Capitolo 5
Capitolo
5
Aaron
La
feci accomodare e chiusi la porta a chiave.
-Restituiscimi
cioè che hai preso. Adesso.
-Cosa?!
Ma che dici? Io non ho preso niente!
-Oh,
ma che brava attrice! Che demone sei? Restituiscimi il mio pugnale.
Mi serve. Per ucciderti.
Leslie
si alzò di scatto come per proteggersi.
-Ma
cosa dici Aaron? Non sono un demone! Sono Leslie!
La
guardai per qualche minuto. Il mio pugnale era scomparso lo stesso
giorno in cui, per la prima volta, qualcuno era entrato in “casa”
mia. E quel qualcuno era Leslie. Mi misi a sedere sul letto e la
guardai. Dovevo fare qualcosa per capire se era un demone o no. E
cosa dovevo fare? Mi venne un'idea ma non sapevo se poteva
funzionare.
Mi
alzai di scatto e l'afferrai per la spalla e la baciai con forza. Lei
si staccò e mi tirò una sberla.
-Ma
che fai?
Era
tutta rossa, scoppiai a ridere
-Ah,
grazie a Dio non sei un demone!
-E
da cosa lo hai capito?
Era
molto arrabbiata, credo, per il mio gesto.
-Vedi,
i demoni prendono le sembianze umane, ma nel loro corpo non c'è
sangue. Quindi non possono arrossire. Tu sei rossa, stai prendendo
fuoco! Magari ti è anche piaciuto il bacio eh?!
Iniziai
a ridere tenendomi la pancia con le mani, stavo per morire. Lei
invece no, se la prese, anche troppo per una a cui non importa e mi
spinse facendomi cadere sul letto sempre mentre ridevo.
-Non
potevi fare un'altra cosa?! Non potevi graffiarmi e vedere se usciva
sangue?
Stavo
ancora ridendo quando, voltandomi verso l'armadio vidi dei graffi
sulla sua base.
-Uhm?!
-Mi
rispondi? Aaron?!
-Io
non ho un gatto.
-Gatto?
Quale gatto?!
-La
mia sorellina aveva una gattina, si faceva le unghie sul divano e
anche sull'armadio nella mia camera.
-Si
ok, ma che c'entra?!
-Non ci avevo pensato, -mi alzai- vedi, sono uno stupido.
-Si,
concordo.
-Vedi,
se eri un demone non potevi attraversare il sale. Solo i mastini
infernali possono farlo, ma lo loro puzza sarebbe rimasta qui. Ma c'è
uno spirito che potrebbe attraversare il sale. Nessuno sa il motivo
per cui i mastini attraversano le barriere di sale, però magari lo
possono fare perché sono animali, in qualche modo..
-Quindi
hai un cane malefico che ti ronza per la stanza, ha fatto entrare un
gatto che ti ha graffiato l'armadio e lo ha portato via insieme al
pugnale?
-Certo,
poi si sono fermati in edicola, hanno preso PlayBoy, si sono fermati
in pizzeria ed hanno mangiato una pizza. Per non parlare poi del
fatto il gatto ha morso il cameriere e non si è affatto diver-
-Ah
ah. Ma smettila di prendermi in giro.
-Ok
scusa ma te la sei cercata. Nessun cane ha portato qui un gatto. E'
entrato un gatto. Un Nekomata. E' un gatto a due code, non è
cattivo, ma è molto dispettoso. Magari il mio pugnale è ancora qui,
o nella sua tana..
mi
alzai dal letto e alzai il materasso.
-No,
qui non c'è.
-E
la sua tana dove sarebbe?
Guardai
Leslie sorridendo.
-Sta
a te. Lì ci sono i libri e hai il cellulare quindi cerca su internet
qualsiasi cosa riguardi scherzi, sparizioni ma non di persone, solo
di oggetti. I Nekomate si divertono a “danneggiare” lievemente
tutte le persone di un determinato quartiere. E tutto quello che
spostano o gli cambiano di posto o lo portano nella loro tana dove di
solito il prato fiorisce meglio anche quando non è il suo tempo, gli
uccellini cinguettano giorno e notte. Di solito è al centro di tutti
i misfatti Quindi divertiti mentre io mi trovo qualcosa da fare, se
hai un computer potresti lavorare lì e dare a me il tuo cellulare
tecnologico con cui posso giocare mentre svolgi il lavoro!
Le
sorrisi e lei non ricambiò. Era così carina arrabbiata.
Leslie.
Ero
immersa nella lettura di un libro che spiegava come capire quando una
tana di un Nekomate era vicina, quando l'urlo di Aaron mi fece
sobbalzare e alzai di scatto lo sguardo verso di lui.
-Maledizione!
Questo Flappy Nyan è difficilissimo!
Esclamò
irritato. Mi alzai e gli strappai il telefono di mano.
-Invece
di stare li a giocare potresti darmi una mano! Almeno faremo più
velocemente!
Il
mio tono di voce era deciso. Aaron mi fissò per un attimo, poi
finalmente si decise a parlare.
-Ti
darò una mano solo se tu esci a procurarmi del cibo. Sto morendo di
fame.
Iniziò
a cercare qualcosa nella tasca dei suoi jeans.
-Ecco!
Prendi questi e portami un Big Mac dal Mac Donald davanti al motel.
Mi
disse porgendomi i soldi. Scossi la testa.
-Non
mi stupisce che tu abbia scelto un motel con il Mac Donald davanti.
Uscii
dalla stanza mentre lui rideva. Sorrisi involontariamente.
Certo che
Aaron era proprio un bel tipo. Ripensai al bacio che mi aveva dato
prima. Arrossii. Non me lo aspettavo proprio, mi
aveva colto di sorpresa.
Attraversai la
strada dirigendomi verso il Mac quando un punto nel parco antistante
all'edificio catturò la mia attenzione. Solo in quel punto c'erano
delle gerbere.
Mi avvicinai camminando nel parco deserto, con lo sguardo fisso sui
fiori. Ripensai a quello
che avevo letto prima sul libro ed a quello che mi aveva detto Aaron.
Vicino ai fiori c'erano tre sassi bianchi.
Non
ci potevo credere. Avevo trovato la tana.
L''ultima riga che ero riuscita a leggere parlava proprio dei sassi
bianchi,che indicavano l'entrata della tana. Senza pensarci corsi di
nuovo al motel e arrivata alla stanza di Aaron spalancai la porta.
-L'ho
trovata!
Aaron
mise sul tavolo la birra che stava bevendo e mi fissò confuso.
-Dov'è
il mio Big Mac?
Rimasi
sorpresa da quella domanda.
-Ma
chi se ne frega del Big Mac! Ti sto dicendo che ho trovato la tana
del Nekomate.
Finalmente
il suo sguardo si fece serio.
-Quindi
vorresti dirmi che non hai comprato il panino?
Sgranai
gli occhi. Sicuramente mi stava prendendo in giro. Anzi speravo che
fosse così
-Ah
dimentica il panino e seguimi!
Esclamai
uscendo dalla porta. Sentii Aaron che si lamentava dietro di me.
-Un
Big Mac non si può dimenticare.
Sbuffai
e lo condussi nel parco dove avevo visto le Gerbere e i sassi
bianchi.
-Questo
Nekomate non deve essere particolarmente furbo se ha rubato qualcosa
così vicino alla sua tana.
Disse
Aaron scuotendo la testa. Non potevo dargli tutti i torti.
-E
adesso cosa facciamo?
Chiesi
impaziente.
-Niente.
Quando cala il sole ci appostiamo qui nelle vicinanze. Vedrai che il
gatto a due code si farà vivo per tornare a casa.
Esclamò
sorridendo.
Mi voltai verso di lui. Sarebbe stata una lunga notte.
Aaron
Erano
le dieci di sera. La mia pancia brontolava.
-Certo
che potevi prendermelo il panino..
-Smettila
di pensare al cibo!
Stavamo
sussurrando da dietro un cespuglio facendo attenzione alla tana del
Nekomata.
-Senti
Leslie, ci sono due cose belle nella vita. Il letto e il cibo. Basta.
-Ma
tu sei pazzo. Lo sai?
-Ogni
pazzo sa di essere pazzo ma non lo ammette.
-Ma
sei scemo. Ammettilo.
-Forse,
ma sono affamato. Affamaaaato!
-Smettila
di fare casino!
-Ma
è così bello il cibo, il potersi sfamare, il formaggio doppio che
cola dal Big Mac, i cetriolini, la salsa segreta, la carne fine e
morbida..
Stavo
sognando ad occhi aperti e la mia pancia si fece sentire. Fui
distratto da Leslie.
-Eccolo!
-Cosa?!
Il panino?! Dove?
-Il
gatto. Non il panino.
-Ah..
Il
gatto, più grande del normale ma non esageratamente, era uscito
dalla sua tana. Si stava leccando le sue code. Era nero con una
macchia bianca sulla punta di entrambe le code. Si guardava intorno
tranquillamente.
-Ok
Leslie, adesso tocca a te. Avvicinati a lui, canta qualcosa. Lui non
è assolutamente spaventato dagli umani. Anzi, ne è innamorato.
Quindi cerca di attirarlo a te, penseremo dopo ad ucciderlo, tu
bloccalo e quando hai fatto io cerco di entrare nella tana.
-Ma
che dici?!
-Fallo,
sei una bella ragazza, magari ti crede. Io non posso farlo, non
pensi? Si spaventerebbe!
-Beh,
ti do ragione, lo spaventeresti.. cerca di farti almeno la barba!
Era
arrossita, che carina. Però io amavo la mia barba. Annuii sorridendo
e la guardai andare dal gatto.
Si
avvicinò a lui sorridendo, canticchiava una canzoncina allegra e il
Nekomata le si avvicinò strusciandosi alle sue gambe.
-Vieni
qua piccoletto!
Lo
prese in braccio e lo coccolò.
-Vieni
pure Aaron!
-Arrivo!
Mi
alzai e mi avvicinai a loro. Leslie coccolava quel gattaccio come se
fosse suo. Scossi la testa sospirando.
-Ora
gattaccio, mi riprendo il mio pugnale.
Mi
sedetti e, togliendo le pietre bianche, infilai il mio braccio dentro
la sua buca. Era bella fonda e un po' larga. Mi sembrava solo terra
al tatto, poi sentii qualcosa.
-Trovato!
Tirai
fuori qualcosa e lo guardai.
-Una
torcia..ok.
Scossi
la testa e ritornai a cercare.
Dopo
qualche minuto avevo svuotato la sua tana.
-Allora,
una torcia, un reggiseno blu di pizzo, un salvadanaio, un peluche a
forma di gatto.. Credo che sia tipo la sua bambola gonfiabile.. O mio
Dio.. Ma non è un gatto! E' un pervertito!
-Ma
che dici, magari era solo per compagnia!
-Si
certo.. Bleah.. Comunque, tre pennarelli, una parrucca e.. Ecco il
mio pugnale! Adesso gatto, è il tuo turno.
Leslie
mi guardò malissimo.
-E'
solo un gatto. Non ti azzardare, è un po' birichino ma è troppo
carino!
-Non
possiamo lasciarlo libero. Creerebbe casini, e la gente si spaventa
se gli vede le due code. Se lo vedono finirà molto peggio. Faranno
degli studi su di lui.
-Non
potremo tenerlo? Per favore!
-Quella
vocina con me non funziona.
Leslie
tentava di fare la faccia da cucciolo per farmi intenerire. E poi
tenerlo. Tenerlo implicava entrambi, ed io non volevo.
-Dai,
teniamolo! Potrei convincerti!
-E
come?
Ci
avviammo al mio motel mentre ne discutevamo.
-Potrei
offrirti delle cene nei posti che più ti piacciono!
La
sua proposta mi colpì la guardai fermandomi davanti la porta del
motel con i sacchetti del McDonald.
-Se
vuoi fare una cosa del genere ci deve essere per forza qualcosa
sotto. Non vorrai mica il Nekomata stia qui da me vero? Lo terrai tu,
vero Leslie?
-Ehm..
Ecco Aaron, io sto in un dormitorio.. Non posso tenerlo..
-Non
ci pensare. Per stanotte può giusto perchè hai pagato tu, ma non ti
garantisco che potrebbe sopravvivere. - guardai il gattone -Ma non
starà qui per sempre. Ci puoi giurare.
-Ma
dai Aaron, ti sentiresti meno solo!
-Ho
già te a miagolare tutto il giorno!
-Idiota!
Stupido!
Leslie
si arrabbiò ed io sorrisi mentre aprivo la porta e la facevo
entrare.
-Magari
potresti convincermi, ma dovrai metterci impegno e dovrai provarci
solo tre volte. Non di più finite le tre possibilità il gatto te lo
porti in dormitorio.
Sorrisi
e Leslie accettò la mia proposta.
LESLIE.
Mentre
seguivo la lezione di comunicazione quella mattina pensai a come
avrei potuto convincere Aaron a tenere il gattino. Era così carino
dovevo mettermi davvero d'impegno.
Stavo prendendo appunti quando Emily entrò nell'aula correndo e si
mise vicino a me. La guardai, sembrava davvero
affaticata.
-Hey
Les! Hai visto hanno riaperto il terzo piano dell'università! Adesso
è di nuovo accessibile.
Esclamò
tirando fuori il quaderno dalla borsa.
-Davvero?
Mi sono sempre chiesta perchè quel piano sia sempre stato chiuso...
Sussurrai
non prestando più attenzione alla lezione ma concentrandomi sulla
mia amica.
-Non
lo so di preciso, ma penso che quel piano sia stato chiuso poiché un
po' di tempo fa è avvenuto un omicidio proprio lì.
La
voce di Emily si fece sempre più fiebile.
-Dicono
che ci sia un fantasma.
Mi
voltai di scatto verso di lei. Poi vidi che scoppiò a ridere.
-Ovviamente
sono tutte scemenze!
Scossi
la testa. Non mi piaceva scherzare su queste cose.
-Davis!
Smith! Cosa trovate di così divertente in questa lezione? Volete
aggiornare tutti i presenti?
Il
professore Hendrick ci stava guardando davvero male e in poco tempo
tutte le persone dell'aula ci stavano fissando.
-Ci
scusi.
Sussurrai
tirando una gomitata a Emily. Odiavo essere al centro
dell'attenzione. Per fortuna la
lezione proseguì normalmente e appena finì decisi di informarmi di
più sulla storia della nostra università. Così mi diressi alla
portineria dove c'era Rose, una donna sulla sessantina, sempre pronta
a fare due chiacchiere con me.
-Rose!
Buongiorno!
Esclamai
porgendogli un caffè.
-Leslie!
È un piacere vederti, carina come sempre.
Mi
sorrise accettando volentieri il caffè.
-Ho
sentito che hanno riaperto il terzo piano.
Le
dissi mentre mi sedevo accanto a lei.
-Si.
Sinceramente non sono molto d'accordo con questa decisione...
Replicò
mentre beveva un sorso di caffè. La mia curiosità iniziò ad avere
il sopravvento.
-Perché?
Chiesi
sempre più interessata.
-Non
dovrei parlare di questa cosa, ma visto che sei tu posso fare uno
strappo alla regola.
Si
alzò e chiuse la porta.
-Trentanove
anni fa, si è verificato un omicidio al terzo piano dell'università,
da quell'anno il piano è stato reso inaccessibile. Una ragazza è
stata uccisa nei bagni dell'ala ovest. Tuttavia nonostante ci siano
state molte indagini nessuno è riuscito a fare chiarezza sul caso.
Rimasi
a bocca aperta. Com'era possibile che non fossi a conoscenza che
nell'università che frequentavo era avvenuto un omicidio.
-Non
ne avevo mai sentito parlare...
Esclamai
sconcertata. Rose annuì.
-Hanno
cercato di oscurare ciò che era successo. Altrimenti il nome
dell'università ci avrebbe rimesso.
Buttò
giù l'ultimo sorso di caffè.
-Secondo
me è stato un grave errore riaprire quella zona. Però l'aumento
dell'iscrizione ha reso necessario il bisogno di ampliare l'edificio.
Quel piano inutilizzato si è rivelato un affare.
Finii
anch'io il mio caffè e mi voltai verso Rose. Sembrava davvero molto
contrariata. Fin troppo per essere una persona esterna al fatto.
-Sembri
molto toccata da questa storia.
Sussurrai.
Pensando ad alta voce. Lei si girò di scatto verso di me.
-A
quel tempo anch'io frequentavo questa università. Però
quell'omicidio mi scosse così tanto che fui costretta ad
abbandonare. Rientrare qui dentro mi è costata molta fatica
all'inizio. E adesso che hanno intenzione di riaprire quel piano
penso proprio che me ne andrò...
Si
mosse freneticamente prendendo dei fogli.
-Tu
conoscevi la ragazza che è morta?
Le
chiesi. Rimase un attimo in silenzio,poi posò i fogli e tornò a
guardarmi.
-Leslie,
la ragazza che è morta era la mia migliore amica. Eravamo insieme in
quel bagno quando qualcosa dalla terza cabina l'ha trascinata dentro.
Io non ho mai detto niente perchè sono scappata, ma dalle urla che
ho sentito non sembrava niente di umano.
Si
interruppe un attimo scossa da un brivido.
-Penserai
anche tu che sono pazza...l'hanno pensato tutti quelli a cui ho
raccontato questa storia.
Si
mise a sedere prendendosi la testa tra le mani. Mi alzai per
confortarla.
-No
Rose. Non credo affatto che tu sia pazza.
Lei
mi sorrise e poi sgranando gli occhi guardò l'orologio.
-Oh
no sei in ritardo per la lezione! Scusami ti ho intrattenuto con
questa storia.
Scossi
la testa.
-Non
preoccuparti, devo andare in un posto non avrei seguito comunque la
lezione. Ci vediamo Rose e stai tranquilla.
La
salutai sorridendo. Dovevo andare da Aaron e sentire se sapeva
qualcosa di più su quella faccenda. Però prima decisi di andare a
comprare qualcosa per lui.
Dovevo
riuscire a convincerlo a tenere il Nekomata.
Mi
presentai alla porta della stanza del suo motel con un sacchetto in
mano. Appena bussai lui venne
ad aprirmi.
-Ho
delle notizie e un regalo per te!
Esclamai
porgendogli il sacchetto.
-Che
cos'è?
Mi
chiese incuriosito.
-No,
non ci posso credere.
Disse
con gli occhi che si illuminavano. Ero passata dall'alimentari e
facendo la figura della pazza mi ero fatta dare all'incirca un chilo
di pelle di pollo.
-Sono
stata brava è?
Esclamai
soddisfatta di me e della sua espressione estasiata.
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