Il ballo

di ilaria8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


IL BALLO

Questo mio scritto è pubblicato senza alcuno scopo di lucro.

 

IL   BALLO

 

Erano passati ormai due anni da quando i Goa’uld erano stati sconfitti definitivamente; dopo molte battaglie, le varie squadre SG e in particolar modo l’SG1 avevano avuto la meglio nello scontro finale.

L’SGC era stata affidata al comando del Generale Breston, O’Neill era stato trasferito a Washington, Carter aveva accettato il ricollocamento all’Area 51 e ora dirigeva un laboratorio con tanto di scienziati e ricercatori a sua disposizione, Daniel era rimasto all’SG1 per continuare l‘esplorazione di mondi sconosciuti mentre Teal’c si era unito ai Jaffa che erano finalmente liberi da ogni oppressione, e con il figlio ora poteva aiutare il suo popolo nel processo di rinascita.

Ognuno però, aveva ricevuto l’invito al ballo organizzato per le più alte cariche politiche e militari, e dato che loro avevano più volte salvato la Terra, non potevano certo escluderli dalla festa.

Era una serata piovosa, e pian piano il salone della villa si popolò; O’Neill era arrivato da circa cinque minuti, indossava l’alta uniforme ed aveva un sorriso sgargiante; non gli fu difficile intravedere nella folla Daniel, che si aggirava tra le uniformi in abiti civili tipici di un archeologo.

-Ciao Danny!- disse avvicinandosi all’amico che era girato di spalle.

-Ciao Jack…che piacere rivederti!- rispose l’amico non appena conobbe l’identità del suo interlocutore, e dopo essersi scambiati un rapido abbraccio tra vecchi amici, si diressero al bancone del bar per fare due chicchere.

-Teal’c non può venire stasera; ha preferito rimanere su Chulak!- lo informò Daniel.

-Peccato…si sarebbe divertito! Lui adora questo tipo di feste!- scherzò Jack sorseggiando il suo drink.

-Ti trovo bene; che aria tira a Washington?- chiese Danny.

-In confronto all’SGC è una noia mortale, e voi avete tutto sotto controllo? Nessuna invasione aliena in programma?- sorrise Jack.

-Tutto come al solito!- sorrise a sua volta Daniel, felice di aver rincontrato Jack e ricordando gli anni passati a lottare fianco a fianco.

-Ho saputo che ti sei fidanzato!- disse Jack osservando le coppie ballare al centro della sala.

-Si chiama Kathryn, ma ci siamo lasciati due giorni fa!- rispose Daniel finendo il suo drink –e tu invece?- chiese voltando lo sguardo su Jack, fissandolo con un sorrisetto.

-Io…bhé…- provò, cercando invano una buona risposta, che però non arrivò.

-Sei solo! Lo sapevo!- disse Daniel poggiando una mano sulla spalla dell’amico.

Ad un tratto, una donna bionda, con un vestito azzurro ed uno spacco che arrivava fino al ginocchio, catturò la loro attenzione.

Jack rimase a fissarla per qualche secondo, finché Daniel non interruppe il suo fiume di pensieri.

-La vedi quella bella donna laggiù Jack? Bhè…lei aspetta solo te!- disse alzandosi e andando incontro alla donna, lasciando Jack immobile sullo sgabello.

-Ciao Sam…sei stupenda!- disse abbracciandola.

-Ciao Danny…sono felice di rivederti- rispose sorridendogli.

Era da qualche mese che i due non si incontravano; si erano più volte sentiti al telefono, ma non era come incontrarsi di persona.

Una voce alle loro spalle però, li interruppe.

-Ciao Carter!- disse Jack avvicinandosi ai due.

-Salve Signore!- lo salutò Sam un po’ sorpresa di ritrovarselo di fronte dopo parecchio tempo.

-Niente divisa per le signore?- chiese osservandola dall’alto in basso, incantato dal suo splendore.

-No, perché mi sta male il vestito Signore?- chiese lei osservando l’abito che portava indosso.

-Oh no…volevo solo dire…-provò a correggersi, dopo essersi accorto del terribile malinteso.

-Sei fantastica!- lo aiutò Daniel, mettendo a posto la situazione.

****

Dopo aver incontrato diverse persone importanti per la politica degli Stati Uniti, e molti Generali dell’Aviazione Americana, era giunto il momento del ballo.

L’orchestra suonava ogni tipo di musica, e gli invitati erano entusiasti di partecipare a quella festa, volteggiando al centro della pista.

Daniel danzava con una ricercatrice dell’Oxford Insitute e nel frattempo parlavano delle ultime scoperte in campo storico, mentre Sam era seduta su di uno sgabello al bancone del bar, dove poco dopo la raggiunse Jack, sfoggiando un enorme sorriso.

-Bella la festa vero?- chiese poggiandosi al bordo del bancone accanto a lei.

-Sì, molto carina!- rispose Sam sorseggiando il suo scotch.

-Ti va di ballare?- le chiese Jack dopo aver preso un profondo respiro.

Sam si voltò sorpresa, ma era felice che lui gliel’avesse chiesto.

-Perché no!- sorrise lei.

Dopo aver preso la sua mano, Jack la condusse sulla pista, ma proprio mentre si accingevano a ballare, iniziò a risuonare nella sala un lento e dopo essersi scambiati uno sguardo veloce, Jack la strinse a se e lei poggiò la testa sulla sua spalla.

Erano perfettamente a tempo, quasi come un’unica persona.

-Come te la passi all’Area 51 con tutti quei cervelloni attorno?- chiese Jack sussurrandole all’orecchio.

-Signore…non sono cervelloni!- disse lei scostandosi un po’.

-Non è vero! Lo sono eccome!- insistette Jack sorridendole.

-Sono intelligenti, questo non lo nego, ma sono anche delle persone simpatiche e gentili!- ribattè Sam con tono deciso.

-Ma non saranno mai al tuo livello Sam…questo è certo!- le sussurrò, avvicinandosi nuovamente a lei.

-Devo prenderlo come un complimento o è solo una strategia per dirmi che sono una secchiona?- chiese lei sorridendo, mantenendo il tono da finta arrabbiata.

-È un complimento naturalmente!- precisò Jack immediatamente.

Dopo aver ballato per qualche minuto senza parlare, Jack ruppe il silenzio.

-Sai cos’è che mi manca di più della vita passata a guidare l’SG1?- chiese serio.

-Non lo so…l’avventura, il pericolo, l’esplorazione di nuovi mondi?- provò Sam.

-No…mi mancano le serate che organizzavamo a casa mia con i Simpson, birra e pizza!- disse fissandola negli occhi, più serio che mai.

-Anche a me mancano…mi divertivo un mondo, ma del resto…non tutti seguiamo lo stesso percorso e le strade hanno preso direzioni diverse per tutti e quattro!- spiegò Sam ripensando ai tempi passati.

-Ma nessuno ci impedisce di ricordare!- rispose Jack leggendo nei suoi occhi una leggera tristezza –cosa ne dici se lasciamo questa noiosissima festa e ci andassimo a vedere l’ultimo DVD dei Simpson davanti ad una bella pizza fumante, sorseggiando della birra?-

-Uhmmm…ci stò!- accettò lei sorridendo.

Dopo aver lasciato la pista da ballo, andarono a cercare Daniel, ma lo trovarono piuttosto “impegnato” su un divanetto, assieme alla ragazza con cui ballava in precedenza.

-Credo che lui stia bene qui!- disse Jack osservando stupito Danny.

-Lo credo anche io- concordò Sam sorridendo alla vista dell’amico che all’apparenza può sembrare molto timido e impacciato.

Dopo aver lasciato il salone, i due salirono sul pick-up di Jack e si diressero verso casa sua.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

 

Una volti giunti a casa, Jack telefonò e ordinò due pizze, che arrivarono nel giro di qualche minuto.

-Pizza in arrivò!- gridò Jack portando due scatole fumanti nel salotto, posandoli sul tavolo.

Sam intanto aveva provveduto alle birre, mentre Jack si precipitò ad accendere il DVD, e fece partire la sigla dei Simpson.

La casa era avvolta in un clima piacevole; Sam stava seduta sul divano, e vicino Jack era totalmente preso dalla tv.

Adorava quel cartone, e Sam si soffermò ad osservare il suo profilo, che aveva un espressione concentrata stampata in volto. Si ritrovò a pensare agli anni passati all’SG1 e a tutti i pericoli che hanno affrontato senza che nessuno fosse a conoscenza del loro lavoro.

I suoi pensieri vagavano e decise di chiederglielo.

-Crede che un giorno tornerà un nuovo Goa’uld a minacciare la Terra?- disse fissando i suoi occhi verso di lui.

Jack si voltò sorpreso da quella domanda; non credeva che Sam avesse timore dei Goa’uld, ma evidentemente dopo molti anni passati a combatterli per poi vederne altri prendere il potere e acquistare maggior forza, forse avevano fatto nascere in lei alcuni dubbi.

-Sono certo che se un giorno se ne presenterà uno…noi saremo pronti a combatterlo- affermò deciso.

Sam però non sembrava del tutto convinta.

-Cosa ti preoccupa?- le chiese Jack avvicinandosi a lei.

-Niente…è tutto ok!- tentò di rassicurarlo sorridendogli, ma inutilmente.

-Non mentirmi Sam- insisté Jack, deciso più che mai a capire il motivo della sua preoccupazione.

Samantha sobbalzò al tocco di Jack sulla sua spalla semicoperta dalla spallina del vestito; sentiva le sue dita sulla sua pelle quel contatto la fece rabbrividire.

Non che non le facesse piacere, ma sapeva quanto era stato difficile nascondere i suoi sentimenti verso di lui, ed ora averlo lì accanto gli sembrava di essere tornata indietro agli anni dell’SG1.

-Alcune notti…ho degli incubi! A dir la verità…ogni notte!- sorrise tristemente –so che li abbiamo sconfitti, ma il timore che un giorno possano tornare e che altri all’SGC dovranno rischiare la vita…non riesco a levarmeli dalla testa Signore!- confessò infine Sam.

-Vieni qui!- Jack la prese tra le sue braccia e la strinse per farla sentire al sicuro; le poggiò una coperta sulle spalle mentre la Tv trasmetteva i titoli di coda del DVD.

Jack si alzò per spegnere il televisore e appena si voltò verso Sam si accorse che si era addormentata sul divano.

La coperta le era scivolata giù dalle spalle e Jack la risistemò.

Si soffermò ad osservarla per qualche istante, ripensando alle innumerevoli volte in cui era stato sul punto di dirle quanto l’amava, ma anche alle altrettante volte in cui aveva trovato un muro insormontabile a dividerli; decise infine di riposare sulla poltrona che stava proprio di fronte al divano.

Erano circa le quattro di notte quando Sam spalancò improvvisamente gli occhi; un altro incubo l’aveva colta in piena notte.

Jack essendo abituato in missione a svegliarsi al minimo rumore, aprì immediatamente gli occhi, incontrando subito lo sguardo di Sam nonostante l’oscurità, così accese la piccola luce che stava sul tavolino a lato della poltrona.

-Un incubo?- chiese preoccupato, scrutando il volto di Sam.

-Si Signore! Ma che ore sono?- chiese strofinandosi il viso, leggermente provata dai numerosi incubi che ormai la facevano riposare poco e niente.

-Sono le…quattro e dieci di notte!- affermò osservando l’orologio che portava al polso.

-Mi dispiace averla svegliata!- si scusò subito lei.

-Oh…tanto non stavo dormendo!- scherzò Jack tentando di strapparle un sorriso, che non tardò ad arrivare, anche se non era il solito sorriso radioso di Sam –piuttosto…come ti senti?-

-Sapendo di non poter più riprendere a dormire…direi non molto bene Signore!- spiegò Sam, tentando di non farlo preoccupare più del necessario; non voleva che qualcuno fosse in pensiero per lei, soprattutto non voleva che Jack si preoccupasse inutilmente.

-A me è venuta fame…preparo dei sandwich! Ne vuoi uno?- chiese dopo essersi alzato dalla poltrona ed essersi diretto verso la cucina.

-Volentieri grazie!- rispose anch’esse alzandosi.

Nella cucina di casa O’Neill, Sam affettava il pane mentre Jack li farciva con quante più cose trovava nella dispensa.

-Sai Sam…dopo tutto quello che abbiamo passato in questi anni, non avrei mai pensato che alle quattro del mattino mi mettessi a preparare sandwich in tua compagnia!- disse Jack sorridendo, voltandosi verso di lei.

-Perché? Non c’è nulla di male Signore!- rispose Sam seria.

-No, non intendevo questo. È che…- cercò di spiegare, ma si bloccò all’ultimo, prima di rivelarle i suoi sentimenti. Aveva passato anni a nascondere i suoi veri sentimenti a Sam, e ora che era lì, ad un passo da lui, si era bloccato, per paura della sua riposta.

-Che?- lo incitò Sam incuriosita, fissando il suo sguardo in quello di Jack.

-No niente!- tentò di cambiare discorso lui, distogliendo lo sguardo, perché sapeva che non lo avrebbe sostenuto un secondo di più.

-Non credeva che fosse una cosa possibile?- insistette Sam, decisa a non lasciar cadere l’argomento, posando nel frattempo i panini sul tavolo al centro della cucina.

-Non è questo Sam- disse Jack posando a sua volta i sandwich e tornando a fissarla –è che io ti amavo dannazione! Per tutto quel tempo tu eri il mio unico pensiero, e dopo che ti hanno trasferita, il mio cuore è andato in mille pezzi. Ho cercato di dimenticarti, e pian piano, con il passare dei giorni il dolore si è attenuato- confessò infine, incapace di trattenersi ulteriormente.

-Crede che io non abbia sofferto invece?- chiese accusatoria Sam, in preda all’ira –Lei non ha idea di cosa ho passato per tutti questi anni a dire:sì Signore, no Signore, Colonnello agli ordini eccetera. Il posto che mi hanno offerto all’Area 51 era una buona occasione per la mia carriera, ed è proprio per le nostre maledette carriere che non potevamo stare insieme! Quindi non mi venga a dire che lei è l’unico che ha sofferto!- disse sfogando tutta la tensione e la frustrazione accumulata negli anni, e dopo aver afferrato la borsetta e il suo coprispalle, si voltò dirigendosi verso l’entrata.

Sam era quasi giunta alla porta di casa; Jack era rimasto imbambolato con il sandwich in mano, che poco dopo venne lanciato per aria, nel tentativo di raggiungere Sam.

Jack l’afferrò per il braccio, con una presa salda, ma facendo attenzione a non farle del male, e la fece voltare.

Notò immediatamente le sue iridi azzurre che tentavano di non affogare nel mare di lacrime che ormai non riusciva più a trattenere. A Jack si strinse il cuore, non poteva essere lui la causa del suo dolore; non poteva essere lui la causa delle sue lacrime.

Le prese dolcemente il viso tra le mani e dopo essersi avvicinato delicatamente alle sue labbra, fino a sentire il suo respiro mischiarsi con il suo, la baciò con quanta più passione e tenerezza aveva.

Sam rispose immediatamente al bacio, e legò le sue braccia attorno al collo di Jack, avvicinandolo ancor più a se, facendo aderire i loro corpi.

Purtroppo il bisogno d’aria era troppo forte, e i due dovettero dividersi, seppur stando sempre molto vicini. Jack si soffermò a guardarla per qualche istante, e ogni secondo che passava, le sembrava sempre più bella; Sam si avvicinò nuovamente e lo baciò a sua volta, incapace di staccarsi dalle sue labbra.

 

 

FINE

 

Angolo dell’Autrice:

Scusate per la lunghezza non entusiasmante, ma mi è venuta così…ho preso un foglio di carta e ho iniziato a scrivere, poi un altro e ho scritto il secondo capitolo. Spero che comunque, anche se breve, sia riuscita a colpirvi!! Mi è sempre piaciuta l’idea di una mega festa, a cui i nostri personaggi preferiti avrebbero partecipato, così…da cosa nasce cosa…e siamo finiti ai Simpson e ai Sandwich. Ringrazio comunque tutti coloro che leggeranno e che eventualmente recensiranno! Baci!!!

ILARIA   J

 

 

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