The Depths

di TheDepths_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Intro ***


The Depths

The Depths.

Nome: Aaron Colt

Età: 23 anni

Altezza: 1,87 c m

Occhi: Verdi

Capelli: Neri

Nato il 17/12/1991 a Brighton

Vive: California, Anaheim

Segni Particolari: è un Kynegetes, un cacciatore di demoni

Nome: Leslie Davis

Età: 22

Altezza: 1,70 c m

Occhi: Grigi

Capelli: Rossi

Nata il 23/08/1992 ad Anaheim in California

Vive: California, Anaheim

Segni particolari: Riesce a vedere il vero aspetto dei mutaforma e degli spiriti demoniaci. E' una Soma E Blepo Aletheia (Persona che vede la verità in Greco antico).




Intro

Aaron.

Feci scivolare via la mia Egcos fuori dal petto del demone.

La mia spada era piena di liquido verde. Quel demone maledetto mi aveva sporcato la lama di una sostanza verde e piuttosto densa, tipo muco.

-Bleah, che schifo.

Sussurrai pulendo la lama sui miei jeans.

Mi guardai intorno, era notte fonda, forse erano le tre o le quattro. C’erano poche persone intorno a me, quel maledetto demone aveva attaccato dei ragazzi appena usciti dalla discoteca. Tutti erano in grado di vedere i demoni, tutti. Ma è anche vero che molti di loro facevano finta di niente, la polizia diceva che erano assassini ma la realtà era solo una: non sapevano affrontarli.

Io sono un cacciatore, un cacciatore di demoni, Kynegetes è come ci chiamano.


Leslie.

Mi facevo spazio tra le persone, cercando di trovare Ronnie. Quella sera non avevo neppure voglia di uscire, ma lui aveva insistito così tanto che alla fine avevo ceduto.

-Fuori dal locale c’è una rissa!

Urlò un ragazzo, creando scompiglio nella discoteca.

Finalmente vidi qualcuno che conoscevo. Thomas, il migliore amico di Ronnie. Era un ragazzo troppo alto per non essere notato.

-Leslie! Ronnie è fuori, sembra che lui e altri ragazzi siano stati aggrediti- Mi urlò per sovrastare il suono assordante delle casse.

Lo seguii verso l’uscita. Forse era stato coinvolto in quella rissa di cui stavano parlando prima.

-Les!

Mi voltai e vidi Ronnie appoggiato al muro poco distante dal locale.

-Ronnie che è successo? 

Gli chiesi andandogli incontro.

-Non saprei dirtelo di preciso…quel ragazzo però ci ha salvato.

Sussurrò indicandomi un ragazzo che stava uscendo da un vicolo. Si voltò verso di noi e ci fissò per qualche istante, poi se ne andò.

-Adesso mi racconti tutto! 

Esclamai.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Capitolo 1

Aaron.

Sentii la sveglia suonare. Aprii piano gli occhi e vidi il telefono segnare le sette.

-Che palle..

Mi alzai e andai in bagno, feci i miei bisogno e poi mi lavai.
Dovevo andare a lavoro, anche se ero un cacciatore di demoni mi servivano i soldi per riuscire ad avere una stanza dove dormire.

Presi il mio zaino e scesi in strada avviandomi allo Starbucks dove lavoravo.

-Sei in ritardo Aaron!
La mia datrice di lavoro mi stava rimproverando.

-Scusi, nottataccia.. Mi metto subito a lavoro!

Entrai negli spogliatoi e misi lo zaino nell’armadietto. Odiavo lavorare, preferivo allenarmi ma i soldi che mi davano mi bastavano per pagare l’affitto della stanza al motel ed a prendermi qualcosa da mangiare. E poi il pomeriggio ero in grado di allenarmi.

Quella mattina non mi divertii particolarmente, sbagliai qualche caffè e qualche altra ordinazione.

Non so spiegarlo ma qualcosa mi dava fastidio. Cercavo di visualizzare il locale, capire se effettivamente ci fosse qualcosa o qualcuno che mi dava realmente fastidio.
Non riuscii a trovare nessun volto a me conosciuto quindi decisi di continuare a lavorare ed in seguito ad andarmene.

Alle tre e mezza passai al Mc, presi due panini, una bibita da un litro e delle patatine e mi avviai al parco per allenarmi. Mangiai tutto in pochi minuti e poi iniziai con i miei esercizi. Di sicuro il fatto che fosse caldissimo aiutava i miei allenamenti. Se mi guardavo intorno notavo sempre qualche ragazza o ragazzina che mi fissava.


LESLIE.

Emily stava continuando a parlarmi del suo primo appuntamento con Thomas, ma le sue parole mi sembravano sempre più lontane. Il mio sguardo era fisso su un ragazzo che si allenava nel parco. La sua faccia era familiare, quando posò il suo sguardo su di me finalmente ricordai dove lo avevo visto.

-Les? Leslie? Mi stai ascoltando?

Emily mi strattonò attirando di nuovo la mia attenzione.

-Scusa Emily, Puoi aspettarmi un attimo qui?

Le dissi alzandomi dalla panchina dove eravamo sedute. Lei mi guardò sorpresa.

-Certo...Tutto bene?

Annuii e mi diressi verso il ragazzo. Le parole di Ronnie continuavano a ronzarmi in testa. “E' arrivato dal nulla e ci ha salvato da tre individui strani,non sembravano neppure umani”. Fin da quando ero piccola vedevo cose che gli altri non riuscivano a vedere. Per molto tempo ho pensato che fosse un mio problema, in fin dei conti volevo essere solo normale, ma più tardi ho realizzato che ciò che vedevo non era solo frutto della mia fantasia. Purtroppo non era così. Il male esisteva davvero.

-Hey!

Esclamai. Il ragazzo si voltò verso di me fissandomi. I suoi occhi erano di un verde intenso, inoltre venivano messi in risalto dal nero corvino dei suoi capelli. Era chiaro perché tutte le ragazze del parco lo guardassero sognanti. Era davvero bello.

-Io...ti ho già vista.

Disse. Pensavo che stesse per aggiungere qualcos'altro ma invece rimase in silenzio.

-Ieri sera ero al Bronze, hai salvato uno dei miei amici.

Lui mi fissò per qualche attimo come se stesse valutando cosa rispondere.

-Salvato? Era solo una rissa.

Esclamò ridendo.

-Non era una rissa.

Replicai seria. Il suo sguardo si fece serio.

-Interessante...credo che dovremmo parlare.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


capitolo 2

Capitolo -2

Aaron.

-E cosa avresti visto allora?

La guardai sorridendo e sedendomi per terra, mi tolsi la maglietta asciugandomi il sudore sulla testa.

-Io? Niente ma il mio amico

-No, tu. Se hai visto qualcosa ok, altrimenti non dire niente.

Le sorrisi guardandola e lei strinse i pugni ed i denti.

-Guarda che dico sul serio! Ronnie il mio amico mi ha detto che sei spuntato dal nulla e che quei “ragazzi” come li chiami te, non sembravano affatto umani!

-Senti, smettila. Non è così e basta.

-Allora dove sono scomparsi quei ragazzi? Perché c'era della strana.. Mucosa sulla strada proprio dove ti sei battuto? E come è possibile che nessuno si ricordi il volto degli aggressori? Spiegami tutto questo e forse, e ripeto forse, me ne andrò.

Era seria, ma era solo curiosità. Molto probabilmente era triste perché il suo ragazzo era stato salvato da un altro, chi lo sa.

-Non lo so e non mi interessa. Quindi, se permetti, vorrei tornarmene a casa.

Mi alzai e mi rimisi la maglietta e la guardai, mi ero comportato male e non so perché mi presero i sensi di colpa.

-Scusa.. Senti.. Come ti chiami?

-Leslie.

-Ok, senti Leslie, io sono Aaron. Ti prego, scordati tutto. Ok?

Feci per andarmene e lei mi bloccò per il braccio. Mi voltai guardandola aspettando che mi dicesse qualcosa.

-Io li vedo. Riesco a vederli mentre gli altri no.

Rimasi di sasso.

-Soma e blepo aletheia..

Riuscii solo a sussurrarlo. Era impossibile che lei fosse una di loro. Loro non esistevano da.. Gli ultimi ero i sacerdoti dei templi nell'antica Grecia. Lei non poteva essere come loro.

-Cosa hai detto?

Continuai a guardarla. Non volevo crederle. Non dovevo farlo ma lei era lì e non sapeva niente, nessuno oltre i Kynegetes poteva sapere. Nessuno. Continuai a guardarla quasi stupito.





LESLIE.

Aaron continuava a guardarmi con gli occhi sgranati. Sembrava quasi sotto shock.

-Hai detto qualcosa in greco...

Sussurrai. La sua sorpresa aumentò.

-Sai il greco?

Annuii.

-Lo sto studiando, so qualche parola non molto ancora.

Scosse la testa.

-Senti quella rissa...

Stava per aggiungere qualcosa quando lo interruppi.

-Non parlarmi di rissa, ciò da cui hai salvato il mio amico non era umano.

Distolse lo sguardo per un momento, fissava il vuoto.

-Io li vedo, mi chiedevo solo se anche tu fossi in grado di vederli...

Finalmente tornò a guardarmi.

-Io non li vedo, però gli do la caccia.

Iniziò a fissarmi intensamente.

-Se riuscissi a vederli le cose per me sarebbero molto più semplici.

Sussurrò con gli occhi pieni di desiderio.

Scossi la testa. Non riuscivo a capire come una persona potesse ritenere positiva la facoltà di riuscire a vedere demoni o spiriti maligni.

-Non è affatto bello vedere il loro vero aspetto.

Sbottai irritata. Da quando ero piccola avevo considerato quel dono come una sorta di maledizione,non sopportavo l'idea che qualcuno desiderasse essere come me.

-Non sto dicendo che è bello, ma dovresti capire che per uno come me sarebbe una cosa molto utile.

Mi spiegò serio. “Uno come me”. Chissà quante persone al mondo c'erano come lui.

-Da quanto tempo gli dai la caccia?

La domanda mi venne spontanea. Rimasi sorpresa della facilità con cui riuscivo a parlare con quel ragazzo. Aaron abbassò lo sguardo. Forse mi ero intromessa troppo.

-Scusami. Non volevo...

-Preferirei non parlarne.

Mi interruppe concludendo il discorso. Dalla sua reazione non mi aspettavo niente di buono, ma preferii non indagare oltre.

-Dovremo spostarci, preferirei non parlare in questo posto.

Aggiunse pochi secondi dopo. Mi voltai verso Emily che era rimasta ad aspettarmi sulla panchina, per fortuna vidi che Linda,una nostra compagna di corso, si era avvicinata a lei e stavano ridendo e scherzando come sempre.

-Aspetta avviso una mia amica e arrivo.

Aaron annuii in silenzio mentre prendeva le sue cose. Mi diressi verso le due ragazze.

-Hey Les!

Mi salutò sorridendo Linda.

-Chi è quel bel ragazzo?

Chiese incuriosita Emily guardando nella direzione di Aaron.

-Un amico. Dobbiamo parlare di certe cose...Vi dispiace se ci vediamo domani?

Linda ed Emily si lanciarono uno sguardo d'intesa.

-Certo non ci sono problemi.

Risposero sghignazzando. A volte non le sopportavo. Le salutai velocemente e mi diressi verso Aaron.

-Tutto bene?

Chiese osservando la mia espressione scocciata. Quelle due mi avrebbero stressato la vita il giorno dopo. Mi sforzai di sorridere.

-Certo, andiamo.



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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


capitolo 3

Capitolo- 3

Aaron

La portai nel motel dove avevo affittato una stanza.

-Siediti pure Leslie, vuoi qualcosa da bere?

Le davo ancora le spalle mentre chiudevo la porta e sistemavo la striscia di sale che lei aveva calpestato.

-No grazie, a cosa serve quella?

La ragazza indicò la striscia sul pavimento.

-Serve per non far entrare demoni, spiriti o qualsiasi altra cosa non sia proprio di questo mondo. Tutte le finestre e le porte hanno una striscia di sale al loro interno, così nessuno le può spezzare da fuori.

-Vivi qui? Non hai una famiglia?

La guardai stringendo i denti. Ma che razza di domande mi faceva?! Quando mi vide abbassò lo sguardo, magari era pentita.

-Vivo qui da solo. Allora dimmi, cosa vuoi sapere?

Mi guardò come se avessi detto qualcosa di sbagliato ed io ricambiai lo sguardo.

-Cosa hai detto in greco antico?

-Soma e blepo aletheia. Persona che vede la verità.

-Cosa scusa? Cioè.. Ho capito ma cosa ha a che fare con me?

Scossi la testa lentamente.

-Mi sembra di essere tornato a scuola a Londra..- sussurrai – allora. Tu riesci a vedere il vero aspetto dei demoni o degli spiriti. Non è una cosa da tutti, anzi. Non ci riesce nessuno. Gli ultimi in grado di farlo erano i sacerdoti dei templi Grechi. Erano loro che i cacciatori proteggevano. La popolazione li proclamò sacerdoti proprio per la loro capacità. Quelli come me invece, erano addestrati a proteggerli. Venivano offerte loro donne o uomini. Non potevano avere famiglia ma dovevano procreare. Fare figli con le loro stesse capacità. Ogni città aveva il suo sacerdote o sacerdotessa, anche se queste ultime erano pochissime.

La guardai tutto il tempo, sembrava credermi. Il ché non era normale. Di solito le persone scappano e chiamano la polizia, o un dottore. La guardai in silenzio per qualche secondo, poi ripresi a parlare.

-Loro erano in grado di guidare i cacciatori ad uccidere i demoni o gli spiriti. A mantenere l'equilibrio. Si dice che erano i grado di vedere anche gli angeli, ma si pensa che non esistano visto che nessuno ne ha mai conosciuto uno.

La guardai attentamente ed in silenzio ma questa volta la ragazza interruppe i miei pensieri.

-Allora? Cosa successe poi? Perché i sacerdoti non esistono più? Tranne me ovviamente.. Anche se non sono una sacerdotessa..

Sorrisi e mi guardai le mani.

-I sacri testi dicono che il demonio, un certo Lucifero, l'angelo caduto, il corno spezzato, il possessore degli inferi li abbia fatti uccidere tutti. Lui non poteva più uccidere, in venti anni i cacciatori avevano sterminato migliaia di demoni ed i sacerdoti si erano moltiplicati incredibilmente. Liberò i mastini infernali sulla terra. Loro sono gli unici in grado di entrare nelle chiese, oltrepassare il sale, resistere all'acqua santa.. ma a quei tempi non se ne sapeva nulla. I mastini non erano mai usciti dagli inferi e nessuno ne conosceva l'esistenza. Sterminarono tutti i sacerdoti ed i loro figli.. Molti cacciatori morirono..

Il mio tono si era fatto triste, anche se io a quei tempi non c'ero, sapere che la mia stirpe, la mia famiglia erano state ridotte di centinaia e centinaia la cosa non mi rendeva per niente contento. Continuavo a guardarmi le mani.

-Nessuno fu più in grado di vedere il vero aspetto dei demoni, infatti noi cacciatori riusciamo a percepirli, ma non a vederli. Ci addestrano ad uccidere anche i bambini se un demone ne assume le sembianze. Ho ucciso donne, bambini, uomini, ragazzi, vecchi.. Mi farebbe comodo aver i tuoi occhi e non avere gli incubi la notte nei quali uccido bambini. I tuoi occhi sono un dono..

Sentivo la mia voce spezzarsi quindi decisi di non distogliere lo sguardo. Avrei voluto vederli davvero. Senza mai guardare bambini squartati che poi si dissolvono in una melma colorata.













LESLIE.

Rimasi un attimo in silenzio. Quello che mi stava raccontando Aaron non era facile da accettare. L'osservavo mentre continuava a fissarsi le mani, senza mai distogliere lo sguardo.

-Mi dispiace, non deve essere per niente facile fare una vita come la tua.

Finalmente alzò la testa per guardarmi. Il suo sguardo era spento.

-Si, decisamente non è facile, però qualcuno deve farlo.

Si sforzò di sorridere. Avrei voluto chiedergli qualcosa di più sulla sua famiglia, o sul perché si ritrovasse così giovane a vagare tra motel e cacciare demoni. Il solo ricordo delle sue reazione servì a farmi cambiare idea. In fin dei conti io ero un'estranea per lui, era normale che non se la sentisse di raccontarmi faccende così private.

-Quindi io discenderei da queste sacerdotesse. Interessante. Potrei aiutarti, almeno questa specie di dono che mi ritrovo può essere utile a qualcosa.

Aaron sorrise.

-Cacciare demoni o spiriti maligni non è un gioco, ci vuole addestramento, per non parlare dei pericoli a cui andresti incontro. Questo è un genere di vita che non consiglierei a nessuno Leslie.

Il suo tono di voce era fermo e deciso. Forse persino preoccupato.

-Lo so, ma come hai detto prima avere i miei occhi ti potrebbe essere utile. Potrei aiutarti. Davvero.

Cercai di dare autorità alle mie parole.

-Tu hai una famiglia Leslie, non credi che si preoccuperebbero se non tornassi a casa per giorni?

Esclamò Aaron. Pensai a mio padre,mia madre ed i miei due fratelli. Erano così perfetti, non mi ero mai sentita a mio agio in tutta quella perfezione. Quando finii il college l'università diventò la mia ancora di salvezza.

-Aaron ho 22 anni, vado all'università e vivo nel dormitorio. Se mancassi per qualche giorno non credo proprio che impazzirebbero.

Risposi sorridendo.

-Quando ti metti in testa qualcosa è difficile farti cambiare idea.

Sbottò infastidito alzandosi.

-Se per difficile intendi impossibile hai ragione.

Appena finii la frase Aaron mi fulminò con lo sguardo. Stava per replicare qualcosa quando il suo cellulare iniziò a squillare. Appena lesse il nome sul display i suoi occhi si incupirono.

-Gabe, che succede?

Rispose al telefono fissando un punto nel vuoto. Era completamente assorto da quello che gli stavano raccontando.

-Ho capito. Faccio qualche ricerca e ti richiamo.

Riagganciò e mi guardò.

-Forse il tuo aiuto potrebbe essermi utile.


Aaron

-Gabe mi ha detto di un wendigo in città. E questo non va per niente bene.

Guardai Leslie che tentava di seguirmi.

-Ti.. ti posso aiutare?

-Certo che sì, tanto non te ne andresti.

Sorrisi prendendo dei libri sui demoni.

-Non ti piace internet?

Leslie mi raggiunse vicino alla scrivania.

-Si, trovo molto istruttivi i porno, ma i buoni e vecchi libri sono i migliori. E poi sono documenti, qui non ci sono persone che fantasticano!

Alla parola “porno” Leslie arrossì subito ed io sorrisi.

-Non serve solo per i porno!

-Lo so, ma i demoni veri, sono scritti qui.- indicai i libri -non su internet.

-Ok.. Ti posso dare una mano?

-Leggi questi e cerca wendigo ok?

Leslie annuì e ci mettemmo a sedere sul letto a leggere i libri.

-Sai qualcosa su questo demone?

-So solo che se la sua unghia riesce a tagliarti inizia un processo di paralisi completa. Ti paralizza per poi, sempre con le unghie, tagliarti la pelle a strisce e mangiartela. Mangia solo la pelle.. Proprio come me con il pollo.

Sorrisi e mi voltai verso di lei e, stava male, molto.

-O mio Dio che schifo!

-Calma! Questo è quello in cui vuoi insinuarti. Accettalo.

Leslie annuì come se l'avessi rimproverata, ma non era mia intenzione.

-Scusa Leslie, se vuoi fa niente, lo cerco da solo, sei sempre in tempo ad andare a casa e dimenticare tutto. Mi raccomando.- mi feci serio –non raccontare a nessuno di quello che riesci a edere. Altrimenti tenteranno di ucciderti. Non voglio che ti succeda nulla.

La guardai e lei annuì.

-Prometto che starò attenta. Giuro. Ma ormai ne voglio fare parte.

Annuii e le passai un libro.

-E se magari trovi un ottimo sito potremo guardare su internet, per ora però solo libri ok?

Le sorrisi e tornammo a leggere.
Dopo un'ora trovammo il capitolo del wendigo.

-Ecco qui!

-Qui c'è scritto come ucciderlo!

-Si.. Bleah!

-Gli devi tagliare gli occhi?!

-Si, capita molto spesso sai?

-Vorrei non sapere..

Scoppiai a ridere e lei mise il broncio.

-Dai, ora telefono a Gabe e poi, stanotte, andremo nel bosco!

Mi alzai dal letto e feci la mia telefonata.





LESLIE.

-Stai attenta a dove metti i piedi!

Mi rimproverò Aaron dopo l'ennesima volta che inciampavo. Nel bosco regnava l'oscurità.

-Non è colpa mia se non ho equilibrio.

Esclamai. Ero agitata. L'idea di andare a cacciare un wendigo mi spaventava ogni passo di più. Dopo aver sentito la spiegazione di Aaron ero in preda al panico.

-Te la prendi subito!

Sbottò. Stavo per replicare quando un urlo attirò la nostra attenzione. Sgranai gli occhi spaventata e quasi senza rendermene conto mi spostai dietro Aaron. Quando si voltò e mi vide per poco non si mise a ridere.

-E tu saresti quella ragazza così decisa a venire a caccia con me giusto? Non ti dovrebbe spaventare niente o non sbaglio?

Sogghignò. Sbuffai.

-Si, hai ragione, perchè dovrebbe spaventarmi un mostro che strappa la pelle alle persone. Infatti io non sono spaventata,sono terrorizzata!

Esclamai. Un altro urlo più forte risuonò nel bosco.

-Andiamo.

Mi sussurrò Aaron mentre avanzava cautamente nel luogo da cui provenivano le grida. Mentre camminavo lentamente al suo fianco cercando di non fare rumore una canzone interruppe il silenzio.

I'm walking on sunshine...oh oh”

Aaron si voltò sorpreso verso di me. Il mio cellulare. Freneticamente lo tirai fuori dalla tasca.

-Leslie? Ma dove diavolo sei?

Emily che condivideva la stanza con me al dormitorio dell'università aveva un voce preoccupata. Maledizione mi ero dimenticata di avvisarla.

-Si scusa, stasera torno tardi non aspettarmi alzata...

Non feci in tempo a finire la frase che Aaron mi strappò il cellulare di mano e riagganciò. Lo guardai a bocca aperta.

-Non provare a dire niente.

Mi zittì prima che potessi aggiungere qualcosa. Un fruscio tra gli alberi ci fece voltare di scatto. Il wendigo doveva essere vicino.

-Aiuto!

Una ragazza ci venne incontro correndo in preda al panico. Afferrò il braccio di Aaron

-Vi prego aiutatemi! Quel mostro mi stà inseguendo. Ha ucciso il mio ragazzo!

La ragazza iniziò a piangere istericamente. Volevo consolarla in qualche modo quando un suono agghiacciante risuonò alle nostre spalle, ci voltammo e lanciai un urlo.


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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


capitolo 4

CAPITOLO 4

Aaron

Leslie rimase paralizzata davanti al demone.

-Vieni indietro. Piano, tenta di non fare rumore.

Le sussurrai sfiorandole il braccio e lei lo fece. Il demone scattò verso di lei così afferrandola per il braccio la tirai dietro di me. Brandii la mia spada, la mia Egcos. Riuscii a farlo cadere, così mi voltai verso le ragazze.

-SCAPPATE! ADESSO!

Non ebbi il tempo di voltarmi che subito sbattei la testa contro un albero. Il wendigo mi aveva scaraventato a qualche metro dalle ragazze. Tentai di rialzarmi ma non riuscendoci mi accorsi del graffio sul braccio. Mi aveva graffiato, vedevo la mia pelle diventare verde. Non conoscevo soluzioni se non il passare del tempo, ma io non ne avevo. Mi strappai la manica della maglietta e la legai strettissima sopra il gomito. Mi aveva graffiato il braccio destro. Era per questo che non riuscivo a muoverlo per aiutarmi ad alzarmi. Feci forza sul braccio sinistro e mi alzai sperando di aver bloccato il veleno.

Presi la mia spada, con la sinistra non riuscivo ad averne il pieno controllo, e mi diressi verso loro.

Leslie stava proteggendo la ragazza facendole scudo con il suo corpo. Gli lanciava pietre mentre il demone le si avvicinava lentamente.

-Hey! Mangia pelle! Non vorresti la mia?!

Cercai di attirare la sua attenzione e ci riuscii, molto probabilmente perché la mia ferita puzzava tremendamente. “Il veleno delle sue unghie lo aiuta a trovare le persone che ferisce, ecco scoperto il suo trucco.”

Lasciai il braccio destro steso sul mio fianco e mi preparai ad un suo attacco.

-Viene dai..- sussurrai impaziente.

Il wendigo si avvicinò cercando di attaccarmi, fortunatamente riuscii a non farmi colpire. Gli graffiai la gamba con la mia arma, dovevo concentrarmi o non lo avrei mai ucciso. Dovevo colpire i suoi occhi, ma non era così facile. Era alto, molto alto e incredibilmente secco. Ed io con la sinistra non riuscivo a tenere alta la mia spada. Dovevo pensare ad una soluzione mentre continuavo a sfuggirgli.

Se solo fosse più basso..” pensando non vidi l'albero abbattuto dietro di me e vi inciampai.

-Merda!

-AARON!

Leslie urlava il mio nome e poi iniziò a correre verso di me. Avevo battuto forte la schiena e non riuscivo a respirare bene, quindi nemmeno ad urlare. Il wendigo si abbassò ed iniziò a tagliarmi la carne del braccio destro.

Magari ha pensato che sono caduto perché il veleno mi è entrato del tutto in circolo.”

Trattenei le urla per il dolore e quando fu veramente convinto che io fossi ormai paralizzato alzai il braccio sinistro di scatto e infilai tutto il pollice nel suo occhio. Il demone urlò rimanendo fermo sopra di me, così ripetei l'operazione con l'altro occhio finché il demone non si accasciò accanto a me.

-Che schifo..

La mia mano era ricoperta di liquido denso e bianco. Mi alzai e pulendomi la mano ai jeans presi la spada e tagliai via la testa del demone che scomparve lasciando una pozza verde scura assorbita quasi subito dalla terra.



LESLIE.

Aaron aveva appena ucciso il wendigo. Il suo braccio destro sanguinava. Corsi subito verso di lui preoccupata.

-Aaron! Stai bene?

Gli chiesi spaventata. Da vicino il suo braccio emanava un odore nauseante ed era di un verde innaturale.

-Si non è niente. L'effetto paralizzante passerà tra circa una mezz'oretta e il mio braccio tornerà normale.

Mi spiegò sorridendo. Rimasi sorpresa dal modo in cui tutta quella faccenda sembrava non turbarlo affatto. Il solo pensiero che quella fosse la sua routine quotidiana mi mise addosso una grande tristezza. Questo ragazzo rischiava la vita tutti i giorni.

-E tu Leslie? Tutto ok?

Rimasi sorpresa da quella domanda. L'unica cosa che ero riuscita a fare era quella di lanciare qualche sasso contro quella creatura.

-Si, sto bene. Mi dispiace di non esserti stata molto utile...

-Non dire così.

Mi interruppe.

-Hai protetto quella ragazza mettendo la tua vita in pericolo, mi dispiace ammetterlo ma sei stata brava.

Aggiunse subito dopo. Le sue parole mi fecero sorridere.

-Hey ragazzi, grazie per avermi salvato ma si può sapere cosa diavolo era quella cosa?

La ragazza ci fissava con gli occhi sgranati. Non sapendo cosa dire mi voltai verso Aaron. Sicuramente lui avrebbe saputo come rispondere.

-Quello era un wendigo. Dovresti ringraziare il cielo che c'eravamo noi altrimenti quella cosa, come la chiami tu, adesso si starebbe gustando la tua pelle. Anzi a proposito.

Concluse Aaron voltandosi verso di me.

-Tutto questo parlare di pelle mi ha messo fame. Andiamo a mangiare da qualche parte ho voglia di pollo.

Lo guardai scioccata.

-Voi due siete pazzi! Ora chiamo mio padre per farmi portare a casa!

Esclamò la ragazza avviandosi sulla strada fuori dal bosco.

-Questa è la gratitudine delle persone. Se davvero vuoi venire a cacciare con me dovrai abituartici.

Mi disse divertito. Non riuscivo ancora a credere a quello che aveva detto a quella povera ragazza.

-Ma ti sembra di avergli dato un'ottima spiegazione?

Esclamai sempre più sorpresa.

-Certo. Ma non parliamone più andiamo a mangiare.

Aaron iniziò ad incamminarsi verso la macchina.

-Ma sono le due di notte.

Urlai raggiungendolo.

-Alla fame non si comanda.

Rise mentre entrava in macchina. Quel ragazzo era davvero pazzo.


Aaron

-My body's failing, I think I've hit the floor, I cannot feel anything anymore! My body's failing, I think I've hit the floor, I can't remember anything, anymore! And I'm gonna miss your face, for a long long time! And I can't escape this place, it's in my mind!

Stavo cantando e tenevo il ritmo battendo le mani sul volante, muovendo la testa e mimando le chitarre. Leslie mi interruppe.

-Ma cos'è questa roba? Lo stanno uccidendo?

La guardai e sembrava contrariata al tipo di musica che ascoltavo.

-Hai presente quando al notte ti alzi per andare in bagno al buio e urti contro un mobile picchiando il mignolo?

-Sì..

Mi guardò confusa.

-Ecco, canta così per quello.

Sorrisi e continuai a canticchiare.

-Non avresti qualcosa di più soft?

-Macchina mia, discografia degli Of Mice & Men. Sono l'unico “lusso” che mi permetto.

Il che era vero. Non compravo giochi, cellulari tecnologici, computer, tv. Niente. Solo i loro cd. Mi era sempre stato vietato tutto ma la musica non si può vietare a nessuno. Nemmeno ad un cacciatore.

-Ah, è per questo che per accendere il tuo cellulare servono due pietre e dei bastoncini?

Mi voltai a guardarla male. Mi stava sfottendo?

-Come ti permetti di sfottermi?!

Leslie scoppiò a ridere ed io ammetto che mi ammorbidii e sorrisi scuotendo la testa.

Finalmente arrivammo al Burger King.

-Eccoci, il Burger King, l'amore della mia vita.

I miei occhi si illuminarono come quelli dei fumetti.

-Tu hai qualche rotella fuori posto. Questi posti fanno schifo! Non dovresti mangiare qui!

-Guarda che io ci mangio tutti i giorni, due volte al giorno in posti così. E al BK tutto è più buono! Tu non hai fame?

Guardai Leslie mentre mi fermavo davanti la colonnina per ordinare ma lei scuoteva la testa.

-Preferisco saltare la cena.

-Noi non possiamo andare a mangiare in ristoranti di lusso!

-Ok ma almeno potremmo mangiare a casa!

-Tu si. Io non ho una casa. La mia famiglia è morta. Non ho più una casa.

Mi voltai per non guardarla ed ordinai. Andammo avanti per pagare ed ancora più avanti per ritirare l'ordinazione. Avevo preso cinque panini, tre litri di coca, cinque patatine fritte grandi.

-Mangerai tantissimo..

La voce di Leslie era triste ed io ancora non avevo il coraggio di guardarla.

-Si, la caccia mi mette fame. Dovresti vedermi quando compro il pollo fritto, ne compro cinque contenitori, mangio la pelle e poi se mi fa ancora fame anche il pollo!

Avevo un tono quasi divertito ma allo stesso tempo distaccato. Mi fermai in un parcheggio vuoto ed isolato e spensi la macchina.

-Se hai sete o fame e vuoi assaggiare chiedi pure, anzi, prendi e basta ok?

Sussurrai prendendo il primo sacchetto.

-Si, grazie Aaron.

Presi a mangiare lasciando lo stereo acceso, mangiavo lentamente per darle la possibilità di prendere qualsiasi cosa volesse senza la paura che non avesse tempo.

Since when did you become so cold and such a life-less piece of work?”

Magari ero davvero troppo preso dal mio lavoro che non mi preoccupavo di chi avevo intorno, forse era davvero così. La canzone mi fece riflettere.


LESLIE.

Mentre ero a lezione ripensavo alla notte prima. Nonostante avessi le occhiaie perché Aaron mi aveva riportato al dormitorio alle 5, avevo deciso di andare lo stesso alla lezione delle 8. Emily mi fissava in attesa di sapere qualche notizia interessante. Chissà come avrebbe reagito se le avessi raccontato che in realtà ero andata a cacciare un wendigo nel bosco con il ragazzo del parco. Sorrisi solo all'idea della sua reazione.

-Allora? Non hai niente da dirmi? Da quanto vedi quel ragazzo? Devo dire che non è niente male...

Quando Emily attaccava a parlare difficilmente si fermava. Mi voltai verso Linda che invece sembrava presa dalla lezione. Tutta quella tranquillità da parte sua mi sembrava molto strana.

-Non c'è molto da dire in realtà. Aaron è solo un amico.

Le spiegai annuendo. Un amico. Ripensandoci bene non lo conoscevo affatto. Ricordai di come sembrava freddo appena gli chiedevo qualcosa in più su di lui, forse quella freddezza era dovuta al fatto che non avesse più una famiglia.

-Si come no! Solo un amico.

Esclamò ridendo Emily ritornando a prendere appunti. Il cellulare nella mia tasca vibrò. Fortunatamente avevo messo il silenzioso.

Quando esci da lezione raggiungimi al motel. Devo parlarti.”

Un messaggio di Aaron. Allora ,nonostante tutto, il cellulare preistorico che si ritrovava funzionava almeno per mandare i messaggi. Per fortuna dovevo seguire solo la prima lezione. Appena finì mi alzai salutando frettolosamente Emily e Linda e mi diressi alla mia macchina.

-Hey Les!

Mi voltai sentendo il mio nome.

-Ronnie! Come va?

L'ultima volta che lo avevo visto era stata quella sera al Bronze, quando incontrai per la prima volta Aaron.

-Ieri ho provato a chiamarti ma eri scomparsa. Stasera c'è una festa a casa di Thomas, sei dei nostri?

Cercai intanto le chiavi della macchina nella borsa poi tornai a guardarlo.

-Non credo comunque dopo ti faccio sapere meglio. Ora devo andare Ron! Ci sentiamo.

Entrai in macchina e misi in moto. Non sapevo per quale motivo ma non vedevo l'ora di raggiungere Aaron per sentire cosa aveva da dirmi. In poco tempo raggiunsi il motel. Parcheggiai vicino alla sua macchina e mi diressi velocemente alla sua stanza. Non feci in tempo a bussare che la sua porta si spalancò.

-Entra dobbiamo parlare!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Capitolo 5

Aaron

La feci accomodare e chiusi la porta a chiave.

-Restituiscimi cioè che hai preso. Adesso.

-Cosa?! Ma che dici? Io non ho preso niente!

-Oh, ma che brava attrice! Che demone sei? Restituiscimi il mio pugnale. Mi serve. Per ucciderti.

Leslie si alzò di scatto come per proteggersi.

-Ma cosa dici Aaron? Non sono un demone! Sono Leslie!

La guardai per qualche minuto. Il mio pugnale era scomparso lo stesso giorno in cui, per la prima volta, qualcuno era entrato in “casa” mia. E quel qualcuno era Leslie. Mi misi a sedere sul letto e la guardai. Dovevo fare qualcosa per capire se era un demone o no. E cosa dovevo fare? Mi venne un'idea ma non sapevo se poteva funzionare.

Mi alzai di scatto e l'afferrai per la spalla e la baciai con forza. Lei si staccò e mi tirò una sberla.

-Ma che fai?

Era tutta rossa, scoppiai a ridere

-Ah, grazie a Dio non sei un demone!

-E da cosa lo hai capito?

Era molto arrabbiata, credo, per il mio gesto.

-Vedi, i demoni prendono le sembianze umane, ma nel loro corpo non c'è sangue. Quindi non possono arrossire. Tu sei rossa, stai prendendo fuoco! Magari ti è anche piaciuto il bacio eh?!

Iniziai a ridere tenendomi la pancia con le mani, stavo per morire. Lei invece no, se la prese, anche troppo per una a cui non importa e mi spinse facendomi cadere sul letto sempre mentre ridevo.

-Non potevi fare un'altra cosa?! Non potevi graffiarmi e vedere se usciva sangue?

Stavo ancora ridendo quando, voltandomi verso l'armadio vidi dei graffi sulla sua base.

-Uhm?!

-Mi rispondi? Aaron?!

-Io non ho un gatto.

-Gatto? Quale gatto?!

-La mia sorellina aveva una gattina, si faceva le unghie sul divano e anche sull'armadio nella mia camera.

-Si ok, ma che c'entra?!

-Non ci avevo pensato, -mi alzai- vedi, sono uno stupido.

-Si, concordo.

-Vedi, se eri un demone non potevi attraversare il sale. Solo i mastini infernali possono farlo, ma lo loro puzza sarebbe rimasta qui. Ma c'è uno spirito che potrebbe attraversare il sale. Nessuno sa il motivo per cui i mastini attraversano le barriere di sale, però magari lo possono fare perché sono animali, in qualche modo..

-Quindi hai un cane malefico che ti ronza per la stanza, ha fatto entrare un gatto che ti ha graffiato l'armadio e lo ha portato via insieme al pugnale?

-Certo, poi si sono fermati in edicola, hanno preso PlayBoy, si sono fermati in pizzeria ed hanno mangiato una pizza. Per non parlare poi del fatto il gatto ha morso il cameriere e non si è affatto diver-

-Ah ah. Ma smettila di prendermi in giro.

-Ok scusa ma te la sei cercata. Nessun cane ha portato qui un gatto. E' entrato un gatto. Un Nekomata. E' un gatto a due code, non è cattivo, ma è molto dispettoso. Magari il mio pugnale è ancora qui, o nella sua tana..

mi alzai dal letto e alzai il materasso.

-No, qui non c'è.

-E la sua tana dove sarebbe?

Guardai Leslie sorridendo.

-Sta a te. Lì ci sono i libri e hai il cellulare quindi cerca su internet qualsiasi cosa riguardi scherzi, sparizioni ma non di persone, solo di oggetti. I Nekomate si divertono a “danneggiare” lievemente tutte le persone di un determinato quartiere. E tutto quello che spostano o gli cambiano di posto o lo portano nella loro tana dove di solito il prato fiorisce meglio anche quando non è il suo tempo, gli uccellini cinguettano giorno e notte. Di solito è al centro di tutti i misfatti Quindi divertiti mentre io mi trovo qualcosa da fare, se hai un computer potresti lavorare lì e dare a me il tuo cellulare tecnologico con cui posso giocare mentre svolgi il lavoro!

Le sorrisi e lei non ricambiò. Era così carina arrabbiata.


Leslie.

Ero immersa nella lettura di un libro che spiegava come capire quando una tana di un Nekomate era vicina, quando l'urlo di Aaron mi fece sobbalzare e alzai di scatto lo sguardo verso di lui.

-Maledizione! Questo Flappy Nyan è difficilissimo!

Esclamò irritato. Mi alzai e gli strappai il telefono di mano.

-Invece di stare li a giocare potresti darmi una mano! Almeno faremo più velocemente!

Il mio tono di voce era deciso. Aaron mi fissò per un attimo, poi finalmente si decise a parlare.

-Ti darò una mano solo se tu esci a procurarmi del cibo. Sto morendo di fame.

Iniziò a cercare qualcosa nella tasca dei suoi jeans.

-Ecco! Prendi questi e portami un Big Mac dal Mac Donald davanti al motel.

Mi disse porgendomi i soldi. Scossi la testa.

-Non mi stupisce che tu abbia scelto un motel con il Mac Donald davanti.

Uscii dalla stanza mentre lui rideva. Sorrisi involontariamente. Certo che Aaron era proprio un bel tipo. Ripensai al bacio che mi aveva dato prima. Arrossii. Non me lo aspettavo proprio, mi aveva colto di sorpresa. Attraversai la strada dirigendomi verso il Mac quando un punto nel parco antistante all'edificio catturò la mia attenzione. Solo in quel punto c'erano delle gerbere. Mi avvicinai camminando nel parco deserto, con lo sguardo fisso sui fiori. Ripensai a quello che avevo letto prima sul libro ed a quello che mi aveva detto Aaron. Vicino ai fiori c'erano tre sassi bianchi.

Non ci potevo credere. Avevo trovato la tana. L''ultima riga che ero riuscita a leggere parlava proprio dei sassi bianchi,che indicavano l'entrata della tana. Senza pensarci corsi di nuovo al motel e arrivata alla stanza di Aaron spalancai la porta.

-L'ho trovata!

Aaron mise sul tavolo la birra che stava bevendo e mi fissò confuso.

-Dov'è il mio Big Mac?

Rimasi sorpresa da quella domanda.

-Ma chi se ne frega del Big Mac! Ti sto dicendo che ho trovato la tana del Nekomate.

Finalmente il suo sguardo si fece serio.

-Quindi vorresti dirmi che non hai comprato il panino?

Sgranai gli occhi. Sicuramente mi stava prendendo in giro. Anzi speravo che fosse così

-Ah dimentica il panino e seguimi!

Esclamai uscendo dalla porta. Sentii Aaron che si lamentava dietro di me.

-Un Big Mac non si può dimenticare.

Sbuffai e lo condussi nel parco dove avevo visto le Gerbere e i sassi bianchi.

-Questo Nekomate non deve essere particolarmente furbo se ha rubato qualcosa così vicino alla sua tana.

Disse Aaron scuotendo la testa. Non potevo dargli tutti i torti.

-E adesso cosa facciamo?

Chiesi impaziente.

-Niente. Quando cala il sole ci appostiamo qui nelle vicinanze. Vedrai che il gatto a due code si farà vivo per tornare a casa.

Esclamò sorridendo. Mi voltai verso di lui. Sarebbe stata una lunga notte.

Aaron

Erano le dieci di sera. La mia pancia brontolava.

-Certo che potevi prendermelo il panino..

-Smettila di pensare al cibo!

Stavamo sussurrando da dietro un cespuglio facendo attenzione alla tana del Nekomata.

-Senti Leslie, ci sono due cose belle nella vita. Il letto e il cibo. Basta.

-Ma tu sei pazzo. Lo sai?

-Ogni pazzo sa di essere pazzo ma non lo ammette.

-Ma sei scemo. Ammettilo.

-Forse, ma sono affamato. Affamaaaato!

-Smettila di fare casino!

-Ma è così bello il cibo, il potersi sfamare, il formaggio doppio che cola dal Big Mac, i cetriolini, la salsa segreta, la carne fine e morbida..

Stavo sognando ad occhi aperti e la mia pancia si fece sentire. Fui distratto da Leslie.

-Eccolo!

-Cosa?! Il panino?! Dove?

-Il gatto. Non il panino.

-Ah..

Il gatto, più grande del normale ma non esageratamente, era uscito dalla sua tana. Si stava leccando le sue code. Era nero con una macchia bianca sulla punta di entrambe le code. Si guardava intorno tranquillamente.

-Ok Leslie, adesso tocca a te. Avvicinati a lui, canta qualcosa. Lui non è assolutamente spaventato dagli umani. Anzi, ne è innamorato. Quindi cerca di attirarlo a te, penseremo dopo ad ucciderlo, tu bloccalo e quando hai fatto io cerco di entrare nella tana.

-Ma che dici?!

-Fallo, sei una bella ragazza, magari ti crede. Io non posso farlo, non pensi? Si spaventerebbe!

-Beh, ti do ragione, lo spaventeresti.. cerca di farti almeno la barba!

Era arrossita, che carina. Però io amavo la mia barba. Annuii sorridendo e la guardai andare dal gatto.

Si avvicinò a lui sorridendo, canticchiava una canzoncina allegra e il Nekomata le si avvicinò strusciandosi alle sue gambe.

-Vieni qua piccoletto!

Lo prese in braccio e lo coccolò.

-Vieni pure Aaron!

-Arrivo!

Mi alzai e mi avvicinai a loro. Leslie coccolava quel gattaccio come se fosse suo. Scossi la testa sospirando.

-Ora gattaccio, mi riprendo il mio pugnale.

Mi sedetti e, togliendo le pietre bianche, infilai il mio braccio dentro la sua buca. Era bella fonda e un po' larga. Mi sembrava solo terra al tatto, poi sentii qualcosa.

-Trovato!

Tirai fuori qualcosa e lo guardai.

-Una torcia..ok.

Scossi la testa e ritornai a cercare.

Dopo qualche minuto avevo svuotato la sua tana.

-Allora, una torcia, un reggiseno blu di pizzo, un salvadanaio, un peluche a forma di gatto.. Credo che sia tipo la sua bambola gonfiabile.. O mio Dio.. Ma non è un gatto! E' un pervertito!

-Ma che dici, magari era solo per compagnia!

-Si certo.. Bleah.. Comunque, tre pennarelli, una parrucca e.. Ecco il mio pugnale! Adesso gatto, è il tuo turno.

Leslie mi guardò malissimo.

-E' solo un gatto. Non ti azzardare, è un po' birichino ma è troppo carino!

-Non possiamo lasciarlo libero. Creerebbe casini, e la gente si spaventa se gli vede le due code. Se lo vedono finirà molto peggio. Faranno degli studi su di lui.

-Non potremo tenerlo? Per favore!

-Quella vocina con me non funziona.

Leslie tentava di fare la faccia da cucciolo per farmi intenerire. E poi tenerlo. Tenerlo implicava entrambi, ed io non volevo.

-Dai, teniamolo! Potrei convincerti!

-E come?

Ci avviammo al mio motel mentre ne discutevamo.

-Potrei offrirti delle cene nei posti che più ti piacciono!

La sua proposta mi colpì la guardai fermandomi davanti la porta del motel con i sacchetti del McDonald.

-Se vuoi fare una cosa del genere ci deve essere per forza qualcosa sotto. Non vorrai mica il Nekomata stia qui da me vero? Lo terrai tu, vero Leslie?

-Ehm.. Ecco Aaron, io sto in un dormitorio.. Non posso tenerlo..

-Non ci pensare. Per stanotte può giusto perchè hai pagato tu, ma non ti garantisco che potrebbe sopravvivere. - guardai il gattone -Ma non starà qui per sempre. Ci puoi giurare.

-Ma dai Aaron, ti sentiresti meno solo!

-Ho già te a miagolare tutto il giorno!

-Idiota! Stupido!

Leslie si arrabbiò ed io sorrisi mentre aprivo la porta e la facevo entrare.

-Magari potresti convincermi, ma dovrai metterci impegno e dovrai provarci solo tre volte. Non di più finite le tre possibilità il gatto te lo porti in dormitorio.

Sorrisi e Leslie accettò la mia proposta.


LESLIE.

Mentre seguivo la lezione di comunicazione quella mattina pensai a come avrei potuto convincere Aaron a tenere il gattino. Era così carino dovevo mettermi davvero d'impegno. Stavo prendendo appunti quando Emily entrò nell'aula correndo e si mise vicino a me. La guardai, sembrava davvero affaticata.

-Hey Les! Hai visto hanno riaperto il terzo piano dell'università! Adesso è di nuovo accessibile.

Esclamò tirando fuori il quaderno dalla borsa.

-Davvero? Mi sono sempre chiesta perchè quel piano sia sempre stato chiuso...

Sussurrai non prestando più attenzione alla lezione ma concentrandomi sulla mia amica.

-Non lo so di preciso, ma penso che quel piano sia stato chiuso poiché un po' di tempo fa è avvenuto un omicidio proprio lì.

La voce di Emily si fece sempre più fiebile.

-Dicono che ci sia un fantasma.

Mi voltai di scatto verso di lei. Poi vidi che scoppiò a ridere.

-Ovviamente sono tutte scemenze!

Scossi la testa. Non mi piaceva scherzare su queste cose.

-Davis! Smith! Cosa trovate di così divertente in questa lezione? Volete aggiornare tutti i presenti?

Il professore Hendrick ci stava guardando davvero male e in poco tempo tutte le persone dell'aula ci stavano fissando.

-Ci scusi.

Sussurrai tirando una gomitata a Emily. Odiavo essere al centro dell'attenzione. Per fortuna la lezione proseguì normalmente e appena finì decisi di informarmi di più sulla storia della nostra università. Così mi diressi alla portineria dove c'era Rose, una donna sulla sessantina, sempre pronta a fare due chiacchiere con me.

-Rose! Buongiorno!

Esclamai porgendogli un caffè.

-Leslie! È un piacere vederti, carina come sempre.

Mi sorrise accettando volentieri il caffè.

-Ho sentito che hanno riaperto il terzo piano.

Le dissi mentre mi sedevo accanto a lei.

-Si. Sinceramente non sono molto d'accordo con questa decisione...

Replicò mentre beveva un sorso di caffè. La mia curiosità iniziò ad avere il sopravvento.

-Perché?

Chiesi sempre più interessata.

-Non dovrei parlare di questa cosa, ma visto che sei tu posso fare uno strappo alla regola.

Si alzò e chiuse la porta.

-Trentanove anni fa, si è verificato un omicidio al terzo piano dell'università, da quell'anno il piano è stato reso inaccessibile. Una ragazza è stata uccisa nei bagni dell'ala ovest. Tuttavia nonostante ci siano state molte indagini nessuno è riuscito a fare chiarezza sul caso.

Rimasi a bocca aperta. Com'era possibile che non fossi a conoscenza che nell'università che frequentavo era avvenuto un omicidio.

-Non ne avevo mai sentito parlare...

Esclamai sconcertata. Rose annuì.

-Hanno cercato di oscurare ciò che era successo. Altrimenti il nome dell'università ci avrebbe rimesso.

Buttò giù l'ultimo sorso di caffè.

-Secondo me è stato un grave errore riaprire quella zona. Però l'aumento dell'iscrizione ha reso necessario il bisogno di ampliare l'edificio. Quel piano inutilizzato si è rivelato un affare.

Finii anch'io il mio caffè e mi voltai verso Rose. Sembrava davvero molto contrariata. Fin troppo per essere una persona esterna al fatto.

-Sembri molto toccata da questa storia.

Sussurrai. Pensando ad alta voce. Lei si girò di scatto verso di me.

-A quel tempo anch'io frequentavo questa università. Però quell'omicidio mi scosse così tanto che fui costretta ad abbandonare. Rientrare qui dentro mi è costata molta fatica all'inizio. E adesso che hanno intenzione di riaprire quel piano penso proprio che me ne andrò...

Si mosse freneticamente prendendo dei fogli.

-Tu conoscevi la ragazza che è morta?

Le chiesi. Rimase un attimo in silenzio,poi posò i fogli e tornò a guardarmi.

-Leslie, la ragazza che è morta era la mia migliore amica. Eravamo insieme in quel bagno quando qualcosa dalla terza cabina l'ha trascinata dentro. Io non ho mai detto niente perchè sono scappata, ma dalle urla che ho sentito non sembrava niente di umano.

Si interruppe un attimo scossa da un brivido.

-Penserai anche tu che sono pazza...l'hanno pensato tutti quelli a cui ho raccontato questa storia.

Si mise a sedere prendendosi la testa tra le mani. Mi alzai per confortarla.

-No Rose. Non credo affatto che tu sia pazza.

Lei mi sorrise e poi sgranando gli occhi guardò l'orologio.

-Oh no sei in ritardo per la lezione! Scusami ti ho intrattenuto con questa storia.

Scossi la testa.

-Non preoccuparti, devo andare in un posto non avrei seguito comunque la lezione. Ci vediamo Rose e stai tranquilla.

La salutai sorridendo. Dovevo andare da Aaron e sentire se sapeva qualcosa di più su quella faccenda. Però prima decisi di andare a comprare qualcosa per lui.

Dovevo riuscire a convincerlo a tenere il Nekomata.

Mi presentai alla porta della stanza del suo motel con un sacchetto in mano. Appena bussai lui venne ad aprirmi.

-Ho delle notizie e un regalo per te!

Esclamai porgendogli il sacchetto.

-Che cos'è?

Mi chiese incuriosito.

-No, non ci posso credere.

Disse con gli occhi che si illuminavano. Ero passata dall'alimentari e facendo la figura della pazza mi ero fatta dare all'incirca un chilo di pelle di pollo.

-Sono stata brava è?

Esclamai soddisfatta di me e della sua espressione estasiata.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


capitooolo 6

Capitolo 6

Aaron

-Certo! Ma sappi che questo non basterà a convincermi!

Sorrisi e iniziai a mangiare tutta quella pelle.

-Sei.. Maledetto.

Leslie scosse la testa ed io mi misi a sedere sul letto a mangiare.

-Allora, dimmi cosa è successo

La guardai mentre si sedeva sulla scrivania.

-E' successa una cosa a scuola, quasi quaranta anni fa.

Era seria, rimasi tutto il tempo ad ascoltarla.

-Potrebbe essere uno spirito.. Non ne sono sicuro, ma se vuoi controlliamo!

Le sorrisi per rassicurarla.

-Dovremo cercare la sua tomba e dare fuoco alle sue ossa, ai suoi resti per far sì che non faccia più del male?

La guardai ad occhi spalancati.

-Ma chi sei?! La sorella segreta dei Winchester?!

Leslie si sorprese delle mie parole. Rimase lì a guardarmi.

-Allora?!

-A-allora?! Ma se non hai la tv come fai a conoscere Supernatural?!

Sbuffai e scossi la testa.

-Diciamo solo che la mia ragazza amava Dean, quindi ero costretto a guardare quel telefilm.

Alzai gli occhi al cielo gesticolando.

-Hai una ragazza?

Leslie sussurrò guardandomi. Mi ero lasciato andare un po' troppo.

-No. - mi alzai svelto e lasciai la scatola con la pelle di pollo vicino a Leslie - non più. Prendo il libro e mi metto a cercare qualcosa.

Presi tre libri e mi misi in piedi a leggerli senza guardarla.

-Senti Aaron, -Leslie interruppe la mia lettura, così mi voltai a guardarla- se vuoi parlarne io ci sono. Davvero, dico sul serio. Si capisce che ti serve qualcuno con cui parlare..

La guardai e mi stropicciai gli occhi.

-Magari è come dici tu. Non lo so.. -la guardai e qualcosa nei suoi occhi grigi mi fece tranquillizzare.- Due anni fa, -mi sedetti sul letto mentre continuavo a guardarla- un demone, non so quale, io non l'ho visto. Erano le dieci di sera, io ero sul divano con la mia ragazza a guardare un film. I miei e la mia sorellina erano già a letto, eravamo tornati tardi da una caccia. Anche la mia ragazza era una cacciatrice, viveva insieme a noi perché era lontana da casa. Ci addormentammo sul divano, fummo svegliati da.. dei rumori proveniente dal piano di sopra. Ci precipitammo subito a vedere cos'era stato, non c'era niente. Sangue, molto sangue. Mia sorella, i miei genitori, il gattino di mia sorella. Tutti morti. Ed io ero vivo. Li guardavo immersi nel loro sangue. Chelsea urlava e piangeva, tento di soccorrere tutti ma non c'era più niente da fare. Ormai erano morti. Un'ombra nera mi afferrò la caviglia facendomi cadere. Sbattei forte la testa, persi i sensi quando il suo pugnale mi trafisse. Per poco non mi trapassò il cuore! -sorrisi- l'ultima cosa che mi ricordo di quella sera era la gola di Chelsea che veniva aperta dallo stesso pugnale che mi aveva trafitto. Gabe mi trovòla mattina dopo, mi portòdai guaritori ed eccomi qui. -misi la mano sul collo della maglietta tirandola e mostrando la ferita. - questo èl'unico ricordo.

Alzai appena le sopracciglia sfoderando uno dei mie sorrisi migliori.


LESLIE.

Rimasi in silenzio ad ascoltare Aaron. La sua storia era davvero raccapricciante. Senza rendermene conto avevo le lacrime agli occhi.

-Leslie ma stai piangendo? Scema!

Esclamò scuotendo la testa. Anche se si sforzava di sorridere i suoi occhi non mentivano. Erano profondamente tristi.

-Aaron...io vorrei dirti che mi dispiace, ma sarebbe troppo scontato. Non riesco ad immaginare quello che hai passato, l'unica cosa che posso dirti è che ti ammiro perchè sei riuscito ad essere forte ed ad andare avanti.

Lo fissavo senza distogliere lo sguardo. Era rimasto colpito da quello che gli avevo detto. Sicuramente non si aspettava un discorso del genere.

-A dire la verità mi aspetto il classico “mi dispiace” o “ti capisco”...Riesci a stupirmi a volte. Comunque ti ringrazio,davvero.

Aaron era serio. Sapevo che era sincero.

-Vorrei che tu sapessi che se hai voglia di parlare o di sfogarti io ci sono. Mi farebbe piacere esserti d'aiuto almeno un po'.

Sorrisi per incoraggiarlo. Ricambiò il sorriso.

-Certo...Dai continuiamo a cercare informazioni. Prova a guardare anche su quel libro.

Disse indicandomi un volume massiccio su uno scaffale. Annuii e mi avvicinai per leggerlo. Rimanevo sempre sorpresa di vedere l'incredibile quantità e varietà di demoni e spiriti maligni. Ero impegnata a leggere quando Aaron si schiarì la voce. Mi voltai verso di lui.

-Ho trovato uno spirito che corrisponde alla descrizione. Hanako si dice che infesti la terza cabina del bagno al terzo piano degli edifici.

Iniziò a leggere. Mi misi a sedere sul letto mentre l'osservavo camminare avanti e indietro per la stanza.

-Si dice abbia l'aspetto di una bambina vestita di rosso,che trascina dentro il bagno uccidendo chiunque osi bussare alla sua porta. Direi che corrisponde giusto?

Concluse fermandosi e guardandomi.

-Si, Rose mi ha detto che erano nel bagno del terzo piano e qualcosa ha trascinato la sua amica dentro la cabina e dai rumori che sentiva non sembrava un essere umano. Però Hanako? Che diavolo di nome è?

Lo guardai confusa. Aaron alzò le spalle.

-Tradizione giapponese. Purtroppo spiriti e demoni provengono da tutto il mondo, il che rende la nostra missione leggermente difficile.

Stavo per replicare qualcosa quando il mio cellulare iniziò a squillare. Era Emily.

-Ehy Emily! Si sto arrivando a tra poco.

Riagganciai sentendo lo sguardo di Aaron fisso su di me.

-Te ne vai?

Mi chiese. Annuii mentre prendevo la borsa.

-Non credi di dimenticare qualcosa?

Aggiunse guardando il Nekomata addormentato sul divano.

-Che carino!

Esclamai correndo a fargli le coccole. Sentii Aaron che picchiava la testa contro il muro. Che reazione esagerata.

-Ancora le mie tre possibilità non sono finite. Ne ho ancora due. Quindi finora rimane da te.

Conclusi sorridendo. Mentre mi avviai alla porta mi voltai.

-A proposito, il Nekomata o gattaccio come dici tu si chiama Castiel.

Aaron rimase sorpreso.

-Castiel? Seriamente? Oh no un'altra fissata con supernatural.

Non sentii il resto che ormai mi ero diretta verso la macchina. Per una sera sarei stata tranquilla mangiando una pizza con Emily e guardandoci un film. A volte mi piaceva immaginare di avere una vita normale. Anche solo per finta.


Per una volta a lezione non ero assonnata, cercai di prestare più attenzione possibile alla spiegazione mentre pensavo di passare quel pomeriggio da Aaron per decidere come agire quando qualcuno si sedette vicino a me tirandomi una botta sul braccio. Stavo per voltarmi e mandare a quel paese chiunque fosse quando vidi che quella persona era Aaron.

-E tu cosa ci fai qui? -Chiesi sorpresa.

-Sai com'è, mi è venuta voglia di andare in bagno.

Mi disse sorridendo.

Aaron

-Vattene, esci. Adesso non posso starti dietro!

-Shh, altrimenti il prof ti sgrida!

-Smettila cretino!

Stavo trattenendo le risate quando una ragazza ricciolina si volta a guardarmi, era seduta accanto a Leslie.

-Tu sei quello del parco?

-Sì, mi chiamo Aaron, e tu?

Le sorrisi, era una bella ragazza.

-Mi chiamo Emily, piacere!

Leslie sbuffò e ci interruppe.

-La smettete? Emily, lui è Aaron, un mio amico, Aaron lei è Emily, la mia migliore amica, perciò stalle lontano.

Emily parlò prima che io potessi dire qualcosa.

-Les, smettila, comportati per bene!

-Guarda che lui è un mezzo pazzo!

-Scusate eh, ma il mezzo pazzo dovrebbe andare in bagno, potrete parlare di me dopo, nella pausa pranzo ok? Quindi Les -sorrisi alla ragazza- accompagnami ora.

-Perché lo devi accompagnare?

Risposi prima che potesse farlo Leslie.

-Scusa ma quando devo andare in bagno ho bisogno di qualcuno che mi tiene la mano!

Trascinai via Leslie mentre in molti ci guardavano.

-Allora, ho comprato un pennarello indelebile rosso. Devo disegnare una stella sul pavimento racchiusa in un cerchio e attraversata da una “x” dentro il bagno dov'è lo spirito. Basta portarlo al centro della stella e brucerà.

-E come vedi possibile tutto questo?

Chiese Leslie mentre salivamo le scale per il terzo piano.

-Bhè, io busserò alla sua porta.

-No.

-Perché?

Entrammo nel bagno, anche se era stato tutto ristrutturato, la terza porta era marcia, nuova ma marcia.

-Perché morirai. E' uno spirito che dilania i corpi, e.. Dio mio, non entrare.

Sorrisi e le baciai la fronte.

-Grazie per preoccuparti, nessuno lo faceva da tempo. Grazie.

Voleva replicare ma bussai alla porta mentre ancora la guardavo. In una frazione di secondi vidi l'espressione di Leslie da preoccupata a terrorizzata.

Due mani bianche e marce mi trascinarono nel bagno. Non era una bagno come gli altri, era una porta spazio dimensionale. Era tutto scuro, la ragazzina indossava un vestito rosso, i suoi capelli neri le coprivano il volto. Mi fece cadere per poi prendermi per i polpacci, mi strappò i jeans con le unghie e mi graffiò la pelle. Il dolore era straziante, urlai e sentivo Leslie tentare di apri e in seguito sfondare la porta, la sentivo urlare.
Presi il pennarello a vernice rossa dalla mia tasca, cercai di girarmi pancia a terra e ci riuscii. Lo spirito continuava a graffiarmi e a tentare di tenermi fermo.

Iniziai a disegnare la stella, poi il cerchio ed infine la “x”.
Girandomi ancora su me stesso riuscii a guardarla. Aveva il volto scolpito dalla rabbia. Rimasi a guardarla per qualche secondo. Conoscevo quel volto. Lo avevo avuto per molti mesi.
Quando capì che io in quel momento non ero spaventato allentò la presa. Ne approfittai subito, magari la sua rabbia era giustificata, ma nessuno doveva morire per la sua rabbia. Mi tirai indietro. Dovevo portarla al centro del disegno ma non ci sarebbe mai andata da sola. Non sapevo che fare. L'afferrai tra le mie braccia e la trascinai indietro verso il disegno. Non conoscevo le conseguenze, forse sarei morto. Ma non importava. Leslie era fuori dalla porta e se non uccidevo lo spirito allora preferivo essere morto invece che assistere alla sua morte.

Ero deciso a farlo. Portai lo spirito con me, al centro del disegno. Lo spiritò inizio a bruciare mentre io ancora lo tenevo stretto. Poi, il buio.


LESLIE.

Completamente nel panico tirai un calcio con tutta la forza che avevo e riuscii ad aprire la porta. Aaron era disteso all'interno del cerchio che aveva disegnato, le sue gambe erano completamente ricoperte di sangue. Mi gettai al suo fianco e iniziai a scuoterlo. Ero così spaventata che non sapevo neppure cosa fare.

-Aaron! Aaron!

Urlai. Non sembrava svegliarsi. Non potevo neppure pensare all'ipotesi che fosse morto. Non potevo e non volevo. Sentii le lacrime scendermi sul volto poi la mano di Aaron mi afferrò la spalla.

-Non piangere scema!

Sussurrò tossendo. Sorrisi.

-Bastardo! Mi hai fatto prendere un colpo!

Esclamai aiutandolo a mettersi seduto. Mi alzai velocemente e presi dei fazzoletti per tamponare il sangue delle ferite sulle gambe,sopratutto sulla gamba destra.

-L'importante è che lo spirito sia morto.

Concluse Aaron dolorante mentre cercavo di fare il mio meglio con quello che mi ricordavo dell'assistenza al pronto soccorso.

-Ti stavi facendo ammazzare!

Urlai sconvolta.

-Leslie, devi calmarti. Sto bene adesso. Sembra quasi da come stai reagendo che io sia diventato fondamentale per te.

Appena finì la frase rimasi a guardarlo in silenzio. Forse era vero. Da molto tempo ho desiderato avere al fianco qualcuno che mi capisse, o con cui potevo parlare liberamente di quello che vedevo senza paura di essere considerata matta e di essere rinchiusa in manicomio. Aaron non lo aveva capito ma era diventato molto importante per me. Neppure io lo avevo realizzato bene fino a quel momento.

-Ti aiuto a metterti in piedi.

Dissi evitando di rispondere e aiutandolo ad alzarsi. Lui mi guardò un attimo come se stesse valutando se continuare il discorso o no. Alla fine scosse la testa.

-C'è un'uscita secondaria? Non vorrei passare in mezzo all'università in queste condizioni anche perchè non saprei cosa inventarmi.

Disse Aaron indicando i suoi jeans strappati e le ferite. Annuii in silenzio e lo guidai verso la scala esterna che collegava i tre piani dell'università e portava direttamente fuori. Lo sorressi e riuscimmo a raggiungere il parcheggio dove c'era la mia macchina.

-Non vorrai lasciare la mia macchina qui vero?

Mi disse sconvolto Aaron.

-La passiamo a prendere dopo! Adesso è meglio se passo a comprare bende e cerotti e ti porto in motel dove puoi sdraiarti.

Per una volta Aaron non disse niente. Feci una breve sosta alla farmacia dove comprai il necessario e poi appena arrivammo in motel cercai di curarlo il meglio possibile.

-Sono solo due graffi guarirò presto dottoressa non si preoccupi.

Sbuffò sarcastico. Mi voltai irritata verso di lui.

-Grazie Leslie! Oh non c'è di che Aaron l'ho fatto volentieri.

Sbottai infastidita. Neanche un po' di gratitudine. Aaron mi guardò un attimo, poi distolse lo sguardo.

-Non sono abituato ad avere qualcuno che si prende cura di me...Grazie.

Mi voltai a guardarlo. Continuava a fissare un punto nel vuoto. Non so per quale motivo ma provai tenerezza nei suoi confronti.

-Di niente.

Conclusi sorridendo.

ANGOLO AUTRICI

E arrivate al capitolo 6 abbiamo deciso di aprire questo spazio per ringraziare tutte le persone che ci seguono e recensiscono sempre...                        Quindi un ringraziamento speciale va a:

Stay_In_My_Arms                                                                                                                                                                                         Cin75                                                                                                                                                                                                     Lylawantsacracker

Grazie ci fa sempre piacere avere il vostro parere! :) Inoltre volevamo invitare chiunque legga la nostra storia a farci sapere che ne pensa!!!     Ci rendereste davvero contente :) Un abbraccio a tutti e alla prossima <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7
 

Aaron.



Per cinque giorni non vidi Leslie.
La cosa mi sembrava strana però mi disse che passava una settimana con la sua famiglia allora non la disturbai e cacciai da solo.
Una mattina però mi mancava e allora decisi di mandarle un messaggio con la scusa che uno dei miei libri era scomparso.

“Hey, hai preso tu il libro sulla magia? Non lo trovo!”

Era una scusa credibile, almeno pensavo.
Stavo mettendo a posto la camera quando il mio cellulare suonò.

“Hey! Ciao Aaron! L'ho preso io, te lo avevo anche detto! Ti dimentichi tutto se non ci sono io a ricordartelo!”

Sorrisi appena lessi il messaggio e le risposi.

“Ah ah, certo, come no?! Comunque va bene, tranquilla, era solo per sapere. Passa una buona vacanza!”

Misi di nuovo il cellulare sul comodino e fissai il gatto che ormai era mio da due settimane.

-Ma tu non fai mai i bisogni? Sei proprio strano come gatto.

La sua risposta fu solo un tenue “miao”. Mi sedetti sul letto. Possibile che da quando conoscevo Leslie non sapevo più che fare se non c'era?
Decisi di allenarmi un po' in “casa”.
Passarono altri tre giorni e Leslie non si decideva a tornare. Era andata nella casa al mare dei suoi, aveva portato la sua amica e passavano le vacanze lì.Non sarebbe mai stata un'ottima cacciatrice se si prendeva delle vacanze così lunghe.
La suoneria del mio cellulare mi svegliò. Aprii piano gli occhi e guardai l'ora. Le cinque del mattino.

-Ma chi è a quest'ora?!

Guardai lo schermo e vidi il nome di Leslie. Mi sbrigai subito a rispondere.

-Leslie?! Che succede?!

-Aaron siamo sulla spiaggia e.. e..

-E cosa? Sei ubriaca? Mi fai preoccupare e invece sei solo ubriaca.

-No Aaron. Abbiamo visto un.. demone. Un demone fatto di acqua. Ti prego. Vieni subito. Ha ucciso due ragazzi e ne sono scomparsi altri.. Penso siano morti anche loro.

-Lo hai visto?

-Lo abbiamo visto sia io che Emily.. Ti prego, ci serve il tuo aiuto.

-Alle dieci sarò lì, dammi l'indirizzo, in qualche maniera me la cavo.

Leslie mi diede l'indirizzo e chiesi a Gabe se conosceva un demone che uccide i ragazzi in acqua. Mi parlò del Nix. Spiriti mutaforma.
Preparai tutte le mie cose e lasciai il gatto nella stanza, presi la mia macchina e mi diressi da Leslie.
Magari potevo persino surfare e prendere il sole, magari a Leslie interessava o magari interessava alla sua amica.
 

Leslie.



Erano quasi le 10 e io ed Emily non eravamo riuscite a chiudere occhio.Non era stato facile spiegarle che i mostri esistevano, ma dopo quello a cui aveva assistito quella notte non poteva fare a meno di credermi.

-Come facevi a sapere che quella bellissima ragazza in realtà era un demone? Tu hai iniziato a gridare prima che si trasformasse in quel mostro acquatico!

Mi chiese Emily. Non sapevo bene come rispondere.

-Perché io, diciamo che riesco a vedere il vero aspetto dei demoni.

Risposi velocemente evitando di guardarla. Non mi sentivo a mio agio a raccontare questa cosa.Finora solo con Aaron riuscivo a rimanere tranquilla parlando del mio dono particolare.

-Da quanto riesci a farlo?

Mi voltai verso di lei per capire se pensava che fossi pazza oppure se mi ascoltava seriamente.Sembrava seria.

-Da quando ho memoria.

Confessai. La sorpresa di Emily era evidente.                                                                                                

-Lo so,sembra assurdo ma purtroppo i demoni esistono ed io sto aiutando Aaron a combatterli.   

Evitai di dirle che in quel modo sentivo che il mio dono era utile a qualcosa.Emily annuì in silenzio.

-Dici che Aaron può aiutarci davvero?

Pensai a come avrebbe risposto Aaron. “Certo per chi mi hai preso”. Sorrisi.

-Si è molto bravo nel suo lavoro.

Emily mi guardava in modo strano.

-Sicura che siete solo amici?

Mi chiese. Non capivo dove voleva arrivare.

-Si, perchè me lo chiedi?

La guardavo confusa. Per la prima volta da quella notte Emily iniziò a ridere.

-Semplicemente perchè ti illumini quando parli di lui.

Arrossii di colpo. Speravo che non fosse così.

-Cosa dici Emily? È solo una tua impressione!

Esclamai sulla difensiva.

-Si,si certo.

Rispose ridendo Emily. Stavo per replicare quando suonò il campanello.Sicuramente Aaron era arrivato. Corsi ad aprirgli.

-E così i demoni ti perseguitano anche in vacanza?

Era molto divertito. Mi irritai subito.

-Quasi quasi mi pento di averti chiamato.

Sussurrai lasciandolo entrare.

-Non sei in grado di cacciare da sola.

Entrò in casa e salutò Emily.

-Prima di venire ho chiesto qualche informazione a Gabe. Questo demone si chiama Nix, assume l'aspetto di bellissime donne per attirare i ragazzi nell'acqua e poi
affogarli prendendo le loro anime.

La descrizione corrispondeva perfettamente.

-E adesso cosa facciamo?

Chiese Emily alzandosi in piedi. Aaron si voltò verso di me.

-Fortunatamente abbiamo Leslie. Non possiamo sbagliarci, se un Nix prende le sembianze di una ragazza lo sapremmo subito.

Annuii.

-Abbiamo anche un'occasione perfetta per il nostro Nix. Stasera ci sarà un falò sulla spiaggia.

Esclamai. Aaron rise.

-Perfetto! Allora stasera andiamo a fare festa.
 

Aaron.



-Tu sei davvero pazzo.

-Lo so,  Emily.  Lo so!

La ragazza mi guardò male mentre Leslie incrociò le braccia guardandoci parlare.

-Siamo andate su internet e abbiamo letto che colpisce solo i ragazzi, quindi noi siamo al sicuro, tu no.

-Ma io ho un vantaggio, ho Leslie. Lei riesce a vedere, quindi sarà la mia accompagnatrice.

Sorrisi a Leslie che non apprezzò molto la cosa.

-La tua espressione significa che non vuoi farmi da accompagnatrice?

Le sorrisi e lei non ricambiò.

-No. Andremo alla festa ma io non sarò la tua accompagnatrice.

-Ok ok, come vuoi. Dov'è la spiaggia?

-Da quella parte, perché?

-Voglio affittare una tavola da surf!

Emily interruppe la nostra conversazione.

-E se ti prende adesso?

-Non può, di solito attacca la notte. E poi anche se mi attacca mi so difendere, sono un cacciatore no?!

-Si ma sei da solo! E come lo uccidi?

-Mmm non lo so.. qualcosa mi invento. Leslie, dammi quel libro di magia, magari lì trovo qualcosa!

Emily guardò Leslie che mi stava guardando.

-Leslie?! Dagli il libro, muoviti!

-Non aspetta. Tu fai surf?

La guardai e dopo poco risposi.

-Si, faccio surf, ho un costume e prendo persino il sole.

Leslie stava per rispondermi quando Emily ci interruppe ancora.

-E dove dormi stanotte?

-In macchina, anzi. Adesso vado in spiaggia. A stasera, ti chiamo io Leslie! Ciao!

La salutai andando verso la macchina, ma l'unica che mi salutò fu Emily.
 

Leslie.



Sbuffai. Avevamo chiamato Aaron per aiutarci ma lui non aveva fatto assolutamente niente.Anzi era andato a fare surf.

-Non gli hai passato il libro alla fine.

Mi disse Emily. Mi voltai verso di lei e vidi che aveva il libro in mano.

-Giusto. Vorrà dire che ci daremo un'occhiata noi, tanto lui è andato a fare surf.

Esclamai scuotendo la testa.

-Certo che però è proprio un bel tipo...

Disse Emily arrossendo.

-Non è molto socievole, non lo definirei propriamente un tipo simpatico.

Replicai. Mi stupii del mio tono di voce. Sembravo davvero gelosa.

-Certo, vado a chiamare Alice per avere più notizie per la festa di stasera in spiaggia mentre te leggi il libro.

Annuii mentre lei si allontanava. Mi sedetti e iniziai a sfogliare il libro.Finalmente riuscii a trovare qualcosa, i Nix potevano essere uccisi tramite una miscela composta da sangue di serpente e petali di Iris.Il disgusto mi si leggeva in faccia.

-Che succede?

Mi chiese Emily osservando la mia espressione.

-Dobbiamo procurarci del sangue di serpente.

Esclamai sorridendo. Lei mi guardò scioccata.

-Stai scherzando vero?

Iniziai a ridere.

-Purtroppo no. Dobbiamo trovare un serpente e anche un fioraio.

Dissi mentre mi alzavo e prendevo la borsa.

-Un fioraio?

La sorpresa di Emily era sempre più grande.

-Si dobbiamo comprare un Iris. A quanto pare fare pozioni costa un bel po'.

Sbuffai mentre mi avviavo alla porta.

-Andiamo?

Chiesi ad Emily che era rimasta pietrificata nel centro della stanza.

-Io...lo sai che odio i serpenti.

Sgranai gli occhi. Mi ero completamente dimenticata della sua fobia.

-Giusto...Se preferisci puoi aspettarmi qui.

Le dissi cercando di tranquillizzarla.Effettivamente se al posto dei serpenti ci fosse stato qualcosa che riguardava i ragni avrei chiamato subito Aaron per risolvere la cosa.

-No, tranquilla. Vengo con te. Alice ha un fratello che lavora a "Natura Nostra", un centro dove tengono rettili di ogni genere. Potrebbe aiutarci.

Annuii in silenzio. Come idea non era male.Seguii Emily e appena entrate a Natura Nostra chiedemmo di Steve.

-Emily come va?

La salutò abbracciandola. Era un ragazzo incredibilmente alto dovevo alzare lo sguardo per riuscire a guardarlo.

-Ehi Steve! Tutto bene, lei è Leslie.

Mi presentò velocemente. Il ragazzo mi sorrise.

-Piacere Leslie. Posso aiutarvi in qualche modo?

Fortunatamente era molto gentile.

-Dobbiamo fare una ricerca per biologia all'università e ci servirebbe un campione di sangue di serpente.

Dissi tranquillamente. Alla parola serpente Emily rabbrividì.

-Come richiesta è un po’ strana ma penso di potervi aiutare.

Esclamò facendoci segno di seguirlo. Arrivammo in una specie di laboratorio dove Steve prese un flacone.

-Questo dovrebbe essere il sangue di un boa.

Ci disse sorridendo.

-Grazie mille! Ci hai salvato la vita, l’esame andrà alla grande.

Esclamai entusiasta. Emily si sforzò di sorridere.

-Ci vediamo alla festa di stasera giusto ragazze?

Ci chiese mentre ci accompagnava all’uscita.

-Certo, ci siamo già messe d’accordo con Alice.

Gli spiegò Emily. Ci salutammo e ci dirigemmo velocemente dal fioraio per comprare un mazzo di Iris.In poco tempo si era già fatta sera e tornate a casa mettemmo gli ingredienti dentro una bottiglietta che misi nella borsa.

-Siamo pronte.

Dissi sorridendo. La mia amica annuì.

-Allora andiamo.

Ci preparammo velocemente e in poco meno di una mezz'ora eravamo già in spiaggia.

-Ciao ragazze! Qui è stupendo fare surf.

Aaron ci venne incontro correndo. Lo guardai male.

-Ci sei stato di grande aiuto Aaron. Chiamarti o no non avrebbe fatto molta differenza.

Replicai acidamente.

-Come sei acida oggi.

Scrollò le spalle e poi si voltò verso una ragazza. Era davvero molto bella e si guardava intorno come se stesse cercando qualcosa.La sua bellezza attirò la nostra attenzione.C’era qualcosa di sinistro in lei. Guardandola bene riuscii a vedere il suo volto. Era lei il Nix.

-Pensate che sia lei?

Sussurrò Emily.

-Si è lei.

Prima che riuscissi ad aggiungere altro Aaron si diresse verso la ragazza e attaccò bottone con lei. Non sopportavo il fatto che mi desse così fastidio.

-Non abbiamo fatto in tempo a dargli la pozione.

Mi disse spaventata Emily.  Realizzai in quel momento che Aaron si era diretto verso quel mostro completamente disarmato. Era un pazzo.Mi voltai ma lui e la ragazza erano scomparsi.

-Merda!

Esclamai nel panico mentre mi diressi verso il mare. Riuscii a vedere Aaron che seguiva inerme la ragazza. Maledizione.Senza pensarci presi la pozione dalla borsa e mi buttai nell’acqua.Da lontano vedevo Aaron che stava per essere sopraffatto dal Nix.

-Aaron!

Urlai mentre mi avvicinavo. Il Nix sorpreso prima di finire Aaron si gettò verso di me ma io prontamente gli gettai addosso la pozione.Inizialmente sembrava non succedesse niente ma poi il Nix iniziò a sciogliersi e divenne un tutt’uno con l’acqua. Riuscii ad afferrare Aaron per un braccio e con fatica lo trascinai verso la spiaggia. Aveva perso i sensi.

-Oddio Leslie! Che è successo?

Urlò Emily raggiungendomi.

-Leslie devi fargli il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca immediatamente.

Aggiunse subito preoccupata. Mi voltai verso di lei nel panico. Sapevo che aveva ragione.


Angolo Autrici

Ciao a tutti, scusate per la lunga assenza ma adesso siamo tornate con un nuovo capitolo della nostra storia!
Promettiamo di pubblicare molto più spesso!!! Speriamo come sempre che vi piaccia anche questo nuovo capitolo!
Quindiii buona lettura e come sempre fateci sapere cosa ne pensate!!! <3

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