Another love

di Baranjok
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuove emozioni ***
Capitolo 2: *** Sospiri ***
Capitolo 3: *** Martiri ***



Capitolo 1
*** Nuove emozioni ***


Gli scatoloni erano appena stati messi in soffitta e la puzza di nuovo era finalmente svanita dalla casa. Trasferirsi dall’assolata California con le spiagge di Santa Barbara, a Boston con i suoi inverni freddi è stata davvero dura, ma era inevitabile dopo gli avvenimenti dello scorso anno.
-Mara? Svegliati o farai tardi!- Mio padre Tom mi sveglia sgarbatamente. Guardo di fretta l’orologio, sono le 7:45.
-Cazzo- impreco sotto voce. Per tutta l’estate ho cercato di svegliarmi in orario, ma non ci sono mai riuscita per davvero. In California avrei potuto comodamente dormire per altre 3 ore invece qui non posso.
Mi vesto velocemente e scendo in cucina. Papà ha preparato una colazione molto ricca ma io decido solo di prendere una mela e un succo.
-tesoro,  dovrai pur mangiare qualcosa-
-Papà sono in ritardo, mangerò alla mensa promesso- dico dandogli un leggero bacio sulla guancia.
-Ma Mara…- fa per dire mio padre.
-non posso tardare il primo giorno di scuola, da domani mi sveglierò presto e farò colazione con te, buon lavoro!- non gli do nemmeno il tempo di controbattere che salgo sulla mia nuova auto.
Papà quest’anno non ha badato a spese. Ha comprato questa casa enorme per due persone, con quattro piani, cinque stanze e quattro bagni. Poi mi ha regalato questa bellissima auto per andare a scuola dato che lui con i suoi impegni lavorativi non può accompagnarmi.
Trovare la scuola non è stato poi così complicato. Frequenterò l’ultimo anno della East Boston High School. Parcheggio velocemente nell’area designata agli studenti e mi dirigo in segreteria. Mi danno la piantina della scuola con gli orari delle lezioni e la combinazione del mio armadietto.
Prima ora c’è matematica con il professor Matthewson.
Mi siedo all’ultimo banco cercando di non attirare l’attenzione di tutti, ma mi accorgo che mi osservano tutti come se fossi un gelato che si sta sciogliendo.
Il professor Matthewson, un uomo corpulento con un collo più largo del normale, si fa largo fra gli studenti e si accomoda al suo posto. Sfoglia il registro qualche volta e poi mi fissa. I suoi occhi verdi si incrociano nei miei color nocciola e istintivamente arrossisco.
-Signorina Everett vuole farci l’onore di presentarsi?- mi domanda con voce roca.
Abbasso lo sguardo sulle mie mani e poi mi alzo.
-Mi chiamo Mara Everett , ho 17 anni, mi sono trasferita da poco qui a Boston e niente basta così- la classe soffoca qualche risatina e il professore richiama subito l’attenzione.
-d’accordo signorina Everett, ci è arrivato il suo fascicolo della sua vecchia scuola e i suoi voti sono eccellenti, sono sicuro che non avrà problemi quest’anno.-
Fingo un piccolo sorriso e comincio ad aprire il libro, quando una ragazza bionda con gli occhi azzurri entra in classe e si siede vicino a me.
-Ciao io sono Grace, tu devi essere la nuova arrivata giusto?-
-si- bisbiglio per non farmi richiamare dal professore.
-oh non preoccuparti è sordo da un orecchio- mi dice facendomi un occhiolino.
-davvero?-
-si , ma non andarlo a dire in giro, è molto permaloso.-
-nono, figurati.-
-allora tuo padre ha aperto uno studio di avvocato in città giusto?-
La guardo sbigottita, come fa a sapere queste cose?
-Il mio cognome è Wilson, come la Wilson study of law, mio padre è l’avvocato del quartiere-mi dice leggermente dispiaciuta.
-oh capisco.-
-mi dispiace, mio padre ha cercato in tutti i modi di convincere i suoi clienti ad andare da tuo padre, ma qui la gente è tradizionalista.-
-oh non preoccuparti, sono sicura che mio padre saprà cavarsela.-
-ne sono certa, da quello che ho letto sul web, in California era uno dei più importanti e bravi avvocati.-
-si, lo amavano tanto-
Parliamo del più e del meno durante tutta l’ora, cercando di tanto in tanto di prendere qualche appunto, ma la lezione del signor Matthewson è noiosa e per lo più, questo argomento l’ho studiato approfonditamente già lo scorso anno, quindi non presto molta attenzione.
-ma come mai vi siete trasferiti qui?-
Ecco la domanda a cui non voglio proprio rispondere. Fortuna che la campanella mi salva.
-me lo racconti dopo a mensa, ci vediamo- e scappa via correndo tra le braccia di un ragazzo.
La giornata scorre velocemente, seguo tutte le lezioni con impegno e all’ora di pranzo sono distrutta e affamata.
-Mara, vieni qui- Grace mi chiama a gran voce catturando l’attenzione di tutti.
Mi siedo al tavolo con lei e altri due ragazzi.
-lui è Tyler il mio ragazzo, capitano della squadra di football e lui è Tyson il mio fratellino.-
-piacere – dico intimidita.
-allora Mara verrai anche tu alla festa stasera?- mi domanda Tyson avvicinandosi.
-quale festa?- domando
-oddio! Mi sono completamente dimenticata. Ogni anno io e la mia famiglia diamo una festa di inzio anno a casa mia, dovresti assolutamente venire.-
-ecco io…-
-niente scuse, dai ti divertirai un mondo. Mi convince Grace.
 
 
Quando ritorno a casa sono sola, mio padre lavorerà tutta la giornata. Così inizio a studiare, per essere stato solo il primo giorno non si sono risparmiati con gli assegni. Con il programma di fisica purtroppo sono piuttosto indietro mentre sugli altri sono in pari. Quando sono le 19:30 mio padre rientra.
-ciao tesoro, come è andato il primo giorno di scuola?-
-Bene papà, a te come è andata a lavoro?-
-il solito, sono venuti due nuovi clienti.-
- ma è fantastico papà!-
-si, ma purtroppo ancora non posso permettermi una segretaria per il momento.-
-Papà ti ho detto mille volte che posso darti una mano io dopo la scuola, hai fatto così tanto per me.-
-non se ne parla, tu hai la scuola e poi me la caverò da solo.-
-papà lo sai che mi sento in colpa..-
-non sentirti in colpa tesoro, andrà tutto bene.-
-ma sono già passati tre mesi e in totale hai solo 10 clienti, a Santa Barbara avevi più di mille clienti e non sto scherzando.-
-lo so ma qui siamo in un’altra città le cose miglioreranno te lo prometto.- mi bacia la guancia e si incammina in cucina.
-stavi studiando?-
-si ho appena finito- dico mettendo a posto i libri.
-cosa vuoi per cena?-
-beh ecco in realtà sono stata invitata ad una festa.-
-che festa?-
-della famiglia Wilson.-mio padre sbianca.
-lo so papà scusami, ma è stata molto carina oggi con me.-
-non preoccuparti , mi fa piacere che tu abbia stretto amicizia.-
-ma se vuoi disdico, e resto a farti compagnia.-
-sciocchezze, vai a divertirti, io ho del lavoro da sbrigare.-
Dopo essermi fatta una bella doccia ed essermi messa un bel vestito, mi dirigo all’ingresso.
-sei bellissima- dice mio padre.
-grazie – sorrido, mi infilo la giacca e prendo la mia auto.
La casa di Grace è enorme, ci sono luci e macchina ovunque. Parcheggio in lontananza e mi incammino verso l’ingresso.
Un ragazzo con una strana maglietta nera , che sta camminando all’indietro si scontra con me, rovesciandomi addosso tutto il ponce.
-scusami tanto io non stavo guardando.-
-beh si vede.- cerco di ripulirmi velocemente , quando Grace esce sconvolta dalla porta.
-Grace qualcosa non va?-
-si, mio padre sta male!-

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Capitolo 2
*** Sospiri ***


-Cosa vuol dire che sta male?- domando preoccupata. Grace mi trascina in camera sua, non bado molto allo sfarzo della casa, ma ammiro molto l’attenzione ai dettagli.
-ecco tieni.- mi mostra una busta, con il timbro dell’ospedale.
-che cos’è?- domando sedendomi affianco a lei.
-tu leggi-mi ordina voltandosi dall’altro lato.
Apro con cautela la lettera per non rovinarla e leggo attentamente.
Grace invece non riesce a stare ferma e fa su e giù per la camera.
-Grace- dico infine.
-lo sapevo, sta per morire non è così?- mi domanda singhiozzando.
-ma hai almeno letto fino in fondo?-
-perché è ancora peggio?-
-Grace tuo padre sta bene, ha avuto solo i risultati della biopsia. Due mesi fa ha scoperto di avere un Glioma Benigno, i medici hanno ritenuto opportuno rimuoverlo e ora sono arrivati i risultati. Sta bene.-
-Cosa? Ma quando è successo?-
-beh stando alle date si è operato il 22 luglio.-
-Mi aveva detto che era un viaggio di affari e che portava con se la mamma.-
-beh Grace forse non ti hanno detto nulla per non farti preoccupare, ma dove l’hai trovata?-
-ero entrata nel suo studio per prendere delle spille , e l’ho trovata nel suo cassetto.-
-forse dovresti parlarne con lui, insomma ora che sai che sta bene.-
-oh Mara, ero così preoccupata, fammela rileggere.- mi strappa la lettera di mano e singhiozzando arriva fino alla fine.
-sono così sollevata , non so che farei senza di lui.-
-già, che bello- fingo allegria.
-ho detto qualcosa di sbagliato?-
-No, ma credo che tornerò a casa.- prendo la mia borsa.
-ma sei appena arrivata!Dai resta, ti voglio presentare i miei genitori.-
-magari un altro giorno, devo proprio andare.-
Faccio le scale due alla volta e parto subito con la mia macchina verso casa.Controllo l’ora, sono appena le 22:00. La luce in cucina è ancora accesa.
-sei già di ritorno tesoro?- Papà si precipita all’ingresso.
-si papà, c’era troppa gente, e poi non volevo rientrare troppo tardi.-
-va bene tesoro, io vado a dormire.- mi bacia goffamente la guancia e sale al piano di sopra.
Mi accomodo in cucina e comincio a mangiucchiare gli avanzi del pranzo di mio padre.
-Mara-
Mi giro di scatto, ma non c’è nessuno.
-papà mi hai chiamato?- domando allarmata.
-no tesoro, buonanotte- sento la porta della sua camera chiudersi.
Mi infilo il pigiama e vado a letto anche io, chiudo bene le finestre e prendo il cellulare, ho un messaggio in segreteria telefonica , lo ascolto.
-Ehi straniera, come è andato il tuo primo giorno di scuola? Come stai? Mi manchi da morire, non vedo l’ora di rivederti. Baci Beth.-
Controllo l’ora, sono le 22:30,a Santa Barbara saranno appena le 19:30. Decido di chiamarla.
-Mara? Sei tu?-
-Beth, scusami tanto avrei dovuto chiamarti prima. Sto bene,il primo giorno è andato, a te come va?-
-Malissimo, mi manchi da morire.-
-tesoro lo sai che io sarei rimasta solo per te, ma dovevo andarmene.-
-lo so Mara e ti capisco, ma senza di te e.., non è facile nemmeno per me.-
-scusami.-
-io devo cenare, scrivimi domani intesi?  Buonanotte.-
-buonanotte Beth.-
Beth mi manca come l’aria, è stato troppo difficile quest’estate separarmi da lei, ma dovevo andarmene da quella città e Boston non è stata poi una scelta malvagia.
Il mattino dopo mi sveglio molto presto, così decido di preparare io la colazione.
-Ci siamo alzate presto?- mio padre mi fa letteralmente sobbalzare.
-si, volevo fare qualcosa di carino per te.-
-tesoro non è necessario, tu e la tua felicità siete la cosa più importante per me.-
La colazione a papà è piaciuta molto. Ed anche io che per tutta l’estate ho mangiato davvero poco, riesco finalmente a godermi questo pasto.
-Grazie mille Mara, ora vado a lavoro, ci vediamo stasera.-
-ciao papà, buon lavoro.-
Dopo aver rassettato la cucina mi dirigo verso la macchina, ma ancora una volta vengo disturbata da una voce che sussurra il mio nome.
Mi giro di scatto, starò davvero perdendo la testa?
-ehi ciao- il ragazzo che la sera prima mi aveva rovesciato il ponce addosso, adesso mi saluta vivacemente.
-ciao- rispondo io aprendo lo sportello.
-mi potresti dare un passaggio a scuola?-
-scusa ma come facevi a sapere dove vivo? E poi come ci sei arrivato qui?-
-beh viviamo in un piccolo quartiere e ieri sono stato maleducato con te volevo chiederti scusa, ho preso l’autobus per venire qui da te.-
-potevi chiedermi scusa anche direttamente a scuola, comunque dai sali altrimenti ritardiamo entrambi.-
-io sono Stefano, comunque.-
-Mara- ci scambiamo la mano e subito parto diretta verso scuola.
-sei italiano?-
-di origine italiane, i miei nonni erano italiani, precisamente di Caserta.-
-Caserta come la Reggia di Caserta?-
-si proprio quella, ci sono stato due o tre volte quando ero più piccolo, prima che i miei nonni morissero.-
-oh, io non sono mai uscita dall’America.-
-beh, ma vivevi in California prima, deve essere bella.-
-si bellissima.-
-ti manca un po’?-
-ogni giorno.-
Parcheggio dietro una grossa BMW e mi slaccio la cintura, controllo l’ora e noto che siamo arrivati con largo anticipo.
-allora che mi racconti di te?- i suoi occhi verdi mi scrutano nel profondo e mi sento completamente in imbarazzo.
-oh sono sicura che ti annoierei.-
Mi si avvicina e mi sposta una ciocca di capelli all’indietro.
-una così bella ragazza come te non potrebbe mai annoiarmi.-
-beh ecco io sono impegnata.-
-impegnata nel senso che sei una tipa impegnativa o che hai un ragazzo?-
-non ho proprio il ragazzo, mi sto frequentando con qualcuno.-
-qualcuno di qui o di Santa Barbara?-
-di qui.-
-lo conosco?-
-non credo, è più grande.-
-più grande tipo quattro o cinque anni o di più?-
-più grande tipo potrebbe essere mio padre.-
Stefano mi guarda inorridito.
-che cosa?-
-senti scusa ma non ti devo nessuna spiegazione, ti ho appena incontrato.-
-no lo so, ma perché? Come è successo?-
-be inizialmente pensavo fosse più piccolo, per avere 40 anni se li porta davvero bene.Ero in biblioteca e mi ha offerto un caffè, io ho accetto ed è così che è iniziata la nostra storia.-
-ha dei figli? È sposato?-
-non è più sposato ed ha due figli.-
-Mara! Ma tu hai solo 17 anni-
-Stefano come ho detto prima non sono affari tuoi.-
-come si chiama?-
-non vedo perché dovrei dirtelo..-
-dimmelo ti prego.-
-si chiama Mark, Mark Swain-
Stefano si gira di scatto verso di me.
-oh no! No, no, no,no.-
-cosa?-
-beh io mi chiamo Stefano Swain, Mark è mio padre.-
-Oddio!-
-scusami ma devo vomitare- scende di corsa dalla mia macchina e procede velocemente verso scuola.

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Capitolo 3
*** Martiri ***


Mentre osservo Stefano scappare via dalla mia macchina, mi si avvicina Grace.
-ehi ciao- sorrido debolmente.
-senti mi dispiace per ieri sera, spero che non ci siano fraintendimenti, ho capito che parlare di quell’argomento non ti abbia fatto bene, quindi ti chiedo scusa-mi dice visibilmente dispiaciuta.
-no scusami tu è che non sono pronta ancora a parlarne.-
-ed io ti capisco, ma quando vorrai io ci sarò per ascoltarti.-
Ci incamminiamo verso la scuola quando d’un tratto si ferma.
-ma come mai Stefano Swain stava scappando da te?-
-oh, ha appena scoperto che vado a letto con suo padre.-
-che cosa? Il signor Swain. Il signor perfezione Swain. Quel Swain?-
-beh non sapevo avesse tutti questi soprannomi però si, proprio lui.-
-oh mio Dio!Ti prego raccontami tutto.-
-non c’è nulla da raccontare, ci siamo conosciuti tre mesi fa in biblioteca e ci vediamo una volta a settimana a casa sua, niente di che, non è il mio ragazzo.-
-anche perché potrebbe essere tuo padre.-
-Grace!- la rimprovero.
-scusami, ma ci credo che Stefano volesse prendere le distanze da te , ha una cotta per te.-
-ma se l’ho incontrato solo ieri!-
-beh non esattamente, è tutta l’estate che cerca di parlarti, mi ha chiesto di metterci una buona parola , sai mio fratello George, il più grande, è il migliore amico di Domenico.-
-chi è Domenico?-
-oh ma non sai proprio nulla, è il fratello di Stefano, cioè lo frequenti da tre mesi e non sapevi nemmeno il nome dei figli?-
-A mia discolpa noi non parliamo molto, ci limitiamo ai fatti. Non sto facendo nulla di male, io mi diverto e anche lui.-
-beh vorrei divertirmi anche io una volta.- sbuffa Grace.
-mi vuoi far credere che tu e Tyler non avete mai..-
-lui è ossessionato dal volere aspettare il matrimonio, nonostante sappia benissimo che io non sono più vergine.-
-non è il tuo primo ragazzo?.-
-oh no! Il mio ex si chiamava John, era bellissimo e a letto una vera bomba, si è trasferito in India due anni fa e quindi ci siamo lasciati.-
-oh capisco-
-già poi ho conosciuto Tyler inizialmente pensavo volesse aspettare che la nostra relazione diventasse seria, e poi quando ero pronta a lasciarmi andare con lui mi dice che è vergine e vuole aspettare il matrimonio. Ti rendi conto?-
Durante la giornata Grace mi fa il resoconto di ogni singolo alunno, mentre io non faccio altro che pensare a Stefano e a come si senta in questo momento. Dopo scuola torno a casa per studiare e noto sul bancone della cucina una lettera indirizzata a me datata 26 Luglio 2017.
Che strano, penso, papà di solito non mi tiene nascosto nulla.
La apro e comincio a leggerla.
-Cara Mara, sono io , la mamma. Sono mesi che non ci sentiamo e che non rispondi più alle mie telefonate. Mi dispiace aver perso il nostro bellissimo rapporto, ma ho bisogno di parlarti ed ho bisogno di te. Ho provato anche a contattare tuo fratello Jack ma non ne vuole più sapere di me. Ti prego rispondi alle mie chiamate, non voglio di nuovo dover trascinare tuo padre in tribunale. Volevo dirti tante cose, ma ora sei lontana da me quindi sono costretta a scriverti. Io e Leo ci sposiamo, mi farebbe davvero piacere se i miei figli partecipassero alla cerimonia. Il matrimonio si terrà i primi di Dicembre, ti prego rispondimi Mara. Con affetto, la mamma.-
Termino di leggere la lettera con le lacrime agli occhi, meno male che ho studiato prima altrimenti non sarei stata capace di concentrarmi. Prendo la lettera e la getto nel camino. Proprio in quel momento entra mio padre in casa.
-ehi Mara cosa succede?-
-perché non me lo hai detto?-
-detto cosa?-
-della lettera della tua ex moglie.-
-Mara volevo dartela stasera, io non l’ho letta, mi dispiace che tu l’abbia scoperto in questo modo. Ma volevo prima farti ambientare ,non volevo turbarti. Tua madre mi ha chiamato tantissime volte ma io non ti ho mai detto nulla perché sapevo che neanche tu volevi parlarle.-
-hai fatto bene.-
-cosa?-
-ero sincera lo scorso anno quando dicevo di non volerla più vedere e né sentire e ho goduto quando il giudice ha affidato la custodia solo e soltanto a te.-
-Mara non dire così è pur sempre tua madre.-
-lo sai che si risposa?-
-cosa?-
-si nella lettera invita me e Jack al matrimonio, a Dicembre.-
-tesoro ognuno affronta il dolore a modo suo, tua madre mi sembra felice con Leo.-
-lei era felice anche con te papà, dopo tutto quello che abbiamo dovuto sopportare poteva evitare di risposarsi, non ha un cuore quella donna, come hai fatto a sposartela!- urlo disperata.
-Mara, calmati tesoro, non sei costretta ad andarci.-
-ci mancherebbe!.-
-però vorrei che tu ci riflettessi, tu e anche Jack, nemmeno lui risponde a tua madre e capisco che voi state soffrendo come sono sicuro che lo stia facendo anche tua madre, ma se il nostro matrimonio è finito la colpa non è solo sua.-
-non giustificarla! Non dopo quello che ha fatto. John era appena morto papà, mio fratello era morto e lei già stava con un altro.-
-va bene, come vuoi la decisione è solo tua.-
-bene! Io esco.-
-dove vai?-
-mi vedo con Grace non aspettarmi alzato.-bacio frettolosamente la guancia di mio padre e prendo la mia auto.
Non vado da Grace ma da Mark, ho bisogno di parlargli e di vederlo.
-Ehi , non ti aspettavo oggi.- mi dice sulla soglia della porta.
-sei impegnato?- domando.
-no accomodati.-
Posso la giacca sul divano e mi dirigo in camera da letto.
-perché non mi hai detto che tuo figlio aveva la mia età?-
-lo hai conosciuto vero?-
-si,ha scoperto che ci frequentiamo.-
Mark non batte ciglio.
-Mara noi non stiamo commettendo nessun crimine, la mia ex moglie si è risposata ed ha avuto un’altra figlia a solo due anni dal nostro divorzio. Io non mi sono risposato e non ho intenzione di sposarti, scusami se sono così diretto.-
-neanche io voglio sposarti.-
-bene, ci stiamo solo divertendo, ma se tu non vuoi più per me va bene.-
-ok- dico levandomi la maglia.
Mark mi sorride e mi bacia. Fare l’amore con lui mi rilassa, mi fa sentire bene e viva. Sentirlo dentro di me poi mi fa sentire padrona del mio e del suo corpo.
-sei fantastica- dice accarezzandomi tutto il corpo.
-vuoi cenare qui?- mi domanda rivestendosi.
-no grazie devo proprio andare.- dico prendendo la giacca. Apro la porta e mi trovo Stefano davanti.
-non ci posso credere! Papà davvero?-
-Stefano, aspetta posso spiegarti.-
-non c’è nulla da spiegare! E tu Mara, stamattina ti ho detto che era una pessima idea e ora guardati qua! – non mi da il tempo di controbattere che scappa via in bici.
-si calmerà non preoccuparti- mi dice Mark salutandomi.
Quando rientro a casa, le luci di casa sono spente ma trovo Stefano seduto sugli scalini di casa mia.
-ciao – dico sedendomi vicino a lui.
-Mara ma perché?-
-senti Stefano io e tuo padre non abbiamo una relazione.-
-no certo, andate solo a letto insieme.-
-esatto-
-ma tu hai 17 anni dovresti desiderare molto di più-
-io quel di più l’ho avuto, ma non è andata bene.-
-solo perché hai sofferto una volta non vuol dire che soffrirai sempre.-
-no questo è vero, ma per il momento non me la sento di avere delle relazioni.-
-questo lo posso accettare, ma non con mio padre.-
-se ti fa stare tanto male, posso anche non rivederlo più-
-sul serio?-
-sul serio.-
-grazie – dice alzandosi e corre via in bici.
Mark ed io stiamo bene insieme , ma non posso davvero più continuare con lui, siamo stati bene, ci siamo divertiti, ma adesso è arrivato il momento di chiudere questa relazione. Entro in casa facendo il minimo rumore, quando entro in camera mia, la trovo già occupata da due uomini, faccio per urlare quando entro in una nuova dimensione, o almeno credo.

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