Vault undefined

di Quebec
(/viewuser.php?uid=1012301)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I predoni ***
Capitolo 2: *** Demoni ***
Capitolo 3: *** Attimi ***
Capitolo 4: *** Noah ***
Capitolo 5: *** L'arrivo ***
Capitolo 6: *** Rivendico ***
Capitolo 7: *** Chi sono quelli? ***
Capitolo 8: *** Ghoul feroci ***



Capitolo 1
*** I predoni ***


Quello fu il mio ultimo lavoro. Scortare una carovana fino a New Vegas. Nulla di così complicato, se non fosse per qualche predone con troppi Psycho nel sangue.
Era la solita giornata lavorativa. La paga era decente, ma non così allentante da rischiare la pellaccia. Avevo bisogno di Tappi. Per questo lo facevo.
Il carovaniere era un certo Jimmy Akles. Un uomo di corporatura esile, ma con una folta barba. Non era il tipo sveglio, ma sapeva come fare i tappi.
Lavoravo per lui da qualche mese, mi trovavo bene e non rompeva troppo il cazzo. Non amo parlare e nemmeno lui.
Assieme a me lavoravano altre due uomini, ma questi non rimanevo a lungo con noi. C'è chi moriva, chi fuggiva nelle sparatorie, chi cambiava idea all'improvviso.
Insomma, non erano veri e propri mercenari. 

Era mattina, mi ero appena svegliato nel mio sacco a pelo. Quando Jason, il ragazzo nuovo che faceva la guardia quella notte, gridò "Predoni in vista"
Presi il mio revolver e mi alzai di scatto, altrettanto fece Jimmy impugnando un fucile caravan.
Jason aveva un fucile d'assalto, mentre l'altro mercenario di nome Erik, prese una .9mm.
Era tutti e due inesperti e quindi mi toccava far ancor più attenzione. Non sapevo quanti fossero i predoni.
In lontananza vidi sbucare un predone che impugnava un machete. Arrivò alla carica seguita da altri otto sbandati armati di varie armi bianche.
Aprimmò il fuoco e ne uccidemmo tre, ma i restanti predoni ci raggiunsero e si scagliarono contro Jason, facendolo a pezzi. 
Continuai a sparare, spappolando la testa a un predone, mentre Jimmy ne gambizzò un altro.
Erik scappo via, ma fu raggiunto dai due predoni che gli mozzarono la testa.
Io e Jimmy ci mettemmo di fianco e uccidemmo gli ultimi tre sbandati rimasti.
Avevamo perso due uomini, ma era inevitabile. Senza addestramento, non campi a lungo. 
Il mojave non perdona. Basta un errore e sei morto.

Seppellimo James ed Erik vicino a un roccia. Preparammo gli zaini e caricammo il carico sui bramini.
Ora eravamo solo noi due a proteggere il carico e questo ci rendeva prede molto allentanti.
Partimmo verso New vegas. Durante il tragitto il sole si era elevato alto in cielo. Dovevano essere le 12.
Camminammo tra la desolazione e le rocce del mojave, seguendo una strada scassata.
Jimmy pareva piuttosto teso, anche io lo ero, ma non potevo permettermelo.
"Tutto bene?" Chiesi 
"Tutto okay, perchè?" Rispose Jimmy, sforzandosi di sorridere.
"Ti vedo teso"
"No, sto benissimo" Jimmy fece l'occhiolino
Sapevo che non stava per niente bene, ma non insistetti.

Dopo venti di minuti arrivammo vicino a un edificio abbandonato. Tre carcasse di auto erano fuori da esso. 
Il luogo sembrava tranquilla, forse anche fin troppo. Jimmy si fermò di colpo.
"Non mi piace questa tranquillità. Troppo silenzio" esordì bloccandomi con il braccio per non farmi camminare.
In effetti aveva ragione. Questi luoghi erano insediamenti adatti per i predoni.
"Cambiamo strada?" Domandai
"No, non possiamo" Disse Jimmy "Il carico deve essere consegnato tra sei ore"
"Che vuoi fare allora?"
"Ispezioniamo l'area, ma stai attento" Disse Jimmy allontanandosi verso la mia destra con il fucile caravan imbracciato, seguito dal bramino.

Estrassi la mia revolver e mi diressi lentamente verso l'entrata principale dell'edificio, mentre Jimmy si era diretto verso l'uscita secondaria.
L'Edificio era grande e doveva essere lungo un 150 metri. Delle piante arrampicati si innalzavano lungo le pareti piene di crepe.
Le finestre erano sbarrate con della assi di legno.
Arrivai vicino all'entrata ed aprì la porta. L'ingresso sembrava tutto calmo.
Davanti a me, sopra un tavolo, un computer funzionante.
Mi avvicinai e controllai cosa contenesse.
C'era un file di nome "Carl ricordati della roba". Ci cliccai e lo lessi.
"Abbiamo stretto un accordo con una gang chiamata Powder ganger. Pare siano degli ex galeotti fuggiti dalla prigione dell'RNC.
Ma tanto che importa chi sono, basta che abbiano i tappi per pagarci. Ho nascosto nella stanzetta che sai tu una partita di MedX.
Devi consegnarla a un certo Rodrigo Berus. Fa parte dei Powder Ganger. Deve darti 800 tappi, se fa storie, non dargli un cazzo, capito?!
Portati qualche guardaspalla. L'affare è delicato.
PS. Non fare cazzate ho giuro che stavolta ti faccia saltare la testa!"

A quanto pare questo edificio è controllato dai predoni. Jimmy aveva ragione.
Lasciai il computer e mi diressi verso la stanza alla mia sinistra, aprendo la porta delicatamente.
All'interno c'erano due predoni seduti attorno a un tavolo intenti a giocare a Caravan.
Uno dei due era molto incazzato e insultava l'altro.
Non potevo far rumore. Non potevo ucciderli. Se l'avessi fatto avrei messo in pericolo Jimmy.
Mi accovacciai verso l'angolo della stanza, vicino a una scrivania malridotta e ascoltai i due predoni parlare.
"E' tutta colpa di Fox" Disse il predone con la cresta "Quel coglione crede di poter fare il colpo della vita"
"Di che cazzo parli?" Rispose il predone calvo
"Non l'hai saputo? Quel bastardo vuole assaltare una carovana dell'RNC"
"Allora si che è un coglione"
"Ma l'ho detto pure io: Non puoi derubare l'RNC, non hai mezzi per farlo"
"Perchè? Che mezzi servono secondo te?"
"Beh... robe pesanti"
"Quindi?"
"Ma non rompermi il cazzo e gioca!" Disse il predone con la cresta, buttando con violenza una carta da gioco sul tavolo.

All'improvviso uno sparo, seguiti da altri. I predoni si alzarono subito in piedi estraendo delle .9mm, non capendo che stesse succedendo.
Questa era il momento giusto per farli fuori. Mirai alla testa dei due predoni e sparai. Le loro cervella finirono sulle pareti.
Capii fin da subito che era stato Jimmy a sparare i primi colpi. Forse era morto o forse era ancora vivo. Dovevo scoprirlo.
Raggiunsi velocemente la porta davanti a me e la sfondai con un calcio. Nella stanza c'erano tre predoni che mi davano le spalle.
Forse stavano cercando Jimmy. Non persi tempo e sparai ai primi due alla mia sinistra. Al primo gli feci saltare la testa, al secondo gli sparai in gola.
Il terzo si volse verso di me, ma ancor prima che potesse sparare, Jimmy, saltò fuori da dietro uno scaffale e gli ficcò un pallottola in petto.
Ci guardammo negli occhi e capimmo che dovevamo svignarcela in fretta.
"Ho lasciato il bramino dietro l'edificio" Disse Jimmy, mentre di soppiatto stavamo uscendo dall'edificio "Credo sia ancora lì"
"Lo spero tanto, sennò addio tappi"
"Ora pensa a rimanere vivo"

Non sapevamo quanti predoni ci fossero dentro l'edificio, ma non ci importava. Dovevamo fuggire alla svelta.
Uscimmo dalla porta secondaria e seguii Jimmy. Il bramino era nascosto dietro alcune rocce.
Lo raggiungemmo e partimmo alla svelta. Dietro di noi sentimmo delle grida. Erano i predoni che ci stavano cercando.
Orami c'eravamo allontanati abbastanza dall'edificio ed eravamo di nuovo al sicuro.





 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Demoni ***


Seminati i predoni prendemmo fiato. Ci sedemmo su alcune rocce per riprenderci dell'accaduto.
Il sole stava lentamente calando e dovevamo trovare un riparo per passare la notte.
Jimmy si alzò, prese del cibo e lo diede al bramino, che lo divorò tutto in un istante. Era affamato e impaurito, come dargli torto.
Aveva dovuto correre con tutto quel peso sul dorso ed era giusto che ora riposasse un po.
Jimmy si avvicinò verso di me e si sedette nuovamente.
"Dovremmo trovare un posto sicuro in cui riposare" Disse, guardandosi intorno.
"Qualche idea?" Risposi
"No, ma dovremmo avere al più presto qualcuna"

Dopo un po partimmo nuovamente verso New Vegas. Nel tragitto non incontrammo nessun problema. Il bramino si era ripreso e andava avanti tranquillo.
Jimmy era sempre preoccupato. Il lavoro era stato affidato a lui, se per qualche motivo la carovana non fossero arrivata a destinazione, ne avrebbe pagato le conseguenze.
Non so per chi lavorasse, ma credo che centrasse qualche pezzo grosso di New Vegas. Forse il Signor House? Mmmh, non credo, ma ogni ipotesi era plausibile.
A me non importava per chi lavorasse. L'importante che avesse i tappi per pagarmi.
In lontananza avvistammo un edificio crollato. Era di piccole dimensioni e la parte destra si reggeva ancora in piedi.
Due carcasse di auto erano vicino l'ingresso principale. Avvicinandoci, notammo due scheletri vicino alle due macchine.
Il luogo sembrava tranquillo e non c'era traccia di anima viva.
Entrammo nel edificio e ci sistemammo in una stanza ancora non crollata. Jimmy parcheggiò il bramino vicino alla finestra sbarrata con della assi di legno marce.
Mentre io sistemai la roba verso il muro, lontano dalla porta.
Poco dopo accedemmo un piccolo fuocherello da campo, mentre la luce del sole lentamente andava via.
Iniziammo a sentire delle grida di Gecki in lontananza, ma finche si udivano così, non c'era pericolo.
Mangiammo alcuni cibi in scatola riscaldati su una padella.
"Certo che sta roba fa proprio schifo" disse Jimmy, mentre inghiottiva a fatica.
"Io ci sono abituato" risposi
"Beh io ho il palato fine"
"Di questi tempi è un lusso"
"Un lusso che qualche volta mi posso permettere"
"Sei tu l'uomo ricco"
"Ahahah questa è bella" Concluse Jimmy dandomi una pacca sulla spalla.
Una volta finito di cenare, posizionammo delle trappole vicino agli ingressi. Delle granate legate con del filo.
Poco dopo andammo a dormire.

L'indomani fummo svegliati da degli spari. Qualcuno o più di qualcuno sparava fuori dall'edificio.
Mi alzai di scatto e impugnai la mia revolver, altrettanto fece Jimmy con il suo fucile da Caravan.
Mi affacciai alla finestra, spiando attraverso le assi di legno, nel mentre Jimmy disinnescava le trappole.
Vidi alcuni mercenari sparare verso dei predoni, ma poco dopo mi accorsi che non erano i predoni, ma Demoni.
Sparavano con fucili d'assalto e mitragliette. Sembravano ben armati e questo mi fece capire che erano un attacco premeditato.
Forse i Mercenari stavano trasportando qualcosa che loro volevano.
Quando Jimmy ebbe finito di disinnescare le trappole, corse verso di me.
"Cosa vedi?" Domandò ansioso.
"I Demoni stanno attaccando dei mercenari" risposi, nel mentre alcuni demoni cadevano a terra.
"Spostati. Fammi vedere" aggiunse lui, spostandomi con il braccio dalla finestra per vedere.
"Merda!" disse Jimmy "Sembra un attacco serio"
"Aspettiamo che finisca lo scontro. Poi partiamo"
"E' troppo pericoloso. Potrebbero entrare in questo edificio per recuperare le forze"
"Allora attendiamoli"
"Ho disinnescato le trappole. Non abbiamo un vantaggio tattico"
"Abbiamo un ottima mira però"
"Loro sono molti"
"Fra poco saranno di meno. Vedremo chi vincerà tra loro"

Lo scontro continuò. I mercenari sfruttarono diverse coperture, spostandosi da roccia in roccia. I demoni invece, mal addestrati e sotto effetto di droghe ebbero la peggio.
Furono crivellati di proiettili e finirono per soccombere. I mercenari ebbero la meglio. 
Saccheggiarono i cadaveri e si misero nuovamente in marcia, lasciando i corpi dei demoni sulla strada.
Ancora non mi era chiaro del perché i Demoni avevano attaccato i mercenari. Non trasportavano nulla. Forse gli avevano attaccati per vendetta?
Intanto Jimmy era andato nella stanza a caricare il carico sul bramino e mi veniva incontro.
"Chi ha vinto?" disse lui preoccupato.
"I mercenari" risposi
"Stanno venendo qui?"
"No. Hanno saccheggiato i cadaveri e sono andati via"
"Grazie al cielo. Ora è meglio andare"

Lasciammo l'edificio accertandoci che nessuno ci seguisse, poi ci mettemmo in cammino.
La strada era ancora lunga e le insidie erano sempre in agguato. Speravamo nella dea bendata, almeno per questo viaggio.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Attimi ***



Dopo aver percorso un chilometro circa. Arrivammo vicino a una casupola fatta con dei materiali in ferro. Vicino all'ingresso c'era un uomo seduto su una sedia in legno.
Leggeva un libro prebellico. Aveva la carnagione scura, capelli castano scuro e una barba incolta. Doveva avere all'incirca quarantanni. Indossava una tuta della zona contaminata.
Quando ci vide arrivare, posò il libro sulla sedia e si alzò. Non era molto contento di vederci. Forse non era abituato a faccie nuove.
"Vi posso aiutare?" Disse l'uomo sospettoso.
"Stiamo proseguendo verso New Vegas" rispose Jimmy "Avete del acqua pura?"
"Per chi mi avete preso? per un mercante?" tagliò corto l'uomo.
"No, chiedevamo se..."
"Beh, mi dispiace deluderti, ma non ho nulla"
"Okay, andiamo via"
Mentre ci stavamo allontanando, l'uomo grido "Aspettate un secondo" noi ci voltammo.
"Non potete proseguire per di là"
"Perchè non possiamo?" domandò Jimmy, aggrotando le sopracciglia.
"Ci sono i DeathClaw" aggiunse l'uomo spaventato "quella zona è piena zeppa di quelle creature. Non potete andare lì. Morirete!"
"Pensavo fossero solo storie" dissi, serrando gli occhi "storie inventate per spaventare la gente"
"Non sono storie" rispose l'uomo "quella zona è infestata. Nessuno ci mette piede da mesi"
"Come fa l'RNC a spostarsi nella zona se la strada è diventato pericolosa?" Domandò Jimmy, guardando la strada davanti a se.
"Usano percorsi alternativi" rispose l'uomo "Non vedo un soldato RNC da molti mesi"
"Se l'RNC non usa queste strade allora c'è davvero un problema" dissi.
"E' quello che vi ho appena detto" aggiunse l'uomo.
 
L'uomo si riferiva alle miniera dopo Sloan. Alcuni parlavano addirittura di un covo di Deathclaw. Se già fosse difficile ucciderne uno, figuriamoci un intero covo.
"Vi conviene tornare indietro" disse l'uomo "proseguite per un altra strada"
"No, noi proseguiremo per di qua" rispose Jimmy.
"Sei fuori?" sottolineò l'uomo "Non riuscirete mai ad arrivare vivi a New Vegas. I deathclaw vi faranno a pezzi"
"Non mi spaventa qualche deathclaw"
"Io vi ho avvisato" tagliò corto l'uomo, tornando a sedere con il libro in mano "Quel bramino attirerà di certo la loro attenzione"
"Smettila di preoccuparti per noi" rispose Jimmy irritato "Sappiamo quello che facciamo"
"Lo spero per voi" l'uomo tornò a leggere.

Io guardai Jimmy. Pareva più tosto preoccupato, ma sapevo perché voleva intraprendere quella strada. Se avessimo fatto il giro, saremmo giunti in ritardo a destinazione.
Jimmy non poteva permetterselo. La gente per cui lavorava non l'avrebbero perdonato.
Proseguimmo dritto, mentre l'uomo ci guardò allontanarci.
Arrivamò vicino a una grossa roccia. Su di esso dei grossi graffi.
"Sembrano artigli" dissi "forse è opera di un Deathclaw"
"Teniamo gli occhi aperti" rispose Jimmy guardandosi attorno.
"Dobbiamo stare attento al bramino. Il suo odore potrebbe attirare i Deatclaw"
"Lo so, facciamo attenzione"

Proseguimmo per qualche metro, fin quando sentimmo un grido. Deathclaw. Forse avevano individuato la nostra posizione.
Il bramino si innervosì e iniziò a lamentarsi. Brutto segno. Jimmy lo controllava a fatica.
Cercammo di aumentare il passo per passare quel tratto di strada il più velocemente possibile.
Ed ecco spuntare fuori da lontano un grosso Deathclaw. Ci vide ed emanò un forte grido. Dopo un po ci venne addosso con tutta la sua furia.
Il bramino cercò di fuggire, ma venne raggiunto dal Deathclaw che lo ridussi in brandelli. Non avevamo nemmeno fatto in tempo a sparare.
Il Deathclaw era così veloce e agile. Jimmy cercò di mozzargli le gambe, ma non ci riusci. Il Deathclaw feci a pezzi anche lui.
Io scappai a gambe elevate. Il lavoro era andato a puttane. Jimmy era morto ed io ero ad un passo. Non potevo far più nulla per lui.
Corsi il più velocemente possibile, cercando di seminare il Deathclaw tra le rocce. Sentivo la sua presenza dietro di me. Mi inseguiva, nè ero sicuro.
Non so per quanto tempo corsi, ma dopo un po la resistenza venne meno e mi fermai sotto una roccia.
Non sentivo più nulla. Solo i rumori della natura. Ascoltai in silenzio per un po, ma niente. Sapevo che i Deathclaw erano silenziosi,
Di conseguenza poteva essere a pochi metri da me. In attesa di un mio passo falso.
Decisi di rimanere nascosto per una mezz'oretta. Dopo un po uscì lentamente dalla roccia e cercai di guardarmi attorno.
Non c'era nessuno. Solo un deserto sconfinato fatto da innumerevoli sassi e piante desertiche.
Ora che Jimmy era morto, la missione era fottuta. Niente tappi. Poi pensai: posso tornare indietro e rubare il carico?
Ma dopo un po lasciai perdere, era troppo pericoloso. Non avevo intenzioni di rischiare la mia pellaccia per qualche oggetto.
Ad esser sincero, anche se Jimmy era morto, non m'importava più di tanto. Nel mio lavoro legarsi alle persone è controproducente.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Noah ***


Mi allontanai, vagando per un po nel deserto, finchè non incontrai uno strano tizio. Era di carnagione chiara, capelli neri sistemati e un abito della zona contaminata.
Non mi sembrava il solito tizio pezzente, anzi, tutt'altro. L'uomo si avvicinò a me, guardandosi attorno.
"Ehi tu!" disse questo "vieni da Sloan?"
"Non proprio" risposi, scrutandolo da capo a piede "Perchè me lo chiedi?"
"Semplice curiosità. Non ci sono molte persone che vengono da quelle parti, ma tu invece si"
"E con questo che vuoi dire?"
"Niente. Ero solamente curioso" l'uomo sembrava un po in imbarazzo.
"Tu che ci fai da queste parti?" lo chiesi sopratutto perchè mi sembrava un tizio da città.
"Beh sono qui per lavoro" disse abbassando gli occhi "Sto cercando qualcosa di molto importante"
"Dimmi di più"
"Non è una cosa che posso raccontare a tutti"
"Non ti fidi di me?"
"Non ti conosco" rispose sbuffando "come tu non conosci me"
"Vero. Ma sei stato tu a fermarmi. Vorrà dire qualcosa, non credi?"
"Okay. Hai ragione. Mi sembri un tipo tosto. Uno che sà come maneggiare le armi"
"Da come l'hai capito?"
"Osservo" rispose con un lieve sorriso "L'ho capito fin da subito che sei un mercenario"
"E quindi?"
"Credo che tu faccia al caso mio"
Rimasi un po in silenzio. Non capivo dove volesse arrivare l'uomo. Sapeva in cuor mio che quel tizio aveva qualcosa di strano.
"Ti serve un guardaspalla?"
"Esatto" sorrise questo "Sto cercando un uomo capace di difendermi"
"Difenderti da cosa?"
"Beh è complicato da spiegare" disse l'uomo assumendo in aria seria "Sto cercando un Vault. Un Vault di cui non si conosce quasi nulla"
"Un vault?" risposi ridendo "Vuoi proprio complicarti la vita? Lo sai che sono posti molto pericolosi"
"So cosa sono" aggiunse questo guardandomi dritto negli occhi "Questo Vault è diverso. Non è mai stato visitato da nessuno"
"Allora dimmi di più"
"No. Devo essere sicuro che tu verrai con me. Solo allora ti dirò tutto"
"Sei hai tappi, allora conta su di me"
"Non hai specificato quanti?"
"Dammi 500 tappi e sono al tuo servizio"
"Okay. Ti do un anticipo di 150 tappi" l'uomo prese dalla tasca un sacchetto pieno di tappi e me lo diede.
"Il resto del pagamento quando?"
"Appena arriviamo al mio rifugio, ti do il resto"
"Quanto dista da qui?"
"Non è molto lontano" rispose l'uomo "Ma non preoccuparti. Non voglio fotterti"
"Lo spero per te" dissi fidandomi della sua parola "Dimmi di più su questo Vault?"
"Non è meglio che ti racconti tutto davanti a una bella bottiglia di Nuka Cola?"
"Fammi strada"

Seguii l'uomo prendendo una stradina sterrata. Dopo un po arrrivammo vicino a una casetta fatta di ferro e legno. Si trovava sotto un grande masso.
Il tutto era circondato da un recinto di pietra. Una volta dentro, mi sedetti vicino a un tavolo. L'uomo prese due Nuka cola dal frigorifero e me ne diede una.
La stappai e feci un grande sorso per la sete. La voglia di sentire il gusto che avevo quasi dimenticato della Nuka cola, mi spinse a berla quasi tutta d'un colpo. 
"Avevi una gran sete" sottolineò l'uomo ridendo.
"Non bevevo una Nuka Cola da un anno, se non più"
Il fatto che mi aveva offerto una Nuka cola mi stranii parecchio. Non era facile trovare nel Mojave una bibita simile, anzi, molte persone uccidevano anche per un solo sorso.
Invece questo tizio me ne aveva data una intera. Forse c'era qualcosa sotto, ma per ora non riuscivo a fare altro che bere questa bellezza.

"Mentre tu bevi, posso raccontarti i dettagli della missione. Partiro dal principio" aggiunse l'uomo.
"Mi chiamo Noah. Sono un commerciante e uomo d'affari. Lavoro con i pezzi grossi della strip. Rifornisco New Vegas di ogni genere di prodotti.
Ho costruito il mio impero economico sulla Nuka cola. Ora sai perché te ne ho data una. Io posso averne quante ne voglio.
Ho sempre avuto fiducia nella mie capacità ed ho sfruttato la mia intelligenza per ricreare la Nuka Cola"
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Quest'uomo era l'unico al mondo a produrre Nuka cola e viveva in una baracca come questa?
Non so, ma non riuscivo a fidarmi in pieno delle sue parola,.però la Nuka cola che stavo bevendo mi faceva dubitare ancor di più.
"Perchè vivi un buco come questo?" Dissi "Perché non vivi nella Strip come tutti gli altri pezzi grossi?"
"Ho un attico nella strip" rispose Noah "Ma non ho mai dimenticato le miei umili origini. Per questo gironzolo per il Mojave vestito da pezzente"
"O sei pazzo oppure dici puttante" tagliai corto.
"Preferisco passare per pazzo" sorrise Noah "Sono molto ricco e voglio diventare ancor più ricco. Per questo voglio trovare quel Vault"
"Cosa speri di trovare là dentro?"
"Robe che nel Mojave scarseggiano" Noah stappò la sua Nuka cola e fece un sorso "Posso farti diventare molto ricco se mi aiuti"
Il pensiero di navigare nei tappi, non mi disgustava affatto, ma non conoscevo questo tizio. Non mi fidavo molto delle sue parole, ma era un rischio che potevo correre.
"Chi mi dice che non stai dicendo puttanate?" dissi
"La Nuka cola che stai bevendo è una prova" rispose Noah "Devi fidarti della mia parola"
"Okay. Ma se scopro che stai dicendo una marea di cazzate, ti ammazzo per avermi fatto perdere tempo"
"Tranquillo" sorrise Noah "Il tuo tempo verrà ben ripagato. Ah, dimenticavo..." l'uomo si alzò dalla sedie, aprì un tiretto e buttò sul tavolo una sacca piena di tappi.
"I restanti tappi del tuo ingaggio" sottolineò Noah.
Afferrai il sacchetto e contai i tappi. C'erano tutti. Forse stavo facendo male a dubitare delle sue parole.
"Ora almeno ho un po della tua fiducia?" Chiese Noah.
"Ora hai il mio tempo" dissi sorridendo.
"Perfetto" rispose Noah "Ti dirò quello che devi sapere sul Vault" l'uomo si sedette nuovamente e fece un altro sorso dalla Nuka Cola, poi disse.
"Non so molto su questo Vaut, ma dai documenti che ho trovato, pare che non sia mai stato completato. Prima che scoppiasse la grande guerra, i costruttori, sono stati tutti schiacciati da una frana.
Ma alcuni fonti nascoste dalla Vault-Tec, dicono addirittura che gli operai sono rimasti intrappolati all'interno del Vault, in una tre stanze crollate.
Io non so quale sia la verità, perché nessuno ha mai scoperto la posizione di questo Vault. Ma intendo essere il primo a scoprirlo e mettere le mani su tutto ciò che si trova all'interno"
"Qual'era lo scopo del Vault?" Chiese confuso.
"Credo che il Vault fosse stato costruito per sperimentare l'effetto delle radiazioni mutageni sugli uomini. Tramite il condotto d'areazione gli scienziati mettevano in circolazione basse quantità
di radiazioni per testare gli effetti sulle persone. L'improvviso incidente avvenuto nel Vault, nella fase di costruzione, costrinse la Vault-Tec ad abbandonare il progetto assieme al Vault. 
La Vault-Tec seppellì il fatto al governo e nessuno seppe mai nulla"
"Se è incompleto cosa speri di trovarci? pietre?" dissi ridendo.
"Ti sbagli" rispose Noah "I settori superiori del Vault furono riempiti di tutto: acqua, cibo, medicine, vestiti e armi. Quando successe il disastro, la Vaul-Tec sigillò il Vault e lasciò tutto com'era"
"Se è il Vault è disabitato. A che ti servo io?"
"Per protezione. Non so cosa ci sia là dentro e non voglio entrarci da solo. Meglio prevenire che curare"
Questo Vault era un mistero per me. Non ne avevo mai sentito parlare. Conoscevo i soliti Vault che tutti conoscono nel Mojave, ma questo, questo mi era nuovo.
Noah non sapevo nemmeno se questo posto esistesse. Si atteneva a documenti trovati chissà dove, ma se aveva i tappi, allora avevo il mio tempo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** L'arrivo ***


Dormii con un occhio aperto. Non mi fidavo tanto di Noah, ma sembrava un tipo apposto.
Dopo tutto, io non mi fido nemmeno di me stesso.

qualcuno bussò alla porta. 
"Sono io, Gordon" disse la voce provenire dietro la porta "Apri la porta"
Noah si alzò dal suo letto, si diresse verso la sua porta e l'aprì.
Un uomo sulla trentina. Capelli neri tirati indietro e rasati di lato. Barba incolta. Indossava un armatura di metallo.
"Allora, quando andiamo al Vault?" chiese Gordon contento.
"Calma, calma" rispose Noha assonato "prima fammi fare colazione, dannazione"
Noah si diresse verso il frigo, nel mentre Gordon chiuse la porta dietro di se. Non appena si volse verso la sua sinistra, mi vide.
"Chi cazzo è lui?!" si mise la mano sulla fondina della 9mm.
"Ma vuoi stare calmo?" esclamò Noah, prendendo del cibo in scatola dal frigo "Lui è... beh lui è l'uomo che ci coprirà le spalle"
"Non ci serve nessun mercenario" disse Gordon, scrutandomi "Non mi fido di questi tizi"
"Tranquillo, di lui ti puoi fidare"
"Non mi fido un cazzo"
"Okay, fai come vuoi" Noah si volse verso Gordon "Ma non rompere il cazzo, okay?"
Gordon rimase in silenzio.

Noah aprì il cibo in scatola e mangio il contenuto con le mani, nel mentre Gordon si sedette su una sedia.
Non mi staccava gli occhi di dosso nemmeno per un secondo. Non gli piacevo per niente. Beh... nemmeno lui a me.
Dopo un po Noah prese la parola.
"Che si dice dalle tue parti?" 
"Solite cose" rispose Gordon "I predoni attaccano le carovane dei signor Roberson e lui non fa un cazzo ovviamente"
"Come ovviamente?" chiese Noah perplesso.
"Non puo fare nulla. I mercenari, per una qualche ragione, non vogliono lavorare per lui. Quindi, si ritrova a corto di uomini"
"Ha sempre avuto un carattere di merda, ma non pensavo che gli avrebbe creato problemi"
"Già" rispose Gordon "Primo o poi si ritroverà senza nemmeno un tappo, se continua così"
"Però ha sempre la sua fattoria. Non credo rimarrà con il culo per terra"
"Per come stanno andando le cose, credo proprio di si. Primo o poi si ritroverà la fattoria invasa dai predoni. E' solo questione di tempo"

Nel mentre parlavano, io prese della carne di bramino dal mio zaino e la mangiai. Non mangiavo da un bel po. 
Non aveva un sapore buonissimo, ma almeno mettevo qualcosa sotto i denti. 

Noah preparò il suo zaino e il suo equipaggiamento. Indossava un armatura metallica e un fucile da caravan, oltre a un 10mm.
Gordon aveva legato attorno alla schiena un fucile d'assalto, oltre alla sua 9mm.
Uscimmo dal rifugio. Fuori c'era un forte sole e un leggero venticello. Ci dirigemmo verso Nord-ovest.
Dopo due chilometri incontrammo uno sbandato che camminava fatto per la strada. Era vestito di stracci e il suo sguardo sembrava perso.
Era giovane, doveva avere una ventina d'anni.
"Avete qualche tappo?" chiese questo con voce strana, mettendosi in ginocchio.
Gordon estrasse la 9mm e gli sparò dritto in fronte a sangue freddo.
Rimasi scioccato. Non tanto per la morte di quel ragazzo, ma da come l'aveva sparato, così, senza pensarci due volte.
"Sono peggio degli scarafaggi!" Esclamò Gordon schifato e spuntando sul cadavere.
Noah non disse nulla, ma sembrava turbato dal suo comportamento.

Dopo diversi minuti, arrivammò vicino a una piccola montagna. Davanti a noi una porta di legno ben nascosta tra le rocce.
Due scheletri o quello che ne rimaneva erano vicino alla porta.
"Seguite me" disse Gordon.
"No, tu stai fermo" rispose Noah "ci penserà il nostro amico ad andare per primo. Lo pago per questo"
"Non è un mio amico"
"Okay, ma comando io"
Gordon rimase fermo, nel mentre io avanzaii verso la porta.
L'aprii lentamente e la polvere che si era depositata su di esso, si sollevò. Facendomi tossire.
Nel mentre l'aprivo la porta produsse un leggero scricchiolio e udii qualcosa dall'altra parte.
Un grugnito, poi due e infine divenerrò più numerosi.
"Credo che ci sia qualcosa dentro" dissi a Noah.
"Okay, fa attenzione" 
Noah e Gordon impugnarono le armi, fucile da caravan e fucile d'assalto. Altrettanto feci io con la mia revolver.
Misi piedi all'interno della caverna. Vicino a una roccia c'era un animale mutante.
"E' un ratto talpa" Esclamai predendo la mira e sparando in testa al mutante.
"Ripuliamo la caverna" Ordinò Noah.

Ci mettemmo alla caccia dei ratti talpa, anche se loro fecero altrettanto, perciò non fu difficile ucciderli tutti.
Ne avevamo ammazzati una ventina, ma mancava il ratto talpa alpha. Sapevo che era nei paraggi.
Così cercammo ovunque, finché non lo vedemmo vicino alla porta del Vault di cui Noah tanto parlava.
Era proprio davanti alla porta e la fissava, dandoci le spalle.
Gordon prese la mira e sparò un colpo alla testa, ma questo non morì. Anzi, si volse verso di noi e corse verso Gordon con aria molto minacciosa.
Io, Gordon e Noah lo crivellammo di proiettili, ma il ratto talpa alpha sembrava incassare bene i colpi.
In un attimo fu addosso a Gordon e lo ferì alla gamba destra. Continuammo a sparare finché questo non si accasciò di fianco a Gordon.
"Fanculo" Gridò dal dolore Gordon "Cazzo! Mi ha quasi staccato una gamba"
"Fammi vedere" Disse Noah avvicinandosi ed esaminando la ferita di Gordon "Sembra una ferita grave"
Noah si tolse lo zaino dalle spalle, prese una borsa medica e infine curò l'arto menomato di Gordon.
"Fai piano, cazzo" Urlo Gordon, mentre cercava di non gridare.
"Ecco" Disse Noah "Ora puoi camminare, ma non sforzare la gamba"
Gordon annuì e si rialzò da terra, facendosi aiutare da Noah, che lo sollevò prendendolo per braccio.

Arrivammo vicino alla porta del Vault che era sigillata. Di fianco ad esso un pannello di controllo. 
Noah si avvicinò ad esso e inserì una specie di chiave in una fessura, poi pigiò un bottone di colore rosso.
D'improvviso si sentì un forte suono, simile a un forte getto di vapore. Poi si udirono delle sirene.
La porta di acciaio produsse uno strano scricchiolio e lentamente si aprì di lato, girando come fosse un ingranaggio meccanico.
Noah rimase a bocca aperta, lo stesso valeva per me e Gordon. 

Quando la porta di acciaio si aprì completamente, Noah si volse verso di noi.
"Voglio essere io il primo a varcare questo Vault" Disse questo, voltandosi di nuovo, varcando la porta del Vault, noi lo seguimmo poco dopo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Rivendico ***


Noah varcò l'enorme porta del Vault, guardandosi attorno. Noi lo seguimmò poco dopo.
L'ingresso del vault sembrava intatto. La polvere si era posata su tavoli, sedie e un terminale ancora attivo.
Gordon si avvicinò al computer, pigiando qualche tasto.

"Guarda, Noah" disse questo sorpreso "Ci sono alcune cartelle. Forse possiamo trovare qualcosa di utile"
Noah sorpreso, si avvicinò all'uomo, scansandolo col braccio.
Controllò il terminale, finché questo tutto d'un tratto non salto in aria.
I due indietreggiarono spaventati, senza riportare nessuna ferita.

"Cosa cazzo hai fatto?!" gridò Gordon controllandosi incredulo di non aver riportato ferite.
"Non ho fatto niente!" rispose Noah stranito "Stavo solo controllando un file, poi è esploso all'improvviso"
"Forse era programmato per saltare in aria una volta letto?!"
"Non lo so, ma sono riuscito a leggere un paio di cose"
"Cos'hai letto?" chiese Gordon curioso.
"Qualcosa su dei Ghoul. Un operazione fallita, poi è saltato in aria"
"Ghoul? Operazione fallita?" Gordon si guardò attorno perplesso "Vuoi dire che ci sono Ghoul in questo Vault?"
"Non lo so, ma da quel poco che ho letto, c'è stata un incontro ravvicinato con questi"
"Spiegati meglio, cazzo!"
"Pare che abbiano avuto uno scontro a fuoco con i Ghoul e che una squadra di operai sia stata uccisa da questi nei sotteranei"
"Merda!" imprecò Gordon "Sapevo che questo vault era infestato da qualcosa"
"Una squadra di operai?" chiesi stranito a Noah "Quindi il fatto della frana è una bugia?"
"A quanto pare si" rispose lui "La Vault-Tec ha abbandonato questo posto per colpa dei Ghoul, perlomeno credo di si, 
anche se non mi convince del tutto quello che ho letto. I Ghoul non esistevano prima delle cadute delle bombe"
"L'ho pensato anch'io" risposi dubbioso "Forse questo Vault non è quello che sembra"
"Che vuoi dire?!" chiese Gordon serio.
"Forse è stato usato per compiere degli esperimenti genetici o altro"
"Non dire cazzate" rispose Gordon "Qui ci stanno i Ghoul!"
"E con questo? Non credi che ci sia un laboratorio segreto nei sotteranei?"
"Senti, tu parli troppo per i miei gusti!" Gordon mise la mano sul griletto del suo fucile.
"Okay, Gordon" Disse Noah mettendosi davanti a me per protezione "Lui non ti piace è l'abbiamo capito,
ma non ti azzardare più a minacciare il mio mercenario?! Hai capito!"
Gordon abbassò gli occhi in segno di resa. Noah aveva un forte ascendente su di lui.
"Ora torniamo a noi" disse questo, guardando la porta del vault che portava ai sotteranei 
"Lì troveremo le risposte. Non mi faccio spaventare da qualche Ghoul.
Questo posto non è mai stato saccheggiato ed è rimasto intatto per molti anni.
Questo vuol dire che troveremo parecchia roba utile e che varrà un mucchio di tappi"
"Le divise del vault sono tutte mie!" minacciò Gordon "Le rivendico!"
"Rivendichi?" chiesi confuso.
"Hai qualcosa in contrario?!" Gordon si avvicinò minaccioso verso me "Chi rivendica per primo tiene la roba"
"Okay Gordon. Glielo spiego io" rispose Noah "Usiamo questo aggettivo per rivendicare qualcosa per primo.
Ad esempio, se tu rivendichi per primo una Nuka Cola, allora quella Nuka Cola sarà tua e di nessun altro.
Ma se non lo fai, allora sarà di chi la rivendicherà per primo, capito?!"
"Non tanto, ma va bene così" risposi confuso.
"Lo capirai" aggiunse Noah "Io e Gordon usiamo questo metodo per non avere problemi tra di noi"
"Quindi posso rivendicare ora qualcosa?" Domandai
"Certo, che non siano le divise del vault"
"Rivendico tutti i libri prebellici e rottami di ferro"
Noah si stranì, altrettanto fece Gordon.
"Sei sicuro?" Chiese Noah confuso.
"Si, perché non posso?"
"Certo che puoi e solo che..." Noah fece una breve pausa "E solo che è strano"
"Già è strano" sottolineò Gordon ridendo "Cosa cazzo te ne fai dei libri prebellici e dei rottami di ferro?"
"Affari miei" tagliai corto.
"Credo che tu abbia le rotelle fuori posto" rispose Gordon.
"Okay" disse Noah "Se vuoi questo, allora sarà tuo. Io rivendico tutte le armi che troveremo."
"Come al solito" rispose Gordon.

Proseguimmo circospetti verso l'entrata sotterranea del vault. La porta si aprì in automatico. 
Un lungo corridoio portava in due diverse stanze, una a destra uno a sinistra.
Per terra molta polvere che si alzava al nostro passaggio.
Entrammo nella stanza alla nostra sinistra. Qui c'era qualche tavolo e delle sedie a salotto.
Sicuramente era un ristorante o qualcosa di simile.
C'erano tre bottiglie di Nuka cola sul bancone e lo scaffale dietro conteneva diversi alcolici.
Vodka, birra, assenzio e whisky.
Sembrava che nessuno entrasse qui da molti anni ormai. Tutto era intatto.
"Rivendico il Wisky" disse deciso Gordon.
Noah non disse nulla e nemmeno io.
Gordon mise tutto il whisky nel suo zaino.
"Ti interessa qualcosa, Brawl?" Mi chiese Noah.
"No, voglio solo quei due oggetti che ho detto"
"Sei strano forte" Sottolineò Gordon.
"Puoi rivendicare qualsiasi cosa, a patto che d'ora in avanti la vedi per primo.
Non puoi più rivendicare qualcosa che non vedi, come abbiamo fatto poco fa"
"Quindi solo all'inizio posso rivendicare qualcosa che potrei trovare?"
"Proprio così" rispose Noah "Dopo averlo fatto. La seconda rivendicazione e tutte quella a seguire, 
saranno valide solo se l'oggetto in questione è davanti a te"
"Ora è tutto chiaro" risposi.

Lasciammo quella stanza per dirigerci nell'altra, che era alla nostra destra.
L'interno sembrava un magazzino. C'erano molte casse scoperte, scaffali pieno di ogni cosa e
tutto quelle piccole cose che un piccolo magazzino poteva avere.
Non c'era niente di interessante, nemmeno un pezzo di ferro o libro prebellico. Niente.
Noah controllò attentamente le casse, nel mentre Gordon rimase di guardia alla porta.
Era disinteressato a ciò che aveva visto qui dentro e perciò, era rimasto là.
Noah dopo diversi minuti, in cui cercava attentamente qualcosa di valore, smise di farlo.
Non aveva trovato niente. 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Chi sono quelli? ***


Percoremmo in silenzio il lungo corridoio del vault. Non si sentiva nulla, nessun rumore. Gordon si guardò costantemente attorno. Era molto nervoso. Noah invece, sembrava a suo agio, almeno così dava a vedere. Arrivammo davanti a una porta che si aprì in automatico e scendemmo gli scalini, ritrovandoci in un altro corridoio. Due segnaletiche indicavano le destinazioni. A destra il dormitorio, a sinistra l'area creativa. Non so a cosa significava questa "area creativa", ma non ci diedi molto peso.
"Dove andiamo?" chiese Gordon guardando entrambe le direzioni.
"Andiamo a destra." Rispose secco Noah.
Scendemmo altri gradini e, traminate una porta che si aprì in automatico, ci ritrovammo nei dormitori. Anche qui il silenzio regnava sovrano.
"Cercate quello che volete" disse Noah, mentre si incamminava nella stanza alla sua destra.
Vedendo il corridoio, i dormitori erano composti da dieci stanze. Io entraii nella seconda stanza a destra, mentre Gordon nella prima stanza a sinistra.
L'interno della stanza sembrava disabitata da molti anni. La polvere era dovunque ed era tutto messo in perfetto ordine. Frugai tra i cassetti e non trovai nulla di utile. Nell'armadietto invece, scorsi le maglie del Vault, che stando alla legge del rivendico, aspettavano a Gordon. Le presi e le poggiaii sul letto.
Girovagai per la stanza e mi accorsi che dietro una sedie c'erano alcuni libri prebellici. Prendendoli, li misi nello zaino. Mi sembrava tutto così snervate, non so. Non ero abituato a queste cose. Di solito ero sempre in prima fila, catapultato chissà in quale spartoria, ed ora che me ne stavo qui a frugare in un Vault totalmente pieno zeppo di oggetti, mi suonava un po' strano.
Dopo aver ispezionato tutti i dormitori, Gordon, che era strapieno di oggetti nello zaino, li appoggiò per terra.
"Credo che non prenderò più nulla." disse felice. "Verrò di nuovo quì una seconda volta per riprendermi cio che ho lasciato da parte"
"Tu che hai trovato Brawl?" mi chiese Noah scrutandomi.
"Pochi libri" risposi secco "Non ho trovato un granché"
"Tu che hai trovato, Noah?" domandò Gordon curioso.
"Un cazzo" rispose secco Noah.
"Beh, in effetti non è mai successo di trovare armi nei dormitori" disse Gordon annuendo.
"Allora perché me l'hai domandato se già lo sapevi?" scosse la testa Noah.
Gordon rimase in silenzio imbarazzato.
Tornando indietro imboccando l'area creativa. Quando la porta automatica si aprì, davanti a noi si parò una stanza molto grande. Sgabelli, quadri, tele, biliardo e alcuni banconi che fuggevano da piano bar. Le poche luci che illuminavano la stanza faticavano a farsi largo tra il buio, sopratutto sul retro della stanza.
Gordon aumentò il passo verso il piano bar, nel mentre io e Noah rimasimo fermi a guardare.
"Forse è un vault per gli artisti?" si domandò a bassa voce Noah, ma io lo sentii.
"Penso di si" risposi intromettendomi "Ora si spiega la segnaletica di prima"
Esplorammo la stanza fin dove le luci arrivavano, poi ci riunimmo.
"Solo cianfrusaglie" disse Gordon seccato "Cosa cazzo me ne faccio di quadri e altra robaccia?"
"Non sei mai stato un tipo che ama l'arte" rispose Noah "Ma sappi che una volta i quadri valevano un sacco di soldi"
"Cazzate" rispose Gordon ridendo "Come fa una roba del genere a valore tanto? Sono scarabocchi e immagini che tutti, in un modo o nell'altro, saprebbero fare"
"Ti sbagli di grosso" aggiunse Noah "Pochi sanno ricreare perfettamente interi paesaggi e
soprattutto, creare dipinti in grado si suscitare delle emozioni"
"Poco importa" disse Gordon "La gente deve badare a sopravvivere. Armi, cibo, medicine, queste sono le cose di valore, non stupidi quadri"
Era chiaro che Gordono odiasse l'arte e forse, non conosceva nemmeno il significato della parola stessa. Su un punto però aveva ragione. La gente deve pensare a sopravvivere. Decidemmo di accendere le torce e di dirigerci verso la parte buia della stanza. Non appena la luce squarciò l'oscurità, ci ritrovammo a vedere moltissimi resti scheletrici. La maggior parte di loro era stata raggruppato verso un angolo, mentre altre parti era sparsi un po ovunque.
Alcuni di loro indossavano ancora la tuta del vault fatta a pezzi.
"Ma che cazzo..." disse Gordon guardandosi attorno "chi cazzo sono questi? chi erano?"
"Forse sono gli operai" rispose Noah "Ma chi l'ha raggruppati? mi sto domandando"
"Credo che ci sa qualcuno?" disse Gordon spalancando gli occhi "Forse sono i Ghoul. Cazzo! Lo sapevo"
"Vuoi stare calmo?" rispose Noah "Non sappiamo se ci sono Ghoul. Magari qualcuno gli ha raggrupati da una parte"
"Sono stati i Ghoul, te lo dico io" disse Gordon ansioso "Questi sono abitanti del Vault" indicò le tute. "Non sono dei cazzo di operai. Sono abitanti del Vault, cazzo!"
In effetti Gordon aveva ragione. Indossavano le tute del vault e forse erano i suoi abitanti. Erano rimasti qui da moltissimi anni, da com'erano ridotti i corpi; solo ossa. Dopo un po di tempo, riprendemmo a camminare, stando attenti a non calpestare le ossa. Girando a destra arrivamo in una piccola stanzetta, sembrava un ufficio. Una scrivania, quattro sedie, due armadietti e un terminale.
Noah si avvicinò al terminale.
"Fai attenzione a non farci saltare tutti in aria questa volta" disse Gordon serio.
"Non è colpa mia se programmano i terminali per farli distruggere una volta fatto l'accesso" rispose Noah seccato.
Noah pigiò qualche tasto sul terminale. Lesse con attenzioni quello che c'era scritto, mentre io e Gordon rimanemmo più indietro.
Poco dopo Noah si allontanò velocemente da esso e il terminale saltà in aria.
"Come non detto" disse Gordon "che c'era scritto?"
"Quei scheletri..." Noah brandì tra le mani il fucile d'assalto "erano gli abitanti del vault" poi tolse la sicura.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Ghoul feroci ***


"Che cazzo succede?" tuonò Gordon irrequieto "Che cazzo sta succedendo?"
"Preparate le armi" rispose Noah, voltandosi verso l'apertura alla loro destra "La dentro ci sarà da ballare"
"Mi vuoi dire che cazzo succede?" insistette Gordon, facendo scattare la sicura dell'arma.
"Questo Vault non è abbandonato" aggiunse Noah, girandosi verso di noi "O perlmeno non lo era fino a due anni fa"
"Che vuoi dire?" 
"Se mi lasci spiegare senza interropermi... Ci stavano vari file nel terminale. Alcune di essi parlavano di un invasione di strani esseri deformi provenienti dal magazzino. Si era aperto un buco nella parete e da la continuavano a uscire questi mostri. Indovina chi sono? Ghoul feroci. Pare che gli abitanti del vault non sapevano chi fossero. Hanno combattuto una guerra impari e alla fine sono tutti morti. Nell'ultima nota un certo Jimmy Gold, una guardia di sicurezza, ha scritto che era rimasto da solo, che avevano perso il controllo del Vault e che si era rintanato nella sala del soprintendente"
"Quindi il Vault non era stato abbandonato per via di un crollo" risposi dubbioso "Avevano tenuto tutto segreto. Credo che quel buco nel muro non fosse una coincidenza. Forse opera di qualche sperimento?"
"Penso proprio di si" disse Noah "Credo che dietro quel buco ci sia qualche laboratorio segreto o qualcosa del genere"
"Cazzo!" aggiunse Gordon "Ed io che pensavo fosse un lavoro tranquillo"
"Ora si spiega lo stato di abbandono" risposi "Anche se all'entrata del Vault non c'erano tracce di sangue"
"Concordo" disse Noah "Forse gli abitanti del Vault si sono spostati verso l'interno per fermare l'invasione"
"Scusate, ma questo Jimmy era il soprintendente?" domandò Gordon.
"No, non lo era" rispose Noah "L'ultima nota del soprintendente risale al giorno primo dell'invasione"
"Io penso che lui centrasse qualcosa" annuì Gordon.
"Può darsi" disse Noah "In effetti nella nota di Jimmy c'era scritto che era scomparso poco prima l'invasione, che forse l'avevano ucciso i mostri"
"Che vada al diavolo tutto" imprecò Gordon, impugnando deciso l'arma "Prendiamo quello che dobbiamo e andiamocene da qui"
"Dov'è finta la tua bramosia di tappi?" domandò Noah, guardandolo serio neglio occhi.
"Non ho detto che non ci tornerò più" rispose Gordon "Ne ho le palle piene di questa storia. Ammazziamo quei bastardi putrefatti e prendiamo tutto"
"Brawl, vai avanti. Ti seguiamo" mi ordinò Noah.

Toccava fare a me il lavoro sporco, ma ormai ci ero abiutato. La vita da mercenario ti costringeva a mettere la pelleccia sempre in pericolo, qualunque essa sia. Mi avvicinai alla porta che si aprì in automatico. Noah e Gordon erano a qualche metro alle mie spalle. Camminai dritto per diversi metri. Tutto sembrava immerso nel silenzio più totale. D'un tratto un cigolio metallico rimbombo lungo le pareti facendomi rabbrividire. Gordon puntò l'arma ansioso in tutte le direzioni, mentre Noah rimase impassibile ad ascoltare l'ambiente. Poco dopo mi fece segno con il capo di continuare a camminare. Feci come ordinato. Piano piano l'oscurita diventava sempre più fitta e sembrava inghiottirmi in una morsa letale. Le torce poi, faticavano a farsi largo tra le tenebre. D'un tratto un altro cigolio metallico, su seguito da altre tre. Mi fermai, guardandomi dietro. Nei visi di Noah e Gordon traspariva il terrore, soprattutto in quello di Gordon. A me il cuore quasi non schizzava fuori dal petto. La fronte mi grondava sudore. 
Arrivammo davanti a un altra porta che si aprì in automatico. Non facemmo in tempo a guardare aldilà del corridoio che un Ghoul feroce mi si scagliò addosso. La Revolver mi cadde a terra. Il Ghoul era a pochi centimetri dalla mia faccia e tentava di mordermi. Cercai di scansarlo, ma non ci riuscivo.
Un colpo di fucile rimbombò tra le pareti. La testa del Ghoul esplose in mille pezzi, accasciandosi su di me. Poco dopo Gordon lo afferrò e lo fece cascare di lato.
"Fortunato" disse Noah, porgendomi la mano e aiutandomi ad alzarmi.
"Non l'ho visto arrivare" risposi, prendendo la revolver da terra.
"Nessuno l'ha visto" aggiunse Gordon "Sei proprio un figlio di puttana fortunato"
"Sei ferito?" domandò Noah.
Mi controllai dappertutto e prima che facessi in tempo a rispondere, sentii dei ringhi provenire dalle tenebre davanti a me. Puntammo le armi in quella direzione. Un forte urlo mi fece raggellare il sangue e attimi dopo fummo assaliti da quattro Ghoul feroci. Correvano goffi e veloci contro di noi. Sparammo tutti all'unisono, facendo saltare le cervella di due Ghoul, uccidendone il terzo, mentre il quarto fu azzappato e cascò a terra, strisciando con le mani verso di noi.
"Lasciatelo a me" disse Gordon, avvicinandosi al Ghoul. Non appena fu ai piedi di Gordon, questo con il piede gli schiacciò la testa più volte.
"Hai finito di fare il pagliaccio?" domandò Noah serio.
"E fammi divertire" rispose Gordon "Siamo in culo al mondo e non mi dai nemmeno la soddisfazione di ammazzare questa carne morta?"
"Se ci tieni al divertimento vai alla Strip"
"Non mi diverto come le checche" Noah continuò a schiacciare la testa del Ghoul finché non ne rimase poltiglia.
"Contento ora?" Sbuffò Noah "Ricordami di non portarti con me la prossima volta"
"Sempre a rompermi il cazzo" disse fra sè Gordon.
Non capivo perché gli piacesse infierire su Ghoul, ed onestamente, nemmeno mi fregava. Avevo capito che in realtà era uno psicopatico e gente come lui, non tirava avanti a lungo. La risposta era semplice: Noah. Senza di lui a quest'ora sarebbee stato cibo per Gechi.

Questa volta non ero da solo davanti al gruppo, ma era affiancato. Gordon però, proseguiva dandoci le spalle per controllare che non ci fossero soprese dietro di noi. Superato il corridoio, entrammo in una stanza di medie dimesioni. Tre tavoli erano ribaltati, assieme e dieci sedie. Qui varie traccie di sangue coagulato imbrattavano muri e pavimenti. Una luce gialla lampeggiava sopra a una porta che portava da un altra parte. Innumerovoli bossoli erano sparsi ovunque, soprattutto in prossimità dei tavoli. Un ghoul feroce giaceva morto con le spalle al muro. In corpo e sulla parete d'acciaio, poco sopra di lui, innumerovoli fori di proiettoli. L'aria era pregna di carne marcia e dava il voltastomaco. Misi una mano a copertura del naso, altrettanto fecero Gordon e Noah.
"Cazzo che fetore" imprecò Gordon "Qua è successo un vera carneficina. Perché hanno spostato i corpi nell'altra stanza?"
"Non credo l'abbiano spostati loro" rispose Noah "Se ricordi i loro vestiti erano intatti"
"Non sto capendo più un cazzo. Se sono morti tutti, com'è che di là ci stanno gli scheletri con addosso le tute del vault intatte?"
"Forse si erano ammalati?" aggiunsi "Se l'aria puzzava come puzza ora, non mi soprenderei se si fossero ammalati"
"Può essere" rispose Noah "Quindi quel settore del Vault fungeva da cimitero. E pensandoci bene, torna tutto. Perché abbiamo trovato tutto intatto, come se non ci abitasse nessuno già da molto tempo. Però non mi spiegò perché non abbiano tentato di scappare dal Vault"
"Forse non potevano" disse Gordon "Sicuramente il soprintendente ha mentito a tutti quanti. E non sarebbe di certo il primo. A me i Vault mi hanno sempre dato l'aria di una trappola mortale. Un gioco per gente ricca. Spappolare le cervella della gente ignara e giocare a fare gli psicologi del cazzo"
"Sarà meglio proseguire" aggiunse Noah.

Superammo la porta, scesimo le scale e proseguimmo lungo un corridoio. Qui la situazione non era diversa. Poco più avanti, c'era una una postazione difensiva di fortuna; tavoli, sedie e altre cianfrusaglie. Distesa per terra una guardia di sicurezza in stato di decomposizione con il viso, petto, stomaco e gambe mangiucchiate. Attorno un lago di sangue coagulato.
"E' Jimmy?" domandò Gordon indicando il corpo.
"Non credo" rispose Noah "Si era rintanato nell'ufficio del soprintendente"
"Ah è vero" Gordon scosse la testa.
"Credo che oltre quella porta ci sia il buco da dove escono i Ghoul feroci"



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3655162