turno all'NCIS, Quinn si congedò dai colleghi che volevano andare a bere qualcosa affinché potesse recarsi a fare piccole commissioni per poi andare da Bishop.

Venne raggiunta da Abby nel parcheggio "Vai da Bishop?"

"Cosa te lo fa credere?"

"Il tuo sorriso ed una bella luce nei tuoi occhi..." Sorrise l'Analista e Quinn con lei, seppur con lieve imbarazzo.

"Hai bisogno di qualcosa?"

"Ha lasciato in laboratorio il suo cellulare... Glielo potresti dare tu?"

"Ma certo, ci penso io."

"Grazie!" Disse Abby, abbracciandola forte "In bocca al lupo. A domani... Buona serata!"

"Anche a te."

Alex salì poi in macchina e si diresse in un supermercato e poi dal fiorista, infine guidò verso il condominio nel quale era locato l'appartamento di Ellie.

Una volta a destinazione, parcheggiò e poi entrò, visto che il portone era aperto e salì le quattro rampe di scale che la separavano dalla sua meta e poi suonò il campanello "Arrivo..." Disse Bishop dall'altra parte della porta e, quando aprì, non credette ai suoi occhi "Quinn..."

"Ciao, buonasera. Sono in compagnia di un buon gelato... Possiamo entrare?"

"Certamente!" Sorrise appena la bionda "Vieni."

"Permesso." Disse Alex, mentre Bishop chiudeva la porta alle sue spalle ed appese la giacca della collega all'appendiabiti accanto alla porta stessa.

"Scusa il disordine... È tutta roba di Jake, deve venire a prendersela..."

"Nessun problema. Non sono qui per giudicare la tua casa, ma solo per te." Ammise teneramente, posando la vaschetta di gelato sul tavolo.

Ellie fece per risponderle, ma notò altro "Sono... Per me?"

Alex rammentò allora che teneva in mano un piccolo mazzo di gigli bianchi e si diede mentalmente della stupida "Si, naturalmente! Li compro sempre ed ogni volta mi dimentico di darteli..."

"Sono bellissimi!" Ammise Ellie, sistemandoli subito in un vaso al posto di un mazzo di rose, che finì nella spazzatura.

"Sicura di volerle buttare?"

"Si... Erano un regalo di Jake. Preferisco di gran lunga questi bellissimi gigli!"

"Capisco... Questo invece è il tuo telefono. Me l'ha dato Abby, l'hai scordato in laboratorio da lei."

"Grazie! Non sapevo più dove cercarlo..." Disse, visibilmente sollevata "Hai già cenato?"

"Si." Mentì, senza smettere di guardare la bionda "E tu?"

"Non ho fame... Però per questo gelato cambio subito idea!"

Alex sorrise e Bishop andò a prendere due cucchiaini, invitando l'amica e collega a sedersi accanto a lei per guardare la tv ed Alex accettò l'invito.

Bishop parve subito distanziarsi col pensiero dal film e Quinn lo notò "Tutto bene? Vuoi parlare?"

"No... È tutto così assurdo..."

"Cos'è assurdo? Spiegami... Sono qui solo per te."

"Avevo Jake e mi ha tradita, abbiamo divorziato... Ho trovato Qasim e non ho fatto in tempo a rispondere alla sua proposta di matrimonio che... C-Che..."

La bionda iniziò a piangere e Quinn la strinse a sé cingendole le spalle col braccio destro, posandole un lieve bacio sulla fronte "Va tutto bene... Ci sono io..."

"N-Non lasciarmi... Non lasciarmi mai, Alex. Non lasciarmi..."

"Non ne ho la minima intenzione! Resterò sempre qui, Ellie."

Bishop posò vaschetta e cucchiaino sul tavolino innanzi al divano e si strinse a Quinn, dopo essere sfuggita per un solo attimo dalla sua stretta, ma anche Alex aveva posato il cucchiaino "Grazie."

"Non devi ringraziarmi. È una promessa che voglio mantenere!"

E Bishop si sentì al sicuro tra quelle braccia e desiderò che quel contatto durasse il più a lungo possibile.

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Capitolo 5
*** I care for her. ***


Il mattino seguente, Bishop si svegliò attorno alle cinque e si sentì pervarsa da un calore piacevole e, voltatasi verso sinistra, vide Quinn ancora addormentata "Ellie..." La chiamò all'improvviso la ricciola, senza aprire gli occhi.

Bishop le si avvicinò abbastanza "Alex?"

"Ti amo." Rivelò l'altra e la bionda arrossì parecchio ma, prima che dicesse altro, Quinn si svegliò e notò subito l'espressione della collega "Buongiorno... Ho detto qualcosa che ti ha scossa?"

"Ehm... No... No."

"Hai dormito bene?"

"Benissimo! Come non dormivo da tanto."

"Bene... Senti, io faccio sempre una passeggiata. Vuoi venire con me?" Chiese la ricciola.

"Volentieri... Metto solo qualcosa di più adatto."

Poi il telefono di Quinn squillò "Gibbs..." Disse lei, prima di rispondere ed Ellie si sedette accanto a lei "Dimmi."

"Quinn, come va lì?"

"Bene. È successo qualcosa?"

"No, volevo solo dirti che puoi restare lì con Bishop. Farai le ferie anticipate!"

"Sono in grado di venire al lavoro..."

"Non saresti pienamente concentrata, lo sai meglio di me! Ci vediamo tra quattordici giorni. Se hai bisogno chiama." Disse il boss e, dopo essersi salutati, Quinn riattaccò sospirando.

"Tutto bene? C'è un caso?"

"No... Passeremo insieme i prossimi quattordici giorni, farò le ferie anticipate." Rivelò.

"Mi dispiace, è colpa mia!"

"Nessuna colpa. A proposito... Senti, hai un paio di shorts extra?"

"Certo. Anche una maglietta e le scarpe."

"Più tardi andrò a casa mia a prendere il minimo indispensabile... Adesso facciamo la nostra passeggiata!"

Ellie sorrise e, dandosi le spalle, si prepararono per uscire ed entrambe si raccolsero i capelli e poi uscirono di casa dopo aver chiuso la porta.

Passeggiarono fianco a fianco, senza parlare, apprezzando la rispettiva compagnia, per un'ora abbondante e, quando ritornarono a casa, trovarono un uomo sul ciglio della porta "Jake..."

"Ciao. Sono venuto a prendere le mie cose..."

"D'accordo. Entriamo."

Jake aveva notato Quinn e si presentò, con lei che fece lo stesso "È tutto qui?"

"Si... I tuoi quattro scatoloni."

"Ok. Cerco di sbrigarmi..."

Circa mezz'ora dopo finì e, per fortuna, c'era l'ascensore, altrimenti ci avrebbe messo una vita intera "Io vado a fare la doccia." Disse Ellie e Quinn annuì.

"Lavori con lei?"

"Si... Anche se non da moltissimo."

"Ok, capisco..."

"Posso farti una domanda?" Chiese Alex e lui annuì "Come hai potuto tradirla? È una persona dolcissima."

Lui sorrise "Lo è. Ma era sposata col suo lavoro e, a casa, non mi dava ciò che volevo... Non faceva la moglie."

"Ho capito e mi scuso. Non volevo impicciarmi."

"Nessun problema... È fortunata ad avere te."

"Mi prenderò cura di lei per quel che posso." Ammise decisa e lui se ne andò sorridendo, sapendo che Ellie era in così buone mani.

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Capitolo 6
*** Imbarazzo. ***


Dopo Ellie, anche Alex andò a fare la doccia e, quando entrambe furono pronte, la bionda mise un foulard sui capelli "Cosa fai?" Chiese Quinn, corrugando la fronte.

"Faccio le pulizie... Visto che ho ancora i capelli umidi, ho messo questo in testa."

"Capisco... Posso aiutarti?"

"Sei mia ospite. Non disturbarti... Puoi guardare la tv, leggere accendere lo stereo, cucinare..."

"No no... Andrò a casa mia a prendere qualche abito e due paia di scarpe e le mie cose personali."

"Poi torni, vero?" Chiese Ellie, avvicinandosi e stringendo tra le mani la camicia di Quinn, guardandola con occhi sgranati ed imploranti.

Quinn quasi si sentì in colpa ad andarsene, ma sapeva di dover andare perché aveva bisogno delle sue cose e posò le proprie mani su quelle della bionda "Certo che torno! Stai tranquilla... Te lo prometto!" Sorrise la ricciola.

Bishop annuì col capo ed Alex se ne andò, così la bionda si buttò a capofitto nelle pulizie.

Ma, quando alle dieci Ellie vide che Alex non era ancora tornata, si preoccupò. Solo pochi minuti dopo Quinn arrivò e suonò il campanello "Sei qui..."

Ellie si era letteralmente fiondata tra le braccia dell'amica e collega, che la strinse a sé carezzandole i capelli "Io mantengo sempre le mie promesse!"

"Si..." Sorrise Bishop "Porta pure dentro il trolley e sistema le tue cose... Io ho pulito tutto!"

"D'accordo, vado a sistemare tutto!"

"Quinn." Chiamò la bionda "È per me?"

Nuovamente Quinn si era scordata di darle il giglio bianco che aveva preso apposta per lei "Non me lo ricordo proprio mai..."

Bishop sorrise appena, divertita "Dovrebbe essere la prima cosa che fai quando mi vedi, così non lo dimentichi." Disse, prendendo il fiore ed inspirandone il lieve profumo e lo sistemò nel vaso con gli altri, tornando poi a fissare Alex.

"Hai ragione!" Disse la ricciola "Ma sei così bella che mi distrai..."

Ellie annuì ed Alex, realizzate le sue parole, salì rapidamente le scale col trolley in mano, imbarazzata, senza dare il tempo ad Ellie di risponderle.

Quelle parole le erano sfuggite, ma aveva detto la pura verità. Doveva solo trovare il coraggio e le parole giuste per dirlo alla diretta interessata.

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Capitolo 7
*** Questioni di cuore. ***


Nel corso del pomeriggio, le due Agenti Speciali dell'NCIS andarono a fare una passeggiata al vicino parco, dato il bel tempo, ma nessuna delle due parlò dato l'imbarazzo che soprattutto Quinn provava per le parole che le erano sfuggite inavvertitamente qualche ora prima.

Ma proprio la ricciola decise di rompere il ghiaccio "Ehm... Laggiù c'è un chiosco di gelati. Ne prendiamo uno?"

"Si... Va bene." Rispose con un sorriso appena accennato la bionda.

Nella mente di Ellie si rincorrevano vari pensieri, dalla fine del suo matrimonio con Jake alla conoscenza con Qasim, sino all'arrivo di Quinn nella squadra per concludere con le parole che le aveva detto poche ore prima.

Era così confusa... "Cono o coppetta?" Chiese Quinn, riportandola sulla terra.

"Cono... Cono. Gusti amarena, cioccolato e variegato al caramello!"

"Ecco a lei!" Disse l'uomo dietro al banchetto "Sono quindici Dollari!"

"A lei... Tenga pure il resto." Rispose Quinn, pagandolo con una banconota da venti.

"Grazie..." Avanzò Ellie, mentre si sedevano su una vicina panca e rimase qualche minuto a fissare Quinn "Senti... Io volevo dirti..."

"Tranquilla." L'interruppe la collega, poco più grande d'età "Ho detto quelle parole senza riflettere... Hai appena perso Qasim ed il mio compito è starti accanto come amica. Ho fatto una sciocchezza, ti prego di perdonarmi."

"Mi hanno fatto molto piacere, però... Non sono pronta. Devo capire cosa voglio..."

"Certo. Intanto perdonami... Non volevo..."

Ellie scosse il capo "Non devi scusarti. Al cuore non si comanda..."

Quinn le diede ragione, ma il suo problema era riuscire a tenere il proprio cuore a bada, perché più passava del tempo con Bishop e più si sentiva attratta da lei.

S'alzò allora, scusandosi, per fare una telefonata "Pronto."

"Gibbs, sono io..."

"Quinn." Disse il boss "È successo qualcosa?"

"Gibbs, ti prego, riassegnami... Preferisco lavorare piuttosto che stare qui."

Il boss, per quanto burbero potesse essere, capiva le situazioni di cuore, visto che anche lui era umano e provava sentimenti "Temi che i tuoi sentimenti possano crescere troppo?"

"Sono già troppo grandi! Temo di fare un'altra sciocchezza..."

"Ne sei sicura al cento percento?"

"Si. Più che sicura!" Affermò con certezza.

"D'accordo... Allora manderò Torres. Tu andrai in Israele con McGee a prendere dei fascicoli su un criminale coinvolto in un caso di cui ci stiamo occupando da un paio di giorni."

"Perfetto... A dopo allora!"

Quinn lo ringraziò e riattaccò, poi tornò da Bishop "Andiamo a casa?" Chiese la bionda.

"Si... Io devo andare in un posto..."

"Ci metterai molto?"

La ricciola si perse in quegli occhi scuri e bellissimi, ma ciò che provò le fece capire di aver fatto la scelta giusta chiamando Gibbs "No... Non ci metterò molto."

"Quinn..." La chiamò ancora, fermandosi.

"Dimmi... Cosa c'è?"

"Non mi lascerai mai, vero?" Chiese Ellie, ma Alex non rispose, limitandosi a sorridere.

E tale gesto non lasciò affatto tranquilla Bishop che, una volta arrivata a casa, vide Alex andare via dopo averle detto un ciao poco convinto.

Cercò una risposta per tale comportamento e, quando arrivò Torres con un giglio bianco ed un biglietto da parte di Quinn con scritto -Mi dispiace-, capì che Quinn era andata via.

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Capitolo 8
*** Parti da qui. ***


Bishop non riusciva letteralmente a credere che Quinn se ne fosse andata dicendole una bugia e, soprattutto, non ne comprendeva il motivo "Dimmi perché..."

"Cosa?" Chiese Torres.

"Perché Quinn è andata via?"

"Non lo so... Posso dirti che ha parlato con Gibbs e poi io sono stato mandato da te!"

Ellie si sedette, quasi con stizza "Non capisco perché..."

"Prova a chiamare Gibbs e parla con lui."

Ma non servì chiamare il boss, visto che era appena arrivato a casa di Bishop "Gibbs..." Disse la bionda, aprendo la porta dopo aver guardato dallo spioncino.

"Come stai, Bishop?"

"Potrei stare meglio..."

"Immagino." Rispose lui, guardando poi il sottoposto "Vai a fare un giro, Torres."

Il ragazzo non capì, ma obbedì comunque e, quando fu fuori, il boss si sedette accanto alla bionda "Dimmelo, Gibbs... Dimmi perché."

"Sappi che non è stata colpa tua."

"Allora perché è andata via?"

"È solo andata in Iraq con McGee per scortare un prigioniero ed interrogarlo circa un caso che stiamo seguendo."

"Stavamo così bene assieme..."

Gibbs sorrise, avendo colto l'involontario doppio senso dell'affermazione "È andata via per colpa dei suoi sentimenti."

Allora Bishop lo fissò e capì che aveva chiamato lui qualche ora prima, al parco "Io... Non l'ho rifiutata, stamattina, solo che..."

"Non ti senti pronta." Concluse per lei Gibbs "È comprensibile. Hai perso Qasim da poco..."

"A me Quinn piace. Ma devo ben capire cosa voglio..."

"Hai detto che ti piace... Parti da qui."

Ellie capì cosa Gibbs volesse dirle e sorrise, guardandolo con determinazione "Lo farò! Grazie."

Lui sorrise soddisfatto e s'alzò, fermandosi sul ciglio della porta "Tieni sempre quel fuoco negli occhi, Bishop. Lunedì ci vediamo al lavoro."

"Certo!" Disse decisa e lui se ne andò ancora più soddisfatto.

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Capitolo 9
*** It's difficult. ***


Il Lunedì arrivò e Bishop, alle nove precise, varcò la soglia dell'ascensore che le permise di accedere al piano ove vi erano gli uffici dell'NCIS ed il suo cuore ebbe un sussulto.

Sulla sua scrivania, in un vaso, un mazzo di gigli bianchi e, poco più in là, Quinn la guardava di sfuggita. Era incapace di guardarla negli occhi "Bishop! Come stai?" Chiese McGee, abbracciandola.

"Molto bene!" Rispose, abbracciando anche Torres.

A Gibbs strinse la mano, così come fece a Ducky e Palmer, mentre Abby le regalò un vigoroso abbraccio "Che bello rivederti!"

"Grazie, Abby."

Poi Ellie fissò Quinn, che s'alzò per andare da lei "Ciao... Ti trovo bene." Tentò, guardandola poco e niente.

"In effetti sto bene..." Sorrise la bionda, mentre Gibbs venne chiamato da Vance nel suo ufficio.

"Finiamo il rapporto sul caso appena concluso." Disse McGee.

Quinn andò a prendere un caffè, mentre Abby, Ducky e Palmer tornarono di sotto, al rispettivo lavoro. Bishop seguì la ricciola, anche perché non aveva ancora avuto la sua dose mattutina di caffeina "Ehi..."

"Ehi. Tieni..." Disse Quinn, porgendole una tazza di caffè "Mocaccino con doppio zucchero."

"Grazie..." Sorrise la bionda "Noi dobbiamo parlare."

La ricciola sospirò "Ellie, ti prego..."

"Me lo devi. Hai promesso di non lasciarmi mai, ma l'hai fatto, quindi voglio sapere il perché!"

"Te l'ho detto l'altra mattina al parco... Tu mi piaci!"

"I-Io... Io... Ecco..."

Quinn sorrise appena, carezzandole appena le guance "Non sei pronta, Ellie. Io sarò sempre qui."

Bishop non seppe cosa dire perché, per quanto Quinn le piacesse, era difficile trovare le parole giuste.

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Capitolo 10
*** Una strana sensazione. ***


I nostri Agenti Speciali, il giorno seguente, trovarono un sospettato per il caso che stavano seguendo, ovvero quello dell'omicidio del Guardiamarina Rolf Bergman ed andarono a prendere Tyler Broad nel suo ufficio, che s'occupava di contabilità.

Invece i nostri scoprirono che quello del contabile era una copertura al riciclaggio di denaro sporco ed il Guardiamarina l'aveva scoperto "Eccolo..." Disse Torres.

"Andiamo a prenderlo!" Rispose Gibbs, facendo cenno a Quinn e McGee di prenderlo alle spalle, accerchiandolo.

Ma arrivarono altri due uomini, scesi da un furgone dai vetri oscurati, che andarono verso Broad pistole in mano "Gibbs..." Sussurrò Bishop.

"Ho visto... Fate attenzione!"

I due uomini notarono i nostri ed iniziarono a sparare, con Quinn che seguì da sola Broad, mentre Tim le copriva le spalle "Fermati! NCIS!" Gridò la donna.

Quando furono faccia a faccia, lei riuscì a sparargli alla mano e lo disarmò ma, quando fece per ammanettarlo, lui tirò fuori un coltello a serramanico e l'accoltellò all'addome.

Per fortuna McGee arrivò e sparò alla gamba destra del tipo, ammanettandolo poi ad un lampione "Quinn!"

"C-Cavolo..." Bofonchiò la ricciola, tossendo e sputando sangue, prima di perdere i sensi.

"Sono l'Agente McGee, mi serve subito un'ambulanza! Agente ferito." Disse autorevole al telefono, dando l'indirizzo all'operatore del 911.

Arrivarono gli altri e Gibbs notò lo sguardo di Bishop "Torres, portala via!"

L'Agente Speciale di origini Latine portò via la bionda collega e, quando arrivò l'ambulanza, Tim andò a portare via Broad ed uno dei due uomini che lo cercavano assieme a Reeves.

I Paramedici si presero cura di Quinn "La ferita è profonda, va operata subito!" Disse la dottoressa e Gibbs la ringraziò, poi Quinn venne sistemata sulla lettiga e caricata poi sul veicolo.

Torres e Bishop guardarono l'ambulanza allontanarsi e la bionda pianse "Ehi..." Disse Nick "Non piangere..."

"C-Come posso non piangere...?"

"Quinn è forte, ce la farà!"

Lui l'abbracciò e lei fece altrettanto, senza smettere di piangere "S-Se n-non dovesse farcela? Cosa farò?"

Nick la fissò "Non so cisa dirti... Dovresti andare avanti, ma vedrai che sopravviverà!"

"Ha ragione lui, Bishop!" Avanzò Gibbs "Andiamo in ospedale!"

La bionda annuì col capo e se ne andò col boss, prendendo il SUV usato da Reeves, andato con McGee. Torres avrebbe sentito i testimoni e poi sarebbe stato raggiunto da Reeves.

In ospedale, Gibbs chiese di Quinn ad un infermiere "Attualmente la sua collega è in sala operatoria. La ferita ha intaccato il fegato e questo ha causato una forte emorragia interna."

"Capisco... La mia sottoposta, l'Agente Bishop qui presente, attenderà qui sue notizie."

"Come vuole lei, Signore!"

"Gibbs... Non so se ce la farò, da sola..."

"Ti mando qui Abby. Io devo interrogare quei tizi... Tienimi aggiornato!"

Ellie annuì ed il boss se ne andò, quindi lei si sedette in sala d'attesa e cercò di pensare positivo, ma ultimamente la cosa era molto difficile.

Si sentiva perseguitata dalla sfortuna, come se un'ombra maligna aleggiasse su di lei.

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Capitolo 11
*** In danger. ***


Il Chirurgo che aveva portato Quinn in sala operatoria uscì dopo circa un paio d'ore e raggiunse la sala d'attesa, ove Bishop attendeva notizie assieme ad Abby "Le colleghe dell'Agente Speciale Quinn?" Chiese l'uomo.

"Mi dica che sta bene!" Disse subito Ellie, alzandosi in piedi ed Abby fece altrettanto, ma con meno foga.

"Ha perso molto sangue ma sta bene!" Sorrise l'uomo "Però è ancora incosciente ed è molto debole."

"Posso comunque vederla?"

"Certo. Io devo andare, ma la sua stanza è la terza da sinistra!" Indicò il medico e le due lo ringraziarono.

Ma suonò il cellulare di Bishop "Spenga il telefono, signorina!" L'ammonì un'infermiera.

"Mi scusi..." Disse Ellie, ma non poteva riattaccare, visto che era Gibbs, così rispose "Gibbs... Stavo per chiamarti..."

"Ci sono novità?"

"Si. Quinn sta bene, ma ha perso molto sangue ed il medico dice che è incosciente e molto debole."

"Capisco... Piuttosto torna qui. Ci sono stati sviluppi sul caso!"

Bishop annuì e riattaccò, sedendosi accanto ad Abby "Tutto bene?"

"Si, ma devo tornare all'NCIS... Volevo vederla..."

"Vai tranquilla, resto io." Offrì Abby e, dopo un vigoroso abbraccio, la bionda se ne andò.

Ellie lasciò l'ospedale e, in auto, ricevette una telefonata da Philip Anderson, uno dei sospettati, che aveva informazioni. La bionda decise di chiamare McGee, visto che l'avevano interrogato assieme il giorno prima "Dimmi, Bishop."

"Mi ha chiamata Anderson, dice di avere informazioni..."

"D'accordo, sii prudente!"

"Era Bishop?" Chiese Gibbs.

"Si... Dice che Anderson l'ha chiamata perché ha delle informazioni relative al caso in corso..."

Arrivò poi Palmer "Gibbs, il dottor Mallard ha riscontrato che anche la terza vittima è stata uccisa con una Calibro 38 come i due Caporali!" Disse, passando il rapporto al boss.

"Cosa?" Avanzò McGee "Hai detto una 38?"

"Si... È tutto scritto qui."

"Che ti prende?" Domandò Torres, avvicinandosi al collega, che si era messo a digitare qualcosa sul computer.

"Come pensavo... Ricordavo di aver già letto di una Calibro 38, mentre controllavo i sospettati..."

"Parla, McGee! Parla."

"Oddio... Una 38 è registrata a nome di Philip Anderson!"

"E Bishop sta andando da lui!"

"Andiamo, sbrighiamoci! McGee, chiama Bishop!"

Ellie, intanto, arrivata a casa di Anderson ignara di tutto e suonò il campanello, con l'uomo che subito le aprì "Buongiorno."

"Salve... Mi dica. Quali informazioni vuole darmi?" Chiese, leggendo il messaggio che Tim le aveva spedito e sgranò gli occhi incredula, pronta a dire qualcosa.

Ma, prima che potesse parlare, Anderson la narcotizzò tenendole premuto un fazzoletto imbevuto di cloroformio sulla bocca e lei non riuscì a reagire, perché presto tutto divenne buio.

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Capitolo 12
*** La traccia. ***


Bishop si svegliò in un posto buio e fresco, scoprendo di essere legata mani e piedi ad una sedia e cercò di capire dove fosse.

Ma capì tutto quando vide carcasse di animali spellati e congelati "Ti sei svegliata..."

"Anderson! Perché?"

"Perché somigli alla mia ex moglie e provo odio solo a guardarti!"

"Quindi... Vorresti uccidermi?"

"Prima devo far sparire qualcosa, poi torno da te!"

Se ne andò, chiudendo la porta della cella frigorifera e lasciandola sola ed al buio.

Intanto, Gibbs e gli altri cercavano di scoprire ove Anderson potesse tenere prigioniera Bishop e serviva l'aiuto di Abby per analizzare i battistrada della Jeep dell'uomo ed alcune tracce di sangue rinvenute nella cantina della casa del tizio.

"Abby..." Disse il boss, quando l'Anslista ebbe risposto al telefono "Ci servi qui. Bishop è stata rapita!"

"Cosa? Hanno rapito Bishop?"

"Si. Devi tornare per analizzare delle prove rinvenute a casa di Anderson..."

"Sapevo che era lui! Avevo detto a McGee che aveva una brutta faccia."

"Già. E come sta Quinn?"

"L'intervento è riuscito, dovrebbe risvegliarsi dall'anestesia."

"Manderò lì due Agenti affinché la controllino." Disse il boss "Quinn la sa lunga... Potrebbe averti sentita!"

"D'accordo! Arrivo subito." Rispose la mora, salutando Gibbs e riattaccando, poi lasciò la stanza dell'ospedale.

E come sospettava Gibbs, Quinn aveva sentito tutto e tolse la flebo, si alzò a fatica, visto che era ancora stordita dall'anestetico e si vestì a fatica. Per fortuna aveva in tasca alcune caramelle al latte e ne mangiò un paio.

Prese poi un taxi per farsi portare in un determinato posto, ma prima chiamò McGee "Quinn?" Chiese lui, rispondendo.

Gibbs e Torres subito andarono da lui "Come stai?"

"Bene... Ma non perdere tempo. Traccia il GPS del mio telefono!"

"Perché?"

"Io so... Dove Anderson ha portato Bishop..." Iniziò, parlando a fatica "Quando ero andata con Torres ad interrogarlo r-ricordo che avevo letto che ha un macello..."

"Traccio subito il segnale!"

"Quinn!" Tuonò Gibbs "Torna subito in ospedale! È un ordine."

"Non posso... Per me Ellie è più importante."

Riattaccò poi e cercò di rilassarsi, chiedendo al tassista di chiamarla una volta a destinazione.

Sperava inoltre che Ellie stesse bene, altrimenti Anderson l'avrebbe pagata piuttosto cara.

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Capitolo 13
*** What I feel for you. ***


Come richiesto, il tassista chiamò Quinn una volta a destinazione e l'Agente Speciale si svegliò, prese un paio di respiri profondi e pagò la corsa, quindi scese dall'auto e prese la pistola, poi chiamò Gibbs "Quinn! Spero che tu sia in ospedale.

"No... Chiedi a McGee di tracciare il GPS del mio telefono... Io so dov'è Anderson..." Disse piano, prima di riattaccareEntrò nello stabile e si guardò attorno, facendo attenzione ad ogni cosa, anche al più piccolo rumore ed andò poi nel seminterrato e trovò la cella frigorifera.

Vi entrò ma Anderson, arrivato poco dopo Quinn, la chiuse dentro "Così creperete insieme!" Ghignò malignamente.

"Quinn..."

"Ellie..." Disse piano la ricciola "Scusa... Mi sono fatta mettere stupidamente nel sacco..."

"Sei stata operata da poche ore... Non so nemmeno perché sei qui!"

Quinn la fissò, smettendo un secondo di sciogliere i nodi "Come... Sarebbe? Sono q-qui per te..."

Bishop sgranò gli occhi scuri "Per me? Davvero?"

"Si..." Sorrise un po' la ricciola, sciogliendo l'ultimo nodo e Bishop fu libera. Subito la bionda la raggiunse.

Quinn si sedette contro la parete, inspirando profondamente "Fa freddo... Anderson avrà abbassato il termostato."

"Già... Almeno la fuoriuscita di sangue cesserà..."

Subito Ellie s'avvicinò a Quinn, inginocchiandosi accanto a lei "La ferita si è riaperta?"

"Forse non è stato saggio uscire dall'ospedale dopo cinque ore dall'intervento..."

"Ovvio che non è stato saggio! Perché l'hai fatto? Gli altri mi avrebbero trovata."

"Non... Non volevo c-che Anderson provasse a farti qualcosa... E poi non volevo perderti. Per me sei importante."

Ellie sentì le lacrime vicine, ma riuscì a trattenerle "Quinn..." Sussurrò, sedendosi tra le gambe della collega, poggiandosi a lei col fianco sinistro "Se dovessi morire qui, almeno lo sai..."

"Non morirai! Non morirai... Devi tornare a stare a casa mia. Dobbiamo uscire insieme!"

Quinn la fissò "Vuoi... Uscire con me?"

"Certo che si!"

La ricciola sorrise appena "Ti bacerei se avessi un po' di forza per muovermi... Io ti..." Iniziò senza finire, visto che Bishop le posò un lieve bacio sulle labbra.

"Lo so. Io provo lo stesso!" Sorrise la bionda, prima che Quinn la stringesse a sé con le ultime forze rimastegli.

Rimasero strette l'una all'altra, finché Quinn non perse conoscenza; non si riprese nemmeno quando sentirono dei colpi di pistola e, pochi minuti dopo, Reeves aprì la porta "Sono qui!" Gridò "Fate scendere i Paramedici!"

Arrivò poi Gibbs "State bene?"

"Io si, ho solo molto freddo... Ma lei..."

I Paramedici soccorsero subito Quinn e la portarono fuori sulla lettiga, ma il boss li fermò "È scappata un paio d'ore fa... Stavolta deve restare in ospedale, quindi legatela se necessario!"

I due dottori vennero presi alla sprovvista dalla richiesta e, per il momento, si limitarono a portarla via.

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Capitolo 14
*** Everything's ok. ***


In ospedale, Quinn venne portata nuovamente in sala operatoria, visto che la ferita si era riaperta e, diversi minuti dopo, arrivò Bishop con Reeves "Mi scusi... Alex Quinn?" Chiese al primo infermiere che si trovò davanti.

"È stata portata da poco in sala operatoria. Quell'inserviente sta pulendo il sangue perduto dalla ragazza..."

"Dove possiamo stare in attesa di notizie?"

"La sala d'attesa è laggiù, da dove è uscito quell'uomo." Indicò l'infermiere ed i due Agenti Speciali, dopo aver ringraziato, raggiunsero la stanza e si sedettero in attesa di notizie.

I minuti parvero interminabili, soprattutto per Bishop "Stai bene?" Chiese Reeves, preoccupato.

"Si... Spero solo che vada tutto bene!"

"È forte e ce la farà." Sorrise lui "E poi, Quinn vorrà di certo dirti ciò che prova e non può andarsene!"

"Mentre eravamo rinchiuse, ce lo siamo detto... Indirettamente, ma entrambe abbiamo capito."

"Ne sono felice!" Ammise Clay ed Ellie sorrise.

Poco dopo arrivarono anche Gibbs e Torres, poi McGee con Abby, che aveva insistito per unirsi a loro, visto che si sentiva in colpa per la fuga di Quinn.

"Mi dispiace, Bishop... Se fossi uscita a parlare al telefono..."

"Non è colpa tua." Disse Gibbs "Ricordo che, in passato, l'aveva già fatto una volta, per salvare un'Agente della Buoncostume di Denver, che si scoprì poi essere la sua compagna..."

"E riuscì nel suo intento?" Domandò Torres.

"No. L'Agente Dixon era già stata uccisa e, dopo l'autopsia, si scoprì che era stata ripetutamente stuprata."

"Ecco perché... Mi ha chiesto se Anderson mi aveva fatto qualcosa..."

"Probabilmente è per quello."

Dopo un paio d'ore, un Chirurgo uscì dalla sala operatoria "I colleghi dell'Agente Quinn?"

"Siamo noi. Come sta?" Chiese Gibbs.

"L'emorragia è stata arrestata e la ferita suturata. Ha bisogno di molto riposo, ma è andato tutto bene!"

"Grazie..." Disse in un sussurro Ellie, mentre Tim le carezzava il braccio destro come a volerla tranquillizzare "Posso vederla?"

"Ora no, la manderò a chiamare appena sarà possibile!"

Bishop sorrise appena e tornò a sedersi, col cuore ora più leggero, perché la sua Alex stava bene ed era meglio così. Non sarebbe mai riuscita a reggere nuovamente il dolore causato dalla perdita di una persona cara.

"Gibbs... Posso parlarti?"

Il boss e gli altri fissarono la bionda "Certo. Prendiamo un caffè..."

I due si allontanarono e raggiunsero i distributori automatici, selezionando il rispettivo tipo di caffè "Ecco..." Iniziò lei "Nella cella frigorifera, io e Quinn ci siamo indirettamente dichiarate e..."

"Stai tranquilla. Avrete il mio appoggio e potrete stare insieme, purché lasciate fuori dal lavoro il vostro rapporto amoroso e ciò che ne seguirà."

"Lo prometto! Grazie, Gibbs..."

"Tutti meritano di essere felici, Bishop!" Sorrise appena il boss e lei fece altrettanto, felice di poter vivere il suo rapporto con Quinn.

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Capitolo 15
*** Il simbolo del nostro amore. ***


Quando il medico le diede il permesso di andare da Quinn, Bishop vi si diresse e chiuse la porta alle sue spalle, sedendosi sulla sedia accanto al letto.

Quinn si svegliò poco dopo "Ehi..."

"Ciao!" Sorrise Ellie "Come ti senti?"

"Stanca... Molto stanca..." Rispose con un fil di vice la ricciola "E tu? Tutto bene, vero?"

"Io sto benone... Ero tanto preoccupata..."

"Ti avevo promesso c-che non... Non ti avrei lasciata..."

Ellie sorrise di cuore "Si... E ti ringrazio, di questo! Sai... Non avrei mai sopportato di perdere un'altra persona a me cara."

"Ti capisco... Ma sono qui. Sto bene... Anzi, starò bene."

"Si! E... Gibbs ci ha dato la sua benedizione. Sempre se vuoi iniziare qualcosa... Con me..."

Quinn le prese la mano destra nella propria e se la portò alle labbra, baciandole le nocche "Certo... Che lo voglio..."

Un sorriso stupendo, mai visto, si dipinse sul volto di Ellie, che s'avvicinò al viso di Quinn, sfiorandole le labbra con le proprie, venendo subito corrisposta "Allora torneremo a vivere insieme?"

"Certo! E... Stavolta come coppia. Inoltre pensavo..."

"A cosa?" Chiese curiosa Bishop.

"Se andassimo a vivere insieme in una nuova casa?"

"Sul serio?" Chiese Ellie, incredula "Io e te in una nuova casa?"

"Vita nuova, casa nuova... Che ne dici?"

"Dico che ci sto! Dio, Quinn... Ti amo! Ti amo tantissimo."

"Ti amo anch'io, Ellie. Più di ogni altra cosa al mondo... E sarà sempre così, lo prometto."

Si scambiarono un nuovo bacio, pieno di passione, decise a guardare verso il loro futuro insieme.

"A proposito... Hai visto cos'ho messo nel vaso sul comodino?"

Quinn guardò alla sua sinistra e subito sorrise "Dovranno fare anche parte del tuo bouquet..."

"Ovvio! Puoi scommetterci."

Entrambe sorrisero, ritornando con la mente ed un paio di mesi prima quando, dopo la morte di Qasim, Ellie era ritornata al lavoro e Quinn le aveva regalato un giglio bianco.

Generalmente ogni coppia aveva la sua canzone, quella che lo aveva fatti innamorare, ma non loro.

Il simbolo del loro amore era un puro e candido giglio bianco.

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